Resoconto della seduta n.66 del 14/04/2022
SEDUTA N. 66 DEL 14 APRILE 2022

La seduta inizia alle ore 14,50

Presidenza del Presidente
Dino Latini

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la seduta n. 66 del 14 aprile 2022. Do per letto il processo verbale della seduta n. 65 del 5 aprile 2022, il quale, ove non vi siano opposizioni, si intende approvato ai sensi del comma 4 dell’articolo 53 del Regolamento Interno.
Richiamo, inoltre, ai sensi del comma 5 dello stesso articolo, l'attenzione di tutti i Consiglieri sulle comunicazioni distribuite con cui porto a conoscenza dell'Assemblea quanto espressamente previsto dal Regolamento Interno.
Alla luce dell’attività svolta dalla Conferenza dei Presidenti dei gruppi, pongo alla vostra attenzione l’anticipazione delle interrogazioni a risposta immediata (punto n. 4) e delle interrogazioni (punto n. 5), per un tempo limitato di 30 minuti, quindi chiedo che i punti 4 e 5 siano posti al numero 01, prima del punto 1.
E’ una proposta unanime della Conferenza dei Presidenti dei gruppi.
Anticipazione delle interrogazioni a risposta immediata e delle interrogazioni. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

PRESIDENTE. Porto ora alla vostra attenzione la proposta della Conferenza dei Presidenti di gruppo di fare la discussione congiunta delle proposte di atto amministrativo nn. 30 e 31. Quindi sia le relazioni che gli interventi saranno unici, verranno concesse deroghe per quanto riguarda sia le relazioni di maggioranza e di minoranza, che la replica. Gli interventi vengono spostati tutti in avanti di qualche minuto, fino a 20 minuti per i Consiglieri e 20/25 per i relatori, solo se necessario; ugualmente per quanto riguarda le dichiarazioni di voto.
Le votazioni finali saranno separate perché gli atti amministrativi sono due.
Anche in questo caso se qualcuno è contrario a questa proposta può chiedere di intervenire ed ha 3 minuti per il suo intervento. Non c’è nessuno.
Esame congiunto delle proposte di atto amministrativo nn. 30 e 31. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

PRESIDENTE. Infine per il punto n. 3, proposta di deliberazione n. 3, viene chiesto il rinvio al prossimo Consiglio regionale perché la relatrice di maggioranza è collegata da remoto per problemi di natura personale, autorizzati.
Anche in questo caso se qualcuno è contrario a questa proposta può chiedere la parola per intervenire. Nessuno chiede la parola.
Rinvio della proposta di deliberazione n. 3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Interrogazione n. 435 – a risposta immediata
ad iniziativa dei Consiglieri Casini, Cesetti, Mangialardi, Biancani, Bora, Carancini, Mastrovincenzo, Vitri
“Misure straordinarie ed urgenti per contrastare il caro energia”

Interrogazione n. 437 – a risposta immediata
ad iniziativa dei Consiglieri Vitri, Biancani, Mangialardi, Mastrovincenzo, Bora, Carancini, Cesetti, Casini
“Richiesta urgente di sostegno alle imprese colpite dal caro bollette”
(abbinate)
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 435 – a risposta immediata – dei Consiglieri Casini, Cesetti, Mangialardi, Biancani, Bora, Carancini, Mastrovincenzo, Vitri e l’interrogazione n. 437 – a risposta immediata – dei Consiglieri Vitri, Biancani, Mangialardi, Mastrovincenzo, Bora, Carancini, Cesetti, Casini, abbinate.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Carloni.

Mirco CARLONI. Rispetto all'oggetto delle interrogazioni non si può non riflettere sulle difficoltà incontrate da più di un decennio nella realizzazione di molte iniziative che avrebbero sicuramente prodotto una condizione migliore per la nostra Regione e probabilmente anche per il nostro Paese.
Le politiche generali in materia, in considerazione della necessaria attenzione alla salvaguardia ambientale, hanno finora avuto un impatto sul tema della sostenibilità energetica, ma il nostro impegno sarà fortemente rivolto verso lo sviluppo delle potenzialità di produzione energetica che sono ben presenti nel nostro territorio, ovviamente dando massima priorità alle fonti rinnovabili.
Ciò detto, ben consci delle problematiche che stanno incontrando le famiglie marchigiane, abbiamo attivato alcune valutazioni - anche in rapporto di compatibilità con le azioni di livello governativo - per individuare sia le possibilità in termini di spazi finanziari, sia in termini di legittimità delle azioni di sgravio ai cittadini e imprese, anche in termini di produzioni di energia.
Confermiamo quindi, e ringrazio gli interroganti, la nostra volontà di mettere in atto quanto è possibile per alleviare i costi e l’impatto dell’energia. In modo più specifico, abbiamo intenzione di individuare un bonus energia di 300 euro e vorremmo creare un fondo per sostenere gli aumenti dei costi, così per sostenere l’aumento della produzione da parte delle imprese che già vede, durante questo anno finanziario, un importante intervento. Per il prossimo abbiamo intenzione di potenziarlo ulteriormente, così come stiamo cercando, anche con altre tecnologie, come l’idrogeno, di partecipare in modo significativo al riparto dei contributi per l’idrogeno da parte del Recovery found. Ci siamo già candidati come “Hydrogen Valley” e abbiamo intenzione di ripotenziare nel bilancio di quest’anno un sostegno reale alle tante famiglie ed aziende colpite dagli aumenti, seppur è vero che nell’ultima riunione della Conferenza delle Regioni e in modo particolare nella riunione della Commissione sviluppo economico della Conferenza delle Regioni abbiamo segnatamente chiesto al Governo alcuni interventi, alcuni dei quali sono stati già introdotti nel decreto che è stato recentemente approvato. Quindi, al di là di quello che possiamo fare, come sapete, in particolare gli interroganti, con le risorse a disposizione di una Regione quello che siamo riusciti a fare anche di molto più significativo è che il Governo intervenisse con risorse molto significative, lo ha fatto sia con il credito d’imposta, come tra l’altro suggerivamo, che con altre misure dirette, soprattutto per l’aumento della bolletta per le famiglie.
La nostra intenzione, che ribadisco in questa sede, è di salvaguardare l’ambiente, potenziando il più possibile la sostenibilità energetica, sapendo che la nostra è una regione con un deficit molto alto tra ciò che consumiamo e ciò che produciamo. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, la Consigliera Casini.

Anna CASINI. Grazie, Presidente. Grazie, Assessore. Mi fa piacere che lei abbia riconosciuto, come è sotto gli occhi di tutti peraltro, la gravità della situazione e abbia condiviso l’idea che avevo previsto nella nostra interrogazione, del Partito Democratico, dell’emanazione di un bonus energia da 300 euro che possa già essere inserito in bolletta o addirittura direttamente nel conto corrente, come fa la Regione Lazio. Non so quale sia la modalità, ma è molto semplificata e immediata per le famiglie.
Per il resto è vero, il decreto 21 porta delle significative introduzioni soprattutto per lo sgravio e l’azzeramento delle aliquote per l’energia, sul costo delle bollette per il metano e per l’energia, questo è molto importante e significativo.
Molte proposte, tra cui anche quella relativa ai docenti nelle aree terremotate, è un emendamento proposto dal Partito Democratico, in particolare è stato accolto, quindi anche questo è stato previsto in questo decreto.
Penso che si stia lavorando da questo punto di vista bene a livello nazionale, mi fa piacere che lei abbia detto che ci sarà questo provvedimento per le famiglie marchigiane che va ad integrare quello che il Governo sta facendo, quindi la ringrazio per questa dichiarazione e per questa sensibilità.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, la Consigliera Vitri.

Micaela VITRI. Grazie, Presidente. Ringrazio anch’io l’Assessore Carloni.
Mi fa molto piacere che abbia accolto una delle nostre proposte, come il bonus energia da 300 euro, ma anche che abbia fatto riferimento all’appello che io continuo a lanciare dal 20 gennaio per un fondo anticrisi.
D’altra parte devo ammettere che c’è anche un po’ di delusione perché la risposta non ci dà certezze né tempi precisi, mentre a fine aprile avremmo già dovuto avere dei provvedimenti sul tavolo da poter mettere in campo ad uso e consumo delle famiglie e delle attività economiche.
Vorrei ricordarle che secondo i dati della Camera di commercio nel 2019 la spesa in bolletta delle piccole e medie imprese, forse l’Assessore lo sa già, ma glielo ricordo visto che non sta nemmeno ascoltando, era di quasi 900 milioni di euro, nel 2022 sarà esattamente il doppio, quindi si calcola che molte attività economiche saranno costrette a chiudere. In particolare oggi ho avuto notizia di diversi negozi e piccole e medie imprese che non hanno potuto sostenere nel mese di marzo le spese fisse per affitto e bollette, questo lo evidenzio per ricordarle che se la Regione fosse arrivata in tempo utile per poter provvedere con un fondo anticrisi, come chiedo dal 20 gennaio, probabilmente sarebbero ancora aperte.
Mi fa piacere che all’Assessore non interessi e vedo che continua a chiacchierare amabilmente con il Presidente, evidentemente non conosce bene lo stato in cui si trovano le nostre attività economiche ed i nostri negozi, ma vado avanti lo stesso.
Oggi ho saputo che molti chiuderanno nel prossimo mese, soprattutto dalla provincia di Pesaro Urbino, ho avuto alcuni dati allarmanti, una delle cause è il caro bollette. L’intervento della Regione avrebbe potuto permettere a queste attività di sopravvivere altri mesi perché lo scarica barile sul Governo non tiene più.
Il Governo ha garantito nel primo trimestre 2022 un fondo di 5,5 miliardi di euro, che purtroppo è servito a coprire solo in minima parte, circa il 6%, del caro bollette, ma la Regione ha competenze specifiche in tema di attività economiche, in particolare deve intervenire nelle fasi emergenziali, cosa che in questa emergenza sul caro bollette questa Giunta non ha fatto e ancora oggi, nonostante le rassicurazioni, non abbiamo i tempi per quanto riguarda gli interventi precisi.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Io invece non ringrazio l’Assessore Carloni, né mi ritengo soddisfatto della sua risposta e ancor di più mi accontento delle sue promesse.
L’Assessore Carloni, con cui ci conosciamo bene, ha costellato il suo intervento di “vedremo, faremo, vorremmo potenziare il bilancio quest’anno, quindi il prossimo”.
E’ un Carloni irriconoscibile, si è un po’ modificato nel look, con la barba, eccetera, ma è irriconoscibile, ricordo bene quando mi chiamava addirittura, giustamente, a casa, quale Assessore al bilancio per sollecitarmi iniziative a sostegno delle famiglie e delle imprese appena colpite dalla pandemia, non abbiamo fatto in tempo ad andare in lockdown la prima volta che l’ex Consigliere Carloni mi ha chiamato a casa ed ha fatto bene, ricordo che aveva il Covid. Oggi è irriconoscibile.
A due anni ed oltre dalla pandemia con tutte le sue conseguenze, con una guerra in corso, con una crisi energetica che è un ulteriore guerra, cose che l’Assessore Carloni dovrebbe sapere anche se fa finta di non ascoltarmi, le aziende energivore, e sono tante nella nostra regione, hanno già ridotto l’attività del 20% e si programma che la ridurranno di oltre il 60%, con tutte le conseguenze sull’occupazione. E lui viene qui a distanza di due anni dall’insediamento di questo Governo regionale a dire ancora vedremo e faremo nel prossimo bilancio.
Ad oggi non è stata ancora approntata la benché minima manovra economica a sostegno delle famiglie e delle imprese, non è stata neanche ripensata, ne parleremo dopo, la finalizzazione delle stesse risorse comunitarie che devono essere attualizzate ad un mondo che è cambiato. Viviamo in un’era geologica diversa e rispetto alle emergenze di oggi, con le famiglie che si vedono triplicare le bollette, le imprese quadruplicare le bollette, l’interruzione delle attività produttive, ci si viene a dire: “Vedremo, faremo, potenzieremo il bilancio”
Non ci avete fatto discutere il Defr e il bilancio perché erano chiusi ed oggi a distanza di due anni non avete presentato una manovra economica, non avete presentato un vero bilancio.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Carancini.

Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. Mi rivolgo all’Assessore Carloni, ma in realtà mi rivolgo anche al Presidente Acquaroli in quanto l’interrogazione non è estemporanea, casuale, è di un settore particolare, segna in maniera inequivocabile, Assessore Carloni e Presidente Acquaroli, la fotografia di un momento drammatico che sta vivendo questo Paese e che ovviamente vive anche la regione.
Ora, la risposta che lei dà Assessore Carloni è evanescente, non dice nulla, ma soprattutto segnala l’assenza di un prendersi cura, seppur limitatamente, di un tema caro ai nostri cittadini. E’ esattamente uguale alle delibere che avete approvato sugli interventi a sostegno economico delle imprese marchigiane colpite dalla crisi generata dalla guerra russo/ucraina, avete fatto una Conferenza stampa ed un comunicato in cui avete fatto riferimento a 15 milioni, che sono briciole. Non c’è uno straccio di documento, non c’è uno straccio di atto, ma cosa andate raccontando ai cittadini, dopo che vi lamentate con il Governo che mancano interventi di ristoro, dopo che andate a contestare il Governo centrale rispetto ai problemi delle imprese? Voi siete assolutamente a zero, uso un’espressione che ho letto stamattina, siete in grado con il vostro lessico, con il vostro silenzio, di disprezzare le situazioni drammatiche delle nostre famiglie.
L’Assessore Carloni avrebbe potuto dire almeno quale tipo di impostazione, di entità quantitativa pensavate di investire, ma le sue risposte dimostrano che non ci avete neppure pensato, non avete fatto una discussione, non raccontate quali ed eventuali problemi oggi sorgerebbero per la regione rispetto a questi finanziamenti.
Queste sono le vostre risposte, a voi non importa niente, questo lo posso capire, siete concentrati sui nuovi loghi delle Marche, lasciatemi dire: “Vergogniamoci di un nuovo logo per le Marche”, le mazzette dei colori, non so quanto avete speso, ma le Marche meritano una dignità diversa, non so chi ha pensato a quel logo, i cittadini e le imprese vi chiedono fatti concreti, non silenzi, non evanescenze.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Mangialardi.

Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Saluto il Presidente Acquaroli, l’Assessore, i colleghi tutti.
Il tema che giunge, grazie all’interrogazione a prima firma della Consigliera Casini ma sottoscritta dall’intero gruppo, è quasi un percorso indicato da questo gruppo assembleare fin dall’ottobre 2020 perché vi abbiamo richiamato più volte all’attenzione. Non l’abbiamo fatto dando seguito al 210, che vi spaventava tanto, ci avete anche detto che non sono state utilizzate tutte le risorse, che non era adeguato, ma erano cifre importanti messe a disposizione nella prima fase del Covid con una scelta politica adeguata, si è raschiato il barile per andare in sostegno delle nostre imprese e delle nostre famiglie e forse era stato un grande segnale.
Voi eravate chiamati a fare meglio, guardo le nostre interrogazioni, sollecitazioni, le ricordava prima la Consigliera Vitri, vi abbiamo sempre orientato, e che una Regione si faccia battere sul tempo da un decreto legge del Governo sembra quasi imbarazzante, in quanto voi avete il polso, state sempre dappertutto e avete contezza della difficoltà non solo delle aziende energivore, ma dei negozi che non riescono più a pagare gli affitti perché il caro bollette impedisce loro di farlo. Avete la piena consapevolezza di quello che sta accadendo, ma abbiamo bisogno dell’indicativo, caro Assessore. Qui occorrono certezze per le nostre imprese e le nostre famiglie, dovete trovare in bilancio risorse da mettere a disposizione in emergenza assoluta, anche in supplenza dei provvedimenti del Governo, non solo in supporto.
Quindi, la nostra insoddisfazione collettiva mi sembra legata anche al fatto che non ci avete ascoltato mai e lo fate oggi dicendo che avete reperito un po’ di risorse, ma forse quando arriveranno a tante piccole aziende non troveranno una concretizzazione dato che quelle aziende rischiano di non esserci più e di questo avete grande responsabilità

Interrogazione n. 439 – a risposta immediata
ad iniziativa del Consigliere Rossi
“Riscontro alla richiesta di misure urgenti a favore del settore brassicolo marchigiano”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 439 – a risposta immediata – del Consigliere Rossi.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Carloni.

Mirco CARLONI. Grazie, Presidente. Ringrazio l’interrogante per questa domanda sul settore brassicolo marchigiano.
La Giunta attraverso i responsabili del settore competente per le attività di valorizzazione e promozione, alla luce delle richieste avanzate durante l'incontro avvenuto a fine anno con i birrifici e alcuni Consiglieri regionali, ha avviato un confronto con le principali associazioni di birrifici regionali per illustrare alcune proposte per le attività da realizzare nel settore brassicolo nel corso del 2022.
Posto che la dotazione della legge regionale 6 del 2020 prevede per l'anno 2022 soltanto 30.000 euro per progetti di valorizzazione, abbiamo proposto di concentrare le iniziative su alcuni specifici obiettivi da sviluppare attraverso le associazioni nel corso dell'anno. In particolare è stato proposto, e in larga parte condiviso dalle associazioni contattate, un progetto che prevedesse la partecipazione ad eventi sul territorio regionale in modo da favorire la conoscenza delle birre artigianali e agricole in primis presso i consumatori della nostra regione.
La proposta prevede la partecipazione ad eventi già conosciuti ed avviati nel territorio regionale, dedicati ai birrifici: la partecipazione ad eventi di carattere regionale è considerata più efficace che la partecipazione ad eventi fieristici di carattere nazionale, che peraltro vengono finanziati con altre risorse, come spiegherò dopo.
Indicativamente si pensa di finanziare la partecipazione a 4 eventi dedicati alla birra già conosciuti nel territorio regionale con carattere "provinciale". Per ottimizzare le risorse la partecipazione agli eventi potrebbe essere organizzata da un'unica associazione, scelta dagli operatori del settore tra quelle presenti nel territorio regionale, con il ruolo di soggetto attuatore delle iniziative a favore di tutti i birrifici. Tra queste si ritiene di dare spazio anche ad un evento nella città di Ancona come indicato nell'interrogazione. Gli interventi saranno oggetto di uno specifico bando che sarà approvato nel corso delle prossime settimane, dopo l'approvazione del piano annuale, attualmente in corso di definizione.
Circa la partecipazione ad eventi e fiere di carattere nazionale ricordo che la Regione finanzia direttamente alcune fiere e altre ne cofinanzia per una quota complessiva del 50% della spesa, in collaborazione con la Camera di commercio. In questo caso la partecipazione delle imprese agli eventi viene promossa attraverso la pubblicazione sul sito della Camera di commercio Marche, dell'Azienda speciale LINFA e della Regione Marche. Anche per CIBUS, fiera citata nella interrogazione, è stata seguita la medesima procedura che è stata comunicata anche ai birrifici che hanno autorizzato la Camera di commercio. Purtroppo non risultano essere pervenute richieste di partecipazione a questa manifestazione da parte di alcun birrificio.
In merito alle iniziative sul territorio si ipotizza di introdurre, a seguito di verifica di legittimità in termini di concorrenza e degli aiuti di stato, criteri di ammissibilità o priorità per il finanziamento di iniziative che prevedano l'utilizzo di prodotti enogastronomici provenienti dalla Regione, inclusi birra artigianale ed agricola.
Circa iniziative equivalenti a quella “Dalla vigna alla tavola”, si sta verificando la disponibilità finanziaria.
Relativamente all'inserimento nel Regolamento regionale 4 novembre 2013 n. 6 della birra artigianale marchigiana tra gli alimenti obbligatori con particolare attenzione a quella agricola, si specifica che la questione sarà proposta per la modifica del citato regolamento, che ricordo prevede il parere della II^ Commissione, la cui procedura, peraltro, è di imminente avvio anche a seguito del necessario adeguamento alle recenti modifiche alla legge regionale 21/2011, ferma restando la necessità del preliminare confronto nell'ambito del tavolo strategico.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Rossi.

Giacomo ROSSI. Grazie, Assessore. Come ha detto nella prefazione, queste indicazioni sono emerse dall’incontro che abbiamo promosso ad Apecchio con diversi birrifici marchigiani e diverse associazioni del settore brassicolo, indicazioni che arrivano direttamente dagli addetti ai lavori.
Per quanto riguarda il primo punto, cioè gli aiuti per la partecipazione alle fiere, la richiesta che veniva dai componenti di maggioranza della II^ Commissione invitava a coprire una quota maggiore della partecipazione alle fiere suddette, proprio per dare una mano più tangibile ai nostri birrifici.
Per quanto riguarda l’imminente avvio della modifica del Regolamento regionale 4 novembre 2013, n. 6 articolo 5, comma 3, cioè l’inserimento della birra artigianale marchigiana tra gli alimenti obbligatori con particolare attenzione a quella agricola, colgo questo annuncio in maniera positiva, speriamo che possa essere portato avanti il prima possibile perché questa è solamente una piccola modifica che va in Commissione, ma che può aiutare in maniera fattiva questo settore importante anche in virtù dell’avvio della stagione estiva.
Questa accortezza genererebbe risorse fondamentali per i nostri birrifici, quindi ci auguriamo che questa modifica possa essere fatta perlomeno entro il mese di giugno per preparare anche gli agriturismi ad acquisire questo prodotto nelle proprie scorte.
Concludo evidenziando un punto che non è stato toccato e lo ribadisco, l’importanza di prevedere incentivi e facilitazioni affinché alle manifestazioni legate al territorio, come sagre e feste, vengano proposte birre artigianali marchigiane, piuttosto che marchi internazionali che non hanno legami con il territorio.
Questo punto non è stato toccato dall’Assessore, però sottolineo la sua importanza dato che vediamo tante fiere e tante sagre nel nostro territorio in cui purtroppo vengono acquistate birre commerciali o nemmeno proposte le alternative irre locali.
Per quanto riguarda l’iniziativa da copiare “Dalla vigna alla tavola” anche su questo ci aspettiamo che possa avvenire e per quanto riguarda la partecipazione ad eventi regionali, ben venga perché parimenti agli eventi nazionali, sono di importanza fondamentale per gli stessi birrifici, per farsi conoscere e per vendere la birra in questo momento in cui il settore, visto anche le chiusure del Covid, ha subito dei gravi nocumenti.
Ci aspettiamo, Assessore, che queste richieste possano essere fatte proprie dal nostro Assessorato quanto prima, in particolare il punto 2), quindi la necessità di inserire la birra artigianale marchigiana tra gli alimenti obbligatori con particolare attenzione a quella agricola e l’importanza di prevedere degli incentivi e delle facilitazioni a quelle manifestazioni del nostro territorio che vogliono consumare la nostra birra artigianale marchigiana. Grazie.

Interrogazione n. 344
ad iniziativa dei Consiglieri Bora, Mangialardi, Biancani, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri
“L.R. 19/2021 – Norme per la tutela, lo sviluppo e la promozione dell’artigianato marchigiano – Articolo 8 ‘Albo regionale delle imprese artigiane’ e articolo 27 ‘Norma finanziaria’”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 344 dei Consiglieri Bora, Mangialardi, Biancani, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Carloni.

