Resoconto della seduta n.14 del 22/12/2015
SEDUTA N. 14 DEL 22 DICEMBRE 2015

La seduta inizia alle ore 15,55

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Colleghi buona giornata, dichiaro aperta la seduta n. 14 del 22 dicembre 2015.
Comunico che sono state presentate le seguenti proposte di legge regionale:
- n. 22 in data 17 dicembre, ad iniziativa dei Consiglieri Maggi, Giorgini, concernente: “Modifica alla legge regionale 13 marzo 1995, n. 23: Disposizioni in materia di trattamento indennitario dei Consiglieri regionali”, assegnata alla I Commissione assembleare in sede referente e trasmessa alla II Commissione ai sensi e per gli effetti del comma 1 bis dell'articolo 68 del Regolamento interno;
- n. 23 in data 17 dicembre, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Disposizioni per la formazione del bilancio 2016/2018 della Regione Marche (Legge di stabilità 2016)”, assegnata alla I Commissione assembleare in sede referente, alle Commissioni II, III e IV per l'espressione del parere di cui al comma 1, dell'articolo 90 quater del Regolamento interno, al Consiglio delle autonomie locali per l'espressione del parere di cui all'articolo 11, comma 2, lettera a) della legge regionale 4/2007 e al Consiglio regionale dell'economia e del lavoro per l'espressione del parere di cui all'articolo 4, comma 1, lettera b), numero 19 della legge regionale 15/2008;
- n. 24 in data 18 dicembre, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Approvazione del bilancio 2016/2018”, assegnata alla I Commissione assembleare in sede referente, alle Commissioni II, III e IV per l'espressione del parere di cui al comma 1, dell'articolo 90 quater del Regolamento interno, al Consiglio delle autonomie locali per l'espressione del parere di cui all'articolo 11, comma 2, lettera a) della legge regionale 4/2007 e al Consiglio regionale dell'economia e del lavoro per l'espressione del parere di cui all'articolo 4, comma 1, lettera b), numero 19 della legge regionale 15/2008;
- n. 25 in data 18 dicembre, ad iniziativa dei Consiglieri Giacinti, Minardi, Biancani, Urbinati, concernente: “Misure urgenti di adeguamento della legislazione regionale”, assegnata alla I Commissione assembleare in sede referente.
Sono state presentate le seguenti mozioni:
- n. 67 ad iniziativa dei Consiglieri Rapa, Biancani, Urbinati, Giancarli, Marconi “Contratto di appalto per la pulizia dei treni tra Gesafin S.p.A. e Ferrovie dello Stato”;
- n. 68 ad iniziativa della Consigliera Leonardi “Modifica assetti di reparto all'ospedale di Urbino. Mantenimento potenzialità della Medicina dell'Ospedale 'Santa Maria della Misericordia'”;
n. 69 ad iniziativa della Consigliera Leonardi “Salvaguardia dei fondi relativi al 'Piano E.R.P. 2006-2008' non ancora assegnati per inadempienza della Provincia di Macerata”.
n. 70 ad iniziativa dei Consiglieri Zaffiri, Zura Puntaroni, Malaigia “Istituto tecnico Battisti di Fano – Mantenimento autonomia scolastica”;
n. 71 ad iniziativa dei Consiglieri Biancani, Giancarli “Realizzazione della rete a banda ultra larga nel territorio marchigiano”.
Il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le seguenti leggi regionali:
- n. 26 in data 27 novembre, concernente: “Modifica alla legge regionale 22 aprile 2013, n. 6 'Disposizioni urgenti in materia di trasporto pubblico regionale e locale'";
- n. 27 in data 4 dicembre, concernente: “Rendiconto generale della Regione per l'anno 2014”.
Comunico inoltre che il Presidente della Giunta ha emanato in data 4 dicembre il seguente Regolamento regionale:
- n. 8 “Disciplina delle attività di commercio su aree pubbliche, in attuazione del Titolo II, Capo II, della legge regionale 10 novembre 2009, n. 27 (Testo unico in materia di commercio)”.

Interrogazione n. 73
ad iniziativa dei Consiglieri Zaffiri, Zura Puntaroni
"Incarico di direttore di Area Vasta”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 73 dei Consiglieri Zaffiri e Zura Puntaroni.
Ha la parola, per la risposta, il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. In merito all'interrogazione viene chiesto all'Asur che risponde che non ci sono incompatibilità e le motiva rispetto alla natura, alla durata ed alla scadenza degli incarichi che gli vengono segnalati.
Ho qui la ricostruzione scritta di questa risposta che cedo volentieri agli interroganti affinché possano prenderne piena visione.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Quello che ha detto un attimo fa Assessore è allucinante, perché nel contratto che il dottore ha sottoscritto è previsto che “Il direttore si impegna a prestare la propria attività a tempo pieno e con impegno esclusivo a favore dell'Asur”.
Presidente, è allucinante quanto lei ha detto. Chi le ha scritto questa cosa è fuori di testa, perché questo signore ha un'incompatibilità netta, doveva e deve lasciare i suoi precedenti incarichi, come quello dell'acqua perché è controllore e controllato. Se l'acqua del suo Consorzio è da controllare, manda gli addetti dell'Asur a verificare l'acqua della quale è Presidente.
Poi ci sono i rapporti con il Comune di Corridonia. Più allucinante di questo, Presidente, è incompatibile! Ma come fate a coprire queste cose?
E' così Presidente. Questo signore non è che non può fare il direttore, lo può fare ma doveva aver dato le sue dimissioni, anche se non percepisce denaro. Non c'entra niente se da questa attività non percepisce denaro. Probabilmente mi si risponderà che non prende i soldi da Presidente o per altre cose, ma non c'entra niente, è un rapporto di fiducia istituzionale, Presidente, lui controlla l'acqua che produce, che rappresenta, che vende e che fa pagare alla sua comunità.
Questo non lo può fare, Presidente. Si deve dimettere da questi incarichi. Continua a svolgere le sue mansioni e voi continuate a proteggerlo.

Interrogazione n. 74
ad iniziativa della Consigliera Pergolesi
"Residenze protette anziani anni 2013-2014. Asur – Rimborsi quote anticipate dagli utenti"
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 74 della Consigliera Pergolesi.
Ha la parola, per la risposta, il Presidente Ceriscioli.

(Il pubblico espone un manifesto)

PRESIDENTE. Scusate, non si possono esporre manifesti in Aula, per cortesia, seduti e in silenzio, altrimenti sospendo la seduta e chiedo ai commessi di fare uscire tutti …

(Dissenso del pubblico)

La seduta è sospesa alle ore 16,00

La seduta riprende alle ore 16,05

PRESIDENTE. Riprendo la seduta, ma vi prego di mantenere l'assoluto silenzio in Aula, altrimenti sospendo definitivamente la seduta e l'Aula sarà sgombrata. Proseguiamo la seduta.
Ha la parola, per la risposta, il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. Le strutture che riguardano l'interrogazione sono 3 sulle 110 convenzionate per 102 posti letto. Una ha confermato l'impegno a restituire i fondi ai cittadini, l'unica che non ha risposto è una struttura delle 3 che ha 60 posti letto. In ogni caso i fondi necessari per gli anni che sono stati indicati nell'interrogazione, 2013 e 2014, sono già a disposizione dell'Asur per essere trasferiti e di fatto rimborsare il contributo ai cittadini.
Ad oggi delle 3 strutture solo una non ha risposto, ma per tutte e tre la quota sanitaria che è stata anticipata in alcuni casi dai cittadini, in questi 3 casi su 110, verrà rimborsata perché già disponibile nei fondi Asur.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. Grazie Presidente Ceriscioli. Innanzitutto vorrei dire che mi trovo un po' in imbarazzo di fronte a questa platea di cittadini che sono qui a dimostrare la loro completa non appartenenza ad una amministrazione, ad una Giunta, che di fatto prima ha promesso delle cose e poi si è rimangiata le parole.

(Applausi)

PRESIDENTE. Silenzio in Aula.

Romina PERGOLESI. Mi spiace, non voglio incitare ulteriormente la bagarre però diciamo che ci sta, perché i cittadini sono stanchi di essere presi in giro, come siamo stanchi noi Consiglieri regionali di presentare degli atti affinché l'Asur che, come dice lei Presidente, pur avendo a disposizione i contributi, i finanziamenti, per rimborsare i cittadini a dicembre 2015 ancora non l'ha fatto.
Mi viene a dire che una delle aziende non ha nemmeno risposto, non credo che questo sia un modo di operare, magari andava bene per la vecchia amministrazione, per Spacca.
Mi auguro che lei prenda subito posizione e faccia rimborsare quanto prima i cittadini perché già c'è crisi e se nemmeno la Regione restituisce i soldi che i cittadini hanno già anticipato, credo che siamo proprio al paradosso, oltretutto lei è l'Assessore alla sanità!
Credo che un Assessore alla sanità quando chiede qualcosa ai propri funzionari, ai propri dirigenti, come minimo meriti una risposta. Come minimo. Non so, veda lei se è il caso di far rimuovere qualche dirigente visto che sono ben pagati!

PRESIDENTE. Ha la parola, per una precisazione, il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. Forse non mi sono spiegato bene, 3 su 110 non sono chiaramente le strutture Asur, 3 su 110 sono 3 strutture su 110 che gestiscono i servizi di questa natura nelle Marche. Sono 3 realtà che occupano 102 posti, l'unica che non ha risposto è una struttura che gestisce 60 posti, non sono 3 direzioni.

Interrogazione n. 75
ad iniziativa dei Consiglieri Malaigia, Zaffiri, Celani, Carloni, Zura Puntaroni, Leonardi, Marcozzi
“Soppressione dell'Unità operativa dipartimentale di Dermatologia dell'Irccs Inrca di Fermo”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 75 dei Consiglieri Malaigia, Zaffiri, Celani, Zura Puntaroni, Leonardi, Marcozzi.
Ha la parola, per la risposta, il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. Rispetto all'interrogazione, non si prevede la soppressione presso l'Inrca di Fermo, della struttura semplice operativa dipartimentale di dermatologia, ma il suo mantenimento nell'ambito di un'aggregazione funzionale ospedaliera, confermando il suo ruolo per il territorio di riferimento e le attività assistenziali svolte.
Tutto questo viene ricompreso anche all'interno, lo dico per maggiore chiarezza, del decreto ministeriale 70 del 2 aprile 2015 che stabilisce quali sono i bacini minimi e massimi per l'utenza rispetto ai vari servizi.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Malaigia.

Marzia MALAIGIA. Grazie Presidente. La risposta a questa interrogazione soddisfa in maniera parziale. Diciamo che siamo soddisfatti della risoluzione conseguente ad una nostra sollecitazione, con la quale abbiamo dato voce alla preoccupazione dei cittadini in quanto delle notizie contrastanti a mezzo stampa paventavano un ridimensionamento ed il fatto che il territorio fosse privato di un servizio essenziale, che piuttosto è da potenziare.
Avevamo chiesto anche al direttore Genga delle notizie ufficiali, delle risposte ufficiali, che sono arrivate ieri, dopo un mese che le sollecitavamo, pertanto diciamo che ci attribuiamo un po' il merito di aver sollevato la questione, che altrimenti sarebbe ancora un po' fumosa. Grazie.

Interrogazione n. 76
ad iniziativa dei Consiglieri Zaffiri, Zura Puntaroni, Malaigia
"Nomina componente Consiglio di Amministrazione Istituto Campana di Osimo”
(Rinvio)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 76 dei Consiglieri Zaffiri, Zura Puntaroni, Malaigia. Per l'assenza dell'Assessore Pieroni, che avrebbe dovuto rispondere, l'interrogazione viene rinviata al prossimo Consiglio.

Interrogazione n. 77
ad iniziativa del Consigliere Rapa
"Distributore metano a Sant'Angelo in Vado (PU)”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 77 del Consigliere Rapa.
Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Bora.

Manuela BORA. Buonasera. In merito all'interrogazione in oggetto formulata dal Consigliere Boris Rapa e riferita alla realizzazione di un distributore di metano a Sant'Angelo in Vado, la PF turismo, commercio e tutela dei consumatori evidenzia quanto segue.
La Giunta regionale ha specifica competenza in materia di distribuzione dei carburanti per autotrazione. La materia è regolata dalla legge regionale 27 del 2009 Titolo IV e dal relativo regolamento attuativo 2 del 2011.
La legge 27 del 2009 stabilisce una diversa ripartizione delle funzioni amministrative tra gli impianti di distribuzione lungo le autostrade e i raccordi autostradali e gli impianti di distributori statali su rete ordinaria.
Nello specifico all'articolo 75, funzioni dei Comuni, si stabilisce che il Comune competente per territorio esercita le funzioni amministrative relative agli impianti della rete ordinaria ivi compreso come previsto alla lettera a) il rilascio delle autorizzazioni per le installazioni e l'esercizio di nuovi impianti.
In base alle citate norme il soggetto interessato alla realizzazione dell'impianto su rete ordinaria ha rapporti amministrativi esclusivamente con il Comune competente per territorio e la Regione Marche acquisisce la documentazione prodotta in forma indiretta per conoscenza.
Il Comune prima di rilasciare il permesso a costruire effettua le verifiche di tipo urbanistico e acquisisce se necessario i vari parametri di conformità in materia urbanistica, ambientali, artistici, paesaggistici, di sicurezza.
I Comuni, come nel caso dell'interrogazione, raramente attivano in materia di impianti di distributori lo strumento della Conferenza di servizio, gli atti amministrativi adottati dal Comune vengono trasmessi alla Regione in copia in base all'articolo 78 della citata legge regionale, per consentire alla stessa la prevista attività di monitoraggio e di osservatorio.
In conclusione, la PF turismo, commercio e tutela dei consumatori struttura regionale competente in materia di distribuzione carburanti, in una situazione ordinaria non interviene in nessun modo sull'iter amministrativo che determina le varie fasi che portano l'autorizzazione alla realizzazione di un impianto distributore carburanti su rete ordinaria.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Rapa.

Boris RAPA. Ringrazio l'Assessore per la precisa risposta e mi ritengo molto soddisfatto. Grazie.

Interpellanza n. 2
ad iniziativa del Consigliere Celani
“Realizzazione del Centro unico per le malattie rare nell'Ospedale di Torrette”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interpellanza n. 2 del Consigliere Celani, che ha la parola per illustrarla.

