Resoconto della seduta n.9 del 27/10/2015
SEDUTA N. 9 DEL 27 OTTOBRE 2015

La seduta inizia alle ore 10,15

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Colleghi buona giornata, dichiaro aperta la seduta n. 9 del 27 ottobre 2015. Do per letto il processo verbale della seduta n. 8 del 20 ottobre 2015, il quale ove non vi siano obiezioni, si intende approvato ai sensi dell'articolo 29 del Regolamento Interno.
Comunico che è stata presentata la seguente proposta di legge regionale:
- n. 16 in data 26 ottobre ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Modifica della legge regionale 22 aprile 2013, n. 6 'Disposizioni urgenti in materia di trasporto pubblico regionale e locale'”, assegnata alla III Commissione assembleare in sede referente, trasmessa al Consiglio delle Autonomie locali per l’espressione del parere di cui all’articolo 11, comma 4, della l.r. 4/2007, al Consiglio regionale dell'Economia e del Lavoro per il parere di cui all'articolo 4, comma 1, lettera c) della l.r. 15/2008 e alla II Commissione assembleare ai sensi e per gli effetti del comma 1 bis dell'articolo 68 del Regolamento interno.
E' stata presentata la seguente proposta di atto amministrativo:
- n. 6 in data 21 ottobre, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Piano regionale triennale di promozione turistica 2016/2018 - l.r. 11 luglio 2006, n. 9”, assegnata alla II Commissione assembleare in sede referente.
Sono state presentate le seguenti mozioni:
- n. 31 dei Consiglieri Rapa, Giancarli, Urbinati “Sostegno dei Comuni 'Bandiere blu', 'Bandiere arancioni' e 'Borghi più belli' e 'Borghi Autentici d'Italia' delle Marche”;
- n. 32 del Consigliere Carloni “Difesa dell'autonomia e dell'unità delle Marche nella revisione del numero delle Regioni”;
- n. 33 dei Consiglieri Maggi, Giorgini, Fabbri, Bisonni, Pergolesi “Procedura concorsuale per la copertura di n. 3 posti di dirigente dei Servizi assembleari indetta con decreto del Direttore generale n. 3/DGCR del 9 giugno 2014”.
Il Presidente della Giunta regionale ha promulgato, in data 21 ottobre, la legge regionale n. 25, concernente: “Modifica alla legge regionale 16 gennaio 1995, n. 10 'Norme sul riordinamento territoriale dei Comuni e delle Province nella Regione Marche'”.

Saluto alle scuole

Saluto gli studenti olandesi dell'Università di Dronten in Olanda, in visita studio presso la Facoltà di agraria dell'Università politecnica delle Marche, sul tema “Marche Agri-food sector”. A nome di tutta l'Aula li saluto e li ringrazio per la presenza.

Interrogazione n. 60 - a risposta immediata
a iniziativa dei consiglieri Zaffiri, Zura Puntaroni, Malaigia
“Concorsi per dirigenti”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 60 a risposta immediata, dei Consiglieri Zaffiri, Zura Puntaroni, Malaigia.
Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie Presidente. Con riferimento all'interrogazione n. 60 presentata dai Consiglieri Zaffiri, Zura Puntaroni, Malaigia, devo innanzitutto tranquillizzare l'Assemblea circa la possibile sussistenza di un ostacolo giuridico allo svolgimento dei concorsi dirigenziali del Consiglio e della Giunta ad opera di normative nazionali intervenute negli anni 2014 e 2015.
Faccio riferimento sia all'articolo 1, comma 424, della legge 23 dicembre 2014 n. 190, che all'articolo 17, comma 1, lettera c) della legge 7 agosto 2015 n. 124, legge delega di riforma della pubblica amministrazione, la cui effettiva portata è stata, in modo puntuale, esposta dal Presidente e dal Vicepresidente del Consiglio nella replica di ieri ad un articolo del Gruppo consiliare Lega Nord apparso sulla stampa sabato scorso. A quelle argomentazioni, pienamente condivise anche dagli uffici della Giunta, faccio dunque rinvio.
In realtà mi preme soffermarmi sul contenuto della domanda posta dai 3 Consiglieri della Lega Nord, di cui uno con l'incarico di Vicepresidente del Consiglio e come tale ha condiviso l'intero percorso di riattivazione della procedura concorsuale indetta dal Consiglio. Mi risulta, infatti, che la Vicepresidente Malaigia abbia votato la determinazione n. 37 assunta nella seduta dell'Ufficio di Presidenza n. 8 del 3 settembre 2015 e la deliberazione n. 32/10 del 15 settembre 2015 di nomina della commissione esaminatrice, abbia condiviso tutte le discussioni svolte in Ufficio di Presidenza circa l'urgenza di procedere allo svolgimento del concorso per i 3 dirigenti del Consiglio e partecipato all'incontro con le organizzazioni sindacali dell'8 ottobre 2015 nel quale è stato comunicato il percorso che il Consiglio si accingeva a perseguire.
Sorprende, dunque, che una componente dell'Ufficio di Presidenza dopo aver votato gli atti relativi al riavvio delle procedure concorsuali chieda alla Giunta regionale di farne sospendere il corso.
Va inoltre rimarcata l'anomalia di Consiglieri regionali che richiedono al capo dell'esecutivo di intervenire su una questione che attiene all'autonomia organizzativa del Consiglio sancita in modo completo con lo Statuto regionale il quale prevede addirittura un ruolo separato del personale assembleare.
In questo senso, dunque, andrebbe in primo luogo risposto che le questioni attinenti all'autonomia organizzativa del Consiglio vanno poste direttamente all'organismo assembleare competente e cioè all'Ufficio di Presidenza in cui la Lega è rappresentata al massimo livello, anche nella considerazione che se ad una intesa si deve intervenire, questa non può prescindere dalla volontà dell'Ufficio di Presidenza.
A parte queste precisazioni, è evidente che su questioni che attengono all'organizzazione delle strutture dei massimi organi regionali vi sia stato e vi è un confronto continuo tra la Giunta e l'Ufficio di Presidenza del Consiglio.
Le questioni sottese allo svolgimento del concorso per i dirigenti del Consiglio e della Giunta hanno una significativa rilevanza sotto molteplici profili, in primo luogo quello organizzativo per garantire la continuità, la professionalità e l'efficienza degli uffici regionali che, voglio ricordare, è una condizione imprescindibile per l'efficacia dell'azione di Governo, anche sotto il profilo della legittimità del perdurare di incarichi a tempo determinato oltre le percentuali previste dalla normativa nazionale, si pensi ai rilievi più volte sollevati dalla Corte dei Conti nei giudizi di parifica sul rendiconto regionale.
Questa amministrazione ha ereditato una problematica che non ha creato, ma è chiamata a trovare una soluzione adeguata per soddisfare tutte le esigenze suesposte ed è evidente che non si sottrarrà a questa responsabilità.
Posso pertanto affermare, con ciò smentendo voci infondate, che la stessa Giunta sta valutando il riavvio per assicurare la conclusione in tempi certi della procedura concorsuale alla luce di due pronunce giurisdizionali positive già intervenute e allo stato non impugnate, nonché ricorrendo all'ausilio di autorevoli pareri pro-veritate da parte di soggetti esterni all'amministrazione.
La volontà è dunque quella di chiudere una vicenda che si trascina da troppo tempo e che rischia di mettere in seria crisi il funzionamento complessivo dell'ente.
Concludo dicendo che il buon funzionamento della macchina amministrativa regionale, di Giunta e di Consiglio, dovrebbe stare a cuore a ciascun Consigliere regionale e che è nostro compito, nelle scelte da compiere, nelle posizioni da assumere, avere il quadro complessivo delle informazioni, distinguendo tra segnalazioni fondate e quelle a carattere meramente strumentale.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Ringrazio l'Assessore Cesetti perché ha esposto questo problema che è nella continuità di quanto le mie orecchie o le orecchie del Gruppo consiliare della Lega hanno ascoltato fino ad oggi. Siamo nelle stesse condizioni di qualche giorno fa.
Abbiamo riflettuto su questo problema, ci abbiamo riflettuto con attenzione, perché credo che le cose nella giornata del 21 ottobre siano fortemente cambiate. Ho qui una lettera arrivata al nostro Gruppo che dice dove effettivamente questo concorso è debole. E' debole, Assessore, perché voi citate l'articolo 1, comma 424, della legge n. 190, ma la legge non dice quelle cose, citate la legge n. 124 del 2015, comma 15, e non dice quelle cose, dice tutt'altra cosa, citate la legge 124, comma c) e non l'applicate per intero.
Perché non l'applicate per intero? La Commissione d'esame doveva essere preselezionata e invece voi cosa avete fatto? Avete nominato il Presidente di questa Commissione e dopo 48 ore l'avete nominato Commissario dell'Ersu di Macerata. Queste cose pesano per i concorrenti!
L'Ersu di Macerata cos'è? Una azienda, una fabbrica di Merloni? No, è della Regione Marche, c'è, quindi, un conflitto di interessi. Avete fatto battaglie per anni sul conflitto di interesse ed ora avete nominato lo stesso Presidente.
In relazione a queste anomalie voi dite: “E' un problema dell'Ufficio di Presidenza?” Perché? Se uno ha fatto un certo ragionamento e poi si accorge o qualcuno lo fa riflettere sul fatto che effettivamente quel percorso non era così..., Presidente lei ride sempre, è sempre matematicamente sicuro delle sue azioni, ma io vorrei che qualcuno anche dentro quest'Aula cominciasse a pagare con le proprie tasche, allora credo che le cose potrebbero cambiare.
Questo concorso è pieno di irregolarità, cosa si doveva fare? Secondo noi una cosa molto modesta, no sentito dire, sentito dire tra i dirigenti della Regione e della Giunta, sentito dire tra i dirigenti del Consigli, addirittura viene fuori che una circolare supera una legge. Probabilmente sono fuori pista sul fatto che una circolare superi una legge, non sono più nella condizione di poter ragionare, ma questa circolare cosa dice? Dice che si può fare il concorso? No, dice che si possono fare delle assunzioni. Quali assunzioni? Se dovete fare un concorso, come cita l'articolo 17, comma c), i criteri a livello territoriale devono essere omogenei con i criteri nazionali, perché l'articolo 17 della legge n. 124, comma c) va letto per intero, fino all'ultima parola e credo che non dica che si deve fare un concorso, io non leggo che si può fare un concorso.
Nel comma c) ci sono le disposizioni su come deve avvenire un concorso, se questo concorso può avvenire, per cui credo che ci siano una serie di illegittimità.
C'è anche il problema che non viene salvaguardata la professionalità, ho sentito nell'ultima parte del suo intervento, Assessore Cesetti, che io sottoscrivo, la parola professionalità.
Alla professionalità in questo concorso vengono dati 5 punti, agli altri criteri 30 o 20. Di quale professionalità parliamo? Massimo 5 punti a chi che è qui dentro da 20 anni e fa il lavoro anche per i dirigenti. Perché, qui dentro, chi lavora ha una camicia e chi non lavora ne ha due. Questa è la struttura di questo Consiglio e della Giunta. Non è possibile che chi lavora ha una camicia e chi firma ne ha due, santo cielo!
Bisogna ristabilire le regole vere del merito e della professionalità, senza questi arzigogoli.
Vi siete un po' innervositi perché la giornata di ieri si è un po' agitata nei confronti di un membro dell'Ufficio di Presidenza. E' scritto sui giornali. Se questa persona si è ricreduta, si sta ricredendo, in fondo cosa ha chiesto? Ha chiesto di verificare con più attenzione se il concorso è regolare.
Voi questa mattina siete venuti in Aula senza carte, senza niente, senza documentazione degli uffici legali, senza dei pareri, “Si, abbiamo sentito delle persone autorevoli che ci hanno comunicato che il concorso va bene”. Dove sono le cose scritte che queste persone autorevoli vi hanno detto relativemente al fatto che il concorso è regolare? Dove sono queste cose scritte? Arriveranno? Quando? A babbo morto! Credo che queste cose siano indispensabili, Presidente, lo so che lei suona il tempo, è vero, però le cose potevano essere fatte meglio e con questa interrogazione l'abbiamo chiesto.
Non ci fermiamo qui e vogliamo aprire un dibattito in questo Consiglio e siccome questa mattina non è possibile, chiederemo una discussione in Aula. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Malaigia.

Marzia MALAIGIA. Grazie Presidente. Avrei voluto rispondere nella mia duplice veste di Consigliera e di Vicepresidente, ma essendo stata chiamata in causa rispondo: è vero che inizialmente ho avallato le decisioni prese in Ufficio di Presidenza in un clima di collaborazione e di rapporto fiduciario, appena assunto l'incarico non avevo alcun motivo per metterle in discussione.
Una volta approfondite determinate tematiche - dal momento che io ho il diritto ma anche il dovere di vigilare su tutta la procedura, una procedura che era iniziata precedentemente all'assunzione dell'incarico e che poi è stata portata avanti - quello che chiediamo è un bisogno di chiarezza, di controllo. Non chiediamo il blocco del concorso, come è scritto anche nella nostra interrogazione, ma chiarezza. Vogliamo risposte e se c'è un minimo dubbio di illegittimità è mio dovere chiedere spiegazioni. Tutto qui. Grazie.

PRESIDENTE. Una sola piccola puntualizzazione rispetto a quanto ha detto il Consigliere Zaffiri, magari mi spiegherà che conflitto di interesse c'è tra Commissario dell'Ersu ed il Presidente della Commissione d'esame, perché non è un dipendente della Regione e non c'entra assolutamente nulla. Sta facendo una polemica assolutamente strumentale e fuori luogo. Andiamo avanti.

Interrogazione n. 61 a risposta immediata
a iniziativa del consigliere Giancarli
“Stabilimento della CNH di Jesi”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 61, a risposta immediata, del Consigliere Giancarli.
Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Bravi.

Loretta BRAVI. La legge 223 del '91 stabilisce le modalità per la gestione delle crisi aziendali.
Nei primi 45 giorni, se le parti non chiamano in causa le istituzioni, la vertenza si svolge in sede sindacale locale, sede in cui molte aziende raggiungono l'accordo, quindi la Regione viene solo informata successivamente.
Nel caso della CNH nessuna parte ha chiesto il coinvolgimento della Regione. Scaduti i 45 giorni, senza un accordo fra le parti, la vertenza passa automaticamente a livello regionale per ulteriori 30 giorni. Voglio aggiungere che tra piccole, medie e grandi imprese sono circa 2.000 l'anno le vertenze di cui la Regione si occupa.
Per quanto concerne la CNH di Jesi, così come per tutte le altre aziende marchigiane, l'ho detto poc'anzi, la Regione è disponibile a incontrare le parti sociali, l'azienda, le parti interessate, al fine di garantire la massima occupazione e lo sviluppo economico del proprio territorio, qualora ve ne fosse la necessità e venisse coinvolta.
C'è, quindi, una grande attenzione, Consigliere Giancarli, per questa questione, però entriamo quando c'è la richiesta di un nostro coinvolgimento. Tutto qua.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente. Assessore la ringrazio anche se vorrei che quel “Regione disponibile” diventasse in qualche modo “la Regione promuove” perché stiamo parlando della più grande e di una delle maggiori industrie della nostra regione.
C'è un confronto aperto da tempo, ci sono state tantissime prese di posizione, domani ci sarà un incontro molto importante e siccome questa azienda influisce tantissimo nel panorama produttivo della nostra regione - tra l'altro in una iniziativa pubblica, ne abbiamo parlato anche alcuni mesi fa, alla presenza del Presidente che voglio ringraziare per la sua disponibilità - ha ragione rispetto ad un quadro normativo e rispetto a dei percorsi previsti dalle vertenze in atto, però vista la caratteristica dell'azienda in questione, vista anche la ragione per cui ho avanzato questa interrogazione, credo di poter contare sulla sua disponibilità e potremmo, se lei è d'accordo, anche convertirla in un'iniziativa propria dell'Assessorato. La ringrazio.

Loretta BRAVI. Consigliere Giancarli la ringrazio. Vedremo se è possibile, io ho seguito le modalità di ogni vertenza, se vogliamo incontrarci, credo che ci sia tutta la disponibilità. Le ricordo che c'è una vertenza al giorno, bisogna mettersi d'accordo per un giorno libero. Grazie.

Interrogazione n. 6
ad iniziativa del Consigliere Bisonni
"Incendio della ditta Cosmari con sede a Tolentino verificatosi in data 9 luglio 2015"
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 6 del Consigliere Bisonni.
Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. Grazie Presidente. L'oggetto di questa interrogazione è stato già trattato grazie ad un'altra interrogazione ad iniziativa di un Consigliere della Lega a cui ho risposto in data 15 settembre, comunque ringrazio il Consigliere Bisonni che mi dà la possibilità di tornare sull'argomento e rispetto alla sua interrogazione posso dire quanto segue.
Le cause dell'incendio al momento sono oggetto di indagine da parte della Procura della Repubblica. Non possiamo sostituirci agli organi preposti, ma dalle relazioni preliminari del Comando Vigili del fuoco e dei tecnici dell'assicurazione sembra in ogni caso da escludere il dolo.
In merito al fatto se ci siano stati danni per la salute delle persone e all'ambiente, per la prima volta, credo, l'Arpam con i Comuni interessati all'evento hanno, con grande trasparenza, pubblicato tutti i dati in tutti i siti ed in base ai rilievi dell'Arpam e del Servizio sanitario non ci risultano danni per la salute delle persone e per l'ambiente, sia per quanto riguarda il suolo che l'aria, le acque, i foraggi e le verdure.
Dalle analisi condotte sugli alimenti vegetali si rileva che, in tutti i campioni, le concentrazioni dei parametri normati, per i quali sono previsti valori limite ai sensi del Regolamento CE 1881/2006 o livelli d'azione ai sensi della Raccomandazione della Commissione 2014/663/UE, sono risultati notevolmente inferiori ai tenori massimi consentiti.
Il Cosmari non è un impianto soggetto a pericolo di incidenti rilevanti (in base alla direttiva Seveso) per cui la competenza delle eventuali emergenze al di fuori dell'area dell'impianto fa capo al Comitato provinciale di protezione civile ed ai Sindaci dei territori confinanti. Non a caso la notte dell'incendio si è attivata subito la macchina della Protezione civile e la gestione dell'emergenza è stata assunta dallo stesso Comitato provinciale. Ricordo che alle 8 del mattino si era già riunita, nella sala operativa provinciale, la prima riunione.
ll Cosmari è invece soggetto alle normative di sicurezza degli impianti e verso il personale impiegato. Su questo, al momento, non sono state riscontrate eventuali carenze, tanto che nell'indagine in corso il Cosmari compare come parte lesa, essendo, comunque, stato aperto il fascicolo come incendio doloso.
In merito al punto dell'interrogazione: “se alla data del 9 luglio 2015, il reparto della Cosmari interessato abbia avuto o meno l'autorizzazione ...”, il reparto interessato all'evento è composto da due linee di selezione: una funzionante da anni prettamente manuale regolarmente autorizzata all'esercizio da parte della Provincia e l'altra automatizzata, nuova, che era in fase di conclusione di collaudo. La linea in attività era la prima, autorizzata, e da lì sembra si sia sprigionato l'incendio - sembra perché le indagini sono ancora in corso - anche se la stessa era non funzionante, senza personale al suo interno, dalle ore 19 del giorno precedente, come tutti i giorni lavorativi (si ricorda che l'incendio si è manifestato verso l'una di notte).
Alla data dell'evento nell'impianto erano presenti i sistemi di sicurezza previsti nel certificato prevenzione incendi: il loro funzionamento è oggetto di esame nelle indagini in corso. Anche la squadra antincendio interna era in servizio. In ogni caso era presente un sistema di rilevazione dei fumi, non di estinzione automatica, non richiesto dai Vigili del fuoco, la cui finalità è rivolta essenzialmente alla protezione dei lavoratori come allarme antincendio. Dalle dichiarazioni raccolte il personale in servizio sul resto dell'impianto, presidiato 24 ore al giorno, si sarebbe accorto dell'incendio in tempo reale, ma, stante le particolari condizioni anche metereologiche, non è riuscito ad arginarlo.
L'impianto era dotato delle necessarie autorizzazioni in termini di prevenzione incendi e di sicurezza di legge. In particolare il certificato di prevenzione incendi era stato rinnovato dai Vigili del fuoco in data 8 ottobre 2013 con validità fino al 6 agosto 2018 e in esso era inserito l'impianto di selezione in attività al momento del sinistro.
La società rileva che erano regolarmente attuate tutte le procedure di sicurezza del personale, aggiornati e vigenti i documenti richiesti dalla legge e regolarmente effettuata la formazione del personale di primo intervento.
I Comuni hanno predisposto un comunicato congiunto da diramare alla popolazione circa le misure precauzionali da adottare nell'immediatezza dell'evento, nell'ipotesi in cui i fumi prodotti dall'incendio avessero interessato i centri abitati.
La Provincia di Macerata ha inoltre insediato la sala operativa integrata, come ho detto prima, e convocato il Comitato provinciale di protezione civile per il coordinamento di tutte le iniziative rivolte alla puntuale e corretta informazione della popolazione.
I Comuni interessati dall'evento sono dotati del Piano di protezione civile per gli eventi non prevedibili, come quello in esame, prevedono l'attivazione delle strutture comunali per informare la popolazione e per adottare tutte le misure ritenute utili al momento. Una volta definito lo scenario di evento, spetta ai Comuni, quindi ai Sindaci, informare i cittadini, con i mezzi da essi ritenuti più idonei ed efficaci.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Buongiorno a tutti. Assessore, io l'interrogazione l'ho presentata il 13 luglio, per cui non è che mi ripeto ed arrivo dopo la Lega, ma semmai siete voi che, anziché rispondere nei termini dei 20 giorni, avete fatto trascorrere questo termine, tanto che sono costretto a discutere di questa interrogazione questa mattina, con mio dispiacere, in ritardo.
L'incendio del Cosmari non è un incendio qualunque, è un fatto molto grave. E' un fatto molto grave sotto tre punti di vista. Il primo: l'incolumità delle persone, ovviamente; il secondo: è andato a fuoco un impianto pagato con soldi pubblici e costato diversi milioni di euro; il terzo: l'eventuale pericolo di infiltrazione mafiosa. Questo non lo dice il sottoscritto, è stato un caso di rilevanza nazionale, diversi giornali ne hanno parlato. Il Fatto Quotidiano il 13 agosto 2015 ha realizzato una mappa (mostra una cartina) dove vengono puntualizzati, in tutta Italia, gli attacchi agli impianti di riciclo dei materiali, 18 incendi in 75 giorni. Tutto questo fa pensare anche alla lista dello “sblocca Italia” che vuole regalarci 12 inceneritori. Vanno a fuoco gli impianti di riciclo e si propongono gli inceneritori, di cui sappiamo uno nelle Marche da 200.000 tonnellate.
Brevemente i fatti. Racconterò circa il 10% delle nozioni di cui sono venuto a conoscenza per il semplice fatto che all'Aula non interessano i dettagli e perché, come ha detto correttamente l'Assessore, c'è un'indagine della Procura della Repubblica per disastro ambientale.
Reato per disastro ambientale che, voglio ricordare, esiste grazie al Movimento 5 Stelle in quanto è stato approvato su proposta di legge del Movimento 5 Stelle.
L'incendio si sviluppa tra la mezzanotte e l'una del 9 luglio, va a fuoco l'impianto di riciclo di multimateriali, ossia la plastica, sostanzialmente la selezione della plastica, costato diversi milioni e pagato con le tasse dei cittadini.
Un impianto nuovissimo, ancora non collaudato, nonostante fosse già da diverso tempo, credo due anni, in quella sede.
Si alza una colonna di fumo nera, densissima ,che va verso Corridonia, arrivano i soccorsi - devo aprire una parentesi, ringrazio sinceramente e di cuore tutti i Vigili del fuoco che si sono spesi, in particolare l'Ing. Mattiacci, con abnegazione, coraggio e professionalità e si sono adoperati per lo spegnimento dell'incendio – e si avvisano tutte le autorità competenti, si avvisano i Sindaci.
Quella notte, il 9 di luglio, era caldo, la popolazione dormiva con le finestre aperte, mi hanno raccontato gli abitanti di Colbuccaro, una frazione di Corridonia, che la mattina seguente hanno trovato uno strato di polvere nera sulle terrazze, spesso diversi millimetri.
La prima a dare l'avviso dell'emergenza è stata il Sindaco di Corridonia che dopo 4 ore, verso le 5, dopo 4 ore lei è stata la prima - ricordo che la popolazione dormiva con le finestre aperte – ha fatto passare la fonica avvertendo del pericolo e avvisando di chiudere le finestre.
Perché so queste cose? Perché il giorno stesso, cioè il giorno dell'incendio, i cittadini mi hanno telefonato ed io mi sono attaccato al telefono ed ho parlato con tutti: ho parlato con l'Ing. Mattiacci, Vice comandante dei Vigili del fuoco, ho parlato con l'Arpam, nelle persone dei dott.ri Corvatta e Marchigiani, ho parlato con il Prefetto, ho parlato con il responsabile della Protezione civile di Macerata, ho parlato con i cittadini della zona.
Immagino che lei Assessore avrà fatto altrettanto, (...) benissimo allora ha fatto quello che ho fatto io. Benissimo!
Adesso passiamo ai quesiti. Alcuni Sindaci dei Comuni limitrofi non hanno passato la fonica, altri solo dopo diverse ore, allora mi viene da chiedere se è stato applicato correttamente il principio di precauzione per il quale bisogna intraprendere tutte le azioni preventive quando c'è un sospetto di pericolo, bisogna intraprenderle per evitare che ci siano dei danni.
Perché dico questo? Perché, anche se il vento tirava verso Corridonia, vorrei sapere come mai alcuni Sindaci si sono mossi in ritardo. Forse avevano la sfera di cristallo oppure, mi dovete dire come, al momento, potevano sapere che il vento da lì a pochi minuti non avrebbe cambiato direzione.
Questo bisognava fare! Tutti i Sindaci del circondariato dovevano avvisare e, a mio avviso, si sono presi una grossa responsabilità, è andata bene! La situazione, mi è stato detto, era monitorata in maniera continuativa e puntuale, io dico che abbiamo avuto fortuna.
Passiamo ai Piani di Protezione civile. Io sono andato a parlare con il dott. Tiberi, presso la sala operativa, e mi sono fatto fare un resoconto della situazione della Protezione civile e questa è la tabella che il dott. Tiberi mi ha rilasciato per la provincia di Macerata (mostra dei fogli). Se non interpreto male la tabella, Assessore, su 57 Comuni della provincia di Macerata, ben 33 non hanno un Piano di protezione civile aggiornato alla vigente normativa.
Ho chiesto un approfondimento, spero di sbagliarmi, ma non credo, so per certo, ad esempio, che il Comune di Macerata non ha un Piano di Protezione civile aggiornato. Questo è stato dimostrato nella seduta comunale dal collega Consigliere Cherubini del Movimento 5 Stelle che ha chiesto addirittura le dimissioni dell'Assessore di Macerata.
La Provincia di Macerata non ha un Piano di Protezione civile aggiornato, questo è quello che mi ha detto il dott. Tiberi.
Questa situazione immagino che sia simile un po' dappertutto, cioè che sia diffusa in tutte le Marche.
Questo è gravissimo perché in caso di emergenza, senza un Piano di Protezione civile aggiornato, non si sa bene cosa si deve fare e chi lo deve fare. Non si può lasciare all'improvvisazione.
Preso atto di questa situazione, non lo dico io, ripeto, lo dicono gli uffici, dovete rimediare al più presto, altrimenti saremo costretti a dire ai cittadini che ad alcuni Sindaci ed a voi non sta a cuore la loro incolumità.
Il disinteresse dimostrato su questa vicenda, l'ho detto all'inizio, è dato anche dal fatto che l'interrogazione a risposta scritta, presentata il 13 luglio, 4 giorni dopo l'incendio, non ha avuto risposta nel termine dei 20 giorni e sono stato costretto a trasformarla a risposta orale. Cosa devo pensare? Che non sapevate rispondere o forse che ve ne siete fregati.
Secondo quesito, sempre dal punto di vista della Protezione civile, l'autorizzazione dell'impianto c'era? Ho detto che non sapevate rispondere, che cosa avrei dovuto pensare, me lo dica lei …
Mi risulta che l'autorizzazione integrata ambientale, a cui è soggetto l'impianto, ad oggi non è stata ancora rilasciata. L'impianto non può essere autorizzato in parte, l'autorizzazione è unica e a me risulta, controllate, che ad oggi l'autorizzazione integrata ambientale non è stata ancora rilasciata.
Il Piano di gestione emergenze interno al Cosmari esiste? Lei dice che questo non è di competenza della Regione, però, probabilmente, ci deve essere interazione con il Piano di Protezione civile.
A gennaio 2013, quando ancora non ero Consigliere, ma un semplice cittadino partecipante ad una associazione ambientalista, la Nuova Salva Ambiente Onlus, preparai delle osservazioni che presentai, tramite l'associazione, sullo studio di impatto ambientale (SIA) che il Cosmari aveva presentato, leggo brevemente quelle profetiche parole scritte nel 2013: “In nessuna delle 609 pagine che compongono l'intero SIA si fa riferimento e si approfondiscono gli aspetti legati alle emergenze ambientali tranne che nell'ultima pagina del tomo 2 dove, a pagina 433, si fa semplicemente un elenco – in 609 pagine non si parla mai di emergenze, si fa solo un elenco – restiamo basiti per la superficialità con cui sono stati trattati gli argomenti di siffatta importanza. Non un ragionamento, nessun approfondimento, nessuno studio”.
Alla domanda se, ad esempio, erano state individuate le procedure concordate con la Protezione civile per limitare gli effetti di ricaduta che ci sarebbero potuti essere nel caso di tali emergenze, nessuno ha ancora risposto, dovrà rispondere alla Magistratura. Anche alla luce di questo, vi auguro che l'autorizzazione integrata ambientale sia rilasciata con estrema cautela solo dopo aver approfondito questi aspetti.
Concludo, Assessore, oggi non chiedo le sue dimissioni perché solo un idiota rancoroso o un pivellino della politica potrebbe pensare che in assenza di gravi responsabilità accertate sia giusto chiedere le dimissioni di un'altra persona, ma l'invito a fare una profonda riflessione e soprattutto a rimboccarsi le maniche, ad agire oggi stesso, immediatamente, appena finito questo Consiglio ed andare nella sala operativa per correggere le gravi situazioni in cui versano i Comuni e le Province senza Piani di Protezione civile aggiornati e invito la Giunta tutta e il Presidente Ceriscioli a finanziare con ulteriori fondi la Protezione civile delle Marche che versa oramai in condizioni disperate. Grazie.

