Resoconto della seduta n.82 del 14/11/2017
SEDUTA N. 82 DEL 14 NOVEMBRE 2017

La seduta inizia alle ore 10,40

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Colleghi buona giornata, dichiaro aperta la seduta n. 82 del 14 novembre 2017. Do per letto il processo verbale della seduta n. 81 del 7 novembre, il quale, ove non vi siano opposizioni, si intende approvato ai sensi del comma 4 dell’articolo 53 del Regolamento Interno.
Richiamo, inoltre, ai sensi del comma 5 dello stesso articolo, l'attenzione di tutti i Consiglieri sulle comunicazioni distribuite, con cui porto a conoscenza dell'Assemblea quanto espressamente previsto dal Regolamento interno.
Consiglieri intanto iniziamo la seduta con le interrogazioni in attesa del rientro della II Commissione.

Interrogazione n. 413
ad iniziativa della Consigliera Pergolesi
"Scuola regionale di formazione per la P.A."
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 413 della Consigliera Pergolesi.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie Presidente. Avverto che è una risposta molto lunga e dettagliata, però non poteva essere diversamente visto come l’interrogazione stessa era articolata, su diversi punti non abbastanza ma molto specifici.
Premesso che l’articolo 14 della legge regionale n. 20 del 2001 ha istituito la Scuola regionale di formazione della pubblica amministrazione che deve assicurare l’aggiornamento e la riqualificazione del personale regionale nonché del personale di altre pubbliche amministrazioni, previa intesa con le stesse.
Lo stesso articolo indica che l’organizzazione e la gestione dei corsi è effettuata direttamente dalla Scuola che a tal fine può avvalersi della collaborazione professionale di esperti, istituti ed università e che per assicurare le attività di programmazione regionale e il loro raccordo con quelle dello Stato e di altre pubbliche amministrazioni nonché con quelle dell’Unione Europea può partecipare all’attività di aggiornamento e di riqualificazione del personale regionale anche il personale di soggetti diversi dalle pubbliche amministrazioni.
Questa è la premessa all’interrogazione sulla quale, tra le alte cose, ci sono diversi punti, e sono esattamente 9, e procediamo alla risposta per singoli punti.
Punto 1: assetto organizzativo ed organigramma della Scuola regionale di formazione della pubblica amministrazione. La Scuola è attualmente incardinata nel Servizio risorse umane organizzative e strumentali della Giunta regionale e si articola in n. 3 posizioni organizzative non dirigenziali, così denominate:
- P.O. Formazione del personale regionale,
- P.O. Segreteria della Scuola regionale di formazione della pubblica amministrazione e formazione del personale della polizia locale,
- P.O. Formazione del personale della pubblica amministrazione territoriale e locale (vacante dall'1 novembre u.s. a seguito del collocamento a riposo del funzionario responsabile), alle quali fanno capo le attività formative destinate rispettivamente al personale regionale, al personale della polizia locale e al personale delle altre pubbliche amministrazioni in regime di convenzione.
A seguito della cessazione dell'attività svolta presso la sede di Treia, dall'1 novembre u.s. la dotazione organica della Scuola ammonta a n. 7 unità di personale, così distribuite:
- n. 3 dipendenti di categoria D, di cui n. 2 responsabili di posizione organizzativa,
- n. 2 dipendenti di categoria C,
- n. 2 dipendenti di categoria B.
Punto 2: offerta formativa e destinatari.
La Scuola regionale di formazione della pubblica amministrazione, di seguito denominata Scuola, ai sensi dell'articolo 14, comma 1 della legge regionale 15 ottobre 2001, n. 20, ha la funzione di assicurare l'aggiornamento e la riqualificazione del personale regionale, nonché del personale delle altre pubbliche amministrazioni, previa intesa con le stesse.
La legge regionale n. 1 del 17 febbraio 2014, concernente "Disciplina in materia di ordinamento della Polizia Locale" (che ha sostituito la precedente legge regionale n. 38/88) prevede altresì che la Regione provvede mediante la Scuola alla programmazione e realizzazione anche delle attività formative destinate al personale assegnato ai servizi e ai corpi della Polizia Locale.
La Scuola, nell'ambito delle competenze istituzionali assegnate e a seguito della rilevazione periodica del fabbisogno formativo del personale, predispone ogni anno:
- la proposta di Programma formativo triennale da destinare al personale regionale e al personale dell'Agenzia regionale sanitaria (in virtù della convenzione stipulata tra la Regione e l'agenzia regionale sanitaria in data 28 marzo 2012);
- la proposta di Programma formativo da destinare al personale della Polizia Locale.
Per quanto concerne il personale regionale, il programma formativo per il triennio 2017/2019, annualità 2017, prevede uno stanziamento complessivo di 284.430 euro, cui va aggiunta la quota di 12.622 euro a carico del bilancio dell'Agenzia regionale sanitaria.
Il programma 2017 prevede n. 183 giornate di formazione, di cui n. 20 giornate dedicate alla formazione obbligatoria in materia di anticorruzione e trasparenza e in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, e n.163 giornate formative ripartite in assi formativi definiti dalla Giunta regionale quali priorità per il triennio di riferimento, e precisamente:
- Asse formativo n. 1: Semplificazione e innovazione, con n. 119 giornate formative;
- Asse formativo n. 2: Programmazione integrata e partecipata, con n. 26 giornate formative;
- Asse formativo n. 3: Rendicontazione sociale e comunicazione, con n.18 giornate formative.
Alle attività programmate per l'anno 2017, vanno aggiunte le giornate formative programmate nell'anno precedente e da completare a causa del ritardo dovuto agli effetti del sisma 2016.
Per quanto concerne invece il personale della Polizia Locale, il programma formativo per l'anno 2017 prevede uno stanziamento complessivo di 79.790 euro.
In base alle priorità espresse dai referenti della formazione, sono state programmate n. 89 giornate formative così articolate:
• n. 57 giornate per la formazione linguistica,
• n. 19 giornate per lo sviluppo delle competenze della polizia di prossimità nelle situazioni di emergenza,
• n. 13 giornate per l'aggiornamento in tema di Codice della strada, Sicurezza urbana, Controllo documentale e Controllo ambientale.
Per una migliore comprensione delle attività formative prese in carico dalla Scuola, si rinvia al dettaglio dei singoli atti di programmazione, e precisamente:
- il Programma formativo rivolto al personale regionale e al personale dell'Agenzia regionale sanitaria per il triennio 2017/2019, approvato con delibera di Giunta regionale n. 35 del 25 gennaio 2017;
- il Programma di formazione per il personale della Polizia Locale - Anno 2017, approvato con delibera di Giunta regionale n. 324 del 3 aprile 2017.
Punto 3: rendicontazione finanziaria per il biennio 2015/2016.
Con riferimento alla formazione rivolta al personale regionale, va premesso che il decreto legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, recante "Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica", stabilisce all'articolo 6, comma 13, che "a decorrere dall'anno 2011 la spesa annua sostenuta dalle amministrazioni pubbliche per attività esclusivamente di formazione deve essere non superiore al 50% della spesa sostenuta nell'anno 2009".
Dal rendiconto generale dell'Amministrazione regionale, approvato con legge regionale 15 novembre 2010, n. 15, risulta che le spese impegnate per la formazione del personale regionale nell'anno 2009, sono state le seguenti:
• 507.159 euro per la formazione interna: sotto tale voce viene ricompresa la formazione del personale regionale organizzata e gestita dalla Scuola regionale di formazione della pubblica amministrazione;
• 34.000 euro per la formazione esterna: sotto tale voce viene ricompresa la formazione organizzata da soggetti esterni all'amministrazione regionale, pubblici e privati, alla quale il personale regionale partecipa su autorizzazione preventiva, per un totale complessivo di 541.222 euro.
Pertanto a partire dal 2011, la spesa autorizzata annualmente per la formazione del personale regionale (pari al 50% della spesa sostenuta nell'anno 2009), non può essere superiore all'importo di 270.611 euro, così ripartito: 253.580 euro per la formazione interna, 17.000 euro per la formazione esterna, per un totale complessivo di 270.611 euro.
Nel rispetto del citato "tetto di spesa", la spesa sostenuta per la formazione del personale regionale risulta essere così quantificata nel biennio:
- esercizio 2015: 224.162 euro,
- esercizio 2016: 196.316 euro.
Con riferimento alla formazione rivolta al personale della Polizia Locale, si evidenzia invece che:
- per l'esercizio finanziario 2015, non essendo stato previsto uno specifico stanziamento, con legge regionale n. 28 del 21 dicembre 2015 (legge di assestamento) sono stati resi disponibili 42.514 euro di cui, vista la tempistica e i vincoli dettati dalle vigenti norme contabili, sono stati impegnati 2.214 euro;
- per quanto riguarda l'esercizio finanziario 2016, sono stati stanziati 70.000 euro, di cui sono stati impegnati 65.062 euro: la differenza tra la spesa autorizzata e quella impegnata per la formazione è stata utilizzata per ulteriori scopi istituzionali dell'ex Dipartimento per le politiche integrate di sicurezza e per la protezione civile competente in materia.
Per quanto concerne infine la formazione rivolta al personale delle altre pubbliche amministrazioni su convenzione, nel biennio preso a riferimento la Scuola ha realizzato la seguente attività:
- nel 2015, su specifica convenzione con gli ex EE.RR.SS.UU, sono state realizzate n. 15 giornate formative in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, per l'importo di 10.809 euro;
- nel 2016, su specifica convenzione con l'Azienda ospedaliera "Ospedali Riuniti Ancona" è stata realizzata n. 1 giornata formativa in materia di appalti (con docenza a titolo gratuito) e n. 13 giornate formative per il personale degli EE.RR.SS.UU in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, per un importo di 10.000 euro.
Punti 4 e 5: azioni formative svolte nel biennio 2015/2016 e monitoraggio.
Con riferimento alle azioni svolte dalla Scuola nel biennio, dal monitoraggio annuale risulta quanto segue:
- nel 2015 sono state realizzate n. 2.955 ore di formazione corrispondenti a n. 425 giornate formative, n. 177 corsi e n. 3.553 partecipanti. Le attività svolte, risultano così ripartite per area formativa:
- n. 52 giornate nell'area giuridico normativa,
- n. 34 giornate nell'area economico-finanziaria,
- n. 54 giornate nell'area internazionale,
- n. 93 giornate nell'area linguistica,
- n. 5 giornate nell'area comunicazione,
- n. 34 giornate nell'area informatica,
- n. 22 giornate nell'area organizzazione e personale,
- n. 50 giornate nell'area tecnico-specialistica,
- n. 36 giornate nell'area salute e sicurezza,
- n. 45 giornate nell'area polizia locale.
Presidente avevo anticipato che l'interrogazione era molto dettagliata e non posso fare una sintesi dei dati perché ometterei, purtroppo così è.
- nel 2016 sono invece state realizzate n. 2.218 ore di formazione, corrispondenti a n. 317 giornate formative, n. 133 corsi e n. 3.009 partecipanti.
Le attività svolte risultano così articolate per area formativa:
n. 32 giornate nell'area giuridico normativa,
n. 25 giornate nell'area economico finanziaria,
n. 27 giornate nell'area internazionale,
n. 110 giornate nell'area linguistica,
n. 14 giornate nell'area comunicazione,
n. 6 giornate nell'area informatica,
n. 10 giornate nell'area organizzazione e personale,
n. 41 giornate nell'area tecnico-specialistica,
n. 17 giornate nell'area salute e sicurezza,
n. 35 giornate nell'area polizia locale.
Per un'analisi maggiormente dettagliata dei partecipanti alle singole iniziative formative, suddivisi per categoria contrattuale, struttura di appartenenza e genere, si rinvia al documento già allegato alla relazione scritta.
Punto 6: elenco dettagliato degli incarichi di docenza conferiti.
Con riferimento agli incarichi affidati dalla Scuola negli anni 2014-2015-2016-2017, si rinvia al dettaglio dell'elenco dei nominativi delle persone fisiche e giuridiche incaricate, già allegato alla relazione scritta.
A livello di sintesi si evidenzia che, nel quadriennio preso a riferimento, sono stati affidati complessivamente n. 246 incarichi individuali (di cui n. 25 a titolo gratuito) e n. 21 servizi formativi a persone giuridiche.
Punti 7, 8 e 9: criteri di selezione docenti.
Con riferimento a tale argomento, la scelta degli esperti incaricati dalla Scuola avviene nel rispetto dei seguenti principi generali:
- trasparenza, garantita dalla conoscibilità delle informazioni relative all'attività di programmazione della formazione. A tal fine, la Regione pubblica i programmi di formazione sul sito web istituzionale;
- pubblicità delle procedure di scelta del contraente e del conferimento dell'incarico, nel rispetto degli obblighi previsti dal d.lgs. 33/2013;
- non discriminazione e parità di trattamento: ciascun operatore interessato (sia persona fisica, sia persona giuridica) ha facoltà di iscriversi all'Albo Formatori, indicando le aree di specializzazione e di competenza;
- imparzialità: per ciascuna tipologia di attività formativa, la scelta del contraente avviene mediante consultazione, comparazione e valutazione dei profili degli operatori iscritti all'albo formatori, relativamente all'area di interesse.
Entrando nello specifico, si evidenzia quanto segue:
- gli incarichi di docenza conferiti a persone fisiche, regolati dalla disciplina di cui all'articolo 7, comma 6 bis del D.Lgs. n. 165/2001, sono stati affidati secondo la procedura di cui all'articolo 7 dell'Allegato 2 della citata delibera di Giunta regionale n. 353/2012, che richiamo nell’interrogazione che le consegno, che se lei me lo consente ometto di leggere. Do per acquisito l’assenso;
- gli affidamenti di servizi formativi a soggetti giuridici, regolati dalla disciplina degli appalti, sono stati conferiti secondo la procedura di cui all'articolo 8 dell'Allegato 2 della citata deliberazione, nel rispetto di quanto previsto dal Codice degli appalti vigente al momento del conferimento.
L'iscrizione all'Albo dei Formatori della Scuola, ai sensi dell'articolo 1 dell'Allegato 2 della citata deliberazione, non dà luogo ad alcuna procedura concorsuale, né alla predisposizione di graduatorie pubbliche, né all'attribuzione di punteggi o altre classificazioni e non comporta alcun diritto da parte del candidato ad ottenere incarichi.
Da ultimo, con riferimento al punto 9) dell'interrogazione, dove si chiede in merito alla volontà dell'amministrazione regionale di predisporre una procedura di affidamento mediante la quale tutti i soggetti iscritti all'Albo possano essere chiamati, seppur in alternanza, a svolgere attività di docenza, si ritiene necessario ribadire che compito istituzionale e primario della Scuola è quello di garantire la migliore docenza per rispondere al fabbisogno formativo dei destinatari della formazione, e non già quello di attribuire equamente gli incarichi tra i soggetti iscritti all'Albo, né tanto meno prevedere forme di "affiancamento" finalizzate a sviluppare e/o rinforzare le competenze didattiche dei docenti incaricati. Tutto ciò si tradurrebbe infatti nella fornitura di servizi inadeguati ed inadatti all'utenza della Scuola regionale che ha come finalità propria quella di contribuire ad elevare la qualità dell'apparato pubblico che usufruisce dei suoi servizi.
Io le consegno anche questa relazione, spero di essere stato sufficientemente esaustivo, penso di aver risposto in modo dettagliato, ma la Consigliera Pergolesi merita tutta questa attenzione.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. Credo che per la prima volta in due anni e mezzo posso ritenermi soddisfatta della risposta in quanto una risposta puntuale e dettagliata così, da altri Assessorati non l’ho avuta mai. Quindi faccio i complimenti a lei Assessore per la pazienza di aver letto la risposta preparata dagli uffici ed un complimento agli uffici che evidentemente sanno come predisporre le risposte alle interrogazioni che noi presentiamo in Aula.
Detto questo, sul punto 9 che era quello che ci interessava prioritariamente mi viene da replicare che il discorso della turnazione e di un ricambio anche generazionale di quelli che sono i formatori …, faccio presente che servirà anche per una programmazione da qui ai prossimi anni, nel senso che tutti quelli che sono stati iscritti all’Albo hanno dimostrato di avere dei requisiti, altrimenti non sarebbero stati iscritti all’Albo, quindi prevedere una turnazione per chiamare a fare dei corsi di formazione anche ad altre persone rispetto alle solite, secondo me, da parte di chi amministra è un atto doveroso, in quanto, ripeto, vanno bene le grandi professionalità, dare la massima fornitura per evitare servizi inadeguati, però prima o poi le persone vanno in pensione e quindi ci auguriamo che chi verrà se succederà a questi formatori poi sarà altrettanto formato ed altrettanto in grado di dare lo stesso servizio di qualità. Grazie.

Proposta di atto amministrativo n. 41
ad iniziativa della Giunta regionale
“Legge regionale 11 luglio 2006, n. 9. Piano straordinario per lo sviluppo, la promozione e la valorizzazione delle Marche per la X legislatura. Integrazione alla deliberazione 1° dicembre 2015, n. 13. Atto di indirizzo”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 41 della Giunta regionale.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Rapa.

Boris RAPA. Grazie Presidente. La proposta di atto amministrativo che andiamo a discutere, il Piano straordinario per lo sviluppo, la promozione e la valorizzazione delle Marche, ha lo scopo di individuare le scelte di rilancio della regione Marche in conseguenza al sisma che ha colpito i nostri territori.
Occorre sin da subito evidenziare come, a differenza del Lazio e dell'Umbria, dove Amatrice e Norcia sono le destinazioni identificate con il sisma, per la nostra Regione, vista l'entità dei territori colpiti, si parla di Marche, di un intero territorio regionale e proprio per questo è positivo che i pilastri al centro della strategia siano "ricostruire il proprio futuro da subito per ridare fiducia e speranza ai territori e mettere la persona al centro del Piano strategico”.
Il Piano strategico rappresenta uno strumento importantissimo per il rilancio economico del territorio regionale, è un Piano ambizioso che mette in evidenza una nuova filosofia, quella di una visione pluricentrica e con dinamiche economiche che interagiscono fra loro.
La destinazione Marche infatti, come poche altre regioni, denota un profondo livello di integrazione tra turismo e filiere economiche. Ritengo sia questa la chiave di questo Piano straordinario.
Le Marche, già nel proprio programma di governo, hanno assunto la sostenibilità come principio fondante e si sono adoperate per implementare le politiche per uno sviluppo sostenibile del turismo anche attraverso la valorizzazione del territorio e dell'ambiente.
Tra le azioni messe in atto, la nuova offerta strutturale ed integrata delle Marche Tourism Driven è l'aggregazione culturale e la messa in rete dei sette "cluster caratteristici": offerta e competenze di sistema turistico, artigianato tipico, manifatture, eccellenze territoriali dell’agroalimentare, università.
La corretta governance di strategia è assicurata da un business plan a cinque anni e da inedite strumentazioni operative e organizzative quali:
- l'utilizzo strutturale dei big open data in funzione allo sviluppo dei 7 cluster;
- la creazione di una dashboard (cruscotto di controllo) per gestire i processi;
- la consulta regionale;
- una piattaforma web copartecipativa;
- il forum turismo Marche.
Interessante anche lo scenario e le potenzialità "italic people", appartenenti a tutte quelle persone non di madrelingua italiana, ma fortemente attratte dalla cultura italiana, intese come comunità di sentimento verso il made in Italy che rappresentano quindi un potenziale mercato al quale rivolgere una proposta fortemente caratterizzata, che si stima in 4,7 milioni di arrivi esteri l'anno e circa 17 milioni di presenze sul mercato nazionale.
Il primo atto tecnico e amministrativo sarà quello di definire il business plan Marche come se Rgione e territorio fossero un'unica realtà strutturata. Da questo punto di vista metodologico, le linee guide del busines plan saranno simili a quelle di un Piano industriale e cioè:
- assunzione strategica;
- strategia e obiettivi;
- Piano degli investimenti;
- Piano delle azioni;
- obiettivi e previsioni economiche e finanziarie;
- indicatori di risultato economici e sociali;
- struttura di governance.
Tra i provvedimenti organizzativi individuati, segnaliamo la consulta dei sette cluster, composta da esponenti associativi, imprenditoriali, accademici; la piattaforma Web a carattere partecipativo ed il co-design "Le Marche che vorrei" per dare continuità di ascolto di opinioni e proposte di cittadini, viaggiatori e operatori economici; l'organizzazione annuale del Forum Turismo Marche per fare periodicamente il punto sull'andamento dell'economia driver, condividere casi e pratiche, favorire l'impegno culturale e tecnico di operatori e stakeholder.
La Regione, inoltre, continuerà a favorire l'incontro tra l'offerta turistica territoriale ed il mercato internazionale, mediante educational tour ed attività B2B, promozione in fiere nazionali ed internazionali.
Nel periodo 2018/2020 Rossini, Leopardi e Raffaello contribuiranno con i loro anniversari a promuovere l'immagine della nostra regione in Italia e all'estero.
La Regione opererà in stretto accordo con i territori e, sempre in questa direzione, con l'organizzazione del sistema di accoglienza che dovrà essere un vero e proprio network a gestione locale, ma con coordinamento regionale.
Dalle ferite del sisma, che ha colpito gran parte del territorio regionale, è necessario progettare una ricostruzione che non sia solo identitaria, ma occasione di ripartenza di un nuovo sviluppo, intervenendo in 3 direzioni:
- garantire la funzione pubblica di istituti e luoghi della cultura;
- potenziare forme innovative di impresa giovanile connesse alla filiera culturale turistica e delle produzioni locali;
- creazione di reti commerciali in sinergia con le reti culturali, creative, in grado di combattere la desertificazione dei piccoli centri.
Inoltre da sottolineare anche la previsione di realizzare una rete wi-fi in tutto il territorio regionale.
Infine, la previsione di attivare uno strumento unico ed innovativo come la Marche Tourism Card, una "Card del visitatore" che porterà facilitazioni logistiche e non solo, per una migliore fruizione del territorio da parte del visitatore costruendo un percorso personalizzato alla scoperta del territorio marchigiano.
Questa in sintesi è la traccia di un Piano turistico ambizioso che richiede per la copertura della spesa un finanziamento complessivo di 35 milioni di euro.
Un Piano decisamente organico e ben strutturato e fortemente proiettato verso il futuro. Grazie.

Presidenza del Vicepresidente
Renato Claudio Minardi

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Celani.

Piero CELANI. Grazie Presidente. Questo Piano, come ha detto il Consigliere Rapa, nasce proprio dall’esigenza di rivedere una programmazione triennale, che è stata approvata nel dicembre del 2015, che riguarda il Piano regionale triennale del turismo per il periodo 2016/2017/2018, per i noti fatti del terremoto, tenuto conto che questo Piano ha una grande interfaccia con il Piano di sviluppo rurale, ad esempio, con il Piano per l’internazionalizzazione e da ultimo con il Piano triennale per la cultura, che abbiamo approvato poco tempo fa.
Quindi non è un Piano avulso, non guarda solo a sé stesso, ma è un Piano che si dovrebbe integrare in un mosaico molto più complesso che sinergicamente potrebbe dare quel risultato che tutti andiamo cercando come promozione e rivitalizzazione delle aree interne colpite dal sisma.
Dico potrebbe perché questa è una prima considerazione che faccio, una prima critica che faccio, ed è che è assente questo coordinamento che, enunciato nella parte iniziale, poi non trova traccia nello sviluppo di questa nuova programmazione.
Dico questo perché? Questa sinergia doveva essere sviluppata in modo diverso e in modo più approfondito perché il terremoto che cosa ha messo in evidenza? Direi che ha acclarato la marginalità delle nostre aree interne, una marginalità fisica, una marginalità economica ed una marginalità di servizi.
Siccome parliamo di turismo è ovvio che la marginalità dei servizi è una cosa molto importante, per cui questa mancanza di coordinamento del Piano, all’interno di questo progetto, all’interno di un Piano molto più vasto, lo rende meno efficace, seppur va apprezzato lo sforzo che è stato fatto in questo ambito.
Devo dire anche che le motivazioni, come ha detto il Consigliere Rapa, erano pregnanti nel senso che si è partiti da questa analisi della marginalità del territorio e si è anche pensato a mettere giù un budget anche molto sostanzioso perché nel quadriennio 2017/2020 il Piano prevede di spendere 35 milioni di euro.
Al di là di queste premesse nobili, mancano alcuni elementi che ritengo fondanti e fondamentali, affinché possa essere applicato nel modo migliore e soprattutto possa produrre gli effetti che il Piano si pone.
Dico questo perché? Il Piano è partito anche dall’analisi di alcuni dati fondamentali e da una grande paura che noi abbiamo avuto nell’agosto e nel settembre del 2016, quella di una caduta verticale delle prenotazioni. Il Dott. Orsetti è venuto in Commissione e ci ha dato alcuni dati, che tra l’altro conoscevamo, -72% delle prenotazioni, improvvisamente nei mesi di settembre/ottobre/novembre, quindi tutto lasciava presagire che si avvicinava un periodo triste e molto brutto per il sistema del turismo non soltanto delle aree interne, ma anche per la costa perché la grande paura aveva coinvolto un po’ tutta la regione Marche.
In realtà i dati finali ci dicono che questa grande paura è passata perché le prenotazioni sono cadute di “appena” il 20%, quindi è bene ripartire con la promozione. Significa che in questi mesi abbiamo lavorato abbastanza bene perché da una partenza di -72 siamo arrivati a -20%.
C’è un problema serio però, il Piano manca di una analisi approfondita sul tipo di turista che nel frattempo ha abbattuto questa perdita, da -70 a -20%. Purtroppo dobbiamo dire ed abbiamo constatato che su questi territori c’è stato un turismo di solidarietà, quello che abbiamo chiamato il turismo solidale ed il turismo di curiosità che ha fatto sì che in pratica, nella primavera scorsa tutte queste zone, unitamente al lavoro che è stato fatto di promozione, che non dobbiamo disconoscere, l’organizzazione di eventi fatti sui territori e quindi opere meritorie, ha contribuito ad abbattere o per lo meno a svilire questa grande paura.
Il problema è questo: che tipo di turista è venuto? Come facciamo adesso noi a motivare nuovamente quel turista affinché possa tornare anche negli anni successivi, in mancanza di una ripresa socio economica di questi territori? In mancanza di un adeguato sviluppo dei servizi di questo territorio?
Un Piano straordinario, un Piano che deve affrontare un evento straordinario, una problematica specifica, deve avere alla base un approfondimento di questo tipo, cosa che invece non è stata fatta, si è fatto un discorso generale di promozione attraverso eventi, attraverso cluster di marketing, invece secondo noi della Commissione necessitava di un approfondimento molto più dettagliato.
Sotto questo aspetto noi qualche problema lo poniamo per capire come quelle persone saranno motivate a tornare nei territori in mancanza di quelli che io chiamo discorsi di base, cioè quei servizi di base che noi dobbiamo offrire al turista.
L’altro aspetto molto significativo è il seguente: questo Piano straordinario che, ripeto, impegna delle risorse sostanziose, sono tutte risorse poi che provengono dall’Europa (Por-Fesr), non affronta quelli che sono, o per lo meno li affronta in modo marginale, i due grandi malati del turismo marchigiano. I due grandi malati, che molto spesso vengono chiamati proprio con questo eufemismo, sono il turismo estero e il tema dell’accoglienza, sono le due cose che vengono affrontate soltanto larvatamente.
Sul turismo estero non aggiungo altro perché non ci sono le condizioni a contorno affinché lo si possa sviluppare in modo particolare, però noi abbiamo alle porte, dietro le Alpi, 100 milioni di cittadini europei interessati da sempre all’Italia. Non ho visto una apertura verso i mercati della Francia, della Germania, che possa far tornare non soltanto sulle nostre coste, ma sul nostro entroterra, approfittando di quello che oggi è in grande espansione, il turismo culturale. Non ho visto una motivazione forte, una serie di azioni forti in attesa che si vengano a ripristinare le condizioni a contorno, vedi l’aeroporto, e si possa fare una politica verso est molto significativa ed importante.
L’altra critica che muovo è il tema dell’accoglienza che anche qui è stato affrontato se non superficialmente …, in quanto si dice si procederà alla ristrutturazione di questo sistema d’accoglienza senza sapere dove andare.
Il problema dell’accoglienza qual è? L’accoglienza era stata con la vecchia normativa affidata ai territori, agli enti locali, in modo particolare alle Province, le quali si erano organizzate, devo dire, anche dignitosamente con le poche risorse che avevano a disposizione. Porto sempre ad esempio alcune situazioni che ho sperimentato con l’allora collega Ricci a Pesaro, dei punti molto vivaci e vitali, abbandonando il concetto dell’accoglienza statica del centro Iat, molto statico, dove c’era soltanto la distribuzione delle brochure. Cosa che abbiamo cercato di fare anche noi nel sud delle Marche, abbiamo riqualificato gli Iat, li abbiamo diffusi nei territori ed abbiamo cercato di renderli il più possibile dinamici, come una vetrina dei territori, gli Iat come promozione a livello comprensoriale e non soltanto a livello locale.
In questo progetto non vedo ancora l’ipotesi di un riposizionamento sul territorio di questi uffici, sia come numeri sia come qualità, e questa era una cosa che andava affrontata perché se noi vogliamo portare persone verso l'entroterra e vogliamo dare informazioni, noi dobbiamo far sì che ci siano degli uffici adeguati che possano consigliare, guidare il turista che arriva un po’ disorientato a causa delle carenze da superare, in attesa che riparta l’aspetto socio-economico. Quindi due concetti a cui tengo molto che non sono stati adeguatamente sviluppati.
L’altro tema è quello dei fondi, ho preso dei dati per quanto riguarda l’accoglienza, la ristrutturazione, il riposizionamento che dovrà essere fatto sul territorio degli Uffici di informazione e assistenza turistica, sono previsti appena 119 mila euro per il 2019 poi, spero, che qualche funzionario mi dia qualche informazione. Ho trovato fra le righe 1.750.000 euro che sono stati spesi nel 2017, non riesco a capire dove sono stati spesi a meno che in questo fondo di 1.750.000 euro non ci sia anche ricompresa l’accoglienza, intesa come assistenza, non come accoglienza in sé per sé turistica, e per gli eventi.
Se noi vogliamo caratterizzare questo nostro territorio, queste bellissime terre, attraverso degli eventi di tipo soprattutto culturale, credo che i 150.000 euro che saranno impegnati per il 2018 e altrettanti per il 2019 sono pochini.
Non possiamo pensare che questi eventi siano organizzati gratuitamente perché ne abbiamo discusso l’altra volta, il progetto fatto dall’artista Neri Marcorè credo che possa essere ripetuto, ma non so se si potrà ripetere, come è stato fatto quest’anno, totalmente gratuito. Per cui i 119.000 euro ritengo che siano molto pochi.
Manca quindi questa integrazione con il Piano triennale della cultura, il problema sta tutto qui. Turismo e cultura sono imprescindibili, non possono navigare disgiuntamente perché la grande attrattività di questo nostro territorio marchigiano è proprio la cultura, la cultura dei luoghi, non esiste soltanto la cultura come museo o come strutture presenti, ma la cultura in senso ampio intesa come paesaggio, storia, stile di vita all’interno della nostra regione, cultura intesa anche come know-how sociale, quella gente presente nei luoghi.
Noi molto spesso dimentichiamo che siamo una regione molto accogliente perché l’accoglienza molto spesso la fanno i nostri cittadini che hanno un know-how verso le persone che arrivano, molto bello ed aperto, molto più di quanto noi pensiamo, per cui non c’è nel Piano questa correlazione forte fra il Piano triennale della cultura, che abbiamo approvato tempo fa, e il Piano triennale del turismo approvato nel dicembre 2015.
Non è un giudizio totalmente negativo, è un giudizio d’attesa, tanto è vero che personalmente ho votato il Piano triennale del turismo, quello approvato nel 2015. Su questo abbiamo fatto delle riflessioni apprezzando lo sforzo che è stato fatto, ma non è stato uno sforzo completo, uno sforzo andato a buon fine, per cui fin da ora ripeterò quanto già detto in Commissione dove ho dato un voto di astensione e credo che lo ripeterò ancora una volta in Aula, pur rimarcando lo sforzo che è stato fatto, positivo, per cercare di superare un momento di grande difficoltà che l’entroterra marchigiano ha vissuto.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Grazie Presidente. Questo Piano ci lascia un po’ perplessi, ci sembra un po’ leggero perché a parte la porzione iniziale, in cui è fornita una disamina dei dati, i danni sul turismo provocati dal terremoto, l’estensione, un po’ di grafici e tabelle che illustrano purtroppo cosa è stata la tragedia di questo ultimo anno, sulla seconda parte ci sono queste linee, queste idee di intervento che possono essere interessanti, però quando si giunge sulla terza parte c’è l’elenco delle azioni da fare iniziando dall’anno 2017 e si vede che queste 20 pagine di tabelle sono per lo più vuote, non c’è una cifra rispetto alle risorse finanziarie e moltissime delle iniziative considerate non hanno il soggetto attuatore ancora individuato. E siamo a novembre 2017.
In questo momento viene ancora emendato questo Piano, siamo stati riuniti prima del Consiglio in maniera frettolosa perché l’Assessore Pieroni ci ha spiegato un emendamento che vuole portare sulla rete wi-fi ed adesso ci è stato presentato un sub emendamento che poi c’è stato tolto dalle mani, perché ne sarà presentato un altro in cui si varia il titolo. Siamo ancora a livello molto generale e ritengo che tabelle per gli anni 2017/2018/2019, che ho scorso, siano un collage delle iniziative che si prevede di fare.
Le scorse settimane ho chiesto in Commissione di avere uno splittaggio dei fondi messi a regime e c’è stata consegnata questa tabellina per voci aggregate, da quello che ho capito disponibili ci sono soltanto 2 milioni, altri 33 milioni vanno trovati.
Per esporci su questo Piano, che ha luci, ombre ed è ancora molto generico, bisogna vedere i bilanci delle prossime settimane se effettivamente ci sono i 15/10/9 milioni, 35 milioni totali previsti, perché effettivamente la tabella specifica che sostanzia il Piano stesso è ancora molto vaga. Non ci sono ancora, molte volte, i soggetti attuatori che dovranno da qui ai prossimi 10/20 massimo 30 mesi, perché poi finisce la legislatura, già siamo arrivati alla metà, realizzare i vari interventi.
Su questo Piano siamo molto perplessi, non abbiamo criticità particolari, ma ci sembra come sempre una cosa così, un esercizio di stile, che ancora concretamente non si riesce a valutare nella sostanza.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Grazie, Presidente. Anch’io ho alcuni appunti da fare rispetto ad un Piano che certamente è molto ampio e che per quanto riguarda le finalità ha uno scopo importante, che è quello di rilanciare l’economia turistica dopo il grave sisma che ci ha colpiti con tutte le conseguenze che nei dati che sono anche all’interno del Piano stesso sono riportate e sono anche abbastanza drammatiche.
Alcune considerazioni le voglio fare perché in alcuni punti ho trovato alcune cose contrastanti. Ad esempio se andiamo a guardare a pagina 6, nella parte introduttiva del Piano, vedremo come nell’analisi si voglia intervenire con la massima urgenza per evitare che la stagione turistica 2017 sia irrimediabilmente compromessa. Direi che a novembre 2017 la stagione turistica del 2017 è già bella che passata, quindi a meno che non ci sia un’impennata nel turismo invernale, previsione che non ho trovato, credo che questo dato sia quanto meno in ritardo inserirlo.
La seconda questione è sempre all’interno delle previsioni, si parla di un azzeramento quasi completo delle prenotazioni prospettive future, molto incerte, in attività delle strutture alberghiere ricettive in genere, se non utilizzate temporaneamente per l’ospitalità delle popolazioni, e si parla anche non solo delle zone ricomprese dal cratere, ma anche di quelle esterne.
Questa volontà di portare un interesse, quindi risorse, quindi promozione nelle zone fuori dal cratere, cozza un po’ con i dati che sono inseriti all’interno del Piano quando, andiamo a vedere a pagina 16, si parla dei livelli di criticità e lo studio dei dati ha riportato come ci sia un livello alto nelle province di Macerata ed Ascoli Piceno, ovviamente quelle colpite dal sisma, un livello medio nella provincia di Fermo, un livello basso nella provincia di Ancona ed un livello nullo nella provincia di Pesaro-Urbino, quindi se noi andiamo a prendere i dati che voi inserite nel Piano dovremmo concentrare le risorse unicamente sulle province colpite dal sisma.
Anche qui abbiamo una sorta di non consequenzialità rispetto all’analisi dei dati e mi rifaccio anche alle parole dell’Assessore Pieroni in cui in un articolo nel mese di ottobre parla della promozione e parla di Pesaro, di un turismo in crescita, +15% di presenze, quindi se c’è un incremento delle presenze poi non si capisce perché bisogna andare a concentrare le risorse da una parte piuttosto dove ci sono stati crolli più grandi.
Altre riflessioni che voglio fare sono state in parte anticipate dal relatore di minoranza Consigliere Celani, sembra che manchi un fattore prioritario, cioè l’integrazione di questo Piano con gli altri settori.
Il Consigliere Celani ha parlato della parte culturale che andrebbe, con i Piani e le risorse ad essi destinate, meglio integrata con la parte turistica, ma io voglio ricordare anche un altro settore, che è quello dello sport che certamente in chiave di sviluppo e di promozione turistica e di potenzialità inespresse o da esprimere, per portare presenze turistiche, certamente andrebbe meglio integrato: i fondi che vanno nel discorso sportivo con i fondi che riguardano la promozione turistica.
Credo che l’integrazione di queste componenti sia essenziale per dare un’offerta a 360°, che non sia unicamente fatta per compartimenti stagno quando invece sappiamo che le questioni possono essere integrate. Mi rifaccio allo sport anche perché recentemente abbiamo approvato questa mozione che riguarda il rilancio delle zone sciistiche montane, approvata all’unanimità, nella quale si parlava di fondi europei e regionali. Credo che l’integrazione debba essere uno strumento meglio perseguito anche per poter ottenere risultati migliori.
Un altro accenno lo voglio fare su un emendamento che è stato presentato dall’Assessore stesso, che modifica la parte relativa al wi-fi gratuito lungo la costa marchigiana e nei comuni del cratere e scompare nell’emendamento presentato dall’Assessore la dicitura: dei Comuni del cratere. E' stato corretto? Bene, allora vi siete accorti anche voi come me di questa assenza, questo però non mi esime da fare un’ulteriore considerazione, bene la reintroduzione, ma noi parliamo di wi-fi quando dovremmo parlare di banda larga, il wi-fi ormai è anche una tecnologia sorpassata, nelle zone interne andrebbe sviluppato, e su questo andrebbe fatto anche un discorso, seduti a tavolino con il Governo, facilitato ed implementato.
Vorrei anche capire rispetto alle risorse che ci sono quali sono le effettive possibilità che andranno ad essere messe in atto nei singoli comuni perché mi sembra che le risorse non siano così ingenti da poter garantire la copertura di tutte le aree in crisi, perché oggi l’entroterra marchigiano nel sistema infrastrutturale purtroppo è fortemente penalizzato.
L’ultimo appunto che faccio è quello legato al discorso degli Iat che sono ricompresi nel Piano, ma mancano di una formazione per il personale che è essenziale, in particolar modo riguardo al discorso linguistico, perché il personale che va ad interfacciarsi con un turismo, che è sempre più straniero, ha la necessità di avere una formazione. Credo che inserire un discorso e delle risorse volte a questa formazione potrebbe essere importante anche per offrire un servizio migliore alle persone ed ai turisti stranieri che dovrebbero arrivare.
Altro collegamento rispetto al discorso degli stranieri, mi sembra che nella parte relativa alle fiere manchi un po’ una visione rispetto ad alcune realtà importanti, come potrebbe la Cina, ci sono una serie di appuntamenti abbastanza ristretti nell’ambito fieristico che non guardano ad un mondo che potrebbe essere molto probabilmente, un fattore importante se si riuscisse a creare un collegamento, appuntamenti importanti per aprire nuovi mercati. Quindi un chiarimento sulla scelta e sul tipo di fiere a cui si è scelto di partecipare e perché altre si è scelto di non perseguirle. Grazie

