Resoconto della seduta n.42 del 27/09/2016
SEDUTA N. 42 DEL 27 SETTEMBRE 2016

La seduta inizia alle ore 10,30

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Colleghi buona giornata, dichiaro aperta la seduta n. 42 del 27 settembre 2016.
Comunico che
è stata presentata la seguente proposta di atto amministrativo:
n. 26 in data 26 settembre, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “L.r. n. 39/97 articolo 3, commi 1, 2, 3 – Programma degli interventi regionali a favore degli emigrati marchigiani (X legislatura)”, assegnata alla I Commissione in sede referente, al Consiglio delle Autonomie locali per l’espressione del parere di cui all’articolo 11, comma 2, lettera c) della legge regionale 10 aprile 2007 n. 4 e al Consiglio regionale dell'Economia e del Lavoro per il parere di cui all'articolo 4, comma 1, lettera b), numero 2) della legge regionale 26 giugno 2008, n. 15;
sono state presentate le seguenti mozioni:
n. 172 dei Consiglieri Zaffiri, Urbinati, Rapa, Giancarli, concernente: “Ripristino pista ciclabile "Girardengo" in località Campocavallo nel Comune di Osimo”;
n. 173 della Consigliera Marcozzi, concernente: “Interporto di Jesi”.
Il Presidente della Giunta regionale ha promulgato, in data 21 settembre, la legge regionale n. 20 concernente: “Modifiche alla legge regionale 27 marzo 2001, n. 8 'Istituzione, organizzazione e funzionamento del Comitato regionale per le Comunicazioni (Co.Re.Com.)'”.
Hanno chiesto congedo l'Assessore Casini ed il Consigliere Giorgini.

Sull’ordine del giorno

Comunico che le interrogazioni nn. 196, 213 e 248 sono rinviate alla prossima seduta, vista l'assenza dell'Assessore Casini.

Interrogazione n. 253
ad iniziativa del Consigliere Giancarli
“Sulla situazione della JP Industries”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 253 del Consigliere Giancarli.
Ha la parola per la risposta l'Assessore Bora.

Manuela BORA. Grazie Presidente. Da parte anche dell'Assessore Bravi che insieme agli altri colleghi è ancora in Giunta. Ringrazio ovviamente il Consigliere Giancarli per questa interrogazione.
La JP Industries in data 29 luglio 2016 avvia la procedura di mobilità per 400 dei 684 dipendenti ex Merloni assunti fra Marche ed Umbria.
Nella comunicazione trasmessa ai Ministeri del lavoro, dello sviluppo economico ed alle organizzazioni sindacali, la JP Industries motiva tale decisione con gli strascichi del contenzioso promosso dalle banche creditrici dell'ex Merloni e con le mutate condizioni di mercato relativo agli elettrodomestici.
Per la JP Industries le difficoltà di ricorrere al credito presso le banche sono state costanti e, secondo l'azienda, questa è stata la principale causa per cui gli investimenti già programmati non si sono potuti realizzare.
La crisi del mercato di settore e il mutamento della domanda ha fatto il resto, sostiene l'azienda, dal 2012 ad oggi gran parte dei lavoratori sono stati in cassa integrazione straordinaria e l'azienda non intravede nessun segnale di ripresa all'orizzonte, ma anzi una situazione definitiva e strutturale che rende indispensabile una ristrutturazione con riduzione del personale.
Il 2 agosto 2016, il titolare della JP Industries, ha incontrato il Presidente della Regione Marche il quale ha ritenuto che il piano dell'imprenditore deve necessariamente essere sostenuto dalle banche attraverso gli organismi di credito.
Il 3 agosto 2016 si è svolto un incontro al Ministero dello sviluppo economico sulla vertenza JP Industries oltre al Viceministro Teresa Bellanova eravamo presenti il Presidente della Regione Marche, per l'Umbria il Vicepresidente.
Il titolare della JP Industries ha presentato un piano industriale dicendosi disposto ad investire 16 milioni di euro per nuovi prodotti e 20 milioni di euro in ricerca e sviluppo, questo avrebbe significato, ovviamente una produzione meno a singhiozzo.
Il Viceministro Bellanova ha assicurato che si attiverà per continuare a far pressione sulle banche per tentare di sbloccare la situazione.
Il 4 agosto 2016 si è svolto un incontro tra azienda e Organizzazioni sindacali in esito al quale l'azienda ha comunicato a tutte le parti il ritiro della procedura di mobilità in quanto le Organizzazioni sindacali hanno ribadito il proprio impegno a sostenere il progetto industriale della JP Industries.
Riguardo al piano industriale della JP Industrires va rilevato che nell'ultima istanza di casa integrazione straordinaria con causale riorganizzazione che è stata presentata al Ministero del lavoro, era contenuto il relativo programma di organizzazione i cui punti essenziali possono essere così riassunti:
1) introduzione sul mercato di prodotti alti di gamma e relativo completamento dei progetti di ricerca e sviluppo;
2) sviluppo della nuova gamma di prodotti semi professionali con acquisizione di impianti, macchinari, attrezzature tale da poter realizzare i suddetti nuovi prodotti;
3) riorganizzazione del processo produttivo passando da una produzione in serie ad una produzione su commesse;
4) riorganizzazione degli spazi aziendali coerenti con gli investimenti previsti;
5) modifica degli attuali macchinari ed attrezzature al fine di progettare nuovi prodotti;
6) investimenti sull'area commerciale in quanto la riorganizzazione comporta necessariamente una nuova strategia commerciale e di marketing;
7) investimenti nella formazione del personale tali che possano accompagnare il piano di organizzazione diretta anche sul personale qualificato in quanto gli apicali dell'azienda saranno impegnati nel coordinamento di tutti i processi aziendali per gestire il processo di cambiamento e di sviluppo.
Complessivamente nel corso dei 21 mesi di cassa integrazione straordinaria, sono previsti investimenti per un importo totale di 2.200.000 euro di cui 30.000 per la riqualificazione e formazione del personale interno.
Ai sensi della normativa vigente in materia di cassa integrazione straordinaria il programma di riorganizzazione aziendale è sottoposto a periodici controlli da parte degli uffici territoriali del Ministero del lavoro.
Gli ultimi punti invece sono di mia competenza e sono felice di poter rispondere, il progetto di rilancio aziendale della JP Industries di durata triennale 2016/2019 è stato presentato al Mise che a sua volta lo ha ritenuto conforme con la strumentazione agevolativa di riferimento, la legge 181 del '89, il decreto Mise del 1 aprile 2015.
In particolare esso consta di una parte di investimento produttivo riguardante l'implementazione di nuove attrezzature e di impianti di produzione volte alla produzione di una innovativa gamma di elettrodomestici: alto di gamma e semiprofessionali e di una parte di ricerca industriale e di sviluppo sperimentale finalizzata alla creazione di una gamma di elettrodomestici dalle prestazioni innovative.
Quanto alla prima nell'ambito dello stanziamento dell'accordo di programma per la disciplina degli interventi di reindustrializzazione delle aree coinvolte dalla crisi del gruppo Antonio Merloni, sottoscritto in prima istanza nel marzo 2010, da ultimo modificato e prorogato con atto integrativo del 18 marzo 2015, è stato destinato un importo pari a 9 milioni di euro per la realizzazione di un progetto di investimento produttivo senza necessità di cofinanziamento regionale.
Tali risorse ove non utilizzate dalla JP Industries potranno essere impiegate per il sostegno di ulteriori progetti in graduatoria presentati dalle imprese a seguito della citata circolare del 22 marzo 2016.
Relativamente ai progetti di ricerca e sviluppo sperimentale in sede di comitato di coordinamento, come si evince dal verbale del 21 marzo 2016, essi potranno contare su risorse nazionali pari a 12,8 milioni di euro ma dovrà essere anche cofinanziato dalle due Regioni, rispettivamente per 1,6 milioni dalla Regione Marche e 1,1 dalla Regione Umbria.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Intanto voglio ringraziare l'Assessore Bora per la risposta ma anche e soprattutto perché ha seguito e dovrà seguire una grande vertenza come quella dell'azienda in questione.
L'interrogazione nasce da una procedura di mobilità avviata dall'azienda, mi sono anche chiesto se eravamo in presenza di dati oggettivi o di una provocazione della ditta stessa.
Debbo dire però che a quella procedura di mobilità avviata per 400 lavoratori su un totale di 684 c'è stata una risposta delle istituzioni, dalla Regione Marche, al Ministero; c'è stata una ferma lotta del sindacato, soprattutto Fiom-Fim-Uilm per cui voglio ringraziare Fabrizio Bassotti, Andrea Cocco, Vincenzo Gentilucci, che hanno seguito e seguono queste vicende delle aziende in difficoltà delle aree interne e la crisi dell'elettrodomestico bianco.
Quella procedura di mobilità è stata ritirata, oggi però siamo in presenza di questa situazione alquanto complessa, come l'Assessore Bora ci ha descritto poc'anzi.
Una situazione delicatissima, si lavora a ranghi ridotti, noi dobbiamo procedere con il piano industriale, anche se ci sono aspetti che debbono essere affrontati a livello ministeriale, noi dobbiamo avere la consapevolezza che abbiamo a che fare con il futuro dell'azienda, con il futuro di 700 lavoratori, con il futuro dell'economia delle zone interne, quindi con un rilancio industriale di quei territori, altrimenti, fermo restando tutto quello che possiamo mettere in campo per la crescita sostenibile, quindi anche con la diversificazione dell'economia, senza il manifatturiero non riusciremo a segnare la ripresa di quei territori.

Sull’ordine del giorno

PRESIDENTE. Per la risposta alle prossime interrogazioni aspettiamo il Presidente Ceriscioli che sta arrivando, nel frattempo andiamo avanti con i punti all'ordine del giorno.

Deliberazione legislativa statutaria
“Modifiche alla legge statutaria 8 marzo 2005, n. 1 'Statuto della Regione Marche'”

(Seconda approvazione ai sensi dell'articolo 123, secondo comma, della Costituzione)
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la deliberazione legislativa statutaria.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Giacinti.

Francesco GIACINTI. Grazie Presidente. Trattasi di quella modifica statutaria introdotta, questo è il secondo passaggio, in seguito al volere di quest'Assemblea, che istituisce quell'organismo relativo alla funzione di controllo sull'attuazione delle leggi e di valutazione degli effetti delle politiche regionali al fine di verificarne i risultati nell'ottica del controllo della spesa.
Questo è il secondo passaggio, perché l’abbiamo fatto a suo tempo in prima lettura, quindi direi che non c'è nulla da aggiungere, se non prendere atto di questa modifica statutaria che apporta questa variazione di natura filosofica in ordine alle politiche regionali.
Questo organismo di controllo rappresenta un momento di valutazione e di stato di efficacia nei confronti delle politiche stesse sulla politica regionale nel suo complesso. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Non voglio ripetere quanto avevo già detto nel primo passaggio, ovvero della necessità e dell'espressione favorevole di un comitato che controlli non solo se gli atti vengono applicati ma anche se gli atti approvati dal Consiglio hanno l'efficacia che l'estensore o gli estensori avevano ipotizzato.
Per questo abbiamo preparato due emendamenti, che se permette Presidente, vorrei illustrare direttamente visto che non voglio aggiungere di più a quanto detto la volta precedente.
Il primo emendamento è alla lettera n bis del comma 2 dell'articolo 1 della deliberazione statutaria che stiamo discutendo, dopo le parole “esercita” sono inserite “anche tramite le Commissioni”.
La legge statutaria in vigore attualmente prevede che il Consiglio eserciti attraverso le Commissioni funzioni di controllo sull'attuazione del programma di governo regionale e sull'operato della Giunta attraverso gli strumenti previsti dal regolamento Interno, quindi con questo emendamento propongo l'inserimento delle parole “anche tramite le Commissioni” che nella proposta di legge statutaria che oggi si approva sono state eliminate, anche perché le Commissioni, ad esempio con le audizioni e le consultazioni, recentemente l’abbiamo fatto, possono esercitare quella funzione di controllo che in questi casi il Consiglio non potrebbe esercitare.
Devo dire che la funzione delle Commissioni, appartenendo io alla I^, è estremamente importante e credo che svolgano un buon lavoro di selezione, di esame e di approfondimento analitico, citando proprio l'esperienza della I^ Commissione.
Il secondo emendamento, dopo il comma 3, dell'articolo 3, della deliberazione statutaria che stiamo esaminando aggiunge: “I componenti del Comitato sono individuati all'interno del personale di ruolo del Consiglio regionale o dell'Assemblea legislativa”. Dopo il comma 3 ho aggiunto questo emendamento che prevede che i componenti del comitato siano individuati tra il personale di ruolo del Consiglio considerando che il controllo e la valutazione delle politiche è una funzione propria del Consiglio che viene disciplinata con la lettera n) dell'articolo 21.
Ritengo che il relativo personale debba essere quello di ruolo del Consiglio perché, sia chiaro, non debbano essere conferiti incarichi né a personale esterno, né ad ex collaboratori, né ad ex personale politico.
Questo per garantire criteri di competenza e imparzialità in questa funzione così delicata che è il controllo della verifica degli atti che vengono approvati dal Consiglio. Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.

Articolo 1
Emendamento 1/1 a firma del Consigliere Maggi.
Ha la parola il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Mi scuso con il Consigliere Maggi ma purtroppo sono entrato adesso in Aula, vedo adesso l'emendamento e ne evidenzio due problemi: uno di natura sostanziale ed uno più formale.
Quello sostanziale è che il comitato ha senso se è un organismo, come abbiamo in tante altre Regioni, aggiuntivo rispetto agli organismi già esistenti, altrimenti le Commissioni possono già svolgere un ruolo ed allora non ha senso fare il comitato.
Il comitato ha un valore se esercita pienamente questa funzione e diventa anche difficile capire a quel punto chi esercita che cosa, o eventualmente in caso di conflitto nel merito se una Commissione da un determinato parere ed il comitato un altro. Pur cogliendo la buona intenzione vedo un po' di difficoltà.
Poi c'è un problema di natura formale perché qui siamo in seconda lettura, dovremmo ripartiamo ogni volta da capo, sarebbe bene, se ci sono delle osservazioni sulle modifiche statutarie, che queste possano essere evidenziate nella prima fase della discussione altrimenti non concludiamo mai il dibattito. Quindi sono contrario.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giacinti.

Francesco GIACINTI. Grazie. In merito al primo emendamento il mio intervento è stato assorbito da quello del Consigliere Busilacchi; in merito al secondo emendamento io ho un mio parere personale, reperire i componenti del comitato all'interno del personale di ruolo dell'Assemblea legislativa o Consiglio, come viene definito, credo che sia un po' limitativo, perché in effetti trattiamo dello stato di attuazione delle politiche e prescindere in maniera aprioristica dalla figura “politica” o con esperienza politica credo che sia una decisione orientata verso una componente senz'altro di imparzialità e di tecnicismo che però, secondo me, potrebbe trovarsi anche con un connotato politico, visto e considerato, che parliamo di attuazione di politiche e grado di valutazione delle politiche. Solo questo. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Voglio puntualizzare per il Consigliere Busilacchi che nella dizione “anche tramite le Commissioni” intendo dire le Commissioni perché queste possono essere un supporto a questo comitato ed ovviamente possono fare audizioni, possono fare un lavoro che potrebbe essere utile e preparatorio a questo comitato.
Per quanto riguarda l'obiezione “non finiamo mai e continuiamo a portare avanti questa cosa”, credo che nel momento in cui una deliberazione va la seconda volta in Aula, è stabilito ed è normato che vada in Aula, non va per un passaggio evidentemente formale, ma torna in Aula perché se ci sono ancora degli approfondimenti da fare questi possono essere fatti.
La funzione del secondo passaggio in Aula è quella che dopo una riflessione al primo passaggio si aggiunga qualcosa che sicuramente possa migliorare l'atto. Grazie.

PRESIDENTE. Emendamento 1/1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(Voci fuori microfono)

Ripetiamo la votazione. Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 3.
Emendamento 3/1 a firma del Consigliere Maggi. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.
(problemi tecnici al sistema di votazione elettronica)
Ripetiamo la votazione.
Articolo 3. Lo pongo in votazione per alzata di mano.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione per alzata di mano.

(L'Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione per alzata di mano.

(L'Assemblea legislativa approva)

Deliberazione legislativa statutaria. La pongo in votazione per alzata di mano.

(L'Assemblea legislativa approva a maggioranza assoluta dei suoi componenti)

Proposta di legge n. 5
ad iniziativa della Giunta regionale
“Autorizzazioni e accreditamento istituzionale delle strutture e dei servizi sanitari, socio-sanitari e sociali pubblici e privati e disciplina degli accordi contrattuali delle strutture e dei servizi sanitari, socio-sanitari e sociali pubblici e privati”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 5 della Giunta regionale.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Volpini.

Fabrizio VOLPINI. Grazie Presidente. Giunge in Aula una legge attesa in questa regione che riguarda l'autorizzazione e l'accreditamento delle strutture sanitarie, socio-sanitarie e sociali pubbliche e private.
E' stato uno dei primi regali che la Giunta ha fatto alla Commissione nelle sue prime sedute.
E’ una legge articolata perché tratta di materie complicate e complesse, ma sicuramente un provvedimento di cui c'è una grande necessità.
Leggo anche per evitare di dimenticare alcuni passaggi importanti, chiedo scusa perché oggi un fastidioso rotavirus ha ridotto di molto le mie capacità, le mie performance fisiche.
La proposta di legge disciplina l'autorizzazione e l'accreditamento istituzionale delle strutture dei servizi sanitari, come dicevo, socio-sanitari e sociali pubblici e privati, nonché gli eventuali accordi contrattuali.
Con tale proposta vengono uniformate le procedure amministrative relative a detti istituti disciplinate, prima di questa legge, da due distinte leggi regionali: la 20 del 2000 che riguarda le strutture sanitarie, socio-sanitarie e la 20 del 2002 che riguarda le strutture sociali.
La necessità di uniformare le procedure si è resa necessaria soprattutto nell'ambito dell'integrazione dei servizi sanitari e socio-sanitari che sono oggi la maggioranza dei servizi della nostra regione, quale fondamento per affrontare i bisogni complessivi che richiedono unitarietà di intervento, continuità nell'assistenza, valutazione multidisciplinare e progettazione integrata delle risposte anche al fine di meglio garantire il governo della domanda di strutture socio-sanitarie ed una collocazione e definizione delle stesse ben precisa ed oggi ancora lacunosa.
Con l'approvazione di questa proposta si potrà dar meglio seguito alla revisione ed all'aggiornamento della normativa in materia di requisiti di autorizzazione e di accreditamento.
Tale aggiornamento garantirà una migliore qualità dell’assistenza e una qualificazione degli interventi sanitari erogabili, in particolare, nel sistema di accreditamento verranno garantiti ai pazienti o agli utenti livelli di qualità in linea con l'evoluzione scientifica, tecnologica, anche attraverso la definizione di indicatori e di standard di qualità.
L'autorizzazione e l'accreditamento istituzionale sono due processi di valutazione sistematica e periodica necessari per verificare il possesso da parte delle strutture suindicate dei requisiti riguardanti alcune condizioni strutturali, organizzative e di funzionamento che hanno rilievo sulla qualità dell'assistenza erogata agli utenti.
Per autorizzazione, normate dagli articoli 8 e 9, si intendono i distinti provvedimenti che consentono la realizzazione di strutture e l'esercizio di attività sanitarie, socio-sanitarie e sociali da parte dei soggetti pubblici e privati. Sono entrambe rilasciate dal Comune:
- la prima previa verifica delle compatibilità regionali che viene effettuata dalle strutture competenti della Giunta regionale in rapporto al fabbisogno complessivo ed alla localizzazione territoriale delle strutture presenti in ambito regionale; la verifica della compatibilità è necessaria sia per realizzare una struttura che per ampliare e trasformare o trasferirla, il Comune quindi rilascia l'autorizzazione alla realizzazione previa acquisizione della verifica di compatibilità; a tal fine esso trasmetta alla struttura della Giunta regionale entro 10 giorni dal ricevimento, copia della domanda di autorizzazione;
- la seconda è rilasciata previa verifica della regolarità della domanda e del rispetto dei requisiti minimi che garantiscono la sussistenza dei livelli di base di sicurezza e di qualità. Per la verifica di tali requisiti per le strutture sanitarie e socio-sanitarie il Comune si avvale del gruppo di accreditamento istituzionale, il Gaar, la cui istituzione è prevista da questa proposta o dal dipartimento di prevenzione dell'Asur del territorio competente, per le strutture sociali si avvale di apposita Commissione tecnico-consultiva costituita presso ciascun ambito territoriale e sociale.
Sono subordinate all'autorizzazione, alla realizzazione ed all'esercizio:
- le strutture, normate dall'articolo 7, che erogano prestazioni in regime di ricovero ospedaliero a ciclo continuativo o diurno per acuti;
- le strutture ospedaliere ed ex ospedaliere che erogano le prestazioni in regime ambulatoriale;
- le strutture sanitarie extraospedaliere intensive ed estensive, le strutture socio sanitarie di lunga degenza, lungoassistenza, mantenimento delle strutture protette e delle strutture sociali di tutela ed accoglienza che erogano prestazioni in regime residenziale e semiresidenziale a favore delle categorie dei destinatari previste dalla normativa statale e regionale vigente;
- gli stabilimenti termali.
Sono subordinati all'autorizzazione all'esercizio gli studi odontoiatrici, gli altri studi medici, le altre professioni sanitarie, se attrezzati per erogare prestazioni di chirurgia ambulatoriale, ovvero procedure diagnostiche e terapeutiche invasive di particolare complessità organizzativa e tecnologica e che comportano un rischio per la sicurezza del paziente nonché le strutture esclusivamente dedicate ad attività diagnostiche, gli studi e le strutture dove si eseguono attività di diagnosi dei disturbi specifici dell'apprendimento.
La proposta prevede che con il regolamento approvato dal Consiglio regionale siano definite le diverse tipologie di strutture.
Per accreditamento (articolo 16) si intende il provvedimento con il quale si riconosce alle strutture pubbliche e private, già autorizzate, l'idoneità ad essere potenziali erogatori di prestazioni nell'ambito e per conto del servizio sanitario nazionale e del sistema integrato dei servizi di interventi e servizi sociali.
Per il rilascio del provvedimento sono previsti determinati requisiti che assicurano un elevato standard qualitativo e precisamente:
- requisiti essenziali, quale presupposto per il rilascio e il mantenimento dell'accreditamento delle strutture;
- requisiti ulteriori eventuali, anche ai fini di una articolazione per classi correlata alla complessità organizzativa dell'attività delle suddette strutture.
Il rilascio dell'accreditamento è subordinato alla verifica effettuata rispetto al fabbisogno di assistenza definito in base alle funzioni sanitarie, socio-sanitarie e sociali individuate dal piano socio-sanitario regionale a garanzia dei livelli essenziali ed uniformi e degli altri eventuali interventi integrativi di assistenza.
Le funzioni amministrative per il rilascio dell'accreditamento sono svolte dalla Regione per le strutture sanitarie e socio-sanitarie e dal Comune per le strutture sociali.
Tale proposta prevede l'azione di atti attuativi sia da parte della Giunta che da parte del Consiglio, l'atto del Consiglio come già detto è previsto al comma 1 ter dell'articolo 7, aggiunto dalla Commissione.
All'articolo 3 sono invece delineati gli atti da adottare da parte della Giunta regionale. Tale articolo in particolare precisa che la Giunta stabilisce ed aggiorna periodicamente i requisiti per l'autorizzazione e l'accreditamento, disciplina le relative procedure, definisce il tariffario e le modalità di compartecipazione alla spesa da parte degli utenti per le prestazioni rese dalle strutture suindicate.
Per l'adozione di tale deliberazione è previsto il parere della IV Commissione assembleare permanente, questa disposizione è stata aggiunta dalla Commissione.
La proposta di legge prevede inoltre verifiche periodiche della sussistenza dei requisiti richiesti, la vigilanza da parte della Regione e dei Comuni, i casi di sospensione e revoca dell'autorizzazione all'esercizio e dell'accreditamento, le sanzioni nel caso di violazione delle disposizioni previste dalla proposta di legge.
Per l'accreditamento sono anche previsti casi di decadenza; prevede anche l'istituzione dell'anagrafe delle strutture e dei servizi autorizzati ed accreditati demandando alla Giunta regionale le modalità per la raccolta dei dati.
La proposta definisce agli articoli 20 e 21 gli accordi contrattuali.
All'articolo 20 sono definiti gli accordi tra la Regione e gli enti del Servizio sanitario regionale con le strutture sanitarie e socio-sanitarie pubbliche e private accreditate.
All'articolo 21 quelli del Comune con le strutture sociali accreditate.
La norma precisa che la qualità del soggetto accreditato non costituisce obbligo per gli enti del Servizio sanitario regionale e per i Comuni a corrispondere la remunerazione delle prestazioni erogate al di fuori degli appositi accordi contrattuali, quindi non c'è automatismo fra accreditamento e contratto.
La proposta di legge prevede inoltre una disposizione transitoria per le strutture che alla data di entrata in vigore della legge sono già in possesso di autorizzazioni ed accreditamento ed accordo contrattuale.
Chiaramente questo testo è stato oggetto di numerose audizioni e riunioni della Commissione, audizione dei vari soggetti interessati, abbiamo ascoltato praticamente tutti i soggetti, sono stati esaminati i pareri del Cal e del Crel ed alcuni sono stati accolti dalla Commissione.
Sono giunti alla Presidenza numerosi emendamenti, molti dei quali sottoscritti dalla maggioranza dei Consiglieri, altri no, chiaramente arricchiscono e rendono più precisa e più cogente questa legge.
Credo che sia doveroso ringraziare tutti i Commissari per questo lungo lavoro su una materia di enorme complessità, dove il dedicarsi e lo studio erano chiaramente necessari.
Ringrazio anche per l'apporto tecnico che è stato fornito dagli uffici e dalla segreteria della Commissione che hanno permesso questa mattina di portare alla discussione generale una legge di cui questa regione aveva grande necessità, grande bisogno per quel che riguarda il nostro sistema sanitario e soprattutto il nostro sistema socio-sanitario e sociale.

