Resoconto della seduta n.131 del 28/05/2019
SEDUTA N. 131 DEL 28 MAGGIO 2019

La seduta inizia alle ore 13,35

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

PRESIDENTE. Colleghi buona giornata, dichiaro aperta la seduta n. 131 del 28 maggio 2019. Do per letto il processo verbale della seduta 130 del 14 maggio 2019, il quale, ove non vi siano opposizioni, si intende approvato ai sensi del comma 4, dell’articolo 53, del Regolamento Interno.
Richiamo inoltre ai sensi del comma 5 dello stesso articolo l’attenzione di tutti i Consiglieri sulle comunicazioni distribuite con cui porto a conoscenza dell’Assemblea quanto espressamente previsto dal Regolamento interno.
Sapete, come da comunicazione via mail, che oggi è prevista l'iscrizione all'ordine del giorno della proposta di legge 283/2019. La Conferenza dei capigruppo ha espresso unanimemente parere favorevole in merito, quindi, se non ci sono obiezioni, viene inserita all'ordine del giorno odierno.
La Conferenza dei capigruppo ha dichiarato l'urgenza della proposta di legge 287, anche in questo caso c'è stata l’unanimità, se non ci sono obiezioni, inseriamo anche questa all'ordine del giorno. Al secondo punto la proposta di legge n. 283 ed al terzo la proposta di legge n. 287.
Come deciso durante la Conferenza dei capigruppo appena rientrerà il Presidente Ceriscioli, tratteremo, su richiesta della Consigliera Pergolesi, l’interrogazione n. 791.

Comunicazioni ai sensi dell’articolo 55, comma 4, del Regolamento interno.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Chiedo la parola per avere la possibilità di fare un'interrogazione urgente, urgentissima, per un fatto molto grave.

PRESIDENTE. Una comunicazione la può fare, un'interrogazione no.

Sandro ZAFFIRI. E’ una richiesta molto semplice, vorrei sapere se il Direttore dell’Area vasta 2 si è dimesso.

PRESIDENTE. Non possiamo fare altro che prendere atto della sua comunicazione

Sandro ZAFFIRI. Vorrei una risposta.

PRESIDENTE. Non le posso dare nessuna risposta, se il Presidente Ceriscioli riterrà di fare comunicazioni al riguardo sarà una sua scelta.

Sandro ZAFFIRI. Presidente, non giochiamo, perché la nomina del Direttore dell’Area vasta n. 2 non è mia, non è sua, ma qualcuno l’ha fatta.
Parliamo di una struttura pubblica per la quale avere o non avere il Direttore non è la stessa cosa. Il Direttore è stato nominato due settimane fa, è vero che si è dimesso?

PRESIDENTE. Ripeto per l'ennesima volta che oggi non è ammessa l’interrogazione, se il Presidente Ceriscioli ha da fare delle comunicazioni all’Aula le farà quando rientrerà ed è sua scelta. Questo il Regolamento è ferreo e da questo punto di vista, ripeto, se il Presidente Ceriscioli avrà delle comunicazioni le farà.

Proposta di deliberazione n. 26 - Proposta di legge alle Camere
ad iniziativa del Consigliere Bisonni.
“Valori massimi di concentrazione degli idrocarburi nei fanghi destinati all'utilizzazione in agricoltura. Modifiche al decreto legislativo 27 gennaio 1992, n. 99 ‘Attuazione della direttiva n. 86/278/CEE concernente la protezione dell'ambiente, in particolare del suolo, nell'utilizzazione dei fanghi di depurazione in agricoltura’”.
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di deliberazione n. 26 del Consigliere Bisonni.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Micucci.

Francesco MICUCCI. Volevo fare una relazione brevissima, ma non vedo ancora in Aula il Consigliere Bisonni.
Questa è una proposta di legge che il Consigliere Bisonni ha presentato, una proposta molto tecnica, che chiede alle Camere di modificare alcuni parametri di idrocarburi presenti nei fanghi da riutilizzare in agricoltura.
Sono dei parametri molto specifici, che sono stati modificati dal Governo con l'ultimo decreto “Genova”, se non sbaglio, con la richiesta del Consigliere Bisonni che, attraverso questa proposta di legge si vuole reintrodurre i vecchi parametri.
Su questo tema c'è stata un una lunga discussione, un lungo approfondimento in III Commissione perché è un argomento molto tecnico e specifico e, verificato con gli uffici che la proposta era ammissibile, abbiamo ulteriormente raffinato e modificato la richiesta proprio per rientrare nei parametri di legge e per non chiedere dei criteri che non potessero essere realmente utilizzati. Sostanzialmente ci adegueremo ad un minimo, che ci è sembrato naturale, ed è quello dell'utilizzo di questi fanghi per la concimazione di verdi e di giardini, non per la produzione di beni commestibili. Ovviamente in agricoltura i prodotti sono da monitorare in maniera maggiore e più approfondita perché sono commestibili e vengono utilizzati quotidianamente.
In Commissione il voto è stato certamente positivo, adesso non ricordo se all'unanimità o a maggioranza.
La mia relazione finisce qui per dare la parola al Consigliere proponente con il quale abbiamo condiviso questa proposta, quindi lascio a lui la spiegazione delle parti più tecniche. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Grazie Presidente. Signori Consiglieri, oggi affrontiamo una cosa che, secondo me, nella scala delle schifezze fatte da questo Governo, subito dopo le politiche xenofobe, si trova al secondo posto.
E’ successo che nel decreto “Genova”, quello del Ponte Morandi, per capirci, il Ministro Toninelli del movimento zero stelle ha pensato giustamente di inserire una nota nell'articolo 41.

PRESIDENTE. Chiedo al pubblico di riporre gli striscioni, per favore, e di non riproporli perché è vietato.

Sandro BISONNI. Il Ministro Toninelli ha inserito nel decreto “Genova” l'articolo 41 che parla di inquinanti nei fanghi di depurazione applicati in agricoltura. Già qui verrebbe da chiedersi cosa c'entra questo argomento in una decretazione d'urgenza? Tanto più che l'articolo 15 della legge 400/1988 recita: “I decreti devono contenere misure di immediata applicazione ed il loro contenuto deve essere specifico, omogeneo e corrispondente al titolo”.
E’ chiaro che inserire nel decreto “Genova” questo articolo è stato, dal mio punto di vista, una forzatura, ma andiamo alla questione. Nel decreto “Genova” sono stati aumentati i valori degli idrocarburi, cioè degli inquinanti idrocarburi, contenuti nei fanghi di depurazione che possono essere utilizzati in agricoltura, fino ai valori di 1.990%. Prima questi fanghi contenenti rifiuti pericolosi non potevano essere utilizzati in agricoltura, addirittura il decreto legislativo 152/2006 recitava che non potevano essere utilizzati nemmeno nelle zone industriali, per usi industriali, adesso, invece, con questo decreto si possono utilizzare per concimare i broccoli.
Quali erano i limiti? Incominciamo a fare chiarezza, perché so già quello che mi risponderanno gli amici del Movimento 5 Stelle. Il decreto 152 del 2006, che è il testo unico sull'ambiente, ha una tabella, che ho qui, che parla dei valori limiti contenuti nel terreno, non nei fanghi, ma nel terreno, quindi, immagino che una prima contestazione che faranno sarà: “Il decreto 152/2006 non c’entra niente con questo, perché prima questi valori non erano disciplinati”.
Non è così, perché ci sono state due sentenze, una del Tar della Lombardia e una precedente della Corte di Cassazione, che stabiliscono che in assenza di disciplina vanno applicati quei valori.
Voglio leggere perché nel decreto, tra parentesi, è stata fatta anche un'altra cosa grave, sono stati assunti questi valori senza uno studio appropriato, uno studio degli istituti competenti, penso all'Istituto superiore della sanità, all'Ispra, per stabilire se i valori che sono stati inseriti con urgenza siano cautelativi per la salute dell'uomo oppure no.
In realtà nel decreto, io sto smontando tutte le possibili risposte, c'è scritto che si fa riferimento ad uno studio dell'Istituto superiore della sanità del 2006, che ho qui, ma lo studio è del 2006, la sentenza della Corte di Cassazione è del 2017, quindi successiva, e quella del Tar è del 2018.
La Corte di Cassazione tiene conto del parere dell'Istituto superiore della sanità, non è che non ne tiene conto, e dice testualmente: “Né può essere attribuito al parere dell'Istituto superiore della sanità il rilievo, posto che l’elaborato prodotto si diffonde nel denunciare le difficoltà riscontrabili nella materia della classificazione dei rifiuti contenenti idrocarburi non noti, anche con riferimento alla compatibilità dei parametri con la normativa europea, sicché, non consente di pervenire alle apodittiche conclusioni. E’ qui sufficiente notare come lo stesso parere dia atto che la classificazione dei rifiuti contenenti idrocarburi presenti aspetti problematici, quando questi ultimi siano di origine non nota, oppure sia difficile il lavoro di puntuale identificazione analitica, situazioni entrambi riscontrabili nella maggioranza dei casi”. Il parere dell'Istituto superiore della sanità è del tutto generico e dice che quando c’è la presenza di questi idrocarburi il valore di per sé non è significativo perché è molto difficile capire se sono dannosi per la salute o no e vanno ricercati dei marker, cioè degli indicatori, e vanno ricercate le sostanze.
Quindi, sulla base di questo, che è del tutto generico, il decreto del Ponte Morandi ha inserito questi valori quando, ripeto, nel 2017 la Cassazione aveva già specificato che quel parametro di valutazione non poteva essere sufficiente, proprio perché la valutazione era del tutto generica e non stabiliva nessun tipo di valore nel dettaglio, per cui condannava la persona per aver sparso dei fanghi con dei valori molto superiori a quelli del decreto 152/2006, ribadendo che il parere non era sufficiente.
Il Tar del Lazio fa la stessa cosa, dà ragione a questa linea interpretativa, quindi è stato fatto un decreto d'urgenza senza i necessari approfondimenti scientifici.
Di quanto sono stati incrementati questi valori? Questo è interessante, qual è la differenza tra prima e dopo? La differenza è la seguente, per gli idrocarburi pesanti il valore prima del decreto 152 era di 50 milligrammi per chilo di sostanza secca, il decreto “Genova” lo porta da 50 a 1.000, con un incremento del 1.900%, non solo, questo valore potrebbe essere anche venti volte superiore, perché nel decreto “Genova” c’è scritto che quei 1.000 milligrammi sono di sostanza tal quale, mentre il decreto 152 prevedeva la sostanza secca. La differenza è che i fanghi tal quale sono bagnati, sono umidi, quando c’è l'evaporazione per effetto del sole le sostanze vengono concentrate nei fanghi. Sono state fatte delle simulazioni da parte di medici e da parte di ricercatori dell'Enea ed evidenziano che questi valori potrebbero diventare 10 volte tanto, 20 volte tanto, potrebbero addirittura diventare 20.000 milligrammi per chilo, con incrementi paurosi.
Per gli idrocarburi normali, non pesanti, prima il limite era 10 adesso è 1.000, l'incremento è stato addirittura del 9.900%, i cosiddetti ambientalisti hanno aumentato i limiti degli inquinanti nei fanghi che dovrebbero andare sopra le nostre verdure del 9.900%. Questo è quanto.
Ma non basta, non contenti di questo, gli sembrava di aver fatto troppo poco, quando c'è stata la conversione in legge di questo decreto d'urgenza hanno pensato così, “ad capocchiam”, direi io, di inserire una serie di altri inquinanti molto pericolosi, cancerogeni, come le diossine, i furani, il selenio, il policlorobifenile, cosiddetto PCB, il tuolene. Come li hanno inseriti questi valori? Con uno studio scientifico? No, non c'è assolutamente niente, neanche il riferimento al precedente studio generico, del tutto generico, dell’Istituto superiore della sanità del 2006, li hanno inseriti così, li hanno messi così. Uno si è svegliato la mattina e ha detto: “Da domani il limite del cromo totale anziché essere 150 diventa 200”. La diossina, un elemento cancerogeno, che il limite imposto è dello 0,0001, diventa 25 volte tanto, con incremento del 150% e ricordo che la diossina e i furani sono sostanze cancerogene.
Il selenio, tanto per citarne altri, che prima era a 3 l’hanno portato a 10, con un incremento del 233%, il PCB, il policrorobifenile, si mette nei trasformatori. Ho scoperto, non sapevo che il PCB è un brevetto della Monsanto, quella che fa il glifosato, quella azienda che il Movimento 5 Stelle metterebbe in croce. Il Movimento 5 Stelle fa la guerra contro il glifosato e quella azienda ha brevettato il PCB, che è una sostanza ritenuta cancerogena dall'Istituto superiore della sanità. Il valore del PCB era 0,6 l'hanno portato a 0,8, l'hanno aumentato del 1.233% e l'ultimo, spettacolare, il valore del tuolene, che è un solvente classificato come nocivo, era di 0,5 l'hanno portato a 100, 19.900% in più.
Se non è questa una schifezza, una porcata totale, scusate il termine, ma non trovo sinceramente altri termini per specificare quello che hanno fatto.
Quando è uscito questo decreto, che poi è stato convertito in legge, si sono scandalizzati tutti meno quelli del Movimento 5 Stelle, tutta la comunità scientifica, i medici per l’ambiente, l’Isde. Ammetto che l’ho scoperto perché mi sono arrivati parecchi input da parte dell'Associazione medici per l'ambiente che chiedeva cosa stanno facendo.
Prima di arrivare a questa proposta che è passata in Commissione, personalmente ho sentito dei medici, dei tecnici dell'Arpam ed ho chiesto quanto dovrebbero essere questi valori per tutelare la salute umana. La risposta è stata zero, dovrebbero essere zero, ma siccome zero non si può mettere perché lo zero assoluto non esiste, quindi una minima quantità di inquinanti può esserci sempre, è chiaro che vanno imposti dei valori, ma bassissimi, no del 19.900% in più. Ma di cosa stiamo parlando?
Concludendo, la mia proposta di legge alle Camere non può obbligare le Camere a modificare la legge, però, se passa, come mi auguro, può imporre la discussione.
So già che ci sono altre due proposte di legge in corso, bene, vorrà dire che questo sarà un ulteriore spunto, un ulteriore punto di approfondimento.
La mia proposta è quella di abbassare e fissare dei valori molto cautelativi, prendere il decreto 152 e dividere i valori per 10, ma giustamente mi è stato detto che anche questa proposta non ha un supporto scientifico, come loro hanno sbagliato, sbagliamo pure noi a mettere dei valori “ad capocchiam”, quindi ci siamo riferiti a quello che la Corte di Cassazione e il Tar della Lombardia hanno stabilito, cioè ripristinare i valori precedenti dettati dal testo unico ambientale. Ripeto, so benissimo che sono riferiti al terreno e non ai fanghi ma, ribadisco che, se qualcuno ha capito, ci sono stati due tribunali che hanno detto che vanno applicati quelli.
Concludo dicendo che questa proposta è stata licenziata dalla Commissione in maniera favorevole, il Crel, che rappresenta gli industriali e che poteva essere contrario, ha dato parere favorevole.
L'ultimissima cosa, se qualcuno pensa che aumentando gli inquinanti dei fanghi per coltivare le carote si possa evitare l'incenerimento dei fanghi, dico che sta nella strada sbagliata, tanto più che, ad esempio, oggi a Tolentino c'è una proposta di una ditta di Falconara che lì intende realizzare un inceneritore dei fanghi di depurazione, quindi, questa legge che è stata fatta con il decreto “Genova” non ci salva da questo discorso, perché chi quale speculare, chi vuole fare business su queste cose, lo farà a prescindere.
Sono assolutamente contrario all'incenerimento, non mi si venga a dire che io sono favorevole all’incenerimento, sennò questa volta non mi controllo, quindi non troviamo scuse. E’ stata fatta una cosa vergognosa e mi auguro che, per onestà intellettuale, anche i Consiglieri del Movimento 5 Stelle, che sono qui presenti, non facciano una difesa d'ufficio del partito ma riconoscano l’errore, perché solo chi sa riconoscere l'errore può andare avanti e migliorarsi, chi invece, fa le difese a prescindere non trova, secondo me, un riscontro anche con la popolazione. Quando una cosa è sbagliata, è sbagliata, non è un discorso contro il Movimento 5 Stelle, è un discorso sano, giusto perché questi inquinanti nei fanghi possono essere messi nei campi in cui si coltiva il cibo ed è una cosa che non sta on cielo né in terra, è vergognosa e io mi auguro che la Camera possa ritornare sui suoi passi, anche grazie alla nostra proposta. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giorgini.

Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Il Consigliere Bisonni è abituato a fare le leggi con effetto placebo, non è la prima che fa, non mi meraviglio, che poi gli abbiano dato parere favorevole sul nulla non ha nessun senso. Credo che anche per il quieto vivere qualcuno dia parere favorevole, ma prima di fare una relazione razionale su quello che è successo, e non da campagna elettorale, devo dire che il Consigliere Bisonni non conosce la materia, ha parlato della sentenza della Cassazione del 2018, ma non conosce quella 2019, quindi ha parlato del nulla.
La sentenza 4238 del 29 gennaio 2019 conferma l'articolo 41. La Corte di Cassazione - poi spiego e do un chiarimento a tutti i Consiglieri per far capire che quell'articolo è stato un atto dovuto, altrimenti avremmo avuto degli scenari ambientali di proporzioni bibliche, storiche - nel richiamare espressamente i limiti di cui all'allegato B del decreto legislativo 92/1999 precisa che gli stessi continuano a valere, stabilisce una inequivocabile continuità con il passato, fissa limiti specifici per gli idrocarburi. Su tale presupposto la suprema Corte ha concluso che tenendo conto della novità legislativa, e quindi del citato articolo 41, andranno apprezzati esclusivamente i parametri in essa indicati, considerando che gli stessi riguardano l'utilizzazione di fanghi, e dovranno essere rispettati in tale fase ultimativa della loro gestione, quindi, conferma espressamente l'articolo 41. Se il Consigliere Bisonni si vuole ergere sopra la Corte di Cassazione ha la facoltà di farlo, non siamo certo noi che possiamo impedirglielo.
Qual è la storia? Devo leggerla per far capire perché è complessa ed importante.
Il Consigliere Bisonni ha messo un dito su un tasto rilevante, che da 25 anni non era normato, non è che siamo arrivati noi a normarlo, abbiamo fatto esclusivamente un decreto di emergenza perché si sono accumulati migliaia di tonnellate di questi fanghi che, come sapete, non hanno nessuna possibilità di essere bonificati se non in qualche zona d’Italia. Soprattutto del nord Italia i depuratori si stanno bloccando, città come Milano e Bergamo rischiavano di rimanere bloccate perché i depuratori non riuscivano a smaltire i fanghi, quindi c’è stato un decreto di somma urgenza e voi, che fate politica da molti più anni di me ed avete forse molta più competenza di me, sapete che quando c'è una dichiarazione di somma urgenza, un'ordinanza di un Sindaco, qualcuno deve muoversi, altrimenti i cittadini potrebbero avere dei problemi con i fiumi, le falde acquifere, eccetera.
La norma che disciplina l'utilizzazione dei fanghi di depurazione in agricoltura è il decreto legislativo 99 del 1992, il quale dispone che i fanghi ammessi per uso agricolo possono essere suddivisi in 3 tipologie a seconda della provenienza delle acque reflue, per cui riguarda unicamente i fanghi provenienti da depuratori civili e non quelli industriali e di qualità ad essi assimilabili.
Per gli idrocarburi e le diossine non esistono limiti, per 25 anni non sono mai esistiti, d'altronde questa operazione non è una cosa nuova perché nessuno si era mai posto il problema nei 25 anni precedenti, per decenni i fanghi da depurazione sono stati utilizzati in agricoltura, senza alcun limite per gli idrocarburi e fino ad oggi, al 2019, sono stati immessi nelle coltivazioni ben 160 milioni di tonnellate di fanghi.
Alla categoria idrocarburi, sia leggeri che pesanti, appartengono centinaia di composti e frazioni organiche con pesi molecolari, con situazioni di pericolosità molto diverse, questo rende oggettivamente complicata l'attribuzione della pericolosità di un rifiuto che contenga tale tipologia, comunque non tutte le sostanze idrocarburi sono di origine minerale e non tutti gli idrocarburi sono cancerogeni.
E’ successo che la Regione Lombardia, che importa i maggiori quantitativi di fanghi di depurazione per lo smaltimento proprio, in assenza di una disposizione nazionale che prevedesse un limite per gli idrocarburi, con una delibera della Giunta regionale del 2017 ha innalzato nelle proprie linee guida i valori limite della concentrazione di idrocarburi e fissato un valore limite pari a 10.000 microgrammi per chilogrammo. Quindi la Regione Lombardia ha fatto una delibera con la quale ha fissato questi limiti per smaltire, per cercare di risolvere un problema che stava diventando un'emergenza nazionale.
Il Tar della Lombardia ha bocciato questa modifica voluta dalla Regione, che non ha il potere di stabilire limiti in mancanza di una disposizione nazionale - ecco perché questa legge non vale nulla, lei può chiedere alle Camere, ma se non c'è una legge nazionale ha un effetto placebo - ed ha anche stabilito che in mancanza di una precisa disposizione nazionale i limiti di idrocarburi ai fanghi per spandimento civile e assimilabile ai civili, debbono essere considerati uguali ai limiti posti per i suoli, perché i limiti sui fanghi non sono normati, ma lo sono quelli sui suoli, che possono essere presi a riferimento, quello che descrive il codice dell'ambiente.
A causa di questa sentenza del Tar che riguarda i fanghi dei depuratori civili e conseguenti assimilabili - si rifà ad una sentenza della Corte di Cassazione sui fanghi, che non sono soggetti al decreto legislativo n. 99 del 92, cioè a fanghi non provenienti da depuratori civili e non possono essere assimilabili per qualità - si è bloccato l'intero sistema industriale, soprattutto del nord dell'Italia, completamente bloccato.
Ora, parliamoci chiaro, il Consigliere Bisonni ha fatto un po' di scena, ha parlato di scandalo, ma ha detto delle grandi sciocchezze, perché nessun valore viene modificato dall'articolo 41, eccetto quello relativo agli idrocarburi la cui catena è compresa nell'intervallo 10/40, dunque si eccettuano i leggeri e i molto pesanti. Sono state prese altre cantonate clamorose dal Consigliere Bisonni, in primis perché per 26 anni non c'è stato nessun limite agli inquinanti nei fanghi, in secondo luogo i limiti di cui parla, c'erano e ci sono nei suoli, sono i famosi 50 microgrammi a chilogrammo a peso secco, quindi la domanda sorge spontanea: cosa c'entra il limite dei fanghi e quello dei suoli? Lui lo ha ripetuto perché sapeva dove andava a parare, sono due cose completamente diverse, con l'articolo 41 abbiamo inserito una nuova norma nazionale che prima non esisteva.
Per concludere, sarebbe meglio che si dicesse ancora una volta e chiaramente che i reflui industriali, i fanghi industriali, non possono essere usati nei campi, parliamo solo di quelli civili.
L'articolo 41 non è una soluzione finale, ma un compromesso ragionevole, temporaneo, non un imbroglio, conserva le regole base contro l'inquinamento da metalli pesanti e cancerogeni e varia solo la componente C10 e C40.
Naturalmente per superare l'emergenza il decreto “Genova” ha recepito l’articolo 41, che non è stato proposto da un partito politico, da un movimento politico, ma è stato concordato con l'Istituto superiore di sanità e l'Ispra e fa riferimento al contenuto del protocollo n. 36565 del 6 aprile 2006 dell'Istituto superiore di sanità, che ne conferma i limiti.
Il Consigliere Bisonni forse non lo sa, ma i decreti che riguardano l'ambiente devono necessariamente passare sotto la visione dell'Ispra e dell'Istituto superiore di sanità.
Due settimane fa sono stato al Ministero dell'ambiente a chiarire altre cose ed ho verificato anche questa, un politico non si mette a fare una norma sull'ambiente senza che sia validata dall'Ispra e dall'Istituto superiore di sanità.
Posso dire che politicamente il Consigliere Bisonni ha fatto bene a mettere un occhio su questa cosa, ma su questo tema ci sono ben due disegni di legge alla Camera sui quali si sta lavorando, uno è addirittura del PD ed è il disegno di legge S2323 ed i relatori in Commissione sono PD.
Del disegno di legge per la modifica del D.Lgs. 99 del 1992 già se ne parla da tempo, fin dal Governo precedente, non scopriamo niente di nuovo, tra l'altro un deputato di Forza Italia ne sta facendo un altro, non so quale dei due verrà preso a riferimento, per cui trovo superflua, inutile, con effetto placebo, questa proposta di legge, che non voteremo, perché che cosa votiamo? Quindi ci asterremo. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Mi dispiace perché ho stima del Consigliere Giorgini, ma in questa occasione non ha dimostrando l'onestà intellettuale che mi aspettavo e non capisco sinceramente se lo fa per difesa di partito o perché non riesce ad ascoltare e quindi a comprendere quello ho detto.
Cominciamo a smontare tutte le fesserie che ha detto. La prima, quella della Corte di Cassazione del 2019, che conosco benissimo, caro Consigliere Giorgini. I giudici applicano le leggi, se fate una legge “non buona”, i giudici la applicano, tanto è vero che tra le cose che la Cassazione ha dichiarato, è proprio questo: visto che adesso c’è questa legge, i limiti sono questi, che volete?
La Cassazione non ha smentito la norma di prima, applica semplicemente la “cattiva legge”, fatta dal Governo.
Seconda cosa, il Consigliere Giorgini ha detto che questa norma riguarda solo gli scarichi civili, in teoria è vero, in pratica no, perché lei mi deve spiegare se a casa sua nello scarico civile ci butta idrocarburi, diossina, furani, tuolene, cromo, selenio. Ci butta queste cose? Credo che nessuno a casa propria butti la diossina nel cesso.
La verità è che l'Italia è in deficit con i sistemi di depurazione, alcuni scarichi industriali vanno a finire negli scarichi civili, ecco perché ci sono gli idrocarburi, ecco perché ci sono le diossine, ecco perché c’è il cromo! Chiaro? Dire che questa cosa riguarda solo gli scarichi civili è una disonestà intellettuale profonda.
Il Consigliere Giorgini continua dicendo: abbiamo fatto questo perché il sistema industriale era bloccato. Allora si decida, o è per i sistemi civili o è per i sistemi industriali, decidiamoci! La verità è che questa norma è stata fatta per favorire gli scarichi misti, civili e industriali, e farne un impiego, a mio modo di vedere, assolutamente pazzesco, illecito, direi.
Altra cosa, glielo avevo anticipato prima, ma non mi ascolta, oppure non lo so, non ha capito che, caro Consigliere Giorgini, i valori del 152 sono riferiti ai terreni, è vero, l'ho detto io, ma ci sono stati due tribunali, la Cassazione nel 2017, il Tar della Lombardia nel 2018, che hanno detto che quei valori anche se sono riferiti ai terreni vanno applicati ai fanghi, quindi non significa che una norma non c’era, esisteva quella. Le leggo la sentenza della Cote di Cassazione, che spero faccia luce: “Il principio dell'articolo 127 del decreto 152/2006 va interpretato, nel senso che la regolamentazione dei fanghi di depurazione non è dettata da un apparato normativo autosufficiente confinato all'interno del decreto legislativo 99 del 1992, ma il regime giuridico deve essere integrato dalla normativa generale sui rifiuti, in quanto soltanto attraverso l'applicazione del testo unico ambientale e delle altre norme generali sui rifiuti è possibile assicurare la tutela ambientale che il sistema nel suo complesso esige, per cui l'attività di trattamento dei rifiuti, deve avvenire senza pericolo per la salute dell'uomo e dell'ambiente”. La Corte di Cassazione aveva considerato la relazione dell'Istituto superiore della sanità del 2006, e l’aveva considerata anche il Tar del Lazio e prevedeva che i valori del decreto 152/2006 erano riferiti ai terreni ed andavano applicati - lo dicono la Cassazione e il Tar - anche ai fanghi. I valori c'erano, non è vero che avete fatto una norma dove prima c'era il vuoto, erano normati dal decreto 152/2006, solo che voi li avete voluti aumentare del 19.900% in un caso, no del 50%.
Ha detto inoltre: “Il Consigliere Bisonni non sa che prima di fare una legge o decreto bisogna ascoltare i pareri”, l'ho detto io e le leggo la relazione preliminare alla legge, che lei probabilmente non ha letto, di conversione del decreto “Genova”, la quale per gli idrocarburi fa riferimento a quella valutazione del 2006, ma per tutti gli altri valori (diossine, furani, cromo, selenio, tuolene) non cita niente. Gliela consegno, Consigliere Giorgini, e le leggo il passaggio che parla degli idrocarburi, c'è stata la relazione del 2006 e all'improvviso “nel corso dell'esame alla Camera sono state introdotte ulteriori eccezioni”. Così! I valori del cromo, della diossina, dei furani, dove sta il parere dell’Istituto superiore della sanità, sono stati inseriti così, uno si è svegliato e li ha messi così, è questa la gravità, Consigliere Giorgini.
Se lei avesse dimostrato, in questa occasione non l’ha fatto, l’onestà intellettuale si sarebbe ribellato a questa schifezza che ha fatto il Governo, si sareste strappato le vesti perché io l'ho conosciuta come ambientalista, come no-triv, adesso il Governo ha fatto la concessione per le trivelle e lei zitto; il Governo ha impugnato la legge sugli inceneritori e lei zitto; l'articolo 35 dello “sblocca Italia” che era la prima cosa che dovevate cancellare ed invece non lo avete fatto.
Di fronte a questa cosa che grida vendetta ed è scandalosa, come fate a fare la difesa d'ufficio? Dissociatevi da queste politiche assurde, prendete le distanze, ci fate più bella figura, datemi retta.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione, ai sensi e per gli effetti dell’articolo 121 del Regolamento interno.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 3 bis. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Relazione illustrativa. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Relazione tecnico-finanziaria. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Proposta di deliberazione n. 26. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Comunicazioni ai sensi dell’articolo 55, comma 4, del Regolamento interno.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Presidente, siccome abbiamo sentito tutti quello che ha detto quel signore del pubblico, chiedo che venga immediatamente allontanato dall'Aula perché non è degno di questa istituzione che una persona si rivolga in quel modo ad una agente della sicurezza interna e ad una donna.
Credo che daremo un bel segnale se quella persona venisse immediatamente allontanata dall’Aula, quindi le chiedo di prendere provvedimenti in tal senso.

PRESIDENTE. Può procedere all'allontanamento del signore. Grazie.

Interrogazione n. 791
ad iniziativa della Consigliera Pergolesi
“Carenza nella dotazione di personale del Pronto soccorso di Fabriano”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 791 della Consigliera Pergolesi.
Ha la parola, per la risposta, il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. Grazie Presidente. L’interrogazione riguarda la situazione di carenza d'organico e le condizioni di lavoro del personale impiegato nel Pronto soccorso di Fabriano.
L'Azienda, in relazione all'organico impiegato presso il Pronto soccorso, rappresenta: di aver utilizzato gli ordini di servizio esclusivamente per far fronte ad assenze improvvise, non diversamente sostituibili, a garanzia della continuità assistenziale per gli utenti; di non aver utilizzato lavoro straordinario come strumento abituale di organizzazione dei turni di servizio del personale, ma solo per sostituzioni di assenze improvvise e non programmate; di aver garantito a tutto personale infermieristico interessato alla fruizione di 52 riposi annuali; di aver limitato le assunzioni a tempo determinato di personale infermieristico in tutte le unità operative nel territorio senza alcuna disparità di trattamento.
In ordine alle condizioni di lavoro del personale, l'Azienda riferisce che il datore di lavoro, ai sensi del decreto legislativo 81, ha effettuato in data 14 marzo 2018, in collaborazione con il Responsabile della sicurezza e prevenzione e il medico competente dell'Area vasta 2, la “Valutazione del rischio stress da lavoro correlato” per la stessa Area vasta.
Alla domanda: “Quali azioni intende intraprendere per tutelare il personale infermieristico e risolvere le criticità esposte che violano le norme?”, rispondo che non credo che sia per le norme, ma per quanto riguarda il personale, l’Azienda si è impegnata ad inserire nel piano di fabbisogno triennale in corso di definizione - credo che ci sia oggi l’incontro col sindacato proprio su piano che riguarda l'Area vasta 2 - le assunzioni a tempo indeterminato finalizzate a risolvere le criticità relative alla carenza di organico del Pronto soccorso di Fabriano ed a garantire il piano ferie anche tramite l'utilizzo delle graduatorie vigenti a livello regionale per la copertura dei posti vacanti.
Entro il prossimo mese di giugno sarà approvata la graduatoria a tempo determinato di personale infermieristico, avviata con l'avviso di cui alla Determina n. 1125/2018, utile per l'attribuzione degli incarichi temporanei.
Aggiungo che l’Asur sta anche lavorando al concorso a tempo indeterminato per gli infermieri, ovviamente allo stesso scopo.

