Resoconto della seduta n.22 del 08/03/2016
SEDUTA N. 22 DELL'8 MARZO 2016

La seduta inizia alle ore 10,50

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Colleghi buona giornata, dichiaro aperta la seduta n. 22 dell’8 marzo 2016. Do per letto il processo verbale della seduta n. 21 del 23 febbraio, il quale, ove non vi siano obiezioni, si intende approvato ai sensi dell’articolo 29 del Regolamento Interno.
Comunico che sono state presentate le seguenti proposte di legge regionale:
n. 33 in data 5 febbraio, ad iniziativa della Consigliera Leonardi, concernente: “Lotta contro le ludopatie e la dipendenza da nuove tecnologie nell'età evolutiva, negli adulti, nella terza età”, assegnata alla IV Commissione assembleare in sede referente e trasmessa alla I Commissione assembleare per l'espressione del parere ai sensi dell'articolo 69 del Regolamento interno e alla II Commissione assembleare ai sensi e per gli effetti del comma 1 bis dell'articolo 68 del medesimo Regolamento;
n. 34 in data 24 febbraio, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Modifiche alla legge regionale 20 aprile 2015, n. 19: Norme in materia di esercizio e controllo degli impianti termici degli edifici”, assegnata alla III Commissione assembleare in sede referente e trasmessa al Consiglio delle Autonomie locali per l’espressione del parere di cui all’articolo 11, comma 4 della legge regionale 4/2007, al Consiglio regionale dell'Economia e del Lavoro per il parere di cui all'articolo 4, comma 1, lettera c) della legge regionale 15/2008 e alla II Commissione assembleare ai sensi e per gli effetti del comma 1 bis dell'articolo 68 del Regolamento interno;
n. 35 in data 24 febbraio, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Modifica alla legge regionale 16 gennaio 1995, n. 10: Norme sul riordinamento territoriale dei Comuni e delle Province nella regione Marche”, assegnata alla I Commissione assembleare in sede referente e trasmessa al Consiglio delle Autonomie locali per l’espressione del parere di cui all’articolo 11, comma 4 della legge regionale 4/2007, al Consiglio regionale dell'Economia e del Lavoro per il parere di cui all'articolo 4, comma 1, lettera c) della legge regionale 15/2008 e alla II Commissione assembleare ai sensi e per gli effetti del comma 1 bis dell'articolo 68 del Regolamento interno (iscritta all'ordine del giorno della seduta odierna);
n. 36 in data 4 marzo, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Accesso paritario per uomini e donne alle cariche elettive. Modifica della legge regionale 16 dicembre 2004, n. 27: Norme per l'elezione del Consiglio e del Presidente della Giunta regionale”, assegnata alla I Commissione assembleare in sede referente e trasmessa alla II Commissione assembleare ai sensi e per gli effetti del comma 1 bis dell'articolo 68 del Regolamento interno;
n. 37 in data 7 marzo, ad iniziativa dei Consiglieri Giacinti, Giancarli, Biancani, concernente: “Modifica alla legge regionale 3 aprile 2015, n. 13: Disposizioni per il riordino delle funzioni amministrative esercitate dalle Province”, assegnata alla I Commissione assembleare in sede referente e trasmessa al Consiglio delle Autonomie locali per l’espressione del parere di cui all’articolo 11, comma 2, lettera b), della legge regionale 10 aprile 2007, n. 4, e alla II Commissione assembleare ai sensi e per gli effetti del comma 1 bis dell'articolo 68 del Regolamento interno.
Sono state presentate le seguenti mozioni:
n. 91 dei Consiglieri Zura Puntaroni, Zaffiri, Malaigia “Attivazione Protocolli d'intesa con enti territoriali russi”;
n. 92 della Consigliera Leonardi “Pronto Soccorso di Jesi: letti nel corridoio e assenza di monitor con codifica degli accessi”;
n. 93 della Consigliera Leonardi “Ospedale Santa Lucia di Recanati e candidatura della città a Capitale della Cultura 2018. Ripristino almeno di quei servizi previsti dalla DGR 139 del 22 febbraio 2016 e richiesta potenziamento Punto di Primo Intervento”;
n. 94 dei Consiglieri Rapa e Urbinati “Sostegno alle concessioni demaniali marittime”;
n. 95 dei Consiglieri Marcozzi, Celani, Carloni “Sostegno all'internazionalizzazione tramite risorse da destinare al sistema fiere”,
n. 96 della Consigliera Leonardi “Difesa della costa di Porto Recanati. Garanzie sull'effettivo svolgimento degli interventi programmati per il lungomare sud e programmazione interventi per il litorale nord”;
n. 97 dei Consiglieri Marcozzi, Celani, Carloni “Agenti di commercio”;
n. 98 dei Consiglieri Zura Puntaroni, Zaffiri, Malaigia “Tutela del patrimonio paesaggistico e ambientale in località Ugliano di San Severino Marche”;
n. 99 dei Consiglieri Pergolesi, Talè, Volpini, Giancarli “L.R. 1/2013 – Indirizzi procedurali ed organizzativi per l'uso terapeutico dei prodotti/derivati della cannabis”.
E' stata ritirata, inoltre, la mozione n. 54, ad iniziativa della Consigliera Pergolesi, già iscritta all'ordine del giorno della seduta odierna.
Il Presidente della Giunta regionale ha promulgato, in data 29 febbraio, la legge regionale n. 2 concernente: “Modifica alla legge regionale 13 novembre 2001, n. 27 'Interventi per il coordinamento dei tempi delle città e la promozione dell'uso del tempo per fini di solidarietà sociale'”.

Celebrazione della “Giornata internazionale della donna”

PRESIDENTE. Oggi è l'8 marzo, giornata dedicata alle donne, allora permettetemi di dire alcune cose rispetto a questa data.
70 anni fa le donne italiane votavano per la prima volta, scegliendo insieme agli uomini italiani tra monarchia e repubblica.
Quel voto, il primo a suffragio universale, coronava anche nel nostro Paese una lunga battaglia per il riconoscimento dei diritti politici alle donne, premessa indispensabile per perseguire ulteriori conquiste civili e sociali.
Dobbiamo grande rispetto e considerazione per quelle donne che condussero con coraggio e determinazione questa fondamentale battaglia, alcune delle quali parteciparono anche all'Assemblea Costituente.
La rivoluzione delle donne è stata, nel secolo scorso, silenziosa e costante, ma non è ancora compiuta, in Arabia Saudita il diritto di voto alle donne risale all'anno scorso, nella civilissima Svizzera nel 1971, ci sono ancora decine di milioni di donne che non hanno accesso alle istituzioni e che continuano ad essere discriminate ed oggetto di violenza e sfruttamento ed anche nel nostro Paese si verificano purtroppo costantemente casi di femminicidio.
In Italia molti passi sono stati fatti in questi anni, le donne sono divenute simbolo dei settori di punta della vita nazionale, dalla ricerca scientifica alle professioni, allo sport, così come è aumentata la rappresentanza di genere nei luoghi della governance economica e nelle istituzioni.
Anche nella nostra Regione questo processo sta avanzando, ulteriore importante passaggio quando nelle prossime settimane sarà discussa in Commissione ed in Aula la proposta di legge della Giunta sulla doppia preferenza di genere per le elezioni del Consiglio regionale, ma accanto a questa importante modifica legislativa credo sia indispensabile introdurre interventi e misure innovative che favoriscano e garantiscano una efficace conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro.
Insieme alla Commissione pari opportunità abbiamo promosso, per tutto il mese, numerose iniziative di vario genere volte a celebrare degnamente l'8 marzo ed a ricordare che i diritti conquistati vanno difesi e che c'è ancora tanta strada da fare.
Su questo vuole intervenire l'Assessore Bora, prego.

Manuela BORA. Buongiorno a tutti. Oggi ricorre la Giornata internazionale della donna, più comunemente definita “Festa della donna” - intanto auguri a tutte le donne - che è stata istituita per ricordare tutte quelle battaglie politiche, civili ed economiche, ma anche di discriminazione, di cui le donne nel corso degli anni sono state oggetto, di cui lo sono tuttora.
In quest'Aula vorrei ricordare l'impegno di Teresa Mattei, una partigiana, la più giovane eletta nell'Assemblea Costituente, che nel passaggio tra lo Statuto Albertino e la Costituzione si impegnò fattivamente per passare da una uguaglianza di tipo formale ad una uguaglianza di tipo sostanziale.
Proprio in questa direzione va la proposta di legge che è stata approvata dalla Giunta Ceriscioli lunedì scorso, che prevede l'introduzione della preferenza di genere, che vorrei ricordare non è una quota rosa, non è nemmeno un ghetto come l'ha definita qualcuno, una riserva per i panda, la preferenza di genere è una opportunità che viene data all'elettore, proprio come avviene già nei Consigli comunali e per l'elezione al Parlamento italiano ed europeo, di esprimere una preferenza di genere.
Se poi a qualcuno la donna non piace, non vuole votarla, non è costretto a farlo, però sicuramente è un modo per cercare di aumentare la rappresentanza femminile all'interno delle istituzioni.
L'ha detto prima il Presidente e lo ringrazio, più che l'8 marzo, forse andrebbe ricordato il 10 marzo, pensate che ai tempi su “Il Resto del Carlino” si scriveva che con tutti i problemi che c'erano: la guerra, la gente che moriva di fame, la disoccupazione, ci si preoccupava dei diritti delle donne, come se la questione dei diritti fosse qualcosa di secondario.
Ben venga l'aver agito sin da subito per cercare di colmare questo vuoto legislativo che è inaccettabile, che vedeva la Regione Marche tra le pochissime regioni di centro sinistra a non avere la preferenza di genere, oltretutto è la prima Giunta in Irtalia che recepisce una legge quadro che è stata approvata in Senato e che obbliga i Consigli regionali a sanare questa scarsa rappresentanza femminile.
L'auspicio che rivolgo al Consiglio, perché poi la proposta di legge è stata approvata in Giunta, andrà in Commissione e poi in quest'Aula, è quello di vedere approvata all'unanimità questo atto.
Vorrei ringraziare il Presidente e tutti i miei colleghi di Giunta per il sostegno che hanno espresso a questa proposta di legge, abbiamo contribuito tutti insieme a scrivere un bel pezzo di storia della nostra regione, da qui si riparte per assicurare davvero l'effettiva parità di genere. Grazie ed ancora auguri a tutte le donne.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Permettetemi velocemente di fare gli auguri a tutte le donne, sinceri auguri per questa giornata importante.
Vorrei chiedere al Presidente di iscrivere all'ordine del giorno odierno la mozione n. 99 che riguarda l'utilizzo della cannabis terapeutica, anche nella Conferenza dei Capigruppo siamo stati tutti quanti d'accordo nell'iscriverla. Grazie.

PRESIDENTE. Se non ci sono obiezioni rispetto alla proposta del Consigliere Bisonni, direi di dare per approvata la sua richiesta e la mozione la mettiamo in coda.

Interrogazione n. 119
ad iniziativa della Consigliera Marcozzi
"Croce Azzurra Sant’Elpidio a Mare”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 119 della Consigliera Marcozzi.
Ha la parola, per la risposta, il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. Grazie Presidente. Anch'io approfitto di questa risposta all'interrogazione per fare gli auguri alle donne avendo sempre visto questa festa tra quelle votate all'autoestinzione, cioè al fatto che dovrebbe arrivare un giorno in cui la festa perderà di senso, ma in realtà basta guardare i numeri, che a me sono sempre molto cari, per capire che ancora tanta strada deve essere fatta. Numeri che parlano di luoghi, dove ci sono ruoli di grande responsabilità, in cui continua a prevalere in maniera robusta la presenza maschile.
Guardavo la foto di una Giunta regionale di una decina di anni fa, era una foto di tutti maschi, un po' impressionante con l'ottica di oggi, ma realtà in cui la foto di gruppo è una foto di tutti maschi ce se sono ancora tante. Significa che c'è ancora un po' di cammino da fare, nell'augurio che venga un giorno in cui questa festa possa perdere il suo significato perché è stata superata una relazione ancestrale, ereditata come tante.
Rispetto all'interrogazione il tempo è stato proficuo perché la risposta che mi è stata fornita rispetto al tema è più chiara, ovvero la USB h24 della Croce Azzurra è stata sostituita in termini di servizio, sempre con un servizio h24, dove per l'assistenza diurna c'è un MS h12, quindi in termini di servizio, guardando per lo stretto, non solo è stata garantita ma elevata la qualità durante il giorno con la medicalizzata.
L'altra questione importante riguarda il ruolo e il contributo della Croce Azzurra. In realtà alcuni provvedimenti sono figli di un momento in cui la Croce Azzurra stava facendo un percorso di riaccreditamento rispetto alle proprie attività, il che ha messo in dubbio, un po' il succo dell'interrogazione, se la Croce avesse tutte le condizioni di percorribilità di lavoro.
Dalla struttura mi dicono che non solo ha riacquisito i titoli, ma verrà reimpiegata a pieno il servizio nella misura in cui veniva offerto prima, che è un po' credo l'essenza della domanda.
Rispetto all'attività del 118, che era un altro punto dell'interrogazione, è evidente che avere un servizio ancora più qualificato è un aiuto ed un sostegno e quando verranno recuperate a pieno le attività significherà che avremo più opportunità rispetto alla rete di emergenza.
In merito alle preoccupazioni della Consigliera la posso rassicurare dicendo che nell'impiego di questi importanti strumenti di volontariato, c'è la Croce Azzurra che devo dire, così mi è stato riferito, è estremamente collaborativa e positiva nel rapporto con il servizio.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. La ringrazio per la risposta, quindi è rimasto tutto com'era, anche a nome della Croce Azzurra e del Presidente. Grazie.

Interrogazione n. 123
ad iniziativa del Consigliere Fabbri
"Dgr 1051 del 30/11/2015 ‘R.R. 4/2015 – Classificazione e piano di alienazione beni immobili della Regione’”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 123 del Consigliere Fabbri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie Presidente. Per quanto riguarda l'inserimento dei tre cespiti nell'ambito del patrimonio immobiliare della Regione Marche dichiarato “disponibile”, la deliberazione di Giunta regionale n. 1051/2015 non ha, in realtà, apportato alcuna innovazione rispetto al precedente status giuridico dei beni in questione.
Infatti il bene denominato “Ca Ravignana” è stato espunto dal demanio forestale con legge regionale n. 2 del 2007 (finanziaria 2007), mentre i complessi denominati “Ca Romiti” e Campi Abete” sono stati passati al patrimonio disponibile con legge regionale n. 16/2010 (assestamento di bilancio 2010).
In proposito si evidenzia, in maniera del tutto incidentale, come appaia piuttosto singolare che l'Unione montana, preposta alla gestione del demanio forestale, abbia appreso solo dagli organi di stampa che i cespiti, ed in particolare “Ca Ravignana”, fossero destinati all'alienazione, quando la medesima destinazione era stata stabilita, in modo inequivocabile, con l'atto legislativo sopra menzionato risalente a ben nove anni fa.
Circa il progetto di valorizzazione, agli atti non è rinvenibile alcuna proposta o richiesta di tal genere, salvo un'istanza di un privato pervenuta il 18 gennaio 2015, priva di qualsiasi impegno da parte dello stesso in merito agli oneri di ristrutturazione e gestione. In ogni caso, una tale ipotesi avrebbe dovuto essere vagliata in base a parametri economici, in termini di costi/benefici, in modo da ragguagliare l'utilità dell'intervento in relazione a un possibile utilizzo alternativo delle risorse finanziarie necessarie e alla destinazione del bene che, come si ripete, dal 2007 è destinato alla vendita in quanto non è stata più ravvisata una finalità pubblica dello stesso.
A scopo puramente informativo, si evidenzia come il bene sia stato definitivamente ripreso in consegna dalla Regione il 19 gennaio 2009 dai precedenti utilizzatori (Federazione dello Scoutismo Europeo - Gruppo Ancona 1) e fino ad oggi rimasto inutilizzato.
Ove la procedura di vendita, da avviarsi a breve, fosse conclusa positivamente, l'acquisizione dell'immobile da parte di privati, peraltro, garantirebbe il recupero dello stesso e il presidio del territorio senza oneri per le casse pubbliche.
Circa il coinvolgimento delle Unioni montane nella gestione del demanio forestale, si informa che, attraverso la struttura regionale competente in materia, nel pieno spirito della legge regionale n. 6/2005 (legge forestale regionale) e della legge regionale n. 35/2013 (norme in materia di Unioni montane e di esercizio associato delle funzioni dei Comuni montani) si sta gradualmente provvedendo alla piena responsabilizzazione delle medesime Unioni anche attraverso la riconsegna di alcuni cespiti per i quali, per motivi vari, in passato le concessioni erano state assentite direttamente dalla Regione anziché dagli enti delegati.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Grazie Assessore per la risposta. Ritengo che occorra approfondire un attimo questo argomento perché parliamo di questi tre esempi di strutture, ma ce ne sono anche altre, che effettivamente insistono all'interno dei nostri boschi, e siccome vogliamo, a livello regionale, potenziare la biodiversità, far crescere la cultura naturalistica, eccetera, vendere a privati queste strutture per due soldi, perché hanno anche bisogno di ristrutturazioni, non consentirebbe in futuro la valorizzazione di questo aspetto, che invece a livello regionale vogliamo potenziare.
A mio avviso, le Unioni montane, le associazioni di volontariato di qualsiasi genere, possono svolgere un'azione superiore a livello culturale rispetto alla vendita di queste strutture per due soldi in quanto sono inserite in zone di particolare pregio naturalistico; ci sono zone che hanno particolarità anche riconosciute a livello normativo.
Detto questo, la risposta all'interrogazione mi soddisfa in parte, vorrei che si aprisse un tavolo approfondito con le Unioni montane. Evidentemente c'è una certa carenza di informazione tra le varie strutture perché, questo mi è stato riportato, l'Unione montana non era a conoscenza di questa cosa. E' vero che un privato ha mandato questa richiesta per l'immobile denominato “Cà Ravignana”, ma è un privato riconducibile ad una associazione, quindi prima di dare il via frettolosamente a queste alienazioni, a mio avviso, andrebbe fatta una riflessione generale anche su altri immobili che possono avere la stessa tipologia di destinazione. Questo insomma è il mio invito.

Interrogazione n. 124
ad iniziativa del Consigliere Giancarli
"Stato dell’ex zuccherificio Sadam di Jesi”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 124 del Consigliere Giancarli.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Casini.