Piero CELANI. E' destino che oggi si parli sempre di sanità, speriamo di avere delle risposte programmatiche abbastanza positive su un problema che ormai è quotidiano.
L'oggetto e lo scopo di questa interpellanza è quello di riportare il discorso sul problema delle malattie rare che oggi tanto rare non sono più perché interessano migliaia di cittadini.
L'interpellanza vuole aprire un dibattito all'interno della sanità marchigiana per vedere come si può affrontare questo importante problema che non interessa più solo i cittadini in età pediatrica, ma anche quelli in età adulta.
Le malattie rare ormai hanno raggiunto circa 7-8 mila patologie e, come tutti sanno, nella loro profonda diversità, hanno delle caratteristiche comuni, come la cronicità, la difficoltà di avere un confronto medico scientifico all'interno delle strutture sanitarie ed anche la scarsità di medici e di sanitari specialisti. Inoltre si ha difficoltà anche nell'individuazione di percorsi diagnostico-terapeutici-assistenziali mirati e condivisi e l'aspetto molto più difficile è quello della presa in carico multidisciplinare.
Come in tutte le malattie, ma soprattutto in queste, crediamo che una diagnosi precoce sia uno degli aspetti più importanti da mettere in evidenza, perché il ritardo o peggio ancora l'errore diagnostico, può portare alla presa in carico del paziente in un momento in cui è difficile intervenire.
Per affrontare in modo organico questo problema 14 anni fa circa, il Ministero della sanità diede delle indicazioni ai territori per creare una rete delle malattie rare attraverso l'istituzione di un registro con sede nelle Regioni.
La Regione Marche si attivò tempestivamente, tant'è che individuò nel 2001 nell'Ospedale Salesi di Ancona il presidio interregionale di riferimento per le malattie rare. In che cosa consisteva? Dovevano essere riportati in questo registro tutti i casi che erano messi in rete con il territorio nazionale per poter scambiare notizie, informazioni ed anche per individuare percorsi diagnostici e di cura che potessero in qualche modo alleviare questo percorso di dolore, perché, come gli specialisti ci dicono, le cure sono prevalentemente palliative, essendo malformazioni genetiche difficilmente si arriva ad una soluzione finale.
Successivamente nel 2002 la Regione Marche affiancò, individuò, per quanto riguarda l'età adulta, accanto all'Ospedale Salesi di Ancona l'allora presidio Umberto I di Torrette, per accompagnare il percorso di presa in carico anche di tutti i pazienti che una volta diventati maggiorenni non potevano essere seguiti al Salesi.
Oggi la realtà è profondamente cambiata, dal 2000 ad oggi sono cambiate tantissime cose grazie anche alla ricerca scientifica, alle cure, ai percorsi diagnostici che sono stati individuati e uno degli aspetti più significativi è che è aumentata notevolmente l'età di sopravvivenza.
Adesso cosa succede? Ci troviamo nella situazione di dover riformulare questo percorso ed individuare un eventuale centro che possa prendere in carico il paziente sia nell'età pediatrica che in quella adulta.
Il problema delle malattie rare ha superato un po' i confini della pediatria, assumendo sempre più la conformazione di una rete multidisciplinare.
La Regione Marche ultimamente con la delibera n. 807 del settembre 2015 ha approvato quale prioritario un progetto che riguarda la rete delle malattie rare che si propone importanti obiettivi, tra cui la possibilità di sviluppare procedure di coordinamento dei presidi e migliorare la presa in carico, la consulenza, il supporto, ai pazienti affetti da malattie rare.
Cosa pone questo problema? Individuare fra i presidi Salesi e Torrette ..., tra l'altro a Torrette non c'è una struttura vera e propria e molto spesso gli stessi sanitari dal Salesi devono spostarsi a Torrette per continuare quel percorso diagnostico che hanno individuato.
Si chiede al Presidente, in qualità di Assessore alla sanità, se condivide questa necessità e urgenza di chiudure, di soprassedere - lo chiami come vuole, oggi chiudere è una parola difficile da utilizzare - alla struttura organizzativa semplice in clinica pediatrica, che oggi è al Salesi, per poter realizzare un centro unico per malattie rare a Torrette, cosa che mi sembra abbastanza condivisa anche dai sanitari, per poter dare risposte a questa crescente domanda di presa in carico anche degli adulti.
Se si condivide questo percorso, chiedo al Presidente in quali tempi e se ci sono le risorse, magari su questo ci si può tornare successivamente, la cosa più importante è capire se si condivide la realizzazione a Torrette di questo centro unico per le malattie rare. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per la risposta, il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. Condivido molti dei contenuti espressi dal Consigliere Celani. Di fatto Salesi e Torrette oggi sono un'unica azienda, quindi non parliamo neanche più, come era allora, di due realtà separate, un'unica direzione e via dicendo. Potremmo anche parlare di riorganizzare il servizio all'interno dell'azienda, senza necessariamente parlare di chiudere, aprire, muovere, eccetera.
Il tema è importante. Oggi il punto di riferimento di fatto è Torrette, che racchiude in sè entrambe le funzioni sia per gli adulti che per i bambini.
In linea di principio mi sembra che la scelta sia condivisibile e credo che sarà ancora più semplice quando proseguendo riusciremo a portare in un unico spazio tutte le strutture che afferiscono al tema in oggetto.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Il Presidente ha centrato le problematiche che ho esposto per cui prima si fa questo trasferimento del Salesi a Torrette e prima questo centro potrà avere luce. Grazie.

Mozione n. 62
ad iniziativa del Consigliere Bisonni
"Tutela dell'ospedale di Tolentino (MC)"
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 62 del Consigliere Bisonni che ha la parola per illustrarla.

Sandro BISONNI. Buonasera, grazie. Sinceramente Presidente non so se gioire o piangere. Gioire perché credo che il vostro Governo non durerà molto se seguirete in questa maniera, con questi tagli alla sanità, perché non vi potete mettere contro il territorio ed i cittadini. Oppure non so se piangere per quello che si sta realizzando.
Oggi parliamo dell'Ospedale di Tolentino, l'altro giorno parlavamo dei punti nascita, l'altro giorno ancora di quello di Matelica e via dicendo, tutta la situazione è compromessa da queste scelte, poi è interessante anche, mi permetta di aprire una piccola parentesi poi entro nello specifico della mozione, recepire quello che ci dite perché una volta si parla di sicurezza, il Consigliere Busilacchi nell'intervento ha parlato di coperta corta, quindi di soldi, oggi si parla di scelta politica, è una situazione di risposte mutevoli, che cambiano durante il percorso.
Entro nel merito, parliamo della famosa deliberazione n. 735 del 20 maggio 2013, ad onor del vero sono scelte che non avete fatto voi, ma che state avallando e che continuate a portare avanti.
Secondo la deliberazione 735 del 20 maggio 2013, la struttura ospedaliera di Tolentino a partire dall'1 gennaio 2016 - non credo che tecnicamente si possa realizzare questa cosa - sulla carta diventerà Casa della salute di tipo C, insieme ad altre 12 strutture.
Voglio sottolineare alcuni aspetti. Primo, la deliberazione 735 si ispira al concetto di prossimità delle cure, cioè le cure devono essere garantite in prossimità e qui ritorniamo al problema dell'entroterra, Presidente, perché quella mappa che abbiamo visto oggi sui punti nascita, gliela potrei portare anche per la prossimità delle cure dei punti di primo intervento e dimostrare che l'entroterra è fortemente penalizzato, come sempre.
La 735 parla anche di continuità delle cure h24. Questo è un altro punto importante e cosa si va a fare? Presso l'ospedale di Tolentino, voglio ricordarlo, si raggiungono nel pronto soccorso, nel punto di primo intervento, circa 6.000 prestazioni all'anno, quindi di tutto rispetto, ma si andrà, per effetto della deliberazione 735, a chiudere il punto di primo intervento di notte, ed è questo quello che noi vogliamo evitare.
Tra parentesi, in base al documento Fiaso sui costi standard del servizio prestazioni 118, nel caso di attuazione della deliberazione n. 735 si va a verificare un maggiore esborso da parte dell'Asur. Mi risulta che lei abbia avuto insieme al Consigliere Volpini un incontro con il Presidente del Consiglio del Comune di Tolentino, Mauro Sclavi, che vi dovrebbe aver illustrato e dimostrato che questi costi in realtà aumenterebbero invece di diminuire.
Un'altra cosa, ma questo punto credo che sia una pura dimenticanza, nella deliberazione 735 faccio notare che c'è l'elenco di tutte le strutture e il servizio di diabetologia e nutrizione non è menzionato. Credo che sia una dimenticanza, un refuso perché è un reparto che funziona benissimo e non ha motivo di essere cancellato, credo veramente che sia un refuso, quindi vi invito a controllare.
Tutto questo si aggancia a quello che è stato detto poco fa nella riunione dei comitati in merito ai punti nascita. Considerando l'entroterra, dobbiamo vedere la distribuzione di questi punti di primo intervento, valutando anche la situazione delle strade che, non dimentichiamocelo, sono oramai abbandonate, in quanto non vengono più manutenzionate. La Provincia non se ne fa più carico perché non ha soldi e dice che la competenza è regionale. La Regione dice che ancora non è stata presa in carico questa competenza, c'è quindi un rimpallo di responsabilità ed intanto le strade sono nelle condizioni che tutti noi conosciamo.
C'è una distribuzione, come le è stato fatto notare dai comitati, della sanità, delle strutture ospedaliere, tutta sulla costa. Questo è innegabile, Presidente, eppure, mi permetta un po' di demagogia, le tasse le pagano tutti, sia gli abitanti dell'entroterra che quelli della costa, per cui credo che sia responsabilità di chi governa garantire il diritto all'assistenza sanitaria a tutti.
Tutto ciò premesso, le chiedo di ripensarci e di fare un passo indietro. Non è un passo indietro, ma è un passo in avanti, voglio metterlo in positivo, faccia un passo in avanti perché le scelte, dato che sono scelte politiche, possono essere riviste, ed oggi lei può fare una scelta importante e dire: “L'ospedale di Tolentino, il punto di primo soccorso di Tolentino resta aperto”. Mettiamo una pausa sulla 735, prendiamo tempo. Anche perché, Presidente, le strutture che dovrebbero andare a prendere le persone che di notte hanno dei problemi, e in questo caso parliamo di Macerata, sono pronte? Le faccio questa domanda, perchè a me risulta che il pronto soccorso di Macerata è già al collasso, glielo dico per esperienza diretta, perché purtroppo mi è capitato di dover accompagnare mio padre al pronto soccorso ed è stato ore in barella nel corridoio, ma non a causa dei medici e degli infermieri che fanno l'impossibile, ma perchè il pronto soccorso di Macerata strutturalmente non è adeguato per recepire tutto l'entroterra.
Per cui fintanto che non si potenzia quell'ospedale, e in questo caso parlo del punto di primo intervento, ma vale lo stesso discorso per i punti nascita - lei poco fa ci ha detto che Macerata è perfetta, noi sinceramente abbiamo dei dubbi sulla capacità di recepire 500 bambini in più – ma rimanendo sul tema del punto di pronto soccorso, le suggerisco di fare questa sera un salto al pronto soccorso di Macerata per vedere in quali condizioni versa.
Poi un'altra cosa, Presidente, importantissima. La deliberazione 735 prevede che deve essere finalizzato l'accordo con i medici di base che devono garantire l'assistenza h24 di cui ho parlato prima. A me risulta che quest'accordo ancora non esiste, pertanto come possiamo pensare di andare a chiudere un punto di primo intervento, di notte, quando l'accordo con i medici di base ancora non c'è?
Si sta facendo una casa partendo dal tetto anziché dalle fondamenta.
Quello che noi chiediamo è di prendere, quanto meno, tempo fintanto che questi accordi con i medici di base non siano stati raggiunti e che il pronto soccorso di Macerata non sia stato adeguatamente potenziato e di rivedere la logica con cui vengono attivati i turni delle ambulanze.
Pertanto, vado all'impegno, le chiedo: di lasciare la one day surgery in modo da mantenere un medico ospedaliero che copra le esigenze della lungodegenza, unitamente ai medici della stessa; di scongiurare la chiusura del punto di primo intervento durante la notte fino a quando non saranno completati i lavori e i relativi ampliamenti e potenziamenti del pronto soccorso di Macerata; di non sopprimere l'ambulanza infermieristica attualmente presente durante la mattina e il pomeriggio al punto di primo intervento di Tolentino; di non dare attuazione alla costituzione della Casa della salute fino a quando non sarà raggiunto un accordo con i medici di medicina generale; di integrare la deliberazione 735 con un apposito atto che inserisca presso la struttura di Tolentino il servizio di diabetologia e nutrizione, ripeto, questo penso che sia un refuso.
Concludendo Presidente, qui c'è un grido dell'entroterra che le sta dicendo: “Ci sentiamo abbandonati, dal punto di vista sanitario ci sentiamo abbandonati”, le strade sono quelle che sono e non è possibile che ci siano cittadini di serie A e cittadini di serie B, una scelta coraggiosa da parte sua, ora, nella direzione opposta, sarebbe molto apprezzata. Grazie.

