Resoconto della seduta n.95 del 04/04/2018
SEDUTA N. 95 DEL 4 APRILE 2018

La seduta inizia alle ore 10,25

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

PRESIDENTE. Colleghi buona giornata, dichiaro aperta la seduta n. 95 del 4 aprile 2018. Do per letto il processo verbale della seduta n. 94 del 27 marzo 2018, il quale, ove non vi siano opposizioni, si intende approvato ai sensi del comma 4, dell’articolo 53, del Regolamento Interno.
Richiamo inoltre, ai sensi del comma 5 dello stesso articolo, l’attenzione di tutti i Consiglieri sulle comunicazioni distribuite, con cui porto a conoscenza dell’Assemblea quanto espressamente previsto dal Regolamento interno.

Proposta di legge n. 71
ad iniziativa del Consigliere Bisonni
“Modifiche alla legge regionale 23 novembre 2011, n. 22 Norme in materia di riqualificazione urbana sostenibile e assetto idrogeologico e modifiche alle leggi regionali 5 agosto 1992, n. 34 ‘Norme in materia urbanistica, paesaggistica e di assetto del territorio’ e 8 ottobre 2009, n. 22 ‘Interventi della Regione per il riavvio delle attività edilizie al fine di fronteggiare la crisi economica, difendere l’occupazione, migliorare la sicurezza degli edifici e promuovere tecniche di edilizia sostenibile’”.

(Relazione approvata dalla III Commissione assembleare permanente ai sensi del comma 8 dell'articolo 86 del Regolamento interno)

(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 71 del Consigliere Bisonni.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Micucci.

Francesco MICUCCI. Grazie Presidente. Brevemente perché la proposta di legge consta di soli 2 articoli di cui il secondo è l'invarianza finanziaria.
Questa proposta di legge è stata discussa in Commissione che ha approvato una relazione nella quale si chiede di bocciare questa proposta di legge. Proposta di legge che andrebbe ad incidere sulla normativa riguardante i Poru, una legge quella sui Poru in realtà poco applicata e di cui abbiamo visto poco le conseguenze, vuoi per la crisi economica dell'edilizia, vuoi perché la situazione economica e alcuni vincoli non hanno stimolato eccessivamente la fruizione di questa normativa che in teoria andava ad alleggerire il percorso burocratico per l'approvazione dei Poru, che sono sostanzialmente delle varianti urbanistiche che puntano alla riqualificazione di aree degradate o comunque di aree non più utilizzate per le funzioni urbanistiche originarie.
Quindi anche in considerazione di questa scarsa applicazione della normativa, che aveva nella sua ratio originale lo snellimento delle procedure burocratiche, come Commissione abbiamo deciso di bocciare questa proposta che reintroduceva alcune ulteriori complicanze nell'iter burocratico.
Nello specifico il ritorno della Provincia che dovrebbe dare un parere vincolante, quindi in qualche modo una approvazione definitiva da parte di questo organo che, all'epoca della proposta, ma ancora oggi, ha una rappresentanza politica che non è diretta, ma una rappresentanza di secondo livello, attraverso i Sindaci e gli amministratori locali. Laddove invece si volesse interpretare che un ulteriore controllo possa garantire una maggiore efficacia o comunque una maggiore garanzia di correttezza delle procedure, non si comprende perché gli uffici della Provincia offrirebbero queste maggiori garanzie rispetto agli uffici dei singoli Comuni dove andrebbero ad incidere queste varianti urbanistiche.
Ci è sembrato un voler reintrodurre una complicazione di cui in realtà non si sente l'esigenza, ripeto, non si è vista all'atto pratico una carenza di trasparenza o una carenza di oggettività nell'applicazione di questa legge, anche perché i casi effettivamente concretizzati di Poru, che sono arrivati all'atto finale di approvazione, si contano sulle dita di una mano, quindi come Commissione abbiamo deciso di rigettare questa proposta di legge. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Grazie Presidente. Presentai questa proposta di legge nel luglio del 2016, quasi due anni fa, è passato così tanto tempo perché questo atto andò una prima volta in Commissione e fu sospeso perché, mi fu raccontato, bisognava attendere la riforma della legge urbanistica ed in previsione di questa non era il caso di presentare modifiche. Poi cosa è successo? E' successo, come tutti sappiamo, che la riforma della legge urbanistica, qualcuno mi spiegherà perché, non è mai stata fatta e ancora non se ne vede traccia.
Passato diverso tempo ho insistito, ai sensi del Regolamento, affinché la proposta di legge è stata discussa in Aula e quindi la Commissione è stata “obbligata” a riprenderla.
Questa volta le motivazioni in Commissione sono state quelle che abbiamo sentito adesso dal Consigliere Micucci, ossia che strumento, quello dei Poru (Programma operativo per la riqualificazione urbana), è poco utilizzato e pertanto non vale la pena incidere su uno strumento poco utilizzato.
Qui contesto questa interpretazione perché le leggi non si fanno a seconda del momento e se c'è un periodo di crisi per cui uno strumento urbanistico è poco utilizzato non significa che in futuro non possa essere applicato, quando magari la crisi sarà superata. Questa considerazione non mi sembra valida, come non mi sembra valida la seconda considerazione che è stata fatta, cioè quella di dire: perché la Provincia dovrebbe garantire di più rispetto al Comune? Per un semplice fatto, chi di solito controlla deve essere diverso da chi fa, altrimenti se uno fa e si controlla da solo è chiaro che il controllo può venir meno, quindi non è perché la Provincia ha più o meno competenze, ma perché è un ente terzo rispetto a chi propone la variante urbanistica, semplicemente per questo, come avviene nelle varianti al Piano regolatore.
Riassumendo qual è il senso di questa legge? Attualmente se un Comune fa una variante al Piano regolatore cosa accade? Accade che questa variante giustamente va al giudizio di un terzo, che è la Provincia, che fa delle osservazioni che sono vincolanti.
Ora non si capisce perché, se questo strumento urbanistico contiene delle varianti sostanziali al Piano regolatore, queste varianti sostanziali non sono soggette al giudizio della Provincia, cioè il Comune le fa e basta.
A me questo non sembra equo, cioè se io devo fare una variante e non voglio farla al Piano regolatore, mi faccio un bel Poru, adotto un Poru e non sono soggetto a niente, quindi vado avanti per la mia strada senza che qualcuno mi possa dire se ho fatto bene o male, se magari ho voluto speculare, perché è vero che ci sono pochi casi, però ci sono dei casi in cui questo strumento è stato abusato, figuriamoci se poi da qui al futuro l’economia riparte e questo strumento sarà utilizzato in maggior misura, nei pochi casi che abbiamo ci sono state delle speculazioni, figuriamoci se riparte l'economia.
Questa proposta di legge vuole semplicemente rimettere le cose nel senso giusto, il Comune che fa una variante sostanziale utilizzando lo strumento del Poru, come capita quando fa una variante al Piano regolatore, è soggetto al giudizio di un ente terzo, in questo caso è giusto che sia la Provincia, non perché, ripeto, la Provincia sia migliore, ma perché è terzo, altrimenti faccio le cose e mi controllo da solo ed è chiaro che il mio giudizio sarà favorevole.
E’ un solo articolo che va a modificare la legge regionale 23 novembre 2011 n. 22 nella parte in cui prevede che il programma operativo per la riqualificazione urbana (Poru) sia approvato con le procedure previste per l'adozione dei piani attuativi anche se invariante al Piano regolatore.
Nella sostanza sulla base della normativa attualmente vigente il Comune, come dicevo, può adottare il Poru discostandosi dalle osservazioni formulate dalla Provincia, ente che effettua i controlli in ordine alla conformità del Piano regolatore generale e delle sue varianti alla normativa vigente ed alla pianificazione sovracomunale.
Con la presente proposta di legge, tenuto conto delle caratteristiche del Poru, si introduce una disposizione volta ad assicurare con maggiore efficacia la conformità della pianificazione comunale alla vigente normativa e ai piani sovraordinati, prevedendo che il Comune non possa discostarsi dalle osservazioni della Provincia in merito alle eventuali varianti al Piano regolatore introdotte dal Poru.
Quindi una proposta che ristabilisce una equità di comportamento, ripeto, abbiamo due case uguali, faccio la variante al Piano regolatore sono soggetto al giudizio della Provincia, faccio una variante sostanziale utilizzando lo strumento del Poru e me ne frego di tutti. Non può essere, questa proposta di legge cerca di rimettere le cose a posto, quindi io invito i Consiglieri a votare secondo coscienza e mi auguro a favore di questa proposta di legge. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Grazie Presidente. Qui abbiamo l'occasione di andare oltre l’aspetto della proposta di legge del Consigliere Bisonni che riguarda le procedure di approvazione dei Poru, noi dovremmo parlare un po' allargando l'ottica e guardando la rivisitazione di tutta la legge 34/92, che è la procedura della legge urbanistica vigente nella Regione Marche, che ormai è datata 1992.
Dirò qualcosa su questo aspetto, prima però devo dire che, per quanto riguarda questa proposta di legge, mi trovo in sintonia con quanto ha detto il Consigliere Micucci. Due aspetti, il Poru è stato un fallimento, diciamoci la verità. Nella Regione Marche non so se è stato approvato o meno un Poru, forse ce n'è qualcuno, ma non bisogna confondere l'approvazione di una Giunta con l'approvazione definitiva. Non è stato fatto nulla, non è andato nulla a buon fine, nessun Poru ha prodotto trasformazioni urbane, le buone intenzioni ci sono tutte.
Sappiamo benissimo che per quanto riguarda l'urbanistica uno dei principali aspetti negativi riguarda le tempistiche, i tempi dell’approvazione di un piano, se noi guardiamo la 34/92 e guardiamo quali sono le procedure per la realizzazione di un piano, cominciamo con l'adozione, la pubblicazione, le osservazioni, le controdeduzioni, quindi si manda tutto in Provincia, nasce sempre un contenzioso fra Provincia e Comune, poi il nuovo piano viene riportato in Comune il quale deve deliberare definitivamente la sua approvazione, tempi biblici.
Ora quella del Poru è una legge, per lo meno la 19 del 2011, che snellisce questa procedura, quindi come si può pensare di tornare indietro sulla variante urbanistica quando come enti locali abbiamo combattuto affinché le procedure venissero snellite? Adesso torniamo indietro per riportare il Poru a una variante generale del Piano regolatore? E' assurdo!
La Provincia se vuole osservare, osservi pure perché è al pari di qualsiasi altro ente o cittadino e nel momento in cui il Poru viene approvato e viene pubblicato può osservare e il Comune, che è l'ente proponente del Poru, può controdedurre a queste osservazioni se sono giuste, oppure attenercisi e se non basta fa un ricorso al Tar, qualora il Comune si dovesse discostare da quelli che sono i principi della normativa.
Ma che scherziamo? Quando c'è la legge n. 22 del 2011 che introduce il Poru? Torniamo indietro di anni, di decenni, su queste procedure?
Anzi io pongo un problema serio per quanto riguarda, ad esempio, l'approvazione dei piani attuativi, esistono delle norme per i piani attuativi, se sono conformi agli strumenti urbanistici possono essere approvati dal Comune, cioè dalla Giunta, quindi velocemente, ma se il piano attuativo è invariante al Prg, senza alterare il contenuto sostanziale del piano, dobbiamo adottare le procedure di variante normale, allungando i tempi di vari mesi.
Proporrò, mi auguro che non occorra perché prima arriverà la modifica alla 34/92, una modifica alla legge in questo senso, anche i piani attuativi che siano invarianti al Prg dovrebbero essere approvati con questa procedura snella a cui fa riferimento la n. 19 del 2011.
Non possiamo assolutamente ritornare indietro, immaginate adesso con il sisma la necessità di fare i piani di ricostruzione da parte dei Comuni, se noi non snelliamo le procedure che cosa significa? Oggi noi abbiamo un problema molto serio che non è soltanto la ricostruzione edilizia dell'edificio, ma la pianificazione urbanistica di queste aree e non vogliamo introdurre degli elementi che snelliscono? Non vogliamo introdurre delle variazioni alla 34/92? Non vogliamo introdurre delle variazioni alla 19/2011? Stiamo scherzando? Cosa stiamo a fare qui noi? Di cosa parliamo?
Parliamo di ritardi, di ricostruzione e quant'altro e adesso stiamo qui ad ingessarci con delle procedure antiquate che non hanno senso? La trasparenza non sta nel chi controlla, la trasparenza sta nel fatto che tutti possono entrare nel procedimento e la Provincia entra nel procedimento, caro Consigliere Bisonni, perché nel momento in cui il Poru viene pubblicato da parte del Comune, la Provincia può osservare come qualsiasi cittadino, come qualsiasi ente, come qualsiasi portatore di interesse, fa le sue osservazioni, e sono osservazioni pesanti perché probabilmente pesano molto più quelle della Provincia che non quelle del libero cittadino, e poi il Comune controdeduce giustamente o no a quelle osservazioni che molto spesso sono anche capziose e ve lo dice uno che ha fatto sia il Sindaco che il Presidente della Provincia, perché l'Italia è l'Italia dei Comuni, poi abbiamo sbagliato a togliere le Province, abbiamo sbagliato, però se un Comune decide di fare una variante nel rispetto delle norme non capisco perché qualcun altro ci deve andare a mettere il naso e andare a cavillare su una virgola o su quant'altro, questo è l'aspetto significativo.
In questo momento c'è un impasse molto grave per quanto riguarda l'approvazione dei piani attuativi, che sono regolati dal comma 5 dell'articolo 30 della 34/92 il quale prevede che se sono conformi possono essere approvati dalla Giunta comunale, se non sono conformi, qui c'è una presa di posizione anche della dirigenza regionale, e sono di iniziativa pubblica, allora possono essere approvati in modo veloce con il comma 5 dell'articolo 30, ma se sono di iniziativa privata allora devono fare tutto il famoso giro della variante regionale del piano. E’ assurda questa cosa, le due cose hanno pari dignità, se un piano di lottizzazione è di iniziativa pubblica o di iniziativa privata non cambia nulla, le procedure di approvazione devono essere le stesse, invece in Regione ho ritrovato delle circolari del 2004, del 2006 e del 2007 che si contraddicono e che non fanno capire nulla su come viene approvato un piano di lottizzazione di iniziativa privata e ricordatevi che i piani attuativi che andremo a fare per quanto riguarda la ricostruzione molti saranno di iniziativa privata.
Prendendo spunto da questa legge, invito l'Assessore competente, che credo condivida perché ci siamo parlati più volte su questo tema, a mettere mano subito alla legge 34/92 di riforma della legge urbanistica regionale per togliere anche queste distorsioni, queste cose anacronistiche, che non hanno senso, come quello di non mettere sullo stesso piano l’iniziativa pubblica e l’iniziativa privata per quanto riguarda le varianti urbanistiche o i piani di lottizzazione o i piani attuativi che dir si voglia.
Ripeto, sono fermamente contrario a questa proposta di legge perché ci fa tornare indietro, al 2011, quando furono approvati i Poru, mentre noi abbiamo necessità di snellire.
Vado avanti, chiedo a questa assise ed al Presidente della Commissione Biancani che venga messa mano alla 34/92 di modifica generale e soprattutto che si lavori su questa distorsione che esiste sulla differenza di approvazione fra i piani di lottizzazione, cioè i piani attuativi di iniziativa pubblica e di iniziativa privata che devono essere messi sullo stesso piano per accelerare i processi non soltanto generali di costruzione, ma soprattutto, di ricostruzione perché abbiamo bisogno che quelle procedure vengano snellite il più possibile. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giorgini.

Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Qui parliamo di una legge che ha parecchi vulnus.
Ho una proposta di legge molto importante ferma, parcheggiata, perché purtroppo se impasto la calce non posso alzare il muro, quindi è ferma.
In pratica questa legge è un assurdo perché vuole tutelare l’assetto idrogeologico e parla di riqualificazione urbana, adesso non voglio fare un discorso sulla 34 del 2011, ma su quello che ha scritto il Consigliere Bisonni nella sua proposta di legge, che cosa fa? Permette di prendere metà della cubatura di un capannone in un centro industriale e di portarla magari in centro città, in una zona di verde pubblico attrezzato, andare in variante al Prg e costruirci migliaia di metri cubi di cemento. Questo è quello che io contestavo alla legge e per questo motivo avevo presentato questa proposta di legge che in Commissione è stata fortemente contrastata, soprattutto dai funzionari, per cui doveva essere rivista.
L’altra alternativa per bloccare questo vulnus che è nella legge ..., perché in realtà la legge è ben fatta, i principi generali della legge sono giusti, a San Benedetto, caro Consigliere Celani, sono stati fatti vari Poru, sono stati riqualificati, e li ha fatti proprio l’amministrazione nella quale c’era il Consigliere Urbinati, dei capannoni in centro città e sono stati fatti degli appartamenti. E' giusto che i Poru siano stati applicati in quel modo, perché? Perché un capannone che sta in centro città che faceva rubinetti non ha più senso di esistere nel 2018, quindi è giusto che ci venga fatta l'edilizia pubblica per dare un servizio alla popolazione. Ma che si acquisti un capannone, come è successo a San Benedetto, in una zona famosa chiamata area mare, e poi si voglia spostare la cubatura nell’unica zona verde rimasta e si voglia costruire più di 100 palazzine con centro commerciale annesso di 2.000 quadrati ...
Quella legge che ho presentato, e che è ancora parcheggiata, è molto complessa, ha richiesto sei mesi di lavoro, purtroppo aveva dei problemi. L’altra alternativa è questa che ha presentato il Consigliere Bisonni, per bloccare l’autorità sovraordinata, che in questo caso ha il Comune, bisogna dire ridiamo potere alle Province perché quello che ha detto il Consigliere Celani in parte è vero, in parte no, perché è vero che la Provincia può fare osservazioni, ma non sono osservazioni vincolanti, non servono a niente, hanno lo stesso valore delle osservazioni fatte da un cittadino o da una associazione. Quindi quando il Comune presenta un progetto che è variante al Prg e decide di applicare i Poru, e la legge lo permette, la Provincia può dire quello che vuole, il Comune fa quello che gli pare, poi si può fare ricorso al Tar, ma il parere della Provincia non è vincolante.
Il Consigliere Bisonni ha fatto l’unica alternativa, che io non ho potuto fare perché è ancora in corso la legge, che poteva bloccare questo vulnus della legge e ha detto: “Va bene, diamo possibilità alle Province di fare le osservazioni, ma che siano vincolanti sul progetto che il Comune mette in atto”, quindi qualora il Poru sia variante al Prg - e quasi sempre lo è quando si vuole costruire cose nuove, non quando si vuole riqualificare - il Comune è tenuto ad uniformarsi alle osservazioni della Provincia inerenti la variante medesima, in caso contrario il piano si intende respinto. Purtroppo le osservazioni della Provincia hanno solo un valore consultivo, non sono vincolanti per cui il Comune fa come gli pare.
Questa legge, per quello che mi riguarda è giusta e noi la voteremo favorevolmente. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Grazie Presidente. Sono arrivato leggermente in ritardo, quindi non sono riuscito ad ascoltare l’intervento del Consigliere Micucci, però avevamo condiviso la linea direttamente in Commissione. Questo è il secondo caso di una legge che viene portata all’interno dell’Aula con un parere negativo da parte della Commissione.
Mi trovo d’accordo con le parole del Consigliere Micucci anche se non le ho sentite, ed anche con le parole del Consigliere Celani perché ritengo che l’obiettivo di questa norma sia la riqualificazione urbana. Non è una norma che nasce per fare speculazione nel territorio o per rendere edificabili le zone agricole o quant’altro. E' una norma che ha come unico obiettivo la riqualificazione urbana, cioè individuare quei contenitori che sono degradati, per i quali è difficile individuare una trasformazione senza considerare che possa comprendere spazi più ampi, quindi l’obiettivo è riqualificare, migliorare alcune aree che le nostre città hanno al loro interno.
Delle autorizzazioni contenute in questa proposta di legge del Consigliere Bisonni ne abbiamo parlato parecchio in Commissione, abbiamo fatto almeno 2/3 Commissione alla presenza di tecnici, ma soprattutto abbiamo evidenziato il fatto che la Provincia non è che non esiste, la Provincia formula le sue osservazioni, osservazioni che, come diceva il Consigliere Giorgini, non sono vincolanti, ma il Comune nel momento in cui approva l’atto non può non dire niente, deve motivare puntualmente le osservazioni presentate dalla Provincia. Ovviamente parliamo di un altro ente pubblico, non dobbiamo mai dimenticare che il Comune non è una S.p.A. o una società a delinquere, il Comune è un soggetto pubblico nel quale ci sono amministratori eletti che, al pari della Provincia, forse anche di più, perché attualmente la Provincia non è più a elezione diretta, decidono di portare avanti un programma urbanistico all’interno della propria città.
Dopodiché le osservazioni sono puramente tecniche, cioè chi fa le osservazioni per conto della Provincia non è il Presidente della Provincia o qualche Consigliere provinciale, ma è l’ufficio tecnico, ovviamente il Comune non può approvare un atto che non sia conforme tecnicamente alle norme urbanistiche nazionali e regionali, quindi mi sento tutelato rispetto a quello che è un controllo che già viene fatto dagli uffici comunali e comunque i tecnici della Provincia possono, nel caso in cui si sono dimenticati qualcosa o stanno facendo qualcosa che non va bene, fare le osservazioni necessarie e dire: “Guarda che non stai rispettando questa norma, bisogna che la rispetti” anche perché deve essere comunque approvato da un altro Consiglio comunale con il parere tecnico degli uffici tecnici dello stesso Consiglio comunale.
Questa è una norma che va nella direzione della semplificazione, ci riempiamo sempre la bocca che è necessario dare una risposta agli imprenditori, una risposta ai cittadini per cercare di avvicinarci alle loro esigenze, questa mi sembra una norma che va in questa direzione perché alla base di tutto non si rinuncia al controllo, alla verifica, a quello che giustamente il cittadino deve controllare, perché quando un’amministrazione fa un atto di questo tipo può farlo a favore di un soggetto privato, però è il pubblico che approva ed io come cittadino mi sento tutelato perché è l'Amministrazione comunale che adotta ed approva lo strumento urbanistico di cui stiamo parlando.
A mio avviso, pur comprendendo tutte le motivazioni legittime del Consigliere Bisonni, di cui abbiamo parlato molto all’interno della Commissione, ritengo che sia importante votare non favorevolmente questa norma perché va nella direzione opposta rispetto a quella che dovremmo andare, anche per le altre procedure che, diciamo sempre, vanno snellite. Dobbiamo cominciare a dare un segnale reale rispetto a questo tipo di percorso. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zura Puntaroni.

Luigi ZURA PUNTARONI. Sotto questo aspetto e per quella che sarà la ricostruzione per il terremoto, queste proposte molto intransigenti, basate sulla legalità, sul rispetto delle regole, pensando sempre che la controparte sia un mucchio di persone assatanate e delinquenti che non si possono lasciare sciolti, per me è una storia un po’ sorpassata ed esagerata.
A parte quello che ha detto il Consigliere Celani prima, che ogni cittadino, ogni ente ha facoltà di scrivere, di contestare, di pretendere delle spiegazioni sull’operato, però io faccio sempre una analisi sul progetto di costruzione dei prossimi anni su metà Appennino che coinvolgerà i nostri 80 comuni del cratere per un lasso di tempo indefinito, penso decenni, e tutto ciò che va a rallentare la ricostruzione ed è estremamente negativo.
Mi meraviglio che qua dentro si partoriscano delle idee così malsane che anziché tutelare i nostri cittadini li vanno a penalizzare, e non è la prima volta.
Questa idea folle di penalizzare i nostri cittadini è una cosa vergognosa, qui non c’è mai nessuno ad ascoltare, ma se oggi ci fossero ad ascoltare gli 83, 84 Sindaci del cratere non so i fischi che ci prenderemo soltanto per aver messo all’ordine del giorno del Consiglio queste proposte.
Qui bisogna essere saggi, avere buon senso ed essere lungimiranti perché si apre un processo di costruzione che durerà qualche decennio, che noi dovremmo agevolare perché, Consigliere Giorgini, non si può campare soltanto con la sua visione di legalità, legalità, legalità, tutti devono morire di legalità, perché a San Benedetto hanno preso un capannone e ci hanno fatto una struttura, ma se fosse vero bisognerebbe verificarlo, è un caso nelle Marche!
Noi abbiamo 83 Sindaci, 83 Comuni che hanno bisogno di agevolazioni non di essere soffocati dal nulla. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per la replica, il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Grazie Presidente. Vorrei solo puntualizzare alcune cose per rispondere a quello che a mio avviso è stato detto in maniera impropria.
Prima di tutto questa legge non ci fa tornare indietro come è stato detto, ma mira a correggere un errore che secondo me è stato fatto.
L’intelligenza di chi fa le leggi e in generale di tutti, sarebbe quella di imparare dai propri errori e se una cosa è sbagliata va corretta, quindi non si tratta di tornare indietro, si tratta di correggere una distorsione. Ripeto, se un Comune fa una variante al piano regolatore è soggetto al parere vincolante della Provincia, se fa una variante al piano regolatore utilizzando il Poru non è soggetto, e questa è una distorsione della normativa.
E' stato detto che la Provincia può esprimere comunque un parere, certo, ma non conta niente! Non è vincolante! Fa ricorso al Tar? Lo perde, perché? Perché la legge consente al Comune di fare da solo. La Provincia può esprimere pareri come ogni altro cittadino, certo, ma il Comune ha sempre ragione in questo caso nello strumento del Poru, perché è la legge che lo dice. Il parere non vincolante, è un parere che lascia il tempo che trova.
Ultima cosa non vorrei che qui si confondano le pere con le mele, qui non c’entra niente la ricostruzione, non stiamo parlando di ricostruzione, la ricostruzione ha delle leggi speciali, cammina con le proprie gambe, il Poru è uno strumento pensato prima del terremoto che va a incidere sulle varianti urbanistiche che non c’entrano niente con la ricostruzione, quindi associare la ricostruzione a questa proposta di legge è completamente sbagliato perché sono cose completamente distinte e differenti.
Detto questo, ripeto, con questa legge vorrei tentare di rimediare a una stortura e se mi permettete dico anche che questa legge forse è stata pensata quando una certa parte politica aveva un peso importante a livello centrale e a livello locale e quindi voleva lasciare ai Sindaci, della propria appartenenza politica, una maggiore libertà d’azione. Attenzione perché i tempi cambiano e comunque un buon legislatore non dovrebbe avere questo obiettivo, ma dovrebbe fare una legge che sia universale, valga sempre e per tutti.
Quindi, ripeto, adesso c’è una anomalia, e lo ripeto per la quarta volta, se un Comune fa una variante al piano regolatore è soggetto al parere vincolante della Provincia, se fa una variante al piano regolatore utilizzando il Poru può fare quello che vuole perché il parere della Provincia non è vincolante e se fa ricorso al Tar lo perde.
Nei pochi casi che ci sono stati si è visto già un abuso di questo strumento, figuriamoci se poi con la ripresa economica questo strumento sarà utilizzato maggiormente, quindi, Consigliere Celani, qui non si tratta di tornare indietro, ma si tratta intelligentemente di capire che è stata fatta una cosa errata e di correggere il tiro. Tutto qui. Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Giorgini.

Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Mi rivolgo al Presidente Biancani, ho detto che è una buona legge, però come tutte le leggi urbanistiche dentro ci sono dei vulnus che non sono stati messi lì per sbaglio, sono stati messi lì per un motivo, per cui sui Poru il problema di spostare le cubature ...
Voglio dire con tranquillità al Consigliere Zura Puntaroni che il sisma non c’entra niente, perché non semplifica niente, la legge parla di riqualificazione urbana, riqualificazione significa che un immobile degradato o vecchio viene riqualificato, non significa che in uno spazio pubblico verde si costruisca e vengano cementificati migliaia di metri cubi con appartamenti e centri commerciali.
Questa non è riqualificazione urbana, questa si chiama nuova cementificazione ed il vulnus di questa legge, che ho tentato di correggere e tenterò di correggere fino alla fine della legislatura, se non ce la farò qui tenterò a Roma, è che dà la possibilità di costruire con variante al piano regolatore anche su zone verdi in una regione che ha una densità abitativa nella costa spaventosa e che in certi punti supera i 3.000 abitanti a chilometro quadrato, ma di cosa stiamo parlando?
Non essendo stato possibile modificarla con una legge, sulla quale come dicevo prima ci sto ancora lavorando, l’unica soluzione è la proposta del Consigliere Bisonni e dire: “Bene, ridiamo alla Provincia l’autorità di dare un parere vincolante” perché la Provincia non accetterebbe mai di spostare la cubatura di un capannone industriale che sta a 3 chilometri di distanza e portarla in centro dove c’è rimasto il verde. Questo è il senso.
L’altra alternativa per eliminare questo vulnus, ripeto, la legge è ben fatta, è giusta, perché parla di riqualificazione urbana per la tutela dell’assetto idrogeologico, quindi è giustissima, era la mia proposta di legge, che è ancora parcheggiata, oppure dare alla Provincia la possibilità di dare un parere vincolante.
Queste erano le due soluzioni, io ne ho scelta una, il Consigliere Bisonni ne ha scelta un’altra, tutti e due siamo ancora al parcheggio.
Il voto del Movimento 5 Stelle sarà favorevole a questa legge.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Micucci.

