Resoconto della seduta n.76 del 19/09/2017
SEDUTA N. 76 DEL 19 SETTEMBRE 2017

La seduta inizia alle ore 10,25

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Colleghi buona giornata, dichiaro aperta la seduta n. 76 del 19 settembre 2017.
Do per letto il processo verbale della seduta n. 75 del 12 settembre, il quale, ove non vi siano obiezioni, si intende approvato ai sensi del comma 4 dell’articolo 53 del Regolamento Interno.
Richiamo, inoltre, ai sensi del comma 5 dello stesso articolo, l'attenzione di tutti i Consiglieri sulle comunicazioni distribuite, con cui porto a conoscenza dell'Assemblea quanto espressamente previsto dal Regolamento interno.

Commemorazione Luigi Cristini

PRESIDENTE. Si è spento ieri a San Severino Marche l’arch. Luigi Cristini, Consigliere regionale della Democrazia Cristiana dall’83 all’85, fondatore del Gruppo Marche studi di architettura e centro di cultura, fautore di moltissime opere in tutta la regione, consulente dell’Ufficio Programma della Regione Marche per la redazione dello schema di sviluppo territoriale negli anni 1972/1977 e membro del Comitato urbanistico regionale e provinciale per il territorio. Presidente nazionale di Federarchitetti. Ricoprì numerosi incarichi all’interno della Democrazia Cristiana negli organismi provinciali e regionali del partito.
Lascia la moglie Virginia ed il figlio Luca a cui vanno le condoglianze dell’Assemblea legislativa.
Propongo un minuto di silenzio in ricordo del Consigliere.

(L’Assemblea legislativa osserva un minuto di silenzio)

Comunicazioni ai sensi dell'articolo 55, comma 4, del R.I.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Malaigia.

Marzia MALAIGIA. Grazie Presidente. E’ bene ricordare le persone che ci hanno lasciati, questo senz’altro, perché hanno tracciato un po' la strada che stiamo percorrendo, ma è anche giusto dare il benvenuto ai nuovi nati, in particolare faccio gli auguri da parte di tutto il Consiglio all’Assessore Manuela Bora, quindi alla mamma ed al papà, per il nuovo arrivo del piccolo Alessandro.
La nascita di un bambino è la spinta che dovrebbe farci pensare in termini di progettazione in senso positivo e in senso di interesse ai nuovi cittadini che verranno. Deve essere quello che ci dà la voglia di fare e di andare avanti nel nostro lavoro. Grazie.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Grazie a lei ed auguri all’Assessore Bora.
Prima di iniziare ricordo quanto deciso dalla Conferenza dei capigruppo: sarà rinviata l’interrogazione n. 360 per l’assenza giustificata dell’Assessore Pieroni e sarà rinviato il punto 3 alla prossima seduta, quindi le mozioni e le interrogazioni del gruppo del Movimento 5 Stelle, su richiesta del gruppo stesso.
Come concordato risponderà per primo alle interrogazioni di sua competenza il Presidente Ceriscioli che dovrà lasciare l’Aula per un impegno a Roma, finite le interrogazioni a cui risponderà il Presidente Ceriscioli riprenderemo secondo l’ordine prefissato.

Interrogazione n. 490 - a risposta immediata
ad iniziativa del Consigliere Giancarli
"Messa in sicurezza urgente dell’opera “Madonna con Bambino, San Giovanni di Dio e l’angelo Raffaele” presso la chiesa di Santa Lucia, sita in Corso Matteotti a Jesi"
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 490 - a risposta immediata - del Consigliere Giancarli.
Ha la parola, per la risposta, il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. E’ stata interpellata l’Asur circa la richiesta, a loro non risultava il problema, quindi di fatto si sono attivati a seguito della richiesta stessa. Hanno interpellato anche il Servizio beni culturali della Regione e la Sovrintendenza per poter fare tutte le valutazioni del caso, quindi si impegnano a dare corso alla stessa. Oggi non sono in grado ovviamente di entrare nel merito.
E’ chiaro che attraverso questa attivazione se ci dovesse essere la necessità diventerà efficace la richiesta fatta dal Consigliere.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Presidente, la ringrazio. Credo che sia importante il fatto che, su sua sollecitazione, ci sia stata l'attivazione dell’Asur.
Voglio soltanto ricollegarmi ad una interrogazione precedente in cui, rispetto ad una posizione dell’Area vasta 2 dell’Asur, la Giunta regionale, quindi lei Presidente, suggeriva all’Asur ed all’Area vasta di trovare una soluzione rispetto ai locali che da tempo sono utilizzati dall’oratorio di Santa Lucia.
Le due cose sono abbastanza legate e credo che oggi prioritaria sia la messa in sicurezza dell’opera, ma quello che lei ha detto sta a dimostrare l’attenzione e la sensibilità rispetto ai beni culturali della nostra regione. Grazie.

Interrogazione n. 380
ad iniziativa del Consigliere Celani
“Corso di formazione per l’abilitazione all’esercizio della professione di maestro di sci. Prova dimostrativa attitudinale pratica di ‘preselezione’ per l’ammissione al corso tenutasi a Madonna di Campiglio nei giorni 5/8 marzo u.s.”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 380 del Consigliere Celani.
Ha la parola, per la risposta, il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. Grazie Presidente. L’interrogazione chiede circa la scelta del luogo dove fare le 90 ore di attività per il corso di maestri di sci.
Per norma regionale ed aspetti nazionali a scegliere di fatto l’idoneità dell’impianto è il Collegio dei Maestri di sci delle Marche che, interpellati, rispondono di aver prima valutato attentamente tutti gli impianti marchigiani, sono quindi partiti da una valutazione degli impianti marchigiani per vedere se avessero le condizioni per poter tenere il corso. E' stata fatta un'analisi uno ad uno di tutti gli impianti presenti e disponibili nelle Marche, verificato, ognuno per ragioni diverse, che non corrispondevano alle necessità del corso, hanno valutato anche i vicini campi dell’Abruzzo per poi alla fine orientarsi su una scelta diversa, non riscontrando anche in questo caso tutti gli elementi necessari per poter garantire lo svolgimento del corso.
Quindi ai due punti dell’interrogazione nei quali si chiedeva se fosse stato fatto un esame da parte dei soggetti preposti dei campi da sci marchigiani, la risposta è si. Alla domanda se avessero guardato in Abruzzo, la risposta è si, per cui si sono orientati fuori.
Il Collegio dei maestri di sci delle Marche ci teneva a far sapere che gran parte del corso si è svolto nelle Marche, solo le attività esterne sono state fatte nella località sciistica prescelta.
Sul primo punto: come mai abbiamo scelto Madonna di Campiglio? Io non ho un'analisi, però è evidente che a noi interessa, immagino, sapere perché non abbiano scelto impianti marchigiani, ma ne abbiano scelto degli altri? L'hanno fatto rispetto a loro esigenze.
Comunque l’attività è stata svolta, sono loro competenti ed hanno dato una indicazione per ogni campo, io lascerei, se il Consigliere è disponibile, anche il testo dove c’è una analisi più puntuale rispetto al lavoro che hanno fatto sui vari impianti.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Grazie Presidente. Certo che dobbiamo contestualizzare questa interrogazione, siamo ormai a distanza di sette mesi, quindi si fa fatica a parlare di questo argomento. Preciso che su questo argomento era stata presentata anche un’interrogazione per quanto riguarda i luoghi del maceratese, la Vicepresidente Malaigia l’aveva concordata con me, poi abbiamo deciso di trattarla in un’unica situazione.
Non posso ritenermi soddisfatto per il semplice fatto, Presidente, che molti addetti ai lavori sostengono esattamente il contrario per quanto riguarda la disponibilità di questi luoghi, quindi ora lei mi consegnerà questo scritto, lo verificheremo con le strutture dell’Assessorato, perché credo che abbiano il diritto/dovere di controllare quello che dicono i maestri di sci.
Il disagio per i nostri ragazzi è stato fortissimo, per i futuri maestri di sci, perché si sono dovuti trasferire a Madonna di Campiglio. Capisce che in un periodo molto particolare, che è quello del terremoto il bando è stato aperto ed a fine febbraio la data è stata prorogata, quando di neve ce n’era tantissima e gli impianti funzionavano, era anche un segnale da dare, anche con uno sforzo, magari qualcosa non era perfettamente agibile, però era un segnale per le nostre stazioni invernali per dire: “Ci siamo, lavoriamo, venite, questo anno la stagione la salviamo”.
Questo mi interessava, un discorso prettamente politico, non tecnico come sostengono i maestri di sci.
Questo non è stato fatto, adesso vedrò, poi magari ci confronteremo anche con il Consiglio dei maestri di sci perché le scelte vanno fatte non soltanto tecnicamente, ma vanno anche fatte considerando le ragioni politiche nell’interesse dei territori e questa volta si è persa una grande occasione, con un disagio.
Tra l’altro devo dire che, ma questo probabilmente non attiene all’interrogazione, i nostri marchigiani maestri di sci sono stati trattati non proprio bene, credo che il tasso di bocciatura sia stato pari al 99%, non si capisce nemmeno questo risultato, non credo non siano validi, li vediamo sui nostri campi, fanno assistenza, sono bravissimi, però sono andati a Madonna di Campiglio e li hanno bocciano tutti, e questo non mi sembra nemmeno una cosa plausibile, quindi è da verificare.
Comunque tornerò sull’argomento dopo aver preso copia dello scritto dell’ufficio. Grazie.

Interrogazione n. 398
ad iniziativa dei Consiglieri Marcozzi, Celani
“Riordino centrali operative 118”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 398 dei Consiglieri Marcozzi, Celani.
Ha la parola, per la risposta, il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. Anche questa mattina devo dire che la stampa non fa un gran servizio perché parla di nuovo del numero unico, che è il 112 e non il 118.
Ad oggi il 118 rimane nella rete come previsto, può anche cambiare sede, faccio l’esempio dell’Area vasta 1 che conosco perché ha una sede non idonea e vogliono spostarlo in altro luogo, ma sempre all’interno dell’Area vasta, a distanza di qualche chilometro da dove è oggi, quindi termini organizzativi più puntuali.
Il numero unico è il 112, c’è un impegno a livello europeo di tutti i Paesi di fare un unico numero per l’emergenza. L’obiettivo è che un cittadino in qualunque posto in Europa facendo il 112 trova una assistenza rispetto all’emergenza che può avere, può essere un’emergenza legata alla salute, al rischio incendi, ad allagamenti, quello che normalmente facciamo chiamando oggi il 118, il 112, il 113, il 115, i vari numeri di emergenza.
Il numero unico in alcune regioni è già stato attivato, in altre ancora no, E’ una cosa molto interessante, abbiamo potuto vedere gli operatori all’opera, devo dire che sono molto veloci, molto efficaci, coprono una parte di attività che comunque sarebbe stata coperta dalla fase successiva. Crea una vera rete perché gli altri numeri non scompaiono, rimangono tutti, il 112 indirizza la telefonata verso il servizio opportuno, ma le altre centrali operative restano, altrimenti a chi gira la chiamata?
Quindi non è un sostituto degli altri, ma fa da filtro perché il 50% ad esempio delle chiamate sono inappropriate, non è il livello dei pronto soccorso dove risulta l’80% ma qui il 50% delle chiamate sono inappropriate e loro questo 50% lo filtrano, non arriva neanche nelle centrali dove la singola emergenza deve essere gestita mentre le altre vanno.
Ho notato stando nella centrale del 112 che è molto veloce, un po’ meno solerti le altre centrali, ma parliamo di secondi, l’ordine di grandezza è quello, ed è molto interessante vedere come funziona il 112 perché individua la persona e dov’è.
Chi riceve la telefonata a schermo ha già la persona e sa dov’è, quindi non deve chiedere di nuovo “dove sei, chi sei”, ma va direttamente al tema sapendo già che è una questione che lo riguarda perché è stato filtrato rispetto a chi non c’entrava niente o chi chiamava magari con necessità rispetto ad un altro corpo di polizia.
Quindi è questo l’elemento nuovo ed aggiuntivo, sennò sostituiva quello che c’è. Tutta l'interrogazione è improntata in base ai titoli di oggi: “Uscito il bando per la centrale unica 118” che non è, è un errore del titolista dei giornali.
Rispetto ai punti specifici dell’interrogazione dovrei rispondere: no, no, a questa non si può rispondere perché non è prevista prima, e no all’ultima.
Risposte molto semplici, ma lo capisco, perché anche oggi c’è un titolo fuorviante. Le motivazioni dell’interrogante ci sono tutte, la risposta è semplice: si sta lavorando per il 112 che è un obbligo.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. In base alla sua risposta, Presidente, possiamo dire che le centrali operative del 118 non verranno accorpate. Bene. Noi comunque verificheremo in seguito se sarà così e se ci saranno dei disagi. Quello che ha detto va bene, però lo verificheremo. Grazie.

Interrogazione n. 416
ad iniziativa della Consigliera Pergolesi
“Misure e interventi finalizzati alla sicurezza dei pazienti e al rischio clinico e sanzione dell’infermiere dell’Azienda ospedaliera ospedali riuniti”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 416 della Consigliera Pergolesi.
Ha la parola, per la risposta, il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. Punto 1), non si esprime una posizione in merito al dipendente; l’azienda ha riferito che il turno di servizio è stato predisposto in ottemperanza alle disposizioni aziendali e nel rispetto del contratto di lavoro in tema di pronta disponibilità e dei periodi di riposo tra turni, secondo la normativa in materia di orario di lavoro.
In riferimento ai punti 2) e 4), si evidenzia che con la deliberazione n. 1193 del 6 ottobre 2016 la Giunta regionale ha approvato il piano di fabbisogno triennale del personale ed il piano occupazionale 2016; con delibera n. 330 del 3 aprile 2017 la stessa ha approvato il piano di fabbisogno triennale 2017/2019 e il piano occupazionale 2017, tali provvedimenti prevedono assunzioni specifiche per il rispetto della normativa in materia di orario di lavoro.
Relativamente all’organizzazione del blocco operatorio l’Azienda ha assunto personale infermieristico con Determina n. 460 del 16 settembre 2015 e con Determina n. 307 del 25 maggio 2016, passando da 88 unità in servizio nel mese di settembre 2015 a 99 unità.
Il turno di servizio del personale del blocco operatorio, dopo confronto con organizzazioni sindacali e Rsu in data 9 settembre 2016, è stato attivato dall'1 ottobre 2016.
In riferimento al punto 3 dell’interrogazione è emerso che l’azione disciplinare è stata avviata dal superiore gerarchico, titolare del potere disciplinare e si è conclusa. Non rientra nelle competenze della Giunta regionale assumere provvedimenti nei confronti dei dipendenti dell’azienda.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. Più o meno sembra l’interrogazione dell’altra volta, ma non è come quella dell’altra volta.
Semplicemente nulla è cambiato nella programmazione, nessuno si è preso la briga di contattare a distanza di quasi un mese dall’incontro che c’è stato con l’Ispettorato nazionale del lavoro per quanto concerne l’accordo tra le parti sindacali e la Regione per risolvere le criticità evidenziate da più parti.
Ricordo, Presidente Ceriscioli, che sono previste non solo delle disposizioni e dei procedimenti disciplinari anche nei confronti dei dirigenti, ma eventuali sanzioni possono scattare da parte della Giunta per le aziende. Sarebbe più opportuno non penalizzare i lavoratori che comunque, sempre al di sopra delle loro forze, riescono a sopperire alle carenze amministrative di questa Giunta.
Mi auguro che quanto prima, visto che la scadenza che ha dato l’Ispettorato del lavoro è novembre 2017, ci sia questo incontro, che la Regione convochi le parti sindacali e si risolva definitivamente questa problematica. Grazie.

Interrogazione n. 452
ad iniziativa del Consigliere Bisonni
“Mancato rimborso alle associazioni di volontariato dell’Area vasta 3 per il trasporto sanitario relativo agli anni 2015/2016”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 452 del Consigliere Bisonni.
Ha la parola, per la risposta, il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. Grazie Presidente. Punto 1), l’Area vasta 3 ha definito i budget per l’anno 2015 e 2016 per le tre tipologie dei trasporti sanitari (emergenza, prevalentemente sanitari e non prevalentemente sanitari), ha sottoscritto le convenzioni con le 18 Associazioni operanti nel territorio e corrisposto gli acconti pari al 90% del budget assegnato. Il saldo del budget assegnato, quindi il 10% rimanente, verrà rimborsato, come riporta la determina n. 900/2014, in seguito alla presentazione di idonei documenti di addebito debitamente quietanzati a dimostrazione dei costi effettivamente sostenuti, tenendo conto dei criteri di rimborso massimo. Quindi il 90% è già stato anticipato, il 10% attende il rendiconto.
Punto 2), la suddetta Determina precisa “di stabilire che i criteri di rimborso saranno comunque oggetto di monitoraggio e riconsiderazione alla luce di quanto dovesse emergere da ulteriore confronto con le Associazioni interessate e dalla applicazione pratica nella fase di rendicontazione delle spese effettivamente sostenute”. Specifiche modalità per la risoluzione delle criticità relative al mancato saldo del budget assegnato, sono state discusse nella Conferenza provinciale dei trasporti il 3 ottobre 2016, a cui hanno partecipato tutti i rappresentanti delle organizzazioni regionali (Anpas, Cri).

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Grazie Presidente. Voglio far notare solo una cosa, da quello che mi risulta, Presidente, la invito magari a verificare, perché può sembrare una problematica di minore importanza ma, dal mio punto di vista e credo anche dal suo, è molto importante, alcune Associazioni, le più piccoline ovviamente, proprio per il ritardo di quel 10% che manca, che a me dicono essere già tutto rendicontato a dovere, sono in forte difficoltà, soprattutto quelle delle zone montane, addirittura in alcuni casi sono dovute ricorrere alla vendita delle ambulanze per avere un po’ di liquidità. Sembrerebbe, dalle informazioni che ho io, che la Regione ritardi questi pagamenti e non si capisce il perché.
E' chiaro che se si va in questa direzione - con tutti i problemi causati dal terremoto sono calati anche i servizi, c’è stato uno spopolamento oggettivo, adesso aspettiamo che le persone rientrino e speriamo che lo facciano nel più breve tempo possibile - queste Associazioni oggettivamente, ripeto le più piccoline, sono in difficoltà.
Quindi Presidente la ringrazio per la risposta, la inviterei però, con la sua serietà, a verificare questa cosa ed eventualmente a sollecitare questi pagamenti. Grazie.