PRESIDENTE. Consigliere Bisonni i minuti a disposizione per la replica sono 5, lei ne ha usati 13.
Preciso, altresì, che superato il termine dei 20 giorni, la scorsa settimana, lei ha sollecitato l'iscrizione all'ordine del giorno di questa interrogazione che è stata iscritta in tempo reale nel Consiglio successivo, quindi non c'è stata nessuna incuria né da parte della Giunta né da parte della Presidenza del Consiglio.

Interrogazione n. 34
ad iniziativa del Consigliere Celani
"Stoccaggio di gas naturale in strato, denominato 'San Benedetto Stoccaggio' della Gas Plus Storage srl”

Interrogazione n. 39
ad iniziativa del Consigliere Giorgini
“Stoccaggio gas San Benedetto del Tronto”
(abbinate)
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 34 del Consigliere Celani e l'interrogazione n. 39 del Consigliere Giorgini, abbinate.
Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. Grazie Presidente. Il Servizio ha effettuato ulteriori approfondimenti sulle problematiche sollevate dall'Associazione ambiente e salute del piceno e dal Comune di San Benedetto del Tronto. Da queste verifiche ad oggi non si sono desunti elementi sufficienti per il ritiro della valutazione di impatto ambientale regionale e nazionale (VIA).
La VIA regionale risulta al momento impugnata presso il Tar Marche da due Comuni e da due gruppi di privati cittadini. Per ragioni di massima trasparenza e di rispetto delle motivazioni da loro addotte, la Giunta regionale ha in animo di procedere con un'istanza di prelievo al Tribunale amministrativo per le quattro impugnative, onde accelerare la verifica della congruità del procedimento attuato.
Per ciò che concerne la posizione della Regione Marche in proposito alla questione dell'impianto di stoccaggio di San Benedetto, rammento a questo Consiglio che il più recente atto ufficiale prodotto dalla Giunta regionale nella passata legislatura ed a tutt'oggi non confutato, risulta essere la nota a verbale della seduta di Giunta del 28 gennaio 2013.
In quella nota a verbale ci sono delle comunicazioni del Presidente che sono state verbalizzate. Non le leggo per intero per ragioni di brevità, voglio soltanto sottolineare alcuni passaggi ed alcuni aspetti: “Il Piano energetico ambientale (PEAR) non prevede la realizzazione di impianti di stoccaggio di gas naturale. Tale progetto non trova riscontro nella pianificazione strategica regionale del settore energetico. L'impianto previsto nel progetto è localizzato in una zona ad elevata densità di popolazione in diretta relazione con un contesto territoriale fortemente urbanizzato, caratterizzato da destinazioni d'uso residenziali ed industriali, e nelle immediate vicinanze di infrastrutture stradali strategiche come l'autostrada A14”.
Ci sono poi altre considerazioni, ne voglio citare un'altra: “La realizzazione del progetto determinerebbe un gravissimo pregiudizio per l'occupazione e l'economia locale, con pesanti danni per la vocazione e le potenzialità turistiche di San Benedetto e dell'intera Riviera delle Palme, in un contesto già caratterizzato da una offerta diffusa e rivolta al turismo balneare”.
Tali criticità, ce n'erano altre, ma ho evidenziato solo quelle più importanti, collegate alla localizzazione, in una zona decisamente popolata, rendono il progetto, diceva la comunicazione, fortemente impattante sulla funzione sulla coesione della comunità di San Benedetto e del territorio circostante. La Regione non potrà pertanto esprimere alcuna intesa in merito. Ad oggi questa era, è, e rimane la posizione ufficiale della Regione Marche.
Riguardo alla richiesta di incontro con la cittadinanza, ribadisco una volta di più che le porte della Regione, dell'ufficio, sono sempre aperte. Riceviamo tutti i giorni una cospicuità di portatori di interessi rispetto a molteplici argomenti, soprattutto fra i cittadini in forma organizzata o meno. La filosofia è quella di essere aperti e trasparenti verso tutti, ivi compresi i cittadini del piceno alla cui preoccupazione guardiamo con sommo rispetto, quindi, massima disponibilità al confronto.
La posizione ad oggi è quella che ho letto.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Grazie Assessore. Prendiamo atto di quanto lei ha affermato nella parte conclusiva della sua risposta, dove conferma il parere espresso dalla Regione nella nota che ha citato.
In questo percorso credo che qualcosa ancora non quadri perché non possiamo continuare ad affrontare questo problema soltanto da un punto di vista prettamente tecnico.
Dico questo perché fino adesso, fino a poco tempo fa, fino a quando non c'è stata una presa di posizione forte di tutti i territori della costa, da Cupra Marittima fino ad alcuni Comuni abruzzesi, si è valutato questo problema soltanto da un aspetto prettamente tecnico, nel senso sicurezza si, sicurezza no.
Credo che in queste situazioni chi amministra deve porsi un problema, non solo tecnico, ma politico, nell'interesse dei territori amministrati. Quando ci sono provvedimenti di questo tipo ci si deve chiedere: quale vantaggio questo provvedimento porta al mio territorio? Quali problematiche porta in un territorio come quello che stiamo analizzando? Questo è il discorso, perché se noi guardiamo da un punto di vista tecnico, è chiaro che ci si divide perché la comunità scientifica si divide, c'è il “solone” di turno che dice che tutto è a posto ed in sicurezza e porta gli esempi, chi invece dice, ed io credo che sia in questo altro modo, che impianti di questo tipo hanno delle percentuali di rischio elevatissimo e lo dimostra ciò che è successo negli Stati Uniti d'America e qualche dubbio permane anche per quanto riguarda alcuni disastri italiani, in particolare del territorio dell'Emilia.
Detto questo il problema è prettamente politico, quindi la Regione doveva interrogarsi su questo aspetto: che vantaggio hanno i cittadini della costa, della riviera picena una volta realizzato un impianto di questo tipo? Al di là di quella che potrebbe essere una piccola royalties che viene data ai Comuni interessati.
Il problema è di immagine del territorio. Un problema di sicurezza e di immagine che il territorio viene a perdere, soprattutto laddove c'è un'economia che si fonda sul turismo, su un'immagine esterna, su una promozione che oggi non è possibile fare.
In questo percorso io rimango basito. Nel 2013 si è data una valutazione positiva per quanto riguarda il parere per l'autorizzazione ambientale. L'autorizzazione ambientale non può non prescindere da questo aspetto, la valutazione ambientale non è soltanto il fatto se la cosa è bella o meno bella, se faccio una torre che è impattante o non lo è, il discorso dell'ambiente è a tutto tondo, interessa la sicurezza, interessa il suolo, il sottosuolo, quello che è tangibile e quello che non è tangibile.
Devo dire che - conoscendo i tecnici di questa Regione sono tutti molto competenti e professionali - in risposta ad una nota del Comune di San Benedetto del 4 giugno scorso, dove si chiedeva se taluni fatti emergenti, fatti nuovi che erano scaturiti successivamente all'autorizzazione data nel 2013 e che riguardavano in particolare il rischio sismico ed idrogeologico, i tecnici hanno risposto: “Sembra che queste situazioni siano state analizzate”.
Le situazioni si analizzano o non si analizzano, o ci sono o non ci sono e su questi aspetti si danno delle risposte certe, concrete. Il cittadino non può viaggiare sul “mi sembra”, “credo che abbiamo visto” o “non abbiamo visto” perchè generano ancora di più tensioni nei nostri territori. Mi raccomando, su queste cose, di dare delle risposte chiare ed esaustive.
Personalmente prendo atto di questa rinnovata volontà della Regione nel dire che nel Piano energetico regionale non sono contemplati impianti di questo tipo e, quindi, mi aspetto provvedimenti amministrativi immediati che possano revocare quanto già è stato fatto, non soltanto l'impugnativa al Tar di alcune autorizzazioni ministeriali, ma anche la revoca di quanto la Regione ha fatto fino adesso su questo aspetto dato che in pratica ha cambiato opinione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Giorgini.

Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Io mi rivolgo in particolar modo al Presidente Ceriscioli, oltre che all'Assessore Sciapichetti, perché credo che abbia in mano le sorti di questa regione, e non sto scherzando, perché al di fuori di quello che ha detto il Consigliere Celani, qui è in atto un progetto molto più complesso e bisognerebbe capirlo per conoscerlo, perché se non si conosce non si può capire.
La storia del progetto di San Benedetto del Tronto è molto complessa, si sono susseguiti omissioni, errori di progetti, compiacenze di dirigenti sia regionali che ministeriali. Quello che affermo lo dico perchè ho i dati, non dico cose di cui non sono a conoscenza.
Sin dall'inizio la Gdf Suez con un comunicato che è apparso su un giornale inglese definiva lo stoccaggio di San Benedetto del Tronto strategico. Strategico perché nel mondo ci sono 600 impianti, cercherò di spiegarlo velocemente, ma non ce n'è uno che ha un comprensorio così grande dove il recevoir praticamente è sotto. Ce n'era uno a Sacramento, in un quartiere di Sacramento che è una grande cittàm ma è stato bocciato in questi giorni perché il gioco non vale la candela.
Il progetto doveva essere annullato dall'inizio perché non aveva i requisiti nemmeno per essere convertito a stoccaggio. Nemmeno i requisiti aveva!
Ci sono state compiacenze da parte di dirigenti regionali e dirigenti ministeriali e questi che vedete sono due esposti della Procura di 100 pagine dove sono dettagliate - ho parlato due o tre volte con il Sostituto Procuratore della Repubblica di Ascoli Piceno - e scritte tutte le schifezze che questi dirigenti hanno fatto.
In primis è stato invertito il sito, sono riusciti, io parlo ..., le colpe sono dei dirigenti che hanno avallato un progetto che non poteva essere approvato, perché, ad esempio, hanno invertito la zona di Porto d'Ascoli con la Sentina. Volutamente hanno messo la Sentina vicino all'impianto di stoccaggio proprio perché per le norme della 334/99, che è la Seveso 2, un impianto, a seconda delle tubature che ha, da 22, 24 pollici, deve avere delle distanze dalle abitazioni, e questi hanno messo la Sentina che è una riserva naturale vicino all'impianto.
Tanto è vero che il dirigente che ha firmato la valutazione di impatto ambientale, ha detto: “L'area di intervento è posta nella parte sud del Comune di San Benedetto del Tronto a circa 4,5 chilometri dal centro abitato”, ma il centro abitato sta a 650 metri! Questa è la Via! Io vi faccio vedere i dati, 4,5 chilometri è scritto alla Procura della Repubblica.
Andiamo avanti, poi dice: “Sono state date distanze false”, l'ho detto adesso, “ci sono state omissioni sui rischi dell'impianto” perché la consulenza che l'Arpam ha fatto alla Regione Marche, la consulenza che ha fatto alla Via, dice: “L'Arpam dipartimento di Ancona, eccetera, ha trasmesso a questo ufficio il proprio contributo istruttorio mediante il quale vengono posti dei dubbi sulla possibile tenuta geologica del giacimento convertito a stoccaggio”.
L'Arpam dice: “Ma come fate a fare un impianto di stoccaggio se sopra c'è un comprensorio di 80.000 persone?” E' dimostrata la migrazione del gas in superficie e non è se succede, ma quando succede.
Come fate a dare ... Nonostante tutte le problematiche, io sto parlando di due o tre pagine, ma ce ne sono 100, come è possibile che i dirigenti ... E' possibile che questo Paese non venga comandato più dalla politica, ma dai dirigenti pubblici?
Cantone, nell'ultima relazione al Parlamento, ha affermato in merito alla corruzione: “Avviene soprattutto negli appalti pubblici, ma non sono scevri altri settori ed ambiti dell'amministrazione, non solo quelli per certi versi scontati come le concessioni e le autorizzazioni”. Questo lo dice Cantone al Parlamento.
Noi cittadini non ci fidiamo più di questa gente e chiediamo alla politica, in questo caso al Presidente Ceriscioli, di valutare bene questa cosa perché le sorti dello stoccaggio di San Benedetto non riguardano solo San Benedetto, ma l'intera regione Marche.
Eccola qui, se mi date una mano (mostra una cartina geografica), questa è la situazione della nostra regione, come vedete siamo inondati, anche Pesaro è coinvolta tra terra e mare, è una situazione disastrosa.
Per cosa tutto questo? Adesso ve lo spiego e chiudo, sapete quanto ha incassato la Regione Marche di royalties dalla Gas Plus che è l'azienda che sta monopolizzando le Marche? La Regione Marche ha introitato dalla Gas Plus royalties 2012/2013, anno contabile 2014, 3.338 euro; anno 2013/2014 royalties introitate nell'anno 2015 Gas Plus 3.238 euro. E' possibile distruggere un territorio per delle royalties? E' assurdo indipendentemente da tutto quello che c'è, dalla Procura ai ricorsi al Tar. E' una cosa assurda!
Credo che questa Regione debba andare in un altro verso, noi abbiamo delle risorse straordinarie, turistiche, agricole, è lì che dobbiamo andare, caro Presidente. Questi speculatori nel caso di San Benedetto ricavano 500 milioni di euro l'anno e, se avessero ottenuto il titolo concessorio, il titolo abilitativo, nonostante fosse chiuso, avrebbero iniziato a prendere i soldi dallo Stato perchè sono nella bolletta del gas.
E' assurdo che noi concepiamo questa speculazione finanziaria per distruggere un territorio come il nostro che è uno dei più belli delle Marche. Grazie.

Interrogazione n. 38
ad iniziativa della Consigliera Marcozzi
"Aumento rette RSA anziani"
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 38 della Consigliera Marcozzi.
Ha la parola, per la risposta, il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. Parlare di aumento di rette è improprio nel senso che la rideterminazione è stata fatta calcolando la media delle rette che venivano previste su servizi omogenei in misura molto differenziata. Ad esempio, si andava da un minimo di 33 euro a un massimo di 50 per una tipologia, e il valore che alla fine è stato determinato è stato di 42,50 euro, quasi un valore mediano in rapporto alle varie richieste.
In alcuni casi si potrebbe addirittura parlare di riduzione di retta, in altri di aumento. In realtà è un valore mediano ed alla fine tutti si sono allineati a quel ragionamento che ho chiesto alla nuova direzione Asur.
L'Asur deve fare l'Asur, cioè deve avere comportamenti omogenei nel territorio e molte cose, questa per esempio che è stata eliminata, sono ancora oggi frutto delle 13 zone che erano le eredi delle 13 Ausl, prima Usl, per cui i sistemi organizzativi che nel tempo ha avuto la Regione hanno trascinato con loro tante forme.
Molte cose ancora oggi sono improntate sul bacino di Area vasta o addirittura di zona. Il lavoro che si sta facendo è quello di omogeneizzare e nella omogeneizzazione ci sono situazioni che trovano un punto di equilibrio e vanno “verso l'alto” e altre che vanno “verso il basso”.
Più in generale non solo si omogeneizzano le tariffe, ma anche i servizi, secondo parametri riconosciuti in maniera ottimale sulla base di quello che viene erogato.
Nella seconda parte del quesito si chiede: come mai in un settore dove non si applicavano rette poi sono state previste? In realtà da un punto di vista normativo la retta era da prevedersi dal 2002 perché la legge che impone la previsione della quota a carico dell'utenza è del 29 novembre 2001.
E' un adempimento che la Regione ha rinviato fino al momento in cui - nella fase che ha caratterizzato gli ultimi anni, di forte attenzione al rispetto dei Lea, di attenzione a determinati parametri che riguardavano la spesa farmaceutica, rapporto spesa personale, valori complessivi e via dicendo – le è stato chiesto di sistemarlo perché non era rispettato il criterio di compartecipazione, cioè si usavano fondi sanitari al posto del contributo che doveva dare il singolo cittadino.
E' di recente introduzione e chi per anni non ha mai pagato la quota parte di retta ha visto un cambiamento pesante perché passare da un servizio totalmente gratuito ad uno dove viene richiesta una compartecipazione è un fatto non da poco. Però è previsto per legge, se noi non rispettassimo questo parametro, dopo che è stato rilevato questo fatto, avremmo la famosa penalizzazione del 3% del fondo sanitario, pari a circa 75 milioni di euro e credo che noi non possiamo permetterci di dare indietro 75 milioni di euro.
L'ultimo tentativo per venire incontro ai cittadini rispetto a questo bisogno è stato promosso, all'inizio di quest'anno, con il fondo di solidarietà, ovvero la possibilità, proprio perché non era mai stata applicata ed ora viene applicata, di ammortizzatore questo passaggio. Per poterlo fare occorre avere un'autorizzazione per evitare di nuovo la sanzione del 3% sull'uso di fondi sanitari a favore delle tariffe. Ancora questa autorizzazione non ci è stata data e la possiamo chiedere in virtù del fatto che siamo a posto come sanità, fra le pochissime sanità in Italia ad essere a posto con tutti i parametri, quindi, ci siamo permessi di chiedere questa opportunità per venire incontro ai bisogni delle famiglie.
Occorre infine specificare che la misura riguarda chi ha capienza e chi ha capacità perché, in ogni caso, se non è il cittadino, nel momento in cui sarà preso in carico all'interno della struttura, è il Comune che dovrà sostituirsi come regola generale per i non abbienti. In questo caso, oltretutto, l'ammortizzatore è a favore sia dei cittadini che degli enti locali che dovrebbero agire in sostituzione.
Noi fino all'ultimo giorno di quest'anno confidiamo, speriamo, di poter avere il via libera all'uso del fondo di solidarietà a copertura totale ed allungare il più possibile questa realtà, però rendiamoci conto che è tutto fatto in forza di una normativa che va rispettata. Non è che la Regione ha introdotto un meccanismo interno e, quindi superabile con una revisione organizzativa o con una legge, ma è una normativa nazionale che vincola anche in parte il nostro bilancio sanitario.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Grazie Presidente. La sua risposta è stata esaustiva riguardo all'applicazione di una legge, però è importante il fondo di solidarietà perché, in un momento come quello che stiamo vivendo, di grave crisi economica che sta attanagliando le famiglie, queste rette che prima avevano un costo zero oggi sono a carico di una classe, di una fascia, quella del pensionato, che è debole, dobbiamo, quindi, assolutamente cercare di utilizzare questo fondo di solidarietà. Grazie.

Interrogazione n. 40
ad iniziativa della Consigliera Leonardi
“Incinta di due gemelli: pagamento doppio del ticket per l'ecografia”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 40 della Consigliera Leonardi.
Ha la parola, per la risposta, il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. Nell'ampia ricostruzione fatta dagli uffici si deducono due cose, entrambe importanti.
La prima: tutto il percorso fatto nei confronti della prestazione richiesta, in quanto una prestazione extra Lea, quindi non fra quelle già classificate e valutate in maniera omogenea, è stato, dal punto di vista delle regole, delle norme, assolutamente corretto.
Formalmente il percorso che è stato fatto, quindi il pagamento doppio per una prestazione che fin dalla prenotazione è stata classificata come doppia anche negli esiti, nella refertazione e via dicendo, ha una sua coerenza anche in forza del fatto che, non essendo una prestazione ritenuta essenziale, ma di libera scelta del cittadino, ha un suo canale, un suo iter.
Formalmente quello che è stato fatto è a posto. Nello stesso tempo il secondo effetto è stato quello - anche in questo caso un po' come nel caso precedente – di andare ad una omogeneizzazione del comportamento, pur essendo un esame extra Lea, ovvero di chiedere all'Asur di fare l'Asur, anche qui, e di avere lo stesso comportamento su tutte le Aree vaste perché in realtà, in situazioni analoghe, in forza della tipologia di intervento, le altre Aree vaste applicano il singolo ticket, come singola prestazione. Quindi da una parte procedura corretta, dall'altra un comportamento disomogeneo.
Questo episodio che ha interessato tutti quanti, compreso il sottoscritto, effettivamente è stato curioso anche per come è stato impostato ed ha un effetto positivo perché oggi anche l'Area vasta che applicava il doppio ticket, in accordo con i professionisti, perché essendo prestazione extra Lea va fatta in accordo con i professionisti, si allinea al comportamento generale ed applicherà un ticket singolo.
C'è stata anche una bella dichiarazione, molto positiva, da parte di questa signora che ha detto: “Ho capito quello che è accaduto, so che non mi verrà rimborsata la differenza, ma so di aver fatto una cosa buona per le gestazioni gemellari, che da qui in avanti, avranno un trattamento omogeneo alle altre province”.
Tra parentesi, quando mi è stato detto: “Faremo in modo che il trattamento sia omogeneo”, ho chiesto di specificare: “Omogeneo in che direzione?” Omogeneo poteva essere far pagare a tutti il doppio, ma si è andati in una direzione ragionevole perchè, al di là del fatto che una prestazione del genere può effettivamente impegnare come due singole, credo sia importante andare incontro a chi ha la fortuna, io la chiamerei così, di generare più di un bimbo con un parto e non vedere moltiplicate le spese. Paradossalmente immaginiamo come potrebbe andare a finire con dei parti multipli, perché nelle prestazioni Lea spesso vengono classificati come percorso di un parto a rischio ed escono da una serie di costi e di pagamenti e si configurano come extra Lea.
E' stata l'occasione per sistemare questo aspetto, dare una maggior vicinanza a chi vive e si appresta ad arrivare ad un percorso di questa natura.
Diciamo che l'effetto è stato positivo e pur nel paradosso, pur nella correttezza, modifichiamo dei comportamenti in una direzione più vicina al cittadino.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Grazie del chiarimento. Certo dispiace un po' vedere come le situazioni ingarbugliate, che non vanno nella direzione giusta, devono succedere per poi essere corrette.
La cosa che ha sconcertato un po' è il fatto che nell'immediatezza, o meglio quando ne abbiamo avuto conoscenza da parte della stampa, nessuno ha saputo dare quella risposta che lei oggi ha dato, cioè se la procedura era corretta o se non lo era ed andava restituita la doppia cifra. Faccio un esempio per estremo: se la signora avesse aspettato 6 gemelli avrebbe dovuto pagare 6 volte la prestazione?
Mi fa piacere che questa anomalia sia stata corretta in positivo e che anche questa sollecitazione abbia portato ad un buon risultato.
Devo dire che mi sarebbe piaciuto che alla signora fosse stata restituita quella cifra rispetto ad una omologazione che di fatto era in parte distorta.
Il Direttore generale Marini nell'immediatezza della risposta non aveva confermato quale procedura fosse corretta o meno, ma aveva dichiarato una verifica delle procedure, quindi un'evidente anomalia che poi fortunatamente è stata corretta.

Interrogazione n. 41
ad iniziativa dei Consiglieri Zaffiri, Zura Puntaroni, Malaigia
“Ospedale di Torrette - primari”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 41 dei Consiglieri Zaffiri, Zura Puntaroni, Malaigia.
Ha la parola, per la risposta, il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. Grazie Presidente. Qui la risposta va un po' articolata, ovvero ho una lettera del Direttore generale di Torrette, Paolo Galassi, che specifica che rispetto ai tre episodi, due fanno riferimento all'Università e sono percorsi che, da un punto di vista contrattuale e in termini di relazione, fanno riferimento alla parte universitaria, non alla Regione, ad un ente autonomo come l'università.
Nella risposta sul caso che riguarda Torrette, ovvero quello della SOD di cardiochirurgia, mette una serie di dati che dimostrano come in anni di difficoltà di base, di bilancio, eccetera, alla struttura sono state fornite risorse extra.
Fa l'esempio di 100 mila euro su 300 mila euro per interventi innovativi, extra budget, 4 milioni all'anno di investimenti ulteriori, prestazioni aggiuntive per 100 mila euro, poi altre 280 mila euro, insomma segna una serie di valori economici che testimoniano un impegno verso la struttura di carattere superiore in rapporto a quella che è la base del budget e qualifica la scelta della dirigente di passare dalla sanità pubblica alla sanità privata, legata ad un percorso personale. Questa è la risposta del Direttore generale.
Per l'altra domanda: “Cosa si intende fare per il futuro, per guardare avanti?” E' evidente che c'è un processo di ricambio un po' in tutte le strutture, in tutte le aziende della Regione, nella guida delle strutture stesse, delle aziende stesse. Non perché si voglia necessariamente partire da un giudizio negativo di chi ha operato, ma nella volontà di rimettere in moto, dopo anni non facili, attraverso una nuova direzione, attraverso il cammino appropriato, la missione di ciascuna struttura.
L'Inrca ha la sua missione, l'Asur ha la sua missione, Marche nord ha la sua, Torrette ha una missione importantissima che riguarda la struttura per acuti perché raccoglie in sè tutta la dimensione in termini di attività che può essere fatta solo da un unico punto a livello regionale. L'ottimizzazione delle attività serve per avere un'alta complessità, una struttura di riferimento, e per l'alta complessità il punto di riferimento è la struttura di Torrette che deve ritrovare la propria missione e lavorare in quella direzione.
Qual è paradossalmente il punto debole? Quello che, secondo me, è l'elemento, oltre al cambio di guida da mettere in moto nel sistema regionale. Noi abbiamo centrato per anni, e l'abbiamo detto nelle risposte precedenti - sembrano quasi collegate, c'è un filo conduttore sottile che si può cogliere – l'obiettivo di tenere in ordine i conti. La sanità delle Marche, secondo me, è fra le due che in tutta Italia ha i conti a posto. Le altre tre o quattro che hanno i conti a posto ce li hanno con un forte aiuto interpretativo dello Stato che le ha aiutate a stare nei conti. Se su venti sanità regionali, fatte salve le Province a Statuto speciale, grazie a loro, solo due hanno i conti a posto questo può essere un limite per chi ha fatto la programmazione nazionale non per le Regioni stesse.
Qual è l'elemento? L'elemento è che in una gestione di budget, vista strettamente con l'angolo puntato sul singolo centro di spesa, che è l'azienda, non in un quadro generale che è quello complessivo dell'attività delle Regioni, il rischio è che per stare dentro il budget di azienda, quello che hanno fatto con grande puntualità tutte le aziende, è capitato spesso, si è ottenuto la quadratura rallentando la produzione.
Due modi hanno permesso di tenere i conti a posto, il sacrificio del personale, quindi tenere basso il numero del personale con il blocco del turn-over e, l'altro elemento, rallentare la produzione. Per Torrette la cosa peggiore che si può fare è rallentare la produzione.
Perché dico: in una visione di budget, in una visione complessiva? Perché se ho necessità di un intervento al cuore e mi viene detto: “Lo farai fra molto tempo” e se nelle Marche abbiamo un unico punto, io la soluzione la vado a cercare fuori regione. Nel momento in cui blocco la produzione di Torrette la risposta automatica è l'extra regione.
Perché funziona? Funziona perché la mobilità passiva è nel conto generale, il mio budget è il budget. Serve quindi un'azione strategica, io la chiamo così, che crei un ammortizzatore finanziario che sta fra il budget delle singole aziende e la lotta alla mobilità passiva.
Su cosa si deve puntare? Sul fatto che le strutture che rappresentano l'alta complessità possano operare al massimo delle proprie capacità. Strategicamente funziona perché in realtà, nel tempo, tenendomi questo cuscinetto, recuperando dalla mobilità passiva, io finanzio questa attività in più tenendo i conti a posto. Cioè tengo a posto i conti regionali, faccio tornare le risorse dalla mobilità passiva che mi finanzia quella fetta di attività che oggi si blocca, entro in un circolo virtuoso ed esco dal circolo vizioso.
Da una parte ridare slancio alle aziende e dall'altro aggiustare questo comportamento che è stato sicuramente positivo perché tenere i conti a posto è un obiettivo di sana e corretta amministrazione, ma possiamo tenere i conti a posto in una visione di sistema, quindi tenendo conto di tutto quello che è l'investimento in salute regionale e giocando su quell'elemento negativo che riguarda quei 60, 50 milioni di mobilità passiva che oggi sbilanciano questo conto, nascondono, in qualche maniera, la mancata produzione, e non permettono di far lavorare al meglio le nostre strutture.
In quel modo rispondiamo anche alla domanda dell'interrogante perché in una struttura di alta complessità, mantenendo al massimo la produzione, si mantengono e si attragono, dico io, i professionisti di grande livello e di grande qualità.