Francesco MICUCCI. Grazie Presidente. Viene fatta una ricostruzione della normativa sui Poru che io contesto e non mi sembra aderente alla realtà, nel senso che la Provincia non è un ente di istituzione divina che può fare tutto e il contrario di tutto o può decidere di andare contro le decisioni dei Comuni, la Provincia eventualmente oggi lo fa tramite parere non vincolante, domani, se approvassimo questa norma, lo dovrebbe fare con parere vincolante, ma sempre attenendosi alla normativa.
Per cui, e qui contesto anche la ricostruzione che fa il Consigliere Bisonni su un eventuale ricorso al Tar, se l’intervento del Comune andasse contro la normativa immagino che il Tar approverebbe un eventuale ricorso e laddove i Comuni non vanno in contrasto con la normativa, credo che né il Tar né la Provincia potrebbero fare alcunché, nel senso che se si va nel rispetto della legge non c’è un ente di istituzione divina, come dicevo, che può interpretare in maniera diversa.
La ratio della normativa sui Poru non era che un Partito voleva fare man bassa perché aveva tutto un filo istituzionale dai Comuni fino al Parlamento, ma era la logica di dire che dopo la crisi economica ci sono dei residuati industriali posti in zone della città che non hanno più motivo di esistere, per i quali non c’è più la possibilità né economica, né funzionale di essere riattivati, diamo uno strumento anche snello, come una sorta di premio, a chi vuole investire in quelle zone. E' uno snellimento della normativa, dell’iter burocratico che in qualche modo può dare ai Comuni e ad eventuali imprenditori privati, investitori privati, la possibilità di riqualificare un’area.
Non credo che ci sia un errore, come vi è stato detto, nello snellire questa procedura, credo che sia stata fatta, secondo me, in maniera saggia una accelerazione di questo strumento perché non è possibile che l'iter burocratico per chi vuole investire in una riqualificazione urbana, che va nella logica di un miglioramento della fruizione di una città e di un comune, possa durare qualche mese e spesso, come diceva giustamente il Consigliere Celani, dura anni per cui l’investitore dice: “Arrivederci e grazie, vado ad investire da un’altra parte”.
Questa è la logica e purtroppo per una serie di motivi, oggi non è l’oggetto di trattazione, non ha visto la realizzazione se non in pochi sporadici casi.
Quindi credo che la normativa così come è impostata vada bene, forse non mi sono spiegato, forse è stata colta solo una parte del mio precedente intervento, non è che non la dobbiamo modificare, perché tanto non la applica nessuno perché non ci sono i soldi, anche per questo, ma perché noi crediamo che la normativa sia corretta così com’è. Questa è la logica con la quale decidiamo di bocciare.
Poi in merito alle motivazione per cui sta in stand by la legge sull’urbanistica, a cui si faceva cenno prima, mi sembrano fin troppo ovvie.
Purtroppo la regione Marche è stata attraversata, e le ultime scosse sono di questa notte, da eventi sismici che hanno purtroppo modificato in maniera sostanziale la tabella di marcia di questa amministrazione, ma c’è l’assoluta volontà da parte dell’Assessorato e da parte della Commissione di rimettere mano a questa normativa, così come era stato l’impegno ad inizio legislatura, quindi credo che avremo il tempo da qui a fine legislatura di attivarci per questa legge. Dire che c’è stata la volontà di bloccarla mi sembra che vada contro la realtà dei fatti, che è sotto gli occhi di tutti. Per queste motivazioni, come ho già detto in precedenza, voteremo contro questa proposta di legge.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Ho ascoltato con attenzione il dibattito che c’è stato, la relazione ed anche l’intervento or ora del Consigliere Micucci, quindi potrei non aggiungere nulla, però in alcuni interventi rispetto alla legge sulla riqualificazione urbanistica è stato tracciato un filo come se ci fosse un odore di speculazione.
Questa legge sulla riqualificazione urbana, poi lo stesso Consigliere Giorgini lo riconosceva, è una buona legge ed è a favore del know how che c’è nel mondo dell’edilizia e delle costruzioni, a partire da chi realizza materialmente un alloggio ai tecnici che lo progettano, quindi alla riqualificazione urbana nel suo insieme e a quel mondo artigiano e imprenditoriale presente in una regione come la nostra perché si tratta di riqualificare l’esistente, a favore della conoscenza, a favore della riduzione del consumo di suolo. E' una legge che va contro chi? Contro quelli che, qui si è cercato di dire, sono i privilegiati, ovvero contro la speculazione fondiaria.
Guardate, queste possono essere opinioni, ma c’è un fatto di cui parlavo prima con il Vicepresidente Celani, credo che siano pochi i Poru che sono stati realizzati e mi sento di dire anche il perchè: un conto è la legge, e chi vuole vada a vedere il regolamento d’attuazione, ma quando su una legge, che può essere anche buona, trovi 100, 120, 130 pagine di regolamento significa che difficilmente sarà attuata. Questo è il mio pensiero, ma i fatti sono che i Poru realizzati sono pochi, basta chiederlo al servizio urbanistica della Regione Marche. Il Presidente Biancani può chiedere: quanti sono i Poru realizzati? E poi ne discutiamo.
Credo che come non mai qui sia appropriata una frase, una affermazione di John Adams, “I fatti sono argomenti testardi e qualsiasi sia la nostra volontà, le nostre inclinazioni, o i dettami della nostra passione, non possono alterare lo stato dei fatti e delle prove”. Con questa citazione chiudiamo il dibattito su questa legge, perché è l’interpretazione secondo me più corretta rispetto a quello che ognuno di noi con le proprie opinioni cerca di far prevalere.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Credo che la confusione sia molto grande perché qui si è parlato di riqualificazione di edifici, di capannoni, lo spirito del Poru era ed è diverso, si parla di riqualificazione urbana, di riqualificazioni urbanistiche, perché chi vuole riqualificare un edificio degradato o un capannone non utilizza il Poru, utilizza la legge 457/1978, utilizza il Piano di recupero, non è che siamo nati ieri.
Il Poru nasce su scala urbana, nasce per riqualificare la qualità del vivere di un comparto, di un quartiere, di una struttura ampliata, non di un capannone, di un edificio, di qualcos’altro, perché dal 1978 esiste una normativa statale, che è la 457, che stabilisce l’iter dei piani di recupero e ne sono stati fatti tantissimi, sia di iniziativa pubblica, che sono molto più snelli perché dopo la 34 ha modificato le procedure, sia di iniziativa privata, esistono.
Quindi dobbiamo parlare di due piani completamente diversi, qui parliamo di riqualificazione su scala urbana che non fa il pubblico, togliamoci dalla mente questo tipo di discorso, il falso perbenismo, l’ipocrisia, la riqualificazione su scala urbana non la fa il pubblico, la fa l’investitore privato e se noi gli mettiamo lacci e lacciuoli, amici miei, va da un’altra parte ad investire! Soprattutto oggi in cui il nostro vulnus sono i tempi, è la burocrazia, volete sapere quali sono i tempi per l’approvazione di una variante di un Poru con la classica procedura della variante urbanistica di un piano regolatore? Il Comune adotta con delibera di Consiglio comunale questa variante, la pubblica, 60 giorni, dove tutti possono osservare, compresa (anche se fosse procedura snellita) la Provincia. Però facciamo la procedura normale, quella che vuole reintrodurre il Consigliere Bisonni, per 60 giorni si pubblica, arrivano centinaia e centinaia di osservazioni, il Comune ha 180 giorni di tempo per controdedurre, 6 mesi, praticamente un’era glaciale, può anche sospendere se c’è qualche contenzioso, quindi i 180 con proroga chiesta alla Provincia possono arrivare anche a 240, dopodiché controdeduce, adotta definitivamente questo piano, questa variante, e la trasmette alla Provincia la quale ha ancora 180 giorni di tempo per esprimersi e può interrompere, magari una sola volta, il termine. Qui ci sono colleghi Sindaci di grande esperienza, mi dicano se non sono stati mai interrotti questi termini. Sempre! I 180 giorni diventano 240, diventano 270, diventano 300. Poi tutta questa roba una volta approvata dalla Giunta provinciale - la quale deve soltanto stabilire se sono state rispettate certe regole, niente di particolare, non deve mettere naso sulle scelte perché le scelte le fa il Comune, non deve mettere mano sulla scelta, mi piace o non mi piace, valuta se rispetta i parametri della 1444/68 e se rispetta le procedure di cui alla 34/92, basta, non deve mettere becco, “mi piace o non mi piace”, nella normativa italiana non esiste questo termine, esistono dei parametri tecnici che la Provincia deve rispettare - torna in Comune il quale entro 60 giorni deve approvarla definitivamente. Fate i conti 60 + 180 + 180 + 60 e il privato che fa? Sta ad aspettare? L’investitore privato va da un’altra parte.
Questo è il concetto, non si parla di non rispetto delle regole, noi le regole le vogliamo rispettare, ma non in questo modo! Avrei capito se il Consigliere Bisonni avesse fatto una leggina che diceva: “Mettiamo in gioco la Provincia, ma i tempi sono ridotti di due terzi” allora sì, la Provincia non in 180 giorni, ma in 60 giorni ti deve ridare tutto.
Ma no, qui con questa normativa ci siamo infognati, non ha senso, ecco il motivo per cui sono fermamente contrario su questo tipo di discorso e al tempo stesso invito e mi auguro, come diceva il Presidente Biancani, che si metta mano di concerto con l’Assessore Casini a rivisitare la 34/92 per snellire, ed il terremoto c’entra, vorrei capire quale normativa si adotta quanto verranno fatti i piani di ricostruzione. Se noi adottiamo la prassi della 34/92 i tempi sono questi, sono gli stessi del Poru, che vuole cambiare il Consigliere Bisonni.
Qui dobbiamo trovare qualcosa di particolare, una norma speciale. Adesso ho sentito parlare che la ricostruzione segue una legge speciale, ma quale legge speciale? Ma quale film avete visto? Qui non ci sono leggi speciali, dal punto di vista urbanistico non è stato fatto nulla, abbiamo soltanto semplificato qualcosa qui in Regione, ma a livello statale non abbiamo potuto fare nulla perché c’è il 380 che blocca tutto, c’è una legge sovraordinata e non possiamo fare nulla.
La Regione qualcosa ha fatto per snellire alcune procedure, l’abbiamo votata mi sembra all’unanimità, dobbiamo andare oltre, se vogliamo dare ai cittadini il servizio che si aspettano, ed è doveroso che noi queste risposte le diamo.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, l'Assessore Casini.

Anna CASINI. Grazie Presidente. Credo che sia un falso problema e quello che diceva il Consigliere Celani in relazione all’interesse del privato, io lo dico anche in relazione all’interesse pubblico, nel senso che quando si approva o si decide di approvare un piano di riqualificazione urbana che sia sostenibile, l’interesse è certamente generale, prima che privato, e comunque devono essere rispettati alcuni tempi.
Non è tanto la tempistica che mi preoccupa anche perché forse noi sottovalutiamo l’articolo 30, le osservazioni della Provincia. La Provincia può fare osservazioni in merito alla conformità dell’intervento, ai piani sovraordinati e alle norme di settore.
Se la Provincia solleva un’obiezione di questo genere, il Comune deve certamente prenderne atto, altrimenti commette un reato per cui non sono preoccupata da questo punto di vista. La legge 34/92 molto tempo fa consentiva una discrezionalità della Provincia anche in merito alle scelte, quindi non soltanto prevedeva una conformità, tanto è vero che era il Consiglio provinciale, poi la Giunta, che dava il piano o approvava i piani regolatori.
Oggi è diverso, c’è una procedura diversa nella quale vengono soltanto sollevate osservazioni in merito alla conformità alle norme, quindi credo che nessun Comune si permetta di non accogliere o di ignorare delle osservazioni fatte ai sensi dell’articolo 30 della legge 34/93. Non credo che il problema esista, esiste invece il problema dello snellimento amministrativo, ci sono paletti dati dalle norme nazionali. Ricordo che questo Consiglio durante l'estate dello scorso anno ha approvato all’unanimità la legge 25 che consente degli snellimenti importanti dal punto di vista della ricostruzione, soprattutto per la ricostruzione. Il tema della ricostruzione e dei piani particolareggiati non possiamo affrontarlo da soli, va esaminato insieme al Commissario e verrà discusso insieme al nuovo Governo. Quindi il mio parere è contrario perché credo che la verifica dell’articolo 30 sia sufficiente ad evitare che ci siano degli abusi rispetto alle norme.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Ovviamente il mio voto è favorevole, ma vorrei fare una domanda a tutti quelli che si accingono a votare “no” a questa legge, mi dovreste spiegare, cortesemente, perché se un Comune fa una variante al piano regolatore è soggetto al parere vincolante della Provincia, se fa una variante al piano regolatore utilizzando lo strumento del Poru no.
La procedura non è equa, è stato detto: perché ci sono investimenti privati, eccetera, però è stato anche detto che a volte si è abusato di questo strumento, quindi secondo me correggere il tiro, evitare che ci siano questi abusi, è cosa saggia.
Ultima cosa, il Consigliere Celani si è preoccupato della tempistica dicendo che se un privato vuole investire i tempi sono lunghi, Consigliere Celani se non se ne è accorto ha un potere pari al mio, poteva fare degli emendamenti per ridurre i tempi, invece non ha fatto nulla e se non ha fatto nulla non può criticare il fatto che la legge non prevede il dimezzamento dei tempi, poteva proporre un emendamento per il dimezzamento della tempistica. Siccome non ha fatto niente questa critica rimbalza, se uno fa una cosa e poi non l’ottiene ..., ma se uno critica e basta e non fa niente, è una critica che cade nel vuoto.
Ultima cosa, non confondiamo per favore la ricostruzione con la riqualificazione urbana, sono percorsi e iter completamente diversi, chi sostiene questo, mi dispiace dirlo, non ha capito proprio niente.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. Grazie Presidente. La ragione per cui non va a parere obbligatorio della Provincia è la stessa per il quale nel momento in cui, ad esempio, il dott. Volpini decide di ampliare la casa di 10 metri quadrati perché con il piano casa ha una cubatura sentita, che non è prevista nel piano regolatore generale, ma è prevista nelle norme, quindi si dà questa possibilità in deroga alle previsioni di piano.
E’ chiaro che in quel momento il Consigliere Volpini non sta facendo una variante, l’oggetto è invariante rispetto al piano regolatore perché lo modifica in termini materiali, ma in termini amministrativi e normativi lui sta utilizzando una cubatura legittima che ha in merito alla legge.
E’ logico che la filosofia della legge riguardante il Poru è mettere mano ad una struttura già costruita e nel momento in cui la devo dismettere, demolire, riqualificare, investire, intervenire, prevede una premialità per chiudere la forbice fra lo stesso intervento fatto in un lotto libero o sfruttando una cubatura esistente, perché il punto di partenza del Poru, un po’ come il piano casa, è la cubatura esistente. Il piano casa dà un incremento del 20%, il Poru dà un incremento del 14%, che diventa 20 nel caso di concorso di progettazione. Quindi è un incremento inferiore al piano casa rispetto agli strumenti, ma ha molte più flessibilità perché è su scala urbanistica, mentre con il piano casa l’ampliamento lo devo fare in aderenza, con il Poru io ridisegno un’area.
Faccio un esempio banale, ho costruito negli anni ’60 nell’alveo di un fiume, appena fuori, in una vasca naturale, si faceva e si è fatto in tutta la regione, con la sensibilità di oggi forse è meglio quel volume tirarlo via da dove è, perché se sta lì è vero che è conforme, è a norma, però si allaga ugualmente, quindi non è un ridisegno con il quale vado a ricostruire la casetta esattamente dove stava la struttura, perché anziché il capannone si allagano gli appartamenti, ma la ridisegno urbanisticamente.
Questa forma di premialità rientra nella logica del piano casa, non in una variante eccetera, perché se il Poru eccedesse il 14% e prevede un incremento del 15, quell’1% che è invariante avrebbe la necessità del parere obbligatorio della Provincia, quindi sta nella lettura dello strumento, che è il piano casa urbanistico. Nella mia abitazione posso alzare un tetto, posso ampliare su scala urbanistica con una premialità che oltretutto è inferiore a quella del piano casa. Un iter sicuramente più complesso perché il disegno dell’area deve essere visto dal Consiglio comunale, valutato, approvato, osservato, riapprovato, quindi ha una evidenza, una pubblicità che il piano casa non ha perché quando il Consigliere Giorgini mette a posto casa sua con il piano casa è una pratica edilizia che non vede nessuno, se non il giorno che arrivano i muratori e la costruiscono, nel Poru il disegno viene mostrato a tutta la comunità, essendo su scala urbanistica ha questo iter e tutti possono verificare se le misure ed i volumi previsti rispetto a quelli identificati stanno o non stanno nell’incremento del 14%, quindi c’è una coerenza, una logica nella scrittura della legge che è questa. Si vota contro l’adempimento perché fuori dallo spirito, dal contenuto di questa legge, trasformerebbe invariante e a quel punto, scusate, ma perché fare un Poru? Se dovessi fare con il Poru lo stesso identico iter di una variante, faccio una variante, se al posto del piano casa che mi permette di chiudere una veranda devo fare una variante urbanistica, è un’altra procedura, si chiama “variante urbanistica” che giustamente andando a prevedere volumi in più, superfici in più di quelle previste dal piano, mi obbliga a rifare lo stesso identico iter del piano regolatore generale.
Sono misure che vanno valutate in questa maniera, servono e sono utili proprio perché dicono: se in una misura contenuta fai questa scelta eviti di dover fare un iter di variante e ti do l’assenso preventivo alle superfici che vai a fare.