Presidenza della Vicepresidente
Marzia Malaigia

PRESIDENTE. Ha la parola la relatrice di minoranza Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. In effetti questa legge va ad unificare due leggi, la 20 del 2000 e la 20 del 2002, che normavano in maniera diversa l'aspetto sanitario e l'aspetto sociale.
E' vero che era necessario fare chiarezza ed unire le due leggi, ma questa unione è nata con un po' di pastrocchi tant'è che era stata già presentata con lo stesso testo di legge la scorsa legislatura e, non trovando l'accordo tra i membri della passata legislatura, è stata poi rinviata e riproposta a questa nuova Commissione.
La cosa alquanto preoccupante è che è stata ripresentata con gli stessi errori ortografici di due anni fa, anche allora erano state fatte audizioni, non quante in questa occasione e ringrazio il Presidente Volpini e la Vicepresidente della Commissione sanità Leonardi per aver seguito un po' quelli che erano i miei interessi di presentare e di audire tutte le persone ed i soggetti interessati dagli effetti di questa norma.
Sicuramente una legge che andava fatta per semplificare un po' l'iter burocratico, l'unione però ha visto delle gravi criticità fin dall'inizio, perché rispetto alle due leggi precedenti questa nuova proposta di legge andava a togliere delle funzioni essenziali per la democrazia, sia alla Commissione sanità che all'Assemblea legislativa che noi abbiamo chiesto fossero ripristinate recependo le molte segnalazioni ed osservazioni dei soggetti auditi. L’abbiamo chiesto in Commissione, la maggioranza dei membri della Commissione ha bocciato questi emendamenti, noi però siamo fiduciosi e mi auguro che oggi - anche alla presenza di alcuni dei soggetti che sono venuti e hanno impiegato il loro tempo e le loro energie per leggersi, studiarsi la normativa ed evidenziare quelle che erano le storture e cercare di integrarle per migliorare la legge – anche rispetto a quello che è successo negli anni passati, si riesca a dare un segnale politico, che la politica non è sorda alle istanze ed alle segnalazioni dei cittadini e delle associazioni dei sindacati vari e che in maniera costruttiva recepisce e condivide con il resto delle forze politiche, quelle che sono le istanze che vengono dal territorio.
Vorrei citare alcuni che sono venuti in Commissione, spero ci siano tutti ma non credo perché sono pochi rispetto alle audizioni fatte, abbiamo avuto: l'Associazione religiosa istituti sociosanitario (Aris), l’Alleanza cooperative italiane, la GC Marche, la Lega coop Marche, la Confcooperative Marche, le associazioni strutture private, l'Aiop Marche, l’Aris Marche, il Comitato regionale Marche, gli enti gestori strutture per anziani senza fini di lucro: l'Uneba, la Crea - Coordinamento regionale degli enti accreditati della Regione Marche, il Coordinamento delle comunità di accoglienza per minori della regione Marche, le associazioni dei laboratori analisi, altre associazioni, abbiamo avuto Fabio Ragaini di Grusol della campagna trasparenza e diritti, l'associazione nazionale assistenti sociali, l'Anep, l'associazione religiosa Omphalos autismo e famiglie, e molti altri che ringrazio sinceramente per essere venuti ed aver impiegato e perso magari quella mezza mattinata per stare lì a dare suggerimenti a noi.
Concludo leggendo alcune delle osservazioni che hanno presentato queste associazioni, soprattutto all'articolo 3 che è quello che riguarda le funzioni della Regione, le funzioni che la Giunta deve avere, le funzioni che il Consiglio regionale, l'Assemblea e la Commissione dovrebbero avere perché è quello che ha trovato, da parte di tutte le persone audite, più condivisione nel dire che per come era stato proposto, per come è proposto ed approvato dalla maggioranza nella Commissione sanità, questo articolo ha degli aspetti molto negativi rispetto alle due leggi precedenti.
Una delle tante osservazioni: dalla proposta di legge emerge che le decisioni organizzative verranno espresse dalla Giunta regionale, si chiede che ci sia una certa collegialità delle scelte, pertanto si chiede di sostituire la parola “Giunta” con “Consiglio regionale” e di coinvolgere i rappresentati delle associazioni genitori e famiglie che possono essere investiti di tali decisioni organizzative.
Un'altra osservazione all'articolo 3: vengono rimandate troppe funzioni alla Giunta regionale, il regolamento applicativo della presente proposta di legge e la relazione requisiti per il rilascio di autorizzazioni e per gli accreditamenti devono essere di competenza del Consiglio regionale. Altra osservazione fatta dalla Crea Coordinamento regionale degli enti accreditati - queste sono solo alcune osservazioni non le sto a leggere tutte - questa è veramente forte: è grave la mancata centralità del Consiglio regionale nel definire le tipologie delle strutture e quindi nel definire le esigenze territoriali, lasciarle in mano solamente alla Giunta rischia di accentrare azioni di programmazione che dovrebbero aver bisogno di passaggi democratici e partecipati ai quali l'Assemblea legislativa è chiamata ad operare; l'elenco delle tipologie dovrebbe essere contenuto nella legge, come era previsto nella vecchia legge, al fine di avere un quadro di riferimento stabile, aggiornabile, ma stabile; in ultimo la Crea si oppone a strumenti di gestione economica e di definizione delle tariffe dei servizi socio sanitari, basati sul modello del minutaggio e di grandi contenitori di servizi.
Non vi leggo altre, quello che è certo è che bisognerebbe aprire un dibattito non solo in Commissione sanità ma anche qui in Assemblea su quelli che sono gli aspetti e le necessità sentiti dal territorio e dagli operatori sanitari, quindi mi auguro che gli emendamenti e i sub emendamenti che presenteremo nel corso della discussione verranno approvati, trovando riscontro e condivisione da parte di tutti i Consiglieri regionali. Grazie.

PRESIDENTE. Entro 30 minuti chiuderò le iscrizioni a parlare.
Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Grazie Presidente. In verità le due relazioni, a cominciare da quella del Presidente, sono esaustive per un verso ed insufficienti per un altro, perché una legge che ha avuto un travaglio di quasi un anno, ha superato i normali tempi di gestazione umana, forse meritava altro tempo, ma l’avremo nel corso del dibattito.
Il Presidente Volpini ha sottolineato con forza e pazienza questo aspetto che definirei quasi un battesimo, perché l’iter di questa proposta di legge è stato faticoso in quanto è evidente che intorno a questo atto gravitano interessi pesanti, non voglio dire sbagliati, giustamente interessi significativi.
E’ una delle leggi forse più importanti che abbiamo portato in Aula nel corso di questo primo anno e mezzo di legislatura e comporre gli interessi quando sono in gioco cose così delicate non è facile.
La scelta che la Presidenza della Commissione ha fatto è stata quella di accogliere senza limiti - il limite era solo quello della pazienza dei Commissari - tutti coloro che hanno voluto parlare, è stato riconosciuto opportunamente anche dalla Consigliera relatrice di minoranza, è stata la scelta più azzeccata, dovevamo ascoltare tutti, tutti hanno avuto l'opportunità di dire la loro. Tanta democrazia, Presidente Volpini, ed addirittura organi della Regione si sono presentati in contraddizione fra loro, quindi anche qui non si può dire che sia mancata democrazia e confronto, non c'era nulla di preparato, non c'è stata nessuna interferenza di alcun tipo, neanche leggera da parte della Giunta perché si arrivasse prima, dopo o si facesse questo piuttosto che altro.
Sono ammirato per il modo in cui questa discussione si è sviluppata, a volte anche in maniera molto forte, molto animata, ma diciamo che tutto quello che c'era da dire è stato detto.
Questa sottolineatura sul metodo non è secondaria, mi rivolgo al nostro Presidente, che è competente per materia su questa legge, perché ci fa stare sereni, Presidente Ceriscioli. Noi abbiamo una normativa che di per sé non era proprio sballata - le due leggi, la n. 20 del 2000 e la n. 20 del 2002 – l’ho vissuta e l’abbiamo anche applicata, per molti aspetti funzionava anche, certamente il quadro di riferimento socio-sanitario degli ultimi 15 anni, se pur non profondamente stravolto, ha subìto delle modifiche non indifferenti.
Mi faccio una domanda scandalosa: teniamo a bada il settore privato soprattutto nel socio-sanitario? Non la faccio da Consigliere di maggioranza, perché sinceramente la mia prima preoccupazione è quella di tanti cittadini, dei sindacati, di quanti credono che ci siano eccessive sbragature in questo senso. Questa è la Regione d'Italia che forse ha meno spesa sanitaria o socio-sanitaria rivolta verso i privati e credo che sia un errore perché nel tempo dovremmo avere quella libertà di saper scegliere di andare dove abbiamo i migliori servizi ai migliori costi, senza alcun tipo di pregiudizio, ma al di là di questo è evidente dall'impianto della legge, della sua filosofia, ma anche dalle singole disposizioni che vengono assunte, che la garanzia dell'intervento pubblico, sia in sede autorizzativa che in sede di controllo e verifica, è ancora molto potente e questo è un fatto che mi rasserena e in qualche maniera mi inorgoglisce per quel poco che ho potuto fare per contribuire alla stesura di questo testo che la Giunta ci ha presentato.
Testo che è stato modificato in maniera anche significativa, cioè non è un testo che è passato liscio in tutti i suoi articoli. Penso soprattutto al più controverso sul quale mi permetto di fare ancora qualche piccola riflessione - Presidente Malaigia se sforo, me lo dice e mi fermo - l'articolo 3 sulle funzioni della Regione. L'impianto tradizionale da cui partivamo era quello in cui la Giunta e la dirigenza sanitaria facevano tutto, questo sia chiaro al Consiglio, autorizzazioni, controlli, eccetera. Noi, rispetto a questo e su nostra sollecitazione - non abbiamo avuto bisogno di grandi sollecitazioni esterne - abbiamo ritenuto che questo non dovesse essere, mi permetto di ricordare che sul comma 1, punto a) dell'articolo 3, sono stato il primo in Commissione - seguito da tutti i componenti che erano d'accordo su quest'impostazione - a dire che la determinazione del fabbisogno andava chiarita, Presidente Ceriscioli, perché il fabbisogno ci è stato spiegato non è quello reale, ma quello a cui possiamo dare soddisfazione. E’ un criterio, stabiliamo il fabbisogno sulla base di quelle che sono le effettive disponibilità.
Intorno a questo punto c'è stata una lunga controversia perché evidenziare un fabbisogno pari a 100 e dire che possiamo soddisfare 80, non è gratificante, però ci siamo arrivati in qualche maniera, perché nel momento in cui introduciamo questo concetto e si determina questo fabbisogno da parte della Giunta regionale sulla base del piano socio-sanitario, il piano socio-sanitario deve individuare un complesso di necessità, che non significa mettere la tagliola sull'attività della Giunta, cioè dire “questo è quanto”, ma questo è il punto di riferimento da cui la Giunta regionale parte in tutte le sue trattative a livello nazionale per dire queste sono le nostre esigenze. Ed abbiamo detto qualcosa di più, queste esigenze se vengono riconosciute valide dal Consiglio regionale, sia in sede di attuazione del piano socio-sanitario sia in sede di bilancio significa che possiamo destinare risorse ordinarie per aggiungere, perché nulla e nessuno ci impedisce di trovare risorse ordinarie, se ce le abbiamo, per soddisfare questo fabbisogno, questo è un primo punto, il punto a) nel quale si è aperta una piccola breccia nella quale la Giunta dialoga con l'intero Consiglio.
I punti b) ed e) non sono per nulla secondari, stabiliscono e aggiornano i requisiti per il rilascio delle autorizzazioni. Questa è la cosa determinante, è la cosa più delicata, questo punto viene visto dalla Commissione consiliare ed è la prima volta che avviene.
Il punto e) relativo alla definizione del sistema tariffario, anche questo estremamente delicato, passa in Commissione, quindi si è data pubblicità ed evidenza a due aspetti fondamentali della gestione che di per sé, secondo lo Statuto regionale e la legge nazionale, è della Giunta. Noi nelle Marche, non so se in altre Regioni è stata fatta la stessa cosa, abbiamo aperto un varco significativo sul piano della partecipazione democratica. Alla stessa stregua nel punto d) dove viene tenuto conto che i criteri che determinano la valutazione di funzionalità devono far riferimento al fabbisogno complessivo, cioè a quell'atto che abbiamo già rinviato al piano socio-sanitario.
Credo che in questo passaggio, sul quale in verità siamo stati per molte sedute, sul quale ci siamo anche duramente scontrati ed abbiamo dovuto votare più volte, abbia portato alla fine non ad un ragionevole compromesso, ma ad una soluzione intelligente e praticamente realizzabile.
Sugli altri punti sempre dell'articolo 3, in cui ci veniva chiesto addirittura di venire in Aula, abbiamo pensato che quanto ci veniva suggerito dei tecnici era da accogliere in quanto erano punti forse meno determinanti rispetto a questo.
Credo che l'unica cosa sulla quale posso fare una piccola raccomandazione alla Giunta …, capisco che sto sempre su un punto, Presidente, difficile da ragionare, perché siamo sempre con 6 Assessori, quando io sono convinto che ne servano 9, non perché debba farlo io, io non lo farò mai e non chiederò mai di farlo in questa legislatura, neanche part-time perché averlo fatto una volta mi basta, però quello che manca e manca ordinariamente nella vostra attività, che vorrei poter vedere un giorno ma non so se riusciremo, è un Assessore che visita non in forma ufficiale, ma in forma ispettiva. Questo era il mio grande sogno, purtroppo interrotto più o meno intorno a metà legislatura, per un anno abbiamo rifatto la normativa, abbiamo fatto una legge sul sociale, abbiamo fatto tutte le delibere conseguenti, speravo poi di potermi dedicare a questa che è l'attività ordinaria degli amministratori di mezza Europa, cioè vanno a vedere, perché l'occhio del padrone, e qui il padrone è il popolo, cioè la Giunta, è quello che conta. Purtroppo capisco che su questo l'attività è difficilissima perché alla fine, Presidente, ci si muove solo in occasioni ufficiali, tutto preparato, la visita dell'ultimo minuto che capita per caso, è proprio una cosa che uno deve star male per farla, preferisco se ho un'ora andarmi a riposare piuttosto che impegnarmi anche in questo senso.
Pianificare questo sistema di controllo, l'ho conosciuto per i servizi sociali, però all'interno della sanità che è materia nostra …, i servizi sociali sono materia quasi tutta dei Comuni e dei privati ed un controllo della Regione ci sta tutto e viene fatto rispetto al sistema autorizzativo della vecchia 20, ma per quanto riguarda il servizio sanitario qualcosa dobbiamo immaginarci. L'ho già detto in apertura di legislatura, lo ripeterò con pazienza perché lì la roba è la nostra, chi controlla? Chi fa la verifica?
E' sempre brutto parlare di controlli perché si parte dal presupposto che …, dentro i controlli delle autorizzazioni ci stanno anche le nostre, cioè noi autorizziamo e sottoponiamo il pubblico allo stesso regime autorizzativo che abbiamo per i privati, e questo penso che sia un atto di grande lealtà politica e amministrativa. Però il problema del controllo c'è! Ripeto, il controllo, poi giriamo intorno all'aforisma, chi controlla il controllore, però un sistema dovremmo immaginarlo perché se non abbiamo un sistema di controllo, ripeto, non con il presupposto che si fa comunque male, ma con il presupposto che tutti debbono sapere che non sono l'ultima istanza di quello che stanno facendo, l'ultima istanza non deve essere la magistratura, credo che la magistratura non abbia un particolare godimento nell'andare ad inseguire situazioni che magari maturano al limite della lecità perché se le pubbliche amministrazioni funzionano bene e sono capaci di questa autotutela e autocontrollo penso che anche la magistratura sarebbe largamente alleggerita da denunce, da riferimenti e disfunzioni.
Segnalo, e chiudo, anche l'attività del Difensore civico, Vicepresidente Malaigia, l'ho già detto tante volte, credo che il Difensore civico, al di là di quelle funzioni nuove sulle quali tutti i Difensori si sono appassionati, Garante per l'infanzia, Garante per i carcerati, debba svolgere questa funzione di controllo e siccome le funzioni di controllo si possono fare verso altri enti, ma la maggior parte si fanno verso l'ente Regione, l'ente regione è soprattutto sanità, come strutture, quindi dovrebbe avere quasi un filone, so che ce l'ha, e farlo conoscere bene in modo tale che i cittadini che verificano delle disfunzioni possano essere in condizione, magari anche con un'articolazione periferica di questo ufficio presso ogni Area vasta, di poter segnalare le cose che non vanno, non perché vogliamo inseguire a tutti i costi i cattivi e dobbiamo pensare male di qualcuno, ma perché questo aiuta da una parte a riconoscere il lavoro di tanto personale che lavora bene e mettere il cittadino nella condizione di non essere un suddito e di avere la possibilità, dove vede qualcosa che non va, di avere qualcuno che lo ascolti. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. La proposta di legge n. 5 che stiamo discutendo oggi ha avuto un lungo iter, importante, come hanno ricordato i Consiglieri che mi hanno preceduto, perché poter audire i tanti soggetti che sono coinvolti ha consentito a noi Commissari di fare quell'approfondimento che semplicemente leggendo la proposta di legge o prendendo semplicemente la normativa, e quindi la carta in mano, non avremmo potuto fare. Questo metodo oltre al fatto di essere ampiamente democratico e di averci consentito di dare parola su un tema così importante a tanti, è certamente stato il modo migliore per approfondire la questione.
Ora riorganizzare un sistema di accreditamento per strutture anche tanto diverse, come sono quelle nell'ambito sanitario e quelle nell'ambito sociale, certamente ha richiesto tutti i mesi che abbiamo dedicato perché è un lavoro complesso che va a toccare, come è stato ricordato, anche interessi sensibili, certamente i primi sono quelli dei pazienti di poter avere delle strutture e un'accoglienza degna di questo nome, ed anche di coloro che operano all'interno di questo settore.
Ora tolta l'importanza che va riconosciuta a questo atto ed al fatto che fosse necessaria una riorganizzazione importante in questo settore, credo che restino tre punti nei quali forse è mancato il coraggio o forse non si è voluto procedere in un senso ben definito.
In primo luogo, sarò forse ripetitiva, l'articolo 3, che è stato già menzionato dai miei predecessori, è certamente il punto focale rispetto a un dibattito che è molto più ampio e riguarda i poteri che sono in capo alla Giunta regionale rispetto a quanto proposto da molti e accolto fondamentalmente dalle minoranze che siedono all'interno della Commissione, di portare e attribuire questi poteri al Consiglio regionale per una maggiore anticipazione e per una maggiore trasparenza.
In particolar modo l'articolo 3 stabilisce che la Giunta determina il fabbisogno complessivo di strutture e servizi e la localizzazione territoriale delle strutture presenti in ambito regionale, ai fini della verifica di compatibilità regionale di cui all'articolo 2, in più la Giunta, secondo la legge che oggi stiamo discutendo, stabilisce e aggiorna periodicamente i requisiti per il rilascio delle autorizzazioni e per l'accreditamento istituzionale e disciplina i relativi procedimenti.
Ho presentato anche un emendamento in questo senso perché reputo che vadano assolutamente riviste queste competenze ed assegnate al Consiglio, non lo dice solo Elena Leonardi rappresentante del Gruppo Fratelli d'Italia, ma lo dicono i sindacati Cgil-Cisl-Uil, lo dice il Crea - Coordinamento regionale degli enti accreditati, lo dice la Legacoop, lo dice l'Associazione Omphalos per l'autismo. Non è una presa di posizione meramente politica, ma è la possibilità di dare per cose così importanti, una valenza e un ruolo maggiore al Consiglio ed a tutti i Consiglieri che siedono qui, non sono quelli che sono nei banchi della minoranza, ma anche a quelli che siedono nelle fila della maggioranza.
Secondo vulnus che resta comunque in questa legge è quello legato al fabbisogno. Io reputo assolutamente non condivisibile e anche un po' assurdo quello che è venuto fuori nelle discussioni e nelle audizioni, cioè il fabbisogno di strutture per la Regione Marche non viene calcolato sulla base delle reali necessità dei pazienti e dei cittadini, ma viene semplicemente ripartito sulla base delle risorse disponibili, allora noi siamo all'oscuro di quelle che sono le reali necessità dei cittadini marchigiani, questo mi sembra un non senso ed è una cosa nella quale vanno messe le mani in maniera prioritaria, perché non si può stabilire un fabbisogno sulla base del budget, sulla base del budget si stabilisce quanto del fabbisogno noi riusciamo a coprire, ma non il fabbisogno reale.
Terzo vulnus che si potrebbe incentivare è quello dei controlli proprio perché ci sono strutture che hanno operato, anche in maniera non prettamente conforme, quindi credo su questo vada fatto un approfondimento ed un investimento maggiore.
Per questi tre motivi: per il fatto che i poteri sono accentrati nella Giunta e non nel Consiglio, per un errore che io reputo di valutazione per cui il fabbisogno si costruisce alla rovescia, sulla base delle risorse disponibili e non sulla base delle necessità dei cittadini, mi reputo, e già faccio una dichiarazione di voto, contraria a questa legge. Grazie.

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente. Da parte mia pochissime considerazioni perché condivido totalmente la relazione del Presidente Volpini e l'intervento del Consigliere Marconi mi ha risparmiato dal dover intervenire e ripetere cose che sono state già dette.
Voglio partire da questa considerazione che ha fatto anche la relatrice di minoranza Consigliera Pergolesi, lei ha detto: una legge che andava fatta. Bene, sono d'accordo, questa legge andava fatta, quindi la Giunta l'ha proposta, la Commissione l'ha licenziata, l'Aula è chiamata ad approvarla.
Credo di poter dire, ma questo mi è sembrato di capire che l’avete sostenuto anche voi, l’ha fatto in modo molto efficace anche il Consigliere Marconi, che c'è stato un confronto ampio, ricco, tantissimi soggetti sono stati auditi, e guardate il fatto stesso che la Commissione non soltanto ha favorito la partecipazione, ma ha ascoltato e recepito, lo dimostra anche il fatto che arriviamo in Aula con decine di emendamenti firmati da tantissimi Consiglieri della Commissione, non soltanto di maggioranza. Se volete una procedura anomala perché una Commissione che porta in Aula tanti emendamenti, con in testa la firma del Presidente Volpini, è la dimostrazione che non si è perso tempo nella partecipazione, ma alla partecipazione è stato dato il valore che merita, ovvero ascoltare e costruire decisioni. Questo è quello che abbiamo fatto e su questo condivido pienamente le parole dette prima, ho detto che non voglio ripetere, però voglio sottolineare alcune cose che ha detto il Consigliere Marconi, la pazienza del Presidente Volpini ed anche la capacità di direzione politica che il Presidente Volpini ha avuto.
Una legge che doveva essere fatta da più legislature, finalmente è all'esame, all'attenzione ed al voto dell'Aula.
Sulla discussione che viene fatta, su chi deve fare cosa …, credo che sulle finalità siamo tutti d'accordo, qui è scritto chiaramente: al fine di garantire l'erogazione di prestazioni socio-sanitarie e sociali efficaci e sicure, il miglioramento continuo della qualità delle strutture erogatrici e lo sviluppo sistematico e programmato del sistema sanitario e sociale …, ed anche le cose che ha ricordato il Consigliere Marconi del controllo.
Per noi tra l'altro il welfare è parte determinante del nostro agire politico, perché il welfare sta dentro quella scelta di fondo della lotta alla disuguaglianza che è il DNA del nostro fare politica, quindi sulle finalità non credo ci sia da discutere.
Sul chi deve fare cosa. Guardate una legge non è il Vangelo, può essere sempre modificata, visto che qui c'è stata la capacità di fare una legge che doveva essere fatta da anni fa, si può anche fare una verifica, pure un anno dopo dicendo “questa cosa forse non era giusta ...”. Questo si può fare, siamo laici, non è questo il problema, credo di essere un estremo sostenitore del ruolo del Consiglio, della capacità di indirizzare che deve avere l'Assemblea legislativa rispetto alle scelte che la Regione fa, le strategie, le politiche, questo spetta al Consiglio, ma proprio perché al Consiglio dobbiamo dare questo valore, questo ruolo, questa forza, non dobbiamo caricarlo di funzioni che non sono proprie.
Quando facciamo la discussione sul chi fa cosa, ripeto, su questo si può sempre vedere, ma vogliamo rimanere fermi ad alcuni principi che sono quelli della democrazia, della trasparenza e dell'efficacia. Noi pensiamo che sia giusto che l'efficacia e il ruolo della democrazia del Consiglio non sia caricato troppo, altrimenti se al Consiglio diamo compiti di gestione lo indeboliamo, questo credo che sia un dato di fatto. Su questo aspetto, ascolto sempre con grande attenzione la Vicepresidente Leonardi che voglio ringraziare, lei come gli altri colleghi della Commissione, perché devo dire che ferma restando la capacità e la volontà del Presidente Volpini, c'è stato il lavoro di tutti i Commissari. So in Commissione quello che è stato il contributo di tutti, però, guardate, siamo davvero convinti che il fabbisogno venga individuato? Credo che sia scritto chiaramente, chi individua il fabbisogno? Il fabbisogno lo individua il Consiglio regionale, perché al punto i) dell'articolo 2, anche questo è stato arricchito e costruito da quel confronto che c'è stato, è scritto: “valutazione di funzionalità rispetto agli indirizzi di programmazione regionale e nazionale: ai fini dell'accreditamento istituzionale, la verifica effettuata rispetto al fabbisogno di assistenza, definito in base alle funzioni sanitarie, socio-sanitarie e sociali, individuate - questo lo abbiamo scritto chiaramente - dal Piano socio-sanitario regionale a garanzia dei livelli essenziali uniformi di assistenza”, potrei continuare, ma partiamo da lì, partiamo dal piano sociale, dal piano sanitario.
Questo è il punto, ripeto, io sono per confrontarmi, in modo molto tranquillo, però credo che questi siano i punti fermi nella scelta, in quello che nella legge abbiamo scritto. Poi negli articoli successivi abbiamo detto che alcune cose debbono essere viste dalla Commissione, altre no, torno a ripetere, su questo si può fare un passaggio in più, un passaggio in meno, poco importa, ma l'importante è che resti fermo il principi, ovvero che le scelte fondamentali, la programmazione, il fabbisogno, quindi, come in questo caso, le politiche, i contenuti veri ed anche le scelte di bilancio, che poi si andranno a fare, sono momenti del Consiglio e, se concordiamo sulle finalità, credo che sul resto non possiamo che trovare una linea comune che è quella dell'efficacia del nostro agire, è quella di garantire servizi alla comunità marchigiana, e in questo caso parliamo di persone che a volte hanno bisogni maggiori degli altri.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Grazie. Poche cose anche per testimoniare l'importanza politica di questo atto di cui ringrazio la Commissione per il lavoro.
Aggiungo nel merito pochissime cose perché mi trovo pienamente nella relazione del Presidente Volpini, negli interventi dei colleghi che sono succeduti, però ci tengo a testimoniare l'importanza politica di un atto che attendiamo da tempo e che credo sia particolarmente importante.
Mi sento di ringraziare e di congratularmi con il Presidente per la modalità che è stata portata avanti, seria, approfondita, di dialogo e di confronto che credo che sia utile quando s'affrontano tematiche così complesse.
Penso che sia anche doveroso ringraziare la Giunta e gli uffici che hanno proposto questo atto, la Giunta e il Presidente perché si raggiungano degli obiettivi importanti, innanzitutto quello di uniformare e di rendere omogenee delle procedure che altrimenti rischiavano di essere frammentate, di aver reso più chiaro il modello anche di governance di queste procedure, di andare ad una chiarezza ed ad una trasparenza con l'anagrafe informatizzata delle strutture, con organismi terzi che avranno un importante ruolo tecnico-consultivo.
Devo dire che, anche avendo letto e visto l'esito di questi lavori, mi pare importante che ci sia al contempo un’attenzione verso la semplificazione delle procedure, ma anche un maggior controllo e non avvengano più quei rinnovi taciti che del passato, ci sono procedure semplificate che per l'autorizzazione a livello comunale, ma c'è anche un maggiore controllo di tutti i requisiti dell'accreditamento che vengono anche più spesso controllati e rinnovati.
Segnalo questi aspetti, vorrei uscire dal rischio di eccessiva tecnicalità di questi atti per dire che sono degli importanti traguardi politici che vengono raggiunti da parte dell'Assemblea legislativa, della Giunta, della Regione Marche, poi non aggiungo niente sulle cose che sono già state dette dai colleghi, da ultimo l'intervento del Consigliere Giancarli sul tema del fabbisogno, della definizione del sistema tariffario, di tutte queste questioni importanti che grazie a questo atto verranno rese sempre più omogenee a livello regionale.
Una proposta di legge molto importante e che va salutata anche politicamente con grande favore.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Micucci.

