Resoconto della seduta n.7 del 06/10/2015
SEDUTA N. 7 DEL 6 OTTOBRE 2015

La seduta inizia alle ore 10,20

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Colleghi buona giornata, dichiaro aperta la seduta n. 7 del 6 ottobre 2015. Do per letti i processi verbali delle sedute nn. 5 e 6, rispettivamente del 15 e 22 settembre 2015, i quali, ove non vi siano obiezioni, si intendono approvati ai sensi dell’articolo 29 del Regolamento Interno.
Comunico che sono state presentate le seguenti proposte di legge regionale:
n. 9 in data 28 settembre, ad iniziativa dalla Giunta regionale, concernente: “Incorporazione del Comune di Mombaroccio nel Comune di Pesaro”, già trasmessa ai Consigli comunali interessati e alla Provincia di Pesaro e Urbino per il parere di merito, ai sensi del comma 1 dell'articolo 9 della legge regionale 10/1995;
n. 10 in data 30 settembre, ad iniziativa dei Consiglieri Mastrovincenzo, Minardi, concernente: “Modifiche alla legge regionale 10 agosto 1988, n. 34 'Finanziamento delle attività dei gruppi consiliari', alla legge regionale 15 ottobre 2001, n. 20 'Norme in materia di organizzazione e personale della Regione' e alla legge regionale 30 giugno 2003, n. 14 'Riorganizzazione della struttura amministrativa del Consiglio regionale'”, assegnata alla I Commissione assembleare in sede referente e trasmessa alla II Commissione assembleare ai sensi e per gli effetti dell'articolo 68, comma 1 bis, del Regolamento interno (iscritta all'ordine del giorno della seduta odierna);
n. 11 in data 2 ottobre, ad iniziativa dei Consiglieri Marconi, Rapa, Micucci, concernente: “Modifiche alla legge regionale 10 agosto 1998, n. 30 'Interventi di sostegno alla famiglia'”, assegnata alla IV Commissione assembleare in sede referente e trasmessa alla II Commissione assembleare ai sensi e per gli effetti dell'articolo 68, comma 1 bis, del Regolamento interno.
Sono state presentate le seguenti mozioni:
n. 18 del Consigliere Fabbri “Ripristino della linea ferroviaria Fano-Urbino”;
n. 19 dei Consiglieri Maggi, Bisonni, Pergolesi, Giorgini, Fabbri "Contrarietà all'ipotesi di soppressione della stazione ferroviaria marittima di Ancona";
n. 20 del Consigliere Leonardi "Presa di posizione della Regione di fronte all'introduzione dell'ideologia gender nelle scuole e deliberazione di Giunta regionale n. 78 del 16.02.2015";
n. 21 dei Consiglieri Zura Puntaroni, Malaigia, Zaffiri “Stazione ferroviaria Civitanova Marche - Montegranaro”;
n. 22 del Consigliere Maggi “Piano strategico della portualità e della logistica, creazione delle Autorità di sistema portuale e modifiche alla legge n. 84/94 in tema di Autorità portuali e lavoro portuale, predisposti dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti”;
n. 23 dei Consiglieri Volpini, Giacinti “Dispositivi medici su misura” (ritirata con nota prot. n. 7657 del 2 ottobre 2015);
n. 24 dei Consiglieri Maggi, Giorgini, Pergolesi, Bisonni, Fabbri “Solidarietà del Consiglio regionale al Procuratore Antonino Di Matteo”.
E’ stata presentata la seguente petizione:
n. 1/15 in data 21 settembre, ad iniziativa di “Comitato 'Apriamo la Guinza'”, concernente: “Istituzione di un tavolo tecnico tra amministratori regionali di Umbria e Marche, enti locali interessati, ed altri soggetti pubblici competenti affinché la galleria della Guinza, che collega Umbria e Marche, sia completata, messa in sicurezza, collegata al meglio alla viabilità ordinaria ed aperta al traffico”, assegnata alla III Commissione assembleare ai sensi dell’articolo 127 del Regolamento interno.
Il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le seguenti leggi regionali:
n. 21 in data 16 settembre “Disposizioni urgenti in materia di trasporti e sanità e modifiche della legge regionale 30 dicembre 2014, n. 36 'Disposizioni per la formazione del bilancio annuale 2015 e pluriennale 2015/2017 della Regione (legge finanziaria 2015)' e della legge regionale 4 dicembre 2014, n. 33 'Assestamento del bilancio 2014'";
n. 22 in data 21 settembre “Modifica alla legge regionale 13 marzo 1995, n. 23 'Disposizioni in materia di trattamento indennitario dei Consiglieri regionali'”;
n. 23 in data 21 settembre “Disposizioni urgenti sugli enti regionali per il diritto allo studio universitario (ERSU)”.
Ha chiesto congedo il Consigliere Volpini.

Sull'ordine del giorno

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Pieroni.

Moreno PIERONI. Solo per chiedere all'Aula, in particolar modo al gruppo consiliare Movimento 5 Stelle, se non ha problemi, di anticipare la mozione n.10 che riguarda il calendario venatorio regionale 2015/2016.
E' solo questo, una richiesta di anticipazione.

PRESIDENTE. Eventualmente dopo le interrogazioni?

Moreno PIERONI. Si, dopo le interrogazioni. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giorgini.

Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Ho presentato questa mozione perché credo che questo sia il momento di farlo ...

PRESIDENTE. Non la deve illustrare, è la mozione relativa al procuratore Di Matteo?

Peppino GIORGINI. Si, esatto.

PRESIDENTE. Ne chiede l'iscrizione all'ordine del giorno di oggi?

Peppino GIORGINI. Si.

PRESIDENTE. Se non ci sono contrari rispetto alle due richieste: una dell'Assessore Pieroni e l'altra del Consigliere Giorgini, direi di inserire in coda alle mozioni, la n. 24 presentata dal gruppo Movimento 5 Stelle e di anticipare la mozione n. 10, a dopo le interrogazioni, quella relativa al calendario venatorio. Se l'Aula è d'accordo, procediamo con questo ordine dei lavori.
Ha la parola il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Presidente, va benissimo, non ho nulla in contrario, chiederei però all'Aula ed a tutti quanti per un migliore svolgimento dei lavori, se possibile, l'ho già fatto presente al capogruppo del Movimento 5 Stelle, a meno che non ci siano fatti eclatanti che avvengono durante la notte, di non presentare mozioni la mattina stessa del Consiglio, in modo che tutti i gruppi possano avere la possibilità di vederle e discuterle.
Per questa volta non c'è problema, però se ci diamo un metodo lo manteniamo, a meno che la notte non succeda qualcosa di irreparabile ed allora la mattina ne discutiamo d'urgenza, altrimenti utilizziamo la normale programmazione dell'ordine del giorno. Diversamente non ha senso avere un ordine del giorno. Grazie.

PRESIDENTE. Distribuiamo la mozione in questione e procediamo con l'ordine dei lavori.

Interrogazione n. 11
ad iniziativa del Consigliere Giancarli
"Sosta selvaggia Ospedale Carlo Urbani di Jesi"
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 11 del Consigliere Giancarli.
Ha la parola, per la risposta, il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. Rispetto ai quesiti, è fondamentale ricordare che la multa è stata pagata ed era anche commisurata.
E' stato chiesto chiarimento alla dipendente che aveva lasciato l'auto in sosta in un punto che impediva il transito del pullman e dalle spiegazioni rese si è capito che era motivata da un imprevisto legato al fatto che la pompa di rifornimento alla quale si deve rivolgere per contratto era inspiegabilmente chiusa, quindi, era rientrata per chiedere informazioni con l'auto che ormai non aveva più benzina per poter svolgere l'attività di assistenza prevista.
Dato il più o meno giustificato svolgimento dei fatti legato ad un'emergenza non prevista, dato che la persona non era neanche bene informata di come si svolgessero le cose, infatti era convinta di aver lasciato l'auto in modo che non disturbasse nessuno, poi si è capito che disturbava il passaggio dell'autobus, la multa è stata commisurata ed è stata pagata, l'approfondimento è stato fatto e credo che questo episodio non si ripeterà.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente. L'interrogazione aveva soltanto la volontà di sottolineare la necessità che soprattutto un dipendente della pubblica amministrazione deve compiere il proprio dovere e, se possibile, costruire un senso civico. Grazie Presidente.

Interrogazione n. 19
ad iniziativa del Consigliere Celani
"Direttiva Bolkestein"
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 19 del Consigliere Celani.
Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Pieroni.

Moreno PIERONI. Ringrazio il Consigliere Celani perché pone all'attenzione di questo Consiglio regionale una questione ormai più che annosa e che travalica i confini della nostra Regione coinvolgendo in maniera forte tantissimi operatori turistici di questo nostro territorio.
E' giusta questa riflessione che facciamo in Aula. dò, quindi, lettura della risposta all'interrogazione presentata dal Consigliere Celani.
Il demanio marittimo rappresenta per il nostro Paese un settore strategico. Il turismo balneare e l'offerta dei servizi turistici sul litorale rappresenta una fetta importante dell'economia italiana e, in particolare, della nostra regione.
La Commissione Turismo e il Coordinamento tecnico delle Regioni, nell'ambito della Conferenza Stato-Regioni, si sono impegnati in questi anni a portare avanti con determinazione e continuità, un confronto leale e concreto con tutti i soggetti coinvolti nella materia, in particolare con il governo e le associazioni di categoria, per risolvere i problemi sul tappeto, in primis, la questione della direttiva Bolkestein.
La Regione Marche, in tale ambito e non solo, ha svolto un ruolo determinante e trainante, riconosciuto anche dalle altre Regioni italiane, sia per garantire che il problema mantenesse inalterata nel tempo la sua giusta priorità e considerazione sul piano politico e tecnico, sia per individuare interventi ed azioni forti in grado di risolvere, una volta per tutte, questa annosa questione.
La posizione delle Marche è stata sempre quella di ricercare una soluzione che escludesse le concessioni del demanio marittimo dalla direttiva comunitaria prevedendo per esse un'apposita deroga in virtù delle specificità delle piccole imprese balneari a conduzione familiare, degli investimenti già realizzati, delle positive esperienze e professionalità acquisite.
Perdurando lo stato di inerzia del governo, le Marche hanno avviato una forte iniziativa sia di ordine "politico-istituzionale" che "legislativo-giuridica" al fine di dare una soluzione alle problematiche di cui trattiamo oggi.
Recuperando le reiterate richieste della Regione Marche, la Commissione nazionale turismo, nell'ambito della Conferenza Stato-Regioni, ha di nuovo posto al centro dei suoi lavori la questione delle concessioni demaniali, richiedendo al governo di esplicitare le strategie e le azioni che intende intraprendere sulla specifica questione, auspicando nel contempo un'immediata collaborazione e concertazione con l'Anci.
La Regione Marche, con la sua iniziativa di analisi e proposta, è riuscita non solo a riaccendere i riflettori sulle problematiche relative all'applicazione della direttiva Bolkestein alle concessioni demaniali, ma a farle inserire nelle priorità nell'ambito del confronto Stato-Regioni sui temi del turismo.
Questa forte iniziativa politica ha contribuito alla stesura e presentazione a giugno 2015 di un documento congiunto delle Commissioni Turismo e Demanio, nell'ambito della Conferenza Stato-Regioni, contenente la posizione delle Regioni sulla questione, inviato al Ministro Franceschini e ai Sottosegretari Gozi e Barracciu.
Il documento, innanzitutto, ribadisce che le Regioni costiere sono a fianco degli operatori balneari nella difesa della legge n. 221 del 2012 che ha prorogato la scadenza delle concessioni demaniali marittime al 31 dicembre 2020, ma non purtroppo notificato a Bruxelles da parte del Governo italiano, a fronte di paventate iniziative di apertura di una nuova procedura di infrazione comunitaria e di pronunciamenti sfavorevoli della Corte di Giustizia Europea.
Inoltre nel documento si chiede:
- che venga convocato al più presto un tavolo di confronto con il Governo e gli Enti locali richiesto dalla Conferenza Stato-Regioni del 22 gennaio 2015. Le Regioni sono convinte che la costituzione del tavolo con il governo possa aiutare e favorire una migliore sinergia tra le diverse Istituzioni che hanno il compito di gestire questo settore così strategico per il Paese;
- che si faccia chiarezza con la Commissione europea sulla possibilità di un regime transitorio delle attuali concessioni demaniali marittime; è recente la notizia che in altri Paesi dell'Unione le concessioni demaniali marittime sono state prolungate di 75, 50 o 30 anni, a seconda della tipologia (Spagna), oppure che sono state mantenute forme di preferenza in favore del concessionario uscente (Portogallo);
- che sia confermata la possibilità di attivare un "doppio binario" che distingua le concessioni attualmente in vigore da quelle nuove, con una proroga di lunga durata per le prime anche attraverso investimenti e procedure di evidenza pubblica subito applicati per le seconde.
In attesa di esaminare il testo del disegno di legge che il Governo ha preannunziato e che dovrebbe costituire la base di lavoro comune del suddetto Ttvolo, le Regioni - nell'evidenziare il fatto che l'uso del demanio marittimo coinvolge pluralità di attività che, oltre a quella turistico-ricreativa, riguardano il commercio, la pesca e l'acquacoltura, l'industria, la portualità - hanno indicato alcuni dei temi da porre a fondamento della riforma, tra questi:
- la rímodulazione della durata delle concessioni in essere deve muovere dalla considerazione dell'importanza che, in termini occupazionali, rivestono le imprese turistiche e le attività produttive operanti sul demanio marittimo; è necessario che ripartano gli investimenti in questi settori bloccati dall'incertezza delle prospettive future;
- la quantificazione dei canoni ha creato una disparità di trattamento che non corrisponde all'effettiva redditività delle concessioni. Occorre fissare in maniera certa la quantificazione dei canoni demaniali al fine dì evitare il contenzioso. In tal senso si propone di eliminare il calcolo sulla base dei valori OMI e di sostituire la distinzione tra facile e difficile rimozione con I'effettiva occupazione dell'area demaniale e della tipologia dì attività svolta;
- i fenomeni indotti dal cambiamento climatico rendono urgente un piano d'azione per la lotta all'erosione e ai fenomeni di inondazione. Le Regioni, cui compete la difesa della fascia costiera, chiedono che il gettito dei canoni demaniali sia utilizzato per avviare una seria programmazione di interventi di difesa dei tratti di litorale colpiti da questi fenomeni sempre più virulenti.
- per tutte le tipologie di concessioni la durata deve essere rapportata all'attività che si intende svolgere e agli investimenti da effettuare;
- per tutte le tipologie di concessioni nei criteri e modalità di affidamento deve essere considerato il valore commerciale di mercato delle imprese.
A seguito del documento presentato dalle Regioni in data 22 luglio 2015 alla presenza del Ministro Franceschini si è tenuta la riunione plenaria del Comitato permanente del Turismo che al primo punto dell'ordine del giorno ha trattato delle concessioni del demanio marittimo e direttiva Bolkstein.
Le Regioni hanno illustrato il documento ed è stato costituito un tavolo tecnico con il Ministero al fine di predisporre una bozza di documento da presentare all' Unione europea sulle concessioni demaniali.
In data 13 ottobre, quindi tra pochi giorni, si terrà la riunione del Comitato nazionale del turismo dove verranno discusse gli esiti del lavoro del gruppo ristretto Regioni, Ministero, Anci.
In breve, per sintetizzare la vicinanza del Governo regionale agli operatori del demanio il lavoro svolto dalla Regione Marche:
1. I rappresentanti della Regione Marche hanno illustrato, in tutti i tavoli sia interregionali che ministeriali la posizione delle Marche sulla questione, sottolineando la necessità di un immediato confronto con il Governo, prima che venga formalizzato e presentato qualsiasi disegno di legge. È infatti prioritario che le Regioni possano portare il proprio fattivo contributo nella fase di elaborazione della proposta vista anche l'esperienza sul territorio.
2. Le Marche hanno chiesto, a nome di tutte le Regioni, il pieno coinvolgimento dei territori al tavolo interministeriale che sta lavorando alla predisposizione del testo legislativo.
3. Le Marche hanno espresso, in tutte le riunioni, la piena condivisione per il percorso in discussione con la Commissione europea avviato dal Sottosegretario agli Affari europei, Gozi. Un percorso che individua un doppio regime per il rilascio e il rinnovo delle concessioni balneari: il primo transitorio e "premiale" per le concessioni in essere (verificando la possibilità di una proroga di lunga durata), il secondo che individua criteri di evidenza pubblica e gare per le eventuali nuove concessioni che riguardano la maggioranza delle superfici demaniali ancora disponibili. Per rafforzare questa linea e supportare la trattativa del Sottosegretario Gozi in Europa, le Regioni, su proposta delle Marche, si sono impegnate a collaborare alla rilevazione delle aree demaniali ancora disponibili. In questo modo sarà possibile fornire dati e informazioni utili al Governo per inoltrare alla Commissione europea una documentazione chiara e convincente per una definitiva soluzione della questione, come avvenuto, ribadisco, per la Spagna ed il Portogallo.
4. Al fine di adempiere ad un preciso impegno assunto con le associazioni di categoria, la Regione Marche, con l'articolo 49 della legge regionale n. 29/2014, ha stabilito che i titolari degli stabilimenti balneari possono utilizzare gli spazi in concessione per l'accoglienza turistica durante tutto l'anno.
Credo che sia una risposta molto articolata perché il tema affrontato coinvolge tantissimi marchigiani, operatori turistici e commerciali. per cui dobbiamo continuare a fare questa importante pressione sia al tavolo Stato-Regione che al Ministero.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Grazie Presidente. Ringrazio innanzitutto l'Assessore perché la risposta è articolata, però è entrata nel merito di tutti i punti che avevo sollevato.
Assessore, giudico positivamente questo pressing che state facendo attraverso la Conferenza Stato-Regioni anche se sono molto preoccupato per i ritardi del governo nel notificare alla Comunità europea tutto questo materiale, queste prese di posizione a livello locale.
Uno dei grandi rischi è quello di veder sfumato, danneggiato, un settore economico che ha dato tanti risultati a questo nostro territorio perché, oltre che sostenere centinaia, forse migliaia di aziende familiari, aziende balneari, ha svolto un servizio sociale importantissimo di promozione del territorio, sostituendosi, molto spesso, anche alle istituzioni.
L'altra raccomandazione è quella di sostenere la non cumulabilità della gestione di questi stabilimenti balneari, cioè mantenere la frazionabilità nel senso che qualora si andasse a gara, magari fra 20, 10 anni, auguriamoci più in là possibile, dobbiamo impedire che arrivino i grandi gruppi che possano fare incetta di concessioni lungo il litorale, magari indirizzando in modo diverso quella che è la gestione, la promozione e quant'altro.
Abbiamo degli aspetti che sono molto diversi, importanti, articolati fra di loro, da una parte il mantenimento di questa situazione per far si che chi ha fatto degli investimenti possa ammortizzarli negli anni, dall'altra, nell'eventualità che si debba andare a gara, mantenere questa frazionabilità delle attività. Credo che sia l'unico modo, di fronte ad una evidenza pubblica, di tutelare il nostro piccolo imprenditore, la nostra piccola impresa familiare che tanta ricchezza ha dato alla regione Marche ed anche alle regioni limitrofe.
Vediamo i risultati di questa riunione del 13 ottobre, poi magari ci aggiorneremo. Grazie.

Interrogazione n. 22
ad iniziativa del Consigliere Giancarli
"Attuazione della legge regionale 22 aprile 2014 n. 7 'Norme sulle misure di prevenzione e protezione dai rischi di caduta dall'alto da predisporre negli edifici per l'esecuzione dei lavori di manutenzione sulle coperture in condizioni di sicurezza'"
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 22 del Consigliere Giancarli.
Ha la parola, per la risposta, il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. Vorrei ringraziare il Consigliere Giancarli perché attraverso questa interrogazione mi ha reso nota una cosa che non conoscevo, questa legge interessante sulla protezione di chi lavora sui tetti.
La sostanza della risposta la traduco con una frase molto semplice: due uffici diversi attendevano uno dall'altro che arrivasse il regolamento.
Li abbiamo messi a lavorare insieme sperando che questo importante elemento per l'attuazione dei contenuti della legge possa essere attivato.
Il lungo ritardo, parliamo di una legge che ormai ha più di un anno, è dovuto ad una competenza che viene gestita da due Servizi che aspettavano entrambi che l'altro facesse la sua parte di regolamento per poi inserirsi.
Superato questo problema riusciremo a dare una risposta nella sostanza all'interrogazione del Consigliere Giancarli.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Ringrazio il Presidente, non soltanto per la risposta, ma per il fatto stesso che ha messo in moto i Servizi per dar corso ad una legge che è stata approvata nell'aprile 2014.
Nella legge avevamo previsto 60 giorni di tempo, ne sono trascorsi troppi, molti e purtroppo alcuni giorni fa, la stampa locale ha riportato la notizia: "Cade dal tetto muore un antennista". Un tributo troppo alto che si paga con la perdita della vita perché la sicurezza sul lavoro non sempre è garantita e questi fatti ripropongono in modo drammatico la questione della sicurezza.
Le misure per la sicurezza dovrebbero essere tali da garantire che l'esercizio del lavoro venga svolto in modo sicuro.
Questo è l'obiettivo, era l'obiettivo della legge e tra l'altro senza costi aggiuntivi, rubo qualche secondo, perché si tratta di prevedere un ancoraggio permanente nel momento in cui si realizza una nuova abitazione o di prevederlo nel momento in cui si va al rifacimento del tetto, almeno il 50% del tetto. Alcune misure di questo tipo dovrebbero far parte della cultura della sicurezza perchè garantiscono la possibilità di svolgere tranquillamente il proprio lavoro senza rischi.
Grazie Presidente, mi sento di dire anche un'altra cosa, l'avevo già detta la volta scorsa, non voglio impegnare il Presidente su questi aspetti e viste le materie di sua competenza, cercherò di non esercitare le mie prerogative su questi settori.

