Resoconto della seduta n.78 del 26/07/2022
SEDUTA N. 78 DEL 26 LUGLIO 2022

La seduta inizia alle ore 10,35

Presidenza del Presidente
Dino Latini

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la seduta n. 78 del 26 luglio 2022. Do per letto il processo verbale della seduta n. 77 del 19 luglio 2022, il quale, ove non vi siano opposizioni, si intende approvato ai sensi del comma 4 dell’articolo 53 del Regolamento Interno.
Richiamo, inoltre, ai sensi del comma 5 dello stesso articolo, l'attenzione di tutti i Consiglieri sulle comunicazioni distribuite con cui porto a conoscenza dell'Assemblea quanto espressamente previsto dal Regolamento Interno.

Comunicazioni del Presidente.

La Consigliera Menghi è collegata da remoto, mentre ha chiesto congedo il Consigliere Mangialardi.

Commemorazione di Marcello Secchiaroli, ex Consigliere regionale

Prima di entrare nell’ordine del giorno del Consiglio regionale, vi chiedo un minuto di silenzio per la scomparsa di Marcello Secchiaroli, che è stato dal 1985 al 1995 Assessore ai servizi sociali del Comune di Pesaro, dal 1995 al 2000 Consigliere regionale e Presidente della Commissione bilancio e dal 2000 al 2005 Assessore alle politiche sociali.
Vorrei ricordare la figura del compianto Marcello Secchiaroli, che credeva fortemente nei valori di una società, il cui l'obiettivo doveva essere la riduzione delle disuguaglianze. Lo ha perseguito come stile di vita, come impegno politico, come attività amministrativa, portatore di una grande riforma del sociale nel sistema regionale, che ancora oggi costituisce un caposaldo importantissimo per tutti noi attuali amministratori.
Il suo obiettivo era quello di avvicinare le istituzioni secondo un modello di integrazione sociale in cui disuguaglianze diventavano motivo di impegno e lo scopo era colmarle quanto prima.
Del suo impegno ancora oggi ricordiamo i suoi spunti, le sue idee e la sua attività costante di uomo che attraversava con la sua vocazione politica la socialità, che ne aveva fatto un punto di forza di una comunità più coesa.
Grazie tutti voi per questo minuto di silenzio in memoria di Marcello Secchiaroli.

(L’Assemblea legislativa regionale osserva un minuto di silenzio)

Interrogazione n. 475
a iniziativa dei Consiglieri Marcozzi, Pasqui
“Nomina Revisore Unico Consorzio di Bonifica delle Marche”.

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 475 dei Consiglieri Marcozzi, Pasqui.
Ha la parola la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Grazie, Presidente. Chiedo il rinvio dell’interrogazione.

Interrogazione n. 524
a iniziativa della Consigliera Bora
“Procedura di aggiudicazione di servizi per la manifestazione di ciclismo Gran Fondo Nibali – 5Mila Marche”.
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 524 della Consigliera Bora.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Castelli.

Giudo CASTELLI. Con o senza mascherina, Presidente?

PRESIDENTE. Se sta seduto senza mascherina:

Giudo CASTELLI. Grazie, Presidente. In relazione all’interrogazione in oggetto si forniscono le seguenti risposte con riferimento ai singoli quesiti posti.
Il primo quesito riguarda il numero di repertorio del decreto di avvio della procedura di gara indetta il 7 febbraio 2020, gli altri non li ripeto per brevità, sennò non riesco a rispondere a tutto, quindi, do direttamente lettura della risposta.
In data 7 febbraio 2020 si è proceduto all'acquisizione sia del codice CIG che del codice CUG quali attività propedeutica all'adozione del decreto di avvio della procedura di acquisizione dei servizi di organizzazione della manifestazione in questione.
Il decreto di avvio della procedura, con conseguente individuazione della spesa e prenotazione del relativo impegno, avrebbe dovuto essere adottato a seguito delle risultanze dell'indagine di mercato avviata con decreto n. 30 del febbraio 2020 ma, come è noto, a seguito dell'emergenza Covid, da marzo 2020 sono stati sospesi, su tutto il territorio nazionale, eventi e manifestazioni in qualsiasi luogo pubblico. Pertanto, si è deciso di non procedere per il momento all'avvio della procedura in attesa di conoscere gli sviluppi dell'improvvisa emergenza. A causa della mancata adozione del decreto di avvio della procedura, non si è potuto procedere al perfezionamento del codice CIG sopra indicato, che identificava la procedura. Pertanto, la data del 7 febbraio 2020 è stata impropriamente indicata quale data di adozione del decreto di avvio della procedura, mentre voleva rappresentare l'inizio delle attività preliminari all'adozione del decreto formale di avvio.
Comunque si precisa che nel bilancio regionale erano già disponibili le somme per l'organizzazione dell'evento.
Secondo quesito: perché si è proceduto ad avviare le indagini successivamente all'avvio della gara per l'assegnazione dell'organizzazione e della Manifestazione e non viceversa?
Come chiarito al precedente punto, prima dell'indagine di mercato non è stato adottato alcun decreto di avvio della procedura.
Terzo e quarto quesito: l'atto di formalizzazione dell'aggiudicazione dei servizi per l'organizzazione della suddetta manifestazione a favore di una associazione sportiva dilettantistica, ASD Bike Division di Osimo, a fronte della più volte citata indagine di mercato che può essere … Ci sono un paio di quesiti che riguardano sia l’atto di formalizzazione che il protocollo di uscita, vado direttamente alla risposta.
Le indagini di mercato hanno evidenziato che non vi erano operatori economici interessati alla manifestazione della Grand Fondo Nibali ad eccezione dell'ASD Bike Division.
Come sopra evidenziato, a causa dell'epidemia del Covid 2019 e della sospensione di tutti gli eventi pubblici non si è proceduto all'avvio della procedura di affidamento.
Nell'estate del 2020 c'è stata una riapertura degli eventi anche all'aperto e di conseguenza si sono riavviate le trattative con la ditta ASD Bike Division chiedendo, con nota del 14 luglio 2020 un ridimensionamento delle attività da svolgere con conseguente nuova offerta economica a causa della riduzione delle disponibilità finanziarie dovuta alla necessità di creare un plafond denominato “Piattaforma 210”. La ASD ha fatto pervenire in data 15 luglio 2020 una nota con la ridefinizione delle attività e una nuova offerta. A seguito di questa offerta l’amministrazione ha inviato attraverso la piattaforma GTSuam richiesta di miglioramento del prezzo in data 19 novembre 2020 e la ditta ha fatto pervenire la propria offerta migliorativa in data 28 novembre 2020.
Prima dell’autunno del 2020 sono stati di nuovo vietati gli eventi e le manifestazioni, che sono ripresi soltanto nella tarda primavera del 2021.
Con atto del 4 agosto 2021 si è autorizzato l'avvio della procedura di acquisizione dei servizi di organizzazione della Gran fondo in questione con contestuale affidamento diretto dei servizi stessi all'ASD Bike Division, sulla base del precedente miglioramento offerta mediante la piattaforma GTSuam.
In altri termini l'amministrazione per ragioni di speditezza, semplificazione ed economicità procedurale nonché in relazione all'importo ed ai presupposti per la negoziazione diretta con un unico operatore individuato a seguito di indagini di mercato, ha adottato una deliberazione a contrarre semplificata, secondo quanto previsto dall'articolo 1 comma 2 del decreto legge n. 76/2000, come modificato dal 77/2021, trattandosi nella sostanza di affidamento diretto di importo inferiore a 139.000 euro, che è la soglia per l'affidamento diretto.
La risposta al quinto e sesto quesito. La ASD Bike Division ha sottoscritto con XY a partire da gennaio 2021 un contratto di esclusiva fino al 2023. Pertanto, siccome l’interesse dell’amministrazione regionale era di acquisire servizi di organizzazione di una manifestazione ciclistica incentrata su XY, testimonial della Regione Marche, è evidente che una nuova manifestazione di interesse con le stesse caratteristiche non avrebbe portato ad alcun risultato utile.
Inoltre, si aggiunga che la normativa in vigore alla data di adozione del decreto di avvio della procedura è tuttora in vigore, prevede l'affidamento diretto per procedure di importo inferiore a 130.000 euro, anche senza consultazione di più operatori economici.
Pertanto, l'amministrazione ha ritenuto, al fine di semplificare e non ritardare il procedimento, considerato che a causa dell'emergenza da Covid19 per ben due volte la manifestazione era stata rinviata, e nel rispetto dei principi di efficacia, di economicità, di procedere all’affidamento diretto.
A conclusione, si ritiene utile evidenziare di seguito i risultati ottenuti con la manifestazione in questione.
I partecipanti alle tre gare della manifestazione sono stati complessivamente oltre 1.000. Le attività turistico-ricettive del territorio, dove si è svolta la manifestazione (Porto Recanati), sono state praticamente in over booking per tutti i tre giorni di svolgimento, con presenze da 20 province italiane e 12 nazioni straniere.
La Regione Marche tramite questa manifestazione ha avuto una visibilità a livello nazionale e sono stati tra l'altro attivati oltre 40.000 contatti. Inoltre, il Ceo Dani Bujo della “Gran Fondo World Tour” (venti gran Fondo del mondo nei 5 continenti) ha inserito questa manifestazione quale unica tappa a partire dal 2020. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Bora.

Manuela BORA. Grazie, Presidente. Grazie, Assessore, anche se in realtà pensavo che rispondesse il Presidente Acquaroli.
Grazie per la risposta di cui prendo atto anche se mi riservo di approfondire le informazioni fornite all’Assemblea perché non è la prima volta che torno sulla questione e rimango perplessa, ma soprattutto non soddisfatta delle risposte che ricevo.
Ritengo necessario ribadire in questa sede che l’attività di ogni ente pubblico deve procedere nel pieno rispetto non solo delle procedure, ma soprattutto dei principi fondamentali che sono la base dell’attività amministrativa, ovvero i principi di economicità, efficacia, imparzialità, parità di trattamento, trasparenza, proporzionalità e pubblicità. Nella misura in cui la documentazione relativa a un qualsiasi procedimento non è facilmente accessibile significa chiaramente che il principio di trasparenza è stato gravemente violato.
Nel caso di specie la mancata trasparenza è resa ancorqa più evidente dal fatto che nonostante una formale richiesta di accesso agli atti non si sia riusciti comunque ad avere un disegno chiaro e inequivocabile di come sia stata gestita questa procedura di aggiudicazione avvenuta, come ricordo, ad agosto del 2021. Tant’è che ci siamo visti addirittura costretti a presentare un’interrogazione per cercare di avere un quadro più chiaro della situazione, anche se di chiarezza in realtà ne vedo ben poca e ancora oggi mi chiedo, lo ripeto, nonostante sia stato formalmente richiesto l’accesso agli atti relativi alla procedura di gara del 7 febbraio del 2020 e a tutti gli atti relativi all’indagine di mercato avviata con decreto n. 30 del 29 febbraio 2020, dov’é l’offerta presentata dalla ASD Bike Division nel febbraio del 2020, l'unica associazione sportiva dilettantistica in tutto il territorio marchigiano ad avere interessi a collaborare con la Regione Marche nell’organizzazione di questa iniziativa? Dove sono le dichiarazioni che generalmente accompagnano la presentazione di un’offerta? Analogamente dov’è la risposta presentata dalla ASD Bike Division, ancora una volta l’unica ad aver dimostrato interesse rispetto a questa particolare attività?
Nel decreto di aggiudicazione, caro Assessore, si dice che è stata avviata la procedura, ma non l’acquisizione del CIG e del CUG, quindi non c’è mai stato nessun impegno nè copertura finanziaria e l’amministrazione, la Giunta, non è in grado di fornire le informazioni richieste. Neanche questa mattina abbiamo ottenuto le risposte che aspettavamo, dove sono, glielo ribadisco ancora, le offerte prodotte? Dove sono le dichiarazioni fornite per la verifica dei requisiti? Nulla di tutto ciò è stato fatto.
L’iniziativa autorizzata nel 2020, per la quale si era avviata una serie di procedure, non è stata più realizzata a causa del Covid, è stata posticipata al 2021 e si è ben pensato di non rinnovare la procedura e di continuare sulla base delle risultanze di una vecchia procedura di fatto mai formalizzata in via definitiva.
Tante le incongruenze e le anomalie che emergono sia dalla documentazione fino ad oggi acquisita agli atti che dalle informazioni oggi fornite dalla Giunta e dalla struttura competente, anomalie e incongruenze che fanno pensare ad una procedura di acquisizione di beni e servizi avvenuta con decreto n.133 del 4 agosto 2021, che appare irregolare e per la quale, lo anticipo, verranno avviati tutti gli ulteriori approfondimenti del caso.
Concludo, ricordando all’Assessore Castelli che la delibera di Giunta n. 74 del 2020 “Approvazione del piano annuale del turismo”, dice ad esempio di sospendere tutte le attività della Nibali fino a che non vengano revocate le restrizioni Covid.
Non escudo, glielo dico perché su questa cosa ci sono delle enormi zone d’ombra, di trasmettere tutto alla Magistratura contabile, che è molto scrupolosa, e sono certa saprà fare chiarezza meglio di quanto non sia riuscita a fare io. Grazie.

Interrogazione n. 505
a iniziativa dei Consiglieri Casini, Mangialardi, Biancani, Carancini, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri
“Problematiche reparto pronto soccorso di San Benedetto del Tronto”.

Interrogazione n. 506
a iniziativa della Consigliera Ruggeri
“Situazione critica del pronto soccorso dell’ospedale di San Benedetto del Tronto”.
(abbinate)
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca le interrogazioni n. 505 dei Consiglieri Casini, Mangialardi, Biancani, Carancini, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri e l’interrogazione n. 506 della Consigliera Ruggeri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.

Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Le due interrogazioni pongono in rilievo le difficoltà dei nostri pronto soccorso, in realtà difficoltà di tutti i pronto soccorso, di tutti i nosocomi a livello nazionale, la cui origine scaturisce da un'erronea programmazione nella formazione del personale sanitario.
Nel nostro Paese c'è un problema di organici e soprattutto di medici specializzandi in medicina d'urgenza, caratteristica questa che potremo superare con le borse di specializzazione, che la nostra Regione ha finanziato, solamente tra qualche anno.
In considerazione di queste enormi difficoltà, aggravate dalla necessità di garantire al personale della sanità le ferie estive e il giusto riposo dopo due anni di Covid, la Giunta regionale ha approvato, su mia proposta, la delibera n. 734 del 2022 che prevede che in caso di sovraffollamento nel pronto soccorso, in questo caso di quello di San Benedetto del Tronto, si debba dare una serie di misure, la prima delle quali è l'informazione ai cittadini sui tempi d'attesa, in seconda analisi la predisposizione di un tabulato indicante le priorità con i codici rosso, verde, giallo, bianco, in terza analisi prevedendo un servizio di fast track per le patologie ortopediche, cioè l'intervento diretto nel pronto soccorso degli specialisti ospedalieri, in quarta analisi la possibilità, con remunerazione delle prestazioni aggiuntive, di impiegare nei pronto soccorso in orario aggiuntivo, a 60 euro l'ora, il personale specialistico dei reparti.
Questo provvedimento adottato per sopperire a queste carenze, aggravate dalla necessità di garantire al personale le ferie, prevede delle misure che servono anche a riorganizzare il pronto soccorso di San Benedetto del Tronto, che è uno di quelli più oberati in questo periodo estivo per l’afflusso di turisti.
Segnatamente ai punti dell'interrogazione, rispondo che l'Area vasta 5 ha chiesto all'Asur un aumento di sei infermieri e tre operatori sanitari per il pronto soccorso di San Benedetto del Tronto. La richiesta è stata avanzata da qualche settimana e non è stata processata subito perché, come è noto, c'è un problema con il tetto di spesa per il personale, derivante dal fatto che il personale che è stato assunto per il Covid, e remunerato con prestazioni finanziarie da parte dello Stato negli ultimi mesi, rientra nel budget di spesa generale. Ciò comporta che questo personale va a limitare le possibilità assunzionali delle Aziende, quindi l’Area vasta 5 ha chiesto all’Asur l’assunzione di sei infermieri e tre operatori sanitari.
Segnatamente alla seconda interrogazione della Consigliera Ruggeri la domanda principale che lei pone alla Giunta regionale è se tali interventi abbiano prodotto sufficienti miglioramenti nell’attività del pronto soccorso di San Benedetto del Tronto o meno.
La risposta è che i risultati sono stati prodotti effettivamente e questo modello organizzativo se non ha eliminato tutti i problemi, comunque li ha migliorati.
Si valuti infine che il sistema attuale, che impedisce alle Aziende di assumere direttamente i medici pensionati oltre i settant'anni a 60 euro l’ora come remunerazione, ammette però la possibilità che queste prestazioni siano offerte dalle cooperative a 120 l'ora, determinando una gravissima discriminazione a livello di trattamento tra il personale del servizio pubblico e il personale che dipende dalle cooperative.
Questo tema è stato più volte affrontato e sottoposto all'attenzione nella Conferenza delle Regioni, spero che a livello centrale ci sia l’opportunità per le Regioni di assumere direttamente il personale in pensione, oltre il limite dei settant'anni, garantendo la possibilità di sopperire e garantire i servizi fondamentali ed essenziali quali sono i servizi di pronto soccorso. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Casini.

Anna CASINI. Grazie, Presidente. E’ passato un po' di tempo, circa un mese, da quando è stata presentata la mia interrogazione relativa alle problematiche del reparto di pronto soccorso dell’ospedale Madonna del Soccorso di San Benedetto del Tronto, ma le cose non sono affatto migliorate e ce l’ha ribadito anche lei, malgrado siano state messe in campo delle azioni che sono più organizzative che di personale.
Mi meraviglio che la richiesta di sei infermieri più tre Oss non sia stata evasa perché, come tutti sappiamo, durante l'estate si sommano ai problemi organizzativi, rispetto alla quantità e alla scarsità di personale, anche le ferie. In questo caso si somma anche il Covid perché, come lei saprà, Assessore, nel pronto soccorso di Ascoli Piceno c'è stata questa intelligente genialata da parte del Direttore sanitario, l'ennesima, che ha deciso di trasformare la mourge del pronto soccorso di San Benedetto del Tronto in reparto Covid – io le chiedo formalmente di verificare se sia conforme al piano pandemico, che voi avete approvato – che sta di fatto sottraendo personale al pronto soccorso di Ascoli Piceno, che certamente non ha l’affluenza estiva di quello di San Benedetto del Tronto, che triplica il numero degli abitanti. Questa non è una cosa di quest’anno, è cosa nota che ci siano delle necessità maggiori a San Benedetto del Tronto durante il periodo estivo.
Un'altra cosa mi chiedo e le chiedo, determinata anche dall'organizzazione sanitaria, per quale motivo questa estate ci sono gli accorpamenti di reparti, quando fino a due anni fa non si effettuavano?
Sappiamo bene che l’erronea quantità di formazione del personale medico e sanitario c’era anche due anni fa, le stesse problematiche di organico, ma ci si organizzava in maniera diversa, cosa che invece non viene fatta adesso, perché la richiesta fatta soltanto un mese fa di un maggior numero di infermieri, ammesso che sia stata fatta un mese fa, per il pronto soccorso di San Benedetto del Tronto, significa non conoscere e non avere idea di quello che deve essere programmato.
Certo è che se trenta infermieri che lavorano al pronto soccorso di San Benedetto del Tronto hanno mandato una lettera nella quale chiedono di essere trasferiti in altro reparto è evidente che il malessere è talmente trasversale e profondo da dover essere affrontato in maniera diversa.
Capisco che lei continui a ripetere che il personale non si trova e che i concorsi vengono fatti, però bisognerà fare delle azioni forse più forti.
Assessore, non ci possiamo permettere dei doppi reparti perché tutto questo non è conforme al decreto 70. Forse sarebbe opportuno, invece di continuare a dire che apriremo nuovi reparti e nuovi ospedali, cominciare a dire che non abbiamo le risorse per tenere aperti due mezzi ospedali e a ragionare in maniera completamente diversa rispetto a quello che voi state facendo con la nuova legge. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Ruggeri.

Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Alcune circostanze ci hanno portato a discutere queste interrogazioni a più di un mese di distanza dal giorno in cui sono state protocollate e purtroppo dobbiamo rilevare che, da quanto c’è stato riportato, segnalato, soprattutto da quanto è uscito a mezzo stampa, la delibera n. 734, che prima ha citato l'Assessore Saltamartini e che noi correttamente avevamo messo nelle premesse della nostra interrogazione, non ha sortito gli effetti necessari, quantomeno nell'ospedale di San Benedetto del Tronto, in cui continuano ad avvenire situazioni che chiamare incresciose è usare un eufemismo: i pazienti meno gravi vengono dirottati all'ospedale di Ascoli Piceno, addirittura una notte è successo che sono stati lasciati nelle ambulanze. Tutto ciò è insopportabile in una città e in una regione che non vuol dirsi da terzo mondo perché queste scene sono orribili ed hanno una ricaduta sui cittadini fragili e malati della nostra regione. Quindi, torno a dire non è tollerabile.
Quel protocollo siglato con quella delibera, che di fatto mette insieme una serie di operazioni che erano già attive all'interno di diversi pronto soccorso della nostra regione, non è servito a raggiungere l'obiettivo. E’ una sperimentazione che è partita il 15 giugno, siamo il 26 luglio, siamo a metà strada più o meno, possiamo già fare un piccolo bilancio, che non è sufficiente e che bisogna mettere in campo altre soluzioni. Una è stata accolta la settimana scorsa con l'approvazione della mozione del Movimento 5 Stelle, anche quella in via sperimentale, e vedremo nel tempo, se verrà attuata, se sarà di sollievo o meno, certo è che tanto, troppo ancora va fatto per il bene della nostra sanità, a partire dai pronto soccorso e mi verrebbe da dire anche di tutta l'emergenza-urgenza, che sono i punti in cui si è mostrata e purtroppo continua a mostrarsi la fragilità maggiore.
Non sono soddisfatta della risposta dell'Assessore perché non è soddisfacente e lo dimostrano i fatti, la risposta che è stata messa in campo fino ad oggi. Grazie.

Interrogazione n. 504
a iniziativa dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi, Biancani, Bora, Carancini, Casini, Mastrovincenzo, Vitri.
“Protocollo per la costituzione del tavolo regionale per la prevenzione della corruzione e per la trasparenza amministrativa”.
(Svolgimento)


PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 504 dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi, Biancani, Bora, Carancini, Casini, Mastrovincenzo, Vitri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.

Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Il Consigliere Cesetti pone un tema di particolare rilievo: individuare e dare esecuzione al protocollo per la costituzione del tavolo regionale per la prevenzione della corruzione e per la trasparenza amministrativa.
Questo è un atto individuato dalla delibera di Giunta regionale n. 906 del 2 luglio 2018 ed in esecuzione di questa delibera è stata fatta una sola riunione, così non è stato dato adempimento all'esecuzione di questo provvedimento.
Si tenga conto che successivamente gli interventi statuali in materia di corruzione, trasparenza degli atti …, teniamo conto che si stima che la corruzione abbia un volume nel nostro Paese di oltre 50 miliardi, considerato questo sono state individuate delle misure: è stato istituito un gruppo interforze presso il Ministero dell'interno, a livello regionale è stata deliberata l'istituzione di misure dirette al controllo dell'anticorruzione per il PNRR, presso il Ministero dell'interno ci sono altri organismi. Inoltre le leggi istitutive delle misure, a partire dalla legge n.13 del 2012, individuano che ogni amministrazione (ogni dirigente) annualmente debba formulare il piano anticorruzione a livello territoriale e locale. Si valuti infine che, secondo il rapporto ANAC, il 40% degli episodi corruttivi riguarda gli appalti, e segnatamente il 13% riguarda gli appalti in sanità, come la fornitura di farmaci, di apparecchiature mediche, strumentali, medicali e servizi di polizia.
Ciò premesso, è necessario che la delibera del 2018 sia aggiornata alle nuove disposizioni, tenuto conto che questo elemento nel nostro Paese è di capitale importanza, soprattutto per l'introduzione delle misure relative al PNRR che impiega risorse dell’Unione europea.
Ritengo che si possa in piena cooperazione aggiornare questa delibera di Giunta regionale con le disposizioni statali in materia, possiamo farlo senza nessun problema, cercando anche un tavolo di confronto comune.
Aderisco alla sollecitazione che viene dal Consigliere Cesetti, la lotta alla corruzione e alla trasparenza nella pubblica amministrazione non è mai troppa ed anche se ci sono altre misure possiamo perfettamente lanciare un'idea, insieme, dalla nostra Regione, che sia conforme e possa conformare questa delibera del 2018 ai nuovi strumenti individuati a livello centrale, statuale e anche a livello territoriale. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Prendo atto della dichiarazione dell'Assessore Saltamartini, mi ritengo anche soddisfatto dell’impegno da lui preso, se non sbaglio nella direzione di procedere al rinnovo di questo protocollo d'intesa per la costituzione del tavolo regionale per la prevenzione della corruzione e per la trasparenza amministrativa, previo aggiornamento, e questo è giusto, della delibera di Giunta n. 906 del luglio 2018, che approvava lo schema di protocollo per la costituzione del tavolo, firmato poi tra le Prefetture delle cinque Province, il comitato regionale consumatori utenti, la stazione unica appaltante delle Marche in data febbraio 2019.
E’ questo un atto importante che mette la Regione Marche dinanzi al doveroso adempimento di una procedura necessaria oggi che la ricostruzione post sisma ha avuto un impulso e soprattutto, come ha ricordato l'Assessore, per le risorse che vengono dispiegate con il PNRR.
Questo tavolo veniva costituito ai fini della condivisione a livello territoriale di modelli organizzativi e procedurali anche nel settore dei contratti pubblici, idoneo a rafforzare la cornice di legalità in una logica di ausilio e di supporto ai piccoli Comuni nell'ottica di un accordo tra le pubbliche amministrazioni.
Dico soltanto all'Assessore Saltamartini - per non approfittare del tempo - che il protocollo d'intesa è fondamentale per la prevenzione della corruzione e della trasparenza amministrativa, ma io aggiungo anche per ogni forma di illegalità.
Penso che il tavolo debba essere anche l'occasione, Assessore Saltamartini, per un altro aspetto, se ci sarà l’aggiornamento della delibera di Giunta n. 906 che si occupi anche della illegalità che c’è nei luoghi di lavoro perché anche questo è un tema fondamentale, tra l’altro anche le norme sulla ricostruzione prevedono delle competenze specifiche dei Presidenti delle Regioni quali sub-commissari. Questo è di rilevante importanza in un Paese e anche in una Regione in cui gli infortuni e anche le morti sul lavoro troppo spesso sono conseguenza, quasi sempre diciamo, del mancato rispetto delle norme che ci sono. Quindi se c'è questo aggiornamento pregherei - ho già detto prima che mi dichiaro soddisfatto del suo impegno – di prevedere all'interno di questo tavolo anche il particolare aspetto della prevenzione dell’infortunistica sul lavoro in generale perché nei cantieri questo è di fondamentale importanza ed è un tema di assoluta rilevanza. Grazie.

Interrogazione n. 517
a iniziativa della Consigliera Ruggeri
“Situazione attuale del laboratorio analisi e realizzazione di un laboratorio unico integrato di tossicologia, citologia e analisi acque dialisi presso l’ospedale di comunità di Fossombrone”.
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n.517 della Consigliera Ruggeri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.

Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Il progetto del laboratorio integrato a Fossombrone risale almeno a quattro/cinque anni fa, sono state fatte varie ispezioni da parte dei dirigenti del Servizio edilizia dell’Asur e poi si è deciso, sulla base dei sopralluoghi, di soprassedere all'esecuzione dei lavori poiché i locali non erano stati ritenuti più idonei a realizzare l'infrastruttura di cui in argomento.
Si valuti che successivamente a questa situazione sono arrivati i fondi del PNRR e l'ospedale di Fossombrone (in base ai fondi del PNRR) vedrà ammodernato il Servizio laboratorio, questo perché in questo momento abbiamo le risorse disponibili che sono state già programmate per l'esecuzione dei lavori.
Si consideri infine che l'ospedale di Fossombrone non ha un pronto soccorso, che in quell'area è ubicato a Urbino, c'è un servizio di primo intervento presso l'ospedale di Pergola, ma non garantisce i servizi notturni, quindi, con l'ammodernamento dei locali si procederà all'esecuzione di quei servizi che sono indispensabili al mantenimento della funzionalità dei servizi territoriali relativi all'ospedale di comunità di Fossombrone. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Ruggeri.

Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Sono molto stupita dalla sua replica perché io ho tra le mani un progetto autorizzato il 21 agosto 2020 dell’Asur ed un altro progetto che risale all'11 settembre 2020. Qui non si parla di locali non idonei, anzi questi progetti sono stati sottoscritti. Adesso mi permetterò di farle vedere che cosa ho in mano per provare a correggere quella che mi sembra sia un'impostazione che cestina questa progettualità ed è un vero peccato perché poteva essere per l'ospedale di comunità di Fossombrone un punto di potenziamento e di svolta, visto che da quello che so è costantemente depotenziato, anche il laboratorio analisi, il cui personale viene spesso dirottato altrove, almeno così ci è stato riferito, addirittura in laboratori dove il carico di lavoro è inferiore rispetto a quello di Fossombrone.
Bisognerà prendere una decisione, siamo a ridosso di scelte molto importanti e ci tenevo a porre alla sua attenzione e a quella del Consiglio anche questa tematica. Grazie.

Interrogazione n. 520
a iniziativa dei Consiglieri Biancani, Vitri, Mangialardi, Cesetti, Mastrovincenzo
“Grave carenza di psichiatri presso il Dipartimento di salute mentale dell’Area vasta 1”.
(Svolgimento)

PRESIDENTE. Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.

Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Il Vicepresidente Biancani pone l'accento sulle difficoltà operative del Dipartimento di salute mentale dell’Area Vasta 1. In tale dipartimento prestano servizio 12,8 unità (sono unità equivalenti per orario) equivalenti di psichiatri su 17.
La carenza di ben cinque psichiatri in un'area così importante è conseguenza, come è noto, della carenza di psichiatri sul mercato del lavoro sanitario, i concorsi vanno deserti e questo deriva, come è noto, dai provvedimenti di spending review del 2012 che hanno tagliato per 10 anni esclusivamente sulla sanità, procedendo attraverso il numero chiuso di medicina a creare una situazione per cui sono di più i medici che vanno in pensione che quelli che entrano in servizio. La Regione Marche ha cercato di invertire questa tendenza, siamo state una delle prime Regioni ad averlo fatto, impiegando quasi 6 milioni di euro sulle borse di specializzazione che sono state aumentate lo scorso anno e quest'anno garantirà l'impiego di questi nuovi specializzandi al primo anno di specializzazione sin dai prossimi mesi del 2023 che del 2024.
Il trend per avere nel mercato dei medici più medici è già stato invertito, l’abbiamo fatto senza alcuno spunto polemico rispetto ai sei specializzandi che la Regione Marche finanziava fino al 2018/2019, mentre noi ne abbiamo finanziati, tra medici di medicina generale e specializzandi, centocinquanta, se questo fosse stato fatto prima il problema non l’avremmo.
In considerazione dell'aumento delle patologie psicologiche e psichiatriche ho portato ieri in Giunta un nuovo provvedimento che è stato concertato con tutti i Dipartimenti di salute di tutte le Aree vaste cercando di creare una rete diretta ad aumentare il volume dei servizi offerti per queste patologie.
Ritengo che nelle prossime settimane si possa avere un sensibile aumento dei servizi predisposti per queste persone, il cui trattamento appare non solo necessario, ma eticamente essenziale proprio perché si tratta di patologie che talvolta insorgono subdolamente senza che ci siano dei sintomi premonitori.
Credo che successivamente all'applicazione della nuova legge (attuale proposta di legge n. n.128) sulla riforma sanitaria il servizio di psichiatria debba essere notevolmente aumentato. Dobbiamo rivedere un po' l'organizzazione, gli organigrammi di tutti i dipartimenti perché ritengo che fra tutte le carenze questa sia una delle più accentuate.
Ringrazio il Vicepresidente Biancani per aver posto questa interrogazione e ci sarà modo poi di confrontarci sulle misure aggiuntive che saremo in grado di mettere in campo. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Grazie, Presidente. Voglio dire che i numeri che l’Assessore ha dato sono di oggi, ma purtroppo mi giungono informazioni che già dalle prossime settimane saranno altri perché del personale medico psichiatrico lascerà queste strutture e i dipendenti dovrebbero addirittura passare dai 13 di oggi a 9.
Il tema vero è che purtroppo si sta verificando un abbandono dei medici psichiatri di questo servizio, si stanno licenziando e stanno andando a lavorare altrove. Questo ha delle motivazioni che sono legate al fatto che il Dipartimento di salute mentale dell’Area vasta 1 fa un lavoro enorme sia per quanto riguarda i servizi ospedalieri che i servizi territoriali. Si occupa dei servizi psichiatrici all’interno delle strutture di Pesaro e di Fano, del centro di salute mentale, dei centri diurni e di tutte le strutture riabilitative extraospedaliere, anche di quelle convenzionate e questo carico di lavoro fa sì che il personale si licenzi e vada a lavorare nelle strutture dell’Emilia Romagna. Questa cosa è aumentata e diventerà ancora più grave per le prospettive che questo servizio ha, per quello che è il programma attualmente previsto - e sono già intervenuto da questo punto di vista - cioè lo spostamento delle comunità protette da Pesaro a Mombaroccio e delle SRR da Muraglia a Gallantara, lo spostamento del centro di salute mentale in un futuro distretto. Il reparto non verrà più garantito presso l’ospedale di Pesaro, ma sarà soltanto garantito in futuro, con la costruzione di un nuovo ospedale, a Fano.
Tutte queste motivazioni stanno ampliando lo stress e la tensione del personale, che spreca un sacco di tempo anche per muoversi in quanto ci sono dei servizi territoriali che richiedono lo spostamento.
Oggi abbiamo una struttura in cui questi servizi sono concentrati in un unico posto, vicino al reparto, domani avremo un reparto solamente a Fano con le strutture che saranno sparse in giro per il territorio. Non ci sarà una razionalizzazione dei tempi, ma un aumento anche dello stress del personale.
Attualmente è impossibile fare le prime visite, è impossibile una nuova presa in carico, inoltre ci sono dei grossi problemi per i malati, per i pazienti coinvolti che non hanno più un riferimento unico, uno psichiatra, ma ogni volta si trovano di fronte un medico diverso. Tutte queste scelte stanno creando ulteriori problemi.
Aver previsto nuovi spazi sia a Gallantara che a Mombaroccio è preoccupante anche dal punto di vista dei famigliari perché i pazienti vengono spostati in luoghi in cui la socialità non è forte e crea dei problemi rispetto al loro recupero e alla capacità di reinserimento. Devo dire che la scelta che è stata fatta di spostare i reparti, di non prevedere un unico centro - a volte ho citato l’ex manicomio, ma si potrebbe individuare un’area presso la città di Pesaro – in cui collocare questi soggetti,c spostarli in più Comuni, in più centri e non garantire …, perché in futuro il servizio di psichiatria non sarà più previsto nella città di Pesaro, ma a Fano, comunque tutte queste scelte stanno creando dei notevoli disagi.
Per quanto riguarda i concorsi, l’ha già detto, so che ce n’è uno aperto nell’Area vasta 5, ma anche lì la priorità è dare risposte alla psichiatria di Ascoli Piceno, per cui è uscito un bando ma ancora non si è definita la data in cui ci saranno le prove selettive.
Chiedo di accelerare i concorsi perché, comunque, bene riuscire a razionalizzare e ad aumentare la rete dei servizi, ma alla fine se il numero dei psichiatri nel 2019 era 18 e a settembre saranno 9, questo vuol dire che sono dimezzati, mantenere aperti tutti i presidi territoriali, da quello di Vallefoglia agli altri, che oggi sono previsti per questo tipo di attività - Mondolfo e tutte quelle zone – comporta l’impossibilità degli stessi psichiatri di poter rispondere, per cui decidono di andare via. Qui non c’è solo il tema del numero chiuso, il problema è che la gran parte del personale si sta licenziando per poter andare a lavorare altrove, per l’eccesso ...
Probabilmente c’è anche l’idea che le scelte della Regione stanno incentivando la fuga dei medici. La invito, Assessore, a prendere con la giusta attenzione queste parole che ormai ripeto da diversi mesi, perché la programmazione che è stata prevista va nella direzione di non mantenere il personale o di fare un buon servizio ai malati. Grazie.

Interrogazione n. 522
a iniziativa della Consigliera Lupini
“Progetto esecutivo per la realizzazione di una palazzina funzionale alle emergenze sanitarie da eventi calamitosi presso il presidio ospedaliero “E. Profili” di Fabriano”.
(Rinvio)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 522 della Consigliera Lupini.
Ha la parola l’Assessore Aguzzi.

Stefano AGUZZI. Grazie, Presidente. Chiedo scusa all’Aula, ma non sono stato informato di questa cosa. Qual è l’interpellanza?

PRESIDENTE. L’interrogazione n. 522, ma se lei non è in grado di rispondere …

Stefano AGUZZI. Non sono stato avvisato, chiedo scusa anche all’Aula, non sono stato tirato in causa per questa cosa, fatemi vedere di cosa si sta parlando.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Saltamartini.

Filippo SALTAMARTINI. Questa è una materia che è a cavallo tra la sanità e l'edilizia sanitaria. Grazie.

PRESIDENTE. Rimandiamo, con l'indicazione di trattarla la prossima volta.
L’assegnazione della delega assessorile viene fatta dagli organi della Giunta regionale.
In ogni caso dico alla Consigliera che l’interrogazione verrà iscritta per la prossima volta non essendoci la risposta pronta.

Interrogazione n. 523
a iniziativa della Consigliera Lupini
“Chiusura Hospice Ospedale Profili di Fabriano”;

Interrogazione n. 525
a iniziativa dei Consiglieri Mastrovincenzo, Bora, Mangialardi, Biancani, Carancini, Cesetti, Vitri
“Chiusura Hospice Ospedale Engles Profili di Fabriano”.
(abbinate)
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca le interrogazioni n. 523 della Consigliera Lupini e n. 525 dei Consiglieri Mastrovincenzo, Bora, Mangialardi, Biancani, Carancini, Cesetti, Vitri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.

Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. La Consigliera Lupini e il Presidente Mastrovincenzo pongono in rilievo un tema importante.
In realtà a Fabriano non è stato chiuso l'hospice, è stato semplicemente trasferito dal piano terra al primo piano post acuzie. Tuttavia questo non poteva avvenire, nel senso che non è possibile che un reparto hospice per sua natura possa essere trasferito in un reparto post acuzie.
La misura è stata adottata inopinatamente dai dirigenti, sono intervenuto appena ne sono venuto a conoscenza, qualche giorno prima della presentazione delle interrogazioni ed ho già chiesto all’Asur di provvedere a ripristinare la situazione quo ante nell'esercizio della potestà di indirizzo e di controllo sugli organi delle amministrazioni del Servizio sanitario regionale.
Sul tema degli hospice bisognerà fare un ragionamento perché le disposizioni non prevedono che per loro natura siano allocati all'interno dei plessi ospedalieri, ma devono essere allocati al di fuori, anche se ci sono ancora oggi numerosi ospedali che li hanno collocati all’interno della struttura sanitaria.
Bisognerà intervenire per far sì che tutti gli hospice per loro natura siano allocati in modo congruente alle loro finalità, anche perché il reparto post acuzie, in cui le persone si avviano verso la guarigione, non può convivere con il reparto hospice, anche per l'esigenza di garantire a visita dei familiari in presenza di Covid e della pandemia.
Conclusivamente ritengo, e l’ho già detto ai dirigenti, che sia stata una misura inopportuna, impropria ed è stato chiesto all’Asur di provvedere a riportare l'hospice nella sua precedente locazione.
La giustificazione che è stata addotta a tale trasferimento è la carenza di personale, che non può giustificare qualunque misura si reputi necessaria.
Si valuti anche che la riforma della sanità del 1992 con la legge n. 502, la cosiddetta aziendalizzazione del Servizio sanitario regionale, non prevede un potere illimitato dei dirigenti nell'organizzazione aziendale, è vero che si applica il codice civile della macro organizzazione, tuttavia è necessario che tutto ciò risponda anche a logiche di umanità, di opportunità e soprattutto di garanzia e che le prestazioni offerte dagli hospice siano di elevata caratura. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Lupini.

Simona LUPINI. Grazie, Presidente. Ringrazio l’Assessore per la risposta che è stata decisamente netta e va a sottolineare il motivo di questa interrogazione.
Segnalo anche che non è la prima volta che vediamo l’utilizzo dell’hospice per altre funzioni. E’ chiaro che, proprio per natura e la funzione per le quali è stato pensato, non è pensabile spostare pazienti così fragili altrove anche perché qualche giorno può fare la differenza.
Abbiamo depositato l’interrogazione immediatamente, il 13 luglio, nonostante le voci della prossima riapertura a seguito anche delle segnalazioni dei sindacati e delle associazioni dei familiari che si sono trovati in difficoltà, assistendo alla sofferenza ulteriore di questi malati terminali. Una cosa molto grave che, ripeto, non è la prima volta che accade.
Nell’interrogazione non solo auspicavamo un intervento immediato, che a quanto lei dice c’è stato e adesso rimarremmo in contatto con l'utenza e verificheremo che tutto sia stato ripristinato come deve essere, ma chiedevamo anche di sapere quali sono state le ripercussioni sulla salute dei pazienti, avevamo chiesto dei dettagli precisi rispetto al numero di pazienti, tempistiche ed eventuali ripercussioni osservate.
Poi c’è la grande questione della carenza di organico che ci viene segnalata ogni giorno, non solo nel reparto di cure palliative, che qui mi sembra ancora più grave, un turn over eccessivo, il reclutamento di personale infermieristico non appositamente formato.
Chiedo la massima attenzione dell'Assessore e di tutta l’Aula per questo tipo di cure che sono ancora più delicate e hanno bisogno di riguardo, di luoghi e, come l’Assessore stesso ha detto, l’hospice non può essere trasferito all’interno di reparti ospedalieri accanto ad utenti che hanno altre esigenze.
E’ fondamentale non abbassare mai la guardia su questo tema. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Mastrovincenzo.

Antonio MASTROVINCENZO. Grazie, Presidente. Prendiamo atto con favore che anche l'Assessore ha preso le distanze rispetto a questa scelta sbagliata, profondamente sbagliata da parte dell’Asur.
Concordo, la carenza di personale non può giustificare in alcun modo scelte di questo tipo, è scritto nell’interrogazione, questa scelta ha causato e sta causando grosse difficoltà sia per i pazienti che per i familiari che vogliono stare vicino ai loro cari. Ora ci aspettiamo che alle parole seguano i fatti e che tra pochi giorni sia ripristinata la situazione preesistente perché arriva l’estate ed è evidente che per tante ragioni questa circostanza non è più tollerabile. Grazie.

Proposta di legge n. 76
ad iniziativa della Giunta regionale
“Disciplina per la raccolta e la commercializzazione dei funghi epigei spontanei”.
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 76 della Giunta regionale.
Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Rossi.

Giacomo ROSSI. Grazie, Presidente. Finalmente discutiamo questa proposta di legge con la quale andiamo a migliorare finalmente la normativa che disciplina la raccolta dei funghi epigei spontanei.
Questa nuova legge parte dalla Giunta regionale e dall'impulso dell'Assessore all'agricoltura Carloni, che vorrei ringraziare, il quale ha voluto mettere mano ad una legge ferma da troppo tempo, era ormai indietro rispetto a quella delle altre Regioni. Altresì è stato fondamentale il lavoro della II^ Commissione agricoltura, e ringrazio tutti i componenti ed il Presidente Putzu, che con dei significativi emendamenti a firma del sottoscritto ha voluto regolamentare ulteriormente questo campo e diversi vulnus legislativi che erano all'interno della normativa, oltre a dare finalmente – dico io - il giusto valore ai territori di raccolta con il trasferimento ai Comuni montani delle risorse derivanti dai proventi di tutti i tesserini di raccolta ed introducendo il permesso giornaliero per i residenti fuori regione, elementi che poi andremo ad analizzare.
C'è stato un lungo lavoro di mediazione anche sui miei emendamenti che hanno determinato, come ho detto poc'anzi, un passo in avanti significativo, credo, mai avuto prima a favore dell'entroterra marchigiano.
Nell'approfondire la normativa ho compiuto una vera e propria ricerca sul mondo della raccolta dei funghi, ricerca svolta grazie alla collaborazione degli uffici regionali, delle Unione montane, della mia segreteria e vorrei ringraziare la Segretaria della II^ Commissione, il dottor XX dell'Unione montana Catria e Nerone, il mio assistente YY e il collaboratore XY.
Cari colleghi, chiedo la vostra attenzione, da questa ricerca si è potuto dedurre che questo mondo è un far west, una terra di nessuno e noi gente di montagna e degli Appennini ben conosciamo tutto ciò. Basta fare un semplice raffronto tra gli incassi dei diritti di raccolta, i tesserini, e si evince che la gran parte di chi funghi ci va illegalmente. Non esistono di fatto controlli anche perché i carabinieri forestali rispetto al grande territorio di raccolta sono sottodimensionati e le associazioni ambientali, come per esempio le GEV, non hanno risorse sufficienti per svolgere controlli oppure non ci sono le diverse convenzioni che dovrebbero garantire i controlli. Per darvi un’idea vorrei citare solo alcuni dati, parliamo del periodo pre-Covid, nella mia Unione montana, nel 2017, è stata fatta una multa, nel 2018 sono state fatte tre multe, anche tre sanzioni e le stesse cose vigono purtroppo anche in altre Unioni montane. Significa che non c'è un vero sistema di controllo per questa disciplina.
I corsi di formazione sono di fatto bloccati con un conseguente impoverimento della conoscenza del terreno di raccolta, delle norme di raccolta e della scarsa conoscenza dei funghi, e ben sappiamo cosa questo comporta. Vi invito a leggere i dati relativi all'intossicazione da funghi, i dati del centro veleni di Milano parlano chiaro e parlano di tanti casi di avvelenamento, addirittura decine di morti, anche ricorsi purtroppo a trapianti epatici a causa della scarsa conoscenza. Questo far west, così lo chiamo io, condito con i tanti vuoti della normativa regionale ha portato negli anni anche ad un deterioramento dei terreni funginei, parlo per esempio delle tantissime spignolaie distrutte, chi conosce la materia sa di cosa parlo, oltre che una vera tensione sociale tra i fungaioli forestieri, dato che la gente del posto, spesso proprietaria, si sente invasa e depredata di una risorsa del bosco, i funghi, senza nulla in cambio. La stessa cosa, cari colleghi, succede nel nostro entroterra per altre risorse, penso a quelle idriche, a quelle venatorie, ai tartufi che purtroppo prendono il via dal nostro entroterra senza un reale ritorno collettivo per il territorio. Per questo i miei emendamenti a questa legge vanno a colmare questo divario, riportando risorse nei Comuni montani in cui si raccolgono i funghi, con tutti i proventi dei tesserini di raccolta che verranno ridistribuiti dalla Regione ai Comuni montani secondo la loro percentuale di superficie boschiva, un principio che dà senso a questa ridistribuzione.
Abbiamo previsto che tali risorse siano reinvestite nel territorio per la tutela, la raccolta, la vigilanza, per attivare un sistema virtuoso di vigilanza nelle strade di campagna che vanno nei terreni di raccolta funghi. C’è gente che non va più a funghi perché le strade di campagna purtroppo versano in uno stato di abbandono importante. Soldi che dovranno essere investiti dai Comuni per la promozione di eventi e per iniziative legate ai funghi.
E’ stato introdotto anche il principio del ticket giornaliero, settimanale e mensile, che potrà essere emesso da ogni Unione montana e potrà essere attivato per i non residenti in regione. E’ una misura che per la prima volta introduce il santo principio e il diritto di valorizzazione delle risorse montane, come fanno altre Regioni, in cui le zone montane di raccolta sono rispettate. Penso alla Toscana governata dalla sinistra, al Veneto governato dalla destra ormai da tantissimo tempo, in cui le risorse sono date in mano alle Unioni montane, ai Comuni. C'è la possibilità che questo ticket sia dato in mano ai Comuni. Anche in questo caso le risorse dovranno essere investite qui, l'abbiamo previsto, nei territori per la tutela dei terreni di raccolta, per la vigilanza, per le strade e per la promozione. Sono sicuro che questo sistema porterà ulteriori risorse significative alla montagna e magari un giorno questo sistema potrà essere anche ampliato a tutti i non residenti delle Unioni montane, non solo ai residenti in regione, come avrei voluto fare io, però c'è stata una mediazione e si è arrivati solo a mettere il ticket per i residenti fuori regione, intanto è un passo in avanti.
Capisco che sia un principio troppo all'avanguardia per l'ancora troppo forte mentalità, che io definisco corsara, che vede l'entroterra come una riserva indiana in cui si arriva, si prende e si porta via senza lasciare niente. Forse un giorno ci arriveremo e si capirà che quell’euro al giorno che si chiedeva non svenava nessuno, è lo stesso euro che oggi ho pagato per il parcheggio solo perché non sono residente, lo stesso euro che ho pagato ieri per la tassa di soggiorno perché non sono residente in quel Comune. Però intanto è stato introdotto questo principio per i non residenti in regione, come avviene in tante altre regioni italiane.
Questo sistema è stato applaudito da tante associazioni del commercio, come Confcommercio Marche nord. La riscossione del ticket può avvenire tramite un grattino acquisibile negli esercizi pubblici o anche on-line, visto che ci sono già delle piattaforme delle Unioni montane.
Questa legge tra l'altro introduce e rinforza determinate sanzioni, le abbassa rispetto alla legge precedente, ma le alza rispetto alla legge proposta dalla Giunta perché abbiamo ritenuto opportuno che anche le sanzioni abbiano comunque un valore. E’ stata ripristinata la sanzione per chi va funghi senza canestro, anche questo è un dato molto importante per chi conosce il mondo della micologia, sono stati introdotti dei limiti sulle dimensioni di alcune specie, recependo anche le indicazioni dei micologi.
Una legge che va a migliorare decisamente la norma precedente, anche grazie a questi emendamenti usciti dalla Commissione, una legge di settore, ma rilevante per determinati territori. Una risposta finalmente concreta per il nostro entroterra, un passo in avanti della nostra maggioranza con fatti per il nostro entroterra.
Possiamo solo che plaudire, come hanno fatto tanti Comuni montani, per l'introduzione di questa legge, che ha avuto il parere favorevole del Cal e del Crel.
Credo che si possa essere tutti soddisfatti per aver creato qualcosa di migliore, che è stato anche limato dagli emendamenti che io stesso ho proposto e che nella sostanza, come ho detto prima, è qualcosa di migliorativo, del quale possiamo tutti, credo, farcene vanto.
Queste migliorie e questa legge le dedicherei alle tante persone che in tutti questi anni hanno lottato e continuano a lottare per i diritti delle zone interne, per tutti quei difensori e per i cittadini delle zone interne, che ancora vi vivono.
Non aggiungo altro, poi nella discussione degli articoli se c'è da fare ulteriori approfondimenti sono a disposizione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Mastrovincenzo.

Antonio MASTROVINCENZO. Grazie, Presidente. Con questa proposta di legge si è cercato di innovare la disciplina per la raccolta di funghi, sostituendo la precedente normativa, la legge regionale n. 17 del 2001.
La proposta si compone di 19 articoli.
L’articolo 1 introduce l’oggetto e la finalità della nuova legge.
L’articolo 2 individua gli enti ai quali sono assegnate le funzioni amministrative in materia di raccolta dei funghi epigei spontanei, in particolare alle Unioni montane per i territori di propria competenza e alla Regione per il restante territorio.
L'articolo 3 definisce gli Ambiti e le aree specifiche di raccolta dove è consentita la raccolta dei funghi e disciplina le modalità per riservarsi il diritto di raccolta da parte dei proprietari di boschi. L’articolo 4 definisce l'esercizio della raccolta regolamentando il periodo entro il quale può essere esercitata ed individua i soggetti che possono esercitarla.
Importante è l’articolo 4 bis che riguarda la formazione per la raccolta dei funghi, è necessaria la partecipazione a un corso formativo di 12 ore, che si considera superato con una relazione finale del docente micologo. Su questo avevamo richiesto una formazione più lunga, 18 ore, alla fine è passata questa proposta su cui abbiamo espresso dei dubbi anche in Commissione. Il corso è volto all'acquisizione delle conoscenze relative alle specie dei funghi, alle principali norme di tutela della flora e dell'ambiente naturale di raccolta.
L'articolo 5 introduce il titolo per la raccolta, costituisce …

PRESIDENTE. Mi scusi, Consigliere, gli Assessori e coloro che devono parlare devono uscire dall’Aula, per favore. Chi deve parlare esca, così non infastidisce chi interviene.
Prego, Consigliere Mastrovincenzo.

Antonio MASTROVINCENZO. Grazie, Presidente. L’articolo 5 stabilisce che costituisce titolo per la raccolta la ricevuta di pagamento di 20 euro per i residenti e non residenti nelle Marche. Oltre al titolo per la raccolta i non residenti in regione, che effettuano la raccolta nei Comuni delle Unioni montane, versano una somma da 3 a 70 euro per l'esercizio di raccolta che viene determinato in funzione del periodo di validità del titolo. Anche da questo punto di vista ci sembra eccessiva la cifra di 70 euro che va a penalizzare fortemente le persone che vengono da fuori regione. Per quanto riguarda la previsione nello stesso articolo del pagamento di 1 euro per l'esercizio di raccolta giornaliera nei Comuni delle Unioni montate da parte di non residenti nell’Unione, questa è stata superata anche grazie all'impegno del gruppo del Partito Democratico e nella seduta in cui non si è svolta la discussione di questa legge avevamo presentato anche un emendamento, di cui il primo firmatario era il Consigliere Biancani. Alla fine questa norma è stata superata ed è un aspetto positivo, ma ne rimangono altri due, che ho sottolineato precedentemente, che invece sono discutibili.
L’articolo 6 definisce le modalità per esercitare la raccolta dei funghi, nonché i soggetti esentati dal possesso del titolo, definisce inoltre come devono essere raccolti i funghi per non alterare l'habitat di riproduzione degli stessi.
L’articolo 7 individua ed elenca i limiti e i divieti da osservare per la raccolta dei funghi, stabilendo la quantità massima per persona, nonché le deroghe per chi esercita l'attività ai fini commerciali. Vengono elencate le zone dove la raccolta non è consentita e il genere di funghi per cui è vietata la raccolta e anche su questo il gruppo del Partito Democratico aveva presentato un emendamento che è stato, questo sì, approvato in Commissione.
L’articolo 8 stabilisce il rilascio dell'autorizzazione per comprovati motivi di interesse scientifico. L'articolo 9 disciplina le modalità di utilizzo delle risorse derivanti dai proventi per l'esercizio della raccolta dei funghi.
L’articolo 10 prevede l'adozione di un programma annuale da parte della Giunta regionale per l'attuazione degli interventi di cui all'articolo 9. In particolare l'individuazione delle azioni degli interventi e la definizione dei criteri per il riparto del fondo.
L'articolo 11 individua le aree specifiche di raccolta e stabilisce disposizioni particolari per i residenti nelle zone montane dove la raccolta di funghi può essere esercitata in modo esclusivo da tali soggetti, anche a fini economici.
L'articolo 12 definisce le modalità per la vendita di funghi spontanei, freschi e conservati, nonché la modalità per il rilascio dell'autorizzazione.
L’articolo 13 individua presso ogni struttura sanitaria territorialmente competente, all'interno del dipartimento di prevenzione, l'Ispettorato micologico, il quale svolge le funzioni di informazione ai cittadini, identificazione e controllo dei funghi allo scopo di prevenire fenomeni di intossicazione.
L’articolo 14 individua ed elenca le sanzioni amministrative previste per il mancato rispetto dei limiti e divieti previsti da questa legge, nonché gli enti che esercitano le funzioni inerenti all’applicazioni delle sanzioni amministrative.
L’articolo 15 prevede gli adempimenti da attuarsi da parte della Giunta regionale consequenziali all'attuazione della legge che si propone.
L'articolo 16 introduce la clausola valutativa.
L’articolo 17 disciplina le disposizioni finanziarie ed il 18 precisa, attraverso le disposizioni transitorie, che questa normativa si applica a partire dall’1 gennaio 2023.
L’articolo 19 elenca le leggi regionali che vengono abrogate a partire dalla legge regionale 17/2001, di cui ho fatto cenno all'inizio.
In Commissione come gruppo Partito Democratico abbiamo proposto degli emendamenti, alcuni dei quali sono stati approvati, ci siamo astenuti sul voto finale per ulteriori approfondimenti e in attesa di verificare il testo finale con eventuali ultime modifiche apportate in Aula. Oggi però esprimiamo delle perplessità su alcuni aspetti, li ho elencati prima, la tassa esagerata per coloro che vengono da fuori regione ed una formazione troppo ridotta rispetto alle nostre richieste.
Sulla dichiarazione di voto espliciteremo la nostra intenzione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marinangeli.