Francesco MICUCCI. Grazie Presidente. Solitamente quando colleghi prima di me dicono cose o commentano delle iniziative dell'Aula che condivido pienamente, evito l'intervento, però credo che in questa fase anche ripetere alcuni passaggi sia particolarmente importante perché è la sottolineatura di un lavoro svolto e di una attività intrapresa sia dalla Giunta che dalla Commissione ed oggi dal Consiglio.
Credo che questo atto che la Giunta regionale ha proposto alla discussione sia fondamentale, lo avete detto tutti, lo testimoniano le decine se non centinaia di osservazioni che sono arrivate da più parti, dai sindacati, ma non solo, dalle associazioni di categoria, per dire che di questa legge se ne sentiva quanto mai l'esigenza.
E’ una legge della quale ho apprezzato particolarmente il fatto che, anche questo è stato detto, ma lo voglio sottolineare, non è stato mai un testo blindato. In questo anno circa di lavoro, dove la Commissione si è confrontata su questo testo, io non ho mai avuto in nessun momento alcuna segnalazione da parte della Giunta di blindare un articolo piuttosto di un altro. E’ stato un testo posto all'osservazione della Commissione, insieme a tutte le associazioni ha fatto delle osservazioni, ne hanno liberamente discusso, hanno affrontato le tematiche e con gli uffici è addivenuta ad una sintesi.
Credo che questa sia la miglior testimonianza contro chi paventa la paura di poca democraticità in questo atto che andiamo ad approvare. Proprio nell'elaborazione dell'atto c'è stata la più ampia partecipazione possibile, anche questo l’avete sottolineato in molti, moltissime audizioni, moltissime discussioni, votazioni ripetute sugli stessi articoli per trovare una quadra anche nel più piccolo dei dettagli degli articoli votati.
Credo che questo testimoni, ripeto, un’apertura da parte di questa amministrazione sulla legge che andiamo ad approvare.
E’ chiaro che questa legge è per molti aspetti, l'avete detto, tecnica, quindi gli aspetti tecnici di gestione appartengono prevalentemente agli uffici ed alla Giunta. Sovraccaricare il Consiglio per un eccesso di illusoria democrazia, nel senso che la democrazia si pesa su altri aspetti, non sugli aspetti tecnici, credo che sia un errore, nonna diceva che il troppo stroppia come il poco, quindi alcuni aspetti vanno demandati agli amministratori e alla parte gestionale, mentre altri vanno sicuramente demandati al Consiglio.
Nel Consiglio ci faccio rientrare anche il lavoro che svolgiamo solitamente in Commissione, nel senso che le Commissioni consiliari del Consiglio regionale sono Commissioni di lavoro, operative, quindi è vero che molte associazioni inizialmente sul testo originario lamentavano la scarsa partecipazione del Consiglio, ma non è vero poi, come alcuni di voi stanno sostenendo oggi, che queste sollecitazioni non sono state recepite dalla Commissione. Molti aspetti sono stati recepiti attraverso il coinvolgimento della Commissione che altro non è che un braccio operativo del Consiglio regionale, quindi lì si possono discutere, si possono ragionare, si possono emendare eventualmente alcune proposte fatte dalla Giunta.
Ripeto, la testimonianza più lampante è il lavoro che abbiamo svolto per l'approvazione di questo testo che è stato in diversi punti emendato più volte e sul quale abbiamo ragionato spesso, quindi, paventare un rischio di scarsa democrazia nell'applicazione di questa legge, credo che sia assolutamente al di fuori di ogni ragionamento logico.
Voglio riconfermare l'apprezzamento per il lavoro svolto dalla Commissione, in particolare dal Presidente che ha dato ampia disponibilità a tutti di incidere nella redazione di questo testo, credo che anche molti degli emendamenti che oggi portiamo in Aula siano frutto della condivisione e del ragionamento che è emerso nella Commissione e solo per un espediente tecnico vengono proposti come emendamenti, altri onestamente sono la ripetizione, il copia incolla di alcuni emendamenti già proposti in Commissione, ampiamente discussi e rigettati, spesso anche con ampia maggioranza e semplicemente riproposti a tempo supplementare al Consiglio. Questo dal mio punto di vista lascia il tempo che trova, nel senso che se vogliamo dare peso, come diciamo di voler dare, anche al lavoro di Commissione, che è rappresentativa di tutti gli schieramenti politici, credo che dovremmo anche assuefarci al ragionamento ed alla decisione che emerge dalla discussione in Commissione, cercare un tempo supplementare in cui poter nuovamente discutere può appesantire, questo è il mio punto di vista del tutto opinabile, il lavoro del Consiglio, rischiando di non discutere le cose più importanti.

Presidenza del Vicepresidente
Renato Claudio Minardi

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Grazie Presidente. Parto dal presupposto che stiamo discutendo una proposta di legge molto importante non soltanto per l'argomento che trattiamo, un tema rilevante come quello della sanità e del welfare, ma anche e soprattutto per il momento storico che stiamo vivendo in quanto taluni servizi che sono contenuti in questa normativa, piaccia o non piaccia, stanno scivolando dal pubblico verso il privato. Piaccia o non piaccia, ognuno di noi ha le sue considerazioni da fare in questo senso ed è quindi indispensabile, fondamentale, andare a mettere dei paletti affinché le funzioni demandate, che sono state del pubblico fino ad ora, possano essere gestite secondo gli indirizzi cogenti che vengono dati. Credo che sia un passaggio molto rilevante e significativo, quindi se la Commissione ha lavorato molto, va bene, se ci ha messo un anno va bene lo stesso, se ci metteva un anno e mezzo andava bene lo stesso, perché l'argomento è di grande attualità e di grande importanza.
Faccio alcune considerazioni di carattere generale ed alcune un po' più cogenti.
Spero che nella replica il Presidente Volpini, a cui va tutta la mia stima per il lavoro svolto, ci dica in modo più puntuale quali sono le differenze rispetto all'attuale sistema. Non credo che sia soltanto l'istituzione del Gaar, il voler uniformare il più possibile i criteri a livello regionale per quanto riguarda l'accreditamento e “costringere” i Comuni a comportarsi allo stesso modo, perché le disfunzioni esistono, oggi tra Provincia e Provincia qualcosa non funziona, alcune si comportano in un certo modo ed altre in un altro.
Il passaggio attraverso il Suap è fondamentale perché non possiamo pensare di acquisire 20 pareri separatamente, dobbiamo fare in modo che tutto venga centralizzato e dobbiamo far si che i piccoli Comuni possano utilizzare sempre di più questa struttura.
Vediamo quali sono i passaggi fondamentali che distinguono questa legge da quel sistema che abbiamo sviluppato fino adesso.
Alcune considerazioni a proposito di questo famigerato articolo 3, di cui tanto si parla, su cui c’è stata grande discussione in Commissione ed è oggetto anche, come ho visto, di tanti emendamenti.
Mi allaccio all'emendamento che ha presentato la Consigliera Leonardi quando vuole rintrodurre alcune competenze del Consiglio in questa materia. Guardate l'emendamento della Consigliera Leonardi, riguarda specificatamente l'articolo 3, al comma 1, lettera a), attenti non è che introduce tutto tra le competenze del Consiglio, introduce, se ho letto bene, la competenza del Consiglio per quanto riguarda ciò che è specificato alla lettera a) del comma 1, dell'articolo 3. Perché questo? Perché si ragiona in termini di fabbisogno. Sul fabbisogno sono completamente in disaccordo con quanto ha detto il Consigliere Marconi, un ente pubblico, una Regione, chi gestisce un servizio pubblico deve capire fino in fondo quali sono le esigenze dei suoi territori, non in funzione di quello che può dare, ma in funzione di quello che è chiesto, altrimenti sarebbe strano, cavilloso e ragionieristico . Lo chiamerei così: un bilancio ragionieristico del fabbisogno, in funzione di quello che mi dice il ragioniere capo del mio ente, io stabilisco la possibilità di soddisfare i fabbisogni. Sarebbero fabbisogni di élite, una cosa che non condivido assolutamente. I fabbisogni vanno individuati a livello globale, stabilendo i livelli minimi di assistenza oltre i quali io devo dare delle risposte.
Se leggo la lettera a) del comma 1, dell'articolo 3, dico che la Giunta regionale determina il fabbisogno complessivo di strutture e servizi e la localizzazione territoriale delle strutture presenti in ambito regionale ai fini della verifica di compatibilità regionale, di cui all'articolo 2, comma 1, lettera h). Che significa questo? Questo significa che quanto descritto alla lettera a) del comma 1, altro non è che una programmazione, perché io vado ad individuare i fabbisogni e cerco di programmare il mio intervento all'interno del territorio regionale, ergo è competenza del Consiglio, non è competenza della Giunta, ma l'ho fatto in modo semplice, un ragionamento spicciolo. Il fabbisogno va individuato in questo modo, non come dice il Consigliere Marconi che non sta scritto da nessuna parte, dopo leggiamo anche il rimando all'articolo 2, comma 1, lettera h) che non dice assolutamente nulla al di là della verifica di compatibilità regionale, non dice che io devo stabilire i fabbisogni in funzione del ragionamento ragionieristico del mio ragioniere capo o dell'Assessore al bilancio! No! Non dice questo, assolutamente.
Dico che la lettera a) è in pratica un'implicazione di un atto programmatorio che la Regione deve fare per individuare quante sono le strutture e dove distribuirle sul territorio, quindi a parer mio, questo emendamento è azzeccatissimo, probabilmente è una svista della Commissione, la Commissione non può vedere tutto, quindi ritengo che specificatamente per quanto riguarda il comma 1, lettera a), la competenza sia del Consiglio, poi il resto è tutto Giunta: stabilisce e aggiorna i requisiti, stabilisce le visite di coloro che possono stipulare gli accordi contrattuali, definisce il sistema tariffario. E' giusto, perché è un fatto di gestione, il Consiglio regionale non può stabilire le tariffe, sarebbe assurdo che entri in un fatto di gestione, è giusto che lo faccia la Giunta con i suoi uffici tecnici competenti e se ne assume la responsabilità, ma sul primo punto riflettiamoci molto, non è volere espropriare una competenza della Giunta, non mi appartiene questo modo di lavorare o di dire, accollarci cose che non ci competono, no, perché è un atto programmatorio, quindi ognuno di noi potrebbe portare un contributo migliore nel dibattito per individuare anche che non ci siano distorsioni nella presenza di queste strutture nel territorio regionale, cosa che in genere succede, purtroppo, perché questa regione al plurale, dei tanti campanili, molto spesso non riesce a scrollarsi di dosso il fatto che siamo appena una comunità di unmilione e mezzo di abitanti e che deve perequare nel modo migliore i servizi ai propri concittadini.
Su questo vorrei far riflettere i colleghi del Consiglio ed in modo particolare i componenti della Commissione.
L'altro aspetto che voglio segnalare velocemente, è quello relativo al percorso per l'accreditamento fatto dal pubblico e dal privato. Il Consigliere Marconi dice: “Finalmente siamo talmente trasparenti e liberi che il percorso fatto dal pubblico è uguale a quello del privato”. Si, ma adesso andiamo a vedere come va a finire! Questo percorso è ad ostacoli, siamo tutti grandi e vaccinati, andiamo a vedere quello che succede nelle altre situazioni. E' forse la prima volta nella sanità, ma non è la prima volta in altri settori! (…) No Presidente non mi dica questo, non ci prendiamo in giro, le scuole di formazione professionale partecipano ai bandi della Regione al pari dei privati. Andate a vedere che succede.
Vogliamo parlare del collocamento obbligatorio dei privati e degli enti pubblici? I privati vengono menati, il pubblico fa come gli pare e la legge è la stessa. Presidente Volpini, nel collocamento obbligatorio la sanità in particolare fa quello che gli pare, con posti scoperti che non finiscono mai, poi i nostri ispettori vanno nel privato e menano, nella sanità non succede niente, lo dico per cognizioni di causa, dopo glielo spiego in privato. Anche qui credo che, anche per snellire, non abbia senso, sul pubblico si deve trovare un meccanismo diverso per snellire, per far si che dia un'immagine precisa, che l'accreditamento funzioni nell'arco di poco tempo e quant'altro, questo lo dico a vantaggio del pubblico e per evitare che chi sta dall'altra parte possa fare polemiche continue perché le polemiche ci saranno. Queste sono piccole cose che vorrei che mi fossero chiarite.
Chiedo ancora un paio di cose.
Ritengo una cosa molto significativa la modifica apportata dalla Commissione, che mi faceva notare il Consigliere Giancarli, sulla lettera i) dell'articolo 2, dove si introduce il discorso del sociale. Il sociale puro in sè per sè oggi comincia ad avere una valenza eccezionale; il fattore sociale è l'elemento che poi innesca tutti gli altri, che innesca il socio-sanitario e successivamente il sanitario. Ci sono dei livelli di assistenza fondamentali, quindi non possiamo non tener conto la prima sfera, l'innesco del disagio collettivo o del singolo che è prima il disagio sociale, poi arriva quello socio-sanitario e poi quello sanitario. Non possiamo non tener conto di questo fatto come novità che apprezzo molto.
L'altra cosa che vorrei chiedere è come mai, ma questo sarà un fatto tecnico, ho visto delle osservazioni del Cal e del Crel che non hanno alcun riscontro nel testo di legge. Vorrei che mi fosse spiegato perché non sono state prese in considerazione, alcuni, devo dire, sono aspetti prettamente formali: “introdurre sulla base …, tenuto conto …”. Ci sono degli emendamenti? Perfetto, non li ho controllati quindi adesso andrò a vedere quanto c'è scritto su questo.
Ora chiudo, ci tenevo a fare questo discorso relativo soprattutto al fabbisogno, alla programmazione del fabbisogno e quindi alla programmazione delle strutture in modo equo sul territorio che possa dare delle risposte esaustive ai nostri concittadini. Grazie.

PRESIDENTE. Dichiaro chiuso il termine per iscriversi a parlare.
Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Non volevo intervenire su questa materia perché ho visto che c'era una discussione molto ampia, però che gli ultimi interventi mi hanno fatto riflettere.
Ho una sensazione, vado dritto al problema di questa legge, intravedo, vorrei essere smentito ma credo che sarà un po' difficile, che non abbiamo più il concetto importante della salute e della difesa della salute, è un diritto, Presidente, e lo stiamo tramutando in un controllo di gestione, stiamo andando verso un controllo di gestione, si fa un servizio se ci sono i soldi.
Questo non risponde ad una programmazione, Presidente, perché la programmazione si fa rispetto a quello che necessita e successivamente si vedono le risorse, non si parte dalla frusta senza il cavallo, bisogna prendere un cavallo e poi vedere se c’è la frusta.
Il problema è a monte Presidente, lei emana sicurezza su queste cose, però di fatto, come lei sa benissimo quanto me e come molti altri Consiglieri, purtroppo, stiamo subordinando il nostro diritto alla salute ed all'assistenza a questo concetto: se abbiamo le risorse, poi vedremo.
Credo che il ragionamento sarebbe giusto se l'accordo venisse fatto su un territorio omogeneo, devo dare un servizio omogeneo, una assistenza omogenea, sia nel nord che nel sud delle Marche, devo distribuire questo servizio, ma chi fa questa distribuzione? La Giunta? No, credo che l'omogeneizzazione dei servizi sul territorio debba essere fatta in Aula, poi vedremo l'applicazione che spetta alla Giunta che, essendo l'esecutivo, può fare le scelte, può privilegiare una parte e lasciare indietro un'altra, ma quelle sono scelte.
Per quanto detto all'inizio del mio breve intervento la salute è un diritto, e il diritto è una cosa di tutti e se è una cosa di tutti, ne dobbiamo discutere in modo sociale, in modo che l'Assemblea ne sia a conoscenza. Invece con questa legge demandiamo tutto all'esecutivo il quale farà delle assunzioni senz'altro importanti per quanto riguarda, ho detto prima e lo ripeto, i controlli di gestione, perché avverrà così: abbiamo terminato i soldi non si possono più dare servizi.
Credo che sia fondamentale che questa Aula riveda l'aspetto della programmazione, fra l'altro c'è un emendamento che va in questo senso ed è quello della Consigliera Leonardi che se venisse recepito ed inserito nella legge potrebbe ripristinare una discussione soprattutto più partecipata e sul fabbisogno un coinvolgimento nelle scelte di programmazione.
Credo che questo sia l'aspetto essenziale, così come è debole l'aspetto che va nel senso che ho detto prima, di un servizio, di una sanità fatta dagli economisti. Penso che questa sia una delega troppo alta che la politica dà a questa legge e se non verrà recepito, diciamo, questo aspetto di partecipazione, credo che non ci possa essere, per quanto ci riguarda, un consenso positivo attorno a questa legge. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. Grazie. Inizio ringraziando la Commissione che ha fatto un grande lavoro, un anno, tante consultazione e finalmente arriva in Aula questo documento molto atteso.
In effetti fra gli elementi di grande novità c'è quello di mettere i percorsi per il pubblico ed il privato paralleli sul tema delle autorizzazioni e degli accreditamenti.
Ovviamente la cosa non è banale per il pubblico che in tutta un'altra serie di regole è come il privato, non ha la possibilità, l'autonomia, la snellezza di poter fare certe scelte, ma ogni scelta passa attraverso meccanismi, percorsi di trasparenza, rendicontazione, regole, quindi mettiamo alla pari due soggetti che non sono proprio alla pari nel momento in cui devono portare avanti iniziative. Pensate ad una assunzione, il privato prende e chiama, il pubblico fa un bando, un concorso, la commissione, la pubblicità, la partecipazione dei soggetti, le prove, l'analisi delle prove, i ricorsi e alla fine l'approvazione definitiva di una graduatoria.
Se mettiamo in fila queste due caratteristiche si capisce che, pur andando a gestire un servizio analogo, non è proprio la stessa cosa fare una scelta nel pubblico e farla nel privato per le caratteristiche e le necessità di trasparenza, pubblicità, che ha il soggetto pubblico rispetto al privato.
Se mettessimo le stesse identiche regole al privato non so quanto durerebbe una attività di quella natura, quindi è molto sfidante per soggetti così diversi andare verso stesse regole rispondendo a principi di natura completamente differente.
Molto interessante anche l'intreccio fra il ruolo del Consiglio e della Giunta, un classico il dibattito tra Giunta e Consiglio su chi fa cosa, mentre i principi fondamentali sono molto chiari perché dicono: il Consiglio fa le leggi la Giunta promuove l'attività esecutiva.
Messa così è semplice, uno fa le leggi mentre l'esecutivo fa la relazione, gestisce il bilancio, eccetera. Messa così è talmente chiara che spegneremo il dibattito molto rapidamente. Volendo articolare le azioni per trovare equilibrio le leggi regionali di fatto fanno questo e lo compongono.
E' molto interessante questa istanza di un ruolo maggiore del Consiglio regionale, legittima, con l'altra che è quella della spesa a piè di lista, perché quello che è stato enunciato con parole diverse è un modello di sanità valido fino agli anni '80, ovvero si spendeva tutto quello che c'era da spendere poi veniva tirata una linea in fondo e a piè di lista si pagava la sanità.
A parte che un pezzo significativo del debito pubblico nazionale nasce proprio da questa modalità, quindi da una parte critichiamo il debito pubblico eccessivo, poi dall'altra ragioniamo sul piè di lista. Ma di questi tempi la logica del piè di lista è l'esatto contrario del ruolo che si chiede al Consiglio, perché dopo un anno di logica, così come è stata enunciata, la Regione verrebbe commissariata e se il Governo, bontà sua, incaricasse il Presidente questo gestirebbe la sanità da Commissario, senza più un ruolo per il Consiglio regionale, per la Giunta regionale, per il Presidente in quanto tale, ma per il Presidente in quanto Commissario. Far saltare i conti della sanità dicendo “diamo tutto a tutti anche più di quello che serve” ha un effetto dal punto di vista della gestione democratica e ci ritroveremo come la metà delle Regioni italiane con un Governo della sanità monocratico. Chi governa la sanità? Il Commissario.
Trovo che le due tensioni vadano contemperate, da una parte un maggior ruolo assembleare, dall'altro evitare il rischio di avere il Commissario.
Il fabbisogno non è solo il fatto di valutare la necessità sulla base di bisogni standard, che danno il quadro di quello che è un fabbisogno corretto in termini di sanità, ma deve necessariamente contemperarsi con un'organizzazione delle risorse che non vanno a piè di lista, ma che sono determinate e che vanno spese al meglio per corrispondere al quadro dei servizi che si devono offrire.
Se noi mettessimo un fabbisogno 1000, e ci sono già sentenze che lo spiegano, al privato, non c'è più il limite del convenzionamento, ma può andare direttamente a 1000, cioè può continuare a creare domande e risposte in termini sanitari fino al raggiungimento di un ipotetico fabbisogno, e quindi torneremo alla logica del piè di lista perché sarebbero risorse fuori da ogni programmazione e con il piè di lista al Commissario.
Immagino che chi dice vogliamo più ruolo per l'Assemblea legislativa non abbia in mente il commissariamento della sanità regionale.
La capacità deve essere quella da una parte di fare in modo che le risorse che abbiamo a disposizione sull'attività sanitaria producano una quantità di servizi pari a quello che è il fabbisogno standard di una popolazione come quella marchigiana, dall'altra lavorare per contenere la domanda in quella appropriata. Questo è un po' il lavoro sul bilancio dal punto di vista finanziario.
Non è definire un fabbisogno, perché noi abbiamo in mente la parte pubblica, ma c'è anche la parte privata, ed attraverso il suo raggiungimento far saltare i conti dicendo “così abbiamo fatto della buona sanità” non è vero, si sono spesi i soldi in maniera eccessiva probabilmente su una domanda indotta, non ci sono le risorse per dare i servizi e si arriva al commissariamento.
Trovo invece che un Governo attento che metta insieme un livello di attività correlato allo sguardo attento sulle risorse disponibili, facendo in modo che queste producano sempre di più, sia più efficace nel gestire il percorso e che il meccanismo di accreditamento ed autorizzazione faccia sì che i soggetti autorizzati a fare l'attività la svolgano nelle migliori condizioni per garantire il massimo di qualità della risposta rispetto gli standard da un punto di vista urbanistico, professionale, corrispondente, quello si, alla qualità dell'offerta del servizio che devo dare; ovvero se pago un servizio è giusto che quel servizio valga 1, che sia dato da un soggetto che ha tutte le caratteristiche, nelle condizioni migliori, in un percorso che controlla queste attività. Questo è lo scopo della legge. Fare in modo di avere una strutturazione del meccanismo di autorizzazione e accreditamento che garantisca che l'erogazione di quel servizio avvenga in quel quadro di qualità che è il fabbisogno, in termini di qualità del servizio, del nostro cittadino. Chiarito i suoi compiti poi ovviamente deciderà l'Aula-
Il principio costituzionale è semplicissimo, il Consiglio legifera, la Giunta gestisce, non è che ha altri …, non è il Consiglio gestisce e la Giunta legifera. Credo che nel percorso di questa legge, lo ha rimarcato molto bene il Consigliere Marconi, si sia tenuto perfettamente questo atteggiamento, non ci sono state ingerenze, pressioni da parte della Giunta affinchè l'attività legislativa fosse in qualche maniera condizionata sull'orientamento.
Penso sia importante che la legge dia il massimo dell'efficacia all'azione successiva perché mentre sto lavorando per fare le assunzioni, per far partire gli investimenti, quindi liberarmi della delega della sanità, voi fareste di tutto, facendo saltare i conti, per farmi diventare addirittura il Commissario. Capite che razza di contraddizione si aprirebbe!
Sui controlli e sui meccanismi che regolano la società contemporanea. Con l'esperienza della presa in carico, abbiamo fatto una scelta dove, accompagnato al percorso di creazione della presa in carico, abbiamo chiesto ai cittadini attraverso un numero verde di segnalare ogni volta una disfunzione, dicendo se non era stata fatta la prenotazione, se il reparto non la fa, oppure la fa ma in un modo scomodo.
E' stato un percorso efficacissimo, avere messo all'interno del provvedimento la riforma della modalità di azione e la possibilità del cittadino di segnalare in tempo reale le disfunzioni, ci ha permesso di fare in modo che la presa in carico fosse fatta da tutte le strutture, ma addirittura di più, il cittadino attraverso le sue segnalazioni ci ha fatto capire che nell’impostazione dell'atto avevamo trascurato una tipologia di paziente sulla quale era corretto mettere in moto il meccanismo di presa in carico.
Nella società delle telecomunicazioni, dell'informatica, dell'accessibilità del dato, della possibilità di riferire e rilanciare, forse l'elemento che potrebbe essere …- qui vediamo più una parte tecnica, specifica, ruoli e funzioni chi fa cosa - ma c'è una attività di partecipazione che se messa in condizione di poter operare al meglio, quindi in maniera semplice, efficace, informata, potrebbe dare a mio giudizio un contributo straordinario per sostenere con forza quel meccanismo di verifica che veniva prima chiesto o segnalato dal Consigliere Celani, come un occhio che ci vede di più ed uno che ci vede di meno e quello che vede di più verso il privato, quello che vede di meno verso il pubblico, perché inserirebbe dei meccanismi di verifica che potrebbero essere a quel punto trasversali, cioè guarda all'erogazione là dove viene fornita.
Poi ci sono gli elementi di umanità che purtroppo nelle leggi non riusciamo a mettere, per esempio dire che per essere autorizzati accreditati bisogna essere gentili nei confronti del cittadino che viene, che bisogna accogliere la persona che va verso i servizi, che bisogna informare nella misura in cui è giusto informare secondo anche i parametri culturali del nostro interlocutore in modo che sappia tutto quello che avviene. Ci sono aspetti che purtroppo si fa fatica a normare che aiuterebbero moltissimo nella valutazione della qualità dell'azione della struttura, ricomprendere quell'atto di umanità oggi è un fatto fondamentale nel rapporto fra struttura e servizio. Questo le strutture private ad esempio lo fanno con molta attenzione perché giocano lì dentro anche un pezzo della loro competitività, sarebbe bello che tra i parametri di autorizzazione potessimo valutare il fatto che la persona viene accolta anche secondo questi dettati e queste particolarità.
Dico due aspetti, quello della partecipazione del cittadino e l'altro perché sono materia del vivere contemporaneo, ma noi facciamo fatica ad introdurli dentro i meccanismi burocratici normati dalle nostre leggi.
Sulla partecipazione, per esempio ho sentito nella relazione della Consigliera Pergolesi una affermazione che è tipica della partecipazione, nessuno può pretendere, anche da un soggetto qualificato, che dentro la partecipazione necessariamente tutti gli elementi siano allineati con aspetti normativi e cose del genere. La partecipazione è un'espressione di volontà, di idea, che chi la recepisce può venire inquadrato.
L'idea che sulla parte sanitaria si possa evitare il minutaggio, quando poi dobbiamo rendicontare la spesa sanitaria per unità di personale per unità di personale, tempo paziente per tempo paziente, sarebbe come dire “non vogliamo il finanziamento del fondo sanitario su questo servizio”.
E' chiaro che un soggetto lo può dire perché lo fa con un afflato di umanità, perché andare a contare tutti i minuti di servizio quando sappiamo bene che quello non è l'elemento che necessariamente qualifica una attività, però dall'altra parte chi ascolta sa che sono i tratti essenziali da definire proprio per poter utilizzare i fondi a sostegno di quei servizi e di quelle attività.
La partecipazione va sempre filtrata attraverso la competenza, attraverso la normazione, attraverso quello che effettivamente vogliamo fare, quindi deve esserci tanta partecipazione, giustamente si ascoltano i soggetti, ma poi ci si assume la responsabilità di correggere questo contributo sulla base degli elementi che rendono possibile lo stesso desiderio che ha il cittadino.
Mi ricordo che da Sindaco mi chiedevano: “Perché il Comune non ha scelto una ditta seria, brava, a posto, sopra, sotto ...” hai voglia a spiegare che il Comune non sceglieva le ditte, ma c'erano normative nazionali, gare, procedure, che avrebbero determinato un'impresa, ma poi il cittadino continuava: “Non ho capito perché non scegliere una ditta brava, competente”, magari capitava che un'impresa iniziava un lavoro e 5 minuti dopo falliva e ci dicevano “Perché l'avete scelta?” Ma noi non l'abbiamo scelta è stata selezionata con procedure di evidenza.
E' evidente quello che mi diceva il cittadino, ma la risposta non può essere che nella legge scegliamo la ditta che fa il lavoro, perché andremo contro tutti i sani principi e le normative nazionali che regolano il modo in cui una ditta può fare un lavoro. Questo non vuol dire non capire quello che dice il cittadino, che vorrebbe che, in un'opera pubblica, in un lavoro pubblico, ci fosse un criterio di selezione che garantisca che chi inizia, finisce i lavori.
Lo dico perché ho ascoltato attraverso il report della partecipazione che qualche volta vengono assunti, magari dichiarati, magari promossi, aspetti ed iniziative che non corrispondono alle reali possibilità che la legge permette, sta a noi in qualità di Consiglieri, di Presidente, filtrarli per coglierne l'aspetto essenziale e rimodularli all'interno delle possibilità che la legge e le norme ci danno.