PRESIDENT. Ha la parola il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. Inizio da una buona notizia per lei: l'accordo con i medici di base è stato sottoscritto, questo permette di portare avanti quella parte della gestione delle case della salute fatte anche attraverso i medici di medicina generale. Altra cosa è invece l'ingresso dei singoli medici all'interno delle varie case.
Come ho detto, oggi abbiamo inaugurato la seconda casa della salute delle Marche, quella di Montegiorgio, che andrà avanti in questo momento con i medici ospedalieri, con gli internisti, perché ancora non sono arrivati i medici di medicina generale. Anzi credo che sia molto importante che ci sia una fase di passaggio vera e propria in cui il medico di medicina generale possa per un periodo affiancare, fare l'attività insieme ai medici dell'Asur, perché l'impatto non può essere del tipo: “Ecco la chiave, domani gestisci questa struttura”, ma di accompagnamento verso quella che è una struttura di grande interesse, una struttura di tipo territoriale.
Qual è il passaggio fondamentale che fanno le case della salute rispetto agli ospedali? E' la trasformazione da una medicina di tipo per acuti ad una medicina del territorio. Una medicina più attenta, ad esempio, a quegli aspetti di grande attenzione che ha citato il Consigliere Bisonni, il diabete, piuttosto che problemi nutrizionali, ovvero medicina di tipo ambulatoriale, di tipo territoriale, al posto della medicina per acuti che non è più praticabile all'interno di quelle strutture.
Non si può confondere il punto di primo intervento con un pronto soccorso, non sono esattamente la stessa cosa. Il punto di primo intervento garantisce che uno, quando arriva la sera e suona, dall'altra parte trova un medico, il pronto soccorso deve rispondere a bisogni più urgenti, di altro livello, di altra qualità.
Dietro quelle scritte oggi non abbiamo dei pronto soccorso, ma dei punti di primo intervento ed è sicuramente importante che si garantisca che, nell'h24, ci sia un medico che ci accolga per evitare che quei codici che non devono andare al pronto soccorso finiscano con l'intasarlo.
Il passaggio, la trasformazione in casa della salute non toglie la risposta, chiamiamola, ai codici che non devono andare al pronto soccorso e non sostituisce un pronto soccorso. In termini di sicurezza è bene non confondere questi due aspetti.
Peggio di tutto sarebbe lasciare formalmente un pronto soccorso laddove ormai non c'è più da tempo, perché non è possibile garantire quei servizi nelle 13 strutture, che ne fanno un pronto soccorso, assicurare quel tipo di risposta, quel tipo di presenza medica che oggi noi pretendiamo quando andiamo in un pronto soccorso. Superata la fase di triage pensiamo di essere accolti e di avere una risposta dalla struttura che è in grado di mettere a disposizione tutto quello di cui c'è bisogno in una emergenza, in un codice giallo o in un codice rosso.
La riforma della deliberazione n. 735 chiarisce questi aspetti, elimina l'h da 13 strutture, le trasforma in strutture di tipo territoriale, mette al loro all'interno servizi che oggi ci sono, toglie tutta quella attività di tipo ospedaliero che non è più conforme a un tipo di sanità, così come la vorremmo per noi stessi, per ognuno di noi, la quale non garantisce quegli standard di qualità e di sicurezza, non garantisce l'appropriatezza dell'intervento, mentre la presenza più forte di una medicina del territorio riequilibria un quadro, permettendo di avere una risposta laddove siamo più carenti e nel momento in cui uno trascorre nell'ospedale per acuti 2-3 giorni, se ha necessità può essere collocato in una riabilitazione, in una lungo degenza, in una struttura in grado di accogliere il paziente.
E' importante portare avanti questa riforma per mettere in condizione ogni struttura di giocare al meglio il ruolo che può avere nel sistema regionale.
Quando parlo di scelta politica, è la differenza che c'è quando uno dice: “E' la legge che me lo impone”, quindi, devo fare questa scelta per legge, tipo - sulla base della legge 22 del 2003 - far riposare 11 ore i medici dentro la struttura, quella non è una scelta politica, c'è una legge che me lo impone. La scelta politica è, nell'ambito, nel rispetto della legge, decidere di scegliere determinati standard di qualità rispetto ad altri. Il sistema che noi tanto critichiamo è quello che il più delle volte vorremmo mantenere tale e quale, diciamo che non funziona, diciamo che non dà risposte, diciamo che non è in grado di corrispondere al nostro bisogno di salute, ma guai a modificarlo.
Noi vorremmo mantenere tale e quale quello che dichiariamo tutti i giorni non funzionante, siamo di un conservatorismo che rischia di mettere e compromettere le opportunità che invece potremmo giocare con le stesse risorse.
Qui vengo al punto. Lei ha capito molto bene, noi con la deliberazione 735 non stiamo cercando il risparmio, non vogliamo risparmiare neanche un euro, non vogliamo portare via un euro da quelle strutture, vogliamo semplicemente trasformare, chiamiamolo, un finto ospedaliero, perché mi sembra il termine corretto, oggi definito come ospedaliero, in strutture del territorio, senza portare via le risorse.
Quelle risorse io le ho definite in un budget al servizio di quei territori, di quegli spazi, dove oggi abbiamo degli ospedali che non riescono più a fare gli ospedali, un budget che sarà costante per 5 anni, quindi sulle stesse risorse potranno contarci quest'anno, l'anno dopo, l'anno dopo ancora. Rimodulare i servizi sui bisogni della comunità e non su quello che arriva dal passato o dalla storia, garantire quel medico h24 che mi risponde e, se sono un codice giallo/rosso, mi dice corri alla struttura più adeguata ad accoglierti, mentre se sono un codice bianco mi dà la risposta sul posto evitando che io vada inutilmente ad intasare un pronto soccorso.
Mantenere questi presidi, mantenere i budget, cambiarne la natura, ha un obiettivo molto semplice: quello di dare più qualità e più forza al sistema.
Ho incontrato insieme il Sindaco di Tolentino ed il Presidente del Consiglio comunale che apertamente hanno dichiarato che sono favorevoli alla casa della salute, ritengono sia impossibile mantenere una struttura di tipo ospedaliero sul loro territorio, ed hanno anche formulato una diversa impostazione del sistema emergenza, sostituendo la jolly medicalizzata con delle ambulanze con infermiere senza medico. Oggi il sistema prevede al centro un'ambulanza in più perché aumentiamo sull'emergenza, investiamo di più di quello che si investiva in passato, aggiungendo questa ambulanza jolly medicalizzata, dicono, che potremmo farlo con una alternativa. E' logico che a pochi giorni dall'avvio del sistema di emergenza si fa difficoltà ad accogliere quella proposta e a poterla valutare, però abbiamo ritenuto interessante quello che è stato detto e lo porteremo ai tavoli tecnici che si occupano di emergenza perché a me che sono assolutamente profano, non sono un tecnico, mi è sembrata una cosa molto interessante, cioè valutare l'alternativa fra le tre ambulanze in più di tipo infermieristico, rispetto a una in più di tipo medicalizzata.
E' logico, sta nella tempistica di un percorso, non è che oggi facciamo la proposta e domani siamo in grado di realizzarla. Ritengo quindi che il contenuto di questa mozione sia da respingere, perché va verso un modello di sanità che non è praticabile, che non funziona, che non dà risposte di qualità, che alla fine costa di più perchè pur spendendo le stesse risorse, le spendiamo male, mentre potremmo spendere in quel territorio, in quel luogo, le stesse risorse, ma in maniera migliore.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. La deliberazione 735 sta sollevando, purtroppo, interesse tardivo, ma di massa perchè ci sono decine di Sindaci dell'entroterra che si stanno mobilitando in tutta la regione.
Non si può parlare di sanità soltanto con degli standard, con delle soglie quantitative. L'impressione è che in questo momento noi andiamo dietro a degli standard per non perdere, il prossimo anno, il 3% di finanziamento.
Siamo stati fermi 2-3 ann, non si è accompagnato il processo e non si è assolutamente evidenziato lo sviluppo di un modello di medicina distrettuale, il chronical care model, che doveva essere sviluppato e che in Toscana e parte in Umbria stanno applicando.
Da noi non è minimamente partito ed in questi giorni, ha detto il Presidente, è stato siglato l'accordo con i medici di base. Stiamo andando a velocità pazzesca, facciamo dei tagli senza avere costruito qualcosa che possa supplire a quanto eliminato.
Sappiamo che la deliberazione 735 ci porterà ad un ospedale di eccellenza, uno solo in tutta la regione, perché le soglie sono da 600.000 persone fino ad 1.200.000 e avremo soltanto un ospedale di base per provincia, chiaramente sulla costa, e l'entroterra declassato con le case della salute, con le strade ed i tempi di percorrenza che in questo momento non sembra poter assolvere a quell'esigenza di sicurezza e di salvavita che i cittadini dell'interno chiedono.
Le strutture dell'entroterra non devono essere viste come un costo, ma come un'opportunità di riutilizzo, se vogliamo trasformarle, come effettivamente in alcuni casi bisogna fare, assolutamente, devono avere una diagnostica potenziata e gli interventi in day surgery, per esempio, quelli più semplici, meno complessi.
Abbiamo anche una struttura che ormai ha una pesantezza gestionale tale per la quale abbiamo uno sbilanciamento tra il numero di personale tecnico che sta nelle corsie e il numero di amministrativi. La deliberazione 735, l'accordo Stato-Regioni prevedono un 7% come rapporto, noi siamo oltre, iniziamo allora a fare un po' di tagli da quella parte là.
Le soglie numeriche non possono essere l'unico punto di riferimento per dire chiudo il punto nascita, chiudo l'urologia, stiamo parlando di spesa pro capite di 1.700/1.800 euro all'anno per ciascuno di noi e con questi soldi sembra impossibile non riuscire ad avere una sanità come quella di 20 anni fa che sembrava fosse un attimo più consona.
Voglio portare un assurdo vissuto sulla mia pelle perché parlo di mia moglie, quindi non ledo la privacy di nessuno, pochi giorni fa è andata dall'urologo per un problema ad un rene e le ha detto: “Vai a fare l'urografia”, il medico le ha detto vai a prenotare l'urografia, le liste di attesa erano cortissime, benissimo, si è presentata in reparto a Pesaro per fare l'esame e le hanno detto: “No, noi facciamo l'urotac”, quindi non ha potuto fare l'urografia nonostante la “pesante” preparazione fatta a casa nei giorni prima. E' andata alla cassa per avere i soldi indietro, ma non gli sono stati restituiti nonostante non avesse fatto nessun esame, quindi ha proposto l'aggiornamento della lista degli esami da fare, ma la struttura ha evidenziato difficoltà materiali nel fare questo aggiornamento. Siamo impastati in questa burocrazia, ormai non è colpa più di nessuno, non è più responsabilità di nessuno, l'urotac sarà tra pochi giorni e noi non sappiamo ancora se il rene di mia moglie sta bene o sta male.
Queste sono assurdità che, con quello che ci costa il Cup e le altre cose, non sono più sostenibili e non sono più da portare avanti, quindi colgo l'occasione per dire: prima di eseguire i tagli bisogna che affianchiamo un nuovo modello.
Il modello territoriale per riuscire a coprire le esigenze dell'entroterra non si può improvvisare dall'oggi al domani e in attesa di questo modello è inutile parlare di ospedali unici sulla costa, nuove strutture di cemento. Bisogna parlare di sinergia per evitare le sovrapposizioni tra diversi ospedali e potenziare l'efficacia dei singoli reparti.
Sulla deliberazione 735 fermiamoci, ristudiamo per bene un modello applicabile e gradualmente lo attueremo, altrimenti andiamo dietro ai soldi ed ai tagli e ce ne freghiamo della sicurezza degli abitanti dell'entroterra. Io vengo da Urbino e mi scaldo perché se mi succede qualcosa non so se, dovendo arrivare a Pesaro o a Fano, sopravvivo.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Questa sera, purtroppo a malincuore, mi sembra di essere tornata indietro nel tempo. A luglio presentai la mia prima mozione sulla rete dell'emergenza dell'entroterra maceratese, rimpallata varie volte fra l'Aula e la Commissione ed oggi, quasi alle soglie del 216, ci troviamo a discutere ancora di un argomento senza avere da parte della maggioranza, purtroppo, quella fase di ascolto che tutti invece si aspettavano, soprattutto, l'abbiamo sentito prima, chi vi ha sostenuto a livello elettorale.
Mi sento un po' un disco rotto come succede quando tratto il tema della difesa della costa, ma quando le cose le prendo a cuore reputo che repetita iuvant quindi …, cito due verbali che mi sono presa della Commissione sanità. Uno è il verbale n. 4 del 30 luglio 2015 nel quale, dopo la vostra richiesta da me accolta di riportare l'argomento in Commissione sanità, perché non si poteva decidere all'interno del Consiglio la dislocazione del singolo punto dell'ambulanza, ma era un discorso da ridiscutere in sede più ampia, feci la richiesta di audire i Sindaci e i territori interessati all'interno della Commissione. In questo senso non c'è mai stata risposta. Siamo tornati in Aula e quella mozione è stata bocciata, e di nuovo si è corsi al capezzale per dire: “Ma no, tratteremo l'argomento all'interno della Commissione sanità”.
Visto che questo tema non è mai stato messo all'ordine del giorno e visto che riguardava tutta la riorganizzazione del sistema sanitario e della rete dell'emergenza, non solamente della provincia di Macerata, in particolar modo dell'entroterra marchigiano, feci la stessa richiesta nella Commissione del 5 novembre, ovviamente allargata a tutti i territori delle Marche, a tutto l'entroterra marchigiano. E' passato più di un mese e mezzo da quella richiesta e a tutt'oggi è evidente che questa maggioranza ha scelto di trattare in maniera non organica l'applicazione di una norma, di una legge, e la Giunta regionale ha scelto di non rivedere nella sua complessità la deliberazione n. 735, per valutare se era possibile, al momento dell'applicazione, prevedere dei correttivi che potessero essere buoni per tutti i territori, coprendo dove c'erano delle mancanze, senza lasciare scoperto nient'altro.
Hanno scelto, e questo è stato evidente anche nell'incontro che c'è stato prima, ma 'abbiamo letto nei giornali anche nel corso di queste settimane, di fare degli incontri puntuali con i Sindaci o comunque con i territori, guardando singolarmente il punto, perché in Commissione questo discorso non è avvenuto, senza considerare dall'alto la questione, guardandola puntualmente e non riuscendo a fare, perché oggi la protesta è piuttosto evidente, un discorso organico, una riorganizzazione organica dove ci sono delle problematiche serie.
Presidente, glielo ridico, il suo slogan elettorale era quello del cambiamento, qui mi sembra che di cambiamento c'è molto poco, qui mi sembra che questa nuova amministrazione sia un po' “gattopardesca” e voglio citare Giuseppe Tommasi di Lampedusa nel Gattopardo che diceva: “Se vogliamo che tutto rimanga com'è, bisogna che tutto cambi”. Sono cambiate le figure che siedono qui in Consiglio regionale, ma nella politica sanitaria è rimasto tutto uguale a prima e forse anche peggio.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zura Puntaroni.