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Stamattina stiamo discutendo di un documento che è molto importante per la regione Marche anche per quello che è accaduto in questo territorio, come evidenziato a pagina 7 dello stesso documento, quando viene riportata la cartina geografica delle Marche che vede più della metà del territorio in una situazione drammatica.
Se partiamo da questo ragionamento per affrontare il problema credo che questo sia un documento di intenti che non si calano e non si integrano con il territorio.
Questo è l’aspetto, è un documento monco che non dà una risposta alla gravità della situazione, non la dà nemmeno in termini di risorse economiche perché c’è una gran parte di risorse economiche, 33 milioni, su cui c'è scritto 'vedremo e faremo'.
Vedremo e faremo non è un progetto a casa della Lega, perché non è stato indicato se queste risorse si prenderanno dai capitoli di spesa e dove si interverrà. Probabilmente vuol dire che, Assessore, oggi ci si mettono solo 2 milioni e poi vedremo e faremo.
Questo non è un Piano, lei deve convenire che questo non è un Piano che dà una risposta alle grandi e reali esigenze che abbiamo sul territorio, al punto tale che lei, l’Assessorato e la struttura di questa regione vi siete corretti con un nuovo emendamento ed avete dato a questo progetto un “ombrello” che comprende l’entroterra, il cratere e la costa, mentre poco prima era stato presentato un emendamento che lasciava moltissimi dubbi sul fatto che questo fosse un progetto regionale perché non parlava più dell’entroterra, parlava soltanto della costa. Noi dobbiamo affrontare con molta umiltà questa situazione e dire come stanno le cose. Abbiamo ancora oggi nell’entroterra, no nell'entroterra del cratere dove è avvenuto il terremoto …, faccio un esempio persone che dovrebbero alloggiare a Macerata sono state spostate lungo la costa, poi questi dati vengono presi come statistiche, attenzione a quello che facciamo! Anche le statistiche probabilmente in molti passaggi non sono vere. Attenzione a queste valutazioni!
Noi rimaniamo in una situazione difficilissima, questo è l’aspetto che purtroppo questo documento non risolve. Questa è la valutazione politica che alla fine facciamo, deve essere fatta perché scadeva quello precedente, lo rifacciamo ma con molte ombre su questo documento che non dà una risposta a quello che è accaduto.
In generale per la situazione di questa regione non ci sono risposte adeguate, ci sono soltanto degli annunci ad effetto, che nella sostanza il più delle volte o quasi sempre non trovano dei riscontri reali.
Noi abbiamo il territorio che è completamente scollegato, aspetto già evidenziato da chi mi ha preceduto, ma voglio sottolineare nuovamente questa necessita di collegare, di informare, di avere la possibilità, in base ai cambiamenti del territorio, di intervenire a favore del turismo, ma se non facciamo questo effettivamente non diamo risposte alla nostra comunità, ma soprattutto al nostro territorio.
Su questo documento noi abbiamo già dato una valutazione in II Commissione, una valutazione critica, la stiamo ribadendo in Aula e per non essere completamente contrari a questo documento credo che ci asterremo, come abbiamo già fatto in II Commissione perché siamo fortemente perplessi.
Questa mattina soltanto l’intervento sensato del Presidente della II Commissione ha cercato di recuperare una posizione politica che era uscita dall’Assessorato in netta contraddizione con le scelte che venivano fatte sul territorio.
Credo che il Presidente Traversini abbia dimostrato, come sempre, la sua sensibilità politica e ha dato con questo emendamento dell’Assessore, un ombrello ad un progetto che interessa tutta la comunità marchigiana, che va dal cratere alla costa, perché poco prima l'emendamento era stato presentato in modo totalmente diverso e non recepiva nemmeno questo problema.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Grazie Presidente. Ogni volta cerco di essere quanto più obiettivo possibile e questa volta devo dire che, leggendo con attenzione il corposo documento, il mio giudizio è sostanzialmente positivo, Assessore, ma con delle preoccupazioni che adesso dirò.
Positivo perché nel suo scopo principale si pone l’obiettivo di rilanciare i territori colpiti dal sisma e il documento tratta ampiamente tratta questo tema e quindi detta una linea di indirizzo e di obiettivi sul rilancio delle aree interne, soprattutto dei territori rientranti nel cratere.
Positivo perché gli investimenti che sono previsti sono corposi e direi anche adeguati alle esigenze della nostra regione, 35 milioni di euro sono sicuramente un investimento importante e questo non può fare altro che piacere ai marchigiani.
Non sono molto d’accordo sulle critiche che sono state mosse da qualche Consigliere d’opposizione sul fatto che il documento sia troppo generico, non preveda delle azioni, perché le azioni le prevede, ovviamente non può scendere nel dettaglio, ma non scende nel dettaglio per la natura stessa del documento.
Il documento detta delle linee di indirizzo, quindi è ovvio che poi queste linee di indirizzo saranno declinate ed applicate nel corso degli anni in funzione anche delle opportunità che verranno dall’Europa, in funzione delle esigenze dei territori, con l’aiuto degli uffici.
Sarei disposto anche a votare questo documento se lei Assessore si prendesse l’impegno formale in Aula, di fronte ai marchigiani, che i soldi e le azioni che sono orientate per i territori interni e le aree del sisma nel tempo non subiranno deviazioni verso altri percorsi o verso altri lidi ed altre coste. Se lei si prende questo impegno formale, non di fronte a me, ma di fronte ai marchigiani, io sarei anche disposto a votarlo positivamente.
La seconda preoccupazione dopo quella appena detta, e qui mi associo alle osservazioni che sono state fatte, l’unica pecca che trovo su questo documento, è la mancanza oppure una maggiore necessità di integrazione con gli altri settori. Sono stati citati il settore della cultura, dello sport, io ne aggiungo un terzo che è quello del trasporto pubblico, perché secondo me questo documento non risponde con completezza all’esigenza della mobilità che ha il turista. Credo che sarebbe necessario individuare ulteriori azioni coordinate con l’Assessorato al trasporto pubblico ed agli uffici di competenza.
Questa è la cosa che secondo me manca in questo documento, per il resto devo dire che il mio giudizio è positivo e sarei anche disposto a votarlo se l’Assessore prende di fronte ai marchigiani l’impegno che le risorse saranno prevalentemente destinate ai territori colpiti dal sisma. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Pieroni.

Moreno PIERONI. Grazie Presidente. Sicuramente questa mattina abbiamo tutti insieme cercato di dare un contributo alla problematica che ha colpito la nostra regione e che in questo caso riguarda il settore specifico della promozione, valorizzazione e accoglienza nei nostri territori del turismo.
Ho ascoltato con attenzione tutti gli interventi che sono stati attenti a trovar anche una positività in questo documento di indirizzo triennale sulla promozione e valorizzazione turistica, quindi credo che ci sia di fondo un messaggio che parte dall’intera Aula, che questo percorso di indirizzo per il prossimo triennio per la valorizzazione e l’accoglienza nella nostra regione sia sicuramente un progetto di respiro, non voglio sbagliarmi, ma questa è l’unica Regione delle quattro che ha presentato questo progetto di respiro non soltanto annuale, ma triennale.
E’ chiaro che in un progetto di indirizzo triennale si toccano sostanzialmente tutti i temi, vista anche la complessità economica perché parliamo di un finanziamento per i prossimi anni di circa 35 milioni di euro. Significa che debbono concorrere alla realizzazione di questo progetto una serie di fattori.
Adesso dirò quello che la Regione Marche ha deciso di mettere in campo, siamo attenti anche a condividere questo e già lo stesso Ministro Franceschini, con cui abbiamo avuto contatti diretti, ha detto che su questo progetto dovremmo inviargli la discussione dell'Aula, comunque è attento a condividerlo economicamente visto che siamo stati l’unica Regione delle quattro colpite a fare questo percorso così importante.
E' un progetto che, a mio avviso, dà nella storia del turismo della nostra regione un respiro ampio. Partiamo dalle criticità, da questa preoccupazione, da questo dramma che abbiamo vissuto, ma oggi la Regione si doterà per i prossimi tre anni, cioè fino al 2020, di un progetto turistico e di valorizzazione del nostro territorio di respiro ampio e non più collegato soltanto ad un percorso annuale.
Alcuni Consiglieri già hanno rimarcato la preoccupazione che noi tutti avevamo sia dal punto di vista della percezione che dal punto di vista dei dati.
Subito dopo la prima scossa del 24 agosto, ma anche dopo le due drammatiche scosse del mese di ottobre, le prenotazione nelle Marche, rispetto ai mesi corrispondenti di gennaio, febbraio, marzo 2016, erano in calo in alcune zone, in alcune aree, nelle aree più vicine al cratere, ma anche lungo la costa, del 70%, ed in altre aree più lontane fino al 40-45%, parlo delle aree delle Marche più a nord.
Questa è stata da subito una preoccupazione forte che abbiamo avuto come Giunta, come Consiglieri e come sistema dell’associazionismo marchigiano collegato alla ricettività. Non dimentichiamoci che abbiamo condiviso una serie di iniziative in stretto rapporto, e questa è stata la cosa bella che credo abbia portato a questi risultati, con l’associazionismo della ricettività marchigiana.
Ecco le iniziative fatte da subito come unica Regione, voglio rimarcarlo perché quando c’è da prendersi delle responsabilità ce le prendiamo ma anche quando ci sono delle iniziative importanti … avete visto che nel periodo natalizio, a dicembre, a febbraio con San Remo ed anche con una serie di passaggi nelle radio nazionali, abbiamo fatto una grande promozione spinta e condivisa con le associazioni di categoria della ricettività.
Abbiamo fatto un investimento da subito di circa 2,8 milioni di euro, con una serie di iniziative che nel 2017 hanno fatto sì che i dati - fra pochi minuti, dopo la votazione di questo atto, li presenteremo in conferenza stampa alla regione Marche ed a tutte le associazioni - sono per noi confortanti se pensiamo che il trend finale si è ridotto rispetto alle preoccupazioni iniziali e rispetto al 2016 di un -4% di arrivi e di un -0,85% di presenze. Questo significa che nella nostra regione è stato fatto un lavoro forte, un lavoro che ha visto una sinergia importante tra la parte pubblica, la Regione, gli enti locali e la parte privata che ha condiviso ed ha incentivato questo nostro percorso.
Ho anticipato, Presidente, questi due dati che espliciteremo meglio nella conferenza stampa che terremo fra poco, sicuramente sono dati che alla fine danno ragione ad una progettualità e nel 2017, qui colgo l’occasione anche per rispondere alla Consigliera Leonardi, sono state fatte iniziative che hanno dato una risposta forte.
E’ indubbio che noi abbiamo un obiettivo che è quello di tenere alta l’attenzione sulla nostra regione ed in particolar modo valorizzare i territori colpiti dal sisma.
Le iniziative che abbiamo messo in campo sono collegate al sistema della promozione ed al sistema dell’accoglienza perché questi sono i due obiettivi che vogliamo raggiungere con questo Piano di indirizzo triennale sul turismo.
Per quanto riguarda la promozione, qui vado anche a toccare gli aspetti economici che secondo me sono sostanziali, anche per far capire che questo non è soltanto un documento che rimarrà lì, ma un documento dove la Giunta regionale si sta impegnando.
Nel riparto dei fondi solidali la Giunta ha previsto, questo percorso dovrebbe essere definito da qui a pochi giorni, entro l’anno, un investimento per la promozione di 8 milioni di euro, in questo caso saranno sicuramente indirizzati, e qui colgo l’occasione per rispondere al Consigliere Bisonni, una parte per le aree del cratere, ma è chiaro che una promozione delle Marche deve tenere alta l’attenzione su tutto il sistema della regione Marche.
Abbiamo previsto altri 7,5 milioni di euro collegati alla valorizzazione del patrimonio dei beni culturali anche lì con il chiaro obiettivo, una volta recuperato ed accelerato il recupero di questo nostro patrimonio, in particolar modo nelle aree interne, di spingere ed aggredire maggiormente, quindi una promozione forte per la valorizzazione dei beni culturali recuperati perché è indubbio che, e tutti lo sappiamo, parlo per me, ma sicuramente tutti noi sappiamo, che la valorizzazione e la crescita economico-sociale di queste aree colpite dal sisma, delle aree interne ..., perché noi parliamo delle aree colpite dal sisma, ma tutte le aree interne della regione Marche sono fortemente collegate al patrimonio dei beni culturali ed al sistema paesaggistico.
Da questo punto di vista l’obiettivo della Regione Marche, anche per creare sempre più un sistema di accoglienza, è legato alla valorizzazione del sistema paesaggistico, con due questioni importantissime, la prima è che una volta per tutte le Marche diventino la regione delle ciclabili. Oggi stiamo preparando un progetto di promozione e valorizzazione turistica collegato alle ciclovie della nostra regione, è chiaro che qui serviranno una serie di investimenti e di collegamenti tra la costa e le aree interne, quindi le aree anche colpite dal sisma, perché crediamo fortemente che le ciclovie saranno anche in futuro un patrimonio forte su cui investire per creare sempre più accoglienza.
Do in parte ragione al Consigliere Celani perché nella situazione post sisma noi abbiamo avuto, e la vedremo anche successivamente quando presenteremo i dati, una diminuzione degli arrivi e quindi delle presenze degli stranieri, e una crescita importante delle presenze degli italiani. E' chiaro che sappiamo anche il perché, per gli stranieri le Marche sono state colpite complessivamente dal sisma, quindi la preoccupazione forte per questo sisma, mentre gli italiani l'hanno affrontato con una mentalità ed un approccio culturale sicuramente diverso.
Qual è l'impegno forte per i prossimi anni 2018/2020? Quello di andare a colpire e ad aggredire turisticamente le nazioni più sensibili e più vicine alla nostra concezione turistica, quindi non soltanto la Germania, non soltanto la Francia, ma anche i Paesi del Nord Europa ed i Paesi Bassi.
Tant’è che stiamo sviluppando una serie di interventi che hanno un duplice obiettivo: uno collegato alle fiere, ripeteremo ad esempio l’esperienza di una delle fiere più importanti dei Paesi del Nord Europa che fanno riferimento ad Utrecht, faremo la fiera di Monaco, abbiamo fatto quella di Londra e da qui a pochi giorni andremo alla fiera di Mosca in stretto rapporto con l’Enit, perché riteniamo indispensabile anche questo messaggio.
L’altro aspetto ancor più forte e fondamentale riguarda gli investimenti che faremo con la promozione collegata alla digitalizzazione ed ai social. Oggi è indubbio che le Marche, come tutto il sistema che ormai è globalizzato dal punto di vista turistico, debbono impegnarsi per valorizzare questo tipo di promozione.
Per quanto riguarda l’accoglienza, voglio ricordare che noi abbiamo tre obiettivi importanti, sono i principali ma collegati a caduta con altri, il primo: per la prima volta la Regione Marche, dopo più di 18/20 anni, ha fatto un’operazione importantissima dedicata ai privati per la riqualificazione e la ristrutturazione di strutture ricettive. Il bando che è uscito e che scadrà i primi giorni di gennaio coglie tutto il sistema della ricettività, ingloba tutte le opportunità e le strutture che sono nel nostro sistema ricettivo. E' un bando che parte da 2 milioni di euro, quindi per la prima volta abbiamo previsto un bando con 2 milioni di euro come uscita, ma la cosa importante, che ritengo straordinaria, è che la Regione ha previsto dei finanziamenti a fondo perduto fino ad un massimo di 200 mila euro, quindi il privato avrà l’opportunità, se investe fino a 400 mila euro, di prendere il 50% a fondo perduto, se investe sopra i 400 mila euro prenderà sempre questa cifra.
E’ una scelta che abbiamo valutato attentamente in Giunta perché, dicevo, alcuni anni fa venivano fatti investimenti finalizzati agli interessi, abbiamo detto che oggi un privato che prende gli interessi non abbisogna dei fondi della Regione, mentre un finanziamento a fondo perduto, secondo me, dà un respiro più forte.
L’obiettivo è quello di cogliere al massimo tutte le richieste che arriveranno, poi vedremo se supereranno, come noi siamo certi, la soglia dei 2 milioni di euro. L’obiettivo della Regione è quello di finanziare il più possibile.
La seconda opportunità per quello che riguarda l’accoglienza è tutta di carattere pubblico, alcuni Consiglieri ricordavano questo tira e molla sull’emendamento, ma non mi preoccuperei del tecnicismo di un emendamento, ma coglierei l’occasione per ricordare a tutti noi che la Regione Marche sta facendo un grande sforzo per creare un sistema wi-fi, dalle aree del cratere, alle aree interne, sino alla costa. Oggi stiamo attuando una serie di operazioni che potranno mettere in campo una rete wi-fi pubblica che copra tutto il sistema regionale.
In questo contesto diventano importanti i tre progetti che abbiamo previsto: wi-fi della costa, smart cultura, che è dedicata a 270 comuni dove all’interno dei loro musei e biblioteche allestiremo dei punti wi-fi, e l’altro che ha un respiro ancor più importante per quello che riguarda l’accoglienza turistica è quello denominato Marche smart city. Anche qui un investimento complessivo di circa 2,5 milioni di euro in parte con bilancio ordinario e in parte con fondi europei, ma questo è uno sforzo forte che noi vogliamo concretizzare entro l’anno 2018.
L’ultima questione che riguarda l’accoglienza è rimodulare il sistema degli Iat. Utilizzando i fondi europei investiremo nella sistemazione strutturale dei nostri 15 Iat per 280 mila euro, è chiaro che al di là della riqualificazione strutturale degli iat dobbiamo tener conto anche del fatto che oggi questi Iat dialogano poco tra loro.
In questi due anni la Giunta guidata dal Presidente Ceriscioli ha valutato tutte queste questioni e ci siamo resi conto che gli Iat devono diventare sempre più uno snodo fondamentale, non soltanto essere un punto informativo, ma un punto dove il sistema dell’accoglienza sia collegato anche ad opportunità pubblico/private e possa permettere ai privati di svolgere iniziative, valorizzare i propri prodotti ed altro.
Concludo questo mio intervento, dopo aver cercato di assemblare tutto quello che è previsto in questo Piano, ricordando che il grande obiettivo che noi abbiamo e che cerchiamo di raggiungere con grande difficoltà, ma ci stiamo impegnando molto, è quello di destagionalizzare il nostro sistema dell’accoglienza turistica, perché noi tutti sappiamo che il picco maggiore di presenze nella nostra regione è da giugno a settembre, allora è chiaro che il raggiungimento di questo obiettivo necessita di interventi diversi, tant’è che già l’anno scorso siamo stati l’unica regione che ha definito volutamente, prendendo spunto dal Giubileo della Misericordia di Papa Francesco, cinque grandi mostre che hanno avuto una grande risonanza nazionale. Quest’anno abbiamo previsto ulteriori mostre, in questo caso si, dedicate alle opere del cratere, quindi alla valorizzazione del cratere con il duplice obiettivo, quello di tenere alta l’attenzione sul cratere ed anche di valorizzare un patrimonio fondamentale che oggi non potrebbe essere visitato dai turisti e dagli stessi marchigiani. Quindi altre cinque grandi mostre, con una chicca che stiamo elaborando e stiamo cercando di concretizzare, ma non è di semplice realizzazione, nel periodo tra settembre e dicembre 2018, una grande mostra dedicata al Lotto. Saremo l’unica Regione d’Italia che dedica una grande mostra, con opere non sono soltanto marchigiane ma che arrivano da tutto il mondo. Una mostra di un respiro fortissimo in un periodo lontano dalla stagione estiva per cercare di creare una rete collegata a Lorenzo Lotto, un progetto che possa oltre che valorizzare il patrimonio immenso dei nostri beni culturali, creare un turismo alternativo a quello stagionale.
Anche questo un intervento molto importante dal punto di vista economico e noi siamo impegnati fortemente a creare questo tipo di percorso. Sono convinto che questo progetto triennale dedicato alla promozione turistica ed anche alla valorizzazione del sistema culturale possa avere anche delle criticità, delle preoccupazioni che sono emerse, ma l'opportunità che questo progetto triennale mette a disposizione del sistema turistico regionale è quella di dare un respiro triennale e dare possibilità agli operatori del settore di capire con chiarezza, forse per la prima volta nel sistema della promozione turistica delle Marche, cosa accadrà nei prossimi tre anni. Anche lì fare opportuni investimenti, iniziative e quindi, credo che sia lo scenario più importante che metteremo a disposizione di tutto il sistema turistico marchigiano, privato e pubblico.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Sub emendamento 1/1 a firma dell’Assessore Pieroni. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento 1 a firma dell’Assessore Pieroni, così come sub emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’assemblea legislativa approva)

