Resoconto della seduta n.128 del 16/04/2019
SEDUTA N. 128 DEL 16 APRILE 2019

La seduta inizia alle ore 10,40

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

PRESIDENTE. Colleghi buona giornata, dichiaro aperta la seduta n. 128 del 16 aprile 2019. Do per letto il processo verbale della seduta 127 del 2 aprile 2019, il quale, ove non vi siano opposizioni, si intende approvato ai sensi del comma 4, dell’articolo 53, del Regolamento Interno.
Richiamo inoltre ai sensi del comma 5 dello stesso articolo l’attenzione di tutti i Consiglieri sulle comunicazioni distribuite con cui porto a conoscenza dell’Assemblea quanto espressamente previsto dal Regolamento Interno.

Saluto alle Scuole

PRESIDENTE. Saluto i ragazzi che sono presenti in Aula, i 35 studenti delle classi V A, V B e V C dell’Istituto di istruzione superiore Bonifazi di Recanati e i 47 alunni delle classi V A e V B della Scuola primaria di Sant’Angelo in Vado e delle classi III, IV e V della Scuola primaria di Borgo Pace. Grazie di essere qui e scusate per l’attesa.

Sull’ordine del giorno

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Urbinati.

Fabio URBINATI. Grazie Presidente. Come già concordato nella Conferenza dei capigruppo, chiedo l’iscrizione delle mozioni n. 488, sulla problematica dell’Inps per quanto riguarda il settore pesca, e n. 492, relativa allo scorporo dei Comuni del nord delle Marche, e l’anticipazione della loro discussione. Grazie.

PRESIDENTE. Questa proposta l’abbiamo valutata nella Conferenza dei capigruppo, quindi se non ci sono obiezioni, diamo per approvata l’iscrizione delle mozioni, come richiesto dal Consigliere Urbinati, nn. 488 e 492, al primo ed al secondo punto dell’ordine del giorno odierno.
C’è un’altra richiesta valutata durante la Conferenza dei capigruppo, quella di invertire l’ordine del giorno: i punti 1 e 2 diventano rispettivamente il punto 3 ed il punto 4, anche in questo caso se non ci sono obiezioni, dò per approvata l’inversione dell’ordine del giorno.
E’ stato altresì richiesto il rinvio dell’interrogazione n. 781 del Consigliere Bisonni ed è stata ritirata dai proponenti, Consiglieri Marcozzi e Celani, la mozione n. 462.
Possiamo procedere secondo quanto stabilito.

Mozione n. 488
ad iniziativa dei Consiglieri Micucci, Biancani, Urbinati
“Contribuzione settore pesca”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 488 dei Consiglieri Micucci, Biancani, Urbinati.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Micucci.

Francesco MICUCCI. Grazie Presidente. Grazie ai Consiglieri che hanno accolto la richiesta di inserire questa mozione, che ha il carattere dell’urgenza in quanto, come avrete forse letto dalla stampa in questi giorni, stanno arrivando agli armatori, ai pescatori, una serie di missive da parte dell’Inps regionale che vorrebbe reinquadrare l’elemento contributivo che i pescatori hanno versato e stanno versando per la loro attività di pesca.
Provo a spiegare in poche parole un tema che non è di ordine quotidiano.
Le normative che regolano la contribuzione previdenziale delle imprese da pesca sono la n. 250 del 1958 e la n. 413 del 1984, la prima per le piccole imprese di pesca, la seconda comunemente intesa per i moto-pesca presenti nella flotta marchigiana.
Le nostre imprese hanno sempre versato, ormai da decenni, i contributi in base alla legge n. 413 del 1984 che notoriamente prevede una contribuzione maggiore rispetto all’altra normativa.
Ora stanno arrivando delle lettere dell’Inps che vorrebbe reinquadrare una parte della categoria dei pescatori marchigiani nella legge 250, questo ovviamente inciderebbe in maniera molto pesante sulla pensione che molti pescatori percepirebbero nei prossimi anni.
La cosa strana, oltre a questa interpretazione che invece sembrerebbe confermata da una serie di soggetti giuridici consultati dalle categorie in queste settimane e peraltro mai smentita dalle casse competenti, come dicevo ormai sono decenni che i pescatori versano in base alla legge n. 413 del 1964 e mai nessuno in questi anni, dall’Ipsema, all’Inail, all’Inps, le Casse che si sono alternate, ha mai contestato questo tipo di contribuzione.
Ora sembra paradossale che nel momento in cui si avvicinano a ricevere la giusta pensione si voglia reinterpretare la norma, reinterpretando anche l’elemento pensionistico rispetto ad una legge che prevede una pensione molto più bassa e, beffa delle beffe, sembrerebbe che non si preveda, al limite, nel caso di questa nuova interpretazione, la restituzione dei contributi in eccesso versati in questi anni.
La lettera dell’Inps dice che eventualmente in una vicenda parallela, evidentemente con una richiesta aggiuntiva che dovrà essere accolta dagli uffici competenti, potranno essere richiesti rimborsi che, come sappiamo, a causa della limitata retroattività della norma potrebbero andare al massimo agli ultimi 5 anni, quindi il danno oltre la beffa per questi pescatori.
Quello che si chiede, ben sapendo che questo non è un argomento precipuo della Giunta regionale, perché l’ente che fa queste osservazioni è l’Inps regionale, alla Giunta è di aprire immediatamente, e da quel che so già questo è avvenuto da parte dell’Assessore competente, una interlocuzione con l’Inps regionale, ma avendo ragionevoli dubbi che questo possa non bastare, si chiede di attivare un tavolo ad un più alto livello con il Governo, con l’Inps nazionale, perché credo che un tema del genere non possa essere discusso solamente a livello regionale, ma ci deve essere un’omogeneità di interpretazione da parte dell’Inps nazionale, con le associazioni di categoria per sciogliere definitivamente, e mi auguro a favore, l’interpretazione che è stata fin qui adottata o eventualmente nel caso di modifica dell’interpretazione acquisire tutte le salvaguardie per i pescatori che nel frattempo hanno versato i loro contributi in base alla norma precedente. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Molto brevemente per dichiarare il voto favorevole alla mozione, il problema è serio, questi lavoratori stanno vedendo beffate non solo le loro fatiche rispetto ad una professione che sappiamo difficile e pesante, e che molti oggi non vogliono e non riescono più a fare, ma addirittura il proprio sforzo pensionistico quando ormai sono vicini al traguardo da raggiungere.
E’ una beffa ed il messaggio forte che la politica deve dare in questo frangente è quello di trovare una soluzione degna e adeguata nel rispetto di questa categoria e di questi lavoratori, quindi annuncio il voto favorevole di Fratelli d’Italia.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 488. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Urbinati.

Fabio URBINATI. Grazie Presidente. Chiedo scusa all’Aula, c’è un ulteriore richiesta di iscrizione, anche questa concordata nella Conferenza dei capigruppo, e riguarda l’elezione di un componente del Consiglio generale della Fondazione Patrimonio Fiere, è una nomina in scadenza che dobbiamo per forza inserire all’ordine del giorno.

PRESIDENTE. Se non ci sono obiezioni, anche di questo ne abbiamo parlato durante la Conferenza dei capigruppo, la inseriamo subito dopo l’altra nomina, quella relativa al Consiglio di amministrazione dell’Erap al punto 5 bis dell’ordine del giorno.

Mozione n. 492
ad iniziativa dei Consiglieri Biancani, Urbinati, Marconi, Rapa, Busilacchi, Giacinti, Traversini, Talè, Minardi, Cesetti, Mastrovincenzo
“Contrarietà alla prosecuzione dell’iter di legge su ‘Distacco dei Comuni di Montecopiolo e Sassofeltrio dalla Regione Marche e aggregazione alla Regione Emilia-Romagna’”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 492 dei Consiglieri Biancani, Urbinati, Marconi, Rapa, Busilacchi, Giacinti, Traversini, Talè, Minardi, Cesetti, Mastrovincenzo.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Grazie Presidente. Innanzitutto vorrei ringraziare anch’io l’Assemblea per aver accettato di inserire all’ordine del giorno questa mozione che, come tutti possono immaginare, è urgente in quanto è già iniziato l’iter a livello parlamentare.
L’atto vuole evidenziare la contrarietà alla prosecuzione dell’iter della legge sul distacco dei Comuni di Montecopiolo e Sassofeltrio dalle Marche all’Emilia-Romagna.
La Camera dei Deputati il 13 marzo 2019 ha approvato il disegno di legge finalizzato al distacco dalla Regione Marche dei Comuni di Sassofeltrio e di Montecopiolo ed al loro conseguente accorpamento alla Regione Emilia-Romagna.
La proposta di legge è stata inviata il 13 marzo 2019 al Senato.
I Comuni di Montecopiolo e Sassofeltrio attraverso una consultazione referendaria popolare, svoltasi nei giorni 24/25 giugno 2007, hanno espresso il loro parere favorevole al distacco, il Ministro per gli affari regionali ha chiesto alle due Regioni interessate di esprimere il parere previsto dall’articolo 132 della Costituzione e l’Emilia-Romagna ha espresso il suo parere favorevole il 17 aprile 2012, quindi oltre 5 anni fa.
Tenuto conto che sono trascorsi 12 anni dalla consultazione referendaria, in questo lasso di tempo si è avuta una evoluzione sia demografica che culturale dei due territori in questione, oggi si ritiene che quell’esito elettorale possa non essere considerato più attuale, evidenzio anche alcuni numeri di quella consultazione elettorale: Montecopiolo, 1.124 aventi diritto - votanti 793; Sassofeltrio, 1.273 aventi diritto - votanti 739, sommando i dati dei due Comuni il totale dei voti effettivi allora fu 1.532, rispetto ai 2.397 degli aventi diritto.
Il fatto nuovo ed importante che ci porta oggi a presentare questa mozione è che le comunità interessate hanno recentemente espresso il loro diniego, la loro non volontà a passare dalla Regione Marche alla Regione Emilia-Romagna e hanno avviato una petizione che hanno sottoscritto i cittadini sia di Montecopiolo che di Sassofeltrio e, lo voglio evidenziare, anche le imprese.
Il risultato di questa forma di partecipazione popolare e democratica, perché la raccolta di firme attraverso una petizione è una forma di partecipazione a tutti gli effetti, ha ottenuto un risultato straordinario ed in pochi giorni le firme raccolte sono state 1.043, ovviamente il dato non è aggiornato ad oggi, ma a qualche giorno fa.
Altro punto a favore del fatto che occorre fermare questo percorso è che nel corso degli anni, dal punto di vista della quantità, molte persone hanno acquisito la possibilità di votare, in quanto divenute maggiorenni, per Montecopiolo si è registrata una variazione dell’11% sui votanti e per Sassofeltrio la variazione è del 9%.
Oggi il disegno di legge, che è stato approvato alla Camera dei Deputati, differentemente dalle proposte di legge presentate nelle precedenti legislature, presenta un contenuto diverso in quanto chiede anche degli impegni a carico della Regione Emilia-Romagna, ma soprattutto a carico della Regione Marche.
A nostro avviso la situazione non va bene, quindi chiediamo che venga modificato, qualora dovesse andare avanti, anche il disegno di legge perché chiede degli impegni alle Regioni che non sono dovuti.
Va rimarcato anche che la Corte Costituzionale in varie sentenze ed in particolare nella sentenza n. 246 del 2010 ha evidenziato la necessità di tener conto degli interessi non solo dei Comuni coinvolti al distacco, ma anche di quelli limitrofi in quanto la scelta potrebbe avere implicazioni non solamente per i due Comuni coinvolti, ma per l’intero territorio.
Il corpo elettorale attraverso la petizione ha espresso una volontà diversa, il Senato dovrà esprimersi nelle prossime settimane e siccome per noi il parere dei cittadini conta deve essere rispettato sia dalla Regione Marche che soprattutto dal Parlamento.
Che necessità evidenziamo? Secondo noi non si deve andare avanti, ma bisogna promuovere un ulteriore referendum perché ad oggi le condizioni economico-sociali delle popolazioni sono cambiate, quindi capire la reale volontà dei cittadini, non di 12 anni fa, ma di oggi, dato che con le firme raccolte hanno espresso una chiara intenzione.
Con questa mozione, che mi auguro sia votata in maniera unanime, siamo disposti a modificarla pur di avere l’unanimità, chiediamo al Presidente della Giunta di assumere qualsiasi iniziativa nei confronti del Governo nazionale affinché venga ribadita la contrarietà dell’Assemblea legislativa rispetto al proseguimento di questo iter, soprattutto in considerazione del fatto che si basa su un referendum fatto 12 anni fa e che oggi i cittadini hanno evidenziato la loro contrarietà attraverso questa petizione.
Voglio ricordare che anche la I Commissione con il Presidente Giacinti ha evidenziato il fatto che in 12 anni le condizioni socio-economiche di quei territori sono cambiate in maniera forte, quindi l’attendibilità del voto espresso allora non può essere più considerata come rispondente alle attuali e reali esigenze.
Cosa chiedono i cittadini? Mi sono fatto mandare la petizione sottoscritta dai residenti dei Comuni di Montecopiolo e Sassofeltrio nella quale si evidenzia il fatto che i cittadini sono contrari perché hanno cambiato opinione.
Prima nella Conferenza dei capigruppo abbiamo incontrato una delegazione e gli stessi cittadini che avevano raccolto le firme 12 anni fa oggi sono venuti a dirci che sono contrari a questo iter alla luce di fatti ed atti concreti: conoscono gli abitanti dei Comuni che sono già passati in Emilia-Romagna e parlando con loro hanno raccolto lamentele, hanno visto che non è cambiato niente, anzi, la totalità delle aspettative sono state deluse dalla Regione Emilia-Romagna nonostante gli impegni presi, inoltre i cittadini hanno anche evidenziato che oggi dal punto di vista sanitario è possibile andare nelle strutture sanitarie dell’Emilia-Romagna ed il Presidente ha già dichiarato la volontà di firmare un accordo con l’Emilia-Romagna per facilitare i servizi con il 118, oggi l’ambulanza è presente nel Comune di Mercatino Conca, vicino ai comuni interessati, paradossalmente i cittadini di Sassofeltrio e Montecopiolo hanno paura che se passano dall’altra parte non hanno più neanche l’ambulanza vicina, come oggi.
Noi questi impegni li abbiamo presi, vogliamo portarli avanti, anche per il discorso delle scuole non ci sono i problemi, i bambini possono andare nelle scuole sia delle Marche che dell’Emilia-Romagna. Queste sono le motivazioni che i cittadini evidenziano.
Penso che i problemi non si risolvono andando da una Regione all’altra, ma attraverso una politica che noi vogliamo portare avanti, che deve fare in modo che le zone interne, soprattutto le zone dell’entroterra, abbiano pari dignità rispetto ai diritti messi a disposizione.
Il tema non è se andare in Emilia-Romagna o rimanere nelle Marche, ma confrontarsi con queste comunità, con le amministrazioni e fare in modo che la Regione Marche riesca a garantire i servizi che già in parte assicura, magari è possibile migliorarli senza sprecare risorse (il cambiamento istituzionale di Regione non è a costo zero) sia economiche che organizzative. Penso al trasferimento di competenze del Tribunale, dei Vigili del Fuoco, all’Agenzia delle Entrate, dei Carabinieri, del catasto e di tutti quegli uffici decentrati del Ministero che dovrebbero essere spostati da una Regione all’altra, tutto questo non si fa a costo zero, chi lo dice sa di mentire. Se abbiamo delle risorse l’unica cosa che dobbiamo fare è utilizzarle per migliorare i servizi a queste comunità, evitare lo spreco di risorse e di energie e rafforzare la collaborazione tra la Regione Emilia-Romagna e la Regione Marche.
Questo è l’obiettivo che ci dobbiamo prefiggere perché ritengo che sia l’unica soluzione possibile.
Oggi siamo in un momento in cui si parla di fusioni dei Comuni, di accorpamento dei servizi tra le varie Regioni, quindi Macroregioni, si parla di mettersi insieme, penso che una scelta come questa sia fuori dal tempo, l’ho definita una scelta anacronistica e controproducente.
Quindi chiedo all’intero Consiglio regionale di votare a favore di questa mozione perché, ripeto, questa è una scelta di tutti i cittadini marchigiani, soprattutto chi ha un ruolo politico/istituzionale e tiene alle Marche, dovrebbe votare favorevolmente rispetto a questa mozione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente. Colleghi Consiglieri, credo che su questo tema facciamo bene a discutere, ad impegnare il Consiglio regionale, la Giunta, il Presidente Ceriscioli che, per amore di verità, ha preso una posizione forte ed io l’ho apprezzata.
Avrei preferito che anche in passato su questi temi ci fosse stato un fervido pronunciamento dell’Aula perché più di 10 anni fa la nostra Regione ha perso 7 Comuni che sono andati in Emilia-Romagna, credo che non ci sia stato silenzio, ma è mancata l’attenzione dovuta e necessaria.
Quindi ha fatto bene il Presidente Ceriscioli ed altrettanto bene ha fatto il Consigliere Biancani a presentare questa mozione.
Vi racconto un fatto, non molti anni fa c’erano dei cittadini di Montecopiolo che stavano distribuendo dei volantini qui nel parcheggio, siccome ho fatto tante volte il volantinaggio sono andato verso queste persone a prendere un volantino, ho parlato con loro ed ho espresso quella che era e che è la mia posizione, io non solo sono perché Montecopiolo e Sassofeltrio rimangano nelle Marche, ma che ritornino anche gli altri 7 Comuni, quindi ci siamo confrontati, mi hanno ringraziato per il fatto che avevo preso il volantino, ma mi hanno anche detto che non avevo capito molto perché loro non erano marchigiani, ma romagnoli.
Io invece sono convinto che noi parliamo di marchigiani, perché la nostra è una regione plurale, quindi nelle Marche ci sono tutti e tutti hanno pari dignità, questo è quello che dobbiamo sottolineare.
Quando ci siamo insediati, io sono qui da quasi 9 anni, nel mio primo intervento ho posto questo problema. 500 anni fa i Montefeltro vinsero la battaglia contro i Malatesta e tutta quella parte del territorio era nel territorio marchigiano, non è possibile che dopo alcuni secoli si cancelli la storia e si divida il Montefeltro.
Credo che le Marche senza l’intero Montefeltro non siano le Marche, come il Montefeltro senza le Marche non è il Montefeltro, quindi c’è una profonda ragione storica e culturale,
Sono anni che insisto su questo tema, ma l’articolo 132 della Costituzione ha impedito me, come i colleghi del Consiglio regionale, di presentare una proposta di legge in questo senso, perché l’iniziativa deve partire dai Consigli comunali e debbono essere le popolazioni, attraverso un referendum, ad approvare questa scelta, quindi continuiamo a parlarne ma non è stato possibile farlo, allora oggi colgo con soddisfazione il fatto che gli abitanti di Montecopiolo e Sassofeltrio dicano ad alta voce: “Vogliamo che questa scelta, il referendum fatto 12 anni fa, sia messa in discussione” perché è passato troppo tempo e credo che le ragioni storico, culturali, sociali ed economiche.
Noi stiamo discutendo della strategia delle aree interne, abbiamo fatto atti relativi alla strategia delle aree interne, abbiamo fatto atti relativi alle aree montane, stiamo discutendo del Piano socio-sanitario, ci siamo preoccupati più volte di tenere conto dell’insieme del territorio, non della fascia costiera o della fascia montana, ma un’attenzione maggiore a quelle realtà in cui minore è la presenza di persone, ma fondamentale è la loro presenza per quello sviluppo armonico di cui siamo portatori e su cui ci sentiamo impegnati.
Voglio sperare che, non soltanto oggi, il voto sia largamente condiviso in quest’Aula, auspico che questa battaglia che di fatto iniziamo e portiamo avanti nei confronti e, spero, in collaborazione con il Senato della Repubblica, porti oggi a modificare un voto espresso a larghissima maggioranza dalla Camera dei Deputati, dopodiché se vinciamo questa battaglia, credo che si debba ripartire dal basso per fare in modo che l’intero Montefeltro torni ad essere unito.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Minardi.

Renato Claudio MINARDI. Grazie Presidente. Intervengo a favore della mozione di cui sono anche firmatario insieme ai colleghi. Credo che sia una assunzione di responsabilità che questo Consiglio regionale deve prendersi nei confronti non solo delle comunità di Sassofeltrio e di Montecopiolo, ma dell’intera comunità marchigiana, perché le Marche sono una regione unitaria nel loro complesso, non si può immaginare che dei pezzi si spostino da una Regione all’altra, anche se siamo in territori di confine.
Ve lo dice una persona che negli anni in cui ci fu il trasferimento dei 7 comuni della Valmarecchia alla Regione Emilia-Romagna ha vissuto molto da vicino la vicenda e quella che in un primo momento era sembrata una grande opportunità, quella di cambiare Regione, poi negli anni e nel tempo si è dimostrata un errore e gli stessi cittadini, che erano stati promotori di quel referendum per il distacco della Valmarecchia verso l’Emilia-Romagna, si sono pentiti, perché sono venuti meno dei servizi, una serie di opportunità che la Regione Marche, la Provincia di Pesaro-Urbino e gli uffici decentrati dello Stato avevano garantito in quel territorio.
La stragrande maggioranza dei cittadini dei 7 Comuni della Valmarecchia, che gravitano tutti sulla vallata che si accosta a Rimini, se andate ad ascoltarla, si è pentita di quella scelta, non ha trovato miglioramenti, né nuove opportunità, ma soltanto una serie di problematicità.
D’altro canto oggi capisco ancor di più le esigenze e le istanze che arrivano dai cittadini di Montecopiolo e di Sassofeltrio.
Intanto bisognerebbe guardare anche geograficamente alla parte nord della regione, mentre il blocco della Valmarecchia - anche se continuo a vedere cartografie in giro per la regione che ancora riportano la Valmarecchia nella nostra regione, qualcuno forse si dovrebbe accorgere che 7 Comuni non ci sono più, anche in sedi pubbliche ho visto cartografie che riportano ancora i confini con la Valmarecchia all’interno delle Marche - era unitario ed unito, i due comuni di Montecopiolo e di Sassofeltrio nel nord della regione creerebbero un confine fatto ad anse, con delle rientranze nel territorio marchigiano da parte della Regione Emilia-Romagna, non ci sarebbe più unitarietà lungo la vallata. Mercatino Conca e Montegrimano rimarrebbero nella Regione Marche, Sassofeltrio, che è attaccato a Montegrimano, se ne andrebbe in Valmarecchia, stessa cosa per Montecopiolo, quindi si creerebbero delle anse nei confini del territorio, cosa che secondo me non è opportuna dal punto di vista del disegno geografico e della funzionalità dei servizi, perché quelli sono piccoli Comuni che collaborano tra di loro in una serie di servizi che ovviamente devono essere tenuti insieme, questa è la prima questione.
Seconda questione, mi rendo perfettamente conto che la raccolta di firme, che è stata fatta e che si sta facendo ancora in questi giorni, possa ottenere grande successo e grande risultato in quanto sono passati 12 anni dal referendum del 2007, è cambiata la popolazione, è cambiato il sentire comune, sono cambiate le esigenze, molte persone non sono più con noi, purtroppo ci hanno lasciato, e molti giovani sono entrati nel corpo elettorale.
Personalmente sono contrario al distacco perché sono convinto che non porterà beneficio a quelle due comunità, ma eventualmente, se proprio se ne dovesse ravvisare la necessità, riascoltiamo i cittadini, diamo loro voce affinché possano esprimersi dopo 12 anni. Dal 2007 al 2019 sono cambiate nel Parlamento italiano più volte le maggioranze, questa legge non è stata mai fatta, non è stata mai mandata avanti, evidentemente non c’erano le condizioni politiche per farlo, e non capisco oggi quali siano le motivazioni e le forzature per portarla avanti nonostante ci sia una posizione contraria.
Mi auguro che questa mozione venga votata all’unanimità da tutti i colleghi del Consiglio regionale perché sarebbe una risposta, giusta, seria, nei confronti non solo della Regione, non solo del Consiglio regionale, ma nei confronti di quei cittadini che si erano espressi con una maggioranza seppur minima rispetto al numero degli aventi diritto al voto.
Credo che sia una risposta seria nei confronti di coloro che negli anni hanno rivisto la propria posizione. Vi dice niente la Brexit? In quel momento, nell’onda della volontà del populismo e dell’anti Europa, hanno deciso di votare contro l’Europa e oggi non sanno come cavarci le gambe.
Penso che questo debba servire a far riflettere i colleghi, quindi l’appello è che si possa dare un parere contrario al distacco di queste due comunità, considerata la raccolta di firme che in pochi giorni ha visto un risultato straordinario.
Nonostante che la Camera abbia già preso una sua decisione, ritengo che doverosamente al Senato l’iter si debba fermare, anche perché, come ho detto, l’esito referendario non è più attuale.
Concludo dicendo due cose, una, la Regione Marche ha doverosamente aperto il percorso nei confronti dell’Emilia Romagna relativamente alla gestione dei servizi sanitari perché se un cittadino di Sassofeltrio vuole andare all’ospedale di Cattolica o di Rimini è giusto che ci possa andare senza problemi, senza difficoltà, e questo la Regione Marche l’ha già fatto, l’altra questione, e lo dico proprio alla luce di quello che è stato il percorso dei 7 comuni della Valmarecchia che si sono trasferiti in Emilia-Romagna, è che non si risolvono i problemi delle aree interne passando da una Regione all’altra, anzi si creano una serie di difficoltà, una serie di problematiche gravose e maggiori che per anni determinano solo difficoltà e problemi ai cittadini. Penso invece che la soluzione a questi problemi si possa cercare in un altro modo, garantendo servizi sanitari, servizi sociali, dando attenzioni, scuole, investimenti sulla viabilità, spingendo molto anche sulle opportunità turistiche che questo territorio è in grado di offrire non solo per la Valconca, ma per l’intera regione Marche. Non dimentichiamo, ad esempio, che nel Comune di Montecopiolo ci sono addirittura impianti a fune, ci sono anche piste da sci che durante il periodo invernale hanno una opportunità turistica non di piccolo conto.
Chiudo dicendo che occorre lavorare tutti insieme per potenziare eventualmente i servizi laddove se ne ravvisi qualche esigenza, qualche necessità in più rispetto a quelli che sono i servizi attuali, i problemi delle aree interno non si risolvono spostandosi da una regione all’altra e lo dico a maggior ragione dopo l’esperienza dei 7 comuni della Valmarecchia. Andate a parlare con i Comuni di Casteldelci, San Leo, Novafeltria, Maiolo, Pennabilli, i cittadini vi diranno di essersi amaramente pentiti della scelta fatta, quindi evitiamo di fare ulteriori errori e facciamo in modo che anche il Parlamento non ne faccia, in quanto poi li pagheranno i cittadini.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Traversini.

Gino TRAVERSINI. Grazie Presidente. Ho firmato la mozione e per me è stata una cosa abbastanza naturale, conosco bene la storia di questi territori, anche perché sono stato il Presidente della Comunità montana per una decina di anni, quando addirittura c’era la Comunità montana dell’alta Valmarecchia, quindi conosco benissimo quei territori e la loro storia e so anche, abitando in un Comune di confine, il pensiero di questi territori, il fatto che c’è un legame culturale con i territori confinanti, ma questo non significa non riconoscere più la propria regione e doverla cambiare. E’ un errore, nel mio territorio nessuno l’ha mai posto, il Comune di Cantiano, ad esempio, è nella diocesi di Gubbio, siamo legati a Gubbio, ma a nessuno è mai venuto in mente di pensare che un problema presente nelle Marche lo si possa risolvere spostandosi nella regione Umbria.
Questo lo dico perché tornando indietro, come diceva il Consigliere Giancarli, la parte del Montefeltro che si è staccata e che abbiamo perso alcuni anni fa, probabilmente andava trattata in maniera diversa, non era quello il modo di risolvere i problemi che c’erano, poi si sono resi conto che, addirittura, per quello che conosco, le cose non sono migliorate dal punto di vista dei servizi, probabilmente si è tornati indietro perché non è nel passaggio da una regione all’altra che si risolvono e non si può cancellare l’appartenenza storica ad un territorio. E’ chiaro che ci sono situazioni comuni che vengono messe in evidenza, ma questo non significa che devono essere prese in considerazione per il passaggio. Quindi un errore commesso allora.
Qui la situazione è abbastanza evidente, ancora di più nel momento in cui, dopo 12 anni e dopo aver osservato quello che è successo ai Comuni vicini, ci sono dei ripensamenti, mille firme. Andare avanti e perdere altri due Comuni sarebbe un doppio errore, imperdonabile.
L’esempio ce lo ha portato prima l’ex Sindaco di Montecopiolo, un mio collega, da Sindaco con lui difendevo l’acqua pubblica tanti anni fa, che ci ha detto che lui allora aveva firmato il referendum ed aveva votato per andare in Romagna, però si è reso conto che sarebbe un errore, per cui le 1.000 persone che hanno firmato chiedono di rivedere quella situazione, quindi credo che sia una motivazione vera e sostanziale per impedire che venga portato avanti il distacco di questi due Comuni.
Un ulteriore messaggio è che così non si possono risolvere i problemi, su questo si può giocare e i territori di confine in alcune zone lo hanno fatto, anche in maniera abbastanza forte e lo facevano, lo so benissimo, nell’alta Valmarecchia, spesso si paventava la questione del referendum che poi è sfuggita di mano. Si può giocare ma non si risolvono i problemi passando da una parte all’altra, non è questo il metodo per una giusta amministrazione che è quella di far collaborare i territori delle aree interne, sicuramente marginali, sicuramente difficili, ma le questioni si risolvono attraverso la collaborazione all’interno degli enti che ci sono.
Nella mia zona è chiaro che se si vogliono risolvere i problemi ci vuole una collaborazione maggiore tra l’Umbria e le Marche, così come con la maggior parte dei Comuni che sono lungo la dorsale appenninica, cosa che sta in gran parte avvenendo, la stessa cosa è per quei territori, pensare di andare avanti spostando il Comune a destra o sinistra secondo me serve solo ad alimentare confusione e a creare ancora più danni rispetto a quelli che ci sono.
La mozione chiede in maniera chiara di rivedere e rimettere in piedi il referendum anche se devo dire, a livello personale, che non mi entusiasma il fatto che si possa fare un referendum ed un Comune si possa spostare da una Regione ad un’altra, dopo tanti anni, dopo grandi radici, non è così semplice anche perché poi si vede quello che succede.
Va rifatto il referendum, dopodiché questo darà una risposta chiara, ma già si capisce dalla raccolta delle firme che sarebbe un errore andare avanti in quanto la gente ha capito che questa operazione non deve essere assolutamente fatta e vuole mantenere questi due Comuni all’interno delle Marche.
Plaudo all’atteggiamento che ha avuto fino adesso la Giunta, il Presidente, nel difendere questa situazione, nel chiedere di salvare all’interno del territorio regionale questi due Comuni e bene farà il Consiglio ad approvare la mozione e a fare il possibile affinché questi due Comuni rimangano nelle Marche.