Luigi ZURA PUNTARONI. Io vorrei fare un discorso più generale. Innanzitutto ho guardato con ammirazione il Presidente che prima ha accolto i Comitati ed i Sindaci facendo un atto di coraggio perché ci vuole coraggio a farsi massacrare da Sagramola, tanto di cappello, oo forse mi sarei comportato più vigliaccamente.
C'è l'aspetto di questa riorganizzazione degli ospedali, questa trasformazione in Case della Salute per ottimizzare e migliorare. Vedremo se fra 3, 6, 8, 9 mesi porterà benefici perché se ne porterà queste persone che sono venute a manifestare si dovranno ricredere, se ci saranno dei benefici, tutti ci dovremo ricredere, perché non è che qui ci divertiamo a fare opposizione in maniera leggera, non è nel mio carattere, però se non porterà benefici, la cosa è sottile, forse dietro c'è il disegno di dividere in due le Marche, con l'entroterra composta da figliastri e la costa dai figli prediletti.
Se così fosse, ci vuole poco, non è che i figliastri sono “tonti” perché stanno nell'entroterra con mucche e cavalli a dare paesaggio, ma io cavalcherò questo entroterra e dirò: “Carissimi, la costa non vi vuole, facciamo un principato per i fatti nostri”. Quando ci sarà l'accorpamento e le Regioni andranno in ordine sparso per poi riunirsi come meglio credono, cavalcherò un'ipotesi diversa perché nelle Marche purtroppo ci sono figli e figliastri. Le scelte migliorative del nostro Presidente non hanno portato effetti, ma se ne porteranno sarà come non detto. Comincio dagli ospedali e poi dalle Università, anche lì ci sono figli e figliastri, perché guarda caso, a parte le tre obbligate, le università di Urbino e Camerino sono figliastre. Ci sono università storiche, vivono soltanto di storia, ma non vivono di qualità, attenzione non vivono di qualità perché le famiglie che possono, non mandano i figli a studiare né a Camerino né a Urbino, li mandano con i loro soldi a Milano o da altre parti.
Vedremo se domani ci sarà un programma per migliorare queste università in cui non c'è la fila, non c'è la corsa per andarci a studiare, né a Urbino né a Camerino. In queste università ci va a studiare soltanto, non voglio usare termini pesanti, i meridionali e greci, quelli degli altri. In queste università non ci viene il figlio del principe di Dubai o dell'India o del ricco magnate. Anche questo è un aspetto importante.
Altra cosa, le strade. Lo sa Presidente io sono venuto a sollecitare una strada che per noi è un collegamento importante, perché si razionalizzano gli ospedali e giustamente le mamme che devono partorire sono preoccupate, ma noi rispondiamo che vogliamo fare un ospedale unico, tre, quattro, garantendo la parità di trattamento e, uguale per tutti, un quarto d'ora di tempo per raggiungere la struttura.
Io queste cose le aspetto al varco perché non mi piace fare opposizione tanto per farla, voglio vedere fra 3, 6, 9 mesi se queste scelte politiche hanno portano frutto. Se hanno portano frutto tanto di cappello, per chi ha idee vincenti tanto di cappello, ma se non portano frutto attenzione perché dopo le cose cambiano, l'entroterra non offre più il paesaggio gratis perché l'entroterra è stanco di offrire il paesaggio gratis, perché per offrire il paesaggio quelli dell'entroterra vanno in giro con “le toppe ai pantaloni” e si sono stufati! Capito? Ne riparliamo fra 6 mesi. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Colleghi Consiglieri, signor Presidente e Presidente della Giunta, credo che noi qui dentro stiamo parlando di aria fritta, perché stiamo discutendo di una legge che sta peggiorando la sanità.
Voi lasciate, l'avete approvata voi, la deliberazione n. 735. L'ha approvata il Partito Democratico che appoggiava il Presidente Spacca. In quest'Aula bisogna ascoltare anche i muri, perché c'è continuità nella maggioranza rispetto a chi ha approvato la deliberazione 735.
C'è una situazione sul territorio che voi fate finta di non capire o di non ascoltare, non so come dirvelo, porto l'esempio della Comunità montana di Matelica, Esanatoglia, Sefro, Fiuminata dove il 118, dalle ore 20,00 fino alle ore 6,00 della mattina, rimane senza medico.
Presidente, vada a Sefro, Fiuminata, lei Assessore Sciapichetti vada ad abitare a Fiuminata ed arriverà l'ambulanza del 118 che non ha il medico. Questo è il problema!
Lì ci sono 8, 9 Comuni che non hanno Sindaci di centro destra, per capirci, sono quelli che vi hanno votato e che rivendicano una qualità, perché questo è il problema, una migliore qualità del servizio per difendere la salute.
Quando non c'è il medico, non c'è l'infermiere ..., voi volete far passare l'infermiere professionale come un medico, questa è la filosofia della deliberazione 735, ma c'è un problema contrattuale, c'è la professionalità di queste persone e c'è la persona che sta per morire. Questo è il problema!
Voi state distruggendo questa sanità e ne siete responsabili perché nell'entroterra è così, lei lo sa, nella costa è peggio, perché sono usciti i migliori primari che avevamo nel territorio - scuote la testa, ma è così, lei lo sa che è così - state distruggendo la sanità. La salute è una cosa di tutti, non è di destra né di sinistra, la salute è di chi sta male, è di chi si reca presso un ospedale e non trova il servizio.
Questo è il problema vero: non trovare la qualità del servizio per potersi salvare!
E' il dramma di questo territorio. Le scelte fatte tra Stato e Regione non tengono conto delle Regioni piccole, non tengono conto che i territori della costa e dell'entroterra sono diversi e per ragionare con quelle direttive ed applicarle non c'è bisogno della politica, basta un semplice impiegato! Basta un piccolo e modesto impiegato per applicarle. La politica non è questa, a casa mia non mi hanno insegnato che è così, la politica è fatta di scelte per dare una risposta maggiore ai cittadini.
Voi siete responsabili di quello che sta accadendo in questa regione, di quello che sta accadendo nelle strutture più importanti, di quello che sta accadendo negli ospedali che erano eccellenze, e già avete in programma di traguardare questi ospedali di eccellenze a territori con cui pensate di fare accordi per la Macroregione. Addirittura questo pensate! Pensate a queste cose e lasciate il territorio marchigiano senza i servizi. Credo che il popolo valuti con attenzione queste cose, quello che sta accadendo ed il fatto che non rivediate questa impostazione fatta precedentemente a questa maggioranza, ma sempre dal vostro Partito Democratico. E' un errore per il territorio, è un errore per tutti i marchigiani, per 1.400.000 marchigiani che state mettendo in difficoltà.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Una domanda a lei: nella deliberazione del 15 dicembre che riguarda l'accordo con la Fingia, qual è la capacità che quest'accordo ha sancito? Ossia tutti i medici di base possono andare a lavorare nella struttura cosiddetta Casa della Salute? Possono mettersi i camici bianchi ed andare dentro e impartire ordini magari agli infermieri? Questa è la mia domanda. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Grazie Presidente. Dirò poche cose perché nel merito della mozione e sull'intervento di carattere generale, mi ritrovo pienamente e sottoscrivo le cose che ha detto il Presidente Ceriscioli, però un paio di puntualizzazioni credo che siano utili anche perché il Consigliere Bisonni è già la seconda volta che mi chiama in causa estrapolando dal mio discorso un pezzo.
Questa riforma sanitaria, la riforma sanitaria che questa Giunta sta portando avanti e sta attuando con grande concretezza, deriva da una scelta, come è stato ricordato dal Presidente, e adesso dirò qualcosa su questo.
E' ovvio che tutte le scelte si situano in un momento storico e in questo momento abbiamo dei vincoli di bilancio. Tutte le scelte che facciamo sottostanno a dei vincoli di bilancio che molto spesso ci costringono a guardare al futuro, a guardare alle cose che arriveranno.
Il secondo aspetto che gravita su questo contesto, oltre a quello dei vincoli di bilancio, riguarda il cambiamento e le trasformazioni sociali. Tutte le scelte che facciamo in quest'Aula stanno tra le trasformazioni sociali della nostra comunità e i vincoli di bilancio.
Che cosa vuol dire? Che in ogni scelta di politica pubblica cerchiamo di spendere al meglio le risorse limitate che abbiamo, per guardare al futuro, per fare delle scelte in prospettiva.
Ora la sanità in Italia, ma in tutto il mondo, è cambiata totalmente e molto velocemente rispetto agli ultimi 20, 30 anni, tra le indicazioni, che ci sono, che ci derivano da chi queste cose le studia - penso alle agenzie del Governo, penso a tutti gli atti che sono stati formulati dai Ministeri della salute degli ultimi 20 anni – ce ne sono alcune chiare: più sanità territoriale e meno sanità per acuti. Questa non è una scelta di risparmio, è una scelta per indirizzare meglio le risorse limitate che abbiamo in funzione di una trasformazione sociale, in funzione, ad esempio, dell'invecchiamento della popolazione, in funzione di alcuni aspetti sia di carattere demografico che epidemiologico perché cambiano e diminuiscono le malattie, aumentano le cronicità. Io questo l'ho detto l'altra volta, fatte 100 le risorse che abbiamo, considerazione in prospettiva come le possiamo spendere al meglio, questo riguarda la sanità, ma qualsiasi altra scelta.
La deliberazione 735 che in questi anni ha atteso troppo e giustamente questa Giunta la sta attuando, va esattamente in questo senso, va nel senso di cogliere una trasformazione sociale per migliorare le risposte che la sanità pubblica dà ai bisogni di salute, oggi e nei prossimi anni.
Le case della salute non sono la chiusura dei piccoli ospedali, ci sono le stesse risorse di prima, basta guardare i dati, quelle risorse vengono ricalibrate in un diverso servizio. Lo dico a quest'Aula, ma lo dico anche ai cittadini, io ho grande rispetto, abbiamo grande rispetto, non solo di tutti i cittadini marchigiani, ma anche di chi giustamente si interroga su quali saranno i servizi in prospettiva, in un determinato luogo, in una determinata comunità.
Queste domande sono lecite, sono giuste e non mi scandalizzo che ci sia eventualmente anche una protesta, se la protesta è utile ad un confronto, a chiarire alcune posizioni, quindi io ho grande rispetto. Ricordo una cosa: alcuni anni fa, forse 15 anni fa, c'erano analoghe proteste per la chiusura di alcune delle 43 chirurgie che c'erano nelle Marche. 15 anni fa nelle Marche c'erano 43 chirurghie, c'erano tantissimi ospedali, anche in piccolissimi centri, ero molto giovane, ci furono delle persone che si incatenarono qua sotto perché in alcune città, Corinaldo, Arcevia, si chiudeva l'ospedale, fu una protesta legittima, ci mancherebbe altro, ma cosa accadde? Quelle furono le prime avanguardie di una riforma che oggi sta trovando compimento. In quei luoghi si è chiusa una chirurgia che forse faceva ..., ci sono casi in cui alcune chirurgie facevano 2 o 3 appendiciti l'anno e basta, che servizio di qualità può dare una chirurgia che eroga 2 o 3 appendiciti l'anno? Io credo che non ci garantisca.
Penso che con le comunità locali, insieme alle comunità locali, sia utile fare in modo che la riforma e i servizi dati siano i più utili alle prospettive di quella comunità.
Ha fatto molto bene, e vengo al merito di questa mozione, il nostro Presidente ad incontrare, come lui ha detto, il Sindaco ed il Presidente del Consiglio comunale e anche a prevedere la possibilità che in una interlocuzione feconda, positiva si potessero trovare alcune soluzioni anche migliorative degli atti finora fatti e che il Presidente prima ha enunciato.
Torno alla mozione, e concludo, che in realtà prevede alcune cose che già ci sono nella deliberazione 735: l'unità di valutazione integrata, la diagnostica tradizionale, le funzioni dei surgery, la riabilitazione intensiva, le funzioni ambulatoriali, la potes msa ambulanza h24. Alcune delle cose sono già previste, cos'è che non si può fare? Non si può tornare indietro sulla deliberazione 735 perchè ci riporterebbe a 15 anni fa, ci riporterebbe ad una sanità che per voler mettere una chirurgia in più, per voler mettere dei posti letto per acuti in più, eviterebbe di mettere più rsa, più servizi territoriali, più servizi per gli anziani che sono la parte positiva di questa riforma sanitaria.
Sto intervenendo su questa mozione che riguarda l'ospedale di Tolentino anche se mi rendo conto che se volessimo potremmo parlare di tutta la sanità delle Marche, il tema dei punti nascita l'abbiamo già affrontato la scorsa riunione, quindi credo che in generale, su questa e su altre mozioni, si sta attuando una riforma sanitaria per costruire la sanità dei prossimi anni. Non dobbiamo avere lo sguardo rivolto dietro, dobbiamo avere lo sguardo rivolto avanti, quindi credo che questa Giunta faccia molto bene, all'inizio di questa legislatura, e con grande coraggio, a dare delle risposte che, mi rendo perfettamente conto, possono avere un lato che oggi può sembrare impopolare, me ne rendo perfettamente conto, perché è più facile dire a tutti: manteniamo quello che c'è. E' più facile, si può facilmente prendere un applauso in quest'Aula e si può prendere un applauso più facilmente nei Consigli comunali, non credo che però l'applauso preso oggi risolva i problemi del domani, risolva i problemi dei prossimi anni e questo non solo perché ce lo dice il Ministero - perché non c'è un Ministero o un Governo patrigno che ci dice quello che dobbiamo fare – ma ci sono dei dati, c'è una evidenza scientifica che ci dice le modalità con cui andare meglio incontro al futuro della salute pubblica dei cittadini.
Con grande tranquillità credo che sia utile fare questi dibattiti, sia utile ascoltare tutte le critiche giuste che ci possono essere, per carità, con l'auspicio che si possano fare sempre con i toni giusti, è giusto anche ascoltarle, ricevere e cercare di rispondere, però dobbiamo cercare di amministrare al meglio il futuro della sanità marchigiana.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Sarò brevissimo perché molto è stato detto, però una riflessione di carattere generale va fatta.
Da luglio in poi credo che non ci sia stata una seduta di questo Consiglio dove non si sia parlato di sanità: interrogazioni, mozioni, interpellanze e quant'altro, quindi credo, Presidente, che un problema esista, non possiamo nascondere la polvere sotto il tappeto.
Il problema esiste e non può essere risolto affrontandolo, di volta in volta, a foglia di carciofo. Le interrogazioni, Assessore Sciapichetti, nascono sempre in virtù di disservizi ed in virtù di atti che vengono fatti dall'amministrazione. Non è che il Consigliere si diverte a fare l'interrogazione fine a sè stessa, raccoglie ed è sintesi di una serie di situazioni che esistono sui territori, che vengono rappresentati oppure di scelte che vengono fatte amministrativamente dalla Giunta che politicamente o meno non sono condivise, questo è il discorso.
Si parla sempre di questo, credo che il problema esista, quindi dobbiamo fermarci, non è più possibile andare avanti con provvedimenti di questo tipo, anche se si fa riferimento ad una normativa nazionale, ristrutturazioni, razionalizzazioni e quant'altro. Qui il problema è quello di riformare le Marche. Dobbiamo riformare questa nostra regione in termini di servizi, in termini di qualità, in termini di sviluppo e non possiamo procedere in questo modo a meno che non si abbia l'idea, nella nostra regione, di uno sviluppo territoriale di 15, 20 chilometri dalla costa, una striscia di terra ed il resto abbandonato a sè stesso. Allora va bene. Le scelte possono essere fatte anche in questo modo, però se andiamo a fare un ritiro a Fonte Avellana, bellissimo, a parlare di entroterra e viene l'ex Sottosegretario Barca a dirci cosa significa l'entroterra, quali sono i progetti, cosa si deve fare per portare i servizi, dopodichè dobbiamo fare scelte conseguenti.
Quando si parla di sanità non possiamo non parlare di viabilità, non possiamo non parlare di trasporti, non possiamo non parlare di servizi per l'istruzione, non possiamo non parlare di centri di aggregazione culturale, non possiamo non parlare di politiche per lo sport e per i ragazzi e quant'altro.
E' questo il problema che dobbiamo affrontare in un'ottica di riforma dei servizi generali della nostra regione, altrimenti non ne veniamo fuori.
Io l'ho detto l'altra volta, chiudere un punto nascita nell'entroterra, in un luogo tipo Fabriano, Sassoferrato e quant'altro, non è soltanto fare un danno irreparabile per quanto riguarda il futuro nascituro, mettendo a rischio tutto, ma diamo un colpo anche allo sviluppo sociale di quel territorio, perché in futuro si perderà anche il senso di appartenenza a quel territorio. E' questo quello che noi dobbiamo comprendere, non è soltanto un problema di salute, importantissimo, di sicurezza per il nascituro e per la madre, ma anche e soprattutto quest'altro punto di vista.
E' inutile invitare le persone a restare su quei territori, è inutile riempirci la bocca dicendo: “Siete le sentinelle del territorio, siete i guardiani di questa nostra bellezza” se le scelte vanno in un'altra direzione e non sono da condividere assolutamente.
Se quel territorio è importante, se quel territorio per la regione produce Pil perché c'è il turismo ed altro - quando andiamo a fare la promozione della nostra regione vedo nei manifesti bellissime immagini del nostro entroterra, vedo immagini di boschi, immagini di montagna, immagini del mare, non vedo mai, o per lo meno non viene in mente a nessuna agenzia di pubblicità di fare un manifesto promozionale utilizzando l'immagine di una grande e bella fabbrica oppure di una strada molto trafficata della costa, assolutamente, noi mettiamo sempre il paesaggio - quel paesaggio lo dobbiamo tutelare perché rappresenta una risorsa e produce ricchezza che andiamo a ridistribuire a tutti i marchigiani. E' necessario ridefinire i servizi, li dobbiamo studiare in un'ottica complessiva e generale.
Non possiamo parlare della sanità escludendo tutto il resto perché giustamente, come abbiamo detto qualche ora fa, se da Sassoferrato o Fabriano, ad esempio, per andare a Fano impiego tre quarti d'ora in condizioni favorevolissime, ne posso impiegare il doppio in condizioni un po' più disagiate, qualche problema c'è.
Questo è l'aspetto ed il mio invito è quello di sospendere tutto. Il tempo è una variabile importante, ma in questo caso non è importantissima, si può sospendere per un anno, due anni, per fare una riflessione generale sulle Marche che vogliamo. Questo è importante.
Se noi riteniamo che l'entroterra sia un grande volano di sviluppo per quanto riguarda tutta la nostra regione, solo in questo modo possiamo valutare esattamente, Consigliere Busilacchi, le scelte in prospettiva, che hanno un senso se fatte nell'ambito di un progetto, ma se ogni volta vengono fatte nell'ambito di un petalo che viene tolto dalla margherita, questo non ha alcun senso.
Il mio invito è quello di ripensare tutto, sospendere, ragionare per capire le Marche che vogliamo. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per replica, il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Oggi avrò la coda di paglia, comunque devo rispondere al suo intervento.
Conosco benissimo la differenza tra punto di primo intervento e pronto soccorso, forse si era distratto, le ripeto quello che ho detto, ho detto che è impensabile a mio avviso chiudere il punto di primo intervento di Tolentino fintanto che il pronto soccorso di Macerata non venga potenziato. E' vero che sono cose differenti, ma si intersecano, hanno una loro valenza.
So benissimo anche il significato di scelta politica e lei sa meglio di me che ogni scelta politica presuppone una assunzione di responsabilità.
Le faccio vedere questo Presidente, lo riconosce? Questo è il suo sito: !a Osimo priorità nei primi 300 giorni”, allora le chiedo quale scelta politica aveva quando in campagna elettorale andava a difendere l'ospedale di Osimo? Però adesso andiamo a chiudere i punti nascita.
Medici di base, sicuramente lei, essendo anche Assessore alla sanità, sa cose che io non so, per cui le dico quello che so, quello che mi risulta e non metto in dubbio, sto dicendo quello che io so e le chiedo il documento di questo accordo. A me risulta che l'accordo è stato firmato da un solo sindacato, relativamente alle quote per l'informatizzazione dei medici di base e per la segreteria, non mi risulta che questo automaticamente comporti l'attuazione di quello che implica la deliberazione 735.
Diversamente mi fa molto piacere e le chiedo di avere il documento, e le chiedo anche una cosa, lo dica anche ai medici di base, perché io ho parlato con diversi di loro e non sanno nulla di questo.
L'ultima cosa, qui si dice che è facile prendere gli applausi, probabilmente si, però non è quello che cerchiamo, probabilmente con quello che state applicando nella sanità, la prossima volta invece degli applausi prenderemo i voti. Grazie.

