Resoconto della seduta n.72 del 07/06/2022
SEDUTA N. 72 DEL 7 GIUGNO 2022

La seduta inizia alle ore 10,20

Presidenza del Vicepresidente
Andrea Biancani

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la seduta n. 72 del 7 giugno 2022. Do per letto il processo verbale della seduta n. 71 del 24 maggio 2022, il quale, ove non vi siano opposizioni, si intende approvato ai sensi del comma 4 dell’articolo 53 del Regolamento Interno.
Richiamo, inoltre, ai sensi del comma 5 dello stesso articolo, l'attenzione di tutti i Consiglieri sulle comunicazioni distribuite con cui porto a conoscenza dell'Assemblea quanto espressamente previsto dal Regolamento Interno.

Saluto alle scuole

PRESIDENTE. Prima di iniziare la seduta, voglio salutare i ragazzi presenti in Aula del Liceo Savoia Benincasa di Ancona, che fanno parte del progetto “alternanza scuola/lavoro”.

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. Durante la Conferenza dei Presidenti di gruppo sono state approvate due modifiche all’ordine del giorno odierno e si rende necessaria la votazione dell’Aula.
La prima richiesta, fatta dal gruppo Lega e dal gruppo Fratelli d’Italia, è di rinviare al prossimo Consiglio regionale la proposta di legge n. 76.
Ha la parola, oratore contro, il Consigliere Rossi.

Giacomo ROSSI. Grazie, Presidente. Come relatore di maggioranza di questa legge sono contrario al rinvio perché l’atto è stata discusso in Commissione, ha avuto il parere favorevole di Cal e Crel e di tante associazioni di categoria. Non capisco il motivo per cui serva ancora approfondirla, comunque voterò contro. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, oratore a favore, il Consigliere Marinelli.

Renzo MARINELLI. Grazie, Presidente. Abbiamo bisogno di un approfondimento per avere dei chiarimenti, inoltre oggi manca anche l’Assessore competente, quindi riteniamo di rinviare la proposta di legge alla prossima seduta.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Putzu.

Andrea PUTZU. Grazie Presidente. Visto che il sistema elettronico non funziona, chiedo di votare per alzata di mano.

PRESIDENTE. Rinvio della proposta di legge n. 76. Lo pongo in votazione per alzata di mano.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

PRESIDENTE. Anticipazione delle mozioni nn. 198 e 230, abbinate. La pongo in votazione per alzata di mano.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Interrogazione n. 396
ad iniziativa dei Consiglieri Bora, Biancani, Carancini, Casini, Cesetti, Mangialardi, Mastrovincenzo, Vitri
“Nomina del Segretario Generale della Giunta Regionale”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 396 dei Consiglieri Bora, Biancani, Carancini, Casini, Cesetti, Mangialardi, Mastrovincenzo, Vitri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Castelli.

Guido CASTELLI. Grazie, Presidente. Gli interroganti pongono quattro quesiti relativi alla nomina del Segretario generale. Il primo riguarda l’avvenuta o meno adeguata istruttoria documentale per la verifica dell’insussistenza delle ipotesi di inconferibilità dell'incarico.
In merito a tale richiesta e a dimostrazione di una istruttoria sicuramente compiuta in ordine alla verifica della presenza di tutte le condizioni volute dall’ordinamento per il conferimento dell’incarico, si precisa che innanzitutto dalla lettura del curriculum del dott. XY si evince chiaramente che lo stesso ha espletato dal 2015 alcune attività professionali come advisor aziendale e management consultant in alcune aree che riguardano le strategie competitive aziendali, il project management e tutta una serie di attività afferenti a quel tipo di prestazione libero professionale.
Questi incarichi ed in particolare quelli svolti presso la società Sida, perché di questo si tratta, ai fini di quanto dispone il D.lgs. n. 39/2013 in materia di inconferibilità, non risultano affatto riconducibili agli incarichi oppure alle cariche in enti di diritto privato regolati o finanziati cosi come l'articolo 1, comma 2, lettera e) del decreto prevede come motivo ostativo all’assunzione dell’incarico, del pari questi incarichi non ineriscono attività privata svolta in proprio in quanto tale prestazione risulta espletata proprio per conto della società Sida, ma andiamo con ordine.
Dalla nota sottoscritta dal dott. XY in data 11 novembre 2020, resa proprio ai fini della dichiarazione circa la insussistenza di cause di inconferibilità o incompatibilità, si evince la espressa dichiarazione rilasciata dallo stesso con riferimento all'articolo 4 del decreto, in merito all'intrattenimento, nell'ultimo biennio, di rapporti di collaborazione professionale, di docenza e formazione, con Sida Srl, soggetto di diritto privato non partecipato, non regolato e non finanziato dalla Regione Marche. Nell'occasione viene precisato che l'incarico de quo non integra nessuna ipotesi di inconferibilità e incompatibilità, questo per quanto riguarda la dichiarazione resa.
Alla luce delle dichiarazioni rese e verificata la fondatezza delle motivazioni addotte dal dott. XY nella sua dichiarazione, l’amministrazione regionale – così rispondo al primo quesito – al termine di una accurata istruttoria che ha analizzato ogni chiarimento fornito condividendone le conclusioni, ha accertato la conferibilità allo stesso dell'incarico di Segretario generale.
Inoltre, in merito alla richiesta di accesso a cui aveva fatto riferimento la Consigliera Bora, si evidenzia come la stessa abbia avuto come oggetto esclusivamente "gli atti relativi alla procedura di nomina del Segretario generale, con particolare rilievo alle domande pervenute e all'atto di nomina".
Vista la precisa delimitazione della richiesta di accesso l’amministrazione regionale con nota del 26 luglio 2021 ha trasmesso alla Consigliera Bora quanto dalla stessa richiesto e cioè copia degli atti relativi alla procedura di nomina, così come richiesto.
L'interrogazione chiede inoltre di conoscere se si è provveduto a verificare la natura e la tipologia dei suddetti rapporti professionali con particolare riferimento ai contributi erogati a garanzia del rispetto dei principi di legalità, imparzialità e buon andamento della pubblica amministrazione.
In merito a questa richiesta si osserva che la Sida s.r.l. risulta essere una società attiva nel mercato dei bandi finanziati con fondi comunitari, dallo statuto della stessa risulta che l'attività è diretta a fornire attività di fornitura di servizi reali alle imprese, servizi integrati di direzione aziendale, a scopo esemplificativo: marketing, ricerche di mercato e quant’altro, poi nel documento che darò in copia sarà possibile evincerlo.
Con riferimento alla natura e alla tipologia degli incarichi si fa presente che il dott. XY ha svolto nel biennio precedente al conferimento dell'incarico di Segretario generale, in qualità di soggetto esterno alla Sida, senza aver mai ricoperto alcuna carica negli organi sociali, incarichi di consulenza ai sensi del codice civile e incarichi sporadici di docenza, non stabili e dunque occasionali.
Con riferimento ai finanziamenti si ribadisce che i contributi regionali ottenuti dalla Sida rispetto al bilancio della società del 2019 e del 2018 rappresentano una percentuale minima (il 5,18% per l'anno 2018 e l'1,92% per l'anno 2019) senza integrare gli estremi di un finanziamento maggioritario, perché proprio questo è l’elemento che determina secondo il decreto del 2013 la rilevanza o meno di quello che è il rapporto fra contributi e consistenza di bilancio delle società di cui trattasi.
Infatti non una qualsiasi relazione finanziaria tra amministrazione ed ente privato genera l'inconferibilità, l’incompatibilità viene generata solo nel caso in cui l’ente privato percepisca o abbia percepito la parte preponderante delle sue sostanze finanziarie, mentre invece come abbiamo visto, i contributi ricevuti per lo svolgimento di queste attività erano pari al 5,18% per l’anno 2018 e all'1,92% per l'anno 2019.
Alla luce di tutto quanto sopra esposto, l’amministrazione ha verificato l’esito di una compiuta istruttoria, sia la natura che la tipologia degli incarichi svolti dal dott. XY presso la Sida Srl nel biennio precedente al conferimento dell'incarico di Segretario generale, anche alla luce dei contributi erogati dalla Regione Marche.
Quindi il terzo ed il quarto quesito di fatto hanno avuto risposta perché fanno riferimento proprio alla richiesta: se fosse avvenuta o se fosse stata esperita un’indagine o comunque una puntuale ricognizione istruttoria di questa situazione e possiamo assolutamente ribadire che si escludono tassativamente, nel caso di specie, che ricorrano motivi di inconferibilità ex articolo 4, comma 1, lettera a) del D.lgs. 99/2013.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Bora.

Manuela BORA. Grazie, Presidente. Purtroppo non posso che essere insoddisfatta della risposta dell’Assessore Castelli, anzi se siamo qui come gruppo Partito Democratico a tornare più e più volte su questa questione è perché dalle risposte che riceviamo dalla Giunta, dai documenti che riceviamo in risposta ai nostri accessi agli atti, aumentano sempre di più quanto meno i dubbi di legittimità sulla nomina del dott. XY.
Peraltro i documenti che ho ricevuto in risposta alla prima richiesta di accesso agli atti li ho approfonditi, mi chiedo e vi chiedo perché ad esempio non sia stata data contezza dell’esperienza lavorativa presso la Sida, quindi con una evidente omissione degli atti di ufficio.
Non posso che prendere atto di quello che lei oggi ha riferito a quest’Aula, le anticipo che faremo i dovuti approfondimenti ed anche un’altra richiesta di accesso agli atti perché se è tutto a posto, se è vero che avete fatto questa accurata istruttoria prima di procedere all’assunzione del dott. XY, credo che non abbiate nessun problema a fornire all’interrogante copia del contratto che negli anni ha sottoscritto con la Sida. Grazie.

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha la parola, sull’ordine dei lavori, il Consigliere Carancini.

Romano CARANCINI. Vorrei un’interpretazione della normativa, la possibilità di replica di un Consigliere per ogni interrogazione, mi chiedo se debba essere interpretata restrittivamente in questo modo perché queste sono tutte interrogazioni precedenti all’approvazione del Regolamento e chiedo se questa sia una interpretazione restrittiva oppure valga retroattivamente anche per le interrogazioni presentate.

PRESIDENTE. Vale da oggi, quindi per gli atti che vengono discussi oggi, anche se presentati tempo fa, per quelli che sono all’ordine del giorno odierno.
Non è una interpretazione retroattiva, ma da oggi va in vigore il nuovo Regolamento, quindi anche per gli atti scritti prima, altrimenti avremmo dovuto inserire una norma transitoria, che faceva salve le interrogazioni che erano già state presentate.

Interrogazione n. 388
ad iniziativa delle Consigliere Lupini, Ruggeri
“Casa della Salute di Castelfidardo: installazione impianto di climatizzazione nella RSA e acquisto di un mammografo”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 388 delle Consigliere Lupini, Ruggeri. Ha la parola per la risposta l’Assessore Saltamartini.

Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. La risposta alla presente interrogazione è la seguente.
Gli interventi di riqualificazione del microclima estivo, soprattutto nelle strutture di Castelfidardo, hanno una particolare urgenza. Gli interventi previsti sono garantiti con fondi correnti e in questo momento l’Azienda sta acquistando la suddetta strumentazione.
Non sono in grado di fornire la data di quando questa procedura sarà completata, sottolineo come questo intervento per il microclima abbia carattere di urgenza.
Con la seconda domanda le interroganti chiedono di fornire alla Casa della Salute di Castelfidardo un mammografo in sostituzione del precedente che è fuori uso dal 2019.
La risposta è la seguente: si conferma che nel Piano degli investimenti è presente la richiesta per l’acquisto di un mammografo per Castelfidardo, lo stesso viene acquistato contestualmente ad altri due mammografi di cui uno finanziato con i fondi del Pnrr.
Dal 2019 i servizi presso Castelfidardo vengono garantiti da esami medici di mammografia attraverso lo spostamento dei cittadini presso il Cras di Ancona ove è presente il mammografo, naturalmente la situazione non può essere sattisfattiva del fabbisogno, della domanda espressa dai cittadini di Castelfidardo, quindi si ritiene che al più presto l’ingegneria clinica debba predisporre l’installazione del mammografo che, ripeto, è stato acquistato con i fondi del Pnrr. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Lupini.

Simona LUPINI. Grazie, Presidente. Grazie, Assessore. Vedo che ha raccolto l’urgenza di questa che è una segnalazione che ci viene dal territorio di Castelfidardo. L’interrogazione risale a febbraio e adesso siamo in un clima sicuramente diverso ed un impianto funzionante di climatizzazione in una RSA è non più urgente, ma necessario. Quindi insistiamo e vorremmo essere aggiornati rispetto alle procedure d’acquisto, che purtroppo impiegano sempre più tempo di quello che vorremmo.
Rispetto all’acquisto del mammografo è chiara l’intenzione, non sono chiari i tempi, come ha detto l’Assessore, ma speriamo di poterli chiarire.
Ci segnalano inoltre dal territorio che questo mammografo potrebbe anche ridurre le liste d’attesa presso strutture più lontane, lei ha citato il Cras di Ancona, in quanto questa zona copre Camerano, Numana, Sirolo, Osimo, Loreto, Castelfidardo, Recanati e Porto Recanati. Quindi, sarebbe davvero un investimento utile ed opportuno anche per i territori limitrofi e per andare a sostenere i tempi di attesa rispetto ad uno screening così importante, che è stato anche rallentato in tutto il territorio nazionale dalla pandemia che stiamo ancora vivendo. Direi che è proprio urgente e necessario prenderne atto in quest’Aula e aggiornarci sulla reale effettuazione di questi interventi. Grazie.

Interrogazione n. 413
ad iniziativa della Consigliera Lupini
“Riduzione liste d'attesa per visite cardiologiche presso AOU Ospedali Riuniti di Ancona”

Interrogazione n. 459
ad iniziativa dei Consiglieri Mangialardi, Casini, Carancini, Cesetti, Biancani, Bora, Mastrovincenzo, Vitri
“Criticità al Centro di cardiochirurgia e Cardiologia Pediatrica e Congenita dell’AUO Ospedali Riuniti di Ancona”
(abbinate)
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 413 della Consigliera Lupini e l’interrogazione n. 459 dei Consiglieri Mangialardi, Casini, Carancini, Cesetti, Biancani, Bora, Mastrovincenzo, Vitri (abbinate).
Ha la parola per la risposta l’Assessore Saltamartini.

Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. L’organico della struttura è passato da 11 unità del 2019 alle attuali 8 unità, per sopperire a questa carenza si è immediatamente intervenuti nelle ultime settimane stabilendo 3 nuove assunzioni, di cui 2 avverranno con concorso ed 1 per mobilità, quindi i 3 medici che mancano all’organico saranno assunti e sono già state autorizzate e stanziate le risorse.
Parallelamente è stata attivata una convenzione tra l’Azienda Ospedaliera Universitaria di Ancona e l’Asur Marche Area vasta 1 per consulenze medico specialistiche in favore dell’Azienda di Torrette, qui verranno impiegati dirigenti medici dell’unità operativa complessa del presidio di Urbino per n. 2 accessi mensili di 4/6 ore.
A partire dal 16 maggio scorso sono state aggiunte al Salesi n. 30 ore di cardiologia da parte dell’Utic, che diverranno 36 nei prossimi giorni e questo corrisponde a 40 visite in più.
Si è proceduto poi anche ad una ridistribuzione delle attività tra le due cardiologie di Torrette, destinando tutte le prime visite esterne alla cardiologia ospedaliera e Utic e tutte le attività interne alla cardiologia pediatrica, quindi ricoveri, pronto soccorso, visite per ricovero.
Do lettura ora del monitoraggio sui tempi di attesa per le visite cardiologiche: con la classe di priorità B sono state eseguite il 95% delle visite, che sono state erogate in 10 giorni, con la classe di priorità D sono state erogate l’83% delle visite, entro 30 giorni, con la classe di priorità P, che prevede un termine di 180 giorni, sono state erogate l’86% delle visite.
Per quanto riguarda la prima visita cardiologica degli adulti per la classe di priorità B, cioè entro 10 giorni, sono state soddisfatte il 95% delle richieste, con la classe di priorità D (30 giorni) sono state soddisfatte il 96% delle richieste, con la classe di priorità P (entro 180 giorni) sono state soddisfatte il 74% delle richieste.
Per quanto riguarda invece la prima visita cardiologica pediatrica, con la classe di priorità B (entro 10 giorni) sono state soddisfatte il 100% delle visite richieste, con la classe di priorità D non risultano richieste di prenotazione e per quanto riguarda la classe di priorità P (entro 180 giorni) sono state soddisfatte il 47% delle visite prenotate.
E’ possibile quindi affermare che in questo momento vengono rispettati i tempi di attesa: per la classe B (10 giorni), per la classe D (30 giorni) e per la classe P (120 giorni).
Devo aggiungere a questo riguardo che queste prestazioni sono oggetto del monitoraggio dei livelli essenziali assistenziali e la soglia di rispetto dei livelli essenziali delle prestazioni, prevede che debbano essere garantite almeno il 90% di queste prestazioni, in questo momento il criterio viene soddisfatto.
Abbiamo anche provveduto, come già detto, a riempire l’organico, attualmente fissato ad 8 medici, a 11, sono state finanziate tutte e 3 le assunzioni, 2 per concorso ed 1 tramite mobilità. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Lupini.

Simona LUPINI. Grazie, Presidente. L’Assessore ci ha dato dei dati molto puntuali, che mi piacerebbe poter visionare, se possibile.
Questa interrogazione risale alla metà di marzo, momento in cui ci sono arrivate numerose segnalazioni sia da parte di cittadini che di associazioni rappresentative dei pazienti, dei piccoli pazienti e delle loro famiglie.
Chiedo un’attenzione particolare per questo reparto, che vede un’eccellenza nella cardiologia e nella cardiochirurgia pediatrica delle malattie congenite in quanto abbiamo un reparto che è stato classificato quarto in Europa, quindi dobbiamo tutelare e valorizzare le eccellenze e dare risposte tempestive ed efficaci ai cittadini.
Da quello che ho sentito, che poi valuteremo con le associazioni dei pazienti e le famiglie, sembra che abbiamo recuperato da marzo ad oggi questo ritardo, cosa che è sicuramente auspicabile.
Intanto ringrazio per la risposta e chiedo di monitorare attentamente queste liste d’attesa per tutti i servizi sanitari, in particolare laddove abbiamo minori e famiglie. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Mangialardi.

Maurizio MANGIALARDI. Buongiorno a tutti. Ringrazio per la risposta e per i dati che ci ha fornito che, come ha detto la Consigliera Lupini, vorremmo acquisire per verificarli.
Come sa, Assessore, le associazioni sono state costrette a manifestare - ha partecipato anche lei alle iniziative che si sono svolte presso gli ospedali Riuniti - ed a sottolineare una situazione che nell’ultimo anno e mezzo era diventata assolutamente insostenibile e non riconducibile semplicemente alle difficoltà determinate dal Covid, ma anche a quello che lei ci ha messo a disposizione, ossia la perdita in pianta organica di 3 dirigenti medici, che poi ha determinato per reparti così importanti e strategici del nostro servizio sanitario regionale una serie di difficoltà, che ha portato le associazioni, soprattutto dei genitori dei bambini cardiopatici, a manifestare in maniera molto marcata.
Oggi lei ci dice che la situazione è stata affrontata con numeri significativi, dico però, Assessore, che non siamo stati tempestivi, soprattutto in un settore di particolare sensibilità e rilevanza perché quelle deficienze che si sono determinate, che hanno portato poi alle sollecitazioni da parte soprattutto dell’associazione dei bambini e bambine cardiopatici, marcavano dei ritardi rispetto alle prestazioni, alle visite, ai tempi di attesa che non coincidevano con le prescrizioni dei LEA, quindi c’era ed ovviamente c’è una grande preoccupazione.
Assessore, le chiediamo di informarci rispetto ai 3 dirigenti medici che arriveranno nei prossimi giorni, 2 in mobilità ed un altro con concorso, anche in rapporto con l’Area vasta 1 rispetto alle prestazioni di cardiologia dell’ospedale di Urbino, per capire se i tempi di attesa possono rientrare rapidamente e se si possono, soprattutto per quanto riguarda la cardiologia pediatrica, dare quelle risposte che le bambine ed i bambini si meritano.

Interrogazione n. 429
ad iniziativa della Consigliera Ruggeri
“Lavori di miglioramento per l’alta capacità della linea ferroviaria Bologna – Lecce, ripartizione fondi ed interventi previsti”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 429 della Consigliera Ruggeri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Baldelli.