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1.
Emendamento 1/1 a firma dei Consiglieri Volpini, Giancarli, Micucci, Talè.
Ha la parola la Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. Vorrei chiedere dei chiarimenti perché noto che questo emendamento venuto fuori dall'oggi al domani tratta delle questioni …, cioè c'è questa parola: segreteria sociale che non è stata, in un anno di audizioni e di sedute in Consiglio, mai menzionata.
Chiedo se possibile al Consigliere Volpini ed al Consigliere Giancarli di spiegarci di cosa si tratta.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Volpini.

Fabrizio VOLPINI. Serve per normare sul piano dell'autorizzazione e dell'accreditamento anche i servizi domiciliari e non soltanto i residenziali o i semiresidenziali, perché anche sui servizi domiciliari, penso ad esempio al SAD, c'è una compartecipazione sanitaria e come tale è assoggettata alle regole dell'autorizzazione e dell'accreditamento.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. Condivido abbastanza quello che lei ha detto, però “segreteria sociale” non è un organo che già esiste. Non riesco ad inquadrarlo nella proposta di legge perché non mi sembra sia mai stato menzionato nelle leggi n. 20 del 2000 e n. 20 del 2002, quindi forse probabilmente ... (…), si capisco, però stiamo facendo una legge e questa parola non è menzionata, né definita,non c'è nemmeno nelle definizioni, mi suona strana la parola “segreteria sociale”, tutto qua, quindi onde evitare di fare inappropriatezze noi voteremo contro.

PRESIDENTE. Emendamento 1/1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Sub emendamento 1/2/1 a firma della Consigliera Pergolesi, ha chiesto la parola ne ha facoltà.

Romina PERGOLESI. L'emendamento dopo lo ritiriamo perché è ripetitivo, non necessario ed efficace, però quello che vorremmo è che questo emendamento fosse approvato. Invito i membri del Consiglio a valutarlo perché, riguardo agli enti, alle loro funzioni ed ai loro ruoli coinvolti, credo che sia un punto specifico che vada assolutamente inserito, non tanto perché lo diciamo noi del Movimento 5 Stelle o perché lo dice una associazione o un cittadino qualsiasi, ma la stessa Asur, che ringrazio di essere venuta in audizione, ha presentato questa osservazione e questa proposta di modifica della legge.
Questo a dimostrazione che delle volte i territori e gli uffici competenti vanno ascoltati perché sono tecnici e non politici. Grazie.
Chiedo l’appello nominale anche a nome dei Consiglieri Fabbri e Maggi.

PRESIDENTE. Sub emendamento 1/2/1. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Fabbri, Pergolesi, Maggi.
Favorevoli: Bisonni, Fabbri, Maggi, Pergolesi.
Contrari: Biancani, Busilacchi, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Pieroni, Rapa, Sciapichetti, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini.
Astenuti: Carloni, Celani, Leonardi, Malaigia, Marcozzi, Zaffiri, Zura Puntaroni.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Sub emendamento 1/2/2 a firma della Consigliera Pergolesi. Ritirato

Emendamento 1/2 a firma della Consigliera Pergolesi, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Romina PERGOLESI. L'emendamento 1/2, sempre perché noi siamo molto attenti a quelle che sono le osservazioni dei tecnici e delle persone competenti, mi spiace che per qualcuno fare il Consigliere regionale richieda grandi sforzi, d'altronde non lo ha ordinato il dottore, quindi penso che un minimo di impegno sia qui in Aula che in Commissione vada mantenuto.
Questo emendamento è stato proposto dal Dr. Di Stanislao che è venuto in audizione in rappresentanza dell'Università - Dipartimento di scienze biologiche e della sanità pubblica, recentemente è stato nominato anche ai vertici dell'Agenzia regionale sanitaria, quindi non credo che sia un emendamento presentato da persone non competenti e non in grado di dare suggerimenti sulla proposta di modifica, quindi spero che almeno per questo l'emendamento i Consiglieri mettano una mano sul cuore e l'altra sul tasto verde, qui si chiede di aggiungere una normativa, entriamo nel tecnico e non nel politico ed almeno da questo punto di vista spero di trovare condivisione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. L'intervento che mi sento di fare è a tutela della Giunta. Su questa vicenda è successo qualcosa di strano rispetto ad una prassi consolidata, l'emendamento presentato dalla Consigliera Pergolesi me ne dà l'occasione.
Noi abbiamo audito tutti gli organi: l'organo azienda Marche nord, l’organo Azienda Torrette, l’organo Asur, l’organo Dipartimento, l’organo Ars, ognuno ha fatto delle osservazioni, cioè ha fornito dei suggerimenti, quindi sia chiaro che il compito di questi nostri tecnici, lo dico a loro tutela …, se no la confusione delle parti è veramente impressionante, fino al punto di dire che qualsiasi suggerimento debba diventare legge, allora andiamo tutti a casa, demandiamo a loro la competenza per far queste cose.
Loro si sono comportati in maniera corretta, sono venuti in Commissione in rappresentanza della Giunta, del Presidente che ha le deleghe per la sanità, dicendoci le cose che loro ritenevano di dover fare, Presidente, anche in contraddizione, perché noi abbiamo avuto osservazioni fatte da parte di uno di questi quattro soggetti che ho nominato, diverse da quelle di un altro, perché fra gli organi c'è questa dialettica.
Noi da buoni padri di famiglia abbiamo ascoltato tutti questi nostri figliuoli che sono venuti lì a dirci le cose che ritenevano giuste, poi abbiamo fatto i nostri discernimenti, il Presidente ha fatto una sintesi e su questa sono venuti fuori i testi.
Non venga fuori la confusione che qui manchiamo di intelligenza perché non facciamo le leggi secondo le indicazioni dei nostri dirigenti, perché questa è una cosa veramente inaccettabile, né è immaginabile di dire che loro, i tecnici, sioo venuti lì con la pretesa di farci fare la legge in un certo modo, perché questo non c'è stato, il rapporto è stato chiarissimo e corretto, i verbali sono a disposizione di tutti e quindi il discorso finisce qui. Poi libero ogni Consigliere di raccogliere le osservazioni di chiunque, ma erano osservazioni, addirittura il Presidente Volpini in un eccesso di democrazia tecnica, perché è stato un passaggio di democrazia tecnica, ha messo in sinottico, non era mai successo, cioè noi abbiamo fatto un esame di un testo con tutte le osservazioni messe in sinottica, come se fossero quelle proposte di emendamento, quindi forse è nata anche questa confusione, cioè l'idea che quello dovesse essere …, però l’abbiano fatto proprio perché fosse chiaro a tutti, non è che qualsiasi firma di qualsiasi persona diventa legge.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Volpini.

Fabrizio VOLPINI. Per una precisazione: il Dr. Di Stanislao quando è venuto in audizione non era stato ancora nominato direttore dell'Ars ma era venuto come rappresentante Università, siccome è un professionista che ha lavorato e lavora sull’accreditamento (…), non è che capiva di meno, è solo una precisazione, per il resto credo che il Consigliere Marconi abbia fatto la sintesi del lavoro che abbiamo fatto.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Pergolesi,

Romina PERGOLESI. Chiedo la votazione per appello nominale anche a nome dei Consiglieri Fabbri e Maggi.

PRESIDENTE. Emendamento 1/2. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei dai Consiglieri Fabbri, Pergolesi, Maggi.
Favorevoli: Bisonni, Fabbri, Maggi, Pergolesi.
Contrari: Biancani, Busilacchi, Celani, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Marcozzi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Pieroni, Rapa, Sciapichetti, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini.
Astenuti: Carloni, Leonardi, Malaigia, Zaffiri, Zura Puntaroni.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Articolo 1, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 2.
Emendamento 2/1 a firma della Consigliera Pergolesi, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Romina PERGOLESI. Questo emendamento propone di migliorare la parte che riguarda l'ampliamento e la trasformazione delle strutture già esistenti, dopo le parole “nuove strutture” inserire questo articolato: “tenuto conto del principio della libertà di accesso, fatta salva la piena osservanza dei principi costituzionali legati alla tutela della salute, dell'ambiente, del patrimonio culturale e della finanza pubblica - in particolare la tutela della sicurezza, della libertà, della dignità umana, a presidio dell'utilità sociale di ogni attività economica nonché il rispetto degli obblighi internazionali e comunitari”
Questo è stato un suggerimento dell'Asur, della Cge e dell'Aris in quanto ci hanno fatto notare che alcune recenti sentenze potevano mettere in discussione l'articolato così come proposto dalla Commissione sanità.
Chiedo la votazione per appello nominale anche a nome dei Consiglieri Fabbri e Maggi.

PRESIDENTE. Emendamento 2/1. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Fabbri, Pergolesi, Maggi.
Favorevoli: Fabbri, Maggi, Pergolesi.
Contrari: Biancani, Busilacchi, Celani, Ceriscioli, Giacinti, Giancarli, Marconi, Marcozzi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Pieroni, Rapa, Sciapichetti, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini.
Astenuti: Bisonni, Carloni, Leonardi, Malaigia, Zaffiri, Zura Puntaroni.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 2/2 a firma dei Consiglieri Volpini, Giancarli, Talè, Micucci, Marconi, Leonardi, Malaigia. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 2, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 3.
Emendamento 3/1 a firma della Consigliera Pergolesi, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Romina PERGOLESI. L'articolo 3 è sostituito dal seguente: “Il Consiglio regionale determina nell'ambito del piano socio sanitario regionale, il fabbisogno complessivo di strutture servizi e la localizzazione territoriale delle strutture presenti in ambito regionale, ai fini della verifica di compatibilità regionale di cui all'articolo 2, comma 1, lettera h.
Inoltre stabilisce e aggiorna periodicamente i requisiti per il rilascio delle autorizzazioni e per l'accreditamento istituzionale e disciplina relativi procedimenti.
La Giunta regionale, sentita la Commissione consiliare permanente stabilisce i requisiti soggettivi di coloro che possono stipulare gli accordi contrattuali; effettua la valutazione di funzionalità di cui all'articolo 2, comma 1, lettera l); definisce il sistema tariffario e le modalità di compartecipazione alla spesa da parte degli utenti per le prestazioni rese dalle strutture e dai servizi disciplinati a questa legge; disciplina, sentiti gli ordini professionali, le procedure per il rilascio dell'autorizzazione per la pubblicità sanitaria; esercita il potere sostitutivo nei confronti degli enti locali inadempienti con le modalità previste dall'articolo 7, comma 5 della legge regionale numero 10/1999; esercita le altre funzioni a essa attribuite da questa legge. 2.
La Regione, avvalendosi dell'Agenzia sanitaria regionale, provvede in particolare alla verifica di compatibilità di cui all'articolo 2, comma 1, lettera h).
Il dirigente della struttura organizzativa regionale competente, previo parere del Direttore generale Asur, provvede al rilascio dell'accreditamento di cui all'articolo 17, comma 2, lettera a) alle strutture sanitarie e socio-sanitarie.
Chiedo l'appello nominale a nome dei Consiglieri Pergolesi, Fabbri e Maggi.

PRESIDENTE. Questo lo sapevamo leggere anche da soli, la prossima volta se ce lo illustra è meglio.
Ha la parola la Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. Sto leggendo perché chi ascolta da casa non ha il testo sottomano.

PRESIDENTE. Emendamento 3/1. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Fabbri, Pergolesi, Maggi.
Favorevoli: Carloni, Celani, Fabbri, Leonardi, Maggi, Malaigia, Pergolesi, Zaffiri, Zura Puntaroni.
Contrari: Biancani, Busilacchi, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini.
Astenuti: Bisonni.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 3/2 a firma dei Consiglieri Leonardi, Marcozzi, Zaffiri, Malaigia, Bisonni.
Ha la parola la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Con questo emendamento, come ho annunciato nell'intervento durante la discussione fatta in precedenza, si propone di dare anche alcune competenze in seno al Consiglio regionale e non solo alla Giunta. Pertanto al comma 1 viene introdotto “il Consiglio regionale” al quale vengono attribuite le funzioni indicate dalle lettere a) e b), quelle più propriamente programmatorie. Per il resto scorrono le competenze della Giunta che restano nei punti successivi. Grazie.

PRESIDENTE. Emendamento 3/2. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 3/3 a firma della Consigliera Pergolesi, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Romina PERGOLESI. Questo emendamento è proposto da chi poi è costretto a vivere con le disposizioni delle normative che escono da questa Assemblea.
I rappresentati dei laboratori analisi hanno chiesto se possibile di inserire nel “rispetto degli indirizzi della programmazione regionale”, credo che sia molto condivisibile, anche se non sono tecnici, sono comunque esperti del settore, operatori di mestiere.
Mi auguro che almeno questo emendamento venga approvato.
Chiedo l'appello nominale a nome dei Consiglieri Fabbri, Pergolesi, Maggi.

PRESIDENTE. Emendamento 3/3. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Fabbri, Pergolesi, Maggi.
Favorevoli: Bisonni, Fabbri, Maggi Pergolesi.
Contrari: Biancani, Busilacchi, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini.
Astenuti: Carloni, Celani, Leonardi, Malaigia, Marcozzi, Zaffiri, Zura Puntaroni..

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 3/4 a firma della Consigliera Pergolesi, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Romina PERGOLESI. Molto semplicemente chiediamo l'inserimento della lettera b) tra le funzioni che dovrebbero passare, sentita la Commissione consiliare sanità, prima che la Giunta attui quello che in teoria il Consiglio dovrebbe legiferare.

Votazione aperta sull’emendamento 3/4. (…) L’ha chiesto? Non mi può alzare la mano dopo essersi messa seduta. E’ una provocazione!

Romina PERGOLESI. Presidente io vorrei cercare di mantenere la calma malgrado qui si interpretino le leggi in maniera abbastanza dubbiosa.
L’appello nominale lo devo chiedere sempre, come ho fatto inizialmente, oppure lo chiedo una volta per tutte? io preferirei chiederlo sempre, ...

PRESIDENTE. Se lo chiede sempre, non è che si rimette seduta e poi si rialza. Qui le leggi vengono sempre rispettate, la pregherei di non fare illazioni particolari. Votazione per appello nominale?

Romina PERGOLESI. Si, Presidente, a nome dei Consiglieri Fabbri, Pergolesi e Maggi.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Grazie Presidente. A nome mio e dei Consiglieri Volpini, Giancarli e Urbinati chiedo l'appello nominale su tutto l'atto, tutti gli emendamenti, tutto l'articolato, tutte le dichiarazioni di voto, in modo da dare ampia soddisfazione, oltre allo streaming, a tutti i cittadini che stanno a casa, ricordando che di solito l'Aula si rivolge all'Aula, questi atti sono pubblici e tutti i Consiglieri conoscono la lingua italiana e sanno leggere, quindi si dà per scontato che quando gli emendamenti arrivano, li leggiamo, ricordo che sono pubblici, quindi domani tutti i cittadini italiani sapranno correttamente quali sono gli emendamenti che sono stati presentati e votati.

PRESIDENTE. Emendamento 3/4. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto dai Consiglieri Fabbri, Pergolesi, Maggi ed anche a nome dei Consiglieri Busilacchi, Volpini, Giancarli, Urbinati.
Favorevoli: Bisonni, Fabbri, Maggi, Pergolesi.
Contrari: Biancani, Busilacchi, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini.
Astenuti: Carloni, Celani, Leonardi, Malaigia, Marcozzi, Zaffiri, Zura Puntaroni.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 3/5 a firma della Consigliera Pergolesi, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Romina PERGOLESI. Grazio Presidente. Mi spiace che per il capogruppo del PD far sapere a casa cosa stiamo facendo e su cosa stiamo votando sia un problema, però noi del Movimento 5 Stelle ci teniamo particolarmente a comunicare quello che si fa, vorrei ricordare anche al capogruppo del PD che gli emendamenti che noi proponiamo in Aula non sempre sono fruibili, specialmente se ci sono dei sub emendamenti o delle modifiche in atto.
Inoltre mi domando come sia possibile chiedere l'appello nominale sulle dichiarazioni di voto, visto che non vengono votate, credo che faccia un po' di confusione, mi spiace.
Detto questo concludo dicendo che questo emendamento, il 3/5, ci tenevamo particolarmente a presentarlo per cercare di riportare un po' quelli che sono i ruoli e le competenze di ciascun organo, perché c'è sembrato che sulla proposta, specialmente quella originale della Giunta, sia stata fatta molta confusione, quindi chiediamo che la parola “Dirigente” venga sostituita dalle parole “Giunta regionale”. Grazie. Naturalmente chiedo l'appello nominale a nome dei Consiglieri Fabbri, Pergolesi, Maggi.

PRESIDENTE. Non serve più è già stato chiesto, è tutto a verbale, non si preoccupi.
Emendamento 3/5. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Busilacchi, Volpini, Giancarli, Urbinati.
Favorevoli: Bisonni, Fabbri, Maggi, Pergolesi.
Contrari: Biancani, Busilacchi, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini.
Astenuti: Carloni, Celani, Leonardi, Malaigia, Marcozzi, Zaffiri, Zura Puntaroni.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Busilacchi, Volpini, Giancarli, Urbinati.
Favorevoli: Biancani, Busilacchi, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini.
Contrari: Carloni, Celani, Leonardi, Malaigia, Marcozzi, Zaffiri, Zura Puntaroni.
Astenuti: Bisonni, Fabbri, Maggi, Pergolesi.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 4.
Emendamento 4/1 a firma dei Consiglieri Volpini, Giancarli, Micucci, Talè, Malaigia, Leonardi. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Busilacchi, Volpini, Giancarli, Urbinati.
Favorevoli: Biancani, Busilacchi, Carloni, Celani, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Leonardi, Malaigia, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini, Zaffiri, Zura Puntaroni.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Fabbri, Maggi, Pergolesi.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 4 così come emendato. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Busilacchi, Volpini, Giancarli, Urbinati.
Favorevoli: Biancani, Bisonni, Busilacchi, Celani, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marcozzi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Carloni, Fabbri, Leonardi, Maggi, Malaigia, Pergolesi, Zaffiri, Zura Puntaroni.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 5.
Emendamento 5/1 a firma della Consigliera Pergolesi, Ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. Questo emendamento è stato proposto dall'Università e verte sulla indispensabilità che l'organismo tecnicamente accreditante sia terzo ed operi nel rispetto del principio di imparzialità e trasparenza.
Il giudizio tecnico di accredibilità sarà valutato dall'ente Regione che dovrà attenersi o in caso di dissenso dovrà fornire adeguata motivazione per la difformità nell'adozione del provvedimento amministrativo finale. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Micucci.

Francesco MICUCCI. Piccola osservazione. Inviterei la Consigliera Pergolesi ad usare un linguaggio corretto, quando dice l'emendamento proposto da Tizio o da Caio, è un errore, perché, come ha giustamente spiegato prima il Consigliere Marconi, gli emendamenti li propongono i Consiglieri, quindi questo è un emendamento proposto da lei.
Tutte le osservazioni che hanno suggerito i Sindacati, le Università, Tizio, Caio e Sempronio, sono state ampiamente discusse e per buona parte ampiamente inserite nella proposta di legge, con gli emendamenti che stiamo votando; alcune cose, se ci è permesso, le abbiamo, in maniera modesta, disattese perché c'è anche una autonomia dei Consiglieri regionali, quindi la pregherei di usare un linguaggio corretto, come ad esempio “l'emendamento proposto dalla Consigliera Pergolesi” piuttosto che da altro Consigliere, senza richiamare altri soggetti che in quest'Aula non è opportuno richiamare.
Io parlo di correttezza di linguaggio, dopo è chiaro che può dire qualsiasi cosa, può dire “l'emendamento sollecitato” piuttosto che “discusso”, può dire quello che vuole, però l'emendamento è proposto dal Consigliere, questa è una correttezza di linguaggio.
Se lei ha una lettera in cui qualcuno le ha suggerito qualcosa, per carità, ricordo che Ambra Angiolini aveva l'auricolare attraverso il quale gli venivano suggerite le cose, altri suggerimenti non li ricordo, però, ripeto, queste proposte sono state discusse da tutti, non solo da lei perché le hanno suggerite a lei che ha un rapporto privilegiato e diretto con alcune associazioni piuttosto che con altre.
Questi sono soggetti terzi, quindi non del Partito Democratico, men che meno del Movimento 5 Stelle, che alla Giunta ed al Consiglio regionale hanno fatto delle osservazioni che sono state discusse.
Non credo e penso di non temere smentite che queste Associazioni si rivolgano personalmente ad un Consigliere piuttosto che ad un altro per fare un emendamento, a me non risulta, a me non l’ha proposto nessuno e di questo sono felice, ma credo che le Associazioni essendo terze solitamente vogliono mantenere un'autonomia rispetto ai partiti presenti in Consiglio regionale.

PRESIDENTE. Emendamento 5/1 Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Busilacchi, Volpini, Giancarli, Urbinati.
Favorevoli: Bisonni, Fabbri, Maggi, Pergolesi.
Contrari: Biancani, Busilacchi, Celani, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Leonardi, Malaigia, Marconi, Marcozzi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini, Zaffiri, Zura Puntaroni.
Astenuti: Nessuno.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 5/2 a firma della Consigliera Pergolesi, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Romina PERGOLESI. Inviterei il Presidente del Consiglio a richiamare all'ordine i membri della maggioranza perché non mi sembra corretto intervenire, né aggredire gli altri Consiglieri di pari grado a quel modo.
Gli emendamenti sono scritti e firmati da me, è normale che sia io a proporli e se lei fosse stato più attento durante le sedute della Commissione saprebbe benissimo che più volte ho detto che avrei recepito alcune proposte fatte da soggetti terzi e da tecnici, quindi competenti in materia, che voi avete bocciato.
L’avevo detto in Aula e l'ho dichiarato anche pubblicamente, con diversi comunicati stampa, che avrei recepito e mi sarei fatta portavoce delle giuste osservazioni …

PRESIDENTE. Consigliera intervenga sull'emendamento per favore.

Romina PERGOLESI. Questo emendamento è importantissimo perché rimanda “le modalità di funzionamento del Gaar e le ipotesi di astensione dei suoi membri atte a garantire l'assenza di conflitto di interessi nello svolgimento di attività di valutazione”.
Credo che sia una questione molto importante che vale la pena approvare. Grazie.

PRESIDENTE. Emendamento 5/2. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Busilacchi, Volpini, Giancarli, Urbinati.
Favorevoli: Bisonni, Fabbri, Maggi, Pergolesi.
Contrari: Biancani, Busilacchi, Ceriscioli, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini.
Astenuti: Celani, Leonardi, Malaigia, Marcozzi, Zaffiri, Zura Puntaroni.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Articolo 5. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Busilacchi, Volpini, Giancarli, Urbinati.
Favorevoli: Biancani, Busilacchi, Celani, Ceriscioli, Giacinti, Giancarli, Leonardi, Malaigia, Marconi, Marcozzi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini, Zaffiri, Zura Puntaroni.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Bisonni, Fabbri, Maggi.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 6. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Busilacchi, Volpini, Giancarli, Urbinati.

Favorevoli: Biancani, Bisonni, Busilacchi, Ceriscioli, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Celani, Fabbri, Leonardi, Maggi, Malaigia, Marcozzi, Pergolesi, Zaffiri, Zura Puntaroni.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 7.
Emendamento 7/1 a firma dei Consiglieri Volpini, Giancarli, Talè, Micucci, Marconi, Malaigia, Leonardi. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Busilacchi, Volpini, Giancarli, Urbinati.
Favorevoli: Biancani, Busilacchi, Celani, Ceriscioli, Giacinti, Giancarli, Leonardi, Malaigia, Marconi, Marcozzi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Fabbri, Maggi, Pergolesi.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 7, così come emendato. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Busilacchi, Volpini, Giancarli, Urbinati.
Favorevoli: Biancani, Busilacchi, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Bisonni, Celani, Fabbri, Leonardi, Maggi, Malaigia, Marcozzi, Pergolesi, Zaffiri, Zura Puntaroni.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 8.
Emendamento 8/1 a firma della Consigliera Pergolesi, ha chiesto la parola ne ha facoltà. Se vuole può illustrare anche emendamenti 8/2, 8/3 e 8/4 che poi voteremo separatamente.

Romina PERGOLESI. Durante la Commissione in molti hanno paventato la criticità di dover presentare o ricevere delle richieste entro termini non congrui a quelle che sono effettivamente le tempistiche reali. Quindi nel primo emendamento chiediamo che la domanda sia ricevuta entro il termine di 30 giorni.
Per quanto riguarda l'emendamento 8/3 al termine del periodo di cui al comma 3, sempre autorizzazione alla realizzazione, sono aggiunte le seguenti parole: “entro e non oltre 60 giorni dal suo ricevimento”.
Nell'emendamento 8/4 al comma 4 dell'articolo 8 la parola “ventiquattro” è sostituita con la seguente: “trenta”.

PRESIDENTE. Emendamento 8/1. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Busilacchi, Volpini, Giancarli, Urbinati.
Favorevoli: Fabbri, Maggi, Pergolesi.
Contrari: Biancani, Busilacchi, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini.
Astenuti: Bisonni, Celani, Leonardi, Malaigia, Marcozzi, Zaffiri, Zura Puntaroni.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 8/2 a firma dei Consiglieri Volpini, Giancarli, Micucci, Talè. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Busilacchi, Volpini, Giancarli, Urbinati.
Favorevoli: Biancani, Busilacchi, Celani, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Marcozzi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Fabbri, Leonardi, Maggi, Malaigia, Pergolesi, Zaffiri, Zura Puntaroni.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento 8/3 a firma della Consigliera Pergolesi Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Busilacchi, Volpini, Giancarli, Urbinati.
Favorevoli: Bisonni, Fabbri, Maggi, Pergolesi.
Contrari: Biancani, Busilacchi, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini.
Astenuti: Celani, Leonardi, Malaigia, Marcozzi, Zaffiri, Zura Puntaroni.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 8/4 a firma della Consigliera Pergolesi. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Busilacchi, Volpini, Giancarli, Urbinati.
Favorevoli: Fabbri, Maggi.
Contrari: Biancani, Bisonni, Busilacchi, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini.
Astenuti: Celani, Leonardi, Malaigia, Marcozzi, Zaffiri.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Articolo 8, così come emendato. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Busilacchi, Volpini, Giancarli, Urbinati.
Favorevoli: Biancani, Busilacchi, Ceriscioli, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Celani, Fabbri, Leonardi, Maggi, Malaigia, Marcozzi, Zaffiri, Zura Puntaroni.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 9. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Busilacchi, Volpini, Giancarli, Urbinati.
Favorevoli: Biancani, Bora, Busilacchi, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Bisonni, Celani, Fabbri, Leonardi, Maggi, Malaigia, Marcozzi, Pergolesi, Zaffiri, Zura Puntaroni.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 10.
Emendamento 10/1 a firma dei Consiglieri Volpini, Giancarli, Talè, Micucci, Marconi, Malaigia, Leonardi. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Busilacchi, Volpini, Giancarli, Urbinati.
Favorevoli: Biancani, Bora, Busilacchi, Celani, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Leonardi, Malaigia, Marconi, Marcozzi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini, Zaffiri, Zura Puntaroni.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Fabbri, Maggi, Pergolesi.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 10, così come emendato. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Busilacchi, Volpini, Giancarli, Urbinati.
Favorevoli: Biancani, Bora, Busilacchi, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Bisonni, Celani, Fabbri, Leonardi, Maggi, Malaigia, Marcozzi, Pergolesi, Zaffiri, Zura Puntaroni.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 11. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Busilacchi, Volpini, Giancarli, Urbinati.
Favorevoli: Biancani, Bisonni, Bora, Busilacchi, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Rapa, Talè, Urbinati, Volpini.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Celani, Fabbri, Leonardi, Maggi, Malaigia, Marcozzi, Pergolesi, Zaffiri, Zura Puntaroni.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 12. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Busilacchi, Volpini, Giancarli, Urbinati.
Favorevoli: Biancani, Bisonni, Bora, Busilacchi, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Celani, Fabbri, Leonardi, Maggi, Malaigia, Marcozzi, Pergolesi, Zaffiri, Zura Puntaroni.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 13. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Busilacchi, Volpini, Giancarli, Urbinati.
Favorevoli: Biancani, Bisonni, Bora, Busilacchi, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Celani, Fabbri, Leonardi, Maggi, Malaigia, Marcozzi, Pergolesi, Zaffiri, Zura Puntaroni.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 14. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Busilacchi, Volpini, Giancarli, Urbinati.
Favorevoli: Biancani, Bisonni, Bora, Busilacchi, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Celani, Fabbri, Leonardi, Maggi, Malaigia, Marcozzi, Zura Puntaroni.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 15. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Busilacchi, Volpini, Giancarli, Urbinati.
Favorevoli: Biancani, Bora, Busilacchi, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Bisonni, Celani, Fabbri, Leonardi, Maggi, Malaigia, Marcozzi, Pergolesi, Zaffiri, Zura Puntaroni.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 16. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Busilacchi, Volpini, Giancarli, Urbinati.
Favorevoli: Biancani, Bora, Busilacchi, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Bisonni, Celani, Fabbri, Leonardi, Maggi, Malaigia, Zaffiri, Zura Puntaroni.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 17.
Emendamento 17/1 a firma della Consigliera Pergolesi, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Romina PERGOLESI. L'emendamento riguarda l'articolo 17, nello specifico le procedure per l'accreditamento, chiediamo di inserire “nel termine di 120 giorni dalla data di ricezione dell'istanza”.

