Resoconto della seduta n.135 del 12/11/2013
SEDUTA N. 135 DEL 12 NOVEMBRE 2013

La seduta inizia alle ore 10,30

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Colleghi buona giornata, dichiaro aperta la seduta n. 135 del 12 novembre 2013. Do per letto il processo verbale della seduta n. 134 del 5 novembre 2013, il quale, ove non vi siano obiezioni, si intende approvato ai sensi dell’art. 29 del Regolamento interno.
Comunico che sono state presentate le seguenti proposte di legge regionale:
n. 371 in data 7 novembre, ad iniziativa dei Consiglieri Giancarli, Badiali, concernente: “Modifiche alla legge regionale 23 febbraio 2005, n. 6 'legge forestale regionale'”, assegnata alla III Commissione assembleare in sede referente;
n. 372 in data 11 novembre, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Modificazioni di articoli della legge regionale 5 gennaio 1995 n. 7 'Norme per la protezione della fauna selvatica e per la tutela dell'equilibrio ambientale e disciplina dell'attività venatoria'”, assegnata alla III Commissione in sede referente, al Consiglio delle Autonomie locali ai sensi dell’articolo 11, comma 5, della legge regionale n. 4/2007 e al Consiglio regionale dell'Economia e del Lavoro ai sensi dell'articolo 4, comma 2, della legge regionale n. 15/2008.
E' stata presentata la seguente proposta di regolamento interno:
n. 9 in data 7 novembre, ad iniziativa dell'Ufficio di Presidenza, concernente: “Modifiche al Regolamento interno dell'Assemblea legislativa delle Marche”, (iscritta all’ordine del giorno della seduta odierna).
E' stata presentata la seguente mozione:
n. 585 dei Consiglieri Acacia Scarpetti, Pieroni, Donati, Latini “Questione Aerdorica - proposta di creazione distretto logistico della Regione Marche”.
Hanno chiesto congedo il Consigliere Latini e l'Assessore Mezzolani.

Commemorazione vittime Nassiriya

PRESIDENTE. Credendo di interpretare il vostro sentimento, insieme all'Aula, voglio esprimere la memoria ed il ricordo per ciò che è accaduto dieci anni fa, era precisamente il 12 novembre 2003, questa ricorrenza è molto triste, la strage di Nassirya.
Un attentato compiuto con un camion ed un'auto imbottita di esplosivo ha procurato molte vittime nella nostra spedizione. Hanno perso la vita dodici Carabinieri, cinque militari dell'esercito, due civili che facevano parte di una troupe che girava un film, rimasero uccisi anche iracheni, peraltro furono una ventina complessivamente i feriti, oltre a chi ha perso la vita.
Va ricordato anche l'atto eroico di un Carabiniere, Andrea Filippa che, con un gesto eroico, anche lui ha perso la vita, uccidendo due attentatori ha fatto in modo che queste auto e questo camion esplodessero all'ingresso, all'entrata della zona italiana, altrimenti la strage avrebbe avuto dimensioni ancora più terribili.
Ricorre la data dei dieci anni, ho ritenuto di chiedere all'Assemblea, nell'esprimere vicinanza ai familiari delle vittime, nel ricordare questo evento e nel fare un minuto di silenzio, di ricordare i deceduti italiani che hanno sacrificato la loro vita a favore della pace e nel nome dell'Italia.

(L'Assemblea legislativa osserva un minuto di silenzio)

PRESIDENTE. Possiamo dare inizio alla trattazione dell'ordine del giorno, ci sono alcune richieste di intervento.

Comunicazioni ai sensi dell'art. 35, VI comma, del Regolamento interno

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Acquaroli.

Francesco ACQUAROLI. Ho chiesto di intervenire per far notare all'Aula, sicuramente se ne è già accorta, che le mareggiate ieri hanno di nuovo colpito la nostra regione ed hanno flagellato le attività. Ogni anno si ripete e anche quest'anno, all'inizio della stagione invernale, non sono mancati gli effetti presso le nostre coste.
Vorrei far notare che forse sarebbe opportuno ridiscutere in Aula la questione del Piano costa che risulta sempre più inadeguato a recepire, e non ha recepito, tutti gli input che già precedentemente quest'Aula aveva espresso.
Invito il Presidente del Consiglio ad effettuare una ricognizione, a chiedere una verifica di quello che stanno facendo i nostri uffici per mettere in condizione l'Aula di sapere quello che è il lavoro svolto, quella che oggettivamente è la situazione reale e a che punto è arrivato il nuovo piano costa, perché è inaccettabile che al terzo anno, quasi quarto di legislatura, noi non siamo in grado di dare delle risposte rispetto a delle carenze che sono state sottolineate da quest'Aula appena insediatasi.

PRESIDENTE. C'è in Aula l'Assessore Giorgi, avendo subito recepito questa richiesta, assunta la disponibilità dell'Assessore, le do la parola.

Paola GIORGI. Raccolgo le indicazioni date dal Consigliere Acquaroli, ci stiamo lavorando, avevo già iniziato un approfondimento, lasciatemi una settimana di tempo per relazionare in merito nel prossimo Consiglio.
Per quanto riguarda la situazione di questi due giorni, ho chiesto al dottor Oreficini di farmi avere una breve relazione, noi stiamo seguendo la vicenda, se volete, più tardi, possiamo fare una comunicazione in merito alla situazione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Trenta.

Umberto TRENTA. Una comunicazione. Ieri, a mezzo stampa, il Consigliere Natali credeva di redarguirmi su un fatto che riguarda un accordo di inizio mandato.
Chiedo ai Consiglieri D'Anna e Natali di rispettare quell'accordo e di colmare il vulnus come Commissione affari istituzionali, io frequento le Commissioni che ritengo, ma c'era un accordo politico preciso di inizio mandato, vengo a chiedere, se c'è la possibilità di porre la questione all'Ufficio legislativo affinché si mantenga quell'accordo.
Fine, tutto qui, mi riservo, dopo l'intervento del Consigliere Natali, di riprendere la parola.

PRESIDENTE. Scusi c'è qualche cosa che non va nel … non riesco a sentire …

Umberto TRENTA. Ho fatto una comunicazione, Presidente, a seguito dell'ennesimo articolo del Consigliere Natali …

PRESIDENTE. Va bene, questo non mi interessa, voglio sapere...

Umberto TRENTA. Interessa me, il Consigliere Natali quando fa qualcosa a me personalmente non me ne frega niente…

PRESIDENTE. Qual è il problema?

Umberto TRENTA. Quando parlo io lui deve pensare alle sue cose, che alle mie cose ci penso io. Il discorso è riferito alla Commissione sanità dove, per un accordo iniziale all'interno del Pdl, il Consigliere Trenta ha lasciato via libera al Consigliere D'Anna, perché a metà mandato si cambiassero le Vicepresidenze, invece loro interpretano sempre fatti esterni per cui io ritengo di aver subìto un vulnus come Consigliere regionale, quindi, voglio portare questa questione all'interno dell'Ufficio legislativo per colmare questo vulnus, per risolverla.

PRESIDENTE. Consigliere Trenta, debbo dirle che questa cosa non è in nessun modo inerente alle competenze né del Presidente, né dell'Ufficio di Presidenza.
La composizione delle Commissioni ci viene comunicata, noi individuiamo in base al Regolamento i numeri, dopo di che i nomi ci vengono dati in tutta autonomia, ci mancherebbe altro, dai singoli Gruppi.
E' un problema all'interno del Gruppo e bisogna che lo risolviate fra di voi. Io non posso esservi utile, non ho strumenti regolamentari, nel senso che l'Ufficio di Presidenza stabilisce, dopo il confronto con i Capigruppo, la composizione delle varie Commissioni in modo che le stesse siano istituite, assicurando la rappresentanza quanto più possibile dei Gruppi in rapporto fra maggioranza e minoranza e, anche all'interno della maggioranza e della minoranza, la maggiore rappresentanza delle componenti. Fatto questo, stabiliti i numeri, cioè le caselle, i nomi ci vengono dati dai singoli Gruppi, quindi, su questo non posso esserle utile.
Ha la parola il Consigliere Natali.

Giulio NATALI. Lo so che non è un argomento che può interessare l'Assemblea, ma solo per rispondere. Forse, il Consigliere Trenta parla a suocera o a nuora perché suocera o nuora intenda.
Quello che lei dice Presidente è giustissimo, il problema è un problema di maggioranza e di minoranza, questo forse sarà un discorso per il futuro, forse non sono state rispettate le maggioranze e le minoranze in Commissione sanità, io penso che siano rispettate, forse modificando qualcosa non si rispetterebbero più i numeri di maggioranza e di minoranza e, in ogni caso, c'è un altro problema che sottopongo alla sua attenzione, i famosi accordi, di cui qualcuno sta parlando in questa sede, e mi dispiace disturbarvi, contemplavano anche la Vicepresidenza del Consiglio regionale che, come tutti voi avete visto, ha avuto un voto all'incirca sette, otto mesi fa, con cui sono stati integralmente confermati gli esponenti, per esempio, della minoranza.
E' chiaro che di fatto diremo per facta concludentia che gli eventuali accordi di cui qualcuno vuole parlare, capisco che a voi non interessano affatto, però per chiarimento e chiarezza, per i nostri reciproci comportamenti, per il rispetto dei nostri comportamenti, sono argomenti che non si tengono dritti.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Qualcun altro chiede di intervenire?
Possiamo proseguire con l'ordine del giorno. Ci sono richieste rispetto all'ordine del giorno?
Io ho avuto una richiesta da parte del Presidente del Gruppo Democratico di rinviare il punto 2, la proposta di legge n. 360, su questo il Consigliere Giancarli chiede di intervenire come Presidente della competente Commissione.
Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Chiediamo il rinvio in Commissione del punto 2 in quanto abbiamo già prorogato al 31 dicembre 2014 il Piano casa, mentre dobbiamo approfondire la legge sulla riqualificazione urbanistica e la scadenza della stessa, quindi, per queste ragioni chiediamo il rinvio in Commissione.

PRESIDENTE. Se ho ben capito, non è una richiesta di rinvio alla prossima seduta, ma la richiesta di rinvio alla competente Commissione, va bene. Ha la parola il Consigliere Bucciarelli.

Raffaele BUCCIARELLI. Presidente, chiedo due cose.
La prima è che venga iscritta all'ordine del giorno del prossimo Consiglio regionale la mozione relativa alla piattaforma logistica delle Marche, tra l'altro ci sono mozioni presentate anche da alcuni colleghi della maggioranza.
La seconda cosa la reputo anche più importante, chiedo che lei convochi una seduta straordinaria del Consiglio regionale, d'accordo con la Giunta, per discutere del programma della Macroregione Adriatica Ionica, dal momento che entro dicembre, poi andremo in sessione di bilancio, Presidente, la Regione Marche dovrà fare le proprie proposte, è vero che le sta elaborando sulla base di quanto obbligato dall'Unione europea, cioè gli incontri con operatori, ma credo che sia dovere preciso del Consiglio regionale discutere e dare indicazioni al Governo regionale affinché nel programma della Macroregione Adriatica ci sia anche la voce di tutti i rappresentanti dei cittadini marchigiani.

PRESIDENTE. Per quanto riguarda la mozione viene iscritta per la prossima seduta, per quanto riguarda la seconda richiesta del Consigliere Bucciarelli, richiesta fatta in sede di Conferenza dei Presidenti dei Gruppi, era stato dato mandato, in quell'occasione non c'era il Vicepresidente, all'Assessore Marcolini di riferire in Giunta, non so se questo è stato fatto, ma abbiamo il Vicepresidente, adesso ci parlo personalmente e chiederò questa cosa.
Come? …

(interrompe il Consigliere Bucciarelli)

PRESIDENTE. Io posso convocare il Consiglio stabilendo un punto all'ordine del giorno, ma i punti all'ordine del giorno che posso mettere, non posso fare di mia iniziativa, possono essere un atto ispettivo, un'interrogazione, un'interpellanza, il Consiglio funziona così o si iscrive un'interrogazione, un'interpellanza, una mozione oppure una comunicazione della Giunta che può essere sollecitata dal Presidente del Consiglio, come ho fatto, e come rifaccio stamattina, perché la domanda non mi sembra né pellegrina, né capziosa, mi sembra normale che ci sia, su un argomento di così grande importanza, un confronto in Aula.
Sollecito di nuovo, se non si dovesse concordare una comunicazione, quindi l'apertura di un dibattito, che la strada da intraprendere sarebbe quella di presentare una mozione con la quale chiedere il confronto, siamo sempre all'interno degli strumenti che ci sono dati dai regolamenti in essere.
Credo che questa mattina il Vicepresidente si possa prendere l'impegno di parlare in Giunta e di riportare la richiesta del Consigliere Bucciarelli, anche se credo che ci sia la condivisione di tutti affinchè ci sia un confronto in Aula su un tema che sta particolarmente a cuore a tutti.
C'è una richiesta di rinvio in Commissione del punto 2 all'ordine del giorno, proposta di legge n. 360, come si fa sempre, se non ci sono richieste d'intervento o contrarietà al rinvio in Commissione richiesto dal Presidente della Commissione direi che lo possiamo accordare, quindi diciamo agli uffici di riscrivere all'ordine del giorno della Commissione la proposta di legge n. 360. Siamo d'accordo, su questo aspetto specifico. Ci sono altre richieste di intervento?
Sull'argomento del Consigliere Bucciarelli chiedono di intervenire i Consiglieri Cardogna e Trenta, con tempi limitati, altrimenti anche oggi esauriamo tutto il tempo e non approviamo nessun atto.
Ha la parola il Consigliere Cardogna.

Adriano CARDOGNA. Condivido la sollecitazione del Consigliere Bucciarelli che so comune a molti Consiglieri di quest'Aula.
Voglio rassicurare i colleghi che la questione della Macroregione è all'attenzione della VI Commissione, alla quale stiamo dedicando un'attività di monitoraggio e di rapporto, in questo momento, con gli uffici. Abbiamo intenzione che questa cosa diventi oggetto di una specifica risoluzione, proprio per favorire il dibattito in Aula, quindi, la comunicazione serve soltanto per dire che nell'organismo preposto da questo Consiglio, che sovrintende a questo tipo di questioni e di problemi, ci siamo attivati e stiamo prestando la massima attenzione, anche nell'ottica di coinvolgere tutto il Consiglio, come è sua natura, su una questione così importante per la nostra comunità regionale.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Trenta.

Umberto TRENTA. Per ribadire e ricordare che ho chiesto al Presidente Spacca l'accesso agli atti sulla documentazione inerente la Macroregione Ionico Adriatica, con delle precisazioni: l'analisi dei costi precisi, come è iniziata questa vicenda, chi ha portato, quali sono stati i collaboratori della Regione e se avessero la piena funzione istituzionale, poi mi spiegherò meglio nell'interrogazione che farò.

PRESIDENTE. Sarà oggetto di un'interrogazione, molto bene, grazie Consigliere Trenta. Come?... No, finiamo, una cosa alla volta.
Ha la parola il Vicepresidente Canzian.

Antonio CANZIAN. Mi scuso per essere arrivato un po' in ritardo e forse ho perso la premessa di questo ragionamento, credo che sulla Macroregione Adriatico Ionica, sul percorso che sta maturando, non c'è naturalmente nessun motivo per negare, non solo l'informazione, ma anche un confronto in sede consiliare, quindi, mi faccio carico, oggi il Presidente, come è noto è impegnato in un Convegno, di rappresentargli questa esigenza, credo, non so se il prossimo Consiglio, ma comunque uno dei prossimi Consigli regionali, che non ci sarà motivo e ci sarà l'occasione per approfondire il tema.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Natali.

Giulio NATALI. Mi scusi, Presidente, lei quando inizia la seduta dice chi è assente, sentiamo dal Vicepresidente che il Presidente Spacca oggi non c'è perché impegnato in un Convegno. Vorrei sapere se il Governatore Spacca sarà in questa Assemblea o no. Lei, Presidente del Consiglio, ci dovrebbe dire chi c'è e chi non c'è, non importa il ruolo, se un misero Consigliere, come tutti noi, o il Governatore.

PRESIDENTE. Spesso il Presidente Spacca non comunica l'assenza dal Consiglio perché, avendo degli impegni in Regione, pensa di liberarsi e di venire in Aula. Faccio un esempio, l'esempio cade bene anche perché è assolutamente inerente alle cose di cui abbiamo parlato sino adesso, oggi il Presidente Spacca è insieme al Ministro Trigilia e si incontrano nella Regione Marche, il tema è la Macroregione Adriatico Ionica e, non è detto che quando finirà il Presidente Spacca non arrivi in Aula. E' compatibile, magari, arriva.
E' diversa la comunicazione del Consigliere, che dice non ci sono perché sto male, perché non so, e la situazione del Presidente che ha una serie di impegni che se si possono contemperare bene, è così.
Questo per la verità, è abbastanza normale, lo sapete anche voi. Questo non avviene solo per il Presidente della Regione, avviene spesso per i Sindaci che sono assenti nelle riunioni perché hanno degli impegni in contemporanea e, purtroppo, il calendario degli impegni non lo decide il Presidente o il Sindaco e difficilmente sono individuabili in precedenza.
D'altra parte se dovessimo ogni volta tarare la data del Consiglio regionale sulla base di impegni del Presidente o degli Assessori avremmo date ballerine, quindi, la scelta che è stata fatta all'inizio è quella di stabilire una data per il Consiglio, è sempre quella, poi chi c'è, c'è, chi non c'è, è assente. Non c'è altra strada.
Ha la parola il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. All'ordine del giorno, al punto 8, c'è la proposta di legge regionale n. 146 ad iniziativa dei Consiglieri Ortenzi e Marangoni, auspico di riuscire a trattarla oggi.
E' una modifica alla legge sulle osterie storiche perché l'applicazione pratica ha avuto delle sfasature.
Auspico di riuscire a trattarla oggi perché su questa c'è un consenso di tutti i gruppi, anche della Vicepresidente e del Vicepresidente Canzian, possiamo trattarla velocemente.

PRESIDENTE. Questo dipende da noi questo. Nella Conferenza dei Presidenti c'è stata la richiesta del Consigliere Ricci di rinviare il punto 1, la proposta di regolamento interno …

(fuori microfono il Consigliere Ricci ritira la richiesta di rinvio)

PRESIDENTE. Questo volevo dire all'Aula, c'era la richiesta ed io correttamente la riportavo, è assolutamente urgente. Possiamo partire dal punto 1.

Proposta di regolamento interno n. 9
ad iniziativa dell'Ufficio di Presidenza
“Modifiche al Regolamento interno del Consiglio regionale"
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di Regolamento interno n. 9 ad iniziativa dell'Ufficio di Presidenza. Ha la parola la relatrice Consigliera Ortenzi.