Mirco CARLONI. Grazie, Presidente. In merito alla interrogazione 344 sull’Albo regionale voglio comunicare che il Dirigente della struttura regionale competente in materia di artigianato ha incontrato nel 2021 i rappresentanti della Camera di commercio delle Marche al fine di concordare, come previsto dalla legge 19/2021 che peraltro era una specifica richiesta della Consigliera Bora in Commissione, le modalità del passaggio delle funzioni di tenuta dell'Albo delle imprese artigiane alla Camera di commercio.
In tale occasione, i rappresentanti della Camera di Commercio delle Marche hanno rappresentato delle criticità del passaggio di funzioni evidenziando la carenza di personale camerale da riservare agli adempimenti connessi a questa nuova funzione affidata dalla legge regionale 19/1992, inoltre è stato evidenziato dagli stessi la necessità di una valutazione economica dell'impegno eventualmente necessario al fine dell'assunzione di nuovo personale.
Nella stessa occasione sono stati approfonditi alcuni aspetti tecnici in merito alla gestione degli archivi, alla gestione delle pratiche e alla responsabilità amministrativa dei procedimenti di iscrizione, modifica e cancellazione dall'albo.
A tal fine si è convenuto di costituire un apposito gruppo di lavoro, che dovrà dare indicazioni circa la fattibilità tecnica del passaggio di funzioni e una valutazione sui costi necessari.
La Camera di commercio delle Marche con propria nota del 21 dicembre 2021, ha chiesto, nelle more dell'attuazione dell'articolo 8, comma 4, della legge regionale 19/2021, di prorogare la convenzione stipulata tra la Regione Marche e la Camera di commercio in data 20 agosto 2019 e scaduta lo scorso 31 dicembre 2021 al fine di garantire una corretta ed efficace gestione informatica dell'Albo delle imprese artigiane. La proroga richiesta è a scadenza 31 dicembre 2022.
Tenuto conto che la suddetta convenzione è stata stipulata in base alla legge regionale 20/2003, legge poi abrogata, occorre provvedere alla stipulata di una nuova convenzione ai sensi dell'articolo 8, comma 8, della legge regionale 19/2021.
A tal fine è stata trasmessa alla Camera di commercio in data 4 febbraio 2022 la bozza di convenzione che verrà sottoposta all'approvazione della Giunta regionale non appena si avrà il riscontro da parte della stessa Camera.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Bora.

Manuela BORA. Grazie, Presidente. Come tutti quanti ricorderemo ciò che ha caratterizzato l’iter che ha portato all’approvazione, unanime, della legge 19/2021 è stato un proficuo atteggiamento di ascolto e confronto.
Unanimità, lo ricorderete bene e lo ricorderà anche il Presidente Putzu, basata in particolar modo sull’approvazione dell’emendamento del gruppo del Partito Democratico all’articolo 8, che prevede che le funzioni inerenti la tenuta dell’Albo regionale delle imprese artigiane venga svolta dalla Camera di commercio, come del resto avviene in quasi tutte le Regioni italiane, compresa la Regione Veneto, alla quale la Giunta regionale si è ampiamente ispirata per la predisposizione di questa legge; l’avete praticamente copiata tutta.
Il trasferimento di queste funzioni nasce dalla necessità di continuare nel percorso di semplificazione amministrativa di cui tanto vi riempite la bocca, laddove la Camera di Commercio è già titolare della tenuta del registro delle imprese standardizzato a livello nazionale.
Credo che una gestione unica e unitaria possa rappresentare un importante passo verso la semplificazione in quanto un accorpamento di fasi, che vanno dall’iscrizione, alle modifiche, alle cancellazioni, ridurrebbe sensibilmente gli inevitabili tempi di attesa che intercorrono tra una fase e l’altra con evidente vantaggio per le imprese che vedrebbero le loro istanze evase in tempi più brevi e che operando verso il registro delle imprese avranno la possibilità di aggiornare contestualmente anche le informazioni artigiane affinché si possa procedere a quanto previsto all’articolo 8.
E’ necessario ovviamente stipulare una apposita convenzione tra la Regione Marche e la Camera di commercio.
Il termine, questo è l’impegno che si è preso anche lei, Assessore, per la stipula della convenzione era fissato in 8 mesi dalla data di approvazione della legge, ovvero il 2 aprile. Lei, che ha fatto per due legislature il Consigliere regionale, dovrebbe sapere quasi meglio di me che certamente delle criticità c’erano, ma lei adesso fa l’Assessore, non è più Consigliere d’opposizione, quindi, dovrebbe anche sapere come risolvere questi problemi. Non è accettabile che oggi si scopra l’acqua calda e si dica: “C’erano delle criticità”, quando tutti quanti noi ci siamo presi un impegno nell’approvare all’unanimità quella legge. C’era un impegno che era stato preso non solo con il Partito Democratico, ma anche con le imprese che meritano finalmente di poter attuare questa semplificazione.
Quindi, il mio parere non può che essere di grande insoddisfazione anche rispetto alla copertura finanziaria. Quel giochetto che avete fatto di spostarlo da un anno all’altro già dimostrava che eravate consapevoli che non sareste stati in grado di risolvere questo problema.
Torneremo sul pezzo, avete altri mesi, vedremo se riuscirete a rispettare la vostra parola entro la fine di questo anno. Grazie.

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. Passiamo, per il tempo che ci siamo concessi, all’ultima interrogazione. Per correttezza, essendo assente la Consigliera Ruggeri, direi di fare l’interrogazione n. 404
Ha la parola il Consigliere Mangialardi.

Maurizio MANGIALARDI. Non vorrei aver capito male, ma non vedo più l’Assessore Carloni in Aula, lei ci ha detto che dovevamo chiudere le interrogazioni perché l’Assessore aveva assunto un impegno inderogabile con Terna.
Penso che, lo dico con rispetto dell’Aula, delle imprese e dei cittadini che stanno al di fuori, tra qualche minuto discuteremo due proposte di atto amministrativo, la n. 30 e la n. 31 (punti 3 e 4), con le quali parleremo di oltre un miliardo ed interessa la delega dell’Assessore Carloni e non è pensabile, visto che abbiamo spostato e riorganizzato i lavori dell’Aula in funzione delle necessità e delle presenze al Vinitaly dell’intera Giunta…, non c’è Terna che tenga, quindi occorre che l’Assessore torni qui, ci ascolti, si metta nelle condizioni di ricevere i nostri contributi e quelli dell’intera Assise. Lo dico anche per voi, non è un problema di parte, non è pensabile che all’esame di uno degli atti più importanti di programmazione, che ci apprestiamo a fare, non ci sia il Presidente, ma soprattutto non ci sia l’Assessore competente.
Terna può aspettare, il potenziamento della nostra rete può essere delegato all’Assessore Aguzzi, che forse è anche oggettivamente più competente, trovate una modalità, ma l’Assessore Carloni deve essere in Aula, non vorremmo fare polemica perché qui non si tratta di polemica, si tratta di rispetto per le nostre imprese.

Interrogazione n. 404
ad iniziativa dei Consiglieri Mastrovincenzo, Bora, Mangialardi, Biancani, Carancini, Casini, Cesetti, Vitri
“Incidente alla Raffineria API di Falconara Marittima”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno prevede l’interrogazione n. 404 dei Consiglieri Mastrovincenzo, Bora, Mangialardi, Biancani, Carancini, Casini, Cesetti, Vitri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Aguzzi.

Stefano AGUZZI. Seguo i punti che mi sono stati posti: “Dopo l’incidente che si è verificato alla Raffineria qualche tempo fa, quali azioni si intendono porre in essere per garantire la tutela dell’ambiente e la tutela della salute”.
Intanto ci tengo a dire che per la tipologia di impiantistica l’autorità competente, intesa come pubblica amministrazione a cui compete il rilascio delle varie autorizzazioni integrate/ambientali che autorizza quell’esercizio, in questo caso la raffineria Api, è il Ministero della transizione ecologica, ex Ministero dell’ambiente, non della Regione Marche.
La struttura regionale comunque partecipa ovviamente al gruppo di lavoro istruttore del quale fanno parte anche la Provincia di Ancona e le rappresentanze del Comune di Falconara Marittima, quindi, siamo parte integrante, ma non è nostra responsabilità il fattore autorizzativo e il controllo su queste situazioni.
Nel merito della tematica degli eventuali incidenti, in questo caso il gestore, quindi chi è titolare delle autorizzazioni, è tenuto a comunicare nell’immediatezza e nel minor tempo possibile alle istituzioni (Regione, Comune, Provincia, Arpam, Asur, Vigili del Fuoco, eccetera) quanto avviene e quanto è avvenuto.
Con riferimento all’evento incidentale occorso in data 24 febbraio 2022, la Regione l’ha appreso dal Comune con nota del 25 febbraio 2022, quindi ufficialmente il giorno successivo. E’ chiaro che noi siamo stati allertati già da prima informalmente, però la lettera è arrivata il giorno successivo ed è stato conseguentemente richiesto all’Arpam di fornire tutti i risultati dell’indagine eseguita dalla stessa Agenzia, che ha riscontrato tutto questo con nota n. 242653 dell’1 marzo 2022, definendo non grave la successione degli eventi. Non ci sono stati riscontri di particolari gravità, se non da essere attenzionati.
Con nota assunta al protocollo il 3 marzo 2022, il gestore ha trasmesso il rapporto dell’evento incidentale, quindi, come vedete, informalmente sapevamo tutto e l’Arpam era già stata allertata e ci aveva riportato i dati. Il gestore ci ha riscontrato il tutto con nota del 3 marzo, quindi con qualche giorno di ritardo, ufficialmente, ma questo non vuol dire che non avesse prima allertato tutta la filiera di chi poi doveva controllare. Vi riporto qui le date ufficiali, quelle riscontrabili con lettera.
L’attività di indagine ambientale dell’Arpam si è conclusa con la trasmissione del 14 marzo 2023 da parte della stessa dei rapporti di prova dei campioni di aria prelevati dalle sei postazioni della rete Odor.Net, da cui si riscontra ulteriormente nulla di troppo grave rispetto a quanto avvenuto.
Pertanto per il caso incidentale specifico gli uffici regionali, sia nell’ambito della partecipazione e procedimenti autorizzativi, sia a seguito delle condizioni emergenziali determinate a seguito dell’incidente, per quanto di competenza, hanno posto in essere tutte le condotte e le azioni necessarie per garantire la tutela dell’ambiente e la salvaguardia della salute.
Il punto 2) è: “se è stato mai convocato il tavolo fra i vari soggetti istituzionali”. Un tavolo, precedente al mio insediamento in qualità di Assessore, risale al 7 maggio 2020, successivamente l’ho convocato il 7 maggio 2021, pochi mesi dopo il mio insediamento, ed abbiamo valutato una serie di situazioni tra cui l’autorizzazione integrata ambientale, i vari procedimenti che erano in corso, il decreto di autorizzazione integrata ambientale, eccetera.
Un ulteriore tavolo è stato da me convocato il 25 marzo 2022 nel quale si è affrontata la presentazione dei dati relativi al monitoraggio … dalla prescrizione 63 dell’autorizzazione integrata ambientale, si è parlato ovviamente dell’incidente del 24 febbraio 2022 e in più si è affrontata la situazione dell’indagine epidemiologica del 2018 richiesta dal Sindaco di Falconara, poi su questo ci torno nel quarto punto.
Per quel che riguarda il punto 3): “se si è verificata l’adeguatezza del Piano di emergenza esistente a tutela dei lavoratori e dei cittadini, si è verificata ed in base alle mie informazioni tutto è andato secondo normativa, però faccio presente che non è una competenza della Regione, ma della Prefettura che dà corso a questo Piano, sia per quel che riguarda la predisposizione che il controllo.
Passiamo all’ultimo punto, il numero 4): “se abbiamo, come Regione, intenzione di sollecitare la società a presentare un Piano di riconversione del sito verso attività ambientalmente sostenibili”. Noi abbiamo ovviamente fatto quanto è nelle nostre peculiarità, nel senso che abbiamo fatto sì che fossero garantite tutte le misure di carattere ambientale e sanitario previste dalle normative per quel che riguarda, ad esempio, la prescrizione 63, sulla ricaduta delle polveri e l’indagine sul territorio.
Ci tengo anche a dire che rispetto all’indagine epidemiologica, che è stata richiesta dal Comune di Falconara già nel 2018, nella riunione del gruppo di lavoro del 25 marzo 2022 ho chiesto al Sindaco di Falconara di istituire a suo nome, direttamente, il tavolo di lavoro, su questo ed è stato ufficialmente incaricato, con sua soddisfazione, a procedere con tutte le autorità competenti che dovrebbero farne parte. Quindi, rispetto al fatto se abbiamo o meno sollecitato i gestori a portare ad un cambio di attività in quei luoghi, non mi sono messo a tavolino con la società che gestisce Api per chiedere se intende chiudere la raffineria o fare qualcos’altro. Devo dire la verità, non ho affrontato con questo spirito questo tipo di attività, se pensiamo che possa essere utile e possibile, è una alternativa che potrebbe essere intrapresa. Se vi devo dire che ho intavolato un tavolo di quel genere, vi dico di no perché non ho portato avanti una iniziativa di quel genere da quando sono Assessore.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Mastrovincenzo.

Antonio MASTROVINCENZO. Grazie, Assessore, per la risposta. Come ho sottolineato insieme al gruppo nell’interrogazione, ritengo che quello di giovedì 24 febbraio di quest’anno all’Api sia stato l’ennesimo episodio grave, come quelli che si sono verificati negli ultimi anni in quel sito. Ancora una volta si è messa in pericolo l’incolumità degli operai e la sicurezza dei cittadini, tra l’altro abbiamo assistito allo sconcertante rimpallo di responsabilità tra l’Api e il Comune di Falconara sulla tempistica delle comunicazioni e sappiamo tutti che la Procura di Ancona ha aperto un fascicolo di indagine su quanto accaduto il 24 febbraio.
Rispetto a quanto detto dall’Assessore sul primo punto, credo che non sia giustificabile il ritardo del Comune di Falconara nel segnalare il giorno successivo alla Regione quanto accaduto, non sottovaluterei le parole dell’Assessore, che evidentemente gli sono state riportate dagli organi competenti, definendo l’accaduto non grave. Secondo me ogni episodio di quella fattispecie, che si verifica in una raffineria, in un complesso così difficile poi da gestire in caso di emergenza, è di per sé un fatto grave.
Con la seconda domanda chiedevamo se era stato mai convocato il tavolo. Sì, nella precedente legislatura il tavolo era stato creato sulla base di una mozione che avevamo approvato all’unanimità, che mi vedeva primo firmatario, che chiedeva l’istituzione di quel tavolo, quindi, mi auguro che sia lo stesso tavolo a cui faceva riferimento quella mozione, che comprendeva tutti i soggetti istituzionalmente preposti e coinvolti sul tema della raffineria Api ed auspico che sia convocato con la dovuta costanza.
L’Assessore ha fatto riferimento ad una comunicazione molto tardiva da parte della raffineria. Se il Comune ha fatto le comunicazioni il giorno successivo, la raffineria addirittura le ha fatte 7/8 giorni dopo, un comportamento assolutamente censurabile.
Chiudo sull’ultimo aspetto, la domanda era se si aveva intenzione di sollecitare la proprietà a presentare un Piano di riconversione del sito verso attività ambientalmente sostenibili, questo è uno degli aspetti che avevamo evidenziato in quella mozione approvata, ripeto, all’unanimità, con la quale si chiedeva l’impegno della Giunta – era più o meno la fine della scorsa legislatura – a verificare la possibilità di sollecitare l’Api verso attività ambientalmente sostenibili. Credo che questo debba essere anche l’impegno di questa Assise e di questa amministrazione, se servirà presenteremo una mozione in modo che tutta l’Aula possa discuterne.
Penso che la sensibilità ambientale sia di tutti, soprattutto tutti teniamo alla sicurezza dei nostri concittadini. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Bora.

Manuela BORA. Grazie, Presidente. L’oggetto di questa interrogazione è l’ennesimo, inaccettabile incidente presso la raffineria Api di Falconara Marittima, verificatosi lo scorso 24 febbraio, causando fiamme molto alte ed una colonna di fumo molto densa e, come ormai spesso accade, quasi fosse un marchio di fabbrica, il solito intervento dell’Assessore Aguzzi volto a minimizzare.
Posso anche apprezzare la flemma e la tranquillità d’animo dell’Assessore, ma non vorrei che ancora una volta minimizzazione facesse rima con disattenzione o peggio superficialità.
I colleghi forse ricorderanno quando solo poche sedute fa, a febbraio, ponevo con urgenza il tema della chiusura dello stabilimento iesino Liomatic, ottenendo una risposta piena di ottimismo e di fiducia da parte dell’Assessore al lavoro, risultato? Pochi giorni dopo quella risposta: rottura della trattativa, sciopero dei lavoratori e infine il licenziamento di 5 donne. Leggo dalla cronaca dello scorso primo marzo: “Sono le donne ex dipendenti della Liomatic a pagare il prezzo più alto della chiusura, da oggi, dello stabilimento di via Don Angelo Battistoni. Impossibile conciliare famiglia e lavoro per centraliniste, impiegate costrette a trasferirsi in altre città se volevano continuare a lavorare per l’azienda che vende snack e bevande con distributori automatici”.
Ho fatto questo esempio per dire che molto spesso le buone intenzioni dell’Assessore Aguzzi si scontrano con la dura realtà, anche per quanto riguarda questo incidente grave che per fortuna non ha causato feriti, non ho per niente apprezzato le dichiarazioni che asserivano che tutto andava bene e che non c’era nessun problema. Assessore Aguzzi, lei ha minimizzato la vicenda già prima di conoscere i dati, il giorno stesso dell’evento, basta leggere il comunicato che è uscito sul Pos della Regione Marche. Bene invece ha fatto al contrario il Consigliere Mastrovincenzo, che ringrazio, a puntualizzare le questioni aperte relative alla riconversione del sito, alla tutela dell’ambiente, al Piano di emergenza, nonché alla necessaria convocazione del tavolo istituzionale.
L’Arpam ha rilevato alterazioni nella qualità dell’aria, il traffico aereo e ferroviario si è fermato, la città di Falconara e non solo ha vissuto ore di panico, queste non sono cose da nulla, non si può dire che va tutto bene. Inquinamento e incidenti sono vicende annose del sito Api, lo sappiamo, ma chiediamo una maggiore attenzione e proattività con il Green Deal, il Pnrr, investimenti possibili per la riconversione verde.
Oggi tutto questo può diventare realtà, la Regione deve attivarsi per risolvere le criticità elencate e per delineare un nuovo modello di sviluppo sostenibile ed ecocompatibile per il territorio del basso Esino. Grazie.

Interrogazione n. 392
ad iniziativa dei Consiglieri Mangialardi, Casini, Biancani, Carancini, Cesetti,
Mastrovincenzo, Vitri
“Trentennale del 118 Sistema di Emergenza Territoriale”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 392 dei Consiglieri Mangialardi, Casini, Biancani, Carancini, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.

Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Grazie per questa interrogazione. Siamo perfettamente d’accordo ad organizzare un evento per sostenere il trentennale, lo possiamo concordare nelle forme, nei modi e nei tempi che si ritengono opportuni per esaltare un servizio fondamentale per la nostra regione, che in questo momento vede una criticità piuttosto consistente per il fatto che a fronte di un organico di 180 persone in servizio ne mancano più di 70.
Ieri è partito il primo corso del 118 di quest’anno, purtroppo con pochissimi frequentatori, speriamo di mantenere tutti coloro che si sono iscritti affinché possano prestare servizio nella nostra regione.
Questo evento è particolarmente importante ed appropriato e c’è tutto l’accordo per organizzarlo insieme. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Mangialardi.

Maurizio MANGIALARDI. Assessore, sono soddisfatto perché avremo modo di collaborare insieme per mettere in campo una iniziativa al pari di quella che è già stata realizzata qualche settimana fa, che mi è sembrata anche molto riuscita per la partecipazione e per anticipare gli eventi che si svolgeranno a Roma.
Penso che il 118 meriti una particolare attenzione per il servizio che ha prestato in questi anni, soprattutto per la pressione al quale è stato assoggettato nel periodo Covid e non solo.
Da parte nostra, Assessore, ci sarà la disponibilità per creare un evento che abbia respiro regionale e possa coinvolgere tutto il territorio.
Sicuramente faremo una cosa importante per loro, per metterli nelle condizioni di essere per una volta protagonisti solo per una festa e non per le grandi prestazioni, con la sicurezza che quotidianamente ci mettono a disposizione.
Grazie, Assessore, per la sensibilità e riconfermo la nostra disponibilità.

Interrogazione n. 360
ad iniziativa dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi, Casini, Carancini, Bora, Mastrovincenzo, Biancani, Vitri
“Utilizzo e carenza del farmaco ‘Zitromax’ e/o ‘Azitromicina’”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 360 dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi, Casini, Carancini, Bora, Mastrovincenzo, Biancani, Vitri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.

Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. L’interrogazione chiede se siano state mai segnalate alle autorità competenti reazioni avverse o sospette circa l’utilizzo del farmaco Zitromax e del generico Azitromicina per il trattamento dell’infezione da Sars Cov 2.
La risposta è che nella regione Marche nel periodo dall’1gennaio 2020 al 21 gennaio 2022 sono state inserite nella rete nazionale farmaco vigilanza cinque schede di segnalazione di sospetta reazione avverso al principio di Azitromicina, tre di queste sono attribuibili all’utilizzo di Azitromicina per il trattamento dell’infezione della Sars Cov 2. Le sospette reazioni avverse riportate sono: malessere, nausea, vomito, diarrea; si fa inoltre presente che le tre persone segnalate utilizzavano anche altre terapie concomitanti.
La seconda domanda è: quale sia il parere delle Autorità competenti in ordine all’utilizzo del farmaco Zitromax e, comunque, del generico Azitromicina, e se si condivida quanto precisato in merito da Aifa con il comunicato 682 del 13 gennaio 2022. La risposta è che si condivide pienamente il parere dell’Aifa del comunicato 682 del 13 gennaio 2022, allo stato attuale non esistono antibiotici efficaci contro il Covid 19.
La terza domanda: se si ritenga che si debba seguire l’indicazione dell’Aifa circa l’utilizzo del farmaco Zitromax e del generico Azitromicina per la terapia Covid 19.
La risposta è che si ritiene di seguire naturalmente l’indicazione dell’Aifa circa l’utilizzo del farmaco Zitromax. La circolare è stata citata, non ne do lettura.
Passo alla successiva domanda: quali provvedimenti di competenza si intende adottare per una tempestiva ed esaustiva fornitura per garantirne la somministrazione a soggetti che ne abbiano effettivamente bisogno per trattare infezioni batteriche.
La risposta è che i farmaci a base di Azitromicina sono carenti a livello nazionale a causa della elevata richiesta, come riportato da Aifa nell’elenco delle carenze dei farmaci. Pertanto l’Aifa ha rilasciato, alle strutture sanitarie autorizzate all’importazione dell’analogo farmaco, autorizzazione all’estero. Questo è il motivo per cui risultano disponibili presso le farmacie marchigiane solo i farmaci equivalenti dello Zitromax.
Quinta domanda; se non si ritenga necessario intervenire presso gli ordini professionali affinché venga usata una comunicazione basata su dati scientifici e comunque tale da evitare errori ingiustificati e false aspettative, incertezze e preoccupazione nei cittadini e negli stessi professionisti sanitari.
La risposta è che il settore assistenza farmaceutica protesica valuterà l’invio ai prescrittori di una nota a riguardo, anche se si tratta di un fenomeno diffuso a livello nazionale e tale problematica è nota a tutti gli operatori sanitari. Nella risposta è stato scritto che verrà valutata, ma io modifico questo pezzo nel senso che invieremo ai prescrittori una nota precisa con tutte le indicazioni Aifa. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Grazie, Assessore, per la risposta e soprattutto per questa ultima correzione in corsa che condivido.
Mi sembra una giusta assunzione di responsabilità della politica e delle sue prerogative che non è altro che imporre che si faccia quello che prescrive l’organismo preposto.
Questa interrogazione è passata un po’ in sordina, la stampa non l’ha riportata, l’Assessore l’avrà vista, però credo che sia importante o perlomeno lo sia stata per mettere un freno ad una polemica che non faceva bene al sistema. Io l’ho vista come cittadino prima che come Consigliere regionale. Si lamentava che non era reperibile lo Zitromax, il Presidente dell’ordine dei farmacisti diceva che la colpa era dei medici che lo prescrivevano quando invece non dovevano, la risposta del Presidente dell’ordine dei medici era che il medico quando faceva una prescrizione giustamente la faceva su una propria valutazione, quindi c’era questa differenza. Immaginate voi un cittadino che cosa può pensare se gli viene prescritto lo Zitromax o se non lo trova.
Queste sono cose dette dai Presidenti degli ordini, preposti tra l’altro alla vigilanza sull’operato anche etico dei loro iscritti.
Il Presidente dell’ordine dei medici dice una cosa opposta, mentre l’Aifa dà ragione, se non sbaglio, al Presidente dell’ordine dei farmacisti perché non esistono antibiotici efficaci per il Covid 19.
Capite che queste cose non devono succedere, non deve accadere innanzitutto che si prescriva un farmaco contro le indicazioni dell’Aifa, altrimenti siamo finiti, o aboliamo l’Aifa oppure ci atteniamo alle sue disposizioni, lo dice uno che non ha una competenza in materia, però questo è, altrimenti è la confusione più totale. Questo è il primo aspetto.
Il secondo è la preoccupazione che si ingenera nei cittadini e nella comunità, voi pensate un povero Cristo qualsiasi che si trova a combattere a casa con il Covid e legge queste cose.
Chiedo che si faccia chiarezza una volta per tutte e prendo atto con soddisfazione dell’ultima precisazione dell’Assessore Saltamartini il quale dice che contrariamente a quello che gli hanno scritto darà disposizione di attenersi e forse questa cosa doveva essere fatta prima o quanto meno nell’immediatezza dell’insorgere della polemica.