Interrogazione n. 23
ad iniziativa della Consigliera Marcozzi
“Stoccaggio del gas nel Comune di Sant'Elpidio a Mare”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 23 della Consigliera Marcozzi.
Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. Grazie Presidente. In merito all'interrogazione sullo stoccaggio del gas naturale nel Comune di Porto Sant'Elpidio presentata dalla Consigliera Marcozzi, si precisa quanto segue.
Le società Edison Stoccaggio S.p.A. ed Edison S.p.A., in data 15 gennaio 2015, hanno depositato contro la Regione Marche, la Provincia di Fermo ed il Comune di S. Elpidio a Mare e nei confronti di alcuni privati cittadini, due distinti ricorsi con i quali si chiedeva, senza richiesta di preventiva sospensione cautelare, l'annullamento di tutte le delibere, i pareri e le risoluzioni consiliari dei relativi enti che si contrapponevano alla concessione dell'autorizzazione per la realizzazione dell'impianto di stoccaggio del gas in Sant'Elpidio a Mare.
La Giunta regionale nella seduta del 9 febbraio 2015 ha deliberato di costituirsi e resistere, nei giudizi promossi davanti al Tar dalle citate società, rispettivamente con delibera di Giunta regionale n. 67 e con delibera di Giunta regionale n. 68.
Con gli stessi atti la Giunta ha deliberato, per la costituzione in ciascuno dei giudizi, l'affidamento dell'incarico di rappresentare e difendere la Regione Marche all'avv. Pasquale De Bellis dell'Avvocatura regionale, conferendogli ogni più ampia facoltà di legge, ivi compresa quella della costituzione nell'eventualità di proposizione di motivi aggiunti e di resistere nell'eventualità della proposizione di ricorsi incidentali, mediante procura speciale al predetto legale rilasciata dal Presidente della Giunta su autorizzazione della Giunta medesima.
Il legale dell'Avvocatura delegato dalla Giunta ha successivamente provveduto alla rituale costituzione e provvederà alla tempestiva predisposizione degli atti difensivi allorquando il Tar Marche avrà fissato l'udienza per la discussione nel merito dei motivi di ricorso.
In ordine alla fermezza della posizione della Giunta sulla questione non appaiono ad oggi sussistere motivi per una riconsiderazione né, di conseguenza, per la revoca o la riduzione delle "più ampie facoltà di legge" conferite al legale regionale nelle delibere 67 e 68 del 2015 di costituzione in giudizio per ciascun ricorso presentato sull'atto di diniego di cui alla delibera di Giunta regionale n. 862/2014.
La posizione della Regione Marche rimane pertanto risolutamente la medesima già assunta, in netta contrarietà alla realizzazione dell'impianto in questione.

Presidenza della Vicepresidente
Marzia Malaigia

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Assessore la ringrazio per la sua risposta. Sono soddisfatta perché c'è la volontà di questa amministrazione regionale di mantenere ferma la posizione a suo tempo assunta dalla precedente amministrazione con delibera n. 862 del 2014, come lei ha detto, di negazione dell'intesa nei confronti del Mise.
Colgo anche l'occasione per ringraziare chi in questi anni si è prodigato per raggiungere questi risultati, cioè l'ex Assessore comunale di Sant'Elpidio a Mare e l'Assessore regionale Malaspina che hanno portato avanti questa annosa problematica. Grazie.

Interrogazione n. 25
ad iniziativa dei Consiglieri Marcozzi, Celani
" Accordo Italia-Croazia: intermediazione pesca area 'Fossa di Pomo'"
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 25 dei Consiglieri Marcozzi e Celani. Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Bora.

Manuela BORA. La fossa di Pomo nei suoi limiti geografici più ampi, coincidenti per tre lati con la batimetrica dei 100 metri, ha una superficie di circa 11.500 km2. Questa grande area, ed in particolare la zona con profondità superiore a 150-200 metri, è riconosciuta da molti anni come area di concentrazione di giovani naselli e scampi, soprannominata nursery ed è per queste due importanti specie la principale area di concentrazione di giovani in Adriatico.
A livello scientifico i ricercatori croati e italiani hanno sostenuto e sostengono la necessità di porre delle limitazioni alla pesca nell'area e all'uopo sono stati fatti molte relazioni, studi e rapporti.
In varie sedi internazionali CGPM, Adriamed, Commissione Europea, sono state presentate relazioni scientifiche per arrivare alla chiusura alla pesca di tutta l'area o di altre forme di riduzione dello sforzo di pesca.
A livello di risorse alieutiche, si precisa che i piccoli naselli (inferiori a 15 centimetri) abbondanti nell'area, crescendo si irradiano ad altre aree e vengono pescati dalle marine - in particolare quelle sanbenedettesi ed abruzzesi - che operano nell'area a taglie legali, con un notevole incremento di peso.
Da informazioni acquisite presso la Direzione generale della pesca, risulta che numerose riunioni sono state fatte negli ultimi decenni, anche tra le amministrazioni italiane e quelle della sponda orientale per trovare delle formulazioni che permettessero di proteggere le risorse e di evitare situazioni di regole diverse tra i due unici Paesi che pescano nell'area.
Dopo l'ingresso della Croazia nell'Unione europea la pressione degli ambienti internazionali per arrivare ad una forma di protezione si è rafforzata ed era possibile l'emanazione di norme europee. Hanno fatto seguito molte riunioni tra le amministrazioni italiane e croate, per esaminare le diverse proposte di protezione elaborate negli anni, alfine di trovare un accordo su una forma di protezione molto leggera, quale il divieto di pesca per un anno, in una parte della fossa di Pomo, della superficie di circa il 20% dell'intera area.
Zona di divieto solo per lo strascico, che è la tecnica di pesca che cattura i giovani naselli, lasciando libere le altre tecniche di pesca.
La misura è stata concordata tra Italia, Croazia e Commissione europea, e di seguito è stata definita la data di inizio del fermo e il programma di controlli congiunti da sviluppare. Per i motopesca italiani il divieto rientra nel provvedimento del fermo pesca, mentre per parte croata il provvedimento analogo è stato disposto con un decreto pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale croata n. 79/2015.
Questa informazione è stata inviata dalla D.G. Pesca alle Organizzazioni di categoria.
Sui punti oggetto della interrogazione:
- l'Amministrazione regionale non è stata informata in quanto, sia la materia del fermo biologico, che degli accordi internazionali rientrano nelle competenza del Ministero e non della Regione;
- trattandosi di una misura di conservazione delle risorse ittiche, nell'area circostante l'area interdetta, eventuali misure tendenti ad alleviare le immediate ripercussioni negative sarebbero di competenza dello Stato.
Voglio inoltre ricordare, come mi è stato riferito dagli uffici, che il Ministero non ha mai informato le Regioni in forma scritta, neppure dell'unico incontro convocato per discutere del fermo pesca 2015.
Per quanto mi riguarda, subito dopo l'insediamento, ho cercato di rappresentare quelle che sono le istanze dei nostri pescatori che sono in grande difficoltà per una chiusura straordinaria che dura un anno e che mi è stato detto essere di natura sperimentale.
In occasione della missione che c'è stata un paio di settimane fa a Bruxelles, dove ero l'unica Assessore italiana alla pesca, ho incontrato alcuni membri che fanno parte della Strategia della Macroregione Adriatico-Ionica ed ho cercato di prendere degli appuntamenti per poter incidere a Bruxelles quando verrà deciso, l'anno prossimo.
Spero che non verrà riconfermato il fermo pesca della Fossa di Pomo, o quanto meno mi auguro di essere informati per tempo e non essere gli ultimi a saperlo.
Grazie per l'interrogazione in quanto, in questo momento, questo è uno degli argomenti che più stanno a cuore dei nostri pescatori.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Grazie Assessore per la risposta. Credo che sia veramente grave il fatto che questo accordo tra Croazia e Italia sia stato siglato senza sentire gli enti locali e la Regione Marche. Ancor più grave se pensiamo che il governo è un governo democratico e la Regione Marche è dello stesso colore politico.
Qui c'è un danno serio ai nostri pescherecci perché la metà delle loro attività si concentra in quell'area.
A questo punto credo che debba essere fatta un'azione forte nei confronti del governo per chiedere un risarcimento danni per i nostri pescherecci, perché un anno di inattività, di fermo, crea gravi problemi.
Impegno quindi questa amministrazione, soprattutto lei, ad un'azione forte nei confronti del governo italiano. Grazie.

Interrogazione n. 28
ad iniziativa dei Consiglieri Bisonni, Giorgini, Pergolesi, Maggi.
"Aumento del prezzo dei biglietti del trasporto pubblico locale su gomma"
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 28 dei Consiglieri Bisonni, Giorgini, Pergolesi, Maggi. Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. Grazie Presidente. In riferimento all'interrogazione n. 28 con la quale si chiedono alcune notizie particolari si specifica quanto segue.
La Regione Marche, nello specifico del trasporto pubblico locale su gomma, è tenuta a garantire il raggiungimento degli obiettivi di efficientamento previsti nel decreto legge 95/2012 all'articolo 16 bis lett.b).
Il mancato raggiungimento di tali obiettivi causerebbe la conseguente applicazione delle penalizzazioni previste per l'erogazione del 10% della quota del Fondo nazionale del trasporto pubblico locale destinata alla Regione Marche, quota che, come sapete, ne abbiamo discusso più volte, ci vede con 68,3 euro ad abitante all'ultimo posto in Italia, notevolmente distaccati da tutte le altre Regioni che in media ricevono 98 euro ad abitante. E' chiaro a tutti che il venir meno di questo ulteriore contributo statale paralizzerebbe in via definitiva il sistema di trasporto pubblico regionale.
Sia gli uffici del settore trasporto, sia l'Assessorato intrattengono pertanto un dialogo continuativo, oserei dire giornaliero, con l'Osservatorio nazionale al fine di prevenire eventuali rischi di infrazione rispetto agli obiettivi suddetti, la cui conseguenza potrebbe risultare letale per il nostro sistema di trasporti.
Questo dialogo avviene sia a livello formale (con tanto di timbri e protocolli) sia a livello informale mediante l'interscambio costante di informazioni utili all'approntamento ed alla correzione delle strategie del servizio.
Stando al primo livello di comunicazione, a tutt'oggi l'Osservatorio non avrebbe fornito informazioni definitive ed ufficiali sullo status della Regione Marche, come non le ha date sulle altre Regioni, relativo al rispetto degli obiettivi di cui al decreto legge 95/2012. Ma stando al secondo livello di informazioni, costanti e quotidiane, e in base ai dati posseduti dagli uffici regionali e trasmessi dall'azienda di trasporto, la Regione Marche risulterebbe ad alto rischio di infrazione.
Da questa preoccupazione nasce in maniera cautelativa la delibera n. 702 del 28 agosto 2015 con la quale la Regione ha ritenuto opportuno consentire l'aumento delle tariffe dei servizi di trasporto pubblico locale, limitatamente alle prime nove fasce, entro i 60 chilometri.
A riprova di quello che abbiamo detto e delle informazioni che abbiamo ricevuto, abbiamo constatato essere purtroppo veritiere. Nella riunione ufficiale dell'8 settembre 2015 del Coordinamento tecnico regionale presso la Conferenza Stato-Regioni, è emerso che la valutazione degli indici di efficientamento previsti in detto decreto legge per l'anno 2015, ufficialmente, sulla base dei dati trasmessi dalle Aziende di trasporto all'Osservatorio nazionale presso il Ministero dei Trasporti riferiti alle annualità 2012, 2013 e 2014, non soddisferebbe per quanto riguarda la nostra Regione, né il conseguimento della soglia minima del 35% del rapporto ricavi costi, né il progressivo incremento del 2,5% dei passeggeri trasportati, con la conseguente, sicura, ufficiale, applicazione delle penalizzazioni suddette (penalizzazioni per le quali saremmo al momento in buona compagnia, perché previste anche per l'Abruzzo, la Basilicata, la Calabria, la Campania, la Liguria, il Molise, il Piemonte, la Puglia e l'Umbria).
Le informazioni in possesso della Regione Marche risultavano pertanto corrette e l'adozione della delibera, che consente l'aumento delle tariffe per il trasporto pubblico locale, assolutamente tempestiva e necessaria per scongiurare il rischio di perdere qualcosa come 10 milioni di euro di risorse.
Si tenga presente tuttavia che con la successiva delibera n. 725/2015 la Giunta regionale ha precisato che le nuove tariffe dei servizi di trasporto pubblico su gomma urbane ed extraurbane, di cui alla delibera di Giunta regionale 702/15, costituiscono tariffe massime applicabili, ai sensi dell'articolo 24, comma 1, lettera c) della legge regionale 45/1998. Di conseguenza permane la facoltà degli enti titolari dei contratti di servizio di non applicare tali aumenti tariffari, se non ritenuti da questi ultimi necessari ai fini del raggiungimento dei predetti obiettivi di efficientamento fissati dall'articolo 16 bis del decreto legge n. 95/2012.
In merito a quali tipologie di controlli - come richiesto dall'interrogazione - effettuano gli uffici della Regione Marche per verificare la congruità dei dati trasmessi dalle aziende di trasporto, si precisa che l'Osservatorio nazionale ha l'obbligo di reperire direttamente presso le aziende di trasporto i dati necessari alla verifica del conseguimento degli obiettivi di cui al suddetto decreto legislativo 95/2012. Una volta completata la raccolta, i dati pervenuti all'Osservatorio vengono resi disponibili su una banca dati a cui le Regioni possono accedere previa necessaria abilitazione (abilitazione peraltro ancora non fornita). Le Regioni hanno quindi facoltà di segnalare all'Osservatorio nazionale eventuali discordanze rispetto alle informazioni statistiche in proprio possesso, derivanti da comunicazioni delle Aziende, dei Comuni e delle Province. Facoltà a cui la Regione Marche non rinuncerà eventualmente ad avvalersi.
E' superfluo precisare che l'omessa, parziale o falsa comunicazione dei dati in possesso delle Aziende di trasporto, costituisce il presupposto di azioni legali e penali nei confronti delle medesime.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Non sono affatto soddisfatto della risposta, Assessore, e spiego il motivo.
Il 28 agosto la Giunta ha prodotto una delibera con la quale si determinava l'aumento delle tariffe nelle tratte entro i 60 chilometri, a discapito delle persone che utilizzano il trasporto su gomma entro i 60 chilometri, specialmente pendolari e studenti. In particolare a discapito di questa fascia.
Andiamo a vedere le motivazioni. Nel documento istruttorio allegato alla delibera si legge testualmente: "Le aziende di trasporto ora chiedono un adeguamento delle tariffe per fronteggiare il progressivo aumento dei costi del settore". Iniziamo a smontare questa cosa. Di quali aumenti stiamo parlando? Abbiamo il petrolio ai minimi storici, l'inflazione ai minimi storici e ricordo che il 23 febbraio 2015 con delibera 114 sono stati stanziati 1.500.000 euro per la copertura dei costi di inflazione relativi al periodo metà 2013 e intero 2014. Questi costi erano già stati ampiamente ripagati. Punto primo.
Punto secondo. Andiamo alla parte più importante ossia i famosi indici che se non rispettati comprometterebbero il finanziamento statale.
Leggo sempre la delibera perché lei Assessore forse ha sbagliato le date, perché qui c'è scritta una cosa diversa, lei fa riferimento al 2015, qui fa riferimento al triennio 2012-2014.
Lo avete scritto voi, o meglio nel documento, leggo: "L'Osservatorio nazionale del trasporto pubblico locale presso il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ai sensi del decreto 95/2012, eccetera, esamina annualmente una serie di indicatori" - sono 5 questi indicatori - "in base ai quali viene trasferito o meno il 10% della quota annuale dal fondo nazionale del trasporto pubblico locale, tra questi" - scrivete - "il principale indicatore di efficientamento" - attenzione alle parole, è un indice sull'efficienza del trasporto pubblico - "derivante dal rapporto" - ossia una frazione, numeratore e denominatore - "tra i ricavi totali"- al numeratore - "ed costi operativi" - al denominatore - "del complesso delle aziende di trasporto operanti nella regione, che deve superare la soglia del 35% ossia 0,35" e continua: "poiché in base ad una prima proiezione dei dati trasmessi dalle aziende di trasporto per il triennio 2012-2014"- è questo il periodo di riferimento - sta scritto qui - 2012-2014 - "sarebbe in discussione" - in quel triennio - "il raggiungimento della predetta soglia del 35%, l'aumento delle tariffe garantirebbe il conseguimento di tale obiettivo per l'anno 2015 ed il mantenimento degli anni successivi".
Questo documento istruttorio è a firma dell'Ing. Gabriele Frigio che io ho contattato e che, ovviamente, non si è rifiutato di fornirmi questi dati.
Andiamo a vedere quali sono i dati che le aziende hanno trasmesso contemporaneamente al Mit ed alla Regione, perché i dati vengono trasmessi a tutti e due.
Per quanto riguarda il primo indice, cioè quello dell'incremento del numero dei passeggeri, nel periodo di riferimento, che deve essere superiore a 2,5, l'indice è 2,78, se vuole dopo glielo consegno. Per quanto riguarda l'indice famoso, quello dello 0,35 che sembrerebbe compromettere tutto, andiamo a vedere quello che dice il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, leggo: "Il progressivo ampliamento del rapporto tra ricavi e costi è verificato" - questo decreto spiega come si verifica questo rapporto - "su base annua rispetto all'anno precedente". Questa è la mia interpretazione, io non ho avuto la possibilità di interloquire con il Mit, quindi mi scuso, è un'interpretazione personale, però leggendo qui sembrerebbe che quello che conta su base annua è l'ultimo anno di riferimento, il 2014 in questo caso, e questa interpretazione, se mi permettete, è confermata anche dal decreto che alla fine dice: "Gli obiettivi di cui ai punti precedenti" - tutti e 5 - "si considerano raggiunti anche mediante il risultato annuale" - ossia se in quell'anno non ce l'hai fatta a raggiungere quegli obiettivi puoi fare la media con i risultati del biennio precedente. Il Ministero dà una scappatoia e dice: se nell'ultimo anno siete in una situazione precaria vi permettiamo anche di calcolare la media per non togliervi questi finanziamenti.
Torno allora ai dati forni dall'Ing. Frigio, nel 2014 che era l'anno in cui secondo questo decreto dovremmo raggiungere lo 0,35, sapete qual era l'indice? Ve lo dico io: 0,37, quindi questo indice era stato raggiunto pienamente e superato abbondantemente.
Vogliamo calcolarlo in un'altra maniera? Vogliamo fare la media dei 3 anni? Bene! Nel 2013 l'indice era 0,35, nel 2012 0,34, facendo la media sul triennio, viene fuori 0,3533, sempre superiore a 0,35 quindi abbiamo il primo indice superato abbondantemente, il secondo indice superato abbondantemente nell'ultimo anno, tra parentesi faccio notare la progressione positiva: 2012 0,34, 2013 0,35, 2014 0,37.
Non è che stiamo scendendo, stiamo salendo, quindi non c'è scusa!
Gli indici erano stati rispettati, sono dati corretti forniti dall'Ing. Frigio, e quello che avete fatto è un cosa indegna, dal mio punto di vista, perché ditemi voi se non si tratta di un regalo alle aziende. A discapito di chi? Dei marchigiani, delle famiglie che hanno i bambini che vanno a scuola e dei pendolari che vanno al lavoro.
Questa politica che avete fatto il 28 agosto, è una politica vergognosa.