Presidenza del Vicepresidente
Piero Celani

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi favorevole o meno, la Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. Assessore alla sanità, attendere circa 3 mesi per avere una risposta così ne è valsa la pena. Morivano dalla voglia di ascoltare le scuse dell'Azienda sanitaria che lei dovrebbe supervisionare, sono le stesse che l’Azienda, come le altre, accampa da anni alle nostre interrogazioni.
Sono anni che c'è carenza di organico, sono anni che non viene fatta una corretta programmazione del piano ferie, sono anni che vengono sospesi servizi e chiusi reparti per la carenza di personale, sono anni che vengono fatti avvisi a tempo determinato, che naturalmente vanno deserti. Non faccia così con la testa perché avrò fatto una decina di interrogazioni in merito, solo che stavolta si sta esagerando perché solo nell'ultima settimana sono arrivate tre segnalazioni diverse da altrettanti organismi per tre strutture sanitarie differenti, lamentano che le Aziende e i datori di lavoro impongano ritmi e turnazioni non rispondenti alle tutele e al rispetto dei diritti dei lavoratori, che sia stata fatta la valutazione del rischio sullo stress correlato ai carichi di lavoro il 14 marzo del 2018 non è sicuramente confortevole, anche perché non si hanno ancora gli esiti.
Peccato che io sappia di un report dell'Area vasta 2 che evidenzia diverse criticità e magari se indagassi anche nelle altre Aree vaste, come potrebbe, ad esempio, essere l'Area vasta 1, nello specifico l'Azienda Marche Nord per i reparti che si trovano al Santacroce, verrebbe fuori che anche lì ci sono situazioni molto critiche che vanno ben al di là di quella che potrebbe essere una straordinarietà della carenza di organico di alcuni reparti.
Poi lei mi risponde: “l'Azienda rappresenta.…”, io le ricordo, Presidente, nonché Assessore alla sanità, che ha un delegato che purtroppo ha preso il suo vizio, quindi latitante spesso e volentieri in temi e discussioni come queste, che forse andrebbe verificato quello che l'Azienda rappresenta o che le Aziende rappresentano, magari il Servizio sanità potrebbe in qualche modo incentivare questa verifica, perché forse le viene riportata una realtà che non è quella del territorio, non è quella dei dati e dei numeri, perché se vengono i sindacati, e l'ultimo è venuto in Commissione la settimana scorsa, a lamentare che sono allo stremo, che non ne possono più, se vengono in Commissione ad esporsi personalmente, evidentemente qualcosa che non funziona c’è.
La invito, per l'ennesima volta, a verificare quello che l'Azienda rappresenta e magari anche quello che le altre Aziende esprimono e, visto che lei ha incontri ripetuti con i sindacati, a dar maggior voce a quello che presentano, con dati e numeri certi e, quindi, sulla base dei dati e delle verifiche, valutare chi dice il vero e chi invece non sta facendo il proprio lavoro.
Inoltre le ricordo, e spero che questo sia stato fatto, che il Piano nazionale della governance delle liste d'attesa prevedeva entro 60 giorni l'attuazione della delibera di Giunta e nei successivi 60 l’attuazione di quelle del Piano delle aziende, quindi le chiedo di verificare anche questo fatto, così magari, cominciando a dare responsabilità ai dirigenti vari, forse si riesce a cambiare trend, altrimenti questa Regione non fa una bella figura rispetto alle medie nazionali e al trend nazionale. Grazie.

PRESIDENTE. Capogruppo le comunicazioni sono state già fatte, se è una cosa veloce …

(interviene fuori microfono il Consigliere Zaffiri)

Comunicazioni ai sensi dell’articolo 62 del Regolamento interno

PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. Non ho visto la lettera di dimissioni, però questa mattina ho incontrato il Direttore dell’Asur che mi ha comunicato questa cosa, ma non avendo visto la lettera e le motivazioni non posso dire più di tanto.
Posso dire solo che mi è stata riferita questa notizia, quando avrò il contenuto ci saranno anche le motivazioni della scelta che possono essere ovviamente di qualsiasi natura, però, corrisponde al vero ed anch’io ne ho avuto notizia poco fa, lo dico, sono preciso, perché quando non vedo la carta preferisco usare il condizionale, però penso sia proprio così.

Proposta di legge n. 283 (testo base)
ad iniziativa dei Consiglieri Mastrovincenzo, Minardi, Celani, Carloni, Rapa
“Disposizioni per la rideterminazione degli assegni vitalizi, diretti, indiretti e di reversibilità”

Proposta di legge n. 49
ad iniziativa dei Consiglieri Urbinati, Talè
“Disposizioni in materia di assegno vitalizio e trattamento previdenziale dei Consiglieri regionali. Modifiche alla legge regionale 1995, n. 23”

Proposta di legge n. 182
ad iniziativa dei Consiglieri Zaffiri, Malaigia, Zura Puntaroni
“Disposizioni in materia di abolizione dei vitalizi e nuova disciplina dei trattamenti pensionistici dei Consiglieri regionali. Modifica alla legge regionale 13 marzo 1995, n. 23”

Proposta di legge n. 190
ad iniziativa dei Consiglieri Pergolesi, Maggi, Fabbri, Giorgini
“Modifiche alla legge regionale 13 marzo 1995, n. 23 ‘Disposizioni in materia di trattamento indennitario dei Consiglieri regionali’”

Proposta di legge n. 200
ad iniziativa del Consigliere Bisonni
“Norme per taglio degli assegni vitalizi”
(abbinate)
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 283 dei Consiglieri Mastrovincenzo, Minardi, Celani, Carloni, Rapa, la proposta di legge n. 49 dei Consiglieri Urbinati, Talè, la proposta di legge n. 182 dei Consiglieri Zaffiri, Malaigia, Zura Puntaroni, la proposta di legge n. 190 dei Consiglieri Pergolesi, Maggi, Fabbri, Giorgini, la proposta di legge n. 200 del Consigliere Bisonni, abbinate.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Urbinati.

Fabio URBINATI. Grazie Presidente. Molto brevemente. Recepiamo un provvedimento che era inserito nella legge finanziaria approvata a dicembre, che ci obbliga ad accogliere un accordo Stato-Regioni che ha rimodulato il conteggio dell'assegno vitalizio. Parliamo dei vecchi vitalizi, nulla a che vedere con il sistema contributivo che la Regione Marche ha inserito al loro posto all’inizio di questa decima legislatura.
L’atto è stato emanato, come ho già detto, dalla Conferenza Stato-Regioni, c'è stato un accordo unanime di tutte le Regioni con lo Stato e riguarda la riduzione della spesa pubblica, che nella Regione Marche inciderà pochissimo, se non in maniera marginale, perché più volte nel passato aveva rivisto l’istituto del vitalizio, quindi sarà molto più impattante per altre Regioni.
Noi lo recepiamo anche perché se non lo facessimo ci sarebbe un taglio sui trasferimenti esclusa la sanità e le infrastrutture, cosa che vogliamo assolutamente scongiurare, però, sta venendo fuori di provvedimento in provvedimento che la Regione Marche da questo punto di vista, dato che negli anni si è sempre adeguata, è all'avanguardia.
Su tale argomento in Commissione sono depositate altre quattro, cinque proposte di legge, se non sbaglio, che volontariamente, maggioranza e minoranza, abbiamo deciso di non discutere subito, anche perché a livello parlamentare da quando è iniziata questa legislatura si susseguono atti, a partire dal primo provvedimento che fu fatto all'inizio della passata legislatura, a quello che fu approvato dalla Camera dei Deputati alla fine della stessa, la famigerata legge Vichetti, che come sappiamo si è fermata al Senato, ora c'è quest'altro provvedimento a cui aspettiamo ad uniformarci ed altri sono in attesa.
Inseriamo nella nostra proposta di legge la questione del trattamento previdenziale, come sappiamo tutti noi Consiglieri eletti di questa X legislatura non godiamo più dell'assegno vitalizio, ma di un normale trattamento previdenziale, totalmente contributivo, addirittura, calcolato con i parametri Inps e lì manca, aggiungerei, la facoltà di rinunciare a questo trattamento previdenziale, così come era prevista la rinuncia al vitalizio nella passata legislatura, con la differenza che questo accantonamento è totalmente a carico del Consigliere regionale e nulla è a carico della Regione Marche. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Grazie Presidente. Giunge questa proposta di legge dopo un iter piuttosto elaborato e ricordo perfettamente che ho aderito al rinvio di queste proposte di legge, che venivano da più gruppi, nel momento in cui stava per essere approvata la norma nazionale. Così abbiamo fatto e la norma è arrivata, diciamo che è una legge di compromesso per evitare - i vitalizi sono un argomento molto delicato - una marea di ricorsi che erano paventati sui diritti acquisiti. Quindi c'è stato un accordo soft, diciamo, tra le Regioni e il Governo.
Su questo provvedimento, che riguarda oltre ai vitalizi anche i trattamenti previdenziali, come diceva il capogruppo Urbinati, noi del Movimento 5 Stelle abbiamo fatto degli emendamenti per perfezionare quello che secondo noi va migliorato, per un senso di perequazione nei confronti di tutti i lavoratori, di tutti quelli che lavorano, che maturano dei diritti dopo moltissimi anni. Secondo noi ci sono dei privilegi che ancora resistono per quanto riguarda la politica ed in particolare il Consiglio regionale.
Ci siamo adeguati completamente, non potevamo fare diversamente, all'accordo nazionale tra le Regioni e il Governo, che ci vede partecipe, anche se comunque abbiamo cercato di inserire in questa proposta di legge alcuni miglioramenti, nel senso che ho detto poc'anzi.
Elenco velocemente gli emendamenti che abbiamo proposto, poi magari li illustrerò durante la votazione con una spiegazione più approfondita ed analitica.
Il primo riguarda la riduzione dell’indennità lorda dei Consiglieri, da 6.400 a 5.000 euro, perché mi sembra più che sufficiente, anche per il compito di responsabilità che come Consiglieri siamo chiamati dalla popolazione a svolgere.
La legge nazionale prevede il trattamento pensionistico per i Parlamentari, sia per i vitalizi che per il trattamento pensionistico (vitalizi dalla X legislatura e precedenti perché voglio ricordare che noi non li percepiamo) a 65 anni se si è fatta una sola legislatura e a 60 anni se ne sono fatte due.
Dato che si allunga sempre di più l'età pensionabile, abbiamo proposto due emendamenti, uno che adegua il trattamento pensionistico dei Consiglieri regionali a quello della pubblica amministrazione e un altro l’abbiamo mutuato da una proposta di legge del Consigliere Urbinati, che prevedeva che l'età pensionabile è quella che ognuno di noi matura sia per l'Inps che per le Casse della gestione separata.
Queste sono le due proposte, dal dibattito in Aula valuteremo quale ritirare e quale mantenere, consapevoli, come siamo, che lo dobbiamo a tutti i lavoratori, che a 60 anni non hanno alcun privilegio nel trattamento pensionistico, un’ulteriore cosa: a 65 anni per una sola legislatura, a 60 anni per due legislature, la ratio è difficile da comprendere. Difficile da comprendere per noi Consiglieri, immaginate per chi sta fuori di quest'Aula, che comunque deve lavorare 40 anni e più per arrivare alla pensione e non 5 anni di legislatura. Nell’emendamento questa duplice possibilità l’abbiamo inserita anche per quanto riguarda i vitalizi, il trattamento è lo stesso: 60 anni per due legislature, 65 per una. Vogliamo che a 65 anni, o all'età in cui il Consigliere andrà in pensione, questo trattamento venga adeguato al trattamento dei dipendenti pubblici o alla pensione che ciascuno di noi maturerà. Mi sembra, l’ho detto anche al Consigliere Urbinati che l’aveva proposta, una soluzione equa, perché al Consigliere che andrà in pensione più tardi o a quello che con quota 100 andrà anticipatamente, perché ha cominciato a lavorare prima, la pensione verrà erogata a quella data.
Abbiamo anche presentato un emendamento per non far percepire l’assegno vitalizio a chi è condannato per vari reati ed abbiamo inserito l'articolo 416, che nella legge sui vitalizi non c'è, c’è il 416 bis e 416 ter. Il 416 bis è il reato di associazione a delinquere per mafia, il 416 contempla l'associazione a delinquere come indicazione generale, non era stato previsto e l'abbiamo inserito. Mi sembra un segno importante da dare per valutare in politica chi è onesto e chi non lo è.
Infine con un emendamento abbiamo chiesto di abolire l'indennità di fine mandato, quindi la liquidazione, non perché non sia un provvedimento previdenziale giusto, ma perché la liquidazione dei Consiglieri per il 60% viene tolta dalla nostra indennità e per il 40% viene pagata dalla Regione. Chiediamo di togliere indennità e di avere direttamente il 60% che ci viene detratto.
Poi una cosa che mi sembra giusta e che mi vede coinvolto in prima persona, i Vicepresidenti delle Commissioni percepiscono 500 euro al mese, in qualità di Vicepresidente ho assunto tale funzione per mezza Commissione in quanto il Presidente per impegni giustificabilissimi è arrivato in ritardo. Non mi sembra giusto che, quando nel nostro Paese ancora molti pensionati non arrivano a 500 euro al mese di pensione, un Vicepresidente di Commissione, per non fare un accidente, prenda tale cifra in più al mese per ricoprire questa carica, che in pratica è solo onorifica.
Questi sono i nostri emendamenti, che avremmo voluto discutere e concordare con la maggioranza in Commissione, ma sono stati bocciati tutti tout court. Li ripresentiamo in Aula ovviamente non con lo spirito di rivalsa o punitivo nei confronti di qualcuno, ma perché riteniamo giusto e perequato nei confronti dei cittadini e di quelli che ci hanno votato non aumentare i privilegi che attualmente abbiamo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giacinti.

