Resoconto della seduta n.69 del 27/06/2017
SEDUTA N. 69 DEL 27 GIUGNO 2017

La seduta inizia alle ore 11,50

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Colleghi buona giornata, dichiaro aperta la seduta n. 69 del 27 giugno 2017. Do per letto il processo verbale della seduta n. 68 del 13 giugno, il quale, ove non vi siano obiezioni, si intende approvato ai sensi dell’articolo 29 del Regolamento Interno.
Comunico che sono state presentate le seguenti proposte di legge regionale:
- n. 145 ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Disciplina delle sperimentazioni gestionali in attuazione dell'articolo 9 bis del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502 (Riordino della disciplina in materia sanitaria, a norma dell'articolo 1 della legge 23 ottobre 1992, n. 421)”, assegnata alla IV Commissione assembleare in sede referente e trasmessa al Consiglio delle Autonomie locali, per l'espressione del parere di cui all'articolo 11, comma 4 della legge regionale 10 aprile 2007, n. 4, al Consiglio regionale dell'Economia e del Lavoro, per il parere di cui all'articolo 4, comma 1, lettera c) della legge regionale 26 giugno 2018, n. 15 nonché alla II Commissione assembleare, ai sensi e per gli effetti del comma 1 bis dell'articolo 68 del Regolamento interno;
- n. 146 ad iniziativa dei Consiglieri Talè, Celani, Urbinati, Giancarli, Volpini, Busilacchi, Marconi, concernente: “Disciplina delle manifestazioni di rievocazione storica delle Marche”, sulla quale è stata richiesta l'ammissibilità di cui al comma 2 dell'articolo 63 del Regolamento Interno;
- n. 147 ad iniziativa dei Consiglieri Giancarli, Volpini, Talè, Busilacchi, concernente: “Valorizzazione dei comuni marchigiani ai quali sono state conferite medaglie o altre onorificenze della Repubblica”, sulla quale è stata richiesta l'ammissibilità di cui al comma 2 dell'articolo 63 del Regolamento Interno;
- n. 148 ad iniziativa del Consigliere Giorgini, concernente: “Promozione di interventi di sostegno e valorizzazione della cultura e della tradizione dei giochi storici a cavallo della Regione Marche”, sulla quale è stata richiesta l'ammissibilità di cui al comma 2 dell'articolo 63 del Regolamento Interno;
- n. 149 ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Nuove disposizioni urgenti in materia di gestione dei molluschi bivalvi”, assegnata alla II Commissione assembleare in sede referente e alla I Commissione assembleare per l'espressione del parere di cui all'articolo 69 del Regolamento interno.
Sono state presentate le seguenti proposte di atto amministrativo:
- n. 38 ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Ulteriori modifiche alle norme tecniche di attuazione del Piano di gestione integrata delle aree costiere - deliberazione amministrativa del Consiglio regionale n. 169/2005”, assegnata alla III Commissione assembleare, in sede referente e trasmessa al Consiglio delle Autonomie locali per l’espressione del parere di cui all’articolo 11, comma 2, lettera b) della legge regionale 10 aprile 2007, n. 4 e al Consiglio regionale dell'Economia e del Lavoro per il parere di cui all'articolo 4, comma 1, lettera c), della legge regionale 26 giugno 2008, n. 15;
- n. 39 ad iniziativa dell'Ufficio di Presidenza, concernente: “Rendiconto del Consiglio - Assemblea legislativa regionale per l'esercizio finanziario 2016" (iscritta all'ordine del giorno della seduta odierna).
Sono state presentate le seguenti mozioni:
- n. 262 del Consigliere Zaffiri “Ospedale di Osimo - mantenimento reparto di pneumologia”;
- n. 263 del Consigliere Rapa “Monitoraggio inquinamento Osimo Stazione e decongestione SS16”.
Il Presidente della Giunta ha promulgato, in data 6 giugno 2017 la seguente legge regionale:
- n. 19 “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 10 novembre 2009, n. 27 'Testo unico in materia di commercio'”.
Ha chiesto congedo l'Assessore Casini.

Sull'ordine del giorno

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Traversini.

Gino TRAVERSINI. Questa mattina si è riunita la II Commissione per la gestione dei molluschi bivalvi e siccome il provvedimento scade entro la fine del mese, chiedo l’iscrizione d’urgenza della proposta di legge n. 149, di metterla dopo le mozioni e di discuterla subito. Grazie.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'iscrizione d'urgenza della proposta di legge n. 149, rispetto alla quale si è espresso il Presidente della Commissione, e di inserirla subito dopo la trattazione delle due mozioni.

(L’Assemblea legislativa approva)

(Voci fuori microfono)

PRESIDENTE. Va bene, è chiaro. Qui c’è stata una richiesta, non si parla della mia credibilità, c'è stata la richiesta del Presidente della Commissione votata dall’Aula.
(…) Era una proposta della Giunta, adesso è stata fatta una proposta, d'accordo con la Giunta, dal Presidente della II Commissione. L’Aula è sovrana.

(Voci fuori microfono)

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Molto Brevemente. La Commissione ha trovato un accordo, quindi la discussione, che rischiava di essere politicamente difficile e che il Presidente Ceriscioli voleva affrontare qualora ci fossero state tante difficoltà, che a quanto sembra si sono in gran parte risolte, si può fare subito, anche perchè appositamente il Presidente avrebbe dovuto lasciare un incontro con il Presidente Gentiloni. Tutto qui.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Per essere chiari in questa Aula e per mandare un messaggio preciso ai marchigiani, il problema nella riunione dei Capigruppo è stato questo: attendere l’arrivo del Presidente Ceriscioli perché probabilmente il Partito Democratico non è d’accordo sulla soluzione trovata in Commissione. Questo è il problema! Se non è questo perché l’Assessore Cesetti nella riunione dei Capigruppo ha chiesto, ed è stato concesso, di discutere l'atto a fine seduta? Questo è un problema politico. Il Partito Democratico alle 8,30 aveva dei problemi sulle vongole, alle 9,30 l'ha risolto per cui ha cambiato le regole della discussione in Aula.

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie Presidente. Sono io che ho chiesto ai Capigruppo, è vero, di posticipare la discussione di questa proposta di legge alla fine dei lavori per consentire al Presidente della Giunta regionale, che è a Roma dal Presidente del Consiglio, di poter partecipare alla seduta, essendo un argomento oggettivamente delicato. Nel momento in cui in Commissione, come era auspicabile nell’interesse di tutti, è stata trovata una sintesi, un accordo, è di tutta evidenza che possiamo procedere senza aspettare che il Presidente arrivi, tra l’altro lo stesso, sentito via sms, è d’accordo con questa soluzione. Quindi, per quel che riguarda la Giunta, possiamo procedere.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Traversini.

Gino TRAVERSINI. Credo che la parola “vongole” metta subito un po’ di benzina in Consiglio, nel senso che ho chiesto semplicemente di inserire questo atto all’inizio della seduta.
Capisco l’opposizione da parte delle minoranze, perché quando c’è un accordo all’interno della Conferenza dei Capigruppo normalmente va rispettato, solo che c’è stato un accordo in Commissione.
Ormai è tanto tempo che allunghiamo la discussione, ho chiesto di anticipare l'esame della proposta di legge senza nessun gioco di nessun tipo, anche perché non cambierebbe nulla, però capisco la vostra posizione, ma credo che non valga la pena dilungare un dibattito del genere.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Grazie. Chiederei solamente, con urgenza, di avere l'atto che si andrà a votare, perché noi Consiglieri non sappiamo cosa a breve termine andremo a discutere.
Quindi, essendo il punto inserito d’urgenza e non avendo il testo della proposta che andremo a votare da qui a pochi minuti, chiedo con sollecito di avere gli atti in modo da poter dare un voto consapevole. Grazie.

PRESIDENTE. Consigliere Traversini, può sollecitare l’arrivo dell’atto in modo che tutti quanti possano prenderne visione.

Mozione n. 258
ad iniziativa dei Consiglieri Rapa, Busilacchi, Marconi
“Licenziamento ditta Ragaini radiatori di Loreto”

Mozione n. 259
ad iniziativa della Consigliera Leonardi
“Ditta Ragaini radiatori di Loreto. Procedura di licenziamento collettivo di 166 lavoratori. La Regione intervenga”.
(abbinate)
(Discussione e votazione risoluzione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 258 dei Consiglieri Rapa, Busilacchi, Marconi e la mozione n. 259 della Consigliera Leonardi.
Ha la parola, per l'illustrazione, il Consigliere Rapa.

Boris RAPA. Grazie Presidente. Questa mozione che presentiamo oggi vuole essere una risposta concreta del Consiglio regionale al problema venutosi a creare con la ditta “Ragaini radiatori”.
Come ben sapete si tratta di una delle principali realtà industriali della provincia di Ancona già dai primi anni ’70, che ha sempre dato impulso alla zona di Ancona sud ed ha creato numerosi posti di lavoro per i residenti di Loreto e delle città limitrofe.
Dal maggio scorso però si è venuta a creare una difficile situazione, in quanto la Ragaini ha comunicato alle organizzazioni sindacali l’avvio di una procedura di licenziamenti per 166 dei 320 dipendenti, più del 50% di quelli attualmente in forza, notizia che chiaramente ha provocato uno sciopero in data 6 giugno 2017 e l’annuncio di ulteriori manifestazioni di protesta.
Questa decisione improvvisa che ricade sulle spalle dei lavoratori ci sembra una situazione a cui porre rimedio.
Per questo, vista e considerata anche la piena disponibilità espressa dall’Assessore Bravi di continuare un dialogo già intrapreso, riteniamo importante che venga istituito al più presto un tavolo di lavoro e di confronto alla presenza dei vari rappresentanti della ditta Ragaini, dei lavoratori, del Comune di Loreto, della Prefettura, per adottare tutti i provvedimenti necessari a salvaguardare il posto di lavoro dei 166 dipendenti e considerare ogni possibile soluzione alternativa agli esuberi.
La Regione si deve impegnare in tal senso e ringraziamo anticipatamente l’Assessore Bravi per aver iniziato anche questo percorso. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola per l'illustrazione, la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Anch’io ho presentato una mozione sul tema essendo una realtà che conosco abbastanza da vicino, nel territorio a fianco a quello in cui abito, Porto Recanati, e insistendo purtroppo in questa procedura di licenziamento, che è stata avviata, molte famiglie che riguardano diverse realtà.
Lo scorso 23 maggio è arrivata la notizia della procedura di licenziamento collettivo di 166 dipendenti del gruppo Ragaini, sono 320 attualmente le persone in forza lavoro, che andrebbe a colpire più della metà del personale che oggi lavora.
C’era già stato un incontro fra l’azienda e i sindacati che però aveva dato una fumata nera, come pure c’era stato, e di questo ringrazio l’Assessore competente, un incontro fra le parti il 2 maggio, ma anche questo non aveva dato alcun esito positivo.
Il 30 maggio si è svolta l’assemblea dei lavoratori che hanno dato vita ad un pacchetto di 20 ore di sciopero delle sigle sindacali, iniziato il 6 giugno.
La volontà che credo oggi verrà espressa in questa seduta del Consiglio, sono anche contenta e ringrazio il Presidente Mastrovincenzo dell’incontro che ha voluto tenere insieme alle parti sindacali e alla presenza mia e del Consigliere Rapa che abbiamo presentato questi due atti, è di tutta la componente politica del Consiglio che vuole attivarsi per questo problema.
Le richieste della mia mozione sono: convocare nel più breve tempo possibile un ulteriore incontro ufficiale con le parti per ridurre il danno ai lavoratori, alle famiglie e il numero di esuberi; impegnare la Giunta e l'Assessore competente a farsi promotori anche presso il Ministero, perché reputo che il Ministero competente debba essere interessato al problema, soprattutto tenendo conto della realtà, purtroppo drammatica, non solo singola, che stanno vivendo le Marche in questo periodo a livello lavorativo.
Abbiamo subìto e stiamo subendo una serie di scelte che hanno penalizzato diversi nostri comparti, anche perché il sistema lavorativo delle Marche, ha difficoltà a riassorbire i lavoratori che dovessero essere in esubero da una azienda ad altri settori, ad altri comparti. Oggi stanno soffrendo in molti, stanno soffrendo anche a causa di scelte e voglio ricordare le sanzioni alla Russia, anche per ulteriori problematiche, oltre quelle della crisi che ci sta attraversando. Per questo reputo che un’azione incisiva nei confronti del Ministero debba essere messa in atto e sono lieta che oggi, con la risoluzione che immagino illustrerà poi lei, Presidente, andremo a prenderla come Consiglio.
Un impegno concreto perché è importante non solo favorire il dialogo, ma favorire delle forme di accompagnamento all’uscita per eventuali esuberi che l’azienda dovesse comunque mantenere e cercare di scongiurare ogni singolo licenziamento mettendo in atto un’azione forte da parte del Governo regionale e nazionale. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Grazie Presidente. Aggiungo poche parole, intanto ringrazio la Conferenza dei capigruppo ed il Presidente per aver subito calendarizzato questa duplice mozione e questa risoluzione. Ringrazio la Consigliera Leonardi, il Consigliere Rapa e gli altri che insieme hanno firmato questo atto.
Credo che sia utile e giusto esprimere solidarietà ai lavoratori, che saluto, alle forze sindacali, che stanno portando avanti un’iniziativa di tutela dei diritti dei lavoratori, penso che sia molto valida e tempestiva l’iniziativa della Giunta, che ringrazio, per trovare delle soluzioni.
A fianco della solidarietà e del ringraziamento aggiungo una brevissima riflessione. Noi siamo la regione più manifatturiera d’Italia, una delle regioni più manifatturiere d’Europa, siamo ancora nella coda della più grave e importante crisi economica dal dopoguerra, che ha lasciato in questo territorio dei segni, segni molto chiari specie nel comparto meccanico, ma non solo. Ho anche notizie del fatto che il magazzino di Prada che ha sede ad Ancona sia in una procedura di licenziamento per una parte di personale, molto più piccola di questo caso che è più grave, credo che su questa cosa ci si debba interrogare, noi e il Governo nazionale, perché chiaramente la Regione Marche da sola non ha le forze per riqualificare il settore meccanico. Possiamo mettere in campo gli ammortizzatori sociali in deroga, questa Regione si è già resa protagonista per prima nel passato nell'utilizzo di questo strumento, che va bene ma, come dice la parola, è un ammortizzatore, non è la soluzione del problema.
La soluzione del problema è riqualificare il nostro sviluppo e noi dobbiamo essere consapevoli di una cosa: la Regione da sola non ce la fa, allora o si assume una modalità politica in cui le forze sociali, le sigle sindacali, diventano un interlocutore privilegiato delle forze di Governo della Regione, del Paese, dell'Europa, per trovare delle soluzioni, oppure le soluzioni non si trovano e sono quelle di lungo periodo. Oggi con gli ammortizzatori sociali in deroga possiamo dare una risposta di breve periodo alla situazione economica delle famiglie, possiamo con una trattativa con gli imprenditori cercare di limitare gli esuberi, ma non risolviamo il problema strutturale dei mercati e le conseguenze sull’occupazione. Se ad un'analisi di breve periodo non affianchiamo un’analisi strutturale di lungo periodo non ne usciamo.
Credo che sia davvero l'ora che chi ha responsabilità riesca a mettere in campo un’azione di sistema e strutturale da questo punto di vista.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Sottoscrivo di buon grado la risoluzione perché l’amministrazione non può e non deve perdere tempo davanti ad una situazione così drammatica come quella che si prospetta nel futuro prossimo della Ragaini radiatori.
In molte altre circostanze, anche più nebulose, il Governo centrale ha impiegato poche ore per trovare soluzioni, spesso sborsando milioni e milioni di euro per soccorrere aziende amiche.
Qui si gioca con la pelle dei lavoratori e tutto ciò non deve più accadere, inutile ribadire che nessun lavoratore dovrà subìre alcuna ripercussione dal crollo della Ragaini, ma ad essere realisti sappiamo tutti che questo rischia di restare un sogno. Almeno l’amministrazione si adoperi per rendere la situazione il meno drammatica possibile, individuando qualsiasi forma utile a sgravare il crollo occupazionale dalle spalle dei lavoratori, sia con alternative occupazionali che economiche.
Parliamo di ben 166 lavoratori con al seguito altrettante famiglie, quindi immediata deve essere fatta la convocazione di un tavolo di concertazione tra le parti e da quella sede l’amministrazione deve sentire il dovere morale di non uscire senza una soluzione. Grazie.

PERSIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Grazie Presidente. Ho firmato volentieri questa mozione insieme al Consigliere Rapa, capogruppo Uniti per le Marche, credo non facendo niente di straordinario, dobbiamo dirlo, siamo sempre più disarmati, sempre più impotenti e sempre più in difficoltà di fronte a queste situazioni.
E’ ovvio che, come è già stato ricordato, la Giunta nella persona dell’Assessore Bravi farà tutto quello che è nelle ordinarie procedure e anche in quelle straordinarie, ma la questione che si solleva intorno alla ditta in oggetto, ma anche alla zona in oggetto, è molto particolare.
Mi permetto di fare questa piccola riflessione non perché sto a cavallo delle valli del Musone e del Potenza, ma perché ho visto da ragazzo, dalla Eco, agli strumenti musicali, all’argentiero, alla grande espansione di ditte di risonanza internazionale, come I Guzzini, tutte situazioni che hanno fatto la ricchezza di questa regione, una ricchezza fondata sul manifatturiero di eccellenza, che riusciva a battere concorrenti internazionali molto forti e che si apriva sui mercati.
Questa riflessione oggi dovremmo riprenderla, Assessore, Giunta, Presidente del Consiglio, perché? Perché non vorrei trovarmi fra un mese, fra due, fra quattro, di fronte alla stessa situazione di un'azienda, che magari non è così grande come questa e come questa non porta il dramma di 166 famiglie che si trovano in oggettive e gravissime difficoltà, magari tante piccole che non registriamo in questa Aula. Noi puntiamo i riflettori su questa e facciamo bene, abbiamo presentato una risoluzione nella quale ribadiamo i concetti di sempre, ma dobbiamo fare qualcosa di più in questo senso.
Mi permetto di fare una brevissima analisi anche in coda a quello che ha già detto il Consigliere Busilacchi. Il problema è oggettivamente più grosso di noi e in questi ultimi 6, 7 anni ci siamo trovati di fronte quattro emergenze che le Marche non hanno mai vissuto nella loro storia, almeno nella storia industriale di questo Paese. Noi abbiamo visto sempre e comunque l'espansione dalla fine degli anni ’50 fino ad oggi, poi improvvisamente quattro livelli di crisi: il primo è di carattere generale, ed ha colpito il Paese, l’Europa ed il mondo intero, quindi ci ha toccato, ci ha toccato con un certo ritardo tanto che da noi è arrivata dopo 2, 3 anni, ma i 2, 3 anni di ritardo, che dovevamo scontare per la ripartenza, ancora non li stiamo guadagnando, dovremmo essere in dirittura d’arrivo per ripartire, ma non ci siamo.
La seconda grande crisi è quella del manifatturiero, non si produce e si compra nella stessa nazione, si produce e si compra sull’intero globo, quindi il manifatturiero locale se non è internazionale non va da nessuna parte, questo non è il caso della Ragaini che fa un prodotto molto specifico e potrebbe farne tanti altri, e ci auguriamo che insieme a tutti gli interventi relativi alla protezione sociale dei lavoratori si possa anche immaginare qualcosa sul piano del rilancio della produzione e dell’industrializzazione perché questa è la prima cosa che dovremmo pensare.
Il manifatturiero è in crisi, perché? Perché ho la fabbrica di scarpe sotto casa ma compro on line, abbiamo discusso anche in questa Aula dell’acquisto on line, e compro la scarpa che viene dall’Indonesia perché magari costa 5 euro di meno, semplicemente per quello, è lo stesso prodotto, forse fabbricato dalla stessa azienda, non lo so se girano per tutto il mondo le scarpe, però è una situazione completamente nuova alla quale non siamo, secondo me, ancora adeguatamente attrezzati.
La terza è la crisi del credito che ha toccato Banca Marche ed ha toccato anche tante piccole aziende che erano quelle che poi sostenevano questo tessuto manifatturiero che mi permetto di ricordare, facevano delle Marche la regione più manifatturiera d’Italia in termini percentuali, in una nazione, l’Italia, che è seconda in Europa, solo dopo la Germania.
Oltre tutto la tragedia del terremoto ha toccato molti Comuni delle Marche e ha toccato l’economia viva delle zone dell’entroterra.
Questa congiuntura è secondo me l’occasione per portare questa riflessione, che ci conduce a pensare a qualcosa di straordinario.
Il Consigliere Busilacchi ha accennato al credito ma, signori, qui non possiamo andare avanti con l’idea che dobbiamo andare a strappare 5 milioni, 100 milioni, 300 milioni su un piano industriale che possa prevedere un rilancio. Facciamo un’ipotesi che non c’è sul terreno, se per la Ragaini arriva qualcuno che dice: “Sono disposto a farlo, però ho bisogno di cash, ho bisogno di liquidità, mi servono i soldi per coprire i debiti che la Ragaini ha messo insieme fino ad ora. Mi servono molti soldi per fare nuovi investimenti, come riqualificare il personale, con l’obiettivo di tenerlo tutto dentro”. Sogno, miracolo, vogliamo farlo, ma dove andiamo a prendere le risorse? Io non voglio arrivare all’estremo dicendo che gli Stati Uniti questo problema lo risolvono perché possono stampare 5, 10, 15 miliardi di dollari ogni mese, ma qualcosa in Europa dovremmo pure immaginare!
Noi dobbiamo immaginare una situazione di fronte alla quale tutto questo ci porta a dire …, non come abbiamo fatto e continuiamo a fare negli ultimi 20 anni, inseguire il problema a cui qualcuno che sta al Governo è costretto a trovare una soluzione mentre qualcuno che sta all’opposizione si diverte a dire che non sta facendo nulla.
Questa logica non ci porta da nessuna parte perché poi le maggioranze cambiano con facilità, lo abbiamo visto anche nelle ultime comunali, e quando uno va al Governo che si trova? Lo stesso problema, ma manca quel respiro, manca quella strategia che ci fa dire dove sta quel miliardo, quei due miliardi di euro che servirebbero alle Marche per aiutare a rilanciare la produzione. Dico la produzione, non sto chiedendo assistenza, per questa dobbiamo pensarci con le nostre tasse, è chiaro che è così perché la solidarietà sociale parte da quello che ciascuno riesce a dare, ma anche quella rischia di finire, perché se non c’è produzione e non c’è lavoro, non c’è chi paga le tasse e siamo da capo.
Bisogna pensare al credito in forma completamente nuova in modo tale che ci sia un’immissione di liquidità per questo e per piani industriali seri che ci mettano in condizione di creare lavoro, perché qui non si tratta di realizzare, penso proprio alla Ragaini, 30, 40, 50 prepensionamenti, come si faceva nel passato, forse qualcuno dei lavoratori è in queste condizioni, ma qui c’è gente di 30, 40, 50 anni, gente che è venuta nelle Marche ed ha lasciato la propria casa al sud, gente che non ha neanche i parenti, qualcuno vicino che può aiutarla in questo tempo, quella solidarietà familiare che spesso ha aiutato, ha soccorso, oltre a quel poco o tanto che lo Stato è riuscito a fare.
La questione è questa e in questa direzione, insieme a tutte le altre, abbiamo scritto una risoluzione, non chiedo che questa cambi, ma in questo senso chiedo al Presidente della Commissione Traversini, alla Giunta e all'Assessore Bravi di aprire una riflessione, non devono portarci una soluzione, per vedere se uno sforzo di fantasia e qualche iniziativa seria nei confronti del Governo, concordata da tutte le Regioni, possa darci quella soluzione politica che oggettivamente manca da troppo tempo, non possiamo risolvere la situazione con soluzioni tampone.
Non voglio far polemica su interventi di tipo più o meno assistenziali che stiamo facendo a livello nazionale ed a livello locale, vanno bene le defiscalizzazioni, vanno bene i buoni, vanno bene gli assegnini, però occorre ragionare sui 30/40 miliardi che più o meno lo Stato e le Regioni spendono in questa direzione.
Cosa significa rinunciare ai 40 miliardi dati in questo modo, più o meno a pioggia ed averli a disposizione per investimenti di natura industriale, favorendo un livello di produzione oppure abbattendo il costo degli interessi per le aziende che vogliono investire, non dico a zero, dico all’1,5%, non al 6, non al 7. Se non c’è il credito, se non c’è il credito per le capacità industriali il Paese inevitabilmente finirà per impoverirsi e non troveremo nessuna soluzione radicale nel tempo, perché 30/40 anni fa per quelle poche aziende che andavano in crisi c’erano altre 10 aziende non in un’altra provincia, ma nello stesso Comune, che erano nelle condizioni di assorbire i lavoratori. Da Sindaco di Recanati ho vissuto queste vicende, il problema non si poneva, scattava immediatamente una rete di solidarietà per cui si diceva: “Ci sono 80 esuberi, 20 vanno lì, 10 là, 15 là” e si facevano subito i tavoli. Il problema è che oggi questa condizione non c’è e se un comparto va in crisi non ce n’è un altro capace di tirare e di assorbire il personale che rischia di essere licenziato.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Questa mattina si sta discutendo un argomento molto importante per la regione Marche, partendo da una risoluzione che scaturisce da mozioni presentate per un’azienda marchigiana che è in forte difficoltà occupazionale.
Il nostro intervento come Lega parte da questo problema drammatico per sottolineare alla maggioranza di questa Regione che noi avevamo già chiesto un Consiglio straordinario monotematico sul problema del lavoro e l'abbiamo chiesto anche con nota scritta al Presidente Mastrovincenzo.
Qui nella Regione Marche, signori della maggioranza, c’è il problema drammatico dell’occupazione, è la peggiore regione dell’Italia centrale per la disoccupazione, ha indici inferiori rispetto alla media nazionale. Questo è un problema drammatico e sui distretti industriali questa maggioranza non è mai intervenuta seriamente nell'avvio delle crisi. Basta citare l’ex area del bianco in cui oggi abbiamo 7.000 lavoratori che sono in difficoltà, non parliamo poi della zona dell’ascolano. Qual è il progetto per cercare di venire fuori da questa situazione?
Assessore Bora, qual è il progetto per le oltre 150 mila aziende e piccole aziende per risolvere il problema del credito? Sto parlando delle piccole aziende, perché tutti siamo capaci e bravi a parlare con Confindustria che rappresenta soltanto il 32% del prodotto interno della regione Marche, che magari sottoscrive anche un protocollo con il Presidente di questa Giunta che non serve a niente, è aria fritta.
Il problema vero sono le piccole aziende, le oltre 150 mila imprese. Se noi costruissimo un tessuto imprenditoriale per queste eccellenze forse la disoccupazione si sentirebbe meno in questa regione.
Il credito, dov’è il problema del credito? Questa maggioranza governa questa Regione da oltre due anni, io non ho visto un progetto per il credito. Il Consigliere Marconi ha evidenziato alcuni passaggi importanti sul problema del credito e degli interessi. Per gli interessi che i piccoli imprenditori e i piccoli artigiani devono affrontare, la Regione dà un sostegno? La Regione interviene? La Regione è presente? La Regione è al fianco dei piccoli imprenditori?
Presidente Mastrovincenzo, noi le sollecitiamo pubblicamente un Consiglio straordinario per affrontare il tema del lavoro, che è un problema drammatico nella nostra regione Marche. Lo affrontiamo o mettiamo la testa sotto la sabbia per far finta che non ci sia? Ora c'è il problema della ditta Ragaini, poi purtroppo ne arriverà un altro, ma se non creiamo dei contenitori per dare la possibilità a qualche unità, a qualche decina, a qualche centinaia di lavoratori di cercare un posto di lavoro, come veniamo fuori?
Sull'argomento che discutiamo questa mattina, la maggioranza deve riflettere e ascoltare la voce delle minoranze che evidenzia che il problema è drammatico e va affrontato. Non dico che c'è una soluzione, ma va affrontato, discutiamone seriamente, altrimenti non ne veniamo fuori ed i casi Ragaini purtroppo saranno in aumento.
Non si è vista nel passato la crisi dei distretti industriali che veniva avanti, quindi, non si sono create opportunità per delle nuove tecnologie, per una nuova produzione, per incentivi al territorio, incentivi che adesso, purtroppo per una disgrazia che è accaduta in questa regione Marche, potrebbero esserci. Basta chiedere con forza al Governo centrale perché la disgrazia che è accaduta in questa nostra regione possa trasformarsi per i territori in incentivi pesanti a favore delle aziende per creare dei posti di lavoro.
Bisogna fare una legge speciale per creare le condizioni, Assessore Sciapichetti, altrimenti uno che vuole creare 20 posti di lavoro, va dove ci sono i servizi - ci sono città che li hanno - non va a costruire nelle zone disastrate del territorio. Credo che questo sia un argomento!
Concludo, Presidente, non sono andato fuori argomento perché il lavoro è un problema che sta a cuore a tutta l'Aula, occorre un attimo di coraggio per affrontarlo e vedere se possono esistere degli strumenti speciali per creare qualche centinaia di posti di lavoro perché le nostre eccellenze - siamo un territorio in cui sono fortemente presenti delle eccellenze e delle professionalità - e i mestieri saranno la salvezza della nuova economia e dei nuovi imprenditori. Per fortuna, sotto questo aspetto siamo un territorio felice e queste cose non vanno perse ma vanno messe insieme per creare un’opportunità, cercando di agevolare dove è possibile queste proposte: il credito, le tasse, le agevolazioni, perché si possa creare qualche posto di lavoro alternativo all’attuale situazione che oggi si è determinata.
Chiudo invitando l’Assessore ad una vigilanza nel comprensorio di Fabriano perché le cose che provengono dal territorio, dopo la vendita dell’Indesit alla Whirpool, sono da guardare con attenzione. Io non voglio fare allarmismi, ma dico soltanto all’Assessore Bravi di guardare con attenzione perché la catastrofe potrebbe aumentare. La Whirpool si è impegnata, deve mantenere gli impegni e non deve fare la furba.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Grazie Presidente. Innanzitutto porgo il mio saluto ai lavoratori della Ragaini, a cui va la mia massima solidarietà, però a questi lavoratori credo che più che una pacca sulla spalla dovremmo dare delle risposte concrete, come Regione, come Stato, come Europa.
Ho allargato la visione perché purtroppo contro la crisi la Regione Marche ha le armi spuntate, nel senso che non ha le forze sufficienti per rispondere ad una situazione generalizzata che da diversi anni purtroppo va avanti, però noi dobbiamo fare la nostra parte.
Ho firmato molto convintamente la risoluzione che chiede di realizzare in brevissimo tempo un tavolo di confronto, di valutare l’utilizzo degli ammortizzatori sociali in deroga a quelli del Ministero e di promuovere interventi di qualificazione.
Aggiungo però una cosa, forse, spero di no, è troppo tardi, nel senso che questi tavoli andrebbero a mio avviso fatti prima per tentare di prevenire per quanto possibile le situazioni di crisi ed arrivare a fare questi tavoli dopo che la realtà si è sviluppata diventa più difficile, come la risoluzione del problema. Se invece si riuscisse a “prevenire” …, allora invito gli Assessorati competenti ad istituire dei tavoli di ascolto per tentare di prevenire queste situazioni o perlomeno per avere il polso di quello che è.
Devo dire una cosa, in questi due anni di Consiglio, in quest’Aula, non si è parlato molto di lavoro, se ne è discusso poco, abbiamo trattato tante cose, ma di questo ne abbiamo parlato poco.
Il tema del lavoro è centrale, perché senza lavoro non c’è dignità, senza lavoro manca tutto, credo che la nostra attenzione in futuro debba essere maggiore su questa tematica.
La Regione istituisce questi tavoli ma, attenzione, non devono essere chiusi in loro stessi, devono avere interlocutori più grandi, come il Ministero e come l’Europa, perché senza questi confronti, come ho detto, da soli, non riusciremo a risolvere queste situazioni drammatiche.
Concludo il mio intervento dicendo che, avendola firmata, ovviamente, voterò a favore di questa risoluzione, ma invito la Giunta e gli Assessorati competenti ad istituire questo tavolo di crisi, tavolo di ascolto, chiamatelo come volete, in maniera tale che si abbia un dialogo con il Ministero e con l’Europa in modo da poter prevenire quanto più possibile queste situazioni ed evitare che in futuro si debba correre ai ripari quando ormai, speriamo di no, la crisi è diventata irrevocabile. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Anche da parte mia solidarietà massima ai lavoratori di questa azienda che rischiano il posto di lavoro. Una solidarietà concreta, speriamo che da questo giorno in poi qui nasca qualcosa di concreto per aiutare le aziende in crisi.
Credo che la Regione sia in notevole ritardo nel controllo quasi quotidiano di quello che succede nei nostri territori. E' molto difficile gestire una crisi quando un’azienda ha già messo in atto delle situazioni drammatiche, come questa del licenziamento. Occorre non dico prevenire, ma gestire queste fasi e la mancanza della Regione in questo settore si è notata in modo molto forte. Non c’è stato un coordinamento, prima c’erano le Province, oggi non ci sono, la responsabilità è tutta in capo alle Regioni per cui credo che si potesse e si possa fare molto di più nella gestione delle crisi che sistematicamente si aprono nel nostro territorio. Non è una cosa improvvisa, siamo entrati nel mezzo di questa crisi già 9 anni fa, era il 2008, quando abbiamo avuto le prime avvisaglie. Alcuni territori, come ha ricordato il Consigliere Zaffiri, sono in crisi da oltre 15 anni perché l’abbandono delle multinazionali, ad esempio nel Piceno, è iniziato nel 1999, nel secolo scorso, quando è iniziato il processo di globalizzazione. Lì non si è stati in grado di mettere giù una politica regionale che potesse in qualche modo arrestare il fenomeno, le multinazionali avevano creato una serie di spin-off, che sono andate in crisi quando hanno abbandonato il territorio.
Espressa questa solidarietà non solo formale ai lavoratori della ditta Ragaini, voglio fare alcune considerazioni di carattere generale.
Ho sentito parlare di sforzo, di fantasia, che dobbiamo fare ed inventarci qualcosa. Qui non c’è da inventarsi nulla, qui non ci vuole la fantasia, qui bisogna essere pragmatici e dobbiamo capire perché sta succedendo tutto questo. Non siamo stati in grado di rendere più attrattivo il nostro territorio dal momento in cui, nel 2000, c’è stato con il processo di globalizzazione l’abbandono delle grandi imprese. Non abbiamo capito cosa significava rendere attrattivo il nostro territorio.
Renderlo attrattivo significava operare su diversi settori: il costo del lavoro, lo Stato, il Governo, lì non è competenza nostra, non possiamo fare nulla se non ritoccare l’Irap. I posti di lavoro li creano le imprese, non li crea la pubblica amministrazione, addirittura in questo momento la pubblica amministrazione licenzia, riduce i costi, perché l'elefante non si regge più in piedi, quindi noi dobbiamo guardare al settore privato, alle imprese. In una regione che si vanta di essere quella più manifatturiera d’Italia e d’Europa addirittura, noi dobbiamo lavorare lì, dobbiamo guardare lì, rendere più attrattivo il nostro territorio affinché si elabori un piano industriale di rilancio del settore manifatturiero. Punto! Ma come lo si fa? E’ semplice, rendere attrattivo significa cominciare a dare dei servizi alle nostre aziende per non farle scappare, dobbiamo abbassare i costi dei servizi che possiamo gestire, uno fra tutti, ad esempio, l’energia. In questa regione abbiamo il costo energetico più alto di tutta Italia, è naturale che poi i costi di produzione siano molto elevati, quindi se al costo del lavoro, dovuto ad un sacco di tasse, ci mettiamo pure il costo di produzione, che non è concorrenziale con gli altri territori, è ovvio che prima o poi qualcosa doveva succedere.
Non siamo stati in grado di fare questo, non siamo stati in grado nemmeno di infrastrutturare nel modo migliore i nostri territori o laddove ci sono, dove lo abbiamo fatto, ad esempio parlo della mia zona, il Piceno, una zona fortemente infrastrutturata da questo punto di vista, non siamo stati in grado di dare servizi. Questo è quello che succede.
Noi dobbiamo fare in modo che anche per le Marche si faccia un patto, così come il Governo l'ha fatto per il Molise, l'ha fatto per la Basilicata, l'ha fatto per la città di Taranto, l'ha fatto per la Sardegna, l'ha fatto per la Calabria. Non ho capito, ma noi siamo figli di un Dio minore? Oppure la politica delle Marche non è capace di incidere sul Governo?
Fatevi un esame di coscienza, ho sentito il capogruppo Busilacchi dire: “Qui dobbiamo fare”. A chi lo dice? Noi lo possiamo dire, voi lo dovete fare. Qui la fantasia non serve, Consigliere Marconi, qui bisogna essere pragmatici e dico dove non funziona.
Stiamo dietro all'araba fenice dell’area di crisi complessa, sono anni, nel frattempo, in attesa che venga firmato questo accordo di programma, noi abbiamo sull’asse 3 Por/Fesr fermi circa 6 milioni di euro per i bandi delle aree di crisi, del fabrianese, del pesarese e del piceno, anzi mentre per Fabriano e Pesaro qualcosa si sta muovendo, nel piceno siamo fermi, non possiamo pubblicare i bandi perché si potrebbero sovrapporre a quelli dell’area di crisi. Ma ragazzi, di cosa parliamo?
Se abbiamo 6 milioni da mettere sul piatto per le aziende, spendiamoli subito, se poi escono i bandi per l’area di crisi vuol dire se chi li ha già presi, non li prende. Non ci vuole uno scienziato per fare questo!
E non mi contraddite perché sono andato a tutte le audizioni degli organi di controllo delle politiche comunitarie ed abbiamo dei fondi non spesi! Sull’asse Por/Fers abbiamo 337 milioni di euro da spendere, ci fregiamo del fatto che siamo la Regione che sta spendendo di più, ma sapete quanto stiamo spendendo? Il 2%. Se gli altri sono più somari di noi e spendono l'1%, allora noi siamo bravi perché abbiamo speso il 2% fino adesso, ma di che parliamo?
Saremo stati bravi se avessimo speso già il 50% per un territorio in crisi come il piceno, come il fabrianese, come l’anconetano e come il pesarese. 337 milioni, andate a vedere quelli impegnati, che non significano nulla rispetto ai liquidati, per impegnarli basta fare una delibera di Giunta e si impegnano 100 milioni, il problema poi è spenderli! Voglio vedere le liquidazioni, io non voglio vedere gli impegni, voglio vedere le liquidazioni!
Un dibattito serio lo chiediamo da tempo su questo versante, sulle politiche attive del lavoro e sulle politiche industriali che vanno di pari passo, non possiamo parlare di politiche attive del lavoro se la Regione non parla di politiche industriali.
Cosa vogliamo fare del nostro manifatturiero? Cosa vogliamo fare delle nostre piccole aziende? Cosa vogliamo fare del percorso abbandonato negli anni passati dalle multinazionali? Possiamo riprendere un discorso con loro a certe condizioni dopo che le abbiamo foraggiate negli anni ’70 con fondi a iosa, a non finire, dell’ex Cassa del Mezzogiorno, hanno fatto bottino e se ne sono andate. Vogliamo riprendere quel discorso e Pariteticamente dire: siamo ancora in grado di sostenervi attraverso l’infrastrutturazione del nostro territorio, attraverso l'erogazione di nuovi servizi, ma dovete darci delle garanzie, stare qui 10, 15, 20 anni assumendo, andando avanti e studiando anche il mercato internazionale insieme per vedere nuovi sbocchi.
Questa è la politica industriale, altrimenti che politiche attive del lavoro facciamo? Dove le propongo le richieste che abbiamo? Penso, come a tutti voi, ai cittadini che vengono a chiedere lavoro, chi ha esperienza amministrativa di Sindaco o Assessore sa che ogni giorno era una processione, che risposte diamo? La politica attiva del lavoro è’ quella di studiare i fabbisogni formativi delle persone, di formarle, e poi dove le mandiamo? Una volta che gli abbiamo fatto la formazione, dove le mandiamo se non abbiamo le strutture, se non abbiamo le aziende? Non abbiamo una politica industriale che si abbina alla politica attiva del lavoro. E’ questo il vero problema, altrimenti già domani parleremo di un’altra area di crisi, di un’altra azienda in difficoltà, questa è la vera questione che la Regione non ha affrontato in questi anni. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Grazie Presidente. A volte, quando si deve esprimere solidarietà ai lavoratori o alle aziende in crisi, l’atmosfera diventa surreale. Sento dai banchi della maggioranza parlare di concertazione e di ascoltare i rappresentanti dei lavoratori, sento parlare di politiche dell’occupazione, voi siete la maggioranza, siete la maggioranza in questa Regione, siete la maggioranza al Governo, eppure la maggioranza al Governo ha licenziato il jobs act, ha tolto l’articolo 18, ha fatto della precarietà la regola politica sulle politiche del lavoro.
Assessore Sciapichetti, questa non è una mia opinione, è un dato incontrovertibile, ho sentito anche “i piani industriali”, questa maggioranza, la vostra maggioranza, che sta governando questo Paese, sta facendo la politica del lavoro della precarietà. Tutte le battaglie a favore di coloro che lavorano e che fanno l’economia sono state d’emblée azzerate, dico l’articolo 18, ma potrei parlare dei vaucher ed anche della manovra dei vaucher per evitare il referendum che sono stati prima tolti e poi rimessi.
Mi vergognerei di essere questa maggioranza, mica ve lo ha ordinato il dottore di continuare a stare in questa maggioranza quando non siete d’accordo. Singolarmente sento ognuno di voi criticare queste politiche del Governo, criticare quello che sta avvenendo e poi andate avanti, per carità non mi permetto …
Lei, Assessore Sciapichetti, è un caso a parte, però veniamo a queste persone che sono qui, che sono venute qui, che occupano queste poltrone, sono in questa situazione anche per la vostra politica, per la politica del suo partito, Assessore Sciapichetti, non del mio, del suo! Sono queste persone che stanno aspettando qui! Non lo dico per lei Assessore Bravi, ma questa cosa non deve essere soltanto una questione di facciata, certo la risoluzione, io l’ho firmata come capogruppo del Movimento 5 stelle, dice di fare un tavolo di confronto tra la ditta, la Regione ed i sindacati e di promuovere iniziative, ma l'avrei detto anche se non fossi stato un Consigliere regionale, se un cittadino per strada mi avesse detto: “Vuoi che i lavoratori della Ragaini non vadano a casa e mantengano il loro posto di lavoro?” L’avrei detto anche come singolo cittadino, come persona di buon senso, qualunque fosse stato il mio partito o la mia idea politica, quindi questa cosa non deve essere soltanto un …
Sono convinto che lei farà di tutto Assessore Bravi, prego che questa cosa non sia soltanto una questione di facciata, che questa risoluzione che andiamo a votare non sia soltanto un comunicato sul giornale perché con i comunicati sui giornali loro non pagano il mutuo, non pagano neanche i libri della scuola per i figli.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente. Non molte considerazioni, tra l’altro vorrei mantenere, se ci riesco, la concretezza che in questi casi necessita.
Come sa bene l’Assessore Pieroni, conosco questa azienda che è, l'ha ricordato il Consigliere Rapa nella sua introduzione, una delle principali realtà produttive della provincia di Ancona,
Diciamolo con molta franchezza, non soltanto per il rispetto che ci deve essere fra noi, ma per la credibilità che deve avere l’istituzione Regione, discutiamo pure, anzi è utile fare un Consiglio sull’economia e sul lavoro, non direi lavoro in senso stretto, ma economia e lavoro. Teniamo legati questi due aspetti e discutiamo di come abbiamo utilizzato le risorse della programmazione europea. Una cosa diciamola: le risorse 2007/2013 è stato possibile gestirle fino al 2015, sono state utilizzate tutte, la programmazione 2014/2020 è in atto, ma credo che noi dobbiamo guardare il futuro, quindi già pensare e progettare la programmazione 2020/2027.
Elenco i titoli: l'Europa, la tassazione. In questa nostra regione non soltanto le nuove imprese per il 2016 e 2017 sono esentate dall’Irap, ma c’è una tassazione che non è superiore alle altre Regioni, però ci sono questioni da affrontare: l’energia, altri aspetti, le crisi. Possiamo fare altri accordi con il Governo, ma lo stesso Consigliere Celani poi ha detto che ci sono delle difficoltà nell’utilizzo di queste risorse. L'area di crisi del fabrianese - riduttivo dire del fabrianese perché ci sono molti Comuni del pesarese e del maceratese, o l’area di crisi del piceno - aveva tantissime risorse e fino a quando non si è andati alla rimodulazione erano state spese soltanto le risorse della Regione Umbria e della Regione Marche.
Su questi temi ovviamente c’è disponibilità, non sta a me dirlo, ma sarà il Presidente, la Giunta, e credo che ci siano le condizioni per discutere, per aggredire, per affrontare questi aspetti.
Quello che voglio dire rispetto alla crisi di questa azienda sono soltanto alcuni titoli.
C’era la necessità di intervenire sul mercato del lavoro perché troppe erano le tipologie rispetto al mercato del lavoro, ma l’attenzione non può essere legata soltanto alle regole del mercato del lavoro bisogna contestualmente intervenire sull’economia, questo è il punto, tra l’altro recuperando, secondo me, il valore del lavoro e se volete il valore della nostra Costituzione perché senza lavoro non c’è libertà e non c’è dignità. Non c’è libertà perché non c’è reddito, non c’è dignità perché non c’è la possibilità di agire come si crede, quindi ogni posto di lavoro deve essere tutelato. Questo è fondamentale, quindi non soltanto la solidarietà, ma dobbiamo recuperare questi aspetti: il valore del lavoro, la libertà, la dignità, intesa anche come lotta alle disuguaglianze. Qui c’è qualche autorità morale che non cito perché sono in troppi a citarla, questa autorità morale con forza insiste sui temi dell’equità, della giustizia, dell’ambiente, sul valore della persona. Culturalmente vanno recuperate queste cose.
Discuterei un po’ di meno di vocazione maggioritaria o di sistema tedesco e concentrerei di più l’attenzione su questo, ed è su questi temi che si gioca la partita, penso e spero che sia così, anche alle prossime politiche.
Come istituzione dobbiamo fare in modo di creare le condizioni perché l’economia possa riprendere a ridare risposte al lavoro, ai bisogni, possa contribuire a creare quella ricchezza, poi ci si può dividere su come distribuire la ricchezza, ma la ricchezza va creata. Dico subito che va distribuita equamente, ma comunque deve essere creata e le condizioni per far riprendere la nostra economia passano dalle infrastrutture, dalla ricerca, dall’innovazione, dalle risorse, da tutto quello a cui ho fatto riferimento poc’anzi ed anche da alcuni piani, perché no.
Qui ci sono stati studi, anche marchigiani, l’ultimo la Giornata dell’economia alcuni giorni fa alla Camera di Commercio di Ancona, sul trend Marche, che ha visto insieme la Confartigianato, la Cna e un istituto di credito importante della nostra regione che ha messo in evidenza alcune difficoltà che ci sono.
Dobbiamo creare le condizioni, quindi abbiamo presentato una proposta di legge, con l’Assessore Bora, il Presidente del Consiglio Mastrovincenzo e molti Consiglieri del nostro gruppo, sull’industria 4.0. In quella Giornata dell’economia è stato detto: “Industria, correggete un po’ il tiro chiamatela impresa”, noi non abbiamo difficoltà, non siamo legati a dei nomi, siamo legati alla sostanza. Ci sono anche degli atti che sono stati compiuti, non so se il Presidente Biancani è in Aula, il 2 agosto dello scorso anno abbiamo approvato il Piano telematico, prima il Consigliere Marconi ha parlato dell’economia on-line, è chiaro che dobbiamo creare queste condizioni alle imprese.
L'ha detto in modo molto chiaro il Consigliere Busilacchi, quindi, non ripeto, dico soltanto che condivido e l'abbiamo detto, lo faremo con forza, noi ci muoveremo. Ai lavoratori ed alle lavoratrici, alle persone che lottano per difendere il posto di lavoro, quindi anche alle persone della Ragaini, noi diciamo che da un lato vi sosterremo, sul piano della lotta, dell’iniziativa, della mobilitazione, non ci spaventiamo, e dall’altro possiamo dire che con la Giunta regionale, con il Presidente Ceriscioli, con l’Assessore Bravi, con le persone per conto della Giunta, con il Presidente della Commissione Traversini, cercheremo di costruire soluzioni coinvolgendo il Ministero, il Governo, i nostri parlamentari. Il Partito Democratico, il gruppo consiliare del Partito Democratico che, come dice il Consigliere Busilacchi con più titolo e con più autorevolezza di me, c’è anche in questa vertenza e non si vuole limitare alla firma di una mozione, ma vuole condurre con voi nel Paese la lotta e possibilmente costruire la soluzione per dare la risposta al bisogno fondamentale, al bisogno del lavoro.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Pieroni.