Proposta di legge n. 71. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)


Interrogazione n. 590 - a risposta immediata
ad iniziativa del Consigliere Maggi
"L.R. n. 20/2001, articolo 28 Conferimento incarichi dirigenziali”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 590 a risposta immediata del Consigliere Maggi.
Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Voglio ringraziare il Consigliere Maggi per l’opportunità concessa attraverso questa interrogazione di poter dibattere le questioni da lui poste all’interno di questa Aula consiliare.
Invero l’interrogante Maggi chiede al Presidente della Giunta di conoscere se intende modificare la delibera di Giunta regionale n. 298/2018 per la parte relativa al trattamento economico previsto per la P.F. "Programmazione Integrata, Commercio, Cooperazione e Internazionalizzazione", data l'impossibilità di raggiungere gli obiettivi del caso in oggetto.
A me il compito della risposta anche perché la delibera è stata da me presentata in Giunta.
Con la deliberazione oggetto dell'interrogazione, tra altre disposizioni di adeguamento della struttura operativa, la Giunta regionale ha anche modificato parzialmente gli assetti organizzativi del Servizio "Attività Produttive, Lavoro e Istruzione" e, in particolare, ha assegnato nuove competenze alla P.F. "Programmazione integrata, Commercio, Cooperazione Internalizzazione", variando anche la connessa fascia retributiva, che passa da S3 a S2, con un incremento di 6.000 euro annui lordi, in relazione alle nuove competenze assegnate alla P.F. relativamente alle relazioni con le Camere di Commercio ed aziende speciali e alla progettazione delle attività su fondi statali relative al rilancio del sistema produttivo colpito dal sisma.
La riorganizzazione decorrerà dall'1 aprile 2018 come ricordato dall’interrogante.
L'interrogante evidenzia come notizie raccolte dalla stampa degli ultimi giorni, confermino che la modifica delle competenze con il relativo aumento della fascia retributiva riguardi un dirigente che a fine maggio andrà in pensione, e dunque sarebbe impossibile per questo dirigente, nonostante i prestigiosi titoli vantati, poter realizzare gli obiettivi indicati nella delibera di Giunta regionale n. 298/2018 in particolare "l'attivazione di bandi nel territorio regionale per complessivi 50 milioni di euro".
Il Consigliere Maggi giustamente riporta notizie di stampa dalle quali è evidente a tutti, per quanto sto per dire, come non si conoscano i termini della questione, ma tant’è, per questo è importante dibatterne in questa sede.
L'assunto che muove l'interrogante è legato alla considerazione che la valutazione della funzione affidata (così detta "pesatura") sia legata alla persona del dirigente e agli obiettivi affidatigli.
Tuttavia non è così poiché ciò che bisogna "pesare" quando si definiscono le fasce retributive degli incarichi dirigenziali non è la persona chiamata a ricoprire l'incarico, ma il complesso delle attività e delle responsabilità che l'incarico stesso comporta.
Al riguardo la disciplina specifica è rinvenibile nell'articolo 27 del Contratto collettivo nazionale della dirigenza siglato il 23 dicembre 1999 che testualmente recita (vedremo che poi questa nel proseguo è una distinzione fondamentale): “Articolo 27: Retribuzione di posizione - 1. Gli enti determinano i valori economici della retribuzione di posizione delle funzioni dirigenziali previste dai rispettivi ordinamenti, tenendo conto di parametri connessi alla collocazione nella struttura, alla complessità organizzativa, alle responsabilità gestionali interne ed esterne.”
La Regione Marche, con la delibera di Giunta regionale 1522 del 5 dicembre 2016, ha ridefinito i parametri per la graduazione delle funzioni e delle connesse responsabilità ai fini della determinazione delle retribuzione di posizione e dei valori economici delle retribuzioni stesse, relativi agli incarichi da conferire nell'ambito dell'assetto organizzativo della Giunta regionale.
Ora prendendo in esame la declaratoria delle funzioni della P.F. oggetto dell'interrogazione non possiamo non considerare l'importanza e la rilevanza e le connesse responsabilità conseguenti alle competenze collegate a tale incarico, tali da giustificare il livello retributivo attribuito alla posizione dirigenziale di cui trattasi, indipendentemente da chi la ricopre e dal suo eventuale prossimo collocamento a riposo, e le voglio citare Consigliere Maggi, perché ripeto, opportunamente mi ha dato l’occasione di dibatterlo in questa sede, la declaratoria della P.F. oggetto dell’interrogazione: Progettazione e gestione delle misure nell'ambito dell'asse 3 del Por Fesr; misure di sostegno alle imprese nelle aree di crisi produttiva e occupazionale; accordi di programma di ristrutturazione e riconversione del sistema produttivo; creazione di impresa e trasferimenti di impresa; domotica, credito agevolato alle imprese; strutture di garanzia, finanza innovativa e sostegno al capitale di rischio; attuazione dello Small Business Act, ricambio generazionale, successione e trasmissione d'impresa; imprenditoria giovanile e femminile, cooperazione nei settori produttivi, consorzi e reti di impresa; osservatorio regionale del commercio; commercio in sede fissa, su aree pubbliche ed equo solidale; eccedenze alimentari; tutela dei consumatori, fiere e mercati; CAT centri di assistenza tecnica alle imprese in materia di commercio; somministrazione al pubblico di alimenti e bevande; grandi strutture di vendita; rete di distribuzione carburanti e osservatorio regionale; internazionalizzazione del sistema produttivo ed economico marchigiano; sportello unico per l'internazionalizzazione delle imprese; rapporti con i soggetti esterni che operano in materia di internazionalizzazione; attrazione degli investimenti esteri, consorzi export; Macroregione Adriatico-Ionica; cooperazione territoriale europea (CTE); cooperazione allo sviluppo; valorizzazione delle produzioni e promozione delle MPMI; rapporti con le CCIAA e con le aziende speciali territoriali.
Per inciso ce n’è ancora un po’, come lei sa Consigliere Maggi io ci tengo sempre perché preparo le risposte insieme al dirigente, e lo voglio ringraziare, ma bisogna essere precisi e puntuali, per questo la risposta è stata un po’ lunga, ma come vede ho detto cose che magari non si conoscevano.
Dunque tenendo conto dell'importanza e della complessità delle funzioni collegate all'incarico, ben si giustifica l'attribuzione della nuova fascia retributiva S2 alla P.F. Programmazione integrata, commercio, cooperazione e internazionalizzazione che già era corposa anche prima, e adesso c’è il punto chiave.
Il riferimento agli obiettivi ed alla possibilità di realizzarli, contenuto nell'interrogazione, chiama in gioco invece un'altra voce retributiva della dirigenza, definita retribuzione di risultato - è questa la differenza - disciplinata dall'articolo 28 dello stesso Contratto collettivo nazionale e la cui erogazione è subordinata alla effettiva realizzazione degli obiettivi affidati ai singoli dirigenti, questo ovviamente chi ha scritto l’articolo non lo conosceva, è evidente, infatti il Consigliere Maggi richiama quell’articolo.
Dunque non vi è ragione di modificare la delibera di Giunta regionale 298/2018 nella parte relativa al trattamento economico assegnato alla PF, poiché la stessa retribuzione di posizione dipende dalla rilevanza, dalla complessità e dalla responsabilità connesse alla posizione dirigenziale e non risulta direttamente collegata agli obiettivi della stessa PF, che dovranno essere realizzati da chiunque sarà chiamato a ricoprire tale incarico e alla cui realizzazione sarà invece legata l'assegnazione della connessa retribuzione di risultato.
In sostanza che cosa significa? Che noi con quella riorganizzazione, con quella attribuzione di quella fascia, abbiamo definito la struttura a prescindere dal soggetto che sarà chiamato a ricoprire quella responsabilità che poi sarà valutato sulla base della cosiddetta retribuzione di risultato, quindi quando il Consigliere Maggi dice che il dirigente va in pensione tra poco, cosa tra l’altro che io non conoscevo, ma del tutto irrilevante nel caso in specie per quanto detto, verrà valutato per quel periodo di tempo, ma quella posizione dovrà essere ricoperta da qualcun altro all’esito del collocamento a riposo, ma noi la valutiamo nella sua oggettività a prescindere da qualsiasi riferimento soggettivo che non ci appartiene, mi creda, e che non ci potrebbe comunque appartenere data la diversità della cosiddetta retribuzione di posizione rispetto alla retribuzione di risultato.
Spero come sempre di averla soddisfatta nella spiegazione data e comunque gliela farò avere.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Assessore, la ringrazio per due cose. Primo, per la risposta che è stata esauriente; secondo, perché la Giunta ci dà sempre la possibilità di fare bella figura nelle sue decisioni poco opportune e intempestive.
Poi senza offesa, sa che la stimo perché lei è un politico raffinato, oltre che un professionista raffinato, questa sua risposta mi fa venire in mente l’Azzeccagarbugli di manzoniana memoria che quando non sapeva cosa rispondere a Renzo gli parlava in latino.
Lei ha fatto una giaculatoria di citazioni e di impegni che questo signore dovrebbe fare in due mesi, dall'1 aprile al 31 maggio, quando andrà in pensione. Non capisco, forse sono limitato, perché questo incarico con una retribuzione che in due mesi è poca cosa, non è stato dato alla fine quando questo signore andava in pensione e il nuovo incarico veniva dato a quello che prendeva il suo posto, ma è stato dato due mesi prima che questo signore andasse in pensione con l’aumento di retribuzione, con una serie di incarichi che in due mesi non riuscirà neanche a leggere per quanto sono corposi e importanti?
Non credo che l'intempestività e inopportunità siano un disegno politico per favorire qualcuno o per venire incontro a qualche organizzazione, penso che questa siano una incuria e un’insipienza della Giunta.
Devo dire che la risposta è stata ampia e argomentata, ma non sono soddisfatto perché anche quelli che stanno seguendo questa diretta del Consiglio via streaming e che non si sono addentrati alle cose politiche, si domanderanno: “Ma perché tutte queste funzioni sono state date a un dirigente due mesi prima che andasse in pensione?” Non si potevano dare il primo maggio al nuovo dirigente che avrà quindi la possibilità di assolvere a tutti questi impegni che lei ha citato?
La ringrazio per la risposta, ma ovviamente non sono affatto soddisfatto perché queste dichiarazioni non è che vanno contro la legge, ma vanno contro il buon senso e il comune sentire della popolazione che nel momento in cui svolge una attività privata, ha un negozio o altro, nell’efficienza della sua attività e nella consapevolezza di fare il bene dell’attività, in questo caso dell’attività della Regione, non va a dare un incarico ed un aumento di stipendio ad uno che dopo due mesi va in pensione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Una precisazione doverosa trattandosi di persone. Consigliere Maggi la invito anche per il rapporto reciproco di stima a leggere bene, forse non sono riuscito nell’esposizione a rendere l’idea, la risposta che è scritta e allora lei vedrà, ribadisco, che queste funzioni, che sono tante, noi non le abbiamo attribuite ad una persona, ma ad una struttura che una persona è chiamata a dirigere.
Gliel’ho detto, l’aumento attiene alla struttura e quando lei dice che l’incaricato non riuscirà a conseguire gli obiettivi, è ovvio, se non riuscirà a conseguirli non otterrà la retribuzione di risultato, ma nulla c’entra il superamento della fascia, che era doverosa e, se la vogliamo dire tutta dal mio punto di vista, si dice a due mesi dalla pensione, non avrà alcuna incidenza perché sappiamo bene che il sistema è contributivo, non retributivo, quindi non avrà alcuna incidenza sulla pensione e, se la vogliamo dire tutta, dal mio punto di vista, assolutamente personale, non coinvolge nessuno.
Il fatto che questa struttura sia stata modificata a due mesi dalla pensione, cosa che ripeto, lei può anche non credermi, non conoscevo perché non mi occupo di queste cose, è per l’attribuzione delle funzioni sulla Camera di Commercio e le aziende speciali che è la conseguenza della riforma delle Camere di Commercio, che si è definita recentemente, cosiddetta riforma Calenda, quindi adesso si giustifica ma, se vogliamo, la persona fisica del dirigente non è stata certamente avvantaggiata, anzi, la persona fisica del dirigente ha sopportato e supportato un’infinità di attribuzioni della struttura, che chiaramente non è stata cosa semplice, ma il motivo è quello, la riforma della Camera di Commercio. Però, ripeto, non avrà alcuna incidenza sul trattamento pensionistico, quindi credo che potrà ritenersi veramente soddisfatto. Grazie.

Interrogazione n. 591 - a risposta immediata
ad iniziativa della Consigliera Pergolesi
“Criticità nelle modalità applicative e rispetto della privacy in relazione all’espletamento degli adempimenti del c.d. Decreto Lorenzin sull’obbligo vaccinale e s.m.i. nella Regione Marche”.
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 591 a risposta immediata della Consigliera Pergolesi.
Ha la parola, per la risposta, il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. La risposta è semplice: non si rilevano le illegittimità segnalate dall’interrogazione, quindi, non rilevandosi, non c’è necessità di provvedere a sistemare l’eventuale illegittimità.
Anche sul tema della privacy la risposta del Garante c’è stata ed anche quel tema è stato ampiamente affrontato e risolto.
In realtà ad oggi, almeno così mi dice il servizio scuola, non ci sono stati bambini allontanati, vuol dire che i genitori hanno provveduto.
I dati sulle vaccinazioni per gran parte dei vaccini sono rientrati dentro la soglia del 95%, favorendo il famoso effetto gregge, quindi la legge è stata efficace nello spingere le famiglie a vaccinarsi. Un po’ più indietro è il dato sul morbillo, un vaccino aggiunto con gli ultimi provvedimenti, quindi è anche naturale che abbia dei valori più bassi, ma ha già avuto una crescita dell’8%, arrivando all’85%.
In termini più generali le Regioni al tavolo nazionale di confronto stanno cercando di omogeneizzare le scelte che riguardano le sanzioni ed altro in modo da non avere un comportamento diverso tra loro.
Questo è il quadro di oggi e mi sembra che rispetto alle preoccupazioni sollevate dall’interrogazione non ci siano dal punto di vista materiale né dal punto di vista della legittimità particolari questioni o problemi.