Presidenza del Vicepresidente
Renato Claudio Minardi

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Grazie Presidente. Questo tema della partecipazione democratica tramite il referendum l’abbiamo già affrontato in altre occasioni parlando delle fusioni dei Comuni ed io mi sono sempre espresso per il rispetto della volontà della popolazione affinché non ci fossero forzature.
In questo senso, essendo ancora della medesima opinione, è corretto rispettare quella volontà, però bisogna capire quale essa sia a distanza di 12 anni, è ancora quella di passare in Emilia? Così non sembra, abbiamo detto che quella volta votarono a favore del passaggio 1.500 persone ed oggi in pochi giorni sono state raccolte più di 1.000 firme, è evidente che questa espressione è significativa rispetto al risultato di 12 anni fa, quindi mi unisco al coro degli altri Consiglieri che ritengono prudente che ci sia una nuova espressione popolare su questa tematica prima di procedere verso il trasferimento di questi due Comuni in Emilia-Romagna, proprio per tutte le difficoltà e le problematiche che sono venute fuori in questi 12 anni.
In subordine, Consigliere Biancani, aggiungerei che se non fosse possibile o non si volesse fare il referendum quanto meno sarebbe opportuno che i Consigli comunali si esprimessero con gli strumenti della partecipazione rappresentativa e democratica che abbiamo per dare la loro deliberazione in tal senso.
Mi unisco agli altri Consiglieri nel ritenere più che opportuno assumere un atteggiamento prudente proprio perché riteniamo, sentiti i cittadini, che la volontà popolare a distanza di 12 anni è mutata ed è assolutamente corretto che si proceda o verso un referendum o in subordine verso una consultazione dei Consigli comunali.
Quindi esprimo parere favorevole sottolineando che non è mutato l’atteggiamento del sottoscritto nel rispetto della volontà popolare, è mutata probabilmente la volontà popolare, quindi mi unisco alle considerazioni fatte dagli altri colleghi.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giacinti.

Francesco GIACINTI. Grazie Presidente. Qualche riflessione di tipo numerico perché a volte i numeri sono aridi, ma a volte molto eloquenti, forse più delle parole. Questa tematica io l’ho affrontata intorno a novembre 2015, proprio nel primo anno, perché ricevetti in qualità di Presidente della I Commissione, quindi l’ho esteso a tutta la Commissione, un parere sul distacco dei Comuni di Sassofeltrio e Montecopiolo.
All’epoca cercai di avere dei dati significativi in termini demografici, che ora voglio riassumere, solo che questi dati sono riferiti a novembre 2015 quindi in premessa va detto ad onore del vero che ad oggi sono trascorsi altri 3 anni e mezzo.
Al netto di questi ulteriori tre anni e mezzo nel referendum del 2007 votarono 793 persone a Montecopiolo e 739 a Sassofeltrio per un totale di 1.532 votanti su 2.497 aventi diritto, il corpo elettorale dei due Comuni interessati.
Trascorsi 8 anni e qualche mese, quindi novembre 2015 il termine di riferimento di questi dati che adesso vi fornisco, il corpo elettorale è variato in maniera sensibile perché nel frattempo sono divenuti maggiorenni e quindi sono entrati a far parte del corpo elettorale 91 persone a Montecopiolo e 67 persone a Sassofeltrio.
Contemporaneamente, ahimè, perché è la vita che va in questa direzione, sono decedute 120 persone a Montecopiolo e 156 persone a Sassofeltrio.
Quindi il corpo elettorale è stato investito di questi due fenomeni, 158 nuovi ingressi (91 e 67), ovvero persone che sono divenute maggiorenni nel frattempo, e 277 decessi (120 e 157) che hanno modificato per una percentuale del 30% il corpo elettorale.
I nuovi maggiorenni e le persone decedute in questo periodo hanno modificato il corpo elettorale di oltre 30 punti percentuali, ribadisco che i dati sono riferiti al 2015, data in cui c’è stata questa ulteriore riflessione ed oggi lo scostamento è maggiore perché sono passati altri tre anni e mezzo.
Questa riflessione di tipo numerico ci deve far capire l’importanza dell’evoluzione del corpo elettorale, ovviamente ci possono essere, unitamente a tutto ciò che è stato detto dal Presidente Biancani e dagli interventi che si sono succeduti, altre motivazioni che trovano poi la sintesi nelle oltre mille firme raccolte.
Consigliere Bisonni, con modestia mi permetto di rettificare, non è il Consiglio comunale che si esprime in merito al distacco, è il voto popolare, la Costituzione prevede un referendum per esprimersi sul distacco dei Comuni e sull’aggregazione ad altra regione, i Consigli comunali non hanno questa competenza che lei ha voluto sottolineare come un passaggio importante, è importante, ma ciò che la legge prevede è il referendum popolare da cui il Parlamento trae le conseguenze.
Questa è una considerazione che ho voluto fare perché all’epoca la Commissione, in risposta alla sollecitazione della Camera dei Deputati, scrisse una lettera che, prendendo le mosse dall’andamento demografico del corpo elettorale, evidenziava una doverosa riflessione sulla validità e attualità di quel risultato referendario e mi ricordo che quella comunicazione si concluse con l’auspicio di rinnovare il referendum perché quello era il vero e comune sentire in quel momento storico.
Aggiungo che sono trascorsi ulteriori tre anni e mezzo che potrebbero ancora di più aver modificato questi dati che sono fermi, che io ho attinto dagli uffici demografici dei rispettivi comuni, a novembre 2015, questo ulteriore periodo che si distacca da quella data va tenuto nella debita considerazione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie Presidente. Come Assessore con delega agli enti locali intervengo solo per aggiungere la mia firma, con il consenso dei presentatori, a questa mozione che tra l’altro ricalca la lettera che il Presidente della Regione Ceriscioli ha opportunamente e tempestivamente inviato al Presidente del Senato e al Presidente della I Commissione permanente del Senato della Repubblica, una lettera che condivido totalmente e questo mi esime dall’intervento che immagino farà il Presidente.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Sarò brevissimo, però voglio mettere in rilievo un aspetto particolare di questa mozione.
Credo che la riflessione che dobbiamo fare, dato che queste spinte centrifughe stanno prendendo piede da diversi anni e non credo che si fermeranno a Montecopiolo, probabilmente partiranno anche altre situazioni, riguardo ad una politica diversa che le Regioni devono attuare in merito ai territori di confine, non si discute, il vero problema è questo.
E’ inutile che adesso ci arrovelliamo su uno sterile campanilismo perché se poi un Consiglio comunale, o un Sindaco, o una Giunta, prende “capello” contro l’ente sovraordinato perché mancano dei servizi, perché ha delle ragioni, noi non possiamo fare nulla e poi sarà difficile venire qui e mettersi contro un contesto istituzionale.
Non ho vissuto e non conosco bene la situazione di Montecopiolo e dell’altro Comune, ma vivo una realtà di confine del mio territorio, nel sud delle Marche, che riguarda la Valvibrata, ad esempio, anche lì ci sono fibrillazioni, addirittura, molto spesso, si parla di un nuovo territorio, di una nuova aggregazione, di una nuova unione di comuni, ma a parte questo, ripeto, l’aspetto politico è di grande importanza e di grande rilevanza, quindi noi dobbiamo interrogarci su cosa occorre fare per evitare queste spinte centrifughe perché questi territori vengono attratti, e possiamo dire in qualche modo illusi, dalle altre regioni confinanti che hanno tutto l’interesse ad incrementare il numero di abitanti ed il territorio, certamente l’unica cosa che faranno è che non daranno i servizi promessi, così come è successo ai 7 Comuni della Valmarecchia che sono andati via.
Cosa si può fare? Molto spesso i Comuni sono nelle aree interne, non vivono sulla costa dove magari avrebbero la possibilità e la facilità di accedere a determinati servizi. Sono comuni interni, disagiati, in cui le infrastrutture mancano, i servizi mancano, la qualità della vita molto spesso è migliore rispetto ad altre zone, però non hanno la possibilità di accedere in egual misura a quelle agevolazioni e a quei servizi che gli abitanti della costa hanno.
Questo è il vero tema del dibattito odierno, non è difendere un campanile oppure un altro, il campanile di Montecopiolo o dei comuni che sono al confine regionale, questo è il vero problema, mi auguro che questo Consiglio, in questa fase finale di legislatura, possa dare un segnale forte in termini di servizi, in termini di infrastrutture, in termini di accoglienza, nel senso di dire: “Venite qui che si vive bene”, ma non basta dire che si vive bene, occorre anche far vivere meglio le persone, non soltanto bene perché il meglio è diverso dal bene.
E’ difficile ragionare in questi termini, da Consigliere regionale, da rappresentante di questo consesso, veder depauperato il territorio regionale di un patrimonio importante qual è l’area del Montefeltro spezza il cuore, però dobbiamo riflettere sulle ragioni di questi cittadini, poi il ripensamento va bene, tutti ci possiamo ripensare, sarebbe opportuno che si ripensasse le istituzioni, si ripensasse il Consiglio comunale, si ripensassero coloro che amministrano, ma se non lo fanno l’importante in una democrazia e saper intercettare esattamente la volontà dei cittadini, credo che questa sia una cosa fondamentale. Quindi mi aspetto che in futuro si possa fare un piano, si possa dare un indirizzo per degli investimenti che coinvolgano queste aree di confine, come le chiamo io, in modo tale da farle sentire il più possibile attratte verso il baricentro della nostra regione e non verso l’esterno. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carloni.

Mirco CARLONI. Siamo ad uno dei dibattiti classici che ci interroga sull’identità dell’essere marchigiani e di far parte delle Marche.
La verità è che questo tema purtroppo è ricorrente e mette in evidenza un fatto che ormai è storico: le Marche non sono una regione, sono un’indicazione geografica. Abbiamo una carenza assoluta di identità, questo anche per motivi storici, probabilmente, e come ha detto prima giustamente il Consigliere Celani, laddove nelle periferie si sente ancora meno la pressione, il calore dei servizi, della rappresentanza istituzionale, c’è una minore adesione anche culturale ad un progetto di identità territoriale.
Una canzone diceva: “Lontano dagli occhi, lontano dal cuore”, chi è lontano sente molto di più la distanza dei servizi ed io mi metto nei panni di quei cittadini che hanno Rimini a 30 chilometri circa e Pesaro a 60, probabilmente oltre a un fatto di identità culturale c’è anche una differenza nei servizi essendo più vicini all’altro territorio rispetto a quello a cui anagraficamente sono legati.
Su questa mancanza di identità ci dobbiamo interrogare. Non ci sono state in questi anni richieste, ad esempio, di Pietralunga di venire nelle Marche, anche se sta a 20 metri da Apecchio, l’inverso non è mai accaduto, questo ci deve servire come momento di riflessione più che dividerci per fare una guerra tra bande, interroghiamoci perché questa mancanza di identità è sempre più forte in questo momento storico ed anche su come fermare questa emorragia perché questo non è un fatto isolato.
Condivido quasi tutte le cose che sono state dette fino adesso, mi trovo quindi in imbarazzo su “come votare” questa mozione, perché da un lato mi rendo conto che c’è un ritardo atavico nostro perché dal 2007 ad oggi non è stata pronunciata una parola chiara su questa vicenda, abbiamo aspettato troppo tempo per dire ai cittadini qual era la posizione della Regione Marche, dall’altro sono arrivati gli atti parlamentari ed il fatto è diventato contingente, sta per attuarsi il passaggio in un’altra Regione ed ovviamente nascono le preoccupazioni delle comunità coinvolte per gli effetti importanti sulle loro vita.
Rispetto al 2007, quando è stato attivato questo iter, sicuramente qualcosa è cambiato, l’istanza che all’epoca era attuale probabilmente oggi non lo è più, diciamoci la verità, questo bisogna riconoscerlo, quell’istanza nel 2007 probabilmente era più forte, aveva una promozione diversa, anche in funzione del fatto che altri Comuni avevano già tentato quella via e magari si sperava in qualcosa di più come servizi, io abito nella provincia di Pesaro e mi sono reso conto che probabilmente l’attesa di quei cittadini è stata superiore al risultato che speravano passando nell’Emilia-Romagna, probabilmente forti di quella delusione oggi molte comunità si interrogano sul perché ed anche sulla convenienza di passare o meno in Emilia-Romagna.
Stante il fatto che ci dobbiamo interrogare sull’esigenza di una identità culturale che dobbiamo dare a tutto il territorio e a tutta la comunità, anche a quelli che stanno lontano dagli occhi, dobbiamo stare anche attenti a fare atti irreversibili, quindi penso che un supplemento di riflessione in questo momento sarebbe molto utile perché dobbiamo capire se quella istanza ancora è attuale.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Bravi.

Loretta BRAVI. Grazie Presidente. Ringrazio l’Assemblea per questa discussione estremamente importante. Non so se è stata rimandata, però nella vita tante cose vengono rinviate, poi un giorno diventano urgenti e bisogna vederne il motivo e non è un problema culturale, è un problema politico, esclusivamente politico.
Io vengo da quelle zone, culturalmente l’identità ce l’abbiamo, il problema è politico, cosa c’è dietro questa secessione? Le cose si chiamano A, B, e C e mi dà fastidio, a me che vengo da lì, sentir parlare l’identità perché il motivo è un altro.
Brevemente vorrei dire quanto segue, il Montefeltro è una terra divisa tra quattro regioni e chi l’ha divisa? Non è stata divisa per amministrarla, l’ha divisa un bene: la cultura, il Rinascimento, perché c’è la Toscana, c’è Anghiari, c’è Piero della Francesca, c’è l’Umbria, c’è Gubbio, c’è il duca di Urbino, c’è l’Emilia-Romagna e i Malatesta, ci sono le Marche e i Montefeltro, Urbino patrimonio dell’Unesco, dell’umanità, questa è la cultura.
Che cosa si fa in questi Paesi? Si può fare una fusione? Si può fondere e fare un comune unico? Non lo so, secondo me si va oltre il concetto di fusione, certo è che la terra va tutelata come terra di confine e forse la politica dovrebbe umilmente pensare che deve amministrare quella gente, non giudicarla, e pensare dove deve stare.
Questo è il fallimento che la politica ha avuto e, scusate il tono, che penso di non aver mai usato in quest’Aula, in quattro anni, però prima di andar via c’è qualcosa che mi preme molto: la politica deve umilmente non dividere la storia, ma andare incontro alla storia.
Qual è il problema? Si è detto dei servizi, molto bene, su questi stendo un velo pietoso, non credo che questa Giunta debba prendere gli sputi, imputandole di non aver dato i servizi perché questa Giunta ha ereditato certe questioni, soprattutto nell’entroterra e cerca di affrontarle.
Non sono abituata a dir male di chi mi ha preceduto, però sono abituata a dire che la mia parola non è “esodo”, ma dignità, non traslocati di qua e di là, non abbiamo i barconi, ma il discorso è sulla dignità, queste persone come le amministriamo? Che cosa gli diamo?
Questa Giunta ha lottato per mantenere una scuola a Montecopiolo, lo vogliamo dire? Servizi di prossimità nella sanità, lo vogliamo dire? Mi dispiace che non c’è l’Assessore Casini, che va incontro agli allevatori, alle categorie, in maniera precisa, ai giovani che vogliono avviare delle imprese, abbiamo cercato di attuare queste politiche, è chiaro che abbiamo ereditato una strada piena di buche come un colabrodo, mi sono candidata con “Periferie al centro”, penso che questo sia il sintomo.
Sulla sanità ci stiamo lavorando, però la prima Repubblica ci ha dato due ospedali a tre chilometri, si pensava che uno facesse il primario di 6 persone? Scusate, ma le cose o si tirano fuori oppure si fa finta.
Non solo, terzo punto, chi c’è dietro questa questione? C’è uno slogan “Romagna libera”, secessione dell’Emilia dalla Romagna, Pesaro in Emilia-Romagna.
Ultimo punto, le aree interne. Ringrazio i Consiglieri Traversini, Giacinti e chi mi ha preceduto perché su questo mi hanno sempre aiutato molto, non possiamo continuare a parlare delle aree interne, perché mi sarei anche stancata, e devo dire perché, quando ho proposto un Polo scolastico unico per le superiori, i Sindaci non mi hanno più salutato, diciamole queste cose, avevo detto di mantenere l’infanzia, la primaria, le medie inferiori e di fare un polo unico senza dividere i ragazzi, ma ognuno nel proprio orto e questa cosa non si è fatta.
Per la coscienza di un’area interna, che ha bisogno di un giudizio politico e di risorse economiche, non penso che possiamo fare miracoli, però abbiamo messo la testa in quest’ottica e lo rivendico, perché sento intorno a me discorsi ideologici, sputi su facebook, ma non vedo una progettualità.
Quindi, quello che chiedo al mio entroterra ed anche a quest’Aula è di fermare le bocce e di dare fiducia sul fatto che la cosa va totalmente ripensata perché a me non sta bene che 10/12 anni dopo governa uno e la porta a casa. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Grazie Presidente. Premetto che sono completamente neutro su questa vicenda perché non mi interessa parteggiare chi vuole passare in Romagna, né per chi vuole restare nelle Marche. La mia vita lo dice, io sono di Urbino e, pur avendo avuto la possibilità di fare carriera spostandomi a Milano o a Roma, sono voluto restare in Urbino perché mi sento del Montefeltro e l’Assessore Bravi sa che l’identità è quella del Montefeltro che è a cavallo tra diverse Regioni.
Mia sorella ha sposato un gabiccese e sta a Gabicce, in estate (luglio/agosto) sono cresciuto a Cattolica, un mio zio abita a Cattolica, ho cugini di primo grado a Cattolica, per cui veramente sono super partes in questa diatriba ideologica e non ci metto mano, però voglio fare alcune riflessioni sulla condotta politica di questa Giunta.
In I Commissione di questa vicenda se ne è parlato due o tre volte e non si è voluto prendere posizione. L’ultima volta il Senato ha diffidato la Regione Marche a prendere una posizione come la legge prevede, e c’è una lettera del Presidente Mastrovincenzo, che ha risposto poche settimane fa, dicendo: “Ancora non prendiamo posizione”, quindi all’errore della mancata presa di posizione della Giunta precedente, a quattro anni di governo, si aggiunge l’errore di questa Giunta e chiuse le carte in tavola adesso prende posizione con una mozione quando l’iter istituzionale chiede di assumere una posizione ufficiale, Quindi, ribadisco, c’è stata una incapacità della I Commissione.
Seconda cosa, come hanno votato i componenti del PD alla Camera su questa vicenda?
Terza cosa, da una parte abbiamo un referendum, dall’altra una raccolta di firme con cui, ne faccio una questione esclusivamente istituzionale, si vuole bloccare un referendum, allora chiedo al Presidente Ceriscioli: perché quando abbiamo presentato migliaia di firme per non chiudere l’Ospedale di Fossombrone non ci ha ascoltato? Il Consigliere Giorgini ha presentato migliaia di firme per non depotenziare l’Ospedale di San Benedetto, come mai non è stato ascoltato?
Giustamente ci sono degli atti istituzionali che hanno un peso differente, abbiamo sempre contestato la legge sulla fusione dei Comuni dove di forza con i risultati di un referendum avete fuso un Comune che non si voleva farlo.
Noi abbiamo sempre detto autodeterminazione dei popoli, il comune è un’entità giuridica, che ha un certo potere nel suo regolamento, che indice il referendum, che è un’importante espressione democratica che non può essere sovvertita, ma voi già l’avete fatto con la fusione dei Comuni.
Il referendum in questione è stato fatto 12 anni fa, ho sentito parlare di saldo demografico (maggiorenni, morti), si parla di anse di fiumi che spezzano l’unitarietà, mentre l’unica motivazione serie per cui un popolo, “l’identità culturale” di un comune, vuole passare da un territorio ad un altro è la qualità dei servizi.
Su questo mi riallaccio con molto piacere al discorso dell’Assessore Bravi, sono decenni che la vostra politica, perché voi amministrate i Comuni, le Province, le Regioni e il Governo fino ad un anno fa, trascura tutte le aree interne, ho fatto un giro in bicicletta nel settembre scorso ed ho fatto una bella foto di un tratto di strada che era impercorribile per le buche che c’erano, dopo due giorni sono arrivati i cantonieri e su facebook ridevamo perché hanno chiuso proprio le buche che avevo fotografato, così se avessi voluto fare una denuncia avrei dovuto cambiare pezzo di strada, anche se avrei avuto l’imbarazzo della scelta!
I servizi quali sono? Le strade fanno piangere, bisogna lottare per tenere aperte le scuole, l’Ospedale di Sassocorvaro l’avete chiuso, non lo sapete gestire e lo avete dato ai privati, chiediamoci allora perché la gente vuole andare là e, come ha detto bene il Consigliere Carloni, non c’è nessun Comune che chiede di entrare nelle Marche, vogliamo fare un esame di coscienza?
Detto questo, lasciamo la popolazione libera di decidere, ci sarà il regolamento comunale che consente la richiesta di un nuovo referendum e grazie al saldo demografico i cittadini decideranno di rimanere anche perché hanno visto che di là non era tutto oro quello che luccica, però il pasticcio istituzionale durato 12 anni è vostro, avete la Regione, la Provincia, i Comuni ed il Governo e vi trascinate queste cose da 12 anni dimostrando che, se la gente ha voglia di andare via, non siete in grado di fornire servizi appetibili.
Questo è, dopodiché su questa mozione ci asteniamo tranquillamente, non c’è problema, voi farete la battaglia che volete fare, con le cose che riterrete più opportune, che problema c’è?
La I Commissione ne ha parlato tre volte e non ha voluto decidere, fate pace con il cervello, alla fine, perché siete in piena contraddizione con voi stessi, vi portate avanti questa cosa, spero che i cittadini possano realmente decidere con le carte attuali cosa fare, però la brutta figura che le istituzioni, che avete governato in questi 12 anni, hanno fatto è eclatante.
Parliamo realmente di un problema delle aree interne in cui i limiti amministrativi non possono costringere delle politiche che hanno un risvolto economico e sociale differente, perché, ad esempio, Gabicce e Cattolica sono un’unica città, quindi capisco che ci sia qualcuno che voglia passare di là, tranquillamente, ci sono cresciuto lo capisco benissimo, però, magari l’altro gruppo chiederà cose differenti, ma giustamente il Comune non ha valutato la raccolta delle firme per indire il referendum, perché voi siete fatti così, la vostra politica da questo punto di vista è anche un po’ infantile e contraddittoria, quindi il discorso principale è: siamo in grado come Regione di dare dei servizi efficaci alle aree interne che da decenni soffrono e si spopolano? Voi siete i primi a dire che il terremoto purtroppo ha accentuato un depauperamento naturale di quei territori, come in tutta l’Italia, quindi la reale cosa che chiedo ai Consiglieri - di questa mozione non mi interesso perché avete fatto voi il pasticcio - vogliamo fare una cosa seria per le aree interne? Quando con il Psr, con la misura giovani, si davano 70 mila euro a chi voleva metter su una propria attività nelle aree interne, c’è stato chi dalla costa ha detto: “Statisticamente tutti i soldi vanno all’interno, abbassiamo a 50.000 euro”.
Facciamo chiarezza tra di noi, guardiamoci negli occhi, il discorso deve essere questo: realizziamo una reale politica di sostegno, di rilancio e di valorizzazione delle aree interne, anche perché strategicamente questa Giunta è arrivata all’ultimo anno e ancora non è stata in grado di metterla in campo, dopodiché i singoli comuni faranno quello che dal punto di vista istituzionale possono fare, indiranno tranquillamente un nuovo referendum, anche se voi sapete non rispettarlo avendo dimostrato, con la legge sulla fusione dei comuni, che alla fine al volere popolare salite sopra.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Le conclusioni del Presidente saranno senz’altro eccezionali come sempre, gli auguro un buon lavoro e di continuare a dire le cose che racconta in giro per la regione Marche.
Lo dico con massima franchezza, anche guardando i tempi, questa è una regione che ha dei problemi, lo avete detto voi, lo ha detto il Partito Democratico oltre 20 anni fa, ritorno sull’argomento perché credo che lì doveva essere la svolta per le Marche, purtroppo non è avvenuta, la Carta di Fonte Avellana doveva spostare le lancette dell’orologio per il secondo ventennio!
Quella Carta anch’io la ritengo estremamente importante e personalmente la condivido, come molti qui dentro sanno. L’ho condivisa anche davanti ad un Sottosegretario nonché Ministro del Governo italiano, non l’avete attuata, questo è il problema di cui oggi stiamo discutendo, cari compagni del Partito Democratico, non l’avete attuata e adesso ci accorgiamo che ci sono dei Comuni che soffrono e altri, mentre altri che hanno sofferto sono andati in Emilia-Romagna, questo è il problema.
Se continuate su questa strada ci saranno probabilmente anche altri Comuni dell’entroterra che sono più vicini al territorio di un’altra Regione, perché questo è il problema.
Qui abbiamo una difficoltà, ce ne accorgiamo quando ci fa comodo, sono 24 anni che questa Regione è governata nei fatti da voi. L’entroterra è il vero problema, Presidente, e non si può parlare per slogan, ma si deve parlare con i fatti. Questo è un fatto accaduto nelle Marche 12 anni fa, questo popolo voleva andare via, voleva uscire dalla nostra regione perché l’avevate trattato male ed oggi pensate che con un po’ di firme, che qualcuno ha raccolto, qualcuno che probabilmente viaggia tra quel territorio e Roma, per capirci, di cambiare rotta.
Noi crediamo che il popolo sia sovrano, a quel referendum non è stato dato corso ed adesso presentate una mozione per cambiare il percorso di quelle comunità, sono 25 anni che governate, continuate a governare fino a che vi sarà possibile.
E’ chiaro che in questa mozione non ci vogliamo entrare, vi auguriamo di proseguire verso questa disfatta che ormai è davanti agli occhi di tutti i marchigiani. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. Grazie Presidente. Vorrei partire dal segno zodiacale perché io sono dei pesci ed ho l’ascendente in leone, vuol dire che oggi scatta fuori l’ascendente più che il pesce, però ve lo consiglio per la memoria, è molto utile.
Vi ricordo la mozione presentata dal Consigliere Carloni all'apertura di questa legislatura relativa alla difesa dell’integrità del territorio regionale delle Marche, votata anche da me perché c’era stata una campagna elettorale che aveva fatto vedere un disegno macroregionale dove le Marche venivano mangiucchiate in tre pezzi e smembrate della loro identità, quest’Aula ha approvato una mozione che affermava la nostra contrarietà a che venissero modificati i confini della nostra Regione.
Credo che il disegno, a cui accennava prima l’Assessore Bravi, di chi vuole portar via questi comuni dalle Marche, sia più ampio perché la nostra identità è particolare, non è che non abbiamo una identità, è un’identità la cui forza è nella somma di persone diverse che condividono insieme una stessa esperienza, è la forza di un territorio plurale che si ritrova dentro un progetto comune.
E' chiaro che è un’identità fatta di differenze, può sembrare strano, può sembrare contraddittorio, ma queste sono le Marche. Rifiutando questo principio si rifiutano le Marche, vuol dire che le Marche non devono esistere, che non ci devono essere, che devono essere smembrate, se questo è il vostro disegno, ed è il vostro disegno, caro Consigliere Zaffiri, perché viene anche raccontato, sbandierato e propagandato e se volete inseguirlo, lei non sarà più Zaffiri l’anconetano, sarà Zaffiri il riminese, c’era Scipione l’africano, qui avremo Zaffiri il riminese perché così la chiamerò, fino alla fine del mandato, se non voterà a favore di questa mozione dirò: interviene il Consigliere Zaffiri il riminese perché persegue il disegno di Rimini.
Ricordo quanto disse il Consigliere Zaffiri: “Il disegno del Presidente è chiudere l’aeroporto di Ancona per favorire Rimini nel progetto della grande Romagna”, oggi chi sta perseguendo il disegno della grande Romagna? Il Consigliere Zaffiri, il riminese, che vuole il disegno della grande Romagna e magari aiuterà fra un po’ anche l’aeroporto di Rimini dopo aver pronosticato più volte, continuo a toccare ferro perché la partita non è finita, il fallimento del nostro aeroporto. Noi invece cosa abbiamo fatto? Abbiamo lavorato per salvare e rilanciare l’Aeroporto delle Marche ed oggi votiamo per salvare e rilanciare la regione Marche.
Vado avanti, nel 2007 c’è stato un altro referendum, caro Consigliere Fabbri, vede, il peccato è anche l’omissione, dei Comuni che dal Veneto volevano passare in Trentino, perché il Parlamento che si preoccupa della volontà popolare si preoccupa solo di quella delle Marche?
Adesso parlo di un altro leone che si chiama Lega. Il leone di Venezia si sta mangiando i 5 Stelle, questo è il problema, mentre il mio è un leone di energia, quello è un leone vorace che pezzo a pezzo se lo è mangiato, debbo ricordare tutti i bocconi che si è riuscito ad ingoiare il leone?
Il leone ha anche un altro disegno, di portare i comuni dal Veneto al Trentino non ci pensa proprio, ma non è volontà popolare anche quella? O la volontà popolare è solo quella di 12 anni fa dei territori delle Marche? E su questo qual è la risposta coerente, rigorosa, unica del Movimento 5 Stelle? Che va bene per le Marche, ma non va bene per Veneto?
Sappiamo che il padrone sta da un’altra parte e se volete sdraiarvi, davanti al vostro nuovo padrone fatelo, ma ditelo, non nascondetevi dietro un dito. Se ha il coraggio vada in Veneto a fare questo discorso, che il popolo veneto, che ha votato 12 anni fa, deve andare in Trentino, ma il leone Lega non glielo permetterà, la sua coerenza avrà una battuta d’arresto e si stopperà immediatamente.
Dico, visto che abbiamo votato anche 10 anni fa, perché fare le elezioni fra un anno? Abbiamo votato 10 anni fa! C’è la volontà del popolo sovrano, prendiamo il voto di 10 anni fa e andiamo avanti, abbiamo votato 4 anni fa, manteniamo quello. Perché votare ogni 5 anni? Ci sarà un senso nella democrazia se ogni tanto si vota!
Dodici anni fa è stato fatto un referendum che fotografava la condizione di allora, ma sapete che il Parlamento si è preoccupato di chiedere il parere a noi ma non l'ha chiesto all’Emilia-Romagna? Per ogni legge che si fa bisogna chiedere il parere delle Regioni, e sulla nuova legge si sono scordati? Gli andava bene quello di 5 anni fa? Cos’è uno yogurt a lunghissima durata!
Credo che l’opinione di 12 anni fa sia stata superata da un fatto molto importante, dalle persone che si sono messe in movimento, che, caro Consigliere Zaffiri, hanno riconosciuto che qualcosa è cambiato, sennò avrebbero oggi la stessa opinione di allora. Riconoscono, per esempio, che il modello del Psr marchigiano è molto più disegnato sulle aree interne, su quel territorio, su quelle esigenze, noi non siamo l’Emilia-Romagna, non abbiamo gli allevamenti mega galattici nella pianura, i nostri allevatori stanno in montagna, sono nelle aree interne e gli strumenti che le Marche hanno preordinato è per quel tipo di allevamento e di popolazione, se ci si accorge che i nostri strumenti sono più adatti, c’è un’attenzione diversa tanto da essere la prima Regione in Italia ad aver approvato ed usato i contributi del precedente Governo sui fondi per le aree interne, si vede che c’è un’attenzione diversa, una qualità diversa nell’approcciare le cose, sono maturate una serie di condizioni che fanno e danno un tempo diverso.
La nostra mozione dà la possibilità a queste comunità, lo ha detto prima il Consigliere Biancani, di rifare il referendum, dicendo che dopo 12 anni è giusto rifarlo, è corretto rifarlo, e noi questo chiediamo al Senato, di dare la possibilità a queste comunità di rifare il referendum. Se le cose sono cambiate, se c’è la volontà di restare nelle Marche, credo che a maggior ragione noi possiamo perseguire il nostro disegno di unità territoriale, se questo non è lo riaffermerò di nuovo - vede sono molto coerente - che ritengo giusto mantenere l’integrità di questo territorio, la penso così, non cambio opinione per altre ragioni, è un pensiero, perché credo che in quel territorio, non solo tra due Comuni, ma tra tutti, siano maturati i percorsi fatti negli ambiti sociali, fatti in termini di relazioni, di progetti di sviluppo, il Bike Park finanziato recentemente copre più comuni della stessa area, non è fatto su un comune solo, è un disegno di comunità nel quale riconoscersi, c’è un interesse collettivo, ci sono i ragazzi che vanno a scuola insieme, c’è un modello ed un sistema che hanno una ragione d’essere e per me vanno mantenuti, questa è la mia opinione e non cambio idea.
Quindi sono convinto che questo voto sia importante per tante ragioni, la prima è tener fede a quel voto del Consiglio regionale. Sono stato accusato di essere l’autore, anzi addirittura lo stratega della frammentazione del territorio, lo hanno detto in tutte le sedi e in tutte le salse, non capisco perché, non è il mio disegno, forse è il disegno di qualcun altro, ma non il mio.
Sono convinto che la bellezza delle Marche sia di poter mettere insieme un ascolano e un pesarese e in mezzo qualche maceratese, fermano e non dimentichiamo i fondamentali anconetani, e tutti insieme continuare a rafforzare quell'identità straordinaria che è quella dei diversi che stanno assieme.
Caro Consigliere Zaffiri, le cose cambiano alla svelta, spero tanto che dalla Libia non partano neanche la metà delle 800 mila persone previste, voglio vedere il povero Ministro Salvini come farà a impedire una migrazione come quella ed a trovare una risposta, sarà una cosa interessante. Se li farà entrare tutta la sua prosopopea rischierà di fare la fine che ha fatto in altre situazioni simili ed analoghe.
Non me lo auguro, prima di tutto per i libici perché spero che tornino le condizioni per avere la pace e devo dire che il Governo sta lavorando correttamente in questa direzione, cercando di favorire soluzioni pacifiche in quel territorio, ma le cose cambiano rapidamente ed io spero nella volontà comune, ne sono convinto, che non è di schieramento perché ha ragione chi dice che i partiti a livello nazionale hanno fatto in questi anni tutt’altri disegni, non basandosi su un'idea di gestione del territorio, ma su logiche da conquistatori, gli stessi che volevano le secessioni erano gli stessi che remavano contro il nostro aeroporto, le stesse figure, sempre quelle, nome e cognome del Partito Democratico, non mi nascondo perché i fatti sono quelli e sono la verità.
Siamo il Consiglio della Regione Marche e dobbiamo capire il valore di questo voto che non è una schermaglia fra di noi, non è un gioco politico, non è il PD contro il Movimento 5 Stelle, contro la Lega, è intenzione di questa Regione di fare il massimo per consentire alla volontà espressa dai cittadini di poter essere efficace, di avere il tempo di esprimersi in un referendum. Questa è la richiesta, e per chi come me è contrario alla modificazione dei confini regionali, è favorevole alla volontà dei cittadini e del popolo e per chi non vorrà essere chiamato Zaffiri il riminese, è bene sostenere fortemente questa scelta perché questa è la nostra identità, se non siamo i primi ad affermare che la nostra richiesta è quella di tenere insieme identità diverse, vuol dire che rinunciamo alle Marche ed io alle Marche non ci rinuncio.