Interrogazione n. 468
ad iniziativa della Consigliera Leonardi
“Determina Area vasta 3 n. 467/17 - Si torna a parlare di ‘riconversione del PPI in PAT’ con avviso di procedura di mobilità interna a dispetto del voto dell’Assemblea legislativa”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 468 della Consigliera Leonardi.
Ha la parola, per la risposta, il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. Il Direttore di Area vasta ha dichiarato di essere a conoscenza della volontà espressa dall’Assemblea legislativa in data 30 maggio 2017, tanto che nell’incontro del 5 settembre scorso con la Presidente ed altri rappresentanti del Comitato difesa dei cittadini dell’Ospedale di Recanati ha ribadito che la Direzione dell’Area vasta 3, d’intesa con la Regione, manterrà in essere l’attività del punto di primo intervento di Recanati, come ad oggi organizzata.
E' stata ribadita questa volontà anche di fronte agli stessi Comitati e adesso in questa Aula la leggo così come espressa.
Il Direttore di area vasta ha assicurato, come già evidenziato nell’incontro, che la procedura di mobilità interna conclusasi in data 12 agosto 2017 non pregiudicherà in alcun modo l’attuale organizzazione dei punti di primo intervento.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Questa interrogazione nasceva nel momento in cui era emersa questa procedura di mobilità legata a presunti esuberi relativi alla riconversione del punto di primo intervento in Pat.
Essendo una procedura scaduta il 12 agosto, la preoccupazione richiamata, non solo dai lavoratori, ma anche dalle sigle sindacali e giustamente dai Comitati, come lei ha citato, era quella che una procedura fatta in questo modo, d’urgenza - c'è un’espressione del Consiglio regionale che stabiliva che quel punto di primo intervento restava tale ancora per un po’ - desse una accelerata essendo una mobilità legata all'esubero di quel personale.
Quindi per il momento la ringrazio della risposta e resteremo ovviamente a vigilare sulle difficoltà del Santa Lucia di Recanati.

Interrogazione n. 488 - a risposta immediata
ad iniziativa del Consigliere Busilacchi
"Volo Ancona-Roma"
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 488 - a risposta immediata - del Consigliere Busilacchi.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Casini.

Anna CASINI. Grazie Presidente. Premesso che ci sono dei temi sui quali sarebbe opportuno lasciar lavorare chi deve lavorare con competenza e con particolari incarichi, tutti sapevamo, non era una cosa non nota, il problema Alitalia. Era una cosa nota a quasi tutti i Consiglieri ed alla Giunta che c’erano problemi sulla tratta Ancona-Roma.
Nel frattempo ovviamente Aerdorica si stava muovendo. Sottolinearlo sui giornali, sui media e farne oggetto di dibattito, quando è una cosa tecnica che chi deve fare sta facendo, non credo che giovi assolutamente né ai cittadini, né ad Aerdorica, né all’aeroporto e neppure a chi, secondo me, ne parla, forse per un po’ di visibilità. Questo lo dico con grande rammarico perché forse dovremmo essere tutti un po’ più responsabili e magari affrontare questi temi personalmente, nei luoghi deputati. C’è una Commissione, c’è una Commissione di inchiesta, c’è un Assessore che ha le porte aperte, c’è Aerdorica che riceve tutti i Consiglieri per qualunque tipo di notizia, invece si crea panico perché “si perde il volo per Ancona”.
Tutti sapete che Aerdorica sta facendo un lavoro virtuoso, noi abbiamo fatto un lavoro virtuoso per salvare la società e quindi l’aeroporto, stiamo facendo dei grandi lavori risanando periodi che sicuramente non sono stati felici, ed uso un eufemismo.
Credo che il senso di responsabilità dovrebbe essere orizzontale e tutti dovremmo assumercene un po’.
Comunque non ho nessun problema a rispondere all’interrogazione, anche perché i giornali ne sono pieni, quindi non è neanche una cosa che credo interessi.
Nella nuova programmazione della compagnia aerea Alitalia non compare più dal mese di novembre 2017 la tratta Ancona-Roma con le sei percorrenze giornaliere, tre andata e tre ritorno.
L'Aerdorica avendo preso atto delle difficoltà tecniche ed economiche della società Alitalia - che tutti noi conosciamo, non è che di questa cosa Aerdorica se ne è accorta quando si è deciso di togliere i voli, ma l’aveva già intuito, perché tutti abbiamo avuto un minimo di intuizione - e quindi della possibilità del taglio di tale tratta ha contattato da diversi mesi alcune compagnie aeree al fine di sostituire Alitalia. Quindi giova poco che sui giornali queste cose appaiono, anche per le trattative che Aerdorica verosimilmente sta facendo con altre compagnie aeree.
Tuttavia vista l'inaspettata accelerazione, il nuovo contratto è stato sottoscritto solamente lo scorso 1 giugno 2017 con durata sino al 31 maggio 2018, ed ha portato la Società a fissare entro il mese di settembre gli ulteriori incontri in programma con le diverse compagnie aeree, sia italiane che straniere, al fine di valutare gli eventuali nuovi scenari.
Inoltre considerata l'alta redditività della rotta Alitalia su Roma, con un utile di euro 700.000, la ricerca potrà indirizzarsi anche a compagnie non low cost.
Si evidenzia infine che prevedendo nel Piano industriale 2018/2022 una maggiore flessibilità per riduzione degli orari di lavoro, compatibili con il necessario assorbimento, potrà essere comunque sostenibile.
Ribadisco che, essendo stata una risposta molto sintetica e forse non chiaramente comprensibile, Aerdorica sta lavorando ed avendo anche un budget che è l’utile di 700.000 euro può parlare non soltanto con compagnie low cost, ma anche con compagnie non low cost.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Grazie Presidente. Assessore, sono un po’ rammaricato perché i Consiglieri hanno ed il Consiglio regionale ha anche un ruolo ispettivo. Se non possiamo esercitarlo, bisogna anche capire, oltre a fare le leggi, che cosa ci stiamo a fare? Del resto la storia del nostro Paese ci insegna che avere un appoggio dell’opinione pubblica, anche facendo uscire nelle sedi opportune e nella stampa le questioni, può aiutare le trattative, e questo penso che sia l’auspicio di tutti quanti noi. Credo che possa essere utile per l’azione, che io auspico, che la Giunta possa mettere in campo nei confronti di Alitalia, magari insieme al Governo. Del resto esistono anche interrogazioni di parlamentari del Partito Democratico esattamente molto simili alla mia nei confronti del Governo, quindi l’auspicio di tutti noi è che la Giunta regionale insieme al Governo possa mettere in campo un’iniziativa nei confronti di Alitalia.
Questo era quello che chiedevo e che sostanzialmente vorrei sapere perchè tutti sappiamo l’importanza economica di questo volo per tutta la regione Marche e per coloro che devono raggiungere Roma.
La cancellazione definitiva di questo volo porterebbe ad un passo dalla chiusura dell’aeroporto, quindi credo che abbiamo tempo fino a fine ottobre per far cambiare idea ad Alitalia, del resto quel volo era sempre pieno, anche dopo che era stato modificato il vettore che aveva maggiore capienza. Quindi l’auspicio, e concludo, è che la Giunta, tutta la Regione Marche, insieme ad una azione con i nostri Parlamentari e con il nostro Governo centrale, possa intervenire su Alitalia, così come stiamo facendo bene su altre aziende che rischiano di penalizzare le Marche.

PRESIDENTE. Ha la parola, per una breve puntualizzazione, l’Assessore Casini.

Anna CASINI. Non è competenza della Giunta fare trattative con Alitalia, tanto meno del Consiglio. Da quello che ho letto l’amministratore intende sostituire Alitalia e questa è una sua squisita competenza anche perché noi abbiamo approvato, come ci compete, come azionisti di maggioranza, il Piano nel quale ci sono delle azioni tra cui anche l’utilizzo di risorse per attrarre altre compagnie aeree.
Non credo che spetti all’Assessore regionale andare a fare pressione sul Governo per convincere Alitalia a lasciare i voli.
I voli e la gestione dei voli sono una competenza gestionale che spetta per legge all’amministratore delegato, quindi questa è una sua competenza, non solo, ma questo obiettivo lo abbiamo approvato nel Piano.
Questi obiettivi sono stati approvati in un Piano che è stato sottoposto a tutti gli organismi, quindi questo è un problema tra compagnie aeree e società Aerdorica.

Interrogazione n. 489 - a risposta immediata
ad iniziativa dei Consiglieri Volpini, Giancarli
"Avvio anno scolastico 2017/18 per gli alunni residenti nel comune di Cerreto d’Esi"
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 489 - a risposta immediata - dei Consiglieri Volpini e Giancarli.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Bravi.

Loretta BRAVI. La risposta è netta e breve, poi volendo si può ricostruire un po’ la storia.
Questa scuola deve dare la salvaguardia dei 200 giorni di lezione, quindi stiamo aspettando il piano di recupero, che viene dato per il pomeriggio, per arrivare a questi 200 giorni, la data di rientro è il 2 ottobre.
Questa è la risposta secca all’interrogazione, dopodiché, ricostruendo un po’ la storia, la risposta del dott. Spuri è stata la prima ad arrivare con la quale sono stati messi in evidenza i tempi di richiesta: il 26 e il 30 ottobre l’inagibilità di una scuola, poi di due, il 18 gennaio le schede Aides dell’11 agosto 2017, poi l’ultima del 2 agosto 2017, alla fine di queste valutazioni c’è un esito B, quindi un giudizio di temporanea inagibilità.
Detto questo, noi abbiamo chiesto come Regione all’ISC “Italo Carloni” questo piano di rimodulazione, riprogrammazione, perché deve recuperare i giorni, altrimenti andiamo sotto a quello che è deciso dalla rete scolastica. Abbiamo chiesto al Comune di sollecitare tutta la documentazione su questa scuola e sta avvenendo, abbiamo chiesto anche all’Ufficio scolastico la stessa cosa, ma non sta avvenendo, perché non abbiamo risposte dall’Ufficio scolastico.
In conclusione, attendendo tutte le necessarie comunicazioni, e non solo in parte, noi ci attiveremo per la risoluzione della problematica, però per ora i punti fondamentali sono quelli di salvaguardare i 200 giorni e di avere il piano di recupero, perché il 2 ottobre rientrano i ragazzi. Ad oggi le notizie sono queste.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Assessore, la ringrazio. Siamo in presenza di una situazione grottesca, non saprei come definirla, perché c’è l’ordinanza del Sindaco del 22 agosto 2017 in cui dichiara l’inutilizzabilità delle scuole, poi ci sono stati più sopralluoghi, come lei ha detto, sembra comunque che una data certa ce l’abbiamo ed è quella del 2 ottobre, dell’inizio della scuola.
Per quanto mi riguarda faccio riferimento anche ad un’interrogazione precedente che ho fatto e che non è stata ancora discussa con la quale dire, proprio perché siamo in un comune del pre-Appennino, dentro la strategia delle aree interne, che la ricostruzione deve essere vissuta anche come momento di rilancio e di rinascita. Il fatto di portare le scuole primarie e secondarie di primo grado fuori dal Comune, contrasta, a mio avviso, con questa strategia delle aree interne e con la volontà di mantenere viva una comunità come quella cerretese.
Oggi sembra che questo primo risultato sia stato raggiunto, intanto la ringrazio e le faccio anche un invito: continui a monitorare questa situazione perché credo che ci sia veramente bisogno.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Bravi.

Loretta BRAVI. Mi auguro che questo sia il primo passo di un progetto culturale e didattico che abbiamo in tutte le aree interne, a maggior ragione in quelle che sono state colpite dal sisma.
Aggiungo solo questo per informare più che altro il Consiglio: è stato difficile attuare il decreto Mezzogiorno per le Marche perché c’erano criteri diversi da quelli che l’Assessorato e la politica avevano dato. Ci siamo riusciti, quindi la reputo una conquista di tutti, non solo mia, perché abbiamo mantenuto aperto Sefro con cinque bambini. Questo per dare l’idea di quanto io tenga alle aree interne.

Sull'ordine del giorno

PRESIDENTE. In attesa dell'Assessore Schiapichetti che arriverà tra qualche minuto in Aula, procediamo con le mozioni.
Le interrogazioni n. 382 del Consigliere Zaffiri e n. 476 del Consigliere Fabbri le tratteremo quando l'Assessore sarà presente.

Mozione n. 213
ad iniziativa dei Consiglieri Zaffiri, Zura Puntaroni, Malaigia
“Terapie iperbariche”
(Ritiro)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 213 dei Consiglieri Zaffiri, Zura Puntaroni, Malaigia.
Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Questa mozione aveva un senso quando è stata presentata, purtroppo è passato molto tempo, il tempo necessario per fare l’accordo. Questo è il problema: l’Assessore in questo frangente ha fatto l’accordo, quindi penso che votare questa mozione in questo Consiglio e chiedere un voto ai colleghi Consiglieri sia una presa in giro.
Credo che questa sia l’ennesima riprova che le mozioni hanno un senso quando si presentano, speriamo e mi auguro che con il nuovo Regolamento queste cose non accadono più, per dare una risposta in tempo reale alla comunità marchigiana perché questa non è la mozione di Zaffiri, non è la mozione della Lega Nord, è una mozione per dare una risposta a tante persone che si dovevano recare fuori regione, mentre nelle Marche avevamo una iperbarica nella zona di Fano, e siccome noi siamo una regione di mare, quella cosa serviva al punto tale che c’è voluto del tempo.
Credo che questa mozione abbia fine in base agli accordi, pertanto non c'è bisogno nemmeno di votarla e arrivederci.

PRESIDENTE. La ritira, Consigliere?

Sandro ZAFFIRI. Si, non c’è bisogno di votarla, c’è un accordo fatto dall’Assessore e la mozione è stata iscritta dopo l’accordo.
Se la mozione fosse arrivata prima, nel momento reale in cui l’accordo non c’era, i Consiglieri si sarebbero espressi, chi era d’accordo e chi no. Questo metodo è inaccettabile. Spero e mi auguro che il nuovo Regolamento superi queste cose.

PRESIDENTE. Le ricordo che, come ben sa anche la Vicepresidente Malaigia, la Conferenza dei capigruppo ha sempre inserito all'ordine del giorno qualsiasi richiesta d’urgenza delle mozioni, quindi se voleva poteva richiederlo 5 o 6 mesi fa, come detto nel suo intervento.
Passiamo all'esame delle mozioni iscritte all’ordine del giorno.

Mozione n. 246
ad iniziativa dei Consiglieri Fabbri, Maggi, Giorgini, Pergolesi
“Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, articolo 2, comma 100, lettera a) della legge 662/96: richiesta di eliminazione della limitazione dell’intervento del Fondo alla sola controgaranzia disposta ai sensi del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112 all’articolo 18, comma 1, lettera r)”

Interrogazione n. 409
ad iniziativa del Consigliere Giorgini
“Confidi Unico delle Marche”
(abbinate)
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 246 dei Consiglieri Fabbri, Maggi, Giorgini, Pergolesi e l’interrogazione n. 409 del Consigliere Giorgini.
Ha la parola, per l'illustrazione, il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Grazie Presidente. E’ una mozione molto tecnica, quindi mi sono riassunto una decina di righe per non perdere il concetto.
In forza della legge 662 del 1996 lo Stato ha previsto presso il Microcredito centrale un fondo di garanzia a parziale assicurazione dei crediti erogati dalle banche alle piccole e medie imprese. La gestione del fondo spetta allo Stato.
Su richiesta delle Regioni il fondo di garanzia può essere limitato alla controgaranzia dei Confidi, quindi è consentito inserire i Confidi quale soggetto intermedio e non rilasciare da parte del Microcredito direttamente la garanzia alle piccole e medie imprese.
Con la delibera di Giunta regionale n. 1125 del 2014 le Marche hanno chiesto di limitare l’utilizzo del fondo di controgaranzia dei Confidi per importi fino a 150.000 euro, la richiesta è stata accolta dalla Conferenza unificata per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le Province autonome con delibera n. 139 del 2014. Quindi come Marche abbiamo inserito un intermediario che in altre Regioni non c’è. Marche, Abruzzo e Toscana sono le uniche Regioni italiane ad avere assunto questa limitazione nell’erogazione diretta dei fondi alle piccole e medie imprese da parte del Microcredito centrale, nelle altre Regioni effettivamente il fondo viene erogato direttamente.
Il passaggio attraverso la controgaranzia del Confidi rappresenta un costo per le imprese in quanto i Confidi si fanno pagare il servizio ed è un inutile aggravio burocratico in quanto c’è un passaggio in più prima dell’erogazione dei fondi.
Nelle altre Regioni tutto ciò non esiste poiché l’accesso risulta diretto al fondo di garanzia ed è gratuito, quindi chiediamo semplicemente ai colleghi di impegnare la Giunta per revocare la delibera di Giunta n. 1125/2014 e chiedere alla Conferenza unificata di revocare la conseguente delibera con la quale accettava la richiesta delle Marche, che è la delibera n. 1139 del 13 dicembre 2014, così non penalizzeremo le nostre piccole e medie imprese marchigiane rispetto alle altre Regioni e potranno finalmente anche loro accedere direttamente senza passare obbligatoriamente per i Confidi al Microcredito centrale e quindi ai fondi.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Traversini.