Presidenza del Vicepresidente
Piero Celani

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. Mi sorprende questa sua risposta visto che le ho ampiamente descritto quelle che sono le criticità nel rispetto della normativa, quindi lo stesso decreto legge sull’obbligo vaccinale, soprattutto visto che a seguito del mio accesso agli atti ho appurato che il servizio regionale non ha alcun accesso a una anagrafe vaccinale regionale, tant’è che ha chiesto ai singoli dipartimenti, alle singole Aree vaste di avere i dati.
Come le ho ampiamente spiegato nel testo della mia question time, ci sono numerose criticità che rischiano di far soccombere la Regione in caso di ricorsi da parte dei genitori che purtroppo per tutelare i propri diritti si vedono costretti a rivolgersi agli avvocati e in quel caso sarà poi la Corte dei Conti e gli organi deputati a verificare se ci sono state delle inosservanze e se ci sono delle responsabilità sarà la Regione a dover sopperire e a pagare magari dei contenziosi.
Non mi ritengo assolutamente soddisfatta e la invito ad approfondire meglio la questione.

Interpellanza n. 21
ad iniziativa del Consigliere Giorgini
“Contributi per l’acquisto della prima abitazione nelle zone colpite dal sisma”
(Rinvio)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interpellanza n. 21 del Consigliere Giorgini.
Ha la parola l’Assessore Casini.

Anna CASINI. Le dico che gli uffici non mi hanno prodotto una risposta adeguata, quindi le chiedo di rinviarla perché è assolutamente insufficiente, è firmata dal dirigente Stefoni e preparata da Sciulli, vi do nome e cognome.
La ritengo assolutamente insufficiente, non la comprendo neppure io, non è una risposta a ciò che lei ha chiesto, quindi mi scuso davanti a tutto il Consiglio per questo disagio che creo, come voi sapete noi abbiamo sempre delle basi tecniche quando rispondiamo alle interpellanze ed alle interrogazioni ed io non sono in grado di rispondere con la documentazione che mi è stata prodotta.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giorgini.

Peppino GIORGINI. Accetto il rinvio per forza di cose, mi devo adeguare a quello che afferma l’Assessore per cui attenderò che l'interpellanza venga ricalendarizzata. Grazie.

PRESIDENTE. La calendariziamo per la prossima volta.

Interrogazione n. 569
ad iniziativa del Consigliere Giancarli
“Esclusione della ex SS360 Arceviese dalla riclassificazione come strada di interesse nazionale rientrante nella competenza dell’Anas”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 569 del Consigliere Giancarli. Ha la parola per la risposta l’Assessore Casini.

Anna CASINI. Grazie Presidente. Le Marche è stata la prima Regione italiana che nel 2016 ha avviato il percorso, per trasferire all'Anas una parte delle strade provinciali denominate ex Anas.
Questo al fine di superare le difficoltà di gestione, di questa fondamentale rete viaria da parte delle Province che hanno subìto gravi decurtazioni di risorse tali da rendere impossibile l'esecuzione di fondamentali interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria.
La Regione Marche e l'Anas in attuazione dell'articolo 656 della legge di stabilità hanno svolto una serie di incontri, ai quali hanno partecipato anche le cinque Province marchigiane, per definire quali delle strade c.d. ex Strade Statali potessero rientrare tra le strade da riclassificare tra le Strade Statali ed essere quindi oggetto di specifico Accordo.
L’accordo riguarda 800 chilometri di strade di cui una parte ceduta in proprietà ad Anas, circa 500 chilometri, e una parte invece in service, una delle richieste principali dell’Anas è stata quella di avere delle reti, cioè che le strade formassero delle reti chiuse, dei percorsi chiusi. Quindi quando è stata fatta la valutazione delle strade è stata fatta insieme all’Anas che ha deciso quali strade prendere ed erano delle strade che avevano delle caratteristiche di interesse nazionale.
A seguito di tali incontri la Regione Marche nel giugno 2017 ha trasmesso al MIT la proposta di revisione della rete di interesse nazionale ricadente nella regione Marche.
In tale proposta era inserita anche la Strada Statale 360 Arceviese, peraltro già ricompresa nella convenzione sottoscritta il 10 ottobre 2016 con Anas per la gestione delle strade provinciali, nella quale erano definite le strade che successivamente sarebbero potute ritornare in proprietà all'Anas.
A tal proposito il MIT in Commissione Infrastrutture ha chiarito che la revisione della rete di interesse nazionale, e identificata dal decreto legislativo 461/99, ha l'obiettivo di garantire connessione e accessibilità ai centri propulsivi del Paese, e di assicurare una reale funzione complementare del reticolo autostradale, finalizzata alla connessione dei poli turistici e industriali.
Ha inoltre evidenziato che con tale proposta si realizza un livellamento tra la rete statale e la rete trasferita alle Regioni, infatti, a seguito della revisione dei 45.000 chilometri di strade statali ante legge Bassanini, circa 20.000 chilometri restano di competenza regionale e circa 25.000 chilometri di competenza statale.
Successivamente il MIT nell'agosto 2018 ha trasmesso la proposta del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri per la revisione, nella quale erano escluse sia la Strada Statale 433 Val D'Aso sia la Strada Statale 360 Arceviese.
La Regione Marche ha quindi richiesto l'inserimento di ambedue le Strade Statali sopra riportate. Il MIT in riferimento a tale richiesta ha accettato di inserire solo la Val D'Aso in quanto collegamento fondamentale per le zone colpite dal sisma del 2016.
Il decreto di revisione della rete di interesse nazionale è stato approvato dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, firmato dal Ministro delle Infrastrutture e dal Presidente del Consiglio dei Ministri e ad oggi al visto della Corte dei Conti.
In tale decreto risultano inserite alcune strade non previste dalla delibera di Giunta regionale n. 1188/2016 e precisamente: S.C. Selva Nera, S.P. 3 bis Fogliense, S.P. 4 Metaurense, S.P. 21 Urbania - Piobbico, S.P. 181 Variante di Villa Potenza e S.P. 30 Montelabbatese in quanto considerate dal Ministero corrispondenti ai criteri del decreto legislativo 461/99.
La Regione Marche dopo l'insediamento del nuovo governo e al momento in cui verranno elaborati i DPCM per ogni singola Regione proporrà nuovamente l'inserimento della ex Strada Statale 360 Arceviese perché si è ottenuta in Commissione infrastrutture l’intesa di tutte le Regioni con il Ministero purché ci fossero degli accordi bilaterali. Quindi dopo il decreto ci saranno degli accordi bilaterali con i quali potranno essere sistemati ulteriori tratti stradali.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente. Vicepresidente Casini la ringrazio per la chiarezza della risposta, però questa esclusione da parte del Ministero della Strada Statale 360 Arceviese è inaccettabile, perché non parliamo di una stradina, ma di un collegamento fra la città di Senigallia e la città di Gubbio, che attraversa e connette una quindicina di comuni delle valli del Misa, del Nevola e del Cesano, passa nell’alta valle dell’Esino, arriva dove nasce il Sentino e poi alla città di Gubbio, quindi siamo in presenza di una strada che ha queste dimensioni.
Tra l’altro, e questo mi stupisce, lo stesso Ministro prima fa la legge sulle Province e poi fa il decreto, perché la normativa sul superamento delle Province era così chiara in quanto prevedeva che le strade ex Anas avevano un trattamento preferenziale e questa era una strada già di proprietà dell’Anas.
Tra l’altro non debbo convincere la Regione Marche perché nella convenzione fra Anas e Regione Marche questa strada rientrava tra i 500 chilometri ceduti in proprietà, di questo sono consapevole, però l’esclusione del Ministero ..., tanto più dopo queste vicissitudini, quindi Vicepresidente, i Sindaci sono in allerta, siamo in contatto continuo, aspettiamo il nuovo Ministro e facciamo in modo che questa strada sia reinserita perché ci sono le condizioni non soltanto di carattere economico, ma addirittura dal punto di vista storico, questo pezzo di territorio era nella provincia di Pesaro Urbino e comprendeva questo pezzo importante di Umbria, quindi anche storicamente viene fatta una frattura e una cesura che non si giustifica, ripeto, né dal punto di vista economico, né dal punto di vista infrastrutturale, e neanche dal punto di vista storico/culturale. Quindi per quanto mi riguarda continuerò a monitorare questa cosa affinché la Strada Statale 360 ritorni ad essere tale. Grazie.

Interrogazione n. 566
ad iniziativa del Consigliere Rapa
“Situazione delle guide ambientali escursionistiche”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 566 del Consigliere Rapa.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Pieroni.

Moreno PIERONI. Grazie Presidente. L'interrogazione del Consigliere Rapa evidenzia una problematica che si è presentata più volte nel corso degli ultimi anni in diverse Regioni italiane e cioè quella del limite della competenza di una professione turistica come quella di guida alpina e quella della professione di guida naturalistica.
Entrambe le professioni infatti si occupano di accompagnare i turisti in ambienti caratterizzati da un particolare valore ambientale/naturalistico con funzioni più tecniche la prima e funzioni più culturali/divulgative la seconda.
In particolari situazioni, ad esempio, su territorio montano e innevato, risulta a volte difficile porre un discrimine netto tra le competenze di una e dell'altra professione, da qui nasce la querelle su chi può fare l’una o l’altra cosa.
Si sono succedute in diverse Regioni italiane anche sentenze giudiziarie volte a dirimere questo tipo di controversie, tra cui anche un recente provvedimento del 2015 del Tribunale di Pesaro.
Premesso quanto sopra, e visto che anche nella nostra regione ci sono giunte sollecitazioni da parte di entrambe le associazioni di categoria di dirimere questa situazione di incertezza, l'Assessore al Turismo tramite la P.F. Accoglienza e ricettività strutture turistiche ha formulato una richiesta di parere al Servizio legislativo in data 30 novembre 2017.
La struttura legislativa e il Comitato Tecnico hanno prodotto in data 12 marzo 2018 un parere circostanziato e approfondito nel quale viene affrontato su base normativa la questione in oggetto.
Partendo dal concetto che “è guida naturalistica o ambientale escursionistica chi per professione accompagna persone singole o gruppi di persone in ambienti naturali o di interesse per l'educazione ambientale, comprese aree protette, parchi, riserve naturali, illustrandone le caratteristiche territoriali, gli aspetti ambientali e storico-antropologici, fatta eccezione per i percorsi che richiedono l’uso di attrezzature e tecniche speleologiche o alpinistiche con utilizzo di imbrachi tecnici, piccozza e ramponi. Restano ferme le competenze in materia di paesaggio e bellezze naturali delle guide turistiche e delle guide alpine." E che “la guida alpina, anche alla luce della soppressione del criterio altimetrico a seguito dell'abrogazione dell'articolo 3 della legge 3 dicembre 1971, n. 1102, (Nuove norme per lo sviluppo della montagna), nonché di quanto disposto dall'articolo 1 della legge 27 luglio 1952, n. 991 (Provvedimenti in favore dei territori montani), può operare in qualsiasi terreno e il suo risulterebbe essere l'unico profilo professionale competente a svolgere ovunque l'attività di accompagnamento di persone o permettere loro l'attraversamento di aree pericolose come terreni innevati o ghiacciati.”
Tale lettura della norma, tuttavia, va ad attribuire alla professione della guida alpina una condizione di privilegio così esclusivo da apparire di carattere sproporzionato e irragionevole rispetto all'obiettivo di garantire la sicurezza e la tutela del destinatario della prestazione del servizio.
In estrema sintesi il parere giunge alle seguenti conclusioni: "Alla luce di quanto sopra esposto, l'attività di accompagnamento su neve con l'uso di attrezzatura non specificamente alpinistica da parte delle guide naturalistiche non parrebbe pertanto illegittima. Se si concludesse diversamente, come si è già avuto modo di segnalare richiamando la pertinente giurisprudenza costituzionale, si estenderebbe l'area di competenza riservata alle guide alpine in modo irragionevole e sproporzionato, recando in tal guisa pregiudizio alla garanzia della libertà di concorrenza".
Pertanto alla luce di quanto supportato da un punto di vista giuridico appare ragionevole che se non è necessario l'uso di attrezzatura specifica per l'alpinismo (corda, picozza e ramponi) la guida naturalistica possa esercitare la professione anche in zona montana e anche su terreni innevati.
Alla luce di quanto sopra detto è interesse dell'Assessorato garantire il corretto esercizio delle professioni turistiche, ognuna secondo le sue specificità, nel rispetto delle altre professioni e soprattutto fornendo al turista figure di qualità che sappiano valorizzare al meglio i luoghi e le eccellenze da visitare in piena sicurezza.
Per fornire il massimo della trasparenza è intenzione dell'Assessorato provvedere ad una integrazione delle pagine web del sito regionale - sezione turismo, nelle quali esplicitare meglio le funzioni di ogni professione accanto agli elenchi degli abilitati che esercitano nell'anno in corso.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Rapa.

Boris RAPA. Grazie Presidente. Ringrazio l’Assessore Pieroni e mi ritengo soddisfatto della risposta su una problematica fin qui molto discussa. Grazie.