Anna CASINI. Buongiorno. Oggi è la festa delle donne, vorrei soltanto chiedere a tutti, visto che siamo impegnati in politica e nell'amministrazione, di dare dei tempi alle donne compatibili con la partecipazione, per esempio, alla politica, perché io ho potuto partecipare alla politica dopo aver svolto la funzione di madre/lavoratrice ed anche lavoro di cura perché ho tenuto mia suocera anziana e malata in casa per 20 anni, per cui non ho avuto possibilità di dedicarmi alla politica ed all'amministrazione, ho potuto farlo dopo.
Vorrei che le giovani donne, dai 20 anni in poi, quando stanno costruendo la loro vita, potessero darci quel contributo che ritengo necessario e che invece non possono dare perché non hanno né tempo né modo di dedicarsi in maniera piena alla politica, come ai lavori impegnativi quali sono quelli magari apicali.
Questo è il mio pensiero ed il mio augurio è quello di poter vedere più donne giovani, a prescindere dai mezzi, e ringrazio l'Assessore Bora per la proposta che ho molto apprezzato.
In merito all'interrogazione del Consigliere Giancarli, tra le misure già concretizzate vi è la costituzione della Sadam Meccanica (allestimento della sede operativa a novembre 2012), una realtà produttiva specializzata nella costruzione di carpenterie strutturali e di precisione e di componentistica per la movimentazione e il trattamento di materiali. Sadam Meccanica supporta anche Sadam Engineering nella produzione, revamping e installazione di impianti industriali – mi piacerebbe tanto che si potesse parlare in italiano invece più andiamo avanti e più mi rendo conto che non abbiamo più parole corrispondenti alla lingua italiana, tanti neologismi che l'Accademia della Crusca riesce ad inserire …, ma questi sono veramente orribili, potremmo tradurli in italiano.
Inoltre, per quanto riguarda l'incubatore di imprese Jesi Cube, questo nasce come Srl nel dicembre 2012, nel rispetto dei requisiti stabiliti dalla legge 221/2012 sugli incubatori certificati. Tale operativa è iniziata nel marzo 2013 con l'apertura del centro d'incubazione (1000 mq), ed a dicembre dello stesso anno JCube ha ottenuto il riconoscimento di Incubatore Certificato. Nel febbraio 2014 è stato anche riconosciuto dalla Regione Marche quale struttura di ricerca e trasferimento tecnologico. Le startup incubate da JCube sono oltre 20, a valle di una selezione di 350 candidature su circa 1.000 richieste pervenute. Il personale impegnato - tra dipendenti e collaboratori delle startup incubate - è di circa 60 persone; sono state depositate domande per 7 brevetti e sono stati effettuati 5 round seed. L'incubatore segue startup che operano in diversi settori (Biotech, Pharma, ICT/WEB, Food/Bio, Sicurezza, Nanotech, 3DPrinting), e predilige l'accompagnamento di realtà che possano sviluppare "valenza industriale". Per quanto riguarda il mantenimento delle professionalità che svolgono attività a livello di servizi aziendali, si possono citare:
- il mantenimento in sito di servizi corporate del Gruppo Maccaferri;
- il mantenimento in sito di Sadam Engineering società che segue la progettazione, project management e realizzazione di nuovi impianti industriali, specie saccariferi. Le misure in fase di realizzazione riguardano essenzialmente tutte quelle relative allo sviluppo di aree a destinazione produttiva, commerciale, terziaria, ricreativa e per il tempo libero, in quanto è necessaria l'approvazione del Piano urbanistico attuativo in variante al PRG, e la sua formalizzazione attraverso Accordo di Programma;
- la protocollazione del Piano urbanistico attuativo (PUA) e la richiesta di attivazione del relativo Accordo di Programma risale a gennaio 2012. Si sono poi tenute una serie di conferenze dei servizi dedicate sia ad aspetti concertativi che alle previste procedure di verifica ambientale. Alla data attuale il Piano urbanistico attuativo è in istruttoria presso il Comune di Jesi. Si stima che entro l'anno 2016 si possa arrivare alla conferenza dei servizi conclusiva ed alla sottoscrizione dell'Accordo di Programma;
- l'attivazione del progetto MED (Valorizzazione di sottoprodotti delle filiere agroindustriali tipiche del bacino del Mediterraneo) risulta invece al momento accantonata. Per la precisione il progetto è stato avviato nel 2011 con il coinvolgimento dell'Università di Bologna e si è proposto di valutare la possibilità di impiegare i sottoprodotti derivanti dalle filiere agroindustriali tipiche del bacino del Mediterraneo quale materia prima per la produzione di biogas. Purtroppo, nonostante la ricerca su piccola scala (laboratoriale) avesse dato risultati incoraggianti, il passaggio alle valutazioni impiantistiche ed economiche relative alla possibile realizzazione dell'impianto pilota finalizzato allo scale up preindustriale ha dato esiti negativi sulla possibilità/utilità di proseguire con successiva fase del progetto.
Si fa presente però che nel 2015 nell'ambito di Jesi Cube è stata realizzata una ulteriore infrastruttura che si configura pertanto come un nuovo investimento promosso sull'area. Si tratta di un laboratorio di manifattura additiva, realizzato recuperando uno stabilimento inutilizzato dell'ex zuccherificio. Questo spazio è un luogo dell'apprendere e del fare, capace di aggregare comunity (locali ed internazionali) che condividano conoscenze sulla manifattura 3D. Una palestra di alfabetizzazione e sperimentazione per artigiani, imprenditori, designer, inventori, creativi, eccetera, dove ciascun utilizzatore potrà dar corpo alle proprie idee in laboratori dotati di macchine controllate da computer che permettono di fabbricare con tecniche di "Additive Manufacturing". I servizi oggi disponibili presso Fab Space sono: realizzazione prototipi, servizi di R&D e progetti custom, attività di formazione, noleggio macchine e supporto di esperti in ambito additive manufacturing, workshop ed eventi sul 3D. Gli strumenti a disposizione sono: stampanti 3D, scanner 3D, macchina taglio laser, pantografo CNC, fresa CNC, plotter, eccetera.
In merito allo stato occupazionale degli ex dipendenti Sadam, in linea con gli accordi sindacali assunti nel giugno 2015, dei 66 ex dipendenti Eridania Sadam dal 1 luglio 2015 in mobilità, ad oggi:
- 20 hanno dato la disponibilità per essere ricollocati a Russi (RA) presso la centrale di cogenerazione che sarà pronta entro il 2018;
- circa 12 (mediamente) sono impiegati a termine nelle attività di Sadam Meccanica.
In questo mese la attività di SADAM Meccanica ha visto una occupazione di ex dipendenti in aumento di 5/8 unità su quelle previste (quindi da 12 si potrebbe passare a n. 20).
La società sta negoziando un appalto di commessa che potrebbe garantire una occupazione più duratura in attesa della riconversione autorizzata da Comune e conferenza dei Comuni. Le restanti maestranze dovranno essere reimpiegate nel retail park.
Preciso al Consigliere Giancarli che questa interrogazione riguardava 3 servizi: l'Assessorato dell'Assessore Bora, l'Assessorato dell'Assessore Bravi ed il mio, quindi questa è stata una sintesi dei tre uffici perché la problematica parte dall'agricoltura e dall'agro-industria per arrivare poi al lavoro, passando attraverso l'artigianato e l'industria. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente. La ringrazio e credo che dovremo continuare a lavorare su questo accordo. Parto dall'ultima considerazione, Assessore Casini, che lei ha fatto quando ha messo in evidenza i 3 servizi, ovvero l'industria, l'agricoltura, il lavoro.
Questa mattina, in realtà parlo frequentemente con il Presidente Traversini, approfittando di un momento di confronto all'interno della manifestazione di Agrinsieme, ho chiesto al Presidente della II Commissione, che si occupa di lavoro, di industria, di agricoltura, di molte cose, competente su tutti gli aspetti che hanno a che fare con la concretizzazione di quest'accordo, che questa sia il luogo di verifica e se necessario anche di sollecito, di attuazione dell'accordo stesso, perché non voglio mai dimenticare che la chiusura dello zuccherificio a Jesi, ma questo può valere per altre città della nostra regione, ma in questo momento stiamo parlando di Jesi, è una ferita per l'economia, una ferita per il lavoro, una ferita ancora più grande nella valle dell'agroalimentare com'è la valle dell'Esino.
Lì ci sono industrie, penso al gruppo avicolo che è diventato il terzo gruppo in Italia per la produzione avicola, penso alla produzione del latte, penso alle produzioni di grande qualità, come sono quelle del vino, il Verdicchio in particolare, quindi non avere più un luogo per la produzione dello zucchero, lo considero una sconfitta del movimento democratico, dell'agricoltura, dell'economia di questo nostro territorio. Privilegiare le dismissioni è la sconfitta del buonsenso, oramai non è possibile recuperare lo zuccherificio, facciamo in modo però, Vicepresidente sui numeri che ha dato sono ottimista, anche se credo che quei numeri debbano essere …, perché lei in modo molto franco e certo una cosa l'ha detta: entro l'anno sarà sottoscritto l'accordo di programma per l'attuazione degli …, ecco entro l'anno, quindi siamo in una fase in cui i lavoratori sono in mobilità, ma le certezze che con la chiusura della mobilità ci sia una occupazione stabile non ci sono.
Ecco le ragioni di questa interrogazione perché, ripeto, vogliamo tenere alta l'attenzione sulla riconversione, sull'attuazione della riconversione per quello che significa in termini di economia, di crescita di investimenti, ma soprattutto in termini di certezze dell'occupazione per le persone che a causa e per responsabilità di altre non possono e non debbono perdere il lavoro.

Presidenza del Vicepresidente
Renato Claudio Minardi

PRESIDENTE. Ha la parola, per una precisazione, l'Assessore Casini.

Anna CASINI. A volte accade che le risposte vengano preparate da più uffici e forse la parte più importante era quella legata al lavoro e probabilmente si doveva vedere - mi auguro di poterlo fare per le mie competenze, non dal punto di vista di Assessore, ma dal punto di vista tecnico - perché questo accordo di programma è così lento a portare avanti la prima fase, quella della variante urbanistica, e mi sembra esagerato, posto che quello non è un luogo non urbanizzato, l'accordo di programma per quello che riguarda una banale variante urbanistica.
Per questo, a prescindere dalle mie deleghe, farò una verifica dal punto di vista tecnico.

Interrogazione n. 125
ad iniziativa dei Consiglieri Malaigia, Zaffiri, Zura Puntaroni
"Trasporto pubblico locale su gomma – Società Steat di Fermo”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 125 dei Consiglieri Malaigia, Zaffiri, Zura Puntaroni.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. Grazie Presidente. In merito all'interrogazione dei Consiglieri Malaigia, Zaffiri e Zura Puntaroni, relativamente ai punti 1 e 2, quali tipologie di controlli effettuano gli uffici della Regione Marche per verificare la congruità dei dati trasmessi nelle tabelle chilometriche della Provincia di Fermo, si precisa quanto segue.
La determinazione del chilometraggio dei percorsi delle linee dei servizi di trasporto pubblico locale automobilistico è competenza dei titolari dei Contratti di Servizio con le aziende esercenti, nella fattispecie quindi la Provincia di Fermo.
Le Province, infatti, che sono gli attuali titolari dei contratti di servizio sottoscritti nel 2007 con le aziende esercenti i servizi di trasporto pubblico locale automobilistico, hanno tutte definito in sede di sottoscrizione dei contratti medesimi le tabelle chilometriche, ovvero le distanze di riferimento da fermata a fermata, anche avvalendosi di strumentazioni tecnologiche per la misurazione sul campo delle distanze.
Il controllo sulla corretta applicazione delle tabelle chilometriche da parte delle aziende, per i servizi extraurbani, è quindi compito delle Provincie, alle quali compete anche l'eventuale revisione che si rendesse necessaria a seguito di modifiche al programma di esercizio contrattualizzato, ad esempio: variazioni delle percorrenze delle linee, spostamenti delle fermate, eccetera.
Sul punto 3: “Come intende procedere per un miglior monitoraggio e verifica delle prestazioni dei gestori del servizio di trasporto pubblico locale su gomma, al fine di garantire sia gli standard di sicurezza che di efficienza”, la Regione attraverso la legge regionale n. 45/98, all'articolo 22, comma 1 stabilisce che spetta appunto alla Regione l'esercizio della vigilanza e controllo periodico per l'accertamento della regolarità, della sicurezza e della qualità dei servizi di trasporto pubblico. A tal fine, a cadenza annuale, viene promossa una campagna di rilevazione della qualità percepita dagli utenti, a cura del servizio informativo statistico, le cui risultanze sono oggetto di confronto con le aziende e gli enti locali titolari dei contratti di servizio per l'adozione degli opportuni interventi.
Inoltre, il comma 2 del medesimo articolo prevede anche ispezioni e verifiche per l'acquisizione di dati presso le aziende affidatarie dei servizi. In base a tale disposizione con deliberazione di Giunta regionale n. 23/2014 la Giunta regionale ha istituito un'apposita Commissione ispettiva congiunta, Regione e Province, a carattere permanente, attribuendole l'esercizio delle funzioni ispettive, di controllo e di vigilanza previste all'articolo 22 della legge regionale n. 45 del 24 dicembre 1998 e successive modificazioni, nelle modalità previste ai commi 1 e 2.
Le Province ed i Comuni, titolari dei Contratti di servizio per il trasporto pubblico locale, rispettivamente in ambito extraurbano ed urbano, sono tenuti contrattualmente a loro volta ad effettuare, a cadenza annuale, attività di monitoraggio della qualità erogata dalle aziende esercenti con riferimento a: regolarità del servizio, pulizia dei mezzi, qualità dell'informazione all'utenza, eccetera. La trasmissione alla Regione delle risultanze di tale attività è condizione necessaria per il trasferimento ai medesimi enti locali della quota a saldo dei contributi annuali per il finanziamento dei contratti di servizio ai sensi della legge regionale n. 45/98.
La Regione inoltre, a seguito dell'applicazione delle penalizzazioni previste all'articolo 16 bis del DPCM 2013, che fissa i criteri per il riparto del fondo nazionale per il trasporto pubblico locale relativo all'annualità 2015, per non aver conseguito appieno nel triennio 2012-2014 il conseguimento degli obiettivi minimi di efficientamento fissati da detto DPCM, ha promosso la costituzione di un tavolo intermodale, composto da rappresentanti della Regione, di Trenitalia e delle aziende esercenti i servizi di trasporto pubblico locale automobilistico regionale, che dovrà riunirsi a cadenza almeno trimestrale.
La Regione, al fine di attuare più efficaci misure di contrasto all'evasione tariffaria e di rafforzamento delle condizioni di sicurezza ed ordine pubblico a bordo dei mezzi, ha sottoscritto con le aziende di trasporto, in data 27 agosto 2015, un protocollo di intesa che prevede, in particolare:
a) l'incremento dei controlli sugli autobus garantendo in via continuativa la copertura minima di detti controlli su almeno il 2% dei servizi;
b) un maggiore coinvolgimento degli autisti nelle azioni di contrasto all'evasione;
c) il rafforzamento della collaborazione con le forze dell'ordine;
d) la revisione della legge regionale n. 12/2009 in materia di sanzioni nel trasporto pubblico locale, che si dovrà attuare con particolare riguardo:
- alla possibilità di allontanamento dal mezzo della persona non in regola con il pagamento del titolo di viaggio o delle sanzioni pregresse, oltre all'elevazione della sanzione stessa;
- alla possibilità di non far accedere al mezzo a coloro che non sono in regola con il pagamento del titolo di viaggio o delle sanzioni pregresse;
- alla esplicita previsione che il passeggero debba essere dotato anche di documento di riconoscimento valido al momento dell'accesso sul mezzo e che lo stesso debba essere esibito a richiesta al verificatore, prevedendo idonea sanzione nel caso lo stesso non venisse esibito.
Oltre a questo, è in corso di definizione un ulteriore protocollo d'intesa con le aziende di trasporto, in rafforzamento degli interventi già previsti con il precedente protocollo, prevedendo:
1. l'impiego, nelle attività di controllo sui mezzi, di personale appositamente formato e dedicato all'attività di verifica, fornito anche di dispositivi mobili che consentono la verifica in tempo reale della validità dei titoli di viaggio, la geolocalizzazione e la dematerializzazione dei verbali di accertamento e contestazione delle violazioni ed il collegamento diretto con le forze dell'ordine;
2. la stipulazione, da parte delle aziende, di contratti con soggetti esterni per demandare l'attività di verifica, qualora le risorse interne non siano sufficienti all'effettuazione dei controlli;
3. la promozione di apposite campagne informative sul sistema dei controlli e delle sanzioni nel trasporto pubblico locale, da attuarsi mediante grafica sui bus, siti web, palline elettroniche e ulteriori modalità, anche "social";
4. la riorganizzazione della rete di vendita dei titoli di viaggio in grado di incentivare gli utenti all'acquisto attraverso nuovi canali di vendita on-line o con dispositivi mobili;
5. la promozione dell'impegno per le forze dell'ordine ad un pronto intervento, in caso di richiesta da parte dei verificatori, prevedendo in particolare la libera circolazione sui mezzi del trasporto pubblico locale a fronte di presentazione al personale di bordo, all'atto della salita sul mezzo, di un apposito modulo identificativo, firmato dal comando di appartenenza, nel quale vi sia l'esplicita disposizione ad intervenire su richiesta del personale di bordo stesso.
Per questo è stato chiesto un incontro per quanto riguarda l'intervento e l'impegno delle forze dell'ordine con i Prefetti delle 5 Province, siamo in attesa di questi incontri per mettere a punto questo sistema. Grazie.

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Malaigia.

Marzia MALAIGIA. Ringrazio l'Assessore per la risposta che non è esattamente quella che ci aspettavamo, è andata anche un po' oltre le nostre richieste, specialmente nella parte finale.
La questione sollevata era proprio l'aver stabilito le tariffe sotto una certa fascia, la fascia 4, basandosi su tabelle non aggiornate, su tabelle risalenti a 50 anni fa, ad esempio non era prevista, non era indicata, la strada conosciuta come “Mezzina” che è quella che viene percorsa nella tratta Montegranaro-Fermo, che velocizza e riduce la tratta di percorrenza, per cui adesso direi che i sofisticati mezzi tecnici, che lei poc'anzi ha citato per la misurazione del percorso, dovrebbero essere quanto meno ricalibrati.
Per quanto riguarda il controllo sulla qualità, quella percepita dagli utenti del servizio non è adeguata certamente al prezzo, ai 436 euro annui. Se consideriamo che alcune famiglie hanno più di un figlio, non è una spesa indifferente, ma sarebbero, al limite, anche disposte se la qualità del servizio fosse adeguata.
E' notizia di appena 4 giorni fa che un pullman è stato fatto partire con gli studenti a mo' di carro bestiame, tutti in piedi per tutto il tratto perché ad opera di ignoti erano stati vuotati gli estintori, per cui i sedili e il pavimento erano pieni di polvere.
Non so fino a che punto le condizioni igieniche siano rispettate, poi è prassi comune che gli studenti stiano sempre in piedi per tutta la percorrenza, comunque la tratta ricade nella fascia 3, con 67/70 euro di differenza tra quella stabilita e portata dalla Provincia.
Ringrazio, ma non ci riteniamo soddisfatti.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zura Puntaroni.

Luigi ZURA PUNTARONI. Brevemente, su quello che ha detto il nostro amato Assessore Sciapichetti che ha fatto un elenco di tutte le disposizioni che sono state date agli autisti per contrastare il fenomeno dell'abusivismo.
Devo dire che ho toccato con mano questa problematica anche domenica mattina, ero a San Severino a fare niente di che, c'era un gazebo per il tesseramento di nuovi soci, si è fermato un autista della Contram, mi sembra, e mi ha detto: “Vieni qua, guarda qui e dimmi se si può andare avanti così! Una famiglia con figli studenti paga 70/80 euro, questi salgono su, mi fanno casino, vanno via e non posso fare niente”. Ad oggi la situazione è questa ed è la stessa in gran parte delle linee. E' una cosa vergognosa, cioè la nostra famiglia locale paga l'abbonamento, mentre l'ultimo arrivato monta su, minaccia, spacca tutto, non paga e tocca anche stare zitti. Questo è uno schifo che non può andare avanti, caro Assessore Sciapichetti. Passo e chiudo.

Interpellanza n. 4
ad iniziativa dei Consiglieri Malaigia, Zaffiri, Zura Puntaroni
“Autonomia del Catasto e della Conservatoria nella provincia di Fermo”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interpellanza n. 4 dei Consiglieri Malaigia, Zaffiri, Zura Puntaroni.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Cesetti.

Fabrizio CESETTI. L'istituzione dell'Ufficio del Catasto di Fermo è questione tanto antica, quanto irrisolta, nonostante l'istituzione della Provincia di Fermo e la conseguente attivazione di tanti Uffici territoriali dello Stato di rilevanza provinciale, a partire dalla Prefettura e dalla stessa Agenzia provinciale delle entrate.
Ritenuto che il decreto legge 95/2012, convertito in legge 135/2012, disponeva che le Agenzie del territorio venissero incorporate, per evidenti ragioni di razionalizzazione, nelle Agenzie delle entrate, già nel mese di Gennaio 2013 l'allora Presidente della Provincia di Fermo segnalava, con formale lettera al Direttore Generale dell'Agenzia nazionale delle entrate, la evidente anomalia dell'Ufficio del territorio della Provincia di Fermo (ex Catasto e Conservatoria) costretto ad operare come sezione staccata dell'Agenzia del territorio di Ascoli Piceno.
Era infatti, e lo è tuttora, del tutto palese come dalla ratio della stessa normativa citata, oltreché per buon senso, che tale Ufficio distaccato di Fermo dovesse essere ufficialmente incorporato nell'Agenzia delle entrate della Provincia di Fermo, anche per garantire la conseguente sinergia tra detti uffici finanziari necessaria per svolgere al meglio l'amministrazione tributaria, ivi compreso il contrasto all'evasione.
Altra questione si pose nel corso dell'emanazione dello schema di decreto legislativo in materia di composizione, attribuzione e funzionamento delle Commissioni censuarie, a norma dell'articolo 2, comma 3, lettera a), della legge 11 marzo 2014 n. 23.
Detto provvedimento, propedeutico alla riforma del Catasto prevista dalla delega conferita al Governo con la citata legge, dettava i criteri ed i principi per la riorganizzazione delle Commissioni censuarie e ne definiva le competenze per convalidare il sistema da applicare a livello territoriale per la revisione della disciplina del Catasto.
Nella tabella allegata allo schema di decreto legislativo venivano individuate le città ove sarebbero state costituite le Commissioni censuarie, ma non era prevista la presenza dell'ambito provinciale della Provincia di Fermo.
La mancata inclusione di detta Provincia nell'elenco delle città individuate nella richiamata tabella era la conseguenza del fatto che, a seguito dell'entrata in vigore della legge n. 147/2004 che l'ha istituita, non era stato ancora completato il processo di divisione del Catasto tra la Provincia di Ascoli Piceno e quella di Fermo.
Anche in detta circostanza l'allora Presidente della Provincia di Fermo - con nota del 3 luglio 2014 inviata al Presidente della Commissione Finanze e Tesoro del Senato, al Presidente della Commissione Finanze della Camera dei Deputati, ai Senatori Remigio Ceroni, Francesco Verducci ed al Deputato Paolo Petrini - chiedeva che in sede di esame parlamentare dello schema di decreto legislativo, concernente le Commissioni censuarie, venisse rivista la tabella allegata allo stesso provvedimento, con conseguente inserimento anche dell'ambito provinciale della Provincia di Fermo.
Con il decreto legislativo n. 198/2014, pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 9 del 13 gennaio 2015, recante: “Composizione, attribuzioni e funzionamento delle Commissioni censuarie, a norma dell'articolo 2, comma 3, lettera a), della legge 11 marzo 2014, n. 23” si prevedeva all'articolo 1) che “le Commissioni censuarie sono ordinate in Commissioni censuarie locali, aventi sede nelle città individuate nell'allegata tabella, e in Commissione censuaria centrale, avente sede in Roma”.
In detta tabella, fra le sedi-ambito provinciale risulta inserita “Fermo”.
Detto inserimento, che costituiva un importante riconoscimento per il territorio fermano, avrebbe dovuto avere come conseguenza l'autonoma attivazione dell'Ufficio del Catasto, ma così ad oggi non è stato, creando sostanziosi disagi economici ed organizzativi ai cittadini del territorio fermano.
Questo Assessore ha sempre ritenuto, e ritiene, che - come anche sostenuto dagli interpellanti - vi sia la necessità di costituire presso l'Agenzia delle entrate di Fermo I'Ufficio provinciale territorio che ricomprenda il reparto Catasto e il reparto di pubblicità immobiliare (Conservatoria) e nell'esercizio della delega agli Enti locali conferita dal Presidente sta adottando tutte le iniziative necessarie, anche nei confronti dell'Agenzia nazionale delle entrate, del Governo e del Parlamento, consapevole delle difficoltà derivanti dal processo di riforma delle Province in atto che, inevitabilmente, ha arrestato l'attivazione degli uffici periferici da parte dello Stato.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Malaigia.

Marzia MALAIGIA. Grazie Presidente. Ringrazio l'Assessore per la completa risposta che ha ripercorso un po' la storia infinita di una Provincia che pur essendo stata istituita dal 2004 e poi entrata in opera nel 2009, non è stata mai una vera Provincia, nel senso che non ha mai avuto completamente i servizi.
Capisco tutte le motivazioni però adesso con le difficoltà imminenti, che ha poc'anzi citato l'Assessore, sarà ancora più difficile avere un territorio ricco di servizi e che possa riappropriarsi delle sue competenze, che erano state delegate ed attribuite ad altre Province.
Questo non è giusto nei confronti dei cittadini, non è giusto nei confronti delle categorie che oltre che subire un depauperamento di quello che spetterebbe ad ogni altra Provincia italiana, sono costretti a lunghi iter ed a perdere giornate intere per poter seguire una pratica. Ci sono Comuni che, tra andare e tornare, sono distanti anche 150 chilometri ed oltre.
Scopo dell'interpellanza era quello di mettere un po' in evidenza anche questo fatto, la provincia di Fermo non ha mai avuto, come del resto anche il Provveditorato agli Studi non ce lo ha avuto mai, è stata sempre una Provincia non Provincia, una Provincia sulla carta e nemmeno tale perché molto spesso la sigla FM non si trova nemmeno nei menù a discesa di internet. Grazie.

Proposta di legge n. 29
ad iniziativa dei Consiglieri Mastrovincenzo, Minardi
“Modifiche alle leggi regionali 30 giugno 2003, n. 14, 26 febbraio 2008, n. 3 e 28 dicembre 2010, n. 22”

(Nuova titolazione) “Disposizioni in materia di riorganizzazione degli uffici assembleari. Modifiche alle leggi regionali 10 agosto 1988, n. 34, 15 ottobre 2001, n. 20, 30 giugno 2003, n. 14, 26 febbraio 2008, n. 3 e 28 dicembre 2010, n. 22”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 29 ad iniziativa dei Consiglieri Mastrovincenzo e Minardi.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Minardi.

