Resoconto della seduta n.93 del 13/03/2018
SEDUTA N. 93 DEL 13 MARZO 2018

La seduta inizia alle ore 10,30

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

PRESIDENTE. Colleghi buona giornata, dichiaro aperta la seduta n. 93 del 13 marzo 2018. Do per letto il processo verbale della seduta n. 92 del 6 marzo 2018, il quale, ove non vi siano opposizioni, si intende approvato ai sensi del comma 4, dell’articolo 53, del Regolamento Interno.
Richiamo inoltre ai sensi del comma 5 dello stesso articolo l’attenzione di tutti i Consiglieri sulle comunicazioni distribuite con cui porto a conoscenza dell’Assemblea quanto espressamente previsto dal Regolamento Interno.

Saluto alle scuole

PRESIDENTE. Salutiamo i ragazzi che sono presenti in Aula, 23 alunni della seconda media della Scuola secondaria di primo grado “Temistocle Calzecchi Onesti” dell’Istituto comprensivo Vincenzo Pagani di Monterubbiano. Grazie ragazzi per la vostra presenza.

Comunicazioni ai sensi dell'art. 55, comma 4 del R.I.

PRESIDENTE. Prima di cominciare con il primo punto all’ordine del giorno mi ha chiesto la parola il Consigliere Urbinati.

Fabio URBINATI. Grazie Presidente. Solo per una comunicazione in virtù dell’articolo 55, quarto comma, per chiedere che il patrocinio che è stato dato dalla Regione Marche ad una serie di incontri denominati “Dio, Patria, Famiglia” sia ritirato (incontri che si svolgeranno nella città di Ancona tra la primavera e l’autunno del 2018) in quanto riteniamo che non ci siano i canoni per un patrocinio regionale. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Si provvederà a quanto richiesto dal Capogruppo Urbinati.

PRESIDENTE. Il Consigliere Busilacchi si associa alla richiesta del capogruppo Urbinati.
Procediamo ora con il primo punto all’ordine del giorno.

Situazione occupazionale delle Marche e prospettive di sviluppo
(Discussione)

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Bravi.

Loretta BRAVI. Grazie Presidente. Buongiorno a tutti, saluto anch’io i ragazzi e saluto i disoccupati del piceno con i quali ci siamo incontrati già varie volte.
Intendo in primis evidenziare l’intero lavoro della Giunta perché parlare del lavoro non significa parlare solo della mia delega, ma significa comprendere la trasversalità del lavoro, gli interventi e il monitoraggio di tutto ciò che la Giunta sta facendo.
In primo luogo vorrei evidenziare le linee di riferimento, perché rappresentano le basi delle politiche del lavoro per poi fornire i dati richiesti da questo Consiglio.
Primo punto: analisi del contesto nazionale. Il lavoro va inserito dentro il suo alveo, cioè il contesto nazionale, vi è una delocalizzazione sfrenata, un'esigenza di detassazione delle aziende e l’esigenza di uno spazio fiscale per agire dentro il nostro Paese e in particolare nella nostra regione.
Questo nasce dalla consapevolezza che siamo di fronte ad un’Europa a due velocità, ad un mercato del lavoro europeo che non ci permette di competere con i mercati nascenti. Quindi la necessità nazionale è quella di trovare un equilibrio tra Paesi europei centrali e Paesi in via di sviluppo.
Sempre a livello nazionale un altro elemento è la crisi economica con conseguente perdita di posti di lavoro, al contempo il perdurare della crisi conosce però una ripresa lenta, ma certa.
Un altro elemento del contesto nazionale è quello del mutamento strutturale del mercato del lavoro che è fortemente influenzato da una domanda sempre più frazionata, articolata e in costante cambiamento, con una rapida evoluzione dei sistemi produttivi, chiamiamola per intenderci la quarta rivoluzione industriale.
Un altro elemento nazionale è il riordino delle funzioni di cui alla legge Delrio n. 56 del 2014.
Questo è il contesto di riferimento nazionale delle politiche del lavoro.
Secondo punto: l’analisi del contesto marchigiano, priorità: gli eventi sismici del 2016, piccole e medie imprese, direi micro, che faticano a reggere le prove del mercato internazionale, le aree di crisi, le aree interne che necessitano di una programmazione puntuale e questa Giunta ha puntato soprattutto a garantire i servizi, anche nelle aree interne.
Consapevolezza che anche con il passaggio della produzione all’est, la ricerca e la leadership della trasformazione economica restano nell’Europa storica, quindi la prima filiera è quella del capitale umano, il primo asse su cui investire per essere formati, competitivi e attori dei processi innovativi.
Un’altra consapevolezza si evince nel contesto marchigiano, quella della nostra eccellenza chiamata ad una innovazione dentro la tradizione, e questo lo ribadisco con forza, il made in Italy unico e irripetibile che abbiamo noi necessita di percorsi di digitalizzazione, internazionalizzazione, ma poggia sulla creatività e sulle maestranze che non vanno perdute.
Un altro dato del contesto marchigiano è quello della disoccupazione, nel terzo trimestre del 2017, dati Istat, le persone in cerca di occupazione erano 66.947 unità, nel quarto trimestre del 2016 anche per effetto del sisma erano salite a 87.000.
E’ in ripresa il settore delle costruzioni, +10,6% con contratto di lavoro dipendente, ma su questo entrerò poi.
Il tasso di occupazione della popolazione dai 15 ai 64 anni raggiunge il valore del 61,4%, il recupero dell’occupazione nel terzo trimestre del 2017 c'è, vi è stato un ritorno all’occupazione pari ai livelli pre-sisma, 625.000 occupati. La flessione della disoccupazione nel terzo trimestre 2017 si posiziona al 9,7, un valore di un punto percentuale più basso al dato nazionale, ma sostanzialmente allineato alla media della circoscrizione territoriale del centro Italia.
Le comunicazioni obbligatorie unificate del 2017, estratte dalla banca dati regionale, ci dicono che tra il numero complessivo delle assunzioni e delle cessazioni il saldo è positivo per le assunzioni ed è di 15.325, il miglior valore dopo il 2011.
Il dato dell’Istat dell'11,06 che ho visto ricorrere in questi giorni è vero, ma si riferisce al terzo trimestre del 2016, vorrei precisare questo, non del 2017.
Un altro dato sempre per le Marche è la graduale ripresa dell’occupazione registrata nel 2017 e confermata dalle previsioni di rapporto Excelsior che Unioncamere ha pubblicato per il primo trimestre gennaio/marzo 2018.
I rapporti di lavoro, lo sapete, sono a tempo determinato per la maggioranza, sono prevalenti rispetto a quelli a tempo indeterminato, ma questo è in tutta la nostra nazione dal momento che le imprese programmano su breve periodo in diretta correlazione con le commesse.
Un altro elemento che comprova la ripresa è sicuramente la riduzione delle crisi aziendali e quella del ricorso agli ammortizzatori sociali, anche su questo ci arrivo fra un minuto perché so che siete interessati.
Andrei brevemente alle linee direttive regionali, quindi dopo il contesto, quali sono le linee direttive regionali. Ne abbiamo parlato varie volte anche qua in questa Assemblea, politiche attive e politiche passive sono portate avanti insieme per evitare degli squilibri, il che significa sostegno alla disoccupazione non nell’ottica di un assistenzialismo, ma mirante alla ricollocazione degli over, all’accompagnamento al lavoro e all’individuazione di nuove frontiere di sviluppo.
Un altro punto delle linee direttive regionali riguarda la spinta al ricambio generazionale, difficile, ma possibile. Abbiamo aperto un avviso che prevede la formazione mirata di manager d’azienda legata a progetti europei dei quali le Marche sono in partenariato. Colgo l’occasione, scusate questa piccola parentesi, per ringraziare il Consigliere Giacinti perché sul fronte dei progetti europei di macroregione e sul sostegno ai giovani per il welfare del diritto allo studio ha dato una notevole mano, io sono abituata a ringraziare chi mi aiuta.
Formazione mirata, sempre linee direttive regionali, lo dico guardando i giovani, sono un insegnante e guardo i giovani, formazione mirata, sentitemi bene, quello che emerge dal fabbisogno delle aziende è che è necessario alzare l’asticella e qui ce lo dobbiamo dire, si farà qualche morto e ferito, però uno nella vita deve avere una visione di quello che vuol fare, soprattutto una Giunta.
Quindi è necessario alzare l’asticella per avere giovani e meno giovani con competenze specifiche e spendibili nel mercato del lavoro, è un obiettivo prioritario di questo triennio. Noi abbiamo aperto tavoli specifici con Confindustria, Associazioni di categoria, parti sociali, con una presenza capillare nei territori, qui guardo molti Consiglieri, in primis il Consigliere Traversini perché per le aree interne stiamo lavorando insieme, io vorrei ad uno per uno dire su che cosa, non penso sia questa la sede perché si dà per scontato che ci sia una squadra, però una squadra c’è e non è che si va da soli su queste cose, si va con un contesto e nel territorio con chi è nato ed è stato eletto in quel territorio.
Un altro punto, guardo sempre i ragazzi, perché il mondo del lavoro è il mondo della vita e se la prima filiera è quella del capitale umano, i soggetti siete voi, legare il mondo della scuola al mondo del lavoro non è solo ricerca o alta formazione, ma apprendistato, formazione professionale, sistema duale, botteghe di mestiere.
A livello nazionale questi due mondi si stanno avvicinando, lo sappiamo tutti che siamo trent’anni indietro rispetto alla Germania ad esempio, questi sono dati che tutti sappiamo, chi è qua dentro lo sa, non la faccio lunga, però stiamo lavorando per creare sinergie sul saper fare, quello che, ragazzi, parlo un linguaggio semplice per voi, si chiama mente e mano.
In questi tavoli territoriali tra i vari stakeholder ci sono le università e c’è l’Anci che è fondamentale perché stiamo lavorando su avvisi specifici per disoccupati e per occupati che necessitano di una ricollocazione, usciranno due bandi a breve, due avvisi proprio su questo, welfare di comunità e inclusione sociale.
Un altro punto delle linee direttive regionali riguarda la riqualificazione dei centri per l’impiego secondo le direttive ministeriali. Qui abbiamo lavorato molto e guardo chi mi ha aiutato, e l’occhio va dove c’è l’interlocutore, chi mi ha aiutato tantissimo a rivedere personale, sede, informatizzazione e soprattutto chi fa cosa, come si riorientano i disoccupati, come ci si avvicina a questi due mondi che sono gli interlocutori privilegiati per i centri per l’impiego: le aziende e la scuola, altrimenti anche la domanda offerta diventa ridondante senza avere esito.
Un altro punto delle linee direttive regionali prevede tirocini, borse lavoro, accompagnamento al lavoro e sostegno all’occupazione. Mi ribello fortemente a chi critica il fatto che siamo la società dei vaucher, dei tirocini e delle borse lavoro, no! La Giunta ha quattro punti: tirocini, borse lavoro, accompagnamento e sostegno all’occupazione e abbiamo messo fior di milioni per sostegno all’azienda e accompagnamento al lavoro per i ragazzi che hanno fatto il tirocinio, scusate ma su questo ci siamo veramente spesi e va detto.
Strategie europee, qui la faccio brevissima, credo che riguardi più l’Assessore Bora, ma quello che sto dicendo vale per tutta la Giunta, quindi non è solo per me, la Regione Marche partecipa a progetti di macroregione, ricerca, innovazione, imprenditoria innovativa con una convergenza tra poli, questo è veramente fondamentale.
Un altro punto che la Giunta ha scelto, e anche qua parlo a nome di tutti, è la progettualità condivisa come priorità e integrazione di fondi. Abbiamo lavorato e stiamo lavorando con integrazione di Fesr, Fse, Psr su quattro fronti, non su 2.000, in ipotesi …, potremmo fare ..., no, fatti! Io vorrei parlare di fatti! Perché le idee sono accompagnate da fatti e risorse, altrimenti parliamo del nulla e i quattro fronti su cui stiamo lavorando sono: 1) aree di crisi ed aree interne; 2) manifattura e industria 4.0; 3) filiere produttive; 4) ricerca e innovazione.
Penso che l’Assessore Bora su questo sarà molto più brava di me e passo avanti.
Fondo sociale europeo (Fse), target di utenza, totale degli interventi 31 milioni di euro, soggetti coinvolti 10.881, inserimento occupazionale 51,6%, dato positivo se si considera la difficile congiuntura economica.
Quali sono i target di utenza? Qui sinceramente incrocio le deleghe del Presidente, giovani, donne, famiglia, soggetti svantaggiati, over, diciamo che sulle politiche sociali abbiamo un budget finanziario di 28.122.407,97. Vorrei ribadire una cosa - qui evito di leggere così faccio prima e vi annoio di meno - stiamo lavorando su nidi, sostegno alla famiglia, stiamo cercando di ridurre le tasse di iscrizione, le rette, questo è un sostegno reale che abbiamo deciso di mettere non solo negli ambiti, ma riguarda ambiti, Comuni, scuole, perché con il progetto del Ministro Fedeli 06 sono giunte delle risorse che insieme alla Giunta ed al Presidente abbiamo condiviso con l'Anci, le abbiamo date ai Comuni ed è stato un fiato notevole per i nidi.
E’ inutile parlare di conciliazione solo guardando le aziende, noi dobbiamo anche sostenere i babbi e le mamme con misure reali ai nidi, quindi al servizio.
Devo anche dire che la questione dei nidi è stata accompagnata per volontà del Presidente, che ha accolto e che ringrazio, anche da un sostegno reale, un vaucher che è stato dato alle famiglie per il sostegno allo 03.
Sugli over, sempre dentro la fetta delle politiche sociali, abbiamo lavorato sul reingresso nel mercato del lavoro, sulla riqualificazione delle competenze, sugli aiuti alle assunzioni, sul sostegno alla povertà ed alla marginalità sociale, sulle borse lavoro rivolte a chi non percepisce ammortizzatori sociali. Voi sapete benissimo che con la revisione dei lavori socialmente utili si è creato per i Comuni un grosso problema, quindi noi dobbiamo farci portatori anche del cambiamento dei Comuni.
Sfumo su questa slide, ma non voglio bypassarla perché è importante: diritto allo studio, alta formazione e welfare sociale. Qui darei un dato non per gesti di grandezza, ma per gesti di giustizia: tutti idonei beneficiari, abbiamo i nostri ragazzi che hanno le borse di studio, ripeto, e qui guardo il Presidente Ceriscioli perchè io sono stata l’interlocutrice e lui ha gestito in questo modo.
Che cosa abbiamo fatto Presidente? Abbiamo trovato un buco regionale 2014/2015 di circa 1,5 milioni, nel 2016/2017 abbiamo messo 3 milioni di risorse, oggi abbiamo 9 milioni per le borse di studio, 10 risorse nazionali, tasse universitarie, 1.476.000 euro per i libri di testo, 681.000 euro per le borse di studio a studenti delle scuole superiori, l’obiettivo è quello di uscire anche dal novero delle università e andare verso i ragazzi.
Chiudo su questa slide, il budget di Erdis è quasi di 18 milioni, più 12 milioni per il personale, più 2 milioni per le risorse del sisma. Mi sembra un notevole pacchetto e guardo voi, investire sul diritto allo studio vuol dire formazione, come dicevo prima.
Adesso guardo di qua, crisi aziendale e ricorsi agli ammortizzatori sociali. Riduzione delle crisi aziendali nel terzo trimestre, le vertenze del 2016 sono state 37 ed hanno coinvolto 1.906 lavoratori, le vertenze del 2017 sono state 17 ed hanno coinvolto 1.007 lavoratori.
La cassa integrazione, le ore autorizzate dall’Inps per la gestione straordinaria in deroga, vedo che questa è troppo lunga, vi chiedo scusa e la leggo brevemente, sugli ammortizzatori sociali abbiamo questa riduzione delle vertenze, attenti bene, la vertenza, cosa significa? Una relazione complessa con parti sociali e aziende, incertezza sui fondi di reindustrializzazione e molto spesso una scollatura tra le aziende e i Cda che le rappresentano, ma questo non penso sia un problema della Regione, però io mi sono trovata di fronte a questo.
Con questo lavoro di squadra con l’Inps siamo a questo punto: Cig in deroga 1 milione e passa di euro per il 2016 per 206 lavoratori, indennità di partecipazione alle politiche attive 1.500.000 per 660 lavoratori, e qui stiamo andando al patto di servizio con i centri per l’impiego e alle convenzioni con Anpal che ho avuto ieri dal Ministero che riguardano la ricollocazione dei disoccupati nell’area di crisi Valle del Tronto Piceno/Tecnowind di Fabriano.
Mi permetto di dire che non c’è solo la Tecnowind perché abbiamo parlato anche di Teuco e di altre, quindi non vorrei che la questione si facesse unica.
Il terzo, la proroga dell’indennità di mobilità per l’area di crisi complessa, 3.700.000 euro per 195 lavoratori, qui una bella notizia, almeno una, giunta ieri dal Ministero, c’è stata concessa la proroga dell’indennità di mobilità per il 2018, abbiamo delle risorse in bilancio che possiamo usare e questo è quello che voi avevate chiesto nel nostro recente incontro ed è andato in porto.
Chiudo con questi dati: 30.224 tirocini, 13.337 avviamenti al lavoro, il 44% ha avuto un contratto di lavoro e la maggioranza di questo 44% è stato assunto nell'azienda in cui ha svolto il tirocinio. Per tirocini e borse le risorse sono state e sono 23 milioni di euro.
Intervento 2, istruzione scuola lavoro, orientamento al mondo del lavoro, abbiamo fatto l’orienta-Marche, abbiamo fatto l’orientamento sia di alta formazione che di università e lavoro, apprendistato, sistema duale, Ifp, Ifts, Its, risorse 22.339.000 euro.
Intervento 3, programmazione della formazione professionale nelle macro aree di intervento e tutto il discorso delle filiere, e guardo chi mi aiuta, da soli non si fa nulla, filiere di eccellenza: tessile, abbigliamento, moda, calzaturiero, meccanica, meccatronica, domotica, gomma, plastica, vetro, quelle che volete, ma ci sono altre filiere che io ho scoperto incontrando i giovani: teatro, cinema, musica, artigianato artistico, su queste micro filiere dobbiamo investire perché vanno insieme alle altre. Su questi interventi abbiamo 29.600.000 euro, destinatari raggiunti 10.300.
Sugli ammortizzatori sociali ho già detto.
Per l'area di crisi complessa, lascio all’Assessore Bora.
Intervento 6, sostegno all’occupazione, incentivi all’assunzione, sostegno alla creazione di impresa, abbiamo 100.000 euro tra Fesr e Fse, vorrei solo dare un dato, le imprese avviate nel 2016 sono state 235, vorrei darvi dei dati specifici, 53 Pesaro, 78 Ancona, 41 Macerata, 40 Fermo, 23 Ascoli.
40 imprese sono nate nell’area del cratere ed hanno coinvolto 20 Comuni, 11 Macerata, 3 Fermo, 5 Ascoli, 1 Fabriano.
Occupati creati 541, incentivi e sostegno alla creazione di impresa sono i bandi che sono usciti. Andiamo avanti.
C'è poi un’altra questione che accenno solo, vi chiedo scusa, ma non ho ancora i dati, come Regione, come Assessorato, per questo sinceramente devo ringraziare l’Assessore Sciapichetti perché l'abbiamo fatto insieme, abbiamo fatto un progetto sull’economia sociale insieme alle altre Regioni terremotate, ci siamo fatti capofila, abbiamo fatto noi il progetto per aver accesso ai fondi del Pon nazionale, non so dirvi altro perché è in itinere, l'abbiamo spedito ieri.
Da attuare nel 2018 c’è tanto; 30 milioni sono già stati impegnati per questo, concludo e vi chiedo scusa per la lungaggine, ma non è una delega da poco, non saremo qui, i punti sono: incentivi alle assunzioni per le imprese che hanno presentato progetti di investimento sugli avvisi riguardanti le aree di crisi; incentivi alle assunzioni per imprese che assumono soggetti disoccupati; progetti di pubblica utilità promossi dai Comuni; tirocini presso le cancellerie degli uffici giudiziari ed abbiamo aumentato il budget e il numero dei tirocinanti; garanzia giovani fase 2 che arriva fino a 29 anni, quindi anche lì è necessario un monitoraggio perché garanzia giovani è una di quelle iniziative che l’Europa ed il Ministero hanno avviato, sta a noi oggi dargli un futuro, altrimenti restano fino ai 29 anni e c’è un grosso lasso di tempo che va dai 30 ai 40 che vede i ragazzi un po' feriti sul da farsi. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Bora.

Manuela BORA. Grazie Presidente. Vorrei partire da un grande ringraziamento all’Assessorato al lavoro ed alla formazione, non solo per questa illustrazione davvero molto puntuale, ma soprattutto per l’impegno che ha profuso in questi anni e per l’approccio sempre molto collaborativo che ha dimostrato. Questo è stato un valore prezioso non solo per l’Assessorato alle attività produttive, ma sicuramente per tutta la nostra regione.
Più volte ho ricevuto non solo riconoscimenti, ma ringraziamenti perché questa grande sinergia che c’è tra questi due Assessorati, mi dicono essere stata una sinergia senza precedenti e questo dimostra una grandissima capacità politica anche di visione di politiche industriali perché non solo finalmente la mano destra sa quello che fa la mano sinistra, ma è inutile ad esempio parlare di impresa 4.0, sostenere investimenti che vanno nel settore del digitale, se poi all’interno dell’impresa non c’è personale formato al riguardo. Quindi la voglio ringraziare, ringraziare lei, ringraziare anche l’Assessore Casini, la parte femminile della Giunta che ha questo grande onere di gestire i fondi comunitari e sicuramente la sinergia ed anche il grande spirito di squadra che ci unisce hanno avuto delle ripercussioni molto positive nella gestione dei fondi.
Ora l’Assessorato alle attività produttive è felice di portare il proprio contributo all’interno di questo Consiglio regionale dedicato al lavoro per la parte afferente le aree di crisi.
Partirei proprio da qui perché le aree di crisi sono una novità di questa programmazione comunitaria, hanno un grandissimo valore politico soprattutto perché aver pensato e aver voluto le aree di crisi all’interno dei cosiddetti Iti, cioè investimenti territoriali integrati, ci ha permesso di poter recepire tantissimi altri finanziamenti, anche statali. Le tre aree di crisi, quella del Piceno, quella del fabrianese, quella di Pesaro-Urbino, tutte e tre all’interno della scheda Mapo del Por-Fesr, hanno circa 17 milioni di euro, se a queste però aggiungiamo tutte le altre risorse che siamo stati in grado di intercettare, superiamo i 57 milioni di euro, senza pensare poi alle altre risorse che abbiamo ricevuto, ahimè, però per fortuna, perché senza l’aiuto del Governo e dell’Europa sarebbe stato impossibile pensare ad una seria ricostruzione, altri 86 milioni di euro da attivare negli 87 comuni del cratere, più alle aree di crisi cosiddette non complesse altri 5,1 milioni
Dicevo degli Iti, ovvero investimenti territoriali integrati, perché oltre alle risorse del Fesr spesso e non è solo nel caso delle aree di crisi, lo ricordavo poco fa, intervengono anche le risorse del Fondo sociale europeo e nel caso delle aree interne interviene anche l’Assessorato all’agricoltura.
Ora è evidente che il Fondo europeo di sviluppo regionale diversamente dal Fondo sociale europeo, che si occupa di porre in essere tutte quelle che sono le politiche attive e passive del lavoro, ha una correlazione non così diretta sull’impatto occupazionale, tuttavia c’è sicuramente una correlazione molto positiva sull’impatto che esse hanno sia sulla crescita che sull’occupazione, e questo lo vedremo bene anche nei numeri che tra poco illustrerò.
Parto dall’area di crisi del piceno che è stata identificata nel Por 2014/2020 come una delle tre aree di crisi a livello sub-regionale in quanto territorio in cui la congiuntura negativa ha determinato negli anni a cavallo del primo decennio del 2000 con una forte riduzione del Pil pro capite ed un decremento costante e consistente del tasso di occupazione.
In considerazione dell’acuirsi della crisi, che in quest’area da congiunturale è divenuta strutturale e sistemica, la Regione Marche ha presentato con delibera di Giunta regionale n. 1142 del 21 dicembre 2015 l’istanza per il riconoscimento del piceno quale area di crisi industriale complessa, ai sensi della normativa nazionale di settore.
L’istanza è stata accolta dal Ministero dello sviluppo economico, insieme a quella della Regione Abruzzo, che ha designato il territorio della Val Vibrata, Val del Tronto piceno come prima area di crisi complessa di natura interregionale.
Per la Regione Marche risultano coinvolti 32 comuni della provincia di Ascoli Piceno e 8 comuni interni del fermano in quanto ricadenti nel sistema locale del lavoro di Comunanza.
Il processo di ricostruzione nonché le Province interessate hanno imposto che l’operatività di tutti gli strumenti di agevolazione, sia in termini di aiuto alle imprese che di formazione e incentivi all’occupazione, fosse sospesa nelle more della stipula dell’accordo di programma affinché le relative risorse fossero imputate a quote di cofinanziamento regionale dell’accordo.
Questa stipula è avvenuta a fine luglio 2017 e da allora sono stati attivati bandi, avvisi con operatività riservata all’area di crisi che sono sia di parte nazionale che di parte regionale, questo lo dico perché se i tempi fossero stati anticipati oggi avremmo potuto illustrare dei risultati ancora più positivi.
Parto dalla ex 181 del 1989, questo accordo ha messo a disposizione 32 milioni di euro di cui 17 riservati alla nostra regione per programmi ed investimenti produttivi di tutela ambientale, integrati anche con progetti di innovazione organizzativa, importo superiore ad 1,5 milioni di euro. Questo accordo è complementare con quello del Por-Fesr delle aree di crisi perché questo strumento regionale vale per gli investimenti fino ad 1,5 milioni di euro, quindi per investimenti più grandi interviene questo tipo di accordo, che è rimasto aperto a seguito di proroga fino al 21 dicembre 2017. Le domande pervenute sono 11, l’incremento occupazionale dichiarato è di 121 nuovi addetti, le agevolazioni richieste sono oltre 22 milioni di euro, gli investimenti privati attivati oltre 32 milioni.
Sempre all’interno del Por-Fesr l’azione sostegno allo start-up, sviluppo e continuità di imprese, alla data odierna ha ricevuto circa 92 domande di agevolazione e l’incremento occupazionale dichiarato è di oltre 270 nuovi addetti.
Questo bando che ha un plafond di risorse pari a 5.857.000 euro intende favorire il rilancio degli investimenti nel territorio, l’ammodernamento delle strutture e dei processi di produzione, la diversificazione delle linee produttive tramite il sostegno a progetti di start-up di impresa, di sviluppo produttivo di imprese già esistenti per la creazione di nuove attività, anche per la rilocalizzazione ovvero il cosiddetto back shoring totale o parziale delle produzioni del made in Italy.
Questi progetti anche se fanno parte del Por-Fesr debbono essere correlati ad un incremento dell’occupazione a tempo indeterminato ed a tempo pieno con priorità per le assunzioni effettuate dalle liste di mobilità o a seguito della piena operatività a far data dall'1 gennaio 2017 dei lavoratori che fruiscono della …
Vengono concessi contributi in conto capitale in regime di esenzione e la percentuale di contribuzione massima è del 50% per le start-up, del 30% per le piccole imprese e del 20% per le medie imprese in caso di progetti di imprese già esistenti.
Questo bando viene attivato con procedura valutativa che prevede l’istruttoria e la successiva approvazione ed ammissione dei progetti di importo inferiore ad 1,5 milioni di euro fino ad esaurimento delle risorse disponibili che hanno conseguito la soglia minima di 60 punti su 100 a seguito dell’applicazione dei criteri di validità e fattibilità tecnico gestionale.
Per quanto riguarda la risorse statali, di cui parlavo prima, si fa riferimento in particolare all’articolo 20, sostegno alle imprese danneggiate dagli eventi sismici del 2016, cioè contributi in conto capitale alle imprese di tutti i settori economici che realizzano oppure abbiamo già realizzato a partire dal primo evento sismico, investimenti produttivi nei comuni del cratere, incluse le imprese agricole i cui fondi sono situati in quei territori.
La finalità è quella di rilanciare e di rivitalizzare il tessuto produttivo dell’area aprendo l’intervento alla più ampia platea di imprese, sia quelle già presenti sul territorio, con priorità per quelle danneggiate, che quelle che intendono localizzarsi con nuovi investimenti in questa area. Il plafond per la Regione Marche è di oltre 21 milioni di euro.
Vengono finanziati importi per un importo minimo di 20.000 euro e massimo di 1,5 milioni e i progetti vengono selezionati con procedura valutativa a graduatoria o a sportello mediante l’utilizzo di criteri inerenti il danno diretto subìto per effetto degli eventi sismici, l’incremento occupazionale, la rilevanza patrimoniale dell’investimento, la dimensione dell’impresa proponente, il possesso di rating di legalità.
Alla data attuale è stata completata d’intesa tra le Regioni e i Ministeri competenti la stesura del decreto attuativo ed è stata avviata la procedura di firma da parte dei Governatori per il rinvio al Gabinetto del Mef e al Dipartimento del tesoro.
L’altra misura è quella compresa all’interno del cosiddetto articolo 25, ovvero il rilancio del sistema produttivo, sostegno tramite accordi di programma e avviso 181 dell’89 a programmi di investimento produttivo di tutela ambientale integrati con progetti di innovazione organizzativa di importo minimo pari a 1,5 milioni di euro, stipulato tra le quattro Regioni, il Mise e Invitalia in data 31 ottobre 2017. Esso ammonta a oltre 29 milioni di euro, a breve è prevista la pubblicazione dell’avviso con presentazione delle domande di agevolazione a partire indicativamente da inizio maggio fino a fine giugno 2018, i cosiddetti 60 giorni di tempo previsti dalla legge.
La graduatoria verrà stilata sulla base di due parametri aventi uguale punteggio massimo: settori economici prioritari, incremento occupazionale e settori economici, a cui verranno assegnati il punteggio più elevato sono le attività manifatturiere, a seguire le attività ricettive, e a seguire ancora quelle della produzione e del commercio.
Per quanto riguarda invece l’Iti di Fabriano questa strategia riguarda un territorio delimitato dall’accordo di programma Merloni, ovvero i comuni di Fabriano, Sassoferrato, Genga Cerreto d’Esi oltre a Matelica ricompresa nel Gal Colli Esini che da tempo condivide con gli altri comuni una progettazione di sviluppo dell’area.
Questa strategia prevede l’articolazione in due fasi, la prima relativa alla realizzazione di una piattaforma tecnologica da parte di partenariati o “cluster di micro”, piccole, medie imprese, università, organismi di ricerca, centri di trasferimento tecnologico.
Questa piattaforma fortemente voluta dalle associazioni di categoria ha la mission di individuare le traiettorie di ricerca su cui le micro, piccole, medie aziende dovranno proporre progetti nella seconda fase di cui sotto.
La seconda fase è finalizzata all’introduzione di innovazione di prodotto e di processo produttivo volta alla diversificazione produttiva eventualmente integrata con progetti di efficientamento energetico e progetti di formazione finalizzati a favorire la qualificazione e riqualificazione delle competenze dei lavoratori delle imprese beneficiarie e con incentivi alle assunzioni.
I risultati conseguiti alla data odierna sono: 12 domande pervenute, plafond disponibile di 4,5 milioni di euro di cui 3,7 sono fondi Fesr.
Per quanto riguarda l’azione 7.1, sostegno allo start up, i progetti pervenuti in quest'area sono 35 e sono già stati concessi oltre 5 milioni di euro che hanno attivato oltre 21 milioni di euro di investimenti privati. L’incremento occupazionale è di quasi 160 nuovi addetti.
Per quanto riguarda la ex 181 in quest’area il plafond disponibile è di 13 milioni di euro, le domande di agevolazione pervenute sono 13 e l’incremento occupazionale dichiarato è di oltre 270 nuovi addetti. L’investimento privato che è stato attivato è di oltre 41 milioni di euro.
Per quanto riguarda Pesaro Urbino, la terza area di crisi è stata identificata per la crisi del comparto del mobile che qui ha una grande concentrazione ed ha subìto un forte ridimensionamento per effetto della caduta della domanda interna, generando una riduzione del numero di imprese attive con progressivo calo occupazionale.
Pertanto con la deliberazione n. 1.166 del 21 dicembre 2015 la Giunta regionale ha mappato l’area della provincia pesarese contraddistinta da una marcata crisi produttiva ed occupazionale sulla base del concorso di alcuni indicatori inerenti al calo percentuale degli occupati nel periodo 2013/2009 e al calo di unità locali attive nel comparto legno/mobile in termini assoluti e percentuali.
Nella delimitazione territoriale sono risultati inclusi 30 comuni della provincia di Pesaro-Urbino che pertanto hanno rappresentato l’area eleggibile, quest’area ha ricevuto un plafond di risorse pari a 5.600.000 per favorire il rilancio degli investimenti nel territorio e l’ammodernamento delle strutture e dei processi di produzione, la diversificazione delle linee produttive tramite il sostegno a progetti di start-up di imprese, di sviluppo produttivo, di imprese già esistenti per la creazione di nuove attività; i progetti devono essere corredati da un incremento dell’occupazione anche qui a tempo indeterminato e a tempo pieno.
Le agevolazioni consistono in contributi in conto capitale con intensità di aiuto diversificata a seconda della dimensione dell'impresa e della tipologia e dell’incremento occupazionale.
Il bando viene attivato con procedura valutativa che prevede l’istruttoria e la successiva approvazione e ammissione dei progetti di importo inferiore anche qui ovviamente ad 1,5 milioni di euro.
Ricordo che è la prima volta che in questa regione ci si è accorti che manifattura non significa solo moda e calzature, che comunque è uno dei settori più importanti della nostra regione, anzi mi permetto di dire che soprattutto la calzatura rappresenta un po’ il simbolo della nostra regione, un’eccellenza della quale tutti noi ne siamo orgogliosi, ma credo che sia giusto soprattutto in momenti di difficoltà, come quelli che stiamo attraversando, sostenere altri settori ed è la prima volta che si è ampliato il sostegno anche al settore del legno/arredo.
Anche se non riguarda le aree di crisi credo che sia doveroso ricordare anche il lavoro svolto all’interno di manifattura, lavoro 4.0, dove sono state coinvolte 107 aziende e sono stati già creati oltre 200 posti di lavoro. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Casini.