Interrogazione n. 570
ad iniziativa dei Consiglieri Busilacchi, Giancarli
“Ex Palazzo del Mutilato di Ancona”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 570 dei Consiglieri Busilacchi e Giancarli.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie Presidente. Con l'interrogazione in oggetto, dopo essersi evidenziati gli elementi di pregio dell'immobile di che trattasi, si chiede di valutare la possibilità di rivedere l'intendimento di Giunta di alienazione dell'immobile (vedi da ultimo delibera di Giunta regionale 18 dicembre 2017, n. 1509) con conseguente revoca del consequenziale bando (decreto 12 febbraio 2018, n. 32).
Nel merito, deve rappresentarsi che i contatti avuti con le varie componenti sociali interessate al recupero del Palazzo e del suo successivo riutilizzo per attività socio-culturali non hanno permesso di individuare canali di finanziamento che evitassero pesanti aggravi nel bilancio regionale.
In altri termini, ove la Regione volesse attuare un intervento di ristrutturazione (valutabile in diversi milioni di euro) dovrebbe sottrarre fondi ad altri settori di intervento e ciò, al momento, non appare sostenibile, anche alla luce delle attuali priorità nell'utilizzo delle risorse pubbliche.
Oltre ai costi di ristrutturazione, ovviamente, dovrebbero mettersi in conto anche i successivi (e non indifferenti) costi di gestione, viste le finalità non lucrative ipotizzate.
In assenza di prospettive concrete, tenuto conto che il Palazzo è inutilizzato da oltre 10 anni, che il medesimo richiede comunque interventi manutentivi, indispensabili per impedirne l'ulteriore degrado, che lo stesso è soggetto a imposizione fiscale per un importo, a titolo di IMU, pari a circa 8.500 euro annui, la soluzione più razionale continua ad apparire la cessione dello stabile.
L'eventuale acquirente, a fronte di un investimento comunque di rilievo, avrà tutto l'interesse alla riqualificazione immediata dell'immobile e a un suo riutilizzo in merito al quale, comunque, la competente Soprintendenza ha già da tempo apposto vincoli a tutela del bene stesso.
La "discesa" del prezzo posto a base d'asta, conformato alle risultanze di perizie di stima depositate agli atti, non può che riflettere la generalizzata crisi immobiliare ed è inevitabilmente destinato a scendere ulteriormente qualora perduri lo stato di inutilizzo.
Per completezza di informazione, deve anche rappresentarsi che la Regione, nell'ambito dei rapporti di collaborazione con l'Agenzia del Demanio, finalizzati alla valorizzazione del patrimonio pubblico, ed ho incontrato l’Agenzia appositamente, la quale mi risponde che sta già inserendo alcuni cespiti del proprio patrimonio immobiliare nella piattaforma "EnTer". Ove, tra l’altro, se le procedure di asta tuttora in corso dovessero dare esito negativo, il bene potrebbe essere utilmente ricompreso in una o più sezioni di tale applicativo, fermo restando che le eventuali e consequenziali proposte di valorizzazione sarebbero comunque successivamente sottoposte al vaglio dell'organo di Governo dell'Ente.
Questa è la risposta concordata con l’ufficio, quindi una risposta tecnica e una risposta politica dalla quale ovviamente si evince (so che è giusto porre l’attenzione su questo palazzo), che allo stato attuale non vi sono alternative alla vendita. Tra l’altro da quando mi sono insediato come Assessore al patrimonio, su questo palazzo ho disposto interventi per circa 40.000 euro per la messa in sicurezza del tetto, delle facciate esterne.
Oggi non ci sono alternative, ho verificato la possibilità di ottenere finanziamenti europei, ho incontrato i soggetti interessati, non c’è questa possibilità allo stato attuale.
Quindi non c’è altra scelta che quella della vendita o altri processi di valorizzazione, come quello dell’Agenzia del demanio.
Aggiungo questo, oltre la considerazione ovvia che in rapporto a quel palazzo è stato compiuto un errore dal mio punto di vista, perché quando è stato dismesso da quella finalità, secondo me, non si doveva fare un’operazione del genere, lasciandolo lì a se stesso, anche per la collocazione, sta al centro di Ancona, in una delle vie più importanti della città capoluogo di Regione, a quel tempo io lo avrei utilizzato magari per attività collaterali a quelle del Consiglio, si poteva trovare una soluzione, anche perché tra l’altro abbiamo carenza di spazi, quindi è stato compiuto un errore al quale oggi allo stato attuale è impossibile (dal mio punto di vista) rimediare perché ristrutturarlo e darlo a finalità non lucrative significa spendere milioni di euro.
Termino dicendo, e questo è evidente, che il Consiglio regionale, quindi i Consiglieri sono sovrani e se dovessero ritenere che su quel palazzo è necessario fare un investimento per recuperarlo, quando faremo il bilancio, il bilancio è soprattutto nella vostra disponibilità, dovremmo reperire risorse e toglierle da altri settori altrettanto importanti.
Fermo restando che in attesa della auspicabile vendita, e so bene che è difficile, io perseguirò la strada di verificare se ci possano essere dei finanziamenti che siano alternativi rispetto a quelli allocati nel bilancio regionale. Anzi colgo l’occasione per dire non soltanto agli interroganti, ma a tutti i Consiglieri che fossero interessati, immagino che tutti siano interessati intorno a questo palazzo, che qualora trovassero delle soluzioni e avessero delle idee, io sarei ben lieto a confrontarmi, come abbiamo fatto in questa circostanza.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Grazie Presidente. Ringrazio l’Assessore Cesetti per la risposta ricca, completa, che dimostra come sempre anche la sua preparazione che va al di là dell’istruttoria che è stata fatta.
Devo dire che sono lieto anche delle parole che ha utilizzato perché ritengo questo un momento vero di confronto istituzionale su una questione pure marginale, però di una certa rilevanza perché, come ha ricordato l’Assessore, stiamo parlando di un palazzo di grande pregio, forse di uno dei palazzi di maggiore pregio di questo ente dal punto di vista architettonico e artistico, che ha un valore significativo. La base iniziale d’asta era di 2.826.000 euro purtroppo aste deserte comportano che questo bene diminuisca di valore.
Ho tra l’altro appreso proprio per preparare la mia risposta all’interrogazione che l’ultima asta fissata qualche giorno fa, è andata nuovamente deserta, ahimè, e il prezzo è destinato ad abbassarsi ulteriormente, quindi abbiamo perso un milione di euro di valore, se arriviamo al terzo tentativo scenderà ad 1.700.000 euro. Questo dimostra che probabilmente, venne fatto un errore all’epoca ed oggi abbiamo un palazzo di grande pregio inutilizzato che fa diminuire possibili acquirenti.
Sono contento che l’Assessore abbia dimostrato attenzione e abbia illustrato anche gli interventi di manutenzione, spero che questo momento sia anche una attenzione per tutta l’Aula per incalzare quello che già la Giunta sta facendo per mantenere la manutenzione. So che c’è un Comitato che sta facendo un lavoro di monitoraggio e di attenzione civica su questo edificio e mi ha segnalato che i cornicioni sono in una condizione pericolante, pertanto la proposta del Comitato, che faccio mia dal punto di vista ideale (ho appreso che anche l’Assessore ha fatto sua dal punto di vista ideale), è quella di utilizzare dei fondi europei per tentare di riqualificarlo. Ho capito che questa soluzione trova delle difficoltà, dovremmo comunque tentare di provare a perseguirla, dopodiché, razionalmente mi rendo conto che una spesa di piena riqualificazione che gravi interamente sui fondi regionali, è piuttosto complicata.
Credo che dovremmo mantenere alta l’attenzione, sono contento se lo riusciremo a fare anche con altre forze.
Ringrazio il Consigliere Giancarli che su questo tema ha sempre avuto attenzione anche per i suoi precedenti incarichi e ruoli istituzionali, questo è un bene non della città di Ancona, ma di tutta la Regione.
Tra l’altro il palazzo è stato sede del Consiglio regionale delle Marche, magari potremmo tentare di capire se organizzare una visita con i Consiglieri regionali in modo che tutti si rendano conto della qualità di questo manufatto e delle possibilità che abbiamo a disposizione sulle quali possiamo farci venire in mente qualche idea per evitare il deperimento, per evitare la poca attenzione su questo aspetto.
L’Assessore ce l’ha e lo ha dimostrato, quindi lo ringrazio.

Interrogazione n. 568
ad iniziativa del Consigliere Bisonni
“Tutela delle emittenti televisive e radiofoniche locali”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 568 del Consigliere Bisonni.
Ha la parola, per la risposta, il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. Primo punto. L'importo complessivo impegnato ammonta per l'anno 2017, a 220 mila euro.
La somma include, oltre all'acquisto di spazi pubblicitari sulle diverse testate, l'acquisto di servizi grafici e di creatività e la realizzazione e diffusione on line e off line, a media, istituzioni e stake holders, di informazioni veicolate attraverso diversi supporti.
I fondi utilizzati sono stati erogati alle testate locali in parte direttamente (80.000 euro comprensivi dell'Iva, dedicati alla comunicazione relativa al sisma e alla ricostruzione), attraverso tre capitoli del bilancio regionale di competenza del Servizio Affari istituzionali e integrità, in parte indirettamente, attraverso le agenzie incaricate con bando all'interno degli assi di intervento dell'assistenza tecnica Fesr, Fse e Psr.
La comunicazione istituzionale non organica nell'anno 2017 si è svolta, come da piano di comunicazione approvato con delibera di Giunta regionale 718/2017, relativamente ai seguenti temi: sisma, emergenza e ricostruzione, fondi e bandi Fesr, fondi e bandi Psr, fondi e bandi Fse, mostre, eventi culturali e turismo.
La comunicazione è stata concentrata sui media regionali per tutti i temi citati, con l'eccezione del turismo, il cui target naturale è il pubblico extraregionale, nazionale e internazionale.
Secondo punto. Le suddette attività di comunicazione si sono svolte per l'86% su base locale, con un totale di passaggi sulle emittenti radiofoniche e televisive pari all'85% dell'attività di comunicazione complessiva e con un investimento economico pari al 30% circa del totale se si considerano i soli investimenti diretti da capitoli del bilancio regionale), quindi se consideriamo solo gli 80.000 euro della parte del bilancio regione comunicazione il 30%, pari al 33% considerando il totale degli investimenti (diretti e indiretti) legati ai fondi europei Fse, Fesr e Psr.
Le diverse campagne di comunicazione hanno individuato i relativi destinatari con specifici piani di comunicazione e, in seguito, con piani media dedicati. In questo modo si è realizzato, su base regionale, un media mix che ha consentito di coinvolgere la totalità delle testate marchigiane, prediligendo l'informazione web e televisiva quando i messaggi da trasmettere richiedevano prevalentemente l'ausilio di supporti video e grafici (sisma, fondi europei, cultura e turismo) e le emittenti radiofoniche per i messaggi che necessitavano di una frequenza maggiore di esposizione, consentita dalla specificità di questo mezzo di comunicazione (quando il messaggio era video chiaramente televisioni e web, quando il messaggio aveva necessità di essere ripetuto spesso radio. Tutto ciò, mantenendo sempre uno spazio riservato alla carta stampata, per garantire il raggiungimento di tutti i target individuati.
La scelta delle testate è avvenuta di volta in volta in relazione a requisiti oggettivi riguardanti gli ascolti-tirature certificati, la copertura geografica e l'eventuale specificità tematica, oltre che in relazione ai motivi di esclusione previsti dall'articolo 80 del Codice degli appalti.
Terzo punto. La Regione Marche effettua regolarmente la comunicazione dei dati all'AGCOM. L'ultima trasmissione, relativa al 2016, è stata effettuata secondo le modalità telematiche previste in data 19 settembre 2017.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Resto un po’ sorpreso da questa risposta, prima di tutto in merito all’ammontare delle cifre perché credevo, e mi era giunta voce, che queste cifre fossero più importanti. Penso anche agli spot, non so se rientrano o meno, questo me lo dirà lei, che sono stati fatti a seguito del sisma e mi chiedo se una parte di questi spot poteva essere dirottati alle emittenti locali.
Spero che siamo d’accordo su una cosa, cioè nel dire che il servizio pubblico che svolgono le emittenti radio e televisive locali è un patrimonio per la nostra comunità, molto importante, tanto è vero che il legislatore proprio per questo, con il decreto 177 del 2005, ha voluto tutelarle riservando loro una quota del 15%.
Lei adesso mi ha detto che questa quota l’avete rispettata, anzi parla del 30, 33% però le avevo chiesto anche l’elenco, lo sa perché? Perché chi mi segnala questa cosa, da cui nasce questa interrogazione, non ha ricevuto nulla. Allora mi chiedo quale sia stato anche il criterio. Ecco perché l’elenco è importante. Ad esempio si poteva pensare ad un criterio di distribuzione non dico uniforme al 100%, però quanto meno cercare di “accontentare” più emittenti e radio locali possibili, perché Presidente? Per un semplice fatto, perché a causa della crisi economica, che speriamo sia terminata, queste emittenti sono in seria difficoltà e se le vogliamo tutelare perché, ripeto, sono un patrimonio per la nostra comunità, almeno quella quota del 15% è importante che sia distribuita a più soggetti possibili.
Per quanto riguarda l’Agcom lei ha detto che le comunicazioni sono state fatte regolarmente, però sui numeri e su questo elenco io non mi ritrovo, perché, ripeto, mi giungono segnalazioni di tanti soggetti che dicono di non aver visto nemmeno un centesimo. Quindi non mi ritengo soddisfatto da questa risposta, Presidente, e la invito per il 2019 a distribuire queste somme previste dalla legge statale in maniera uniforme e più allargata possibile per cercare di sostenere un po’ tutti.
Annuncio anche che in merito a quello che sto dicendo presenterò a breve una mozione perché ritengo importante sostenere le emittenti radiotelevisive locali che, ripeto, svolgono un importante servizio per le Marche, che le emittenti di più ampio respiro nazionali o regionali non possono svolgere, hanno target diversi, ognuno ha il suo target, le emittenti locali svolgono un servizio capillare nel territorio e fanno giungere notizie anche nel più piccolo paesino, ecco perché è importante che sopravvivano queste attività ed è importante rispettare la legge e sostenere le emittenti radiotelevisive locali per quello che è previsto dalla legge. Grazie.

Interrogazione n. 571
ad iniziativa del Consigliere Zaffiri
“Ospedale di Macerata - disservizi”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 571 del Consigliere Zaffiri.
Ha la parola, per la risposta, il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. Grazie Presidente. L' Area Vasta 3, nel cui territorio si trova l'Ospedale di Macerata, ha provveduto ad organizzare le agende di prenotazione della gastroscopia secondo le classi di priorità U, B, D, P ("U per Urgente, "B" per Breve, "D" per Differita, "P" per Programmata) il primo accesso e C per i controlli successivi.
I monitoraggi mensili effettuati dalla Regione Marche evidenziano che i tempi di attesa con classe di priorità B e D nell'Area Vasta 3 sono rispettati con una percentuale quasi costantemente superiore al 90%, come stabilito nei piani nazionale e regionale per il governo dei tempi d'attesa. Quindi il monitoraggio dice che sono sopra il 90% che è l’obiettivo nazionale, non molte Regioni lo hanno centrato, noi si.
Nel caso specifico il CUP regionale, nella logica del sistema di prenotazione, ha proposto al paziente la possibilità di effettuare la prestazione, nei tempi “brevi”, indicati nell'impegnativa, nella prima struttura regionale disponibile. Quindi al paziente è stata indicata probabilmente una struttura fuori dall’Area Vasta 3, le Marche sono piccole, è stata proposta un’altra struttura perché probabilmente avevano disponibilità con un tempo ancora inferiore rispetto a quello dell’Area Vasta stessa, innestando il meccanismo di proporre strutture vicine. Per esempio Fermo è molto comoda per una parte del maceratese, dipende da dove si ha la residenza, per poter avere una prestazione ancora migliore.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Un complimento a quanto ha esposto il Presidente nonché Assessore alla sanità di questa Regione Marche, sono pienamente d’accordo, però ho ascoltato in quest’Aula lo stesso Assessore, nonché Presidente della Regione Marche, dire sempre che le liste d’attesa diminuiscono.
Le bugie hanno le gambe corte, Presidente, questo è il problema, è inutile che lei mi risponda così, al 90%, perché se era al 90% questo cristiano non sarebbe dovuto andare a Fano, è semplice! Le bugie hanno le gambe corte!
Siccome le bugie hanno le gambe corte casca l’asino, lei non può continuare a dire che le liste d’attesa diminuiscono!
C’è un problema sulle liste d’attesa, c’è da quando si è insediato come Assessore alla sanità e si mantiene tale dopo due anni, allora c’è un problema nelle liste d’attesa!
E’ chiaro che noi abbiamo sollevato un caso emblematico che questa persona ha evidenziato anche sulla stampa locale, il fatto di essere dovuta andare fuori, però il problema vero è che quotidianamente il nostro popolo marchigiano si rivolge al Cup o si presenta presso un centro per le prenotazioni e si sente dire: “Fra sei mesi” o “Fra sette mesi, però se questo esame lo vuole subito, va all'altro sportello o io le posso dire che è possibile farlo fra 15 giorni”, siamo a questo livello.
Presidente, la invito cortesemente a non esternare più cose che non sono vere, sennò quel pupo che ha un naso un po' lungo ..., raccontava sempre le bugie e gli è cresciuto il naso…

(interrompe l'Assessore Pieroni)

Sandro ZAFFIRI. Racconta le bugie, per me non è un problema, è letteratura. Racconta le bugie l'ho detto in tono scherzoso, ma è possibile che io debba ribattere sempre con lei, Assessore Pieroni di discussioni inutili! Abbia pazienza! E' possibile che non abbia recepito la battuta fra me e il Presidente! Lasci perdere! Faccia il ragazzo grande! E' grande, abbia pazienza! Non ho capito perché si picca sempre!
Presidente la vorrei invitare a dire come stanno effettivamente le cose sulle liste d’attesa e trasmettere un messaggio più chiaro possibile alla comunità marchigiana, ecco che le cose non vanno bene.
La invito a riprendere in considerazione quelle cose che ha detto al momento dell’insediamento in Regione per diminuire le liste d’attesa. Tutto questo è registrato, ma credo che le notizie apprese dalla stampa non vanno in questo senso, ecco perché mi sono permesso di dire queste cose, credo che sia un invito in termini critici, ma costruttivi perché tutti dobbiamo migliorare la situazione che abbiamo trovato per dare una risposta alla comunità marchigiana. Grazie.