Presidenza del Vicepresidente
Renato Claudio Minardi

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Credo, Presidente, che lei questa mattina stia dando inizio ad un dibattito interessante su questo problema, ne prendo atto perché la sanità non è né di destra né di sinistra, è dei cittadini.
Su Torrette abbiamo un problema di produzione, è vero, ma l'abbiamo da molto tempo e, Presidente, come lei sa, c'è una diminuzione, anche del 50%, degli interventi di alta chirurgia, di chirurgia, di tutte e tre le chirurgie.
Lei dice che i conti bisogna tenerli a posto, giusto, però bisogna saperli tenere a posto e come ce li tengo? Se un manager non risponde a delle qualità, e lei lo sa quanto me o quanto altri colleghi Consiglieri dentro quest'Aula, c'è qualcosa che non va, allora non è un manager e quanto economicamente gli viene retribuito probabilmente non se lo merita.
Non sono convinto, come lei dice, che le persone siano andate via per andare verso le strutture private - questa volta lei ride, ma non ride ... – lo so, volevo arrivare a questo, so che quando ha detto quelle cose non ci credeva, qualcuno gliele ha trasmesse, diciamo la verità, ma lei non ci credeva, qualcuno gliele ha trasmesse, ma non è così.
Bisogna intervenire urgentemente prima che questa struttura vada alla deriva. Questo è il problema, Presidente! Questa struttura sta andando alla deriva e la parola manager non è completa, perché probabilmente lì non c'è il binomio tra razionalizzazione risorse e capacità gestionale. Lì il binomio non c'è, lo sanno tutti, lo sa la gran parte dei medici che stanno lì dentro. Lei sa anche che i medici che fanno delle osservazioni non sono dalla nostra parte, dico solo questo, con molta probabilità, oltre il 95%, sono dalla parte vostra, per capirci.
C'è un malessere generalizzato e si rischia di lavorare molto male, anzi malissimo. I cardiochirurghi, i chirurghi, operano in difficoltà, con molto stress che aumenta durante l'estate perché stanno dentro le camere operatorie anche per 18 ore. Credo che per un chirurgo stare 18 ore dentro una sala operatoria non sia il massimo con il rischio che possa accadare qualche inconveniente.
Dobbiamo ripristinare, lei deve ripristinare in poco tempo la situazione di Torrette che è - è sotto gli occhi di tutti - ingovernabile. Poi vedremo se i conti sono stati tenuti bene. Probabilmente sono stati tenuti bene numericamente, in termini di numerici, ma non sono stati tenuti bene in termini di intervento, non solo di produzione, ma anche di interventi. Lei lo sa, abbiamo fatto anche un'altra interrogazione su questo problema, perché la sanità non va! Va avanti anche con gli amministrativi, ma devono venire valorizzate le professionalità interne piuttosto che effettuare nuove assunzioni da fuori.
Probabilmente occorre qualche medico e qualche infermiere in più! Credo che l'aspetto essenziale sia come avere una struttura sanitaria che risponda di più ai cittadini perché, lei lo sa quanto me e quanto altri Consiglieri, ci sono le condizioni per dare un servizio migliore con gli stessi costi e forse anche a costi minori. E' soltanto una questione di apertura mentale, magari di qualche dirigente che si ostina a credere che la sanità sia sua e non della comunità, e questo lo porta alla deriva. Ritengo che lì, ripeto e sottolineo, prima si interviene con questo signore, prima si ridà un input positivo alla struttura di Torrette. Grazie.

Interrogazione n. 42
ad iniziativa del Consigliere Talè
"Voragine apertasi lungo la strada provinciale Sp 5 bis nel Comune di Orciano di Pesaro (PU)”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 42 del Consigliere Talè.
Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. Grazie Presidente. La Regione Marche, attraverso il personale del Dipartimento per le Politiche integrate di sicurezza e per la Protezione Civile e della Difesa del suolo e Autorità di bacino, appena informata del dissesto, si è attivata prontamente per verificare la situazione determinatasi e supportare il Comune di Orciano e la Provincia di Pesaro e Urbino nelle attività volte alla tutela della pubblica e privata incolumità. Sulla base dei sopralluoghi effettuati si è riscontrato un importante evento che ha determinato il cedimento completo e repentino della strada provinciale 5 su un ampio fronte, interessando alcuni manufatti privati (recinzioni e un locale accessorio) posti al limite opposto della strada. Il terreno franato, a causa dell'elevato contenuto di acqua, è "colato" a valle per alcune centinaia di metri, lambendo due edifici; il dissesto ha determinato l'interruzione dei sottoservizi (acquedotto, fognatura, gas metano) presenti al di sotto la sede stradale provinciale.
Nell'area interessata dal dissesto non sono mappate aree in frana nel Piano stralcio di bacino per l'Assetto Idrogeologico (PAI) o in altri strumenti di pianificazione o di censimento dei dissesti (Piano regolatore comunale, Inventario fenomeni franosi, carta geologica regionale), né precedentemente erano state segnalate situazioni di dissesto. Sulla base degli elementi riscontrati e di quanto emerso nel corso del Tavolo tecnico tenutosi presso il Comune di Orciano il 7 ottobre 2015, al quale hanno partecipato anche funzionari regionali, il dissesto è stato probabilmente innescato dalla presenza di infiltrazioni di acque di origine antropica; in ogni caso a seguito della esecuzione delle indagini geognostiche e di rilievi delle reti idriche/fognatura potranno essere meglio valutate le cause del dissesto.
Le misure di protezione civile adottate dal Comune di Orciano e dalla Provincia, in accordo con il Dipartimento regionale, hanno contemplato varie iniziative: il transennamento completo dell'area con interruzione della S.P. 5 bis, la protezione dell'area franata dalle acque meteoriche, la regimazione della rete fognaria danneggiata, la sistemazione (a cura di Marche Multiservizi) della rete idrica e del gas con il ripristino delle forniture interrotte attraverso adeguati bypass, il controllo dello stato fessurativo e dell'imposta delle fondazioni dei fabbricati prossimi all'area franata, il mantenimento di un'ordinanza di sgombero per l'edificio parzialmente interessato dall'area in frana e delle aree scoperte limitrofe.
Per la circolazione delle autovetture, impossibilitate a transitare sulla S.P. 5 bis, sono stati attivati percorsi alternativi su due strade comunali (entro il centro storico, con viale Matteotti, e su via delle mura) regolamentate a senso unico e con divieto di sosta ai lati (il mercato settimanale è stato spostato su via Gramsci). Date le caratteristiche di tali strade vige il divieto di transito ai mezzi pesanti che possono percorrere alternativamente la strada provinciale che attraversa Mondavio. Per gli autobus scolastici, in accordo con Adriabus, è stata prevista la loro sosta sulla S.P. 5 all'altezza dell'incrocio con Via Madonna del Pianello e il trasporto degli studenti fino a/da tale punto attraverso l'utilizzo di "navette" che possono attraversare le strade comunali utilizzate come percorso alternativo.
Attualmente alla data del 22 ottobre 2015, la Provincia sta eseguendo le indagini geognostiche sull'area per la predisposizione del progetto definitivo. Il progetto dovrebbe essere completato entro 15-20 giorni circa. Dalle prime valutazioni, da meglio definire a seguito della conclusione delle indagini e delle verifiche progettuali, il costo complessivo dell'intervento compreso il ripristino dei beni di proprietà privata danneggiati dovrebbe corrispondere a circa 400.000-500.000 euro. Sono in corso i confronti da parte del Comune di Orciano con la Provincia di Pesaro e Urbino e Marche Multiservizi S.p.A. per valutare le modalità di finanziamento dell'intervento.
La Regione Marche ha rappresentato al Comune di Orciano, anche nel corso del tavolo tecnico del 7 ottobre 2015, i passi necessari (disponibilità progetto almeno preliminare e avvio istanza di perimetrazione dell'area nel Piano stralcio di bacino per l'Assetto Idrogeologico) per l'eventuale accesso a fondi sulla difesa del suolo nazionali, sui quali comunque non vi è attualmente certezza sull'assegnazione e sui tempi di erogazione.
In ogni caso gli uffici della Regione Marche si terranno costantemente informati sulle attività in corso e sono disponibili per supportare il Comune di Orciano al fine di risolvere la situazione di interruzione stradale.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Talè.

Federico TALE'. Grazie Assessore. Per quanto riguarda le ultime parole che ha appena detto, ci tengo a dire che l'interrogazione è stata presentata il 9 ottobre, oggi siamo il 27, quindi qualcosa nel frattempo è cambiato. Comunque è importante quello che ha detto e cioè che non abbiamo la sicurezza di chi dovrà fare l'intervento e di chi dovrà pagare quel ripristino di circa 500 mila euro.
La strada è provinciale, la Provincia ha già detto che non ha fondi a disposizione, il Sindaco è allarmato perché ci troviamo di fronte ad una frana che ha 60 metri lineari di interessamento stradale, 350 metri quadrati di sede stradale, 1.800 metri cubi di terreno, 10 metri di profondità ed è attaccata alle abitazioni, cioè dove finiscono le abitazioni, a neanche un centimetro, ci sono 10 metri di dislivello.
La preoccupazione qual è? Per questo ho fatto questa interrogazione, vorrei che la Regione e quindi la Protezione Civile ..., qui debbo ringraziare subito il dott. Tiberi, perché la sera stessa, quindi la notte l'ha passata nella zona della frana. La preoccupazione è che questa frana non finisca così, che continui. Sono già state evacuate dalle loro abitazioni 12 famiglie, ma se questa frana continuasse ed il garage che attualmente è attaccato alla frana dovesse crollare, si porterebbe dietro, così dicono i tecnici, metà corso di Orciano con delle conseguenze disastrose. Quindi la mia interrogazione più che altro è volta a questo.
Ringrazio l'Assessore dell'interessamento, ringrazio il dott. Tiberi e la Protezione civile, però attenzione non facciamo sentire solo il Sindaco. Sono stato Sindaco fino a qualche mese fa ed anche a me sono capitati casi di questo tipo ed il Sindaco non sa dove mettere le mani, non sa chi dovrà, in qualche modo, ripristinare il tutto anche a livello economico perchè, come ho detto, il Comune non ha i fondi e la Provincia ha già detto di non averli.
Tra i probabili responsabili potrebbe esserci la Marche Multiservizi perché questa frana è accaduta in un periodo di siccità, così dicono i tecnici, è una frana isolata, non ci sono state altre frane nella regione Marche in quel periodo, quindi, l'imputato numero 1 per ora, ma è tutto naturalmente da dimostrare, è la Marche Multiservizi perché sembra che ci siano state delle grosse perdite in quella zona, già evidenziate all'Amministrazione comunale e alla Marche Multiservizi stessa. Grazie.

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

Interrogazione n. 43
ad iniziativa del Consigliere Maggi
"Il deficit finanziario delle Province di Ascoli Piceno e di Fermo”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 43 del Consigliere Maggi.
Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie Presidente. Interrogazione un po' complessa alla quale rispondo volentieri. Due aspetti, poi affronteremo gli altri.
Il primo è quello dell'assegnazione di risorse del fondo sociale europeo (FSE), riguarda i punti 1 e 5 e li possiamo trattare congiuntamente nella risposta al Consigliere Maggi.
In relazione a questo si sottolinea che le Amministrazioni provinciali si configurano, com'è noto, come organismi intermedi del POR FSE 2007/13 e, pertanto, hanno gestito e gestiranno interventi eleggibili al cofinanziamento del programma fino al prossimo 31 dicembre (data fissata a livello comunitario per la chiusura dei POR 2007/13).
Si sottolinea, inoltre, che:
- le risorse FSE 2007/13 sono state in parte gestite a livello regionale e in parte assegnate alle Province per la gestione degli interventi di loro competenza;
- le spese relative all'operatività dei centri per l'impiego, l'orientamento e la formazione (CIOF) presenti su tutto il territorio regionale e sostenute tra il 2007 e il 2015 sono in parte garantite con risorse dei bilanci provinciali e in parte cofinanziate dal POR FSE 2007/13; tra le spese ammissibili per il sostegno ai CIOF rientrano quelle per il personale relativo.
Premesso quanto sopra e tenuto conto di quanto concordato con tutte le Province nella riunione tenutasi in data 21 settembre 2015, quanto da esse concordato, hanno sottoscritto persino un documento, al fine di garantire il pieno utilizzo delle risorse FSE 2007/13 entro il prossimo 31 dicembre, la Regione ha provveduto ad assegnare alle Province di Ascoli Piceno, Fermo e Macerata che hanno realizzato in itinere progetti eleggibili a cofinanziamento del POR FSE 2007/2013 sostenendone le spese con risorse proprie - come è indicato nell'atto deliberativo, lo abbiamo indicato nell'atto - un importo complessivo di 4 milioni di euro da destinare al recupero di quota parte delle spese sostenute per garantire l'operatività dei centri per l'impiego, l'orientamento e la formazione nel corso del 2014.
Non c'è stata nessuna strana erogazione di risorse, ma assegnazione di risorse dovute per attività già espletate, attività che dovranno essere rendicontate in base al controllo di primo livello, di secondo livello e di rendicontazione con un meccanismo assolutamente garantista, direi quasi eccessivamente preciso.
In questo senso, Consigliere Maggi, ho dichiarato alla stampa quello che lei dice, cioè questo: i 4 milioni destinati alle Province arrivano dal fondo sociale europeo 2007/2013 e verranno utilizzati per la gestione dei centri per l'impiego.
E' evidente che la Regione avendo tempestivamente assegnato ha aiutato le Province a chiudere i bilanci, erano risorse proprie, le Province si sono messe d'accordo per questa ripartizione in cui la Provincia di Ascoli ha preso di più, d'accordo con le altre, perché oggettivamente ne aveva più bisogno, ma li doveva pur prendere, non è che gli è stato regalato qualche cosa.
E' ovvio che quando la Regione fa un pagamento, di questi tempi, prima di chiudere i bilanci, quella posta in entrata aiuta a far quadrare i conti, non c'è stata una regalia.
Questa è la verità dei fatti come, tra l'altro, abbiamo dettagliatamente, e non poteva essere diversamente, indicato nell'atto deliberativo.
Penso di aver risposto anche al punto 2.
Si chiede poi se la Regione, in virtù del proprio ruolo di ente sovraordinato, ha monitorato le criticità dei bilanci delle Province di Ascoli e Fermo.
Prima di entrare nel merito, c'è un problema di forma, Consigliere Maggi, la Regione non lo può fare perché non è un ente sovraordinato, è ente equordinato.
L'articolo 114 della Costituzione che ancora è vigente, è vero che è oggetto di riforma costituzionale, recita testualmente: “La Repubblica – no lo Stato – è costituita da Comuni, Province, Regione e Stato” ed attribuisce a questi enti, sebbene con ruoli e funzioni diverse, la medesima dignità costituzionale, quindi, la Regione non è un ente sovraordinato, non lo è neanche lo Stato nei confronti delle Province o dei Comuni, lo può essere in alcune materie, come ad esempio la sicurezza. La Regione questo non può assolutamente farlo come, per lo stesso motivo, è irricevibile la richiesta di una Commissione di inchiesta perchè – per fare cosa poi – non è possibile.
Entriamo nel merito, si deducono nell'interrogazione due questioni che credo sia giusto, anche per dignità di questi nostri enti che tanto sono interessati da un processo di riordino e di riforma costituzionale, di riforma legislativa che ha anticipato la Costituzione stessa, dove la Regione è impegnata in prima linea per gestire questa fase - posso dirlo, sotto questo aspetto la ringrazio di aver presentato l'interrogazione perché ci consente anche una brevissima e a margine, a latere, informativa – su questo la Regione è fortemente impegnata a completare il processo di riordino e posso dirlo con orgoglio, noi siamo una delle Regioni più avanzate nel Paese che dà una risposta in questa direzione, non soltanto perché abbiamo fatto la legge, ma perché siamo avanti in tutte le procedure che dovranno portare al concreto riordino delle funzioni.
Posso già anticipare, qui in questa sede, dinanzi al Consiglio regionale, che quasi sicuramente, ad esempio, anzi è certo, noi riusciremo a fare un riordino delle funzioni dove non ci saranno conseguenze per il personale dipendente. Nella nostra regione nessuno andrà in esubero, e questo lo stiamo facendo con pazienza, con determinazione, con i necessari approfondimenti nella consapevolezza che, Consigliere Maggi, quando parliamo di Province che devono essere riordinate, noi ci dobbiamo preoccupare innanzitutto chi le svolgerà le funzioni che le Province hanno svolto e che svolgono. Ci dobbiamo preoccupare dei servizi che dovranno essere garantiti attraverso l'esercizio di quelle funzioni ai cittadini. Questo è un tema che riguarda la comunità regionale, perché ci sono le strade, come ha detto prima l'interrogazione di Talè, e la Provincia non può più intervenire in quelle circostanze, prima interveniva, le scuole, la formazione. Le Province vanno via, ma restano i problemi dei cittadini e noi dobbiamo in ogni caso contribuire alla risoluzione.
Vado a terminare, ma voglio essere preciso rispetto alla sua interrogazione, lei, Consigliere Maggi, deduce un conflitto tra la Provincia di Ascoli e quella di Fermo, un conflitto naturale in due Province che sono nate appena 6 anni fa e che devono ancora definire alcune questioni, tante ne hanno definite. Cita dei decreti ingiuntivi, da una parte c'è la Provincia di Ascoli che vanta dei crediti, dall'altra c'è la Provincia di Fermo che ne vanta altrettanti e li vuole mettere in compensazione. Finora tutte le questioni le hanno risolte, se ci sono questi decreti ingiuntivi, e ci sono, la Provincia di Fermo ha già annunciato che farà opposizione. Qual è il problema? Ci sarà un giudice terzo, ma io credo che non sarà necessario, che dirimerà queste questioni, ma le partite dare/avere tra le due Province sono identiche. Non c'è una Provincia che deve avere più di un'altra, glielo posso assicurare anche per esperienza diretta.
C'è poi il problema del default. Non è così perché la Provincia di Ascoli è dal 2013 in un piano di riequilibrio decennale in relazione al quale i Consiglieri, come lei giustamente ha citato nell'interrogazione, hanno approvato una delibera in Consiglio, un piano di riequilibrio già approvato dalla Corte dei Conti e dal Ministero, varato dall'ex Presidente Celani che oggi è un Consigliere di questa regione.
La situazione di Ascoli è in una situazione din piano di riequilibrio, l'unica nelle Marche, però questo non significa assolutamente il fallimento di Ascoli.
La Provincia di Fermo, Consigliere Maggi, non solo non è in fallimento, è un modello e le dico perché, è nata nel 2009 e non c'è mai stato il riconoscimento di debito fuori bilancio. Voi sapete cosa sono i debiti fuori bilancio? La Provincia di Fermo non ha mai riconosciuto un debito fuori bilancio e dal 2009 ad oggi ha ridotto di oltre il 30% le unità lavorative attraverso i pensionamenti ed i comandi, ha approvato recentemente un bilancio in sicurezza, come lo ha approvato Ascoli, nonostante i tagli del Governo centrale alle Province. Lo ha approvato accantonando una somma, 500 mila euro, per eventuali contenziosi non risolti con la Provincia di Ascoli. Non solo la Provincia di Fermo è una delle poche, credo che sia l'unica in Italia, che ha rispettato il patto di stabilità, sempre, e penso che possa essere studiata come buona pratica amministrativa.
E' inutile che le dica che quella Provincia è stata guidata fino al 22 giugno scorso dall'attuale Assessore al bilancio della Regione Marche. Non so se si era capito!
Consigliere Maggi, lei ipotizza in modo ironico, anche intelligente mai cattivo, un conflitto di interessi tra i componenti del Consiglio, della Giunta – tra me ed il Consigliere Celani e la Consigliera Marcozzi che è stata Consigliere provinciale - non è così, non ci possono essere conflitti di interesse nei confronti di atti dovuti e noi abbiamo fatto atti dovuti nei confronti di queste Province, come non può avere conflitti di interesse chi fa il proprio dovere, e noi lo facciamo e ci vantiamo anche di saperlo fare e di farlo con il massimo dell'impegno.
Non so se sono stato esaustivo, Consigliere Maggi, però le ho rappresentato dei fatti e i fatti, lei mi insegna, sono argomenti testardi e rispetto a questi argomenti, spero, che l'abbia convinto altrimenti sono qua per ulteriori chiarimenti.
Come le ho detto prima, su questa vicenda il Governo regionale si aspetta il suo apprezzamento perché noi non abbiamo fatto altro che il nostro dovere, penso che lo abbiamo fatto bene, lo faremo fino in fondo nella consapevolezza, e qui voglio cogliere l'occasione, che il tema del riordino delle Province riguarda tutta la nostra comunità, innanzitutto i cittadini, perché quando parliamo di risorse date ai centri per l'impiego non sono regali, sono soldi dovuti che le Province hanno anticipato. Garantire la funzionalità di questi centri, significa garantire i diritti e le aspettative dei cittadini, soprattutto di coloro che hanno più bisogno. Se facciamo questo, garantiremo anche i posti di lavoro. Non garantiamo i posti di lavoro fini a se stessi, perché i dipendenti delle Province sono lì per esercitare funzioni e garantire servizi efficienti che siano all'altezza di dare risposte in questi momenti difficili. E' un tema rispetto al quale nessuno di noi si può chiamare fuori perché riguarda la nostra comunità regionale. Lo faremo, è difficile, e su questo credo che sarà necessaria la collaborazione di tutto il Consiglio regionale.
Penso che prima o poi, Presidente, avremo anche l'occasione per fare un dibattito più ampio sul grande tema della riforma delle Province, all'esito del quale tante funzioni dovranno essere assunte da questa Regione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. La ringrazio della risposta. Lei capirà bene che in un momento di grave difficoltà dove si tagliano il fondo sociale ed i finanziamenti della Regione ai più deboli, stanziare 4 milioni di euro per le Province ci mette in allarme e, quindi, chiediamo di capire la legittimità di tutta l'operazione. Le Province sono importanti, ma ci sono delle categorie, soprattutto le meno dotate, a cui 4 milioni di euro avrebbero fatto sicuramente molto comodo.
Lei dice che, mi auguro, e noi staremo accorti, questo finanziamento verrà monitorato per cui alla fine vedremo se tutto è come lei ha dichiarato. Noi saremo molto attenti a questa cosa.
Lei ha parlato di un accordo tra tutte le Province, questo accordo di tutte le Province, da quello che mi risulta, è stato piuttosto burrascoso, tra l'altro di questo accordo non v'è traccia. In nessun verbale se ne parla e mi risulta che le Province di Pesaro e di Ascoli Piceno abbiano digerito il rospo malvolentieri, ma queste probabilmente sono chiacchiere di corridoio che vengono dal vostro partito e io … c'è un verbale? (...) Mi avevano detto che su questa cosa non c'era nessun verbale.
(...) Siamo qui in un dibattito democratico e civile, però quello che ci ha lasciato ancora più perplessi dei 3 milioni di euro dati ad Ascoli e del mezzo milione a Fermo e a Macerata, quello che più ci ha messo in allarme, sono le dichiarazioni del Presidente Paolo Derasmo che non ha fatto una dichiarazione di legittimità del finanziamento avuto, ma ha detto ai giornali: “Si tratta di una grande prova di sensibilità istituzionale che apre una nuova pagina politica, amministrativa, nelle relazioni tra autonomie locali per la tenuta complessiva del sistema”. Sembra veramente tratto dal libro Cuore quando Brandi che aveva bisogno del contributo della regia scuola, ringraziava per la solidarietà.
O è improvvida questo tipo di dichiarazione oppure c'è qualcos'altro sotto che a noi sfugge, quindi le sue dichiarazioni sono ineccepibili, staremo a vedere se in effetti questa cosa è avvenuta. Che la Provincia di Ascoli sia prossima al defaut non lo dico io, lo dicono le cifra, e questo finanziamento tolto dal fondo sociale, mi sembra ..., dal CIOF?

Fabrizio CESETTI. Dai fondi europei, questo è il fondo sociale europeo, non è il fondo sociale, risorse destinate a quelle finalità che se non utilizzate non potrebbero essere impiegate per i servizi sociali o per le non autosufficienze o per qualsiasi altra cosa. Sono risorse e misure esclusivamente destinate al funzionamento dei centri per l'impiego.

Giovanni MAGGI. Benissimo, aspettiamo di avere la relazione di questo impegno …

Fabrizio CESETTI. Tenga presente che la ripartizione è stata concordata tra tutte le Province ed hanno firmato, io ho qui il verbale, una lettera, se no non lo avrei fatto, anche perché l'atto sarebbe dovuto andare al Cal, invece hanno concordato tra loro. Queste sono somme dovute, non è che Ascoli prendendo 3 milioni di euro ha preso di più, ha preso 3 milioni poi verrà il momento in cui prenderà meno, quando andremo a fare il saldo, questo è il punto.

Giovanni MAGGI. Sulla produttività dei Ciof Ascoli è all'ultimo posto, mentre Pesaro ed Ancona sono all'avanguardia in questa cosa, però Pesaro ed Ancona non hanno preso niente, ed Ascoli che è indietro nella produttività dei Ciof ha preso questi 3 milioni di euro
Ci risentiremo e ci rivedremo.

Mozione n. 17
ad iniziativa dei Consiglieri Biancani, Traversini, Talè, Minardi
"Linea ferroviaria Fano-Urbino"