Francesco BALDELLI. Grazie, Presidente. Con l’interrogazione la Consigliera Ruggeri ci chiede lo stato dell’arte dei lavori previsti lungo la linea ferroviaria adriatica.
In riferimento all’interrogazione si rappresenta quanto segue. In data 24 ottobre 2020 è stato stipulato il Protocollo d’intesa per lo sviluppo del corridoio Adriatico tra le Regioni Marche, Abruzzo, Molise, Puglia, attraverso il quale la Regione ha richiesto al Ministero di superare il ritardo infrastrutturale della dorsale adriatica con la realizzazione dell’alta velocità ferroviaria in arretramento e la conversione della linea attuale, in un’ottica di riqualificazione urbana, in metropolitana di superficie al fine di valorizzare il trasporto pubblico locale.
Il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibile ha definito non percorribile la soluzione sopra prospettata.
In data 14 dicembre 2021 la Commissione europea ha presentato la proposta legislativa di revisione del regolamento 1315 del 2013 sugli orientamenti della rete TNT che prevede il completamento della dorsale adriatica con l’inserimento della tratta da Ancona/Foggia nella rete di rango Exetended Core sia ferroviaria che stradale.
Tale inclusione ha permesso di prolungare il tracciato del corridoio Mar Baltico/Mare Adriatico fino a Bari creando una connessione strategica con il corridoio scandinavo/mediterraneo a nord, attraverso il nodo di Bologna e a sud attraverso il nodo di Bari, offrendo la possibilità ad Ancona di diventare uno snodo importante per il sistema logistico del centro Italia, per i collegamenti con i porti del Tirreno.
In data 15 dicembre 2021 il Mims ha convocato le Regioni coinvolte sul tema “Ferrovia adriatica/alta velocità/alta capacità della linea ferroviaria adriatica” e durante l’incontro lo stesso Ministero ha confermato che il Governo non è orientato ad investire sull’alta velocità ed ha individuato la linea ferroviaria adriatica come direttrice unica del traffico merci nord/sud mediante l’aumento della capacità, con simultanea riduzione dei tempi di percorrenza dei passeggeri.
In data 21 dicembre 2021 la Regione Marche si è confrontata con le amministrazioni comunali delle città costiere delle Marche, invitandole ad avanzare le loro proposte per raccoglierle, entro fine anno, in un documento condiviso da trasmettere al Ministero entro gennaio 2022.
Le proposte delle amministrazioni locali sono state trasmesse al Ministero con nota del 10 gennaio 2022.
Si evidenzia che la legge finanziaria 234 del 30 dicembre 2021 al comma 394 ha previsto il finanziamento per complessivo 5.000 milioni di euro fino all’anno 2035 per l’accelerazione degli interventi finalizzati alla promozione del trasporto, con caratteristiche di alta velocità ed alta capacità sulla linea ferroviaria adriatica, oltre 2.700 milioni già impegnati in opere in fase di realizzazione tra cui, per quanto riguarda il territorio marchigiano, interventi tecnologici ed infrastrutturali e nel nodo di Falconara.
Alla luce di quanto sopra, in data 10 marzo 2022 il Ministero ha trasmesso alle Regioni una proposta di sintesi sulla ferrovia adriatica alta velocità/alta capacità, confermando gli obiettivi di potenziamento della capacità della linea ferroviaria adriatica attraverso: incremento fino a 200 chilometri all’ora della velocità sull’intero itinerario, che come sa Consigliera è una velocizzazione, ma non è alta velocità; individuazione della dorsale Bologna/Lecce quale tratta privilegiata del trasporto merci; prospettiva di incremento del carico merci sulla tratta fino a 176 treni/giorno.
Le proposte contenute nella suddetta nota sono, in sintesi, bypass di Pesaro, rettifica del tracciato esistente dopo la galleria Cattolica, previsione della nuova stazione in Via Dotto, riallacciata la linea attuale a circa 6,5 chilometri a nord dalla stazione di Fano, potenziamento degli impianti di Fano con demolizione del binario di precedenza per adeguamento dei marciapiedi e conseguente adeguamento puntuale di tracciato, Senigallia: demolizione binario di precedenza per adeguamento marciapiedi conseguente adeguamento puntuale di tracciato, adeguamento del tracciato in alcune curve nelle località di Osimo, Varano, Porto Recanati, Civitanova Marche, spostamento verso nord della Stazione di Loreto, varianti di tracciato nei Comuni di Pedaso, San Benedetto del Tronto, Porto d’Ascoli e Alba Adriatica.
Quindi in data 30 marzo 2022, la Regione Marche ha convocato tutti i Comuni coinvolti da tale progetto al fine di condividere le criticità delle proposte progettuali ricevute dal Ministero.
Durante gli incontri i Comuni interessati hanno rimarcato la preoccupazione inerente l’appesantimento del traffico merci sull’attuale linea ferroviaria adriatica, con una previsione, come ho detto prima, fino a 176 treni merci/giorno contro i circa 40 attuali.
Tale situazione sarebbe incompatibile con l’attuale tessuto urbano delle località costiere che si sono sviluppate proprio in prossimità della linea ferroviaria.
Tali località già soffrono fortemente il problema dell’inquinamento acustico per il quale già da tempo la Regione Marche sta conducendo una battaglia insieme ai Comuni per scongiurare l’installazione delle barriere antirumore che rappresenterebbero un muro, non solo esteticamente, improponibile, che cambierebbe anche il microclima dei quartieri attraversati dalla ferrovia.
Tali circostanze arrecano un pregiudizio a tutte le nostre città costiere caratterizzate da una attrattività, dal punto di vista turistico, con conseguenze negative che a cascata coinvolgerebbero tutta la nostra regione.
Pertanto la Regione Marche al fine di superare le problematiche sopra esposte intende condividere con il Ministero delle infrastrutture e mobilità sostenibile e Rete Ferroviaria Italiana una proposta progettuale per realizzare una visione complessiva della nostra regione, una nuova infrastruttura ferroviaria più addestrata rispetto all’attuale, la quale potrà essere adibita al trasporto merci ed al trasporto passeggeri di lunga percorrenza, la linea attuale potrà essere invece valorizzata come strumento per il trasporto pubblico locale e per la mobilità sostenibile in un’ottica di rigenerazione dei territori.
A tal fine il Presidente della Regione Marche, con nota del 30 marzo 2022, ha richiesto al Ministero delle infrastrutture e mobilità sostenibili un incontro con un sopralluogo sul territorio così da poter valutare insieme modalità e percorsi al fine di giungere a soluzioni condivise.
Da ultime informazioni acquisite RFI sta recependo e valutando nella sua attività progettuale le istanze presentate dalla Regione Marche. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Ruggeri.

Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Grazie, Assessore. Ha fatto un riassunto delle puntate precedenti molto esaustivo, se potesse darmelo sarei contenta.
Noi come movimento politico abbiamo un po’ di preoccupazione per come si sta evolvendo la situazione, innanzitutto perché dobbiamo assolutamente evitare di perdere queste risorse che, come lei ha sottolineato, sono ingenti, però in un passaggio della sua relazione ha detto che devono essere impiegate per il territorio marchigiano, quindi non solo per un singolo territorio, per un’opera nei confronti della quale qualche dubbio lo abbiamo, sia in riferimento all’arretramento della stazione, che attualmente è baricentrica, anche perché dove è stata arretrata, ad esempio in Liguria, c’è stato un crollo dei pendolari che hanno cominciato ad utilizzare altri tipi di mezzi per gli spostamenti ed invece di aumentare l’uso del treno si è disincentivato. Attualmente in una città come Pesaro qualsiasi struttura ricettiva è ad un chilometro e mezzo dalla stazione e i cittadini mediamente ci mettono 15 minuti per andarci.
Detto questo, che comunque sono considerazioni che andranno fatte prima di prendere qualsiasi decisione, è anche importante l’altro passaggio che lei ha detto, cioè quello di pensare ad una metropolitana di superficie che vada lungo la costa. Anche l’idea di dismettere il tratto che va da Fano a Pesaro per farci un passaggio ciclo/pedonale secondo noi andrebbe molto ben approfondita perché nel nostro territorio dismettere le tratte ferroviarie è un attimo, ma per ripristinarle ci vuole molto di più. Semmai siamo più per un potenziamento piuttosto che per uno spostamento.
Le dico quelle che sono le riflessioni interne al partito a cui appartengo, quindi oculatezza nella spesa di questi soldi, che siano utilizzati per progetti utili e non disutili e disfunzionali, come alcuni considerano il progetto attuale, quello che è apparso sulla stampa e che abbiamo potuto conoscere, da evitare assolutamente lo scempio ambientale perché lei si ricorderà che abbiamo fatto molte manifestazioni a Fosso Sejore per evitare la costruzione dell’Ospedale unico lì e adesso vederci passare un cavalcavia non sarebbe assolutamente il massimo, quindi semmai bypassarlo così come qualcuno dice, comunque anche facendo questa operazione un rientro ci sarà.
Si è parlato di Metaurilia, quello è un territorio con problematiche di sicurezza, ambientali e di servizi, che conosciamo tutti bene, spero che presto verrà discussa anche la mia interrogazione sulla chiusura della scuola statale, anche questo sta creando forti tensioni.
Quindi, difesa dell’ambiente, difesa però in modo utile dei finanziamenti che sembrano essere destinati per la nostra regione, soprattutto ci tengo anche alla questione della partecipazione, non può essere la scelta di una persona, ma deve essere una scelta collettiva che viene fatta anche attraverso tutti i piani istituzionali, quindi la Regione, ma direi anche i Parlamentari del territorio che hanno subìto – ho letto le informazioni dai giornali – e non hanno partecipato alla costruzione di questo progetto perché sono stati tutti bypassati da rapporti personali che non possono avere questo impatto sul nostro territorio, questo a mio parere. Grazie.

Interrogazione n. 450
ad iniziativa dei Consiglieri Biancani, Vitri, Mangialardi, Bora, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo
“Interventi urgenti e prospettive di sviluppo del Porto di Pesaro”

Interrogazione n. 473
ad iniziativa dei Consiglieri Biancani, Vitri, Mangialardi, Bora, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo
“Avvio procedure per l’attivazione dell’area “Marche nord” per il conferimento in mare dei materiali di dragaggio dei porti marchigiani”
(abbinate)
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 450 dei Consiglieri Biancani, Vitri, Mangialardi, Bora, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo e l’interrogazione n. 473 dei Consiglieri Biancani, Vitri, Mangialardi, Bora, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo, abbinate.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Baldelli.

Francesco BALDELLI. Grazie, Presidente. Le domande sono tante, ma cercherò di essere sintetico, sostanzialmente si vuol sapere qual è lo stato di avanzamento degli interventi di dragaggio del porto di Pesaro e, nella seconda interrogazione, lo stato di avanzamento delle procedure preliminari per l’attivazione e la caratterizzazione dei sedimenti sia nella zona sud che nella zona nord della nostra regione.
Il porto di Pesaro è di competenza nazionale, amministrato dall’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico centrale, è un porto canale dotato di due moli principali, banchinati per complessivi 1.500 metri, di due darsene con profondità tra i quattro e i cinque metri. E’ equipaggiato per il traffico passeggeri/crociere e per traffico merci solide e liquide.
Come previsto dal Piano regolatore negli ultimi anni, è stato realizzato un prolungamento del molo di levante di 260 metri per la costruzione di un molo di sottoflutto di 210 metri e la demolizione di una parte del molo di ponente.
Questi interventi hanno consentito di allargare l’imboccatura del porto, permettendo così una maggiore funzionalità dello scalo pesarese.
Grazie ai lavori eseguiti la zona ha assunto una veste del tutto nuova e saranno rafforzate sia le attività commerciali che il polo turistico.
Tra l’altro, in considerazione delle attività svolte dalla Regione Marche, nell’ambito della Conferenza Stato-Regioni nell’anno appena trascorso è stato possibile reperire fondi statali per l’ulteriore potenziamento della struttura portuale di Pesaro.
Vista la competenza sul porto di Pesaro dell’Autorità di sistema portuale, la stessa ha fornito anche ulteriori delucidazioni sulle interrogazioni che gli abbiamo posto, ricordando che al porto di Pesaro verranno destinati 11 milioni di euro proprio per le attività che sono oggetto dell’interrogazione, recuperati all’interno dei 156 milioni di euro che la Regione Marche ha trattato in Conferenza Stato-Regioni per recuperare nei finanziamenti ministeriali un disallineamento del porto di Ancona rispetto agli altri porti nazionali.
In relazione a quanto sopra detto, in occasione della redazione del Documento di pianificazione di sistema portuale del Piano regolatore del porto di Pesaro in corso di esecuzione, verranno definite le nuove funzioni e i nuovi fondali del porto in funzione delle esigenze portuali. Nelle more della definizione dei documenti programmatici anzidetti si prevede l’esecuzione di un intervento di dragaggio fino ad una profondità di -5 metri sul livello del mare, le cui attività preliminari di progettazione verranno avviate nel corso del 2022.
In tale ambito verrà valutato il problema della gestione dei sedimenti di dragaggio che molto probabilmente richiederà la disponibilità di una vasca di colmata che attualmente non è disponibile, ma che l’Autorità, con i fondi che dicevamo in precedenza recuperati in Conferenza Stato-Regioni, ha in programma di realizzare.
Verranno inoltre avviate le valutazioni necessarie affinché la manutenzione dei fondali venga fatta con frequenza regolare.
Tenendo presente quanto detto per il punto precedente, non essendo presente o prevista presso il porto di Pesaro, ad oggi, una vasca di colmata ai sensi di quanto disciplinato dall’articolo 109 del D.lgs. 152 del 2006 e del relativo Regolamento attuativo, ai fini dell’immersione dei sedimenti provenienti dai dragaggi dei porti di sistema del Mare Adriatico centrale, l’Autorità di sistema ha sviluppato un progetto di fattibilità tecnico/economico inerente la realizzazione della vasca di colmata. La soluzione proposta colloca la vasca di colmata nell’area compresa tra il molo di sottoflutto e la foce del fiume Foglia.
Alla luce degli obiettivi posti in termini di capacità di immersione dell’analisi costi/benefici dedotta dallo studio di fattibilità tecnico/economica, la soluzione che si è scelto di sviluppare nelle successive fasi progettuali prevede la realizzazione della vasca con una capacità di colmata di sedimenti di circa 350.000 metri cubi e una superficie complessiva di circa 40.000 metri quadrati. Il costo finale dei lavori stimati è pari a circa 11 milioni di euro.
Si stanno completando gli aspetti di progetto di fattibilità tecnica ed economica con uno studio meteo-marino e del trasporto solido, completato lo studio, avendo già le dichiarazioni di non contrasto con gli strumenti urbanistici, non più richiesto dalla normativa vigente, si procederà con l’avvio dell’iter approvativo al Consiglio superiore dei lavori pubblici.
Si segnala che attualmente è già stato approvato in sede di Comitato di gestione l’adeguamento tecnico funzionale al fine di permettere la realizzazione in modifica dell’attuale pianificazione portuale in modo tale da poter anticipare le attività progettuali e realizzative senza dover attendere la modifica complessiva della pianificazione portuale tuttora in corso.
E’ stata presentata una richiesta di finanziamento in sede nazionale per la copertura finanziaria dell’opera complessiva (11 milioni di euro) che ha ottenuto l’approvazione da parte del Dipartimento.
In relazione alla terza questione posta nelle interrogazioni, l’Autorità di sistema portuale, per quanto riguarda il Piano regolatore di sistema portuale, ha avviato ad ottobre del 2021 le prime attività previste con il supporto del raggruppamento temporaneo di professionisti aggiudicatari di gara pubblica, riguardanti il documento di pianificazione strategica di sistema portuale oggi diventato documento di programmazione strategica. Infatti, l’articolo 5 della legge 84/1994 è stato successivamente modificato dal decreto legge 121/2021 e convertito con modificazioni dalla legge 156 dello stesso anno, tale modifica ha eliminato la dicitura di Piano regolatore di sistema portuale trasformando il Documento di pianificazione in un Documento di programmazione.
Le prime attività avviate si sono concluse il 3 dicembre 2021 ed hanno riguardato la ricognizione e l’analisi dello stato attuale, mentre è imminente l’avvio della fase di completamento di detto documento con gli obiettivi di sviluppo, l’individuazione degli ambiti portuali per ciascun porto, la ripartizione di detti ambiti in aree portuali, retro portuali e di interazione città/porto, l’individuazione dei collegamenti infrastrutturali di ultimo miglio di tipo viario e ferroviario con singoli porti di sistema.
L’avvio dell’aggiornamento dei singoli Piani regolatori portuali potrà avvenire solo dopo l’adozione del documento di programmazione strategica da parte del Comitato di gestione, una sua stesura completa e revisionata, l’acquisizione tramite apposita Conferenza dei servizi del parere dei Comuni dei porti interessati e l’approvazione formale da parte del Ministero delle infrastrutture e delle mobilità sostenibili.
In merito alla elettrificazione delle banchine con il cold ironing del porto di Pesaro, nell’ambito del Piano nazionale degli investimenti complementari al Piano nazionale di ripresa e resilienza, il porto di Pesaro è destinatario di un finanziamento di importo pari a 500 mila euro assegnato con decreto del 13 agosto 2021.
Successivamente all’assegnazione del finanziamento, il 18 novembre 2021, l’Autorità di sistema ha sottoscritto con il Ministero un accordo procedimentale con cui si è impegnata all’ultimazione ed al collaudo delle opere ammesse al finanziamento entro il termine massimo, così come previsto per i fondi di questo tipo, del 30 giugno 2026.
Attualmente in corso di affidamento è la progettazione degli interventi di cold ironing programmati dall’Autorità di sistema.
Per quanto riguarda invece la caratterizzazione delle sabbie e l’individuazione dell’area, che sono oggetto della seconda interrogazione, in riferimento al fatto che si è dato avvio alla procedura nell’area sud della nostra regione si evidenzia che ciò è avvenuto in quanto negli anni passati la vasca di colmata già esistente del porto di San Benedetto del Tronto era stata riempita con le sabbie provenienti da nord in modo particolare dal porto di Senigallia, causandone la saturazione. Per tale motivazione le procedure per il dragaggio del porto di San Benedetto del Tronto si trovano in un più avanzato stato di progettazione, così da aver attivato la caratterizzazione dell’area a sud delle Marche.
Contestualmente però sono stati presi da tempo contatti con l’Autorità di sistema portuale per avviare identiche procedure a nord, del tutto analoghe a quelle attivate per l’area del sud delle Marche, che aveva un più avanzato stato di progettazione.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Grazie, Assessore. Devo dire che mi aspettavo qualche data in più per capire quali sono i tempi rispetto alla sua relazione, che è stata sicuramente precisa, ma in qualche modo ha riportato le indicazioni o quanto era previsto nelle nostre interrogazioni.
Noi volevamo capire a che punto era il dragaggio ed abbiamo compreso che il dragaggio del porto di Pesaro è legato alla cassa di colmata, che oggi a livello progettuale è nella fase dello studio di fattibilità, quindi non pensiamo che a breve sia possibile dragare il porto di Pesaro, anche perché la richiesta era quella di dragare indipendentemente dalla cassa di colmata, che oggi si trova in una situazione che potrebbe diventare critica in tempi brevi. Anche perché nel porto di Pesaro, oltre alle attività della cantieristica, ci sono le attività di diporto, sportive, legate al commercio ed alla pesca ed il rischio è che potremmo ritrovarci dalla sera alla mattina un porto che non può dare i servizi per cui è nato.
Per quanto riguarda lo stato di avanzamento del Piano strategico del sistema portuale siamo indietro, ho fatto un’interrogazione alla Regione, Assessore, anche se so benissimo che la responsabilità è dell’Autorità portuale che deve portare avanti questi progetti, ma la nostra richiesta era per accelerare l’iter, altrimenti rischiamo di avere il primo dragaggio tra molti anni a causa dei tempi tecnici necessari per la progettazione della cassa di colmata.
Con la seconda interrogazione chiedevamo di integrare l’accordo di programma anche per quanto riguarda l’area nord, anche perché l’accordo di programma per l’area sud risale al 13 settembre 2021. A mio avviso era opportuno inserire all’interno di quell’accordo anche l’area nord, che avrebbe di fatto permesso di avviare le procedure nello stesso momento e con l’individuazione dell’area mare per i sedimenti sarebbe stato possibile anche fare un dragaggio indipendentemente alla realizzazione o meno della cassa di colmata. Invece, in questa maniera, essendo lunghi i tempi anche per l’individuazione dell’area mare, saremo costretti ad aspettare la realizzazione della cassa di colmata per poter fare il dragaggio, considerato che possono andare nella cassa di colmata i sedimenti che vengono estratti dai porti, che hanno livelli di inquinamento alti, mentre gli altri possono andare nelle aree mare, ma bisogna averle, oppure essere utilizzati per i ripascimenti.
La ringrazio per la risposta, le chiedo di prendere a cuore questo argomento e di relazionarsi in maniera diretta e frequente con l’Autorità portuale perché se aspettiamo che faccia tutto quello che deve fare il porto di Pesaro sarà insabbiato e le attività che oggi sono inserite all’interno di questa struttura rischiano di non essere portate avanti.

Interrogazione n. 427
ad iniziativa dei Consiglieri Mastrovincenzo, Mangialardi, Bora, Biancani, Carancini, Casini, Cesetti, Vitri
“Restauro residenza sanitaria assistita Tambroni di Ancona”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 427 dei Consiglieri Mastrovincenzo, Mangialardi, Bora, Biancani, Carancini, Casini, Cesetti, Vitri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.

Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. La vicenda di cui all’interrogazione n. 427, presentata il 3 marzo 2022 dai Consiglieri Mastrovincenzo, Mangialardi, Bora, Biancani, Carancini, Casini, Cesetti, Vitri, si radica negli anni.
Che cosa è accaduto? Nel 2015, dopo qualche mese da un intervento di ricostruzione, la struttura, che aveva subìto un intervento edilizio molto significativo, ha dimostrato di non avere la permeabilità all’acqua, quindi, si sono concentrate delle infiltrazioni ed altri difetti che ne hanno portato alla chiusura.
Ora si ritiene che per intervenire sulla struttura, nel 2019 era stata fatta una stima di 4 milioni di euro, servano più di 6 milioni di euro.
Le vicende giudiziarie, che hanno poi comportato l’attivazione della tutela davanti ai giudici, sia in sede penale sia in sede civile, non hanno portato ad alcun risultato.
Conseguentemente la struttura costituisce un gravissimo vulnus all’assistenza sanitaria della nostra regione e per il momento non sono state stanziate risorse capaci di recuperarla.
La novità, come è stato sottolineato nell’interrogazione, consiste nel fatto che sono stati manifestati degli interessi da parte di privati, l’ultimo dei quali è stato esplicitato all’Azienda Inrca ed è in corso di valutazione.
Il tema è molto delicato perché la struttura doveva ottenere l’accreditamento regionale per ospitare 80 anziani, di cui 60 non autosufficienti, con un nucleo destinato ai malati Alzheimer. Questa offerta appare assolutamente necessaria alla copertura e quindi nel Piano socio-sanitario dovremmo prevedere un intervento adeguato.
Ciò che stupisce è come mai, dal 2015 fino ad oggi, di fronte ad un investimento, una spesa pubblica così rilevante, non ci sia stata una tutela piena ed efficace nelle cause che sono state intentate nei riguardi della ditta che aveva eseguito i lavori.
Questo ci porta a valutare oggi, dopo tutti questi anni, se siano residuali delle iniziative che possano garantire allo Stato ed alle amministrazioni pubbliche, in questo caso all’Asur, di recuperare le somme che altrimenti andranno irrimediabilmente perse.
In conclusione, per rispondere a questa interrogazione, attualmente di concreto c’è solamente una manifestazione di interesse di un privato che l’Inrca sta valutando, per quanto riguarda invece la Regione e l’Asur nel prossimo Piano socio-sanitario, che presenteremo in quest’Aula nei prossimi mesi, subito dopo le ferie estive, valuteremo quali interventi siano possibili per riportare un servizio così importante nella nostra regione.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Mastrovincenzo.

Antonio MASTROVINCENZO. Grazie, Assessore, per la risposta. Prendo atto che c’è questa manifestazione d’interesse, d’altronde già nel dicembre 2021, lo segnaliamo nell’interrogazione, il Direttore dell’Inrca aveva annunciato un imminente progetto di recupero del pensionato, evidentemente non era così imminente perché c’è solo questa manifestazione e niente altro.
Mi auguro che nel Piano socio-sanitario sarà previsto quello che ha detto l’Assessore perché ritengo che questa sia un’offerta indispensabile per la nostra comunità in termini di assistenza e di posti letto anche perchè un centro così ampio è indispensabile per un capoluogo di regione, quindi l’auspicio è che l’impegno preso oggi dall’Assessore si concretizzi nei prossimi mesi. Grazie.