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. Iniziamo sdrammatizzando, c’è un modo di dire a Pesaro che dice: “Tu hai ragione, ma io non ho torto”, adesso spiego nel caso specifico.
Ho il vizio di dire in genere la verità, questo è un vizio molto brutto, quando diciamo che sulle liste d’attesa nelle 43 prestazioni monitorate, che sono le più importanti nella Regione, tutte le Aziende (Asur, Marche Nord, Torrette, Inrca) sono sopra l’obiettivo del 90% della risposta sulle B e D previste sulla verifica a livello nazionale, diciamo una cosa vera.
Abbiamo iniziato a monitorarle ad inizio mandato, quasi tutte le Aziende erano sotto il 90% in misura diversa, abbiamo fatto delle scelte importanti, tante assunzioni, quindi personale in più all’interno delle strutture, realtà come Torrette, che lei conosce bene, ha portato a 12 ore tutti i giorni, sabato compreso, l’utilizzo delle macchine, abbiamo investito nelle tecnologie, la super tac che in un secondo fa la total body, è chiaro che avere anche tecnologie adeguate significa poter migliorare la produzione, questo è il termine.
Oggi il monitoraggio ci dà che siamo in tutte le Aziende in maniera pressoché costante, mese dopo mese, sopra il 90%.
Adesso veniamo alla parte dove ha ragione lei. Qui avevo ragione io, quindi non dico cose che non sono vere, ma sono documentate, certificate, firmate. Dire il contrario è in quel caso dire una bugia rispetto all’affermazione.
Sul tema più generale delle liste d’attesa è vero che non basta essere sopra il 90% rispetto alle 43 prestazioni, che è l’obiettivo nazionale, perché il cittadino ha esigenze che vanno oltre questa dimensione, cioè rispetto alla domanda, al bisogno, alla modalità di accesso, ci sono bisogni di livello chiamiamolo più elevato in rapporto a questa dimensione. Faccio un esempio: rispetto ai tempi previsti nella classificazione delle prestazioni molti cittadini non accettano di avere una prestazione fra tre mesi, ma la vogliono subito; secondo aspetto che capita spesso: non voglio una prestazione purché sia, ma voglio andare a fare la visita da “Anna Casini” e se “Anna Casini” è disponibile sotto il profilo delle sue slot all’interno del servizio pubblico fra quattro mesi, fra sei mesi, dice non mi interessa la prestazione purché sia, ma voglio quel medico.
Su questi aspetti si crea quello che dice lei, cioè una differenza fra quello che vorrei e i tempi che abbiamo in termini di attesa. La settimana scorsa o quella prima ancora ero in Consiglio insieme all'Assessore Casini e l'ha chiamata un'amica scandalizzata perché le era stata data una visita a lungo termine, approfondisci, approfondisci, voleva la visita in quell’ospedale, con quel medico, quindi non voleva quella prestazione, ma voleva quella prestazione, in quell’ospedale, con quel medico.
Quando noi diciamo al 90% è l’Area Vasta che ti mette a disposizione un medico, una tecnologia per avere la risposta.
C’è stata questa crescita, è misurata, è oggettiva, è comunicata al Ministero, è verificabile, abbiamo deciso anche di renderla il più possibile trasparente, cioè fare in modo che ognuno di voi possa vedere in tempo reale gli slot liberi rispetto alle 43 prestazioni sulle varie tipologie in modo da rendersi conto come oggettivamente, misuratamente, in termini di disponibilità vanno le cose.
Risolve tutti i problemi? No, l’ho detto anch’io, ma è una cosa diversa l’affermazione fatta rispetto al tema in quanto il problema segue anche dinamiche che si direbbero inappropriate, perché se la prestazione devo averla fra tre mesi, averla subito è una forma di inappropriatezza.
E' inutile però che noi ci attacchiamo ai termini tecnici se poi il cittadino ha un bisogno, un’esigenza che si esprime in un’altra maniera, quindi bisogna trovare, approfondire, quelle forme che permettono sempre più di avvicinare questi due elementi perché il punto su cui sono assolutamente e totalmente d’accordo con lei è che la cosa peggiore è dover pagare per una prestazione che noi già paghiamo con le nostre risorse. Abbiamo già gli slot a disposizione, non si capisce perché uno deve pagare per ottenere una cosa per la quale ha già pagato, e qui entrano in gioco tante dinamiche sulle quali occorre lavorare sempre di più per ottimizzare il sistema.
Quando ragioniamo sul tema del mettere insieme gli ospedali, uno degli elementi di forza di questa strategia è che noi togliamo la duplicazione, i tantissimi turni notturni, che si possono tranquillamente dimezzare nel momento in cui le strutture lavorano insieme a favore di tanti più turni diurni, che sono questi famosi slot, più produzione più disponibilità per il cittadino, cioè nel riordino del sistema ci sono scelte strutturali che permettono di qualificare e di avere una risposta migliore.
Noi non diciamo bugie quando affermiamo quel dato, è un dato validato, certificato, trasmesso al Ministero, che ci sia un problema sulle liste d’attesa? C’è un grosso problema sulle liste d’attesa perché quel dato da solo non soddisfa i bisogni di molti cittadini. Non ho detto: “Tutti i cittadini delle Marche sono contenti perché non fanno più le liste d’attesa”, io rispondo di quello che ho detto, quindi non mi dica bugiardo per una cosa che non ho detto, ma quelle cose che le dico sono cose misurate e vere, quindi nella chiarezza tutti quanti possiamo fare bella figura, l’importante è capire nel momento in cui si comunica, che cosa si comunica!

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Le volevo dire Presidente che queste statistiche rispondono probabilmente a determinati criteri, ma nella realtà si creano disservizi e si creano perché il Cup offre a delle persone anziane il servizio magari in province distanti da dove abitano.
I dati sono belli, sono d’accordo con lei, ma bisogna anche analizzarli, magari per il 90% dei 43 casi monitorati dal Ministero la risposta è positiva ed è probabilmente che il cittadino di Recanati, Macerata o Ascoli, magari anziano, a cui diciamo di andare a fare l’esame a Pergola o a Pesaro rientra nelle statistiche, però nello stesso tempo gli creiamo qualche problema.
Bisogna capire bene i numeri, questo è un elemento che essendo lei l’Assessore dovrebbe verificare e vedere se effettivamente i numeri vanno in questo senso.

Interrogazione n. 574
ad iniziativa del Consigliere Biancani
“Risorse regionali e/o fondi europei per la riqualificazione del Mississippi a Gabicce Mare”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 574 del Consigliere Biancani.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Pieroni.

Moreno PIERONI. Questa interrogazione a cui risponderò entra in una logica più vasta di progettazione, di programmazione della Regione Marche sia per quello che riguarda la valorizzazione del patrimonio culturale, dei beni culturali della nostra regione, che la promozione turistica dei nostri territori.
Dico questo perché, come voi tutti sapete già, la Regione Marche nel 2016 ha approvato una delibera con la quale stanziava 7,5 milioni di euro per il recupero di beni culturali che sono stati individuati in tutte le province della regione Marche. Faccio un esempio che si contrappone perché entrambe le località sono per noi le porte di ingresso dal punto di vista turistico della costa, San Benedetto può essere equiparato a Gabicce, in quel caso San Benedetto ha avuto da parte della Regione Marche, quindi dalla volontà forte del Presidente Ceriscioli, un investimento di 400 mila euro per il recupero della Villa Romana e per il Museo ittico. Questo tipo di attenzione è stata data anche ad altre città, in particolar modo a quelle delle aree interne.
E’ chiaro che questa programmazione, che noi stiamo mettendo in piedi da ormai tre anni, vuole dare un respiro di forte impatto perché per noi il recupero dei beni culturali significa valorizzare quel territorio e quell’area anche dal punto di vista della promozione e dell’accoglienza turistica. Tant’è che anticipo che ieri la Giunta regionale ha approvato, e siamo la prima Regione italiana che ha percorso questo progetto, la wi-fi lungo tutta la costa, da Gabicce fino a San Benedetto, tutti i Comuni della costa saranno predisposti per offrire la wi-fi sia ai turisti che ai marchigiani, gratuitamente.
E’ un’operazione che abbiamo fatto di 1.850.000 euro, è un’operazione che si completerà nella primavera del 2019, abbiamo già la collaborazione ed un percorso con tutti i 23 comuni e sarà il raggiungimento di un obiettivo che ci eravamo dati fin dall’inizio.
E’ chiaro che questo è un ulteriore messaggio che si inserisce in maniera chiara anche su questa interrogazione. Per entrare nello specifico, nell'ambito della programmazione relativa ai fondi Por-Fesr 2014/2020, l'Assessorato al Turismo e Cultura della Regione Marche ha sempre rivolto una particolare attenzione alla competitività di tutto il sistema turistico regionale e si è subito attivato per cercare una soluzione che rispondesse alla necessità del Comune di Gabicce Mare per vedere riqualificata e valorizzata un'opera che è parte integrante del suo patrimonio storico, culturale e paesaggistico, nonché polo di attrazione turistica di notevole rilevanza.
A tale scopo è stata condotta un'approfondita analisi sullo stato d'avanzamento delle Azioni previste nel Por-Fesr e sono stati rimodulati alcuni interventi, nei tempi e nel piano finanziario, che hanno permesso di poter attivare una proposta di modifica dello stesso Por.
È stato richiesto l'inserimento di una nuova Azione, con uno stanziamento complessivo di 300.000 euro, di cui 150.000 nel 2019 e 150.000 nel 2020, per consentire di finanziare i lavori necessari al consolidamento e alla valorizzazione del Mississippi di Gabicce Mare che è, come tutti i Consiglieri sanno, un importante esempio di patrimonio culturale del ‘900. Questo permetterà a tutto l’hinterland, non soltanto alla città di Gabicce, di avere una struttura importante e una accoglienza ancor più qualificata in quelle aree. Sicuramente su questo c’è un impegno e andremo avanti per quello che riguarda questi percorsi che verranno definiti nel 2019 e nel 2020.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Grazie Presidente. Ringrazio l’Assessore Pieroni per la risposta che ha centrato rispetto all’esigenza di una parte del territorio che ha una valenza sicuramente regionale.
Parliamo di una infrastruttura importantissima, ubicata alle porte del territorio marchigiano, a Gabicce, sul mare, quindi mi sembra importante l’impegno di cui ha parlato l’Assessore Pieroni e che anche la Regione possa dare il proprio contributo. Grazie.

Interrogazione n. 577
ad iniziativa della Consigliera Leonardi
“Disservizi sanitari e scarsità di personale al ‘Santa Lucia’ di Recanati”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 577 della Consigliera Leonardi.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Casini.

Anna CASINI. Grazie Presidente. Punto 1) e Punto 2). Il modello organizzativo attualmente adottato presso il servizio di radiologia dell'ospedale di Recanati consente una adeguata turnazione del personale tecnico presente ed una corretta refertazione medica.
Questa organizzazione si è dimostrata nel tempo adeguata alle esigenze dell'Ospedale di Recanati e viene costantemente monitorata dal punto di vista dei carichi di lavoro del personale. Un ulteriore miglioramento dei tempi di attesa si avrà con l'aggiornamento dell'apparecchio di radiologia tradizionale (digitalizzazione diretta) in via di acquisizione, che permetterà di ridurre in modo significativo i tempi tecnici di esecuzione delle radiografie.
Punto 3) L'apparecchiatura OPT (ortopantomografo) è stata recentemente rimessa in funzione dopo un fermo macchina dipeso dalla difficoltà nel reperimento di una parte non funzionante.
Per prevenire eventuali future situazioni simili è già stata approvata, dall'Area Vasta 3, la determina n. 300 dell'1 marzo 2018, finalizzata all'acquisto di 3 nuovi OPT digitali, di cui uno destinato al Santa Lucia.
Punto 4) Il nuovo mammografo, inaugurato nel mese di ottobre 2017 e utilizzato inizialmente per l'attività di screening del tumore mammario, attualmente viene impiegato per effettuare anche prestazioni di mammografia clinica.


PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Grazie Presidente. In parte devo dire che la risposta la conoscevo perché i Comitati seguono e sollecitano spesso sull’Ospedale di Recanati degli interventi, laddove si trovano delle situazioni di criticità ed emergenza.
Questa interrogazione nasce dopo un sollecito, una denuncia fatta non solo a mezzo stampa, ma anche attraverso dei contatti e-mail, sia con la sottoscritta che con altri settori ed altre persone della regione.
Credo che sollecitare in questo caso abbia portato a qualche risultato positivo perché il riutilizzo dell’apparecchiatura per la mammografia non solo per le questioni di screening è sicuramente un fattore positivo.
Dispiace che queste cose vengano fatte solo dopo un sollecito e spesso su alcune situazioni quando cala l’attenzione si va perdendo il significato di una struttura ospedaliera o simil tale, come oggi è il Santa Lucia di Recanati, e debbono venire dai cittadini o dalle minoranze solleciti affinché tutto venga fatto funzionare.
Margini di miglioramento ci sono. Le criticità nella gestione del personale, nell’utilizzo del personale sono state segnalate perché spesso oltre alle refertazioni, oltre agli appuntamenti prestabiliti, ci sono le emergenze che vengono dal punto di primo intervento che è tuttora tale, per cui una adeguata presenza dei medici che riesca a sopperire a queste esigenze credo che sia un interesse al quale vada prestata la massima attenzione non solo quando c’è qualcuno che sollecita il problema. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Casini.

Anna CASINI. Soltanto per spiegare ai colleghi che la sua richiesta è del 7 marzo 2018, quindi la sollecitazione ha meno di un mese e non può aver influito rispetto all’acquisto di macchinari che erano già stati acquistati e alcuni mesi in funzione, sicuramente il suo interesse è prezioso però, per correttezza nei confronti di chi ascolta, diciamo che la sua richiesta è di neanche un mese fa.