PRESIDENTE. Sulla mozione n. 62 è stata presentata anche una proposta di ordine del giorno a firma dei Consiglieri di tutte le forze di minoranza e di opposizione che dopo verrà illustrato.
Mozione n. 62. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Proposta di ordine del giorno a firma dei Consiglieri Pergolesi, Maggi, Bisonni, Fabbri Giorgini, Leonardi, Marcozzi, Celani, Zaffiri, Zura Puntaroni, Malaigia.
Ha la parola, per l'illustrazione, la Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. Sarà facile prendere gli applausi, ma è anche più difficile prendere gli insulti, quindi mi auguro che questo non avvenga più e che magari dimostriate un po' di apertura e un po' di confronto. Un'apertura al confronto perché noi non diciamo né di mantenere dei punti nascita né di mantenere le strutture aperte se la legge prevede altro, noi chiediamo di sospendere in via cautelativa per il momento questa riorganizzazione della rete ospedaliera e di concertare con i territori, perché le persone qui presenti che manifestano da 15 giorni almeno, gli stessi Sindaci, non mi sembrano molto d'accordo con questa riorganizzazione. Oltretutto una riorganizzazione scelta dalla vecchia Giunta.
Mi domando: dov'è il nuovo? Voi siete una nuova Giunta che porta avanti gli obiettivi della vecchia, allora tanto valeva che lasciavate la vecchia!
Chiedo, se possibile, 5 minuti di sospensione per far si che i capigruppo …, si, capogruppo Busilacchi gliel'ho chiesto anche prima, però la invito nuovamente al confronto, 5 minuti tra i capigruppo per pensare anche solo di leggere l'ordine del giorno che non dice nulla che va in contrasto con la 735, né con il volere della Giunta, chiede solo un po' di tempo per concertare con i Sindaci e con i comitati dei cittadini, chiediamo solo questo. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. La scorsa seduta dell'Assemblea legislativa, a firma della Consigliera Pergolesi c'è stata una risoluzione concordata con tutta la minoranza.
Vogliamo ricordare, l'abbiamo detto anche stamattina con i colleghi della Lega Nord, che tutta la minoranza raccoglie come voti più marchigiani dei votanti del PD, quindi, secondo me questa cosa dovrebbe far riflettere, far riflettere soprattutto i Consiglieri della maggioranza che un atto di questo tipo …, siamo in democrazia, io la la rispetto, ho solo detto che un'ulteriore riflessione le persone di buon senso la possano fare, perché noi non siamo soltanto rappresentanti di noi stessi, noi rappresentiamo la maggioranza dei marchigiani che hanno votato per le opposizioni.
Ovviamente le opposizioni hanno posizioni politiche diverse, a volte si scontrano anche duramente, però siamo sicuramente uniti e compatti nel momento in cui rappresentiamo i nostri elettori, con tutte le sfumature, perché questa è una regola fondamentale della democrazia.
Questo ordine del giorno ha preso spunto dalla mozione che avete appena respinto, quella del Consigliere Bisonni sull'ospedale di Tolentino e, diciamo la verità, serve per fare una riflessione ulteriore su questa scellerata decisione di chiudere i punti nascita.
Come capigruppo e come maggioranza abbiamo ascoltato i comitati e soprattutto i Sindaci che avevano la fascia tricolore ed erano espressione del Partito Democratico, cito qui quello che ha detto il Sindaco Sagramola di Fabriano: “Io non ho letto da nessuna parte nel programma del Presidente Ceriscioli che si dovevano chiudere i punti nascita, altrimenti mi sarei comportato diversamente, se la chiusura dei punti nascita era nel programma del candidato Governatore Ceriscioli io non l'ho visto, faccio la figura dello stupido e trarrò le mie conseguenze per questa mia imperizia e per questa mia leggerezza”. In effetti questo era un discorso del tutto retorico perché nel programma del candidato Ceriscioli e nel programma del PD questa chiusura dei punti nascita non c'era.
Con questo ordine del giorno si chiede di riaprire un tavolo di concertazione con i Sindaci, i comitati e tutti i soggetti interessati per vedere l'intera organizzazione della rete ospedaliera in modo da garantire a tutti i cittadini una equa parità di servizi ed accesso ai servizi sanitari.
Il Consigliere Busilacchi citava prima 43 chirurgie, ma quando una donna aspetta un figlio e ci sono delle complicanze, non è come farsi l'appendice e dire la faccio il prossimo mese, la complicanza nella nascita è completamente diversa, quindi che c'entrano le 43 chirurgie nel momento in cui i punti nascita devono soddisfare non tanto il parto che va bene, quanto necessità urgenti e impreviste!
Parliamo di pari opportunità, questa è sicuramente una penalizzazione pesante e forte nell'espressione di maternità della donna.
La Consigliera Pergolesi ha chiesto un'interruzione, si chiede di ritornare su questa decisione.
Vi devo dire: questa decisione è inutile giustificarla con le cifre, perché le cifre nel momento in cui si parla di salute, in cui si parla di persone, hanno veramente una rilevanza minima, piccolissima, qui si fanno i tagli sul bilancio, mi sembra di sentire Spacca quando durante la campagna elettorale diceva questa Regione è una regione virtuosa perché ha pareggiato il bilancio della sanità, ma nel pareggio del bilancio della sanità c'erano pochissimi tagli degli sprechi e tantissimi ai servizi utili alla cittadinanza e qui si sta ripetendo la stessa situazione: tagli lineari, senza considerare le esigenze primarie dei cittadini.
Per cui invito a fare un'ulteriore riflessione, i Sindaci del PD hanno chiesto al Presidente Cerisicoli di rivedere questa cosa, non mi sembra una richiesta da respingere tout court perché ci sono tante spese che vanno tagliate prima di queste. Spese e sprechi rimangono, mentre queste spese essenziali per la salute dei cittadini marchigiani vengono tagliate.
Vi invito a riflettere, soprattutto lo dico ai colleghi della maggioranza, questa cosa, cioè la disciplina di partito, la legge Lorenzin, il taglio di strutture perché sono 1000 i parti che devono essere fatti, non è una scelta politica, è una scelta cervellotica, è una scelta da burocrati ed è ora che la politica finisca di andare avanti con questo criterio, dobbiamo mettere l'uomo al centro della politica, non gli interessi privati!

PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. Non volevo intervenire, ma come si fa a parlare di tagli lineari quando prima ho detto che sulle 13 strutture non ci sono tagli, sarà un mantenimento lineare delle risorse, quindi il taglio non c'è. Fate i tagli lineari, ma per essere lineari, prima devono essere tagli.
Secondo, sul punto nascita, anche lì non è un taglio economico, ma è certo che in termini di servizi si cambia. E' lineare il taglio? No. Sono scelte? Sono scelte, non sono tagli lineari, è nella logica della linearità mantenere tutto così com'è, quello è il taglio lineare.
Se si dovessero ridurre le risorse, mantenendo un sistema così com'è, allora il taglio sarebbe necessariamente a quel punto lì lineare, quindi non si fanno tagli prima di tutto, secondo non sono neanche lineari, se non li leggiamo come tagli economici, ma li leggiamo rispetto alla distribuzione dei servizi.
C'è un cambio di natura dei servizi, perché oggi dobbiamo confrontarci con una realtà strana, dire che oggi in quelle 13 strutture – 12 perché una è stata già convertita questa mattina – facciamo medicina per acuti, io capisco che è un azzardo, ma sul piano formale sono 12 strutture dove si fa medicina per acuti.
Il cambiamento in termini di servizi è, invece di fare medicina per acuti, traduco quella medicina che produce DRG, tecnicamente sono ancora più chiaro, perchè si va verso una medicina del territorio, tutti quanti noi nei convegni, nelle iniziative, ovunque osanniamo la medicina del territorio della quale c'è più necessità, tanto da arrivare non tanto alle strutture, ma alla domiciliare, cioè la presa in carico della persona nel proprio domicilio.
Facciamo una scelta che sposta risorse che erano per la medicina per acuti, questo si che avviene, verso la povera medicina del territorio, quindi facciamo questo tipo di nuova e diversa destinazione.
E' chiaro che i servizi cambiano perché se non faccio medicina per acuti, la faccio territoriale, non posso fare le stesse prestazioni, sono per definizione e per loro natura differenti, quindi vado verso un altro tipo di servizio, non meno importante e non meno utile.
Questo dibattito l'abbiamo fatto ormai tante volte e questa aspirazione, portata avanti da lunghissimo tempo, si tratta di praticarla, questa è la grande innovazione; praticare non significa necessariamente continuità perché chi dice e non fa, chi dice farò le riforme e non le fa, unirò le due Camere e non lo fa, chi dice e non fa, non è uguale a me. Io sono per dire le cose e farle.

Proposta di ordine del giorno. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

(Dissenso dal pubblico)

PRESIDENTE. Chiedo ai commessi di allontanare le persone dall'Aula. Grazie.

Interrogazione n. 71
ad iniziativa del Consigliere Marconi
“Stato di attuazione della legge regionale 15 dicembre 2014, n. 35 'Istituzione e riconoscimento del logo Impresa amica del sociale'”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 71 del Consigliere Marconi.
Ha la parola, per la risposta, il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. Grazie Presidente. Questa interrogazione ci introduce alla legge n. 35 “Impresa amica del sociale” che venne approvata su suo impulso a cui di fatto non è stato dato seguito - se la ritrovo vi faccio avere la risposta – e l'ufficio adduce, in modo particolare, una serie di motivazioni legate, ad esempio, ad una ipotesi che sembrava imminente di trasformazione della definizione delle imprese sociali che poi non c'è stata, al mancato finanziamento della legge stessa, importante per la sua attuazione e che prevedeva che entro 6 mesi si attivassero determinati processi. Non essendo stata finanziata, in attesa di determinate trasformazioni, non è stata applicata.
Ritengo che la norma sia ottima e debba trovare nel prossimo bilancio quel minimo di risorse perché il tema dell'inserimento lavorativo continua ad essere valido, lo è nei momenti in cui l'economia va bene, lo è ancora di più quando l'economia è in difficoltà, perché il mercato del lavoro più facilmente espelle i soggetti che hanno svantaggi, quindi tutte le attività che prevedono e permettono inserimenti lavorativi vanno sostenute ed aiutate.
Spero che a febbraio quando dovremo rivedere la legge di bilancio ci possano essere le risorse per finanziare questa legge e mettere in evidenza il lavoro pregevole di chi sostiene l'inserimento lavorativo.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Abbiamo cambiato l'ordine del giorno anche se questa mozione era iscritta, chiedo scusa al Presidente del Consiglio per avere applaudito, ma l'ho fatto convintamente perché una risposta seria è sempre una risposta.
Per quanto riguarda l'interrogazione, ringrazio il Presidente e l'Assessore competente perché questa piccola intuizione che abbiamo avuto non vuole essere per nulla dispendiosa, quindi voglio anche assicurare chi le è a fianco, l'Assessore al bilancio, che non vuole cercare grandi risorse.
E' una legge che è nata da un incontro fra la Regione e una parte significativa della società civile, stimolata, che riguarda le imprese di tutti i tipi: industriali, artigiane, commerciali, turistiche e agricole, a dare più lavoro alle cooperative sociali di tipo B.
E' chiaro che non possiamo obbligare in nessun modo, e quindi si è immaginato questo escamotage, questa sorta di premio che comincia ad avere presso i consumatori un suo significato.
C'è sicuramente una parte di mercato che è interessata a parità di prodotto e magari anche con una piccola aggiunta sul prezzo, a prediligere le imprese che hanno questa amicizia.
E' una cosa che si è sviluppata e si sta sviluppando in tutto il mondo e può essere utilizzata agevolmente anche in Italia.
Mi permetto, Presidente, con l'occasione di ricordare che noi avremmo anche delle quote obbligatorie per quanto riguarda il lavoro da assegnare alle cooperative di tipo B, parlo dell'Asur e delle nostre aziende, percentuale che non sempre viene rispettata, non dico la percentuale delle assunzioni perché riguardo alle assunzioni, argomento ovviamente molto caro al sindacato ed a tutti noi, lì la quota è regolarmente o quasi regolarmente rispettata, perché se quella non c'è, c'è il pagamento di un indennizzo.
Il lavoro delle cooperative di tipo B significa fare entrare nel mondo del lavoro una tipologia di persone con disabilità che difficilmente troverebbero lavoro come dipendenti diretti di aziende. Penso soprattutto all'immenso campo, sempre più largo, purtroppo, delle malattie psichiatriche o di quelle che non sono più neanche qualificabili, penso all'autismo e ad altre forme di questo genere e a tutto quello che riguarda lo spettro autistico.
La nostra richiesta come legge era quella, non a caso fu votata all'unanimità dal Consiglio regionale, mi sono permesso di richiamarla, apprezzo l'onestà della risposta a fronte della quale dico che è solo un problema di natura organizzativa. Capisco il gravame degli uffici, li conosco bene, ci ho lavorato insieme per tre anni in maniera estremamente proficua, però ritengo che un piccolo sforzo possa essere fatto.
Se serve, come ho fatto per altre due interrogazioni con cui sollecitavo precedenti leggi, questa è la terza, Presidente, quindi ho finito, mi metto a disposizione per coadiuvare l'Assessorato, gli uffici che volessero in qualche maniera mettere mano a questa esecuzione. Grazie.

Mozione n. 61
ad iniziativa del Consigliere Celani
"Per la difesa della nostra cultura e delle nostre tradizioni cristiane 'Un Presepe in ogni Comune'"
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 61 del Consigliere Celani che ha la parola per illustrarla.