PRESIDENTE. Proseguiamo con i punti 1 e 2 con discussione unificata e votazione separata.

Proposta di atto amministrativo n. 30
ad iniziativa della Giunta regionale
“Approvazione della proposta di Programma FSE+ Marche 2021-2027 ai sensi dell’articolo 6 della legge regionale 2 ottobre 2006, n. 14”

Proposta di atto amministrativo n. 31
ad iniziativa della Giunta regionale
“Approvazione della proposta di Programma FESR Marche 2021-2027 ai sensi
dell’articolo 6 della legge regionale 2 ottobre 2006, n. 14”
(abbinate)
(Discussione congiunta e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca le proposte di atto amministrativo n. 30 e n. 31 della Giunta regionale, abbinate.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Putzu.

Andrea PUTZU. Grazie Presidente. Voglio ringraziare il Presidente Acquaroli, la Giunta, l’Assessore Castelli, gli altri Assessori competenti per materia in riferimento alla programmazione europea, per aver preventivamente condiviso, nei mesi scorsi, una campagna di ascolto con i Sindaci, con i territori, dando un’opportunità anche alle Associazioni di categoria di poter interloquire su questa importante programmazione dei fondi europei.
Parliamo di più di un miliardo di fondi europei e questo per noi è motivo di grande orgoglio, credo che lo sia di tutto il Consiglio regionale a prescindere da maggioranza ed opposizione.
Voglio ringraziare tutti i colleghi della II^ Commissione che hanno avuto la pazienza insieme a me di verificare, anche con velocità, perché l’abbiamo fatto velocemente. Mi preme anche ringraziare la relatrice di minoranza Consigliera Bora, che ha dato il suo contributo.
Voglio illustrare quest’atto in quanto parliamo di due proposte di atto amministrativo che rappresentano, insieme alle risorse del Pnrr, la maggiore opportunità di sostegno economico e di sviluppo sociale del territorio della regione Marche per i prossimi anni. Si tratta di risorse cospicue che cercheremo di utilizzare al meglio, anche nella consapevolezza che, seppur a fronte di un diverso criterio di ammissibilità, la nostra Regione è scivolata tra quelle in transizione. Com’è noto, infatti, nel periodo di programmazione 2014-2020 la categoria delle Regioni in transizione ricomprendeva quelle con un Pil procapite tra il 75% e il 90% della media europea, il criterio utilizzato per questa nuova programmazione 2021-2027 ha elevato la forbice al 100% della media europea.
Parlando di cifre, ci troviamo di fronte a risorse importanti, 1.036 milioni di euro, divisi in 596 milioni di euro per il programma regionale Fesr e 286 milioni di euro per il programma regionale Fse+, a queste risorse vanno aggiunte quelle dei cosiddetti POC, Programmi Operativi Complementari, ai quali sono destinati soltanto risorse statali, per un ammontare di 104 milioni di euro quanto al POC Fesr e di 54 milioni di euro per il POC Fse+.
Il POC è un programma complementare frutto della scelta operata a livello nazionale di aumentare la percentuale del cofinanziamento europeo dal 40 al 50%, con contestuale riduzione della quota di risorse nazionali, dal 60 al 50%. Il 50% è costituito, a sua volta, da un 35% di risorse provenienti dal bilancio dello Stato e da un 15% di risorse regionali. Le risorse statali rimaste sono confluite nei due POC, strumento questo che garantisce una maggiore flessibilità di programmazione e di gestione in quanto non è sottoposto alle regole previste per i programmi cofinanziati con le risorse europee.
L’Accordo di Partenariato è stato trasmesso agli uffici della Commissione europea il 17 gennaio 2022; da questa data decorrono i tre mesi entro i quali, ai sensi dell’articolo 21 del regolamento UE n. 1060 del 2021 (Regolamento disposizioni comuni) gli Stati membri trasmettono ufficialmente i loro programmi regionali alla Commissione; quest’ultima ha tempo altri 3 mesi per formulare osservazioni, chiedendo eventuali cambiamenti; in ogni caso la Commissione europea si pronuncia sulla proposta entro 5 mesi dalla presentazione del programma. Questa procedura giustifica l’esigenza di approvare le due proposte oggi, in modo tale che possano essere trasmesse a Bruxelles già domani ed approvate entro la metà di agosto. I mesi che ci separano dall’approvazione saranno utilizzati dagli uffici della Giunta per predisporre le disposizioni attuative e quindi i bandi per accedere ai contributi previsti dai programmi. Noi pensiamo che sia fondamentale attivarsi fin da subito per mettere a terra tutte queste risorse e dando delle grandi risposte a tutto il nostro territorio.
Va ricordato che i contenuti dei due programmi sono il frutto di un attento e costante lavoro di ascolto e di confronto con le Università, con le categorie sociali ed economiche. Posso essere orgoglioso di questa Giunta regionale per il lavoro che ha fatto, soprattutto il nostro Presidente Acquaroli, che ringrazio ancora una volta.
Entro brevemente nel merito della programmazione.
Quanto al Fers, le scelte operate dalla Giunta regionale si concentrano su tre priorità strategiche, per sostenere una ripresa economica basata sulla conoscenza e sull’innovazione, su una vera transizione ecologica anche dal punto di vista dell’approvvigionamento energetico e sulla promozione e lo sviluppo sociale delle aree urbane ed extraurbane.
La prima priorità strategica avrà a disposizione circa 310 milioni di euro che saranno destinati al sostegno, alla ricerca e sviluppo delle imprese, a progetti di innovazione e di diversificazione, all’avvio e al consolidamento delle reti di imprese, alla trasformazione digitale, alla implementazione di servizi di e-Gov, al supporto alla internazionalizzazione e alla innovazione finanziaria, attraverso strumenti finanziari per agevolare la capitalizzazione e l’accesso al credito.
Gli obiettivi specifici della seconda priorità, alla quale sono destinati 220 milioni di euro, riguardano la promozione dell’efficienza energetica e dell’utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili, la prevenzione del rischio idrogeologico, la messa in sicurezza di edifici pubblici, con particolare riferimento a quelli scolastici e alla edilizia sanitaria; ancora, saranno realizzati interventi per ridurre le perdite della rete acquedottistica e per promuovere una più efficiente gestione delle acque reflue. Sempre nell’ambito di questa seconda priorità si inserisce la promozione del rinnovo del parco mezzi del trasporto pubblico locale e il sostegno di investimenti per il passaggio alla mobilità collettiva, quali ad esempio, i nodi di interscambio.
Venendo alla terza priorità, quella relativa allo sviluppo urbano e locale, le risorse disponibili ammontano a circa 34 milioni di euro e saranno destinate a sostenere progetti di rigenerazione e di recupero degli spazi urbani, al fine di recuperare il patrimonio culturale presente nelle città e destinarlo ad iniziative di inclusione e promozione sociale. L’attenzione rivolta alle aree interne sarà tradotta in azioni di tutela e valorizzazione delle risorse naturali, al fine di sostenerne le capacità attrattive, culturali e turistiche, anche nell’ottica di concorrere a ridurne lo spopolamento. Sarebbe importante che tutti noi riuscissimo a fare una riflessione su questo anche per tutelare le aree interne ed evitarne lo spopolamento, puntando sui borghi. Anche per questo ringrazio il Presidente Acquaroli che nella programmazione europea ha voluto rilanciarli, l’abbiamo fatto con una legge regionale tutti insieme; oggi andiamo a mettere quelle risorse che mancavano ed è indispensabile metterle per rilanciare i borghi.
Il Programma Fesr è accompagnato, come già detto, da un Programma complementare, le cui risorse saranno destinate al sostegno della mobilità locale, regionale e nazionale al fine di renderla resiliente ai cambiamenti climatici e alla promozione dello sviluppo locale, turistico e culturale. Dei 104 milioni stanziati, si prevede di destinarne 49 per la prima linea di attività e 54 alla seconda. E’ in questo specifico contesto che si inseriscono gli obiettivi declinati attraverso la legge regionale n. 29 del 2021 votata all’unanimità relativa al sostegno dei borghi della nostra regione.
Le procedure attuative saranno definite a seguito della approvazione dei criteri della programmazione da parte del Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile.
Per quanto riguarda il Programma regionale Fse+, la scelta dell’amministrazione regionale è quella di concentrarsi sull’obiettivo finalizzato a sostenere un’Europa più sociale, attraverso il sostegno all’accesso all’occupazione, per il quale è previsto uno stanziamento di 67,5 milioni di euro, sulla modernizzazione dei servizi per la ricerca di un posto di lavoro, ai quali sono destinati 20 milioni di euro, e sulla promozione della parità di genere, per la quale sono previsti 17 milioni di euro. Le azioni riferite a questo obiettivo si sostanzieranno, tra l’altro, in aiuti alle assunzioni e alla creazione di impresa, nella previsione di borse di studio, con una particolare attenzione alle lauree tecniche e alla corresponsione di voucher per la conciliazione dei tempi di lavoro e di cura parentale. Anche questo è un tema importante visto il problema del Covid e della guerra che oggi sta creando gravi danni e gravi disagi alla nostra economia marchigiana, ed anche qui credo sia rilevante puntare sull’occupazione.
Sul fronte dell’istruzione e della formazione saranno posti in essere interventi per migliorare la qualità dell’istruzione e della formazione stessa, ai quali sono destinati 28 milioni di euro, e per sostenere l’apprendimento permanente, per la quale è prevista una dotazione finanziaria di 16 milioni di euro. Nell’ambito di questa area sono previste azioni a sostegno di percorsi formativi professionalizzanti e per incentivare la formazione degli adulti, al fine, ad esempio, di facilitare l’acquisizione di un diploma o di competenze professionalizzanti.
Altro settore fondamentale sul quale sono concentrate le risorse del Fondo sociale europeo Plus è quello dell’inclusione sociale. Saranno attivati interventi per incentivare l’inclusione attiva, a cui sono destinati 35 milioni di euro, e per migliorare l’accesso ai servizi sociali di soggetti appartenenti a categorie fragili, per i quali è disposta una dotazione finanziaria di 56 milioni di euro. Questa ultima linea di attività costituisce un potenziamento delle azioni poste in essere dagli Ambiti territoriali con le risorse della programmazione 2014-2020, con l’obiettivo di ampliare la tipologia dei servizi prestati, aumentando la qualità delle prestazioni e dando loro continuità. Si tratta di interventi complementari a quelli attuati nell’ambito del Programma Operativo Nazionale (PON) inclusione.
In questo contesto potranno inoltre essere finanziate operazioni finalizzate ad incrementare i servizi di cura e assistenza nei confronti dei non autosufficienti e dei minori.
Sempre nell’area dell’inclusione sociale, 10 milioni di euro saranno destinati alle politiche attive per sostenere l’occupazione giovanile e 34 milioni di euro saranno destinati ad interventi contro la dispersione scolastica, per la promozione di percorsi finalizzati al completamento dell’istruzione o della formazione, che costituiscono un indiscusso prerequisito indispensabile per sostenere l’inserimento sociale ed occupazionale oltre che per promuovere lo sviluppo del nostro territorio.
Gli interventi che caratterizzeranno il Programma Complementare (POC) Fse+ riguardano, da un lato, l’accesso all’occupazione, attraverso il sostegno alle assunzioni, dando una grande opportunità alle imprese, una particolare attenzione alle categorie svantaggiate, l’attivazione di strumenti finanziari per la creazione di impresa e, dall’altro, la formazione dei lavoratori, misure di aiuto alle stabilizzazioni, progetti riguardanti la sicurezza sul lavoro e i contratti di solidarietà, di cui noi in questi mesi tanto ne abbiamo discusso ed anche qui è importante sostenere queste misure per supportare tutto questo.
Dopo due anni di pandemia stiamo affrontando un terribile conflitto nel cuore dell’Europa, conflitto che rappresenta una immensa tragedia umanitaria e che sta avendo enormi ripercussioni sull’economia mondiale, alle quali anche la nostra regione non può sottrarsi.
Anche per queste ragioni è di fondamentale importanza fare in modo che tutte queste risorse siano utilizzate al meglio e nel minor tempo possibile, attraverso procedure agili che limitino gli oneri e gli adempimenti per i soggetti ai quali sono destinate.
Infine voglio fare un appello perché parliamo di risorse rilevanti, di un’occasione unica per questa regione e per noi che facciamo politica, che cerchiamo ogni giorno, tutti quanti, di dare risposte ai Sindaci, alle Associazioni di categoria, al mondo della sanità, sui temi della ricostruzione, delle aree interne, della promozione del nostro territorio. Oggi abbiamo il dovere morale di approvare questa programmazione europea, questi due atti, anche per il lavoro che è stato fatto dalla relatrice di minoranza Consigliera Bora che voglio ancora ringraziare.
Abbiamo una grande occasione di dimostrare che questo Consiglio regionale è unito nonostante le varie divergenze.
Voglio esprimere il mio ringraziamento a nome di tutti i Consiglieri del gruppo Fratelli d’Italia, ma anche come relatore di maggioranza, al Presidente Acquaroli.
Sono certo che tutto il Consiglio può dare una grande prova ai cittadini marchigiani ed anche alle altre Regioni perché su questi temi siamo uniti e mi auguro che anche l’opposizione con le proposte e le battaglie che farà, potrà dimostrare che sulla programmazione dei fondi europei la Regione Marche è compatta anche perché in questo momento, oggi più che mai, le imprese aspettano il prima possibile dei bandi per poter dare un’opportunità ai loro lavoratori, i tanti Comuni aspettano i finanziamenti per il dissesto idrogeologico, penso alla difesa della costa, penso alle aree interne per supportare i tanti borghi e i tanti Comuni spopolati, quindi, è una grande occasione per dimostrare che tutti noi siamo uniti e l’unico interesse è quello della regione Marche. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la relatrice di minoranza Consigliera Bora.