Renato Claudio MINARDI. Grazie Presidente. Come è stato detto nell’illustrazione dell’oggetto della proposta di legge n. 29, questa legge introduce delle modifiche alla legge 14 del 2003, alla legge 3 del 2008 ed alla legge 22 del 2010.
Uno dei concetti di fondo che vengono riportati in questa proposta di legge è che viene sostituito il nome, ma poi ci sarà anche la parte sostanziale, del ruolo del Direttore generale con quello del Segretario generale, a partire dall’1 aprile 2016, e non è un pesce d’aprile. Il Direttore generale è un vertice amministrativo come lo sarà il nuovo Segretario generale.
Qual è il tema? Il tema è che il Direttore generale ha poteri molto estesi che sono consoni ad un ente che opera nell’amministrazione attiva, nella gestione, quindi il ruolo del Direttore generale ha più senso in una struttura come quella della Giunta che ha una gestione organizzativa ed operativa sul territorio, mentre l'Assemblea legislativa, cosa che ci riguarda più direttamente, ha funzioni diverse rispetto a quelle gestionali, anche se una parte di queste rimangono, che sono quelle di indirizzo e di controllo.
Pertanto il ruolo del Segretario generale riguarda più la consulenza, l'assistenza agli organi collegiali che sono: le Commissioni, l’Ufficio di Presidenza, la Conferenza dei Presidenti dei gruppi ed i gruppi consiliari stessi. Questa figura appare con questa modifica, con questa proposta di legge, più consona alla natura della Assemblea legislativa, come succede peraltro anche alla Camera dei Deputati ed in molti altri Consigli regionali d’Italia dove il ruolo di vertice dell'Assemblea legislativa è riconosciuto nella figura del Segretario generale e non del Direttore generale, che essendo un vertice amministrativo ha funzioni di assistenza e consulenza, ma anche di raccordo con l’organo collegiale e con le sue articolazioni interne.
Rispetto alle funzioni del Direttore generale cambiano alcune funzioni tra cui quella delle valutazioni dei dirigenti e delle posizioni dirigenziali che prima venivano fatte dal Direttore generale. Con questa proposta di legge le valutazioni vengono portate in capo all'Ufficio di Presidenza, quindi la valutazione dei dirigenti verrà fatta dall'Ufficio di Presidenza su proposta del Segretario generale che si avvarrà dell'organo di valutazione esterno composto da 3 esperti che saranno nominati.
Per le posizioni dirigenziali, le P.F., cioè i dirigenti che non hanno un servizio, la valutazione la farà l'Ufficio di Presidenza sentito il Segretario generale, ma si dovrà tenere conto anche delle valutazioni del Comitato e della proposta del Dirigente del servizio di riferimento.
Il Comitato di valutazione supporta anche i dirigenti del Consiglio nella valutazione delle prestazioni dei titolari delle posizioni.
Queste sono alcune delle funzioni che cambiano dalla figura di Direttore generale a quella di Segretario generale a cui sono anche affidati i compiti relativi alla emanazione di direttive per la formulazione del bilancio del Consiglio.
Per quello che riguarda la valutazione dei dipendenti, nulla si tocca rispetto a prima.
Uno dei temi importanti che viene riportato in questa proposta di legge è che il Direttore generale oggi è fuori dalla dotazione organica, mentre con la legge che entrerà in vigore il primo aprile, così è scritto nella parte normativa, il Segretario generale che è una figura dirigenziale, confluirà nella dotazione organica della dirigenza, a seguito di ciò dovrà essere rideterminato il fondo che oggi ha ampia capienza. Teniamo conto che nel 2010 il Consiglio aveva 7 dirigenti, oggi ne ha soltanto 4, 3 dirigenti più il Direttore generale che oggi è fuori dalla dotazione organica. Il Consiglio regionale delle Marche per quello che riguarda i dirigenti ha la spesa più bassa d'Italia.
Il ruolo del Segretario generale confluirà all'interno della dotazione organica della dirigenza ed a seguito di ciò dovrà essere rideterminato il fondo che, come ho detto, ha ampia capienza e dal quale si eliminerà la posta in bilancio relativa al Direttore generale fuori organico in quanto la sua retribuzione era iscritta direttamente in bilancio e non nel fondo della dirigenza. Quella parte del bilancio dovrà essere riportata all'interno del fondo della dirigenza, tant'è che c'è una parte normativa relativa alle modifiche di bilancio anche se questa legge non ha maggiori oneri per l'amministrazione.
Altro tema della legge riguarda le Autorità di garanzia. L’Ufficio di Presidenza avrà la possibilità di stabilire l'organizzazione degli uffici delle Autorità di garanzia nel senso che dovrà essere organizzata e strutturata al fine di ottimizzare l'impiego delle risorse economico-finanziario ed umane e verrà assegnato il personale che potrà provenire non solo dal Consiglio, ma anche dalla Giunta, si eliminerà pertanto l'obbligo di prevedere una struttura unica, così come era previsto fino ad ora.
Non ci sono maggiori oneri finanziari, l'obiettivo di questa legge è quello di addivenire non solo ad una riorganizzazione strutturale del Consiglio, cambiando il ruolo del direttore, ma di addivenire ad un risparmio dal punto di vista economico finanziario per le casse pubbliche del Consiglio.
Ci sono degli emendamenti della I Commissione che verranno illustrati dal Presidente, sono 2 integrazioni e l’abrogazione di un articolo, però su questi non mi addentro perché credo che sia giusto ed opportuno che questo venga fatto direttamente dal Presidente della Commissione.
Questa proposta di legge è importante. Non sono entrato in alcune modifiche importanti, ma non sostanziali rispetto al cuore della legge stessa per evitare di fare un’illustrazione di dettaglio di alcune questioni che sono prevalentemente tecniche.
Abbiamo avuto questo concorso su cui c'è stata una discussione molto lunga, anche all'interno di quest'Aula, che si è concluso con l'approvazione di una graduatoria. Questa mattina l’Ufficio di Presidenza ha deliberato il conferimento degli incarichi ai tre vincitori del concorso, oggi stesso firmeranno il contratto e nelle prossime ore, nei prossimi giorni, sarà compito dell'Ufficio di Presidenza, proprio in vista di questa piccola rivoluzione dell'organizzazione della struttura, riorganizzare le funzioni dei dirigenti che sono stati formalmente assunti a tempo indeterminato, in modo tale, ci siamo posti questo obiettivo, di partire il primo aprile con il nuovo Segretario generale e con la nuova struttura organizzativa dell'Assemblea legislativa, così che si possa procedere ad un percorso che ci accompagnerà nei prossimi mesi, nei prossimi anni, affinchè la struttura di vertice, ma anche quella che sotto, comunque è una struttura piramidale, possa essere operativa ed esecutiva al fine di far funzionare meglio i lavori del Consiglio. Di fatto, con le nuove figure che avranno questi incarichi dirigenziali potrà funzionare al meglio ed essere rispondente alle esigenze dei gruppi, dell'Ufficio di Presidenza, della Conferenza dei Capigruppo, in modo tale che si possa fare un salto in avanti rispetto ad una legislatura che ci vedrà impegnati nei prossimi 4 anni.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Mi permetta prima dell'intervento di esprimere non tanto l'augurio per la Giornata della donna, ma il ringraziamento a tutte le donne che sono presenti in quest'Aula per la loro professionalità, per il loro impegno, per la loro competenza che hanno ad ogni livello nell'aiutare il lavoro di questa Assemblea legislativa.
Un ringraziamento va anche alle donne che curano l'informazione e che ci danno modo di diffondere ai nostri elettori ed a tutti cittadini in generale quello che noi stiamo facendo in quest'Aula, è un ruolo importante e delicatissimo di cui le ringrazio ancora.
Se mi posso permettere un auspicio è quello, comunque detto sommessamente, di non assorbire i difetti di noi uomini e di mantenere la sensibilità e l'intelligenza propria delle donne, per questo vi ringrazio ancora in questa giornata, sarebbero da ringraziare tutti i giorni, ma ritualmente c'è questa Giornata e lo facciamo oggi.
Sono stato buonissimo, ma ora sarò più cattivo per quanto riguarda la proposta di legge n. 29. In questa rivoluzione dirigenziale non riusciamo a trovare l'efficientamento della macchina. La legge regionale n. 14 del 2003 ad oggetto “Organizzazione della struttura organizzativa del Consiglio” si ispira ai principi contenuti nel decreto legislativo n. 165 del 2001 e noi, proprio per rispettare i principi di questo decreto-legge, abbiamo presentato i nostri emendamenti che stravolgono quello che la proposta di legge n. 29 vuol far passare all'uscita della nostra Direttrice generale, per cui viene dato un assetto completamente diverso su cui noi non siamo d'accordo.
Per rispettare questi principi, presentiamo questi emendamenti, il 3/1 vuole mantenere il Segretario generale, quello che diventerà Segretario generale, fuori ruolo affinché si abbia la possibilità di scegliere questa figura così importante non solo tra i dirigenti di ruolo del Consiglio, ma anche tra quelli di altre pubbliche amministrazioni, o persone di particolare competenza e comprovata qualificazione professionale. Ci sono professori universitari, ci sono luminari in questo senso, perché limitare la scelta di un ruolo così importante e così strategico.
Il trattamento economico dell'accessorio del Segretario si stabilisce ed è definito dal contratto collettivo nazionale per l'area della dirigenza, per realizzare una minore spesa rispetto alla spesa attuale per il Direttore generale che sta per lasciarci.
Si precisa che questo incarico può essere affidato sia a soggetti interni che esterni di questa amministrazione e rientra nella percentuale massima prevista dalla legislazione statale per gli incarichi dirigenziali a tempo determinato.
Questo emendamento è stato formulato tenendo conto delle indicazioni che sono venute dall'ultimo giudizio di parifica della Corte dei Conti del bilancio regionale, ma anche sulla base di quanto affermato dalla giurisprudenza costituzionale che considera il sistema spoil system conforme al dettato costituzionale laddove è riferito a posizioni dirigenziali apicali, e tale figura è quella di questo nuovo Segretario generale.
Per quanto riguarda i nostri emendamenti 4/1, 4/2 e 5/1 riteniamo che la valutazione della dirigenza non debba essere una valutazione del ruolo politico e dell'Ufficio di Presidenza. Noi riteniamo che la valutazione dei dirigenti debba essere fatta dal nuovo Segretario generale che risponde all'Ufficio di Presidenza perché l’aumento di potere e di disposizioni che la politica ha nei confronti dei dirigenti ci sembra una stortura che va verso una direzione univoca, che soprattutto a livello nazionale si sta perseguendo. L'organo politico deve valutare unicamente il Segretario generale, mentre il restante personale dirigenziale, che svolge funzioni amministrative e gestionali, deve essere valutato dal Segretario generale con il supporto del Comitato di valutazione, dalla legge Bassanini ad oggi è questo l'orientamento della normativa, quindi non capiamo perché questo orientamento non debba essere rispettato.
Per quanto riguarda invece l'articolo 5 bis, che viene aggiunto alla legge regionale n. 14 del 2013, noi abbiamo fatto un emendamento, il 5 bis/1 affinché venga soppresso perché riteniamo in primis che il trattamento economico dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni sia disciplina che rientri nella competenza riservata ed esclusiva statale e in secondo luogo non condividiamo l'aumento del fondo contrattuale della dirigenza che, come ha detto il Vicepresidente Minardi, il secondo comma del 5 bis vuole realizzare, perché riteniamo che non rispetti quanto disposto dall'articolo 1, comma 236, della legge 208/2015 che prevede che nelle more delle azioni dei decreti legislativi attuativi delle riforme della dirigenza a decorrere dal 1 gennaio 2016, l'ammontare complessivo delle risorse destinate annualmente al trattamento accessorio del personale, anche di livello dirigenziale, non possa superare il corrispondente importo determinato per l'anno 2015, quindi questo articolo 5 bis è in palese violazione.
Si fa presente, citando le parole del Vicepresidente Minardi, che l’ammontare del fondo contrattuale della dirigenza nell'anno 2010, lo voglio sottolineare, remunerava il complesso accessorio di 7 dirigenti e a seguito del pensionamento di 4 il fondo non è stato diminuito, quindi ci sono ampiamente le risorse per il trattamento accessorio del Segretario generale senza la necessità, che non si capisce da dove derivi, di aumentarlo ulteriormente.
Infine il nostro emendamento 1 bis/1. L'articolo della legge regionale 26/2008 ha modificato l'organizzazione consiliare prevedendo che per il personale del Consiglio un ruolo distinto da quello della Giunta, pertanto, con l'emendamento che abbiamo fatto, l’1 bis/1, viene assicurata tra le struttura della Giunta e del Consiglio la mobilità temporanea del personale, abbiamo aggiunto “temporanea”, mentre in caso di copertura di posto vacante nell'organico del Consiglio dovranno essere attivate le stesse procedure di mobilità previste dal decreto legislativo 165/2001.
In questi anni dalla Giunta al Consiglio parecchio personale si è spostato in mobilità temporanea ed è stato poi trasferito definitivamente nell'organico del Consiglio regionale, noi riteniamo che le procedure concorsuali per questo passaggio debbano essere trasparenti e pubbliche. Perciò abbiamo fatto questo emendamento.
Il nostro giudizio sulla proposta di legge n. 29 è negativo perché la politica si appropria ancor di più di spazi che dovrebbero essere di discrezionalità della dirigenza degli uffici del Consiglio regionale. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Alcune osservazioni di carattere generale. La prima, entro subito nel merito dell'emendamento a cui ha accennato il Consigliere Maggi, a proposito del posizionamento in ruolo o fuori ruolo del Segretario generale.
Se noi modifichiamo l'assetto passando dal Direttore generale, che è incardinato dentro, ad un Segretario generale che è molto più simile nell'immaginario collettivo a quello di un Segretario generale super partes, che guarda soltanto gli atti dal punto di vista della legittimità e quindi si avvicina molto più al discorso di autonomia locale, tipo il Segretario generale della …, mi sembra che questo emendamento vada nel verso giusto a meno che non si pensi ad una figura di Segretario generale che invece ricalchi pari pari il discorso del Direttore generale e cambi soltanto nome; su questo ci rifletterei.
Ma c'è un altro aspetto su cui voglio soffermarmi perché mi sembra un po' pasticciato, è quello dell'articolo 5 quando parla dei sistemi di controlli interni e di tutta la metodologia relativa alla valutazione delle prestazioni dei dirigenti.
Innanzitutto il termine Comitato di valutazione, Presidente, mi sa di vecchio, di non più usato, di desueto, oggi sono organismi indipendenti di valutazione, in generale non sono comitati, il comitato da l'idea di qualcosa di non simpatico, i comitati li abbiamo abbandonati, la 201 li ha abbandonati tempo fa, c'è stata una riforma della pubblica amministrazione, diamo un po' di freschezza alla legge, se dobbiamo dare qualcosa di nuovo nell'immagine, nella terminologia, dobbiamo stare molto attenti, i comitati di valutazione c'erano nelle vecchie Asl, vi ricordate? Oggi sono organismi indipendenti di valutazione. Spero che l'Ufficio di Presidenza ne prenda atto e possa uniformarsi alla normativa generale.
C'è un altro aspetto, si dice poco su cosa fa questo comitato o organismo di valutazione. L'organismo di valutazione in una definizione moderna non è soltanto quello che valuta l'atto finale, se è stato raggiunto o meno l'obiettivo, è qualcosa che deve accompagnare anche la valutazione di quello che fa il dirigente nel corso dell'anno. Qui non si dice, qui valuta solo quello che fa alla fine, non è così, perché sprecheremo professionalità. Dovrebbe affiancare i dirigenti, non dico mensilmente, ma frequentemente, per vedere se gli obiettivi che sono stati dati dall'Ufficio di Presidenza stanno per essere raggiunti attraverso vari step, lo si deve dire nella legge perché altrimenti il dirigente dice: “No, io devo essere valutato alla fine e ti porto tutto il materiale in funzione dell'obiettivo che mi ha dato l'Ufficio di Presidenza oppure che mi ha dato il dirigente” qualora fosse una posizione dirigenziale, e si arriva alla fine.
Credo che questo vada in qualche modo reso più pregnante, cioè quello che deve effettivamente fare l'organismo indipendente di valutazione nel corso dell'anno.
C'è un altro aspetto: la durata annuale. Quando si fa la valutazione del dirigente? Dopo il 31 dicembre, quando si chiudono gli atti! Quindi questi lavorano anche a gennaio e febbraio, come lavorano? Questo è il discorso, durata annuale, io lascerei stare, la durata può essere di 18 mesi, se è valido un anno di lavoro, poi sappiamo benissimo che il materiale, all’organismo indipendente di valutazione, arriva sempre due o tre mesi dopo da parte del dirigente, nasce quindi problema: “Ma noi ci siamo riuniti ed abbiamo fatto 4 riunioni nei mesi di gennaio, febbraio e marzo” E poi? Che succede? Come stanno lavorando se nel frattempo si è insediato un altro organismo di valutazione? Mi sembra che anche qui ci sia qualcosa da rivedere, non ho presentato emendamenti, sono riflessioni che faccio all'Aula in modo tale che ne possa prendere atto.
L'altro aspetto riguarda la valutazione del Segretario generale, e questo mi sembra un po' più complicato, che non può essere fatta dall'Ufficio di Presidenza sentito … Perché se l'Ufficio di Presidenza nomina il Segretario, non può valutarlo, lo deve fare l’organismo indipendente di valutazione, poi sarà l'Ufficio di Presidenza che trarrà le conclusioni, questo come succede in Giunta con i suoi dirigenti. In un ente locale c'è l'organismo indipendente di valutazione che fa la sua relazione, poi la Giunta ne prende atto, la modifica, eccetera, ma non può essere, secondo me, che l'Ufficio di Presidenza valuti la prestazione dei risultati. “Spetta all'Ufficio di Presidenza – comma 4 – valutare le prestazioni ed i risultati conseguiti dal Segretario generale avvalendosi del supporto del comitato di valutazione”. No, non è così che ci si avvale del supporto, è l'organismo indipendente di valutazione che deve valutare, poi quella valutazione andrà all'Ufficio di Presidenza che ne prenderà atto o se riterrà che qualcosa non funziona, prenderà atto anche di eventuali osservazioni che il Segretario generale farà sulla valutazione dell'organismo indipendente di valutazione ed a quel punto si farà fatto un'idea di quello che succede, ma non fa la valutazione, secondo me, lo nomina, come fa a valutarlo?
E' un discorso che lascia un po' perplessi, poi tutto è legittimo perché quando si dice: “Avvalendosi del supporto” uno qui dentro ci può intendere tutto quello che vuole, però letto in questo modo, secondo me, qualche problema lo dà.
Per il resto va tutto bene, però su questo aspetto, sull'articolo 5, in modo particolare sui commi 2, 3 e 4, io rifletterei sulle terminologie, dando all'organismo indipendente di valutazione un incarico un po' più pregnante che sia effettivamente collaborativo con l'amministrazione, con l'Ufficio di Presidenza in modo tale che nel corso dell'anno possa valutare, fare degli step su cui l'Ufficio di Presidenza potrà intervenire, magari modificando l’obiettivo che non si sta raggiungendo, perché se è impossibile raggiungerlo, l'Ufficio di Presidenza ne prende atto alla fine? E’ assurdo! A quel punto il discorso è finito, credo che questo vada rivisto accuratamente perché mi sembra che sia stato fatto in modo un po' affrettato. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Grazie Presidente. Brevemente per sottolineare due passaggi. Il primo è relativo all'articolo 5 che non si può condividere in quanto prevede la valutazione dei dirigenti all'Ufficio di Presidenza. Questo, dal mio punto di vista, non è accettabile in quanto, come hanno detto anche altri colleghi, non fa altro che aumentare la discrezionalità ed il potere della politica su aspetti amministrativi in cui la politica non dovrebbe entrare.
Porto brevemente la mia piccola esperienza di Consigliere che da neofita nei primi mesi si è avvalso, spesso e volentieri, del supporto dei dirigenti, che devo dire con molta professionalità hanno sempre supportato ed aiutato la mia azione.
Sono preoccupato per l'indipendenza e l’autonomia di questi dirigenti una volta che la valutazione delle loro prestazioni sarà sottesa e legata all'Ufficio di Presidenza. L’appropriarsi della politica di un aspetto che dovrebbe rimanere neutrale non lo ritengo accettabile.
Il secondo aspetto di cui vorrei dire molto brevemente riguarda l'aumento del budget, noto solo questo, e non dico altro, che quando si vuole si riescono a trovare le risorse che servono per le proprie esigenze. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Credo che questa mattina l'Aula sia chiamata ad una riflessione, secondo me, attenta a quello che approviamo votando questa legge.
Leggo, interpreto e vedo anche dei commi, poc'anzi ne sono stati evidenziati diversi, signor Presidente, in modo particolare dell'articolo 5, dove il ruolo del Segretario generale, secondo noi, dovrebbe essere quello di una figura professionale molto alta nella sua attività lavorativa, soprattutto una garanzia istituzionale per questa Aula. Questo è l'aspetto essenziale: la garanzia per l'approvazione delle leggi, per l'approvazione di supporti a questa Aula, ma se riconduciamo questa figura alle dipendenze, fatemi passare questa parola, dell'Ufficio di Presidenza credo che, per quanto poc'anzi evidenziato, questo ruolo venga a mancare.
Crediamo che l’impostazione di questa legge soffra di questa cosa, signor Presidente, soffra di un ruolo istituzionale diverso perché passiamo dal Direttore al Segretario generale sul quale si è aperto, nell'ultimo periodo, dal 2006 in poi, un dibattito molto approfondito all'interno degli enti, perché questa nuova figura è venuta avanti in questo ultimo periodo, in quest’ultimo decennio.
Rimettere questa figura sotto l'Ufficio di Presidenza, con un Comitato che valuti le persone, che valuti l'organizzazione, che naturalmente sono referenti di quelle persone che l'hanno nominate, cioè il controllore e il controllato, su questo signor Presidente dobbiamo riflettere. Controllore e controllato non funziona! Se io nomino e poi la stessa persona o lo stesso gruppo di persone che debbono valutare questa cosa …, sono state nominate! E' la stessa Commissione di inchiesta, la stessa Commissione di indagine oppure la stessa Commissione che viene pagata per verificare determinate cose. A chi risponde? A chi le ha dato le prebende economiche per lavorare, non è una Commissione, non è un'indagine super partes, su questo dobbiamo riflettere.
Se vogliamo questa figura del Segretario generale credo che l'impalcatura di questa legge vada assolutamente rivista e ci debba essere un ruolo diverso per quanto riguarda le valutazioni, le sintesi finali, perché, ripeto, attenzione, oggi la democrazia può essere anche messa in discussione con questo meccanismo, però siccome i tempi sono lunghi e anche galantuomini - rifletto e faccio riflettere quest'Aula dicendo attenzione - oggi potrebbero andar bene determinate cose, ma domani le stesse cose potrebbero andar male in un altro senso.
Attenzione, noi siamo un organo legislativo, siamo un organo supremo, siamo un organo che viene eletto dal popolo, dalla gente, vi chiedo soltanto attenzione a quello che votiamo. La cosa che posso suggerire è la seguente: riflettiamo su questa legge, meglio perdere un attimo di tempo per verificarla con più attenzione, ma importante è fare una buona legge che serva alla democrazia, ma soprattutto a questa Aula. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Minardi.