Interrogazione n. 455
ad iniziativa dei Consiglieri Casini, Mangialardi, Biancani, Bora, Cesetti, Carancini, Mastrovincenzo, Vitri
“Azioni intraprese dalla Giunta in tema di detrazione IVA e mutui e finanziamenti sospesi alle popolazioni terremotate”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 455 dei Consiglieri Casini, Mangialardi, Biancani, Bora, Cesetti, Carancini, Mastrovincenzo, Vitri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Castelli.

Guido CASTELLI. L'interrogazione segue una mozione n. 75 con cui i Consiglieri Casini, Mangialardi, Biancani, Bora, il gruppo del PD in sostanza, hanno chiesto l’impegno della Giunta regionale a promuovere una modifica della normativa in materia di Iva. E’ una questione che ci ha visto particolarmente impegnati ad interloquire con tutte le Regioni e in particolare con il commissario alla ricostruzione, per poter articolare una proposta - cosa che è accaduta - condivisa, partecipata politicamente da tutte le Regioni e da tutti i gruppi parlamentari, proponendo la possibilità di non riconoscere l’Iva come costo a carico di imprese che sono soggette a regime ordinario ai fini della medesima imposta.
Purtroppo lo Stato, il Parlamento, ha sempre opposto il diniego all’accoglimento di questi emendamenti, proprio ieri con il commissario alla ricostruzione, credo anche con la condivisione di molti gruppi che si sono premurati di contattare sia la Regione che la struttura commissariale in vista della scadenza degli emendamenti per il decreto “aiuti”, si è deciso di invitare i gruppi parlamentari a riproporre questo tema che è sempre stato, ma che sta diventando, estremamente problematico perché per alcuni centri, ma più in generale per alcuni comparti economici, è un elemento impeditivo alla realizzazione delle attività di ricostruzione ed alla ripartenza delle attività produttive in particolare. Recentemente anche con il Sindaco di Ussita, in occasione di una riunione convocata proprio per affrontare queste problematiche collaterali della ricostruzione, abbiamo anche iniziato a sviluppare uno studio per cercare di capire, si parlava in particolare delle difficoltà dei titolari delle imprese alberghiere di Ussita, la possibilità di attivare, magari di concerto con i Confidi, misure agevolative che possano consentire l'accensione di mutui e di prestiti con interessi coperti e garantiti dal sistema, per poter avviare la ricostruzione che altrimenti non ripartirebbe.
L’impegno che attraverso la mozione era stato sollecitato, pur essendo stato rispettato, non ha prodotto i risultati attesi e da questo punto di vista continueremo in una battaglia che davvero potrebbe risultare determinante.
Ringrazio il gruppo del Partito Democratico che è tornato a sollevare questo tema, che per il momento non siamo riusciti, come comunità istituzionale, a risolvere. Ci sarà un ulteriore round, quindi l'invito pressante è a ciascuno dei gruppi, anche regionali, di farsi parte diligente perché questa distorsione possa essere superata.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Casini.

Anna CASINI. Grazie, Presidente. Grazie, Assessore, per l’impegno che ci ha raccontato, ma la mia interrogazione si riferiva ad un altro quesito al quale lei non ha risposto.
Sul primo quesito lei ha detto che condivide il serio problema dell’Iva, che vede le aziende che hanno normalmente un'aliquota del 4%, penso alle aziende agricole, sostenere nella ricostruzione un’Iva pari al 22%, che è impossibile per loro poi recuperare.
L’altra domanda invece si riferiva ad un'altra mozione che era stata fatta, primo firmatario il Consigliere Pasqui, sui mutui.
Noi sappiamo che da diversi anni i mutui per i cittadini e le aziende del cratere sono prorogati annualmente.
L'anno scorso la mia mozione fu discussa il 15 giugno e quella del Consigliere Pasqui il 21 settembre e tutta l’Aula all'unanimità votò favorevolmente affinché la Giunta, in particolare il Presidente Acquaroli, assumesse degli impegni, per esempio, chiedere al Governo una modifica normativa per il riconoscimento dell'Iva, ora l’Assessore Castelli ci ha detto che questo è stato fatto e siamo contenti di sapere che questo si continua a fare, ma di convocare un tavolo di coordinamento con le Regioni Abruzzo, Lazio ed Umbria, anche con il coinvolgimento del Comitato mutui sulle macerie …, che è un comitato che sta portando avanti le esigenze di quei cittadini, tra cui molti giovani che hanno investito alla vigilia del terremoto in attività che non possono essere ripristinate, che non possono essere riattivate, per le quali oggi si trovano con la sospensione di mutui, ma non degli interessi, e questo è ancora un altro problema. Sei anni fa avevano acceso un mutuo per attività ed obiettivi che, come ho detto, non potranno realizzare, giovani che hanno il loro futuro segnato dal peso di questo debito. Quindi, è ora che cominciamo a pensare a come risolvere questo problema, a cercare di aiutare e magari separare e provare degli stralci.
Il problema non è la proroga, come sappiamo, speriamo di non trovarci a dicembre ancora con la proroga, ma ad esempio individuare le imprese che hanno subìto dei danni irreversibili, valutando i danni subìti e anche la loro posizione debitoria e magari se hanno acceso dei mutui dare la possibilità di un'operazione di saldo e stralcio del 25%, del 50% a seconda se l'attività può essere riattivata oppure no, come la sospensione del pagamento dei mutui relativi all'acquisto di immobili destinati ad abitazioni principali fino a quando c’è lo stato di inagibilità e non col contagocce, con l'ansia che queste persone, che hanno già perso tutto, hanno ogni fine di dicembre, ogni fine dell'anno per la proroga.
Quindi, ripeto, bene la proroga fino ad oggi, però forse è il caso, Assessore, visto che non c’è il Presidente che avrebbe dovuto costituire questo tavolo, chiesto anche dal Consigliere Pasqui, che non è stato istituito, che il tema dell'Iva e dei mutui venga sostenuto da questa Giunta perché siamo molto preoccupati e non vorremmo che si arrivasse alla fine dell'anno con la solita ansia per delle popolazioni che sembrano quasi …, non dico dimenticate, perché non sono dimenticate, ma si dà per acquisito che abbiano questi problemi e che si possano risolvere a volte con le proroghe.
Se noi investiamo i fondi del Pnrr, i fondi del CIS, i contributi anche europei per risanare quelle zone, non possiamo dare queste medicine molto efficaci a pazienti che rischiamo di trovare morti.

Interpellanza n. 9
ad iniziativa della Consigliera Lupini
“Politiche regionali in materia di applicazione e diffusione della Medicina di Genere, così come disposto dal Piano Nazionale sulla materia”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interpellanza n. 9 della Consigliera Lupini, che ha la parola per l’illustrazione.

Simona LUPINI. Grazie, Presidente. Ci tengo particolarmente ad evidenziare questo tema che ci sta particolarmente a cuore.
Abbiamo notato un ritardo della nostra Regione nel porre la giusta attenzione a questa tematica, che è appunto la medicina di genere declinata in ogni regione.
Vogliamo chiedere alla Giunta, in particolare all'Assessorato alla salute, come pensa di organizzare questo tipo di rete, che ci auguriamo di trovare in tutti i nostri ospedali della regione.
Quindi, mi aspetto un'ampia discussione, così da mettere in luce un argomento che non sempre viene trattato, ma che credo sia utile e di grande interesse per sottolineare che gli uomini e le donne hanno delle esigenze specifiche rispetto alla loro composizione fisica e biologica e credo che la medicina debba accogliere queste differenze, valorizzandole e declinandole nella sanità. Una sanità che ci aspettiamo di trovare efficace e con delle risposte chiare e precise.
Ritengo inoltre che sia importante informare e sensibilizzare la cittadinanza rispetto a questa offerta per i nostri pazienti, per i nostri utenti dei servizi.
E’ stata emanata di recente una legge dal Governo e va applicata con un'ampia programmazione.
Insisto particolarmente rispetto all'informazione e alla sensibilizzazione della cittadinanza perché non vorremmo che i marchigiani e le marchigiane non conoscessero approfonditamente questa tematica, ciò che il servizio sanitario può e deve a questo punto offrire.
Ripeto, dobbiamo costruire insieme una rete, con una buona programmazione.
L'opportuna declinazione spero che nella risposta ci verrà illustrata nel dettaglio, con le tempistiche e tutte le informazioni che i nostri concittadini aspettano. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.

Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Con l’interpellanza n. 9 presentata il 6 maggio 2022 dalla Consigliera Lupini si chiede di conoscere quale sia la politica regionale in materia di applicazione e diffusione della medicina di genere, anche in riferimento a quanto disposto e raccomandato dal Piano per l'applicazione e la diffusione della medicina di genere.
La risposta è che la medicina di genere è una necessaria e doverosa dimensione interdisciplinare della medicina che vuole studiare l'influenza del sesso e del genere su fisiologia, fisiopatologia e patologia umana, vale a dire su come si instaurano le patologie, quali sono i sintomi e come si va a prevenzione, diagnosi e terapia negli uomini e nelle donne.
La Regione Marche si è attivata al fine di dare attuazione alle previsioni del Piano per l'applicazione e la diffusione della medicina di genere, come precisato nei punti successivi. Con nota del 24 febbraio 2022 del Direttore del Dipartimento salute è stato individuato il referente regionale che ha avviato i percorsi necessari all’approvazione del Piano regionale per la medicina di genere.
La seconda domanda: a che punto è l’approvazione del Piano regionale per la medicina di genere? La risposta è che il Piano regionale per la medicina di genere, mai presentato in precedenza nella regione Marche, verrà elaborato subito dopo l’estate, comunque nel corrente anno 2022, contestualmente all’istituzione di un gruppo tecnico regionale composto da professionisti esperti in materia, in tal modo si darà compimento alla realizzazione di un sistema di rete per la promozione e lo sviluppo della salute e la medicina di genere in tutte le Marche.
Con la terza domanda si vuol sapere se è stato identificato un referente regionale in medicina di genere; la risposta è che in ottemperanza al Piano per l'applicazione e la diffusione della medicina di genere sul territorio nazionale, approvato dal Ministero della salute con decreto del 13 giugno 2019, la Regione Marche ha individuato con provvedimento del 24 febbraio 2022 quale referente regionale in Medicina di genere il Dr. XY.
Inoltre si vuol sapere a che punto sia l’attivazione sul sito regionale di un’area dedicata alla Medicina di genere supervisionata dal suddetto tavolo tecnico regionale; la risposta è che l’attivazione sul sito regionale di un’area dedicata alla medicina di genere rientra tra gli adempimenti che sono stati presi in carico successivamente all'individuazione referente.
Con la sesta domanda si vuol sapere a che punto sia il percorso della definizione degli obiettivi per le aziende sanitarie e l’Irccs nel rispetto delle linee guida previste dal citato Piano nazionale. La risposta è la seguente: la definizione degli obiettivi per le aziende sanitarie e l’Irccs avverrà contestualmente alla predisposizione del citato Piano regionale della Medicina di genere, così come è stato indicato nelle linee guida. Tali obiettivi prevederanno la definizione di obiettivi di genere specifici per i Direttori generali, la definizione di intervento nell’ambito dei percorsi di umanizzazione, l’istituzione di un gruppo di coordinamento per la medicina di genere a valenza aziendale con la partecipazione di un esperto di medicina di genere, l’inserimento di un esperto di medicina di genere nei comitati scientifici aziendali, l’attivazione sul sito aziendale di una sezione specificamente indicata come Medicina di genere.
Con la settima domanda si chiede quale sia la politica regionale in materia di prevenzione del Piano formativo regionale della formazione in medicina di genere; la risposta è la seguente. E’ a tutti evidente la necessità che la medicina di genere entri a far parte a pieno titolo dei percorsi formativi dei professionisti sanitari, l’obiettivo principale che ci si pone con una formazione specifica e continua è quello di favorire e consolidare il processo di crescita individuale di tutti gli operatori sanitari.
L'ottava domanda chiede: quale sia la politica regionale in merito alla sensibilizzazione e formazione in materia di medicina di genere; la risposta è che nel territorio regionale sono molteplici gli interventi info/formativi destinati alla diffusione della medicina di genere organizzati in collaborazione con il Servizio sanitario regionale, in particolare rispetto all’ultimo periodo. Si riporta che domenica 15 marzo si è tenuta a Macerata una giornata intitolata “La Medicina di genere e la salute delle donne”, dal 20 al 26 aprile si è tenuto l’open week sulla salute delle donne, nel mese di marzo l’open week and tumore alla prostata e nella giornata del 25 maggio all’ospedale di Fermo si terrà l’open day in reumatologia.
Si sottolinea inoltre che in ben otto presidi ospedalieri di Asur, Azienda Marche nord e l’Azienda di Torrette hanno ricevuto dalla Fondazione Onda, Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere, il prestigioso riconoscimento dei bollini rosa per il biennio 2022/2023. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Lupini.

Simona LUPINI. Grazie, Presidente. L’interpellanza era ricca di domande molto precise perché le linee guida emanate danno obiettivi specifici e proprio per questo motivo insistevo molto sull'informazione e sensibilizzazione perché mi appare chiaro che la popolazione non abbia del tutto contezza delle possibilità dei servizi offerti. Credo che questa sia una buona opportunità affinchè l'Assemblea legislativa, e la risposta dell'Assessore che qui è pubblica e condivisa con la cittadinanza, cominci a fare informazione.
Abbiamo parlato anche di formazione specifica e ci auguriamo di vedere realizzati questi percorsi formativi per tutti gli operatori perché è importante avere dei medici specializzati in medicina di genere ed è fondamentale una cultura di genere tra tutti gli operatori che fanno parte del sistema sanitario e socio-sanitario. E’ rilevante diffondere una cultura nel servizio sanitario in tal genere e la Regione si può fare promotrice di sensibilizzare la cittadinanza ed i servizi sanitari.
Vedo che questa interpellanza ha stimolato delle azioni, è stato nominato un referente, apprendiamo e aspettiamo che il Piano regionale venga davvero calato nella quotidianità per chi accede ai servizi.
Il sito regionale di cui si chiedeva nell'interpellanza è proprio nella direzione di rendere accessibile l'informazione rispetto alla medicina di genere e ai servizi offerti alle donne e agli uomini ed è importante attivarlo in tempi brevissimi perché possiamo recuperare il ritardo, ma dobbiamo farlo adesso in quanto l’informazione fa sì che il paziente sappia cosa si offre, cosa gli spetta e possa anche conoscere delle esigenze specifiche che magari egli stesso o ella stessa non sa di avere.
Credo che la condivisione delle informazioni che stiamo facendo qui in Aula, discutendone tutti insieme, sia un buon servizio alla cittadinanza.
Continuo a chiedere celerità nella messa a terra del Piano regionale e nella composizione del gruppo tecnico regionale che, se ho capito bene, sarà aziendale, quindi gli operatori già presenti nella nostra azienda sanitaria andranno a far parte di questo gruppo tecnico che poi declinerà il Piano nella nostra Regione in base alle linee guida che ci arrivano dal nazionale.
Apprendiamo anche che abbiamo otto presidi ospedalieri con il bollino rosa, questa è una informazione che non tutti hanno e le assicuro che non tutti conoscono il significato del bollino rosa, quindi siamo contenti di condividere con chi ci sta seguendo. Grazie.

Interpellanza n. 11
ad iniziativa dei Consiglieri Bora, Mastrovincenzo, Carancini, Biancani, Casini, Cesetti, Vitri, Mangialardi
“Somministrazione pillola RU486: accesso, modalità e settimane di gestazione”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interpellanza n. 11 dei Consiglieri Bora, Mastrovincenzo, Carancini, Biancani, Casini, Cesetti, Vitri, Mangialardi.
Ha la parola, per l’illustrazione, la Consigliera Bora.

Manuela BORA. Grazie, Presidente. L’interpellanza in oggetto mette a tema un preciso aspetto della nota di aggiornamento nell’indirizzo sull’interruzione volontaria di gravidanza con mifepristone e prostaglandine emanata dal Ministero della salute sulla base di un parere del Consiglio superiore di sanità in data 12 agosto 2020 ed inviata a tutti gli Assessorati regionali alla sanità, attraverso la quale si recepisce la raccomandazione formulata dall'Organizzazione mondiale della sanità in ordine alla somministrazione di mifepristone e mifeprostolo per la donna fino alla nona settimana di gestazione.
In altre parole, come sapete, il Consiglio superiore di sanità, organismo tecnico non politico, è bene precisarlo, sulla base delle più aggiornate evidenze scientifiche, nonché del ricorso nella gran parte degli altri Paesi europei al metodo farmacologico d'interruzione della gravidanza in regime di day-hospital e ambulatoriale, ha espresso parere favorevole al ricorso all'interruzione volontaria di gravidanza con metodo farmacologico fino a 63 giorni, pari a nove settimane compiute di età gestazionale, oltre alla possibilità di somministrazione della pillola RU486 anche presso i consultori.
In seguito a ciò il Direttore generale del Ministero della salute ha inviato a tutte le Regioni l’aggiornamento delle linee di indirizzo attraverso il quale vengono superate le precedenti disposizioni normative, in particolare la delibera Aifa n. 14 del 30 luglio 2009 con la quale veniva limitato l'impiego del farmaco mifepristone per l’interruzione volontaria farmacologica della gravidanza solo in regime di ricovero ed entro la settima settimana di amenorrea, cioè il 49° giorno.
Dunque, in Italia oggi l’interruzione volontaria di gravidanza con metodo farmacologico può essere effettuata fino a 63 giorni, pari a 9 settimane compiute di età gestazionale, presso strutture ambulatoriali pubbliche adeguatamente attrezzate, funzionalmente collegate all'ospedale ed autorizzate dalla Regione, nonché consultori oppure day-hospital.
Ricevuta la nota del Ministero molte Regioni hanno già agito di conseguenza, solo a titolo d’esempio l’Emilia-Romagna, già a far data dal 22 settembre 2020, ha fornito le prime indicazioni sull’accesso all’interruzione volontaria di gravidanza farmacologica, la Toscana, già a far data dal 16 novembre 2020, ha attivato il nuovo protocollo regionale attraverso cui si recepiscono le nuove linee guida ministeriali, la Regione Lazio attraverso la determinazione 31 dicembre 2020 n. G16542 ha istituito il Tavolo di lavoro regionale sulle interruzioni volontarie di gravidanza ed ha anche approvato il documento tecnico allegato “Protocollo operativo per l’interruzione volontaria della gravidanza del primo trimestre con mifepristone e prostaglandine in regime ambulatoriale di day-hospital”, altre Regioni, invece, come le Marche, hanno fatto orecchie da mercante preferendo adottare un atteggiamento antiscientifico e antilegalitario rifiutandosi di recepire le linee guida ministeriali.
Il gruppo del Partito Democratico aveva già a suo tempo sollevato la questione a proposito della possibilità di somministrazione della pillola RU486 in consultorio ottenendo dall'Assessore Latini e dell'Assessore Saltamartini una risposta negativa.
A questo proposito abbiamo anche depositato una proposta di legge di riforma dei consultori facendo rientrare tra i compiti e le funzioni degli stessi anche l'interruzione volontaria farmacologica della gravidanza, un intervento che si rende necessario vista l’inerzia ed il rifiuto della Giunta di rendere il nostro territorio uniforme rispetto al resto del Paese per quanto riguarda i diritti sanitari delle donne.
L'atteggiamento antiabortista e discriminatorio nei confronti delle donne da parte della Giunta non ci stupisce viste le radici culturali ben note della maggioranza, o di una parte della maggioranza, che attualmente governa le Marche.
D’altronde la nostra regione, purtroppo, risulta essere tra quelle in cui è più difficile per la donna far ricorso all'interruzione volontaria di gravidanza. Stando a quanto emerso dall'indagine “Mai dati. Dati aperti (sulla 194)” a cura di XX e YY, nelle Marche è addirittura impossibile avere accesso all'interruzione volontaria di gravidanza presso l'ospedale Carlo Urbani di Jesi dove tutti e 10 i ginecologi in servizio risultano essere obiettori, anche in altre strutture la situazione è critica: a Fermo per esempio ben 10 ginecologi su 11 sono obiettori, a Civitanova Marche ben 18 ostetriche su 19 sono obiettrici.
Nell'interpellanza abbiamo voluto evidenziare in particolare come la situazione venutasi a creare sia foriera di palesi disparità di trattamento da territorio a territorio, generando un'intollerabile discriminazione per le donne marchigiane in generale e per le donne di alcuni specifici territori in particolare.
Infatti mi risulta che, per esempio, mentre una donna di Gabicce Mare in provincia di Pesaro Urbino potrà effettuare una interruzione volontaria di gravidanza tramite RU486 solo ed esclusivamente in ospedale fino alla settima settimana di amenorrea, una donna di Cattolica in Emilia-Romagna potrà effettuare la medesima interruzione volontaria di gravidanza tramite RU486 anche in un consultorio familiare della propria regione fino alla nona settimana di amenorrea, per non parlare di una donna di Jesi, la quale volendo interrompere volontariamente la propria gravidanza dovrà raggiungere un territorio diverso e lontano da quello di residenza in quanto nell'ospedale di riferimento della propria zona, essendoci solo medici obiettori, non può effettuare l’interruzione volontaria di gravidanza.
Voglio sperare che pur sapendo la posizione regressiva e antiscientifica in merito alla possibilità di somministrazione della pillola RU486 nei consultori, almeno nel posticipare dalla settima alla nona settimana di amenorrea ci sia il consenso di questa Giunta, si tratta, badate, non di una battaglia politico/ideologica, ma del semplice rispetto delle regole dello Stato e delle evidenze scientifiche di cui sono portatori medici, ricercatori ed esperti.
In casi di risposta negativa vorrei sapere quali sono le motivazioni che portano la Giunta regionale a non adottare le linee guida ministeriali, vorrei sapere in altri termini quali informazioni e dati scientifici sono a disposizioni della Giunta regionale delle Marche tali da smentire le disposizioni del Consiglio superiore di sanità, disposizioni basate sulla più recente letteratura scientifica, che ha potuto far tesoro di 40 anni di consolidate evidenze scientifiche e sulle raccomandazioni formulate dall'Organizzazione mondiale della sanità.
Infine si chiede se la Giunta regionale intenda o meno adottare politiche volte a garantire a tutte le donne marchigiane l'accesso all'interruzione volontaria di gravidanza in riferimento alla presenza di soli medici obiettori in molte strutture sanitarie della nostra regione, fatto che impedisce l'esercizio di un diritto sancito dalla legge 194 del 1978. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.