Piero CELANI. Grazie. cambiamo argomento, entriamo in clima natalizio, speriamo di fare tutti i buoni. Assessore Sciapichetti, guardo lei perchè mi è di fronte.
Prima di presentare questa mozione ci ho pensato abbastanza perché non volevo e non voglio assolutamente che sia motivo di strumentalizzazione politica e vorrei che non lo fosse nemmeno il dibattito, nel senso che credo che sia qualcosa che sotto sotto ciascuno di noi condivide o per lo meno la maggioranza dei Consiglieri che sono in Aula, poi magari per questioni prettamente ideologiche o politiche oppure di appartenenza di schieramenti può diventare oggetto di scontro.
Questa mozione credo che non debba essere un atto meramente ed esclusivamente politico, non lo voglio in nessun modo, voglio che sia un atto simbolico per una collettività, come la nostra, che non vuole rinunciare, non vuole abbandonare quei valori su cui si è formata, tutto qui. Questo è il senso della mozione.
Non voglio strumentalizzare nulla, non voglio mettere gli uni contro gli altri, non voglio nemmeno che si rappresenti in quest'Aula uno scontro fra civiltà, uno scontro tra differenze culturali e nemmeno tra valori fondamentali della nostra civiltà cristiana.
Credo che in questa mozione l'islam abbia poco a che vedere, non dico che non c'entra nulla, però non è questo il problema del momento.
Questo dibattito sull'integrazione degli immigrati lo stiamo vivendo, sia in Italia che in Europa, in condizioni anche drammatiche per effetto di questa destabilizzazione politica che c'è nel Mediterraneo, in modo particolare in Siria, Libia ed Egitto e proprio in questa discussione si sono inseriti ahimè alcuni soggetti che in nome di un laicismo, che potrei definire sfrenato, vogliono annacquare, se non addirittura annullare, quelli che sono stati fino adesso i valori fondanti della nostra civiltà.
Tutto qui, non c'è uno scontro tra civiltà, non è uno scontro tra ideologie, non è uno scontro tra religioni. Questo è quello che la mozione vuole rappresentare.
Voglio farvi alcune domande, voglio farvi fare alcune riflessioni su questo aspetto e dico, ad esempio, che il presepe e con esso il Natale è sempre stato per noi un messaggio di pace per cui non vedo perché dobbiamo arrabbiarci in questo senso. E' vero o no che il presepe e con esso il Natale è sempre stato un messaggio di rispetto della persona e soprattutto dei bambini? E' vero, quindi non vedo quale offesa possiamo portare al prossimo. E' vero che il Natale non è stato mai un simbolo di discordia? Possiamo affermarlo, non lo è stato mai e con esso la simbologia del Natale che è il presepe. E' vero o no che per l'occidente il Natale ha rappresentato sempre il simbolo dell'unità, in primis dell'unità della famiglia? E' anche vero che per l'Europa il Natale ha rappresentato per più di mille anni le nostre radici cristiane?
Allora mi chiedo e chiedo a quest'Aula: perché noi oggi dobbiamo tenere in ostaggio il nostro Natale? Questo è il vero problema. Perché non lo possiamo mostrare? Non lo possiamo mostrare con i propri simboli. Perché dobbiamo tenerlo in ostaggio nascondendo le nostre simbologie religiose dato che non contrastano in alcun modo con la diversa concezione della laicità e non precludono il riconoscimento del valore del fenomeno religioso nella sfera pubblica? Anche questo, l'esposizione nella sfera pubblica non porta oltraggio a nessuno, assolutamente, e credo che non costituisca elemento di offesa nei confronti di appartenenti ad altre confessioni religiose.
Questi sono i motivi per cui penso che questa mozione non debba essere vista esclusivamente da un punto prettamente politico, ma la riaffermazione di alcuni valori che ciascuno di noi ha, in un modo più o meno forte, in un modo più o meno radicato. Vuole essere anche un momento di aggregazione. Prendo nota con soddisfazione che un presepe pur minimale, ma quello che conta, è il simbolo non conta la grandezza, è stato allestito nel Palazzo sede dei gruppi consiliari, un titolo di merito, se è stato il Presidente Mastrovincenzo io lo ringrazio, gliene rendiamo merito perché è un simbolo molto bello, entrare e vedere all'ingresso l'albero di Natale ed il presepe è una cosa molto simpatica.
Questo era il senso, era l'invito al Presidente della Giunta, non ho messo il Presidente del Consiglio, però …, allestire in un luogo istituzionale un presepe e coinvolgere i Consiglieri.
So che questa mattina c'è stato un dibattito alla Conferenza dei capigruppo su questa mozione che si voleva trasformare in una risoluzione che ho anche letto. Gradirei anche se, in seguito al dibattito che avete fatto, volessimo aggiustare, perché i tempi sono diversi, non c'è sincronicità tra quando uno presenta la mozione e quando gli atti si discutono, toglierei qualcosa, non ci sono problemi da questo punto di vista, perché ripeto non c'è sincronicità. Prendiamo atto del presepe che è stato fatto che riguarda la prima parte dell'invito al Presidente della Giunta ed al Presidente del Consiglio, i Consiglieri in qualche modo sono stati coinvolti ed hanno partecipato, se poi vogliamo togliere tutto il resto ne possiamo discutere due minuti per poi andare avanti. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Presidente, senza entrare nel merito della mozione, intervengo sull'ordine dei lavori, intanto scusandomi con il Consigliere Celani perché presi dal dibattito di prima non ho avuto il tempo materiale, prima dell'avvio di questo dibattito, di rappresentargli quello che ho proposto alla Conferenza dei capigruppo.
Ci sarebbe la possibilità di una risoluzione, se lui è d'accordo, anzi saremmo contenti che potesse essere il primo firmatario, però per non arrestare troppo i lavori, proporrei di andare al prossimo punto all'ordine del giorno, interrompendo questo dibattito così lui se è d'accordo, può vedere e per l'economia dei lavori andiamo avanti.

PRESIDENTE. Se non ci sono contrari alla proposta del Consigliere Busilacchi proseguiamo e poi ritorniamo alla votazione.

Mozione n. 37
ad iniziativa del Presidente Ceriscioli
"Risoluzione ONU pro moratoria pena capitale"
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 37 del Presidente Ceriscioli che ha la parola per illustrarla.

Luca CERISCIOLI. E' un ordine del giorno che mi è caro perché in passato l'ho già approvato quando ero Sindaco della mia città. E' una iniziativa di “Nessuno tocchi Caino” rivolta ai Comuni, alle Province, alle Regioni ed alle istituzioni.
Avendolo fatto in quella sede mi sembrava coerente ed opportuno farlo anche in questa, ritenendo che l'abolizione sul nostro pianeta della pena capitale sia un segno importante di rispetto e di valore che ognuno di noi dà all'uomo ed alla vita umana.
Potrebbe essere anche un modo, ogni tanto, per uscire dalle questioni che ogni giorno ci affliggono ed affrontare una questione di carattere etico-universale che ci può vedere tutti concordi nell'affermare che un aspetto che il nostro Paese ha conquistato da anni possa diventare patrimonio di tutti quanti.

Mozione n. 37. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. Il Consigliere Celani è pronto rispetto alla mozione n. 61? (...) Allora andiamo avanti.

Mozione n. 38
ad iniziativa dei Consiglieri Zaffiri, Zura Puntaroni, Malaigia
"Concorso dirigenti Assemblea legislativa delle Marche"
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 38 dei Consiglieri Zaffiri, Zura Puntaroni, Malaigia.
Ha la parola, per l'illustrazione, il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Questa è, per quanto ci riguarda, una discussione ancora aperta, nonostante abbiamo visto e letto quanto scrive la Corte dei Conti della regione Marche.
Secondo noi questo concorso non è trasparente, ci sono delle ombre nonostante, ripeto, quanto ho già letto e quanto è stato scritto.
Perché secondo noi ci sono delle ombre? Dal Ministero ci dicono che - noi abbiamo percorso un'altra strada, quella del Ministero - per quanto riguarda questa assunzione si può intervenire soltanto con il 20% del budget delle persone che sono uscite negli anni precedenti. Le ombre sono queste. Io non conosco il budget delle persone che sono uscite, le persone che mancano in questa amministrazione regionale dagli anni 2012/2013. Questo è l'aspetto! Se manca questo dato, perlomeno non l'avrò visto, non sarò stato bravo a trovare le carte, carte che non sono state fornite, sono state date una serie di leggi e di interpretazioni ed il Ministero interpellato di nuovo questa mattina ha detto: “il 20%”. C'è anche l'ultima circolare, la n. 190, che dice che per il 2015/2016 si possono assumere soltanto dalle graduatorie. Non rientra il concorso che state predisponendo, mi sembra che avete cambiato la Commissione, non so se è vera questa notizia, perchè mettete tutti e 13 i concorrenti dentro …, ma a noi questo non interessa, a noi interessa capire se il budget del 20% degli anni 2012/2013 consente di poter assumere queste persone. Questa è la discussione.
Ecco perché noi sosteniamo e ci sembra che ci sia poca trasparenza su questi concorsi e credo che l'autorevole giudizio della Corte dei Conti delle Marche sia giusto, ma leggendo quanto è scritto nella relazione per l'approvazione del bilancio, anche lì ci sono delle scritture, delle parole, che lasciano delle ombre perché dicono che quest'Aula, per esempio, ha approvato delle leggi senza aver verificato se c'era la copertura di spesa, così abbiamo letto nella relazione.
Su questa cosa non è tutto chiaro, su questo concorso ci sembra che ci siano delle ombre, a meno che non venga fornito un documento in cui si dice che sono uscite tante persone, 500.000 euro in meno, possiamo assumere il 20%, 2 x 5 = 10. 100.000 euro, il ragionamento è semplice perché le disposizioni prevedono questo.
Questa è l'ombra che noi ancora vediamo, è l'ombra sulla quale ancora insistiamo per quanto riguarda questo concorso, poi ci si è aggiunta anche un'altra cosa di cui parleranno i Consiglieri del Movimento 5 Stelle che porta ulteriori ombre su questa cosa.
Presidente, noi le chiediamo trasparenza, sulla quale ha fatto la sua campagna elettorale. Insistiamo con queste affermazioni affinché tutto sia legittimo e domani mattina non venga fuori un ricorso al Tar, non venga fuori un ricorso alla Corte dei Conti, non a quella delle Marche, ma magari a quella di Roma, per capirci, in modo tale che questo ente, questa Regione, non subisca dei ricorsi e tutto proceda nel miglior modo possibile.
Ecco perché altre volte abbiamo scritto: “Attenzione, Presidente, riflettiamo su questo concorso”. Qui non ci sono persone o Consiglieri che sono contro le assunzioni, per carità, se c'è la possibilità di poter stabilizzare o mettere a punto delle assunzioni io sono il primo, però tutto deve avvenire nella massima trasparenza. Le chiediamo questo e credo che sia una cosa legittima, senza nessuna forzatura, perché le forzature danno fastidio. Non vogliamo neanche delle interpretazioni, probabilmente, in qualche circostanza, forzate, vogliamo che ci sia tutta la documentazione giusta, chiara e che tutti possano capire, compreso il sottoscritto che qualche volta è un po' “testa dura” perché vuole approfondire gli argomenti e, come lei ha visto, quando li approfondiamo abbiamo ragione, non vendiamo cose non esatte, compresa quella che abbiamo scoperto ieri, è una cosetta un po' divertente, la metto sotto questo aspetto.
Attenzione su questo concorso, non sbagliamo perché sbaglia l'ente Regione di cui anche la minoranza in questo contesto, secondo me, ne fa parte.
Affrettare i tempi e non valutandoli bene credo che possa essere un errore che non si deve fare, che ci sia la massima trasparenza e non il protagonismo di qualcuno che potrebbe accelerare o spingere questo concorso.
Credo che esistano e devono esistere le condizioni per valutarlo con molta attenzione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Ad integrazione di quello che ha detto il Consigliere Zaffiri, noi abbiamo presentato tre emendamenti per completare un po' il discorso ed aggiornarlo.
I due concorsi indetti presentano alcuni aspetti che vorremmo chiarire, perciò con questi emendamenti chiediamo l'annullamento delle procedure concorsuali indette per la copertura dei 3 posti di dirigente dei servizi assembleari e dei 13 posti di dirigente presso la Giunta regionale, perché si rischia di favorire quei dipendenti regionali che ad oggi hanno un incarico a tempo determinato.
Incarichi questi che la Corte dei Conti nel giudizio di parifica del rendiconto della Regione sia per l'anno 2013 che per l'anno 2014, ha ribadito essere stati conferiti in violazione dell'articolo 19, comma 6 e 6 ter, del decreto legislativo n. 165 del 2001. E' tutto riportato a pagina 460 e seguenti all'interno del rendiconto, “Tale norma” prosegue la Corte “prevede che il conferimento degli incarichi dirigenziali a favore di personale non in possesso della relativa qualifica possa avvenire entro ristretti limiti percentuali della dotazione organica” ovvero entro il limite del 10% “ed esclusivamente in favore di soggetti con specifiche competenze professionali” invece nel 2014 il limite percentuale dell'Assemblea legislativa e della Giunta era superiore.
Inoltre la Corte dei Conti a pagina 464 del giudizio di parifica afferma: “Tale interpretazione risulta, inoltre, in linea con la più recente giurisprudenza, anche costituzionale che, nell'obiettivo di rafforzare il principio di distinzione tra funzioni di indirizzo e di controllo (spettanti agli organi di governo) e le funzioni di gestione amministrativa (spettanti alla dirigenza) ha espresso un orientamento restrittivo nei confronti della cosiddetta dirigenza fiduciaria, privilegiando, per l'accesso alla dirigenza, il ricorso a procedure selettive pubbliche e per il conferimento dei relativi incarichi la dirigenza di ruolo.
Nel suddetto giudizio di parifica viene anche segnalato come la giurisprudenza amministrativa abbia ritenute illegittime le reiterate proroghe di contratti a lavoro a termine, disposte da una amministrazione pubblica in favore dei propri funzionari, unitamente all'attribuzione del trattamento economico dei dirigenti, in quanto in contrasto con i presupposti di straordinarietà e temporaneità che possono giustificare il ricorso all'istituto della reggenza.
In buona sostanza si vuole sistemare con questo concorso una dirigenza precaria da ben 9 anni che rischia di essere definita come una dirigenza fiduciaria. A tale riguardo non va dimenticato quanto più volte affermato dalla Corte Costituzionale nelle sue pronunce rilevando il principio secondo cui uno stretto legame fiduciario con il potere politico non consente ai dirigenti di svolgere in modo autonomo ed imparziale la propria attività gestoria.
Infine il bando per la copertura di suddetti posti dirigenziali, relativamente alla valutazione dei titoli, prevede: per i soggetti che hanno maturato una esperienza dirigenziale negli ultimi 10 anni con rapporto di lavoro subordinato a tempo determinato presso la Regione Marche, l'attribuzione di un punteggio pari a 4 volte quello previsto per il personale regionale di categoria D (2 punti per anno), rispetto allo 0,5 riconosciuto agli altri dipendenti.
Considerando questi aspetti, ritengo opportuno anche politicamente, per dare un segnale di indipendenza, procedere all'annullamento dei concorsi ed indire nuove procedure concorsuali nel rispetto di quanto previsto dall'articolo 17 della legge 124 del 2005, la legge Madia, che prevede, ad esempio, lo svolgimento dei concorsi con l'applicazione di criteri di valutazione uniformi, la predisposizione di strumenti volti a garantire la segretezza dei titoli di esame, fino allo svolgimento delle relative prove.
Gli emendamenti toccano questi punti. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Minardi.

Renato Claudio MINARDI. Grazie Presidente. L'emendamento che è stato presentato dai Consiglieri del Movimento 5 Stelle insieme al Consigliere Zaffiri introduce argomenti nuovi perché la mozione che era stata presentata affrontava il tema dei concorsi indetti dal Consiglio, mentre con l'emendamento che è stato presentato si introduce anche il tema del concorso che è stato presentato ed è in itinere in Giunta.
Detto questo, abbiamo deciso, come Ufficio di Presidenza, di mandare avanti il concorso per i tre dirigenti che era stato bandito facendo leva sulla dotazione organica, e quindi sulle risorse 2012/2013. La normativa intercorsa a seguito di una serie di chiarimenti e di approfondimenti che sono stati forniti per altro a tutti i Consiglieri in sede di discussione delle interrogazioni, ha fugato ogni dubbio. A seguito di questo è stato richiesto un parere alla Corte dei Conti che si è espressa in modo chiaro.
Credo che l'Amministrazione non avesse altre scelte rispetto al fatto di mandare avanti concorsi pubblici, sottolineo pubblici, perché quando si parla di stabilizzazione del precariato si parla di concorsi pubblici che servono a dare stabilità all'organizzazione e alla gestione della struttura. Mi riferisco in particolare a quella del Consiglio sulla quale non ci sono pendenze e, quindi, ricorsi. Su questo credo che dobbiamo essere molto chiari.
Dopo di che c'è un altro tema, la norma prevede che a seguito dell'insediamento del Consiglio regionale il Presidente nomini, sentito l'Ufficio di Presidenza, il Segretario direttore generale che entro 3 mesi deve nominare e prorogare i dirigenti facendo una proposta all'Ufficio di Presidenza.
Tutti sappiamo che le proroghe dei dirigenti non sono legittime, ecco perché l'Ufficio di Presidenza non ha avuto dubbi e tentennamenti nel momento in cui si è deciso di nominare la Commissione e di procedere ad attivare le procedure concorsuali che sono in itinere. Dalle notizie che ho sembra che uno dei tre dirigenti del Consiglio non abbia partecipato alle procedure concorsuali. Credo che questo serva a fugare ogni dubbio relativamente al tema della trasparenza.
Ho sentito frasi che considero anche un po' offensive, è stato detto: “è un concorso non trasparente con delle ombre”, il concorso è pubblico, ed è stata nominata una Commissione in cui ci sono docenti universitari e, mi pare, un direttore generale che proviene da un'altra Regione, tutto nella massima trasparenza.
Non ci sono ricorsi al Tar, non ci sono interpretazioni forzate. Se si esprime la Corte dei Conti credo non possa dare delle interpretazioni perché gliele chiede il Vicepresidente Minardi, piuttosto che il Presidente Mastrovincenzo, piuttosto che il Segretario direttore generale dott.ssa Paola Santoncini. La Corte dei Conti risponde alla propria autonomia essendo uno dei poteri dello Stato, che è quello giudiziario.
Ritengo che su questa vicenda si siano dette fin troppe cose e che si debba andare avanti velocemente per chiuderla ed anche per dare la possibilità alla struttura di avere la stabilizzazione del proprio personale dirigente, perché noi, oltre al Segretario direttore generale, abbiamo in Consiglio 3 dirigenti per i quali abbiamo fatto atto di proroga fino al 31 marzo 2016 ed entro questa data contiamo di avere i vincitori del concorso che si assumeranno in ruolo.
Non avremmo potuto continuare a lavorare dando reiterate proroghe, come viene scritto anche nell'emendamento, di proroga ne è stata data una, sapendo che è molto border line, consapevoli che tiene conto della procedura di concorso che va avanti, per cui i tempi sono sostanzialmente ristretti e hanno un limite temporale certo, altrimenti quello che viene scritto nell'emendamento sarebbe giusto e cioè che le reiterate proroghe sarebbero illegittime. Qui è stata data una proroga a fronte di un concorso che sta andando avanti e quando i dirigenti che hanno avuto la proroga cesseranno il tempo di prorogatio, ci saranno i vincitori del concorso che, buon per loro, avranno la nomina in servizio a tempo indeterminato. Questo non dipende dall'Ufficio di Presidenza, né dall'Aula, ma soltanto dai concorrenti e dalla Commissione che dovrà giudicarli.
Credo di non dover aggiungere altre cose, se non che il parere della Corte dei Conti è sostanzialmente chiaro ed è stato chiesto dietro richieste formali fatte dal capogruppo del Movimento 5 Stelle e dietro sollecitazioni che sono arrivate da altri componenti, soprattutto della minoranza. La Corte dei Conti dice: “N consegue che l'impiego del budget assunzionale relativo al 2014 ed agli esercizi precedenti non resta assoggettato ad alcun vincolo di destinazione”, ovvero la norma che è entrata in vigore, la legge Madia, non va ad incidere sulle riserve del personale delle Province e quindi sul plafond che è stato considerato negli anni 2012 e 2013.
Su questo la Corte dei Conti è stata chiara e su questo ci sentiamo sinceramente molto tranquilli.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Malaigia.