Francesco GIACINTI. Grazie Presidente. Qualche chiarimento, qualche precisazione è d'obbligo perché è un tema che ha avuto, se non ancora ha, i riflettori puntati, però c'è stato un iter che va ricordato, per onestà intellettuale e per modalità di lavoro.
Ad un certo punto, quando sono state presentate più proposte in Commissione, abbiamo deciso di comune accordo, visto e considerato che già nel dibattito politico e non solo si discuteva ampiamente di questa tematica, che riconduco alla parola “vitalizi”, e abbiamo fatto bene nel tergiversare l'esame delle varie proposte ed attendere una proposta che poi è sfociata, a dire il vero, nell’accordo Stato-Regioni, come ha ricordato il Consigliere Maggi, la Conferenza unificata ha dato luogo a un'intesa.
Il tema dei vitalizi non ricorre più per i Consiglieri di questa legislatura, in quanto attualmente si tratta di un trattamento previdenziale meramente ed interamente contributivo, dacché tutto il montante contributivo del nostro trattamento previdenziale è frutto di una ritenuta interamente a carico del Consigliere.
Ho detto che abbiamo fatto bene ad attendere questa intesa perché ci ha aiutato, ma non solo, ad affrontare la questione e quel dibattito che nasceva e aveva anche un profilo, non voglio usare termini abusati, sensazionalistico, ha perso i suoi angoli più pungenti fino a rappresentare una sintesi, un equilibrio che ha messo tutti d'accordo, Stato e Regioni all’unanimità, ed il frutto di questo lavoro è stata l’intesa.
L’intesa è il punto di sintesi della tematica vitalizi e per inquadrare nell'alveo corretto la discussione va detto che nella Regione Marche, in virtù di comportamenti, oserei dire, morigerati, non produrrà effetti rilevanti sul quantum e sull'importo dei vitalizi grazie ad una legislazione contenuta, cosa che non è avvenuta in altre Regioni. Lo dico con molta franchezza.
Abbiamo anche avuto un incontro con l'Associazione degli ex Consiglieri la quale ha riconosciuto che la questione era stata affrontata in maniera corretta e la sintesi di questa intesa rappresenta un punto di equilibrio più che accettabile.
Nel 2019, in vigenza del contributo di solidarietà che in questa Regione è legge, quindi fino al termine della legislatura nel 2020, non ci sarà una variazione sostanziale ed il risparmio si comincerà a vedere successivamente, per il fatto che gli stanziamenti del bilancio in parte del 2020 e del 2021, ovviamente, non tengono conto del contributo di solidarietà in quanto è a termine con la scadenza della legislatura.
Questo fa sì che noteremo un risparmio che sarà da qualificare come minor stanziamento nel bilancio, ma i motivi per cui mi sono espresso prima non riguardano veri e propri risparmi anche perché, oltre al contributo di solidarietà, l’applicazione dell'accordo Stato-Regioni non produrrà effetti di grande apprezzamento.
Questo va detto, come va aggiunto che, per rispondere al Consigliere Maggi, non abbiamo deciso di bocciare gli emendamenti, abbiamo privilegiato la filosofia con la quale è stata affrontata tutta la tematica, privilegiando il fatto che l'intesa era da considerare un punto di caduta sufficientemente adeguato. Ci siamo impegnati a non incidere nello schema di accordo, di intesa e, nella filosofia che, per i motivi che ho detto, è stata rappresentata.
Questo è il senso per cui sono stati bocciati tutti i vari emendamenti che potevano avere ed hanno un loro significato, senza dubbio, però, dacché l'intesa era un punto di equilibrio ritenuto sufficiente e congruo oltre che consono ad affrontare tutta la questione, ci siamo sentiti di non andare oltre e di non eccedere in comportamenti perché se si va a toccare l'accordo, è probabile che le varie modifiche farebbero venir meno l’intesa stessa che invece resta la pietra miliare di tutti i lavori fatti in Commissione e anche dello spirito della proposta di legge che andremo a votare.
Questo è il senso della bocciatura, come l'ha definita il Consigliere Maggi, degli emendamenti, non abbiamo voluto portare ulteriori elementi perché, ripeto, erano stati tutti toccati.
Come ha detto il relatore, abbiamo inserito anche la possibilità di poter riscattare e chiedere il rimborso del trattamento previdenziale laddove il Consigliere a certe condizioni e in un certo periodo di tempo manifestasse questa intenzione, visto e considerato che siamo sempre nell'ipotesi di risorse della propria indennità/retribuzione. Abbiamo inserito anche questo istituto, che non era previsto nel trattamento previdenziale. Ci siamo uniformati, da ultimo, anche in ossequio alla questione di ulteriori emendamenti che potevano afferire altri istituti, al trattamento vigente per la Camera dei Deputati, cosa che la nostra legge, se non vado errato la n. 23 del 1995 all'articolo 7 ter già prevedeva, nel senso che alcune questioni di carattere più regolamentare vengono richiamate in questo articolo per l’applicazione dell'analogo trattamento della Camera dei Deputati.
La Camera dei Deputati, ovvero il Governo, ovvero l'accordo Stato-Regioni sono organi che hanno ispirato e motivato l'intesa che ci ha portato a iscrivere questa proposta di legge e ad approvarla in questa misura, alla stessa maniera ci siamo sentiti di richiamare la medesima filosofia, laddove persistono ulteriori questioni che possono essere affrontate successivamente, vedasi ad esempio, la possibilità di riscatto del trattamento previdenziale, come ho detto.
Credo di aver toccato sinteticamente tutte le questioni che ci hanno accompagnato in più sedute di Commissione, proprio perché abbiamo voluto accogliere questa istanza che veniva avanti da diverso tempo. Un tema anche usato, diciamolo francamente, spesso e volentieri in maniera strumentale, però debbo dare atto che nella Commissione non è prevalso questo clima e in merito a questa proposta si è cercato di capire, di renderla congrua e consona ai tempi che viviamo, guardando alla vera ratio del provvedimento.
Le questioni che sono state esaminate magari le possiamo affrontare nell'ambito del dibattito.
Ricordo c'è un nostro emendamento, che ho implicitamente illustrato nell'intervento. Non mi fermo sulle varie motivazioni per le quali non condividiamo i singoli emendamenti a cui ha fatto riferimento il Consigliere Maggi, li riconduco a questo discorso di fondo, che è il principio ispiratore di questo modo di ragionare e di condurre in porto una proposta di legge che vuole mantenere i principi ed anche gli effetti, perché no, dell'intesa della Conferenza unificata Stato-Regioni.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Vorrei esprimere una considerazione che poi è anche una valutazione su questa legge che voteremo.
Ho ascoltato il Presidente della Commissione, ho cercato di ascoltarlo con molta attenzione, penso che gran parte del suo intervento sia condivisibile, però, secondo me, questo atto qualcosa poteva contenere ancora, come la possibilità che i Consiglieri possano decidere di cosa fare dei loro soldi. Forse ci doveva essere un ragionamento un po' più coraggioso, un po' più preciso, anche se penso che possiamo ancora recuperare, questo è il senso del mio intervento, perché il 2022, Assessore Pieroni, è una scadenza molto lunga. Consigliere Giacinti, prima abbiamo l’assestamento di bilancio e lì si possono creare le condizioni per intervenire su questa legge prima del 2022. Questa cosa, Assessore Cesetti, la possiamo senz'altro rivedere, perché i soldi che vengono accantonati dal lordo sono dei lavoratori, come in un'azienda, e i lavoratori decidono su questa cosa, tanto non è che questi soldi rimangono lì, qualcosa ci si fa, quindi, invece di farci qualcosa, la questione la pongo sotto questo aspetto, possono essere restituiti a chi lo chiede. Poi vedremo, se effettivamente si può trovare una copertura completa per tutti i 31 Consiglieri, bene, se non è così, si può anche ragionare su degli accordi, che a me è sempre piaciuto raggiungerli. Si può trovare anche un plafond per poter intervenire, magari per un certo numero di persone l'anno successivo. Consigliere Giacinti, ragionando con il buon senso, questo è l'intervento, si può trovare una soluzione perché i soldi sono nostri e uno li può gestire, anche riconsegnarli o restituirli.
Questo secondo me è l'aspetto un po' debole della legge, però se c'è la volontà politica di recuperarla e non credo che sia un problema fra tre, quattro, cinque mesi.
Il senso politico dell’ipotesi che sto facendo si può raggiungere con il buonsenso, trovando una sintesi, penso che esistano le condizioni per migliorare questa legge nel corso del 2019 ed anche per questo motivo voteremo a favore. Grazie.

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

PRESIDENTE. Ha la parola, per un chiarimento, il Consigliere Giacinti.

Francesco GIACINTI. Grazie Presidente. Sono già intervenuto, ma rispondo all’istanza del Consigliere Zaffiri.
Oggi, come gli ho detto in separata sede, questo suo pensiero, questo suo auspicio, non è possibile attuarlo in mancanza di un'adeguata copertura finanziaria che tenga conto della potenziale spesa che potrebbe scaturire dalla facoltà di chiedere il rimborso nel bilancio corrente, che, ripeto, è un bilancio triennale, che interessa gli esercizi 2019/2020/2021.
Dico al Consigliere Zaffiri che se l'Assemblea legislativa riterrà appropriato valutare questa richiesta lo farà nei momenti opportuni che verranno: assestamento o scrittura del prossimo bilancio che interesseranno le annualità 2020, 2021 e 2022.
Oggi ci sembra necessario, anche da un punto di vista tecnico, di correttezza normativa-contabile, dotare questo desiderio delle risorse necessarie, ma ciò non esclude che se l’Assemblea lo ritenga degno di attenzione, si potranno stanziare le relative risorse per procedere nella direzione auspicata dal Consigliere Zaffiri.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Grazie Presidente. Voterò a favore di questa legge.
Credo che sia fondamentale l’intesa che c’è stata tra Stato-Regioni, perché è importante rendere omogenei i trattamenti in tutte le Regioni italiane. Spesso dimentichiamo in questo dibattito sui vitalizi che Regioni diverse hanno trattamenti diversi. Permettetemi di ricordare che da moltissimo tempo la Regione Marche è una delle più virtuose da tutti i punti di vista, dalle indennità ad altri vari aspetti.
Voglio ricordarlo, siamo stati una delle prime Regioni ad abolire i vitalizi con una legge regionale approvata nella scorsa legislatura ed a livello nazionale sono stati aboliti in seguito ad una legge approvata nella passata legislatura.
Permettetemi di andare un po' fuori dal coro per fare due considerazioni di carattere generale, a cui tengo.
Con la legge che è stata fatta a livello nazionale, in realtà non una legge, ma un intervento dell’Ufficio di Presidenza della Camera, e con questa intesa Stato-Regioni che, ripeto, voterò, si inseriscono sul piano normativo due aspetti non irrilevanti che non dovremmo trascurare, lo dico con grande onestà intellettuale, trascinati da un dibattito giusto, popolare, che è quello di eliminare i privilegi.
Sono d'accordo sul fatto che bisogna eliminare i privilegi, ma attenzione, dobbiamo sempre distinguere questo tema dal provvedimento di specie che stiamo inserendo. Quali sono i due punti deboli di questa discussione? Primo punto debole, noi, la Conferenza Stato-Regioni e l'Ufficio di Presidenza della Camera interveniamo con una norma retroattiva, quindi attenzione perché andiamo ad inserirci in un tema, creando un pericoloso precedente.
Evidenzio solamente questo aspetto, oggi riguarda un ingiusto privilegio e ci va bene, anche a me va bene, ma attenzione che questo non costituisca un pericoloso precedente per il futuro, perché a quel punto tutte le leggi potrebbero essere retroattive.
Secondo aspetto, ancora fuori dal coro, un aspetto equitativo, la Corte Costituzionale ha più volte ricordato che, è vero, i diritti acquisiti non esistono - legge Dini 1995, quando abbiamo modificato le pensioni retributive, come appunto è il vitalizio, a pensioni contributive, o legge Fornero che ha intaccato i diritti acquisiti - però, la Corte Costituzionale dice una cosa in più: che non si possono stravolgere le legittime aspettative di persone che fanno scelte di vita.
Vi racconto il caso di una persona che conosco, e di cui ovviamente non farò il nome, che è stata per un breve periodo Parlamentare della Repubblica - tra l'altro la norma che ha fatto l’Ufficio di Presidenza della Camera quasi avvantaggia chi ha fatto molte legislature, quasi ci guadagna, mentre è più colpito chi ne ha fatta una sola - e facendo conto sul vitalizio, mi pare, di 2.000 euro, quindi non una cifra bassissima, sicuramente non una somma con cui ci si arricchisce, ha scelto di non tornare al lavoro per assistere un figlio disabile, lo ha scelto alcuni anni fa, sapendo di poter contare su una legittima aspettativa data da un diritto e da una norma, ora questa disposizione lo costringerà ad andare a lavorare ad una età in cui è difficile trovare un nuovo impiego. Era un privilegio prima? Può darsi, ma quella persona aveva una legittima aspettativa.
Faccio questo intervento con grande onestà intellettuale, sapendo di essere controcorrente, rischiando di dire cose impopolari, ripeto, voterò questa legge, però credo che questa sia una considerazione di carattere generale, il vento dell'attualità non stravolga mai i principi cardine del legislatore e non stravolga mai le norme strutturali su cui è fondata la nostra democrazia e lo spirito di coesione sociale del nostro Paese.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Grazie Presidente. Non ho partecipato alla discussione, intervengo adesso anche come dichiarazione di voto nel tentativo non di dire qualcosa di diverso, perché le argomentazioni tecniche e lo studio sono stati molto approfonditi.
Diciamolo chiaramente, c'è una dimensione in questa discussione che riguarda le nostre vicende, perché da una parte stiamo parlando di cose che ci riguardano direttamente e dall’altra l’interesse che l’opinione pubblica ha manifestato nel tempo su questo tema mi sembra fortemente scemato, l’attenzione era generata da una parola che anche il Consigliere Busilacchi, che ha voluto parlare controcorrente, ha espresso e cioè ‘privilegio’.
Che cos'è un privilegio? Senza dizionario, è un modo, se volete anche un po’ violento, di esprimere un giudizio rispetto a qualcosa che sarebbe ingiusta. Il privilegio può anche essere una cosa positiva. Il vero punto è che nel passato abbiamo avuto un'applicazione scellerata dei vitalizi, non un privilegio, ma un'ingiustizia.
Il vitalizio è nato più o meno con la Repubblica come paracadute, come uscita, come indennità, come risarcimento, come possibilità di non rientrare nell'attività lavorativa, c'è in tutta Europa anche se in forme diverse. In Italia l’applicazione era così scellerata e così ingiusta che agli occhi del cittadino è stato facile presentare alcuni casi come se fossero tutti, anche, diciamolo, per la dimensione di questo stesso privilegio.
Io ho avuto una piccola esperienza parlamentare, un po' lunga l’ha avuta l’Assessore Cesetti, ricordo che già nella legislatura del 2006 il vitalizio non c’era più, c’era un sistema contributivo che scattava all'età di 65 anni, già allora, e c'era una progressione su 5, 10, 15 anni e si fermava lì.
Nel passato questa progressione arrivava fino a 25/30 anni, si accumulava e più anni si facevano più alto era il vitalizio, ed era dentro cifre decisamente contenute di una buona pensione, una pensione abbastanza elevata, anche se, ricordo, cumulabile con altre, quindi non adesso, ma già nel 2006, con tutto rispetto molto prima che arrivasse il Movimento 5 Stelle, il Parlamento aveva deciso di fare questo tipo di operazione.
Chiaramente non era retroattiva, questo è pacifico, riguardava le figure che dovevano essere avanzate. Normalmente le Regioni hanno sempre seguito l'impostazione nazionale, anche qui dico in maniera scellerata ed ingiusta.
Lo Stato centrale, il Parlamento ha fatto e sta facendo interventi su tutto, non c'è più una cosa che possiamo decidere, fra un po’ ci diranno anche quante finestre deve avere una struttura sanitaria perché le disposizioni legislative entrano nei particolari più minimi, ed i colleghi della IV Commissione lo sanno bene in cosa ci stiamo dibattendo mentre approviamo i manuali di gestione delle strutture. Su questa materia non era entrato per cui avevamo Regioni, come la Sicilia, dove si aveva una indennità dei cosiddetti Parlamentari siciliani del 110-115% rispetto a quella dei nazionali, con relativi vitalizi che arrivavano all'80% di quella cifra, la nostra è sempre stata una cifra molto più modesta, molto più sparagnina e, diciamo, a misura della nostra realtà.
L'ultima riforma ha portato il tutto ad un sistema contributivo decisamente accettabile ed è quello che è stato fatto
Il mio intervento è a favore di chi ha lavorato in questo senso, in maniera collaborativa, da ogni parte politica intelligente, che è quella di dire - lo dico per noi e per il futuro, non per il passato - abbiamo un sistema contributivo del tutto e per tutto equiparabile a quello in vigore per tutti i lavoratori italiani, anche se questo di per sé non è proprio un lavoro, con una differenza, verità per verità, che reintroduce la logica del vitalizio ed è il rimborso. Il rimborso lo voto perché l’ho preso come titolare di vitalizio, per cui non ho più il vitalizio ed ho chiesto il rimborso delle cifre versate senza interessi, lo voto per questo atto di giustizia, però, diciamolo, non è più un sistema contributivo pensionistico, perché nessuno può chiedere il rimborso della propria pensione, ma questo è giusto farlo, perché noi non siamo in nessun modo equiparabili ai lavoratori per questa attività e anche perché, non so se questa nota è stata messa in conto dai relatori, il livello di contribuzione sulla nostra indennità è decisamente alta, le vogliamo dire queste cifre? Su una media di 6.400 euro i Consiglieri regionali delle Marche versano 2.300 euro di contributi per 5 anni, quindi non è una pensione, in nessun modo, e può essere trattata, almeno per questo aspetto, quello della richiesta del rimborso 2021/2022, mi sembra che anche su questo abbiamo trovato un accordo, che lo distingue dal resto perché è un accumulo enorme di denaro che oggettivamente un giovane, per ovvie ragioni statistiche, avendo di fronte 30 anni di vita, potrebbe anche rischiare di non vedere mai, quindi la nostra indennità da 6.600 scende a 2.500 netti, togliendo le tasse e tutto. Mi permetto di ricordare ai colleghi più distratti, che non solo versiamo i nostri contributi per questo tipo di pensione, ma continuiamo a versare anche i vecchi, questo è un atto di giustizia che è stato compiuto perché nel passato, Consiglieri, e l’Assessore Cesetti se lo ricorda bene, esistevano per i Parlamentari e i Consiglieri regionali i cosiddetti contributi figurativi, figuravano ma non venivano versati.
Da quanto mi ricordo li ho versati dal 2006, versavo 400/500 euro quando ero in Senato e più di 300 euro adesso, quindi verso la quota di pensione e personalmente 2.650 euro di contributo al mese. Questo lo dico perché in mezzo a tante mezze verità, diciamo anche quello che è reale, cioè versiamo ed è giusto che sia così, nessuno si lamenta di questo stato di cose, ci sentiamo, dei privilegiati, non tanto per l'aspetto economico, magari qualcuno di noi per l'attività lavorativa che faceva fuori di qui forse guadagnava qualcosa di più, quanto per il privilegio che ci viene concesso di rappresentare, e cerchiamo di farlo con onore, la nostra comunità politica regionale.
È questo il vero privilegio, a questo mi associo, da tutti gli altri sono ben contento di essermi staccato.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Grazie Presidente. Mi riallaccio alla seduta della settimana scorsa, quando era in discussione la norma in materia di organizzazione del personale, si discuteva dei requisiti per il Segretario generale e qualcuno, se non ricordo male la Consigliera Leonardi e il Consigliere Maggi, ha parlato di ipocrisia.
Ecco, su questa parola mi voglio riagganciare per fare una premessa perché l'ipocrisia politica che vedo sinceramente è elevata a partire, ad esempio, dal discorso, che ancora non ho digerito, della riunione dei Capigruppo dalla quale, secondo alcuni, non può trapelare nulla. E’ ipocrisia non voler far sapere all'esterno quello che si dice in questa riunione, ad esempio c’erano delle posizioni che smentivano i cambiamenti climatici, ma all'esterno si vuole dare un'immagine diversa e queste persone hanno accusato il sottoscritto di scorrettezza per aver rivelato la verità.
Riprendendo le registrazioni video dell'Assemblea, non della Conferenza dei capigruppo, ascoltando quello che queste persone, che hanno puntato il dito, hanno detto nel luogo pubblico e confrontandolo anche con il verbale scritto, viene fuori che chi ha accusato gli altri di scorrettezza, prima di me, ha riportato l'esatto virgolettato di quello che si era stato detto nella seduta dei Capigruppo. L'ipocrisia e che quando lo fanno loro va bene, quando lo fa qualcun altro è additato come scorretto.
In questa ipocrisia, in questo concetto di ipocrisia politica, mi riaggancio anche a questa legge che, a mio avviso, la rappresenta perché non cambia la sostanza, diciamocela tutta, e andando a fare i calcoli si vede che chi prendeva il vitalizio adesso prenderà più o meno la stessa cifra, addirittura ci sono dei casi in cui la persona ci guadagna qualcosa, quindi, dov’è il taglio?
La novità di questa legge introdotta e sbandierata sinceramente non la vedo e una cifra penso che parli meglio di qualsiasi altra ed è quella contenuta nella norma finanziaria, all'articolo 7 di questa proposta di legge, perché effettivamente una piccola riduzione c’è, lo riconosco per onestà intellettuale, si risparmiano circa 200 mila euro, più o meno, quindi un po’ si è limato, ma veramente poco, quindi offro a tutti i Consiglieri, con l'emendamento che ho presentato, l'opportunità di fare qualcosa di serio, di incidere veramente se c'è la volontà, altrimenti sarebbe ipocrita, usciti da qui, andare alla stampa e dire: abbiamo tagliato i vitalizi, abbiamo fatto questo, abbiamo fatto quest'altro.
L'emendamento che presento, ed è quello della mia proposta di legge, prevede di calcolare il vitalizio non nell'anno di riferimento, il 2005, quando l'indennità era di 12.000 euro circa, ma con l'Istat attuale, riportata ad aprile 2019, che è esattamente la metà.
Se passa questo emendamento che io propongo, si risparmiano ogni anno circa 1,4 milioni di euro, è stato calcolato e scritto nella mia proposta di legge, non sono numeri a caso, sono reali, quindi chi vuole andare sulla stampa e farsi paladino di aver tagliato questi vitalizi, dovrebbe, a mio avviso, votare l’emendamento, che fa un taglio 7 volte superiore rispetto a quello che fa questa proposta di legge.
Non è vero il fatto che, mi perdonerete, come è stato detto, abbiamo fatto bene ad attendere perché ricordo che la battaglia che ho fatto sui vitalizi risale a fine aprile, maggio 2018 e a quel tempo, se ricordate, il Governo Conte ancora non si era insediato (si è poi insediato a giugno) e c'era ancora quell’andirivieni del Movimento 5 Stelle che una volta parlava con la Lega, una volta parlava con il PD, non si capiva come sarebbe andata a finire, quindi eravamo in alto mare, era possibile anche che il Governo futuro non avrebbe fatto questa normativa, questa sì, di apparenza, caro Consigliere Giorgini, quindi dire che abbiamo fatto bene ad aspettare, anche questo, perdonatemi, non corrisponde al vero perché si poteva approvare questo provvedimento dato che non c'era nessun sentore che il Governo avrebbe fatto questa norma, per cui anche questo non corrisponde al vero.
Un'altra cosa che sinceramente mi è dispiaciuto sentire è quella che la legislatura precedente ha tagliato i vitalizi, non ci sono più, è vero, li hanno tagliati per noi e per quelli che verranno dopo di noi, ma per loro non l'hanno tagliati, tant'è vero che alcuni Consiglieri che sono qui presenti, che hanno fatto parte della precedente legislatura, prenderanno il vitalizio all’età che gli spetta, quindi a 60 anni, perché avendo fatto due legislature spetta a questa età, per cui questi Consiglieri seguiteranno a prendere il vitalizio.
Sono state dette un sacco di cose che sono più d’apparenza che di sostanza, diciamo così, è un mercante che vende bene la propria merce, in realtà di sostanza ce n’è veramente poca.
L'altro emendamento che propongo, così concludo il mio intervento, è quello di portare per tutti l'età a 65 anni. Non si capisce perché alcuni a 60 ed altri a 65, la regola deve essere uguale per tutti quelli a cui spetta il vitalizio ed il fatto che un Consigliere abbia fatto una, due, tre, quattro, cinque legislature, sinceramente non mi convince come motivazione. Per me dovrebbe essere per tutti uguali e se pensiamo poi a quello che accade a un operaio, ai lavoratori della pubblica amministrazione, dovremmo non dico vergognarci, ma riflettere bene su questa cosa.
Evitiamo questa ipocrisia politica che c’è, evitiamo di raccontare cose che poi non sono concrete, sono più fumo che altro, e se volete efficacemente fare qualcosa di concreto, vi invito tutti quanti a votare l'emendamento che ho presentato e che recepisce la mia proposta che dimezza i vitalizi con un risparmio annuo, lo ripeto, di 1,4 milioni di euro. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giorgini.