Proposta di atto amministrativo n. 41, emendata. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Proposta di atto amministrativo n. 42
ad iniziativa della Giunta regionale
“Piano regionale integrato 2017/2018 per il contrasto, la prevenzione e la riduzione del rischio da gioco d’azzardo patologico (GAP). Legge regionale 7 febbraio 2017, n. 3, articolo 9, comma 1”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 42 della Giunta regionale.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Grazie Presidente. Colleghi Consiglieri. Finalmente abbiamo l’atto con il quale diamo attuazione alla legge sul gioco d’azzardo patologico, una legge nei contenuti estremamente avanzata, sul fronte della limitazione del gioco d’azzardo, indubbiamente per quello che viene svolto all’interno delle strutture tradizionali: case da gioco, vari punti presso attività commerciali.
Il Piano affronta tutta questa materia, ma anche quella purtroppo sempre più corposa e più preoccupante del gioco d’azzardo che viene svolto a casa attraverso internet e i social network.
Su questa parte la Giunta ci presenta un Piano, che io consiglio per chi non lo avesse fatto di leggere attentamente, ben fatto da un punto di vista tecnico, credo che non lasci indietro nulla di tutte le azioni, ne sono elencate più di 60, che possono essere compiute nella direzione della prevenzione, del contrasto e della cura.
Su questo la Commissione ha lavorato più di una seduta perché nel frattempo è intervenuta una novità. La novità che è intervenuta è che, rispetto alla previsione normativa che avevamo fatto alcuni mesi fa e nella quale inserivamo una parte consistente di finanziamento, rappresentato dal contributo statale in materia di 3,9 milioni di euro circa, questo contributo viene meno, viene meno non in via definitiva ma solo in via temporanea a seguito di un ricorso presentato contro il Piano nazionale che mette in moto una ripresentazione del Piano da parte del Governo dopo aver seguito una procedura diversa di approvazione.
Questa vicenda in qualche modo cancellava il nostro Piano, la novità qual è? E’ che la Giunta, e ne prendiamo atto con estrema soddisfazione, sia nella maggioranza che nella minoranza, ha destinato 2,6 milioni di euro del fondo sanitario indistinto per l’attivazione di questo Piano, ripeto, molto importante aver detto la distanza, 500 metri, 300 metri dai bancomat e dai punti sensibili per non giocare, ma il problema non lo risolveremo solo così, anzi così lo risolveremo solo in modo parziale perché la parte più significativa riguarda la cultura che c’è intorno al gioco d’azzardo ed è una cultura antica, l'abbiamo già detto a livello di legge.
Qual è la differenza fra il gioco che si faceva in osteria 50, 100 o 1.000 anni fa e quello che può essere fatto oggi come gioco d’azzardo? La differenza è sostanziale, la differenza è che viene fatto attraverso una carta di credito, può essere fatto da casa, in qualsiasi ora del giorno, quindi l’esposizione del tendenziale azzardopatico è così forte e la sua debolezza così attaccata che il numero degli azzardopatici cresce in maniera esponenziale, ne abbiamo quasi 300 già nella nostra regione sottoposti a varie forme di cura e tendono a crescere.
In Commissione non abbiamo avuto difficoltà, attraverso anche varie audizioni, a constatare e oggi a poter affermare pubblicamente che il gioco d’azzardo patologico rischia di essere nei prossimi 10/20 anni la più grave patologia fra tutte le dipendenze conosciute.
E’ vero, non è una dipendenza che porta alla morte, come può essere la tossicodipendenza o l’alcool, però ci si avvicina molto, c’è l’ipotesi di suicidio o i gravissimi danni economici che toccano le famiglie che hanno al loro interno un azzardopatico, cioè una persona che dilapida parte consistente del proprio reddito e del proprio patrimonio indebitandosi in maniera esorbitante, non con le banche, ma con gli strozzini, creando una condizione di dipendenza non solo per sé, ma per l’intera famiglia.
Fatta questa premessa devo dire, come ho detto qualche minuto fa, che il Piano prende in considerazione tutta una serie di dimensioni non escludendone nessuna e mette in atto comportamenti conseguenti che hanno come primo elemento strategico il coinvolgimento di un numero esagerato di soggetti, anzi negli emendamenti di Commissione, approvati all’unanimità, avevamo inserito anche altri soggetti che potevano essere coinvolti, penso agli amministratori locali, penso alla consulta e alle associazioni familiari, penso a tutte le confessioni religiose, perché intorno a questa materia non c’è solo il problema di un singolo comportamento, c’è il problema ben più fondamentale dell’isolamento dell’individuo che, lo sappiamo tutti, è sempre più forte in questo nostro contesto sociale e la necessità che questo individuo sia accompagnato.
Salto da qui alla dimensione della cura, sulla dimensione della cura la cosa diventa estremamente complicata perché qui non si cura né con pillole né con procedure psichiatriche o psicologiche particolari, c’è da inventarsi tutto.
Quindi non mi spavento se per la dimensione della cura abbiamo destinato, se non sbaglio, il 40% dell’investimento complessivo, consulenza, ascolto, cura e riabilitazione 41%, dopo l’emendamento della Giunta che da 40 lo porta a 41%, ma rimane fondamentale il 50% che destiniamo alla prevenzione, informazione, comunicazione, sensibilizzazione. Come a dire siamo al primo anno, il primo anno applicativo sarà oggettivamente il 2018, in questo primo anno vedremo come tutte queste azioni si saranno rese concrete, come le avremo rese concrete e alla fine dell’anno saremo tutti chiamati, avremo anche un momento pubblico di condivisione attraverso una conferenza di servizio, a verificare se questi 2,6 milioni di euro sono stati spesi bene, in quali direzioni, chi è stato più reattivo rispetto ai nostri input, chi meno.
Il resto del fondo viene ripartito per piccole voci, una delle più significative è il 5% destinato alla formazione, che un emendamento di Giunta porta al 4%, e le spese di gestione per il 2-3% che un emendamento di Giunta porta a 3,5%, poi monitoraggio e valutazione 1,5%.
E' fondamentale, spendere qualche migliaio di euro, ma se non comprendiamo bene come e perché li abbiamo spesi poi diventa molto difficile successivamente reimpegnare per gli anni successivi, perché l’investimento nel Piano prevede 2016, 2017, 2018 ed operativamente interverremo sul 2018 con i fondi che abbiamo maturato nel 2016 e che stiamo maturando nel 2018, perché nel 2018 matureremo quanto già previsto nella pluriennale, 1,3 milioni di euro del sanitario indistinto.
Ma ritengo, e lo dico a tutti i colleghi della Commissione che magari su questo avevano giustamente sollevato dei dubbi, per prima la relatrice di minoranza, che dovremmo fare in modo, ed in questo senso facciamo un appello accorato a che la Giunta raccolga questo tipo di indicazione, che tutti i fondi, come era stato detto all’approvazione della legge, ricadano sotto i criteri che ci siamo dati attraverso questo strumento.
Ricorderete pure che quando abbiamo approvato la legge dicevamo: “Fare una legge nostra su fondi statali potrebbe essere anche improprio perché lo Stato, il Governo di per sé detterà dei criteri”, la storia poi è andata in maniera diversa, non solo noi abbiamo deciso che i fondi statali dovranno seguire i criteri stringenti che indichiamo in questo Piano, ma in questo caso il Piano è estremamente necessario, cioè non potevamo operare senza questo Piano proprio perché i fondi sono tutti nostri, quindi, diciamolo con un pizzico di orgoglio marchigiano, regionale, che questo Piano parte grazie al nostro investimento e non si può dire che questa regione nel suo complesso, direi nella sua totalità, non abbia creduto ad un intervento serio contro il gioco d’azzardo patologico sia sul piano normativo che su quello amministrativo.
La proposta di deliberazione riporta poi nel dettaglio l’articolazione del fondo sanitario indistinto e il suo relativo totale, ma la ripartizione viene corretta, come dicevo, da questo emendamento che la Giunta presenta. 2016/2018 sono gli anni di stanziamento che ricadono sotto l’intervento di questa legge, quindi si può partire regolarmente.
Ho detto prima che i soggetti interessati agli interventi sono tanti, naturalmente la scuola è un campo privilegiato perché ..., non voglio togliere argomenti a chi l’ha presentato, che è pure relatrice di minoranza, la Consigliera Leonardi, ma due cose le dico in anticipo così non perdiamo tempo in sede di votazione degli emendamenti. Abbiamo un pacchetto di 25 emendamenti che a parere della maggioranza dobbiamo approvare tutti perché il pacchetto di emendamenti della Consigliera Leonardi recupera una dimensione della legge che noi avevamo indicato, ma poi non è stata sufficientemente precisata in sede di Piano, quindi viene inserita, ed è la parte che riguarda il contrasto, la prevenzione e la riduzione delle dipendenze da nuove tecnologie e social network, perché così era partita la legge. Poi, ripeto, lascio a lei giustamente la parte contenutistica riguardo a questo programma anche se gli emendamenti danno sostanzialmente questo tipo di indicazione: ci sia insieme al contrasto al gap, anche il contrasto alle nuove dipendenze da tecnologie e social network. Perché alla fine in Commissione unanimemente abbiamo accolto questo tipo di indicazione? Sostanzialmente perché non possiamo negare che una parte significativa della dipendenza da gioco d’azzardo può essere preparata, un terreno utile da cui può nascere è proprio quello delle dipendenze da gioco, cioè la dipendenza dalle nuove tecnologie e social network di un bambino di 10/12 anni o di un ragazzo adolescente di 15/20 anni facilmente può portarlo, data la sua pratica, data la sua familiarità con questo tipo di strumento, verso il gioco d’azzardo patologico. Chi è già in quel campo più facilmente può essere attaccato. Quindi questa parte ha una sua valenza a sé, nel senso che combattere la dipendenza da tecnologia e social network ha un valore assolutamente pregnante ed autonomo, ma ha anche un suo significativo collegamento con questa legge ed è il motivo per cui sta qui ed è il motivo per cui l’abbiamo accolta ed è anche il motivo per cui io stesso, come relatore di maggioranza, ho presentato l’emendamento n. 24 che, in relazione a questa parte del social network proposto dagli altri emendamenti della Consigliera Leonardi, dice che i social network potranno essere finanziati solo da questa parte. Perché diciamo questo? Perché non possiamo impegnare i fondi statali che invece quando arriveranno saranno sul Gap, cioè a dire che con i soldi nostri facciamo quello che vogliamo, e noi vogliamo anche la cura della dipendenza da social network, ma non possiamo dirlo per i fondi statali.
Un’altra precisazione puramente tecnica la dobbiamo fare riguardo all’emendamento della Giunta che ritengo si debba accogliere. Sposta piccolissime percentuali all’interno del discorso più generale per la ripartizione dei fondi, cioè aumenta sostanzialmente di 1,3 punti la destinazione delle spese di gestione fisse, questo perché? Perché le spese di gestione fisse sono fisse, o uno gestisce 1 milione o ne gestisce 6, quel tot di spesa deve essere comunque soddisfatta.
E’ ovvio che venendo meno, almeno in questa fase, il finanziamento regionale, il finanziamento statale c’è la necessità di aumentare di un po' la spesa di gestione, questo significa però, e ce lo ricorderemo, che nel momento in cui andremo ad integrare il Piano, penso che sia opportuno farlo in Aula o in Commissione o la Giunta, non so quale sarà l’organo che dovrà svolgere questa funzione, si dovrà tener presente questo fatto e cioè che sulla spesa di gestione già da adesso sono calate alcune migliaia di euro in più rispetto a questa previsione, quindi una gran parte di questa spesa è stata soddisfatta. Non è escluso che quando andremo a trattare i 3,9 milioni dello Stato, potremo scendere dal 3,5 al 2, o all’1,5, tanto per essere chiari e per dare qualche cifra.
Un’altra cosa importante che secondo me abbiamo fatto in Commissione è stata quella di introdurre una ripartizione del fondo ulteriore rispetto a quello che la Giunta aveva proposto. La Giunta proponeva per la prevenzione, informazione, comunicazione e sensibilizzazione una destinazione del 50%, noi rispetto a questo abbiamo fatto una articolazione sui vari obiettivi: 45, 35 e 20 sull’obiettivo 1, 2 e 3, che non vi vado a leggere, ma sono i tre obiettivi più importanti all’interno di questo fondo. La stessa cosa è stata fatta per consulenza, ascolto, cura e riabilitazione, dove destiniamo il 25% per la parte consulenza, ascolto, e un 75% per la cura e riabilitazione. Abbiamo voluto entrare un po’ di più nella dimensione amministrativa indicando un'ulteriore ripartizione e questa proposta non ha trovato alcuna obiezione da parte della Giunta e quindi è stata attuata.
Da ultimo accenno a un piccolo incidente procedurale che si è verificato con il rappresentante del Crel, ma poi chiarito e addirittura riproposto in altri termini alla Conferenza dei capigruppo ed anche in quella sede ho avuto modo di spiegarlo. Perché? Non abbiamo fatto un'audizione, abbiamo una nuova procedura per quanto riguarda l’acquisizione dei pareri da parte di Cal e Crel: noi mandiamo i testi iniziali a Cal e Crel, esprimono un loro parere sulle leggi e sui provvedimenti amministrativi e poi i testi vengono modificati, dopo questa modifica il nuovo regolamento prevede che ci sia un'ulteriore intercettazione di un parere di Cal e Crel e poi l’approvazione definitiva.
Bene, in mezzo a questa procedura c’è stata, non richiesta, la presenza di un rappresentante Crel nella seduta in cui andavamo a definire il primo testo, quindi eravamo in fase di votazione, non nella fase di ascolto. Immediatamente dopo il Presidente Volpini, sempre solerte nell’acquisizione di tutte le partecipazioni democratiche possibili e immaginabili ad ogni latitudine e longitudine, ha convocato la rappresentante del Crel e questa è stata ascoltata relativamente all’atto che andava all’approvazione definitiva. Anche questa piccola difficoltà è stata superata.
Aggiungo da ultimo che, perché sia chiaro a tutti, nel testo originario della legge, e diciamo anche volutamente, secondo alcune considerazioni, non avevamo inserito la parte relativa alle consulenze legali, era stata una scelta che la Commissione unanimemente aveva fatto dopo un lungo e tribolato ragionamento. Ora il Piano nazionale invece le prevede, quindi nell’atto che la Giunta aveva previsto c'era la parte sulla consulenza legale non solo per i fondi statali ma anche per quelli regionali. Adesso rimane solo il fondo regionale e noi abbiamo ancora mantenuto la parte sulle consulenze, quindi abbiamo smentito noi stessi per accogliere questo aspetto che riteniamo però debba essere estremamente limitato. Estremamente limitato alle consulenze che, controlleremo, siano estremamente poco costose e numerose, cioè con pochi soldi farne molte e selettive perché ci servono sicuramente per chi all’interno di questa dannatissima ed infelice esperienza del gioco d’azzardo si sia particolarmente indebitato.
Chiarisco questo aspetto perché mi è stato richiamato da più parti, non paghiamo l’avvocato ai giocatori d’azzardo che sono finiti nelle maglie dello strozzinaggio, ma diamo una consulenza legale, daranno una consulenza legale per indirizzare, comprendere lo stato in cui si trova, un primo approccio, una specie di sportello informativo di tipo legale e alcune associazioni che saranno convenzionate daranno questo tipo di servizio.
Il ringraziamento di rito ed anche di sostanza per la partecipazione non solo degli uffici e di quanti come noi preposti a questo tipo di attività, ma anche delle associazioni che all’esterno del Consiglio regionale, ma molto presenti nella società, hanno dato contributi, hanno dato indicazioni e continuano a lavorare a livello volontario, segnalandoci e continuando a segnalare situazioni che debbono essere risolte.
Credo che ormai lo stato dell’applicazione della legge sia generale, le Questure sono debitamente informate sul rilascio delle concessioni a riguardo ed anche tutto il sistema restrittivo dei limiti sia ormai pienamente applicato. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la relatrice di minoranza Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Andiamo oggi a discutere della approvazione del Piano, che è non solo la naturale conseguenza della proposta di legge che abbiamo approvato nel mese di febbraio sul tema del contrasto al gioco d’azzardo patologico e alle dipendenze da nuove tecnologie e social network, ma è anche un adempimento che quella legge prevedeva.
E’ stato illustrato dal relatore di maggioranza in maniera molto dettagliata per quanto riguarda la parte economica e come siamo arrivati, anche nella discussione in Commissione sanità, attraverso degli emendamenti a portare delle modifiche.
L'attenzione della Regione Marche è verso un problema che sta di fatto purtroppo crescendo e che, lo abbiamo detto anche nella discussione in Aula della proposta di legge, purtroppo complice la crisi economica, colpisce molte persone.
Qui andrebbe aperta una parentesi anche un po’ critica rispetto a quello che è il discorso nazionale, perché da una parte lo Stato introita risorse dal gioco, ma dal'altra per molti il passo è breve ed è molto facile scivolare dal gioco che non ha una valenza patologica, verso una dipendenza, soprattutto per quelle fasce di popolazione più deboli che oggi stanno aumentando, non stanno diminuendo, perché la crisi economica, sembra un paradosso, invece di distogliere dal gioco, fa vedere in questo un'opportunità di uscire dalla crisi e spesso chi ha una fragilità non riesce poi a venire fuori da questa spirale.
L’importanza della legge l'abbiamo detta un po’ tutti perché fu votata all’unanimità e nacque da quattro diverse proposte che venivano un po’ da tutte le componenti che siedono in questa Aula consiliare. Quindi l’importanza di proseguire l’attuazione della legge attraverso la proposta di un Piano credo che sia necessario ed urgente, anzi, dal mese di febbraio in cui abbiamo approvato la legge ci troviamo nel mese di novembre ad approvare un Piano che forse, devo dire, avrebbe dovuto avere una maggiore urgenza.
Comprendo le difficoltà degli uffici perché certamente non è semplice seguire non solo le indicazioni della nostra legge ma anche e soprattutto le indicazioni che vengono dal livello nazionale.
Quali sono i punti cardine di questa proposta? Sono le linee di intervento che riguardano in particolar modo la prevenzione.
Prevenzione non vuol dire solo prendere coscienza di che cos’è il problema, ma soprattutto fare una divulgazione, anche attraverso la formazione degli operatori e di chi andrà ad interfacciarsi con queste fasce più deboli, non solo del problema, ma della capacità di riconoscerlo nel momento in cui questo si propone.
Quindi la formazione volta non solo, ad esempio, all’interno delle scuole per far crescere nelle nuove generazioni una consapevolezza maggiore di come sia facile scivolare in una dipendenza da gioco, tenuto conto della grande diffusione che oggi purtroppo queste formule di gioco on line hanno, sia per accessibilità sia perché spesso dietro ad una tastiera è più difficile rendersi conto anche dei flussi economici che escono, rispetto a tirar fuori materialmente dalle proprie tasche delle risorse per andare a giocare.
E' un pericolo che corre sempre più attraverso la rete e che coinvolge soprattutto, ed ha una fascia di rischio molto ampia, le nuove generazioni che sono ovviamente più digitali di quelle passate.
La formazione va fatta anche dagli operatori, ma anche a livello di forze dell’ordine, proprio perché è tutto un sistema che deve essere messo in condizione di operare insieme, di operare con una consapevolezza maggiore, avere la capacità di riconoscere il rischio, la patologia e la capacità di intervenire. Ed è qui la seconda tematica più importante, che è quella della cura. La cura perché? Perché da questa forma di dipendenza si può e si deve uscire in quanto coinvolge non solo la persona che cade all’interno di questa debolezza, ma in particolar modo colpisce tutto il sistema familiare e parentale che ruota. L'abbiamo già detto, ma credo sia importante ribadirlo, il problema crea non solo forti problemi economici - abbiamo persone anziane che si giocano non solo la pensione ma i risparmi di una vita, abbiamo capifamiglia che perso il lavoro sperano in un riscatto e di recuperare il proprio ruolo in famiglia e nella società attraverso la vincita, non comprendendo che invece entrano in una spirale dalla quale escono ancora più in ginocchio - ma anche forti tensioni nell’ambito familiare perché poi purtroppo queste risorse non entrano. Sappiamo quali sono le percentuali di vittoria rispetto ai soldi giocati, sono infinitesimali, per cui per qualcuno che vince c'è la stragrande maggioranza che perde ed anche chi vince, nel 90% dei casi, ha giocato molte risorse prima che a volte non equivalgono alla vincita.
Dualismo dello Stato e intervento della Regione. La Regione interviene nella parte che è di propria competenza che è quella relativa alla tutela della salute pubblica e alla tutela delle fasce più deboli e proprio le fasce più deboli, voglio ricordarlo … In questo intervento illustrerò anche gli emendamenti che ho voluto presentare in Aula, per sanare la parte riguardante - secondo me, era una mancanza rispetto al Piano della Giunta regionale giunto in discussione nella Commissione - il contrasto alle dipendenze dalle nuove tecnologie e social network.
Nella proposta di legge che avevo presentato e che poi era stata fusa con le altre tre, arrivando alla proposta che è stata votata, avevo posto un'attenzione ed un tema particolare a questa tipologia che non è prevista nella legge nazionale, ma che secondo me rappresenta un passo avanti e rappresenta porre l’attenzione ad un problema e ad un disagio che purtroppo sta diventando crescente. Avevo inserito tutta una serie di specifiche e di definizioni relative alle varie dipendenze tecnologiche, dalla videomania all’internet addiction disorder, una serie di disturbi che ormai sono codificati anche a livello nazionale che però in quella proposta di legge sono stati cassati perché considerati ricompresi un po’ nelle diciture delle normative nazionali.
Questo però devo dire che l’ho scoperto nella discussione della proposta di regolamento che è giunta in Commissione, forse non era stato pienamente compreso nella votazione di quella proposta di legge, perché mi battei in Commissione affinché restasse una dicitura, tanto che la proposta di legge che oggi è legge regionale è: Norme per la prevenzione ed il trattamento del gioco d’azzardo patologico e della dipendenza da nuove tecnologie e social network, tanto che nel Piano che oggi è in discussione è previsto all’articolo 4 della legge fra le competenze regionali, lo voglio citare perché forse è stata una dimenticanza o forse si è seguita la normativa nazionale che si concentra sul Gap, mentre la nostra legge ha qualcosa di più, che io credo sia importante non solo da reinserire all’interno del Piano, ma soprattutto per investire le risorse regionali.
L’articolo 4 dice che la Regione garantisce l’attività di programmazione per la prevenzione, il trattamento terapeutico, il recupero sociale ed il contrasto della dipendenza dal gioco, dalle nuove tecnologie e social network attraverso il Piano regionale integrato previsto dall’articolo 9, che poi è quello in discussione oggi.
Faccio degli esempi: i bambini, i ragazzini sviluppano una dipendenza dal videogioco, rispetto alla permanenza sul computer in internet piuttosto che alla visualizzazione di siti, gli stessi social network Facebook, Twitter o qualsiasi altra tipologia si stanno purtroppo moltiplicando, anche per un uso ed un costume di molti genitori di lasciare a disposizione questi dispositivi e l’accesso ad Internet.
Come si sviluppa? Si sviluppa attraverso la chiusura di questi bambini, di questi ragazzini, rispetto al mondo circostante, rispetto all’interazione con il gioco dei coetanei, rispetto ad altri interessi, e si concentrano ore ed ore della loro giornata di fronte ad uno schermo, sviluppando non solo una distanza dal mondo reale, ma anche una aggressività, uno sconforto, una serie di disturbi quando si allontanano da questi dispositivi.
Anche nelle Marche ci sono dei casi di questo tipo che si stanno sviluppando, quindi credo che sia importante reinserire questa parte nel Piano ed è in questa direzione che vanno i miei emendamenti.
Non tornerò ad illustrarli dopo, approfitto di questo intervento per riunirli tutti, sono molti, ma dicono fondamentalmente tutti la stessa cosa: modificare, a partire dal titolo del Piano, la proposta, così come è il titolo della nostra legge regionale, e a cascata in tutti quelli che sono gli interventi inserire a fianco del Gap e del contrasto al gioco d’azzardo patologico, il contrasto alle dipendenze da nuove tecnologie e social network perché anche i programmi territoriali, anche tutti gli investimenti rispetto alla formazione, rispetto all'informazione nelle scuole, rispetto alla cura, dovranno prevedere una parte relativa a questi nuovi disturbi.
Potrei fare alcune osservazioni, le ha anticipale anche il Consigliere Marconi, rispetto alla parte economica modificata con gli emendamenti che abbiamo ricevuto ieri, visto la sospensiva in merito alle risorse statali e alla conseguente modifica del Piano che comprendeva sia le nostre risorse che quelle nazionali.
Ci tengo a dire che le modifiche relative alla parte che introduce delle misure per il contrasto alle dipendenze da nuove tecnologie e social network devono necessariamente avvenire in questo Piano, questo perché? Perché nei futuri piani, nel Piano 2019/2020, non abbiamo la certezza di avere a disposizione delle risorse regionali, ovviamente queste previsioni dovranno essere fatte nei prossimi anni e le risorse nazionali sono tutte concentrate sulla prevenzione ed il contrasto al gioco d’azzardo patologico, quindi il rischio è che se noi non approviamo questi emendamenti e non introduciamo in questo Piano, che prevede delle risorse regionali, un'attenzione per gli interventi rispetto a questo problema, rischiamo di trovarci a parlare fra due anni, nel regolamento che riguarderà il 2019/2020, quando magari, speriamo di no, perché mi auguro che la Regione voglia continuare ad investire anche risorse proprie in questo settore, si avranno a disposizione solo fondi nazionali destinati al Gap.
Quindi reputo essenziale, anche per rispettare i principi contenuti nella nostra legge che queste modifiche vengano portate avanti e che venga approvata ed inserita all’interno del Piano anche la parte riguardante queste nuove problematiche. Una attenzione che credo riguardi un po’ tutti, la sensibilità che mi auguro quest’Aula possa avere così come ha dimostrato nell’approvazione all’unanimità della legge nello scorso febbraio. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. Credo che sia più che auspicabile che ci siano molti interventi su questo Piano regionale per il contrasto al gioco d’azzardo in quanto come Regione Marche abbiamo votato ed approvato una delle leggi più innovative del contesto nazionale, come giustamente ricordava la Consigliera Leonardi.
Vorrei ricordare anche come siamo arrivati a questo testo innovativo. Ci siamo arrivati grazie ad un lavoro durato quasi un anno, se non di più, con un tavolo di coordinamento regionale al quale hanno partecipato numerose associazioni, numerosi enti accreditati, proprio perché la finalità con la quale volevamo redigere questo atto era quella di avere una legge regionale efficace che potesse utilizzare le risorse nel miglior modo possibile per arrivare alla risoluzione di queste criticità.
Quando dai servizi della Giunta è arrivata la proposta in Commissione ho voluto improntare lo stesso iter, mandando la proposta di atto amministrativo a tutti gli stakeholders che ci avevano aiutato a redigere il primo atto.
Molte delle osservazioni che ci hanno presentato sono state recepite grazie agli emendamenti che abbiamo presentato in Commissione, che sono stati condivisi anche dagli altri Consiglieri. C’è stato un lavoro certosino da parte della IV Commissione per cercare di integrare anche il Piano che ci era arrivato.
Durante una delle sessioni in Commissione giustamente la Consigliera Leonardi aveva evidenziato il fatto che nel Piano mancava una parte ben distinta che era quella che rendeva innovativa la legge regionale, quindi si era chiesto l’inserimento. Questa cosa nella relazione definitiva dell’atto non è stata recepita e la Consigliera si è vista costretta a presentare degli emendamenti oggi in Aula. Come altri emendamenti sono stati presentati anche da altri Consiglieri e dallo stesso Presidente Ceriscioli perché, come è stato detto anche nel Consiglio precedente, è stato presentato ricorso al Tar da parte del Codacons in merito all'iter procedurale non rispettato ed il Tar Lazio lo ha recepito ed ha rinviato l’esame di tutti i Piani regionali presentati, quindi anche quello della Regione Marche, al vaglio dell’Osservatorio nazionale che si occupa del contrasto al gioco d’azzardo patologico, quindi anche il nostro Piano sarà posto al vaglio di questo osservatorio.
Detto questo, il Piano così redatto e così integrato, sempre se verranno approvati gli emendamenti proposti dalla Consigliere Leonardi, a noi sembra un buon Piano, rimane però purtroppo una criticità che avevo evidenziato anche in sede di discussione in Commissione e riguarda l’assegnazione di 1,3 milioni di euro del fondo indistinto regionale a cinque enti accreditati in maniera, a mio personale parere, non molto chiara. Io ho chiesto chiarimenti agli uffici competenti e la risposta che mi è stata data riguardo l’assegnazione di questi 1,3 milioni euro, ribadisco, a 5 enti accreditati, non mi ha soddisfatto.
Come Movimento 5 Stelle abbiamo intenzione di chiarire l’aspetto nelle sedi competenti, quindi finché non verrà chiarito questo punto, che riguarda il terzo paragrafo della lettera b) a pagina 41 dell’articolo 8, non credo che noi riusciremo a dare il nostro parere favorevole, con molto malincuore, perché di per sé il Piano è stato condiviso, un Piano al quale abbiamo contribuito integrandolo con le osservazioni presentate dalle associazioni che si occupano di contrasto al gioco d’azzardo patologico, però di fronte ad un iter procedurale non pienamente trasparente, noi non riteniamo di poter dare il nostro parere favorevole. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Grazie Presidente. Ritorniamo oggi sulla problematica del gioco d’azzardo patologico, un tema molto importante, perché purtroppo questo fenomeno sta sempre più prendendo piede e presenta delle gravi preoccupazioni. Se è vero che non porta alla morte, come la droga o l’alcool, come si diceva, sono d’accordo che ci si avvicina molto. Ci sono famiglie rovinate per questa patologia, per cui stiamo trattando un tema molto delicato che merita tutta la nostra attenzione e devo dire che questo Piano, anche se poi potrà trovare nel corso degli anni dei miglioramenti, perché è un primo Piano, è assolutamente valido e fatto bene. Sinceramente voglio anche sottolineare la cosa che mi ha colpito più di tutte: mi fa piacere che il 50% delle risorse siano destinate alla prevenzione.
Questo significa, secondo me, due cose, prima di tutto che si sta andando nella direzione giusta perché, come dice lo slogan, prevenire è meglio che curare, quindi questa cosa è fondamentale. Secondo, mi fa ben sperare che tutto sommato nelle Marche si possano dedicare più risorse alla prevenzione e meno alla cura. Questo significa che la situazione nelle Marche non è ancora così irrecuperabile e drammatica come potrebbe essere magari altri posti.
Un giudizio positivo su tutta la tematica, sul Piano e voglio ringraziare chi ci ha lavorato, però c’è una pecca, mi devo associare alla Consigliera Pergolesi, perché questo Piano convalida quanto è stato già decretato nel 2016. Un Piano che viene approvato nel 2017, che dà forza a determine fatte antecedentemente, lascia dei dubbi. Attenzione i dubbi non sono sull’utilizzo, perché qui è scritto chiaramente che le somme consistenti in quasi 1,3 milioni di euro sono vincolate all’utilizzo integrato e coordinato delle risorse economiche per l’attuazione dei programmi dipartimentali di area vasta, quindi che l’utilizzo sia corretto non lo mette in dubbio nessuno, però vorrei capire il metodo con cui sono stati individuati questi 5 enti.
Chiedo cortesemente al Presidente della Commissione Volpini, oppure al relatore di maggioranza, di spiegare questo passaggio: come sono stati individuati questi enti? Tramite un’evidenza pubblica? Qual è stato il metodo che ha portato all’individuazione di questi enti? Fare oggi una norma “retroattiva” è corretto?
Vorrei che qualcuno chiarisse questi dubbi perché, ripeto, questa è l’unica macchia che trovo in questo Piano che altrimenti è degno della massima considerazione, però ha questo aspetto critico che deve essere chiarito, quindi chiedo cortesemente, a chi può, di rispondere a questi interrogativi. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Grazie Presidente. In linea generale condividiamo questo atto che affronta strutturalmente un problema crescente che, come i dati in mano alla Regione dimostrano, è anche diffuso in maniera allarmante nelle Marche.
Dai dati pubblicati nel libro Blu si evince che nel periodo 2013/2015 vi sia un incremento dei volumi di gioco sia a livello nazionale che regionale. Nelle Marche il numero degli utenti in trattamento e il volume prestazionale correlato sono in costante aumento nell’ultimo triennio.
Quindi l’esposizione azzardopatici crescendo in modo esponenziale, così come aveva già detto il Consigliere Marconi, rischia di diventare una delle gravi patologie tra tutte quelle conosciute.
Questo Piano che prevede 60 azioni per prevenire, contrastare e curare, va visto come un primo mattone nella lotta al gioco d’azzardo patologico e soprattutto con una base normativa flessibile che si adegui costantemente alle evoluzioni del gioco patologico e delle nuove dipendenze.
A questo proposito vorrei che si ponesse sempre maggiore attenzione ai flussi ed all’andamento della povertà, delle nuove classi sociali in difficoltà, lì infatti, come ricordava la Consigliera Leonardi, va ricercata una delle numerose cellule embrionali della patologia.
Concludo affermando che se ciò non dovesse avvenire si rischierebbe di aver dato vita all’ennesimo documento privo di futuro, quindi in linea generale questo atto lo condividiamo, poi speriamo che gli emendamenti che saranno presentati dalla Consigliera Leonardi siano approvati anche dalla maggioranza. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Micucci.