Moreno PIERONI. Grazie Presidente. Alcune valutazioni perché abito in quella città e conosco quasi tutte le persone che lavorano nell’azienda Ragaini.
Credo che sia una cosa buona che siano state presentate da parte della maggioranza, quindi da parte dei tre capigruppo, e da parte della Consigliera Leonardi queste mozioni che almeno permettono a questa Assemblea di impegnarsi politicamente ed amministrativamente per far sentire la voce della Regione Marche all’interno di un territorio, che è la vallata del Musone, dove il gruppo Ragaini è tra le più importanti aziende. E' un’azienda che fino ad oggi ha impegnato un'importante numero di dipendenti ed a caduta ha portato grandi benefici al tessuto socio economico perché ha creato occupazione.
Oggi siamo qui a discutere di questo grave problema, di questo grave dramma, che ha colpito l’azienda e i dipendenti ed è un messaggio importante che come Regione Marche vogliamo dare.
Ben venga la risoluzione, per parlare in termini concreti, sennò chi ci ascolta neanche sa di cosa parliamo, che parte dalle due mozioni presentate e condivide un’unica proposta e questo significa che c'è attenzione, come ogni volta - ormai da qualche anno sono presente in questo consesso - da parte dei Consiglieri, delle opposizioni, della Regione e dell'Assemblea. C'è stata da subito da parte del Presidente Ceriscioli, in particolar modo da parte dell’Assessore Bravi, non dimentichiamoci che la questione è monitorata dall’Assessorato competente già da alcuni mesi perché le problematiche erano conosciute. In Aula poi ogni Consigliere alza l’asticella pro domo sua per vedere chi ce l’ha “più duro”, per dimostrare non si sa cosa a questi nostri concittadini che hanno questo problema, come se ogni forza politica avesse la bacchetta magica per risolvere i problemi a livello nazionale, a livello regionale. Credo che, al di là delle esternazioni che anche oggi ho sentito da parte di alcuni Consiglieri, non c'è sostanza e concretezza nelle proposte, sento sempre dire: “Dovete fare questo”, ma questo “dovete” non viene mai riportato al proprio interno per dire: presentiamo una proposta concreta in questa Assemblea regionale, in questa legislatura. Una proposta concreta in questo caso per il lavoro, per risolvere il problema del lavoro e vedere se poi la maggioranza la condivide.
Penso che alcune volte anche le opposizioni, è giusto, possano assumersi la responsabilità se credono che il tema del lavoro, dell’occupazione, dell’economia sia una cosa importante e che questa Aula ne debba discutere. Da questo punto di vista ognuno di noi ha responsabilità e tutti dovremmo essere meno demagogici dal punto di vista politico.
Questa risoluzione, Consigliere Maggi, in questo momento dà un segnale di vicinanza dell’Assemblea tutta ai lavoratori che hanno bisogno anche di questo. Naturalmente questa risoluzione, che è tutta politico/istituzionale, come già la Giunta sta facendo, è un impegno, perché ci sono delle scadenze, delle tempistiche, che non possono essere bypassate, quando la Regione sarà chiamata in causa ad un confronto, se necessario, con l’azienda e con i sindacati.
Se una volta tanto riuscissimo a dare un messaggio all’esterno, in questo caso ai dipendenti del gruppo Ragaini, che sono qui con noi, ma potrei parlare di tante altre realtà che in passato ho visto verificarsi all’interno di quest’Aula, faremo cosa buona a loro, ma anche a noi stessi, senza alzare ogni volta l’asticella per dire di chi sono le responsabilità.
Ben venga questa risoluzione che rimette al centro della politica di questa regione una azienda che ha dato tanto al territorio della vallata del Musone.
Credo che oggi dobbiamo essere, come Regione, vicini a questi nostri concittadini che si trovano in difficoltà e, al di là delle parole, di tutte le riflessioni che ognuno di noi legittimamente farà, sono convinto che l’Assessore Bravi darà un segnale forte e anche concreto di quello che la Regione può fare stando vicino a questi dipendenti, come ha fatto in altre occasioni per tante altre aziende della nostra regione.

PRESIDENTE. Prima di lasciare la parola per le conclusioni all’Assessore Bravi, ricordo a chi è intervenuto, ad esempio al Consigliere Zaffiri, che sul Consiglio straordinario sul lavoro in sede di Conferenza dei capigruppo avevamo trovato un accordo che ci ha portato a degli incontri, uno in particolare con la presenza dell’Assessore Bravi in II Commissione e all’audizione del Comitato regionale per l’economia e il lavoro (CREL) dove sono rappresentate tutte le parti sociali.
Sul tema del lavoro c’è già una proposta di legge depositata relativa al sostegno al reddito, e presto un'altra più organica sarà depositata sul tema delle politiche del lavoro. Dopo l’intervento dell’Assessore, leggerò l’impegno che prevede la risoluzione in modo definitivo.
Ha la parola l’Assessore Bravi.

Loretta BRAVI. Grazie Presidente. Ho ascoltato questa lunga discussione, sinceramente vi ringrazio tantissimo perché la delega del lavoro è una delega difficile, che dà il tono a tutte le altre che io ho attorno.
Vorrei iniziare puntualmente, per i lavoratori che sono qua, non solo salutandoli, mettendo dei paletti essenziali per la riflessione, così sappiamo bene di cosa stiamo parlando.
Intanto è cosa buona che tramite la Ragaini si sia avviato questo dibattito perché voi siete i cinquantaquattresimi che io incontro in due anni, ci sono state 54 vertenze e la vertenza significa per tutti perdita di lavoro, significa problemi, quindi voi siete il tramite di una visibilità totale che tutte le Marche meritano, purtroppo.
Vorrei puntualmente rispondervi in questo modo: noi abbiamo iniziato ad incontrare la Ragaini il 2 maggio quando ancora non si parlava dei licenziamenti perché la notizia è del 22 maggio e da quel momento, come ha detto qualcuno giustamente prima, la situazione è stata monitorata solo che ci sono dei tempi e ci sono delle regole, quindi la Regione ufficialmente entrerà come soggetto di mediazione tra gli operai, l’azienda e le parti sociali tra una decina di giorni, perché? Perché la legge 223 del 1991 ci ricorda i tempi e i primi di luglio (22 giugno più 15 giorni) scatterà oggettivamente il discorso della mediazione e del confronto.
Un altro punto interessante che il Consiglio deve sapere è che, per quanto riguarda l’utilizzo degli ammortizzatori sociali, le organizzazioni sindacali e l’azienda Ragaini hanno sottoscritto un accordo per l’utilizzo della cassa integrazione straordinaria per il periodo che va dal 5 maggio 2017 al 31 dicembre 2017, dopodiché c'è la questione della cassa integrazione in deroga a cui la Regione è molto disponibile, ma va valutato se è uno strumento considerato come investimento dello sviluppo aziendale e ci sono delle regole. Mi auguro che questo possa accadere, come è accaduto per tante altre aziende.
Detto questo vorrei ricordare brevemente ..., aggiungo solo una cosa a quello che ho sentito, non accetto il fatto che si dica che la Giunta, quindi l’Assessore Bora ed io, da questo punto sia stata latitante. Non lo accetto per piccole cose sulle quali non voglio fare polemica, non mi interessa e non sono neanche abituata a denigrare chi mi ha preceduta, non mi interessa neanche questo, però alcune cose vanno dette.
Quando sono entrata ed ho preso questa delega ho guardato bene dove fosse la progettazione e dove finisse l’assistenzialismo ed ho fatto fatica a capire dov’era la progettazione perché mi è sembrato che ci fosse un assistenzialismo diffuso con una politica passiva del lavoro camuffata da politica attiva. Questa è la prima cosa che mi ha un po' disgustato.
La seconda cosa che mi ha disgustato è che sul fronte informativo e formativo c’erano pochissime risorse, che a fatica ho dovuto spostare perché è molto bello parlare di mestieri, di ricambio generazionale, di giovani, ma andate a chiedere ai vostri figli di fare l’orologiaio e poi ascoltate cosa vi rispondono. Andate a dire loro di lavorare la pietra, di fare l’artigiano e ascoltate cosa vi rispondono. Non dobbiamo sognare e prenderci in giro.
C’è un cambio di mentalità, qualcuno di voi l'ha detto, che va fatto, ma i cambi di mentalità sono lenti. Faccio un esempio il mio mandato di Assessore l'ho iniziato da Ascoli, non l’ho iniziato da Pesaro, l’ho iniziato da Ascoli, e tutte le persone che ho incontrato mi hanno detto: “E’ dal 2008 che siamo state abbandonate”, quindi è difficile riaprire la questione, è difficile riattivare un’iniziativa perché questo assistenzialismo ha creato una mentalità e di fronte a questa mentalità sono cresciuti i disoccupati, ma questa grande weltanschauung e questa leadership dell’ascolano io non l’ho vista, dopodiché nel fabrianese si è costruito a random senza pensare che quel mondo finisse, quindi l’abbiamo ereditato. Faccio un discorso storico, non faccio un discorso di colpe, di Tal dei Tali, dico solo che mi trovo a gestire politiche passive e politiche attive insieme perché c’è chi chiede un reddito e chi un sostegno al reddito; parliamo anche degli over 40/50 ai quali non si può fare una ricollocazione dicendo vi facciamo fare l’inglese perché la dignità umana merita un altro tipo di formazione.
Dobbiamo ragionare da questo punto di vista e il discorso di avere spostato delle risorse significative del fondo sociale europeo sull’istruzione e sulla formazione non è per far la maestrina di turno, ma è per ricordare che sui giovani non abbiamo investito e non abbiamo le competenze. Manca il ragazzo che sa tirare avanti l’ospitalità turistica, manca il ragazzo che sa prendere la ditta del padre, manca il ragazzo che dentro la tradizione sa iniziare un'innovazione, perché è vero quello che qui si è detto, noi abbiamo delle qualità, quindi dobbiamo lavorare sul capitale umano, sulle nostre eccellenze, prototipare ed innovare dentro quella mentalità, che sono i cappelli di Montappone, che è il tartufo e tutte le eccellenze che noi abbiamo.
Il piano del lavoro io l’ho fatto, l’ho fatto con difficoltà e sapete perché? Perché mi sono trovata un copia incolla fino al 2014, 400 pagine di tutto ciò che è il migliore dei mondi possibili senza un metodo per attraversarlo.
A questo gioco sinceramente non ci sto perché il piano del lavoro vuol dire che c’è la buona scuola, che c’è il job act, che ci sono delle riforme, che c’è un mercato che la produzione la inizia all’estero. Abbiamo fatto un bando per il ritorno in Italia dei lavori all’estero, dalla Romania, il cosiddetto re-shoring, e ad un bando ha risposto un'azienda nelle Marche. Devo dire che questa cosa non esiste, esiste nei vostri pensieri, ma nessuno oggi vuol tornare perché non conviene, quindi dobbiamo metterci a tavolino, testa per testa, lavoratore per lavoratore, e io farò come ho sempre fatto. Sono 160? Fin dove possiamo arrivare? Cosa ne facciamo? Quanti ne formiamo? Quanti ne riconvertiamo? Questo lavoratore può far quello? Si va testa per testa, altrimenti è pura ideologia, io il mio impegno ce lo metto!

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Non voglio polemizzare, l’Assessore ha detto che ha iniziato il suo mandato dal piceno e qualche lavoratore le ha detto che la classe politica, le istituzioni li hanno lasciati soli.
Voglio soltanto dire: 2004 SGL Carbon, abbiamo trattato perché ci fosse un feshing out leggero, l’azienda è uscita e abbiamo fatto quello che abbiamo potuto come situazione locale mentre la Regione era assente, è riuscita adesso soltanto ad approvare la riqualificazione del sito e non so quando si farà; 2008 Cartiera Ahlstrom ex Mondadori, 300 dipendenti; 2009 Manuli Gomma, altri 300 dipendenti; 2010 B&B Italia, 2010 Haemonetics, siamo stati sempre sul campo, certamente il Comune e la Provincia non potevano che accompagnare non avendo gli strumenti per ricollocare queste persone. La ricollocazione andava fatta attraverso strumenti straordinari che per il Piceno non sono stati mai attuati, quindi non può parlare dell’assenza delle istituzioni perché, io che ho rappresentato in quegli anni le istituzioni, prima in Comune e poi in Provincia, le dico che abbiamo fatto quello che potevamo, poi le porterò i verbali di tutte le riunioni che abbiamo fatto per cercare di trovare una soluzione dal punto di vista della modesta ricollocazione e degli ammortizzatori sociali. Basta, perché il resto era Ministero passando per la Regione. Poi la posso far parlare con tutti i colleghi che l’hanno preceduta.
Se qualche lavoratore giustamente si è sentito abbandonato perché non è stato possibile ricollocarlo, la colpa non è delle istituzioni locali, perché abbiamo sempre invocato uno strumento straordinario per quel territorio che non è mai arrivato e tuttora, siamo al 2017, parliamo di area di crisi complessa iniziata dall’allora Ministro per l’industria Bersani, Dice qualcosa il nome? Ho finito.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Bravi.

Loretta BRAVI. Ho premesso che non amo parlare di quello che non mi appartiene però ascoltare si e mi hanno detto: “Per favore non ci assista anche lei, ma progetti”. Chiedo scusa, Consigliere Celani, non è una questione ad personam.

PRESIDENTE. La parte finale della risoluzione dice testualmente: “Tutto ciò premesso e considerato, impegna la Giunta regionale:
- ad istituire in tempi brevissimi un tavolo di confronto alla presenza di rappresentanti della ditta “Ragaini radiatori” e delle organizzazioni sindacali di categoria per adottare tutti i provvedimenti necessari a salvaguardare il posto di lavoro dei 161 dipendenti e a considerare ogni possibile soluzione alternativa agli esuberi;
- a valutare l’eventuale utilizzo di ammortizzatori sociali in deroga e il coinvolgimento del Ministero dello sviluppo economico;
- a promuovere interventi di riqualificazione per contribuire a ridurre il numero degli esuberi.”
Proposta di risoluzione a firma dei Consiglieri Mastrovincenzo, Rapa, Leonardi, Busilacchi, Bisonni, Marcozzi, Maggi, Marconi, Zaffiri, Carloni. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 149
ad iniziativa della Giunta regionale
“Nuove disposizioni urgenti in materia di gestione dei molluschi bivalvi”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno prevede la proposta di legge n. 149 della Giunta regionale.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Traversini.

Gino TRAVERSINI. Grazie Presidente. Portiamo, come ho annunciato prima quando ho chiesto l’iscrizione all’ordine del giorno, la proposta di legge approvata dalla Giunta che la Commissione ha licenziato.
Finalmente chiudiamo questa lunga vicenda che abbiamo portato avanti soprattutto nell’ultimo anno e che vede al centro della discussione la problematica relativa alla presenza di molte imbarcazioni nel territorio marchigiano, sono 221. Sappiamo che tutti i nostri problemi nascono dalla presenza eccessiva di imbarcazioni.
Da subito, senza rifare tutta la storia, abbiamo pensato che la soluzione migliore e l’unica possibile, per appianare un po’ tutte le discussioni in piedi, fosse quella di ridurre il numero delle imbarcazioni. Quella della rottamazione è la strada principale intrapresa con il Ministero, ma abbiamo avuto difficoltà nel portarla avanti, comunque la riduzione è l’obiettivo principale.
Va anche rilevato, nei vari incontri fatti con il Ministero, che la possibilità di spostare imbarcazioni da un compartimento all’altro o di modificare i confini è impossibile, a meno che non ci sia un accordo, ma soprattutto è impossibile senza uno studio che giustifichi le scelte che la Regione prende.
Questi sono i due punti principali: riduzione delle imbarcazioni e possibilità di sistemazioni senza ridurre le imbarcazioni, che non può essere fatta se non dopo uno studio.
Non ripercorro tutti i passaggi, devo ringraziare personalmente l’Assessore Sciapichetti per il lavoro fatto e per il coinvolgimento che ha nel proprio lavoro, ha interessato la Commissione, ho partecipato alla totalità degli incontri da lui organizzati, devo ringraziarlo anche per lo sforzo fatto per l’ultimo atto, infatti l’ultima proroga di due mesi è stata data perché si stavano concretizzando alcune cose, si stavano portando avanti ed ancora non erano finite. Quindi è stato concluso questo lavoro che di fatto non va considerato come una proroga, ma come un atto dove sono contenuti diversi passaggi e snodi importanti.
Lo studio è la parte fondamentale da cui non si può prescindere e proporre la ripresa dello studio interrotto alcuni anni fa è il primo passaggio importante, entro 90 giorni dall’entrata in vigore della legge bisogna riprendere lo studio che, come ormai è stato già approfondito e chiarito, non può durare meno di 4 anni, altrimenti non darebbe dati di rilievo, per avere dei dati seri e di rilievo lo studio deve durare almeno 4 anni. Questo è un passaggio fondamentale: riprendere lo studio che avrà scadenza nel 2021.
Lo studio al quale partecipano i Cogevo, nel senso che vengono coinvolti, è finanziato dalla Regione con la compartecipazione del Ministero, è importante e l’aspetto che si è riusciti a concretizzare, anche se non direttamente, non è la Regione che l’ha promosso, è quello che sostituisce la rottamazione, non si può parlare di rottamazione, ma occorre diminuire le imbarcazioni cambiando la gestione del proprio modo di pesca, cioè togliere dalla pesca delle vongole.
Su questo è stato fatto un lavoro importantissimo da parte dell’Assessorato che ha portato i Cogevo a garantire, a nome dei pescatori, l'accensione di un mutuo per coprire 3 milioni di euro, all’incirca la rottamazione, anche se non è una rottamazione, di 10 imbarcazioni.
Credo che questo sia un passaggio estremamente importante ed il Consorzio Fidi garantirà per ogni pescatore un importo personale che dovrà essere intorno ai 1.500 euro annui, quindi un prestito di 18.000 euro, 300 mila euro circa che daranno la possibilità, come ho detto, di dire ad un pescatore: “Adesso la tua licenza per le vongole viene ritirata, o vendi la barca o peschi altro”, significa quindi che l’importo globale dell’operazione diventa superiore.
L’operazione della Regione è quella di aver fatto da collante, di aver messo in moto il meccanismo, chiuso, attraverso anche la richiesta ai Cogevo, con una lettera che conferma che l’operazione va portata avanti.
E’ chiaro che questa partita se la giocano tutta loro con la nostra vigilanza, compartecipazione se vogliamo, ma se la giocano loro nell’individuare quali sono le imbarcazioni, i tempi e le cifre a loro disposizione.
La partita ormai è definita e loro potrebbero anche non farla saltare, questa è una loro responsabilità e se consideriamo che si è partiti dal numero eccessivo di barche, e loro lo sanno benissimo, questa è una azione concreta che ci può portare ad un risultato. Togliere almeno 10 imbarcazioni dal numero totale significherebbe dare una risposta non indifferente alle problematiche sollevate.
Rispetto a questa situazione se ne crea una nuova, dall'1 luglio le imbarcazioni, per decreto ministeriale della fine del 2016, devono installare la IAS che usa un metodo GPS per tracciare il proprio percorso.
Anche questo è qualcosa di importante che ci darà una serie di dati che andranno al di là dello studio, che è quello più importante ed è l’unico, perché ci dirà quant’è la quantità del pescato, quant’è la quantità del pesce presente, ci darà delle informazioni vere per fare una valutazione.
Anche questo darà una risposta alle tante situazioni presenti nei Cogevo, anche tra loro contrapposti, ed i dati daranno con più chiarezza il dettaglio di quello che succede. Si vedrà dove si pesca, dove sono gli spostamenti e in un tempo non lungo potrà dare molte risposte. Attraverso questo meccanismo non si può calcolare il pescato reale, nel senso che il pescato viene dichiarato dal peschereccio alla fine della giornata, quello che scarica, però si avrà il movimento all’interno del compartimento. Credo che sia un dato estremamente importante ed anche su questo ho presentato un ordine del giorno, che voi avete visto, che prevede oltre allo studio di prendere in considerazione anche questi dati.
Nella normativa questo c’è, nell’ordine del giorno non potevamo mettere limiti alla normativa, perché l’impegno politico è che i dati vengano presi in esame dall’Assessore e verificati in un tempo non inferiore all’anno, 12 mesi, perché si ha bisogno di tempo se vogliamo che i dati siano più rispondenti alla realtà, informando poi il Consiglio con l’eventualità di prendere in considerazione tale situazione, non necessariamente, che comunque va presa in considerazione. Questo è un altro fatto rilevante che non c’era nella precedente trattazione della problematica.
L’ultima norma è stata inserita tra le piccole modifiche che abbiamo fatto questa mattina - devo dire che in Commissione, come al solito, c'è stata una profonda discussione, estremamente positiva - ed è quella di dare la possibilità al pescatore del Cogevo di Ancona di attraccare al porto di Civitanova Marche. Sapete benissimo che è una richiesta che ormai circolava da tempo. La norma prevede che può essere data questa possibilità, sentito il Ministero, sentita la Consulta della pesca. Credo che possa essere una cosa reale perché sappiamo benissimo che uno dei problemi che si era presentato era quello di fidarsi, in quanto il passaggio all’interno di un altro compartimento diventava problematico perché si temeva che chi passava potesse pescare, adesso con l’uso obbligatorio dell’AIS, quindi del GPS, si può verificare, dato che si traccia il percorso ed avendo i tempi si riesce a capire se uno si ferma a pescare o meno. Questo può essere un meccanismo che garantisce un po’ tutte le situazioni e dà una possibilità concreta, come previsto dalla norma che abbiamo inserito, far attraccare i pescatori di Ancona a Civitanova Marche diventa una cosa possibile.
Non rifaccio il percorso di tutte le questioni legate alle vongole che abbiamo portato avanti per molti mesi, devo anche dire che è compito/obbligo del Consiglio approfondire le problematiche e forse questo è uno dei problemi a cui abbiamo dedicato uno spazio enorme , una grossa fetta del nostro lavoro, anche se alla fine ci sono tante altre situazioni che meritano un approfondimento, lo dico in maniera non polemica, perciò deve essere valutato il fatto che forse questa vicenda poteva essere chiusa anche prima. Alla fine, con il tempo, abbiamo raggiunto una risposta ed un equilibrio tra le varie proposte, le varie situazioni, che si sono messe insieme, che credo possano essere soddisfacenti.
Le decisioni corrette, quelle che possono cambiare quanto già prestabilito, si possono prendere solo ed esclusivamente grazie a dei dati scientifici e tecnici. Quindi lo studio rimane il punto principale.
Ricordo che la Commissione, dopo le divisioni che ci sono state in passato, ha approvato l'atto con 6 voti favorevoli, 1 astenuto ed 1 contrario. Alla fine si è raggiunto un buon risultato, si è fatto un buon lavoro, quindi il lavoro svolto negli ultimi tempi dall’Assessore va riconosciuto. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Celani.