Manuela BORA. Grazie, Presidente. I documenti che oggi siamo chiamati a votare devono essere valutati e analizzati secondo due distinti punti di vista, ovvero rispetto al metodo con cui sono stati predisposti e in secondo luogo rispetto al merito e ai contenuti che essi propongono.
Ma andiamo con ordine e iniziamo con l'analizzare le questioni di metodo e le tempistiche utilizzate dalla Giunta regionale nell'iter della loro realizzazione e successiva approvazione.
Iniziamo quindi con il sottolineare che le proposte di programmazione Fesr e Fse+ 2021/2027 della Regione Marche sono state approvate nel corso della seduta di Giunta di lunedì 21 marzo 2022 e quindi inserite all'ordine del giorno della II^ Commissione consiliare il giovedì della stessa settimana, tre giorni dopo, il 24 marzo, per procedere – udite, udite - nel corso della stessa seduta, alla nomina dei relatori, alla discussione e all'eventuale approvazione dei documenti trasmessi.
Di fatto, in questo modo è stato impedito alla Commissione stessa di svolgere quelle che sono le sue funzioni basilari, ovvero intervenire concretamente sul testo proposto, magari con contributi costruttivi, considerato anche il supporto che in merito poteva essere fornito da Consiglieri che, nel corso della precedente legislatura, hanno maturato una esperienza significativa nell'ambito delle politiche comunitarie. E tutto questo in una logica di una collaborazione migliorativa. Contributi che avrebbero sicuramente permesso una condivisione del processo di programmazione in quell'ottica di cooperazione tra i diversi livelli istituzionali, così tanto proclamata dalla Giunta regionale, ma poi regolarmente disattesa.
In questo modo, si è deliberatamente deciso di non dare seguito a tutta quell'importantissima fase di partecipazione pensata e voluta nel passato e che riteniamo ancora fondamentale per migliorare, ampliare e arricchire il dibattito. E, ancor più grave, disattendendo completamente, in tal modo, quanto previsto dall'articolo 6 della legge regionale 14/2006 che stabilisce non soltanto che il Consiglio regionale deliberi gli atti di indirizzo e, su proposta della Giunta, gli atti di programmazione, di piano e di programma operativo regionale concernenti l'attuazione delle politiche comunitarie, ma anche che la Giunta assicuri a quest'ultimo un'adeguata informazione a partire dalla fase di elaborazione delle proposte degli atti sopracitati.
Così come, d'altronde, è stato disatteso per la prima volta nella storia di questa Assemblea legislativa l'articolo 8 della medesima legge regionale 14/2006, che prevede che il Consiglio regionale, a seguito della presentazione del rapporto sullo stato di attuazione delle politiche comunitarie, venga convocato in sessione comunitaria, alla quale sono dedicate una o più sedute, per discutere ed approvare gli atti di competenza e adottare gli eventuali indirizzi validi per l'attività della Regione.
Vorrei sottolineare e ricordare a tutti i colleghi Consiglieri, sia di maggioranza che di minoranza, l'importanza non solo tecnica ma strategica di questo rapporto in quanto si tratta di un documento che avrebbe potuto e dovuto fungere da base di partenza per la stesura del nuovo programma 2021/2027. "Conoscere per deliberare", come recita il motto che fu tanto caro a Luigi Einaudi: solo attraverso una compiuta e approfondita conoscenza dello stato dell'arte, di ciò che è stato fatto nel passato, è possibile prendere decisioni sensate e ben calibrate per le cose da fare nel futuro.
Eppure, il rapporto sullo stato di attuazione delle politiche comunitarie, elaborato dalla Giunta regionale già nel maggio 2021 non è mai stato discusso ed approvato dall'Assemblea legislativa in quanto non è mai stata convocata dal 2020 la Sessione comunitaria del Consiglio per la sua presentazione, condivisione e quindi approvazione da parte dell'Assemblea legislativa.
E questa è una cosa che non può e non deve essere accettata da nessuno di noi Consiglieri, a prescindere dalla nostra appartenenza perché, in questo modo, ci viene di fatto negato l'esercizio delle nostre funzioni, sancite all'articolo 21 dello Statuto della Regione Marche.
Tra l'altro, quale migliore occasione sarebbe stata una discussione in Aula del rapporto, dal quale si rileva tra l'altro "un buon livello di attuazione sia in termini finanziari che fisici" della programmazione del Fesr e, cito testualmente, realizzazioni soddisfacenti per quanto riguarda lo stato di avanzamento dell'Fse, per rivedere molte delle procedure avviate, in particolare in relazione ad un contesto socio-economico completamente mutato, sia a causa della pandemia che a causa delle conseguenze della guerra in corso?
E mi chiedo, come può decidere, il Presidente Acquaroli, se dare continuità o discontinuità ad un'attività così strategica come la gestione settennale delle risorse comunitarie, senza neanche analizzare e valutare quanto fatto nel passato?
Di certo non può farlo, e questo lo dimostrano i documenti che oggi vengono presentati in Aula.
Così come questi documenti dimostrano la miopia e la completa mancanza di visione strategica di questa Giunta.
Vorrei anche sottolineare, rispetto alle tempistiche, che, al contrario di altre Regioni italiane, quali ad esempio il Veneto o l'Emilia-Romagna, decisamente più attente e solerti, la Regione Marche non ha certo brillato in puntualità e zelo.
Il 2 febbraio 2022 con delibera n. 68, l'Assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna ha dato il via libera al Programma regionale Fesr 2021-2027, che è stato inviato alla Commissione europea per l'approvazione.
Il Veneto, inoltre, per continuare con esempi virtuosi, ha approvato in Giunta le proposte di Por Fesre Fse+ il 18 ottobre 2021 ed in Consiglio il 15 febbraio (Proposta di atto amministrativo n. 36/2022), ben quattro mesi dopo, e questo ha permesso di espletare tutta la fase partecipativa e consultiva.
Noi, invece, ad oggi 14 aprile, quindi con più di due mesi di ritardo, siamo ancora in fase di discussione di una proposta che verrà trasmessa a ridosso del termine previsto dal Regolamento, ovvero il 17 aprile, una umiliazione intollerabile e una vergogna rispetto a quanto fatto dalle Regioni considerate più virtuose e alle quali, tra l'altro, siamo stati sempre comparati nel corso della scorsa programmazione e se non fosse stato per il senso di responsabilità di questo gruppo anche in sede consiliare, noi non avremmo rispettato quel termine peraltro nemmeno perentorio.
Lasciatemelo dire, questa discussione fatta in questo modo, ha quasi del ridicolo, dato che, e sono i fatti a parlare, abbiamo avuto a disposizione soltanto 15 giorni per esaminare e approfondire un documento che è strategico per lo sviluppo della nostra regione.
Perché la mancata fase di partecipazione delle Commissioni consiliari e dell'Assemblea legislativa è solo l'ultimo anello di un processo di programmazione calato dall'alto senza una campagna di ascolto, concertazione e condivisione degli stakeholders e dei cittadini.
Nel Por Fesr, in particolare, si citano, nell'ambito della governance attivata per la costruzione del Quadro Strategico della programmazione 21/27, quattro incontri – lo cito dal vostro documento - di confronto partenariale sul territorio marchigiano (uno per provincia) oltre ad un incontro dei Sindaci per "affinare le linee della programmazione", mentre un Assessore della Giunta Acquaroli nell’articolo uscito proprio ieri sul Corriere Adriatico parla di mesi di confronto con i territori e le parti sociali! E di ascolto del territorio come regola aurea della Giunta! Peccato che queste belle parole si sostanzino in un unico incontro per provincia! Veramente risibile soprattutto a fronte dell'attività di consultazione effettuata da altre Regioni.
E per questo non dovremmo indignarci soltanto noi Consiglieri del Partito Democratico, ma tutti i Consiglieri indistintamente, per la mancanza di rispetto mostrata dalla Giunta nei confronti dell'Assemblea legislativa regionale, trattata al pari di un mero passacarte, un notaio che deve approvare e basta.
Ma le mie preoccupazione rispetto alle tempistiche sono iniziate già dal febbraio scorso quando, a seguito di un accesso agli atti, chiedevo tra le altre cose, informazioni sullo stato di avanzamento dei lavori della programmazione Por Fesr 2021/2027 e dalla risposta avuta dagli uffici era assolutamente palese che non c’era nulla di ufficiale e questi timori purtroppo oggi vengono confermati.
Perché, mentre alcune Regioni più performanti e attente della nostra sono già partite, noi siamo ancora qua a discutere di bozze rimandando così di mesi preziosi la nostra operatività.
Questo perché, vorrei far notare a tutti, la Commissione è tenuta ad approvare il Programma, sempre a termini di Regolamento, entro 5 mesi dalla sua presentazione.
Altra cosa che vorrei far notare, e che mi suscita perplessità, sono i 3 mesi di tempo che sono intercorsi tra la data in cui alla Regione Marche è pervenuta da parte del Ministro del Sud e della coesione territoriale l'offerta di utilizzare la programmazione complementare dei POC (ovvero i Programmi Operativi Complementari) con conseguente riduzione del tasso di cofinanziamento nazionale di programmi regionali europei 2021/2027 all'interno del range proposto per le Regioni in transizione, ovvero il 22 novembre 2021, e il riscontro dato dalla Regione Marche soltanto il 9 febbraio 2022, ben tre mesi dopo.
Ci chiediamo: a che cosa è dovuto questo ritardo e soprattutto se questo abbia interferito nel ritardo dell'iter di approvazione di questi documenti.
Nella speranza che invece non si tratti di un sintomo che denota la scarsa attenzione della nostra Giunta regionale per le opportunità che possono derivare al nostro territorio dalla programmazione europea e che solo dietro l'insistenza del Ministro si sia deciso di aderire al programma.
Per la discussione nel merito, partirei invece proprio dal rapporto sullo stato di attuazione delle politiche comunitarie, quello che non avete discusso ma che avete trasmesso. Il rapporto rappresenta, o meglio avrebbe dovuto rappresentare, il punto di partenza per l'elaborazione del nuovo documento di programmazione 2021/2027.
Un rapporto dal contenuto decisamente positivo e che dimostra una gestione attenta e performante delle risorse che la Regione Marche ha avuto a disposizione nel corso dello scorso settennio. Una gestione performante confermata dai fatti oltre che dalle dichiarazioni. Infatti, grazie all'impegno profuso non solo dalla Giunta per quanto riguarda gli indirizzi politici ma anche delle strutture per quanto concerne l'attuazione delle azioni e la gestione dei bandi, la Regione Marche è riuscita a raggiungere il non scontato obiettivo dell'N+3 già nel 2019 e con ben sei mesi di anticipo rispetto al timing imposto dalla Commissione europea, per quanto riguarda la programmazione Fesr, ed è stato raggiunto un livello di impegni del 90% della dotazione e si è registrato un buon livello di spesa dei pagamenti pari al 35%.
Si è lavorato molto nella programmazione precedente, puntando su progetti di qualità, capaci di innovare le aziende, di renderle competitive nell'ambito della sfida globale dei mercati e soprattutto di creare occupazione duratura, con particolare attenzione ai territori che hanno subito l'ondata di distruzione e spopolamento causata dal terremoto.
Siamo stati in grado di riprogrammare le risorse per venire incontro alle mutate necessità del territorio a seguito sia della crisi economica che del sisma, e negli ultimi mesi anche della pandemia, e abbiamo contribuito a restituire fiducia alle imprese instillando in loro una grande voglia di riscatto.
Credo sia superfluo precisare che nel 2021 sono stati semplicemente raccolti i frutti del grande lavoro svolto nel corso della scorsa legislatura, che si può senza dubbio vantare di una gestione molto positiva, ottime performance certificate anche dal Rapporteur della Commissione europea, chiamato a verificare lo stato di attuazione dei fondi europei nella nostra regione, per l'esattezza a Fiastra, nel luglio 2019.
Anche il programma Fse+ può vantare ottimi risultati per quanto riguarda la precedente programmazione 2014/2020, una programmazione che ha raggiunto il target di performance e che ha consentito alla Regione Marche di confermare le risorse assegnate.
Come è stato anche certificato, pure in questo caso, dal Comitato di sorveglianza del Fondo Sociale Europeo nel giugno 2019 presieduto dalla Rapporteur con un complessivo di misure realizzate che hanno raggiunto quasi 35 mila destinatari, di cui quasi 27 mila disoccupati.
Come si evince poi dai dati pubblicati a nostra disposizione e come riportato nella parte di analisi dedicati specificatamente al Fesr 2021/2027 si evidenzia, a partire dal 2013, un trend di crescita continuativo che ha interessato principalmente il versante delle imprese.
Contestualmente, è cresciuta la quota di addetti alla ricerca e sviluppo nelle imprese marchigiane.
Sempre nel 2018, il tasso di innovazione, ovvero la percentuale di imprese che hanno introdotto innovazioni di prodotto e di processo, ha fatto rilevare un incremento di 4 punti percentuali rispetto al 2016.
E anche il dato sull'intensità brevettuale può aiutare a definire la capacità innovativa della nostra Regione e permette di tracciare la sua evoluzione tecnologica.
A proposito di innovazione, proprio ieri, in un articolo sul Corriere Adriatico un Assessore annuncia, in toni trionfalistici, di voler investire 310 milioni di euro, ovvero lo stesso plafond che era stato assegnato allo stesso settore dalla Giunta precedente, ma con una programmazione che disponeva, a suo tempo, di minori risorse.
Condivido certamente la priorità da dare all'obiettivo un'Europa più intelligente: 310 milioni di euro sembra una cifra enorme, ben il 55% della dotazione scrive lo stesso Assessore che di numeri dovrebbe essere esperto, ma forse si dimentica che nella programmazione 2014/2020 è stata stanziata a favore delle imprese per ricerca ed innovazione, start up e competitività, all'incirca la stessa cifra: 297 milioni di euro, tenendo conto di una dotazione complessiva largamente inferiore.
E per fare una giusta comparazione con l'Obiettivo Tematico 1 del Por 2021/2027, di cui lo stesso Assessore parla, è necessario aggiungere anche le risorse dell'asse relativo alla trasformazione digitale e dei servizi di E-Governance.
In questo modo le risorse complessive della passata programmazione per gli stessi obiettivi raggiungono all'incirca proprio i 317 milioni di euro, quindi nessun trionfalismo, si procede nel solco già scavato con una minore concentrazione sugli obiettivi strategici. Voglio infatti sottolineare che la percentuale del 55% riportata nel medesimo articolo fa riferimento al solo Por Fesr dimenticando però le risorse del Programma Operativo complementare ammontanti ad altri 104 milioni di euro.
Pertanto, considerando anche queste risorse che fanno parte dell'attuale ciclo di programmazione, la percentuale si abbassa al 45%, mentre nella passata programmazione tale percentuale era pari al 55,6%.
Entrando poi nel merito, queste risorse sono state utilizzate anche per il rilancio e la rivitalizzazione delle aree colpite dal terremoto: circa 98 milioni di euro dalla riprogrammazione pro terremoto per gli investimenti produttivi delle imprese e per i servizi innovativi, soprattutto a supporto delle fasce più deboli, perché si era consapevoli che la rinascita di quei territori non potesse prescindere dalla creazione di posti di lavoro e dal supporto alla popolazione fragile in particolare gli anziani, ma di questo non c'è più traccia nel nuovo Por.
Sul fronte dell'export, poi, dopo un periodo di stabilità, siamo riusciti ad ottenere una marcata crescita delle esportazioni, specie nel corso del 2019, e lo stesso vostro report evidenzia una ripresa costante delle esportazioni a partire dal 2016 sino al 2019 in cui si registra un +4,2%, dato destinato, purtroppo, a subire una certa decrescita a seguito degli sviluppi della crisi in Ucraina e le conseguenti sanzioni attivate nei confronti della Russia.
Quindi oggi, a fronte dei dati positivi sopra citati, non posso non ricordare le critiche severissime che l'attuale Assessore alle attività produttive Carloni, Consigliere regionale di opposizione nel corso della X^ Legislatura, ha rivolto a più riprese a me personalmente, in quanto Assessora alle politiche comunitarie, e più in generale all'operato di tutta la Giunta in merito alla gestione dei fondi comunitari.
Leggo dal Corriere Adriatico del 15 gennaio 2020, ovvero appena un anno e qualche mese prima della presentazione del Rapporto citato poco fa: "il Consigliere Mirco Carloni punta il dito contro l'esecutivo: "Se la Regione vorrà utilizzare in toto le risorse messe a disposizione dell'Europa dovrà da qui al 2023 accelerare e praticare uno sforzo molto maggiore di quanto non abbia fatto fino ad oggi. La responsabilità per la lentezza con cui le Marche spendono i fondi strutturali è in primis della Giunta regionale, che ha programmato tardi e male e non ha saputo governare i singoli progetti."
Diciamo allora che oggi, l'Assessore Carloni si trova nella condizione imbarazzante di dover smentire se stesso.
Imbarazzante oltretutto aver accusato la Giunta precedente di aver programmato tardi le risorse, considerando le tempistiche di elaborazione di questa programmazione, ritardi di cui ho già parlato e su cui non mi vorrei dilungare nuovamente. Ricordandogli che la Giunta Ceriscioli si è insediata nel 2015, ad un anno dall'avvio del settennio e, come i dati dimostrano, ha saputo egregiamente recuperare il tempo "perduto".
Quindi, partendo dalla valutazione di quanto è stato fatto nel settennio scorso, guardando all'enorme budget disponibile e alle nuove mutate esigenze del territorio, diciamo che questo programma, oggi, ci lascia sinceramente un po' perplessi:
1) innanzitutto perché, a fronte del consistente aumento delle risorse disponibili (lo voglio ricordare, più di 1 miliardo di euro di risorse proveniente da quell'Unione europea così tenacemente avversata da questa Giunta e dai partiti che compongono la maggioranza, in particolare Fratelli d'Italia e la Lega) rispetto al settennio scorso, non è ancora possibile, ad oggi, individuare una visione strategica e unitaria della Regione Marche. Infatti anche se con la delibera di Giunta regionale 1555/2020, riprendendo gli indirizzi della scorsa legislatura, era prevista la costruzione di un quadro strategico unitario regionale che individuasse una visione strategica unitaria che tenesse conto di tutte le sfide e opportunità che la Regione doveva affrontare, tale documento non ha mai visto la luce;
2) in secondo luogo perché ripartire dalla programmazione 2014/2020 e dai suoi esiti positivi (per quanto ammessi da questa stessa Giunta contro i giudizi infondati dei Consiglieri Carloni e Marcozzi così come di altri esponenti dell'attuale maggioranza, che non sto a menzionare per ovvie ragioni di tempo) in una logica di continuità connota, a nostro avviso, certamente un bellissimo riconoscimento del lavoro svolto, ma considerato il contesto che stiamo attraversando, una totale e pericolosissima mancanza di idee e di visione strategica.
Rifarsi ad una programmazione elaborata in un tempo di pace, non può essere confacente all'attuale contesto storico, sociale, culturale ed economico, caratterizzato da uno stato di guerra sia in termini bellici che in termini sanitari, che ha completamente stravolto la vita, le aspettative e gli scenari globali non solo della nostra regione, ma di tutto il mondo.
E, per evitare equivoci, vorrei anche ricordare a tutti che, nonostante i ritardi accumulati, i documenti che oggi sono stati presentati hanno beneficiato di un lavoro già bene avviato.
In effetti le attività per la nuova programmazione 2021/2027 sono iniziate il 27 marzo 2019 quando a Roma hanno preso il via i lavori dei tavoli nazionali di confronto partenariale, conclusi il 22 ottobre 2019, un periodo di 7 mesi durante il quale si sono svolti ben 25 incontri, 5 per ogni obiettivo strategico.
Con il forum di partenariato del dicembre 2019, poi, si era già iniziato ad ascoltare i principali stakeholders regionali ai fini della strutturazione del nuovo programma operativo. Sono passati due anni da quel dicembre 2019, eppure dopo due anni ci ritroviamo qui a discutere di qualcosa di assolutamente inaccettabile.
Altra cosa che ci preoccupa, sono i contenuti e soprattutto le carenze del programma.
Ma andiamo nel dettaglio.
In particolare, per quanto riguarda la parte dedicata espressamente ai fondi Fse+, è necessario evidenziare che il Programma non fa alcun riferimento all'idea, già avanzata in più occasioni dall'attuale Giunta, di rivedere il sistema di gestione per il mercato del lavoro. Noi tutti ricordiamo le promesse mirabolanti che erano presenti nel programma elettorale della coalizione guidata dal Presidente Acquaroli, che poneva addirittura il lavoro e la rioccupazione come seconda "priorità operativa" dopo la sanità. Addirittura, in quel documento si faceva esplicito riferimento all’utilizzo dei fondi europei 2021-2027 per sviluppare il lavoro e la formazione, la ricerca e l'innovazione, prevedendo uno specifico "piano di incentivi regionali per sostenere l'occupazione".
Ecco io mi chiedo in che modo questa proposta di programmazione Fse+ ridisegna il mercato del lavoro: non c'è traccia di una visione d'insieme, né di questo fantomatico "piano di incentivi". Come al solito, parole vuote, a cui non segue nessun fatto concreto.
A tale proposito sarebbe stato essenziale prevedere interventi che recuperino l'affidabilità dei Centri per l'impiego nei confronti delle imprese locali: quindi mi chiedo, quali sono, nello specifico, gli interventi di modernizzazione e specializzazione di queste strutture di cui si parla nel Piano regionale, ma di cui poi non si fa alcun specifico riferimento?
Nulla poi viene detto per quanto riguarda l'inclusione attiva, in particolare dei disabili, che sempre più vengono posti ai margini del mondo del lavoro, complice anche la crisi che stiamo attraversando.
Per non parlare della scarsa attenzione rivolta agli interventi dedicati alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Ancora una volta, la Giunta si conferma del tutto assente quando si parla di parità di genere, specie sul piano socio-economico, nonostante l'Unione europea non perda occasione per indicare l'effettiva parità tra uomini e donne come uno tra i principali obbiettivi strategici da raggiungere entro il 2030. Con le risorse europee, si sarebbero potute finanziare proposte di legge come la n. 64 sulle "Pari dignità" che prevedono interventi specifici per costruire quella rete di servizi, per disegnare quella società accogliente nella quale non c'è nessuna contraddizione per le donne tra maternità e carriera, tra lavoro e cura. E invece, questa Giunta composta da 5 uomini su 6 più il Presidente, uomo anch'esso, ha deliberatamente deciso di escludere questo tema dalla programmazione, nella speranza di far tornare le Marche indietro nel tempo, a una società maschilista e patriarcale.
E che dire sul fronte della formazione considerato ad esempio il fatto che il Programma operativo complementare consente il finanziamento anche di interventi non ammissibili al cofinanziamento del Programma regionale, piuttosto che incrementare interventi già esistenti, si sarebbero potuti inserire interventi per migliorare le strutture laboratoriali degli Istituti scolastici, specie quelli professionali, particolarmente funzionali all’occupabilità dei giovani. E invece manca ogni tipo di intervento complementare proprio perché manca la visione complessiva.
In conclusione il testo di questa programmazione, per le considerazioni di metodo che ho illustrato, meriterebbe certo un voto contrario, da parte della Giunta infatti è mancata del tutto la condivisione, non c’è stato un percorso partecipativo sufficiente, non si sono rispettate le disposizioni della legge regionale 14/2006 che impone la trattazione in Consiglio dei rapporti annuali della sessione comunitaria.
Inoltre per quanto riguarda il contenuto, come detto, non si è tenuto in debito conto il rapido evolversi della situazione geopolitica e sanitaria: questa programmazione potrebbe forse essere adatta per un mondo senza Covid e senza una guerra feroce alle porte dell'Europa, ma è certamente inadeguata per il tempo presente in cui viviamo.
Tuttavia, nonostante le innumerevoli e gravi criticità evidenziate nella relazione – su cui poi tornerò perché ho finito il tempo - di concerto con il nostro gruppo abbiamo ritenuto di esprimere un voto favorevole, favorevole, innanzitutto, rispetto all'Unione europea che ha dotato la nostra Regione di oltre 1 miliardo di euro. Temo, anzi sono certa, vista la programmazione, che non sarà gestito nel modo ottimale, ma anche così spero potrà dare un contributo importante allo sviluppo delle Marche.
Voteremo a favore anche per lanciare un segnale di serietà e di responsabilità alla Giunta e a tutta la comunità marchigiana: noi diciamo un chiaro e netto "sì" a queste opportunità che ci vengono offerte e vorremmo lavorare in stretta collaborazione anche con la maggioranza per migliorare e rendere più efficaci le misure, dando un nostro apporto costruttivo nonostante il metodo utilizzato che sembra fare della Giunta un organismo che vuole declinare ogni nostra offerta di aiuto propositivo.
Un voto che vuole anche marcare la differenza rispetto alle critiche davvero ingenerose che ho sentito nel passato, gli stessi che ieri criticavano ferocemente la precedente Giunta, affermando che le Marche erano la Cenerentola d'Italia per la spesa dei fondi europei, oggi portano in Aula un documento dove si fornisce una valutazione positiva rispetto a quanto fatto nel settennio precedente. Una contraddizione evidente, palese! Mi aspetterei una autocritica da parte di qualcuno, ma forse mi rendo conto che è chiedere troppo.
In ogni caso, rispetto all'atteggiamento distruttivo praticato dalla minoranza nella precedente consiliatura, noi vogliamo imprimere un segno diverso. Il documento di programmazione di oggi è ancora una bozza: noi vogliamo scommettere e lanciare una sfida alla maggioranza. Uscite dalla vostra chiusura, coinvolgete anche le esperienze presenti nell'opposizione per lavorare insieme per il bene della nostra comunità, invece di calare ogni scelta dall'alto. Otterremmo, ne sono certa, risultati migliori per i nostri cittadini.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Mastrovincenzo.

Antonio MASTROVINCENZO. Grazie, Presidente. Il mio sarà un intervento breve che si focalizzerà in particolar modo sulla programmazione dell’Fse+. Nonostante la relazione della Consigliera Bora sia stata puntuale ed esaustiva in tutti gli aspetti, mi sento di sottolineare alcune situazioni, dal ritardo ingiustificabile con cui questi documenti sono stati portati alla nostra attenzione, alla scarsa concertazione, alla fretta con cui sono stati poi sottoposti all’attenzione della Commissione consiliare e successivamente approvati, anche all’assenza della seduta del Consiglio specifica sull’attuazione della politica comunitaria negli anni scorsi.
Rispetto alla programmazione Fse+ il testo è evidentemente molto da migliorare, mi auguro, quindi, che oggi le nostre sollecitazioni, con le premesse fatte dalla Consigliera Bora, siano prese in seria considerazione, così come mi auguro che siano prese in considerazione anche le osservazioni che il Crel, molto puntualmente, mette in evidenza, innanzitutto criticando il metodo, tanto che nella sua delibera dice che: “nella fase attuativa e di implementazione della programmazione sia garantito l’adeguato confronto con il partenariato negli organismi deputati, in particolar modo con la Commissione regionale per il lavoro, per assicurare la più ampia partecipazione sulle future azioni che dovranno essere orientate a promuovere l’occupazione di qualità, ridurre le disuguaglianze acuite dalla crisi pandemica, favorire l’inclusione sociale e rafforzativa, rafforzare il capitale umano per meglio rispondere alle trasformazioni del lavoro ed alle transizioni digitali ed ambientali, oltre che auspicare una integrazione dei fondi assicurando la complementarietà con il Par Gol nell’ambito della Missione 5 del Pnrr”.
Credo che le considerazioni del Crel siano assolutamente condivisibili, così come nel merito, ad esempio, sottolinea la necessità di un’integrazione di più interventi combinati tra loro per una maggiore personalizzazione delle misure, il rafforzamento e la qualificazione dell’orientamento del bilancio di competenza, la sperimentazione della promozione della formula work by out come strumento da affiancare a quelli tradizionali e l’impegno da porre per servizi adeguati e risposte efficaci alle nuove povertà e fragilità sociali.
Penso che questi siano suggerimenti da tenere in considerazione, così come ricordo che quest’Aula ha approvato nel settembre scorso e nel febbraio scorso due mozioni particolarmente rilevanti sul tema del lavoro, della formazione, della sicurezza sul lavoro, che sono tematiche che oggi affrontiamo per quanto riguarda la programmazione dell’Fse+ perché sono di grande rilevanza, tra cui il tema della riqualificazione, la rioccupazione per coloro che hanno perso il posto di lavoro, la promozione di misure specifiche per l’inserimento lavorativo di giovani e donne e l’attivazione di interventi specifici per l’inserimento lavorativo delle persone disabili.
Questi erano tre obiettivi della mozione approvata all’unanimità il 28 settembre 2021 da quest’Aula, ebbene in questo documento non ho ritrovato gran parte di quello che era stato deciso ed approvato con quell’atto di indirizzo.
Non si parla di riqualificazione e di rioccupazione, non si parla soprattutto delle cosiddette imprese rigenerate, quindi dell’esperienza dei work by out, di cui ho parlato prima, che veniva sollecitata anche dal Crel.
Per quanto riguarda poi il secondo obiettivo, quello relativo all’inserimento lavorativo di giovani e donne, in questo documento non vedo traccia per quanto riguarda l’inserimento lavorativo dei neo laureati, ricordo a tutti, lo dice il documento stesso, che la disoccupazione giovanile dal 2007 al 2020 nella nostra regione è cresciuta di ben 20 punti.
Lo stesso dicasi per la promozione e la creazione di piccole e medie imprese femminili e anche in questo caso, lo dice il testo del documento che oggi andiamo ad approvare, il tasso di disoccupazione delle giovani donne è di 14 punti superiore a quello maschile, in più non c’è quella valorizzazione, l’ha detto bene la Consigliera Bora, del welfare territoriale, che avevamo auspicato anche in termini di sostegno all’inserimento lavorativo delle donne.
Infine, mancano interventi spendibili per l’inclusione attiva delle persone disabili nel mercato del lavoro e credo che questa sia una grave carenza a cui porre rimedio.
Per quanto riguarda gli aiuti alle assunzioni ed al potenziamento dei Centri per l’impiego, si dice nel testo che sono poco trattati perché ci sono linee di intervento specifiche inserite nella missione 5 del Pnrr. Ritengo che una maggiore attenzione rispetto a questi due aspetti sia necessaria.
Chiudo, augurando che quanto sollecitato oggi dal gruppo del Partito Democratico e dagli interventi che poi seguiranno, anche quanto auspicato dal Crel, sia recepito nel testo definitivo. Noi diamo un segno di fiducia, di speranza, da questo punto di vista spero che sia colto il nostro senso di responsabilità.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marinangeli.