Gino TRAVERSINI. Grazie Presidente. Ho anch’io alcune cose da dire rispetto alla mozione che è stata presentata. Ho una relazione tecnica, però cercherò di riassumere politicamente la risposta alle osservazioni che sono state presentate.
Va ricordato che le Marche, come le altre due Regioni, alle quali accennava il Consigliere Fabbri nel suo intervento, hanno avuto la possibilità di non avere il rapporto diretto, per quanto riguarda il credito, con la banca e con il fondo nazionale, ma di utilizzare Confidi, quindi la possibilità di un sistema diverso.
Questo per la specificità delle Marche che hanno una molteplicità di piccole imprese con difficoltà nel rapporto solitario, nel rapporto unico con la banca, quindi maggior garanzia per accedere al credito.
Queste sono state le motivazioni di quella delibera, motivazioni che sono state supportate anche da un rapporto favorevole, da un accordo da parte delle associazioni di categoria dei rappresentanti delle imprese.
Questo sicuramente non è un sistema perfetto, anzi ci sono delle situazioni che andrebbero corrette e riviste; parte delle osservazioni sottolineate nella mozione andrebbero approfondite e non sono da escludere.
La discussione portata avanti lo scorso anno ha messo al lavoro la Giunta per correggere un sistema che per la Regione Marche era positivo per quanto riguarda l’accesso al credito fino a 150.000 euro. In realtà le pratiche vengono rapportate intorno ad una media di 50.000 euro, non c’è una grandissima richiesta di somme elevate, però questa situazione nuova va vista in maniera diversa, cosa che la Regione ha preso in considerazione.
Su questo ora cosa si può fare? Si deve sicuramente modificare la molteplicità dei Confidi, la Giunta ha messo in piedi una azione programmatica che prevede il Confidi unico, questione un po’ legata anche all’interrogazione, quindi dovrebbe dare una risposta legata a quelle discrepanze o a quelle piccole questioni non adeguate, quindi costi eccessivi e tempi. Su questo si è impostato un programma che la Giunta sta portando avanti - entro la fine dell’anno - con i bandi legati al Fesr che danno la possibilità di ricreare un budget per la garanzia, sanando questa situazione.
E’ chiaro che se si avverrà la risposta alla molteplicità dei Confidi, che devono adeguarsi ad una proposta programmatica di questo tipo, su cui si sta lavorando, la questione in qualche modo sarà risolta in maniera perfetta, secondo me e secondo la proposta della Giunta, per quanto riguarda l’accessibilità e le garanzie delle imprese marchigiane piccole e medie che devono accedere al credito. A quel punto la questione sarà sanata.
Approvare la mozione in questa fase sarebbe completamente sbagliato, aspettiamo il processo di unificazione del Confidi regionale e poi rifaremo le valutazioni.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Si sta parlando di una questione tecnica, però, a beneficio di quelli che non la conoscono e a beneficio di coloro che stanno guardando in diretta streaming, cerchiamo di volgarizzarla.
Il Microcredito nazionale permette alle piccole e medie imprese di accedere al credito senza garanzie reali, questa forma di finanziamento non chiede le garanzie reali, quindi non devo avere una firma di avallo di mio padre o di mia moglie che ha qualcosa da perdere, non devo impegnare/ipotecare la casa nel momento in cui chiedo il finanziamento,
Questa forma di microcredito in un momento particolarmente delicato per l’economia non è tanto “ti do il prestito perché comunque lo garantisci”, ma è sul progetto, sull’idea. Le piccole e medie aziende, che sono il tessuto connettivo dell’Italia, possono accedere con il microcredito al finanziamento senza dover dare in cambio delle garanzie reali.
Che cosa succede? Succede che nelle Marche, nell’Umbria, nell’Abruzzo e nella Toscana, le piccole e medie imprese per accedere al microcredito devono passare attraverso il Confidi ed è questo istituto a dare le garanzie alla banca che darà il finanziamento.
Noi non siamo contro il Confidi, per carità, anzi, i Confidi permettono di far accedere al credito le aziende che hanno progetti reali, consistenti e da tenere in seria considerazione e sono i Confidi a prestare le garanzie per avere i finanziamenti.
In questo caso però l’obbligo che la Regione impone ai finanziamenti sotto i 150.000 euro di passare attraverso il Confidi vanifica lo spirito della legge del microcredito perché da una parte la legge dice non hai bisogno di garanzie, mentre le Marche dicono che sotto i 150.000 euro, il microcredito arriva al massimo a 35.000 euro, devi passare con Confidi, pagare il Confidi che dà le garanzie, quindi sostenere un onere.
Allora: chiedo soldi al microcredito perché ho un’impresa che non ha liquidità, però ha un progetto, ma devo pagare - mi veniva la parola balzello, per carità non è un balzello - giustamente il servizio dei Confidi. Da una parte si fa una legge nazionale per favorire le aziende che hanno progetti innovativi che possono stare sul mercato, dall’altra si dice che le imprese devono passare dal Confidi e pagare loro l’onere.
Consigliere Traversini, lei ha detto che questa cosa non è tempestiva, ma le aziende in questo momento devono agganciare quella timidissima ripresa, quella lucetta in fondo al tunnel fioca fioca, quindi prima si dà possibilità di agganciare questa ripresa e prima la ripresa c’è. I tempi biblici della politica non vanno bene in questi momenti.
Non si tratta d'altro, quando si prevede che per il finanziamento sotto i 150.000 euro si deve ricorrere al Confidi, basta scrivere: “sotto il finanziamento di 150.000 euro può ricorrere al Confidi”. Punto! Finito!
Vogliamo fare delle azioni concrete? Vogliamo dimostrare a chi ci ha eletto che la politica è sul territorio, è nell’interesse dell’economia di questa regione, è su chi ha voglia di lavorare ed ha delle idee in questo senso?
Questa obbligatorietà va contro quello che il legislatore nazionale ha detto, contro l’aiuto alle piccole e medie imprese.
Mi sembra una cosa semplice, non mi sembra tanto complicato.
Ho parlato anche con i direttori dei Confidi e questa cosa, questa obbligatorietà, loro non la sposano a spada tratta, loro si sono dimostrati disponibili, però è passato tanto tempo, questo problema era già stato agitato e noi ancora siamo qui a discutere e diciamo: non è adesso il momento vediamo di rifletterci meglio.
Riflettiamoci meglio, ma l’urgenza c’è. Grazie.

PRESIDENTE. Consigliere Giorgini, sull’interrogazione siamo d’accordo che avrà una risposta scritta, perché è assente l’Assessore Bora, può invece intervenire sulla mozione, ne ha facoltà.

Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Immaginavo che non ci sarebbe stata risposta su questa interrogazione.
Il tema che si sta affrontando è importantissimo, credo fondamentale per lo sviluppo della regione, ma come adesso ben dirò, noi parliamo di Confidi Unico che è l’errore più grande che questa Regione, questa Giunta, possa fare. E' un errore gravissimo, sbagliare è lecito, perseverare è diabolico!
Sui Confidi nazionali sta succedendo una cosa che forse i cittadini non sanno, ma io so e conosco bene, perché gli Istituti di garanzia dei prestiti sono tutti in difficoltà o addirittura in fallimento, in liquidazione e quelli industriali lo sono ancora di più.
Vi prego di ascoltare bene le parole che dirò adesso perché qui stiamo parlando dello sviluppo economico commerciale della regione Marche e il Confidi unico potrebbe essere una scelta sbagliata. Adesso vi dirò il perché, non dico mai una cosa se non ho le prove di quello che dico.
I Confidi unici sono in stato di fallimento o di liquidazione, ve ne elenco solo alcuni, perché ce ne sono circa 100 in Italia che sono in fallimento ed altri 110 che sono in grosse difficoltà. Quindi il Confidi unico non è una scelta giusta.
L’Eurofidi in Piemonte: in liquidazione 100 milioni di euro bruciati tra Regione e banche; Unionfidi Piemonte: bilancio 2016 non presentato, in grosse problematiche, probabilmente farà la stessa fine di Eurofidi, (stiamo parlando di Confidi unici fatti dalle Regioni); Unifidi Emilia-Romagna: la Regione ha messo la prima volta 50 milioni di euro, ma nonostante tutto ne ha messi altri 20 e non basteranno, dovranno ancora finanziare con soldi pubblici le speculazioni di aziende e di banche, in casa del Presidente abbiamo la Confart di Pesaro dove addirittura i vertici, per quello che si legge sulla stampa, sono indagati dalla Procura per reati di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di reati fiscali, da noi abbiamo l’Artigiancoop che è in liquidazione, quindi disastro totale dei Confidi unici.
La Regione Marche ha dato un incarico alla Kpmg per un’analisi economica/patrimoniale dei soggetti aggregabili per il Confidi unico regionale. Ma che cosa vuol trovare? Non c’è niente da trovare perché tutti sono in forte criticità, non hanno soldi da garantire, quindi non possono erogare alle piccole e medie imprese, alle micro imprese, al commercio, soldi, questo è il problema.
Qualcuno è rimasto in piedi, adesso che cosa si sta tentando di fare? Di prendere quei pochi che sono rimasti sani, che hanno lavorato per il tessuto sociale/economico/commerciale e metterli dentro un calderone, dove l’80% dei Confidi e di Fidi impresa è in stato fallimentare.
Il monito che do a questa Assemblea è quello di stare attenti perché ci potremmo trovare nella stessa condizione di Eurofidi Piemonte, di Unionfidi Piemonte e non solo perché questi fallimenti vanno dal nord a sud. L’ultimo è il Confidi Adriatico che ha fatto una fusione con Confidi Pescara, Fidindustria Puglia e Consorzio FidoBari ed è in fallimento, quindi stiamo attenti a quello che facciamo, troviamo una soluzione, dare soldi in conto capitale, in conto interessi alle piccole e medie imprese con un altro sistema, ma non fare un’altra volta un calderone di aziende in fase di liquidazione o di fallimento, sarebbe un gravissimo errore per questa Giunta, per questo Consiglio. Un gravissimo errore!
Sulla storia del nostro microcredito, che è l’unico che funziona in Italia, ma non funziona nelle Marche, hanno già parlato i miei collegi per cui non voglio entrarci, ma conosco perfettamente il perché è stato messo questo limite. Anche nell’intesa che è stata fatta dalla Regione, nel Consiglio di amministrazione chi c’è? Nel Consiglio di amministrazione è previsto un Consigliere eletto in rappresentanza delle banche convenzionate.
Signori, secondo voi, abbiamo l’anello al naso? Io sono giovane come politico e Consigliere, ma in mezzo a voi c’è gente che ha i calli con la politica, cercate di fare qualcosa in questa situazione, questo Confidi unico è una tragedia, rivedetelo, studiate un altro modo perché gli esempi che vi ho fatto sono solo quattro o cinque, ma ce ne sono 100 in fallimento e 110 sono in grosse difficoltà, quindi, ripeto ancora una volta in modo che rimanga agli atti, poi lo ridirò fra un paio di anni, il Confidi unico regionale è il più grosso sbaglio che questa Giunta possa fare. Grazie.

PRESIDENTE. Il nuovo Regolamento prevede che per dichiarazione di voto può intervenire solo il capogruppo, giusto per ricordarlo.
Ha la parola il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Grazie Presidente. Il discorso del Confidi unico, per chiarirci un attimo le idee, è associato all’interrogazione, però non è oggetto della mozione di cui stiamo parlando e che adesso voteremo, gli argomenti sono differenti, il Confidi unico non c’entra, noi qui parliamo di semplificazione procedurale, che vuol dire tempo per le imprese, risparmio di costi inutili, che tutte le altre Regioni, tranne tre infatti, non hanno sentito minimamente la necessità di applicare.
Il dispositivo dice ritiriamo la delibera di Giunta regionale con cui nel 2014 le Marche hanno imposto per qualsiasi tipologia di credito sotto i 150.000 la controgaranzia di Confidi prima di arrivare al Fondo del Microcredito centrale. Togliamo questo inutile passaggio secondario, questo è l’oggetto della mozione e quello che chiede il dispositivo.
La discussione sul Confidi unico non c'entra niente, quindi l’inquadramento che ha fatto il Consigliere Traversini, a mio avviso, non è pienamente pertinente e la mozione può essere tranquillamente votata in questo momento.

PRESIDENTE. Ha la parola, per una breve replica, il Consigliere Traversini.

Gino TRAVERSINI. Non è che non c’entra, c’entra per il semplice fatto che la Giunta dallo scorso anno, mi sembra con una conferenza stampa, ha precisato che alcune situazioni andavano riviste tra cui alcune osservazioni che sono state poste dalla mozione, l’idea di arrivare ad un Confidi unico, su cui si sta lavorando, non è una cosa semplicissima e ci saranno degli atti entro la fine dell’anno.
Quindi anticipare strategicamente questa mozione e togliere il fatto del Confidi regionale sarebbe un errore nel momento in cui si sta chiudendo una trattativa che potrebbe dare risposte in maniera veloce, perché stiamo parlando del bando che uscirà entro la fine dell’anno e quindi di una fase che si sta chiudendo. Ecco perché la mozione non è completamente slegata.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Qui siamo all’ennesima discussione sulla delibera n. 1125, ed anche il gruppo della Lega, quasi all’inizio di questo Consiglio, presentò questo problema.
Ci viene detto che la delibera n. 1125 è legata al Confidi unico. No, noi non siamo d’accordo, perché la 1125 va ripristinata.
Adesso non conosco bene e dettagliatamente la mozione del Movimento 5 Stelle, ma il primo comma, se il secondo non annulla il primo, è una cosa importante perché va ripristinata la delibera n. 1125 che prevedeva fino all’80% di possibilità su 150.000 euro.
Questo è stato tolto per fare una forzatura politica per il Confidi unico, sul quale, ad esempio, noi della Lega siamo d’accordo, perché è uno strumento necessario, indispensabile per velocizzare i finanziamenti, perché avendo un Confidi unico …, poi come dice il Consigliere Giorgini, se è gestito male, il problema è un altro, avere un unico Confidi corposo per dare la possibilità economica agli artigiani e a chi ne fa richiesta di avere una risposta e se il finanziamento non può essere accettato dopo 3 mesi o 90 giorni come accade oggi per i piccoli Confidi, ma deve essere dato in 48/72 ore perché così funziona ormai il credito. Questa è la velocizzazione!
La politica non può stare dietro alla velocità del finanziamento del credito, il credito è veloce e la politica è troppo lenta e allora bisogna che per gli imprenditori velocizziamo questa cosa, dando allo stesso tempo gli strumenti che servono, come ad esempio la delibera 1125, fino a 150.000 euro, che va ripristinata.
La Lega è perfettamente d’accordo su questa richiesta anche perché è alla base dell’interrogazione che noi precedentemente facemmo su questa cosa.
Chiedo al Movimento 5 Stelle di essere preciso su questa cosa, se è il ritiro della 1125, noi siamo perfettamente d’accordo ed esprimiamo un voto favorevole perché gli artigiani aspettano queste cose, Presidente Traversini, ed aspettano anche il Confidi unico che l’Assessore competente deve attuare perché bisogna velocizzare il mondo del credito.
Consigliere Giorgini lo so che lei non è d’accordo, il problema non è la gestione, il problema è dare una risposta urgente alle imprese e siccome in questa Regione sono più di 150.000, lo voglio ricordare qui dentro, bisogna che questa Regione, la politica di questa Regione guardi con attenzione a questo mondo.
Il nuovo Regolamento prevede che le dichiarazioni di voto siano fatte solo dai Capigruppo o dal Consigliere in dissenso rispetto alla posizione del gruppo.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 246. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Sull'ordine del giorno

PRESIDENTE. D'accordo con i Consiglieri Minardi e Leonardi posticipiamo le mozioni nn. 276 e 290.

Mozione n. 282
ad iniziativa dei Consiglieri Marconi, Urbinati, Mastrovincenzo, Micucci, Rapa, Minardi
“Il sostegno alla famiglia, in modo particolare a quella numerosa”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 282 dei Consiglieri Marconi, Urbinati, Mastrovincenzo, Micucci, Rapa, Minardi.
Ha la parola, per l'illustrazione, il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Grazie Presidente. E’ una mozione largamente condivisa che ho chiesto di anticipare perché abbiamo sullo sfondo improvvisamente convocata, non lo dico in senso ironico, lo dico in senso estremamente positivo, la III Conferenza nazionale sulla famiglia da parte del Governo.
La Conferenza si svolgerà il 28 e 29 settembre a Roma, le modalità per la presenza ormai sono note ma, al di là della presenza, credo che sia importante far arrivare questo documento che non fa altro che sottolineare un dato ormai arcinoto nel nostro Paese, che è quello del calo delle nascite.
Ora, diventa molto semplice, visto quello che si sta dicendo, la grande querelle che c’è intorno all’immigrazione. C’è un dato che viene sottolineato con forza anche dalla Presidente della Camera Boldrini: noi avremo bisogno da qui al 2060 di 15 milioni di stranieri.
E’ una scelta, perché se non teniamo il livello dei 60/65 milioni di italiani questo si renderà necessario, naturalmente con un inevitabile snaturamento delle nostre culture, perché prima che una cultura si riformi e prima che l’immigrato conosca e riconosca una nuova cultura nel Paese dove è andato, penso agli ispanici d’America, penso agli italiani d’America, ci vogliono secoli.
C’è un’alternativa però, che l’Italia non ha in nessun modo percorso fino ad oggi a differenza di quello che altri Paesi (Francia e Germania) hanno fatto e cioè cercare il più possibile di venir fuori da questo “inverno” demografico per avere una capacità di crescita, rispetto all’1,3% di figli per donna, che possa metterci in condizione di ritornare ad un equilibrio demografico, equilibrio che si è rotto. Due anni fa abbiamo avuto addirittura 650.000 morti a fronte di 500.000 nati, è evidente che questo fatto è straordinario, ma già l’equilibrio ordinario è sottozero, cioè non abbiamo più un saldo positivo fra nascite e morti, ma un saldo negativo.
In questo terribile contesto, le Marche sono fra le peggiori regioni d’Italia, se peggiore è il termine che può essere indicato per chi non ha l’equilibrio, per chi non fa più figli. Quindi andiamo verso un rapido ed inevitabile invecchiamento.
Questo dato porterà l’Italia nel giro di pochi decenni ad avere meno di 45 milioni di italiani, e questo è un dato impressionante che non possiamo non tenere in considerazione, visto anche che ormai è generale il convincimento, dal Governo fino alle forze di opposizione più estreme, che non è possibile accogliere in maniera indiscriminata tutti quelli che arrivano nel nostro Paese.
Io metto in conto questo senza aprire e non voglio aprire ragionamenti riguardo la necessità non tanto dell’accoglienza dei profughi, che è estremamente relativa, ma di avere 300/400 mila immigrati all’anno, come stanno ragionando in Germania dove si ragiona addirittura di mezzo milione di immigrati.
Perché la Germania ha questo tipo di necessità? Perché, pur avendo fatto partire delle politiche demografiche estremamente convincenti da un punto di vista economico si ritrova a non avere alcun risultato, perché quando la mentalità comune di un figlio per coppia, comunque questa si sia costituita, è il massimo e viene ottenuto in tarda età, significa che al secondo non ci arriva nessuno.
La Francia ha avuto risultati eccellenti invece da questo punto di vista, ma ha un altro problema, ha il 50% di ragazzi nati al di fuori di una coppia, al di fuori di un contesto di unione matrimoniale, civile, religiosa, o quella che sia, con gravissimi problemi di disadattamento sociale, quindi ha creato una nuova classe di disadattati che non vengono cresciuti da due genitori in maniera regolare e costante.
Nel nostro programma di Governo, lo ricordo soprattutto ai colleghi della maggioranza, che numerosi hanno sottoscritto questa mozione, da Urbinati a Mastrovincenzo, Micucci, Rapa e Minardi, abbiamo inserito dati riguardo a questo.
Spero, grazie anche al costante impegno dell’Assessore Bravi, che su questo versante, per quanto riguarda gli strumenti che la legge 30 mette in campo e per quanto riguarda la spinta che possiamo dare verso la natalità, possiamo contribuire, non chiaramente invertire una tendenza, perché non ce la faremo con le poche risorse e le poche leve di cui dispone lo strumento regionale, però, avendo seguito questo mondo, colleghi, da più di 20 anni, mi sono reso conto che rispetto a tante associazioni che si muovono, e parliamo di decine di migliaia di persone in questa direzione, bastano a volte piccoli segnali che diano l’impressione netta e chiara che da parte del pubblico, da parte delle istituzioni, da parte del Consiglio regionale e dei Comuni, ci sia una attenzione diversa nei confronti della famiglia.
Qui estendiamo una serie di proposte che vanno dalle politiche fiscali ad un pacchetto famiglia più volte declinato e al potenziamento dei consultori familiari, magari anche attraverso forme di convenzione. In questo senso ho presentato una proposta di legge, insieme al Consigliere Micucci, proprio sulla dimensione del privato sociale che dovrebbe essere intervistato, visto che i consultori familiari non ce la fanno più a reggere i compiti ordinari, figuriamoci se gliene diamo di aggiuntivi.
Tutto questo chiede un visto di approvazione, non c’è una determinazione su niente, va al Governo in questa circostanza, Presidente Mastrovincenzo perché facciamo arrivare un nostro piccolo contributo, e quindi penso che sia utile per tutta l’Assemblea dire “l’abbiamo mandato insieme”, però su quei tre punti poi lavoreremo con la Giunta, lavoreremo in IV Commissione perché qualcuna di queste proposte giunga a termine. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Grazie Presidente. Faccio una dichiarazione di voto dicendo che voterò questa mozione che condivido e che mi sembra importante, l’unica cosa, se il Consigliere mi permette, visto che la mozione la condivido, è importante, è fatta bene, è che io al suo posto avrei evitato di inserire per l’ennesima volta il marchio “impresa amica della famiglia” perché di questi marchi e bollini vari non se ne può più, abbiamo bollini di tutti i colori, blu, arancio, verde, arcobaleno, e in realtà poi sono privi di contenuti. Per la serietà della mozione avrei evitato di inserire questo elemento, comunque la voterò convintamente. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Bravi.