Anna CASINI. Buongiorno. Grazie Presidente e grazie alle persone che sono presenti in Aula. So che ci sono i disoccupati piceni che saluto, non è la prima volta che ci incontriamo e che ci vediamo.
Per prima cosa ringrazio la Giunta, può sembrare banale, e ringrazio per il lavoro fatto l’Assessore Bravi e l’Assessore Bora perché come prima hanno accennato sono state di grande supporto soprattutto per me, che sono picena, per l’istituzione dell’area di crisi complessa del piceno. Non avendo io le deleghe specifiche ho avuto tutto il supporto non solo degli Assessori, ma anche degli uffici senza i quali non saremmo certamente stati (di questo ringrazio l’Assessore Bora), premiati il giorno 19 come area di crisi complessa più virtuosa d'Italia e questa è stata una grande soddisfazione, Invitalia ci ha chiamato come stakeholder proprio perché la velocità, la concretezza ed anche lo stato di avanzamento sono stati virtuosi.
Dico questo perché, come diceva l’Assessore Bora, lo dico anche perché so che ci sono i disoccupati piceni in questo momento, sono in istruttoria sia a Invitalia i progetti grandi di cui parlava l’Assessore Bora prima, sia i progetti più piccoli, sono circa una novantina quelli arrivati e la cosa importante non è tanto il fatto che nel piceno si facciano investimenti, che pure è importante, che sia ripartita la voglia di investire di oltre 100 aziende tra piccole e grandi, ma è importante che sia obbligatoria l’assunzione, quindi gli investimenti che saranno approvati dovranno vedere come obbligo l’assunzione di personale in percentuale all’investimento programmato. Questo è importante dal punto di vista dell’occupazione ed anche dal punto della ripartenza, sinceramente ero molto preoccupata in quanto non mi aspettavo che arrivassero 11 progetti più grandi di 1,5 milioni ad investimento e quasi 90, credo, ho perso il conto perché ancora il bando è aperto, sopra i 150.000 euro e sotto 1,5 milioni di euro.
La crisi del piceno c’è stata, come c’è stata nelle Marche e tutto questo è anche legato alle infrastrutture, quindi prima di parlare del mio tema specifico, che è quello dell'agricoltura, vorrei parlare di quello che si sta facendo e che si è fatto per le infrastrutture. Se gli antichi romani quando conquistavano un territorio costruivano acquedotti, strade, ponti e fogne è perché le infrastrutture erano e sono assolutamente importanti.
Come prima cosa ringrazio l’Assessore Cesetti perché per le infrastrutture cosiddette leggere ha messo in campo un progetto di 110 milioni di euro per la banda ultra larga, che è arrivato a conclusione. Penso al Comune di Appignano del Tronto nel piceno, l’ho letto ieri su facebook, che ha già cominciato la progettazione esecutiva e a breve inizierà i lavori in quanto sono state già sottoscritte le convenzioni con tutti i Comuni, soprattutto quelli delle aree interne, laddove la copertura della banda ultra larga è difficile perché c’è poco interesse da parte degli operatori e dei gestori vista la scarsità di utenza.
Quindi comincio da questo che non è una mia competenza e poi parto da un altro tema che è molto importante, la portualità. Può sembrare poco significativo, ma la portualità significa diverse cose, lavoro dal punto di vista dei cantieri navali, e noi nelle Marche abbiamo cantieri navali di diverse tipologie, abbiamo ad esempio il porto di Ancona che è specializzato sulle navi da crociera; abbiamo porti che sono specializzati sulla costruzione e sistemazione di navi da diporto e pescherecci, quindi è importantissimo tutto quello che riguarda la complessità portuale.
La Regione Marche ha rischiato un anno e mezzo fa di finire sotto il porto di Ravenna, invece abbiamo ottenuto di essere capofila dell’Autorità portuale di sistema del medio Adriatico inglobando anche Pescara e Ortona.
E’ recente la nomina della Regione Marche nella Commissione dei porti nazionali, che è quella che stabilisce criteri, modalità e finanziamenti per tutti i porti d’Italia, sono cinque i membri e un membro che rappresenta tutto il mare Adriatico, per intenderci, ed anche lo Ionio, quindi da Triste fino a Taranto, è rappresentato dalla Regione Marche. Cosa c'entra con il lavoro? Quello è lavoro, lavoro diverso, ma è lavoro, i trasporti sono necessari per il lavoro e anche tutti i cantieri navali sono lavoro, tanto è vero che l’Assessore Bravi, che ringrazio per l’intervento iniziale, ha pensato anche ad una formazione specifica per quello che riguarda la portualità.
Come diceva l’Assessore Bravi si parte dalle scuole per cominciare a cercare lavoro e la Regione Marche ha già fatto un piano di 510 milioni di euro per sistemare e mettere in sicurezza le scuole o per costruirne di nuove, sono circa 410 scuole, consideriamo che tutte le scuole da zero alle scuole superiori nelle Marche sono 1.200 con queste risorse si mettono in sicurezza o si costruiscono un terzo di tutte le scuole che ci sono.
Credo che un piano scolastico come questo non si ricordi, cosa c'entra con il lavoro? Ogni scuola è un cantiere, ogni scuola fa muovere il comparto delle costruzioni, fa muovere il comparto dell’indotto perché nelle scuole ci vanno i banchi, nelle scuole ci va la parte informatica, nelle scuole ci vanno gli arredi, quindi il comparto scuola riparte con dei cantieri a prescindere, parlo di somme che sono del terremoto e che non sono del terremoto che riguardano le Marche interne, 510 milioni di euro.
Finalmente si è aperta l’anno scorso la Quadrilatero che ha portato un incremento notevole del turismo a Civitanova Marche avendo connesso una parte dell’entroterra con la costa.
Un’altra arteria importante sarà quella che connetterà Perugia con Falconara e sarà aperta entro l’anno, da quello che ci hanno detto, quindi sarà importantissima.
Altro importante progetto che riguarda Ancona è quello dell'arretramento della ferrovia rispetto alla statale 16 che in pratica risolverà il problema della connessione del porto di Ancona con la zona di Torrette, per intenderci, anche questo è stato approvato.
La Fano-Grosseto è un’altra grossa arteria che è rimasta ferma per molto tempo, una sola asta, guardo il Consigliere Biancani che per il pesarese si è impegnato molto per quello che riguarda le infrastrutture.
Infine arrivo a casa mia, 211 milioni di euro per la Salaria, 211 milioni di euro che sono, come si dice, in pancia di Anas per 111 milioni e 100 milioni sono nell’ultima finanziaria, quindi chi non ci crede lo può andare a verificare.
Per quello che riguarda altri tipi di infrastrutture, che forse sono considerate secondarie, ma che secondarie non sono, penso alle ciclovie e a tutto quello che riguarda le ciclovie turistiche perché anche questa è una cosa importante. La Regione Marche è capofila della ciclovia Adriatica e anche lì non è stato facile diventare capofila, evidentemente siamo stati considerati capaci di poterlo fare.
Per quello che riguarda le strade del cratere, all’interno del cratere, sono già stati approvati tre piani dell’Anas per un investimento totale sulle strade di 400 milioni di euro, questo consentirà di mettere in sicurezza tutta quella viabilità soprattutto delle aree interne che prima del sisma aveva delle grandi difficoltà che sono poi peggiorate con le scosse sia dal punto di vista del dissesto idrogeologico che dal punto di vista dei fondi stradali peggiorati con la neve del 18 gennaio dello scorso anno, che come sapete è la peggiore nemica degli asfalti.
Alcuni dati per quello che riguarda il piano di sviluppo rurale. I fondi comunitari del piano di sviluppo rurale pesano 538 milioni di euro, il piano ha una durata di 5 + 3 = 8 anni, la Regione Marche ha impegnato in bandi che sono stati in parte assegnati 274 milioni di euro, quindi più della metà della dotazione per otto anni è stata impegnata nei primi due anni e mezzo, perché noi l'abbiamo approvato il 15 settembre 2015.
A cosa serve il piano di sviluppo rurale? Per quello che riguarda l’occupazione, serve molto perché uno degli obiettivi principali è il ricambio generazionale, quindi noi finanziamo le nuove imprese, in particolare quelle dei giovani che vanno dai 18 ai 40 anni ai quali viene dato addirittura un aiuto all’avviamento, quindi questo è importante, ed è più grande mano a mano che si va verso le aree interne, laddove c’è il rischio di spopolamento.
Oltre a queste risorse per il sisma abbiamo ottenuto 160 milioni di euro con un negoziato fatto con le altre Regioni d’Italia che ci hanno dato, come solidarietà, il 3% dei rispettivi piani regionali. Per questi 160 milioni, somme che ci sono state date nell’estate dello scorso anno, bisognava far approvare dalla Comunità europea il nuovo piano di sviluppo rurale, l'abbiamo fatto, abbiamo già impegnato 60 milioni di euro. Come li abbiamo impegnati e perché ci daranno sostegno all’occupazione di questo settore?
Intanto l’agricoltura non è soltanto agricoltura, per esempio ci sono i Gal che sono i gruppi di azione locale che si muovono anche tramite Pilc, piani che riguardano l’interazione fra pubblico e privato, e sono finanziati per 15 milioni di euro. Uno dei criteri che abbiamo utilizzato per la valutazione dei progetti che ci vengono presentati è il tasso di assunzione, quindi ogni progetto che viene presentato dai Gal o ai Gal, a seconda che il progetto sia dei Gal o fatto dai Gal, deve prevedere l’assunzione, oppure incentivi alla creazione di impresa, anche questo è importante.
I 160 milioni più i 274 milioni in totale impegnati, come abbiamo detto, servono a incrementare e a mantenere 5.481 unità lavorative nel campo dell’agricoltura. Come si fa? Abbiamo messo 30 milioni di euro per esempio per le misure a superficie, per l’indennità compensativa, abbiamo elevato l’indennità compensativa facendo un negoziato con la Comunità europea, da 120 euro ad ettaro a 200 euro ad ettaro, abbiamo già messo a disposizione 30 milioni per il biologico a superficie oltre agli investimenti, sono tutte misure che servono a dare quelle risorse a chi è nelle zone interne e si occupa per esempio di biologico e di zootecnia, per dare un aiuto.
Un grande aiuto che è stato dato lo scorso anno ed anche quest’anno alle imprese zootecniche della regione Marche del cratere o che avessero subìto danni, è stato quello di mettere a disposizione una dotazione di 12.600.000 euro che è servita ad erogare i famosi 400 euro a capo bovino vivo e le 60 euro ad ovino, questo perché? Perché il settore della zootecnia delle aree terremotate pur avendo avuto poche perdite, perché a fronte di 27.400 capi bovini censiti ne sono morti soltanto 40, ha avuto grandissimi disagi, quindi non bastava ricostruire le stalle, fare delle stalle provvisorie, ricostruire la viabilità, ma serviva anche dare un incentivo a capo per evitare che i capi fossero venduti, in quel periodo c’era il rischio che le bestie fossero vendute, anzi svendute, e che le aziende chiudessero. Abbiamo tenuto grazie a tutti questi incentivi che sono stati dati.
Inoltre ci sono molti investimenti che riguardano sia l’innovazione che il ricambio generazionale e soprattutto la qualità. La Regione Marche può impegnarsi soltanto nella qualità delle produzioni e non nella quantità perché noi siamo piccoli e ci dobbiamo specializzare nella qualità sia dal punto di vista dell’agricoltura, sia dal punto di vista, come diceva prima l’Assessore Bravi che torno a ringraziare, delle produzioni perché non abbiamo più la grande industria e non possiamo competere con chi produce quantità.
Ringrazio ancora i miei piceni, bene o male molti li conosco personalmente, credo che il piceno abbia avuto delle difficoltà ed abbia ancora delle difficoltà enormi, però credo che il trend, tutto quello che è stato detto, e l’attenzione che c’è stata …, faccio questa digressione per il piceno perché io sono picena e quando sono stata eletta ho detto al Presidente Ceriscioli: non voglio la delega al piceno, ma voglio che il piceno abbia delle attenzioni maggiori e devo dire che le attenzioni maggiori come è stato detto con i numeri ci sono state.

PRESIDENTE. Apriamo il dibattito, ricordo quello che ci siamo detti nella Conferenza dei capigruppo: 8 minuti ciascuno e uno per gruppo e chi deve illustrare eventuali risoluzioni lo faccia all’interno di questo tempo.
Al momento ho due Consiglieri che si sono prenotati, vi chiederei di farlo subito, mentre parla il Consigliere Traversini che sarà il primo ad intervenire, a seguire ho il Consigliere Busilacchi ed il Consigliere Maggi. Chi vuole prenotarsi lo faccia subito.
Ha la parola il Consigliere Traversini.

Gino TRAVERSINI. Grazie Presidente. Vorrei ringraziare gli Assessori che hanno illustrato il lavoro che la Giunta ha fatto e che sta facendo sul tema del lavoro e devo anche sottolineare con piacere il fatto che sono intervenute tre Assessori donne, quindi metà della nostra Giunta ci ha esposto il problema del lavoro.
Noi ci siamo avvicinati a questo Consiglio con un passaggio in Commissione nella quale abbiamo fatto un’audizione, sollecitati nella discussione sul mondo del lavoro dalle problematiche dei disoccupati piceni che abbiamo ricevuto in Commissione e in Conferenza dei capigruppo.
Situazione particolare, anche molto grave, che giustamente va trattata in ambito regionale insieme alle altre situazioni, alle altre aree di crisi che ci sono, il fabrianese, il pesarese, con tutte le problematiche del mondo del lavoro perché non ci sono solo le aree di crisi, ma ci sono le aree interne e tutto il resto. Quindi partiamo da questa problematica per fare una valutazione generale sul tema del lavoro.
Ringrazio gli Assessori che hanno spiegato anche con meticolosità quello che è in parte il lavoro che sta facendo la Giunta soprattutto operando con i finanziamenti europei, perché principalmente si parla di questo. Un lavoro molto importante che si sta portando avanti.
I dati della Regione Marche sono in linea con quelli dell’Italia centrale per quanto riguarda la disoccupazione, 6% nell’Italia centrale, 9,7% nelle Marche.
C’è un dato incoraggiante, sono aumentati gli occupati rispetto allo scorso anno, non di molto ma c’è una tendenza alla ripresa, questo che significa? Significa che ci stiamo lavorando, è chiaro che il tema del lavoro non si può affrontare solo ed esclusivamente con l’impegno da parte della Regione, anche se ha il compito istituzionale di aprire una strada sul territorio. Il problema del lavoro è molto più vasto e va rapportato con gli altri soggetti istituzionali che stanno intorno al mondo del lavoro, come lo Stato e l’Europa, che illustrerò dopo, bisogna rapportarsi e fare delle strategie a livello istituzionale.
I tavoli con tutti gli organismi del mondo del lavoro, come diceva prima l’Assessore Bravi, sono altamente importanti, il confronto continuo con tutte le associazioni, Confindustria, associazioni di categoria, parti produttive della nostra società, è fondamentale perché da soli non riusciamo a raggiungere nessun obiettivo, se vogliamo dare una risposta bisogna operare su questo.
L’Assessore ha parlato di un concetto molto importante, quello che riguarda le politiche attive e passive, voglio rimarcare il fatto che si usa con equilibrio andare solo da una parte pensando che sia importante avvantaggiare le politiche passive, ad esempio l’assistenzialismo, sicuramente va data una risposta alle situazioni di grande emergenza che vivono le famiglie, per mantenerle nel tessuto sociale, però l’obiettivo è quello di reintrodurre al mondo del lavoro, e quindi alla formazione. Abbiamo speso soldi nella passata legislatura, durante la quale la situazione fu drammatica soprattutto per il territorio fabrianese e la Regione investì molto denaro negli ammortizzatori sociali, però questo non è sufficiente se non nella logica di reinserire la persona nel posto di lavoro, di dare occupazione.
In un mondo del lavoro che è sempre più complicato la formazione diventa estremamente importante e fondamentale perché il mondo del lavoro cambia continuamente e con una velocità vertiginosa, vedete come cambiano i posti di lavoro, la tecnologia che manda a casa persone, la realtà è questa. Occorre quindi far capire che bisogna lavorare in altri settori ed è qualcosa che la Regione può fare, lo sta facendo, ma non può farlo da sola, ecco perché ho parlato di rapporti con le altre istituzioni.
Le scuole, lo diceva l’Assessore, si stanno avvicinando al mondo del lavoro, un ragionamento fatto anche in passato ma che è ancora più importante oggi occorre fare in modo che le scuole indirizzino i ragazzi verso quello che può essere poi il mondo del lavoro che dovranno affrontare, altrimenti è difficile trovare uno sbocco. Così come i tavoli che si stanno facendo sul territorio dove si incontrano le associazioni di categorie legate al mondo del lavoro (dalla Confindustria a tutto il resto, legate), i servizi, il sociale. Ci sono dei piccoli comuni delle aree interne che hanno posti di lavoro esclusivamente nei servizi legati all’attività del sociale quindi questo sicuramente è uno dei temi fondamentali ed importanti che viene affrontato.
Ho detto a livello istituzionale del rapporto dello Stato e della politica con il mondo del lavoro. Occorrerà che Il nuovo Governo affronti la problematica anche a livello regionale per sapere qual è la possibilità che si dà al mondo del lavoro, questo è fondamentale perché se si vuole abbassare e si vuol dare una svolta a questa alta percentuale di disoccupazione nelle Marche, bisogna avere una politica nazionale forte che vada a braccetto con quella regionale, altrimenti le risposte non vengono date.
C’è un altro passaggio a livello istituzionale che riguarda l'Unione europea, nella mia Commissione esaminiamo i provvedimenti e portiamo in Consiglio le risoluzioni che riguardano le questioni europee, tutti i soldi che gli Assessori hanno citato prima sono finanziamenti europei, chiaramente con la nostra partecipazione. I finanziamenti europei hanno già degli obiettivi, e su questo possiamo fare anche una verifica, tra cui quello dell’occupazione, creare posti di lavoro. Prima lo diceva l’Assessore parlando di Psr, in agricoltura i dati sono abbastanza chiari, quegli interventi hanno determinato nuovi posti di lavoro, questo è già un obiettivo, però bisogna muoversi, lo faremo a livello regionale, ma soprattutto lo deve fare lo Stato a livello nazionale perché nel 2020 si ridiscute la politica dei prossimi anni e non è pensabile che a livello europeo non si ponga davanti l’obiettivo del posto di lavoro, quindi la politica dell’Europa deve continuare con determinazione ad investire sulla possibilità di creare posti di lavoro.
Lo dico perché c’è un concetto che è stato detto con forza all’inizio, arie di crisi e aree interne, lo dico perché le conosco molto bene, il posto di lavoro non è solo che uno deve avere la propria possibilità di vita, quindi guadagnare per vivere e realizzarsi, il problema nelle aree interne diventa anche la possibilità di rimanere sul territorio, quindi questa visione del posto di lavoro non è solo la realizzazione, ma rimanere lì, e sappiamo benissimo che, l’ho già detto altre volte, se per la fascia dell’Italia centrale, non solo le Marche, non si fa una strategia a livello nazionale dove non c'è bisogno di milioni di posti di lavoro, ma molto meno, se non si dà una strategia di occupazione, di prospettive di vita, un mondo del lavoro nuovo, rinnovato, con le capacità e le possibilità che quei territori possono dare, rischiamo tra 20/30 anni la non gestione di quelle aree, questo è un dato di fatto, non ci sarà più la gente che potrà gestire quelle aree, quindi il problema si ripercuoterà su tutto il resto del territorio e della regione.
Un problema quello del mondo del lavoro che va visto, per quello che possiamo fare e stiamo facendo, integrato con tutte le parti, lo Stato e l’Europa, altrimenti quelle risposte che dobbiamo dare non riusciremo a darle anche perché questo è un settore altamente complicato, non semplice da portare avanti, non basta una lunga chiacchierata, però l’indirizzo lo si può dare.
Spero che questo Consiglio sul mondo del lavoro ci dia delle possibilità, perché dobbiamo essere in molti a ragionare sul questo tema e a mettersi intorno al tavolo. Non può esserci una persona che risolve i problemi di tutti, ci sono tutte le parti che devono stare insieme, spero che il Consiglio oggi porti ad un documento unitario con il quale si dia ancora più forza a quello che stiamo facendo e si diano anche delle prospettive di impegno a livello nazionale per dare queste risposte.
La Commissione ha incontrato i disoccupati piceni, è stato un modo per approcciarsi ad un problema che conoscevamo in parte, qualche Consigliere meglio perché proveniente da quell’area. Avremmo avuto bisogno di più tempo per approfondire, per dare anche delle risposte più concrete, in modo da affrontare e fare interagire anche altri soggetti che nel mondo del lavoro a livello regionale sono importanti, però possiamo dare la nostra disponibilità, il nostro lavoro per sollecitare proposte che vengono dalla Commissione e vengono dal Consiglio.
Spero che oggi alla fine di questo Consiglio si raggiunga una visione completa con un documento che esprima la maggiore unitarietà possibile. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Grazie Presidente. Anch’io penso che questo Consiglio, che va benissimo, debba essere un momento che ogni tanto dovremmo ripetere perché il lavoro è certamente il tema dei temi, oggi abbiamo tempi contingentati, ma auspico che si possa arrivare ad un documento condiviso. Probabilmente ogni anno, ogni semestre, dovremmo fare una riflessione tematica, anche invitando degli esperti che ci possono illustrare alcuni dati esterni, che possa anche aiutarci a trovare delle soluzioni.
Ringrazio gli Assessori, è bello che oggi tre donne siano intervenute, per l’impegno, sarà mia cura leggere i dati che l’Assessore Bravi ha presentato, io sono per natura un incorreggibile ottimista però credo anche che oltre alle cose che vanno bene sia giusto e serio mostrare quelle che vanno meno bene per cercare di trovare una soluzione.
Ora, se è vero che noi siamo dentro una contingenza nazionale, è anche vero che in questi anni siamo andati peggio del resto d’Italia perché nel resto d’Italia sono stati recuperati tutti gli occupati del 2008, nelle Marche questo non è avvenuto, sono i dati dell’Istat.
Sull’Italia potremmo dire che in realtà sono stati recuperati gli occupati, ma non le ore lavorate, però il problema è che nella nostra regione, per le sue caratteristiche, ci sono alcune specificità che non possono essere sottovalutate.
L’ultimo rapporto della Banca d’Italia del novembre 2017, quindi di pochi mesi fa, ci dice che nel 2017 il calo degli occupati, già registrato nella seconda parte del 2016, si è esteso al primo semestre dell’anno in corso, -2,7%, mentre in Italia gli occupati hanno continuato ad aumentare nelle Marche il calo ha interessato sia la componente maschile che quella femminile.
Se in più ci concentriamo sui dati del precariato, la situazione è ancora peggiore perché abbiamo recuperato un po' rispetto agli scorsi anni sul tema degli occupati, però il problema è che i contratti sono precari, sono crollate le assunzioni a tempo indeterminato che nel 2017 sono state 3.500 in meno rispetto al 2016, i contratti stabili rappresentano solo il 10% dei contratti attivati, aumentano le cessazioni dei contratti a termine, c’è un picco vertiginoso del lavoro precario, la nostra regione risulta essere da questo punto di vista la terza peggiore tra tutte le regioni d’Italia. Ovviamente rispetto a questi temi bisogna cercare di attivare tutte le leve possibili e la politica e le istituzioni hanno un peso parziale perché tanti aspetti incidono, però credo che noi non possiamo sottovalutare questa situazione, abbiamo bisogno di un lavoro di migliore qualità, mentre nella nostra regione il lavoro che si diffonde è precario.
Il tempo è pochissimo quindi mi avvio a concludere, però ripetiamo questa iniziativa perchè non si può intervenire cinque minuti sul tema del lavoro.
Credo che la Giunta abbia fatto bene rispetto alla programmazione europea, rispetto alla soluzione delle crisi aziendali, però penso che oggi abbiamo la necessità di intervenire con maggiore efficacia su due temi, uno è quello che riguarda la ristrutturazione dei nostri ammortizzatori sociali. Ne approfitto per salutare oltre che le scuole, l’educazione è sempre uno strumento fondamentale, anche i disoccupati del piceno che abbiamo incontrato in Commissione, nel loro documento chiedevano un intervento sugli ammortizzatori sociali, è ferma in Commissione una proposta sull'inclusione lavorativa firmata da tutti i Consiglieri di maggioranza e sostenuta oltre che dall’Assessore Bravi, che ringrazio, anche dall’Assessore Cesetti, abbiamo necessità di ripartire da lì, di riorganizzare le nostre borse lavoro per evitare che con le risorse scarse ahimè che abbiamo ci sia frammentarietà, abbiamo bisogno di renderle più efficienti. Quello era uno strumento utile, quindi dotiamo di un po’ di risorse questa legge, penso all’Assessore Cesetti che lo ha ricordato anche in bilancio, perché senza risorse non si fa niente.
Il secondo tema invece, mi rivolgo al Presidente Ceriscioli che lo ha messo tra le sue priorità, è il tema del piano di sviluppo, noi abbiamo bisogno di creare occupazione, la quale non viene creata dalla Giunta, ovviamente, ma la creano le categorie, le forze sociali, le imprese insieme ad una politica industriale.
Va bene l'industria 4.0, ma noi abbiamo bisogno di parlare della specificità di un tessuto produttivo, quello marchigiano, ancora caratterizzato da molte piccole e medie imprese che probabilmente hanno bisogno di qualcosa che inneschi maggiormente uno sviluppo nella nostra regione.
Credo che quel piano di sviluppo che è stato discusso nella cabina di regia abbia bisogno di tempi, di obiettivi, per cui dico alla Giunta concentriamoci sul bicchiere mezzo pieno, ma anche su quello mezzo vuoto perché dobbiamo guardare alle cose che funzionano ed anche alle situazioni di criticità che ci sono nella nostra regione, dobbiamo dircelo, quindi credo che sia nostro compito intervenire per risolverle. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Grazie Presidente. Mi rivolgo a lei per una richiesta, visto che noi abbiamo contribuito a questo intervento ed abbiamo richiesto questo Consiglio tematico sul lavoro e vista la presenza nella parte riservata al pubblico di persone del piceno venute a rappresentare la loro situazione, io lascerei l’intervento al Consigliere Giorgini che viene da quella situazione in rispetto di coloro che sono venuti da quelle zone martoriate. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giorgini.

Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Voglio ringraziare le persone del piceno, non voglio più chiamarle disoccupati perché sembra una ghettizzazione, quindi ringrazio le persone del piceno che oggi sono qui.
Prima di venire ai dati importanti del territorio marchigiano e in particolare del piceno, vorrei fare un piccolo sunto su come il Movimento 5 Stelle vede e vuole che siano le politiche del lavoro.
Il mondo del lavoro sta cambiando, la politica che il Movimento 5 Stelle vuole perseguire ha come obiettivo quello di agevolare lo sviluppo di nuove professioni legate all’innovazione tecnologica, di incentivare la nascita di nuove start-up e di favorire la trasformazione delle aziende già in attività per mantenere competitività e creare nuovi posti di lavoro.
Da qui al 2025 circa il 50% dei lavori saranno lavori creativi e il 60% delle professioni che conosciamo oggi si trasformerà o sparirà, l’Italia e soprattutto le Marche che hanno un tasso di disoccupazione più alto della media nazionale, debbono essere pronte a salire sul treno dell’innovazione e della trasformazione.
L’investimento pubblico, in un periodo di recessione, di difficoltà, di investimenti, di grandi trasformazioni, assume un ruolo fondamentale, ma la trasformazione deve cominciare proprio all’interno degli enti pubblici zavorrati dalla pesantezza di una burocrazia ottusa del tutto inadeguata alla velocità delle trasformazioni e al controllo dell’efficacia degli investimenti.
I centri per l’impiego, che sono lo strumento pubblico, dovrebbero agevolare l’incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro, invece sono completamente inadeguati a svolgere la loro funzione.
Nella nostra proposta di legge per il reddito di cittadinanza prevediamo una spesa di 2,1 miliardi proprio per migliorare la selezione e la formazione del personale e per informatizzare il servizio con applicazioni mirate che rendano finalmente le funzioni di formazione e orientamento dei disoccupati reali ed efficaci.
Ho parlato di reddito di cittadinanza, in realtà è un reddito minimo garantito, perché il reddito di cittadinanza si rivolge a ricchi e poveri, invece il reddito minimo garantito ..., per semplificazione si chiama così.
Il reddito minimo garantito, una misura attiva rivolta al cittadino al fine di reinserirlo nella vita sociale e lavorativa del Paese, propedeutica a garantire prima di tutto la dignità sociale dell’individuo e della famiglia che in questi ultimi 20 anni è stata per molte famiglie persa, per molti cittadini persa, a risollevare il Paese dalla profonda crisi occupazionale ed economica, a contrastare la povertà, la disuguaglianza e l’esclusione sociale che erano delle bandiere della sinistra tanti anni fa, a sostenere l’acquisizione di competenze e l’inserimento di chi il lavoro lo ha perso e di chi lo cerca per la prima volta.
Questo reddito minimo garantito si configura come uno strumento di sostegno al reddito per i cittadini che versano in condizioni di bisogno e l’ammontare annuo è fissato in 780 euro mensili per persona singola, parametrato sulla base della scala Ocse modificata per nuclei familiari più numerosi.
Il nostro reddito costa all’incirca 17 miliardi di euro all’anno e non può costituire un problema visto che si sono trovati facilmente e in pochi giorni 20 miliardi di euro per salvare le banche.
La finalità del reddito di cittadinanza è quella di contrastare la povertà, la disuguaglianza e l’esclusione sociale.
Adesso veniamo ai dati, si sono dette tante cose, ma molte sono inesatte. I dati si riferiscono al secondo trimestre 2017, gli unici che abbiamo completi e sono dell’Istat, altri dati sono di Orizzonte lavoro sulla base degli iscritti al centro impiego per quello che riguarda la provincia di Ascoli Piceno, nelle Marche il numero dei disoccupati è di 75.502 unità, aumentato del 12,5% dal 2016 ad oggi.
Dal 2011 sono 43.000 in meno, nel 2010 erano 36.000 i disoccupati nella nostra regione, Assessore Bravi, la disoccupazione è dell’11,6%, non erano dati del 2017 come ha detto lei, perché nel 2016 la disoccupazione era quasi uguale, i disoccupati maschi nel 2016 erano 34.099 e nel 2017 36.696, quindi c’è stato un aumento, le donne disoccupate nel 2016 erano 33.038, nel 2017 38.806, quindi c’è stato un aumento percentuale, la media della disoccupazione femminile è del 12,66%.
Poi ci sono gli inattivi, cioè quelli che ormai non hanno lavoro e non lo cercano più, sono 298.338, 9.000 in più del 2016.
Se noi confrontiamo i dati del 2010, non di un secolo fa, ma di 7 anni fa, vediamo che i disoccupati nel 2010 erano 33.933 e quelli nel 2017 sono 75.502, come dicevo prima, quindi è una cosa allucinante, in 7 anni abbiamo raddoppiato il numero dei disoccupati. In provincia di Ascoli Piceno, ho i dati ufficiali, sono 30.000, questi sono dati presi dal centro per l’impiego, su una forza lavoro di 100.000 persone, quindi rendetevi conto della situazione, 52.000 persone lavorano con contratto dipendente, 20.000 partite Iva, altri lavoratori.
Restano fuori da qualsiasi possibilità di impiego 7.000 persone in Ascoli e 6.000 a San Benedetto del Tronto, come dicevo sono dati elaborati da Orizzonte lavoro sulla base degli iscritti ai centri per l’impiego.
Non sono considerati tra queste 30.000 persone, quelli che sono in cassa integrazione guadagni, Naspi, indennità di disoccupazione e indennità di mobilità, quindi la situazione probabilmente è ancora più grave, oltretutto il piceno ha il reddito più basso d’Italia, quindi una situazione allarmante, in tutti i sensi. Ho sentito le molte cose che si stanno facendo ma qui ci sono persone, famiglie che non hanno nessun reddito, e che hanno problemi maggiori di ogni altra provincia marchigiana.
Due parole sull’area di crisi complessa, qui ho i dati di Invitalia, la Regione Marche per i progetti sopra ad 1,5 milioni di euro ha a disposizione 17 milioni di euro, ci sono 9 aziende che sono in fase istruttoria, 2 progetti non sono accoglibili, quindi con 17 milioni di euro sono stati o verranno creati 120 posti di lavoro, quindi una goccia in mezzo al mare. Certo tutto va bene per carità, ci mancherebbe, quando si creano posti di lavoro tutto va bene, però ben capite che su 30.000 disoccupati, 120 persone …, poi ci sono quei 90 progetti sopra i 150.000 euro e sotto il milione e mezzo, che dobbiamo vedere quanti posti di lavoro creeranno.
L’ultima cosa, voglio illustrare e chiudo i punti della risoluzione. L’Assessore Bravi parlando della 205 ha detto che è stata fatta la domanda per la deroga dell’indennità di mobilità. 34 milioni che la legge 205/2017 ha messo a disposizione, è stata fatta la domanda? Questo è quello che le chiedo perché c’erano 30 giorni di tempo per fare la domanda, quindi chiedo se è stata fatta. L'articolo 144 dice che entro 15 giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge le Regioni richiedono al Ministero del lavoro e delle politiche sociali l’assegnazione delle risorse necessarie in relazione alle proprie esigenze, la cifra disponibile è 34 milioni di euro. Quindi volevo assicurarmi che sia stata fatta.
Detto questo passo velocemente alla risoluzione che ha cinque punti, quattro importanti, che poi magari potrete leggere, ma il quinto punto, e qui mi rivolgo al Presidente, prevede di prendere provvedimenti straordinari per dare un aiuto immediato ai disoccupati con figli a carico che sono senza lavoro o senza ammortizzatori sociali: Cig, Naspi, indennità di mobilità. Presidente nel nostro territorio ci sono persone che hanno moglie e figli e non hanno soldi per poter vivere, non riescono a mangiare, non avevano nemmeno i soldi per prendere il pullman.
Con questa risoluzione, Presidente, chiedo di prendere provvedimenti straordinari, (questa non è una situazione ordinaria), per dare un aiuto a queste persone che non hanno nessun reddito, tutti gli ammortizzatori sociali sono finiti, e non hanno di che vivere. Grazie.

Presidenza del Vicepresidente
Piero Celani

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Credo che per una assise così importante gli otto minuti che vengono dati ad ogni gruppo per discutere di questo problema siano insufficienti, anche perché arriviamo alla discussione di un argomento molto importante, anzi importantissimo, dopo che il gruppo della Lega, il gruppo di Forza Italia, il gruppo di Fratelli d’Italia e il gruppo di Alleanza Popolare hanno presentato il 27 luglio 2016 una richiesta al Presidente del Consiglio per poter parlare della situazione drammatica in cui versano le Marche.
Questi sono fatti, questa è carta (carta canta villan dorme), ho detto questo per introdurre la discussione, siamo in una situazione drammatica perché il capogruppo della Lega è pazzo o i dati che ci danno i lavoratori sono veri e se i dati dei lavoratori sono veri, ci sono 26.700 famiglie nella zona del piceno, di cui stiamo parlando questa mattina, senza reddito. O chiamate un medico per farmi ricoverare per un TSO, altrimenti sono veri di dati forniti dai lavoratori.
Non possiamo più scherzare perché per le attuali disposizioni emanate su questo settore dal Governo centrale, nonostante i soldi ci siano, non arrivano ai lavoratori che sono in difficoltà, in quanto ci sono delle blindature e subentra l’Isee a 6.600 euro. Chi non ha un Isee che supera i 6.600 euro? Basta avere la proprietà di una casa, non ci vuole un marziano per capire questo! Ed allora non arrivano i flussi, non arrivano i soldi, non c’è la possibilità di curarsi! Queste persone hanno bisogno di ticket gratuiti in quanto non hanno reddito! Questo è il problema vero e concreto! Si sta discutendo che siamo marziani in base ai numeri, probabilmente sui numeri avete ragione, ma la realtà concreta è un’altra cosa! Nella realtà concreta mancano i soldi! Questo è il problema!
La politica deve risolvere questo problema, perciò le disposizioni emanate dai Governi fino ad oggi non vanno bene per il territorio delle Marche. La Lega lo sostiene da anni, occorre una vertenza, cosa significa? Che dobbiamo andare a contrattare queste disposizioni del Governo che per il nostro territorio non vanno bene, questo significa vertenza per uno che ha fatto il sindacalista per 35 anni! Dobbiamo modificare le norme, altrimenti non siamo in grado di dare risposte a questi lavoratori.
Cosa aggiunge la Lega? La Lega aggiunge che serve un provvedimento immediato di reddito a breve termine, urgentissimo, altrimenti scoppia una bomba sociale, se lo vogliamo capire ..., perché dopo Ascoli, che è partita nel 2002 con l’area complessa, ci sono altre aree che ancora non sono state nemmeno prese in considerazione e sono ugualmente esplosive, Assessore, con oltre 10.000 lavoratori che stanno per cadere nel dramma. Questo è il problema!
Bisogna rimuovere gli ostacoli, bisogna fare le cose di buon senso dicendo che le cose non vanno bene, ho ascoltato anche l’intervento del Consigliere Busilacchi, con il quale su grandi linee condividiamo l'impostazione sul lavoro, perciò riflettiamo politicamente su cosa significa questa cosa. Presidente è inutile che ride, sono così i fatti! E’ vero quello che ha detto il Consigliere Busilacchi, io lo dico da 35 anni in difesa dei più deboli.
La risoluzione che noi presentiamo va in questo senso, un immediato intervento urgente per l’assistenza al reddito, rimuovere tutte le leggi emanate per poter far arrivare i soldi al popolo che è in difficoltà; occorre fare gli investimenti, intendiamo una zona franca, bisogna avere il coraggio di andare a trattare con il Governo per una zona franca o per più zone franche al fine di incentivare le imprese ad aprire, tecnicamente poi si discuterà di quella che può essere la zona franca, di quello che può essere l’aiuto alle imprese, di quello che può essere l’aiuto ai lavoratori, ci possono essere altre soluzioni, non entriamo in questo momento nella discussione tecnica perché a monte serve la volontà politica per rimuovere l'ostacolo. Questo è il vero problema! Abbiamo ascoltato i lavoratori e cosa ci hanno detto? C’è chi a 59 anni non ha lavoro! E’ inutile che io lo formo, forse dovrò andare all’Inps con il Governo a chiedere la possibilità di un percorso pensionistico per farlo uscire prima, le cose sono semplici! Siamo in una situazione difficile, questo vuol dire vertenza! Quando ho parlato con l’Assessore Bravi, probabilmente non mi sono spiegato bene, non ha capito l’importanza! Ma il problema non è quello della comunicazione tra noi, il problema è che servono fatti concreti, ispirandoci a quello che hanno fatto le altre Regioni.
Ultimo punto: promuovere un accordo di programma tra il Mise e la Regione Marche sul tipo di quello già fatto per altre Regioni, perciò non inventiamoci niente, denominato “patto per lo sviluppo” al fine di dare un forte impulso alla realizzazione di nuove infrastrutture e il potenziamento di quelle esistenti. Su questo Assessore Casini bisogna fare un patto, è inutile che lei faccia con la testa così, non l’ha fatto! E’ inutile che stiamo qui a sentire i ringraziamenti che vi siete fatti a vicenda questa mattina, lei per esempio ha citato il problema della banda larga, difficoltà nell’entroterra, ma chi l’ha fatto il bando? L’ho fatto io o la Regione con la sua maggioranza? Certo che c’è difficoltà con la banda larga per l’entroterra, ma per chi ha vinto non c’era nel bando l’obbligo di portare la banda larga anche nell’entroterra. E' chiaro che non ci vanno. Ma di cosa stiamo parlando? L'industria 4.0 è una bella cosa, ma lei sa che non dà una risposta immediata ai territori, non prendiamoci in giro!
Questo è il problema di fondo, dentro quest’Aula voglio fare uno sforzo politico, voi lo sapete che ragiono politicamente, non possiamo dire, Assessore Casini, che i numeri vanno bene, quello che voi comunicate è una cosa, non è bastata la vostra disgrazia di qualche ora fa, continuate a mandare messaggi al popolo che le cose vanno bene, però i lavoratori presenti in Aula vivono alla giornata ed al mattino quando si mettono le mani in tasca non ci trovano nemmeno 5 euro, questo è il problema, lo vogliamo capire?
So che è difficile, però qui siamo tutti d’accordo, maggioranza e minoranza, qualsiasi Governo ci sia ..., qualcosa del passato ricordo, ricordo come si facevano le vertenze a livello regionale con i Governi di centro sinistra o con i Governi della cosiddetta Prima Repubblica, quando si voleva risolvere un problema ci si metteva tutti insieme e si andava là, a 280 chilometri da Ancona a bussare al Ministro di turno per avere risposte.
Presidente lei sarà un grande Presidente se riuscirà a fare questo, se rimane sulle sue posizioni, se rimane sulle posizioni degli Assessori, dei numeri, che non corrispondono a quelli della realtà concreta e quotidiana, quelli reali sono quelli che ha dato il Consigliere Busilacchi, che non ripeto, ma sono quelli i numeri: noi siamo la Regione con due punti in più di disoccupazione rispetto alla media dell’Italia centrale.
Questo è il dato finale. Mi fermo qui perché probabilmente ho superato anche il tempo, chiedo scusa, però a quest’Aula non va chiesto scusa perché va rifatto un Consiglio sul lavoro, concreto, con proposte serie, altrimenti 1.450.000 marchigiani vengono da noi presi in giro e il nostro partito non ci sta a questo gioco! Richiederò formalmente un altro Consiglio perché c’è il problema del credito per le aziende e l’Assessore ed il Presidente sanno che c’è il problema dell’aeroporto che è una infrastruttura strategica per la regione Marche.
Queste sono le cose da risolvere, o questo gruppo dirigente è in grado di risolverle, altrimenti credo che i marchigiani debbano riflettere per il futuro ed in modo particolare debbono riflettere per il 2020. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Grazie. Il tema del lavoro è molto importante per cui bisognerà sicuramente tornarci sopra.
Mi dispiace sinceramente aver sentito dei toni un po’ da campagna elettorale, la campagna elettorale è finita, bisognerebbe mantenere su un problema così importante una certa serietà nel rispetto di chi non ha lavoro
Una battuta solo sul reddito di cittadinanza e poi passo alle cose che voglio dire.
Sinceramente non ho così tanta fiducia che chi governerà, se governerà il Movimento 5 Stelle, troverà le risorse necessarie per dare a tutti gli aventi diritto questo reddito, perché è molto alto, 780 euro. Forse vedendo l’esperienza all’estero è meglio che non ci sia questo reddito, io ho detto che è peggio della droga. Vediamo in Germania quello che è successo, in Germania c’è l’Hartz IV che è l’equivalente ed una giornalista che si chiama Inge Hannemann ha scritto un libro intitolato “La dittatura dell’Hartz IV”.
Il concetto è giusto, sarebbe bello, però il diavolo trova i problemi nei dettagli, la proposta del reddito di cittadinanza è: ti offriamo un lavoro e se tu rifiuti tre lavori ti togliamo il reddito di cittadinanza. Quindi una persona si rivolge al centro per l’impiego ma, ed è qui il dettaglio, il centro per l’impiego non ti offre mica un lavoro a tempo indeterminato, per lo meno in Germania è così, ti offre un lavoro per qualche giorno, a pochissimi euro l’ora, in Germania sono arrivati ad 1 euro l’ora, e se tu rifiuti ti tolgono l’Hartz IV, cioè il reddito di cittadinanza. Sapete che significa? Che le persone sono sfruttate, questa è la parola giusta, perché non possono rifiutare un lavoro da un euro l’ora, altrimenti tolgono loro il reddito di cittadinanza.
Ci sono persone che non possono uscire dalla loro città, perché se l’agenzia ti chiama e ti dice “domani devi andare al lavoro” e se sei fuori città non fai in tempo a rientrare e perdi il lavoro, quindi per paura le persone non escono più, non viaggiano più.
C’è chi ha rinunciato a giocare a calcio perché se si fa male e se si rompe una gamba non può andare subito al lavoro, perché chiamano a lavorare oggi per domani. Questa è la dittatura dell’Hartz IV.
In Finlandia c’è un esperimento diverso, ma in Finlandia l'hanno fatto su 2.000 persone e danno 560 euro e non è legato alla rinuncia del lavoro, lì si aprono altre problematiche.
Chiudo la parentesi, non illudiamo i cittadini su questo tema, secondo me non si troveranno le risorse, il reddito di cittadinanza è una bella cosa se funziona, però abbiamo visto che dove viene applicato non funziona, anzi schiavizza le persone! Questo va detto e noi non possiamo rinunciare ad anni e anni di lotta sociale e di diritti sociali che i nostri nonni con il sangue hanno ottenuto.
Ritorno al tema delle Marche. Noi abbiamo visto delle slide con dei numeri importanti, però c’è da dire una cosa, certo è stato fatto un grande sforzo, 779 milioni di euro se non ricordo male, però guardandoci in faccia dobbiamo dirci che probabilmente non sono sufficienti, occorre fare di più.
Nei due incontri a cui ho partecipato con il Comitato del piceno sono emerse tre problematiche: la prima è che i centri per l’impiego non funzionano, quindi vanno rifondati, ci penserà chi governerà a rifondare i centri per l’impiego perché così come sono adesso non funzionano; la seconda è che, purtroppo, ci sono molte persone che hanno bisogno di una assistenza immediata perché gli ammortizzatori sociali per loro sono terminati e non sanno come arrivare a fine mese, forse neanche alla fine dei quindici giorni. Sentire che gli ammortizzatori sono stati prorogati, l'ha detto l’Assessore, fa piacere però parliamo di 195 persone, se il numero dei disoccupati è pari, come qualcuno ha detto, a 16.000, qualcun altro ha detto 30.000, è chiaro che tra queste due cifre, anche fossero 1.000 o 2.000, la misura è ancora insufficiente, per questo dico che bisogna fare di più, nell’immediato, e questo non riguarda il tema del lavoro, riguarda quello dell’assistenza sociale perché domani queste persone devono mangiare. Poi c’è il tema vero, quello di medio termine, che è quello di creare lavoro nel nostro territorio.
A me ha fatto piacere sentire che nel cratere ci sono state 41 nuove imprese, però l’Assessore non ha detto quante nel frattempo, dall’ottobre 2016, hanno chiuso, magari sono 5.000.
Le aree di crisi sono diverse, qui ci sono gli amici del piceno, ma c’è l’area di crisi del fabrianese, c’è l’area di crisi del cratere, c’è l’area di crisi del pesarese, come diceva l’Assessore, queste aree di crisi sono estese, quindi servono investimenti importanti, però dobbiamo dire che probabilmente, anzi sicuramente, occorre fare uno sforzo maggiore e, per alcune misure come quella dell’assistenza, occorre agire subito. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Il tema è serissimo e complesso, lo stiamo dicendo ormai da alcune ore, ma soprattutto lo stanno vivendo moltissime persone sulla loro pelle.
Non entro nel merito dei dati che sono stati forniti oggi, li prendo tutti per buoni, però mi sembra che abbiamo visto, il Presidente è professore di matematica, che nella realtà dei fatti 2 + 2 non fa mai 4, perché se accendiamo la televisione ogni giorno ci viene dato un dato Istat che parla di rilancio e di positività, il giorno dopo viene dato un altro dato che parla dell’aumento dei dati relativi alla disoccupazione, non sappiamo mai qual è la realtà dei fatti in questo sistema di informazione che ci dice una cosa ed il giorno dopo nel senso contrario.
Sicuramente gli sforzi messi in campo ci sono stati, non voglio assolutamente dire il contrario, quello che però è emerso, anche dall’incontro che abbiamo avuto come capigruppo con i rappresentanti, oggi molti sono presenti qui in Aula, è che tutte le politiche che sono state messe in campo hanno di fatto creato delle risposte insufficienti, forse perché gli strumenti utilizzati non sono riusciti ad andare a buon fine perché non hanno prodotto, oppure sono inadeguati e qui si richiede, anche attraverso l’atto che abbiamo presentato, un intervento al Governo perché vadano ricalibrati su una realtà come la nostra e su una realtà come quella italiana che attraversa una crisi importantissima alla quale però, dobbiamo dircelo, a livello nazionale non si è riusciti a dare le risposte giuste.
L’Assessore Bravi ha parlato giustamente della sua competenza legata alla formazione, prima c’erano i ragazzi delle scuole, ma l'avviamento al lavoro ed alle professioni non può diventare manodopera gratuita per i fast food nazionali. Formare dei ragazzi a fare che cosa? A dare lavoro gratis ai fast food? Non è questo il sistema messo in piedi per creare l'uscita dalla scuola che consenta anche di avere degli strumenti di formazione in mano.
Ho sentito parlare dagli Assessori che sono intervenuti di sinergie, una parola bellissima ed importantissima, oggi vi vediamo tutti molto compatti come Giunta, se così è da oggi o da ieri sono contentissima, ma nel corso di questi due anni e mezzo, quando sono state fatte interrogazioni o mozioni sul tema, abbiamo sentito rispondere i singoli Assessori nelle varie realtà che sembravano in qualche modo tirare per la giacchetta gli altri componenti della Giunta.
Il tema è complesso e riguarda tante realtà e, potete andare a sentire le risposte, la sensazione, forse è solo mia (se non è così ne sono contenta), è quella di muoversi per compartimenti stagni e non in un’ottica sinergica che invece in questo senso è molto importante.
Abbiamo fatto delle richieste specifiche da portare al Governo e gli imputiamo anche delle scelte sbagliate per il nostro territorio, forse sono un disco rotto, ma il rinnovo continuo delle sanzioni alla Russia che hanno dato molti problemi ai nostri comparti produttivi, credo che siano un pessimo esempio di politiche nelle quali la Regione delibera all’unanimità di muoversi in una direzione e poi non ha la capacità (non voglio dire la volontà perché non metto mai la malafede in chi mi sta di fronte), di portarle avanti nelle politiche di Governo dello stesso colore politico, facendo capire quanto quelle politiche sono dannose per la nostra economia reale.
Noi dobbiamo entrare nel merito delle questioni, dobbiamo avere la forza e la capacità di portarle anche laddove queste politiche vanno ad inserirsi.
Ho preso appunti sui dati forniti, però non voglio entrare nel merito perché l'hanno detto anche alcuni Consiglieri intervenuti prima di me, mi sembra che ci siano delle difformità sia sui dati della disoccupazione che sui dati dell'occupazione creata.
C’è un documento che gli ex lavoratori del piceno, che vorrebbero tornare ad essere lavoratori del piceno, ci hanno fornito, che rappresentano degli spunti molto interessanti e concreti.
Lei ha dato anche in quella occasione delle risposte più o meno puntuali, ma in molti casi ricordo che lei ha risposto: “Qui non possiamo fare nulla! Perché la normativa è questa …, i fondi ci vengono dati per la formazione”. La formazione rimane molto spesso (è emerso anche dai suoi dati), fine a sé stessa, come le borse lavoro, se una borsa lavoro consente ad un giovane o ad una persona anche non giovane di lavorare per 6 mesi prendendo pochissimi soldi, perché l’azienda non paga il contributo, se poi quell’esperienza finisce lì perché non è funzionale a quell’azienda, non serve e non serve neanche al lavoratore per reinserirsi, allora credo che il sistema vada rivisto per dare una consequenzialità a quel percorso che consenta, magari anche attraverso ulteriori sgravi, a quell’azienda, dopo aver fatto un percorso di tirocinio, di assumere, in modo da rendere quel percorso consequenziale e creare un’oggettiva forza lavoro e opportunità occupazionale. Altrimenti risultano misure senza risultati, anche se per chi ha bisogno sono indispensabili perché danno 6 mesi di sopravvivenza, anche con tutti i ritardi nei pagamenti, con tutti i problemi che sono emersi, però rimangono delle misure fini a sé stesse.
Chiudo agganciandomi al discorso che è stato fatto sul reddito di cittadinanza, neanche Fratelli d’Italia condivide il provvedimento perché reputiamo che sia più giusto offrire opportunità di lavoro che assistenzialismo. Muoversi con l’obiettivo di creare assistenzialismo, quando persone che lavorano 40 ore a settimana prendono più o meno quello che prende chi usufruisce del reddito di cittadinanza, credo che sia un presupposto sbagliato, perché il lavoro è dignità e noi a questo dobbiamo puntare.
E’ vero anche che delle misure urgenti vanno pensate e vanno calibrate sulle realtà di crisi, per questo bisogna entrare nel merito delle singole realtà, però siamo già in ritardo, non nel senso che gli strumenti a disposizione sono rimasti nel cassetto, anche se alcuni hanno tardato e tardano ad essere applicati, ma tardiamo in un’azione incisiva nei confronti del Governo per aprire quella che il Consigliere Zaffiri ha chiamato vertenza, anche lo stesso Assessore Bravi ha parlato di un tavolo, di un qualche cosa di diverso che dia risposte urgenti ed immediate, altrimenti questa crisi rischia di avanzare ulteriormente.
Se la volontà c’è e raccolgo anch’io l’invito del Consigliere Zaffiri, facciamo una cordata, superiamo quelle che sono le distinzioni, e andiamo a chiedere un intervento concreto per i nostri territori perché la zona franca, i provvedimenti, non entro su quelli del terremoto perché il terremoto facilitava nei primi interventi le aziende che venivano da fuori ad aprire e non aiutava quelle delle aree terremotate che si trovavano in crisi, perché per avere degli aiuti dovevano dimostrare di aver avuto un decremento lavorativo, mentre le ditte che venivano da fuori potevano avere la decontribuzione subito. Questo aiuta qualcuno a venire, ma non aiuta a risollevare le realtà della nostra zona.
Ho parlato di prima, poi ci sono stati dei correttivi, lì andrebbe aperta forse una voragine, quindi ritroviamoci a stretto giro per un nuovo Consiglio con delle risposte, elaboriamo qualcosa che non siano unicamente i dati che sono stati forniti oggi e che, come ho detto all’inizio, non sto contestando, non sto dicendo che non è stato fatto nulla, sto dicendo, e ciò è emerso chiaramente, che quanto è stato fatto non ha portato i risultati dovuti e che anche voi auspicavate, perché sono state misure non capaci di dare la riqualificazione necessaria a portare occupazione. Un lavoratore ha parlato di quattro anni nei quali il centro per l’impiego non l'ha chiamato una sola volta per un colloquio, questo stride con il reddito di cittadinanza che dovrebbe chiamare tre volte, qui una persona per quattro anni è stata a casa e non è stato mai chiamato per un colloquio.
Dalla realtà dei fatti alle cose che ci raccontiamo, noi abbiamo bisogno di una fortissima concretezza e, ripeto, il lavoro dell’Assessore Bravi è stato nell’ambito della formazione dei canali tracciati, ma noi forse questi canali li dobbiamo tracciare nuovamente, perché quelli già tracciati non sono stati sufficienti. Grazie.