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Grazie Presidente. Utilizzo la dichiarazione di voto per ricordare che quando fu istituita la provincia di Rimini, che prima era sotto Forlì, alcuni cattolichini comprarono la macchina nuova per immatricolarla perché volevano la provincia scritta sopra, per dire quando l’identità esiste e uno la fa valere.
Per quel che riguarda la memoria e la coerenza politica del Presidente Ceriscioli, ho qui sotto il testo della mia mozione, la n. 160, sulla Macroregione Marche, Umbria e Toscana in cui c’è scritto: “Delibera di Giunta regionale n. 587, i tre Governatori di Toscana, Umbria e Marche, su proposta del Governatore toscano, hanno deciso di creare, al fine di rafforzare una reciproca sinergia, una macroregione gettando le fondamenta per la futura creazione di una regione da oltre 6 milioni di abitanti, eccetera”, con questa mozione chiedevo: “Abbiamo votato all’unanimità la mozione del Consigliere Carloni e ora con una delibera di Giunta regionale volete fondere la macroregione sotto il Governatore della Toscana?” Lo sapete cosa avete fatto, giusto per un po’ di fosforo contenuto nel pesce di cui diceva il Presidente Ceriscioli? Avete presentato un ordine del giorno sulla mia mozione dicendo che era giusto proseguire a marce forzate, tanto che i Dirigenti si vedevano ogni tre mesi, nella fusione delle Regioni, anche la legislazione andava messa in coerenza, è la terza volta che cambia idea, Presidente Ceriscioli, nel suo mandato sulla questione delle fusioni, non fusioni, identità territoriali. Di cosa parliamo?
In base a questo evento poi tutti insieme abbiamo deciso di cambiare lo Statuto e abbiamo previsto che le mozioni non possono essere emendate e stravolte, perché sulla mia mozione, vai a vedere dentro, c’è scritto approvata una risoluzione che dice esattamente l’opposto, si è deciso quindi di non emendare più le mozioni se il proponente non è d’accordo.
Ripeto, noi siamo assolutamente neutri su questa vicenda, diciamo che i cittadini si devono esprimere, però voglio smascherare la vostra modalità di fare politica, che è assolutamente contraddittoria e incongruente e voglio sottolineare che il pasticcio lo avete fatto voi nei decenni.
Noi ci asteniamo dalla votazione.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Intervengo per esprimere una considerazione per quanto riguarda il voto ed il nuovo riminese. Credo che prima di me c'è stato un riminese che ha aderito alla società aereoportuale adriatica di Rimini ed è della provincia di Pesaro.
Di fosforo non me ne serve altro perché ho memoria delle cose, e ricordo anche che lei era per la macroregione e per la scomposizione delle Marche e la mozione del Consigliere Carloni recuperò quella situazione. Questo è successo nella storia, il fosforo non serve a me, forse serve a lei, ha capito? Questo è il problema, fa finta di non ricordarsi delle cose e siccome sono 24 anni che governate questo territorio, nel bene e nel male, ma più nel male, ancora una volta pensate di recuperare, ma che cosa? Il pronunciamento del popolo di quel territorio c'è stato fatto 12 anni fa perché voleva un altro percorso, ma di cosa parliamo? Questo è il problema di fondo. Ecco perché non votiamo questa mozione e la lasciamo nelle vostre mani.
Sono 24 anni che governate, dovevate intervenire nell'entroterra e non l'avete mai fatto, nonostante, l’ho detto prima e lo ripeto, avevate sottoscritto dei documenti molto importanti, perciò avete preso in giro quella popolazione, due volte l'avete preso in giro, prima firmando un documento con cui la volevate aiutare, e poi non lo avete fatto, ed oggi perché 14 anni fa ha fatto un referendum e ha espresso la volontà di passare in un'altra Regione. Questo avete fatto. Queste sono le verità, no il fosforo per me, il fosforo ci vuole per altri. Questa è la verità dei fatti. Voi oggi parlate, ma non vi ricordate di quello che avete fatto, purtroppo, e le conseguenze sono tutte vostre e probabilmente il popolo ha capito. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Annuncio il voto favorevole sulla mozione che abbiamo presentato, anche per dire che se oltre mille cittadini hanno deciso di chiedere di rimanere nelle Marche probabilmente così male non siamo stati. Dobbiamo anche ricordarci che oggi abbiamo più di mille firme di cittadini del nostro territorio che chiedono di rimanere nelle Marche.
Voglio anche dire che questa non è una raccolta di firme di quattro amici al bar o una raccolta partita dentro qualche sezione di partito, è una petizione prevista dall'articolo 50 della Costituzione, non è una semplice raccolta di firme, ma una vera e propria petizione prevista dalla Costituzione che ha quindi un valore da noi riconosciuto.
Come Consiglieri di maggioranza abbiamo fatto di tutto nei nostri interventi per non politicizzare quest'iniziativa, questa mozione, ribadendo il fatto che un voto unitario dell'intero Consiglio regionale è importante e devo dire che da quasi tutte le forze politiche di opposizione, ci sono stati interventi esclusivamente di carattere politico, si è fatto riferimento a chi c'era prima, a chi c’è oggi, cosa si fa qua, cosa si fa là, questa cosa non mi ha fatto piacere, ma ovviamente ognuno prende le posizioni che vuole perché siamo tutti Consiglieri regionali delle Marche, non siamo Consiglieri regionali di altre Regioni, e penso che tutti dovremmo andare nella stessa direzione e fare in modo che il nostro territorio non venga smembrato.
Dall'altra parte non è vero che la I Commissione non si è espressa, c'è un iter, con gli uffici abbiamo individuato un percorso che prevedeva l’invio di una lettera con la quale abbiamo chiesto un ulteriore referendum, non è che non abbiamo preso posizione ed abbiamo fatto finta di niente. Sa benissimo perché non l'abbiamo fatto.

(interrompe il Consigliere Fabbri)

Andrea BIANCANI. Per consentire al Governo di andare avanti, abbiamo fatto una lettera per interrompere l’iter.
Siamo sempre stati contrari e non volevamo chiudere l’iter è per questo che abbiamo fatto una lettera e non un’espressione ufficiale della Commissione. Non è che non volevamo esprimerci, non volevamo consentire di andare avanti. Non c’è nient’altro da aggiungere, su questo il Consiglio regionale la faccia ce la mette, vota questa mozione e chiede al Presidente, che sarà audito, mi auguro presto al Senato, di dire no, non perché lo pensa lui, che comunque è importante, ma perché lo dice il Consiglio regionale.
Chiedo la votazione per appello nominale anche a nome dei Consiglieri Talè e Traversini.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, l’Assessore Casini.

Anna CASINI. Visto che vi piace tanto farmi passare da maestrina, oggi vorrei spiegare al Movimento 5 Stelle ed alla Lega che un conto è spezzettare il territorio e lasciarne orfana la Regione, un conto è creare una macroregione che significa unire, unire i servizi, unire le politiche, ridurre i costi delle rappresentanze, che ha tutta un'altra impostazione, come quella adriatica.
C'è una grande differenza e i cittadini che non sono nati ieri la capiscono bene.
Rispetto al fosforo voglio ricordare al Consigliere Zaffiri che mi consigliava, come Assessore competente, di portare in Tribunale i libri di Aerdorica, con suo immenso dispiacere devo dire che i libri contabili non ci sono stati portati e se tutto andrà bene, con tutti gli scongiuri che una signora non deve fare, probabilmente prima dell'estate avremo l'aeroporto risanato completamente, con molti voli in più rispetto ai quattro che questa Giunta ha ereditato quando si è insediata.
Detto questo, democrazia e ascolto dei territori, abbiamo davanti a noi un Movimento che basa le sue scelte su quattro/cinque click su internet e noi non dovremmo ascoltare le mille persone residenti che sono più della metà del corpo elettorale? Non dovremmo ascoltarle perché oggi a qualcuno politicamente non fa comodo? Il Presidente Ceriscioli lo ha detto, noi rimaniamo della nostra posizione che è contraria alla scissione, però dopo 12 anni vogliamo dare una possibilità alle persone che sono cambiate, ad esempio ci sono tanti ragazzi che sono diventati maggiorenni, probabilmente è una generazione nuova che ha voglia di esprimere il suo parere.
Allora, che venga da voi che basate la vostra democrazia su qualche centinaia di click su WhatsApp, sulla piattaforma Rousseau, che è stata dichiarata inaffidabile, non da me che non ne capisco niente. Avete scelto i rappresentanti al Senato e alla Camera con 100 click e noi non dovremmo ascoltare mille persone che oggi rappresentano più della metà dei votanti di quelle zone? Ma come considerate la democrazia? Noi la democrazia la consideriamo ascolto del territorio e rispetto delle scelte dei territori.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Carloni.

Mirco CARLONI. Il Presidente mi ha portato sul quadro astrale, quindi nel mio campo, mi piace dargli una risposta, anche perché più volte è stata citata la mia mozione, per cui vorrei chiarire una cosa.
All’Assessore Bravi, che dice che la politica deve domandarsi, che la politica ha sbagliato, rispondo di stare attenti in quanto è un dirigente politico, ma soprattutto è un membro dell'esecutivo regionale, quindi, sembrava quasi che stesse all'opposizione, la politica è lei e peraltro rappresenta quel territorio in modo autorevole, quindi se ritiene che la politica abbia sbagliato faccia un passaggio davanti allo specchio per capire chi è il responsabile.
Mentre dichiaro il mio voto favorevole a questa mozione, voglio dire perché è coerente con quella mozione di inizio legislatura, noi dobbiamo prescindere dai fatti ideologici e mi dispiace che questa discussione oggi sia andata a finire in una lotta ideologica di questo tipo perché in realtà dobbiamo difendere il territorio, dobbiamo difendere l'identità, come abbiamo fatto a inizio legislatura. Anche sulle fusioni dei comuni ho sempre detto, molto spesso, che potevano creare una confusione identitaria, che potevano creare più pasticci che prospettiva, infatti tutte sono andate più o meno in quella direzione, tranne qualche esempio positivo.
Vorrei dare il mio voto favorevole a questa mozione ricordando che dal 2007 ad oggi sono passati 12 anni, sono cambiate molte cose, occorre, come ho detto nel mio intervento iniziale, fare un supplemento di riflessione, perché non vorrei che certe scelte, che sono irrevocabili, abbiano conseguenze su tante persone che magari nel tempo hanno anche maturato una consapevolezza diversa, diciamoci la verità.
Ho visto i risultati del referendum del 2007, a Montecopiolo il voto favorevole era maggiore del 7% rispetto alla maggioranza e a Sassofeltrio dello 0,67% in più, quindi non c'è stato un risultato schiacciante che ha determinato una volontà popolare così forte, per questo ho deciso di prendere questa posizione, altrimenti rischiamo di fare un atto irreversibile che potrebbe portare a delle conseguenze, nel tempo molte cose hanno avuto la loro maturazione e molti cittadini hanno cambiato posizione, com'è giusto che sia.
Riflettiamo sul fatto che quell'identità, Assessore, molto spesso manca e bisogna crearla e la responsabilità è solo la nostra, dobbiamo fare in modo che chi è marchigiano lo sia veramente e cercare in tutti i modi di sostanziare, anche culturalmente, Assessore, questa identità, perché ritengo, Presidente, lo ribadisco, che negli ultimi anni tutto sia diventato fluido, come l'identità culturale che oltre a quella economica necessita di un radicamento ancora più forte, al limite della demagogia qualche volta, ma bisogna ridare sostanza all'essere di un territorio e di una comunità.

PRESIDENTE. Anch’io ho aggiunto la mia firma alla mozione.
Passiamo alla votazione.
Mozione n. 492. La pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Biancani, Talè, Traversini.
Favorevoli: Biancani, Busilacchi, Carloni, Casini, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Rapa, Sciapichetti, Talè, Traversini, Urbinati.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Celani, Fabbri, Giorgini, Maggi, Malaigia, Marcozzi, Zaffiri, Zura Puntaroni.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Comunicazioni ai sensi dell'articolo 55, comma 5, del Regolamento interno

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Malaigia.

Marzia MALAIGIA. Grazie Presidente. Vorrei far notare che non ho avuto risposta riguardo alla mia richiesta di far vedere la votazione quando c'è l'appello nominale, ho verificato ora che la mia richiesta non è stata trasmessa, quindi la rinnovo.
Quando c’è una votazione per appello nominale è giusto che sia visibile anche nello streaming.

Sull'ordine del giorno

PRESIDENTE. Si sta lavorando per questo. Grazie per averlo ricordato.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Urbinati.

Fabio URBINATI. Dopo una veloce consultazione con i Capigruppo, chiedo di anticipare le nomine dell'Erap, poi fare la pausa e riprendere con l'atto relativo alla semplificazione.

PRESIDENTE. Potremmo iniziare a trattare la semplificazione e magari la pausa la facciamo un po’ più avanti, se siete d’accordo.

Nomine

Elezione di sette componenti del Consiglio di amministrazione dell’Ente regionale per l’abitazione pubblica delle Marche (Erap Marche)
(articolo 23, comma 2, della legge regionale 16 dicembre 2005, n. 36, così come sostituito dall’articolo 22, comma 1, della legge regionale 27 dicembre 2018, n. 49) - Voto limitato a cinque.

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la nomina di sette componenti del Consiglio di amministrazione dell’Ente regionale per l’abitazione pubblica delle Marche (Erap Marche). Voto limitato a cinque.
Ricordo che l'articolo 23 della legge regionale di riordino del sistema regionale delle politiche abitative dispone, al comma 2, che i sette componenti del Consiglio di amministrazione dell’Ente regionale per l’abitazione pubblica delle Marche siano eletti dall’Assemblea legislativa regionale con un’unica votazione, che a tal fine ciascun Consigliere può votare sino a cinque nomi e che risultano eletti i candidati che al primo scrutinio hanno ricevuto il maggior numero di voti, i primi sette, in modo da garantire comunque la rappresentanza di ciascun presidio dell’Erap Marche nonché la rappresentanza delle minoranze assembleari nella misura di due componenti di due differenti presidi.
Ricordo che l’Assemblea legislativa nel votare ha preso atto delle risultanze istruttorie, comprese quelle contenute nel parere della I Commissione assembleare, e dell’accertamento relativo alle cause di ineleggibilità, di inconferibilità e di inammissibilità dei candidati.
Prego distribuire le schede.

(Il Consigliere Segretario Rapa effettua la chiamata)

PRESIDENTE. Comunico i risultati della votazione.

Votanti n. 28
Schede bianche n. 0
Schede nulle n. 0
Schede valide n. 28

Hanno ricevuto voti:
Luminari Franco n. 17,
Capriotti Giulietta n. 16,
Gazzoli Alfredo n. 14,
Diomedi Marcello n. 2,
Vallasciani Sandro n. 15,
Bianchini Sport n. 16,
Angelini Giovanni n. 9,
Papi Domenico n.16.

Proclamo eletti componenti del Consiglio di amministrazione dell’Ente regionale per l’abitazione pubblica delle Marche (Erap Marche) Luminari Franco (Presidio Ancona), Capriotti Giulietta e Gazzoli Alfredo (Presidio Ascoli Piceno), Vallasciani Sandro (Presidio Fermo), Bianchini Sport (Presidio Macerata), Papi Domenico e Angelini Giovanni (Presidio Pesaro-Urbino).

Elezione di un componente del Consiglio generale della Fondazione Patrimonio Fiere (sede di Pesaro)
(articolo 5 dello Statuto dell’Ente) - Voto limitato ad uno.

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la nomina di un componente del Consiglio generale della Fondazione Patrimonio Fiere (sede di Pesaro). Voto limitato ad uno.
Ricordo che l’Assemblea legislativa nel votare ha preso atto delle risultanze istruttorie contenute nel parere della I^ Commissione assembleare e dell’accertamento relativo alle cause di ineleggibilità ed inconferibilità dei candidati.
Prego distribuire le schede.

(Il Consigliere Segretario Carloni effettua la chiamata)

PRESIDENTE. Comunico i risultati della votazione.

Votanti n. 27
Schede bianche n. 5
Schede nulle n. 2
Schede valide n. 20

Hanno ricevuto voti:
Bianconi Mario n. 15,
Conti Maria Rosa n. 5.

Proclamo eletto componente del Consiglio generale della Fondazione Patrimonio Fiere (sede di Pesaro) Bianconi Mario.

Proposta di legge n. 259
ad iniziativa della Giunta regionale
“Disposizioni di semplificazione e aggiornamento della normativa regionale per l’anno 2018”

Nuova titolazione: “Disposizioni di semplificazione e aggiornamento della normativa regionale”

Rapporto n. 11/18
ad iniziativa della Giunta regionale
“Articolo 45, legge regionale 3/2015 ‘Clausola valutativa’. Relazione sullo stato di attuazione e gli effetti della legge di innovazione e semplificazione amministrativa”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 259 ed il Rapporto n. 11/18 della Giunta regionale.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Giacinti.

Francesco GIACINTI. Grazie Presidente. Come abbiamo detto nella Conferenza dei capigruppo sarà una presentazione molto breve perché con questa proposta di legge sulla semplificazione trattiamo le più disparate materie, ovviamente il senso è quello di accogliere modifiche che nel frattempo si sono rese necessarie in virtù di modifiche dell'impianto normativo nazionale o di altre norme, ne discende l'adeguamento della normativa regionale di riferimento, però non è semplice, rimando all’esame dei vari articoli per entrare più nello specifico, perché farlo in maniera composita in premessa ad una proposta di legge che ha a che fare con molteplici argomenti è molto complicato e difficile. Non a caso il Crel ha dato parere negativo proprio per la difficoltà a mettere insieme un provvedimento di questo tipo, però, poi lo vedremo.
Ripeto, la maggior parte delle questioni sono il recepimento di modifiche normative intervenute ed il conseguente allineamento della normativa di riferimento regionale, visto lo spirito della proposta di legge, che è quello della semplificazione, si è colta anche l'occasione, non nascondiamolo, di apportare qualche modifica che l'esperienza e la prassi hanno suggerito per rendere più efficace alcuni percorsi, ecco l'insieme di tutte queste norme che poi vedremo nello specifico.
Credo che questa prima premessa sia sufficiente, nello specifico ci entreremo quando tratteremo i vari articoli, perché così sarebbe veramente improbo. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Nella mia dichiarazione, visto che il Presidente Giacinti lo ha citato, leggerò uno stralcio del parere negativo espresso dal Consiglio regionale dell'economia e del lavoro ed è esattamente quello che io penso su questa legge di semplificazione.
Il Crel dice che la Giunta regionale ha il compito di presentare annualmente all'Assemblea legislativa una proposta di legge regionale di semplificazione che tra le altre indicazioni prevede: la riduzione del numero delle leggi in vigore, l'abrogazione delle disposizioni non più necessarie che richiedono ai fini dell'esercizio di un'attività il rilascio di una autorizzazione, di una licenza o di una abilitazione, l'abrogazione espressa delle disposizioni tacitamente abrogate o prive di efficacia. Questi sono i punti fondamentali.
Una prima osservazione, dice il Crel, riguarda la forma, in quanto, come tutti gli atti di questo genere (cosiddetto omnibus) - voglio ricordare che sia in Commissione che in quest'Aula si è spesso intervenuti per evitare la legislazione omnibus - è di lettura complicata trattando temi e normative disparate. A ciò non giova l'assemblaggio poco coordinato delle disposizioni, in alcuni casi era meglio accorpare per argomenti e fa l’esempio del Servizio sanitario nazionale.
L'integrazione alla proposta di legge, intervenuta durante il suo iter, ha introdotto ulteriori modifiche su leggi regionali (la proposta originale modificava 20 leggi, in Commissione ne sono state aggiunte altre 26). Il Crel fa notare che al Comitato permanente per la semplificazione, istituito con legge nel 2015, la prima proposta di legge, quella originale, è stata presentata il 17 luglio 2018. Quindi, la funzione di questo Comitato in merito ad una legge di semplificazione, che da 20 modifiche è arrivata a 26, ieri sono arrivati altri 18 emendamenti in Commissione, è veramente ridicola.
Io questo Comitato permanente per la semplificazione lo abolirei perché la Regione non gli riconosce alcun compito vista la cronologia degli eventi di questa proposta di legge.
Il Crel aveva già rilevato nel 2017 in occasione di un'analoga proposta di legge che “si tratta in massima parte di modifiche della normativa vigente, dove non si intravedono gli obiettivi della semplificazione o esigenze di aggiornamento, nonostante che la legge 3/2015 (comma 1 bis) vieti 'l'introduzione di disposizioni normative nuove o contrarie ad esigenze di semplificazione'”, quindi, lo scopo di questa legge è completamente snaturato rispetto al concepimento originario.
Per queste ragioni, dice il Crel, soprattutto in alcuni particolari casi (vedi le variazioni alla legge di bilancio) non si comprende la scelta di inserire nella proposta di legge sulla semplificazione disposizioni che avrebbero dovuto costituire specifiche proposte di legge, dedicate, in particolare a quelli che prevedono nuovi e maggiori oneri da parte del bilancio della Regione.
Per quanto sopra esposto il Crel (avendo 3 possibilità: favorevole, favorevole con condizioni e contrario) esprime parere contrario su questa proposta di legge.
Poi durante gli interventi, quando l'Aula sarà più ricca e presente, diremo anche che cosa è successo in Commissione con questo rosario di emendamenti che sono arrivati, di cui i Commissari sapevano poco o nulla, perché, come ho detto, ieri ne sono arrivati 18 all'ultimo momento e i Commissari non avevano contezza e cognizione di quello che si stava per approvare, probabilmente all'esecutivo di questa Regione interessa poco che i Commissari comprendano, ma interessa che votino favorevolmente.

PRESIDENTE. Ha la parola, per illustrare il Rapporto n. 11, il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Grazie Presidente. Anch'io cercherò di essere breve, in realtà non interverrò sulla proposta di legge, ma sul rapporto 11 ad essa connesso.
Il rapporto, di iniziativa della Giunta regionale, è sulla relazione sullo stato di attuazione e gli effetti della legge di innovazione e semplificazione amministrativa, quindi è collegato a questa proposta di legge, è di competenza del Comitato di valutazione delle politiche che ha svolto questa ricca relazione, che invito anche i colleghi a vedere. Ringrazio anch'io tutti i collaboratori perché sono ricchi sia il rapporto che la relazione.
Qual è il punto? La sostanza è che si interviene sulle clausole valutative. Come sapete, abbiamo molte leggi con clausole valutative di cui la Giunta dovrebbe dare conto degli effetti, finora questa cosa latita, invece, con questo rapporto finalmente diamo attuazione alle clausole valutative.
E’ un avvio, ma in questo ricco rapporto non abbiamo un reale stato dell'efficacia delle leggi, però abbiamo un punto di partenza.
Quali sono molto brevemente le cose più importanti? Rimando poi ovviamente alla relazione scritta, uno degli aspetti più delicati su cui invito l'Aula a riflettere è quello che riguarda le legge trasversali. Ultimamente abbiamo molte leggi trasversali, penso per esempio a quella recentemente approvata sul cyberbullismo, una legge in cui molti servizi intervengono (educazione, sociale, sanità). Quando abbiamo provvedimenti di questo genere c'è un problema perché manca un raccordo tra i vari servizi, ci potrebbe essere una sorta di Conferenza tra i vari servizi della Regione ed il Servizio più grosso dovrebbe prendere le fila, oppure l'alternativa è quella, anziché nuove leggi, di intervenire con delle modifiche puntuali nei singoli testi di legge precedenti.
Un rapporto di questo genere, con tutte le clausole valutative insieme, diventa un po' complicato. L'idea è quella di coinvolgere oltre i dirigenti anche la parte politica, quindi gli Assessori e la Giunta, tra l'altro una delle idee che il Comitato ha è quella di coinvolgere maggiormente la Giunta. Questo sull'attuazione, una sola cosa sulla semplificazione, qui si raccontano tutte le attività di semplificazione e si dice che è stato fatto questo, questo e quest'altro, però bisognerebbe capire qual è l'efficacia delle semplificazioni. Nel momento in cui c'è una norma che semplifica, qual è la reale efficacia? Quindi, oltre a una parte narrativa, servirebbe anche una valutazione di impatto e di efficacia.
Aggiungo e concludo con un'ultima cosa, e lo dico anche al Presidente Mastrovincenzo che qui rappresenta tutti noi, che è venuta all'unanimità nel Comitato. Purtroppo da questo rapporto abbiamo preso atto, anche nella nostra discussione, non è un problema della Regione Marche, non è un problema di questa legislatura, è un problema esteso, che le leggi di iniziativa consiliare marciano con una diversa attuazione rispetto alle leggi di iniziativa di Giunta. Questo perché sovente le leggi d'iniziativa di Giunta originano dal servizio, è la struttura che le prepara e le istruisce ed una volta che l'Aula l'approva è già pronta a darne attuazione.
L'impressione è che le proposte di iniziativa consiliare talvolta vengono quasi recepite come un corpo estraneo dal punto di vista esecutivo e non è una cosa bella, c'è una legge regionale e non dovrebbe importare chi la propone.
Su questo, e tutti i Consiglieri erano d'accordo, servirebbe una maggiore attenzione, questo lo diciamo ai Servizi, ai dirigenti ed anche alla Giunta. Credo che sia una cosa importante, in questa legislatura, in particolare, abbiamo approvato molte leggi e molto rilevanti, ho citato prima quella sul cyberbullismo, ma ce ne sono altre, è fondamentale che trovino attuazione, altrimenti il rischio è che rimangano lettera morta.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Micucci.