Mozione n. 18
ad iniziativa del Consigliere Fabbri
“Ripristino linea ferroviaria Fano-Urbino”
(abbinate)
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 17 dei Consiglieri Biancani, Traversini, Talè, Minardi e la mozione n. 18 del Consigliere Fabbri, abbinate.
Ha la parola, per l'illustrazione, il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Grazie Presidente per avermi dato la parola ed avermi dato la possibilità di presentare questa mozione alla quale tengo in maniera particolare e ne motiverò il perché.
Innanzitutto voglio far capire anche agli altri Consiglieri regionali di cosa stiamo parlando. Stiamo parlando di una linea ferroviaria, la Fano-Urbino, che è stata chiusa nel 1986 - è stato sospeso il servizio - quindi, sono quasi 29 anni che questa linea ferroviaria non svolge alcun servizio.
La linea ferroviaria è stata costruita dal 1912 al 1916, ha una lunghezza di 48 chilometri più 610 metri, ed è stata dismessa nel 1986 in quanto si era valutato che il suo utilizzo non era più necessario in quanto il trasporto pubblico esistente garantiva modalità alternative di collegamento, per cui il Ministero ha deciso la chiusura in quanto la linea ferroviaria non veniva utilizzata.
Oggi l'economia della nostra regione sta andando sempre di più verso lo sviluppo della sostenibilità e cerca di individuare forme nuove, in particolar modo legate al turismo, penso, quindi, che una Provincia come quella di Pesaro-Urbino, ma soprattutto una regione come le Marche debbano avere un'infrastruttura di questo tipo e, lasciarla chiusa, non utilizzarla per 29 anni, secondo me, è un grosso problema che occorre affrontare. Negli anni la Regione ha cercato in parte di affrontarlo, poi dirò come, e di fare in modo che questa linea ferroviaria non venisse dismessa, ma venisse ripristinato il servizio.
Nel 2002, do un po' di date, la Rete ferroviaria italiana (RFI) ha comunicato la volontà di rinunciare, al proprio Consiglio di amministrazione, alla concessione dell'esercizio della linea ferroviaria Fano-Urbino, motivando la scelta dicendo che l'armamento era inadeguato per il numero dei passaggi a livello che non erano automatizzati. Oggi un'eventuale apertura dovrebbe prevedere un'automazione e opere d'arte in quanto non sono più a norma rispetto agli attuali standard di sicurezza.
Nel 2003 il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha ribadito alla Regione Marche la mancanza di interesse nei confronti di questa linea ferroviaria.
Arriviamo al 2005, la Regione Marche ha espresso interesse per l'infrastruttura ed ha chiesto al Ministero, che ribadiva la dismissione di questa linea, di non dismetterla e di poterla, al limite, acquisire in comodato d'uso gratuito. Questo nel 2005, da parte della Regione Marche.
Nel 2005 RFI esclude ogni tipo di investimento per il ripristino della linea ferroviaria. Si arriva all'anno 2011, più o meno ai giorni nostri, ed è la stessa Regione Marche che esprime il parere favorevole alla dismissione della linea ferroviaria. Parliamo di ottobre 2011.
Nel dicembre 2011 il Ministero dispone la dismissione della linea ferroviaria statale e di conseguenza avvisa: “Come Ministero dismetto questa linea, ma sono aperto a qualsiasi altro tipo di utilizzo, basta che non chiediate di ripristinare la linea ferroviaria perché né come Ministero né come soggetto che ha in concessione questa linea sono interessato a ripristinarlo”.
Nel febbraio 2015, quindi quest'anno, il Consiglio regionale ha votato una mozione ad iniziativa dei Consiglieri Cardogna, D'Anna, Solazzi, Binci, Foschi, Bucciarelli che chiedeva - nonostante la stessa Regione avesse chiesto la dismissione e gli stessi Consiglieri l'avessero accettata - al Ministero di ripensarci.
Il Ministero ha risposto nel luglio 2015 dicendo che non ha nessuna intenzione di revocare la dismissione, ma ribadisce la volontà - questo si evince dalla lettera che il Ministero ha mandato alla Regione - di aprire, in qualche modo, un confronto con la Regione Marche.
Questa mozione che ho fatto e ringrazio gli altri Consiglieri che con me l'hanno firmata, chiede di affrontare la questione, non è più pensabile, come dice il Consigliere Fabbri nel suo emendamento, che poi lui spiegherà meglio di me, chiedere per la terza volta al Ministero … Secondo me potrebbe sollecitare per noi il trattamento sanitario obbligatorio, il TSO. Potrebbe dire: “Ma una, due, tre volte, siete normali? Abbiamo già detto che non abbiamo nessuna intenzione di ripristinarla, vi abbiamo anche detto di decidere cosa volete farne perché siamo disponibili ad aprire una trattativa con la Regione Marche”.
La mozione non prende una posizione, al di là del mio punto di vista che se volete dirò, ed oggi non si vota la mia opinione personale, si vota una mozione che dice altro, che dice alla Regione di attivarsi con urgenza e secondo i principi di economicità, ho già parlato con l'Assessore Sciapichetti che ringrazio e che mi ha detto che se la mozione verrà approvata il suo interessamento seguirà la votazione del Consiglio.
Ho fatto anche un emendamento che cerca di dare priorità all'eventuale concessione in comodato d'uso gratuito, anche se non possiamo pensare di averla gratis, non è roba nostra. Dobbiamo capire se l'interlocutore è disponibile a darcela in comodato d'uso gratuito o in quale altra modalità, in modo da acquisire l'intero tracciato, che è di circa 50 chilometri, e tutto quello che è collegato, cioè le vecchie stazioni e quello che c'è, in maniera tale che la Regione Marche possa avere in mano un bene unitario ed essere libera di decidere cosa farci, perché è inutile avere le stazioni senza la ferrovia o avere il sedime della ferrovia senza tutto il resto.
Oggi il rischio più grosso è che questo patrimonio venga spezzettato. Nella mozione si capisce bene che la Regione è l'unico ente territoriale in grado di dialogare con il Ministero, in quanto le Province, per una serie di motivi, non sono più gli enti con i quali potersi confrontare e trovare una soluzione. Occorre impedire lo spezzettamento perché ad oggi ci sono diversi privati che hanno fatto richiesta per acquisire il sedime ferroviario.
Aggiungo che se fosse venduta una parte di questo sedimento ferroviario, non solo ai privati, ma anche ad uno dei Comuni che insiste sulla linea – un Comune ci vuole fare una pista ciclabile, l'altro la linea ferroviaria - sarebbe un modo per non avere la continuità dell'intera proprietà.
Penso che sia prioritario che la Regione sia il punto di riferimento con il Ministero per fare un progetto serio su questo tracciato. Dopo di che, a mio avviso, è opportuno fare le verifiche per capire se esistono soggetti, anche privati, che possono essere interessati alla promozione di un treno turistico. Il messaggio è anche quello di verificare, magari, se ci sono soggetti che vogliono fare un treno turistico che porti ad Urbino. Ben venga un soggetto in grado di fare un investimento di questo tipo, ma se si dovesse evidenziare che non è disponibile l'investimento di nessun soggetto privato, le risorse pubbliche, almeno stando alle disponibilità attuali, non permettono investimenti.
Ricordo che per il ripristino della linea ferroviaria la Regione Marche ha già fatto un progetto tramite la società Svim nel 2003, un progetto in cui si parlava di 75 milioni di euro, senza l'elettrificazione, quindi parliamo di circa 100 milioni di euro, più il corso di gestione annuale per il mantenimento, ma senza considerare questo aspetto, se oggi si evince che ci sono delle condizioni, le valutiamo tutte. Penso che non sia opportuno lasciarla così per altri 29 anni e, se non ci fossero le condizioni per ripristinarla, dovremmo individuare un'altra soluzione.
Se tra le soluzioni, ma non è oggetto della votazione di oggi, ci fosse la possibilità di fare un itinerario ciclabile, dal mio punto di vista, si avrebbe comunque una importante soluzione di promozione e sviluppo del territorio.
Penso che sia opportuno che l'amministrazione regionale valuti tutte le possibilità con l'obiettivo di valorizzare un bene che oggi è inutilizzato, anzi non viene utilizzato da 29 anni. Ormai la nostra economia è cambiata, non possiamo permetterci di lasciare una proprietà pubblica in queste condizioni.
Vi chiedo di votare positivamente questa mozione che non è contraria a nessun tipo di soluzione, le lascia aperte tutte, ma vuole fare in modo che la Regione sia il soggetto interlocutore.
Aggiungo che, e chiudo, ad oggi, nel luglio 2015, è stato presentato un disegno di legge alla Camera, il relatore del Movimento 5 Stelle è Mirco Busto, insieme al Presidente della Commissione, per fare un elenco di tutte le ferrovie dismesse, dialogare con le Regioni, confrontarsi insieme alle Regioni, ritenendo che queste siano sia il soggetto che, a livello territoriale, possano individuare i progetti più indicati, anche se la Commissione ministeriale parla di trasformare le linee ferroviarie in piste ciclabili. Questo ovviamente lo valuteremo perché, come ho già detto, in via prioritaria la Regione possa interloquire con tutti.
Vi ringrazio, ho presentato un emendamento che descrivo in questa fase, dove aggiungo al dispositivo, secondo i principi di economicità, di verificare prioritariamene con le Ferrovie e con il Ministero la possibilità di prendere questa linea a titolo gratuito, ma non escludo che, se il Ministero dovesse chiedere qualcosa all'interno di una serie di accordi che potremmo prendere, potremmo magari inserirla all'interno del contratto del trasporto pubblico e di quello su ferro. Questo potrebbe essere un momento in cui la Regione, dovendo stipulare un nuovo contratto con il soggetto gestore, potrebbe cercare di capire come fare per mettere dentro anche questo tipo di patrimonio, poterlo utilizzare e decidere in serenità per quello che sarà il suo futuro.
So che ci sono diverse realtà. Il dibattito nella nostra provincia è molto aperto, ci sono dei Comuni che propendono per una soluzione, altri per un'altra, però, ripeto, l'unica cosa a cui dobbiamo puntare è fare in modo che non ci sia l'acquisizione di nessun Comune che potrebbe dare seguito ad un progetto unitario e noi, come Consiglio regionale, non avere la possibilità di fare una qualsiasi scelta. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per l'illustrazione, il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Grazie Presidente. La mozione n. 17 del PD chiede l'acquisizione a favore della Regione della tratta, anche a titolo oneroso, non si esclude, senza specificarne il futuro utilizzo. Invece la mozione presentata dal Movimento 5 Stelle, la n. 18, chiede di utilizzare la tratta con treni turistici in un primo tempo e di valutare la possibilità di ripristinarne, in un secondo tempo, la piena potenzialità di trasporto passeggeri e merci.
Dal punto di vista normativo l'acquisizione a favore della Regione a titolo gratuito dalle Ferrovie ne vincola l'utilizzo a ferrovia, mentre l'acquisizione a titolo oneroso ne rende libero il futuro utilizzo, anche per usi diversi da quello di ferrovia. Il nodo è questo.
Noi tentiamo di dire alle Ferrovie di darcela gratis perché così ne utilizzeremo il tracciato per farci passare sopra i treni, se invece la Regione l'acquista e paga anche 1 euro, è libera di farci ciò che vuole. Paragonare un treno ad una ciclabile significa parlare di ordini di grandezza, di utilità sociale, completamente differenti, senza considerare il fatto che la ciclabile potrà essere realizzata lateralmente e non in sostituzione di ..., ed esistere tranquillamente in lunghi tratti del tracciato ferroviario. Il concetto principale è questo qua!
Abbiamo il dubbio che possa essere utilizzata per drenare le acque del pozzo di Burano, Sant'Anna, San Lazzaro, quindi dell'Appenino profondo, ma ne parleremo anche quando arriverà il Piano degli acquedotti e quant'altro, e possa esserci un ulteriore depauperamento delle risorse dell'entroterra a favore della costa, senza una motivazione approfondita.
Apriamo il discorso e diciamo: qual è il concetto che guida la Regione verso una nuova mobilità? Perché se ancora stiamo dietro alla gomma, con gli interessi che ci sono a latere, anche di esponenti e di ex senatori, non penso che andremo da nessuna parte. Bisogna invece avere il coraggio di fare una svolta culturale e riuscire a ripristinare l'utilizzo di questa tratta a fini turistici perché immediatamente darebbe un valore aggiunto a tutta l'economia.
Nel 2013 è stata creata la Fondazione Ferrovie dello Stato che ha questo nel suo core business ed ha già riattivato 4 ferrovie di: 51, 9, 76 e 10 chilometri in giro per l'Italia, sono elencate nella mozione che avete letto, spero, con attenzione, e tutte danno ottimi risultati sia dal punto di vista dei trasporti che di ritorno turistico.
Noi abbiamo una tratta che attraversa centri storici di buon livello, a Fossombrone abbiamo scavi archeologici, attrazioni naturali, arriviamo ad Urbino che è una città Unesco, quindi non dubitiamo minimamente che l'utilizzo turistico di questa tratta possa essere un volano per lo sviluppo economico di tutta la vallata, per un rilancio dell'economia che langue.
Sappiamo che anche il Ministro Franceschini quando recentemente ci è venuto a trovare, a settembre, ha fatto il giro dei Comuni di Pesaro, Fano ed Urbino – hanno fatto il biglietto unico turistico - si è detto molto interessato al ripristino di questa ferrovia. La Fondazione FS quando è venuta con Cantamessa, l'ingegnere che guida la Fondazione, ha fatto un sopralluogo con il sottoscritto, il FAI, Legambiente, il Sindaco di Fermignano, il Sindaco di Urbino ed ha riscontrato un'ottima possibilità di sfruttamento della tratta, per cui ci sono tutte le condizioni per poterla sfruttare in questo modo.
Sappiamo che ci sono dei fondi europei, Europa 20.20, sappiamo che rendere sinergico il trasporto su gomma rispetto al trasporto su rotaia ci aiuta ad andare incontro agli obiettivi di Kyoto e, quindi, non capiamo perché non ci debba essere la volontà di sfruttare quella che è una opportunità a 360°. Addirittura c'è il Por-Fesr delle Marche che indica nell'eccessivo utilizzo della gomma uno dei limiti allo sviluppo della regione stessa.
Tutte le carte ci portano nella direzione di avere una mobilità sostenibile, dal punto di vista ambientale e sociale, un volano di sviluppo con riscontri ambientali superiori.
Una vera discussione articolata, promossa anche dalla Regione, non è mai stata fatta. Potrei anche auspicare, con il Consigliere Biancani, di ritirare tutte le due mozioni in modo da non far prendere alla Regione una decisione affrettata e di andare sui territori a parlare con convegni, con discussioni, con i Comuni, con le popolazioni interessate ed approfondire l'argomento. Se non vogliamo essere trattati dal punto di vista sanitario in maniera obbligatoria, approfondiamo ed arriviamo ad una soluzione condivisa, io metto sul piatto anche questa possibilità.
Sappiamo che la Regione può farsi carico di questa struttura, il mio emendamento alla mia mozione sostituisce il punto primo e chiede di adibire la struttura a fini turisticamente rilevanti e di prenderla a titolo gratuito.
Alla mozione n. 17 c'è un emendamento sostitutivo del Consigliere Biancani che dice: “la Regione la prende esclusivamente a titolo gratuito”, non prioritariamente a titolo gratuito perché, come ho detto all'inizio, se il titolo è gratuito lì ci si passa sopra solo con i treni, se invece la paghiamo, ci possiamo fare quant'altro ci interesserà fare. Ritengo che, in questo momento, significa sprecare un corridoio tecnologico irripetibile a causa della urbanizzazione degli ultimi decenni che ha attraversato la vallata intera.
Voglio soltanto esprimere un paio di dati del progetto che Ferrovie Valmetauro ha presentato pubblicamente anche ad Urbino lo scorso anno, in cui le velocità potrebbero essere di 125 chilometri orari tra Fano e Fossombrone, quindi superiori all'autostrada; tra Fossombrone ed Urbino le velocità potrebbero essere di 80 chilometri orari, i caselli, mi sembra, scenderebbero a 21 dagli oltre 50 che sono presenti; Fano e il suo hinterland possono essere superati con 4 sovrappassi e 2 sottopassi o viceversa, adesso potrei sbagliare, comunque con 6 strutture del genere; la chiusura del casello ammonterebbe a 50 secondi, quindi come un semaforo; per cui non ci sono limiti tecnici all'utilizzo di questa tratta per treno, e non per farne altro.
La ciclabile non ha vincoli di raggi di curvatura, di altimetria, come ha la linea ferroviaria, quindi noi abbiamo solo questo corridoio tecnologico da sfruttare come trasporto pubblico su rotaia, non ne abbiamo altri, non riusciremo a farne altri, mentre la ciclabile riusciremo a farla in qualsiasi altro punto dell'intera vallata. Vi ringrazio.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Rapa.

Boris RAPA. Grazie Presidente. Ritengo che il dibattito oggetto delle mozioni non debba diventare una scelta ideologica, ma debba avere come fine la valorizzazione di tutto il territorio, la ricerca di soluzioni adatte, soprattutto lungimiranti, che vedano protagonista il nostro territorio perchè dobbiamo dare risposte a favore di un futuro sviluppo in un'ottica più lungimirante, in un'ottica futura.
Stiamo attraversando, come tutti sappiamo, un periodo particolarmente difficile dal punto di vista economico e non possiamo permetterci, in questo momento, di perdere certe occasioni, per questo ritengo che la discussione debba essere affrontata in modo approfondito, sviscerata in ogni dettaglio nelle Commissioni competenti. Abbiamo il dovere di dare delle risposte ai nostri elettori che siano scelte lungimiranti per un futuro migliore del territorio, il tutto in una visione strategica che coniughi al meglio il binomio tra costa ed entroterra, perché ho sempre sostenuto che valorizzare il nostro entroterra, anche a livello turistico, significa avere quel plus valore che altre regioni d'Italia non hanno e solo facendo questo abbinamento possiamo dare un'offerta più ricca e completa.
Ripeto sempre che da un problema deve nascere un'opportunità e adesso forse abbiamo l'occasione per poterlo dimostrare.
Abbiamo il dovere di valorizzare il nostro entroterra e dobbiamo farlo con la massima condivisione, soprattutto con una progettualità lungimirante costruita su dati e progetti concreti, per questo auspico che questa discussione si porti nelle Commissioni competenti per avere una strategia e delle visioni condivise. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Credo che queste due mozioni diano la possibilità, anzi devono dare la possibilità a quest'Aula di iniziare un discorso molto serio, anche su quanto qui dentro ho ascoltato precedentemente.
Ho ascoltato l'Assessore al turismo dire e sostenere che cultura e territorio sono uguali al turismo, credo che dobbiamo riflettere su questa frase ed anche se quanto ha detto l'Assessore competente viene preso o è stato preso in considerazione.
Se questa affermazione è stata presa in considerazione dall'Aula, credo che il ragionamento dello sviluppo di questo territorio non possa che non essere questo, ma qui sembra di capire che ci sono cose che hanno una bandiera e se ci sono proposte, indicazioni che hanno una bandiera, è difficile parlare, ragionare attorno a cultura, territorio e turismo.
In questo contesto, per quanto mi riguarda, anche se non sono stato protagonista di quella storia, ma l'ho vissuta facendo un'altra cosa, credo che vada ripristinata la linea ferroviaria anche perché alla fine di questo percorso, in termini territoriali, c'è una grande città che è stata definita patrimonio dell'Unesco.
E' preferibile parlare di decine o centinaia di persone che potrebbero usufruire di questo bene oppure di qualche unità o decine di persone? Credo che noi dobbiamo guardare all'opportunità che più persone possano usufruire di questa struttura, allora come ha detto l'Assessore competente ci potranno essere dei pacchetti turistici che, per esempio, abbinano il territorio, la natura e l'arte. Questo a casa mia è turismo, no 3, 4 o 5 persone od un gruppo che alla mattina si organizza e va là.
Se lo spirito è questo, credo che si debba riflettere se andare avanti con le mozioni oppure ritirarle per fare una discussione seria. Questo avrebbe una consequenzialità, a casa mia, del Consigliere Zaffiri, e quanto detto dall'Assessore in quest'Aula prenderebbe corpo, altrimenti le affermazioni dell'Assessore al turismo, alla cultura e al territorio sarebbero, ancora una volta, frasi fatte che non trovano riscontro.
Chiedo che quest'Aula abbia un riscontro rispetto alle frasi che ho ascoltato, se questo dovesse avvenire, ed io chiedo che avvenga, farà un buon servizio alla comunità marchigiana, altrimenti farà un servizio di parte, a prescindere dai numeri che sono qui dentro che, voglio sempre ricordare, sono dei numeri parzialmente in maggioranza, ma che non rispondono alla maggioranza reale del Paese, in questo caso della comunità marchigiana, perché i numeri reali sono altri e dentro quest'Aula lo sappiamo tutti. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Cari colleghi, io faccio parte della I Commissione ed ho avuto modo di apprezzare sia il Consigliere Biancani che il Vicepresidente Minardi, che sono della provincia di Pesaro, come persone che hanno conoscenza e competenza delle esigenze del loro territorio, i loro interventi sono puntuali, precisi, mostrano sempre di conoscere con precisione quello di cui si parla.
Allora non posso non credere che soprattutto il Consigliere Biancani che è il relatore di questa mozione, non sappia che la maggior parte dei cittadini di quella zona è per il ripristino della ferrovia. Se si facesse un ipotetico sondaggio, credo che il 95% farebbe favorevole alla ferrovia, e la stragrande minoranza sarebbe per le altre cose, le piste ciclabili, la connettività sotterranea, tutto quello che può essere messo sotto o di fianco ad un binario.
Per la schiettezza che mi contraddistingue, per non avere un ruolo politico, non nascondiamoci dietro le parole del politichese, noi vi daremo, in particolare il Consigliere Fabbri che abita in quelle zone, tutto il nostro appoggio possibile, basta che dite: “Quella cosa lì, quella infrastruttura lì è dedicata al treno, alla ferrovia”. Basta dire questo con molta chiarezza perché non si è capito se questa struttura che viene acquisita a titolo gratuito, come ha detto il Consigliere Fabbri, ha un significato e a titolo oneroso ne ha un altro. A cosa deve servire poi?
Anche per chiarezza di fronte a coloro che vi hanno votato e che ci hanno votato, se volete fare il treno, dite: “E' destinata al treno”, se volete fare altro diteci che volete fare altro, e la nostra decisione politica sarà conseguente ad una vostra dichiarazione chiara. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Grazie Presidente. Credo che, come già è stato detto, questa mozione vada ben oltre lo specifico del suo contenuto, cioè aprire un dibattito oppure, possiamo dire, una gara tra chi vuole il ripristino della tratta ferroviaria Fano-Urbino e chi vuole trasformarla in pista ciclabile.
Idee, proposte, tutte e due meritevoli, che ci consentono di aprire un po' di più l'orizzonte mediante un dibattito su due temi molto specifici. Uno: cosa intendiamo per miglioramento dei collegamenti con il nostro entroterra, come lo vogliamo fare, quindi un discorso più in generale sul piano trasporti; l'altro riguarda l'attrattività dei nostri territori in funzione di quelle politiche di sviluppo turistico di cui si è parlato poc'anzi.
Nel primo aspetto, è di oggi, mi sembra, o dell'altro ieri, io la rassegna stampa l'ho vista oggi, la classifica de Il Sole 24 ore e, mi sembra, di Legambiente sulla vivibilità delle nostre città - a Macerata si vive bene e l'Assessore Sciapichetti è contentissimo, quindi auguri, lo vogliamo sempre in forma perché respira aria buona, tanto è vero che ha la ferrovia che passa lì vicino, qualcuno vorrebbe tagliare qualche stazione, però lei resista fortemente perchè la vediamo in forma – e uno dei parametri che sono stati presi in considerazione è stato il numero dei veicoli che circolano all'interno del territorio. La classifica è a livello provinciale, non è a livello cittadino, questo per dire che questo è un parametro molto importante. La provincia di Ascoli è penalizzata dal numero dei veicoli che circolano all'interno del suo territorio.
Credo, quindi, che una riflessione vada fatta in questi termini, non può essere fatta soltanto dividendoci in fautori della strada ferrata e fautori della bicicletta, non può essere questo il concetto.
Nello specifico due considerazioni. La prima: sicuramente questo Consiglio e la Giunta hanno fatto un pasticcio senza una visione strategica, senza un progetto di come si rivitalizzano le aree interne, di quali sono le condizioni, di quali sono i progetti che possono essere fatti, perché prima si è detta una cosa, si è chiesto al Ministero la dismissione, poi si è detto la prendiamo noi, dopo si è tornati indietro e si è chiesto la revoca del decreto.
Francamente, non è stata data dimostrazione di oculatezza, per lo meno per quanto riguarda la progettualità, la programmazione, in termini non soltanto di trasporti, ma soprattutto in termini di promozione dei nostri territori dal punto di vista socio, culturale e turistico.
Questo è molto importante ed allora mi domando come si fa in questo momento a non prendere al volo un'occasione importantissima, quella cioè di ripristinare una struttura di questo tipo che può essere destinata, utilizzando le risorse di tutti, della Regione, delle autonomie locali e dell'Europa, a metropolitana turistica di superficie.
Questa è un'occasione incredibile! Una metropolitana turistica di superficie fra Fano ed Urbino. Una città d'arte come Urbino ha una valenza mondiale, non dico italiana, e merita di essere collegata non soltanto da un punto di vista culturale, ma anche paesaggistico con i territori dell'entroterra. Può essere un volano impressionante per tutto quello che attraversa il territorio, una cosa incredibile! Come si fa a non cogliere questa occasione! Poi c'è un aspetto prettamente sociale, io amo, adoro, le piste ciclabili, da Sindaco di Ascoli ottenni un finanziamento dal Ministero dell'ambiente per una pista ciclabile fra Ascoli e San Benedetto, addirittura 3 milioni e 2, che adesso il mio successore sta completando, bellissima però la destiniamo ad una parte dei nostri cittadini.
Una metropolitana di superficie è destinata a tutti. E' destinata a chi ama la bicicletta che la può caricare dentro e può fare tutto quello che vuole, è destinata all'anziano, è destinata al disabile, è destinata al bambino, è destinata a tutti perché con il treno carico la bicicletta e vado dove voglio, questa è la cosa importante.
Mi auguro che voi Consiglieri di quel territorio facciate una riflessione in questo senso, è impossibile non cogliere questa grande opportunità.
Tra l'altro mi sembra di aver capito dalle varie relazioni che non ci sono cifre esorbitanti perché con 60, 70 milioni di euro si fa tutto. Noi abbiamo elettrificato e trasformato, vi porto un esempio, la tratta ferroviaria Ascoli-Porto d'Ascoli che negli anni '90 doveva essere chiusa, anche lì si trattava di un ramo secco, ci siamo opposti, tutti si sono opposti, i cittadini, le autorità e le autonomie locali, oggi l'abbiamo elettrificata ed è una vera metropolitana di superficie. I Comuni si sono attrezzati per costruire delle stazioncine intermedie con dei parcheggi scambiatori in agglomerati urbani di 4, 5 case, ed oggi è qualcosa di eccezionale, c'è il trenino, Jazz, Minuetto, siamo riusciti a collegare Ascoli con Ancona ed in un'ora e quarantacinque minuti si arriva qui, riducendo notevolmente l'inquinamento, il traffico, il trasporto su gomma ed tutti i problemi, li sappiamo benissimo, che riguardano il trasporto pubblico. Come si fa a non fare una riflessione di questo tipo.
Gradirei che voi non vi dividiate, che questo Consiglio non si divida, ma soprattutto gli amici di Fano, Pesaro e quant'altro non si dividano in questa sterile polemica che non ha come strategia lo sviluppo del loro territorio e colgano questa opportunità; ritirate queste due mozioni e discutetene con i territori per vedere qual è la soluzione migliore.
Le due cose possono convivere, ma credo che l'elemento trainante debba essere la ferrovia, non può perdersi una occasione così importante. Credo che abbiate capito che sono favorevole alla ferrovia. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Pieroni.

Moreno PIERONI. Grazie Presidente. Sono convinto che le mozioni presentate siano uno stimolo importante per noi Consiglieri che magari non conosciamo la realtà di ogni territorio marchigiano, in questo caso del territorio che va da Fano a Urbino tramite questa tratta ferroviaria attualmente dismessa.
Queste due mozioni ci devono indicare la strada della programmazione. Oggi siamo qui a dibattere una serie di posizioni legittime, di tutti, dei presentatori, ma manca, da parte della Regione Marche, una strategia programmatoria di prospettiva ben definita, ed anche negli interventi che mi hanno preceduto, con chiarezza, ognuno ha portato avanti una sua proposta importante, legittima, una proposta che può essere condivisa, in quel caso, dal territorio, però sono proposte che non hanno una strategia a lunga scadenza e una programmazione chiara. Ad esempio, il Consiglio precedente, nel maggio scorso, approvò una mozione con la quale si chiedeva il ripristino della tratta Fano-Urbino, se non sbaglio, ma credo di no, ed a luglio scorso è arrivata la risposta da parte delle Ferrovie che indicava con grande chiarezza che non avevano interesse a ripristinare quella tratta.
E' altrettanto vero che la volontà programmatoria, la volontà politica di questo consesso e della Giunta regionale, se inserita in un contesto ben definito, con una proposta definita, può anche portare una rivisitazione da parte delle Ferrovie.
Aggiungo un elemento che può essere utile al dibattito e che secondo me può portare, come hanno ricordato anche altri Consiglieri, alla valutazione se confrontarsi oggi e votare le due mozioni oppure se confrontarsi all'interno delle Commissioni competenti per arrivare ad una sintesi comune.
L'altra riflessione che metto sul tavolo è che c'è, ad esempio, sicuramente alcuni di voi lo sanno, un progetto che riguarda l'utilizzo della ferrovia dismessa che va da Sassoferrato a Pergola per una ciclabile, anche questo potrebbe essere un ulteriore elemento che in futuro, in Commissione, farà riflettere perché l'istituzione di una pista ciclabile che va da Sassoferrato, Pergola, Urbino e Fano-Pesaro, potrebbe creare un collegamento importantissimo tra la costa e l'entroterra.
Immaginate voi che impulso e che immagine daremo ai nostri concittadini, ma soprattutto ad un turismo alternativo su cui noi stiamo puntando molto e credo che sia volontà della Regione Marche impegnare una cifra importante per i collegamenti tra le varie piste ciclabili.
Credo che questo dibattito che secondo me è giusto fare e che è stato affrontato anche nei modi giusti, debba essere ripreso nelle Commissioni competenti per affrontarlo in maniera approfondita e non va esclusa neanche un'eventuale proposta, come hanno ricordato sia il Consigliere Fabbri che ha presentato la mozione, che il Consigliere Celani anche se in termini diversi, di valutare anche questo, però dobbiamo presentarci alle Ferrovie con un progetto in cui crediamo oppure con un'altra proposta.
Credo che se oggi, nella sensibilità di tutti i Consiglieri, c'è la volontà vera, di questo ne sono certo perché i Consiglieri hanno a cuore le tematiche dei propri territori regionali, di ritirare queste mozioni e riprenderle in maniera concreta, non seria ma concreta, perché la serietà è già stata espressa oggi, all'interno delle apposite Commissioni, molto probabilmente arriveremo ad una soluzione condivisa che come ho detto all'inizio del mio intervento, permetta a tutti noi ed alla Giunta di valutare in maniera serena un percorso importante.
Questa è la mia riflessione in riferimento alle due mozioni e cerca di concretizzarle non in una semplice mozione perchè entrambe sono da tenere in considerazione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Micucci.

Francesco MICUCCI. Da alcuni interventi dell'opposizione, a me, che non sono del territorio, sembra quasi che fino a ieri la tratta ferroviaria abbia funzionato che sia poi arrivato il Consigliere Biancani che ha deciso di mettere il lucchetto, ma staccando oggi un assegno di 70, 80 milioni di euro, domani potremmo ripartire con la tratta ferroviaria.
Mi sembra una semplificazione eccessiva della situazione. Se ho capito bene, siccome la Regione Marche è in piedi dal 1970, noi non siamo i primi attori di procedimenti normativi e di alcune decisioni che la Regione ha preso, è chiaro che, anche da parte nostra, va dato conto di una consequenzialità degli atti.
Mi sembra di aver capito che la tratta ferroviaria è ferma da ben 29 anni, quindi un processo che si protrae da tempo, prima non so chi parlava della tratta ferroviaria di Macerata, è simpatico perchè chi non ce l'ha la vuole e chi ce l'ha se ne vorrebbe liberare per l'eccesso di passaggi a livelli, per il blocco del traffico, per alcuni inconvenienti tecnici che spesso sulle tratte ferroviarie si verificano, per cui non sono così convinto che ci sia un'unanimità.
E' chiaro che se poi si riescono a fare degli investimenti di elettrificazione, di metropolitana di superficie che, in qualche modo, possono snellire una tratta ferroviaria, credo che di contrari ce ne sarebbero ben pochi, ma se dopo 29 anni ancora non si è riusciti a trovare una soluzione, qualche dubbio sul fatto che ve ne siano di economicamente fattibili mi sorge.
Del resto mi sembra che la mozione presentata dai Consiglieri del Partito Democratico della Provincia di Pesaro non vada ad inficiare alcuna soluzione, la preoccupazione che emerge da quel dato, io non lo so, invito loro a valutarla insieme agli altri Consiglieri, è che la tratta ferroviaria possa essere smembrata ed a quel punto né treni di superficie né piste ciclabili né quant'altro sarebbero attuabili, perché un qualsiasi privato che acquisisse una stazione ferroviaria o una tratta potrebbe interloquire con la Regione o con un qualsiasi altro ente per fare qualsivoglia cosa.
Credo che intanto sia importante mettere un paletto e che che la Regione Marche, come sollecitato dal Ministero -più volte sia le Ferrovie dello Stato che il Ministero ci hanno detto di non essere interessati a quella tratta ferroviaria, se invece noi vogliamo dire che siamo tutti interessati, che la vogliamo domani mattina, anche se a più riprese ci hanno detto di non essere interessati – si attivi, così come già comunicatoci dal Ministero e dalle Ferrovie, per una concertazione, per dire: intanto dateci la gestione, dateci la proprietà, l'usufrutto, il titolo gratuito. Troviamo la formula coinvolgendo anche le Commissioni, chiunque sia interessato, ma fermiamo la possibilità che la tratta sia smembrata, poi valuteremo, con i tecnici, con i Consiglieri, con i Sindaci dei Comuni interessati, cosa farne, chiaramente soluzioni economicamente compatibili perché se l'alternativa è fare il treno o la pista ciclabile, possiamo discuterne, ma se l'alternativa è fare il treno o la pista ciclabile o tenerla lì altri 30 anni immobile e morta, non so se i cittadini del pesarese sarebbero unanimemente concordi nell'aspettare altri 30 anni per un'utopia che forse non si realizzerà.
Mettiamo intanto un paletto, poi valutiamo tutti insieme, con i tecnici, con i gruppi consiliari, con la Giunta, con chiunque credete opportuno, una soluzione che sia fattibile e non filosofeggiare su chi preferisce il treno o la bicicletta perché faremo filosofia e non daremo una risposta ai cittadini.