Peppino GIORGINI. E’ stato fatto il mio nome, quindi intervengo. La colpa ce la prendiamo tutti noi del Movimento 5 Stelle, io prendo 2.500 euro al mese, lui ne prende 6.400, non ha rotture di scatole da nessuno, non deve dare niente a nessuno, mentre noi dobbiamo tribolare notte e giorno un po’ con tutti, quindi gli abbiamo fatto un favore incredibile ed invece di ringraziarci ci sta attaccando. A questo mondo non c’è riconoscenza signori. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per fatto personale, il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Grazie, Consigliere Giorgini, per avermi espulso dal Movimento 5 Stelle, sono contento altrimenti mi vergognerei come un cane ad essere partecipe di questo Movimento complice di un Governo che fa politiche xenofobe, mi vergognerei come un cane.
Sono contento che mi avete espulso, vi ringrazio, però il mio stipendio non è di 6.400 euro al mese, come dice lei, ma è quello di tutti, di 2.000 euro circa perché ci sono i contributi, quindi sta ancora mentendo.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Capo I
Emendamento capo 1/1 a firma del Consigliere Bisonni. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 4.1 (articolo aggiuntivo)
Emendamento 4.1/1 a firma del Consigliere Maggi, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Giovanni MAGGI. Grazie Presidente. E’ molto semplice, dare una cura dimagrante alle indennità dei Consiglieri di 1.000 euro, quindi se fate il conto, si evidenzia il risparmio per 31 Consiglieri per 12 mesi. Vi rendete conto del risparmio? Anziché 6.400 euro di indennità 5.000 euro lordi, non si tocca il rimborso. Questo è il nostro emendamento.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. Chiedo l’appello nominale anche a nome dei Consiglieri Giorgini Maggi.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giacinti.

Francesco GIACINTI. Presidente la ringrazio, sarei intervenuto in fase di dichiarazione di voto, però anticipo una parte di quell'intervento.
Gli emendamenti presi singolarmente danno il segno di non aver intuito perfettamente quello che è l'accordo Stato-Regioni, accordo con il Governo, al quale ci riconduciamo, perché abbiamo fiducia, in quanto è stata dipanata una matassa che ha investito il dibattito per molto tempo, anche con toni, come ho detto prima, sensazionalistici e oltre.
Se prendiamo per buono il pensiero che il Governo insieme alle Regioni nello stilare un'intesa ha tenuto conto di tutte le questioni, manteniamo questa filosofia, altrimenti la tradiamo, sennò ad ogni occasione, più o meno è legittimo, da parte di tutti, mi riferisco anche agli emendamenti, per esempio, del Consigliere Bisonni, l’ho detto prima, agitare gli animi all'insegna di un intervento che preveda l'abbassamento delle indennità su cui commisurare il trattamento. Se non l’abbiamo toccato è perché dall'altro canto abbiamo tenuto nella debita considerazione tutta quella massa di interessi più o meno legittimi, anche di diritti acquisiti, di un trascorso, di una legislazione che da sempre, attraverso questi istituti, gestisce alcune particolari questioni. Se ora le isoliamo e singolarmente le agitiamo solo al fine di strumentalizzare un tema piuttosto che un altro, è chiaro che anche sull'intesa, se debbo dire la verità, a cui non mi sono sentito di fare particolari osservazioni, ma se entro nel merito di come va ad incidere sui vecchi vitalizi – ribadisco per l’ennesima volta che noi non c'entriamo in questa questione - avrei ben da dire perché il montante contributivo considerato, se entriamo nel tecnico, comporta che i vitalizi non subiscano particolari variazioni, tradotto: restano inalterati. E’ stata fatto una bella opera di ingegneria finanziaria al fine di preservare quel quantum e quel livello, lo vogliamo dire oppure no?
Da uomo delle istituzioni prendo atto di questo accordo, ho capito che dietro ci sono motivazioni di varia natura, c’è un accordo Stato-Regioni e, ripeto, c'è questo Governo, di cui mi sono fidato, che è paladino di questa tematica fin dagli albori, quindi perché non fidarsi? Tutto questo iter logico ci ha portato a considerare questo accordo consono e congruo per tutta la questione.
Altrimenti è troppo semplice, ripeto e chiudo, prendere le singole tematiche e agitarle in un verso o nell'altro a nostro piacimento, questo è un po’ il senso e lo ribadisco perché in Commissione più volte, su tutte le varie questioni che abbiamo affrontato, ci ha guidato questo principio, chiaramente se isoliamo una per una le varie questioni è facile e possibile trovare delle critiche da fare.
In merito al montante, senza entrare troppo nello specifico, si è fatto in modo che, i contributi versati, illo tempore, fossero rivalutati di 2,75 volte, più un ulteriore incremento, in maniera da mantenerlo per garantire quel livello di vitalizio. Questo è successo tecnicamente alla base dell'accordo, dell’intesa, di cui prendiamo atto con questa legge, che è un po' la sintesi di questo discorso. Senza entrare più di tanto a gamba tesa in un verso o nell'altro. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. Vorrei ricordare al Consigliere Giacinti che strumentale è dire: noi non c'entriamo nulla con i vitalizi, perché ci sono alcuni membri di questo Consiglio che forse c’entrano.
Detto questo, mi fa piacere che lei si fidi di questo Governo e dell'accordo Stato-Regioni, ma le voglio anche ricordare che il PD dell'Emilia-Romagna ha già recepito la riduzione proposta dal Movimento 5 Stelle per l’indennità dei Consiglieri a 5.000 euro lordi, diversi anni fa, inoltre era già previsto in una nostra proposta di legge che purtroppo, nostro malgrado, non è stata recepita per le parti più integrative di quello che è stato poi il successivo accordo Stato-Regioni. Quindi è nostra prerogativa presentare dei nuovi emendamenti in Aula, poi lei è libero e legittimato a votare a favore o contro. Grazie.

PRESIDENTE. Emendamento 4.1/1. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Bisonni, Fabbri, Giorgini, Maggi, Pergolesi.
Contrari: Biancani, Busilacchi, Casini, Celani, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Malaigia, Marconi, Marcozzi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Pieroni, Rapa, Sciapichetti, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini, Zaffiri, Zura Puntaroni.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Articolo 4 bis.
Emendamento 4 bis/1 a firma del Consigliere Maggi, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Giovanni MAGGI. Grazie Presidente. Ho presentato due emendamenti per portare l'età pensionabile allo stesso livello, no che chi ha fatto due legislature prende prima la pensione e chi ha ne ha fatta una la prende dopo. Abbiamo ricalcato una proposta di legge del capogruppo del PD.
Ritiro l’emendamento 4 bis/1 e discutiamo il 4 bis/2, dato che riguardano lo stesso argomento.
Ho ascoltato gli interventi, noi non facciamo speculazione politica in questo senso, è stato citato in quest'Aula il contributo di solidarietà fino al 2020 che toglie parte del vitalizio e accresce la disponibilità della Regione. Sapete chi ha fatto l'emendamento, che è stato approvato, fino al 2020? Questo gruppo qui e tutta l'Aula lo ha approvato. Il contributo di solidarietà era terminato nel 2017, mi sembra, ed è stato prorogato grazie al nostro emendamento, quindi non facciamo opposizione strumentale, facciamo i fatti.
C'è questa disparità tra chi fa una legislatura e chi ne fa due, chi ne fa una va in pensione a 65 anni e chi ne fa due a 60. Mi spiegate la ratio di questa sciocchezza madornale? Non riesco a capirla! La dovete spiegare non a me, ma a quei lavoratori che vanno in pensione a 65, 66, 67 anni. Si, certo, la quota 100 è arrivata adesso, dovete spiegarla non a me, ma a quei lavoratori che per arrivare alla pensione devono lavorare 40 anni, mentre i Consiglieri regionali vanno in pensione a 60 anni, dopo 5 anni di legislatura. Mi spiegate questa cosa? Poi vi lamentate, anzi ci lamentiamo, ci metto anche noi, del distacco dalla politica?
La Commissione ha presentato un emendamento che fa sua la legge nazionale che prevede questa cosa. Ma, signori miei, vogliamo usare il buonsenso e il cervello se c'è una legge stupida? Volete fare un emendamento che faccia diventare stupida anche la legge regionale? Non ho capito, spiegatemelo e spiegatelo alle persone che lavorano 40 anni e prendono 500 euro di pensione. Spiegate perché i Consiglieri regionali devono andare in pensione a 60 anni, è un lavoro usurante? E’ come andare in miniera? Non lo so, non lo capisco. Mi dite perché vi attaccate a questa legge sciocca per andare in pensione a 60 anni e non vi adeguate alla legge per cui tutti i lavoratori vanno in pensione a 65 anni, qualcuno ci va prima, qualcuno ci va dopo o, come nell’emendamento che ho presentato precedente, legarla all'Inps o alla Cassa integrativa di categoria? No, non va bene. Dovete andare in pensione a 60 anni, noi a questa cosa non ci stiamo, noi la denunciamo e con forza diciamo che i lavoratori devono avere gli stessi diritti e quelli che stanno in quest'Aula devono averli uguali a quelli che stanno fuori.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Casini.