Filippo SALTAMRTINI. Come le è noto, Consigliera Bora, l’interruzione volontaria di gravidanza nella Regione Marche è garantita attraverso due metodiche: l’interruzione volontaria della gravidanza per via chirurgica e l’interruzione con metodiche farmacologiche.
In particolare, per quanto riguarda la metodica farmacologica, a seguito della delibera di Giunta regionale n. 604/2016 e delle determine del Direttore generale dell’Asur n. 510/2016 e n. 925/2017, a partire dal 30 agosto 2016 è stata applicata e gradualmente estesa in materia omogenea in tutta la nostra regione e in tutte le Aree vaste, ad eccezione dell’Area vasta 4.
Le sedi delle Aree vaste individuate per l’applicazione di tale percorso, che si è concluso l’1 dicembre 2018, sono le seguenti: per l’Area vasta 2 è stata individuata la sede di Senigallia, per l’Area vasta 1 la sede di Urbino, per l’Area vasta 5 la sede di San Benedetto del Tronto e per l’Area vasta 3 la sede di Macerata.
In merito alle criticità relative al numero di ginecologi obiettori presenti presso l’ospedale Carlo Urbani di Jesi, si precisa che l’interruzione volontaria della gravidanza chirurgica è comunque garantita due volte la settimana da ginecologi non obiettori presenti in Area vasta 2.
Per quanto concerne i dati relativi al numero delle ostetriche presenti presso la ginecologia/ostetricia di Civitanova Marche si deve rilevare che su 16 6 non sono obiettrici.
Si tenga presente che nel primo trimestre 2022 nella regione Marche sono state effettuate 210 interruzioni volontarie di gravidanza di cui 16 con metodica farmacologica.
Ciò detto, si fa presente che le nuove linee di indirizzo, che sono state emanate il 12 agosto 2020, recepiscono la raccomandazione formulata dall’Organizzazione mondiale della sanità in ordine alla somministrazione del farmaco mifeprestone e misoprostolo per la donna fino alla nona settimana di gestazione, che tiene conto delle più aggiornate evidenze scientifiche sull'uso di tali farmaci nonché del ricorso nella gran parte degli altri Paesi europei al metodo farmacologico di interruzione della gravidanza in regime di day-hospital e ambulatoriale.
La Regione Marche con delibera n. 675/2014 e successivamente con la delibera n. 604/2016 ha recepito le linee guida del Ministero della salute del 2009 inerenti l’interruzione volontaria della gravidanza con il farmaco RU486 e scegliendo di sperimentare un nuovo modello assistenziale dell’interruzione volontaria della gravidanza con metodo farmacologico in regime di day-hospital, piuttosto che in regime di ricovero ordinario, così come è stato fatto in altre Regioni, come Lazio, Toscana, Umbria ed Emilia-Romagna.
Ora c’è da tener conto che il tema è talmente delicato che non si può prestare a nessun tipo di contrapposizione ideologica stante la necessità di applicare una legge, la n. 194/1978. Tutto ciò che è previsto nella Regione Marche era previsto sin dalle precedenti consiliature, noi non abbiamo ancora innovato perché dopo la pandemia non abbiamo avviato nessun percorso innovativo.
C’è da tener conto che garantire la nascita di alcuni bambini - credo - costituisca un principio fondamentale di civiltà e questo deve essere fatto naturalmente nel rispetto della volontà delle donne.
Ritengo tuttavia che esista un principio nel nostro ordinamento costituzionale di diritto internazionale che sostiene la tutela della vita e possibilmente la necessità di garantire anche ai bambini o comunque ai nuclei che si sono formati all’interno delle donne una seppur minima tutela.
Quindi, fermo restando la libertà delle donne di esercitare il loro diritto previsto dalla legge del 1978, credo che sia un principio di civiltà giuridica oltre che di etica cristiana cercare di salvaguardare la vita, seppur negli embrioni iniziali. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Bora.

Manuela BORA. Inizio con una battuta per smorzare un po' la situazione: apprendiamo dall'Assessore Saltamartini che a Jesi si può abortire due giorni alla settimana, quindi bene, tutto a posto.
In realtà il tema non è solo molto grave, ma è un altro: se la Regione Marche intende o meno recepire queste benedette linee guida, oltretutto proprio lei nel leggere la risposta all’interpellanza ha fatto presente che le linee guida del 2009 erano state recepite. Quindi, questa Regione in passato ha sempre recepito le linee guida del Ministero e adesso voi dovete fare esattamente la stessa cosa, cioè recepire le linee guida aggiornate, quelle del 12 agosto 2020.
Nel cercare di arrampicarsi un po’ sugli specchi forse si è trattenuto perché siamo in campagna elettorale, però alla fine non ha resistito nel dire quello che pensa ed ha tirato in ballo le teorie cristiane.
Quindi, non avendo risposto in merito all'aumento dalla settima alla nona settimana di gestazione, immagino che la risposta, che lei non ha voluto dare, sia negativa. Non mi sorprende perché già a proposito della possibilità di somministrazione della pillola RU486 nei consultori l'Assessore Saltamartini aveva fatto professione di antiabortismo citando la teoria heartbeat, ovvero quella dottrina pseudoscientifica secondo la quale l'interruzione volontaria di gravidanza non può essere effettuata dopo le prime sei settimane, ovvero fino a quando non si riscontra l’attività cardiaca dell'embrione, nonostante il processo di formazione della struttura cardiaca vera e propria nel neonato sia individuabile attorno alla 20ª settimana.
Com'è noto queste supposizioni, senza alcun riscontro nello studio scientifico dell'embriologia umana, hanno portato al divieto di fatto dell’aborto in alcuni Stati degli Stati Uniti, un processo regressivo e reazionario nato in Texas, dove il Governatore Greg Abbot, quello stesso Governatore che ha liberalizzato al massimo la possibilità di acquistare e usare armi, con gli effetti che poi abbiamo constatato recentemente con la terribile strage nella scuola elementare di Uvalda, ha ristretto la possibilità di interruzione volontaria di gravidanza a sole sei settimane di gestazione.
Nel settembre dello scorso anno infatti è entrato in vigore il cosiddetto “heartbeat act”, che vieta l'aborto dopo le sei settimane. Altro che portare a nove settimane, il Presidente Acquaroli e l’Assessore Saltamartini, lo sappiamo, si ispirarono non alle indicazioni del Consiglio superiore di sanità, ma a Trump, ad Abbot, alle teorie antiabortiste di fondamentalisti religiosi che trovano espressione anche nel nostro territorio in quei movimenti no choise, come amo definirli, ma meglio conosciuti come pro life, che conducono da anni una battaglia senza quartiere contro la libertà delle donne.
Quello che davvero mi rammarica non è soltanto ascoltare le parole di “Greg Acquaroli” o di “Donald Saltamartini”, ma sentire che anche l'Assessore Latini, come da lei dichiarato, è contro l'aborto, sapere che anche le Consigliere Leonardi e Marcozzi e le Consigliere della maggioranza plaudono a queste affermazioni che limitano, restringono, coattano i diritti delle donne e vorrebbero costringere le ragazze a non abortire dopo le sei settimane, prima che solitamente ci si renda conto di essere incinta e sia possibile prendere una decisione consapevole, magari con l'aiuto di psicologi, di ginecologi, di assistenti sociali, visto che avete smantellato i consultori, volete oggi addirittura renderli permeabili ai privati ed ai movimenti no choise.
Attenzione, però, perché le Marche non sono il Texas, dovete rispettare le leggi dello Stato e le linee guida del Ministero. Noi proseguiremo nella nostra battaglia e non permetteremo regressioni di alcun tipo. Grazie.

Mozione n. 198
ad iniziativa delle Consigliere Lupini, Ruggeri
“Istituzione Tavolo Tecnico Rimodulazione Sistema Emergenza Territoriale 118”

Mozione n. 230
ad iniziativa dei Consiglieri Menghi, Lupini, Casini, Leonardi, Biondi, Vitri, Ruggeri, Bora
“Proposta operativa di riorganizzazione ed efficientamento isorisorse del Sistema di Emergenza Territoriale “SET 118””
(abbinate)
(Discussione e votazione risoluzione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 198 delle Consigliere Lupini, Ruggeri e la mozione n. 230 dei Consiglieri Menghi, Lupini, Casini, Leonardi, Biondi, Vitri, Ruggeri, Bora.
Ha la parola, per l’illustrazione, la Consigliera Lupini.

Simona LUPINI. Grazie, Presidente. Siamo giunti alla discussione di queste mozioni alle quali abbiamo molto lavorato in collaborazione e sinergia. Ci tenevamo a portarle soprattutto in occasione del festeggiamento dei trent'anni del sistema emergenza/urgenza territoriale 118.
Abbiamo notato che c'è stata una grande convergenza tra vari esponenti politici. Tutti abbiamo ricevuto delle segnalazioni, sempre più numerose nell'ultimo periodo, dagli operatori del servizio emergenza/urgenza, quindi tutti insieme siamo qui oggi a ragionare su come rimodulare un servizio che è sicuramente essenziale, chiamiamola rimodulazione, riorganizzazione che dir si voglia, e che non è più rinviabile. Questo è un dato oggettivo e ce lo dimostra anche il fatto che abbiamo ben due mozioni, una di gennaio e l'altra di poco dopo, che chiedono entrambe, riassumendole, l'istituzione di un tavolo tecnico.
Una rimodulazione seria, efficace, tarata davvero sul bisogno del servizio, con una ricaduta sull'efficienza e sulla qualità del servizio per i cittadini e le cittadine marchigiani, deve passare per un tavolo in cui si dovranno mettere seduti tutti insieme, coloro che davvero possono far funzionare questa complessa macchina, che chiamiamo emergenza/urgenza.
Tutte le parti, compresi le associazioni di categoria, gli ordini professionali, gli operatori e i decisori devono rivedere tutto il sistema, che è stato martoriato da tante questioni, come la carenza di personale e di specialisti in questa branca della medicina. Anche la pandemia ha di nuovo, come in altri settori, come spesso ho ribadito, messo in luce non solo l'importanza, ma anche l'urgenza di rivedere questo servizio.
A volte i servizi sono organizzati in modo obsoleto perché la società cambia, le esigenze cambiano, l'utenza ci chiede di riaggiornare e di essere davvero resilienti come servizio sanitario rispetto a quello che la storia e la popolazione ci presentano.
Abbiamo bisogno tutti e tutte di un servizio di emergenza/urgenza territoriale nuovo, rivisto, potenziato e messo in sinergia non solo tra gli operatori perché non vogliamo più vedere delle sovrapposizioni o poca chiarezza su chi deve fare che cosa. Abbiamo visto che è un valore aggiunto il lavoro di squadra quando c'è chiarezza di ruoli e competenze, ma soprattutto sottolineo l'urgenza di mettere in sinergia tutti i servizi di emergenza/urgenza del 118 con i reparti ospedalieri.
Questa è una segnalazione che ci è venuta da più parti e credo che tutti i miei colleghi e colleghe abbiano ricevuto le stesse urgenti sollecitazioni, quindi credo che questo sia un momento molto opportuno di condivisione.
Ho presentato anche degli emendamenti per rendere ancora più puntuale la mozione.
Ringrazio in particolare la Consigliera Menghi, ma tutte le colleghe Consigliere che hanno sottoscritto l'altra mozione, proprio perché abbiamo raccolto insieme le istanze degli attori del servizio emergenza/urgenza.
Il trentennale è stato festeggiato a livello nazionale il 27 marzo e la Regione Marche lo ha festeggiato ben due volte, sabato c'è stata l'ultima manifestazione. A marzo è stata organizzata dalla stessa Assemblea legislativa un'altra occasione di confronto e di discussione fra gli operatori, i tecnici e le parti coinvolte, quindi penso che questa oggi sia una chiusura opportuna, che deve essere l'inizio di una discussione politica/istituzionale e soprattutto tecnica per la rivisitazione di un servizio che vogliamo offrire in piena efficienza ai nostri cittadini e cittadine.
Ringrazio per la disponibilità che mi ha offerto la Consigliera Menghi, ne abbiamo parlato ora, ed oggi proporrei, dopo il bel segnale che è stato dato l'8 marzo, per cui la mozione ha raccolto le firme di tutte le Consigliere, se sono d'accordo, una risoluzione che veda l'Aula sottoscrivere una risoluzione con gli emendamenti che sono stati preparati.
Ringrazio particolarmente perché sono stati accolti anche gli stimoli della minoranza che ha portato la voce degli operatori. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per l’illustrazione, la Consigliera Menghi.

Anna MENGHI. Grazie, Presidente. Innanzitutto ringrazio il gruppo della Lega che ha consentito che questa mozione potesse essere discussa stamattina, come ringrazio tutti i capigruppo che hanno accettato questo cambio, questa trasposizione del primo punto all'ordine del giorno perché, l’ha detto la Consigliera Lupini, la discussione di questa mozione avviene esattamente dopo la manifestazione di sabato in cui tutti i gruppi consiliari insieme all'Assessore, ma soprattutto insieme agli operatori, hanno giustamente ricordato i trent'anni del 118 nelle Marche.
Come è nata questa mozione condivisa da tutte le donne del Consiglio? E’ nata da una partecipazione a un convegno Siet dove ho accolto positivamente lo stimolo della Consigliera Casini e con tutte le donne del Consiglio l’abbiamo presentata, senza nessuna volontà di esclusione, ma solo come piccolo segnale, l'8 marzo, mozione che prende chiaramente le mosse dall'altra delle Consiglieri Lupini e Ruggeri.
Voglio dire che da disabile ho sempre avuto a cuore le tematiche relative ai servizi ai cittadini ritenendo che professionisti e volontari che ogni giorno operano per garantirli sono il vero fiore all'occhiello della nostra comunità.
Quando parliamo di sanità non possiamo non tener conto che il primo intervento se tempestivo e qualificato è fondamentale per la presa in carico di un paziente e nei casi più estremi addirittura salvavita.
Nelle Marche in questi trent'anni il servizio è stato svolto in maniera egregia ed ha creato un modello di riferimento nazionale, accanto a questo doveroso riconoscimento non possiamo non prendere atto di alcune criticità che il Covid ha semplicemente evidenziato, prima fra tutti la carenza dei medici in generale ed in particolare di quelli del settore specifico di emergenza/urgenza. Sabato, infatti, il direttore generale dell’Asur ci ha comunicato che nel nuovo corso per medici del 118, rispetto ai posti disponibili, le adesioni sono state esigue, indubbiamente incide anche un trattamento economico inadeguato. Tema questo di carattere nazionale che il nostro Assessore insieme a tutti i colleghi delle altre Regioni sta ponendo, ed anche noi come esponenti di forze politiche nazionali dovremmo porlo rimettendo la salute al centro dell'azione politica.
Non parliamo poi della gravissima carenza di medici di continuità assistenziale, che nei prossimi anni nella nostra regione diventerà ancora più evidente e comporterà un inevitabile iper afflusso al già compromesso Dipartimento di emergenza.
A questo punto è utile ricordare che l'attuale normativa di riferimento risale al 1992 con l'emanazione del decreto del Presidente la Repubblica del 27 marzo dal titolo “Atto di indirizzo e coordinamento alle Regioni per la determinazione dei livelli di assistenza sanitaria e di emergenza”. Immaginate voi l'evoluzione che nel frattempo ha avuto la figura, ad esempio, dell'infermiere professionale, che ormai è diventato un laureato e che, con l’abolizione del mansionario, ha il riconoscimento di una professione autonoma ed intellettuale.
E’ utile ricordare che l’attuale documento di riferimento per l'organizzazione e l’inquadramento dei professionisti che operano nel SET 118 risale addirittura al lontano 2010, questo atto risulta alquanto anacronistico anche rispetto alla figura del professionista infermiere perché lo espone al rischio di contenzioso medico-legale specie per chi esercita nel settore dell'emergenza/urgenza.
Ci viene in soccorso l'esperienza di molte Regioni virtuose che coraggiosamente hanno testato nuovi assetti organizzativi, dimostratisi performanti nei risultati e gratificanti nei confronti del personale, da qui la nostra proposta di istituire un tavolo tecnico nel quale esaminare e discutere le problematiche inerenti il settore del SET 118 al fine di elaborare proposte concrete per l'adozione di provvedimenti utili a risolvere le problematiche più diffuse, in accordo al documento denominato “Carta di Riva”, siglato in occasione del II Congresso nazionale di emergenza/urgenza tenutosi a Riva del Garda il 20 settembre 2021, che diceva che andavano promosse azioni atte a riorganizzare il SET, migliorando la dotazione tecnologica, i percorsi formativi secondo linee guida ed evidenze scientifiche atte a valorizzare tutte le figure del SET a sostegno del sistema extra/intraospedaliero e la creazione di un percorso univoco a livello regionale.
Come si compone il tavolo? Ne ha fatto cenno la Consigliera Lupini, abbiamo cercato anche con un emendamento, che abbiamo presentato sempre a firma unitaria, di prevedere nella mozione tutte le figure, le cito velocemente: le società scientifiche più rappresentative, i rappresentanti delle associazioni dei pazienti, i rappresentanti delle organizzazioni di volontariato più rappresentative operanti nel settore, gli esperti clinici ed accademici, i rappresentanti dell’Asur, i rappresentanti del Dipartimento Regione salute, che chiaramente fanno riferimento all’Assessorato, le rappresentanze sindacali interessate, gli ordini professionali medici e infermieristici, le associazioni di categoria tecnico/professionali.
Sembra un elenco ridondante, ma è necessario ricomprendere tutte le categorie perché dobbiamo fare un'azione guidata dal nostro Assessore, un grandissimo lavoro di sintesi rispetto ad un modello organizzativo che è quello del 118, che ha creato un modello di lavoro di equipe che va assolutamente salvaguardato.
Non ci possiamo dimenticare di nessuno perché va fatta anche un'operazione culturale rispetto alle difficoltà che oggi troviamo, quando magari i singoli Direttori di Area vasta sono costretti a non coprire quel turno con un medico e questo crea ansia e difficoltà nei confronti, per esempio, dei Sindaci e dei territori. Noi dobbiamo governare i processi, far diventare quella che oggi è una difficoltà una sfida, un'occasione di miglioramento dei processi per la nostra regione.
Voglio concludere questo mio intervento con un ringraziamento a tutti coloro che sono al servizio non solo dei portatori disabilità, ma di tutte le persone fragili, che quindi esercitano anche un’attività che cura la salute ed in alcuni casi addirittura salva e consente ai più fragili di rimanere in vita perché ci sono delle patologie, delle difficoltà dove l'esperienza, la competenza consentono addirittura …, e qui penso ai malati di Sla ad esempio, ai tanti malati di malattie neurodegenerative, sono certa del valore di chi opera pur tra mille difficoltà e non dimentichiamoci che in questo momento nella sanità si lavora dopo due anni di Covid, con le carenze che abbiamo accennato. Lo stanno facendo continuando a rimboccarsi le maniche per garantire il bene di tutti e questo lo dovremmo celebrare non solo in occasioni ufficiali, ben vengano, ne abbiamo fatte due ne potevamo fare ancora di più, ma tutti i giorni. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Antonini.