PRESIDENTE. Emendamento 17/1. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Busilacchi, Volpini, Giancarli, Urbinati.
Favorevoli: Bisonni, Bora, Fabbri, Maggi, Pergolesi.
Contrari: Biancani, Busilacchi, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini.
Astenuti: Celani, Leonardi, Malaigia, Marcozzi, Zaffiri, Zura Puntaroni.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Articolo 17. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Busilacchi, Volpini, Giancarli, Urbinati.
Favorevoli: Biancani, Bora, Busilacchi, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Bisonni, Celani, Fabbri, Leonardi, Maggi, Malaigia, Marcozzi, Pergolesi, Zaffiri, Zura Puntaroni.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 18. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Busilacchi, Volpini, Giancarli, Urbinati.
Favorevoli: Biancani, Bora, Busilacchi, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Bisonni, Fabbri, Leonardi, Maggi, Malaigia, Pergolesi, Zaffiri, Zura Puntaroni.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 19.
Emendamento 19/1 a firma della Consigliera Pergolesi, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Romina PERGOLESI. Per i cittadini che ci guardano da casa, questo è un articolo al quale noi teniamo molto perché attiene all'articolo 19 della proposta di legge n. 5/2015 e riguarda la vigilanza, sospensione, revoca e decadenza dell'accreditamento istituzionale e noi chiediamo la modifica del comma 1 sostituito dal seguente: “La Regione o il Comune per le strutture di competenza, anche su segnalazione di cittadini o Associazioni - perché non sempre questo viene fatto e non sempre viene garantito un effettivo ed efficace controllo – effettuano annualmente controlli su un campione sufficientemente numeroso, delle attestazioni e dichiarazioni sostitutive prodotte in relazione alle istanze presentate anche avvalendosi rispettivamente del Gaar o della Commissione tecnico-consultiva”.

PRESIDENTE. Emendamento 19/1. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Busilacchi, Volpini, Giancarli, Urbinati.
Favorevoli: Bisonni, Fabbri, Maggi, Pergolesi, Pieroni.
Contrari: Biancani, Bora, Busilacchi, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini.
Astenuti: Celani, Leonardi, Malaigia, Marcozzi, Zaffiri, Zura Puntaroni.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Articolo 19. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Busilacchi, Volpini, Giancarli, Urbinati.
Favorevoli: Biancani, Bora, Busilacchi, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Bisonni, Celani, Fabbri, Leonardi, Maggi, Malaigia, Marcozzi, Pergolesi, Zaffiri, Zura Puntaroni.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 20. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Busilacchi, Volpini, Giancarli, Urbinati.
Favorevoli: Biancani, Bora, Busilacchi, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Bisonni, Celani, Fabbri, Leonardi, Maggi, Malaigia, Pergolesi, Zaffiri, Zura Puntaroni.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 21. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Busilacchi, Volpini, Giancarli, Urbinati.
Favorevoli: Biancani, Bora, Busilacchi, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Bisonni, Fabbri, Leonardi, Maggi, Malaigia, Pergolesi, Zaffiri, Zura Puntaroni.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 22.
Emendamento 22/1 a firma dei Consiglieri Volpini, Giancarli, Micucci, Talè, Malaigia, Leonardi. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Busilacchi, Volpini, Giancarli, Urbinati.
Favorevoli: Biancani, Bora, Busilacchi, Celani, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Leonardi, Malaigia, Marconi, Marcozzi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini, Zaffiri, Zura Puntaroni.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Fabbri, Maggi, Pergolesi.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento 22/2 a firma dei Consiglieri Volpini, Giancarli, Micucci, Talè, Malaigia, Leonardi. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Busilacchi, Volpini, Giancarli, Urbinati.
Favorevoli: Biancani, Bisonni, Bora, Busilacchi, Celani, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Leonardi, Malaigia, Marconi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini, Zaffiri, Zura Puntaroni.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Fabbri, Maggi, Pergolesi.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 22, così come emendato. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Busilacchi, Volpini, Giancarli, Urbinati.
Favorevoli: Biancani, Bisonni, Bora, Busilacchi, Celani, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Leonardi, Malaigia, Marconi, Marcozzi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini, Zaffiri.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Fabbri, Zura Puntaroni.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 23. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Busilacchi, Volpini, Giancarli, Urbinati.
Favorevoli: Biancani, Bisonni, Bora, Busilacchi, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Celani, Fabbri, Leonardi, Maggi, Malaigia, Marcozzi, Pergolesi, Zaffiri.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 23 bis.
Emendamento 23 bis/1, istitutivo dell’art. 23 bis, a firma della Consigliera Pergolesi, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. Reputiamo sia necessario aggiungere l'articolo 23 bis con la clausola valutativa che impegna la Giunta a relazionare al Consiglio regionale entro il 31 marzo di ogni anno, con riferimento all'anno precedente sulle domande di accreditamento presentate ed accolte, sulle strutture che sono state oggetto di revoca o di decadenza dell'accreditamento istituzionale, sugli accordi contrattuali stipulati e sui dati relativi al fabbisogno di strutture e servizi in base ai quali sono state effettuate le scelte in ambito regionale.
A questo punto noi siamo particolarmente attenti visto che si continua in questa regione ad effettuare scelte senza avere dei dati oggettivi a portata di mano.

PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. Grazie. Sono per votare contro perché trovo limitativo questa unica data in cui si fornisce il dato.
Secondo me dobbiamo lavorare con il potere dell'esecutivo, trasparenza assoluta, aver sempre il quadro delle cose che vengono chieste perché giustamente uno deve poter vedere quelle che sono le strutture operanti, operative, con l'accreditamento, con l'accreditamento scaduto, revocato, eccetera.
L’emendamento mi sembra limitativo rispetto ad un atteggiamento che deve essere ancora più trasparente.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. Ci auguriamo che questo venga fatto perché se c'è una data che a detta del Presidente è limitativa, comunque c'è la necessità e ricordo che l'interrogazione presentata la settimana scorsa, su tre domande a due non è stata data risposta.
A nostro parere è un modo per incentivare la Giunta a relazionare al Consiglio. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Zura Puntroni.

Luigi ZURA PUNTARONI. Presidente, voglio dire che se venite a relazionare, poi ci relazionate quello che vi pare, ci chiudete la bocca così, invece noi dobbiamo andare all'arma bianca, a pugnalarvi, così abbiamo il pretesto per dare giù, perché fare una relazione al 31 marzo con cui ci raccontate quello che era o non era, guardi, il troppo è troppo.
Meglio non relazionare perché poi ci pensiamo noi a farvi relazionare. Grazie.

PRESIDENTE. Emendamento 23 bis/1. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Busilacchi, Volpini, Giancarli, Urbinati.
Favorevoli: Fabbri, Maggi, Pergolesi.
Contrari: Biancani, Bora, Busilacchi, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Pieroni, Rapa, Sciapichetti, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini.
Astenuti: Bisonni, Celani, Leonardi, Malaigia, Marcozzi, Zaffiri, Zura Puntaroni.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Articolo 24. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Busilacchi, Volpini, Giancarli, Urbinati.
Favorevoli: Biancani, Bisonni, Bora, Busilacchi, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Pieroni, Rapa, Sciapichetti, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Celani, Fabbri, Leonardi, Maggi, Malaigia, Pergolesi, Zaffiri, Zura Puntaroni.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 25.
Emendamento 25/1 a firma dei Consiglieri Volpini, Giancarli, Micucci, Talè, Malaigia, Leonardi.
Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Presidente solo per chiedere ai proponenti se ritengono opportuno ritirare questo emendamento che era stato già valutato in sede di Commissione in quanto il riferimento al comma 1 bis, dell'articolo 3, dà, con questo emendamento, il termine di 90 giorni solo a 2 dei 6 punti. Non ha senso.
Forse la cosa è sfuggita ma il senso vero è che tutti questi provvedimenti debbono essere attuati dalla Giunta in tempi rapidi. Non ha senso dare una scadenza solo a 2 delle 6 cose che la Giunta ha, è un fatto puramente tecnico, non è un valore, è una raccomandazione. Forse in Commissione quando l’abbiamo visto pensavamo ad altro, all'intero articolo, invece è rimasto confinato dentro questi due punti e secondo me non ha senso.

PRESIDENTE. Emendamento 25/1. Ritirato.

Emendamento 25/2 a firma della Consigliera Pergolesi, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Romina PERGOLESI. Chiediamo l'inserimento del comma 1 bis: “Entro 120 giorni dall'entrata in vigore della presente legge, il Consiglio regionale adotta il regolamento di cui all'articolo 7, comma 1 ter”.

PRESIDENTE. Emendamento 25/2. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Busilacchi, Volpini, Giancarli, Urbinati.
Favorevoli: Fabbri. Maggi, Pergolesi.
Contrari: Biancani, Bora, Busilacchi, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Pieroni, Rapa, Sciapichetti, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini.
Astenuti: Bisonni, Celani, Leonardi, Malaigia, Zaffiri, Zura Puntaroni.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Sub emendamento 25/3/1 a firma della Consigliera Pergolesi, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. Il sub emendamento 25/3/1 va a sopprimere le parole dell'emendamento 25/3: “nonché le ipotesi di astensione dei rispettivi componenti”.

PRESIDENTE. Sub emendamento 25/3/1. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Busilacchi, Volpini, Giancarli, Urbinati.
Favorevoli: Fabbri. Maggi, Pergolesi.
Contrari: Biancani, Bora, Busilacchi, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Rapa, Sciapichetti, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini.
Astenuti: Bisonni, Celani, Leonardi, Malaigia, Zaffiri, Zura Puntaroni.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 25/3 a firma della Consigliera Pergolesi, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. In questo emendamento chiediamo che la Giunta regionale, con deliberazione da adottare entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore del presente articolo, disciplini il numero dei componenti, i criteri di scelta e le modalità di funzionamento del gruppo di autorizzazione e accreditamento regionale, nonché le ipotesi di astensione dei rispettivi componenti.

PRESIDENTE. Emendamento 25/3. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Busilacchi, Volpini, Giancarli, Urbinati.
Favorevoli: Fabbri. Maggi, Pergolesi.
Contrari: Biancani, Bora, Busilacchi, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Pieroni, Rapa, Sciapichetti, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini.
Astenuti: Bisonni, Celani, Leonardi, Malaigia, Marcozzi, Zaffiri, Zura Puntaroni.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Articolo 25. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Busilacchi, Volpini, Giancarli, Urbinati.
Favorevoli: Biancani, Bisonni, Bora, Busilacchi, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Pieroni, Rapa, Sciapichetti, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Celani, Fabbri, Leonardi, Maggi, Malaigia, Marcozzi, Pergolesi, Zaffiri, Zura Puntaroni.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 26.
Emendamento 26/1 a firma dei Consiglieri Volpini, Giancarli, Micucci, Talè, Malaigia, Leonardi. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Busilacchi, Volpini, Giancarli, Urbinati.

Favorevoli: Biancani, Bora, Busilacchi, Celani, Ceriscioli, Giacinti, Giancarli, Leonardi, Malaigia, Marconi, Marcozzi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Pieroni, Rapa, Sciapichetti, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini, Zaffiri, Zura Puntaroni.
Contrari: Cesetti.
Astenuti: Fabbri, Maggi, Pergolesi.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento 26/2 a firma dei Consiglieri Volpini, Giancarli, Micucci, Talè, Malaigia, Leonardi. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Busilacchi, Volpini, Giancarli, Urbinati.
Favorevoli: Biancani, Bora, Busilacchi, Celani, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Leonardi, Malaigia, Marconi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Pieroni, Rapa, Sciapichetti, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini, Zaffiri, Zura Puntaroni.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Fabbri, Maggi, Marcozzi, Pergolesi.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento 26/3 a firma dei Consiglieri Volpini, Giancarli, Micucci, Talè, Malaigia, Leonardi. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Busilacchi, Volpini, Giancarli, Urbinati.
Favorevoli: Biancani, Bora, Busilacchi, Celani, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Leonardi, Malaigia, Marconi, Marcozzi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Pieroni, Rapa, Sciapichetti, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini, Zaffiri, Zura Puntaroni.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Fabbri, Maggi, Pergolesi.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 26, così come emendato. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Busilacchi, Volpini, Giancarli, Urbinati.
Favorevoli: Biancani, Bora, Busilacchi, Celani, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Leonardi, Malaigia, Marconi, Marcozzi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Pieroni, Rapa, Sciapichetti, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini, Zaffiri, Zura Puntaroni.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Bisonni, Fabbri, Maggi, Pergolesi.

(L'Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Busilacchi, Volpini, Giancarli, Urbinati.
Favorevoli: Biancani, Bisonni, Busilacchi, Celani, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Leonardi, Malaigia, Marconi, Marcozzi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Pieroni, Rapa, Sciapichetti, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini, Zaffiri, Zura Puntaroni.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Fabbri, Maggi, Pergolesi.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento al coordinamento tecnico 1 a firma dei Consiglieri Volpini, Giancarli, Micucci, Talè, Malaigia, Leonardi. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Busilacchi, Volpini, Giancarli, Urbinati.
Favorevoli: Biancani, Bisonni, Bora, Busilacchi, Celani, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Leonardi, Malaigia, Marcozzi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Pieroni, Rapa, Sciapichetti, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini, Zaffiri, Zura Puntaroni.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Fabbri, Maggi, Pergolesi.

(L'Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Una comunicazione, vorrei sapere perché l'Ufficio di presidenza è incompleto, è una proposta politica? Grazie:

PRESIDENTE. Perché incompleto? Non c'è problema, in Aula c'è un Consigliere Segretario. Non c'è nessuna interpretazione, c'è il Consigliere Segretario Rapa presente in Aula, quindi possiamo proseguire i lavori, non c'è nessun problema.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Riprendiamo un attimo il discorso su questa importante proposta di legge di cui abbiamo discusso all'origine per ancora una volta ribadire alcuni concetti che porteranno ad una decisione sul voto.
Vorrei dire innanzitutto all'Assemblea che non mi sento assolutamente un Pietro Micca, cioè uno che vuole accendere le polveri e far saltare il banco della sanità marchigiana, assolutamente, perché nel mio intervento, ma anche negli interventi dei colleghi dell'opposizione, non ho sentito parlare di spese a piè di lista o quant'altro, credo invece che abbiamo fatto un ragionamento politico abbastanza serio, un ragionamento che in qualche modo deve essere condiviso perché interessa un po' i lavori e la competenza di questa assise.
Voglio ribadire il concetto dell'articolo 3 e in modo particolare di questa determinazione dei fabbisogni. Nessuno di noi ha detto che si doveva fare una lista dei fabbisogni e poi presentare la soddisfazione di questi fabbisogno a piè di lista sforando le risorse che erano a disposizione. Io mi riferivo esclusivamente alla necessità di programmare sul territorio, in base alle esigenze che venivano riscontrate attraverso un'accurata indagine, la presenza di queste strutture in modo tale da soddisfare le esigenze di tutti.
In pratica, il fabbisogno non può essere assolutamente determinato in funzione delle risorse disponibili, invece quello che è giusto in un certo qual modo è soddisfare in base alle risorse disponibili un certo tipo di fabbisogno, ovviamente qui entrano in gioco la programmazione e le scelte politiche del Consiglio che dice una festa in meno, 10 o 100 assistiti in più.
Questo è il concetto a cui mi riferivo e questo credo che sia il vulnus di questa normativa, del comma 1, dell'articolo 3.
Devo dire che c'è stata messa una piccola pezza dalla Commissione che credo abbia fatto questo ragionamento. Non voglio dire adesso in base a quale ragionamento la Commissione ha deciso di modificare il comma 1, dell'articolo 3, che dice che “la Giunta regionale determina, sulla base del piano socio-sanitario, il fabbisogno”, quindi in pratica da una parte alcune competenze tornano in Consiglio perché il piano socio-sanitario è di competenza del Consiglio, sulla base di questo piano si determina i fabbisogni, però anche qui c'è questo vulnus perché il piano come condivide questo fabbisogno? L'individua in funzione del budget che viene assegnato alla struttura o asetticamente in funzione del budget che viene assegnato? Questo è il concetto.
Il secondo appunto è che l'altro punto rimane, cioè quello della localizzazione territoriale delle strutture presenti in ambito regionale ai fini della verifica di compatibilità regionale, resta tale e quale.
Credo che questo sia effettivamente la parte centrale di questa legge, al di là dei criteri che riguardano l'accreditamento, le condizioni tecniche, le condizioni sanitarie delle strutture, il Gaar, va bene, questi sono aspetti prettamente tecnici che esistevano, sono stati migliorati e noi abbiamo partecipato anche votando favorevolmente ad alcuni emendamenti per migliorare questa procedura, ma resta questo grande dubbio di fondo, molto grande, relativo alla determinazione dei fabbisogni e quindi alla loro soddisfazione. Non sappiamo come poter intervenire su questo tema.
A questo punto penso di non poter votare, credo che la Consigliera Marcozzi condividerà il discorso, questa legge per questo motivo, perché il comma 1, dell'articolo 3, è un comma troppo importante che riteniamo non va nel verso dell'accertamento dei fabbisogni della nostra comunità, quindi non riusciamo ad individuare quali sono quelli che possono essere soddisfatti in funzione delle risorse che sono messe a disposizione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carloni.

Mirco CARLONI. Per fatto personale perché vorrei rasserenare il Consigliere Maggi e la sua curiosità sulla mia presenza. Sono andato in bagno, chiedo scusa, poi mi sono fermato perché ho letto una notizia sconcertante, la Giunta comunale romana Raggi aveva trovato un Assessore che si chiama Totino ma ha appena annunciato di ritirarsi, quindi mi sono fermato a riflettere un attimo su questa importante notizia e le chiedo scusa.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Volpini.

Fabrizio VOLPINI. Qualche volta capita di andare in bagno anche ai Consiglieri, anche a chi fa parte dell'Ufficio di presidenza.
Intervengo per ringraziare tutti per il lavoro svolto, la Commissione, i Commissari.
Penso che quello che stiamo per votare non sia il punto di arrivo ma il punto di partenza per un nuovo modo di concepire il nostro welfare, come si suol dire, i nostri servizi sociali, socio-sanitari e sanitari.
Si è insistito molto sull'atto del fabbisogno, il problema è che oggi l'atto del fabbisogno non ce l'abbiamo perché il fabbisogno attuale, sul quale stiamo tutti ragionando, altro non è che la fotografia dell'esistente, cioè dietro l'atto di fabbisogno attuale c'è soltanto un atto sterile come una fotografia.
E' chiaro che dovremo costruire i nostri servizi, il nostro welfare su atti programmatori che competono sia alla Giunta che al Consiglio. Il lavoro fatto dalla Commissione è stato anche quello di riappropriarsi delle linee di indirizzo che competono al Consiglio mentre alla Giunta spetta di eseguire gli indirizzi.
E' stato un lavoro complesso, è stato un parto molto lungo, però credo che il risultato finale sia all'altezza delle aspettative e per questo vorrei di nuovo, nell'annunciare il voto favorevole, ringraziare tutti i Commissari ed anche la struttura tecnica, che ci ha supportato in questo lavoro così lungo, delicato e complicato e penso che abbiamo scritto una pagina importante della Regione Marche e del Consiglio regionale.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Una breve considerazione per esprimere la dichiarazione di voto del gruppo della Lega Nord.
Qui signor Presidente non c'è chi vuole la bancarotta o chi vuole che si proceda ad una spesa a piè di lista, probabilmente, lo dico io, non mi sono ben espresso, o probabilmente lei continua a non voler capire un ragionamento politico rispetto alla situazione economica.
Ho cercato di evidenziare l’aspetto politico, il ruolo, non per quanto riguarda le spese, certo sei lei come Giunta ha 50 e spende 50 ma ci sono le esigenze di arrivare a 70 quest'Aula dovrebbe essere protagonista per scegliere i percorsi ed arrivare a 70 in termini economici.
Questo è un ragionamento molto modesto che vuole evidenziare questa discrasia che c'è nell'intervento che uno fa e quello che poi lei replica.
Per quanto riguarda questo aspetto non è questo assolutamente il ragionamento. Il ragionamento è molto semplice e lo ribadiamo perché lei il fabbisogno lo fa, è una pianta organica, è quello che serve per un'azienda per poter lavorare, e se mancano delle persone non è possibile raggiungere l'obiettivo per il pagamento. La stessa cosa qui, occorrerebbe per far sì che il servizio sia efficiente per tutta la sua comunità, per tutta la nostra comunità, magari 100, però nel bilancio, dice l'Assessore Cesetti, non c'è di 50 e quindi non si può spendere.
Questo è il problema, però noi abbiamo detto un’omogeneizzazione di trattamento, un’omogeneizzazione di tutto il territorio regionale affinché tutti i territori siano allo stesso livello per la valutazione, poi il servizio lo vedremo in base ai budget. Questo abbiamo detto!
Lei continua sempre a far finta … oppure, ripeto, sono io che non sono in grado di farmi capire, però lei replica sempre a quanto io dico, dopo questo puzza di bruciato!
Su questa legge non possiamo non dire che non c'è stata partecipazione democratica, questo non lo possiamo assolutamente dire, perché c'è stato un coinvolgimento della comunità e delle varie associazioni, però l'aspetto essenziale ed importante è che noi sulla legge vediamo questo aspetto di debolezza e per questo voteremo contro questa proposta di legge. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. Potevano anche essere favorevoli a questa proposta di legge che di fatto andava a semplificare la normativa regionale, cioè univa la legge n. 20 del 2002 e la n. 20 del 2000, le univa insieme, e chi poi doveva approcciarsi alle normative ed ai regolamenti della Regione Marche si trovava sicuramente in qualche modo facilitato.
Il problema qual è? E' che durante questa unione la legge è diventata un pastrocchio, un minestrone di scambi di ruoli e funzioni, che noi del Movimento 5 Stelle non ci sentiamo assolutamente di avallare.
Il PD ha votato contro il richiamo alle normative attinenti le proposte di legge, ha votato contro l'individuazione delle funzioni e dei ruoli dei Comuni e degli enti locali, ha votato contro il rispetto degli indirizzi di programmazione, ha votato contro tempistiche e richieste date dagli stessi operatori sanitari, socio-sanitari che poi dovranno avere a che fare con questa legge, ha votato contro l'impegno di relazionare puntualmente in Aula sull'operato ed il lavoro svolto, ha votato contro l'assenza di conflitto di interessi nello svolgimento dell'attività di valutazione e controllo, però vota a favore nel demandare competenze di programmazione e legislazione, che competono all'Assemblea regionale, alla Giunta, al Presidente, quindi si accentra tutto il potere in un unico organo e sicuramente non va a vantaggio dei cittadini, né dei diritti e della democrazia.
Noi non possiamo che ritenerci assolutamente contrari e a sfavore di questa proposta di legge. Ci dispiace perché in questo anno sembrava che ci fosse un'apertura da parte anche dei membri della maggioranza della Commissione sanità, anche durante le audizioni dei soggetti chiamati a dare il proprio contributo, sembrava ci fosse veramente la volontà di costruire qualcosa di condiviso e di efficace anche nel merito, purtroppo questo non è stato, e quindi con nostro rammarico voteremo contro.

Proposta di legge n. 5, così come emendata, la pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Busilacchi, Volpini, Giancarli, Urbinati.
Favorevoli: Biancani, Bora, Busilacchi, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Pieroni, Rapa, Sciapichetti, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini.
Contrari: Carloni, Celani, Fabbri, Leonardi, Maggi, Malaigia, Marcozzi, Pergolesi, Zaffiri, Zura Puntaroni.
Astenuti: Bisonni.

(L'Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. Proseguiamo la seduta recuperando le due interrogazioni che erano rimaste in sospeso vista ora la presenza del Presidente Ceriscioli, dopodiché faremo, se tutti i capigruppo sono d'accordo, come stabilito nella Conferenza dei Presidenti dei gruppi, la pausa e poi riprenderemo i lavori.