Renato Claudio MINARDI. Credo che alcuni chiarimenti debbano essere dati perché mi pare che ci sia una incomprensione su questa proposta di legge. (…) Ho detto semplicemente che non c'è una approfondita comprensione di quelle che sono le normative che ci sono scritte. Su questo credo di non avere dubbi, nel senso che, per esempio, il tema del Segretario generale che sta dentro la dotazione organica non esclude la possibilità che si possa prendere una persona dall'esterno e l'Ufficio di Presidenza, il Presidente, non è obbligato a prendere per forza un dirigente, cosa che verrà fatta dal primo aprile, quando la dott.ssa Santoncini andrà in pensione. Non è assolutamente escluso che si possa prendere un Segretario generale al di fuori della dotazione organica.
In relazione alla questione dei costi è chiaro che, nel momento in cui il Segretario generale viene incardinato all’interno della dotazione organica, la posta di bilancio che veniva utilizzata per pagare il Direttore generale verrà presa da un capitolo di bilancio e spostata all'interno del fondo, peraltro con una diminuzione dei costi. Questo deve essere chiaro, non c'è un aumento di costi, è soltanto la traslazione di una cifra da un capitolo all'altro perché ovviamente il fondo deve essere rideterminato, fondo che peraltro ha ampi margini di manovra perché, come si è detto prima, nel 2010 c'erano 7 dirigenti, oggi ne abbiamo sostanzialmente 3 + 1, quindi 4 ed ovviamente il fondo dovrà essere determinato, ma non potrà essere utilizzato per intero, altrimenti andremo a mangiare la possibilità, qualora domani ci fosse uno sblocco da parte della normativa nazionale, di prendere anche altre figure. Non vogliamo mangiarci tutte le possibilità o tutto l'agio che il fondo può avere per assumere o prendere altre figure, cosa che in questo momento non è in programma, ma potrebbe esserlo nel momento in cui si dovessero aprire delle opportunità e delle possibilità.
Relativamente alla denominazione del comitato, Consigliere Celani, che si chiami comitato di valutazione o organismo di valutazione, su questo possiamo anche discutere, è stata lasciata questa dizione semplicemente perché viene riportata in altre leggi che non siamo andati a toccare, altrimenti avremmo dovuto modificare anche altre norme in cui questo organismo viene denominato comitato di valutazione.
Per quanto riguarda il fatto dell'annualità, cioè che l'organismo di valutazione abbia un periodo di vigenza annuale, questo è stato richiesto dal sindacato e dalla R.S.U., questa è la motivazione, dopodiché sulla questione della valutazione ..., scusate il Segretario generale viene nominato dal Presidente del Consiglio sentito l'Ufficio di Presidenza, chi altri può fare la valutazione del Segretario generale se non l'Ufficio di Presidenza, come peraltro sta già facendo oggi? La normativa attuale è questa, non andiamo a modificare nulla, se non a mettere un po' più in chiaro le cose relativamente al fatto che non è più il Direttore ma è il Segretario generale. D'altro canto la stessa Giunta regionale fa la valutazione dei dirigenti sentito il comitato di valutazione. Nei Comuni chi fa la valutazione dei dirigenti? La fa la Giunta sentito il nucleo di valutazione. Non è la politica che si vuole appropriare di un ruolo per entrare nel merito delle questioni dei dirigenti, chi dà gli obiettivi poi valuta, qui non è che l'Ufficio di Presidenza valuta i comportamenti, l'Ufficio di Presidenza valuta gli obiettivi raggiunti o meno, sempre dall'Ufficio di Presidenza, dal Segretario generale e dai dirigenti stessi.
Questo deve essere chiaro, non è che qui c'è una politica che vuole …, tra l'altro l'Ufficio di Presidenza è un organo istituzionale del Consiglio dove è presente anche la minoranza, mentre per quanto riguarda la Giunta è diverso perché nella Giunta c'è solo la maggioranza, nell'Ufficio di Presidenza c'è la maggioranza e la minoranza e svolgono fino in fondo questo ruolo, peraltro ho detto che è già così, quindi non si va a cambiare assolutamente nulla.
Se il Consiglio è organo di indirizzo e di controllo e l'Ufficio di Presidenza è organo di indirizzo e controllo rispetto alla questione della nomina dei dirigenti è chiaro che l'Ufficio di Presidenza è anche il soggetto pienamente titolato a fare le valutazioni, proprio per evitare che si facciano, come qualcuno immagina, pensando male, sulla base di valutazioni prettamente politiche, ma non è così, perché la minoranza è presente nell'Ufficio di Presidenza che tiene conto anche di quello che è l'elaborato dell'organo di valutazione.
E' chiaro che l'Ufficio di Presidenza risponderà pienamente nei confronti del Segretario generale e se ne assumerà la piena responsabilità, mentre relativamente alla questione dei dirigenti l'organo di valutazione farà il suo elaborato, la sua proposta, farà le sue valutazioni, e l'Ufficio di Presidenza sentirà il Segretario generale che è l'organo di vertice di questa struttura e dovrà anche coordinare il lavoro degli altri.
Credo di aver chiarito alcune cose che forse non avevo ben spiegato in sede di relazione introduttiva, però penso di aver fugato i dubbi che sembravano essere emersi.

PRESIDENTE. Gli emendamenti vengono illustrati, come al solito, articolo per articolo.
Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. All'articolo 6 bis c'è un intervento dell'RSU per quanto riguarda il personale distaccato presso le segreterie …

PRESIDENTE. C'è un emendamento su questo, quindi vi consiglio di intervenire di volta in volta su ogni emendamento.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento 1 bis/1, istitutivo dell'art. 1 bis, a firma del Consigliere Maggi. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 1 bis/2, istitutivo dell'art. 1 bis, ad iniziativa della I Commissione.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Giacinti.

Francesco GIACINTI. Grazie Presidente. La Commissione ha ritenuto opportuno presentare questo emendamento per apportare una modifica alla legge regionale con la quale si introduce il principio che in caso di trasferimento del personale tra le strutture della Giunta e del Consiglio sia trasferita anche la quota di salario accessorio spettante allo stesso personale.
La disposizione rinvia in ogni caso, per la definizione delle modalità, all'accordo fra Giunta, Consiglio e sindacati.
L'obiettivo è quello di non creare penalizzazioni tra il personale, considerato che a fondo di produttività invariato, in caso di aumento di personale in ciascuna delle due strutture, le risorse disponibili di fatto diminuirebbero, quindi c'è sembrato opportuno introdurre questo emendamento.

PRESIDENTE. Emendamento 1 bis/2. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 3.
Emendamento 3/1 a firma del Consigliere Maggi. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 4.
Emendamento 4/1 a firma del Consigliere Maggi. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 4/2 a firma del Consigliere Maggi. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 5.
Sub emendamento 5/1/1, sostitutivo dell’emendamento 5/1, a firma del Consigliere Bisonni, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Sandro BISONNI. Coerentemente con quanto ho detto nell'intervento di qualche minuto fa, questo emendamento va ad abrogare i commi 4, 5, 6 includendo l'emendamento presentato dal Momento 5 Stelle, quindi è inclusivo.
Vorrei ribattere anche al Vicepresidente che se è vero che nell'Ufficio di Presidenza è presente la componente di minoranza, è anche vero che questa componente sta sempre in minoranza, per cui l'influenza politica sarebbe inaccettabile dal mio punto di vista, in quanto la minoranza comunque non riuscirebbe a garantire l'indipendenza. Grazie.

PRESIDENTE. Sub emendamento 5/1/1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 5/1 a firma del Consigliere Maggi. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 5 bis.
Emendamento 5 bis/1 a firma del Consigliere Maggi. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Articolo 5 bis. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Sub emendamento 5 ter/1/1 a firma del Consigliere Fabbri. Ha la parola il Consigliere Giacinti.

Francesco GIACINTI. Questa disposizione interviene per tutelare l'efficienza delle strutture, concedendo all'amministrazione un periodo fino a sei mesi per attivare i processi riorganizzativi che consentano di garantire i processi di lavoro essenziali nel caso di trasferimento del personale alle strutture di supporto degli organi politici.
Il provvedimento è applicabile esclusivamente in casi di rilevante compromissione della funzionalità della amministrazione, altrimenti potrebbe sembrare eccessivo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Il termine di 6 mesi noi lo vorremmo contrarre a 3, questo è il primo emendamento.
Con il secondo, approfitto per esporlo, vorremmo aggiungere il comma: “l'Ufficio di Presidenza e la Giunta regionale individuano in sede di programmazione triennale del fabbisogno del personale le figure professionali all'interno degli uffici le cui prestazioni sono considerate essenziali e necessarie a garantire la continuità dei servizi”, in modo che, in maniera trasparente, queste figure siano individuate precedentemente alla richiesta dei gruppi e non ci sia la possibilità di sentirsi dire: “Me l'hai chiesto tu, non te lo voglio dare perché mi interessa ed è fondamentale per l'andamento dell'ufficio”, quindi prima individuiamo, in modo che tutti sappiano, quali sono le figure chiave che potranno essere date 3 mesi dopo, come diciamo noi, al posto dei 6 mesi precedenti.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Ritengo che, alla stregua anche di quanto ha detto il Consigliere Fabbri, questo sia un precedente molto brutto, non ha senso mettere un blocco, poi saranno i servizi, la Giunta, il Consiglio che dovranno dire quali sono le funzioni essenziali e le persone assegnate che non possono essere richieste, altrimenti stiamo all'umore del Dirigente, della Giunta, del Consiglio. Questo è un precedente pericolosissimo, non ha senso!
Tra l'altro c'è un altro aspetto, anche qui una contraddizione in termini: se c'è una richiesta vuol dire che c'è qualcosa di essenziale da svolgere, ma anche dall’altra parte c’è qualcosa di essenziale da svolgere, delle due l'una, qualcosa non funziona perché se uno richiede una persona è perché è necessario che funzioni una certa struttura, se dall'altra parte ti dicono: “Non te la do perché è necessario che funzioni la mia struttura” delle due l'una, una delle due ha sbagliato, o ha sbagliato a fare la richiesta indirizzandola a quel servizio o quel servizio ha sbagliato a fare la valutazione.
Questo non va votato, questo è un precedente che non ha senso, significa che c'è una grande disorganizzazione all'interno delle strutture assembleari, del Consiglio e della Giunta. Come si fa a dire e chi lo dice: qual è la compromessa condizione del servizio di prestazioni essenziali? Quali sono? Dove sono? Dovrebbero essere menzionate, catalogate e scritte, dopodiché uno sa che a quei servizi non si può richiedere personale, è semplice.
Io non so con quali criteri vengono fatte queste cose, lasciando al libero arbitrio, con tutto il rispetto di chi dovrà decidere, ed agli umori di chi dovrà decidere.
Interverrò alla fine, Vicepresidente Minardi non è così, la forma è sostanza e su queste cose non si può dire: la valutazione chi la fa? Non la fa la Giunta la valutazione dei dirigenti, ma non scherziamo!

PRESIDENTE. Vorrei solo precisare che su questo emendamento si è discusso, immagino, in Commissione e nel merito dopo risponderà il Presidente Giacinti.
Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. … su questo argomento, questa discussione, questa introduzione dei 6 mesi è una cosa è difficile.
Pongo soltanto una domanda: 6 mesi, in qualche circostanza neanche un Assessore potrebbe resiste 6 mesi, cioè si istruisce la pratica ed al momento del trasferimento ci potrebbe non essere più l'Assessore? Attenzione 6 mesi, e poi chi decide? Sempre il dirigente? Presidente, questo è un emendamento che se uno dice: 30 giorni, 20 giorni, il tempo tecnico per valutare la cosa, è concepibile, ma 6 mesi ..., quando tutti sanno quali sono i dipendenti e le loro conoscenze? E' assurdo 6 mesi, se uno vuole prendere un po' di tempo diciamo 20 giorni, bene, il tempo tecnico per valutare, ma deve essere una cosa veloce come la richiesta perchè se un Assessore fa una richiesta non può aspettare 6 mesi.
Credo che questa sia una riflessione, deve essere messo un tempo ma che sia molto limitato per valutare la posizione del lavoratore e nel giro di 20 giorni dare una risposta. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giacinti.

Francesco GIACINTI. Grazie Presidente. Intervengo per contribuire a rendere un po' più chiaro il motivo, la ratio dell'introduzione di questo emendamento.
In Commissione c'è stata una discussione, ora si può discutere sulla congruità o meno del periodo, del lasso di tempo individuato in 6 mesi, però la ratio, ricordo ai colleghi, che è stata evidenziata ed a cui si è tenuto con l'introduzione di questa norma, è quella di salvaguardare l'efficienza del servizio, leggiamo bene la norma: solo laddove vengano messe in crisi la continuità e l'efficienza del servizio, si può prendere il tempo di 6 mesi.
Ora se si vuole discutere sulla congruità del lasso di tempo è un tema, però ho sentito dire che l'introduzione di questo emendamento fosse una cosa un po' lunare, non è lunare per il semplice motivo che si è dato importanza alla salvaguardia ed alla tutela del servizio che serve a tutta la struttura, serve anche a noi, non dimentichiamolo.
Ora nel caso di richieste che vanno un po' a minare questa efficienza e questo funzionamento che, ripeto, serve a tutti, abbiamo pensato e ritenuto opportuno introdurre questo lasso di tempo, quindi non è campato in aria, (…) ora sul tempo possiamo anche aprire un discorso, in Commissione è stato toccato e c'è sembrato consono e congruo per cercare di organizzare laddove, ripeto, si individua un elemento di crisi del servizio, per cui viene preso questo tempo di 6 mesi, viene sospesa l'esecuzione per il periodo di 6 mesi, altrimenti, è già avvenuto, non sono stati fatti decorrere questi tempi, questo solo laddove si è pensato e ritenuto di salvaguardare al meglio l'organizzazione, il funzionamento, visto e considerato che si potrebbero toccare in alcuni casi servizi essenziali. Questo è il senso della norma.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Signori Presidenti e cari colleghi, questo emendamento è arrivato in Commissione ieri l'altro, mi sembra.
Spieghiamo un attimo cosa diceva l'emendamento: i gruppi politici - naturalmente questo ad ogni rinnovo del Consiglio regionale, quindi ogni 5 anni – debbono scegliere metà dipendenti della Regione per la propria segreteria e metà esterni, quindi i gruppi devono scegliere in base alla loro fiducia, alla loro esigenza, alla professionalità delle persone. Secondo me il funzionamento dei gruppi, di coloro che sono stati eletti dal popolo, è una funzione essenziale dell'Assemblea legislativa.
Arriva l'emendamento in Commissione che dice che l'Ufficio di Presidenza può negare, per motivi importanti, al dipendente di andare al gruppo. Questa è veramente una roba …, io sono trasecolato e mi sono dato un cazzotto in testa per sapere se ero sveglio o stavo sognando questa cosa gravissima.
Devo dare atto alla sensibilità degli altri componenti del gruppo di aver messo un termine, perché prima la valutazione e la discrezionalità dell'Ufficio di Presidenza erano complete.
Io voglio Zaffiri perché è bravo e l'Ufficio di Presidenza mi dice no non te lo do! Ma vi rendete conto o no di questo emendamento! Io con la mia solita passionalità! Devo dire che i Commissari della I Commissione hanno messo un termine, perché prima si dicevano delle cose vaghe, insomma c'era la discrezionalità dell'Ufficio di Presidenza di negare un collaboratore al gruppo. Questa cosa, come dice il Consigliere Celani, è gravissima.
Siamo arrivati a questo compromesso dei 6 mesi, ma i 6 mesi non sono sicuramente la cosa che io volevo, è comunque la cosa che impedisce questa aberrazione della democrazia, che si arrivi ad un compromesso e non venga bocciato in Aula questo emendamento, anche se tutte le perplessità rimangono.
Io ho fatto un esempio in Commissione, ma quale efficienza e quale azienda c'è nel momento in cui un dirigente, una funzione apicale cade e si sloga una gamba, oppure va in malattia o scappa con una ballerina all'estero e nessuno può sostituirlo? Un'organizzazione non riesce a sostituirlo? E' una funzione insostituibile? Dove? Quale regola manageriale, quale regola di efficienza non può sostituire qualcuno, un dirigente anche importante?
Questa ci sembra una cosa che viene da lontano, come dice il Consigliere Zaffiri, … con i Commissari abbiamo fatto questa azione di compromesso per non portare la stesura iniziale che era veramente una cosa vergognosa, per cui 6 mesi, 3 mesi, però, ripeto, questa Assemblea, questa macchina istituzionale è sicuramente efficiente nel momento in cui dopo 1 mese, 2 mesi, 3 mesi, riesce a sostituire un dirigente, una figura apicale, perché di questo si parla, non si parla d’improvviso, ogni mese, ogni settimana, quando uno si sveglia, si parla di un prelievo di dipendenti ogni 5 anni, signori!
Cosa c'è sotto questo emendamento, così come è stato proposto? Un desiderio di vendetta? Un desiderio di limitazione dei gruppi, un desiderio di limitazione ai Consiglieri? Stiamo dicendo sempre di più che i Consiglieri, il ruolo dei Consiglieri, il ruolo politico viene ristretto, quando viene fatto tutti si scandalizzano perché dicono che il ruolo dei Consiglieri è sempre più marginale, ma poi viene fuori un emendamento di questo genere che ai Consiglieri ed ai gruppi consiliari non dà neanche la possibilità di scegliere, come accidenti vogliono e secondo la professionalità e la fiducia, un dipendente della Regione, così come la legge consente.
3 mesi, 6 mesi, 1 mese solo, nessuno? L'importante è che questo emendamento sia stato modificato. Ovviamente io sono per il sub emendamento del Consigliere Fabbri che prevede 3 mesi, anche perché mi rendo conto che in 3 mesi …, certo, capisco sicuramente l'esigenza dell'istituzione che dice: “Mi togli una figura che sa, che ha le conoscenze, me la togli all'improvviso”, anche noi quando come gruppo siamo arrivati abbiamo detto: “Allora facciamo 3 mesi per sostituirla”. Voglio dire che l'efficienza non la si fa tappando la bocca alla politica in questo modo, l'efficienza è la struttura che nel giro di 3 mesi deve essere in grado di sostituire anche il Presidente della Giunta e metterne uno ancora più bravo. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Minardi.

Renato Claudio MINARDI. Rileggendo l'emendamento, vorrei rimettere in fila un po' le questioni che sono state discusse in Commissione perché rispetto alle cose che sono state dette, dice altre cose, ovvero: l'Ufficio di Presidenza e la Giunta regionale - quindi riguarda sia il personale del Consiglio che della Giunta - in presenza di rilevanti e motivate esigenze – le esigenze devono essere motivate ovviamente – organizzative ed in particolare, sottolineo, ove sia a rischio la continuità dei servizi e prestazioni essenziali, possono rinviare per un termine di 6 mesi l'assegnazione.
Togliamoci dalla testa che ci sia il libero arbitrio, che ci sia la vendetta, ho sentito delle parole grosse questa mattina in Aula, qui c'è una Giunta ed eventualmente un Ufficio di Presidenza che qualora dovessero essere private, su richiesta dei gruppi o delle segreterie, di personale chiave nello svolgimento dei servizi - perché una cosa che non dobbiamo dimenticarci è che dobbiamo far funzionare i gruppi, dobbiamo far funzionare le segreterie, ma dobbiamo fare in modo che funzioni la macchina amministrativa, che funzioni tutto l'apparato, sia della Giunta che del Consiglio – di persone che sono in ruoli chiave, è chiaro che non possono dire di no, in quanto l'emendamento non dice che si può dire di no, ma dice: “Ho bisogno di un po' di tempo per formare un'altra persona e metterla al posto di quello che il gruppo o la segreteria chiede”.
Tra l'altro non dimentichiamo che l'amministrazione sia della Giunta, che del Consiglio, nel momento in cui viene tolto del personale in ruolo, non è che il giorno dopo va all'esterno e lo sostituisce con qualcun altro, lo deve prendere dall'interno e formarlo perché c'è un passaggio che a causa della spending non permette libertà d'azione né alla Giunta né al Consiglio.
E' chiaro che i gruppi hanno una funzione essenziale nell'Assemblea, Consigliere Maggi, siamo tutti componenti di un gruppo all'interno di quest'Aula, però teniamo anche conto che il personale importante che svolge un ruolo chiave deve essere in qualche modo sostituito. Se il tema è 3 mesi, 4 mesi, 5 mesi. 6 mesi, adesso, questo non mi preoccupa, però diamo la possibilità di poter agire in questo modo motivando, non in modo arbitrario, come è stato detto, o addirittura mettendo in atto delle vendette, ma a fronte di rischio di continuità di servizi e prestazioni essenziali.
Questo deve essere chiaro ai colleghi Consiglieri.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Grazie Presidente, poi mi riservo di intervenire più complessivamente nella dichiarazione di voto, però su questo tema, su cui c'è stato un po' di dibattito, cogliendo la parte positiva, chiederei al Consigliere Fabbri di ritirare il primo sub emendamento, il 5 ter/1/1, il quale pur indicando sul piano ideale una necessità che potrebbe essere giusta, mi pare di capire, potrebbe creare all'Ufficio di Presidenza alcuni problemi di natura anche sindacale, quindi sarebbe meglio evitarli, perché una cosa sono le formulazioni ideali, un’altra la pratica concreta della gestione del personale.
Il secondo sub emendamento che è quello di abbreviare il periodo da 6 a 3 mesi, sentito il relatore di maggioranza, potrebbe essere un compromesso accettabile, così da venire incontro a queste esigenze.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Rispetto ai due sub emendamenti riteniamo prioritaria l'individuazione delle figure professionali in modo che si sappia in maniera trasparente ed a tempo debito quali sono quelle chiavi che se uno richiede deve aspettare un po' di tempo affinchè il sostituto venga adeguatamente addestrato, quindi non ritiriamo il sub emendamento relativo all'individuazione delle figure professionali.

PRESIDENTE. Sub emendamento 5 ter/1/1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Sub emendamento 5 ter/1/2 a firma del Consigliere Fabbri. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento 5 ter/1 ad iniziativa della I Commissione, così come emendato, lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 6. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 6 bis.
Emendamento 6 bis/1, soppressivo dell’articolo 6 bis, ad iniziativa della I Commissione.
Ha la parola il Consigliere Giacinti.

Francesco GIACINTI. Grazie. Questo emendamento soppressivo è emerso in seguito ad una serie di verifiche effettuate presso la struttura amministrativa, in quanto sono emerse difficoltà di applicazione del provvedimento così come era stato concepito, per cui si è preferito sopprimerlo e rinviare ad un esame più approfondito.

PRESIDENTE. Emendamento 6 bis/1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 7. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 8.
Emendamento 8/1, sostitutivo dell’articolo 8, ad iniziativa della I Commissione.
Ha la parola il Consigliere Giacinti.