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. Ringrazio sia il Consigliere Fabbri che il Consigliere Biancani per le due mozioni perché ci hanno dato l'occasione di rifare, per l'ennesima volta, il punto della situazione su questa tratta ferroviaria.
Credo che noi dovremmo approfondire le questioni, non fermarci alle mozioni, e riuscire a capire i fatti per tirare le conclusioni.
Vorrei brevissimamente richiamare l'Aula ai fatti che si sono succeduti e che hanno portato la Regione Marche a fare determinate azioni, li ha ricordati molto bene il Consigliere Biancani, ma li voglio riprendere perchè li ho calendarizzati.
La Regione Marche arriva ad una decisione con deliberazione di Giunta regionale nel 2011, nella quale al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti richiedeva il parere di dismissione della tratta. Perché la Regione Marche è arrivata a quella delibera? Credo che noi dobbiamo rifare le tappe, se no rischiamo di dare un segnale sbagliato ai cittadini che può indurre in errore. Qui non è tanto la scelta tra il ferro o la gomma sul trasporto, non dobbiamo discutere di questo, non dobbiamo neanche discutere la trasformazione della tratta in metropolitana di superficie che sarebbe una cosa bellissima, ma voglio ricordare al Consigliere Celani che adesso non è in Aula, che la tratta ferroviaria Porto d'Ascoli-Ascoli non è stata elettrificata dopo 28 anni di dismissione, c'era già una tratta e l'elettrificazione è stata fatta su un tratto che comunque era già funzionante. Dico questo perché la linea è stata dismessa.
La cronistoria è breve, ma per chiarezza la voglio rifare.
La linea è stata dismessa nel 1987, 28 anni fa, nel 2003 la Rete ferroviaria Italiana ha chiesto al Ministero la rinuncia della concessione all'esercizio della dismissione della linea. Nel 2003 il Ministero ha interpellato la Regione. La Regione non era pregiudizialmente contraria alla tratta e nel 2004 commissiona alla Svim, l'ha ricordato il Consigliere Biancani, uno studio per capire se c'erano delle possibilità di ripristino della linea.
Cosa ha detto lo studio? Bisogna che sappiamo cosa dicono gli studi, se no cosa li facciamo fare, se li abbiamo fatti fare bisogna sapere cosa ci hanno detto.
Lo studio ha rilevato: obsolescenza nell'armamento realizzato più di 50 anni prima; degrado delle traverse di legno che in molti punti avevano perso le caratteristiche di resistenza sviluppando anomalie, rigonfiamenti, alterazioni; degrado dei binari deformi e privi della bullonatura di collegamento delle traverse; degrado delle gallerie che in alcuni tratti presentavano infiltrazioni d'acqua; degrado del terreno di fondazione che non presentava più le caratteristiche di resistenza atte a sostenere la piattaforma ferroviaria.
Faccio presente che lungo i 49 chilometri ci sono: 17 ponti, 8 gallerie e 5 viadotti.
Lo studio della Svim sottolineava la complessità di un recupero che già all'epoca avrebbe comportato un onere elevatissimo per la collettività. Non è bastato, a seguito di queste informazioni l'amministrazione regionale interessò il reggimento Genio Ferrovieri di allora, affinché la tratta potesse essere riportata a nuovo per le operatività funzionali, per poter eseguire l'attività di addestramento per l'esercizio ferroviario. Anche in quel caso l'obsolescenza di tutti gli impianti non consentì di procedere su tale indirizzo.
Siamo arrivati al 2010, il Ministero ha sollecitato per l'ennesima volta la Regione Marche a riprendere l'iter di dismissione della linea, la Regione nonostante tutto ha ripreso contatto con la Rete ferroviaria italiana ai fini della riapertura della tratta, ma non si è avuto alcun riscontro positivo al ripristino e all'utilizzo dell'infrastruttura ai fini del servizio, principalmente per due motivi: l'utilizzo avrebbe richiesto opere di consolidamento, opere sostitutive dei passaggi a livello, demolizione di opere abusive, rettifiche di tracciato, determinando costi di centinaia di milioni di euro, oltre 100 milioni di euro. E' di questo che noi stiamo parlando quando trattiamo, discutiamo, di quella tratta, poi se vogliamo fare una discussione sul fatto che è meglio il ferro rispetto alla gomma, io sono assolutamente d'accordo però …

(interviene fuori microfono il Consigliere Celani)

Angelo SCIAPICHETTI. No, dico che noi dobbiamo essere sufficientemente pragmatici, ripeto, Consigliere Celani, e non dobbiamo …

(interviene fuori microfono il Consigliere Celani)

Angelo SCIAPICHETTI. Consigliere Celani io non l'ho interrotta ...

(interviene fuori microfono il Consigliere Celani)

Angelo SCIAPICHETTI. Non sto dicendo niente, sto riportando i motivi per cui il ripristino di quel tratto costa centinaia di milioni di euro. La Regione ha commissionato degli studi ed io ne sto riportando gli esiti, non ci sto mettendo niente di mio, ho ripetuto, mentre lei non c'era, che sono d'accordo all'elettrificazione ed alla metropolitana di superficie, sul tratto, per esempio, Porto d'Ascoli-Ascoli è stata fatta, ma i trasferimenti su quella tratta non erano interrotti da 28 anni. Cera una linea in funzione, non era interrotta da 28 anni, mentre qui bisogna rifare tutte le opere. Penso che dobbiamo riportare la discussione sui giusti binari.
Secondo me la mozione presentata dai Consiglieri Biancani, Traversini, Talè, Minardi, è una mozione che fa chiarezza sulla questione, peraltro non pregiudica nessun percorso, evita soltanto lo spezzettamento della linea, evita che privati possano mettere mano su quella linea che se poi viene spezzetata non potremmo farci più niente. C'è l'assoluta, l'ho già comunicato al Presidente della Commissione, disponibilità da parte del sottoscritto e credo di tutta la Presidenza, certamente di tutta la Giunta, ad aprire un tavolo con il Ministero, con le Ferrovie, per capire a quali condizioni e come mettere mano a una linea per non lasciarla nelle condizioni in cui attualmente è.
Votando questa mozione penso che diamo una risposta concreta, seria, senza prenderci in giro, sulle reali possibilità che ad oggi ci sono su quella tratta.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Minardi.

Renato Claudio MINARDI. Grazie Presidente. Il dibattito sulla linea ferroviaria Fano-Urbino è ciclico, ce lo ritroviamo ogni tot di mesi, ogni tot di anni.
Credo che sia giunta l'ora di prendere una decisione, nel senso che non possiamo continuare a mandare avanti questo dibattito in eterno su una linea che è chiusa dall'1 febbraio 1987.
Credo che sia opportuno che la discussione che è stata anche sollecitata e che si potrà fare nella Commissione presieduta dal Presidente Biancani, sia un momento di approfondimento e riflessione per entrare nel merito di quella che sarà una prospettiva, però noi dobbiamo evitare una cosa, dobbiamo evitare il rischio che questo tracciato, il sedime della ferrovia, possa essere venduto a pezzi. Se questo dovesse accadere, rischieremo non solo di non fare la ferrovia, ma di non fare nemmeno la pista ciclabile, perché basta che le Ferrovie vendano un tratto, anche di 20, 30, 50 metri lineari, che si perderebbe la continuità di tutta la linea, dei 40 chilometri di cui parlava prima l'Assessore.
Vi faccio una confidenza, i miei genitori hanno lavorato entrambi sulla linea Fano-Urbino, mia madre era la casellante e mio padre faceva la manutenzione degli impianti, quindi figuratevi se non ho a cuore la linea ferroviaria, nel senso che ho passato tanti pomeriggi con mia madre al lavoro nell'attesa di chiudere le sbarre mentre passava il treno, però dobbiamo essere obiettivi, dobbiamo essere oggettivi, dobbiamo ritornare ai nostri giorni.
La mozione che è stata presentata, primo firmatario il Consigliere Biancani, di cui anch'io sono anch'io sottoscrittore - le mozioni non sono come si cerca di far passare una a favore della ferrovia e una della pista ciclabile - dice alla Regione: “Acquisire, possibilmente in modo gratuito - con l'emendamento che è stato prima illustrato – il tracciato”, credo che il primo obiettivo sia quello di acquisire il tracciato perché poi, vi dico la verità, il dibattito è nostalgico, vi ho anche detto del legame che posso avere con la ferrovia, ma dobbiamo essere seri, perché in questo Consiglio regionale ci sono stati Consiglieri regionali che, nelle passate legislature, hanno raccontato che c'era il Genio Ferrovieri che era pronto ad investire e qualcuno diceva di no. Mi pare che l'Assessore Sciapichetti, pochi minuti fa, abbia detto che non era proprio così, però questo c'è stato raccontato, continuamente, negli anni.
Bisogna essere sicuri e certi, su questo bisogna essere seri, che ci siano 100 milioni di euro, 110, 120, 90, quelli che servono per ripristinare la linea, perchè non basta ripristinare la linea, bisogna poi bisogna gestirla e tenerla, quando meno, in pareggio. Vengono dall'Europa? Vengono dal Ministero? Ce li ha la Regione? Non lo so, o si dimostra che ci sono queste risorse oppure continuiamo a fare una battaglia su una cosa che non esiste.
Dico: acquisiamo il tracciato, dopo di che, come ha detto il Ministro Franceschini con cui ho parlato quando è venuto in visita ad Urbino ed a Fano, è vero, ci sono degli investitori anche stranieri, tour operator che sono disponibili a fare investimenti certi sul tracciato per dare un'opportunità turistica ad una città straordinaria come quella di Urbino, che è città patrimonio dell'Unesco? Benissimo, sono disposto a ragionare di questo, però vorrei capire di cosa stiamo parlando e se stiamo parlando di nostalgia, chiudiamo questa storia, se invece siamo pronti ad avere in mano progetti e anche finanziatori parliamo di qualcosa di concreto, non parliamo di filosofia o del nulla.
Evitiamo di tenere il dibattito sulle due mozioni una pro pista ciclabile, una pro ferrovia, io dico la verità, l'idea della pista ciclabile a me non dispiace perché anche la pista ciclabile è una grande opportunità dal punto di vista turistico. Avere in linea 50 chilometri di pista ciclabile che collegano una città romana, passa lungo la via Flaminia e collega Urbino città rinascimentale e patrimonio dell'Unesco, ha dal punto di vista turistico una valenza straordinaria, non la sottovalutiamo, sarebbe la pista ciclabile più lunga d'Europa, per quello che so.
Al di là di questo, non sono contrario al ripristino della ferrovia, vorrei capire se ci sono degli investitori pronti a farlo, questo vorrei capire, perché se dobbiamo continuare ad avere un sogno irrealizzabile credo che perderemmo del tempo e faremo perdere del tempo e delle opportunità al territorio che ha sicuramente bisogno che si concretizzino, perché le opportunità alla fine devono avere concretezza e avere dei risultati.
L'invito che faccio è quello di votare la mozione con le modifiche che propone all'Aula il Consigliere Biancani per fare in modo che la Regione si occupi di questa opportunità, cioè di acquisire il tracciato, dopo di che la Commissione di cui il Consigliere Biancani è anche Presidente entrerà nel merito, discuterà, entrerà nella carne viva per capire se ci sono gli investitori per fare la ferrovia, per riattivarla, se ci sono le risorse oppure valutare fino in fondo l'opportunità di realizzare una pista ciclabile che non vedo come un elemento negativo. Continuare a sognare il treno e non fare nulla, lasciare in abbandono 50 chilometri di tracciato, sarebbe un errore che noi faremo e procureremo del danno alla comunità di tutta la provincia di Pesaro-Urbino.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Assessore oggi non è la sua giornata, io non capisco, ha detto che non c'è la sicurezza, le gallerie sono pericolose, ci vogliamo fare dentro una pista ciclabile? Vogliamo far passare una pista ciclabile dentro le gallerie che non sono sicure? Non capisco, mi spieghi.
Poi mi rivolgo anche ai colleghi Consiglieri, a voi interessa solo l'incolumità del treno o interessa anche l'incolumità delle persone che vanno in bici?

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Grazie Presidente, chiedo scusa, Assessore, non ho potuto partecipare a buona parte del dibattito impegnato giustificato in altra sede, ma vedo che in questo ordine del giorno abbiamo tre mozioni e due punti relativi alle ferrovie.
Ho fatto memoria ricordando l'esperienza fatta con il Consigliere Giancarli, allora Presidente della IV Commissione, quando incontrammo, in una intera giornata, nella zona di Jesi, le autorità di Trenitalia e di Ferrovie dello Stato per verificare, per quella zona, per la tratta Orte-Falconara lo stato dell'arte.
Per quel poco che ho potuto seguire del dibattito è evidente che non ci sono grandi opinioni differenti, ma valutazioni su dati profondamente differenti.
Al di là delle mozioni di oggi, le chiedo Assessore, se fosse possibile, d'accordo con il Presidente della III Commissione, fare una seduta specifica con le autorità relative, Ferrovie dello Stato e Trenitalia, in modo da tracciare un quadro generale della situazione. Lo dico per un motivo semplice perché nel momento in cui dovremmo ragionare sulla fermata del Frecciabianca a Civitanova, che naturalmente condivido, potremmo avere altri che magari avanzano la stessa richiesta, quindi a me piace non arrivare a soluzioni per le quali metto una bandierina a favore di una cosa piuttosto che di un'altra, ma in una logica di bene comune, fare un ragionamento di carattere generale e vedere quali sono effettivamente anche le disponibilità finanziarie di Ferrovie dello Stato che, se non ricordo male, erano scarsette. Fare un ragionamento con loro, mettere tutto sul tappeto, poi magari possiamo anche azzuffarci in Aula su opinioni e valutazioni differenti, però penso che questo passaggio, se non è troppo disturbo, possa essere di aiuto e di conforto per tutti, visto che siamo all'inizio della legislatura ed abbiamo l'opportunità di farci una idea precisa, sia degli investimenti che della gestione ed anche, Assessore, per poter decidere in sede di bilancio, fra due mesi, quello che stanzieremo come intervento regionale a sostegno di determinate tratte. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per una breve replica, il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Grazie Presidente. Ringrazio l'Aula e i Consiglieri perché ho visto un bel dibattito, nel quale ognuno di noi ha cercato di portare il proprio apporto. Ringrazio anche gli interventi della Giunta che hanno portato un loro contributo, però dico due parole.
Non voglio che questa mozione passi come una mozione di parte o come una mozione che dice si alla ciclabile, no alla ferrovia o si alla ferrovia, no alla ciclabile.
Questa è una mozione che ho scritto personalmente con un unico obiettivo: evitare che la linea ferroviaria potesse essere disgregata.
La linea ferroviaria è già dismessa, con la dichiarazione di dismissione qualsiasi soggetto può chiedere al proprietario di acquistarne una parte. Sono diversi i privati che hanno chiesto di acquistare un pezzo della tratta per propri interessi, legati all'ampliamento di un capannone, di una casa, di un cortile.
Questa mozione ha carattere d'urgenza, il Consiglio regionale dà mandato alla Giunta di verificare, di chiamare immediatamente i soggetti proprietari per dire: “Alt! La Regione Marche non vuole che questo patrimonio venga dismesso”, dopo di che ben venga il dibattito che possiamo fare in Commissione. Come è stato ricordato il sottoscritto è anche Presidente della III Commissione che si occupa di trasporti, mobilità, infrastrutture ed altro, faremo, quindi, insieme all'Assessore tutte le Commissioni che vogliamo. E' un progetto che, nel momento in cui valuteremo i progetti, le reali disponibilità di una soluzione o dell'altra, sarà oggetto di confronto con i territori, perché parliamo di una struttura che tocca, non mi ricordo, 7, 8, 10 o più Comuni, quindi non è pensabile che dalla sera alla mattina arrivino le ruspe ed incomincino ad attuare un progetto, l'uno o l'altro, e non sono convinto, come ha detto il Consigliere Maggi di cui apprezzo l'ironia, la disponibilità, che il territorio sia favorevole ad una soluzione o all'altra, non ne sono convinto perché non ho la soluzione in mano, comunque nel momento in cui valuteremo le soluzioni le andremo a proporre ai territori.
Oggi sono favorevole a che questa mozione vada avanti, che venga votata perché è urgente dare il mandato alla Giunta affinché vada avanti nel percorso che la mozione indica. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per una breve replica, il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Sulle strutture ci sono opinioni differenti, sono ancora in buono stato, gli abusivismi sono quasi assenti, comunque farci sopra la ciclabile non è assolutamente gratis se queste opere vanno fatte, a meno che chi ci fa l'acquedotto poi non te le regali, qui apriamo e chiudiamo una parentesi con il retro pensiero.
La Provincia di Pesaro ha un concordato d'uso gratuito per la tratta Urbino-Canavaccio, sarebbe sufficiente allungare questo comodato e nessuno ci metterebbe le mani sopra, quindi, è un falso problema quello di dire corriamo altrimenti i privati ci costruiscono il capannone in mezzo e non ci fanno più passare.
Altra cosa, abbiamo il discorso che la Fondazione delle Ferrovie potrebbe metterci dei soldi, l'Europa potrebbe consentire dei finanziamenti, per cui tutto questo potrebbe essere inquadrato in una visione globale di mobilità sostenibile, di turismo lento di cui ancora non abbiamo discusso, quindi, tutta questa fretta mi sembra che sia una forzatura.
Se la Regione si vuole fare carico di prendere questa linea, questa infrastruttura strategica, lo faccia esclusivamente a titolo gratuito, quindi si voti il mio emendamento che toglie la possibilità di prenderla a titolo oneroso per cui poi potremmo ripensarci, intanto prendiamo questa cosa qua e ne vincoliamo l'uso perché, come ripeto, non possiamo mescolare la ricaduta sociale che ha una ferrovia rispetto a quella di una pista ciclabile, oltre alle cose che ho detto prima, per la complessità di avere un tracciato con le caratteristiche di una ferrovia rispetto alla grande elasticità di un tracciato della pista ciclabile che può essere fatta, ripeto ancora una volta, a lato.
Esiste un atto d'intesa del 9 marzo 2009 firmato tra gli altri dal Presidente del Consiglio e dal Presidente della Regione Marche nel quale si prevedeva, come ruolo strategico, il rilancio del sistema ferroviario nelle Marche, e tra questo il ripristino della linea ferroviaria Fano-Urbino come servizio di metropolitana leggera, ritenuta, a ragione, una forma innovativa di trasporto. C'è anche una deliberazione del Consiglio provinciale di Pesaro del 28 luglio 2011 “Progetti per una comunità più felice” che affermava di prevedere, di individuare, Urbino come polo ferroviario dell'entroterra con collegamento alla Pergola, Fabriano, Roma.
Rricominciamo di nuovo a ragionare, e questo è il mio invito, su cose alte di programma, perché la Regione e la Provincia hanno avuto al riguardo diverse opinioni negli anni, per vedere quale futuro vogliamo dare alle Marche, se stiamo ancora dietro alle lobby della gomma o alle altre lobby oppure se alziamo un attimo lo sguardo, ci svincoliamo e pensiamo da qui ai prossimi vent'anni di fare qualcosa di serio per la salute, la società, l'economia di questa regione Marche. Voglio vedere i Consiglieri azzuffarsi su queste cose, senza fare colpi di mano. Vi ringrazio.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli emendamenti.
Emendamento n. 1 a firma del Consigliere Fabbri. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 2 a firma del Consigliere Biancani. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Voglio dire: non è, Consigliere Biancani, che non abbiamo capito la mozione, l'abbiamo capita perfettamente, sia nel senso che nella sostanza, la sua preoccupazione è quella di non vedere smembrata questa tratta, però ci sono tanti atti a corredo di questo suo ragionamento che dicono che le finalità potrebbero essere diverse, tanto più che ci preoccupa, per lo meno a me, personalmente, le considerazioni che ha fatto l'Assessore che dicono che qui è tutto un disastro, occorrono 100 milioni di euro per cui facciamo qualcos'altro, come se qualcos'altro non costasse. Se è un disastro il ponte su cui passa il treno, è un disastro anche il ponte su cui passa la bicicletta, oppure su cui passa qualche altra cosa.
Io dico che non è così, mi permetto di confutare un po' il tutto in quanto lo conosco anche per motivi professionali. Per calcolare il costo del ripristino non occorreva lo studio di turno, lo scienziato di turno, una ferrovia che sta ferma da 30 anni, anche se fosse ferma da 10 anni, abbisogna di un ammodernamento. Se ha le traversine in legno, immaginiamo cosa può essere diventata!
Il costo, per una ferrovia di quel tipo, è di circa 1 milione e mezzo a chilometro, quindi andiamo su un discorso di circa 70, 80 milioni di euro, non andiamo su 200 milioni di euro.
Il problema è un altro, è riflettere su quelle, come ha detto l'Assessore Pieroni che adesso non vedo, che possono essere le strategie, cioè la visione che si vuole dare a questa regione in termini di cultura, di turismo e di attrattività dei territori interni.
Questo è il dibattito, no chi è a favore di una linea ferroviaria o del trasporto su rotaia, su ferro, oppure su gomma. Qualcuno ha voluto travisare in questo senso, non ci appartiene questa diatriba, a me personalmente nemmeno mi affascina.
Mi affascina invece il discorso di utilizzare una occasione come questa, strategica, per poter valorizzare uno straordinario territorio delle Marche e per fare qualcosa che per qualcuno è un sogno. Credo, come diceva un grande scrittore americano, che se tutti sognano la stessa cosa, gli 80 milioni si trovano, e il sogno può diventare realtà. Non sono 800, non è 1 miliardo, sono 80 milioni di euro per ripristinare questa tratta e per fare qualcosa che gli altri non hanno, se effettivamente vogliamo valorizzare il discorso della ferrovia.
La Regione, in questo modo, può essere anche imprenditore unendosi con Rete ferroviaria italiana. Sapete che esistono, non i treni regionali, ma le ferrovie regionali? Qualcuno conosce la Sangritana? Com'è nata la Sangritana? Pensate che le ferrovie, quando si chiavano F.S, erano interessate a portare il trenino da Isernia in su? No, assolutamente! Sono state lungimiranti, in pratica, le amministrazioni di quell'epoca che hanno costruito una ferrovia, la Sangritana, che è privata, ci sono privati ed enti pubblici, ed hanno realizzato lo sviluppo interno dei territori.
Questo è il dibattito, se il Consigliere Biancani ci mette sulla mozione che impegna “valutando la possibilità di ripristinare il discorso di questa metropolitana turistica di superficie” saremo tutti molto più tranquilli. Oggi così com'è non sono assolutamente tranquillo che la destinazione, una volta acquisita, possa tornare ad essere quella originaria. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Zura Puntaroni.

Luigi ZURA PUNTARONI. Grazie Presidente. Vorrei fare una considerazione molto cruda, perché ho sentito parlare di acquisizione, ma se la Regione acquisisce la tratta ferroviaria, anche a titolo gratuito, ma non ha un progetto, potrebbero passare tanti anni e il bene acquisito potrebbe ulteriormente deteriorarsi. Quindi, noi andiamo, correggetemi se sbaglio, ad acquisire un carico già considerato inutile da chi ce lo regala. Mi permetto di fare la mia osservazione come imprenditore abituato a far quadrare i conti, io non prenderei un carico senza alcun progetto, nemmeno se me lo tirassero, una ferrovia senza un progetto poi, posso essere nostalgico anch'io della mia vallata, del Potenza, dove una ferrovia si vede dalle foto dell'epoca, dove c'era un treno a vapore, però è nostalgia, è passato, il passato bisogna dimenticarlo perché se ne rimani legato, ti uccidi, ti fai del male.
Sulla ferrovia, Consigliere Biancani, anche se la capisco, resto dell'idea che non va presa neanche se ce la regalano. Io posso prenderla, comprarla, se sono talmente bravo, se la Regione è dinamica, aggressiva e con i tecnici che fanno un progetto, trova i finanziatori, trova gente seria, mette i soldi in banca, mette 100 milioni vincolati, fa un progetto, poi magari ce la regalano pure perchè abbiamo portato un beneficio al territorio, ma prendere questa tratta ferroviaria, che nel tempo si deteriora - il ponte che crolla, ho le denunce, con tutto quello che comporta - me ne guarderei!
Questo è un consiglio così molto …, lasciando stare che anch'io condivido la ferrovia, la metropolitana di superficie, il sottotetto, il sottopassaggio, le biciclette, quello che vi pare però, secondo me, se diciamo che non ci sono i soldi, bisogna essere più saggi. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Su questa dichiarazione di voto, potevamo anche esprimere una considerazione positiva rispetto alla mozione del Consigliere Biancani. E' ovvio che va comunque modificata perché deve essere evidenziato il problema della ferrovia, non lo avete fatto, pazienza.
Chiedo, al Presidente del Consiglio, la votazione per appello nominale.

PRESIDENTE. La votazione per appello nominale si può richiedere a nome di tre Consiglieri, quindi mi deve dire a nome di chi esplicita la richiesta.

Sandro ZAFFIRI. A nome dei Consiglieri Zaffiri, Zura Puntaroni, Leonardi.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.

Mozione n. 17, così come emendata, la pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Zaffiri, Zura Puntaroni, Leonardi.
Favorevoli: Biancani, Bora, Busilacchi, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Pieroni, Rapa, Sciapichetti, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini.
Contrari: Bisonni, Celani, Fabbri, Giorgini, Leonardi, Maggi, Malaigia, Marcozzi, Pergolesi, Zaffiri, Zura Puntaroni.
Astenuti: Nessuno.

(L'Assemblea legislativa approva)

Mozione n. 18.
Emendamento n. 1 a firma del Consigliere Fabbri. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Mozione n. 18. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Mozione n. 20
ad iniziativa della Consigliera Leonardi
"Presa di posizione della Regione di fronte all'introduzione dell'ideologia gender nelle scuole e delibera di Giunta regionale n. 78 del 16 febbraio 2015"
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 20 della Consigliera Leonardi, che ha la parola per l'illustrazione.