Francesco MICUCCI. Grazie Presidente. Ringrazio l'Aula per l'opportunità, come ho avuto modo di dire ad alcuni di voi, nel balletto delle date che c'è stato, per problemi oggettivi, nella giornata odierna ho preso alcuni impegni, ma ci tengo a spiegare il senso di un paio di emendamenti, il secondo dei quali penso che possa essere tranquillamente ritirato in quanto ieri la Commissione ha modificato la norma.
Sulla famosa proroga dei termini di adeguamento per i soggetti che hanno già avuto l'autorizzazione ad aprire sale slot o che hanno all'interno dei propri esercizi commerciali la presenza di materiale o macchine per il gioco, convintamente ho presentato un emendamento abrogativo, e vengo a spiegarlo, alla deroga che viene chiesta dalla Commissione, su segnalazione della Giunta.
Ci tengo a sottolineare che la proposta della Giunta prevedeva addirittura la richiesta di abrogazione dei termini, quindi lasciare libero di esercitare la propria attività chi già aveva aperto all'entrata in vigore della legge. Credo che la Commissione abbia fatto un tentativo di mediare, che ho apprezzato, tra lasciare tutto così com'è e la legge originaria che invece prevedeva la scadenza al 31 dicembre 2019. Nonostante apprezzi il tentativo mi sento di non condividerlo, tanto che in Commissione non ho votato questa richiesta, perché credo che il tema delle ludopatie sia quanto mai caldo, purtroppo la nostra regione lo vive sulla propria pelle e al suo interno la mia provincia, la mia città in modo particolare.
Nell'ultimo mese mi sono stampato la rassegna stampa e devo dire che c'è del materiale, leggo velocemente: “Schiavo delle slot”, “Racconto shock rovinato dal gioco”, “Febbre da gioco boom nelle aree del sisma”, “Boom del gioco d'azzardo in città, crescono i casi di ludopatia”, poi il direttore di una unità operativa di Macerata: “Dipendenza vera come dalla droga”, “Si limiti la disponibilità del gioco”, le notizie sono tutte più o meno su questa linea.
Nel frattempo ho avuto modo di confrontarmi con il Questore di Macerata, che sta facendo una battaglia serrata contro l'apertura di nuove sale slot e non ho problemi a dire che ovviamente, ma poi lo leggiamo quasi quotidianamente sulla stampa locale, c'è un'avversione nei confronti di queste sale, proprio perché - non voglio generalizzare - spesso nascondono un tentativo di legalizzare un lavoro che legale non è. Gira molto denaro contante dietro queste attività, con tutte le conseguenze del caso, poi è chiaro ed è facilmente comprensibile che non possiamo mettere sullo stesso piano, almeno per alcuni aspetti, le sale slot e le singole tabaccherie che vendono il singolo Gratta e Vinci, purtroppo, come abbiamo avuto modo di dire in Commissione quando più volte nel corso dell'anno abbiamo trattato la proposta di legge, non è di competenza delle Regioni, e quindi della Regione Marche, disquisire sull'attività commerciale, sui singoli prodotti da gioco.
Il tema del quale possiamo discutere è quello della salute e più volte ho detto che laddove sono costretto a mettere sul piatto della bilancia la salute di cittadini e l'attività economica, dal mio punto di vista non c'è dubbio alcuno, deve essere preferita la salute dei cittadini, pur comprendendo che questo possa mettere in difficoltà alcuni esercizi economici.
La cosa su cui disquisisco è che tutte le battaglie che alcune associazioni, alcune lobby, stanno facendo in questi mesi, pesantemente in Regione, potrebbero tranquillamente andarle a fare a Roma, in quanto la materia è di competenza del Governo, sia i Governi precedenti che l'attuale in maniera pilatesca si sono lavati le mani di fronte a questo tema. Decidere le limitazioni, quante ore, come, cosa, con quali aggeggi giocare, con quali non giocare, come è stato fatto in passato per il fumo, il tabacco, l'alcol, potrebbero essere decise dal Governi nazionali, che si guardano bene dal farlo.
Ribadisco, date queste cose, se le armi e gli strumenti a nostra disposizione sono solamente questi, ripeto che, dal mio punto di vista, non c'è dubbio alcuno che la battaglia vada fatta. Tra l'altro non è un termine che scade domani, ma la Commissione all'epoca e poi il Consiglio avevano previsto una scadenza di 3 anni, non di 3 giorni, o di 3 mesi, o di 3 settimane, di 3 anni, ed in questo lasso di tempo non è stato fatto alcunché per adeguarsi alla normativa.
Da parte mia, laddove si dimostri un lavoro fatto, ma non portato a termine per problemi tecnici, non ci sarebbe alcun problema a concedere delle deroghe, ma il problema che oggi verifichiamo è che nulla è stato fatto e credo che l'Italia sia il Paese delle deroghe e delle proroghe, perlomeno lo verifico nel mio lavoro, mai ho visto deroghe e proroghe date ad 8 mesi dalla scadenza, solitamente le deroghe, proprio perché devono essere date in tema di urgenza, dato che il lavoro fatto non è stato portato a termine per un problema tecnico, si danno a ridosso delle scadenze.
Quindi, mi sono sentito in tutta coscienza, nel rispetto massimo di ognuno di voi e del voto che ognuno di voi vorrà esprimere, di presentare questo emendamento.
Purtroppo devo andar via, come ho già detto, lascio l'emendamento a disposizione dell'Aula per farne l'utilizzo che vorrà, magari per fare eventuali sub emendamenti oppure per bocciarlo.
Permettetemi una piccolissima vena polemica, nello stupore che ho avuto dopo aver seguito molto da vicino i lavori della Commissione, e lì, all'epoca, alcuni partiti rilanciavano sempre al gioco del più uno, se dicevamo 100 metri ribadivano 200, se dicevamo dalle scuole elementari erano tutte le scuole, se dicevamo, che ne so, dalla chiesa cattolica la proposta riguardava tutte le chiese valdostane, passatemi la battuta, oggi segnalo e sottolineo che al minimo accenno di richiesta di deroga da parte della maggioranza, per ragioni, ripeto, per alcuni punti di vista comprensibili, non c'è stato fiato alcuno, anzi, c'è stato l'immediato assenso e il voto unanime, tranne il sottoscritto non ha partecipato al voto, su questa richiesta di deroga. Forse anche qui una riflessione credo che vada fatta. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giacinti.

Francesco GIACINTI. Chiedo, Presidente, per cortesia, una brevissima sospensione per l'introduzione di un emendamento che la Commissione deve far proprio, 2 minuti di numero.

PRESIDENTE. Riprendiamo fra 15/20 minuti.

La seduta è sospesa alle ore 13,35

La seduta riprende alle ore 14,20

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

PRESIDENTE. Prendiamo posto e riprendiamo la seduta.
Ha la parola il Consigliere Giacinti.

Francesco GIACINTI. Con i colleghi avevamo deciso che ogni Presidente sarebbe intervenuto per esporre sommariamente gli articoli di competenza della sua Commissione.

PRESIDENTE. Giusto, avevamo deciso così, quindi lascio al parola al Consigliere Volpini, Presidente della IV Commissione. Dopo la presentazione dei Presidenti delle Commissioni si continua con il dibattito.

Fabrizio VOLPINI. E' stato deciso e i Presidenti ne hanno preso atto, quindi ognuno esaminerà gli articoli di sua competenza, non tutti, ma quelli più importanti.
Per quanto riguarda la IV Commissione abbiamo l'articolo 4 bis che riguarda gli alunni con disabilità sensoriale, le funzioni relative all'assistenza dei ragazzi frequentanti le scuole superiori, prima di competenza delle Province, erano passate alle Regioni ed ora con questa semplificazione passano ai Comuni.
Gli altri articoli che riguardano la nostra Commissione, quelli più significativi, perlomeno quelli sui quali c'è stata una discussione, sono:
- l’articolo 15, i centri contro la violenza sulle donne, qui è stato introdotto il graduale passaggio della compartecipazione da parte dei Comuni, dal 10 al 30%;
– l'articolo 19 riguarda il regolamento delle farmacie, che sono praticamente i dispensari farmaceutici, e le farmacie cosiddette stagionali, prevalentemente quelle estive, dove è prevista l'apertura di una farmacia estiva vengono soppressi i dispensari farmaceutici, la comunicazione degli orari dovrà essere fatta direttamente ai Comuni, piuttosto che all’Asur;
– l'articolo 20 septies prevede l'introduzione di progetti sperimentali riguardanti i trattamenti osteopatici dato che l'osteopatia è stata inserita tra le professioni sanitarie. Le aziende hanno la possibilità di introdurre all'interno degli ospedali dei progetti di osteopatia, soprattutto in ambito pediatrico; esistono già delle esperienze in campo nazionale, per esempio, quella più accreditata e che ha fatto un po’ scuola è quella del Meyer di Firenze, ma anche all'interno delle nostre strutture esistono già delle esperienze nell'ambito della cardiochirurgia pediatrica e se n'è parlato anche in ambito della neuropsichiatria pediatrica e neurochirurgia pediatrica;
– l'articolo 20 octies riguarda le certificazioni sanitarie, come sapete la norma prevede che nel caso di un'assenza maggiore di 5 giorni gli alunni sono ammessi a scuola solo se presentano un certificato medico, altre Regioni questa certificazione l'hanno eliminata e la stessa cosa facciamo noi con questa proposta, quindi se l'assenza dura oltre i 5 giorni non c'è bisogno di un certificato medico di riammissione, anche perché alcune volte l'assenza non è causata da ragioni di malattia, magari per altri motivi, quindi non si capisce perché serve il certificato medico per riammettere a scuola una persona che non è stata affetta da alcuna patologia, magari è andata a fare la settimana bianca, quindi sarà un atto di autocertificazione da parte dei familiari.
Queste sono le questioni sulle quali c'è stata maggiore discussione, sulle quali ci siamo confrontati e sono quelle che proponiamo al voto dell'Aula.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Traversini, Presidente della II Commissione.

Gino TRAVERSINI. L’articolo 2 bis modifica l'articolo 7 e nella Commissione tecnico-consultiva regionale nella quale era presente un rappresentante per ogni comunità montana, adesso viene previsto un rappresentante unico regionale delle unioni montane, quindi si semplificata il concetto della legge.
Si modifica anche l’articolo 30 della legge 7/95 che riguarda la presenza del carniere. A livello regionale abbiamo sia il carniere giornaliero che quello stagionale, quest'ultimo non è previsto a livello nazionale, lo prevediamo noi inserendo le parole: “eventuale carniere”, così lo si rende specifico per alcune specie, ma non per tutte, dato che non avrebbe senso, tanto più che non è previsto a livello nazionale.
Sempre nell'articolo 2 bis c’è il discorso degli appostamenti fissi per la caccia al colombaccio, si dà quindi la possibilità di riconoscere come appostamenti fissi storici quelli che hanno almeno trent'anni ed anche se sono stati sospesi negli ultimi 5 anni possono essere riattivati e riprendere l'attività. Attualmente la distanza è di 300 metri ma viene ridotta a 200 metri, c'è quindi la possibilità di utilizzare l'appostamento, questo è il concetto espresso nella legge.
L'articolo 3 riguarda i danni causati al patrimonio zootecnico dai cani randagi o dagli animali selvatici. In Commissione abbiamo corretto la parola “equini” in “equidi” questo dà la possibilità di considerare, all'interno degli animali danneggiati, non solo i cavalli, ma anche gli asini e i muli. Le domande dei danni attualmente vengono gestite dai Comuni, mentre si prevede il passaggio alle Regioni.
L’articolo 4 prevede una semplificazione e tutta la disciplina riguardante le professioni e le attività nel settore del turismo, che viene gestita con atti di Giunta, sarà gestita con decreti del dirigente, questo è un articolo di semplificazione, al di là delle note che si facevano questa mattina.
L'articolo 9 bis è di fatto l'accoglimento, se vi ricordate, dell'emendamento presentato dalla Consigliera Leonardi quando è stato proposto il piano di tutela delle risorse genetiche. In quell'occasione avevo detto che non era possibile accettarlo in quanto quello non era il giusto contenitore, ma andava messo in una legge e così abbiamo fatto. Abbiamo previsto di inserire nella tutela delle risorse genetiche anche le piante autoctone spontanee caratterizzanti la vegetazione di aree naturali, comprensive delle zone umide, naturali ed artificiali, e dei litorali marchigiani, quindi, nuove zone da mettere sotto tutela.
L'articolo 11 bis - altro caso di semplificazione pura - recepisce la norma nazionale che riguarda le acque reflue.
L’articolo 13 - semplicemente semplificazione - prevede l’adeguamento della norma regionale alla legge nazionale forestale, su questo ci sono anche aspetti legati agli abbruciamenti che la Regione approvò, addirittura, nella passata legislatura, ci fu il ricorso del Governo che venne accolto dalla Corte Costituzionale, in questo caso sono reinseriti perché a livello nazionale è stato riconosciuto quello che la Regione Marche aveva antecedentemente approvato.
L’articolo 14 è legato esclusivamente al turismo, per i campeggi è stato tolto il concetto di temporaneità in osservanza delle norme nazionali, è stato inserito il registro delle strutture extra-alberghiere per mettere a norma un mondo legato al turismo ed alle strutture extra-alberghiere che in questo modo viene registrato, catalogato e censito in maniera precisa, addirittura la norma prevede di esporre simboli identificativi legati alla struttura extra-alberghiera.
L'altro aspetto importante riguarda l'emendamento presentato dal Consigliere Maggi all’articolo 14, in particolare i certificati che vengono presentati dai minori di 18 anni che vanno in campeggio. Attualmente i ragazzi sotto i 18 anni ogni volta che cambiano campeggio devono avere il certificato medico, abbiamo inserito l'emendamento che prevede che il certificato medico sia valido per un anno, quindi a quel punto, anche se cambiano campeggio, non hanno bisogno di un altro certificato medico, vale lo stesso.
Per quanto riguarda le guide turistiche e gli accompagnatori sono previsti corsi di 400 ore, abbiamo anche inserito che “chi svolge alle dipendenze di enti pubblici attività di illustrazione di siti o di proprietà o in cessioni al medesimo ente di appartenenza, non ha bisogno di fare il corso, perché già dipendente pubblico che svolge questa funzione da tempo”.
L’articolo 15 bis non è arrivato in II Commissione, ma è andato direttamente in I, è legato al commercio e prevede che possono istituire dei mercati all'ingrosso e dei centri agroalimentari anche le società consortili. I regolamenti del commercio all'ingrosso sono demandati direttamente ai Comuni e non alle Regioni.
L’articolo 16 è solo ed esclusivamente di semplificazione e riguarda la multifunzionalità dell'azienda agricola, rende più comprensiva la legge, non si modifica nessuna percentuale per quello che riguarda la multifunzionalità, rimane così com’è, però è più facile la comprensione.
L'unica variazione prevista nella legge riguarda la connessione, quindi la possibilità di svolgere una attività extra agricoltura sui terreni che hanno continuità, cioè la superficie agricola utilizzata (SAU) deve essere contigua, non può essere staccata e non può essere fatta attività extra all’attività agricola se non su un terreno contiguo.
L’articolo 20 bis parla dell'Osservatorio sull’impresa 4.0 in cui viene inserito un rappresentante dell'Ufficio scolastico regionale.
Questi sono gli articoli trattati dalla II Commissione, non tutti sono stati approvati all’unanimità, ma condivisi.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Biancani, Presidente della III Commissione.

Andrea BIANCANI. Grazie Presidente. Sono diversi gli articoli che riguardano la III Commissione. Vorrei ringraziare, riprendendo quello che ha detto il Presidente Traversini, tutti i componenti ed anche la Segretaria perché ci è voluta una gran pazienza nel riuscire a fare il punto articolo per articolo.
L’articolo 1 va a modificare la legge 13/1990 che riguarda “Norme per l'edilizia in territorio agricolo”, viene inserito il comma 1 bis: nelle zone montane e nelle zone soggette a vincoli naturali significativi, ai fini del rilascio dei titoli abilitativi edilizi relativi alle strutture da adibire o già adibite al ricovero degli animali, è ammessa, per il calcolo dei volumi edificabili, l'utilizzazione di tutti gli appezzamenti, anche non contigui, compresi entro i confini del comune di appartenenza o dei comuni limitrofi.
La differenza è che oggi venivano considerati solamente gli appezzamenti contigui, questa modifica che riguarda solo le stalle, e questo sarà oggetto da parte del Consigliere Giorgini di ulteriori chiarimenti, vale per i terreni non contigui e non compresi nello stesso comune, per cui è possibile utilizzare la superficie del terreno.
L'articolo 1 bis va a modificare la legge regionale 15/1990 relativa ai trasporti eccezionali. Questo è un articolo importante per dare anche una risposta agli autotrasportatori che effettuano trasporti eccezionali e che oggi non sanno bene a chi devono chiedere l'autorizzazione. La modifica delega alle Province il rilascio dell'autorizzazione per i trasporti eccezionali e delle macchine agricole anche sulle strade regionali, la Provincia già lo fa dal 1990, sia per le strade provinciali che comunali, con questa modifica lo farà anche sulle strade regionali, quindi è una semplificazione.
L'articolo 2 modifica la legge regionale n. 34/1992 (Norme in materia urbanistica, paesaggistica e di assetto del territorio), è un articolo abbastanza complicato, per i Consiglieri lo illustrerò in maniera semplice. Praticamente si semplifica il procedimento di approvazione dei piani particolareggiati di iniziativa pubblica o dei piani di lottizzazione di iniziativa privata, quando ovviamente sono in variante al Prg, in pratica, si equiparano questi due piani alle discipline che vengono utilizzate sia per i piani attuativi che per quelli produttivi, che per quelli di recupero, che per i Pep, quindi si uniformano le modalità di autorizzazione di questi due piani, rispetto agli altri tre per i quali già si faceva così.
Inoltre con il comma 3 si modifica il procedimento di approvazione del piano territoriale di coordinamento, non si fa più con decreto di conformità del Presidente della Giunta, ma con una delibera di Giunta.
L'altra modifica riguarda l'articolo 5 bis, però da quello che ho capito, se non sbaglio, verrà emendato, dico bene Consigliere Volpini? In pratica trasferiva le funzioni dal Servizio sanitario nazionale all’Arpam.
L'articolo 6 modifica la legge regionale 45/1998 (Norme per il riordino del trasporto pubblico regionale e locale), e consente con vari commi di aggiornare diverse norme adeguandole alle norme nazionali ed europee. Permette quindi alla Giunta di aggiornare i servizi minimi essenziali che la Regione Marche offre. L'altro comma consente l'aggiornamento della norma regionale a quella nazionale, che disciplina la durata dei contratti, sia per il ferro che per la gomma, che oggi vengono definiti in 6 anni, la normativa annulla i 6 anni e fa riferimento alle disposizioni europee e a quelle nazionali.
Inoltre viene aggiornata la normativa per quanto riguarda l'affidamento diretto del trasporto pubblico su ferro direttamente a Trenitalia, siccome la norma nazionale lo consente, la norma regionale si adegua.
L'articolo 15 ter modifica il regolamento regionale n. 1 del 2010 che porta modifiche organizzative alle ore necessarie per i corsi di formazione e di aggiornamento delle guardie ecologiche volontarie, che passano da 240 a 120 e la metà devono essere svolte sul campo; anche le ore massime per l’aggiornamento possano da 60 a 30 e il numero di persone per poter costituire un gruppo passa da 25 a 10. E' una norma che consente di implementare e rafforzare i gruppi di guardie volontarie in giro per il territorio, semplificando le ore necessarie per i corsi di aggiornamento ed il numero di persone necessarie affinché si possa costituire un gruppo.
L'articolo 16 bis riguarda le attività produttive e modifica la legge regionale 22/2011 consentendoci di ampliare un'attività produttiva anche se insediata dopo il 2013, solo se l'ampliamento avviene nel lotto già edificato o in quello contiguo. Questa è una norma importante, ad oggi erano vietava nuove varianti nelle aree agricole, in tutti i comuni, in tutti quei territori nei quali non era stato realizzato almeno il 75% delle previsioni dei piani regolatori. Si ritiene che, avendo aggiornato questa norma, avendola prolungata - i capannoni fatti prima del 2013 potevano essere ampliati, quelli dopo il 2013 no - si consentirà degli ampliamenti, ovviamente se necessari all’attività produttiva, anche in aderenza rispetto agli edifici esistenti.
Un’altra modifica è prevista nell'articolo 19 bis e riguarda la legge regionale 17/2015, anche questa è una modifica semplice, ma complessa perché riguarda “Riordino e semplificazione della normativa regionale in materia edilizia”, si introduce l'articolo 9 bis (Tolleranze) e si specifica che l'articolo 34 comma 2 ter, del d.p.r. 380/2001, che introduce il concetto delle tolleranze costruttive fino al 2% si può applicare anche per le tolleranze realizzate prima del 2011. Questo è un tema che riguarda soprattutto il sud delle Marche dove alcuni Comuni e le Province interpretavano questa norma in maniera non retroattiva. Il comma 2 ter è stato inserito nel testo unico dell’edilizia del 2011, si introducono altre tolleranze, come per le variazioni parziali, difformità tra progetto autorizzato e progetto realizzato che sono state tollerate in sede di rilascio dell'agibilità o nel corso di un procedimento edilizio e in qualche modo si va ad applicare la normativa che abbiamo fatto per le zone interessate dal sisma all'intero territorio regionale.
Un’altra modifica riguarda l'adeguamento normativo nazionale, non c’è più il certificato di agibilità, ma c’è la SCA, cioè l’assegnazione di certificati di agibilità, questo è solamente un aggiornamento rispetto alla norma nazionale.
L'altra modifica riguarda il regolamento di edilizia tipo, in particolare l'articolo 20 va a modificare la legge regionale n. 8/2018 e introduce il fatto di poter rifare superfici esistenti non solo per le nuove costruzioni, ma anche per le ristrutturazioni, consentendo così di applicare agli interventi di ristrutturazione edilizia la disciplina transitoria prevista per le nuove costruzioni, vengono fatte salve le superfici all'interno di un'invarianza dimensionale delle capacità edificatorie.
Abbiamo poi inserito che le superfici dei vani scala non fanno cubatura, è una cosa che avevamo previsto nella precedente legge, ma avevamo considerato solamente quelle emergenti rispetto al tetto, anche se la nostra intenzione era di contemplare anche quelle all'intero dell’edificio, quindi abbiamo chiarito meglio, noi consideriamo che non facciano cubatura le superfici dei vani scala e gli altri spazi dei fabbricati.
L'altra modifica all'articolo 20 novies riguarda l'AIA e si individua come autorità competente alla valutazione della qualità dei dati (emissioni, trasferimento dei rifiuti, inquinanti delle acque) la Provincia, che valuterà i dati delle osservazioni. La Provincia ricordo che ha competenze ambientali e già oggi rilascia le autorizzazioni.
Ci sono altri due emendamenti che non fanno parte del testo integrante, se non sbaglio, uno riguarda i Vigili del fuoco, che è stato presentato dall’Assessore Sciapichetti, che consente ai Vigili del fuoco di poter utilizzare il trasporto pubblico su gomma e su ferro per il percorso casa/lavoro, ovviamente una volta certificata la richiesta del comando provinciale, prima invece era previsto il rimborso dopo l'utilizzo, per evitare di dover chiedere ogni volta il rimborso abbiamo inserito in legge la possibilità di fare la richiesta, prima dell'utilizzo dei mezzi pubblici.
L'altra modifica riguarda la legge regionale 36/2005 relativa all'Erap, abbiamo inserito, dopo il comma 1 dell’articolo 23 bis, il comma 1 bis che prevede che il Consiglio di amministrazione svolge ogni altra funzione non espressamente riservata agli organi dell’Erap. Questa modifica ci è stata chiesta dai servizi e si attribuisce al Consiglio di amministrazione dell’Erap quello che non abbiamo specificato come competenza del Presidente o del Revisore dei conti.
Scusatemi se sono stato molto veloce e difficile da comprendere, ma gli articoli sono tanti e neanche semplici da spiegare, se poi necessita qualche ulteriore chiarimento rimango a disposizione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giacinti, Presidente della I Commissione.

Francesco GIACINTI. Grazie Presidente. Ho illustrato come relatore di maggioranza la proposta di legge, ora presenterò i vari articoli, ci siamo dati il metodo che ogni Presidente presenta quelli della propria Commissione.
Gli articoli di competenza della I Commissione sono diversi, tocco quelli più significativi che hanno comportato una discussione più ampia.
Ricordo a tutti i Consiglieri che gli emendamenti saranno illustrati quando si voteranno ed anche lì ci saranno diverse questioni da toccare.
In premessa voglio evidenziare un aspetto che è emerso dal parere del Crel, non voglio entrare nel merito, una questione specifica, nella parte in cui si riferisce a come è stata confezionata questa proposta di legge.
La proposta di legge è confezionata così, nel senso che le norme non sono raggruppate per tematica o per competenza delle Commissioni o secondo gli argomenti che trovano allocazione in questa proposta di legge. La tecnica seguita per scrivere la proposta di legge è quella dell'ordine cronologico delle leggi che vengono toccate, per cui dall'articolo 1 all'articolo 22, non so dove arriviamo, la proposta di legge segue l’ordine cronologico delle norme. All'inizio troveremo le più vecchie e alla fine le più recenti, è questa la tecnica legislativa con la quale è stato confezionato un atto di questa natura. Una doverosa puntualizzazione poiché è stato evocato anche questo tema come un elemento negativo, nel merito poi non entro. Questo mi viene da dire di getto, è complicato per noi tenere in considerazione le varie norme, il loro ordine e il metodo con cui sono state inserite nella proposta di legge, la stessa fatica c'è nel leggerle e commentarle, troppo semplice pensare di trovare un metodo alternativo. Anche stamattina ci siamo interrogati su come esporre questo atto nel miglior modo possibile, ma comunque di questo si tratta, di argomenti trattati in epoche diverse, con competenze afferenti tematiche varie ed ovviamente con Commissioni di riferimento differenti. Ecco il motivo per cui abbiamo usato questo metodo. Fatta questa doverosa premessa, andiamo agli articoli.
L'articolo 6 bis di competenza della I Commissione è una modifica la cui esigenza scaturisce dall'uniformare la legge 23 del 2000 alla nuova riforma dell'articolo 2409 del Codice Civile che prevede il ruolo del revisore, quindi le società che non fanno ricorso al capitale di rischio possono delegare ad una medesima figura il ruolo di Collegio sindacale e di revisione. Quindi si modifica l'articolo conseguente per accogliere questa possibilità che il legislatore nazionale ha previsto nel modificare l'articolo 2409 del Codice Civile.
In Commissione abbiamo discusso sull'articolo 7 perché la facoltà di transigere in liti viene spostata sui dirigenti, anziché sul Presidente della Giunta. Anch'io in un primo momento ero titubante su questa norma, poi mi ha fatto propendere per l'accettazione di questa modifica il fatto, oltre alla questione che trattasi di una mera questione gestionale dato che si transige in liti già avviate, dei tempi nei quali maturano certe decisioni, nel senso che spesso va affrontata la composizione di una lite nata 15 anni prima. Ci sono capitato da Sindaco e non era sufficiente chiedere al Sindaco precedente, bisognava andare ancora più indietro, purtroppo, per i tempi anche della giustizia civile in questo Paese, quindi, alla luce di queste considerazioni, questa discussione si è risolta nell'accogliere questo articolo.
L'articolo 8 è un aggiornamento, resosi necessario per coordinare l'introduzione di una relazione tecnica e di una relazione tecnico-finanziaria e completa il recepimento delle disposizioni introdotte dalla legge 196, per cui i disegni di legge di iniziativa regionale devono essere corredati, a cura dei proponenti, di una relazione tecnica formulata secondo le modalità, nonché da una scheda di analisi tecnico, economico, finanziaria, dalla quale risulti la coerenza con il bilancio. Per ottemperare a questo dettato l'articolo 8 modifica la legge regionale 31/2001.
L’articolo 10 bis è un'interpretazione autentica dell'articolo 15 della legge 14/2003 con la quale si dispone che l'Ufficio di Presidenza, al fine di dotare il Consiglio regionale delle competenze necessarie al più efficace esercizio delle proprie funzioni, istituisce un Comitato scientifico composto da 3 esperti esterni all'amministrazione regionale in possesso di elevata esperienza e competenza nelle discipline giuridiche, nelle tecniche di redazione normativa, nella valutazione e controllo degli effetti della legislazione nei diversi settori di competenza regionale, è questa la motivazione di questo articolo.
L’articolo 12 bis introduce una semplificazione delle modalità di rimborso delle spese elettorali anticipate dai Comuni in occasione delle consultazioni regionali. Questo è un emendamento che si è reso necessario in pura chiave esemplificativa perché il meccanismo precedente era molto farraginoso e forse nemmeno così rispondente alle vere esigenze della ratio legis che era quella di rimborsare i Comuni delle spese sostenute per la consultazione regionale.
Arriviamo poi all'articolo 17, che ci ha impegnato molto, un articolo molto complesso, che riguarda l'accoglimento delle varie modifiche relative alla Stazione unica appaltante delle Marche (SUAM), nonché le normative intervenute in questi ultimi anni. Ricordo, ma non è sufficiente, il D.Lgs. 50, cosiddetto Codice del 2016, con il quale si è ridisciplinato un po' l'intero settore dei contratti pubblici, questo ovviamente ha interessato la Suam, nel rendere questa struttura organizzativa più stabile e funzionale, sia in termini di efficienza che di efficacia dell'attività svolta per soddisfare i vari principi, in particolare quello di economicità, come ripreso dalla deliberazione 1536 del dicembre 2016, in qualità di soggetto aggregatore per l’espletamento delle procedure di gara, diventando un contenitore di responsabilità, funzioni e attività volte a garantire ed assicurare la trasparenza e la regolarità della gestione dei contratti pubblici e a prevenire il rischio di infiltrazioni mafiose. Non dimentichiamo che è questa la ratio alla base dell'istituzione della Stazione unica appaltante, così come ricordato ed introdotto dalla legge del 2012.
Abbiamo discusso molto di questo tema, nel senso che ci siamo anche preoccupati che questa rivisitazione potesse scalfire, passatemi l'espressione, l'attenzione particolare verso il rischio di infiltrazioni ed anche la trasparenza e la regolarità della gestione dei contratti. Abbiamo ascoltato le figure responsabili di questa struttura e ci hanno assicurato, oltre che di persona anche con le normative che stiamo trattando, l'attenzione su queste tematiche, motivo, ricordo ancora una volta, per cui è stata istituita.
Il comma successivo, in ossequio ai decreti legislativi n. 163 del 2006 e n. 50 del 2016, integra e modifica i limiti per la realizzazione di lavori e la fornitura di beni e servizi, evidenziando con dettaglio i compiti specifici della Stazione unica appaltante; introduce anche una copertura dei costi connessi fino all'1% e non più come nella stesura precedente l'1% secco dell'appalto, a ristoro della procedura di gara organizzata dalla Stazione unica, questo perché in certe gare l'1% potrebbe rappresentare un costo eccessivamente esoso e non in linea con la finalità della norma.
Un'ulteriore comma evidenzia l'assegnazione del personale al servizio Suam, con la delibera 153 del 2017, confermando la dotazione organica in essere in risposta all'esigenza di non incrementare la relativa spesa.
Poi ci sono altre questioni sul personale, vengono chiarite delle situazioni relative al trattamento dei dipendenti e viene abrogata la precedente disposizione in base alla quale il funzionamento della Suam veniva garantito per le funzioni in convenzione anche da personale distaccato dagli enti convenzionati, il venir meno di tale organico, non sostituito speditamente da altro personale adeguatamente formato, potrebbe compromettere la funzionalità della Stazione.
Il comma 11 dell'articolo 17 individua le specifiche professionalità necessarie a garantire il pieno funzionamento della Suam in seguito alla sua riorganizzazione, nel rispetto delle disposizioni del decreto legislativo 165 del 2001. Per concludere, c'è una tabella che evidenzia le risorse stanziate per questo tema.
Con l'articolo 17 bis si va ad adeguare la normativa regionale in materia di pubblicità e trasparenza della situazione patrimoniale dei componenti degli organi della Regione, dei titolari di cariche di istituti regionali di garanzia e di cariche direttive in enti e società, le disposizioni del D.Lgs. 33 del 2013, come modificato dal decreto legislativo 97/2016. In poche parole si va a modificare l'aspetto relativo alla comunicazione della situazione patrimoniale delle persone interessate da queste disposizioni, anche per noi Consiglieri, per essere chiari.
Andando avanti troviamo l'articolo 18 bis in cui viene introdotto un ulteriore mandato informativo alla Giunta regionale in ordine alle azioni di semplificazione svolte in attuazione della legge regionale 3 del 2015 come competenza residuale della Regione.
L'articolo 20 ter riguarda la disposizione finanziaria della legge regionale, rendendo la stessa continuativa e ricorrente sia in coerenza con l'articolo 38 del D.Lgs. 108 del 2011 che in linea con i principi del sistema contabile dello Stato.
L'articolo 20 quinquies aggiorna la tabella C della legge regionale di stabilità 2019/2021, sono modifiche relative alle lettere a), b), c), provvedono a variare la descrizione dell'intervento per chiarire le modalità applicative, la lettera d) rimodula l'autorizzazione di spesa per fronteggiare le necessità urgenti, le lettere e) ed f) rettificano gli stanziamenti per un errore materiale relativo agli importi indicati nella legge 51, questi sono emendamenti che abbiamo presentato in itinere, prima di licenziare l'atto, poi ne vedremo altri, e sono legati ad interventi puntuali della tabella C.
L'articolo 20 sexies allinea il piano di investimenti finanziato con il ricorso al debito, dell'allegato A della nota integrativa, con gli interventi urgenti in materia di miglioramento sismico e di viabilità, oggetto di modifica della tabella C, la copertura è garantita dall’equivalente riduzione degli stanziamenti di capitoli in una tabella a vantaggio degli altri.
Con l'articolo 20 decies vengono riconosciuti dei debiti fuori bilancio. Il debito fuori bilancio è quella azione con la quale viene riconosciuto un impegno che è sopraggiunto per motivi legati spesso e volentieri a questioni di cause civili, o ad un riconoscimento di debenza che non aveva trovato stanziamenti necessari prima, o ulteriori debenze che emergono a seguito di iter contenziosi o di sopraggiunte sentenze, come nel caso specifico dell'articolo 20 decies, ma troveremo altri debiti fuori bilancio, se non ricordo male, anche negli emendamenti che vedremo più avanti.
L'articolo 22 (Modifiche ed abrogazioni) riguarda quegli articoli le cui modifiche che abbiamo introdotto vanno a modificare o ad abrogare precedenti articoli.
Questa è la relazione sugli articoli, scusate, come ripeto, non è così semplice parlarne in maniera organica e contestuale, visto e considerato che trattasi di discipline che sono molto slegate tra loro, però ci è sembrato corretto usare questo metodo, quantomeno per cercare di farci capire al meglio. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giorgini.

Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Questa proposta di legge ha avuto un parto difficile, tant'è che mi sono rivolto ad un rabdomante per cercare di ricollocare gli articoli che erano scappati da una parte e dall'altra e non si riusciva a rimetterli in ordine. Dalla Commissione sono usciti degli articoli che nella proposta di legge finale sono diventati altri, comunque nel bene e nel male siamo riusciti a capirci qualcosa.
Illustrerò solo gli articoli che riguardano la mia Commissione e che non prevedono emendamenti, poi gli altri sui quali abbiamo presentato emendamenti li illustrerò quando verranno posti in votazione.
Come ha detto il Presidente, l'articolo 1 bis riguarda: norme in materia di circolazione dei trasporti e dei veicoli eccezionali per l'esercizio delle funzioni attribuite alla Regione dall'articolo 1 della legge 10 febbraio 1982, n. 38, delega alle Province. Questa norma delegava alle Province il rilascio delle autorizzazioni ai trasporti eccezionali delle macchine agricole, in seguito al riordino delle funzioni amministrative e all'acquisizione di strade da parte della Regione, la competenza è ricaduta, per norma nazionale, sulla Regione. Questo è l'articolo 1 bis e su questo siamo favorevoli.
Un altro articolo abbastanza complesso riguarda le varianti urbanistiche, che avevano due percorsi che oggi vengono unificati, difatti, con la modifica degli articoli 4 e 25 della legge regionale 34/92, si allarga la possibilità di approvare anche in variante al PRG tutti i piani attuativi con un unico passaggio di adozione: parere della Provincia e approvazione definitiva da parte del Comune. Questo per estendere la procedura semplificata anche ai piani particolareggiati di iniziativa pubblica e al piano di lottizzazione di iniziativa privata, che fino ad oggi la normativa aveva scorporato dagli altri piani attuativi prevedendo un doppio passaggio in Provincia, ovvero uno per l'adozione e approvazione della variante al piano regolatore e uno per l'adozione e l'approvazione del piano attuativo.
Le mie considerazioni sono queste: la normativa aveva previsto un doppio passaggio anche per avere un ulteriore controllo sui piani di particolare rilevanza edificatoria, se da una parte la semplificazione va incontro ad esigenze logistiche e tempistiche dei piccoli comuni, d'altra parte rimane il dubbio che in realtà più vaste accorpare due singoli procedimenti in un solo passaggio in sede valutativa da parte della Provincia, potrebbe non essere la cosa migliore. Devo dire che non ho avuto il tempo di approfondire questa materia, in Commissione l'avevo detto al Presidente, perché molto complessa ed ai limiti delle mie conoscenze. Per la sua complessità avevo chiesto più tempo per maggiori approfondimenti, non c'è stato, per cui il gruppo, non sentendosi di votare contro o a favore, su questo si asterrà. Per me è buona norma non votare contro né a favore di cose che non conosco a fondo e che potrebbero essere, per la semplificazione di determinate norme, di importanza regionale
L’articolo 15 ter riguarda le guardie ecologiche volontarie, dette anche Giacche Verdi, molti magari non le conoscono, operano in tutte e 5 le province delle Marche, sono divise in raggruppamenti locali e danno il loro contributo alla sorveglianza dei parchi, delle aree protette e delle comunità montane, soprattutto in zone di interesse naturalistico, in contatto e coordinate dal Corpo forestale dello Stato. Questi volontari, queste straordinarie persone, lo voglio dire perché la loro collaborazione è volontaria, si privano anche delle loro giornate di ferie o dei sabati o dei fine settimana, sono pronti a svolgere il loro compito anche di protezione civile, sia con mezzi propri che con quelli dell'associazione, a volte si richiede anche l'uso del cavallo. Questo articolo prevede la riduzione da 25 Gev a 10, perché purtroppo mancano i volontari, e i corsi di formazione passano da 240 a 120 ore.
L’articolo 16 bis prevede l’ampliamento dei capannoni e riguarda il comma 3 dell'articolo 1 della legge regionale 22/2011, che recita: “E' consentita l'adozione di varianti ai PRG vigenti, se necessarie, all'ampliamento di attività produttive, purché le aree siano contigue a quelle già realizzate”; successivamente l'articolo 2 della legge regionale 24/2013, precisa che quanto previsto dal comma 3 dell'articolo 11, sempre della legge n. 22/2011, si applica alle attività produttive insediate alla data di entrata in vigore della presente legge, ovvero al 2013.
Con gli emendamenti proposti si abroga difatti l'articolo 2 della legge 24/2013 e l'articolo 20 bis della proposta di legge 259/2018 prevede l'applicazione del comma 3 della legge regionale 22/2011 alla data di entrata in vigore della stessa, non più dal 2013, quindi è consentita l'adozione di varianti al PRG vigenti, se necessaria all’ampliamento di attività produttive, purché le aree non siano contigue a quelle già realizzate ed ad oggi riguardano solo le attività produttive già insediate nel 2013, invece riguarderanno anche quelle insediate successivamente a tale data, fino all'entrata in vigore della presente legge, ovvero si parla di tutte quelle attività produttive che si sono insediate negli ultimi 6 anni, che altrimenti sarebbero escluse.
L'articolo 22 comma o bis modifica la legge regionale del 2011, cancellando la norma che fa riferimento all'articolo 16 bis.
Credo che l'articolo 19 bis sia uno dei più importanti per quanto riguarda la materia urbanistica, cioè la semplificazione e la tolleranza del 2%. Avevo presentato tempo addietro l'emendamento che prevedeva questa soluzione, dopo un paio di mesi sono apparsi emendamenti similari o uguali che naturalmente hanno cancellato la mia proposta, che comunque rimane tale, perché l'ho presentata all'inizio.
La norma è stata semplificata e ampliata e questo emendamento riguarda una problematica molto sentita non solo tra i professionisti che operano nel settore dell'edilizia, ma anche tra i proprietari di immobili quando si deve mettere mano alla ristrutturazione di un alloggio. Originariamente l'altezza utile interna era 2,70 metri con previsione di rifacimento della pavimentazione, oggi difficilmente viene rilasciata l'agibilità di un locale se non è alto 2,70 metri, talvolta però il sottofondo su cui poggia il vecchio pavimento è di consistenza tale che può essere evitata la sua rimozione, e questo succede a molti che acquistano gli appartamenti, facendo una nuova pavimentazione si incollano con i prodotti in commercio nuove piastrelle, ad esempio in gres ceramico, su quelle esistenti. Questa è la norma, che cosa succede? Se noi compriamo un appartamento il cui pavimento non ci piace, possiamo mettere sopra un gres porcellanato che è più recente, più innovativo, più alla moda, a questo punto il pavimento si alza di 2,5 o 3 centimetri e quando andiamo a chiedere l'agibilità il Comune non ce la dà perché l’altezza non è di 2,70 metri, ma è di 2,66 circa. E’ ovvio che attuando l’intervento con tale modalità, cioè mettendo il pavimento sopra, ci sono enormi vantaggi, sia economici che tecnici, si può evitare la demolizione del massetto e il suo rifacimento, si evita la sicura rottura degli impianti a rete sottostanti, quali tubazioni del riscaldamento idroelettrico, si evita il costo del trasporto dei materiali di risulta e tutti gli impegni nei confronti del condominio. Questa cosa è importante e anche se la legge quadro sull'urbanistica lo prevedeva non era normata dalla legge regionale, le conseguenze erano che avendo fatto un intervento di piastrellatura con incollaggio sull'esistente si perdevano 2,5 centimetri e di conseguenza veniva meno la conformità di quanto descritto negli elaborati grafici comunali e anche catastali che descrivevano altezza utile per l'interno, 2,70 metri. Era quindi necessario chiedere una nuova agibilità sulla base di diverse altezze, le amministrazioni comunali si comportavano in base al tempo - quando c'è piena libertà non si capisce nulla, se una cosa non è normata ognuno fa a modo suo - e questo comportava che i privati, una volta che si accorgevano della mancanza dei 2 centimetri di altezza indicata nel documento catastale allegato al rogito, si divertivano un mondo a chiedere al venditore cifre risarcitorie anche dopo anni. Ci sono contenziosi enormi, perché se io compro un appartamento che è alto 2,68 metri ed il Comune non mi dà l'agibilità, io faccio causa a chi me lo ha venduto, per questo ci sono contenziosi legali e caos.
Per concludere, premettendo che la norma non è applicabile, e questo è importante, agli abusi edilizi, se c'è un abuso edilizio questa norma di tolleranza non vale, debbo comunque precisare che la tolleranza è prevista all'articolo 34 del d.p.r. 380/2001, la legge quadro sull'urbanistica, che prevede al comma 2 ter “ai fini della applicazione del presente articolo non si ha parziale difformità del titolo abilitativo in presenza di violazioni di altezza, distacchi, cubatura o superficie coperta che non eccedano per singola unità immobiliare il 2% delle misure progettuali”. Questo è quello che dice la legge quadro 380/2001 ed è quello che noi andiamo a votare nell'articolo 19 bis, che finalmente riporta nella liceità della norma una situazione che sta creando in tutte le Marche problemi enormi, poi gli altri li illustrerò quando esamineremo gli emendamenti. Grazie.

Presidenza del Vicepresidente
Piero Celani

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Grazie Presidente. Andiamo a votare la legge sulla complicazione, io la chiamerei così, più che sulla semplificazione, una legge dove dentro c'è di tutto, non ricordavo bene anche alcune cose, come ad esempio i vari favori e piaceri agli amici cacciatori. Una legge scritta male, complicata, con tante cose negative, a mio avviso, e con gli emendamenti diventa ancora peggiore.
Ci sarebbero tante cose da dire, ma mi vorrei concentrare sull'articolo 6 che parla del trasporto pubblico locale, perché di questa cosa ne abbiamo discusso in Commissione ambiente, in particolare vi vorrei far notare quello che sta scritto al comma 2, che leggo: “Al comma 3 dell'articolo 19 della legge 45/1998 le parole “in sei anni” sono sostituite dalle parole “dalla Giunta regionale”, cosa significa questo? Significa che fino adesso la Regione ha proceduto nel prorogare i contratti del servizio del trasporto pubblico regionale e già su questo, non so se vi ricordate, se avete memoria, siamo stati contestati perché non è una procedura regolare, siamo già arrivati alla terza proroga, le proroghe vanno avanti di sei anni in sei anni, togliendo le parole “sei anni” ed aggiungendo “dalla Giunta regionale” addirittura la proroga potrebbe essere infinita, a tempo indeterminato. Se qualcuno a Roma si accorgerà questa norma sarà sicuramente contestata perché è evidente che va contro la normativa europea e nazionale.
Noi dovremmo fare una gara sul trasporto pubblico locale, è dal 2015 che ne parliamo, siamo tutti d'accordo, l’Assessore stesso si è detto più volte favorevole a farla, è anche venuto in Commissione e ha detto: “Sono per fare la gara, l'ho sempre detto”, però la domanda è: quando la facciamo? Mai, non la faremo mai, perché gli interessi delle lobby dei trasporti, che ci sono, sono troppo forti e impediscono di realizzare questa gara che ci chiede l'Europa e che dovremmo fare.
Non è vero che sarebbero penalizzate le aziende marchigiane, perché hanno i depositi sul territorio, hanno i mezzi, conoscono capillarmente il territorio, sarebbero assolutamente favorite, dovrebbero solo trovare il coraggio di mettersi insieme, unire le forze. Ecco, questo si, ma non si può dire che facendo una gara si favorirebbe un soggetto esterno, assolutamente no, però, purtroppo, gli interessi di questo sistema sono forti.
Ricordo che il trasporto è la seconda voce del bilancio regionale dopo la sanità, eppure io ho l'impressione che questo settore sia un po’ dimenticato da tutti e quasi, diciamo, abbandonato a sè stesso.
Mi sembra che la Regione si preoccupi solo che ci sia qualcuno che porti avanti il servizio senza avere né la volontà, né l'interesse e né la capacità, aggiungo, di migliorarlo.
In Commissione ho presentato due emendamenti che sono stati bocciati, uno toglieva questo comma che, secondo me, non sta né in cielo né in terra e un altro che diceva una cosa molto semplice, che le aziende di trasporto pubblico che non sono efficienti. Ci sono gli strumenti per dimostrare quali sono le aziende poco efficienti, che ci penalizzano, perché il d.p.c.m. 26 maggio 2017 stabilisce degli indicatori ben precisi che permettono di capire il grado di efficienza delle aziende di trasporto. Ci sono delle aziende che non rientrano in questi parametri e a causa di queste che cosa succede nelle Marche? Succede che ogni anno la Regione Marche perde dai 4 ai 6 milioni di euro di finanziamenti pubblici statali, li ha persi nel 2016, li ha persi nel 2017 e nel 2018, senonché per sfortuna o per fortuna, mettetela come vi pare, a causa degli eventi sismici, dopo averli persi, ce li hanno ridati, ma solo per il sisma, altrimenti li avremmo persi per inefficienza.
Ho fatto un emendamento che mi sembrava di buonsenso, che prevedeva di non prorogare i contratti a quelle aziende che non rientravano nei parametri di efficienza dettati dalle norme statali, i contratti in essere restavano validi, ma non sarebbero stati prorogati e non sarebbero state messe a gara le aziende finché non si sarebbero efficientate. Mi sembrava un discorso di buonsenso, neanche questo si è voluto fare, per incapacità, per disinteresse, ditemelo voi.
Ho una mia opinione, però, ripeto, il trasporto pubblico, che occupa la seconda voce del bilancio regionale, è un settore abbandonato a sé stesso, non possiamo certo dire che il trasporto pubblico regionale funzioni bene, io vi invito, magari in occasione delle festività pasquali, a fare un giro nel nord Europa per vedere come funzionano i trasporti pubblici, in Italia e nelle Marche non riusciamo nemmeno a far pagare il biglietto, quando ci sarebbe una soluzione molto semplice che non è quella inventata da Sandro Bisonni, funziona così in tutto il mondo, andate a Londra, andate a Parigi, andate in Lussemburgo, andate ad Amsterdam, andate nelle capitali anche in quelle dei Paesi del terzo mondo, i passeggeri salgono davanti ed il conducente controlla e fa il biglietto, si scende solo da dietro.
Non ci dobbiamo inventare niente, non si riesce a fare nemmeno questo, perché? Possibile che nelle Marche non si riesca a far funzionare questo servizio un minimo? Eppure voi sapete che per ogni chilometro che percorre un autobus, l'80% di quel costo lo pagano tutti i cittadini marchigiani. Ecco perché le aziende si sono interessate a correggere il tiro ed a diventare più efficienti, ma finché c'è lo Stato, la Regione che paga anche se ad onor del vero devo dire che il contributo regionale nelle Marche, per una ragione storica, è tra i più bassi in Italia, anzi, credo che sia il secondo, ma questo, l'abbiamo anche detto, è perché anni fa le Marche fecero la scelta di avere più fondi per la sanità e meno per i trasporti, quindi adesso non possiamo andare a chiedere alle altre Regioni di aumentare questi fondi, perché noi abbiamo preso da un'altra parte.
Se è vero che questo contributo è basso e se è vero che il costo viene coperto all'80%, non c'è tutto questo entusiasmo nel fare neanche le cose più semplici.
Io non ho ripresentato gli emendamenti, perché la Commissione li ha bocciati, vedo anche l'interesse dell’Aula, parlo quasi da solo, le persone non ascoltano, ma non solo me, però invito in particolar modo la Giunta a correggere il tiro perché in questo settore, in questi 4 anni, mi sembra che sia stato fatto poco o niente.
In conclusione, ritornando a questa legge di complicazione, non di semplificazione, vedremo anche gli emendamenti, io voterò contro l'approvazione di questa normativa.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Grazie Presidente. Siamo ancora in molti, credo, a chiedere di intervenire su un atto che ormai è completo nella sua sostanza, non abbiamo molte cose da dirci anche perché i Presidenti di Commissione, come deciso nella Conferenza dei capigruppo, hanno ampiamente illustrato tutti i passaggi.
Penso che questa legge di semplificazione, al di là del merito, sia fedele, come dicevo qualche mezz'ora fa, al suo titolo, è veramente una legge di semplificazione, non è un omnibus, in questo senso l’abbiamo esaminata in Commissione, lo spirito era questo e risponde ad esigenze che toccano la quotidianità e l’esercizio dell’attività amministrativa.
Suggerirei alla Giunta di farle più spesso perché le cose che vengono messe in evidenza sono molte e spesso attendiamo troppo tempo, con l’iter ordinario delle leggi, a prenderle in considerazione, dovrebbe essere anche il frutto del lavoro del Comitato di controllo sulla legislazione che dovrebbe finalmente darci delle indicazioni anche sulle leggi che potrebbero essere modificate, corrette, abrogate. Questa attività potrebbe diventare quasi ordinaria, prendere il tempo che si è presa, circa due mesi e mezzo, e produrre effetti sicuramente positivi, d’altra parte mi sembra che la discussione sia stata anche distesa, eravamo arrivati ad immaginare un intervento articolo per articolo, invece, alla fine siamo riusciti a trovare una soluzione più semplice che è quello dell'esame complessivo dell'atto.
Ho pochissime osservazioni da fare, una in modo particolare non capisco perché, sicuramente da parte degli uffici, non credo che gli Assessori se ne possano rendere conto, ogni volta che viene presentato questo atto di semplificazione c'è sempre l'assalto ai micidiali rimborsi delle Commissioni e delle Consulte, questo non lo capisco perché si tratta di spiccioli, capisco che è una rottura di scatole per gli uffici tenere questo tipo di contabilità, ma è un feticcio che lasciamo in piedi per la democrazia e la partecipazione, non credo che quelle poche centinaia di euro di rimborsi per una partecipazione uguale in tutta la Regione possa essere in IV Commissione, siccome quasi tutte le consulte e i comitati rimandano all’ambito dei servizi sociali, unanimemente abbiamo proposto e poi ratificato l'abrogazione di queste proposte della Giunta e degli uffici.
Lo dico perché dovremmo considerare che la Regione va dal Montefeltro, che è stato largamente celebrato, fino ad Arquata del Tronto, e quindi non si può essere così superficiali e ipocriti da considerare la partecipazione a un organo che si riunisce ad Ancona, identico per un anconetano, per un arquatese o un montefeltrese.
Non vorrei che questa Regione diventasse eccessivamente Anconacentrica per quanto riguarda questo tipo di presenza, che già è largamente considerata per l'alta percentuale degli uffici regionali, delle Giunte e dei Consigli, anche in parte della sanità, quindi abbiamo, tutti d'accordo, tolto questa parte.
Un'altra cosa che è stata necessario fare e della quale si è appena accennato, è la modifica della tormentata normativa sulle Case del commiato. La proposta è venuta da parte di alcuni Consiglieri, in primis dal Consigliere Giancarli, e questa norma, che io tra le altre cose ho approvato, ho votato, ripeto, ho votato la norma sulle Case del commiato, è passata all'unanimità. Non c'è più bisogno di venire ad urlare in IV Commissione, ad insultare i Consiglieri regionali, perché la prossima volta passiamo alle querele e se qualcuno spera in questo senso di fare lobby, ha visto che la lobby non serve, lo dico a tutti, di maggioranza e di minoranza, perché qui non ha fallito la legge, hanno fallito i Comuni interessati alle Case del commiato che ci hanno fatto capire chiaramente che nessuno le vuole e siccome non sono stati capaci di fare delle norme per sistemare le Case del Commiato nelle aree A, B, e C, e non solo nelle D, F, come avevamo indicato precedentemente, l'abbiamo fatta e adesso c’è la norma, lo possono fare, che stabilisce: sino all'adozione degli atti indicati al comma 2 le Sale del commiato possono essere collocate nelle zone omogenee D, F …, ovvero anche nelle zone omogenee A, B, C. Questo per dire che le autonomie locali o certe autonomie locali, che spesso vantano grandi spiriti autonomistici, quando si tratta di mettere insieme 3 Comuni dicono: “Non ci toccate”, poi quando devono decidere su cose significative, non hanno la forza di farlo perché sono piccoli, e questo l'abbiamo detto tante volte, il piccolo comune, si sa, subisce più di altri la pressione dall'esterno, ma anche i Comuni non troppo piccoli, perché mi pare che in questa vicenda sia coinvolto anche un comune capoluogo di provincia che non ha avuto la forza e la capacità di mettere in piedi una piccola variante urbanistica per dire che si poteva costruire anche in zona A, B e C, lo dico ai lobbisti esterni al Consiglio regionale, era possibile farlo, non lo avevamo escluso e avevamo scritto, d'accordo con il Vicepresidente Celani, poi mal compreso da qualche Consigliere e da qualche Assessore qui presente, ma poi l'avevamo capito, che era un principio, ricordo che in Commissione parlavamo di edifici fisicamente distinti da immobili destinati a civile abitazione, residenza o ad usi turistici o ricreativi, e su questo eravamo tutti d'accordo, anche i lobbisti.
Voglio dire, era semplicemente per mettere i Comuni in condizione di avere questa autonomia, ci hanno rinunciato, e bene hanno fatto il Consigliere Giancarli ed altri a raccogliere questa cosa e noi l’abbiamo votata santamente e serenamente, però non è più una norma lobbistica, lo sappiano i lobbisti e le associazioni delle Case del commiato che questa norma passa con il voto di tutti, non solo col voto di qualcuno.
Un'altra cosa che forse non ho capito riguarda i centri antiviolenza, la copertura finanziaria di spese per la gestione e la funzionalità operativa delle strutture per una quota variabile dal 10 al 30% è stabilita dalla Giunta regionale in relazione ai fondi disponibili, quindi quella che era una norma rigida del 30%, viene allargata fino al 10. Quando il Consigliere Volpini l’ha presentata mi è venuto il dubbio che fosse il contrario, invece no, è così, noi in pratica, interverremo fino al 90% sul costo dei centri antiviolenza, quindi possiamo dire, anche qui con molta tranquillità, che sono della Regione Marche, ne sono molto lieto, però i Comuni che sul loro territorio hanno un centro antiviolenza lo facciano sapere perché poi quando fanno i bandi o quando scrivono mettono “centro antiviolenza del Comune di …” invece dovrebbero scrivere “Centro antiviolenza della Regione Marche”.