Francesco GIACINTI. Grazie Presidente. Viene sostituita la norma finanziaria rispetto a quella iniziale per un coordinamento tecnico che si rende necessario in seguito all'introduzione dell'articolo 1 bis e per definire le procedure di variazione del bilancio del Consiglio.
Non sono introdotte nuove spese, ma sono apportate le variazioni di bilancio tra i programmi della Missione 1 necessarie per dare attuazione alle disposizioni recate dagli articoli 1 bis e 5 bis rispettivamente sui capitoli relativi ai fondi per l'indennità della dirigenza e del salario accessorio del personale, così come illustrato in sede di presentazione degli emendamenti.

PRESIDENTE. Emendamento 8/1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 8 bis (Dichiarazione d'urgenza). Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva a maggioranza assoluta dei suoi componenti)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Grazie Presidente. Pochi secondi per annunciare il nostro voto favorevole.
Questa è una proposta di legge che abbiamo condiviso e portato all'Ufficio di Presidenza, contiene alcuni elementi anche abbastanza tecnici, però c'è una politica di fondo anche nel buon lavoro che è stato fatto sia dal relatore di maggioranza che da tutta la Commissione.
Ringrazio in particolare il Presidente con cui ci siamo confrontati in questi giorni, credo che siano state apportate delle modifiche importanti. C'è stato un confronto anche con le parti sociali, non dobbiamo mai dimenticarci che abbiamo da contemperare due esigenze, una è quella necessaria dell'efficientamento dell'ente, del rendere sempre più snelle le nostre procedure, il nostro lavoro, dall'altra, ovviamente stiamo parlando di personale, stiamo parlando dei lavoratori del Consiglio regionale che mi sento di ringraziare per tutto quello che stanno facendo al nostro servizio, al servizio di chi ha funzioni di rappresentanza, quindi è chiaro che queste due esigenze devono essere ben contemperate.
Ho fatto un intervento di carattere generale perché sul piano più tecnico, più formale, è intervenuto molto bene il relatore di maggioranza, credo quindi che sia importante che anche nel lavoro a venire vengano tenute presenti queste due necessità. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Naturalmente voglio rispondere per fatto personale al Vicepresidente Minardi, abbiamo usato delle parole gravi che sono proporzionali alla gravità dell'emendamento! Un emendamento così ha bisogno di parole pesanti perché l'emendamento è pesante.
Poi il ringraziamento del Consigliere Busilacchi al personale del Consiglio, voi ringraziate a parole il personale del Consiglio, noi avevamo fatto un emendamento in cui volevamo dei processi concorsuali per trasferirlo dalla Giunta al Consiglio e per mettere il Consiglio alla stessa stregua e dare la stessa possibilità di partenza, l'avete bocciato, quindi voi ringraziate il personale del Consiglio e poi bocciate un emendamento del Movimento 5 Stelle che mette in condizione il personale del Consiglio di essere alla pari con il personale che viene dalla Giunta, che viene temporaneo, che poi viene comunque stabilizzato.
Detto questo, evidenzio che su questa proposta di legge n. 29, di cui la motivazione è l'efficientamento della dirigenza del Consiglio, io non ho sentito una parola nell'esposizione per cui posso dire che questo atto rende più efficiente la macchina del Consiglio. Dove rende più efficiente la macchina del Consiglio regionale rispetto a com'era prima? Non lo so, forse è un mio limite, per questo io e il mio gruppo voteremo contro questa proposta di legge che ci sembra solo strumentale.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Poc’anzi nell’intervento che riguarda questa legge ho richiamato l'attenzione dell'Aula. Ho richiamato l'attenzione ad un approfondimento molto serio, signor Vicepresidente. Purtroppo per quanto ci riguarda non abbiamo riscontrato nel dibattito, nella discussione, una riflessione per cui la proposta di legge possa essere riguardata, possa essere rivista un attimo. Questo è il ruolo vero della democrazia, il vero ruolo dell'efficientamento, come dice il Consigliere Maggi, e per quanto riguarda questa struttura e questa organizzazione siamo fortemente perplessi.
Fortemente perplessi nonostante gli interventi del Vicepresidente che cercava di fugare delle ombre su questa legge. Noi non siamo assolutamente soddisfatti, le ombre rimangono, anzi sono fortemente aumentate dopo la discussione che è venuta avanti in questa Aula, ci lascia molto perplessi sulla trasparenza, sulla gestione del personale di cui abbiamo discusso prima. Ho sentito delle parole, delle frasi: “Per gravi motivi, vedremo, faremo”, purtroppo le ho sentite per 40 anni, sempre le stesse parole da parte dei miei colleghi dell'organizzazione a cui partecipavo per il lavoro che svolgevo precedentemente. Erano sempre le stesse parole, ripetevano sempre le stesse cose e sostanzialmente alla fine non cambiava niente, anzi il più delle volte peggioravano le condizioni di quello che si faceva, di quello di cui si doveva discutere o trattare.
Pertanto per questi motivi la Lega Nord vota contro.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Prima ero orientato ad astenermi, però per tanti motivi voterò anch’io contro questa proposta di legge n. 29.
A me sembra affrettata, non ne capisco nemmeno l'urgenza, abbiamo votato l'articolo 8, la dichiarazione d'urgenza di questa legge, ma non capisco dove sia l'urgenza perché, come ha detto il Consigliere Maggi, non credo che da qui ne discerna l'efficienza della struttura amministrativa del Consiglio e della Giunta, assolutamente no.
Secondo: avrei immaginato, volendo fare una cosa del genere, che l'articolo 1 prevedesse che entro 30 giorni dall'inizio della legislatura, la Giunta, il Consiglio, l'Ufficio di Presidenza individuassero le funzioni essenziali ed indispensabili per cui il personale addetto non potesse essere assegnato, o assegnato con ritardo qualora ci fossero … Sarebbe stato molto trasparente, molto semplice, molto lineare, non occorreva fare questo pasticcio, 3 mesi, 6 mesi, a quello gli dico di no perché ha gli occhi azzurri, dà adito a tante interpretazioni. Se ne poteva benissimo fare a meno, non sentivamo assolutamente la necessità di questa proposta di legge n. 29.
Non sono assolutamente d'accordo su quanto ha detto il Vicepresidente Minardi in merito all'articolo 5, quello relativo al comitato di valutazione, assolutamente, non è così, la forma è anche sostanza in questo senso. La Giunta non valuta alcun dirigente, assolutamente, la valutazione la fa l'organismo indipendente, dopodiché la Giunta prende atto di quello che ha fatto, può modificare, può sentire, non è un organo di gestione che va a vedere quello che fa il dirigente, non lo può fare, la legge dice un organismo indipendente deve essere, non il famoso comitato.
Non si è voluto nemmeno modificare la terminologia che avrebbe dato anche un senso di freschezza, di novità, l’adeguamento di questo organo alla normativa. Seguiamo vecchie procedure altrimenti avremmo dovuto modificare la denominazione in tutte le altre leggi, non è così che si fa, credo che le leggi che riguardano il funzionamento, che riguardano l'immagine dell'istituzione, l'immagine del Governo di una Regione, debbano essere fatte in modo molto più tranquillo, molto più chiaro, molto più trasparente e se del caso evitarle quando potrebbero dare adito a queste interpretazioni. Per cui il mio voto è sicuramente contrario.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Fare una proposta di legge per aumentare l'efficienza di una macchina da una parte è ammirevole, se fosse così, dall'altra fa pensare che si ritiene questa macchina non efficiente.
Per la mia piccola esperienza, certamente molto limitata, mi sembra di aver trovato un alto grado di professionalità ed anche di efficienza.
Per cui non capisco sinceramente la necessità di questa legge, non la intravedo.
Invece intravedo, ribadisco quello che hanno detto anche altri Consiglieri, quest'ombra dell'ingerenza della politica, per il fatto che la politica giudicando i dirigenti possa condizionarli.
Per cui esprimo ancora una volta la mia contrarietà a questa proposta di legge.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Solo per esprimere anche il mio voto contrario. E’ una legge che non ci ha convinto neanche nella discussione in Aula, mi auguro solo, perché ovviamente avrà il plauso e quindi la votazione da parte della maggioranza, che possa servire a correre ai ripari in maniera preventiva, visto che è uscito anche l'eventuale problema di figure chiave che non potranno e non possono essere spostate in tempi rapidi nei gruppi qualora questi ne facciano domanda. Far si che all'interno degli uffici ci possa essere, visto che da come scrivete pare che questo possa creare un problema, quindi attualmente reputate che non ci sia, una continuità e non ci siano figure che da sole detengono il sapere di un ufficio, ma possano farlo circolare rendendo edotti gli altri componenti di quell'ufficio in modo che, qualora, per qualsiasi motivo qualcuno dovesse mancare, che sia per la richiesta dei gruppi o per qualche altro motivo, l'efficienza della macchina non venga compromessa perché da quello che è scritto in questa norma sembrerebbe, adesso i mesi fortunatamente sono stati ridotti a 3, che si possa creare un vuoto nella macchina e si possano creare problemi all'andamento della Regione.
Credo che non ci sia la possibilità che questa norma non venga approvata, se non altro utilizzate bene la discussione che è nata oggi in Aula. Grazie.

Proposta di legge n. 29, così come emendata, la pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 35
ad iniziativa della Giunta regionale
“Modifica alla legge regionale 16 gennaio 1995, n. 10 ‘Norme sul riordinamento territoriale dei Comuni e delle Province nella Regione Marche’”

(Nuova titolazione) “Modifica alla legge regionale 16 gennaio 1995, n. 10 ‘Norme sul riordinamento territoriale dei Comuni e delle Province nella Regione Marche’. Disposizioni in materia di referendum” (titolo emendato in sede di coordinamento tecnico).
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 35 ad iniziativa della Giunta regionale.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Giacinti.

Francesco GIACINTI. Grazie Presidente. Con questa proposta di legge si modifica la legge regionale n. 10 per dare migliore e puntuale attuazione alla disciplina della fusione per incorporazione dei Comuni. Ne abbiamo parlato a suo tempo quando abbiamo adeguato la legge n. 10 alla cosiddetta legge Delrio e oggi questo ulteriore intervento va a sostituire l'articolo 8 bis di quella legge, per toccare più puntualmente alcune questioni tecniche di funzionamento e di completamento dell'iter normativo, pur nell'impianto normativo nazionale che è quello della legge Delrio.
In particolare evidenza può risultare la lettura di questo articolo 8 bis che prevede la possibilità di indire un referendum se ne fa richiesta il 10% del corpo elettorale. Senza dubbio è un momento di apertura verso le istanze che possono venire dalla popolazione e dalle comunità interessate, perché sarà pleonastico ma va ricordato che il referendum è un momento propedeutico all'inizio dell'operazione di fusione che poi sarà deliberata dai rispettivi consigli comunali, per approdare, eventualmente alla fine, all’Assemblea legislativa, a quest'Assemblea che stabilirà definitivamente se avverrà o meno l'operazione di fusione per incorporazione.
C’è un punto nel quale viene chiarito che il referendum è effettuato nella medesima data in ciascun Comune. Chi ha diritto a partecipare al referendum? I cittadini chiamati ad eleggere il Consiglio regionale. Il referendum è valido indipendente dal numero dei votanti, quindi non è richiesto alcun quorum, ma la proposta è approvata se la risposta affermativa raggiunge la maggioranza dei voti validamente espressi.
Non può essere ripresentata la medesima richiesta di referendum se non sono trascorsi almeno cinque anni dalla data di pubblicazione nel bollettino ufficiale della Regione dei risultati del precedente referendum.
Poi ci sono norme di funzionamento secondo le quali il dirigente della struttura organizzativa regionale in materia di enti locali predispone il modello della scheda di votazione. Gli uffici comunali sovraintendono alle operazioni elettorali. La proclamazione dei risultati è effettuata entro 20 giorni dalla data di svolgimento del referendum. I Comuni interessati alla procedura di fusione trasmettono alla Giunta la relativa richiesta entro 30 giorni dall'effettuazione del referendum. La Giunta regionale verifica la regolarità della richiesta entro 20 giorni dal ricevimento della stessa presenta la relativa proposta di legge all'Assemblea legislativa regionale, entro 30 giorni dal completamento di questa verifica.
In poche parole si cala la legge regionale vigente nella fattispecie di andare ad affrontare, sostenere, disciplinare tutta la fase che porta alla fusione per incorporazione dei Comuni.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Il criterio che ispira il Movimento 5 Stelle su questa proposta di legge è quello dell'autodeterminazione dei cittadini, per cui anche se ci sono delle motivazioni che noi non condividiamo, ma i cittadini vogliono l’incorporazione, che si facciano incorporare, questo in linea generale, discende dall'autodeterminazione dei popoli.
Abbiamo presentato un emendamento in questo senso per cercare …, il Presidente Giacinti l'aveva bocciato in I Commissione dicendo che era un emendamento pleonastico, noi pensiamo che in politica sia necessario ribadire anche certi concetti che sembrano assodati, cioè che nel risultato dei referendum del Comune incorporante e del Comune incorporato i due risultati siano divisi e non sia il risultato ovviamente del Comune più grande. Questo vogliamo precisarlo e ci fa piacere che anche il Consigliere Carloni nel suo emendamento, non condividiamo gli altri, all'articolo 8 bis al punto 5 relativo ai voti espressi inserisca le parole “in entrambi i Comuni”, questo ci trova favorevoli perché in pratica è quello che diciamo nel nostro emendamento.
Se questa proposta di legge va nel senso dell'autodeterminazione delle popolazioni noi in linea di massima siamo favorevoli, vorremmo vedere durante la discussione se in effetti dietro questa proposta di legge c'è la volontà vera in questo senso o c'è quello che noi temiamo: un discorso politico per far diventare alcuni Comuni più grossi, con più popolazione e non l'efficientamento dei Comuni stessi ed il beneficio delle popolazioni.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carloni.

Mirco CARLONI. Dopo il blocco del patto di stabilità per i Comuni, l'accanimento terapeutico su Mombaroccio è venuto un po' meno, quantomeno la libido verso le incorporazioni è venuta un po' meno. Devo dire che perseverare è veramente diabolico, Presidente Ceriscioli, questa norma fino al giorno della Commissione era ancora comprensibile e in qualche modo tollerabile, ed era esattamente quello che circa un anno fa in quest'Aula io insieme ad altri le dicevamo e cioè che questa legge dovevate farla all'inizio legislatura, anziché trovare scappatoie normative insostenibili. Il Consigliere Cesetti doveva essere il garante di quella norma che era sbagliata perché all'inizio della legislatura avete fatto una forzatura sul piano istituzionale per creare un vulnus rispetto alla legge Delrio, che vi ha portato a sbattere contro un treno.
Oggi riproponete la norma Delrio in modo un po' più aderente al testo normativo nazionale, però rifate lo stesso errore, per questo dico perseverare è diabolico, cioè con l'articolo 1/bis create, credo questa mattina perché in Commissione non c'era, una norma transitoria che secondo me creerà un'altra volta l'incidente.
Ho avuto modo di dirlo al Consigliere Biancani, che mi sta veramente molto simpatico, e con stima gli ho detto: “Guardate che state facendo un altro errore” perché creando la norma transitoria rischiate di creare ancora una volta una lesione di interessi soggettivi e di legittime aspirazioni delle popolazioni, che ricreerà un altro ricorso.
Detto questo, ma è una questione meramente giudiziaria e amministrativa, io sono d'accordo su tutta la legge, tranne che su alcune interpretazioni per le quali ho fatto un emendamento, perché ritengo che l'autodeterminazione dei popoli sia una cosa molto importante e non bisogna prenderli in giro, cioè se la volontà è chiaramente espressa in senso negativo, non si possono fare alchimie e ci deve essere la possibilità di bloccare il procedimento se i cittadini non vogliono essere incorporati.
Vi prego di approvare alcuni emendamenti, in modo particolare quelli che riguardano una risposta, un voto valido, ma non una maggioranza validamente espressa in entrambi i Comuni, perché ovviamente le dimensioni non sono equipollenti, affinché ci sia il rispetto anche delle minoranze attraverso il voto e non sia indistinta questa valutazione che si farà post voto.
Benissimo, questa norma andava fatta un anno fa, va bene farla adesso, ma dentro c'è un altro errore simile a quello già fatto.

PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. Credo che sia una legge molto importante e, indipendentemente dagli andamenti del patto di stabilità, abbiamo potuto misurare quanto interesse ci sia in questo percorso, anche perché ci sono Comuni che con il patto il problema ce l'avevano relativamente. Comuni con un obiettivo di patto a zero, sostanzialmente quello che c'è oggi, anche prima.
In termini di riorganizzazione quello che era un sistema amministrativo basato su una suddivisione dei compiti, che vedeva fino a pochi anni fa un ruolo forte delle Province, non c'è più, era un po' l'ente surrogante anche alle piccole dimensioni di tanti Comuni.
Quanti lavori ho visto fare dalle Province in ambiti comunali, quante strade comunali sono diventate impropriamente provinciali, quante volte i mezzi della Provincia hanno fatto lo sgombero della neve anche su strade comunali, quante iniziative culturali su scala comunale erano promosse dalle Province. Chi ha conosciuto un po' la vita della Provincia sa che svolgeva un po' il ruolo del grande Comune laddove i Comuni erano troppo piccoli per assolvere a funzioni importanti come quelle di tipo culturale, manutentive ed io aggiungerei anche sociali. Ecco perché il processo di aggregazione fra Comuni ha un senso diverso, più ampio, più forte, più robusto, più di prospettiva, più addirittura di cambiamento.
Tutto quello che possiamo fare per favorire questo percorso va messo in atto.
Gli emendamenti del Consigliere, aggiunto alla maggioranza, Carloni, come è stato dichiarato poco fa dal Movimento 5 Stelle, manifesta una certa contrarietà rispetto a questo percorso, perché dire che un quinto dei cittadini va a raccogliere le firme significa che …, immaginate che per i referendum nazionali un quinto di 50 milioni di elettori equivale a 10 milioni di firme per partecipare ad un referendum, a livello di referendum regionale un quinto, quindi il 20%, è 240.000 firme, per fare un referendum regionale ora ne sono necessarie 30.000.
Non è un fatto di valutazione, di appropriatezza e di numeri, è una volontà precisa contraria allo strumento del referendum. Nella sua stessa dichiarazione dice: “I Comuni sono uno grande ed uno piccolo”, ma uno grande ed uno piccolo è un caso specifico, se noi guardiamo anche questa mattina sulla cronaca c'è l'elenco dei Comuni che vogliono operare attraverso questo percorso e non necessariamente sono un Comune grande ed uno piccolo, ma chi l'ha detto?
Non è un fatto necessario alla legge, è una visione di un fatto particolare che rischia di oscurare quello che invece è un valore che per noi va al di là della particolarità dei singoli casi e sulla necessità di mettere in moto percorsi virtuosi.
Il quorum non si raggiunge più neanche per le elezioni regionali figuriamoci all'interno di un referendum, dove l'importante è raccogliere il giudizio di chi partecipa, di chi è attivo, vincolarlo al quorum è dare uno strumento straordinario a chi non vuol far nulla, a chi non vuol cambiare, basta che sta a casa e con lui si aggregano tutti quelli che normalmente non sarebbero andati a votare.Tutti principi che trasmettono una forte idea in realtà di non volere che questi percorsi di aggregazione possano andare avanti.
Prima dell'emendamento, secondo me, c'è una espressione di fondo: qual è la volontà, cosa vogliamo fare, qual è l'espressione che vogliamo portare avanti?
Anche accorciare i tempi di quello che è il limite possibile permettendo comunque di espletare tutte le funzioni connesse a un normale percorso di questa natura, serve semplicemente a poter realizzare i referendum che sono in corso, in concomitanza con il referendum nazionale, quello delle trivelle per capirci, con un risparmio economico notevolissimo. Non dobbiamo due volte riaprire i seggi, pagare gli scrutatori, e via dicendo, fatto in un contesto che oltretutto rafforza anche la partecipazione ad un referendum dove quest'Aula si è espressa in maniera esplicita, dando la possibilità nei tempi di far richieste che riguardano gli spazi elettorali, tutto quello che normalmente è all'interno di una consultazione e quindi la volontà eventuale anche in questo caso di facilitare il percorso, di farlo e semplificarlo senza ridurre minimamente nessun spazio democratico.
I referendum nella legge vengono dichiarati comunali, quindi sono per loro natura in termini di risultati relativi al singolo Comune, in questo senso è pleonastico, se si vuole aggiungere per evitare dubbi, mettere una cosa in più non cambia niente, io preferisco un voto largo su questo provvedimento, anche a costo di ripetere due volte la stessa frase, piuttosto che, per essere precisi nel testo, ridurre la partecipazione ed il consenso rispetto ad una direzione che ritengo di grande valore e di grande importanza, non solo da una parte, nel raccogliere la volontà dei cittadini, che è un po' lo specifico di questa impostazione che allarga una richiesta diretta di partecipare da parte dei cittadini, ma anche nell'altra che, dicevo prima, in termini amministrativi è uno strumento importante per andare nella direzione giusta, che favorirà una maggiore qualità e forza nel governo dei nostri territori, una minore dispersione in termini di distribuzione di risorse ed energie, quindi una maggiore concentrazione sui servizi che sono gli elementi essenziali che danno poi ruolo e forza alla democrazia, istituzioni in grado di corrispondere nella loro capacità di operare ai servizi per i cittadini.
Sapete che lo facciamo senza ipocrisia perché sul fronte nazionale delle eventuali aggregazioni per incorporazione o altro delle Regioni non ci siamo sottratti, anzi ha colpito molto l'apertura nell'affrontare un dibattito, perché vedete se in campo sanitario abbiamo risorse tali che ci permettono di essere tranquillamente autonomi ed in grado di sviluppare una nostra iniziativa, nella parte di bilancio non sanitaria siamo andati a livelli di risorse talmente risicati che qualche domanda uno se la deve porre, ovvero se l'orizzonte deve essere quello di risorse così ristrette e se la situazione conseguente sarà quella di operare rispetto a quelle che sono le finalità, il ruolo, la capacità che ha la Regione di agire. Andare sulla dimensione più grande è un modo per recuperare questo. Prima del nostro destino personale viene fuori un disegno che parla di una istituzione in grado dare risposte alle comunità. E' chiaro che parliamo di un percorso ampio, non ancora definito neanche nelle premesse da un punto di vista normativo, ma è uno status in termini di ragionamento politico che antepone gli obiettivi che noi dobbiamo raggiungere a favore delle nostre comunità, agli assetti, alle geometrie istituzionali che spesso sono figlie di storie, di percorsi, di situazioni che non ci sono più.
Ben venga l'approvazione della legge con la massima efficacia per dare questa opportunità e questa spinta ad un percorso che restituirà più opportunità e risorse ai nostri cittadini.