Rosalba ORTENZI. Una proposta di modifica del Regolamento interno che si compone di tre soli articoli e che risponde a tre questioni differenti che riguardano:
- l'assenza, nell'attuale Regolamento, dell'analisi di compatibilità delle proposte di legge con l'ordinamento europeo;
- una diversa regolamentazione dei tempi di discussione in Aula su alcuni aspetti specifici;
- la programmazione dei lavori relativi alla sessione di bilancio di previsione per l'anno 2014.
Queste tre modifiche sono state presentate e proposte da soggetti diversi, l'articolo 1, mi pare, da alcuni Consiglieri regionali, l'articolo 2 dall'Ufficio di Presidenza, l'articolo 3 dalla Giunta.
In particolare l'articolo 1 dà la possibilità alla Commissione consiliare per le politiche comunitarie di esprimere parere sulle proposte di legge regionali riguardo alla compatibilità, come ho detto prima, con le normative europee anche in relazione alla giurisprudenza, alla pendenza dei giudizi di fronte alla Corte di Giustizia europea e sull'esistenza di procedure di infrazione oggetto della proposta di legge.
E' evidente che si tratta di un parere importante, talvolta può essere fondamentale per la proposta di legge regionale, anche perché le proposte sono assegnate alle altre Commissioni, è importante, quindi, sotto il profilo tecnico normativo.
L'articolo 2 interviene a modificare i tempi massimi di discussione, molto spesso il tempo per chi interviene sembra troppo breve, tante volte ci si dilunga eccessivamente, quindi, è un aspetto normativo che serve per sveltire e razionalizzare al meglio i tempi in Aula.
L'articolo 2, come ho detto, riguarda delle modifiche che, pur continuando a garantire una possibilità di ampia discussione in Aula, rende il dibattito più snello ed efficiente anche sotto il profilo dei provvedimenti che si andranno ad adottare.
Non so se è il caso che io ripeta, l'avrete letta tutti, in che cosa consiste questa riduzione, avviene al comma 1: da cinque a tre minuti sugli interventi relativi, per esempio, alla variazione del calendario dei lavori, all'ordine del giorno delle sedute, alle iscrizioni a parlare su richiamo al Regolamento e a tante altre che ovviamente non sto qui ad elencare.
L'articolo 3 prevede, questo è importante, per la sessione di bilancio relativa all'anno 2014 una procedura diversa riguardo alla convocazione del Consiglio regionale, non più in base a quanto previsto dall'articolo 28 bis del Regolamento interno, ma attraverso il programma dei lavori deciso dalla Conferenza dei Presidenti dei Gruppi.
L'articolo 28 bis del Regolamento interno stabilisce i termini particolari entro i quali la II Commissione deve concludere l'esame referente sul bilancio di previsione annuale e pluriennale e sulla finanziaria e la convocazione dell'Assemblea per la sessione di bilancio.
Credo di non dover dire altro, è una proposta, è una modifica molto semplice che tra l'altro è stata condivisa ampiamente e credo che possa essere votata.

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Molto sinteticamente per dire che condivido in particolare il primo aspetto, quello che riguarda il passaggio degli atti che hanno a che fare con la normativa e la legislazione europea nella Commissione competente.
Per quanto riguarda più in generale le modifiche al Regolamento, ricordo che la Commissione straordinaria che ha lavorato sul Regolamento ha licenziato un testo che, credo, sarebbe utile, auspicabile, che potesse, entro questa legislatura, arrivare in Aula perché lì si affrontano una serie di modifiche regolamentari che nel loro complesso hanno chiaramente un senso.
Il rischio delle seppur giuste modifiche regolamentari, fatte in modo parziale, è che si possa compromettere una riforma più organica del Regolamento che avrebbe senso se discussa interamente.
Volevo intervenire prima quando si chiedeva la programmazione dell'Aula, la futura programmazione dell'Aula su lavori anche monografici, credo che se l'Ufficio di Presidenza è d'accordo potremmo, nei prossimi mesi, pensare di dedicare un’intera seduta alla modifica del Regolamento visto che il lavoro affrontato dalla Commissione straordinaria era molto corposo e sicuramente richiede del tempo.
Formalizzo anche questa richiesta all'Ufficio di Presidenza.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Su questa modifica al Regolamento nulla questio sull'articolo 1 e sull'articolo 3, li condivido, mentre sono molto perplesso sull'articolo 2 "Riduzione dei tempi di discussione previsti dal Regolamento interno" sono tanto più perplesso se leggo le motivazioni e l'esito dell'istruttoria.
Leggo testualmente due righe: "I limiti massimi stabiliti dal vigente Regolamento interno per i tempi di intervento nelle discussioni in Assemblea sono da tempo di fatto disattesi dalla prassi dell'Assemblea legislativa" e, quindi, di conseguenza li andiamo a modificare.
Praticamente, e me ne ero già accorto, lo avevo anche sottolineato in altri passaggi anche se ero stato smentito, ingiustamente, il Regolamento fissava certi limiti di tempo e noi praticamente, sistematicamente, li violavamo.
Venivano violati con tempi inferiori, non è questa una buona prassi, un buon comportamento, secondo me. Perché se noi andiamo a ridurre i tempi di discussione mi chiedo cosa rimane a noi miseri Consiglieri. Le mozioni non si riescono mai a discutere, se non quando c'è l'accordo totale, le interrogazioni ne abbiamo qualche migliaio in coda nell'ordine del giorno, le interrogazioni a risposta scritta, che dovrebbero avere risposta dagli Assessori qui presenti e anche assenti, entro venti giorni da Regolamento aspettano un anno, due anni e vanno nel dimenticatoio, salvo sollecitazione.
Mi dico se tagliate pure i tempi per parlare, chiudiamo il Consiglio regionale e facciamo prima, quindi, sono contrario all'articolo 2, mentre concordo sull'articolo 1 e l'articolo 3.

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Marcolini.

Pietro MARCOLINI. Su un punto su cui si è soffermato adesso il Consigliere Marangoni e su cui è intervenuta la relatrice, la Vicepresidente Ortenzi, capisco e condivido la preoccupazione circa i tempi rinviati e dilatati, compressi, dilatati e rinviati a seconda delle circostanze per atti fondamentali della pubblica amministrazione.
Vorrei sottolineare che quest'anno, per la prima volta, il rendiconto, che mi auguro l'Aula potrà approvare stamattina, ha ricevuto la parifica dalla Corte dei Conti e il parere del Collegio dei Revisori interni.
Per la prima volta facciamo questo prima dell'approvazione in Aula mettendo in condizione tutti quanti i Consiglieri di avere una struttura analitica del bilancio, del rendiconto, come mai abbiamo fatto prima.
Non siamo riusciti mai a fare il parere, i Revisori sono una novità di quest'anno, per la Corte dei Conti a volte ci siamo riusciti, ma in forma sintetica, questa volta abbiamo una relazione di 300 cartelle alla base della parifica ed anche una requisitoria del Procuratore di merito, che so che precede la parifica.
Condivido le preoccupazioni che qui sono state esposte con grande onestà anche dal relatore.
Il problema, signori Consiglieri, è che la normativa statale ci impedisce di approvare documenti prima di avere la certezza delle risorse trasferite, disposte o cofinanziate dallo Stato.
Voglio ricordare che i Comuni hanno come termine per la presentazione del bilancio preventivo 2013 il 30 di novembre, Consigliere Marangoni, quindi è difficile pensare che noi riusciamo a dire che cosa ...

PRESIDENTE. Assessore scusi, per la verità il Consigliere Marangoni è assolutamente d'accordo su questa parte, non è d'accordo sulla riduzione dei tempi della discussione in Aula.

Pietro MARCOLINI. Allora non avevo capito.

PRESIDENTE. Anzi, Assessore, le dico che c'è stato grandissimo senso di responsabilità da parte di tutti i Consiglieri e di tutti i Presidenti dei Gruppi nessuno ha contestato queste riduzioni di tempi che sono determinate ...

Pietro MARCOLINI. Ha fatto bene Presidente perché ammetto di non aver capito il senso dell'osservazione finale. Chiedo scusa.

PRESIDENTE. Assessore ci sono 3 articoli, quello su cui si appuntava l’obiezione è l'articolo 2. L'ho interrotta, mi scusi.

Pietro MARCOLINI. No, ha fatto benissimo perché io stavo intervenendo sull'argomento che se è scontato, mi trova assolutamente contento, dico soltanto, ci servirà per la discussione successiva, che abbiamo approvato l'assestamento e il preventivo. La Giunta e gli uffici sono a disposizione. Già domani c'è l'incontro con il Crel, la discussione con la II Commissione, come sanno il Presidente ed il Vicepresidente, è già stata avviata e questa settimana continua per l'approfondimento per l'assestamento.
Vorrei dare una notizia al Presidente pro-tempore della II Commissione ed al Vicepresidente: la Giunta si appresta, come d'accordo, ad approvare venerdì la proposta di bilancio preventivo, poi avrà tutto il tempo, quattro-cinque riunioni di Commissione, prima di arrivare in Aula, nella prevista sessione del 16, 17 e 18 dicembre. La Giunta venerdì prossimo approverà la proposta di bilancio preventivo e, quindi, sequenzialmente il rendiconto, l'assestamento e il preventivo, nel limite pre-natalizio, potranno essere affrontati dall'Aula.
Grazie ancora Presidente perché fortunatamente su questo versante siamo tutti quanti d'accordo.

PRESIDENTE. Adesso votiamo articolo per articolo, su ogni articolo mi pare che ci sia bisogno della maggioranza qualificata? ... No, solo sulla votazione del testo finale c’è bisogno della maggioranza.
Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di Regolamento interno n. 9, la pongo in votazione, ci vuole la maggioranza assoluta.

(L'Assemblea legislativa approva a maggioranza assoluta dei suoi componenti)

Proposta di legge n. 360 (testo base)
ad iniziativa dei Consiglieri Giancarli, Ricci, Marconi, Donati, Silvetti, Acquaroli
"Modifiche alla legge regionale 8 ottobre 2009, n. 22 "Interventi della Regione per il riavvio delle attività edilizie al fine di fronteggiare la crisi economica, difendere l'occupazione, migliorare la sicurezza degli edifici e promuovere tecniche di edilizia sostenibile"

Proposta di legge regionale n. 337
ad iniziativa dei Consiglieri Acacia Scarpetti, Latini
"Proroga del termine previsto dall'articolo 9 della legge regionale 8 ottobre 2009, n. 22 'Interventi della Regione per il riavvio delle attività edilizie al fine di fronteggiare la crisi economica, difendere l'occupazione, migliorare la sicurezza degli edifici e promuovere tecniche di edilizia sostenibile'"
(abbinate)
(Rinvio)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca le proposte di legge n. 360 ad iniziativa dei Consiglieri Giancarli, Ricci, Marconi, Donati, Silvetti, Acquaroli e n. 337 ad iniziativa dei Consiglieri Acacia Scarpetti, Latini, abbinate. Il punto è stato rinviato in Commissione.

Mozione n. 581
ad iniziativa dei Consiglieri Giancarli, Silvetti, Binci, Bellabarba, Marconi, Acquaroli, Donati, Pieroni, Ricci, Comi, Sciapichetti
"Conclusione del procedimento relativo all'elettrodotto Fano-Teramo"

Mozione n. 450
del Consigliere Latini
"Elettrodotto Fano-Teramo"
(abbinate)
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. Mi scuso, ma prima di dare la parola al Presidente della Commissione Giancarli, devo riferire all'Aula che in accordo con i Presidenti dei Gruppi consiliari, nella riunione di stamattina, abbiamo deciso, proprio per alcune cose che diceva anche il Consigliere Marangoni, di prevedere nel calendario una seduta in più di Consiglio, precisamente il 4 dicembre, che seguirebbe la seduta già stabilita da calendario per cercare di sfoltire il numero crescente di interrogazioni, interpellanze e mozioni, quindi, il 3 dicembre seduta ordinaria, come prevista da calendario, e il 4 dicembre seduta dedicata a sfoltire il numero rilevante di atti ispettivi e mozioni. Aggiornate la vostra agenda 3 e 4 dicembre sono entrambi giorni di Consiglio.
L'ordine del giorno reca le mozioni n. 581 dei Consiglieri Giancarli, Silvetti, Binci, Bellabarba, Marconi, Acquaroli, Donati, Pieroni, Ricci, Comi, Sciapichetti e n. 450 del Consigliere Latini, abbinate.
Ha la parola, per l'illustrazione, il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Su questo argomento l'Assemblea legislativa delle Marche è tornata più volte e tra l'altro il 5 febbraio 2013 ha approvato una risoluzione costruita da diverse mozioni presentate da più Consiglieri regionali.
La IV Commissione consiliare, tra l'altro Presidente, si è fatta carico di questa vicenda, seguendo anche quella che era una sua richiesta, una sua indicazione, ricevendo insieme ai Capigruppo consiliari una delegazione istituzionale e di cittadini interessata all'argomento.
La mozione n. 581 è sottoscritta da tutti i componenti della Commissione e da alcuni Consiglieri, soprattutto del maceratese, che hanno seguito da vicino la vicenda.
L'impegno che questa Assemblea chiede alla Giunta regionale è quello di riprendere non soltanto il confronto, come si diceva nella risoluzione, anche allo scopo di verificare ed aggiornare i dati del fabbisogno energetico nazionale e possibili nuove soluzioni tecniche, questa mozione ed anche quella del Consigliere Latini, che oggi non è in Aula, altrimenti l'avrebbe lui stesso illustrata, parlano di nuove soluzioni tecniche.
Nella risoluzione si diceva di sospendere la procedura avviata, al fine di individuare un nuovo tracciato che fosse il risultato di un'attività di concertazione con tutto il territorio, e condividere, in modo trasparente, con le comunità locali le relative misure compensative su tutta la zona interessata dal progetto.
Quello che si chiede alla Giunta nella parte del dispositivo della mozione, tra l'altro ci sono state anche dichiarazioni forti, significative, precise del Presidente Spacca su questa materia, è di assumere tempestivamente ogni utile ed efficace iniziativa finalizzata alla formale cessazione degli effetti delle delibere assunte in precedenza, anche in considerazione del percorso non adeguatamente concertato seguito nell'iter procedimentale di cui trattasi.
Il punto emerso con forza nel confronto con le istituzioni locali, con i comitati, con i cittadini, è che l'attività di concertazione deve essere vera, forte, quindi, si dice di chiudere questa partita, di cessare gli atti, se si vuole condividere successivamente in modo trasparente, partecipato, con le comunità locali le relative misure su cui costruire un eventuale nuovo progetto.
Da questo punto di vista il Consigliere Marconi, sarà lui ad illustrarlo, riesce in modo molto significativo a tradurre quello che è il pensiero, l'iniziativa, le indicazioni che, anche in questi mesi, sono emerse, anche quelle di un eventuale riavvio di una procedura più partecipata e con tempi certi. ma, ripeto, eventuale riavvio significa che prima bisogna chiudere.
Disponibilità piena a discutere nel merito della produzione di energie in questo nostro territorio, evitare dispersione di energia nel nostro territorio, ma proprio per come sono andate le cose, cessare gli effetti delle delibere in atto e al tempo stesso, come si dice anche nell'emendamento del Consigliere Marconi, un eventuale riavvio, una procedura più partecipata e con tempi certi.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Silvetti.

Daniele SILVETTI. Aggiungo sostanzialmente una breve riflessione perché già gli intendimenti sono stati bene enunciati dal Presidente Giancarli.
E' chiaro che oggi l'Assemblea si assume la responsabilità, facendo una scelta politica, una volta tanto, una scelta politica che spero ed auguro sia unanime, che dica chiaramente che tipo di non scelta questa Regione intende fare, cercando di rimediare a quel vulnus che abbiamo detto.
In realtà sappiamo quanto in fermento siano gli enti locali e, soprattutto, le realtà locali che si sono viste sostanzialmente bypassare nelle scelte o negli intendimenti ed addirittura negli impegni che la Regione dovrebbe aver preso, visto che la procedura era abbastanza avanzata.
Una volontà politica che dobbiamo, in qualche modo, maturare, ripeto, in modo unanime, dando mandato alla Giunta di verificare tecnicamente quali sono le modalità con cui fare questo retropassaggio, di ciò si tratta sostanzialmente, anche perché ci sono degli impegni presi dal punto di vista amministrativo, dal punto di vista giuridico, per cui ritengo che sia assolutamente importante che ci sia un appoggio politico, un indirizzo politico più forte e più deciso possibile, perché la nostra controparte, il nostro interlocutore, chiamiamolo così, avrà qualche rivendicazione da fare, questo lo immaginiamo, è evidente.
Non siamo qui per assumere posizioni di pura illusione.
Quanto più unanime sarà la scelta politica, coesa oltre che articolata, tanto più si darà mandato alla Giunta di convocare quel soggetto terzo, rispetto alla comunità, rispetto all'Assemblea, che nutre legittimamente, perché è giusto riconoscerlo, delle aspettative.
E' assolutamente urgente dare una risposta al territorio perché è evidente che le dichiarazioni pubbliche che sono state manifestate dal nostro Governatore Spacca non potevano essere sufficienti, non potevano essere accolte come fatto conclusivo di questo iter, allora a maggior ragione, con questo atto, con questa iniziativa, con questa mozione, la IV Commissione, in primis, tende a coinvolgere l'intera Assemblea e a dare questo mandato pieno alla Giunta che speriamo lo recepisca tempestivamente e che, in qualche modo, attivi subito tutte le procedure idonee per sottoscrivere la parola fine ad una vicenda che, in qualche modo, ha allarmato, forse oltre misura, il territorio.

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Malaspina.