Interrogazione n. 217
ad iniziativa dei Consiglieri Fabbri, Maggi
“Unione delle Regioni Marche, Umbria e Toscana”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 217 dei Consiglieri Fabbri, Maggi.
Ha la parola, per la risposta, il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. Quello che ci tengo a sottolineare all'Aula è che in questa fase il percorso è certamente di natura politica, più in termini di visione, di prospettive, quindi al di fuori di un percorso amministrativo o di atti di tipo normativo che possono riguardare il livello nazionale piuttosto che quello regionale.
Stiamo accompagnando questo percorso con intese che sono operative, come lavorare insieme all'interno, ad esempio, del sistema della centrale unica di committenza sanitaria, sulla programmazione stradale e via dicendo.
C'è un livello che da una parte è più politico e dall'altra operativo esecutivo che non coinvolge né normative nazionali, che imminentemente creeranno le macroregioni perché è un ragionamento di fondo, né l'Aula consiliare.
E' evidente che se la cosa dovesse maturare nelle due direzioni che ho detto prima, quindi una scelta grande che è quella del riassetto del sistema regionale/nazionale piuttosto che in termini di coordinamento normativo, questioni che possono riguardare l'Aula, ben venga un coinvolgimento più ampio.
Ho visto anche il Presidente del Consiglio regionale muovere delle prime iniziative anche a tutela delle preoccupazioni che erano all'interno dell'interrogazione, che non ci devono essere, perché è evidente che nella misura in cui il processo da politico, ideale, limitato ad atti di coordinamento esecutivo, diventasse qualcos'altro è chiaro che ci sarebbe un pieno impegno da parte dell'Aula su una materia sia in termini di competenza che di qualcosa di più. Rispetto ad esempio ad una indicazione nazionale sul riordino complessivo delle Regioni, è evidente che, pur non essendo una specifica attività dell'Aula, richiederebbe un lavoro che andrebbe al di la dell'attività dell'esecutivo.
Trovo questa prospettiva molto interessante da un punto di vista politico ed è anche un modo per ragionare sul futuro delle Regioni a fronte di un cambiamento importante che c'è stato, soprattutto rispetto alle risorse economiche nel bilancio della parte regionale e della parte sanitaria, perché sono due bilanci distinti, dove l'esiguità delle risorse deve impedire alle Regioni di fare il percorso che hanno fatto le Province che prima sono state svuotate finanziariamente e poi di fatto cancellate in termini di operatività.
Anche nel caso delle Province vi ricordo che c'è stato un passaggio in cui si ragionava sull’accorpamento come ricetta per evitare il destino peggiore, che poi hanno avuto, quindi non giocare di rimessa, riflettere per tempo ed anche creare quelle condizioni in termini di prospettiva utili proprio per non perdere un livello di governo che ritengo importante in rapporto ad un territorio omogeneo che possa, attraverso il governo regionale, sviluppare quelle che sono le sue prerogative, le sue caratteristiche nelle discipline di competenza della Regione.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Non sono soddisfatto della risposta a questa interrogazione perché è in contraddizione con i fatti.
Due aspetti. Sul primo mi rivolgo al Presidente Mastrovincenzo, l'articolo 121 del Regolamento interno dice: “Quando su questioni ed oggetti identici o strettamente connessi a quelli su cui si riferiscono le mozioni, siano state presentate anche interpellanze ed interrogazioni, il Presidente dispone che si svolga un'unica discussione”. Alla mia interrogazione, un mese, 40 giorni dopo, ho aggiunto la mozione, perché non è stata calendarizzata per discuterla insieme? Quando vorrete calendarizzarla saremo ben disposti a discutere questo importantissimo tema.
Chiaramente avete un pregresso di 100 atti ed oltre e se avete perso il controllo degli argomenti che vi vengono sottoposti questo purtroppo è un effetto collaterale.
E' la seconda volta, già con la listeriosi avevo fatto questo appunto, quindi tentiamo di discutere approfonditamente gli argomenti quando è ora in un'unica soluzione, ma sono ben contento di poterne parlare due volte.
Finita la tirata d'orecchie, partiamo con il discorso sulla sostanza di questa interrogazione.
La Giunta regionale il 13 giugno 2016, con la deliberazione n. 587, ha preso una via chiara verso la costituzione di una macroregione, c'è scritto nella motivazione della delibera stessa: “Il dibattito si concentra oggi sulla possibile ed auspicabile creazione di accorpamenti di Regioni che siano consone a territori con vocazioni più o meno simili che si integrino tra loro per la vicinanza e collocazione geografica”, ancora: “In tale contesto di rinnovamento organizzativo i tre governatori di Toscana, Umbria e Marche (su proposta del Governatore toscano Rossi) hanno deciso di creare, al fine di rafforzare una reciproca sinergia, una Macroregione gettando le fondamenta per la futura creazione di una Regione da oltre 6 milioni di abitanti”.
Non stiamo parlando, Presidente Ceriscioli, di intese operative, abbiamo in mente un progetto politico, altro punto - è scritto nella delibera di Giunta regionale – “fondamentale sarà pertanto il coordinamento politico tra i territori attraverso comuni linee di azione e progetti di collaborazione che verranno approvati e discussi con incontri periodici a cadenza almeno semestrale”, quindi almeno due incontri sono stati fatti”.
Il bello è che questa mattina lei Presidente Ceriscioli ha detto: “il Consiglio fa le leggi, la Giunta esegue”.
Il Consiglio dà degli indirizzi politici che la Giunta realizza. Abbiamo la famosa mozione n. 32 che questo Consiglio regionale ha approvato l’1 dicembre 2015, che impegnava la Giunta - si intitolava “Difesa dell'autonomia e dell'unità delle Marche nella revisione del numero delle Regioni”, mi sembra fosse ad iniziativa del Consigliere Carloni – “a rispettare il ruolo dell'Assemblea regionale su tale materia, come previsto dalla Costituzione italiana e dallo Statuto regionale, a difendere l'autonomia e l'unità delle Marche all'interno dei tavoli istituzionali nei quali verrà discussa la revisione del numero delle Regioni, a non offrire avvalli formali e sostanziali a progetti di sbarramento delle Marche”, perché si parlava di mandare la provincia in Emilia-Romagna.
L'indicazione politica di questo Consiglio è: ne parliamo in Assemblea perché stiamo parlando non di una specifica normativa di un atto secondario, stiamo parlando se esistiamo come marchigiani oppure no. Su questo aspetto qui il Consiglio che è l'ABC della politica ha dato un indirizzo politico alla Giunta dicendo: “mi devi dire le cose e devi difendere l'autonomia e l'unità”, invece da più di un anno state andando in giro tra i Governatori a dire che fate la Macroregione.
A mio avviso, voglio poi sentire il resto dei Consiglieri, potrebbe essere una disobbedienza da parte del Presidente Ceriscioli che potrebbe portarlo alla sfiducia perché se il Consiglio ha dato chiaramente un'indicazione un anno fa e poi troviamo sui giornali le decine di articoli che dicono che ci fondiamo con l'Umbria e con la Toscana, io in quest'Aula ne voglio parlare, e l'indicazione politica è esattamente l'opposto di quello che state portando avanti.
Chiudo l'interrogazione, aspetto la mozione da discutere e voglio verificare con tutti i Consiglieri se questa disobbedienza del Presidente possa essere oggetto di una diffida.

Interrogazione n. 233
ad iniziativa della Consigliera Pergolesi
“Struttura sanitaria denominata 'Comunità Protetta Casa Gialla' - Assistenza infermieristica notturna”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 233 della Consigliera Pergolesi.
Ha la parola, per la risposta, il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. Per quanto riguarda l'interrogazione i controlli fatti fino ad oggi nella struttura segnalata non hanno evidenziato difformità - tornando alla normativa sull'accreditamento - fra le caratteristiche che la struttura deve avere ed il servizio erogato.
In forza dell'interrogazione stessa sono stati chiesti ulteriori controlli proprio per essere più che sicuri che rispetto alle segnalazioni non ci siano cose al di fuori del regolamento approntato.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. Presidente, sono sorpresa da questa risposta così sintetica, perlomeno almeno stavolta, rispetto alla settimana scorsa, ha risposto. (…) Lei non era presente ha risposto l'Assessore Casini, però penso che gli uffici della Giunta diano la risposta all'Assessorato sanità, quindi se la legge l'Assessore Casini o lei, e l’altra volta la risposta era insufficiente, stavolta c'è una risposta, seppur misera, che assolutamente non va a dare concretezza a quelle che erano le mie richieste perché se c'è un convenzionamento oltre all'autorizzazione e all'accreditamento c'è anche la convenzione che la Regione Marche assieme a queste strutture sottoscrive e lì c'è una serie di requisiti, dell'organico anche, che dovrebbero essere rispettati, in questo caso sembra evidente che questa cosa non è stata fatta.
C'è una nuova convenzione in base alla quale forse andrebbero verificate anche le presenze dell'organico, non solo strutturali, anche se in alcuni casi, in alcuni contesti, sappiamo benissimo che anche a livello strutturale non viene rispettata la normativa.
Mi auguro che anche a seguito dell'approvazione della proposta di legge n. 5/2015 vengano migliorati ed effettuati controlli, altrimenti saremo costretti noi ad intasare, mi dispiace per il Consigliere Micucci, i lavori dell'Aula, con richieste di chiarimenti ed interrogazioni.

PRESIDENTE. Sospendiamo la seduta, alle 14,30 riprendiamo e decidiamo l’ordine del giorno del pomeriggio.

La seduta è sospesa alle ore 14,00.

La seduta riprende alle ore 14,35.

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo


Sull’ordine del giorno

PRESIDENTE. Consiglieri riprendiamo la seduta.
Vorrei fare una proposta sull'ordine dei lavori, una rivisitazione dell'ordine del giorno anche su richiesta dell'Assessore Pieroni, propongo di trattare subito la proposta di legge n. 76 (attualmente al punto n. 5), poi direi di fare le nomine, che è una scadenza di legge che va rispettata, e proseguirei con la proposta di legge n. 70 e con la proposta di atto amministrativo n. 24. Sulle mozioni verificheremo il da farsi.
Ha la parola il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Per me questa proposta va benissimo. Ribadisco qui quello che ho detto alla Conferenza dei capigruppo senza infingimenti, credo che quando ci sia un ordine del giorno molto ricco, come questo di oggi, con 5 proposte di legge, atti amministrativi, sarebbe bene non discutere le mozioni, innanzitutto potrebbe esserci la possibilità che non ci siano alcuni Assessori che possono dare la risposta della Giunta, comunque ci sarebbe una trattazione poco rispettosa delle mozioni stesse, poco degna, o il rischio di contingentare i lavori per la discussione delle proposte di legge, magari per arrivare subito alla mozione che interessa al singolo Consigliere.
La proposta che mi sento di fare oggi è di concludere l'ordine del giorno, se possibile, se i colleghi sono d'accordo, con l'ultimo atto, che credo sia il punto 7, rinviare le mozioni alla prossima seduta, sapendo che quando ci sono una o due proposte di legge possiamo avere più spazio per le mozioni, per un dibattito serio, approfondito, in cui la Giunta può rispondere, e dove l'atto di indirizzo dell'Aula può avere una piena sostanza e non solamente un atto di testimonianza.

PRESIDENTE. Su questo, se va bene la proposta ... No. Allora uno che parla contro e poi votiamo la proposta sull’ordine dei lavori, anche per rispettare la richiesta dell'Assessore. Sul rinvio delle mozioni, do la parola al Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Sul riordino non ci sono problemi, è una questione organizzativa. Sulla proposta di non discutere e rinviare le mozioni, ribadisco il fatto che a distanza di un anno di attività, come ho già detto due volte, abbiamo accumulato ritardo su più di 100 atti ispettivi, interrogazioni e mozioni.
Non mi sembra di aver visto il quarto martedì del mese inserito nel programma per iniziare a smaltire gli atti che sono in ritardo, a mio avviso, c'è stata la proposta di allungare a 2 ore l’esame delle interrogazioni e va bene, ma ci sono anche le mozioni, l'efficacia dell'azione politica sta anche nei tempi che il regolamento ci ha dato per discutere gli atti.
Se continuiamo di volta in volta a rinviare, invece che smaltire il pregresso continuiamo ad accumularlo, quindi si facciano dei Consigli straordinari, ci si allunghi la sera fino alle 19,00, fino alle 20,00 perché questa cosa non può essere trascinata in questo modo.
Chiaramente i lavori sono impegnativi, il dibattito è vivace, andiamo nello specifico, così deve essere, però mi raccontano gli anziani, gli ex Consiglieri, che 20/30 anni fa si facevano anche 2 Consigli a settimana. Non capisco perché non si possa fare anche qua.
Abbiamo il diritto di presentare gli atti e di discuterli nei tempi dovuti. Facciamo un programma per rispettare i tempi da regolamento, non possiamo procedere così, oltre 100 atti non sono discussi dopo un solo anno di attività.

PRESIDENTE. Rispetto all'ordine dei lavori degli atti amministrativi e delle leggi siamo d'accordo, procediamo con la proposta di legge n. 76 poi con le nomine (punto 7), con la proposta di legge n. 70 (punto 4) e con la proposta di atto amministrativo n. 24 (punto 6). Fin qui se l'Aula è d'accordo direi di fermarci.
Dopodiché sulla proposta del Consigliere Busilacchi, di rinviare la trattazione delle mozioni, e la controproposta del Consigliere Fabbri, si vota.
Per l’ennesima volta, ricordo che l'ordine del giorno è una mia proposta ma è sempre condivisa con la Conferenza dei capigruppo, così come il fatto di rinforzare il numero delle interrogazioni e delle mozioni dalla prossima seduta, che sarà l'11 ottobre, è una proposta largamente condivisa e vi preannuncio, a scanso di equivoci, che l'11 ottobre comunque andrà, per quanto mi riguarda si starà qui finché non sono stati trattati tutti i punti all'ordine del giorno, se siamo tutti d'accordo.
L’abbiamo già detto la scorsa volta che dall'11 ottobre si ampliava il numero delle interrogazioni e si cercava di colmare questo gap, finché è possibile ovviamente, perché c'è una serie di atti, approvata all'unanimità questa è stata la scelta della Conferenza dei capigruppo.
Ha la parola la Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. Faccio un richiamo al Regolamento interno perché non è previsto da nessun articolo che un Consigliere o l'Aula possa votare il rinvio di una mozione di un altro Consigliere, ed è il Consigliere stesso che di propria volontà può ritirare l'atto, a meno che io mi sbagli, ma la dott.ssa Zampa può darci dei riferimenti normativi.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno è quello che decide il Presidente d'accordo con i capigruppo, dopodiché l'Aula è sovrana sulla scelta dei lavori. Questo è indipendente da tutto. L'Aula decide sul da farsi con votazione, e proprio perché mi sono avvalso della … Questo non è un ritiro, è una richiesta di rinvio, (…) E’ evidente che il ritiro lo decide il singolo Consigliere nella sua autonomia, il rinvio è un'altra cosa e l'Aula è sovrana da questo punto di vista.
Proprio perché ho chiesto conferma, votiamo la proposta del Consigliere Busilacchi di rinviare le mozioni trattandole tutte nel prossimo Consiglio regionale dell'11 ottobre.
Ha la parola il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. La mia proposta non era di rinviare le mozioni era di sospendere il Consiglio regionale alla fine del punto 7.
Lo dico per chiarezza, non è stato chiesto alcun rinvio di alcuna singola mozione, ma di sospendere per le stesse ragioni che ho detto prima e che avevo già detto alla Conferenza dei capigruppo.
Ricordo che alla Conferenza dei capigruppo essendoci il voto ponderato volendo si possono prendere decisioni a maggioranza, si ascoltano tutti, c'è la dignità dell'Aula, c'è la decenza, ma non si accettano letture deformi della realtà, cosa che troppo spesso una forza politica in quest'Aula e in tutta Italia sta dando, quindi la invito, Consigliera Pergolesi, ad un rispetto della realtà e della verità.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la proposta del Consigliere Busilacchi.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 76
ad iniziativa della Giunta regionale
“Interventi di sostegno e di valorizzazione della cultura musicale, della tradizione e della produzione della fisarmonica”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 76 della Giunta regionale. La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Urbinati.’

Fabio URBINATI. Grazie Presidente. Buongiorno a tutti. Ci troviamo a discutere questa proposta di legge ad iniziativa della Giunta che si occupa di quella che è, in maniera indiscussa, un’eccellenza della regione Marche.
Noi tante volte in quest'Aula ci siamo occupati di ciò che deriva dall'arte e dalla creatività della nostra gente che ha secoli e secoli di storia.
La fisarmonica in particolare riguarda un distretto famoso non solo in Italia ma possiamo tranquillamente dire in tutto il mondo, che è quello di Castelfidardo, tant'è che la storia della fisarmonica per questa zona coincide quasi con l'Unità d'Italia, cioè è antica quanto la famosa battaglia di Castelfidardo.
Tutto nasce, come nascono tante bellissime storie marchigiane, nel 1863, dalla creatività di un contadino, di un agricoltore, Paolo Soprani che, sfruttando anche le occasioni che già all'epoca davano i pellegrinaggi al Santuario di Loreto, inventa questo strumento che invade, questo è il termine esatto, tutto il mondo, e ciò che si produceva e si produce tuttora nel distretto di Castelfidardo occupa una parte importante di tutto questo.
Sono molto convinto di questa legge e ritengo che sia opportuno perseguire questa strada perché da uno studio, da un rapporto della Fondazione Symbola e da Unioncamere viene fuori che le Marche è la prima regione in Italia per incidenza di posti di lavoro nel settore della cultura, che deriva dall'artigianato e dalla creatività delle attività locali.
Questa è una peculiarità che noi abbiamo, siamo la prima regione in Italia e credo che sia motivo di grandissimo orgoglio per tutti noi.
Diciamo che il distretto della fisarmonica di Castelfidardo rappresenta per l'economia marchigiana l'esempio virtuoso di quel termine molto importante che è la flessibilità di sistema, ho avuto modo, avendo avuto l'onore di essere relatore di questo provvedimento, di approfondire un po' tutta la questione. Lì c'è stato un adattamento alla fisiologica modifica di un'attività produttiva, un'attività importante che nel tempo ha vissuto le trasformazioni della musica, un conto è la musica degli anni '50, un conto quella degli anni '70, quando iniziarono ad arrivare i primi strumenti elettronici, e la musica moderna.
Quel distretto ha saputo adattarsi a tutti questi cambiamenti e questo è l'esempio virtuoso della flessibilità di sistema che purtroppo ancora non riusciamo a vedere in territori come il io, ad esempio il Piceno o il Fabrianese, tutte aree di crisi che noi conosciamo benissimo.
E' bene valorizzare questa grande eccellenza marchigiana, la legge è fatta molto bene e riguarda anche la valorizzazione del Museo della Fisarmonica e in più una manifestazione internazionale che si svolge da diversi anni e vede Castelfidardo protagonista nel mondo di questo settore.
Noi siamo convintamente favorevoli a questa legge, ma spero che in Aula negli anni a venire si possa valorizzare sempre di più non solo questa, ma anche tante altre eccellenze marchigiane. Grazie.

Presidenza della Vicepresidente
Marzia Malaigia

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Mi sia consentito di esprimere la mia tristezza per quello che è accaduto in Aula oggi.
Credo che nella proposta di legge precedente non siano stati tenuti in gran conto gli emendamenti che soddisfacevano il buon senso e l'interesse di alcune categorie di cittadini marchigiani, ma è stata fatta una contrapposizione tra minoranza e maggioranza, per cui tutto quello che veniva dalla minoranza, anche se fosse stato di buonsenso, veniva comunque votato in maniera contraria.
In merito all'episodio del rinviare le mozioni, noi siamo qui, lavoriamo la mattina, possiamo lavorare il pomeriggio fino alle 19,00 per rispetto di tutti coloro che lavorano molto di più di noi e che vengono pagati molto meno. Noi veniamo pagati con denaro pubblico per cui mi sembra particolarmente grave, dover rimandare ancora delle mozioni nel momento in cui c'è una mole di lavoro che aspetta e che si accumula.
Questo permettetemi di dirlo, mi sento come Consigliere regionale un pizzico di vergogna nel dover lasciare indietro mozioni che sul territorio marchigiano qualcuno sta aspettando e ha diritto di aspettare.
Veniamo alla fisarmonica che mi sembra una cosa più amena e più bella.
Condivido pienamente quello che ha detto il Consigliere della maggioranza, sono perfettamente d'accordo con lui, la Regione con questa proposta di legge riconosce la fisarmonica quale strumento rappresentativo della identità regionale, e questo è vero. Con questa legge si prefigge la diffusione della cultura musicale legata alla fisarmonica, che purtroppo è stata un po' dimenticata, è diventata uno strumento poco di moda, la valorizzazione quale bene culturale della fisarmonica, la formazione professionale, perché è inutile valorizzare uno strumento che non suona nessuno, quindi la valorizzazione professionale, la formazione professionale e l'innovazione dei processi produttivi.
Diceva giustamente il relatore di maggioranza della capacità che c'è stata nel riconvertire lo strumento tradizionale della fisarmonica e dell'organetto, che era ancora precedente, con le tastiere elettroniche che in tutto il mondo venivano lo stesso da Castelfidardo, sono venuti pure i giapponesi a copiare le tastiere, gli organi, i sintetizzatori, che sono stati una prerogativa del nostro territorio.
Tutto questo attraverso un Museo, io ci sono andato e devo dire che è veramente molto interessante, lascia a bocca aperta perché raccoglie strumenti molto particolari e molto rari. Raccoglie anche la storia della fisarmonica con delle note di costume e di quello che è stato fatto, dei concerti che sono stati fatti, di chi si è occupato di suonare e di promuovere questo strumento, si può approcciare, attraverso le tecnologie multimediali, una ricerca storica e documentale.
Quello che mi lascia un po' perplesso sono i 25.000 euro che vengono stanziati in questa proposta di legge, e noi come Movimento 5 Stelle cercheremo di occuparci magari anche con la collaborazione dell'Assessore Pieroni per fare qualcosa di più, in modo che gli obiettivi che si propone l'atto abbiano almeno nel tempo la garanzia che vengano soddisfatti e che la legge non venga fatta adesso e poi muoia lì come succede molto spesso.
E' finito domenica il Pif – Premio Internazionale della fisarmonica – ci sono stati 120 partecipanti, 32 Paesi del mondo, tra cui la Cina, che fa sempre la parte del leone nello sport, nella cultura. Sono andato alle Muse a vedere la Lucia di Lammermoor c'era un cantante, un tenore con gli occhi a mandorla, per cui voglio dire, la Cina nella cultura, nella musica e nello sport è in prima fila ed in questo premio c'è addirittura la partecipazione dei fisarmonicisti cinesi.
Questo premio così importante raccoglie la partecipazione di 32 Paesi del mondo, ma non è tanto il premio in sé, ma una vetrina importante per il rilancio di questa produzione e di questo strumento.
Voglio ricordare, e poi termino, che negli anni '70 erano più di 10.000 i lavoratori occupati nell'industria dello strumento musicale e addirittura venivano da Loreto, da Osimo, da Sirolo, da Numana, da Camerano, dove c’è ancora questa struttura fatiscente lì nel parco, da tutti i Paesi limitrofi, ed era molto importante, per cui la valorizzazione di questo strumento, di questa cultura è un volano per l'economia.
Tante manifestazioni, tanti premi, o sagre, o altre fiere o manifestazioni di questo genere, che devono promuovere il territorio, hanno meno tradizioni, meno importanza e hanno gli stessi soldi, gli stessi stanziamenti, credo che questa sia sicuramente da privilegiare ed è compito del Consiglio regionale discernere quali sono le cose che sicuramente portano un vantaggio all'economia e alla cultura marchigiana, rispetto ad altre che ne portano un po' meno. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Questa proposta di legge è una somma di tradizioni, lavoro, identità, cultura, ricchezza artistica e musicale, quindi non può non trovarmi d'accordo, si guarda al passato, si vuole agire affinché le nostre tradizioni popolari non vengano disperse e non cadano sotto i colpi della modernizzazione.
Trovo giusto, anzi doveroso, intraprendere qualsiasi azione tesa alla valorizzazione di questo strumento che oltre che rappresentare meglio la nostra regione è unanimemente riconosciuto nel mondo accademico.
I nostri maestri artigiani ci hanno consegnato delle vere e proprie opere d'arte quindi sono convinta che se realmente si vuole tenere vivo, anzi valorizzare l'intero universo che ruota intorno alla fisarmonica, occorre intraprendere serie e concrete azioni rivolte alle nuove generazioni.
Ci dobbiamo impegnare a radicare fra i ragazzi, con progetti, iniziative, percorsi formativi sia musicali che artigianali, questo meraviglioso strumento che può dimostrare quanto il futuro abbia da imparare dal passato. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Grazie. Non avrei molto da aggiungere a quello che ha detto bene il relatore Urbinati ed anche a quello che ha detto il relatore Maggi, però essendomi occupato per ragioni professionali della storia di questo distretto alcuni anni fa ci tengo ad aggiungere alcune brevi considerazioni.
Come diceva molto bene il Consigliere Urbinati, credo che questo settore rappresenti la storia marchigiana, che è la storia di una comunità, quella del nostro territorio, in particolare del territorio a sud della provincia di Ancona, dei migranti che i primi del '900 andavano in America, nel Sud America, e che attorno alla fisarmonica costruivano una comunità, ritrovandosi a suonare insieme gli organetti o la fisarmonica nei nuovi continenti dove si erano trasferiti. Abbiamo anche traccia di queste storie nel Museo di Ellis Island che è il museo dell'immigrazione a New York, ci sono delle bellissime foto di migranti italiani che suonano le fisarmoniche di Soprani, di Scandalli e delle fisarmoniche dei primi decenni del '900.
Credo che questo strumento abbia testimoniato un pezzo di Marche che si è trasferito in altri continenti, al contempo è anche una storia economica molto importante quella del distretto delle valli dell'Aspio e del Musone, che nato come distretto di fisarmonica e di strumenti musicali, come ricordava bene il Consigliere Urbinati, quando ha vissuto una crisi settoriale si è poi saputo trasformare in un distretto plurisettoriale grazie alla grande capacità, alla manualità di quegli artigiani che lavoravano contemporaneamente ferro, legno, acciaio, plastica e che hanno favorito la nascita in quel territorio di aziende specializzate nella lavorazione dei metalli e della plastica.
Credo che sia veramente una bellissima storia marchigiana che è opportuno valorizzare.
Ringrazio chi ha promosso questa iniziativa, ringrazio i relatori, la Commissione che se ne è occupata.
Proprio qualche giorno fa è stata inaugurata a Camerano l'esposizione della Farfisa, sebbene Castelfidardo sia la patria della fisarmonica ed abbia un museo molto importante ed abbia una grande tradizione, Camerano aveva questa grande azienda che in alcuni periodi degli ultimi decenni ha occupato più di 2.000 dipendenti, quindi credo che anche quell'esposizione sia particolarmente importante ed interessante e potrà certamente trovare, anche grazie a questa legge, degli strumenti di finanziamento. Quindi mi pare una legge molto positiva.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Velocissimamente. Non posso non essere d'accordo su una proposta di legge di questo tipo perché, come si diceva, andiamo a valorizzare alcune nostre eccellenze, la nostra storia, la nostra identità, il nostro lavoro, la nostra cultura.
Credo che noi non abbiamo mezzi così belli per promuovere il nostro territorio se non attraverso le eccellenze culturali, credo che cultura e turismo siano un binomio imprescindibile e noi abbiamo questa grande possibilità di promuovere tutti i nostri territori attraverso la nostra cultura, attraverso la nostra storia, attraverso la nostra identità, quindi la legge va in questo senso.
Faccio una breve riflessione perché ogni legge pur bella che sia per poter essere applicata necessita di qualche risorsa, altrimenti facciamo soltanto un'emanazione di principi, di buone intenzioni che restano sulla carta. Occorrono delle risorse per poter sviluppare progettualità e qui mi sembra che questa legge all'articolo 2 di interventi ne enuncia tantissimi, dalla lettera a) alla lettera f) sono tantissimi gli interventi che possono essere finanziabili attraverso questa legge.
Allora dico, guardate, vediamo di fare il riordino di quello che abbiamo, sarò pesante? Non lo so. Le rievocazioni storiche, facciamo qualcosa, la stessa cosa, non chiedo leggi speciali, chiedo un atto amministrativo che dica quali sono le manifestazioni storiche di interesse nazionale che stanno all'interno della nostra cultura marchigiana, per capire quanti fondi occorrono per poterle sostenere.
Non possiamo andare a foglia di carciofo, una si, una no, una con una legge, una con un'altra legge. Benissimo questa legge meritevole di acclamazione, però mettiamo, Assessore, ordine anche su quell'altro settore perché altrimenti facciamo sempre la guerra di campanile: 5.000 euro a questa rievocazione storica, 7.500 euro a quell'altra, 10.000 euro a quell'altra ancora e non capiamo quali sono quelle effettivamente necessarie per promuovere la nostra identità e su cui puntare.
Credo che l'Assessorato debba fare una breve sintesi di quello che abbiamo per poter ogni volta andare a incidere positivamente su queste manifestazioni, dare il giusto risalto, dare le giuste risorse e vedere come valorizzarle.
Per me questo è soltanto uno spunto di riflessione perché sulla legge nulla quaestio, anzi ritengo che le risorse sono poche, ma intanto utilizziamo questi 25.000 euro nel modo migliore. Nella nostra provincia abbiamo delle fisorchestre incredibili che fanno educazione musicale con i ragazzini, però credo che anche l'altro aspetto sia meritevole di attenzione attraverso se non una legge, un atto amministrativo che dica esattamente quali sono quelle che vogliamo valorizzare in un modo e quali da valorizzare in un altro. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Grazie Presidente. Già sono state dette molte cose, credo che 1.000 euro per ogni capoverso oggettivamente siano molto pochi, quindi mi permetto di suggerire all'Assessore, penso al Museo dell'emigrazione, 100.000 euro per costituirlo, solo il museo, qui siamo a 1.000 euro, so che non c'erano altre possibilità, ma fare qualche scelta Assessore Pieroni, il metodo già in qualche maniera esiste, cioè usare questi 25.000 euro invece che per ogni singolo capoverso, ripeto, ne ho contati quasi 25, concentrarli su alcuni aspetti che mi permetto di segnalare.
Lo dico perché questo mondo lo conosco bene in quanto, il Consigliere Maggi ha citato tutti i Comuni a nord del Musone, ci stanno anche quelli a sud del Musone, Recanati, dove sembra sia proprio cominciato, poi sviluppatasi in quella valle. Nel Comune di Recanati abbiamo già un museo degli strumenti musicali che accoglie quelli antichi, la fisarmonica, l'organetto, che era una cosa particolare che già esisteva qui, sembra che la fisarmonica sia stata portata da fuori, ed anche gli strumenti nuovi, cioè tutte le nostre fabbriche fino alla Eko, che ha prodotto oltre che strumenti a tastiera anche le chitarre che ancora vengono fatte.
Mi concentrerei, Assessore, glielo segnalo, poi come Giunta fate come volete, l'articolo 2, comma 2, punto d) “la formazione di figure professionali altamente specializzate che …” credo che sia una delle cose più significative che possono essere messe in risalto. C'è stato un caso, recentemente è passato per la mia città il Ministro del lavoro e fra le tante cose che ha fatto ha visitato anche una di queste aziende artigiane, perché ancora c'è chi le fa con i metodi di un tempo. Penso che questo punto sia quello più interessante, forse il più nascosto perché è quello che da meno visibilità rispetto ai premi, ma i premi passano, le targhe, le targhette, le coppe passano, sono comunque importanti perché portano i ragazzi, portano un interesse artistico e musicale diretto, ma poter conservare la tradizione ha anche un riscontro significativo da un punto di vista economico.
L'altra cosa ovviamente è proprio sul Museo internazionale della fisarmonica, raccogliere, lo abbiamo visto nella recente esperienza fatta con il Museo dell'emigrazione, non costa perché qui se si è bravi si riesce a spendere solo per le strutture poi il resto arriva, tutto in donazione, magari con la classica targhetta che ricorda il donatore, ma qui occorre fare come abbiamo fatto in quell'occasione una sorta di bando invitando tutte le province delle Marche che hanno questi prodotti a consegnarli a questa costituenda istituzione.
Da questo punto di vista il plauso ed anche considerare quell'osservazione che fa il Consigliere Celani, quindi ho fatto bene a parlare dopo di lui, perché credo che potremmo tentare in questo senso una ricognizione. Certo se il settore avesse qualche soldo in più sarebbe tutto più semplice, ma non voglio togliere a qualcuno per dare ad altri, ma fare una verifica anche a distanza di anni ed avere il coraggio, rispetto a situazioni consolidate, che magari, per carità, hanno avuto il loro sviluppo, hanno avuto il loro volano, hanno avuto i loro 70.000 euro all'anno, poi magari i 70.000 euro all'anno non sono stati più necessari, mentre altri settori che potrebbero nascere …, ormai questo tipo di ragionamento nella conduzione amministrativa, Assessore Pieroni, toccherà farla perché siamo stati abituati per cinquant'anni, sessant'anni ad aggiungere nuove spese a quelle già esistenti, ma quando questo non è più possibile, quando la platea di coloro che devono essere serviti cresce e il cesto è sempre quello, è chiaro che per far spazio a qualcosa di nuovo bisogna un po' limare sull'esistente.
Fare questa ricognizione di tutte le cose simili a queste o che hanno già ricevuto e vedere dove, magari senza grandi sacrifici, si può incentivare questo ed anche altre iniziative del genere. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Pieroni.