Presidenza del Vicepresidente
Renato Claudio Minardi

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Grazie Presidente. Per rispondere ad una precisa domanda che il capo dell'esecutivo ci ha fatto: qual è la volontà intorno a questo provvedimento? Io Presidente rispondo che la volontà deve essere anche del Governo per una cosa meno farraginosa rispetto a quella che è attualmente in piedi.
Capisco il valore democratico del referendum, della deliberazione del Consiglio comunale e quant'altro, però credo che questo modo di procedere, tra le altre cose estremamente costoso, potrebbe essere superato con un provvedimento di legge che già in parte c'è, ma non è così chiaro e definito, che va verso un numero preciso di Comuni che devono unirsi a fronte di una popolazione che non giustifica più, da un punto di vista amministrativo, la loro esistenza.
Possiamo dire che i Comuni hanno un valore storico, lo manteniamo con i municipi, lo manteniamo con una forma di partecipazione democratica che faccia si che il piccolo Comune abbia comunque la sua titolarità, non perda il nome per capirci, ma da un punto di vista amministrativo il Comune deve essere un'altra cosa.
Questo processo è stato fatto in tutta Italia, si è tentato di avviare questo processo nel passato, era l'anno 1986 e il profeta, ahimè, era Bettino Craxi, che è stato il primo Capo di Governo che ha tentato di proporre una legge di questo genere e da allora ad oggi sono passati esattamente 30 anni e non si è fatto nulla, con una situazione che vede oggi i Comuni alla disperazione perché immaginare, faccio anch'io riferimento Presidente all'elenco che c'è su “Il Corriere Adriatico”, che dei piccoli Comuni decidessero o chiedessero spontaneamente di unirsi fino a 7/8 anni fa era assolutamente inimmaginabile, lo fanno perché sono alla canna del gas e non sono gli unici.
Credo che qualche Comune non sia neanche nella condizione di pagarselo il referendum, allora faccio appello al Presidente che nel suo intervento ha chiaramente indicato una linea favorevole a questo tipo di soluzione, perché in sede di Conferenza Stato-Regioni e direttamente al Governo, ponga con forza, insieme a molte altre Regioni, questo problema, che credo abbiano anche loro. Noi parliamo sempre di aree interne, le aree interne nelle Marche non sono una realtà insignificante, sono un buon sesto della nostra popolazione sparso su quasi un centinaio di Comuni e il problema è proprio che è sparso su quasi un centinaio di Comuni e che sviluppa a volte anche una sorta di guerra fratricida fra di loro, perché ci sono i capoluoghi che hanno una loro importanza e tendono ad essere prevalenti nella distribuzione dei servizi e delle risorse. Riequilibrare questa cosa significa non dico fare di ogni comunità montana un Comune ma quasi, ma perlomeno, non solo per le aree interne, ma anche per l'area collinare e quel poco di costa che abbiamo, almeno 5.000 abitanti.
Studi che risalgono a più di 20 anni fa dicevano che la condizione ottimale per un Comune era intorno ai 30.000 abitanti, sopra o sotto cominciavano diseconomie o economie troppo insufficienti che non consentivano una adeguata gestione. Penso per primo ai trasporti urbani che non hanno senso in una città come la mia, Recanati, e naturalmente sono in perdita pesante, perché non c'è utenza a sufficienza ed è troppo sparsa sul territorio, quindi bisognerebbe avere delle concentrazioni diverse, più significative.
Alla luce di tutto questo condivido l'impostazione del Presidente e rendo pace alle minoranze visto che il Consigliere Carloni con questi emendamenti è tornato in minoranza e quindi saranno sereni …

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Non intervengo in quanto l'intervento del Presidente Ceriscioli ha chiarito alcuni degli aspetti che volevo affrontare anch'io. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Intervengo in quanto mi ha citato il Consigliere Carloni, ma nella premessa, nelle linee generali, ovviamente mi riporto a quanto detto dal Presidente che condivido totalmente.
Ritengo che questa sia una proposta di legge molto importante, sia perché uniforma la normativa regionale a quella che è una legge dello Stato, una legge del Paese, e non poteva essere diversamente, tra l'altro la uniforma anche coerentemente con il dettato costituzionale, quindi già questo è un risultato molto importante, l'altro aspetto importante è che con questa legge c'è una novità rispetto anche alla normativa nazionale, in quanto si dà la possibilità dell'iniziativa ai cittadini e credo che questo sia sotto il profilo democratico molto importante.
Noi prevediamo che un decimo dei cittadini possa chiedere il referendum ed i Comuni sono obbligati ad indirlo, ma nello stesso tempo la norma fa salva quella che è la prerogativa dei Consigli comunali che solo loro possono promuovere il procedimento della fusione per incorporazione.
Credo che sia una sintesi importante e alta sotto l'aspetto democratico di queste procedure.
Sono contrario agli emendamenti del Consigliere Carloni per una ragione molto semplice. Questi emendamenti vanno nella direzione di attribuire al referendum un potere che il referendum non ha e non potrà mai avere, perché è la stessa Costituzione che all'articolo 133, secondo comma, così come coerentemente la legge nazionale, la Delrio, prevede che il referendum sia consultivo. Va da sè che se il referendum è consultivo non può pregiudicare l'andamento di una procedura, ma il fatto stesso che sia consultivo consente che possa essere liberamente apprezzato da chi ha il potere di assumere determinate decisioni, possono essere i consigli comunali che hanno il potere di iniziativa per promuovere la fusione per incorporazione o il Consiglio regionale e quindi la Regione che ha la potestà legislativa di intervenire in questa materia. Potrà essere apprezzato comunque nella partecipazione, minima o massima, nel suo esito e questo credo che sia un fatto democratico.
Penso che in questa direzione la proposta di legge vada a cogliere i giusti obiettivi. Per quanto riguarda la norma “disposizione transitoria”, la norma 1 bis, l'ha detto il Presidente, c'è la necessità anche qui di contenere i costi e nello stesso tempo l'esigenza democratica di consentire che questi referendum si possano espletare nello stesso giorno. Non voglio pensare che un giudice possa inficiare questa procedura per un fatto del genere che va nella giusta direzione. D'altra parte del nostro Paese quante norme sono state fatte giustificate dalla necessità di contenere i costi? Sono state ritenute addirittura costituzionali, quindi mi sembra che questa vada nella giusta direzione.
Se mi consente il Consigliere Marconi, a titolo personale, vorrei dire questo: io non penso che sia possibile oggi, anzi non è possibile, prevedere l'obbligatorietà delle fusioni per i Comuni che debbono avere un determinato numero di abitanti, non è possibile perché lo vieta la Costituzione, che dà il potere alle Regioni di modificare e di istituire nuovi Comuni, modificare le circoscrizioni e le loro denominazioni, quindi una legge dello Stato, come qualche legge che è stata presentata da qualche mio amico parlamentare, che tra l'altro apprezzo e stimo tantissimo, che preveda l'obbligo di fusione e che i Comuni debbano avere un determinato numero di abitanti, pena la fusione obbligatoria, è una legge che sarebbe ex se incostituzionale sulla base dell'articolo 133, secondo comma, della Costituzione.
Il potere è in capo alla Regione che secondo me lo può e lo deve esercitare sapientemente e nell'interesse delle comunità. Credo che la strada sia quella giusta, noi dobbiamo favorire il più possibile le fusioni siano esse quelle classiche o le fusioni per incorporazione, dobbiamo favorire anche le forme di unioni, qui sono d'accordo con il Consigliere Marconi, perchè per gestire specialmente oggi, come diceva il Presidente, dopo l'abolizione di fatto delle Province c'è la necessità che si ragioni su scala più ampia, ma questi processi debbono essere, secondo me, volontari perché nella volontarietà sta l'essenza stessa della democrazia e dei percorsi democratici che devono essere portati a compimento. Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1.
Emendamento 1/1 a firma del Consigliere Carloni, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Mirco CARLONI. Parto dall'ultima frase dell'Assessore Cesetti, l'essenza sta nei percorsi democratici, non in quelli del Partito Democratico, per cui tenete ben presente che le esigenze dei cittadini non sempre coincidono con quelle del partito e, con buona pace dei colleghi del gruppo Casaleggio ed associati, io sono un uomo libero al quale non vengono lette le e-mail prima di essere mandate e che autonomamente ha un fortissimo senso di libertà per cui è capace di decidere cosa sostenere o cosa non sostenere dei provvedimenti che la Giunta porta in Consiglio.
Questo grande senso di libertà con cui sono cresciuto ed al quale mi sono abituato mi permette anche di dire quello che penso, cosa che non credo capiti spesso a chi fa parte del gruppo Casaleggio ed associati.
Detto questo vorrei far presente che i miei emendamenti sono ispirati da alcuni cittadini che si sono sentiti più volte lesi nei loro diritti e l'esigenza ancorché giusta di risparmiare, che lei ha presentato Assessore Cesetti, coincide con l'esigenza altrettanto legittima di quei cittadini di organizzarsi elettoralmente contro il referendum.
Per questo c'è una lesione degli interessi e nell'essenza dei percorsi democratici tenete presente che non tutti sono iscritti al Partito Democratico.

PRESIDENTE. Emendamento 1/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 1/2 a firma del Consigliere Carloni, che dice: “Il referendum sarà valido se alla consultazione voterà il 50% più 1 degli aventi diritto al voto”.
Ha la parola il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Da parte del gruppo Casaleggio al candidato della lista Spacca, vorrei dire che noi siamo contrari al quorum, per cui siamo per il quorum libero e voteremo contro.

PRESIDENTE. Emendamento 1/2. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 1/3 a firma del Consigliere Carloni. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 1/4 a firma del Consigliere Maggi. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento 1/5 a firma del Consigliere Carloni. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Articolo 1, così come emendato, lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

Articolo 1 bis. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 1 ter.
Emendamento 1 ter/1, soppressivo dell’articolo, ad iniziativa della I Commissione.
Ha la parola il Consigliere Giacinti.

Francesco GIACINTI. Parliamo dell'articolo 1 ter, questa soppressione si è resa necessaria in seguito al fatto che il Cal non è riuscito ad esprimere correttamente il suo parere essendo venuti a mancare i termini per poterlo fare, per cui trattandosi di un tema che ha a che fare con un'attribuzione di funzioni, è giusto, anzi necessario, che il Cal si esprima in merito per cui abbiamo provveduto a sopprimere con questo emendamento l'articolo che seguirà un iter alternativo legato alla presentazione di un'appositva proposta di legge per dar modo al Cal di esprimersi nei tempi stabiliti ed approvarla in Aula prossimamente.
E' solo una questione di correttezza legata all'espressione del parere. Grazie.

PRESIDENTE. Emendamento 1 ter/1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 1 quater.
Emendamento 1 quater/1, istitutivo dell'articolo 1 quater, ad iniziativa della I Commissione.
Ha la parola il Consigliere Giacinti.

Francesco GIACINTI. La Commissione, ma in particolare il Presidente Mastrovincenzo, il Consigliere Biancani ed il Consigliere Bisonni hanno presentato un emendamento che prevede la realizzazione a cura del Consiglio regionale di una campagna pubblicitaria per il referendum del 17 aprile che spetta alla Regione quale uno dei soggetti proponenti il referendum.
Parliamo del referendum sulle trivellazioni che ben conosciamo. Anche in Commissione è stato affrontato il tema, in questo caso la III Commissione, e la disposizione finanziaria relativa porta le variazioni di bilancio necessarie alla copertura e alla gestione della spesa e prevede l'impiego di 40.000 euro che vengono ridotti dal capitolo relativo delle spese referendarie già approvato in sede di previsione 2016/2018 che risulta sufficientemente capiente per questa operazione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Grazie Presidente. Non entro nel merito di questo referendum, che tra le altre cose per la cui indizione ho votato, quanto per sottolineare la particolarità di questo tipo di intervento, credo senza precedenti, non so se ci sono precedenti, a questo riguardo raccomanderei al Presidente del Consiglio regionale, di cui sappiamo non solo la capacità, ma soprattutto l'imparzialità che ha dimostrato in questi mesi, che per non creare precedenti pericolosi al riguardo, ci sia una campagna che informi non che orienti perché su questo avrei sinceramente delle perplessità, cioè informare sul fatto che esiste un referendum, una cosa unica nel suo genere, unico questo referendum, non credo che ne abbiamo fatti altri, non ricordo in 45 anni di Regione che ci siano stati referendum su qualche materia specifica come questa, ma credo in assoluto nessuno. Che sia un referendum in cui l'ente sia terzo, perché in questa Aula può esserci chi ha votato a favore e chi contro l'indizione del referendum. Io ho votato a favore, quindi sarei lieto che ci fosse un indirizzo in questo senso, però credo che per un fatto squisitamente istituzionale l'informativa debba essere corretta, cioè informativa, far sapere ai cittadini delle Marche che c'è un provvedimento di legge del Governo, che c'è una proposta di referendum da parte della Regione Marche e magari dove è possibile non dico contrapporre le tesi, ma far sapere che ce ne sono differenti.
Lo dico questa volta da minoranza, quindi sono il Carloni della situazione, che vuole sentirsi garantito. Penso che le minoranze per prime, anche se so essere perfettamente d'accordo su questo referendum, dovrebbero avere questo tipo di preoccupazione perché a me fa sempre paura quando l'ente pubblico, in forza del fatto che è solo lui a decidere, decida anche come, perché e in quale direzione informare la popolazione.
Informare sui referendum d'accordo, però che sia una informazione la più oggettiva possibile.

PRESIDENTE. Su questo aspetto specifico, ieri sono stato a Roma alla Camera dei Deputati, preciso che noi siamo soggetti promotori, è una novità però lo siamo. Ora è evidente che i due delegati, il Consigliere Biancani ed il Consigliere Bisonni, ed il Presidente, in quanto rappresentante del Consiglio regionale, si muoveranno nei limiti ma all'interno di quest'ottica: noi siamo soggetti promotori.
Ora verificheremo le norme, ci sono riunioni in corso rispetto a questo, però è evidente che noi siamo soggetti promotori, questo ci tengo a sottolinearlo perché poi i due delegati che abbiamo nominato in quest'Aula avranno anche dei ruoli esterni importanti, quindi lo dico fin da ora a loro tutela perché li abbiamo delegati noi ed è giusto che adesso non li lasciamo in mezzo al guado. Volevo sottolineare questo.
Ha la parola il Consigliere Carloni.

Mirco CARLONI. Sono profondamente contrario a questa norma transitoria, sono convinto che verrebbe a distorcere il dibattito. Sono profondamente contrario anche alle motivazioni che vi hanno portato a proporre il referendum che credo sia figlio di un'ipocrisia che non riesce a guardare più in là delle proprie elezioni territoriali, la stessa che ci ha impedito per 50 anni di avere in questo Paese una politica energetica industriale vera, che ci costringe a pagare l'energia più degli altri Paesi nella totale indifferenza, considerando che le stesse cose dall'altra parte del mare le stanno già facendo e le nostre imprese italiane rischiano di rimanere escluse da un sistema di approvvigionamento di materia prima che è molto meno inquinante del petrolio, che noi importiamo con le petroliere che arrivano nei nostri mari verso i nostri porti.
Contro questa ipocrisia credo di essere rimasto quasi da solo, ma sono ben contento di esserlo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Approfitto della presentazione di questo emendamento di cui io, il Presidente Mastrovincenzo ed il Consigliere Biancani ne siamo anche promotori, per ringraziare tutti quanti, quindi la politica in generale che ci ha portato a questo punto.
Faccio una piccola cronistoria: in quest'Aula avevamo votato due emendamenti proposti dal Movimento 5 Stelle, per pubblicizzare al massimo questo referendum di cui noi siamo promotori, avevo notato e fatto osservare in sede di Commissione ambiente che c'era un po' di ritardo, a mio avviso, sulla promozione per cui ho chiesto al Presidente Biancani ed alla Commissione di sollecitare la Giunta affinché venissero investiti dei soldi per fare questa promozione.
Devo dire che questa cosa è stata recepita per cui, ripeto, ringrazio chi l'ha fatto, forse questi soldi non sono tantissimi, però meglio di niente, sicuramente lo sono, ma in una fase di ristrettezze capisco che forse era quello che si poteva fare.
Ricordo che altre Regioni, ad esempio la Regione Basilicata che è la capofila di questo referendum, ha messo 50.000 euro, una cifra direi paragonabile, inoltre vorrei sottolineare anche un altro fatto: la somma di 40.000 euro è un po' tecnica nel senso che è la soglia che permette di evitare il bando e di procedere più speditamente con l'assegnazione diretta.
Questo da una parte potrebbe intimorire e far pensare che ci sia meno trasparenza, ma l'assegnazione diretta, fatta in maniera trasparente, chiamando più ditte per cui non si compromette assolutamente nulla, permette la velocità di cui in questo momento abbiamo bisogno, perché ricordo che il referendum ci sarà il 17 aprile.
Concludo e ripeto che sono molto contento che la politica abbia recepito questa mia istanza, istanza di tutti. Ricordo al Consigliere Carloni che le concessioni in mare per l'estrazione del petrolio vengono concesse a delle ditte, che non sono affatto obbligate a rivendere questo petrolio o gas all'Italia, quindi il fabbisogno energetico e la possibilità di estrarre sono fattori completamente scollegati e quello che ha detto il Consigliere Carloni, mi dispiace, non ha alcun fondamento tecnico. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Su questo argomento all'inizio avevamo votato a favore, oggi però stiamo riflettendo con molta attenzione perché il popolo di queste regioni è stato preso in giro per l'ennesima volta, perché aveva chiesto di votare nel giorno delle elezioni.
Perché questo? E' ovvio, qui subentra il quorum e questi ragionamenti che abbiamo ascoltato in quest'Aula, perlomeno io, li ho sentiti per 30, 40 anni e se non si raggiunge il quorum la colpa è del popolo.
Questa è una filippica che io personalmente conosco, ecco perché sono preoccupato, ecco perché non credo a questa cosa, perché è vero che c'è il referendum, è vero che ci sarà la sensibilizzazione, ma credo che l'effetto trascinamento di un'eventuale elezione …, nessuno mi può smentire sotto questo aspetto, al Primo Ministro era stato chiesto di fare questo referendum il giorno delle elezioni ed il Primo Ministro che è furbo cosa fa? Rimanda al popolo e siccome il popolo non raggiunge il quorum rimane la legge del Primo Ministro.
Queste sono le cose che dobbiamo dirci in quest'Aula, è su questo che il Presidente della Conferenza Stato-Regioni doveva battere i pugni, perché questo doveva avvenire con il meccanismo delle elezioni, spero che l'abbia fatto e se l'ha fatto è stato bravo, se non l'ha fatto pazienza, spero che lo faccia un'altra volta, sperando che si ricordi.
Questo è il problema di fondo, Presidente e colleghi dell'Aula, ecco perché siamo preoccupati, siamo sempre preoccupati per questa falsa democrazia che qui dentro abbiamo evidenziato più volte. Questo è l'aspetto che ci preoccupa.
Per questi problemi noi manifestiamo in questo momento, questa mattina, delle perplessità, non contro lo strumento del referendum, assolutamente, ma contro i meccanismi che hanno determinato la giornata del 17 aprile, perché questo è l'aspetto essenziale e su questo valuteremo l'ipotesi della votazione finale. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Su questa proposta della pubblicizzazione deve dire che in Commissione mi sono astenuto, poi sono stato bacchettato dai miei colleghi e anche il Consigliere Bisonni mi ha detto: “Ma proprio il Movimento 5 Stelle ha presentato una mozione per pubblicizzare questa cosa”. Io mi sono astenuto, adesso voterò a favore ovviamente, ma mi sono astenuto perché sono indignato su come viene portata avanti questa battaglia di lotta e di governo da una parte che riguarda il referendum sulle trivellazioni.
Che cosa ho detto in Commissione? Ho detto che 40.000 euro non servono neanche per affiggere i manifesti in tutti i Comuni delle Marche, quindi 40.000 euro per investire nell'informazione dei cittadini è veramente una cosa che …, lo scopo di informare, di rendere partecipi i cittadini e di far capire cosa vanno a votare, sicuramente non viene raggiunto, per cui il discorso è quello, come ha detto il Consigliere Zaffiri, di non aver fatto il referendum la stessa data delle elezioni amministrative, che sono un mese dopo presumibilmente, spendere 300 milioni in più per far sì che i referendum siano scollegati dal momento in cui i cittadini vanno a votare, è sicuramente una manovra per non far raggiungere il quorum.
Si fa di tutto per non far raggiungere il quorum perché, al contrario di quello che ha detto il Consigliere Carloni, non è questione di ipocrisia, è questione di informarsi, il gas nell'Adriatico non ci serve perché non abbiamo fabbisogno di gas, allo Stato non viene un accidenti perché le royalty sono bassissime, personale le trivelle non lo crea, c'è soltanto il fatto che in una costa come la nostra, che vive di pesca e di turismo, entro le 12 miglia ci sono le trivelle e le vediamo, se andiamo al Passetto o a Fano o a Pesaro vediamo lì davanti queste trivelle, se andiamo al Passetto ad Ancona vediamo la trivella entro le 12 miglia.
Questo non ci dà niente, non ci dà nessuna ricchezza, non ci copre il fabbisogno nazionale, non è strategico, non è niente, è soltanto funzionale a interessi di qualcuno che ha bisogno che le compagnie petrolifere vadano lì a scavare e rigirino in qualche altro modo a qualcuno quelle poche royalty che danno allo Stato.
Questo è quello che io presumo, per cui questo referendum farsa viene fatto il 17 con 40.000 euro, va bene prendo atto di questa disponibilità, ma secondo me se questi 40.000 euro li davamo ai poveri o al sociale forse era a meglio a questo punto. Ovviamente sono stato uno di quelli che ha votato la mozione per pubblicizzare questo referendum sulle trivelle, voterò a favore di questa cosa, però credetemi che se mi voglio far prendere in giro mi faccio prendere in giro. Se pensate che non capisca che questo sia veramente un gioco di ombre cinesi siete fuori strada, signori della maggioranza. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Grazie Presidente. Ringrazio innanzitutto il Consigliere Marconi per aver posto un problema e cioè la questione di capire come i delegati, in questo caso il sottoscritto ed il Consigliere Bisonni, dovranno confrontarsi e dovranno capire, oltre a comunicare il fatto che ci sono i referendum, se potranno o meno schierarsi, cioè dire se sono per il si o se dovranno solamente limitarsi ad informare sul fatto che il 17 aprile ci sarà la votazione.
Attendo a giorni, ore, una posizione che sarà quella ufficiale che avranno tutte le Regioni, cioè tutti quelli che sono i delegati a livello nazionale anche delle altre Regioni per capire con una nota ufficiale, il modo con il quale noi dovremmo porci all'esterno.
Intanto comunico all'intero Consiglio che in accordo con l'Assessore abbiamo convocato nella III Commissione il Cal ed il Crel e le varie associazioni, questo nell'ottica di fare il più possibile una campagna di comunicazione e di informazione a livello regionale di quello che avverrà il 17 aprile. Stiamo chiedendo il sostegno alle altre istruzioni per fare una campagna informativa che non si limiti e non si possa limitare all'attività che il Consiglio o la Regione Marche faranno, ma chiediamo anche un sostegno a tutte le altre istituzioni presenti nel territorio per potere informare il più possibile i cittadini.
Sulle modalità, ripeto e chiudo, aspettiamo ad ore o a giorni di sapere come dovremmo porci, noi che siamo stati delegati quanto c'è stata la richiesta dei 6 quesiti referendari, e quale sarà la posizione ufficiale della Regione. È importante che venga chiarita per metterci nelle condizioni di essere tranquilli rispetto a quello che andremo a raccontare tramite i mezzi di comunicazione o nelle varie tribune politiche che verranno organizzate.
Presumo che saremo chiamati anche nelle varie tribune politiche e sapere come dobbiamo approcciarci è sicuramente importante. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zura Puntaroni.