Maura MALASPINA. Visto che la mozione è stata firmata, sottoscritta da tutta la Commissione ci tengo a dire qual è il parere dell'Assessorato e della Giunta, l'avrei comunque dato se la Commissione mi avesse convocato e sarei stata a disposizione per dare tutte le spiegazioni possibili e insieme trovare la soluzione.
Appare doveroso chiarire che ai sensi dell'articolo 1 - sexies del decreto legge 29 agosto 2003, n. 239, convertito in legge 27 ottobre 2003, n. 290, la costruzione e l'esercizio degli elettrodotti facenti parte della rete nazionale di trasporto dell'energia elettrica (RTN) sono soggetti ad un'autorizzazione unica rilasciata dal Ministero delle attività produttive, di concerto con il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e previa intesa con la Regione o le Regioni interessate. Al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare spetta anche di provvedere alla valutazione di impatto ambientale (VIA) prima dell'approvazione del progetto di elettrodotto.
Prima di diventare progetti e, quindi, di avviare I'iter autorizzativo sopra brevemente descritto, le esigenze di sviluppo della RTN vengono individuate dal gestore della stessa (ora Terna S.p.A.) mediante i Piani di sviluppo (di seguito PdS), approvati dal Ministero dello Sviluppo Economico, previa Valutazione Ambientale Strategica di competenza del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.
Le Regioni interessate, in ottemperanza a quanto previsto dall'art. 2, comma 1, del decreto ministeriale 22 dicembre 2000, esprimono annualmente il proprio parere sugli aspetti di localizzazione di nuovi tratti di rete, di razionalizzazione dei percorsi o di eventuale dismissione dei tratti in esercizio.
L'elettrodotto a 380 kV Fano-Teramo è stato individuato nei Piani di sviluppo dei gestore della RTN come esigenza di sviluppo della RTN a partire dal 2004, l'esigenza di questa infrastruttura elettrica è stata confermata in tutti i successivi Piani di sviluppo.
Tutto ciò per dire che l'iter di autorizzazione per l'intervento di cui trattasi non è, ad oggi, nemmeno iniziato, di fatto non è stato neppure elaborato un vero e proprio progetto, ma sia il gestore della RTN che i dicasteri competenti ne hanno, nel frattempo, confermata la necessità.
Gli unici atti che la Regione ha attualmente emanato rispetto all'esigenza dell'elettrodotto de quo sono, quindi:
- la deliberazione di Giunta regionale 25 giugno 2005, n. 800 con cui è stato approvato lo schema di Protocollo di Intesa tra Regione Marche, Province, Comuni e Comunità montane della Regione Marche e gestore della Rete di Trasmissione Nazionale per l'applicazione della Valutazione Ambientale Strategica alla Pianificazione elettrica relativa al territorio regionale,(protocollo sottoscritto il 30 giugno 2005;
- la deliberazione di Giunta regionale 25 giugno 2007, n. 689 recante: "Esiti del Protocollo d'Intesa tra Regione Marche, Province, Comuni e Comunità montane della Regione Marche e Gestore della Rete di Trasmissione Nazionale (ora Terna - rete elettrica S.p.A.) per l'applicazione della Valutazione Ambientale Strategica alla Pianificazione elettrica relativa al territorio regionale - deliberazione di Giunta regionale n. 800 dei 27 giugno 2005 - Protocollo d'intesa del 30 giugno 2005".
Con la sottoscrizione del sopra citato Protocollo di Intesa, Regolamento interno n. 9928 del 30 giugno 2005, la Regione Marche, le Province, la Comunità montane e i Comuni della regione hanno assunto:
- l'impegno di fornire al gestore della RTN dati e informazioni di interesse in proprio possesso, un periodico aggiornamento sullo stato degli iter autorizzativi degli impianti per la produzione di energia elettrica di competenza e, infine, piani e programmi per favorire l'armonizzazione tra i Piani di sviluppo e gli strumenti di pianificazione energetica e territoriale;
- valutare ed eventualmente integrare la proposta del gestore RTN di criteri per l'individuazione dei corridoi territoriali, in cui prevedere le fasce di fattibilità ed, infine, i tracciati relativi alle nuove opere;
- collaborare con il gestore RTN all'individuazione dei corridoi o di altre porzioni di territorio al fine di ospitare le esigenze di sviluppo della RTN individuate nei Piani di sviluppo tenendo conto della localizzazione degli impianti di produzione di energia elettrica, delle aree della Rete Natura 2000 e della Rete Ecologica regionale, concertando preventivamente le scelte con Province, Comuni e Comunità montane;
- promuovere, in collaborazione con il gestore RTN, gli accordi di programma di cui all'art. 2, comma 2, del decreto ministeriale 22 dicembre 2000 in merito alla localizzazione e costruzione delle opere previste nei Piani di sviluppo e approcci concertativi volontari per la gestione e soluzione dei conflitti ambientali legati ai CEM[1][1] esistenti o che potrebbero essere indotti sugli ambiti urbanizzati da nuove direttrici di trasporto dell'energia elettrica, tenendo conto della normativa vigente;
- avviare, al fine di raggiungere gli impegni concordati, un apposito tavolo tecnico chiamato a riunirsi periodicamente quale sede di confronto, scambio di informazioni e collaborazione.
La Regione, inoltre, con la sottoscrizione del medesimo Protocollo ha assunto l'impegno di favorire il processo di VAS e di elaborazione del Rapporto Ambientale relativo ai Piani di sviluppo e di esprimere sugli stessi il parere di cui all'art 2, comma 1, del decreto ministeriale 22 dicembre 2000, corredato dallo specifico giudizio di VAS, da determinarsi anche con il coinvolgimento degli enti locali.
Il Tavolo tecnico di cui all'articolo 4 del Protocollo di Intesa è stato avviato nel gennaio 2006.
La deliberazione di Giunta regionale 25 giugno 2007, n. 689 non ha approvato, quindi, il progetto dell'elettrodotto AAT Fano-Teramo, ma ha formalizzato gli esiti del Tavolo tecnico succitato; nello specifico la deliberazione di Giunta regionale 689/2007 ha:
- approvato la metodologia ed i criteri di sostenibilità per l'individuazione dei corridoi in cui localizzare le infrastrutture della RTN, integrando la proposta iniziale di Terna e definito le successive fasi per l'individuazione delle fasce di fattibilità (Allegato A alla deliberazione di Giunta regionale 689/2007);
- applicando la metodologia di cui all'allegato A nell'ambito del Tavolo tecnico, ha individuato, tra diverse alternative, il corridoio ambientale preferenziale' entro cui collocare l'elettrodotto AAT[2][2] Fano-Teramo (Allegato B alla deliberazione di Giunta regionale 689/2007);
- individuato alcune criticità legate a casi accertati di inquinamento elettromagnetico da linee esistenti di competenza Terna S.p.A. (Allegato C alla deliberazione di Giunta regionale 689/2007);
- approvato la metodologia per individuare le potenziali criticità in termini di CEM dovute ad interferenze tra la rete di competenza Terna S.p.A. esistente ed i sistemi insediativi;
- espresso parere favorevole al Piani di sviluppo limitatamente al corridoio preferenziale individuato per l'intervento Fano - Teramo (punto 9 del deliberato).
Infine è bene ricordare che tutte le Province, a seguito della deliberazione di Giunta regionale n. 689/2007, hanno attivato i tavoli tecnici con Terna e i Comuni interessati per stabilire una fascia di territorio, interna al Corridoio preferenziale, dove sviluppare il futuro progetto. Nessuna Provincia ha ancora comunicato l'esito finale del procedimento, che riteniamo negativo o sospeso.
L'Assessorato all'Ambiente, dopo un attento esame svolto dagli Uffici, ritiene necessario indicare quali atti o parte di questi revocare, a seguito della volontà del Presidente Spacca di interrompere l'iter attuativo dell'opera, così come indicato nella nota a verbale della seduta di Giunta del 9 luglio 2013.
La Giunta all'unanimità condivide la necessità di concludere il procedimento con esito negativo, manifestando al gestore l'impossibilità di concludere gli accordi preventivati a causa del diniego di molti enti locali interessati. Allo scopo dovranno essere convocati i rappresentanti di tali enti affinché gli stessi comunichino in modo formale il proprio dissenso.
Le procedure, quindi, potrebbero portare a due conclusioni, a medesimo effetto:
1. un'eventuale revoca complessiva degli atti sopra citati potrebbe, da un lato, non avere effetti sulla successiva possibilità da parte di Terna S.p.A. di presentare il progetto al MISE ai fini della sua approvazione, ferma restando l'espressione dell'intesa regionale;
2. interrompere il percorso concertativo e valutativo avviato al fine dì condividere in fase di pianificazione le scelte localizzative.
Più opportuna di una revoca complessiva degli atti sinora adottati, quindi, potrebbe risultare la modifica di parte di essi, con specifico riferimento ad un aggiornamento dell'allegato A alla deliberazione di Giunta regionale 689/2007 che definisce la metodologia adottata per compiere le scelte localizzative delle infrastrutture elettriche (punto 8 del deliberato della stessa deliberazione di Giunta regionale 689/2007) ed alla conseguente abrogazione dell'allegato B alla deliberazione di Giunta regionale 689/2007 che, ricordiamo, individua il corridoio ambientale preferenziale per l'opera in oggetto.
Per questo I'Assessorato ha deciso di chiedere alle Province, ove queste hanno assunto su di esse l'iter della conclusione degli accordi di programma e/o i singoli Comuni, per l'acquisizione dei definitivi pareri espressi dagli Enti locali.
Tale parere sarà acquisito tramite una conferenza dei vari Enti locali interessati da tenersi a breve.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Massi.

Francesco MASSI. Voglio per un attimo superare la questione delle delibere, degli azzeramenti, del ritorno in Commissione, degli approfondimenti giuridico amministrativi, per rilanciare, Assessore, un aspetto che quando parleremo delle conclusioni della Commissione biogas troverà anche delle assonanze e delle similitudini certe.
Su questa vicenda dell'elettrodotto, nei nostri programmi diciamo sempre "occorre coniugare le ragioni dello sviluppo con la tutela dell'ambiente, della salute", l'abbiamo scritto tutti, da destra a sinistra, lo diciamo in ogni campagna elettorale, poi quando si arriva al dunque e si tratta di decidere effettivamente su impianti, investimenti, tecnologicamente anche sostenuti e sollecitati - perché ci ricordiamo tutto quello che era scritto sul Pear, green economy, ne riparleremo - di fronte a quegli impianti, sappiamo quello che è successo, c'è grande preoccupazione.
L'appello lo faccio alla politica per i tecnici e gli scientifici - Assessore, le popolazioni sono preoccupate degli effetti sulla salute e per l'aspetto che riguarda il paesaggio, giustamente, il deprezzamento del valore di certi immobili, di certi terreni, di certe strutture agrituristiche e turistiche, però, diciamocelo, la prima preoccupazione è quella sulla salute - è possibile convocare una conferenza di consultazione tecnico scientifica che dica "per essere tutelati sulla salute, per le ricerche che ci sono adesso, per i livelli di ricerca che abbiamo raggiunto adesso, questa è la distanza alla quale bisogna stare per non correre rischi", perchè se uno si mette a respirare quello che viene fuori dalle marmitte delle nostre auto a 10 centimetri uccide, se ti metti a 1 metro fa male, se ti metti a 4 metri non fa male, questo è stato sempre scritto. Ma c'è qualcuno che può venire qui, in Commissione o in una giornata di studio a dire, per il livello di ricerca attuale, qual è la distanza! Perché se voi leggete tutto quello che, legittimamente, i nostri comitati territoriali, dico nostri perché come territorio siamo tutti interessati, tutti, da Fano fino ad Ascoli, dicono "vicino a questo impianto non ci vuole stare nessuno", dove c'è la scuola, dove c'è campo sportivo, dove c'è il quartiere abitato più o meno densamente.
Assessore faccio un appello anche se mi si dirà che ce l'ho con i nostri professori, ma noi vantiamo eccellenze di ricerca, eccetera, c'è qualcuno che si prende la responsabilità di venire a dire dobbiamo tenerli lontani. Quanto! Dobbiamo interrare le linee. Si, dove? Come?
Noi non possiamo decidere tutto, con tutta la legittimazione elettorale e istituzionale che abbiamo, penso che da soli non ce la facciamo se tecnici e scientifici non ci danno una mano, è già avvenuto con il biogas, figuriamoci su un impianto di questo tipo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D'Anna.

Giancarlo D'ANNA. La mozione è importante e interessante anche se, francamente, nel corso di questi anni sarebbe stato forse opportuno che i vari enti pubblici si fossero interessati un po' di più di questo raddoppio dell'elettrodotto, di questo prolungamento dell'elettrodotto.
Si parla della Fano-Teramo da circa diciotto anni, quindi, è un pezzo che questo argomento viene trattato ed il tempo le varie amministrazioni lo hanno avuto per cercare di fare in modo che il tracciato non andasse a complicare la vita dei cittadini.
Parto da un problema attuale che è quello dell'attuale passaggio delle linee ad altissima densità, le 380, che passano già in luoghi abitati, noi a Fano, da dove dovrebbe ripartire o continuare questa linea, abbiamo una frazione che si chiama Carrara nella quale esiste non una centralina, adesso mi sfugge il termine esatto, dove finisce e si accumula moltissima elettricità, già quindici anni fa, da Consigliere comunale a Fano, attraverso una collaborazione con l'Università di Urbino, feci fare alcune rilevazioni che evidenziarono i limiti altamente superati in quattro abitazioni, in due delle quali insistevano persone malate di leucemia, una di queste poi è morta.
Vedere a distanza di vent'anni che si fa una mozione con intenzioni, evidentemente, positive, ma che vanno ad incidere ben poco in un percorso che è durato quasi vent'anni, francamente, credo che lasci un po' il tempo che trova perché non è uno strumento che può modificare quanto sta accadendo.
Se vogliamo parlare della mozione, credo che al suo interno debba essere sollecitata anche la bonifica o l'interramento, in alcune realtà, dell'attuale linea, altrimenti non avrebbe senso.
Noi chiediamo di spostare o modificare il tracciato futuro, che deve ancora essere costruito, però mettiamo una pietra tombale su quello che è esistente. Ci sono zone delle città che sono attraversate da linee ad altissima tensione, per le quali bisogna prendere necessariamente dei provvedimenti, altrimenti noi approviamo una mozione, ma non andiamo a risolvere i problemi che ci sono, figuriamoci se risolviamo quelli che ci saranno.
Credo che l'impegno debba essere preso non tanto e non solo, anche se con ritardo, rispetto al prolungamento di questa linea, che comunque da qualche parte deve passare, con l'accortezza di interrare nelle zone a densità di popolazione considerevole e prevedere nei casi di quelli attualmente esistenti anche una compensazione e uno spostamento delle abitazioni, perché se ci sono, ad esempio, sempre nella mia città, alcune abitazioni la cui costruzione è iniziata e mai terminata, perché chi stava costruendo si è reso conto che andava a realizzare una struttura che non avrebbe mai raggiunto il valore della costruzione stessa in quanto invendibile nel momento in cui si vuole cedere l'immobile.
Chiedo ai firmatari di aggiungere questo suggerimento che viene dal sottoscritto, altrimenti, ripeto, non avrebbe senso fare una mozione che non comprenda la bonifica, ove necessario, dell'attuale status quo.

Presidenza della Vicepresidente
Rosalba Ortenzi

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Intervengo semplicemente per aggiungere quanto già riferito in maniera puntuale dal Presidente Giancarli, il fatto che questa mozione non nasca da una volontà astratta, ma da una serie di incontri, di audizioni, che la Commissione ha avuto con i vari soggetti interessati, soprattutto i comitati. Quella che ha maggiormente suscitato o risuscitato l'interesse intorno a questa vicenda è stata una dichiarazione del Presidente Spacca, che lasciava intendere, in maniera chiara, che la vicenda si sarebbe chiusa con un nulla di fatto.
Oggi abbiamo la seconda notizia, è quella che veniva chiesta dal Consigliere Giancarli in Commissione, quando in Commissione ci chiedevano di sollecitare la Giunta perché si arrivasse ad una definizione della vicenda, positiva, negativa, a seconda dei soggetti che la interpretavano, la notizia è che non è espressione di volontà o opinione del Presidente, ma è la volontà della Giunta e sarà quanto prima composto un atto formale, così riferisce l'Assessore Malaspina, per cui questa vicenda si chiuderà con un nulla di fatto per quanto riguarda la realizzazione dell'opera.
In verità credo sia importante informare il Consiglio perché qui siamo non solo un organo che raccoglie le opinioni di quello o di quell'altro, ma siamo anche un organo che ha una responsabilità verso le cose che l'ente Regione fa, e se questa responsabilità è in capo alla Giunta, io credo che il Consiglio nella sua interezza, più la maggioranza o la minoranza, non lo so, debba assumersi la responsabilità di ciò che dice e di ciò che scrive.
Nel caso specifico è chiaro che la preoccupazione dell'Assessore e della Giunta sia elevato, perché non sappiamo, ci siamo posti questa questione in Commissione, quali siano le conseguenze giuridiche, economiche, per la Giunta nel momento in cui questo atto, questa procedura, verrà interrotta e il progetto revocato.
Per questo abbiamo aggiunto, d'accordo con il Presidente, un emendamento nel quale noi non diciamo nulla, perché alla fine non è il Consiglio regionale quello che decide in materia, ma diciamo, ecco il senso vero, la Giunta verifichi con Terna oggettivamente l'impossibilità di procedere perché se le condizioni che si erano create dal 2005 al 2007, circa sei, sette anni fa, - tutte le amministrazioni locali avevano dato l'assenso a questo passaggio alle condizioni che venivano indicate - non ci sono più, la cosa venga rivista.
Che cosa abbiamo detto noi raccogliendo le preoccupazioni delle popolazioni? Raccogliendo le preoccupazioni delle popolazioni e facendo riferimento ad un caso specifico, Presidente Giancarli, un caso molto simile a questo accaduto in Francia, riportato da uno dei comitati, abbiamo detto se ci sarà da parte di Terna, può darsi che non ci sia neanche più, la richiesta a che quest'opera venga eventualmente fatta di nuovo, se si dovesse rifare - se non gli interessa più, è finito il problema, quindi, tutti contenti a casa - se dovesse ripartire è, ovvio, che non si può ripartire percorrendo la stessa strada e gli stessi errori che sono stati compiuti, per questo diciamo che se si riparte deve esserci una garanzia sui tempi certi.
La garanzia sui tempi certi non è solo per Terna che dovendo fare un investimento vorrà sapere se lo farà e in quali termini, ma anche per chi, e c'è stato posto il caso concreto, compra casa in quella zona e sa che giusto o sbagliato quella casa potrebbe perdere valore. Tempi certi per le amministrazioni locali che devono fare piani regolatori, che devono fare investimenti, che devono sapere se in quell'area sarà possibile fare una zona industriale, oppure no perché verrà piazzato un traliccio dell'alta tensione.
I tempi certi sono una garanzia per tutti e dall'altra parte è chiaro che la procedura più partecipata va verifica prima, non è possibile che da parte delle popolazioni locali ci sia una rincorsa affannosa, preoccupata, angosciata, verso una procedura che in maniera molto semplice e chiara, andrebbe spiegata scientificamente prima, quello che si va a fare e perché lo si fa. Questo, Presidente, è una cosa che riguarda il futuro perché se questo modo di procedere dovesse, una volta per tutte, essere attuato per qualsiasi cosa dovessimo fare, prima il capogruppo del PdL, Consigliere Massi, ha fatto riferimento alle centrali a biogas, in tutti i casi in cui procediamo, prima di andare avanti e di fare le cose un po' sotto traccia, dovremmo dichiararle, renderle pubbliche ed assumerci, finalmente, le responsabilità. Questo Paese non solo conclude o non conclude un processo, ma diventa un po' più grande, un po' meno piccino di quello che è oggi.
Non è possibile che da una parte anche i partiti qui presenti, è la mia opinione personale, siano favorevoli al nucleare e poi raccattino tutte le proteste anche per un megawatt. Bisogna che diventiamo seri e ci assumiamo le responsabilità di quello che facciamo, una volta per tutte.
Una cosa seria, se la vogliamo rendere partecipata, come stiamo facendo per la legge che riguarda il piano paesistico regionale, è prevedere procedure nuove e certe per ogni cosa. Per ogni cosa si sappia prima quali saranno i danni, perché questa è la cultura che si è imposta, è inutile farlo dopo, magari perdendo anche un'infinità di tempo, perché qui si sono persi sette anni, probabilmente con sei mesi si poteva chiudere tutto se ci fosse stata trasparenza al riguardo. Tutti i soggetti devono decidere ed essere convinti di quello che si deve fare, se non sono convinti si decide e chi deve decidere prende le decisioni in base ai convincimenti che nel frattempo sono maturati.
Per questo l'emendamento ha un valore che in coda alla mozione dice "se si chiude si chiude" e la Giunta deciderà, è la sua responsabilità e fa quello che vuole, se Terna, ma chiunque altro, dovesse procedere.
Noi stiamo facendo un atto importante perché stiamo dicendo per il futuro, affinchè non si parta così male e si perda tempo con i ricorsi, con inutili tensioni, che l'amministrazione regionale sia amica dei territori, li renda partecipi prima, perché non ha nulla da nascondere riguardo a quello che andrà a realizzare.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Debbo dire che gli interventi del Vicepresidente della Commissione, Consigliere Silvetti, e del Commissario, Consigliere Marconi, rendono alquanto snello il mio intervento.
Ovviamente non affronterò le questioni che sono state poste da alcuni colleghi, dal Consigliere Massi, da altri, rispetto alla tutela del paesaggio, della salute, ai bisogni energetici, voglio soltanto ripercorrere, questo per chiarezza e lealtà nei rapporti tra articolazioni del Consiglio, ma anche tra Commissione e Giunta, Commissione e Assessorato.
Ringrazio l'Assessore Malaspina per il lunghissimo intervento ricco di dati e parto se volete dal 5 febbraio, dal momento in cui quest'Assemblea legislativa ha approvato una risoluzione, ha messo insieme diverse mozioni del Consigliere Massi, del Consigliere Acacia Scarpetti, dei Consiglieri Latini e Silvetti, della Consigliera Giorgi dei Consiglieri Comi, Giorgi, Sciapichetti, un'interrogazione del Consigliere Latini e, rispetto a quelle mozioni e quell'interrogazione, si è costruita una risoluzione.
Successivamente c'è stato questo incontro del Presidente Solazzi, insieme ai Presidenti dei Gruppi, con alcune organizzazioni del territorio, con le istituzioni, con i comitati, in quell'incontro si è chiesto un impegno alla nostra Commissione e, con determinazione, coerenza, ci siamo mossi lungo la linea della risoluzione e dell'incontro a cui facevo riferimento.
Per la verità, Assessore, troverà anche nella documentazione dell'Assessorato, una lettera o due della Commissione in cui chiedeva all'Assessore, capisco chi in politica, ha ragione, sostiene che la stabilità ha un valore, che a volte il cambio, come è avvenuto in questo caso, degli Assessori porta per alcuni aspetti ad avere delle interruzioni, non mi riferisco tanto all'efficacia degli atti, ma penso alla guida politica degli Assessorati, quindi troverà, su questo non devo dilungarmi, la documentazione della Commissione, fermo restando il fatto che la risoluzione del 5 febbraio aveva delle indicazioni chiare.
Rispetto a questo c'è da dire che, con molta efficacia, determinazione e chiarezza, il Presidente Spacca il 9 luglio, come lei stessa ci ricordava, tra l'altro queste dichiarazioni del Presidente sono state rese pubbliche, apparse sulla stampa, ha messo in evidenza la necessità di concludere l'iter e lei aggiungeva, appunto, dai verbali con esito negativo.
La mozione è il risultato di questo percorso che nei mesi c'è stato, e chiediamo da un lato la cessazione degli effetti, o come dice la Giunta, condividiamo di concludere con esito negativo questo iter, dall'altro siccome siamo consapevoli delle necessità di governo di una Regione, diciamo che siano messe in evidenza anche quelle che sono le nuove necessità rispetto ai bisogni energetici, ma con quel percorso partecipato a cui faceva riferimento il collega Marconi. Fra l'altro era emerso anche in quell'incontro una bella esperienza che si è realizzata in Francia, ma anche in altre parti del nostro Paese, esperienze di partecipazione interessanti ce ne sono, per la verità, alcune positive anche nella regione Marche, su altri temi. C'è una panoramica molto ampia e su questa panoramica abbiamo la possibilità, se c'è necessità, di costruire in modo certo un futuro.
Io non so se il collega D'Anna presenterà un emendamento, credo che rispetto anche all'esistente, la necessità di vigilare, di costruire alcune soluzioni a garanzia delle popolazioni, sia nella disponibilità non soltanto dell'Aula che è sovrana ovviamente, ma della Commissione nel guardare il futuro, tenendo conto anche del presente, ci mancherebbe.
Rispetto alla documentazione a cui facevo riferimento perché l'Assessore introduceva il suo ragionamento dando la disponibilità sua e dell'Assessorato, da parte nostra la ringraziamo, come le dicevo, forse, i cambi che ci sono stati, però, noi abbiamo inoltrato due richieste all'Assessorato le troverà, se vuole posso fornirle anche il numero di protocollo così questo le agevola la ricerca, sono il 4136 del 16 maggio ed il 4949 del 10 giugno.
Grazie, comunque, Assessore per la sua disponibilità, credo che l'Aula sicuramente saprà raggiungere, come in altri momenti l'ha dimostrato, una sintesi alta.