Moreno PIERONI. Grazie Presidente. Intanto una premessa non formale ma sostanziale, quella di dire grazie alla Commissione, dal Presidente a tutti i Componenti, ai relatori sia di maggioranza che di minoranza, i Consiglieri Urbinati e Maggi, che hanno capito lo spirito e la volontà con cui l'amministrazione regionale voleva porre all'attenzione di questo Consiglio regionale un tema e un argomento che sicuramente è collegato alla storia delle Marche.
Lo avete detto tutti, la fisarmonica non è soltanto un semplice strumento musicale per noi marchigiani e per tante altre regioni e tanti altri cittadini, è lo strumento che i nostri nonni, i nostri bisnonni, avevano quando andavano all'estero. E' lo strumento che ha permesso in alcuni momenti storici, l'avete ricordato con grande attenzione, anche un grande sviluppo economico e sociale in alcuni territori. Avete ricordato la provincia di Ancona, i territori della vallata del Musone e del Potenza, ma io voglio ricordare anche la città di Mondolfo dove c'è stato e c'è un insediamento interessante dal punto di vista della fisarmonica.
Credo che questa sia stata la volontà dell'amministrazione regionale, della Giunta regionale, porre all'attenzione di questo Consiglio regionale il motivo perché noi diamo con una legge risalto a questo importante strumento che si è evoluto negli anni, che ha percorso la storia della marchigianità e che ancora oggi è uno strumento che crea una serie di spazi occupazionali.
Tutte le riflessioni che ci sono state sono giuste, a me ha fatto molto piacere che sia stato rimarcato l'impegno che abbiamo previsto nella legge per quello che riguarda la formazione, perché oggi voi tutti avete parlato con gli imprenditori, le aziende, i titolari che fanno fisarmoniche, il vero problema è che non c'è un ricambio. Ribadisco il grande valore della fisarmonica marchigiana e naturalmente italiana perché, dobbiamo dirlo, l'80% della produzione è fatto in alcune aree delle Marche, è così competitiva, è ancora così richiesta, perché se è vero, Consigliere Maggi, che anche la Cina è interessata, è anche vero che non riesce a creare una fisarmonica che abbia la grande qualità che le nostre hanno.
Abbiamo condiviso questa proposta di legge, che voteremo da qui a pochi minuti, dove al di là degli aspetti della promozione, al di là degli aspetti della valorizzazione del museo, di certi tipi gli eventi che ruotano intorno alla fisarmonica, abbiamo fortemente individuato l'aspetto della formazione e della valorizzazione delle figure intorno a questo contesto.
Sono contento che tutti i Consiglieri che sono intervenuti hanno detto che stimoleranno la Giunta regionale affinché questa legge possa avere anche uno sviluppo maggiore dal punto di vista economico, noi in questa fase abbiamo inserito 25.000 euro in quanto riteniamo che sia giusto, andando avanti nel confronto, il coinvolgimento dell'amministrazione comunale, il grande coinvolgimento degli attori principali che da questo punto di vista sono gli imprenditori e le aziende collegate alla fisarmonica, perché insieme a loro dobbiamo costruire il percorso sia dal punto di vista occupazionale, lavorativo, ma anche promozionale. Noi vogliamo impegnarci nel mondo per valorizzare sempre più questo nostro grande strumento che è la fisarmonica.
E' chiaro che in questo contesto, ritorno alle valutazioni fatte dal Consigliere Celani e riprese dal Consigliere Marconi, è anche giusta la riflessione, nel prossimo futuro dovremmo capire e vedere se esistono le condizioni per fare, non credo una legge, ma un atto amministrativo che individui, questo passaggio non sarà semplice, tutto quello che riteniamo abbia una rilevanza storica dal punto di vista culturale e turistico, in particolar modo le rievocazioni storiche di tutto il territorio marchigiano.
Di questo sono convinto, come Assessorato lavoreremo su questo settore, naturalmente in stretta collaborazione anche con la Commissione competente perché riteniamo che queste iniziative a più ampio raggio sono, più coinvolgono tutti i nostri territori e tutte le realtà della regione Marche.
Aggiungo un'altra valutazione, in questa legge era previsto, noi stiamo lavorando, proprio per dire che c'è grande sinergia, grande impegno per quello che riguarda la valorizzazione della fisarmonica, con l'Assessore Bravi perché sta predisponendo un progetto collegato all'alternanza scuola/lavoro dedicato proprio alla fisarmonica, se non sbaglio Assessore, con degli istituti professionali e le aziende.
Credo che questo sia il giusto modo di operare su un tema così importante, un argomento importante come la valorizzazione di questo grande e importante strumento che è la fisarmonica.

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 6. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 76. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Nomine

Elezione del Presidente e del Vice Presidente del Comitato Regionale per le Comunicazioni (Co.Re.Com.)
(articoli 2 e 3, commi 1 e 2, legge regionale 27 marzo 2001, n. 8 – legge regionale 17 dicembre 2012, n. 41) – voto limitato a uno

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la nomina del Presidente e del Vice Presidente del Comitato Regionale per le Comunicazioni (Co.Re.Com.). Voto limitato a uno.
Prima di votare voglio ringraziare e salutare il Presidente Colonnella che è in Aula, ringraziarlo per la sua attività in questi anni alla guida del Co.Re.Com. e salutarlo da parte di tutto il Consiglio regionale.
Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI, Grazie Presidente. A nome della maggioranza per l'elezione alla carica di Presidente, mi permetto di segnalare la candidatura del dott. Cesare Carnaroli, visti i curricula che sono stati presentati.

PRESIDENTE. Dopo i saluti doverosi al Presidente uscente Colonnella, ricordo che per l'elezione del Presidente e del Vicepresidente ciascun Consigliere può votare un solo nome, sono eletti Presidente e Vicepresidente, nell'ordine, i due candidati che hanno ricevuto il maggior numero di voti. A parità di voti si procederà al ballottaggio.
Ricordo inoltre che l'Assemblea legislativa nel votare tiene conto delle risultanze istruttorie contenute nel parere della I^ Commissione assembleare e dell'accertamento relativo alle cause di ineleggibilità , di incandidabilità e di inconferibilità dei candidati.
Ha la parola il Consigliere Carloni.

Mirco CARLONI. Propongo la candidatura di Campogiani Domenico.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Chiedo scusa, vorrei che, interpretando anche il sentimento di qualcun altro, visto che la minoranza presenta un nome abbastanza noto perché già facente parte del vecchio Co.Re.Com., la maggioranza ci dica entrambi i nomi.

PRESIDENTE. C'è un'altra votazione dopo, l'ordine dei lavori è questo.

Piero CELANI. Lo so che sono atti separati, però mi sembra che sono tutti finalizzati a raggiungere uno stesso obiettivo, cioè formare il Co.Re.Com., se è bontà vostra farci sapere il terzo nome in modo tale che possiamo capire come …
No, io non sono impaziente, noi il candidato ce l'abbiamo, però siccome potrei dare un contributo anche all'elezione degli altri due membri, se ci dite quali sono, altrimenti dovrei comportarmi diversamente, sapere se tutti i territori sono rappresentati o meno ...

PRESIDENTE. D'accordo, questo sta nella libertà dei Consiglieri dirli o meno. Ha la parola l'Assessore Cesetti.

Fabrizio CESETTI. La curiosità del Consigliere Celani non trova riscontro agli atti di questo punto all'ordine del giorno, noi qui votiamo per il Presidente ed il Vicepresidente. Punto! I nomi sono qua.
Il Consigliere Marconi è intervenuto, ha detto che per la Presidenza la maggioranza propone Carnaroli Cesare, questo è, la minoranza per la Vicepresidenza propone Campogiani Domenico, quando andremo a votare per il componente diremo chi noi indichiamo.
Mi sembra che sia una curiosità che non possa essere soddisfatta, è così …, ma assolutamente!

Piero CELANI. Diteci chiaramente come si comporrà questo organismo, che c'è di strano, ma mi sembra giusto, dopo vediamo.

PRESIDENTE. Prego distribuire le schede.

(Il Consigliere Segretario Rapa effettua la chiamata)

Comunico i risultati della votazione:

Votanti n. 28
Schede bianche n. 1
Schede nulle n. 2
Schede valide n. 25

Hanno ricevuti voti:
Cesare Carnaroli n. 16
Domenico Campogiani n. 7
Carlo Nunzio Sforza n. 2.

Proclamo eletti Presidente e Vice Presidente del Comitato regionale per le Comunicazioni (Co.Re.Com.) rispettivamente Cesare Carnaroli e Domenico Campogiani.

Elezione di 1 Componente del Comitato regionale per le Comunicazioni (Co.Re.Com.)
(articoli 2 e 3, commi 1 e 2, legge regionale 27 marzo 2001, n. 8 – legge regionale 17 dicembre 2012, n. 41) – voto limitato a uno

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'elezione di 1 Componente del Comitato Regionale per le Comunicazioni (Co.Re.Com.). Voto limitato a uno.
Anche per l’elezione del componente, ricordo che l'Assemblea legislativa nel votare tiene conto delle risultanze istruttorie contenute nel parere della I^ Commissione assembleare e dell'accertamento relativo alle cause di ineleggibilità, di incandidabilità e di inconferibilità dei candidati.
Ha la parola il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Consigliere Celani, a questo punto voglio soddisfare la sua curiosità, noi siamo ordinati, mi limito in questo caso, a nome della maggioranza, a proporre la candidatura di Emanuele Maffei.

PRESIDENTE. Prego distribuire le schede.

(Il Consigliere Segretario Rapa effettua la chiamata)

Comunico i risultati della votazione:

Votanti n. 28
Schede bianche n. 2
Schede nulle n. 2
Schede valide n. 24

Hanno ricevuti voti:
Emanuele Maffei n. 17
Laura Tosti Guerra n. 6
Carlo Nunzio Sforza n. 1

Proclamo eletto componente del Comitato regionale per le Comunicazioni (Co.Re.Com.) Emanuele Maffei.

Proposta di legge n. 70
ad iniziativa dei Consiglieri Volpini, Talè, Mastrovincenzo, Giancarli, Giacinti, Busilacchi, Traversini, Urbinati
“Modifica alla legge regionale 24 marzo 2015, n. 9 'Disposizioni in materia di prevenzione, diagnosi precoce e cura del diabete mellito'”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 70 dei Consiglieri Volpini, Talè, Mastrovincenzo, Giancarli, Giacinti, Busilacchi, Traversini, Urbinati.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Volpini.

Fabrizio VOLPINI. Grazie Presidente. Si tratta di un unico articolo che modifica l'articolo 8 della legge 9 del 2015, la legge istitutiva del Dipartimento di diabetologia dell'Asur, costituito da un comitato tecnico scientifico che era presieduto dal direttore dell'Ars (Agenzia regionale sanitaria).
Con questo unico articolo si cambia e si affida l'incarico di Presidente al Direttore dell'Unità operativa complessa malattie metaboliche e diabetologia centro ricerche metaboliche sul diabete e sugli alimenti dell'Inrca di Ancona.
La modifica del Direttore del comitato tecnico regionale.

PRESIDENTE. Ha la parola la relatrice di minoranza Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. Nella scorsa legislatura è stata adottata la legge regionale 9 del 2015 che nella prevenzione, nella diagnosi precoce e nella cura della patologia diabetica, vuole realizzare un modello di gestione integrata attraverso un sistema reticolare multicentrico, capace di mettere in rete le strutture specialistiche di diabetologia e di valorizzare sia la rete specialistica, sia gli attori dell'assistenza primaria.
Con questa proposta di legge si è modificato l'articolo 8 che disciplina il comitato tecnico scientifico regionale diabetologico che, come ha detto il relatore di maggioranza, non sarà presieduto come fino ad oggi dal direttore dell'Ars (Agenzia regionale sanitaria), quindi non più presieduto dal dott. Di Stanislao, ma non per demeriti o perché è intervenuto in audizione in Commissione dando il proprio contributo al fine di migliorare la proposta di legge che si è discussa prima in Aula, ma perché c'è la volontà, almeno in questo contesto, di far presiedere il comitato da chi operativamente è uno degli attori che agisce concretamente nell'ambito di tale malattia, e cioè il Direttore dell'Unità operativa complessa malattie metaboliche e diabetologia centro ricerche metaboliche sul diabete e sugli alimenti dell'Inrca di Ancona.
Il Movimento 5 stelle vota favorevolmente questa proposta di legge.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Volpini.

Fabrizio VOLPINI. Solo per sottolineare il fatto che il Dipartimento, che è stato istituito dalla legge 9 del 2015, purtroppo fa fatica a decollare per mancanza del responsabile perché quello nominato precedentemente è andato in pensione, per cui colgo l'occasione di questa modifica alla legge per fare un appello, non c'è il Presidente Ceriscioli in qualità di Assessore, che si avviino il prima possibile da parte dell'Asur le procedure concorsuali per rendere operativa, attraverso l'identificazione del responsabile del dipartimento, la legge stessa che altrimenti fa fatica a decollare nei suoi aspetti che ricordava prima la Consigliera Pergolesi.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. Approvata di conseguenza l'intera proposta di legge in quanto composta da un unico articolo.

Proposta di atto amministrativo n. 24
ad iniziativa della Giunta regionale
“Piano per le attività cinematografiche anno 2016. Legge regionale 31 marzo 2009, n. 7 articolo 3”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 24 della Giunta regionale.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Grazie Presidente. Questa proposta di atto amministrativo riguarda l'approvazione del piano annuale per le attività cinematografiche.
L'obiettivo della legge regionale n. 7 del 2009 è quello di sostenere il cinema e l'audiovisivo con la funzione di valorizzare la crescita culturale ed economica del territorio.
In particolar modo l'articolo 3 della legge 7 prevede che venga istituito un fondo per il cinema da programmare annualmente tramite questo piano, il piano annuale per le attività cinematografiche, che viene predisposto dalla Giunta e poi approvato, come stiamo facendo, dal Consiglio regionale.
Con deliberazione di Giunta regionale n. 701 del 2016 è stato previsto un contributo complessivo di 150.000 euro per finanziare il piano di cui 75.000 euro per l'annualità 2016 e 75.000 euro per l'annualità 2017.
Mi sembra innanzitutto che sia importante sottolineare il fatto che la Regione Marche quest'anno abbia deciso di finanziare questo piano che non era stato finanziato lo scorso anno per carenza di risorse, quindi mi sembra importante ribadire questa scelta politica dell'amministrazione attuale con la volontà di sostenere la cultura ed in particolare la cultura cinematografica.
Ricordo che lo scorso anno il finanziamento era stato di 70.000 euro mentre per quest'anno sono stati previsti 150.000 euro, più del doppio delle risorse, ed era stata finanziata solamente l'iniziativa della Mostra internazionale del nuovo cinema che corrispondeva ai criteri previsti dal Mibact.
Come ho detto il piano prevede che vengano individuate le priorità e le strategie dell'intervento regionale a sostegno del cinema e vengono individuati i criteri per l'attuazione degli interventi che andremo a prevedere.
In particolare vengono previste 4 misure in tutta Italia e devo sottolineare il fatto che la compartecipazione economica della Regione per le iniziative può essere al massimo del 50% rispetto agli importi previsti, cioè al costo delle varie iniziative.
Le 4 misure che la Regione intende sottolineare sono le seguenti: la prima è il sostegno alla circuitazione e programmazione del cinema di qualità, finanziando quei progetti presentati dai circuiti cinematografici a valenza interprovinciale, finalizzati alla valorizzazione della cultura cinematografica e formazione del pubblico, poi è previsto un sostegno a festival, rassegne e premi di carattere nazionale ed internazionale, il sostegno alla mostra internazionale del nuovo cinema e il sostegno alle attività delle sale cinematografiche; in particolar modo questo tipo di sostegno è stato suddiviso, una parte, cioè 57.000 euro su 62.000, viene destinata alle monosale, l'importanza di questa scelta sta nel fatto che rispetto alle multisale, le monosale sono quasi sempre ubicate in piccoli centri abitati, sostenere quindi quei piccoli cinema che ancora riescono a vivere penso che sia una scelta positiva.
Oltre alle piccole sale possono partecipare ai bandi anche quelle realtà che sono riconosciute come sale cinematografiche per il “cinema del se”.
La mostra internazionale del nuovo cinema, per la quale c'era un finanziamento di circa 60.000 euro, quest'anno è giunta alla 52^ edizione, ricordo che rientra tra quelle iniziative, la più grande dal punto di vista cinematografico che viene fatta nella nostra regione, che ha sicuramente una ricaduta di immagine importante per l'intero territorio regionale ed una ricaduta in termini occupazionali, turistici ed economici.
Mi sembra importante, lo ribadisco, il fatto che la Giunta abbia scelto di sostenere e di proporre il piano, cosa che è stata fatta fino al 2014, nel 2015 non ci siamo riusciti, l'impegno anche economico mi sembra importante perché rispetto ai 70.000 euro messi in bilancio nell'annualità 2015, per quest'anno si prevedono il doppio delle risorse, quindi 150.000 euro. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Grazie Presidente. Sarò sintetico, quindi leggo tranquillamente per non sforare, perché sono veramente allibito da questo piano cosiddetto piano del cinema.
Quando all'inizio del mandato arrivavano in I Commissione, alla quale io appartengo, e in Aula gli atti programmatici e le proposte di legge e gli atti amministrativi in genere, pensavo che la maggioranza, la Giunta tenesse linee generiche per poter poi agire a mano libera, quindi negli atti c'era un'assenza di contenuti pregnanti e di indirizzi precisi, invece dopo più di un anno di attività devo dire che si sta affiancando la convinzione che in alcuni casi i contenuti non sono pregnanti e gli indirizzi sono generici per mancanza di idee e competenze e per l'incapacità di sostenere una linea politica che porti a risultati concreti ed efficaci.
Questo piano cinematografico per il 2016 arriva in Aula per l'approvazione alla fine di settembre, mentre doveva essere presentato entro 60 giorni dall'entrata in vigore della legge finanziaria annuale, quindi fine febbraio-primi di marzo. Ma anche la legge finanziaria annuale è andata lunga, lungo è arrivato il piano cinematografico 2016, 3 mesi prima della fine dell'anno.
Credo sia un tantino azzardato chiamare piano per l'attività cinematografica questa specie di Bignami di tre pagine dove si parla dei tagli consistenti di risorse rispetto agli altri Paesi europei, di che cosa è stato fatto nel 2015, dato che il piano nel 2015 non è stato redatto, di come la Regione voglia sostenere il cinema di qualità
Alla fine, nello specchietto finale, si scopre che il contributo per sostenere le sorti del cinema di qualità nelle Marche è di 75.000 euro nel 2016 e 75.000 euro nel 2017, di cui 60.000 sono destinati alla Mostra del nuovo cinema di Pesaro, 62.000 a sostegno delle monosale e multisale, mentre le briciole sono destinate ad organizzare festival e rassegne, valorizzare la cultura cinematografica e la formazione del pubblico per il 2016/2017. In queste briciole c'è anche il premio Libero Bizzarri che è un notissimo documentarista di San Benedetto, un premio che ha una certa rilevanza e consistenza.
Tutto questo piano, questo Bignami del piano cinematografico avviene in un momento in cui il digitale e l'hardware hanno ampliato a dismisura le possibilità di una platea sempre più vasta, di produrre per informare, intrattenere, divulgare cultura.
Ho chiesto al Presidente e a tutta la I Commissione che si faccia carico di sapere quanto costa l'operatività della struttura cinema all'interno di Marche Cultura per capire quante risorse vengono impegnate in una struttura che ha il compito di mettere a punto un piano da 75.000 euro.
Per i dubbi e le perplessità che ho espresso su questo “piano del cinema” annuncio il voto contrario è quasi sdegnato del Movimento 5 Stelle.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Faccio l'intervento e la dichiarazioni di voto congiuntamente. Dico che voterò a favore di questo piano, però in maniera molto critica, immagino che se questo piano non passasse si bloccherebbero questi processi di finanziamenti e chi li deve ricevere e li aspetta andrebbe ancora di più in sofferenza.
La tempistica e le risorse messe in questo piano, così esigue, dimostrano quanto poco reale interesse ci sia verso questo settore; 10.000 euro per il sostegno al cinema di qualità, 18.000 euro per il sostegno a festival, rassegne e premi di carattere nazionale ed internazionale, e via dicendo.
Stiamo dando proprio le briciole, parliamo ovviamente di tutte le Marche, ripeto, anche la tempistica con cui è stato presentato questo piano dimostra, a mio avviso, che questo settore è molto trascurato.
Per cui con l'amaro nel cuore, perché avrei voluto veramente vedere un impegno diverso da parte della Regione verso queste tematiche, voterò a favore perché immagino che in questo modo chi deve ricevere questi soldi li potrà ricevere.

PRESIDENTE. Rispetto a questo atto è stato presentato un ordine del giorno a firma dei Consiglieri Malaigia, Leonardi, Celani, Zaffiri, Marcozzi e Zura Puntaroni.
Ha la parola, per l’illustrazione, la Consigliere Malaigia.

Marzia MALAIGIA. Ho presentato insieme ad altri Consiglieri di minoranza quest'ordine del giorno per sopperire a una lacuna che mi è sembrata evidente in questo atto amministrativo.
Quali attività cinematografiche questa Giunta regionale intende sostenere se di vere e proprie attività cinematografiche in questo documento non esiste nemmeno l'ombra? Difatti a differenza dell'ultimo piano dell'attività cinematografiche deliberato, quello di due anni fa, qui si assiste a interventi di esercizio cinematografico, ma non di sostegno alla realizzazione di opere cinematografiche o fiction sul territorio marchigiano.
Posso anche immaginare la risposta che l'Assessore competente potrebbe darmi: “Ma queste attività le finanzieremo con la legge istitutiva della Fondazione Marche Cinema Multimedia”, peccato però che gli stanziamenti relativi rientrano in una più ampia riorganizzazione della medesima Fondazione che con l'Unione di Marche Cultura e Fondazione Cinema Multimedia vede accorpate numerose funzioni e tipologie di gestione, delle quali le attività di produzione e la gestione di Film Commission risultano soltanto una parte, senza contare il funzionamento della struttura della Fondazione.
Questa Giunta regionale, che per la prima volta delibera un piano per le attività cinematografiche, per le attività cinematografiche vere e proprie non stanzia un centesimo. Ben vengano ovviamente i fondi destinati al sostegno di festival, rassegne e attività di sale cinematografiche, ma i film chi li fa?
A questo punto vorrei ricordare, ci siamo forse ben presto dimenticati, che c'è stato un terremoto che ha fatto scappare turisti e visitatori di vario tipo da una zona molto vasta della nostra regione, quindi, proprio adesso che occorre una promozione massiccia su tutti i fronti per mostrare immagini e bellezze, oltre che dare una visione della sicurezza della nostra regione, la Giunta cosa fa? Non stanzia un euro per la produzione del cinema in un piano per le attività cinematografiche.
Vorrei leggere qui le richieste fatte alla Giunta: si impegna la Giunta a prevedere un'adeguata misura di sostegno alle attività di produzione e promozione cinetelevisiva nelle Marche; a fornire una compartecipazione finanziaria al fine di poter far svolgere a Film Commission le sue attività, nella fattispecie la creazione e gestione delle condizioni per attrarre nelle Marche produzioni cinetelevisive nazionali e straniere; soprattutto a favorire nei bandi quelle produzioni che impieghino soggetti locali, maestranze, attori, comparse e quant'altro utile nella produzione di un'opera, di un film; a prevedere in sede di assestamento di bilancio una variazione del bilancio di previsione del 2016 con una cifra pari almeno a 70.000 euro.
Per quanto riguarda la riorganizzazione della Fondazione Marche Cinema Multimedia sono stati previsti nell'ambito dell'approvazione della legge di stabilità regionale 2016 320.000 euro, ma sono per il funzionamento della Fondazione stessa. Con la riorganizzazione, e lo ribadisco con forza ancora, si è verificato anche un allargamento di competenze gestionali che costringono la Fondazione medesima ad utilizzare i 320.000 euro per le numerose attività e queste attività detraggono per forza di cose risorse alla valorizzazione ed alla promozione del cinema e delle fiction da realizzarsi sul territorio marchigiano. Quindi queste risorse non vengono nemmeno compensate con questo atto amministrativo.
Vedere ridotte risorse che permetterebbero di promuovere adeguatamente le Marche e di far lavorare ditte locali, attori e comparse oltre che innescare un relativo indotto commerciale è quanto meno, direi, miope e controproducente.
Io mi fermerei qui perché siamo anche in tardo pomeriggio, abbiamo rinviato le mozioni, quindi non voglio …, però sta di fatto che quello che ho detto: rivalorizzare la nostra regione è cercare di sostenere produzioni cinematografiche vere e proprie. Grazie.