Andrea Maria ANTONINI. Intervengo solamente per il ritiro della mozione n. 247.
Sull’atto in oggetto condivido e sostengo l'iniziativa delle Consigliere Menghi e Leonardi.
Poi ci saranno altri interventi, ma vorrei comunicare il fatto che c’è stata la sostituzione della mozione, del quale sono primo firmatario, ed annunciare ufficialmente in questa sede che la ritiro.
I firmatari ringraziano la Giunta in quanto quello richiesto con la mozione si sta applicando, un allargamento della convenzione Aib antincendi boschivi con il corpo dei vigili regionali. E’ una cosa in essere, quindi l’obiettivo della mozione è superato dagli atti che già nel prossimo Consiglio verranno portati dalla Giunta, per cui non c’è più motivo di discutere o approvare una mozione dato che già la Giunta in maniera preliminare ci ha soddisfatto.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Grazie, Presidente. Intervengo su questa mozione che reputo molto importante, non solo per il segno unitario che viene dato con la sottoscrizione di tutte le Consigliere, ringrazio ovviamente le colleghe e le Consigliere Ruggeri e Lupini che sono le firmatarie dell'altra mozione, ma ritengo che possa essere condiviso il percorso che ci porterà ad approvare un’unica risoluzione con le integrazioni che mettono insieme le due mozioni. Ricordo che la seconda è stata sottoscritta da tutte le componenti femminili in rappresentanza delle componenti che siedono in questa Aula, senza ovviamente una questione di genere, ma è capitato, forse nella giornata dell’8 marzo si è voluto dare un segnale concreto.
Entro nel merito della proposta che vede come focalizzazione, come finalizzazione del tema quello dell’apertura di un tavolo di concertazione il più ampio possibile. Sono state introdotte con gli ultimi emendamenti ulteriori figure necessarie e indispensabili, penso ad esempio agli ordini professionali, per ragionare insieme su un’ulteriore evoluzione del sistema dell’emergenza/urgenza territoriale del 118, che va fatto non solo alla luce di questi trent'anni di esperienza, che abbiamo celebrato in due ricorrenze nella nostra regione, non solo per testimoniare la necessaria gratitudine a tutti gli operatori, sia a quelli che fanno parte del sistema sanitario regionale (medici, infermieri, personale di assistenza) che al personale volontario, che comunque è una parte e una componente importante di questo nostro tassello, partendo da questi trent'anni di esperienza e dall’evoluzione necessaria che il sistema ha avuto e che deve avere ulteriormente.
Evoluzione che nasce dall'esperienza fatta e dai passi avanti che il sistema ha fatto nella capacità di dialogare con una voce sola, di dare risposte a tutti i cittadini, anche con un’accresciuta professionalizzazione di tutte le componenti che va tenuta in considerazione proprio a fronte delle nuove competenze, degli sviluppi professionali e della capacità di mettere questa maggiore professionalità a disposizione dei marchigiani e di chi ne ha bisogno, partendo anche da quelle che sono le criticità che noi oggi stiamo attraversando. L’ho detto anche nel mio intervento nelle manifestazioni legate alla ricorrenza di trent'anni del 118, probabilmente per la sanità marchigiana stiamo vivendo, ma lo voglio ricordare anche per quella nazionale, italiana, il momento più grave e non è detto che non si scenda ancora in questa curva che oggi sta pagando una serie di criticità, di scelte, di mancata programmazione. Qui parliamo anche della formazione del personale, di tagli negli investimenti e nella capacità assunzionale che oggi giocoforza con la pandemia sono stati ulteriormente acuiti ed accentuati.
A fronte di questa difficoltà che stiamo vivendo, è ovvio che tutti noi, che siamo chiamati ad un ruolo istituzionale, dobbiamo farci carico di prendere queste criticità, di metterle insieme alle tante opportunità, alle tante capacità, alle tante professionalità che il nostro sistema ha per cercare di traghettarlo in questa fase complessa verso uno ancora più capace di dare le risposte utilizzando al meglio le risorse che ha.
E allora interrogarsi sull'evoluzione del sistema 118, sulle professionalità che oggi possiamo mettere in campo, credo che sia non solo lungimirante, ma anche un atto dovuto nei confronti di chi ha fatto affidamento e continua a fare affidamento e continuerà a farlo sulla grande risposta che questo sistema è stato in grado di dare.
Dobbiamo superare le criticità mettendo insieme le risorse che abbiamo e dobbiamo farlo, secondo me, con questa metodologia che sicuramente è quella più proficua, quella da condividere: mettere insieme tutte le componenti del sistema per cercare di avere una ulteriore evoluzione dello stesso ed essere capaci di dare quelle risposte tempestive che i marchigiani ovviamente si aspettano.
Chiudo con un ringraziamento a tutte le componenti, ovviamente ai colleghi ed alle colleghe.
Reputo che l'atto che scaturirà possa essere sottoscritto da tutta l’Aula, se lo riterrà opportuno, mi auguro ed immagino di sì perché credo che sia un segnale di ulteriore maturità di questo consesso, anche un segnale importante da mandare all'esterno. C'è la necessità non solo nei confronti degli operatori, ma anche dei territori di far capire che se oggi abbiamo una difficoltà a reperire il personale medico relativo all'emergenza/urgenza questo non ferma la nostra capacità di dare risposte sul territorio.
La riorganizzazione passerà per questo tavolo e per il lavoro che già stanno facendo i professionisti, che già sta facendo l'Assessorato e la struttura tecnica per dare quelle risposte per una presa in carico tempestiva partendo proprio, lo voglio ricordare, dalle tante vite che sono state salvate da questo sistema, per le quali credo che trasversalmente il ringraziamento sia non solo dovuto, unanime, ma venga dal profondo e dall'animo di ognuno di noi. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Un ringraziamento in particolare a tutte le Consigliere di questa Assemblea regionale che unitariamente, quindi senza steccati o pregiudizi politici, hanno presentato questa mozione che condivido e sulla quale mi permetto di aggiungere qualcosa.
Quello a cui stiamo assistendo non è solo per la pandemia, è legato anche all'aumento vorticoso dei costi in materia sanitaria, un cambiamento dei comportamenti collettivi. Mentre fino a qualche anno fa l'organizzazione era premiante, un tipo di organizzazione strutturata sul territorio e via di seguito, oggi questa organizzazione così spalmata ovunque è meno richiesta e meno percepita anche per le carenze e le difficoltà di avere nei luoghi designati dai sistemi la presenza di personale qualificato, difficoltà legate in particolare alla nostra regione, alla distribuzione della popolazione in piccoli centri, spesso decentrati, la cui accessibilità a volte non è così adeguata.
La mozione evidenzia l’aspetto della mancanza dei medici, che è un problema molto grave al quale, nel corso degli ultimi anni soprattutto, non è stata data adeguata risposta. C'è stata un’inversione di tendenza dai decenni precedenti in cui il problema era legato ai troppi medici, alla stretta, all'imbuto, al collo di bottiglia per l’accesso alla professione, sia quella di base, medico chirurgo, sia quella successiva obbligatoria per tutte le prestazioni del servizio pubblico, la specializzazione. Non c’è stato da parte dei governi, ma io dico del governo e dei governi … Avendo avuto esperienze istituzionali dico che in realtà il Ministero della salute più che essere retto dal politico, che in quel momento a seconda delle maggioranze gestisce il Ministero della salute, viene gestito da uno stato profondo che è quello delle burocrazie ministeriali, che non vengono modificate nel passaggio da un governo all’altro e sono quelle che decidono.
Se dovessi fare una valutazione politica sulla gestione della pandemia, ovviamente la responsabilità politica è del Ministro che c’era in quel momento – e probabilmente lo sarà fino alla fine della legislatura – ovviamente ha tutte le colpe che si possono attribuire alla responsabilità della gestione politica, ma chi ha fatto la gestione politica, e faccio una analisi molto più profonda, sono state le burocrazie sanitarie, sia quelle stabili, cioè quelle del Ministero, l’Istituto superiore di sanità, che quelle che cambiano, i vari comitati tecnico-scientifici, che hanno preso le decisioni sfuggendo ad ogni valutazione della politica e questo ha comportato, tutti sanno, un grande scontento da parte dei cittadini e dei malati fruitori del servizio pubblico.
Questa mancanza di medici non è rimediabile in tempi brevi, si dovrebbe fare una grande campagna di richiamo dei 10.500 medici italiani che stanno lavorando in questo momento in altri Paesi europei o extraeuropei, bisognerebbe riportarli. Fu fatta una legge sul cosiddetto ritorno dei “cervelli” che appartenevano a tutte le aree scientifiche, secondo me bisognerebbe fare una legge per il ritorno di queste persone che nel frattempo hanno implementato le loro competenze.
L'altro aspetto è quello della valorizzazione del servizio infermieristico, infatti gli infermieri, con il triennio alla Facoltà di scienze infermieristiche, affiancata da un esercizio di pratica, di tirocinio molto efficace, nonché con i master, che quasi tutti ormai fanno dopo il conseguimento della laurea breve, hanno una competenza sul campo che va assolutamente valorizzata.
C'è il problema di ridisegnare la sanità e qui mi spoglio della mia appartenenza politica e faccio fede alla mia esperienza di 36 anni nel Servizio sanitario diretta o comunque a fianco quando avevo incarichi istituzionali.
Oggi il problema è la flessibilità, l'industria privata, che ha gli stessi problemi, di natura completamente diversa dalla sanità, ed anche quella di Stato hanno adottato il criterio della flessibilità: modificare i piani di produzione, i tipi di approvvigionamento e via di seguito perché devono stare sul mercato, devono chiudere il piano economico. La salute, essendo un bene pubblico, una gestione pubblica è molto più lenta e questo porta a molti problemi, a molti disservizi, però quali sono i punti? Il primo è che nessuno più si rivolge, se non in periodi ordinari, senza problemi, alla struttura di base prevista, e quando c’è una esigenza vera si indirizza al pronto soccorso, in cui ha una prestazione ed una visita specialistica in tempo reale, sennò se ha possibilità economiche va dal privato o all’intramoenia, che è sempre privato perché paghi.
Bisogna invece dare quelle risposte perché non tutti hanno le risorse economiche ed occorre dare i tempi. Nella nostra regione il Cup è un disastro vero, ereditato dalla Giunta precedente, dico: ma che scienziato ha deciso di dare all’ex Svim la gestione del Cup? La Svim non c’entrava niente con le prenotazioni delle visite, per assumere 44 persone extra concorso, una roba che non si guarda! Se fossi foco arderei lo mondo dice Cecco Angiolieri, ed immediatamente toglierei alla Svim, ora Svem, questa funzione, la restituirei alla sanità perché è un problema di gestione sanitaria.
Le persone devono avere una competenza discriminatoria nell’accogliere le richieste, cosa c’entra il Cup con un ufficio amministrativo ordinario? E’ una roba vergognosa. Però, bisogna dare una risposta, occorre valorizzare l'accesso perché il nostro è un buon servizio sanitario e un medico, un operatore dentro un servizio che si muove bene ha la possibilità di arrivare dappertutto. Un povero cittadino che non ha accessibilità non arriva da nessuna parte, deve trovare una soluzione alternativa.
Flessibilità nelle strutture e rivedere un po' tutto è una cosa molto coraggiosa e molto complessa, spero che cessata l'emergenza della pandemia si possa dare una risposta a queste esigenze ovviamente complicate, difficili da mettere a terra sul territorio.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Ruggeri.

Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Anch’io vorrei esprimere soddisfazione per il lavoro che siamo riusciti a fare, mi viene da dire anche oggi perché ci sono diverse tematiche, soprattutto quelle sulla sanità, sulla riorganizzazione sanitaria, che ci vedono spogliarci delle nostre corazze politiche, ideologiche ed a volte trovare delle soluzioni pratiche per i cittadini marchigiani. Questo è un altro esempio virtuoso secondo me.
Ho partecipato con grande gioia, come tanti miei colleghi, alla celebrazione dei trent'anni del 118 che c’è stata in Ancona ed ho trovato molto interessanti gli stimoli che sono venuti dalle relazioni che hanno fatto i dirigenti, che hanno parlato prima della parte politica. Sicuramente le cose che sono di nostra competenza dovremmo affrontarle in questo tavolo, di cui chiediamo l'istituzione.
C’è il tema del personale sicuramente, di rendere appetibili le professionalità del sistema emergenza/urgenza perché sappiamo che le criticità del 118 sono comuni a quelle che hanno i medici del pronto soccorso e le guardie mediche. Dobbiamo chiederci come mai sono proprio queste le categorie che non si trovano, in parte sappiamo già risponderci: fanno turni notturni - altri medici non hanno queste incombenze - non possono fare la professione privata - altri invece la possono fare - quindi questa mole di questioni dovrebbe, e spero che lo facciano presto, essere affrontata dal Piano nazionale, purtroppo noi ci possiamo fare poco.
Quello che va sicuramente rilevato, ho sentito anche la Sindaca di Ancona dirlo, è che il sistema ad Ancona funziona benissimo, è efficientissimo, di questo me ne compiaccio, ma non è la stessa cosa in tutto il territorio della nostra regione, ci sono delle zone che non sono ben servite perché c'è una grandissima difformità e questa cosa è stata detta a chiare lettere negli interventi che hanno preceduto, ripeto, la parte politica. Ci sono difformità di tipo organizzativo, gestionale, operativo su cui dovremmo intervenire, anche i mezzi utilizzati dai medici e dagli infermieri del 118 non sono gli stessi. In alcune province, in alcune aree vaste ci sono le automediche, in altre non sono previste. Questa è una mole di lavoro che competerà a noi districare e il tavolo permanente ci potrà essere utile.
E’ anche emersa la questione dei corsi formativi, che devono essere dei percorsi continui, che coinvolgono tutti i componenti degli equipaggi del soccorso, dai medici, agli infermieri, agli autisti soccorritori. Questo è un tema che mi sembra abbia sollevato la Dr.ssa XX. Poi c'è il problema della dotazione tecnologica che deve essere messa a disposizione di tutte le centrali operative e di tutte le postazioni di 118, torno sul tema perché non tutte hanno la stessa dotazione.
L'ultima cosa, poi mi fermo, anche questa è emersa nella discussione che si è animata sabato scorso, quella dell'educazione dei cittadini perché purtroppo, adesso che le guardie mediche sono chiuse o depotenziate, si rivolgono al 118 o vanno ad intasare il pronto soccorso. Questa è una cosa che non va bene e a mio parere bisognerebbe fare una bella campagna di comunicazione per invitare i nostri concittadini, che hanno codici di urgenza minori, ad utilizzare altri canali e a non andare ad intasare il 118 o il pronto soccorso, tutte quelle componenti che possono fare la differenza tra la vita e la morte.
Il Dr. YY ha parlato dei codici rossi ed ha chiarito che solo un 20% sono quelli realmente rossi e in quelle circostanze c'è il discrimine tra la vita e la morte.
Quindi, ringraziando per l'ennesima volta tutti coloro che fanno questo servizio indispensabile, ritengo anche che come decisori politici dovremmo da qui in avanti cercare di fare tutto il possibile per fare lavorare queste persone e dare un grado di massima sicurezza ai nostri concittadini marchigiani. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Casini.

Anna CASINI. Grazie, Presidente. Mi viene in mente “timeo Danaos et dona ferentes”. Quando sono entrata ho pensato: c'è qualcosa che non va, siamo tutti d’accordo, ma poi il Consigliere Ciccioli, che è ben distante da Ulisse, ha subito fatto capire che è una questione purtroppo soltanto di superficie, quella dell'intesa, e di questo mi dispiaccio molto.
Invece voglio ringraziare le colleghe Menghi e Lupini perché ci siamo trovate una sera insieme a parlare con dei rappresentanti del 118, sia infermieri che medici, che ci hanno esternato delle preoccupazioni e ci hanno anche offerto delle soluzioni alle problematiche che evidenziavano e per la prima volta non abbiamo assistito soltanto ad un incontro dove c'è la lamentela, il racconto di tutte le cose che non vanno, ma in realtà abbiamo percepito anche la volontà di trovare soluzioni che fossero percorribili, neanche legate all'aumento dei posti dei medici all'università, quindi lontane da poter risolvere. No, si è preso atto che la professione infermieristica è autonoma, è intellettuale, oggi gli infermieri sono laureati, hanno delle specializzazioni, non sono più una figura subordinata al medico, possono intervenire da soli, solo che tutto questo non è chiaro. Quindi, la prima voglia dell'infermiere è quella di conoscere quello che può fare, quello che non può fare, avere delle linee di indirizzo chiare perché ci sono documenti che sono anacronistici e sono legati ad una figura professionale che oggi non esiste più.
Pensando alla riorganizzazione del 118, all'organizzazione territoriale, quindi ai medici di base, pensando all’infermiere di comunità, pensando a tutto quello che nel decreto 70 e anche nel P.n.r.r. è contenuto. Visto che il Consigliere Ciccioli parla tanto della Giunta precedente, mi viene da dire che tutto questo nel Piano socio-sanitario c'è, cosa che invece non mi risulta essere stata fatta così come è stato detto, perché se è vero che la Giunta precedente è andata a casa perché sulla sanità era stata molto mal giudicata, questa non mi pare che in tema di pianificazione stia andando molto avanti, quindi non sarei così tanto critica, considerato che comunque sono passati due anni e se noi il Piano l’abbiamo fatto in quattro anni e mezzo, voi avreste dovuto farlo in un anno, cosa che invece non è stata.
La mancanza di risorse umane è legata, come abbiamo detto, anche alla mancanza di medici specialisti d'emergenza/urgenza e la figura dell'infermiere che non deve sostituire, e questo è stato chiaro perché quando abbiamo avuto quella bellissima discussione con le colleghe, loro hanno chiarito che non sono gelosi ed invidiosi del medico, che non vogliono superare quel crinale che separa le loro competenze, vogliono essere invece una figura professionale ben chiara all'interno di un quadro, sia normativo che di linee guida, anche di questo si è parlato, che dica quello che si può fare anche per evitare contenziosi.
Come sapete c’è un malcontento generalizzato perché in assenza di un'organizzazione territoriale soddisfacente il 118 e il pronto soccorso vengono utilizzati come strumenti che sopperiscono alla carenza di organizzazione territoriale, quindi è necessario che tutto questo finisca con una nuova organizzazione.
Sono molto contenta che oggi approviamo questa mozione firmata al femminile e sono convinta che tutte le colleghe che l'hanno sottoscritta siano state fin dall'inizio in buona fede. Questo percorso mi è piaciuto molto, devo dire, è stato trasparente, onesto e soprattutto molto efficace perché se è vero che si poteva accelerare da un certo punto di vista la riforma, che si doveva fare, è anche vero che questo tavolo può essere un supporto che può lavorare in maniera parallela, quindi potrei dire che siamo in ritardo, ma in realtà voglio dire soprattutto all'Assessore alla sanità che c'è uno strumento che può essere utilizzato per integrare il lavoro che si sta facendo, è uno strumento che viene dal basso, che è molto utile, tra l'altro composto di persone che hanno volontà di risolvere i problemi e che sono appassionate del loro lavoro, questo è quello che ho percepito e credo di poter dire di averlo condiviso sia con la Consigliera Menghi che con la Consigliera Lupini.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cancellieri.

Giorgio CANCELLIERI. In particolare per complimentarmi con tutte le colleghe di quest'Assemblea legislativa che una volta per tutte si sono accordate su un tema estremamente sensibile e importante al quale si vuol cercare, nei prossimi tempi, di dare una risposta, quindi brave Consigliere!
Penso che questa sia una delle tante iniziative che farete in futuro rispetto a temi estremamente complessi e delicati come questo.
E’ una problematica molto complicata, per la quale trovare la soluzione non sarà molto facile perché riuscire a ridurre il carico che oggi subisce l'emergenza/urgenza del nostro Servizio sanitario nazionale prescinde purtroppo da un grande intervento sulla medicina territoriale. Se non riusciamo a potenziare la medicina sul territorio è evidente che molta popolazione con codici inappropriati e inadeguati finisce al pronto soccorso a chiedere risposte sanitarie.
Come ha detto la Consigliera Casini, della quale condivido l’intervento, il problema è che stiamo perdendo guardie mediche e nei giorni festivi e durante la notte la gente va direttamente al pronto soccorso, non trovando la postazione di guardia medica con il medico presente, mentre di giorno molte persone, che potrebbero afferire al medico di medicina generale, in realtà si rivolgono al pronto soccorso perché non trovano il medico di medicina generale, che magari non lavora nelle medicine di gruppo. E questo lo dico al nostro Assessore, le famose Case di comunità che dovremo andare a costruire sono in realtà il prosieguo di quella medicina di gruppo che è sperimentata molto anche nella nostra regione, che permette una copertura giornaliera di medici che sono in gruppo, in tutti gli orari della giornata, quindi la medicina di gruppo riesce in qualche modo a ridurre la richiesta di pronto soccorso perché copre un orario giornaliero piuttosto largo. Con l’introduzione delle Case di comunità speriamo di poter dare delle risposte, dopodiché ci sono altre questioni, c'è una fetta di popolazione secondo me che si rivolge direttamente al pronto soccorso perché, come già detto da qualcuno, riesce ad avere un esame di diagnostica strumentale molto prima, magari in diretta rispetto a quello che prevedono le nostre liste d’attesa, che purtroppo sono clamorosamente carenti e lunghe.
Le componenti sono molte, come per esempio l'invecchiamento della popolazione che ha fatto sì che sia richiesta tanta sanità e venga fatta pressione sugli operatori sanitari. Poi alcune soluzioni spicciole si potrebbero trovare anche attualmente, per esempio l'introduzione in maniera più capillare delle automediche. Penso alle automediche e allo stesso tempo alla valorizzazione dell'infermiere del 118 al quale, attraverso una preparazione teorica e pratica di assoluto livello, gli si può aumentare il mansionario, cioè le operazioni che può fare senza rischi medico-legali, in modo che infermieri qualificati possano andare nelle ambulanze supportati dall'automedica, dove c’è il medico che viene chiamato direttamente dall'infermiere rispetto a quell'ambulanza ed a quel codice per cui si richiede la prestazione medica. La valorizzazione dell’infermiere e le automediche possono dare una bella mano, dopodiché bisogna secondo me valorizzare anche i medici, valorizzare in termini economici e professionali i medici che lavorano nei 118 e nel pronto soccorso, proteggerli da un canto e valorizzarli professionalmente ed economicamente. Le cose da fare sono comunque tante.
Spero che questo tavolo tecnico possa occuparsi di tutta questa vicenda dell'emergenza/urgenza, che però ha radici, ripeto, un po' culturali e un po' di quella che è la prestazione sanitaria che viene erogata dal territorio, cioè la sanità purtroppo viaggia insieme, non viaggia mai in compartimenti stagni, ma sono convinto che parlandone qualche soluzione in futuro si possa dare, magari anche in termini brevi. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Santarelli.

Luca SANTARELLI. Grazie, Presidente. Il nostro gruppo vede con favore la proposta di risoluzione sulle mozioni n. 198 e n. 230 proprio perché la proposta di operatività, di riorganizzazione e di efficientamento delle isorisorse del sistema emergenza territoriale del Set 118 ha già visto il nostro gruppo partecipare con profitto alla manifestazione dei trent'anni, che si è svolta nell’Aula della Università Politecnica, in cui erano presenti tutti i gruppi consiliari.
Vedo le Consigliere Menghi e Lupini, che ringrazio per aver scritto le mozioni, ma noi già eravamo presenti a quell’incontro, è stata una giornata molto alta, nella quale tutti i colleghi di maggioranza e di minoranza si sono stretti attorno agli operatori, non solo infermieri, c’erano gli autisti soccorritori, i medici, i volontari. I trent'anni noi li abbiamo festeggiati e li abbiamo sostenuti in un convegno in cui si è parlato delle tematiche che oggi sono in discussione.
Bene mantenere l'attenzione, vedo anche il capogruppo Mangialardi, il Partito Democratico ha sostenuto sin dall'inizio questi progetti. Un progetto molto complesso che vede non solo la presenza degli operatori qualificati, come medici e infermieri, ma anche di volontari e qui ci sono dei retroscena di carattere medico-legale. Quando andiamo a toccare questi tasti, dobbiamo essere molto attenti e con questa risoluzione si pone l'attenzione, per questo ha il nostro sostegno e anche il nostro appoggio con la firma. Abbiamo considerato che in questo documento è presente l'organizzazione e l’inquadramento di professionisti. Le linee guida risalgono al 2010 e nel frattempo c’è stata un'evoluzione sia normativa che pratica degli operatori. Chi mi ha preceduto ha sottolineato che l'infermiere è un professionista a tutto tondo e oggi a quel professionista è in carico l'assistenza, quindi la presa in carico sul territorio, ed anche l'emergenza.
Qui però abbiamo uno scenario, e guardo l’Assessore, di programmazione, di questo se ne è parlato anche sabato mattina in piazza Cavour, tutti i gruppi consiliari erano presenti, è stata una bella pagina anche politica per il territorio, però la mancanza degli operatori in tutte le strutture periferiche e centralizzate porta a far sì che arrivino nei pronto soccorso … Ad esempio in quello Torrette, oggetto di una interrogazione del gruppo Rinasci Marche, ci sono stati 19.242 interventi, che spesso intasano i pronto soccorso, allora occorre un buon sistema di emergenza che faccia da filtro, come ha detto la Consigliera Ruggeri, e si metta a disposizione dei marchigiani, di quei 200 codici rossi dove lì non si scherza. Quando c’è quel codice lì, quando c’è quel tipo di intervento dobbiamo essere molto preparati nelle automediche, quindi nel sistema di emergenza, e deve essere presente a bordo un medico oltre all’infermiere, perché a quest’ultimo non si può delegare la responsabilità delle dinamiche del soccorso perché l'infermiere è cresciuto, è un professionista, è vero che ha acquisito una laurea ed anche una padronanza pratica, ma in certe dinamiche avere un'ambulanza, avere un mezzo di soccorso con la presenza di un autista soccorritore ben preparato, avere a disposizione un infermiere ed il medico, dà la garanzia a tutti noi cittadini.
Tutti nella vita abbiamo avuto bisogno, chi non ha chiamato il 118 almeno una volta, chi non ha nella propria vita assistito anche ad un trauma, piuttosto che ad un'emergenza sanitaria, avere il medico a bordo è sinonimo di garanzia per i cittadini, guardo l’Assessore Saltamartini e gli dico che su questo tema non si scherza.
Nel nuovo Piano devono essere previste le risorse adeguate, purtroppo non ci sono, la sinergia con il Ministero, la sinergia con i numeri chiusi della specializzazione. Guarda caso oggi i concorsi per i medici e gli infermieri del 118 e del soccorso vanno deserti, manca il personale, questo è il grande tema.
Con questa proposta di risoluzione impegniamo la Giunta ad istituire un tavolo tecnico per la rimodulazione e definizione dell’organizzazione e delle competenze, a prevedere nella composizione le società scientifiche più rappresentative, anche i rappresentanti dei pazienti, gli ordini professionali di medici e infermieri, le associazioni tecnico professionali, i rappresentanti delle organizzazioni, tutto questo va bene, l’impegno va bene, noi lo sottoscriviamo, quello che chiedo all’Aula immediatamente, urgentemente …, come loro corrono in maniera determinata e urgente quando noi componiamo il numero del 118.
Con questo sono d'accordo con il Consigliere Ciccioli, perché l’operazione di Svim è stata scellerata, è stata fatta un’azione che non andava fatta, mettere a disposizione di personale non qualificato un codice così importante e metterci dentro anche il 118. E’ stato fatto un grave errore, non so come si può risolvere, però con questo mio intervento voglio sottolinearlo. Oltre alla firma chiedo a tutti i presenti anche all’Assessore, un impegno urgente, lo dobbiamo fare nel rispetto di tutti i cittadini marchigiani. Grazie.