PRESIDENTE. Vorrei ricordare che con il nuovo Regolamento che abbiamo votato stamattina, non per rimproverare il Presidente Giancarli che, anzi, ringrazio per l'intervento puntuale, i tempi sono di cinque minuti, quindi, chiedo a tutti di stare nei minuti.
Ha la parola la Consigliera Bellabarba.

Letizia BELLABARBA. Prendo atto con favore della comunicazione dell'Assessore Malaspina, la quale sostanzialmente dichiara la decisione all'unanimità della Giunta sulla conclusione di questa vicenda.
Io preferirei sinceramente la revoca di tutti gli atti, però questo chiaramente starà alla Giunta, agli uffici capire quale soluzione sia migliore.
Questo era un progetto che come è stato ricordato è del 2005, solo questo ci fa capire che è un progetto obsoleto, non più attuabile e, soprattutto, il tracciato che era stato individuato è un tracciato che poneva tantissimi problemi, non solo dal punto di vista delle preoccupazioni per la salute, come è stato qui ricordato, ma io direi anche e, soprattutto, dal punto di vista ambientale, paesaggistico e anche economico, perché questo tracciato va ad attraversare territori che hanno una vocazione di tipo turistico, quindi, va a danneggiare moltissime attività ricettive, imprenditoriali di quelle zone, un danno non indifferente proprio perché era un tracciato ormai troppo vecchio.
Vorrei ricordare, in questo accolgo con favore il suggerimento del collega D'Anna che trovo molto intelligente, che poco lontano da quel tracciato che era stato individuato in realtà c'è un altro elettrodotto che lì insiste e per il quale non sono state programmate rimozioni dei tralicci prima di crearne di nuovi, insomma una situazione alquanto ingarbugliata.
Voglio anche dire che ci sono, per esempio, centrali elettriche che da tempo non funzionano più, eppure rimangono lì. Non vengono né ripristinate, né tolte e questo per ribadire che è assolutamente necessario e doveroso fare una ricognizione di quello che c'è sul territorio prima di avviare nuovi progetti, soprattutto, bisogna avere in mente, chiaro, il fabbisogno preciso che ha la nostra regione di energia, perché dal 2005 ad oggi non abbiamo lo stesso fabbisogno che avevamo e, quindi, prima di pensare a nuovi progetti sul nostro territorio bisognerebbe forse capire questo e, chiaramente, quando si decide e quando ci si rende conto che sono necessari questi interventi, come è stato più volte richiamato, bisogna farli in modo assolutamente partecipato, proprio per non trovarci dopo a dinieghi e contrarietà espresse dai cittadini e dagli enti locali che ci costringono a fare dei passi indietro.
Sono assolutamente d'accordo con quello che si diceva, quindi presentare il progetto prima, discuterne in modo ampio, modificarlo se necessario, e poi andare diritti in modo deciso e non far passare tutti questi anni, come è successo in questo caso, anche se dico giustamente perché, ripeto, quel progetto era assolutamente negativo.
Voglio dire che non parteciperò al voto dell'emendamento del Consigliere Marconi, perché pur capendo le motivazioni che lo hanno portato a presentare questo emendamento, penso che oggi con l'approvazione, mi auguro, di questa mozione venga dato un segnale di contrarietà molto chiaro e, penso che quest'emendamento possa essere interpretato in modo ambiguo perché, ripeto, pur condividendo anche la volontà per il futuro di procedere ad una valutazione seria di progetti di questo genere, di procedere ad una partecipazione condivisa molto forte, in questo momento noi stiamo valutando e, diciamo, comunicando la nostra contrarietà ad un progetto ben specifico, ad un progetto chiaro che è quello dell'elettrodotto Fano- Teramo, quindi, per questo non parteciperò al voto, penso che il nostro messaggio debba fermarsi all'approvazione della mozione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Acacia Scarpetti.

Luca ACACIA SCARPETTI. Mi ero proposto di non intervenire sul tema, l'ho già fatto a lungo in questi primi tre anni di Consiglio regionale, ho cercato in tutti i modi di far capire quello che poteva significare questo progetto per le Marche. L'ho fatto con elementi tecnici, elementari, quattro nozioni di fisica e di elettrotecnica, facile alla conclusione di chiunque, ho visto che non c'era terreno fertile, soprattutto questa mattina per cui non rientrerò più nell'argomento.
Sicuramente lo farò tra qualche anno, quando le scelte di oggi si ripercuoteranno in maniera incredibile e veramente molto grande.
Ho chiesto la parola soltanto per dare due risposte a quelli che erano i quesiti del Consigliere Marconi che mi ha appena preceduto. Il collega ha chiesto che cosa succederà adesso che la Regione Marche dice no a questo progetto di Terna.
Le risposte possono essere due, il Ministero farà un decreto e farà l'elettrodotto perché la questione energetica è di valenza nazionale, oppure, come sembra essersi avviata, Terna S.p.A. ci farà il giro intorno, finito l'Abruzzo passerà all'interno, andrà in Umbria e discenderà in Emilia-Romagna, perché noi viviamo ancora, parlando di energia e di condotte elettriche, di un elettrodotto, il primo e unico fatto in Italia, del 1926.
Guardi Presidente io non sono un appassionato tout court delle cose moderne e spesso valuto le cose antiche, ma in questo caso, nel campo dei conduttori elettrici, la tecnologia moderna ha fatto passi da giganti.
Tant'è che questo elettrodotto avrebbe fatto risparmiare alle Marche il 10% dell'energia elettrica veicolata e a nulla vale il discorso giusto che qualcuno fa, cioè che sono diminuiti i consumi di energia. Da un lato è un bene, non certo per il fronte dell'occupazione, il sociale e quant'altro, ambientalmente parlando è un bene, ma il 10% è sempre il 10% e noi siamo carenti per il 50% dell'energia elettrica che consumiamo. Questo è un dato inequivocabile.
Consigliere Marconi le possibilità sono che il Ministero faccia l'elettrodotto o che Terna ci giri intorno, lasciandoci in balia della nostra rete che, non solo spreca, ma che non sempre è capace di assisterci, anche quest'estate in occasione di giornate calde, quando è aumentato un po' il consumo si è andati in blackout, facciamo tanto per il turismo. Non volevo fare l'intervento si riapre tutta la partita.
Queste erano le due domande a cui volevo rispondere, però ne pongo una io all'Aula: noi stiamo dicendo di no ad una condotta ad un filo elettrico, ce ne sono milioni di chilometri nelle Marche, stiamo dicendo di no a 146 chilometri di condotta e 140 ne avrebbero tolti. E' come se fosse un danno provocato pari a quattro centrali nucleari, sembra di parlare non so di quale mostro, ma tutti tacciono rispetto ad una centrale termoelettrica presente a Falconara che brucia BTZ, cioè la parte più pesante del petrolio, che butta a mare l'acqua calda prodotta che potrebbe riscaldare tutta Torrette, tutta Falconara, metà Ancona, tutti tacciono, e per un filo diciamo no.
Assessore lei non me ne vorrà, sa benissimo che questa lotta mia è partita da lontano, spero di sbagliarmi, ma se noi non arriviamo all'autosufficienza dell'energia elettrica nel 2018 l'Europa non metterà più la mia amica Maura Malaspina a fare l'Assessore, ma ci metterà un Commissario ad acta. Mi dispiace.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cardogna.

Adriano CARDOGNA. Ancora una volta voglio segnalare che alcune comunità locali, in questo caso affiancate da istituzioni locali, ci costringono e costringono il Governo regionale ad un ripensamento e se ripensamento c'è, credo, che si sia preso doverosamente atto di alcune cose che vengono vissute come vere, non credo che siamo sotto ricatto. Non lo credo! Non l'ho mai creduto, in queste questioni.
Queste comunità locali, sicuramente, sono state aiutate dall'arrogante approssimazione progettuale della società proponente. Talmente aleatoria, talmente sicura di portare avanti progetti che pensano a tavoli molto alti per poi trovare difficoltà che si protraggono per anni e anni, che nascono ancor prima che le comunità locali si organizzino per la tutela dei propri diritti.
Segnalo che questa Aula è chiamata sempre su singoli progetti energetici che spaccano la comunità, che spaccano il nostro Consiglio, una volta il rigassificatore, un'altra volta l'oleodotto, un’altra ancora la rete adriatica e oggi la Fano-Teramo.
Mai un istruttoria, un dossier degni di questo nome a beneficio di questa Aula e credo anche delle Commissioni, in un momento nel quale si pensa di ridimensionare, semplificare, la macchina burocratica amministrativa della Regione, pensando che diminuiscano gli adempimenti nazionali su cui impegnare la macchina, tralasciamo le grandi questioni epocali su cui nessuno lavora o lavora in modo adeguato.
Su questa materia credo ci sia una sola opzione strategica ed è quella del risparmio energetico, su cui nulla si fa. Il risparmio energetico vale in questo Paese il 40, 50% del nostro fabbisogno, quindi, anche alla luce di quello che sta avvenendo in questi ultimi anni e di quanti se ne sanno, noi come Verdi non siamo per le grandi opere, ma siamo per leggi e regolamenti urbanistici e per incentivi a famiglie, comunità, aziende per l'autosufficienza energetica, basata sulle fonti energetiche rinnovabili.
Questa è la grande opzione, questa è l'attenzione che questo tema merita da un'Aula come quella nella quale mi trovo ad operare.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione della mozione n. 581.
Emendamento 1 a firma del Consigliere Marconi, ha chiesto la parola ne ha facoltà.

Luca MARCONI. Solo per evidenziare un paradosso che emerge alla fine di questa discussione alla luce proprio di quanto ha affermato l'Assessore Malaspina a nome dell'intera Giunta.
Il paradosso è che tutta la mozione può cadere, nel senso che la mozione è finalizzata a promuovere una decisione della Giunta volta alla cancellazione di questo progetto e l'Assessore ci ha detto a nome della Giunta, e l'ha detto pubblicamente, quindi non è una opinione privata, che questo progetto per colpa della Giunta non va avanti, quindi, abbiamo già la risposta. E’ un po' come la situazione di una settimana fa sull'Asur discutevamo di una cosa per la quale la Giunta aveva già dato una risposta.
L'unica parte che diventa significativa è proprio l’emendamento, l'unica parte in cui nella prospettiva futura di quello che sarà diciamo non vogliamo ripetere gli errori del passato e vogliamo una procedura più partecipata, quindi non può essere equivoca la cosa, Consigliera Bellabarba, perché la Giunta è stata chiara nel dire che il progetto non va avanti, noi diciamo in maniera chiara che se eventualmente - il Consigliere Acacia Scarpetti ci ha dato una informazione interessante sulla quale una riflessione andrebbe fatta - venisse riproposta la vecchia procedura, il vecchio progetto se pur rivisto, questo deve essere partecipato, ritengo, quindi, fondamentale, come dicevo con il Presidente, che questo sia messo in campo.
Nel merito, mi si consenta di dire, noi non dobbiamo solo rispondere nel merito, perché qui non stiamo discutendo del merito, ma del modo in cui si è proceduto, allora non credo che Terna abbia messo in piedi tutto questo manicomio e la previsione di un investimento per perderci, lo farà perché c'è un suo interesse ed anche del servizio che rende, quindi, dovremmo cercare di essere un po' meno assolutisti in questi ragionamenti, perché se il risparmio energetico è il primo motivo per cui Terna fa la nuova linea - come diceva il Consigliere Acacia Scarpetti, ricevo un’informazione, 10% - ha già risposto il Consigliere Cardogna quando dice dobbiamo puntare sul risparmio. Sapevo che le linee con la ceramica, se ne parlava 25 anni fa, era un modo per arrivare, addirittura, al 25% di risparmio perché la distribuzione su rete perde questo, quindi, un po' più sereni riguardo a questo argomento anche perché credo che dobbiamo rispondere alle comunità locali, come diceva giustamente il Presidente Massi, ma dobbiamo anche rispondere alle centinaia di migliaia di persone che lavorano e che senza l'energia non vanno avanti.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Sulla modalità di votazione: non ho capito se oltre ai due emendamenti dei Consiglieri Marconi e D'Anna ed alla mozione 581, separatamente votiamo anche la mozione n. 450 del Consigliere Latini.

PRESIDENTE. Certo, prima votiamo gli emendamenti, poi la mozione 581 e successivamente andiamo alla 450.

PRESIDENTE. Emendamento 1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento 2 a firma del Consigliere D'Anna, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Giancarlo D'ANNA. Praticamente ho predisposto questo emendamento sulla base di quello che ho detto prima, nel senso che sarebbe inutile cercare di correggere quello che deve venire e non occuparsi di quello che è già accaduto in alcune realtà, quindi, l'impegno della Giunta a prevedere l'interramento dell'attuale elettrodotto in zone in cui insistono abitazioni, dove il limite delle onde elettromagnetiche supera quello previsto dalla legge e casi come questo ce ne sono.

PRESIDENTE. Se votiamo e passa l'emendamento proposto dal Consigliere D'Anna, la mozione 450 ad iniziativa del Consigliere Latini che tratta lo stesso argomento, parla dell'interramento, dovrebbe ...(…)
Noi intanto votiamo l’emendamento.
Emendamento 2. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Mozione 581 così come emendata. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. Un attimo solo per vedere se è compatibile la mozione 450 ..., mi dicono che la 450 del Consigliere Latini a seguito dell'approvazione dell'emendamento del Consigliere D'Anna decade, quindi non la mettiamo in votazione.
Ha la parola il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Chiedo un chiarimento, vorrei capire perché decade la mozione, in quanto l'emendamento del Consigliere D'Anna è parzialmente diverso.
L’emendamento del Consigliere D'Anna che abbiamo approvato prevede l'interramento nelle sole zone in cui insistono abitazioni e il limite di onde elettromagnetiche è superiore a quello previsto per legge, invece la mozione del Consigliere Latini è più radicale e prevede un interramento sempre, (…) Ma un emendamento fa cadere una mozione?
,
PRESIDENTE. Abbiamo già votato per ...

Enzo MARANGONI. La mozione è più ampia rispetto all'emendamento, a mio avviso, non può far decadere una mozione più ampia, caso mai è il contrario!

PRESIDENTE. La possiamo mettere comunque ai voti, mi dicono però che l'incompatibilità sussiste, quindi, se vogliamo, comunque, metterla ai voti, io chiedo il consenso dell’Aula.
Prego Presidente della Commissione se vuole intervenire, un attimo per cortesia ... Vuole dire qualcosa?
Credo che si debba decidere sulla proposta di non votare la mozione 450 perché cozza con quello che abbiamo votato prima, quindi, c'è una sorta di incompatibilità, se però l'Aula decide di votare anche la mozione 450, la votiamo.
Chi vuole intervenire su questo? Nessuno, quindi mettiamo ai voti la decisione di non votare la mozione 450. Va bene? Votiamo l'incompatibilità della mozione 450 in relazione a quanto abbiamo votato in precedenza.

(Voci fuori microfono)

PRESIDENTE. Un attimo, vediamo cosa dice l'Ufficio, ha la parola la dottoressa Santoncini.