Elena LEONARDI. Questo è un tema che è sentito e che tocca la sensibilità dei singoli in maniera lineare.
Cercando di evitare di scendere in contrapposizioni ideologiche e politiche che non consentirebbero di affrontare il tema in maniera seria e concreta, come reputo che debba essere trattato, inizierò trattando le linee guida della Costituzione e delle norme. Tutti sappiamo che la discussione in atto in questo periodo è quella dell'introduzione da parte di alcuni istituti, in maniera anche parzialmente arbitraria, degli insegnamenti didattici della cosiddetta ideologia gender, senza il coinvolgimento e l'autorizzazione da parte dei genitori.
Ricordo che la dichiarazione universale dei diritti dell'uomo sancisce che i genitori hanno il diritto di priorità nella scelta del genere di istruzione da impartire ai propri figli, ricordo inoltre che la Convenzione europea sulla dichiarazione dei diritti dell'uomo stabilisce che lo Stato nel campo dell'insegnamento deve rispettare il diritto dei genitori di provvedere secondo le loro convinzioni religiose e filosofiche. Cito anche l'articolo 30 della Costituzione italiana che afferma che è dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i propri figli. Infine la Convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza dell'Unicef all'articolo 14 stabilisce che gli Stati rispettino il diritto-dovere dei genitori o dei tutori legali di guidare il fanciullo nell'esercizio della libertà di pensiero, di coscienza e di religione.
Le norme che regolano la scuola italiana riconoscono in maniera circoscritta il diritto-dovere educativo dei genitori laddove sanciscono che le istituzioni scolastiche devono rispettare la libertà di scelta educativa delle famiglie e devono intervenire in base alle loro domande. Inoltre la scuola deve programmare, condividere con gli studenti e con le famiglie il percorso educativo da seguire.
Ricordo inoltre che la Raccomandazione dei Ministri del Consiglio d'Europa, rispetto alla lotta alla discriminazione in base al proprio orientamento sessuale, afferma esplicitamente che tutte le misure adottate devono tenere conto del diritto del genitore di curare l'educazione dei figli nel predisporre ed attuare politiche scolastiche e piani di azione per promuovere l'uguaglianza, la sicurezza e garantire l'accesso a formazioni adeguate o a supporti e strumenti pedagogici appropriati per combattere le discriminazioni.
La lettera del Forum nazionale genitori nella scuola al Ministro dell'istruzione del novembre 2013, rivendica il diritto dei genitori come responsabili primi dell'educazione dei figli in materie di educazione all'affettività e la necessità di svolgere l'azione educativa da parte della scuola verso gli studenti in pieno accordo con le famiglie.
Quello che sta accadendo oggi invece contrasta un po' con quelli che sono i principi che ho appena richiamato. Ci troviamo di fronte ad un'emergenza educativa che si presenta nei primi stadi di età, in particolare per quanto riguarda le tematica dell'educazione all'affettività. In alcuni casi, purtroppo, l'educazione all'affettività, attraverso l'introduzione di questa teoria gender, è diventata sinonimo di educazione alla genitalità fatta al di fuori dell'accordo e del coinvolgimento delle famiglie.
In alcuni casi questi progetti educativi sono stati redatti attraverso libretti ed opuscoli fatti in collaborazione esclusiva, quindi senza il coinvolgimento delle famiglie, con le associazioni LGBT (lesbian, gay, bisexual and transgender) - visto che ha voluto la specifica il Presidente Ceriscioli - come richiamato dalla delibera della Giunta regionale n. 78 del 16 febbraio 2015 che aderisce ad un progetto che prevede formazione educativa nei confronti dei vertici del mondo scolastico marchigiano, attraverso un protocollo con il Comune di Torino, su indicazione di queste comunità e di queste specifiche associazioni.
In alcuni casi abbiamo visto che, ed è assunto alla cronaca ormai da diversi mesi, queste maglie larghe della normativa hanno portato all'introduzione in alcuni istituti scolastici di alcune prove legate all'ideologia gender.
Attualmente i progetti educativi vengono presentati richiamando l'esigenza di contrastare la discriminazione. L'intento ovviamente sarebbe lodevole se si limitasse ad educare gli studenti a rispettare ogni persona ed a non rendere nessuno oggetto di bullismo, di violenze, di insulti e di discriminazioni, non solo per motivi sessuali di genere, ma per qualunque diversità.
Quanto appena evidenziato non sempre si verifica e in alcuni casi questo è stato un po' il cavallo di troia con il quale si sono introdotti i progetti di chiara ispirazione ideologica gender.
Voglio citare la senatrice Fedeli, Vicepresidente del Senato e prima firmataria del decreto legge che introduce all'interno delle scuole un'istruzione in questo senso, di contrasto alla discriminazione di genere, che ha fatto pochi giorni fa una visita nelle Marche in un Comune della provincia di Macerata, e si evince apertamente come le maglie larghe del decreto sulla buona scuola abbiano consentito ad alcuni di introdurre o di fare delle forzature, leggo direttamente la notizia dall'articolo: “Quello che ancora mancano, su affermazione della Fedeli, sono le linee guida nazionali per l'attuazione del decreto, spero che arrivino al più presto per dare chiarezza, trasparenza e per evitare alcune sperimentazioni che sono state fatte al di fuori dei canoni previsti”. Quindi la stessa senatrice Fedeli ammette che nella scuola italiana sono state fatte delle sperimentazioni al di fuori dei canoni previsti.
Aggiungo un'altra citazione, cito il MIUR, il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca che, in una nota del 15 settembre di quest'anno, indirizzata ai dirigenti generali degli uffici scolastici, agli ambiti territoriali, ai Sovrintendenti scolastici, insomma al vertice del mondo scolastico, segnalando chiarimenti e riferimenti normativi a supporto dell'articolo 1, comma 16, della legge n. 107/2015, la legge della buona scuola, scrive: “Pervengono al MIUR numerose richieste di chiarimenti sia da parte di dirigenti scolastici e docenti che di genitori riguardo ad una presunta possibilità di inserimento, all'interno dei piani dell'offerta formativa delle scuole, della cosiddetta teoria gender che troverebbe attuazione in pratiche ed insegnamenti non riconducibili ai programmi previsti dagli attuali ordinamenti scolastici. I maggiori dubbi dei genitori scaturiscono da una non corretta interpretazione del comma 16 della legge n. 107/2015 di riforma sulla buona scuola, quella maglia larga di cui ho parlato prima. E' proprio il comma 16 e le interpretazioni arbitrarie fatte da alcuni dirigenti scolastici o da alcuni insegnanti che hanno portato all'insegnamento della teoria gender che, e lo ribadisco per non traviare la discussione di oggi, non è all'interno della buona scuola, ma c'è una maglia larga, c'è poca chiarezza, ed ha consentito ad oggi, a docenti di alcuni istituti, di utilizzarla per introdurre questo tipo di ideologia.
La ideologia gender sostiene che identificarsi come uomini o donne non dipende dai caratteri biologici che determinano un corpo maschile piuttosto che un corpo femminile. Secondo questa teoria si nasce maschio o femmina per questioni genetiche, ma si diventa uomo o donna o nessuno dei due in base a fattori esclusivamente culturali. Immaginate voi, mettere una tale confunsione, in bambini di età molto piccola, 4, 5, 6 anni, quali potrebbero essere i danni che si potrebbero causare ad un corretto sviluppo armonico della personalità. E' questo che è alla base della sollecitazione popolare, fatta in particolar modo da genitori, che ha portato alla discussione, non solo in questa assise ma anche in altri Consigli regionali, di mozioni e di interventi analoghi.
Ribadisco un concetto che per me è molto importante: riconoscere la diversità fra uomini e donne non significa discriminare. Il vero principio dell'eguaglianza non nega l'esistenza delle differenze, non le azzera, ma le accoglie e le valorizza in quanto portatrici di ricchezza e di complementarietà.
Ho trovato la delibera che ho citato prima, la n. 78 del 16 febbraio 2015, nella quale si aderisce al protocollo con il Comune di Torino e si parla anche dell'introduzione di pratiche per contrastare la discriminazione di genere. Sono certa che nel febbraio 2015 cosa fosse la teoria gender non era sotto gli occhi di molti e, probabilmente, quando è stata adottata questa delibera, si è guardato solo all'involucro che tutti condividiamo, cioè l'impianto di contrastare ogni forma di discriminazione, non solo quella legata all'orientamento sessuale, che ovviamente deve essere sposata ed appoggiata.
Qui si chiede un intervento deciso di questa Assemblea. Oggi che abbiamo le idee più chiare su quella che è l'ideologia gender, dobbiamo pronunciarci apertamente contro qualsiasi tipo di insegnamento di questa ideologia all'interno delle scuole.
Concordo con l'intenzione di formare i dirigenti scolastici ed il personale che sono a contatto con i minori, con quelle forme di discriminazione che devono essere combattute, però l'ideologia gender travalica la correttezza dell'etica della stessa formazione.
Ho chiesto anche se la delibera n. 78 che parla di un iter che debba trovare realizzazione nel maggio di quest'anno avesse trovato questo compimento. Credo che, anche a causa o grazie al passaggio elettorale che ha in qualche modo bloccato in parte l'attività, non sia giunta ad attuazione. Non mi risulta che fino ad oggi la Giunta abbia revocato la delibera n. 78 del 2015. In secondo avviso ricordo che, e leggo testualmente dalla delibera: “la Regione Marche ha partecipato con una propria rappresentante al corso di formazione sulla strategia nazionale LGBT erogato per la fase nazionale della formazione a Roma il 20 maggio 2014”, quindi, di fatto, questo processo è già partito, non mi si può poi dire che non è stato attuato e che non verrà attuato, a meno che la Giunta non decida di revocare questa delibera. Ad oggi non c'è.
Cosa chiedo attraverso questa mozione? Arriviamo al cuore, chiedo un impegno da parte di tutti i Consiglieri e quindi di questa assise e della Giunta ad intervenire nelle scuole di ogni ordine e grado della Regione Marche affinché non venga in alcun modo introdotta la teoria gender, allo stesso modo venga rispettato il ruolo prioritario della famiglia nell'educazione all'affettività ed alla sessualità, riconoscendo il suo diritto prioritario, ai sensi dell'articolo 26 della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo e dei decreti, citati in premessa, che riconoscono le scelte educative dei genitori, nonché ai sensi dell'articolo 29 della Costituzione italiana affermante che la famiglia è la società naturale fondata sul matrimonio.
Chiedo inoltre di ribadire il concetto che la famiglia rappresenta l'ambiente più idoneo ad assolvere l'obbligo di assicurare una graduale educazione alla vita sessuale ed affettiva in maniera armonica, prudente e senza traumi; che siano coinvolti i genitori ed i loro enti rappresentativi in ogni strategia educativa della scuola contro ogni tipo di discriminazione che possa generare fenomeni di bullismo, di violenza di genere e di insulti; che siano coinvolte le famiglie nella predisposizione di progetti sull'affettività e sulla sessualità e nell'opera di educazione specialmente sulle tematiche legate all'età dei bambini e sulle modalità di questo tipo di educazione; di impegnarsi affinché l'azione educativa della scuola sia ispirata a due principi: quello di sussidiarietà, per cui il diritto-dovere dei genitori di educare è insostituibile e va sostenuto dallo Stato, e quello di subordinazione, l'intervento della scuola deve essere soggetto all'attenzione da parte dei genitori.
Oggi vi chiedo uno sforzo, forse abbastanza grande per superare gli steccati ideologici derivanti dal fatto che questa mozione proviene da una Consigliera di Fratelli d'Italia.
Con questa mozione non critico il decreto buona scuola asserendo che introduce l'ideologia gender, ho fatto presente, ed ho citato degli esempi, anche quello di un senatore del Partito Democratico che reputo per voi più che autorevole, come il comma 16 abbia lasciato delle maglie aperte nelle quali alcune persone che sostengono l'ideologia gender si sono infilate in maniera arbitraria per portare avanti una politica di insegnamento che non ha nulla a che vedere con il discorso della discriminazione di genere, né tanto meno dell'omofobia né di altri concetti che in questa mia mozione non entrano perché sono tutti sposabili. Tutti siamo contro le discriminazioni e vogliamo che non siano inseriti.
Per questo vi chiedo uno sforzo - capisco la difficoltà di votare una mozione che proviene da un partito di opposizione, mi sarei aspettata, come è successo ad esempio per la mozione di prima sul trasporto – e recepire questa richiesta che, ribadisco, non viene solo da me, mi sono fatta strumento di perplessità e portavoce di molte richieste di intervento e di aiuto fatte da famiglie, da genitori, da associazioni di genitori, non solo nelle Marche, ma in tutta Italia.
Reputo che dire che la teoria gender non esiste sia il modo peggiore di affrontare la questione.
Mi sarei aspettata degli emendamenti, la possibilità di introdurre delle modifiche che avremmo potuto valutare insieme per arrivare a un obiettivo comune. Mi rammarico del fatto che non ne sia stato proposto nessuno, perché mi dà l'idea che ci si stia approcciando a questa mozione in maniera ideologica, senza la serenità e la visione extra partitica che, reputo, potrebbe essere quella più consona ad affrontare un tema così delicato come è quello dell'insegnamento e della tutela dei minori. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Malaigia.

Marzia MALAIGIA. Grazie Presidente. Mi sento personalmente coinvolta non come Vicepresidente, non come Consigliera, ma come insegnante.
Nei 26 anni in cui ho fatto scuola non ho mai avuto bisogno, per promuovere il rispetto e combattere il bullismo, di ricorrere all'annullamento delle differenze o della negazione delle differenze fra individui, anzi le ho sempre valorizzate, ed ho anche fermato lezioni anteponendo, alla mia attività, obiettivi educativi prima che didattici.
Voglio citare una frase, non vi dirò di chi è, ma la leggo per sottoporla alla vostra attenzione: “Occorre sostenere il diritto dei genitori all'educazione dei propri figli e rifiutare ogni tipo di sperimentazione educativa su bambini e giovani usati come cavie da laboratorio in scuole che somigliano sempre di più a campi di rieducazione e che ricordano gli orrori della manipolazione educativa già vissuta nelle grandi dittature genocide del secolo ventesimo , oggi sostitute dalla dittatura del pensiero unico”.
Vorrei ricordare a questa Assemblea che queste parole forti che ho appena letto sono state proferite da una persona alla quale abbiamo dedicato un intero Consiglio, Papa Francesco, e con questo mi fermo. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Grazie Presidente. Vorrei rassicurare la Consigliera Leonardi che noi affrontiamo questi temi con la massima serenità e con la massima laicità. E' una prospettiva che quando trattiamo questi temi dovremmo affrontare, perché si è laici come prospettiva, si cercano di analizzare delle questioni guardando i fatti, e sulla base dei fatti noi siamo contrari a questa mozione, Consigliera Leonardi.
Credo che ci siano molteplici ragioni per essere contrari ad una mozione che è difficilmente emendabile. Gli sforzi si fanno quando possono essere condivisi alcuni aspetti perimetrali di un atto, ma qui ci sono molteplici aspetti per cui noi siamo contrari.
Intanto perché interviene su un fatto che riguarda la Giunta regionale e una delibera e, da un certo punto di vista, è anche mal documentata. Né questa Giunta né quella passata hanno cercato di introdurre l'ideologia gender su cui poi dirò qualcosa, ma la delibera n. 78 del 2015 si è limitata a firmare un protocollo di intesa con il Comune di Torino per fare delle iniziative che non riguardano le scuole, ma l'asse lavoro. Il Comune di Torino si impegnava a trasferire 8.404 euro alla Regione Marche per portare avanti un percorso formativo per le figure apicali delle pubbliche amministrazioni e delle parti sociali impegnate nell'ambito lavoro. In particolare la Regione Marche rientrava nell'asse lavoro, quindi beneficiari di 6 corsi di formazione con 30 partecipanti in 4 territori regionali sarebbero stati i Direttori delle direzioni provinciali del lavoro, dei centri provinciali per l'impiego, i dirigenti di enti locali con competenze nell'ambito del lavoro, o i rappresentanti regionali delle associazioni datoriali e delle organizzazioni sindacali, non i dirigenti scolastici, quindi la scuola nella delibera citata non c'entrava nulla. Ho anche parlato al condizionale perché questa iniziativa, a cui era legato il finanziamento, scadeva il 31 maggio, non è stata fatta e gran parte dei presupposti su cui questa mozione si basava sono di fatto decaduti.
L'attuale Giunta, da quanto mi risulta, non ha richiesto eventuali proroghe o quant'altro, quindi questo aspetto non c'è. Tra l'altro ricordando e condividendo appieno le priorità che il Presidente ha enunciato nel suo atto programmatico durante il primo Consiglio regionale, non ricordo questa tra le priorità dell'azione politica di questa maggioranza. Ci sono delle questioni molto importanti che, come sappiamo, riguardano il sociale ed il lavoro, quindi ci si concentra su quelle.
Detto ciò, vorrei anche ricordare, visto che la Consigliera ha ricordato la Costituzione, che nel suo dispositivo il fatto che si inviti la Regione Marche ad intervenire nelle scuole per dire cosa insegnare, cosa non insegnare, va contro la Costituzione perché l'articolo 33 ricorda che esiste una libertà che è quella di insegnamento.
Da ultimo, però è l'aspetto sostanziale su cui credo sia utile concentrarsi, vorrei intervenire sulla sostanza.
Già questi due elementi, secondo me, sarebbero sufficienti a bocciare questa mozione, però non rifuggo dalla questione sostanziale che lei evoca con questa mozione e che evidentemente non c'entra nulla, come ha ben ricordato la senatrice Fedeli ed anche recentemente la Ministra Giannini, con la buona scuola per il fatto che l'ideologia gender non è contenuta nella buona scuola, quindi non c'è alcun imbarazzo da parte nostra nel parlare di una questione che può avere risvolti governativi.
Dico qualcosa di più, dico che l'ideologia gender non può essere contenuta né nella buona scuola né in qualsiasi altro elemento perché di fatto l'ideologia gender non esiste.
L'ideologia gender non ha nessuna consistenza scientifica, questo è quello che dice recentemente l'Associazione italiana degli psicologi, esiste esclusivamente nella misura in cui viene, questo si, ideologicamente inventata e posta nel dibattito da parte di chi, evidentemente, ha interesse a creare della confusione tra vari termini che, invece si, esistono.
Non voglio dire che non esistono studi di genere, certo che esistono i gender studies, esistono dagli anni '70, sono tutti quegli studi di sociologia, economia e politica che si occupano del ruolo di genere nella società. Sono, ad esempio, gli studi che provano a spiegare non solamente il ruolo differente nella storia dell'uomo e della donna, ma anche perché aspetti che hanno a che vedere con una differenza di genere, rientrano in aspetti che non sono legati alla sessualità, perchè, ad esempio, a parità di qualifica le donne tendono a guadagnare meno degli uomini. Questo è un tema importante che riguarda la parità di genere ed è parte del bagaglio di queste teorie che riguardano gli studi di genere che nulla hanno a che vedere con una ideologia di genere.
La ideologizzazione dei ruoli di genere, tutto sommato, può essere un termine che mi fa pensare a quelle visioni più conservatrici del genere di alcune religioni che impediscono, ad esempio, alle donne di poter svolgere alcune attività sociali.
Credo che dobbiamo fare chiarezza tra i vari termini che poniamo in discussione. Lo dobbiamo non solo alla società italiana, ma anche ai nostri figli ed è giusto che separiamo il tema del genere da quello che è invece, ad esempio, quello dell'orientamento sessuale delle persone che è completamente staccato dalla questione del genere. Una donna può amare un'altra donna rimanendo una donna e sentendosi donna.
E' bene separare questioni che credo che, in malafede, siano state confuse, volontariamente, da parte di chi sta cercando artatamente di intorbidire un dibattito. Ad esempio vedo che c'è anche un grande dibattito intorno al disegno di legge Cirinà, quello che disciplina le coppie di fatto e le unioni civili, è una discussione che c'è e non può essere inquinata da chi vuole fare confusione.
Vista la mozione, ho cercato anche di approfondire e sono andato a riguardare i famosi volantini comparsi che sono stati prodotti esclusivamente da una parte di coloro che sostengono che esiste una ideologia di genere prendendo dei passi di un documento dell'Organizzazione mondiale della sanità, prendendone però solamente alcuni aspetti, mentre quel documento di 68 pagine andrebbe letto tutto. A me pareva abbastanza bizzarro che un'organizzazione così importante, come l'Organizzazione mondiale della sanità, si spingesse a dire le cose che ho letto in quel volantino e che ovviamente non trovano d'accordo neppure me.
Il documento a pagina 24 elenca quelli che considera i vari stadi dello sviluppo sessuale di una persona e cerca di capire cosa può essere spiegato ai ragazzi ed agli adolescenti in base alla loro età. Questo per cercare di costituire delle linee guida esclusivamente facoltative che non comportino né dei corsi né delle cose obbligatorie, ma che possano essere sviluppate nelle scuole.
Nel testo si legge anche che l'Organizzazione mondiale della sanità ha predisposto queste linee guida per fare si che con la trasformazione della società, con la diffusione anche delle malattie, con una serie di fatti, ci possano essere degli indirizzi legati ad una corretta educazione e ad una sicurezza anche dal punto di vista della salute dei cittadini.
Quello che si è lasciato intendere, purtroppo, è che questo documento di una organizzazione, come l'Organizzazione mondiale della sanità, voglia inculcare nella mente dei bambini termini legati ad una dimensione adulta; evidentemente non può essere l'intento dell'Organizzazione mondiale della sanità. Credo che chiunque lo possa comprendere.
Penso che questo allarmismo che si è creato e che io reputo orchestrato ad arte abbia bisogno di risposte. Una cosa credo che possa essere giusta: favorire delle iniziative in cui fare maggiore chiarezza rispetto a questi fatti. Non altro, perché la chiarezza e la maggiore lettura consentono a tutti quanti noi, io l'ho fatta in queste ore, però sono contento, di poter apprendere di più e verificare anche voci differenti rispetto a questi temi piuttosto che seminare paura o terrore su alcune cose che sono poco documentate e sono un carico che la storia del '900 ci ha indicato. Ho sentito la Vicepresidente Malaigia riferirsi ai totalitarismi, ricordo che l'individuazione artata di nemici pubblici, individuata, questa si, sulla base delle ideologie ha portato ed ha prodotto i più grandi stermini di massa della storia del '900, così come la criminalizzazione del '900.
Concludo ricordando, visto che prima si richiamavano le parole di alcuni dirigenti del PD, che il Sottosegretario all'istruzione che ha anche un compito istituzionale, Davide Faraone, letteralmente ha detto: “Gender, strane pratiche, paure? Sono parole che hanno a che fare con i tempi bui e concezioni medioevali. Le nostre parole sono la tolleranza, il rispetto, i diritti, l'inclusione delle diversità, la conoscenza, la consapevolezza, l'autodeterminazione. Sono le parole di donne e uomini che dovranno affrontare sfide epocali in un millennio di cambiamento riflettendo su di sè e sugli altri”.
Credo che anche il Consiglio regionale debba guardare con tolleranza e con rispetto agli altri, per evitare le discriminazioni, purtroppo ce ne sono ancora molte e non aiutano delle letture ideologiche, queste si, di parte, di chi invece, evidentemente, non vuole schierarsi con nettezza a favore di queste discriminazioni.

Presidenza della Vicepresidente
Marzia Malaigia

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Mi permetto di affermare che la teoria gender esiste e forse c'è un allarmismo creato ad arte, così come ha detto il Consigliere Busilacchi, però credo che oggi possiamo dire che la teoria gender esiste.
Mi permetto anche di affermare che Forza Italia è contraria a qualsiasi teoria che vada contro il concetto di famiglia tradizionale e che possa innescare una confusione nei giovani sempre più insicuri ed instabili nelle relazioni personali.
Siamo convinti che tutti i progetti, i corsi, le strategie educative, si conformino a precise linee guida, prevedendo in particolare che venga rispettato il ruolo della famiglia nell'educazione all'affettività ed alla sessualità, riconoscendone il suo diritto prioritario ai sensi dell'articolo 26 della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo. Altrimenti perché la nostra Costituzione all'articolo 29 privilegerebbe la famiglia come società naturale fondata sul matrimonio?
La Dichiarazione dei diritti dell'uomo e la Convenzione Unicef, così come ha dichiarato la Consigliera Leonardi sui diritti dell'infanzia, ribadiscono in modo chiaro e netto la priorità delle scelte dei genitori nell'istruzione e nell'educazione dei figli, soprattutto nell'ambito dell'educazione all'affettività e alla sessualità.
Ritengo doveroso e necessario mantenere una posizione contraria e ferma verso qualsiasi tentativo di introdurre nella programmazione scolastica disposizioni tali da compromettere i diritti dei genitori all'educazione dei propri figli, riconoscendo la famiglia come nucleo legittimamente coinvolto nell'educazione alla affettività ed alla sessualità.
La famiglia è il nucleo naturale e fondamentale della società e dunque ha il diritto di essere protetta. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Non garantisco i 10 minuti perché credo che, come hanno già fatto altri colleghi, le cose da dire siano tante, quindi inizio subito con una proposta che avevo in testa, ma mi è stata esplicitamente suggerita dal Capogruppo del Partito Democratico Busilacchi, cioè facciamo su questo argomento un convegno, perché questo dibattito a mio parere si divide in due parti, la parte convegnistica e la parte amministrativa.
La parte amministrativa è già risolta, l'ha spiegato il Consigliere Busilacchi, il motivo per cui questa mozione è stata presentata rimonta ad una responsabilità che stava in piedi alla Giunta regionale, relativamente ad una delibera presa frettolosamente verso la fine della legislatura.
Mi permetto di dire alla Consigliera Marcozzi che era alleata con la forza politica che aveva l'Assessore che ha presentato questa delibera. Non lo dico a lei che è di un'altra provincia, non sta in quella di Macerata, è arrivata adesso e non poteva conoscere questi precedenti, però, giustamente la Consigliera Leonardi ha ricordato la campagna elettorale ed io su quello mi fermo.
In campagna elettorale non si è parlato di nulla, almeno in certe sedi, in certi ambienti a me molto cari del mondo cattolico, se non di questa delibera alla quale attualmente la Giunta regionale non ha dato via libera, mente altri l'hanno assunta.
Non eravate alleati perché Lega e AN era una storia, Marche 20.20 e Forza Italia era un'altra, ma quella era la parte che l'aveva promossa, anche perché su questa questione, veramente, si confondono anche i ruoli della politica.
La parte amministrativa, in questo aspetto, per quanto riguarda la Regione, è stata chiarita.
Un altro aspetto riguarda il governo nazionale perché il vero pericolo, Consigliera Leonardi, non rimonta tanto a quello che come Regine applichiamo, perfettamente d'accordo sul fatto che il Governo poteva affidarlo a tanti, al Comune di Torino, Consigliere Busilacchi, ma all'ufficio LGBT è proprio stato un piccolo autogol - dire che la confusione si genera nei confini molto labili fra l'antidiscriminazione e la volontà di proporre qualche cosa in maniera ideologico, perché ci sia una imposizione culturale verso certe scelte, è stato proprio un autogol - ma premesso questo, è chiaro, tanto è evidente, che questo dibattito non finirà qui durerà ancora per anni e domani o oggi stesso scriveremo sulla stampa, io scriverò il mio pensiero su facebook come tutti noi, però su questo vorrei essere estremamente chiaro.
L'argomento legislativo e amministrativo è sciolto, nessuna maggioranza PD, Area Popolare, UdC, NCD, né in sede nazionale né in sede locale ha fatto atti o favorito cose in questa direzione. Fine!
Comincia il convegno e sul convegno possiamo divertirci perché sull'aspetto convegnistico io parlo e voglio parlare a quel mondo cattolico che interpella su questa materia, a cominciare dal Forum regionale delle famiglie che ho visto nascere.
Non sto parlando di una cosa che non conosco, perché fra le altre cose, lo dico perché c'è una testimonianza storica alla quale non potrei sfuggire, l'ultima telefonata del Presidente Ceriscioli da poco eletto mi è stata fatta mentre rientravo da Roma dopo essere andato a quella famosa manifestazione, penso di essere l'unico in quest'Aula, a Piazza San Giovanni, perché a me piace conoscere le cose e le devo maturare per poterle giudicare.
Mi sono piaciute molte cose, non mi è piaciuto quando in quella manifestazione in cui il gender era al centro di tutto, si è criticata la Cei, si è criticato il Papa, qualcuno ha detto che il Cardinale Presidente della Cei era un mezzo rincoglionito e che il Papa su questa vicenda era stato un po' equivoco. Da cattolico la cosa un po' mi ha disturbato, come mi ha disturbato il fatto che avevo dietro a me uno striscione di Casapound, persone miti, tranquille, che ogni tanto rumoreggiavano su qualche argomento.
E' chiaro che su un argomento serio come quello dell'educazione di genere, ci possono essere strumentalizzazioni evidenti e non mi impressiono perché abbiamo visto peggio di questo, però, lo voglio dire, perché proprio in campagna elettorale - e questo sarà un argomento che continuerà, ripeto, sto sul piano del convegno, perché sul resto ho già deciso - si è fatto un gran parlare di questo e cosa ho risposto agli amici cattolici che hanno votato convintamente Alleanza Nazionale e il candidato Acquaroli su questa materia? Ho detto, e non mi sono sbagliato perché il Presidente Ceriscioli oggi non smentisce, che questo non era la bandiera di questa amministrazione che giustamente si presentava per andare a governare e doveva rispondere per quello che avrebbe fatto per l'80% sulla sanità e per il 20% su altri settori, purtroppo ormai le percentuali sono 10 e 90, comunque sia, era questo l'argomento.
A questi amici cattolici ho detto: “Attenti perché quando questa questione che state scegliendo per tutto sarà demolita, che risposte avrete sul resto e sugli altri argomenti?” La politica non è fatta da una bandiera che viene sollevata in campagna elettorale per avere i voti e poi di tutto il resto ci si dimentica completamente.
Questo è il vero argomento, la sua mozione, che non voterò e spiegherò anche fuori di qui perchè, presa riga per riga, è inattaccabile. Il problema è il metodo e come diceva un grande, è stato citato Papa Francesco, io cito Don Luigi Sturzo, il metodo in democrazia è fondamentale.
Bisogna che la Consigliera Leonardi, lo farà in questa sede o in altra sede, riconosca questa informazione che viene dalla Giunta, che per me è tutto, poi sul piano convegnistico possiamo discutere a lungo.
Sabato sono stato tre ore con l'Assessore Pieroni nella sala consiliare del Consiglio comunale di Loreto ad ascoltare una conferenza sul gender, non è la prima che ascolto, non è la prima alla quale partecipo anche come relatore, perché queste cose le vado a spiegare in giro, ma puntando ad alcuni confini.
Che cosa ho detto in quell'Assemblea dove c'era il rappresentante nazionale del Forum, mio vecchio amico? Ho detto una cosa semplicissima, ho detto che qui i confini non stanno tanto intorno al discorso del gender quanto al discorso della libertà scolastica che il Consigliere Busilacchi ha richiamato. Argomento difficilissimo da inquadrare perché è vero quello che ha richiamato la Vicepresidente relativamente alla tentazione di tutte le culture egemoni, di tutte le dittature, di fare della scuola lo strumento per trasmettere concetti.
Questo è il vero punto, questo è quello che chiedo all'Assessore Bravi, non faccio una grande fatica perché non esco di casa, relativamente alla libertà di educazione. Perché giustamente noi non possiamo né imporre argomenti né metodi in quanto la scuola è autonoma, ma questo lo possiamo dire su un piano più generale, visto che ci siamo occupati di tutto in questo Consiglio regionale, ci occupiamo anche di questo, e lo dico in forza dei quattro figli che hanno frequentato le scuole dell'obbligo e le stanno frequentando, perchè ho dovuto assistere, per un verso o per un altro, ad ingerenze continue che gli insegnanti fanno senza nessun rispetto riguardo a ..., perché per me, cara Vicepresidente, e lo dico anche a nome di Papa Francesco, è un'ingerenza anche il fatto che mi si dica che siccome c'è un bambino islamico non si può fare il presepe a scuola, ma poi quel bambino islamico quando viene a casa mia prega insieme ai miei figli davanti al Presepe, lui non si fa il segno della croce, ma prega perché ha rispetto di questa cosa. Con il crocefisso hanno qualche problema in più, ma con i bambini piccoli che non sono stati messi in croce hanno meno problemi.
Vedete come gli argomenti possono essere toccati e articolati in vario modo, ecco perché distinguo fra due livelli e chiedo esplicitamente un convegno su questo argomento che possa chiarire, Consigliera Leonardi, e lo possa mettere sotto i riflettori. Perché se c'è lontanamente il pericolo per cui si va a confondere o si strumentalizza l'antidiscriminazione in favore di ... La scuolo non può promuovere culture che non devono essere promosse, non lo può fare, è un dibattito, ripeto, difficile ma attualissimo perché alla laicità io mi attacco come metodo non come valore, non è una ideologia la laicità, il comunismo è una ideologia, il cattolicesimo è un ideale, la laicità è un metodo che dovrebbe accomunarci tutti perché significa rispetto, ascolto, dialogo, significa non erigere muri.
Io temo e lo dico in conclusione, da cattolico, potete chiamarmi talebano, integralista, mi fa piacere, che sollevare questi muri e tirare fuori questi argomenti in maniera esagerata produrrà esattamente la reazione opposta. Sono convinto che il gender c'è, c'è, come l'ha declinato anche il Consigliere Busilacchi, attraverso culture che mano a mano stanno entrando dentro questo argomento, ed il gender o quello che è stato elaborato intorno a questo argomento, Presidente Ceriscioli, viene dagli Stati Uniti d'America insieme ad altre mille porcherie. Mi permetto di citare un mio carissimo amico, ormai settantacinquenne, un vecchio comunista, recanatese che negli anni '60 aveva 18 anni, era segretario provinciale della Federazione giovani comunisti italiani, poi è stato un grande segretario dei lavoratori della terra in CGIL, al quale ho mandato per errore, perché non pensavo certamente di invitarlo, un messaggino in cui facevo riferimento a questa manifestazione romana, lui mi ha risposto ringraziandomi perché si è documentato ed ha detto: “Insieme all'eugenetica che è stata la premessa con la quale Hitler ha fatto quello che ha fatto, questa è un'altra porcheria che non c'entra niente con il rispetto degli omosessuali” - tutti diciamo che deve esserci, ma continuiamo a farci le barzellette, anche in televisione, anche lì c'è molto da rivedere – e con la conoscenza effettiva di quello che deve essere la diversità.
Mi pongo né sopra né sotto, ma completamente al di fuori da questo tipo di considerazione, ripeto, se c'era la preoccupazione che noi avessimo, sul piano nazionale o sul piano regionale, una responsabilità riguardo ad una confusione su questa materia sarei intervenuto, non essendoci, non ho motivi per temere nulla e, quindi, per questo semplice motivo, ripeto, mi asterrò da questa votazione.
Prontissimo invece ad affrontare in sede di convegno, non in sede di voto, l'argomento.