Anna CASINI. Per dire che 60 più 40 fa 100.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Pieroni.

Moreno PIERONI. Grazie Presidente. Credo che giocare sempre al rilancio non sia giusto né corretto, e questo un po' mi dispiace, perché ho vissuto anche l'esperienza della passata legislatura e già allora c'era qualcuno che rilanciava e che cercava di essere il primo della classe, ma questo non ha aiutato nessuno.
Il problema che ci poniamo oggi non è lo stesso che si pongono i cittadini, i tanti cittadini che oggi non lavorano, che hanno visto raddoppiata la cassa integrazione, forse questo ci sfugge, ma tra il 2018 e il 2019, e questi sono dati ufficiali del Ministero del lavoro, la cassa integrazione in Italia si è duplicata, quindi credo che voglia dire che qualcosa della politica italiana non è stata chiara.
Parlo perché ho già rinunciato al vitalizio, quindi ho preso quello che mi spettava e da questo punto di vista posso essere libero e scevro da ogni criticità, anche se penso che non sia neanche corretto che in ogni situazione, dove si discutono temi che sono stati definiti da un accordo Stato-Regioni, si presentino sempre degli emendamenti.

(interrompe il Consigliere Maggi)

Moreno PIERONI. Questa legge, se non sbaglio, molto probabilmente mi sbaglio, voi siete più esperti, è dell’attuale Governo che differenzia 60 e 65 anni, non l’ha fatta il Governo precedente, l'ha fatta l'attuale Governo Lega/Movimento 5 Stelle, allora credo che ci sia qualcosa che non funziona, capogruppo Maggi, e non ci fa bella figura a venire qui e dire che quella legge fatta da voi, dalla Lega e dal Movimento 5 Stelle, va bene a livello nazionale e non va bene a livello locale.
Mi farebbe molto piacere vedere le mail di protesta che dal gruppo regionale del Movimento 5 Stelle sono partite contro il Governo dicendo: “Caro Governo, quello che state facendo è tutto sbagliato” se me le fate vedere prendo atto di questo, della vostra correttezza istituzionale e politica, perché la posizione l'avete mantenuta allora con il Governo e la portate qui oggi. Invece credo che oggi voi cerchiate di fare bella figura, consapevoli che a livello nazionale c'è stata una forzatura, quella sì, per differenziare 60 e 65 anni.

(interrompe il Consigliere Maggi)

Moreno PIERONI. Ho rinunciato al vitalizio ed ho preso la quota che mi spettava, però il problema non è quello, il problema è che voi venite qui oggi a fare i paladini della giustizia istituzionale, ma avevate la possibilità, il Governo è il vostro, è il vostro Governo che ha fatto questa legge, voglio ribadirlo, e non avete alzato neanche il telefono per dire: “Caro Conte, caro viceministro Salvini, caro viceministro Di Maio, state facendo una vera boiata, perché gli italiani questo non l'accettano, perché vanno in pensione a 67 anni e voi fate questa differenziazione”.

(intervento fuori microfono)

Moreno PIERONI. Adesso rimediamo? Bisogna rimediare alla legge nazionale non qui a livello locale.
Credo che queste forzature dimostrino la grande scorrettezza istituzionale che avete a livello nazionale e che non avete la forza di imporre questa scelta che è legittima.

(intervento fuori microfono)

Moreno PIERONI. Adesso diventa solo di lotta perché il Governo mi sembra che non vada tanto bene, adesso è diventato di lotta di Governo, prima era il Movimento 5 Stelle, adesso è la Lega, comunque vedremo fra un anno cosa succede.
Detto questo, credo che sarebbe stato più giusto, Consigliere Maggi, non presentare questo emendamento, non perché c'è un problema a votare contro, ma secondo me non fate una bella figura perché domani sui giornali uscirà fuori che a livello nazionale non avete protestato e non avete detto niente contro questa legge nazionale, fatta dal Governo, ripeto Movimento 5 Stelle e Lega, e adesso venite qui a fare i paladini della giustizia lavorativa e pensionistica marchigiana.
I marchigiani dovevano essere tutelati dalla legge nazionale, non da questo emendamento, buttato fuori così all'ultimo secondo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Probabilmente farò un intervento fuori dal coro perché il dibattito che ho ascoltato anche altre volte dentro in quest'Aula non mi affascina, mi ha sempre interessato poco perché la penso diversamente.
Ritengo che la politica abbia il suo costo, debba svolgere il proprio ruolo, deve essere protagonista, ma l'abbiamo tentata e ci siamo riusciti in qualche momento, probabilmente complice anche qualche mio dirigente nazionale, però la politica non può essere così, perché poi va a finire, cari colleghi, molti lo sanno, fanno finta di non saperlo e questo mi dispiace, che qualcuno magari la usa perché ha gli strumenti economici.
Questi discorsi non mi affascinano, anzi credo che siamo in una Regione che ha fatto precedentemente delle leggi più realiste del re, partendo anche dal numero dei Consiglieri regionali, indicati in 31, probabilmente ne mancano 3 o 4 rispetto ai 41, probabilmente si è discusso poco, non lo so, però presi da un'onda mediatica siamo intervenuti. Siamo anche intervenuti economicamente, perché è l'unica Regione d'Italia che ha equiparato lo stipendio dei Consiglieri al Sindaco Capoluogo di Regione, anche su questo non dobbiamo prendere lezioni da nessuno, da nessuna Regione. Di cosa stiamo parlando? Di un protagonismo che mi sembra nemmeno paghi.
Credo che dobbiamo parlare di politica, di problemi ed io ho manifestato qual è la preoccupazione e mi sembra di aver capito che quest'Aula l’ha recepita perché sono lavoratori anche i Consiglieri regionali, ma non è questo il problema e il termine del confronto, non è questo, qui si viene eletti dal popolo, si rappresentano delle persone ed i Consiglierei, i gruppi o i partiti si rapportano con chi li ha eletti, quello è il giudice, se quel Consigliere o quel partito ha consenso significa che il giudice/popolo l'ha votato e lo sostiene.
Questo è il problema politico, le altre cose sono notizie e discussioni da spot, da salotto, da bar, la politica è una cosa seria, probabilmente molti non sanno nemmeno dove sta di casa ed io l’ho imparato facendo un'altra attività, cercando di difendere i lavoratori, in modo particolare. Ho imparato cos’è la politica, cerco di usare, non so se ci riesco, questo strumento, lo dovranno giudicare i miei elettori e gli elettori del mio partito che mi sembra ci abbiano osservato e visto bene.
Su questo non vogliamo e non prendiamo da nessuno lezioni, non le vogliamo dare, ma vogliamo ripristinare, perlomeno in una discussione, in un dibattito importante, il ruolo della politica, perché la politica è sovrana e per farla occorrono anche i mezzi, altrimenti si parla di aria fritta.
Credo che questa legge, che è stata concordata con tutti i Consigli a livello nazionale, sia uno strumento omogeneo che uniforma questo trattamento in tutto il territorio nazionale.
Non abbiamo niente da aggiungere, perché non mi sembra che il protagonismo, ripeto, può darsi che venga smentito, non ha dato esito.
Ho ascoltato le parole e le affermazioni di qualche collega: “Questi Governi sono di …”, per favore, prima di parlare credo che qualcuno debba usare un buon dentifricio per togliere qualche problema che è rimasto in bocca, penso che sia questo.
Non vogliamo prendere lezioni da nessuno, siamo questi e ci confrontiamo con il popolo, finché ci dà riscontro, come altri partiti hanno avuto in altre circostanze. Il popolo è sovrano, elegge e manda i rappresentanti di quello o di quell’altro partito, non si può prendere in giro, è composto da persone intelligenti che svolgono il proprio ruolo e sanno quello che fanno. Grazie.

Presidenza del Vicepresidente
Renato Claudio Minardi

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. Vorrei chiarire una cosa, noi ci imponiamo al Governo, caro Assessore Pieroni, sicuramente molto di più di quanto l’abbiate fatto voi con il Governo Renzi, e la riprova è l'emendamento passato sulla questione del tetto massimo delle assunzioni di personale, sul quale, se non sbaglio, forse occorrerà intervenire nuovamente.
Detto questo, lei ha rinunciato al vitalizio, ma ha omesso di chiarire che ha incassato tutto e subito, forse per onestà intellettuale avrebbe dovuto dire anche quanto nel suo accalorato intervento.
Ricordo che l'emendamento che andiamo a votare in questo momento è quello che equipara l'età pensionabile a quella di qualsiasi dipendente pubblico. E’ chiaro che a molti presenti questa cosa non va giù, probabilmente si sentono superiori rispetto ai cittadini, chiedo quindi l'appello nominale anche a nome dei Consiglieri Maggi e Fabbri, perché così rimanga traccia di chi ha scelto di votare a favore di questo emendamento, che secondo me è sacrosanto, e spero che i cittadini se ne ricordino.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zura Puntaroni.

Luigi ZURA PUNTARONI. Ogni tanto vedo che si ritorna sull'argomento soldi, perché tutti quanti vogliono fare le vergini.
Scusate, se la nostra Regione tra le 21 è quella in cui le indennità sono minori mi dovete dire qual è il problema esistenziale, forse se stavamo in Sicilia, in Lombardia.
C'è una scaletta che uno si può andare a leggere ed in tutti i siti, in tutte le curiosità, in tutte gli scoop giornalistici, da quelli più qualificati a quelli più scalcinati, siamo in ventesima/ventunesima posizione, come quelli che prendono due soldi.
Altra questione, io sono un disoccupato che a casa non alzo niente, sono talmente nullo, inconsistente, morto di fame, non mi guadagno neanche 500 euro al mese per comprarmi le sigarette, se mi eleggono in Regione, essendo nullo, inconsistente e scarto, che cosa posso apportare al mio territorio?
Io sono un professionista, ho rinunciato a due giorni della settimana per stare qui, per cavalcare il sogno di una popolazione sfortunata che mi chiede il mantenimento di un ospedale, che sarà difficile, e che mi ha sollecitato il problema del cementificio/inceneritore e quello della viabilità a cui con grande fatica da 10 anni sto dietro.
Io non sto qui gratis, non sono un morto di fame, sono capace, ho quarant'anni di soddisfazione come partita Iva e se sto qui è per raggiungere gli obiettivi che fra poco mi auguro di portare a casa, mi pare giusto darmi due soldi.
Consigliere Maggi, la politica dei suoi grilli canterini ha preso una legnata senza fine e lei ancora si ostina a difendere l'indifendibile. Alla gente dei soldi non gliene frega niente, la gente è arrabbiata perché mancano le infrastrutture, ancora non l’ha capito e lei Consigliere Maggi prenderà altre legnate perché non ha capito come si vive. La gente vuole i soldi, vuole le infrastrutture, vuole vivere un po’ meglio e lei e il suo Movimento siete ottusi, ciechi e vuoti in un mondo che aspira ad andare avanti.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Non pensavo di intervenire su questo emendamento, visto che si parla di età pensionabile e non di soldi, però, l'intervento del Consigliere Zura Puntaroni mi ha dato lo spunto per rispondere più compiutamente a quello che ha detto il Consigliere Giorgini prima, che ringrazio ancora.
Consigliere Giorgini, le do un’informazione, lei sa chi ha curato la mia espulsione, quello dei bonifici farlocchi delle Iene, quindi, sono onorato di essere stato espulso.

(interrompe il Consigliere Giorgini)

Sandro BISONNI. Sta mentendo e anche questa ipocrisia che i 5 Stelle si tagliano lo stipendio è una falsità, e ve lo dimostro, perché lei nel 2017 ha dichiarato 58.792 euro, quasi 9.000 euro più di me…

(interrompe il Consigliere Giorgini)

Sandro BISONNI. Prima di essere eletto Consigliere dichiarava 6.900 euro. Quindi se togliamo da 58.000 il suo reddito da imprenditore di 6.900 euro come Consigliere regionale sta guadagnando ancora più di me e questa è la dimostrazione che il mio stipendio e il suo sono uguali, identici. Non volevo tirare fuori questo argomento, ma probabilmente a differenza di me che non cerco candidature, lei la cerca per il 2020 e allora deve difendere per forza le cavolate che diffonde il Movimento 5 Stelle, ecco che racconta fesserie, la mia paga è esattamente uguale alla sua e questa è la dimostrazione. I numeri e la matematica non sono un'opinione.

PRESIDENTE. Emendamento 4 bis/1 a firma del Consigliere Maggi. Ritirato.

Emendamento 4 bis/2 a firma del Consigliere Maggi. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Bisonni, Fabbri, Giorgini, Maggi, Pergolesi.
Contrari: Biancani, Casini, Celani, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Malaigia, Marconi, Marcozzi, Micucci, Minardi, Pieroni, Rapa, Sciapichetti, Traversini, Urbinati, Volpini, Zaffiri.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Emendamento 4 bis/3 a firma della I Commissione. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 4 bis, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 4 bis.1 (articolo aggiuntivo)
Emendamento 4 bis.1/1 a firma del Consigliere Maggi, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Giovanni MAGGI. Sono due emendamenti identici riguardanti i vitalizi, i requisiti sono quegli stessi che vengono applicati per il trattamento pensionistico, quindi lascio quello dell'età per la pubblica amministrazione e ritiro quello della cassa pensionistica Inps e delle Casse private.
Ritiro l’emendamento 4 bis.1/1 ed illustro brevemente il 4 bis.1/2, anche per rispondere all'Assessore Pieroni.
Assessore Pieroni, questo accordo tra il Governo e le Regioni, con il quale si sono trovate alcune soluzioni di compromesso per non entrare in attrito con le Regioni e per evitare il contenzioso, è utile per quelle Regioni che non erano “così virtuose” come le Marche, per la quale cambia poco o nulla.
E’ utilissimo per le Regioni bulimiche nei compensi dei vitalizi, però noi non facciamo professioni di fede e se possiamo e ci viene data la facoltà di migliorare anche quello che è stato fatto dal Governo, lo facciamo volentieri, per rispetto dei nostri cittadini che ci hanno dato il voto.
Per quanto riguarda i vitalizi chiediamo di togliere questa distinzione assurda tra i 60 e i 65 anni e chiediamo che vengano percepiti all’età pensionabile per i dipendenti pubblici.
Ecco, questo è quanto.

(intervento fuori microfono)

Giovanni MAGGI. Sto parlando del vitalizio, Consigliere Zaffiri, che verrà percepito all’età pensionabile dei dipendenti pubblici. Mi sembra una questione di buonsenso, perché, ripeto, mi sembra assurda e non è stata giustificata da nessuno, non motivata da nessuno, questa differenziazione tra i 60 e i 65 anni.
C’è un'azione di perequazione e se voi l’accogliete mi sembra che la legge regionale possa migliorare questo accordo, visto che comunque i percettori di vitalizi, che abbiamo audito in I Commissione, sono stati abbastanza tranquilli, visto che non cambia molto la loro situazione economica.
Un ulteriore passo verso una perequazione rispetto agli altri lavoratori non solo è auspicabile, ma anche doverosa.