PRESIDENTE. Risoluzione a firma dei Consiglieri Menghi, Lupini, Ruggeri, Vitri, Casini, Bora, Leonardi, Biondi e Santarelli.
Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Menghi.

Anna MENGHI. Per il gruppo Lega dichiaro il voto favorevole sulla proposta di risoluzione.
Ringrazio tutti gli intervenuti per questo dibattito costruttivo e da ultimo aggiungo una riflessione che volevo fare nel mio intervento, ma me ne sono scordata.
Non dimentichiamoci un altro importante servizio che abbiamo nella Marche, anche questo andrà coinvolto, quello dell’elisoccorso. Noi siamo una Regione che ha due elicotteri a disposizione e sono anche quelli una grande risorsa per interventi urgenti e rilevanti, quindi vanno assolutamente considerati parte di questa riorganizzazione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Lupini.

Simona LUPINI. Grazie Presidente. Il mio voto sarà favorevole, ma soprattutto approfitto per ringraziare, come hanno detto altri colleghi e colleghe intervenuti prima, il buon momento di condivisione costruttivo, sicuramente apprezzato da chi sta in prima linea tutti i giorni ad accogliere i nostri momenti più terribili, in cui temiamo per la nostra salute o per la salute dei nostri cari.
Approfitto per caldeggiare l'urgenza di istituire il tavolo tecnico, chiediamo che venga realizzato in tempi brevissimi perché non è più rinviabile una rimodulazione che deve, secondo noi, passare attraverso tutti gli attori del mondo dell'emergenza/urgenza. Sappiamo che le riorganizzazioni calate dall'alto spesso non possono tener conto della quotidianità, della pratica di chi il lavoro lo fa tutti giorni e conosce benissimo le difficoltà. Questo sistema di emergenza/urgenza ha delle criticità enormi che non sono solo delle Marche, ma sono state evidenziate, lamentate e segnalate da tanto tempo, anche a livello nazionale, quindi, dobbiamo farcene carico e la Regione, nei limiti delle proprie competenze, può dare un grande impulso e un grande contributo e credo che questo sia il primo giorno di un lavoro di ricostruzione di un settore.
Ringraziamo sentitamente tutto il coordinamento del trentennale, quindi le società scientifiche Siet e Siems, le organizzazioni di volontariato Croce Rossa, Anpas e Misericordie e tutte le associazioni di categoria tecnico/scientifiche, tutti gli autisti soccorritori Coes e tutti coloro che orbitano attorno all'emergenza/urgenza e all'accoglienza dei cittadini e delle cittadine che ne richiedono l'intervento.
Ci aspettiamo, vista anche la grande convergenza che oggi abbiamo rappresentato, l'istituzione prossima di un tavolo tecnico, così come ricordo che stiamo aspettando l’istituzione effettiva del tavolo tecnico sulle malattie rare, che abbiamo approvato tutti insieme all'unanimità il 12 gennaio.
Approfitto di questa occasione per dire che i tavoli tecnici sono degli strumenti che la Regione Marche ha a disposizione e che può utilizzare in modo efficace, come un braccio destro, per poi mettere a terra le buone intenzioni e le volontà politiche che qui esprimiamo.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Casini.

Anna CASINI. Brevemente a nome del capogruppo e del gruppo per anticipare che il Partito Democratico voterà a favore di questa proposta di risoluzione condivisa un po' da tutti i gruppi consiliari.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Anch’io a nome del gruppo Fratelli d'Italia intervengo per sottolineare il voto favorevole del mio gruppo a questa risoluzione.
Evidenzio anche che la risoluzione, come la mozione, è firmata dalla Consigliera Leonardi che non solo fa parte di questo gruppo, anche estemporaneo, composto dalle donne, ma è Presidente della Commissione sanità di questo Consiglio regionale ed anche neo Segretario regionale del mio partito, quindi dietro questo documento c’è l’intera nostra rappresentanza.
Detto questo, ciò che è stato scritto e che poi è stato emendato aggiungendo qualche precisazione, che condividiamo totalmente, mi dà l'opportunità di sottolineare una cosa che prima ha citato la Consigliera Lupini, che ha lanciato questa battaglia, cioè questo Consiglio regionale in genere elabora documenti, ovviamente non è un organo esecutivo, è un organo di indirizzo, di valutazione e ciò che noi decidiamo diventa patrimonio della Giunta regionale e degli uffici regionali ancora di più, cioè della dirigenza che deve applicare ciò che è stato deciso.
Molte volte i tavoli tecnici che questo Consiglio decide non partono, ahimè, mi riferisco ad esempio alla legge sulle dimore storiche che è stata votata all’unanimità da tutti i Consiglieri, ed il comitato dall'autunno scorso non è stato ancora costituito, ora grazie alle rimostranze sia delle associazioni che mie nei prossimi giorni dovrebbe essere convocato. La stessa cosa per la revisione della legge sulla fibromialgia, anche lì non si va avanti, come quella sulle malattie rare, ci vuole un impulso. Siccome in genere si tratta della nomina di comitati che poi devono lavorare, fatti non da politici o dai partiti, ma espressione delle competenze di varia natura, quindi scientifiche, sanitarie e altre, bisogna dare impulso perché credo che il meccanismo della sussidiarietà sia sempre più importante in questa società molto complessa, quella in cui viviamo. Mai la complessità è stata nelle vicende sociali ed istituzionali come quella attuale, nessuno può essere competente in tutto, né la politica può farsi carico della conoscenza, della competenza di tutte le cose, occorre creare dei luoghi di discussione, ovviamente privilegiati e rappresentativi, che poi influenzino le scelte che vengono fatte dalle istituzioni e dalla politica.
Questo è molto importante, è un appello che voglio lanciare non tanto alla Giunta, perché la Giunta ovviamente prende delle decisioni di natura esecutiva, quanto a tutte le strutture che devono supportare la Giunta. Gli uffici ci sono per questo. Molte volte nei Ministeri le cose non funzionano non perché il Ministro non se ne faccia carico, ma perché tutto ciò che c’è dietro non si muove nella stessa direzione. Mi sento di dire che nella Regione Marche dobbiamo fare un salto di qualità in questa direzione.
L'emergenza/urgenza ed il 118 sono centrali nella assistenza alla persona, quindi in questo campo dobbiamo assolutamente raggiungere un buon risultato, fare un salto di qualità.
Ribadisco che il Cup è un servizio delicatissimo che non può essere dato a generici dipendenti della Regione. Come nel triage in tutti i pronto soccorso c’è un infermiere qualificato che ha fatto anche formazione per accogliere le urgenze, ugualmente al Cup ci deve essere una formazione con una fortissima motivazione perché è un luogo molto stressante. Per accogliere, decifrare e decriptare le richieste delle persone occorre che ci sia del personale dedicato, selezionato, che possa avere anche una rotazione, una sorta di compensazione allo stress che hanno gli infermieri nei servizi pubblici, perché molte volte c’è il burnout, ci sono persone che vanno in burnout nel fare quelle cose, se noi riuscissimo a creare un criterio di rotazione sul Cup raggiungeremmo un grande risultato.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, l’Assessore Saltamartini.

Filippo SALTAMARTINI. Solo per dire che la Giunta aderisce a questa iniziativa, poi vedremo con quale modalità potremmo rendere fruttuosi questi tavoli di lavoro. Sottolineo semplicemente che già le strutture, la Commissione, il Consiglio, hanno una competenza diretta sulla materia e naturalmente possono esprimere un contenuto tecnico sui temi di cui si occupano, quindi, grazie per queste mozioni. Ho già sollecitato la convocazione e l’istituzione del Comitato tecnico sulle malattie rare.

PRESIDENTE. Risoluzione sulle mozioni nn. 198 e 230. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Mozione n. 235
ad iniziativa dei Consiglieri Mangialardi, Cesetti, Casini, Carancini, Biancani, Bora, Mastrovincenzo, Vitri
“Nomina Commissario Straordinario Fondazione ‘Città di Senigallia’ – Revoca DGR n. 169/2022”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 235 dei Consiglieri Mangialardi, Cesetti, Casini, Carancini, Biancani, Bora, Mastrovincenzo, Vitri.
Ha la parola il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Credo che per quanto riguarda questo atto, trattandosi di una mozione che impegna il Presidente della Giunta regionale a revocare la delibera di Giunta regionale n. 169 del 28 febbraio 2022, la presenza dell'Assessore Castelli, che tra l'altro aveva risposto anche in precedenza ad una interrogazione a risposta scritta che noi avevamo presentato, sia importante, a meno che lo stesso Presidente o l'Assessore Saltamartini siano consapevoli e a conoscenza degli approfondimenti che sicuramente l’Assessore Castelli avrà operato in tal senso, come si era impegnato a fare, anche perché, ripeto, noi all'epoca abbiamo assunto un approccio disponibile e collaborativo per risolvere innanzitutto le problematiche che riguardano la Fondazione Città di Senigallia.
E’ evidente che laddove questa delibera di Giunta regionale venisse dichiarata illegittima, ed è illegittima dal nostro punto di vista, chi soprattutto ne pagherebbe le conseguenze sarebbe la Fondazione Città di Senigallia. Quindi credo che la presenza dell'Assessore Castelli sia dal mio punto di vista necessaria, diversamente se lui fosse impegnato, siccome abbiamo aspettato tanto tempo, credo che possiamo aspettare anche una settimana in più, non penso che sia la fine del mondo.
Noi vogliamo risolvere il problema dando il nostro contributo e al di là di qualsiasi polemica, che per quanto ci riguarda è del tutto insussistente nel caso di specie, noi siamo animati solo dalla volontà di risolvere la questione, riteniamo che la nomina del commissario sia nella fattispecie illegittima e costituisce tra l'altro un grave precedente, poi nella discussione dirò perché.

PRESIDENTE. Abbiamo appena contattato l’Assessore che sta arrivando, quindi proseguirei con la discussione, poi ci sarà l’intervento dell’Assessore Castelli oppure vogliamo procedere con un'altra mozione ed aspettiamo?
Direi di andare avanti con la discussione, ho già diversi iscritti a parlare.
Ha la parola il Consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Sul merito interverrò successivamente, mi sono edotto, ho letto 35 documenti facendo uno sforzo incredibile, mi sento di dire questo: la mozione è all'ordine del giorno da molto tempo, è stata presentata dal gruppo del PD, personalmente mi sono lamentato per il fatto che non era stata ancora discussa perché se il gruppo del PD presenta un documento e ci sono persone come il sottoscritto, capogruppo di un partito di maggioranza, che chiede di discuterla mi sembra che ci sia una convergenza totale.
Aggiungo che, l’Assessore Castelli è entrato in questo momento, non ci sono problemi, il Comune di Senigallia vuole chiarezza, gliela dobbiamo, anche il commissario designato vuole chiarezza, gliela dobbiamo, per cui credo che la discussione non possa essere rinviata e si possa procedere sul merito.
Aggiungo una cosa, qualche volta è stato detto che il Presidente Acquaroli non è Aula, tutti sanno che i Presidenti hanno mille incombenze ineludibili, in questo momento è presente in Aula con tutta l'autorevolezza, rappresenta la Giunta, c’è l’Assessore Castelli, mi sembra che non ci sia altro da aggiungere.

PRESIDENTE. Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Ringrazio l'Assessore Castelli della presenza in Aula in relazione a questa mozione che noi discutiamo molto volentieri, nella speranza auspicabile di risolvere la questione.
La mozione nasce ed è conseguenza preannunciata, tra l'altro, della nostra interrogazione n. 341 presentata nel dicembre del 2021, che viene richiamata in questo atto. Con quella interrogazione il gruppo PD chiedeva se la richiesta del Consiglio comunale di Senigallia della nomina di un commissario ad acta per quanto riguarda la Fondazione Città di Senigallia non fosse irrituale e comunque inammissibile.
Per tutta risposta la Giunta regionale sulla base di un articolato documento istruttorio ha disposto con delibera di Giunta regionale n. 169 del 28 febbraio il commissariamento straordinario della Fondazione Città di Senigallia ai sensi dell'articolo 25 del codice civile, sebbene la richiesta fosse stata presentata dal Consiglio comunale di Senigallia ex articolo 19, comma 4, della legge 26 febbraio 2008. La differenza non è di poco conto perché la delibera di Giunta regionale n. 169 è stata secondo noi assunta in evidente violazione delle disposizioni sia della legge regionale 26 febbraio 2008 n. 5 che del codice civile, alle quali la stessa legge regionale rinvia circa il controllo per le entità giuridiche che si sono costituite all'esito della trasformazione delle cosiddette Ipab.
Noi sappiamo che da una parte ci sono le aziende dei servizi alla persona e dall'altra ci sono le cosiddette Fondazioni, questo ce lo dice la legge regionale 5/2008 la quale all’articolo 1, comma 2, prevede che il riordino avvenga sulla base anche di una legge nazionale, la trasformazione delle Ipab in aziende pubbliche per i servizi alla persona o in persone giuridiche di diritto privato senza scopo di lucro, com’è appunto la città di Senigallia, a tal fine la Fondazione Città di Senigallia trasformata.
Il controllo sulla Fondazione è un controllo che la legge regionale rinvia al codice civile. C'è la vigilanza sulle cosiddette aziende dei servizi alla persona, disciplinata dall'articolo 19, e la vigilanza e il controllo sulle persone giuridiche private, come la Fondazione Città di Senigallia, disciplinate dall'articolo 20 della legge regionale, che prevede che le Ipab, trasformate in persone giuridiche private, ai sensi della presente legge, sono soggette alla vigilanza e al controllo della Regione ai sensi delle disposizioni del codice civile. Che sono quelle dell'articolo 25 del codice civile, che prevede che l'autorità governativa, quindi la Regione in questo caso, eserciti il controllo e la vigilanza sull’amministrazione delle Fondazioni; provveda alla nomina ed alla sostituzione degli amministratori - eccetera - quando le disposizioni contenute nell’atto di fondazione non possono attuarsi; annulli, sentiti gli amministratori, con provvedimento definitivo, le deliberazioni contrarie a norme imperative, all’atto di fondazione, all'ordine pubblico o al buon costume, possa sciogliere - questo è il punto dell'articolo 25, è la legge e la dobbiamo rispettare - l’amministrazione e nominare un commissario straordinario, qualora gli amministratori non agiscano in conformità dello statuto o dello scopo della fondazione o della legge.
Quindi, la delibera di Giunta regionale di cui all’oggetto, la n. 169, che nel titolo richiama l'articolo 25, ha provveduto a fare questo e non credo che possa essere considerato legittimo perché non sussistono le condizioni previste dalla norma per lo scioglimento del Cda e la nomina di un commissario straordinario, in quanto non risulta contestato e neanche ipotizzato che il Cda della Fondazione Città di Senigallia abbia agito in difformità dello statuto o dello scopo della fondazione o della legge, anche perché dimissionario. Quindi, anche volendo non avrebbe potuto farlo perché si era dimesso, se vogliamo usare un termine particolare, si era quasi dato alla fuga. Tra l’altro in disparte la considerazione, per noi ovvia, incomprensibile di come si possa sciogliere un Cda, come è avvenuto, che si era dimesso, le cui dimissioni ne avevano comportato la decadenza ai sensi dell'articolo 12 dello statuto della Fondazione Città di Senigallia, che pure deve essere rispettato. Quando ci dice “’Decadenza dalla carica’. I componenti del Consiglio di amministrazione decadono di diritto in una delle seguenti ipotesi: per dimissioni”, e allora com’è possibile sciogliere un Cda che è decaduto, che già si è auto sciolto e dissolto? Né possono rilevare per giustificare l’adozione della delibera di Giunta regionale n. 169 che dice: “Nel caso di specie, gli amministratori dimissionari hanno ravvisato una situazione di crisi dell’ente, riconducibile ad asserite violazioni dello statuto, dei suoi scopi e della legge, poste in essere dai precedenti CdA”. Non può essere questo un argomento, lo dico anche al Presidente, che ringrazio per la sua presenza, non si può sciogliere un CdA, tra l’altro dimissionario, che è decaduto, ma si può sciogliere un CdA per fatti asseritamente addebitabili comunque ad un altro CdA, tanto è vero che questo sciolto e di fatto commissariato si era dimesso.
Il Consiglio comunale di Senigallia anziché chiedere alla Regione Marche la nomina di un commissario del tutto irrituale, doveva ai sensi dello statuto procedere alla nomina di un altro CdA, appunto, perché non si può sciogliere un CdA per fatti ed azioni asseritamente pregiudizievoli posti in essere da precedenti CdA, né le altre motivazioni possono giustificare quest’atto.
E poi si dice: “appare necessario riportare la situazione nell'ambito del regolare regime di attività amministrativa, finalizzata al risanamento e al rilancio della gestione”, questi obiettivi dovevano essere perseguiti dal CdA dimissionario, che è l'organo di programmazione, ed attraverso il già nominato Presidente, organo di governo, oppure da un altro CdA, che doveva essere nominato tempestivamente dal Consiglio comunale una volta ricevute le dimissioni da quello precedente, ai sensi dello statuto.
Poi nella delibera di legge si legge un altro motivo: “gli amministratori dimissionari si sarebbero trovati nell'impossibilità di compiere atti idonei a superare la pregressa situazione di criticità economico finanziaria”. Questo non può essere un motivo, altrimenti è un grave precedente perché se non sono stati capaci dovevano farsi da parte ed esserne nominati altri.
La cosa che appare grottesca è come sia stato possibile nominare commissario straordinario il Presidente dimissionario, organo di governo, che aveva già dichiarato di non essere nella condizione o di non essere capace o comunque di essere impossibilitato o tutto ciò che vogliamo ad andare avanti. E noi nominiamo un Presidente che si è dimesso, che ci dice di non essere nella condizione di andare avanti anche nell'ordinaria amministrazione e poi lo nominiamo commissario straordinario, per di più attribuendo un'indennità di circa 1.400 euro al mese per un incarico che in precedenza doveva essere svolto gratuitamente?
Teniamo presente che secondo me la Fondazione è una entità privata, ma c’è la vigilanza della Regione, quindi l’eventuale danno erariale va ravvisato anche rispetto alle necessità. Tra l’altro non si può addurre la giustificazione che il commissario straordinario avrebbe poteri straordinari, e no, perché proprio in questo ci sarebbe, se vogliamo, non solo l’illegittimità, ma se del caso l'illiceità perché si vuol perseguire, attraverso uno strumento straordinario, un fine che dovrebbe essere ordinario. Il risanamento di un'entità, ammesso che sia asseritamente “decotta”, deve essere eseguito attraverso le procedure previste dallo statuto e dalla legge, tra cui l’articolo 25. Se del caso, ad esempio, si potevano anche dismettere i beni nella Fondazione per risanarla, ovviamente la vendita doveva essere notificata alla Regione per funzionare il controllo, ma il tema di fondo è questo: la vigilanza della Regione è ai sensi dell'articolo 25 del codice civile, il quale dice che la Regione può sciogliere l'amministrazione e nominare un commissario straordinario qualora gli amministratori non agiscano in conformità dello statuto, dello scopo della fondazione o della legge. Questo non è vero, questa ipotesi non solo è insussistente, ma non viene neanche dedotta, non viene neanche contestata, non potrebbe mai essere contestata ad un CdA, che tra l'altro è dimissionario, quindi decaduto; non potrebbe essere contestata a un CdA che non porta alcuna responsabilità di tutto questo, se non, se vogliamo, la vergogna della fuga dalle proprie responsabilità. E questo non può essere un motivo perché se facciamo così stabiliamo un precedente pericoloso perché domani qualsiasi Fondazione - ce ne sono tante nel territorio regionale, che hanno vissuto tra l’altro difficoltà legate alla pandemia - che si trova in difficoltà, magari per l'incapacità dei suoi amministratori, ricorre “a mamma Regione” per essere commissariata nell'insussistenza dei presupposti e per gestire, attraverso uno strumento straordinario, conferito in modo illegittimo, gli obiettivi ordinari. Questo precedente non può essere, per noi non c’è alcuna polemica, addirittura nell’interrogazione abbiamo scritto che era una svista, quindi insistiamo per la revoca.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Grazie Presidente. Non so se riuscirò anch’io a sforare di cinque minuti, spero di non farlo.
Parto da lontano, quando è stata presentata la mozione, primo firmatario il Consigliere Mangialardi, capogruppo del PD, che soprattutto è stato Sindaco per 10 anni di Senigallia, ho pensato a Trump, il quale 12 anni fa, molto prima di avere l’idea di diventare Presidente, ha scritto un libro interessantissimo che mi ha fatto leggere un professore universitario – alla fine me lo ha riassunto perché io non l’ho letto – in cui dice: per fare un affare devi capire che affare vuole fare l’altro, se capisci che affare vuole fare l’altro puoi fare l’affare perché ti sintonizzi sul suo affare.
Dico questo perché, quando il Consigliere Mangialardi come primo firmatario ha presentato la mozione, mi sono detto ma che vuole fare? C’è un problema abbastanza grave su questa storia, una gestione disinvolta, poi il termine che mi ha colpito di più dell’intervento del Consigliere Cesetti è “grottesco”.
Devo dire che la presentazione di questa mozione è grottesca, prima ho cercato di capire qual è l’obiettivo del PD, presentare questa mozione per il PD è una cosa disastrosa, è un boomerang esplosivo che gli scoppia dentro casa, perché? Perché in realtà la Fondazione aveva degli obiettivi sociali e negli anni - parliamoci chiaro, le colpe ce l’hanno un po’ tutti, anche il centro-destra, che evidentemente ha fatto un’opposizione molto debole nel Consiglio comunale di Senigallia. La debolezza non è un vantaggio per chi governa perché poi i nodi vengono al pettine - sono state fatte delle cose incredibili. La Fondazione, che avrebbe tutt’altri scopi, nel 2014 ha acquistato all’asta per 1.400.000 una palazzina, che non è mai stata utilizzata, per farci il museo comunale d'arte moderna, dell’informazione e della fotografia, acquistata a 1.395.000 euro nel 2014, immobile che è rimasto lì, per ristrutturarlo occorrono 5 milioni di mutuo, che non è stato mai contratto. Operazioni di questo tipo …, ma non è l’unica, ne sono state fatte di tutti i colori, una cosa che mi ha colpito leggendo gli atti è che questi enti essendo pubblici hanno bisogno dell’azione del Revisore dei conti, che non ha mai operato, quindi molte delibere sono state nascoste, addirittura non pubblicate. Gli enti pubblici hanno l’obbligo di pubblicare le delibere fatte dal Consiglio. Tutta una roba in famiglia che poi diventa devastante.
Perché il Consiglio di amministrazione si è dimesso? Perché aveva in mano una cosa che, come dice un nostro vecchio proverbio, più la muovi e più puzza. Una roba bestiale e quello che è uscito fuori è terribile.
Mi chiedo ancora perché il Consigliere Mangialardi ed il gruppo del PD abbiano presentato questa mozione, che è lo svelamento della Vergine, una statua importante di Napoli. Qui sveliamo la Vergine e scappa fuori tutto. Se uno legge gli atti, ovviamente non farò come il Consigliere Cesetti, ci sono delle cose incredibili, decine di delibere non pubblicate, non passate ai Revisori dei conti, ma come si fanno queste cose!
Il CdA non voleva avere la continuità di quella gestione e si è dimesso, il Consiglio comunale ha accolto, la Regione, che ha l’obbligo di vigilanza e d’intervento, ha nominato commissario quello che già conosceva tutto, poi questa mozione ha bloccato un po’ le procedure perché qui c’è da recuperare tantissimo. Non è che la Fondazione deve essere buttata via, deve essere recuperata nel migliore dei modi e probabilmente la Regione dovrà anche assisterla tirando fuori dei soldi, forse, non so il Presidente come la pensa, per rimetterla in linea con i suoi scopi sociali.
La mancanza di un’opposizione efficacie a Senigallia ha permesso di fare negli anni scorsi questa roba. Mi sono segnato alcune cose: mancato rispetto della regolarità amministrativa e di trasparenza, non c'è il sistema di protocollazione, l’archiviazione delle pratiche, la formazione delle delibere, la pubblicazione delle informazioni, c'è una inadeguatezza organizzativa incredibile, non vengono fatti piani, cioè quando compri degli immobili e fai delle azioni, fai un piano industriale, cerchi di capire come ne esci fuori, questo non è stato mai fatto. I bilanci sono incredibili, da quattro anni questa Fondazione presenta bilanci passivi, sapete che gli enti pubblici dopo tre anni che presentano bilanci passivi vengono commissariati in base alla legge dello Stato, devono presentare addirittura i libri contabili in Tribunale e dichiarare fallimento. Qui abbiamo quattro anni di bilanci passivi per spese assurde, quando acquisti beni che non sono utili, forse in prospettiva, e non hai la capienza per realizzarli, è una cosa terribile.
Inoltre il commissario durerà in carica massimo 12 mesi, eventualmente si valuterà se rinnovarlo. E’ in corso alla Procura della Repubblica di Ancona un'indagine conoscitiva, di cui poi sapremo. Ovviamente c’è il segreto istruttorio, vedremo come andrà a finire. Dobbiamo applicare l'attività di vigilanza che è stata richiesta dal Sindaco di Senigallia e dal Consiglio di amministrazione che si è dimesso e, se posso fare una critica, forse siamo stati poco invasivi perché in una situazione del genere occorreva arrivare con la falce, siccome la falce ed il martello sono scaduti da un po’ e non hanno più tanto peso, niente falce andiamo secondo la correttezza amministrativa e vediamo cosa si può fare. Dobbiamo recuperare, siamo governo, cerchiamo di fare al meglio il recupero.
Mi chiedo ancora: ma come vi è venuto in mente di mettere al pubblico ludibrio questa gestione, gli ultimi 5 anni, ma forse molto di più?