Francesco MICUCCI. Intervengo velocemente anch’io per dare il mio apprezzamento rispetto al lavoro che è stato fatto, in prima battuta rispetto alla legge che abbiamo approvato, come abbiamo già detto qualche mese fa dopo un lungo lavoro in Commissione, e che testimonia un lavoro trasversale. Quando le forze politiche decidono di non privilegiare le schermaglie, ma di andare sul pezzo, vengono fuori dei buoni lavori.
Questo lavoro è stato replicato anche in questo atto che va in approvazione oggi, quindi credo vada fatto un plauso innanzitutto alla Regione, che mette finalmente delle risorse su un tema così delicato e, come è stato sottolineato, così importante che a volte viene sottovalutato o affrontato quando ormai i buoi sono usciti dalla stalla.
In questo caso, nonostante il tema sia da qualche anno sul tavolo e diverse famiglie sono entrate in crisi, diversi soggetti sono rimasti sotto questa vicenda, diciamo che come Regione Marche arriviamo abbastanza in tempo per affrontare il tema, tant’è che buona parte delle risorse viene messa nella fase della prevenzione perché ancora c’è un buon lavoro da fare da questo punto di vista.
Purtroppo le risorse erano molte di più, si è inserito questo ricorso al Tar in merito alle risorse nazionali che in qualche modo ha bloccato queste ulteriori risorse, mi auguro che nel giro di breve tempo si possa sciogliere questo nodo. La Regione Marche comunque ha deciso di non bloccare l’atto e di mantenere il proprio impegno, le proprie risorse. Di questo credo che ne vada dato atto.
Penso che siano importanti, è stato già detto, anche gli emendamenti che sono stati inseriti, che vanno a ratificare anche qui una vicenda che era stata concordata e condivisa, nel senso che vanno ad integrare l’atto rispetto alla normativa che avevamo approvato, quindi anche qui ben vengano gli emendamenti quando sono propositivi e vanno a sanare una situazione che poteva essere male interpretata.
Dal mio punto di vista non vedo buchi neri, poi interverrà il Presidente che magari ha elementi in più, ma mi sembra di poter dire che non ci sono soggetti che vengono esclusi o chissà in base a quale disegno oscuro vengono favoriti alcuni soggetti rispetto ad altri. Mi sembra che tutti i soggetti accreditati e coinvolti vengano utilizzati dalla Regione Marche, noi oggi stiamo dicendo come utilizzare queste risorse che la Giunta già aveva destinato e che attraverso la normativa possono essere veicolate in maniera diversa.
Credo di poter esprimere a nome del Partito Democratico un voto favorevole senza ombre, con un si convinto rispetto a questa proposta.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giorgini.

Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Non entro nel merito della proposta che potrebbe essere anche congrua.
I dati del nostro Paese sono agghiaccianti su questo tema: 4% del Pil, 2% della spesa per ogni famiglia italiana, terza industria italiana, sono dati veramente importanti, 15 milioni di giocatori abituali, 2 milioni a rischio patologico.
Ho voluto fare questo piccolo intervento per cercare anche di capire, come è possibile che il gioco d’azzardo venga pubblicizzato dallo Stato italiano, che cerca di drogarti a giocare, perché questo è quello che fa lo Stato, autorizza, pubblicizza e quindi ti induce a giocare, poi con un meccanismo diabolico e perverso cerca di curarti e prevenire.
Dove sta il bello di quello che sta facendo lo Stato? A favore di chi va questo meccanismo? E’ questo che non riesco a capire! Prima lo Stato italiano ti induce ad ammalarti e poi dice no, facciamo prevenzione perché ora devo curarti su una cosa che io ho prodotto, che io ho pubblicizzato.
Mi rimane difficile capire questa situazione, o forse in parte riesco a capire, per questo meccanismo lo Stato incassa 8 miliardi di euro dal gioco e magari ne spende 20 per curare le persone. Si rovinano le famiglie, si rovinano le persone, si rovinano i posti in cui lavorano. Forse ci sarà un meccanismo perverso per cui allo Stato conviene fare questo, anche se per logica non dovrebbe esistere una cosa del genere, non esiste che lo Stato ti dà una cosa e poi ti cura per quella cosa che pubblicizza, ma che meccanismo è questo? Non ha un senso logico!
Basterebbe fare una cosa: eliminarlo, basterebbe per evitare questo, ho detto che non entro nel merito della legge perché la trovo congrua, ma se si eliminasse questo problema noi in questo momento non perderemmo tempo ad approvare questa cosa, quindi credo che la soluzione sia semplice e credo che quando andremo al Governo questa sarà una delle prime cose che faremo. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Volpini.

Fabrizio VOLPINI. Grazie Presidente. Ricordo al Consigliere Giorgini che fino all’altro ieri facevamo la pubblicità al fumo, anzi ancora da qualche parte esiste in maniera più o meno subdola, pubblicizziamo le merendine che tanti danni fanno alle nostre coronarie, quindi è un problema molto più generale e complesso.
Come Presidente mi accodo a coloro che esprimono soddisfazione per questo Piano, il lavoro che ha fatto la Commissione tra l’altro è un lavoro …, di solito i tempi della politica e i tempi dell’amministrazione sono relativamente lunghi, qui in 6 mesi abbiamo fatto la legge ed abbiamo approvato il Piano. C’è stata una certa celerità dovuta anche all’argomento che è di grande rilevanza.
Molte cose sono state dette, a me preme sottolinearle alcune, quelle forse più salienti. Uno, il fatto di aver dato maggior accento ed attenzione alla prevenzione, lo diceva anche il Consigliere Bisonni, questa è forse anche una necessità nel senso che per alcune patologie come questa, perché si tratta di una malattia vera e propria e di patologia e dipendenza, non conoscendo le cause precise l’intervento multidisciplinare è il metodo che generalmente viene utilizzato e all’interno dell’intervento multidisciplinare la prevenzione gioca un ruolo fondamentale, nel senso di conoscenza, informazione, formazione degli operatori.
Un aspetto che non è stato sottolineato e che secondo me è importante rispetto a questo tipo di problematica, a questo tipo di patologia, è che, come in tutte le dipendenze, non è una patologia del singolo ma il più delle volte diventa una patologia dell’intero nucleo familiare perché è la famiglia che nella sua totalità viene investita da questa problematica.
La Consigliera Pergolesi sottolineava che è una buona legge, che abbiamo lavorato bene, abbiamo fatto un ottimo lavoro, abbiamo inquadrato il problema sotto tutti gli aspetti, poi poneva il problema di aver affidato i fondi a degli enti accreditati dicendo: “Perché a questi e non ad altri” Qual è l’evidenza? Lo chiedeva anche il Consigliere Bisonni.
L’atto l’ha fatto la Giunta, ma nel panorama regionale erano gli unici enti in grado di poter dare questa risposta, perché l’hanno data anche negli anni passati, perché, come in tutti gli altri campi, come spesso accade in ambito sanitario, socio-sanitario, occorre quella che oggi pomposamente viene chiamata expertise che è fondamentale per l’efficacia dell’intervento.
In campi così delicati, laddove non c’è una cura, non esistono i protocolli e non esistono le linee guida, esiste un'esperienza maturata nell’attività e nella quotidianità, credo quindi che occorra, da questo punto di vista, se vogliamo essere efficaci nel momento in cui facciamo dei Piani che devono rispondere a delle esigenze reali, utilizzare le risorse migliori, le esperienze migliori che abbiamo sul territorio e quelli a cui è stato affidato il Piano domani, anche da oggi, inizieranno a lavorare per cercare di dare risposte ad un problema molto complesso.
Quindi un Piano fatto dalla Giunta assolutamente condivisibile che risponde in pieno alle attuali esigenze della problematica, intanto con fondi propri che poi, quando arriveranno i fondi nazionali, riusciremo ad implementare magari rendendolo più efficace e più efficiente.
Mi diceva il Consigliere Marconi che gli emendamenti presentati dalla Giunta verranno votati, anche quelli presentati dalla Consigliera Leonardi che pone il tema delle altre dipendenze, ad esempio quella da social, che non sono contemplate, ma anche queste hanno una loro importanza. Quindi un’altra bella pagina fatta da questo Consiglio regionale, da questa amministrazione.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Emendamento 1 a firma della Consigliera Leonardi. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento 2 a firma della Consigliera Leonardi. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento 3 a firma della Consigliera Leonardi. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento 4 a firma della Consigliera Leonardi. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento 5 a firma della Consigliera Leonardi. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento 6 a firma della Consigliera Leonardi. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento 7 a firma della Consigliera Leonardi. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento 8 a firma della Consigliera Leonardi. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento 9 a firma della Consigliera Leonardi. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento 10 a firma della Consigliera Leonardi. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento 11 a firma della Consigliera Leonardi. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento 12 a firma della Consigliera Leonardi. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento 13 a firma della Consigliera Leonardi. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento 14 a firma della Consigliera Leonardi. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento 15 a firma della Consigliera Leonardi. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento 16 a firma della Consigliera Leonardi. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento 17 a firma della Consigliera Leonardi. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento 18 a firma della Consigliera Leonardi. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento 19 a firma della Consigliera Leonardi. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento 20 a firma della Consigliera Leonardi. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento 21 a firma del Presidente Ceriscioli. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento 22 a firma del Presidente Ceriscioli. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento 23 a firma del Presidente Ceriscioli. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento 24 a firma del Consigliere Marconi. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento 25 a firma della Consigliera Leonardi. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Approfitto del fatto che è rientrato il Presidente Ceriscioli per rivolgere a lui la domanda che ho posto prima, il giudizio sull’atto da parte mia rimane estremamente positivo, però, ripeto, c’è dal mio punto di vista, questa cosa che non mi convince, questa assegnazione di quasi 1,3 milioni di euro a 5 soggetti privati.
Vorrei capire secondo quale procedura, visto che è stato fatto con decreto, non si è proceduto ad un atto pubblico, ad un atto di evidenza pubblica tramite un bando. Si possono assegnare 1,3 milioni di euro senza bando?
Questa è la domanda che pongo, magari si, e la risposta del Presidente Volpini è stata: “C’erano solo loro con esperienza”, nelle Marche, magari fuori dalle Marche c’era qualche soggetto con esperienza che poteva essere interessato. Pongo questo interrogativo e vorrei una risposta. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Micucci.

Francesco MICUCCI. L’avevo già anticipata però colgo anch’io questa occasione, stimolato dall’intervento del Consigliere Giorgini, per fare un appello bipartisan visto che questa è stata una legge ed oggi un atto amministrativo votati trasversalmente. Lui dice: “Quando andremo al Governo faremo …”, premesso che l'aspetto al varco, nel senso che su questi temi purtroppo ci sono interessi anche qui trasversali, che passano l’arco parlamentare, l’arco regionale ed anche quello comunale.
Nei Comuni siamo al Governo noi, siete al Governo voi, è al Governo la destra, e c’è il sentore che mentre qui votiamo unanimemente, da altre parti si cerca di svicolare. E' un appello bipartisan, prendo spunto dal suo intervento per dirlo a tutti.
Quindi faccio un invito a tutti noi affinché sensibilizziamo i nostri rappresentanti parlamentari, ma soprattutto comunali, che dovrebbero approvare i loro Piani e i loro Regolamenti di attivazione di questo che noi abbiamo approvato e di questi finanziamenti.
Mi auguro che indipendentemente dai colori politici che le amministrazioni hanno, si lavori in maniera unanime su un problema che non ha ovviamente un colore politico, ma riguarda i problemi delle singole famiglie e dei singoli cittadini. Ripeto, questo è un appello perché già da alcune mosse che in alcune amministrazioni vengono esplicitate, temo che anche lì gli interessi di chi invece opera e lavora all’interno di alcune strutture di gioco d’azzardo tendano ad essere prevalenti. Confermo con questo il nostro voto favorevole. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. La dichiarazione di voto è scontata, tre precisazioni: l’atto che la Giunta compie è completamente autonomo, pienamente legittimo dal mio punto di vista, ma non è questo atto che lo giudica, cioè la Giunta ha con fondi che ha destinato, poteva farlo per il 2016 con fondi sanitari regionali … Facciamo finta che non c’era la legge e non c’era questo atto, la Giunta poteva fare per 1,3 milioni di euro questo intervento? Si, l’ha fatto e l’ha fatto seguendo una procedura pienamente legittima e contemplata nella legge che si chiama Ati (attività temporanea d’impresa), attraverso la quale ha stabilito che in questa regione, non ha senso chiamare per la cura un ente esterno, perché primo non ci viene nessuno, non è che uno dalla Lombardia si inventa una comunità terapeutica e te la impianta nelle Marche, o tu mandi le persone in Lombardia, normalmente stai sul territorio anche perché non c’è solo quella, c’è la prevenzione, la conoscenza del soggetto, l’accompagnamento e, diciamolo, per tanti aspetti anche tanti buchi nel senso che siamo in una fase assolutamente nuova e sperimentale.
Quindi ha fatto l’Ati e non c’era da scegliere nessuno in regione, perché ha preso tutti gli enti accreditati che stanno in questo settore, che fanno riferimento a due federazioni, non ricordo i nomi, ma sono le due federazioni che associano tutti gli enti accreditati.
Il caso vuole che in questo intervento si siano trovati uno per ogni area vasta, quindi c’è anche una distribuzione territoriale, quindi per quello che mi riguarda nulla questio.
Lo dico per la tranquillità dei Consiglieri che hanno sollevato questa obiezione: noi non stiamo decidendo questo, noi stiamo decidendo i criteri in base ai quali questi enti accreditati, che hanno ricevuto i fondi, li debbono spendere, è chiaro il concetto? Noi non stiamo dando l’assegnazione, non stiamo facendo la scelta dei soggetti, noi stiamo dicendo che questi fondi devono essere spesi secondo questi criteri, altro la legge non dice e altro noi in questo atto non possiamo fare, tanto è vero, i Consiglieri lo ricorderanno, che rispetto ad alcuni ragionamenti iniziali tutti gli enti accreditati di questa compagine sono stati esclusi sia nella fase della programmazione, sia nella fase della verifica, su mia proposta. Lo ricorderanno i Commissari della IV Commissione, enti accreditati che normalmente partecipano a queste fasi per altre cose, ma essendo qui direttamente investiti con i fondi, è chiaro che chi esercita questa attività non può essere quello che se la programma, né tanto meno quello che va a controllare, quindi per una maggiore chiarezza e trasparenza lo dico, rispetto alla proposta originale che ricalcava una procedura ormai consolidata perché gli enti accreditati non solo ci aiutano nella gestione, ma ci aiutano anche nella programmazione e nella formazione.
Li abbiamo messi come soggetti attuatori, ma non nella fase di programmazione e nella fase di controllo; dentro questi comitati, che fanno la programmazione per la formazione ed il controllo finale ci stanno: gli ambiti territoriali sociali, i rappresentanti dei comuni e ci stanno i nostri dirigenti regionali sia della sanità che dei servizi sociali, quindi il massimo della correttezza della procedura è stato messo in atto.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Annuncio il mio voto favorevole; so che sono state mosse alcune considerazioni da parte di altri gruppi di minoranza.
Su alcuni aspetti credo si potranno anche valutare - credo che importante nel Piano sia proprio la valutazione - gli interventi previsti e fare in un momento successivo anche una valutazione effettiva se le risorse e le indicazioni che sono contenute nel Piano sono andate effettivamente a buon fine o meno.
Non mi sento di non dire che si potevano valutare alcune cose diversamente, il Piano è arrivato dalla Giunta, abbiamo cercato di apportare alcuni correttivi tenendo conto di alcuni paletti dati non solo dalle esigenze che venivano dallo Stato ma anche dall’esigenza di intervenire in un settore comunque difficile, sul quale gli uffici ed i settori preposti si muovono cercando di portare il meglio.
Tutto è migliorabile, ma annuncio un voto favorevole perché credo sia importante essere consequenziali rispetto a quella legge che abbiamo approvato e rispetto alla parte fondamentale che è quella di prendersi cura e farsi carico di chi cade in questo tipo di patologia con tutte le premesse che ho già fatto, con il problema della dicotomia di uno Stato che da una parte autorizza il gioco e dall’altra prevede le cure di chi scivola nella patologia.
Non prevedere un regolamento, che poi è una parte integrante della legge che abbiamo approvato all’unanimità, sarebbe aver fatto una norma e lasciarla cadere nel vuoto, che è quello che spesso succede alle leggi, non solo a livello locale, ma spesso anche a livello nazionale ed è quello che spesso noi contestiamo perché fatta la legge non ci sono poi i regolamenti attuativi, e quindi la norma rimane sulla carta.
Credo che sia importante che noi svolgiamo il nostro ruolo di Consiglieri e nel caso della minoranza, di controllori, per valutare se effettivamente queste politiche riusciranno a portare quei benefici che in un percorso lungo e complesso dovrebbero dare nelle fasce che noi abbiamo l’ambizione ed il dovere di tutelare, quelle più deboli.
Ribadisco un voto favorevole anche se ci sono alcune criticità ed alcuni aspetti che possono essere migliorati, reputo sia più importante però dare attuazione ad un Piano rispetto alla legge che tutti noi abbiamo voluto. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. Ribadisco che le giustificazioni che sono state date oggi in Aula non ci hanno convinto, anche se ci ha piacevolmente sorpreso lo scarica barile nei confronti della Giunta perché si è detto che l’atto, che secondo noi ha delle criticità, è stato redatto dalla Giunta. E' una delle osservazioni che non è stata chiarita dagli uffici competenti, resta il fatto che in questo documento programmatorio, che l’Assemblea legislativa va ad approvare, non era obbligatorio inserire quella postilla, quindi di fatto, purtroppo, pur condividendone i requisiti e le percentuali di assegnazione che sicuramente andranno a buon fine, e sicuramente andranno a degli enti che lo faranno con i migliori criteri possibili ..., nessuno ha detto di enti non sono stati inclusi in questa assegnazione, il problema è l’iter procedurale che abbiamo messo in discussione, quindi purtroppo non possiamo votare questa proposta per questo vizio che ho evidenziato.
Chiedo l’appello nominale anche a nome dei Consiglieri Maggi e Fabbri.

Proposta di atto amministrativo n. 42, così come emendata. La pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Pergolesi, Maggi e Fabbri.
Favorevoli: Biancani, Bora, Busilacchi, Carloni, Casini, Celani, Ceriscioli, Giacinti, Giancarli, Leonardi, Marconi, Marcozzi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Pieroni, Rapa, Sciapichetti, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa approva)

Interrogazione n. 450
ad iniziativa del Consigliere Talè
"Reparto di cardiochirurgia e cardiologia pediatrica - Ospedali riuniti Ancona: organizzazione del servizio dei tecnici perfusionisti"

Interrogazione n. 519
ad iniziativa del Consigliere Busilacchi
“Cardiochirurgia pediatrica”
(abbinate)
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 450 del Consigliere Talè e l’interrogazione n. 519 del Consigliere Busilacchi, abbinate.
Ha la parola, per la risposta, il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. Premesso che l’interrogazione ha un po’ di tempo, quindi in realtà le cose si sono anche svolte in questo anno, e premesso che ci sono stati risultati veramente eccellenti nelle Marche sia per la cardiochirurgia pediatrica che per quella adulti. Una crescita molto importante di un polo che era stato messo come simbolo della decadenza della sanità anconetana e marchigiana, oggi è un polo di eccellenza, perché prendendo il complesso degli interventi su adulti e bambini è fra le primissime strutture in Italia, sul podio fra le prime sia per quantità che per qualità di esiti, che in sanità spesso sono correlati.
L'attività di Cardiochirurgia Pediatrica in elezione continuerà ad essere svolta dai Perfusionisti del gruppo pediatrico, quindi le perfusioni sono fatte dai perfusionisti del gruppo pediatrico. La disposizione riguarda unicamente la reperibilità, caratterizzata da un numero estremamente basso di chiamate, con ampi margini per stabilire turni in grado di coniugare efficacia ed efficienza, come richiesto dal Direttore dell’unità operativa coinvolto direttamente al processo organizzativo nell'ambito delle linee strategiche aziendali. Infatti, l'attività della cardiochirurgia pediatrica e congenita è caratterizzata, pressoché totalmente, da interventi in elezione, cioè programmabili nell'ambito dell’attività diurna e feriale.
Dal 2012 è attivo un programma di formazione dei perfusionisti in entrambe le modalità di perfusione, come sottoscritto e condiviso con i Direttori. Si precisa inoltre che la formazione universitaria italiana dei perfusionisti non contempla figure professionali distinte per pazienti adulti e pediatrici.
Al servizio che già ha raggiunto livelli ottimali, è stata disposta l'assunzione di un nuovo perfusionista in modo da aumentare la "consistenza" del gruppo a 12 professionisti ed è stato dunque iniziato il processo di formazione, in accordo con il Piano di formazione aziendale. Tale sistema organizzativo, che garantisce una maggiore appropriatezza clinica e una corretta gestione delle risorse, prevede due gruppi di perfusionisti, formati in entrambe le modalità di perfusione, in modo da coprire adeguatamente le urgenze e assicurare la migliore competenza negli interventi elettivi, quindi si tiene insieme la necessità di coprire gli interventi elettivi, che sono la stragrande, se non la quasi totalità degli interventi con dei perfusionisti che facciano un numero adeguato di perfusioni in età pediatrica, ma in un gruppo che in termini di formazione ha interscambiabilità esattamente come prevedono i protocolli nazionali, con la qualità e la garanzia che tutti siano in grado di svolgere i compiti assegnati in un contesto, come dicevo prima, di cui noi possiamo essere orgogliosi, un vanto in termini di qualità. Se doveva essere il simbolo della decadenza, noi lo possiamo prendere come simbolo della qualità della sanità marchigiana.

Presidenza della Vicepresidente
Marzia Malaigia

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Talè.

Federico TALE’. Grazie Presidente. Ho presentato questa interrogazione a luglio, quindi è passato del tempo, nel frattempo mi è arrivato un messaggio, anche ieri, dal Prof. Pozzi, il primario della cardiochirurgia pediatrica, e ci tengo a dire che è un primario molto stimato.
La cardiochirurgia pediatrica di Ancona sta andando molto bene ed abbiamo una mobilità attiva verso quel reparto addirittura del 45%, quindi è una bella percentuale, dall’Abruzzo, dall’Umbria e soprattutto dal Molise.
Ci tengo anche a precisare che da quando c’è il Prof. Pozzi, e quindi dall’ottobre 2008 - prima del suo arrivo si facevano 70 interventi di cardiochirurgia pediatrica l’anno, con una mortalità dell’11% circa - non si fanno 70 ma 240 interventi l’anno con una mortalità dello 0,6%, quindi dall’11 siamo passati allo 0,6%.
Il Prof. Pozzi si sta, ecco perché ho fatto questa interrogazione, sono mesi, e il Presidente lo sa perché lo abbiamo accolto più volte anche nel suo ufficio, lamentando perché questa idea, questo progetto del Direttore Caporossi di unire i perfusionisti lo spaventa.
Unire i perfusionisti cosa significa? Intanto il perfusionista è colui che nella circolazione extracorporea gestisce questa operazione e le associazioni di perfusionisti di tutto il mondo ci dicono, ed il Prof. Pozzi mi ha passato tutte le pezze di appoggio, che fare l’attività di perfusionista su un bambino non è la stessa cosa che farla su un adulto. Un bambino, soprattutto un neonato, non è un adulto piccolo, ma è un’altra cosa per quanto riguarda questo tipo di operazione.
Quindi i perfusionisti che fanno questo tipo di mestiere, e lì nel reparto sono 4, debbono fare, almeno per mantenere la professionalità, 50 perfusioni l’anno. Abbiamo un totale di 240 interventi, 180 di interventi in circolazione extracorporea con 4 perfusionisti, questi perfusionisti riescono a rientrare a malapena nel numero minimo che è di 50, perché 180 diviso 4 fa 45.
Aumentando i perfusionisti come attualmente si sta facendo ..., lei Presidente ci ha detto che non avverrà, ma il Professore ieri mattina mi ha detto che se ne stanno preparando altri due, uno già sta operando ed il sesto è in procinto di farlo, arriveremo in tutto a 6 perfusionisti. 180 diviso 6 fa 30, quindi siamo tanto sotto il numero 50 per mantenere la professionalità.
L’appello che faccio, e da qui scaturisce l’interrogazione, è quello di mantenere questi 4 perfusionisti. Prima del dicembre 2016 si faceva tutto con 4 perfusionisti che coprivano anche tutte le reperibilità, con questo nuovo dispositivo del Direttore dell’Azienda Caporossi invece c’è l’intenzione di unire alcuni perfusionisti degli adulti con quelli della cardiochirurgia pediatrica.
Sono soddisfatto della sua risposta all’interrogazione, però, ahimè, quello che sta avvenendo nel reparto non è quello che ha detto, per ora sono 5 quelli autorizzati ad entrare in sala operatoria negli interventi con circolazione extracorporea e se ne sta preparando un sesto, quindi non va bene, come dice il Prof. Pozzi, anche perché nel messaggio che mi ha mandato, sono abbastanza allibito, c’è scritto che ha paura che possa succedere qualche inconveniente grave.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Grazie Presidente. Anch’io ho fatto un’interrogazione abbastanza simile a quella del Consigliere Talè, anche perché, al di là di condividere la stima verso il Prof. Pozzi, c’è stato il Comitato dei Genitori dei bambini che sono stati salvati dal Prof. Pozzi che ha fatto molto pubblicità su questa cosa.
Intanto dico una cosa positiva, per una volta abbiamo un comitato - solitamente i comitati nascono contro un servizio pubblico - a supporto del servizio pubblico, quindi intanto iniziamo a vedere il bicchiere mezzo pieno, abbiamo dei professionisti che operano nel nostro sistema sanitario regionale anche con delle posizioni di vertice che sono sostenuti da comitati di cittadini, questa è una cosa positiva.
Aggiungo una seconda cosa positiva sempre clinica, però più di natura politica, condivido la riflessione di fondo che ha fatto il Presidente Ceriscioli e cioè che noi abbiamo la necessità di sostenere sia la cardiochirurgia pediatrica, che negli ultimi anni con il Prof. Pozzi è diventata un’eccellenza europea, che quella per gli adulti, e questa è una operazione più recente. Quindi condivido questo obiettivo.
Bisogna stare attenti, è questo l’aspetto che ha motivato l’interrogazione, che è abbastanza tecnico per questa singola specificità, che la riorganizzazione dei due servizi non trovi dei singoli punti che possano essere in contrasto tra loro. La situazione dei perfusionisti, che adesso è stata illustrata dal Consigliere Talè, è un po’ il punto perché fondamentalmente qui per la prima volta non si chiede più personale, ma paradossalmente meno personale, perché come è stato ricordato i perfusionisti pediatrici hanno bisogno per mantenere la loro professionalità facendo un numero minimo di interventi, quindi il rischio qual è? E’ che se si fa un’organizzazione unica dove tutti fanno un po’ tutto, non viene garantito il numero minimo di interventi.
Mi associo alla richiesta di vigilare su questo aspetto, so che il Presidente lo farà anche come Assessore perché abbiamo a cuore, lui ha a cuore, la Giunta ha a cuore, le eccellenze che abbiamo. In realtà purtroppo nell’ultimo periodo, era anche citato nella mia interrogazione, anche altri servizi di supporto a quel reparto sono diminuiti, quelli psicologici, quelli della clown terapia, so che sono in una fase di tagli, si guarda più all’aspetto clinico che non a quello del supporto psicologico, però per il paziente bambino anche quello è importante. Quindi credo che sia utile che ci siano delle rassicurazioni che questo reparto, che questo servizio, possa continuare ad avere la qualità che ha, anche quando il dott. Pozzi se ne sarà andato, perché stiamo parlando di un grande professionista che è nella fase di avvicinamento alla pensione. Anche lui è preoccupato per il futuro, ogni professionista che raggiunge quelle posizioni di vertice ha interesse a costruire una scuola, ad avere delle radici profonde, garantire che questo servizio, con tutte le esigenze che ha, venga mantenuto secondo alti standard, ed è il metodo perché anche l’eccellenza del Prof. Pozzi possa avere una continuazione con i suoi allievi.

Interrogazione n. 453
ad iniziativa della Consigliera Marcozzi
"Reparto ortopedia ospedale di Camerino"
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 453 della Consigliera Marcozzi.
Ha la parola, per la risposta, il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. Grazie Presidente. Non so di quando è l’interrogazione, però alcuni fatti si sono verificati.
C’era una preoccupazione intorno al reparto di ortopedia di Camerino, nel frattempo è stato fatto il bando ed il concorso per il nuovo primario, il nuovo primario si è insediato, la specialità di ortopedia non è stata messa in discussione anche perché in realtà è uno dei settori dove abbiamo più mobilità passiva, quindi c’è proprio la necessità.
Nell'interrogazione si chiedeva, avendo più ortopedie, se sarebbe rimasta l’ortopedia di Camerino. Era una delle domande. Fatto il primario si tolgono molti dei dubbi presenti nell’interrogazione, che quindi riceve una risposta positiva nel fatto che si continua ad investire, a mettere risorse, a ridare una guida a quella struttura che manterrà la sua funzionalità.
Anche una recente assemblea dei Sindaci dell’area vasta ha confermato come primo punto quello del mantenimento delle attività nella struttura di Camerino, coerentemente poi le cose vengono organizzate in modo che la struttura possa continuare ad offrire i servizi, oltretutto in una realtà ed in una comunità che sappiamo bene essere fra le più duramente colpite dal sisma, che vede proprio nell’ospedale uno dei pochi baluardi pubblici che ha retto, un punto di riferimento importante, quindi non ci saranno modificazioni, anzi si continua ad investire e ad accrescere questi reparti.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Ho già parlato con il Sindaco Pasqui, questa interrogazione è del 10 luglio, c’è stata la Conferenza dei Sindaci dove è stata ribadita la potenzialità dell’ospedalità di Camerino, il Sindaco però ribadisce che, è stato detto nella Conferenza dei Sindaci, ad oggi l’ospedale c’è, ma non è stato ancora potenziato, quindi lui auspica che in futuro questo potenziamento possa avvenire, proprio perché Camerino è stata veramente devastata dal terremoto. Grazie.