Luigi ZURA PUNTARONI. Grazie Presidente. Rimango molto affascinato da questi dibattiti molto profondi perché io non pensavo che, reduce dalla Provincia dove si dibatteva sulle nicchie del nulla, qui saremmo rimasti a guardare i microbi nel nulla.
Qui c'è da chiamare Stanley Kubrik, c'è da chiamare Lucas o Quantin Tarantino per dare più emozioni, noi al popolo gli raccontiamo che c'è la possibilità di battersi contro le trivelle, tutti quanti sono arrabbiati per le trivelle che si vedono e noi mettiamo in moto tutte quelle Commissioni. Il Consigliere Biancani, dice: andiamo a Roma, torniamo giù, veniamo lì, sentiamo il Crel, il coop, il surp, sentiamo tutti quanti perché più democratici di noi chi c'è? Nessuno! Per ottenere il nulla perché tanto va tutto a zero in quanto in Commissione abbiamo valutato che la cosa non sarà efficace però giustamente lui dice: “Ma perché non spendiamo anche noi 40, 50 mila euro?” Peggio! “Oppure buttare via 50.000 euro per il nulla!”. Qui passa un'ora, due ore, tre ore, quattro ore, ed io un'emozione così forte in vita mia non l'ho mai provata.
I cittadini vengono qui a protestare perché hanno problemi con i cinghiali, i lupi e noi disquisiamo del nulla.
Attenzione anche l'aeroporto va per aria e noi saremo l'unica Regione a non avere un aeroporto, oppure ci facciamo prendere in giro da Roma perché ci riempiranno di inceneritori e noi siamo a disquisire del nulla!
Ma attenzione il giorno in cui i cittadini verranno qua arrabbiati io scapperò via e saranno cavoli vostri. Quando il popolo è arrabbiato mi vengono in mente le scene di quei filmati che sono arrivati dalla Ucraina dove la gente dà fuoco a tutto e le persone per salvarsi si buttano dalla finestra. Io scappo via prima perché a me parlare del nulla non mi emoziona!

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giorgini.

Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Purtroppo su questa materia complessa c'è molta ignoranza, nel senso di non conoscenza, perché stiamo parlando di un problema che pochi conoscono, pochi sanno delle problematiche che hanno se guardiamo …, poi magari lo spiegherò dopo quando tratteremo la mozione e cercherò di far capire l'1% del problema.
Ritornando ai referendum qui dobbiamo capire due cose: qui stiamo parlando per adesso di un unico referendum, ma ci sono sei Regioni che ne hanno impugnati due presso la Corte Costituzionale per il conflitto di attribuzione, per cui la campana sarà diversa se il referendum sarà uno o saranno tre.
Il referendum che adesso è acquisito parla della durata delle concessioni entro le 12 miglia. Molti proponenti hanno già preso provvedimenti perché dal Ministero alcune concessioni sono state riperimetrate, come quella di San Benedetto. Il referendum riguarderà quelle poche che sono rimaste entro le 12 miglia. Gli altri due quesiti referendari sono stati impugnati di fronte alla Corte Costituzionale e ce ne è uno che è fondamentale per la vita delle Marche e di tutta l'Italia ed è il piano delle aree, dove le Regioni hanno potere assoluto, un piano regolatore nel quale la Regione avrà il potere assoluto di decidere come, dove e quando autorizzare e di bypassare il Ministero. 40.000 euro in questo momento di crisi potrebbero essere pochi per tutti e tre i quesiti, e potrebbero essere pochi anche per uno, ma intanto accontentiamoci di quello che passa il convento, aspettando l'11 e il 12 marzo quando ci sarà l'ordinanza e sapremo se questi due quesiti verranno riesumati oppure no.
Questo è quello che dobbiamo aspettare perché un conto è un requisito, il primo, un conto è se sono tre, e uno riguarda la durata delle concessioni.
Rispondendo al Consigliere Carloni che fa parte di quell'ignoranza di cui ho parlato prima, non perché sia ignorante, ma perché non conosce i proponenti, il Gse, e lo spiegherò dopo in parole povere, a cui non interessano i 100 milioni di metri cubi di gas estratto, non gli interessano perché il gas non serve a nessuno, il gas ce l'abbiamo da tutte le parti e non sappiamo più dove metterlo, ecco qual è il problema: dove metterlo!
Questo è il problema, non gli interessano quei pochi metri cubi di gas che estraggono, gli interessa il recevoir che c'è dentro e che possono averlo fino a 40 anni, questo è il problema e magari lo spiegherò quando tratteremo la mozione dello stoccaggio, comunque io voto a favore di questo emendamento. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carloni.

Mirco CARLONI. Al di là di quello che pensa il Consigliere Giorgini, credo che in un'Aula assembleare si debbano rispettare le opinioni, per cui vi invito ..., e lo dico perché non è la prima volta che succede, lo dico soprattutto al Movimento 5 Stelle, non è che tutti quelli che non la pensano come voi sono ignoranti, sono incompetenti, o sono una classe politica da mandare a casa. (…) No, lei ha detto: “Fa parte di quell'ignoranza” (…) Ho capito, però vi invito a smetterla perché qui non siete soltanto voi i detentori della verità, ancorché sappiate cos'è la verità, se non ve la raccontano su internet i vostri mandanti e i vostri guru.
Vi invito ad avere rispetto degli eletti in quest'Aula, smettendo questo atteggiamento dove tutti quelli che non la pensano come voi sono ignoranti o da mandare a casa.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giorgini.

Peppino GIORGINI. Le prime parole che ho detto, Consigliere Carloni, se conosco bene l'italiano, non so se lei lo conosce bene, erano che per ignoranza intendevo la non conoscenza.

PRESIDENTE. Emendamento 1 quater/1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 2 (Dichiarazione d'urgenza). Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva a maggioranza assoluta dei suoi componenti)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 35, così come emendata, la pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Mozione n. 74
ad iniziativa dei Consiglieri Giorgini, Maggi, Pergolesi, Bisonni, Fabbri
“Adozione di politiche economiche e sociali regionali volte a garantire ai cittadini marchigiani l’accesso quotidiano e gratuito ai primi 50 litri di acqua potabile ad uso domestico”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 74 dei Consiglieri Giorgini, Maggi, Pergolesi, Bisonni, Fabbri.
Ha la parola, per l'illustrazione, il Consigliere Giorgini.

Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Qui parliamo di un problema enorme nel mondo, credo quindi che debba essere valutato molto attentamente. Quando noi parliamo di acqua forse non ci rendiamo conto di cosa c'è dietro, di cosa stiamo parlando e quanto l'acqua sia importante per la vita umana.
Dei dati: 8 milioni di morti l'anno di cui quattro sono bambini, più di un milione di persone sono senz'acqua.
I dati delle Marche sulle problematiche di chi è insolvente e non riesce a pagare non solo l'acqua sono agghiaccianti, come dice Conte: 185 mila famiglie non riescono, tra le altre cose, a pagare i mutui scoperti, le carte di credito, i leasing, ma soprattutto l'acqua, la luce e il gas. Il problema è enorme.
Questa mozione riguarda la famosa Assemblea generale dell'ONU del 28 luglio 2010 che ha adottato in via definitiva una risoluzione che ritengo storica, la GA10967, che ha riconosciuto che l'accesso all'acqua è un diritto umano, avere un quantitativo minimo di 50 litri d'acqua a persona, sia potabile che per i servizi igienici sanitari, è un diritto umano non alienabile e incoercibile.
L'Italia ha firmato e sottoscritto tutto questo. E' stato fatto ancora di più, infatti due mesi dopo la prima risoluzione il Consiglio dei diritti umani dell'Onu ha adottato una seconda risoluzione, riaffermando che l'acqua e i servizi igienici sono un diritto umano aggiungendo anche che il diritto umano all'acqua potabile sicura ed ai servizi igienici deriva dal diritto ad un livello di vita adeguato, per questo alcuni trattati internazionali sui diritti umani includono specifiche obbligazione riferite all'accesso all'acqua potabile sicura ed ai servizi igienici, tra queste la Convenzione sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne, la Convenzione n. 161 sull'organizzazione internazionale del lavoro, la Convenzione sui diritti dei bambini e quella sui diritti delle persone con disabilità.
La Regione Marche ha recepito in pieno questo concetto, difatti la legge regionale 30 del 28 dicembre 2011 all'articolo 1, comma 1, afferma che: “La Regione riconosce l'acqua quale patrimonio dell'umanità da tutelare, bene pubblico primario, essenziale ed indispensabile per la vita. La disponibilità all'accesso all'acqua potabile nonché all'acqua necessaria per il soddisfacimento dei bisogni collettivi, costituiscono diritti inviolabili e inalienabili della persona”.
A questa legge regionale, giorni fa, c'è stato un Collegato ambientale (legge 221 del 28 dicembre 2015) che agli articoli 60 e 61 demanda all'AEEGSI (settore sistema idrico) la gestione delle procedure per le morosità e la sospensione delle forniture assicurando la copertura tariffaria dei relativi costi.
In conclusione credo che se si sono trovati 8 centesimi, 4 per ciascuno, per due carrozzoni mangiasoldi, sanguisughe chiamateli come volete, 4 per le comunità montane e 4 per il Consorzio di bonifica, credo che umanamente sia possibile anche garantire almeno 50 litri d'acqua a chi ha un reddito Isee basso e si trovi in gravi difficoltà economiche.
Un ultimo appunto, faccio una comunicazione interna: visto quanto detto, sarebbe opportuno che gli sciacquoni del Consiglio venissero cambiati perché è superfluo ogni volta sprecare 12 litri d'acqua.
Ora presento gli emendamenti, quello al coordinamento tecnico cambia solo l'oggetto della mozione, in quanto con gli altri tre emendamenti abbiamo cambiato il punto 1 per cui è cambiata anche la denominazione della mozione.
L'emendamento 74/1 è una aggiunta alla premessa che non è influente per la votazione e riguarda il Collegato ambientale 2016, sulla legge 221 del 28 dicembre 2015, con riferimento alla tariffa sociale, all'articolo 60 disposto dalla AEEGSI.
L'emendamento 74/2 riguarda la soppressione del punto 1 e la sostituzione con il seguente: “Impegna la Giunta ed il Consiglio ad intraprendere con urgenza dalla pubblicazione del Decreto presidenziale del Consiglio dei Ministri Collegato alla legge n. 221 del 28 dicembre 2015, ogni iniziativa di propria competenza affinché le Ato adottino immediatamente una politica tariffaria che consenta, ad ogni utenza residente nelle Marche, la gratuità giornaliera dei litri d'acqua potabile per componente familiare stabiliti dal DPCM sopra citato, per uso domestico.
Qui non sono citati i 50 litri, ma è chiaro e la risoluzione dell'Onu dice che l'acqua corrente necessaria per una vita dignitosa sono 40, 50 litri per uso domestico - pensate che per fare una doccia di 5 minuti occorrono 50 litri d'acqua anche chiudendo il rubinetto mentre ci si insapona – indispensabili a garantire i bisogni essenziali tra i quali i servizi igienici sanitari e il pieno godimento dei diritti umani sanciti dall'Onu.
L'emendamento 74/3 cambia il punto 3 e dice: “Adoperarsi per quanto di sua competenza affinché i gestori, i Comuni e la Regione stessa si adoperino nel rispetto della legge 221 del 28 dicembre 2015 e del Collegato”.
Questo è un problema ed anche i Comuni ne sono interessati, perché la Regione ha già una legge e c'è un Collegato ambientale che devono rispettare. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Gli emendamenti che ha appena illustrato il Consigliere Giorgini li abbiamo condivisi insieme, quindi come Partito Democratico ritengo di dare un voto favorevole sia agli emendamenti che alla mozione.
E' una mozione importante perché il Governo a fatto bene, proprio nell'ultima legge di stabilità, ad inserire questo discorso di alto valore sociale che ribadisce il fatto che bisogna assicurare un minimo vitale alle persone che si trovano in difficoltà economica. Sarà poi compito della Regione, abbiamo già condiviso la questione con l'Assessore Sciapichetti, informare velocemente i vari Ato affinché questa nuova normativa venga presa subito in considerazione e venga subito applicata. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Un minuto per sottolineare la parola componente familiare e mi auguro che questa parte non si perda perché andiamo nella direzione auspicata.
Oggi noi facciamo pagare l'acqua per nucleo familiare, quindi i nuclei più numerosi pagano tariffe maggiorate rispetto a quelli meno numerosi, quindi il principio è quello, cominciamo con 50 e poi lo portiamo a 1000.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Emendamento 74/1 a firma dei Consiglieri Giorgini e Biancani. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento 74/2 a firma dei Consiglieri Giorgini e Biancani. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento 74/3 a firma dei Consiglieri Giorgini e Biancani. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico.
Emendamento 1/CoordTec a firma dei Consiglieri Giorgini e Biancani. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico, così come emendato, lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Mozione n. 74 così come emendata, la pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Volpini.

Fabrizio VOLPINI. Chiedo se è possibile, visto che c'è stato un cambio, di anticipare la mozione sulla cannabis.

PRESIDENTE. Se l'Aula è d'accordo, proseguirei in questo modo.


Mozione n. 99
ad iniziativa dei Consiglieri Pergolesi, Bisonni, Talè, Volpini, Giancarli
“L.r. n. 1/2013 – Indirizzi procedurali ed organizzativi per l'uso terapeutico dei prodotti/derivati dalla cannabis”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 99 ad iniziativa dei Consiglieri Pergolesi, Bisonni, Talè, Volpini, Giancarli.
Ha la parola, per l'illustrazione, il Consigliere Volpini.

Fabrizio VOLPINI. Come sapete questa mozione era stata presentata nella precedente Assemblea dalla Consigliera Pergolesi, poi, siccome sono intervenute delle nuove normative nazionali, ho chiesto in quella occasione se poteva essere rimandata in Commissione e così è stato fatto.
La Commissione ha fatto una discussione piuttosto approfondita anche con i tecnici della Regione e si è arrivati ad un nuovo testo condiviso dalla Commissione e firmato da diversi Consiglieri tra cui la Consigliera Pergolesi, il sottoscritto, il Consigliere Giancarli ed altri.
L'oggetto della mozione è quello di chiedere alla Giunta, quindi all'esecutivo, di emanare delle linee di indirizzo procedurali ed organizzative per l'attuazione della legge 1 del 2013, la legge che la Regione Marche in sintonia con altre aveva fatto nel 2013 per l'uso terapeutico, nel nostro sistema sanitario regionale, dei principi della cannabis.
L'uso terapeutico della cannabis è legale nel nostro Paese dal 2007, per un decreto dell'allora Ministro Turco, che aveva introdotto alcuni prodotti di natura prevalentemente sintetica, THC ed altri, poi è stato perfezionato da Balduzzi nel 2012, con un ulteriore decreto che ha introdotto in ambito terapeutico anche la piantina, le foglie, le inflorescenze della cannabis stessa e le Regioni via via hanno normato recependo queste indicazioni. Mancava questo regolamento attuativo che peraltro la Regione sta predisponendo. Attualmente nella regione Marche l'unico prodotto disponibile, prescritto dalle neurologie degli ospedali di rete delle aziende ospedaliere, è il Sativex, che è un insieme di due principi attivi.
Nel frattempo le indicazioni, la letteratura, ci consegnano altre azioni farmacologiche della cannabis soprattutto nuove indicazioni terapeutiche, allo stato attuale era soltanto per la spasticità nella sclerosi multipla, ecco perché veniva prescritta dalle neurologie che facevano un piano terapeutico e la prescrivevano.
Oggi le indicazioni si sono allargate, soprattutto nell'ambito del dolore oncologico, del dolore neuropatico, come stimolante dell'appetito nell'anoressia e nelle fasi terminali anche delle malattie neoplastiche ed altre.
Un'indicazione più ampia e nel regolamento che la Regione Marche sta predisponendo tutte queste indicazioni, comprese le modalità prescrittive, organizzative, procedurali, vengono contemplate.
Quello che ancora deve essere deciso, e questo è compito della Giunta, è se dedicare un budget specifico per questi prodotti oppure stare all'interno del budget delle Asur, sapendo che il reperimento della materia prima avviene sia da importazione, il Paese da cui importiamo di più è l'Olanda, che, a seguito della collaborazione tra il Ministero della Difesa ed il Ministero della salute, da una produzione italiana dallo stabilimento chimico farmaceutico militare con sede a Firenze che dovrà produrre la quantità necessaria. Si stima che in ambito nazionale sono necessari circa 100 chili di cui lo stabilimento farmaceutico militare dovrà fornirne circa il 50%, quindi 50 chili. Le Regioni ogni anno dovranno fare questa richiesta, per cui con questa mozione si sollecita ciò che già si stava facendo, più quello previsto dalla legge regionale all'articolo 6, quello di fare a fine anno un report sul consumo, sull'utilizzo di questo prodotto.
Come Consiglio vi consegniamo uno stimolo perché ci sono molti pazienti in questa regione che hanno bisogno di questi farmaci.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Credo che quanto detto dal Consigliere Volpini sia esauriente in tutti i sensi anche perché lui è un tecnico in questa materia, per cui io mi limito a considerare l'aspetto esclusivamente politico.
Devo dire che questa problematica si sta dibattendo ormai da anni in tutto il mondo, le qualità terapeutiche della cannabis stanno aumentando e c'è un riconoscimento costante.
Come ha detto il Consigliere Volpini tutte le amministrazioni regionali si sono adeguate su questo tema ed hanno legiferato al riguardo. La Regione Marche è stata una delle capofila perché la legge è stata votata a gennaio 2013 e, nonostante sia stata approvata a larga maggioranza, dopo più di 3 anni è ancora inapplicata, anche se, mi diceva la Consigliera Pergolesi, in Commissione i tecnici hanno dato l'assicurazione che stanno cercando di accelerare i lavori per il regolamento.
Con la cannabis, come avete sentito, si possono curare oltre che la sclerosi multipla, i dolori dovuti a tumore, la Sla, è utile anche nelle forme di dolore cronico di origine reumatologica, l'asma bronchiale e sicuramente si stanno allargando sempre più le possibilità terapeutiche di questa sostanza naturale.
Come Movimento 5 Stelle abbiamo raccolto, poi è stato raccolto da tutta la Commissione, l'appello pressante delle associazioni dei familiari che hanno malati che possono trovare sollievo dall'uso terapeutico della cannabis e quindi questa accelerazione che deve esserci darà la possibilità a molti cittadini delle Marche, e non solo, di beneficiare di queste doti terapeutiche della cannabis.
Sono contento che in Commissione sanità questo lavoro sia stato unitario tra maggioranza ed opposizione e devo dire che questa è una seduta che mi piace particolarmente sia per le mozioni Giorgini-Biancani sull'uso inalienabile dell'acqua come diritto alla vita, che è stata approvata da tutti, che su questa che mi auguro sarà approvata a maggioranza e riporterà la Regione Marche ad essere capofila delle Regioni Italiane per questi diritti.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 99. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Mozione n. 78
ad iniziativa del Consigliere Marconi
“Mantenimento del finanziamento a favore delle scuole per genitori”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 78 del Consigliere Marconi che ha la parola per illustrarla.

Luca MARCONI. Più veloce della luce, Presidente, solo per dire che l'ultimo finanziamento alle scuole per genitori risale al 2014, non abbiamo potuto rifinanziare il 2015 e non so cosa faremo con il bilancio 2016.
Prendiamo atto dai dati, che ci fornisce l'ufficio servizi sociali, che non abbiamo grandi richieste, per questo mi sono permesso di avanzare una proposta che non tanto prevede o prevederà, Presidente Ceriscioli, se avremo qualche spicciolo in bilancio, quanto il recupero delle economie. Temo male per le economie del 2015, non so che cosa potremmo fare, sicuramente qualcosa potremmo fare sulle economie del 2016, sempre su quello stanziamento di 150.000 euro del 2014. Non stiamo distogliendo fondi, stiamo solo raccattando un po' di elemosina per una iniziativa che ha avuto grande successo e che oggi ha naturalmente scemato le richieste perché l'ondata di piena è stata all'inizio, però continua ad alimentare.
Parliamo di corsi per genitori, di cui anche in IV Commissione sottolineiamo continuamente la necessità perché la genitorialità sia cosa responsabile e consapevole, del costo di 1.000 euro a corso.

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Bravi.