Piero CELANI. Credo che ci sia poco da aggiungere alla ricostruzione che il Consigliere Traversini ha fatto sull’iter molto tortuoso, per non dire a volte anche difficoltoso e incidentato, di questa proposta di legge che ci ha tenuto impegnati non soltanto gli ultimi 4 mesi, con le ultime proroghe che abbiamo fatto, ma il dibattito è stato portato avanti negli ultimi 18 mesi, abbiamo iniziato nel 2015, tutto il 2016, quindi un dibattito molto lungo.
Il mio pensiero di relatore di minoranza su questa proposta di legge è noto da parecchio tempo, nel senso che ho sempre ritenuto che non ci fossero vie di fuga oppure scorciatoie per risolvere questo problema, come spesso è stato tentato di fare magari sotto la spinta, la pressione esterna che avevamo, legittima, degli operatori del settore.
Situazioni contrapposte, esigenze contrapposte, molto difficili da comporre, affidandoci a strumenti oggettivi, strumenti che la norma ci mette a disposizione, che rappresentano dei binari lungo i quali non si può deragliare.
Credo di aver visto la realtà sempre in questo modo, cercando di non tornare indietro negli anni, perché certe situazioni che si sono incancrenite nel tempo, potevano essere affrontate in modo diverso e risolte non appena certi contesti provvisori venivano meno.
Tutto questo non è stato fatto, ma tornare indietro, cercare di guardare al passato, non ci avrebbe sicuramente aiutato, e non ci avrebbe aiutato cercare le colpe di chi avrebbe dovuto fare e non ha fatto.
In questo momento non votiamo un atto che comprende soltanto una semplice proroga, dobbiamo metterci in mente questo, se fosse una semplice proroga probabilmente avremo perso tempo, potevamo farla tantissimo tempo fa.
Abbiamo costruito un atto con grande difficoltà, anche questa mattina ci sono stati momenti in cui sembrava che questo provvedimento potesse essere di nuovo affondato, per cui avremmo dovuto fare una nuova proroga, invece stiamo votando una legge che ci consentirà di iniziare un percorso per dare stabilità al sistema.
L’obiettivo d’altra parte di chi governa è questo, chi governa deve avere sempre un faro davanti, non fare dei provvedimenti aleatori, temporanei, ma atti che guardino al futuro, che diano stabilità ai settori di cui stiamo trattando.
Il settore della pesca è un settore difficile, in difficoltà, un settore a cui l’Europa guarda sempre con uno strabismo incredibile, un po’ come quello del latte. Si chiude, paga per chiudere, d’altra parte paga un lavoratore perché cessi la propria attività, in Europa succede anche di questo, ecco perché vogliamo cambiarla un po’.
Vorremo dare stabilità al sistema e per farlo non c’è altro che seguire le norme che sono in auge, quindi la prima cosa da fare è questo studio molto importante, perché ci darà la possibilità di capire quello che è successo fino adesso, non voglio dire che ci permetterà di capire chi dice la verità, ma ci permetterà di capire come stanno realmente le cose, come il mare Adriatico sviluppa il suo pescato, come gli operatori si muovono all’interno di questa area, quindi, di tirare giù un progetto che consenta di dare soddisfazione a tutti.
Questo è il discorso dello studio, ovviamente trattiamo un elemento, la fauna ittica e il mare, che non ha una stabilità per cui gli studi non possono essere fatti nell’arco di qualche mese come in altri settori, qui c’è una fluttuazione, c’è qualcosa che si muove, che migra negli anni, quindi occorre un arco temporale nel quale sviluppare uno studio ed avere la certezza che stiamo facendo le cose per bene.
Questa mattina facendo una battuta in Commissione ho detto che per studiare il ricorso delle piene nei fiumi ci vogliono addirittura 200 anni. L’Istituto idrografico di Bologna statisticamente mette giù i dati sul ritorno delle piene nell’arco di 200 anni, le nostre progettualità vanno fatte su quell’arco temporale, è una cosa estrema, quindi non mi fascerei la testa parlando di 4 anni, non è un’era geologica, per questo settore, per le trasformazioni che abbiamo in atto nella vita civile e soprattutto per il mondo del lavoro, ma per la stabilità del sistema è un periodo abbastanza congruo.
Quattro anni per lo studio, dopodiché sarà possibile tornare sul problema, ridisegnare tutto il discorso dei compartimenti, ridisegnare il numero delle barche, nel frattempo speriamo che gli operatori ci diano una mano rottamando volontariamente o per lo meno, meglio il termine, “cessando” volontariamente la loro attività e trovando il giusto compenso attraverso non soltanto quello che può essere dato attraverso l’accensione di un mutuo, ma anche mediante il riposizionamento delle barche in altre attività che non diano fastidio ai loro colleghi che stanno sullo stesso territorio e che pescano magari sullo stesso asse.
Credo che tutto si possa fare e questa grande innovazione che scatta dal 1 luglio, cioè dotare di IAS e GPS le barche, ci consente di avere un riscontro oggettivo e di non fidarci più di quello che viene raccontato, ma c'è una tracciabilità, minuto per minuto, che ci consente di avere certezza sui dati che abbiamo.
Credo che da parte mia, come relatore di minoranza per quello che mi compete ..., l’argomento è molto complesso, molto complicato, molto articolato, è un qualcosa che interessa i territori, e da parte nostra ci saranno diversificazioni legittime, quindi non posso che parlare a nome mio personale e della Consigliera Marcozzi, per gli altri aspetterò interventi perché, ripeto, l’argomento è molto particolare.
Sono favorevole a questo tipo di discorso, a questa quadra che abbiamo trovato, la modifica che abbiamo apportato all’articolo 2, introducendo l’articolo 2 bis, dà la possibilità di sbarco, una possibilità che deve essere effettivamente verificata, mi auguro con grande attenzione, perché le competenze non sono soltanto della Regione, che ha la competenza finale nel fare l’atto, ma ci sono le competenze ministeriali, soprattutto delle Autorità portuali che devono dire l’ultima parola, per cui anche questo è un tentativo in attesa dello studio per alleviare, per allentare un po’ le pressioni che ci sono su questo argomento. Speriamo che tutto vada nel verso giusto.
Chiudo con una battuta, si parla di sforzo di pesca, ridurre lo sforzo di pesca, invece in questi mesi lo sforzo di lavoro dell’Assessore Sciapichetti è aumentato e ci ha dato delle dritte, che noi avevamo già affrontato con il Presidente Traversini, sul percorso normativo. L'Assessore ce l'ha confermato per cui, ripeto, pur con grandi difficoltà e con il rammarico di arrivare in ritardo, perché lo potevamo fare molto prima, però meglio tardi che mai, facciamo questo atto e chiudiamo la partita. Grazie.

Presidenza del Vicepresidente
Renato Claudio Minardi

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Mi viene da dire che l’elefante ha partorito un topolino. Cercherò di essere polemica il meno possibile, ma è piuttosto difficile e andiamo a guardare i fatti.
Il 23 giugno 2016, un anno fa, abbiamo deliberato una proroga di 9 mesi, con l’esultanza per aver ridotto i mesi di proroga, ed anche un ordine del giorno con il quale impegnavamo all’unanimità la Giunta ad avviare sin da subito, di concerto con la II Commissione, un percorso con i rappresentanti dei Consorzi per la gestione e tutela dei molluschi bivalvi operanti nella regione Marche, finalizzato ad arrivare entro il mese di dicembre 2016 ad una decisione condivisa volta a superare definitivamente la situazione connessa con il perdurare del periodo transitorio o, alternativamente, a porre in essere le procedure finalizzate alla realizzazione del compartimento unico regionale al termine del periodo di proroga; avviare da subito, di concerto con la II Commissione, ogni iniziativa ulteriore volta a ridurre lo sforzo di pesca e il reperimento delle relative risorse sia pubbliche che private.
Trascorsi i 9 mesi arriviamo al 28 marzo 2017 e scopriamo che quello che avevamo votato all’unanimità, ovvero la possibilità di fare il compartimento unico, che tutti volevamo, magicamente non è più possibile, forse perché è cambiato l’Assessorato, è cambiato l’Assessore di riferimento, sono cambiate anche le norme, questo l’ho chiesto anche due mesi fa, ma non mi è stato dato sapere.
Il 28 marzo cosa abbiamo fatto? Abbiamo deliberato un'ulteriore proroga di due mesi, ci troviamo oggi, il 27 giugno 2017, ad un anno dalla prima delibera di questa amministrazione a deliberare che cosa? Signori, possiamo giocare con le parole quanto vogliamo, possiamo dire che inizia una rivoluzione, un magico percorso nuovo ed innovativo, ma noi oggi andiamo a deliberare un'ulteriore proroga, un'ulteriore proroga al 2021, giusta, giusta per scavalcare la legislatura corrente e togliere il problema da questa maggioranza.
Mi chiedo, chissà se usciti da quest’Aula ci saranno dei membri di questo Consiglio che andranno ad esultare cantando vittoria? Qualcuno magari dirà: “Vedete, vi ho fatto ottenere questo”. Qualcun altro: “Vedete, non abbiamo toccato nulla”, in base alla territorialità che si tende a difendere.
Diciamocelo seriamente, questo è un provvedimento non tecnico, è un provvedimento, una delibera assolutamente politica che va a tutelare non il compartimento ma gli equilibri di maggioranza, è unicamente questo. Dobbiamo avere l’onestà intellettuale politica di ammetterlo, perché non stiamo facendo qualcosa di innovativo.
Mi sono presa anche la briga di andare al Servizio a chiedere le conclusioni dell’altro percorso di rilevazioni fatte. I dati ci sono e parlano di compartimenti più o meno in difficoltà, sono forse gli stessi di oggi, probabilmente, voi avete ricevuto anche dei dati più recenti perché ho una lettera del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, che è il Ministero competente, che risponde: “In considerazione del segnalato abbondante stato della risorsa dei compartimenti marittimi di Rimini e Pesaro, ritiene ragionevole aderire alla richiesta dei locali consorzi di poter effettuare la pesca dei molluschi bivalvi con draga idraulica così come formulate precisamente per le quattro giornate lavorative, eccetera”, quindi c’è stata una richiesta, ad esempio, del compartimento di Pesaro che diceva al Ministero: “Io ho tanto prodotto, fammi pescare qualche giorno in più” e il Ministero ha risposto: “Si, ok”. Ora qualche dato l'abbiamo, quindi questa mi sembra un po’ una scusa.
Pongo qualche domanda all'Assessore competente ed al Presidente della Commizzione siete vicini ed entrambi avete seguito la questione: c'è l’accordo dei Cogevo sul contributo, che avete inserito, volontario o delle singole barche, visto che saranno loro a dover contribuire? E’ stato tenuto conto del fatto che per accedere a dei finanziamenti dovranno tirar fuori, non di tasca propria, 18, 19 mila euro? Di questo si parla, eventualmente mi correggerete se i miei dati sono sbagliati. Molte imbarcazioni oggi sono gravate da mutui e quindi non potranno accedere a questo tipo di finanziamento. Se si, è stata fatta una conta su quante barche, se non su tutte?
Mi è stata posta una domanda alla quale non ho saputo rispondere, speriamo che voi che seguite da due anni questo settore, qualcuno da meno, mi sappiate rispondere. Se le imbarcazioni che operano nel sub compartimento di Civitanova volessero tornare ad operare nel proprio compartimento, ricordiamoci che sono targate San Benedetto, possono farlo? Qual è la procedura che dovrebbero attivare? Una barca che viene da San Benedetto, che è stata spostata nel sub compartimento e che vuole tornare nel suo sub compartimento, perché in disaccordo con il sub compartimento e le scelte che fa, può tornare ad operare? Vi siete posti mai questo problema? Se avete dialogato con i Cogevo e con le imbarcazioni le domande che mi sono state fatte probabilmente sono state fatte anche a voi.
Non sono contraria all’emendamento che avete inserito all’ultimo secondo, che prevede di poter far sbarcare una parte delle imbarcazioni di Ancona nel porto di Civitanova, ricordiamoci che quello era il porto che serviva la parte sud del compartimento di Ancona e diverse imbarcazioni che operano su Ancona sono di residenti di Civitanova. Questa possibilità mi risulta che possa essere già stabilita dalla Capitaneria oltre il fatto che c’è stata una contrarietà del sub compartimento di Civitanova solo qualche tempo fa.
Mi sembra di capire che questo provvedimento, a differenza del dispositivo che parla di un accordo con i Cogevo, si è fatto in disaccordo con quel sub compartimento, e chiedo chiarimenti anche in questo senso.
L’ho già detto ma lo voglio ribadire, l’ho detto nel mio intervento di due mesi fa, avrei detto bravo all’Assessore che si era impegnato a trovare una soluzione condivisa, pensavo che i presupposti non ci fossero ed ora mi rendo conto che purtroppo è così.
Si sono persi due anni, si trova una soluzione che non cambia nulla, che va bene solo a difendere le territorialità dei singoli Consiglieri e in particolar modo la tenuta della maggioranza del PD.
Questo è un provvedimento politico che non dà una soluzione, che non risolve il problema del comparto delle vongole, lo studio è già stato fatto pochi anni fa, non penso che ci volesse tirar fuori chissà quale coniglio dal cilindro per pensare di farne un altro, che fra quattro anni sarà vecchio, perché avete detto anche voi che questo settore e questo prodotto sono in movimento, non sono fermi e statici negli stessi punti.
Quindi o il monitoraggio si fa in maniera continuativa e va ad affiancare questo settore, oppure fatto una volta così, fa la fine di quello dell’altra volta e ci ritroveremo, chi ci sarà dopo di noi, nel 2021, a non saper mettere mano al provvedimento e a non aver trovato soluzioni.
Vorrei chiedere, mi auguro e spero che l’Assessore intervenga e ci fornisca i documenti del Ministero, quali sono state le risposte ed anche le domande, che possono cambiare in base a come vengono formulate e si può avere una risposta in un senso o nell’altro. Vorrei sapere dell’interlocuzione con il Ministero partendo dal presupposto che siamo degli enti pubblici e che lavoriamo per atti scritti e non per strette di mano o pacche sulle spalle. Vorrei sapere quali sono le domande poste dal Ministero visto che un anno fa, nel giugno 2016, abbiamo votato all’unanimità che ci saremmo mossi nei confronti del Ministero. Quali sono state le risposte del Ministero in tal senso? Mi sembra dalla soluzione presentata oggi che fondamentalmente non ci sia una volontà ed un interesse del Ministero ad intervenire su una particolarità così specifica come quella del comparto delle Marche che, l'abbiamo ricordato, raggruppa in una unica regione la maggior parte delle imbarcazioni di pesca delle vongole, anche considerato il fatto che purtroppo il prodotto non è tanto. Quali sono le formule messe in atto dal Ministero per tutelare il compartimento e tutti coloro che lavorano qui, posto che c’è un problema anche nelle vongole? Nella produzione delle vongole? Quali sono le risposte per mettere mano in termini economici, di contributi, che qui non trovo perché parliamo di fondi europei, non parliamo di fondi del Governo, a un problema di sovrannumero di barche? Qual è la risposta del Ministero alla riorganizzazione dei compartimenti per un riequilibrio rispetto ai tre compartimenti ed al sub compartimento? Qual è la posizione del Ministero nei confronti del sub compartimento? Qualcuno dice che è riconosciuto, altri dicono che non è neanche riconosciuto dall’Unione Europea.
Mi sembra che gli interrogativi su questo settore, su questo problema, restino fondamentalmente tutti e si tira solamente un bel respiro di sollievo, la palla l’abbiamo buttata oltre la legislatura, non ce ne dobbiamo più occupare, noi PD siamo tranquilli, ognuno di noi territorialmente è tranquillo perché non tocchiamo niente, diamo un contentino a chi sbraitava e non risolviamo nessun problema.
Il lavoro da fare non era facile, l’ho sempre detto, non voglio dire che c’erano soluzioni facili, ma mi sembra che la soluzione portata oggi non risolva assolutamente nulla, se non il problema politico.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Talè.

Federico TALE’. Intanto una battuta: quanto è più facile fare la minoranza rispetto alla maggioranza!
Quello che ha detto la Consigliera Leonardi fino adesso può essere in parte vero, tranne naturalmente una cosa fondamentale, e questa la devo dire chiara e tonda perché sono stato, oramai si sa, sempre contrario alla proposta della Giunta, però attenzione non è così, non abbiamo, solo ed esclusivamente per spirito di parte, quanto meno il sottoscritto, abbassato il capo e fatto passare questa cosa altrimenti si rompe la maggioranza, tutt’altro!
In questi 18 mesi di dibattito abbiamo provato in tutti i modi, ed il sottoscritto in prima persona, a parlare con quasi tutti i comparti, o perlomeno ad avere dei contatti con tutti i comparti, per capire se ci poteva essere un riequilibrio e cercare di non lasciare le cose come stavano, bensì per riequilibrare un po' il fatto che 25 barche circa da San Benedetto sono state dirottate nel comparto di Ancona.
L’accordo tra i comparti, l'abbiamo visto e l’ha detto anche la Consigliera Leonardi adesso, è quasi impossibile da raggiungere perché se tocchi una cosa non va bene ad uno, se ne tocchi un’altra non va bene all’altro.
La maggioranza però è tenuta a decidere e oltre i 18 mesi di elaborazione in Commissione non potevamo andare.
Questa mattina, secondo me, la Commissione tutta, e voglio ringraziare il Presidente Traversini e l’Assessore Sciapichetti, compreso il Consigliere Celani per il suo intervento, è riuscita a partorire non un topolino, ma è riuscita a fare una sintesi per approvare una proroga di 4 anni con uno studio e alla fine del primo anno, quindi c’è l’ordine del giorno, periodo indicativo come senso temporale, vediamo come va lo studio e se è il caso di rivedere i confini.
Per dirla tutta, io ero per rivedere i confini subito e sperimentare i nuovi confini, però abbiamo visto in Commissione che questo non era possibile e abbiamo partorito, come si è detto, questa proposta di legge che, è qui che mi voglio soffermare, è importantissima. Non è una delibera politica ma tecnica anche perché non so se avete idea di quello che deve fare un pescatore del comparto di Ancona per andare a pescare in quelle 6, 7 miglia che ci sono di là dal Conero: parte dal porto di Ancona, fa circa 20 chilometri per superare il Conero, che è una zona non pescosa, per avere poi a disposizione 6 o 7 miglia, quindi una decina di chilometri ed una volta pescato riprende la via del Conero e lo supera nuovamente - zona pericolosissima per quel tipo di imbarcazioni in determinati periodi dell’anno, tant’è che vanno a pescare soltanto d’estate - fare quindi tutto quel percorso, pericolosissimo, per scaricare nel porto di Ancona e proprio per non rischiare la vita tutto l’anno i pescatori del porto di Ancona, del compartimento di Ancona, non vanno a pescare di là del Conero.
Se questa è una delibera politica ..., Non lo so, sono tanti anni che faccio politica, ma questa non è una delibera politica, sono pienamente d’accordo che si dovesse fare un passo in più, però ribadisco che non è una delibera politica, dico che è un atto rilevante che mette al sicuro, quantomeno, il compartimento di Ancona.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Il Presidente della II Commissione Traversini nell’illustrazione della proposta di legge, personalmente gliene do atto, ha fatto uno sforzo per dimostrare le sue capacità, c’è riuscito, però i fatti purtroppo, anche poc’anzi ascoltati dal Consigliere Talè, non sono questi.
Non sono questi perché c’è una considerazione da fare. In quest’Aula ci sono minimo sei Consiglieri che hanno fermato lo studio previsto dalla precedente maggioranza. Non è stato finanziato, non è che non c’è stato uno studio, c’è stato - questa è la drammaticità della cosa di cui quest’Aula o chi sostiene questa posizione non si rende conto o se ne rende conto - ma di fatto, la verità è questa, lo studio che tentava di dare delle risposte per vedere come si trovavano questi molluschi è stato fermato. Ho contato sei Consiglieri presenti qui che precedentemente erano presenti nell’altra coalizione.
Questi sono i fatti che i vongolari, gli operatori di questo settore si trovano di fronte.
Poi abbiamo un problema che evidenzio in questo dibattito, non solo era stata prevista la proroga di nove mesi, in nove mesi nasce un bambino, ma c'era una situazione diversa. Qui non è nato un bambino, c'è solo un po’ d’acqua sporca con cui cerchiamo di giustificare cosa abbiamo fatto. Anche il Consigliere Talè ha fatto uno sforzo per dimostrare che questa cosa c’è, ma nella sua illustrazione si è sentito che non crede nemmeno lui al fatto che si approvi un provvedimento che va verso una soluzione, un ragionamento serio per questo settore.
Il problema che ho sempre sollevato e che continuo a sollevare sta a monte. La Regione Marche precedentemente ha fatto proprio un problema che non le spettava, non le competeva, chi ha creato il problema? Lo chiedo a quest’Aula, l'ha creato il Ministero, forse l’ha creato un Ministro di centro destra, lo ha creato un direttore generale perché sono state date troppe licenze in questo territorio. Chi ha creato la situazione la doveva gestire, ma non ha voluto farlo, questo è il problema di fondo, e questa cosa l'ha data alla Regione Marche che, pure in un altro dibattito l'abbiamo visto, prende tutto dal centro e lo porta a casa.
Questo è un errore politico gravissimo. Chi ha creato il problema doveva risolverlo. L’Assessore Giannini che seguiva questo settore nella scorsa legislatura l'ha portato a casa, ed oggi è consulente economico del Presidente di questa Giunta. L'attuale maggioranza non ha lasciato questo problema al Ministero, l'ha riportato a casa perché ha detto che non c’erano gli spazi, non c'erano le condizioni ed oggi il bambino è nato con l’acqua sporca e cosa succede? Altri 4 anni di proroga! Questo è a casa del Consigliere Zaffiri e a casa della Lega nord.
Purtroppo per questo settore non c’è una soluzione, salvo una tenue possibilità di dare qualche soldo a queste barche.
Credo che questa maggioranza sia fortemente in difficoltà, ma non solo sulle vongole, noi lo diciamo da tanto tempo, è in difficoltà anche su altri fronti, è in difficoltà sull’occupazione, sul terremoto, su tutto! Siete in difficoltà su tutto!
Occorre fare un’analisi politica seria all’interno di questa Regione, credo che non ci siano spazi per esprimere delle considerazioni diverse e non lo diciamo perché vogliamo parlare, blaterare, noi guardiamo i fatti, che purtroppo ci dicono che dobbiamo preoccuparci, questo è il problema, anche partendo dalle piccole cose.
Ecco il perché del nostro voto contrario a questo provvedimento. Non c’è un minimo spiraglio, non c’è una soluzione e si riavvia uno studio già fatto, questo è grave! Si riavvia uno studio già fatto come dire che nel passato abbiamo scherzato, non so cosa si dice, sono state le forze politiche di opposizione che hanno fermato quel finanziamento già avviato sullo studio? O la stessa maggioranza PD con il Governatore Spacca nella precedente legislatura ha fermato e non ha più finanziato lo studio?
So che gli operatori di questo settore conoscono il problema, probabilmente i marchigiani: 1.400.000 marchigiani non sanno che lo studio che riguardava il problema delle vongole è stato fermato dalla maggioranza che governava prima con il Governatore Spacca. A casa della Lega si chiama sempre Partito Democratico e credo che il Partito Democratico debba riflettere sulle inadempienze che affronta su questo problema, che è molto semplice, il problema delle vongolare.
Si è strombazzato anche nelle riunioni dei capigruppo, di tutte le forze politiche, che, quell’ordine del giorno approvato all’unanimità, con tutte le campane che suonavano, bisognava trovare una soluzione, “la troveremo, questa sarà l’ultima proroga”, qualche Consigliere diceva con forza “E' l’ultima proroga”. No, non è stata l’ultima proroga, ce n’è un’altra di quattro anni che, come dice la Consigliera Leonardi, serve solo per allungare i termini e bypassare il 2020.
Credo che il problema non sia quello del 2020, ma che non siete stati in grado di trovare una soluzione, avete portato a casa un problema che è di competenza ministeriale, qualcuno può dire che ci sbagliamo, ma penso di no.
La politica a casa nostra va fatta anche bussando nella maniera giusta, pesantemente, nei confronti del Governo centrale affinché si prenda le proprie responsabilità senza far ricadere tutto sulle Regioni. Ritengo che il problema non doveva ricadere sulle Regioni perché non era la Regione che aveva rilasciato le licenze, non le aveva rilasciate questo territorio, ma le avevano concesse a suo tempo i dirigenti del Ministero ed il Ministro competente, chi era non mi interessa, probabilmente era del centro-destra, però non è questo il problema, il problema è di chi ha creato questa situazione che oggi ricade sulle Marche.
Questa è una incongruenza e credo che l’attuale maggioranza non risolve il problema delle vongole che è difficile. Sappiamo con certezza matematica che le vongolare sono troppe in questo territorio di circa 200 chilometri, bisogna recuperare il numero e chi lo deve recuperare? Chi ha dato le licenze.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Grazie Presidente. Anticipo che voterò favorevolmente questa proposta di legge, così come ha fatto il Consigliere Celani, relatore di minoranza della proposta di legge n. 149, che riguarda la gestione dei molluschi bivalvi.
Critico il metodo con cui questa proposta è stata portata in Aula oggi. Abbiamo un ritardo eccessivo, ricordo che due anni fa avevo fatto un’interpellanza in merito a questa problematica e da un anno a questa parte andiamo avanti a suon di proroghe. I marchigiani si aspettano da noi la soluzione dei problemi e non il rinvio.
Voglio ripetere una frase con cui ha esordito il Presidente Traversini: “Finalmente chiudiamo questa lunga vicenda”, si, finalmente chiudiamo questa lunga e annosa vicenda, poteva però essere chiusa prima e su questo sono d’accordo con lei.
Dico sì a questa proposta di legge, dico che è stato perso troppo tempo perché sapevamo che avremmo avuto bisogno di questo studio per capire lo stato dei compartimenti e purtroppo qui chi ci rimette? I lavoratori.
Nella precedente mozione relativa alla ditta Ragaini abbiamo messo in evidenza la problematica del lavoro, l’emergenza che c’è nelle Marche, ma continuiamo a rinviare i problemi, problemi che riguardano i lavoratori e che vanno a loro scapito.
La soluzione c'era, Consigliere Zaffiri, sapevamo che era quella di uno studio per capire quale fosse lo stato dei compartimenti in maniera tale da ridisegnarli. Bisognava dare stabilità al sistema e questa stabilità oggi c’è con questa proposta di legge che prevede uno studio di quattro anni, quindi non è una proroga, è uno studio che noi auspicavamo già due anni fa quando con un’interpellanza avevo detto che forse era il caso di fare uno studio. Potevamo farlo prima, questo sì!
Questa è la critica che noi muoviamo, perché abbiamo perso tanto tempo. Sapevamo che c'era bisogno di questo studio per capire come erano messi i compartimenti e con questo studio di quattro anni, alla fine, potremmo ridisegnare i compartimenti, quindi voterò favorevolmente alla proposta di legge n. 149. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Micucci.

Francesco MICUCCI. Grazie Presidente. Oggi mi sento di di fare una citazione, come diceva Vasco: ho perso un’altra occasione buona stasera! Mi sento un po’ così, nel senso che su questo tema, lo avete detto un po’ tutti, è da tempo che ci rimuginiamo sopra e devo dire ad onor del vero che questa amministrazione probabilmente in questi due anni, soprattutto negli ultimi mesi, ha fatto non dico molto, ma più di quello che era stato fatto in precedenza.
Dividerei questo atto in due parti, una prevede a medio lungo termine uno studio su cui sono assolutamente d’accordo, l'altra, la possibilità di un contributo a chi vuole uscire dal mercato della pesca delle vongole. Assolutamente d’accordo con tutti i difetti che questo atto ha, ma che non dipendono da questa amministrazione, dipendono probabilmente da chi vorrà metterlo in atto lasciandolo alla volontarietà dei produttori. Ho le mie perplessità che si riesca a concretizzare, però devo dire che l’amministrazione regionale anche qui ha lavorato bene, perché finalmente dà la possibilità di offrire una garanzia attraverso il Confidi a chi vuole applicare questa norma.
So che ci sono stati contatti con il Ministero per cercare di risolvere quel problema che il Consigliere Zaffiri adesso ha evidenziato in maniera forte, c’è un ente che ha creato un problema e ce n'è un altro che lo deve risolvere. So delle risposte negative che ha dato il Ministero, non so se sono state messe per iscritto, credo che un richiamo alla responsabilità da parte del Ministero, dei direttori, di tutti quelli che a Roma ragionano di vongole, debba essere messo in campo per mettere un punto su chi si sta impegnando per cercare di risolvere un problema e su chi invece non lo sta facendo. L'altra volta ho fatto una battuta: per ogni soluzione si cerca un problema e mi sembra che questo sia un po’ l’atteggiamento a Roma.
Detto questo, mi sembra che fin dall’inizio su questi temi c’è stato un sentire comune, nel senso che è stato votato all’unanimità, lo ricordava la Consigliera Leonardi, un ordine del giorno nel quale si è messo nero su bianco queste idee.
Lo scontro, passatemi il termine, nasceva e nasce non tanto su quello che dovrà accadere dopo, ma su come si arriva al termine dei quattro anni, cioè nel mentre, in questi quattro anni, che si fa? Su questo ci sono le soluzioni più disparate. Su questo si è persa un’altra buona occasione perché mi sembra che l’atto, che andiamo ad approvare, dica poco di concreto ma, ripeto, non solo per responsabilità dell’amministrazione, anzi. Sono state fatte diverse opzioni, anch’io all’epoca, un anno fa, avevo approvato soddisfatto l'ordine del giorno che prevedeva che in caso di mancato accordo tra i consorzi si sarebbero messe in atto le procedure lunghe, tortuose del compartimento unico, perché questo? Per mettere tutti sullo stesso livello, per mettere tutti sullo stesso piano. Oggi lo dico, e questo atto lo conferma, i consorzi e le attività di pesca non sono tutti sullo stesso piano e questo è un dato di fatto.
Bisognava togliere l’alibi ai consorzi, in particolare a qualcuno, in particolare ad uno, ed anche qui mi sento di citare sempre Vasco: c’è chi dice no! Il consorzio unico no, lo spostamento dei limiti no, prendere in carico qualche imbarcazione no.
Nell’intervento del Consigliere Talè ho inteso l'atteggiamento del buon padre di famiglia che in questi mesi il Presidente Traversini e l'Assessore Sciapichetti hanno messo in atto, parlando con tutti, cercando ogni soluzione possibile, e c'è stato sempre chi ha detto no. Il buon padre di famiglia, io sono esperto di “padre” non di “buon”, non sempre va dietro al figlio viziato, ogni tanto qualche scappellotto sulla testa, come si dice dalle parti nostre, glielo dà, invece qui mi sembra che si è sempre, in ogni occasione, ascoltato il figlio che faceva i capricci. E' chiaro che, questo lo dico per primo, il problema non nasce da quel compartimento, questo è evidente, non voglio dare a qualcuno colpe che non ha, però sono passati decenni da quando questa vicenda è nata, nessuno se n'è fa carico ed il cerino è rimasto in mano a noi, credo quindi che un piccolo sforzo sia giusto chiederlo a tutti. Lo pensavo per il compartimento unico, con tutte le difficoltà del caso, a maggior ragione dopo che la Regione ha parlato di Erdis unico. Qualcuno dalle mie parti diceva: “Il nostro Ersu va tanto bene, perché lo commissariate?” Perché nell'ottica regionale era giusto parlare di un Erdis unico e io ero d'accordo, poi si è parlato di Camera di Commercio unica, sempre dalle mie parti qualcuno ha detto: “Ma perché la Camera di Commercio unica? La nostra funziona, è l'unica che ha i soldi in tasca, le altre hanno tutte qualche problema, perché mettete anche noi in questa vicenda?” Perché nell'ottica regionale era giusto fare la Camera di Commercio unica e anch'io sono d'accordo, e allora dico, va liscio come l'olio: compartimento unico. No, non si può fare.
E' vero, adesso la butto a ridere, sicuramente ci sarebbero stati dei ricorsi perché, dice bene il Consigliere Traversini, se non c'è un accordo tra i consorzi la norma è un po' debole, ma ritorno al buon padre di famiglia, ogni tanto qualche segnale politico va mandato. Anch'io sono d'accordo che in quest'atto c'è un po' di tecnico ed anche un po' di politico e non so quale dei due prevale di più.
Qualche segnale bisognava mandarlo, come abbiamo fatto nei mesi scorsi: normativa sulle ludopatie, ricorsi, “chissà quanti soldi ci costerà”, invece al Ministero è passata via senza ricorsi, indisturbata e la norma è a tutti gli effetti legge; vaccinazioni, ancora la proposta di legge non è arrivata in Aula, anche lì abbiamo l'esperienza di altre Regioni con ricorsi, eccetera, ma fatti i ricorsi pare che, ovunque o quasi ovunque, le normative a favore della vaccinazione obbligatoria siano passate via lisce.
Credo che anche qui, forse, un passaggio un po' più spinto andava fatto per togliere gli alibi che alcuni consorzi mettono in campo. Bisognava spingere per dire da qui si riparte tutti allo stesso modo, è chiaro che la rottamazione è un elemento utile, ma parte zoppo, perché io non metto tutti allo stesso livello e mentre qualcuno continua a fare reddito e ad avere il capitale a qualcuno altro dico: “Ti rimborso il capitale, ma il reddito non lo fai più” perché la rottamazione si va ad annidare solo su alcuni comparti, non sugli altri.
E' un gioco che non funziona e temo che questo aspetto, che ripeto e ribadisco, l'amministrazione ha curato trovando i 3 milioni di garanzie e tutto quello che ho detto prima, avrà poco successo. Mi auguro di sbagliare e di stare qui a raccontare un'altra storia.
Vengo alla conclusione, dove si trova il punto d'accordo? Come sempre sul punto debole, lì si trova il ganglo, e quindi mandiamo tutti al porto di Civitanova. Leggo nell'articolo 2 bis “nei limiti consentiti dall'Autorità marittima competente, sentito il Ministero delle politiche agricole e sentita la Consulta per l'economia ittica” la legge va bene, ma fuori dalla legge si poteva fare una chiacchierata con un Consigliere che sta sul territorio e chiedere: “Ma questa cosa funziona?” Delle due l'una, o è una foglia di fico, allora ce l'abbiamo messa, ma non funziona perché l'Autorità marittima, la Capitaneria di porto, tutti quelli che stanno qui opporranno qualche cavillo che non farà funzionare la cosa, oppure funzionerà. Sono curioso di vedere il giorno, un venerdì mattina, le 73 vongolare, insieme a tutti i pescherecci, insieme a tutte le barche da diporto, oltre alle 25 vongolare che stanno a Civitanova, entrare in fila indiana nel porto di Civitanova. Apro parentesi: porto che non è tutto in sicurezza, in quanto è previsto un braccio di prolungamento che la Regione, non per colpa di questa amministrazione, non finanzia da tempo, sperando che nei giorni d'inverno quando c'è burrasca le imbarcazioni siano tutte sane e salve.
Ripeto quel giorno, ma non lo dico per essere l'uccello del malaugurio, sarò curioso di capire cosa il comandante della Capitaneria di porto di Civitanova si inventerà per tutte le barche che entreranno.
Ecco, il fatto che si trovi la soluzione sempre sull'anello debole, mi fa ribadire che si è persa un'altra occasione perché potevamo e dovevamo trovare una soluzione al rialzo, e lo ripeto per l'ultima volta a scanso di qualsiasi equivoco, non contro questa amministrazione o perché questa amministrazione o questa Giunta ha lavorato male, anzi ha fatto il meglio che poteva, così lo dico chiaramente in italiano e lo sentono tutti, ha fatto il meglio che poteva date queste condizioni ma il problema è che le condizioni che abbiamo recepito non sono le migliori, su questo probabilmente uno sforzo maggiore doveva essere fatto per dare un segnale che non è arrivato, anzi è arrivato il segnale esattamente opposto, quindi continuiamo a dire: lasciamo tutto così.
Torno sui ricorsi, è chiaro che ci sarebbero stati ricorsi, non ho dubbi, però, ripeto, su questa storia un segnale doveva essere dato, perché ad un certo punto la politica è fatta anche per dare dei segnali, poi pagheremo i ricorsi e finalmente, dico io, ci sarà un Giudice che ci dirà come dobbiamo regolarci con queste vongolare - “Tu vai lì e tu lì” - in modo da sbrogliare questa matassa e stare tutti tranquilli. Quindi, alla fine un ricorso poteva anche essere un'occasione per dire: “Diteci quello che dobbiamo fare perché facciamo lo studio, poi lo interrompiamo, poi lo rifacciamo, per quanto finisce è vecchio, e c'è sempre il Consigliere di Civitanova che rompe le scatole ed i Consiglieri di Pesaro, di San Benedetto, di Ancona che rompono le scatole, ma ce la facciamo a trovare la quadra!” Ce lo dica, ci faccia questa cortesia.
Questa è la situazione, ripeto, su questo mi aspettavo e speravo in uno sforzo maggiore e soprattutto speravo che alla fine il punto di caduta non fosse sempre sull'anello debole, debole anche per colpa del territorio che non si raccorda, non difende le proprie cose, quindi su questo non sono completamente soddisfatto dell'atto.