Interrogazione n. 26
ad iniziativa del Consigliere Zaffiri
"Azienda ospedaliero universitaria - Ospedali riuniti Ancona - Nuovi dirigenti amministrativi"
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 26 del Consigliere Zaffiri.
Ha la parola, per la risposta, il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. L'interrogazione chiede se si vuole sospendere il bando per due dirigenti amministrativi nell'azienda anconetana.
La risposta è molto lunga e se la posso dare in maniera cartacea è meglio, perché in gran parte ricostruisce le funzioni delle due strutture operative che sono: il controllo di gestione e la parte della convenzione libera professione che si occupano di attività corpose all'interno delle aziende ospedaliere.
E' difficile immaginare di rinunciare al controllo di gestione, anzi come funzione dovrebbe essere sempre più spinta, assolutamente importante all'interno dell'azienda proprio perchè dà quel contributo fondamentale alla ricerca costante dell'efficienza. La stessa cosa riguarda la parte delicatissima della contrattualistica per l'attività in libera professione.
Rispetto al tema dei risparmi le due figure sono già coperte, quindi non facendo il concorso non risparmieremmo assolutamente niente perché sono già previste ed operanti con contratti a termine anziché a tempo indeterminato.
La parte normativa e contrattuale spinge sempre più a operare in questa direzione.
I parametri fondamentali che riguardano il rapporto del personale in sanità di tipo amministrativo rispetto al medico sono sotto il 7%, ritenuto ottimale dalla legge. Anche quello dei dirigenti sta all'interno dei valori.
All'interno dell'azienda ospedaliera, la situazione attuale è frutto di una riduzione che già c'è stata rispetto al numero di dirigenti amministrativi, unità che sono state ridotte negli anni passati ed oggi ha un numero che possiamo ritenere ottimale, conforme alla legge.
Andare avanti con il concorso significa semplicemente rendere stabili due figure che oggi sono ricoperte da dirigenti a tempo determinato, attraverso una selezione anziché un incarico che ha per sua natura la necessità di essere a tempo determinato. Non troviamo ragioni, rispondendo all'interrogazione, per non fare i due concorsi.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie di aver trattato questa interrogazione.
Sono insoddisfatto della risposta perché il Presidente sa bene che parliamo di un'altra cosa e non di quello che poc'anzi ha evidenziato.
Parliamo della stabilizzazione di due lavoratori che sono stati assunti con l'ex articolo 45 quello che è stato depennato dal governo italiano perchè era un articolo "clientelare".
Il Presidente sa perfettamente che le assunzioni non servono perché dall'1 settembre 2014 gli interventi sono stati ridotti del 50% in tutte le sale operatorie e non vengono coperti i posti da primario perché non ci sono i soldi, ma all'improvviso le risorse escono fuori per due dirigenti della sanità anconetana.
Questa cosa che riguarda la struttura ospedaliera dell'Ospedale riuniti è fuori luogo, probabilmente si vuole percorrere la strada di regolarizzare due assunzioni fatte, a suo tempo, con un metodo molto discutibile.
Questo è il problema vero Presidente. Lei ha giustamente cercato di difendere la struttura, ne prendo atto, questo è il dato di fatto di quest'Aula, però i fatti concreti, lo sa benissimo, non sono in questi termini, e noi come Lega Nord abbiamo preannunciato chi vincerà questi due concorsi, nome e cognome di queste due persone, perché saranno ..., e mi fermo qui, tizio e caio, anzi tizia e tizia.
Questo problema lascia l'amaro in bocca a decine, centinaia e migliaia di operatori della struttura sanitaria, non a Sandro Zaffiri Consigliere della Regione Marche, ma agli operatori che operano in difficoltà, nei periodi estivi, nelle sale operatorie in cui manca il personale, con turni anche di 24 ore e con quattro chirurghi che operano.
Lei queste situazioni le sa, ma quando c'è da decidere su cose non proprio trasparenti, si continua alla vecchia maniera per proteggere questa situazione. Grazie.

Interrogazione n. 29
ad iniziativa del Consigliere Carloni
"Situazione Banca delle Marche"
(Rinvio)

PRESIDENTE. Su intesa della Giunta e del Consigliere Carloni, questa interrogazione è rinviata.

Interrogazione n. 30
ad iniziativa del Consigliere Zaffiri
"Problematiche connesse alla pesca dei molluschi bivalvi"
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 30 del Consigliere Zaffiri.
Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Bora.

Manuela BORA. Grazie. La problematica oggetto dell'interrogazione concerne il comparto della pesca dei molluschi bivalvi, in particolare la pesca esercitata con le apposite imbarcazioni denominate turbosoffianti o draghe idrauliche.
Il principale bersaglio di questa particolare tipologia di pesca è costituito dalla vongola denominata "lupino".
Negli ultimi trenta anni la pesca delle vongole con draga idraulica si è distinta per l'elevata redditività, fattore che, fin quando è stato possibile, ha determinato un aumento della flotta operante con questo sistema, fino al raggiungimento su base nazionale di una quota pari a circa seicento imbarcazioni.
D'altro canto però tale tipologia di pesca risulta essere impattante sull'ecosistema marino ed in particolare sulla fascia compresa entro le prime due miglia marine.
Proprio l'elevato impatto ambientale, unito con un progressivo calo della risorsa disponibile, ha spinto alla fine degli anni ottanta il Ministero delle politiche agricole e forestali ad interrompere il rilascio di nuove licenze, contingentando di fatto il settore alle sole imbarcazioni esistenti.
Oltre al contingentamento delle licenze, nello stesso periodo è stato introdotto il concetto del consorzio di gestione, con il quale su base compartimentale, la gestione della risorsa vongola è stata affidata direttamente agli operatori, i quali costituitisi negli appositi consorzi, sono diventati gestori e vigilanti dello stato di salute della risorsa da loro stessi sfruttata.
Con il passare degli anni, nella regione Marche, la sempre maggiore pressione di pesca esercitata dalla numerosa flotta regionale (nelle Marche operano 221 imbarcazioni su un totale nazionale di 610) ha determinato periodici cali di produttività soprattutto per ciò che riguardava le aree a sud del promontorio del Conero. Tale problematica, che dalla fine degli '90 ha generato forti conflitti tra gli operatori e problemi di ordine pubblico, nel 2002 ha spinto il Ministero delle politiche agricole e forestali all'adozione di un provvedimento con cui, in via sperimentale e d'accordo con i singoli operatori ricadenti nei consorzi di Ancona e San Benedetto, alcune imbarcazioni venivano localizzate in un'apposita area denominata "sub compartimento di Civitanova Marche" estesa dallo scoglio delle Due Sorelle fino alla foce del fiume Chienti.
Il provvedimento prevedeva che all'interno di tale area potessero operare 44 imbarcazioni, 19 di provenienza del consorzio di Ancona e 25 di provenienza del consorzio di San Benedetto del Tronto. Dall'anno dell'istituzione fino al 2009 il Ministero ha annualmente rinnovato l'identificazione dell'area in via sperimentale concedendone lo sfruttamento ai 44 operatori. Nello stesso periodo il livello del conflitto rimaneva elevato, e le parti coinvolte si rivolgevano al Tar per la impugnativa degli amministrativi messi in atto dal Ministero.
Negli anni la produttività dello specchio di mare affidato in via sperimentale è andata riducendosi progressivamente con conseguente situazione di sofferenza da parte delle quarantaquattro imprese operanti (19 ex Cogevo di Ancona e 25 ex Covopi di S. Benedetto del T., con residenza tutte a Civitanova Marche). La situazione di malcontento ha spinto i 19 operatori anconetani ad impugnare l'atto ministeriale che li spostava al di sotto del Conero. Il ricorso inizialmente presentato presso il Tar del Lazio, veniva successivamente trasferito per competenza al Tar delle Marche che in data 5 agosto 2009 con sentenza n. 855 dichiara illegittimi gli atti posti in essere dal MiPAF dopo il 2003 in quanto posti in essere da un soggetto non competente in materia. La stessa sentenza ha determinando inoltre che la materia "pesca dei molluschi bivalvi" è di pertinenza esclusiva regionale, ai sensi dell'art. 117 della Costituzione.
Pertanto se fino al mese di ottobre 2009 la competenza per la gestione del comparto della pesca molluschi bivalvi con draga idraulica è rimasta in capo al Ministero delle politiche agricole e forestali, a seguito della sentenza Tar Marche del 5 agosto 2009 tale competenza è passata di fatto alla Regione Marche che tempestivamente si è dotata di un regolamento per la gestione del comparto, soprattutto per la determinazione delle aree di pertinenza dei singoli consorzi e per la distribuzione delle imbarcazioni operanti all'interno delle diverse aree individuate.
A seguito della sentenza sopra citata il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, in data 6 ottobre 2009, ha annullato in autotutela, con atto del Direttore generale, il decreto del 2 ottobre 2002 con il quale veniva istituito in via sperimentale il sub compartimento di Civitanova Marche.
Successivamente all'emanazione del ricorso n. 6/09 il COGEVO di Ancona ha presentato ricorso al Tar Marche contro alcune delle determinazioni del regolamento regionale. In data 10 giugno 2011 con sentenza n. 455 il Tar Marche ha dichiarato legittime tutte le determinazioni contenute nel regolamento regionale respingendo il fatto torto al COGEVO anconetano ricorrente. Lo stesso COGEVO ha impugnato la sentenza 455/2011 dinnanzi al Consiglio di Stato con giudizio ancora pendente.
Un'ulteriore problematica che deve essere attentamente valutata è la determinazione contenuta nel Regolamento Mediterraneo Reg. CE 1967/06, che all'articolo 19 impone a tutte le imbarcazioni con attrezzo trainato di pescare al di là delle 0,3 miglia marine. Attualmente la deroga richiesta dall'Italia non è stata accolta e di fatto molte imbarcazioni si potrebbero trovare a pescare nel non rispetto delle regole. Inoltre se tale deroga non dovesse essere definitivamente concessa bisognerà considerare la tipologia delle aree sfruttabili con notevole differenza tra nord e sud del Conero. A nord del Conero infatti l'area commercialmente sfruttabile si estende oltre le 0,3 miglia concedendo alle imprese una certa operatività seppur ridotta. A sud del Conero l'applicazione del divieto inciderebbe maggiormente sull'area di pesca creando criticità notevoli. Per ciò che concerne la determinazione della taglia minima attualmente fissata in 25 millimetri, gli operatori da molti anni lamentano gli svantaggi derivanti da tale limitazione a causa del fatto che per molteplici motivi la specie in questione spesso raggiunge tardivamente la taglia commerciale. A tale proposito viene da tempo chiesta una riduzione di tale valore avvalorando la richiesta con documentazioni scientifiche secondo cui la vongola raggiunge la maturità sessuale ben prima dei famosi 25 millimetri. Anche in questo caso sia a livello nazionale che comunitario si stanno valutando soluzioni volte a migliorare le condizioni di redditività di un comparto già in crisi da tempo.
Rispetto ai tre punti oggetto della interrogazione la Giunta Regionale ha come obiettivo primario quello della tutela della risorsa e delle imprese marchigiane abilitate alla raccolta dei molluschi bivalvi, le quali devono avere le medesime possibilità di pesca. Potrà pertanto essere prevista un'eventuale rideterminazione dei confini in base alle risultanze derivanti dall'analisi degli ulteriori dati sulla produzione tuttora in fase di elaborazione.
Alla scadenza del termine fissato, il 30 giugno 2016, a seguito delle valutazioni già illustrate prima la Giunta regionale, sentite le associazioni di categoria e previo parere della Commissione consiliare competente, valuterà l'opportunità di riconfermare l'attuale assetto geografico per la distribuzione delle unità da pesca, ovvero potrà procedere ad eventuali modifiche dei confini sempre allo scopo di mantenere a livello ottimale la distribuzione dello sforzo di pesca esercitato dalla flotta operante con draga idraulica.
In questi mesi ho incontrato le associazioni di categoria, so che il termine del 30 giugno in realtà non è molto lontano, per cui sarà una decisione da una parte condivisa e dall'altra avvalorata da quelli che sono i dati scientifici che ho già richiesto, per cui non mancheranno occasioni di condividere anche con questo Consiglio, a partire dalla Commissione consiliare competente, la decisione al riguardo. Grazie.

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Ringrazio l'Assessore Bora per questo suo intervento.
Ritengo auspicabile che si apra un confronto molto serio sulla questione della pesca delle vongole perché, come l'Assessore lo sa bene, è un problema che viene da molto lontano ed ha creato difficoltà nelle marinerie.
Questi problemi vanno recuperati e vanno definiti, Assessore, una volta per sempre e credo che la politica debba affrontarli.
Per quanto riguarda il problema delle vongole sappiamo tutti che le licenze sono state date in soprannumero, sono nate con facilità, fuori dalle regole della direttiva europea. Solo nella Regione Marche sono stati individuati i subcompartimenti, non sono indicati nella direttiva.
Lei sa benissimo che ci sono provvedimenti sanzionatori da parte della Comunità europea nei confronti della Regione Marche perché c'è questa discrepanza nata con un Assessore che l'ha preceduta.
La materia delle vongole è un po' alla Ponzio Pilato, non si è affrontato il vero problema che è quello del numero sovrastimato di queste imbarcazioni.
L'interrogazione l'abbiamo presentata prima del 30 giugno 2016 proprio per evidenziare questo problema che pensiamo si possa risolvere prima di tale data.
Questo è un aspetto essenziale ed è difficile capire se per quelle imbarcazioni in sovranumero si possano trovare degli incentivi economici perchè senza di questi non riusciremo a farle dismettere. Il problema è il numero sovrastimato.
Come lei probabilmente sa, io interpreto in un altro modo i provvedimenti fatti dalla Regione che, come ho evidenziato e sottolineato, sono fuori dalle regole europee. Pertanto noi continuremo a chiedere che la direttiva della Comunità europea venga immediatamente applicata e se lei ha iniziato questo confronto con le associazioni di categoria possa chiuderlo nel più breve tempo possibile, non diciamo domani mattina, ma fare uno sforzo per chiudere la partita delle vongole e dei molluschi prima del 30 giugno. Per gli operatori sarebbe una cosa positiva che vedrebbe, una volta per sempre, la definizione del problema.
Questo problema, ricordo per chi non lo conoscesse, è nato con il trasferimento di 25 vongolare dal comparto di San Benedetto a quello di Ancona, sono barche che avevano la licenza per la zona di San Benedetto e sono state spostate nella zona di Ancona per cui tutte le difficoltà che sono sorte a suo tempo devono essere regolarizzate. Questo è l'aspetto essenziale.
Dobbiamo regolarizzare dando un riferimento sicuro anche alle licenze in sovrannumero, dando la possibilità di decidere se continuare o se smettere l'attività, però non si fanno le nozze con i fichi secchi, Assessore, questo è il problema finale, bisogna mettere dei soldi per incentivare la chiusura di qualche licenza, altrimenti non ne veniamo più fuori. Grazie.

Mozione n. 10
ad iniziativa dei Consiglieri Fabbri, Bisonni, Giorgini
"Calendario venatorio regionale 2015/2016"
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 10 dei Consiglieri Fabbri, Bisonni, Giorgini.
Ha la parola, per l'illustrazione, il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Buongiorno Presidenti, buongiorno colleghi Consiglieri.
Premetto che questa non è una mozione anticaccia, ma serve per fare chiarezza sulle modalità di stesura e sui contenuti del calendario venatorio che non risponde pienamente alla normativa europea, alla direttiva 147 del 2009, ed alle indicazioni esposte dall'Ispra.
La delibera 388 del 5 maggio 2015 potrebbe essere modificata.
La direttiva europea sulla conservazione degli uccelli selvatici all'articolo 7 stabilisce che gli uccelli selvatici non possono essere cacciati durante la stagione riproduttiva e di dipendenza dei giovani dai genitori e, per quanto riguarda i migratori, durante il ritorno ai luoghi di nidificazione che è la migrazione prenuziale.
La Commissione europea ha a suo tempo istituito un comitato scientifico, Comitato Ornis, costituito da esperti ornitologi, che ha ricevuto il compito di stabilire, specie per specie, Paese per Paese, le date in decadi di inizio e durata della riproduzione ed inizio della migrazione prenuziale.
I risultati del lavoro del Comitato sono riportati nel documento "Concetti fondamentali dell'articolo 7 della direttiva 79/409 sul periodo di riproduzione e migrazione prenunziale delle specie di uccelli cacciabili nell'Unione europea", ufficialmente adottato dalla Commissione europea nel 2001.
Questi Key concepts vengono stabiliti all'interno del documento, il non rispetto rappresenta una violazione normativa e l'Unione europea ha più volte sottoposto a misure di infrazione economica lo Stato e le Regioni inadempienti.
La stesura del calendario venatorio non ha neppure preso in considerazione le indicazioni ricevute dall'Ispra e c'è anche un documento guida per la stesura dei calendari venatori ai sensi della legge 157 del '92, così come modificata dalla legge comunitaria del 2009, articolo 42, nel quale si indica la sospensione della caccia o il permesso di caccia solo sulla base di censimenti e piani di prelievo per alcune specie.
Si ricorda che la Corte Costituzionale con la pronuncia 266 del 2010 ha riconosciuto ai pareri dell'Ispra una diretta cogenza nei confronti delle amministrazioni regionali.
Tutto ciò che disattende le indicazioni dell'Ispra dovrebbe essere motivato con argomentazioni tecniche e scientificamente valide e coerenti, ne è un esempio l'ordinanza del Tar Lazio 4392 del 25 novembre 2011 che ha sospeso gli effetti del calendario venatorio regionale in quanto la Regione nell'approvarlo non ha tenuto in particolare considerazione le osservazioni dell'Ispra contenute nella guida in precedenza citata.
In particolare il calendario venatorio marchigiano presenta archi temporali non pienamente conformi ai Key concepts per undici specie di uccelli e non sono state recepite le indicazioni Ispra o non sono state motivate adeguatamente le deroghe introdotte per altre quattro specie di uccelli.
Il calendario venatorio adottato presenta similitudini con quello del 2012-2013 della Regione Veneto sospeso a causa degli aspetti sopra illustrati.
La mozione indica nello specifico, specie per specie, l'interpretazione più o meno stringente rispetto a questi Key concepts o alle indicazioni dell'Ispra, per vedere come questo calendario venatorio sia stato steso sul filo di lana, sulla lama del rasoio, per massimizzare il prelievo.
La scorsa settimana abbiamo dedicato un Consiglio tematico all'enciclica del Papa "Laudato sì" e abbiamo approfondito e dato grande risalto a delle tematiche, abbiamo parlato di biodiversità, di tutela attiva degli ecosistemi, di superare il concetto dell'antropocentrismo, di educazione culturale e cambiamento dei comportamenti, quindi, come testimonianza di quello che ci siamo detti la settimana scorsa per un intero Consiglio regionale, ritengo doveroso che il calendario venatorio venga scritto in maniera più tutelante per gli ecosistemi perché non è questo il modo di dare prova che siamo di fronte ad un cambiamento culturale. Non è massimizzando il prelievo venatorio che si dà il segnale di rispetto per l'ecosistema e per la natura. Stiamo parlando di 20, 25 mila cacciatori, meno del 2% della popolazione, che svolge una pratica ludico ricreativa sportiva per la quale si mettono a rischio gli ecosistemi. Non è un buon esempio per le generazioni future, soprattutto per l'aspetto culturale verso cui dobbiamo andare che è quello di recepire le indicazioni globali che ci vengono messe di fronte dalla nuova realtà ambientale e che ci devono consentire di rispettare l'ecosistema nel suo complesso.
Guardiamo per favore al futuro e non rimaniamo vincolati a delle lobby di potere. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Traversini.