Marco MARINANGELI. Grazie, Presidente. Pur non condividendo la valutazione della Consigliera Bora in merito alla presunta miopia, alla mancanza di idee e di visione strategica, mi sento di raccogliere l’invito di evitare toni trionfalistici, ma non possiamo non definire questo momento importante e cruciale, se non altro per gli importi che oggi andiamo a deliberare, parliamo di oltre un miliardo di euro, nonché decisivo per l’impatto sulle attività economiche, sulla vita, sul benessere dei cittadini e sul discorso della qualità della vita e dell’ambiente.
Parliamo di cifre cospicue per quanto riguarda il Fondo europeo per lo sviluppo regionale, sul Por ci sono 586 milioni di euro, sul Poc ci sono 102 milioni e altri 348 milioni divisi tra Por e Poc sul Fondo sociale europeo.
Quindi da sottolineare che anche questo 1.036.000.000 di euro è una somma nettamente superiore al settennato precedente ed è una conseguenza, purtroppo, del fatto che la nostra regione è andata in transizione, quindi una regione in difficoltà. Sappiamo anche che l’impegno del bilancio regionale sarà superiore in quanto su queste somme intervengono per il 40% l’Europa, per il 42% lo Stato e per il 18% le Regioni anche se è in atto la modifica di queste percentuali stabilendo l’impegno maggiore per l’Europa con il 50% e il restante 50% da dividere tra lo Stato per il 35% e le Regioni per il 15%.
Detto questo, è necessario partire anche dal quadro degli ultimi anni che ha visto, a partire dal 2008, l’economia marchigiana in seria difficoltà per eventi che hanno provocato un’importante crisi economica, che ha mutato l’intera realtà regionale.
Le Marche che questa Giunta ha trovato nel settembre 2020 è una regione che negli ultimi 15 anni ha subito eventi che hanno cambiato la situazione non solo economica, ma anche sociale, Pensiamo alla crisi del 2008, al sisma del 2016, al fallimento di Banca Marche che ha indebolito il sistema creditizio, quindi le aziende, poi la pandemia da Covid e non ultima la guerra in Ucraina.
Il Dna della regione è cambiato, il modello marchigiano purtroppo è interessato da un costante declino, certamente questi eventi non sono stati causati dalla politica regionale che li ha subiti, ma è altrettanto evidente che la politica regionale avrebbe potuto/dovuto mettere in campo quelle politiche anticicliche che quanto meno avrebbero dovuto rallentare ed alleggerire gli effetti provocati dagli eventi.
La presenza sul territorio marchigiano di un tessuto produttivo fragile e in forte sofferenza, con una vasta capitalizzazione delle aziende, ha messo in evidenza quanto sia fondamentale guardare il futuro in modo diverso, superando gli stili ed i modelli del passato.
E in questo dobbiamo dire che il Governo regionale, la Giunta Acquaroli, ha un obiettivo chiaro, orientato alla ricostruzione di una competitività del nostro territorio, del suo asset industriale, imprenditoriale ed alla ricostruzione di una visione che possa riportare la nostra regione a superare questa fase di transizione ed a ricollegarsi alla curva di crescita.
Allo stesso tempo il lavoro, la ricerca dell’occupazione, la disoccupazione giovanile, l’emigrazione giovanile verso altre regioni…, che purtroppo negli ultimi anni è cresciuta sensibilmente, non solo all’estero, ma anche in altre regioni d’Italia, dal 2007 al 2020 gli occupati si sono ridotti di circa 26.000 unità con un raddoppio dei disoccupati che sono passati da circa 28.000 a quasi 50.000 unità, con un tasso di disoccupazione della fascia 15/64 anni che è cresciuta di 3,3 punti percentuali e quella giovanile, 15/24, che è cresciuta di oltre il 20%.
Ecco, questa è la fotografia, sono dei dati che ci devono far riflettere e sui quali pensiamo, al contrario di quello che sostiene dal suo punto di vista la Consigliera Bora, di aver costruito una visione strategica, abbiamo costruito delle idee e abbiamo fatto delle scelte.
In primis mi preme sottolineare le modalità con le quali sono state fatte queste scelte e non sono d’accordo quando si dice che non c’è stata una campagna d’ascolto, non c’è stata una condivisione, ci sono stati al contrario diversi incontri con i vari territori, con i Sindaci, con i rappresentanti delle Associazioni di categoria, i sindacati, le altre parti sociali, questo è stato fatto nell’ottica di produrre un documento che potesse rispondere al meglio alle soluzioni per far ripartire la nostra regione.
Nel dettaglio, parlando della programmazione Fesr 2021-2027, parliamo di sviluppo, di crescita, di ecosostenibilità, di tradizioni e di bellezza, abbiamo una dotazione di 585 milioni di euro, che è frutto di una strategia chiara che è stata pianificata in questi mesi, a partire dal nostro Vicepresidente Carloni, attraverso la definizione di un nuovo quadro normativo e nuove leggi prodotte.
Voglio ricordare una serie di riforme che sono passate su proposta dell’Assessore e della Giunta in quest’Aula: la nuova legge sullo sviluppo delle start up innovative, la legge per il rafforzamento delle filiere strategiche, la nuova legge sull’artigianato e quella sul commercio, la legge sugli investimenti strategici, gli accordi fatti e sottoscritti con Ice, Simens, Sacet e Camera di commercio delle Marche volti a favorire quello che purtroppo oggi è un deficit delle nostre aziende, cioè l’internazionalizzazione.
Quella di oggi è una cerniera strategica che tiene insieme tutto questo, a conferma di una visione chiara, fondamentale, presente, poi si può non condividere, certamente, però questo prodotto che oggi portiamo in Consiglio è la conferma di una visione e di una condivisione.
Scelte politiche che sono state anzitutto, lo voglio sottolineare, quelle di dare sviluppo, di guardare più alla crescita ed al rafforzamento delle aziende. Penso ad esempio all’Europa che ci chiedeva di destinare almeno il 40% delle risorse sulla specializzazione intelligente, questo Consiglio oggi va ad approvare una scelta che potenzia questa percentuale perché decidiamo di portare nella direzione dello sviluppo, del rafforzamento, della capacità di ricerca, dell’innovazione, di promuovere gli ecosistemi delle imprese, l’attrazione di investimenti, non il 40%, ma facciamo una scelta politica e destiniamo il 55% perché vogliamo rendere più competitive le nostre aziende, le vogliamo rafforzare con l’introduzione di nuove tecnologie avanzate, vogliamo rafforzarle dando loro la possibilità di avere una forza superiore sui mercati internazionali dove magari oggi non siamo assenti, ma non sufficientemente forti.
Questa è una direzione che andrà a potenziare questo tipo di percorso.
Soprattutto guardiamo ai giovani e per questo non possiamo dimenticare la necessità di sostenere l’avvio di un’impresa e di permettere la realizzazione delle start up, su questo abbiamo fatto una legge ed abbiamo posto dei finanziamenti.
Lo sviluppo che abbiamo in mente riguarda un altro settore, quindi oltre al discorso sviluppo economico, imprese, lavoro, abbiamo in mente lo sviluppo e la tutela dell’ambiente.
Le sfide del programma sono quelle di concentrare le risorse degli investimenti per l’efficienza energetica, favorire le fonti rinnovabili sostenendo l’efficientamento energetico delle imprese, la mobilità sostenibile, la mitigazione del rischio idrogeologico da alluvione, quindi migliorare il regime idraulico e la qualità dei corsi d’acqua.
Sono temi oggi più che mai attuali con la questione dell’indipendenza energetica dalle altre nazioni salita alla ribalta in seguito all’inizio del conflitto Russia/Ucraina. I rincari energetici stanno colpendo famiglie, imprese, dobbiamo necessariamente intervenire nella direzione del miglioramento dell’efficienza energetica delle imprese, ma anche degli uffici pubblici, del trasporto pubblico locale, con benefici non solo in termini economici, ma anche di salute ed ambientali.
La sostenibilità ambientale ed economica diviene, quindi, il filo conduttore degli interventi.
Le risorse comunitarie saranno impiegate per interventi di efficientamento energetico ed adeguamento sismico degli edifici pubblici.
Poi c’è il discorso della sostenibilità e del miglioramento della qualità della vita che coincidono con un altro grande obiettivo di questa Giunta, che è la valorizzazione del patrimonio culturale, della capacità attrattiva, turistica, della rigenerazione dei borghi, delle aree interne, fondate sul protagonismo civico delle comunità che in questa programmazione trovano una loro declinazione con misure, indirizzi e strategie che chiudono il cerchio di un disegno politico e progettuale.
In estrema sintesi: sviluppo, crescita, ecosostenibilità, tradizione e bellezza sono concetti chiave che vogliamo siano un po’ il filo conduttore che unisce ogni singola proposta.
La programmazione Fse conta esattamente 296 milioni di euro e viene indirizzata verso cinque azioni che abbiamo riassunto in cinque parole: valorizzare, proteggere, formare, attrarre ed equiparare.
Valorizzare significa guardare soprattutto ai giovani, al futuro, con la volontà di contrastare gli effetti e lo scoraggiamento che purtroppo li allontanano dalla ricerca attiva di un lavoro, che molto spesso provoca l’emigrazione giovanile; valorizzare significa tutelare i livelli occupazionali, favorire l’inserimento occupazionale dei disoccupati cercando di contenere la crescita della disoccupazione di lunga durata.
Proteggere significa mitigare le conseguenze sociali della crisi, significa ridurre, i fenomeni in costante crescita di marginalità economica che poi diventa anche sociale, purtroppo, quindi proteggere significa favorire l’occupazione dei disoccupati e sostenere l’istruzione terziaria di giovani meritevoli e appartenenti a famiglie a basso reddito; proteggere significa dare la possibilità di concedere aiuti alle imprese per l’assunzione di giovani disoccupati, stare dalla parte dell’organizzazione del terzo settore consentendo loro di realizzare progetti di innovazione sociale da finalizzare all’inclusione lavorativa.
Formare significa creare opportunità e per questa ragione vogliamo potenziare il rapporto tra l’istruzione (Università, istituti tecnici, istituti formativi, penso ad esempio agli ITS) e le imprese in modo da garantire un’offerta formativa sempre più efficace, soprattutto in proiezione in termini occupazionali.
Attrarre significa sostenere e immaginare che il rilancio dell’economia regionale passi creando alternative occupazionali a quelle dell’industria manifatturiera, quindi complementare, passando all’incremento di qualcosa su cui tutti dobbiamo scommettere ed investire, che è la nostra vocazione turistica regionale, lo possiamo fare, ne abbiamo le caratteristiche, le abbiamo da un punto di vista naturale, da un punto di vista esperienziale. Quindi questo sarà uno dei temi, sarà il tema dei temi dei prossimi anni.
Equiparare significa contrastare le differenze di genere, promuovere una conciliazione tra lavoro e vita privata, favorendo soprattutto la partecipazione delle donne al mercato del lavoro.
Per queste ragioni ritengo che la proposta programmazione dei fondi Fse sia ricca di idee, di visione, di progetti, che questa Giunta ha voluto esplicitare in modo chiaro.
Concludo dicendo che, ma sono convinto di esprimere l’idea di tutti i Consiglieri, almeno di maggioranza, rinnovo la mia fiducia politica a questo esecutivo, in questo momento di crisi internazionale non è più il tempo delle parole, ma dei fatti. Poi ci sta che qualcuno metta in evidenza il percorso del passato, la bontà delle scelte passate, i meriti per i lavori svolti, ma dobbiamo guardare al futuro e questa programmazione è l’espressione di una maggioranza attenta ai bisogni di oggi, che non rinuncia ad essere credibile nelle politiche per sviluppare un domani.
Le Marche devono tornare protagoniste in Italia e nel mondo e oggi più che mai sono convinto che con questa programmazione saremo più forti, più competitivi e metteremo le basi per ritornare ad essere una Regione protagonista e rispondere all’idea di futuro che soprattutto oggi i giovani ci chiedono. Credo che sarà possibile guardare con fiducia il futuro della nostra comunità marchigiana. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. L'attuazione delle politiche comunitarie e le connesse procedure nella nostra regione, l’ha ricordato la Consigliera Bora, sono disciplinate dalla legge regionale n. 14 del 2 ottobre 2006, che impone alla Giunta una adeguata informazione a partire dalla fase di elaborazione delle proposte relative agli atti di programmazione comunitari.
Nulla di quanto previsto dalla legge regionale è stato fatto nel caso di specie, la relatrice di minoranza l’ha ricordato bene; mai e nulla è stato riferito circa l'andamento del negoziato, ad esempio, con lo Stato e con la Commissione europea. Un negoziato che se del caso doveva essere rinegoziato, passatemi la ripetizione della parola, all’esito della mutata realtà della nostra regione nel Paese, in Europa e nel mondo.
L'esame della proposta, ai sensi del comma 1 dello Statuto regionale, da parte della Commissione è stato del tutto insufficiente, non per colpa dei Commissari, né per colpa degli uffici, ma a causa dei tempi troppo ristretti che sono stati assegnati alla Commissione stessa.
Il Crel (Comitato regionale dell’economia e lavoro) addirittura non è stato messo nella condizione di riunirsi entro la scadenza del termine ai fini dell'espressione del parere di competenza, è scritto lì, nero su bianco, e questo ha pregiudicato un percorso di condivisione del processo di programmazione quanto mai necessario, opportuno e possibile.
Un percorso di condivisione che avrebbe potuto garantire di cogliere al meglio ed all'interno di una visione strategica di sistema le straordinarie opportunità derivanti dalla consistente mole di risorse messe a disposizione dall'Europa (anni 2021-2027). Lo dico al Consigliere Marinangeli, sono risorse messe a disposizione dall’Europa che, se fosse stato per il suo partito politico e per parte di questa maggioranza, sarebbe stata diversa e probabilmente non avrebbe messo a disposizione tutte queste risorse.
Stando alle sue dichiarazioni – ho visto un comunicato stampa di qualche giorno fa - la Giunta sarebbe pervenuta all’approvazione dei documenti di programmazione attraverso un percorso di confronto con i territori, i Sindaci, le categorie economiche, le parti sociali, gli ordini professionali, per raccogliere istanze e suggerimenti. In disparte la considerazione che questo contatto ci sarebbe stato con tutti meno che con il Consiglio regionale che invece, per legge regionale, lo dico al Presidente del Consiglio, è l’organo deputato ad essere informato ed ha la prerogativa, il potere e il dovere di approvare questi atti.
In quelle dichiarazioni della Giunta, che tutti potete leggere, non si scorge, come spesso accade, il minimo barlume di verità, mentre si vede bene la propaganda delle bugie, se è vero che le stesse categorie rappresentate nel Crel - nel Comitato regionale di economia e lavoro ci sono le categorie economiche, le parti sociali - addirittura lamentano l'impossibilità di riunire il Crel, che è il loro "Parlamento" deputato in primo luogo al confronto con il Consiglio regionale, al quale deve rendere i pareri.
Il Crel sottolinea nel parere, che versa in via telematica, l'importanza della condivisione viste le ingenti risorse, quindi una condivisione non c’è stata e allora come si fa a dire che c’è stata? E’ una bugia. Auspica che venga garantito l'adeguato confronto per assicurare la più ampia partecipazione, se si auspica è perché non c’è stata, si lamenta un’assenza, un vuoto. Sempre a sentire il Presidente della Regione: "Tra i marchigiani è emersa la volontà di costruire insieme una visione", che invece non si scorge per niente, mentre si vede bene la confusione politica di questa maggioranza che non riesce a proporre una pur minima strategia. Ad un incontro qualcuno disse che talvolta le idee sono poche, ma confuse, e questo ne è un esempio.
Una strategia invece è necessaria per un progetto ed una visione di insieme, del tutto, che metta almeno in relazione le misure declinate prima dal relatore di maggioranza Consigliere Putzu.
Una strategia che leghi le ingenti risorse della programmazione 2021-2027 con cosa? Non può camminare da sola questa programmazione, non può essere decontestualizzata dal tutto, che appunto leghi 1,36 miliardi di risorse, ad esempio, con altri fondi di finanziamento, quali il Pnrr, le risorse sisma e le risorse aggiuntive sisma. Un Pnrr del quale opportunamente lo stesso Presidente Acquaroli ha auspicato la rivisitazione all’esito della mutata realtà. Questa doveva e poteva essere l’occasione per dirci come ed in quali termini la Giunta intendesse che questa rivisitazione potesse esserci, però bisognava coordinare il tutto. Poi era necessaria anche una strategia che legasse queste risorse, ad esempio, con il Piano di sviluppo strategico per l’eventuale istituzione della Zes (Zona Economica Speciale). Ieri c’è stata una iniziativa a Fermo, ma non ci sono potuto andare perché ero a Roma con l’Assessore Castelli e la Ministra per il sud e la coesione sociale, e l’Assessore Castelli parlava del Piano di sviluppo strategico, e lo vogliamo decontestualizzare da tutto questo o vogliamo tenerlo insieme? E dove mettiamo la Zes? Quali rapporti con l’Abruzzo? Tutto questo credo che si debba tenere insieme!
Inoltre, la mancata estensione alla nostra regione dello strumento della decontribuzione, ad esempio, non la vogliamo contestualizzare all’interno di queste risorse per prevedere, magari, laddove non fosse possibile inserirla nella nostra regione, prevedere risorse comunitarie in parte anche sostitutive di questo strumento? Anche questo doveva essere all’interno di questa strategia unitaria.
Come le conseguenze ed anche le opportunità con gli aiuti dedicati di essere diventata una Regione in transizione, veniva ricordato, certo, non è una bella cosa essere una Regione in transizione, ma spesso dobbiamo avere la lungimiranza di cogliere le opportunità anche dalle cose negative.
Le altre strategie ed i relativi strumenti, quali gli ITI urbani, le aree interne e le aree di crisi, come si fa a non pensare che questa programmazione deve essere messa insieme a tutto questo? Bisognava parlarne, bisognava contestualizzare di fatto una strategia unitaria, ad esempio, con un piano di adeguamento infrastrutturale senza il quale nessun progetto strategico di rilancio del nostro sistema economico e produttivo e della stessa coesione sociale avrà credibilità e efficacia, anche senza gli adeguamenti infrastrutturali.
Pensiamo alle ricordate azioni per la difesa della costa, che possono essere accompagnate con queste risorse, pensiamo al tema delle infrastrutture materiali e immateriali, pensiamo alla prosecuzione della terza corsia, pensiamo nel fermano alla Mare-Monti, pensiamo alla Mezzima.
Ma questi sono soltanto esempi, li facciamo con le risorse europee? No, ma noi dobbiamo dire che le possiamo fare con altre risorse, con queste magari sostituiamo quegli interventi in quanto il tutto si deve tenere insieme.
Noi parliamo di aree interne e di aree di crisi, ma le aree di crisi le possiamo finanziare anche con lo strumento delle risorse europee ed anche con altre risorse, ad esempio ci sono quelle statali, ci sono quelle regionali, e allora non vogliamo mettere tutto insieme! Non c’è a ben vedere neanche la necessaria unificazione gestionale tra le risorse del Fondo sociale europeo e quelle del Fesr e non c’è neanche alcun rapporto con il programma degli interventi a seguito della guerra Russia-Ucraina, di cui alla delibera regionale n. 317 del 21 marzo 2022 di questa Giunta, che è un attestato di buone intenzioni senza alcuna misura concreta, senza alcun finanziamento. Credo che quell’intervento doveva essere contestualizzato con questo!
Nel comunicato della Giunta si dice che si è puntato sul recupero dei borghi e dei centri storici, ma dobbiamo sapere che nessun recupero sarà mai possibile senza i necessari servizi, su tutti: sanità, scuola, rete infrastrutturale materiale e immateriale. Allora, vedete che era necessario tenere il tutto perché in questi luoghi disseminati nella nostra regione, così pieni di storia, di beni ed attività culturali, di tradizioni, di paesaggio, nessun recupero sarà possibile, infatti, se non recuperiamo il senso di appartenenza delle comunità che lì vivono e che lì dovrebbero vivere.
Comunità separate e divise prima dal sisma e poi isolate dalla pandemia, che però ha fatto riscoprire l'importanza di questi luoghi.
In definitiva le Marche necessitavano e necessitano di uno sguardo ed una visione unitaria verso il futuro; hanno bisogno di prendere atto delle tante difficoltà che ci sono senza esserne sopraffatte; hanno bisogno della determinazione per cogliere le tante opportunità del tempo.
E’ stata persa una grande occasione non averlo fatto e non averlo fatto neanche in occasione della presentazione del Documento di economia e finanza regionale, che ci venne presentato come un documento "chiuso", insieme allo stesso bilancio triennale 2022-2024, seppur entrambi, come dicevamo, centrali nel mandato di questa Giunta. A quel tempo proposi degli emendamenti che andavano in questa direzione, tutti puntualmente respinti perché definito chiuso – ricordo al capogruppo Ciccioli - e questo, come si è visto, non è stato un danno per noi - che sopravviviamo - quanto per le opportunità che dovrebbero dispiegarsi all'interno di una visione programmatica che disegni la strategia che solo il Defr può assicurare. Anzi, questi provvedimenti odierni di programmazione comunitaria, con la loro mole di risorse di oltre un miliardo, avrebbero almeno meritato una nota di aggiornamento al Defr, al Documento di economia e finanza regionale, che pure ci era stata promessa e allora quale migliore occasione questa per una rivisitazione del Defr e per una rivisitazione dello stesso bilancio 2022-2024, che pure ci era stata promessa, con una manovra economica regionale che accompagnasse il tutto, foss'altro per la correlazione con il bilancio, conseguente ai necessari cofinanziamenti delle opportunità comunitarie, infatti, non sono stati neanche previsti i cofinanziamenti nel bilancio e si ricorrerà sempre e soltanto alle anticipazioni con l'utilizzo del fondo pluriennale vincolato, così diceva in Commissione il Dott. XY.
Infine, i programmi si pongono in evidente continuità nell'impostazione con la programmazione del precedente settennio (2014-2020), però i Piani che nascono in tempo di pace non possono essere approvati nello stesso testo in tempi di guerra, quali viviamo. E su questo prendo in prestito le parole del Presidente Acquaroli sul Pnrr che deve essere rivisitato e, se deve essere rivisitato, dovevano essere rivisitati anche i Piani che nascono in tempi di pace e non possono essere approvati nello stesso testo in tempi di guerra.
Guerra vera e guerra energetica che pesano in modo insostenibile sulle famiglie e sulle imprese, costrette a ridurre in modo consistente la produzione con tutte le conseguenze immaginabili per la loro tenuta, per l'occupazione e per la crescita.
Questi strumenti dovevano essere l’occasione per individuare in modo chiaro, puntuale, determinato, misure sostitutive che dessero una mano, che accompagnassero questi maggiori oneri, magari sostegno alle imprese, alle attività, ai lavoratori per la formazione, ad esempio, per una riconversione delle attività.
Tutto questo doveva e poteva essere scritto in modo puntuale, se si deve fare per il Pnrr si doveva fare anche per questo.
Il mondo è cambiato, è diverso e nulla sarà più come prima, questo lo sappiamo purtroppo, ma non ci possiamo arrendere dinanzi alla determinazione che domani ci sarà un mondo migliore, altrimenti abbiamo già perso ed abbiamo perso prima di iniziare. Questa deve essere la consapevolezza. Questi programmi appartengono già al passato e nonostante questo, se diciamo no al comportamento tenuto dalla Giunta anche in questa occasione, diciamo sì a queste risorse e ad un documento che assume i connotati dell’atto dovuto, dove è assente la politica.
Ho notato prima la sorpresa all’annuncio della Consigliera Bora che avremmo votato in modo favorevole, ma di cosa vi sorprendete? Potete pensare che diciamo no responsabilmente ad un miliardo di risorse? Noi diciamo no alle vostre azioni, ma diciamo sì a queste risorse e diciamo sì ad un documento che non ha nulla delle vostre azioni, ma che è un atto dovuto e redatto, devo dire anche discretamente bene, tecnicamente dagli uffici, in cui non c’è nulla delle vostre azioni perché la politica, per quello che ho detto, è del tutto assente, non c’è un’idea, non c’è progetto, non c’è un’idea di futuro.
Per questo noi votiamo sì, per quelle risorse che ci consegna l’Europa, alla quale noi abbiamo sempre creduto, nella quale crediamo e vogliamo che sia ancora più forte e che sia quell’Europa politica che deve essere, e questa ne è l’occasione.
In futuro ci faremo promotori delle necessarie proposte di modifica sostanziali a questi atti di programmazione anche e soprattutto ai piani finanziari per adeguarli alle mutate esigenze di questi tempi così difficili per le famiglie, le imprese, i lavoratori e più in generale per tutta la nostra comunità. Su quelle proposte di modifiche noi vi sfideremo in quest’Aula perché questo è il luogo per legge regionale deputato al confronto ed alla formazione degli atti ed anche alle loro modifiche nell’interesse delle comunità. Per questo noi votiamo a favore, non votiamo a favore di un vostro atto, votiamo a favore di un atto che dà - grazie all’Europa ed a quelle forze politiche che in Italia hanno sempre creduto nell’Europa - alla nostra Regione oltre un miliardo di risorse. Questo è il senso del nostro voto e questo è il senso che ha voluto dare la relatrice di minoranza, per questo noi voteremo sì.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carancini.

Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. Raramente ho sentito un intervento così duro rispetto ad un atto, come quello che ha illustrato in sede di relazione di minoranza la Consigliera Bora.
Devo dire, partendo dalle ultime riflessioni che ha fatto il Consigliere Cesetti, che non nascondo di aver percepito non solo la sorpresa, ma per certi aspetti l’irrisione di alcuni Consiglieri di minoranza rispetto all’apparente contraddizione tra il contenuto dell’intervento su questi due atti amministrativi e la dichiarazione neanche inattesa degli altri interventi, una strada forte che ci ha indicato la Consigliera Bora sul voto favorevole.
Non ho ancora ascoltato, mi pare che dovrà intervenire, l’Assessore Castelli o il Presidente, ma voglio augurarmi e sperare che venga valorizzato l’intervento costruttivo della Consigliera Bora e la domanda che ci dobbiamo fare, a cui in parte ha risposto il Consigliere Cesetti, è: sono una contraddizione i contenuti molto puntuali, che la Consigliera Bora ha trattato nel corso del suo intervento, e le criticità di questi due atti con l’affermazione di un voto favorevole? Assolutamente no, perché c’è l’affermazione forte del principio di condivisione del valore Europa. Queste sono risorse che arrivano dall’aggregazione, dal futuro, dalla prospettiva e dall’ente più forte che consente alle Regioni di individuare, indirizzare e scegliere le proprie politiche. E’ un voto verso l’Europa, è un voto verso il riconoscimento di un valore fondamentale.
Il secondo elemento che credo vada sottolineato è la parola “responsabilità” rispetto all’opportunità che questo documento porta con sé. Poter utilizzare e destinare un miliardo di euro per una regione come la nostra, significa marcare nei prossimi anni all’orizzonte un indirizzo politico rilevante, quindi è un voto favorevole, ovviamente verso le opportunità che ci vengono date.
Il terzo elemento che ha giustificato e indicato la Consigliera Bora riguarda la differenza rispetto al passato. E’ evidente come da questo punto di vista non ci sia solo una questione di stile, anche, ma un messaggio che non va solo all’Aula, ma va alle imprese ed ai cittadini che oggi hanno la possibilità di ascoltare e leggere non tanto noi, ma i nostri media e i nostri giornali.
Non c’è una contraddizione, c’è in realtà una vera e propria sfida nei confronti di chi oggi si appresta a varare questi atti essenziali, lo dico perché è evidente, questi atti sono lo strumento più importante della programmazione politica della Regione Marche dei prossimi sei anni, che segna gli indirizzi e le strade principali, la possibilità di poter cambiare le sorti di questa regione.
Suggerisco al Consigliere Putzu, che dice di essere orgoglioso di questi soldi e ringrazia il Presidente Acquaroli, che per queste risorse non bisogna ringraziare il Presidente Acquaroli, bisogna ringraziare quell’Europa, che lei e il suo partito non hanno perso occasione di attaccare, non certo il Presidente Acquaroli, che ha il compito e la responsabilità, insieme a voi, di indirizzarle in maniera efficace, seria, con idee, progetti – Consigliere Marinangeli - e visioni, che io onestamente non vedo, ma non è che non li vedo perché vi è un attacco politico, le argomentazioni della Consigliera Bora a questo momento non sono state neppure contrastate, neppure argomentate in senso differente, onestamente c’è una genericità che io comprendo perché c’è una replica chiara rispetto a quello che è stato il passato.
Ora correttamente voi – anzi, credo che l’intervento dell’esecutivo tenderà a sostenere questa tesi - direte che non fate altro che individuare i criteri e che attraverso i programmi attuerete ed applicherete quelli che sono gli indirizzi. Penso che in questa fase non basti questo perché sarebbe occorso intervenire per dare davvero la visione ed è attraverso questi atti che si individua la visione o meno, su questo poi cercherò di essere più chiaro.
C’è un tema importante che va sottolineato e va sottolineato non solo in questo passaggio, ma rispetto a questi 18 mesi: raccontare cose che non corrispondono alla realtà. Il metodo della partecipazione, qual è stato il metodo della partecipazione rispetto a questo atto? La domanda è: aveva tempo l’esecutivo dal proprio insediamento di confrontarsi su questi temi? C’è stato un tempo sufficiente? E’ sufficiente aver speso 18 mesi senza un confronto, non dico in Aula, ma anche, rispetto a tutte le forze sociali? Nessun confronto! Erano sconosciuti i termini? Non erano sconosciuti né i termini né i temi e debbo dire neanche le possibilità di proporre nuove proposte.
Il merito: come si intendono sviluppare le priorità? Lo dico e lo chiedo senza retorica all’Assessore o al Presidente che dovrà intervenire. Ci sono in questa regione nove distretti produttivi, centrali nello sviluppo del sistema lavoro, ci sono nove mercati principali rispetto alle aziende, la risposta a cui sarebbe necessario dare concretezza è quali sono le priorità di sviluppo rispetto a quello che è stato programmato, individuato nella precedente programmazione europea. Come si incrocia la programmazione dei fondi con il Piano nazionale di ripresa e resilienza?
Comprendo che si può essere indifferenti a tutto ciò, ma non è serio rispetto a un passaggio di maturazione all’interno di un’Aula legislativa non assumersi responsabilità ed avere chiarezza di idee rispetto a questi temi. Mi concentro esclusivamente sul lavoro perché credo che sia l’elemento portante, sul quale si sarebbe potuto davvero dare un segnale - qui non esistono segnali - sarebbe stato interessante capire quali altri mercati avremmo potuto praticare rispetto ad alcuni cluster fondamentali in relazione al mercato del lavoro. Chi sostituirà, per esempio, o chi integrerà la Russia rispetto all’intero settore/distretto calzaturiero? Chi lo farà? Quali altri possibili mercati? Non è indicato e non c’è un approfondimento perché è evidente che il confronto costa fatica, il confronto costa tempo, costa anche la rinuncia alla genericità. Andatevi a leggere il programma del Presidente Acquaroli, non c’è una sola indicazione coerente con quello che leggiamo in questi documenti.
Ecco perché dico al Consigliere Marinangeli che mancano strategie e visioni, è troppo facile ricalcare, replicare, copiare – comprensibile - ma come ha detto il Consigliere Cesetti siamo in un’altra fase storica, non solo del nostro Paese, ma dell’intera Europa e sinceramente ci aspettavamo all’interno di questo documento segnali diversi, innovativi, soprattutto la capacità di interdire la grave crisi e di capire come saremmo usciti almeno nelle intenzioni da questo importante passaggio.
In conclusione voglio sottolineare un ulteriore argomento, magari su questo il Presidente sarà indifferente ancora una volta. Presidente Acquaroli a me risulta, se non vado errato, che lei sia non solo il Presidente, che è già abbastanza, ma è anche l’Assessore, mi lasci ribadire ancora una volta, senza polemica, che il suo silenzio, che accompagna i lavori di quest’Aula da un anno e mezzo, è imbarazzante. Non solo credo che debba rispondere a chi qui sta seduto perché eletto dai cittadini, in qualche modo li rappresenta, ma penso che lei abbia il dovere, a maggiore ragione assumendosi le responsabilità di deleghe rilevanti come questa, di darci una linea, di farci comprendere la sua posizione, la sua visione. E’ a lei che la Regione Marche ha conferito la fiducia di rappresentarla e il silenzio non è una bella cosa. Posso anche comprendere l’indifferenza a questi stimoli, richiami, lei è il Presidente della Regione Marche, lei ha il dovere in Aula di indicarci quali sono i progetti, le visioni, le idee, i percorsi e arrivo a dire le difficoltà perché so bene, in relazione alla mia esperienza amministrativa, che ci sono e il Presidente e chi è apicale, chi ha la responsabilità di guida ha il dovere di rappresentarle. Noi non l’abbiamo ascoltata mai, guardi, non c’è stato un intervento politico del Presidente della Regione Marche in quest’Aula in un anno e mezzo che abbia tracciato una spina dorsale, una linea, una identità.
Presidente, è un fatto grave ed è grave - me lo lasci dire – perché, anche nei confronti dei Consiglieri di maggioranza e di opposizione, c’è un sottile disprezzo verso il luogo dove noi sediamo, non può stare inerme, supino rispetto a degli indirizzi e a delle questioni che diventano determinanti. Oggi ancora una volta noi rileviamo questo.
Queste sollecitazioni, Presidente Acquaroli, lo ribadisco, così come ho già detto in un altro momento, non sono polemiche, non sono strumentali, sono la richiesta dei Consiglieri regionali eletti che le chiedono, non attraverso il ruolo mediato degli Assessori che hanno una rilevanza e l’hanno in relazione alle deleghe ed ai temi …, ci sono invece passaggi cruciali, determinanti, che segnano le strategie e gli indirizzi e quelli li deve fornire il Presidente.
Chiudo dicendo che vorrei che non fosse un’occasione persa e credo anche che una riflessione vada fatta sul credito politico del consenso che esiste oggettivamente e che le è riconosciuto dal voto, ma penso, è un’opinione che metto a sua disposizione dentro un’Aula di confronto, che molto spesso consumare il credito senza restituire il dovere della responsabilità nel tempo può far perdere il consenso.
E’ ovviamente una riflessione di carattere generale, politica, non abbiamo e non ho lezioni da dare, né consigli, sta solo dentro un rapporto dialogico fra l’esecutivo, il capo dell’esecutivo e chi in quest’Aula è stato eletto dai cittadini e che piaccia o meno li rappresenta. Grazie.

PRESIDENTE. Ricordo che abbiamo votato in Aula, dopo averlo deciso nella Conferenza dei capigruppo, che i classici 15 minuti sono aumentati di ulteriori 5 minuti per chi vuole intervenire, riducendo un solo intervento sulle proposte di atto amministrativo.
Ha la parola l’Assessore Castelli.

Guido CASTELLI. Grazie, Presidente. Momento importante e significativo, voglio ringraziare il relatore di maggioranza e la relatrice di minoranza che ci consentono di governare uno dei passaggi che può ritenersi fondamentalmente propedeutico ad entrare finalmente nel ciclo di programmazione 2021/2027. Questa cosa cade nell’aprile 2022, un anno dopo, perché quello che è successo complessivamente nello scenario internazionale, che non può sfuggire a nessuno, ha indotto a questo “ritardo”, che in realtà è un ritardo di sistema che consente oggi di dire che stiamo vivendo un momento assolutamente speciale e non confrontabile, comparabile con quella stagione che aveva accompagnato l’approvazione delle linee di indirizzo della precedente programmazione.
Questa è la premessa che intendevo fare dopo aver ascoltato la serie di considerazioni che sono provenute dai colleghi di minoranza che a mio modo di vedere può essere ricondotta …, ho sentito attentamente ed avevo intenzione di verificare con precisione che tipo di contributo e di critica potesse venire dall’opposizione, devo però dire che politicamente parlando ci sono due dati che voglio enfatizzare e sottolineare non senza soddisfazione.
Il primo dato politico è che la critica dell’opposizione del Partito Democratico si è fermata ad aspetti procedimentali, alla tempistica; l’altro dato politico è che il Partito Democratico vota favorevolmente e che quindi la proposta del Presidente Acquaroli, che ha guidato l’insieme di questi lavori, trova anche il consenso perché poi in politica quello che conta sono gli esiti delle votazioni, anche dell’opposizione. Quindi, evidentemente siamo stati capaci di intercettare le ragioni profonde che dovevano produrre questa programmazione, che cade in un frangente storico del tutto incomparabile rispetto a quello che, ad esempio, aveva segnato l’introduzione della precedente 2014/2020 perché nel 2014/2015 eravamo nella stagione del patto di stabilità, della grande crisi della finanza pubblica, dove trovare le risorse era di per sé una cosa quasi impossibile ed insormontabile e l’Europa lesinava disponibilità economiche. Oggi siamo in un frangente totalmente opposto, ecco perché non mi ritrovo nella critica di chi cerca di stabilire nessi anche in termini di continuità fra prima e dopo. E’ impossibile farlo, sarebbe come cercare di comparare le mele con le pere, se mi si consente l’espressione, visto che ora il frangente è del tutto diverso: le risorse sono abbondantissime, il ciclo di programmazione europea non può essere letto disgiuntamente dal Pnrr, quindi, tutto quello che stiamo facendo in realtà va attualizzato in relazione alle rilevanti prenotazioni di risorse, alle indicazioni che ci vengono già anche su temi, alcuni sono stati evidenziati, lo farò dopo, che riguardano gli obiettivi della programmazione europea ordinaria, ma quello che è più importante, il grande argomento che dobbiamo tenere a mente, nel mentre approviamo gli indirizzi, è quello della attuazione. Paradossalmente ciò che si aspetta dal sistema pubblico nel cercare di curare al meglio la realizzazione di questi obiettivi, di cui abbiamo parlato e parlerò anch’io sia pure in sintesi, sta nel fare in modo che queste risorse non stazionino nelle casse della Regione, che si curino sistemi e modalità attuative capaci di compensare al meglio gli sforzi delle imprese e dei cittadini che faranno domanda di finanziamento, in maniera tale che le liquidazioni possano essere fatte presto e bene, soprattutto che ci sia una profonda relazione tra ciò di cui necessita una comunità, così profondamente ferita come quella marchigiana, e ciò che astrattamente abbiamo nella nostra disponibilità, cercando di curare con precisione le realizzazioni concrete.
Ecco, siamo in una stagione in cui dovremo soprattutto affrontare il tema della capacitazione amministrativa di una Regione che deve fare bandi che siano chiari, che siano il minimo orientati verso il principio, ad esempio, dello sportello, lo dico perché allo sportello chi arriva prima vince, che non è sempre foriero delle migliori considerazioni sui temi che vengono sollecitati. Penso che questo sia l’atteggiamento che ci deve portare a considerare il nostro lavoro.
Non posso riconoscere come fondata la critica di esserci confrontati poco perché così non è stato; abbiamo fatto una serie di incontri che probabilmente non ha precedenti, tutti i territori, abbiamo svolto cinque incontri territoriali a far data da luglio, tre comitati di indirizzo, due comitati scientifici, che non erano episodi, erano il luogo che consentiva poi di aprire un confronto ed una relazione che si dipanava in una serie di incontri, riflessioni, confronti, che potevano anche essere svolti e sono stati svolti one too one, be too be, secondo una logica che non è quella novecentesca di una dimensione analogica dei rapporti, ma evidentemente di una logica che beneficia e utilizza anche i metodi.
Quindi non è vero che abbiamo parlato poco, non è vero che abbiamo accumulato ritardi perché qualche Regione prima, qualche Regione dopo, ma non è questo il tema in un mondo che brucia per effetto della guerra e dell’inflazione galoppante che ci riporta agli anni ’70, tanto l’Accordo di partenariato sarà unico e allo start vero, di cui alla seconda parte attuativa della nostra strategia, che è quella della mappatura operativa, le famose schede Map, in cui vedrete cose più precise, decideremo, è competenza della Giunta, ma anche in quel caso ci confronteremo insieme, quali sono le misure nitide che abbiamo pensato di formulare insieme.
Non è vero che ci siamo confrontati poco, non è vero e questo lo voglio dire perché è stato particolarmente frainteso il parere del Cal e del Crel, che non dice quello che qualche Consigliere ha evidenziato perché il Crel raccomanda che nella fase attuativa si conservi la possibilità e la necessità del confronto. Ora, capisco che bisogna, e sta nella polemica politica, cercare di trovare conferme esogene delle proprie affermazioni che più o meno apoliticamente, come è normale della polemica politica, si evidenziano, però il Crel non dice questo, dice cose che sono ampiamente condivisibili e che mi sembrano prive di accenti polemici, come quelli che qualcuno ha voluto individuare e ravvisare in quel parere che prenderemo ovviamente non solo per buono, come è doveroso dal punto di vista istituzionale, ma come suggerimento necessario.
Quello che voglio dire nel merito è che non mi avventurerei nella comparazione fra le risorse che sono destinate alle imprese perché la Consigliera Bora fa riferimento, ad esempio, alle risorse del Fesr, ma ci aggiunge anche quelle aggiuntive del sisma, allora se aggiungiamo anche quelle del sisma dobbiamo mettere anche i 700 milioni del Fondo complementare che nell’anno del Signore 2022 sono state manifestate e messe a disposizione del cratere su forme diverse da quella del Fesr. Dobbiamo essere onesti e dire che in realtà la misura e le misure che proporremo e che stiamo proponendo alle imprese sono molto più consistenti perché da questo punto di vista godremmo di una addizione importante solo ed esclusivamente per il sisma.
Non è vero che non ci sono soldi per la parità di genere, ci sono 17 milioni, bisogna decodificare la cosa, e gli “urletti” della Consigliera Bora non possono cambiare la realtà per quello che è. Ci sono i soldi per la parità di genere, ci sono tutte situazioni che vale la pena considerare per quella che è una strategia, lo dobbiamo dire, largamente condizionata perché non c’è niente di male nel ricordarlo, da una serie di obiettivi che vengono tendenzialmente assegnati dall’Europa in maniera molto stretta.
Il Por Fesr e Fse – l’avete visto – è una matrice che va riempita, in cui necessariamente la lettura del territorio deve consentire il dimensionamento quantitativo più che qualitativo delle risorse, ma viviamo in un’ottica in cui il ciclo della programmazione comunitaria è fortemente condizionato da binari che sono stabiliti dall’Unione europea e che aderiscono ai più generali Gol che l’Onu ha stabilito come gli obiettivi da raggiungere nel 2020-2030, in cui le singole Regioni devono cercare di fare un lavoro che è complicato: quello di far combaciare il più possibile questa matrice ad una matrice diversa. Non senza incredulità, ad esempio, noto come nella matrice di cui sto parlando manca del tutto …, questa non è una critica all’Europa anche perché l’Europa non è la dea Visnù che non si può criticare, io la critico nel momento in cui non mette nella giusta considerazione forse una delle vicende più importanti, stringenti, urgenti che sta affliggendo la nostra regione, la questione demografica, sulla quale si scivola sempre poco volentieri a livello europeo. Io sono membro del Comitato delle Regioni, come è noto le politiche familiari e le politiche fiscali riferite alla famiglia sono argomento che non sempre si sposa con alcuni principi del pensiero unico, che magari non ama ricordare che ci sono Regioni o Stati nazionali nell'ambito del sistema europeo che hanno ottenuto risultati significativi: sono la Germania ed anche l’Ungheria, la Polonia ed anche la Francia.
Lo dico perché bisogna essere estremamente concreti nello stabilire che lo sviluppo di questi nostri ragionamenti deve tener conto del quadro attuale che deve essere letto tenendo conto che il Por Fse ed il Por Fesr non può mai essere disgiunto dalla valutazione delle risorse che riguardano il Pnrr e il Poc. Mi sembra che il Consigliere Mastrovincenzo abbia parlato del work by out che è una cosa assolutamente necessaria e prevista nel Poc, che non è oggetto di approvazione in questa sede e che richiederà peraltro delle linee guida del Cipe se ancora noi non agiamo.
La stessa cosa riguarda il Centro per l’impiego dove le risorse Pnrr saranno doviziose e rilevanti.
Ecco il vero tema, la vera problematica di questo ciclo di programmazione è quella di avere una visuale il più possibile multifondo di ciò che è necessario avere per le Marche, sapendo che ci sono dei temi fondamentali che vorrei sommariamente negli ultimi due minuti che mi rimangono, ricordare. Come Regione Marche, e questa non è una critica politica, però è un dato che io voglio rammentare con evidenza, siamo piombati in transizione per effetto di quello che è accaduto negli ultimi anni, non voglio dire che sia colpa della Consigliera Bora se siamo in transizione, però un po’ di autocritica io l’avrei fatta.
Detto questo, noi siamo in transizione, siamo stati retrocessi, l’impegno … e per questo il voto favorevole alla nostra proposta da parte del PD è incoraggiante, forse questa è l’autocritica, un voto che danno alla nostra programmazione perché si possa uscire dalla transizione nel 2028. Questo è l’obiettivo che noi dobbiamo avere, questo è l’obiettivo che assegna agli Assessori il Presidente Acquaroli, visto che la pandemia, e questo è un dato, ha picchiato più duro nelle Marche che altrove perché i codici Ateco che hanno subito le chiusure maggiori sono quelli che paradossalmente vedono brillante la nostra produzione aziendale, in particolare sulla moda, sulla pelletteria, e non solo. Anche la guerra ucraina ha picchiato più duro da noi che altrove perché a fronte di una percentuale di esportazioni verso la Russia che a livello italiano è dell’1,8% noi siamo al 2,4%, quindi abbiamo, oltre a quel dato di partenza che ci ha sfavorito negli anni, ma che ora vede più risorse per tutti noi, un’esigenza di articolare un set di interventi che ha in questo preciso momento storico, e che ci vede approvare il Por Fesr Fse, un momento nodale, ma che sarà da concepire in maniera estremamente flessibile perché dopo 10 anni in cui le pubbliche amministrazioni sono state sfiancate da un blocco del turn over, che le ha rese più fragili, che le ha rese meno capaci di organizzare le attività amministrative come si dovrebbe, ci dobbiamo rendere conto che il vero tema è la sfida dell’attuazione. Leggo ogni giorno: “Arrivano i soldi da qua, arrivano i soldi da là”, è vero, ci sono tanti soldi e tanti debiti, su 192 miliardi del Pnrr complessivo ce ne sono 122 a prestito che dovremo ridare, il tema centrale è questo.
Credo che abbiamo fatto un buon lavoro, il voto favorevole delle opposizioni mi sembra confermare questo dato. Dobbiamo guardare avanti, comparare le grandezze secondo me è fuori luogo perché non risolve i problemi dei marchigiani che sono forti, che devono vedere un Consiglio regionale capace di sollecitare, come sta facendo anche oggi, la Regione e l’esecutivo, soprattutto a far sì che vi siano processi di liquidazione della spesa capaci di evitare che colui che ha ottenuto ipoteticamente l’assegnazione finanziaria, debba, come sta accadendo negli ultimi anni, aspettare tanto tempo prima di ottenere quel che necessita per la sua azienda, la sua famiglia, oppure la sua cooperativa.
Da questo punto di vista ritengo che il lavoro fatto sia buono e ringrazio l’Assemblea del voto favorevole a questi programmi.

PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente Acquaroli.