Marco MARINANGELI. Grazie, Presidente. Credo che la proposta di legge n. 76 centri diversi obiettivi interessanti e importanti, da un lato va disciplinare la raccolta e la commercializzazione dei funghi epigei spontanei, dall’altra va nella direzione di rispettare il patrimonio naturale. Sono conferma di questo punto l'obbligo di un corso formativo di 12 ore che ha l'obiettivo di far acquisire conoscenze dettagliate per quanto riguarda la specie di funghi, soprattutto individuando e distinguendo quelli che sono velenosi e tossici, poi norme generali sulla tutela della flora e dell'ambiente naturale di raccolta.
Credo che ci sia anche in questa scelta una responsabilizzazione dei cavatori, di chi va a raccogliere funghi, tra l’altro nella legge si prevedono anche delle regole sulle modalità, sul metodo con il quale si possono e si devono raccogliere i funghi epigei, per di più rappresentando anche divieti di utilizzo di rastrelli, piuttosto che di uncini, tutto ciò va nella direzione del rispetto della natura.
E’ una legge attualizzata ai cambiamenti, alle esigenze che sono mutate ed alla situazione presente. A mio avviso è anche la dimostrazione di quanto questa amministrazione sia attenta a tutelare e valorizzare le aree interne, in questo caso parliamo di aree montane.
Un ottimo lavoro svolto in Commissione ed approfitto per ringraziare tutti i componenti. Come ha ricordato il Consigliere Mastrovincenzo, diversi sono gli emendamenti accolti in Commissione, questo sta a testimoniare il fattivo e collaborativo rapporto dei componenti nel proporre questa legge.
Un ringraziamento particolare, consentitemelo, al relatore di maggioranza, al grande Consigliere Rossi, che ha mostrato ancora una volta non solo competenza in questo campo, ma soprattutto passione e amore per un territorio, quello montano, che lui per primo, ma tutti quanti noi, dobbiamo tutelare in eguale misura per garantire l'equilibrio di tutta la regione, non essendoci solo il nord e il sud delle Marche, ma in questo caso l’est e l’ovest, la montagna e il mare.
Un buon lavoro ed un grazie al Consigliere Rossi per l'attività che ha svolto. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Grazie, Presidente. Vorrei ricollegarmi principalmente a quello che ha dichiarato il nostro relatore di minoranza, il Consigliere Mastrovincenzo.
Devo dire che qui non è in discussione l'attaccamento del Consigliere Rossi al nostro entroterra, in cui abita e per il quale si batte per le politiche legate al territorio.
Ritengo che questa legge in qualche modo sia stata migliorata ed ho notato una vera e propria retromarcia rispetto alla prima versione del testo anche grazie al nostro emendamento, che abbiamo presentato come gruppo PD e che mi ha visto come primo firmatario, con il quale chiedevamo la soppressione della nuova tassa giornaliera per le persone residenti nelle Marche, ma non nelle comunità montane, ed anche l'eliminazione della tassa giornaliera legata al tempo per quanto riguarda le persone che vengono da fuori regione. Per incentivare a venire nel nostro territorio i cittadini della regione e soprattutto quelli che vengono da fuori noi prevediamo una nuova tassa. Non capisco come si possa pensare che sia un modo per incentivare. Una nuova tassa non è un modo per promuovere, ma per disincentivare, al di là dell’importo che occorre pagare. Leggendo il testo è stata confermata per i non residenti, è stato previsto che ogni Unione montana possa prevedere un suo importo. Questo vuol dire che ad esempio in un’Unione montagna si paga 5 euro e in un’altra si pagano 20 euro e se uno va a raccogliere funghi da un’Unione montana all’altra deve ripagare perché sono tasse differenti, addirittura uno è costretto non a pagare una volta, ma due. Secondo me è un errore mantenere la tassa per le persone che vengono da fuori regione, che sarebbero proprio quelle che dovremmo incentivare a venire nel nostro territorio, anche perché bisogna dire la verità, non è che queste persone danno fuoco, lasciano il vuoto quando vengono nelle nostre zone, ma prendono un caffè, vanno a mangiare, probabilmente qualcuno viene con la propria famiglia per visitare l’entroterra e va anche a raccogliere i funghi, magari altri dormono fuori. All’interno di una politica che deve prevedere la valorizzazione del nostro territorio mi sarei aspettato un incentivo, non dico che bisognava dargli 5 euro perché sarebbe stato forse anche eccessivo, ma sicuramente non chiederle.
Dall’altra parte gli obiettivi e l’utilizzo di queste risorse sono condivisibili perché le risorse possono essere utilizzate per conservare e tutelare il territorio di raccolta, per sostenere la vigilanza, per la manutenzione delle strade, per valorizzare e promuovere i funghi in sè. Dopodichè ho cercato di capire di quante risorse parliamo, parliamo di poche migliaia di euro, pensare di dare una competenza nuova all’Unione montana, forse abbiamo canali differenti, dicendole che potrà gestire i soldi …, a parte che sono soldi legati alla tassazione, legati al tempo, ma con queste risorse sarà impossibile riuscire a fare gli investimenti che riguardano la valutazione del territorio, anche perché con 10.000 euro, forse, uno non riesce a fare la manutenzione delle strade di tutto il territorio, a valorizzare e a sostenere la vigilanza e altro. Se si voleva sostenere le Unioni montane per questo tipo di finalità era giusto riconoscere delle risorse vere, senza far credere loro che arriveranno dei soldi quando alla fine, andando a fare i conti, nella realtà faranno difficoltà a pagare la gestione del servizio, ma anche se dovessero avanzare dei soldi non saranno sufficienti per queste finalità. Finalità positive e lodevoli che sono state individuate dalla Commissione ma che sono impossibili da realizzare con le risorse che arriveranno da questi nuovi tributi e da queste nuove tasse.
Complessivamente la legge è stata migliorata grazie al lavoro fatto dalla Commissione, ringrazio tutti, in particolar modo il Consigliere Mastrovincenzo, il Consigliere Rossi, che è il relatore di maggioranza, però ritengo che con questa modifica bisognava fare un ulteriore passo in avanti, trovare delle risorse per sostenere realmente questo tipo di attività e non prevedere una tassa per i cittadini non marchigiani, anche se è un bel segnale averla tolta per i marchigiani. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Grazie, Presidente. Ringrazio anch'io il Consigliere Rossi per aver presentato questa proposta di legge.
Da sempre la raccolta dei funghi rappresenta un'attività molto importante per il nostro territorio e anche una fonte di reddito per chi li commercializza o li utilizza nella ristorazione. Sono la base di ricerche medico scientifiche, ma anche di eccellenze gastronomiche nel nostro entroterra.
La raccolta dei funghi epigei, però, è un’attività che va scrupolosamente attenzionata, di continuo, servono esperienza e accortezza in questa pratica. Ecco perché, alla luce delle mutate competenze amministrative tese alla semplificazione dei corsi di formazione in materia micologica, assolutamente fondamentali, è necessario aggiornare la normativa in vigore.
La raccolta dei funghi deve essere attenta e scrupolosa, fatta con competenza perché se ci si approccia con superficialità e ignoranza può essere anche molto rischiosa e pericolosa.
Viene da sè che serve una normativa al passo con i tempi, sia dal punto di vista amministrativo che sanzionatorio, soprattutto dal punto di vista naturalistico con elenchi sempre aggiornati delle specie velenose o tossiche, come pure delle varie tipologie di funghi immediatamente commercializzabili o meno, il tutto, e qui concludo, nel quadro più ampio della tutela della natura al pari della tutela della salute pubblica. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Casini.

Anna CASINI. Grazie, Presidente. Anche a me la questione dell'obolo per i non marchigiani è sembrata un po’ un segno di scarsa accoglienza. Non credo che le aree interne abbiano bisogno di presidi, di tutele armate o di costi d'ingresso per essere visitate, anzi. Penso invece che dovremmo, sempre all'interno delle regole e del rispetto, incentivarne la frequentazione anche se questo passa per le passeggiate, per la ricerca dei funghi.
Nel sud delle Marche c’è rispetto per chi è residente nelle zone interne, per le zone dove vengono raccolti i funghi, c'è una priorità per chi vive raccogliendo funghi, ognuno ha le proprie tradizioni familiari o amicali. Credo che sia ridicolo, secondo me - noi abbiamo delle zone al confine con l'Umbria, il Lazio e l'Abruzzo – chiedere a qualcuno che abita a 2, 1 o 5 chilometri dalla linea di confine di pagare un obolo per poter raccogliere dei funghi, magari su terreni che sono i suoi, perché a volte può succedere che ci siano residenti nelle Marche che hanno dei terreni, per esempio nel mio caso, nel Lazio, quindi, per assurdo i miei parenti, se non io, avrebbero la necessità di pagare se fosse al contrario.
Questa è la prima cosa, la seconda, molto bene che ci siano dei corsi di formazione nelle Marche, che per due anni non si sono svolti, voi sapete che c’è stata una grande polemica, soprattutto perché non si è mai risolta. Non vedo l'Assessore competente, che penso sia l’Assessore Carloni, ma sarebbe da risolvere la questione legata alla carenza di corsi che ha impedito la formazione e il rilascio di patentini. Ci sono diversi soggetti che hanno seguito dei corsi in Regioni, che non sono le Marche, che hanno le stesse caratteristiche di quelli che sono stati effettuati o che saranno effettuati nella nostra Regione, per esempio: riconoscere i funghi, sapere quali attenzioni tenere per mantenere le zone di raccolta senza rovinarle. I corsi sono stati frequentati da persone, che hanno anche avuto un riconoscimento, che però non viene riconosciuto dalla Regione Marche. Quando la Giunta stabilirà le caratteristiche del corso, che verrà fatto da enti formativi, che sono elencati nell'articolo 4 bis, sarebbe rilevante magari suggerire, e mi sarebbe piaciuto suggerirlo all'Assessore, di inserire anche la possibilità di riconoscere questi corsi, qualora abbiano delle caratteristiche compatibili con quelli che la Giunta definirà.
Per il resto credo che la legge andasse fatta.
Una cosa fondamentale, penso che invece di dare delle somme risibili con le quali non si compreranno neanche due o tre camion di breccia, per intenderci, figuriamoci se potranno essere usati per le manutenzioni delle strade o per le questioni del dissesto idrogeologico, sarebbe stato un riconoscimento importante individuare in capo alle Unioni montane il compito di preparare ed organizzare i corsi, potevano essere proprio loro gli enti formatori, appoggiandosi all’Asur, agli esperti del Servizio agricoltura e mi è sembrato strano non vederle neanche elencati nell’articolo 4 bis.
Riconosciamo che c'è la volontà di normare un ambito piuttosto delicato, come bene hanno detto sia il Consigliere Rossi che il Consigliere Mastrovincenzo, però queste attenzioni potevano essere poste e soprattutto non chiudere i confini marchigiani a chi vuole venire a fare una passeggiata e magari raccogliere qualche fungo perché chi viene da fuori regione o viene come turista o sta lì perché è vicino di casa andrebbe accolto. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Ruggeri.

Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Come Movimento 5 Stelle apprezziamo la proposta della Giunta, anche gli emendamenti, le modifiche proposte dal Consigliere Rossi e anche l’apporto che ha dato il Partito Democratico.
I due punti maggiormente qualificanti, a mio avviso, sono: il corso di formazione, che era necessario fare, e l'abolizione del ticket giornaliero, così come proposto dal Consigliere Biancani tramite un emendamento, perché sarebbe stato un appesantimento burocratico difficile da rispettare, quindi meglio, molto meglio questa soluzione.
Detto questo, abbiamo delle perplessità ed una domanda, perplessità che forse qualcuno di voi che conosce meglio la legge e ha partecipato alle Commissioni potrà aiutarmi a sciogliere: innanzitutto non ci piace molto la discrezionalità che viene lasciata alle Unioni montane per la cifra che chiederanno, che ha una percentuale di differenza abbastanza ampia, andando dai 3 ai 70 euro, dipenderà dai bilanci delle Unioni, questo potrebbe creare situazioni molto divergenti tra di loro. Ma la domanda è questa: (dalla lettura della legge non lo abbiamo compreso) le Unioni montane entro il 31 dicembre 2022 dovranno individuare questa cifra, ma poi potrà essere cambiata negli anni a venire? Non è specificato, immagino di sì, quindi potendo incidere, non si è capito in che lasso di tempo, cambiando importi e periodi a discrezione delle comunità montane si potrebbe creare un far west. Forse sarebbe stato meglio far comprendere bene al comma 2 bis dell'articolo 18 come funziona questa cosa, non so se ora si fa in tempo a metterci mano. In ogni caso su questo articolo ci asterremo mentre nel complesso la legge la voteremo favorevolmente. Grazie.

PRESIDENTE. Non ho altri interventi, dichiaro chiusa la discussione generale.
Ha la parola il relatore di maggioranza il Consigliere Rossi.

Giacomo ROSSI. Grazie, Presidente. Alcuni interventi denotano ignoranza della materia da parte di qualcuno che è intervenuto e non ha letto nemmeno la legge ed anche poca conoscenza del territorio.
Rispondo al Consigliere Biancani dicendo che non è stata fatta nessuna retromarcia se non sul discorso del ticket per i non residenti nelle Unioni montane, anche se io reputo ancora essere la misura giusta benchè non sia prevista in questa legge. Si è detto che il ticket disincentiverebbe il turismo, allora ditemi perché le maggiori regioni turistiche italiane l'hanno introdotto: la Toscana, il Trentino Alto Adige, il Veneto, e ditemi perché un marchigiano può andare in Toscana e pagare un giornaliero di 15 euro e un toscano qua non dovrebbe pagare niente, chiedetelo ai vostri compagni di Regione. Tra l'altro questa misura è stata plaudita dalle associazioni del turismo, parlo in primis di Confcommercio, dal Cal e dal Crel, che non hanno espresso nessuna perplessità su questa misura.
Si è detto che queste risorse saranno risibili, ma tutti i soldi dei tesserini vanno ai Comuni delle Unioni montane e vengono messi …, non è che uno paga 70 euro, è chiaro che è a discrezione dell'Unione montana e questa discrezione è data dal fatto che ognuna è diversa per quanto riguarda la raccolta dei funghi. In alcune Unioni montane del centro-sud delle Marche la raccolta funghi non è così forte come in alcune altre zone del nord, mi viene in mente anche la mia Unione montana. Si parla di risorse che vanno dai 3 a 70 euro vincolate al tempo, in teoria si potrebbe pagare anche solo 3 o 70 euro in un anno. Vi faccio vedere la disciplina della raccolta funghi della Regione Veneto, la quale demanda ad ogni Unione montana la raccolta. C'è un’Unione montana in cui il giornaliero per i non residenti è di 8 euro, mentre il mensile è di 50 euro, eppure la gente va a funghi, pure i turisti ci vanno perché c’è un servizio, una vigilanza e ci sono delle strade che conducono ai terreni di raccolta che sono messe bene. Se arriva 1.000 euro ad un Comune, Consigliere Biancani, è una somma che intanto arriva, con la quale un carrello di breccia ce la compra. Da zero, da niente è già qualcosa, è una questione anche di principio, di utilizzo e di sfruttamento di una risorsa che è montana, in questo caso sono i funghi. Se vado in spiaggia pago perché i cittadini della costa monetizzano una loro risorsa, non capisco perché questo ritorno sia tanto combattuto. Non parliamo di niente di astruso, parliamo di leggi che nelle Regioni più “evolute” sono applicate da decenni: Toscana, Veneto, Trentino Alto Adige, Piemonte, Liguria, Lombardia. Le cose dovete conoscerle prima di parlare, sennò è molto più lodevole stare zitti.
Quando la Consigliera Casini dice che un confinante che ha la casa nelle Marche non può raccogliere un fungo significa che non ha letto la legge perché c’è l’esonero per i proprietari, significa che non ha letto la nuova legge. E’ stata anche Assessore all'agricoltura, credo che avesse questa delega, ha mantenuto una legge che è tra le più assurde d’Italia per quanto riguarda la raccolta dei funghi e ora che si pone questa miglioria viene a dire che per lei è un grandissimo scandalo se uno paga mensilmente 5 o 10 euro, se l’Unione montana lo prevede, per raccogliere dei funghi.
Tra l’altro l’articolo 4 norma la raccolta dei funghi per i non residenti, che prima potevano arrivare nelle Marche e raccogliere i funghi anche se non avevano nessuna conoscenza specifica.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

Giacomo ROSSI. Qui si va anche a prevedere che per i non residenti ha validità l’autorizzazione alla raccolta rilasciata ai sensi della normativa vigente dalla Regione di residenza. Si va a colmare un vulnus legislativo che c’era nella normativa precedente.
Credo che non ci sia niente di assurdo e quando dite che questo ticket per i non residenti della regione Marche disincentiva il turismo andate ad Anghiari, andate dentro un bar, se siete marchigiani pagate 15 euro per un ticket giornaliero, e vedete se ci sono o no i turisti a raccogliere i funghi. Significa che non conoscete minimamente la materia. Se non la conoscete, abbiate la dignità di non spararle grosse!

PRESIDENTE. La prego di concludere.

Giacomo ROSSI. Ed io rispondo anche con veemenza. Se si discute su questioni che conoscete, argomentate, allora va bene, non si può accusare qualcuno di mettere chissà quale gabella inventata.
Uscite la domenica e fatevi una scappata verso Anghiari, vi ci accompagno, passate a casa mia, vi carico, vi ci porto e andiamo a funghi. Consigliera Casini, venga con me a funghi. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Mastrovincenzo.

Antonio MASTROVINCENZO. Grazie, Presidente. Nessuno attacca nessuno e gli interventi dei miei colleghi non volevano essere contro qualcuno. E’ evidente che abbiamo delle perplessità che manifestiamo civilmente in Aula, come è giusto che sia.
Non è detto che tutto quello che si fa nelle altre Regioni sia da prendere come oro colato e in tante altre occasioni, quando noi vi abbiamo ricordato quello che facevano, voi non l’avete preso minimamente in considerazione. Questo va detto con estrema chiarezza. Su questo punto abbiamo delle perplessità, ma non diciamo che è fortemente sbagliato.
La legge è stata migliorata ed ha ragione il Consigliere Biancani quando dice che è stata perfezionata rispetto al testo originario della Giunta, in cui, ad esempio, la formazione non era contemplata minimamente.
Abbiamo chiesto insieme, di questo ne do atto anche al Consigliere Rossi, di inserire la formazione, anche se noi chiedevamo una formazione più corposa in termini di ore, mentre il Consigliere Rossi insieme alla maggioranza di Commissione alla fine ha fatto prevalere la previsione di 12 ore, anziché di 18/20. Non è una questione di vita o di morte, ma è comunque rilevante nell’ottica di una formazione più approfondita su questi aspetti.
Non ho altro da aggiungere, è stato fatto un buon lavoro in Commissione, ma si poteva fare ancora meglio. Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Ha la parola il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Grazie, Presidente. Voglio dire al Consigliere Rossi che quando intervengo mi informo, è vero che per andare in Toscana si paga il giornaliero, ma non si paga l'annuale, siamo l'unica Regione in Italia che a uno che viene da fuori facciamo pagare 2 volte: l’annuale, che devono pagare i residenti regionali, e il ticket.
Sa benissimo che contro di lei non ho niente, anzi, ho cercato di fare un intervento pacato ed equilibrato, però ho voluto ribadire il fatto che è l’unico caso in Italia in cui un non residente deve pagare sia l'annuale, perché i 20 euro annuali sono dovuti sia dai residenti marchigiani che da quelli di fuori, che il giornaliero. La differenza c’è ed è sostanziale.
Grazie Consigliere, ci tenevo perché quando intervengo cerco sempre di informarmi.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Rossi.

Giacomo ROSSI. Grazie, Presidente. Anche su questo punto avete poco approfondito perché prima si pagavano 60 euro ora se ne pagano 20, da un certo punto di vista c’è equità anche per chi viene da fuori.
Si fa una doppia tassazione, da una parte non si pagano più i 60 euro, ma 20 come i marchigiani, ripeto, i 20 euro vanno tutti ai Comuni dell’Unione montana a seconda della loro superficie boschiva e questo credo che sia un criterio abbastanza logico per ridistribuire le risorse. Grazie.

PRESIDENTE. Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa regionale approva).

Articolo 4 bis. Ha la parola il Consigliere Rossi.

Giacomo ROSSI. Grazie, Presidente. Come abbiamo detto l’esercizio della raccolta è concesso ha chi ha compiuto il sedicesimo anno, dopo il superamento di un corso di 12 ore. Perché 12 ore? E’ stato un consiglio di alcune Unioni montane, perché si è detto che la gestione di 16 ore avrebbe portato ad una suddivisione un po’ complicata delle ore, anche perché questa formazione viene svolta anche e soprattutto dopo cena.
Credo che la reintroduzione del corso formativo sia una cosa positiva, sposata anche dalla minoranza. Abbiamo voluto riportare l’attenzione al corso formativo, coinvolgendo anche i micologi, semplificando il superamento con una relazione finale del docente micologo. Abbiamo coinvolto le associazioni micologiche ed ho voluto inserire anche le associazioni professionali agricole perché molte volte questa disciplina va ad inserirsi nel mondo agricolo.
Vorrei evidenziare il comma 5 che per la prima volta stabilisce che per i non residenti in regione ha validità l’autorizzazione alla raccolta della regione di residenza perché in molti casi gli intossicati sono proprio quei turisti che vengono e che non hanno conoscenza della materia micologica. Anche questo non è un freno, ma un miglioramento. Vorrei evidenziare che in 10 anni i trapianti epatici dovuti all'intossicazione da funghi sono stati 11 certi in tutta Italia, stiamo parlando di danni gravi, ed erano le tipiche persone che vanno a funghi, colgono il fungo credendo che tutti possono essere mangiati e poi si intossicano. Anche qui abbiamo uniformato la disciplina perché prima il residente doveva avere il tesserino e quello di fuori no ed era un danno anche per noi ed in molti casi questo ha giustificato una invasione un po' troppo invasiva e credo che l’articolo 4 bis sia fatto bene e devo dire anche concertato con la minoranza in Commissione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Mastrovincenzo.