Presidenza della Vicepresidente
Marzia Malaigia

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Grazie Presidente. La sintesi è quella che ha fatto la Consigliera Leonardi, questa maggioranza ha voluto rimandare alla prossima legislatura la “patata bollente” da tirar fuori dal fuoco e devo dire che non si può parlare neanche di errare umano e di perseverare diabolico, perché la non scelta e l'abdicare al ruolo politico di questa maggioranza è una costante, per cui non c'è un errore, c'è una continuità, una uniformità di comportamento.
Quello che voglio dire ai colleghi dell'opposizione ed anche ai colleghi della maggioranza è che quello che ha appena detto il Consigliere Micucci va sottoscritto, ci si aspettava un atto di coraggio, qualcosa in più, addirittura che ci fosse un ricorso in modo tale che la “patata bollente” la prendesse il giudice e non la politica, ma la politica ha questa funzione, sono tutti buoni a far politica nel momento in cui sono tutti d'accordo, noi 10 siamo d'accordo e la politica sancisce un accordo che di fatto già c'è. La politica deve avere le capacità nel momento in cui non c'è l'accordo, e allora è venuta fuori questa cosa.
Alcune cose tra tutto quello che è stato detto sono di buon senso, e noi ci teniamo a dire ufficialmente, e lo scandisco in modo che rimanga nella registrazione e nel verbale, che la responsabilità dello sbarco nel porto di Civitanova ve la prendete tutta voi. Noi non vogliamo nessuna responsabilità per incidenti che potrebbero accadere, gravi o lievi che siano, perché si sta facendo una forzatura sul porto di Civitanova senza che i civitanovesi siano d'accordo, poi l'escamotage del GPS è di chi non va per mare, quelli che non vanno per mare scrivono una cosa così. Non andare per mare non è un demerito, sto dicendo che quelli che non vanno per mare non sanno che in mare l'orologio non c'è, si dice così, e allora si trova l'escamotage del GPS.
Quando io vongolaro parto dal porto di Ancona per andare a Civitanova ci impiego un'ora, ci impiego un'ora e venti, un'ora e trenta, un'ora e quarantacinque, allora mi si dirà hai pescato nel tragitto. Ma sapete quante variabili incidono sul tempo di percorrenza di una rotta in mare? Il vento, le correnti, la potenza del motore, le avarie, l'elica che si impiglia in una cima, le variabili non sono una, due o tre, e non sono neppure prevedibili. Dire che ci vuole un'ora tra il porto di Civitanova ed il porto di Ancona e se non ci metti un'ora vuol dire che hai pescato le vongole nel mio comparto, è semplicissimo, questo determinerà contestazioni, sarà una costante, per gli sbarchi nel porto di Civitanova.
Sappiamo che gli uomini di mare non sono quelli che discutono e poi agiscono, agiscono e poi discutono, quindi noi usciamo, vi lasciamo tutta la responsabilità di quello che potrebbe succedere in conseguenza di questa proposta di legge che veramente ci lascia senza parole, e noi sull'articolo 2 bis non vogliamo, lo ripeto in modo che sia a verbale, nessuna responsabilità, le responsabilità sono vostre, della maggioranza e di chi lo approva.
Per il resto abbiamo già detto tutto, abbiamo portato avanti questa telenovela, questa soap opera delle vongole, per cui credo che convenga mettersi seduti mestamente e vergognarsi un po'.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Urbinati.

Fabio URBINATI. Grazie Presidente. Mi trovo a prendere la parola dopo un lungo percorso e dire tortuoso è un termine che non rende l'idea di quello che è stato questo atto.
Non posso che iniziare ringraziando per la determinazione e per la tenacia l'Assessore Sciapichetti e il Presidente della Commissione Traversini, perché hanno fatto un lavoro immane in condizioni difficilissime. Questo è un provvedimento che può sembrare marginale, ma non lo è, ve lo assicuro, perché purtroppo tutto quello che arriva in questa Aula, o tutto quello che arriva nelle Aule della Camera dei Deputati e del Senato che riguarda la pesca, ahimè, voglio dirlo con uno sfogo che colgo l'occasione per fare, viene giudicato marginale.
Siamo arrivati alla migliore soluzione possibile che potevamo trovare, perché nessuno ha riflettuto, poi dirò, risponderò puntualmente alle obiezioni che sono state fatte, sul fatto che se si discute un provvedimento, si discute con gli stakeholder, con i portatori di interessi, con chi sta sul mare, con i commercianti, con le associazioni di categoria, si discute tra forze politiche, e se non si arriva ad una soluzione alternativa è perché da una parte siamo bloccati da procedimenti legislativi e da leggi vigenti e dall'altra, è questo il punto che bisogna capire e sviscerare, da errori politici madornali fatti nel passato.
Apprezzo molto l'enfasi che mette il Consigliere Zaffiri nei suoi interventi, so, Consigliere Zaffiri, chi ha combinato questo guaio, lo so benissimo, so il nome, il cognome, so anche dove abita, quindi figuriamoci, però vorrei che lei raccontasse a Matteo Salvini l'intervento che ha fatto oggi, perché lei è andato contro una parte dei pescatori marchigiani, lei si è schierato con una parte contro gli altri ed io ho ascoltato.
Di questo settore so tutto, ho questo privilegio, mi hanno raccontato quello che Matteo Salvini ha detto ai pescatori, compresi i vongolari, so quello che ha detto a Porto San Giorgio e gli racconteremo quello che lei ha detto in quest'Aula, questa è l'incoerenza della politica un po' in tutti i settori, ma soprattutto in questo. Non voglio parlare di altri esponenti politici, ma va di moda soprattutto a destra, Assessore Sciapichetti, che chi viene nelle Marche va dai pescatori, forse hanno un fascino particolare, va dai pescatori e racconta loro cose per cui uno potrebbe controbattere: “Ma voi in Aula, alla Camera, che cosa avete fatto in questi anni quando c'è una legge quadro sul riordino di tutto il settore della pesca, vongole comprese, che è fermo da circa sei anni? Perché non si trova la copertura finanziaria? E ci mettiamo dentro tutti quanti i Governi che hanno attraversato l'arco parlamentare in questi anni. Cerchiamo un attimo di stare sul pezzo, di stare sugli argomenti e di essere seri sotto certi aspetti.
Parliamo di un settore che vorrei tanto avesse almeno un terzo di quello che ha avuto l'agricoltura negli ultimi 20 anni. Da quando sono in Regione ho scoperto, vivendo in una zona di mare, frequentando poco le zone collinari, le aree interne, lo sto facendo di più in questi ultimi anni, posti bellissimi e realtà bellissime. Ad esempio nel settore vitivinicolo abbiamo le nostre cantine che sono cresciute in maniera esponenziale, sono arrivate a livelli altissimi perché la politica nazionale e regionale hanno dato loro delle opportunità per poter crescere. Perché questo non è avvenuto per la pesca? Perché siamo relegati dentro il Ministero delle politiche agricole, forestali e della pesca e messi all'ultimo? Sappiamo che la pesca è una risorsa importantissima, sappiamo benissimo che questa regione, soprattutto sulle zone costiere, si è sviluppata grazie a questa attività, un'attività che ancora persiste, dove è difficilissimo lavorare e purtroppo nel passato sono accadute situazioni che hanno portato a questo.
Non è che noi, come ha detto qualcuno, mi sembra la Consigliera Leonardi, che siamo qui non siamo capaci di risolvere un problema, no, è tutt'altro, noi un problema l'abbiamo risolto perché è stato creato e non doveva essere creato.
Di questa situazione tutti sapevano, chi ha avuto un po' di dimestichezza con la pesca, bastava ascoltare i pescatori, bastava ascoltarli tutti prima delle audizioni che abbiamo fatto, e se noi tutti, in maniera trasversale, perché ogni Consigliere difende il suo territorio, non siamo riusciti a trovare soluzioni alternative a queste, è semplice la risposta, la situazione alternativa non c'è, e l'unica è quella che sono riusciti a trovare l'Assessore Sciapichetti e il Presidente Traversini, è quella che va verso una demolizione di cui discuteremo, anche lì discuteremo i termini, discuteremo come farla, discuteremo di tutto insieme ai consorzi, e quella è l'unica soluzione, perché il problema è stato creato nel passato.
Noi abbiamo rischiato ed io ringrazio gran parte dei consorzi che non hanno accettato il discorso di farsi una guerra tra poveri, di mettersi uno contro l'altro, perché qualcuno ha provato a fare questo, però non è avvenuto.
Vorrei dire una cosa a margine, in tutto questo percorso che abbiamo fatto, qualcuno non è convinto dello studio, dice che non serve, ma noi ci preoccupiamo di come sta la risorsa delle Marche considerato che abbiamo un numero di barche impressionante e solo 200 chilometri di costa e, come ha detto il Consigliere Zaffiri ci chiediamo di come sta la risorsa e quale futuro avrà nella regione Marche?
Quella risorsa ha un nome latino che non ricordo, è uno dei prodotti più caratteristici dell'Adriatico, perché la famosa vongola verace del nord dell'Adriatico è totalmente diversa dalla nostra, quindi, noi ci preoccupiamo di come sta questa risorsa? Questa dovrebbe essere la principale preoccupazione, secondo me, Assessore, da adesso in avanti, perché non basterà sicuramente demolire 10 imbarcazioni, ma ci vorrà ben altro, così come c'è voluto ben altro per tutelare altri settori dove, purtroppo, negli anni abbiamo visto che le politiche europee hanno dato risposte che non erano quelle che noi tutti ci aspettavamo.
Tra le soluzioni che ci sono non mi sento di dare torto al Consigliere Micucci, anche perché conosco quasi tutte le realtà portuali della regione e so che significa e cosa ha comportato il sub comparto di Civitanova e, come dice sempre il Consigliere Micucci, io ce l'ho tutto in casa, io ho sia quelli di una parte che dell'altra.
La questione del porto sappiamo che è molto antica, una discussione che viene da lontano, non riguarda la sicurezza perché un grande uomo di mare che va per mare, come il Consigliere Maggi e come me, grande uomo di mare non grande pescatore, sa benissimo che quando si è in emergenza comanda l'Autorità marittima, non c'è nessun Consiglio regionale o nazionale che possa dire tu entri e tu non entri, quindi su quello c'è una certezza. Se una vongolara di qualsiasi comparto è in difficoltà entra in qualsiasi porto del mondo, non solo nel porto di Civitanova Marche, però credo, Consigliere Micucci, che di questo dovremo discutere e penso che la soluzione che è stata adottata per la fossa di Pomo ... Mi riferisco al Consigliere Maggi, che è un grande velista, lo so perché vado per mare anch'io e lui può capire che con una imbarcazione a motore si può fare quello che è stato fatto in altre zone di interdizione, in particolare nella fossa di Pomo non è consentita una velocità inferiore alle 6 miglia, ed io so per certo che qualsiasi vongolara della regione Marche è in grado, tranquillamente, con un'andatura semplice, senza nessun traino dietro, quindi significa che non sta pescando, di portare una velocità di 6 miglia, poi le vongolare hanno una velocità ridottissima, quando pescano sono quasi ferme. Chi viene in treno da sud ogni mattina viene accompagnato quasi per tutto il tragitto, da San Benedetto ad Ancona, da queste imbarcazioni che spesso sono anche sotto costa.
Volevo dire solo queste cose semplici, che se prendiamo le registrazioni del Consiglio ho già detto due anni fa, non pensavo che si trovasse una soluzione così credo che abbiamo fatto un grande passo in avanti, perché si era già incrostata nella passata legislatura. Non è possibile muovere nulla, ci vuole solamente un accordo tra consorzi che deve basarsi su basi solide e stiamo attenti quando discutiamo di incentivi perché, qui ci sarà una garanzia da parte della Regione Marche, quello è un settore in cui la demolizione significa riconsegnare la licenza al Ministero e demolire nel vero senso della parola l'imbarcazione, quindi stiamo attenti quando utilizziamo certi termini, ma di questo ne riparleremo. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Grazie Presidente. Anche da parte mia il ringraziamento all'Assessore e al Presidente della Commissione per il grande impegno, per lo sforzo paziente di questi mesi. L'abbiamo più volte ricordato, questa è una questione marginale nella politica marchigiana per la sua natura, con tutto il rispetto per le vongole perché giustamente ci sono anche lì famiglie di lavoratori e altro. E' chiaro che di fronte ad eventi come il sisma o il futuro del modello di sviluppo, o questioni riguardanti la sanità che coinvolgono tutti i cittadini, questo è un tema di nicchia, però tutti lo sappiamo, per questioni strutturali è una delle partite politiche più difficili della nostra Regione perché ha un fortissimo connotato campanilistico su cui grava un danno strutturale fatto nel passato, ma non dobbiamo ripetere vicende che già sappiamo.
L'unico modo per risolvere il problema è quello di ridurre il numero delle imbarcazioni, però oggi non abbiamo gli strumenti per ridurre con un colpo di carta dall'alto il numero delle imbarcazioni, mettiamo in campo, per risolvere questo danno strutturale, uno strumento di incentivazione, quello della rottamazione è il modo per perseguire una soluzione strutturale.
Intanto partiamo da questo aspetto, perché non condivido l'idea che con questo atto la politica scarichi le responsabilità, no, si individua la soluzione ideale, quella della rottamazione, dopodiché bisogna continuare a sedersi intorno ad un tavolo, mettere in campo gli strumenti, qui c'è una leva finanziaria, occorre sempre continuare a concertare, per cui chiedo all'Assessore che lo sforzo che generosamente insieme al Presidente Traversini è stato perseguito in questi mesi, non si concluda con questo atto, ma che continui ad andare avanti.
Questa è la via prevalente, dopodiché nel mentre che facciamo? Nel frattempo è chiaro che dato questo contesto il migliore dei mondi possibili non esiste, e una soluzione che metta d'accordo tutti, che riesca a essere di alto livello per tutti i territori, non c'è, non è data, allora bisogna trovare, credo, nel tempo in cui ridurremo il numero delle imbarcazioni, la soluzione politica migliore.
La soluzione politica migliore è data, credo, ed è indicata nella delibera da due elementi: lo studio che ci darà i dati e il compromesso politico, parola spesso utilizzata in modo negativo, ma non sempre lo è, perché se abbiamo dei consorzi che tra di loro non riescono a trovare una sintesi, se fuori di quest'Aula abbiamo dei lavoratori che tra di loro non riescono a trovare una sintesi, la cosa migliore che può fare la politica è produrre un compromesso, una sintesi avanzata. Si accontenta tutti in questo modo? Certo che no, però il compromesso vuol dire evitare che ci sia qualcuno che sia eccessivamente danneggiato rispetto agli altri, questo è un buon compromesso, chiedere ad ognuno di rinunciare a qualcosa per provare a riequilibrare, per provare, non dico ad andare verso una soluzione equa, ma almeno una soluzione più digeribile e più giusta.
Lo studio è un elemento che ci darà dei dati, credo che fu un errore, lo dico con grande chiarezza, interromperlo, fu interrotto per errore, perché produce dei dati, oggi riprendiamo lo studio, lo strumento del GPS per alcuni è già presente, lo utilizzeremo, e va bene, dopodiché consentitemi però, franchezza per franchezza, anche di dire un'altra cosa, lo studio non è un faro, non può esserlo in un settore come questo che è governato dalla natura. La scienza è importante, gli studi scientifici sono fondamentali, però la politica deve svolgere un ruolo proprio, non si può nascondere dietro gli studi, soprattutto se, come avviene in questo caso, la risorsa è mobile. Noi potremmo avere una soluzione, che ne so, non mi occupo di questo tema, però è ipotizzabile che per 20 anni, per 30 anni ci sia una determinata distribuzione della risorsa dei bivalvi nelle Marche e poi improvvisamente per un cambio delle correnti, per un riscaldamento dell'acqua, la situazione muti di lì a qualche anno, questo è possibile. Quindi gli studi lunghi ci daranno un dato, che è giusto avere, quindi va bene lo studio, però non può essere l'unico elemento.
L'altro principio è la politica, che deve trovare il compromesso per cui se un consorzio, quello di Ancona, è stato penalizzato per troppo tempo e avanza delle rivendicazioni, credo che sia giusto fin da oggi dare un segnale, e lo dico indipendentemente dallo studio, benché i dati che abbiamo al 2012 diano alcuni segnali, però poi quello studio si è interrotto. La politica si deve assumere anche la responsabilità di dire: abbiamo necessità di dare un segnale per trovare una sintesi più alta ed oggi credo che abbiamo dato un segnale.
Sappiamo che c'era una richiesta che non riguardava solamente Civitanova Marche, ma anche un miglio di costa in più, quindi una modifica dei confini. E' vero che una modifica dei confini si fa con l'accordo di tutti e non con il faro dello studio, però qualche ipotesi su cui appoggiarlo, è necessaria, però quella parte non la prendiamo, e cosa diciamo? Colleghiamo l'elemento del porto all'idea di dire: “Abbiamo uno studio, faremo un'analisi fra 12/18 mesi - questo dice l'ordine del giorno del Presidente della Commissione - per vedere quale sarà la situazione”. Credo che questo sia un segnale importante nel senso dell'equità, quindi la politica si deve occupare di questo, deve assumersi delle responsabilità, guardare al contesto, la situazione dei dati ma non solo, e provare ad offrire una soluzione. E' il modo migliore possibile? No, lo sappiamo che non è il modo migliore possibile, però, purtroppo, credo che su questo tema, finché le imbarcazioni non verranno ridotte, il miglior modo possibile non esiste.
Questa è una soluzione molto avanzata di cui ringrazio tutti i protagonisti che l'hanno resa possibile.

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. Grazie Presidente. Innanzitutto vorrei ringraziare i Consiglieri di maggioranza e di opposizione, soprattutto quelli di maggioranza e quella opposizione responsabile e attenta, rappresentata qui oggi dai Consiglieri di Forza Italia che hanno annunciato un voto favorevole ad un documento nato difficile, molto complesso, molto delicato, che ha delle valenze politiche e tecniche.
Se siamo approdati a questa soluzione è perché il Presidente della Commissione Traversini, i membri della Commissione stessa, i funzionari, hanno dato un apporto ed un aiuto incredibile a costruire la soluzione possibile, che non è la soluzione ottimale, chi parla di soluzione ottimale a portata di mano, dice una cosa che non ha purtroppo fondamento.
Nella situazione data la soluzione ottimale non c'è e noi possiamo guadagnare o meno il consenso quando interveniamo, quando facciamo le cose e quando votiamo un atto, ma almeno dobbiamo guadagnarci tra di noi il rispetto e se vogliamo anche guadagnarci il rispetto di una categoria divisa come nessun altra, noi dobbiamo dire ai vongolari la verità, non dire le cose come vorremmo che fossero, che poi non sono realizzabili.
Capisco la Consigliera Leonardi che, sull'euforia della vittoria elettorale di questi giorni, ci ha fatto una serie di domande, ma ne voglio fare una a lei, il problema che è stato già segnalato nelle Marche si verifica e c'è perché un terzo dei vongolari italiani pescano lungo la costa marchigiana e quei vongolari non li ho autorizzati io, non li ha autorizzati questa maggioranza, come si dice in gergo, citofonerei a casa Alemanno, che lei dovrebbe conoscere bene, e magari farsi dare le risposte necessarie, perché 81 licenze in una notte io non le ho mai consegnate, e qui dentro non le ha consegnate nessuno.
Quindi la soluzione ottimale è la riduzione del numero delle imbarcazioni e lo abbiamo detto tante volte, ridurre il numero delle imbarcazioni, perché è inconcepibile ed impensabile che un terzo delle vongolare italiane peschino nelle Marche, il Ministero ogni volta che questo problema viene sollevato condivide l'analisi, ma non c'è purtroppo la cura.
Noi dovevamo, con un provvedimento molto serio, senza illudere nessuno, iniziare un percorso per arrivare ad una soluzione e dare stabilità al sistema, è stato detto da qualcuno, noi dobbiamo arrivare a dare una soluzione definitiva ad un settore che ha sofferto maledettamente in questi ultimi anni e che soffre.
Ringrazio anche l'Assessore Bora che prima di me ha trattato questo argomento, e ringrazio tutti i membri ed i Consiglieri della Commissione perché abbiamo cercato tutte le possibili soluzioni, l'ho fa uno che non è notoriamente uomo di mare ed essendo dell'entroterra, della media collina, non sono tacciabile di amicizie particolari, di rapporti, anzi uno che non può neanche andare al mare perché ha una sorta di allergia ai raggi solari, quindi non ho assolutamente nessuna simpatia o preferenza, però vorrei che voi credeste che in questi mesi faticosamente abbiamo sperimentato tutte le vie percorribili e con i vongolari e con i consorzi noi abbiamo attivato un confronto serrato ed anche molto aspro in certi casi, che è durato e dura e che dovrà continuare perché alcune cose, lo ricordava il Consigliere Busilacchi, non le abbiamo definite con questa legge, c'è un confronto che deve continuare.
Ci siamo resi conto dell'impraticabilità di ogni soluzione in assenza di uno studio serio, in assenza di dati oggettivi, incontestabili, inconfutabili perché uno dei mali di questa categoria, forse il male maggiore è che è divisa, sono armati gli uni contro gli altri e ogni soluzione che prospetta un consorzio viene annullata immediatamente dall'altro.
Non c'è possibilità di discussione, di mediazione, ho tentato faticosamente anche di metterli tutti insieme intorno un tavolo e guardate non era facile convocarli e metterli tutti insieme intorno ad un tavolo dopo averli sentiti più volte separatamente. Intorno ad un tavolo tutti insieme, per cercare di capire se riuscivamo a trovare una sintesi, la sintesi non si è trovata e guardate che la proposta che avevamo fatto l'altra volta e che sembrava a portata di mano, quella dello spostamento di alcune imbarcazioni verso San Benedetto, verso Pesaro, senza accordo non era possibile praticarla e l'accordo purtroppo lo abbiamo cercato, ci siamo sforzati di trovarlo e non c'era. Non c'è l'accordo tra consorzi e senza accordo, ecco la verità, noi sappiamo che il giorno stesso in cui approviamo un provvedimento c'è il ricorso e nel momento in cui c'è il ricorso si blocca tutto.
Allora o noi riprendiamo un percorso serio che possa arrivare a dare una soluzione definitiva, dopo uno studio oggettivo, e anche qui lo sanno gli stessi vongolari, non è che ce lo dobbiamo dire tra di noi, ce lo insegnano loro, ci dicono che uno studio serio non può durare meno di tre, quattro anni, perché la risorsa è una risorsa mobile, qui è stato detto, quindi ci voglio almeno 3, 4, 5 anni per fare una media, per capire come stanno effettivamente le cose lungo i 180 chilometri di costa marchigiana.
Qui è stato fatto un errore, io con grande senso di responsabilità e sempre usando il linguaggio della verità, dico che un errore è stato fatto quando è stato interrotto lo studio nel 2012, uno studio che doveva continuare perché, caro Consigliere Zaffiri, lei sa che lo studio del 2012 non può essere oggi preso in considerazione perché non è una cosa seria prendere in considerazione uno studio di 5 anni fa, perché la risorsa vongole è mobile, perché quest'anno pesco di più in un consorzio, un altro anno pesco di più in un altro, quindi è già una media, non posso trovare una soluzione, o la soluzione viene impugnata nel momento stesso in cui io la prospetto.
Lo studio è a lunga scadenza? Non mi pare, è improprio, è detto male, bisogna che usiamo i termini giusti, non è una proroga, è uno studio di 4 anni al termine del quale capiremo chi pesca di più, chi pesca di meno, quali sono i comparti effettivamente in difficoltà, capiremo una serie di questioni e lì il Consiglio sarà legittimato a prendere tutte le decisioni che riterrà opportune nel senso di andare nella direzione che ricordava il Consigliere Busilacchi, se c'è qualche comparto che si sente penalizzato, che è penalizzato, quando ci sarà uno studio potremo intervenire con dati certi, inconfutabili ed anche se qualcuno dovesse presentare un ricorso non saranno impugnabili.
Nell'immediato abbiamo messo in campo una soluzione di cui, mi pare di aver capito, se ne parlava da tanto tempo, ma che in pratica non c'era mai stata, non c'era mai stata sul piatto l'opportunità di dare un importo e quindi garantire un importo per andare alla riduzione del numero delle barche. Non è una rottamazione, perché la rottamazione è un'altra cosa, noi finanziamo, non la Regione, ma la Regione ha creato il meccanismo giusto e necessario, per garantire e cogarantire con un consorzio fidi un prestito di 3 milioni di euro che potrà andare a rottamare quello che gli stessi operatori dicono, cioè c'è un eccesso di 10 barche, quindi rottamare 10 barche su base volontaria, anche qui c'è bisogno di una interlocuzione che si farà nei prossimi mesi per capire quali saranno e quanti saranno disponibili alla rottamazione.
La rottamazione ha un costo per barca di 132 euro al mese per 10 anni, 1.584 euro l'anno per ogni imbarcazione che aderirà. Ripeto, la Regione ha solo messo in piedi il meccanismo, non può direttamente erogare nessun contributo perché sarebbe un aiuto di Stato e non è possibile, ma abbiamo trovato un consorzio pronto a cofinanziare l'importo di 3 milioni nel caso in cui i vongolari aderissero alla cosa.
L'abbiamo proposto ai consorzi, prima a voce, poi per iscritto e i consorzi tutti e quattro hanno detto, anche se con qualche distinguo, di essere disponibili ad aderire al fondo per procedere alla rottamazione di 10 barche.
Quindi nell'immediato c'è il discorso della rottamazione, nel medio termine, se prendete per lungo termine quattro anni, per me quattro anni non è un termine lungo - nel breve, subito, si può procedere alla rottamazione - c'è questo provvedimento di cui è stato detto poco fa, di cui si è parlato mi pare abbondantemente anche in questa Aula, cioè dall'1 luglio è obbligatorio il GPS e quindi avremo con precisione dei dati che oggi non abbiamo, o meglio li abbiamo forniti dai consorzi, ma ripeto quello che ho detto all'inizio, cioè ogni dato del consorzio viene contestato dal consorzio vicino. Una volta che avremo i dati su uno storico di almeno 12 mesi, penso che l'ordine del giorno che viene presentato dal Presidente della Commissione parli di 12 mesi, un discorso che deve venir fuori fra 12 mesi, ci metterà nelle condizioni di sapere con precisione l'area di pesca, la superficie di pesca, i confini di ogni consorzio su cui i vongolari vanno a pescare. Credo che lì noi potremmo intervenire, c'è l'impegno ad intervenire se ci saranno, se verranno fuori delle disparità, delle cose gravi, delle diversità tra comparto e comparto. Noi con dati a quel punto inconfutabili, dati da un monitoraggio di 12 mesi del GPS potremo intervenire sui confini dei consorzi, quindi la cosa che è stata chiesta per oggi, che abbiamo tentato anche adesso, ma che non era possibile per lo stesso motivo dello spostamento delle barche.
Oggi noi approviamo una legge che prevede un provvedimento a breve scadenza, uno a media scadenza, fra 12 mesi, uno a scadenza un po' più lunga, 4 anni, quindi è una risposta politica seria ad un problema che ha visto anche all'interno della maggioranza confronti abbastanza aspri.
La soluzione che è stata trovata mi pare una soluzione idonea da dare agli operatori che ci chiedevano e ci chiedono un segnale di buona volontà, mi pare che quest'Aula possa dire di aver fatto un lavoro che risponde nei tempi brevi, medi e lunghi a quello che loro hanno posto.
Questo è quanto, ripeto, credo che dobbiamo in questo momento continuare l'opera di confronto, non abbiamo finito il percorso, per quanto mi è possibile da domani continuerò il confronto anche acceso con i vari Cogevo e insieme troveremo quelle soluzioni che dopo l'approvazione della legge si rendono necessarie.
Voglio chiudere sull'argomento che è stato sollevato soprattutto dal Consigliere Micucci, quello dell'articolo 2 bis. Su quello che oggi con grande lealtà ha detto qui in Aula, avevamo già avuto modo di scambiarci un'opinione, sapevo la sua interpretazione, la conoscevo, è uomo che è vissuto nel mondo della pesca, quindi le preoccupazioni del Consigliere Micucci le capisco, le capisco anche da maceratese non di mare, ma da maceratese, credo che però ci siano le condizioni ed anche le garanzie perché se dovrà avvenire, e dovrà avvenire quello che abbiamo detto, possa avvenire nella sicurezza delle imbarcazioni. Anche qui c'è la volontà e la disponibilità a ragionare nei prossimi mesi su dove, come e quando poter attuare quanto previsto dall'articolo 2. Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 2 bis. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Voterò contro questo articolo e voglio spiegare perché, lo reputo inutile e anche dannoso.
Lo reputo inutile perché non risolve nessun problema di nessun comparto, né del comparto di Ancona, che chiede di non prorogare, né degli altri comparti.
Lo reputo dannoso per diversi motivi, primo perché crea delle false aspettative, in quanto probabilmente rimarrà inapplicato, secondo, non tiene conto della situazione portuale di Civitanova, terzo, viene introdotto questo articolo “all'ultimo minuto” senza aver consultato gli operatori.
E' un articolo inutile perché non risolve e dannoso perché dal mio punto di vista aggrava il problema. Per cui voterò contro.

PRESIDENTE. Articolo 2 bis. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 4 (Dichiarazione d'urgenza), maggioranza assoluta. Lo pongo in votazione.

(Voci fuori microfono)

Ripetiamo la votazione.

(L’Assemblea legislativa approva a maggioranza assoluta dei suoi componenti)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Proposta di ordine del giorno a firma del Consigliere Traversini (in qualità di Presidente della II Commissione), ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Gino TRAVERSINI. Ho già enunciato quali erano le motivazioni dell'ordine del giorno: il discorso del decreto ministeriale 27/2016 che obbliga di installare l'AIS - GPS sulle imbarcazioni, il fatto di verificare dopo 12 mesi, prima si parlava di casi accidentali, ci sono le variabili, è chiaro perché si chiede un minimo 12 mesi, le variabili sono qualcosa che in percentuale non sono costanti, avere 12 mesi di dati significa avere delle risposte più certe, questo era un po' il ragionamento. Forse sono anche pochi, di fatto si parlava di 12/18 mesi, ma poi abbiamo messo 12 mesi, comunque si impegna la Giunta regionale a verificare, decorsi 12 mesi dall'inizio dello studio e tenuto conto delle rilevazioni effettuate a seguito dell'entrata in vigore del decreto ministeriale 27/2016, le prime risultanze degli stessi con particolare riferimento alla consistenza della risorsa nei compartimenti marittimi, come individuati dal Regolamento regionale n. 6 del 2009 e a comunicare con apposita relazione dette risultanze all'Assemblea legislativa, poi sarà fatto dall'Assessore al Consiglio regionale.
Tutto qua.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Grazie Presidente. Condivido questo passaggio da un punto di vista prettamente politico nel senso che si dà la raccomandazione, l'abbiamo sempre detto, all'inizio dello studio di fare questo monitoraggio, d'altra parte l'articolo 1 parla di monitoraggio, il monitoraggio non è qualcosa che si fa alla fine, il monitoraggio si fa in itinere.
Non condivido questi 12 mesi, questa accelerazione non mi piace, questa accelerazione sembra voler dare ancora una volta l'impressione che stiamo rincorrendo qualcosa. Rincorrere qualcosa non è mai significativo per la politica, stiamo attenti, rincorrere non è possibile, non è facile, non è corretto, erano almeno 18 mesi, addirittura pensavo che questo monitoraggio, questa relazione intermedia del monitoraggio, perché il monitoraggio è qualcosa che si fa quotidianamente, la relazione di questo monitoraggio doveva essere fatta a 24 mesi e addirittura si poteva anche prendere una decisione, questo monitoraggio, secondo me detto male, perché un monitoraggio non è monitoraggio a 12 mesi, si parla di relazione a 12 mesi, non serve a nulla perché non potrà portare ad alcuna decisione per cui se rimangono 12 mesi, non si portano ad almeno 18/24 e non si cambia questo discorso con “relazione” da portare in Consiglio oppure alla Giunta, sono dubbioso se astenermi o votare contro, deciderò al momento della votazione.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Grazie Presidente. In effetti non riesco bene a comprendere a cosa dovrebbe portare questo ordine del giorno, perché leggendo il testo ed il dispositivo finale l'impegno è solamente quello di riportare, quindi pubblicizzare, questi dati tramite la Giunta all'Assemblea legislativa.
Nella parte iniziale si dice “tenuto conto che ...” e si parla che gli esiti del monitoraggio potranno essere funzionali anche a promuovere una diversa delimitazione degli attuali compartimenti, comprendo, mi corregga Presidente se sbaglio, questo fa riferimento al monitoraggio che termina nel 2021, ma i dati fra un anno - e questo lo deve chiarire molto bene - fra un anno dall'avvio del monitoraggio che verranno portati in Aula, potranno a quel punto - quindi fra un anno, un anno e mezzo, considerato che l'avvio avverrà 90 giorni dall'entrata in vigore della proposta di legge - promuovere in questa legislatura una modifica dei confini o no?
Questo è un punto, leggendo il testo a parer mio non è così, però vorrei avere da lei la certezza. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Traversini.

Gino TRAVERSINI. Noi abbiamo, l'ho detto prima, i dati dello studio, però, l'abbiamo detto più di una volta, sono dati di riferimento, ci potrebbero essere, ma non sono di rilievo fino a che non sono passati almeno tre anni.
Lo studio non può essere preso come qualcosa di certo, ma qualcosa che invece può essere utilizzato. C'è stata una discussione sul problema dei confini, spostare leggermente i confini da una parte e dall'altra, l'abbiamo detto, spostare i confini senza avere dei dati di riferimento validi diventa complicato, sicuramente la questione dell'Ais o del GPS, che in pratica sono la stessa cosa, può aiutare, allora si è chiesto di fare una verifica perché potrebbero venire fuori delle situazioni, ad esempio ne dico una, ma potrebbero essere tantissime, una delle richieste era spostare di un miglio, due miglia il confine, magari in quella zona in cui si vede che non c'è pescato perché se normalmente i pescherecci non ci vanno, le imbarcazioni non ci vanno, è chiaro che ha poco senso porsi il problema, oppure se una zona è frequentata potrebbe essere di rilievo e potrebbe anche essere presa una decisione. Comunque le decisioni le possiamo sempre prendere, perché il fatto che noi abbiamo i quattro anni davanti nei quali potremmo non toccar nulla, non significa che se ci sono dei fatti eccezionali da qui a due anni e viene fuori che il pescato da una parte è tantissimo e da un'altra parte no ..., perché poi alla fine alcuni dati vengono, quelli normali, quelli dichiarati che non sono da studio, ma sono dati di riferimento.
Vi ricordo un'altra cosa, questo non lo abbiamo fatto per non andare ad allungarci nella discussione, la situazione attuale dei dati da loro denunciati, e non dallo studio, non ci permettono di prendere decisioni perché diventerebbe complicato, però ci dicono che il meno pescato pro capite per imbarcazioni è quello di San Benedetto, poi arriva Civitanova, poi Ancona e poi Pesaro. Molte discussione sono state poste sul piatto per cercare una soluzione e se dovevamo prendere quei dati lì, non avremmo potuto prendere neanche quella decisione perché comunque non abbiamo dei punti di riferimento, perché in realtà, non è questa la base, solo lo studio con dati certi ci può dare le risposte e se il sistema dell'Ais può dare una mano lo possiamo prendere in considerazione, come potremmo prendere l'altro, però non è una certezza, questo lo dovremo verificare, tutto lì, è un impegno.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Giorgini.

Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Non volevo intervenire perché ormai è stato detto tutto, ma si pongono delle questioni che vorrei portare in Aula.
Il Presidente ha detto poco fa: “Ci può dare delle risposte”, ma cosa? Cosa credete che ci possa dare uno studio? Vorrei capire, quest'Aula, la maggioranza e la minoranza cosa credono che possa portare questo studio di quattro anni? Facciamo un'ipotesi, se questo studio dice che nel compartimento di Pesaro non ci sono più vongole, oppure che nel compartimento di Ancona non ci sono più vongole, oppure che nel compartimento di San Benedetto non ci sono più vongole, che facciamo?
Questi dati potrebbero essere reali perché nel 1982 si pescavano 120.000 tonnellate di vongole all'anno, nel 2015 20.000 tonnellate, si è passati da una media di 350 chili al giorno di ogni imbarcazione a 30 chili al giorno.
Quindi se lo studio vuole essere un'espressione politica io sono d'accordo perché questa deve essere una cosa presa dalla politica, non da uno studio. Credo che lo studio possa essere un indirizzo, possa dare una via per capire, ma non è la soluzione, non può essere la soluzione perché finiti i quattro anni di studio probabilmente in quest'Aula ci saranno altri attori e si troveranno a cercare di risolvere il problema perché il problema è che, qualcuno lo ha detto, sono state rilasciate troppe autorizzazioni. No, il problema è doppio, perché prima sono state rilasciate tante autorizzazioni provvisorie, di cui ne ha usufruito in maggior parte il compartimento di Ancona, e sono state date quando si pescava 120.000 tonnellate e non 20.000. Sono state rilasciate al compartimento di Ancona perché? Perché si pescavano 350 chili di vongole al giorno. Poi magicamente queste autorizzazioni, decine e decine di autorizzazioni provvisorie, sono state convertite in permanenti e qui è nato il problema, ecco perché è doppio.
Questo secondo me, secondo il mio pensiero, è un problema che può risolvere solo la politica, lo studio può essere propedeutico al fatto di dare un indirizzo, ma credo che lo studio possa essere solo un indirizzo. Ha detto bene il Consigliere Busilacchi, ho ascoltato molto attentamente quello che ha detto, ed ha detto le stesse cose che sto dicendo io, esattamente, perché se noi vogliamo dare questa problematica, questo cerino, nel 2021 è giusto, perché se uno l'ha ricevuto è chiaro che lo può anche lasciare, questo è il concetto della politica perché la politica in sé per sé è sempre un compromesso, e quindi chiudo questo articolo.
Per quanto riguarda questa proposta noi non la voteremo per il semplice fatto che il problema di Civitanova, pur essendo d'accordo sul fatto dello studio, ho detto che non serve, ma può dare sempre un indirizzo, ma usando il principio di precauzione, cioè non sapendo che cosa potrebbe succedere a Civitanova - il principio di precauzione è un principio fondante della comunità europea che dice che quando non si conosce una cosa, quando non si sa bene, non si deve fare - e non essendo sicuro, ci ho pensato molto, ma non sono sicuro dei risvolti che potrebbero avere tutte queste imbarcazioni che arriveranno probabilmente nel porto di Civitanova, non ho una decisione da prendere né per il mio territorio né per tutta la regione Marche, quindi, come ho fatto per la proposta di legge, ci sarà un non voto, per forza di cose. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Ho visto e comprendo l'impegno del Presidente Traversini nel cercare di riunire istanze e richieste differenti che vengono sia dai territori, sia dagli stessi Consiglieri, però voterò contro questo ordine del giorno perché anch'io sono andata ad informarmi negli uffici, come ho detto, sulle conclusioni e sul monitoraggio che era stato già fatto e, visto che tra le richieste che avanzavano alcuni Cogevo, in particolar modo, è stato citato dal Consigliere Busilacchi, il Cogevo di Ancona, c'era anche quello di uno spostamento dei confini, mi è stato detto, come era stato detto a loro, che fosse possibile senza lo studio, quindi questo ordine del giorno che rinvia la decisione di 12 mesi, guarda caso sul territorio pesarese, perché questa era la richiesta, non fa altro che confermare quello che ho detto nelle premesse e cioè che tutto questo è un atto politico che deve mantenere determinati equilibri.
Comprendo lo sforzo, ma non mi sembra che vada …, se si volevano spostare i confini si poteva fare oggi come si sono spostate le barche sul porto di Civitanova, quindi è evidente che risponde ad altre logiche visto che gli uffici a me hanno detto, e non solo a me, che era una cosa fattibile già da subito.

PRESIDENTE. Proposta di ordine del giorno. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 149. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 142
ad iniziativa dei Consiglieri Biancani, Giancarli, Bisonni, Giorgini, Giacinti, Micucci, Rapa, Zura Puntaroni
“Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 20 aprile 2015, n. 19 ‘Norme in materia di esercizio e controllo degli impianti termici degli edifici’”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 142 dei Consiglieri Biancani, Giancarli, Bisonni, Giorgini, Giacinti, Micucci, Rapa, Zura Puntaroni.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Grazie Presidente. La proposta di legge n. 142 è una proposta che va a modificare la legge regionale n. 19 del 2015 che riguarda ‘Norme in materia di esercizio e controllo degli impianti termici degli edifici’.
La proposta di legge si compone di 9 articoli che nascono dall'esigenza espressa sia dai Comuni, perché ci è pervenuta una richiesta anche da parte dell'Anci, e sia dal tavolo di consultazione previsto dalla legge regionale vigente per risolvere alcune criticità emerse nella fase di prima applicazione della legge stessa.
In particolare illustrerò la presente proposta di legge sulla base di quelli che sono gli articoli che si occupano dello stesso argomento.
L'articolo 1 della proposta di legge va a modificare l'articolo 1 della legge regionale n. 19, in particolare il comma 2.
L'articolo 5 va a modificare il comma 1 dell'articolo 16 del 2015 e l'articolo 7 modifica l'allegato 1 della legge regionale n. 19 del 2015.
Le modifiche contenute in questi articoli sono volte ad allineare la normativa regionale vigente alle disposizioni normative contenute nel decreto legislativo 102 del 2014 che prevede l'obbligo, laddove esistono impianti centralizzati, di inserire le valvole termostatiche, cioè il contabilizzatore di calore, nelle singole proprietà immobiliari.
Tale normativa nazionale attribuisce alle autorità competenti il compito di avviare i controlli sull'avvenuto adeguamento degli impianti termici centralizzati alla disciplina in esso contenuta.
Quindi con questi tre articoli andiamo a recepire quello che prevede il decreto legislativo 102/2014.
Per quanto riguarda invece gli articoli 2, 3, 4 e 8, l'articolo 2 va a modificare il comma 6 dell'articolo 4 della legge regionale n. 19; l'articolo 3 il comma 1 dell'articolo 5 della legge regionale n. 19; l'articolo 4 modifica il comma 21 dell'articolo 11 della legge regionale n. 19 e l'articolo 8 modifica l'allegato 3) della legge regionale n. 19 del 2015.
Le modifiche a questi articoli sono finalizzate a definire in modo univoco il significato da attribuire alle cadenze, che possono essere annuali, biennali o quadriennali, previste dall'articolo 3 della legge regionale 19 del 2015, infatti l'attuale normativa non spiega come va interpretata la periodicità, annuale, biennale, quadriennale, prevista per il controllo dell'efficienza energetica, in particolare all'articolo 2 si specifica che il controllo dell'efficienza energetica va svolto non oltre la fine del mese in cui scade il termine, mentre l'articolo 3 precisa che l'invio del rapporto di controllo al soggetto esecutore deve avvenire entro un mese dal controllo effettuato entro i termini dell'allegato 3.
L'articolo 6 della presente legge va a modificare l'articolo 18 della legge regionale n. 19/2015. Questa è una modifica importante diretta a prorogare alcune scadenze attualmente previste per il periodo transitorio ed a permettere a cura dei manutentori oltre che ai responsabili dell'impianto, la correzione e l'integrazione dei dati già trasmessi dai manutentori.
Nello specifico il comma 1 dell'articolo 6 è diretto a consentire alle autorità competenti, che ne abbiano necessità, di prorogare fino al 31 dicembre 2017 il termine oggi previsto al 30 giugno 2017, per l'avvio del rapporto di controllo munito di bollino.
Il comma 2 invece è diretto a permettere al manutentore oltre che al responsabile dell'impianto di integrare e correggere entro il 31 dicembre 2017 i dati trasmessi dal soggetto esecutore.
Con il comma 3 si concede alle autorità competenti, che ne abbiano necessità, di prorogare fino al 31 dicembre 2017 il termine del 30 giugno 2017 per l'invio del rapporto di controllo munito di bollino per gli impianti diversi dalle caldaie domestiche e comunque per gli impianti mai autocertificati.
Questa è una proposta di legge piuttosto tecnica che in parte va a recepire quello che è previsto dal decreto 102 del 2014 e in parte va a chiarire e modificare alcuni aspetti della legge regionale n. 19/2015.
Abbiamo fatto l'audizione anche in Commissione, abbiamo audito i vari soggetti coinvolti, compresa l'associazione dei consumatori, il grosso lavoro, che è stato fatto direttamente dai servizi della Giunta, e l'obiettivo è quello di consentire di aumentare la quantità di controlli che devono essere fatti nella logica di riuscire a verificare più impianti possibili, quindi la logica finale è quella di avere un maggiore efficientamento energetico e una riduzione dell'inquinamento ambientale. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Grazie Presidente. Non ho molto da aggiungere a quanto detto dal Presidente Biancani in quanto questa è una legge abbastanza tecnica, anzi molto tecnica. Sostanzialmente consiste in una proroga dei termini volta, come diceva appunto il Presidente, a facilitare un maggior controllo e quindi a controllare un maggior numero di impianti.
E' una misura che va a tutelare sicuramente anche l'ambiente.
Voglio semplicemente sottolineare due cose, la prima è che in Commissione abbiamo audito alcune associazioni di consumatori e grazie anche al loro contributo abbiamo modificato quello che prima era stato scritto come: “entro i termini indicati”, che portava a delle ambiguità, a varie interpretazioni, quindi abbiamo messo dei termini certi, e l'allegato 3 della legge.
Voglio anche sottolineare l'importanza dell'articolo 5 che recepisce l'obbligo nazionale per gli impianti centralizzati dei condomini in merito ai contabilizzatori di calore ed alle valvole termostatiche.
E' sicuramente una legge che va votata perché, ripeto, è va a tutela dell'ambiente e la proroga permetterà il coinvolgimento di un maggior numero di impianti controllati, con l'augurio però che questa sia l'ultima proroga, quindi sollecitiamo le autorità competenti affinché queste operazioni vengano fatte entro il 31 dicembre 2017 e che non ci sia la necessità di ulteriori proroghe. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giorgini.

Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Come ha detto il Presidente Biancani questo è un allineamento alla normativa nazionale, è stato un processo molto lungo partorire, perché voglio ricordare che questa legge regionale è stata fatta un po' in fretta e furia nel 2013 perché c'erano ben due infrazioni della Comunità europea proprio sulla tematica degli impianti termici, una era del 2006 e l'altra del 2013, per questo si è avuto il bisogno di fare in fretta e furia questa legge e adesso si va un po' a rimettere in sesto. Ecco il motivo per cui abbiamo avuto bisogno in Commissione di dare una sistemata a tutta questa legge regionale che riprende la legge nazionale che a sua volta riprende la direttiva europea 2010/31, ed è per questo motivo che la Comunità europea aveva aperto la procedura di infrazione.
Tutto ciò che ha detto il Presidente Biancani sono palliativi a questa legge, tranne la proroga di 6 mesi per dar tempo ai Comuni di adeguarsi, soprattutto nel biennio 2013/2014, alle norme che detta questa legge regionale che è ripresa dalla legge nazionale e quindi dalla direttiva europea.
Voglio sottolineare l'importanza di questa legge dicendovi che gli impianti domestici inquinano sei volte di più dell'inquinamento emesso dalle automobili. Noi parliamo sempre di automobili e poi abbiamo ancora dentro casa caldaie che inquinano sei volte se sono ad efficienza termica. Immaginate cosa si potrebbe avere con delle caldaie che non sono messe a norma.
Ho votato a favore di questa proposta di legge, di questa modifica alla legge, perché credo che l'adeguamento degli impianti termici sia una soluzione importante per ridurre l'inquinamento atmosferico e per ridurre tutte le problematiche ad esso connesse. Quindi il nostro voto sarà favorevole. Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 6. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 7. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 8. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 9. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 142 La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di atto amministrativo n. 37
ad iniziativa della Giunta regionale
“Piano regionale per il diritto allo studio per il triennio 2017/2019. Anni accademici 2017/2018, 2018/2019, 2019/2020. Legge regionale 20 febbraio 2017, n. 4, articolo 5”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 37 della Giunta regionale.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Giacinti.

Francesco GIACINTI. Grazie Presidente. Un saluto a tutti i colleghi. Con questo atto si aggiunge un'altra casella al puzzle complessivo della riforma del diritto allo studio che abbiamo approvato in questa Aula a febbraio, questo è il piano triennale, un piano molto importante di programmazione.
Debbo dire che il piano scende anche nei dettagli, quindi va a toccare molte questioni anche da un punto di vista di funzionamento e di dettaglio nel quadro complessivo del diritto allo studio.
In particolare è un'emanazione che proviene, come abbiamo detto, dalla legge 4 del febbraio 2017.
Ovviamente questo piano tiene conto nella parte iniziale, nella premessa, del contesto generale dello studio a livello nazionale, regionale ed anche di un contesto più ampio come quello dell'Unione europea. Un dato ci dice che i nostri laureati sono in numero inferiore rispetto alla media dell'Unione europea.
Non certamente possiamo dire che questa tematica sia avulsa anche dalle attuali condizioni socio economiche in particolare del mercato del lavoro.
Il diritto allo studio probabilmente risente anche di questo contesto lavorativo, stamattina a margine della risoluzione abbiamo parlato delle tematiche del lavoro e dell'impresa, auspico e spero, anzi sono convinto, che forse con questi strumenti, quelli di incentivare, agevolare, migliorare il diritto allo studio, attraverso questa strada, possiamo aprire le porte alla soluzione di altri problemi, come ad esempio quello di cui abbiamo parlato stamane.
Entrando un po' nel dettaglio, arriviamo agli obiettivi del piano regionale. Uno è quello di assicurare, prima di tutto per disposizione degli articoli 3 e 34 della Costituzione, la rimozione degli ostacoli di ordine economico e sociale che limitano l'uguaglianza all'accesso dei cittadini agli studi superiori, quindi garantire ai capaci ed ai meritevoli, in questi termini recita la nostra Costituzione, anche se privi di mezzi, di raggiungere i gradi più elevati di studi.
Mi soffermo un attimo su questo concetto perché credo che sia l'elemento che muove tutto il piano regionale incastonato anche nella riforma che siamo andati a scrivere a febbraio con le varie modifiche che può comportare, ma il tutto sempre finalizzato ad un miglioramento e ad un ampliamento della capacità di estendere a più persone possibili un adeguato diritto allo studio.
Garantire ulteriormente l'uniformità su tutto il territorio degli standard sia qualitativi dei servizi che quantitativi, entrando nel dettaglio, così come riconosciuti da più disposizioni legislative che vanno a regolare la materia.
Realizzare un'integrazione tra i sistemi e le procedure per la concessione dei benefici erogati dall'Erdis.
Pensare e perseguire una riqualificazione della spesa che, se ci ricordiamo bene, era un elemento importante nell'ambito della riforma al diritto allo studio. Cosa si vuol dire? Con la riqualificazione della spesa e la razionalizzazione si vorrebbe e si tenderebbe a migliorare le prestazioni, gli standard di questo diritto.
Promuovere e valorizzare in un'ottica integrata la dimensione dell'internazionalizzazione, ne parliamo spesso, bisogna che anche questo aspetto sia legato quando vengono affrontate tematiche come quella del diritto allo studi, perché sappiamo che il contesto di riferimento, è fin troppo ovvio che io lo dica, è cambiato anche da questo punto di vista.
Oggi le esperienze anche di studio per giungere poi a quelle lavorative sono legate ad un bacino geografico di riferimento che è quello mondiale. E' inutile pensare come una volta che gli studi si fanno vicino casa per non allontanarsi troppo, forse allora il mercato del lavoro riusciva a garantire anche aspettative di tipo relazionale, umano, sentimentale.
Oggi si va purtroppo dove c'è possibilità di lavoro e questo è un tema che non voglio toccare in questo ambito, ma stamattina ne abbiamo parlato sufficientemente, credo esaustivamente.
Facilitare ulteriormente un processo di governance condiviso, anche questo era uno scopo di quella riforma, attraverso la stipula delle convenzioni che la legge stessa prevede, attraverso il recepimento delle eventuali indicazioni provenienti dai portatori di interesse presenti sul territorio.
Da ultimo, per una più volte invocata attenzione da parte dell'Erdis, dell'ente al diritto allo studio, un ruolo di vicinanza e di controllo sulla qualità e l'omogeneità dei servizi. Questo è un concetto che, se ci ricordiamo, sia in fase di audizione dei vari soggetti in Commissione, che anche in quest'Aula quando approvammo la legge, è stato più volte toccato, quello appunto del controllo e del rafforzamento sulla qualità e l'omogeneità dei servizi.
Vengono poi definite le priorità nell'attivazione degli interventi, i livelli essenziali delle prestazioni, così come stabiliti dalla normativa di riferimento ed anche dalle norme che il piano triennale va ad individuare.
I requisiti essenziali dei servizi erogati dalla regione sono: l'erogazione delle borse di studio; i buoni pasto per la refezione scolastica e la questione legata alla residenzialità.
Questi sono i servizi che vengono ritenuti essenziali e per i quali si individua una forma di concorso con la quale offrire questi servizi. Diverse modalità, senza entrare nello specifico, fra le varie differenziazioni geografiche e di provenienza degli studenti, dei fruitori, anche in base alle questioni economiche.
Due indicatori economici sono presi a riferimento, l'Isee, l'indicatore della situazione economica, e dell'Ispe l'indicazione della situazione patrimoniale, due valori che vanno a inquadrare con dei limiti stabili, 21.000 per il primo e 38.000 per il secondo, l'ambito applicativo dei servizi che vengono erogati.
Vengono stabiliti i limiti minimi delle tariffe e dei servizi, delle mense e degli alloggi, l'ho detto in premessa, ma lo aggiungo, con una dovizia anche di particolari si cerca di entrare anche nel vivo di alcune questioni, come ad esempio quella importantissima dell'attenzione all'aspetto alimentare. In Commissione abbiamo anche accolto un suggerimento del Consigliere Maggi in merito.
Proseguendo nell'atto arriviamo agli indirizzi per la graduale riqualificazione della spesa che, ripeto, era un elemento più volte tenuto in considerazione e che, secondo le linee ispiratrici della riforma che è andata in porto con la legge 4, voleva essere un elemento su cui basarsi, ma non per risparmiare, ovviamente detto in maniera brutale, ma per cercare di elargire in favore dei fruitori del servizio una migliore qualità del diritto allo studio.
Questo è il senso della rivisitazione, della riqualificazione, della ristrutturazione, della spesa, e laddove ci sarà lo spazio per effettuarla sarà utilizzato per ampliare gli standard sia qualitativi che quantitativi del diritto allo studio in un contesto che, l'abbiamo detto, è sempre in divenire anche e secondo le esigenze dei fruitori.
Poi: le prestazioni a domanda individuale da attribuire per concorso; le prestazioni destinate alla generalità degli studenti; i corsi di studio per i quali sono concessi benefici e tutte le varie casistiche contemplare, che non è il caso di elencare; i vari criteri per l'attribuzione delle prestazioni sia in riferimento agli studenti iscritti al primo anno, sia in riferimento agli studenti iscritti agli anni successivi dei corsi.
Poi le modalità organizzative per l'attribuzione delle prestazioni. Un aspetto legato anche alla mobilità internazionale degli studenti, altro elemento collegato a questo contesto di riferimento cambiato, mutevole, in virtù di tante questioni che abbiamo sfiorato in premessa e successivamente, fino a giungere anche ad un aspetto particolarmente importante che era stato oggetto di discussione e di ampia esaltazione come tema e come importanza del problema, che era appunto quello della priorità della gestione degli immobili destinati ai servizi.
In più casi era emerso, anche nelle fasi di audizione, che diversi immobili non versavano nelle condizioni più consone per garantire uno standard qualitativo all’altezza, allora un’attenzione era emersa come auspicio ma anche come impegno nella legge 4 ed era anche quello di andare ad individuare le possibilità e le priorità di intervento in una scala che viene riportata al punto 12) relativa agli immobili di proprietà dell’Erdis o di altri soggetti, ma in ogni caso di immobili destinati a dare supporto per il diritto allo studio.
Da ultimo, ma non per ultimo, l’importanza data anche a forme di integrazione con altri strumenti di programmazione e con una molteplicità di soggetti sia pubblici che privati sempre finalizzati a favore dei soggetti più capaci e meritevoli, per ritornare agli articoli 3 e 34 della Costituzione, per percorrere questo solco prioritario, ma anche a tutta la generalità degli studenti perché penso che, giustamente, qualificare i servizi legati al diritto allo studio sia un'azione qualificante per tutta la comunità regionale, quindi per quale motivo non ricomprendere tutti gli eventuali e potenziali fruitori di questi servizi?
Questo è quello che vogliamo fare. Va detto che, poiché la riforma è di febbraio, poiché le scadenze sono molto ravvicinate l’una sull’altra, probabilmente questo piano sarà soggetto anche a ulteriori verifiche, ovviamente strada facendo, e questo ci è stato anche detto, ma lo intuiamo e non ne abbiamo fatto mistero, ovviamente c’è sempre lo strumento del programma annuale che si presta a recepire quei suggerimenti che possono pervenire proprio dall’applicazione di questo piano e di una riformata attività della più generale questione del diritto allo studio.
Personalmente ho vissuto molto da vicino, e ringrazio l’Assessore Bravi e i dirigenti del servizio, sia la riforma in prima battuta, la riforma del diritto allo studio in senso lato, che la comunicazione relativa a questo piano. Debbo dire che trovo coerenza e questo mi dà anche soddisfazione per il lavoro svolto, poi strada facendo è da vedere come si attaglia e si sposa con le problematiche e le soluzioni che i fruitori quotidianamente si attendono dal contesto generale, però devo ammettere che ritrovo coerenza con la filosofia e il disegno della riforma.
In questo piano triennale, in più punti, vedo un'aderenza a queste motivazioni filosofiche, passatemi questa espressione, che hanno ispirato questa riforma, questa legge 4, quindi gli strumenti mi sembrano che adeguatamente stiano andando dietro alla riforma stessa vista nel suo complesso. L'abbiamo visto negli aspetti motivazionali, nei concetti più nobili, nei fini che il diritto allo studio vuole perseguire, ma l'ho visto, con tutta franchezza, nel tentativo concreto di essere aderenti anche nelle cose di dettaglio, ripeto, e un atto di programmazione, come il piano triennale, va anche oltre e accoglie aspetti puntuali come quelli legati all’attività alimentare, nel pensare e nel dare il servizio di mensa, negli alloggi, nell’attenzione agli immobili che ospitano entrambe le categorie di servizi.
Non da ultimo un’attenzione auspicata al trasporto. L’Assessore Bravi qualche tempo fa mi diceva di incontri che avevano grande interesse e la speranza di poter strappare ulteriori risorse a favore del trasporto, che è un aspetto molto importante, e guardo l’accoppiata “Bravi-Sciapichetti” visto che parliamo anche di trasporto. Le risorse che potremo strappare da un lato vanno a garantire anche un altro tema che è quello del trasporto pubblico, di cui ben sappiamo, anche se oggi parliamo di diritto allo studio.
Fin da ora annuncio il mio voto favorevole perché, ripeto, al di là della valenza del piano nella sua interezza, ho riscontrato, studiandolo e avendo vissuto da vicino la riforma della legge 4 sul diritto allo studio in senso lato, più punti di coerenza.
Saranno i mesi che ci separano dall’applicazione viva di queste norme, di questo piano, a dettarci anche eventuali possibilità di modifica e di aggiustamento, perché no, laddove le esigenze lo richiedessero. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Grazie Presidente. Mi sembra che il Presidente della I Commissione abbia fatto un’illustrazione sintetica, ma esauriente di quelle che sono le caratteristiche del piano.
A nome del mio gruppo mi sono astenuto in Commissione, perché, come diceva il Presidente Giacinti, questo piano risente ovviamente della novità della legge sul diritto allo studio e quindi va aggiustato in corso d’opera. Questo è emerso anche nell’audizione che abbiamo avuto con i dirigenti regionali del Servizio istruzione.
Noi però vogliamo essere coerenti, siamo stati coerenti anche nell’approvazione della legge sul diritto allo studio, visto che avevamo presentato a firma del Consigliere Fabbri una proposta di legge e, visto che avevamo delle perplessità, abbiamo sempre cercato di migliorare la legge che non era la nostra, addirittura abbiamo mantenuto sempre una coerenza nei confronti di questa legge anche, se vogliamo, nell’opposizione ai commissari che dovevano diventare Presidenti del Consiglio dell’Erdis.
Siamo stati gli unici a mantenere questa coerenza nel momento in cui doveva chiudersi il cerchio di questa proposta di legge che non era la nostra, ma che noi con grande spirito di solidarietà abbiamo cercato di migliorare in favore del diritto allo studio, ma soprattutto di coloro che del diritto allo studio sono gli attori, cioè gli studenti.
Questa legge ora c’è e noi vogliamo attenerci e cercare di far si che, attraverso il piano regionale del diritto allo studio, sia applicata al meglio nell’interesse generale della Regione e in particolare degli studenti e delle loro famiglie.
Per questo abbiamo cercato i giudizi che vengono dagli studenti e in questo mio breve intervento cercherò di sollecitare la Giunta e l’Assessorato competente a venire incontro alle esigenze che ci sembrano particolarmente centrate degli studenti.
Per esempio quella avanzata dagli studenti di Urbino è di riempire di contenuti quella che è la Carta regionale dei servizi allo studente, che potrebbe avere una valenza molto importante nel diritto allo studio con una convenzione regionale di tutti gli autotrasportatori regionali per cui nel momento in cui lo studente di Ancona va ad Urbino o quello di Urbino va a Macerata, con la sua carta dello studente, ha accesso al trasporto e ai servizi che vengono erogati. E' una legge regionale quindi i servizi devono essere sul territorio regionale, non solo è una legge regionale, ma si sono accorpati in un unico ente tutti e quattro gli Ersu, quindi non si capisce perché siano divisi i servizi.
Gli studenti di Urbino, con grande spirito di responsabilità, dicono anche che sono disponibili a farsi carico di una parte del costo di questi servizi e questa potrebbe essere la chiave per cui la carta dello studente da contenitore vuoto, che è in pratica ora, si tramuti in una attrattiva particolare per gli studenti fuori regione a venire nei nostri atenei.
Questa visione regionale dell’Erdis unico, gli studenti di Urbino la declinano anche per quanto riguarda gli alloggi, la possibilità di alloggiare nei vari studentati degli Atenei.
Gli studenti di Ancona puntualizzano il sostegno alle iniziative quali l’assistenza sanitaria e l’abbattimento dei costi di trasporto, ma soprattutto per il servizio trasporto, bisognerebbe, io lo farò, un intervento all’interno dei Comuni. Ad esempio Ancona è una città dove gli studenti alle 22,30 non hanno più il mezzo, per cui vanno a bere qualcosa in un bar del centro e devono tornare a piedi. Questo è veramente da terzo mondo, questo non è di competenza della Regione, ma invito anche tutti gli altri colleghi delle sedi universitarie a farsi parte diligente affinché ci sia un intervento nei confronti dei Comuni.
Ma soprattutto, e concludo, gli studenti di Ancona dicono che i loro studentati sono in condizioni, lo ha detto anche il Presidente Giacinti, di fatiscenza e questo non solo è un servizio di qualità molto bassa, ma è anche un attacco al patrimonio dell’Erdis a questo punto, gli immobili di proprietà sono sicuramente …, Ancona ha anche immobili che non sono di proprietà, ma in locazione. Lo ripeto perché si possa avere una visione puntuale ed allarmante della situazione di Ancona, gli studenti di Ancona parlano di infestazioni di topi, infiltrazioni d’acqua sia piovana che delle tubature che non sono più a norma, come non sono a norma gli impianti elettrici, per cui alcuni studenti non ricorrono allo studentato ma prendono in affitto degli appartamenti privati. La gran parte degli studentati hanno delle barriere architettoniche e se noi ci lamentiamo che il negozio, l’esercizio privato, non ha la sensibilità nei confronti dei diversamente abili, per l’ente pubblico questo non è sicuramente un discorso che può essere tollerato.
Assessore, facendole gli auguri per questo compito importante e gravoso che ha - in effetti le cose che lei ci aveva illustrato a me hanno colpito nella prima audizione della I Commissione, questo consentire a tutti gli studenti indipendentemente dalle loro capacità economiche, ma dalla voglia e dal loro profitto negli studi, tutte le cose che ci ha detto e che sicuramente noi abbiamo condiviso, anche se ovviamente abbiamo scelto strade diverse per raggiungere questi obiettivi, in questa funzione propositiva che noi del Movimento 5 Stelle vogliamo continuare ad avere e ad accentuare sempre di più - la sollecitiamo nelle cose che hanno detto gli studenti a farle nostre affinché questo progetto, non ricordo il nome, possa centrare gli obiettivi che lei diceva all’inizio, che sono gli stessi obiettivi che sono riportati nella legge per il diritto allo studio. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Molto rapidamente, ma l’occasione è ghiotta, in questo primo piano triennale, per mettere in conto qualche considerazione.
La prima, non possono non collegare questo piano con quanto ci siamo detti fino a qualche ora fa riguardo alla crisi delle aziende e delle industrie. C’è un dato che salta all’occhio nell’allegato A) ed è un ritardo stratosferico dell’Italia, non c’è il dato delle Marche, ma penso che saremo come sempre in linea con il resto del Paese, che riguarda il numero di laureati tra i 30 e i 34 anni in Italia, in Europa sono il 39%, l’obiettivo è arrivare a 40, e noi siamo al 26%.
Ora è evidente che un laureato può anche fare l’operaio se non trova meglio da fare, l’operaio non può fare un lavoro da laureato se non ha una laurea, questa ovvia evidenza ci dice che noi dobbiamo elevare il livello dello studio e lo dico perché ho lavorato per tanti anni nel settore dell’area diritto allo studio dell’Università di Macerata dove capivo e comprendevo che l’istanza dei genitori, delle famiglie, fino a qualche anno fa, era sempre quello: “Mio figlio si laurea perché dovrà fare l’avvocato” No, ci si laurea perché si entra nel cerchio magico di coloro che hanno molte più opportunità di lavoro rispetto ad altri, poi si continua a studiare per tutta la vita, questo è il vero senso, non si finisce con la laurea, con la grande festa, la cena o il pranzo e con quello si è chiuso un percorso, si continua e si continua non solo lavorando in Italia, ma anche lavorando in Europa, lo dice il padre di un figlio che si è laureato in matematica all’Università di Camerino e oggi lavora a Monaco di Baviera, perché? Perché il lavoro si trova lì, si trova dove c’è e se in Italia non c’è o non c’è quella cosa che piace, uno va a lavorare dove lo può trovare.
Che cosa dobbiamo fare in questa direzione, Assessore? Capisco che le leggi saranno molto strette e limitate, però questa riforma dell'Erdis che abbiamo fatto mette in conto che almeno, da quanto abbiamo capito, per un paio di Università, proprio Camerino e Urbino, che hanno corsi di laurea molto particolari, c’è la possibilità che l'Università, gestendo in convenzione queste strutture, possa immaginare una certa diversificazione. Mi fermo qui, cioè dire non tutti i corsi di laurea sono uguali, noi abbiamo dei corsi di laurea che hanno una grande domanda di accesso e dei corsi di laurea, cito matematica per tutti, che hanno una scarsità di accesso. In questo nostro Paese non c’è una cultura scientifica molto sviluppata ed ho visto come l’Università di Camerino favorisce i propri laureati in matematica rispetto ad altri, ma l’ho visto anche a Parma, l’ho visto anche in altre regioni d’Italia, perché? Perché abbiamo grandissima carenza di questo tipo di laureato, abbiamo l’esplosione degli informatici, stanno calando vertiginosamente gli ingegneri, abbiamo l’esplosione di tutta una serie di scienze, non le nomino, c’è un proliferare di scienze che poi alla fine creano disoccupati.
Allora la prima cosa che dobbiamo fare e possiamo fare è ragionare concretamente e seriamente con le università, senza preoccuparci di quelle che potrebbero essere le reazioni del corpo docente, perché il corpo docente difende ovviamente la propria storia, il proprio percorso, ma il Paese delle scelte le deve fare. Non dico che dobbiamo cancellare gli insegnanti di storia, altrimenti il Consigliere Busilacchi ci fulmina, sono un appassionato di storia e credo che la storia dovrebbero studiarla tutti, ma è anche ovvio che, per quanto riguarda le professioni, dobbiamo puntare su corsi di laurea che fanno la differenza in questo attuale contesto e da qui ai prossimi anni. Dovremmo anche chiedere al Ministero della pubblica istruzione qualche aggiustamento, Presidente Volpini facciamolo anche noi un ordine del giorno, tanto lo fanno tutti, per quanto riguarda le lauree in medicina perché a forza di stringere questi numeri programmati, adesso facciamo i concorsi, dobbiamo assumere 3.000 persone nel settore della sanità, e non abbiamo chi viene a farli o addirittura non accettano i posti che gli offriamo perché non sono di loro gradimento ed hanno la possibilità di scegliere.
Faccio un’altra considerazione che invece riguarda i fuori sede. Il dato che ci viene fornito da questa relazione è impressionante, noi abbiamo ed è un vanto di questa nostra regione, ben 20.000 studenti fuori sede e 30.000 in sede regionale, quindi riguardo a questo, Assessore Bravi, ritengo che nella scala dei servizi che noi offriamo, alloggio, buoni per l’acquisto di libri, alimentazione e quant’altro, l’alloggio abbia una priorità assoluta, non solo per gli studenti fuori sede, come è ovvio che sia, ma anche per quelli in sede, perché lo studente di Ascoli Piceno che va all’Università di Urbino ovviamente non può fare il pendolare.
Capisco che gli alloggi sono la parte più difficile e gravosa ma se dobbiamo muovere qualche preferenza, se c'è un margine nella scelta degli investimenti, dovremmo favorire gli alloggi. C'è Urbino che ha una grande tradizione e ne ha accumulati una certa quantità, anche perché l'Università di Urbino in assoluto è quella che ha il maggior numero, se non sbaglio, di studenti fuori sede, per le altre Università la situazione è un po’ più debole perché si è sempre ragionato con quelli intorno casa, ma l’alloggio è fondamentale perché sui libri, anche lì, c’è una diversità enorme. Abbiamo dei corsi di laurea che campano di dispense, altri invece comportano l’acquisto di tutti i libri possibili ed immaginabili; sul mangiare, gli studenti possono anche mangiare presso i loro alloggi e non sempre usufruiscono delle mense, mentre l’alloggio se sei fuori sede non hai scampo, è una cosa che devi comunque avere ed è quella che costa più di tutti.
Una piccola considerazione di natura politica, che non vuole essere polemica, cioè al punto 5 dell’allegato troviamo il concetto dei livelli essenziali delle prestazioni (Lep), è un concetto nuovo, l’Assessore ce lo ha spiegato tante volte, dico come avremmo fatto ad avere un minimo di armonizzazione rispetto ad una struttura sostanzialmente repubblicana - inteso che ogni Università è una repubblica a sé, o monarchica ma repubblicana perché poi l’Università ha all’interno organi elettivi, quindi l’associamo alla repubblica - intorno ai Lep se non avessimo creato l’Erdis. Lo dico sapendo di sfondare una porta aperta rispetto alla Giunta, ma lo dico con molta serenità perché mi sembra che anche il Consigliere Maggi con molta serenità abbia detto: “Prendo atto di questa riforma e su questa lavoriamo” e questo dovrebbe essere il ragionamento buono e sano e di buon senso che dovremo fare in tutte le occasioni.
Ora questo non significa che noi che abbiamo sempre sostenuto l’idea dell’Erdis siamo contenti e soddisfatti e non andremo a nessuna verifica, ci daremo i due anni, i tre anni necessari, vedremo come ha funzionato, ma dico che è uno strumento fondamentale perché ci possa essere quel minimo di uniformità sia sulle tariffe che sul costo unitario dei servizi erogati. Ma significa anche che, rispetto a questo, Assessore, qualche diversificazione relativa ai corsi di laurea, ripeto, e relativa erogazione dei servizi, che non può essere uguale per tutti, ripeto: alloggi, servizi di mensa, o altro, deve essere messa in conto.
Chiudo dicendo che mi sta tutto bene perché è legge nazionale e c’è poco da discutere, ma siccome discutete ai tavoli, mi sta tutto bene sull’aiuto a chi è in difficoltà economica, incominciamo a ragionare un po' anche del profitto perché non è necessariamente vero che il povero sia uno scienziato e non è neanche vero che il ricco debba per forza fare l’università, sono vere tutte e due le cose, però un dato che dovrebbe uniformare tutti è l’impegno, cioè non si può mortificare, e neanche qui voglio fare esempi che possano indicare alcunché, lo studente che per la sua condizione economica, in questo caso ricco, non ha o non debba avere quelle agevolazioni che lo mettono nelle condizioni di fare l’università non dico quasi gratis, ma quasi gratis, perché in qualche maniera il profitto e l’impegno di uno studente va premiato oltre ogni limite e quando si dà le provvidenze a chi è invece in condizioni economiche particolarmente deboli, forse qualche criterio in più che spinga verso il profitto deve esserci perché non è possibile mantenere studenti per tanto tempo e arrivare poi alla fine del triennio, della magistrale, scoprendo che abbiamo fatto andare avanti per tre anni una persona che forse avrebbe dovuto fare un altro lavoro e non necessariamente l’università.
Non ho il calcolo ultimo delle medie, ho qualche idea di quello che era, però forse elevarlo un po' di più, non dico tutti gli esami previsti, ma scansarne uno o due e non di più perché non è concepibile …, non farei nemmeno un discorso di media perché sulle medie penso che sia un criterio anche un po’ barbaro, ma 26/27 è più che sufficiente, ma chiudere il corso di studi ragionevolmente nei tre anni e sei mesi penso che debba essere per tutti un minimo.
All’estero addirittura a chi non lo fa gli fanno pagare le borse ricevute, gli fanno restituire i soldi che gli sono stati dati, non dico di arrivare a questo estremo però un po’ di più dobbiamo fare perché sono soldi di tutti che potevano andare magari a qualcuno che per 500 euro di Isee in meno, non ha avuto la provvidenza e magari abbiamo mandato avanti qualcuno che alla fine del percorso ci arriva, ma ci arriva senza quel numero sufficiente di esami per chiudere e abbandona l’università, però per tre anni abbiamo versato 5, 6, 7 mila euro a seconda dei casi. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Grazie Presidente. Voglio porre una riflessione semplice, ma che tocca molto i territori e che è collegata al sistema universitario delle sedi decentrate.
Il principio di questo atto amministrativo che stiamo discutendo è quello di assicurare l’uniformità di trattamento su tutto il territorio regionale. Credo che basti soltanto riflettere su questo passaggio, tutto il resto viene di conseguenza, il problema è rendere congruente e perequare su tutto il territorio l’offerta dei servizi che diamo ai nostri ragazzi.
Da diversi anni ormai le nostre università hanno prodotto sui territori delle gemmazioni, gemmazioni che si sono consolidate in modo anche abbastanza forte, vediamo quello che succede a Fermo con la Politecnica delle Marche, c’è veterinaria a Matelica sempre di Camerino, nel piceno noi abbiamo una situazione molto forte, consolidata e radicata. Abbiamo la facoltà di architettura che è una facoltà con sede in Ascoli dell’Università di Camerino, quindi non è una vera e propria gemmazione ma è proprio la facoltà con sede istituita con decreto dall’allora Ministro Ruberti che creò la facoltà di architettura, quindi è inamovibile, nacque come gemmazione e poi ebbe il riconoscimento; a San Benedetto invece c’è una gemmazione vera e propria che è la gemmazione della Politecnica delle Marche Facoltà di economia ed anche quella di biologia marina.
In questi anni però, secondo me, il diritto allo studio e la perequazione dei servizi alla popolazione studentesca non ci sono stati e bisogna stare attenti perché alcune facoltà nei momenti di difficoltà delle case madri, si sono rette per effetto degli alunni, degli iscritti, degli studenti che stavano in quelle zone.
Quindi occorre stare molto attenti, queste risorse che noi abbiamo, che l’Erdis andrà a gestire in termini di servizi, dovranno essere perequate il più possibile, non è concepibile che le risorse dei territori che stanno già soffrendo debbano poi essere spese, utilizzate, su altre realtà perché l’università sta lì, l’università sta a Camerino, l’università sta ad Ancona, l’università sta a Macerata, non deve essere così, dobbiamo prendere coscienza che noi abbiamo fatto delle università non diffuse sui territori, perché io sono contrario all’università diffusa, non ha senso, perde di qualità l’università diffusa, non ha senso che ogni città, ogni Comune, prima si inventava e faceva richiesta di avere il suo corso di laurea, non ha senso, dobbiamo stare molto attenti, perché significa svilire il percorso universitario, la qualità dei corsi e lì poi le lezioni si fanno in teleconferenza, perché lì il professore va una volta al mese si e no, quando è libero.
No, noi abbiamo delle gemmazioni e su quelle dobbiamo lavorare e consolidare, però se vogliamo dare delle risposte dobbiamo dare anche dei servizi, non si discute, per cui chiedo un'attenzione particolare su questo.
Dispiace che su questo atto non se ne parli assolutamente, si parla in linea di principio di una serie di cose di cui non si può non essere d’accordo, perché, ripeto, quando leggo la premessa e leggo questo passaggio potrei evitare di continuare a leggere, le altre pagine potrei non leggerle perché se c’è una onestà intellettuale di chi ha realizzato l'atto che dice che dobbiamo assicurare uniformità di trattamento su tutto il territorio regionale, sto tranquillo, perché i 3.000 studenti che stanno fra Ascoli e San Benedetto saranno trattati come i 6.000 che stanno a Camerino.
L’Erdis dovrà investire in termini di alloggi, non so come, dovrà costruirli con i fondi che ci sono per l’edilizia universitaria laddove ci sono facoltà che sono strutturate oppure potrà prendere in locazione degli immobili per poi darli con dei bandi a ragazzi meritevoli.
C'è il problema delle mense, nelle gemmazioni, nelle facoltà cosiddette periferiche questi ragazzi ogni anno vengono sballottati con delle convenzioni, una volta in pizzeria, una volta in una piccola trattoria, una volta in un ristorante.
Dobbiamo dare stabilità a questo sistema se vogliamo essere attrattivi. Ritorna ancora il problema dell’attrattività della nostra regione. Questa mattina abbiamo parlato dell’attrattività delle aziende per quanto riguarda i nuovi insediamenti produttivi, oggi parliamo di attrattività per lo studio universitario perché ovviamente la prima cosa che chiedono le famiglie dei ragazzi che vanno a studiare fuori casa è quella dei servizi, poi si preoccupano anche della qualità della didattica, ma la prima cosa è “Quanto costa l’alloggio? Quanto costa la mensa?” Assessore purtroppo i costi sono questi e qui bisogna ragionare in termini …
Detto questo chiudo e spero che ci sia un monitoraggio dell’Erdis nel modo giusto e preciso affinché questa perequazione ci sia veramente e non sia soltanto un fatto di facciata che rimane sulla carta. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Questa mattina stiamo discutendo una proposta che riguarda il futuro degli studenti e del mondo scolastico.
Noi abbiamo sempre manifestato un forte dissenso su queste proposte perché anche l’ultima legge che è stata approvata dalla maggioranza, per quanto ci riguarda, non raccoglieva e non raccoglie le aspettative degli studenti. Non le raccoglie anche perché non c’è una omogeneizzazione di trattamento, non le raccoglie perché c’è una forte disparità tra chi usufruisce di tutti i servizi, magari non è italiano, c’è una forte discrepanza.
Ad esempio in merito all'Ersu di Ancona vedo che soltanto sui pasti c’è chi ne usufruisce sia al giorno che alla sera ed altri che non ne possono usufruire. Faccio soltanto questo esempio perché c’è questa forte differenziazione che credo la proposta dovrebbe recuperare. Vedremo quando queste differenze verranno recepite, in questo momento esistono, questa forte differenziazione esiste, esiste da territorio a territorio, esiste nel metodo di assegnazione delle borse di studio da università a università. Ci viene detto che questo dovrà andare a regime, lo vedremo, noi esprimiamo questo dissenso, quando poi si arriverà ad una omogeneità di trattamento, ad una omogeneità di riconoscimento, soprattutto per chi vive ed è nato in questo territorio, in questo Paese, che non è fortemente differenziato rispetto ad altri, allora esprimeremo delle valutazioni diverse rispetto a quelle che esprimiamo oggi.
Pertanto il nostro voto è un voto di dissenso, è un voto negativo e noi chiediamo che vengano recuperate queste nostre osservazioni, allora vedremo poi di modificare la nostra impostazione, adesso la Lega Nord su questo piano non c’è, pertanto la nostra è una valutazione negativa. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Bravi.