Paola SANTONCINI. Scusate, l'emendamento approvato è incompatibile nel senso che l'Assemblea ha deciso per un interramento parziale e non totale, questo è certo.
E' chiaro che normalmente si dichiara la decadenza della mozione che prevede, invece, un interramento globale, però considerato che c'è un articolo del Regolamento che dice che se la proposta del Presidente dell'ordine dei voti non è condivisa il Presidente può chiamare l'Aula ad esprimersi sulla proposta di non procedere al voto, quindi è una votazione che chiama l'Aula a condividere quella che è l'interpretazione del Presidente. Questo è quanto ha fatto la Presidente Ortenzi.

PRESIDENTE. Quello che abbiamo detto in precedenza credo debba essere fatto in tempi abbastanza brevi perché riprendere una discussione, secondo me, non porta a nulla, ci fa solo perdere tempo, quindi chiedo all'Aula se è d'accordo a non votare ...
Ha la parola la Consigliera Foschi.

Elisabetta FOSCHI. Scusate, per chiarire, a me sembra che l'incompatibilità non sussista, perché l'emendamento del Consigliere D'Anna parla di interramento dell'attuale elettrodotto esistente, mentre la mozione del Consigliere Latini riguarda anche l'eventuale nuovo costruendo se poi Terna deciderà di procedere.
Non vedo l'incompatibilità, si parla da un lato del tratto esistente, dall'altro è una raccomandazione eventuale nel caso Terna volesse proseguire.

PRESIDENTE. Decisione che voglio condividere con l'Aula, mettiamo in votazione la proposta del Consigliere Marangoni di procedere alla votazione della mozione presentata dal Consigliere Latini. E’ più semplice, tagliamo la testa al toro, quindi, mettiamo in votazione la proposta del Consigliere Marangoni di procedere alla votazione della mozione 450, per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Trenta, Marangoni, Foschi.
Favorevoli: Acquaroli, Ciriaci, D'Anna, Foschi, Marangoni, Marinelli, Massi, Natali, Romagnoli, Silvetti, Trenta, Zaffini, Zinni.
Contrari: Badiali, Bellabarba, Bucciarelli, Busilacchi, Camela, Comi, Donati, Eusebi, Giancarli, Giannini, Marconi, Ortenzi, Perazzoli, Ricci, Sciapichetti, Traversini.
Astenuti: Binci.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Proposta di legge n. 335
ad iniziativa della Giunta regionale
"Rendiconto generale della Regione per l'anno 2012"
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 335 ad iniziativa della Giunta regionale. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Lo ricordava prima l'Assessore Marcolini chi ha letto, più o meno, con attenzione, probabilmente tutti noi, questo documento del rendiconto, diverso, nuovo, ha colto sicuramente degli aspetti di novità.
Questo documento, di fatto, è diviso in tre settori. Il primo ci dice le dinamiche sostanziali sui dati consuntivi, in pratica una parte analitica molto complessa, molto ricca, dove ci sono i numeri veri del rendiconto, che porta con sé la parte del conto di bilancio e del conto del patrimonio.
Una seconda parte ugualmente interessante ha a che fare con il contesto generale economico-finanziario del nostro rendiconto, del nostro bilancio, in riferimento alle dinamiche economiche nazionali e marchigiane.
Il terzo, quello riferibile agli interventi specifici di ciascun servizio, riguarda le risorse ad essi assegnate.
Da questo punto di vista ho sintetizzato quattro-cinque punti che ritengo siano l'ossatura del rendiconto 2012, in modo tale che sia abbastanza chiara, abbastanza netta, la parte che ha a che fare con i numeri, perché di fatto il rendiconto è la sintesi finale, consuntiva di un esercizio finanziario, e di conseguenza i numeri sono la parte che ci dovrebbero far capire bene quello di cui stiamo parlando.
Ne ho sintetizzati quattro, cinque a partire da quello che, secondo me, è più rilevante, perché lo abbiamo sviluppato, discusso anche in precedenza, i rendiconti precedenti. Il punto centrale, secondo me, è quello relativo alla riduzione costante dell'ammontare complessivo del debito che è passato da circa 1.236 milioni di euro del 2011 a circa 1.212 milioni del 2012, con una riduzione in termini nominali di 23 milioni ed in termini percentuali dell'1,89%.
Al 31 dicembre 2012 il debito regionale complessivo risulta pari a queste cifre che ho appena indicato, di cui 802 milioni relativi al debito contratto e 410 milioni all'addebito autorizzato e non contratto.
In particolare nell'anno 2012, a seguito della contrattazione di un mutuo di 100 milioni con la Banca europea è aumentato il debito contratto, ma allo stesso tempo è diminuito il debito autorizzato, con un effetto sul debito complessivo di riduzione rispetto al 2011 di circa 23,3 milioni di euro, quindi, continua una tendenza alla diminuzione del debito di questo ente nel corso degli anni e si manifesta ancora per il 2012.
Con riferimento al servizio del debito si precisa che nel 2012 le rate di ammortamento sono aumentate di circa 9,47 milioni a seguito della contrazione del mutuo di 100 milioni con la Banca europea. Si sottolinea come la Regione a partire dal 2011, a causa dei tagli imposti dal Governo centrale, abbia dovuto provvedere al pagamento della rata di ammortamento di un mutuo contratto con only, ammortamento a carico del bilancio dello Stato per il finanziamento del settore trasporti, in particolare per il 2012 la rata di ammortamento, non più coperta dallo Stato, ammonta a circa 6,8 milioni di euro.
E' evidente che questo è un elemento positivo, la riduzione del monte del debito, si innesta, ovviamente, con un dato che va in controtendenza, ed è altro punto che voglio sottolineare rispetto al rendiconto 2012, cioè il peggioramento del saldo finanziario effettivo che passa da un valore negativo di circa 128 milioni ad un valore negativo di circa 150 milioni, il famoso deficit dell'ente.
Sono due dati entrambi significativi e vanno in parte in controtendenza, ma è un dato certo che va riferito in relazione al saldo finanziario contabile, non effettivo del 2012 e positivo per 1 miliardo di euro circa, con un lieve miglioramento rispetto a quello del 2011 che risultava pari a 997 milioni circa, dico circa perché ci sono molti decimali.
Il saldo finanziario è il risultato della somma algebrica, come sapete, delle componenti riportate nelle varie tabelle, ma queste sono questioni molto tecniche che non sto certo a dirvi.
Come dicevo il saldo finanziario effettivo ha un peggioramento, per intenderci, una riduzione in peggioramento e, come riferivo, passa a 150 milioni con un peggioramento di 21.855.000 euro circa rispetto all'anno 2011.
Sempre nelle tabelle noi possiamo individuare, anche in maniera abbastanza chiara, come tutto ciò possa essere avvenuto, come si calcola il debito finanziario effettivo, per poter capire di cosa stiamo parlando, situazioni abbastanza complesse nelle quali non è facile cogliere le questioni di fondo, se non si sta molto vicini alla II Commissione.
Il terzo punto da sottolineare come un fatto rilevante è che non è stata contratta nessuna anticipazione di cassa, si è riusciti a mantenere inalterato questo dato, per cui penso che questo sia un dato positivo del rendiconto 2012.
Altra questione che segnalo all'Aula, anche questa oggetto di discussioni durante il corso del tempo, ricordo che era un punto centrale di un intervento di un collega di opposizione, nella vecchia legislatura, è il problema dei residui perenti. L'ho sentito dire tantissime volte in II Commissione, ebbene la copertura dei residui perenti è passata dal 59,17% al 46,65%, quindi, è stato rispettato il patto di stabilità interno, fermo restando l'attuazione sia del patto di stabilità regionale verticale incentivato che del patto di stabilità regionale verticale, per un importo complessivo di circa 82 milioni virgola 461 euro.
L'altro tema che credo vada segnalato, ma potrebbe anche riaprire un capitolo molto ampio, è il tema del pareggio di bilancio della spesa sanitaria. Non sono stati contratti disavanzi, anzi, abbiamo un bilancio a pareggio e spero che questo ci possa consentire di rimanere su questo sentiero anche per i prossimi mesi ed evitare, come si temeva, il commissariamento della sanità marchigiana.
Sono questi i cinque, sei punti, credo, centrali del rendiconto di quest'anno, per farla davvero breve, perché ripeto è un documento poderoso che o lo si porta a sintesi o si rischia di non coglierlo fino in fondo.
Gli ultimi due dati sono quelli riferiti a chi ci guarda, alle agenzie di rating che in qualche modo ci classificano su indicazione nazionale, nel senso che non possono fare meglio, lo possono solo fare riferendosi in maniera informale, nel senso che il rendiconto delle Marche viene indicato con la tripla B+ che altro non è che il livello raggiunto dallo Stato nazionale sui conti, ma in realtà ci suggeriscono che questo rendiconto potrebbe essere classificato ad un livello nettamente superiore.
La stessa cosa vale per la relazione dei Revisori dei Conti che, in qualche modo, suggerisce un rendiconto adeguato, appropriato e sostanzialmente positivo.
E' chiaro che uno si rende perfettamente conto che l'analisi politica di un rendiconto è altra cosa da quella numerica, e la stessa deve farci capire come tutto ciò si collega al prossimo bilancio preventivo, che verrà in Aula nelle prossime settimane, abbiamo già calendarizzato le date.
Credo che sul rendiconto ci siano tutte le condizioni, non solo per dare un giudizio e cogliere fino in fondo il consuntivo, quello che si è impegnato e speso su ogni singolo settore, servizio di questa Regione, ma si può anche percepire, con un certo margine di sicurezza, la possibilità di realizzare anche per il 2013 un buon bilancio preventivo, sia da un punto di visto sostanziale che da un punto di vista politico.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Zaffini.

Roberto ZAFFINI. Quest'anno mi sono letto ben quattro relazioni di rendiconto regionale, quattro, perché abbiamo oltre quella fornita dalla Regione, quella della Corte dei Conti sezione regionale di controllo per le Marche, quella della Procura regionale della sezione giurisdizionale e quella del Collegio dei Revisori dei Conti, organo che abbiamo istituito con la legge 138 del 2011.
Abbiamo forse un controllo esorbitante, forse troppo esagerato che può creare inutili effetti di sovrapposizione, di indagini e di risultati, però questo lo vuole l'Europa. L'Europa ci chiede questa sorveglianza speciale anche nei confronti degli enti più lontani dal potere europeo, e questo abbiamo dovuto metterlo come principio del pareggio di bilancio mediante la modifica costituzionale dell'articolo 81 per cui sono stati introdotti questi controlli.
Questa grande diatriba deriva dal trattato di stabilità e dalla governance monetaria, il cosiddetto fiscal compact, su cui c'è un grande dibattito sulla sua funzione in merito al fatto di essere stato messo in Costituzione, perché questo potrebbe essere un moloch, anzi abbiamo visto che è un moloch, spesso assurdo, perché se è giusto non ricorrere al credito per coprire i bilanci, il debito è necessario, soprattutto, in momenti di crisi per finanziare quelle che sono state finora le nostre peculiarità, il nostro made in Italy, il nostro made in Marche
Questo concetto del pareggio di bilancio non mi vede d'accordo e penso che siamo in tanti a non condividere più questa politica dell'austerità perché è un ergastolo finanziario che ferma quella che è la parte più laboriosa di un Paese.
Togliendo questo discorso generale sull'Europa che, comunque, è importante perché andremo alle elezioni europee e sarà un tema sicuramente dibattuto, perché l'Europa mette le tasche anche ai Sindaci, ai cittadini degli enti più piccoli, torno al giudizio su questo rendiconto, chiaramente, dal punto di vista tecnico è assolutamente in regola, non abbiamo indicazioni e dubbi di sorta, ripeto, tecnicamente in regola. Le lodi sono state fatte dal relatore di maggioranza e sicuramente saranno ripetute dall'Assessore Marcolini, tuttavia voglio mettere in risalto le annotazioni negative che vengono segnalate dagli organi controllori per vedere cosa c'è dentro.
I temi fondamentali sono sanità, personale, fondi comunitari, partecipate e gestione dei residui.
Purtroppo, il rendiconto fornitoci dalla Giunta si sviluppa in 235 pagine, però la parte che riguarda la spesa sanitaria ha la bellezza di due pagine e mezzo, se andate al capitolo 7.3, vi accorgete che su 235 pagine la parte che riguarda la sanità, la sanità che rappresenta il 62% degli stanziamenti totali della Regione, il 70% degli impegni, l'84% della spesa corrente, è liquidata in due capitoletti di 30 righe di testo ciascuno. Mi chiedo, perché siete stati così sintetici? Questa non è la parte preponderante della nostra attività regionale? Il finanziamento della sanità impegna una cifra tributaria, esorbitante dei cittadini e non è praticamente sviluppata da nessuna parte, mentre su altri temi abbiamo pagine e pagine che uno si stanca anche di leggere.
Chiaramente con il bilancio della sanità si è raggiunto un pareggio di bilancio, però noi vi aspettiamo al varco, perché la sanità in questi anni ha vissuto grandi ristrutturazioni, grandi riforme e noi vogliamo vedere alla fine il risultato tangibile di queste riforme che voi ci passate come la panacea di una sanità che funziona pur tagliando. Noi qui non siamo assolutamente d'accordo, perché quello che voi avete definito: la riforma del sistema delle reti cliniche con la logica di Hub e Spoke, più che altro la vedo come la logica di togliere ai piccoli per dare ai grandi, quindi, abbiamo, nella nostra sanità, un Robin Hood alla rovescia, perché? Perché vediamo le stratosferiche spese per la mobilità passiva che ammontano a 140 milioni, sappiamo che aumenteranno con questa politica del togliere nel piccolo e dare nel grande ... Per favore si sta parlando del bilancio e della relazione dell'opposizione, quindi, un minimo di attenzione.

PRESIDENTE. Per cortesia un po' di silenzio colleghi.

Roberto ZAFFINI. Sto analizzando, non so quanti Consiglieri hanno letto le quattro relazioni, penso pochissimi, e forse qualcuno nemmeno sa che ci sono quattro relazioni sul rendiconto. Date attenzione perché sto dicendo delle cose che, penso, quali rappresentanti delle istituzioni vi debbano interessare.
Abbiamo ribadito che questa somma esorbitante che impegna la sanità ha un bilancio in equilibrio, ma nei contenuti noi la contestiamo, perché abbiamo visto che gli investimenti per il Cup non hanno dato frutti, tant'è ..., io ho tanti amici che per fare una semplice risonanza devono andare a Cotignola, a Torre Pedrera, dalla parte della nostra Provincia, quindi, i risultati vanno pesati, vanno monitorati, e per questo esiste l'opposizione e non solo il controllo della parte tecnica che viene svolto dalla Corte dei Conti.
Per proseguire Procura segnala che ci sono abusi e sprechi in campo sanitario, le istruttorie riguardano ipotesi di responsabilità amministrative relative all'affidamento di incarichi professionali e consulenze, all'erogazione di somme non dovute e danni al patrimonio, come ammanchi di cassa, all'affidamento ed esecuzione di opere pubbliche e alla spesa farmaceutica.
Questo per essere chiari perché, ripeto, ci sono tante cose positive, ma è giusto che nelle relazioni vengano messe in evidenza anche la critica che fa l'ente controllore.
E’ stata contestata, in qualche modo, dalla Corte dei Conti, l’Asur unica perché cito: “in presenza di assetti organizzativi tipicamente privatistici anche nei centri contabili operanti presso l’Asur, hanno l'obbligo di rendere il conto”. Come si può considerare trasparente un'azienda assai complessa come l’Asur unica che ha 18.000 dipendenti e fornisce una tipologia di prestazione immensa. Anche qui un controllo dei bilanci, è questo che, forse, queste paginette non possono dire, ci vuole una controllo di tutto l'effetto domino che ha creato la riforma unica degli Asur, qui non ce l’abbiamo e probabilmente non ce l’ha neanche chi doveva controllare.
Passiamo al personale. Abbiamo visto una riduzione del personale, dei dirigenti, dei beni, dei servizi, assolutamente soddisfacente e questo è un incentivo per andare avanti, però una valutazione politica del monitoraggio non è scritta nella relazione, perché, appunto, è politica. Chiedo che ci sia uno scatto in senso innovativo della burocrazia perché non sia più un ostacolo per le famiglie e le imprese che sono in difficoltà.
Questo è un monito che facciamo tutti da parte dell'opposizione, la burocrazia spesso è nominata e citata, ma non entra nei conti, è un consumo, ma deve essere assolutamente produttiva, soprattutto in questo momento. Vedo delle leggi intelligenti che, per forma mentis di qualche burocrate, penso pochi oramai, qualcuno magari in uffici molto importanti, vengono ostacolate e, probabilmente, alla fine anche censurate. Hanno più importanza i pareri dei burocrati che la parte politica che promuove leggi innovative per questa Regione.
Per quanto riguarda i fondi comunitari la relazione della Corte dei Conti è stata abbastanza spietata, mettendo in evidenza molte frodi, questo non lo dico io, lo dice la relazione, se la leggevate forse sapevate anche questo, che sono avvenute nella gestione delle risorse comunitarie e qui passiamo agli organi partecipati. Anche qui la Procura, ha ragione, afferma che il rendiconto non dà conto della gestione dei risultati conseguiti nelle società partecipate. La rappresentazione contabile costruita secondo il criterio di cassa non può ritenersi assimilabile ad un vero e proprio bilancio consolidato. Abbiamo visto a cosa porta questa mancanza di analisi e verifica rigorosa di un segmento di spesa che, a tutti gli effetti, non può essere svincolata dagli strumenti di controllo predisposti a garanzia della valutazione dei risultati della gestione. E’ chiaro il riferimento, soprattutto, all’Aerdorica, alla Svim ed all’Irma. Anche noi in Commissione spesso abbiamo chiesto questi benedetti bilanci, fantasmi assoluti, anche dell'Irma. Adesso mi viene in mente che ha avuto una convocazione in Commissione, ma ci sono state dette delle bugie e vedo oggi sul giornale che il Presidente prende più di 100.000 euro, quando è venuto da noi sembrava ne prendesse 25, 30 mila, non so se si ricorda, Consigliere Zinni, quanto ci ha comunicato a parole, senza lasciarci niente di carta. E’ possibile che una Commissione bilancio come la mia, della quale sono Vicepresidente, non ha mai avuto uno straccio di carta su queste partecipate. Abbiamo chiesto alla sanità innumerevoli volte, per la Svim tutto è rimasta aleatorio, tutto segreto.
Queste sono le parti del bilancio che noi rivendichiamo visibili, perché nemmeno alla Corte dei Conti sono state date e questo penso sia un po' scandaloso da parte di una Regione che è virtuosa tecnicamente, ma cerca di nascondere alcune cose che, alla fine, abbiamo visto riescono a dare visibilità a un partitino come il mio - oddio ex mio, non si sa perché sono sospeso - un partitino che ha come prefisso telefonico lo 069. Avete dato visibilità al segretario di un partito che praticamente non esiste più, gli avete dato la possibilità di andare sulla stampa per cinque, sei giorni. Vi rendete conto di quello che avete fatto con l'Aerdorica e via dicendo.
Residui passivi, sto terminando, sono già stati menzionati dal Consigliere Ricci, sono ancora cospicui, anche se hanno aumentato la loro copertura dal 57 al 59%. Quello che preoccupa è che la maggior parte di questi residui passivi sono a carico dell’Area 3, che è quella sviluppo economico, per 317 milioni, ovvero il 47% del totale dei residui passivi.
Il saldo dell’amministrazione finanziaria passa da 128 milioni a 150 milioni ma questo, ripeto, tecnicamente ci sta in una situazione così disastrosa per l'economia europea e mondiale.
Se questo fosse il bilancio della Sicilia, il bilancio della Calabria, se fosse il bilancio della Campania, lo voterei con entusiasmo, ma siccome io sono un marchigiano del sud della Romagna voterò contro.