Antonio MASTROVINCENZO. Grazie, Presidente. Abbiamo concertato su questo articolo, dall'altro canto avevamo anche inizialmente proposto, l’ho detto prima, una formazione più cospicua in termini di ore, però alla fine è stata determinata in 12 ore. Va benissimo la formazione che abbiamo auspicato insieme, maggioranza e minoranza, ma riteniamo che dovesse essere più ampia in termini di ore. Ci asterremo su questo articolo. Grazie.

PRESIDENTE. Prima di aprire la votazione sull’articolo 4 bis ai fini del verbale della seduta la Consigliera Menghi ha comunicato di aver votato a favore degli articoli precedenti, in particolare sugli articoli 1, 2, 3 e 4 e di votare favorevolmente su ogni votazione relativa all’atto. Si prega di variare la votazione in termini di voti favorevoli, aggiungendo quello della Consigliera Menghi.

Articolo 4 bis. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa regionale approva).

Articolo 5. Ha la parola il Consigliere Rossi.

Giacomo ROSSI. Grazie, Presidente. E’ stato spiegato prima nella relazione, si parla del titolo per la raccolta che per tutti si uniforma a 20 euro, mentre per i non residenti in regione le Unioni montane possono decidere una somma che va dai 3 ai 70 euro, secondo quello che reputano opportuno perché c'è qualche Unione montana in cui la questione è più sentita ed in altre meno.
Tra l'altro abbiamo introdotto che il ticket può essere riscosso sia in modalità telematica che negli esercizi pubblici convenzionati siti nell'Unione montana. Anche qui è stato contestato tanto il costo del grattino che è di 0,5 centesimi. Ve lo dico perché poi sembra chissà quanto costi, il grattino costa 0,5 centesimi e c’è il coinvolgimento di un esercizio pubblico, come avviene anche in Toscana. Uno su due va al bar e prende anche il caffè e per scansare polemiche devo dire che noi nell'interno ci alziamo presto la mattina, i nostri bar sono aperti dalle 5 in poi, quindi c’è anche la possibilità di trovare esercizi convenzionati, però, per chi ha dei problemi può pagare il ticket a costo zero nei siti delle Unioni montane che hanno già predisposto questo servizio. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Grazie, Presidente. Rispetto a questo articolo noi voteremo contro perché riteniamo che richiedere una tassa a chi viene da fuori regione sia sbagliato, è l'unico caso in Italia in cui c'è una doppia tassazione per andare a funghi.
Queste risorse non saranno necessarie per svolgere le attività che sono state previste, ma sarà solamente un ulteriore onere a carico dell’Unione montana, soprattutto a carico delle persone che vanno a raccogliere i funghi, che dovranno scaricare l'applicazione, ma penso che in pochi lo faranno, o dovranno girare alle 5 della mattina per trovare il bar aperto. Perché è vero che qualcuno si sveglia presto ed apre il bar, ma c’è qualcuno che si sveglia anche un’ora dopo e può diventare scomodo per una persona che decide di venire a visitare il nostro territorio. Grazie.

PRESIDENTE. Articolo 5. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa regionale approva).

Articolo 6. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa regionale approva).

Articolo 7. Ha la parola il Consigliere Rossi.

Giacomo ROSSI. Grazie, Presidente. Intervengo sul comma 4, su questa integrazione che abbiamo fatto: è vietata la raccolta di alcuni funghi con diametro di cappello inferiore ai 3 centimetri. Abbiano recepito un'indicazione dell'associazione micologica, sembra una cosa da poco, ma è molto importante soprattutto per le specie in questione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Mastrovincenzo.

Antonio MASTROVINCENZO. Grazie, Presidente. Per confermare la richiesta di una associazione micologica tradotta in emendamento del Partito Democratico, che è stato poi approvato in Commissione. Su questo articolo voteremo favorevolmente. Grazie.

PRESIDENTE. Articolo 7. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa regionale approva).

Articolo 8. Ha la parola il Consigliere Rossi.

Giacomo ROSSI. Grazie, Presidente. Intervengo sull’articolo di prima, vorrei specificare che è stato introdotto il comma 9 bis per quanto riguarda la raccolta di funghi all'interno delle aziende faunistiche venatorie, che è consentita nei soli giorni di silenzio venatorio.
Anche questo era un altro vulnus legislativo importante, c’era un vuoto normativo e si rischiava che qualcuno venisse impallinato, però qui ci si va a disciplinare in maniera certa. Grazie.

PRESIDENTE. Articolo 8. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa regionale approva).

Articolo 9. Ha la parola il Consigliere Rossi.

Giacomo ROSSI. Grazie, Presidente. Qui si parla dell'utilizzo delle risorse, i 20 euro dei tesserini sono uniformati per tutti. Prima chi era residente nell’Unione montana pagava e quei soldi andavano all'Unione montana, e resta così, quindi l'Unione montana organizza i corsi, eccetera, mentre i residenti fuori delle Unioni montane marchigiane pagano sempre i 20 euro, però li pagano alla Regione, che li ridistribuisce ai Comuni facenti parte delle Unioni montane secondo il principio della superficie boschiva delle stesse.
Come ho detto prima i soldi, sia i 20 euro dei tesserini che i ticket, sono vincolati al territorio di raccolta, alle strade, eccetera.
Se tutto questo sistema sarà fallimentare e genererà poche risorse, mi prendo la responsabilità alla fine della legislatura di intervenire qui e di dire di fronte a tutti che le proposte che ho lanciato erano fallimentari, so anche fare mea culpa, cosa che il Partito Democratico non è abituato, ma poi ci pensano i cittadini a castigarlo. Al di là della battuta vedremo se tutto ciò genererà un sistema virtuoso, che può essere prodotto anche dai maggiori controlli che, grazie a questi introiti, saranno effettuati nei territori, introiti che porteranno maggiori entrate ai Comuni ed anche una conservazione migliore del territorio di raccolta.
Questi soldi sono destinati ai Comuni delle Unioni montane ed abbiamo introdotto anche i Comuni il cui territorio confina interamente con un’Unione montana perché in alcuni casi c'erano dei Comuni che pur essendo montani e circondati dalle Unioni montane non erano all'interno di queste. Per giustizia l’abbiamo previsto, anche perché ci sono dei Comuni che rientrano in questa ridistribuzione, quindi, abbiamo cercato di non lasciare niente al caso. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Casini.

Anna CASINI. Grazie, Presidente. In premessa, Consigliere Rossi lei pensi ai consensi che ha ottenuto poi magari li paragoni a quelli dei Consiglieri eletti nel Partito Democratico, anche della sua zona, credo che ci siano degli zeri di differenza. Quando insulta il Partito Democratico, basta semplicemente che lei faccia, neanche i conti, ma un paragone soltanto numerico.
Detto questo, perché diciamo che l'utilizzo delle risorse è molto complesso e prevede un sistema complicato? Perché le risorse vengono date una volta all’Unione montana ed una volta ai Comuni secondo la superficie boscata, ma chi si intende un po' di bosco sa che non c’è niente di meno verificabile della superficie boscata, che viene stabilita misurando anche il novellame, che cambia di anno in anno a seconda delle piogge. Quest’anno avremo meno novellame, ma non è detto che nei prossimi anni non lo avremo. Quando l’ex Corpo forestale, oggi carabinieri, fa i rilievi verifica il perimetro del bosco, quindi, non è una cosa certa la superficie boscata, questo si sa anche perché con la superficie boscata ed il vincolo idrogeologico scattano le misure di tutela integrale, per cui tutti sanno che il bosco deve essere controllato, anche se poi non avviene.
Secondo noi questa norma è cervellotica e soprattutto inefficace, inefficiente perché questo pò pò di persone all'interno della Regione e di altri enti dovranno prendere le risorse, ridistribuirle, metterle nei bilanci, stabilire quali sono le superficie boscate ed i Comuni che sono all’interno delle comunità montane, dividere a seconda del tipo di comunità montana il costo per ogni Comune e poi assegnarlo al Comune. Tutto questo ha un costo di gestione, parlo dal punto di vista amministrativo e di sforzo amministrativo, che a nostro modesto avviso non è efficace e soprattutto non dà quella concretezza amministrativa che è richiesta.
Detto questo, le anticipo che è chiaro che a Cortina d’Ampezzo, a Madonna di Campiglio e a Venezia si paghi per entrare, questa cosa non mi stupisce affatto, credo che sia una cosa che sia ragionevole, qualora ciò sia, ma non ritengo che nelle nostre aree interne, penso ad Arquata del Tronto, ad Amandola o a Bologna, ci sia la necessità di frenare l’accesso dei turisti tanto da far pagare loro una tassa, anzi dovremmo incentivare l'affluenza turistica con delle regole ben precise, su questo a ragione lei, pretendendo il rispetto delle nostre aree interne. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Rossi.

Giacomo ROSSI. Grazie, Presidente. Vorrei ribadire che qui rappresento un gruppo civico che ha preso il 2%, 13 mila presenze, poi indipendentemente dagli zero, io sto da questa parte e lei dall’altra, c’è una grande differenza. Lei stia dalla sua che io sto dalla parte della maggioranza.
A parte questo, sulla questione non capisco cosa c’entri Venezia, ho parlato di Unioni montane venete, Unioni montane addirittura molto più sperdute delle nostre, e quando parla di superficie boschiva che non sa quantificare mi stupisce perché lei è stata Assessore all'agricoltura e non sa che in Regione c'è un Piano boschi regionale che ha dati certi, Comune per Comune. C’è un Piano boschi regionale e lei dopo 10 anni come Assessore all’agricoltura non sa che esiste. Mi dispiace se vuole le do anche tutti i Comuni con la superficie boschiva, le do il Piano, si chiama “Inventario regionale forestale”.

PRESIDENTE. Dichiarazione di voto?

Giacomo ROSSI. Lei è fortunata che io sono stato eletto, magari le do anche qualche ripetizione.

PRESIDENTE. Dichiarazione di voto favorevole?

Giacomo ROSSI. Si.

PRESIDENTE. Articolo 9. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa regionale approva).

Articolo 10. Soppresso.

Articolo 11. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 12. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 13. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 14. Ha la parola il Consigliere Rossi.

Giacomo ROSSI. Grazie, Presidente. Come ho detto prima, la Giunta aveva abbassato le sanzioni rispetto alla legge precedente, ma secondo noi le aveva abbassate troppo e noi le abbiamo riportate tra i 250 e 500 euro, invece che dai 100 a 200 euro, poi abbiamo reintrodotto la violazione per chi non va a funghi con il canestro.
Credo che questo significhi dare attenzione anche ai terreni di raccolta perché se la sanzione pecuniaria è troppo bassa uno preferisce anche rischiare. Vorrei ricordare che molte persone che vengono poi i funghi li vendono e ci sono anni in cui alcune specie costano soldi. Molti preferirebbero rischiare, piuttosto che ...
La sanzione minima è di 250 euro e la massima è di 500, invece che da 100 ai 200 euro. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Casini.

Anna CASINI. Grazie, Presidente. Chiedo il voto nominale per questo articolo fino alla fine della norma, anche a nome dei Consiglieri Carancini e Mastrovincenzo. Grazie.

Articolo 14. Lo pongo in votazione.

Favorevoli: Antonini, Assenti, Ausili, Baiocchi, Bilò, Biondi, Borroni, Cancellieri, Ciccioli, Latini, Marinangeli, Marinelli, Menghi, Pasqui, Putzu, Rossi, Ruggeri, Serfilippi.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Biancani, Bora, Carancini, Casini, Cesetti, Lupini, Mastrovincenzo, Santarelli, Vitri.

(L'Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 15. Lo pongo in votazione per appello nominale dei Consiglieri Casini, Carancini, Mastrovincenzo.

Favorevoli: Antonini, Assenti, Ausili, Baiocchi, Biancani, Bilò, Biondi, Borroni, Cancellieri, Carancini, Casini, Cesetti, Ciccioli, Latini, Marinangeli, Marinelli, Mastrovincenzo, Menghi, Pasqui, Putzu, Rossi, Ruggeri, Santarelli, Serfilippi, Vitri.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Lupini.

(L'Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 16. Lo pongo in votazione.

Favorevoli: Antonini, Assenti, Ausili, Baiocchi, Biancani, Bilò, Biondi, Bora, Borroni, Cancellieri, Carancini, Casini, Cesetti, Ciccioli, Latini, Marcozzi, Marinangeli, Marinelli, Mastrovincenzo, Menghi, Pasqui, Putzu, Rossi, Santarelli, Serfilippi, Vitri.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Lupini.

(L'Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 17. Lo pongo in votazione.

Favorevoli: Antonini, Assenti, Ausili, Baiocchi, Bilò, Biondi, Borroni, Cancellieri, Ciccioli, Latini, Marcozzi, Marinangeli, Marinelli, Menghi, Pasqui, Putzu, Rossi, Ruggeri Serfilippi.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Biancani, Bora, Carancini, Casini, Cesetti, Lupini, Mastrovincenzo, Santarelli, Vitri.

(L'Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 18. Ha la parola il Consigliere Rossi.

Giacomo ROSSI. Grazie, Presidente. E’ bene specificare che le disposizioni della presente legge si applicano a decorrere dall’ 1 gennaio 2023 proprio per avere tempi di comunicazione e di adeguamento per le varie ed eventuali convenzioni con le aree montane. Grazie.

PRESIDENTE. Articolo 18. Lo pongo in votazione.

Favorevoli: Antonini, Assenti, Ausili, Baiocchi, Biancani, Bilò, Biondi, Bora, Borroni, Cancellieri, Carancini, Casini, Cesetti, Ciccioli, Latini, Marcozzi, Marinangeli, Marinelli, Mastrovincenzo, Menghi, Pasqui, Putzu, Rossi, Santarelli, Serfilippi, Vitri.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Lupini, Ruggeri.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 19. Lo pongo in votazione.

Favorevoli: Antonini, Assenti, Ausili, Baiocchi, Biancani, Bilò, Biondi, Bora, Borroni, Cancellieri, Carancini, Casini, Cesetti, Ciccioli, Latini, Marcozzi, Marinangeli, Marinelli, Mastrovincenzo, Menghi, Pasqui, Putzu, Rossi, Ruggeri, Santarelli, Serfilippi, Vitri.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Lupini.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Casini.

Anna CASINI. Grazie, Presidente. Anche per le motivazioni che abbiamo espresso nell'esame dei singoli articoli, come gruppo Partito Democratico ci asterremo, pur apprezzando lo sforzo che è stato fatto per normare una materia, su cui ha certamente ragione il Consigliere Rossi, che non è semplice, ma complicata.
In realtà ritengo che, senza ironia, spesso ho molto da imparare da lui perché è un capatosta, come si direbbe a Napoli, è una persona che alla fine si impegna, studia e approfondisce i temi e mi fa piacere ogni tanto fare dei siparietti con lui perché è anche divertente e stimolante.
Ha detto che ci sono dei casi diversi, faccio una piccola chiosa relativa al sud delle Marche per fargli capire che probabilmente deve venire a frequentarlo, ad esempio, noi abbiamo i più grandi trasformatori e esportatori di funghi, in particolare porcini ma non solo, delle province di Ascoli Piceno e Fermo, parlo delle aziende Filotei, Riti, Trivelli, gente che esporta in tutto il mondo, addirittura alcuni di loro hanno dei negozi a New York e portano direttamente i funghi anche a Tokio, per dire, nei migliori ristoranti del mondo.
La commercializzazione e l'attenzione per i funghi è grandissima nelle aree interne del sud delle Marche anche perché c'è tutta la parte della commercializzazione, poi lì abbiamo un altro tema perché entrano anche funghi che non sono autoctoni, non per tipologia di specie, ma per provenienza.
Apprezziamo lo sforzo, però le problematiche sono state evidenziate, come quella del costo che va a pesare su chi vuole venire a raccogliere dei funghi, che può essere un motivo di attrazione per le nostre aree che, ripeto, non sono Cortina o Venezia, una città in cui si paga per entrare. Non possiamo arrivare a quel livello perché non c'è questa aggressione di turismo nelle nostre aree, anzi il turismo va incentivato e magari questo poteva essere un segnale di accoglienza.
Sulla questione del riparto della differenza di costo per le Unioni montane crediamo che sia complesso dal punto di vista amministrativo, così come abbiamo detto prima, tanto da rendere difficilmente efficace la norma, che pure dal punto di vista della ratio è giusta, nel senso che quei soldi devono andare a quelle aree, è sacrosanto e giustissimo, però in forma più snella e più veloce senza arrivare ai Comuni, magari fermandosi alle comunità montane, si poteva pensare questo.
Rimane sospesa la questione, speravo di parlarne con l’Assessore competente, ma vedo che non c’è, lo dico anche a lei Consigliere Rossi, se può dare un aiuto per vedere che cosa si può fare, di quelle persone che hanno ottenuto il patentino seguendo corsi in Regioni limitrofe perché da noi non si facevano, per due anni sappiamo che c'è stato il fermo dei patentini, quindi per poter sanare questo periodo di carenza, di soddisfazione di un diritto da parte della Regione Marche. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Marinangeli.

Marco MARINANGELI. Grazie, Presidente. Per confermare la bontà dell'iniziativa ed il dibattito acceso che c'è stato in Commissione come in Consiglio testimonia la necessità di fare questo intervento.
Mi soffermo velocemente sul discorso di quello che ha un po' rappresentato il problema, cioè questa che è stata definita una tassa, un obolo, una doppia tassazione. Ritengo che, alla luce del dibattito, sia qualcosa di comune ad altre Regioni, nulla di nuovo sotto questo aspetto, ma credo che la domanda che dobbiamo porci da amministratori non sia l'importo della tassa, così come qualcuno di voi l’ha chiamata, ma dove finiscono questi soldi? Qual è l'utilizzo di queste risorse finanziarie? Penso che attraverso il trasferimento di queste somme alle Unioni montane noi andiamo a fare qualcosa di utile ed interessante non solo in quel campo, ma per tutto il territorio perché riusciamo a dare migliori servizi, quindi a garantire, mediante la sistemazione gli accessi ed i percorsi, anche una pratica apprezzata da molti, promuovendo anche delle attività che vanno nella direzione della promozione della raccolta funghi, dei territori e delle aree geografiche che purtroppo molto spesso sono considerate secondarie.
La riflessione ultima che faccio nell'approvare e nel condividere questa legge, a nome del gruppo, è che probabilmente siamo arrivati ultimi e forse questa legge avremmo dovuto farla molto prima. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Grazie, Presidente. Ribadisco quanto già detto nel mio precedente intervento, che noi siamo assolutamente favorevoli a questa proposta di legge perché serve una normativa al passo con i tempi, sia dal punto di vista amministrativo che sanzionatorio, ma soprattutto dal punto di vista naturalistico. Voteremo favorevolmente. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Rossi.