(intervento fuori microfono)

Luca MARCONI. Guardi, Consigliere Biancani, quando ero ai servizi sociali facevamo circolari nelle quali veniva specificato che i Comuni dovevano dire che per l'assegno di cura, le residenze protette, gli asili nido, i contributi erano della Regione, anche perché quando è il momento di dire che la Regione non dà più i soldi lì alzano tutti la voce, ma queste cose le fa chi non vuole prendere i voti, cioè io, ma tutti gli altri si guardano bene da raccontare queste cose perché tutti ruffiani dei Comuni e delle lobby, io no, io cercherò per quello che è possibile di essere ruffiano del popolo marchigiano, per quello che è possibile.
Credo che un atto di giustizia sia stato quello, se non ricordo male, che il Consigliere Micucci ha sollevato sull'articolo 18, relativamente alla possibilità di utilizzare forme di coprogettazione di cui all’articolo 55 per la progettazione, la gestione di sistemi complessi, sembra una stupidaggine, ma avevamo tutto il mondo delle cooperative che veniva tagliato fuori da questa forma di coprogettazione, invece viene recuperato con una terminologia più precisa, ecco perché dico che servono questi atti di semplificazione e di aggiornamento.
Sulle farmacie ha già detto il Consigliere Volpini, poi abbiamo fatto anche la legge e il regolamento nuovo, quindi su questo ci siamo.
Arriviamo alla questione del gioco d'azzardo patologico, ho quasi finito, relativamente alla scadenza. Forse manca, rispetto all'ottimo intervento del Consigliere Micucci che ha anticipato la questione, un aggiornamento di carattere generale, su questa materia ci sono fior di articoli di giornale, c’è sostanzialmente una fase di riflessione che è partita dal Governo, “Aumenta il prelievo, ondata di proroghe da parte del Governo attuale”, che penso abbia sospeso anche il ritiro del 40% delle macchinette che il Governo Renzi aveva progettato e programmato perché tutta la materia, oltre al problema degli incassi e delle entrate, dovrebbe essere rivista e mi auguro che venga fatto immediatamente e che la Conferenza Stato-Regioni e il Ministro del commercio mettano in campo questa faccenda. La nostra questione è un po' più delicata, perché prevedendo la retroattività già dalla fine di questo anno, avremmo - noi e tutte le altre Regioni - costretto il Governo a prendere in considerazione la materia, ma immaginate nella regione cosa avrebbe significato diecimila titolari del gioco d'azzardo, non so quanti siano, compresi i tabaccai che tengono il Gratta e vinci, che dovevano togliere questo tipo di attività, era una cosa fatta da tutte le Regioni in maniera significativa. Tutte le Regioni, indistintamente, centrodestra, centrosinistra, hanno prodotto una proroga, credo che l’unica che non l’abbia fatta sia il Piemonte, che va al voto, potrà farla probabilmente dopo il 26 maggio, per cui abbiamo ritenuto che fosse il caso di soprassedere sulla questione e di prendere tempo perché la retroattività, diciamolo in questa sede, è una provocazione perché l'applicazione di questa legge, oggettivamente, è estremamente complicata e al limite del dettato costituzionale, in quanto con la retroattività noi mettiamo in gioco le concessioni date precedentemente dal Governo e non è nostra materia, non ci compete la materia delle concessioni di commercio, noi siamo dentro la materia della salute, come ricordava prima il Consigliere Micucci, ma dentro la questione della salute noi dovremmo anche dire: “Dichiariamo illegittimo il tabacco, dichiarando illegittimo l'alcol” e retroattivamente dovremmo vietare la vendita di alcol e di tabacco. Questo non lo possiamo fare, sarebbe un caos, soprattutto se fatto a macchia di leopardo, quindi il buonsenso ci dice che il gioco d'azzardo va limitato il più possibile, ci rendiamo conto che non sarà possibile cancellarlo del tutto, ma va limitato, va accompagnato, perché vanno accompagnate le persone che amano questo tipo di attività, questo gioco, mettendole a conoscenza del rischio che corrono. Esattamente quello che è stato fatto con grande pazienza contro il tabagismo con vent'anni di campagne di sensibilizzazione, come faremo per altre materie. La Regione sul tabagismo ha fatto la legge, c'è stata una riduzione dei fumatori di più del 50%, soprattutto fra le donne, e questo è estremamente significativo di come azioni ponderate, misurate e mirate possano raggiungere obiettivi molto importanti.
Non dimentichiamo, anche rispetto ad un'attività di mediazione della Commissione, che la proposta di legge di semplificazione della Giunta prevedeva l'abolizione totale della retroattività, mentre noi, dopo lenta e faticosa mediazione, abbiamo raggiunto un accordo unanime, votato da tutti, per una proroga al 31 dicembre 2021 che a mia ragione potrebbe essere mantenuta.
Penso di aver detto tutto quello che c'era da dire e ringrazio dell'attenzione e mi scuso per i quattro minuti di sforamento.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Grazie Presidente. Io mi riallaccio a quanto detto nell'introduzione dal Consigliere Maggi e da quanto poi esploso e zumato sugli articoli di competenza dal Consigliere Giorgini.
Questa è una legge di semplificazione per modo di dire, diventa la solita omnibus, la stiamo macinando da inizio gennaio e, come ha detto il Consigliere Maggi, in Commissione sono arrivati all'ultimo secondo 18 emendamenti aggiuntivi su ulteriori aspetti, uno questa mattina, poi ci sono i sub emendamenti.
Voglio velocemente focalizzare l'attenzione su alcuni punti, spot, su articoli di leggi che si vanno a modificare, ad esempio, la legge sulla caccia, dove si introduce l'eventuale carniere, noi avevamo una legge più specifica in cui qualsiasi specie cacciabile aveva il suo carniere, sia stagionale che giornaliero, quindi a nostro avviso si va verso una situazione meno puntuale per cui su questa modifica non siamo d'accordo.
Un'altra normativa è quella relativa agli indennizzi che potrebbe introdurre troppa discrezionalità a carico della Giunta nel calcolo di questi aspetti.
C'è anche un altro articolo relativo alla ripartizione di competenze tra l'Asl e l’Arpam per l'epidemiologia ambientale, poi tratteremo degli emendamenti presentati dai miei colleghi per tornare alla proposta del 5 bis.
Non siamo d'accordo e ci lascia perplessi l'introduzione della legge 27/2003 per le acque reflue-digestato perché sappiamo di tutte le diatribe in essere con il biogas e quello che ancora deve essere stabilito a livello di rifiuti con le Ata, soprattutto per la gestione dei piani d'Ambito, e quindi l'impiantistica.
Relativamente alle tecnologie aerobiche-anaerobiche ci sono due proposte di legge, mia e del Consigliere Bisonni, che sono in discussione in Commissione, quindi anticipare un regolamento del genere ci lascia molto perplessi.
Abbiamo anche la modifica alla legge n. 9/2006, sul turismo, in cui nell'ultimo comma, il resto è più o meno condivisibile, si sopprimono le parole “almeno ogni due anni”. Ogni due anni c'era un bando d'esame per l'esercizio delle professioni turistiche emesso dalle Province, adesso abrogando questo limite non si sa con quale cadenza si potranno fare.
Scorro velocemente ed arrivo al gioco d'azzardo, è una legge del 2017, si erano previsti due anni di tempo per mettersi in regola, soprattutto per i corsi di formazione, sono passati due anni e poco si è fatto, adesso si danno ulteriori due anni e questo non ci convince.
L'articolo 20 bis introduce un ulteriore rappresentante all'interno del Comitato tecnico dell'impresa 4.0, era una legge che avevamo a suo tempo emendato pesantemente, eravamo favorevoli, l'unico aspetto che non ci piaceva era quello del Comitato e delle consulenze date agli altri enti, quindi anche qui ci orientiamo in maniera molto critica.
Alla fine c'è tutto un elenco di variazioni al bilancio, alla tabella C, ad una associazione che prendeva 20.000 euro gliene sono stati lasciati 10.000, il resto è stato ridistribuito ad altre due associazioni, 5.000 euro ognuna.
In questa legge sono finite le solite cose che non vorremmo mai vedere, voglio però mettere l'attenzione sul rapporto 11/18, che è il report sullo stato di attuazione e sugli effetti di questa normativa, per cui facciamo la legge di semplificazione, in quanto fa emergere delle riflessioni strutturali per le quali come Movimento 5 Stelle abbiamo proposto anche una risoluzione.
Voglio leggere brevemente cosa dovrebbe contenere il report annuale, articolo 45 della legge 3/2015: la relazione deve almeno contenere le seguenti informazioni: a) le azioni poste in essere per migliorare la qualità formale della normazione e semplificare il linguaggio normativo, con specifica indicazione del numero delle analisi tecnico-normative condotte e degli strumenti diversi dalle suddette analisi adottati (e questo ancora non è stato fatto; b) le valutazioni ex ante ed ex post effettuate con specifico riferimento alle analisi condotte in attuazione di clausole valutative, alle metodologie di valutazione adottate, alla consistenza del personale addetto alla funzione (anche questo è troppo sfumato, non è quantificato); c) le azioni di semplificazione dei procedimenti amministrativi effettuate, con specifico riferimento ai progetti di misurazione degli oneri amministrativi avviati, ai passaggi procedurali soppressi, a quelli introdotti e alle compensazioni attuate.
In questi tre punti c’è la richiesta specifica di quantificare gli effetti della normativa, i relativi risparmi, perché parliamo da decenni di inquinamento legislativo, quindi è ora che sulla questione si metta particolare impegno.
Nel report 11 ci sono alcune frasi che sono un po' la cartina di tornasole di come sta andando l'applicazione di questa normativa, emerge un quadro non omogeneo, conseguente ad un adempimento ancora parziale delle disposizioni che contengono clausole valutative, quindi le leggi non sono controllate nella loro efficacia.
Lo sportello per la semplificazione ha avuto 17 contatti, praticamente uno sportello finora inutile, e qui c'è il commento: non sono state adottate in questa fase iniziative forti per pubblicizzare lo sportello, che è stato interpretato come un canale alternativo all'ufficio relazioni con il pubblico, quindi una cosa che non sta né in cielo né in terra.
Nelle considerazioni conclusive del report 11, ci sono tre elementi molto importanti che riprendiamo nella nostra proposta di risoluzione e sono i margini di miglioramento che vorremmo proporre come Consiglio alla Giunta, perché le considerazioni portano a tre concetti e si rileva, in primo luogo, che permangono notevoli difficoltà nell'applicazione delle leggi regionali a contenuto trasversale, quelli leggi che per la loro attuazione richiedono interventi da realizzare in più settori e con atti programmatori diversi, in poche parole, banalizzando, c'è la difficoltà degli uffici a parlare tra loro per cui le azioni sono molto disgregate; secondo aspetto, permane, inoltre, una certa difficoltà a dare completa attuazione a quelle leggi che presentano una forte ricaduta normativa, che rinviano a numerosi atti a contenuto generale la loro concreta attuazione, poi nello specifico abbiamo tutta una serie di normative a cui mancano, ad esempio, regolamenti attuativi, delibere di Giunta regionale e altro: il terzo aspetto, che è quello politicamente più rilevante e che purtroppo è un vulnus della politica degli ultimi anni, è che si rivelano alcune difficoltà da parte dell'esecutivo nell'attuazione delle leggi di iniziativa consiliare, abbiamo dei casi eclatanti, ecco la debolezza della politica messa nero su bianco, che dobbiamo assolutamente recuperare.
Porto degli esempi che danno sostanza a questi tre aspetti sottolineati, voglio partire da lontano dalla legge n. 6/1986 sull'Aerdorica il cui report annuale sulle attività svolte e sui risultati ottenuti non è mai stato fatto, effettivamente sappiamo fino a che punto siamo arrivati, decine di milioni sperperati per ora al vento, speriamo in una conclusione positiva, ma finché non si vede non si crede; la legge 14/2008 sull'edilizia sostenibile, il report biennale sulla valutazione dell'efficacia dei fondi investiti non c’è; la legge n. 24/2011 (Norme in materia di politiche giovanili) è un esempio, una norma che chiede agli uffici di colloquiare tra loro, ma si fa molta difficoltà a reperire i dati per poter tirare le somme e fare un'analisi ex post; sulla legge n. 11/2015 sulla Banca regionale della terra, di cui ero promotore, di aggiornamento e potenziamento, era stata approvata all'unanimità, manca ancora il regolamento attuativo, quindi non si riesce a quantificare i risultati ottenuti in termini di occupazione in seguito all'applicazione di questa legge che doveva favorire l'occupazione nel settore agricolo, una norma particolarmente importante, a nostro avviso, su cui il Consiglio all'unanimità si era espresso per l'applicazione; la legge 36/2015 (Riordino del sistema regionale delle politiche abitative) prevede che l'ente gestore deve trasmette annualmente alla Giunta regionale, al Consiglio regionale e all'ente proprietario una relazione sull'utilizzazione dei proventi dei canoni l'Erap, sono stati trasmessi i dati relativi all'esercizio 2016 e mancano quelli degli anni 2017 e 2018, quindi occorre fare una richiesta per ottenere questi dati e verificare gli investimenti; la legge 16/1990 (Ordinamento del sistema regionale di formazione professionale) prevede un rapporto sull'attività svolta e sui risultati conseguiti nell'ultimo anno formativo concluso in relazione agli obiettivi del piano regionale triennale della formazione professionale, la mancata presentazione del rapporto sospende l'erogazione dei fondi regionali assegnati, le risultanze del rapporto di cui al comma 1 sono comunicate al Consiglio regionale, la legge non è attuata per assenza dei fondi regionali, sappiamo che sulla formazione professionale occorre ripensare un po' tutto, dall'Fse al fatto che adesso esiste il reddito di cittadinanza, ai Ciof che vanno potenziati, bisogna decidere se questa normativa che risale al 1990 è obsoleta ed eventualmente abrogarla o perlomeno renderla maggiormente efficace, così rimane sospesa; la legge 8/2008 (Interventi a sostegno della promozione del commercio equo e solidale) non è stata finanziata, quindi non sappiamo fino a che punto il settore è stato incentivato, è stata fatta nel 2008 una legge specifica, ad hoc, parliamo di globalizzazione, di internalizzare i costi ambientali, parliamo di diritti dei lavoratori, e poi un settore come quello dell'equo e solidale, che dovrebbe essere moralmente molto attenzionato, non viene nonostante la normativa specifica adeguatamente finanziato; la legge 13/2017 (Testo unico in materia di commercio) chiede una relazione, con particolare riferimento ai dati relativi al monitoraggio dei consumi dei prodotti, distinti per tipologia di canali di distribuzione, quindi una cosa veramente importante e da considerare, per vedere quali sono le nicchie dei differenti prodotti per poter anche puntare alle diverse modalità di distribuzione, dalla piccola, a quella dei centri storici, alla grande, non abbiamo dati al riguardo, le azioni poste in essere non sono congruenti perché descrivono esclusivamente i fondi che sono stati dati illustrando i bandi, ma non danno i risultati delle analisi che andavano condotte.
Infine, voglio denunciare la non applicazione di tre normative recenti, passate tutte all'unanimità e che neanche il rapporto prende in considerazione, abbiamo:
– la legge 28/2018 sull'unità regionale per l'acquisto di energia energetiche e gas che entro 60 giorni doveva vedere la sua applicazione con un regolamento e con un gruppo che se ne occupasse - è piaciuta tanto che nella Regione Puglia è passata in Commissione, ce l'hanno mutuata - non è stata ancora attuata da parte degli uffici;
– la legge 3/2013 per il riutilizzo dei farmaci non assunti, ma riutilizzabili in altre strutture, entro 120 giorni doveva vedere il regolamento attuativo, ma non l'ha visto, avevamo calcolato che si potevano produrre risparmi anche di alcune decine di milioni di euro, perché per i farmaci spendiamo 300 milioni all'anno; infine, e concludo, la legge 32/2017 sul riutilizzo delle eccedenze alimentari che entro il 30 novembre doveva vedere il programma degli interventi e purtroppo anche questa non è minimamente applicata.
Quindi chiudendo il discorso e presentando velocissimamente i contenuti della proposta di risoluzione al rapporto 11, che come Movimento presentiamo, riprendo i tre aspetti salienti principali: le leggi a proposta del Consiglio sono prese sotto gamba, gli uffici tra di loro non si parlano più di tanto, ci sono dei buchi applicativi perché la Giunta non fa i regolamenti, le delibere, eccetera, noi proponiamo di impegnare il Presidente e la Giunta ad introdurre nel piano delle performance dei dirigenti, e quindi tra i loro obiettivi, l'applicazione della normativa esistente e un reale vincolo e sprone, un reale obiettivo per migliorare l'attività regionale e l'efficacia della normativa; al secondo punto chiediamo di intraprendere le azioni idonee per applicare puntualmente i contenuti dell'articolo 45 della legge sulla semplificazione, che sono quelli con cui ho aperto l'intervento, che prevede una raccolta dati puntuale, l'analisi ex ante, l'analisi ex post, e quindi considerare effettivamente qual è l'efficacia.
E' una proposta di risoluzione, a mio avviso, che non può non essere votata, perché da qui discende la capacità di indirizzo del Consiglio verso la Giunta, da qui discende la capacità della Giunta di indirizzare l'attività dei dirigenti e da qui discende l'impegno dei dirigenti ad applicare esattamente la normativa come è stata stilata, senza fare normative di serie A o di serie B. Quindi, confidiamo particolarmente nell'approvazione anche di questa proposta di risoluzione, perché se si va a ritoccare il piano delle performance giustamente il dirigente è realmente spronato a lavorare meglio e ho introdotto degli obiettivi chiari su cui poter valutare l'operato e la bontà del dirigente stesso.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Frequentando quest’Aula non mi sono accorto che è passato un anno da un'altra legge di semplificazione presentata dalla maggioranza, che invece non semplificava niente, anzi modificava delle leggi perché non le aveva fatte bene. Questa è la sostanza, è passato un anno e siamo alla stessa telenovela, si correggono le leggi che non sono state approvate con il buonsenso. Questa è la verità, cari compagni. E' l'ennesima sceneggiata per correggere delle leggi, considerato che durante le discussioni non avete mai voluto prendere in considerazione qualche osservazione della minoranza, perciò ve la cantate e ve la suonate.
Questo è il problema di fondo ed i marchigiani devono sapere che ve la cantate e ve la suonate, questo è il problema di fondo. Parliamo di onoranze e già avevamo detto che la norma non andava bene, l’abbiamo detto anche per i trasporti, perlomeno io ho parlato più volte sul trasporto pubblico della regione Marche ed all’Assessore avevo detto che non andava bene. Ora troviamo tutte cose che con il buonsenso non dovevano trovarsi qui, le discutiamo in quest'Aula perché devono essere corrente.
Purtroppo continuate a camminare su una strada a testa bassa, speriamo che i marchigiani se ne accorgano. Non è possibile, abbiamo un problema consiliare, sono passati 4 anni e tra leggi o modifiche di leggi consiliari non ci sono provvedimenti della Giunta, di questo Governo, che cambiano o che tracciano delle linee-guida per degli interventi sulle piccole aziende, ne abbiamo perse 30.000, ne avevamo più di 170.000, ora ne abbiamo 140.000. Questi sono i dati della regione Marche, che è scivolata fino ad arrivare ad essere la prima regione del sud, non l’ultima del nord.
Qualcuno ha detto: “Ripartiamo da questo esame”, ma quale esame? I disoccupati sono aumentati e questo è il problema. Cara maggioranza, non è un problema modificare le leggi e quanto vi è stato detto non avete voluto ascoltarlo. Abbiamo portato in discussione nelle Commissioni qualche modifica a leggi che il buonsenso voleva correggere, anche perché c'erano degli imprenditori che volevano intervenire, ma voi con ostilità avete detto: “Non si modifica”, poi adesso ci si accorge che con delle leggi fatte si creano 10 mila disoccupati nella regione Marche. Per il problema della salute dei cittadini è stata fatta la legge, che adesso bisogna tamponare, altrimenti a fine anno ci saranno diecimila lavoratori a casa. Queste sono le cose, il contrario di come si dovrebbe governare, perlomeno a casa della Lega è così. Il contrario di come si deve governare! Probabilmente ci sbagliamo, ma è difficile, credo che il metodo, l'impostazione data da questa maggioranza sia inaccettabile. Quattro volte sono intervenute delle leggi cosiddette omnibus come questa di oggi con la quale si cambiano anche le regole, per questa maggioranza in un periodo va bene una regola. In uno diverso un’altra, ma santo cielo, sempre il Partito Democratico è.
Credo che questo sia il problema, i cittadini si aspettano un comportamento coerente e delle linee. Voi poi volete fare altre cose? Fatele, modificate i concorsi, anche la Corte dei Conti vi ha detto che non va bene, mica lo dice la Lega, speriamo che la Corte dei Conti una volta intervenga, santo cielo, per far pagare a chi deve. La Corte dei Conti deve intervenire e noi cercheremo di far fare questa cosa, perché è impensabile che succeda. Questi fatti accadono perché non si usa il buonsenso, secondo noi, ed allora sottolineo nuovamente che in quattro anni abbiamo affrontato sempre stesse cose, non è arrivata una legge per aiutare le piccole aziende sul credito, sul lavoro. C'è la registrazione di qualcuno che si è insediato in questa Regione ed ha detto: “Diminuirò il numero dei disoccupati ed aumenterò i posti di lavoro”, cosa ha fatto? Niente, ci sono più disoccupati.
Questi sono i dati per cui credo che non possiamo assolutamente votare questa legge, esprimiamo una forte critica a questo provvedimento perché se si ragionava al momento della presentazione delle leggi oggi non ci sarebbero state queste condizioni, ecco perché prima ho detto che ve la cantate e ve la suonate. Avete sbagliato, correggete, noi vi diciamo di fare quello che volete, però il popolo guarda con attenzione e capisce che a quel consenso bisogna dire basta, basta all'attuale maggioranza, perché i marchigiani devono avere delle risposte diverse, serie, quelle che interessano veramente, come il lavoro ed il credito, una risposta alle piccole imprese ed agli artigiani, che sono la spina dorsale dell'economia di questa nostra regione, e a loro in quattro anni non è arrivato niente. Grazie.

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Intervengo brevemente perché poi interverrò sugli emendamenti che abbiamo presentato.
Come ho detto precedentemente devo mostrare e partecipare all'Assemblea la nostra delusione, anche la frustrazione e il dispiacere, perché le nostre parole in quest'Aula vengono disperse nel vento, di quello che diciamo nulla viene recepito, ed in effetti siamo ancora qui.
In I Commissione abbiamo lavorato un paio di mesi su questa legge di semplificazione, semplificazione è un eufemismo, l'11 marzo l'abbiamo chiusa, è stata licenziata, e poi sono arrivati altri emendamenti, che potevano riguardare quello che era stato emendato in Commissione, invece erano completamente diversi ed illegittimamente portati in Commissione. Per cui abbiamo fatto degli emendamenti, altri che abbiamo discusso ieri, uno è stato discusso stamattina, quindi, permettete che io esprima il dispiacere e la frustrazione per come, dopo 4 anni, questo Consiglio viene relegato da parte della maggioranza ad una funzione di passacarte. Ieri 18 emendamenti in Commissione, quasi nessuno sapeva di cosa trattassero, per cui ci sono state spiegazioni.
In Commissione per protesta non ho votato contro questo metodo che lede la dignità dei Consiglieri e dei Commissari. Accanto alla delusione ed alla frustrazione devo evidenziare al Presidente in quest' Aula che si stanno riprendendo delle pratiche quasi bulgare, da KGB, io avevo un rotolo di carta qui sotto, formato A4, sono arrivati i collaboratori di sala e me lo hanno sequestrato.

PRESIDENTE. Non si possono esporre striscioni.

Giovanni MAGGI. Mi avete visto esporre striscioni? Lo chiedo ai Consiglieri della maggioranza che sono più attendibili di questi della minoranza: avete visto che ho esposto uno striscione? Siamo arrivati a pratiche di censura preventiva? Io non ho detto o fatto niente, avevo solo un rotolo di carta qui sotto!
Era una cosa mia, personale, dei miei appunti personali, nessuno lo ha esposto ed era sotto il banco. Lei, Presidente, ha dato l'ordine di mandare i due collaboratori di sala a sequestrare il mio plico chiuso sotto il banco? Vorrei sapere chi è stato, questa è una pratica bulgara, siamo arrivati ad un gradino successivo?
Vorrei sapere, cortesemente, nel momento in cui sono arrivati i due collaboratori di sala io non ho opposto resistenza, sono un pacifista, ho la forza del ragionamento non dei muscoli, quindi ho consegnato questo tubo di carta, chi ha dato l'ordine di fare questo gesto, che secondo me è molto grave nei confronti di un Consigliere eletto che ha un tubo di carta sotto il banco e gli viene sequestrato.

PRESIDENTE. Consigliere Maggi, io non ero presente in Aula, ho saputo dopo di questa cosa, non c'ero, presiedeva il Presidente Celani. Per caso è stato esposto prima al bar? Sembra di si.
Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente. Non sono stato io, tra l'altro io sono un movimentista, uno che viene dalla sinistra vera, a differenza dei colleghi del Movimento 5 Stelle, quindi sono solidale con la loro lotta.
Detto questo, non faccio un intervento organico perché ci sono state ben 4 relazioni dei Presidenti di Commissione, ci saranno poi gli interventi degli Assessori Cesetti e Casini, forse interverrà il Presidente, ci sarà sicuramente una replica del relatore di maggioranza, quindi, mi limito soltanto ad alcuni aspetti.
Come sempre è stato stimolante l’intervento del Consigliere Bisonni sul trasporto pubblico locale, e poi perché per carità, più che legittimo che da parte vostra si affrontino a 360° le vicende aperte, le ragioni fondanti del nostro agire, dell'istituzione Regione, però siamo in presenza di una legge che non è il bilancio di previsione, né il consuntivo, né il rendiconto, né una variazione di bilancio, né un assestamento, siamo in presenza di alcune modifiche, anche regolamentari, e l'obiettivo è quello della semplificazione se poi non sempre si semplifica è lì semmai che dobbiamo intervenire.
Ho detto che ha fatto bene il Consigliere Bisonni a parlare di trasporto pubblico locale, anche se io sono dell'avviso che oggi è difficile parlarne senza vedere l'insieme dell'organizzazione, dell'infrastrutturazione, della mobilità. Come possiamo parlare di trasporto pubblico locale se dal capoluogo di Regione alla capitale d'Italia abbiamo una ferrovia che a larghissima parte è ad un solo binario, se non abbiamo la velocizzazione della linea adriatica, se la terza corsia dell'autostrada non percorre nemmeno tutta la regione Marche? Detto questo, non significa che non dobbiamo affrontare gli altri aspetti.
Adesso non vedo l'Assessore Sciapicchetti, ma altre volte abbiamo parlato di alcuni interventi che sono stati fatti per migliorare nella nostra regione, ad esempio, la mobilità dalla gomma al ferro, e penso all'elettrificazione della Ascoli Piceno-San Benedetto del Tronto, o gli interventi previsti sulla Civitanova-Macerata-Fabriano, fra l’altro con una scelta politica precisa in quanto si fanno interventi propedeutici per l'intera elettrificazione, non si è scelto il fatto di realizzarne una parte, per capirci, magari Fabriano-Macerata o Civitanova-Macerata, ma interventi propedeutici per il miglioramento dell'intera linea ferroviaria.
Il principio della gara e dell'efficienza è sacrosanto e concordo con il Consigliere Bisonni, il problema vero di questa nostra Regione non è che abbiamo preso più soldi in un settore anziché in un altro, è che fino a non molti anni fa il trasferimento dello Stato, che era anche considerevole, avveniva attraverso un fondo unico e quando dopo il 2010 si è passati ai finanziamenti di settore ci si è accorti che ogni abitante della Regione Marche percepiva 68 euro, rispetto ai 130 della Basilicata, che è al primo posto, ed anche i penultimi rispetto a noi avevano qualcosa come 10, 15 euro in più.
Lì forse occorreva una più forte azione politica, però c'è da dire che il fondo era quello e se le Marche avessero preso di più, avrebbero tolto ad altre Regioni. Su questo intervenne il ministro Delrio che disse che era ora di finirla con quel tipo di trasferimento e si arrivò ai costi standard. Ci sono due decreti pronti, certo, voi potete dire che siamo stati al Governo 5 anni, potevamo perfezionare l'iter, quindi io dal punto di vista politico non sto facendo delle critiche a qualcuno, il ministro Delrio è arrivato lungo, ma è arrivato con questi due decreti, che non sono attuati, io siccome penso che nella bontà anche perché costruiti in modo serio, in un confronto con le organizzazioni sindacali, nella Conferenza Stato-Regioni, con le organizzazioni degli autotrasportatori, quindi con il mondo interessato alla mobilità complessivamente inteso. Penso che il Ministro Toninelli vorrà riprendere in esame, poi, magari modificherà quello che ritiene di cambiare, il tema del trasporto pubblico locale su cui credo si debba procedere su due aspetti, uno è quello delle gare e l'altro quello del giusto compenso che i marchigiani meritano.
Ho detto che non avrei fatto un intervento organico, ma mi ha chiamato in causa il Consigliere Marconi, questa volta in modo laico, anzi, oggi addirittura si è superato perché lui ha una lunga storia nella Democrazia Cristiana, ed ha detto che di fatto è la programmazione che va sempre e comunque privilegiata. Lo dico al Consigliere Marconi in modo amichevole, ho detto in modo laico, perché ricordo che una delle volte in cui abbiamo parlato delle Case del Commiato abbiamo persino parlato di resurrezione, oggi non abbiamo fatto questo tipo di riferimenti, siamo rimasti con i piedi per terra e io faccio questo tipo di ragionamento perché anche qui, come su ogni intervento di carattere legislativo, normativo, amministrativo, occorre trasparenza ed agire sempre alla luce del sole.
In questa legislatura molti di noi hanno espresso un voto, poi con alcuni di voi ci siamo sentiti, che per quanto mi riguarda sono abituato ad esprimere sempre in modo razionale, e forse nell'occasione della regolamentazione, perché eravamo la prima Regione che regolamentava quel settore, era prevalsa un po' di emotività, anche perché ci era arrivata la lettera di un'organizzazione nazionale, di un'associazione delle imprese che operano nel settore delle pompe funebri, che diceva, vi ricorderete, che i Consiglieri regionali delle Marche favorivano, privilegiavano, i palazzinari. Ricorderete questa cosa.
Alcuni noi, non solo perché tutti estranei, ma con maggiore emotività, hanno espresso questo voto, proprio perché nessuno era toccato da questa cosa, per cui abbiamo fatto quel tipo di legge molto rigida, dopodiché ci abbiamo provato, riprovato, il Consigliere Talè è stato il relatore di maggioranza, ed abbiamo affidato ai Comuni la possibilità piena, il potere pieno, di decidere dove realizzare le Case del commiato.
È trascorso più di un anno e di fatto questo ha portato alla paralisi. Parlo in modo molto franco, mentre sono dell'avviso che la sanità deve essere pubblica, servizi come questi possono essere benissimo gestiti dal mercato, però in modo chiaro, trasparente, regolamentato, con l'accessibilità rispetto non al servizio, ci mancherebbe, speriamo sempre che questo servizio non serva mai, purtroppo serve, rispetto alle tariffe dei servizi.
Proprio perché l'obiettivo della legge di fatto non era stato realizzato appieno, perché erano pochissimi i comuni che avevano pianificato e programmato, così come stabilito, indicato e previsto dal Consiglio regionale delle Marche, siamo andati in Commissione, con l’Assessore Pieroni, ed abbiamo fatto un emendamento prevedendo soltanto le zone D e F. C'è stato un bel confronto, il Consigliere Volpini, che è qui accanto a me, Presidente della Commissione, è intervenuto, ha dato anche un bel contributo a ragione il Consigliere Marconi, quindi abbiamo esteso anche alle zone B e C, addirittura A. Oggi ci troviamo un emendamento che esclude le zone A, non sono tra i firmatari, ma sono d'accordo, lo dico apertamente perché le zone A sono i centri storici e quindi vanno esclusi. I correttivi che sono previsti nel regolamento, nella norma, nella legge che andiamo a proporre da un lato tiene insieme le esigenze delle persone che vivono nei centri abitati e delle imprese che accompagnano nel momento più triste, nel momento del dolore, le persone in un servizio che è profondamente rispettoso.
L’ho fatta lunga ma volevo soffermarmi su questo aspetto, perché, ripeto, occorre che ci sia trasparenza. Potrei poi intervenire su altri aspetti, ma visto che ci sono 44 secondi e vorrei non superare il tempo, anche perché l'elenco è lungo, dico soltanto che c'è un emendamento che dovrebbe rimediare ad un errore, che tale non era. Era un contributo, fatemi chiudere con un fatto di cultura, al Comune di Arcevia per la mostra. L'emendamento dice: la descrizione è sostituita dalla seguente “per contributo al Comune di Ancona per la mostra su Bruno d’Arcevia”, non voglio parlare del Comune, anche se ci sono molto legato, perché non è pensabile spostare un contributo da un piccolo comune al capoluogo di Regione, però è giusto farlo se c'è stato un errore, che va riconosciuto, ma bisogna che Assessore al bilancio preveda altri 25 mila euro per compensare il comune che oggi viene penalizzato, altrimenti rimane la macchia che ad un comune interno, montano, delle aree interne, vengano sottratti soldi e concessi ad un comune più grande, invece deve prevalere la collaborazione fra questi comuni per una iniziativa interessante, parliamo di un artista di grande valore come Bruno d’Arcevia, che dovrebbe essere fatta nei due comuni, quindi i 25 mila euro, chi ha fatto l'errore non lo so e non mi interessa, devono essere recuperati. Non aggiungo altro, semmai poi intervengo sugli emendamenti. Per ora mi fermo qui.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. Innanzitutto chiedo l'appello nominale su tutte le votazioni degli articoli e degli emendamenti a nome mio e dei Consiglieri Maggi e Fabbri.
Vorrei ricordare alla maggioranza che ci troviamo a discutere della legge sulla semplificazione normativa, l’aggiornamento delle leggi regionali, che ha come obiettivo non solo le azioni poste in essere per migliorare la qualità formale della normazione o le valutazioni ex ante ed ex post effettuate con specifico riferimento alle analisi condotte, quali azioni di semplificazione dei procedimenti amministrativi, ma anche azioni volte ad accrescere l'utilizzo degli strumenti telematici tra amministrazione e cittadini. Una serie di provvedimenti che doveva essere prevista nella trattazione di questo atto, perché serve in qualche modo a migliorare le leggi che si approvano.
Di fatto, oggi, ci troviamo ad assistere all'ennesimo esempio di come i lavori di questo Consiglio regionale e della Giunta regionale non siano sensibili agli effetti che le leggi hanno sui cittadini.
Innanzitutto, ricordo che l'atto è stato presentato a dicembre e approvato dalla Commissione a marzo, ha avuto il passaggio in tre Commissioni per i rispettivi articoli di competenza ed oggi si arriva in Aula con ulteriori 20 emendamenti che non sono passati in Commissione.
Ringrazio i colleghi della Commissione per la serietà con la quale si è affrontato l'argomento e con la quale si sono sviscerati i singoli articoli, li ringrazio per aver sottoscritto due emendamenti che vanno ad abrogare due disposizioni, passate in III Commissione, se non ricordo male, su argomenti di specifica competenza della Commissione sanità.
Inoltre, ricordo che contestualmente alla presentazione di questo documento, quindi dell'esame in Commissione, dovevano essere trasmesse delle relazioni dagli uffici competenti, per quanto concerne la IV Commissione sanità ne sono arrivate poche e non esaustive, sono arrivate tardi, addirittura dopo che la I Commissione aveva licenziato l'atto, seppur poi successivamente modificato. Non sono arrivate da tutti i servizi interessati e soprattutto, faccio solo un esempio, per il sistema del fascicolo sanitario elettronico ci sono stati forniti 4 dati estemporanei, dai quali si evince che a distanza di più di un anno la struttura dell'Area vasta 1 non è stata in grado di implementare l'inserimento dei referti nel sito specifico, addirittura l'Area vasta 2 non li ha mai inseriti, per cui abbiamo il fascicolo sanitario elettronico, di cui si sente parlare da diversi anni, che non solo non è stato completato, ma in alcune Aree vaste è addirittura inesistente.
Abbiamo di nuovo l'assalto, così chiamato, ai rimborsi delle Commissioni e delle Consulte e viene anche messo in dubbio i rimborsi spese, ad esempio, del Presidente della Consulta della disabilità regionale che, ricordo, è di Ascoli, su una sedia a rotelle e ogni volta che c’è la seduta della Consulta viene a sue spese, paga di propria tasca lo spostamento da e per Ascoli, e noi ancora mettiamo in dubbio un piccolo rimborso spese, rispetto ai milioni di euro che si spendono in maniera inopportuna in questa Regione e mi sorprende che questa proposta sia addirittura inserita nel rapporto 11 del Comitato.
Abbiamo di nuovo messo mano ad alcune disposizioni di legge, che erano state approvate all'unanimità da quest'Aula, con le quali vengono prorogati i termini dell'attuazione della legge, mentre abbiamo diverse leggi che non vengono attuate nella loro completezza. Di fatto abbiamo un esecutivo che non riesce a gestire gli uffici, gli uffici che non rispondono puntualmente alle relazioni e ai report ed abbiamo un Consiglio regionale che non garantisce nemmeno la programmazione e la trattazione di un atto delicato come questo, che dovrebbe, ripeto, modificare formalmente le disposizioni sull'attuazione delle leggi, quindi non intervenire su nuovi capitoli o su nuovi paragrafi o nuovi articoli.
Non è un comportamento serio e dimostra che in 4 anni non c'è stata la sensibilità o la voglia di migliorare, e questa è una critica, non solo della Giunta, ma anche dei colleghi della maggioranza, che sono piuttosto attenti al piccolo contributo del piccolo comune che, per carità, ci può stare, però non si domandano come mai la programmazione di questi atti, la trattazione di questi atti, non venga rispettata, secondo quanto previsto nel regolamento che è una prerogativa di tutela nei confronti dei Consiglieri di maggioranza, non solo di quelli di minoranza, che magari sono un po’ più attenti al regolamento perché poi viene impedito loro di votare, come giustamente ricordava il Consigliere Maggi, consapevole degli atti che vanno a modificare, non dei piccoli aspetti, ma attuazioni importanti che poi si ripercuotono sui cittadini. Sicuramente dopo 4 anni, ci aspettavamo altro, il Consigliere Zaffiri lo ha anche ricordato, sono 4 anni che voi continuate a presentarci queste proposte di legge in maniera irrispettosa del regolamento, dei Consiglieri di minoranza, soprattutto, non rispettando le tutele dei cittadini che magari vorrebbero che si trattassero gli argomenti con ben altre responsabilità.
I nostri emendamenti li abbiamo presentati e proposti in IV Commissione, abbiamo raggiunto l'obiettivo perché ne abbiamo parlato seriamente, abbiamo richiesto la presenza dei dirigenti, che sono venuti con noi e insieme a noi hanno elaborato degli aspetti migliorativi delle leggi, altrettanto non si può dire di altre Commissioni, mi spiace, questa non è sicuramente una colpa dei Presidenti delle Commissioni, però, un'attenzione maggiore alla programmazione e soprattutto la presenza del dirigente di competenza prima di apportare modifiche importanti a settori come quello dell'Arpam e dell'Osservatorio epidemiologico ambientale, andrebbe richiesta, chiamando in causa e collaborando con i servizi.
Questa è una cosa che non andava fatta e io mi auguro che non avvenga mai più, perché non è la prima volta, dopo 4 anni - basta! - questo modo di lavorare non è rispettoso, quindi mi auguro che questa cosa non avvenga più e sono sicura che anche i Consiglieri della maggioranza che fanno parte della IV Commissione hanno il mio stesso sentimento nei confronti di altri Commissioni e di altri lavori. Non è possibile gestire la programmazione e la modifica di alcune leggi così importanti in questo modo, non va bene, quindi mi auguro che questa cosa non accada mai più Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Malaigia.