Loretta BRAVI. Grazie Presidente. Vi ringrazio molto per tutte queste osservazioni che mi danno modo di dialogare sui contenuti.
Vorrei partire come primo concetto dal tavolo con il Ministero e su che cosa stiamo realmente lavorando.
Il Consigliere Zaffiri ha parlato degli stranieri, questo, Consigliere Zaffiri, è un grosso problema e tutti gli Assessorati nazionali hanno messo in evidenza questa discrepanza che lei dice esserci e che condivido in pieno ed il Ministero sta cercando una nuova formula per addivenire all’Isee degli stranieri, perché si è accorto che abbiamo due pesi e due misure. Le rispondo perché mercoledì abbiamo parlato di questo, quindi cosa fresca, fresca.
Sugli stranieri devo dire che tutte le Regioni, non solo noi, hanno espresso questa forma di disagio nella distribuzione delle borse di studio.
Il secondo punto su cui stiamo lavorando con il Ministero, e sono 4 Regioni a chiederlo fortemente, tra cui io per le Marche, è quello dei trasporti.
C’è la proposta, però poi devo dire una verità, di inserire i trasporti dentro la borsa di studio che, per quello che mi riguarda, potrebbe andare pure bene, cioè oltre agli alloggi, alla mensa, si pensa di mettere la voce “trasporti” dentro la borsa di studio.
Devo dire però, credo che io debba dare notizia di quello che avviene, che ci sono due scuole di pensiero al Ministero, c’è chi afferma che questi trasporti vanno dentro la borsa di studio, per cui si eviterebbe il discorso della monetizzazione, di cui ha parlato prima il Consigliere Celani, che è molto pericolosa, perché la monetizzazione da un lato dà la possibilità agli studenti di usufruire di questa quota come vogliono, dall’altro è poco monitorata, adesso però che abbiamo la giacenza media il discorso va a cadere, però la monetizzazione della borsa di studio ha creato problemi che non sono stati monitorati.
Sulla questione dei trasporti si apre anche il discorso che ha fatto il Consigliere Maggi, su cui sono pienamente d’accordo, noi stiamo lavorando per questa convenzione, intanto lavoriamo nel territorio per il trasporto regionale … Dica?

(intervento fuori microfono)

Loretta BRAVI. No, è al posto della monetizzazione, cioè molti Assessori, ed io sono abbastanza d’accordo, hanno detto: “Ma se la borsa di studio va per i servizi perché non diamo i servizi?” Alloggio, mensa, trasporto. Perché fare questa monetizzazione che è un po’ a rischio? Ripeto, con la giacenza media andiamo meglio, però ha creato problemi.
Abbiamo scoperchiato alcune cose per cui non era così chiara l’erogazione della borsa di studio, comunque vado avanti. Stranieri così!
Trasporti. Ci sono queste due ipotesi, una è quella del tavolo ministeriale che prevede i trasporti dentro la borsa di studio, la seconda è quella che ha detto il Consigliere Maggi, cioè di provare nelle Marche a fare una convenzione per il trasporto per i giovani, per gli studenti.
Direi di più, di estenderla alle superiori perché abbiamo il problema degli studenti delle scuole secondarie di secondo grado che hanno espresso, da un anno e mezzo, tre cose molto precise, puntuali e pericolose, perché sono tre cose molto pesanti: libri gratis, trasporto agevolato e scuola aperta il pomeriggio, che è una gran cosa, però lì abbiamo un problema con l’Ufficio scolastico regionale che non ci dà l’organico, che tutti conoscete, quindi passo avanti.
Poi c’è un altro punto di cui parliamo al Ministero che secondo me è importante che voi tutti in questo Consiglio sappiate, è la quota FIS, noi stiamo lavorando perché ci venga riconosciuta più quota per la borsa di studio perché con il sisma abbiamo avuti danni del 62%. Ci sembra che siamo stati equiparati alle altre tre Regioni del sisma, mentre per i danni noi siamo molto sopra.
Il quarto punto del tavolo con il Ministero è la mobilità degli studenti in Europa. Questa è una cosa molto interessante perché si lavora sui progetti della Macroregione, dei manager d’azienda che vanno all’estero per vedere come si gestisce una ditta, però mobilità non vuol dire andare all’estero e non tornare, ma vuol dire andare all’estero per vedere.
Questi sono i quattro punti del tavolo.
Vorrei aggiungere che quello che avete detto degli alloggi e delle barriere architettoniche è un grossissimo problema e speriamo di iniziare un ragionamento molto più preciso. Io non sono abituata a fare promesse però la verità la dico, se noi non avessimo fatto l’Erdis, come prima ha detto il Consigliere Marconi, se non avessimo istituito l’Erdis, non avremmo avuto accesso alle risorse, perché i quattro Ersu non erano contemplati al Ministero.
Bisogna addivenire ad un ente erogatore unico, poi lo gestisci come vuoi, con convenzioni o meno, lo vedremo strada facendo, a seconda della libertà degli Atenei, perché gli Atenei sono degli interlocutori, sono gli interlocutori oltre ai ragazzi.
Però l’Erdis ci dà la possibilità di fare un monitoraggio ben preciso in base ai Lep di cui ha parlato il Consigliere Marconi.
Brevemente vorrei portare altre due notizie. La prima, la affermo perché è stata una piccola conquista e quindi sono contenta, abbiamo già stabilito più dottorati di ricerca rivolti alle aziende. Parlo di dottorati industriali, non del puro dottorato teorico. L'anno scorso ne abbiamo fatti 50, quest’anno ne facciamo 50 + 26, che non è poco. Abbiamo messo le risorse del Fondo sociale europeo su questa misura e questi 26 dottorati saranno specifici, cioè saranno richiesti dai singoli Atenei. 26 diviso 4, equamente, per cui c’è la richiesta di veterinaria, c’è la richiesta di giovani che sappiano costruire in maniera antisismica, c’è la richiesta di Macerata sulla scienza della formazione. Faremo dei dottorati specifici, oltre ai 50 di Eureka altri 26.
Di questo sono contenta per il discorso che prima ho fatto in merito alla Ragaini, perché noi dobbiamo investire su questo e formare i giovani, altrimenti ci piangiamo addosso senza avere le competenze.
Un altro punto di cui ha parlato il Consigliere Marconi, e mi dispiace che ora non ci sia, è che comunque si decide il rispetto per l’area scientifica e per l’area umanistica, quindi nel rispetto del Dna delle nostre facoltà. Perché? Perché è vero che andiamo verso la tecnologia, la robotizzazione, l’industria 4.0, ma è anche vero che in America vanno le nostre menti che conoscono il mondo classico e quindi noi dobbiamo stare molto attenti a rispettare.
Ieri sono andata a Macerata ed ho visto come il Dna di quella facoltà è umanistico, non è scientifico, quindi noi dobbiamo rispettare quello che ci viene richiesto e dobbiamo avere il coraggio di renderlo pubblico come eccellenza, perché noi non abbiamo solo la prototipazione, abbiamo anche delle menti che sanno studiare il latino, l’inglese e il greco e se vanno in America e fanno un figurone. Questo dobbiamo salvaguardarlo e non riconoscerlo di serie B, mi permetto di dire.
Un’altra notizia buona è che noi abbiamo idonei beneficiari, non abbiamo idonei non beneficiari quindi è andata abbastanza bene, per dare anche qualche notizia non proprio negativa.
Quello che ha detto il Consigliere Celani devo dire la verità l'abbiamo sfumato volutamente perché è in corso una grossa diatriba se l’Università va centrata o devono reggere tutti i decentramenti. Gliela dico proprio com’è! Per salvaguardare il decentramento, è un fatto che nelle Marche c’è, l’abbiamo lasciato com’è per non inveire troppo e sentirci dire: perché non accorpate tutto da una parte? Se poi lo vogliamo fare sarà una decisione che prenderemo in futuro, ma non credo che debba essere parallela all’Erdis, l’Erdis è un'altra questione.
Sicuramente quello che voi avete detto ha una parola chiave, che è quella dei servizi. L’Erdis sta prendendo forma, l’Erdis si sta costituendo, lunedì prossimo si discuterà in Giunta del programma annuale, della programmazione annuale.
La programmazione triennale, ho sentito prima il Consigliere Marconi che parlava dei Lep, la programmazione triennale ha avuto questo senso, dare una progettualità, per lo meno far capire che l’Università marchigiana esce dall’autoreferenzialità, si mette in discussione con la realtà delle aziende e cerca di andare verso servizi equi per tutti.
Non vorrei che venisse dimenticato il fatto che una delle due priorità della riforma era la progettualità secondo gli obiettivi di Europa 2020, ma l’altra era il welfare sociale, su questo ci lavoreremo.
Mi auguro che questa opera di ripristino degli Ersu nell’Erdis dia più rigore e più oggettività.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Proposta di atto amministrativo n. 37. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di atto amministrativo n. 39
ad iniziativa dell'Ufficio di Presidenza
“Rendiconto del Consiglio-Assemblea legislativa per l'esercizio finanziario 2016”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 39 dell'Ufficio di Presidenza.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore Consigliere Minardi.

Renato Claudio MINARDI. Grazie Presidente. Il rendiconto che portiamo in discussione oggi nell'Aula del Consiglio regionale ha come base e fondamento due parole d’ordine che sono rigore e sobrietà. Questo è stato il principio ispiratore in base al quale si è lavorato in questo periodo di tempo, esattamente due anni, stiamo parlando del rendiconto del 2016, ma il tema di fondo riguarda due parole d’ordine: rigore e sobrietà.
Il rendiconto del Consiglio del 2016 vede per il primo anno, per la prima annualità, l’applicazione del decreto legislativo 118, una rivoluzione nella formazione e nella gestione dei bilanci rispetto al passato perché di fatto con l’applicazione del 118 il bilancio si fa per cassa e non più per competenza.
Il bilancio è diviso in due parti: la gestione finanziaria e il conto economico e lo stato patrimoniale.
Due sono sostanzialmente le cifre di fondo su cui vorrei portare l’attenzione dell’Aula relativamente al bilancio 2016 e sono la cifra assestata della gestione del bilancio del 2016, esattamente 13.843.000 euro, quindi le spese omnicomprensive della gestione del Consiglio regionale, a partire dal personale fino all’ultima delle spese del Consiglio, vede questa cifra.
L’altra cifra importante su cui vorrei portare l’attenzione è l’avanzo di amministrazione, ovvero un avanzo di amministrazione rispetto a quella che era la cifra nel bilancio di previsione, che è di 1.180.000. Cosa vuol dire questo? Vuol dire che nella gestione del bilancio nel 2016 ci sono stati risparmi, economie per 1.180.000 euro che vanno riversati nel bilancio generale della Regione Marche, di fatto sono economie.
Quando dico che 1.180.000 euro vengono riversati nel bilancio della Regione Marche, vedo qui davanti a me l'Assessore Cesetti e sarà ben felice di avere a disposizione questa cifra, voglio dire che questa cifra viene ricaricata o scaricata, come volete, nel bilancio generale della Regione Marche e sono risorse che sostanzialmente verranno destinate ai servizi per la comunità marchigiana, quindi verranno restituite alla comunità marchigiana.
E’ stato fatto un lavoro improntato sulle due parole d’ordine: rigore e sobrietà ed è stato fatto anche un importante lavoro di razionalizzazione e di contenimento della spesa. Se dovessimo fare un raffronto del bilancio 2016 rispetto a quello del 2015 abbiamo una minore spesa di 1.961.000 euro, quindi abbiamo un avanzo di amministrazione di 1.180.000, una minore spesa rispetto all’anno precedente di 1.961.000 euro, che corrisponde esattamente a -18%.
Da cosa derivano queste economie? Derivano prevalentemente ad esempio dal taglio ai finanziamenti ai gruppi consiliari, la legge 9 del 2016 votata da questa Aula ha portato a delle economie, e dal trattamento economico dei Consiglieri, tenuto conto che rispetto al 2015 ci sono meno Consiglieri e non è stato utilizzato il numero degli Assessori esterni, come per la IX legislatura.
Relativamente alla missione 1, programma 1, che riguarda gli organi istituzionali, abbiamo complessivamente, rispetto alla cifra che dicevo prima di 1.180.000, una economia rispetto al bilancio di previsione di 649.650 euro, un'economia che corrisponde al 6,46%.
Come dicevo, abbiamo avuto minori spese per gli organi istituzionali, le indennità dei Consiglieri e degli ex Consiglieri, le spese dei gruppi consiliari, minori spese sulle attrezzature, sulle spese di comunicazione, sui convegni, minori spese di rappresentanza, questa per esempio è una cifra su cui vorrei fare una sottolineatura perché di fatto le spese di rappresentanza di questo Consiglio regionale sono ridotte sostanzialmente all’osso, se non vado errato mi pare che le spese di rappresentanza del 2016 del Consiglio regionale siano state poco più di 2.000 euro, nulla rispetto al fatto che siamo sicuramente un Consiglio regionale rigoroso e parsimonioso.
Minori spese postali, minori spese telefoniche, minori spese sull’acquisto dei giornali, minori contratti con le agenzie.
L'ulteriore diminuzione della spesa è dell'anno scorso e deriva dalla mancata partecipazione alla Fiera del libro di Torino, che però quest’anno si è realizzata.
C’è stata anche un’altra cosa importante che ha portato a questa economia di spesa di 1.180.000 euro, che riguarda la gestione economica e del provveditorato guidata dal Dirigente dott. Misiti, che ringraziamo per l’attività che svolge e per il lavoro svolto quotidianamente, capillarmente su ogni spesa. Su questo abbiamo avuto un’economia di ulteriori 204.000 euro, anche qui un 18% in meno. Sono piccole cifre che nel complesso fanno una cifra importante, sono minori spese relative alla cancelleria, ai beni di consumo per gli uffici, alle spese postali, alle spese telefoniche, ai materiali di consumo, alle stampanti, alle fotocopiatrici, anche la gestione del parco auto ha un’economia importante perché, come sapete, l’utilizzo delle auto è stato ridotto all’essenziale, non come in passato. E' compreso anche il contenimento dei costi del gabinetto e dell’Ufficio di Presidenza.
Altra cosa che vorrei sottolineare, e vado verso le conclusioni, è che il decreto legge 78/2010, normativa di carattere nazionale, prevede una serie di riduzioni che vanno dal 50 all’80% su una serie di materie che sono: spese annue per studi ed incarichi di consulenza -80%, spese per relazioni pubbliche e convegni, mostre, pubblicità e spese di rappresentanza -80%, spese per missioni anche all’estero -50% (queste percentuali sono previste dal decreto legge 78 che le dà come obiettivo rispetto alla cifra consolidata del 2009), spese per attività esclusivamente di formazione -50%, spese per collaborazioni continuate e continuative -50%, spese per l’acquisto, la manutenzione, il noleggio e l’esercizio di autovetture -70%.
Rispetto a queste riduzioni che sono previste dal decreto legge 78, che oscillano fra il 50 e il 70% rispetto al consolidato del 2009, noi siamo riusciti a fare di meglio, nel senso che mentre avevamo una capacità di spesa di 4.988.000 di euro nel 2016 la spesa è stata di 3.754.000 euro, per cui abbiamo avuto un'ulteriore riduzione del 32% rispetto a quello che era l’obiettivo che aveva dato come indicazione lo Stato. Una riduzione di 1.234.000 euro, -32%, quindi abbiamo largamente rispettato l’obiettivo del decreto legge 78, un obiettivo dato dallo Stato per quello che riguarda la parte della finanza pubblica.
Il rendiconto ha il parere favorevole del Collegio dei sindaci revisori, posso dire che c’è stata sempre grande collaborazione nella gestione del bilancio sia all’interno dell’Ufficio di Presidenza che con la struttura.
Aggiungo semplicemente a questa cifra che anche lo scorso anno, quando abbiamo fatto il rendiconto del 2015, avevamo un’economia importante di 1.300.000 euro suddivisa in due tempi, 800.000 euro in sede di assestamento, rimessi nel bilancio della Regione, e 500.000 euro portati ad avanzo nel bilancio dello scorso anno.
Credo di poter dire che anche sulle spese del personale dei gruppi c’è stata una economia importante, come sulle spese del gabinetto. Sono tutte somme, tutte cifre importanti che danno il senso e l’applicazione di quelli che sono i principi che ho detto in apertura, le due parole d’ordine: rigore e sobrietà, ma anche razionalizzazione, cercando di utilizzare al meglio le risorse, perché, e concludo, stiamo utilizzando le risorse dei cittadini, sono risorse pubbliche, sono i soldi dei cittadini marchigiani, per cui per ogni euro che viene utilizzato, per ogni euro che viene speso, dobbiamo porci sempre e comunque il problema di come vengono utilizzate queste risorse. Questo ci porta sempre a fare doppie valutazioni e, applicando i principi di rigore e sobrietà, ad avere queste economie che di conseguenza alla fine vengono rigirate in servizi ed attività per i cittadini marchigiani.
Ringrazio ancora la struttura che gestisce a partire dal dirigente dott. Misiti e tutti i suoi collaboratori, per il lavoro che è stato fatto perché questo ci ha consentito da una parte di razionalizzare e dall’altra parte ha consentito alla politica di fare quello che è giusto e doveroso ed anche di utilizzare al meglio tutte le risorse perché sono le risorse dei cittadini marchigiani. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Quello che andiamo ad approvare è il bilancio del Consiglio al termine dell’esercizio 2016 che presenta un saldo positivo di 1.180.000 euro, come ha detto il Consigliere Minardi, che costituisce quindi un avanzo di amministrazione.
La somma per 1.173.000 euro deriva da economie da stanziamento dei capitoli del bilancio di previsione per l’anno 2016 e 7.577 euro da impegni 2015 eliminati perché il debito risulta insussistente.
Questo avanzo dovrà essere incluso nel rendiconto generale della Regione e concorrere a determinare i risultati finali della gestione del bilancio regionale, secondo quanto previsto dal decreto legislativo 118 del 2011.
Forza Italia come gruppo si asterrà dal votare questo rendiconto dell’anno 2016. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Grazie Presidente. Ho letto con attenzione il rendiconto del Consiglio, in particolar modo la relazione del Segretario generale e, visto che avevamo espresso un parere contrario, ho letto anche le modifiche dell’assetto organizzativo. Quindi noi ci siamo espressi in maniera contraria alla valutazione della dirigenza sulla modifica di legge di riferimento, che è la 14/2003, che ha attribuito questo compito all’Ufficio di Presidenza e non ai dirigenti, quindi ha espresso una scelta politica sulla valutazione della dirigenza, per noi sarebbe stato opportuno lasciarla alla dirigenza stessa e non alla politica.
Sicuramente possiamo fare un apprezzamento sul fatto che questo rendiconto è ispirato, come ha detto il Consigliere Minardi, alla trasparenza e io direi anche alla spending review, visto che i tagli sono stati fatti. Quello che ci preoccupa come persone del gruppo Movimento 5 Stelle, non lo so, mi sembra che siamo quelli che stanno di più negli uffici, è che questa spending review non deve penalizzare il lavoro dei Consiglieri. Come sapete gli impianti di riscaldamento e di refrigerazione sono veramente inefficienti e inefficaci, c’è stata la buona volontà di aggiustare, ma gli aggiustamenti durano lo spazio di un mattino, come la vita di una farfalla. Qualche tempo fa avevo l’ufficio che era impraticabile dal caldo, mentre quando piove a vento dai vetri entra l’acqua, poi stiamo facendo un pellegrinaggio, Assessore Cesetti, tra la sala Bastianelli e la sala Ricci perché non c’è l’impianto di amplificazione, non siamo in grado di registrare, per cui ci mettiamo più tempo e c’è questa itineranza continua, sembra che l’unica sala che adesso ha l’impianto di registrazione sia la sala Ricci, la Pagoda è l’unica che quando piove ci piove dentro, per cui possiamo parlare ed amplificarci ma dobbiamo stare anche con l’ombrello perché c’è un’infiltrazione d’acqua. Per non parlare poi dell’Aula del Consiglio nella quale, come vediamo a volte, si interrompe la votazione e si va per alzata di mano. Questo non è perché io e miei colleghi vogliamo vivere nella bambagia, ma è per avere degli strumenti adatti, idonei a fare al meglio il lavoro per cui siamo stati chiamati ed eletti dai cittadini marchigiani. Quindi noi plaudiamo sicuramente a questa spending review e a questa politica della trasparenza, ma tutto questo deve lasciarci la possibilità di poter lavorare al meglio per la funzione a cui siamo chiamati.
Un’ultima considerazione, proprio ieri nella I Commissione si è cambiata la legge sul controllo delle leggi e non si è riusciti a rendere operativa la struttura per l’analisi di impatto di regolazione delle leggi (Air), in pratica un’analisi socio-economica per vedere se le leggi nel contesto della Regione vanno verso la maggiore efficacia e la maggiore produttività. In I Commissione ci è stato detto che questa struttura è difficile da poter costituire e a noi ci risulta, Presidente, che in questi ultimi anni sono state formate ben 5 unità di personale per questo adempimento. Lei Presidente, addirittura, è andato alla consegna del master di due unità che sono state formate con denaro pubblico proprio per questa funzione.
Da una parte noi vogliamo esprimere la nostra soddisfazione per questo contenimento dei costi, ma ci sono anche altre cose da aggiustare, ma visto che stiamo parlando di questo rendiconto, dall’altra crediamo che una maggiore efficienza, non dico una maggiore spesa, ma una maggiore efficienza, una maggiore possibilità di svolgere al meglio il nostro lavoro, anche per quanto riguarda proprio i supporti di carattere tecnico, sarebbe auspicabile.
Noi non voteremo contro questo rendiconto. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Ho cercato di ascoltare con attenzione l’introduzione e l’esposizione del Consigliere Minardi per quanto riguarda il rendiconto del bilancio del Consiglio.
C’è qualcosa che non porta! Non porta nell’esposizione, perché è stato detto sobrietà e razionalizzazione, ma per che cosa razionalizzazione e sobrietà? Non ci sono gli strumenti per poter lavorare in Consiglio, lei sa quanto me e meglio di me che le sale di registrazione non ci sono. Dentro questa Aula non funzionano gli strumenti per votare. Allora dov’è la sobrietà? La sobrietà per che cosa? Per fare delle assunzioni? Questa è la sobrietà? Vogliamo capire dove vanno a finire i soldi che vengono risparmiati, questo vuol dire trasparenza.
Sobrietà e razionalizzazione, di che cosa? Di strumenti che mancano per lavorare? Ma che scherziamo, per risparmiare che cosa? Dove vanno questi risparmi o dove sono andati questi risparmi, in assunzioni?
Si fanno delle proposte qui in Aula per creare dei posti che vengono lasciati liberi e poi all’improvviso ci sono delle assunzioni, guarda caso, cosa facciamo ci piangiamo addosso o diciamo che le cose non sono trasparenti?
Questo è il problema di fondo che credo occorra mettere a posto. Il Consigliere Maggi dice che i Consiglieri per poter lavorare e per poter operare nella piena autonomia, come eletti dal popolo, devono avere gli strumenti, l’Air va in I Commissione e viene bocciato. Non ci sono gli strumenti.
Il Consigliere deve essere messo nelle stesse condizioni della Giunta che ha la sua struttura per poter operare. Il Consigliere è più importante perché è stato eletto dalla comunità, da chi l’ha votato e deve essere messo in condizione di poter operare, no che deve chiedere alla Giunta se quella legge la può fare, se è coperta da finanziamento. Il Consigliere è fortemente svantaggiato in questa proposta, lo capisce anche un bambino che va all’asilo, deve essere messo in condizione di lavorare, allora usiamoli questi soldi per fare queste cose.
Questa è una proposta forte, no risparmiare, voglio capire se veramente si risparmia perché qui è vero che ci sono dei numeri, ma cosa risparmiamo? I non barellati non vengono trasportati nella provincia di Ancona! Uno senza una gamba e senza un occhio non viene trasportato, ma di cosa stiamo parlando? Mi viene la pelle d’oca quando sento questi interventi. Ma di cosa stiamo parlando? Parliamo seriamente del risparmio.
Su questa cosa vedo un ordine del giorno su una legge ancora da approvare, risparmiamo i soldi e dobbiamo metterli da parte perché dobbiamo approvare una legge. Ma che film abbiamo visto?
Credo che occorra essere più seri, un po’ più umili e creare le condizioni affinché il Consigliere possa lavorare e possa recuperare un ruolo politico importante, perché oggi è fortemente svantaggiato. Il Consigliere oggi presente in quest’Aula non è in condizione di poter operare, mi rivolgo al Consigliere e Presidente della Commissione Busilacchi chiedendo di recuperare e di chiudere positivamente le cose che stiamo facendo in Commissione regolamento perché il Consigliere, dopo i soldi che vengono risparmiati, come ha detto il Consigliere Minardi, venga messo nelle condizioni di poter operare in termini omogenei rispetto alla struttura dell’esecutivo della Giunta. Grazie.