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere Camela.

Valeriano CAMELA. Diciamo subito che l’UdC approverà questo rendiconto generale per l'anno 2012.
Si tratta di consuntivo, di una presa d'atto dei risultati della gestione finanziaria, di vicende che sono già lontane nel tempo, soprattutto se penso che siamo già al preconsuntivo del 2013, quindi, è una valutazione prettamente politica.
La lettura dei dati ci dice lo stato della finanza pubblica regionale e ci consente di capire le linee tendenziali dell'economia regionale. L’abbiamo già fatto in sede di approvazione del bilancio preventivo.
La relazione sul rendiconto laddove guarda fuori dalla finestra della Regione ci dà un quadro economico sociale delle Marche serio, di sacrifici, preoccupante.
La Regione può fare poco per incidere su tale realtà, però quel poco lo ha fatto e cerca di continuare a farlo, soprattutto ha saputo rappresentare la credibilità morale dell'istituzione. E’ andata in controtendenza rispetto al passato, tagliando sprechi, cercando di razionalizzare e non razionare la spesa regionale, dando efficacia ed efficienza alla sua azione amministrativa.
Essa è in controtendenza rispetto a numerose altre Regioni anche per altre motivazioni ben note, che evitiamo di dibattere. Questo rendiconto sta a dimostrare la nostra volontà di questo Consiglio regionale e dell'amministrazione di sintonizzarsi sulla stessa lunghezza d'onda dei marchigiani, mantenendo la rotta della nave nella giusta direzione.
Nel 2012 l'ammontare del debito complessivo si è ridotto di 23 milioni, è proseguita con risultati positivi la lotta all’evasione fiscale con un incremento di oltre 29 milioni rispetto al 2011, quindi, ne è derivata una maggiore disponibilità dei servizi pubblici agli onesti.
La spesa sanitaria si è mantenuta in equilibrio finanziario mantenendo le prestazioni essenziali a livelli alti, fra le migliori Regioni italiane, è migliorata la capacità e la velocità di spesa, quindi i pagamenti, nonostante i vincoli del patto di stabilità interno. Non sono state contratte anticipazioni di tesoreria e sono state accertati analiticamente i residui che, nonostante, si riducano anno dopo anno, rimangono ancora alti nel loro complesso.
Le buone performance gestionali non hanno riguardato solo i risultati di bilancio della Regione, ma hanno saputo fare rete con la finanza di Province e Comuni sopra i 5.000 abitanti per migliorare la loro capacità di spesa, frenata fortemente dal patto di stabilità interno a danno di famiglie ed imprese che hanno visto negarsi i pagamenti per le prestazioni regolarmente erogate.
Ben 83 milioni del bilancio regionale sono stati immessi nel circuito dell'economia reale marchigiana attraverso la compartecipazione della Regione al patto di stabilità degli enti locali, l’ormai noto patto di stabilità verticale. Ho apprezzato analoga iniziativa assunta dalla Giunta regionale, qualche giorno fa, pur se riferita ad una quota finanziaria messa in disponibilità leggermente ridotta.
D'altronde un riconoscimento indiretto a questo generale corretto agire ci perviene da una delle più importanti agenzie di rating mondiali la Standard & Poor’s che ha riconosciuto alla nostra Regione un potenziale merito di credito indicativo pari ad A+, molto superiore al BBB+ del nostro Paese, ancorché non possa essere formalmente superato da un livello territoriale.
Questo profilo dell’uso corretto della gestione finanziaria ed amministrativa è un importante orientamento per uscire dalla difficile ed angosciante crisi economica e sociale della nostra regione.
Lo scenario internazionale e nazionale era tragico nel 2012: -0,6% il Pil dell’Eurozona, -2,4% dell’Italia, -2% delle Marche.
Dentro questo Pil negativo ci sono cifre drammatiche: -8,1% cumulato tra il 2007 e il 2012, rispetto al -6,5% dell’Italia e un 6,2% del centro Italia.
La recessione è stata ed è più forte nella nostra regione rispetto a quelle economicamente più avanzate, oggi purtroppo siamo più poveri di 10 anni fa, è crollata del 4% la domanda interna regionale, sono crollati dell'8% gli investimenti rispetto al dato del 9% nazionale, diminuisce con il 3% la produzione manifatturiera, ossatura e vanto della nostra economia regionale, con la chiusura di importanti aziende del settore della meccanica e degli elettrodomestici, della produzione di materiale per l’edilizia, del comparto della moda.
Si salva con il segno + solo l’export anche grazie al dinamismo della Regione e del suo Presidente Spacca che ha molto creduto all'internazionalizzazione delle imprese per la conquista di nuovi mercati, soprattutto dei Paesi emergenti: Cina, Russia, Emirati Arabi, Brasile sono stati interlocutori privilegiati, ricercati, vezzeggiati.
Lo sbocco verso i mercati esteri ha permesso di svuotare molti magazzini compensando la crisi dei consumi interni, da questo scenario ne è conseguita una moria di imprese con una dinamica superiore a quella nazionale.
E’ l’impresa artigianale quella più colpita, ma anche il comparto agricolo e quello delle costruzioni, grandi per dimensioni numeriche e sostanziali sono tra i più in affanno.
A fronte di tali crisi del mondo della produzione dei servizi a farne le spese sono stati i giovani e le donne.
Ma attenzione, c’è chi vede nell’incremento del dato occupazionale la via d’uscita, non è così. In realtà si tratta del riflesso della riforma Fornero che ha trattenuto al lavoro molti pensionanti ed ha dato la possibilità a chi già adulto di rimanere qualche anno in più sul posto di lavoro. L’aumento dei contratti part-time rispetto a quelli a tempo pieno allarga la platea degli occupati, dovuto anche al superamento dei contratti co.co.pro. La precarizzazione del lavoro favorisce di più la popolazione adulta maschile in quanto più professionalizzata.
La crisi dell'attività produttiva dovuta soprattutto al deficit di competitività del nostro tessuto di piccole e medie imprese e alla crisi anche del modello marchigiano famoso ormai del “piccolo è bello” allontana la ripresa.
Noi dell’UdC proponiamo il modello “reniano” ossia la riproposizione di quella via adriatica allo sviluppo, modello di economia sociale di mercato, modello dove il capitale umano prevale su quello finanziario, dove il territorio rappresenta un'infrastruttura aziendale, dove il tessuto sociale è un valore aggiunto di conoscenze e di condivisione.
Sono tutti dati raddoppiati rispetto al 2008, ci sono 64.000 persone in cerca di occupazione, 23 milioni di ore di cassa integrazione, quei 13.000 iscritti alle liste di mobilità, la risposta a queste criticità è il ritorno al sistema di distretti, dei servizi a rete, del credito mutualistico, delle comunità locali di quella via adriatica allo sviluppo che ci ha resi importanti nel mondo.
Abbiamo bisogno di riflettere e ragionare su come abbassare la pressione fiscale per sostenere la riduzione del costo del lavoro e rendere più competitivo il nostro sistema produttivo.
Penso che il nostro sistema sanitario abbia fatto passi giganteschi in termini di razionalizzazione della spesa, ricoveri impropri, potenziamento della fase riabilitativa e di lungodegenza, sono vie virtuose per recuperare risorse. Abbiamo bisogno di recuperarle su due fronti, uno per riequilibrare la distribuzione dei servizi sanitari sul territorio regionale, quindi, una maggiore omogeneità. In alcune province delle Marche il costo sanitario pro capite è superiore a quello di altri territori e questo non va bene, non è giusto, perché significa che chi ha speso di meno negli anni ha permesso di accantonare decine di milioni di euro, risorse che oggi le comunità interessate reclamano con forza in termini di infrastrutture, tecnologie, innalzamento della qualità dei servizi e bisogna lavorare in questa direzione.
E’ importante rilanciare il nostro sistema produttivo, quindi l'occupazione, una modalità di competenza regionale è la riduzione dell'Irap nella sua componente addizionale, visto che la quota Irap di competenza statale non ha subìto modifiche disattendendo ampie aspettative. Evidentemente qualcuno ha impedito al Governo Letta di andare in questa direzione.
La nostra Regione ha subìto tagli enormi dalle manovre estive di Tremonti e Monti. Il rientro dal disavanzo di bilancio nei parametri di Maastricht da parte dello Stato ha imposto politiche di bilancio restrittive, sicché da una parte è cresciuta la pressione fiscale e dall’altra sono state drenate risorse allo sviluppo, una morsa micidiale che ha strangolato la nostra economia.
Purtroppo non si poteva fare diversamente, non tanto per colpa dell'Europa, come molte volte si sente dire, ma perché i mercati finanziari e la crisi dei debiti sovrani, dove l’Italia soffre più di altri Paesi, lo impongono obbligatoriamente.
Adesso però che il danaro costa meno dalla Bce, il sistema pubblico costituito da Regioni ed enti locali deve fare sistema e sostenere la ripresa con interventi mirati, ad alto contenuto di competitività, così penso si debba fare con l'agenda 20-20 per ben utilizzare i finanziamenti europei aggiuntivi.
Credo che noi ce la possiamo fare, i marchigiani sono un popolo probo, onesto, lavoratore, con grande senso della comunità e, quindi, della responsabilità. Ce la faremo soprattutto se andiamo tutti nella medesima direzione, quella dello sviluppo sostenibile e selettivo in termini di competitività.

PRESIDENTE. Chiedo ai colleghi di essere un po' più brevi, io non l’ho ripresa, ma a quelli che interverranno d'ora in poi chiedo di rispettare i tempi.
Ha la parola il Consigliere Zinni.

Giovanni ZINNI. Devo dire che dall’attenzione in Aula e dal brusio costante si percepisce che l’approvazione di un atto del genere oramai viene considerata una routine.
Se questa routine in passato rappresentava un rito della politica, laddove ci doveva essere un'opposizione che faceva ostruzionismo e che cercava di far crollare un'amministrazione sull'approvazione del proprio bilancio effettivo, perché tale è il rendiconto, non previsioni e scelte politiche, la fotografia di ciò che si è scelto, ed una maggioranza che generalmente cercava e cerca di raccontare degli spot.
L’intervento del Consigliere Ricci in questo senso è stato abbastanza emblematico, si tirano fuori percentuali di miglioramento su determinati parametri, però al di là di questa facciata poco o nulla.
Io credo, e ve lo dico francamente, che il futuro ci consegna un andamento delle Regioni molto problematico, da un lato esiste una spinta, non dell'antipolitica che è la fotografia di questo sentire, ma una spinta vera e propria anche da parte dello Stato a fare, non solo dietro-front sulla riforma del Titolo V, ma a ricentralizzare le scelte politiche. Dall’altro assistiamo a delle Regioni che continuano, a mio avviso, lo dico francamente, compresa questa Assemblea legislativa delle Marche, a cincischiare, a non entrare nel merito della questione, dei problemi, a vivere come un rito stanco questo rendiconto.
C'è un dato che io cito dal rendiconto che secondo me è profondamente emblematico e dovrebbe aprire un grande dibattito politico. E’ attinente al risultato finanziario, cioè la differenza fra gli accertamenti e gli impegni ci dice che oggi la Regione spende e si impegna, copre di più, per oltre 2 miliardi e 679 milioni di euro.
Questo elemento, questo saldo negativo ci dice chiaramente due cose, la prima è che la Regione è un organo di programmazione, e come fa a programmare se lo Stato inizia e metterla nelle condizioni di questo saldo negativo, quindi, c'è un elemento di forte negatività politica da parte dello Stato centrale. Dall’altra parte ci dice anche un'altra cosa, se la Regione non si mette nelle condizioni di autoriformarsi dal basso, di andare a rivedere veramente ogni singola voce di spesa, con quale credibilità può presentarsi ad un tavolo nazionale e rivendicare qualcosa?
Da un lato abbiamo la Conferenza delle Regioni che mi sembra un organismo troppo statico, dall'altro abbiamo uno Stato centrale che scarica colpe sulla filiera della politica per cercare di mascherare le sue.
Questo, guardate, è accaduto nel centro-destra e nel centro-sinistra, è una tendenza costante, come diceva giustamente il relatore di minoranza, Consigliere Zaffini, c'è un imprimitur pesantissimo dell’Unione europea su questa logica, perché la logica del rigorismo non poteva che portare a questo, a scaricare le colpe sempre a un livello inferiore, quindi, stiamo assistendo a Comuni che non sono più in grado di fare investimenti. Io non sarei così ottimista come il Consigliere Camela nel dire che la cessione del patto di stabilità dei Comuni sia stata così risolutiva, è stato sicuramente un atteggiamento corretto da parte della Regione, ma pensare che questo risolva il problema di un rigorismo asfissiante da parte dell’Unione europea è fuori dalla realtà.
Credo che si debba cercare di affrontare in maniera diversa la costruzione della contabilità, oramai di tempo a disposizione ne abbiamo ben poco, perché potremmo fare solo un altro rendiconto prima di tornare alle elezioni dell’Assemblea legislativa delle Marche, anche perché le nuove regole di contabilità non sono solo quelle quattro relazioni che diceva giustamente il Consigliere Zaffini, ma vorrei ricordare che la legge ci chiede oggi di andare a compilare in maniera diversa la nostra contabilità, la Corte dei Conti ci invita a uniformarci anche ai criteri di rendicontazione che consentano una trasparenza totale.
La logica del palazzo di vetro in cui tutto si vede dentro le stanze, deve essere il primo principio di maggioranza e minoranza di questa Assemblea legislativa delle Marche, perché se non viene fatto questo, questo ente non avrà un recupero di credibilità a nessun livello, perché la credibilità è parzialmente lesa ed è lesa non solo da sperperi e indagini che ci sono state a livello nazionale, ma anche semplicemente da alcune voci.
E’ inaccettabile che un'Assemblea legislativa delle Marche non affronti in maniera organica, voce per voce, ogni singolo conto della sanità. E’ inaccettabile avere la delega della sanità dallo Stato e vederla far gestire a organismi autonomi come l'Asur che poi ha nomine di filiera politica. E’ insostenibile, non so come riusciate a dormire sonni tranquilli, a snobbare quest'atto, ma questo atto ci dice chiaramente che nella sanità marchigiana ci sono sprechi, ce lo dice, ce lo indica quel dato finanziario che vi ho detto prima, ci dice che nessuno verrà in soccorso e che pertanto se è vero, com'è vero, che siamo noi l'organismo di programmazione, anche, se non facciamo oggi questa analisi conto per conto, voce per voce, di tutto bilancio regionale, chi lo deve fare? Quando lo dobbiamo fare? Soprattutto che cosa pensate che si possa lasciare in eredità alla prossima legislatura quando arriveremo ad un dubbio in Italia, profondo e molto chiaro, se continuare a tenere le Regioni oppure no.
Concludo il mio intervento perché avrei voluto parlare dei conti e dei numeri, ma data la disattenzione che è dovuta, non perché io voglia sbeffeggiarvi, ma perché ognuno di voi è consapevole che questo atto sostanzialmente è così, deve essere così, perché la maggioranza deve prendere atto che meglio di così l’Assessore Marcolini non può fare, e questo è molto probabile, ma allo stesso tempo l'opposizione gli vota contro con questa retorica un po' scontata, perché sa che forse si poteva fare di meglio.
Noi andremo a fare l'assestamento e la previsione ed ancora una volta li faremo concentrati in un mese, non ci sarà il tempo di andare a fare questo serio lavoro di bilancio zero, lo aveva annunciato l’Assessore Marcolini negli anni passati, l’anno scorso in particolare, che si sarebbe dovuto ricostruire un bilancio da capo, però lo ha fatto lui, non l'ha fatto il Consiglio regionale e questo è grave. Quel lavoro che fa l'ufficio della Giunta e che fa l’Assessore Marcolini, che tra le altre cose ha una esperienza da dirigente, da amministrativo vero, vivaddio, lo dobbiamo fare noi, io lo dico francamente, invito sin da adesso, lo dico al Presidente del Consiglio Solazzi, affinchè la Commissione bilancio e la Commissione sanità facciano molte riunioni congiunte per analizzare voce per voce il bilancio della sanità.
Sono indignato come Consigliere regionale, eletto dal popolo, di avere la responsabilità della sanità senza averne la facoltà di discutere, di approfondire, di andare a guardare voce per voce, è una cosa inaudita, colleghi. Vi invito a tirar fuori l'orgoglio e la dignità personale, al di là di ogni partito, per pretendere un approfondimento pesante sulla sanità e di farlo nelle Commissioni bilancio e sanità congiunte, di farlo voce per voce, affinché con altrettanta dignità uno possa dire e rivendicare allo Stato centrale quello che manca per davvero. Faccio l'esempio di una vergogna di cui non mi ero neanche accorto, avvenuta durante un Governo di centro-destra, con il decreto 78 è stato tolto il fondo per i vitalizi per quelle persone che hanno avuto danni da trasfusioni e vaccinazioni e le Regioni si sono dovute sostituire in questo, ma quelle commissariate non lo possono fare perché, ovviamente, un Commissario non ha facoltà di fare queste scelte. Quando succedono queste cose è giusto che uno rivendichi al Governo centrale anche se mi chiedo a fronte di quella ingiustizia dallo Stato verso la Regione, quante cose ignobili facciamo noi nel territorio a incominciare dalla banale fornitura di siringhe che continuano a essere spacchettate, vorrei ricordare che la Stazione unica appaltante ancora non funziona, nella Asur ancora non funziona!
Questo è grave, come Consigliere regionale sono indignato di non poter incidere su questi processi, non sono colpevole e lo dico all’antipolitica, sono una vittima di questo meccanismo e allora se tutti insieme ci assumiamo la responsabilità di metterci il becco in queste questioni, allora non saremo più vittime, ma parte attiva della politica. Se invece continuiamo ad accettare supinamente questa differenziazione di livello, questi atti qui di macro numeri che risultano semplicemente aria fritta e diventano aria fritta anche per i giornalisti. I primi a fare fatica a comprendere che roba sia questo malloppo sono loro e se noi non diamo input chiari su questo rischiamo di prenderci in giro a vicenda.
Concludo il mio intervento dicendo che voterò contro perché da questo rendiconto si capisce chiaramente che la Regione Marche è al di sotto del suo potenziale di bilancio, si capisce chiaramente una gestione della sanità peggiore di quella che si racconta.
Do atto all'Assessore ed all'Ufficio ragioneria di un grande lavoro, obiettivamente bisogna essere onesti, in politica l'onestà intellettuale è a mio avviso condicio sine qua non per essere credibili, un grande lavoro di mantenimento degli equilibri reali, finanziari, ma la festa è finita! Le Regioni non possono più giocare allegramente le loro partite perché lo Stato le punisce. Lo Stato non può non assumersi responsabilità ben precise, ma se quelle responsabilità ben precise non siamo noi a dirle, lo Stato farebbe bene a chiuderci.

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Marcolini.