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Pieroni.

Moreno PIERONI. Grazie Presidente. La giornata odierna doveva dare un contributo al sistema del lavoro della nostra regione. Al di là dei semplici annunci fatti per tenere alta la bandierina da parte di qualche forza politica, come sempre, non c'è stata, e non ho sentito come è accaduto altre volte e lo ripeterò sempre, da parte delle opposizioni una proposta concreta anche nei numeri.
Ho letto queste due risoluzioni, poi le leggeremo pubblicamente, sono tutti annunci, sono buone intenzioni, che nella sostanza le forze di opposizione ogni volta lasciano al buon senso.
Credo che non possiamo, e lo dico ai tre Consiglieri di minoranza che ho ascoltato, dalla Leonardi a Zaffiri e Giorgini, non è possibile …

(interrompe il Consigliere Zaffiri)

PRESIDENTE. Capogruppo Zaffiri, per favore!

Moreno PIERONI. Consigliere Zaffiri io ho ascoltato i suoi sproloqui e qui chi a la faccia come ...

(interrompe il Consigliere Zaffiri)

PRESIDENTE. Consigliere Zaffiri, basta!

Moreno PIERONI. Occorre che lei sappia anche ascoltare!

(interrompe il Consigliere Zaffiri)

Moreno PIERONI. A me dispiace perché prende in giro le persone che hanno applaudito lei e che hanno applaudito qualche altro Consigliere. Poi leggeremo cosa c’è scritto in queste risoluzioni e cosa chiedete alla Giunta. Qual è l’impegno? Non ci sono numeri, non ci sono proposte, c’è solo una serie di intenti e con gli intenti queste persone che vi stanno ad ascoltare vengono prese in giro.
Detto questo, è giusto che se ne parli, ma non è sempre, perché le persone come vengono da me andranno da tutti voi Consiglieri, a chiedere il lavoro in quanto hanno bisogno. Poi può essere vero e ci può anche stare una serie di iniziative che sono state annunciate …., dopo aprirò una parentesi su quello che secondo me non è assolutamente uscito e poteva uscire perché ogni volta qui c’è qualcuno che si lava la bocca sul turismo, sulla cultura, ma quanto impegno portano? Quante risorse danno? Di questo non è stato fatto un minimo accenno, da parte del Movimento 5 Stelle, di Fratelli d’Italia, della Lega, su cosa si dovrebbe fare o perlomeno cosa propongono di fare in aggiunta a quello che fa la Giunta.
Credo che non si possano prendere in giro queste persone che, come ho sentito dire, hanno bisogno ed è giusto che vengano aiutate, forse era più corretto dire a quelle proposte, a quei progetti, a quelle iniziative che sono state portate avanti da parte della Giunta, cosa voi proponete, ma con i numeri e con la sostanza, non semplici slogan, perché non è più possibile prendere in giro le persone che stanno ad ascoltare.
Voi oggi avete fatto soltanto uno slogan, poteva essere un'Assemblea, un dibattito, nel quale alle proposte della Giunta voi aggiungevate altre proposte concrete, con numeri e altro, invece questo non lo avete fatto, non l’ho sentito, al di là di alcuni semplici annunci che parlavano di alcune questioni, non avete portato nessun dato, nessuna proposta, neanche dove eventualmente trovare i fondi.
Perché se la proposta del reddito di cittadinanza deve essere un aiuto del sistema finché un giovane, una donna o un uomo, un padre e una madre di famiglia ..., ma un’altra proposta potrebbe essere che dobbiamo cominciare a pensare anche ai quarantenni, ai cinquantenni, ai cinquantacinquenni padri e madri di famiglia che hanno bisogno e sono l’emergenza perché tutti abbiamo figli, ma i figli, se c’è una copertura sociale in famiglia, molto probabilmente possono attendere un percorso, chi non può attendere sono i padri e le madri di famiglia che non lavorano e lì si scatena anche un problema sociale.
L'esempio di reddito di cittadinanza è quello che viene fatto con un avviso pubblico dal Comune di Castelfidardo? Lì c’è scritto chiaramente che è una borsa lavoro per la quale vengono dati 400 euro al mese, poi non ho capito se netti o lordi, ma questa è un’altra questione, per 6 mesi l’anno, senza nessuna possibilità di avere i contributi. Questa è una borsa lavoro, credo che per il Movimento 5 Stelle, che io rispetto, questo sia un modello, però non può essere preso come esempio per l’Italia, se questo è credo che sia un grande errore.

(interrompe il Consigliere Maggi)

PRESIDENTE. Capogruppo Maggi, per favore, basta!

Moreno PIERONI. A me dispiace che quando si toccano o vengono portati avanti esempi chiari, concreti, pubblici, e non le chiacchiere, voi vi troviate in difficoltà e non sappiate come rispondere, quindi rispondete con l’articolo 18. Alle persone che stanno qui interessa il lavoro e l'esempio non può essere quello che viene da una città governata dal Movimento 5 Stelle, Castelfidardo, che va sopra ai 400 euro.
Detto questo credo che il reddito di cittadinanza dovrebbe essere un momento per far superare al cittadino le difficoltà, e questo tipo di reddito si incastra benissimo nel sistema del lavoro.
Voglio aggiungere anche un’altra cosa, oggi sento annunci, chiacchiere o quant’altro, in questa Assemblea o sui giornali. Quando si parla di turismo e di cultura ognuno ha la propria ricetta, tutti sappiamo che il turismo e la cultura in Italia e nelle Marche sono il secondo ed il terzo volano di occupazione, ma oggi non ho sentito nessuna proposta emergere dai gruppi di opposizione.
Noi come maggioranza portiamo avanti quello che possiamo, nel nostro piccolo, nei limiti di questa Giunta, però qualcosa facciamo e la facciamo concretamente, Consigliere Zaffiri, al di là dei mulini bianchi che servono a lei per fare qualche marchetta a qualche suo amico. Questo lo dico con grande chiarezza!
Noi abbiamo fatto un bando per varie tipologie di strutture ricettive, è un bando scaduto venerdì, ha dato una risposta molto importante e l’investimento che faremo con quel bando cercherà di coprire la grande richiesta che è venuta perché hanno partecipato più di 320 aziende ricettive, alberghi e quant’altro. Sono più del 20-30% delle aziende, a dimostrazione che quella intuizione non è soltanto legata alla ricettività, perché può creare occupazione, può creare accoglienza, ma questo bando, una volta che verrà finanziato, e verrà finanziato da qui a pochi giorni, muoverà anche il mondo dell’indotto, dell’edilizia, quasi 20 milioni di euro, sono piccole gocce in un problema generale, ma l’edilizia sappiamo tutti bene che è in grande difficoltà.
Noi non diciamo che questa Giunta, questa maggioranza in questa Assemblea hanno la soluzione dei problemi di tanta gente, perché sappiamo bene che ci sono tante criticità, molto probabilmente dovremo fare di più, ma oggi era l’occasione per le minoranze, per l’opposizione, Movimento 5 Stelle, Lega e Fratelli d'Italia, di far pervenire in questa sede delle proposte che potevano integrarsi con quel poco che (voi dite), fa questa maggioranza.
Stare all’opposizione e dire soltanto che non viene fatto niente, credo sia facile, ma è una presa in giro e demagogia nei riguardi di queste persone.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Grazie Presidente. Cercherò di fare un intervento concreto e con qualche numero, cercando anche di far ricredere, spero, l’Assessore Pieroni quando dice che non ci sono proposte concrete da parte della minoranza e delle opposizioni. Ci provo non è detto che ci riesca.
Voglio dividere in due parti il mio intervento, la prima parte è relativa a quello che hanno detto gli Assessori che si sono sforzati di dire quello che è stato fatto. Va bene, però noi oggi vorremmo ragionare anche su quello che si può fare, perché dobbiamo uscire da questo stallo, dobbiamo anche dire che non possiamo fare le stesse cose che non hanno prodotto risultati.
All'Assessore Bravi, che stimo per l’impegno, devo dire che le politiche attive del lavoro non hanno dato alcun risultato. Ci eravamo impegnati due anni fa, appena insediati, perché nel febbraio 2016 c’è stata la riforma delle province, dicendo che la prima cosa da mettere in campo sarebbe stata la riforma dei centri per l’impiego, soprattutto nelle aree in crisi, era una cosa dirimente, al di là della caccia, della pesca, della polizia provinciale, abbiamo dibattuto convenzioni e cose di questo tipo tutte importanti, ma non fondamentali. La prima cosa era mettere mano a tutta la riforma della formazione professionale e dei centri per l’impiego, questo non è stato fatto e ne vediamo i risultati.
Se non riformiamo il tutto, incentrando la riforma sull’incontro tra domanda e offerta, se non andiamo ad indagare sui territori quali sono i fabbisogni formativi delle nostre aziende, i soldi dell’Fse saranno buttati al vento e ve lo dice uno che per qualche anno in quella provincia che sta in crisi, da dove vengono quei lavoratori, ha fatto il Presidente. Lavoravamo su questo, da due anni e mezzo i nostri addetti, bravissimi, si stanno girando i pollici, tutti i nostri uffici periferici sono allo sbando, ma non è colpa dei dirigenti, sto facendo un discorso prettamente politico. La riorganizzazione va fatta non si discute. Lo scouting delle competenze va fatto, velocemente, non soltanto per quelli che cercano lavoro, ma a tutti, anche a quelli, come vedremo, che sono in cerca di prima occupazione.
Le politiche attive sono dei provvedimenti che noi facciamo nei confronti del sistema che sta nel territorio, e nel sistema ci sono le imprese, per capire quali sono i fabbisogni delle aziende in modo tale da incrociare l’offerta con la domanda. Questa è una cosa da fare, da potenziare, dovremmo avere uno stuolo di persone che al mattino esce con la borsetta, va in azienda a vedere quali sono le necessità, torna, fa formazione e poi incrocia domanda ed offerta, poi possiamo parlare del reddito di cittadinanza.
Queste politiche attive del lavoro, non soltanto quelle regionali, ma anche quelle nazionali, non hanno prodotto alcun effetto, e ve lo dimostro con i dati. Se noi guardiamo i dati dell’occupazione e della disoccupazione vediamo che c’è stata un’impennata, una diminuzione negli anni 2015/2016 quando sono entrati in vigore i provvedimenti statali vaucher e job act, voi vedete che nel 2016/2017 nel piceno siamo passati dai 26.000 disoccupati, più i 2.000 inoccupati, cioè quelli che non hanno mai cercato lavoro e non hanno mai lavorato, a 20.000, per quale effetto? Perché l’Istat e tutto il sistema hanno messo in gioco anche coloro che hanno lavorato una settimana, due settimane, un mese. Diciamocelo no! Sono passati da 26.000 a 20.000, questi dati li ho presi dal centro per l’impiego della mia provincia, oggi al 28 febbraio 2018 i disoccupati sono 23.000 perché sono finiti gli effetti dei vaucher e del job act. Che significa questo? Fallimento totale delle politiche attive del lavoro.
La Regione c'entra? Poco, ha la sua parte, ma c’entra lo Stato centrale, le politiche attive del lavoro sono fallite da questo punto di vista e lo dicono i dati, però la Regione applica quello che lo Stato centrale dice, fa i vaucher, i job act, le statistiche e i dati sono questi. Questo è il primo aspetto.
L’altro aspetto che voglio evidenziare è la notizia della proroga della mobilità per il 2018, mi sembra che la Regione abbia a disposizione circa 32 milioni di euro, questa è una buona notizia, però il problema è che ci sono tanti lavoratori che sono usciti da anni dalla mobilità e lì non c’è alcun provvedimento da parte del Governo.
Detto questo, passo a dire qualcosa a proposito di quello che va fatto sul sistema produttivo marchigiano.
Le imprese attive, al 31 dicembre 2017 nelle Marche ci sono 150.621 imprese attive di cui 45.416 artigiane, quindi abbiamo quasi un terzo costituito da micro imprese. Ad Ascoli Piceno abbiamo 20.899 imprese attive, erano circa 25.000 prima della crisi, di cui 5.700 artigiane. Ma se noi andiamo a vedere le imprese attive per classi di addetti e per provincia di cosa ci accorgiamo? Ad esempio nella provincia di Ascoli Piceno noi abbiamo 19.900 imprese con addetti che vanno da 0 a 9, 982 da 10 a 49, 91 da 50 a 249 e solo 5 con più di 250 addetti. Che cosa significa questo? Significa che il nostro territorio non è più competitivo, non è più attrattivo, questo è il discorso! Facciamo un discorso serio, facciamo un altro Consiglio regionale, discutiamo anche -non so se è possibile farlo aperto invitando qui le organizzazioni di categoria - e diciamo cosa dobbiamo fare per renderlo più attrattivo e competitivo. Qui è il problema! Noi abbiamo una serie di piccole imprese, anzi micro imprese, che da sole se non faranno rete non ce la faranno e moriranno, mentre quelle grandi non ritengono più il territorio conveniente, non ci vengono, mentre noi per rifare i numeri che avevamo nel 2006, nel momento in cui è scoppiata la crisi, abbiamo bisogno di favorire la venuta di qualche grande azienda che faccia numeri da 250 dipendenti, altrimenti non arriviamo! Allora il problema è vedere come rendere competitivo questo territorio.
D’altra parte non dico mica fesserie, andate a vedere questa indagine che ha fatto l’Europa circa la competitività delle Regioni italiane, nelle Marche c’è stato un crollo dal 2010 al 2016, come regione siamo al tredicesimo posto, dietro di noi c'è la Basilicata, la Calabria. Guardatelo per capire cosa non funziona, non siamo qui a fare sproloqui, ma sarebbe interessante parlare di numeri.
Noi siamo crollati dal 2010 al 2016, colpa di tutti! Colpa del sistema che non è riuscito a tenere questa frana che ci vede al 13° posto su 20 Regioni, mi sembra che siamo messi un po’ male, perché non abbiamo capito che la competitività non è nazionale, non è che l’Italia è meno competitiva rispetto alla Francia o rispetto alla Germania, no, qui i territori sono meno competitivi, non solo la Regione Marche non lo è con la Regione Umbria, con la Regione Abruzzo, ma il piceno non è competitivo nemmeno con il fermano, o con il pesarese, questo è il vero problema, la competitività è racchiusa nei territori perché il territorio è un sistema che contiene all’interno aziende, elementi produttivi, persone, una serie di risorse che sono governate da un sub sistema che è la famosa governance e la governance siamo noi.
Se non capiamo questo non andiamo da nessuna parte, perché ogni territorio ha un sistema e questo sistema deve essere governato da un sub sistema, ma non lo dico io lo dicono gli esperti, io sono l’ultimo a doverlo dire perché non sono un economista, però questo è il vero problema che noi dobbiamo affrontare.
Cos’è la competitività? La competitività è la capacità di un territorio di attrarre imprese e risorse e di trattenerle. Questo è l’aspetto, che cosa abbiamo fatto noi per attrarre e trattenere? Niente. Ci sono i corsi di formazione, ma non bastano, si tratta di dare servizi, di fare degli accordi particolari con le organizzazioni di categoria a livello centrale per dire abbiamo dei territori bellissimi, infrastrutturati.
Penso al piceno, credo che una zona industriale così infrastrutturata non ci sia, non dico soltanto nella nostra regione ma anche nelle regioni accanto, non c’è una valle così infrastrutturata, c’è di tutto, manca solo la banda ultra larga, ma questo è un discorso molto particolare, per il resto abbiamo tutto. Quindi si tratta di fare delle offerte, di fare scouting sui territori, andare a trovare chi vuole investire, però per farli investire purtroppo dobbiamo concedere qualcosa, lasciamo perdere tutte le sovvenzioni, gli oboli e facciamo un progetto serio che riguarda gli investimenti.
Ci sono già delle aree - Piceno Consip - espropriate e pagate da anni, mettiamole sul mercato, le diamo a queste grandi imprese, a multinazionali, perché non sono il diavolo, bisogna pure ripensare a questo discorso, occorre trattare con queste persone ponendo dei vincoli, se io ti do l’area gratis per 10 anni, ti do l’acquedotto industriale a tariffe ribassate, faccio un progetto sull’energia che costa meno, ti offro una fiscalità locale fatta in un certo modo, tu ti impegni per 30 anni a stare qua e a dare lavoro a tante persone, non è difficile fare questo, gli altri lo fanno, noi l'abbiamo fatto? Consigliere Pieroni, vede che le faccio delle proposte a favore? Le faccio delle proposte abbastanza serie.
Chiudo con quello che è un mio pallino, che è questo “patto per lo sviluppo”, credo poco all’area di crisi complessa, perché porterà qualche centinaia di migliaia di euro per l’innovazione di qualche impresa che cambierà la linea, cambierà la macchina, sarà un po’ più competitiva perché i costi di produzione verranno abbassati in qualche modo, però non credo dal punto di vista del sistema lavoro, spero di venire smentito dai fatti. Ma se io faccio un patto sulla Regione, così come è stato fatto per il Molise, andate a vedere, l’allora Presidente del Consiglio Renzi diede 760 milioni per il patto per lo sviluppo al Molise per una serie di progetti che la Regione ha presentato e poi ha trattato con il Governo.
Il Molise sta dietro di noi nella classifica della competitività, come ci stanno la Calabria, la Sardegna, la Sicilia, la Puglia, la Basilicata, adesso dipende dal territorio, se è capace, di spenderli o meno in progetti interessanti, perché noi abbiamo bisogno di infrastrutture, di ammodernare quelle che abbiamo, però abbiamo anche la possibilità di farne di nuove. Noi dobbiamo anche pensare al patto per lo sviluppo per l’Appennino, altrimenti l’Appennino è finito, c'è già il flop della ricostruzione privata, nessuno ci andrà più ad abitare se aspettiamo ancora qualche anno, noi facciamo tante strade per andare a vedere l’uccellino? Quelle comunità non le ricostruiremo più. Ricostruiremo le case fra 10 anni, ma non le comunità, il discorso è molto diverso perché le comunità si sono spostate, l’ultima indagine Istat su Ascoli Piceno ci dice che è scesa sotto i 50.000 abitanti, le persone sono andate a San Benedetto perché dopo il terremoto hanno comprato un appartamento sulla costa e chi ci torna più? Questi, come pure quelli di Amatrice, Accumuli o Acquasanta. Quindi il patto per lo sviluppo dobbiamo farlo in questo modo altrimenti non andiamo da nessuna parte. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Grazie Presidente. So che anche il Presidente Ceriscioli e il Capogruppo Urbinati interverranno successivamente in vista delle risoluzioni, soprattutto ho visto che il Presidente Ceriscioli ha seguito con grande attenzione tutti gli interventi e da par suo, ragionando e non proclamando darà anche elementi estremamente concreti riguardo alle cosiddette risoluzioni, perché le risoluzioni che ho letto, almeno le due già presentate dalle minoranze, sono facilmente condivisibili, ho scritto in ogni punto bene, qualche punto di domanda: perché parlare di provvedimenti straordinari senza elencarli?
Il dato vero però, che dobbiamo riconoscere rispetto a questa infanzia spirituale, è il dato che gli Assessori, ma prevalentemente l’Assessore Bravi lo ha elencato, con pacatezza, ma anche con grande puntualità, caratteristica che la contraddistingue.
La prima cosa che dobbiamo verificare è se rispetto a questa materia, che non può essere affrontata così, dico che l’unica cosa seria di questa discussione ..., che poteva durare anche 5, 6 ore, potevano parlare tutti i Consiglieri, non è un problema perché questo argomento è infinito, e questo è solo l’inizio di una riflessione semmai ci fosse la prospettiva di una soluzione, perché i signori che stanno sulle gradinate, quelli che ci ascoltano e tutti i disoccupati non solo quelli del piceno, ma quelli del maceratese, del fermano, dell’anconetano e del pesarese non li voglio prendere in giro, in quanto ho scelto un’altra strada che non è quella di prendere un po’ di consensi e poi fare finta che i problemi non vengono risolti dagli altri, ma quello di metterci la faccia e dire quali possono essere le soluzioni.
Non sono in condizione in questo dibattito di avere gli elementi sufficienti, ho però un elemento che mi fa stare sereno: i fondi che abbiamo a disposizione fino ad oggi sono stati spesi al meglio, con tutta una elencazione di ritardi, anche questo è sempre il discorso del terremoto, il ritardo, ma il ritardo è rispetto ad un orario, chi ha stabilito l’orario di partenza? Questo voglio capire, sennò giochiamo come i treni che arrivano in ritardo o arrivano in orario, certo un treno che potrebbe arrivare in un’ora lo faccio arrivare con un'ora e venti minuti, arriva sempre in anticipo, è ovvio che sia così.
Nonon prendiamoci in giro, ormai è finita la campagna elettorale, la prossima fra 5 mesi o fra 5 anni dovremmo riaprirla e sarà molto più drammatica di quella che abbiamo fatto perché non si potrà più giocare a palline con gli italiani o a scarica barile.
I soldi, caro Consigliere Giorgini, non sono la soluzione e lo sappiamo tutti che non lo solo, primo perché non ce li abbiamo, secondo perché gli argomenti strutturali, a cui faceva riferimento con competenza ed anche con un po’ di demagogia il Consigliere Celani, sono argomenti strutturali che riguardano i decenni, il vero problema di questo Paese è che avendo cambiato Governo ogni 5 anni spesso sono cambiate le politiche industriali o non sono state fatte per niente, arriviamo a 25 anni in cui noi non abbiamo inciso su nulla a livello pubblico, se non tamponando le situazioni di crisi.
Rispetto a questo l’unica cosa seria che è successa in Italia è che grazie all’imprenditoria ed all’iniziativa degli italiani, con qualche buona dimostrazione di volontà di Regioni e di Comuni si è arrivati sostanzialmente a una ripresa a macchia di leopardo. Una crisi che in qualche maniera ha anche selezionato, perché qui la verità va detta, ha fallito chi non è riuscito a stare sul mercato e l’idea che noi facciamo stare sul mercato tutti …, io non ho condiviso per niente l’ultimo intervento fatto da Calenda relativamente a non ricordo quale azienda in crisi nel piemontese.
Questo modo di agire è vecchio e non funziona e mi sembra che anche Grillo prima maniera, adesso è cambiato già tutto, diceva esattamente queste cose sui soldi di Stato che venivano regalati alle industrie per tenere in piedi le baracche che volevano i sindacati. Questa è una denuncia che aveva fatto Grillo, ma non solo lui, l’ha fatta pure Berlusconi in altri tempi, però quando si arriva al potere si dice: “Va bene, ho di fronte queste persone che facciamo? Compriamo l’azienda decotta”. No, qui il vero problema è come si riesce o no a fare impresa e a fare credito, questo è il punto, andando a vedere chi e come ha fatto impresa.
Spesso la buona amministrazione e la capacità di lavorare con chi ci sta, non passa attraverso leggi di sistema, passa attraverso buone prassi, passa attraverso quella elasticità e quella capacità di capire come si possono fare determinate scelte, come è avvenuto con alcune aree della Francia del sud, cose che hanno fatto alcune aree della Slovenia a noi vicine, ecco la delocalizzazione di cui opportunamente alcune delle vostre mozioni parlano.
Ci vuole anche un tasso di sincerità e di serenità su questo argomento elevato, perché un’altra cosa che manca al nostro Paese nel momento in cui si assumono decisioni è proprio l’unità, ripeto, qui l’unico dato unitario che ho sentito, al di là dei distinguo e delle sottolineature, è su come ha relazionato l’Assessore Bravi e su come rispetto a questa relazione i soldi sono stati spesi, perché poi uno dovrebbe essere bravo e dire: “No, la Giunta in questo punto li ha spesi male, perché doveva spenderli in un’altra direzione”. Io non ho sentito osservazioni puntuali e precise in questo senso.
Primo, non può essere un processo quello che ci porta alla conclusione; secondo, non può essere neanche una fiammata, oggi accendiamo un riflettore sul piceno, domani lo accenderemo sulle aree di crisi industriali ormai cronicizzate dell’anconetano, penso a Fabriano, penso alla città di Ancona, speriamo di non dover fare la stessa focalizzazione sulle due aree più floride della regione che sono il fermano ed il maceratese.
Quelle aree, guarda caso, se guardiamo la storia degli ultimi 50 anni, sono state le meno protette, perché l’area del fermano e del maceratese non hanno avuto l’influenza dell’industrializzazione del nord, né il soccorso della Cassa del Mezzogiorno che ha visto la Valle del Tronto. Le aree che sono state meno interessate dall’intervento pubblico sono quelle che sono cresciute di più, imprenditoria diffusa, capacità di fare rete? E’ un dato di fatto, perché è vero che dove c’è la protezione non nasce il resto.
Rimini è diventata la capitale dell’industria turistica italiana perché? Perché è un’area prevalentemente povera, come è successo a San Benedetto, come è successo a Porto Recanati, come è successo in parte a Pesaro, a Senigallia, perché non avendo altro la gente si è industriata a fare quello che aveva, aveva la risorsa “mare” ed ha trasformato la risorsa mare, che 50/60 anni fa era nulla, in reddito ed in quelle città fa anche il 20-30% del Pil.
Qual è la funzione del pubblico? La funzione del pubblico è quella di assecondare queste cose, senza dare fastidio a quello che sta crescendo bene, intervenendo, da un punto di vista sociale, ma lo fa con gli strumenti che ha.
Adesso il Presidente ci dirà se abbiamo a disposizione altri 300 milioni in più perché io adesso sono contento di poter parlare Presidente e mi arrabbierei moltissimo se lei, Presidente della mia maggioranza, mi togliesse l’opportunità di parlare di questi 300 milioni. Voterei subito la sfiducia, domani presento la mozione di sfiducia, se c’è un milione in più e la possibilità di spenderlo è gravissimo che il Presidente abbia tenuto nascosto questa cosa e stia affamando le famiglie del piceno. Qui si è arrivati a questi toni, io non riesco a capire dove siamo, in quale mondo viviamo, famiglie che stanno male, siamo contenti di questa situazione? Qualcuno qui della maggioranza è contento di questa situazione? Abbiamo i soldi e non vogliamo spenderli in quella direzione?
Io non lo so, perché l’accusa deve essere mirata, non si può fare solo un'analisi del problema, fare la fiammata e fermarci lì. Ce lo insegnavano gli antichi, e questo è un insegnamento che prescinde dalle appartenenze politiche, il problema va individuato, i dati certi vanno valutati e poi si trova la soluzione, ma se sul problema già ci impantaniamo, perché ne saltiamo uno e ne mistifichiamo un altro ed ognuno la racconta come gli pare, figuriamoci a trovare la soluzione.
Oppure ci interrompiamo lì, però scusate ho usato prima quella parola e la ripeto, quella è adolescenza perché se ci fermiamo sull’analisi del problema e sulle soluzioni diciamo cose praticamente scontate e normali, allora capisco che l’obiettivo è un altro, è quello di finire su facebook, perché già gira su facebook la fotografia di questa presenza e di chi l’ha sollecitata. A me sta bene tutto perché ognuno trova il consenso nella maniera migliore che può, io non voglio trovare il consenso, io voglio trovare una soluzione, se poi trovata la soluzione qualcuno dei cittadini marchigiani lo vede, riconosce, che quel partito, che quella Giunta, che quella maggioranza o minoranza è stata capace di trovare la soluzione, bene, se dobbiamo continuare con le illusioni va bene pure quello, ma le illusioni su un argomento come questo sono criminali perché non si possono creare illusioni dove, come è stato detto, la gente è mortificata da situazioni che durano da anni e nelle quali il lavoro manca.
La soluzione non è dietro l’angolo e non è ridistribuendo soldi che non ci sono perché se uno mi dice dove stanno questi soldi sono il primo a votarlo, però mi deve dire dove sono, e non apro altre parentesi sul reddito di cittadinanza e sul resto perché, ripeto, qui non dovremmo fare la campagna elettorale, ma ragionare sulle cose dove abbiamo la possibilità di decidere.

PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. Prima il Consigliere Bisonni diceva che sembra un po’ una coda di una campagna elettorale, in effetti toni e messaggi assomigliavano molto al cuore di quello che è stata la campagna elettorale, ma non perché questo sia un tema di propaganda, ma perché è un tema concreto legato ai bisogni principali del nostro Paese che sono la necessità del lavoro e del rilancio dell’economia.
Anche il dibattito che abbiamo avuto in questa Aula assomiglia a quella dialettica che ha fatto poi scegliere gli italiani una strada rispetto alle alternative, da una parte una proposta che prometteva di continuare il cammino fatto fino ad oggi, quello del Governo, un cammino di crescita con un certo tasso, il Pil, che è cresciuto di due punti e mezzo, la disoccupazione che si è abbassata di altrettanto, milioni di posti di lavoro in più anche se in gran parte precari, dicendo noi possiamo andare avanti con questo ritmo, dall’altra parte una proposta più dirompente in termini di assistenza ed un modello di sviluppo basato su una detassazione pesante dei redditi individuali, un altro modello di Italia, e quel confronto che c’è stato nel Paese, quel confronto democratico pre-elettorale, ha fatto scegliere i cittadini la strada con i numeri più grandi, quella che prometteva determinati obiettivi.
Molti dei contenuti che sono all’interno delle risoluzioni, non tutti, richiamano questa prospettiva nazionale e la segmentazione del welfare nella gestione sul territorio vede un ruolo della Regione su una determinata fascia di attività, mentre certe cose le può fare solo lo Stato.
Se noi pensiamo ad esempio ad un reddito minimo di 600 euro per persona alla fine sono 7.000 euro all’anno per 10.000 persone diventa 70 milioni, cioè tutto il bilancio della Regione. Quindi è evidente che dare una risposta di reddito a 10.000 persone non è una misura …, così rassicuro il Consigliere Marconi, non abbiamo 300 milioni, ma neanche 70 da mettere su questa misura perché 70 milioni è tutto il nostro bilancio! Riusciamo a mettere due o tre milioni nelle misure di welfare integrate con quelle che lo Stato ci ha dato fino ad oggi.
Esiste un welfare di natura regionale, esiste un welfare di natura comunale, anche i Comuni devono mettere del proprio nel sostegno alle famiglie che non hanno nulla, perché è una prerogativa in realtà del Sindaco, del Comune, quella di sostenere le famiglie in difficoltà. La Regione ordina, dà le leggi, trasferisce risorse e contributi, in questo caso lo Stato molte misure negli ultimi anni le ha fatte direttamente, senza passare dalla Regione, come i redditi di inclusione che vanno alle famiglie che hanno necessità economiche importanti, con tutta una serie di parametri, la prima misura forte di questa natura è oggi a disposizione di tante famiglie italiane, perché sta in questa scala di valori.
Sono convinto dell’urgenza di queste misure, di queste scelte, sono convinto che quello che hanno scelto gli italiani in termini di Governo debba il prima possibile manifestarsi e concretizzarsi.
Nel mio modo di vedere è possibile realizzare quel programma solo uscendo dall’Europa, perché è impossibile mantenere i parametri di stabilità europea e avere quel programma. Quindi è una scelta molto forte decidere di attivare risorse per decine di miliardi di euro quando non sappiamo neanche bene come da qui alla fine dell’anno andare a coprire i 16 miliardi di “fiscal compact”. Voi sapete il meccanismo che ne consegue se da qui alla fine dell’anno non si trovano 16 miliardi senza fare nulla, perché quelli sono solo da postare nel bilancio e lasciarli lì, scatta il 25% di IVA, alla faccia delle misure cicliche, credo che una misura più anticiclica del 25% dell’IVA non arrivi. Ricordo che il fiscal compact è figlio di un accordo fatto dal centro destra quando governava, quindi ha un’origine chiara, ma non c’entra, qualunque Governo italiano dovrà misurarsi con questa opportunità.
Nei precedenti anni di Governo il centro sinistra ha trovato di volta in volta le risorse per non far scattare la salvaguardia del fiscal compact, anche quest’anno bisognerà lavorare per non farla scattare perché penso che sia deleterio il 25% dell’IVA.
Se ai 16 miliardi del fiscal compact bisogna aggiungere tutte le risorse necessarie per queste impostazioni programmatiche, secondo me l’unica cosa è scappare dall’Europa, quindi in democrazia se chi vince fa una proposta e i cittadini ritengono che sia quella giusta, è quella che deve andare avanti, non ho dubbi da questo punto di vista. Spero che rapidamente ci sia un Governo perché l’interlocuzione con il Governo è importante, qualsiasi Governo ci sia. Per la Regione Marche è importante per i temi del lavoro che abbiamo trattato oggi, per i temi dello sviluppo, per i temi delle infrastrutture, per i temi più specifici dell’area sismica che ha costante necessità di aggiornare i propri strumenti, le opportunità, fare scelte, migliorarle.
Ho apprezzato molto la concretezza dell’intervento della Consigliera Leonardi perché ha riconosciuto il lavoro fatto e valutato la necessità di fare passi in avanti che migliorino le cose. Serve un Governo per avere un’interlocuzione, non credo che chi oggi gestisce l’ordinaria amministrazione sia il nostro interlocutore, dopo le elezioni non è il Governo uscente, che aspetta che si formi quello nuovo, che può diventare il nostro interlocutore, serve un interlocutore che nella piena facoltà del proprio ruolo con 5 anni davanti in termini di Governo apra con le Regioni il giusto dialogo perché ognuno nella propria dimensione possa sviluppare al meglio le politiche di cui dicevamo prima.
Voglio ricordare che i Centri per l’impiego, alla data del 2016 prevedevano che passassero allo Stato, quindi noi abbiamo fatto i passa-stipendio perché metà stipendio lo dà la Regione e l’altra metà viene dato dallo Stato, immaginando che all’inizio di quest’anno, il 2018, tutti i centri per l’impiego diventassero statali. Abbiamo sostenuto quella presenza, è chiaro, con una progettualità ridotta e, se non saremo noi i protagonisti del futuro dei centri per l’impiego, la nostra progettualità è necessariamente ridotta. Ma non così ridotta da non valutare come primo aspetto fondamentale l’incontro domanda-offerta. La formazione mirata di cui parlava l’Assessore Bravi è esattamente quello perché è inutile andare dall’impresa, chiedere di cosa ha bisogno e poi non fare la formazione che serve, magari mantenendo un sistema rigido. L’Assessore Bravi prima ha detto che bisognerà scomodare qualcosa in quanto spesso nella formazione ci sono privilegiati di stile rigidi, perché se io ho un formatore che fa le ceramiche e anche se non c’è una necessità impellente nel sistema imprenditoriale, quello continua a fare la formazione sulle ceramiche.
Oggi la flessibilità nasce da una formazione che parte da quello che mi chiede l’impresa, se un’impresa ha bisogno di X devo mettere in condizioni il disoccupato di fare quella formazione specifica per poter prendere quel posto di lavoro, ed allora le rigidità vanno ridotte.
Capite cosa vuol dire rompere le rigidità? Chi è abituato da 20 anni a fare formazione su quelle cose, pretende che il ventunesimo anno non sia lui il disoccupato perché quella formazione non la chiede più nessuno. Questo è un progetto che noi avremo da quest’anno, la possibilità di sviluppare secondo quegli indirizzi e quelle linee, rimanendo antipatici perché quando si fanno le riforme, il Governo uscente lo ha scoperto bene, non si rimane simpatici nei confronti della comunità dei cittadini, ma senza quelle riforme non faccio quelle scelte che servono all’incrocio famoso.
In termini di obiettivi vedo cose che andrebbero in gran parte, nella quasi totalità, portate su un tavolo nazionale ma che già oggi sono previste, il tema dei ticket alle persone che hanno problemi di reddito, andiamo a vedere se queste forme non incontrano o non incrociano le esigenze che sono rappresentante all’interno di questa, ma gran parte delle altre misure sono misure francamente di carattere statale.
Noi abbiamo ad esempio, nella proposta del Movimento 5 Stelle, il discorso della dotazione finanziaria liberata sulla compartecipazione regionale ai fondi europei, la parte che si è liberata è quella che riguarda l’agricoltura, sugli altri settori non ci sono risorse che vengono liberate, e sono destinate alla zootecnia, quindi allo sviluppo del settore zootecnico, agli allevatori e alle aree interne. La quota di risorsa liberata ha già una destinazione in un settore interessante perché abbiamo visto che va nella strategia più generale delle aree interne ed ha anche la possibilità, paradossalmente, di crescere a seguito della disgrazia. Le centinaia di stalle provvisorie spesso sono molto più grandi di quelle precedenti, per molti si è aperta una opportunità di crescere nell’attività perché hanno a disposizione una infrastruttura migliore rispetto a quella che avevano in precedenza, perché le stalle provvisorie sono fatte con il benessere animale, sono fatte con standard chiari, permettono queste linee di sviluppo.
Anche sui tema più generali della crescita legata alla Regione, ad esempio ho sentito delle cose non proprio precise, sul tema della banda ultra larga, non quella larga che era partita sette anni fa, non ci sono ritardi, abbiamo avuto risorse importanti, abbiamo aggiunto fondi europei, tutta la regione verrà cablata con la banda ultra larga, tutta la regione, perché i fondi servono per andare in quelle aree a fallimento di mercato, dove non vanno le imprese, ma tutta la regione verrà cablata con la banda ultra larga.
Nel primo passo c’è proprio, è un caso perché quando vennero stabilite le tre fasi il sisma non c’era ancora stato, gran parte dell’area del cratere, dell’ascolano, che sta dentro questo primo gruppo per il quale sono già in atto i progetti esecutivi per realizzare poi l’infrastruttura e metterla a disposizione. Infrastruttura molto importante per lo sviluppo dell’impresa. Oggi gran parte delle imprese piccole e grandi chiedono di avere accesso a questa infrastruttura, già finanziata, in progettazione, in realizzazione, che va a coprire un ritardo infrastrutturale importante.
Nella valutazione della competizione della regione europea già lo studio 20+20, che in realtà originariamente si chiamava 2020 poi cambiato in 20+20, perché il marchio 2020 serviva per altri scopi, dava proprio questo fra i fattori di minor competitività delle Marche prima ancora di altre infrastrutture.
Abbiamo visto come la realizzazione concreta del Quadrilatero in termini di infrastrutture pesanti abbia già modificato, nelle aree servite da quell’infrastruttura, opportunità economiche significative.
Sapete che manca ormai un anno al completamento del secondo ramo della Quadrilatero ed ogni tre/quattro mesi c’è la sorpresa di una nuova galleria ampliata, di un nuovo tratto a quattro corsie potenziato, sarà un altro vettore di strategica importanza. I 200 milioni sulla Salaria che vanno a completare quel tratto rimasto inattuato, se li uniamo con i fondi straordinari europei per le aree terremotate, l’investimento più complessivo che Anas fa sulle infrastrutture, la parte che riguarda l’acquedottistica, mettiamo insieme risorse …, non dico che facciamo i 600 milioni del Molise ma gli diamo un bel contributo. Tutte queste risorse che oggi abbiamo a disposizione per quell’area se le mettiamo insieme sono paragonabili ai 600 milioni che il Molise ha avuto dal patto per lo sviluppo.
La differenza grossa, capisco la valutazione, fra tutte le Regioni di confine è soprattutto sull’Fsc, le Regioni del sud partecipano all’80% dei fondi di coesione e sviluppo, noi partecipiamo al 20% a quella risorsa insieme a tutte le altre Regioni del nord, però possiamo dire che grazie ad una serie di scelte, di investimenti e altro, queste risorse sono disponibili.
Qui apro una finestra di carattere nazionale, voglio prepararmi un elenco di tutte le risorse per investimenti che abbiamo ricevuto e che abbiamo a disposizione per il sisma, per la crescita infrastrutturale e tutto il resto, perché non vorrei che le grandi scelte strategiche nazionali si cancellino per dare il reddito di cittadinanza. Investimenti che, è chiaro, non aiutano nell’immediato, non danno una risposta domattina, ma una volta realizzati permettono di avere quell’ossatura sulla quale innervare lo sviluppo di una realtà, di un territorio, di un Paese e di una Regione.
Quindi tra fondi Fsc, i fondi terremoto, i fondi che riguardano Anas, investimenti, ferrovie e così via, in questi anni abbiamo raccolto un pacchetto di risorse estremamente importante e vorremmo lavorare perché si traducano in effettiva attività ed occupazione.
Sta crescendo ed è la prima volta che vedo con un po’ più di soddisfazione il dato sulle concessioni rilasciate per quanto riguarda la ricostruzione, siamo arrivati ad oltre 350 sulla ricostruzione leggera, inizia ad essere un numero accettabile sulle 1.000 domande che sono state fatte. Le domande sono ancora poche, ne arriveranno altre decine di migliaia, ma aver cambiato ritmo nella risposta permette anche qui una opportunità non da poco.
I 6 miliardi già destinati sulla ricostruzione privata, al primo anno del sisma, con il metodo del credito di imposta, sono preziosissimi e non vorrei che nel momento in cui finalmente si mette in moto tutta la macchina di scesa a terra - perché l’edilizia trascina tanti altri settori, ricostruire per l’economia ha un valore particolare perché mette in moto tanti settori, crea tante opportunità di lavoro, non solo per le aziende che fanno edilizia, ma per tutto l’indotto e il contesto, perché sappiamo che l’edilizia è fra i maggiori moltiplicatori nel rapporto investimento/risultato - i 6 miliardi sparissero sempre per esigenze di carattere diverso, magari con la scusa “siccome oggi ne avete spesi pochi …” No, noi ne abbiamo spesi pochi perché le macchine burocratiche sono complicate, mettere in moto è un percorso difficile, ma abbiamo già questo segno e se questo segno diventa ancora più forte è evidente che questa è un’altra opportunità strategica all’interno del piano più complessivo di sviluppo e rilancio.
Le opere pubbliche del sisma, le Marche hanno 1,2 miliardi finanziati di opere pubbliche, quelli che transitano attraverso un ruolo della Regione, dei Comuni, delle Province, degli Erap e via dicendo.
Anche qui, forse il più grosso limite di una esperienza di governo che voleva essere riformista, è stato quello non aver riformato quasi per nulla i diabolici meccanismi di realizzazione delle opere pubbliche. Ieri ero a Civitanova Marche per l’ospedale unico della Provincia di Macerata, e ci siamo resi conto che ad agosto abbiamo fatto la scelta ed i carotaggi iniziamo a farli oggi, noi ci abbiamo messo 8 mesi per fare quattro carotaggi, voi capite che c’è qualcosa che non va nel sistema e più in generale, però è anche vero che quelle stesse risorse sono di nuovo un grande motore in termini di investimento e sviluppo.
Sul tema del patto per lo sviluppo stiamo lavorando con le università, con tutte le associazioni di categoria, con le forze sociali per elaborare un piano complessivo di rilancio delle aree del sisma, ma l’idea, siccome le aree del sisma in gran parte sono aree interne, è anche il rilancio dell’economia delle aree interne.
Quel lavoro lo traduciamo come contenuti che si incrociano con le risorse che abbiamo già a disposizione per il sisma, ed anche con i contenuti base di un patto per lo sviluppo.
Quello che vogliamo fare quindi è raccogliere questo insieme di progetti, insieme alle proposte di natura infrastrutturale per poi vedere finanziato, come hanno fatto le altre Regioni, il Molise dopo il sisma, l’Abruzzo dopo il sisma e noi dopo il sisma, un patto dello sviluppo che vada ad aggiungersi alle risorse già disponibili, quelle che possiamo ottenere su quella parte di progetti che non incrocia quei fondi che essendo oggi prevalentemente fondi europei hanno un uso piuttosto mirato e limitato.
C’è un lavoro concreto, fatto con tutti quei soggetti che venivano richiamati, coordinato dall’Istao che sta facendo un ottimo lavoro di coordinamento, e si incrocia anche con il lavoro ordinato dal Consiglio regionale che è passato più per i territori, attraverso i Sindaci ed altri rapporti, e tutto questo insieme costituirà quel pacchetto di progetti, di idee, di obiettivi da finanziare in termini di crescita e di sviluppo.
Ho fatto un’ampia carrellata su investimenti ed attività perché quella è la parte più importante e principale sulla quale possiamo agire a livello regionale.
Penso che il lavoro sia la sintesi di tre momenti molto importanti, il primo, fondamentale, è sicuramente quello che diceva il Consigliere Marconi, l’economia si basa sull’impresa, sull’intraprendenza, sulle idee, sulla capacità di trasformare quella che è l’intelligenza e l’operosità dell’uomo in una attività, in un’azienda, in un’impresa, in occasione di crescita e sviluppo, ed è una dimensione irrinunciabile, non possiamo con la mano pubblica andare a compensare questa parte, questa è la parte centrale e trainante dell’intero sistema. I sistemi economici che non hanno ben funzionato sono quelli che hanno pensato di fare tutto con la mano pubblica, quindi la mano pubblica entra a latere, in che maniera? Entra attraverso almeno tre dimensioni, una quella dell’infrastrutturazione del sistema, infrastrutture di tipo materiale, infrastrutture di tipo immateriale, le norme sono infrastrutture di tipo immateriale, le reti informatiche sono infrastrutture di tipo immateriale, cioè dà strumenti alle imprese per poter competere meglio e in un sistema più in grado di offrire opportunità.
Lì concorriamo anche noi, perché nel momento in cui lavoriamo per la banda ultra larga, per il sistema di viabilità e connessioni, facciamo un lavoro importante. Quando semplifichiamo le norme regionali all’interno del sistema facciamo un lavoro che facilita, aiuta l’intraprendenza delle persone.
Un secondo corno sono ovviamente le politiche mirate, le politiche del lavoro, le politiche dell’impiego, quelle che cercano di incrociare domanda e offerta, la scuola stessa. Penso che sia stato importante che l’ultimo Governo abbia messo 7 miliardi in più sulla scuola, non accadeva da tempo immemore, perché è chiaro che la scuola, la formazione primaria è alla base di tutte le altre forme di formazione che si innestano per incontrare e dare quel capitale umano alla base dello sviluppo dell’attività.
Terzo punto, il welfare, l’assistenza, quella parte che gestisce i passaggi fra il momento in cui si lavora e il momento in cui ci si deve mettere in gioco per trovare di nuovo lavoro.
Di questa parte alcune attività sono del ruolo diretto della Regione, altre sono prerogativa forte dello Stato.
Noi siamo in un momento di snodo molto particolare, ipoteticamente se a livello nazionale dovesse andare avanti il progetto che ha vinto le elezioni, penso sia normale che sia così, che si trovino le condizioni per poter portare avanti quel progetto, vedo una forte attenzione su questa terza gamba del sistema, sul tema fortissimo del welfare, dell’assistenza. E’ questa la promessa che è stata fatta agli italiani, togliere le tasse e offrire forti strumenti in termini di welfare. Noi ci vogliamo confrontare e misurare con questa impostazione, immaginiamo sia quella del futuro, riservandoci noi un impegno ancora più forte su quelle parti che, dicevo prima, sono le competenze e le attività della Regione.
Con i dati che possono essere offerti oggi noi possiamo rappresentare il frutto di un lavoro, non si saprà mai quanto questo lavoro avrà inciso in realtà perché noi guardiamo i saldi, il saldo è un più o un meno. Quanto abbiamo contribuito per quel più? Quanto il meno si è mangiato anche il più a cui abbiamo dato un contributo? E’ difficile da valutare.
Penso che sia importante vedere come questo insieme di risorse va verso le imprese in maniera fondamentale, va verso i lavoratori, va verso chi cerca lavoro, va verso chi è stato espulso dal sistema del lavoro e deve rientrare, e come sono impegnate, utilizzate, perché sta lì il compito che noi abbiamo, quello di utilizzare al meglio queste risorse.
Ben vengano ulteriori momenti di confronto, penso che oggi il tema sia stato messo sul tavolo, ed è la prima volta che lo facciamo in quest’Aula in maniera così analitica, così estesa. Tutti i dati dell’attività svolta dalle donne di questa Giunta, che occupano il settore dell’economia, dell’agricoltura, del lavoro, delle infrastrutture, quindi i cardini, che dicevamo prima, sono all’interno del sistema di crescita e sviluppo e su questi possiamo fare le nostre riflessioni: è questo il modo giusto di spendere? Possiamo fare meglio? Cosa possiamo cambiare e dove possiamo intervenire?
Saremo pressanti nei confronti del nuovo Governo rispetto agli obiettivi che anche qui vengono posti e agli impegni che il Governo ha preso nei confronti del Paese. Saremo vigili affinché tutte le risorse che oggi abbiamo e sulle quali vogliamo basare la crescita del futuro di questa regione non ci vengano sottratte, non solo perché riguardano un’area delicata come quella del sisma. Ci mancherebbe solo la beffa, come vedere, quando finalmente presentano questi progetti ed ottengono i permessi, che non ci sono più le risorse o i fondi, o quando i Sindaci con la fatica della burocrazia arrivano ad avere i progetti approvati qualcuno dica loro: “Adesso non ci sono più le risorse”.
Per tutto il sistema regionale, avrete capito, la banda ultra larga, i progetti di investimento infrastrutturale, il sistema del welfare locale, sono elementi estremamente importanti per dare una base solida sulla quale costruire politiche di crescita e di sviluppo della regione.
Chiudo sul credito. Sappiamo che la politica meno si occupa di banche e meglio è, perché chi si è occupato di banche sembra che non abbia fatto una bella comparsata, noi ci occupiamo di accesso al credito e il bando è già uscito, abbiamo fatto quella scelta come piace a me, non 10 misure 1 milione qui, 1 milione là, ma 23 milioni in un’unica misura per dare alle imprese italiane che sono formate - il Consigliere Celani diceva che c’è un sistema di piccole e piccolissime imprese - uno strumento di garanzia degno del suo nome, che permetta loro di accedere al credito. Un’intermediazione nei confronti delle banche, chiesta dalle banche stesse perché oggi la banca ha dei clienti che vorrebbe servire, ma non può farlo perché escono dai parametri estremamente rigorosi con i quali si possono dare impieghi nei confronti delle imprese.
Un pacchetto di 23 milioni, immaginate quale leva in termine di credito dà al sistema, quindi anche in questo caso agiamo consapevoli del valore del credito per un’impresa dentro i binari di quella che è un’azione compatibile con quello che può fare la Regione.
La speranza di tutte queste azioni, ovvero quello che sta dentro tutto questo lavoro, si chiama creare le condizioni per dare alla nostra regione occupazione, non c’è una azione che avete ascoltato oggi che non abbia direttamente o come conseguenza questo obiettivo.
Quell’1% in meno che ha il nostro tasso di disoccupazione su quello nazionale non ci soddisfa, era fino al terzo trimestre di 9,7, adesso è diventato di 10,2 però sempre un punto sotto il valore nazionale di disoccupazione. Non ci soddisfa.
Questa è una regione che ha avuto nei momenti migliori il 4, il 3,5% di disoccupazione fisiologica, ha un nome anche in termini economici ed è normale che ci sia un 3,5% di persone che tra una fase e l’altra cercano lavoro.
Noi saremo soddisfatti quando arriveremo a queste percentuali di valutazione. Noi non sappiano quanto abbia inciso su quell'1% tutto quello che abbiamo detto ed il lavoro svolto, magari se non ci fosse stato saremmo stati nella media nazionale, che ne sappiamo? Non lo sapremo mai! Questo punto in meno della media nazionale, questo 9,7, oggi 10,2, come ultimo dato ufficiale, è altamente insoddisfacente, noi vogliamo lavorare perché si possa continuare ad abbattere questo numero e ci riterremo soddisfatti quando arriveremo al 3,5% al 4% che sono valori compatibili con la dignità della persona.
La nostra Repubblica si fonda sul lavoro, è una Repubblica che può sentirsi a posto con la propria coscienza solo quando riesce a dare risposte di questa natura.
Il nostro impegno l'avete ascoltato, siamo disponibili a tutto quello che di concreto e di possibile si può fare, noi speriamo che con il cambio di segno del Governo ci sia anche un aiuto, una collaborazione perché i contenuti che avete manifestato si possano realizzare e perché, su questo sono d’accordo con i molti interventi, su una materia così importante e delicata e, non è possibile arroccarsi sulla propria posizione, ma cercare la massima collaborazione perché ogni opportunità di crescita e sviluppo possa arrivare nel nostro territorio, possa rispondere a questo bisogno fondamentale delle nostre famiglie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Urbinati.