PRESIDENTE. Forse Consigliere Zaffiri è meglio che ripassi un attimo il senso del bilancio del Consiglio regionale perché le risorse risparmiate oggi andranno a confluire nel bilancio della Regione che le utilizzerà nel miglior modo possibile.
Evidentemente non ritiene importante il risparmio per il trasferimento dei gruppi, le spese di rappresentanza, le spese postali, la riduzione della cancelleria e le indennità dei Consiglieri.
Evidentemente non ritiene importanti questi risparmi e ne prendiamo atto.
Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente. Pochissime parole, credo che abbiamo un ruolo importante e dobbiamo esercitarlo con molta responsabilità.
Riprendo soltanto una cosa di quelle che ha detto, tra l’altro con rispetto, il Consigliere Zaffiri.
Quando discuteremo il bilancio della Regione Marche approfondiremo, come abbiamo sempre fatto, la parte legata alla sanità, che è quasi il bilancio della Regione Marche, e una partita come quella del trasporto sanitario o non prevalentemente sanitario vediamo di collocarla in quel contesto perché sono d’accordo, siamo d’accordo che bisogni come quelli, che il Consigliere Zaffiri citava, devono trovare risposta. Nel bilancio della Regione Marche facciamo in modo che ci siano le risposte giuste.
Qui vorrei rimanere più sul ruolo del Consiglio e per quanto mi riguarda alla possibilità e alla responsabilità che il Consigliere ha di poterlo esercitare fino in fondo.
Non ritorno, anche perché l’ha fatto il Vicepresidente Minardi, alcune scelte importanti le ha citato ora il Presidente Mastrovincenzo, penso alla riduzione del numero dei Consiglieri o alla riduzione quasi piena, totale, dei costi dei gruppi, anche se i gruppi ancora hanno un costo perché le spese sono all’interno del bilancio della Regione, come quella del personale. Quindi su questi aspetti ci sono voci importanti, voci che hanno a che fare con il ruolo degli eletti, ma che non riprendo perché i colleghi li conoscono come me.
Sono intervenuto per dire sostanzialmente due cose, una è legata … Le Commissioni, non soltanto la IV presieduta dal Presidente Volpini, ma anche la I dove tra l’altro ho partecipato varie volte e conosco il Presidente Giacinti, stamattina abbiamo discusso nella II, faccio parte della III, su questo credo che concorderanno anche i Consiglieri di minoranza, sono permeate profondamente da democrazia e proprio perché sono permeate da democrazia, quindi dobbiamo fare in modo, soprattutto quando ascoltiamo ..., questo lo dico oggi per l’ultima volta, perché poi finisce che sono ripetitivo, invece non voglio esserlo. Ricordo che sull’ultima audizione fatta, su una proposta di legge del Consigliere Bisonni, c’è stata una partecipazione massiccia dei Sindaci e ricordo anche l’intervento del Consigliere Zura Puntaroni

(interrompe il Consigliere Zura Puntaroni)

Enzo GIANCARLI. Consigliere Zura Puntaroni lei è un creativo, perché oltre alla democrazia partecipata c’è anche una democrazia e una partecipazione obbligata, quindi …
Al di là delle battute sono intervenute tante persone. Lì non c’è stata la deregistrazione ma c’è stata come deve essere, a mio avviso, la trascrizione e mi sono riletto le posizioni espresse dalle associazioni ambientaliste, dai Sindaci, dai Presidenti delle Comunità montane, considero quel fascicoletto che è stato prodotto interessante ed è giusto che ci siano dei momenti in cui queste cose siano garantite, questo l’ho fatto come esempio, però credo che se su questo c’è da spendere 20, 30 mila euro l’anno, per far si che le Commissioni alimentino questa partecipazione, allora dobbiamo fare in modo che si possa risalire a cosa ha sostenuto quella associazione a differenza di un anno rispetto alla costruzione di una legge importante, sono momenti su cui non dobbiamo ..., fermo restando il rigore e la sobrietà a cui va anche il mio apprezzamento, però questo dobbiamo fare in modo …
La cosa principale su cui volevo intervenire si chiama Palazzo delle Marche, noi dobbiamo fare in modo, e dico questo non tanto per il Presidente Mastrovincenzo e per il Vicepresidente Minardi, ma per l’Assessore Cesetti, perché so che è attento e sensibile, che quell’edificio acquistato meno di 15 anni fa, che ha visto un cantiere permanente, questa è la ragione vera altrimenti non sarei intervenuto, mi scuso anche con i colleghi, prima della fine della legislatura deve essere messo in condizione di essere ultimato e non per i Consiglieri, ma lo dico per le persone che lavorano dentro quel palazzo, quindi interventi dagli impianti di condizionamento alla sicurezza, alla risistemazione dopo il terremoto, perché quelle ferite si vedono. Molto spesso abbiamo un problema anche di percezione, a volte siamo accusati, Assessore Sciapichetti so quant’è il suo impegno, per i ritardi nel terremoto, ma se uno viene a sollecitare azioni per il terremoto e vede un edificio in quelle condizioni, già capisce o pensa che le cose non vanno bene.
Quindi la ragione del mio intervento si chiama Palazzo delle Marche, ripeto, non lo dico per me o per noi, ma lo dico per noi in quanto dobbiamo essere quelli che agiscono per far sì che l’edificio sia degno di quello che rappresenta, ma soprattutto che le persone che sono costrette a rimanerci per circa 40 ore settimanali possano vivere in condizioni confortevoli.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Grazie Presidente. Anche come revisore dei conti, come istituto residuo che volevamo abolire, non so se lo abbiamo abolito con il nuovo regolamento per questo atto, per confermare una linea di tendenza che mi sembra abbia portato ad un sostanziale dimagrimento e quando dico sostanziale penso a tagli a due cifre, anche se, come ho sempre sostenuto, l'illusione che su questi tagli facciamo la differenza, rispetto ad un bilancio di quattro miliardi e mezzo, è veramente ridicolo.
Credo che siamo arrivati sul piano del funzionamento, sul piano delle indennità e alla fine anche sul piano dei vitalizi, che non ci saranno più, ad un punto di non ritorno, cioè sotto a questo ..., soprattutto per quanto riguarda il funzionamento degli uffici Presidente, l'abbiamo rilevato in sede di Commissione regolamento e con tutto quello che metteremo in moto, riguardo alla legge che prevede una verifica ed un controllo attento dell’attività legislativa, qualche cosa in più dovremmo tentare di avere rispetto all’oggi perché veramente si fatica per quanto riguarda sia l’acquisizione di dati che la produzione legislativa.
La produzione legislativa è indubbiamente diminuita, è spesso oggetto quasi esclusivamente di modifiche, ma sarebbe interessante se in questa legislatura, non dico da subito, riuscissimo a far partire in maniera seria quest’opera di revisione e di controllo della legislazione esistente ed anche di controllo delle attività che le leggi dovrebbero aver prodotto, avendo il coraggio di cancellare quelle che non hanno prodotto nulla e modificare o rafforzare quelle che hanno prodotto qualcosa.
Questo lavoro necessiterà di un impegno straordinario da parte dei Consiglieri regionali rispetto all’ordinario, e ci sta tutto, anche se siamo 12 in meno rispetto alla precedente legislatura, ma ci sta anche la necessità di supporti tecnici operativi anche di livello qualificato che ci aiutino in questa direzione, anche un po’ per accelerare i tempi. Noi siamo abituati ad uno scadenzario che è quello che porta un Consiglio alla settimana, ma forse con dei supporti adeguati potremmo farne anche due, potremmo fare anche qualche legge in più, dopo il problema impatta sul cosiddetto finanziamento.
Chiudo queste considerazioni di carattere generale, faccio quindi un unico intervento, e non chiederò la parola sull’altro, e dico due parole sull’ordine del giorno che alleghiamo alla presente, insieme ai Consiglieri Rapa e Busilacchi, per segnalare una necessità. Ovviamente siamo perfettamente consapevoli del fatto che l’ordine del giorno non produce niente in termini giuridici, perché questo 1.180.000 euro finisce nel calderone del bilancio regionale e sarà oggetto dell’intervento che si chiama variazione di bilancio o assestamento, non so se faremo tutti e due insieme, o faremo prima la variazione e poi l’assestamento.
Una cosa sicura è che non voterò mai una lira verso la sanità, questo lo dico tranquillamente, ambulanze, camere mortuarie, casse da morto, niente per la sanità, semmai il contrario, il processo in base al quale i soldi dalla sanità devono andare verso il socio-sanitario deve continuare. Quei quattro euro che ci sono rimasti del bilancio della Regione devono rimanere nel bilancio della Regione, se no qui veramente chiudiamo, Assessore Cesetti, chiamiamo un Commissario da Roma, tra terremoto e sanità cancelliamo il nostro bilancio e quei 260-270 milioni che sono rimasti sul bilancio ordinario, possiamo tutti buttarli in sanità, ci riapriamo 10 ospedali, ci possiamo fare tutto, però la Regione chiude!
Dico solo: decideremo una volta per tutte per le 150 leggi non finanziare? C’è stato un tentativo da parte della Giunta con l’atto di semplificazione di cancellarne alcune, le cancelliamo tutte così il problema è risolto, sappiamo che rispetto a questo non ne facciamo più, sappiamo pure che non presenteremo più leggi nuove.
Ho firmato questo ordine del giorno, ed unitamente a questo, insieme ad altri Consiglieri della maggioranza e mi auguro anche con qualcuno della minoranza, visto che l’atto è stato liquidato, un atto concordato con i Comuni, lo ricordo da un anno, ma sono paziente come Pannella che in questo era bravo, insisteva per anni e poi alla fine riusciva ad ottenere quello che voleva, quindi bisogna imparare anche dai nemici, tale era per me Pannella, ma nel metodo estremamente efficace, noi abbiamo atti, ne cito uno per tutti, il servizio civile anziani giacente da 7 mesi, approvato in Commissione, manca l’ultimo articolo, che è quello del finanziamento, da 7 mesi votato all’unanimità, con un impegno preciso preso nei confronti dell’Anci e dei Comuni che attendono questo atto e quattro briciole, perché daremo quattro briciole ai Comuni, però è un modo per dire mettiamo in movimento qualche centinaio di anziani, ultrasessantenni, ultrasessantacinquenni, poi alla fine c’è una modulazione diversa a seconda dei servizi, perché? Perché è un mondo di società civile che può aiutarci in tanti servizi, penso soprattutto a quelli di natura culturale e ambientale, possono …
E’ un ragionamento che faremo a breve, non lo faccio solo all’Assessore Cesetti perché questa non è una competenza di bilancio, questa è una competenza politica che abbraccia l’intero Consiglio, è un ragionamento che dovremmo fare in tutta onestà che penso tocchi tutte le Regioni italiane, però è un ragionamento, altrimenti rispetto a questo l’attività nuova di legislazione ce la diciamo all’inizio dell’anno: più di 5 leggi nuove non possiamo fare perché più di 5 leggi finanziabili fino ad un milione, due milioni, non possiamo fare, per il resto ci arrangeremo o cercheremo di contrabbandare con qualche leggina di settore interventi che invece potrebbero essere strutturali, cioè potrebbero riguardare tutto un settore, tutto un mondo e in questo senso ho firmato insieme ai Consiglieri Busilacchi e Rapa la legge sul sostegno all’inserimento lavorativo (Sil) che tenta di fare sistema rispetto a tanti rivoli che prima venivano finanziati. Vediamo se la cosa funziona, se ha funzionato per questo potrebbe funzionare anche per altri settori, per il momento senza grandi risorse aggiuntive, questa potrebbe essere una, altre potrebbero essere individuate nel corso della legislatura, ma la questione rimane ed io credo che questa sia solo una provocazione, non vuole essere una risoluzione, rispetto ad un problema che c’è e che riguarderà tutti indistintamente, noi oggi maggioranza e minoranza, domani maggioranze diverse e minoranze diverse, ma riguarderà tutti alla stessa maniera.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie Presidente. Ovviamente non coglierò l’occasione della discussione del rendiconto del bilancio del Consiglio per parlare di bilancio, non è questa la sede, ne avremo occasione quest’anno forse prima della pausa estiva, come ho detto stamattina, perché la parifica di bilancio è fissata a luglio.
Dico soltanto, Consigliere Marconi, che questa Regione non ha bisogno di Commissari che non farebbero meglio di noi perché l’ha detto lei, il compito è assolutamente politico nel decidere le politiche di bilancio e pur nelle ristrettezze di cui siamo vittime, credo che abbiamo la capacità, come Consiglio regionale, per decidere le politiche di bilancio.
Lo voglio ribadire anche in questa occasione perché il bilancio regionale, Consigliere Marconi, non è nella disponibilità dell’Assessore al bilancio, la disponibilità dell’Assessore al bilancio è la proposta, ma è nella disponibilità del Consiglio regionale che lo approva, altrimenti significherebbe un'abdicazione del Consiglio stesso nelle mani dell’Assessore regionale.
Credo molto alle Assemblee legislative che sono espressione del popolo sovrano e non dell’Assessore che trae i suoi poteri da una delega, è questo il luogo dove il Consiglio regionale può e deve fare le politiche di bilancio emendando, se del caso, le proposte dell’Assessore e quindi le proposte della Giunta, certo. Se poi l’Assessore si vede o la Giunta si vede emendate e stravolte le proprie proposte ci sono delle conseguenze politiche, però questa è la sede ed io a questo ci credo.
E' qui che ne discuteremo, non c’è il rischio di non votare provvedimenti perché le risorse non andranno alla sanità, anzi, la sanità, è vero Presidente Volpini, in questa Regione si autofinanzia, c’è, come sappiamo, da ultimo una rimodulazione, come si dice, dei fondi sanitari sul socio-sanitario e questo credo che sia stata ed è una politica di bilancio virtuosa.
Voglio aggiungere che non c’è questo rischio perché non solo la sanità si autofinanzia, ma noi abbiamo ottenuto grazie, lo voglio dire, Consigliere Marconi, a politiche di bilancio regionale virtuose che fanno delle nostre politiche di bilancio un esempio a livello nazionale, può piacere o non piacere ma così è, in occasione della conversione del decreto legge 50 in Parlamento, la possibilità di applicare l’avanzo in sanità e questo lo abbiamo ottenuto grazie a politiche virtuose nella sanità, ma non solo, nel bilancio regionale, perché voglio ricordare che Regione Marche è l’unica regione a Statuto ordinario ad essere in avanzo.
Quindi su questo …, certo poi ci sono le ristrettezze, i tagli, questo lo sappiamo, però dobbiamo valorizzare quello che insieme facciamo, quindi noi possiamo applicare l’avanzo in sanità, questo vale, lo voglio dire al Consigliere Marconi che è molto sensibile su questo tema e lo ringrazio, per la Regione Marche 100 milioni e io dico che vale oltre 100 milioni e presto formalizzeremo questa applicazione.
Mi fermo qui, altrimenti significherebbe parlare di bilancio, per quanto riguarda nello specifico quello che è stato posto, mi è venuto adesso in mente, ne parlavo con il Presidente Mastrovincenzo, ritengo che sia un fatto quasi naturale e dovuto, se l’Assemblea legislativa ha conseguito economie per oltre 1.180.000 euro credo che sia giusto, doveroso, quasi naturale che parte consistente di queste risorse, almeno in egual misura, siano destinate ad approvare quell’impegno, quell'ordine del giorno per quelle politiche, di cui si diceva prima, ma parte vadano destinate alla sistemazione del palazzo dei gruppi del Consiglio regionale. Mi sembra una cosa quasi ovvia per sopperire immediatamente a quelle carenze che sono state poc’anzi dedotte in quest’Aula, quindi parte di quelle risorse verranno fin d’ora destinate. Quindi in questo senso ci ricorderemo nell’applicazione, io lo farò presente immediatamente all’esito di questa discussione ai miei uffici, per quel che mi riguarda come Assessore al bilancio, Presidente, a meno di un voto contrario di questo Consiglio, che almeno 600.000 euro di questo importo verranno destinati per la sistemazione, la messa a norma e quant’altro necessario per il Palazzo del Consiglio regionale in Piazza Cavour.

PRESIDENTE. Grazie Assessore. Cogliamo con piacere questa risposta, credo che tutti i Consiglieri la possono accogliere con piacere.
Ha la parola il Consigliere Minardi.

Renato Claudio MINARDI. Grazie Presidente. Intanto vorrei rifare il punto delle cose che sono state dette.
E' chiaro che quello che è stato detto da me, a nome anche dell’Ufficio di Presidenza, nella relazione introduttiva rispetto al rendiconto 2016, riguarda l’impianto nella sua complessità, ci mancherebbe che il nostro lavoro, di tutti, non solo dell’Ufficio di Presidenza, non fosse improntato al rigore e alla sobrietà perché stiamo utilizzando risorse pubbliche.
In questo Consiglio regionale abbiamo eliminato le risorse che venivano destinate ai gruppi, è stata una scelta che questo Consiglio regionale ha fatto nonostante che le risorse dei gruppi, anche in passato, non fossero state destinate, al di là di qualche imperfezione che è stata attenzionata, all’acquisto di fuoristrada o all’acquisto di cose completamente estranee, come coloro che con i soldi pubblici hanno comperato in altri luoghi d’Italia i diamanti.
Dico questo perché quando si viene ripresi per la questione del rigore e della sobrietà penso che ci sia da rimanere male. Dopodiché è chiaro che rigore e sobrietà, ribadisco che sono soldi dei marchigiani, non devono assolutamente ledere i diritti dei Consiglieri, l’autonomia dei Consiglieri, di avere tutti gli strumenti per poter svolgere pienamente e al meglio il proprio lavoro.
Su questo dobbiamo essere chiari, peraltro se ci sono situazioni o esigenze che devono essere segnalate al Presidente, alla Segreteria generale, al Segretario dell’Aula, possono essere tranquillamente segnalate e credo che il Consiglio regionale debba rispondere perché i Consiglieri regionali devono avere tutti gli strumenti adeguati e necessari perché in autonomia possano svolgere al meglio il proprio lavoro.
Questo credo che sia indiscutibile, rigore e sobrietà, ma questo è indiscutibile.
Parlo di rigore e sobrietà indiscutibili, nel momento in cui questo lo rendiamo indiscutibile non dobbiamo buttare via i soldi.
Questo è il tema che ho segnalato in sede di relazione.
Quindi rispetto dell’autonomia, i Consiglieri sono eletti dai cittadini, come è stato detto, sono eletti dal popolo, dopodiché io dico che il ruolo bisogna anche esercitarlo, ci si può lamentare, ma il ruolo bisogna esercitarlo perché la sovranità è dell’Aula, il bilancio lo fa l’Aula, la Giunta propone all’Aula la proposta di legge di bilancio, ma il bilancio lo votiamo noi e se ci sono delle cose che non vanno bene noi abbiamo la sovranità e l’autonomia di modificare il bilancio perché lo votiamo. Legiferiamo facendo il bilancio, quindi la nostra autonomia è piena e laddove ci dovessero essere anche problemi per l’approvazione di proposte di legge che hanno difficoltà ad essere finanziate, ribadisco, dipende anche dal nostro ruolo perché l’autonomia piena è del Consiglio regionale che approva il bilancio e lo modifica.
Sul resto non ho capito a che cosa si riferiva prima il Consigliere Zaffiri quando ha parlato di assunzioni, sinceramente non so di cosa sta parlando, se magari poi ce lo vuole spiegare. Non ci sono economie o risparmi finalizzati alle assunzioni, perlomeno che io ne sia a conoscenza, mi sono confrontato con il Presidente non ne è a conoscenza neppure lui, quindi se c’è qualcosa per carità discutiamone, ma non credo che ce ne siano.
Il tema dei microfoni, che è stato sollevato, è già stato risolto perché è stato firmato alcuni giorni fa il decreto per l’acquisto dei microfoni che arriveranno nei prossimi giorni presso le Aule che ne hanno necessità, questo a dimostrazione che laddove ci sono problemi devono essere affrontati.
Le ultime due cose, si è parlato di risorse che risparmiamo e che ci sono i barellati che non vengono trasportati. Stiamo parlando del bilancio del Consiglio regionale non compete al Consiglio regionale e non è in questo bilancio la spesa che riguarda i servizi sanitari o socio-sanitari. Stiamo parlando del funzionamento del Consiglio regionale e se a qualcuno viene la pelle d’oca a me viene la pelle d’oca ad immaginare che si possa pensare che con il bilancio del Consiglio si possano trasportare i barellati, permettetemi la battuta.
Il bilancio del Consiglio non consente questo, il bilancio del Consiglio consente di garantire l’autonomia, l’attività, il funzionamento, il personale, gli strumenti, gli studi, le ricerche, tutto quello che serve per fare bene il nostro lavoro, ma sicuramente non compete al bilancio del Consiglio il trasporto dei barellati.
Il Consiglio approva il bilancio nel suo complesso perché nel bilancio della Regione Marche il bilancio del Consiglio è un di cui, quindi il bilancio del Consiglio regionale è una parte del bilancio complessivo della Regione Marche.
L’ultima cosa che voglio dire è che accolgo positivamente la proposta che ha fatto l’Assessore Cesetti relativamente all’utilizzo di risorse per la manutenzione del Palazzo delle Marche, su questo bisogna fare una precisazione, il Palazzo delle Marche non è di proprietà del Consiglio per questo abbiamo difficoltà di intervenire, a fare le manutenzioni che sono necessarie ed indispensabili e che alcune volte creano anche situazioni di disagio all’interno ma ci sono situazioni che hanno bisogno di essere sistemate anche all’esterno, per cui la proposta che ha fatto l’Assessore di utilizzare metà delle risorse che vanno in economia per fare la manutenzione del Palazzo, così come è stato anche sollevato, perché sono l’avanzo di amministrazione, credo che sia una proposta interessante che può essere accolta.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Proposta di ordine del giorno a firma dei Consiglieri Busilacchi, Marconi, Rapa.
Emendamento paa39/2017/odg 1/1 a firma delle Consigliere Pergolesi, Malaigia, Leonardi, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Abbia presentato questo emendamento, ed anche un altro all’ordine del giorno presentato, perché reputiamo innanzitutto piuttosto strano il fatto di voler finanziare una legge che ancora non è uscita dalla Commissione e non è neanche uscita dal voto dell’Aula. Ci sembra innanzitutto di esautorare la Commissione stessa dal proprio ruolo andando ad approvare qualcosa che non c’è, andare a finanziare qualcosa che non c’è. Non sappiamo se la proposta di legge nel passaggio in Commissione resterà così come è stata presentata dai Consiglieri oppure verrà stravolta, quindi noi andiamo a finanziare qualcosa che oggi non sappiamo che cosa sarà, potrebbe addirittura cambiare quello che esce dalla Commissione e quello che approderà al voto di quest’Aula.
Questa cosa ci pare piuttosto assurda e quindi abbiamo voluto modificare l'ordine del giorno togliendo quelle parti che si riferiscono alla proposta di legge n. 143 lasciando come input quello legato al discorso del sostegno all’occupabilità e mantenendo quelli che sono i dati della disoccupazione ed ovviamente le cifre del risparmio.
Approfitto per illustrare anche il secondo emendamento, che sarebbe un sub emendamento, così li discuto insieme in un unico intervento, perché andiamo con il sub emendamento a modificare quello che è l’impegno della Giunta, ovviamente reputando indispensabile che venga tolta la parte relativa alla proposta di legge 143.
Nel dispositivo finale chiediamo di aggiungere all’impegno, dopo le parole “a sostegno delle famiglie indigenti” le parole “e per l’inserimento lavorativo dei soggetti affetti da patologie altamente invalidanti non finanziati da norme nazionali”.
L'abbiamo presentato e ringrazio le Consigliere Malaigia e Pergolesi, che sono con me componenti di minoranza della Commissione sanità e sociale, perché abbiamo voluto insieme condividere una volontà. Purtroppo durante le sedute della Commissione sanità vediamo una serie di bisogni che non vengono finanziati, ci siamo trovate ad esempio, e purtroppo è una battaglia che credo dovrebbe essere condivisa da tutti, a vedere che i fondi per l’assistenza domiciliare indiretta non ci sono, abbiamo discusso fino a poco fa una nuova legge sulla fibromialgia, che poi ha creato una serie di polemiche, proprio perché non ci sono i soldi per finanziarla, quindi andiamo ad approvare delle leggi che non hanno finanziamenti e poi andiamo a fare un ordine del giorno che finanzia una legge che non c’è, che è solo una proposta.
C’è per quanto riguarda questi capitoli la possibilità di intercettare fondi europei e quindi non vediamo la necessità di andare a finanziare a monte un qualcosa che non c’è. I bisogni purtroppo sono molti e ci sono leggi giacenti, già approvate da questo e da Consigli precedenti, che non sono finanziate su bisogni veri ed importanti e voi volete assicurare un finanziamento per una legge che oggi non c’è.
Reputiamo la cosa assurda, vogliamo recepire positivamente quello che è il succo di … l’inserimento lavorativo, ma non ci sembra questa, assolutamente, la formula condivisibile. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Cercherò di rispettare i pochi minuti che ci sono per la presentazione degli emendamenti per l’annuncio di voto contrario.
E' chiaro che l’ordine del giorno come tutti gli atti di indirizzo non finanziano alcuna legge, qui non si finanzia alcuna legge, qui si dà un indirizzo politico su una priorità che è la politica contro la povertà.
Per come noi l’abbiamo pensata è chiaro che abbiamo in mente una proposta di legge che è già istruita, ma ci mettiamo un capitolo assolutamente generale che è quello di sostenere le famiglie indigenti perché vogliamo dare un segnale e l’efficientamento della spesa, così com'è avvenuto ad esempio nella Regione Emilia-Romagna, del Consiglio regionale e della Giunta permette di finanziare una legge contro la povertà.
Noi non facciamo riferimento ad una legge specifica, ma vogliamo sostenere le famiglie indigenti e quindi diamo una priorità a questo tema e non entriamo ..., vedo qua l’idea dell’inserimento lavorativo dei soggetti affetti da patologie altamente invalidanti.
La legge che abbiamo in mente è istruita e ha già una copertura, che è la copertura nazionale a questa fattispecie, ci sono altre leggi, però discuteremo di questo tema nelle sedi opportune, adesso vogliamo semplicemente dare un atto di indirizzo che è quello delle famiglie povere.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Provo pure io a capire che cosa dice questo ordine del giorno.
Devo dire che siete riusciti a mettere insieme tutto e il contrario di tutto in un ordine del giorno che è indifendibile per quello che c’è scritto, perché contiene anche il contrario di quello che è stato illustrato ultimamente dal Consigliere Busilacchi.
Che c’è un po’ di confusione lo dimostrano anche le cancellature perché avete cancellato nel dispositivo la parte relativa alla 143, ma nelle premesse se ne fa riferimento, delle due l’una, o è sbagliato il dispositivo o c’è confusione nelle premesse.
Nella premessa non posso dire di fare qualcosa che sta nella mia mente e andare a mettere qualcosa in una scatola che non esiste, dopodiché creiamo il capitolo, facciamo la finanza creativa, facciamo un capitolo e li mettiamo lì, li facciamo stazionare, ma non può essere! Nel dispositivo la pdl 143 scompare, mentre nella premessa si fa riferimento che è stata presentata una proposta di legge che contiene azioni di sostegno, attenti, all’inserimento lavorativo ed interventi a favore dell’occupabilità. Qui non si parla di famiglie indigenti, è un sostegno a chi vuole trovare lavoro, ma siamo matti? Con 600.000 euro - perché 500.000 euro già l’Assessore Cesetti giustamente li destina alla ristrutturazione del Palazzo della Regione - diamo sostegno all’occupazione? Perché? Quando poi si passa all’altro capoverso si dice che la proposta intende fornire tra l’altro una risposta alla domanda di lavoro anche alla luce degli ultimi dati disponibili relativi al 2016, secondo i quali i disoccupati nella nostra regione erano 73.526 e oggi sono aumentati di 4.491 unità. Quindi dico che con questi fondi voglio dare una risposta alla domanda di lavoro che è impellente in questo momento, ma non c’entra nulla con quello che in pratica si dice nel dispositivo.
Terzo punto, la proposta si focalizza in particolare sui soggetti che faticano ad inserirsi nel mercato del lavoro estendendo ad essi la possibilità di ottenere un sostegno economico condizionato comunque alla ricerca attiva di una occupazione.
Che c’entra la famiglia indigente con la ricerca dell’occupazione, sono due cose diverse. Se volevo fare un discorso per bene nelle premesse dicevo che volevo dare un sostegno al reddito delle famiglie indigenti, un sostegno al reddito a chi fatica ad avere un reddito minimo di sussistenza.
Quello è il sostegno al reddito, l’asse 3 dell’Fse, andatelo a vedere, il sostegno al reddito già ce l’abbiamo, ci sono i fondi, per quanto riguarda il sostegno al reddito, c’è da dire che sono pochi, ecco dove c’era un po’ di intelligenza, siccome lì sono pochi e non riusciamo a soddisfare le esigenze che sono sempre più incessanti, perché ci sono tanti più disoccupati, quei fondi li vado a riversare su quell’asse in modo tale da dare soddisfazione a più persone possibili. Se voi andate adesso sul sito della Provincia e andate a vedere i bandi che sono stati pubblicati e le graduatorie che sono state approvate, vedrete che saranno finanziati, voglio essere bravo, voglio essere buono, il 50% delle domande perché non ci sono fondi, perché l’Fse non ce la fa da solo a finanziare tutti. Allora metto 500.000 euro che vanno a finanziare una parte di quelle graduatorie, allora sì che do un sostegno al reddito delle famiglie indigenti, ma che c'entra con l’occupazione, non c’entra nulla con l’occupazione, è un guazzabuglio.
L’ultimo punto, che non vi è dubbio che il sostegno all’occupabilità delle persone è lo strumento principale di lotta alle situazioni di disagio economico e sociale che rischia di sfociare nella povertà vera e propria, quindi devo dare un sostegno all’occupabilità per impedire che la famiglia vada in dissesto finanziario, cioè che sia indigente, quindi non si capisce nulla.
Allora o un sostengo all’occupazione, o un sostegno al reddito, lo so Assessore Cesetti ha trovato già la soluzione però se non facevamo tutto questo probabilmente non veniva fuori l’equivoco e soprattutto la grande confusione che è stata messa in questo ordine del giorno che così com’è non è assolutamente votabile né sostenibile, mentre i due emendamenti che le colleghe hanno presentato fanno riferimento effettivamente ad un discorso di carattere generale che invece va nel verso che voi avevate in mente ma che non siete riusciti a focalizzare.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie Presidente. Il Consigliere Celani evidentemente oggi ha tempo e quindi lo dedica, però il Consigliere Celani, lo chiedo anche al Consigliere Busilacchi, anche sotto il profilo formale, in parte ha ragione e conseguentemente presento, Consigliere Celani, un altro emendamento che di fatto raccoglie - dal mio punto di vista - le sue giuste perplessità, quindi con il primo emendamento propongo nella parte dispositiva l’integrale soppressione del 3°, 4°, 5° e 6° capoverso, mentre nella parte dispositiva presento un altro emendamento dove dico di destinare le risorse sopra indicate parte per la copertura degli interventi regionali a favore delle politiche a sostegno delle famiglie indigenti e parte per la copertura delle spese necessarie per la manutenzione straordinaria del Palazzo delle Marche.
In questo senso credo che si possano raccogliere le indicazioni giuste che sono venute anche dal Consigliere Celani.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. Non ho capito se l’Assessore Cesetti ha presentato due emendamenti ed il mio sub emendamento che fine fa? Se possiamo avere anche la copia, grazie.

PRESIDENTE. Ora non facciamo in tempo ma lo leggerò, intanto per chiarezza cominciamo a votare gli emendamenti che ha già illustrato la Consigliera Leonardi.
Emendamento paa39/2017/odg 1/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. Bisogna fare un po’ di chiarezza, questo è l’emendamento, l’Assessore Cesetti ha appena detto che ha presentato un emendamento alla premessa allora dovrebbe essere allegato come sub-emendamento a questo emendamento, visto che il testo è praticamente lo stesso.

PRESIDENTE. Sono due emendamenti differenti, il suo è sostitutivo l'altro è parzialmente modificativo.

Romina PERGOLESI. Non ho capito, scusi.

PRESIDENTE. Il suo emendamento è sostitutivo, quello dell'Assessore Cesetti è parzialmente modificativo, sono due emendamenti separati. Procediamo, leggo l'emendamento dell’Assessore Cesetti che cita: “nel preambolo i capoversi successivi al secondo, dalle parole “è stata presentata” alle parole “povertà vera e propria” sono soppressi.

Romina PERGOLESI. Vorrei che aggiungesse anche il mio voto favorevole al mio emendamento di prima. Grazie.

PRESIDENTE. Perché non ha votato? Aggiungiamo il voto favorevole della Consigliera Pergolesi. Adesso verranno distribuite le fotocopie.

Emendamento paa39/2017/odg 1/1 bis a firma dell’Assessore Cesetti. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Sub emendamento paa39/2017/odg 1/2/1 a firma delle Consigliere Malaigia, Leonardi, Pergolesi, ha chiesto la parola ne ha facoltà.

Romina PERGOLESI. Presidente vorrei capire, il sub emendamento che abbiamo presentato noi va a sostituire l’emendamento presentato dall’Assessore Cesetti?

PRESIDENTE. Diventa modificativo rispetto all’emendamento dell’Assessore Cesetti.

Romina PERGOLESI. Quindi il nostro sub emendamento va a modificare l’emendamento dell’Assessore Cesetti. Perfetto.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. Semplicemente per ribadire che mi spiace che l’Assessore sia contrario, semmai può presentare un sub emendamento al nostro sub emendamento, perché sinceramente destinare una parte di questi soldi alla manutenzione straordinaria del Palazzo delle Marche anziché alle persone affette da disabilità, quindi con patologie altamente invalidanti che non possono lavorare ed avere un inserimento corretto nel mondo lavorativo, secondo me non vi fa molto onore. Quindi la invito a rivedere ed eventualmente a presentare un sub sub emendamento con l’aggiunta della parolina “e”.

PRESIDENTE. Vorrei solo specificare che il suo capogruppo poco fa ha chiesto dei lavori per il Palazzo che lei dice non essere urgenti. Mi permetto solamente di dire che l’intervento del suo capogruppo era dedicato a questo.