Loretta BRAVI. Grazie Presidente. Vorrei portare un contributo, chiaramente la delega del sostegno alla famiglia è abbastanza onerosa perché chiede di operare con una mentalità ben precisa e con relative risorse.
Credo che il Consigliere Marconi di questo ne abbia chiara coscienza anche perché parliamo spesso e ci confrontiamo spesso sul da farsi.
Direi di comunicare due o tre fattori che mi sembrano importanti, ci stiamo muovendo, e parlo al plurale anche per il suo aiuto, perché la famiglia risulti una realtà e non un assistenzialismo, quando si guarda la famiglia si cerca sempre di rispondere a quel bisogno quasi fosse una patologia e non una realtà.
Sembra piccola cosa, ma è grande cosa, quindi ci stiamo muovendo per considerare un pacchetto famiglia, poi vedremo con quali e quante risorse rispondere.
Faccio un esempio, è in uscita un bando sul welfare sociale dove la famiglia c’entra perché stiamo parlando di conciliazione di tempi, soprattutto tempi di lavoro e tempi di vita familiare, stiamo parlando di un sostegno pomeridiano alla genitorialità, che non è una favola, ma è una cosa ben precisa, e chiede ai Comuni, alle associazioni di volontariato, mettendo insieme pubblico e privato in un modo abbastanza virtuoso, di aiutare il pomeriggio i bambini o i più grandi a fare i compiti. Penso che sia un bel sostegno per la famiglia e lo vogliamo far arrivare fino ai 14 anni che è quell’età brutta in cui si giocano anche tante scelte.
Poi c’è il discorso di finanziare i centri famiglia, quindi la legge 30 del 1998. Stiamo in questi giorni facendo una verifica sui centri famiglia delle Marche per vedere come funzionano, perché è importante anche un monitoraggio, e per vedere dove le cose hanno funzionato e c’è un reale sostegno.
Al di là di tutto ciò che è stato presentato sulle dipendenze patologiche, sul gioco d’azzardo, è stato portato in quest’Aula, e tutti lo sappiamo, ciò che voglio far passare come concetto è quello con il quale ho iniziato: cercheremo di sostenere la famiglia, laddove è possibile, come una realtà grande, il primo ammortizzatore sociale, il punto da cui una società riparte.
Quello che non accetto come Assessorato è fare degli interventi per la famiglia solo su delle patologie, non deve passare questo. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Vorrei ringraziare l’Assessore e tranquillizzare anche il Consigliere Bisonni che il marchio “Impresa amica della famiglia” c’è già in una legge, per questo è stato richiamato, non è che lo introduciamo adesso, già esisteva con la legge 80.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 282. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Mozione n. 283
ad iniziativa dei Consiglieri Mastrovincenzo, Urbinati, Busilacchi, Rapa, Marconi, Leonardi, Marcozzi, Bisonni, Zaffiri, Carloni
“Ridimensionamento delle sedi regionali RAI”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 283 dei Consiglieri Mastrovincenzo, Urbinati, Busilacchi, Rapa, Marconi, Leonardi, Marcozzi, Bisonni, Zaffiri, Carloni.
Ha la parola, per l'illustrazione, il Consigliere Urbinati.

Fabio URBINATI. Grazie Presidente. Portiamo questo atto in parallelo con altri provvedimenti già discussi in altre Regioni e soprattutto discussi nella Conferenza dei Presidenti dei Consigli regionali.
Noi sappiamo tutti che le sedi regionali della Rai sono quell’elemento che tengono un legame vitale con il territorio, un legame autorevole, importante, di riferimento e di servizio pubblico, perché se c’è una grande differenziazione nei palinsesti televisivi odierni, dove proprio si evidenzia, dove si vede che c’è un servizio pubblico, è proprio sulle sedi regionali.
Questa mozione deriva dal fatto che negli ultimi assetti normativi non hanno fatto dei tagli lineari a residui regionali, però hanno imposto un adeguamento tecnologico, dall’altra parte questo adeguamento tecnologico va fatto con le stesse risorse in dotazione. Quindi si capisce che possa venir meno quella che è l’autonomia e lo spazio di lavoro delle redazioni locali, questo chiaramente serve per garantire un pluralismo sia alle minoranze linguistiche, in determinate zone del nostro paese, che per mettere in luce quella che è una caratteristica del nostro Paese, ovvero una cultura fatta di tante piccole culture messe insieme.
Noi crediamo che il servizio pubblico fatto attraverso le sedi Rai regionali sia assolutamente da mantenere e sotto certi aspetti dovrebbe anche essere potenziato. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Grazie Presidente. Condivido questa mozione e ne sono firmataria. Una riflessione, mi chiedo come si può anche solo pensare di andare a svilire un servizio, come quello prestato dalle sedi regionali Rai, in un Paese che ha nel localismo, nel regionalismo, nelle identità territoriali la sua anima, la sua storia ed uno dei suoi principali motori di progresso.
Raccontare, testimoniare, far rivivere le autonomie locali, e non parlo certamente solo di istituzioni, ha, soprattutto nel nostro Paese, un valore inestimabile.
Fatte salve la professionalità e la passione con cui certamente viene condotto questo lavoro, è impensabile che anche un servizio territoriale, come quello al centro della mozione in questione che mi vede tra i firmatari, possa essere immolato sull’altare del centralismo.
Bene l’ottimizzazione del servizio, bene la razionalizzazione dei costi e della spesa, ma ciò non può essere perseguito se prima non si hanno ben chiari i capisaldi di cui si tratta. Sicuramente il ridimensionamento delle sedi regionali Rai, che diventerebbero presidi redazionali, con la soppressione dell'autonomia operativa, finanziaria e progettuale, va nella direzione opposta a nocumento del servizio pubblico e delle identità territoriali che da sempre costituiscono la spina dorsale del nostro Paese e della nostra regione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Noi abbiamo firmato questa mozione e siamo perfettamente d’accordo che il servizio nella regione, nei territori, soprattutto in questo caso il servizio pubblico, vada mantenuto, anche se la Rai, e su questo siamo d’accordo, va fortemente riformata, ma questo è un altro aspetto del problema Rai.
Però è chiaro che quando un territorio viene lasciato senza servizio, viene lasciato senza comunicazione e non può parlare alla propria comunità dei problemi che ci sono sul territorio, effettivamente le cose sono fortemente preoccupanti.
Per questo motivo abbiamo firmato questa mozione, siamo convinti che questo servizio debba rimanere nel territorio, è indispensabile al territorio anche se su questo problema Rai, anche in riferimento alle ultime discussioni che sono state aperte sulla stampa anche di interesse nazionale, e su questa grande azienda una riflessione va senz’altro fatta.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Grazie Presidente. Anch’io ho firmato questa mozione, la condivido in tutti i contenuti, ritengo che sia un grave errore ridimensionare le sedi Rai perché svolgono un importante servizio pubblico.
Con questo non si tratta di tutelare qualche posto di lavoro, ma si tratta di tutelare l’interesse della regione Marche affinché la Rai marchigiana abbia le forze, gli spazi e le risorse necessarie per svolgere questo servizio, che in questi anni è stato svolto con estrema dedizione.
Per cui voterò ovviamente in maniera positiva questa mozione augurandomi che anche gli altri colleghi Consiglieri facciano altrettanto. Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 283. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Interrogazione n. 382
ad iniziativa del Consigliere Zaffiri
“Monitoraggio della qualità dell’aria. Ripristino centraline nei punti più a rischio di inquinamento”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 382 del Consigliere Zaffiri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. Grazie Presidente. L'interrogazione n. 382 del Consigliere Zaffiri riguarda il “monitoraggio della qualità dell’aria. Ripristino centraline nei punti più a rischio di inquinamento”.
Fino al 2013 il monitoraggio della qualità dell'aria nella regione Marche avveniva attraverso reti di centraline di proprietà delle Province, posizionate, in collaborazione con I'Arpam, sulla base degli standard minimi definiti dal D.M. 20/5/91 e della necessità di monitorare la qualità dell'aria delle zone interessate dagli effetti delle fonti emissive: traffico veicolare, impianti termici civili per le aree urbane, impianti industriali per le aree industriali.
La Direttiva 2008/50/CE, recepita dal D. Lgs. 11/08/2010 n. 155, ha sancito la necessità di migliorare l'attività di monitoraggio medio della qualità dell'aria a cui è esposta la maggioranza della popolazione; sono stati inoltre stabiliti per la rete di monitoraggio i principi di efficienza, efficacia, economicità, al fine di evitare un inutile eccesso di stazioni di monitoraggio.
In particolare l'allegato III al decreto legislativo stabilisce che le stazioni di misurazione devono essere ubicate in modo tale da risultare, per quanto possibile, rappresentative anche di aree simili a quelle in cui è inserito il sito fisso di campionamento, incluse quelle che non si situano nelle immediate vicinanze.
Di conseguenza le stazioni di monitoraggio del traffico rappresentano il traffico medio dell'area e quindi non necessariamente la situazione peggiore; in generale le stazioni sia da traffico che di fondo (stazioni ubicate in posizione tale che il livello di inquinamento non sia influenzato prevalentemente da emissioni da specifiche fonti: industrie, traffico, riscaldamento residenziale, ma dal contributo integrato di tutte le fonti poste sopravento alla stazione rispetto alle direzioni predominanti dei venti nel sito) devono, quanto più, rispecchiare le diverse realtà della zona da controllare.
Il criterio che regola la distribuzione delle centraline sul territorio, quindi, è la rappresentatività rispetto a situazioni analoghe: pertanto se alcune registrano superamenti dei limiti, si ritiene che quei limiti siano superati anche nelle zone analoghe.
Per i motivi sopra riportati, quando nel 2013 la Regione ha assunto direttamente la gestione della rete regionale di monitoraggio della qualità dell'aria ambiente, delegandola contestualmente all'Arpam, è stato deciso di disattivare, fra le altre, la stazione di Ancona Torrette, la stazione di Via Bocconi e la stazione Porto. Le centraline infatti erano posizionate in modo non conforme ai dettami del decreto legislativo, che prescrive almeno 25 metri di distanza dal limite dei grandi incroci e da altri insediamenti caratterizzati da scarsa rappresentatività come i semafori, i parcheggi e le fermate degli autobus. Non erano inoltre funzionali allo scopo della rete regionale di monitoraggio, non registrando l'inquinamento di situazioni medie paragonabili a quelle in cui vive la maggioranza della popolazione della Regione Marche residente nelle zone urbane, ma erano indicative di realtà particolari, essendo collocate in due delle vie principali di ingresso e uscita dalla città di Ancona, oltre ad essere interessate, nel caso di Torrette, al traffico verso l'Ospedale regionale e l'Università, mentre la stazione del Porto era sita in un parcheggio di mezzi pesanti.
Per i sopra citati motivi le centraline non erano state inserite neanche nell'elenco delle stazioni di misura della precedente rete regionale di monitoraggio atmosferico, individuata ai fini e ai sensi del precedente D.Lgs. 351/1999, con delibera di Giunta regionale 1129/2006.
La disattivazione della centralina non significava ovviamente che fosse "annullato" l'inquinamento atmosferico dell'area, né tantomeno che si intendesse "nascondere" il problema.
La Regione è perfettamente consapevole delle problematiche di via Conca, via Bocconi o delle altre aree regionali interessate da grossi volumi di traffico veicolare e soggette alle relative emissioni di sostanze inquinanti. Non è necessario avere un monitoraggio in continuo per constatare che strade con volumi di traffico quale quelli di via Conca o di Via Bocconi, o la Strada statale 16 adriatica abbiano alte concentrazioni di inquinanti atmosferici. Tanto è vero che tali aree rientrano fra quelle in cui devono essere adottate le misure contingenti per la riduzione degli inquinanti in atmosfera, approvate ogni anno con apposita deliberazione di Giunta regionale, ultima delle quali la delibera di Giunta regionale n. 1629/2016.
Politiche ambientali a tutela della salute, al di là delle misurazioni in aree in cui, per le loro peculiarità, è conosciuto che vengano superati i limiti stabiliti dalla normativa, dovrebbero interessare la riduzione delle concentrazioni degli inquinanti in atmosfera, attraverso misure, di breve, medio e lungo termine, che agiscano sulle fonti emissive, le maggiori delle quali, in ambito regionale, sono state individuate nel traffico veicolare, nella combustione domestica, in particolar modo da biomassa, nelle attività produttive e, per quanto riguarda la città di Ancona, nel traffico navale.
Si sottolinea che il progetto di adeguamento della rete regionale di monitoraggio atmosferico, predisposta, ai sensi dell'articolo 5 del D. Lgs. 155/2010, dall'ufficio regionale competente e soggetto alla valutazione del Ministero dell'ambiente, prevede l'istallazione di una nuova centralina di tipo traffico urbano da collocare nel territorio del Comune di Ancona, in un'area che rispetti i criteri stabiliti dalla normativa vigente, che sia collegabile alla rete elettrica e, preferibilmente, di proprietà pubblica.
A titolo meramente informativo riportiamo che ogni stazione di monitoraggio prevede un investimento iniziale tra i 100.000 e i 150.000 euro, una spesa di circa 20.000 euro all'anno di gestione e manutenzione ordinaria, nonché una spesa per la sostituzione periodica degli strumenti che via via si guastano o diventano obsoleti, per circa altri 10.000/15.000 euro all'anno.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Grazie Assessore. Qui siamo in una situazione drammatica, io provengo da un territorio che lei conosce, dove, come da interrogazione, due centraline che sono all’ingresso sud e all’ingresso nord della città capoluogo di regione non funzionano da anni. Punto! Poi vediamo, in estate, nel mese di agosto, quando la città con i suoi abitanti va verso il mare, va verso le residenze estive, comparire una centralina per il monitoraggio dell’aria a Piazza Cavour. E’ una cosa ridicola, questa affermazione me la deve consentire. Abbiamo ormai montagne di carta, abbiamo il prof. Bonifazi che nell’aprile 2017 ha scritto chiamando in causa l’Arpam dicendo che la situazione era pesante, poi abbiamo anche un altro aspetto importante: chi tutela la salute dei cittadini?
Ma di cosa stiamo parlando, Assessore? Bisogna ripristinare le due centraline, è indispensabile, io lo so che all’amministrazione di Ancona danno fastidio interventi su queste cose, ma la città ha 100.000 abitanti, bisogna intervenire sulle due centraline, perché l’intero traffico della città passa su due strutture, Via Bocconi e Via Conca. Via Bocconi e Via Conca ad Ancona, per chi vive ad Ancona, sono da mettere sotto monitoraggio dell’aria, poi vedremo se ci sono i problemi, ma intanto andiamo a controllare, perciò non diciamo che c’è un problema economico, non diciamo queste fesserie qua, il problema è politico.
Le chiedo, vista la sua sensibilità, adesso la testiamo, l’intervento della Regione, tramite il suo Assessorato, per ripristinare le due centraline, altrimenti è chiaro che saremo costretti purtroppo a segnalare queste cose che non vanno bene, a segnalare la non funzionalità di queste cose. Credo che prima dobbiamo ragionare, dobbiamo trovare la soluzione e le chiedo di far ripristinare queste due centraline perché vanno nell’interesse di una comunità non solo di 100.000 abitanti, ma di tutto quello che è l’attrattore di traffico per un capoluogo di regione come Ancona.
Lei sa che in merito a questo problema a nord di Ancona è nato anche un Comitato, ci sono 2, 3 mila firme di protesta per questa cosa, credo che la struttura ci sia, la centralina c’è in entrambe le vie, bisogna soltanto rimetterle in funzione.
Lo so che c’è un rischio per il capoluogo di Regione, vedremo questo rischio, ne parleremo e lo affronteremo se viene fuori.
Credo che il funzionamento non debba dipendere dalle preoccupazioni che potrebbero sorgere. Richiamo la sua attenzione, un suo intervento, perché non la vorrei complice di una situazione che lei non condivide.
Lei è per il controllo dell’aria e per il ripristino delle cose, se lei non fa questo, io le posso dire, e lo dirò con tutta la forza che ho, che è complice di questa situazione. Siccome lei non è complice di questa situazione intervenga e metta a posto queste due centraline che sono indispensabili per questo territorio, ce ne saranno altre in giro per la regione Marche che purtroppo non conosco, ma lei che probabilmente le conosce, intervenga per sistemare questa cosa, come dice d’altra parte la Costituzione, per proteggere la comunità, per proteggere i cittadini in merito al problema della salute. Questo è un compito istituzionale e le chiedo di intervenire su questa cosa.

Interrogazione n. 476
ad iniziativa del Consigliere Fabbri
“Crisi idrica ed utilizzo Pozzo Burano (Cagli)”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 476 del Consigliere Fabbri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. Il Consigliere Fabbri nella sua interrogazione fa alcune domande relativamente alla crisi idrica ed all’utilizzo del pozzo del Burano. In particolar modo chiede se siano stati elaborati in uno studio i dati trasmessi anni or sono dal Comune di Cagli sui monitoraggi pluriennali relativi al pozzo Burano e se esistano studi specifici ed esaustivi sulle ripercussioni che l'utilizzo del pozzo Burano provoca sugli acquiferi carbonatici del complesso Catria-Nerone.
Contestualmente alla realizzazione del pozzo Burano, negli anni 1991/1992 è stato sviluppato dalla Società Acquater un esteso studio che ha previsto l'installazione di 19 stazioni in automatico (pluviometriche, sismiche, idrogeologiche), ed il monitoraggio di numerose sorgenti (circa n. 30), sia in automatico che manualmente, rappresentative dei principali complessi idrogeologici presenti nell'area e di alcune sezioni fluviali (n. 5).
Successivamente, il monitoraggio è continuato sulla base di un incarico affidato dal Comune di Cagli, attraverso finanziamenti della Regione Marche, ad alcuni tecnici individuati dalla stessa amministrazione comunale, che garantivano il controllo sul corretto funzionamento delle apparecchiature di monitoraggio, la raccolta dei dati, la redazione di report a cadenza trimestrale e di report riassuntivi delle attività complessivamente sviluppate. Tale attività è stata effettuata dal 1993 al 1998, con alcune interruzioni temporali.
Durante i periodi di monitoraggio sono state effettuate, a cadenza annuale, sia nei periodi di magra che di morbida, prove di emungimento attraverso aperture a gradino del pozzo Burano, con rilasci variabili da un minimo di circa 50 litri/secondo a circa 400 litri/secondo. Le prove di emungimento hanno avuto durata variabile da pochi giorni a circa 15/20 giorni, per ogni intervallo di portata. Si rimarca che durante le prove di emungimento erano monitorate le sorgenti presenti nell'area e le sezioni fluviali significative.
I dati ottenuti dal monitoraggio hanno mostrato che l'andamento delle sorgenti monitorate non è influenzato dall'emungimento eseguito dal pozzo "Cagli 1". Si precisa, inoltre, che i risultati elaborati nei primi due anni dalla società Acquater, stimavano una potenzialità dell'acquifero superiore a 1 mc/s (pari a 1.030 l/s). A tal riguardo, nella relazione Acquater viene precisato che "da convenzione indicata dal mondo accademico e da enti di controllo è possibile emungere il 30- 40% della risorsa potenziale disponibile senza creare squilibri e ciò, per l'area in oggetto, determina una portata di circa 0,34 mc/s (340 l/s) disponibile per l'emungimento".
Poi il Consigliere Fabbri chiede se siano in corso monitoraggi per definire gli effetti idrogeologici dell'attuale apertura del pozzo Burano.
Tutti i dati a vario titolo disponibili e relativi al periodo dal 1991 al 1998 sono e saranno messi a disposizione a soggetti altamente qualificati nel settore idrogeologico, per poter proseguire nello studio avviato, con il supporto degli uffici della Regione Marche, allo scopo di definire con maggiore accuratezza il potenziale idrico dell'acquifero della dorsale carbonatica del Catria-Nerone.
Infine il Consigliere Fabbri chiede quali siano le azioni che Provincia e Regione, ciascuna per la propria competenza, intendono adottare al fine di evitare già dal prossimo anno il solo ricorso all'utilizzo del pozzo Burano per sopperire alla prevedibile crisi idrica.
Si ricorda che il sistema di approvvigionamento idropotabile del territorio della provincia di Pesaro e Urbino, dipende per circa l'80% da fonti idriche superficiali. Al fine di garantire un maggior grado di autonomia al sistema, sono stati già realizzati alcuni interventi strategici, come lo sfangamento dei bacini di San Lazzaro e Tavernelle, che hanno permesso di recuperare ben 270.000 mc della capacità complessiva d'invaso (rispettivamente 200.000 mc per San Lazzaro e 70.000 mc per Tavernelle). Sull'invaso di Mercatale vi è la previsione di effettuare un'analoga attività di sfangamento, rimuovendo circa 860.000 mc di sedimenti.
Per fronteggiare, in futuro, sul bacino del Metauro, il ripetersi di situazioni di grave emergenza idrica, come quella verificatisi quest'anno, sono previsti interventi strutturali finalizzati a riequilibrare l'eccessiva dipendenza dal sistema superficiale, mediante l'individuazione di ulteriori fonti di alimentazione. Ciò permetterà di limitare il ricorso alla risorsa strategica del pozzo Burano. Si evidenzia che tali interventi sono stati inseriti nella relazione per la richiesta dello stato di emergenza trasmessa in data 8 agosto dal sottoscritto al Dipartimento della Protezione civile nazionale.
Si evidenzia infine che la criticità idrica è stata altresì attestata anche dall'Osservatorio permanente sugli utilizzi idrici in atto nel distretto idrografico dell'Appennino Centrale, che nel corso della riunione del 12 luglio 2017 ha riconosciuto per il territorio della provincia di Pesaro e Urbino lo "scenario di severità idrica alta". Tale scenario è stato poi esteso alle province di Ascoli Piceno, Fermo e Macerata.
Si fa infine presente che tutti gli interventi per fronteggiare l'emergenza idrica, ivi compresa l'apertura del pozzo Burano (es.: ordinanze sindacali per il contenimento dei consumi, riduzione del prelievo idropotabile dagli invasi Enel di almeno 501/s, riduzione in deroga dei rilasci dagli invasi, riduzione dei prelievi del 50% rispetto alla portata concessa, sospensione di tutti i prelievi dal bacino del Metauro fino al 30 settembre 2017), sono stati attuati di concerto con tutti gli enti interessati, secondo un approccio graduale e progressivo, e relazionati al medesimo Osservatorio permanente sugli utilizzi idrici in atto nel distretto idrografico dell'Appennino Centrale".