Gino TRAVERSINI. Grazie Presidente. La mozione presentata verte soprattutto sul fatto che il calendario venatorio si è allontanato dal parere/giudizio dell’Ispra, principalmente è questo. Si capisce bene, nella parte finale, a cosa mira la mozione.
Scinderei in due parti il mio intervento per il gruppo del Partito Democratico.
La prima parte riguarda il calendario venatorio che è stato approvato dalla precedente amministrazione il 5 maggio e poi per 60 giorni chi aveva da obiettare - cosa che è sempre avvenuta negli anni, sono stati fatti ricorsi che normalmente la Regione ha sempre vinto - aveva la possibilità di ricorrere al Tar. Cosa che quest’anno non è avvenuta, e se non sbaglio questa mozione è stata presentata a luglio e c’erano ancora i tempi per sottoporre a ricorso questi argomenti, c’erano tutti, sono elementi scientifici che potevano essere visti in base al ricorso.
Il calendario venatorio non è solo qualcosa che approva la Giunta, non è solo una volontà politica, è una questione anche tecnica e gli uffici hanno lavorato secondo quelle che sono le normative, nel senso che la normativa principale europea, la Key concepts, è stata perfettamente osservata dagli uffici. E' la guida che a livello europeo si dà sulla caccia e le Regioni devono starci dentro.
Altra cosa è l’Ispra. L’Ispra dà un parere non obbligatorio, non vincolante, nel senso che deve essere recepito, ma non è vincolante, tanto che le Regioni possono emanare un calendario di caccia in difformità a quelle che sono le indicazioni dell’Ispra, motivando dal punto di vista tecnico, altrimenti sarebbe semplicissimo, basterebbe delegare all’Ispra il calendario venatorio, cosa che in realtà così non è.
E' vero, la Regione Marche in alcuni punti si è discostata da quello che era il parere dell’Ispra, che ripeto non è un parere vincolante, motivandolo tecnicamente con argomentazioni spesso prese dall’Ispra stessa.
Questo è un concetto importante per capire le motivazioni dal punto di vista della mozione.
L’Ispra ha un ruolo fondamentale ed ha pubblicato una guida che riguarda l’emanazione del calendario venatorio. Poi il Tar del Lazio, che si citava prima, ha detto che la guida dovrebbe avere indicazioni generali, mentre l’emanazione del calendario venatorio riguarda Regione per Regione, non si può fare una guida generale, cosa che esiste a livello europeo.
Sul valore dell’Ispra e sul suo peso c’è un dibattito nazionale, inerente al fatto che dà un parere non obbligatorio, non vincolante, dal quale la Regione può allontanarsi motivando tecnicamente.
Queste sono le motivazioni per cui chiedo alla maggioranza, in quanto ha risposto a quello che è lo schema presentato dalla Giunta, di votare contro perché gli uffici hanno rispettato pienamente quelle che sono le normative.
Il ragionamento che il Consigliere Fabbri ha presentato nella seconda parte è lo spunto per dire che è impensabile modificare il calendario venatorio a caccia iniziata, ma soprattutto per sottolineare che va visto e va preparato nell'ottica di salvaguardare più possibile le specie animali. Questo in considerazione dei ragionamenti che abbiamo fatto nell’ultimo Consiglio.
Questo è un ragionamento che la nuova amministrazione, il nuovo lavoro del Consiglio, è giusto che affronti. Non dico quale sarà l’evoluzione.
La procedura per l’attuazione del calendario venatorio non passa in Commissione, non viene in Consiglio, è un atto che approva direttamente la Giunta, chiedo, quindi, all'Assessore, proprio per venire incontro a questa necessità di maggior approfondimento, che prima dell’approvazione in Giunta passi in Commissione, in II Commissione per poter dibattere ed affrontare meglio alcune situazioni che oggi abbiamo discusso.
La mozione, secondo me, è molto tecnica e forse l'argomento è più da interrogazione che da mozione, però capisco le motivazioni, se vogliamo, politiche, nel senso più alto della situazione, che ci stanno nella presentazione di questo atto.
Chiudo dicendo che quello che va dato è un voto contrario perché gli uffici hanno ottemperato in maniera seria alla normativa corrente, cioè hanno rispettato in pieno le norme della Comunità europea e si sono allontanati dal parere dell’Ispra motivando tecnicamente.
Ognuno è libero di interpretare come meglio crede le scelte, è chiaro, ma questo è quello che chiedo come Presidente della Commissione e come rappresentante del gruppo PD.

Presidenza del Vicepresidente
Renato Claudio Minardi

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Pieroni.

Moreno PIERONI. Ringrazio i promotori della mozione perchè è legittimo il confronto sul calendario venatorio nella sua complessità e sulle questioni inerenti al sistema di caccia nella nostra regione.
La mozione presentata è molto tecnica, e sostanzialmente porta avanti una serie di cose: il sistema di caccia, le aperture, le tipologie di animali inseriti nel calendario venatorio. Sicuramente è giusto l’approccio fatto sia dal presentatore che dal Presidente della Commissione e si è entrati più nell’aspetto politico che non tecnico perchè è indiscutibile che il calendario venatorio nasce anche dal confronto con le esperienze passate.
Tutti sappiamo e ricordiamo che negli anni passati sono stati presentati ricorsi da parte di singoli cittadini, da parte di associazioni e che nella stragrande maggioranza sono stati respinti dai vari Tar, però quelle esperienze, secondo me, giuste, sono servite anche alla Regione Marche, agli uffici e alla Giunta regionale per elaborare quest'anno un calendario fortemente collegato all’esperienza sia del mondo venatorio che dell’ambiente.
E' vero quello che ha riportato il Consigliere Fabbri quando ha detto che in alcuni casi questo calendario venatorio si è discostato dalle indicazioni date dall’Ispra, ma è altrettanto vero che su questo aspetto le Regioni, in questo caso la Regione Marche ha, secondo me, in maniera chiara definito il suo ruolo.
Al di là delle varie posizioni e delle varie sollecitazioni che ognuno di noi può avere, dobbiamo essere attenti a quello che il panorama della Regione Marche dà in questo contesto.
Credo che siano importanti le esperienze passate ma, da questo punto di vista, il calendario, come ha ricordato il presentatore della mozione, ha visto l'approvazione della Giunta regionale nel mese di maggio e non ha visto - ci sarebbero stati anche i tempi giusti - la presentazione di eventuali ricorsi o quant’altro. Questo è il primo aspetto.
Il secondo aspetto è, ne sono convinto, che in questa mozione vengono toccati anche temi che oggi sono molto importanti. Per questo ringrazio di nuovo il presentatore. Ad esempio, nella parte finale viene evidenziato l’aspetto degli ungulati e ciò che riguarda le munizioni. Su questo una riflessione va fatta, ma il tema degli ungulati dovremmo affrontarlo sia nell'apposita Commissione che in Consiglio.
Oltre al tema dei cinghiali, dò un altro un dato, abbiamo circa dai 50 ai 57 mila caprioli nella nostra regione. Questi sono animali bellissimi ma stanno creando, insieme ai cinghiali, insieme ai lupi per quello che riguarda la pastorizia - i caprili - danni importanti al mondo agricolo.
E' chiaro che una riflessione a tutto tondo dovremmo farla anche in prospettiva, partendo da cosa? Partendo dai cinghiali, un tema su cui la Regione e gli ffici si stanno impegnando per dare una risposta forte, perché non è pensabile che ci siano nella zona C - per chi non conosce il tema, le zone C sono lungo la costa, ad eradicazione totale - 250, 300 capi di cinghiali all’interno del Parco del Conero, secondo i dati ufficiali, e credo siano di più, anche se ci sono stati abbattimenti, infatti si partiva da 500 capi.
Su questi argomenti come Commissione, come Giunta e come Assessorato dovremmo confrontarci in maniera serrata per dare delle risposte che sono sentite in maniera forte dal mondo agricolo.
Concludo con una valutazione e riflessione. Io sono cattolico anche se socialista e non credo che le riflessioni che sono avvenute all’interno di questo Consiglio, la scorsa settimana in merito all’enciclica di Papa Francesco “Laudato si”, sia giusto rapportarle in questo contesto. Questa è una mia valutazione personale, perché in questi ultimi decenni il mondo venatorio ha cambiato l’approccio con la caccia e con l’ambiente.
Voi sapete che, lo sappiamo tutti, tante associazioni venatorie fanno anche la pulizia dei fiumi, fanno la sistemazione dei fossi, perché è importante per loro tenere l’habitat in equilibrio con l’ambiente e sono convinto che se riusciremo a trovare il giusto bilanciamento, come in questo contesto in cui è stato approvato il calendario venatorio ed anche altre iniziative, tutti insieme potremmo dare la giusta risposta al paesaggio, all’ambiente ed al mondo venatorio.

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Fabbri per la replica.

Piergiorgio FABBRI. Prendo atto che nel merito non c’è stato nessun riferimento al fatto che le decadi indicate dai Key concepts e dall’Ispra siano state rispettate. Abbiamo, quindi, un calendario venatorio che potrebbe essere esposto a ricorsi che potrebbero essere onerosi per la Regione. Questa è una responsabilità che ci dobbiamo assumere.
La mozione è stata presentata il 22 luglio, il 28 luglio ho proposto l'iscrizione all’ordine del giorno, ma non è stata accettata, quindi, ho fatto una dichiarazione urgente. Capisco che sia caduta nel vuoto e si sia tergiversato per dire: ormai il calendario venatorio, la caccia è iniziata, di cosa parliamo?
Il discorso, a mio avviso, oltre che tecnico, e mi sembra di non essere stato smentito, è soprattutto politico. Da una parte c’è la gestione delle specie animali che sono in sovrannumero, quindi caprioli, cinghiali, qualcuno dice addirittura lupi, ma apriamo la discussione e vediamo chi alleva i cinghiali, non voglio aprire riflessioni. Dall'altra si consente sistematicamente tutti gli anni di tenere in difficoltà specie che sono sull’orlo della scarsa riproduzione, dell’estinzione, come se si dovesse mantenere a tutti i costi il massimo di un diritto nell’esercizio di un'attività.
Ripeto, non ho nulla pregiudizialmente contro la caccia e i cacciatori, però bisogna farsi carico della realtà moderna in cui viviamo, in cui gli ecosistemi sono sottoposti ad uno stress causato dalle attività antropiche.
Se noi vogliamo continuare a legiferare con queste normative che possono essere interpretabili, come ho detto prima, sulla lama del coltello o sul filo di lana, facciamolo pure, però andiamo anche incontro ad una responsabilità che mi sembra non porti nulla di nuovo, quindi, invito il PD e tutti gli altri colleghi a votare questa mozione, a cambiare il calendario venatorio, a dare un segno eloquente, una testimonianza fattiva del fatto che qui si cambia verso. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zura Puntaroni.

Luigi ZURA PUNTARONI. Come ex cacciatore conosco l’ambiente. Nella mia famiglia, da generazioni, siamo sempre andati a caccia ed oggi direi che i cacciatori non esistono più. La lobby non esiste più perché i cacciatori non esistono più. Le normative degli ultimi 15 anni hanno tolto la voglia di andare a caccia, ed è un peccato perché noi andavamo a caccia per fare merenda, per osservare il territorio ed anche per controllarlo e ne avevamo una conoscenza profonda.
Sono favorevole a che venga mantenuta la caccia, anche perché è solo una caccia teorica, in pratica non c’è. Sono favorevole a che venga regolamentata e che questo Consiglio prenda di petto, nei prossimi mesi, la questione delle specie infestanti come i cinghiali, come i caprioli, soprattutto i cinghiali perché il Psr prevede una marea di risorse destinate alle zone disagiate. Regaliamo tanti soldi a persone che non possono portare avanti delle colture perché se hai i cinghiali intorno e sei assediato, sei destinato alla sconfitta. Per me la caccia in alcuni momenti dovrebbe essere selettiva ed occorrerebbe un piano molto concreto, specie per specie.
Penso che la lobby dei cacciatori, Consigliere Fabbri, non esista, non è mai esistita, nemmeno quando a caccia ci andavano in molti, è un sogno suo, personale e se fa l’intransigente sulla caccia sbaglia.
Come cacciatore dico che la caccia era per noi un modo per controllare e difendere il territorio, perché alla fine si andava a casa dopo aver mangiato molto, ma senza niente nel carniere, e per me il termine lobby è un termine errato. Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 10. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Interpellanza n. 1
ad iniziativa della Consigliera Marcozzi
"Dragaggio dei porti di competenza regionale ed in particolare di quello di Porto San Giorgio"
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interpellanza n. 1 della Consigliera Marcozzi che ha la parola per illustrarla.

Jessica MARCOZZI. Grazie Presidente. Questa interpellanza riguarda l’attività di dragaggio dei porti classificati regionali, quindi di competenza della Regione Marche.
Visto e considerato che l’insabbiamento delle imboccature dei porti si verifica con regolarità ho interpellato la Regione Marche per conoscere:
1) le attività programmate ed attuate per gestire il fenomeno dell’insabbiamento dei porti di competenza regionale ed in particolare di quello di Porto San Giorgio;
2) se l’amministrazione regionale intende procedere alla programmazione ordinaria delle attività di dragaggio e preliminarmente alla redazione della scheda di bacino portuale come previsto dal Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, al punto 6) del manuale per la movimentazione di sedimenti marini e quali risorse la Regione Marche intende destinare annualmente al dragaggio dei porti di competenza regionale;
3) nella considerazione che l’attività di dragaggio del porto di Porto San Giorgio appena ultimato, a causa delle limitate risorse, non è da considerarsi neanche temporaneamente sufficiente, quale iniziativa e quali risorse la Regione Marche intende destinare in questa fase, alla conclusione dell’attività di dragaggio;
4) se intende disciplinare l’attività di deposito temporaneo in ambito portuale o altri ambiti del materiale derivante dal dragaggio nel caso in cui il rinascimento non avvenga contemporaneamente al dragaggio ma necessiti di un deposito temporaneo.

PRESIDENTE. Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Casini.

Anna CASINI. L’articolo 105 comma 7 del decreto legislativo 112/98 prevede che l’attività di escavazione dei fondali dei porti è svolta dalle Autorità Portuali o in mancanza è conferita alle Regioni.
Alla predetta attività si provvede mediante affidamento a soggetti privati scelti attraverso procedura di gara pubblica.
Con la legge regionale 17 maggio 1999 n. 10 la Regione ha effettuato il riordino delle funzioni amministrative tra cui quello relativo al settore delle infrastrutture in conformità alle leggi dello Stato n. 142/90, n. 59/97, n. 112/98 in particolare all’articolo 60, comma 1, lettera c) prevede inoltre che: "Sono riservate alle Regioni le funzioni amministrative concernenti la programmazione e la pianificazione degli interventi di costruzione, la bonifica e la manutenzione dei porti di rilievo regionale ed interregionale, nonché delle opere a servizio delle attività portuali", mentre all’articolo 61 della medesima legge stabilisce che: "Sono attribuite ai Comuni - quindi anche a Porto San Giorgio - le funzioni amministrative concernenti la progettazione e l’esecuzione degli interventi di costruzione, la bonifica e la manutenzione dei porti di rilievo regionale ed interregionale nonché delle opere a servizio delle attività portuale".
Più in generale l’articolo 8 della legge regionale 10/99 stabilisce che nelle materie e nei settori considerati dalla presente legge spetta ai Comuni la generalità delle funzioni non espressamente riservate dalla legge o da precedenti leggi della Regione alle Province o alle Comunità montane salvo diretta previsione relativa a singole materie o settori, quindi è competenza del Comune.
Ne deriva che le opere di escavazione e dragaggio finalizzate a riportare la quota dei fondali a quella prevista dal piano regolatore portuale costituiscono attività di mera manutenzione che il quadro normativo sopra delineato demanda al Comune competente.
Il quadro normativo non assegna alla Regione competenze alla progettazione ed all’esecuzione dei dragaggi portuali, mentre sono in capo alla stessa le autorizzazioni di cui alla legge 179/2002, ripascimento e deposito in cassa di colmata, e all’articolo 109 del decreto legislativo 152/2006 (scarico a mare).
Ad ogni buon conto si precisa che la Regione Marche provvede annualmente ad effettuare trasferimenti di risorse regionali ai Comuni per la manutenzione, riparazione, illuminazione dei porti, escavazione dei porti di seconda categoria, dalla seconda alla quarta classe.
Si segnala infine che sono stati ultimati e collaudati i lavori relativi alla realizzazione della vasca di colmata del porto di Ancona. Detti lavori costituiscono attuazione dell’Accordo di programma "per i dragaggi e lo sviluppo sostenibile delle aree portuali presenti nelle Marche" - dove vengono portate le sabbie che non sono né di prima né di seconda categoria - sottoscritto tra la Regione e il Ministero dell’Ambiente, l’Icram, Autorità portuale e alcuni Comuni sedi di porti di interesse regionale, con il quale le parti hanno individuato una serie di interventi per la gestione dei bacini portuali regionali.
Tutto ciò premesso:
1) La realizzazione della cassa di colmata rende plausibile l'imminente superamento dell'attuale criticità dovuta all'assenza di un sito per lo stoccaggio dei materiali provenienti dal dragaggio dei porti marchigiani che superano i limiti previsti nelle tabelle della delibera di Giunta regionale n. 255/2009, mediante le opportune operazioni manutentive a tal fine realizzate dal competente ente comunale.
Inoltre la disponibilità concessa dall'Autorità Portuale di Ancona a conferire, nell'area a mare autorizzata alla stessa, sedimenti dragati dal porto di Fano non riutilizzabili per il ripascimento apre una prospettiva anche per gli altri porti di competenza regionale attraverso la stipula di appositi accordi.
2) In base a quanto premesso è competenza dei Comuni procedere alla programmazione ordinaria delle attività di dragaggio e alla redazione della scheda di bacino portuale. La Regione Marche, sulla base delle richieste annuali provenienti dai Comuni, provvede alla ripartizione delle risorse disponibili.
3) Ulteriori richieste di risorse dovranno essere valutate dalle competenti strutture regionali che valuteranno anche in base alle risorse disponibili nel bilancio regionale.
4) Un aggiornamento del quadro normativo di settore nazionale e di conseguenza regionale potrebbe prendere in considerazione e disciplinare anche il deposito temporaneo prima del ripascimento, in ambito portuale o in altri ambiti, del materiale derivante dal dragaggio che all'origine non sia classificabile come rifiuto.

PRESIDENTE. Ha la parola, per la replica, la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Il problema è la mancanza di una programmazione degli interventi su tale problematica. Questo cosa comporta? Un grave danno alle attività economiche derivante dall’impossibilità di entrare e di uscire dai porti. Questo fa si che le imbarcazioni, soprattutto di Porto San Giorgio, migrino verso altri porti. Questa è la realtà, il problema è la pianificazione. Non c’è una pianificazione!
La scheda di bacino portuale è importante perché, come previsto dal Ministero dell’ambiente, dovrebbe essere aggiornata ogni due anni e ogni due anni voi a livello regionale comprendereste quando intervenire e le risorse da investire. Così si naviga a vista e senza una pianificazione corretta, c’è il problema e si interviene, ma qui bisogna pianificare altrimenti queste attività vengono fortemente penalizzate. Vi invitiamo, quindi, a fare una pianificazione ed a redarre la scheda di bacino portuale che è importantissima.
(...) Fate un incontro con il Comune perché qui sembra che dove non c’è l’Autorità portuale la competenza sia della Regione. (...) Allora va chiarito con il Comune perché ci sono delle problematiche e, non dico ogni giorno, ma spesso, ci sono articoli sulla stampa. C’è assolutamente bisogno di un incontro Regione Comune per evitare di mettere in difficoltà le attività che già lo sono.
La invito a fare un incontro nell’immediato con (...) Un mese fa? Come è stato risolto? (...) E' rimasto tutto così …

Anna CASINI. La competenza con la programmazione di cui lei parla è del Comune, l’ho spiegato prima.

Proposta di legge statutaria n. 7
ad iniziativa dei Consiglieri Mastrovincenzo, Minardi, Malaigia
“Modifiche alla legge statutaria 8 marzo 2005, n. 1 'Statuto della Regione Marche'”

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge statutaria n. 7 ad iniziativa dei Consiglieri Mastrovincenzo, Minardi, Malaigia.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Minardi.