Giacomo ROSSI. Grazie, Presidente. Solo per ringraziare la Giunta e l'Assessorato per aver proposto questa nuova legge e la Commissione per aver recepito i miei emendamenti. Ringrazio ancora una volta il Presidente Putzu che ha saputo gestire le incongruenze che sono nate per cui siamo arrivati a una sintesi.
Credo che nel complesso, anche da parte del Partito Democratico, ci sia stata la presa di coscienza che la legge va comunque a migliorare quello che prima c’era.
Ci sono delle perplessità che sono state anche qui dibattute, mi scuso se ho usato magari dei toni un po' eccessivi, comunque, come ho detto prima, avremo la possibilità entro fine legislatura di vedere se gli emendamenti hanno portato a qualcosa di migliorativo oppure no, quindi la questione non ci sfuggirà. Vedremo tra qualche anno se gli emendamenti, che voi non condividete, saranno o no serviti a qualcosa e se perdo la scommessa vi offrirò un pranzo a base di funghi commestibili. Grazie.

PRESIDENTE. Proposta di legge n. 76. La pongo in votazione.

Favorevoli: Antonini, Assenti, Ausili, Baiocchi, Bilò, Biondi, Borroni, Cancellieri, Ciccioli, Latini, Marcozzi, Marinangeli, Marinelli, Menghi, Pasqui, Putzu, Rossi, Ruggeri, Serfilippi.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Biancani, Bora, Carancini, Casini, Cesetti, Lupini, Mastrovincenzo, Santarelli, Vitri.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Proposta di legge n. 71
ad iniziativa del Consigliere Pasqui
“Incentivi all’insediamento nei piccoli Comuni dell’entroterra marchigiano di personale dipendente del Servizio sanitario”.
(Iscritta ai sensi dell’articolo 86, comma 13, del Regolamento interno)
(Rinvio)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 71 del Consigliere Pasqui, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Gianluca PASQUI. Grazie, Presidente. Insieme ai Consiglieri Marcozzi e Rossi chiedo il rinvio della proposta di legge in Commissione. Grazie.

PRESIDENTE. Rinvio della proposta di legge n. 71. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Proposta di legge n. 94
a iniziativa dei Consiglieri Menghi, Antonini, Bilò, Marinelli, Serfilippi, Cancellieri, Biondi, Ciccioli, Marinangeli, Rossi, Marcozzi, Latini, Leonardi, Baiocchi
“Modifiche alla legge regionale 4 giugno 1996, n. 18 (Promozione e coordinamento delle politiche di intervento in favore delle persone in condizione di disabilità).
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 94 dei Consiglieri Menghi, Antonini, Bilò, Marinelli, Serfilippi, Cancellieri, Biondi, Ciccioli, Marinangeli, Rossi, Marcozzi, Latini, Leonardi, Baiocchi.
Ha la parola la relatrice di maggioranza Consigliera Menghi (in collegamento da remoto).

Anna MENGHI. Grazie, Presidente. Voglio ringraziare i Consiglieri che hanno con me condiviso questa proposta di legge, che apparentemente sembra piccola, ma ha un obiettivo fondamentale, la legge n. 18/96, la legge quadro sulla disabilità della Regione Marche.
E’ una piccola, ma significativa modifica perché va a rafforzare il ruolo della Consulta regionale per la disabilità, che è un organo importantissimo, che esiste solo nella nostra Regione e che coinvolge tutte le associazioni che in questo Paese si occupano dei diritti delle persone disabili e delle loro famiglie.
La Consulta nasce circa 25 anni fa ed è frutto di tantissime battaglie, alcune delle quali mi hanno visto in prima fila per realizzare quella che io reputo una forma di democrazia molto rilevante, soprattutto dal basso. Al riguardo consentitemi un ricordo personale dell’ex Assessore Marcello Secchiaroli, che oggi dall’Aula avete salutato, perché eravamo su due fronti opposti, io all’epoca chiedevo che le associazioni che rappresentavano le persone con disabilità potessero essere coinvolte dal Governo regionale in un percorso di crescita e di accrescimento dei servizi in un’ottica di corresponsabilità politica. Fu ottenuto questo risultato e l’allora maggioranza decretò l’istituzione della Consulta e io sono fiera che la Regione Marche vanti questo primato, però oggi è necessario dare un apporto ulteriore ed un rafforzamento di questo organismo, che noi stiamo già coinvolgendo, ma abbiamo intenzione di coinvolgerlo maggiormente in un’operazione di modifica e di aggiornamento di cui la legge n.18 ha bisogno.
Ci è stato chiesto, anche dal relatore di minoranza in Commissione, ma reputiamo che il percorso che vogliamo intraprendere sia di corresponsabilità politica insieme alle associazioni, un percorso di vera sussidiarietà orizzontatale in cui, essendo la disabilità un tema importante, qualsiasi azione o decisione non può essere fatta senza il coinvolgimento di chi la disabilità purtroppo la vive sulla propria pelle.
“Nulla senza di noi”, recito un po' lo slogan della Carta europea dei diritti, che l’Italia è stata uno dei primi Paesi a ratificare, è un documento che va calato nella realtà e quello che noi vogliamo fare desideriamo farlo con le associazioni, con chi vive sulla propria pelle e si fa carico ogni giorno del peso della disabilità, che oggettivamente a volte può diventare un’opportunità, ma anche un grave limite.
Il compito delle istituzioni è quello di migliorare la qualità della vita e l’integrazione delle persone disabili, questo è quello che noi vogliamo fare e che faremo insieme alle associazioni, alla Consulta e a tutti coloro che ci vorranno stare, riscrivere una normativa più snella, al passo con la nuova legge delega. Un percorso di ammodernamento che la Regione Marche vuole fare come primo obiettivo per migliorare i servizi e le condizioni di vita delle persone disabili di questa Regione, promuovendo reali pari opportunità e politiche volte a creare valore nella differenza. Di questo siamo convinti e perseguiremo questo traguardo.
Ringrazio tutti i colleghi hanno approvato questa proposta di legge, ringrazio la Commissione che ha lavorato, in particolare la Presidente, per portare in Aula un atto più snello.
Voglio aggiungere che accanto a questo rafforzamento della Consulta, che abbiamo perseguito con le norme previste, abbiamo anche realizzato un’altra idea molto importante che è la Conferenza biennale regionale per la verifica dello stato di attuazione dei servizi per le persone disabili nella Regione Marche. E’ un’iniziativa che non ha uguali nella storia di questa Regione che, insieme alla Consulta, vuole promuovere un modello e un modo nuovo di concepire la disabilità partendo dal basso. Sono convinta che questa specificità della Regione Marche sia essere un valore per tutto il Consiglio perché è frutto di un percorso lungo, difficile, duro, che è partito dal basso e che ha portato e sta portando a dei risultati fondamentali, che questa amministrazione regionale già ha perseguito, ne ricordo uno: il grande impegno economico che è stato messo sul progetto vita indipendente.
Chiudo questa mia presentazione auspicando che il dibattito ci aiuti in un confronto leale e serio in merito ad un tema che ha bisogno di un riconoscimento reciproco e di un livello alto di confronto.
Consentitemi di chiudere questo mio intervento con un ringraziamento al Presidente storico che ancora fa parte della Consulta, che molti di voi, immagino, avete conosciuto nei molti anni che ha fatto il Presidente, è XY, con lui voglio salutare e ringraziare la tenacia di tante persone disabili, di tante associazioni, di famiglie che nel corso di questi decenni si sono fatte carico di combattere per i propri familiari e di costruire qualcosa che le istituzioni a volte facevano fatica a comprendere. Ringraziando XY voglio ringraziare tutti coloro che hanno lottato e continuano a lottare perché le persone disabili siano realmente integrate in questo Paese e soprattutto nella nostra regione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza il Consigliere Carancini.

Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. Anch'io voglio ringraziare tutti i Consiglieri che hanno lavorato in Commissione su questa proposta di legge e gli uffici che ci hanno dato ausilio rispetto all'approfondimento.
Credo che sia un passaggio non doveroso, ma sentito e spontaneo, mi pare che anche la Consigliera Menghi, la relatrice di maggioranza, abbia sottolineato l'importanza della legge regionale n. 18/96. Sono trascorsi esattamente 26 anni e la Regione Marche grazie, va ricordato, ad un governo progressista di centro-sinistra all'epoca ha anticipato i tempi e, come puntualmente ha ricordato la Consigliera Menghi, ha posto le premesse affinché le differenze e le disuguaglianze, che purtroppo culturalmente e anche concretamente abbiamo vissuto in questi anni, fossero ridotte.
La legge n.18/96 costituisce un cardine del sistema socio-sanitario regionale rivolto alle persone con disabilità, il cui impianto è importante ancora oggi ed è condivisibile perché introduce significative novità, oltre alla piena integrazione delle persone con disabilità, promuovendo interventi, organizzando e coordinando i servizi. La norma si muove in teoria su coordinamenti d’ambito, coordinamenti provinciali, coordinamento regionale, accordi di programma, unità multidisciplinari, prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione, integrazione sociale, centri socio-educativi e tutta una serie, ripeto, di strumenti e di opportunità che vengono dati ai cittadini. Tuttavia dal punto di vista applicativo ed operativo alcuni aspetti lungimiranti non sono stati realizzati, mentre sotto altri punti di vista la legge n.18 risulta almeno in parte superata in alcuni passaggi, in quanto lo scenario di approccio nel corso degli anni è profondamente e necessariamente mutato. Cito solamente il tema del budget e di salute, cosa che non implica una suddivisione standardizzata di risorse stanziate a priori su servizi preconfezionati, ma piuttosto un'analisi approfondita e individuale del bisogno specifico centrato sulla persona con disabilità e poi, solo poi, una conseguente definizione dell’appropriato budget per intervenire, una sorta di riconoscenza, di conoscenza della persona, intesa come singolo, il tutto attraverso un progetto personale alla cui elaborazione possono partecipare principalmente la persona con disabilità, la sua famiglia, la sua comunità, ottimizzando l'uso integrato delle risorse diffuse in una logica non prestazionale e frammentata.
Parliamo quindi della legge n. 18/1996, grande, importante cardine, fortemente decisiva nell'ambito della promozione e del coordinamento delle politiche di intervento in favore delle persone con disabilità con un impianto utile e lungimirante, ma allo stesso tempo con una veste da rinnovare.
Questa lunga premessa, che abbiamo ritenuto necessaria, serve per comprendere fino in fondo quali sono le modifiche che vengono introdotte con la proposta di legge n. 94, che oggi siamo qui a discutere, rispetto a uno scenario molto più ampio. Peraltro con onestà intellettuale la Consigliera Menghi ha riconosciuto la modifica come piccola, ma fondamentale, quindi faccio riferimento a modifiche limitative, che nella fattispecie si riferiscono esclusivamente all'articolo 6, che è relativo alla Consulta regionale della disabilità.
Per far comprendere a chi ci ascolta, la legge 18/96 si compone di 30 articoli, quelli che in particolare fanno riferimento alla disabilità, specifica nell'ordine della costruzione e nella maturazione della proposta, riguardano 6 articoli. Anche qui, per far comprendere di cosa ci andremo ad occupare non è inutile, a mio modesto parere, ricordare che al centro di questo percorso di partecipazione nell'ambito della norma c'è il coordinamento regionale per la tutela delle persone in condizioni disabilità, che è il punto di raccolta, di caduta della partecipazione degli altri enti, a cui adesso farò riferimento, in cui vi sono tutte le figure centrali, a partire dall'Assessore per passare ai dirigenti, ai rappresentanti delle varie associazioni, fra cui ricordo il dirigente scolastico, il dirigente dei servizi sociali, il dirigente della sanità, il dirigente del servizio formazione professionale.
Il coordinamento regionale è il punto di raccolta, di sintesi dei vari percorsi partecipativi, i quali sono di due tipi e se volessimo fotografarli dal punto di vista figurativo ne abbiamo alcuni che sono istituzionali. La legge n.18/96 prevedeva che al coordinamento regionale si arrivasse attraverso i coordinamenti in ambito, cioè i coordinamenti che i vari Comuni vivevano, trovando raccolta la sintesi territoriale del coordinamento d’ambito e dei coordinamenti provinciali, ricordo sempre, per la tutela delle persone in condizioni di disabilità. Nel coordinamento regionale ci si arrivava mediante la partecipazione dei coordinamenti d’ambito e i coordinamenti provinciali che, va detto, oggi non operano più, sono sostanzialmente punti di raccolta inesistenti. Dall'altro lato esiste nella previsione della legge 18/96 la Consulta regionale per la disabilità, un'architettura logica e se da un lato nel coordinamento regionale affluivano le partecipazioni, le proposte, le iniziative, i temi dal punto di vista istituzionale, dall'altro il terzo settore – immaginiamo che parliamo di 26 anni fa, l'importanza di prevedere una Consulta regionale della disabilità - attraverso i propri organi aveva la possibilità di proporre e di riportare all'interno del coordinamento regionale la propria rappresentanza. La Consulta regionale aveva un luogo, uno scranno, una posizione, una partecipazione diretta all'interno della Consulta regionale.
Questo l’ho ricostruito per far comprendere che oggi andiamo ad intervenire limitatamente all'articolo 6, un pezzetto di quella filiera di partecipazione che scendeva all'interno del coordinamento regionale, e nelle critiche e nei dubbi, usiamo questo termine meno forte, che abbiamo espresso in Commissione è sembrato davvero un intervento minimale, simpaticamente, quasi un intervento ruffiano per alcuni aspetti.
E’ evidente che da questo punto di vista la legge 18/96, secondo noi, avrebbe dovuto avere un restyling più complessivo e credo che sarebbe stato il percorso più logico e profondo. Mi viene da dire un percorso riguardoso dei marchigiani, che non si limita ad intervenire con una proposta di legge su un pezzettino piccolissimo di una norma fondamentale, ma avrebbe potuto intervenire su un quadro più generale. Per fare una sintesi, credo che alcuni interventi appaiono non rispettosi della dignità astratta della legge. Che cosa vuol dire? Noi crediamo, l’abbiamo sentito tante volte anche da esponenti di maggioranza, ricordo che più volte l'ha affermato il Consigliere Cesetti, che la legge abbia una propria dignità, una propria consistenza, un proprio contenuto forte e se talvolta la limitiamo o la riduciamo a mero atto di gestione, o mero atto amministrativo, penso che non facciamo un servizio. Questo provvedimento, a parte alcuni aspetti, li evidenzia tutti, ad esempio, c'è un passaggio in questa legge, l’articolo 1 comma 2 ter, cito solo questo, prevede che la Consulta sia convocata almeno ogni due mesi e può riunirsi anche in modalità telematica o mista. Possiamo scrivere tutto nella legge, ma questo passaggio poteva anche essere risparmiato.
In che cosa consiste la modifica, in particolare del comma 5 dell'articolo 1? Nella legge si prescrive che i componenti della Consulta abbiano diritto al rimborso spese. Non abbiamo un pregiudizio in merito a tutto ciò, però se questo è un principio andrebbe applicato a tutte le Consulte delle Marche previste nell'ambito istituzionale della Regione, perché se voi andate ad esaminare questo tipo di rimborso non è per tutte applicato.
Il secondo passaggio significativo è il rimborso delle spese di viaggio sostenute e documentate da chi accompagna la persona disabile, intellettiva, sensoriale o fisica, ma un ulteriore passaggio che davvero lascia piuttosto sconcertati riguarda il diritto per i componenti della Consulta - cerchiamo di comprendere che il nocciolo della legge ha come destinatari solo i componenti della Consulta - di assentarsi dal lavoro. Anche qui non c'è un pregiudizio, ma non è pensabile che i componenti della Consulta regionale per la disabilità abbiano il diritto di astenersi dalla loro attività lavorativa pubblica o privata fino a 16 ore al mese e che ciò non avvenga per tutte le altre. Comprendete bene come vi sia dentro questa proposta di legge da un lato il corto respiro di guardare solo un pezzettino piccolo, risicato di una legge importante, dall'altro di creare un privilegio. Allora, mi chiedo: perché tutte le altre Consulte che noi abbiamo, dell'immigrazione, dei giovani, della famiglia, della legalità e della cittadinanza responsabile, del volontariato, dell’ittica, non hanno una regolamentazione analoga ed i loro componenti non hanno le famose 16 ore al mese per presentarsi e lavorare, intervenire, partecipare? Capite come è talmente evidente questa discrasia, differenza, io dico paradossalmente disuguaglianza e da questo punto di vista andremo ad approvare, se l’approveremo, come sono certo che avverrà, norme che creeranno disuguaglianze all'interno, attenzione, non di soggetti diversi che operano in contesti diversi, all'interno di Consulte costituite dalla Regione Marche. Credo che sia un grave errore perché sul rimborso delle spese c'è una disparità, ma quello delle 16 ore, che in linea astratta va bene, deve valere per tutti. Ecco perché abbiamo detto alla Consigliera Menghi, alla maggioranza: “Fermatevi, riproponiamo una modifica, lavoriamo insieme alla modifica, all'adeguamento della legge 18/96 e poi creiamo un sistema di uguaglianze”.
Queste sono le critiche principali che noi facciamo a questa legge, i dubbi. E’ evidente che sarebbe una sciocchezza dire che non è giusto che vengano riconosciute le spese documentate ai componenti della Consulta, ma se non ci fossimo fossilizzati, e questa è l'espressione più convincente della scelta che fa la Consigliera Menghi, ed avessimo guardato davvero al complesso della legge 18/96 ci saremmo comportati diversamente, invece la Consigliera Menghi ha guardato al piccolo orto, che ha una propria logica, ma che non ha da questo punto di vista uno spirito istituzionale ed egualitario per tutti i componenti.
Il gruppo all'esito anche della discussione deciderà quale sarà la posizione in sede di votazione. Grazie.

Presidenza Vicepresidente
Andrea Biancani

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Grazie, Presidente. Intervengo brevemente sul merito dell’atto, che è una proposta di revisione di una legge, sono delle modifiche. Di fatto non è una grande norma, però è fondamentale perché, e sono d'accordo con il Consigliere Carancini, molto spesso la Regione, ma tutti gli enti, istituisce Commissioni, Consulte, organismi di secondo grado che poi scarsamente producono.
Ringrazio per l'impegno la Consigliera Menghi, che vive con grande tensione e attenzione questo problema perché l’ha sopportato nella sua pelle, lo vive e soprattutto lo condivide con tante persone dell'associazione di cui fa parte, con le varie iniziative che ha promosso e a cui partecipa.
Questo testo rende operativo ciò che al contrario è scarsamente operativo, mette dei paletti, per esempio la partecipazione dell'Assessore competente in materia è una cosa molto rilevante perché un conto è che le cose siano riferite o trasferite attraverso la documentazione, scripta manent, un conto è partecipare. Il contatto è molto molto importante, la necessità di darsi una tempistica sulle convocazioni, di avere una segreteria adeguata, di permettere ai componenti della Consulta di usufruire delle stesse condizioni di qualsiasi attività pubblica: il rimborso spese a documentazione acquisita e la possibilità di assentarsi dal posto di lavoro o dalle attività che si fanno, sia pubbliche che private.
Tutte queste cose possono apparire minori rispetto allo spessore della proposta di legge nel suo insieme, la legge del ’96, che sta lì da 25 anni, che però non è stata così operativa e produttiva. Il fatto che diventi operativa, che venga istituita una Conferenza sullo stato dei servizi e che venga indetta con cadenza biennale, sono tutti aspetti che rendono questo organismo produttivo, addirittura si fissano i tempi per la prima riunione.
Ottimisticamente la proposta di legge prevede che il 31 ottobre 2022 - poi si sanno come vanno le cose, le leggi hanno i loro tempi, la presentazione, le urgenze di altri atti amministrativi o proposte di legge, l’approvazione in Commissione e poi in Aula - ci sia finalmente la prima riunione della Consulta, quindi questa revisione è una cosa che io giudico molto positiva.
Facendo parte della IV^ Commissione sanità e politiche sociali ho sostenuto fortemente questa proposta di legge, esprimo soddisfazione oggi che stiamo per votarla e chiedo agli uffici che sia immediatamente applicata.
Sono stato presentatore in questa legislatura di due leggi che sono assimilabili a questa, una sulle dimore storiche e beni storici, approvata alla fine dell'anno scorso ed ancora il Comitato non è operativo perché ci sono sempre delle urgenze. Per me è una cosa scandalosa che dopo sette mesi, mi sembra novembre o dicembre dell’anno scorso, non sia mai stato riunito. La stessa cosa è avvenuta per il Crel, anche se è stata una cosa sofferta perché non tutti erano d'accordo, la mia idea era che il Consiglio regionale dell’economia e del lavoro fosse aperto alle università, ai sindacati autonomi, ad altre rappresentanze, che io giudico molto importanti, apertura che è stata approvata con legge. Man mano si è proceduto all'integrazione, ma fino a poco tempo fa non era stato integrato con i rappresentanti delle quattro università marchigiane, adesso penso che sia successo, che esprimono la presenza di un loro delegato ed è una cosa fondamentale, così come è rilevante la presenza delle società di trasporto pubblico e lo diventerà ancora di più. Complicatissimo riuscire a portare a casa il risultato di una legge che è stata pubblicata sul Bur, quindi una legge ufficiale della Regione. Di questo me ne lamento e credo che non sia colpa di alcuna …, non è una colpa politica, ma della lentezza …, è l'aspetto elefantiaco delle nostre burocrazie. Centro-destra, centro-sinistra, o chiunque ci sia, esprimono sempre la stessa lentezza. Identifico e concludo dicendo che molto spesso in questi organi manca il senso della responsabilità di chi è investito del loro funzionamento. Ci deve essere una responsabilità e credo che la società cambierà quando ciascuno nel proprio piccolo o nel suo grande si assumerà la responsabilità delle azioni e ne promuoverà gli aspetti conseguenti.
Con questo spirito evidenzio che la proposta legge della Consigliera Menghi reca anche la mia firma tra i presentatori, la condivido e spero faccia fare un passo in avanti in positivo ai problemi e alle tematiche legate alla disabilità.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Mastrovincenzo.