Fabio URBINATI. Grazie. Come concordato nella Conferenza dei capigruppo chiedo la sospensione per poter analizzare i documenti presentati. Grazie.

PRESIDENTE. Sospendo la seduta

La seduta è sospesa alle ore 13,40.

La seduta riprende alle ore 15,20.

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

PRESIDENTE. Consiglieri riprendiamo la seduta. Sono state presentate tre proposte di risoluzione, la prima a firma dei Consiglieri Fabbri, Pergolesi, Maggi, Giorgini, che è stata ritirata, la seconda è a firma dei Consiglieri Zaffiri, Leonardi, Malaigia, Zura Puntaroni, Celani, Marcozzi, Carloni, la terza è a firma dei Consiglieri Fabbri, Giorgini, Maggi, Busilacchi, Bisonni, Urbinati, Giancarli, Rapa, Marconi, Pergolesi.
Proposta di risoluzione a firma dei Consiglieri Zaffiri, Leonardi, Malaigia, Zura Puntaroni, Celani, Marcozzi, Carloni.
Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Faccio una dichiarazione di voto favorevole, la faccio per tutto il centro destra che ha firmato questa proposta, ci sono delle misure che riteniamo possano essere concrete, di aiuto e sostegno ulteriore a quello che è stato fatto fino ad oggi, che non ha portato risultati.
Abbiamo chiesto che, lo leggo brevemente, vengano attuate misure urgenti e straordinarie per contrastare l’allarmante situazione occupazionale che sta attraversando la nostra regione, con particolare riferimento alle aree di crisi che comprendano, come descritto in premessa, soprattutto la creazione di zone franche, interventi in materia di gestione pensionistica, nonché incentivi per scoraggiare la delocalizzazione, iniziative di sostegno al reddito, esenzione ticket sanitari per coloro che hanno perso il lavoro; venga previsto negli appalti pubblici e nella fase di ricostruzione post sisma premialità per quelle imprese che impiegano manodopera locale il tutto previo accordo con Ance, vengano destinate maggiori risorse alle aree di crisi industriale complesse e venga riconosciuto tale status a tutte le aree di crisi presenti nella nostra regione; vengano aperte delle trattative/vertenze con il Governo nazionale che portino a rivedere le regole e le disposizioni vigenti per tutte le aree di crisi visto che quelle attuali non risultano rispondenti ai reali bisogni della comunità, venga promosso un accordo di programma tra il Mise e la Regione Marche sul tipo di quello già fatto per altre Regioni denominato “patto per lo sviluppo” al fine di dare un forte impulso alla realizzazione di nuove infrastrutture e al potenziamento di quelle esistenti. Quindi un pacchetto di proposte che speriamo possa essere accolto. Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Proposta di risoluzione a firma dei Consiglieri Zaffiri, Leonardi, Malaigia, Zura Puntaroni, Celani, Marcozzi, Carloni. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

PRESIDENTE. Proposta di risoluzione a firma dei Consiglieri Fabbri, Giorgini, Maggi, Busilacchi, Bisonni, Urbinati, Giancarli, Rapa, Marconi, Pergolesi.
Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Grazie Presidente. Solo come dichiarazione di voto, questa risoluzione riprende la mozione che avevamo presentato e depositato ieri e la risoluzione che abbiamo presentato prima, con alcune specificazioni che sono emerse dalla discussione che abbiamo avuto durante la sospensione.
E’ chiaro che bisogna partire dall’ipotesi che le cose non vanno tutte bene, quindi voglio rispondere all’Assessore Pieroni ed agli altri membri della maggioranza, se le cose andassero bene non saremmo qui a discutere delle problematiche di lavoro e non ci sarebbero i nostri amici disoccupati, che effettivamente vivono periodi drammatici, qui ad ascoltarci. Quindi è chiaro che bisogna dare un'accelerazione su questo campo.
Voglio ricordare, purtroppo non c’è il Presidente Ceriscioli, che il “fiscal compact” se deve essere coperto con 16 miliardi è perché l’attuale Governo non ha dato le coperture e lascia la patata bollente al successivo; se il centro per l’impiego non è ancora a regime è perché siete in filiera tra Governo nazionale, Regione, Province, Comuni e quant’altro, quindi bisogna aprire gli occhi e prendersi le proprie responsabilità.
Abbiamo una situazione complessa, siamo usciti, noi ancora no, ma il resto del mondo sta uscendo, dalla crisi strutturale decennale che ha attanagliato tutti, però un cambio di marcia occorre assolutamente farlo, quindi la risoluzione, che è stata condivisa, ribadisco ai colleghi che mi hanno preceduto, non è aria fritta, non è un qualcosa di politicamente vuoto, potenzia e dà un indirizzo agli strumenti esistenti che sono: i soldi statali, i soldi europei, i soldi regionali, altro non c’è nelle nostre disponibilità.
Non è una risoluzione vuota, è una risoluzione che al primo punto dice che i fondi europei vanno utilizzati per incrementare l’occupazione e nelle misure nei bandi che usciranno bisognerà vigilare perché questo avvenga; seconda cosa, il programma è settennale e dei fondi sono a rischio disimpegno automatico, perché di anno in anno siamo sempre con l’acqua alla gola per l’impegno, occorre assolutamente accelerare nell’utilizzo di questi fondi. Quindi un’indicazione da parte del Consiglio alla Giunta sui fondi europei viene data in maniera particolare, dopodiché gli importi molto consistenti, di cui gli Assessori questa mattina ci hanno mostrato le slide, ci danno l’ordine di grandezza dell’importanza dell’utilizzo a scopo di occupazione dei fondi che abbiamo. Sono spalmati nel settennio e questo lo sappiamo, altri fondi l’Europa non ce li dà perché parliamo di quelli del terremoto.
Proposte di legge, noi abbiamo in Commissione da 5/6 mesi delle proposte di legge che sono molto interessanti, alcune sono a firma della maggioranza, la proposta di legge “Sostegno all’inserimento lavorativo e interventi per l’occupabilità” è firmata dalla maggioranza, noi abbiamo associato una nostra proposta di legge sul reddito minimo garantito, la discussione è abbinata, abbiamo anche ascoltato anche Tangorra che è venuto dal Ministero a portarci le sue informazioni a livello statale per vedere con questi due miliardi, insufficienti per ora, cosa si riesce a coprire, abbiamo chiesto agli uffici regionali di fornirci i dati per sapere effettivamente quanto delle risorse regionali possiamo dare su questa prospettiva.
Voglio chiudere definitivamente anche il discorso relativo al reddito di cittadinanza, sono 5 anni che ne parliamo, se qualcuno di voi non ha ancora capito come funziona si deve chiedere qual è la sua capacità di apprendimento, perché è chiaro che non è una misura assistenziale in quanto la persona si impegna a fare lavori socialmente utili 8 ore la settimana, si impegna a cercare lavoro, il Ciof le dà tre possibilità nell’arco di 50 chilometri che deve accettare, quindi se il Ciof funziona dovremmo aiutare le persone ad uscire dalla difficoltà, poi c’è una pro-attività, ci deve essere un progetto dietro che viene fatto insieme ai Ciof. Non mistifichiamo la realtà, è una misura che se utilizzata bene garantisce al cittadino di non scendere sotto la soglia di povertà e non è che ti do 780 euro, ti do quello che ti manca per non arrivare alla soglia di povertà che è stabilita statisticamente a 780 euro. Quindi per favore smettiamola di dare informazioni non corrette.
Seconda cosa, in questi mesi abbiamo in discussione due proposte di legge molto interessanti, una riguarda l’industria 4.0, sulla quale abbiamo presentato numerosi emendamenti, se si sbloccasse su ricerca, innovazione, start-up e sostegno alle imprese, che si vogliono effettivamente rinnovare, si potrebbe aprire un mondo.
La seconda è una proposta di legge che ho depositato per modificare la legge forestale regionale e dare l'opportunità agli agricoltori, che hanno la possibilità tecnica di farlo, di portare miglioramenti agricoli, agronomici, soprattutto al dissesto idrogeologico, tra loro e i loro confinanti, quindi lavorare ed essere impegnati nella difesa del territorio. Quindi da una parte abbiamo la discussione di una normativa che si occupa di industria e dall’altra la discussione di una normativa che si occupa di agricoltura.
Se l'esame venisse accelerato e se queste quattro normative fossero adeguatamente finanziate potremmo fare qualcosa di molto interessante per il lavoro, e questo è un altro punto del dispositivo.
E’ chiaro che come Regione non riusciamo a fare da soli, bisogna andare sul piano statale a creare sinergie, e questo è l’altro punto del dispositivo che abbiamo lasciato.
Abbiamo tolto rispetto alla precedente la destinazione dei 70 milioni perché il Psr li ha già vincolati, giustamente, per la zootecnia e per le zone che sono state colpite dal terremoto, questo era nei patti per cui lo Stato sollevava la Regione dal cofinanziamento dei 70 milioni.
L’ultimo punto l'ha già esposto il Consigliere Giorgini, quello di prevedere strumenti straordinari per coprire l’emergenza dei nostri concittadini che sono in difficoltà.
Fatte queste precisazioni, contento che sia stata la nostra impostazione largamente condivisa, chiedo l’approvazione di questa risoluzione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Giacinti.

Francesco GIACINTI. Grazie Presidente. Il mio intervento è ovviamente una dichiarazione di voto favorevole.
Prendo lo spunto, visto che anche il Consigliere Fabbri lo ha fatto, per dire qualcosa su un tema che ci ha visto impegnati in questa giornata e che abbiamo forse solo parzialmente toccato nella sua interezza, nelle varie sfaccettature che lo compongono, per questi motivi qualche messaggio per cercare di far capire cosa diciamo sul problema dell’occupazione e del lavoro.
Il problema del lavoro e dell’occupazione, come potete bene intuire, è anche il problema delle imprese, di coloro che creano posti di lavoro.
Noi veniamo e siamo ancora in una crisi economica, lo ricordava anche il Consigliere Fabbri, una crisi mondiale, le cui dinamiche più importanti hanno influenzato questa tematica fino a condizionarne il problema ed anche le politiche che i vari Stati hanno cercato di attuare per risolverlo.
A volo d’uccello sottolineo alcuni aspetti che ci fanno riflettere.
Le Marche sono una regione che per diversi anni hanno rappresentato un modello di sviluppo economico, io sono stato allievo del Prof. Fuà, e sapete bene quanta fortuna abbia ottenuto il modello marchigiano, oggetto di studio in tutto il mondo.
La peculiarità del nostro tessuto sociale ed economico ha fatto si che in quegli anni d’oro, definiamoli così, il nostro benessere economico si diffondesse nella regione ampiamente, capillarmente, determinando condizioni di vita oggetto di studio a livello mondiale.
Purtroppo questa dimensione, questa grandezza, ma anche la scarsa propensione ad intraprendere il cambiamento, che nel frattempo nel mondo industriale dell’impresa è avvenuto, ha portato a rendere un po' critica la situazione economica di questa regione.
Perché dico questo? Perché i dati positivi che in parte in questi ultimi anni hanno contrassegnato lo sviluppo nazionale, sono stati intercettati in maniera più che sufficiente da alcune regioni, tipo: Lombardia, Veneto ed anche Emilia Romagna. Regioni che hanno un tessuto socio-economico, soprattutto la dimensione delle imprese, l’organizzazione delle imprese e la loro propensione ad intercettare questo grande cambiamento tecnologico, più sviluppato di quanto non possa essere nella nostra regione. Questo è il motivo del divario nell'avere risultati positivi in certi indicatori.
In questa regione che cosa è successo? Le vicende legate alla Banca delle Marche hanno inciso su tutto il tessuto economico; la grande crisi del mercato russo, penso al distretto calzaturiero, che conosco bene perché vengo da quelle parti, ha ingigantito questa problematica, ed il terremoto, che è stato già ricordato. Purtroppo il territorio ha risentito di questi elementi critici in maniera forte. Però ho sentito fare delle osservazioni che a mio modo di vedere, lo ribadisco in questa sede, sono parziali, forse dettate più da una strumentalizzazione politica che dalla effettiva valenza degli interventi.
Tutti le azioni che questo Governo ha promosso vanno sotto il nome di industria 4.0 e gli investimenti ammontano a 30 miliardi. Nella politica industriale del nostro Paese non si ricordano da decenni, questo bisogna dirlo, interventi per 30 miliardi di euro nelle varie misure che compongono tutto il pacchetto 4.0; sono una cosa veramente notevole.
Purtroppo, come dicevo in premessa, non tutte le regioni, non tutte le aziende sono riuscite ad intercettare questo grande numero di risorse, un po’ per questo ritardo nell’evoluzione delle caratteristiche dell’impresa propria, un po' per altri motivi, non so se ci sono anche degli ostacoli, passatemi questa espressione, nel senso di difficoltà, nel senso di non facilità, nell’intercettare i diversi importi che sono stati stanziati sia a livello statale che regionale.
Abbiamo sentito l’Assessore Bravi e gli altri Assessori che si sono espressi, da ultimo anche il Presidente, sulla politica regionale, probabilmente questa messe di risorse non siamo stati in grado di metterle a disposizione oppure i destinatari per diverse difficoltà o non facilità, per usare la stessa espressione usata poc’anzi, non sono riusciti ad intercettarle creando ancora di più questa frattura. Questo è un problema forse più organizzativo/divulgativo che la possibilità di avere destinate queste risorse.
L’Assessore Casini faceva riferimento alla centralità dell’area portuale e del porto di Ancona, ricordo, l’ho detto forse in un’altra occasione a qualche collega, gli investitori cinesi hanno acquistato il Pireo che è il porto di Atene e sapete bene quanto sia importante ai fini di tutti i traffici del Mediterraneo, dopo questo acquisto la Cina che guarda al centro Europa non può che guardarla attraverso il canale Adriatico-Ionico e il Porto di Ancona in questo contesto assumerà un rilievo di straordinaria importanza, lo ricordo perché è stato oggetto di una giornata di studio di cui si era fatto promotore il Corriere della Sera ed era emersa questa grande opportunità per la nostra regione.
Ricordo a tutti, come grande possibilità, che gli eventi e certi investimenti fatti da investitori cinesi, che sappiamo bene quanta parte dell’economia manovrano, ci metterebbero probabilmente, e questo deve essere considerata una grande risorsa, nell’opportunità di poter sfruttare questa grande occasione.
Se da un lato guardiamo ad una crisi mondiale, come è stato detto e come tutti sappiamo, dall’altro a volte guardiamo con una visuale ben più ristretta la politica regionale o addirittura locale per non capire e dimenticarci che se alcune dinamiche hanno un’influenza e una natura così ampia ..., non possiamo far finta secondo le evenienze che ci fanno più comodo.
Chiudo il tutto dicendo che viviamo in un’epoca dove le risorse sono da centellinare perché le problematiche, gli impegni, ho sentito parlare della questione del fiscal compact dell’Europa, le politiche europee vanno certamente a condizionare ed a tracciare certe rotte precise. Allora mi permetto di buttare là un tema che secondo me sarà centrale nei prossimi anni, è quello della ridistribuzione, forse, della ricchezza, in maniera tale che queste risorse - ormai sono tutte da centellinare perché i vari impegni nella complessità della vita sociale di oggi ed anche nella complessità di certi impegni, che provengono e partono da lontano e che devono fare i conti anche con una situazione economica complessiva di questo Paese, che non può essere sottaciuta - ci impongono, a mio modesto parere, di guardare a questa grande sfida futura mettendo forse in discussione il metodo con cui viene ripartita la ricchezza.
Di pochi giorni fa un articolo di Bill Gates, non certo del Consigliere Giacinti, che sappiamo bene quale posizione economica riveste nell’ambito del pianeta, in cui lamentava il suo privilegio di guadagnare troppo, pur avendo pagato una grande quantità di imposte. Lamentava lo squilibrio, di cui ho parlato, ed il fatto che nonostante tutto guadagnasse troppo. Questo era considerato da lui un grande privilegio.
Credo che partendo da questa battuta un po’ provocatoria, ma che lascia intendere il livello di ripartizione della ricchezza in questo pianeta, forse in questa dimensione ed in questa ottica dovremo rivedere nei prossimi lustri, ma a partire da subito, il discorso legato all’equità della distribuzione del reddito. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Stiamo discutendo di una risoluzione che dovrebbe andare verso la soluzione dei problemi. Questo documento si basa su leggi e normative vigenti che, secondo la discussione di questa mattina, non stanno dando i risultati auspicati. Se non hanno dato i risultati auspicati, perché i soldi sono lì, pronti, fermi, ma non utilizzabili è perché, come abbiamo detto, ci sono delle normative che creano problemi, per carità è un lavoro che credo rimanga a se stesso.
Noi come forze politiche - Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia, Alleanza Popolare - abbiamo una responsabilità nei confronti dei lavoratori della Provincia di Ascoli Piceno che oggi sono qui presenti, il nostro senso di responsabilità ci dice di proseguire in questa non continuità, nel senso che i problemi ci sono, ma visto che voi della maggioranza continuate a dire che di fatto non esistono, noi ve lo lasciamo dire, ma il nostro senso di responsabilità è nei confronti dei lavoratori.
Sulle considerazioni politiche che abbiamo ascoltato qui dentro bisogna riflettere con coerenza, soprattutto su quello che è successo nelle Marche.
Questa regione è andata in crisi perché la politica non è intervenuta al momento opportuno per la variazione delle attività produttive nei distretti, cioè la politica di questa maggioranza, che governa ormai da più di 20 anni, non si è accorta che i distretti stavano chiudendo e che bisognava riconvertire e cambiare strategia politica. Guarda caso si è chiuso il “bianco”, mamma mia! Chi era il Presidente regionale della Confindustria quando si è andati a fare gli accordi per produrre gli elettrodomestici in Turchia? Era una signora di Fabriano, Presidente regionale di Confindustria, guarda caso, che è andata in Turchia ad aprire i cosiddetti distretti del “bianco”, e qui dentro la maggioranza che governava non si è accorta di queste cose? E poi siamo rimasti senza lavoro!
Il Mezzogiorno, si saltava in Abruzzo perché c’erano gli effetti della Cassa del Mezzogiorno, nessuno dei 41 Consiglieri regionali di quest’Aula si è accorto?
Credo che il problema politico sia molto serio. Possiamo far finta che qui dentro non è successo niente? Sono accaduti fatti eclatanti e questi poveri lavoratori, oggi presenti in Aula, sono in difficoltà.
Prima abbiamo presentato una risoluzione e la maggioranza nella piena autonomia ce l’ha bocciata, in quanto tale risoluzione era portatrice di una proposta diversa rispetto a questo e contestava un'impostazione politica che il Governo centrale ha dato fino a questo momento,
L'avete citato voi, prendo le vostre considerazioni, 30 milioni di euro, un grande finanziamento, ma se i soldi non arrivano ai lavoratori, io posso dire che sono stati messi lì per fregare la gente, sono stati messi i soldi, ma sono stati creati lacci e laccioli per non arrivare al terminale. Questo è il problema! Se noi abbiamo dei soldi, come dice l’Assessore Bravi, ma questi non arrivano ai lavoratori, perché qui ci sono i testimoni che dicono che non li possono prendere, vuol dire che c’è un problema! Non è che se lo inventa il Consigliere Zaffiri, il problema c’è ed allora bisogna rimuoverlo!
Su questo atto, pensando che qualcuno possa dire che le tre forze politiche ostacolano questa “non” risoluzione, noi ci asterremo a sostegno dei lavoratori, per far capire loro come effettivamente stanno le cose.
Il problema di quest’Aula, cari Consiglieri, è quello di cambiare rotta per questi lavoratori, perché se i soldi ci sono, caro Consigliere Giacinti, devono essere dati, se non vengono dati vuol dire che le leggi non funzionano.
Non si può dire che i problemi non ci sono, ci sono, ma bisogna risolverli e si risolvono soltanto facendo una vertenza, o chiamatela in un altro modo, per modificare le leggi vigenti che non funzionano avendo il coraggio di dire che non funzionano!
Solo modificando le cose farete un servizio a questi lavoratori. Come diciamo noi, dobbiamo andare a modificare le leggi vigenti a livello nazionale e per questo motivo e per senso di responsabilità noi ci asterremo dal votare questa risoluzione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, l’Assessore Pieroni.

Moreno PIERONI. Credo che la risoluzione raggiunta, al di là delle varie precisazioni e puntualizzazioni che sono state fatte, dia una risposta al percorso che questa Assemblea vuol fare in futuro, opportunità occupazionali future a tutti i marchigiani che hanno criticità lavorative.
Sono convinto che tutti insieme, non è semplice, è inutile che creiamo facili illusioni, dobbiamo impegnarci al massimo per far si che queste persone che oggi sono presenti, che rappresentano altre centinaia di migliaia di persone che abbisognano del lavoro, possano avere la percezione che la politica ha raggiunto un obiettivo, quello di mettere insieme le varie proposte, le varie analisi per far si che alla fine il percorso tracciato possa dare un respiro più forte e maggiori opportunità occupazionali.
Non entro nel merito delle valutazioni fatte dal Consigliere Fabbri, che rispetto, sul reddito di cittadinanza, vedremo se questa scelta darà i giusti risultati oppure sarà un percorso che non darà le risposte auspicate dalla gente. Un dubbio ce l’ho, al di là dei centri per l’impiego che non sono ottimali dal punto di vista organizzativo nel dare delle risposte immediate alle persone disoccupate, il vero problema in Italia è la mancanza di lavoro. Il lavoro lo creano le imprese private e se queste non fanno la richiesta all’ufficio per l’impiego, hai voglia noi a dire che il cittadino che non lavora deve andare all’ufficio per l’impiego e seguire tutta la procedura, secondo me, non troverà mai il lavoro se non troviamo un equilibrio con la riduzione delle tasse alle imprese, questo è un altro tema perché l’impresa crea occupazione se ha la possibilità di essere competitiva a livello almeno europeo e mondiale.
Questo è un mio dubbio sicuramente infondato, però siamo qui, fra qualche mese vedremo se queste risposte verranno date. Al dibattito che dura da questa mattina, al di là del fervore delle varie posizioni, segue questa risoluzione che rappresenta un giusto equilibrio dato dalla maggioranza e dal Movimento 5 Stelle e sicuramente è un piccolo ma importante messaggio che diamo all’esterno.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, l’Assessore Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Non entrerò nel merito, sono stato chiamato in causa dal Consigliere Zaffiri, io ho dato il mio modestissimo contributo perché si addivenisse ad una risoluzione più larga ed ampia possibile e questa all’esito del Consiglio regionale ha dimostrato la sua utilità ed opportunità, se vogliamo.
Qualcuno si era chiesto sull’utilità di svolgere un Consiglio regionale su questo tema, si è dimostrato un Consiglio regionale utile e questa è una risoluzione semplicemente consapevole, nessun’altra definizione, perché con molta serenità questa risoluzione - all’esito di un dibattito che ha visto il confronto delle posizioni e delle azioni in campo, da una parte quelle degli Assessori, che bene hanno esposto ed evidenziato il grande lavoro che oggettivamente hanno fatto, e questo credo che tutti lo dobbiamo riconoscere, dall’altra le posizioni dei Consiglieri e del Consiglio, anche attraverso numerose proposte di legge che sono state presentate e che sono in discussione - segna l’evidenza di un’attenzione particolare e profonda. Questo è un tema centrale, perché intorno al diritto al lavoro ed all’occupazione gravitano tutti i diritti, della persona, della libertà, qualsiasi cosa, ed in questa risoluzione c’è tra l’altro la consapevolezza della crisi che c’è nella nostra Regione e nel nostro Paese, ed anche della straordinarietà delle risorse in campo, delle iniziative assunte. Poi per quello che c’è da fare, si impegna la Giunta a proseguire nell’attuazione delle azioni promosse, in questo credo che ci sia tutto, c’è la necessità di uno sforzo ulteriore, ma anche il riconoscimento di un impegno che c’è stato da parte degli Assessori competenti, Bravi, Casini, Bora, e di tutta la Giunta nel suo complesso.
Quella di oggi è stata una Assemblea molto importante e l’esito di questa risoluzione comunque larga, perché vede un largo consenso delle forze politiche, credo che sia utile e ci sproni ad andare avanti con maggiore determinazione per conseguire gli obiettivi che stanno a cuore a tutti.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Zura Puntaroni.

Luigi ZURA PUNTARONI. Mi permetto soltanto di fare un’osservazione, Assessore Cesetti non se la prenda a male, l’altro giorno le ho chiesto la cortesia di interfacciarsi con la Rai per prendere contatto con Alberto Angela per fare un video, uno spot, per risolvere la richiesta di finanziamento dei miei frati a San Pacifico, era un niente, una telefonata, ma sono passati vari giorni e non ho sentito niente, quindi ho provveduto per mio conto. Lei come Assessore avrebbe avuto un valore differente, avrebbe potuto agganciarsi ad altre possibilità, e questa cosa mi porta a dire: ma se ci sono difficoltà per l’ABC e le cose elementari, qui si parla di imprese e se alle imprese non procuriamo un terreno fertile, strutture, ferrovie, porto, aeroporto, elettrificazione, bisognerà fare una legge per obbligarle a rimanere qua, ma siccome la legge non c’è, vanno via e noi rimaniamo seduti per terra.
Questo parlare non serve a niente, servono i fatti e qui in due anni e mezzo, io che vengo da un settore iperdinamico, è mancata la capacità di fare i fatti, non l’aspetto politico del quale a me non importa niente, a me interessano i fatti, la concretezza, la velocità, la rapacità. Sono mancati i fatti!
Chi non lavora vuole i fatti, chi deve ricostruire una abitazione con problemi, vuole i fatti, chi sta in campagna vuole i fatti, chi ha preso tanti voti per governare adesso deve fare i fatti, le cose concrete! Di parole l’Italia ne è piena!
Come ho detto in premessa per fare una semplice telefonata sono passati vari giorni, è un’enormità per una telefonata, figuriamoci per un porto, un aeroporto, una strada, una infrastruttura, è tutto perso per sempre qua dentro!