Renato Claudio MINARDI. Grazie Presidente. La proposta di legge che andiamo ad approvare presuppone la modifica dello Statuto della Regione Marche. Consta di 4 articoli e nell'indicazione di carattere generale prevede l’istituzione delle figure dei Consiglieri segretari che erano previste nel precedente Statuto e che sono state cancellate poco prima delle ultime elezioni regionali. Presuppone la previsione dei Consiglieri segretari e un’altra norma che ritengo importante, poi entrerò nel merito degli argomenti, che prevede la possibilità di revocare i componenti dell’Ufficio di Presidenza, cosa che oggi non è prevista e non è possibile.
L'atto che viene proposto all’Aula è composto di 4 articoli.
Il primo riguarda la sostituzione di un articolo che prevede che l’Ufficio di Presidenza provvisorio, ovvero l’Ufficio di Presidenza che di fatto presiede la prima seduta del Consiglio regionale dopo l’appuntamento elettorale, abbia, oltre al Presidente che presiede, due Consiglieri segretari. Lì andiamo a riprevedere nello Statuto, perché di fatto il Presidente provvisorio che presiede l’Aula ha bisogno della figura dei due Consiglieri segretari, non ha bisogno dei due Vicepresidenti che non ne hanno motivo e ruolo.
Con la modifica dello Statuto fatta in precedenza i due Consiglieri segretari erano stati aboliti ed erano stati inseriti i Vicepresidenti per dare supporto e per fare la chiama al momento dell'elezione degli organi del Consiglio, in particolare nella prima votazione quando si elegge il Presidente del Consiglio, quindi, nell’articolo 1 si prevede che i due consiglieri più giovani di età svolgano le funzioni di Consiglieri segretari.
L’articolo 2 del testo che viene proposto all’Aula, sostituisce per intero l’articolo 13 della legge statutaria che prevede la figura dei Consiglieri segretari presupponendo che siano uno di maggioranza ed uno di minoranza. Questo perché riteniamo che l'Ufficio di Presidenza, che è l’organo di governo dell’Assemblea, debba essere il più collegiale possibile, il più rappresentativo possibile e debba vedere la presenza delle forze politiche maggiormente rappresentative nel Consiglio regionale.
Proprio perché è il massimo organo di governo credo che sia giusto e doveroso, proprio per le funzioni che assolve: di programmazione, di indirizzo e controllo in ordine all'organizzazione dei lavori assembleari, degli uffici e dei servizi ed anche al fine di assicurare il corretto funzionamento dell’Assemblea nel rispetto delle prerogative dei Consiglieri e dell'autonomia stessa del Consiglio, credo che la figura dei due Consiglieri segretari debba essere prevista e debba essere il più possibile rappresentativa dei gruppi consiliari presenti in Aula.
Questa operazione viene fatta, è stato preannunciato anche agli organi di stampa dal Presidente Mastrovincenzo nelle settimane scorse, a costo zero. Nel lavoro che è stato fatto in questi mesi, da parte dell’Ufficio di Presidenza sono state fatte delle scelte importanti con minori spese. Ad esempio il Presidente della Giunta non ha nominato, pur avendone le possibilità e le prerogative, due assessori esterni e questo ha comportato un risparmio importante di oltre 270.000 euro. Ci sono anche una serie di minori spese che sono state fatte dal Consiglio, in parte sono già decise, in parte le andremo a decidere con la proposta di legge che discuteremo dopo e che riguarda la modifica della legge sui gruppi. Riguarda la riduzione dei contributi ai gruppi, la riduzione del costo del personale e la riduzione del costo di un dirigente che si occupava di informazione e comunicazione e che il Presidente e l’Ufficio di Presidenza hanno ritenuto di non dover confermare, quindi c’è sicuramente una minore spesa.
Alla riduzione di spesa di oltre 200.000 euro, si sommano altre riduzioni che sono state fatte dall’Ufficio di Presidenza appena insediato che ha previsto il taglio delle spese postali, delle spese per i giornali, delle spese per il telefono e la diminuzione delle spese per i gruppi consiliari.
Credo che l'impostazione di sobrietà che l’Ufficio di Presidenza ha voluto dare sarà condivisa da tutti, perché in un momento come questo la sobrietà deve essere il punto di riferimento principale che dobbiamo avere, noi che svolgiamo il ruolo di rappresentanti delle istituzioni, in ogni azione quotidiana.
L’articolo 2 che va a sostituire l’art. 13 della legge statutaria, prevede anche la modalità di elezione dei Vicepresidenti e dei Consiglieri segretari, sostanzialmente dice: “Per l’elezione dei Vicepresidenti e dei Consiglieri segretari ciascun consigliere vota un solo nome. Risultano eletti Vicepresidenti e Consiglieri segretari i consiglieri di maggioranza ed i consiglieri di minoranza che, nelle rispettive votazioni, hanno ottenuto il maggior numero di voti”. Con una specifica: “In caso di parità di voti tra consiglieri di maggioranza o tra quelli di minoranza risulta eletto Vicepresidente il più anziano di età e Consigliere segretario il più giovane d’età.”
Questa modalità di votazione presuppone anche un altro fatto e cioè che una volta approvata la norma statutaria, quando sarà definitivamente vigente, con la modifica del regolamento che dovremo fare a seguire, verrà meno anche quella norma che prevede che con le dimissioni di un Vicepresidente decada anche l’altro. E' una norma che sostanzialmente riteniamo non giusta.
L’altro tema su cui vorrei soffermarmi, in quanto molto importante, è che l’Ufficio di Presidenza di comune accordo ha previsto la possibilità dell’Aula di revocare l’Ufficio di Presidenza ovvero di revocare il Presidente, i Vicepresidenti ed anche i Consiglieri segretari, quando saranno in carica. In altre Regioni questa norma è prevista, nello Statuto e nel Regolamento della Regione Marche non c’è, quindi il Presidente con l’Ufficio di Presidenza rimane in carica per i 30 mesi previsti dallo Statuto. Credo che sia giusto ed è anche una forma di grande rispetto dell’Ufficio di Presidenza che, facendo questa scelta, si è volutamente messo a disposizione dell’Aula. Scelta che ribadisco giusta. E' un gesto di grande rispetto nei confronti del Consiglio. Attualmente l'Aula elegge un Presidente ed i componenti dell’Ufficio di Presidenza che rimangono in carica 30 mesi senza la possibilità di essere revocati anche se fanno o mettono in campo azioni gravi.
La norma che andiamo ad approvare e votare prevede che, per gravi motivi, il Consiglio regionale, quindi l’Aula è sovrana su tutto, possa revocare i componenti dell’Ufficio di Presidenza. Gravi motivi, non futili. Le motivazioni devo essere spiegate nella mozione di sfiducia o di revoca, così si chiamerà, che dovrà essere presentata e sottoscritta da almeno un terzo dei consiglieri assegnati all’Aula. Siamo in 31, quindi 11 consiglieri dovranno firmarla. Questo per evitare che uno, due o tre consiglieri, una rappresentanza minima, possano presentare una mozione di sfiducia nei confronti del Presidente o dei componenti dell’Ufficio di Presidenza e debba poi essere discussa. Una rappresentanza minima di sottoscrittori che deve essere pari ad un terzo dei consiglieri assegnati.
La mozione non potrà essere discussa nei 10 giorni successivi, abbiamo mutuato una norma che è prevista nel regolamento del Senato, questo per evitare che l'emotività dei fatti che possono accadere, possa portare all'indomani ad una mozione di sfiducia, con votazione immediata. Ciò per dare la possibilità all'Aula, al Consiglio, di avere anche un momento di riflessione perché nel momento in cui si va a revocare una persona che è stata eletta, ci devono essere delle motivazioni vere e veramente oggettive.
La mozione non può essere discussa prima di 10 giorni, la votazione avviene per appello nominale e sarà necessaria per l'approvazione la maggioranza dei quattro quinti dei componenti dell'Assemblea.
L'articolo 3 prevede che la possibilità di revocare l'Ufficio di Presidenza valga anche per il Presidente ed il Vicepresidente di Commissione e allo stesso modo la revoca deve essere votata dai quattro quinti dei componenti della Commissione stessa.
L’ultimo punto riguarda le norme transitorie e finali. Il Consiglio regionale, entro 15 giorni dall’entrata in vigore del norma statutaria, dovrà riunirsi per l'elezione dei due Consiglieri segretari che rimarranno in carica non per 30 mesi, ma fino alla scadenza naturale dei 30 mesi, dal momento in cui sono stati eletti il Presidente ed i Vice Presidenti. Testualmente dice: “I Consiglieri segretari eletti restano in carica per il periodo intercorrente tra la data di elezione e la scadenza prevista”.
Le norme che voteremo oggi saranno pubblicate nel bollettino ufficiale della Regione Marche e dovranno passare tre mesi, prima che siano definitivamente esecutive, per verificare che non ci siano dei referendum presentati per l'abrogazione delle norme che oggi andiamo ad approvare.
Ultima cosa per l’approvazione di questo provvedimento è indispensabile avere la maggioranza assoluta dei componenti assegnati all’Aula. Servono per l’approvazione 16 voti.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Signor Presidente e signori Consiglieri credo che ci sia poco da aggiungere all’esposizione esauriente che ha fatto il Vicepresidente Minardi.
Devo dire che anch'io ho contribuito all'elaborazione di questo testo in I^ Commissione. Quello che ci piace di più di questa proposta è sicuramente la sfiducia al Presidente e al Vicepresidente.
C'è stato un caso precedente che ci ha visto parte attiva in quel procedimento, in quell'artificio che ha fatto dimettere, con grande spirito di responsabilità e grande senso politico, il Vicepresidente Minardi per ovviare ad un piccolo grande incidente che si era determinato.
Quello che non capisco è perché i Consiglieri segretari possono dire quello che vogliono senza essere mai sfiduciati. (...) Vale anche per i Consiglieri segretari? (...) Allora ho letto male, scusate! Non è molto chiaro!

Renato Claudio MINARDI. Articolo 2, comma 6: “Il Presidente e ciascun componente dell’Ufficio di Presidenza – quindi anche i Consiglieri segretari - in presenza di gravi motivi, possono essere revocati dal Consiglio con mozione”, Componenti dell’Ufficio di Presidenza sono anche i due Consiglieri segretari.

Gianni MAGGI Sono rassicurato, mi sembrava una questione di equità.
Per quanto riguarda lo spirito dei due Consiglieri segretari, la rappresentazione più ampia possibile del Consiglio regionale, in un ufficio così importante come quello di Presidenza, ci vede in linea di massima favorevoli.
Quello che ci lascia un po' perplessi in questa modalità di ampliamento della base della rappresentanza della minoranza, sono le tre votazioni.
Per cui nelle tre votazioni viene rappresentata probabilmente una sola minoranza e se non si mette d'accordo può esserci un Presidente, un Vicepresidente, come pure un Consigliere segretario della stessa minoranza e, quindi, la garanzia della pluralità con questo tipo di elezione forse viene meno.
Confido ovviamente che ci sarà uno spirito democratico più spiccato rispetto all'interesse di Partito.
Naturalmente il costo zero per noi è una priorità in questa elezione dei Consiglieri segretari, per cui non ci deve essere un aggravio di denaro pubblico ed, in linea di massima, noi su questa legge abbiamo un parere moderatamente favorevole.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Ringrazio il relatore di maggioranza Consigliere Minardi ed il relatore di minoranza Consigliere Maggi per l'esposizione sintetica, ma più che sufficiente per inquadrare la questione.
Approfitto di questo dibattito perché non posso non guardare dietro di qualche mese quando, in questa stessa Aula, abbiamo approvato esattamente l’opposto. Abbiamo approvato la cancellazione della figura dei Consiglieri segretari.
Non amo l’ipocrisia, io ho votato insieme ad altri colleghi qui presenti e non posso esimermi da alcune brevi considerazioni, non è una confessione, non devo fare ammenda di nulla, semplicemente sarà una riflessione successiva, nei 60 giorni prima all'approvazione definitiva in seconda lettura, perché ragioniamo sulla necessità che materie come l'organizzazione della struttura del Consiglio e della Giunta, non possono essere oggetto di modifiche fatte sull'onda di emozioni più o meno giustificate.
E' evidente che noi nel 2013, quando abbiamo ridotto il numero degli Assessori da 10 a 6 e quando abbiamo modificato l'Ufficio di Presidenza, l’abbiamo fatto sotto la spinta di emozioni, largamente ingiustificate per quanto riguarda la Regione Marche. Non voglio parlare di tematiche di questo tipo perché voglio sfuggire a due argomenti che sono stati sottoposti. Uno è quello relativo alla natura tecnico istituzionale, cioè la necessità o meno di avere un Ufficio di Presidenza più numeroso per i lavori, l'altro è di natura economica. Ma non li affronto, non li considero per nulla, non li considero decisivi.
Considero decisivo un altro aspetto che è quello della rappresentanza e della partecipazione.
In questo nostro Paese abbiano imboccato una strada, dal mio punto di visto, molto pericolosa che riguarda la riduzione.
Non so se facendo memoria nella storia di questa regione ..., cosa che facciamo sempre di meno perché viviamo tutti la sindrome dell'anno zero, sembra che la storia incominci sempre con noi, questo dà fastidio ed è uno dei più grandi errori. Sono gli errori delle dittature che hanno la sindrome dell’anno zero, arrivano loro e si incomincia tutto da nuovo. In democrazia, come i nostri amici inglesi ci hanno insegnato perchè hanno già 800 anni di democrazia alle spalle, bisogna fare memoria di quello che c'è. Infatti sono tendenzialmente conservatori delle loro istituzioni compresa la monarchia perchè ne conoscono il valore e certamente non si può dire che lì non ci sia democrazia. In Inghilterra, in questi ultimi 10 anni, hanno fatto una cosa buffissima, in controtendenza rispetto al resto d’Europa, hanno fatto diventare più importanti e più retribuiti i 270 Lord, per cui, Presidente, abbiamo un Parlamento inglese di 670 persone elette, quindi più numeroso del nostro, ed addirittura hanno portato i Lord in una posizione che prima non avevano. Probabilmente sono anche più poveri di un tempo, perchè non penso abbiano le rendite e le possibilità di una volta, ma hanno reso quell’ufficio funzionale con una piccola indennità, qualche migliaio di euro, addirittura hanno portato a 1000 il numero complessivo dei loro parlamentari, ripeto, in controtendenza rispetto a quello che si è visto in Italia e nel resto d’Europa.
Per cui dico usciamo da questo tipo di ragionamenti, immaginiamo un attimo, consentitemelo con molta umiltà, di essere 40 consiglieri regionali, come nel 1970, compresi gli Assessori ed il Presidente.
La riforma che le Regioni hanno deciso insieme allo Stato, diciamo insieme allo Stato, non è stata così, perché è stata ricatto che lo Stato nazionale e il Parlamento hanno fatto nei confronti del resto del Paese che faticando a ridurre i propri lo ha fatto per le Regioni, ed il ricatto era: “Io non ti posso imporre la riforma perché sei un organo costituzionale, però se non la fai, corrispondentemente ti riduco i contributi”.
Un modo veramente vile di operare e in questo senso, supinamente, abbiamo accettato perché il clima era quello. Hanno anche mandato in giro per l'Italia qualcuno a fare indagini, anche in assenza di notitia criminis, come è successo nelle Marche. Però la riflessione deve uscire da tutto questo se vogliamo riacquistare in questa Aula, personalmente e collettivamente, una dignità che nessuno può toglierci, perché l’ultima parola per quello che facciamo o per quello che non facciamo possono dirla soltanto i nostri concittadini.
Questo lo dico perché nelle Marche, in Italia, a differenza della Francia, non abbiamo Regioni fatte in maniera razionale, costruite su un unico parametro che riguarda la popolazione ed il territorio. Abbiamo Regioni come il Molise e l’Umbria che si sono ridotte a 20 Consiglieri regionali. Una cosa quasi ridicola, quasi da consiglio di circoscrizione, ne avevano 30. La Regione Molise per dimensione è poco più grossa di una nostra provincia, è uguale a quella di Pesaro-Ubino, ma ci sono Regioni che sono quattro volte più grosse e sei e dieci volte più estese ed hanno un numero di consiglieri di poco superiore. Quindi, non tanto per la funzionalità, perché oggettivamente non possiamo dire che un Consiglio con trenta componenti non può funzionare, ma la rappresentanza può venire meno.
Sulla funzionalità, Presidente Ceriscioli, il problema me lo pongo per la Giunta, perché oggettivamente ho iniziato l’attività come Assessore cinque anni fa in una Giunta di 10 persone e c'erano molte incombenze, io non so quali state scartando perché o siete tutti superman e riuscite a fare meglio di noi, probabilmente é così, oppure evidentemente siete costretti a selezionare.
Che cosa si seleziona normalmente? Il contatto con i cittadini, perché l’ufficio ti obbliga, la delibera di obbliga - vero Assessore Sciapichetti? - la legge ti obbliga e lì non scappi, lì sei crocefisso. Abbiamo pure ridotto e adesso li ripristineremo i tre addetti di segreteria, anche perchè quella era una cosa veramente ridicola. Andiamo a risparmiare su inezie che rendono difficile l'esercizio democratico ed efficiente della struttura, perchè una struttura efficiente produce risparmio ed può aumentare il livello dei controlli. Un Assessore che ha più tempo perché ha meno deleghe, può controllare di più e forse risparmia molto di più di quello che costa.
Questi sono ragionamenti che in clima di maggiore serenità e di maggiore libertà penso si potranno fare, c'entrano poco con l’aumento dell’Ufficio di Presidenza sul quale credo saremmo tutti sostanzialmente d’accordo, ma è un'occasione per, come si diceva una volta, aprire un dibattito, aprire una riflessione che possa portarci a dire che il numero non è insignificante.
Chiudo con due esempi. Il Senato della Repubblica degli Stati Uniti d’America è volutamente lobbistico e ristretto nel numero, 104 persone, 2 per Stato, per rappresentare 350 milioni di persone, ed ancora conserva una sua funzionalità democratica, seppur complicata, però io voglio immaginare quante volte un senatore della California, ne ha due a differenza dell'Alaska, riesce ad incontrare qualcuno dei suoi cittadini. E' chiaro che è lobbistico, che incontra soltanto i rappresentanti di realtà economicamente importanti, come d’altra parte era illusorio il numero dei soviet delle Repubbliche socialiste dove erano in migliaia, ma non contavano assolutamente niente. Il fatto che fossero molti non cambiava la storia.
E’ vero, è difficile trovare un punto di mediazione riguardo a questo, il punto di partenza, ripeto, è quello della serenità del giudizio e della valutazione dove non ci deve essere nessun tipo di criminalizzazione tanto meno nei confronti delle istituzioni perché poi, guarda caso, nelle istituzioni ci finiamo tutti, sia quelli che ne dicono bene che quelli che ne dicono male, anche qui un dato di coerenza, il punto vero non è quello di attaccare oggettivamente un dato, ma quello di mettersi soggettivamente rispetto a questo cercando di farle funzionare.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zura Puntaroni.