Presiede il Presidente
Antonio Mastrovincenzo

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Credo che, a differenza di una parte del dibattito che ho ascoltato, il metodo gender esista.
Io parto dai fatti ed i fatti determinano, purtroppo, che esiste questa teoria, che è diversa da come è nata in quanto questo è l'aspetto essenziale della cosa, è nata per difendere le persone diverse.
Le persone diverse, naturalmente, con questa teoria del gender non c'entrano, però in molte scuole, cosiddette libere, probabilmente non sono nemmeno libere, perché non è così e perchè abbiamo dei casi per cui riconosciamo che le scuole non sono libere e sono stati anche trasferiti dei presidi. Chiusa la parentesi.
Le scuole che non sono libere stanno formando i professori, gli insegnanti alla teoria del gender. Con il nuovo ordinamento della scuola sappiamo per certo, con certezza matematica, che i professori o gli insegnanti saranno costretti a seguire dei corsi di formazione per la teoria del gender perché essendo il preside responsabile, il dirigente scolastico è responsabile degli insegnanti, questi sono costretti ad accettare questi corsi di formazione.
La teoria esiste perché ci sono stati dei fatti. Io ho una nipote di 10 mesi e non voglio che a scuola, magari, alla mattina si presenti con il vestito da femmina e durante la giornata le venga messo un vestito da uomo. Questi sono i fatti, Consigliere Busilacchi, questi sono i fatti!
Pensare che nella minoranza ci sia un popolo che non capisce e che deve prendere lezioni dalla cattedra dell'università, dal professore cattedratico, non è così, non ci sono queste persone, queste persone sono informate e parlano sui fatti. Anche la vostra Vicepresidente ha detto che esistono i fatti sulla teoria gender, non le cose astratte, i fatti!
Quando davanti ad un fatto sento delle dichiarazioni o delle affermazioni impazzisco, perché c'è un attacco all'intelligenza delle persone, davanti ai fatti come si fa a dire che non esistono?
Ci sono i fatti che riguardano i libri, ci sono fatti che riguardano i corsi, ci sono i fatti che sono accaduti dentro le scuole dove i bambini sono stati vestiti da maschio a femmina o viceversa. Questi sono i fatti.
Per questi fatti io sono preoccupato e credo che il mondo cattolico debba essere più preoccupato di me rispetto a questa situazione. Io non sono cattolico, per capirci.
A me interessa che i bambini vengano su con una educazione diversa da questa, perché questo tipo di educazione nel '900 ha portato a regimi totalitari, questa è la teoria, questa è la teoria dell'essere tutti uguali, alla sera mi sento maschio ed alla mattina mi sento femmina. Questa è la teoria gender per chi vuole informarsi per chi vuole capire.
Le altre cose poi sono aria fritta e credo che la discussione che ha introdotto la Consigliera Leonardi sia molto seria e probabilmente, lo sapete, va oltre quest'Aula, interessa la comunità e soprattutto interessa le giovani madri e le giovani famiglie con i figli che si possono trovare al mattino non protagoniste. Nella scuola i genitori non sono protagonisti. La libertà, quale libertà? La libertà ve la dirò nei prossimi giorni quando verranno trasferiti i presidi perché magari non hanno fatto fare determinate cose dentro le scuole.
Credo che i genitori debbano essere coinvolti, debbono sapere, quanto dico è affermato dal regolamento della scuola, i genitori devono firmare dei documenti per quanto riguarda l'insegnamento.
Queste sono verità concrete! Ci sono dei documenti che i genitori devono firmare per autorizzare il metodo di insegnamento e molte volte, purtroppo, per leggerezza, li firmano anche in bianco e vanno via.
Questo è il problema vero, allora dobbiamo ripristinare un dibattito serio, caro Consigliere Marconi, non sulle teorie astratte, ma sui fatti.
Sui fatti ci troverete d'accordo perché purtroppo ci danno ragione: la teoria gender esiste, con forza sta prendendo piede in questo Paese e naturalmente per questo dibattito e per questi nuovi fatti noi siamo fortemente preoccupati.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Sarò brevissimo e farò anche la mia dichiarazione di voto.
Noi come gruppo Movimento 5 Stelle ogni lunedì, prima del Consiglio regionale, ci vediamo la sera, infatti facciamo sempre tardi e le guardie del Consiglio ci suonano le chiavi per mandarci via, chiusa parentesi, e decidiamo come votare, discutiamo sulle mozioni e su quello che verrà trattato.
In questa situazione per usare forse un'espressione abusata abbiamo dato libertà di coscienza e nella mia dichiarazione dico che voterò no a questa mozione perché io non sono né per le limitazioni né per le contrapposizioni ideologiche.
Voglio citare, con tutto il rispetto per tutti, dopo che la nostra Vicepresidente ha ricordato Papa Francesco - io l'ho citato, decine di volte per quello che aveva dichiarato quando è venuto in Aula il Cardinale Menichelli - Sandro Pertini che diceva che non c'è bisogno di sermoni, di prediche o di grandi discorsi per i giovani e per i ragazzi, ma c'è bisogno dell'esempio.
Secondo me, la contrapposizione gender contro gender non va. Questa limitazione ideologica io la rifiuto completamente, io sono un vecchio libertario per cui voglio essere libero, voglio dare la possibilità a tutti di essere come si sentono e come vogliono essere, indipendentemente dal sesso, dalla struttura anatomica, per cui chiedo soltanto con l'esempio, nei confronti dei ragazzi che vengono, il rispetto e soprattutto l'amore. E' questo che devo dire.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Mannaggia, intervengo subito dopo il Consigliere Maggi, e penso un po' diversamente.
Voglio dire questo, sono rimasto un po' stupito nel sentire il Consigliere Marconi dire: “Parlo a nome di Papa Francesco”, non vorrei che gli accadesse la stessa sorte di Marino, quando Papa Francesco ha smentito ed ha detto “Io non l'ho invitato”, non vorrei che lo smentisse, dicendo: “Io non ho autorizzato il Consigliere Marconi a parlare a nome mio!”
Detto questo, ritornando sul tema, è vero, come ha detto qualcuno, che nella scuola non si deve imporre nulla, ma in tutti i versi, né imporre il gender né non imporlo.
Mi sembra che l'orientamento, anche se forse non ci sarà un documento scritto, sia quello di indirizzare la scuola verso questo modo di agire.
Penso che in realtà si sia creato un problema, io sono per il rispetto di tutti i pensieri, di tutte le sessualità, ognuno è libero di ritenere, di agire e di comportarsi come meglio crede, ma ritengo che si sia creato un falso problema, siamo nel 2015, il mondo è andato avanti sempre senza gender ed ora nel 2015 scopriamo che abbiamo bisogno del gender, mi sembra, appunto, che si sia creato un problema che non esiste. Tutto qui.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zura Puntaroni.

Luigi ZURA PUNTARONI. Grazie Presidente. Faccio soltanto una considerazione riguardo agli interventi del Consigliere Busilacchi e del Consigliere Marconi, il concetto di base è molto più crudo, molte famiglie si sono rivolte a me, anche se su queste cose più liberale di me non c'è nessuno.
Cosa vuoi fare se la società vuole distruggersi? Lasciala distruggersi, però le famiglie sono molto preoccupate, lei svicola via, quest'altro svicola via, ma la realtà è questa.
Non si è capito, a volte la Regione ha competenza in tutto, altre volte no, però a lungo andare questo comportamento non paga, perché le famiglie, in maniera trasversale, sono molto preoccupate e vi assicuro che oggi vi siete fatti male tutti e due. Io voglio dire soltanto questo, e sono uno che …, tanto il mondo è destinato a perdersi, se comincia il gender, questo o quell'altro, gli fa poco, perchè se va avanti così non vedo speranza. Però c'è chi ha ancora speranza e viene a porti quesiti, tanto che ho dovuto fare, dalle mie parti, un convegno in fretta e furia. Poi il gender, per come vivo io - io vivo per argomenti importanti, i numeri binari, si, no - era nella milionesima posizione, ma ascoltando le relazioni del convegno mi sono reso conto che è una cosa molto sottile, molto pervasiva, molto diabolica. Tante volte sento dire: “C'è qualcuno dietro a tutto che domina il mondo” ed io dico che qui c'è qualcuno che ha messo un seme per fare scoppiare tutto.
Non lo so, io sono uno pratico, un lottatore, non credo in niente, posso fare la guerra alle galassie, però non è da sottovalutare e, miei colleghi illustri, le smaliziature sono state raffinate, però non pagano, mi limito a dire soltanto questo. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Micucci.

Francesco MICUCCI. Io condivido molte cose che sono state dette da tanti, dal Capogruppo Consigliere Busilacchi, dal Consigliere Marconi ed anche dall'estensore della mozione, Consigliera Leonardi.
E' vero che c'è un messaggio subliminale che sta passando e che preoccupa le famiglie, i ragazzi, questo è un dato di fatto, ci guardiamo intorno e questo è.
Bisogna capire che è un cane che si morde la coda, se è nato prima il problema o chi diceva che il problema c'era, però questa è un'analisi filosofica che approfondiremo.
Detto questo, vorrei capire, visto che il Consigliere Zaffiri ha più volte detto: “i fatti, i fatti, i fatti”, dove sono questi fatti. Lui ha una nipote, c'è chi ha figli, c'è chi fa l'insegnante, ma non è che qualcuno è deputato a difendere un problema e gli altri sono delinquenti perché non lo difendono o perché non votano chi apparentemente difende questo problema.
Vorrei capire dove sono questi fatti. Dal punto di vista normativo non c'è mezza legge che veicola la teoria gender o che dice che nelle scuole bisogna vestirsi la mattina da femminucce e la sera da maschietti, anzi la invito ad andare alla Procura della Repubblica se c'è qualche bambino che si è sentito trattato in questo modo. Non è che bisogna fare le chiacchiere in Consiglio regionale, si va alla Procura della Repubblica con tutti i fatti e gli atti che lei ha citato e si denuncia chi tratta i bambini, i minorenni, in questo modo.
Credo invece che la scuola italiana sia un punto di vanto per l'Italia intera. Faccio fatica a credere che ci siano degli insegnanti o un corpo docente o non so chi, che vuole andare in questa direzione.
Anch'io ero a quel convegno-dibattito a cui ha fatto cenno la Consigliera Leonardi, con la Senatrice Fedeli e il comma 16 dell'articolo 3 non dice nulla di tutto questo - se mi dà un secondo - leggo: “il Piano triennale dell'offerta formativa (POF) assicura l'attuazione dei principi di pari opportunità, promuovendo nelle scuole di ogni ordine e grado l'educazione alla parità tra i sessi”, significa che l'uomo non deve prevalere sulla donna e la donna non deve prevalere sull'uomo. Penso che su questo siamo tutti d'accordo, “la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni”, la violenza di genere, l'uomo non deve essere violento nei confronti della donna e viceversa, “al fine di informare e sensibilizzare gli studenti, i docenti ed i genitori sulle tematiche indicate”. Vorrei capire, dopo di che sono convinto anch'io che ci può essere qualcuno che è sempre più realista del re, che utilizza forme, a mio modo di vedere chiarissime, ma dal suo punto di vista non sono chiare, per veicolare altri messaggi, ma questo è un problema del singolo insegnante, del singolo soggetto, non della normativa italiana o del Partito Democratico o di non so quale altro soggetto.
Quando ero ragazzo a scuola, in un periodo storico in cui la contrapposizione tra democristiani e comunisti era particolarmente forte, gli insegnanti non facevano battaglie politiche, si astenevano dal dare giudizi politici su alcune cose. Non c'erano i POF del Ministero che dicevano che bisognava fare politica in classe, qualche volta c'è chi è più realista del re. Ripeto, la normativa, in questo senso, mi sembra assolutamente chiara.
D'altra parte la Fedeli ha detto parole chiare su questo aspetto ed anche sul decreto scuola e sulla sua proposta di legge che fa riferimento ad altri documenti in cui si parla esplicitamente di genere maschile e di genere femminile, per cui non lasciamo adito ad altri.
E' vero che vanno date delle linee guida per specificare ulteriorimente quello che avete detto voi, ma all'atto non c'è nulla di tutto questo. Dopo di che, sull'aspetto di dibattito, anch'io ho le mie convinzioni, anch'io sono convinto, come molti di voi avete asserito, che bisogna avere il massimo rispetto per tutti, ma questo non significa insegnare a scuola come essere differenti, questo è un altro paio di maniche.
Credo che la natura, da questo punto di vista, ci ha fatto uomini e ci ha fatto donne, poi è chiaro che, come dice l'Ordine degli psicologi, influisce l'ambiente in cui si vive, noi non nasciamo italiani, francesi o tedeschi, influisce l'ordine sociale in cui ci cresciamo e sviluppiamo un sentimento patriottico nei confronti di una nazione piuttosto che di un'altra, ma nel nostro DNA non credo ci sia nulla di tutto questo.
Quello che è del tutto evidente è che bisogna avere il massimo rispetto per chi decide nella sua vita di avere delle affettività o delle passioni nei confronti di persone dell'altro sesso o dello stesso sesso, questo però non significa che vada esplicitato come una priorità, mi sembra, e ripeto, che i fatti non siano assolutamente come il Consigliere Zaffiri vuol fare intendere e dicono ben altra cosa.
Sul sentimento comune è chiaro che bisogna avere la massima attenzione sia nel non fare emergere eccessive paure su cose che non esistono che nell'essere attenti a possibili messaggi che possono essere veicolati da una parte della società, sui quali bisogna avere la massima attenzione, cattolici o non cattolici. Su questo aspetto credo che sia trasversale la tematica.
Per quanto riguarda la delibera della Giunta regionale già è stato detto, una piccola sottolineatura, non è che il Comune di Torino dà piena autonomia alle associazioni LGBT, ma è un ufficio che, inopinatamente io dico, è stato chiamato con questo acronimo, probabilmente è un ufficio pubblico comunale che è stato definito con questo acronimo. Forse doveva essere chiamato diversamente e credo anch'io che la delibera poteva essere presa in forma diversa, in modo diverso, però prendo atto che la Giunta regionale, così come ha ampiamente dichiarato, non ha dato seguito e non darà seguito a questa cosa. Mi è sembrato, quindi, un voler tirare per i capelli una discussione su un oggetto inesistente.
Il dibattito è serio, non va fatta una discussione di bandiera perché anch'io credo, come il Consigliere Marconi, che sia controproducente proprio per chi pensa di tutelare certi principi. Il fatto che si facciano delle manifestazioni che definisco “talebane”, che si dicono a tutela dei no-gender, credo abbiano esattamente l'effetto opposto perché coalizzano un mondo che è in parte contrario, ma vede la faziosità di certi interventi e penalizza per contro i sentimenti, ripeto, siano cattolici o semplicemente di altro genere umano, del resto della società.
Facciamo una discussione seria, io ho molto apprezzato, non perché sia di parte, del Partito Democratico, il dibattito dell'altra sera perché si è dato pubblico accesso a tutti, ci sono stati interventi del pubblico, da una parte e dall'altra, tutti allo stesso modo, in maniera tranquilla, hanno favorito la discussione.
Molti altri dibattiti che sono stati messi in piedi, soprattutto in campagna elettorale ma non solo, hanno favorito la pancia, il sentimento di paura delle persone.
Ripeto, che sia di destra, di sinistra, cattolici o musulmani, non è mai positivo quando si parla non alla testa, ma alla pancia delle persone.
Mi auguro che ci siano altri dibattiti, da una o dall'altra parte politica, che favoriscano il ragionamento e l'affrontare determinate tematiche, non alla pancia, ripeto, come è stato fatto.
Per cui sulla mozione è già stato detto, se poi vogliamo aprire dei dibattiti, dei luoghi di discussione, mi auguro che i gruppi consiliari se ne facciano promotori, sarò ben lieto di partecipare, però, ripeto, la mozione mi sembra che non possa essere accolta. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Bravi.

Loretta BRAVI. Voglio portare un contributo su questa tematica, esclusivamente dal punto di vista del mio Assessorato all'istruzione.
Il Ministro Giannini ha revocato l'educazione di gender in quanto non prevista dalla buona scuola, questo è il primo dato oggettivo di fronte al quale stare.
Il secondo dato per me è che le tematiche prioritarie della delega all'istruzione in relazione all'Assessorato delle pari opportunità restano quelle storiche, legate alla violenza, al razzismo, al femminicidio, al ruolo sociale della donna, al rispetto del genere nella vita sociale, alla sicurezza sul lavoro di entrambi i sessi, e su questo si è deciso di lavorare.
Il terzo punto la teoria del gender è altro dal tema dell'omosessualità ed altro dal tema delle unioni civili, quindi ci siamo fermati al genere e non al gender.
Quarto punto, ho portato in Giunta la delibera a cui alludeva la Consigliera Leonardi che ringrazio infinitamente per aver sollevato questa tematica, che non è stata reputata una priorità per cui non si è stata data continuità.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Ascoltando gli interventi in particolar modo quello del capogruppo Busilacchi mi viene da chiedere se la mozione che ho presentata è stata letta perchè tutte le risposte che sono state date sono andate, purtroppo, nella direzione che chiedevo di non prendere, cioè in un'ottica ideologica di contrapposizione e di negazione.
Comprendo la posizione del piede in due staffe del Consigliere Marconi che per tutelare il proprio elettorato cattolico non può schierarsi contro e neanche contro la sua maggioranza.
Io ho fatto un intervento ed una mozione che volutamente hanno lasciato fuori il carattere del proprio credo, della propria religione, perché reputavo che questo fosse un tema da lasciare fuori, tant'è che la laicità che lei, Consigliere Busilacchi, ha chiesto nella trattazione di questa mozione reputo di averla inserita in ogni singola parola. Non ho citato né la Bibbia né il Vangelo, mi sembra di aver citato la Costituzione italiana ed argomenti che esulano dal discorso del credo.
Per quanto riguarda il fatto che siano caduti i presupposti della mozione in relazione alle specifiche della legge votata nella scorsa amministrazione regionale, ribadisco nuovamente che questa mozione non impegna a revocare o a non portare avanti quella delibera, ma chiede altro. Chiede il rispetto delle volontà genitoriali nella scuola e chiede di esprimere la contrarietà dei Consiglieri regionali all'introduzione, come testimoniato dalla stessa Senatrice Fedeli essere avvenuto nelle scuole, di una ideologia che travalichi il decreto della buona scuola.
Io non ho detto, vi sfido a riascoltare la trascrizione di questa seduta, che nel decreto buona scuola ..., anzi ho ribadito proprio l'opposto e cioè che nel decreto buona scuola non c'è la teoria gender, non promuove la teoria gender né che la Regione Marche con quella delibera l'abbia promossa, ma ho parlato di maglie larghe nelle quali si sono introdotte alcune volontà, probabilmente personali, singole e non solo, far passare in questo contenuto generico di contrasto alla discriminazione di genere dell'altro, cioè la teoria gender.
Mi dispiace la malafede messa volontariamente e dichiarata dal Consigliere Busilacchi, la leggo nella vostra risposta, nel vostro ergere un muro rispetto ad una discussione. A parole mi viene detto concordiamo con quanto c'è scritto, l'ha detto anche il Consigliere Micucci: “Siamo d'accordo” e poi votate contro, perché? Perché poi in un convegno possiate dire al vostro elettorato: “Siamo contro il gender?”
Questo era il dibattito per dirlo. Perchè per la discussione dobbiamo cercare altri canali, altre strade, quando abbiamo l'Aula del Consiglio regionale. A che serve questo dibattito? Questo non è un dibattito vero? Non è un dibattito sentito e serio? Siamo dei buffoni per quello che diciamo qui e dobbiamo trovare altri canali per discutere questo problema? Non credo, io non mi reputo un buffone, né mi sembra che leggendo le parole di questa mozione si sia puntato su qualcosa di ideologico, cavalcando la pancia.
Le sollecitazioni che sono venute a me, probabilmente, sono arrivate anche a qualcuno di voi, che poi le dobbiate negare o le vogliate negare per convinzioni o per adesione al partito, io lo reputo limitante per voi. Noi siamo chiamati a rispondere anche alla nostra coscienza e reputo che la vostra coscienza debba dire: “Nel ddl buona scuola non c'è il gender, la Regione è contro il gender. Bene siamo contro il gender”. Perché non lo possiamo dire? Dobbiamo girarci intorno dicendo “decade questo, decade quello”, oppure qualcuno dice che il gender non c'è, qualcun altro dice che c'è ed è preoccupato perché sono arrivate anche a lui le preoccupazioni dei genitori, però nel momento di affrontare il dibattito - con una votazione che poteva essere seria e concorde - a parole dite una cosa e nella votazione fate l'opposto. Francamente mi sembra che abbiamo perso una grande occasione.
La Regione all'interno della scuola doveva dire: “Rispettate il ruolo dei genitori, coinvolgeteli e non fate delle imposizioni arbitrarie che potrebbero causare dei danni allo sviluppo psicologico dei nostri bambini per seguire delle cose di logiche”. Una presa di posizione non si può prendere? Cosa ci stiamo a fare qui se non dobbiamo dire la nostra? Se non dobbiamo esprimerci rispetto ad un problema che oggi c'è? A febbraio non si parlava di ideologia gender. Il contrasto di politiche contro le donne, ma un bambino di 4, 5 anni ha in sè la conoscenza della discriminazione nei confronti di una donna o ha in sè la conoscenza dell'omofobia? Non credo! Non hanno in loro il riconoscimento dell'altro bambino se ha il colore della pelle diversa, è solo un bambino, perché dobbiamo instillare delle battaglie che sono di altro, perché qui è venuto fuori, dai vostri discorsi, che dietro c'è altro, perché quanto voi parlate - qui dentro non c'è - di matrimoni gay, vuol dire che dietro questo discorso del gender ci volete mettere altro.
Io l'ho lasciato fuori, non c'entra per me, il gender è un'altra cosa ed è quello che è venuto fuori, non si possono far correre dei bambini, fargli sentire il cuore che pulsa in modo uguale e poi fargli tirare giù i pantaloncini per vedere che le differenze sono solo nell'organo sessuale o cose di questo genere.
Mi sono state segnalate delle letture a San Severino Marche, a Jesi. Mi sono stati segnalati nelle scuole marchigiane, altri casi oltre quelli che sono nella cronaca, purtroppo, quasi quotidiana, in molte realtà regionali, italiane. Non mi sono inventata niente, ve lo dice la vostra Senatrice Fedeli che vuole evitare alcune sperimentazioni che sono state fatte al di fuori dei canoni previsti, io reputo che una trattazione più …, scusate se mi accaloro, ma mi sembra di sbattere contro un muro e francamente speravo di evitarlo e mi auguravo di trovare un'Assemblea più predisposta ad uscire dai paraocchi ideologici. Purtroppo non è stato così!

PRESIDENTE. Ha la parola, per la dichiarazione di voto, il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Sono a favore di questa mozione per tanti motivi, ne dico soltanto alcuni.
Credo che in questo dibattito una testimonianza forte l'abbia portata la nostra Vicepresidente Malaigia. Ha parlato in qualità di insegnante, credo quindi che non possa esserci testimonianza più forte da questo punto di vista. Lei ha detto che per poter reprimere alcune forme di disagio giovanile a scuola non doveva far ricorso a teorie di questo tipo, è questo il concetto fondamentale.
Nel dibattito mi sembra di aver capito, soprattutto negli interventi dei Consiglieri Busilacchi e Micucci ..., guardate noi non parliamo né alla pancia né alla testa, ma al cervello, sono cose diverse, parliamo al cervello non alla testa, questa è una cosa molto particolare, dal dibattito, caro Consigliere Busilacchi, sembrerebbe passare un concetto bruttissimo e cioè che la famiglia è sussidiaria alla scuola. No! E' diverso, è la scuola che è sussidiaria alla famiglia. Io ho fatto l'insegnante per 15 anni e fin dal '90 abbiamo lottato per avere i decreti delegati, per far si che il percorso educativo dei nostri ragazzi fosse condiviso dalla scuola, dagli studenti e dalle famiglie. Qui si vuole tornare indietro - il Presidente che fa l'insegnante sorride, ma è così - si vuole tornare al deus ex machina della scuola, non può essere così, il percorso educativo deve essere condiviso, lo dicono le norme, lo dice l'etica, perché la famiglia non è sussidiaria a nessuno, sono gli altri ad essere sussidiari alla famiglia. Il concetto che avete espresso lascia intendere questo.
Avrei capito ed apprezzato, come ha fatto il Consigliere Maggi, il gruppo Movimento 5 Stelle, se voi avreste detto ci siamo riuniti e su questo problema che è importante, personale, etico, di educazione ed interessa i nostri ragazzi, ognuno del gruppo PD deciderà cosa fare.
No, si è tornati ad uno scontro paraideologico che non ha senso, quindi massima solidarietà alla Consigliera Leonardi che ha bene impostato il discorso. Non può essere fatto in questo modo e non venite a dirci che parliamo alla pancia, qui non c'è un problema elettorale, non c'è un problema di laicità e se il Consigliere Busilacchi mi parla di laicità, la laicità è questa: lascio i componenti del gruppo liberi di decidere ciascuno come vuole, non scomodiamo la coscienza …, un problema importante che investe ciascuno di noi, ogni famiglia, sarebbe un disastro se passasse un discorso diverso, opposto, quale quello che mi sembra essere trapelato.
Questo è un aspetto significativo, quindi sono favorevolissimo a questa mozione.

PRESIDENTE. Ha la parola, per la dichiarazione di voto, il Consigliere Zura Puntaroni.

Luigi ZURA PUNTARONI. Ho preso la parola per chiedere la votazione per appello nominale a nome mio, della Consigliera Marcozzi e del Consigliere Celani. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Ribadisco, quasi per fatto personale, credo nella sincerità di tutti quelli che sono intervenuti ma, cara Consigliera Leonardi, lei deve credere alla mia, non può fare affermazioni che mettono in discussione quello che uno dice né offrirsi ad interpretazioni. Capisco che in politica si fa, ma nel mio caso sono stato estremamente chiaro e non c'erano due staffe, c'è il rifiuto di questo dibattito.
Ho chiesto a livello istituzionale, perché per me è un metodo, che l'Assessore competente in materia, se vale la pena visto che ne facciamo tanti, faccia un convegno qui dentro senza spendere nulla, mandando gli inviti via e-mail, Presidente, senza nessun costo, in sala Ricci. Facciamo un convegno che approfondisca bene questa materia.
Oggi non si è fatto questo. Di tante cose possiamo parlare, posso rifiutare di essere convocato ad un convegno del gruppo AN, posso chiedere una convocazione istituzionale, consentimelo, non sono obbligato per forza a parlare di un argomento posto in questi termini perché qualcuno, su questo argomento, cara Consigliera Leonardi, la strumentalizzazione l'ha già fatta e non può dirci che abbiamo ordini di partito a questo riguardo.
Io lo ho portato anche testimonianze personali di come, con grande serietà, ho affrontato questo argomento, faccio le conferenze sui gender, qualcuno l'ha già fatta la strumentalizzazione e le posso assicurare che dei soggetti in Piazza San Giovanni, sul palco - uno era presente a Loreto, l'altro è una persona che conosco molto bene e si chiama Alfredo Mantovano – hanno l'intenzione di fare un partito a partire da questo, quindi qualcuno sta strumentalizzando questo argomento. Poi voglio vedere questi cattolici parlare dei profughi. Facciamo un dibattito sui profughi e sull'accoglienza secondo Papa Francesco, perché questo argomento è di competenza della Regione e noi siamo tenuti ad accogliere i profughi, abbiamo le nostre quote o ce le avevamo. Su questo argomento dobbiamo in qualche maniera intervenire e per quanto riguarda le modalità, a Loreto, uno dei promotori della manifestazione di Piazza San Giovanni, che credo sia l'autorità in materia, era sul palco ed è intervenuto dicendo: “Non ci vogliamo sottoporre a strumentalizzazioni di natura politica”, io lì sono intervenuto e quasi ha dato fastidio il fatto che avessi detto bene le cose che ci siamo detti.
Ripeto è una questione di metodo, non di sostanza, se seguirete questo indirizzo da qui in poi avremo modo di continuare un dialogo, certamente non sereno. Se si vuole fare un dialogo sereno si faccia un convegno in cui le cose vengono spiegate e possiamo vedere concretamente cosa si può fare, se no strumentializziamo.
Ci dobbiamo pronunciare sul gender? Amici, ma questo Consiglio regionale sta in seduta permanente per pronunciarsi su tutto? Il pronunciamento deve esserci se c'è conseguentemente una qualche attività.
Su due argomenti precisi, nazionale e regionale, lo ribadisco, l'Assessore ha risposto, il capogruppo del PD ha detto, mi sembra già tanto come risultato, se si disconoscerà questo, successivamente le conferenze sul gender, da Pesaro a San Benedetto, le faremo insieme, io ed il Consigliere Busilacchi.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Per quanto detto precedentemente voterò anche se credo che si stia creando un problema di cui possiamo farne a meno con tutti quelli che abbiamo.
Ho due domande, la prima al Consigliere Marconi: “Come interpreteranno i suoi elettori, i circoli parrocchiali che frequenta, il suo voto di oggi?”
La seconda al PD: “Su temi di questo genere non potete lasciare libertà di coscienza?” La macchina del PD è talmente chiusa in sè stessa che il Consigliere Busilacchi deve dire verde o rosso anche su questi temi di coscienza? (…) Ho fatto una domanda …

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, l'Assessore Pieroni.

Moreno PIERONI. Grazie Presidente. Siamo in votazione, ma le ultime parole dette dal Consigliere non mi sembrano corrette, in quanto questa è la vera strumentalizzazione di un voto che andremo a dare in maniera serena, al di sopra dei momenti elettorali.
Strumentalizzare questa mozione, far si che la votazione divida all'esterno l'opinione pubblica su come ha votato un Consigliere o un altro, una forza politica o un'altra, secondo me, è il vero motivo con cui a questo punto interpreto la mozione della Consigliera. Io la ritenevo al di sopra di queste strumentalizzazioni, ma adesso, per come sono andati avanti i vari interventi, si dimostra che c'è dentro la volontà di strumentalizzare.
Il tema del gender va tenuto alto, al di là dei vari interventi che ci sono stati, quindi per quello che riguarda il gruppo Uniti per le Marche, proprio per come è avvenuto il dibattito, tenendo conto che siamo fortemente, e lo dico a voce alta, contro il gender, ma siamo anche contro le strumentalizzazioni che sono avvenute da parte di alcuni Consiglieri, noi ci asterremo.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 20, la pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Zura Puntaroni, Marcozzi, Celani.
Favorevoli: Bisonni, Celani, Fabbri, Giorgini, Leonardi, Malaigia, Marcozzi, Zaffiri, Zura Puntaroni.
Contrari: Biancani, Busilacchi, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Maggi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Sciapichetti, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini.
Astenuti: Pergolesi, Pieroni, Rapa.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Mozione n. 19
ad iniziativa dei Consiglieri Maggi, Bisonni, Pergolesi, Giorgini, Fabbri
"Contrarietà all'ipotesi di soppressione della stazione ferroviaria marittima di Ancona"

Interrogazione n. 54
ad iniziativa dei Consiglieri Giancarli, Rapa, Volpini
“Stazione marittima di Ancona”
(abbinate)
(rinvio)

PRESIDENTE. Su richiesta del gruppo del Movimento 5 Stelle si è deciso di rinviare la mozione n. 19.