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Castelli.

Guido CASTELLI. Ritengo opportuno, necessario e giusto intervenire a nome della Giunta anche perché si tratta di sostenere la posizione di quanti, e fra questi evidentemente la Giunta regionale, hanno ritenuto totalmente pertinente e legittima la designazione del commissario straordinario.
Da questo punto di vista non credo sia necessario riepilogare i fatti, sono stati in parte indicati, ma siamo intervenuti in una situazione per la quale il Consiglio comunale ha preso atto di una relazione sottoscritta all'unanimità dal Consiglio di amministrazione dimissionario, e quando si evidenzia l'unanimità si fa riferimento anche a due esponenti della minoranza che hanno ritenuto di aderire ad un atto importante e significativo che evidenziava delle gravi disfunzioni e delle circostanze, in parte ricordate dal Consigliere Ciccioli, che sostanzialmente, e questo lo dico dal punto di vista formale, poi entriamo se necessario anche nel merito sostanziale, compromettevano, o meglio, potevano compromettere la finalità e lo scopo della Fondazione stessa. Una Fondazione giuridicamente è un patrimonio per uno scopo.
I rilievi e gli elementi sottoposti dal Consiglio di amministrazione dimissionario al Consiglio comunale di Senigallia, tenuto alla rielezione del Consiglio, erano tali da determinare il rischio concreto ed attuale che vi fosse un vulnus rispetto a questa finalità, allo scopo che l’autorità di governo, nel caso la Regione, deve garantire, presidiare e valutare. Questa è la premessa sostanziale di quello che è accaduto.
Violazioni, irregolarità sottoscritte dall'organo amministrativo hanno indotto gli stessi Consiglieri dimissionari, ripeto al di là della designazione sia di maggioranza che di minoranza, a dichiarare che: “Le nostre dimissioni rappresentano la volontà di mettere un punto fermo di distanza tra la nostra gestione rispetto a problemi seri che abbiamo acclarato e che potrebbero portare a responsabilità di varia natura”, aggiungendo che per salvare la Fondazione occorreva la collaborazione di tutti.
Chiariamo un aspetto, i dimissionari non hanno dichiarato se stessi inadeguati o incapaci, come qualcuno ha voluto dire, hanno ritenuto di dover marcare un primo e un dopo rispetto ad una situazione che unanimemente avevano valutato come grave e foriera della possibilità della Fondazione di perseguire i propri scopi.
Una ragione quindi di discontinuità che è stata trasmessa al Consiglio comunale di Senigallia, che ha ritenuto di non procedere alla designazione di un nuovo Consiglio di amministrazione, questo è il tema rispetto al quale ha operato la scelta la Regione.
Qual è la finalità del controllo regionale? Non è un controllo generale ed astratto, ma è finalizzato a salvaguardare l’interesse interno ed istituzionale della Fondazione, sostanzialmente è la preservazione del vincolo di destinazione del patrimonio per uno scopo. Il senso ultimo del controllo, che dobbiamo esercitare come Regione, è esattamente questo, di fronte ad una rappresentazione di gravi inadempienze come quelle ricordate, e se volete ci entriamo.
Quindi il Consiglio comunale di Senigallia cosa ha fatto? Ha segnalato alla Regione queste gravi difficoltà e irregolarità evidenziando che la situazione necessitava di un intervento commissariale, questo è l'elemento preesistente alla scelta della Regione.
Come ci siamo mossi, aderendo ai rilievi sostanziali che ci venivano prospettati e all’unanime dichiarazione concernente la gravità dei fatti della Fondazione? Innanzitutto applicando un principio per cui la giurisprudenza amministrativa ha chiarito che può essere nominato un commissario straordinario anche nel caso in cui il Consiglio di amministrazione si trovi nell'impossibilità di funzionare per le dimissioni di tutti i suoi membri, quindi la legittimità della designazione del commissario trae spunto dal fatto che l'articolo 25 del codice civile per giustizia amministrativa può essere interpretato prendendo atto del fatto che la dimissione di tutti i suoi componenti produce una condizione giuridica per la quale si può procedere alla designazione di un commissario.
Tra l’altro la sostituzione del Consiglio di amministrazione, in questo caso, non assume un carattere sanzionatorio, siamo in un altro campo, costituisce una forma di ingerenza che rientra nella potestà di controllo, che è tipica dell’autorità di governo, che è prevista per intervenire su un pregiudizio potenziale che potrebbe determinare lo sviamento della Fondazione rispetto al proprio scopo, e torniamo lì: un patrimonio per uno scopo. Un controllo generale che va interpretato per giustizia amministrativa come preordinato a far sì che possa essere comunque mantenuta la possibilità di conseguire lo scopo.
L’intervento della Regione, l’autorità governativa della gestione dell’amministrazione, ai sensi dell’articolo 25 colto in questa interpretazione estensiva, ma di cui la giustizia amministrativa ha dato ampio conto, ha finalità diverse, più estese e penetranti anche rispetto a quelle che possono essere adottate dall’autorità giudiziaria ordinaria essendo preordinate a normalizzare compiutamente, con i poteri che la legge attribuisce all’autorità amministrativa, la situazione dell’ente, al di fuori della contrapposizione delle parti in contrasto.
Quindi, dimissioni unanimi di un Consiglio di amministrazione, organo tenuto al rinnovo del Consiglio di amministrazione che aderisce ai rilievi più profondi e penetranti circa l’irregolarità, mancata rielezione del Consiglio di amministrazione, evidente condizione giuridica per la quale la nomina del commissario si è resa necessaria per assicurare che non fosse privata la Fondazione della possibilità di raggiungere il proprio scopo.
Da questo punto di vista il nostro intervento non ha quindi il fine di esprimere riprovazione o contestazione rispetto a chi aveva gestito nell'ultima parte della sua vita amministrativa la Fondazione, ma di intervenire per salvaguardarla in una concezione più ampia che ha a riferimento lo scopo e la finalità da essa perseguiti.
Del resto lo scioglimento, ripeto, che non è dovuto a violazioni commesse dall'ultimo CdA, ma dal fatto che il Consiglio comunale non ha provveduto alla nomina di un nuovo CdA, nonostante fossero passati mesi dalle dimissioni, ed ha ritenuto che soltanto un commissario straordinario potesse far fronte alla perdurante situazione di crisi dell’ente, derivante da ipotetiche violazioni dello statuto, alcune delle quali sono state anche ricordate.
Quindi la Regione ha ritenuto che l’intervento sul commissario straordinario fosse il modo più efficace e agevole per superare una situazione di stallo estremamente pericolosa, pregiudizievole e foriera di ulteriori compromissioni del regolare funzionamento dell’ente. Per superare queste condizioni il Comune ha richiesto l’intervento della Regione quale ente deputato alla vigilanza ed al controllo.
Da un punto di vista strettamente informale e giuridico riteniamo che sia valida, pertinente e perfettamente legittima sia la scelta di far luogo al commissariamento, sia la scelta di nominare l’Avv. XY, il quale aveva partecipato al precedente Consiglio, nel presupposto che non fosse quel Consiglio autore o promotore di atti contrari all’interesse della Fondazione, proprio perché il nostro commissariamento non ha un carattere sanzionatorio, ma è finalizzato a garantire la continuità dell'ente in una forma che è quella del commissariamento, che dovrà consentire la gestione di tutte queste situazioni. Del resto riteniamo che l’Avv. XY, questa è stata la valutazione di alta amministrazione, che è quella che siamo chiamati ad esercitare quando si parla di singole individualità, fin dall’inizio dell’incarico abbia svolto un ottimo lavoro, non ha mai affermato di essere inadatto o incapace, anzi ha evidenziato che per risolvere i problemi della Fondazione occorre lavorare intensamente con la collaborazione di tutti gli interessi istituzionali, ha indicato non solo le criticità, ma ha ipotizzato anche linee d'intervento di carattere risolutivo, e riteniamo che sia preparato e competente.
L’Avv. XY, quindi, non è più ora il Presidente del CdA espresso dal Consiglio comunale di Senigallia, ma è un organo commissariale che risponde alla Regione e che opera nella prospettiva di assicurare una corretta ed efficiente gestione per il necessario riequilibrio finanziario e patrimoniale e per il risanamento della Fondazione per svolgere anche una corretta azione amministrativa.
Da questo punto di vista ritengo che sia necessario respingere la mozione rivendicando la piena aderenza del provvedimento operato da questo organo nel rispetto dei principi che la legge regionale e il codice civile hanno introdotto per la gestione di vicende commissariali come quella che ci occupa.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carancini.

Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. Ho ascoltato con attenzione l'intervento dell’Assessore Castelli, ovviamente dopo gli interventi dei Consiglieri Cesetti e Ciccioli.
Penso che le parole e i contenuti delle espressioni dell’Assessore Castelli possano aiutarci a capire dove ci troviamo in maniera più chiara e soprattutto la linea di galleggiamento che l'Assessore Castelli ha inteso vivere ed attraversare con il suo intervento.
Nella sostanza lui dice che qui non diamo un giudizio di riprovazione nei confronti di chi quella Fondazione ha amministrato, ma si è ritenuto di aderire alle richieste del Consiglio comunale a seguito delle dimissioni.
Assessore Castelli, penso che ci siano due livelli di azione, quello del rispetto della norma, che è anche sostanza, lei sa meglio di me, è un collega, è un avvocato, come da questo punto di vista le fattispecie, a cui ha fatto riferimento il Consigliere Cesetti, sono fattispecie tipiche, cioè condizioni, situazioni, per usare termini non prettamente tecnici, ben individuate per lo scioglimento e lei stesso afferma come la nomina di un commissario mutuata dall’articolo 25 del codice civile sia in realtà una vera e propria interpretazione estensiva.
Qual è la sostanza in questo caso? La Regione Marche ha, secondo la mia opinione, ratificato un'azione politica, un atto politico, che i componenti del CdA e il Consiglio comunale di Senigallia hanno voluto manifestare nei confronti del precedente Consiglio di amministrazione. E’ un atto politico, io non entro nel merito, non conosco e non intendo conoscere in questa sede gli aspetti gestionali a cui ha fatto riferimento il Consigliere Ciccioli, noi qui dobbiamo in maniera rigorosa, Assessore Castelli, prendere atto che siamo fuori dalla fattispecie, dal dovere a cui era tenuta la Giunta regionale la quale a seguito della domanda, della dichiarazione del Consiglio comunale, avrebbe dovuto dire: “Guardate, non ci sono le condizioni per nominare un commissario, nominate un nuovo Consiglio di amministrazione” - adesso dirò cosa probabilmente avrebbe dovuto fare - ma la cosa che testimonia in maniera inequivocabile che è un atto politico è che alla guida commissariale straordinaria c'è il Presidente del Consiglio di amministrazione nominato con la nuova Giunta.
Sulle risibili ragioni a cui fa riferimento quel Consiglio di amministrazione o il Presidente, non ho avuto modo di leggerle, che lei ha richiamato puntualmente, circa il fatto di segnare una discontinuità, anche i polli ridono, Assessore, perché la discontinuità si marca con gli atti. Se io vengo nominato in un Consiglio di amministrazione e se chi mi ha preceduto ha posto in essere atti illegittimi, o illegali, o illeciti, avrei dovuto porre in essere tutte le azioni per continuare nell’amministrazione di quella Fondazione. Cosa si marca? La discontinuità si marca dimettendosi e poi facendosi rinominare percependo un'indennità? Credo che questo avallo da parte della Regione sia un fatto grave. L'Avv. XY o chi per lui, e chi insieme a lui, avrebbe dovuto porre in essere gli atti e qualora fosse accertato che c'erano responsabilità precedenti, segnalarle. Così si fa normalmente qualora ci sono fatti illeciti, se lei dice che non ha un giudizio, che la Giunta non ha voluto dare un giudizio di riprovazione, avrebbe dovuto farlo il Consiglio di amministrazione.
Per quale ragione? Per un fatto politico!

(interventi fuori microfono)

Romano CARANCINI. Se li hanno portati, Consigliere Ciccioli …, chi fa parte del Consiglio di amministrazione amministra e ovviamente pone in essere gli atti che sono necessari a modificare, altrimenti non si dovrebbe più amministrare, la linea amministrativa, gestionale, del conto economico, del patrimonio, di quello che normalmente è una Fondazione. Cosa c'entra la dimissione? E’ evidente come quel Consiglio di amministrazione avesse la necessità di imputare alla precedente amministrazione alcuni fatti, in realtà è un fatto politico che non avrebbe dovuto avere continuità.
C'è un ultimo passaggio che mi piace sottolineare e che vorrei evidenziare, l’Assessore dice: “In realtà noi l’abbiamo nominato perché c'è un profondo dubbio sulle ragioni dell’esistenza stessa della Fondazione, c'è un dovere di sorvegliate, quindi noi nel dubbio vogliamo verificare se il rapporto fra patrimonio e ragioni della Fondazione è ancora sussistente”.
Credo che un Consiglio di amministrazione che abbia la dignità di poter comprendere cosa sta facendo o dove si trovi, è in grado di poter dire se viene meno ed è venuta meno la condizione dell'esistenza stessa della Fondazione. Tra il venir meno della esistenza della Fondazione, quindi del rapporto fra patrimonio e ratio della Fondazione, e le ragioni di mala gestione, evidentemente c'è una distanza. Mi chiedo: è stato in grado di dimostrare che la Fondazione avrebbe rischiato di non essere più in grado di sostenere la ratio della sua stessa esistenza? Perché è stato nominato un commissario se non vi era questa chiara affermazione? Onestamente me lo sarei aspettato da lei, Assessore. Lei avrebbe dovuto dirci - siccome immagino, credo, voglio credere che vi sia stato un atto di controllo del merito – “Guardate, noi abbiamo accertato che la Fondazione Città di Senigallia non aveva più le condizioni per poter stare in piedi, vi era un vulnus irreparabile di quel mantenimento”. Questo lei non l'ha detto, anzi si è ben guardato dall’accusare, tra l'altro, un componente del Consiglio regionale.
Ecco perché dico che una scelta seria avrebbe dovuto permettere alla Giunta di poter dire al Consiglio comunale di nominare un Consiglio di amministrazione per esercitare o affermare in maniera chiara qual è la condizione economica e gestionale.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Mangialardi.

Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Come ha descritto il Consigliere Cesetti, c'era da parte nostra la volontà tutta, tranne che fare polemica, tant’è che abbiamo messo in campo un’operazione molto seria, che ha meravigliato il Consigliere Ciccioli. A me non sorprende che lui abbia sempre un approccio compulsivo e qualche volta superficiale, perché noi abbiamo fatto una interrogazione e vi abbiamo sottoposto questa evidenziando un tema in quanto c’era la necessità di evitare che ci fossero atti illegittimi.
La settimana scorsa sulla stampa il Consigliere Ciccioli ha detto: “Il Consigliere Mangialardi come al solito prende fischi per fiaschi ed ha rinviato, mentre io ho sollecitato formalmente, anche in maniera irrituale”.
Un commissario che scrive ai Consiglieri di non essere in grado di assolvere alla funzione che gli è stata assegnata perché c'è una mozione dell'opposizione che lo paralizza, quindi, dopo un anno non è in grado di dare risposte.
Il Consigliere Ciccioli inoltre ha detto: “Il Consigliere Mangialardi ha voluto rinviare, noi invece … “, ma la mozione è nostra! Ho pensato che il tempo che abbiamo messo a disposizione fosse utile per approfondire.
Ho visto l'enfasi con la quale leggeva un documento, ha detto bene il Consigliere Carancini, un documento di carattere politico perché un Consiglio di amministrazione votato dal Consiglio comunale di Senigallia, rispetto al quale non abbiamo fatto nessun tipo di polemica … Mica abbiamo detto che avevate messo come Presidente della Fondazione Città di Senigallia il 28 febbraio 2021 un candidato delle liste civiche, qui rappresentate in maniera egregia dal Consigliere Rossi, mica abbiamo detto che avevate sostituito un Presidente per dargli 20.000 euro come commissario, vi abbiamo detto solo controllate bene perché quell'atto che leggete con tanta enfasi non è certificato da nessuno, né dal Collegio dei revisori dei conti, né dal Revisore dei conti stesso, da nessuno!
Una serie di elementi, buttati sul piano politico, che sono legittimi, ha fatto bene a mandarli in Procura, tant’è che anche noi in addendum manderemo i nostri atti.
Un Consiglio di amministrazione nuovo che si trova incapace, forse non sapeva nemmeno dove fosse la chiave della Fondazione, che si trova davanti una serie di elementi e li mette a disposizione e il Consigliere Ciccioli li legge come se fossero veri. Qualcuno ha verificato se in quella relazione si dichiara che la Fondazione Città di Senigallia non è in grado di assolvere alle difficoltà di cui sopra perché il patrimonio ammonta a 19 milioni di euro? Quando è stato votato il bilancio precedente erano 40 milioni e qui dite che magari ci potrebbero essere stati dei falsi. No, il Consiglio di amministrazione con a capo il Presidente XY, prima di andar via perché si era dimesso 5 mesi prima, ha votato il consuntivo, andate a vederlo, e riporta il patrimonio a 40 milioni di euro, quindi, in 6 mesi è passato da 40 milioni a 19 e poi miracolosamente è ritornato a 40. Ovvio perché la relazione, qui ha ragione il Consigliere Ciccioli, non l’ha verificata nessuno, sono una serie di elementi compulsivi buttati in mezzo a difficoltà oggettive perché le Fondazioni in questa regione hanno subito le vicende del Covid e non solo.
Qualcuno ha detto che non è stata ancora firmata la convenzione per i 40 posti nelle RSA? No, non lo dice nessuno, sono risorse. Qualcuno dice che non ci sono stati accessi nuovi – attengono tra l’altro alla nuova gestione, non sto dando la colpa a qualcuno – rispetto purtroppo ai fuoriusciti, che quindi la difficoltà oggettiva di mantenere l’attività delle Fondazioni … Avete visto le manifestazioni degli ex Ipab, degli enti gestori, che rimarcavano in tutta la regione questa difficoltà.
Ma mica l’abbiamo buttata così, vi abbiamo messo nelle condizioni di poter approfondire, di poter studiare e voi invece vi sorprendete perché c'è la sottolineatura che avete nominato commissario il Presidente dimissionario, che aveva dichiarato che era nell’impossibilità di gestire, quando aveva, e qui ha ragione l'Assessore Castelli, il Consiglio di amministrazione che aveva votato sempre tutto all'unanimità, anche quelli che erano stati, dal Consiglio comunale di Senigallia, nominati dall'opposizione. Questo era un elemento di grande garanzia, la partita era quella del passato che andava in Procura e quella nuova che doveva attivare un’azione adeguata per risolvere i problemi, ma non è accaduto questo, cosa c'è in mezzo? Non è mai successo in tutta Italia che un Presidente dimissionario, dimesso, sia stato nominato commissario. Verificatelo, mai accaduto.
C’è un piccolo fatto di poco conto, da Presidente prendeva zero euro e da commissario c'è un giusto riconoscimento perché nel frattempo forse è migliorato ed è in grado anche di rispondere in modo adeguato.
Da parte nostra c’era solo la volontà di dare a questa Regione la possibilità di studiare, lo dico per l'Assessore Castelli - oggi rispondendo a logiche della politica non può essere altrimenti - per cui la settimana scorsa abbiamo rinviato, concordandolo insieme, quindi non sono fischi per fiaschi, ma c'era una richiesta presso l'ufficio legale della Regione per verificare se l’atto fosse legittimo. Oggi ci dicono che le verifiche sono state fatte, anche se non abbiamo capito a che livello perché sono state fatte su un documento di carattere politico - qui ha ragione il Consigliere Carancini - e non amministrativo rispetto al quale, ovviamente, come abbiamo già anticipato, chiederemo la votazione per appello nominale. Non è nostra consuetudine, ma siccome ci avete sottolineato che è stato tutto inviato alla Procura e il Sindaco se ne fa anche vanto, noi aggiungiamo, per aiutare e facilitare la lettura dei fatti, anche il percorso che abbiamo descritto in maniera puntuale.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ausili.