Francesco ACQUAROLI. Grazie, Presidente. Buon pomeriggio a tutti. Un ringraziamento lo voglio rivolgere all’Assessore Castelli, lo voglio rivolgere agli uffici, lo voglio rivolgere a tutti coloro che hanno lavorato prima dell’arrivo della programmazione in Commissione e in Aula. E’ stata un’attività complicata, complessa, anche fatta in una fase di emergenza. Quando abbiamo iniziato il giro per le nostre province, l’abbiamo fatto in momenti in cui la pandemia ancora si sentiva forte, molto più forte rispetto al momento attuale ed è stato il nostro un atteggiamento di ascolto, cercare di comprendere dove volevamo andare, anche come poterci andare con i nostri corpi intermedi, con le forze sindacali, con i territori, con i Sindaci, con coloro che sono la struttura portante della nostra regione.
Una fase di ascolto e di coinvolgimento che poi è stata tenuta in ampia considerazione quando abbiamo fatto alcune scelte, altre sono state dettate dalle priorità che i tempi ci imponevano, poi c’è una visione che noi portiamo avanti dalla nostra campagna elettorale, con il programma di rilancio della nostra regione.
Certamente i tempi che viviamo sono complicati e complessi, la nostra regione viene da una crisi particolarmente pesante a partire dall’anno 2008, viene da una crisi del sistema creditizio, che a volte tendiamo a sottovalutare, molto importante perché la mancanza di un istituto di credito che possa sostenere le imprese e le famiglie in maniera forte ed autorevole è un vulnus rilevante che noi riscopriamo quotidianamente girando per i nostri territori, senza nulla togliere agli istituti di credito che ci sono; credo che occorra fare un po’ mente locale per comprendere il vuoto lasciato da Banca Marche.
Il sisma del 2016 è un tema ancora pesantemente presente nelle nostre agende perché purtroppo quella che sembrava una ripartenza della ricostruzione è stata bruscamente frenata a causa del rincaro dei prezzi delle materie prime, e questo è un altro argomento che dobbiamo tenere in forte considerazione. La ricostruzione è ferma, alcune imprese stanno rinunciando agli incarichi, è una questione da cui non si può prescindere e su cui non riflettere rispetto all’impegno che stiamo approfondendo.
Non ultima la pandemia che tutti conosciamo che, come ha ricordato l’Assessore Castelli poc’anzi, ha avuto un forte riflesso sulla nostra economia e non solo, come la guerra Ucraina-Russia che sta dando all’apparato economico della nostra regione un’altra ferita molto importante. Non solo all’economia manifatturiera, ma anche all’economia agricola e turistica. Il nostro era ed è un mercato che nei confronti sia dell’Ucraina sia della Russia aveva delle forti aspettative e delle relazioni instaurate rilevanti, in particolare con il settore calzaturiero, anche se non è l’unico settore che faceva forte riferimento al mercato russo/ucraino.
La programmazione europea e l’approvazione che oggi ci accingiamo a fare è uno strumento che appartiene ad una serie complessiva di strumenti, non si può prescindere dal Pnrr sisma, dal Pnrr normale. Ha detto bene il Consigliere Cesetti prima, ho chiesto di riconsiderare il Pnrr perché ci sono delle priorità che non possiamo non mettere nell’agenda del Governo regionale e pretendere che siano inserite nell’agenda di Governo nazionale, che riguardano le infrastrutture. Non usciamo dal Pnrr con una situazione infrastrutturale completamente rivoluzionata e migliorata, noi ne usciamo con la Orte-Falconara potenziata, o meglio con la Falconara-Fabriano potenziata, un potenziamento ferroviario che riguarda chi parte da Ancona perché per chi partirà da Fabriano impiegherà esattamente lo stesso tempo o poco di meno per arrivare a Roma, perché la tratta Fabriano-Foligno, che ha più difficoltà, non vedrà alcun tipo di intervento.
Poi vi sono altri aspetti che stiamo cercando con l’Assessore Baldelli di trattare in tutti i tavoli possibili ed immaginabili con il Ministero, con le Ferrovie, con l’Anas, c’è la questione della continuità territoriale che speriamo venga sbloccata quanto prima. In questi giorni è alla ribalda la vicenda della ferrovia Adriatica, così via dicendo; la Pedemontana che è una battaglia importante vinta qualche anno fa per un tracciato ed oggi noi andiamo a rilanciare la sfida su altri due tracciati: Fabriano-Sassoferrato, Caldarola-Muccia-Amandola fino alla Mare-Monti che tocca Servigliano.
Sono vicende che stiamo cercando di affrontare con tutti gli strumenti che ci vengono posti e a tutti i livelli politici fino a quello nazionale ed europeo.
Chiaramente questo strumento viene letto con particolare interesse, soprattutto volto alla capacità di saper sostenere il nostro territorio nelle sfide più programmabili e meno straordinarie. Abbiamo fatto delle scelte che ritengo precise, complessivamente un miliardo che tocca anche il tema delle infrastrutture, anche se sicuramente la risposta al tema infrastrutturale non può essere data oggi con gli strumenti che abbiamo a disposizione, però è una circostanza che sicuramente teniamo in forte considerazione perché ci sono dei nodi che possono essere risolti anche a livello regionale e su quelli ci stiamo concentrando.
Stiamo cercando di individuare la fattibilità, la sostenibilità con le nostre risorse, che derivano anche dall’Europa, per dare risposte a quelle carenze che sono ataviche e che magari possono condizionare negativamente lo sviluppo del nostro territorio.
Non guardiamo solo a quello ma, ad esempio, alla strategia del rilancio delle nostre imprese. Abbiamo dato un input che è quello della visione dell’aggregazione delle nostre imprese, il tema dell’ecosistema, quel sistema in cui le imprese riescono a dialogare e ad aggregarsi nella sfida alla competitività per cercare nella propria filiera di dare spazio l’una all’altra, cercando di cambiare anche una cultura che nella nostra regione ha bisogno di essere superata, che è quella non solo della aggregazione tra imprese, ma anche dell’aggregazione tra settori e territori. L’abbiamo fatto con le start up, la legge è stata approvata in quest’Aula, con altri interventi e con l’internazionalizzazione, sono tutti strumenti a cui faremo riferimento per dare delle risposte importanti alle imprese del nostro territorio nei limiti, l’ha detto bene l’Assessore Castelli, imposti dall’Unione europea.
Tengo a dire che questa programmazione è un’opportunità enorme, l’Assessore prima ha detto che le risorse sono tante ed il momento che noi viviamo presuppone di dire che le risorse sono tante, ma non sono mai sufficienti rispetto alle emergenze che si stanno aprendo.
Ho detto che abbiamo messo in campo una serie di strumenti, alcuni anche legislativi, proprio per supportare una strategia precisa, volta al rilancio dell’occupazione, al rilancio di una visione economica, al rilancio della capacità di competizione e di competitività di un territorio intero.
Non è semplice, è di ieri la riunione con il Ministro per il sud e la coesione territoriale per la Zes legata al Porto di Ancona, anche questo è un tema complicato, complesso, che presuppone un attento studio e un attento approfondimento perché le opportunità che la Zes porrà non sono illimitate, ma sono definite e limitate, quindi non dobbiamo sprecarle. Anche qui c’è la volontà di un approfondimento serio con la Camera di commercio, con le Associazioni di categoria, con le Università per cercare di mettere con responsabilità in campo quelle scelte che avranno poi delle ricadute rilevanti, non solo nei sette anni futuri, ma nella storia prossima della nostra regione.
Una scelta essenziale l’abbiamo fatta e la stiamo confermando con questa programmazione, è la scelta dei borghi. Quando ci saranno le risorse anche della programmazione agricola, investiremo sulle politiche attive dei borghi, complessivamente tra risorse della Regione e risorse della programmazione europea 100 milioni di euro, il 10%.
Qualcuno di voi potrà dire che non è tanto, credo però che lo sforzo vada riconosciuto perché guarda quelle realtà che stanno soffrendo di più, che in particolare hanno subito maggiormente lo spopolamento, hanno subito l’incapacità di competere nella questione anche infrastrutturale, hanno subito la periferia di un territorio molto sgretolato con la conformazione territoriale che la nostra regione ha. Credo anche che hanno subito delle scelte politiche, non voglio guardare indietro, che hanno penalizzato le periferie della nostra nazione, in Italia c’è stata una traiettoria di sviluppo e purtroppo la traiettoria adriatica ha avuto uno sviluppo rallentato, diverso, minore rispetto ad altre traiettorie e gli Appennini nella dorsale Adriatica hanno subito più pesantemente i riflessi di queste scelte che non sono addebitabili a nessuno, ma si sono verificate.
100 milioni che guardano ai centri storici ed ai borghi, che si concentrano sulle politiche attive del rilancio, 100 milioni per dare una speranza, un’opportunità ai giovani, alle imprese, alle famiglie che possono riqualificare non solo il borgo, ma anche le filiere che nei borghi possono essere sviluppate per riportare quei luoghi ad essere vivibili, centrali, accoglienti, ad essere un punto di riferimento per le traiettorie e le strategie di sviluppo futuro della nostra regione.
Nel momento che stiamo vivendo e per questa programmazione le certezze sono alquanto fragili perché nessuno di noi sa realmente la durata del conflitto, l’impatto dello stesso, il ruolo che avrà l’infrazione. Leggiamo stime che oggi possono essere tenute in debita considerazione e farci immaginare uno scenario che magari fra tre mesi, sei mesi, un anno potrebbe cambiare radicalmente.
In questo senso noi abbiamo cercato di guardare alle emergenze del nostro territorio che sono tante, e credo che davanti a queste fare il primo della classe …, mi riferisco a chi mi invitava a intervenire maggiormente – Consigliere Carancini - io intervengo quando ritengo utile farlo, mi piace ascoltare ogni tanto anche quello che in Consiglio si dice perché quello dell’ascolto è un bagaglio che mi porto dietro.
Ritengo che fare il primo della classe non sia facile perché chi è al governo in questo periodo ha doppiamente la responsabilità di non sprecare le opportunità e di concentrarsi su quello che è necessario e noi abbiamo ritenuto necessario cercare di sostenere le imprese che ci sono nell’innovazione, nella digitalizzazione, in tutte quelle sfide che da sole non riuscirebbero a portare avanti perché sono tutte in difficoltà, anche quelle più strutturate.
Dall’altra parte c’è il tema dei territori, l’ha detto bene l’Assessore Castelli, l’abbandono dei centri periferici, dei centri storici e dei borghi si unisce al calo demografico che nella nostra regione, basta guardare gli studi, è drammatico e ci consegna una regione che fra mezzo secolo sarà un terzo in meno rispetto a quella attuale. Certo, è difficile vincere la sfida demografica con questi strumenti, stiamo cercando di provarci, facendo squadra, chiedendo a tutti senso di responsabilità e comprendendo il fatto che non è con questa programmazione europea che risolveremo i problemi di tutta la regione Marche perché nel contesto economico/finanziario attuale queste risorse sono purtroppo insufficienti a dare risposte a quelle domande che solo la pandemia ha creato, senza considerare quello che dovrà avvenire d’ora in poi.
Quindi, mi aspetto che la Comunità europea faccia il massimo per comprendere le difficoltà. La nostra regione è potenzialmente la più colpita da una serie di eventi e di variabili che negli ultimi 15 anni hanno rischiato di metterne a repentaglio la tenuta. Noi cerchiamo di dare le risposte con senso di responsabilità e guardando alle priorità.
E parliamoci chiaro, sono le priorità che tutti avevamo in campagna elettorale, io la campagna elettorale l’ho fatta con il Consigliere Mangialardi, che è qui presente, sono le priorità che tutti avevamo evidenziato, poi possiamo nel contesto della strutturazione della programmazione europea variare, ma le risposte sono queste.
Mi fa piacere che il Partito Democratico voti a favore, se c’è qualcosa che si può modificare insieme noi diamo la disponibilità a confrontarci, però il tema è che in questa fase le risorse e la strategia sono di risposta alle emergenze.
Non possiamo guardare alla strategia che vorremmo, da una parte c’è un’emergenza che è chiara e totale, che è il sostegno alle imprese, alla competitività del territorio, e dall’altra il rilancio di un territorio che purtroppo tra il calo demografico e lo spopolamento, dovuto alla non competitività stessa, alla mancata visione data precedentemente il nostro arrivo … Credo che queste siano le nostre priorità, insieme chiaramente alle infrastrutture, alla sanità, che non è il tema di questo momento, come quelle dettate dalle contingenze.
Il nostro è stato ed è un lavoro che cerca di fare squadra e di fare gruppo con chi vuole farlo, chiaramente ben vengano anche le critiche perché giustamente è questa la sede migliore dove poterci confrontare anche aspramente, però, guardando l’epoca che stiamo attraversando, credo che quello che abbiamo fatto, non dico che sia il massimo che si poteva fare, però sicuramente è un lavoro svolto all’insegna della responsabilità, dell’ascolto, del coinvolgimento e all’insegna della strategia di dare risposte alle priorità. In questo senso penso che il massimo sia stato fatto e mi permetto in chiusura di dire che quelle proposte che verranno portate all’attenzione della Giunta, delle Commissioni e del Consiglio potranno essere ritenute sostenibili, fattibili e non confliggono con quelle priorità che abbiamo stabilito in campagna elettorale e nel programma di governo e della programmazione, potranno essere accolte, perché ritengo che il buonsenso debba prevalere anche nel dare dignità e risposte al Consiglio regionale quando il Consiglio regionale lavora in senso positivo e costruttivo.

PRESIDENTE. La discussione generale è conclusa.
Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Putzu.

Andrea PUTZU. Grazie, Presidente. Ci tengo a fare una breve replica a tutti gli interventi che si sono susseguiti.
Oggi tutti quanto abbiamo, maggioranza e opposizione, dimostrato quello che pensavo all’inizio, che questo è un tema sul quale, di fatto anche dal Presidente Acquaroli sottolineato, tutti abbiamo preso impegni a livello elettorale, tutti abbiamo cercato di trovare delle soluzioni utili affinché si possano risolvere i problemi dei marchigiani.
Voglio solamente dire grazie a tutti voi, anche all’opposizione, che con responsabilità ha votato favorevolmente la programmazione dei fondi europei a tutto ciò che un domani insieme agli uffici …, per quanto riguarda anche i bandi che verranno fatti, il supporto che verrà dato alle imprese, ai Comuni, alle famiglie, ai territori, al turismo.
Grazie anche al Presidente Acquaroli per aver voluto investire tutte queste risorse nei borghi, che per noi sono il grande attrattore delle Marche e questo è un grande punto di riferimento della nostra regione.
Sono un po’ dispiaciuto perché il Consigliere Carancini cerca di provocare, ma lo vedo in grande difficoltà, lui cerca sempre di stimolare il Presidente dicendo che non è mai intervenuto, eccetera, è vero, il Presidente interviene poco, ma a differenza di qualcun altro fa molti più fatti rispetto a chi urla in Consiglio regionale e cerca magari di sollecitare non si sa che cosa.
Consigliere Carancini, credo che lei abbia una grande stima nei confronti del Presidente Acquaroli perché lo chiama spesso in causa, anche se non so cosa il Presidente Acquaroli le debba dire pubblicamente, davanti a tutti.
Ritengo che in politica si parli con i risultati. Siamo in Consiglio regionale, possiamo fare delle proposte in Commissione, la Giunta fa i suoi atti, il Presidente Acquaroli porta a casa importanti risultati, così come vedremo da qua a diversi anni.
Inoltre, Consigliere Carancini, la voglio anche ringraziare perché ha dato un contributo, seppure attraverso tante critiche. Ringrazio anche la Consigliera Bora per aver approfondito alcuni temi necessari ed i Consiglieri Cesetti e Mastrovincenzo che fanno parte della Commissione di cui ho l’onore di essere Presidente, così come i Consiglieri di maggioranza.
Credo che oggi tutto il Consiglio regionale sia riuscito a dare prova di grande intelligenza.
Voglio dire grazie al capogruppo Consigliere Mangialardi ed alla Consigliera Casini perché votare a favore di questo atto significa dare delle opportunità in più alle imprese marchigiane ed ai tanti Comuni che stanno attendendo dei fondi, ad esempio, per le scogliere, il dissesto idrogeologico-.
Ringrazio anche l’Assessore Aguzzi che ha investito moltissimo su questo e penso che porterà dei benefici a prescindere dall’appartenenza politica a tutti i territori della nostra regione, ai tanti Sindaci che aspettano delle risposte e voi con il voto favorevole avete dimostrato che in questo caso siete favorevoli allo sviluppo della nostra regione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la relatrice di minoranza Consigliera Bora.

Manuela BORA. Grazie, Presidente. Riprendo volentieri la parola in quanto l’accorpamento delle due proposte di atto amministrativo ha compresso e di molto lo spazio concesso alla relazione di minoranza e, come penso potete ben comprendere, solo 20 minuti non sono sufficienti per discutere a fondo la programmazione dei fondi comunitari del settennio, un passaggio quanto mai strategico e di rilevanza enorme per la nostra regione.
Ho analizzato nel mio precedente intervento la parte relativa al Fse+, vorrei provare, approfittando di questo momento di replica, a prendere brevemente in considerazione anche la parte relativa al Fesr, non sia mai che poi l’Assessore Castelli pensi che non siamo entrati adeguatamente nel merito delle questioni, semplicemente c’è stato dimezzato il tempo. Ma perché invece non convoca una bella seduta solo su questo e lascia il tempo illimitato? Vedrà poi quanto proposte arriveranno!
Innanzitutto nella programmazione Fesr sono evidenti delle carenze ingiustificabili, tra gli assenti più illustri voglio citare il credito.
Un'assenza che stride con le numerose dichiarazioni e mozioni prodotte negli ultimi mesi da tutti i miei colleghi a sostegno della ripresa delle attività economiche per ovviare alla crescente carenza di liquidità che sta colpendo tutte le imprese marchigiane a causa delle perturbazioni causate dalla pandemia di Covid 19, dalla guerra in Ucraina, dall'aumento dei costi dell'energia e, non ultima, dalla contrazione delle esportazioni verso la Russia.
A tante tante parole non fanno riscontro, come spesso accade, fatti conseguenti.
Lo stesso Assessore Castelli parla di 29 milioni di euro per il periodo 2021/2027 per il fondo di garanzia, prestito a tasso agevolato e microcredito, quando nella scorsa programmazione 2014/2020 a fronte di una dotazione complessiva molto minore rispetto all'attuale risultano impegnati ben 43 milioni di euro.
Eppure il credito rappresentava, nella scorsa programmazione, uno degli aspetti nodali nella strategia complessiva di rafforzamento delle competitività regionali da raggiungere sia valorizzando il ruolo dei Consorzi Fidi, quali facilitatori dei rapporti Banca-Impresa (un percorso che ha poi portato alla nascita del Confidi Unico), sia utilizzando la leva finanziaria per la creazione di nuova imprenditorialità.
Nel documento strategico di programmazione del settennio scorso erano dedicate al credito ampie analisi e valutazioni nella parte introduttiva, ritenendolo la chiave per Io sviluppo economico regionale, e veniva altresì indicato tra i principali ambiti di intervento dei fondi Fesr e Psr.
Nella programmazione attuale, invece, il credito ha un ruolo residuale: mi chiedo come si possa presentare un documento strategico credibile e ambizioso non considerando quello che è a tutti gli effetti il motore finanziario della nostra economia.
Eppure lo stesso Assessore Carloni nel suo programma di mandato ha pronunciato dichiarazioni riguardo il ruolo di Confidi e la necessità di agevolare le imprese nell'accesso al credito. Ma forse si riferiva ai protocolli di intesa (o di intenti) stipulati tra Regione Marche e Unicredit (gennaio 2022), Intesa Sanpaolo (marzo 2021) e Bper Banca (luglio 2021) e in cui le parti si impegnavano ad incontrarsi per valutare possibili ambiti di collaborazione per possibili progetti, con l'utilizzo di eventuali risorse pubbliche.
Sarà certamente nostra premura chiedere aggiornamenti sia sull'attività svolta in funzione di tali accordi che sui reali benefici di cui le imprese beneficeranno.
Altro grande assente è il settore della nautica, settore altamente strategico per la nostra regione, che deve vedere portare a compimento numerose questioni, che vanno dalla nautica pura a quelle legate alle importanti e non più rinviabili tematiche ambientali.
Allo stesso modo, nulla sembrano aver insegnato alla nostra Regione due anni di pandemia Covid. Mancano infatti i progetti sul fronte sanità (realizzati con risorse Fesr), un comparto che andrebbe invece fortemente implementato e sostenuto con ingenti risorse che devono essere impiegate non solo per migliorare il complesso sistema dell'assistenza sanitaria, ma anche per incentivare gli investimenti sia in termini di innovazione che in termini di riqualificazione energetica delle strutture sanitarie.
Più volte abbiamo sollecitato il finanziamento delle attività del Patto dei Sindaci, nella logica e nella convinzione che il ruolo dei Comuni e le azioni attivate dai singoli Sindaci siano fondamentali e che, se adeguatamente coordinate, ci permetterebbero il raggiungimento degli obiettivi posti dalla Comunità del Patto dei Sindaci per il 2030.
Infine, manca ogni riferimento alla cooperazione sociale e ancora più specificatamente al settore salute e benessere.
Lasciatemi fare poi una piccola considerazione più complessiva, sarebbe stato di certo auspicabile addivenire ad una programmazione integrata, come ha fatto la precedente Giunta, Fse+/Fesr e le altre linee di finanziamento (quali il Pnrr, i Programmi nazionali 2021/2027), perché, in considerazione anche dell'enorme entità di risorse che abbiamo a disposizione, si sarebbe veramente contribuito in maniera efficace al conseguimento degli obiettivi prefissati e all'economicità delle procedure.
Non ho ben capito cosa lei intende per visione multifondo, invece la invito sinceramente ad integrare i fondi perché le svelo una cosa: è stato già fatto prima di lei!
Ho apprezzato che il Consigliere Putzu abbia voluto parlare di parità di genere nel suo intervento, ma è evidente che se non fosse stato per le esplicite linee di indirizzo europee non sarebbero stati presenti nemmeno quei pochi ed assolutamente deludenti interventi previsti.
La conciliazione dei tempi di vita-lavoro non si risolve con i vaucher, con un ennesimo bonus, palliativi di scarsissima efficacia, servirebbero ben altri interventi, in particolare l’implementazione della rete dei servizi, degli asili nidi, del sistema scolastico, altro che vaucher e non so come lei possa ritenersi soddisfatto di 17 milioni spalmati su sette anni.
Le svelo un’altra grande verità, le politiche non sono mai neutre e visto che ha parlato sia lei che il Presidente Acquaroli, e gliene do atto, del problema del calo demografico, dovrebbe sapere che i Paesi in cui si fanno più figli sono quelli in cui le donne sono maggiormente occupate e sì, si possono fare tantissime cose per poter aiutare le donne a portare avanti il lavoro, fare figli, rendere pressoché gratuiti gli asili nido, tutte cose che non si possono fare con 17 milioni di euro spalmati su sette anni.
L’Assessore Latini oggi non è mai stata presente, è praticamente impalpabile la sua azione, forse non si è ancora resa conto di avere tra le altre deleghe anche quella alle pari opportunità, una delega che però è molto pesante, è una delega strategica, di rilievo, non un soprammobile o un orpello inutile, come a quanto pare questa Giunta si ostina a considerarla, forse ha deciso di delegare interamente per i suoi compiti al capogruppo di Fratelli d’Italia, l’unico che ha avuto il coraggio, l’onestà intellettuale e la coerenza di delineare un orizzonte chiaro: quello di una società maschilista e patriarcale, un orizzonte per noi inaccettabile e che combatteremo con tutte le nostre forze.
Infine, caro Assessore Castelli, l’autocritica dovrebbe farsela lei perché voi avete violato la legge, non é nemmeno in grado di leggere i documenti perché le parti che io ho ripreso sono scritte nei documenti che voi avete approvato in Giunta, così come forse non è stato nemmeno in grado di leggere i pareri del Cal e del Crel, perché nella parte di premessa c’è scritto proprio questo: “Verificata l’impossibilità di riunire il Consiglio regionale dell’economia e del lavoro entro la scadenza del termine ai fini dell’espressione del parere di competenza”.
Mi chiedo anche quante volte lei sia andato a Bruxelles in questi mesi, secondo me molto poche, ma le anticipo che farò un’interrogazione per chiederlo ufficialmente e la invito anche ad approfondire le motivazioni che hanno portato la nostra Regione ad essere classificata Regione in transizione.
Dicevo autocritica, ma anche l’umiltà avrebbe portato, come invece ha fatto il Presidente Acquaroli, a ringraziare il gruppo del Partito Democratico per il senso di responsabilità e ad aprirsi ad ulteriori proposte. Una volta, Assessore Castelli, lei si sforzava di più quando si arrampicava sugli specchi, ed anzi, invece di preoccuparsi dei miei urletti, mi consenta un consiglio, forse lei è un po’ stanco, vada a correre di meno e stia più tempo a Palazzo Raffaello.
Concludo con le dichiarazioni odierne del Senatore di Forza Italia eletto nelle Marche, che ha invitato la Regione Marche a sfruttare l’occasione della Zona economica speciale offerta dalla Ministra per la coesione territoriale: “E’ passato quasi un anno – afferma – da quando la Ministra ad Ascoli Piceno annunciò la disponibilità del Governo ad istituire nelle Marche una Zes. L’iniziativa spettava alla Regione, ma nonostante le sollecitazioni di Forza Italia nulla si è mosso”, quindi, durante questi giorni di Pasqua le rinnovo questo invito: autocritica ed umiltà non sono mai abbastanza. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Castelli.