Presidenza della Vicepresidente
Marzia Malaigia

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Assessore Sciapichetti non posso essere soddisfatto, lei mi riporta i dati del risultato di uno studio Acquater dell’inizio degli anni ’90 a cui io appena assunto in Acquater ho partecipato.
Quello studio va aggiornato e sulla stampa e attraverso geologi che si stanno occupando in queste settimane, si è ormai dimostrato che ulteriori studi hanno compartimentato l’acquifero Catria, Nerone, Montacuto e altro. Per cui non possiamo fare riferimento a quelle conclusioni come i suoi uffici le hanno detto di riferirmi per garantire la portata emunta.
Quindi prendo atto in maniera sconcertante che a distanza di 20 anni i dati del monitoraggio raccolti dal Comune fino al1998, io nell’ufficio comunale ho trovato dati che arrivano fino al 2004, non sono stati ancora elaborati e quindi stiamo emungendo tutti gli anni in cui si presenta una siccità un pozzo senza sapere …

(interrompe l'Assessore Sciapichetti)

Piergiorgio FABBRI. Detto questo, Assessore, sbrigatevi con gli uffici a studiare questi dati, se non sono sufficienti perché non saranno sufficienti, bisogna assolutamente chiarire questa situazione, non è possibile che ci ritroviamo la prossima crisi idrica a riaprire questo pozzo senza sapere quali sono le implicazioni sull’acquifero.
Ricordo che le acque che sgorgano hanno circuiti profondi il cui tempo di permanenza nella formazione oscilla tra i 12 e i 16 anni.
Le operazioni di sfangamento di San Lazzaro e Tavernelle erano già state eseguite e non si sono mostrate sufficienti, quindi è stato necessario riaprire il pozzo, sbrighiamoci a fare lo sfangamento di Mercatale, ma non è sufficiente.
Quindi rinnovo la richiesta all’Assessorato ed ai relativi uffici di aggiornare gli studi, reputo molto grave che non siano stati acquisiti nuovi dati in questi 60 giorni in cui il pozzo è stato acceso, ed a sopperire con altre metodologie oltre all’apertura del pozzo, se deve essere ineluttabile, alle prossime siccità perché, come ormai si vede chiaramente, il clima sta cambiando e le previsioni dei tecnici danno una diminuzione del 30% nei prossimi anni anche delle risorse sotterranee.
Su questa cosa chiedo alla Giunta, all’Assessorato ed agli uffici di svegliarsi.

Mozione n. 286
ad iniziativa della Consigliera Marcozzi
“Azioni tese alla tutela del precariato negli Istituti di ricerca - Inrca”
(Svolgimento e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 286 della Consigliera Marcozzi che ha la parola per illustrarla.

Jessica MARCOZZI. Il Comitato di partecipazione del volontariato POR (Presidio Ospedaliero di Ricerca) dell’Inrca di Ancona ha partecipato attraverso il suo Presidente all’incontro pubblico del 21 giugno organizzato dai ricercatori precari dell’Inrca.
L’incontro era finalizzato a sensibilizzare le istituzioni e la cittadinanza sulle conseguenze della recente approvazione del testo unico sul pubblico impiego che stando alle considerazioni del Comitato non risolverebbe il problema dei ricercatori impiegati con contratti precari dagli istituti di ricerca a carattere scientifico pubblici.
Il Comitato di Partecipazione POR Inrca di Ancona ha ufficialmente auspicato che il Governo provveda a predisporre specifici fondi strutturali al fine di non mettere in pericolo i posti di lavoro dei ricercatori precari nonché l’attività degli istituti di ricerca.
Il Comitato di Partecipazione POR Inrca di Ancona chiede che vengano assicurate delle adeguate risorse per un programmato fabbisogno organico di ricercatori e di tutte le professionalità che lavorano per la ricerca, risolvendo il problema legato al mancato riconoscimento del ruolo dei lavoratori atipici della ricerca sanitaria pubblica adeguandolo agli standard europei e chiede un impegno ai Direttori generali, alle amministrazioni delle Regioni interessate, alla Direzione ricerca del Ministero della salute a sensibilizzare il Ministro per la semplificazione della pubblica amministrazione affinché attraverso un programma di riconoscimento del ruolo dei ricercatori e delle figure a supporto della ricerca nel servizio sanitario rispetti il reale fabbisogno degli istituti.
Quindi chiedo a questa Giunta:
– un impegno al fine di adottare tutte le azioni e ad attivarsi presso le sedi competenti affinché si predispongano specifici fondi strutturali per garantire i posti di lavoro dei ricercatori precari e le attività degli istituti di ricerca;
– di attivarsi nelle sedi istituzionali competenti al fine di assicurare risorse adeguate per un fabbisogno organico di ricercatori e delle professionalità che lavorano nell’ambito della ricerca;
– di farsi promotrice della risoluzione del problema legato al mancato riconoscimento del ruolo dei lavoratori atipici nella ricerca sanitaria pubblica.
Mi auguro che questa mozione possa essere approvata all’unanimità. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Urbinati.

Fabio URBINATI. Grazie Presidente. Vorrei sottolineare un fatto che deriva anche dall’approvazione del nuovo Regolamento con cui oggi discutiamo questi punti all’ordine del giorno.
La mozione è una cosa seria, è un atto di indirizzo che impegna. Se gli impegni vengono messi dentro una mozione assumo ancora più importanza ed è chiaro che se quegli impegni sono già stati rispettati è inutile portare una mozione in Consiglio regionale. Ho avuto anche una risposta dagli uffici per quanto riguarda il precariato nell’Inrca, capisco che tante cose bisogna farle, ma non possiamo rincorrere sempre l’infinito.
Voglio dire che la Regione Marche ha già impegnato la stabilizzazione dei precari in diverse delibere che ha fatto nel corso degli anni, una è la n. 1221 del 2007, quindi parliamo di un atteggiamento che la Regione Marche ha avuto in questi ultimi anni, una recentissima riguarda la nostra amministrazione, è del 25 marzo 2016, con la quale sono state date disposizioni per la stabilizzazione sia dei lavoratori del comparto che, anche e soprattutto, per i lavoratori della ricerca.
Oltre a questo anche il decreto Madia, come la Consigliera Marcozzi saprà, è intervenuto in merito a questa questione, dando nuove disposizioni per la stabilizzazione dei ricercatori e appena saranno disponibili la Regione Marche ne prenderà atto.
Politicamente quello che voglio dire è che la maggioranza prende in considerazione una legge nazionale perché c’è una mozione in Consiglio regionale. Come si vuole dimostrare la Regione Marche ha già pensato alla stabilizzazione dei precari, è questo l’aspetto politico importante e predominante.
Con le mozioni noi dobbiamo cercare di dare un indirizzo che sia politico e chiaro nel senso che non si può impegnare la maggioranza, la Giunta, su cose che hanno già fatto. Questo deve essere chiaro, perché politicamente questo ha un aspetto molto rilevante.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Non volevo intervenire, ma dopo l’intervento del Consigliere Urbinati sono stato costretto.
Quest’Aula, secondo l’intervento del capogruppo del Partito Democratico, deve decidere quali sono le mozioni da presentare, se sono state fatte, se non sono state fatte, questa è stata approvata e sull’altra la Giunta ha dato una risposta, come per dire che chi presenta le mozioni deve stare attento, deve guardare. Dico che siamo fuori da qualsiasi regola democratica.
Di questi interventi noi ne auspichiamo tantissimi, perché credo che la Consigliera Marcozzi abbia presentato una mozione per intervenire sul precariato, se il precariato fosse tutto chiuso negli enti pubblici, non staremo qui a discutere questa mozione.
Come sa benissimo il capogruppo del Partito Democratico, il precariato negli enti pubblici è aperto da tutte le parti, anzi diciamo una cosa in più al Presidente del PD, sono proprio gli enti pubblici a non applicare la legge sull’assunzione delle persone in difficoltà, per i disabili. E' proprio l’Asur della Regione Marche ad essere uno degli enti che evade questa legge. Allora di cosa parliamo? Parliamo di cose serie. Gli enti pubblici sono al primo posto nella classifica degli enti che non effettuano assunzioni di personale in difficoltà, i cosiddetti disabili.
Credo che il problema del lavoro in questa regione sia molto aperto, perché la regione è la prima nell’Italia centrale per quanto riguarda la disoccupazione.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Marcozzi

Jessica MARCOZZI. Consigliere Urbinati, quando ho presentato questa mozione, per dirle la correttezza, ne ho parlato con il Presidente della Commissione sanità, Volpini, e gli ho detto: “Presidente presento questa mozione, può andare bene?” La risposta è stata si.
Quando faccio le mozioni per non farle bocciare in Aula mi interfaccio anche con la maggioranza, adesso lei è intervenuto dicendo la sua opinione e a me sta bene, però le ribadisco che nella mia correttezza io avevo già parlato al Presidente della Commissione sanità, Volpini.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Urbinati.

Fabio URBINATI. Intervengo per fatto personale, sono stato citato sia dalla Consigliera Marcozzi che dal Consigliere Zaffiri.
Forse non è stato capito il concetto, lei Consigliera Marcozzi quando presenta una mozione non deve chiedere il permesso a nessuno, perché lei ha tutti i diritti del mondo di presentare una mozione, però le mozioni sono fatte di contenuti che hanno un valore politico, facciamo questo perché vogliamo dare un valore in più alle mozioni, vogliamo dare un impegno serio. Anche quello che ha detto il Consigliere Zaffiri dimostra quanto ho detto nel mio primo intervento, cioè che il precariato è un problema nel pubblico come nel privato.
Qual è il senso della domanda della Consigliera Marcozzi sulla mozione? Poi possiamo farne una anche condivisa, ci mancherebbe altro, possiamo fare tutto, però il senso qual è? Alla domanda della Consigliera Marcozzi, attraverso un atto ufficiale del Consiglio come la mozione, la Regione risponde semplicemente con gli atti, non risponde a voce, dicendo che in merito a quello che lei chiede, noi abbiamo già provveduto con questo atto del 2007 e con quest’altro del 2016, in più siamo già impegnati e non è che la Consigliera Marcozzi o chiunque altro attraverso la mozione impegna la Giunta, perché la Giunta già sta facendo questo lavoro, a recepire le indicazioni della legge Madia.
Questo è il senso delle cose, non c’è nulla di male in quello che sto dicendo, sto dicendo che si passa da un diritto che ha un Consigliere, in questo caso di maggioranza, al diritto che un gruppo di maggioranza, che un Assessore ha nel ribadire alcune tematiche. Punto! Questa è la discussione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Grazie Presidente. Sento adesso, mi è nuova, pensavo che fosse sempre stato così, che le mozioni hanno un valore politico. Perfetto! Hanno un valore politico, non sono dei giochi, hanno un valore politico molto importante. Se poi vengono approvate sono ancora più rilevanti, ma da un punto di vista politico, non dal punto di vista dei giochetti di prestigio!
Dico questo perché purtroppo sono qui a rilevare che la maggioranza su questo ci gioca. Abbiamo approvato una mozione importantissima che riguarda l’occupazione dei soggetti portatori di handicap, sulla disabilità, con tanto di Presidenti di associazioni che avete convocato qui, con tanto di foto che avete fatto in quest’Aula, e quando vi dissi che si predicava bene ma si razzolava malissimo qualcuno storse il naso. Allora, ragazzi, mettiamoci d’accordo una volta per sempre.
Che fa la Regione per quanto riguarda la scopertura di oltre 50 posti nelle Aree vaste nn. 4 e 5? Per quanto riguarda il collocamento obbligatorio della legge 68 sulle liste speciali? Che facciamo?
Non mi interessa “sta facendo”, caro Consigliere Urbinati, sono decenni che “non sta facendo” e vi porterò i dati, dopodiché siamo cattivi con le imprese nelle quali mandiamo gli ispettori a fare le multe e quando gli ispettori vanno nelle Asur i Direttori generali delle Aree vaste si coprono dicendo: “la Regione non ci dà il via per l’assunzione”. E' così, non mi dite di no, ho i dati e le risposte nei verbali, non scherziamo. Quindi non mettiamoci le medaglie al petto qui quando facciamo le foto con i disabili se poi non diamo risposte in questo senso.
Secondo, che ne facciamo dei precari che stavano nelle ex Provincie, oggi assunti dalla Regione nei centri di formazione professionale? Che sta facendo la Regione? Consigliere Zaffiri lei lo sa?
Io chiedo, farò una mozione, se posso la scriverò oggi, affinché venga in Aula una ricognizione di tutto il sistema del precariato che ha la Regione e che è vastissimo. Non l’ha voluto il centro-destra, quindi vorremmo capire da qui a fine anno, attraverso la legge Madia, che fine faranno tutte queste persone. Per di più molti sono giovani laureati tra l’altro, che potrebbero rappresentare anche una forza fresca per il sistema amministrativo.
Non scherziamo sul valore politico, “stiamo facendo”, no, non si sta facendo nulla su questo aspetto, qua non è mai venuto un piano occupazionale per dare risposte al precariato, perché il precariato politicamente rende. Il contrattino, i sei mesi, poi un altro mese, poi un altro anno, poi la proroga e li teniamo a bagnomaria. Questo è il discorso, quindi a margine di questa mozione chiederò un piano, che possa venire in Aula, sul sistema del precariato, su tutti gli enti gestiti dalla Regione e quali risposte da qui a fine anno la Regione intende dare.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Urbinati.

Fabio URBINATI. Faccio una proposta sulla mozione. Il senso, continuo a dirlo, però chiaramente questo è il gioco delle parti ... Faccio una proposta alla Consigliera Marcozzi di presentare una risoluzione e di scriverla insieme, così come faremo su altri provvedimenti che arriveranno in quest’Aula.
Il senso della cosa lo confermano gli interventi dei Consiglieri Zaffiri e Celani che sono andati del tutto fuori dal tema della mozione.
Ho detto semplicemente quando ho discusso nel merito che parlo con i fatti è sulla risposta della Regione Marche io ho portato due atti, non è che parliamo di nulla, come dice il Consigliere Celani, poi se vogliamo parlare del nulla siamo tutti capaci. Noi abbiamo portato due atti.
Se vogliamo scrivere insieme questa mozione, che riguardi gli sviluppi che ci saranno con la legge Madia, secondo me facciamo un servizio a tutta la comunità, perché credo che un atto politico come una mozione abbia valore se è votato all’unanimità, una mozione che divide, secondo me, non ha il senso per cui è nata.
Quindi faccio questa proposta, è libera la Consigliera Marcozzi di accettarla o meno. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Votiamo la mozione che ho presentato.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 286. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Mozione n. 287
ad iniziativa del Consigliere Bisonni
“Agevolazioni sotto forma di esenzioni fiscali e contributive in favore di imprese ubicate nel cratere sismico”
(Svolgimento e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 287 del Consigliere Bisonni che ha la parola per illustrarla.

Sandro BISONNI. Grazie Presidente. Questa mozione nasce perché il decreto legge n. 50 del 24 aprile 2017 stabilisce delle condizioni di accesso per le agevolazioni delle imprese nel cratere sismico in funzione della riduzione del fatturato che queste aziende hanno subìto nei quattro mesi successivi al terremoto dell'agosto 2016.
Che cosa accade? Accade che questa norma, che va benissimo per le aziende delle altre Regioni, che effettivamente hanno subìto danni dal terremoto di agosto, non va affatto bene per le aziende marchigiane che invece hanno subìto danni, e quindi riduzione di fatturato, a partire dal terremoto di ottobre.
Che significa concretamente? Che molte aziende marchigiane, praticamente quasi la totalità, non rientrano in queste agevolazioni. Due mesi solo (novembre e dicembre) sui quali calcolare la riduzione di fatturato, su due mesi anziché su quattro, non dà loro la possibilità di accedere a queste agevolazioni.
Mi sembra che questa sia una discriminante a cui va posto rimedio, quindi con la mozione chiedo che la Giunta si faccia promotrice con urgenza, poi spiego l’urgenza, presso il Governo affinché si consideri, per le imprese del cratere sismico marchigiano, il periodo dei quattro mesi successivi non al terremoto di agosto ma al terremoto di ottobre, quindi il periodo che va da novembre 2016 a febbraio 2017. Quattro mesi uguali per tutti, però vanno riferiti ai terremoti che hanno colpito le varie zone, altrimenti si crea un danno.
L’urgenza è dovuta al fatto che recentemente l’Agenzia delle entrate ha fatto una circolare applicativa a quel decreto in cui invita le aziende che vogliono accedere a queste agevolazioni a far domanda a partire dal 23 ottobre di quest’anno. Quindi dobbiamo muoverci in fretta e cercare di cambiare questa norma il prima possibile.
Ripeto, il danno è doppio perché da una parte le aziende marchigiane non rientrano in queste agevolazioni, quindi hanno dei danni che non possono in qualche modo compensare, dall'altra, per alcuni settori specifici, vedono “la concorrenza” delle aziende fuori regione che invece accedono a queste agevolazioni.
Penso che questa mozione possa essere condivisa da tutti, me lo auguro, perché ristabilisce una condizione di equità delle aziende marchigiane rispetto alle aziende delle altre regioni, dando a tutti ugualmente le stesse condizioni, cioè quattro mesi a partire dal terremoto che le ha interessate. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giacinti.