Marzia MALAIGIA. Grazie Presidente, scusate la mia deformazione professionale, ma vorrei correggere che non tutto l'Ufficio di Presidenza si era espresso favorevolmente a dar seguito alle procedure concorsuali, tutto qui.

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie Presidente. Non pensavo di intervenire perché inizialmente la mozione era rivolta al Presidente del Consiglio regionale e quindi non eravamo legittimati passivamente, adesso lo siamo perché attraverso gli emendamenti la questione viene spostata anche sui concorsi che riguardano la Giunta regionale, quindi intervengo volentieri, anche come atto di rispetto nei confronti del Consiglio regionale.
Una premessa, Consigliere Zaffiri, è triste il destino degli uomini che temono le ombre, io credo invece che sia compito di ciascuno di noi attraversarle, se ci riusciamo, oppure sconfiggerle e per far questo ci vogliono i fatti.
Sotto il profilo giuridico, le ombre, anche su questo, anche per il rapporto di stima che penso mi leghi a lei, Consigliere Zaffiri, voglio ancora una volta aiutarla in questo percorso per superare la paura e lo faccio volentieri.
Consigliere Zaffiri, le ricordo questo: il Presidente del Consiglio regionale ha provocato, secondo me, in modo opportuno ed anche come atto di rispetto nei confronti dei dubbi da voi posti, un parere della Corte dei Conti, essendone pienamente legittimato nel suo ruolo di vertice, e la Corte dei Conti ha risposto in modo chiarissimo.
La Corte dei Conti, Consigliere Fabbri, non si può evocare a piacimento, ma bisogna evocarla sempre, le parole da lei dette di presunto richiamo della Corte dei Conti nel giudizio di parificazione, sono considerazioni che ci convincono ancora di più della necessità di indire i concorsi.
Cosa ci dice la Corte dei Conti? Bene, non dovete “abusare” di incarichi fiduciari, ma i dirigenti devono essere di ruolo ed è quello che noi facciamo, l'indizione del concorso va in questa direzione, questo è un fatto!
Non potrebbe essere altrimenti in una Regione, parlo per la Giunta regionale, che è notoriamente sotto organico per quanto riguarda le posizioni dirigenziali, basta vedere i numeri.
La Corte dei Conti nel suo richiamo ci dice che stiamo facendo bene sotto il profilo della “necessità sostanziale”. I dubbi formali vengono lo stesso, le sue paure, Consigliere Zaffiri, diciamo, giustiziate da questo parere della Corte dei Conti che dice che l'espletamento di questi concorsi è perfettamente legittimo sotto la duplice eccezione che si ritiene superata dell'articolo 1, comma 424 della legge 190 del 2014, la legge di stabilità dell'anno scorso, per essere chiari, e dell'articolo 17, comma 1, della legge n. 124 del 7 agosto 2015 che, se non sbaglio, è la legge delega meglio conosciuta come riforma del Ministro Madia.
Consigliere Fabbri, una volta per tutte è evidente che le norme contenute nella legge delega vincolano esclusivamente il Governo nell'emanazione dei decreti delegati di attuazione della legge delega, non sono di immediata applicazione, questo è evidente, non lo dice l'Assessore Cesetti, lo dice la Corte dei Conti che in disparte, con una bella parola tra l'altro, ha posto la considerazione che i principi contenuti nella legge delega vincolano esclusivamente il contenuto dei decreti legislativi. Lo dice la Corte dei Conti, è evidente che l'articolo 17 non interferisce in alcun modo con l'utilizzo della capacità …, non c'è alcun vincolo di destinazione. Questo è il dato di fatto per dipanare eventuali dubbi o dissolvere paure che mi preoccupavano perché io tengo molto al Consigliere Zaffiri, mi spiacerebbe vederlo soffrire, lo voglio vedere sereno e aitante.
Oltre a questo è stato fatto di più, perché già in precedenza, se non sbaglio, o in concomitanza, l'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale aveva chiesto un parere pro veritate all'avv. Luchetti che si è concluso positivamente e la Giunta regionale ha richiesto un parere legale pro veritate al prof. Vito Iorio, docente di diritto costituzionale pubblico dell'Università degli studi di Salerno, il quale ha concluso positivamente per la piena legittimità dell'indizione di questi concorsi, coerentemente con il parere della Corte dei Conti che, tra l'altro, basta leggerlo, con un po' di sforzo, richiama la sezione nazionale delle autonomie, quindi diciamo emette un parere su precedenti conformi di organi anche superiori.
Questo è, la Giunta regionale, e concludo, fatti propri tutti questi pareri e soprattutto l'autorevole parere della Corte dei Conti ha deciso con provvedimento di Giunta del 15 dicembre 2015 di nominare la Commissione esaminatrice per questo concorso pubblico. Ha nominato una commissione dove ci sono personalità di alto profilo, esperte, docenti universitari, magistrati, dirigenti, tutti di fuori regione, anche sotto il profilo della rappresentazione di assoluta garanzia di imparzialità.
Questo noi abbiamo fatto, i concorsi si faranno nonostante le paure, però mi permetto soltanto di fare una considerazione e poi taccio: non ritengo giusto e credo che mini l'autorevolezza di questo Consiglio regionale, di questa Assemblea elettiva, evocare dubbi. Non lo ritengo giusto per tutti coloro che parteciperanno ai concorsi. Penso che i nostri dirigenti a tempo abbiano tutto il diritto di partecipare a questo concorso ed hanno il diritto che su di loro e su una loro eventuale vittoria non vengano gettati preventivi dubbi.
Questo non lo ritengo giusto perché credo che le procedure che noi abbiamo attuato siano garanti di imparzialità e di indipendenza della Commissione e tutti hanno l'interesse a che questi concorsi vengano, e non potrebbe essere diversamente, fatti con assoluta imparzialità. Non ci può essere minimamente addebitato che si fanno dei concorsi per stabilizzare, ma di cosa stiamo parlando?
Tra l'altro, questo concorso non l'abbiamo neanche indetto noi, noi vogliamo soltanto farlo perché la Regione Marche ha la necessità, per le considerazioni richiamate prima dal Consigliere Fabbri, richiamando il giudizio di parificazione della Corte dei Conti, di dotarsi di personale dirigenziale per poter assolvere ai suoi compiti istituzionali nell'interesse della comunità regionale.
Questo noi dobbiamo fare, questo noi faremo come sempre, con imparzialità e indipendenza nel più assoluto rispetto della legge.
Credo che in questo si debba distinguere una classe dirigente che non può essere sempre schiacciata dai soliti sospetti che fanno un po' di demagogia, ma sappiamo bene che così non è.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zura Puntaroni.

Luigi ZURA PUNTARONI. Quando l'Assessore Cesetti ci provoca, devo rispondere: guardi Assessore Cesetti se invertiamo i ruoli, se noi fossino stati là, se io fossi stato al suo posto, a parte che mi sarei blindato con procedure estremamente trasparenti per cui se lei fosse stato da quest'altra parte difficilmente mi avrebbe attaccato, avrei messo in atto procedure estremamente trasparenti ed inattaccabili, mi sarei visto massacrato, quindi noi siamo opposizione, l'ombra la lasci stare perché io parto dal concetto che la via è buia, come diceva Dante e la devo illuminare con le mozioni e con le interrogazioni. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per replica, il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. I soliti sospetti, caro Assessore Cesetti, senza caro, credo che non ci siano perché anche ieri ne ho trovata una, avete speso …, perché voi siete il Partito Democratico italiano che governavate prima e governate oggi, questo ve lo dovete mettere nella testa, siete la continuità. Punto. Una volta chiarito questo passiamo ai sospetti.
E' indetto da noi? Si è stato indetto da voi perché lo ha indetto il Partito Democratico che dava i voti al Presidente che si chiamava Spacca.
La verità è questa! Non c'è un'altra cosa! Questa è la verità! Che film ha visto? Io non parlo della direttiva 190, dico che il personale fino al 2013 poteva essere sostituito con il 20% di quelli che se ne sono andati. Questo è anche un accordo sindacale, tanti ne uscivano e ne rientravano il 20%. Questo noi chiediamo, Assessore.
Io ho fatto un conto a braccio, sono usciti 3 dirigenti, 100.000 euro l'uno o forse con gli oneri indiretti costano anche di più, 400.000 euro, ci dovevano essere 1.800.000 euro di lavoratori che sono usciti, questo ho chiesto, non un film che ha visto lei, il film è questo e non c'entra niente con la direttiva 190.
Nel 2013 esce un certo numero di persone che costa X soldi, perché il costo del personale costa X, e può essere sostituito con il 20%. Le altre cose che ha scritto la Corte dei Conti le ho lette anch'io, non sono scemo, le ho lette e non parlano di queste cose, ma di altre cose, delibere, non parla di costi. Quando parlavo di ombre e di poca trasparenza mi riferivo a questo.
Credevo che lei, Assessore competente, sarebbe venuto qui a dire: il personale che è uscito ci costava 2 milioni, possiamo assumere per il 20%, non è venuto con questo ragionamento, è lei quello in fuori gioco. Ha capito che lei è fuori gioco? Come no? Lei ha visto un film che non è quello di cui io parlo, io ho chiesto: possiamo assumere il 20% del personale perché se ne è uscito 100, noi possiamo assumere. Presidente, questi sono gli accordi.
Se la cosa risponde a questo va bene, se la cosa non risponde a questo lo vedremo in un'altra sede, Mica è questa per forza la sede. Ci avete abituato a percorrere altre strade, io voglio percorrere le strade della politica, e questa è l'Aula. Noi vi abbiamo chiesto insieme al Movimento 5 Stelle di riflettere.
Riflettere vuol dire, a casa Zaffiri e credo anche a casa Fabbri, venire qui e portarci dei documenti che noi non conosciamo, non li abbiamo trovati, che dimostrino che è possibile fare queste assunzioni. Questo le stiamo chiedendo, ecco la trasparenza che il Presidente ha promesso sette mesi fa in giro per le Marche.
Questo le chiediamo, non quello che lei ed il Vicepresidente, in un modo molto esaudiente, molto formale, ci avete spiegato. Non abbiamo chiesto questo, non abbiamo chiesto la risposta della Corte dei Conti perché ce l'abbiamo, vi abbiamo chiesto dei numeri, visto che ci sono dirigenti preposti a questo, ed io non voglio approvare una legge per la quale non è prevista copertura, come è stato scritto dalla Corte dei Conti, io voglio approvare una cosa che sia possibile.
Credo che anche i colleghi della maggioranza vogliano approvare una cosa di questo genere.
Non è possibile che qui ci siano i marziani che chiedono delle cose e un film che non è visto da qualcuno. Le chiediamo solo questo, se non vengono fuori questi numeri è chiaro che l'opinione mia e credo anche di qualche altro Consigliere sia questa: poca trasparenza e molte ombre.

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Lei non può pretendere che noi veniamo qui a dirvi quel che volete sentirvi dire. Non è così.
Quello che lei dice non è scritto nella mozione, ma è evidente che i concorsi quando sono stati indetti rispettavano le capacità assunzionali, le possibilità assunzionali, rispettavano tutti i parametri, altrimenti è di tutta evidenza che la Corte dei Conti non avrebbe dato quel parere e, ripeto, voi dovete sapere una cosa: quando è stato richiesto quel parere il Presidente del Consiglio regionale lo ha chiesto sulla base delle eccezioni e delle obiezioni da voi poste. Più di questo? Non è stato chiesto un parere e basta, ma un parere sulla base delle vostre osservazioni.
Dal mio punto di vista, dovreste ringraziare il Presidente del Consiglio regionale, per “la dignità” che ha dato alle vostre osservazioni. C'è questo parere che tiene conto delle osservazioni che lei dice, ci sono due pareri legali, ma di cosa stiamo parlando? Non possiamo mica venire qui a dirvi quello che volete sentirvi dire, questo non sarebbe legittimo!
Noi non possiamo e non vogliamo ritardare un concorso per quelle ragioni che evocava il Consigliere Fabbri, i richiami del giudizio di parificazione, perché io non voglio andare un altro anno, come Assessore al bilancio ed al personale, dinnanzi alla Corte dei Conti nel giudizio di parificazione e farmi fare le medesime osservazioni e a farmi dire che a distanza di un anno noi non abbiamo fatto nulla. Non è così, perché noi, caro Consigliere Zaffiri, lo dico una volta per tutte, non siamo prigionieri del nostro passato, come non siamo prigionieri delle ombre, noi siamo proiettati in un futuro molto radioso.
Pensiamo di aver veramente chiarito ogni aspetto di questa vicenda. Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Emendamento 38/1 a firma dei Consiglieri Fabbri, Zaffiri, Bisonni, Giorgini, Maggi. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 38/2 a firma dei Consiglieri Fabbri, Zaffiri, Bisonni, Giorgini, Maggi, Pergolesi. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 38/3 a firma dei Consiglieri Fabbri, Zaffiri, Bisonni, Giorgini, Maggi. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Mozione n. 38. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Mozione n. 61
ad iniziativa del Consigliere Celani
"Per la difesa della nostra cultura e delle nostre tradizioni cristiane 'Un Presepe in ogni Comune'"

PRESIDENTE. Ora lascio la parola al Consigliere Celani rispetto alla mozione n. 61 che prima avevamo lasciato in sospeso.