Prima di proseguire chiedo di distribuire le copie del parere relativo al concorso per dirigenti, tanto richiesto dal Consigliere Zaffiri, Ci sono le copie del parere dello Studio Lucchetti, così tutti potranno prenderne visione.

Mozione n. 21
ad iniziativa dei Consiglieri Zura Puntaroni, Malaigia, Zaffiri
"Stazione ferroviaria Civitanova Marche - Montegranaro"
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 21 dei Consiglieri Zura Puntaroni, Malaigia, Zaffiri.
Ha la parola, per l'illustrazione, il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Ci rivolgiamo in modo particolare, è ovvio, all'Assessore che ha competenza nel settore dei trasporti, affinchè quest'Aula prenda in considerazione questa nostra mozione e l'Assessore la possa sostenere in fase di trattativa, con i nuovi orari dei treni, in merito alla dorsale adriatica, conoscendo le direttive del gruppo FS che ha emanato o sta emanando in merito alle fermate lungo le tratte ferroviarie che saranno superate da determinati treni, come le frecce.
In questo contesto ci sembra giusto porre l'attenzione su questo argomento perché nella realtà di Civitanova, da sempre, ma in questo momento in modo particolare, diminuiscono le possibilità di trasferirsi, anche con le macchine per una serie di circostanze, e di raggiungere con facilità delle città, quindi, questa mozione impegna l'Assessore a chiedere al gruppo FS la fermata del treno Freccia a Civitanova Marche.
Perché questa mozione? Perché questo atto dà più forza, secondo noi, all'Assessore per potersi presentare e chiedere una trattativa con il gruppo FS. Sappiamo che questo è già avvenuto in altre Regioni limitrofe in merito al treno Frecciarossa che va nel sud dell'Italia e si ferma nel capoluogo della nostra Regione.
Credo che questa richiesta possa essere accettata in modo tale che l'Assessore Sciapichetti possa chiedere, dal prossimo orario - è chiaro che non è possibile da questo momento - che le FS prendano in considerazione la fermata di Civitanova Marche. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Molto brevemente, Presidente, per sostenere questa mozione che voto convintamente e, caro Consigliere Zaffiri, non credo che le FS si convinceranno di più o di meno in relazione ai nostri pronunciamenti, anche se è ovvio che un'Aula interpellata su questo argomento sia d'accordo, però, Assessore, ci mettiamo anche questo, due argomentazioni delle quali una è presente e l'altra no.
Una argomentazione riguarda il fatto che Civitanova Marche non è un grande Comune o ha attività industriali particolari rispetto ad altri, è un Comune che ha tanti uguali lungo la costa adriatica che non hanno la fermata, ma Civitanova Marche è lo snodo sia della Quadrilatero che della linea ferroviaria che viene da Albacina, quindi c'è non solo chi tra Ancona e San Benedetto deve cambiare treno per salire sulla Frecciabianca, ma c'è anche chi arrivato a Civitanova Marche con un terno locale deve cambiare treno per raggiungere una località in cui la fermata del Frecciabianca è consentita.
L'altro argomento avrei voluto dirglielo in privato, ma lo dico volentieri in Aula, è questo: in quella tratta, Assessore, che ho fatto tante volte per ovvi motivi, perché la Puglia l'ho frequentata da Senatore, spesso succede che i treni rallentino fino a 30, 40 chilometri orari per arrivare in orario, questo l'ho misurato e l'ho fatto presente anche ai dirigenti di Trenitalia quando li abbiamo incontrati.
L'orario su questa tratta viene fatto con quel margine di sicurezza di 15, 20 minuti per arrivare in orario che, secondo me, è enorme. Quindi invece che impiegare 4 ore e 30 minuti per fare Ancona-Bari se ne impiegano 4 ore e 50 minuti. C'è un margine di 3-4 minuti, più o meno è questo, fra il rallentamento e la fermata su Civitanova Marche? Oggettivamente credo di si, quindi potrebbero essere due le piccole ragioni che accompagnano questa mozione e ci consentono di avere una cosa certamente utile.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Micucci.

Francesco MICUCCI. Devo fare una piccola correzione a quanto detto dal Consigliere Marconi, Civitanova Marche non ha eguali sulla costa ..., a parte le battute, ringrazio il gruppo della Lega Nord per questo assist a porta vuota che mi fanno e, quindi, come gruppo e come maggioranza non possiamo che essere d'accordo anche perché è vero quello che ha detto il Consigliere Marconi, cioè che Civitanova Marche, a parte le battute, rappresenta non solo il Comune ma tutto l'hinterland che ha alle spalle ed è vero che le Ferrovie dello Stato stanno reinvestendo in questa località rappresentativa di una zona perché dei lavori di miglioramento già sono stati fatti o comunque appaltati con l'attuale amministrazione comunale per migliorare il superamento delle barriere architettoniche. C'è anche un accordo di cui probabilmente avrete letto con Quadrilatero e con Ferrovie dello Stato per superare alcuni atavici ostacoli che ci sono nella mobilità interna con il passaggio a livello, superamento attraverso un sottopasso dove le Ferrovie dello Stato torneranno a reinvestire.
L'altra novità oltre a quelle a cui ha fatto cenno il Consigliere Marconi è che, nei periodici colloqui che avevamo, come amministrazione comunale, con Ferrovie dello Stato per perorare la causa di ulteriori fermate, una motivazione forte che portavano era quella che, non essendoci all'epoca il servizio del Frecciarossa lungo la costa Adriatica, dovevano garantire un servizio piuttosto veloce attraverso il Frecciabianca. Essendo ora superata anche questa motivazione perché finalmente il Frecciarossa serve tutta la costa adriatica fino a Lecce, credo che sia un motivo in più per prevedere, a parità di tempo o al limite con piccoli ritardi, delle fermate alternative.
Non voglio essere campanilista fino all'eccesso, nel senso che non conosco tutte le fermate e mi rendo conto che forse le stesse esigenze di Civitanova Marche e del suo hinterland ce l'hanno magari anche altri Comuni lungo la costa marchigiana, so di San Benedetto, per esempio, che ha poche fermate e forse la ristrutturazione dell'intero orario delle Frecce, in particolare della Frecciabianca, potrebbe essere il motivo per rivedere queste cose, non nascondendo il fatto che parliamo di un ente privato che, come tutte le aziende, poggia la propria attività sul mercato per cui dovrà fare delle valutazioni di mercato per vedere se queste fermate aggiuntive porteranno degli introiti che garantiscano l'intervento.
Per come conosco la realtà, sono sicuro che questo sarà fatto, per lo sviluppo della Quadrilatero, per lo sviluppo della calzatura che, seppur nella crisi generale, sta mantenendo un ruolo di primo piano nell'ambito nazionale, quindi immagino che da questo punto di vista non ci siano problemi, per lo sviluppo del turismo che l'intera regione sta vedendo ed ha visto, ad esempio, nell'ultima stagione estiva.
Ripeto, anch'io mi auguro che questo moto, non so se unanime, ma mi auguro unanime dell'Aula, possa essere utile all'Assessore per perorare, in qualche modo, la causa con Ferrovie dello Stato. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Anch'io sono favorevole a questa mozione perché la stazione ferroviaria di Civitanova Marche-Montegranaro ha un'indiscutibile importanza sulla dorsale adriatica in quanto rappresenta uno scalo essenziale per due territori, quello fermano e quello maceratese, da sempre ai vertici della produttività regionale. E' altresì collocata in una posizione strategica sia per il tessuto aziendale delle due provincie che per quello universitario e turistico. Rappresenta una delle fermate ferroviarie più importanti della nostra regione considerando che lo spettro economico e culturale che ha come epicentro Montegranaro e Civitanova Marche e da lì il fermano ed il maceratese ha un raggio d'azione su scala nazionale e internazionale, quindi è importante attivarsi per una progressiva valorizzazione garantendo come primo step, la fermata di treni veloci a lunga percorrenza. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Una raccomandazione all'Assessore Sciapichetti in merito a questo suo intervento che ci auguriamo possa risultare dirimente, che si ricordi anche di San Benedetto che ha lo stesso problema, avremmo potuto fare un'altra mozione, ma credo che questo sia il momento per parlarne.
Civitanova Marche e San Benedetto rappresentano le punte di alcuni territori che da un punto di vista economico, produttivo e turistico, hanno una valenza incredibile. Noi l'abbiamo più volte dibattuto, qui c'è l'amico e Consigliere Urbinati, molte volte ci siamo trovati insieme a protestare e dibattere sulla stazione di San Benedetto.
Il danno economico è grandissimo e noi abbiamo un riscontro oggettivo, tante aziende non localizzano su questi territori perché i loro manager, ad esempio, vista la atavica cronicità dei percorsi dei mezzi aerei e dei nostri aeroporti e la mancanza strutturale, preferiscono il treno, ma non hanno l'effettiva possibilità di raggiungere con una certa celerità le nostre zone dal nord Italia.
Credo che questa sia una battaglia non soltanto per quanto riguarda il turismo, ma soprattutto per lo sviluppo economico dei nostri territori. San Benedetto è la punta di un entroterra che coinvolge centinaia di migliaia di persone, Civitanova lo è ugualmente, per cui credo che questa sia una battaglia che dobbiamo fare tutti insieme perché non avendo un trasporto aereo efficiente come in altre zone, il trasporto su rotaia è di vitale importanza.
Ora si tratta anche di capire quali sono i progetti di sviluppo futuri di RFI per quanto riguarda la Frecciarossa, sono progetti a lunga scadenza, ma quello della Frecciabianca credo sia inevitabile, e se ci sono alcune risorse da mettere in campo da parte della Regione per contribuire ai costi di una velocità commerciale che potrebbe essere abbassata ..., però la tecnologia va avanti e la velocità commerciale aumenta di volta in volta, qualche volta succede di tornare indietro perché le fermate possono costare qualcosa, ma credo che anche questo sia un aspetto da tenere in debita considerazione. Auguri.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Noi siamo favorevoli a questa mozione perché riteniamo che sia importante che ci sia questa sosta a Civitanova Marche che, voglio ricordare, è un punto di collegamento cruciale anche per tutto l'entroterra perché da lì, ad esempio, parte la linea Civitanova-Fabrino-Albacina. Un punto di collegamento per tutto l'entroterra.
Qualcuno precedentemente ha detto che mediamente le tempistiche sono abbondanti, non credo che fare questa fermata comporti per le Ferrovie dello Stato un danno o una impossibilità, quindi, ringraziando chi ha presentato questa mozione, faccio anche la mia dichiarazione di voto che è a favore.
Come prima ha detto il Consigliere Maggi lunedì ne abbiamo discusso, quindi tutto il gruppo voterà a favore di questa mozione perché riteniamo che per Civitanova Marche, ma per tutto l'entroterra, questa sia una cosa molto importante ed invitiamo l'Assessore a farsi carico di questa faccenda presso FS. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Urbinati.

Fabio URBINATI. Grazie Presidente. E' inutile specificare che anch'io, essendo interessato a questa tematica, condivido fortemente questa mozione, ma soprattutto condivido l'azione che l'Assessore Sciapichetti, a dire la verità, ha già tentato appena ci siamo insediati in questa legislatura.
Immediatamente abbiamo chiesto a Trenitalia il ripristino delle fermate che due anni fa venivano fatte nel sud delle Marche, esattamente a San Benedetto del Tronto nelle ore pomeridiane. Ricordo che il sud delle Marche rappresenta anche il nord dell'Abruzzo tanto che come Comune di San Benedetto del Tronto facemmo una richiesta nella quale c'erano le firme anche di molti Sindaci del teramano perché quella fermata è molto importante sia per il sud delle Marche che per il nord dell'Abruzzo. In questa regione, nelle ore centrali, quindi dalle 8,40 di mattina fino alle 20,20 della sera, i treni Frecciabianca si fermano solamente ad Ancona ed a Pesaro, ciò significa tagliare fuori il sud delle Marche.
Noi abbiamo avuti diversi incontri ed anche diverse discussioni con Trenitalia, soprattutto abbiamo criticato la politica su quelle tratte che loro chiamano commerciali, parliamo prettamente delle tratte dei Frecciarossa e dei Frecciabianca.
Credo che ci sia stata una evoluzione importante negli ultimi mesi in quanto la tratta del Frecciarossa, che sappiamo essere l'alta velocità nel nostro Paese, è in grande crescita per numero di passeggeri e sta vedendo dei forti investimenti sia da parte di Trenitalia che di altre società private, ed oggi per la tratta adriatica, per la tratta che arriva fino a Milano, i treni Frecciarossa partono da Pescara. Credo che questo sia un incentivo in più, un motivo in più, per chiedere a Trenitalia di ripristinare, per lo meno, alcune fermate dei Frecciabianca che passano nella nostra regione, spesso da Trenitalia ci siamo sentiti dire che il Frecciabianca serviva soprattutto al sud a compensare la mancanza totale, sulla tratta che va da Lecce fino a Pescara, dell'alta velocità.
Oggi il Frecciarossa è possibile prenderlo anche da Pescara, quindi credo che ripristinare le fermate dei treni Frecciabianca a San Benedetto ed anche a Civitanova Marche, che è uno snodo importante per due province da un punto di vista economico, sia importantissimo per la nostra regione e sia un dovere, un impegno, della Regione e di tutti Sindaci del nostro territorio. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. Ringrazio il gruppo della Lega Nord, i tre Consiglieri che hanno proposto la mozione. Sono assolutamente d'accordo con le motivazioni che sono state illustrate per chiedere a Trenitalia l'istituzione della fermata a Civitanova Marche, e non le sto a ripetere.
Non solo il discorso dello snodo dell'entroterra è importante, ma vorrei aggiungere che nell'entroterra, con lo snodo Civitanova-Albacina, ci sono le università per cui molti ragazzi che vengono dal nord della regione o dal sud hanno bisogno di una fermata, credo, quindi, che sia necessario istituire un tavolo con Trenitalia, ho già fatto alcuni incontri, e proporre questo argomento con forza.
La necessità che è stata adesso sollevata, sia dal Consigliere Celani che dal Consigliere Urbinati per la fermata a San Benedetto, vale come quella di Civitanova Marche, è lo stesso discorso, un altro bacino, un'altra zona, ma credo che sia fondamentale, almeno in qualche ora del giorno, una fermata anche a San Benedetto del Tronto.
Fino a ieri tutto era legato al fatto che non potevamo chiedere la fermata né a Civitanova Marche né a San Benedetto del Tronto, comunque nel centro sud della regione, perché c'era il problema che ha ricordato adesso il Consigliere Urbinati e cioè che l'alta velocità non arrivava nel sud d'Italia, ora con il Frecciarossa si è già arrivati a Pescara, la prospettiva è di arrivare a breve a Lecce per cui credo che questo discorso possa essere attutito e ripreso.
Nei prossimi giorni chiederemo a Trenitalia l'attivazione di un tavolo perché questa sollecitazione, che oggi avrà più forza con il voto unanime del Consiglio regionale – così mi pare di aver capito - possa essere portata avanti con più decisione.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 21. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Mozione n. 22
ad iniziativa del Consigliere Maggi
"Piano strategico della portualità e della logistica, creazione delle Autorità di sistema portuale e modifiche alla legge n. 84/94 in tema di Autorità portuali e lavoro portuale, predisposti dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti"
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 22 del Consigliere Maggi che ha la parola per l'illustrazione.

Giovanni MAGGI. Vista l'ora tarda sarò sintetico e anziché intervenire così, leggerò l'impegno che chiedo al Presidente della Giunta regionale, perché, come Movimento 5 Stelle, in sede parlamentare, in sede di Consiglio comunale e naturalmente in sede regionale - voglio ricordare che nella prima seduta, il 22 giugno, con un aggiustamento la nostra mozione è stata approvata all'unanimità – abbiamo rivendicato l'autonomia e il non accorpamento dell'Autorità Portuale di Ancona. Queste cose messe insieme, hanno contribuito a mantenere l'autonomia e il non accorpamento ed ora vogliamo che rimanga una certa autonomia gestionale e decisionale, non avrebbe senso far rimanere l'Autorità portuale di Ancona e delegare a Roma la gestione di tutto quello che deve venire svolto, compresi il lavoro e gli impegni finanziari che vengono messi in atto.
Noi chiediamo, visto che il Parlamento ha delegato il Governo ad emettere i decreti legislativi per il riordino della portualità e della logistica, l'impegno al Presidente della Giunta a richiedere, nella stesura dei predetti decreti delegati, che il Governo tenga in dovuta considerazione e faccia proprie le osservazioni delle competenti Commissioni parlamentari e i rilievi formulati dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome - qui mettiamo insieme quattro punti più un emendamento che abbiamo presentato e che illustrerò perché è brevissimo - in particolare:
a) per quanto riguarda la nomina dei Presidenti delle Autorità portuali, ovviamente, va prevista la compartecipazione degli enti locali e l'intesa con la Regione, parlavo di riempire di contenuti questa autonomia;
b) con riferimento alla governance va mantenuto il ruolo dei Comitati portuali per favorire la partecipazione degli enti locali, dei soggetti istituzionali e degli operatori portuali;
c) per quanto riguarda l'individuazione delle nuove Autorità portuali di sistema non si può prescindere dalla programmazione comunitaria e dalla rete dei porti core, mentre per eventuali accorpamenti di altre Autorità portuali esistenti, ove situate in Regioni diverse, è necessario il concerto delle Regioni interessate, quindi si toglie sempre più autonomia centrale a Roma e si dà a livello locale;
d) vanno previste precise norme di garanzia per il personale dipendente delle Autorità portuali. Siccome c'è “accorpate o da sopprimere” giustamente il Consigliere di maggioranza Giancarli mi ha fatto notare che l'Autorità portuale di Ancona non è accorpata né da sopprimere, non è corretto e forse questa cosa potrebbe portar male, quindi con un emendamento lo depenniamo.
L'Assemblea legislativa delle Marche dà mandato al Presidente della Giunta regionale di intervenire presso il Governo anche mediante la Conferenza Stato-Regioni e Province autonome per realizzare quanto espresso.
L'emendamento ve lo leggo così termino, inserire alla fine: “impegna altresì il Presidente del Consiglio regionale a trasmettere il presente atto - per dare più forza - ai Ministri della funzione pubblica e delle infrastrutture e trasporti nonché alle Commissioni competenti della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica”.
Credo che continuare la strada della valorizzazione di un porto, che non è solo di Ancona ma è marchigiano, indispensabile per l'economia e per il turismo anche della nostra regione, sia un impegno che tutti possono condividere. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Il capogruppo Busilacchi mi ha pregato di verificare un attimo questa mozione e l'ho fatto per conto del gruppo. Debbo dire che l'illustrazione, or ora del Consigliere Maggi, non ha bisogno di ulteriori considerazioni se non il fatto che questo Piano strategico nazionale della portualità e della logistica ha il fine di migliorare la competitività del sistema portuale e logistico e, quindi, di agevolare la crescita dei traffici delle merci e delle persone e la promozione dell'intermodalità nel traffico merci.
Questo è l'obiettivo e proprio perché questo è l'obiettivo della riforma condividiamo quanto ha detto il Consigliere Maggi, ovvero il ruolo del porto internazionale di Ancona, autonomia gestionale, decisionale, organizzativa.
I punti che sono stati illustrati nella mozione sono punti che, tra l'altro, hanno visto un impegno del nostro gruppo nel suo insieme, del capogruppo Busilacchi e di alcuni di noi che di questi temi si sono sempre occupati, ed ha consentito in un'azione di collaborazione utile, positiva, trasparente, fra diverse forze politiche e gruppi consiliari parlamentari, di mantenere l'autonomia del porto di Ancona.
I punti che vengono indicati danno forza ad azioni che nel corso degli anni abbiamo fatto, al ruolo del sistema delle autonomie e dell'imprenditoria locale, il fatto stesso che siamo nella rete europea, anche questo l'abbiamo conquistato, cercando prima un allungamento del corridoio Baltico-Adriatico, modificando poi in corsa, come ho avuto modo di dire altre volte, la strategia perché avevamo capito che doveva fermarsi addirittura in Slovenia, era arrivato a Ravenna ed era stata fatta una forzatura di non poco conto. Abbiamo lavorato sulla diramazione del corridoio Helsinki-La Valletta, sulla governance, sulle strategie, sui contenuti, sulle azioni, sugli obiettivi, siamo quindi, pienamente d'accordo, voteremo questa mozione e ringraziamo il Consigliere Maggi per aver accolto il nostro suggerimento.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Emendamento n. 01 a firma del Consigliere Maggi. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 1 a firma del Consigliere Maggi. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Mozione n. 22 così come emendata, la pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Mozione n. 25
ad iniziativa del Consigliere Marconi
"A favore dei nidi domiciliari nelle Marche"
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 25 del Consigliere Marconi che ha la parola per l'illustrazione.

Luca MARCONI. Solo per motivare il mio emendamento nel senso che c'era un errore materiale in quanto nel paragrafo “atteso che” veniva riportata la cifra dei nidi attivati nella stessa misura del numero delle autorizzazioni degli operatori che hanno frequentato i corsi.
I nidi attivati sono 37, ma so che qualche altra decina si sta muovendo, quindi questa operazione è sostanzialmente riuscita, tutto sommato, anche per l'ancora ristretta misura dei nidi che sono partiti, perché l'idea era che il nido domiciliare non dovesse e non potesse in nessun modo sostituire quelli comunali o quelli privati convenzionati, ma entrare nell'ambito di quelle strutture che sono i condomini, gli agrinido, i nidi aziendali ad integrazione di quelli maggiori.
Che cosa lamentano prevalentemente gli operatori? Che non ci sono state altre opportunità significative per avviare la formazione in questo campo, quindi, la mozione mira semplicemente a questo, più su una linea di continuità che di polemica o di contrapposizione.
Riprendiamo il discorso, si è interrotto per alcuni mesi anche in concomitanza con le elezioni regionali e penso che questa esperienza si possa riprendere perchè, ripeto, fino ad oggi ha dato risultati sostanzialmente positivi.

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Bravi.

Loretta BRAVI. Brevemente dati e impegni. Dagli elenchi provinciali risultano 274 operatori di nido domiciliari, attivi sul territorio 37, come ha ricordato il Consigliere Marconi, e sulla base delle domande presentate dalle famiglie che hanno utilizzato tale servizio, in occasione dei due bandi emanati dalla Regione, sono stati erogati 51 vaucher per un ammontare di 55 mila euro circa.
Per ciò che concerne gli impegni c'è una delibera del 19 ottobre 2015 con la quale la Giunta autorizza l'avvio di nuovi corsi di formazione e di riqualificazione da parte delle Province.
Secondo argomento: i Comuni sono tenuti a verificare il possesso dei requisiti soggettivi degli operatori dei nidi domiciliari.
Punto terzo: in base alla legge regionale 9 del 2003, la Regione incentiva una rete a sostegno delle famiglie, una rete a favore dell'infanzia e dell'adolescenza, per venire incontro alle esigenze delle famiglie.
Ultimo punto: va precisato che lo stanziamento non utilizzato al termine del secondo bando, deve essere utilizzato per incrementare la quota di finanziamento regionale destinata ai Comuni per il sostegno dei costi di gestione dei nidi dell'infanzia. La somma non utilizzata supera il milione di euro e verrà erogata ai Comuni per la quota 2015 dei nidi.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Emendamento n. 1 a firma del Consigliere Marconi. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Mozione n. 25 così come emendata, la pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Mozione n. 26
ad iniziativa del Consigliere Giorgini
"Autorizzazione alla ricerca di idrocarburi nel Comune di Recanati pozzo Vasari 2"
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 26 del Consigliere Giorgini che ha la parola per l'illustrazione.

Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Sono stato molto felice quando la Regione ha dato parere negativo alla trivellazione del pozzo di Ripatransone e adesso ho presentato questa mozione perché abbiamo questo problema a Recanati, una zona splendida, come lo sono tutte le zone delle Marche.
Qual è il problema? Cerco di spiegarlo in pochi minuti.
In quella zona, esattamente dove adesso vogliono trivellare il pozzo Vasari 2, sono stati perforati altri pozzi, esattamente il Recanati 1 del 1959, il Recanati 2 del 1960, il Costa Bianca 1 del 1988, il Vasari 1 del 1996. Qattro pozzi che sono risultati sterili. Questi quattro pozzi non hanno erogato gas.
La domanda che mi pongo: “Perché dobbiamo distruggere una parte di quel territorio per fare un altro pozzo esplorativo quando ben sappiamo che gli altri pozzi non erano eroganti e quindi sterili?”
Questa è una premessa importante perché si va a distruggere una parte di quella zona per ottenere il nulla, precisando anche che queste società, in questo caso la Compagnia Generale Idrocarburi, hanno un capitale sociale di 10 milioni di euro, quando va bene, quindi non sono società Srl solvibili, e per qualsiasi problematica si venga a creare le risorse finanziarie di copertura sono praticamente quasi nulle.
Credo che sia opportuno valutare questo fatto, e cioè che si va a trivellare in una zona dove altri quattro pozzi non hanno erogato, sin dal 1959, nemmeno un metro cubo di gas.
Chiedo alla Giunta ed al Consiglio di dare parere negativo a questa concessione di ricerca - come è stato fatto per il pozzo di Ripatransone - che è sospesa dal 14 novembre 2014, è sospesa da 12 mesi ed in attesa dell'Intesa della Regione, per cui credo che sia opportuno che il Consiglio prenda atto di questo fatto e neghi nel modo più assoluto l'autorizzazione per la ricerca di idrocarburi per il pozzo Vasari 2. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. Vista l'ora, per non tediare ulteriormente, credo sia opportuno che legga queste 10 righe rispetto alla sua mozione.
Ho sempre detto in passato che dobbiamo approcciarci a queste vicende senza convinzioni ideologiche, ma valutando caso per caso le questioni e le autorizzazioni.
Nella sua mozione fa riferimento all'autorizzazione negata per Ripatransone, ma va precisato che, per evitare fraintendimenti, nel caso di Ripatransone la procedura di VIA si è risolta con un rilascio negativo, parere negativo, in quanto le intese e le integrazioni che la Regione aveva richiesto alla ditta non sono mai pervenute, per cui il procedimento è stato chiuso non avendo a disposizione ... Nel caso di Vasari 2 la competenza per la procedura di screening era della Regione, questo lo sa e va bene.
Nello specifico la procedura di screening di VIA regionale ha escluso che dalla realizzazione del progetto possano derivare impatti negativi significativi per l'ambiente, per questo il soggetto non è stato assoggettato alla procedura di VIA.
Recentemente è stato condotto un approfondimento che ha coinvolto il Comune ed il Ministero dello sviluppo economico e, dopo una nota formale pervenuta il 19 settembre 2015, il sottoscritto ha incontrato tempestivamente il Sindaco di Recanati che ha ribadito la posizione contraria del Comune, motivandola con le valutazioni tecniche a suo tempo trasmesse al Ministero e successivamente alla ditta a considerazioni ed opportunità.
Per quanto riguarda i rapporti con il Ministero allo sviluppo economico la scorsa settimana, sempre il sottoscritto, ha incontrato i vertici della Direzione generale competente per i procedimenti sugli idrocarburi, per trattare oltre ad altri casi anche quello del pozzo Vasari 2.
Il procedimento attualmente al Ministero si trova nella fase di sospensione del decorso temporale del permesso di ricerca, disposta con decreto direttoriale il 4 maggio 2015 con decorrenza 14 novembre 2014 e fino al pronunciamento da parte della Regione Marche e comunque per un periodo non superiore a 12 mesi.
Nel constatare ad oggi la persistenza della posizione contraria del Comune, illustrata dai rappresentanti regionali al Ministero, cioè dal sottoscritto, la Direzione ministeriale si è riservata di valutare con la ditta proponente l'ipotesi di rinnovare la sospensione per un ulteriore periodo di sei mesi, e la ditta avrebbe in tal senso espresso condivisione, circostanza da cui si potrebbe desumere che non sussistono per la stessa motivi di urgenza all'avvio delle attività. E', quindi, opportuno che non si proceda ora alla stesura di alcun atto di Intesa anche perché l'attuale sospensione del provvedimento servirà nei prossimi mesi per continuare questo rapporto con il Ministero.
La questione è stata trattata a livello comunale e a livello ministeriale, credo che in questa fase sia inopportuno negare l'intesa e, quindi, votare contro alla mozione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giorgini.

Peppino GIORGINI. Conosco benissimo i dirigenti del Ministero, li conosco molto bene … non erano questi due? Va bene, ce ne sono altri, sono tutti iscritti nella denuncia alla Procura, sono tutti segnati come le pecore quando sono marchiate.
Non mi rivolgo a lei come Assessore, ma chiedo come sia possibile che facciamo quattro pozzi per cercare l'acqua nel raggio di 200 metri e l'acqua non c'è. Può essere che l'acqua sia in una distanza di 10 metri? Cioè ci sono quattro pozzi che dal 1959 ..., non mi rivolgo a lei come Regione perché capisco, parlo del Ministero.
Perché questi stanno fermi? Un motivo c'è! Come è possibile che questi scavando adesso 50 metri più in là trovino un pozzo erogante che dia gas? Lo trovo alquanto strano, credo quindi che sia opportuno rivalutare questo fatto.
Perché bocciare una mozione come questa che oltretutto ha i requisiti tecnici? Se i quattro pozzi non hanno mai erogato gas non si vede perché a poca distanza un altro pozzo dovrebbe erogarlo.
Credo che la vostra posizione vada rivalutata, sicuramente noi faremo opposizione al Ministero anche per quest'altra proroga perché ci sono dei motivi tecnici per cui non sono convinti di scavare, se ci fosse stato il gas lo avrebbero già fatto nei 12 mesi. Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 26. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

PRESIDENTE. La riunione dei capigruppo prevista per oggi è rinviata a martedì prossimo. Buona giornata.

La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 15,50.