Francesco GIACINTI. Grazie Presidente. Essendo stato incaricato di dare la risposta del gruppo del Partito Democratico a questa mozione mi sento di dire che non è peregrina l’osservazione che è alla base della mozione ispirata al criterio di confrontabilità del periodo a cui deve essere sottoposta l’osservazione del fatturato come condizione, la cui riduzione superiore al 25% è condizione per potersi avvalere di quelle agevolazioni di cui si fa riferimento nella mozione.
Certamente è plausibile un impegno nella direzione di poter cambiare il testo normativo che abbia a tenere in considerazione lo stesso periodo di confronto, quindi quattro mesi, ovvero settembre-dicembre per il periodo del primo terremoto, del primo cratere, e alla stessa maniera per il secondo terremoto, che è quello che ha coinvolto di più questa regione.
Sarebbe auspicabile un confronto, come diceva l’estensore Consigliere Bisonni, dello stesso periodo di quattro mesi, quindi novembre 2016/febbraio 2017.
Posso immaginare che ci possano essere delle difficoltà legate al fatto che nel primo caso siamo nell’ambito di uno stesso esercizio di imposta, nell’altro saremmo a cavallo di due periodi, ma secondo me si potrebbe superare, ma questo lo dico per dare un contributo in tale direzione, confrontando il fatturato semplicemente dai registri Iva di quattro mesi, settembre-dicembre 2016 per il primo cratere, chiamiamolo così, e novembre-dicembre 2016 e gennaio-febbraio 2017 per i comuni interessati dal secondo sisma, anche se riferiti a due periodi di imposta diversi. Per quanto ci riguarda votiamo a favore di questa mozione.

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 287. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Mozione n. 276
ad iniziativa della Consigliera Leonardi
“Eliminazione barriere architettoniche: oltre allo Stato anche la Regione non finanzia più i Comuni”

Mozione n. 290
ad iniziativa dei Consiglieri Urbinati, Minardi, Mastrovincenzo, Volpini, Giacinti, Micucci
“Interventi per l’eliminazione e il superamento delle barriere architettoniche - rifinanziamento del Fondo speciale - intervento della Giunta regionale presso il Governo nazionale”
(abbinate)
(Svolgimento e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 276 della Consigliera Leonardi e la mozione n. 290 dei Consiglieri Urbinati, Minardi, Mastrovincenzo, Volpini, Giacinti, Micucci.
Ha la parola, per l'illustrazione, la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Nel corso di questi mesi mi sono arrivate numerose segnalazioni da parte di privati cittadini che, a seguito delle loro condizioni personali o di un familiare affetto da disabilità, si sono trovati nell'impossibilità di accedere, conoscendo l'esistenza di questo Fondo, a delle risorse per poter adeguare la propria abitazione, o l’abitazione del proprio congiunto, alle sopraggiunte esigenze legate alla disabilità. Parliamo degli ascensori, parliamo di interventi per rendere le case vivibili a misura di persona affetta da handicap.
Ho approfondito la questione sia contattando i Comuni, perché spesso queste persone si rivolgevano al proprio Comune di residenza per accedere a questi fondi, che la struttura regionale.
Per spiegare un po’ la situazione farò un excursus della mozione.
La legge 232 prevede l’istituzione presso il Ministero dell’economia e finanza di un fondo fra le cui finalità è ricompresa l’eliminazione delle barriere architettoniche e la legge 13 del 1989 ha introdotto la possibilità di richiedere contributi per l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati.
Purtroppo è noto che spesso questi contributi non sono stati erogati o lo sono stati solo parzialmente a causa di una certa frammentazione e discontinuità nel finanziamento di questo fondo.
La Regione Marche dal 2014 non ha più contribuito con fondi propri al fabbisogno destinato ai Comuni per l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati.
Le domande che pervengono dalle categorie svantaggiate sono numerose, considerata purtroppo anche la perdurante crisi economica e la percentuale di persone che hanno per malattia, o per infortunio, o per incidente, problemi di disabilità.
La Regione Marche il 21 febbraio 2017 ha inviato a tutti i Comuni della regione una nota nella quale si affermava che a tutt’oggi non sono disponibili risorse per la concessione dei contributi per l’eliminazione delle barriere architettoniche.
Nella stessa nota veniva evidenziato il fatto che nel corso degli anni si era accumulato un fabbisogno regionale insoddisfatto, quindi le richieste dei cittadini, superiore ad 11 milioni di euro.
Le domande di contributo continuano comunque ad arrivare da parte dei privati, tanto che la Regione, con la nota che ho citato, intende conoscere il fabbisogno finanziario diviso per Comune per far fronte alle domande di contributo presentate entro l'1 marzo 2017, quindi gli uffici chiedono ai Comuni, sapendo che a monte c'è una richiesta di inevaso di 11 milioni, di conoscere, diviso per Comune e per anno, il fabbisogno all'1 marzo 2017.
Il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti con la nota n. 2062 del 2017, ha richiesto alle Regioni di trasmettere il fabbisogno inevaso, diviso per anno di competenza, quindi a cascata la Regione ha fatto questa richiesta ai Comuni.
Il diritto all’eliminazione delle barriere architettoniche è un diritto primario e ci si trova di fronte a casi di soggetti che addirittura sono impossibilitati ad uscire dalle proprie abitazioni a causa di ostacoli e barriere fisiche che sono per loro insormontabili.
Anche se la Regione non sostiene più l’onere relativo alla legge 13 dell’89, poiché da tempo è venuto a mancare il finanziamento da parte dello Stato, autorizzazioni di spesa possono essere previste in sede di redazione di bilancio regionale soprattutto per la categoria degli invalidi totali.
Risultano numerose le istanze che pervengono ai Comuni da parte dei privati cittadini e dalle loro famiglie che necessitano di interventi volti all’eliminazione di queste barriere per consentire anche a chi ha una disabilità di poter vivere una vita il più normale possibile.
Lo Statuto della Regione Marche contempla all’articolo 3 il riconoscimento e la promozione di tutte le iniziative idonee a realizzare il pieno sviluppo della persona e l’uguaglianza dei cittadini.
L’articolo 4 stabilisce inoltre il principio di adottare le più opportune politiche di sostegno alle giovani coppie, alle famiglie socialmente svantaggiate, con particolare riguardo a quelle numerose, a quelle monoparentali e a quelle con componenti disabili o invalidi.
Queste sono le premesse che ho annunciato in questa Aula, lo stesso giorno in cui ho depositato questa mozione, il 17 luglio, quando all’unanimità votava, alla presenza nel pubblico di diverse persone diversamente abili rappresentanti anche di associazioni di categoria per l’adesione ai principi dell’Onu, proprio sul discorso dell’abbattimento della disabilità. In quell'occasione, votando favorevolmente al provvedimento, ho puntato l’attenzione su quella che per me è la cosa principale: è giusto che si faccia una battaglia di principio, è giusto che si cambi la mentalità, ma è soprattutto giusto che si intervenga attraverso misure concrete, quindi con finanziamenti reali, a migliorare la vita di queste persone che altrimenti con il solo principio, ovviamente, tutti i giorni, diciamoci la realtà, non fanno nulla.
Per questo con questa mozione chiedo che la Giunta si attivi per chiedere ai Ministeri competenti un effettivo e celere impegno finanziario per far fronte alle esigenze che pervengono dai Comuni marchigiani al fine del sostegno ai diversamente abili ed alle loro famiglie per l’eliminazione delle barriere architettoniche, perché il fondo regionale che compartecipava quota parte al finanziamento statale è venuto meno.
Chiedo inoltre di ripristinare, una volta terminata la ricognizione effettuata dal relativo servizio infrastrutture della Giunta regionale, tramite una apposita variazione di bilancio regionale, il relativo fondo quota parte regionale per il sostegno ai Comuni relativamente all’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati.
La Regione ha fatto questa lettera ai Comuni sapendo che il Ministero ha chiesto di conoscere quali sono le esigenze della regione, quindi mi auguro e mi aspetto che questo Consiglio possa votare favorevolmente queste due richieste: chiedere un impegno al Ministero, che probabilmente ci sarà se chiede una ricognizione, di mettere risorse e che la Regione faccia uno sforzo finanziario anch’essa per trovare alcune risorse che vadano a rifinanziare quella compartecipazione al contributo che spetta alla Regione.
Faccio una piccola nota perché ho visto che in data 18 settembre, ed è la mozione che verrà discussa dopo la mia, è stata fatta una mozione, due giorni fa, da parte della maggioranza, anche perché con il nuovo Regolamento non è più possibile emendare da parte della maggioranza le mozioni degli altri, principio che ho ribadito quando abbiamo illustrato il nuovo regolamento, l'ho fortemente voluto perché se il principio è condiviso, se quello che è contenuto nella mozione trova la condivisione, il giochino, permettetemi la parola, di non lasciare il merito di alcune situazioni alla minoranza lo trovo un po’ svilente per chi credo mette in questo ruolo impegno e dedizione.
In questa mozione non c’è un qualcosa di ideologico o di contrapposizione, io ho letto anche il dispositivo dell’altra mozione, onestamente mi auguro possano essere votate ed approvate entrambe, fondamentalmente non trovo delle grosse differenze, c’è un'aggiunta relativamente al fatto che le zone terremotate, permettetemi, può essere accolta favorevolmente, ci mancherebbe altro, diventino un modello, un’area pilota per l’applicazione dei Peba, dei piani di eliminazione delle barriere architettoniche, però guardiamo la realtà dei fatti, il 99% di quelle realtà sono Comuni inerpicati nelle montagne, e già è difficile, e oggi ci troviamo a discutere della difficoltà di costruire delle semplici abitazioni, quindi ben venga il principio ove possibile, però non credo che questa richiesta possa essere considerata motivo per annullare o per non votare la mia.
Adesso sentirò quali sono le motivazioni della maggioranza, però non mi sembra di aver proposto qualcosa di ideologico, mi sembra di aver proposto qualcosa su cui ci si può ritrovare e che fondamentalmente ritrovo anche nella mozione del PD. Quindi io vi invito a votarla favorevolmente, reputo di poter votare favorevolmente anche la vostra e se mi spiegherete le motivazioni di una eventuale bocciatura ne prenderò atto. Quando ho visto la presentazione di questa mozione, con il capogruppo Urbinati ci siamo leggermente confrontati per capire. Un conto è dire anche la vostra su un argomento che certamente vede tutta l’Aula sensibile, e magari aggiungere un qualcosa che voi reputate nella forma che il nuovo regolamento impone, diverso è, a parer mio, veder bocciata la mia mozione a meno che non mi spiegate quali sono i punti che possono non essere condivisi, altrimenti chiederei una condivisione.

PRESIDENTE. Ha la parola, per l'illustrazione, il Consigliere Urbinati.

Fabio URBINATI. Grazie Presidente. Grazie alla Consigliera Leonardi per l’illustrazione. Oggi possiamo dire che il nuovo Regolamento sta entrando nelle dinamiche dello svolgimento del Consiglio regionale, perché, faccio una piccola precisazione, mi sembra che, così come ho appreso dalla dott.ssa Zampa, non solo con il nuovo Regolamento non si possono emendare le mozioni presentate da altri Consiglieri, ma non si possono emendare neanche le proprie, quindi c’è una rigidità enorme e io credo che come tutte le riforme, perché quella che noi abbiamo fatto con il Regolamento è una riforma che è stata approvata, con tanti punti qualificanti e laddove c’è da limare qualcosa, da modificare qualcosa, ci metteremo intorno ad un tavolo e lo faremo.
Anche adesso, come il gruppo del Partito Democratico ha dimostrato poco fa, siamo disponibili ad una discussione su un tema delicato come questo, com’era delicato quello del precariato, il tema di prima. E' chiaro che il tema della disabilità e delle barriere architettoniche lo è in maniera considerevole.
Vorrei partire da un principio che alla fine è quello che ci chiedono le associazioni di categoria, che ci chiedono i portatori di handicap, quelle persone che per i loro diritti si impegnano nel sociale e che spesso noi riceviamo qui, anche nei nostri palazzi e che spesso ci dicono: “Su questi temi non ci fate sentire divisioni politiche”. Penso che questo sia un atteggiamento importante che ci responsabilizza un po’ tutti quanti e, come ha fatto la Consigliera Leonardi, anch’io cercherò di ripercorrere la storia che c’è stata negli ultimi anni.
Noi abbiamo presentato un’altra mozione per una questione più regolamentare che di merito, perché il merito è totalmente condivisibile da questo punto di vista, però noi su questa tematica ci stiamo lavorando da tantissimo tempo e quindi riteniamo opportuno, come ho detto prima per l’altra mozione, è giusto rivendicare il lavoro che è stato fatto e condividerlo con quelle che sono le nuove istanze che arrivano un po’ da tutte le forze politiche.
Tutte le norme sull’abbattimento delle barriere architettoniche che si sono susseguite negli anni sono state una grande conquista di civiltà e, oltre che non dobbiamo e non possiamo dividerci su questi temi, ciò che ispira l’accessibilità, ciò che ispira il formarsi di una persona ad avere diritti, deriva dagli articoli 2 e 3 della Costituzione, e sono quegli articoli che noi, tante volte, a livello politico, abbiamo definito una parte intoccabile della Costituzione, quindi è chiaro che ci ritroviamo in questi principi.
Tutti conosciamo la legge 13/1989 che aveva uno scopo importantissimo, una legge qualificante che nel corso degli anni un po’ tutte le forze politiche che hanno governato questo Paese hanno avuto difficoltà nel finanziare. Tant’è che la legge fu finanziata per pochi anni, poi fu finanziata solamente con risorse regionali e la Regione in quegli anni mise più di 8 milioni di euro, parliamo quasi di 9 milioni di euro. Però con queste risorse non siamo riusciti a beneficiare tutti quelli che ne avevano fatto richiesta, non parliamo solamente di opere pubbliche quando parliamo di abbattimento delle barriere architettoniche, ma soprattutto di interventi privati. Parliamo di ascensori nelle abitazioni, di sollevatori, di autoveicoli e di mezzi di trasporto, strumenti che servono per qualificare la vita di una persona disabile.
E’ chiaro che da questo punto di vista un impegno c’è sicuramente e adesso cercheremo di capire bene in quale modo. Faccio riferimento a quello che ci hanno comunicato ieri, sulla finanziaria del 2016 per il 2017 ci sono circa 3 miliardi di risorse e una parte di questi 3 miliardi servirà in maniera specifica a soddisfare le richieste e le esigenze di chi aveva avuto modo di accedere a questa legge. Quindi noi su questo aspetto saremo molto attenti. Lo saremo ancora di più, perché noi siamo una Regione che per un terzo rientra nel cratere sismico, ma anche fuori dal cratere, e quello dell’abbattimento delle barriere architettoniche, sia per le strutture pubbliche che private, sarà un impegno che terremo in grandissima considerazione.
Dico semplicemente che se vogliamo condividerla, il Regolamento ci permette una condivisione, potremmo fare tutti quanti insieme una risoluzione, che ci trova perfettamente disponibili, quindi c’è questa disponibilità. Purtroppo, lo ripeto, la situazione deriva dal meccanismo del nuovo Regolamento che non ci permette di, lo dico con il cuore in mano, stare attenti come maggioranza anche alla forma, non solo alla sostanza. Quando la maggioranza approva un atto ha bisogno di definire bene anche la forma, ma sulla sostanza non abbiamo nessun dubbio.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Minardi.