Interrogazione n. 470
ad iniziativa della Consigliera Leonardi
"Area vasta 5 - Affidamento servizio di assistenza infermieristica ed alla persona presso le strutture Rsa ed Rp di Ascoli Piceno e di Acquasanta Terme. Ipotesi di interposizione illecita di manodopera"
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 470 della Consigliera Leonardi.
Ha la parola, per la risposta, il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. La relazione risponde che non si configura l’ipotesi fatta dalla Consigliera Leonardi. Anche la condotta degli operatori sanitari dell’Asur è stata motivata dalle esigenze di controllo della corretta esecuzione dell’appalto e dall’intento di richiamare periodicamente l’appaltatore agli adempimenti posti a tutela dei soggetti fragili, quali sono gli utenti di Rsa e Rp.
Questa attività di controllo non va confusa con attività diverse che non vengono evidentemente svolte.
Gli interventi posti in essere dall’Asur non sono mai consistiti in convocazioni di riunioni, in disposizioni o richiami diretti da parte della coordinazione infermieristica al personale del Consorzio, ma si è agito sempre con il coinvolgimento diretto attraverso comunicazioni al CdA del soggetto esecutore del servizio. L’interlocutore dell’Asur è chi deve mettere in atto e dare esecuzione al contratto, ovvero il Consiglio di Amministrazione del Consorzio che ha vinto la gara.
Per le cose dette non si configura l’interposizione illecita di manodopera proprio perché la procedura di gara condotta dall’Asur, quale stazione appaltante, è stata indetta e svolta nel rispetto della normativa nazionale in materia di appalti, nonché degli atti amministrativi regionali che regolamentano lo specifico settore.
Si precisa che le modalità di controllo dell’appalto in essere, attuate dall’amministrazione attraverso i suoi operatori sanitari, non contengono alcun presupposto per ipotizzare l’interposizione illecita di manodopera. Quindi sia nei comportamenti, sia nell’impostazione di gara, entrambi conformati a quelle che sono le leggi a disposizione, questo tipo di rischio che veniva segnalato dalla Consigliera Leonardi non si configura.
Le consegno la copia che dà in dettaglio anche atti e riferimenti normativi rispetto ai quali sono state fatte le azioni che non ho citato per non appesantire la narrazione.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Devo dire che mi sono fatta carico di avere una risposta rispetto ad una nota che era già stata inviata sia al Presidente della Giunta regionale che ai Direttori generali sanitari dell’Asur dell’Area vasta 5 in merito a questa situazione.
E’ evidente dalle parole del Presidente qual è la posizione dell’Asur e devo dire che difficilmente avrei immaginato una risposta differente. So anche che la questione è stata portata all’attenzione della Corte dei Conti e quindi sicuramente ci sono anche passaggi da parte della Corte dei Conti.
Quello che mi premeva in questo senso …, devo dire che attraverso questa interrogazione non si è giunti ad una conclusione, ma semplicemente ad una risposta, ad una presa di posizione rispetto alla tematica da parte dell’Asur.
Ora è difficile valutare, confutare la veridicità di quanto dichiarato, è pur vero che nelle note che sono state espresse, che hanno dato avvio a questa interrogazione, e che sono arrivate anche a voi, i punti rilevati erano altri. Forse c’è un confine sottile che certamente chi reputa di vedere un proprio diritto bypassato porterà avanti. L’interesse è anche quello di fare chiarezza rispetto a dei lavoratori e rispetto anche al servizio che viene offerto a queste persone.
Non posso dirmi totalmente soddisfatta perché c’è una difficoltà oggettiva nel valutare la presa di posizione dell’Asur.

Interrogazione n. 487
ad iniziativa del Consigliere Maggi
“Presentazione progetti esecutivi per le scuole colpite dal sisma ed inserite nell’Allegato 1 all’ordinanza n. 33 dell’11 luglio 2017”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 487 del Consigliere Maggi.
Ha la parola, per la risposta, il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. In riferimento al tema dell’interrogazione, noi abbiamo applicato, rispetto alla normativa, il decreto legge 189/2016, quella parte dell’articolo 14, comma 4, che individua come soggetti esecutori dell’intervento i Comuni, le Unioni dei Comuni, le Unioni Montane e le Province interessate. Se la scuola è di proprietà della Provincia la Provincia, se è di proprietà del Comune il Comune, se è di proprietà dell’Unione Montana l’Unione Montana, quindi i soggetti che promuovono e portano avanti la parte esecutiva della realizzazione delle scuole sono i titolari della proprietà della scuola e del ruolo rispetto a quella scuola.
Ci è sembrata l’impostazione più sana, perché così andiamo a distribuire il carico di lavoro su più soggetti, una volta acquisita la loro disponibilità a farlo, preventiva, questo è stato fatto nel mese di giugno, sia perché è più efficace, chi sta sul territorio, chi vuole ricostruire il proprio territorio, chi vuole sistemare la propria scuola, è quello più motivato nell’eseguire il percorso amministrativo necessario al raggiungimento dello scopo.
Ad oggi hanno nominato un Rup, hanno predisposto gli studi di fattibilità tecnico-economica preliminari agli incarichi di progettazione, attivato le procedure per l’acquisizione delle aree, perché non sempre le aree erano di proprietà pubblica, nella delocalizzazione si è andati anche verso aree private, predisposti tutti gli atti propedeutici le procedure di affidamento dei servizi di ingegneria e individuate le centrali di committenza per espletare l’affidamento dei servizi di ingegneria. Gran parte di questi enti ha sviluppato questi 5 punti che sono i punti preliminari per arrivare al vero e proprio affidamento dell’incarico di progetto e alla realizzazione del lavoro.
In questo momento c’è anche una situazione di attesa rispetto alla finanziaria e al collegato perché si spera in ulteriori semplificazioni. Oggi di fatto, avete sentito l’elenco delle attività, sono attività assolutamente ordinarie, l’utilizzo di strumenti ordinari per poter operare e quindi ordinariamente si procede con determinati passaggi burocratici e tempi.
C’è una fase di attesa per vedere se la finanziaria e il collegato possono contenere strumenti di semplificazione. Noi a più riprese abbiamo segnalato il fatto che con gli strumenti ordinari difficilmente si riesce a gestire una situazione straordinaria, perché non si tratta di fare un’opera in un contesto dove è tutto a posto, ci sistemiamo la scuola, è un contesto molto rotto nel quale dobbiamo sistemare la scuola, dobbiamo recuperare vivibilità, dobbiamo sistemare l’opera pubblica.
Noi speriamo che ci sia risposta agli emendamenti che abbiamo promosso ed inviato a tutti i Parlamentari, almeno questo è stato il modo di operare fino ad oggi affinché chiunque possa procedere verso strumenti di semplificazione che permettano in ogni passaggio, che prevede oggi la normativa molto garantista e complessa del codice degli appalti o degli strumenti che presiedono il percorso degli appalti, di poter avere delle ragionevoli semplificazioni in forza del fatto che siamo in una condizione assolutamente straordinaria.
Al momento si procede con pratica ordinaria. Stanno seguendo in maniera rigorosa tutti i passaggi, l’unica cosa straordinaria sarebbe riuscire a farlo in 120 giorni perché ordinariamente su complessi che normalmente superano i 40 mila euro di soldi di affidamento diretto, nel momento in cui non si può spezzettare il percorso progettuale, con i tempi ordinari si va oltre i 120 giorni indicati nell’ordinanza, come se l’ordinanza indicasse tempi straordinari con strumenti ordinari. La cosa è molto complessa. Comunque l’atteggiamento è questo, sono stati fatti tutti i passi preliminari necessari, attendo di vedere se ci sono semplificazioni che permettano di gestire i passaggi ulteriori in modo più rapido, se non ci dovessero essere ognuno procederà rigorosamente nel rispetto delle leggi con gli strumenti ordinari di cui ha piena disponibilità e possibilità di attuare.
Questa è la fotografia rispetto all’interrogazione del Consigliere Maggi.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Grazie Presidente della risposta o meglio della non risposta di cui mi ritengo completamente insoddisfatto.
Lei dice c’è un’ordinanza, la n. 33/2017, che dice che entro 120 giorni dalla sua entrata in vigore devono essere fatti i progetti esecutivi, quindi se questa cosa è una chimera e non poteva essere nella pratica realizzata, perché avete sottostato a questo ennesimo spot di propaganda visto che nei 120 giorni era impossibile farlo?
Lei non mi ha dato nessuna risposta ha detto: “Vedremo, andremo, faremo”, è un condizionale continuo, per cui questi 140 milioni mi sembra che ancora stiano fluttuando, i progetti per le scuole non ci sono, comunque nella coerenza del ritardo del terremoto, siete coerenti nel ritardo complessivo del terremoto, solo che in questo caso si tratta di strutture così delicate, le scuole, visto che ci vanno i nostri figli, i nostri nipoti.
Sono insoddisfatto e la ringrazio per la mia insoddisfazione che procurerà conseguenze al mio stato psico-fisico.

Interrogazione n. 480
ad iniziativa del Consigliere Giancarli
“Revoca contributo per la realizzazione dell’immobile di edilizia agevolata convenzionata nel Comune di Jesi”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 480 del Consigliere Giancarli.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Casini.

Anna CASINI. Primo punto. Si conferma che la Regione Marche con nota prot. n. 78172 del 3 giugno 2014 aveva invitato il Comune di Jesi a revocare l'ultimo provvedimento di proroga del 6 maggio 2014, per inizio lavori dell'intervento di edilizia residenziale agevolata convenzionata in Via dei Tessitori a Jesi che prevedeva la costruzione di un immobile di sette piani e trenta alloggi, e ad avviare il provvedimento di restituzione del contributo.
Successivamente in data 24 giugno 2014 si era svolto presso la sede della Regione Marche un incontro chiarificatore alla presenza dell'allora Assessore regionale competente, dei rappresentanti di Comune di Jesi, Erap e Provincia di Ancona che aveva portato alla decisione di non revocare il finanziamento di 1.950.000 euro.
Le motivazioni che avevano portato a tale decisione sono state poi dettagliate dalla Provincia di Ancona in una nota inviata il 25 luglio 2014 e sono le seguenti:
• l'intervento era già stato avviato dall'Erap Marche presidio di Ancona nell'anno 2010 mediante la predisposizione del progetto preliminare;
• l'Erap, individuato quale soggetto attuatore a seguito di procedura di evidenza pubblica, aveva già provveduto all'acquisizione dell'area di intervento per un importo di circa 1 milione di euro a valere sul contributo concesso dal Comune di Jesi;
• risultava conclusa la procedura di autorizzazione allo scomputo delle opere di spostamento della condotta sottostante.
Pertanto nel caso di specie non ricorrevano i presupposti di cui all'articolo 15, comma 3, della legge regionale 32/2013 visto che l'utilizzo delle risorse assegnate poteva dirsi già avvenuto fin dal 2010.
Per inciso si ricorda che la disposizione dell'articolo 15, comma 3, della legge regionale 32/2013 non parla di “inizio dei lavori”, ma di utilizzo delle risorse assegnate "in tutto o in parte, entro i termini stabiliti dai singoli provvedimenti di concessione o di proroga".
Da informazioni assunte presso il Comune di Jesi, risulta che I'Erap Marche abbia ritirato il permesso di costruire in data 31 ottobre 2017.
L'avvenuto rilascio del permesso di costruire sta a significare la permanenza dell'interesse e delle condizioni di fattibilità dell'intervento, per cui non sussistono i presupposti neppure per una revoca ai sensi della delibera 55/2007 (Piano casa regionale).
Secondo punto. Il Servizio non ritiene opportuno effettuare ulteriori approfondimenti in merito alla revoca del finanziamento in questione, come evidenziato nella risposta al precedente punto.
Terzo punto. L'adozione di misure per la riqualificazione dell'area sotto il profilo sociale, urbanistico, architettonico ed ambientale è di competenza dell'Amministrazione comunale.
Per riassumere non ci sono competenze della Regione per le questioni che lei ha segnalato.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente. Ringrazio l’Assessore Casini e sono contento che sia stata lei a rispondermi perché conosco la sua onestà intellettuale ed anche la sua competenza, in questi anni ho avuto modo di conoscerla. Perché dico queste cose? Perché io sono per rilanciare, non io, ma c’è un’esigenza a mio avviso della città, e quindi concluderò questo mio brevissimo intervento con una richiesta.
Intanto chiarisco che non sono per sottrarre risorse alla città di Jesi, anzi, non soltanto questo finanziamento può essere destinato per interventi di carattere residenziale pubblico alla città ma, tanto più se si dovesse realizzare questo intervento, c’è la necessità di intervenire reperendo risorse perché l’obiettivo era ed è la riqualificazione di quel quartiere.
Brevemente, qui siamo in presenza di un progetto che si è sviluppato tanto tempo fa, addirittura è partito negli anni 2000, e puntava ad una riqualificazione di un’area della città di Jesi, nel quartiere di San Giuseppe. In merito c’è stato anche un Piano di recupero, c’è stata una variante al Piano regolatore, c’era una società di trasformazione urbana che doveva realizzare questi interventi, ovvero c’erano 8 comparti e nel comparto di cui stiamo parlando non era prevista soltanto la realizzazione di questo edificio di 7 piani, ma era previsto un attraversamento pedonale sul torrente Granita, parcheggi interrati per 140 posti, una risistemazione del verde e degli spazi aperti, la ristrutturazione di una vecchia casa colonica da adibire a centro per lo studio delle tematiche ambientali e così via.
Per questo sono contento che sia stata lei a rispondermi, erano previsti 8 comparti, in questo comparto erano previste tantissime cose, oggi noi una conclusione possiamo farla, so che lei si rende perfettamente conto, erano previste tantissime azioni, tantissimi interventi, tantissime opere, tantissimi investimenti, si realizza soltanto questo edificio, quindi un primo punto politico credo che non possiamo non coglierlo, ma lei lo coglie prima di me perché ha competenza, ha operato ed opera nel settore, ovvero una sconfitta secca, precisa forte, una grande sconfitta della pianificazione, della programmazione, delle scelte, degli indirizzi, cioè di tutto quello che un Consiglio comunale, i cittadini ..., tra l’altro ci sono state osservazioni, anche gli strumenti urbanistici in merito, adesso la sto facendo lunga, ma il punto è la sconfitta della pianificazione.
Di tutto questo si realizza soltanto … e qual è il punto? Poi ci sono stati interventi nel corso degli anni, la cosa che più stupisce sono le infinite proroghe per dilazionare l’inizio dei lavori e questo è un aspetto su cui credo dobbiamo riflettere.
Lei ha ripercorso, giustamente, l'anno 2014 ed quello su cui di fatto dobbiamo riflettere maggiormente, fermo restando che era un lavoro iniziato tanti anni fa di pianificazione, anche quando il dirigente chiede la revoca del finanziamento, alla richiesta del dirigente non si risponde con lo stesso strumento, con una lettera dicendo: “Carissimo architetto, lei si è sbagliato”, ma si risponde con una riunione.
A me questo dal punto di vista del diritto, del percorso, mi lascia perplesso, perché se uno scrive una lettera si risponde con una lettera, però questo lasciamolo stare.
Assessore, quello che voglio dire è che io come lei ho piena fiducia nei servizi, ho piena fiducia nell’Erap, mi fido, sono abituato a fidarmi, però proprio perché la storia è lunga, proprio perché gli atti sono un’infinità, proprio perché le scelte politiche che sono state compiute erano dentro un contesto anche storico completamente diverso ..., oggi tra l’altro siamo in presenza non soltanto di una mobilitazione, di associazioni democratiche che si stanno organizzando, che si sono organizzate, che hanno organizzato alcuni giorni fa anche un momento di festa, perché siamo in presenza di proposte serie, alternative rispetto al progetto, approfondite con uno spirito molto costruttivo, in termini pacati, quindi di fronte a tutto questo, di fronte al fatto, è stato annunciato, che ci sono ricorsi, sono in atto sul Piano amministrativo, sul Piano della giustizia amministrativa, i legali sono stati interessati, un’istituzione importante come la nostra sta da una sola parte, quindi dalla parte dei cittadini, dalla parte della comunità, dalla parte del diritto, dalla parte della ragione intesa come scelta anche di civiltà, di fronte a tutto ciò, Assessore, io chiedo: bene, fidiamoci dei servizi ma prima di dare altre risposte o magari di doverci organizzare per altri atti o per altri momenti, visto che ci abbiamo uffici legali importanti come Giunta, come Consiglio, non facciamo fare una verifica di questi atti, questo serve per dare certezza alla Regione, certezza alla città di Jesi, certezza ai cittadini.
Assessore comunque la ringrazio perché oltre alla risposta, so anche con quale sensibilità ha vissuto e vive questa vicenda, però all’inizio ho detto che sono per “rilanciare”, colgo la sua curiosità intellettuale e dentro la sua curiosità intellettuale mi infilo per dire: facciamo una ulteriore verifica.

Interrogazione n. 462
ad iniziativa del Consigliere Bisonni
"Formazione delle classi nelle scuole nei comuni del cratere"
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 462 del Consigliere Bisonni.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Bravi.

Loretta BRAVI. Grazie Presidente. Intanto Consigliere la ringrazio di questa interrogazione perché mi permette di fare luce in Consiglio su tutta quella che è stata la trafila delle scuole del cratere, che non è stata semplice.
Innanzitutto sappiamo che il Miur con il decreto n. 636/2017 “Disposizioni urgenti per la crescita nel Mezzogiorno” ha avviato un processo secondo il quale è stato previsto un organico docenti e Ata per le scuole del cratere per un ammontare finanziario mensile di 344.773 euro, questa è la somma che è stata aggiunta.
Questo ha voluto dire un impegno molto forte ed oso dire oneroso per dialogare con l’Ufficio scolastico regionale, con i Sindaci e con le parti sociali, al fine di addivenire ad una risposta al fabbisogno che fosse la più attinente alla realtà.
Infatti mi permetto poi di consegnarle quali sono stati i criteri che hanno permesso questo riparto, sono 7 e ad ognuno è stato dato un peso diverso. Il peso più grande che abbiamo voluto dare è stato quello di mantenere i presidi nel territorio, anche piccolissimi, quindi il primo criterio era quello base che dava la linea della progettualità, dopodiché gli incontri sono stati molteplici e si è giunti al decreto 1100 del 14 settembre con il quale sono stati istituiti 95 posti ATA, 57,2 posti per il personale docente e siamo giunti alla spesa di 322 mila euro.
Quindi diciamo che è rimasto un piccolo tesoretto ed insieme al Presidente, 20 giorni fa, forse un mese, abbiamo chiesto al Direttore dell’Ufficio scolastico regionale di metterci mano, di non lasciarlo lì e di usarlo tutto perché penso che non sia proprio il caso di rimandare indietro un tesoretto, fosse anche un euro.
L’avevamo lasciato in una misura di 3/4 docenti per l’evenienza del ritorno dei bambini nelle zone del sisma, si sono individuate 2/3 priorità - poi semmai gliele posso far vedere - quindi l’aspetto oggi alle 15,00 per questa deroga ed usiamo tutto il cosiddetto tesoretto.
Questo è quanto, le allego anche la tabella del riparto dove questi Ata e questi docenti sono stati impiegati. Passiamo da Serra San Quirico e giungiamo a Comunanza, Camerino, Cingoli, le do anche questo così lei ha la matematica di quello che sto dicendo.
Vorrei però concludere con una osservazione, questo vale per un anno, anche se la sua interrogazione chiede anche quale sarà il futuro. Il futuro di queste aree interne è un po’ a rischio, e guardo anche il Consigliere Traversini con il quale ragioniamo spesso delle aree interne, quindi dobbiamo fare in modo che questo materiale umano, capitale umano che viene dato non se ne ritorni via nel giro di un anno. Questo sarà il nostro scopo, però vorrei chiudere con un atto di onestà che è questo: mi auguro che i Sindaci abbiano lavorato bene, perché dico questo? Perché noi abbiamo cercato di mantenere tutti i presidi, ma dove ci sono due bambini, tre bambini sarà dura al di là del fatto del terremoto.
Questo ad onor del vero lo voglio dire perché in certi casi si pone un accorpamento. E' fisiologico e naturale, per ora abbiamo salvaguardato tutti i Comuni, anche quelli con pochi bambini.
Questo decreto non so se ha soddisfatto tutte le esigenze, ci è sembrato di si, perché alcune richieste avanzate non erano legittime e non si può “cavalcare” il terremoto per fare richieste che non hanno senso.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Ringrazio l’Assessore per la risposta molto completa ed esaustiva, adesso chiederò le copie.
Mi sembra che l’azione che è stata messa in piedi sia da apprezzare e penso di aver inteso tra le righe, anche se l’Assessore non lo ha detto in maniera esplicita, che nessun insegnante ha perso il posto o è stato rimosso. La preoccupazione era proprio questa: che nelle aree colpite dal sisma prima di tutto si perdessero delle classi poi ovviamente anche i posti di lavoro.
Mi sembra che l’azione che avete messo in piedi sia da apprezzare, vorrei capire questa ulteriore cosa.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Bravi.

Loretta BRAVI. Guardi, una settimana fa, ho ricevuto il Direttore dell’Ufficio scolastico perché mi sono arrivate due e-mail di due insegnanti che vivevano in un posto, sono stati trasferite in un altro e con questo decreto non sono tornate nei loro Paesi, ma restano lontano. Ho fatto presenti le due questioni scrivendo alle due maestre, non era compito nostro, dicendo che avevamo inviato tutto all’Ufficio scolastico. Oggi quando lo incontro, ho visto lei mi sono tornate in mente, chiederò di queste due docenti che a me risultano far parte del vecchio algoritmo vivi ad Enna e ti mando a Trento, una cosa abbastanza pesante.
Invece la perdita di classi non c’è, oso dire che c’è qualcosa di più, lo sdoppiamento di alcune classi che in tempi normali non sarebbero state sdoppiate.

Presiede il Presidente
Antonio Mastrovincenzo

Sull'ordine del giorno

PRESIDENTE. Come da accordi presi durante la riunione dei Capigruppo, se rientrano i Consiglieri, direi di andare avanti con le mozioni a meno che l’Assessore Casini che dopo dovrà allontanarsi …, l’Assessore Sciapichetti continuerà ad essere presente in Aula e, come da accordo con i Capigruppo, le interrogazioni slitteranno a dopo, se l’Assessore Casini invece è disponibile a rispondere possiamo …
A questo punto riprendiamo con le mozioni.

Mozione n. 203
ad iniziativa dei Consiglieri Fabbri, Giorgini, Maggi, Pergolesi
“Implementazione di una organizzazione policentrica delle strutture ospedaliere pubbliche della provincia di Pesaro e Urbino”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 203 dei Consiglieri Fabbri, Giorgini, Maggi, Pergolesi.
Ha la parola, per l'illustrazione, il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Erroneamente è stato messo Giorgini come primo firmatario, ma essendo la mozione puntata sulla provincia di Pesaro-Urbino per l’organizzazione policentrica delle strutture ospedaliere il primo firmatario sono io.
Chiedo al Presidente di verificare se il Presidente Ceriscioli riesce ad entrare in Aula perché sarei ben contento se mi ascoltasse …

PRESIDENTE. Altrimenti la rinviamo?

Piergiorgio FABBRI. No, non la rinviamo perché è datata 15 dicembre 2016, parliamo già di ben 11 mesi fa, purtroppo è ancora pienamente valida perché i cittadini quotidianamente toccano con mano il fatto che la gestione sanitaria di questa Giunta è fallimentare, a partire dalla famosa delibera 735 del 2013 che è stata poi bovinamente applicata nella nostra regione e soprattutto nella nostra provincia per proseguire con le delibere nn. 1118 e 139.
Noi abbiamo una situazione provinciale pesantissima, abbiamo 2,7 posti letto per acuti ogni 1.000 abitanti, al posto di 3,7 che dovrebbe essere il limite indicato dal decreto Balduzzi, quindi nella nostra provincia abbiamo 360 posti letto in meno, questo determina una mobilità passiva che oscilla tra i 30 e i 40 milioni perché chiaramente siamo sguarniti di strutture.
Poi per farlo apposta ci sono gli ospedali dell’entroterra, 13 a livello marchigiano 3 nella nostra provincia, che sono stati via via declassati a casa della salute e ad ospedali di comunità, è rimasto soltanto il nome “ospedale”, ma i servizi sono assenti, i pronto soccorso sono diventati punti di primo intervento e poi sono scemati anche questi, in queste strutture sanitarie sono rimaste le cure intermedie che non soddisfano assolutamente la domanda di salute dei cittadini.
Le liste di attesa, altro obiettivo principale che si era dato questa Giunta, non sono diminuite, non si sono accorciate.
Anche la gestione del Cup è molto discutibile, parliamo di industria 4.0 e ancora abbiamo bisogno del centro unico che mi dice dove c’è il posto per andare a fare la diagnostica, e ci sono dubbi sul fatto che il cittadino di Pesaro venga trasferito a Fano, quello di Fano a Pesaro, da Urbino bisogna spostarsi a Pergola, Sassocorvaro, a Civitanova, a Senigallia per fare della diagnostica, sembra che ci sia purtroppo un disegno per creare difficoltà.
Detto questo, cosa molto grave, abbiamo i due ospedali dell’interno della provincia in difficoltà, Urbino è intasato, non è sufficiente ampliare il pronto soccorso di una stanza per dire che l’ospedale di Urbino ha ripreso la sua funzionalità, anche quello di Pergola è in difficoltà, abbiamo l’ospedale di Fano che è in netto declino, si è parlato di una clinica privata a Chiaruccia, abbiamo chiesto con un accesso agli atti di sapere qual era il progetto di questa clinica privata. Non c’è il progetto, allora cosa andate parlando sui giornali?
Abbiamo chiesto di vedere il progetto dell’ospedale unico di Muraglia, ci è stato risposto che siccome ancora non si è deciso se questo progetto è effettivamente utile non ci è dato vederlo, questa cosa non è accettabile, andremo a fondo. Il progetto di Muraglia lo vogliamo assolutamente vedere, come è nostro diritto.
Sull’assistenza territoriale, che non è stata assolutamente potenziata, siamo alla sbarra, ai blocchi di partenza rispetto a tanti anni fa. Il Piano sanitario è fermo al 2014.
Ogni febbraio era prevista una relazione sullo stato di attuazione del Piano sanitario, relazione che non è stata fatta fino al 2014, alla mia interrogazione è stato risposto che la relazione del 2015 sarebbe stata disponibile a fine settembre scorso. Adesso ho ripresentato una nuova interrogazione chiedendo di vedere questa famosa relazione sullo stato di attuazione del Piano sanitario ed anche quella relativa al 2016 oltre che quella del 2015 perché ormai è passato un altro anno.
Questa Giunta sta provando a distruggere la nostra sanità, abbiamo troppo personale negli uffici, troppo poco nelle corsie, i cittadini, soprattutto nell’entroterra, vivono sulla propria pelle i disagi di questa mala gestione, che scontenta tutti. Ci sono centinaia di articoli sui giornali in questi mesi in cui i sindacati, i cittadini, i movimenti, i Sindaci riuniti in area vasta, a decine, si lamentano di questa gestione, siamo arrivati a metà mandato Ceriscioli e ancora il buio è fitto sulla questione sanità.
E’ chiaro che le basi sono sbagliate, è chiaro che questa gestione non ha polso rispetto al pubblico, vuole incentivare il privato, è chiaro che la riforma sanitaria va partecipata con i territori.
A questo punto la mozione chiede di avviare questo percorso e di ripristinare un’organizzazione policentrica, come gli anni scorsi era in atto, chiede che gli ospedali dell’entroterra siano almeno assunti a livello di ospedale di base, secondo i dettami del Balduzzi a cui ci possiamo facilmente riadattare, considerato che altre regioni hanno implementato questa riforma in maniera completamente differente dalla nostra, senza creare questi scompensi.
Abbiamo l’elisoccorso che è in ritardo nel suo potenziamento e di notte ancora non vola. Ci sono piste non adeguate e se sono adeguate non ci atterra e non viene dislocato l’elicottero. Abbiamo la confusione di questi giorni in cui un gestore di ambulanze si è ritirato, la Croce Rossa ha preso il posto, utilizza i volontari, sta riassorbendo i vecchi addetti, eccetera. Non c’è un aspetto nella gestione sanitaria che sia degno di questo nome, questa Giunta è completamente allo sbando.
Prova ne è che questa mozione di 11 mesi fa è tuttora valida. Quindi noi chiediamo con forza ai Consiglieri di non rendersi complici di questa cattiva gestione della Giunta e vogliamo impegnarla a riequilibrare sul territorio i servizi sanitari. Lo sanno bene i Consiglieri dell’entroterra che molto spesso non hanno il coraggio di intervenire alle assemblee pubbliche, che tacciono anche sui giornali per mesi, perché la situazione è insostenibile.
La mia denuncia è fatta con forza, si pensi all’ultima trovata della Giunta che con la proposta di legge n. 145 voleva andare in deroga su quattro punti, la normativa nazionale sulla sperimentazione dei privati, dando potere di prelazione, dando sperimentazioni per 6 anni, anziché per 3 anni.
Fortunatamente abbiamo esplicitato questo giochetto e la proposta di legge è rientrata in Commissione ed è rientrata in seno alla Giunta, guai se verrà ripresentata nei termini che noi denunciamo.
Detto questo, il dispositivo della mozione è molto chiaro, così non si può più andare avanti, bisogna impegnarsi affinché i cittadini dell’entroterra siano trattati dal punto di vista sanitario esattamente come quelli della costa, quelli della costa che hanno ancora la possibilità di usufruire di un ospedale in pieno funzionamento perché i fanesi, come già si è discusso, non hanno più i servizi che avevano una volta.
Ripeto, cari amici Consiglieri, non siate colpevoli insieme alla Giunta di questa gestione che ormai è fallimentare, quindi chiedo ed auspico che il dispositivo di questa mozione venga approvato.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Urbinati.