Piero CELANI. Ho sentito che c'era stata durante la Conferenza dei Presidenti dei Gruppi una riflessione sulla mozione nell'eventualità che potesse essere trasformata in una risoluzione in modo tale da poter coinvolgere tutto il Consiglio regionale. La condivido perché ritengo che questa mozione non debba essere motivo di dibattito strumentale.
Parliamo del tema del Natale che dovrebbe unire con tutta la sua simbologia, con tutti i valori ed i simboli che si porta dietro, per cui ritengo che questa risoluzione, così come è stata elaborata, possa essere condivisa da tutti.
Al di là della parte delle premesse, mi piace leggervi l'impegno per la Giunta regionale che il consesso prende ed è quello di voler intraprendere in occasione delle principali festività cristiane iniziative di valorizzazione e divulgazione delle nostre tradizioni religiose da condividere con le comunità di religioni diverse che risiedono nella regione.
Credo che sia un messaggio simbolico molto forte di questa comunità che non rinuncia ai propri valori, ma al tempo stesso li vuole condividere con gli altri in un rispetto reciproco.
Mi sembra che la risoluzione scritta in questo modo possa andare bene, per me è positiva, quindi la rivolgo all'attenzione dei Consiglieri. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Solo per ringraziare il Consigliere Celani che ha sollevato l'argomento.
Tutti noi abbiamo sottoscritto questa risoluzione che, in mezzo a tante cose dette, non sarà quella che farà storia per questo Consiglio regionale, però visto che la stiamo votando e ormai nessuno torna indietro, lo dico con grande soddisfazione, penso che saremo l'unica istituzione pubblica che interviene per la divulgazione delle nostre tradizioni religiose, cosa che, laicamente intesa, non è uno dei compiti istituzionali della Regione, ma da cattolico talebano lo sottolineo con grande piacere, quindi abbiamo ottenuto un risultato ben oltre ogni aspettativa da questa maggioranza.
Mi permetto anche di sottolineare il fatto che, per esempio, riguardo a queste tradizioni c'è stata una bella manifestazione, non eravamo tantissimi, con il Cardinale ma anche con la Presidenza del Consiglio, nella quale abbiamo avuto i rappresentanti delle varie religioni, quindi questa capacità, che non chiamerei pomposamente dialogo interreligioso, di presentarci in maniera abbastanza serena e di interloquire fra noi, anche alla presenza del Frate Mago e dell'islamica che stava giù in platea, è stata una cosa abbastanza simpatica.
Pur mantenendo, e chiudo, ben distinto il termine del valore testimoniato rispetto ad una bandiera ideologica, voto convintamente la risoluzione, avrei votato, seppur emendata, anche la mozione del Consigliere Celani perché non diventa e non è una bandiera ideologica. Lo dico da uomo di fede, credo che mai e poi mai qualsiasi fede debba diventare una bandiera ideologica ed invece di essere motivo di unione possa diventare motivo di divisione. Al collo ognuno porti quello che vuole, il presepe, il rosario, la croce, ma non deve essere un motivo di divisione.

Proposta di risoluzione a firma dei Consiglieri Celani, Busilacchi, Volpini, Marconi, Giancarli, Zura Puntaroni, Leonardi. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Mozione n. 66
ad iniziativa del Consigliere Fabbri
"Sospensione referendum concernente la fusione per incorporazione del Comune di Mombaroccio nel Comune di Pesaro e del Comune di Tavoleto nel Comune di Urbino"

Interrogazione n. 94
ad iniziativa del Consigliere Fabbri
"Sospensione referendum concernente la fusione per incorporazione del Comune di Mombaroccio nel Comune di Pesaro e del Comune di Tavoleto nel Comune di Urbino"

(abbinate)
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 66 e l'interrogazione n. 94, abbinate, entrambe del Consigliere Fabbri che ha la parola per l'illustrazione.

Piergiorgio FABBRI. Parliamo di un tema che ci ha visto discutere quando abbiamo presentato questa famigerata legge regionale n. 25 e che riallacciamo perché il Tar nel frattempo si è espresso.
L'applicazione della legge regionale n. 25 del 21 ottobre 2015, voluta con forza ed in grande fretta da questa maggioranza, ha mostrato effetti praticamente disastrosi, come tutte le opposizioni avevano predetto, sia dal punto di vista pratico che dell'immagine dell'Assemblea legislativa che ha mal legiferato.
Mi riferisco infatti all'ordinanza del Tar Marche n. 00422 del 2015 che ha imposto la sospensione del referendum di fusione per incorporazione del Comune di Mombaroccio nel Comune di Pesaro e della scelta del Presidente per analogia di sospendere il corrispondente referendum per l'incorporazione di Tavoleto nel Comune di Urbino.
L'incostituzionalità della legge regionale di riferimento alla normativa n. 56 del 2014, la cosiddetta legge Delrio, specificatamente per i contenuti dell'articolo 1, comma 130, era chiara e manifesta a tutte le opposizioni tranne che agli iscritti del PD.
Era chiaro al Movimento 5 Stelle di Urbino e la nostra Consigliera Emilia Forti ha lungamente dibattuto questa cosa in Consiglio, anche a Pesaro è stata dibattuta.
I nostri Consiglieri hanno denunciato questi aspetti nei rispettivi Consigli comunali e nelle riunioni tenute sul territorio incontrando i cittadini, era chiara anche al Comitato del No di Mombaroccio che personalmente ha avvertito i Commissari della I Commissione degli aspetti anticostituzionali della normativa ed ha addirittura annunciato la presentazione del ricorso.
Era chiara anche al Consigliere Carloni che a riguardo ha consegnato una nota scritta alla I Commissione. Era chiara a tutti noi Consiglieri di opposizione che in Aula abbiamo espresso contrarietà alla legge restando inascoltati.
Evidentemente il detto che non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire, ha trovato pieno riscontro nella maggioranza che governa la Regione.
Voglio aprire una piccola parentesi per riportare la posizione del segretario del PD urbinate Federico Scaramucci che ha bollato il proprio Sindaco e la relativa Giunta come esordienti allo sbaraglio, coinvolgendo nel proprio giudizio anche il Sindaco pesarese.
La vicenda è ben nota a tutti, i Sindaci di Pesaro e di Mombaroccio, parallelamente i Sindaci di Urbino e Tavoleto, hanno improvvisamente deciso di fondere i propri Comuni per incorporazione, decretando la scomparsa rispettivamente di Mombaroccio e di Tavoleto. Nel giro di poche settimane sono stati organizzati molteplici incontri sui territori in cui veniva assicurata, grazie alle fusioni, l'elargizione di una grande quantità di denaro, dello sblocco dei patti di stabilità, eccetera. Notizie che via via si sono sgonfiate e si sono modificate fino a costringere il Sindaco di Pesaro a correre a Roma per farsi inventare un provvedimento ad hoc.
A lato della discussione della legge regionale n. 25 del 21 ottobre scorso, ho presentato uno specifico emendamento per sopprimere l'articolo 4 che conteneva le norme transitorie tese a preservare l'iter della vecchia legge regionale n. 10 del 16 gennaio 1995, che era ormai palesemente obsoleta e in contrasto con la normativa nazionale Delrio.
Il PD ha bocciato in quest'Aula questo emendamento, ora ho registrato con piacere che, in forza dell'ordinanza del Tar, la maggioranza ha inserito nella proposta di legge collegata al bilancio che discuteremo in Consiglio domani, proprio l'abrogazione delle norme transitorie contenute all'articolo 4 della legge regionale n. 25, accogliendo, meglio tardi che mai, il mio emendamento a suo tempo bocciato e rendendo perciò congruente la norma regionale con quella nazionale.
Questo aspetto assolve nella sostanza il primo punto della mozione che stiamo discutendo, quindi mi aspetto che venga tranquillamente e coerentemente approvata.
Per quanto riguarda il secondo punto della mozione e dell'interrogazione presentate, il Consigliere Maggi ha dichiarato, leggo dalla trascrizione dell'intervento in Aula del 20 ottobre: “Ho detto in Commissione, lo ripeto qui, chi voterà a favore di questa norma transitoria si assumerà la responsabilità del danno erariale, dei ricorsi e di tutte le controversie che arriveranno e che peseranno nelle tasche del denaro pubblico. Noi invitiamo ancora il Presidente, tutta la Giunta, la maggioranza, a modificare questa norma perché mi sembra non solo un atto di democrazia, ma anche un atto di buon senso”.
Il Consigliere Maggi è stato facile profeta ed ora a referendum sospesi chiediamo di quantificare i danni economici sostenuti dai Comuni e dalla Regione nell'indizione e nella sospensione del referendum e l'indicazione di coloro che hanno la responsabilità delle scelte fatte.
L'Assessore al bilancio pesarese ha pubblicamente dichiarato in un convegno organizzato dal Movimento 5 Stelle, alla presenza del sottoscritto e dell'on. Cecconi, che alla vigilia del referendum il Comune aveva speso 48.300 euro rispetto ad una previsione di 224.000 euro.
Spero che questa vicenda sia di insegnamento e monito al PD affinché non vi siano altri casi, ma questo purtroppo non è stata l'unica applicazione stolta della cosiddetta forza dei numeri, si abbia quindi il coraggio e l'onestà intellettuale, spesso positivamente dimostrata, di entrare nel vero merito delle questioni e di confrontarsi apertamente in maniera costruttiva con le opposizioni populiste e demagoghe.

Presidenza della Vicepresidente
Marzia Malaigia

PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. Penso che potrà recuperare benissimo le schede alla prossima occasione quando verrà fatto di nuovo il referendum. Faremo cancellare una ad una le schede a mano dagli Assessori, gratis.
Per quanto riguarda la prima parte del ragionamento può sembrare strano, ma ad un convegno organizzato in Urbino avevo seduto a fianco a me il Presidente del Tar, il quale difendeva il valore della giustizia sostanziale, cioè quella che guarda i processi nella loro … e non gli aspetti, chiamiamoli, più formali dell'agire della norma e mi suggeriva di portare avanti il ricorso nei confronti del merito per quanto riguarda la legge perché riteneva che ci fossero valide ragioni per poter aver ragione, non aveva detto che ci avrebbero dato ragione, ma che potevano esserci delle ragioni.
Lo diceva ovviamente al di fuori di ogni conflitto di ruolo perché credo che sia andato in pensione in questi giorni e quindi non riguardava direttamente i termini del giudizio, era un giurista che analizzava il fatto e diceva se prevale una lettura più in termini sostanziali della legge, è un fatto che può essere risolto.
L'aspetto ancora più sostanziale è evidente a tutti, mica siamo scemi qua, ed era che l'ordine previsto dalla legge regionale era esattamente quello invertito della legge nazionale, ma quale era l'elemento che abbiamo cercato di salvaguardare? Quello che in quel momento non era affatto sicuro, cioè che venissero conservati i benefici di legge per le fusioni per l'anno 2016. La legge di stabilità non era approvata, le tracce non erano conosciute e via dicendo.
Quello che non volevamo mettere a rischio, una volta sentiti i Consigli comunali e una volta sentiti i cittadini - come dissi allora: non era detto che poi si sarebbero promosse tout court le fusioni - entrando nel merito di quei risultati, lo dissi non a caso in quest'Aula, era avere la possibilità di valutare e poi decidere, per non far perdere ai nostri territori, a chi aveva deciso un percorso che veniva confermato dai propri cittadini, dei vantaggi importanti in termini economici.
Il doppio fronte era quello del patto di stabilità da una parte e degli incentivi economici diretti dall'altra. Addirittura con la legge di stabilità il patto diventava interessante per tutti i Comuni, cioè su tutti i Comuni c'era un forte alleggerimento del patto, non l'eliminazione, ma l'azzeramento di un obiettivo, una forte facilitazione nel poter raggiungere il risultato del patto, addirittura venivano raddoppiati i valori degli incentivi a chi promuoveva iniziative di fusione.
A questo punto ho detto al Presidente del Tar: “Guardi, noi sapevamo di assumerci anche un rischio” ma il rischio più grande era quello che la legge di stabilità non desse più nessun incentivo, niente sul patto ed ai Comuni che potevano tenere insieme un processo di fusione, che per me ha un valore in sé …, lo dico anche nelle assemblee pubbliche a cui partecipo, per me ha un valore indipendentemente dal patto e dagli incentivi, però quando nel territorio marchigiano, in una realtà comunale, come può essere quella di Urbino e Tavoleto, arrivano 20 milioni di euro in più, voi capite che in 10 anni parliamo di una cifra che può essere significativa in termini di investimento, di sviluppo, di attività. Parlo di Urbino, un Comune governato dal centro-destra, faccio un ragionamento puramente istituzionale, non in termini di parte, perché ritengo sia opportuna la necessità di avere quelle risorse.
Adesso è evidente che non c'è più nessun interesse a promuovere e a portare avanti il contenzioso. A cosa ci serve sapere fra tre mesi che avevamo ragione noi? Di fatto vengono confermati e addirittura aumentati gli incentivi nell'anno nuovo. L'intenzione dei due Comuni è quella di riprendere il percorso, di farlo sulla parte ordinaria, chiaramente partirebbero dopo la legge, promuovendo prima il referendum, facendo poi i Consigli comunali, arrivando all'obiettivo e godendo dell'aspetto della fusione, se i cittadini lo vorranno, lo decideranno, cioè dei benefici di legge sia per quanto riguarda il patto di stabilità che il discorso degli incentivi. L'ultima parola ce l'avrà sempre il Consiglio regionale, esattamente come nell'ordine della legge precedente.
Ci sono aspetti che capisco essere materiali, ma quando arrivano alla comunità - lo dico più per Urbino perché è più piccola rispetto a Pesaro, quindi l'impatto di 2.000.000 aveva un'altra misura e un'altra dimensione - immagino le potenzialità di una città come Urbino che con quelle risorse in più, da tutti i punti di vista, se vuole, può crescere sul sociale, sull'attività turistica culturale, nel diritto allo studio. Negli obiettivi che vuole perseguire trova risorse significative ed importanti.
Questo è e rimane per me il tentativo che abbiamo fatto di salvaguardare una procedura e farla completare entro l'anno. L'unica strada era quella, oggi abbiamo la possibilità di farla nell'anno nuovo, la possiamo fare, secondo me, tranquillamente, togliendo l'articolo del dissidio. Togliamo qualunque problema anche nei confronti del Tar nel percorso del merito. Questo ci permette di ripartire con la procedura e se i due Comuni chiederanno di promuovere il referendum, a quel punto verranno fatti i referendum, poi i Consigli comunali e poi si tornerà al Consiglio regionale.
Spero che tutto quello che si può recuperare del lavoro fatto possa servire per quest'altro evento.
E' evidente che se il Tar avesse scelto una visione di diritto sostanziale, non ritenendo una difformità costituzionale invertire le due attività preliminari al lavoro della Regione, loro avrebbero avuto nel bilancio del 2015 l'importo, la risorsa destinata ai Comuni che facevano le fusioni. Avrebbero ampiamente ricoperto i costi del referendum, però, ripeto, per quello che penso io, spero che tutto vada a buon fine e che i cittadini approvino quei percorsi, sono convinto che il meccanismo di fusione in generale, di riaggregazione del sistema degli enti locali in accorpamenti, possa dare risultati migliori. Sono convinto che l'incorporazione con fusione apre il problema sull'identità dei territori che diventa un ostacolo forte nel processo di fusione, forse servirebbe da parte del legislatore nazionale una forma che riesca a tenere insieme l'aggregazione dei servizi, del bilancio, dell'attività amministrativa e decisionale, mantenendo l'identità dei singoli Comuni, la loro storia, le loro tradizioni.
Se si riuscisse in una architettura istituzionale a tenere insieme i due momenti, conoscendo la mentalità dei cittadini dei nostri territori, secondo me si potrebbe ottenere il risultato.
La mozione sul punto 1 domani verrà riassorbita dal voto sulla nostra finanziaria e il punto 2 in realtà non è corretto perché sapete bene che la produzione del danno non avviene a seguito della normazione, non è che se io faccio una legge e quella viene disattesa, uno che aderisce alla legge produce un danno. Non c'è il meccanismo del danno, così come viene rilevato, in questo senso più che altro per non far confusione credo sia opportuno respingere la mozione.

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 66. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 18,55.