Antonio MASTROVINCENZO. Grazie, Presidente. La tematica è rilevante, da questa proposta legge ci aspettavamo molto di più e pur essendo fondamentale il tema purtroppo noto che in Aula ci sono solo due Consiglieri della maggioranza su 20 e solo ora è tornato il Presidente Acquaroli, sennò della Giunta non c’era nessuno, due Consiglieri della maggioranza presenti quando si tratta di una tematica così rilevante.
Detto questo, ribadisco che da questa legge ci aspettavamo molto di più, la relazione iniziale parla di importanti modifiche che in realtà si riducono solo alla innovazione, alla riorganizzazione della Consulta. La legge ha 25 anni, molte cose sono cambiate, dovrebbe essere rinnovata in larghe parti perché non rappresenta più la situazione attuale. Pensiamo al nuovo Piano nazionale della non autosufficienza, al decreto legislativo 66/2017 sull'assistenza scolastica ai ragazzi disabili, che ha definito nuovi percorsi di valutazione, al ruolo che ha acquisito la vita indipendente, potremmo continuare a lungo citando ad esempio il dopo di noi.
Invece di aggiornare una legge vecchia si è deciso di mantenere e di mettere mano a questa normativa rispetto alla composizione della Consulta per la disabilità per fare in modo che l'Assessore competente possa partecipare alle riunioni della stessa, che in realtà è la modifica più significativa che questa proposta di legge ci propone.
L'altra modifica prevede che la Consulta possa fare delle proposte alla Giunta, ma questa non è una vera e propria modifica, dato che è già previsto che debba fornire pareri su tutta la materia della disabilità ed è del tutto evidente che attraverso l'espressione dei pareri si possono ed in genere lo si fa esprimere proposte alla Giunta.
Con il comma 5 dell’articolo 1 della proposta di legge la Regione assegna dei permessi ai lavoratori pubblici e privati per partecipare alle riunioni, peccato che questa possibilità in realtà esuli dalle competenze regionali.
Questa legge andrebbe rivista ormai, è di 25 anni fa, innanzitutto aggiornando l'impianto normativo che fa riferimento ad un sistema di servizi, di interventi e di modalità lavorative non più rispondenti alla realtà attuale e ai bisogni delle persone con disabilità.
Sarebbe stato rilevante cogliere l'occasione di revisione della legge regionale n. 18 per introdurre elementi di innovazione, direi anche a livello culturale, sulle modalità di lavoro e sulla presa in carico di persone con disabilità orientate al progetto di vita e alla sperimentazione del budget di salute, di cui ha ben parlato il Consigliere Carancini. Sarebbe stata da prendere come riferimento, ad esempio, la legge della Toscana del 2017 che in poche righe introduce concetti fondamentali per la qualità della vita delle persone con disabilità e ribalta completamente il pensiero organizzativo, mettendo la persona con i suoi desideri, i suoi progetti e le aspettative al centro del sistema dei servizi e non ai margini.
La Regione Marche è tutta sbilanciata a definire organi consultivi e servizi, peraltro carenti purtroppo di personale, ma non traccia e non indica un obiettivo a cui tendere, che è quello dell'autodeterminazione delle persone con disabilità, tutte, a prescindere dalla diagnosi e dalla gravità, ciascuno in base alle possibilità e alle risorse.
La Consulta è prevista dall’articolo 6 ed ha come riferimento la legge n. 24 del 1985, una legge vecchissima, su questo credo che ci da riflettere: se si può giustificare il mantenimento di una norma con la struttura della legge n. 24 del 1985, quando siamo nel 2022 ed è evidente che lo strumento di partecipazione è stato costruito su quelle fondamenta.
Concludo dicendo che è bene mettere mano alla legge regionale n. 18, che deve essere aggiornata ai tanti mutamenti normativi nazionali e alle cambiate necessità del mondo della disabilità, ma è paradossale che gli unici mutamenti proposti consistano essenzialmente nella partecipazione dell'Assessore alla Consulta e poco altro. Credo che si poteva e si doveva fare di meglio. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Grazie, Presidente. Intervengo per dire che noi siamo favorevoli a questa proposta di legge che va a modificare la legge quadro n. 18 delle 96, che riguarda: “Promozione e coordinamento delle politiche di intervento in favore delle persone in condizioni disabilità”.
E’ stato detto che è una piccola modifica, è vero, va a modificare l'articolo 6, ma ritengo che questa sia importante perché riguarda la Consulta regionale per la disabilità.
L’obiettivo di questa modifica è di rafforzare il ruolo della Consulta che è un organo rilevante, che esiste solo nella nostra Regione e coinvolge tutte le associazioni e anche l'Assessore alla Consulta, e qui condivido le parole della relatrice di maggioranza Consigliera Menghi quando afferma che questo è un percorso di corresponsabilità politica delle associazioni e di sussidiarietà orizzontale.
L’obiettivo è quello di valorizzare il ruolo delle associazioni presenti nella nostra regione, non solo valutando i programmi predisposti dalla Giunta regionale, ma attribuendo loro anche la possibilità di proporre all’esecutivo azioni da attivare.
Credo che sia una piccola modifica importante ed efficace perché c'è un confronto diretto tra Regione e associazioni, anche attraverso l'utilizzo di piattaforme telematiche. Credo che questa sia una modifica rilevante e mi auguro che l’Aula possa votarla favorevolmente. Grazie.

Presidenza del Presidente
Dino Latini

PRESIDENTE. La discussione generale è chiusa, ha la parola la relatrice di maggioranza Consigliera Menghi (collegata da remoto)

Anna MENGHI. Grazie, Presidente. Vorrei intervenire fugando i dubbi e le perplessità sollevate dal relatore di minoranza e cercando di prendere il positivo degli interventi degli esponenti dell’opposizione.
Ringrazio tutti coloro che sono intervenuti nel dibattito, in particolare i Consiglieri Marcozzi e Ciccioli che hanno centrato l’obiettivo di questa legge e voglio rassicurare gli esponenti del Partito Democratico, in particolare il relatore di minoranza, rispetto alle perplessità che ha esposto e alle presunte disuguaglianze.
Ho cercato di spiegare il senso di questa piccola ed importante revisione della legge n. 18 del 1996, una norma datata alla quale riconosco, insieme al relatore di minoranza, un impianto per l’epoca rilevante, che ha la necessità di una revisione, che noi vorremo fare insieme in un percorso di condivisione sussidiaria orizzontale. Lo vogliamo fare insieme alle associazioni, come stiamo già facendo, rispetto ad una visione che abbiamo sul tema della disabilità.
Pensiamo che, questo è stato l’impegno di una vita, non si possa decidere sulla pelle delle persone disabili senza un loro diretto coinvolgimento e in questa direzione era necessario mutuare quello che nella consigliatura precedente è stato fatto per la Commissione pari opportunità, un riconoscimento che reputi e ritenga la Consulta sulla disabilità un organismo importante al pari di quello delle pari opportunità, non perché gli altri non lo siano, ma perché in politica bisogna dare delle priorità e per noi la disabilità è un tema prioritario. Immagino sappiate che al governo del Paese abbiamo già da un po’ di tempo un Ministero della disabilità, di cui noi persone disabili, impegnate anche nei movimenti e nelle associazioni, avremmo preferito non aver bisogno, però era necessario e gli effetti li abbiamo visti, abbiamo visto uno sblocco di molte risorse grazie al Ministero della disabilità.
In questo Paese dobbiamo recuperare un gap rilevante, lo vogliamo fare con una condivisione e a questo serve questa piccola ma fondamentale modifica, serve a creare un percorso che ci faccia arrivare, mi auguro anche con il supporto della minoranza, prima che finisca questa legislatura, ad un aggiornamento necessario della legge n. 18, che non sia calato dall’alto, ma che parta dal basso.
Accanto a questo abbiamo anche voluto, e qui lo voglio sottolineare, prevedere la Conferenza regionale biennale sullo stato di attuazione dei servizi perché, come spesso dice il Consigliere Ciccioli, se aspettiamo di fare tutto e bene il tempo passa e poi le leggi fanno fatica ad essere attuate, invece noi abbiamo bisogno di governare i processi e di andare avanti con il lavoro.
E’ anche un’introduzione molto concreta questa della Conferenza regionale, insieme a quella della Consulta, perchè siamo certi che porterà una spinta notevole verso un accrescimento del livello dei servizi a favore delle persone disabili e delle loro famiglie, con un tentativo e un lavoro che andrà ad uniformare sul territorio regionale il livello e lo stato di attuazione dei diritti delle persone disabili.
Capisco le perplessità, ma voglio rassicurare che non c’è, e lo dico in maniera tranquilla, nessun intervento ruffiano, c’è solo la volontà di condividere con chi della disabilità si fa carico ogni giorno perché la vive sulla propria pelle e non solo, ma si fa carico anche di essere punto di riferimento per gli altri. Non si fa solo carico della propria disabilità, ma ne fa strumento a favore degli altri, ne fa un’opportunità per gli altri e di questo ringrazio le associazioni che ogni giorno si impegnano, e lo stanno già facendo, insieme a questa amministrazione perché per l'ascolto delle associazioni non serve la legge, però abbiamo voluto suggellare un metodo che abbiamo già messo e che stiamo mettendo in atto. Lo vogliamo fare, mi auguro di poterlo fare e spero di aver fugato i dubbi.
Da ultimo mi riferisco al Consigliere Mastrovincenzo quando dice che questa Consulta fa riferimento alla legge n. 24, che è ancora più vecchia, gli do ragione, ci presteremo a modificare anche questa legge, ma da qualche parte bisognava incominciare e noi abbiamo deciso di iniziare dalla n. 18, poi indubbiamente passeremo anche alla legge n. 24.
Mi auguro con questo mio breve intervento di replica di aver fugato i dubbi che avevate e che vogliate insieme a noi fare questo percorso, che è dettato dalla mia personale esperienza che ha sempre tenuto conto di un ruolo quello associativo che non è mai di parte, ma di rappresentanza di una categoria che non è di parte, a cui devono essere date delle risposte e noi gliele vogliamo dare. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Carancini.

Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. Anch'io voglio ringraziare gli interventi che certamente ci hanno aiutato in una qualche maniera a confrontarci, a scoprire alcune angolazioni della legge, seppur estremamente essenziali.
Mi piace però provare molto brevemente a precisare soprattutto alcuni aspetti che abbiamo ascoltato dal Consigliere Ciccioli ed anche dalla Consigliera Marcozzi.
La questione dell’Assessore in questa Consulta. Intanto va detto che l'Assessore non è un partecipante di diritto, sarà invitato, è un invitato. Se avessimo voluto dare rilevanza al ruolo della Giunta attraverso l'Assessore competente, mi verrebbe da dire che dentro una logica legislativa l'Assessore non sarebbe stato un soggetto invitato, ma piuttosto un soggetto di diritto. Anche questo argomento è stato peraltro trattato in Commissione.
Da questo punto di vista l'Assessore regionale competente sta nel luogo baricentrico del percorso partecipativo, a cui ho fatto riferimento prima, cioè nella Conferenza regionale, nel coordinamento regionale.
L'invito all'Assessore è un dono, un'opportunità che però ha scarsa rilevanza. Questo è certamente un elemento che andava sottolineato.
Rispetto all'intervento della Consigliera Marcozzi, non si va a rafforzare il sistema della disabilità, l'attenzione, la maggior forza, direi anche la trasformazione culturale, intervenendo su questi elementi così particolari e specifici, che da questo punto di vista non vanno al cuore dei temi, che peraltro il Consigliere Mastrovincenzo ha toccato con grandissima attenzione.
L'esito di questo confronto mi porta ad anticipare, prima della dichiarazione di voto, che due sono gli argomenti di dubbio che continuano a delineare, orientare, indirizzare la nostra opinione: a) è una legge parziale, particellare, che non entra in realtà “nella carne” del tema disabilità, entra esclusivamente in alcune questioni. Non voglio ribadire ancora una volta i piccoli aspetti, c’è un pezzo della legge che riguarda il Centro regionale di ricerca e documentazione disabilità, interveniamo su un articolo che era già pienamente operativo e non si interviene sui temi fondamentali della legge n.18/96; b) mi spiace dire, e ribadisco, che le parole della Consigliera Menghi non mi convincono, si crea una disuguaglianza dentro al sistema istituzionale delle Consulte. Se legittimamente e comprensibilmente, non entriamo nel merito, chi partecipa alla Consulta regionale per la disabilità ha la possibilità di poter utilizzare 16 ore del proprio lavoro per partecipare, questo tipo di trattamento deve essere applicato a tutte le altre Consulte, è un segno di riguardo in relazione a tutti gli altri e nel passaggio di questa proposta legislativa se ne sarebbe potuto fare a meno, magari intervenendo successivamente per dire che per tutti i partecipanti di tutte le Consulte vale quella regola.
Il Partito Democratico si asterrà su questa proposta, è un segno di grande rispetto in relazione agli argomenti portati, non vota contro. Il basso respiro della legge e la disuguaglianza sono per noi rappresentanti legislativi elementi significativi e doverosi, per cui ci asterremo perché il voto favorevole, purtroppo, incontra delle difficoltà, soprattutto in merito alle inaccettabili scelte in merito ad un piccolo intervento sulla legge n. 18 ed alla creazione delle disuguaglianze. Grazie.

PRESIDENTE. Ringrazio le persone che sono presenti nello spazio in alto dell'Aula, le quali assistono alla discussione di questa particolare proposta di legge, che tocca in maniera sensibile anche le loro situazioni.

Articolo 1. Ha la parola la Consigliera Casini.

Anna CASINI. Grazie, Presidente. Quello che avrei dovuto dire prima, oltretutto già detto dal Consigliere Carancini, che ha approfondito maggiormente la norma, è che questa è la solita legge spezzatino, fatta di 4 articoli, che prevede soltanto un piccolo tassellino in un sistema normativo complesso su un tema altrettanto complesso, che ha tante sfaccettature, come bene ha detto il Consigliere Carancini, che è anche relatore.
Nell’articolo 1 vorrei sottolineare una cosa che mi piace pochissimo, il comma 5 ter è la negazione delle pari opportunità e trovo che sia molto grave questa disuguaglianza che è stata introdotta perché ai lavoratori dipendenti pubblici e privati, che sono componenti della Consulta, viene riconosciuto il diritto di assentarsi dal servizio per partecipare alle sedute. Voi sapete che per quanto riguarda le assenze dei Consiglieri comunali, provinciali e regionali ci sono delle norme nazionali specifiche, abbiamo uno statuto e esiste il contratto collettivo nazionale, non credo che la Regione possa legiferare stabilendo all'interno di un contratto collettivo nazionale, sia del settore pubblico che del settore privato, delle assenze che dovranno essere retribuite da qualcuno, dalla pubblica amministrazione o da un soggetto privato.
Il diritto ad assentarsi comprende il tempo per raggiungere il luogo della riunione. Non va bene perché crea una disparità di trattamento tra coloro che fanno parte di questa Consulta, che non necessariamente hanno delle disabilità, e chi invece fa parte di un altro tipo di Consulta e svolge ugualmente un lavoro importante all'interno di altri organismi. Credo che questo sia un comma da eliminare subito, non so quello che abbiano detto gli uffici, ma non penso che sia legittimo e applicabile. Chi paga per le assenze fino a 16 ore mensili? Cosa che non può fare neanche un Consigliere comunale, per esempio. Chi paga? E perché qui sì e in tutte le altre Consulte che comunque la Regione ha oppure non ha, ma comunque sono all'interno della Regione create da altri soggetti? Perché per loro non esiste questa possibilità di partecipazione mentre c’è per questa Consulta?
Questo secondo me creerà disparità di trattamento e opportunità diverse, stiamo parlando di pari opportunità, devo dire che questo comma è veramente brutto. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Ruggeri.

Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Questa volta mi trovo in linea con quanto espresso dai Consiglieri del Partito Democratico e ringrazio per la chiarezza il relatore Consigliere Carancini.
Ho forti dubbi sia sul comma 5 bis che sul 5 ter, su quest’ultimo soprattutto per una questione, come ha ricordato ora la Consigliera Casini, di legittimità costituzionale, mentre per quanto riguarda il comma 5 bis creare questa disuguaglianza e disparità di trattamento non è certo una cosa che ci può fare onore.
Il tema è sensibile, riconosco che la modifica non è di ampio respiro, così com'è già stato detto. Per quanto riguarda il Movimento 5 Stelle personalmente mi asterrò sull’articolato e anche sulla proposta complessiva. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Menghi (in collegamento da remoto).

Anna MENGHI. Grazie, Presidente. Vorrei puntualizzare alcune questioni in relazione ai dubbi sollevati dalla Consigliera Casini in merito al comma 5 ter, a cui ho accennato nel mio intervento di replica, facendo riferimento alla modifica fatta per la Commissione regionale pari opportunità nella scorsa legislatura, la presunta illegittimità della norma, che la sua Giunta ha introdotto.
Mi risulta che l’allora Assessore Cesetti abbia fortemente sostenuto questa modifica, mi auguro che, spero che sia presente in Aula, possa aver mutuato questa norma, che è passata anche al vaglio nazionale nella passata consigliatura, e possa capire che una previsione così importante su un tema così delicato, come quello della disabilità, non può che essere condivisa.
Abbiamo cercato di far comprendere, ma mi rendo conto che chi non vuol capire non capisce, che per una vera integrazione delle persone disabili la partecipazione e il coinvolgimento di chi il problema lo vive …, che è rappresentato dalle associazioni, in cui ci sono persone che svolgono un ruolo a titolo di puro volontariato, non per lavoro, non per mestiere, hanno una propria vita e delle proprie attività.
Quando questo ruolo è rilevante, come quello della Consulta regionale, ha bisogno di garanzie, altrimenti diventa un ruolo sulla carta del quale non abbiamo bisogno. All’atto della mia presentazione non a caso ho ringraziato il Presidente storico della Consulta perché è stato un esempio di tenacia, forza, voglia di fare. Credo che la Consigliera Casini lo conosca bene dato che è del suo territorio e sa quanto ha fatto per poter dare una dignità a questo organismo. Noi riteniamo di farlo con delle norme che voi stessi avete introdotto, anche se per un altro organismo, riteniamo di farlo su questa precisa situazione perché questo Paese, con l’istituzione del Ministero della disabilità, ha riconosciuto che c’è un gap che dobbiamo velocemente recuperare.
Spero di aver fugato dei dubbi in questo senso e voglio augurarmi che ci sia un approccio positivo non strumentale perché, con tutto il rispetto per le altre Consulte, quella della disabilità non può essere paragonata ad altre questioni e ad altri temi. Con tutto il riguardo, per lo meno questa è la nostra visione, riteniamo che sulla disabilità ci siano tanto spazio e tempo da recuperare per cui abbiamo mutuato questa norma.
Questo è l’inizio di quel percorso che faremo per modificare e ammodernare la legge regionale n. 18. Grazie.