Fabio URBINATI. Grazie Presidente. Intervengo su una mozione molto specifica che riguarda un territorio della regione Marche, che è il territorio della provincia di Pesaro, ma è una mozione che in tutte le declinazioni con cui l’ha presentata il Consigliere Fabbri può essere espressione di tutti i territori, non nel senso in cui l'ha annunciato il Consigliere Fabbri, ma le questioni indicate dalla mozione sono comuni a tutti i territori della regione Marche.
Dovrei dire che questa mozione non è accoglibile anche perché ciò che chiede è contro il decreto Balduzzi che, come sappiamo noi oggi, disciplina la sanità su tutti quanti i territori.
Potrei dire, provenendo da un territorio a sud della regione Marche, che quello che è stato fatto in provincia di Pesaro, quella applicazione della riforma, nel mio territorio è stato fatto ancora prima del decreto Balduzzi, con la chiusura degli ospedali di Montefiore, Offida e Ripatransone. Ricordo che ci furono parecchie polemiche, c’erano anche i toni che ha usato il Consigliere Fabbri, ma si applicano le riforme affinché il percorso sia migliorativo.
Oggi il decreto Balduzzi dice con chiarezza i bacini di utenza di riferimento, è chiaro che tutto va fatto in senso migliorativo, noi siamo proprio nel bel mezzo di una riforma sanitaria, una riforma su cui la Regione già molti anni fa doveva mettere mano e lo abbiamo fatto noi, sin dal primo giorno del nostro insediamento.
Noi stiamo perseguendo un obiettivo che credo sia migliorativo della sanità marchigiana che presenta, questo riconosciamolo, delle grandi punte di eccellenza in tutta la regione. Il decreto Balduzzi oggi disciplina in maniera chiara ed inequivocabile dove vanno gli ospedali di primo e secondo livello, dove vanno gli ospedali di base e come viene riorganizzata la sanità su tutto il territorio, attraverso gli ospedali di comunità e attraverso le case della salute.
Capisco che alla fine qualcuno cerchi di andare dietro alle istanze di alcune associazioni, di alcuni movimenti o di alcune forze politiche. Ad esempio io mi trovo a confrontarmi nella mia città con chi raccoglie le firme per chiudere o meno un ospedale, sarebbe come dire se vogliamo la pace o la guerra, credo che sia più o meno la stessa cosa.
Quindi ritengo che per i riferimenti normativi non corretti e non più applicabili questa mozione non possa essere votata. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Grazie Presidente. Poche parole per esprimere un fortissimo contrasto politico a questa mozione.
Prima ancora di entrare nel merito degli aspetti sanitari, del quadro politico, questa è una mozione fortemente conservatrice, io invece mi ritengo un progressista, un progressista riformista e sono sorpreso del fatto che un Consigliere attento come il Consigliere Fabbri esprima una posizione così conservatrice ed anche fortemente contraddittoria. Perché contraddittoria? Perché dalla conservazione di quanto lui chiede si ottengono risultati esattamente opposti a quelli che lui auspica nel dispositivo.
Siamo tutti d’accordo che il contrasto alla mobilità passiva, la drastica riduzione delle liste d’attesa e l’equità di accesso alle cure siano degli obiettivi che il sistema sanitario regionale si deve porre ed è esattamente per questo che non bisogna ritornare ad una organizzazione sanitaria pensata negli anni 70/80, Intanto la domanda sanitaria si è modificata ed è del tutto evidente che offrire delle risposte ai bisogni dell’oggi con l’offerta del passato è il modo migliore per stare su due piani esattamente opposti.
Ricordo una cosa, non troppo tempo fa nelle Marche c’erano 43 chirurgie, vogliamo ritornare alle 43 chirurgie? Ricordo che la più inefficiente di quelle chirurgie faceva due appendiciti all’anno, questo vuol dire dare una risposta ai cittadini? Si, certo, c’era qualcuno che aveva quella chirurgia sotto casa, ma non ci andava, perché come abbiamo ricordato nell’interrogazione che abbiamo affrontato poco fa, serve un numero minimo di interventi per dare qualità ai servizi, se una chirurgia fa due appendiciti all’anno io non ci andrei e nemmeno i cittadini di quel comune andavano in quella chirurgia, ma preferivano fare 15/20 chilometri e raggiungere un ospedale in cui gli interventi chirurgici si facevano.
Per questo negli anni è stata giustamente messa in campo una riforma sanitaria che ha riorganizzato i servizi, e che cosa dice questa riforma sanitaria? Una cosa molto semplice, creiamo una rete policentrica, quindi il termine è corretto, l’aggettivo è corretto, di servizi diffusi su tutto il territorio di cura dei cittadini, ma l’ospedale non è un termine casuale perché va qualificato. Gli ospedali veri, che sono quelle strutture sanitarie che erogano anche dei servizi di secondo livello e che operano in modo aggregato con delle strutture specialistiche, non possono essere sotto casa, proprio per il motivo che ho detto prima.
Questa è la sanità non solo del futuro, ma una sanità che già nel presente può garantire efficienza, equità e qualità della prestazione sanitaria, altrimenti si che ci sarà mobilità passiva perché se noi abbiamo tanti piccoli ospedali in cui non c’è un numero minimo di prestazioni e la qualità della sanità è molto bassa, andremo fuori regione.
Un’ora fa in questa sede abbiamo ricordato come concentrando tutte le prestazioni di cardiochirurgia in un unico punto abbiamo aumentato il livello di qualità ed il numero di prestazioni di quella particolare specialità per cui i cittadini non vanno più in Emilia-Romagna perché anche da noi hanno un punto che garantisce qualità sanitaria, qualità clinica.
Questo è in poche parole un’idea di sanità di qualità, questa mozione che vuole la conservazione di un vecchio modello di sanità, di bassa qualità, lontana dai bisogni dei cittadini non può essere assolutamente votata.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Vogliamo approfondire il discorso e rispondere ai Consiglieri Busilacchi ed Urbinati che sono intervenuti dopo di me. Intanto stigmatizzo l’ennesima fuga dall’Aula del Presidente Ceriscioli nonché Assessore alla sanità.
Non c’è un contrasto politico, Consigliere Busilacchi, lei deve parlare con il cittadino dell’entroterra che non sa più dove rivolgersi, che deve fare 30/40 chilometri perché non viene neanche più ricevuto nel Pat quando si taglia ed ha bisogno di punti.
Il discorso non è una visione vecchia, è quello di assicurare i livelli di assistenza minimi (lea) anche all’entroterra.
Ci sono altre Regioni che il decreto Balduzzi l’hanno applicato in maniera completamente diversa: l’Umbria, la Toscana, l’Emilia-Romagna, con l’articolazione di presidi ospedalieri di livello superiore articolati su più sedi.
L’applicazione stringente che la Giunta fa è sbagliata e altre Regioni non la fanno, è opinabile, la scelta che è stata fatta è ormai unanimemente criticata.
A parte l’applicazione differente del Balduzzi, il privato poi occuperà, come già sta facendo, le strutture pubbliche per rifornire i servizi che il pubblico già erogava. E' questo il meccanismo! E’ chiaro che non vogliamo più i vecchi ospedali di 30 anni fa perché, come giustamente diceva il Consigliere Busilacchi, non c’è la quantità di interventi tale da assicurare la qualità dell’intervento, l’esperienza, la casistica, è ormai assodato, però nelle strutture dell’entroterra la diagnostica può essere a favore del bacino di utenza, quindi non c’è bisogno di smantellarla, le visite specialistiche possono essere assicurate secondo il bacino di utenza, non c’è bisogno di far girare per decine di chilometri il cittadino, la lungo degenza, la medicina possono essere assicurate, noi non chiediamo l’intervento chirurgico a cuore aperto nelle strutture dell’entroterra, ma chiediamo un centro, una struttura sanitaria che salvi la vita delle persone e le curi sul posto per quello che è possibile ed è possibile, abbiamo modelli esterni alla nostra regione dove questo accade.
Quindi non portiamoci in giro, girate i territori, andate nelle zone disagiate, percorrete le strade con le buche, la neve, il ghiaccio e la nebbia e poi ne riparliamo, perché ormai i giornali sono pieni anche di casi eclatanti con anziani che vengono tenuti in attesa, con anziani che vengono sballottati a dritta e a manca, che vengono da una parte operati e la lungo degenza è a 50 chilometri di distanza, la riabilitazione tra Sassocorvaro o Pergola. Ci sono disagi oggettivi, aprite gli occhi e andate in mezzo alla gente a trovare la casistica di questa gestione, non ci inventiamo niente, recepiamo il grido di aiuto dei cittadini. Io abito in Urbino e c’è gente che fa la fila al pronto soccorso per 7/8 ore e abbiamo 20/30 persone fuori reparto. Le cronache dei giornali, guardate le rassegne stampa, sono piene di denunce di malasanità da troppo tempo, siamo arrivati a metà di questo mandato e la Giunta non si può sottrarre dalla propria responsabilità di una gestione catastrofica della sanità.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. Io vorrei ritornare a quanto dichiarato ed affermato dal Consigliere Urbinati, che mi ha un po’ sorpreso.
Vorrei far presente al Consigliere Urbinati che il Ministro Balduzzi, se non erro, non ricopre più il ruolo di Ministro dal 2014 e il decreto ministeriale 70 del 2015, a cui lei faceva riferimento, se non sbaglio, è a firma Lorenzin, però magari potrei sbagliarmi.
Detto questo, se le premesse sono quelle di considerare degli atti normativi che non corrispondono a quelli che sono …, poi magari il Consigliere Volpini che è più ferrato in materia di rappresentanze politiche del PD potrà chiarire, confermare o meno quello che sto dicendo.
Il decreto ministeriale 70 approvato nel maggio 2015 prevede di definire gli standard qualificativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera per rendere le strutture sanitarie di tutta Italia uniformi, uniformi per ciascun cittadino in tutto il territorio nazionale, figuriamoci nel territorio regionale.
La mozione che oggi è stata presentata va a denunciare la criticità rispetto a quanto richiamato nel decreto ministeriale 70, cioè la provincia di Pesaro-Urbino è stata penalizzata fortemente rispetto ad altre province, quindi non entriamo nel merito della scelta di chiudere o meno alcune strutture, ma denunciamo l’inadeguatezza di questi provvedimenti che hanno portato a non garantire la tutela alla salute pubblica di alcuni territori. Ricordo che lo stesso decreto ministeriale prevede delle deroghe per le zone disagiate e le zone montane, quindi la nostra iniziativa è quella di dire: “Attenzione, forse avete fatto male i calcoli e forse la provincia di Pesaro-Urbino è stata penalizzata di più rispetto ai cittadini che stanno in altre province. Cerchiamo di porre rimedio a questa cosa”.
Questo era il fine della nostra mozione, queste dichiarazioni così palesemente contrarie a quella che è una richiesta sensata e opportuna, per garantire, ripeto, la tutela della salute pubblica a tutti i cittadini della regione Marche in maniera equa, mi fa rimanere basita ed esterrefatta.
Mi auguro che il mio intervento possa far rivedere le posizioni al Consigliere Urbinati e se il Presidente della IV Commissione vuole chiarire rispetto a quello che dicevamo prima sarebbe gradito. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Intervengo per fare la mia dichiarazione di voto felicemente, serenamente e convintamente contrario, anzi è difficile essere contrari ad una cosa che non ha nessuna forma, né sostanza, in più è profondamente contraddittoria e possiamo dirlo, sostanzialmente demagogica.
Quando si motiva che adesso è cambiato il Sottosegretario, il Ministro, come se Balduzzi si portasse a casa i decreti e quello nuovo li fa tutti nuovi, qui non so se stiamo in un’Aula di un Consiglio regionale o stiamo non so in quale altro consesso così avulso e così lontano dalla legge.
E’ chiaro che una legge fosse anche del 1902 se è in vigore è sempre in vigore, il decreto Balduzzi sta lì e semmai, caro Consigliere Urbinati, non capisco la sua pazienza nell’intervento che ha fatto, perché a fronte di una provincia come quella di Pesaro che ha ben quattro ospedali di rete o meglio quattro sedi di ospedali di rete, lei che viene da una provincia di poco più piccola, che ne ha due in fase di unificazione, si dovrebbe arrabbiare come una iena dicendo: “Ma di cosa stiamo parlando?” Fermo ha solo un ospedale di rete, qui abbiamo Urbino, Pergola, Fano e Pesaro che poi addirittura è l’unica azienda, cioè parlare di questo significa non sapere cosa c’è scritto nel decreto Balduzzi.
Sono stato costretto a saperlo, ne avrei fatto volentieri a meno, ma siccome sono 7 anni e mezzo che sento questi ragionamenti dico che noi rispetto al decreto Balduzzi, caro Consigliere Volpini, siamo indietro, abbiamo ancora in piedi 15 ospedali di rete, ne dovremmo avere 5 o 6 per quanto riguarda l’ospedale di rete.
Facciamo chiarezza, ho sentito qualcosa sull’emergenza e la lungo degenza, mi potete spiegare se la lungo degenza è legata all’emergenza? Tanto per stare nel campo della competenza e degli spostamenti per andare in lungodegenza, in lungodegenza ci si va proprio perché è lungodegenza, per 3 settimane, 4 settimane, 5 settimane, si possono fare 20/30/50 chilometri, non stiamo facendo una terapia giornaliera o siamo in dialisi.
Non solo questo, in deroga a quel ragionamento che faceva il Consigliere Fabbri e applicando il nostro, abbiamo mantenuto i punti di primo intervento, abbiamo mantenuto una rete di ospedali di comunità, che ci siamo inventati solo noi, che trasformando i vecchi ospedali di polo, salva quasi tutto quello che c’era nei vecchi ospedali di polo, esclusi i posti per acuti perché quelli non possiamo tenerli sennò siamo palesemente contro legge.
Il decreto Balduzzi stabilisce che in un territorio di 300 mila abitanti ci può stare un ospedale di secondo livello, uno, su Pesaro-Urbino abbiamo una azienda che ha come bacino 600 mila abitanti, perché l'Azienda ha 600 mila abitanti, noi nello stesso territorio abbiamo un ospedale, che è quello dell’azienda, che tiene 600 mila abitanti, un ospedale di rete di secondo livello, come quello di Urbino, che ne dovrebbe tenere almeno 300.000 e un ospedale di base che ha solo ortopedia, medicina e chirurgia e pronto soccorso che ne deve tenere 150.000. Da un punto di vista sanitario abbiamo trasformato la provincia di Pesaro-Urbino che ha 360.000 abitanti in una provincia da 1.050.000 abitanti, da un punto di vista sanitario. Come abbiamo presentato tutto questo al Governo? La stessa cosa più o meno si ripete in provincia di Macerata pur in assenza dell’Azienda, abbiamo detto che questi cerchi in cui accede la popolazione sono regionali, perché noi avendo l’Azienda sanitaria unica regionale diciamo: “Abbiamo la possibilità di fare due aziende, una l’abbiamo fatta a Fano ed una l’abbiamo fatta in Ancona, abbiamo un milione e mezzo di abitanti, che serviamo attraverso questa rete di ospedali di rete, noi già manteniamo in eccezione Fabriano e Urbino che non solo hanno le tre specialità di base cioè chirurgia, ortopedia e medicina, ma hanno anche altre specialistiche su cui ricoverano.
Quindi siamo ben sopra i decreti Balduzzi e riusciamo a stare sopra i decreti Balduzzi grazie alla grande efficienza ed alla grande capacità, primo, dei nostri tecnici, secondo e decisivo, chi ha amministrato questa regione è stato capace di stare, nonostante questo, dentro i parametri richiesti dal Governo e addirittura con gli attivi di bilancio.
Parlare di sfascio ci sta, nella coreografia politica ci sta di tutto, ma i dati dicono esattamente il contrario e creare questo clima non avvantaggia nessuno, credo neanche chi lo fa, perché chi lo fa dovrebbe poi dimostrare nel concreto di essere molto più bravo e dalle cose che ci ha detto non mi sembra che abbia dimostrato di essere più bravo, né capace di governare questa regione. Diciamo queste cose perché le chiacchiere stanno a zero, le polemiche pure, i fattarelli che uno va a prendere, il caso singolo, senza aver presente le milioni di prestazioni che vengono effettuate ad un altissimo livello, è veramente degradante, questo si.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Volpini.

Fabrizio VOLPINI. Brevemente perché il Consigliere Marconi con il quale mi ero confrontato mi ha bruciato gran parte dell’intervento e dall’alto della sua vis oratoria è imbattibile. Vorrei fare alcune precisazioni.
Il Consigliere Fabbri diceva “altre Regioni sono andate in deroga” riferendosi molto probabilmente all’Emilia-Romagna, perché è l’unica che è andata in deroga. Il Consigliere Marconi adesso ha detto che noi siamo già fortemente in deroga perché abbiamo ospedali unici che sono stati dislocati su diversi presidi ospedalieri, vale per la provincia di Pesaro-Urbino, dove c’è un unico ospedale oltre l’azienda che è dislocato su due presidi ospedalieri, perché i numeri sono quelli, vale per l’Area vasta 2 dove abbiamo un unico ospedale, ma il nostro territorio è questo, la storia della nostra area vasta è questa, dislocato su quattro ospedali: Jesi, Senigallia, Fabriano e fino all’altro ieri Osimo, ma Osimo si è avviato su un percorso nuovo, diverso, di integrazione con l’Inrca. Quindi rispetto al decreto Balduzzi ed anche rispetto al 70 siamo fortemente in deroga.
Secondo me la battaglia da fare - e l’ho detto al Sindaco di Fossombrone, cosa per la quale sono stato anche rimproverato dalla mia parte politica - rispetto alle problematiche delle aree interne, di quelle realtà che prima avevano come strumento di riferimento ospedali, ma che da tempo non erano più ospedali, erano altro, è quella di portare quei servizi che noi abbiamo previsto nei nostri atti programmatori e che magari stanno ritardando, mi riferisco all’avvio dei moduli di cura intermedia, mi riferisco ad una serie di attività poliambulatoriali e specialistiche che magari non siamo ancora riusciti a portare per dare quelle risposte alla popolazione. E' su questo che, secondo me, tutti, non solo voi, dovremmo fare le battaglie, perché quello che non può essere è quella che io chiamo la politica dei due tempi, ovvero prima chiudo e poi …, poi c’è una serie di altri servizi che tra l’altro sono previsti nelle aree interne, nei contenuti delle aree interne, soprattutto per quel che riguarda gli aspetti sanitari. Per esempio uno sviluppo di nuove modalità di risposta che sono prevalentemente la teleassistenza e la telemedicina, attraverso le quali è possibile dare in remoto delle risposte senza spostare il paziente, non solo per la cardiologia, oggi è possibile farlo per la pneumologia attraverso le spirometrie, è possibile farlo per la diabetologia, è possibile farlo per la dermatologia, su queste io credo che una battaglia possa e debba essere fatta proprio per fare in modo che, come diceva lei nel suo intervento, non ci siano cittadini di serie A e di serie B, intendendo di serie A quelli che stanno lungo il Mare Adriatico e di serie B quelli che stanno lungo l’Appennino.
Il modello dei piccoli ospedali oggi non sono più in grado di dare risposte efficienti sul piano sanitario. Oggi per fare della chirurgia, per fare qualsiasi altra attività in acuto occorrono i numeri, occorrono i volumi di attività, occorrono le tecnologie, occorre l’expertise degli operatori che, capite, non è possibile averli in ogni campanile. In ogni campanile era possibile avere quel tipo di assistenza quando le esigenze del cittadino e l’organizzazione sanitaria che l’affiancava erano completamente diversi.
Oggi l’ospedale deve essere una struttura con tecnologia avanzata, con medici esperti che nel giro di pochissimo riescono ad impostare un problema, fare una terapia, improntare un percorso e poi affidare il paziente al territorio e la grande sfida che abbiamo di fronte è la cronicità e la cronicità non può avere risposte negli ospedali perché negli ospedali per acuti bisogna fare dell’altro.
Quindi bisogna che il cittadino di Sassocorvaro, piuttosto che di Fossombrone, piuttosto che di Cagli, che si vede - tra l’altro non ho visto ammainare da nessuna parte perché anche ospedali nel mio territorio che abbiamo chiuso circa 25 anni fa ancora portano la scritta “H”, quindi ammainare l’“H” quanto meno dal punto di vista sentimentale, diventa anche un problema - sottratta una struttura sanitaria che con tutti i limiti aveva comunque dava delle risposte sanitarie, ci sta che si preoccupi, ma tutti insieme, secondo me, piuttosto che cavalcare una paura, un allarme, un timore, dovremmo aiutare il cittadino a capire che la strada anche per lui migliore è quella di dare nuovi servizi.
Questo è quello che noi dovremmo fare come amministratori, perché la politica, non smetterò mai di dirlo, dovrebbe avere anche un po’ un ruolo pedagogico, dovrebbe orientare, guidare, aiutare a crescere la comunità che amministra, purtroppo ultimamente siamo più bravi a cavalcare i timori e le paure piuttosto che aiutare a far crescere le nostre comunità.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Questo intervento caloroso mi ha stimolato ad intervenire, per un motivo semplice, io posso condividere l’intervento del Consigliere Volpini, ma se a fianco di quello che dice il Consigliere Volpini questa Regione avesse fatto i servizi per l’entroterra, strade di collegamento non sufficienti, strade di collegamento con il quale il paziente si può spostare in breve tempo da un territorio all’altro, dalla metà collina o dalla mezza montagna, allora il Consigliere Volpini avrebbe ragione, ma quando i servizi non ci sono e quando un disgraziato rimane in montagna perché non c’è il servizio per portarlo giù, quando devo andare a Cingoli e ci impiego più di mezz’ora perché la strada è tortuosa, inadeguata per il 2017, bisogna creare delle strutture. Non saranno perfette, ma le creo per tentare di salvare qualche persona che abita là, perché ve lo ricordo sempre, avete firmato la Carta di Fonte Avellana 21 anni fa che diceva che all'entroterra delle Marche bisognava dare servizi, l’ha firmata il Partito Democratico, poi lo stesso Partito Democratico di conseguenza non si comporta come ha sottoscritto in quella Carta, ma toglie i servizi nell’entroterra.
Questo è il senso della mozione a prescindere dalla perfezione del servizio. Lo so che il servizio non è perfetto, non sono un marziano, però non è possibile che in una fascia di terra di 70/80 chilometri della regione Marche non venga dato un servizio. Questo è il problema di fondo!
Questo è il senso politico della mozione presentata dal Consigliere Fabbri ed è a questo che non date risposte, il problema è che non date risposte ad una fascia di territorio di questa regione. Avete spostato tutto sulla costa, questa è la drammaticità della cosa, questo è il problema, ecco perché bisogna correggere quel modello di struttura sanitaria che avete fatto. Quel modello di struttura che avete fatto con l’Assessore Ceriscioli è un suicidio per quasi la metà dei marchigiani, se per l’entroterra avete sottoscritto determinati documenti almeno siate coerenti con quello che avete sottoscritto. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Prendo atto dalle parole del Consigliere Marconi che l’Assessore alla sanità nonché nostro Presidente sta favorendo in maniera esplicita la provincia di Pesaro e da maceratese colpito dal sisma mi dovrei arrabbiare quando magari i servizi sanitari nel maceratese vengono a mancare.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Dichiarazione di voto veloce soltanto per dire non ci arrampichiamo, Consiglieri Marconi e Volpini, sulle dizioni burocratiche di cos’è il Balduzzi perché l’ospedale di Urbino non si sa neanche ufficialmente se sia di primo livello, neanche di secondo, come erroneamente avete detto.
Detto questo, noi abbiamo la realtà dei fatti che dice che mancano i posti letto, abbiamo la mobilità passiva e le liste d’attesa lunghe, che sono i tre fondamenti della gestione sanitaria e che nella nostra provincia non funzionano. Voi negli ospedali di comunità date dei posti di cure intermedie che io posso fare a casa se sono attrezzato, noi invece chiediamo diagnostica, lungo degenza e medicina che in qualsiasi seria struttura ospedaliera possono essere attivate, quindi non chiediamo cose fantascientifiche, ma il minimo per gestire la richiesta sanitaria dell’entroterra.
Detto questo, l’articolazione dei presidi ospedalieri di livello superiore anche nelle zone dell’entroterra è possibile, soprattutto il nuovo Piano sanitario, che è fermo al 2014, deve essere immediatamente discusso nei territori per giungere ad una condivisione di intenti, non si può andare avanti a suon di delibere, poi i territori si ribellano ed hanno ragione, quindi questa mozione va esattamente in questo alveo.
Per quel che riguarda l’assistenza distrettuale territoriale presenteremo delle mozioni future che andranno a potenziare anche questo aspetto perché anche su questo aspetto avete fatto zero.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 203. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Mozione n. 207
ad iniziativa del Consigliere Fabbri
“Azioni di prevenzione e contrasto alla diffusione della ‘Vespa Velutina’, a salvaguardia degli alveari”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 207 del Consigliere Fabbri che ha la parola per illustrarla.

Piergiorgio FABBRI. Consigliere Marconi la Vespa Velutina viene chiamata calabrone killer, se nel titolo avessi messo questa definizione magari le avrebbe attizzato la fantasia.
Se si parla con gli apicultori ci si rende conto dell’importanza di questo aspetto e cioè che l’ecosistema sostenuto dalle api è di fondamentale importanza per l’intera biodiversità, quindi Consigliere Marconi la invito a studiare meglio questi aspetti. … Suo maestro no, ma suggeritore di alcuni temi di cui lei non si interessa assolutamente si. Entri in Commissione con noi! Siamo ancora elettrizzati dalla precedente discussione, ora calmiamoci e concentriamoci.
Questo qui è un calabrone che viene dal sud est asiatico, è arrivato in Europa, è sceso in Francia, dalla Francia poi si è diffuso in Piemonte, in Liguria ed in Veneto, cattura le api bottinatrici, stazionando di fronte all’alveare e le porta nel proprio nido per darle in pasto alle larve, dopo un po’ di tempo l’alveare perde di rigoglio e giustamente non produce più il miele.
Detto questo, c’è un programma europeo “Life Stop Vespa” che è un progetto finanziato dallo strumento Live della Commissione europea ed è iniziato nell’agosto 2015 e durerà fino a luglio 2019.
Le azioni previste da questo programma europeo consentiranno di raccogliere ed elaborare informazioni sulla presenza e gli impatti di questa vespa, definire le linee guida di intervento per la neutralizzazione dei nidi coloniali, sviluppare nuove tecniche di monitoraggio, neutralizzare i nidi, valutare le vie di diffusione della specie, allestire un sistema di allerta e risposta rapida a livello nazionale.
Il progetto prevede la stretta collaborazione con le istituzioni locali e nazionali e con le associazioni di apicultori per assicurare l’attivazione di una rete di monitoraggio e pronto intervento, partecipano al progetto il Politecnico di Torino e l’Università di Torino ed altre associazioni.
La velocità di propagazione di questa vespa è di circa 100 chilometri all’anno, si ha timore che entri in Romagna e che arrivi nelle Marche, quindi riteniamo di dover contrastare questa specie alloctona nella propria colonizzazione che minaccia la nostra apicultura, soprattutto l’ape italiana. Fortunatamente in Regione abbiamo diversi organismi che si possono occupare della questione, tra cui l’Assam o il Dipartimento di scienze agrarie alimentari ed ambientali dell’università di Ancona, oltre all’Istituto zooprofilattico sperimentale di Umbria e Marche. Abbiamo anche l’ex Corpo Forestale, le Asl locali, quindi noi semplicemente per prevenire chiediamo che si possano adottare interventi volti a prevenire e contrastare l’espansione nel territorio marchigiano di questa vespa coinvolgendo i soggetti interessati e gli organismi associativi maggiormente rappresentativi degli apicultori marchigiani, compresa la rete Stop Velutina per poter coordinarsi con il programma Life che è stato sovvenzionato a livello europeo. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Casini.

Anna CASINI. Grazie Presidente. Il Consigliere Fabbri ha ragione nel senso che la Vespa Velutina è un problema che non riguarda in questo momento le Marche, ma è un problema che può arrivare nelle Marche.
La Vespa Velutina (calabrone asiatico) è un insetto originario dell'Asia sud-orientale (Cina del sud, India del nord, penisola indocinese, arcipelago indonesiano). E' comparsa in Europa nel 2004, probabilmente introdotta con merci di origine cinese. Dopo il primo rilevamento in Francia, si è diffusa in pochi anni in quasi tutta la Francia, penetrando anche in Belgio, Spagna, Portogallo e Germania.
Dal 2012 è presente anche in Italia, penetrata in Liguria ed in Piemonte, Toscana, Veneto.
Dal 2017 è stata inclusa tra gli organismi nocivi da una risoluzione della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati.
Le dico quello che noi abbiamo fatto e che hanno fatto gli uffici perché l’apicultura è uno dei nostri fiori all’occhiello e quindi noi ci teniamo molto. Il lavoro poi è stato sinergico perché non è soltanto pericolosa per le api e per gli alveari, quindi per gli apicultori, ma è anche pericolosa per l’uomo per cui ci sono due aspetti rilevanti legati alla salute.
Il giorno 14 febbraio 2017 si è riunita la Commissione apistica regionale istituita ai sensi dell'articolo 4 della legge regionale 33/2012 per discutere diversi temi tra cui il problema "Vespa Velutina"; è stato deciso di attivare un piano per il monitoraggio e la sorveglianza con il coinvolgimento dei quattro consorzi provinciali i quali individuano gli apicoltori dislocati nell'intero territorio regionale che su base volontaria sarebbero diventati apicoltori "sentinella". Sono state date in dotazione agli apicoltori delle trappole dette TAP TRAP.
A livello nazionale il problema è anche stato sottoposto dalle Regioni al Ministero degli interni che dovrebbe dare linee guida in caso di verificata la presenza della Vespa Velutina e di conseguenza il problema viene sottoposto alla Protezione Civile con intervento dei Vigili del Fuoco qualora si trovino i nidi.
Non sono stati trovati nidi, né nessuna delle segnalazioni fatte dagli apicultori si è rilevata positiva nel senso che erano tutte segnalazioni negative, per fortuna, quindi questa prima rete ha funzionato.
Nel corso del 2017 sono iniziate attività di autocontrollo da parte degli apicoltori marchigiani con una catena di verifica delle sospette segnalazioni; alcuni apicoltori stanno tuttora effettuando l'attività su base volontaria ed hanno fatto diverse segnalazioni di insetti sospetti agli uffici veterinari Asur. Segnalazioni di sospetta presenza sono arrivate anche all'Istituto zooprofilattico fin dal 2016 ma si sono rivelate tutte errate.
Tutte le segnalazioni sono finora risultate negative, quindi non risulta finora rilevata la presenza di "Vespa Velutina" nella Regione Marche.
Per il futuro è prevista un'azione sinergica tra l’Istituto zooprofilattico e il Servizio politiche agroalimentari, in accordo con la PF Veterinaria e sicurezza alimentare e la Commissione apistica regionale. A tale scopo verranno impiegati i fondi che verranno stanziati dal bilancio regionale 2018, nel 2017 noi non li abbiamo previsti perché non era un’emergenza ed abbiamo utilizzato la rete degli apicultori per controllare il fenomeno, per avviare in modo sistematico e mettere in rete tutte le azioni come sopra previste, quindi queste trappole non sono state finanziate dalla Regione, chi le ha fatte le ha fatte per proprio conto, comunque abbiamo avuto la ramificazione e la pianificazione soltanto delle segnalazioni non di queste trappole di cui si parlava.
Verrà prevista quindi, nelle more di quanto verrà attivato dal Ministero della Salute tramite i Servizi veterinari territoriali, l'adozione di linee guide, di schede divulgative ed informative da dare sia agli apicoltori sentinella che agli altri nonché un corso di formazione, finanziabile anche dal Regolamento 1308/2013, gestito dall'Assam, al fine di preparare dei tecnici apistici equamente divisi sul territorio regionale, perché magari i volontari possono essere più nel pesarese piuttosto che nell’ascolano.
La Commissione apistica regionale è stata convocata per martedì 21 novembre p.v. ed esaminerà l'opportunità di trovare sinergie con il Progetto Life Stop Vespa. Quindi lascio al capogruppo la decisione, per me non mi pare che ci siano problemi.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Grazie Presidente. Sono contento che questo tema sia in discussione, ringrazio il Consigliere Fabbri, ringrazio l’Assessore Casini che ha illustrato le linee della Giunta che mi sembra fossero già attive su questo tema.
Credo che sia importante perché in effetti nei territori dove questo calabrone killer si è diffuso ha prodotto dei danni molto ingenti, penso alla Liguria. So che negli ultimi mesi si è spostato anche in Toscana, quindi sta scendendo verso il sud, come ricordava bene l’Assessore Casini, tra l’altro è anche pericoloso per l’uomo, in Francia ci sono stati anche alcuni morti perché è un calabrone molto aggressivo, però soprattutto stermina le api, con un danno molto ingente all’apicultura ed all’agricoltura.
Visto che è un settore che noi vogliamo tutelare, credo che sia bene, pur essendo un tema meno discusso di quelli abituali del settore agricoltura, attenzionarlo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Urbinati.