Marzia MALAIGIA. Grazie Presidente. Allora, se questa è una legge di semplificazione mi sorprendo del fatto che siamo a discuterne da ore, quindi mi immagino quanto semplifichi.
Mi vorrei soffermare soltanto su un punto, sull'articolo 20 octies, che riguarda in particolare l'eliminazione del certificato medico a scuola per assenze superiori ai 5 giorni. Qui si legge che la semplificazione è in materia di tutela della salute in ambito scolastico. Adesso mi chiedo: tutela della salute di chi? Di alcuni e non di tutti, mi sembra un pochino un controsenso perché se andiamo ad eliminare il certificato medico dopo assenze di 5 giorni, non abbiamo la sicurezza che gli alunni che tornano a scuola siano completamente sani, siccome in questa Regione c'è stata molta attenzione per quanto riguarda gli immunodepressi e la salute degli insegnanti, penso ad esempio alle insegnanti in stato di gravidanza, come facciamo a tutelare la salute senza una certificazione che attesti che il bambino che torna a scuola sia sano e non affetto da patologie trasmissibili?
Mi riferisco non tanto alle malattie esantematiche, ma a patologie, adesso non voglio entrare in un campo che non è di mia competenza, però, per esperienza diretta, so benissimo che molto spesso tornano a scuola bambini non solo raffreddati o con linee di febbre, ma con patologie non facilmente individuabili, ad esempio, mononucleosi, oppure patologie come dermatiti o parassitosi.
In assenza di un certificato come viene tutelata la salute degli altri alunni e degli operatori della scuola? La mia domanda è questa. Il Presidente della IV Commissione Consigliere Volpini si riferiva, per esempio, ad assenze dovute a gite o settimane bianche, ricordo che negli istituti scolastici, qualora i genitori debbano intraprendere un viaggio, debbono preventivamente informare la direzione didattica o la Presidenza di questo viaggio in modo che al rientro non venga loro richiesto il certificato medico, ossia se una persona o una famiglia si deve assentare per una settimana o 10 giorni deve informare, quindi non è richiesto, in quel caso il certificato medico, ma in mancanza di una giustificazione preventiva il certificato medico, penso che sia sempre da richiedere a tutela della salute, di chi sta nella scuola e quindi gli immunodepressi debbono essere tutelati da ogni tipo di patologia e se altre Regioni hanno eliminato questa certificazione, io adesso non lo so, penso che sia sempre meglio prendere esempio da chi tutela in maniera a 360°, piuttosto, da chi per non una semplificazione burocratica, va a buttare via quel poco di buono che magari veramente è a favore della salute di tutti gli operatori della scuola e degli alunni, perché una insegnante, ad esempio, in stato di gravidanza che debba toccare oggetti, quaderni e stare a contatto diretto con alunni febbricitanti o che hanno delle dermatiti o parassitoidi non penso che sia tutelata al massimo. Ecco volevo esprimere questa mia perplessità riguardo a questa “semplificazione” che però va contro la tutela della salute. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Interverrò brevemente, sia perché interverrò poi puntualmente su alcuni emendamenti che ho presentato, sia perché nella discussione che si è svolta fino adesso mi sembra che siano stati ben messe in luce alcune forti perplessità e criticità rispetto a questa proposta di legge che qui contiene tutte le leggi che vengono modificate con questa legge di semplificazione, come viene chiamata, che io però reputo a differenza di qualche intervento di chi mi ha preceduto, che sia assolutamente una omnibus, proprio per l'ampiezza di norme che va a toccare per anche il meccanismo con cui ci si è arrivati.
E’ indubbio che questa modalità, ormai non nuova a tutte le assise politiche, sia in qualche modo una scorciatoia sia per risistemare alcune norme che, oggettivamente, necessitano di un adeguamento normativo rispetto magari a materie sovranazionali intercorse, quindi, un'accelerata rispetto ad un percorso comunque lungo all'interno dei canali tradizionali, attraverso i passaggi nella Commissione, ma è altrettanto vero e lo vedremo e l’abbiamo visto anche negli anni passati, che a volte questa scorciatoia sembra aprire ad altro.
È giusto, com'è stato ricordato da qualcuno prima di me, correggere degli errori, laddove ci sono, e devo dire su questo sono stata anch'io fautrice di alcuni emendamenti e di alcune proposte. Lo ha ricordato uno dei relatori, rispetto ad esempio ad una proposta introdotta dopo che avevo presentato un emendamento al regolamento che non era stato reputato in quella fattispecie corretto, ma essendo condiviso, ha trovato una strada più veloce all'interno della omnibus, sono giusti, certamente alcuni interventi inseriti, mi viene in mente, ad esempio, la legge forestale la tutela sugli alberi secolari, o sui boschi, ma ogni anno o quasi torniamo a metterci mano, quando forse sarebbe il caso di fare una normativa organica, anche qui, alcune perplessità io vorrei comunque evidenziarle perché, ad esempio, al comma 6, che modifica il comma 5, non sappiamo poi chi andrà ad autorizzare il taglio dei boschi nei siti ‘Natura 2000’, oppure la tutela della potatura di alcuni alberi secolari lo abbiamo visto anche recentemente sulla stampa, io conosco personalmente una persona che fa proprio queste potature, arrampicandosi dentro, quindi, in una maniera di totale amore per gli alberi e abbiamo visto delle foto di scempi, c'è un libro che raccoglie le immagini, la storia degli alberi secolari marchigiani, viste con le foto delle potature, che sono in mano, fondamentalmente ai comuni e spesso non si avvalgono, se non del prezzo minore, quando fanno una gara ci troviamo spesso con un patrimonio, perché quello è un patrimonio marchigiano, deturpato e distrutto per sempre. Quindi, a volte, forse varrebbe la pena di non fare una modifica veloce alla ‘omnibus’, ma di fare una riforma strutturale su alcune materie che reputo siano molto importanti.
Sono lieta che la Commissione sanità di cui faccio parte abbia accolto e quindi sia stata poi inserita una proposta proprio per consentire, trovare un percorso a dei progetti per l'inserimento dei trattamenti osteopatici nell'ambito delle discipline ospedaliere, perché sappiamo che ci sono esperienze, ad esempio con i bambini al Meyer o in altre situazioni in cui questi trattamenti sono assolutamente di aiuto soprattutto in determinate particolari difficoltà proprio dei più piccoli e quindi offrire un’opportunità, visto che ancora la norma nazionale non è riuscita a fare questi percorsi corretti per poter anche garantire un qualche cosa di utile al benessere di chi sta male, poterlo inserire in questo modo può essere certamente, un aiuto ai pazienti e soprattutto ai piccoli pazienti, marchigiani.
Su altre norme che sono inserite ho proposto degli emendamenti o migliorativi per quanto ovviamente reputo personalmente o abrogativi o di cambiamento laddove reputo invece che queste norme non siano corrette, un principio certamente dovrebbe essere valido ed è quello che certe norme non possono essere tirate per la giacchetta per essere adeguati a determinate volontà.
Reputo che non sia corretto farlo non sia la strada più corretta e purtroppo questo strumento dell'omnibus a volte in questo senso viene a parer mio, abusato.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Pieroni.

Moreno PIERONI. Grazie Presidente. Il mio sarà un intervento breve, anche per seguire un po' l'indicazione di tanti Consiglieri che sono già intervenuti e che comunque hanno ribadito che è vero che le norme inserite, tutti gli articoli e gli emendamenti inseriti all'interno di questa legge di semplificazione sicuramente sono tantissimi, ma vanno incontro anche alla semplificazione di tante leggi che durante questi anni sono state fatte e che magari oggi abbisognano di essere inquadrate ed inserite in un contesto diverso
E’ chiaro che alcune leggi che all'epoca sono state fatte oggi vengono riviste e secondo me in maniera anche giusta e con un'onestà intellettuale forte da parte dei propositori, perché chiaramente, ritorno su alcune questioni che all'epoca erano viste in numeri diversa.
Allora io credo che questa legge di semplificazione, su cui la Commissione ha lavorato per circa due mesi, ma che è stata elaborata dagli uffici in maniera molto articolata, sono quasi tutte normative per il 95% molto tecniche, credo che sia una legge di semplificazione, dove abbiamo riportato le giuste attenzioni per dare le giuste risposte ai cittadini.
Io credo che anche nell'intervento del Consigliere Zaffiri, seppur con tutta una serie di annotazioni in alcuni casi anche negative, si possa percepire con grande chiarezza quanto siano state riportate una serie di legittimi passaggi in questa legge di semplificazione e poi io credo che i cittadini, Consigliere Zaffiri, guardano noi, ma guardano anche voi dell'opposizione in maniera molto chiara, guardano anche quello che proponete, le proposte di legge che avete fatto in questi 4 anni di legislatura, guardano che, al di là delle solite continue critiche siete stati anche costruttivi e avete portato un contributo fattivo, e credo che poi i cittadini sapranno anche riconoscere chi in questi anni, ha soltanto urlato, criticato e cercato di smontare tutto e con chi perlomeno si è impegnato per cercare di dare risposte ai marchigiani.
Quindi è chiaro che non è oggi il momento opportuno, ma sicuramente ci sarà e guardate che le poi alle regionali non arriva Salvini a salvarvi molto probabilmente, vedremo quello che accadrà da qui a qualche ora qualche periodo, quindi chiaramente io sono fortemente interessato a questa legge di semplificazione perché ritengo che sia veramente il giusto messaggio per dare risposte a tutti i settori delle realtà marchigiane, e anzi auspico che possa essere approvata e spero che sia approvata con l'unanimità di tutti i Consiglieri e di tutti i gruppi sia di maggioranza che di opposizione.

PRESIDENTE. Allora, a questo punto dovremmo votare, a norma di regolamento, la proposta di risoluzione che è stata presentata dai Consiglieri Fabbri, Giorgini, Maggi, Pergolesi e Zaffiri. Non c'è discussione è stata già illustrata … un emendamento? Non sospendiamo la seduta, rimaniamo qui in sala perché c’è tanto da fare, allora, la consideriamo sostanzialmente ritirata e, se siete d'accordo propongo di andare avanti con gli articoli.
Articolo 01
Emendamento 01/1 a firma della I Commissione. Ha la parola la Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. Una cortesia, visto che gli emendamenti giunti in ultimo sono un po’ last minute, se per favore li potete illustrare. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giacinti.

Francesco GIACINTI. Questo emendamento è stato presentato per far sì che ai dipendenti dell'Autorità di bacino venga riconosciuta un istituto contrattuale, ne erano esclusi in quanto erano considerati non regionali, con questo emendamento, rendiamo possibile il riconoscimento di questa indennità, di questo istituto, per uniformarli a tutti i dipendenti regionali, poiché di fatto effettivamente svolgono questa attività. Quelli sono è una questione che ci è sembrata opportuno riconoscere per far si che tutti avessero lo stesso trattamento. Questo è il motivo.

PRESIDENTE. Emendamento 01/1. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Biancani, Bora, Busilacchi, Casini, Celani, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Marcozzi, Mastrovincenzo, Minardi, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati.
Contrari: Giorgini, Maggi, Malaigia, Pergolesi, Zaffiri, Zura Puntaroni.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 1. Lo pongo in votazione.
Emendamento 1/1 a firma del Consigliere Giorgini, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Peppino GIORGINI. Sono sempre dell'idea che per trattare questa legge occorreva un Consiglio apposito.
Qualche mese fa ho presentato un emendamento che prevedeva quello che viene riportato nell'articolo 1. Secondo la mia visione della problematica, ho incontrato gli allevatori e mi hanno spiegato bene quali erano le esigenze, abbiamo fatto un emendamento e ad un paio di mesi dalla presentazione in Commissione è arrivato un altro emendamento che è proprio questo, presentato e corretto, e, secondo il mio parere, è iniquo, non è congruo a quella che dovrebbe essere l'esigenza degli allevatori e vi spiego perché.
La norma scritta all'articolo 1 lascia fuori i comuni in zone non classificate montane e quelle fuori dai vincoli del regolamento UE n. 1305/2013. Quindi, lascia fuori parecchi comuni, adesso vi dirò quali, soprattutto del cratere. Se questa norma venisse approvata creerebbe delle forti discriminazioni territoriali in molti comuni del cratere, che sono proprio …, mi faccia parlare, non c'entra niente il cratere, questa è stata fatta proprio per le zone del cratere, è stata fatta proprio per le esigenze …, si l’ha presentata due mesi e mezzo dopo quella che ho presentato io, il Presidente Biancani lo sa, ne abbiamo parlato in Commissione, l’ha presentata esattamente uguale, ma non l’ha saputa fare perché l’ho dovuta correggere ed emendare in Commissione, non andiamo su questo perché io non le faccio sconti, Assessore!
Questa norma così com'è potrebbe creare forti discriminazioni territoriali a molti comuni del cratere, che sono quelli che ne hanno più bisogno, in quanto il territorio non ha i requisiti richiesti, cioè essere classificato come zona montana o avere requisiti di vincoli naturali significativi.
Se guardiamo la lista dei comuni montani non inseriti nel cratere ci accorgiamo che questa legge va a beneficio di molti comuni, ad esempio, della provincia di Pesaro e anche di Macerata, lasciando fuori ben venti comuni che fanno parte del cratere sismico e vi dico i nomi: Montedinove, Gualdo, Sant’Angelo in Pontano, Apiro, Appignano del Tronto, parte di Ascoli Piceno, Belforte del Chienti, Castelraimondo, Castignano, Cingoli, Colmurano, Gagliole, Loro Piceno, Matelica, Monte San Martino, Montelparo, Poggio San Vicino, Ripe San Ginesio, San Severino Marche, parte di Tolentino, questi non sono classificati come comuni montani, quindi questa norma non è applicabile in questi comuni.
C'è poi anche un problema di natura logistica, perché nell'emendamento si parla solo di ricoveri animali, allora, voi mi dovete spiegare a me che sono un allevatore, che ricovero gli animali dentro la stalla, se il trattore e gli attrezzi li butto giù dalla rupe, perché in questa norma non si prevedono. In quello che ho scritto io si prevede solo per le strutture agricole oltre i ricoveri per gli animali, i fienili, i ricoveri per attrezzi e macchinari. Quindi i due emendamenti che ho presentato vanno a normare questa situazione perché gli allevatori hanno bisogno, è vero, del ricovero per gli animali, ma anche di strutture dove mettere il trattore, gli attrezzi, e questa norma non le prevede. Ecco perché ho presentato due emendamenti che in pratica vanno a completare l'articolo 1. Chiaramente così com’è noi non lo voteremo, con gli emendamenti che ho presentato, se verranno approvati, la norma sarà giusta ed utile per le zone del cratere. Grazie.

PRESIDENTE. Ci sono tantissimi emendamenti, chiedo ai Consiglieri di rispettare tassativamente il tempo previsto per l'illustrazione, sennò sforiamo e andiamo a tempi biblici.
Emendamento 1/1. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Bisonni, Fabbri, Giorgini, Leonardi, Maggi, Malaigia, Marcozzi, Pergolesi, Zaffiri, Zura Puntaroni.
Contrari: Biancani, Bora, Busilacchi, Casini, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Minardi, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini.
Astenuti: Celani.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Emendamento 1/2 a firma del Consigliere Giorgini. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Bisonni, Fabbri, Giorgini, Leonardi, Maggi, Malaigia, Marcozzi, Pergolesi, Zaffiri, Zura Puntaroni.
Contrari: Biancani, Bora, Busilacchi, Casini, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Minardi, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini.
Astenuti: Celani.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Articolo 1. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Biancani, Bora, Busilacchi, Casini, Celani, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Leonardi, Malaigia, Marconi, Mastrovincenzo, Minardi, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini, Zaffiri.
Contrari: Bisonni, Fabbri, Giorgini, Maggi, Marcozzi, Pergolesi.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 1 bis. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Biancani, Bora, Busilacchi, Casini, Celani, Ceriscioli, Cesetti, Fabbri, Giacinti, Giancarli, Giorgini, Leonardi, Maggi, Marconi, Mastrovincenzo, Minardi, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini, Zaffiri, Zura Puntaroni.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Biancani, Bora, Busilacchi, Casini, Celani, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Minardi, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Fabbri, Giorgini, Maggi, Pergolesi.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 2 bis.
Emendamento 2 bis/1 a firma della I Commissione. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Bora, Casini, Celani, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Leonardi, Malaigia, Marconi, Mastrovincenzo, Minardi, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati, Zaffiri, Zura Puntaroni.
Contrari: Bisonni, Busilacchi, Fabbri, Giorgini, Maggi, Pergolesi.
Astenuti: Biancani, Volpini.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 2 bis, così come emendato. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Biancani, Bora, Casini, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Leonardi, Malaigia, Marconi, Mastrovincenzo, Minardi, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini, Zaffiri, Zura Puntaroni.
Contrari: Bisonni, Busilacchi, Fabbri, Giorgini, Maggi, Pergolesi.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Biancani, Bora, Busilacchi, Casini, Celani, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Leonardi, Malaigia, Marconi, Mastrovincenzo, Minardi, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini, Zaffiri, Zura Puntaroni.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Fabbri, Giorgini, Maggi, Pergolesi.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Biancani, Bora, Busilacchi, Casini, Celani, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Minardi, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Fabbri, Giorgini, Maggi, Pergolesi.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 4 bis. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Bora, Busilacchi, Casini, Celani, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Leonardi, Marconi, Mastrovincenzo, Minardi, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Fabbri, Giorgini, Maggi, Pergolesi.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 4 ter.
Emendamento 4 ter/1 a firma della I Commissione, ha la parola il Consigliere Giacinti.

Francesco GIACINTI. Questo emendamento si è reso necessario per semplificare l'iter procedurale per l'assegnazione e l'erogazione dei contributi, il tema è la legge sulla promozione sociale dei cittadini invalidi, mutilati e disabili, per semplificare l'iter, visto e considerato che la norma definisce le percentuali per gli stanziamenti, si elimina il passaggio in Consiglio e lo si lascia in capo alla Giunta per agevolare e rendere tempestivo il completamento dell'iter che porta alla distribuzione delle risorse, peraltro, già nella legge e nel programma annuale sono stabilite come vanno allocate.

PRESIDENTE. Emendamento 4 ter/1. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Biancani, Bora, Busilacchi, Celani, Ceriscioli, Giacinti, Leonardi, Malaigia, Marconi, Mastrovincenzo, Minardi, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati, Zaffiri, Zura Puntaroni.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 5. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Biancani, Bora, Busilacchi, Casini, Celani, Ceriscioli, Cesetti, Fabbri, Giacinti, Giancarli, Giorgini, Leonardi, Maggi, Malaigia, Mastrovincenzo, Minardi, Pergolesi, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati, Zaffiri, Zura Puntaroni.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 5 bis.
Emendamento 5 bis/1 a firma dei Consiglieri Pergolesi, Volpini, Giancarli, Leonardi, Fabbri, Maggi, Busilacchi. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Biancani, Bisonni, Bora, Busilacchi, Casini, Celani, Ceriscioli, Cesetti, Fabbri, Giacinti, Giancarli, Giorgini, Leonardi, Maggi, Malaigia, Marconi, Mastrovincenzo, Minardi, Pergolesi, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini, Zaffiri, Zura Puntaroni.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

PRESIDENTE. Essendo stato approvato questo emendamento, decadono gli emendamenti 22/1 e 22/2.

Emendamento 5 bis/2 a firma del Consigliere Giorgini. Ritirato.

Emendamento 5 bis/3 a firma dei Consiglieri Giorgini, Fabbri, Pergolesi, Maggi. Ritirato.

Articolo 6.
Emendamento 6/1 a firma della I Commissione. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Biancani, Bora, Busilacchi, Casini, Celani, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Minardi, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini, Zaffiri.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Bisonni, Giorgini, Maggi, Pergolesi.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 6, così come emendato. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Biancani, Bora, Busilacchi, Casini, Celani, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Minardi, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini.
Contrari: Bisonni.
Astenuti: Fabbri, Giorgini, Maggi, Pergolesi.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 6 bis. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Biancani, Bisonni, Bora, Busilacchi, Casini, Ceriscioli, Cesetti, Fabbri, Giacinti, Giancarli, Giorgini, Leonardi, Malaigia, Marconi, Mastrovincenzo, Minardi, Pergolesi, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini, Zaffiri, Zura Puntaroni.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 6 ter (articolo aggiuntivo).
Emendamento 6 ter/1 a firma della I Commissione. Ha la parola il Consigliere Giacinti.

Francesco GIACINTI. E’ una modifica per far sì che in tema di autorizzazioni e vigilanza relative all'abbattimento di piante di ulivo, funzioni mai trasferite ai Comuni, quindi non hanno personale e risorse, si eliminino quelle parole che attribuivano ai Comuni queste funzioni, che restano in capo alla Regione. Questo è un esempio classico di semplificazione, visto che ne abbiamo sentite di tutti i colori su questo tema.

PRESIDENTE. Emendamento 6 ter/1. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Biancani, Bora, Busilacchi, Casini, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Malaigia, Marconi, Mastrovincenzo, Minardi, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini, Zaffiri.
Contrari: Celani.
Astenuti: Pergolesi.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 7.
Emendamento 7/1 a firma del Consigliere Maggi, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Giovanni MAGGI. Questo è quello a cui ha accennato il Presidente della I Commissione Giacinti, la transazione non spetta più al potere politico, alla Giunta, ma ai dirigenti. Io ho manifestato molte perplessità su questo articolo.
Molte volte accade che anziché guardare l'aspetto finanziario, il quantum, si guarda all'opportunità politica, per cui il politico, e quindi la Giunta, può decidere di transare o di non transare nel momento in cui l'aspetto politico è più importante del quantum, cioè dell'esborso nella controversia giudiziaria.
Perché dare al dirigente la facoltà di non andare in causa o di transare una controversia? Secondo me questa deve essere una prerogativa della politica, perché il dirigente andrà, sempre per salvarsi, questa è una mia opinione, in causa in quanto la sentenza gli toglie qualunque responsabilità, invece, il politico può fare valutazioni diverse che il dirigente non fa.
A me sembra che la discrezionalità se transare o meno non sia solo una questione del quantum della controversia, ma sia una valutazione politica, che molto spesso è più importante nei confronti dell'opinione pubblica, nei confronti di chi ci ha eletto. Questo è quanto, a me sembra una questione che possa essere esaminata anche dalla maggioranza in questo senso.

PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. Io giudico questa posizione, ma non per cattiveria, come epoca, neanche da prima Repubblica, quando i Sindaci firmavano loro gli atti, noi abbiamo una linea di confine netta fra la politica e la gestione, i fatti che vengono contestati in questi giorni in Umbria, è proprio lo sconfinamento, è la politica che va a fare il lavoro del dirigente.
Quindi immaginate un'opera pubblica che finisce in un contenzioso e c’è da fare la transazione, la gara giustamente la fa il dirigente, la direzione lavori il dirigente, le carte il dirigente, chi fa la transazione? La politica. Ma vi sembra una cosa possibile che con un atto politico si decida che tu devi prendere 15 milioni perché è meglio rispetto al contenzioso? Con un atto politico? Che ha di politico quest’atto? Come si fa a valutare? Alla fine di questa azione ci sono soldi che si danno in mano a un'impresa, vi sembra una scelta politica?
Si fa di tutto per separare le funzioni, e in un oggetto estremamente complesso in termini di valutazione - perché sta dentro un processo amministrativo, dove la politica sta fuori, perché noi stiamo fuori da quell'ambito, si fa di tutto per non entrarci - c'è una transazione da fare e l'atto è politico?
L'atto politico sarebbe questo: arriva la relazione di un tecnico che dice “conviene transare, non conviene transare” e la nostra decisione si baserebbe su: “Cosa dice il tecnico? Conviene transare”, “Cosa dice il tecnico? Non conviene transare”, ma qual è la scelta politica?
Non c’è scelta politica in questo, ma non ci deve essere, è un anacronismo che era nel nostro ordinamento, che in comuni evoluti, come quello in cui sono stato io, era stato eliminato da anni, dove questa parte veniva lasciata: andare in giudizio, non andare in giudizio, transare, non transare, al tecnico, proprio per quella linea di confine che sta fra la politica e i soggetti privati nell'atto cui tu devi decidere.
Siccome da questo punto di vista mi ritengo particolarmente rigoroso, trovo che sia giusto correggere questa anomalia, perché voglio fare il mio lavoro, non voglio fare quello degli altri, non voglio impicciarmi, voglio che questa riga rimanga, ecco perché ritengo sia doveroso fare questo cambiamento, riportando la materia laddove sviluppa tutta la sua azione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Non voglio intervenire ad adiuvandum del Presidente, però mi sento in dovere, da un punto di vista dell’onestà intellettuale, di far capire a questo consesso che le due cose sono completamente diverse e separate. Se c'è il dirigente che firma un contratto, se c'è il dirigente che gestisce tutta un'operazione, un rapporto fra la pubblica amministrazione e ad esempio il privato, ma potrebbe essere benissimo un ente pubblico, è naturale che deve continuare a gestire il procedimento fino alla fine, non può essere la politica che dà un giudizio di congruità su una transazione, su una vertenza. E' assurda una cosa del genere!
Chi ha esperienza di amministrazione in un comune, non dico capoluogo di provincia, ma abbastanza importante, sa che questa prassi si applica da sempre, da quando c’è stata la riforma Bassanini, non può essere la politica a prendersi la responsabilità di giudicare la congruità, perché la politica non ha nemmeno le professionalità, le capacità per poterlo fare, quindi è il dirigente che magari si fa coadiuvare dall'ufficio legale interno, oppure esterno, per dare un giudizio di congruità in un documento istruttorio per poi procedere all'atto.
La politica entra nel momento in cui dovrà imputare la spesa nel capitolo di bilancio e altro, riconoscendo il documento istruttorio che ha fatto il legale, il dirigente dell'ente che decide sulla congruità o meno della transazione.
Non è possibile che un Sindaco, un Presidente di Regione vada a dire se è giusto transare o meno, con quale esperienza e con quali documenti istruttori? Condivido queste preoccupazioni, è un'ingerenza fortissima della politica in un atto dove la politica non c'entra assolutamente nulla, perché deve soltanto programmare e vigilare.