Renato Claudio MINARDI. Grazie Presidente. Sicuramente, Consigliera Leonardi, il nuovo Regolamento ci impone un nuovo metodo di lavoro, non potendo modificare le mozioni che sono state presentate, è chiaro che su alcuni temi particolarmente sensibili i Consiglieri o i gruppi vogliono dire quello che pensano.
Su questo tema peraltro, quello dell’abbattimento delle barriere architettoniche nelle abitazioni private, il nostro gruppo ha una sensibilità forte e credo che su questo si debba fare ogni possibile sforzo per andare avanti. Peraltro quando abbiamo approvato la mozione sul progetto vita indipendente, quando sono state recepite le indicazioni dell’Onu, con il Consigliere Giacinti, che era il primo firmatario, avevamo valutato di inserire anche il tema dell’abbattimento delle barriere architettoniche che da più parti c’era stato sollecitato, poi per evitare di inserire un argomento che avrebbe rischiato di essere una cosa specifica rispetto ad un discorso di carattere più generale, molto più impegnativo, abbiamo evitato di introdurlo in quel documento.
E’ chiaro che il tema dell’abbattimento delle barriere architettoniche trova sicuramente una forte sensibilità da parte di tutti, mi auguro che trovi questa sensibilità anche da parte di tutta l’Aula, anche se ci sono due documenti. Da parte mia, che sono insieme ai colleghi firmatario di questa mozione, non ci sono problemi a valutare una sintesi comune. Credo che sia uno sforzo che deve essere fatto da parte di tutti i gruppi consiliari. Dopodiché il tutto va considerato e valutato insieme anche alle condizioni economico finanziarie perché non nascondiamo, questo lo dico in premessa, che chiedere le risorse può essere lo sport più facile da esercitare, ma poi ci si scontra con le difficoltà e le problematiche di bilancio, tenuto conto che in questi anni il bilancio delle Regioni si è ridotto di cifre estremamente importanti.
Questo è un tema su cui c’è una sensibilità e quindi deve esserci anche una assunzione di responsabilità da parte del Consiglio regionale e credo anche da parte del Governo, senza nascondersi dietro il problema perché, non dimentichiamo, che il Governo e lo Stato non finanziano più, non hanno alimentato più il fondo che era stato istituito con la legge 13 del 1989 a partire dall’anno 2000. Nel contempo la Regione Marche dal 2005 al 2014 ha stanziato, come propria parte e come contributo regionale che andava ad alimentare la parte nazionale, poco meno di 9 milioni.
Detto questo, le premesse sono che da una parte abbiamo la volontà chiara, precisa e determinata di arrivare all’obiettivo per consentire alle persone con disabilità di poter abbattere le barriere architettoniche e quindi di eliminare quelle difficoltà, quelle barriere che hanno nelle loro abitazioni, dall’altra dobbiamo rendere tutto questo compatibile con le difficoltà delle risorse finanziarie. Ecco perché nella mozione è stato messo in modo chiaro e preciso il fatto che il Governo regionale si impegna nella conferenza Stato-Regioni a fare in modo che il tema del superamento ed dell'eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici pubblici e privati sia un principio culturale su cui anche il Governo deve sentirsi impegnato. Questo significa che poi alla Conferenza Stato-Regioni ci dovrà essere la richiesta di rifinanziare il fondo speciale per l’eliminazione delle barriere architettoniche.
Sappiamo che l’ultima legge di stabilità ha previsto un fondo, quello per il 2017, di circa 3 miliardi di euro, ma il riparto specifico prevede tante voci, tante possibilità e tante opportunità di finanziamento, per cui ancora non sappiamo nel dettaglio quale sarà la cifra specifica che è destinata a questo tema.
La Regione ha stanziato 70 milioni di euro, trovati quando questo Consiglio e questa Giunta si sono insediati. Il fondo del sociale era stato totalmente azzerato a fine della precedente legislatura e con una manovra non facile, estremamente difficile, sono stati ripristinati tutti i fondi del sociale. E' chiaro che bisognerà trovare le condizioni per mettere le risorse. Quindi da una parte l’impegno preciso e costante di fare in modo che tutto venga rappresentato allo Stato, al Governo, alla Conferenza Stato-Regioni, perché lo Stato ripristini il fondo della legge 13 del 1989, e da parte nostra trovare le modalità per rifinanziare il fondo anche parzialmente e compatibilmente con le risorse.
Credo che sia una sfida di civiltà, una scelta di civiltà, perché il problema dell’autosufficienza e della disabilità è un tema su cui dobbiamo avere massima attenzione. Quando è stato rifinanziato il fondo del sociale l’attenzione c’è stata, questo è uno dei temi su cui dobbiamo provare ad intervenire e tra l’altro dobbiamo anche tener conto dell'aumento dell’età media, dell’invecchiamento della popolazione, dell’aumento delle malattie croniche e dell'aumento dell’aspettativa di vita ed anche che nel contempo crescono difficoltà e problemi, soprattutto per coloro che hanno delle malattie.
Ritengo che le domande che sono state raccolte, non essendo stata emanata una normativa di carattere nazionale che impediva ai Comuni di continuare a raccogliere le domande, abbiano creato delle aspettative, inevitabilmente. Da quello che ci risulta le ultime domande che sono state evase risalgono al 2008/2009 anche se il fondo è stato alimentato fino al 2014. E' ovvio che se da una parte lo Stato non elimina la legge e consente ai Comuni di continuare a raccogliere le domande, i cittadini una aspettativa su questo tema ovviamente ce l’hanno e si aspettano anche di avere delle risposte per cui non c’è una diversità di fondo rispetto alla mozione che è stata presentata dalla Consigliera Leonardi, c’è soltanto questa parte più marcata rispetto al ruolo che dovrà svolgere la conferenza Stato-Regioni, l’attivazione presso il Governo nazionale e perseguire l’obiettivo del recupero delle risorse dal bilancio regionale per rialimentare il fondo.
Credo che su questo dovremmo fare uno sforzo tutti quanti, ritengo che su questo tema ci sia bisogno di avere un Consiglio regionale unito, anche se dobbiamo tener conto, con tutte le problematiche che abbiamo avuto in questo ultimo anno, non solo dei tagli ma anche delle questioni legate al sisma.
Credo che sul tema della disabilità, che colpisce una parte importante della popolazione e che è sempre in progressiva crescita, ci debba essere, e dovremmo provare a cercare una soluzione, un’intesa per quello che mi riguarda anche comune, perché la sensibilità di chi ricopre un ruolo istituzionale, come quello di essere rappresentante dei cittadini in Consiglio regionale, non può prescindere da una attenzione particolare nei confronti di coloro che sono più bisognosi, di coloro che sono meno fortunati di noi. Quindi non solo servizi, non solo attività, non solo finanziamenti a progetti, come “la vita indipendente” e quant’altro, ma dare servizi a coloro che ne hanno bisogno, coloro che sono in difficoltà perché queste persone si aspettano dalla comunità e dalle istituzioni delle risposte precise, perché i bisogni che abbiamo noi persone che non abbiamo questi problemi, per fortuna, sicuramente sono diversi rispetto a chi vive il disagio, il bisogno quotidiano.
Dopodiché, è chiaro, sappiamo tutti che le risorse sono sempre di meno, che si hanno sempre più difficoltà perché mancano le risorse per l’ambiente, per la promozione, per la cultura, per il turismo, per l’assetto idrogeologico, però credo che una parte di risorse su questo tema possa essere dedicata.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Credo di poter dire che non siamo su “Scherzi a parte”, però dopo l’intervento prolisso del Vicepresidente del Consiglio regionale, che vuole convincere quest’Aula che la data del 17 luglio è uguale alla data del 18 settembre 2017, siamo veramente a “Scherzi a parte”.
C’è il nuovo Regolamento, si, c’è il nuovo Regolamento e chi arriva prima presenta la mozione e chiede di impegnare l’Aula al voto. Poi si arriva, questa mozione del 17 luglio è importante, al 18 settembre, cioè ieri, perché oggi è il 19, con un’altra mozione uguale!
Se una mozione importante è stata presentata da un gruppo di minoranza, è una vergogna per questa Aula?
Io credo che dobbiamo essere seri quando parliamo di politica, se poi vogliamo vedere dei film, qualcuno li vede e altri no, parliamone Vicepresidente!
Questa è una cosa estremamente seria, è stato preso un impegno rispetto alle persone che sono venute anche qua, credo quindi che la serietà e l’onestà di quest’Aula ci debba stare tutta.
Poi di cosa parliamo? Abbiamo sentito che abbiamo pagato, che abbiamo dato i contributi, ma quali? Sono stati tolti i soldi anche alle persone che usufruiscono del trasporto pubblico scolastico e ci sono famiglie, persone che aspettano da anni soldi mai dati per gli interventi ai disabili!
Ma siamo seri quando parliamo! Ci sono famiglie che ancora devono prendere i soldi per gli interventi che hanno fatto per le persone più sfortunate di noi. Ma siamo seri dentro quest’Aula, per favore!
Credo che qui non ci siano risoluzioni, c’è una mozione non presentata da me, ma io parlo politicamente, e la democrazia in casa del gruppo della Lega è presentare una mozione e se è votabile, la democrazia e la politica debbono avere il coraggio di votarla e credo che, vista la serietà del problema, non si possa scherzare su questo. La democrazia vuole che la maggioranza prenda atto che c’è un argomento importante presentato da altri, pazienza, il nuovo Regolamento è fatto così, l'abbiamo votato e credo che dobbiamo adattarci al nuovo Regolamento, tutte le altre cose sono furbate!
Le furbate sulle cose serie, per quanto ci riguarda come gruppo della Lega, le rimandiamo al mittente, non ne vogliamo nemmeno sentire parlare in quest’Aula, le mozioni che vengono presentate e che non possono essere emendate o si accettano o no, questo è uno strumento della democrazia, chi arriva prima macina!

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Casini.

Anna CASINI. Sono stata attratta ad intervenire da “chi arriva prima ha ragione”, chi arriva prima fa tana, chi arriva prima puzza. Come si faceva da voi? E’ un gioco Consigliere Zaffiri?
Stiamo parlando di disabilità e allora bisogna chiarire che nessuno di quelli che hanno fatto richiesta con la legge 13 del ’90 ha avuto il finanziamento visto che lo Stato che doveva mettere una copertura economica a questa legge, non lo fa da anni. Questa è cosa conosciuta, però una cosa forse meno conosciuta di cui non si è parlato, ma che è stata accennata dai colleghi, è che finalmente, dopo 15 anni, nella legge di bilancio 2017, l’11 dicembre 2016, è stata prevista l’istituzione presso il Mef di un fondo la cui finalità è quella di andare a coprire quegli interventi che negli anni sono rimasti inevasi perché, come si spiegava, le richieste venivano comunque raccolte dai Comuni e ce le hanno inviano. La Regione non avrebbe dovuto mettere la copertura finanziaria, ma ce l’ha messa per un periodo, era comunque una competenza nazionale e lo Stato, il Governo, non ha mai messo una risorsa ed invece nel 2016, sulla finanziaria 2017, questo è stato deciso.
Il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ci ha inviato una nota il 3 febbraio 2017 per chiederci quale fosse il fabbisogno regionale rispetto agli interventi inevasi sulla legge 13/90, l’ufficio competente ha immediatamente risposto, siamo ancora in attesa di sapere, sappiamo che c’è questo finanziamento, se e come il Mef ha autorizzato il nostro elenco e fino a che punto, se tutto, o per quale annualità, eccetera. E' una questione che deve essere risolta dal Mef per il tramite del Mit.
Credo che questa sia una notizia che andrebbe condivisa e magari andrebbe, come stiamo facendo, seguita, ma urlare, confondere …, tra l’altro la cosa che mi dà fastidio è quella che vengono confuse norme, leggi ed aspetti diversi.
In questa sede la Consigliera Leonardi ha parlato giustamente e nel merito della legge 13, se poi noi ci mettiamo tante altre questioni, come i trasporti … Stiamo parlando di barriere architettoniche nell’edilizia privata e giustamente come ha proposto il Consigliere Urbinati, si potrebbe allargare anche ad altri aspetti visto che ci siamo.
Credo che sia un tema talmente importante che non può essere strumentalizzato, penso che noi, a prescindere dai Regolamenti, che sinceramente non conosco perché ci lavoriamo adesso per la prima volta, dovremmo aggiungere le questioni che il nostro capogruppo ha sottolineato e penso che sia, nei confronti dell’esterno, un'ottima cosa anche perché poi date degli indirizzi alla Giunta ed io avrei piacere, visto che sono l’Assessore competente, a riceverli in modo unitario.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Grazie Presidente. L’argomento va trattato con tanta cautela, ma soprattutto con grande senso di responsabilità, comunque non posso non fare due considerazioni prettamente politiche su due livelli, il primo a livello regionale, sul tema che stiamo trattando, in modo particolare su questa seconda mozione che ho visto solo adesso, perché io ho avuto modo di ragionare sulla mozione della Consigliera Leonardi e non ho visto quella che ha presentato il Vicepresidente Minardi.
Credo che sarebbe stato opportuno, dato che questa seconda mozione è perfettamente identica, poi la vedremo, al di là delle premesse, dove uno può mettere tutto ciò che vuole, è il deliberato, l’impegno quello che conta, chiedere alla Consigliera Leonardi se la maggioranza poteva aderire a questa mozione. Non mi sembra che ci sarebbe stato nulla di scandaloso, è successo tantissime volte. Io ed il Consigliere Giancarli abbiamo fatto più volte sperimentazioni su argomenti di interesse comune, non mi sembra che ci sia una corsa a chi ci mette il cappello, cosa bruttissima dal punto di vista politico, su argomenti soprattutto come questo.
Dico questo perché, tra l’altro, la seconda mozione presentata dal Consigliere Minardi sembrerebbe diversa, ma non lo è perché i primi tre punti sono identici, il quarto punto è superfluo, perché parla soltanto dell’articolo 32 della legge 41 dell’86, che fa riferimento all’eliminazione delle barriere architettoniche su edifici esistenti quando si ristruttura. Poi nell’impegno si parla di fare progetti pilota sulla ricostruzione dove sul nuovo, è ovvio, si deve adeguare tutto.
Per quanto riguarda il terremoto noi abbiamo il problema della ricostruzione, c'è una legge ed è naturale che dobbiamo rispettarla, il resto non c'entra nulla, perché adesso non possiamo dire che “laddove c’è stato il lieve danno noi facciamo il piano pilota”. Il piano pilota si fa su quello che vado a costruire di nuovo, dove non occorre alcuna raccomandazione perché c’è la legge. Quindi l’ultimo punto di questa mozione è ridondante e non ha alcun valore da questo punto di vista, gli altri tre sono identici.
L’altra considerazione che faccio è un po’ più dura, pesante, politica a livello nazionale, è vero che sono anni che la Regione è stata un po’ bloccata dalla mancanza di fondi a livello nazionale, però è anche vero che sono anni, almeno 3, che vengono date mance agli italiani per miliardi, quando un miliardo poteva benissimo essere messo sul fondo nazionale, che da anni era rivendicato dai Comuni. Sono state distribuite mance a non finire, gli 80 euro, ai diciottenni, alle neo mamme, per il primo giorno di scuola, chi più ne ha più ne metta, sicuramente ne inventeranno qualcuna anche adesso in questi mesi, un miliardo su questo fondo si poteva mettere.
Questa è la motivazione politica che ci fa dire di no a tutto il resto, dobbiamo essere coerenti, non c’è stata un’attenzione su questo versante, dopo, ogni volta che si pone il problema, tutti quanti vogliamo dire la loro, ma la realtà è questa!
Andiamo a vedere quanti miliardi sono stati dati da tre anni a questa parte, da tre anni a questa parte non è stato messo un centesimo su questa legge. Che adesso si faccia lo studio, come dice l’Assessore Casini, senza dubbio ci sta, ma la realtà, la sostanza è questa: il piatto piange e noi siamo uno dei paesi più arretrati da questo punto di vista. Soprattutto per quanto riguarda, ad esempio, i centri storici nei quali abbiamo vincoli a non finire e lì ci vogliono fondi per poter fare questo grande progetto sociale e non bastano soltanto i soldi, non bastano soltanto le risorse economiche, occorre cambiare anche delle normative perché all’interno di certe strutture, di certi palazzi non è nemmeno possibile anche perché noi abbiamo un regime vincolistico cieco che ci impedisce di fare l’ammodernamento, di fare l’adeguamento.
Quindi non occorre soltanto la risorsa economica, occorre anche che vengano cambiate le norme, per poter consentire che determinati edifici, che hanno una certa valenza storica, pur non deturpandoli attraverso progettazioni che possono essere tranquillamente aderenti ai canoni del restauro conservativo, possano essere inseriti in queste norme e quindi dare ai Comuni il via per fare questa grande operazione di carattere sociale. Questa è la verità! E su questo siamo in ritardo, mi metto nel carro degli amministratori e dico che siamo in ritardo, perché il Governo non ha fatto nulla, la Regione di contro forse non ha messo abbastanza.
Questa è la verità, per cui l’implicazione è politica, quindi l’invito che faccio alla maggioranza è, secondo me poi la presentatrice dirà la sua, di ritirare la sua mozione, che è uguale, e votare quella della Consigliera Leonardi.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Onestamente sono un po’ in difficoltà perché ho aspettato di conoscere e di ascoltare le parole del capogruppo del PD per capire le motivazioni della nuova mozione. E' vero che il nuovo Regolamento - vi chiedo di non nascondervi dietro i cavilli - impone di non emendare le mozioni. L’abbiamo voluto apposta perché? Perché laddove il principio era condiviso il doverci mettere il piedino, prendendo la paternità di una cosa condivisa a suon di maggioranza o stravolgere la mozione a suon di maggioranza perché l’intento era un altro rispetto a quello del presentatore, lo trovavamo scorretto e questo lo abbiamo condiviso tutti, maggioranza e minoranza all’interno della Commissione per il Regolamento.
La possibilità di presentare una mozione a fianco di quella presentata aveva lo scopo di dire “su questo argomento io voglio dire la mia ed è diversa dalla tua” altrimenti voto la tua.
Leggendo la mozione presentata da alcuni Consiglieri del PD non vedo questa diversità ed è stata anche enunciata la condivisione dei principi e delle richieste. Io ho chiesto apposta di capire cosa eventualmente non andasse se si voleva votare negativamente, per capire che cosa non era condiviso, invece mi dispiace sottolinearlo ma la risposta che ho avuto è stata quella di dire che su un argomento così importante il PD vuole dire la sua.
Nella mia mozione non ho detto: “La Giunta Ceriscioli non ha fatto niente, il PD è brutto e cattivo e non ha fatto niente”, ho semplicemente sollevato un problema e credo che sarebbe stato più positivo anche per l’Aula - per non creare una contrapposizione, che a questo punto devo dire essere stata creata con la presentazione della seconda mozione, non con il testo della mia - intervenire come ha fatto l’Assessore Casini e dire: “Il Governo sta già mettendo questi fondi, la Regione ha già in programma di fare una variazione di bilancio nel prossimo bilancio per inserire questo” (…) Mi ascolti dall’inizio, ho citato lei per dire che il suo intervento, secondo me, è stato positivo nel dire che già il Ministero sta rifinanziando, ed io in parte l’ho detto perché se in questa lettera il Ministero chiede a tutte le Regioni di sapere qual è il proprio fabbisogno e le Regioni chiedono ai Comuni, vuol dire che probabilmente ha intenzione di finanziarla. L’ho detto anche nella discussione, quindi non è che c’è un attacco politico sull’argomento e se c’era già la sensibilità, come è stato dimostrato, nel votare all’unanimità. Io ho votato la mozione sui principi dell’Onu, non era la mia, condividevo il principio, l’ho votata, non sono stata a mettere la virgola ed il puntino per metterci il piede, ho votato favorevolmente perché condividevo i principi.
In questa mozione mi sembra, purtroppo, è stato anche detto apertamente, che la volontà è quella, siccome è un tema importante, di dire noi ci siamo, ma si poteva anche dire nella discussione “noi ci siamo”, si poteva dire da parte di chi è preposto. Non voglio tirare per la giacchetta nessuno, se la volontà già c’era si poteva dire: “noi abbiamo già fatto questo e abbiamo già in programma di fare questo, quindi i principi che sono nella mozione li condividiamo pienamente tant’è che stiamo lavorando e la votiamo”.
A questo punto purtroppo mi sembra invece che sia un discorso politico per non lasciare la paternità di una azione che condividete in mano a chi l’ha presentata e questo politicamente lo trovo piuttosto scorretto, onestamente parlando.
Io sono sempre stata disponibile, e l’ho dimostrato in questi due anni e mezzo, al dialogo e disponibile anche a fare passi indietro rispetto all’andare a buon fine di atti che avevo presentato nel momento in cui si trovava lo scontro per ovvie ragioni politiche e non di merito. Oggi mi sembra che sia una forzatura che onestamente non mi sento di avallare. Se la volete bocciare, la boccerete ed approverete la vostra, però mi sembra ridicolo che voi condividete i principi, condividete quello che c’è scritto, non c’è, come in altre mozioni che hanno una valenza di carattere politico, lo scontro fra la maggioranza e la minoranza, o nei confronti del Governo, non mi sembra che nella mia mozione ci sia questo, che vi dia modo di dire: “guarda che se tu mi scrivi contro il Governo Gentiloni è ovvio che io non te la posso sottoscrivere”, ma mi sembra che nel testo che io ho fatto volutamente non c'è una polemica, tant’è che mi dite che il succo lo condividete.
Quindi mi trovo in difficoltà perché se non faccio un passo indietro, sembra che non voglio condividere, che voglio fare la divisione, ma nessuno è venuto a bussare alla mia porta, mi ha fatto una telefonata, mi ha mandato un messaggio per dire guarda Elena la condividiamo, però vogliamo aggiungere questo, io mi sono trovata ieri questa mozione e mi sono chiesta approveranno la mia e la loro o vorranno come facevano con gli emendamenti in qualche modo affossare la mia e approvare la loro?
Adesso è chiaro, io vi chiedo un po’ di onestà intellettuale e coraggio per dire “la nostra la diciamo comunque” senza bisogno di farmi annullare la mia. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Grazie Presidente. Non per un intervento, ma per una mozione d’ordine relativamente a queste ultime due mozioni che stiamo discutendo, perché mi sembra che emergano due scenari possibili, uno è quello che ogni gruppo, maggioranza e minoranza, voti la sua e respinga l’altra o voti l’altra incrociandola, oppure si può dare un’opportunità di firmarla anche a chi, come me, non ha firmato né l’una né l’altra.
Perché se è vero che questa mozione si unisce a quella già presentata sulla quale comunque tanti ragionamenti Consigliera Leonardi andrebbero fatti, perché è stato detto bene dall’Assessore Casini questi non sono fondi regionali, sono fondi statali che sono venuti meno, quindi un richiamo …, però c’è anche un vizio d’origine, sicuramente non fatto in malafede, quello di dire “voglio che la mia mozione sia firmata da tutti”, lo dico perché in maggioranza succedono queste cose, se io presento una mozione di maggioranza, che magari tocca argomenti molto particolari e sensibili, come quella che abbiamo approvato prima sulla famiglia in cui potevo scrivere anche cose diverse da quelle che il PD o il Consigliere Busilacchi pensano, tanto per essere chiari e fare nomi e cognomi, la condivido prima con tutti quelli della maggioranza garantendomi in questo senso il voto di tuti, come abbiamo fatto in tante altre circostanze. Faccio l’esempio del Consigliere Giancarli che in questo è maestro, cioè quando vuole una mozione o ne presenta una che non possiamo non votare tutti, tipo quella sulle Grotte di Frasassi che ha firmato solo lui, oppure se sa che c’è sull'argomento una sensibilità anche condivisa, non opposta, allora in qualche maniera la condivide.
La proposta che io faccio al Consiglio, però è una proposta che va ai due proponenti, in questo caso al Consigliere Urbinati ed alla Consigliera Leonardi, è quella di dire: non ritirate le mozioni, le mozioni rimangono tutte e due valide, ne ripresentiamo un'altra, soprassediamo, magari con la prima firma della Consigliera Leonardi, non è questo il problema, io non ho problemi di questo tipo, però la firmiamo tutti, perché diciamo questa cosa è condivisa da tutti, riconosciamo la sensibilità di chi ha preso l’iniziativa in merito, però è chiaro che chi ha una responsabilità politica di maggioranza, che semmai deve portare avanti questa cosa, non può andare a ruota di nessuno, quindi non facciamo gli ipocriti se vogliamo arrivare a questo risultato, se invece vogliamo mettere i paletti, per carità ognuno è libero di fare quello che gli pare e mette i paletti. Io non l’ho firmata, non so se l’ha firmata il Movimento 5 Stelle, però sarei contento di poter firmare una mozione che magari con qualche piccolo aggiustamento può essere rifatta, e non propongo adesso una risoluzione perché diventerebbe una cosa quasi ridicola.
Dico che la IV Commissione o la Conferenza dei capigruppo se ne occupi per arrivare ad una conclusione unitaria da portare alla prossima seduta.
Penso che questo salvi tutti e non ci fa apparire eccessivamente ridicoli su una questione che tra le altre cose non risolviamo domani, non è che con questa mozione stiamo addosso ad un problema come può essere il ripristino del volo Ancona-Roma, è una cosa di carattere talmente generale e talmente nazionale che è solo una presa di posizione, se è condivisa è condivisa.