Fabio URBINATI. Grazie Presidente. Mi scuso per il disguido ma ero con il Consigliere Fabbri a discutere su questa mozione che noi, anche per esaltare il lavoro fatto dalla Giunta e dall’Assessore Casini, vogliamo votarla. Abbiamo solo chiesto un piccolo perfezionamento dell’atto, alla fine, proprio all’ultima riga dell’impegno togliere le parole “Stop Rete nazionale Velutina”, solo perché implichiamo il riconoscimento di tutte le associazioni di categoria e di tutti gli operatori di categoria. Sarebbe come invitare tutte le associazioni di categoria e citare solamente Confesercenti o Cna, quindi sarà impegno della Giunta chiamare tutti gli operatori interessati, come è stato già fatto.
Siccome il Regolamento non prevede l’emendamento delle mozioni, sia da parte dell’Aula che da parte del proponente, stiamo preparando una risoluzione che poi voteremo, mi auguro, all’unanimità. Grazie.

PRESIDENTE. Sospendiamo la seduta per due minuti rimanete in Aula perché poi votiamo immediatamente.

La seduta è sospesa alle ore 15,20

La seduta riprende alle ore 15,30

Presiede il Presidente
Antonio Mastrovincenzo

PRESIDENTE. Riprendiamo la seduta, per non perdere ulteriore tempo direi che dopo la risoluzione verrà formalizzata per le firme, di fatto cambiamo il termine finale della mozione.
Proposta di risoluzione a firma dei Consiglieri Fabbri, Urbinati, Busilacchi, Rapa, Leonardi, Pergolesi, Zaffiri, Celani, Marcozzi, Bisonni, Giorgini, Maggi, leggo la parte finale: impegna il Presidente della Giunta regionale e l’Assessore competente ad adottare interventi volti a prevenire e contrastare l’espansione in territorio marchigiano della Vespa Velutina coinvolgendo i soggetti interessati e gli organismi associativi maggiormente rappresentativi di apicultori marchigiani e nazionali. Quindi vengono cancellate le ultime cinque parole compresa la rete Stop Velutina.
Ha la parola la Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. Un richiamo al Regolamento perché vorrei capire se la risoluzione è possibile presentarla su questa mozione specifica.
Credo poi che anche il Consigliere Fabbri sia concorde con il Movimento 5 Stelle nel far sottoscrivere la risoluzione, in deroga a quello che è previsto dal Regolamento interno, anche a tutti i capigruppo delle altre forze politiche. Grazie.

PRESIDENTE. Verifichiamo. Ad entrambe le domande rispondo in modo positivo perché all’articolo 146, comma 4, si dice: “La proposta di risoluzione presentata in occasione di dibattiti in Assemblea su mozione è ammissibile soltanto se è intesa a promuovere una deliberazione dell’Assemblea che rappresenti la sintesi delle posizioni emerse - quindi la risposta alla prima domanda è si - e in sede di discussione delle mozioni medesime sia sottoscritta da tutti i presentatori delle stesse” che è una condizione minima, in questo caso è il Consigliere Fabbri che la sottoscrive, quindi penso che possa essere ampliata anche agli altri capigruppo che vogliono sottoscriverla.
Adesso la facciamo girare per la firma.
Il Consigliere Fabbri è d’accordo, questa mi sembra una strana diatriba all’interno del Movimento 5 Stelle.
Ha la parola la Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. Vorrei ricordare che si auspica sempre il rispetto del Regolamento …

PRESIDENTE. Il Regolamento è quello che ho letto io, non so cosa altro dirle.

Romina PERGOLESI. Mi scusi, posso intervenire?

PRESIDENTE. Cosa c’è da aggiungere se il Consigliere Fabbri è d’accordo, siamo tutti d’accordo, lei perché si ostina e soprattutto il Regolamento dice …

Romina PERGOLESI. Presidente posso fare il mio intervento senza essere interrotta da lei?

PRESIDENTE. Assolutamente no, le tolgo la parola.

Romina PERGOLESI. Lei non mi può togliere la parola.

PRESIDENTE. Invece si. Non so se sono stato chiaro, lei non ha diritto di parola, a termini di Regolamento. Lei non ha diritto di parola! Lei ha già fatto quello che doveva fare. Punto! Lo ha chiesto prima, le ho dato la risposta, quindi lei non ha più diritto di parola.
Proposta di risoluzione, la pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Mozione n. 308
ad iniziativa del Consigliere Maggi
“Esclusione della Regione Marche dall’esercizio di attività di direzione e coordinamento nei confronti di “Aerdorica S.p.A.” e di aver agito nell’interesse imprenditoriale proprio o altrui in violazione dei principi di corretta gestione societaria e imprenditoriale (ex articolo 2497, 1° comma c.c.)”

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 308 del Consigliere Maggi.
Ha la parola il Consigliere Urbinati.

Fabio URBINATI. Grazie Presidente. Mi appello all’articolo 60 del Regolamento che prevede la pregiudiziale o la sospensiva, in questo caso si chiede una sospensiva per ovvi motivi, in quanto il Regolamento prevede, se ci sono motivazioni particolari, di chiedere di discutere la mozione ad una determinata scadenza.
Siccome per Aerdorica, tutti sappiamo, è in atto una procedura di evidenza pubblica abbastanza delicata, noi ci appelliamo all’articolo 60 per poter sospendere l’atto e discuterlo al termine di questa procedura di evidenza pubblica.

PRESIDENTE. Sulla proposta del Consigliere Urbinati, ai sensi del Regolamento, possono intervenire un Consigliere a favore ed uno contro.
Ha la parola il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Credo che sia tutto da dimostrare il fatto che la Regione debba togliere la dicitura, e quindi la responsabilità illimitata, in Aerdorica, togliendo la dicitura direzione e coordinamento in favore dei marchigiani e del denaro pubblico dei marchigiani.

PRESIDENTE. Consigliere Maggi deve dire se è favore o contrario alla proposta del Consigliere Urbinati.

Giovanni MAGGI. Capisco che lei Assessore dà le risposte fischi per fiaschi, come ha fatto con l’interrogazione, quindi non sa cosa rispondere a questa mozione, sto dicendo che la trattativa che è in corso per la vendita di Aerdorica …

(interrompe l'Assessore Casini)

PRESIDENTE. Lasciamolo concludere!

Gianni MAGGI. Mi so difendere da solo, non ho bisogno di qualcuno che lo faccia.
Prego di non essere interrotto, sto dicendo che questa mozione non inficia e non interferisce assolutamente con il bando pubblico che sta facendo Aerdorica per la vendita della quota di maggioranza, non capisco perché venga richiesto il rinvio di questa mozione, lo capisco solo se la Regione non sa che cosa rispondere a questa richiesta che vuole tutelare il denaro pubblico dei marchigiani all’interno di Aerdorica.
In questa mozione si richiede soltanto di sapere dalla Giunta e dall’Assessore Casini se la Regione è limitatamente responsabile, allora deve togliere questa dicitura di direzione e coordinamento, o se invece è responsabile in solido illimitatamente nella gestione di Aerdorica perché ha fatto attività in favore proprio o di altri, quindi ci dica in favore di chi ha fatto attività per cui impegna il denaro di tutti i marchigiani nella disastrosa gestione di Aerdorica.
Questi mezzi non hanno niente a che vedere con la democrazia e con la trasparenza di cui vi riempite la bocca, ma come contenuto non c’è niente. Rifiuto questa richiesta.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Casini.

Anna CASINI. Grazie Presidente. Naturalmente è una questione di coscienza, la Giunta e anche il nostro capogruppo hanno chiesto di spostare l’attenzione che adesso ci sembra eccessiva su Aerdorica per consentire lo svolgimento non di una trattativa, Consigliere Maggi, lei dovrebbe sapere bene che c’è una differenza tra trattativa e bando ad evidenza pubblica, tra l’altro approvato dall’Enac, approvato dal Mit e con pareri favorevoli degli organismi che avrebbero dovuto approvarlo quando siamo arrivati noi ed invece non l'hanno approvato.
Le ho già risposto rispetto al merito, visto che lei è stato così scorretto nel parlare del merito, parlerò anch’io del merito così rimarrà registrato tutto quello che ho detto e non sarà soltanto lei a fare bella figura con i giornali, ma la farò anch’io perché non è vero che la Giunta o io che sono l’Assessore competente, come pure l’amministratore delegato e il dirigente competente siamo tutti ignoranti e lei no, non è così Consigliere Maggi perché purtroppo non sempre la verità ce l’ha lei.
Le ripeto che Aerdorica è sottoposta al controllo di Regione Marche ai sensi dell’articolo 2359 del Codice Civile.
Il controllo di Regione Marche non comporta automaticamente ex lege che vi siano la direzione ed il coordinamento di cui all’articolo 2497, in quanto serve che tale attività sia effettivamente svolta in concreto, operando in base all’articolo 2497 sexies semplici presunzioni.
In base all’articolo 2497 le società/enti che esercitano il coordinamento rispondono verso i soci ed i creditori sociali quando agiscono nell’interesse proprio (cioè di Regione Marche) ovvero in violazione del principio di corretta gestione societaria.
Nessuna di tali circostanze, requisiti e presupposti normativi ricorre nel caso di società Aerdorica, ovvero non vi è stata nessuna decisione della Regione (e non degli organi della società) che abbia prodotto un danno ad Aerdorica SpA.
Le azioni disciplinate dalle suddette norme del Codice Civile sono riconosciute ai soci o ai creditori sociali quando l’attività di direzione e coordinamento della controllante ha prodotto un danno all’integrità del patrimonio della controllata, e questo non è il caso di Aerdorica.
Con il mio intervento chiedo alla maggioranza di votare a favore del rinvio, ai sensi dell’articolo 60 del Regolamento.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione palese per alzata di mano della richiesta di sospensiva della mozione 308 fino alla scadenza della procedura a cui ha fatto riferimento il capogruppo Urbinati.

(L’Assemblea legislativa approva)

Mozione n. 292
ad iniziativa del Consigliere Marconi
“Potenziamento di mezzi e personale per la vigilanza sulla S.S. 77”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 292 del Consigliere Marconi che ha la parola per illustrarla.

Luca MARCONI. Grazie Presidente. Risparmio ai Consiglieri che mi auguro abbiano letto la mozione, il senso della stessa.
La mozione prevede un intervento diretto, formale e sostanziale del Presidente della Giunta e della Giunta medesima attraverso i suoi organi per segnalare un problema che non è mai emerso sulla stampa, né in altre sedi e riguarda il controllo e le vigilanza della Polstrada o di altre forze dell’ordine sulla nuova Quadrilatero Strada Statale 77 Val di Chienti.
Va da sé, facilmente comprensibile a tutti, che con l’apertura dell’ultimo tratto nell’estate scorsa la strada abbia avuto un aumento di traffico almeno del doppio, se non di più.
Le vicende invernali hanno evidenziato molte difficoltà, non ho un dato formale, ufficiale, ma da qualche dato informale mi risulta che non abbiamo mai più di una pattuglia a disposizione per tutto l’intero tratto, salvo interventi estemporanei fatti dai carabinieri o dai vigili urbani dei Comuni limitrofi.
Quindi è chiaro che questa strada esige molto di più perché, ripeto, è a tutti gli effetti una autostrada e basta un incidente in un qualsiasi punto di questi 100 chilometri che immediatamente una pattuglia, la pattuglia normalmente adibita, viene bloccata e non c’è nessuno che faccia vigilanza.
E’ una strada che meriterebbe una presenza continua e per questo un potenziamento degli organici e delle macchine a disposizione.
Nella mozione facciamo riferimento anche ad altre cose, addirittura all’utilizzo di certe attrezzature rispetto ad altre, magari cose molto più tecniche ma che messe tutte insieme meritano un nostro voto ed anche l’impegno della Giunta nella segnalazione a queste due Prefetture, forse il problema già lo hanno noto, ma una segnalazione politica potrebbe spingere il Ministero degli interni, che alla fine è l’unico che può decidere nelle riorganizzazioni annuali che vengono fatte di questo organico. Sapere magari che la provincia di Macerata non ha bisogno di più polizia per l’ordine pubblico, ce ne sarebbe anche per quello, ma per questo dato che riguarda il traffico stradale e la sicurezza dei cittadini, perché qui non stiamo parlando di pattuglie che devono rilevare la velocità, c’è anche quello, ma di pattuglie che vigilino lungo il percorso, che si facciano vedere e si rendano presenti anche nelle ore notturne.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Casini.

Anna CASINI. Grazie Presidente. Posso dare alcuni spunti come Assessore competente. Per quanto riguarda la dotazione dei mezzi della Polizia Stradale non è competenza della Regione Marche indicare quali siano i mezzi più idonei ed opportuni e l'organico necessario per svolgere alcune funzioni perché questa è una attività della Polizia Stradale, quindi non è di nostra competenza.
Per far fronte agli interventi di emergenza l'Anas SpA ha provveduto all'appalto annuale, abbiamo verificato, con cottimi esterni di pronto intervento H24, per far fronte alle emergenze, compresi gli incidenti stradali a supporto della Polizia di Stato.
L'impresa di detti cottimi di pronto intervento, sia del personale Anas che delle forze dell'ordine, tramite la sala operativa compartimentale, che opera in H24, ha quale obbligo di contratto di intervenire entro un'ora dalla chiamata.
Per quanto riguarda le problematiche emerse durante la nevicate di gennaio 2017, a cui si fa riferimento nella mozione, va ricordato che è stato un caso molto particolare ed una nevicata eccezionale che ha comportato la chiusura della stessa A14 e di altre autostrade per diverse ore, con blocco dei mezzi pesanti nelle zone di stoccaggio.
Tale fenomeno eccezionale è stato ancora più marcato nelle zone interne della regione, là dove la perturbazione si è manifestata con abbondanti nevicate anche fino a 2 metri di altezza.
Per quanto riguarda infine il blocco della circolazione causato da un mezzo sgombraneve di proprietà dell'impresa appaltatrice del servizio sgombraneve si fa presente che l'inconveniente, causato per imperizia dalla stessa, si è risolto in poche ore e che la chiusura totale dell'arteria statale ha coinciso con la chiusura per i motivi di sicurezza sopra indicati.
Quindi non c’è stato un aggravio di problematiche, in ogni caso si può valutare con gli altri Consiglieri se si vuole approvare o no perché la richiesta all’Anas è stata fatta, le Prefetture normalmente lavorano insieme a noi, quindi decidiamo come vogliamo.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Per ringraziare l’Assessore che di fatto ha contemplato un’interrogazione all’interno di una mozione, dandoci delle informazioni utili. Non volevo mettere in evidenza con questa mozione nessun inadempimento da parte della Regione, perché è ovvio che queste cose, anche l’Anas, non sono roba nostra.
So che li seguite, quello che ci serve è che un'indicazione politica del Consiglio raggiunga non le Prefetture, l’ho detto prima perché le Prefetture non dispongono l’organico perché già sanno quello che possono fare e mandano dove possono mandare, ma tramite le Prefetture, il Ministero degli interni in modo tale che ci si ricordi che qui di fatto c’è una autostrada, almeno nel tratto da Tolentino fino a Foligno, perché ha anche le corsie di emergenza. E' una autostrada quindi si corre, c’è un grande traffico soprattutto traffico pesante ed abbiamo ancora la dotazione della vecchia strada statale 77, anzi era quasi meglio perché sulla vecchia strada statale 77 insistevano le varie polizie locali, qui è molto più difficile che questo avvenga.
E’ solo per sollecitare una cosa molto mite, ma penso che valga la pena farla perché è una segnalazione di natura politica e non contiene nessuna prescrizione di natura amministrativa.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Voglio dichiarare il voto favorevole alla mozione, prendo atto di quanto diceva l’Assessore, ma faccio fatica a capire una cosa, Consigliere Marconi, come si fa ad impegnare “a richiedere all’Anas di imporre alla società appaltatrice il servizio sgombro neve per suo conto che sia dotata di mezzi, equipaggiamento e personale”. Lì c’è un bando, c’è una gara dove c’è scritto tutto ciò che è richiesto, non è che può imporre a posteriori, c’è il rispetto di un bando.
Direi che dovrebbero fare i bandi nel modo migliore, perché è lì dove si sgattaiola, un Presidente di Provincia sa benissimo quali sono i problemi dello sgombro neve ed eventualmente non invitare nei successivi bandi, nelle successive gare, coloro che l’anno precedente non si sono comportati nel modo giusto.
Però “imporre” è pleonastico, perché già c’è un bando dove c’è scritto che devono assicurare per certe ore un certo numero di mezzi, eccetera quindi non possono a posteriori fare nulla perché l’hanno già fatto, quindi faccio fatica a capire come farlo, invece l’Anas dovrebbe, cosa che fa correttamente in autostrada e nella superstrada Ascoli Mare, da Ascoli a Porto d’Ascoli, in modo egregio, qui non so che cosa succede, meglio controllare o fare meglio i bandi, quindi controllare l’attivazione del bando stesso e soprattutto lo svolgimento del lavoro se è congruo a quanto sta scritto nel bando.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 292. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Mozione n. 298
ad iniziativa del Consigliere Urbinati
“Finanziamenti a favore di progetti produttivi e di servizi che coinvolgono biomateriale e materiali a basso impatto ambientale”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 298 del Consigliere Urbinati che ha la parola per illustrarla.

Fabio URBINATI. Grazie Presidente. Solo due parole, un breve intervento per illustrare l’importanza di questa mozione perché parla di economia sostenibile. Siamo in un periodo in cui parliamo di industria 4.0 e di economia circolare, quindi credo che sia opportuno cercare di valutare quello che la Regione Marche ha fatto nel passato e capire dove i risultati hanno portato i frutti che ci si aspettava.
Questa mozione non fa altro che rimarcare l’impegno verso un’economia sostenibile, un’economia sostenibile in tutte le filiere della regione Marche, soprattutto nella produzione degli imballaggi e nella diminuzione dei rifiuti.
Dov’è che si punta realmente nell’impegno che chiede la mozione? E' che tutti gli uffici siano molto attenti a percorrere questi indirizzi, ma soprattutto a valutare quello che è stato fatto nel passato per cercare di valorizzare e non proporre progetti che possono andare in contrasto con i progetti ecologici fatti negli anni passati.
Ritengo che questa sia una puntualizzazione abbastanza importante che fa della Regione Marche una delle Regioni, mi auguro, più ecosostenibili del nostro Paese. Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 298. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Interrogazione n. 521 - a risposta immediata
ad iniziativa della Consigliera Leonardi
“Un altro inverno senza casette: di chi la responsabilità nei ritardi sulla consegna definitiva delle SAE (Soluzioni Abitative d’Emergenza)”

Interrogazione n. 522 - a risposta immediata
ad iniziativa della Consigliera Malaigia
“Casette SAE già deteriorate”

Interrogazione n. 523 - a risposta immediata
ad iniziativa dei Consiglieri Zaffiri, Zura Puntaroni
“Ritardi nella consegna delle SAE ai terremotati”
(abbinate)
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 521 della Consigliera Leonardi, l’interrogazione n. 522 della Consigliera Malaigia e l’interrogazione n. 523 dei Consiglieri Zaffiri e Zura Puntaroni, abbinate.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. Grazie Presidente. Le interrogazioni sono 3, cercherò di dare una sola risposta, mi pare che siano tutte accorpate.
Cercherò di dare una risposta il più possibile esauriente rispetto ad un tema di cui, soprattutto esternamente a questa Aula, si è parlato molto, quindi credo che sia necessario fare il punto della situazione.
Come è noto le fasi previste dalla procedura adottata dal Dipartimento di Protezione civile nazionale sono molte, per carità di patria non ve le elenco tutte, ma vi dico che sono molte, dall’individuazione dei fabbisogni da parte dei Sindaci alla consegna delle Sae dal Comune all’assegnatario ci sono 19 passaggi, se volete ve li elenco: individuazione dei fabbisogni da parte dei Sindaci, è il primo atto, individuazione delle aree, che deve essere fatta sempre da parte dei Sindaci, verifica delle idoneità idrogeologica dell’area a cura della Regione e del di.co.mac. - voi considerate che ognuno di questi passaggi comportava e comporta dei giorni - occupazione ed esproprio a cura del Comune, ordinazione al Consorzio Arcale, relazione layout area a cura del Consorzio Arcale, approvazione del layout del Comune e della Regione, progettazione esecutiva a cura del Consorzio Arcale, validazione progettazione esecutiva a cura dell’Erap, approvazione progetto esecutivo a cura della Regione, gara di affidamento lavori opere di urbanizzazione a cura di Erap, direzione dei lavori a cura di Erap, esecuzione delle opere di urbanizzazione in due fasi, la prima fondazioni e sottoservizi, montaggio intermedio delle Sae a cura del Consorzio Arcale, esecuzione delle opere di urbanizzazione in due fasi, la seconda finiture ed allacci, assegnazione delle Sae a cura del Comune, sottoscrizione dei contratti fornitura acqua, luce e gas a cura dell’assegnatario, collaudo degli impianti a cura del Consorzio Arcale e consegna delle Sae dal Comune all’assegnatario.
In tutto sono 19 fasi.
Le varie fasi si sono susseguite con tempi molto diversi da area ad area, a partire dall’individuazione dell’area e del fabbisogno, dalle difficoltà a verificare l’idoneità dell’area, dalla mancanza dei servizi nelle vicinanze, che ha reso necessario la realizzazione di reti di avvicinamento dai punti di fornitura esistenti, oltre alla necessità di spostare delle reti esistenti ed interferenti di acquedotto, enel, telecom, fognature, eccetera.
L’orografia dei luoghi ha reso generalmente necessario realizzare imponenti opere di contenimento dei versanti al fine di realizzare idonei livellamenti ove posare le platee di fondazione.
Qui dobbiamo tener conto che, oltre al rischio idrogeologico, che in quell’area c’è, ci troviamo all’interno degli Appennini, come ben sapete, e le aree sono molto difficili da urbanizzare.
La procedura prevista dall’accordo quadro circa la redazione delle progettazioni esecutive, che non passa attraverso livelli successivi di progettazione e che si basa su un numero limitato di dati di tipo geologico e topografico, oltre che delle brevi tempistiche previste per la fase progettuale esecutiva, ha reso necessario in fase di esecuzione del progetto apportare modifiche da valutare in cantiere, circostanza compatibile con lo stato di emergenza, a cura della Regione e del direttore dei lavori.
Generalmente nel corso dei lavori sono stati modificati i progetti al fine di migliorarne l’accessibilità, sia in fase di cantiere che in fase di utilizzo, a tal fine sono stati eliminati innumerevoli muri in calcestruzzo e sostituiti con terre armate o muri a secco; al fine di limitare gli enormi movimenti terra previsti nei progetti per realizzare i piani di posa con ingenti costi per lo smaltimento delle terre, si è deciso in genere di mantenere il materiale scavato a monte, portandolo a valle ed utilizzandolo, mediante trattamento a calce, per realizzare rilevati sopra i quali poggiare le platee di fondazione.
Tale scelta ha limitato il trasporto di terra su strada e lo smaltimento in discarica, ha consentito di alzarsi rispetto le quote del terreno naturale con il doppio effetto di limitare il dislivello monte-valle nell’area Sae e di mettere in sicurezza la parte a valle dell’area dal rischio di esondazione, esistente purtroppo in diversi comuni.
I progetti redatti dal Consorzio Arcale molto spesso, per stessa ammissione dei loro tecnici, non hanno consentito l’accesso dei camion e dei bilici per scaricare i prefabbricati, inoltre prevedevano tempi per la realizzazione della prima fase delle opere di urbanizzazione che non tenevano conto generalmente dei tempi necessari per la realizzazione delle opere di contenimento dei versanti.
Le modifiche apportate ai progetti, oltre ai vantaggi sinteticamente descritti, hanno consentito di limitare i tempi di realizzazione al massimo, seppure maggiori di quelli previsti in progetto, non rispondenti alle opere di urbanizzazione.
Ci sono stati problemi nei rapporti con gli enti gestori dei servizi, che sono stati inizialmente troppo burocratici, successivamente da luglio in poi ci si è accordati sull’applicazione di procedure più snelle e consone ad un regime emergenziale.
Per rispondere ad una delle prime richieste delle interrogazioni, cioè se ci sono stati ritardi nelle opere di urbanizzazione, generalmente le imprese delle opere di urbanizzazione, sorteggiate dalle white list dalle Prefetture regionali, hanno profuso tutto l’impegno necessario per minimizzare i tempi, basti considerare che molti cantieri presentano paratie di pali lunghe centinaia di metri con uno o due ordini di tiranti che normalmente necessiterebbero di 6 mesi per la loro realizzazione, mentre utilizzando più macchine perforatrici e calcestruzzi speciali tali tempistiche sono state più che dimezzate, seppur superiori ai tempi previsti dai cronoprogrammi.
C’è da tener conto del fatto inoltre che le imprese che realizzano le opere di urbanizzazione sono soggette ad una miriade di imprevisti: progettazione da adattare alla realtà dei luoghi ed alla funzionalità degli insediamenti, sorpresa geologica per la carenza di indagini a base del progetto, rinvenimento di sottoservizi non segnalati, necessità di spostamento di servizi interferenti con la difficoltà a rapportarsi con i gestori dei servizi interessati, presenza di acqua nella realizzazione delle palificate, frane, riprogettazione frequente delle opere di contenimento del versante a monte dell’insediamento.
Nonostante tutto ciò noi possiamo affermare che le oltre 100 aziende, tutte marchigiane, che hanno partecipato ed hanno effettuato i lavori per le opere di urbanizzazione, non hanno accumulato ritardi di nessun genere per le opere di urbanizzazione.
La maggior parte delle procedure ed i lavori conseguenti hanno impegnato i mesi di maggio e giugno e nei mesi di giugno, luglio e agosto sono cominciate le consegne e messa delle platee di fondazione del Consorzio Arcale, cioè abbiamo consegnato nei mesi di maggio, giugno, adesso vi dirò i numeri, al Consorzio Arcale tutte le opere di urbanizzazione, le platee, effettivamente fatte.
La grande mole di consegne di platee, susseguitasi da giugno a settembre, seppure da tempo programmate, ha trovato impreparato il Consorzio Arcale che non ha mai messo personale sufficiente rispetto al fabbisogno.
Qui apriamo una prima parentesi. Noi abbiamo consegnato al Consorzio Arcale, in base al capitolato tecnico, che poi vi leggerò, individuiamo i giorni: n. 1 area a marzo, 1 area a maggio, 6 aree a giugno, 31 aree a luglio, 21 aree ad agosto, 25 aree a settembre, 5 aree ad ottobre.
Questo è importante capirlo e saperlo perché da quando io consegno l’area urbanizzata, il Consorzio Arcale ha 30 giorni per consegnare il 50% delle casette e 60 giorni per il resto.
Questo viene attestato da un verbale che viene sottoscritto al momento in cui noi consegniamo l’area urbanizzata al Consorzio Arcale e in questo verbale c’è scritto che resta inteso e stabilito che il tempo utile per la consegna chiavi in mano delle Sae decorre dalla data di sottoscrizione del presente verbale - che è quello che viene sottoscritto nel momento in cui io consegno l’area urbanizzata al Consorzio Arcale. Le casette le abbiamo consegnate a seconda dei mesi con quello scadenzario che vi ho letto - ed è stabilito dal cronoprogramma, predisposto dal fornitore, che la consegna chiavi in mano dell’intero quantitativo di Sae ordinate deve avvenire entro 60 giorni naturali e consecutivi dalla data odierna, cioè dalla data in cui io consegno e sottoscrivo il presente verbale. Il termine per l’esecuzione della fornitura deve essere fissato non oltre …, quindi ha 30 giorni per il 50%, 60 giorni per la consegna complessiva in ogni area delle casette.
Questo che viene riportato nel verbale di consegna dell’area urbanizzata al Consorzio Arcale è un estratto di quanto il capitolato tecnico prevede al punto 5.2.9 ‘esecuzione della fornitura, produzione, consegna e montaggio delle Sae’.
Il capitolato tecnico recita quanto segue: immediatamente dopo aver ricevuto l’approvazione formale dei progetti, il fornitore potrà dare l’avvio alla produzione delle soluzioni abitative che dovranno essere consegnate nella modalità chiavi in mano secondo i termini di seguito fissati, almeno il 50% del quantitativo totale Sae ordinato entro 30 giorni naturali e consecutivi, compresi i festivi, dalla data di consegna delle aree approntate per l’installazione delle Sae dotate di basamenti. Come vi ho esposto prima, da quando io consegno l’area urbanizzata almeno il 50% delle casette da costruire su quell’area devono essere consegnate entro 30 giorni.
Il restante quantitativo Sae ordinato deve essere consegnato entro 60 giorni naturali e consecutivi compresi i festivi dalla data di consegna delle aree approntate per l’installazione della Sae e dotate dei basamenti, questo poi va avanti, ci sono altre norme, c’è scritto sempre nel capitolato tecnico che i suddetti termini si intendono inderogabili, fatte salve le eventuali proroghe che possono essere concesse dall’amministrazione, che noi non abbiamo concesso.
Il fornitore è comunque tenuto a comunicare tempestivamente all’amministrazione l’eventuale presenza di impedimenti e criticità che possano ostacolare la fornitura entro i termini prescritti, cioè 30/60 giorni. Il fornitore ovviamente non l’ha comunicato.
In data 2 settembre 2017 il Rup dell’appalto specifico ha segnalato nella videoconferenza con il Dipartimento di Protezione civile nazionale l’opportunità di valutare l’applicazione della norma contrattuale che consente di ordinare al Consorzio di far lavorare i giorni festivi e durante le ore notturne su tre turni giornalieri, 7 giorni su 7.
In data 19 settembre 2017 il Rup ha scritto una nota dove esortava il Consorzio ad utilizzare maggiore personale al fine di ridurre i tempi di realizzazione e ne sono seguiti incontri presso la Presidenza regionale a seguito dei quali il Consorzio Arcale ha sostenuto di aver aumentato il personale da 330 a 430 unità.
Il Rup ha quindi ordinato in data 16 ottobre 2017 di lavorare su tre turni giornalieri, ma il Consorzio ha contestato l’ordine di servizio.
A seguito dell’accertamento dell’inadempienza all’ordine di servizio il Rup ha evidenziato la sussistenza della grave inadempienza contrattuale, ma l’impossibilità a rescindere il contratto in quanto le procedure per la sostituzione del Consorzio sarebbero più lunghe rispetto ai ritardi che subiamo, oltre al fatto che il prefabbricato non è reperibile sul mercato e null’altro può essere installato a questo punto sulle platee realizzate.
Di conseguenza ad oggi i ritardi sono accumulati su oltre 30 cantieri e variano da pochi giorni, sino a decine di giorni ed in alcuni addirittura oltre 30 giorni sul totale dei 60 previsti.
Tale circostanza sta mettendo in difficoltà le imprese che debbono fare le ultime opere di urbanizzazione che non riescono a riprendere il cantiere per realizzare le finiture con l’inverno che incombe.
Ad oggi sono state applicate penali al Consorzio Arcale di oltre 350.000 euro, ma è solo una parte.
Quindi è chiaro che quando consegniamo al Consorzio Arcale le aree urbanizzate si fa un verbale sottoscritto anche dal Consorzio Arcale e in quel verbale c’è scritto che entro 30 giorni dalla consegna, quindi dal ricevimento dell’area urbanizzata, deve consegnare il 50% delle casette, l’altro 50% entro e non oltre i 60 giorni.
Per quanto riguarda invece il rilascio delle certificazioni di idoneità citate nell’interrogazione, mi pare dalla Consigliera Leonardi, esse si riferiscono agli impianti e questi debbono essere forniti solo ed esclusivamente dal Consorzio e non da altri. Per quanto riguarda i collaudi essi sono sostituiti da certificati di regolare esecuzione fatti e rilasciati a cura del direttore dei lavori e sino ad ora, per la verità, non hanno costituito motivo ostativo all’insediamento degli assegnatari.
Si fa notare che, diversamente da quanto accade alle imprese che realizzano le opere di urbanizzazione, il Consorzio realizza manufatti standardizzati e costruiti in serie in officina per parte delle lavorazioni e che lavora in piano su platee di calcestruzzo facilmente accessibili, con le modifiche apportate in sede di realizzazione delle opere urbanizzazione e che pertanto la loro tempistica dovrebbe essere certa, accade invece che per la carenza di personale messo a disposizione nei cantieri i tempi non vengono rispettati.
Le ispezioni che facciamo giornalmente, che io, il Presidente, il direttore dei lavori, facciamo giornalmente nei cantieri, danno il risultato che mediamente troviamo in ogni cantiere a lavorare nei fine settimana, la sera, due, tre, quattro persone e non di più.
Abbiamo anche accertato che i lavoratori vengono spostati da un cantiere all’altro e quindi il problema principale, ad oggi, è quello che abbiamo denunciato più volte anche a mezzo riunioni, incontri, stampa, è quello della difficoltà di reperire, di riuscire ad avere nei tempi stabiliti, nei 30/60 giorni massimo, le casette perché il Consorzio Arcale non mette a disposizione il personale necessario per portare avanti le opere.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Vorrei ringraziare l’Assessore per la lunga risposta che ha fornito, chiedo anche di averne una copia per poter avere conto di tutti i dati che ha enunciato e che sono stati anche un po’ difficili da seguire.
Faccio una considerazione perché l’Assessore, quindi l’amministrazione regionale, mi sembra di aver capito, imputa tutti i ritardi nelle consegne fondamentalmente al Consorzio Arcale, però vedrò bene la risposta per capire dettagliatamente punto per punto, visto che la risposta era abbastanza secca e l’Assessore l’ha argomentata in maniera molto estesa.
Faccio solo una considerazione, lei ha parlato proprio in chiusura delle ispezioni giornaliere che fate, quindi mi sembra che l’intervento della Regione Marche sia, e lo dico veramente a malincuore, assolutamente tardivo anche nella richiesta dell’applicazione delle penali nel momento in cui era purtroppo ..., lo dico a malincuore, a me sarebbe piaciuto essere qui a dire: “Mi sono sbagliata. Sono mesi che sappiamo che molte persone passeranno ancora un Natale fuori da quelle abitazioni, situazioni precarie, avevate ragione e vi faccio i complimenti”.
Purtroppo quella che era una verità che molti sapevano, oggi si sta palesando in tutta la sua drammatica realtà e quindi a me dispiace far notare questa cosa, ma è sotto gli occhi di tutti. Comunque l’intervento della Regione mi sembra fuori tempo massimo, mi sembra l’emblema del chiudere la stalla quando i buoi sono usciti.
Certo che la Regione deve applicare la penale laddove c’è un evidente non rispetto delle clausole, però se i cantieri erano vuoti, se i cantieri spostavano il personale da una zona all’altra, quindi non potenziato, se, stando alle parole che l’Assessore ha appena detto, la presenza della Regione, dell’Assessore dei tecnici, era costante e quotidiana, a questo passaggio si doveva arrivare mesi fa.
Quindi non reputo soddisfacente la risposta dell’Assessore perché se è vero che ci sono tante sinergie, tante risorse che ci stanno mettendo tempo e impegno, è di tutta evidenza che questo impegno non sta portando i risultati ottenuti e che questo inverno che è ormai è alle porte e troppe persone, ad un anno e mezzo dal sisma, non hanno ancora una soluzione dignitosa rispetto alle loro esigenze.
Credo che la risposta non possa che purtroppo mettere in evidenza anche delle mancanze della Regione in questi termini anche rispetto al prendere atto di un qualche cosa che non poteva essere altrimenti, viste le condizioni che da un pezzo in loco non c’erano, quindi non sono soddisfatta.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Malaigia.