Pietro MARCOLINI. Per la prima volta dopo dieci anni questo rendiconto della Regione non viene presentato da Rolando Burattini, Dirigente dell’Area finanziaria regionale. Burattini ha impiantato su basi nuove ed ha articolato nel tempo il contenuto, il taglio della relazione al rendiconto, interpretando in senso ampio e alto le finalità informative proprie di questo atto fondamentale dell’amministrazione, come diceva poco fa il Consigliere Zinni, a volte motivatamente molto più del preventivo.
La sua impostazione molte volte ha anticipato le indicazioni della stessa normativa nazionale, l'esigenza di illustrare i passaggi contabili a volte tecnicamente complessi è stata affiancata dalla convinzione che in questo documento l’amministrazione ha l’opportunità di evidenziare anche le principali linee di attività realizzate dalle varie articolazioni organizzative regionali durante l’esercizio.
La stessa articolazione della relazione, la formulazione del capitolo introduttivo testimoniano e confermano l'impostazione che Burattini aveva voluto conferire a questo strumento di restituzione di informazione, non solo per il valore in sè, con riferimento alla gestione dell’esercizio che si è concluso, ma anche in un’ottica di ciclo della programmazione di bilancio, a cui gli ultimi interventi si sono riferiti, cioè come base di riferimento per la successiva predisposizione dell'assestamento e poi del preventivo per la formulazione del bilancio di previsione per gli anni successivi.
Le persone che hanno avuto il dono di conoscerlo e di collaborare con lui, io fra questi, intendono proseguire la visione che egli ha espresso nell'impostazione di questo documento e vista anche l’ora e vista la qualità degli interventi vorrei aggiungere soltanto poche cose rispetto alla discussione importante del documento di rendiconto.
Lo dicevamo nella precedente discussione, lo ha ricordato anche il Consigliere Zaffini, per la prima volta il rendiconto ha ottenuto la parifica da parte della Corte dei Conti, il parere preventivo da parte dei Revisori dei Conti dell’Assemblea, un giudizio sostanzialmente positivo, adesso io non voglio, ci dovremo auto illustrare per raccontare il giudizio della Corte dei Conti e della stessa Procura e dei Revisori.
Un lavoro molto impegnativo che ha messo in condizione, con una relazione di oltre 300 cartelle, ogni Consigliere regionale di capire e di indagare quello che è stato appena accennato.
Nell’area di investigazione della sanità, così come in quello delle politiche comunitarie, così come in quello delle partecipazioni, ogni Consigliere ha modo di capire che cosa concretamente ha fatto, al di là della comunicazione, al di là del possibile imbonimento, al di là della necessaria, come dire, illustrazione dei risultati di ogni amministrazione sul piano politico.
E’ un'importante impostazione che ha impegnato allo stremo i nostri dirigenti e i nostri funzionari a cui va la mia gratitudine, sapendo come diceva il Consigliere Zaffini e, nella esemplare introduzione, il relatore di maggioranza, che ormai la situazione è totalmente tesa e l'organizzazione dei controllo talmente parossistica che noi abbiamo una persona che lavora e quattro, letteralmente, che osservano che questo lavoro rispetti le regole barocche che gli si sono state costruite addosso per sedimentazione successiva.
Nel periodo trascorso è terminata la settimana scorsa la missione degli ispettori del Mef, del Ministero dell’economia e delle finanze, abbiamo una lettura preventiva dei Revisori dei Conti e una lettura preventiva distribuita per sezioni della Corte dei Conti, a questa si aggiunge per tutto il capitolo delle politiche comunitarie una triplice autorità di programmazione, di gestione e di rendicontazione.
Le persone che lavorano ai servizi sono nel frattempo diminuite, i dirigenti da 92 in cinque anni sono diventati 58, il rischio di collasso burocratico insieme a quello finanziario, di cui parleremo nei prossimi giorni in sede di assestamento e di preventivo, è sempre presente.
L'incertezza legislativa e la tempistica statale oramai è unilateralmente e asimmetricamente determinata con un potere imperiale, noi a tutt'oggi non sappiamo quale sarà la legge di stabilità, ma siamo tenuti entro la fine dell'anno, per non incorrere nell’esercizio provvisorio, a stilare i nostri documenti di programmazione.
Per questo abbiamo fatto slittare fino ad oggi la discussione, non tanto del rendiconto, quanto quello dell’assestamento e del preventivo.
Condivido gran parte delle osservazioni qui fatte e faccio riferimento al relatore di maggioranza che ha sintetizzato in maniera egregia sia i risultati che i problemi, voglio partire proprio dai problemi piuttosto che dai risultati positivi che nella relazione il Consigliere Ricci ha messo in evidenza.
Parlo dell'aumento del deficit della gestione 2013 che ci imporrà una gestione dell’assestamento con un segno negativo, io non sono per drammatizzare, oppure per evocare l'emergenza, ma non sono nemmeno per nascondere la difficoltà dell'estrema attenzione del bilancio che noi stiamo approvando. Fino adesso i fondamentali non sono stati toccati, la sanità, i servizi sociali, le politiche di sviluppo, e quelle di coesione sono stati garantiti, siamo in una fase critica in cui il passato non può essere automaticamente e meccanicamente riproposto. In cinque anni mancano all’appello circa 1.000 milioni, voi pensate che sia onesto oppure realistico pensare di fare quello a cui eravamo abituati nel 2006, nel 2007 con 1.000 milioni di meno?
La sede dell'Assemblea mi richiama ad una discussione che abbiamo fatto di recente che forse è stata fraintesa, questa è la sede della definizione delle priorità, non dell'accavallamento senza preoccupazione del limite di copertura, oppure affidandosi a meccanismi discrezionali, arbitrari, stocastici, della copertura ex post.
Siamo in una condizione assolutamente straordinaria con bisogni che crescono e risorse che drammaticamente diminuiscono.
Avremo modo in assestamento e in preventivo, ringrazio il Presidente, l'Assemblea per le modifiche che tengono conto del quadro nazionale per la discussione, voglio ricordare che nonostante l’aumento del deficit 2012 il debito si abbassa complessivamente da 1.236 a 1.212 con una riduzione, quindi, del debito complessivo ancora di 23 milioni.
Purtroppo devo annunciare che questa linea discendente del debito complessivo è l'ultimo anno che riusciremo a garantirla. Abbiamo esaurito i margini di mutuo, abbiamo esaurito le possibilità di dilazione e di spezzettamento degli impegni per gli investimenti e siamo di fronte a una doppia manovra, quella della sanità e quella del patto di stabilità, che sono, come dire, una tenaglia da cui non è possibile divincolarsi.
Non sottovaluterei, Consigliere Zinni, me lo consenta, quello che abbiamo fatto per il patto di stabilità, le basti come dato di riferimento quello che ha fatto la Regione Marche per il patto di stabilità nel 2013, è superiore a quello che ha fatto la Lombardia, che ha sei volte la popolazione ed ha il 20% del prodotto interno lordo, quindi, quello che noi abbiamo fatto mettendo a disposizione del sistema dei Comuni e delle Province oltre un quarto di miliardo di euro è stato decisivo, non è un aggettivo esagerato quello che ha usato il Consigliere Camela, è decisivo per l'esecuzione di programmi che a volte sono di totale carico, che a volte sono di cofinanziamento di programmi ulteriori, quindi, i 250 milioni significano grosso modo mezzo miliardo di investimenti o di spesa corrente. Mi permetto di sottolineare che senza quelle cifre i dati sull’occupazione, la disoccupazione, oppure i ritardati pagamenti della pubblica amministrazione sarebbero cosa diversa.
Concludo con questa nota agro dolce perché in assestamento e in preventivo troveremo le risultanze sequenziali del rendiconto, porremo le basi dell'assestamento negativo, che mette in condizione l'Assemblea regionale di avere le spese inderogabili, quelle incomprimibili, quelle del cofinanziamento statale, quelle del cofinanziamento comunitario, che rappresentano la vera prospettiva di integrazione 2014-2016, come termini di riferimento. La parte aggiuntiva sarà differenziale, quindi, non sarà né un impegno burocratico, né politico discrezionale, il bilancio preventivo 2014 poggerà sulla base inderogabile, incomprimibile, obbligatoria, i cofinanziamenti statali e quelli comunitari e quel che resta del giorno, esattamente dalla programmazione pluriennale.
Questa è la base su cui l'Assemblea ha tutto il titolo, il diritto/dovere di stabilire le correzioni nell'obbligo dei saldi finanziari, per cercare di mantenere una coesione che viene fortemente sollecitata dalla crisi economica e sociale.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Bucciarelli.

Raffaele BUCCIARELLI. Non sono intervenuto prima, ho preferito ascoltare, quindi, intervengo adesso per dichiarazione di voto.
La mia sarà una dichiarazione breve. I comunisti voteranno contro questo rendiconto, non tanto per le motivazioni tecniche, l'Assessore che è anche un bravo tecnico le ha motivate più che bene, quanto per il fatto che il metodo di cui si lamenta l'Assessore è figlio della politica di cui questa maggioranza e i partiti che rappresentano questa maggioranza sono colpevoli.
Ormai si tratta di aziendalizzare tutto, fa bene il Consigliere Zinni quando dice continuando su questa strada le politiche regionali metteranno in discussione il ruolo delle Regioni.
Che senso ha, se le Nazioni rappresentano una Regione dell'Unione Europea, mantenere le Regioni, ma questo risponde ad una logica economicistica, finanziaria che nega il ruolo dei partiti e nega il ruolo della politica, dove a decidere tutto è la finanza, è il capitale e, ripeto, i partiti che compongono questa maggioranza hanno sposato appieno quella teoria, ne sono artefici, pessimi artefici. E' tutto tecnicismo per scelte fatte altrove, dove le Regioni sono chiamate ad essere i notai del momento, tutto diventa teatrino, complimenti al relatore di minoranza che ha ricordato questo, complimenti all'illustrazione magistrale, esemplare del relatore di maggioranza, è il teatrino della politica.
Noi comunisti non ci stiamo, è un gioco che vi fa comodo, ma fa comodo a voi che volete imbonire ciò che non si può imbonire, e infatti l’unica preoccupazione che c'è è quella sulla coesione sociale.
Guardate, anche in questo Paese, scoppierà come una mina per le esigenze primarie delle grandi masse di cittadini che non hanno di che vivere, anche nelle Marche, ce lo ricorda la Caritas, oltre 10.500 bambini da 0 a 5 anni non hanno il latte, non hanno cibo, nelle Marche si rivolgono alla Caritas, mentre questa Regione e questa maggioranza, questo Governo, spende 2 milioni di euro all'anno per comunicazione istituzionale, è una vergogna.
Avremo modo di parlarne nel bilancio di previsione e di spesa, siamo in resistenza, la popolazione italiana come quella europea è in resistenza, caro Consigliere Marangoni, quando si parla di resistenza ...

(interrompe il Consigliere Marangoni)

Raffaele BUCCIARELLI. Conti fino a tre prima di parlare, abbia l’educazione di non interrompere.
Queste sono le motivazioni per cui noi comunisti voteremo contro questo rendiconto e ci auguriamo che la popolazione, i cittadini, quando saranno chiamati invertiranno questa tendenza, la invertiranno perché mentre tutti piangono, in realtà, l'abbiamo visto ieri, ce lo ha ricordato la stampa, per chi legge L’Unità, era riportato, c’è una minima percentuale di italiani che arricchiscono in maniera impressionante di fronte alla stragrande maggioranza che rischia la fame.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Al di là della regolarità contabile, penso che, anche in previsione della discussione che dobbiamo fare sul bilancio preventivo, questa Giunta debba prendere atto di quello che ha detto l’Assessore Marcolini e cioè che le risorse non potranno bastare più per portare avanti un bilancio fatto in questo modo, che interviene in tutti i settori a pioggia, senza andare a verificare l'efficacia.
Noi dobbiamo ragionare non sul mantenimento delle risorse, ma sull'efficacia che le risorse impiegate vanno a raggiungere e, in particolare, ritengo insufficiente il lavoro di riorganizzazione che questa Giunta sta facendo sulla sanità. Sta facendo un'operazione prettamente contabile, senza vedere quello che è l'effetto sulla popolazione. Si è andati ad una soppressione dei piccoli ospedali, ma non si dice dove queste popolazioni devono andare a soddisfare i propri bisogni sanitari, visto che non è pensabile solo un accorpamento degli ospedali. La sanità non può essere solo spesa ospedaliera e bisogna riorganizzare l’intero comparto.
Questo discorso di carenza delle risorse deve portare ad una riorganizzazione dell'attività della Giunta regionale, focalizzata su tre o quattro punti.
Bisogna che la Giunta individui quelli che sono i fattori di sviluppo, sia dell'occupazione che l'aggancio ad un nuovo modello di sviluppo che possa sostituire quello andato in crisi delle piccole imprese, deve, quindi, sostenere tutte le imprese che sono riuscite a sopravvivere con interventi infrastrutturali che non siano ancora una volta infrastrutture di tipo fisico, come le strade.
Invito, quindi, ad una riflessione che dai territori sta partendo riguardo, per esempio, alla realizzazione della mega autostrada Fano-Grosseto a sei corsie, i territori chiedono un collegamento molto più semplice e meno invasivo. Evitare di partire con opere che assorbiranno risorse che non andranno nella direzione di valorizzazione dei territori interni, ma andare verso le nuove infrastrutture tipo il piano della banda larga, il piano telematico regionale, bisogna spingere in quella direzione perché questo permette a qualsiasi impresa, in qualsiasi parte del territorio regionale di restare in collegamento con il mondo e di superare il gap infrastrutturale che non è più fisico, ma in questo momento rischia di essere soprattutto telematico e di comunicazione.
Un'altra questione povera in questa resoconto è la relazione sugli effetti dei finanziamenti dei fondi europei. Noi siamo a fine periodo di programmazione e quali sono stati gli effetti sull'economia reale della nostra Regione della politica portata avanti dalla Regione sui fondi comunitari nei vari settori? Hanno raggiunto gli obiettivi? Hanno permesso di valorizzare le imprese? Hanno permesso di valorizzare le ricchezze del nostro territorio? Ci sono molti punti interrogativi, soprattutto perché i fondi sono andati solo su grossi investimenti e, soprattutto, in agricoltura hanno lasciato fuori la maggior parte degli operatori agricoli regionali.
Altra questione è la valorizzazione ambientale turistica. Noi sentiamo parlare dell'altra gamba di sviluppo che è la questione della valorizzazione ambientale turistica, però non sembra che ci siano idee chiare su come arrivare a questa valorizzazione ambientale e turistica.
Per la questione legata alla problematica del dissesto idrogeologico e della gestione dei fiumi, ancora non c'è una programmazione seria da parte regionale, si continua con i vecchi interventi puntuali, solo dietro a recriminazioni o richieste dei territori, senza andare ad una programmazione generale a cui rifarsi. Ricordo, per esempio, gli interventi sui fiumi, ci sono tantissime risorse che vanno solo su interventi di somma urgenza, che sono senza progetto e non all'interno di una programmazione generale, oltretutto senza il rispetto delle gare.
Altra questione che dovrà essere affrontata, è stata precedentemente detta dal Consigliere Bucciarelli, riguarda le azioni di contrasto alla povertà e le azioni per l’inserimento dei giovani nel mercato del lavoro. Sono questioni fondamentali, quindi, spero che all’interno del prossimo bilancio preventivo queste problematiche vengano messe in evidenza e che la Giunta proponga azioni incisive, non a pioggia, ma delineando quali sono i settori strategici per un nuovo rilancio delle Marche.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 6. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 7. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 8. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Massi, Trenta e Ciriaci.
Favorevoli: Acacia Scarpetti, Badiali, Bellabarba, Busilacchi, Camela, Canzian, Comi, Donati, Eusebi, Giancarli, Giannini, Luchetti, Malaspina, Marconi, Ortenzi, Perazzoli, Pieroni, Ricci, Sciapichetti, Solazzi, Traversini.
Contrari: Acquaroli, Binci, Bucciarelli, Carloni, Ciriaci, Foschi, Marangoni, Marinelli, Massi, Natali, Silvetti, Trenta, Zaffini, Zinni.
Astenuti: Nessuno.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 9. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto chiesto a nome dei Consiglieri Massi, Trenta e Ciriaci.
Favorevoli: Badiali, Bellabarba, Busilacchi, Camela, Canzian, Comi, Donati, Eusebi, Giancarli, Giannini, Luchetti, Malaspina, Marconi, Ortenzi, Perazzoli, Ricci, Sciapichetti, Solazzi, Traversini.
Contrari: Acquaroli, Binci, Bucciarelli, Carloni, Ciriaci, Foschi, Marangoni, Marinelli, Natali, Silvetti, Trenta, Zaffini, Zinni.
Astenuti: Nessuno.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 10. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto chiesto a nome dei Consiglieri Massi, Trenta e Ciriaci.
Favorevoli: Acacia Scarpetti, Badiali, Bellabarba, Busilacchi, Camela, Canzian, Comi, Eusebi, Giancarli, Giannini, Luchetti, Malaspina, Marconi, Ortenzi, Perazzoli, Ricci, Sciapichetti, Solazzi, Traversini.
Contrari: Acquaroli, Binci, Bucciarelli, Carloni, Ciriaci, D’Anna, Foschi, Marangoni, Marinelli, Natali, Romagnoli, Silvetti, Trenta, Zaffini, Zinni.
Astenuti: Nessuno.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 11. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto chiesto a nome dei Consiglieri Massi, Trenta e Ciriaci.
Favorevoli: Acacia Scarpetti, Badiali, Bellabarba, Busilacchi, Canzian, Comi, Donati, Eusebi, Giancarli, Giannini, Luchetti, Malaspina, Marconi, Perazzoli, Pieroni, Ricci, Sciapichetti, Solazzi, Traversini.
Contrari: Binci, Bucciarelli, Carloni, Ciriaci, D’Anna, Foschi, Marangoni, Marinelli, Natali, Silvetti, Trenta, Zaffini, Zinni.
Astenuti: Nessuno.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 12. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto chiesto a nome dei Consiglieri Massi, Trenta e Ciriaci.
Favorevoli: Acacia Scarpetti, Badiali, Bellabarba, Busilacchi, Camela, Canzian, Donati, Eusebi, Giancarli, Giannini, Luchetti, Malaspina, Marconi, Ortenzi, Perazzoli, Ricci, Sciapichetti, Solazzi, Traversini.
Contrari: Acquaroli, Binci, Bucciarelli, Carloni, Ciriaci, D’Anna, Foschi, Marinelli, Massi, Natali, Romagnoli, Silvetti, Trenta, Zaffini, Zinni.
Astenuti: Nessuno.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 13. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto chiesto a nome dei Consiglieri Massi, Trenta e Ciriaci.
Favorevoli: Acacia Scarpetti, Badiali, Bellabarba, Busilacchi, Canzian, Comi, Eusebi, Giancarli, Giannini, Luchetti, Malaspina, Marconi, Ortenzi, Perazzoli, Pieroni, Ricci, Sciapichetti, Solazzi, Traversini.
Contrari: Binci, Bucciarelli, Carloni, Ciriaci, Foschi, Marangoni, Marinelli, Natali, Romagnoli, Silvetti, Trenta, Zaffini, Zinni.
Astenuti: Nessuno.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 14. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto chiesto a nome dei Consiglieri Massi, Trenta e Ciriaci.
Favorevoli: Acacia Scarpetti, Badiali, Bellabarba, Busilacchi, Camela, Canzian, Donati, Eusebi, Giancarli, Giannini, Luchetti, Malaspina, Marconi, Ortenzi, Perazzoli, Ricci, Sciapichetti, Solazzi, Traversini.
Contrari: Acquaroli, Binci, Bucciarelli, Carloni, D’Anna, Foschi, Marangoni, Marinelli, Natali, Romagnoli, Silvetti, Trenta, Zaffini, Zinni.
Astenuti: Nessuno.