Loretta BRAVI. Aggiungo qualche elemento dopo quello che ha detto il Consigliere Marconi.
183.000 euro nella prima edizione, 150.000 euro nella seconda edizione e mi risulta che nel 2015 sono state finanziate 66 domande, 134 corsi, il contributo assegnato è quello che lei ha ricordato di 1.000 euro per ogni gestore, si è registrata una economia di spesa di 16.000 euro causata dal fatto che il numero dei corsi finanziabili è risultato inferiore alla disponibilità economica.
L'economia essendo stata registrata nell'anno 2015, viste le regole contabili in vigore, non può essere riutilizzata trattandosi di fondi regionali.
Aggiungo che attualmente è in atto l'istruttoria delle rendicontazioni pervenute entro i termini stabiliti, soltanto al termine di questa rendicontazione potrà essere calcolato l'ammontare definitivo delle economie di spesa. Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 78. La pongo in votazione

(L'Assemblea legislativa approva)

Mozione n. 80
ad iniziativa del Consigliere Fabbri
“Sospensione trattamento rifiuti urbani indifferenziati, raccolti nei Comuni dell’ATO 2, presso gli impianti di Trattamento Meccanico Biologico (TMB) sito in località Cà Lucio di Urbino (PU) e in località San Biagio di Fermo”

Interrogazione n. 106
ad iniziativa del Consigliere Fabbri
“Decreto n. 1/Pres del Presidente della Giunta regionale”
(abbinate)
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 80 e l’interrogazione n. 106 entrambe a firma del Consigliere Fabbri.
Ha la parola, per la risposta l'Assessore, Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. La risposta all'interrogazione è abbastanza articolata ma chiarisce il perché della mozione sulla quale poi magari potrò soffermarmi.
Vista l'ora la riduco di molto, la sintesi è questa, dopo le consegnerò la copia Consigliere Fabbri.
Il Comune e la Provincia di Ancona, a far data dal 1 gennaio 2014, non hanno più potuto conferire i rifiuti solidi urbani perché nelle due discariche d'ambito site nei Comuni di Corinaldo e Maiolati Spontini in quanto l'ambito provinciale è privo di impianto di trattamento meccanico biologico necessario ed indispensabile a norma della legge 7, comma 1, del decreto legislativo 36 del 2003 per consentire il conferimento dei rifiuti in discarica.
Per la realizzazione di tale impiantistica, presso la discarica del Comune di Corinaldo, la Regione in data 10 dicembre 2014 ha sottoscritto un accordo di programma quadro regionale con l'Assemblea Territoriale d'Ambito (ATO 2 di Ancona) che prevede un cofinanziamento regionale.
Nel mese di dicembre 2015 l'ATO 2 di Ancona ha concluso le procedure di gara con l'aggiudicazione definitiva della progettazione esecutiva dell'intervento e della realizzazione dell'impianto che verrà completata entro e non oltre il termine perentorio del 31 febbraio 2017.
La Regione Marche quindi non ha ritardato le procedure di realizzazione dell'impianto che sono a carico totale dell'ATO 2 di Ancona ed ha sottoscritto con l'ATO stessa in data 10 dicembre 2014 il relativo accordo di programma quadro regionale finalizzato alla realizzazione del trattamento meccanico biologico di Corinaldo.
Sulla base anche di quanto disposto con il decreto del Presidente della Giunta regionale del 21 gennaio 2016, la quantità di rifiuti destinati al trattamento di stabilizzazione dell'impianto sito presso la discarica di Ca' Lucio di Urbino, sono pari a circa 3.000 tonnellate nell'arco dei 6 mesi di vigenza dell'ordinanza con una media di conferimento di circa 20 tonnellate al giorno che fino a prova contraria corrispondono ad un camion e mezzo che va lì, fa il trattamento, si riporta via i rifiuti trattati e ritorna.
Vorrei che fosse chiaro, che questa è la dimensione del fenomeno. In una discarica giornalmente accedono dai 40 ai 50 camion pieni di rifiuti che scaricano, qui passa un camion e mezzo al giorno che va, fa il trattamento e ritorna a casa.
L'ordinanza comunque contingibile ed urgente di cui al decreto del 12 gennaio 2016 del Presidente della Giunta regionale, è stata emanata sentite le Province di Pesaro-Urbino e di Ancona e le rispettive ATO territoriali.
La consultazione è stata condotta attraverso la convocazione di due incontri di lavoro che si sono tenuti in data 9 dicembre 2015, 7 gennaio 2016 nel corso delle riunioni tecniche, tutte e due, non sono state sollevate criticità circa la fattibilità del trattamento.
La Provincia di Pesaro-Urbino con nota 9 dicembre 2015, non potendo partecipare alla riunione convocata per la stessa data, ha anticipato la disponibilità a ricevere ai fini del trattamento i rifiuti urbani prodotti nell'ATO 2 di Ancona, previa consultazione dei soggetti gestori, disponibilità riconfermata nell'incontro successivo del 7 gennaio 2016 senza alcun rilievo.
A far data dal 16 gennaio 2014 i rifiuti urbani prodotti nei territori dell'ATO 2 di Ancona, in deroga all'obbligo di bacinizzazione riferita alle operazioni di smaltimento, sono stati trattati precedentemente in termini di stabilizzazione presso il polo impiantistico sito nel Comune di Tolentino gestito dal Cosmari e in quello di Ascoli Piceno gestito da Ancona servizi.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. L'interrogazione e la mozione vogliono aprire un dibattito, vogliono approfondire un discorso relativo ai rifiuti perché, dopo le vicende di Malagrotta dell'agosto 2013, è arrivata alla fine questa deroga per i rifiuti indifferenziati di poter essere conferiti a discarica senza prima una stabilizzazione, e questa era una deroga che si trascinava da molto tempo.
Marche Multiservizi sotto la spinta della Provincia di Pesaro in due mesi ha riconvertito l'impianto di compostaggio di Ca' Lucio, in impianto di trattamento meccanico biologico, in 2 mesi, mentre l'ATO 2 di Ancona ha fatto passare 2 anni ed ancora non c'è riuscito, ce ne vorranno altri 2 per adeguare questo impianto.
C'è qualcosa che non funziona.
Detto questo nell'ambito dei rifiuti, con la II e la III Commissione abbiamo aperto un discorso per valutare come il piano regionale dei rifiuti possa essere rivisto.
Bisogna mettere sotto la lente d'ingrandimento la situazione a livello regionale sui rifiuti, perché già con i dati del 2011 era chiaro che la Provincia di Pesaro e la Provincia di Ancona non avessero impianti dedicati al trattamento ed alla stabilizzazione dell'indifferenziata, mentre erano sottoutilizzati, al 40% ed al 60%, gli impianti presenti nelle altre 2 Province. Qui ho le percentuali di come erano utilizzati i due impianti.
Detto questo, già nel 2011 nel Comune di Ancona era stata approvata la mozione del Movimento 5 Stelle che impegnava la Giunta comunale a realizzare un impianto per la selezione ed il trattamento dei rifiuti secchi e dei rifiuti differenziati nel territorio comunale di Ancona, ma non è mai stato dato seguito a questa mozione.
Il fenomeno del trattamento dei rifiuti era ben conosciuto tant'è che già nel 2014 c'era un atto di indirizzo approvato dal 50% dei Comuni appartenenti all'ATO 2 di Ancona che chiedevano con dei punti salienti, l'introduzione di sistemi premianti per la prevenzione e riduzione dei rifiuti all'origine, la tariffazione puntuale, la realizzazione di impianti per la selezione del trattamento e l'esclusione della produzione del CDR e del CSS. Quindi già c'era una volontà da parte dei Comuni nel 2014 di gestire meglio i rifiuti di come attualmente stiamo facendo.
L'ATO 2 di Ancona il 22 gennaio 2014 delibera di realizzare l'impianto di trattamento meccanico biologico dei rifiuti indifferenziati nel territorio del Comune di Corinaldo tramite la conversione dell'esistente impianto di trattamento della Forsu di proprietà della Cir33. Sono esattamente passati 2 anni senza che si sia riusciti a riconvertire un impianto che in altre Province è stato riconvertito in 60 giorni.
Detto questo nel piano dei rifiuti, a pagina 116, c'è scritto che per la Provincia di Ancona, anche sulla base di recenti orientamenti espressi dall'amministrazione provinciale, è stata redatta la progettazione preliminare di un impianto di trattamento del rifiuto indifferenziato residuo al servizio dell'intera provincia di Ancona, l'impianto prevede la produzione di CSS e questo è in contrasto con quello che anche il Consiglio ha recentemente deliberato. Il CSS non lo vogliamo produrre e gli stessi Comuni dell'ATO 2 nel gennaio 2014 avevano detto che l'impianto di Corinaldo doveva essere riconvertito, tenendo conto nella progettazione di un possibile e auspicabile recupero di materia.
Il piano regionale dei rifiuti deve essere rivisto nella scelta dello scenario perché da scenario di produzione energia tramite CSS, come abbiamo deciso in quest'Aula, bisogna tornare indietro e massimizzare invece lo scenario di recupero di materia.
Le due ordinanze di inizio gennaio sono state un po' un pasticcio, la prima era molto generica, abbiamo fatto l'interrogazione si è messa una pezza con la seconda, la n. 4 del 21, che però ha delle ombre perché dice: “I soggetti gestori degli impianti di cui al punto 1 provvedano alla ricezione ed al successivo trattamento dei rifiuti provenienti dall'ATO 2 di Ancona in deroga alle operazioni, ai quantitativi ed ai codici Cer indicati negli atti di autorizzazione rilasciati dagli enti competenti e che si applichino i costi di trattamento non superiori a quelli applicati ai Comuni degli ATI di appartenenza”. Quindi l'impianto di di Ca' Lucio deve andare in deroga alla tipologia di trattamento-operazione, deve andare in deroga ai quantitativi e deve andare in deroga anche al tipo di rifiuti, codici Cer.
Stiamo facendo una cosa diversa perché così è scritto qua, io ho una macchina che funziona per fare determinate cose e qui mi si chiede di andare in deroga a tutto: quantitativi, codici Cer che vuol dire tipologie di rifiuti e tipologia di operazione.
Su questo bisogna spiegarsi e dopo spero di avere dei chiarimenti.
Per quel che riguarda in generale l'emissione di questi decreti, siamo alla sesta edizione, ma in forza all'articolo 191 non possiamo andare oltre la terza, quindi è un pezzo, è dal 2015 che noi non potremmo più trattare i rifiuti in questo modo qua e infatti mi sembra che il comitato Ca' Lucio abbia inviato al nostro Presidente una diffida.
Questa cosa qua l'ATO 2 già la conosce perché il 25 settembre 2014 il Vice Sindaco di Maiolati dice: “Per rispettare la legge questa è una deroga che ci è stata concessa il 16 gennaio 2014, è scaduta il 16 luglio 2014, le deroghe che sappia io per legge si possono rinnovare solo 3 volte”, quindi noi sappiamo che il 16 luglio 2015 non avremo più la deroga, e così è, allora abbiamo trascinato in maniera non corretta questo problema per 2 anni, prevediamo di risolverlo fra altri 2 anni, ma noi sappiamo che effettivamente a livello di Ca' Lucio la situazione è grave perché l'impianto è stato riconvertito, funziona male, ci sono continuamente degli esposti e delle lamentele da parte dei cittadini che lavorano e purtroppo abitano intorno alla discarica.
La mozione chiede di non conferire questi rifiuti nell'impianto di Ca' Lucio in cui arriva anche altra parte della provincia e chiede di aprire soprattutto un tavolo tecnico per risolvere ed adeguare il piano dei rifiuti.
Questa mozione tende ad approfondire la problematica, chiedendo di accelerare la risoluzione dei problemi che sono esistenti, e assolutamente di non reiterare un decreto che già dopo la terza volta non poteva essere reiterato perché altrimenti ci comportiamo in maniera non conforme alla normativa.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Mi dispiace questa volta non trovarmi d'accordo con le opinioni del Consigliere Fabbri e spiego le motivazioni .
Non perché non ne condivida i principi, ci mancherebbe, assolutamente, ma per 2 motivi pratici, il primo è che stiamo parlando di una quantità veramente molto piccola, non voglio dire irrisoria, ma veramente molto piccola, il secondo perché, caro Consigliere Fabbri, in questa mozione che lei propone non c'è la soluzione, cioè se noi votassimo quello che lei dice, ossia di far cessare il trasferimento dei rifiuti, cosa faremmo poi di questi rifiuti che necessitano di trattamento? Andrebbero comunque trattati da qualche altra parte e scateneremmo quella che viene chiamata la sindrome Nimby, che nessuno vuole in pratica i rifiuti dell'altro.
Mi sembra, mi permetto di dirlo, che anche chi ha ispirato e chiede una spinta dal basso per proporre determinate cose, sia un po' soggetto a questa sindrome Nimby.
Noi dobbiamo iniziare a ragionare in maniera più ampia, sicuramente per andare verso la soluzione dei problemi.
In questo caso specifico, ripeto, condividendo in pieno tutti i principi che muovono la mozione del Consigliere Fabbri, per le motivazioni che ho detto di carattere puramente pratico, sinceramente voterò contro questa mozione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Fabbri.
Piergiorgio FABBRI. Un piccolo inciso sulla situazione particolare della discarica di Ca' Lucio. La discarica è molto vecchia, è composta di diversi lotti, è stata ampliata nel tempo diverse volte, è stata moltiplicata nel tempo, il telo di base è sfondo e non lo dico io, lo dice l'Arpam, c'è una presa, c'è un pozzo che recupera il percolato che finisce nel sottotelo, non lo dico io, ci sono documenti ufficiali, un piezometro posto a valle esternamente al telo di contenimento recupera acqua contaminata da percolato, non lo dico io, lo dice l'Arpam, ci sono documenti ufficiali, la situazione è critica, la comunità locale aveva fatto un ricorso al Tar per non consentire il raddoppio della discarica perché vogliono costruire un secondo piano di 680 mila metri cubi sopra la discarica esistente, ci sono problemi di stabilità, problemi idrogeologici mai chiariti, e quando fu approvata la Via e l'Aia ci furono, mi sembra, 77 prescrizioni tecniche, delle perizie andarono a fondo e dissero che alcune non potevano essere mai raggiunte ed ottemperate, quindi la situazione è molto, molto complessa.
Non siamo in una situazione geologica e idrogeologica tipica di una discarica con sotto letto di argilla, abbiamo del colluvium spesso dai 5 ai 15 metri che quindi si impregna, voglio semplificare per chi non è geologo come me, del percolato che fuoriesce dal fondo, quindi la situazione di questo sito fa sì che bisogna assolutamente abbandonarlo.
Detto questo, da qui la richiesta particolare, e non è la sindrome Nimby, per dire che ci sono altri impianti che lavorano meglio, in condizioni migliori di sicurezza, quello lì è un sito che a livello di gestione rifiuti va assolutamente abbandonato e invece ci portiamo i rifiuti non solo da tutta la provincia, ma anche da fuori provincia.
Questa cosa le popolazioni che abitano intorno al sito non possono più tollerarla, ed è questo il primo punto che voglio spiegare per la situazione particolare di Ca' Lucio.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 80. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Mozione n. 79
ad iniziativa dei Consiglieri Giorgini, Biancani, Giacinti, Giancarli, Traversini, Talè, Marconi, Urbinati, Micucci, Rapa, Bisonni, Busilacchi, Fabbri, Maggi, Pergolesi, Zaffiri, Zura Puntaroni, Celani, Marcozzi, Leonardi, Malaigia
“San Benedetto Stoccaggio – Concessione di stoccaggio gas naturale in sotterraneo: diniego dell’intesa di cui all’articolo 1, comma 60 della legge 239/2004”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 79 dei Consiglieri Giorgini, Biancani, Giacinti, Giancarli, Traversini, Talè, Marconi, Urbinati, Micucci, Rapa, Bisonni, Busilacchi, Fabbri, Maggi, Pergolesi, Zaffiri, Zura Puntaroni, Celani, Marcozzi, Leonardi, Malaigia.
Ha la parola, per l'illustrazione, il Consigliere Giorgini.

Peppino GIORGINI. Grazie. Faccio una introduzione velocissima, solo per farvi capire che le cose che dico, sono un cittadino che ha fatto la III media, quindi non posso avere competenze di uno che è acculturato, non le dico io, le leggo e le riporto.
Una lettera di 22 scienziati del CNR, tra i più grandi d'Italia, viene inviata a Renzi dopo il famigerato sblocca Italia per dire che la fine dell'era dei combustibili fossili è inevitabile - ricordo che l'età della pietra è finita non perché sono finite le pietre, ma perché sono arrivate nuove tecnologie - e ridurne l'uso è urgente per limitare l'inquinamento dell'ambiente, per contenere gli impatti dei cambiamenti climatici.
In Italia produciamo il 42% di rinnovabili, sul fotovoltaico siamo quasi i primi al mondo e solo con il fotovoltaico produciamo energia pari a quella prodotta da due centrali nucleari.
Un altro fatto importante, cercherò di essere velocissimo, l'ultimo Bollettino ufficiale degli idrocarburi e delle georisorse (BUIG) del Ministero dice che non c'è bisogno fino a tutto il 2017 né di stoccaggi, né di aumentare le riserve strategiche.
Veniamo alla situazione di San Benedetto del Tronto, io ho voluto condividere con il Consigliere Urbinati, che è di San Benedetto come me, questa mozione e abbiamo chiesto a tutti i Consiglieri di sottoscriverla, perché non stiamo parlando di San Benedetto, qui chi parla di San Benedetto è perché non conosce, qui stiamo parlando delle Marche, questo è un problema delle Marche ed è importante che la Regione faccia sentire la propria voce, come l'ha fatta sentire l'Emilia-Romagna sul rigetto dell'impianto di Rivara che con una deliberazione di Giunta ha negato l'intesa.
Cercherò di essere veloce nello spiegarvi che tutto è iniziato nel 2008, quando con un documento segreto, che io ho qui, la Gdf Suez in accordo con il Gse (Gas storage europa) ha messo in atto un piano per far diventare l'Italia un hub del gas, qual è il problema del gas? Di gas ce n'è tantissimo, non sanno dove metterlo e come ho detto prima il problema è dove metterlo. L'Italia ha una bellissima terra, ma purtroppo è predisposta male sopra, abbiamo quasi 45 concessioni a terra e mare, non tanto per il gas che si estrae, ma per disponibilità di stoccarlo.
Cosa abbiamo fatto? Questi sono riusciti non solo ad entrare in forza in Italia con l'appoggio del Gse, dell'Unione europea e di molti politici italiani di destra o di sinistra, non cambia assolutamente nulla, e sono riusciti ad ottenere dal Governo, che all'epoca era il Governo Berlusconi, un fattore di garanzia, addirittura a questi signori per cinque anni garantiamo il vuoto per pieno, ecco perché sono così accaniti!
Voi sapete tutti, ne hanno parlato finalmente dopo centinaia di incidenti censurati dalle televisioni italiane, dell'incidente di Porter Ranch, il pozzo di stoccaggio è scoppiato e 300.000 chili di metano al giorno stanno uscendo da sei mesi e non riescono a fermarlo. Pensate un attimo cosa sarebbe successo se questo fosse avvenuto in una città come San Benedetto, un comprensorio di 100.000 persone, ci sarebbe stata un'evacuazione totale che nemmeno la seconda guerra mondiale avrebbe avuto pari, perché il gas in California si espande, ci sono le montagne, da noi sarebbe penetrato nelle abitazioni e nei sottosuoli come è successo nel '59 a Caviaga in provincia di Lodi dove ancora ci sono sacche di gas sotto.
Ricordo che tutti gli enti locali, provinciali, regionali, associazioni di cittadini si sono dichiarati fortemente contrari a questo impianto di San Benedetto ed a tutti gli impianti nelle Marche e credo fermamente che, per bloccare questa “cinesizzazione” del territorio, qui oggi dobbiamo prendere finalmente questa decisione importante che va a beneficio di tutti i cittadini marchigiani e non solo di quelli di San Benedetto, ci ringrazieranno non solo loro, ma i nostri figli, i nostri nipoti, i nostri pronipoti. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Urbinati.

Fabio URBINATI. Grazie Presidente. Capisco che siamo arrivati purtroppo in coda a questo sostanzioso Consiglio regionale, però, credo che si è percepito anche dall'enfasi del Consigliere Giorgini, che questa è una vicenda che ha riguardato un intero territorio, questa è una vicenda che ha condizionato una amministrazione comunale di cui io ho fatto parte, questa è una vicenda che ha portato in piazza per più di una volta più di 10.000 cittadini non solo della città di San Benedetto del Tronto, ma anche di tante altre zone vicine al nostro territorio.
Vorrei far capire, giusto per chiarezza, alla Giunta, al Presidente ed ai colleghi un po' quella che è stata la storia, il comportamento mio, che facevo parte della maggioranza comunale, dell’amministrazione e del mio partito.
Questa è una cosa che ci è caduta tra capo e collo, era il periodo del decreto sblocca Italia, il periodo in cui il Governo tendeva, in virtù della crisi energetica che si paventava e che avrebbe ridotto tutte le energie nel nostro Paese per i futuri 10 anni, a togliere la decisione agli enti locali, in particolare alle Regioni, ed ad accentrare tutto in capo al Governo.
Ci fu un bando, relativo al piano energetico, che emanò l'ultimo Governo Prodi, se non sbaglio era l'anno 2004/2005, che riguardava alcuni impianti tra cui l'impianto di stoccaggio di San Benedetto del Tronto.
Noi ci ritrovammo tra capo e collo questo provvedimento. La legge prevedeva solamente che l'ente locale, il Comune, dovesse organizzare degli incontri con la cittadinanza per informarla - non so se vi rendete conto - delle modalità con cui sarebbe stato costruito e quelli che sarebbero stati gli impatti.
E' chiaro che dà lì è partito un movimento di protesta, ci sono state anche delle tensioni tra una parte politica e l'altra ed io vorrei rivendicare l'atteggiamento della parte politica di cui io faccio parte, che è è stato quello di dire no, ma un no motivato.
Ricordo che insieme ai movimenti riuscimmo alla fine a trovare un'intesa, anche insieme ai Comuni limitrofi, per fare uno studio tecnico di parte che venne finanziato dai Comuni e dalle associazioni, che evidenziasse i rischi che un impianto del genere poteva portare.
Noi, Assessore Sciapichetti, selezionammo insieme ai comitati lo spin-off dell'Università di Camerino, terre.it, che recentemente ha ricevuto anche un premio internazionale insieme a tanti altri studi di ricerca marchigiani, per fornirci delle informazioni sui rischi che questi impianti di stoccaggio nascondevano, perché per quanto mi riguarda io voglio dire no, ma alla fine deve essere un no motivato.
Alla fine abbiamo visto che, ed è la cosa che a me ha colpito di più, anche perché non voglio dilungarmi, tra le osservazioni che faceva in maniera molto dettagliata lo spin-off dell'Università di Camerino c'era quella riguardante il più grande rischio che poteva essere un procedimento tecnico che portava alla troppa compressione sotto al pozzo principale di immissione di questi impianti, ed è esattamente l'episodio, l'incidente che recentemente, nell'ottobre scorso, è accaduto a Port Ranch.
Il Consigliere Giorgini ha parlato dei danni causati alla popolazione, quel problema ad oggi parzialmente è stato risolto, ma vorrei ricordare, questa è una cosa molto importante, che l'impianto di Port Ranch si trova a circa 15 chilometri dal primo centro abitato, mentre il luogo dove dovrebbe sorgere questo impianto della Gas Plus è a 500, 600 metri dalle prime abitazioni.
Credo che questo provvedimento che noi portiamo sia molto importante, ringrazio il Presidente e la Giunta per la collaborazione, perché, questo vogliamo dirlo, noi eravamo insieme ai movimenti per cercare di dare un futuro diverso. Noi questo impianto non lo vogliamo perché pensiamo ad un futuro diverso per il nostro territorio, pensiamo ad un futuro dove il territorio per noi diventi una ricchezza, diventi uno strumento per poter far crescere le future generazioni.
Un impianto di stoccaggio non va assolutamente in questo senso, quello che noi facciamoci oggi è molto importante, quindi ringrazio tutti i colleghi che hanno collaborato, in particolare il Consigliere Giorgini che ha fatto la mozione unitamente a me, il Consigliere Biancani che in Commissione ha fatto si che quest’atto venisse condiviso da tutto quanto il Consiglio regionale, perché in precedenza, la passata amministrazione, se da un punto di vista mediatico si è sempre detta contraria a questo provvedimento, di atti veri e formali ne ha fatti ben pochi.
Penso che questo sia un passo importante per arrivare alla stessa decisione che fu presa qualche tempo fa per quanto riguarda un impianto dello stesso tipo che doveva sorgere nelle vicinanze di Sant'Elpidio a Mare.
Grazie a tutti per la collaborazione.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 79. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 15,15.