Marzia MALAIGIA. Grazie Presidente. Sono stata molto attenta alla lunga risposta dell’Assessore Sciapichetti, ma non ho trovato risposta alla mia interrogazione che, associandomi alle altre interrogazioni sul ritardo ormai evidente e conclamato, chiedeva spiegazioni sullo stato delle poche casette, 260 su 1.555 richieste, già consegnate.
I cittadini che hanno avuto in consegna le casette già lamentano il loro deterioramento perché con pareti di 19 centimetri di spessore e infissi che fanno passare l’aria fredda invernale si sono evidenziate problematiche.
Quindi queste casette che sono costate una cifra spropositata non rispondono alle esigenze abitative più elementari, tanto che qualcuno si è dovuto addirittura spostare. Noi abbiamo queste informazioni da contatti diretti con i cittadini che si sono visti consegnare queste casette, calde quando esternamente è caldo e fredde nei periodi invernali. Hanno già manifestato problemi di allagamento con le prime piogge e le prime nevi, rigonfiamenti, serramenti che non chiudono bene e addirittura maniglie che si staccano facilmente.
Io non ho trovato risposta nella sua lunga esposizione e chiederei, se possibile, un’integrazione oppure che lei risponda all’interrogazione che è stata fatta. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Credo che sia ora che il popolo marchigiano, quello che ci segue in streaming in questo momento, possa verificare dall'Aula come interessa il tema del terremoto della regione Marche al Partito Democratico. Ci sono dei Consiglieri seri che sono rimasti, ma tutti possono vedere dalla diretta quanto interessa al Partito Democratico il terremoto, perché anche la risposta dell’Assessore va in questo senso.
Assessore, noi abbiamo chiesto cosa è successo nei ritardi, perché i ritardi ci sono, l’ha ammesso il Presidente Gentiloni venuto a Camerino ed ha chiesto scusa ai marchigiani …

(interrompe l'Assessore Sciapichetti)

Sandro ZAFFIRI. Mi faccia finire ….

(interrompe l'Assessore Sciapichetti)

Sandro ZAFFIRI. Non faccio i comizi, c’è una situazione drammatica e non accetto queste sue affermazioni sui comizi!

(interrompe l'Assessore Sciapichetti)

Sandro ZAFFIRI. Assessore, per favore! Cari marchigiani come potete vedere in diretta la situazione è drammatica!
Noi chiediamo cosa si fa, cosa si è fatto in questo contesto? Questo è il problema! Siamo in emergenza fino a febbraio 2018, questo è il problema, leggiamo dalla stampa di oggi che il Presidente ha chiesto al Commissario la sburocratizzazione di queste pratiche, di questo percorso, ma c’è voluto un anno e mezzo per capire questa cosa! Io mi chiedo questo!
Si è vista subito la non attenzione della Regione e delle Regioni ai decreti emanati dal Primo Ministro, che non andavano nel senso della velocizzazione, anche un bambino delle elementari avrebbe capito queste cose. Non avete fatto niente, non avete avuto un minimo di autonomia rispetto alle linee guida.
Questa è la situazione e noi registriamo che questo problema ..., ve lo ripetiamo per l’ennesima volta, formalmente dentro quest’Aula, o fate cancellare, annullare, sospendere le leggi ordinarie per ricostruire questo territorio oppure si fermano questi e si rendono responsabili i Sindaci delle ricostruzioni, per gestire questa cosa, altrimenti caro Presidente non venite fuori da questa situazione.
E’ un anno e mezzo che ve lo diciamo, le leggi ordinarie via per favore, vanno sospese per un certo periodo di tempo e i Sindaci devo essere responsabilizzati. Abbiate il coraggio di chiederlo a Gentiloni, visto che non avete avuto il coraggio di chiederlo a Renzi ed al Commissario straordinario. Questo è il problema, credo che le risposte date dall’ottimo Assessore Sciapichetti, che svolge bene il suo ruolo, siano state inadeguate perché la drammaticità è sotto gli occhi di tutti, sta nevicando e per il secondo anno ci sono le persone che, a fianco delle casette che vengono ricostruite o si tenta di ricostruire, ancora dormono nelle roulotte, come a Visso ad esempio e come in altri territori.
Popolo marchigiano guardate quest’Aula e poi vi renderete conto.

Interrogazione n. 392
ad iniziativa del Consigliere Fabbri
“Accordo di programma con Ministero dei beni culturali e del turismo”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 392 del Consigliere Fabbri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Pieroni.

Moreno PIERONI. Grazie Presidente. La programmazione negoziata e la conseguente sottoscrizione di Accordi quadro e di Accordi di valorizzazione costituiscono forme efficaci di confronto istituzionale, atte a favorire l'avvio di iniziative integrate, mettendo a sistema le risorse esistenti e, in alcuni casi, riuscendo a mobilitare risorse aggiuntive.
Si tratta di attività di sintesi generale di indiscusso valore strategico, tanto che, come evidenziato nella interrogazione 392/17, sono state avviate le procedure di richiesta per l'avvio dei lavori al Mibact.
E' da rimarcare tuttavia come l'evento del sisma del 2016, di particolare estensione e gravità, abbia avviato per forza di cose una fase straordinaria di interlocuzione con l'Amministrazione centrale, cambiando completamente lo scenario del raccordo tra Stato, Regioni ed enti territoriali.
Da un lato le risorse per la ricostruzione del patrimonio culturale, gestite nell'ambito di piani per i beni culturali e per i piani di ricostruzione, dall'altro le risorse per lo sviluppo del territorio colpito dal sisma attivate con il Fondo unico per lo spettacolo (Fus) e con la riprogrammazione del Por-Fers, a regia regionale, intervengono a comporre il quadro degli interventi.
In questo contesto la Regione, pur monitorando attentamente le opportunità di raccordo programmatico e di incremento delle risorse disponibili fuori e dentro l'area del cratere, interviene con atti mirati, di volta in volta legati a singole progettualità attivabili, con riferimento al territorio del sisma e non solo.
A seguire l'elenco degli Accordi sottoscritti e dei progetti in attuazione legati all'acquisizione di risorse aggiuntive di provenienza statale:
- Accordo di Programma Mibact - Regione Marche per i progetti di attività culturali nei territori della regione interessati dagli eventi sismici verificatisi dal 24 agosto 2016, sottoscritto in data 22 giugno 2017: progetti di iniziativa regionale 360 mila euro; bando spettacolo (Comuni) 700 mila euro;
- Milleproroghe sisma: progetto per operatori spettacolo 400 mila euro;
- Protocollo di intesa con il Segretariato Generale del Mibact, siglato in data 8 agosto 2017: mostre patrimonio culturale sisma (direzione regionale) 100 mila euro;
- Decreto della DG Spettacolo Mibact del 19 settembre 2017 e Accordo tra Mibact/DG Spettacolo e Regione Marche - PF Beni e attività culturali - per la realizzazione del progetto "Mostrare le Marche": mostre patrimonio culturale sisma 'Mostrare le Marche' 200 mila euro;
- Intesa in attuazione delle disposizioni dell'articolo 45 "Residenze" del decreto del Mibact: progetto residenze FUS triennio 120 mila euro.
Ad integrazione di quanto sopraesposto si segnala che:
- anche grazie al cofinanziamento regionale (per circa 2,5 milioni di euro) al territorio arrivano annualmente oltre 6 milioni di risorse Fus per lo spettacolo dal vivo;
- sono allo studio misure di gestione concertata dei fondi straordinari stanziati per le celebrazioni dei ‘Grandi marchigiani’ (Raffaello, Rossini, Leopardi) che cadono nel triennio a venire;
- la recente nuova legge sullo spettacolo dal vivo ha stanziato ulteriori 4 milioni destinati alle attività culturali nelle zone del cratere sisma 2016, con un riparto che dovrebbe privilegiare la Regione Marche dove particolarmente significativo, rispetto alle altre regioni, è il territorio coinvolto.
Per quanto riguarda il Turismo infine - con DM del Mit del 6 marzo 2017 in attuazione alla legge 28 dicembre 2015 n. 208, "Progettazione e realizzazione di itinerari turistici a piedi, denominati Cammini” - sono stati stanziati 50 mila euro a valere sul 2016, sono in autorizzazione ulteriori 100 mila euro (2017/2018) e il 4 novembre 2017 il Ministro per beni attività culturali e del turismo ha presentato l'Atlante Digitale dei Cammini italiani dove figurano due Cammini che attraversano le Marche.
La Regione Marche ha inoltre partecipato nel 2017 al progetto interregionale promosso dal MIBACT di promozione turistica denominato "in Itinere", per un importo complessivo di 750 mila euro finanziati al 90% dal Ministero e per il 10% con fondi regionali.
La Regione Marche ha partecipato con le regioni colpite dal sisma, Umbria, Lazio e Abruzzo, alla campagna di comunicazione promossa dal Governo e dalla Rai con la messa in onda di spot di 45 secondi “Viaggio nel cuore dell'Italia” sia nel periodo pasquale che dei ponti del 25 Aprile e dell'1 maggio che durante l'estate beneficiando di numerose presenze nei principali TG e programmi turistici di Rai.
La Regione Marche partecipa con le regioni colpite dal sisma al progetto di rilancio dei territori con la regia di Enit per un totale di 2 milioni di euro che prevede azioni di comunicazione e promo commercializzazione su mercati italiani e stranieri; il progetto è in corso di attuazione e ha avuto la sua prima conferenza stampa di presentazione delle attività in corso al WTM di Londra (7 Novembre).

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Grazie Presidente. L’interrogazione è di 8 mesi fa, quindi giustamente l’Assessore ha potuto snocciolare le iniziative che sono state realizzate in questo lasso di tempo e vedo che sono numerose. L’accordo di programma è stato stilato su diversi punti, quindi mi ritengo soddisfatto, averlo saputo 8 mesi fa sarebbe stato meglio che averlo a consuntivo molto tempo dopo.

Interrogazione n. 472
ad iniziativa del Consigliere Zaffiri
“Regione Marche e Gran Premio di Formula 1”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 472 del Consigliere Zaffiri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Pieroni.

Moreno PIERONI. Grazie Presidente. In relazione all'interrogazione n. 472/2017 in oggetto si evidenzia quanto segue.
In via preliminare si vuole ricordare la grave calamità che ha colpito nel 2016, a partire dal 24 agosto, il territorio della nostra regione. Un terremoto di vaste dimensioni che ha colpito quattro regioni, ma prevalentemente il territorio delle Marche. Una infinità di scosse di terremoto che per un periodo di oltre sei mesi hanno portato ad una delimitazione di 87 comuni quali zone rosse, che hanno creato ingentissimi danni al patrimonio edilizio sia pubblico che privato, oltre che a strade, esercizi commerciali e alberghi. A questi danni diretti, purtroppo, si sono poi aggiunti anche quelli indotti, sulle varie attività economiche ed in particolare proprio sul turismo.
A dicembre 2016 si evidenziava un trend negativo di prenotazioni, come abbiamo ricordato poc’anzi con l’approvazione del piano straordinario del turismo, sull'intero territorio regionale per il periodo primaverile/estivo superiore al 70% e non solo, quindi, sulle aree colpite dalla crisi sismica.
E' necessario ricordare, altresì, che per mesi la stampa ed i media hanno fatto "percepire" a tutta l'Italia che la Regione Marche fosse stata interamente colpita dagli eventi sismici, compresa la costa, tanto che nel periodo del "ponte dei Santi" e durante le vacanze natalizie ci fu un azzeramento delle presenze.
Occorreva dare un forte segnale, analogamente alle altre Regioni, e comunicare che la Regione Marche aveva bisogno di non essere isolata e che era ferita solo in alcune zone interne.
La Giunta regionale, sulla base di una comunicazione approvata nella seduta del 12 dicembre 2016, ha individuato una serie di interventi da attuarsi a partire dalle festività natalizie del 2016, per produrre un piano immediato di "Pronto Intervento" a salvaguardia della immagine e della promozione turistica territoriale e conseguentemente dell'economia turistica della Regione Marche.
Gli interventi proposti ed individuati erano diretti alla promozione del territorio sia televisiva che radiofonica, usando i principali media televisivi e radiofonici nazionali.
In particolare, nell'ambito di questa campagna promozionale territoriale sono stati mandati in onda, in attuazione della delibera di Giunta regionale n. 253/2017, spot promozionali con radio Rai, in occasione di importanti eventi, nelle varie trasmissioni sportive relative al calcio, (campionato di serie A, Coppa Italia, Tim Cup, partite di Champion e di Europa League), alla Formula 1 e al ciclismo (Giro d'Italia, Tirreno-Adriatico).
La Regione Marche, pertanto, non ha sponsorizzato alcuna manifestazione sportiva, né ha avuto alcun contatto ed accordo con l'organizzazione dei gran Premio di Formula 1, così come non ha avuto nessun contatto ed accordo con la Lega calcio di serie A e B e con l'UEFA.
La Regione Marche ha semplicemente fatto un accordo con la Rai, in qualità di società detentrice in esclusiva dei diritti di trasmissione, per mandare in onda degli spot promozionali del territorio marchigiano durante la presentazione e Io svolgimento delle gare sportive nazionali ed internazionali
Decine di milioni di italiani hanno così ascoltato almeno una volta, o più volte, uno spot promozionale sulla nostra regione, attraverso queste trasmissioni seguite da milioni di concittadini.
Le azioni intraprese hanno così dato ottimi risultati ed i meriti delle presenze turistiche di questa estate possono essere ricondotte alle scelte fatte nel dicembre 2016.
Riassumendo con puntuale riferimento ai punti dell'interrogazione:
Punto a) La Regione Marche non ha in alcun modo pubblicizzato il Gran Premio di Formula 1, ma ci si è serviti di una trasmissione radiofonica seguita da milioni di italiani per promuovere il territorio marchigiano attraverso spot promozionali;
Punto b) Chiaramente fare promozione tramite i media ha un costo, che è stato in questo caso di 26 mila euro per un totale di n. 78 spot da 15 secondi e n. 380 spot da 5 secondi, dalla data del 26 marzo 2017 al 2 dicembre 2017, sono infatti ancora in corso. Si precisa, inoltre, che le tariffe ordinarie che la Rai applica per i servizi prestati sono notevolmente superiori rispetto a quelle riservate straordinariamente alla Regione Marche nella campagna promozionale in questione, proprio perché la stessa Rai ha voluto attuare una politica di "compartecipazione e solidarietà" a seguito della crisi sismica subìta dal nostro territorio;
Punto c) I risultati e i benefici ottenuti sono evidenti a tutti e impensabili solo pochi mesi or sono, tanto che le presenze turistiche della primavera e dell'estate 2017 si sono praticamente riportate, come abbiamo detto qui questa mattina, ai valori ante sisma. Naturalmente è necessario ringraziare tutti coloro che hanno partecipato e collaborato al buon andamento della stagione turistica: le associazioni di categoria, gli operatori, i media ed i nostri uffici, cioè tutto il sistema complessivo della nostra regione, il sistema della ricettività marchigiana sia pubblica che privata che ha condiviso fortemente questo nostro percorso.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Capisco l’intervento dell’Assessore che è senz’altro ammirevole quando dà queste giustificazioni, che hanno come scopo quello di incrementare il turismo.
Personalmente ho seri dubbi perché “la Regione Marche vi invita all’ascolto della radiocronaca del prossimo Gran Premio di Formula 1”, se la Regione Marche avesse invitato a venire nelle Marche, allora poteva essere uno spot che mi avrebbe fatto condividere il suo intervento. Ma se la Regione Marche non fa alcun accenno o riferimento al terremoto e non invita nessuno a venirci a visitare, mi fa pensare che quegli spot siano serviti ad un’altra cosa e poco al problema dei marchigiani, perché nella discussione della legge presentata prima ho citato casi di persone che si recano nei territori interni perché hanno attività lavorative da svolgere e poi tornano a dormire lungo la costa.
Non penso che i conti portati dalle statistiche tornino perché, passata la costa, quando arriviamo in collina, nella mezza collina o nella montagna la situazione è drammatica, come ho evidenziato prima all'Assessore Schiapichetti.
Queste risposte non vanno date a me, ma vanno date a chi ci controlla i conti perché credo che queste iniziative estemporanee non rientrano in un progetto complessivo per far conoscere la nostra regione. Glielo dico con la massima franchezza, stima e amicizia, ancora le Marche sono quel territorio sotto Rimini. Questo è un dato di fatto, se noi non superiamo questo, penso che le enunciazioni siano aria fritta e la realtà è un’altra cosa. Grazie.

Interrogazione n. 451
ad iniziativa della Consigliera Marcozzi
“Ufficio ricostruzione terremoto”

Interrogazione n. 463
ad iniziativa del Consigliere Rapa
“Scelta della sede dell’ufficio per la ricostruzione di Macerata”
(abbinate)
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 451 della Consigliera Marcozzi e l’interrogazione n. 463 del Consigliere Rapa, abbinate.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. Grazie Presidente. La scelta dell'immobile che ospita l'Ufficio per la ricostruzione di Macerata è stata effettuata sulla base dei seguenti criteri:
• Capienza minima: con la progressiva entrata a regime delle attività dell'Ufficio ricostruzione, è prevista una dotazione di personale, per l'Area Macerata Ancona, pari a circa 100 unità (si tenga conto che ad oggi risultano già in servizio oltre 67 dipendenti). L'immobile doveva quindi essere idoneo ad ospitare un pari numero di postazioni lavorative, nonché tutti i servizi necessari e correlati, quali parcheggi per dipendenti e pubblico, portineria, sala riunioni, servizi igienici, archivio, garage per automezzi in dotazione, eccetera;
• Posizione baricentrica con riferimento alle aree sinistrate e facilità di collegamento con le principali infrastrutture viarie: considerata l'estensione del cratere che fa riferimento all'Ufficio ricostruzione per l'Area Macerata (vedasi planimetria allegata), comprendente quasi tutta la Provincia di Macerata fino a lambire la fascia collinare costiera, nonché i comuni di Fabriano e Cerreto d'Esi in Provincia di Ancona, era opportuno che la sede venisse localizzata in posizione il più possibile equidistante dai maggiori centri colpiti, con facilità di collegamento con le principali infrastrutture viarie, il che comporta, considerata la conformazione del territorio maceratese nonché la sua dotazione infrastrutturale, non discostarsi troppo dall'asse della Superstrada SS77 Civitanova Marche-Foligno, tratto Tolentino-Muccia e dai tracciati pedemontani;
• Facilità di parcheggio: servivano almeno 100 posti macchina;
• Equità degli oneri necessari: basata sui valori €/mq x mese risultanti dalla Banca dati delle quotazioni immobiliari disponibile sul sito dell'Agenzia dell'Entrate, con riferimento all'ultimo semestre disponibile (1° semestre 2016).
Tenuto conto di quanto detto al punto precedente, l'area ove sono state indirizzate le ricerche di immobili idonei disponibili, è quella del medio-alto bacino del Chienti, lungo l'asse della superstrada Civitanova Marche-Foligno. In particolare sono stati visionati i fabbricati dell'Unione Montana di Camerino e di privati nel Comune di Belforte del Chienti, di Tolentino e di Serrapetrona.
Effettuate le opportune valutazioni, l'immobile di proprietà privata ubicato in località Caccamo di Serrapetrona è quello che risponde maggiormente, rispetto a quelli visionati, alle esigenze dell'Ufficio speciale per la ricostruzione - Area Macerata Ancona, in quanto:
1. è quello con la maggiore metratura disponibile (1.436 mq);
2. risulta in posizione fisicamente baricentrica rispetto all'area del cratere e ben collegata rispetto alle principali infrastrutture viarie;
3. i posti macchina disponibili sono un centinaio di cui 30 sul piazzale antistante il fabbricato e 70 nei parcheggi pubblici limitrofi;
4. dal punto di vista dell'equità degli oneri economici necessari il canone mensile di locazione pari a 4.500 euro risulta in linea con i valori €/mq per mese risultanti dalla Banca dati delle quotazioni immobiliari;
5. dal punto di vista della sicurezza sismica l'immobile presenta sufficienti garanzie.
Perché non si è scelto il fabbricato sede della Unione Montana di Camerino come l’interrogante chiede? Si tratta di un fabbricato con struttura in cemento armato su 4 livelli di cui il primo ed il secondo utilizzabili per ufficio disponibile in comodato d'uso. L'immobile è internamente allo stato grezzo.
Alla luce dei criteri di scelta prestabiliti l'immobile non è stato valutato idoneo in quanto:
1. presenta una disposizione interna fortemente rigida che consentirebbe di ospitare al massimo 50-55 postazioni lavorative;
2. la soluzione è sfavorevole sotto il profilo della facilità di collegamento viario, in quanto posta in area scoscesa, distante 8 chilometri dall'asse della S.S. 77, non baricentrica rispetto alla dislocazione dei comuni danneggiati;
3. i posti auto disponibili nell'area di pertinenza e nelle immediate vicinanze sono nettamente insufficienti;
4. l'immobile ha subìto danni diffusi, anche gravi;
5. l'immobile, pressoché allo stato grezzo all'interno, avrebbe necessitato di lavori per circa 600 mila euro.
È assolutamente prevalente l'inidoneità logistico-spaziale del sito, rappresentata ripetutamente e da molto tempo sia al Presidente della Comunità Montana che al Sindaco del Comune di Camerino. Non mancheranno tuttavia possibilità di utilizzo dell'immobile dell'Unione Montana per altre aree diverse e parimenti utili finalità pubbliche (alloggi studenti, uffici pubblici, sedi museali, archivi, sedi sociali e quant'altro, scelto dall'Amministrazione proprietaria), per valorizzare il bene e produrre vantaggio e utilità alla popolazione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Faccio una domanda: ma lei ne ha parlato di tutto questo con il Sindaco di Camerino?
A questo punto i locali non sono idonei, loro hanno anche altri locali di proprietà pubblica che farebbero risparmiare alla Regione 324 mila euro. Mi chiedo se vi siete messi seduti ad un tavolo con il Sindaco e ne avete parlato. Questa è la mia domanda a questo punto.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. L'interlocuzione con il Sindaco e con l’amministrazione è stata costante fino ad oggi. Il percorso è stato già realizzato, l’interrogazione viene discussa con grande ritardo, perché l’inaugurazione dell’edificio è imminente, quindi questa soluzione è stata più volte richiesta dal Sindaco di Camerino e più volte gli uffici tecnici e il responsabile dell’Ufficio Ricostruzione hanno spiegato agli interlocutori, al Sindaco ed all’amministrazione di Camerino perché non era possibile installarlo a Camerino.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Ho parlato con il Sindaco Pasqui e mi ha detto di chiedere all’Assessore un tavolo con il Sindaco e con il Presidente dell’Unione Montana anche perché hanno altri locali e non vedo il motivo …

Angelo SCIAPICHETTI. Gli uffici per l’Ufficio per la Ricostruzione sono stati già allestiti, quindi penso che la richiesta sia tardiva.

Jessica MARCOZZI. Questa è un’interrogazione del 10 luglio e siamo arrivati a 5 mesi!

Angelo SCIAPICHETTI. Il tavolo è stato fatto più volte con il Sindaco Pasqui, con il Vicesindaco e con l’amministrazione di Camerino.

Interrogazione n. 499
ad iniziativa del Consigliere Giorgini
“Richiesta informazioni sui costi di gestione e smaltimento macerie aree terremotate”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 499 del Consigliere Giorgini.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. In relazione all'interrogazione in oggetto, si rappresenta che:
• con due decreti del 24 marzo 2017, si è approvata la concessione di servizio e il disciplinare tecnico con i gestori del Servizio Cosmari e Picenambiente;
• al Cap. 5.12 - Rendicontazione del disciplinare tecnico, è previsto: il corrispettivo omnicomprensivo per l'esecuzione servizio oggetto della concessione è pari al prezzo unitario di 50 euro €/tonnellata IVA esclusa, per l'intera gestione delle macerie: raccolta, trasporto, cernita, selezione, recupero e smaltimento e per la gestione del sito di deposito temporaneo come derivante dall'analisi dei costi presunti sotto riportata:
• Cernita e carico in sito 3,24 euro
• Selezione e cernita in SDT 25,86 euro
• Trasporto 12,50 euro
• Costi amministrativi e gestionali 8,54 euro
Totale costo del servizio 50,14 euro
Pertanto ogni fase delle attività ivi previste è remunerata dal relativo corrispettivo; giocoforza non si verificano interferenze tra l'attività eseguita dai Concessionari e quella eseguita dall'Esercito.
Infatti le attività di "cernita e carico in sito" e "trasporto" sono escluse dal conteggio economico dei concessionari se eseguite dall'Esercito.
A riprova, ed a solo titolo esemplificativo, nel mese di agosto sono state trattate 11.514,85 tonnellate di macerie e trasportate 8.652,67 tonnellate. Le ulteriori 2.862,18 tonnellate trasportate dall'esercito esulano dai conteggi di quanto fatturato dalle aziende concessionarie.
Relativamente alle macerie che a seguito dell'attività di selezione e cernita sono avviate a "recupero" presso impianti autorizzati e conseguentemente trasformate in materia prima seconda, si informa che è in corso un'intesa attività di approfondimento tecnico/giuridico, al fine di stipulare accordi quadro con tutte le amministrazioni ed enti, quali "Stazioni Appaltanti", per il successivo riutilizzo del materiale, imponendo nei propri capitolati, quanto previsto dai criteri ambientali minimi edili (DM 11 ottobre 2017).
E’ intenzione della Regione Marche, stilare un Quadro tecnico/giuridico di riferimento, imponendo il riutilizzo di tali materie prime e secondarie ai fini della ricostruzione e/o realizzazione di nuovi interventi edilizi ed infrastrutturali; tale prassi amministrativa e tecnica è stata anche oggetto di approfondita analisi e discussione al recente avvenimento fieristico di Ecomondo 2017, confrontandosi con operatori del settore, organi scientifici, rappresentanti del Ministero dell'ambiente, Protezione civile nazionale. Grazie

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Giorgini.

Peppino GIORGINI. Ringrazio l’Assessore. Ho dovuto fare questa interrogazione perché gli uffici non sono stati in grado di rispondermi, altrimenti non l’avrei fatta, per quanto riguarda il disciplinare tecnico al paragrafo 5.12.
Ho fatto questa interrogazione per il semplice fatto che proprio il punto che lei citava, che è quello che ho scritto, afferma quanto segue: l’intera gestione delle macerie: raccolta, trasporto, cernita, selezione, recupero, smaltimento e gestione del sito temporaneo, spetta alla società che ha ricevuto l’appalto. Siccome è stato costituito un apposito Task Group del Genio dell’Esercito, siccome il trasporto incide per 12,50 euro, come lei ha giustamente citato, siccome i camion che arrivano a Centobuchi, noi li controlliamo ogni giorno, sono nella maggior parte dell’Esercito, siccome questo è un risparmio per l’ente, ho fatto questa interrogazione per sapere se, visto l'aiuto che dà l’Esercito, se la tariffa viene rivalutata o no. Questo era il punto della mia interrogazione su cui gli uffici ed i dirigenti non mi hanno saputo dare risposta, altrimenti non l’avrei fatta. Grazie.

La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 16,50