(L'Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto chiesto a nome dei Consiglieri Massi, Trenta e Ciriaci.
Favorevoli: Acacia Scarpetti, Badiali, Bellabarba, Busilacchi, Canzian, Comi, Donati, Eusebi, Giancarli, Giannini, Luchetti, Malaspina, Marconi, Ortenzi, Perazzoli, Ricci, Sciapichetti, Solazzi.
Contrari: Acquaroli, Bucciarelli, Carloni, Ciriaci, Foschi, Marangoni, Marinelli, Natali, Romagnoli, Silvetti, Trenta.
Astenuti: Zaffini, Zinni.
.
(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 335. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. Alcuni mi dicono, come al solito che hanno degli impegni, io però chiedo se fra le proposte di legge ce ne sono alcune su cui c’è una condivisione per cui potremmo discuterle nel giro di dieci minuti. Faccio l'esempio della proposta di legge sul tatuaggio ed il piercing, su questa c’è un dibattito approfondito? Allora proporrei, se siete d’accordo, di votare la proposta di legge n. 15 e la n. 146 se non c'è un grande dibattito, altrimenti rinviamo.

Proposta di legge n. 15
ad iniziativa dei Consiglieri Massi, Marinelli, D'Anna, Natali
"Disciplina dell'attività di tatuaggio e piercing"
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 15 ad iniziativa dei Consiglieri Massi, Marinelli, D'Anna e Natali. I relatori rinunciano all'intervento.
Ha la parola il Consigliere Eusebi.

Paolo EUSEBI. Sono d'accordo sulla procedura che lei ha identificato, c'è, però, un emendamento del Consigliere Marconi sul quale non sono d'accordo, dica lei cosa dobbiamo fare.

PRESIDENTE. Direi di proseguire, facciamo articolo per articolo, quando arriviamo sull’emendamento ognuno prende la parola.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 01. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 3.
Emendamento 3/1 a firma del Consigliere Marconi. Ha la parola il Consigliere Eusebi.

Paolo EUSEBI. Presidente, non voterò questo emendamento anche se ne capisco alcune motivazioni. In Commissione di questo non ne abbiamo parlato, quindi, il Presidente mi dice di spiegare velocemente la filosofia di questa legge, ho preparato l’intervento, che cancello quasi del tutto, ma qual è la finalità di questa legge?
Ricordo velocemente quello che hanno detto, solo pochi giorni fa, i dermatologi europei riuniti a congresso in Turchia: "la moda del piercing impera ed aumentano i casi di sensibilizzazione da nichel nel sesso forte e diversi milioni di europei sono tatuati con sostanze chimiche e prodotti sconosciuti in condizioni sterili non certe, che mettono a rischio la salute" quindi, i quattro proponenti, che ricordo sono i Consiglieri Massi, Marinelli, D’Anna e Natali, tutti della minoranza, hanno colto benissimo lo spirito e le esigenze a cui, noi con questa legge, abbiamo tentato di rispondere.
I punti essenziali sono i controlli da parte dell’Asur e dei Comuni, le sanzioni per chi non si attiene a tutta una serie di controlli, soprattutto igienico-sanitari, e la definizione da parte della Giunta del protocollo a cui debbono attenersi tutti gli operatori.
Operatori che non abbiamo caricato troppo, c'è stato un confronto e vedono bene questa proposta di legge, che speriamo diventi legge.
Ho fatto questo breve excursus per arrivare all'emendamento del Consigliere Marconi, abbiamo previsto in questo sistema di tutela dei minori, della salute, una “piccolissima deroga” che è quella per i minori di anni 14 e per il padiglione auricolare. Io non voterò questo emendamento, ma non lo dico a nome della Commissione, lo dico a nome mio personale, perché la Commissione su questo non si è espressa.
Vorrei far presente molto sommessamente al Consigliere Marconi che si è proceduto alla particolare normazione di questo specifico argomento, in quanto lui e molti altri conoscono bene le nostre tradizioni e questo particolare punto inerisce alla tradizione tanto sentita dalle nonne marchigiane, nei secoli, di tramandare alle piccole nipoti le boccole che, per chi viene come me da origini campagnole, sono gli orecchini di famiglia, l'unico gioiello di famiglia. Con questa legge d'altronde noi poniamo delle precise norme a garanzia anche di questi minori con il consenso informato da parte dei genitori e vanno applicate tutte le garanzie igienico-sanitarie.
Tenete presente che normando ancorchè in maniera particolare questo piccolo segmento, comunque noi creiamo delle tutele maggiori rispetto all'esistente, rischiamo di esagerare e che le tradizioni - faccio appello anche alla nonna Vicepresidente di questa Aula, lo dice sempre - siano più forti delle norme esagerate, quindi, voterò contro, ma la Commissione non si è espressa su questo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Ho chiesto la parola prima del Consigliere Eusebi perché se avessi potuto parlare probabilmente il suo intervento non avrebbe avuto ragione d’essere.
Leggendolo bene l'emendamento, capisco che è un po’ complesso perché è un taglia e cuci, non viene meno la tradizione del piercing a favore di..., c’è solo una tutela, il testo che avete portato è diverso da quello originariamente proposto, il quale prevedeva che sotto i 18 anni, per qualsiasi tipo di intervento di piercing, fosse necessaria l’autorizzazione dei genitori, mentre sotto i 14 fosse comunque vietata.
Il testo successivo della Commissione, invece, dice ad esclusione del piercing al padiglione auricolare, tolgo questa parte, chiedo di togliere questa parte, perché anche questo tipo di intervento sia sotto la tutela dei genitori, perché lo sappiamo tutti, che un ragazzino di 14 anni e un giorno può accedere, mi rivolgo in modo particolare al Vicepresidente Canzian che è medico, a strutture poco garantiste da questo punto di vista che non danno garanzie adeguate alla salute, quindi, mettiamo anche questo sotto tutela.
Con la nonna, con la mamma, con chiunque altro, non c’è un divieto, c’è solo una maggiore tutela. Dall’altra parte una precisazione, sostituisco la parola "coloro" con "tutti i soggetti" perché oggi il riferimento alla patria potestà, alla tutela, è larga, sappiamo come le situazioni familiari siano delle più varie, quindi, il riferimento a tutti i soggetti che hanno una responsabilità oltre i genitori mette tranquillità, riguardo a questo, in alcuni casi, Consigliere Eusebi, anche le nonne. Ho voluto chiarire questo aspetto.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Eusebi.

Paolo EUSEBI. La legge dice: "l’esecuzione di piercing", in realtà parliamo della boccola della nonna, "comunque al padiglione auricolare ai minori di anni 14 non può avvenire senza il consenso informato reso personalmente da coloro che su di essi esercitano la potestà genitoriale ".
Di cosa? Sono già normate è questo che voglio dire al Consigliere Marconi.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Al comma 1, Presidente, è vietato eseguire tatuaggi e piercing ad esclusione dei piercing al padiglione auricolare ai minori di anni 18, si toglie quella parte proprio perché questo divieto sia esteso anche …

PRESIDENTE. Il Consigliere Marconi sostanzialmente toglie la deroga al divieto, il testo dice "è vietato ... ad esclusione di", l’elemento portante Consigliere Eusebi è "è vietato ad esclusione di …", quindi quello si può fare, lui invece lascia "è vietato", non si può fare nemmeno quello del padiglione auricolare, quindi lei è per il padiglione auricolare libero, che si può fare.
Non mi sono spiegato, volete tutti e due la stessa cosa, se lei vota contro è più permissivo, lui con l'emendamento è più restrittivo, cioè "è vietato eseguire tatuaggi e piercing senza l'autorizzazione dei genitori ad esclusione" c’è scritto "del piercing al padiglione auricolare", sta nel testo, senza l'approvazione dell'emendamento vorrebbe dire che il minore può fare il piercing nel padiglione auricolare anche senza autorizzazione dei genitori. Il Consigliere Marconi dice la stessa cosa che vuole lei, dice: neanche nel padiglione auricolare si può fare senza l’autorizzazione dei genitori, ed io lo voto perché sono d’accordo. Lo dico, così convinco più facilmente il Consigliere Eusebi. Si fida di me Consigliere Eusebi? Votiamolo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zinni.

Giovanni ZINNI. Lascio a verbale una richiesta, visto che questa proposta di legge, in realtà, non disciplina nel dettaglio tutto, tutt’altro, ma c’è un rinvio finale ad un regolamento e noi sappiamo che i regolamenti sono quelli che poi fanno i fatti, per cui mi sento di raccomandare alla Giunta, quando andrà a stendere il regolamento, due problematiche che mi sono state segnalate da operatori qualificati nel settore.
La prima è il divieto, quando ci sono manifestazioni inerenti il tatuaggio, per chi non ha una regolare partita Iva, di fare stand dove vengono praticati tatuaggi, dove viene venduto materiale inerente il tatuaggio o il piercing, per intenderci i cosiddetti abusivi agli eventi pubblici.
Il secondo è un problema di fondo che riguarda l'aspetto della formazione, è evidente che ci sono noti tatuatori, tra le altre cose, nel nostro territorio fra i più famosi d'Europa, che hanno acquisito una formazione tale che potrebbero essere docenti, quindi, andrà chiarito bene qual è la persona che deve sottoporsi a un corso di formazione, rispetto a quello che invece ha già acquisito sul campo una notevole esperienza e attività.
La raccomandazione è che si tengano conto di queste due questioni concrete, perché sono molto sentite da quegli operatori che da anni con serietà e controlli Asur fanno questo tipo di attività.

PRESIDENTE. Avremmo potuto approvare un ordine del giorno, perché è condivisibile quello che lei dice. Se ci fosse stato un ordine del giorno predisposto lo avremmo votato insieme al testo, però mi rendo conto che non ci sono i tempi per prepararlo. E' condivisibile e siccome si demanda l’attuazione della legge a dei regolamenti, possiamo fare una cosa, perchè le cose che dice sono sensate, combattono l’abusivismo, ma complicano la vita a chi è già in possesso dei requisiti, se il Regolamento va in Commissione, nulla quaestio perché lo vediamo in Commissione, se non dovesse andare in Commissione si può votare una mozione in tre minuti che magari lei presenta e noi iscriviamo (...) Va bene, perfetto.

PRESIDENTE. Emendamento 3/1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 3 così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 6. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 7. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 8. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 9. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Zinni, Foschi, Natali.
Favorevoli: Acquaroli, Badiali, Bellabarba, Carloni, Ciriaci, D’Anna, Donati, Eusebi, Giancarli, Luchetti, Marangoni, Marconi, Massi, Ortenzi, Perazzoli, Romagnoli, Sciapichetti, Solazzi, Zinni.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Nessuno.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 10. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Zinni, Foschi, Natali.
Favorevoli: Acacia Scarpetti, Acquaroli, Badiali, Bellabarba, Binci, Canzian, Carloni, Donati, Eusebi, Foschi, Giancarli, Giorgi, Luchetti, Marconi, Massi, Natali, Perazzoli, Romagnoli, Sciapichetti, Solazzi, Zaffini, Zinni.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Nessuno.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 11. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Zinni, Foschi, Natali.
Favorevoli: Acquaroli, Badiali, Bellabarba, Binci, Canzian, Carloni, Ciriaci, D’Anna, Donati, Eusebi, Foschi, Giancarli, Giorgi, Luchetti, Marangoni, Marconi, Marinelli, Natali, Ortenzi, Perazzoli, Romagnoli, Sciapichetti, Solazzi, Zaffini, Zinni.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Nessuno.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 12. Soppresso

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Zinni, Foschi, Natali.
Favorevoli: Acacia Scarpetti, Acquaroli, Badiali, Bellabarba, Binci, Canzian, Carloni, Ciriaci, Eusebi, Foschi, Giancarli, Luchetti, Marconi, Marinelli, Natali, Perazzoli, Romagnoli, Solazzi, Zaffini, Zinni.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Nessuno.

(L'Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Massi.

Francesco MASSI. Ringrazio i Consiglieri Marinelli, Natali e D’Anna che hanno firmato questo atto, devo, per onestà, riconoscere anche l’apporto dato dall'Assessore Viventi, perché voglio comunicare all'Aula che questo atto è lì dal 2001.
Mi permetto di festeggiare che dopo 12 anni ci siamo arrivati, un po' come la legge sugli oratori che è stata per 10 anni presente, poi, dopo tante promesse anche al mondo della Chiesa ci siamo arrivati, ciò significa, lo dico ai più giovani, che la pazienza paga.
Presidente lei prima ha fatto una piccola ironia su questo atto che le perdono per amicizia e stima, però voglio dire, passando dalla battuta alle cose serie, molti riconosceranno che questo tipo di pratica ha generato anche epatiti di diverso tipo e che alle famiglie, in qualche modo, desta qualche preoccupazione.
Io sono qui a dire, dopo 12 anni, che un atto proposto dai Consiglieri di minoranza approda, la statistica, cari colleghi, è che in questo Consiglio regionale le proposte della minoranza che arrivano al varo definitivo rappresentano circa 1,5%, comunque grazie del voto, siamo contenti.

PRESIDENTE. Consigliere Massi, chiedo scusa, ma io sono assolutamente contrario a qualsiasi forma di questo tipo, sono contrario.
Esistendo questo fatto, credo che, comunque, vada normato al meglio per la tutela della salute, quindi, è un atto importante, ma io sono assolutamente contrario a qualsiasi intervento sul corpo umano che non sia per motivi di salute. Sono contrario, per carità, non chiedo di essere condiviso, però è importante una proposta di legge che punti alla tutela della salute, prendendo atto che è una pratica che esiste.

PRESIDENTE. Proposta di legge n. 15. La pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Zinni, Foschi, Natali.
Favorevoli: Acquaroli, Badiali, Bellabarba, Binci, Busilacchi, Canzian, Carloni, Ciriaci, Donati, Eusebi, Foschi, Giancarli, Marangoni, Marinelli, Massi, Natali, Ortenzi, Perazzoli, Pieroni, Romagnoli, Sciapichetti, Solazzi, Traversini, Zaffini, Zinni.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Nessuno.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 146
ad iniziativa dei Consiglieri Ortenzi, Marangoni
“Modifiche alla legge regionale 4 aprile 2011 n. 5 ‘Interventi regionali per il sostegno e la promozione di osterie, locande, taverne, botteghe e spacci di campagna storici’”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 146 ad iniziativa dei Consiglieri Ortenzi e Marangoni. Ha la parola la relatrice di maggioranza Consigliera Ortenzi.

Rosalba ORTENZI. Lascio la parola al Consigliere Marangoni.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Voglio solo ricordare una cosa, la legge sulle osterie che viene impropriamente detta nel territorio legge Marangoni, in realtà è la legge Bonifazi. Voglio ricordare l’amico Gabor Bonifazi che è mancato, è venuto meno pochi mesi fa. Dico che è la legge Bonifazi perché questo architetto e cultore delle tradizioni locali, mio amico maceratese, ha scritto moltissimi libri e migliaia di articoli, l’ultimo suo lavoro lo ha dedicato alle osterie con un paio di libri, quindi, questa legge nasce da una sua idea, fu proposta dal Consigliere Lippi nella precedente legislatura, negli ultimi mesi di legislatura, poi l’ho riproposta io ampliandola.
Con questa legge che proponiamo siamo voluti intervenire, quindi, ringrazio la Vicepresidente Ortenzi e il Vicepresidente della Giunta Canzian per la sensibilità dimostrata, perché in base alla legge precedente che votammo all'unanimità notammo subito, io mi feci parte attiva sia sulla stampa che in Commissione, che qualcosa non andava, anzi molte cose non andavano.
Il Vicepresidente Canzian mi ha invitato, mi pare a luglio, faceva un caldo incredibile, a San Benedetto, abbiamo premiato i primi 350 locali storici, ci siamo accorti, ma lo avevamo già capito prima dalle domande, che la maggior parte non erano i locali che noi volevamo promuovere con la legge, non erano osterie, né locande, né taverne, né spacci di campagna, c'era un po' di tutto, praticamente l'applicazione della legge è stata fallimentare, probabilmente complice un regolamento non impeccabile, chiamiamolo così.
La maggior parte erano mercerie, addirittura gioiellerie, farmacie, c'era di tutto un po', di tutto e di più.
Con questa legge che chiamo interpretativa, vogliamo riportare allo scopo per cui la legge è nata, pur con i piccoli soldini che abbiamo a disposizione, l'altra volta i 30.000 euro, 23.000 non mi ricordo quanti fossero, li abbiamo spesi per fare le targhe ai locali storici, ormai è andata, i prossimi soldini che il bilancio eventualmente ci darà, concentriamoli sulle vere osterie, che non sono più di 100 in tutta la Regione, assolutamente, sono anche meno, i locali storici, intesi come osterie e taverne, quindi, diamo quei pochi soldini per le piccole ristrutturazioni che servono e se vogliamo fare nuovi simboli, le nuove targhe da mettere fuori, cambiamo anche regolamento e non scriviamoci locali storici, ma scriviamoci osteria storica o qualche cosa del genere, magari cambiando il simbolo, passando dall'attuale anonima lanterna alla fojetta. La fojetta è il simbolo marchigiano perché lo ha stabilito Sisto V, un Papa marchigiano, che diede l'ordine ad una fabbrica di San Severino di individuare la fojetta come simbolo storico dello Stato della Chiesa che indicava le prime osterie che, in realtà, erano stazioni della posta, le vecchie stazioni della posta per il cambio dei cavalli.
Ringrazio tutti quanti per questa sensibilità che avete avuto nell'accogliere la mia richiesta di modifica della legge precedente, al fine di tornare nell'alveo per cui la legge fu promanata, quello era lo spirito e ringrazio ancora una volta, voglio ricordare Gabor Bonifazi, che si è fatto promotore di questa legge.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 4. Soppresso.

Articolo 5. Soppresso.

Articolo 6. Soppresso.

Articolo 7. Soppresso.

Articolo 7 bis. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico. Lo metto in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 146. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. Consentitemi un attimo di serietà perché giungono informazioni non belle da tutto il territorio regionale per quanto riguarda i danni causati dal maltempo, fiumi che tracimano e, purtroppo, anche la notizia di due vittime nel pesarese.
Molte persone sono costrette ad abbandonare le loro abitazioni, fiumi in piena e quant'altro, mi pare che come Assemblea legislativa innanzitutto dobbiamo stringerci intorno alle famiglie che sono in difficoltà in queste ore, sollecitare la Giunta, l'organo esecutivo e tutti gli organismi che dipendono dalla Giunta a fare di tutto per non far sentire nessuno solo in questa occasione, ad essere tempestivi e naturalmente è la seconda volta che lo facciamo in questa giornata, però mi sembra non solo doveroso ma anche giusto, un minuto di silenzio per queste due persone, in un Paese dove, ancora, soltanto per un nubifragio e un po' di vento, si muore. Un minuto di silenzio alla conclusione dei nostri lavori.

(Minuto di silenzio)

La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 14,10.