Fabrizio CESETTI. Lei converrà con me che non sono solito dirmi cosa debbo fare, però premesso che ho presentato l’emendamento per destinare quelle risorse per “una causa giusta”, tra l’altro una causa giustamente sollecitata in modo particolare dal suo capogruppo Consigliere Maggi. Credo quindi che dinanzi alla deduzione in quest’Aula di condizioni del Palazzo delle Marche che attengono alla sicurezza di coloro che lì lavorano ed esplicano il mandato, io credo che sia un atto dovuto, pena anche l’assunzione di qualche responsabilità da parte del Consiglio regionale, destinare almeno parte di quelle risorse, comunque sufficienti, ad ovviare a quelle carenze che attengono alla sicurezza, perché se così non fosse - sono risparmi dell’Assemblea legislativa - immaginiamo dinanzi a quale responsabilità ci troveremmo qualora a causa di quelle carenze denunziate in quest’Aula, dovesse succedere qualcosa.
Mi sembra doveroso fare questo, perché la sicurezza in questo caso ha la priorità e questo non può essere revocato in dubbio. Ha la priorità! E' la priorità delle priorità. Ok? Perché sono risorse, tra l’altro, del Consiglio regionale.
Quindi mi meraviglio che ci si sorprenda di un atto che ho presentato, che è ovvio, è naturale, come dicevo prima, e mi dispiace, questo si, che si voglia strumentalizzare lavoratori, soggetti affetti da patologie altamente invalidanti, per un mero calcolo politico e questo ovviamente, dal mio punto di vista, è inaccettabile.
Ripeto, vedo che questa sera c’è particolarmente voglia di discutere intorno al nulla, ma non è una cosa vietata, si può fare qualche volta. Però il mio emendamento è un atto dovuto e naturale, mi meraviglio che non ci abbia pensato la Consigliera Pergolesi visto che il suo capogruppo ha denunciato più volte la carenza di condizioni di sicurezza.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Mi meraviglio che il Presidente del Consiglio e l’Assessore che sono persone attente e precise dicano che la mia dichiarazione è in contrasto con quanto ha scritto la Consigliera Pergolesi.
Facciamo un esempio, ho detto che c’è bisogno delle riparazioni, noi Consiglio siamo l’inquilino, lei Assessore Cesetti è il padrone di casa, io inquilino dico: “Ho le finestre rotte e mi entra l’acqua dentro casa” e lei padrone di casa dice: “Adesso con i soldi tuoi ci pago la riparazione”, perché è questo quello che sta facendo lei, lei sta pagando la riparazione con i soldi dell’inquilino.
Si può anche fare perché l’Assemblea è sovrana, quindi decide che i soldi dell’inquilino, ovvero del Consiglio, debbano andare alla riparazione.
Secondo me è il padrone di casa che ci deve pensare.
Il Consiglio deve decidere se con quei soldi deve pagare la rottura del tetto o se devi rivolgerli a qualsiasi altra iniziativa, quindi è una prerogativa del Consiglio decidere se i soldi risparmiati devono andare all’Assessore Cesetti per riparare la cosa o tutto il milione e cento deve andare ad un’opera meritoria.
E' nella nostra prerogativa ed è un nostro diritto scegliere dove i soldi dovranno andare, poi se noi li devolviamo tutti alle galline padovane per rimpinguare la razza, lei deve comunque mettere i soldi per riparare il tetto! Capisce Assessore?
Il Consiglio è sovrano e può decidere se quei soldi, il milione e cento, li può destinare una parte per riparare il tetto e una parte per coloro che sono più svantaggiati, questa è una prerogativa del Consiglio.
La mia dichiarazione che c’è bisogno di manutenzione per il rispetto dei Consiglieri e soprattutto, qualcuno l’ha detto, dei lavoratori che stanno all’interno, non è assolutamente in contrasto con l’emendamento della Consigliera Pergolesi.
Quindi, per fatto personale, ci tengo a precisare quanto ho detto. Quindi lei che fa il padrone di casa con i soldi nostri ci ripara la casa.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Presidente, mi rivolgo direttamente a lei perché ho ascoltato con stupore le parole dell’Assessore Cesetti che ha detto che questi soldi sono necessari alla sicurezza, sono interventi necessari a garantire la sicurezza di quel Palazzo, indi ne deduco, avendo una mente razionale, che attualmente quel Palazzo non risponde ai requisiti di sicurezza, per cui lo invito a fare un’analisi approfondita e nel caso a interdire l’accesso a quel Palazzo, perché io non voglio rischiare la mia incolumità se quel Palazzo attualmente non ha, che ne so, il certificato di prevenzione incendi, non ha dei requisiti di sicurezza tali da potervi accedere con sicurezza.
Siccome io tengo molto e con molta serietà in considerazione le parole dell’Assessore, lo invito sotto sua responsabilità a verificare questo e nel caso a interdire l’accesso, non solo ai Consiglieri, ma a tutte le persone che lì lavorano.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Io non so quanto tempo è che il Consigliere Bisonni si è affacciato sulla scena della politica, ma Consigliere Bisonni vivrà male nel futuro se non fa attenzione alle parole e alla loro contestualizzazione.
Ho detto che, siccome il Consigliere Maggi ha dedotto in quest’Aula la carenza di condizioni che attengono alla sicurezza di quel palazzo, in accoglimento di quella legittima richiesta ho presentato un emendamento per destinare parte di quelle risorse per ovviare alle carenze dedotte dal capogruppo Maggi, e non potrebbe essere diversamente, questo è atto dovuto, certo, pena responsabilità, ma non ho detto in alcun modo né potrei dire che in quel Palazzo ci sono carenze di sicurezza tali da interdirne l’uso, non è così, però quando si dice che non funziona l’aria condizionata ..., Consigliere Bisonni è vero che ci si appassiona intorno a queste cose ..., Consigliere Bisonni non è un’offesa!
Consigliere Maggi è molto semplice, mi meraviglio che ad una certa ora ancora stiamo qui, io la vorrei mettere in modo molto semplice, ripeto, spiace constatare, e la finiamo qua per quel che mi riguarda, che intorno ad un fatto che io vedo veramente naturale, il Consiglio regionale, l’Assemblea legislativa consegue delle consistenti economie sul proprio bilancio, che parte di queste economie siano destinate alla sistemazione e se necessario certo alla completa messa in sicurezza. Qualche volta non funzionavano gli ascensori, li ho visti, e sono stati interdetti all’uso, anche quello è sicurezza, allora credo che sia naturale fare questo, tutto qui e quindi non mi pare che sia necessario fare tanta polemica.
Questo ho detto e questo ribadisco.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. All’Assessore Cesetti auguro di fare tantissima strada.
Comunque Assessore Cesetti è lei che non è stato attento a quello che ho detto perché lei ha parlato di sicurezza e di responsabilità, io non ho detto che quell’edificio non è agibile o ha carenze tali da non poter essere accessibile, ho chiesto al Presidente di verificare le condizioni visto che lei parla di sicurezza e di responsabilità. Quindi ho detto un’altra cosa, non si distragga Assessore, comunque le auguro tantissima strada.

PRESIDENTE. Su emendamento paa39/2017/odg 1/2/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento paa39/2017/odg 1/2 a firma dell’Assessore Cesetti. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Proposta di ordine del giorno, così come emendata. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Proposta di atto amministrativo n. 39. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Relazione n. 11
della II Commissione assembleare
“Partecipazione della Regione Marche al meccanismo di 'Allarme rapido – early warning' ai sensi del Protocollo n. 2 del Trattato sull'Unione Europea e sul funzionamento dell'Unione europea – Dialogo politico con le Camere del Parlamento italiano in merito alla proposta di Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa all'equilibrio tra attività professionale e vita familiare per i genitori e i prestatori d'assistenza e che abroga la direttiva 2010/18/UE del Consiglio (COM 2017 – 253 final)”
(Discussione e votazione risoluzione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la relazione n. 11 della II Commissione assembleare.
La discussione è aperta ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Traversini.

Gino TRAVERSINI. La relazione l'abbiamo approvata all’unanimità in Commissione, in perfetta concordia, quindi possiamo anche votarla senza presentarla. (…) Allora leggo la relazione senza nessun problema, era solo per velocizzare visto che c’erano le condizioni.
A febbraio di quest'anno l’Assemblea legislativa delle Marche si è espressa sul Programma di lavoro della Commissione europea per il 2017. Tra le iniziative ritenute prioritarie l'Assemblea legislativa, su proposta della II Commissione, ha individuato quelle riconducibili al cosiddetto pilastro europeo dei diritti sociali, nell'ambito del quale la Commissione europea annunciava di voler presentare delle iniziative per affrontare le problematiche legate alla conciliazione tra vita professionale e vita privata per le famiglie che lavorano, le iniziative sull'accesso alla protezione sociale, l'attuazione della direttiva sull’orario di lavoro, nonché una proposta di revisione della direttiva sulla dichiarazione scritta che impone al datore di lavoro l'obbligo di informare il lavoratore delle condizioni applicabili al contratto o al rapporto di lavoro.
Ad aprile di quest'anno è stata presentata la proposta di direttiva di cui discutiamo nella seduta odierna, oltre che la Comunicazione riguardante l'istituzione del pilastro europeo dei diritti sociali che, nelle intenzioni della Commissione europea, sarà condiviso dagli Stati membri a livello politico ed istituzionale durante il vertice sociale che si terrà in Svezia il prossimo 17 novembre.
La proposta di direttiva di cui discutiamo contiene il superamento della normativa europea già in vigore in materia di equilibrio tra attività professionale e vita familiare e introduce a livello europeo alcuni principi ancora non presenti, quali, in particolare, la previsione del congedo di paternità o congedo per prendersi cura di un familiare malato o dipendente, ad accezione dei motivi di assenza per forza maggiore.
Con questa nuova direttiva l'Unione europea intende favorire I’attuazione del principio di parità tra uomini e donne, migliorando l'accesso agli strumenti per conciliare l’attività professionale e la vita familiare, in particolare ai congedi parentali e alle modalità di lavoro flessibili. Altro obiettivo specifico è quello di aumentare il numero di uomini che si avvalgono di tali strumenti.
I dati ISTAT riguardanti la natalità italiana per il 2016 sono molto preoccupanti e rilevano una costante diminuzione delle nascite, con un saldo negativo (nascite meno decessi) pari a 134 mila unità. A fronte di questo, la popolazione italiana continua ad invecchiare e sono in costante aumento gli ultranovantenni. Se da un lato aumenta l'aspettativa di vita media, dall'altro è ancora più urgente promuovere ed attuare politiche di assistenza che prevedano idonei strumenti di conciliazione.
Come è prassi consolidata, la Commissione ha svolto una consultazione con i principali soggetti del tessuto economico e sociale a vario titolo coinvolti dall'attuazione della proposta.
Hanno inviato osservazioni congiunte le Confederazioni regionali di CGIL, CISL e UIL, la Commissione regionale pari opportunità e l'Assessora alle pari opportunità della Regione Marche. Nel merito, i sindacati hanno rilevato come sia necessario favorire un approccio integrato, basato su interventi che presuppongono un pieno coinvolgimento degli attori locali, a cominciare dagli enti locali, al fine di garantire una efficace azione di raccordo tra tempi di lavoro e modalità di organizzazione dei servizi gestiti a livello locale in favore della collettività.
Secondo le organizzazioni sindacali, è inoltre indispensabile promuovere una prospettiva di welfare universale che superi la politica dei bonus. In altre parole, occorre realizzare un sistema di welfare universale, a partire da una diffusa rete di servizi all'infanzia, quale presupposto fondamentale per efficaci politiche di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.
I bonus di carattere economico finalizzati alla corresponsione di somme di denaro per “l'acquisto di servizi”, se efficaci dal punto di vista della risposta a bisogni immediati ed effettivi, non favoriscono però la promozione della cultura della condivisione delle responsabilità familiari tra uomini e donne, senza la quale il lavoro di cura continuerà ad essere ancora prevalentemente a carico di queste ultime.
Altro importate contributo è arrivato dalla Commissione regionale per le pari opportunità, che ha posto l'accento sulla necessità di pervenire ad una sostanziale parità tra padri e madri, sia sul fronte della retribuzione che di quello dei congedi. Ad oggi i congedi parentali coprono solo parzialmente le retribuzioni percepite, rappresentando, nei fatti, un freno al loro utilizzo da parte dei padri che, solitamente, percepiscono retribuzioni maggiori delle madri. La vera sfida è quindi quella dell'equiparazione salariale effettiva tra uomini e donne.
L'Assessora Bora, nelle considerazioni inviate alla Commissione, sottolinea che sarebbe importante proporre l'estensione a 15 giorni del congedo di paternità obbligatorio e di retribuirlo al 100%, anche al fine di uniformare a livello europeo quanto già accade in molti Stati membri.
Fondamentale è inoltre promuovere la cultura della condivisione e della responsabilità parentale da parte di entrambi genitori, sia a livello sociale che all'interno del mondo delle imprese, dal momento che l'assunzione di un uomo piuttosto che di una donna dovrà diventare una scelta scevra da valutazioni discriminanti basate sul sesso del dipendente.
I contenuti della proposta di risoluzione sono anche il frutto del confronto e del contributo fornito nell'ambito delle attività di alternanza scuola lavoro, svolte presso gli uffici dell'Assemblea legislativa regionale, da 4 studenti provenienti dall'Istituto superiore Savoia-Benincasa, in particolare, per quanto riguarda le proposte formulate dagli studenti è apparso opportuno:
a) prevedere di ampliare i destinatari della proposta di direttiva attualmente limitati ai familiari diretti (figlio, figlia, madre, padre di un lavoratore, coniuge o partner) fino a ricomprendere anche tutti i parenti di cui il lavoratore si deve occupare a vario titolo (ad esempio, i nonni che ancora lavorano e che hanno in affidamento i nipoti minorenni, oppure un lavoratore che si occupa di un fratello disabile);
b) promuovere misure a sostegno della cosiddetta "cultura della conciliazione" anche nell'ambito dei programmi formativi di istruzione secondaria, al fine di sensibilizzare anche i più giovani sull'importanza di condividere le responsabilità anche all'interno della famiglia;
c) specificare il concetto di “malattie gravi”, contenuto all'articolo 7 della proposta, poiché troppo generico, poco definito e che rischia di alimentare situazioni di disparità a livello europeo.
Dalla riflessione con gli studenti è emerso inoltre che appare riduttivo quanto contenuto al comma 7 dell'articolo 5, che prevede che gli Stati membri valutino l'adeguamento "delle condizioni di accesso al congedo parentale e le sue modalità di applicazione alle esigenze dei genitori adottivi, dei genitori con disabilità e dei genitori di figli con disabilità o malattie a lungo decorso”; sarebbe viceversa auspicabile che questo adeguamento fosse oggetto di un intervento del legislatore europeo, in quanto l'estensione del congedo parentale anche ai genitori adottivi, ai genitori con disabilità e ai genitori di figli con disabilità o malattie a lungo decorso rappresenterebbe un modo ancora più efficace per conseguire gli obiettivi della proposta direttiva.
Oltre a queste considerazioni specificamente riservate alla proposta di direttiva, la II Commissione intende avviare una riflessione più ampia sul cosiddetto pilastro sociale europeo, al fine di affrontare, a livello europeo, temi quali il sostegno delle forme più deboli e vulnerabili di un gruppo familiare, la promozione di servizi gratuiti per i cittadini in situazioni di povertà e di debolezza o esclusione sociale, la disponibilità all’accesso universale all’educazione e all’istruzione, anche al fine di giungere alla revisione del Quadro finanziario pluriennale europeo per inserire misure che finanzino le cosiddette infrastrutture sociali.
Dicevo prima, per cercare di velocizzare, che abbiamo lavorato con estrema unità ed abbiamo approvato all’unanimità la relazione in Commissione.
Sono stati presentati degli emendamenti da parte della Consigliera Leonardi che riguardano l’aspetto sociale, nella relazione ho detto che seguiremo il lavoro della Commissione europea per quello che riguarda il sociale, quindi quegli emendamenti, che sono stati presentati, la Commissione non solo li prenderà in esame, ma li metterà nel contesto di una risoluzione - sono emendamenti di valore per quanto riguarda la valutazione che ho fatto - quanto affronteremo il tema del sociale. Quindi quegli emendamenti saranno presi in considerazione nel prossimo lavoro della Commissione.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Grazie Presidente. Completo la relazione del Presidente Traversini che ha illustrato con dovizia di particolari il lavoro svolto ed i contenuti.
In tutta Europa è bene coordinare la normativa di settore e questa direttiva si muove in tale direzione, la conciliazione della vita professionale privata e familiare deve essere garantita come un diritto fondamentale comune per ridurre e prevenire ogni forma di discriminazione.
Modificare i tempi della vita comporta anche un cambiamento culturale di mentalità che deve essere favorito anche attraverso una normativa più coraggiosa dell’esistente.
Nel 2015 il tasso di occupazione maschile nell’Unione europea in 28 Paesi era del 75,9 mentre quello femminile era del 64,3 considerando però i part time che sono più diffusi fra le donne, quindi il monte ore lavorativo dalle donne è ancora inferiore.
Il dato fa riflettere poiché il tasso di istruzione delle donne è superiore a quello maschile.
Nel 2013 la settimana lavorativa degli uomini era di 47 ore retribuite mentre quella delle donne era di 34 ore ma, se si sommano le ore di lavoro retribuito e non retribuito fatto a casa, perché c’è l’accudimento della famiglia, le donne giovani lavorano in media 64 ore mentre gli uomini 53 ore, c’è chi ha stimato che questo divario di genere nel mercato del lavoro abbia generato perdite del 10% in termini di Pil pro capite.
Purtroppo si riscontra la persistenza del divario retributivo di genere, che costituisce una violazione del principio fondamentale della parità di retribuzione a parità di lavoro tra le lavoratrici ed i lavoratori, violazione che colpisce in particolare le donne con figli dedite alla loro educazione, tale divario si deve azzerare quanto prima.
La risoluzione che abbiamo in maniera approfondita discusso in Commissione presenta tutti punti condivisibili, tra i quali sono stati inseriti 2 tra quelli proposti da me, considerando i suggerimenti degli eurodeputati del Movimento 5 Stelle con cui sono in collegamento.
In riferimento agli emendamenti presentati dalla Consigliera Leonardi, dei 5/6 emendamenti che avevamo discusso, quattro li riprenderemo nelle prossime direttive perché più attinenti al sociale, i due che sono stati inseriti sono esclusivamente riferiti al bilanciamento del tempo lavoro/famiglia e alla parità di genere. Quindi c’è questo impegno da parte della Commissione di riprendere gli emendamenti che in questo momento non sono inseriti in questa risoluzione.
Nello specifico riguardano l’home working (ad esempio telelavoro) per puntualizzare che nell’utilizzo di questa forma di lavoro siano garantiti i diritti del lavoratore, che non deve fornire una “disponibilità permanente in qualsiasi giorno ed orario”, viceversa occorre potenziare la strutturazione del lavoro per obiettivi in maniera tale da consentire effettivamente la possibilità di conciliare lavoro e vita familiare.
L’altro punto inserito riguarda la richiesta di introdurre misure di sostegno alle famiglie vulnerabili, quali quelle monoparentali, genitori separati con figli, famiglie con componenti disabili.
Voteremo perciò questa risoluzione come primo passo verso la riprogettazione del sistema normativo sociale secondo il pilastro sociale europeo di cui in quest’anno declineremo più direttive. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Vorrei dichiarare che ritirerò i due emendamenti che ho presentato, sono due emendamenti fondamentalmente volti a promuovere interventi a sostegno dell’infanzia attraverso anche incentivi sia alle famiglie che ai bambini nei primi anni di età per aiutare la genitorialità.
Ringrazio sia il Presidente Traversini, sia il Consigliere Fabbri per aver espresso la volontà di condividere i principi che sono nei miei emendamenti e di poterli inserire nel prossimo provvedimento più calato nel discorso sociale, quindi, forse ancora più pertinente rispetto a quello che è in trattazione oggi.
Ritiro gli emendamenti e li ripresenterò tramite la Commissione e vi ringrazio del supporto positivo.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Proposta di risoluzione a firma del Consigliere Traversini (in qualità di Presidente della II Commissione). La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Interrogazione n. 307
ad iniziativa della Consigliera Marcozzi
“Dipendenze e tossicodipendenze”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 307 della Consigliera Marcozzi.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie Presidente. La Giunta regionale è costantemente impegnata nei processi di promozione della salute, prevenzione e trattamento delle dipendenze patologiche, nonché nella riabilitazione socio-lavorativa di persone che terminano programmi terapeutici.
Tali attività, previste dalla programmazione regionale, vengono realizzate dai cinque Dipartimenti integrati per le dipendenze patologiche attraverso i Piani biennali d'Area vasta dell'Asur, con il pieno coinvolgimento degli Ambiti territoriali sociali, dei Dipartimenti Asur di prevenzione e delle scuole (per le attività di prevenzione e sensibilizzazione, anche con unità di strada), delle organizzazioni del privato sociale accreditato presso il Servizio sanitario regionale (per le attività di riabilitazione), dell'associazionismo, delle famiglie (gruppi di mutuo aiuto).
Oltre alle attività istituzionali finalizzate a garantire i livelli essenziali di assistenza, la Giunta destina annualmente circa 2,4 milioni di euro per sostenere i Piani dipartimentali favorendo l'innovazione ed il costante miglioramento della qualità dei servizi in riferimento ai continui mutamenti del fenomeno (nuove sostanze, nuovi comportamenti di consumo, nuove dipendenze).
Tra i principali atti in tal senso:
- accordo quadro per il triennio 2015-2017 tra la Regione Marche, il Coordinamento regionale degli enti ausiliari accreditati delle Marche, l'Associazione italiana per la cura dipendenze patologiche e l'Asur relativo alle prestazioni residenziali e semiresidenziali erogate a persone con dipendenze patologiche; tale accordo indica tetti di spesa, sistema tariffario e criteri per l'innovazione dei servizi;
- collaborazione con il Consorzio di bonifica Marche per realizzare interventi ergoterapici a favore di tossicodipendenti impiegati in attività di manutenzione dei fossi agricoli, finalizzate alla prevenzione del rischio idrogeologico; gli interventi sono stati realizzati con successo nel 2015-2016 e sono previsti nel 2017;
- Protocollo di collaborazione con la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio delle Marche per realizzare interventi ergoterapici a favore di tossicodipendenti impiegati in attività di manutenzione e pulizia dei siti archeologici, per favorirne la fruizione; gli interventi sono stati realizzati con successo nel 2016 e sono previsti nel 2017;
- Protocollo di collaborazione con l'Associazione regionale club alcologici territoriali 2016-2017 per la prevenzione dell'alcolismo e per il trattamento e la riabilitazione di persone con problemi di abuso alcolico attraverso i gruppi di auto e mutuo aiuto; grazie a tale Protocollo si sta consolidando l'integrazione della rete territoriale dei servizi pubblici e privati;
- Protocollo di collaborazione con l'Associazione alcolisti anonimi area Marche 2017-2019 per il trattamento e la riabilitazione di persone con problemi di abuso alcolico; grazie a tale Protocollo si sta consolidando l'integrazione della rete territoriale dei servizi pubblici e privati;
- è in fase di implementazione il sistema informatico regionale "Ippocrate", in collaborazione con l'Asur, per l'alimentazione del Sistema informativo nazionale dipendenze presso il Ministero della salute; grazie a flussi informativi costanti e sempre più completi la Regione sta acquisendo sempre maggiori informazioni sull'utenza in carico al Servizio sanitario regionale, sui costi, sull'efficacia dei trattamenti e potrà disporre di maggiori dati funzionali alla programmazione;
- è in fase di definizione l'accordo con il Consiglio nazionale delle ricerche per l'affidamento del sistema di monitoraggio del fenomeno dipendenze nella popolazione 15-74 anni, che prevede indagini territoriali con sovracampionamento provinciale; tale studio consentirà di avere informazioni dettagliate sulle caratteristiche e sulla evoluzione del fenomeno nella nostra regione;
- grazie al sistema “Ippocrate” ed al monitoraggio svolto dal Consiglio nazionale delle ricerche, l'Osservatorio regionale sulle dipendenze istituito presso l'Agenzia regionale sanitaria potrà elaborare informazioni di supporto alla valutazione ed alla programmazione regionale;
- è in fase di approvazione l'iter amministrativo per l'affidamento del “servizio di numero verde regionale di counseling telefonico sulle dipendenze” previsto dalla legge regionale 3/2017 (quella sulle ludopatie);
– il Ministero della salute, sentito l'Osservatorio nazionale sul GAP, ha appena approvato la proposta di Piano d'azione regionale sul gioco d'azzardo patologico 2017-2018, finanziato dal Ministero stesso con circa 1,3 milioni di euro/anno; nelle prossime settimane tale documento verrà sottoposto al parere della competente Commissione consiliare. Il 50% del fondo è destinato ad attività di prevenzione. Ciascuna Area vasta Asur presenterà un programma territoriale biennale finanziato dalla Regione. Sono inoltre in fase di consultazione sindacale due proposte di deliberazione della Giunta regionale per la regolamentazione delle attività di formazione a favore degli esercenti delle sale gioco e per l'uso del logo regionale “No slot”, in attuazione della legge regionale 3/2017. Infine, è stato distribuito alle associazioni di categoria il materiale informativo regionale da esporre obbligatoriamente nelle sale gioco.
Consigliera Marcozzi mi sembra un’intensa attività che credo la possa soddisfare.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Ho presentato l'interrogazione il 24 ottobre perché le Marche, secondo l’Osservatorio epidemiologico della regione, negli ultimi anni sono arrivate ad essere la terza regione italiana per rischio morte per overdose, quindi c’è proprio un’emergenza.
Con l'interrogazione chiedevo se avevate in programma ulteriori iniziative tese a contrastare il dilagare della tossicodipendenza. E' vero che c’è la legge 3 del 2017, quindi è lodevole quello che è stato fatto, ma serve veramente una azione a tutto campo soprattutto un’interazione sinergica costante per conoscere in maniera approfondita le piaghe che affliggono una parte considerevole della nostra società, proprio perché le Marche risultano la terza regione in Italia per rischio morte per overdose.
Non solo leggi e campagne di sensibilizzazione, ma azioni a tutto campo non tese ad imporre ma a convincere la comunità, a partire dalle nuove generazioni, sulle devastanti conseguenze fisiche, psichiche e sociali della tossicodipendenza e delle dipendenze patologiche.
Bene la legge 3 del 2017, ma serve un’azione a tutto campo per il fatto che le Marche sono la terza regione in Italia per rischio di morte per overdose.


Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente. Con il rispetto pieno all’Assessore Cesetti, non so chi altri dovrà rispondermi, però sul tema è già la seconda interrogazione che faccio nel corso di questa legislatura, quindi ho un percorso avviato con la Vicepresidente Casini, preferirei continuare con la Vicepresidente Casini, quindi chiedo il rinvio dell'interrogazione n. 425.

PRESIDENTE. Ricordo inoltre che le interrogazioni 319 e 324 sono state rinviate.

Interrogazione n. 332
ad iniziativa dei Consiglieri Zaffiri, Zura Puntaroni, Malaigia
“Spazi inadeguati e disservizi al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Torrette”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 332 dei Consiglieri Zaffiri, Zura Puntaroni, Malaigia.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie Presidente. In relazione alla interrogazione in oggetto, si forniscono i seguenti elementi di risposta, sulla base di quanto relazionato dal Direttore generale “Ospedali Riuniti” di Ancona.
I lavori per l’ampliamento del pronto soccorso sono iniziati nel 2012 e successivamente interrotti e ripresi a seguito della necessità di apportare modifiche al progetto iniziale conseguente alle esigenze di trasferimento del Salesi. Nel contempo si sono verificati contenziosi con la ditta appaltatrice risoltisi nel 2016.
Al momento sono state avviate le procedure per il nuovo appalto.
Il nuovo progetto del pronto soccorso prevede l’ampliamento della sala di emergenza del pronto soccorso, degli spazi per l’osservazione breve intensiva, e della sala di attesa, l’impiego di una nuova tecnologia Tac multislice, e la realizzazione di sale visite aggiuntive.
Spero che la risposta la possa soddisfare, Consigliere Zaffiri.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. La ringrazio Assessore per questo intervento.
La mia interrogazione era nata e scaturita da una situazione difficile, che dico a lei affinché la riferisca all’Assessore alla sanità nonché Presidente Luca Ceriscioli, sul pronto soccorso di Torrette bisogna che intervenga in qualità di Assessore, perché non è il problema del Direttore degli Ospedali riuniti di Torrette, è un problema di Assessorato, bisogna che intervenga l’Assessore e non deleghi alla sua segreteria. Gli dica che il Consigliere Zaffiri con questa interrogazione gli chiede di fare l’Assessore alla sanità, perché lì c’è bisogno di un intervento urgente affinché si risolva il problema degli spazi del pronto soccorso.
Questo è un problema molto serio, non ci sono spazi, come poc’anzi lei ha evidenziato, quegli interventi sono urgenti e siccome l’Assessore è anche il Presidente bisogna che dedichi più attenzione all’Assessorato alla sanità o nomini l’Assessore alla sanità, perché non è possibile che l’Assessore alla sanità della Regione Marche sia di fatto vacante, questo è il problema, per gli impegni del Presidente.
Spero che a forza di dirlo un Assessore venga nominato perché non è pensabile che la sanità sia gestita dalla segreteria del Presidente.

Interrogazione n. 427
ad iniziativa del Consigliere Biancani
“Attivazione da parte della Regione Marche di idoneo percorso di formazione specifico per la figura professionale del giardiniere professionista ai sensi della legge n. 154 del 28 luglio 2016”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 427 del Consigliere Biancani.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Bravi.

Loretta BRAVI. Accorcio di quattro quinti la risposta.
Nel Consiglio di Lisbona si danno le linee per riallineare i segmenti dei sistemi formativi nazionali affinché divengano omologati, unitari, assicurando validità e riconoscibilità alle certificazioni.
C'è poi il secondo punto di riferimento, che è il decreto legislativo 13 del 2013, il diritto all’apprendimento permanente, e in questo provvedimento c’è il dispositivo ordinamentale che introduce i servizi di validazione e certificazione delle competenze, quindi è il nostro punto di riferimento.
Il percorso più attuale è quello della IX Commissione, di cui faccio parte, dove si affronta la tematica e si è evidenziato: la necessità di chiarire la posizione di agronomi e periti agrari, rispetto al riconoscimento della qualifica; l’opportunità di prevedere per il corso di formazione propedeutico un monte ore superiore a quello ipotizzato, che sono 50 ore; l’opportunità di inserire nel percorso anche un modulo per l’acquisto e l’utilizzo dei fitofarmaci e si è convenuto di richiedere il parere delle associazioni agricole nazionali e di esaminare la questione in maniera congiunta con la Commissione agricoltura.
Sta di fatto, e concludo, che a livello regionale stiamo prendendo in considerazione la riunione di un tavolo tecnico con associazioni di categoria, ordine degli agronomi e collegio dei periti agrari per portare a livello nazionale una posizione condivisa.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Grazie Assessore. Mi ritengo soddisfatto della sua risposta anche perché l’interrogazione era stata fatta per cercare di coinvolgere sia i periti agrari che gli agronomi in un percorso che li deve vedere protagonisti.
Volevo chiederle di istituire un tavolo tecnico regionale, vedo che già è stato previsto, quindi la ringrazio tanto per la risposta.
Mi scuso anche per l'ora, vista che è rimasta qui a causa della mia interrogazione, so quanta strada deve fare. Grazie.

Interrogazione n. 408
ad iniziativa della Consigliera Pergolesi
“Implementazione organico dell'Unità operativa di broncopneumologia dell'Ospedale 'Carlo Urbani' di Jesi e 'SS. Benvenuto e Rocco' di Osimo”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 408 della Consigliera Pergolesi.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Mi limito a rispondere per conto del Presidente … Non c’è questo pericolo posso rassicurarla in questo senso.
Con riferimento al contenuto dell'interrogazione n. 408, presentata in data 20 aprile 2017 ad iniziativa della Consigliera Pergolesi, si rappresenta quanto segue sulla base della relazione fornita dalla Asur Marche Area vasta 2.
Punto 1 dell'interrogazione, la Giunta regionale con delibera di Giunta regionale n. 1191 del 6 ottobre 2016 ha autorizzato l'Asur e le Aree vaste ad assumere oltre il 100% del turn over dell'anno 2016 per consentire il rispetto della normativa in materia di orario di lavoro.
Relativamente alla fattispecie esaminata, l'Area vasta ha precisato che la graduatoria dell'avviso pubblico per “Dirigente medico di malattie dell'apparato respiratorio”, approvata con determina n. 471/AV2 del 29 marzo 2017, vede collocata in prima posizione un medico già in servizio a tempo indeterminato presso il Pronto soccorso del medesimo ospedale. L'utilizzo della citata graduatoria avrebbe generato una carenza di personale medico nell'Area dell'emergenza, in quanto le iniziative esperite per acquisire unità mediche di rimpiazzo al Pronto soccorso non hanno dato esito positivo (è stata reperita solo una unità per il nosocomio di Senigallia a fronte di n. 2 cessazioni).
L'Area vasta per risolvere la criticità ha adottato un ulteriore avviso pubblico per reperire medici per l'Area dell'emergenza potendo così consentire, a breve, l'assegnazione del Dirigente medico all'Unità operativa di pneumologia di Jesi.
Punto 2 dell'interrogazione. Per quanto concerne le dotazioni tecnologiche del nosocomio di Osimo, l'Area vasta attesta che l'Unità operativa di broncopneumologia è dotata di adeguata tecnologia coerente alla tipologia dei pazienti trattati con possibilità di utilizzare strumentazione monouso oltre quella disponibile presso il Servizio di anestesia e rianimazione.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. Forse l'Assessore Cesetti non è stato informato bene, è vero che la dotazione della Broncopneumologia prevede l’inserimento di un medico già presente nel Pronto soccorso di Jesi e che l’amministrazione si sta adoperando per nuovi bandi, però è altrettanto certo che questa cosa la sta facendo da diversi mesi e ancora non sono arrivati alla soluzione, nonché, è vero, oltremodo, che il nuovo bando prevede un co.co.co., quindi evidentemente non è appetibile per chi vuole intraprendere questo percorso.
Assolutamente inefficace l’azione dell’Azienda sanitaria nonché del Direttore dell’Area vasta 2 e questa continua mancanza di rispetto nei confronti sia delle normative vigenti che dei medici nonché dei pazienti e dei contributi pubblici che vengono spesi per bandi, che poi vengono resi inefficaci per le proposte presentate, secondo me, sta diventando non solo imbarazzante ma anche inaccettabile.
Mi fa oltremodo dispiacere il fatto che non ci sia l’Assessore Ceriscioli, allora propongo al Presidente del Consiglio di spostare il Consiglio in una data e in un giorno in cui potremo avere la gentile presenza del Presidente Ceriscioli perché questa cosa è inammissibile, sono ormai cominciano 4/5 Consigli che l’Assessore alla sanità è assente e come diceva giustamente il Consigliere Zaffiri o dà la delega a qualcun altro che possa rappresentare il Consiglio durante le sedute oppure questa cosa è assolutamente intollerante e ci sta facendo fare una pessima figura come Regione Marche.
Per quanto riguarda la strumentazione del reparto di Osimo non è altrettanto informato, basta fare una piccola ricerca su internet per vedere che gli stessi medici del reparto si sono lamentati della carenza strumentale, quindi mi domando se gli uffici predisposti a rispondere a queste interrogazioni non abbiano l’utilizzo di internet, perché è talmente facile adoperarlo.
Mi ritengo assolutamente insoddisfatta della risposta e mi auguro, visto che lo stesso reparto di Osimo è stato chiuso per le ferie estive, che questa cosa non avvenga mai più perché non è ammissibile che una carenza d’organico strutturale vada a rendere un servizio inefficace ed inefficiente.
In merito alle vacanze estive, ricordo che le malattie non vanno in vacanza, quindi questa cosa è assolutamente inaccettabile.
Non mi ritengo soddisfatta e andremo avanti nelle sedi opportune perché questa cosa deve cambiare, ormai sono mesi che stiamo attendendo la riorganizzazione e l’implementazione dell’organico, li stanno chiedendo gli stessi amministratori delle città coinvolte, magari in maniera meno passionale della nostra come Movimento 5 Stelle, però questa cosa è un disservizio che va sistemato perché non è più ammissibile.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Cesetti.

Fabrizio CESETTI. E' un suo diritto non essere soddisfatta, volevo solo spiegare …, non sto replicando alla sua insoddisfazione, visto che sono i suoi pensieri l'esercizio mi risulterebbe complesso. Lei sa che tra di noi c'è anche stima e se vogliamo anche cordialità.
Intervengo per dirle che non ci si può lamentare dell’assenza del Presidente Ceriscioli perché sappiamo bene che il Presidente Ceriscioli è anche Vicecommissario al terremoto e come tale oggi è impegnato a Roma con il Presidente del Consiglio, quindi credo che la sua assenza sia più che giustificata, tra l’altro anche se fosse stato qui non sarebbe cambiato nulla perché lui mi ha pregato di rispondere in sua vece ed ovviamente mi ha consegnato una risposta scritta che è nella sua disponibilità, quindi con la sua presenza non sarebbe cambiato nulla. Volevo dire solo questo. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. E' semplicemente una questione di equità, puntualmente vengono fatte delle contro repliche alle repliche …
Assessore Cesetti, lei sa benissimo la stima che ho per lei e magari i pensieri di cui parlavamo prima non sono poi così positivi, ma detto questo, se c’è un Assessore alla sanità io vorrei rivolgere i miei quesiti all’Assessore alla sanità e non a quello del bilancio. Grazie.

La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 19,00