Guido CASTELLI. Nutro una intima simpatia per la Consigliera Bora, cionondimeno mi corre l’obbligo di dire che tira numeri a casaccio, fra i tanti esempi che posso fare, non se ne abbia, è l’inesattezza grave sui fondi che nella precedente programmazione c’erano per il credito perché dati alla mano …, poi non so se lei nell’empito così particolarmente istrionico, che la contraddistingue, non sa che i fondi ai Confidi sono stati 16 milioni di risorse ordinarie più 9 milioni di risorse aggiuntive per 25 milioni.
Noi facciamo meglio, anche perché sulla legge di Unico abbiamo messo altre risorse, a me dispiace perché sono una persona, come è noto, dotata di grande spirito inclusivo, però non si può, neanche alla pur preparatissima Consigliera Bora, riconoscere il diritto di dire cose false, no, quindi, non è vero e potrei continuare.
Io la trovo anche un po’ imbarazzante però, siccome siamo nell’età dell’outing, dichiaro pubblicamente che non ho da membro del Comitato delle Regioni mancato neanche una votazione, quindi continuerò ad andare in bicicletta. Le assicuro che farebbe bene anche a lei, magari un po’ di atteggiamento astioso potrebbe ridurlo perché possiamo dire le cose naturali e normali anche senza fare allusioni alle abitudini personali.
Quindi, mi dichiaro favorevole a chi va in bicicletta, la Consigliera Bora ci vuole tutti sedentari, ma com’è noto i neuroni rallentano se non si fa un po’ di moto. A me il medico ha detto di fare un po’ di moto ed io lo faccio, l’ossigenazione evita le castronerie sui dati, soprattutto da una che ha fatto l’Assessore e non si è accorta che andavamo in serie B, siamo stati trascinati verso Posillipo invece che verso Bellinzona, evidentemente.
Mi aspettavo qualche piccola considerazione di critica da parte della Consigliera Bora, che non è venuta, quindi torno a dire innanzitutto che i cofinanziamenti ci sono, abbiamo postato risorse esattamente come dovevamo, che abbiamo previsto, nonostante quello che dice la Consigliera Bora, nella strategia di specializzazione intelligente, esattamente alcune delle cose che chiariva, lo dico non per replicare, ma per dare alla Consigliera Bora la certezza che su alcune cose abbiamo la stessa idea, sennò perché vota la proposta che fa il centro-destra? Evidentemente ed intimamente sa che abbiamo fatto bene.
La nautica e la blu economy sono inserite a pagina 28 del documento della strategia di specializzazione intelligente, salute e benessere sono sempre nello stesso documento ma, al di là di questo, ciò che più deve, secondo me, occupare la riflessione è che le Marche si attendono, come ha detto il Presidente, uno scatto che non può essere solo d’orgoglio, ma uno scatto che parte dal presupposto che siamo in una difficoltà gravissima e chiunque utilizza il proprio tempo per non concorrere agli obiettivi, di cui ha detto il Presidente, probabilmente non fa bene il suo mestiere.
Al di là di questo, credo che di qui a qualche settimana ci sarà l’Accordo di partenariato. Informo sia il Senatore XY che la Consigliera Bora che noi possiamo presentare domanda per la Zes solo un minuto dopo che saremo qualificati in transizione, che avverrà un minuto dopo l’approvazione dell’Accordo di partenariato. Quindi non siamo in ritardo su nulla, mentre invece aspettiamo di sapere anche dall’opposizione quali possono essere gli indirizzi più giusti e necessari affinché si possa utilizzare al meglio questo strumento perché sapete che la Zes disporrà di appena 1.856 ettari di territorio regionale eligibili all’ammissione ai benefici.
Noi dovremmo capire dove estrapolare bene sulla base di una strategia compiuta e articolata, su principi ed elementi oggettivi, le zone che potranno beneficiare sia del credito di imposta che delle semplificazioni amministrative. Questi sono temi principali.
Credo che siamo complessivamente sulla strada giusta, spero che di qui a due mesi si possa in Giunta approvare la serie delle schede Mapo, che consentiranno a tutti di conoscere con più dettaglio, con più nitidezza, quello che è il set di interventi rilevanti che abbiamo pensato in modo coordinato e complementare rispetto al Pnrr ed al Fondo sviluppo e coesione, che ancora non conosciamo nella sua entità.
Il lavoro è in progress e dovremo ritenerci tutti convocati permanentemente perché in realtà le cose accadono volta per volta, quindi la programmazione deve essere una programmazione flessibile, l’atteggiamento deve essere capace di attualizzare i convincimenti, vorrei dire, ora per ora.
Ripeto e concludo, per quanto riguarda il Pnrr mancano all’appello 500 milioni su base nazionale solo per le opere già finanziate effetto dell’erosione inflattiva, effetto anche del caro prezzi. Siamo in una vicenda in cui davvero è difficile concepire in termini prospettici quello che accade e quello che sarà necessario, l’importante è avere questa capacità di reazione che il Presidente Acquaroli, la Giunta e l’Assemblea legislativa, per quanto riguarda l’approvazione del nuovo ciclo comunitario, credo che abbiano presentato.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Volevo sapere se anche le dichiarazioni di voto, anche per motivi di tempo, possiamo farle congiunte e poi passare al voto, perché abbiamo associato i due atti …

PRESIDENTE. Così abbiamo concordato nella Conferenza dei Presidenti di gruppo, derogando ai cinque minuti, sforando qualche minuto in più.

Carlo CICCIOLI. Quindi in questo momento faccio la dichiarazione sia sull’atto amministrativo n. 30 che sull’atto amministrativo n. 31. Cercherò di non sforare.
Devo dire che in realtà, non solo perché rappresento un partito di maggioranza della coalizione, ma perché ho seguito il percorso anche se a distanza, non partecipando agli elementi tecnici, sono soddisfatto di questo documento. Va detto che noi movimentiamo 1,32 miliardi, che è una cifra molto importante per la nostra regione e cerchiamo di farlo nel migliore dei modi.
Credo che sia stato un percorso virtuoso pur con delle difficoltà negli atti tecnici, perché qui ci troviamo di fronte anche ad atti tecnici. Io farò una dichiarazione di voto che è essenzialmente politica.
Quando sono stati impostati questi atti, parliamo della programmazione 2021/2027, il mondo era molto diverso da quello che è in questi giorni, l’Europa aveva programmato determinate cose e noi ci troviamo oggi a scontare una condizione molto differente. Questi due anni di pandemia indubbiamente hanno profondamente modificato i comportamenti, le economie ed anche le prospettive di sviluppo, in un senso e nell’altro, per alcuni aspetti molto negativamente, per altri hanno accelerato dei processi che ci sarebbero stati.
Negli ultimi tempi le vicende della guerra in Ucraina, che sta cambiando anche le prospettive …, mi sento di dire che queste condizioni europee sono state pensate quando eravamo in piena fase di futura globalizzazione, siamo in una fase di deglobalizzazione, teniamolo presente, in una situazione in cui si formano di nuovo i due blocchi.
Nei prossimi mesi ci troveremo di fronte non più il mondo globalizzato, ma un blocco occidentale, un nuovo muro di Berlino, che non sarà il muro di Berlino, sarà il muro di Kiev o non so che altro, che dividerà est/ovest con il ricrearsi di un blocco euro/asiatico che comprenderà Russia, Cina, India. Quindi, un cambiamento complicatissimo che non era nelle previsioni di coloro che hanno predisposto le nuove politiche europee.
Devo dire che molti degli interventi e delle valutazioni dipendono anche dal carattere delle persone, ho ascoltato gli interventi polemici dell’ex Assessore Bora, del Consigliere Carancini, dell’ex Assessore al bilancio Cesetti, che ha seguito in parte anche queste politiche.
Il carattere incide molto e nel carattere c’è il tema della nostalgia, che è importante. La nostalgia è com’eri prima, la nostalgia di quando eravamo giovani, di quando facevamo altre cose e la nostalgia del sentimento di come è adesso. E’ chiaro che la nostalgia influenza, mi sento di dire che fa parte del carattere. I primi tempi mi arrabbiavo tantissimo per gli interventi della Consigliera Bora, adesso mi ci sono quasi affezionato, faccio outing, se non li sento mi mancano e secondo me fanno parte del carattere, così come fa parte del carattere il modo di fare politica ed amministrare del nostro Presidente Acquaroli, che ha una grandissima capacità di tolleranza alla frustrazione, ha una grandissima capacità all’ascolto, a volte invece di protestare e parlar male tace, anche questo è un aspetto di personalità che apprezzo molto, però bisogna guardare anche il contenuto concreto.
Questo è un piano ambizioso che riguarda alcune indicazioni che vengono dalle politiche fin qui negoziate a livello internazionale: l’aumento del verde, la diminuzione delle emissioni di carbonio e alcuni fatti che sono intervenuti solo ora, ad esempio, le politiche agricole europee erano verso la riduzione della produzione agricola, adesso invece ci consentono di coltivare più terra, 250 mila ettari in più in Italia.
Pensate alle politiche di mobilità, nel 2030 stop alla produzione di autoveicoli a combustione, non si potranno più costruire auto a combustione, nel 2050 stop alla circolazione, pensate che cambiamenti ci saranno! Nelle aree urbane sta cambiando la direzione, fino adesso l’urbanizzazione era la meta delle persone, oggi c’è un’inversione di tendenza, il distanziamento, si apprezza di più l’ambiente e la gente torna nei borghi, che noi vogliamo rivalutare con la politica dei borghi storici.
Un tema grandissimo quello della denatalità, che nella nostra regione è associato a due aspetti, da una parte la denatalità e dall’altra la fuga dei giovani. I giovani qualificati se ne vanno. Non è un dramma, però io vivo questo dispiacere a casa mia, tre figlie se ne sono andate fuori regione perché hanno avuto occasioni di lavoro, spero di recuperare quella che adesso sta in Irlanda, ma la fuga dei giovani non è roba della Giunta Acquaroli, non è roba di questa maggioranza, non è roba di questa coalizione, è roba che viene da lontano, migliaia di giovani se ne sono andati dalle Marche negli anni scorsi, non con questa politica.
Dobbiamo invertire la tendenza con politiche per il turismo, per l’economia blu, una economia che ha aumentato tantissimo la redditività, per la rete dei trasporti e del digitale, le grandi infrastrutture su cui contiamo per trasferire le persone. Oggi il trasferimento di persone, merci, cose e comunicazioni è fondamentale, tutte cose su cui noi diamo delle indicazioni e promuoviamo forti risorse. Quindi, sono risposte importanti e non è un caso che il PD sia schiacciato dalle critiche pesanti ed ingenerose che parlano di cose accadute proprio quando governava, di cui oggi noi soffriamo gli effetti.
La Regione in transizione che va verso il sud non è colpa o demerito nostro, è successo, tutti gli indicatori delle politiche europee non sono stati presi da un anno e mezzo a questa parte, sono tutti precedenti, ed appartengono ad altre fasi di governo. Sarebbe veramente miope, sciocco e assolutamente falso non valutarlo. Il PD è schiacciato tra le critiche e la necessità di prendere atto della situazione com’è e votare questa cosa perché tra ciò che è auspicabile, la cosa migliore possibile e quella possibile c’è una differenza, questo è un progetto possibile, praticabile, su cui noi puntiamo molto. Spero che tutti convergano su questa scelta, su questi indirizzi.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Bilò.

Mirko BILO’. Grazie, Presidente. Colleghe Consigliere e colleghi Consiglieri, siamo in una fase storica eccezionale nella quale le scelte di programmazione dei fondi Fesr e Fse+ sono ancora più strategiche perché devono mitigare le conseguenze sociali della crisi iniziata nel 2008 e aggravata dal sisma, dalla pandemia e oggi dagli effetti della guerra russo-ucraina, che si fanno sentire pesantemente già in questo primo scorcio di 2022 ed è opinione diffusa, tra gli analisti, che non saranno di breve durata.
I programmi Fesr e Fse+ per la nuova programmazione europea 2021-2027 valgono oltre 1 miliardo di euro di risorse in arrivo per le Marche, articolata in Por (Programma Operativo Regionale) e Poc (Programma Operativo Complementare).
Serviva una programmazione frutto di una visione che è mancata troppo a lungo alla Regione e la Giunta Acquaroli ha risposto presente!
Chi ha amministrato la Regione per anni avrebbe dovuto sottolineare lo straordinario lavoro fatto dalla Giunta attuale in una situazione complessa come quella che stiamo vivendo e chi mi ha preceduto lo ha ben evidenziato. Nel gioco delle parti è giusto ci sia e se necessario fare il distinguo con la stessa onestà intellettuale, suggerisco più equilibrio, meno aggressività politica.
Le critiche fini a se stesse non costruiscono e non ci toccano. Alla Lega interessa costruire. A questa maggioranza interessa costruire, ma colgo positivamente l’apertura che è stata fatta, dove c’è più collaborazione e in maniera costruttiva portare avanti il lavoro svolto.
Il piano di programmazione dei fondi Fesr, che licenziamo oggi, è basato su una novità sostanziale rispetto alle amministrazioni precedenti: la Giunta di centro-destra ha anticipato in indirizzi, provvedimenti ed atti le linee guida europee. La Giunta ha già attuato i primi step di queste linee guida con azioni che vanno dalla politica di potenziamento delle filiere, al sostegno alle start up innovative, dagli accordi economici nazionali ed internazionali ai progetti di ricerca per il trasferimento tecnologico, dal supporto ai processi di internazionalizzazione all'innovazione finanziaria. Un programma ambizioso che ha trovato in questi mesi un inquadramento normativo.
Abbiamo scelto di rafforzare innovazione e digitalizzazione per permettere a cittadini, imprese, università e centri di ricerca di cogliere ogni opportunità di potenziamento di sviluppo della produzione, della conoscenza e dei servizi.
Abbiamo scelto di stilare un piano di rigenerazione dei borghi e delle aree interne perfettamente in linea con i dettami europei di sviluppo sociale, economico e ambientale integrato ed inclusivo perché crediamo che l'economia della cultura sia uno dei motori che possono tornare a far ripartire l'entroterra.
Abbiamo scelto che attraverso la tutela e la valorizzazione degli attrattori culturali e naturali non solo consolidiamo un valore storico-sociale, che è indispensabile al rilancio dell'intero territorio, ma potenziamo la capacità delle Marche nel loro complesso di intercettare idee, domanda di impresa e di turismo. Basta pensare all'introduzione della multifunzionalità nei settori della pesca e dell'agricoltura con le leggi regionali su ittiturismo, enoturismo ed agriturismo che agiscono su un doppio binario: ampliare l'offerta e rispondere a criticità strutturali e normative che riducono l'operatività del settore.
Anche nel campo dell'occupazione abbiamo già avviato interventi per il potenziamento e la creazione di impresa, percorsi formativi specifici e anche finalizzati ad acquisire competenze digitali.
Con la programmazione Fse+ 2021/2027 mettiamo in campo strategie di intervento che si trasformeranno in certezze per i marchigiani.
Sono indirizzate, prima di tutto, a contrastare lo scoraggiamento dei giovani che si allontanano dalla ricerca attiva di un lavoro. Perché togliere ai giovani speranza, motivazione e determinazione significa condannare un territorio ad un sicuro declino. Non è questo che vogliamo per le Marche.
Vogliamo investire i quasi 300 milioni di euro per includere, proteggere, formare ed attrarre.
Vogliamo tutelare i livelli occupazionali favorendo l'inserimento dei disoccupati per cercare di contenere, per quanto in nostro potere, la crescita della disoccupazione di lunga durata. Lo faremo con azioni congiunte per valorizzare i talenti e rinnovare le competenze acquisite. Cito in proposito anche l'apporto fondamentale di filiere di governo che possono schiudere orizzonti risolutivi. Quella attivata dalla Lega con il Ministro dell’economia e delle finanze, ad esempio, è stata determinante nella vertenza Caterpillar di Jesi per supportare l'azione della Regione e il buon lavoro dell’Assessore Aguzzi, del Vicepresidente Carloni, di tutta la Giunta, in particolar modo del Presidente Acquaroli.
Vogliamo mitigare le conseguenze sociali della crisi sostenendo l'istruzione dei giovani meritevoli che hanno lo svantaggio di appartenere a famiglie a basso reddito.
Investiremo nel potenziamento del rapporto virtuoso tra istruzione, formazione e impresa per trasformare la conoscenza in competenza.
Vogliamo rimettere in moto l'economia marchigiana che rappresenta un fiore all'occhiello del Made in Italy, ma abbiamo bisogno di ripensare il modello marchigiano a partire dall'industria manifatturiera, creando le condizioni per attrarre nuovi investimenti.
Il binomio idee/territorio sarà il fulcro per rilanciare le Marche perché ogni loro sfaccettatura è un asset su cui lavorare con la garanzia che ogni nostra comunità, grande o piccola che sia, può e deve fare la differenza.
Sottolineo inoltre che nella programmazione non è stata trascurata neppure la necessità di promuovere la parità di genere. Abbiamo considerato rilevante conciliare lavoro e vita privata adottando nuovi modelli organizzativi e qualificando le competenze specialistiche. Solo così potremo incidere sui livelli occupazionali femminili in ogni settore, dal terziario alla manifattura, all'impresa.
Presidente, colleghe e colleghi, il gruppo consiliare della Lega dichiara il suo voto favorevole ad entrambe gli atti di programmazione che andiamo a licenziare perché in entrambi abbiamo trovato tutti gli elementi per affrontare le sfide che ci aspettano con lo spirito dei marchigiani autentici: proattivi, determinati ed operosi.
Sono convinto che quanto proposto sia in linea con gli obiettivi di mandato di questa Giunta e sono convinto che permetterà di dare un segnale di discontinuità rispetto al passato e permetterà di invertire i numeri di tutti gli indicatori economici che per troppo tempo sono stati negativi.
Vorremmo che le Marche tornassero ad essere una regione di opportunità e non di declino, una regione per i giovani, per costruire un futuro.
Andiamo avanti, convinti che passo dopo passo riusciremo a realizzare gli obiettivi per i quali pochi mesi fa i marchigiani ci hanno dato la loro fiducia.
Il gruppo Lega voterà favorevolmente. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Lupini.

Simona LUPINI. Grazie, Presidente. La mia, oltre che una dichiarazione di voto favorevole con grande senso di responsabilità, vuole essere anche un contributo.
Nella lettura dell’Fse si può notare che siamo di fronte ad un’ingente quantità di risorse dovute al passaggio della nostra regione tra quelle cosiddette in transizione, cosa che abbiamo ripetuto più volte in quest’Aula.
Nella programmazione c’è una grande attenzione alla creazione di impresa e ad iniziative come gli Its, certo, è comprensibile che di fronte a quella che è un’evidente perdita di competitività della nostra regione, la Giunta si prefigga il compito di sostenere le attività produttive e la creazione di impresa.
Vorrei sollecitare l’Aula e di rimando anche la Giunta a porre una maggiore attenzione a ricucire le ferite che il nostro corpo sociale ha subito gioco forza in questi anni, quindi, miglioramento dell’occupazione. Oggi abbiamo parlato molto anche di occupazione inclusiva e di pari opportunità, interventi a cui mi associo decisamente, avremmo voluto vedere anche interventi sulla disoccupazione di lunga durata, dei fondi per le scuole primarie e secondarie, in cui si concentra la povertà educativa, che è una delle piaghe dei nostri anni; promozione di quelli che si chiamano work by out per garantire una continuità aziendale, sono voci che dopo dieci anni di crisi economica e due di pandemia non possiamo sicuramente trascurare.
Essere una regione in transizione vuol dire fare fronte a decine di migliaia di persone che in questi anni hanno visto peggiorare la loro condizione sociale e credo sarà molto rilevante lavorare proprio per dare risposte e una rassicurazione sul prossimo futuro a questi cittadini, cosa che non è facile in questo scenario.
Per quanto riguarda la programmazione del Fesr si vede un forte impegno sui temi ambientali, sull’export e sull’innovazione, impegni senz’altro lodevoli che seguiremo nel tempo per vederne la messa a terra, a questi impegni viene però sacrificato il pilastro sociale rinunciando ad una leva importante di sostegno alla coesione sociale, come notato anche dalle osservazioni del Crel.
Sempre nell’ottica di unire innovazione e coesione sociale, una attenzione più grande sarebbe auspicabile e si sarebbe potuta dedicare ai temi della circolarità e dell’accorciamento delle filiere, con l’obiettivo di sfruttare questa congiuntura di deglobalizzazione per riportare le produzioni nella nostra regione.
In tal senso anche la dotazione di fondi per la ricerca e lo sviluppo destinati alle piccole e medie imprese, elemento trainante dei nostri distretti, sicuramente cruciali per la circolazione delle competenze, meriterebbe di essere incrementata.
Ribadisco comunque un voto favorevole e spero che questi solleciti e questi contributi vengano utilizzati nel modo migliore. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Mangialardi.

Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Mi verrebbe da dire come si può non votare favorevolmente le risorse che questa Europa ci mette a disposizione, 1 miliardo di euro contro i circa 625 milioni di euro della precedente programmazione, forse per il fatto di essere in transizione. Prendiamo sempre l’aspetto delle difficoltà e di come ci siamo arrivati, ma poi ci dimentichiamo che forse questo passaggio determina una messe di risorse quasi il doppio rispetto a quelle precedenti.
Lo dico con un voto che abbiamo espresso a favore di quell’Europa che non tutti possono rivendicare con determinazione, se fosse per la gran parte dei partiti che sostengono questa maggioranza, che oggi sostengono convintamente al ballottaggio la Le Pen, non saremo in questo percorso.
Lo possiamo dire, è un dato politico vero, qualcuno pensa che ci sarà la France-exit, invece noi pensiamo che questa Europa sia stata in grado di risolvere non solo sul piano economico, ma sul piano sociale, e l’avete visto con i fondi del Piano nazionale che sono stati determinanti, 220 miliardi di euro che non attengono, Presidente, solo al raddoppio Orte-Falconara. Se penso alle risorse che ci arriveranno e ci stanno arrivando per la Missione 6, dovremmo pensare che tutte le scelte che abbiamo poco condiviso, almeno sul percorso del passaggio istituzionale, non ci sarebbero state se non ci fosse stata l’Europa. Spero pure che come sono state individuate quelle risorse, qui sono d’accordo con il Presidente, ne arrivino altre per le vicende della guerra perché con le stesse modalità l’Europa della finanza è diventata improvvisamente e opportunamente l’Europa dei popoli e questo lo vediamo quotidianamente.
Quelle risorse, quella ricaduta viene salutata dal nostro gruppo, come tra l’altro sta avvenendo anche in altre Regioni, anche a parti invertite, tranne dove c’è chi dichiara che l’Europa non è ancora il nostro soggetto politico adeguato e si oppone drasticamente agli atti che vengono sottoposti.
Lo dico con grande tranquillità, sapete che votiamo l’atto, però non possiamo dire che ci sia stata condivisione, Presidente. Non è bastato fare un incontro o cinque, capendo pure le difficoltà, però le sottolineature che vengono dal Cal e dal Crel, che non hanno avuto la possibilità di confrontarsi su questo documento determinante, sono un fatto. Noi oggi lo votiamo ma, lo dico per tutti noi, ognuno si è preparato il suo pezzetto, lo fa magari parlando delle soluzioni del verde, che ci sono dentro l’atto, però è mancato qualsiasi tipo di indirizzo di questa Assise, poteva esserci, ma non l’avete fatto con il Piano nazionale, se non fosse stato per una sollecitazione che è venuta anche lì da questo gruppo, anzi dall’intera opposizione, e non lo fate nemmeno oggi perché arriviamo lunghi in Commissione, arriviamo ad un Consiglio spostato e senza aver avuto la possibilità di confrontarci.
Come ha annunciato il Consigliere Cesetti, saremo molto attenti nel proseguo perché queste risorse, che avevano bisogno di una visione strategica, collimata tra i fondi straordinari, tra il Piano nazionale, non trovano secondo noi una visione, anzi, lo dico per chi si smarca sempre dal passato e per chi invece quel passato lo rivendica, è una costruzione molto simile a quella che già avvenuta nella programmazione precedente, una costruzione molto tecnica, e mi complimento con la struttura, che non ha invece l’interpretazione, almeno secondo noi, del momento contingente perché, Presidente, non è che questi fondi sono per affrontare l’emergenza, sono per uscire dall’emergenza con una visione, solo così potremmo metterli a terra in maniera adeguata.
Se invece l’interpretiamo, ci siamo arrivati lunghi, pensiamo che servano più per affrontare il contingente, oggettivamente è molto lontano da quello che noi pensavamo e rispetto al quale però, come abbiamo già annunciato, saremo molto attenti.
Avremo altri passaggi, daremo come al solito il nostro contributo in un percorso, vi assicuro non contraddittorio rispetto alle perplessità che sono state evidenziate e che condivido, invece un voto favorevole che oggi, secondo me, non poteva avere esito diverso, visto che questo gruppo, questo partito ha sempre condiviso le scelte che portavano al consolidamento dell’Europa dei popoli e in questo caso delle risorse importanti che non sono a caso, oltre un miliardo che serve per le nostre imprese, per le nostre famiglie, che ha come tema l’inclusione. Ovviamente poteva essere fatto in maniera completamente diversa e decisamente migliore, ma intanto le mettiamo subito a disposizione e per il resto saremo vigili, attenti e daremo il nostro contributo.
Voto favorevole del nostro gruppo.

PRESIDENTE. Proposta di atto amministrativo n. 30. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Proposta di atto amministrativo n. 31. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 19,15