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Risolverò in mio intervento in pochissimo tempo. Quello che voglio dire è che non accetto, caro Consigliere Zaffiri, che questa risoluzione sia definita il nulla assoluto, noi siamo andati al tavolo con la maggioranza per unire le due risoluzioni e lei non si è nemmeno presentato, già in precedenza aveva capito che questa risoluzione non serviva a nulla? Se il centro destra voleva contribuire e non voleva fare solo della sua risoluzione uno spot elettorale, doveva venire lì, mettersi al tavolo, mandare tutti a quel Paese, noi e la maggioranza, e dire: “Questa risoluzione non ci piace”.
Lei non si è nemmeno presentato e dice che la risoluzione che abbiamo firmato non serve a niente, io questo preconcetto non lo accetto, noi abbiamo fatto con il PD, che sicuramente non è nelle nostre attenzioni e nelle nostre simpatie, un tavolo per loro che stanno lassù, per cercare una soluzione partecipata, che ci piaccia o no, a noi non piace, questa maggioranza che sta governando questa regione e dare maggiore efficacia ad un'azione.
Se lei vuol fare l’aventiniano per questioni di …

(interrompe il Consigliere Zaffiri)

Giovanni MAGGI. Non si è nemmeno presentato e alla fine dice che la risoluzione fa schifo. Lei lo sapeva ancor prima che fosse scritta? O lei ha doti divinatorie oppure sta facendo di questa cosa uno spot elettorale sulla pelle di quelli che non hanno da mangiare.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Prendo solo un minuto per riportare i fatti sul binario della verità, questa non è una sintesi di due risoluzioni, questa è la risoluzione del Movimento 5 Stelle aggiornata, perché allo stato dell’arte non giochiamo sempre al prestigiatore, da piccolo guardavo in TV il Mago Silvan, ma qui in Regione credevo che il magheggio non ci fosse.
C’erano soltanto due risoluzioni, una del Movimento 5 Stelle e una del centro destra, il PD non aveva nessuna risoluzione, agli atti, e lo chiedo formalmente alla dott.ssa Zampa, non è stata presentata alcuna risoluzione.
L’Assessore Cesetti, al quale riconosco grandi doti di prestigiatore, ha detto che ha fatto la sintesi tra la vostra e quello che lui aveva qui, quindi significa che la nostra non è stata assolutamente e volutamente presa in considerazione, tanto è vero che non c’è nessun passaggio, perché noi pensavamo che ci fossero tre …, io ero presente, quindi la sintesi è soltanto la sintesi della vostra risoluzione.
Noi non è che pretendevamo chissà che cosa, nella nostra risoluzione ci sono dei passaggi volutamente importanti, che non sono stati presi in considerazione per nulla, dopodiché ognuno si prende la sua.
Voi avete fatto la vostra, il PD si è accodato, buon per lui, a noi sta bene. Ma la realtà è questa: il PD non aveva una risoluzione, tanto è vero che il Consigliere Fabbri ha risposto alla mia domanda: “Qual è la sintesi?” “La nostra”, ed è vero è la vostra.
Quindi la votate, noi ci asteniamo non perché non abbiamo a cuore la situazione di questi lavoratori, ma perché riteniamo che poteva essere implementata in modo migliore. Non c’è un passaggio della risoluzione del centro destra inserito lì dentro.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Urbinati.

Fabio URBINATI. Grazie Presidente. Ho bisogno di soli due minuti perché oggi tutti abbiamo seguito in maniera molto intensa i lavori che si sono susseguiti in quest’Aula nel rispetto dei lavoratori, che ci hanno ascoltato, che da mesi ci seguono e che da mesi hanno portato le loro istanze.
Rispondo subito al Consigliere Celani, oggi la maggioranza non ha portato una risoluzione perché non doveva portare risoluzioni, noi dovevamo dare delle risposte, noi oggi abbiamo avuto quattro relazioni dettagliate di tutti gli Assessori che per filo e per segno hanno elencato tutti gli interventi che sono stati fatti nella Regione Marche. Questo deve fare una maggioranza! La maggioranza non porta risoluzioni, la maggioranza casomai ascolta per migliorare, forse noi abbiamo un difetto rispetto agli altri, pensiamo di non avere la verità in tasca, perché la verità in tasca non ce l’abbiamo noi, ma non ce l’avete neanche voi. Questo deve essere chiaro!
Quindi con molta umiltà abbiamo discusso, guardate che oggi non è stato facile dopo quello che è successo mettersi insieme al Consigliere Fabbri ed al Movimento 5 Stelle e discutere, non diciamo cose in un altro modo, al tavolo eravamo noi e i Consiglieri del Movimento 5 Stelle, qualcuno è passato e se ne è andato, non c’è stata la volontà di fare un documento unanime.
Ringrazio il Movimento 5 Stelle, noi siamo aperti a tutto, non è facile, sai quanti diranno: “Ecco già hanno fatto gli accordi di Governo”, no, non è così, noi abbiamo fatto una cosa semplice, abbiamo messo davanti la politica e abbiamo messo davanti l’interesse dei marchigiani e questo è certificato dal fatto che già qualcuno ha pubblicato delle belle foto, come per dire abbiamo messo sotto sopra il Consiglio regionale, e questo era già pianificato in maniera chiara ed inequivocabile e guarda caso non si è voluto arrivare ad una soluzione unitaria.
Ma va bene così, noi siamo soddisfatti del lavoro che abbiamo fatto, gli Assessori sono stati molto chiari e, lo ripeto, noi non dovevamo portare documenti, noi siamo venuti con i fatti, con tutto quello che in due anni e mezzo questa amministrazione ha fatto, sia prima che dopo il terremoto, anzi proponiamo di fare degli step per verificare e se c’è bisogno di migliorare, si migliorerà sicuramente. Quindi ringrazio tutti quelli che oggi hanno avuto buona volontà, gli altri hanno perso una buona occasione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Bravi.

Loretta BRAVI. Credo che il Presidente abbia risposto a tante delle questioni che sono uscite qua, però mi sento di dire semplici cose partendo dagli ultimi interventi.
Il Consigliere Fabbri chiedeva quando di sblocca la proposta di legge sull'industria 4.0, 9 milioni sono già chiusi, avviso e risorse, chiuso, si riapre a maggio per le aree del cratere.
Il Consigliere Giacinti diceva di azioni mirate, questa è una direttiva della Giunta, però vorrei ribadire due o tre punti. Al Consigliere Giorgini ho risposto in separata sede sulle domande che mi ha fatto, sui dati vorrei ribadire che sono quelli del IV trimestre 2017, quindi mi sono attenuta a quelli.
Riguardo alla zona franca c’è già il decreto legislativo n. 50; sui centri per l’impiego ci stiamo lavorando, ci abbiamo messo più della faccia e la difficoltà che c’è nel cercare di rivitalizzare i centri per l’impiego, vorrei portare rispetto per le persone, è che abbiamo trovato molte persone demotivate, che non avevano gli strumenti per venire incontro al disoccupato.
Vorrei dire anche un’altra cosa che mi sta molto a cuore, poi sarebbero tante le risposte, i tirocinanti che hanno avuto un contratto di lavoro sono il 44%, questi dati secondo me hanno un loro significato, però vorrei chiudere con due o tre flash.
Oggi ho apprezzato molto i vostri interventi e vi ringrazio tantissimo perché ho dato il via ad un dialogo che è molto interessante.
Ho voluto parlare dei fatti, Consigliere Zura Puntaroni, di quello che per tre anni è stato portato avanti e vorrei chiudere in questo modo: puntare ad una formazione mirata e non a pioggia su quello che serve alle aziende, è un fatto, mettere insieme le risorse di tre fondi europei, è un fatto, c’è un grosso problema che abbiamo tutti, non maggioranza e minoranza, ce l'abbiamo culturalmente, ce l'abbiamo come mentalità, le risorse ci sono ma non c'è quel capitale umano pronto per spenderle, ce lo vogliamo dire? Questa cosa è trasversale, va oltre i nostri interventi, qui c’è un Ministero, una Regione con dei fondi, con dei bandi e c’è la persona disoccupata, allora mi chiedo: i corpi intermedi dove sono? Che funzione hanno? Come intercettano il lavoratore? A me interessa questo!
Non credo che le risorse siano poche, non saranno tantissime, il Consigliere Giacinti diceva di centellinarle, sono d’accordo, però ci sono, il problema è quello che diceva il Consigliere Giacinti, decidere sul metodo, come arriviamo a spendere bene e in modo mirato queste risorse.
Chiudo dicendo che qui vedo tutta la struttura che ringrazio, stiamo cercando con dei bandi di andare ad una formazione ad hoc laddove il territorio e l’azienda chiedono una certa formazione e questo snellirebbe tantissimo, perché andiamo in modo mirato e molto più veloci.
Credetemi, l’impegno è tanto, ma il cambio di mentalità non è da poco perché è dura, durissima cercare di cambiare la mentalità di come spendere le risorse e di quale coscienza viene ai territori, questo devo dirlo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Chiedo l’appello nominale a nome dei Consiglieri Bora, Urbinati, Marconi.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Proposta di risoluzione a firma dei Consiglieri Fabbri, Giorgini, Maggi, Busilacchi, Bisonni, Urbinati, Giancarli, Rapa, Marconi, Pergolesi. La pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Bora, Urbinati, Marconi.
Favorevoli: Biancani, Bisonni, Bora, Busilacchi, Casini, Cesetti, Fabbri, Giacinti, Giancarli, Giorgini, Maggi, Marconi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Pergolesi, Pieroni, Rapa, Sciapichetti, Talè, Urbinati, Traversini, Volpini.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Carloni, Celani, Leonardi, Malaigia, Marcozzi, Zaffiri, Zura Puntaroni.

(L’Assemblea legislativa approva)

Sull'ordine del giorno

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Urbinati.

Fabio URBINATI. Chiedo di procedere con la proposta di legge della Consigliera Leonardi e le tre question time urgenti a risposta immediata e poi di rinviare gli altri punti al prossimo Consiglio. Grazie.

PRESIDENTE. Se non ci sono opinioni contrarie in merito direi di procedere così: svolgere il secondo punto all’ordine del giorno, le question time e poi sospendere i lavori.
Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Per quanto riguarda il rinvio, vorrei sottolineare che c’è un’interrogazione importante sulle Croci che da 4/5 anni non percepiscono contributi dalla Regione. E’ un problema pesante che non lo solleva il Consigliere Zaffiri, non lo dice la Lega, ma lo dice un comunicato Anpas, che ha evidenziato questo problema, uscito pochi giorni fa e appeso in tutte le città della regione Marche.

PRESIDENTE. Penso che non ci siano problemi a trattarla perché abbiamo la risposta, se siamo tutti d’accordo, visto che c’è questa urgenza, facciamo la proposta di legge 162, le tre question time e l'interrogazione n. 558 per la quale il Consigliere Zaffiri ha chiesto una risposta.

Proposta di legge n. 162
ad iniziativa della Consigliera Leonardi
“Tutela delle popolazioni colpite dagli eventi sismici. Modifica alla legge regionale 2 agosto 2017, n. 25 - Disposizioni urgenti per la semplificazione e l’accelerazione degli interventi di ricostruzione conseguenti agli eventi sismici del 2016”
(Relazione approvata dalla III Commissione assembleare permanente ai sensi del comma 8 dell'articolo 86 del Regolamento interno)
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 162 della Consigliera Leonardi.
La relazione è stata approvata dalla III Commissione assembleare permanente ai sensi del comma 8 dell’articolo 86 del Regolamento interno.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Micucci.

Francesco MICUCCI. La proposta fatta dalla Consigliera Leonardi risale a settembre 2017, il periodo in cui il tema all’ordine del giorno nell’ambito del post sisma era la vicenda nota come “la signora Peppina” e la costruzione abusiva, non abusiva, realizzata in base ad alcuni criteri, altri no, per cui alcuni partiti, questo ne è un esempio, si sono mossi per attivare una normativa ad hoc.
Il primo aspetto che mi preme sottolineare è che, così come è stato impostato, su questo tema specifico la Regione non ha competenze dirette, tant’è che anche gli uffici ci hanno segnalato il fatto che la norma così come presentata potrebbe essere facilmente soggetta ad un giudizio di illegittimità in quanto andrebbe a contrastare con alcune norme di ordine superiore, alcune norme statali che regolano la vicenda.
A dimostrazione di questo ci sono due fatti, il primo è che, probabilmente consapevole di questo fatto, la stessa Consigliera Leonardi ha presentato parallelamente anche una proposta alle Camere, non identica, ma per diversi aspetti molto simile. Oggi le Camere sono totalmente rinnovate quindi, ci sarà tempo per discutere di quella proposta più avanti.
L’altro aspetto è che già il Consiglio regionale si era occupato di questo tema, cioè se permettere ai singoli cittadini di costruire “in proprio” o se obbligarli a sottostare alla normativa sulla Sae, quindi a tutte le autorizzazioni comuni alla normativa nazionale.
Credo che il Consigliere Zura Puntaroni avesse fatto una mozione, che poi è stata modificata e condivisa unanimemente dal Consiglio regionale nel dicembre 2016, quindi diversi mesi prima della proposta della Consigliera Leonardi. Consapevoli che il Consiglio regionale che non aveva l’autorità e il potere per poter realizzare una proposta di legge, avevamo adottato una mozione da proporre al Parlamento di allora e in maniera unanime si era chiesto al Parlamento, vado a riprendere il deliberato di quella mozione, “di impegnare il Presidente affinché i Comuni colpiti dagli eventi sismici possano autorizzare e disciplinare nelle aree private di proprietà dei cittadini stessi e in deroga a tutti i vincoli, strumenti urbanistici, edilizi ed ambientali, l’installazione di strutture prefabbricate provvisorie, di modeste dimensioni da rimuovere a seguito del ripristino delle condizioni di agibilità”.
Quindi già il Consiglio regionale si era impegnato addirittura unanimemente e il livello nazionale, attraverso il Commissario, attraverso il Parlamento, aveva dato delle risposte in parte positive, accogliendo alcuni aspetti nei decreti del post sisma, e in parte rigettando alcune richieste tant’è che la possibilità di costruzione autonoma non è stata prevista, è stata prevista la possibilità di realizzare delle Sae da parte dei Comuni su richiesta, c’è tutta una procedura, un iter che ad oggi fortunatamente si sta concludendo, ancora non si è concluso, ci sono delle note vicende sulle tempistiche, credo che ormai parliamo di poche settimane, mi auguro. Per cui una risposta definitiva sul tema delle casette è stata data.
Non vorrei addentrarmi più di tanto nell’aspetto politico della vicenda proprio perché non è di competenza di questo Consiglio, che già si era espresso attraverso la mozione, quindi rischiamo di parlarci continuamente addosso sullo stesso tema.
Riprendo però alcune considerazioni che erano già state fatte allora, ad esempio il rischio di permettere una costruzione “selvaggia”, il fatto che ognuno in base alle proprie esigenze potesse costruire più o meno dove voleva era sembrato un rischio eccessivo, tant’è che anche in quella mozione si rimandava al Comune l’autorizzazione definitiva, nel senso che ci doveva essere comunque una supervisione da parte di un ente pubblico alla realizzazione di questo tipo di casette. Ripeto, già allora il Commissario e poi il Governo ed il Parlamento non avevano inteso recepire questo tipo di valutazione nei decreti.
Credo che sia ulteriormente inutile spingere da questo punto di vista anche perché il Parlamento non l'aveva recepito, si potrebbe obiettare che oggi il Parlamento è cambiato, al momento non c’è ancora un nuovo Governo che possa eventualmente decidere di recepire, non so se, quando e di che colore sarà questo Governo, ma di fatto il problema che era stato sottoposto è stato quasi completamente estinto e nelle audizioni che avevamo fatto a seguito di questa proposta di legge era emerso tra le righe che andare a definire troppo nello specifico una normativa che potesse salvaguardare un singolo caso, come poi è stato fatto - magari quel caso lo si poteva anche risolvere, poi non lo si è risolto del tutto - metteva a rischio una serie di altre sanatorie che di fatto sono rimaste appese perché il decreto specifico, per un caso specifico, non ha risolto altri casi.
La III Commissione già si è espressa in proposito, ripeto, non entrando troppo nel tema perché c’è stato un giudizio quasi unanime sul fatto che questa normativa sarebbe stata irricevibile perché andava a cozzare con una serie di normative nazionali. Quindi la proposta come relatore di maggioranza, facendo mia anche quella della Commissione, è quella di rigettare la proposta di legge. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la relatrice di minoranza Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Spiegherò molto brevemente gli articoli di questa proposta e poi vorrei entrare nel merito dei rilievi che ha fatto la Commissione.
Con questa proposta di legge intendevo modificare una legge regionale, la legge n. 25 del 2 agosto 2017, denominata: “Disposizioni urgenti per la semplificazione e l’accelerazione degli interventi di ricostruzione conseguenti agli eventi sismici del 2016”, inserendo un articolo bis che prevedeva la possibilità di realizzare queste Sae, quindi delle soluzioni abitative di emergenza, in borghi isolati, in aree al di fuori di quelle già previste per la realizzazione delle Sae con la normativa del Commissario, proprio per rispondere a delle peculiarità: chi non poteva allontanarsi da una determinata zona, erano gli anziani.
Ci tengo a ribadirlo, non era un tema tanto calato sulla questione della signora Peppina proprio perché andava ad inserirsi su delle fattispecie diverse.
Ricordiamo che l’abitazione della signora Peppina era su un terreno edificabile già prima del sisma, a differenza di molte realtà che oggi sono tuttora in essere e che magari sono fatte in terreni agricoli, in giardini, in zone non sono edificabili nei piani regolatori.
L’inserimento di questo articolo non costituiva una variante al piano regolatore perché queste strutture avevano ed hanno, parliamo di realtà che oggi sono presenti, un carattere di temporaneità legato ovviamente all’emergenza, chi si è costruito una casetta, o una roulotte, o una sistemazione di fortuna per non abbandonare quei luoghi ai quali, per esigenze lavorative, per esigenze personali, per esigenze di varia natura, è ancorato anche fisicamente.
Il carattere di temporaneità è dato dal perdurare dell’emergenza, dalla conclusione della fase emergenziale e dal fatto che queste persone sarebbero tornate in possesso della loro abitazione principale, ristrutturata o ricostruita ed ovviamente queste strutture dovevano essere poi rimosse così come erano state costruite.
La Commissione ha valutato negativamente questa proposta di legge dando anche delle indicazioni sulla inammissibilità, mentre, lo voglio citare, il Consiglio delle autonomie locali ha espresso parere favorevole.
Questo atto nasceva, e lo voglio ricordare, prima degli interventi fatti a seguito del cambio del Commissario all’emergenza De Micheli, ed entrerò poi nel merito di come gli ultimi provvedimenti, abbiamo visto, sono comunque successivi alla presentazione di questa proposta di legge e di fatto non vanno a sanare, questo non vuol dire che queste situazioni devono restare lì - un problema che resta per quelle soluzioni abitative che non hanno una serie di parametri, non essendo state fatte per restare, ma fatte in una condizione di emergenza - è stato detto, è stato scritto sui giornali, in molte assemblee e a diversi Assessori e Consiglieri è stata sottoposta la questione - e magari non hanno i vincoli urbanistici di abitabilità, pensiamo all’altezza di 2,70 metri rispetto ad altri parametri, questo perché sono state realizzate in condizioni emergenziali.
Questa proposta di legge nasce per aiutare i cittadini colpiti dai forti terremoti del 2016 che sono rimasti tenacemente attaccati al loro ambiente di vita e di lavoro, anziani, come è accaduto per la ormai famosa signora Peppina, ma anche giovani che avevano intrapreso un percorso lavorativo e familiare investendo su quei territori che molto danno e possono dare per la loro ricchezza legata alle produzioni agricole, zootecniche e turistiche.
La proposta di legge è stata da me presentata, occorre evidenziarlo bene, circa un mese prima che fosse emanato il decreto nazionale 16 ottobre 2017, n. 148, poi convertito nella legge n. 117/2017, quello di cui parlavo prima, che non è andato, forse in parte, incontro alla situazione di Peppina, lasciando fuori una serie di situazioni per le quali io avevo avanzato questa proposta.
Nelle motivazioni che scaturiscono dall’analisi della presente proposta di legge effettuata dalla III Commissione si afferma che la proposta di legge in esame non richiama la dettagliata disciplina citata nella legge 229/2016, si afferma inoltre che con la legge 172/2017 il legislatore ha provveduto a sanare gli interventi di realizzazione di immobili eseguiti in assenza di titolo abitativo per soddisfare le immediate esigenze abitative delle zone del cratere sismico, si afferma inoltre che la proposta di legge risulta contrastare con la vigente normativa urbanistico edilizia e di tutela paesaggistico ambientale.
A quanto enunciato dalla III Commissione, vorrei evidenziare le seguenti osservazioni: vero è che la norma nazionale ha provveduto a modificare espressamente la legge 229/2016 inserendo ex novo un articolo, lo cito, che autorizza la realizzazione di immobili in assenza di titolo abitativo solamente in presenza di precise condizioni che legittimano la deroga sia all’articolo 167 del decreto legislativo 42 del 2004, sia il termine massimo di 90 giorni contenuto nell’articolo 6 del d.p.r. n. 380 del 2001; vero è che la proposta di legge che si discute adesso non intende certo contrastare il d.p.r. n. 380 almeno mai tanto quanto lo facciano le norme approvate da questa Assemblea legislativa a partire dal verificarsi degli eventi sismici in questione.
Come in un gioco di scatole cinesi deroghe e sanatorie appaiono con rimandi e giochi ad incastro nelle leggi regionali 8 ottobre 2009 n. 22, 2 agosto 2016 n. 25 e conseguentemente anche nella legge regionale n. 13 del 1990, modificate o derogate in vari punti sia a livello di vincolistica sia di edificabilità dalle precedenti due norme regionali appena citate.
Eppure con il comma 3 dell’articolo 1 intendo evidenziare il fatto che le soluzioni di emergenza ricadrebbero in aree che rimangono immutate dal punto di vista delle variazioni urbanistiche di cui alla legge regionale 34/1991, la temporaneità in alcun modo aveva ed ha la valenza di produrre una variazione urbanistica.
Potremmo dire che se la proposta di legge 162, che stiamo discutendo, contrasta con il d.p.r. 380 allora si potrebbe anche affermare che non tanto bene si comporta la legge 25/2017, quella di cui proponevo la modifica. Prendiamo ad esempio l’articolo 3, parziale difformità del titolo abitativo, sia i commi 1 e 2 delle suddette parziali difformità e tolleranze assertive, sia il comma 3 laddove si ricomprendono come disciplina edilizia anche le disposizioni di cui alla legge regionale 22 del 2009. Rilevo anche che l’articolo 4, sempre della legge regionale n. 25, in caso di delocalizzazioni, deroga non solo nelle distanze minime ma, al comma 3, negli interventi di demolizione e ricostruzione aumentando di volumetria rispetto all’originale.
La proposta di legge 162 non contrasterebbe con il d.p.r. 380 proprio perché queste soluzioni abitative temporanee, o come vogliamo chiamarle, io le ho chiamate Sae per abbinarle ed accostarle a quelle previste dalla normativa dell’emergenza sismica, sono destinate a soddisfare obiettivi temporanei e contingenti.
Sui 90 giorni di tempo siamo d’accordo, ma sulla deroga con soluzioni abitative di emergenza temporanee no.
La normativa speciale di cui alla legge n. 229 verrebbe aggirata, nel senso buono del termine, proprio con il comma 3 dell’articolo 1 della mia proposta di legge.
Sulla fattispecie delle varianti la potestà legislativa urbanistica fa capo alla Regione ed è normata, come sappiamo, dalla legge n. 34 del 1992.
Si afferma che la proposta di legge 162 presenta dubbi di legittimità, non leggo tutto il dispositivo che avete inserito nella valutazione della III Commissione, posso dire che questa situazione viene già aggirata dall’articolo 2 della legge n. 25 del 2017, la si vuole, con la pdl a firma della sottoscritta, applicare anche per soluzioni temporanee, pertanto meno impattanti e con carattere di temporaneità rispetto alla fattispecie contemplata nella legge 25 del 2017. Mi sembrava che già con quella legge la Regione avesse voluto fare un po’ una forzatura per aiutare le zone terremotate, pensavo si potesse fare anche qualcosa in più rispetto a queste soluzioni sopra prospettate.
Quando poi si evidenzia anche il contrasto con il decreto legislativo n. 42 del 2004, il codice dei beni culturali del paesaggio, in quanto la zona interessata rientra all’interno del parco, ricordo che per quanto concerne l’autorizzazione paesaggistica qui intendiamo superato il decreto legislativo n. 42 dal recepimento del piano del parco medesimo e dai singoli piani regolatori adeguati al piano paesaggistico ambientale regionale.
Le disposizioni del piano del parco sono comunque prevalenti su tutte le altre anche a livello di pianificazione paesaggistica compresa la normativa di settore essendo i Comuni adeguato ad esso, l’autorizzazione della quale si necessita è questa e pertanto l’articolo 164 del decreto legislativo non varrebbe per il caso in questione.
Ricordo inoltre che la legge regionale n. 25 del 2017 al comma 6 dell’articolo 2 stabilisce che alle varianti disciplinate dal medesimo articolo non si applicano le limitazioni previste dal comma 9 dell’articolo 26 bis della legge 34/92. Pertanto gli accordi di programma che determinano varianti parziali agli strumenti urbanistici generali comunali sono ammessi anche per quei Comuni che non hanno adottato definitivamente il piano regolatore generale in adeguamento, appunto, al piano paesaggistico ambientale regionale.
Posso affermare che quello dell’accordo di programma poteva essere uno strumento ai fini delle autorizzazioni paesaggistiche che la Commissione poteva inserire magari emendando la pdl odierna così da poter permettere l’applicazione del cosiddetto procedimento semplificato anche per la fattispecie di queste soluzioni abitative.
A me dispiace, l’ho detto anche in Commissione, che la proposta di legge a differenza di quanto avvenuto per altre realtà sia stata presa e buttata nel cestino così come era, senza tentare di migliorarla o di modificarla come nella Commissione sanità, di cui faccio parte, mi è capitato in moltissime occasioni. Qui si è decisa la strada della bocciatura, che credo di aver argomentato, mentre la proposta di legge che ho provato a modificare era stata in qualche modo forzata.
Ricordo infine che agli atti della medesima Commissione esiste anche una proposta di deliberazione a firma della sottoscritta che intende modificare il codice dei beni culturali nella parte sanzionatoria, quindi ex post e non ex ante, come nella proposta di legge che stiamo valutando ora.
La citava il Consigliere Micucci, la proposta di modifica alle Camere riguarda la parte sanzionatoria che prevede la demolizione di queste realtà, ma è cosa ben diversa dalla proposta attuale, quindi non è stata fatta al posto della proposta che stiamo discutendo, quella è stata fatta per intervenire su una competenza dello Stato, mentre su questa si proponeva una modifica alla legge regionale.
Ribadisco che mi dispiace che, ho provato come in molti fanno a dare un contributo al problema del terremoto, la proposta di legge non sia stata neanche presa in considerazione, tentando ovviamente di migliorarla, di modificarla, di renderla migliore e meglio applicabile rispetto a quella che avevo fatto io. Ci tengo ulteriormente a precisare che purtroppo la normativa nazionale, l’ho già detto, ma lo voglio ribadire, non ha sistemato, non ha superato il problema di chi si è fatto una casetta che non ha ora i parametri urbanistici e che presto sarà costretto probabilmente a demolire senza avere una soluzione differente.
Penso che si sia persa una occasione, so già che la proposta, essendo già stata bocciata dalla Commissione, infatti è stata inserita d’ufficio, non troverà l’accoglimento dell’Aula, penso però che una riflessione un po’ più costruttiva si poteva fare, anche se il Governo da mesi, come ha citato il relatore di maggioranza Consigliere Micucci, non ha preso in considerazione la volontà di tutta l’Aula. Credo che un più deciso intervento da parte di questa Regione, nella direzione richiesta dai territori, si poteva e si doveva fare. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Ringrazio il Consigliere Micucci per la sua relazione. Voglio solamente confermare il nostro parere negativo nei confronti di questa proposta di legge che in realtà abbiamo affrontato almeno due o tre volte in Commissione, chiedendo anche ai tecnici della Giunta di essere presenti per aiutarci a trovare una soluzione rispetto ad alcuni problemi che la Consigliera Leonardi ha evidenziato.
La Consigliera la fa semplice dicendo che alcune cose potevamo farle, in realtà abbiamo approfondito in Commissione e tutte le proposte che la Consigliera ci ha sottoposto creavano problemi dal punto di vista normativo.
Non è vero che in Commissione non abbiamo cercato di affrontare la questione e non abbiamo cercato di trovare una soluzione.
Pongo un’altra questione, devo capire come è possibile, è vero che c’è il Regolamento e probabilmente sono tante le cose che dovremo cambiare, che una proposta di legge che ha il parere negativo della Commissione, non solo politico ma anche tecnico, debba arrivare in Consiglio. L'ufficio legislativo del Consiglio ha detto che la norma non può essere approvata in quanto contrasta con la normativa urbanistica e paesaggistica, con il d.p.r. 380 del 2001 e il decreto legislativo 42 del 2004, noi mica siamo all’asilo nido che ci occupiamo di tutto! Siamo una Assemblea legislativa e c’è un ufficio legislativo che ci ha detto di no, un conto è un parere negativo politico, ci posso arrivare, ma nel momento in cui c’è un parere legale, normativo, che dice che la proposta non può essere portata, di cosa parliamo? Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Proposta di legge n. 162. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Interrogazioni 578 - a risposta immediata
ad iniziativa del Consigliere Giancarli
“Stato di calamità per l’agricoltura e stato di emergenza per interventi di manutenzione straordinaria su tutta la rete viaria marchigiana”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 578 - a risposta immediata - del Consigliere Giancarli.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. Grazie Presidente. Per quanto riguarda lo stato di calamità naturale, ci si riferisce unicamente ai danni causati dal maltempo al settore agricolo, pertanto sarà il Servizio politiche agroalimentari a valutare gli estremi per la richiesta al competente Ministero.
Relativamente alla richiesta dello stato di emergenza, ai sensi dell'articolo 23 del Decreto legislativo 1/2018, il Servizio Protezione Civile sta valutando tutte le possibili ipotesi. In base alla nuova legge (entrata in vigore il 6 febbraio u.s.), l'evento sembrerebbe classificabile alla lettera b) dell'articolo 7: "Emergenze connesse con eventi calamitosi di origine naturale o derivanti dall'attività dell'uomo che per loro natura o estensione comportano l'intervento coordinato di più enti o amministrazioni, e debbono essere fronteggiati con mezzi e poteri straordinari da impiegare durante limitati e predefiniti periodi di tempo, disciplinati dalle Regioni e dalle Province autonome di Trento e di Bolzano nell'esercizio della rispettiva potestà legislativa".
Al momento il Servizio Protezione Civile sta raccogliendo le segnalazioni provenienti dal territorio e le sta valutando al fine di inoltrare al Dipartimento Protezione Civile una richiesta circa la sussistenza dei presupposti per una dichiarazione dello stato di emergenza.
Questa è l’indicazione che il sottoscritto ha dato al dirigente che sta raccogliendo i dati. Sul territorio ci sono danni molto ingenti relativi alle frane, agli smottamenti per il dissesto idrogeologico, che ci vengono segnalati da varie amministrazioni comunali e da molti Sindaci, quindi stiamo raccogliendo tutti i dati.
Devo dire che noi possiamo fare la richiesta, come lei ben sa Consigliere Giancarli, che ringrazio perché molto sensibile e attento a queste problematiche, poi lo stato di emergenza viene riconosciuto eventualmente dal Governo nazionale.
In questo momento abbiamo aperte altre tre procedure per lo stato di emergenza per le calamità naturali che si sono abbattute sulla regione Marche nell’ultimo periodo, stiamo a vedere e speriamo che anche questa, una volta fatta le richiesta, possa vedere un accoglimento dal Governo nazionale. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Assessore Sciapichetti la ringrazio. Tra l’altro so che lei non ha bisogno di essere sollecitato nel suo lavoro, ma con questa interrogazione mi sono fatto portavoce di molte richieste che mi sono pervenute da parte di Sindaci, di imprenditori agricoli e di altri soggetti che gestiscono il territorio anche rispetto a servizi fondamentali, come l’acqua e il gas.
Il grazie non è soltanto formale, è per il contenuto della risposta, poi condivido con lei le preoccupazioni, ma al tempo stesso anche la volontà di ottenere questo riconoscimento da parte del Governo del Paese. Grazie.