PRESIDENTE. Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 2. Ha la parola la Consigliera Casini.

Anna CASINI. Grazie, Presidente. Chiamo testimone la Presidente Leonardi del fatto che effettivamente questa legge sulle pari opportunità, dopo tante traversie, fu approvata in Consiglio anche dal Partito Democratico, ma con il voto contrario mio e della Consigliera Bora proprio perché dicevamo che non rispettava le pari opportunità. Il fatto che sia stato fatto un errore non è mal comune mezzo gaudio, piuttosto, secondo me, errare humanum est, perseverare autem diabolicum. L’altra volta non ho errato perché ho votato contro l’introduzione di questa legge perché ritengo … Facciamo un esempio banale: se oggi una persona fosse nella Commissione pari opportunità e nella Consulta avrebbe 32 ore settimanali, quindi una settimana più o meno, di permessi non pagati. Non è giusto, è un'ingiustizia per tutte le altre Consulte e tutte le altre Commissioni, come ritengo che sia ingiusto che un dipendente regionale, in quel caso soltanto, ancora più grave quello delle pari opportunità, avrebbe dei permessi pagati per poter partecipare alle riunioni della Commissione e un’operaia o una qualunque altra dipendente pubblica no. Questa è una cosa molto grave, rimane una scelta gravissima fatta dal mio partito, che io ho ostacolato in tutti i modi finché ho potuto, poi alla fine i numeri hanno prevalso, ma questa volta dico la stessa cosa ed ho lo stesso identico atteggiamento, aiutare una categoria rispetto ad un’altra ... C’è una categoria di persone che partecipa ad una Consulta, che non ha particolari problematiche in relazione ad altre. Partecipare alle Consulte dovrebbe essere, come per la Commissione pari opportunità, un’azione volontaria e gratuita e che questo onere sia per altri, siano essi enti o soggetti privati, è a mio avviso non legittimo, che poi la Corte l’abbia comunque fatto passare … E’ ancora più grave su una particolarità molto precisa che era quella della sola Regione, e probabilmente quella norma non è stata stralciata perché la Regione se la cantava e se la suonava, nel senso che era responsabile di quelle ore e le pagava, ore nelle quali la dipendente non lavorava, ma partecipava durante l'orario di lavoro alla Commissione, in questo caso ci sono soggetti terzi e c'è una pletora di contratti diversi.
Credo che la norma non sia applicabile e mi dispiace che si sia fatto riferimento a quella norma, che è completamente diversa da questa e ben più grave. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Menghi (in collegamento da remoto).

Anna MENGHI. Grazie, Presidente. Per dire che mi dispiace che la Consigliera Casini nella passata legislatura abbia dichiarato la sua contrarietà a quella norma. Di ingiustizie in questo mondo ce ne sono tantissime e questa non reputo … non stiamo parlando di stipendi o di chissà quali privilegi, stiamo parlando di garantire a chi ha un ruolo importante di poter usufruire …, anzi, c’è l’articolo 3 della Corte Costituzionale che al secondo comma prevede che per garantire l’uguaglianza sia necessario in alcuni casi adottare dei provvedimenti, che in qualche modo risolvano quelle diseguaglianze.
A livello politico noi riteniamo che in questo Paese. al pari delle pari opportunità, ci sia un tema come quello della disabilità che ha bisogno di recuperare.
Questa è la breve specificazione che voglio fare, senza alcuna nota polemica, perché il tema, come già è stato detto nella discussione di oggi, è rilevante ed incide sulla pelle viva delle persone.
Il nostro obiettivo finale è quello di migliorare le condizione delle persone disabili delle Marche e mi auguro che lo faremo insieme a voi esponenti del Partito Democratico e a tutte le minoranze perché questo è quello che importa e in un Paese civile questo è quello che si sarebbe già dovuto fare. Grazie.

PRESIDENTE. Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 5 (dichiarazione d’urgenza). Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva a maggioranza assoluta dei suoi componenti)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Grazie, Presidente. In maniera significativa per rappresentare il voto favorevole di Fratelli d’Italia a questa proposta. Abbiamo fatto un iter in Commissione sanità partendo proprio dagli spunti e dalle richieste che venivano dalla Commissione. Abbiamo voluto dare con alcuni piccoli segnali importanti non solo una attenzione ad un mondo, ma anche l'opportunità di incidere maggiormente sulle politiche della Regione.
Quando si stabilisce che si possono presentare proposte alla Giunta regionale si fa qualcosa che potrebbe sembrare scontata, ma in realtà dà un valore ulteriore al ruolo della Consulta, a chi nella quotidianità vive e conosce le difficoltà di chi ha una disabilità.
Non voglio soffermarmi sulle questioni riportate prima rispetto ai permessi, però voglio fare un piccolo inciso, l’opportunità di poter avere dei permessi e di avere spesato l’interprete, l’abbiamo visto anche nelle altre leggi che hanno riguardato determinate tipologie di disabilità, ha una valenza fondamentale, non solo per garantire una accessibilità ed una partecipazione che non sono sempre scontate, perché chi viene alle riunioni della Consulta …, solo dopo la pandemia c’è stata anche la possibilità, grazie all’inserimento in questa legge, di essere da remoto ed abbiamo scoperto i collegamenti e la possibilità di fare le riunioni on line, ma avevano un’incidenza e un disagio non di poco conto per alcuni componenti della Consulta.
Di fatto abbiamo mutuato un'esperienza fatta nella precedente legislatura, da quella Giunta, che al suo interno, dalle dichiarazioni dell’ex Assessore Casini, aveva delle posizioni diverse, però è diventata legge e ha un principio che non è stato contestato, che è tuttora valido, per cui prendere l’esperienza della Commissione pari opportunità e metterla a disposizione della Consulta per la disabilità ci è sembrato il minimo, anche perché la richiesta veniva dalla Consulta. Abbiamo reputato di poterlo fare per i dipendenti pubblici, ma soprattutto per i dipendenti privati perché in questo periodo di grave difficoltà le aziende hanno spesso delle problematiche a concedere dei permessi al personale, ma non concederli sarebbe precludere la possibilità a chi è dipendente privato di poter far parte della Consulta.
L’opportunità di allargare le maglie e di concedere questa possibilità non ci è sembrata non percorribile nè che ci fosse qualcosa di contrario, visto che solo due o tre anni fa era stata approvata da questo stesso Consiglio regionale per le pari opportunità.
Credo che oggi si vada ad approvare una modifica della legge che dà una maggiore opportunità di partecipazione, un maggior peso alla voce di chi fa parte della Consulta della disabilità.
Questo è un piccolo passo ma significativo, che va nella direzione di accogliere le richieste della Consulta che noi abbiamo audito in Commissione. Penso che sia un piccolo passo di civiltà del quale dovremmo essere tutti in qualche modo, anche nel piccolo, orgogliosi. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Grazie, Presidente. Ribadisco quanto già detto nel mio precedente intervento, che noi voteremo favorevolmente questa proposta di legge.
Si è detto dai banchi della minoranza che è una piccola modifica alla legge quadro n. 18 del 1996 sulla disabilità. Ritengo che questa piccola modifica, come è stata definita dalla minoranza, sia importante perché rilancia l'importanza della Consulta, che va a valutare i programmi predisposti dalla Regione, oltre a proporre alla Giunta azioni specifiche da attivare. Non solo valuta, ma propone ed è una cosa fondamentale, diversa dalla sola valutazione di ciò che è fatto dalla Regione. Un conto è proporre alla Giunta azioni specifiche da attivare.
Ritengo che questa sia una variazione rilevante, non piccola, ma fondamentale ed il nostro voto è favorevole, come ho già detto nel mio precedente intervento. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Carancini.

Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. Come anticipato ci asterremo su questa votazione, le ragioni le abbiamo spiegate più volte in sede di intervento.
E’ una modifica di legge parziale, che non entra nel tema vero della sensibilità delle persone con disabilità, non ha un respiro sufficiente per meritare un voto favorevole. Non voteremo contro, che è forse l'altro aspetto della medaglia, è un segno di attenzione, di riguardo, di sensibilità e, mi verrebbe da dire, una sorta di grido o almeno uno stimolo ad intervenire su una legge che, come ho anticipato nell’intervento, poteva ricevere in questo passaggio alcune modifiche più importanti.
È evidente come la seconda ragione trovi, senza animosità, ma come dato di fatto, poi spiegherò, lo confessa anche la Consigliera Menghi, questa forte disuguaglianza che viene affermata all'interno di una legge, e questo è davvero inaccettabile.
I temi che spesso ascoltiamo dalla maggioranza: “Voi l’avete fatto prima, quindi siamo legittimati”, riguardavano, lo ribadisco, un altro Consiglio regionale, se siete stati eletti, come avete più volte affermato, per essere diversi da noi è inutile che continuiate a ribadire il gioco del siccome l’avete fatto voi, lo facciamo anche noi. E’ una sciocchezza, è un argomento debole sul quale c'è assoluto rispetto e lo accettiamo.
Presidente, trovo molto grave, conosco la Consigliera Menghi da tanto tempo, è stata Sindaco di una città, seppure non per un mandato pieno, ed è stata una fiera oppositrice delle amministrazioni che ho guidato, conosco bene il suo valore, ma ascoltare da lei l'affermazione chiara che i componenti della Consulta regionale devono avere più dignità di tutti i componenti delle altre Consulte lo trovo davvero scandaloso. Credo che abbiano diritto di avere la stessa dignità quelli che partecipano alle Consulte dell'immigrazione, dei giovani, della famiglia, della legalità e della cittadinanza responsabile, del volontariato, hanno gli stessi identici diritti che hanno coloro che partecipano alla Consulta della disabilità.
Alla Consigliera Menghi sfugge che i diritti non hanno colore e non appartengono a qualcuno, almeno in merito ai principi generali, i diritti sono uguali per tutti: genere, persone, attività e sentire affermare, mi dispiace, dentro una discussione tranquilla e non contrappositiva che i componenti della Consulta della disabilità devono avere …, credo che sia un'offesa per loro affermare questo principio.
In ogni caso, ancora una volta, il senso di responsabilità ci porta a dire, in un'ottica non conflittuale, che ci asterremo, non voteremo contro, sperando che il colore dei diritti non appartenga a qualcuno più che all'altro. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Menghi.

Anna MENGHI. Grazie, Presidente. Vorrei ringraziare il mio gruppo, il capogruppo, che mi ha delegato a fare la dichiarazione di voto, tutti i Consiglieri di maggioranza, che hanno con me condiviso la presentazione di questa legge, e tutti coloro che sono intervenuti, perfino il relatore di minoranza, soprattutto le minoranze anche per una astensione che apprezzo molto.
A questo punto mi corre l’obbligo di specificare e tranquillizzare il Consigliere relatore di minoranza che io non ritengo che ci siano diritti più importanti di altri, so però quanto i diritti delle persone disabili in questo Paese abbiano di fatto difficoltà ad affermarsi e so che non ci sono cittadini di serie A o di serie B, so però che i cittadini con disabilità, a volte, senza la loro volontà, si sono sentiti o sono stati considerati cittadini di serie B.
Questo non significa che ci si senta diversi da qualcun altro, ma vuol dire che quando si governa, come stiamo cercando di fare noi in questa Regione, ci sono delle scelte e si danno delle priorità e noi abbiamo ritenuto di dare questa priorità mutuando una scelta che la passata legislatura ha fatto. Non è un giochino in questo senso aver mutuato una cosa buona perché le cose buone a nostro avviso non hanno colore politico, possono venire da tutti e questo l’ha ricordato molto bene la Presidente della Commissione Consigliera Leonardi, che ringrazio, la quale ha evidenziato, tra l’altro, che la richiesta era pervenuta dalla Consulta in una audizione della Commissione.
Ringrazio tutti ed esprimo il voto favorevole del gruppo Lega. Grazie.

PRESIDENTE. Proposta di legge n. 94. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Proposta di legge n. 125
a iniziativa della Giunta regionale
“Modifiche ulteriori alla legge regionale 14 novembre 2011, n. 21 (Disposizioni regionali in materia di multifunzionalità dell’azienda agricola e diversificazione in agricoltura)”.
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 125 della Giunta regionale.
Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Putzu.

Andrea PUTZU. Grazie, Presidente. Sarò molto breve, vorrei leggere quello di cui si tratta.
Un atto dovuto, ha fatto bene a dire che sarà un punto non complicato dal punto di vista della discussione perché credo che con poco tempo riusciremo a risolverlo e a votarlo.
Relazione alla proposta di legge regionale ad iniziativa della Giunta concernente. “Modifiche ulteriori alla legge regionale 14/2011, n. 21 (Disposizioni regionali in materia di multifunzionalità dell’azienda agricola e diversificazione in agricoltura).
Questa proposta di legge si è resa necessaria a seguito delle osservazioni presentate dalle amministrazioni centrali in serie di verifica di conformità ai principi della normativa statale delle disposizioni della legge regionale n. 7 del 2022, con la quale sono state apportate alcune modifiche normative alla legge regionale n. 21 del 2011 in materia di multifunzionalità e di diversificazione dell’azienda agricola.
Entrando nel merito di queste osservazioni, come riportato nella relazione alla proposta di legge presentata dalla Giunta regionale, i Ministeri della cultura e delle infrastrutture hanno sollevato dei rilievi di illegittimità costituzionale in merito:
a) all’articolo 5, comma 5 della legge regionale n. 21 del 2011, come sostituito dall’articolo 4 della legge regionale n. 7/2022, relativamente alla condizione di esenzione dal rilascio di specifico permesso a costruire o dalla presentazione di denuncia di inizio attività per la messa in opera dei “manufatti leggeri”;
b) all’articolo 16, commi 1 e 3 della legge regionale n. 21 del 2011, come modificati dall’articolo 14 della legge regionale n. 7/2022, riguardanti, rispettivamente, l’eliminazione dell’obbligo di utilizzare solo fabbricati esistenti da almeno dieci anni e l’introduzione della condizione che l’utilizzo dei fabbricati non comporta il cambio di destinazione d’uso;
c) all’articolo 18 della legge regionale n. 21 del 2011, come sostituito dall’articolo 15 della legge regionale n. 7/2022, in riferimento alle deroghe per l’accessibilità alle strutture agrituristiche.
Il Ministero della salute ha inoltre indicato di modificare l’articolo 42 bis, inserito dall’articolo 21 della legge regionale n. 7/2022, suggerendone, sotto il profilo dell’opportunità, una diversa formulazione.
Con nota protocollo n. 0677433 del 31 maggio 2022, il Presidente della Giunta regionale ha comunicato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per gli Affari regionali e le Autonomie - le soluzioni di proposta di modifica della legge regionale n. 7 del 2022, in relazione alle quali la Presidenza stessa non ha formulato ulteriori osservazioni.
Ciò premesso, la proposta di legge si compone di due articoli.
Con il primo si apportano le modifiche concordate; in particolare:
- il comma 1 prevede la sostituzione del comma 1 dell’articolo 16 della legge regionale n. 21/2011 secondo la seguente formulazione: “Fermo restando il rispetto delle previsioni di cui alla legge regionale 8 marzo 1990, n. 13 (Norme edilizie per il territorio agricolo), per l'esercizio delle attività agrituristiche possono essere utilizzati sia i fabbricati a destinazione abitativa, esclusi quelli di categoria di lusso, sia i fabbricati strumentali all'attività agricola, già esistenti nel fondo”;
- il comma 2 prevede la soppressione, al comma 3 dell’articolo 16 della legge regionale n. 21/2011, delle seguenti parole: “e l'esercizio dell'attività agrituristica, ai sensi di questa legge, non comporta, in ogni caso, il cambio di destinazione d'uso dei locali e dei manufatti aziendali impiegati”;
- il comma 3 prevede la sostituzione dell’articolo 18 della legge regionale n. 21/2011 in materia di barriere architettoniche;
- il comma 4 prevede la sostituzione dell’articolo 42 bis della legge regionale n. 21/2011 relativamente alla ospitalità di animali;
- Il comma 5 prevede l’abrogazione del comma 5 dell’articolo 5 della legge regionale n. 21/2011 ai fini del coordinamento normativo.
In più il secondo articolo contiene la dichiarazione d’urgenza, che consente alla legge regionale di entrare in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione sul Bollettino ufficiale della Regione.
Credo che questo sia un atto dovuto, anche in Commissione non c’è stato un grande dibattito.
Tra l’altro credo che sia opportuno recepire le indicazioni che ci vengono dai Ministeri per poi andare spediti e dare un’opportunità ai tanti agricoltori o agriturismi che aspettano le risposte importanti da questa legge che è stata fatta.
Auspico l'unanimità in modo da procedere tutti insieme e con velocità all’approvazione e alla pubblicazione ufficiale in modo che poi gli agricoltori possano iniziare la loro attività in merito a questo tema. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Mastrovincenzo.

Antonio MASTROVINCENZO. Grazie, Presidente. Ha già detto tutto il Consigliere Putzu, questa è una proposta di legge che nasce rispetto ad alcune osservazioni arrivate dal Ministero della cultura, dal Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibile e dal Ministero della salute riguardo alla legge n. 7 del 2022, che abbiamo approvato lo scorso mese di marzo.
Queste osservazioni attenevano a degli articoli, in particolar modo l’articolo 16 della legge riguarda gli immobili destinati all’agricoltura e si chiede l’eliminazione dell’obbligo di utilizzare solo fabbricati esistenti da almeno 10 anni e l'introduzione della condizione che l'utilizzo dei fabbricati non comporti il cambio di destinazione d’uso.
Un’altra modifica richiesta attiene alle deroghe per l’accessibilità alle strutture agrituristiche, alle barriere architettoniche e nel testo si dice che ai fini del superamento e dell’eliminazione delle barriere architettoniche nelle strutture agrituristiche si applicano le disposizioni contenute nel ‘Testo unico delle disposizioni legislative regolamentari in materia edilizia”. La conformità degli edifici destinati all’esercizio dell’attività agrituristica alle norme in materia di accessibilità e superamento delle barriere architettoniche è assicurata con opere provvisionali, secondo quanto previsto dalla vigente normativa statale.
L’ultima modifica attiene all’articolo 42 bis, il cui comma 4, che è così rivisitato, riguarda l'ospitalità degli animali. Questo articolo prevede che gli imprenditori agricoli possono offrire servizi di ospitalità agli animali nel rispetto del regolamento dell’Unione europea e delle normative igienico-sanitarie di sanità pubblica veterinaria, in particolare gli stabilimenti e gli operatori devono essere registrati nella banca dati nazionale e gli animali devono essere identificati secondo la normativa vigente.
Anche da parte nostra non c'è alcun problema all’approvazione di questa legge proprio perché è un atto dovuto, visto che adempiamo ad alcune osservazioni che ci hanno sollevato i Ministeri e quindi il Governo. Grazie.

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione generale.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 2 (dichiarazione d’urgenza). Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva a maggioranza assoluta dei suoi componenti)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Proposta di legge n. 125. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 14,40.