PRESIDENTE. Sulla proposta di ordine del giorno ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Questo ordine del giorno è a firma di tutti i Consiglieri di minoranza del centrodestra, viene presentato un attimo prima della votazione della legge e ne chiediamo, è ovvio, l’approvazione all'Aula. Perché? Perché deve o dovrebbe integrare la legge.
Se noi abbiamo un piano per le attività cinematografiche per il 2016 che va soltanto a pagare il costo della struttura, credo che dobbiamo riflettere - non so cosa succede al piano terra – e credo che dovremmo dare questo altro taglio. Questa cosa non è possibile.
Noi chiediamo di poter prendere questo provvedimento, che interessa la cultura, interessa la comunicazione, può interessare molti giovani marchigiani per intraprendere nuovi lavori, perché c'è un patrimonio nel nostro territorio. Noi vorremmo arricchire questa legge con questo ordine del giorno che se verrà approvato, è chiaro, impegna la Giunta a tener conto di questo problema, che per noi deve essere rivitalizzato, deve dare una linfa nuova e non può essere uno strumento che serve soltanto per tirare avanti una struttura che non riversa sul territorio contributi utili alla comunità.
Ci sembrava e ci sembra che questa legge sia carente e noi in quest'ottica cerchiamo di integrarla e se la maggioranza è favorevole a questo ordine del giorno è chiaro che diventa una proposta molto interessante. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Sarò breve perché è stato già detto abbastanza in merito a questo ordine del giorno.
Reputo però che sia importante valutarlo con attenzione perché il mondo della cinematografia può essere un veicolo, un volano anche per la nostra economia.
Si è parlato dell'importanza di mandare un messaggio all'esterno di quelle che sono le nostre terre, attraverso l'utilizzo delle Marche quali location per film o serie televisive o qualche altra tipologia di produzione cinematografica o televisiva, quindi invito la maggioranza a considerare - se c'è la necessità anche di fare una pausa - come è composto l'ordine del giorno ed eventualmente a valutare insieme se ci sono delle correzioni che possono essere fatte e che possono portare all’approvazione dell’ordine del giorno, invito a farlo perché credo che possa essere un impegno condiviso. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giacinti.

Francesco GIACINTI. Grazie Presidente. Fermo restando che nel tema della cultura, del cinema in particolare - anche nei confronti dei miei interessi personali, parlo a titolo personale in questo caso - sono molto aperto ad investire in queste attività, però nella Commissione, in cui abbiamo approvato Defr, è stato rilevato che il documento di economia e finanza regionale non conteneva una attenzione particolare in relazione al sisma del 24 agosto ed alle tematiche ad esso legate.
Ricordo che il Defr è stato redatto a giugno, è arrivato in Commissione ai primi di luglio, poi abbiamo impiegato un po' di tempo per altri lavori, dopo la pausa estiva è andato ieri all'approvazione, chiaramente non poteva contenere questo rilievo e questo aspetto che torna a bomba oggi. Una situazione di particolare gravità in cui versa una parte del territorio che è stato duramente colpito da questo evento naturale che ricordiamo ha comportato la perdita di tante vite umane, ma soprattutto lo strascico che deriva dalla ricostruzione di quei luoghi, di quelle attività, di quelle culture, di quelle storie, di quelle armonie familiari che conosciamo ed abbiamo visto bene.
In un contesto come questo noi oggi discutiamo un atto relativo ad una attività a sè stante che non ha nulla a che vedere con l'attività generale che può stare nei capitoli relativi alla cultura, mi dispiace che non ci sia l'Assessore Pieroni che poteva darci una mano in tal senso, però credo che il bilancio di previsione 2016/2018 avrà trattato l’argomento.
Questo è un ulteriore atto che va collocarsi specificamente in alcuni settori e capitoli ben precisi.
La proposta di ordine del giorno presentato dai Consiglieri di minoranza, con tutto il rispetto, molto impropriamente si va ad incrociare con i rigori del momento che ci impongono una attenzione particolare verso questi fatti che proprio ieri venivano rilevati come …
Mi scusi Consigliere Zaffiri, io non l’ho interrotta, voglio dire che credo che oggi non siamo nelle condizioni di ascoltare una richiesta di questo tipo, che in maniera così avulsa e fuori dal contesto generale, non tiene conto delle risorse a suo tempo stanziate, di questo atto ulteriore e degli atti formulati dalla Giunta nel documento per eccellenza di programmazione, che è appunto il bilancio. Penso che forse l'Assessore Cesetti a memoria ci può dare anche una mano, credo che l'attività culturale in generale e il cinema in particolare non è che non trova capienza alcuna per cui si impone oggi questa particolare attenzione, in un contesto, ripeto, evidenziato proprio ieri quando di discuteva del documento più strategico per eccellenza, il Documento di economia e finanza regionale, che prende le mosse dal Documento di economia e finanza nazionale, che dovrà essere rivisto alla luce, come abbiamo visto ieri in I Commissione, di eventuali, ma imminenti … basta leggere i giornali di questi giorni e siamo alle soglie, anzi in piene consultazioni per la rivisitazione del Defr che comporterà un aggiornamento del nostro Defr.
Considerando nell’insieme questo momento, questi elementi che si andranno ad aggiungere, non da ultimo l'approvazione del rendiconto che è un momento chiave alla luce del quale sarà rivisitato il Defr, credo che ci possa essere uno spazio per una analisi più compiuta, più cosciente perché obiettivamente dalle critiche di ieri per il fatto che l'intervento nei confronti della Protezione Civile non era ritenuto sufficientemente congruo, all'aprire oggi una possibilità di ulteriore stanziamento per le specifiche attività cinematografiche, che poi abbiano la priorità di attività, svolte con le compagnie, maestranze regionali, credo sia anche criticabile da un punto di vista di correttezza e di trasparenza a cui quest'Aula spesso e molto legittimamente si richiama.
Non posso che dare un parere negativo per quanto mi concerne su questo documento quanto meno oggi, in maniera così avulsa e sradicata da un contesto più generale che è quello riguardante l'intera attività.
Casomai si può andare nelle dovute sedi, mi riferisco alla Commissione, per poter ragionare in termini di maggiore compiutezza e con dati alla mano, perché io non mi sento di dire che gli stanziamenti appostati in bilancio per Marche Commission siano tutti e interamente legati al suo funzionamento e per nessuna attività, non credo che sia così, anche perché forse merita un esame più approfondito anche questo aspetto che qui non sono in grado certamente di fare.
Cari colleghi Consiglieri, abbiamo presente, richiamo il mio intervento che feci in sede di bilancio di qualche mese fa, la situazione che da un punto di vista finanziario gli enti locali in generale stanno vivendo e in particolare questa Regione dove le risorse libere, più disponibili, legate ad una discrezionalità sono passate nel giro di qualche esercizio da 400 milioni circa a 120/110 milioni? Abbiamo presente questo dato di fondo che andrebbe coniugato e declinato con tutte le attività alle quali giustamente questa Regione deve dare una risposta? A partire dal mondo del lavoro, dell'impresa, della scuola, delle povertà
Fare atti senza una programmazione e una visione più compiuta e generale mi ricorda quando il Titanic affondava e in un piano si continuava a ballare ed a suonare.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Volevo stare in silenzio perché l'ora è tarda e credo che si voglia chiudere, però sentito l'intervento del Consigliere Giacinti non posso esimermi da fare questa piccola considerazione.
Qui non sta cantando nessuno, qui stiamo affondando e basta, noi oggi approviamo un atto amministrativo con cui diamo 320.000 euro per il funzionamento di un ente e 150.000 euro per gli investimenti, quindi il funzionamento costa il 110%! (…) Certo, però quanto costa questa cosa? Quanto costa mantenere in piedi questo ente? Come non c'entra niente, però se non c'entra nulla diciamo 0, è inutile che mi si dica: “Si fa affidamento alla povertà, al terremoto, eccetera”. Allora se c'è il terremoto e ci sono le povertà, zero sono gli investimenti! Non ci si venga a dire questo! Perché dare 60.000 a Pesaro che ci sono sempre stati e continueranno ad esserci indipendentemente da questo ente, ci saranno sempre! Allora per quale motivo prendete a cappello questa cosa? Non è concepibile, non dobbiamo offendere l'intelligenza di chi sta qua dentro e soprattutto di chi sta sotto le tende, dicendo: “C'è il terremoto quindi non possiamo mettere fondi qua”. Non mettiamo nulla allora, votiamo per azzerare gli investimenti, come è stato fatto nel 2015, mi sembra di aver letto che nel 2015 non è stato finanziato ed anche quest'anno non lo finanzieremo. 150.000 euro li mettiamo per la Protezione Civile, o per i terremotati, o li diamo in beneficenza, ma non si venga a dire queste cose! Non è corretto fare questi ragionamenti, come se con 70.000 euro in più volessimo dare inizio alle danze, fare nuove strategie, fiction, e quant'altro. Nessuno ha detto questo.
Se il problema è questo, se dobbiamo stare con la cinghia stretta, stringiamola tutta fino all'ultimo buco, diciamo zero euro per quanto riguarda il 2016 dato che c'è questa contingenza molto forte, come nel 2015 che non ci sono stati fondi e non mi sembra che sia successo nulla. Nessuno si è strappato i capelli, non ci sono state fiction, non sono stati fatti documentari, non se ne è accorto nessuno, perché anche prima non se ne accorgeva nessuno, allora tanto vale farlo pure quest'anno.
Non diciamo queste cose perché è fuori luogo dirle.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Per quello che diceva il Presidente della I Commissione e per quanto ha detto ora il Consigliere Celani, ho domandato in I Commissione al Presidente - mi è stato detto che non c'entrava niente, come in effetti è, con il piano cinematografico - di sapere quale sia l'investimento dell'organico di Marche Cinema rispetto a quello che investe ed il Presidente mi ha assicurato che la Commissione al di fuori di questo atto amministrativo che viene discusso e approvato forse oggi, farà un'indagine per dire quali sono i costi e i benefici di questa struttura cinematografica all'interno di Marche Cultura.
Consigliere Celani le voglio dire che l'anno scorso non è stato fatto il piano, però i soldi sono stati stanziati lo stesso. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Probabilmente nell'atto che stiamo votando è stato fatto un elenco, un riassunto di quello che è stato fatto nel 2015, dove viene evidenziato che era stata finanziata la fondazione Marche Cinema Multimedia per 300.000 euro e 70.000 per quanto riguarda il piano annuale per le attività cinematografiche.
Quest'anno, in questo momento, stiamo votando il piano annuale per le attività cinematografiche che l'anno scorso prevedeva, quindi non le risorse per la Fondazione Marche Cinema Multimedia, 70.000 euro.
Nell’introduzione ho fatto gli elogi alla Giunta dicendo che nel 2015 aveva messo 70.000 euro, mentre nel 2016 siamo riusciti ad implementare le risorse nella direzione del cinema, quindi della promozione delle rassegne che vengono fatte nel territorio a livello cinematografico. Mi sembrava un aspetto positivo.
Dopodiché 5 minuti fa abbiamo votato la legge sulla fisarmonica mettendo 25.000 euro in maniera unanime, come una cosa importante di promozione della musica e della cultura musicale, penso che questa delibera vada nella stessa direzione, cioè va nella direzione di promuovere quelle attività culturali che l'anno scorso non sono state finanziate, quindi non c'entra niente Marche Cinema Multimedia, noi con questo atto amministrativo andiamo a finanziare quelle rassegne che vengono fatte nei territori, d'estate o nelle monosale cinematografiche dei paesi e delle città più piccole, che hanno bisogno anche di quei 2/3 mila euro e che prenderanno solo se parteciperanno al bando. Questa è l'importanza.
Siamo in ritardo è sicuro, questo è un problema vero, però ho chiesto di votare questo atto oggi perché la prossima settimana non è previsto il Consiglio e i servizi devono far partire i bandi, quindi mi sembrava importante accelerare il più possibile.
L'altra questione di cosa fa Marche Cinema Multimedia, quanti soldi prende la Fondazione. Il Consigliere Maggi ha detto che ha fatto la richiesta in Commissione, che è aperta a tutti, di verificare quanto costa la struttura e tutte le altre questioni. Il Presidente ha preso l'impegno e nelle prossime settimane convocheremo qualcuno, ma questa è un'altra cosa, questo atto dal mio punto di vista va votato all'unanimità.
Dopodiché se c'è qualche errore, per carità …, però l'ordine del giorno presentato dai Consiglieri di minoranza non è che non c'entra niente, c'entra, ma non è questo il momento, stiamo votando un'altra cosa.
L’ordine del giorno non è campato per aria o non tira fuori delle tematiche, ma abbiamo già detto che le affronteremo in Commissione, basta! Scusatemi se ho voluto fare … Ovviamente annuncio il voto favorevole del Partito Democratico.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Su questo ordine del giorno la dichiarazione di voto è ovvia: favorevole.
Credo che la maggioranza non abbia capito l'aspetto politico di questo ordine del giorno. Questo è il problema! L’ordine del giorno è solo un ordine del giorno, lo dice la parola stessa, siamo scemi? C'è più intelligenza da una parte rispetto all'altra? Questo personalmente dà fastidio perché state cercando di dire che noi sbagliamo. No! Questo ordine del giorno c'entra perché stiamo parlando di un problema che secondo noi viene visto a pezzi, un pezzo oggi ed un altro domani.
Quest'ordine del giorno è un impegno dell'Aula che va nel senso di dare, forse, un contributo per cercare di ragionare in termini diversi e più ampi. E’ vero che siamo alla corda, Presidente Giacinti, ma se siamo alla corda si cancellino queste delibere ed arrivederci!
Non possiamo stare alla corda parzialmente, questo è il problema politico! Stiamo alla corda parzialmente! Si deve andare avanti solo se ci sono i numeri. Vogliamo dare un contributo un po' più ampio, sbagliamo? No! Perché è un ordine del giorno e questo voto non vincola, ma questo voto è una proposta.
C’è un modo di affrontare queste cose del tipo: noi abbiamo i numeri, voi non avete niente, non potete portare nemmeno i contributi. Ma dov'è la politica, Consigliere Biancai? Ce l'avete solo voi nelle vostre tasche per dare altri 60.000 euro a chi fa la domanda per il prossimo anno per il cinema di Pesaro? No! Come no! Questa era una legge finanziata anche per altre attività, lo sapete perché era così, sono stati tagliati i finanziamenti, adesso ne metterete una parte rispetto alla somma prevista, sapete come si chiama? Marchetta!

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Non vorrei essere così polemico, però, ripeto, a me è dispiaciuto che questo ordine del giorno sia stato definito improprio e mi dispiace che il Presidente Giacinti abbia detto :“qui si canta mentre la nave affonda”, non è così! Non si fa politica in questo modo!
Dato che il Consigliere Biancani ha detto che ci sono difficoltà, che è giusto che le sale parrocchiali, le sale di periferia, vengano finanziate, l'ordine del giorno cosa dice? Auspica che se, ci sono altri fondi fino a 70.000, possano essere integrati a questo atto amministrativo per far si che queste sale vivano meglio.
Dopodiché cosa succede? L'Assessore Cesetti fra qualche mese viene qua e dice: “Ragazzi non c'è un euro, quindi non possiamo fare nulla” oppure “Ho trovato 10.000 euro andiamo a rimpinguare nell'assestamento questo atto amministrativo”. Non è niente di più, è un semplice invito.
Definirlo improprio, definirlo come fatto da chi non ha capito nulla e vuole sciupare dei fondi in momenti di difficoltà, francamente non è corretto.
Questo è il motivo per cui ci siamo un po' risentiti, non è questo il concetto, allora a questo punto togliamo tutto, poi in assestamento, se l'Assessore ci dirà che ci sono 200.000 euro disponibili, ce li metteremo.
Siamo tutti favorevoli a questa legge purché ci sia un vostro voto favorevole su questo ordine del giorno che non è nulla e guardate, per lo meno per quanto mi riguarda, dopo l'approvazione di un ordine del giorno, che potrebbe avere una valenza politica, nessuno ha intenzione di mettersi la medaglia al petto dicendo: “Abbiamo ottenuto questo”. Non è questa la politica, non è con un ordine del giorno che uno può andare alla stampa a dire e a sbandierare l'approvazione di un ordine del giorno che consente alla cinematografia regionale di sopravvivere. Non sta proprio nei miei pensieri, non mi appartiene questo modo di lavorare, è soltanto un contributo perché qualcosa funzioni meglio. Quindi sono favorevole all'ordine del giorno e favorevole alla legge. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Presidente, la dichiarazione di voto sul provvedimento è favorevole perché abbiamo appena approvato una legge per il museo ed il premio Castelfidardo legato alla fisarmonica ed abbiamo detto, votandola tutti, che queste cose vanno incentivate, accresciute e nel limite del possibile sostenute.
Il Festival del Cinema di Pesaro non è una marchetta di Pesaro, non è la “Festa del carciofo” che si fa in 10 località delle Marche, stiamo scegliendo un carciofo fra tutti, o una zucchina o un altro vegetale a scelta. Stiamo parlando di una delle rassegne più belle e più importanti che abbiamo nella nostra regione, ci metterei insieme lo Sferisterio e tante altre cose che si fanno, lo dico da maceratese, e non mi sento di sostenere in questo una marchetta.
E' vero sono pochi soldi, è vero anche quello che ha detto il Consigliere Maggi, apparentemente in contraddizione con altri esponenti della minoranza, che dice: “Abbiamo ormai un cinema digitale, un cinema che viaggia su altri strumenti che non sono le vecchie sale”.
Mi permetto di ricordare un iter parlamentare in Senato sulla legge relativa al cinema in cui ricordo che un audito, un certo Confalonieri, ci suggerì, penso da un punto di vista suo personale, estremamente competente, di sostenere due linee di finanziamento a livello nazionale, cancellare quello che andava avanti con la vecchia legge “Veltroni”, in cui si faceva il cosiddetto cinema di qualità, mi dispiace che sull'atto ancora venga nominato perché è una pretesa ideologica pazzesca definire qualcosa un cinema di qualità e altre cose cinema non di qualità. E’ una pretesa assurda questa da parte della politica, Consigliere Maggi le ho tolto un argomento, perché non può esserci un organo politico o tecnico-politico che decide questo è cinema di qualità, quello non lo è. Non credo, neanche per chi è legato all’argomento. Faccio riferimento ai 300.000 euro di finanziamento che questo Consiglio regionale ha deliberato 2 anni fa a favore del “Giovane favoloso” e questi 300.000 euro insieme ad altri milioni che sono stati trovati da privati, esattamente quasi 8 milioni, sono tornati tutti con gli incassi, era cinema di qualità, molto particolare, perché raccontare la storia di Giacomo Leopardi è un cosa difficile e particolare, però il film è riuscito.
Confalonieri cosa diceva? Finanziare magari in forma progressiva ridotta, i film che vanno, cioè lasciamo che l'ultimo grado di giudizio sia quello del pubblico, perché se il pubblico alla fine ha dato un giudizio positivo è giusto che quello sia premiato e non quello che ha il regista amico del Ministro o amico dell'Assessore. Primo.
Secondo argomento, quello delle piccole sale. Le piccole sale non sono un valore solo per il cinema, sono un valore per le piccole comunità che magari non hanno che quella, la vecchia sala parrocchiale, un vecchio cinema comunale, per potersi riunire, finita quella spesso finisce anche il luogo di aggregazione della comunità.
Preso atto di questo, a sostegno della proposta di ordine del giorno potrei anche dire che invece di 70.000 euro mettiamoci 150.000 euro, però il problema è un altro, come chiedeva prima il Consigliere Celani, è avere un quadro complessivo degli interventi a favore di musei, premi, in giro per le Marche. 230 Comuni ognuno ne ha uno, la stessa cosa vale qui, ho 5 leggi ferme in IV Commissione ed una in I che attendono di essere finanziate, allora fatemi una mozione per quelle lì, cioè finanziamo le nuove attività, perché quelle e non quell'altre? E' difficile poterlo dire, Consigliere Celani, e lo strumento che avete proposto è improprio perché non è vero che è nulla, perché se è nulla ritiratelo, il nulla si ritira, mentre è un provvedimento che noi andiamo a votare e nel momento dell’assestamento di bilancio ci direte: “Non ci sono i 75.000 euro che avete votato”, quindi entrate in contraddizione con voi stessi, non potete pensare che siamo così stupidi da non capire una cosa di questo genere!
Sono d'accordo con lei e con chi l'ha proposto, quando arriverà l'assestamento di bilancio insieme a tutti gli altri provvedimenti - leggi da finanziare che giacciono nelle Commissioni, legge su Castelfidardo e la fisarmonica a cui abbiamo dato solo 25.000 euro, ed abbiamo detto tutti che è troppo poco - insieme a tutte le altre cose, in un provvedimento che prende in considerazione l'intero bilancio e l'intera attività amministrativa regionale, a quel punto facciamo una valutazione se si devono dare 75.000 euro oppure no. No che da qui all'assestamento, questa si, marchetta su marchetta, metteremo insieme mozioni che al momento opportuno qualcuno presenterà come cambiali firmate.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Giacinti.

Francesco GIACINTI. Grazie Presidente. La mia dichiarazione di voto non può essere che favorevole all'atto amministrativo di cui il relatore Biancani ha dato enunciazione e un voto contrario a questo ordine del giorno per i motivi che ribadisco che sono stati disattesi nell'ambito della discussione o che è stato più comodo interpretare in un'altra maniera.
Io ho detto e ribadisco, ma l’ha fatto prima di me il Consigliere Marconi, il momento improvvido, per come viene calato nel contesto, all'indomani in cui si è notato legittimamente uno status relativo alla situazione sisma e impegni post sisma ai quali certamente non possiamo nasconderci.
Nessuno Consigliere Celani ha voluto sbeffeggiare le vittime del terremoto, ci mancherebbe pure questo! Non basta suonare e cantare ci mancherebbe pure sbeffeggiare le vittime! Sarebbe cosa ben diversa.
Ritornando al tema centrale potremmo, come era emerso dalle mie parole, in sede di assestamento o addirittura di redazione del bilancio del prossimo triennio 2017/2019, o assestamento del bilancio 2016/2018, fare una ricognizione che tenga conto di tutte le attività in campo culturale ed anche alla luce dell'impegno preso in Commissione con il Consigliere Maggi, vedere e rendersi conto se gli stanziamenti per la Fondazione Marche Cinema sono effettivamente tutti spendibili e spesi per l'attività di funzionamento, magari si potrebbe aprire pure qualche esame di congruità in merito a questo funzionamento, ma non apriamo queste parentesi, se no sono parentesi su parentesi, quanto meno rendersi conto se questa attività può essere svolta o no, così apoliticamente, in un contesto dove i contorni sono ben noti. Questo ho voluto richiamare, un contenuto di sobrietà e di attenzione, senza pregiudicare nessun altro intervento che potesse e possa andare in quella direzione.
Gli atti sono due atti distinti perché l'atto presentato dal Consigliere Biancani è un atto amministrativo che va a stanziare delle somme, la questione Fondazione Marche Cinema è un altro tema, che ha trovato allocazione nel bilancio 2016/2018.
Questo era il mio intervento e spero con tutto il cuore di sbagliarmi in maniera clamorosa per il fatto che i tempi che probabilmente arriveranno, ci costringeranno a scelte ben più difficili, nel senso che forse dovremmo individuare delle vere e proprie priorità. L'ho detto in un'altra occasione, lo ribadisco e lo ribadirò fino a che siederò in questa Assemblea, perché mi rendo conto del cambiamento epocale che c'è stato nella finanza pubblica e soprattutto dei grossi problemi che le nostre comunità hanno da affrontare e noi siamo stati scelti per dare una mano per risolverli.
In questo ambito mi auguro di sbagliarmi clamorosamente, altrimenti altro che cinema o canti e balli e fisarmoniche, spero veramente e vivamente di cuore di sbagliarmi clamorosamente, ribadisco questo avverbio. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, l'Assessore Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie Presidente. L'Assessore Pieroni si è dovuto assentare per impegno precedentemente assunto, forse lui poteva intervenire, ma è impossibilitato ed io lo faccio brevemente a nome della Giunta.
Non voglio ripetere quello che hanno detto i Consiglieri Biancani, Marconi, Giacinti, se non per ribadire un concetto molto semplice, una cosa è quell'atto amministrativo, altra cosa è la Fondazione Marche Cultura, rispetto alla quale si dice pure in questo atto che sono stati previsti 320.000 euro, se non ricordo male, nel bilancio triennale 2016/2018, quindi non nel 2016 sia chiaro, se non ricordo male perché vado a braccio, ma penso che sia così. E’ prevista tra l'altro per Marche Cultura la possibilità di risorse ulteriori per 140.000 euro, anche qui se non ricordo male, che possono derivare da economie vincolate, però questo è altro aspetto, che attiene al suo funzionamento, alle sue possibilità e via dicendo.
Nulla c’entra la programmazione di cui all'atto amministrativo che noi dobbiamo approvare.
Altro aspetto è, questo è giusto secondo me, quello che è stato posto con questo atto, è la vicenda di una Regione che è stata ahimè colpita dalla tragedia del terremoto. Questo è un ulteriore aspetto rispetto a questi due, separato, che non può essere mischiato. Né la vicenda, dal mio punto di vista, di una regione colpita dal terremoto, dalla necessità di un rilancio delle sue bellezze, delle sue opportunità, dei suoi paesaggi, dei suoi borghi con i necessari investimenti in questa direzione, non può essere liquidata con un atto che prevede uno stanziamento di 70.000 euro, mi sembra … Tra l'altro anche lo stesso Consigliere Celani che dice che è un atto di poca rilevanza.
Penso che queste vicende vadano tenute separate, ripeto, la questione del terremoto ha ferito oltre che gli uomini e le donne, i ragazzi, gli anziani, ci sono stati dei morti purtroppo nella nostra regione, ma ha ferito la regione anche nelle sue bellezze territoriali, lo dicevo prima, nei suoi borghi. E’ evidente che questo ci impone una riflessione ed un rilancio della nostra regione anche per quanto riguarda le attività culturali, per quanto riguarda il turismo ed anche per quanto riguarda le produzioni cinematografiche, ma penso che la vicenda del terremoto debba trovare il suo giusto approfondimento in quelli che saranno gli strumenti che noi dovremo andare ad adottare. Pensiamo alla prossima variazione di bilancio che faremo dopo l'approvazione del rendiconto, all'esito del giudizio di parificazione da parte della Corte dei Conti.
D'altra parte, Consigliere Celani, voi in questo atto cosa dite? Dite di prevedere lo stanziamento di 70.000 euro in sede di variazione di bilancio e allora perché approvare questo ordine del giorno oggi?
Quella è la sede in cui noi andremo a discutere dei temi da voi giustamente posti ai quali però non può essere data soluzione con uno stanziamento di 70.000 euro. Quello è il luogo, quello è il tempo per affrontare le questioni da voi poste, quella sarà la sede, l'assestamento ed il prossimo bilancio, la prossima legge di stabilità del prossimo triennio.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Proposta di ordine del giorno. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

PRESIDENTE. I Consiglieri abbandonano l’Aula.

(I Consiglieri di minoranza per protesta abbandonano l'Aula)

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Malaigia.

Marzia MALAIGIA. Chiedo la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILCCHI. Ovviamente tutte le forme di ostruzionismo sono ammesse, però vorrei dire alla Vicepresidente Malaigia che quando un componente dell'Ufficio di presidenza utilizza questa estrema forma di ostruzionismo, per interrompere i lavori dell'Aula il cui regolare svolgimento è garantito e l'Ufficio di presidenza è chiamato a sovraintendere, dovrebbe perlomeno lasciare gli scranni dell'Ufficio di presidenza e fare questo intervento come singolo Consigliere di opposizione, dal suo banco per rispetto dell'organo che rappresenta. Grazie.

PRESIDENTE. Verifica del numero legale.
Presenti (compresa la Vicepresidente) n. 16;
Assenti n. 17.
Il numero legale c'è. Passiamo alla votazione dell'atto.

Proposta di atto amministrativo n. 24. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 16,50.