Interrogazione n. 579 - a risposta immediata
ad iniziativa della Consigliera Pergolesi
“Emergenza pronto soccorso Ospedale Carlo Urbani di Jesi”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 579 - a risposta immediata - della Consigliera Pergolesi.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. Rispondo in sostituzione del Presidente, relativamente alla interrogazione della Consigliera Pergolesi con la quale interroga la Giunta regionale per sapere se intende intervenire tempestivamente per migliorare l'organizzazione del pronto soccorso dell'Ospedale di Jesi al fine di garantire una maggiore efficacia nell'intervento ai pazienti che necessitano di assistenza immediata
Si precisa, sulla scorta delle note Asur n. 1558221 e n. 40582 del 12 marzo 2018, che situazioni come quelle segnalate sono da considerarsi eccezionali e si realizzano nei casi imprevisti di un eccessivo afflusso di pazienti ad alta e media complessità (codici rossi e gialli) che afferisce al pronto soccorso, al quale si associano i pazienti con patologie emergenti di minore gravità (codici verdi e bianchi), come nel caso dei picchi epidemici influenzali.
La permanenza dei pazienti nei locali del pronto soccorso è spesso utile/obbligatorio per garantire un appropriato periodo di osservazione che possa testimoniare la non evolutività del quadro clinico e la risposta alle terapie eseguite. Inoltre, le valutazioni specialistiche in molti casi possono essere erogate, per fini diagnostici, solo a seguito di un approfondimento clinico, strumentale e laboratoristico.
Nello specifico, si porta a conoscenza che l'igiene dei pazienti viene effettuata nelle stanze di osservazione temporanea e, solo se occupate, nei box con testata tecnica e tende sui 4 lati.
Per ciò che attiene la sistemazione strutturale del pronto soccorso di Jesi, l'Ufficio tecnico ha recentemente elaborato un progetto per l'ampliamento dello stesso con l'acquisizione di due ulteriori locali per l'attesa secondaria riservata. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. Credo che la risposta che mi è stata data oggi sia la replica di un’interrogazione che avevo presentato tempo fa, perché mi sono state date le stesse risposte e sicuramente non ritengo le soluzioni ottimali e adeguate.
Vorrei fare una domanda al Presidente del Consiglio: è troppo pretendere che sia presente l’Assessore alla sanità quando si fanno le interrogazioni in merito, visto che puntualmente non viene in Commissione, né è presente in Aula durante la discussione di questioni importanti come quelle della sanità?

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. L’Assessore alla sanità, Presidente Ceriscioli, è impegnato in altri compiti istituzionali, non sta a spasso da qualche parte o volutamente si assenta per qualche motivo, è impegnato in un’altra riunione, ha detto che sarebbe venuto se avesse fatto in tempo, ma ha preparato le risposte, quindi l’assenza del Presidente ovviamente è più che giustificata.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. Naturalmente anche questa è una risposta che mi aspettavo perché è la stessa che ogni volta viene data.
Volevo evidenziare una situazione che ormai si protrae da diversi anni e la riforma sanitaria che il Presidente Ceriscioli si ostina a portare avanti è palesemente fallimentare, malprogettata e soprattutto malrealizzata.
Far finta che tutto proceda nella normalità, che si siano raggiunti risultati ottimali, mentre ci troviamo con strutture sanitarie pubbliche periodicamente al collasso, è un insulto all’intelligenza dei cittadini ed un favore alla sanità privata convenzionata. A dirlo non sono io, ma un noto sindacato regionale che si è mobilitato perché il personale sanitario malgrado gli sforzi e le grandi professionalità non ce la fa più a tirare avanti per i carichi di lavoro insostenibili, aggravati dalla persistente carenza di organico e dal sovraffollamento degli accessi rispetto al numero dei posti letto disponibili.
Non passa giorno che sulla stampa non si leggano articoli di denuncia sul grave stato in cui verte il nostro sistema sanitario, e non mi riferisco solo al caso del Lazzaretto dell’ospedale modello di Jesi, perché la situazione è critica in tutte le strutture sanitarie della regione.
Solo ieri sono uscite le accuse dell’Associazione Cittadinanza Attiva sulla assenza, da 60 giorni, del primario al pronto soccorso di San Benedetto del Tronto. Invece di gestire responsabilmente questa questione dobbiamo leggere sui giornali di nuove stanze e corridoi da adibire a pronto soccorso che il funzionario di turno si inventa per giustificare l’assenza di una vera programmazione della classe dirigente.
L'anno scorso sono stata al pronto soccorso di Jesi e ho visto i quattro posti letto in più che si sono inventati prendendoli dagli sgabuzzini, addirittura non c’era nemmeno la videosorveglianza e i sistemi di tutela dei pazienti. Quindi non inventatevi altre stanze o altri posti, questa è una situazione che non si può più gestire in questo modo.
Questa mattina il Presidente Ceriscioli, mi spiace che non sia presente, ha detto che lui vede le cose che andrebbero portate al piano nazionale, ma quello che non guarda purtroppo per i marchigiani è quello che è di esclusiva competenza dell’Assessore alla sanità. Evidentemente il recente risultato elettorale non è servito a chiarire al Presidente quale strada vada perseguita. La scellerata chiusura degli ospedali dell’entroterra e il costante depotenziamento dei servizi essenziali, come la radiologia di Camerano o la tac e l'ecografia di Amandola, si sono dimostrati azioni fallimentari.
Non vengono garantiti i diritti dei malati, non viene tutelata la sicurezza sul lavoro degli operatori sanitari, non ci sono risparmi significativi a discapito della qualità dei servizi, si ha invece un aumento esponenziale della mobilità passiva e a farne le spese è sempre il cittadino.
La cecità del Presidente di fronte a questi fatti oggettivi è pari solo alla sordità con la quale si prendono in considerazione le proposte dei Consiglieri della maggioranza.
Se dovessimo fare un bilancio di metà mandato sarebbe certamente negativo visto che il Presidente Ceriscioli è riuscito a scatenare persino le critiche dei sindacati e dei medici, risultato non facile da ottenere! Il Presidente Ceriscioli c’è riuscito in poco meno di tre anni.
Detto ciò, visto che è di dominio pubblico che il gruppo consiliare del PD si riunirà questo pomeriggio, mi permetto di dare un caldo suggerimento così da fare un favore a tutti i cittadini marchigiani: pretendete dal vostro Presidente della Regione di cedere finalmente la delega di Assessore alla sanità, naturalmente con potere di firma, prima che il suo operato porti a danni irreversibili. Grazie.

Presidenza del Vicepresidente
Renato Claudio Minardi

Interrogazione n. 580 - a risposta immediata
ad iniziativa del Consigliere Fabbri
“Chiusura prenotazioni tac e ecografia presso Ospedale di Amandola”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 580 - a risposta immediata - del Consigliere Fabbri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. Grazie Presidente. Con riferimento all'interrogazione in oggetto, sulla scorta della nota Asur 1826 del 12 marzo 2018, si precisa quanto segue.
L’interrogante chiede quando intende ripristinare i servizi di tac e ecografia di Amandola.
Il servizio di radiologia di Amandola è già stato ripristinato sin dal novembre 2017 con apertura dalle ore 7.30 alle ore 13.30 dal lunedì al sabato e garantisce le prestazioni di pronto soccorso di radiologia, ecografia, tomografia computerizzata.
Con la riapertura post- sisma della radiologia si è potuto terminare il passaggio della prenotabilità delle prestazioni diagnostiche da un sistema locale/cartaceo al sistema informatizzato di CUP Marche. Nella progettazione delle prestazioni erogabili sono state privilegiate quelle con livello di "urgenza", così come dettato dalle delibera di Giunta regionale n. 808/2015:
• U (entro 3 giorni);
• B (entro 10 giorni);
• D (entro 60 giorni).
Come conseguenza della scelta di privilegiare gli esami urgenti, si apprezza una minore disponibilità per la prenotazione di prestazioni diagnostiche senza nessun livello di urgenza; questa scelta è inoltre dettata dal fatto che la visualizzazione in tutte le Marche delle prestazioni messe a disposizione provoca, soprattutto per gli esami con alto tempo di attesa, l'occupazione dopo poche ore dalla loro visibilità sul software CUP Marche.
L'analisi delle prestazioni eseguite presso la radiologia di Amandola evidenzia l'ampia fruizione dei servizi da parte di cittadini non residenti/domiciliati nel territorio montano vista anche l'ampia offerta disponibile di prestazioni, addirittura superiore alla richiesta locale.
Con l'occasione si fa presente che la radiologia di Amandola è in fase di implementazione; entro breve tempo, infatti, verrà istallato un tomografo a risonanza magnetica, quindi al fine di garantire sempre più le prestazioni sulla base dell'effettivo bisogno della popolazione montana, privilegiando il territorio con le sue esigenze, si è scelto di attivare per un periodo di tempo limitato la prenotabilità delle prestazioni in modo tale da poter apportare eventuali modifiche indotte dalle esigenze territoriali. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Questa interrogazione nasce dalla Consigliera Pergolesi e per una questione tecnica l’ho proposta io in quanto non si possono firmare due question time contemporaneamente, nella stessa seduta, quindi se acconsentite lascerei la replica alla Consigliera Pergolesi, altrimenti la faccio io perché la questione l’ho studiata, come preferite, se ne fate una questione formale rilancio io, se non fate una questione formale, ma andiamo nella sostanza della questione, lascio la parola alla Consigliera Pergolesi. Come preferite perché i contenuti sono identici.

PRESIDENTE. Diciamo che non è nella prassi, però se lei vuol cedere la parola alla collega, credo che non ci sia nulla da obiettare.
Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. Mi spiace per l’Assessore Sciapichetti, ma se ci fosse stato il Presidente Ceriscioli avrei replicato a lui.
Le informazioni che ci avete dato vanno verificate perché a noi risultano altre situazioni, come ad esempio la carenza di organico e quindi la strutturale chiusura di questi servizi.
Chiedo una copia della risposta e poi verificherò. Grazie.

Interrogazione n. 558
ad iniziativa dei Consiglieri Zaffiri, Zura Puntaroni, Malaigia
“Anpas Marche, trasporto sanitario. La Regione Marche immobile”

Interrogazione n. 576
ad iniziativa della Consigliera Marcozzi
“Rimborsi Anpas”
(abbinate)
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 558 dei Consiglieri Zaffiri, Zura Puntaroni, Malaigia e l’interrogazione n. 576 della Consigliera Marcozzi, abbinate.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. Relativamente alla interrogazione 558, con la quale il Consigliere Zaffiri chiede quali sono le motivazioni che ostano al rispetto degli impegni assunti dalla Regione Marche nei confronti delle Associazioni di volontariato del trasporto sanitario in tema dei rimborsi di spese effettivamente sostenute; e all’interrogazione 576, con la quale la Consigliera Marcozzi chiede a cosa sia dovuta la totale diversità della rappresentazione dello stato dell'arte nelle criticità e nelle problematiche avanzate dall'Anpas, il Direttore generale Asur riporta che pagamenti vengono effettuati con le modalità di seguito descritte:
• Importi liquidati in acconto: tutte le associazioni mensilmente vengono liquidate per le tipologie di trasporto sul tetto massimo di convenzione stabilito dalla determina Asur n. 900, con acconti variabili dell'80-90% sui trasporti programmati ed il 100% sui trasporti di emergenza-118 stand-by;
• Pagamenti a saldo: il pagamento avviene a "rimborso" e cioè a fronte della presentazione della documentazione rispondente alle norme fiscali vigenti comprovante le spese effettivamente sostenute e la relativa verifica è condizione essenziale per disporre l'erogazione delle somme a saldo, qualora dovute.
Pertanto, per procedere alla liquidazione totale occorre che siano presentati i documenti contabili fiscalmente congrui da parte delle associazioni di volontariato titolari delle convenzioni (ad oggi solo un numero ridotto di associazioni ha provveduto).
Inoltre, la rendicontazione prodotta è soggetta ad una ulteriore riparametrazione mediante il criterio del "calcolo correttivo regionale - mezzo equivalente"; si tratta del parametro del "best performer" regionale che si applica ad ogni associazione convenzionata con Asur/aree vaste ed è ricavabile solo nel momento di quadratura generale dei costi ammissibili in tutte le aree vaste dei servizi prestati e dei chilometri percorsi; in assenza della totalità delle rendicontazioni da parte delle associazioni, tale parametro non è identificabile.
La liquidazione dei trasporti programmati presso le aree vaste, come da accordi condivisi, pari al rimanente 10-20% del totale (80-90% già liquidato con cadenza mensile) potrà essere effettuata, come stabilito negli accordi ed atti amministrativi, non prima che le associazioni abbiano fornito la relativa documentazione fiscale.
Per ciò che attiene i trasporti di emergenza 118/stand-by la liquidazione è già avvenuta per il 100% del valore in applicazione della procedura stabilita.
Su questo apro una parentesi, non sono l'Assessore alla sanità, quindi non mi permetterei di intervenire, ma intervengo per esperienza personale in quanto per anni ho fatto il Presidente di una di queste associazioni a nome di cui voi fate l’interrogazione e quanto riportato in questa risposta è fedelmente rispondente alla realtà, l’80-90% viene liquidato, poi si aspetta la rendicontazione, è chiaro che se la rendicontazione non viene effettuata purtroppo non può essere fatta la liquidazione, mentre per i servizi attinenti al 118 si liquida il 100% del valore.
L'interrogazione 558 inoltre chiede al Presidente della Giunta se non ritiene di dover porre fine a questo annoso problema e di conseguenza regolamentare il contenzioso economico in atto che, da tempo ormai, mette in difficoltà le pubbliche assistenze; l’interrogazione 576 chiede: quali sono le azioni che l'Amministrazione regionale e l'Asur intendono intraprendere per fornire all'Anpas e, di riflesso ai cittadini, quelle risposte definitive e immediatamente attuabili che l'Anpas richiede da tempo; quali sono le azioni che l'Amministrazione regionale e l'Asur intendono intraprendere per scongiurare, nell'immediato, la protesta indetta dall'Anpas con potenziali gravissime ripercussioni sulla collettività; dal momento che le problematiche sono note da anni, come mai non si è provveduto con tempestività a trovare una soluzione, costringendo l'Anpas a indire una protesta con la consegna delle chiavi dei mezzi di soccorso.
Coerentemente con la delibera di Giunta regionale n. 301/2017, sono stati istituiti tavoli di lavoro con i rappresentati delle Associazioni e della Croce Rossa al fine di elaborare:
• i criteri di ammissibilità al Servizio Trasporto Sanitario, come da delibera di Giunta regionale 301/2017;
• i modelli di trasporti sanitari e la richiesta trasporto;
• l'aggiornamento del Titolo II della delibera di Giunta regionale 292/2012;
• l'aumento del 15% del tetto di spesa per il sistema trasporti.
Nel 2017, presso Asur, si sono svolti numerosi incontri del tavolo tecnico che ha proceduto, sulla base delle richieste formulate dalle associazioni, alla determinazione dei valori e delle modalità per la definizione del tetto massimo ammissibile e delle spese rendicontabili e alla elaborazione di un nuovo modello di rendicontazione amministrativa che consentisse di definire l'apporto di ogni singola associazione per ogni area vasta della Regione.
Con determina n. 675/2017, l'Asur ha provveduto al completamento delle procedure amministrative con la definizione dei nuovi criteri che le associazioni di volontariato, ad eccezione dell'Anpas, hanno sottoscritto nel tavolo regionale del Servizio Sanità in data 26 settembre 2017.
L'Asur ha avviato, in coerenza con quanto previsto nel decreto legislativo del 3 luglio 2017, la procedura dell'Interpello per le Associazioni al fine di completare l'iter amministrativo delle convenzioni con le Associazioni per ogni area vasta per l'affidamento dei servizi sanitari. La procedura amministrativa si sta concludendo, mediante il convenzionamento delle Associazioni che hanno partecipato al bando, con efficacia a decorrere dall'1 aprile 2018.
Una recente proposta di accordo è stata portata a termine tra Asur e Anpas e prevede un incremento del valore sugli acconti per il periodo 2013-2016 e la liquidazione entro il 30 settembre.
Entro il mese di marzo si stima altresì di poter addivenire alla sottoscrizione delle convenzioni in esito all'interpello le cui procedure amministrative sono in fase conclusiva; contestualmente l'Azienda intende apprestare un sistema di verifica amministrativa delle rendicontazioni più stringente nei tempi di conclusione.
Pertanto, si ritiene che la paventata astensione, mediante consegna delle chiavi ai Sindaci, possa ritenersi ampiamente superata come peraltro comunicato da Anpas in data 9 marzo 2018, a seguito dei chiarimenti intervenuti tra la medesima e l'Asur nella riunione tenutasi in pari data, presso il Servizio Salute della Regione Marche.
Da ultimo, venerdì 9 marzo si è tenuto un incontro nel quale la Regione, l’Asur e l’Anpas hanno concordato le seguenti modalità:
- entro il 31 marzo liquidazione del 100% dell'acconto, compreso 100% acconto "emergenza" per le annualità dal 2013 al 2016;
- ulteriore acconto, pari al totale delle somme (2013-2016) rendicontate decurtate del 5% per ritenuta a garanzia da confermare con ulteriore incontro entro 10 giorni circa, previa verifica dei budget e degli impegni da sostenere;
- entro il 31 ottobre 2018 saldo complessivo delle somme da erogare, previo controllo delle rendicontazioni;
per gli anni 2017 e 2018 si applica la Determina n. 675/2017 con le modalità prevista per il 2017 (estese anche al 2018);
Asur riapre quanto prima il tavolo per addivenire ad una revisione dei criteri della determina n. 675/2017 (a decorrere dall'1 gennaio 2019), con raggiungimento di un accordo all'unanimità tra i partecipanti, entro la data di discussione del ricorso al Tar che, in caso positivo, Anpas si impegna a ritirare. L'Asur entro il 31 marzo si impegna a formalizzare quanto sopra;
- in merito alla delibera di Giunta regionale 716/2017 il Servizio Salute si impegna ad attivare un tavolo congiunto al fine di risolvere le criticità esistenti.
Credo che quanto è contenuto in questa risposta è quello che le associazioni, le croci di qualunque colore esse siano, si aspettavano da anni, quindi dovremmo salutare positivamente questo fatto, perché io mi sono invecchiato e mi sono venuti i capelli bianchi in attesa di conoscere quello che c’è scritto qui dentro, che oggi finalmente viene formalizzato dall’Asur.
Quindi mi ha fatto piacer leggere questa risposta perché parliamo di un mondo che conosco benissimo e rispetto al quale mi sento particolarmente vicino. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Quanto è stato detto dall’Assessore Sciapichetti anche nella sua veste di cittadino impegnato in questo settore …

(interrompe l'Assessore Sciapichetti)

Sandro ZAFFIRI. Certo il territorio lo conosco dal 1970. La situazione l'ha esposta come intermediario dell’Assessore alla sanità che non c’è. Il dirigente alla sanità ha preparato questo accordo e ha tentato di fare questo accordo, questa cosa anch’io la conosco da un anno e mezzo, forse anche più, perché c’è stata una riunione formale, relativa alle persone non barellate che dovevano pagare l’ambulanza, con il Presidente della IV Commissione, con l’Assessore che compariva e non compariva, con la dirigente e con il sottoscritto.
Sono passati quasi due anni e ancora i disgraziati della provincia di Ancona devono pagare.
Questo Consigliere, modestamente, ha fatto un’interrogazione su una legge che è stata approvata qua dentro pochi giorni fa e riguardava il trasporto dei dializzati, sono corsi tutti per farmi ritirare il mio emendamento che risolveva quel problema. Su quel problema, dica all'Assessore che dica alla dirigente Di Furia, le cose non vanno bene.
Caro Assessore Sciapichetti, nel settore della sanità manca la politica, non è possibile che a decidere siano i dirigenti, i dirigenti sono legati dal contratto collettivo nazionale di lavoro e dalle prebende che ne derivano, perciò gli interessi sono diversi da quelli della politica, la politica ha bisogno di una risposta per gli utenti marchigiani, il dirigente ha bisogno di altre risposte, che io personalmente rispetto, ma è un altro il percorso.
Comprendo lei, che è stato impegnato in questo settore, che ha evidenziato l’aspetto dell’Anpas, non parliamo di tutte le croci, perché se la Croce Rossa ha fatto degli accordi significa che gli andavano bene, se l’Anpas, che è una associazione di volontariato, non diretta fra l’altro da amici del centro destra ma è talmente … Non è così perché con l’amico mio che fa il Vicepresidente, ha fatto l’Assessore a Montemarciano, la pensiamo diversamente, il Consigliere Zaffiri nella sua correttezza questa cosa la dice, però c’è un problema, il 19 gennaio non è un anno e mezzo fa, e questo documento che era su tutte le locandine della regione Marche, era datato 19 gennaio e riportava la notizia della consegna delle chiavi.
Non ero disattento durante il suo intervento Assessore, ero alla ricerca di documenti che dopo l’accordo del 9, “fantomatico accordo”, come lo chiamo io ..., perché una cosa è l’accordo e una cosa è la realizzazione dell’accordo. Lei è stato un Assessore presente ed impegnato sul territorio e sa che c’è una bella differenza tra l’accordo e l’applicazione dell’accordo.
Infatti nell’applicazione dell’accordo l’Anpas, le Croci gialle per capirci, non sbandiera tutta questa euforia, ma dice che c’è un tavolo nel quale prosegue il confronto, come lei ha detto, e allora vede che le mie perplessità cominciano a emergere.
Nel mio intervento non sono partito da voli pindarici, ho detto solo che manca la politica, ecco perché sono preoccupato, se la politica deciderà di fare applicare questo accordo va bene, altrimenti se va avanti nella struttura sanitaria, per i meccanismi che ho spiegato, che sono meccanismi naturali della contrattazione collettiva di lavoro ..., chi vuol capire capisca, perché oltre lo stipendio ci sono delle indennità di premio che fanno parte del contratto collettivo nazionale di lavoro.
Allora il Consigliere Zaffiri ed il gruppo della Lega ritengono che questo modello e questo modo di governare non vadano bene perché non è giusto delegare ai dirigenti.
La politica deve prendersi la propria responsabilità in questi settori molto delicati che riguardano l’interesse delle persone, dei cittadini.
Ancora una volta evidenzio il problema dei non barellati, perché già sono passati 60 giorni, carissima dott.ssa Di Furia, e ancora non è arrivata la risposta, ascolti questa registrazione e poi mi risponda.
Questo è il problema, Assessore Sciapichetti, che ancora voi, gruppo dirigente di questa Regione, non volete considerare, è un problema che interessa centinaia di persone in giro per la regione, interessa centinaia e migliaia di volontari che lavorano intorno alle croci gialle. Attenzione! Sono preoccupatissimo!
Rispetto a questa situazione credo che l’Assessore faccia finta di ascoltare, se non ascolta me non mi interessa, ma vedremo i fatti e il giudizio sui fatti è del Padre Eterno, l’organo sovrano, che emette dei giudizi. Qui le prove sono lampanti, queste cose capitano tutti i giorni, allora credo che non si possa continuare a non rispondere alla comunità marchigiana in termini seri e concreti. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Condivido in pieno quello che ha già detto il Consigliere Zaffiri, manca la politica.
L’Assessore Sciapichetti ha parlato dell'applicazione dell’accordo, questo accordo è la politica che lo deve far applicare perché, come ha detto il Consigliere Zaffiri, è un anno e mezzo che si parla di persone barellate che devono pagare l’ambulanza, questo non è assolutamente concepibile.
La politica deve dare delle risposte serie ai marchigiani che fino a questo momento non le hanno avute.

La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 17,20