PRESIDENTE. Emendamento 4 bis.1/1. Ritirato.

Emendamento 4 bis.1/2 a firma del Consigliere Maggi. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto dal Presidente di gruppo Maggi.
Favorevoli: Bisonni, Fabbri, Giorgini, Maggi, Mastrovincenzo, Pergolesi.
Contrari: Biancani, Casini, Celani, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Malaigia, Marconi, Micucci, Minardi, Pieroni, Rapa, Sciapichetti, Traversini, Urbinati, Volpini, Zaffiri.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Emendamento 4 bis.1/3 a firma del Consigliere Bisonni, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Sandro BISONNI. Due parole. Come ho detto prima, questo emendamento vuole spostare l’età da 60 a 65 anni, o meglio uniformare perché per alcuni casi è 60 anni e per altri 65, se passa questo emendamento sarebbe per tutti 65 anni.

PRESIDENTE. Emendamento 4 bis.1/3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Articolo 4 ter.
Emendamento 4 ter/1 a firma del Consigliere Maggi, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Giovanni MAGGI. Sempre per rispondere all'Assessore Pieroni, cerchiamo di migliorare quello che è stato fatto dal Governo, non siamo pedissequamente proni perché le leggi e la politica possono essere migliorate.
In questo articolo, che noi voteremo perché fa parte dell'accordo Stato-Regioni, è stato omesso l'articolo 416 del codice penale (c’è il 416 bis che è l'associazione mafiosa e c’è il 416 ter) che riguarda l'associazione per delinquere, quando due, tre o più persone si associano allo scopo di commettere più delitti mediante associazione, banda armata, formazione, partecipazione, colore che promuovono, costituiscono, organizzano associazioni sono punite con la reclusione da 3 a 7 anni.
Chiediamo che il vitalizio non venga percepito non solo da quelli che sono stati condannati in via definitiva, con sentenza passata in giudicato, Assessore Cesetti, non primo o secondo grado, ma che venga sospeso finché non è stata scontata la pena a coloro che sono stati condannati in via definitiva per gli articoli 416, 416 bis e 416 ter.
E’ stato omesso l’articolo 416, chiediamo che sia inserito e, mi sembra, per voi che siete i paladini della legalità, molto importante.
Chiedo l'appello nominale.

PRESIDENTE. Emendamento 4 ter/1. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Biancani, Bisonni, Carloni, Casini, Celani, Ceriscioli, Cesetti, Fabbri, Giacinti, Giancarli, Giorgini, Maggi, Malaigia, Marconi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Pergolesi, Pieroni, Rapa, Sciapichetti, Traversini, Urbinati, Zaffiri.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giacinti.

Francesco GIACINTI. Solo per chiarire, l’articolo 416 era rimasto fuori e nella discussione in Commissione ci siamo rifatti allo schema tipo di accordo dove questo articolo non era compreso, questo è il motivo, non perché non meritevole di attenzione questo tipo di reato.

Articolo 4 ter, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 6.
Emendamento 6/1 a firma del Consigliere Maggi, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Giovanni MAGGI. Grazie Presidente. Il primo emendamento riguarda l'abolizione di indennità di fine mandato, l’anticipazione e l’abolizione della relativa trattenuta perché il 60% del trattamento di fine mandato è denaro del Consigliere, mentre il 40% è della Regione. Se si abolisce questa indennità di fine mandato (ovvero la liquidazione per i privati) il 60% che versava il Consigliere rimane nell'indennità mentre la Regione non mette più la sua quota parte, quindi c'è un risparmio del 40% da parte della Regione ed il Consigliere non perde il 60% che rimane nell'indennità.
L'altro emendamento, l’ho detto prima, riguarda il Vicepresidente della Commissione, come me, che prende 500 euro al mese in più.
Mi sembra una grave ingiustizia, sia perché il Presidente Giacinti è molto efficiente ed è sempre presente, ha una grande responsabilità nell'amministrare questa Commissione così importante, sia perché io ho presieduto una sola volta nel mio mandato per metà seduta perché poi è arrivato il Presidente.
Qui ho sentito dire che ci sono i disoccupati, ci sono i pensionati che percepiscono poco, secondo me 500 euro per la funzione di Vicepresidente della Commissione non è perequata e giusta nei confronti di tutti gli altri.
Questi sono gli emendamenti, chiedo di abolire questi 500 euro per la carica di Vicepresidente; chiedo inoltre l’appello nominale.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Pieroni.

Moreno PIERONI. Il primo non l’ho capito, ma va bene, l’indennità di fine mandato la prendono anche i Sindaci, adesso ragioniamo su tutto, a caduta anche sui Sindaci delle città.
Per quanto riguarda il secondo emendamento, credo che il Consigliere Maggi potrebbe liberamente, come già qualcuno fa, donare questi 500 euro in più rispetto a quello che fa e se lo fa già siamo tutti tranquilli.

PRESIDENTE. Emendamento 6/1. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Bisonni, Fabbri, Maggi, Pergolesi.
Contrari: Biancani, Casini, Celani, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Malaigia, Micucci, Minardi, Pieroni, Rapa, Sciapichetti, Traversini, Urbinati, Volpini, Zaffiri, Zura Puntaroni.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Emendamento 6/2 a firma del Consigliere Maggi. Ha la parola il Consigliere Zura Puntaroni.

Luigi ZURA PUNTARONI. Vede Consigliere Maggi, lei non ha capito una cosa e seguita a fare tantissimi errori.
Non ho mai avuto il piacere di fare il Presidente, né il Vicepresidente, però portare avanti le cose impegna e tutto questo scoop su cui si è fissato oggi - non ho capito chi le ha morso il cervello oggi che si è fissato su queste cose - le fa ancora più male di quello che le è già caduto addosso.
Lei non ha capito niente di chi la guarda, di chi la sente, il popolo vuole cose concrete. Ha capito Consigliere Maggi?

Emendamento 6/2. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto dal Presidente di gruppo Maggi.
Favorevoli: Bisonni, Fabbri, Giorgini, Maggi, Pergolesi.
Contrari: Biancani, Casini, Celani, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Malaigia, Marcozzi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Pieroni, Rapa, Sciapichetti, Traversini, Urbinati, Volpini, Zaffiri, Zura Puntaroni.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Articolo 6. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

Articolo 7.
Emendamento 7/1 (sostitutivo dell’articolo) a firma della I Commissione. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 8 (Dichiarazione d’urgenza). Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva a maggioranza assoluta dei suoi componenti)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Vorrei far notare a beneficio dei colleghi, sia della maggioranza che dell'opposizione, che come gruppo abbiamo votato tutti gli articoli che riguardano l'accordo Stato-Regioni ed abbiamo cercato di inserire dei miglioramenti, per noi lo sono.
Ci fa piacere e ringraziamo tutta l'Aula perché è stato inserito all’unanimità l’articolo 416 del codice penale.
Alcune cose della legge le riteniamo fondamentali perché noi pensiamo che i quattrini siano rilevanti, ma non danno la felicità, Consigliere Zura Puntaroni, ce sono altre molto importanti per la dignità delle persone e comunque la politica deve dare l'esempio nei confronti di tutti.
Abbiamo votato favorevolmente tutti gli articoli dell'accordo Stato-Regioni, ma ci asteniamo sulla votazione finale della proposta di legge.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. Grazie Presidente. Credo che sia giusto sottolineare una cosa che è stata più volte ripetuta in quest'Aula, e cioè che è stato preso questo provvedimento per andare, in qualche maniera, a morigerare i comportamenti dei Consigli regionali nel rapporto fra lo Stato e le Regioni, un po’ borderline, rispetto all'autonomia, al ruolo, all’indipendenza che ognuno di questi enti dovrebbe avere.
Per la Regione Marche si è trasformato nella testimonianza di un'attenzione che questo Consiglio ha sempre avuto nella sua storia (riguardando i vitalizi erogati negli anni non solo il presente), un’attenzione nell’equilibrare il compenso dei Consiglieri regionali in proporzione a quello che avveniva nel resto d'Italia e nelle altre Regioni. Quindi il risultato vero dovrebbe evidenziare il merito e l’attenzione che quest'Aula, nella sua storia, ha avuto sotto questo profilo.
Credo sia utile ricordare, perché c'è stato un lungo dibattito in questo Paese su aspetti di questa natura, quanto sia importante nel gestire un Paese un sistema democratico, il fatto che gli eletti abbiano la possibilità di svolgere nella massima serenità e autonomia il loro ruolo. Questo principio sacrosanto si è perso in un anno in un dibattito di bassissimo profilo, che spesso fa vedere in controluce l'idea, come avviene in alcuni Paesi nel mondo, che la politica sia appannaggio solo di chi sta bene di suo e non sia ‘uno strumento di’.
Quando prima veniva segnalato il fatto che alcuni Consiglieri nella loro vita hanno risorse inferiori rispetto quelle che percepiscono ora, per me è segno di una democrazia che funziona, che consente anche a chi ha un reddito di poche migliaia di euro di potersi cimentare in un’attività democratica, essere democraticamente eletto e poter svolgere in piena serenità e forza questo compito. Non immagino come un Consigliere regionale con un reddito di poche migliaia di euro l'anno, possa raggiungere la sede della propria attività per svolgere il proprio compito, frequentare il territorio, portare avanti il proprio impegno e le proprie iniziative.
Questo per me è il senso della giornata di oggi, il segno di una Regione attenta nello svolgere il proprio compito, nell'utilizzare risorse pubbliche, certamente nell'ambito di un contesto democratico che permette di poterlo fare con grande efficacia e grande serenità.
Noi siamo la prima legislatura che non ha più il vitalizio, bensì una forma contributiva, praticamente un contributo aggiuntivo, forse per qualcuno paragonabile a quello che avrebbe nella sua professione. Si va in pensione contributiva, adesso gli italiani sono ancora nella contribuzione mista, non totalmente contributiva, non credo sia già scattata, non so se siamo già alla contributiva pura, c’è chi ha ancora un po’ di contributiva, certamente i Parlamentari un po' di retributiva ancora ce l'hanno, come anche qualche cittadino. Noi abbiamo la pensione contributiva ed anche il tema della data di cessazione, nella valutazione di una vera corresponsione contributiva, ha un valore diverso, nella pensione retributiva, l’anno in cui si va in pensione ha un valore molto forte perché cambia se vado con l’ultima retribuzione a 55 anni o a 60 o a 65.
Nella contributiva, nella misura in cui il calcolo viene fatto sull'aspettativa di vita, se vado prima prendo meno, se vado dopo prendo di più, l’anno in cui si va è meno importante, così come la possibilità di avere immediatamente in soluzione unica la stessa risorsa è di fatto, sotto il profilo finanziario, esattamente la stessa cosa, la Consigliera Marcozzi è un po’ distratta, ma sono convinto che lei queste cose le ha molto chiare. Ce l’ho subito, ce l’ho un po’ all’anno, ce l’ho da quest’anno, ce l’ho l’anno dopo, quindi gran parte del dibattito che abbiamo fatto oggi, molto valido in caso di retributiva lo è un po' meno sotto il profilo della contributiva. Guardando noi diciamo che in realtà non abbiamo tolto niente a nessuno e diventa quell'elemento chiamiamolo di fumus per chi ha la testa ancora sulla retributiva, che pensa magari che noi siamo in retributivo.
Siamo perfettamente in linea con una storia di attenzione nella gestione del denaro pubblico, di correttezza e di equiparazione a quello che avviene al normale cittadino, che in realtà oggi, spesso ha una parte di retributiva e con quota 100 può andare in pensione anche a 63 anni, se riesce, secondo quella che sarà la sua determinazione e il lavoro che fa, quindi ha più flessibilità di quella che immaginiamo noi e forse strumenti dal punto vista pensionistico migliori di quelli che sono legati a questo mandato. Ma non abbiamo invidia sociale, va benissimo così, anzi siamo solo contenti per chi si porta a casa un po' di retributiva, beato lui, dico io, perché credo di essere a totale regime contributivo sia qui dentro che nella vita professionale e lavorativa.
Vorrei che la comunicazione che esce da questa giornata fosse questa, perché è la più corretta, la più rispettosa della verità, della realtà, dell'impegno, della situazione in cui ci troviamo.
Per questo il voto favorevole a questo provvedimento è in coerenza con quanto abbiamo fatto in questi anni.

Proposta di legge n. 283, così come emendata. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Proposta di legge n. 287
ad iniziativa del Consigliere Cesetti
“Modifica alla legge regionale 13 marzo 1995, n. 23 ‘Disposizioni in materia di trattamento indennitario dei Consiglieri regionali’”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 287 del Consigliere Cesetti.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Giacinti.

Francesco GIACINTI. Grazie Presidente. La proposta di legge n. 287, che con urgenza è stata iscritta all'ordine del giorno oggi, prevede di inserire nella legge regionale 23/1995 il riferimento relativo al rimborso chilometrico che, nell'eventualità che il Consigliere utilizzi il proprio mezzo di trasporto, questo, sia in linea con un orientamento ormai acclarato dalla Corte dei Conti.
Magari l’Assessore Cesetti, che lo ha illustrato in Commissione, può essere anche più preciso, ma mi sembra che questo atto vada nella direzione di rendere coerente il testo normativo con un orientamento ormai consolidato, nei confronti del quale la Corte dei Conti si è già espressa. Quindi le parole relative al rimborso chilometrico riferite ad un quinto del costo di un litro di benzina, vengono sostituite dalle seguenti: “ad un sesto del prezzo al litro di benzina”, questa differenza comporta l’allineamento con l'orientamento della Corte dei Conti.

Presidenza del Vicepresidente
Piero Celani

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Grazie Presidente. Come non essere d’accordo con l’Assessore Cesetti su questa proposta di legge e sull’urgenza che ha agitato nella Conferenza dei Presidenti di gruppo.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 3 (Dichiarazione d'urgenza). Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto dal Presidente di gruppo Urbinati.
Favorevoli: Biancani, Bisonni, Bora, Casini, Celani, Cesetti, Fabbri, Giacinti, Giancarli, Marconi, Marcozzi, Micucci, Pieroni, Rapa, Sciapichetti, Traversini, Urbinati.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale approva a maggioranza assoluta dei suoi componenti)

Proposta di legge n. 287. La pongo in votazione per appello nominale chiesto dal Presidente di gruppo Urbinati.
Favorevoli: Biancani, Bisonni, Bora, Casini, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Marcozzi, Micucci, Pieroni, Rapa, Sciapichetti, Traversini.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

PRESIDENTE. All’interrogazione n. 790 del Consigliere Maggi dovrebbe rispondere il Presidente Ceriscioli, che non è presente in Aula, viene, quindi, rinviata su richiesta del proponente.

Mozione n. 446
ad iniziativa della Consigliera Marcozzi
“The Times - Assenza del Fermano”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 446 della Consigliera Marcozzi, che ha la parola per illustrarla.

Jessica MARCOZZI. Grazie Presidente. Questa mozione è stata presentata il 22 gennaio, a seguito di un articolo che è uscito sul Times, quotidiano famoso britannico, il 13 gennaio 2019, che invitava a scoprire le colline e le spiagge delle Marche.
In sintesi parlava della nostra regione, quindi un grande orgoglio per noi marchigiani, però non veniva assolutamente citato il fermano, né alcuna peculiarità architettonica, artistica, culturale di Fermo.
Quindi chiedo alla Giunta regionale di attivarsi immediatamente per correggere eventuali campagne promozionali, su scala regionale, dove tutti i territori provinciali e locali non siano parimenti rappresentati, di promuovere, per quanto di sua competenza, il fermano in ogni futura iniziativa di promozione regionale al pari degli altri territori e delle altre province marchigiane perché questa non è la prima volta che avviene, di farsi promotrice, quanto prima, dell'istituzione di una consulta regionale ad hoc per il fermano che coinvolga le istituzioni locali e regionali, gli enti di promozione territoriale, le eccellenze di ogni ambito e settore del fermano, l'associazionismo e le rappresentanze delle categorie produttive e ricettive per la migliore promozione dello stesso in ambito regionale, italiano e internazionale.
L'eventuale componente tecnico specialistico della suddetta realtà dovrà fornire strumenti utili alla stessa cabina di regia per la migliore e più attuale ed efficace promozione territoriale del fermano perché, ripeto, non è la prima volta che accade, è accaduto già altre volte, quindi penso che ci sia una differenza tra il nord e il sud delle Marche e più volte il fermano, ripeto, è stato dimenticato. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Malaigia.