Luigi ZURA PUNTARONI Concordo pienamente con quanto detto dal Consigliere Marconi sull’aspetto delle capacità delle persone, perché riducendo di continuo, spesso ci si dà la zappa sui piedi.
Vorrei ritornare all'argomento, alla proposta di legge che parla di sfiducia ad uno dei componenti dell’Ufficio di Presidenza per atti gravi. L’atto grave è molto opinabile.
Faccio un esempio stupido: io invito una persona a fare merenda o a vedere una partita di pallone, quest’atto, siccome sono in disgrazia a tutto il Consiglio perchè sono andato all'assalto, è reputato lesivo, viene messo in votazione e tutti votano contro per sfiduciarmi. Questa cosa si faceva a Mosca cinquant'anni fa, ma anche prima.
Io sono coerente anche in merito all'aspetto degli addetti delle segreterie. Noi siamo arrivati qui e abbiamo fatto le nostre scelte con i regolamenti e le leggi regionali in vigore, ce li teniamo e non vogliamo cambiamenti.
Due mesi fa si è votato l'Ufficio di Presidenza che dura in carica 30 mesi, e noi vogliamo tenercelo per 30 mesi. Punto e basta.
Siamo maggiorenni e vaccinati, se i tre componenti sono adatti o meno adatti, noi per 30 mesi ce li teniamo. Non è che qui uno si mette in testa di sfiduciare qualcun'altro perché non si è messo il vestito rosa o la farfallina, perché poi va a finire così.
Io sono fortemente contrario, ma talmente contrario che voi neanche ve lo immaginate. Abbiamo sbagliato ad eleggere tre persone? Ce le teniamo per 30 mesi. Non che il primo che vuole fare un dispetto manda a casa qualcuno. Questo non è possibile! Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Signor Presidente della Giunta, Signor Presidente del Consiglio, Signori Consiglieri, apprezzo la profondità del ragionamento del Consigleire Marconi, ma non lo voglio seguire, anche perché rispetto all'assetto dello Stato, della Repubblica, ho idee diverse.
Sono dell'avviso che questo Paese doveva già da tempo aver superato il bicameralismo perfetto, tra l’altro non ho nemmeno capito tutta questa discussione che c'è stata su come eleggere i senatori, perché forse quel Senato non serve proprio. Tra l’altro ho un'esperienza personale in Conferenza unificata e credo che quello sia il luogo del confronto del sistema delle autonomie, come credo che il numero dei deputati ..., capisco che ci sono esigenze di rappresentare l'intero Paese, quindi, non seguo quel tipo di ragionamento, non sta a me rispondere, ma occorrono degli istituti che, fermo restando il rispetto ed il valore degli organismi, possano mettere in discussione gli organi stessi più che gli organismi.
Faccio questo tipo di ragionamento e do atto al Presidente della Giunta regionale di aver più volte sostenuto l'esempio, il buon lavoro fatto dall'Assemblea legislativa nella IX legislatura rispetto alla riduzione dei costi della politica e, se volete, anche rispetto all'efficacia stessa del funzionamento dell'Assemblea legislativa.
Da un lato questo, Presidente, dall'altro lei ha nominato un solo Assessore esterno ed io lo considero un grande fatto. Come pure condivido le dichiarazioni che ha fatto, anche alla stampa, rispetto alla necessità di non sostenere spese per attività politiche, non istituzionali. Su questo mi sento di ringraziarla, ma non soltanto per quello che ha detto anche per quello che ha fatto.
Mi sento di fare una precisazione rispetto a quello che ha detto il Consigliere Marconi. Nella legislatura precedente noi non abbiamo messo in discussione l'aspetto del non funzionamento delle segreterie degli Assessori ma - al di là del valore delle persone, con due si creano delle difficoltà oggettive - è bene che ci sia un'unità in più per le segreterie degli Assessorati, è bene che ci siano più persone nelle Presidenze. In quest'Aula, questa cosa l'abbiamo fatta nel momento in cui si pensava che 6 Assessori esterni fossero il toccasana. Questo è! Basta ricostruire gli atti e rileggerli. Questo è stato il movente.
Anche lì c’è stato un confronto vivace fra noi e quando parlo di Assessore esterno non faccio riferimento alle persone, ma ad un fatto estremamente politico e democratico. Questa è la situazione!
Sono dell'avviso che lo Statuto debba essere toccato con molta cura, con molta cautela e prudenza e che le modifiche non dovrebbero essere frequenti. Questo è il mio pensiero.
Tra l'altro, la settimana scorsa c’è stato un caso nazionale che ha fatto discutere il Paese in merito ad un vitalizio, nella Regione Marche non sarebbe possibile avere un vitalizio a 57 anni. Con le nostre leggi o con il nostro Statuto non è possibile. Mi sento di fare anche un'altra considerazione, ho conosciuto alcuni colleghi, come li conoscete voi, che hanno fatto due legislature e nelle Marche l'indennità è della metà, anche più bassa, quindi questa sobrietà che tocca la nostra regione va detta. Io non voglio entrare in quel caso, ma nelle Marche questo non sarebbe stato possibile per età e per l'indennità che sarebbe stata inferiore di oltre la metà rispetto a quello che abbiamo letto.
Perchè ho detto cura e cautela? Noi non dobbiamo andare oltre e su quest’atto sono d’accordo.
Rispetto alle cose che ho detto mi sento di fare una deroga perché c'è l'aspetto del pluralismo, se fosse stato autoreferenzialità avrei detto no. Lo leggo come pluralismo, però ha ragione il Consigliere Maggi quando dice che ci deve essere una garanzia della pluralità, perché se noi giustifichiamo un atto in nome del pluralismo e poi questo non si realizza, viene meno il principio fondamentale che tra l'altro deve valere per tutte le minoranze, con un sistema elettorale che premia fortemente la maggioranza e, al di là del consenso che pure è alto, inevitabilmente c'è una frammentazione nelle minoranze per cui queste devono essere garantite.
In nome di questo principio, considerando il fatto che l'introduzione di due Consiglieri segretari non è nel cuore e nelle priorità dei marchigiani, in nome della una garanzia di un pluralismo e di una pluralità, mi sento di dire: va bene.
Consigliere Maggi, non credo che questa operazione sarà a costo zero, perché se noi introduciamo due Consiglieri segretari senza alcuna indennità sarebbero due Consiglieri segretari di serie b rispetto ai Presidenti e ai Vicepresidenti di Commissione. Inevitabilmente un costo c'è, però dentro il ragionamento a cui ho fatto riferimento all’inizio citando il Presidente, forse lì riusciamo a compensare.
Io sono affinchè l'attività dei gruppi sia garantita: penso alle persone, penso agli strumenti, penso alle sedi, penso alle tecnologie. Questo è quello che mi sento di dire.
Vi chiedo scusa, la chiedo anche al mio gruppo per questo l'intervento, perché sembra che stia a sottolineare una diversità di opinione, però su questo, lo dico oggi poi non lo ripeterò più, io appartengo ad una scuola che non solo ha un approccio etico alla politica - tra l’altro in questi giorni è stata al centro dell'attenzione culturale la scomparsa di Pietro Ingrao – ma ricerco non soltanto di essere un uomo libero, non soltanto di pretendere, come ovvio, di esprimere in ogni sede le mie idee, ma da questo punto di vista mi sento pure un “volteriano”, in quanto tutti possano esprimere liberamente le proprie. Libero nel senso di non rinunciare a nulla di se stessi e di non tacitare neppure una parte della propria anima. Ho fatto questo tipo di ragionamento per essere estremamente chiaro.
Voto questo atto, lo considero importante, rispetto, come ho detto prima e ci ritorno, ad una garanzia delle pluralità e del pluralismo, però dico: fermiamoci qui. Non andiamo oltre, rispetto non soltanto al numero dei consiglieri, ma anche agli atti che sono stati compiuti e che secondo me rappresentano un momento importante nell'efficacia dell'azione dell'Assemblea legislativa delle Marche.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Grazie Signor Presidente. Pensavo di non intervenire dopo aver sentito il Consigliere Minardi, il Vicepresidente che è relatore di questo atto, perché mi ritrovo nella elazione di questa proposta di legge.
Devo dire che il Consigliere Marconi ci ha stimolato notevolmente riaprendo un dibattito che - riaperto ormai da tempo e continuerà a rimanere aperto ancora per un po' - riguarda il funzionamento della democrazia.
Voglio riprendere pochissime cose, anche perché quello che è stato detto dal Consigliere Giancarli mi trova d'accordo.
Vorrei partire da questo aspetto, cioè il nostro Statuto è la nostra Magna Carta, ha un'importanza e un valore gerarchicamente sovraordinati a tutti gli altri atti, a tutte le leggi. Ha la necessità di una sua fissità nel tempo, di una sua permanenza, quindi anch'io credo che, così come avviene per la Costituzione, prima di riprendere, di ritoccarlo, di fare delle modifiche, bisogna avere estrema cautela perché ha necessità di un lungo tempo, di una lunga visione.
Ora, perché lo ritocchiamo? Faccio questa considerazione più politica. Ricordo che già nella prima seduta si aprì il tema riguardante il pluralismo di quest'Aula, che evidentemente cambia nel tempo. Ad esempio, oggi nella minoranza abbiamo un quadro molto più plurale rispetto al passato, perché la politica cambia e credo che sia giusto.
Ricordo un dibattito, a cui ha partecipato anche il Presidente nella prima seduta, che mi ha trovato molto d'accordo, cioè che è giusto, a parità di costi per il funzionamento degli organi, consentire il massimo pluralismo dell'Ufficio di Presidenza.
Questa è la ragione fondamentalmente di questo atto in controtendenza con una serie di provvedimenti che sono stati presi alla fine della scorsa legislatura e che anch’io ho votato sull'onda di un momento molto particolare, di una fase molto difficile, che in tutt'Italia aveva posto nell'occhio del ciclone tutte le istituzioni della Repubblica. Si era innescata in quella fase, alcuni mesi fa, in tutto il Paese, una gara per vedere qual era l'istituzione più virtuosa, quella che risparmiava di più.
Credo che il tema del risparmio degli organi istituzionali sia un tema importante che anche in questa legislatura abbiamo ripreso ed apprezzo molto quello che sta facendo sia all'Assemblea legislativa che la Giunta dal punto di vista dell'efficientamento della spesa e di una spending review seria.
Quand’è che dobbiamo stare attenti a porre un argine a questa giusta scelta? Quando questo giusto processo va ad incidere su un tema che è anche più importante della spending review ed è il funzionamento della democrazia. Per questo, tra poco voteremo anche un altro atto che riporta, ad esempio, a tre gli addetti alle segreterie degli Assessori, ridotti nel loro numero, voglio ricordarlo, non per scelta di quest'Aula, ma per scelta nazionale. La riduzione del numero dei Consiglieri e degli Assessori è stata una scelta nazionale che sta dentro questo quadro, dentro questo ragionamento che ho fatto. Dobbiamo consentire alla democrazia di poter lavorare, perché se la democrazia non produce risultati, può costare anche zero, ma procura un danno alla collettività. Credo che questo sia l'aspetto più importante, dobbiamo andare a favore dello spirito del tempo che chiede sobrietà, dobbiamo impedire che l’estremizzazione di questo principio alimenti uno spirito deteriore, quello di alimentare una teoria che c'è in una parte del Paese che dice che di fatto le istituzioni e i loro rappresentanti, quando va bene, sono inutili, se non addirittura dannosi al Paese e alle comunità.
Tutti quanti siamo chiamati a porre un argine rispetto a questa estremizzazione deteriore, anche perché abbiamo dei precedenti storici che ci dicono che queste estremizzazioni deteriori, combinate con la crisi economica, sono le concause dei totalitarismi. I totalitarismi nascono nel mondo quando ci sono due cause: una crisi economica ed un attacco alle istituzioni.
Tutti siamo chiamati a difendere le istituzioni, gli organi dello Stato. Siamo chiamati a farlo noi che abbiamo l'onore e l'onere di rappresentare i cittadini, sono chiamati tutti i poteri dello Stato ed anche chi ha l'onere e l'onore di indirizzare l'opinione pubblica. Questo alla fine è probabilmente il compito più alto di coloro che hanno delle responsabilità in questo Paese, siano essi organi istituzionali, siano essi coloro che indirizzano l’opinione pubblica.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie Signor Presidente, grazie anche al Consigliere Marconi che ha aperto un dibattito che, per quanto mi riguarda, è molto interessante e richiama quest'Aula a ragionare. Credo che questo sia l'argomento di questa mattina, cari colleghi Consiglieri.
Sull'onda è sempre facile prendere dei provvedimenti. Abbiamo visto prendere dei provvedimenti nel passato sull'onda di determinate circostanze che sono accadute in altre realtà territoriali del nostro Paese ed oggi ci accorgiamo che dobbiamo correggerle e modificarle perché l'organizzazione, la struttura, non funziona. Non funziona perché è stato sottovalutato il numero delle persone che servono per mandarla avanti. Questo vuol dire che dobbiamo riflettere sulle cose perché la politica è una cosa che accade oggi, ma non finisce oggi, continua nel tempo e nel tempo noi non possiamo correre sempre ai ripari per modificare qualcosa nata sull'onda.
Credo che dobbiamo riflettere. Se chiediamo di modificare e si chiede di modificare lo Statuto, dobbiamo riflettere perché oggi potrebbe andar bene a qualcuno che è maggioranza, però domani, siccome la politica non si ferma, potrebbe anche andar male a chi oggi preme per modificarlo.
Se la scelta è quella che anche la maggioranza sceglie la minoranza o chi la rappresenta, perché c'è scritto questo nella proposta che alla fine viene portata in Aula, io leggo, perché se ad uno accade qualcosa fuori da quest'Aula, può sempre succedere che qualcosa accada, qui dentro può accadere quanto viene discusso, quanto viene presentato e quanto viene votato questa mattina. Allora a chi sostiene questa proposta io dico: attenzione, cari amici e colleghi consiglieri, perché c'è un detto, che per me vale in politica, chi di spada ferisce di spada perisce.
Questo è l'aspetto più importante ed aver sentito il Consigliere Minardi illustrare in modo dettagliato questo argomento e con enfasi questa cosa come una cosa bella, beh ..., mi hanno insegnato nel mestiere che ho fatto prima che qualcosa non va bene!
Quando un argomento viene naturalmente “pompato” c'è qualcosa che puzza. Detto in gergo e questa cosa a noi, per quanto ci riguarda, ci lascia dei sospetti.
Sospetti, come ho detto, perchè c'è questa possibilità che qualcuno scelga e c'è la possibilità che a qualcuno venga messo anche il bavaglio, questo è l'aspetto essenziale che in questo periodo va di moda nel Paese: io ho la maggioranza e vado avanti. Attenzione però la politica non si ferma al 2015, la politica va avanti e quello che oggi va bene a determinate maggioranze, in giro per il Paese ed anche per le Regioni, in questo caso parliamo della Regione Marche, domani potrebbe avere qualche altra ripercussione in termini negativi.
Credo che dobbiamo ragionare su queste cose che sono l'aspetto essenziale della democrazia. Bisogna che chi ha la maggioranza, una maggioranza che si determina per meccanismi elettorali e non per rappresentatività in percentuale rispetto alla forza o al popolo di una comunità, debba riflettere. Questo, per quanto mi riguarda, vuol dire capacità dirigenziale, vuol dire valutare con attenzione le cose.
Se è sempre l'altro che deve fare ed io non devo fare niente, se il pluralismo lo devono fare gli altri ed io non devo fare niente, credo che, a casa mia, questa non sia democrazia. La democrazia è un aspetto importante ed in questo momento viene messa in discussione in molte parti, compreso anche il meccanismo elettorale, perché non si elegge più un Presidente del Consiglio da diversi anni, da diverso tempo. Questa è la democrazia!
Attenzione, cari colleghi Consiglieri, oggi questa cosa può valere, ma domani potrebbe valerne un'altra diversa che potrebbe interessare anche noi che siamo seduti in quest’Aula.
Questo è l'aspetto essenziale, per quanto mi riguarda, della democrazia, non l’onda. L'abbiamo visto, ci sono delle prove tangibili che l’onda ha portato dei disastri, attenzione colleghi. Credo che questo sia un aspetto politico della democrazia di quest’Aula che va, per quanto mi riguarda, valutato con molta attenzione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.

Pietro CELANI. Grazie Presidente. Anch’io faccio fatica a capire il senso di questo provvedimento ed anche di alcuni interventi che sono stati fatti.
A onor del vero, mi convince un po' di più, in un certo senso, quanto detto dal Consigliere Giancarli che ha fatto una serie di richiami. Faccio invece fatica a capire il discorso del Capogruppo Busilacchi, perché mi chiedo: cosa è successo da cinque mesi a questa parte? Il Consigliere Busilacchi era in Consiglio anche l’altra volta! Possibile che questa emotività, questa pressione mediatica, sia stata talmente forte da scuotere le coscienze di tutti i Consiglieri che improvvisamente oggi vorrebbero tornare indietro? Faccio fatica!
Delle due, l’una: o effettivamente si è deliberato, cinque mesi fa, sette mesi fa, non so quando, in modo esclusivamente demagogico, perché c’era da dare in pasto all’opinione pubblica il sangue della politica. E' chiaro, c’era per forza di cose. Bisognava dare in pasto qualcosa all’opinione pubblica, allora si è tagliato, si è ridotto. L’Assessore Cesetti sa benissimo che quando facevamo i ragionamenti sulle Province, si doveva in qualche modo far vedere che si metteva mano alla macchina delle istituzioni. Prendiamo l’anello debole lo diamo in pasto all’opinione pubblica e siamo tutti contenti perchè da domani, come disse Renzi, dopo l’approvazione del decreto Del Rio, tremila politici vanno a casa, perdono la poltrona, senza sapere che c’erano dei Consiglieri che quasi lo facevano gratis. Demagogia pura! Oppure, sarebbe peggio, passata la festa, che sarebbe stata le elezioni, ricominciamo il tram tram. Ed è gabbare il santo. Mi auguro che, probabilmente non sia così. Anche perché qual è la funzione del Consigliere segretario? A me hanno insegnato che in un organismo istituzionale la funzione del Consigliere segretario è una funzione prettamente tecnica e non politica. E' colui che osserva che quello che viene fatto dall'organo istituzionale venga fatto nel modo giusto, seguendo le leggi e guidando l’istituzione. Qui invece si introduce l’elemento Consigliere segretario con un ruolo prettamente politico.
Come può, tra l’altro, altro quesito e altra domanda che mi pongo, essere tutelata la rappresentatività, la rappresentanza delle minoranze, se mettiamo due Consiglieri segretari, uno di maggioranza e uno di minoranza?
Voglio dire, qual è l’organo? Qual è il controllo? Quali sono le attività e cosa fanno? Che cosa possono fare? Se non quello di andare ad occupare un altro posto!
Sono state trasferite delle risorse, parliamoci chiaro, come ha detto il Consigliere Giancarli, non è a costo zero, anche se nel bilancio della Regione sembra che tutto torni. Sono state prese delle risorse da una parte e spostate in un’altra e nella legge successiva vedremo che si riducono di 77mila euro i contributi per i gruppi che ovviamente vanno a finanziare anche i costi dei due Consiglieri segretari.
A me sembra un’operazione, diciamocelo in faccia, prettamente politica. Non offendiamo la democrazia, la rappresentatività, il pluralismo, sono cose serie, sono tutt’altra cosa! Qui sembra che ci sia da sistemare qualcosa all’interno di qualche gruppo consiliare e questa cosa la dico perchè fin dalla prima seduta questo discorso è stato fatto, quindi significa che c’era già un approccio a questo problema, non è scaturito quando l’Ufficio di Presidenza ha cominciato a lavorare e ci si è accorti che mancava il personale. Consigliere Busilacchi, capito? Quando lei dice: “La riflessione è stata fatta fin dalla prima seduta” - ricordo bene - significa che ancora il Consiglio doveva iniziare a lavorare e doveva incominciare a lavorare anche l’Ufficio di Presidenza! Uno fa il veggente? Dice siamo in crisi e prevede che ci vorranno altre persone!
Credo che sia un’operazione prettamente politica, di aggiustaggio di certe situazioni all’interno di qualche gruppo della maggioranza. Non faccio fatica ad indovinare quale, poi vedremo quando fra cinque mesi ci sarà l’elezione e vedremo se quello che dico può rispondere o meno a verità.
Detto questo, ci sono due aspetti molto particolari che mi preoccupano, uno l'ha messo in evidenza anche il Consigliere Zaffiri: i gravi motivi.
Signori miei, i gravi motivi quali sono? Quali sono? O qui si fa un decalogo per dire quali sono i gravi motivi, altrimenti credo che le persone che siederanno lì, staranno sempre imbavagliate, zitte e mosca, per impedire che qualcuno li possa additare dicendo: “Hai detto qualcosa di sbagliato ed adesso ti metto alla gogna.” Chi sta seduto lì, non potrà fare più una politica libera, una polemica abbastanza ardita, una polemica che dia un po’ di sprint al dibattito perché il dubbio potrà esistere sempre! Perché esiste sempre? La mozione di sfiducia può essere presentata da un terzo dei consiglieri, 11 consiglieri, Presidente, pochissimi! Qui c’è un gruppo di maggioranza che ha più di 11 consiglieri. Capite? La democrazia non è questa. La democrazia è quando c’è un raccordo tra tutti i gruppi su delle tematiche, e se si fa una legge che dice che 11 consiglieri possono firmare una mozione di sfiducia, qui c’è un gruppo politico fatto da più di 11 consiglieri. Immaginate quali possano essere i giochi di prestigio politici che si potranno fare all’interno di questo comma. Non è democrazia questa! Non è democrazia!
Richiamo freddamente a ragionare, i numeri devono essere molto più ampi, ho apprezzato i quattro quinti, vanno bene per la mozione di sfiducia, ma per la presentazione potremmo stare tutti i giorni con una mozione di sfiducia. Tutti i giorni, in base alla dichiarazione che uno fa, in base a come mi guarda il Vicepresidente o il Presidente. Se mi guarda brutto o meno posso dire: “Ah sì! Adesso ti faccio vedere io! 11 firme si raccolgono in un attimo. Non è questa la democrazia. Non è questa!
Due vulnus. Il primo: i gravi motivi. Decidiamo, dibattiamo quali sono i gravi motivi. Ci faccia un esempio, Presidente. Il relatore ci dica quali sono i gravi motivi. Perché francamente sono molto preoccupato da questo punto di vista, che devo dire? L'altro vulnus riguarda gli 11 consiglieri, questo terzo di consiglieri che può presentare la mozione di sfiducia. In qualsiasi parte, in qualsiasi altra assemblea, questo numero sarebbe commisurato anche alla rappresentatività interna, perché se uno fa una mozione di sfiducia deve, in qualche modo, coinvolgere l’assise, deve esserci un disagio forte all’interno di tutta la struttura. Ma quando vedo che c’è un gruppo che ha 14, 15 Consiglieri, francamente qualche dubbio mi viene. Allora dico: riflettiamo su questa cosa.
Se abbiamo dei dubbi oppure dei rimorsi sul fatto che tutto quello che è stato fatto nella precedente legislatura è stato fatto con enfasi e deve essere in qualche modo corretto, allora si corregge tutto, allora ha ragione anche il Consigliere Giancarli. Prendiamo questo Statuto e incominciamo a rivederlo con pacatezza, probabilmente ora c’è, prima forse non c’era perché eravate tutti travolti da questa ossessione più che di tagliare, di apparire verso l’esterno.
A me soprattutto preoccupano gli atti che vengono fatti a due, tre, quattro mesi da un’elezione. Preoccupano molto perchè non sono fatti con l’adeguata serenità. Se ora c'è questa serenità, rivediamo il tutto, mettiamoci a sedere, togliamoci di dosso questa enfasi e questa ossessione per vedere se è possibile fare qualcosa di meglio. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Molto brevemente perché credo che questa discussione meriti un intervento anche da parte mia come Consigliere ed anche come Assessore, ne parlavo prima con il Presidente.
Credo che questo sia un provvedimento giusto, ma una premessa innanzitutto, lo dico al Consigliere Celani, è vero che qualche volta, magari, sono stati adottati provvedimenti sulla spinta di un’opinione pubblica, forse indignata, che li richiedeva, ma dobbiamo chiederci se quei provvedimenti erano giusti, allora ben venga che siano stati adottati. Io credo che fossero giusti perché in alcuni momenti la politica deve dare dei segnali e in politica ci sono tempi in cui non soltanto bisogna essere, ma bisogna anche apparire.
Parliamo, per esempio, del concetto dell’onesta più generale. Non solo bisogna essere onesti, perché questo mi sembra sia la conditio sine qua non, ma qualche volta bisogna anche apparire tali. Questa è necessità perché la politica è anche segnale e necessariamente è anche apparire.
Venendo al merito del provvedimento io credo che sia giusto per un’ovvia considerazione. I Consiglieri segretari, Consigliere Celani, non sono quelli che vanno lì a verbalizzare, non è l’esempio classico del segretario comunale o del segretario generale. Il Consigliere segretario è un ruolo politico, come politico è quello del Vicepresidente e del Presidente dell’Ufficio di presidenza.
Credo che sia giusto prevedere, ripristinare, la presenza del Consigliere segretario perché ne vale della funzionalità dell'Ufficio di Presidenza. Immaginiamo un impedimento temporaneo, magari per una missione, per un viaggio all'estero di un componente o di due componenti, cosa succede, si ferma l’Ufficio di Presidenza? Credo che la presenza di cinque sia da una parte garanzia di funzionalità e dall’altra garanzia di democrazia, perché questo consente a tutte le componenti del Consiglio regionale di essere rappresentate. Se insieme a questo ci mettiamo la circostanza, assolutamente rilevante per quel che ho detto prima, che tutto avviene senza costi aggiuntivi, ma attraverso una riduzione delle risorse previste per i gruppi consiliari, penso che questo provvedimento sia non soltanto giusto, ma anche opportuno e coerente con quello che i tempi richiedono alla politica.
Venendo, e chiudo, alla vicenda della sfiducia nei confronti del membro dell’Ufficio di Presidenza, credo che questo sia un provvedimento giusto. Consigliere Celani, addirittura la Costituzione all'articolo 126 prevede che può essere sfiduciato il Presidente della Giunta, con la sottoscrizione di un quinto dei componenti. Sfiducia che diventa operativa con la maggioranza assoluta, quindi 16, e noi non possiamo prevedere che un terzo possa presentare la mozione di sfiducia e che i quattro quinti la possano deliberare? Credo che sia il minimo, anche perché ne vale della sovranità dell'Aula che elegge il Presidente e l'Ufficio di Presidenza e che, per gravi motivi, li può revocare. Credo che sia un principio democratico e del tutto lineare.
I gravi motivi sono stati messi opportunamente per una ovvia ragione, questo è il controllo, anche qui dell’opinione pubblica, per evitare che una mozione possa essere presentata senza la minima motivazione.
C'è un ultimo punto e poi taccio. Prima c'era una distorsione e ne è stato vittima il consigliere Zaffiri. La norma del Regolamento prevedeva che con la dimissione di un Vicepresidente decadesse anche l’altro, vi sembra giusta? Quella era una lesione che rimette, se vogliamo, all'arbitrio, o quanto meno all’arbitrio di uno, il destino di un altro singolo, o al caso perché uno si potrebbe dimettere per motivi familiari, per impegni di lavoro, o soltanto per arbitrio.
Questo non è giusto, perché sottrae alla sovranità dell'Aula quella che è una sua prerogativa. Aggiungiamo che è diverso, per esempio, il caso del Parlamento, dove non può essere sfiduciato il Presidente. Quella è una democrazia parlamentare, questa nostra è una democrazia che si basa sull'elezione diretta del Presidente. Credo che anche questa sia una considerazione naturale, per certi versi ovvia, quindi Signor Presidente, Signori dell'Ufficio di Presidenza, bene avete fatto a presentare questa proposta di modifica, perché credo che sia una cosa giusta e moderna, tra l'altro coerente con i principi democratici. Io la voterò e ne auspico l’approvazione.