PRESIDENTE. Emendamento 7/1. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Biancani, Bora, Busilacchi, Celani, Ceriscioli, Cesetti, Fabbri, Giacinti, Giorgini, Maggi, Marconi, Mastrovincenzo, Minardi, Pergolesi, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

PRESIDENTE. La votazione non è chiusa!

(dissenso in Aula)

PRESIDENTE. La votazione non è chiusa, io non ho detto di chiuderla!

(dissenso in Aula)

PRESIDENTE. La votazione non è chiusa!

(dissenso in Aula)

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giacinti.

Francesco GIACINTI. E’ chiaro che è stato un equivoco, Presidente, e qui siamo tutte persone oneste, chiedo una sospensione di un minuto per presentare un altro emendamento necessario.
La Commissione chiede una sospensione per un emendamento che si rende necessario a questo punto, posso, Presidente?

PRESIDENTE. La Commissione lo può fare, la Commissione può. Consigliera Pergolesi spenga il telefonino, in Aula non si possono fare riprese.

(n.d.r. In Aula avvengono contestazioni in merito all'esito delIa votazione per un eventuale suo annullamento e ripetizione. Abbandonano l'Aula i Consiglieri appartenenti allo schieramento politico delle minoranze, eccezion fatta per i Consiglieri Bisonni, Celani, Leonardi)

PRESIDENTE. La seduta è sospesa.

La seduta è sospesa alle ore 17,30

La seduta riprende alle ore 17,40

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Questo caso credo che sia abbastanza sintomatico perché mi pare che tutta l'Aula sia incorsa in un equivoco.
Capisco che diventa difficile una volta che il voto è espresso, però, poiché il regolamento parla di espressione della volontà dell'Aula, ci possono essere casi in cui la volontà dell'Aula, in seguito a questi equivoci, soprattutto quando ci sono questo genere di cose.

PRESIDENTE. La volontà era chiara, però il voto è stato espresso, io pure erroneamente ho detto che la votazione non era stata chiusa, invece mi hanno confermato che l'ho detto.
Ha la parola l’Assessore Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Se i colleghi del Movimento 5 Stelle vogliono tornare quindi non abbandonare l'Aula in modo del tutto immotivate e strumentale, c'è un modo per recuperare quello che giustamente ha detto il Presidente, che ci ha spiegato bene, ed anche le osservazioni che fanno loro perché - qui il Consigliere Giacinti mi potrà seguire essendo un commercialista - la transazione, leggo testualmente l'articolo 1965 del Codice Civile, è il contratto con il quale le parti, facendosi reciproche concessioni, pongono fine ad una lite già cominciata o prevengono una lite che può sorgere tra di loro, se la transazione è un contratto, la competenza a stipulare contratti nella pubblica amministrazione è una competenza dirigenziale, perché è un atto tipico di gestione, non può essere competenza della politica. Questo è. Quindi, come si può recuperare? Dice il secondo comma dell’articolo 1965: con le reciproche concessioni si possono creare, modificare o estinguere anche rapporti diversi da quello che ha formato oggetto della pretesa e della contestazione delle parti.
Questo secondo comma non può essere, a mio avviso, una competenza dirigenziale, perché significa attribuire al dirigente un potere altro rispetto a quel contratto, una concessione altra che è pura competenza politica.
Così pure, secondo me, e qui hanno ragione i componenti del Movimento 5 Stelle, quando nella disposizione togliamo dalla competenza della Giunta, Presidente Giacinti, la rinuncia, che deve restare nella competenza della Giunta, perché la rinuncia non è un contratto, è atto dispositivo del diritto, che, come tale, è una competenza politica, come quello di intraprendere, perché io rinuncio a una lite, che e è un atto che vale tanto quanto la promozione della lite stessa. Se pertanto, promuovere una lite è di competenza della Giunta, la rinuncia è di competenza della Giunta, perché è atto dispositivo del diritto, cosa diversa invece è la transazione, appunto, che è un contratto con il quale si decide di porre fine a una lite tra le parti insorta in virtù di che cosa? Di un contratto iniziale che ha posto in essere un dirigente, quindi è semplice, quindi per me si può recuperare la parte del voto con un emendamento che sostanzialmente lascia inalterata la vecchia norma, però, anziché eliminare le parole “rinunce e transazioni” elimina dalla competenza della Giunta la transazione, limitatamente al comma secondo del 1965 del Codice Civile.
Chiedo lumi anche agli uffici.

PRESIDENTE. La proposta è: andiamo avanti con la discussione e l’emendamento dell’Assessore Cesetti lo inseriamo nel corso dei prossimi articoli.
Ha la parola la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Chiedo un supporto tecnico per capire e lasciare traccia di come un articolo che è stato cassato da una votazione, quindi non ha più nessun tipo di appiglio, perché quell'articolo non c'è più, possa essere nuovamente attraverso sub-emendamenti o emendamenti discusso in quest'Aula? Quell’articolo non c'è più che cosa sub-emendiamo? Non si può sub-emendare la legge, perché è stata una votazione che ha chiuso la partita dell'articolo 7.
Quindi, reputo, e mi spiegherete se è così o meno, che su questo articolo non ci possa più essere alcun tipo di integrazione, emendamento, sub-emendamento, discussione perché l'Aula si è espressa abrogandolo, quindi quell'appiglio normativo in questa proposta di legge non c'è più, come facciamo a collegarci? Facendo i salti mortali, non credo che sia la strada corretta.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Mi associo a quello che ha detto la Consigliera Leonardi, nel senso che l’emendamento precedente ha soppresso l'articolo 7 di questa proposta di legge, quindi non esiste più.
Penso che gli emendamenti 7/2 e il sub-emendamento al 7/2, non esistendo più l'articolo 7, perché soppresso, decadono, come tutti gli emendamenti e sub-emendamenti all'articolo 7, che non c'è più.
Aggiungo che, vista la delicatezza della questione, che tutti quanti conosciamo, sarebbe bene che ci sia il massimo rigore nell'interpretazione di questa norma.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Ho ascoltato con attenzione l'Assessore Cesetti, ma debbo dire che ho ascoltato anche con attenzione il Presidente Ceriscioli, che ha fatto un ragionamento sulle transazioni. Presidente, quando ho sentito “verde” non ho partecipato al voto e con me anche il Consigliere Volpini, quindi io non ho votato l'emendamento del Movimento 5 Stelle, ma non perché ho pregiudizi nei confronti del Movimento 5 Stelle, ma perché quello che ha detto il Presidente con quello che c'era scritto era in contrasto netto.
Detto questo, credo che ormai dovremmo prendere atto della votazione. Tra l'altro mi dispiace perché in un momento anche di scontro, se volete, dove sono convinto che noi siamo dalla parte della ragione, mi sarebbe piaciuto che tutti avessero partecipato alla discussione, al confronto, poi ognuno vota come crede, chi contro e chi a favore. Sono stato una sera a Ripe in un'Assemblea pubblica, era un venerdì, c’era il Presidente del Consiglio Solazzi, ed abbiamo deciso di presentare una proposta di legge, il lunedì mattina è andata in Commissione e il martedì in Aula. Quindi, in tre giorni si fa una legge, però, oggi, credo che dobbiamo prendere atto.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Grazie, Presidente. Questi sono errori materiali che capitano, però credo che oggi dobbiamo essere particolarmente attenti, Vicepresidente Celani.
Le parole dell’Assessore Cesetti mi hanno convinto nel merito, così come mi aveva convinto il Presidente Ceriscioli, tanto che ho pensato di aver votato quello che aveva detto, però, oramai, di questo voto c’è traccia.
Personalmente credo che trovare una forma di recupero sia un errore, ritengo che sia meglio aspettare 6 mesi, Questo a titolo personale lo dico.
Sul tema delle rinunce e delle transazioni abbiamo un voto materiale dell'Aula, però l'emendamento 7/2, agganciato all'articolo 7, interviene in un argomento differente da quello delle rinunce e transazioni, su questo la Commissione potrebbe riunirsi per formulare un articolo 7 bis, senza che questo pregiudichi sul piano sostanziale e formale quello che abbiamo votato, mentre sulla parte precedente, quella delle rinunce e transazioni, mi pare che sia più conveniente uscirne in modo dignitoso.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Solo per riformulare alcune domande ed avere chiarezza sulla procedura. Comunque sia, sembra evidente a tutti che in un contesto diverso, magari, qualche decennio fa, qualcuno avrebbe ragionato con molta serenità ed avrebbe preso atto del fatto che il titolo della votazione è stato evidentemente confuso, lo dico perché rimanga agli atti, se ci fosse stata una votazione 16 contro 14, forse si poteva pensare che si era ragionato sul merito, ma quando tutta la maggioranza ha votato “verde” non ha capito che stava votando un emendamento e non l’articolo. Questo è chiarissimo, il fatto che tutti abbiano votato “verde” dice che c’è stato questo tipo di confusione, che magari dovrebbe essere ripresa benevolmente dalle minoranze, forse fra un anno e mezzo potrebbero trovarsi nella condizione opposta a quella attuale e dover ripetere la stessa cosa, magari su un atto molto più grave di questo, in termini di scadenza.
Non so, Presidente, se c'è qualche transazione che deve essere chiusa domani o dopodomani, ma faccio una domanda, come pure ha detto adesso il collega, la Commissione può presentare un emendamento ed inserire non l'articolo 7 bis, ma il 22 bis, per cui leviamo pure il numero 7? Magari nel frattempo abbiamo saputo che a Recanati per un fatto del genere “serve introdurre questa norma”, quindi nel corso della seduta ci fermiamo e diciamo: “Salviamo il salvabile e introduciamo l'articolo 22 bis”, questa procedura è possibile e non c'entra niente il fatto del 7 bis.
Un problema potrebbe nascere se il 22 bis riproduce per intero l'articolo abrogato, ma se non lo fa, come è stato annunciato dall’Assessore Cesetti, perché toglie una parola, di due ne lascia una, quindi è una novella completamente diversa da quella che è stata presentata, io non mi sentirei in difficoltà a proporre un emendamento in questi termini.
L'ultima cosa, quarto argomento, se noi ci trovassimo di fronte al caso di una legge non approvata, che può essere benissimo ripresentata fra 10 giorni, tanto vale farla oggi. Questo mi pare ancora più evidente perché siamo semplicemente di fronte a un puro errore materiale e creare un caso politico è veramente avvilente.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Urbinati.

Fabio URBINATI. Mi rivolgo un attimo all'Avvocato Cesetti, non all'Assessore Cesetti, come si dice in Tribunale quando c'è una questione tecnica? C’è una definizione particolare - io non conosco il linguaggio di un'aula di Tribunale - quando c’è un incidente tecnico, quando si rimanda, quando c’è qualcuno che non riesce a trovare una procedura per poter saldare una particolare situazione? Credo che anche in Tribunale avvenga un incidente. Ho fatto questa domanda a ragion veduta, sapendo che difficilmente ci sarebbe stata una risposta, perché io voglio essere rispettoso delle istituzioni, ma non siamo in un’aula di Tribunale, siamo un'Assemblea legislativa che, in base a un indirizzo politico, esprime una volontà politica, che si esprime a maggioranza. Se la stessa maggioranza riconosce che c'è stato un errore tecnico di votazione e subito dopo vuole tornare al punto di partenza, chiedo alla parte tecnica di quest'Aula, se c'è la possibilità di farlo subito. Credo che debba esserci la possibilità di farlo subito, possiamo anche scrivere un nuovo articolo di legge, un articolo bis, a me sembra assurdo che una maggioranza che esprime una volontà politica non possa tornare indietro su quella, guardate, ci prendiamo tutta la responsabilità, io e il Consigliere Giacinti, la colpa è la nostra, adesso metteteci in croce, noi ci scusiamo con i colleghi di maggioranza perché non siamo riusciti tecnicamente, io nel ruolo di capogruppo, lui in quello di Presidente di Commissione, a dare le indicazioni giuste per questa votazione, quindi vogliamo tornare indietro e rifare la votazione, tutto qua.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Considerato che quello che è successo è un evidente errore che ho commesso anch'io, come abbiamo commesso tutti, figuriamoci!
Gli stessi componenti del Movimento 5 Stelle sono rimasti sorpresi dal voto unanime, tutto “verde”, però c'è un dato, lo dico alla Presidenza, non c'è stato un voto contrario, quindi, il provvedimento potrebbe essere ripresentato domani mattina. Non c'è il voto contrario ad una legge, se questo è, però chiedo lumi, perché non è possibile ripristinare un articolo diverso? L’ipotesi che ho formulato io non è identica, Presidente, a ciò che è stato bocciato, è una cosa completamente diversa, innanzitutto lascia la rinuncia che, abbiamo visto, è una questione sostanziale, Presidente Giacinti, ed elimina la transazione, ma limitatamente ad un comma, quindi è una cosa completamente diversa. Io credo che si possa fare.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Per me è inaccettabile che si dica che la responsabilità è dei Consiglieri Urbinati e Giacinti, lungi da me, assolutamente. Io ho fatto un altro ragionamento ed ho detto di aver ascoltato il Presidente, di essere rimasto un attimo disorientato e di non aver partecipato alla votazione, ma assolutamente la responsabilità non è di loro due, proprio per questo ho detto scriviamo una legge e nel giro di 5 giorni la approviamo.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Casini.

Anna CASINI. Io non voglio assolutamente decidere se è legittimo o illegittimo votare un ennesimo emendamento piuttosto che un’altra norma, c'è stato un errore in questa Aula, un errore palese perché il problema delle transazioni è conosciuto, è un problema tecnico e sicuramente non è una competenza della Giunta, quindi questo vulnus andava sanato.
Ora io non so, perché faccio l'architetto e lo faccio male, se possiamo legittimamente votare un'altra norma che contenga lo stesso contenuto, oppure no. Abbiamo dei tecnici qui dentro che ci devono dire se è ammissibile fare questo, poi mi permetto, che l'opposizione se ne vada su una questione di metodo risibile come questa, quando ci sono all'interno della norma tanti atti importantissimi sui quali discutere, è veramente penoso.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Volpini.

Fabrizio VOLPINI. Non vorrei che da ingenui o disattenti poi fossimo anche accusati di essere arroganti, dico che stasera qualsiasi atto andiamo a fare rispetto alla votazione è sbagliato.
Abbiamo il tempo di fare, mi pare d'aver capito, anche fra una settimana, e con qualsiasi altro atto verremmo accusati di ulteriore arroganza, prendiamo atto della nostra disattenzione, della nostra ingenuità.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Minardi.

Renato Claudio MINARDI. Al di là di quello che è stato l’errore, che è palese a tutti, anch'io ho sbagliato a votare, lo ammetto, dico che se ci sono le condizioni per recuperare la parte della soppressione dell'articolo, va bene, sennò nel frattempo chiederei al Presidente della Commissione di riunirla e di inserire gli emendamenti, che a questo punto rischiano di decadere per mancanza dell'articolo 7, magari come ultimo articolo della legge di semplificazione, anche perché ci sono delle norme che vanno fatte, che devono entrare in vigore entro la fine del mese.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giacinti.

Francesco GIACINTI. Innanzitutto mi scuso per essere caduto in questo errore, annuendo alla motivazione del Presidente, davo per scontato che si stesse votando l'articolo, ma questo l’abbiamo capito.
Mi rimetto alla volontà dei Consiglieri che sono rimasti in Aula, mi complimento anche con i Consiglieri Leonardi e Bisonni che sono rimasti, però, guardiamoci negli occhi, è chiaro e palese che è stato un misunderstanding, per dirla in lingua anglosassone, e se la volontà può essere ricondotta a quello che in scienza e coscienza quest'Aula voleva, benissimo, ma se questo deve creare problemi, possiamo farlo anche in un secondo momento.
Pongo una domanda alla Segretaria: dobbiamo portare avanti altri articoli, ma la prossima settimana, il prossimo Consiglio, nei tempi che decidiamo, è possibile rimettere le mani a questo articolo, tramite un'apposita proposta di legge o dobbiamo attendere i 6 mesi come qualcuno paventava?

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Cesetti.

Fabrizio CESETTI. A titolo personale, credo che il vero atto di arroganza sia quello di piegare la volontà di un'Assemblea legislativa a quello che è stato un evidente errore procedurale. Questo non esiste neanche nelle democrazie finte. E’ un atto di arroganza e di prepotenza approfittare di un evidente errore da tutti riconosciuto e piegare questa volontà. Questo è l’atto di arroganza!
Io non ho una passione particolare a piegarmi agli atti arroganza, anzi mi ribello ad essi, ho fatto una proposta che, tra l'altro, ipotizza una scrittura diversa, sostanziale, di quelle disposizioni, auspico che la Commissione si riunisca, che venga valutata questa nuova scrittura che ho ipotizzato, che la faccia propria e che si vada avanti senza piegarci agli atti di arroganza, perché quello è stato un errore al quale si può rimediare. Sarebbe grave se il regolamento, Presidente Giacinti, non lo consentisse.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Cerco di portare anche la voce delle minoranze che sono uscite dall'Aula per protesta contro una forzatura, perché se è vero che è stato un errore, effettivamente riconosciuto da tutti, non credo che sia possibile piegare le norme quando a sbagliare è la maggioranza, non può essere così!
Se ci sono un regolamento, delle leggi, delle norme, questi devono valere sempre e per tutti, non con l’arroganza di chi ha i numeri.
Non ho capito come si possa ritornare su sub-emendamenti che riguardano un articolo che è caduto. Mi faccio portavoce anche di chi è rimasto fuori per avere questo parere. L’ho chiesto prima, ma è stato risposto a microfono spento, quindi lo richiedo perché resti traccia ed anche perché chi è fuori vuole sapere in base a quale norma si può riunire la Commissione e mettere mano ad una legge che non è più nel carniere di quelle che fanno parte dell'omnibus.

PRESIDENTE. Andiamo avanti, se siamo d’accordo, come ha proposto il Consigliere Giacinti, peraltro chiedo scusa, abbiamo risentito la registrazione ed avevo dichiarato chiusa la votazione, ma qui si corre velocemente.
La votazione era chiusa, lo dico pubblicamente, non sono stato garante, ma qui chiudo ed apro le votazioni in continuazione, l’avevo chiusa e riconosco di averlo detto.
Qualcuno mi ha già accusato di voler bluffare su questo, siccome ci sono le registrazioni, trovo altamente scorretto appigliarsi a queste cose, anche perché ho aperto e chiuso venti votazioni in un minuto, dite ai vostri colleghi che sono fuori che è altamente scorretto.
Andiamo avanti prendo per buona la proposta del Consigliere Giacinti, che ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Francesco GIACINTI. Va bene, andiamo avanti con gli altri articoli.
Presidente, ci tengo a dire una cosa, la voglio dire a microfono aperto, giusto per tornare sulla questione, Consigliera Leonardi, giuridicamente, e guardo anche l'Assessore Cesetti, è vero che per errore l'articolo 7 è venuto meno, ma è venuto meno temporaneamente, perché fino a che non c'è la votazione finale dell’atto, a mio modesto parere, non si elimina l'articolo nella sua interezza, perché il procedimento di votazione si conclude, ripeto, a mio modesto parere, al termine. E' un mio pensiero, andiamo avanti con gli altri articoli.

PRESIDENTE. Andiamo avanti.
Articolo 8. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Biancani, Bora, Casini, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 9. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Biancani, Bora, Casini, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Minardi, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 9 bis. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Biancani, Bora, Casini, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Minardi, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 10. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Biancani, Bora, Casini, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Minardi, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 10 bis.
Emendamento 10 bis/1 a firma della Consigliera Leonardi. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Nessuno.
Contrari: Biancani, Bora, Casini, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Minardi, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Articolo 10 bis. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Biancani, Bora, Casini, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Mastrovincenzo, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 11. Soppresso.

Articolo 11 bis.
Emendamento 11 bis/1 a firma della Consigliera Leonardi. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Nessuno.
Contrari: Biancani, Bora, Casini, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Mastrovincenzo, Minardi, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Articolo 11 bis. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Biancani, Bora, Casini, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Minardi, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 12. Soppresso.

Articolo 12 bis. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Biancani, Bora, Casini, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Minardi, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 12 ter.
Emendamento 12 ter/1 a firma dei Consiglieri Minardi, Giacinti. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Biancani, Bora, Casini, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Minardi, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 13. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Biancani, Bora, Casini, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 13 bis (articolo aggiuntivo)
Emendamento 13 bis/1 a firma della I Commissione. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Biancani, Bora, Casini, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Emendamento 13 bis/2 a firma del Consigliere Giorgini. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Nessuno
Contrari: Biancani, Bora, Casini, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Marconi, Mastrovincenzo, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Articolo 14. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Biancani, Bora, Busilacchi, Casini, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Minardi, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 15. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Biancani, Bora, Busilacchi, Casini, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Minardi, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 15 bis.
Emendamento 15 bis/1 a firma del Consigliere Giorgini. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Nessuno.
Contrari: Biancani, Bora, Busilacchi, Casini, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Minardi, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Emendamento 15 bis/2 a firma del Consigliere Giorgini. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Nessuno.
Contrari: Biancani, Bora, Busilacchi, Casini, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Mastrovincenzo, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Emendamento 15 bis/3 a firma del Consigliere Giorgini. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Nessuno.
Contrari: Biancani, Bora, Busilacchi, Casini, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Articolo 15 bis. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Biancani, Bora, Busilacchi, Casini, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 15 ter. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Biancani, Bora, Busilacchi, Casini, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Mastrovincenzo, Minardi, Pieroni, Rapa, Traversini, Urbinati, Volpini.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 16. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Biancani, Bora, Busilacchi, Casini, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Minardi, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 16 bis. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Biancani, Bora, Busilacchi, Casini, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Mastrovincenzo, Minardi, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 17
Emendamento 17/1 a firma del Consigliere Maggi. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Nessuno.
Contrari: Biancani, Bora, Busilacchi, Casini, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Mastrovincenzo, Minardi, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Emendamento 17/2 a firma del Consigliere Maggi. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Nessuno.
Contrari: Biancani, Bora, Busilacchi, Casini, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Mastrovincenzo, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Emendamento 17/3 a firma del Consigliere Maggi. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Nessuno.
Contrari: Biancani, Bora, Busilacchi, Casini, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Mastrovincenzo, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Emendamento 17/4 a firma del Consigliere Maggi. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Nessuno.
Contrari: Busilacchi, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Mastrovincenzo, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Emendamento 17/5 a firma del Consigliere Maggi. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Nessuno.
Contrari: Biancani, Bora, Busilacchi, Casini, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Mastrovincenzo, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Emendamento 17/6 a firma del Consigliere Maggi. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Nessuno.
Contrari: Biancani, Bora, Busilacchi, Casini, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Articolo 17. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Biancani, Bora, Busilacchi, Casini, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Mastrovincenzo, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 17 bis. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Biancani, Bora, Busilacchi, Casini, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Mastrovincenzo, Minardi, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 18. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Biancani, Bora, Busilacchi, Casini, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Mastrovincenzo, Minardi, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 18 bis. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Biancani, Bora, Busilacchi, Casini, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Mastrovincenzo, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 19. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Biancani, Bora, Busilacchi, Casini, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Mastrovincenzo, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 19 bis. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Biancani, Bora, Busilacchi, Casini, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Mastrovincenzo, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 19 ter.
Emendamento 19 ter/1 a firma del Consigliere Giacinti. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Biancani, Busilacchi, Casini, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Mastrovincenzo, Minardi, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Emendamento 19 ter/2 a firma del Consigliere Giacinti. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Biancani, Busilacchi, Casini, Ceriscioli, Giacinti, Giancarli, Mastrovincenzo, Pieroni, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 20. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Biancani, Bora, Busilacchi, Casini, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Mastrovincenzo, Minardi, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 20 bis. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Busilacchi, Casini, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Minardi, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 20 ter. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Biancani, Busilacchi, Casini, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Mastrovincenzo, Minardi, Pieroni, Rapa, Talè, Urbinati.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 20 quater. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Biancani, Busilacchi, Casini, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Mastrovincenzo, Minardi, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 20 quinquies.
Emendamento 20 quinquies/01 a firma della I Commissione. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Biancani, Busilacchi, Casini, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Minardi, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Emendamento 20 quinquies/1 a firma della I Commissione. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Biancani, Busilacchi, Casini, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Rapa, Traversini, Urbinati, Volpini.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Emendamento 20 quinquies/1 bis a firma della I Commissione. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Biancani, Bora, Casini, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Minardi, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Emendamento 20 quinquies/1 ter a firma della I Commissione. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Biancani, Bora, Busilacchi, Casini, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Mastrovincenzo, Minardi, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Emendamento 20 quinquies/1 quater a firma della I Commissione. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Biancani, Bora, Busilacchi, Casini, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Marconi, Mastrovincenzo, Minardi, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Emendamento 20 quinquies/2 a firma della I Commissione. Ritirato.

Emendamento 20 quinquies/3 a firma della I Commissione. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Bora, Busilacchi, Casini, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Mastrovincenzo, Minardi, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 20 quinquies, così come emendato. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Bora, Busilacchi, Casini, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Minardi, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 20 sexies.
Emendamento 20 sexies/1 a firma della I Commissione. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Busilacchi, Ceriscioli, Giacinti, Giancarli, Mastrovincenzo, Minardi, Traversini, Urbinati.
Contrari: Marconi.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Emendamento 20 sexies/2 a firma della I Commissione. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Biancani, Bora, Busilacchi, Casini, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Mastrovincenzo, Minardi, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Emendamento 20 sexies/3 a firma della I Commissione. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Biancani, Bora, Busilacchi, Casini, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Minardi, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 20 sexies, così come emendato. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Biancani, Bora, Busilacchi, Casini, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Minardi, Pieroni, Rapa, Urbinati, Volpini.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 20 septies. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Biancani, Busilacchi, Casini, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Leonardi, Mastrovincenzo, Minardi, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 20 octies. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Biancani, Busilacchi, Casini, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Minardi, Rapa, Urbinati.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

PRESIDENTE.
Articolo 20 novies. Prima di passare alla votazione, vi comunico che, in base alla legge regionale 4/2007, l'articolo 20 novies, che concerne la modifica del riparto di competenze tra gli enti locali e la Regione risulta difforme dal parere del Consiglio autonomie locali deve essere approvato a maggioranza assoluta dei componenti l'Assemblea, per cui se all'esito del voto non si ottenga detta maggioranza l’articolo non è approvato.

Articolo 20 novies. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Biancani, Bora, Busilacchi, Casini, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Minardi, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini.
Contrari: Bisonni, Leonardi.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale approva a maggioranza assoluta dei suoi componenti)

Articolo 20 decies.
Emendamento 20 decies/1 a firma della I Commissione. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Biancani, Bora, Busilacchi, Casini, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Mastrovincenzo, Minardi, Rapa, Traversini, Urbinati.
Contrari: Marconi.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Emendamento 20 decies/2 a firma della I Commissione. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Biancani, Bora, Busilacchi, Casini, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Mastrovincenzo, Minardi, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Emendamento 20 decies/3 a firma della I Commissione. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Biancani, Bora, Busilacchi, Casini, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Marconi, Mastrovincenzo, Minardi, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati.
Contrari: Bisonni.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 20 decies, così come emendato. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Biancani, Busilacchi, Casini, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Minardi, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati.
Contrari: Bisonni.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 21. Soppresso.

Articolo 22.
Emendamento 22/1 a firma dei Consiglieri Pergolesi, Volpini, Giancarli, Leonardi, Fabbri, Maggi, Busilacchi. Decaduto.

Emendamento 22/2 a firma dei Consiglieri Giorgini, Pergolesi, Fabbri, Maggi. Decaduto.

Articolo 22. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Biancani, Bora, Busilacchi, Casini, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Mastrovincenzo, Minardi, Pieroni, Talè, Traversini, Urbinati.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 22 bis (Dichiarazione d'urgenza).
Emendamento 22 bis/1 a firma della I Commissione, votazione a maggioranza assoluta. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Biancani, Bora, Busilacchi, Casini, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Minardi, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini.
Contrari: Bisonni.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale approva a maggioranza assoluta dei suoi componenti)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Proposta di legge n. 259, così come emendata. La pongo in votazione.
Favorevoli: Biancani, Bora, Busilacchi, Casini, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Minardi, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini.
Contrari: Bisonni, Leonardi.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

PRESIDENTE. Proposta di risoluzione a firma dei Consiglieri Fabbri, Giorgini Maggi, Pergolesi, Leonardi, Zaffiri, Bisonni, Urbinati, Busilacchi.
Ha la parola il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. La risoluzione, al di là che siamo tutti stanchi, sembra abbastanza importante, è stata sottoscritta da diversi Consiglieri, tra cui anche i Consiglieri Urbinati e Busilacchi, ed impegna il Presidente e la Giunta regionale ad introdurre nel piano delle performance, relativo al personale dirigente, la piena applicazione della normativa esistente, ad interpretare tutte azioni idonee per applicare puntualmente i contenuti dell'articolo 45 della legge regionale 3 del 2015. Ripeto, questa è stata modificate nelle premesse e sottoscritta da diversi Consiglieri.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Urbinati.

Fabio URBINATI. Questa risoluzione che abbiamo concordato con l’Assessore Cesetti non fa altro che applicare una legge che già esiste, sono stati stralciati due punti e la riteniamo assolutamente votabile.

PRESIDENTE. Proposta di risoluzione. La pongo in votazione.
Favorevoli: Biancani, Bisonni, Bora, Giacinti, Leonardi, Mastrovincenzo, Pieroni, Traversini, Urbinati, Volpini.
Contrari: Cesetti, Minardi.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 18,50