Marco AUSILI. Grazie, Presidente. Anch'io come altri Consiglieri mi sono sforzato di interpretare le ragioni che hanno portato il Partito Democratico a presentare una mozione del genere, ma i motivi non sono tecnici, ho sentito cavillare in maniera molto tecnica, ma sono squisitamente politici. L'operazione di creare uno sbarramento argomentativo per evitare che la verità delle cose possa emergere, verità che sta venendo fuori e che qualcuno forse teme possa venire a galla sempre più nei prossimi giorni. Forse la strategia più adatta in casi del genere, come dice qualcuno, era quella di fingersi morti, forse ultimamente qualcuno ci aveva ripensato, infatti la richiesta di rimandare continuamente questa mozione, anche in maniera maldestra, come è accaduto oggi, è arrivata forse un po' troppo tardi, e adesso ci siamo.
La verità emerge, signori miei, con la firma chiara e tonda di tutti i componenti del CdA. Il CdA appena dimessosi firma nella sua interezza, quindi anche con i rappresentati espressione dell'opposizione in questo momento a Senigallia, un comunicato stampa in cui dice chiaramente che: “le nostre dimissioni rappresentano una volontà di mettere un punto fermo di distanza, tra la nostra gestione rispetto a problemi seri che abbiamo acclarato e che potrebbero portare a responsabilità di varia natura”. Questo è uscito sulla stampa, ha firmato nella sua interezza una relazione pesante che lei adesso tenta in qualche modo di sminuire o di revocare in dubbio, quando invece i bilanci consuntivi parlano chiaro, tra il 2017, 2018, 2019 e 2020, che non sono neanche anni di pandemia, come lei invece ha provato a segnalare poc'anzi, la perdita di esercizio è di 4,7 milioni di euro, quindi qualcosa non ha funzionato e non ha funzionato negli anni in cui lei, Consigliere, era Sindaco di quella città.
Avrei gradito che magari tutte le parti politiche si fossero strette nella preoccupazione, che dovrebbe essere comune, di rilevare che qualcosa non ha funzionato e che bisogna correre ai ripari. Un rimedio possibile è quello trovato dalla Regione, la legittimità della scelta della Regione è stata molto ben argomentata tra gli altri dall'Assessore Castelli poc'anzi, quindi non ci rientro, segnala l'opportunità evidente di fare chiarezza con uno strumento più forte, nell'unico tentativo di salvaguardare la Fondazione e con essa gli scopi alti che porta con sé e salvaguardare anche la città di Senigallia, che chiaramente non ha avuto una difesa rilevante negli ultimi anni. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Ho sentito il capogruppo Consigliere Ciccioli, il Consigliere Ausili, più argomentate le considerazioni dell'Assessore Castelli, parlare delle difficoltà della Fondazione, delle questioni inerenti alle passate gestioni, ma noi qui non stiamo discutendo di tutto ciò, noi stiamo discutendo se la delibera di Giunta regionale 169/2022, ai sensi dell'articolo 25 del codice civile, di commissariamento del CdA e della nomina del commissario straordinario, nella persona dell’ex Presidente, sia o meno un atto legittimo e come tale possa essere mantenuto o se è bene revocarlo come chiediamo noi. Questo è il tema in discussione.
Noi riteniamo che questo atto debba essere revocato perché costituisce, ripeto, un precedente grave e pericoloso che d'ora in avanti autorizza le Fondazioni, enti di diritto privato, nate dalla trasformazione delle ex Ipab sulla base di una legge regionale, in momenti di difficoltà a chiedere alla Regione la nomina di un commissario e magari, come immagina il Consigliere Ciccioli, caricare sulla Regione gli oneri di un risanamento.
Questo è il tema di cui noi oggi stiamo discutendo e secondo me non può essere e non ci può essere quella interpretazione estensiva che ci dice l'Assessore Castelli perché il disposto dell'articolo 25 è chiaro, chiarissimo, perché viene rinviato all'articolo 25 dalla legge regionale.
Questo lo voglio dire, ma lo so bene l'Assessore Castelli, però lo voglio dire magari ai tecnici perché è evidente che sotto il profilo tecnico l’Assessore opera e propone una delibera sulla base del documento istruttorio, la differenza è segnata proprio dalla legge regionale n. 5/2008, laddove per le Fondazioni, persone giuridiche private come queste, rinvia all'articolo 25, quello che ho detto prima, con quei limiti. Non è che si può dare un'interpretazione estensiva a fatti tipicizzati dalla norma, questo ce lo insegnano all'università, che dice: “può sciogliere l’amministrazione e nominare un commissario straordinario, qualora gli amministratori non agiscano in conformità dello statuto o dello scopo sociale o della legge”. Non è che non hanno agito in conformità dello statuto, non hanno voluto agire, non hanno ritenuto di agire, hanno pensato nella migliore delle ipotesi di non avere gli strumenti per farlo e si sono dimessi; la partita è finita lì. In base allo statuto, che pure deve essere rispettato perché la Fondazione non è di proprietà di qualcuno, ma è un'entità giuridica. Non è che il Comune di Senigallia può fare quello che vuole, deve procedere alla nomina di un nuovo Consiglio di amministrazione, glielo dice lo Statuto, lo obbliga lo Statuto e non può dire non lo nomino e chiedio a mamma Regione di nominare un Commissario, ma la differenza qual è? E’ tra le Fondazioni di diritto privato e l'articolo 19, che prevede che gli organi delle aziende possono essere rimossi, sentiti i Comuni interessati, in caso di gravi violazioni della normativa vigente o dello statuto, di gravi irregolarità nella gestione, di mancato perseguimento delle finalità statutarie, di gravi inefficienze nell’erogazione delle prestazioni, di impossibilità di funzionamento. Assessore Castelli, questo non è possibile per le Fondazioni, ma per le aziende dei servizi alla persona ed è la stessa legge che segna questa differenza, capogruppo Mangialardi, questa è la differenza di fondo.
Da ultimo, se la finalità fosse quella, ammesso che sia possibile, la delibera dice che appare necessario riportare la situazione nell’ambito di un regolare regime di attività amministrativa finalizzato al risanamento e al rilancio della gestione, per cui si nomina commissario per fare questo chi da Presidente non ha voluto farlo o non ha saputo farlo o riteneva che non ci fossero le condizioni per farlo. Noi nominiamo un commissario straordinario che dovrebbe essere un organo imparziale, che dovrebbe avere una visione non macchiata inevitabilmente da un pregiudizio, che deriva dal giudizio che comunque quell’ex Presidente si è fatto! E oggi noi lo nominiamo commissario? Con quali requisiti e strumenti, ad esempio, di imparzialità rispetto anche all'operato del pregresso? In quel caso il Consiglio di amministrazione, che si era dimesso, ed il Presidente dovevano essere sostituiti dal Consiglio comunale di Senigallia.
Questo è, questo è l'obbligo statutario, non ci può essere impropriamente l'applicazione dell'articolo 19, voi di fatto avete applicato l'articolo 19, anziché l'articolo 20, tanto è vero che – e qui c’è il vizio – la prima richiesta che il Comune di Senigallia inoltra alla Regione Marche la fa ai sensi dell’articolo 19, la Regione, sapendo di non poterlo fare, giustamente, la fa ai sensi dell'articolo 25 del codice civile, dando un'interpretazione, quindi l’articolo 20 della legge regionale, come se fosse il 19, è un gioco delle tre carte che non ci sta, questa delibera è illegittima, revocatela!

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, l’Assessore Castelli.

Guido CASTELLI. Torno per confermare invece quella che non è l’interpretazione, è proprio la convinzione della Giunta regionale rispetto a questa vicenda. Non entrerò nel merito degli addebiti mossi, andiamo oltre, ma rimaniamo in punto giuridico come ha detto giustamente il Consigliere Cesetti.
Agosto 2021, dimissioni del Consiglio di amministrazione, novembre 2021, rifiuto del Consiglio comunale di Senigallia di procedere alla sostituzione, l’organismo deputato alla vigilanza ed al controllo deve decidere cosa fare a fronte della indisponibilità del soggetto istituzionale, tenuto alla nomina del Consiglio, a procedervi. Non siamo nell’ambito del 25, attenzione bene, noi non abbiamo sciolto il Consiglio di amministrazione e nominato un commissario straordinario, noi abbiamo preso atto delle dimissioni, della impossibilità o comunque della indisponibilità dell'organo competente a dare un Consiglio di amministrazione alla Fondazione, quindi nell'esercizio delle funzioni di vigilanza e controllo, che non sono quelle, ripeto, di carattere sanzionatorio a cui fa riferimento l’articolo 25, ma in una nozione estensiva, non frutto di analogia, ma di buon senso, perché se un soggetto come l'organo di governo, tenuto alla vigilanza ed al controllo, omette di intervenire rispetto alla assenza di una guida amministrativa, cosa dovremmo fare?
Noi da questo punto di vista abbiamo esercitato un'attività doverosa per dare continuità all'organismo giuridico, per consentire che non fosse disallineato radicalmente il patrimonio dallo scopo e per poter intervenire operosamente rispetto anche a quello che era stato evidenziato, questa è la ragione per la quale abbiamo fatto il commissariamento, non di natura sanzionatoria, ma prendendo atto della necessità di garantire continuità giuridica all'organismo di amministrazione.
La seconda questione a cui fa riferimento il gruppo del PD è la scelta specifica del nominativo del commissario e questa è un’altra vicenda che è una questione connessa alla valutazione ed all’apprezzamento delle qualità personali di quel soggetto, ma nulla impediva ed impedisce all’Avv. XY di esercitare quel ruolo proprio perché la nomina del commissario prescinde da una analisi di contestazione o comunque di giudizio di riprovazione nei confronti della sua vicenda di Presidente del Consiglio di amministrazione, anzi dobbiamo dire che abbiamo ricevuto la lettera di 30 dipendenti della Fondazione che auspicavano che questo accadesse.
Detto questo, credo che sia giusto evidenziare come anche lo stesso Partito Democratico non abbia chiesto l'annullamento dell’atto, ha chiesto la revoca della designazione, ci ha invitato ad un supplemento di valutazione circa l'adeguatezza, presumo, del soggetto chiamato a rivestire la carica di commissario. Noi confermiamo che quella adeguatezza di tipo personale e professionale ci sembra perfettamente sussistente, quindi abbiamo esercitato una funzione che non credo si allontani, anzi ne sono certo, da quello che la legge prevede in questi casi.
Vigilanza e controllo, ripeto, nelle Fondazioni vuol dire garantire che possano funzionare e non discostarsi dalle ragioni che hanno originato inizialmente la destinazione del patrimonio a quello scopo. Quindi, da questo punto di vista confermo che non vi è una scelta politica. Cosa avrebbe dovuto fare la Regione di fronte a mesi e mesi di assenza del Consiglio di amministrazione? Commissariare il Sindaco di Senigallia? Comunico urbi et orbis che fra i poteri della Regione non vi è quello di sostituirsi ad un atto di competenza del Consiglio di amministrazione, quindi da questo punto di vista, per assicurare la nostra funzione di controllo, l’unica strada, e correttamente l’abbiamo imboccata, è stata quella di nominare un Consiglio di amministrazione per ovviare alla stasi. E’ evidente che nel momento in cui dovessero cambiare le condizioni potremmo rivalutare, come sempre accade in questi casi, la funzione e la durata del mandato commissariale assegnato comunque all’Avv. XY.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Mi ha delegato il mio capogruppo. Dico all’Assessore Castelli che noi fin dall’interrogazione che abbiamo presentato il 23 dicembre 2021 interrogavamo il Presidente della Giunta e l'Assessore competente per sapere, tra l'altro, se non ritenevano di invitare con urgenza il Sindaco del Consiglio comunale di Senigallia di procedere alla nomina di un Consiglio di Amministrazione della Fondazione Città di Senigallia, perché non poteva sottrarsi, non doveva sottrarsi dal nominare un Consiglio di amministrazione. Aggiungo che se del caso - questa mi è venuta adesso, Assessore, perché lei ha detto che se si nomina il Consiglio di amministrazione e quello si dimettono, che succede? – un commissario lo doveva nominare il Comune, non poteva chiedere l'intervento della Regione, tant’è che l’ha chiesto ai sensi dell’articolo 19 della legge regionale. Ma l’articolo 19 non si applica alla Fondazione Città di Senigallia perché riguarda soltanto le aziende pubbliche dei servizi alle persone, ed è un controllo, questo sì, diverso, l’ho detto poc'anzi, perché attraverso questo controllo gli organi possono essere sentiti, rimossi, sentiti i Comuni interessati, le aziende pubbliche, ma non esiste, non è scritto da nessuna parte che, ai sensi dell'articolo 20, si può rimuovere un Consiglio di amministrazione o si può commissariare su richiesta del Comune. Non lo dice neanche l’articolo 19 tra l'altro, che dice “sentiti”, quindi quella è un'iniziativa regionale che rimuove gli organi delle aziende per fatti tipicizzati dalla legge regionale.
Invece la Regione può intervenire in questo senso qualora, come ci dice il codice civile, gli amministratori non agiscano in conformità dello statuto o dello scopo della Fondazione o della legge. Se non agiscono in conformità dello statuto, dello scopo della Fondazione o della legge il Comune che li ha nominati non gli dice nulla? La Regione commissaria, certo, perché questa è garanzia, invece l'articolo 19 dice “sentiti i Comuni”, qui non deve neanche sentirli, ma lo fa di sua iniziativa, non è il contrario, questo è il tema. Ripeto, il Presidente è un collega, ci mancherebbe altro, tra l’altro so che è abbastanza preparato, ma qui non si tratta della persona, il tema è il principio perché qui è sbagliata la nomina, la Regione Marche doveva invitare, come abbiamo chiesto noi fin dal primo momento, il Comune di Senigallia a nominare un nuovo Consiglio di amministrazione …

(interventi fuori microfono)

Fabrizio CESETTI. … se si fosse perpetuata, ma noi non lo sappiamo, perché può darsi che ci sarebbe stato un CdA che aveva il coraggio e la determinazione per farlo, lo poteva fare, poteva anche risanare la Fondazione perchè si possono anche alienare i beni ed in questo caso quel bene, ad esempio, di cui ha detto il Consigliere Ciccioli, poteva tranquillamente essere alienato, andava comunicato alla Regione e quindi si vendeva.
Qualora anche il prossimo si fosse dimesso, l’ho detto prima, secondo me il commissario lo doveva nominare il Comune. Vero, Consigliere Carancini? Lei ha fatto il Sindaco di una città capoluogo e che fa il Presidente della Fondazione lo nomina la Regione? La Regione lo deve fare e lo può fare di sua iniziativa quando si verificano quei fatti di cui all’articolo 25, mentre nelle altre ipotesi è: “sentito il Comune” allora sì, questa è la differenza!
Noi perché facciamo questo, veramente ci interessa qualcosa? Tra l’altro con l'Assessore Castelli ne abbiamo parlato molto tranquillamente nell'interesse generale fuori, nel corridoio, per spiegare questa cosa perché da parte nostra non c'è nessuna polemica politica, assolutamente, da parte del gruppo PD. Questo è il punto, per non stabilire un precedente, che poi la nomina, questo sì, dell’ex Presidente come commissario, stride. In questo caso perché l'Avv. XY ritiene di poter fare da commissario straordinario quello che non ha voluto fare o non ha saputo fare da Presidente del Consiglio di amministrazione? Forse perché, e ci sta anche questo motivo, da commissario prende una discreta indennità? Ci può anche stare, ma poteva chiederla tranquillamente come Presidente al Comune di Senigallia, dicendo che dovendo espletare quel compito aveva bisogno di una indennità. Questo è il tema. Quindi vi invito ancora una volta a revocare questo atto. Al di là del voto, noi voteremo a favore e mi scuso con il Consigliere Putzu se ho preso qualche secondo in più ma, ripeto, è sempre per il bene della causa.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Noi voteremo convintamente contro la mozione del Partito Democratico, primo firmatario il Consigliere Mangialardi, per un problema giuridico che è stato ampiamente illustrato dall’Assessore Castelli.
Giuridicamente la nomina del commissario è perfetta, non c'è possibilità di ricorrere al Tar, tanto è vero che, giustamente l’ha ricordato l’Assessore Castelli, si chiede la revoca, che è cosa diversa, ma quello che conta, a mio parere, non è tanto l'aspetto se era opportuno nominare un Commissario, oppure era meglio procedere in un altro modo, è che se il Consiglio di amministrazione si è dimesso tutto insieme, compreso il rappresentante nominato dal PD, significa che al suo interno si era formata una convinzione solida, non così. Il rappresentante dell'opposizione nominato dal PD si è dimesso insieme agli altri membri, già questa è una cartina tornasole.
Qui abbiamo la Fondazione che negli ultimi due anni ha avuto perdite per oltre 4 milioni di euro, accresciute, bilanci in passivo, ha fatto delle operazioni sciagurate dal punto di vista dell'utilizzo, come l’acquisto del museo comunale d'arte per 1.395.000 euro all’asta, che è rimasto sfitto, è stata comprata una cosa inservibile e data in comodato d'uso a titolo gratuito al Comune di Senigallia, che poi non l’ha saputa utilizzare, magari avrebbe potuto investire attraverso altre cose, ma è rimasto lì, si è fatto carico di una spesa impropria e negli ultimi 5 anni ha fatto 64 delibere non pubblicate e non rese pubbliche. Nella trasparenza le delibere si fanno, poi uno può criticarle, non criticarle, però si pubblicano, in questo caso tutte clandestine.
Passiamo al Collegio dei Revisori dei Conti, che non è stato messo in condizione di fare la regolare revisione dei conti, che è la cosa a cui è destinato, ed è stato ostacolato nella sua funzione di verifica. E’ il soggetto esterno ed estraneo all’ente che deve fare i controlli, quindi si è proceduto in totale mancanza di controlli, a malapena si è riusciti a reggere nel fare i presidi socio-sanitari ai quali la Fondazione è destinata.
Credo che ci sia una materia molto forte per procedere ad una bonifica, le bonifiche si fanno quando le cose sono malmesse, e questo è.
Non scendo, ma potrei farlo, sugli incarichi di consulenza interni ed esterni, incarichi onerosi che senza adottare regolamenti, criteri, rotazione sono stati dati a quelli, anche questo a mio parere … Vogliamo dire che sono operazioni disinvolte? Sono operazioni disinvolte, nessuna paura a dirlo. Assunzioni in presenza di uno sbilancio, con perdite di oltre 4 milioni vengono assunti cinque dipendenti a tempo indeterminato, più altri a tempo determinato, non vengono accantonate le risorse per un contenzioso con la Società Autostrade che dovrà essere restituito - c'è un contenzioso, succede per carità di Dio – ed essendo probabile una sconfitta in giudizio uno deve accantonare i fondi. E’ tutto un disastro, le cui responsabilità sono degli amministratori e saranno poi verificate dal magistrato che ha in corso un’indagine. Nessuna colpa fino a maggiori atti, però ci sono tutti elementi per dire una cattiva gestione, sconsiderata dal punto di vista economico, dal punto di vista formale, dal punto di vista dei percorsi amministrativi, eccetera.
Secondo me forse questa situazione andava aggredita anche con più energia, però siamo un’istituzione, dobbiamo avere bon ton e via di seguito. Tutto sommato l’Assessore Castelli e la Giunta si sono limitati a questo, a commissariare, mi sembra che sia più che giustificato, per questo il nostro voto è contrario alla revoca.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Mangialardi.

Maurizio MANGIALARDI. Solo per chiedere il voto per appello nominale.

PRESIDENTE. Mozione n. 235. La pongo in votazione per appello nominale chiesto dal capogruppo Mangialardi.
Favorevoli: Biancani, Bora, Carancini, Casini, Cesetti, Mangialardi, Mastrovincenzo, Santarelli.
Contrari: Antonini, Assenti, Ausili, Baiocchi, Borroni, Cancellieri, Ciccioli, Leonardi, Marinangeli, Putzu.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

La seduta è tolta.

La seduta è terminata alle ore 14,45