PRESIDENTE Passiamo alla votazione.

Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Vicepresidente Malaigia.

Marzia MALAIGIA. Grazie Presidente. Con questo mio intervento, con questa mia dichiarazione, non voglio cercare giustificazioni, ma voglio sottolineare le motivazioni del mio voto a questa modifica statutaria che potrebbe apparire contraddittorio, in quanto sono firmataria di tale proposta.
Ringrazio il Consigliere Celani che ha ben illustrato quali erano anche le mie perplessità al riguardo.
Su questa proposta non mi esprimerò con un voto contrario, come già ho mostrato, perché voglio testimoniare la mia posizione di responsabile collaborazione che ho tenuto fin dall'inizio in Ufficio di Presidenza e che ho intenzione di continuare con gli altri membri. Allo stesso tempo, tuttavia, non mi esprimerò in maniera favorevole e nello specifico riguardo al comma 6 dell'articolo 2, poiché questo atto, a mio avviso, non garantisce totalmente la democraticità in seno alle istituzioni, specialmente nei riguardi della minoranza.
Ho personalmente preso in esame e confrontato gli Statuti di altre Regioni e non tutti portano una normativa simile, pertanto sono qui a dichiarare la mia astensione al voto su questo atto. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Maggi.

Gianni MAGGI. Signori, ho già detto in Commissione e penso già in quest’Aula che sicuramente l'introduzione dei Consiglieri segretari non ci entusiasma tantissimo. Lo spirito che sta a monte di questa introduzione possiamo comunque condividerlo.
Noi voteremo favorevolmente questa proposta di legge e per fugare qualsiasi dubbio che è stato instillato durante la discussione in questa Aula, dico pubblicamente che su invito della I Commissione, mi dispiace che non ci sia, del Consigliere di minoranza Carloni, abbiamo già concordato una riunione di minoranza per vedere di condividere questa nuova possibilità che viene data alla minoranza.
Non ci appartiene come persone nè come gruppo, lo spirito dell'inciucio, per cui noi siamo per la collaborazione delle minoranze e su questo ci muoveremo.

Presidente. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Credo che noi voteremo contro questo provvedimento anche perché le cose non ci sembrano assolutamente chiare, anche in considerazione nel dibattito che è venuto fuori. Forse ci sbagliamo, vedremo! Il tempo è galantuomo e, come si dice dalle mie parti, vedremo se ci sbagliamo o se abbiamo individuato il percorso giusto.
Ho notato, probabilmente captato, in questi interventi, nel dibattito che c’è in atto in questa sala, in quest’Aula, un'anomalia molto sottile, anche molto strisciante. Strisciante perchè gli interventi non sono stati chiari e, per quanto ci riguarda, lasciano trapelare qualcosa che potrebbe anche accadere.
Accadere nel fatto che l'anomalia è stata precedentemente discussa e non vorremmo che si tramuti in qualche inciucio dentro questa Aula.
Abbiamo sentito parlare di minoranze, abbiamo sentito parlare di poca democrazia ed io credo che dobbiamo riflettere, e noi rifletteremo, su queste cose che potrebbero accadere, partendo proprio da questa Aula.

PRESIDENTE. Proposta di legge statutaria n. 7. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva a maggioranza assoluta dei suoi componenti)

Proposta di legge n. 10 (testo base)
ad iniziativa dei Consiglieri Mastrovincenzo, Minardi
"Modifiche alla legge regionale 10 agosto 1988, n. 34 'Finanziamento delle attività dei gruppi consiliari', alla legge regionale 15 ottobre 2001, n. 20 'Norme in materia di organizzazione e di personale della Regione' e alla legge regionale 30 giugno 2003, n. 14 'Riorganizzazione della struttura amministrativa del Consiglio regionale'"

Proposta di legge n. 4
ad iniziativa dei Consiglieri Giorgini, Maggi, Pergolesi, Bisonni, Fabbri
"Modifiche alla legge regionale 10 agosto 1988, n. 34 'Finanziamento delle attività dei gruppi consiliari'"
(abbinate)
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 10 ad iniziativa dei Consiglieri Mastrovincenzo, Minardi e la proposta di legge n. 4 ad iniziativa dei Consiglieri Giorgini, Maggi, Pergolesi, Bisonni, Fabbri.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Urbinati.

Fabio URBINATI. Grazie Presidente. Questo atto arriva dopo un punto molto simile, connesso, legato a tematiche che, come sappiamo, per chi è arrivato in questa legislatura, in questo consesso, sono molto sensibili, soprattutto sensibili all'opinione pubblica.
Io ho seguito molto attentamente la discussione del punto precedente.
Un dibattito molto interessante che ha visto anche degli interventi esaustivi che hanno denotato quelli che sono stati gli indirizzi che nella passata amministrazione hanno portato a dei cambiamenti radicali ed importanti. Noi siamo qui a valutare le conseguenze di quei cambiamenti, perché quella è stata una riforma che la Regione Marche ha fatto spinta in parte dall'enfasi di una pressione popolare che, guardate bene, veniva da fatti oggettivi, accaduti, tutti eravamo d'accordo nel condannarli. Ci sono stati tanti scandali che hanno indignato l'opinione pubblica negli anni passati ed addirittura questa riforma regionale, fatta dalla IX legislatura, è stata obbligata anche da determinate leggi dello Stato nazionale. Anche lo Stato ha messo dei paletti e dei provvedimenti per limitare il numero dei Consiglieri regionali e per cercare di ridurre i costi di queste amministrazioni.
Noi siamo qui non tanto a giudicare le conseguenze, ma a prenderne atto. Una delle prime la vediamo subito e tutti possiamo essere d'accordo, infatti vorrei chiedere se qualcuno è contrario al fatto che una regione di poco più di unmilione e mezzo di abitanti o poco meno, non ricordo bene, possa essere tranquillamente governata da 30 Consiglieri anziché 45. Credo che questo consesso possa tranquillamente portare le istanze dei territori e solo con questo passaggio che è stato fatto nella passata legislatura, è bene parlare anche di numeri, abbiamo avuto un risparmio netto di duemilioni di euro. Parliamo di risparmi sulla spesa corrente, quindi significa che ogni anno la Regione risparmierà duemilioni di euro. Sostanzialmente lo stiamo verificando in quest'Aula e si può tranquillamente dire che la Regione può essere bene amministrata lo stesso, come può essere ben amministrata con quattro Commissioni anziché sei. Chiaramente c'è un lavoro supplementare, un lavoro in più per i Consiglieri che sono membri di queste Commissioni, ma credo che in Consiglio regionale siamo ben retribuiti ed il lavoro deve essere portato avanti con impegno e con costanza.
Dopo questa prima fase di riforme è chiaro che dobbiamo valutare ciò che funziona, ciò che non funziona e ciò che può essere corretto.
Se è vero che possiamo tranquillamente governare questa regione con 30 Consiglieri, è altrettanto vero che in Giunta si è passati dai 10 a 6 membri e questo ha portato ad un eccessivo carico di deleghe ad ogni Assessore con una riduzione di quello che era il personale in dotazione. Questo lo abbiamo verificato sin dal primo momento ed anche chi ha amministrato un Comune anche se piccolo può rendersi conto cosa significa gestire molte deleghe, molti argomenti, soprattutto situazioni complicate e critiche come quelle che si stanno vivendo nel nostro Paese, nella nostra regione. Era chiaro, quindi, andare ad intervenire. Questo è stato un lavoro costante che è iniziato sin dopo l'insediamento.
Ci siamo dati un metodo per lavorare, la prima ratio che ci ha guidato è che qualsiasi modifica dovesse essere fatta, nella peggiore delle ipotesi, a costo zero per l'ente. Significa che là dove era possibile si dovevano ottenere ulteriori risparmi per l'ente. Questa è la ratio che ci ha guidato anche in queste modifiche che presenterò e di cui sono relatore insieme al Consigliere Maggi.
Abbiamo avuto una discussione molto ampia che ha riguardato quasi tutte le Commissioni, dall'insediamento ad oggi, ed il riassunto è questo provvedimento con le seguenti modifiche: un nuovo segretario per quanto riguarda ogni Assessore in Giunta, passano da tre a quattro i membri degli uffici della Presidenza della Giunta, della Presidenza del Consiglio e tutto questo, guardate bene, è stato fatto nell'ottica di non maggiori costi per la Regione Marche, così come tutte le modifiche che sono state apportate.
Ora dettaglierò e parlerò di numeri perché alla fine i cittadini è quello che vogliono sapere. Il cittadino ti chiede: "Quanto spendete e quanto risparmiate?"
Devo dare atto e lo ringrazio al Presidente Mastrovincenzo e a tutto l'Ufficio di Presidenza perché sin dall'inizio si è lavorato sodo per cercare di andare a trovare quelle che potevano essere le spese evitabili ed il nostro bilancio, da quello che ho visto ed ho scoperto anche se non l'ho approfondito molto, per quanto riguarda i costi dei gruppi consiliari è ancora modulato con la previsione di bilancio che prevedeva dodici Consiglieri in più, quindi anche lì avremo dei margini e degli spazi per poter lavorare.
Vado brevemente ad illustrare queste modifiche sostanziali. All'articolo 1 eliminiamo il contributo di 5 centesimi per ogni abitante della regione Marche che si aggiungeva ai già esistenti finanziamenti che ogni gruppo aveva dall'Ufficio di Presidenza. Solo l'abolizione di quest'articolo porta ad un risparmio netto per la Regione Marche di 77.000 euro.
Andiamo a toccare alcune situazioni che abbiamo visto essere più tecniche, molto formali che creano degli intoppi sulle procedure dei vari gruppi, come ad esempio l'articolo 3 che dice che quanto nei gruppi dove il numero dei Consiglieri è pari e non dispari, quando non c'è l'accordo su qualsiasi decisione all'interno del gruppo, prevale, come accade nella maggior parte dei consessi, non solo regionali, ma in tutte le istituzioni, il voto del capogruppo.
Abroghiamo l'articolo 4 bis, quel famoso articolo che obbligava ad attingere ad un Albo di personale che aveva già lavorato in Regione, quel famoso 25% del 50% di personale esterno.
Come abbiamo detto tutto questo è stato fatto nell'ottica di risparmio tant'è che dall'inizio, ci tengo a sottolinearlo, grazie al lavoro dell'Ufficio di Presidenza, ci sono stati ulteriori risparmi, rispetto a quei duemilioni di euro che la Regione risparmia grazie alla precedente riforma, di circa 203.000 euro, sono esattamente 273.000 euro dovuti al fatto che la Giunta ha un solo Assessore esterno contro i tre che erano previsti. C'è, quindi, un risparmio netto di 273.000 euro.
Per quanto riguarda la Presidenza del Consiglio ci sono state la riduzione dei contributi per i gruppi, come ho già spiegato, di 77.000 euro; la riduzione del costo del personale dei gruppi, intervenendo anche su determinate categorie del personale, di 37.000 euro; la riduzione del costo dei dirigenti di 88.000 euro.
Sul funzionamento dei gruppi, in particolare per quanto riguarda le spese postali, telefoniche, le spese per l'ufficio di relazioni con il pubblico, le spese per i quotidiani e per le riviste che vengono acquistate dal gruppo, conteremo di risparmiare circa 230.000 euro, ma questo lo verificheremo nel corso del funzionamento di questa nuova legislatura.
La Commissione presieduta dal Consigliere Giacinti sarà molto attenta a quello che avverrà, su come questa riforma impatterà perchè questo è un argomento che ci vede molto attenti perché noi tutti vogliamo rispondere con serietà, soprattutto con trasparenza, a quelle che sono le esigenze della politica attuale e a quello che oggi i cittadini ci chiedono.
Prima ho sentito parlare, ad esempio, della questione dei vitalizi. Il Consigliere Giancarli diceva che in una Regione ci si scandalizzava perché si raggiungeva l'età pensionabile a 57 anni, perché avere un vitalizio significa aver raggiunto l'età pensionabile, io credo che questo discorso, in un momento come questo, dopo la riforma Fornero - sappiamo quale sia la situazione, sappiamo che i giovani difficilmente hanno un'attività lavorativa fissa prima dei trent'anni, ma direi anche prima dei quarant'anni - vada approfondito e soprattutto non bisogna aver paura di affrontarlo, perché la Regione Marche ancora oggi, e questo lo dobbiamo dire a tutti con estrema chiarezza, permette a qualcuno di andare in pensione a 60 anni.
Questo è un discorso che voglio affrontare, il gruppo del Partito Democratico è disponibile e credo che sia un dovere verso i cittadini. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Grazie Presidente. Il dato di questa proposta di legge che a noi interessa di più è che alla fine il saldo sia positivo nel senso che ci sia comunque, in tutta la sua complessità, un risparmio.
L'esposizione del Consigliere di maggioranza è stata esauriente. Io vorrei sottolineare quello che a noi interessa di più e che sentiamo di più dal punto di vista politico.
Il taglio delle indennità dei gruppi ci vede favorevoli ma non solo, durante la legislatura faremo qualcosa affinchè queste indennità siano ancora tagliate, magari quelle dei Consiglieri, perché no? Questo è un argomento che comunque non ci renderà popolari!
L'articolo 3 è stato richiesto dai gruppi che hanno un numero di Consiglieri pari, per cui nel momento in cui due Consiglieri votavano a favore e due contro, si blocca l'attività del gruppo. Allora si è preso in prestito probabilmente da molti statuti di società pubbliche ed anche private, il fatto di rendere determinante il voto del capogruppo o, come si fa nelle aziende private, il voto del Presidente del Consiglio di amministrazione per sbloccare una situazione di stallo.
Il nostro fiore all'occhiello è l'abolizione dell'articolo 4 bis, una proposta del Consigliere Giorgini che, votata da tutti noi, è venuta dopo la prima seduta consiliare perchè l'articolo 4 bis ci sembra l'istituzionalizzazione del precariato di collaboratori che da anni stanno lì, all'interno dei partiti, e ci sembra, visto che nella pubblica amministrazione si entra per concorso, una norma illegittima che è stata guarda caso inserita alla fine della scorsa legislatura. Qualcuno dice per un atto di magnanimità nei confronti di chi era precario nei gruppi, noi che siamo maliziosi a volte pensiamo che potrebbe essere stata una manovra elettorale per convincere quelli che erano precari e in dubbio se entrare o non entrare, a votare per coloro che li avrebbero fatti entrare. Queste sono supposizioni che faccio così.
Questa cosa del 4 bis è nata dopo il primo Consiglio, mi sembra ai primi di luglio, questa proposta di legge è stata in I Commissione, ha seguito un iter non dico tormentato, ma un'elaborazione molto complessa che ha portato alla stesura di questo atto che vede nell'abolizione tout court dell'articolo 4 bis un'istanza di giustizia che noi volevano fare, non solo nei confronti di questo precariato che veniva istituzionalizzato, ma anche nei confronti del nostro gruppo. Qualcuno ha detto: "Io ho preso dei collaboratori in base all'articolo 4 bis, adesso non è giusto che in corsa si modifichino le regole", Io credo che non ci sia proporzione tra la giustizia di coloro che hanno preso dei collaboratori che magari nella precedente legislatura avevano nel loro gruppo e noi che siamo arrivati ex novo in questa. Siamo arrivati come forza di minoranza più cospicua rispetto alle altre, siamo arrivati in cinque e non mi sembra giusto essere costretti a prendere dei collaboratori che erano stati scelti da altri gruppi che sono stati lasciati in stand by, sarebbe venuta meno la fiducia che i gruppi e i Consigli regionali devono avere nei collaboratori.
Per cui abbiamo discusso e ricordo anche gli appelli accorati degli Assessori che lamentavano ...

PRESIDENTE. Scusi Consigliere, chiedo silenzio all'Aula per rispetto di chi parla.

Giovanni MAGGI. Grazie. Ricordo l'appello accorato degli Assessori che sono venuti nella Commissione a cui io partecipo, a dire, come ha detto il Consigliere Giancarli, hanno ridotto il numero degli Assessorati, hanno aumentato le deleghe e noi con due persone non ce la facciamo. Credo che questa sia una rappresentazione molto reale e noi che siamo per i tagli agli sprechi e non per i tagli alla democrazia, questa cosa la recepiamo perché l'efficienza degli Assessorati è in favore del territorio, è in favore dei marchigiani, è a favore della democrazia.
Per il momento mi fermo qui e devo dire che, non soltanto per quanto riguarda questa proposta di legge di oggi, ma un articolato complessivo su tagli, risparmi e ricollocazione di risorse, è un processo che ci vede partecipi. Gazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giorgini.

Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Ho voluto presentare subito questa proposta di legge perché ho ritenuto che l'articolo 4 bis fosse illegittimo. Di fatto altre volte è stato inserito, reinserito, inserito, reinserito, per difendere la poltrona di qualche amico oppure di qualche persona a cui uno teneva particolarmente.
Credo che fosse illegittimo e non giusto e adesso vi leggo perché ritengo e riteniamo che l'articolo 4 bis non sia costituzionalmente giusto.
I gruppi consiliari sono organi del Consiglio regionale caratterizzati da una peculiare autonomia in quanto espressione, nell'ambito del Consiglio stesso, dei partiti e delle correnti politiche che hanno presentato liste di candidati a corpo elettorale ottenendo i suffragi necessari alla elezione dei Consiglieri. Essi pertanto contribuiscono in modo determinante al funzionamento e all'attività dell'Assemblea assicurando l'elaborazione di proposte di confronto dialettico tra le diverse posizioni politiche e programmatiche, realizzando in una parola quel pluralismo che costituisce uno dei requisiti essenziali della vita democratica. Ciò posto la valutazione delle esigenze obiettive proprie dei gruppi consiliari deve in prevalenza essere lasciata al discrezionale apprezzamento dei Consigli di ciascuna Regione, pertanto in ragione della autonomia di cui i gruppi devono godere, è del tutto naturale che sia ad essi stessi demandata la scelta del personale, nei limiti del contingente loro assegnato ed appare irragionevole ed arbitrario il vincolo della scelta di estranei per almeno il 25% del budget totale, attingendo in un non precisato elenco di personale scelto a suo tempo da precedenti gruppi politici e ad essi legati per motivi politici, senza alcuna garanzia di professionalità, trasparenza, ma soprattutto di fiduciarietà.
Questo è il motivo per cui io, d'accordo con il mio gruppo consiliare, ho presentato l'abolizione di questo articolo perchè crediamo che possa essere un problema per chi come noi ha bisogno, essendo nuovi di quest'Assemblea, di persone di fiducia che rappresentino il nostro essere. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie Presidente, vorrei intervenire come Assessore con delega al personale.
Credo che questo provvedimento sia molto giusto, questa modifica in particolare, l'abrogazione dell'articolo 4 bis.
Il mio capogruppo sa quanto l'abbia sollecitata anche come Consigliere regionale oltre che come Assessore all'interno del mio gruppo.
E' una norma che non ha alcuna giustificazione e, lo voglio dire, da una parte crea una surrettizia stabilizzazione del rapporto di lavoro - questo non è possibile perché in contrasto con le più elementari regole per accedere ai posti del pubblico impiego - dall'altra è lesiva dell'autonomia dei gruppi, dei singoli Consiglieri e degli Assessori perché lede il rapporto fiduciario di quel tipo di incarico.
Questa è una considerazione ovvia, per assurdo un Consigliere o il capogruppo Maggi o lo stesso Consigliere Cesetti o Assessore Cesetti per avventura era obbligato ad attingere da un elenco e quindi a prendere una persona che aveva prestato attività di collaborazione, ad esempio, per un concorrente politico. E' una considerazione ovvia, veramente non comprendo come possa essere stata inserita una norma che, per fortuna, noi abbiamo tempestivamente abrogato.
Come Assessore al personale esprimo tutta la mia soddisfazione per questa ipotesi di modifica che spero venga approvata.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 6. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 7. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 10 (testo base). La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Mozione n. 3
ad iniziativa della Consigliera Leonardi
"Problematiche relative al 118 di Matelica e al servizio di guardia medica nei Comuni di Fiuminata, Visso, Sefro e Pioraco"
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 3 della Consigliera Leonardi che ha la parola per illustrarla.

Elena LEONARDI. Grazie Presidente. La problematica che oggi porto in discussione ha una gestazione lunga, nasce da prima della tornata elettorale quando i territori dell'alto maceratese, in particolar modo di Fiuminata, Sefro e Pioraco, sono stati interessati dalla riorganizzazione del servizio dell'emergenza e dell'urgenza.
Sono state evidenziate alcune criticità, in particolar modo la perdita del servizio del 118 nelle ore notturne che ovviamente ha posto in allarme la popolazione residente.
Al posto del medico del pronto soccorso resterà infatti di notte solo la figura di un infermiere.
Un'altra perdita pesante, proposta dal piano di riorganizzazione sanitaria, prevede la riduzione del numero degli operatori della guardia medica che passerebbero da sei a quattro postazioni.
Consideriamo che la popolazione di quei territori, oltre al fatto che si tratta di una realtà territorialmente, orograficamente, difficile, trattandosi di un'area montana, si avvia in una fascia di età alta e l'attenzione ed il repentino intervento durante l'emergenza dovrebbero essere una priorità.
Teniamo anche conto che la strategia della direzione dell'Area vasta competente per quel territorio parla di una riorganizzazione della rete territoriale di soccorso che può funzionare solo in presenza di una rete di trasporti di emergenza diffusa nel territorio.
Questo, con i tagli previsti in particolar modo durante le ore notturne e legati al fatto che l'eliambulanza nelle ore notturne non vola, creerebbe uno scompenso nella rete dell'emergenza che in quei territori non potrebbe essere equiparata alle altre aree geografiche, dove per la qualità dei collegamenti e per la vicinanza con i punti ospedalieri può essere garantita un'immediatezza di soccorsi ed un intervento repentino, ciò crea una distorsione di quelle che sono le possibilità dei cittadini di accedere ugualmente ai servizi di soccorso.
Lo stesso piano sociosanitario afferma che l'obiettivo strategico del sistema è la continuità delle cure dalla sede di insorgenza dell'evento alle strutture di accettazione, quindi, questo tipo di riorganizzazione prevista andrebbe anche contro questa previsione.
Mi dispiace che oggi il Presidente della IV Commissione Volpini non sia presente. Ora attendo di conoscere la risposta rispetto a una presa di posizione e ad un intervento dell'amministrazione, della Giunta in questo senso.
Mi dispiace che a fine luglio, quando questa mozione era in discussione, è stato richiesto il rinvio in Commissione per un approfondimento ed io ho acconsentito ad un temporeggiamento della discussione in Aula, ma poi questa mozione non ha avuto neanche la dignità di essere messa come punto all'ordine del giorno all'interno della Commissione e si è approfittato, durante un'altra seduta organizzata per altre questioni, della presenza del dott. Ciccarelli per chiedere delucidazioni in merito, ma non si è trattato l'argomento specifico, né con proposte, né con la possibilità di intervento all'interno della Commissione, nè è stata consentita la richiesta che avevo avanzato sia in sede di Assemblea legislativa che all'interno della I Commissione utile, di coinvolgere anche in prima persona i Sindaci, le popolazioni interessate in questa riorganizzazione in modo da poterli audire ed avere con loro un confronto diretto che potesse portare all'individuazione di soluzioni eventualmente alternative di queste problematiche.
La richiesta che con questa mozione viene avanzata è quella di tutelare la sicurezza e la salute dei cittadini marchigiani che vivono nei territori di Fiuminata, Sefro, Pioraco, Fiastra e Visso; garantire la presenza continua del medico del 118 nelle ore notturne al pronto soccorso dell'ospedale di Matelica; mantenere un adeguato numero di operatori della guardia medica e rispettare i principi del piano sociosanitario laddove si parla di un miglioramento continuo della qualità degli interventi sanitari, cosa che invece in questa riorganizzazione sembra andare nella direzione opposta.
L'altra richiesta è quella di convocare un tavolo tecnico con gli amministratori locali al fine di ascoltare le problematiche e valutare insieme eventuali interventi. Grazie.

Presidenza della Vicepresidente
Marzia Malaigia

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Micucci.

Francesco MICUCCI. E' vero quello che ha detto la Consigliera Leonardi, c'era stato l'impegno di discuterne in Commissione e penso che di fatto se n'è discusso, non in maniera formale nell'accezione più completa, però abbiamo approfittato della presenza del dirigente, una presenza qualificata, per affrontare la tematica. Evidentemente il Presidente ha ritenuto conclusa la discussione e quindi personalmente non mi formalizzerei troppo.
Nell'oggetto è chiaro che nella rivisitazione complessiva della sanità regionale voluta dalla legge 735 ogni singolo territorio ha le sue rivendicazioni da mettere in campo, però credo che non sia opportuno e non sia un buon metodo di lavoro quello di sollecitare le diverse istanze attraverso le mozioni perché rischiamo - qui siamo tutti rappresentanti più o meno dell'intero territorio marchigiano - che ognuno presenti una sua mozione, ognuno voglia la difesa del suo singolo ospedale o della sua singola attività poliambulatoriale o quant'altro, per cui rischieremo di perdere di vista il disegno complessivo.
Tenendo conto, adesso non vorrei entrare troppo nel merito tecnico anche perché non è mia competenza, ci sono gli uffici, le dirigenze dell'Asur, per parlare di questo, però mi risulta che nelle strette vicinanze del Comune da lei citato, nello specifico di Matelica, ci siano pienamente attivi gli ospedali di Fabriano e di Camerino per cui il servizio è ampiamente garantito in termini di 118 anche attraverso ambulanze o nelle ore diurne dall'eliambulanza da Torrette, comunque un servizio di emergenza territoriale viene garantito.
E' chiaro che in particolare la provincia di Macerata, da una parte ha sempre accontentato queste singole esigenze, dall'altra ha sofferto per converso il fatto di avere un numero molto alto di piccoli ospedali e questo probabilmente negli anni passati qualche problema in termini di servizio lo ha creato.
Noi ci nascondiamo spesso dietro le targhette del 118, del pronto soccorso, ma bisogna vedere dietro la targhetta il tipo di servizio che viene effettivamente offerto. Il rischio è che gli ospedali, oltre alla targhetta del 118, non abbiano servizi ospedalieri commisurati. Il rischio è che il pronto soccorso svolga solo la funzione di smistamento, di vigile urbano, per cui una volta uno viene mandato in un ospedale piuttosto che in un altro e di fatto la funzione viene svilita.
E' chiaro sulle premesse siamo tutti d'accordo, sul fatto che debba essere garantita pari dignità a tutti i cittadini, sul fatto che la salute debba essere garantita, ma in nessun modo credo che la Giunta regionale non voglia quanto il deliberato dice: "Tutelare la sicurezza e la salute dei concittadini di questi Comuni".
Penso che la Giunta si impegni a tutelare la salute e la sicurezza di tutti i cittadini marchigiani, non solo di questi Comuni. Questo lo do per acquisito e per appurato.
E' chiaro che se vogliamo ragionare in termini complessivi e di servizi socio sanitari alla cittadinanza, non solo di questi Comuni, ma dell'intero maceratese e dell'intera regione, probabilmente ci sono i luoghi deputati per fare questo, in maniera più complessiva che non la singola mozione.
Mi sentirei, quindi, anche a nome del partito di rigettare questa mozione proprio per i motivi sovraesposti.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Grazie Presidente. Il mio intervento sarà estremamente breve.
Approfitto per ringraziare la Consigliera Leonardi per aver portato all'attenzione di quest'Aula questo tema così importante legato più in generale all'abbandono dell'entroterra.
Chi vive nell'entroterra si rende perfettamente conto in quale situazione versa. Strade che non vengono più manutenzionate, con buche, frane, la Provincia che non ha soldi e demanda la competenza alla Regione, la Regione che rimpalla la competenza alla Provincia e via dicendo, e nel frattempo che queste competenze si rimpallano da un ente ad un altro, le persone non riescono a camminare, figuriamoci quando ci sono le emergenze sanitarie.
Per cui andare a penalizzare ulteriormente l'entroterra, come spesso si è fatto in passato con la soppressione di unità importanti, presidi sanitari importanti, significa chiedere ai marchigiani di trasferirsi quasi tutti verso la costa. Questo noi non lo riteniamo giusto mentre riteniamo molto importante difendere l'entroterra, difendere il nostro splendido territorio nella sua interezza.
Riteniamo che questa mozione debba essere accolta e, ripeto, ringrazio la Consigliera per aver sollevato il problema.

PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. Mi riconosco pienamente nell'intervento del Consigliere Micucci, perché mentre l'argomento è sacrosanto, nel senso che va valutato nella sua pienezza, probabilmente il limite è stato proprio quello di non affrontarlo nel luogo più opportuno che è la Commissione.
Decidere le ambulanze medicalizzate, non medicalizzate, con le mozioni, mi sembra una via impercorribile, come decidere in quest'Aula dove collocare in termini di gestione spicciola i servizi e non, eventualmente, verificare che i tempi di risposta, ad esempio sull'emergenza, siano quelli previsti in maniera ottimale nei minutaggi, nelle modalità che riteniamo utili a dare al sistema qualità e risposte.
Il vulnus c'è stato e secondo me resta la Commissione la sede dove affrontare con profondità questo tema, senza nulla togliere alla validità o alla non validità della questione in sè.
Ritengo sia sbagliato decidere determinate scelte attraverso l'approvazione di singole mozioni perché apriremo ad una logica puntuale ciò che è assolutamente di sistema, come la sanità e la rete che va costantemente costruita con quella capacità che ho detto prima, quella cioè di dare le risposte ottimali sulla base del bisogno con il principio della presa in carico, che è esattamente l'opposto della risposta puntuale che può soddisfare apparentemente una necessità per poi accorgersi che in termini di sistema paghiamo un prezzo che toglie ai cittadini servizi e diritti.
Sono per votare contro la mozione, ma sono assolutamente d'accordo, come ha chiesto la Consigliera, che venga recuperata all'interno della Commissione dove è possibile fare una valutazione in termini di sistema e comprendere cosa significa una scelta e come rendere ottimale la risposta ai cittadini.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Devo contestare il vostro approccio ed il vostro intervento perché questa occasione l'avete avuta e io ho dimostrato, mi sembra a fine luglio, disponibilità proprio perché mi sembrava che la questione, da parte del Presidente Volpini e quindi da parte della maggioranza, fosse condivisa e condivisibile, per questo ho accettato di non discuterla in quella giornata e di rinviarla in Commissione.
Purtroppo questa calendarizzazione è mancata perché da fine luglio siamo ai primi di ottobre e non è stato neanche detto: "Ne parliamo a novembre, la calendarizziamo a dicembre".E' stato fatto come per tacitare questa mozione che incombeva perché io giustamente non l'avevo revocata dato che reputo che il problema sia importante.
Voglio sottolineare una volontà mancata che è parsa, adesso lo devo dire, in maniera chiara anche nella votazione di oggi, solo un temporeggiamento.
Sarebbe stato più conseguente da parte vostra che la richiesta accolta nella sede dell'Assemblea legislativa di fine luglio avesse avuto una conseguenza.
Ovviamente l'ordine del giorno lo fa il Presidente Volpini, lo fa la maggioranza all'interno della Commissione, l'ho ribadito in Commissione, l'ho ribadito anche al Presidente, io la disponibilità l'avrei comunque data a lasciarla in sospeso e a portarla ad una discussione seria che prevedesse di affrontare il problema entrando nel merito, eventualmente allargandolo ai territori che si trovano, come quelli che sono oggetto della mia mozione, nelle stesse condizioni, perché l'entroterra non è solo l'entroterra del maceratese, ma tutto l'entroterra marchigiano ed i Comuni soffrono di questa difficoltà nel discorso dell'emergenza.
Avrei trovato più corretto e più costruttivo anche sull'onda di quello che era stato detto, anche nella enunciazione iniziale della sua presentazione, che alle parole fossero seguiti i fatti. E' ovvio che non si pretende che tutto passi per l'Aula, ma quando si chiede di farlo passare in Commissione e c'è da parte delle opposizioni questa volontà e non la si sfrutta, la si manda all'aria, devo dire che la responsabilità è solo vostra.
Se oggi bocciate questa mozione e dite che al tempo stesso avete la volontà di intervenire, nei fatti devo purtroppo con grosso rammarico considerare che questo non è avvenuto e l'occasione c'era, è stata chiesta ed è stata concordata.
Adesso resterò a vigilare e richiederò nuovamente all'interno della Commissione che questa questione venga discussa, mi auguro che possa essere affrontata in maniera seria e che questo problema non venga bocciato come purtroppo avverrà oggi e spero, nonostante questo sia già stato preannunciato, che si possa correre ai ripari di una situazione che, per quanto mi riguarda, mi è parsa seguita in maniera poco attenta. Grazie.

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo.

PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi procediamo con la votazione.

Mozione n. 3. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Mozione n. 9
ad iniziativa del Consigliere Giancarli
"Collaborazione con l'Iran"
(Rinvio)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 9 del Consigliere Giancarli, ha chiesto la parola ne ha facoltà.

Enzo GIANCARLI. Se il Consiglio è d'accordo propongo il rinvio perché una questione come questa dell'Iran non l'affronterei in coda al Consiglio.

Mozione n. 12
ad iniziativa dei Consiglieri Rapa, Pieroni, Busilacchi, Marconi
"Genocidio del popolo armeno"
(Votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 12 dei Consiglieri Rapa, Pieroni, Busilacchi, Marconi. Procediamo direttamente con la votazione

Mozione n. 12. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Mozione n. 24
ad iniziativa dei Consiglieri Maggi, Giorgini, Pergolesi, Bisonni, Fabbri
“Solidarietà del Consiglio regionale al Procuratore Antonino Di Matteo”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 24 dei Consiglieri Maggi, Giorgini, Pergolesi, Bisonni, Fabbri.
Ha la parola, per l'illustrazione, il Consigliere Giorgini.

Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. La voglio ringraziare due volte perché ha accettato questa mozione che credo sia molto pesante, quando si parla di mafia le cose vanno prese just in time non si può aspettare perché la mafia non aspetta.
Questa cosa non mi è uscita dalla testa ma dal cuore perché sappiamo quello che sta succedendo in molte zone della Sicilia e l'ho ricollegato anche al fatto che noi crediamo che le Marche siano fuori da questo problema, invece purtroppo non è così.
Qualche giorno fa sono stati arrestati a San Benedetto del Tronto due uomini del clan dei Casalesi che spacciavano droga nel corridoio tra San Benedetto ed Ascoli e avevano fatto anche attentati a due chalet, difatti l'operazione si chiama con il nome di uno chalet "operazione medusa".
Il Procuratore generale della Repubblica, Vincenzo Macrì, ha dichiarato che la mafia è entrata nelle Marche e queste cose che sono successe a San Benedetto del Tronto qualche giorno fa lo dimostrano.
Noi sappiamo che la mafia si è introdotta nel business dei rifiuti, nel business delle bonifiche dei siti inquinati, e non possiamo far finta di non ascoltare e non sentire. Questo è un problema pesantissimo e gravissimo che meriterebbe molta più attenzione, ma forse non è il momento.
La mafia è una piaga sociale che tutti dobbiamo combattere e che non ha colore politico.
Venendo al succo della mia mozione, vediamo che c'è un problema enorme per il giudice Antonino Di Matteo che da anni indaga sulla morte dei magistrati Falcone e Borsellino oltre agli omicidi di Rocco Chinnigi e di Antonino Saetta.
Adesso è Pubblico ministero in una delle pagine più buie della Repubblica italiana, della storia della Repubblica italiana, la trattativa Stato-mafia. E' per questo motivo che il giudice Di Matteo rischia di fare la stessa fine dei magistrati Falcone e Borsellino, difatti Totò Riina in una intercettazione che è stata fatta nel 2013 - sarebbero molte le cose da dire, ma stringo per motivi di opportunità - diceva che il giudice Antonino Di Matteo doveva essere ucciso.
Adesso i pentiti Vito Calatolo, Zaccone e D'Amico hanno affermato, questo è recente, di pochi giorni fa, che 150 chili di tritolo per Di Matteo sono arrivati a Palermo.
Molti altri pentiti lo hanno confermato e il latitante Matteo Messina Danaro ha da tempo ordinato l'assassinio del magistrato, quindi si ha una situazione che ripercorre gli anni bui di questa Repubblica.
Giovanni Falcone diceva: "Si muore generalmente perché si è soli o perché si è entrati in un gioco troppo grande. Si muore perché non si dispone delle necessarie alleanze perché si è privi di sostegno. In Sicilia la mafia colpisce i servitori dello Stato che lo Stato non è riuscito a proteggere".
In considerazione di tutte queste cose che, come ripeto, sarebbe bene ampliare, ma lo faremo magari in altri momenti, perchè la lotta alla mafia non ha un colore politico, chiedo che quest'Aula esprima piena solidarietà al giudice Antonino Di Matteo e alla sua scorta.
Credo inoltre che occorra attivare un'iniziativa consiliare possibilmente urgente per valutare, studiare e capire quanto sia ampio ed esteso il fenomeno mafioso nelle Marche.
Questa è una cosa che non va sottovalutata perché gli sviluppi potrebbero essere devastanti in un territorio che vive ormai con l'industria del turismo, per cui credo che questa mia richiesta vada presa in considerazione. Grazie.

PRESIDENTE. Emendamento n. 1 a firma dei Consiglieri Busilacchi e Giorgini.
Ha la parola il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Solo pochi secondi per illustrare.
Condividiamo questa mozione e questi emendamenti servono a renderla più fattiva, evitando alcune piccole cose che potrebbero ostacolarne la piena efficacia dal punto di vista operativo.

Emendamento n. 1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 2 a firma dei Consiglieri Busilacchi e Giorgini. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Mozione n. 24 così come emendata. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 14,10.