PRESIDENTE. Su questo chiedo la disponibilità dei firmatari e poi procediamo. Ha la parola la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Qui purtroppo diventa una questione di principio perché, Consigliere Marconi, se lei condivide i principi, come ha votato mezz'ora fa la mozione del Consigliere Bisonni, che ha firmato solo il Consigliere Bisonni può votare tranquillamente la mia.
Capisco l’empasse in cui ci troviamo, però non vi ci ho messo io in questa situazione, se voi riconoscete i principi che sono nella mia mozione non comprendo le motivazioni per cui non la dovete votare.
Posso capire quando c’è qualcosa che non è condiviso perché politicamente in difficoltà, perché punto il dito contro la vostra parte politica, perché ci sta, ma siccome in questa mozione non ho visto e non mi è stato neanche detto qualcosa di non condiviso, credo che la condivisione dei principi sia posta nel voto dell’Aula, altrimenti votare all’unanimità un provvedimento, come ho sentito diverse volte chiedere, anche a lei quando ha presentato un suo atto, che valenza ha? Ha valenza solo se firmata da tutti? Perché è presentata dalla minoranza? Lei non è venuto a farmi firmare la sua mozione, non l’ho vista, allora io avrei dovuto, pensando che non me l’avreste votata per motivi politici, farvela firmare?
Io ho pensato, è un principio che reputo condivisibile, l’Aula valuterà, a quel punto se votarla o meno. Mi sembra questo un suo arrampicarsi sugli specchi rispetto a non voler votare una mozione che non ha una motivazione per non essere votata.
Quindi mi dispiace, però diventa il modo per aggirare la volontà di tutti i gruppi di maggioranza che hanno modificato il Regolamento nel non far emendare le mozioni. Il Regolamento viene bypassato e viene affossato nel primo Consiglio utile in cui andiamo ad applicarlo. Ci contraddiciamo da soli, perché con la scusa del Regolamento attuiamo il comportamento che veniva messo in atto prima.
Lei Consigliere era in quella Commissione, lei ha votato con noi tutti, abbiamo votato all’unanimità la modifica di questa norma proprio per tutelare chi vuole portare un principio che è condiviso. Quindi oggi …,

(interrompe il Consigliere Marconi)

Elena LEONARDI. Secondo il principio del Consigliere Marconi se voglio farmi bocciare una mozione, la firmo da sola, se la voglio fare approvare devo fare il giro dell’orto per farmi mettere la firma, ma questo è il principio?
Il principio è che se io credo una cosa sacrosanta, poi starà a me decidere se voler coinvolgere qualcuno per i motivi che reputo, quindi mi sembra proprio…., stiamo veramente scadendo nel ridicolo.
E' già successo, le risoluzioni le ho fatte in queste difficoltà, in questo caso il Regolamento è stato fatto proprio per tutelare le minoranze che hanno questi strumenti. Signori noi che cosa abbiamo? Abbiamo l'attività ispettiva per controllare l’operato ed abbiamo le nostre proposte che possono essere o meno accolte dalla maggioranza che giustamente ha l’onere e l’onore di governare.
Se non siete d’accordo la boccerete, ma nella vostra mozione sullo stesso tema non c’è una visione diversa, non c’è, se ci fosse una differenza lo capirei, se avessi messo delle cose per voi difficili da digerire, lo capirei, come è successo in altre mozioni, ma in questo caso mi sembra purtroppo, e dico purtroppo, una strumentalizzazione politica che però non può essere imputata alla presentatrice o alla minoranza di governo.
Quindi non sono d’accordo nel ritirare la mozione o nel procrastinarla, perché arriveremo a formulare fondamentalmente la stessa cosa, allora tanto vale votare questa.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Urbinati.

Fabio URBINATI. Grazie Presidente. La proposta del Consigliere Marconi credo che sia andata anche al di là dell’ostacolo, però in questa dichiarazione di voto voglio fare una precisazione. Noi nonostante tutto, nonostante il Regolamento, che alla fine è un mezzo, non è un fine, nel senso che possiamo anche modificarlo o possiamo farne un altro, nell’ultima fase del dibattito siamo usciti dal merito della questione.
Se rimaniamo un attimo sul merito noi abbiamo tutti gli spunti per poter accettare serenamente la proposta del Consigliere Marconi, e vi spiego perché.
Dalla discussione sono emersi elementi nuovi che non sono contenuti in entrambe le mozioni, primo, abbiamo questo elemento dei 3 miliardi a livello nazionale sulla finanziaria, che dovranno essere segmentati e divisi, su cui possiamo discutere e su cui possiamo anche fare delle pressioni ai nostri parlamentari che ci rappresentano in Parlamento; secondo aspetto, sono venute fuori questioni, che giustamente ha sollevato la Vicepresidente, in qualità di Assessore di riferimento, che possono arricchire entrambi i documenti, perché alla fine rifiuto totalmente il discorso, fuori luogo in un consesso come questo, del Consigliere Zaffiri: chi arriva primo ..., ma che significa? Allora noi potremmo dire, ma non lo facciamo perché non fa parte della nostra cultura politica, voi siete minoranza, noi siamo maggioranza, tutto quello che portate voi noi lo bocciamo.
La logica del suo discorso, Consigliere Zaffiri, è questa! La logica che lei dice di chi prima arriva, è la stessa di chi dice tutto quello che propone la minoranza noi lo bocciamo, perché noi siamo la maggioranza. Ma noi la rifiutiamo culturalmente una scelta del genere, quindi credo che possiamo andare anche oltre.
La proposta che facciamo è questa, per non vederci costretti a bocciare la mozione della Consigliera Leonardi, lo devo dire in maniera chiara, e ad approvare la mozione della maggioranza, rinviare entrambi gli atti, metterci intorno ad un tavolo, una conferenza dei capigruppo - poi vediamo se è la Commissione di riferimento a cui portare l’atto, ma a breve - oppure proponiamo una risoluzione unitaria per poter condividere insieme questo documento.
Credo che siamo andati oltre le proposte che il Regolamento permette. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Consigliere Urbinati, il suo atteggiamento in Aula oggi non lo capisco, due mozioni uguali, ritirate la vostra! Lei ritiri la sua e voti la mozione della Consigliera Leonardi. Precedentemente ha bocciato, adesso è rientrato il Consigliere Volpini, la mia quando era stata concordata con il Consigliere Volpini e allora?
Boccia la mia e adesso boccia anche quella della Consigliera Leonardi, voi presentate una mozione ieri, ma chi ascolta questa Aula dall’esterno cosa può pensare? Stiamo facendo fantapolitica, questo è! Ritirate la mozione e votate quella della Consigliera Leonardi.
Prima avete bocciato la mia, che era stata concordata con il Consigliere Volpini, persona corretta che può confermare, adesso bocciate la sua che è identica alla vostra, che avete presentato ieri, ma siamo seri, quale politica state facendo? Una politica seria e costruttiva? Credo proprio di no e lo avete dimostrato.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Non mi meraviglio, Consigliera Leonardi, qui non ci troviamo di fronte ad un partito politico, ci troviamo di fronte ad un partito di potere ed il potere va gestito così, per cui nel momento in cui c’è una mozione di luglio se ne presenta una uguale a settembre, nel momento in cui il Consigliere Giorgini presenta la legge sull’elettromagnetismo, se ne presenta un’altra, quando io presento l’emendamento alla legge omnibus per allungare la riduzione dei vitalizi fino alla fine della legislatura, al 31 maggio, si presenta una risoluzione che dice 30 maggio e così è prevalsa la firma dell’allora capogruppo del PD!
Quindi ci lamentiamo di cosa? E’ una prassi consolidata, il potere è gestito così, in maniera spregiudicata, poi ci raccontano vestendosi d’agnello che Cristo è morto dal freddo e noi dobbiamo crederci.
Ma non ci crediamo! Questa edulcorata versione del partito della democrazia che vede nella minoranza un arricchimento, non è vero niente, per cui noi voteremo la mozione della Consigliera Leonardi, perché è stata la prima a porre a quest’Aula il problema, un problema importante, seguito poi da una gestione del potere che dice: “No, se è la Consigliera Leonardi ad intestarsi questa cosa giusta non si può fare”.
Noi rifiutiamo questo sciacallaggio politico e siamo d’accordo nel non ritirare questa mozione e voteremo segnatamente non solo nel merito la sua mozione, ma anche come gesto politico.

PRESIDENTE. A questo punto possiamo procedere al voto separato delle mozioni.
(…) Per me non c’è problema se vuole intervenire Consigliere Celani, dico solamente che nel nuovo Regolamento, che avete scritto voi, per dichiarazione di voto può intervenire solo il capogruppo, non avete messo le parole “o suo delegato”.
Passiamo alla votazione.

Mozione n. 276. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Dichiaro che mi asterrò nella votazione di questa mozione ovviamente per motivi politici, vista la discussione, perché è ovvio che non posso dare una contrarietà ad una mozione che fondamentalmente riprende quanto avevo proposto e che è stato bocciato un minuto fa. Invece devo bocciare il comportamento politico di questa maggioranza, quindi mi asterrò dalla votazione del provvedimento.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Noi vorremmo dare ancora una volta una dimostrazione non solo di responsabilità, ma di visione della politica diversa da quella che questa mattina abbiamo sentito in quest’Aula, molto diversa.
La politica è visione della vita, è visione delle problematiche, è visione di tutto, di un sistema, è visione del mondo, quindi quando riteniamo che certe cose vanno in un certo verso, e vanno nel verso della nostra visione, non facciamo contorsioni, non facciamo gli equilibristi, non facciamo coloro che camminano sul filo e guardano sotto se c’è più o meno qualcuno che con il telo li raccoglie se cadono. Non abbiamo paura di esprimere le nostre sensazioni, le nostre responsabilità e dare un segnale forte.
Noi ci asterremo su questo provvedimento a differenza di quello che avete fatto voi, capito Consigliere Marconi? Su queste cose non accetto che nessuno lanci la palla nell’altro campo …

(interrompe il Consigliere Marconi)

Piero CELANI. Non do lezioni! Lei ha dato lezioni a noi: ritirate tutto! Lezioni su questo tema non le do, lei ci ha invitato a ritirare tutto!

(interrompe il Consigliere Marconi)

Piero CELANI. Presidente, ho parlato di lezioni? Ho detto che siamo diversi perché mentre lei ci invita a ritirare la mozione per non esprimervi sulla nostra, questo è il dato di fatto, mentre lei ci invita a ritirare la mozione perché politicamente non si vuole esprimere su una giusta mozione della minoranza, giusta, sacrosanta, noi no, non abbiamo di queste remore, perché la mia visione è scevra dai comportamenti e dai condizionamenti politici della maggioranza, qualunque essa sia. E' scevra da questo discorso.
Per cui se voi avete fatto una mozione identica, ve la votate così passa e noi non intralciamo un percorso che riteniamo giusto, è qui la differenza!
Cambiate atteggiamento, perché la gente è stufa per questo, perché in politica conta la coerenza e questo dibattito questa mattina ha dato proprio il senso opposto, di una massima incoerenza, di voler gestire a tutti i costi quest’Aula nel senso del potere, come ha detto il Consigliere Maggi.
Questa è la sensazione che noi abbiamo avuto oggi, dividersi su un problema di questo tipo non ci fa onore, ma non vi fa onore a questo punto, perché il dibattito è stato sentito da tutti. Non vi fa onore!
Noi siamo contenti che avete bocciato la mozione, ma non ci metteremo nemmeno a fare conferenze stampa per dire questo …

(interrompe il Consigliere Marconi)

Piero CELANI. Gli alleati sono liberi, da non esiste ..., la nostra coalizione non è una caserma, state tranquilli, nessuno risponde agli ordini. Noi siamo liberi, dal punto di vista politico oggi vi siete fatti un autogol incredibile, per cui annuncio per queste motivazioni il voto di astensione sulla mozione del Consigliere Minardi.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Solo per dichiarazione di voto motivata anche da quanto ho detto prima. Per quanto ci riguarda ribadiamo dentro quest’Aula che la politica è una cosa seria e quando si tenta di mettere in difficoltà la politica ci sono dei problemi.
Con il nuovo Regolamento ci saranno dei problemi, però il problema essenziale, cari Consiglieri del Partito Democratico, è se avete interesse a ragionare o a salvaguardare la politica. E' inutile Consigliere Urbinati che mi dice: “Non accetto il chi arriva prima”, si, siete arrivati per ultimi, e allora? Questo può capitare in altre circostanze, però quando la mozione è giusta - l'abbiamo dimostrato mezz’ora fa, votando la mozione del Consigliere Marconi - la votiamo. Voi non avete un minimo di umiltà nel voltare una mozione della minoranza quando è giusta. Questa è la differenza che c’è tra noi e voi e tra questa differenza c’è un abisso in termini democratici, questo è il vero problema, caro Assessore Sciapichetti.
Questa è la verità e lo dimostrano i fatti. Se vogliamo discutere anche dei fatti, caro Assessore Sciapichetti, discutiamo dei fatti, però dimostrano che è così, quello che è accaduto politicamente è così, come diciamo noi.
Per questo motivo, per questo ragionamento serio attorno al problema della politica ..., davanti a tutte le persone che ci ascoltano via web, avete fatto la vostra figura, come da tempo state facendo.
Credo che il popolo ascolti e il popolo è sovrano, come abbiamo dimostrato qualche mese fa, o come abbiamo dimostrato, caro Assessore, il 4 dicembre.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Credo che una cosa da questo dibattito emerge in maniera chiara: è cominciata la campagna elettorale. Questo è chiaro a tutti, perché dai continui richiami a chi ci sta ascoltando, cosa che raramente ho sentito in quest’Aula, si vede qual è il tipo di preoccupazione.
Per fortuna oltre che a noi tanta gente ha ascoltato Salvini, quindi la nostra fortuna è quella. La gente riesce a capire chi vuole costruire qualcosa in questo paese e chi urla arrabbiato, caro Consigliere Zaffiri, contro la Magistratura, per esempio, dopo aver presentato per anni in Parlamento i cappi a quelli che dovevano essere impiccati perché inquisiti di tangentopoli.
Io ero fra quelli che dovevano avere il cappio al collo perché ero della vecchia Democrazia Cristiana, con una certa soddisfazione vedo che si cambia opinione su questa materia, forse tra qualche anno qualche altra forza politica molto forcaiola dovrà cambiare opinione, e già un po’ la sta cambiando, perché comincia a diventare meno giustizialista e più garantista.
Detto questo, sulla campagna elettorale, avendo fatto quella proposta prima, è evidente che si stanno cercando primati e che non si sta cercando una soluzione al problema, ritengo ancora che quella proposta possa essere valida, non è stato fatto, non è stata votata, dico pure però che dietro tutta questa discussione c’è un evidente ipocrisia, visto che ci stanno ascoltando da casa, l’evidente ipocrisia è non capire che esiste una minoranza ed esiste una maggioranza e che far finta che non ci sia una maggioranza è veramente ridicolo, perché oggi su mozioni meno preoccupanti per le quali io per esempio non ho chiesto la firma di nessuno della minoranza, quindi potevate anche votare contro sulla mozione sulla famiglia, eravate liberi e non mi sarei scandalizzato, magari avevate posizioni ancora più favorevoli alla famiglia di quelle che ho espresso io, quella che ha presentato il Consigliere Bisonni è stata votata da tutti perché immediatamente ragionevole. Questa è una materia molto delicata, alla quale volevamo partecipare, volevamo partecipare in maniera adeguata, ecco perché ho fatto quella proposta, niente di più.
L’ipocrisia, cara Consigliera Marcozzi, di non capire che c’è una minoranza ed una maggioranza è quasi ridicola, allora andate a scuola dai vostri parlamentari con i quali mi sono seduto in Parlamento per soli due anni e ricordo che da parte di Schifani c’erano lezioni di questo tipo e quando il Sen. Presidente Schifani voleva qualcosa dalla maggioranza di Prodi andava a trattarla prima, non si metteva a fare il bullo in Parlamento all’ultimo minuto.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Rispetterò il nuovo regolamento, perché ho fatto parte ed ho contribuito a redigerlo in Commissione, però debbo dire che nella votazione - io non ho una nobiltà d’animo - io e il mio gruppo non riusciamo ad astrarci da questa mozione.
Noi siamo coinvolti in questa mozione, ma la vogliamo ignorare per il metodo politico che è stato usato, noi non la voteremo perché non vogliamo essere inseriti in questa operazione di bassa macelleria politica.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.

Mozione n. 290. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 14,00