Marzia MALAIGIA. Intervengo per annunciare il mio voto positivo a questa mozione.
Anch’io nel 2016 ero intervenuta in merito al progetto foto walking che nel 2016 aveva visto completamente esclusa solo la provincia di Fermo, nel 2017 si è rimediato inserendo Servigliano e nel 2018 Moresco, per cui raccomando anch'io all'Assessore competente una maggiore attenzione a tutti i territori regionali e in particolare alla Provincia di Fermo. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Pieroni.

Moreno PIERONI. Grazie Presidente. Credo che anche qui ci sia stato un malinteso, ma sicuramente la mozione va rispettata.
Vorrei leggere alcune riflessioni che abbiamo fatto con l'ufficio turismo.
Sembra che la Regione Marche abbia individuato questo giornalista invece è nato tutto in maniera spontanea e in realtà ci ha fatto anche piacere aver superato la Toscana.
Deve essere un momento di grande soddisfazione per tutti coloro che hanno a cuore l’accoglienza turistica, la promozione turistica e soprattutto credo che grande piacere l’abbiano avuto gli imprenditori privati della ricettività marchigiana a 360° che hanno accolto con compiacimento questo bel confronto che è stato fatto dalla giornalista del Times.
L'articolo pubblicato in data 13 gennaio 2019 sul The Sunday Times è stato redatto dalla giornalista in totale autonomia e in accordo con l'agenzia di viaggi inglese Kirker Holidays, che ha promosso e sostenuto il viaggio.
Come Regione Marche non possiamo che essere felici di questo articolo che in autonomia valorizza l'intero territorio, sulla scia di altrettanti autorevoli contributi italiani ed esteri, lasciando da parte, come sempre succede, alcune aree e importanti città d'arte o di mare rispetto ad altre.
Un articolo è frutto della sensibilità culturale e professionale dell'autore e non è pensabile biasimare la scelta della testata giornalistica di trattare alcune zone rispetto ad altre, né tantomeno l'operato della Regione in materia di promozione, quando da sempre si è cercato di valorizzare i territori come fossero parte integrante di un unico grande sistema.
Voglio ricordare il dibattito che si era aperto grazie ad alcuni lungimiranti ed attenti politici del Movimento 5 Stelle, in particolar della Deputata del Movimento 5 Stelle di Fabriano - qualcuno mi dovrà spiegare quando sta nelle Marche - e anche di alcuni esponenti del centro destra che hanno, senza informazione, senza nessuna cognizione di causa, aperto un dibattito soltanto per mettere la bandierina sulle aree del cratere, alla fine abbiamo visto com’è andata, tant’è che il Tar pochi giorni fa ha dato ragione alla politica promozionale e di accoglienza turistica individuata dalla Regione Marche, però questa è un’altra questione. Anche qui ho chiesto alla Deputata del Movimento 5 Stelle di Fabriano un confronto pubblico su “E TV Marche” e lei non ha mai accettato, anzi, invito il capogruppo Maggi a chiedere all’onorevole se vuole fare un passaggio.

(intervento fuori microfono)

Moreno PIERONI. Sicuramente ‘si’ e la ringrazio.

(intervento fuori microfono)

Moreno PIERONI. Quando un deputato prende posizioni senza avere studiato …

(intervento fuori microfono)

Moreno PIERONI. Infatti l’ho attaccato sul lato politico ho detto che secondo me non è presente sul territorio.
La promozione del brand Marche è infatti un'attività unitaria e la Regione utilizza i mezzi a disposizione off line e on line per comunicare di volta in volta, sulla base delle esigenze del mercato, le destinazioni.
Ecco alcuni dati relativi ad attività recentissime.
Non saranno sfuggite le splendide immagini di Torre di Palme che da ottobre a dicembre 2018 hanno attraversato il centro di Milano attraverso il tram Darsena; o la campagna di comunicazione messa a punto nel 2018 e nello spot da 60 e 30 secondi andato in onda nei cinema di tutta Italia per Natale 2018 e poi in TV su Rai1 e in occasione del Festival di San Remo dal 5 al 9 febbraio 2019; per non parlare dell'azione di promozione 2018 protagonista anche di un articolo uscito recentemente su Vanity Fair, grazie alla collaborazione con la Regione Marche.
Si consideri, inoltre, che la Regione ha come interlocutore per le attività promozionali sia la Marca Fermana che l'associazione Fermo Incoming entrambi iscritti alla banca dati degli operatori regionali: le due associazioni sono libere di partecipare alle fiere e workshop all'interno dello stand della Regione Marche senza sostenere oneri aggiuntivi. Solo per citare il 2019 la Marca Fermana, protagonista anche di investimenti promozionali in occasione del Festival di San Remo, è stata poi presente alle fiere estere di Utrecht, Bruxelles, Monaco sia in Italia a Milano in conferenza stampa alla BIT e alla fiera “Fa' la cosa giusta”.
In merito ai finanziamenti si ricorda che a seguito del sisma l'Associazione turistica Marca Fermana ha beneficiato da parte della Regione Marche di 120 mila euro, oppure l'impegno profuso dalla Regione per valorizzare nel 2017 e 2018, attraverso la mostra “Capolavori Sibillini”, le opere dei musei chiusi a causa del sisma in primis quello di Montefortino e Montefalcone Appennino, tutti paesi dell'entroterra di Fermo.
Dico questo e poi concludo questo mio brevissimo intervento sulla mozione. Capisco che i vari Consiglieri di riferimento del territorio cerchino sempre di tenere alta l'attenzione, e questo è legittimo e giusto, però dovrebbero anche verificare se l'azione promozionale della Regione - che a mio avviso deve coprire dall'ascolano fino al pesarese, tutti i territori dalla montagna alla costa - sia valida. Dico che tutto è migliorabile, tutto è perfezionabile, ma in questi ultimi 3 anni e mezzo, sicuramente dopo la scossa dell'agosto 2016, l'azione promozionale della Regione Marche è in parte sotto gli occhi di tutti, sia gli investimenti che abbiamo fatto per la riqualificazione delle strutture ricettive, parecchi finanziamenti sono andati anche a quelle del fermano, come in tutte le province, che quelli di forte promozione.
E’ chiaro che questa mozione è un ulteriore stimolo per far sì che la Regione Marche sia ancora più presente nei territori, ma non si può disconoscere che in questi anni ha cercato di fare il possibile utilizzando al meglio i fondi, che hanno dato quel valore aggiunto per valorizzare e promuovere i nostri territori.
Credo che questa mozione non abbia una logica, soprattutto se parliamo dall’articolo del Times perché secondo me il giornalista è libero, oltretutto non ha toccato tante altre realtà, tanti altri territori e tante altre bellezze della regione Marche.
Da questo punto di vista quello che conta è l'impegno che la Regione mette per valorizzare in maniera uguale tutti i territori della provincia e ogni volta siamo molto attenti alla comunicazione esterna, l’ho detto prima, come quando abbiamo inserito, ad esempio, Torre di Palme ed altre realtà nei nostri spot su Sanremo, nei nostri spot radiofonici con la voce di Giannini.
E’ stato un lavoro certosino proprio per evitare queste situazioni che potevano dipendere direttamente dalla Regione, ed in questo caso, Consigliera Marcozzi, sarebbe stato giusto richiamarla, ma farlo su un articolo che, lo sappiamo tutti, ha dato quel valore aggiunto per parecchi giorni, per parecchi mesi, alla nostra regione, rispetto anche alla Toscana, alla fine di tutto la bellezza di quell’articolo era: andate nelle Marche, non andate in Toscana, perché troverete delle eccellenze che neanche in Toscana si trovano.
Il comunicato, fatto dall’Assessore al turismo della Toscana, cercando di recuperare questa posizione, diceva no, venite anche in Toscana, perché anche da noi ci sono altrettante bellezze ancora da scoprire, ed è sicuramente il messaggio che a noi interessava, quindi votare o non votare questa mozione sicuramente non ci interessa.
Altra cosa era se la mozione lamentava il fatto che, al di là dell'articolo, la Regione non aveva fatto niente per promuovere i nostri territori fermani, su questo potevamo aprire un dibattito, come ho detto, anche andando più nello specifico, però una mozione che impegna a pensare al fermano, come se la Regione Marche non ci pensasse, secondo me non è giusta.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. So, Assessore Pieroni, che l’articolo è stato un lustro per la Regione Marche, però la mozione era chiara e diceva che va bene che la Regione Marche sia stata citata da questo noto quotidiano britannico, è un grande orgoglio per noi, però sottolineava che Fermo non era stata citata, per cui chiedevo di attivarsi immediatamente – la mozione l'ho presentata a gennaio, sono passati 5 mesi - per correggere eventuali campagne promozionali su scala regionale nella quale non tutti i territori provinciali e locali erano parimenti rappresentati.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 446. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Mozione n. 480
ad iniziativa dei Consiglieri Fabbri, Maggi
“Promozione dell’allattamento materno”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 480 dei Consiglieri Fabbri e Maggi.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Grazie Presidente. Questa mozione è semplice nella struttura e nell'impegno alla Giunta.
Allattare è una pratica fisiologica raccomandata dall'Organizzazione mondiale per la sanità, dall'Unicef ed anche dal Ministero della salute italiano.
Il consumo di latte materno è ecosostenibile perché privo di sprechi, pratico, senza costi di preparazione, sempre disponibile alla giusta temperatura, genuino sicuro, ha forti aspetti psicologici per sviluppare l'attaccamento e il senso di accadimento, quindi il rapporto tra madre e figlio chiaramente migliora.
La promozione e il sostegno dell'allattamento ricadono nella sfera dei diritti umani, come dice la Convenzione sui diritti dei bambini, adottata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite, all'articolo 24.
E’ stata emanata dal Ministero per la semplificazione e la pubblica amministrazione la direttiva n. 1 del 2017, che richiama il principio della promozione e della protezione dell'allattamento e la necessità di non scoraggiare la stessa pratica con comportamenti ostativi.
Il Ministero della salute con la pubblicazione “Allattare al seno un investimento per la vita” del 23 gennaio 2019, molto recente, riconosce che l'allattamento costituisce il modo di alimentazione fisiologico ed ecosostenibile, per cui ogni mamma dovrebbe essere incoraggiata ad intraprendere questo percorso e a ricevere il sostegno da parte di tutti, la famiglia, gli operatori sanitari, ecco quindi che interviene la Regione, la comunità di appartenenza ed anche i media.
La promozione all'allattamento è un'indicazione presente anche nel Piano nazionale di prevenzione 2014/2018, adottato dal Ministero della sanità.
Nella città di Fano è nata dal 2004 un'iniziativa molto interessante, chiamata “Baby pit stop - negozio amico dell'allattamento”, che prevede la possibilità di individuare ambienti in cui far sentire le mamme a proprio agio per allattare i loro bambini e a provvedere al cambio del pannolino.
Si può anche promuovere efficacemente l'allattamento in strutture sanitarie, ad esempio con l'implementazione di due iniziative promosse dall'Unicef, una è “Ospedale amico del bambino” e l’altra “Comunità amica del bambino”.
Quindi, noi impegniamo la Giunta ad attivare in collaborazione con l'Asur e con le associazioni riconosciute, strategie ed interventi finalizzati a favorire la protezione, la promozione e il sostegno dell'allattamento, nonché a promuovere la diffusione, presso tutte le strutture sanitarie regionali, della consapevolezza e dell'importanza dell'allattamento materno come norma fisiologica di valore culturale, sociale ed ecosostenibile prioritaria; a dettare gli indirizzi agli enti del Servizio sanitario regionale volti a vietare la promozione di prodotti sostitutivi del latte materno alle madri, alle famiglie, agli operatori sanitari, anche attraverso la distribuzione di campioni gratuiti, ad eccezione dei soli casi in cui la madre sia affetta da patologie o stia seguendo terapie che rendono nocivo per il neonato l'allattamento diretto al seno; a valutare la possibilità di cofinanziamento con i Servizi sanitari di iniziative atte a promuovere l'allattamento materno; a valutare l'opportunità di dedicare all'interno di strutture regionali aperte al pubblico luoghi idonei per consentire alle madri di allattare ed eventualmente cambiare i propri bambini, segnalandole adeguatamente, quindi creare un attimo di privacy di questa utilities, anche nelle nostre strutture ove il pubblico accede in maniera frequente; a sensibilizzare gli enti locali, nonché le aziende private titolari e gestori degli esercizi pubblici, all'importanza di individuare, ove possibile, spazi idonei all'allattamento.
Penso che le richieste siano del tutto sostenibili e che un impegno soprattutto nella crescita di questa consapevolezza da parte della Regione, anche nella struttura sanitaria, sia doveroso, quindi invito all'approvazione di questa mozione.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Casini.

Anna CASINI. Grazie Presidente. Grazie Consigliere Fabbri, perché con questa mozione ci consente di dire le cose che la Regione ha già fatto.
Leggo perché è una competenza del Presidente e non vorrei essere imprecisa.
L'argomento rappresenta una priorità di salute pubblica ed è sviluppato nel piano regionale della prevenzione 2014/2018, prorogato al 31 dicembre 2019, all'interno del programma specificatamente dedicato all'infanzia “bambini DOP”.
La linea d'intervento 1.1, denominata “Allattamento al seno: una scelta di salute per la vita”, fornisce continuità a quanto già realizzato nei precedenti anni, sviluppando in modo particolare, azioni di formazione specifica indirizzata agli operatori del sistema regionale, diffondendo la metodologia Organizzazione mondiale della sanità, Unicef, anche al fine di supportare, ove possibile, la partecipazione ai percorsi “Ospedale amico del bambino” e “Comunità amica del bambino”.
Inoltre, viene individuato, nel Corso di accompagnamento alla nascita (Can), uno strumento strategico per aumentare la consapevolezza delle donne in gravidanza e della coppia sull'importanza dell'allattamento al seno e su altri e determinati fattori di rischio per il bambino. Nel 2019 è anche prevista la realizzazione di un sistema di sorveglianza, che coinvolgerà i Servizi vaccinali per monitorare il fenomeno.
Il Servizio sanitario promuove l'allattamento al seno, attraverso azioni di documentata efficacia contenute nel Piano regionale della prevenzione. In particolare, un'azione di documentata efficacia è rappresentata dalla realizzazione di attività formativa specifica secondo lo standard OMS/Unicef per il personale dipendente del Servizio sanitario regionale.
Per quanto riguarda i luoghi dove allattare in tranquillità, sono già presenti alcune iniziative in ambito regionale (Fano, Macerata, Ancona).
La loro realizzazione è facilitata dalla programmazione congiunta con l'ente locale e le associazioni interessate del territorio locale.
Da rilevare che la delibera di Giunta regionale 888/2018 approva il Protocollo d'intesa tra Regione Marche e Anci Marche per la promozione della salute nella comunità, secondo la strategia di “Guadagnare salute” e per realizzare interventi di attuazione del Piano regionale della prevenzione.
Il protocollo prevede di realizzare congiuntamente, e in collaborazione con gli altri enti ed istituzioni presenti nel territorio, azioni di informazione e comunicazione su stili di vita corretti e sui temi della prevenzione con la realizzazione di interventi multisettoriali, prevedendo il coinvolgimento attivo delle risorse istituzionali e non, che insistono sul territorio.
Una delle tematiche che verrà sviluppata, presente nel Piano della prevenzione, sarà proprio quella dell'allattamento al seno.
Il mio voto è favorevole.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 480. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 17,10