Mozione n. 232
ad iniziativa dei Consiglieri Fabbri, Maggi, Giorgini, Pergolesi
“Finanziamento parchi archeologici regionali, con priorità per Forum Sempronii”
(Discussione e votazione risoluzione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 232 dei Consiglieri Fabbri, Maggi, Giorgini, Pergolesi.
Ha la parola, per l'illustrazione, il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Grazie Presidente. Abbiamo rinviato la discussione di questa mozione per tre, quattro volte, perché abbiamo cercato con gli uffici di verificare tutte le possibili strade da percorrere per trovare i finanziamenti e valorizzare i parchi archeologici regionali.
Siamo quindi addivenuti ad una risoluzione, che amplia il discorso perché nella mozione mi concentravo principalmente sulla valorizzazione di Forum Sempronii, che è un sito archeologico con grandissime potenzialità, ma abbiamo verificato che c’è in maniera molto condivisa la sensibilità per valorizzare i parchi archeologici regionali che sono sparsi per tutta la regione.
Voglio soltanto ricordare che la legge regionale la n. 16/94 ‘Norme per la salvaguardia e la valorizzazione del sistema archeologico regionale’ promuoveva la salvaguardia e il recupero del patrimonio archeologico, l’organizzazione di un sistema archeologico regionale e favoriva le iniziative di valorizzazione del predetto patrimonio, di concerto con il Ministero per i beni culturali ambientali mediante intese tra lo Stato, le Regioni e gli enti locali.
Sulla delibera successiva del 1998, la 206, era stato approvato il piano regionale di intervento sul sistema archeologico marchigiano all’interno del quale erano stati individuati addirittura sette parchi archeologici regionali, tra cui quello di Forum Sempronii.
La legge 4 del 9 febbraio 2010 ‘Norme in materia di beni e attività culturali’ ha assorbito la precedente legge 16 del 1994, confermando l’impianto e le aspettative di tutela e salvaguardia.
In questa legge del 2010 è stato introdotto il piano regionale per i beni e le attività culturali, che ha validità triennale, ed il programma operativo che ha validità annuale all’interno dei quali vengono poi destinate le risorse economiche.
All’interno dell’ultimo piano triennale 2017/2019 in cui ci muoviamo è inserita la scheda n. 6 ‘Aree e parchi archeologici’ e riporta che gli interventi potrebbero essere assicurati con il ricorso al Fondo per lo sviluppo e la coesione 2014/2020.
Questo è lo scenario all’interno del quale ci muoviamo. Abbiamo incontrato gli uffici insieme al Consigliere Minardi, al Consigliere Rapa, all’Assessore Pieroni, abbiamo valutato le cose che erano sul tavolo, in fieri, e siamo giunti a partorire questa risoluzione che allarga il piano di intervento a tutti i siti archeologici regionali.
Introduciamo anche la verifica di rimodulazione di fondi europei per favorire la promozione dei parchi archeologici regionali in quanto sappiamo che purtroppo qualche volta ci sono delle misure che non riescono ad essere attivate e la spesa viene erogata e fatta con ritardo, quindi la certificazione di alcuni importi potrebbe saltare, speriamo di no, ma dall’altro lato ci auguriamo di si, dipende dall’efficacia dell’investimento fatto, dai fondi che sono a rischio di disimpegno automatico, per cui verificheremo se ci sarà la possibilità di rimodulare la destinazione di questi fondi a favore dei parchi archeologici regionali.
Del resto, gli uffici da tempo stanno lavorando su un accordo di programma quadro, con gli organismi statali, per la valorizzazione dei parchi, quindi tentiamo di risollecitare questo accordo di programma per essere più incisivi nelle nostre azioni. C’è anche la possibilità di un tavolo di lavoro permanente insieme alla Sovrintendenza, all’Università, agli enti locali interessati, che nel caso specifico di Fossombrone sta iniziando a dare i propri frutti, in quanto sono coinvolti la Provincia, l’Università ed anche dei privati. Sappiamo che è di prossima emanazione un bando per circa 150.000 euro a cui lo stesso Comune provvederà a partecipare insieme agli altri enti.
Qualcosa si muove, con questa risoluzione vorremo mettere nero su bianco l’impegno regionale verso i parchi archeologici che ritengo siano una ricchezza della nostra regione. Consideriamo la mia zona, la Via Flaminia e quali ricchezze potrebbero dare questi siti se ben strutturati in rete, per potenziare il turismo. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Minardi.

Renato Claudio MINARDI. Grazie Presidente. Velocemente giusto per dare conferma di quello che è stato un percorso, un processo portato avanti a seguito della mozione presentata dal Consigliere Fabbri.
Era partito dal parco archeologico di Forum Sempronii, che ancora ha l’esigenza e la necessità di essere esplorato, scavato c’è ancora tanto lavoro da fare, sicuramente riserverà delle sorprese importanti per tutta la comunità, sorprese positive rispetto ad una parte di scavi che è già stata fatti e che ha già messo in luce risorse archeologiche di straordinaria importanza. Il parco archeologico di Forum Sempronii si trova lungo il percorso della Via Flaminia ha una sua rilevanza ed importanza.
A seguito di incontri che sono stati fatti in queste settimane è emerso come ci sia l'esigenza di valorizzare questi centri, come quello di Fossombrone, anche in altre realtà della nostra regione, quindi la possibilità di prevedere la messa in sicurezza ed anche, con accordi fatti con lo Stato e la Sovrintendenza, cercare di portare alla luce nuovi siti, perché la valorizzazione di questi luoghi ha una grande rilevanza dal punto di vista non solo culturale, ma turistico, luoghi che possono diventare mete di visite e di pellegrinaggi da parte dei turisti.
E’ vero che nel nostro Paese abbiamo un patrimonio storico, culturale, archeologico di straordinaria importanza, abbiamo oltre il 50% dei beni culturali. Luoghi, come quelli delle aree interne, possono diventare importanti e mete di visite turistiche.
E' una grande opportunità per cui la risoluzione che abbiamo firmato e depositato credo che vada verso questo indirizzo, perché partendo da Forum Sempronii apre a tutto il resto della regione Marche. Siti e centri importanti come quello di Fossombrone ce ne sono tantissimi ed hanno il giusto diritto di essere presi in considerazione per la loro valorizzazione quelli che sono già evidenti, mentre sugli altri c’è tanto lavoro ancora da fare, soprattutto il lavoro di scavo che va seguito dalla Sovrintendenza che è importante e che può dare delle grandi opportunità oltre che riservare delle importanti positive sorprese. Quindi sono d’accordo a votare la risoluzione.

PRESIDENTE. Ha la parola, per la dichiarazione di voto, il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Uso questo intervento anche come dichiarazione di voto. Siamo favorevoli a questa risoluzione che toglie Fossombrone, ma che comunque dà un’indicazione di principio.
Chiedo al Presidente, chiedo alla Giunta che questa ricchezza culturale, storica che tutta l’Italia, e in particolare la regione Marche ha, sia presa in considerazione con serietà e puntualità.
E’ inutile fare dei Defr annacquati dove si dice tutto e poi non si fa niente. In effetti la considerazione che viene fatta politicamente giusta, che noi condividiamo, è quella che il nostro patrimonio culturale, il nostro patrimonio storico, la ricchezza dei nostri borghi, la bellezza delle nostre coste vanno valorizzati, non solo a parole ma, anche concretamente stanziando dei fondi e dando priorità a questa ricchezza che noi abbiamo rispetto ad altre che non sono ricchezze, ma forse sono spot politici ed elettorali.
Devo dire che se lo scavo, come diceva il Consigliere Minardi, che deve essere ancora fatto per tirar fuori la ricchezza, che c’è sotto Fossombrone o sotto altri siti archeologici e zone storiche, deve essere poi lasciato all’incuria - io sono anconetano, e mi riferisco all’anfiteatro romano - è meglio che tutto rimanga sepolto perché la sepoltura conserva meglio che la volontà politica. Una volta che questa ricchezza viene alla luce, viene lasciata nel degrado e nell’incuria.
Quindi come gruppo ed io personalmente siamo favorevoli a questa sollecitazione per le nostre ricchezze storico-culturali e archeologiche, però siamo anche un pungolo perché dalle parole si passi ai fatti e si riconosca nei fatti che questa ricchezza è un volano per la nostra economia e per il nostro benessere.
Questa è la sollecitazione che faccio, nella dichiarazione di voto favorevole per questa risoluzione.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Proposta di risoluzione a firma dei Consiglieri Fabbri, Minardi, Pergolesi, Giorgini, Maggi, Pieroni, Rapa, Talè, Traversini. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Mozione n. 313
ad iniziativa della Consigliera Marcozzi
“Monti-Mare”
(Ritiro)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 313 della Consigliera Marcozzi, che ha la parola.

Jessica MARCOZZI. Grazie Presidente. Ritiro questa mozione perché è datata novembre ed a fine dicembre c’è stata una delibera che ha stanziato 11 milioni di euro per la Mare-Monti.
Annuncio il ritiro e la trasformazione di questa mozione in interrogazione per capire i tempi, che è quello che vogliono sentir dire i Comuni che rientrano nel primo tratto della Mare-Monti.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Casini.

Anna CASINI. Grazie Presidente. Grazie Consigliera. La Regione Marche ha previsto nel fondo di sviluppo e coesione 2014/2020, di cui alla delibera Cipe 98 del 22 dicembre 2017, il finanziamento della viabilità di adduzione al nuovo Ospedale di Fermo per un importo di 11 milioni di euro.
Questo finanziamento è destinato, come lei sa bene, anche alla ex Statale 210 Fermana-Faleriense, cosiddetta Mare-Monti, e non appena sarà pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale la delibera del Cipe comunicheremo a lei ed agli altri Sindaci l’ufficialità del finanziamento.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Comunico che la mozione n. 340 è rinviata.

Mozione n. 331
ad iniziativa dei Consiglieri Marconi, Micucci, Volpini, Urbinati, Pieroni
“Attivazione Carta famiglia 2018”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 331 dei Consiglieri Marconi, Micucci, Volpini, Urbinati, Pieroni.
Ha la parola, per l'illustrazione, il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Grazie Presidente. Questa mozione mira ad un risultato immediato ed anche ad una ricostruzione e ricongiunzione di iniziative già prese, ponendo anche all’attenzione dell’Aula questa bella cosa che la legge di stabilità 2016 aveva previsto.
Preso atto di tante iniziative di family card attivate da Comuni, da Province e da Regioni, devo dire che il nord è un po’ più attivo del sud e del centro, come sempre. Carte famiglia che hanno messo in conto due meccanismi sostanzialmente, anzi tre: la scontistica, la riduzione tariffaria, la revisione dell’Isee.
Sono tre processi importanti, di per sé neanche costosi, e la prima Regione attiva in questo senso è stata la Regione Veneto, seguita dalla Regione Emilia-Romagna, in una strana accoppiata fra centro destra e centro sinistra si sono attivate in questa direzione.
Vorrei riflettere un minuto sulla scontistica perché da Vice Sindaco ho attivato questa procedura nel mio Comune, credevo fosse una cosa un po’ marginale rispetto a interventi economici e fiscali più importanti, invece poi nel tempo ci siamo dovuti ricredere perché abbiamo visto che la scontistica su prodotti di largo consumo, quando è applicata in maniera seria, non lo sconto falso, lo sconto che già sarebbe dentro un saldo, ma lo sconto su tutti i 365 giorni dell’anno, per una famiglia come viene indicata dal Parlamento e dal Governo da 3 figli in su, diventa e può diventare particolarmente significativa, in più il meccanismo della scontistica legato alla carta famiglia attiva un’altra cosa importante: i consumi. Non sono soldi che vengono dati alle famiglie e che le famiglie possono utilizzare come vogliono, in alcuni casi dico paradossalmente anche risparmiando, perché non è detto che la famiglia che riceve i soldi, penso ai famosi 80 euro a persona, non possa risparmiarli, ma agisce direttamente sul meccanismo dei consumi e libera qualche consumo in più rispetto a chi comprerebbe 8, ma siccome ha la scontistica compra 10, cioè compra quello che effettivamente serve senza privarsi di beni e di servizi di primaria necessità.
Questa è la prima cosa su cui ragioniamo, la seconda cosa, la leggo, è uno dei capoversi della premessa: “Richiamato, infine, pure in attesa degli ulteriori decreti attuativi ancora da emanare il ruolo delle Regioni, Province autonome e Comuni, che possono attivare nell’ambito delle categorie merceologiche dei beni e delle tipologie di servizi individuati dal decreto, protocolli d’intesa con le amministrazioni centrali interessate o convenzioni con soggetti pubblici e privati a rilevanza regionale locale, ovvero riduzione di tariffe di servizi pubblici locali erogati direttamente o indirettamente”. Qui, Assessore e Presidente, abbiamo in campo un’iniziativa che già questo Consiglio regionale ha votato all’unanimità e l’ho richiamata perché ha il merito di tutti, e riguarda un altro importante campo di intervento relativo alla riduzione delle tariffe dei servizi pubblici locali: parlo di acqua, parlo di luce/energia elettrica, parlo di riscaldamento gas metano e parlo della Tari (tassa rifiuti solidi urbani), perché queste quattro voci che non incidono in maniera determinante nel bilancio di un benestante, incidono in maniera determinante, la media è intorno al 10/12%, sulle famiglie numerose che hanno dei forti consumi, sono fortemente esposte su questi consumi e non godono spesso di redditi consistenti.
Questo è nelle nostre possibilità, noi possiamo intervenire in questi settori, penso all’acqua, penso all’Ato perché come Regione abbiamo, Assessore Sciapichetti, dei riferimenti diretti, abbiamo la possibilità di intervenire presso i gestori dei servizi acquedottistici per cui possiamo mettere in moto questo tipo di meccanismo.
Abbiamo votato quella mozione, purtroppo non abbiamo ancora fatto nulla, quindi la richiamo in questo campo di interventi.
Alla fine la mozione mira sostanzialmente a mettere in campo tre cose, che richiamo così come riepilogo:, la prima è pratica ed investo di questo l’Assessore Bravi, perché in sede di Conferenza Stato-Regioni sia chiaro che questa benedetta carta famiglia 2018 che doveva partire dopo la finanziaria, dopo la legge di stabilità del 2016, ancora non è stata attivata, quindi sollecitare il Governo in questo senso; la seconda cosa è che la Regione possa attivarsi presso le amministrazioni locali e presso le attività commerciali più significative affinché si comincino ad attivare queste convenzioni e a questo scopo propongo la costituzione di un gruppo di lavoro, non parlo di tavoli, non parlo di comitati, perché l’esperienza mi ha fatto maturare l’idea che tutti questi organismi alla fine, creati con grande pompa ed anche con leggi, si perdono nel tempo e perdono la loro efficacia. Penso ad un gruppo di lavoro semplice, diretto, che funzioni per il tempo che serve, non è una cosa istituzionale che deve durare per sempre, serve per il tempo che serve e basta, deve fare sostanzialmente quattro cose: scontistica applicata puntualmente su tutti quei beni di maggior uso da parte delle famiglie, applicazione di condizioni particolari per la fruizione di servizi, in modo particolare quelli scolastici, riduzione tariffaria sui servizi pubblici regionali locali come trasporti, Tari, acqua, energia elettrica, gas, studiare la fattibilità di introduzione del criterio detto “fattore famiglia” al sistema di calcolo dell’Isee.
Anche qui debbo richiamare la Regione Veneto in cui molti Comuni, ma anche con legge regionale, hanno messo in conto in quanto c'è una possibilità, sembrava che la legge nazionale non consentisse, invece lo consente, dentro i parametri generali dell’Isee stabiliti dal Governo 4, 5 anni fa, di introdurre questo criterio.
Chiaro, se questo criterio comporta una minore spesa, questa minore spesa deve essere coperta o in questa minore spesa c’è l’erogazione di qualche servizio a livello comunale, quindi i Comuni rinunciano ad una parte di questo, oppure come hanno fatto le Regioni Veneto e Lombardia introducendo delle quote - la Regione Lombardia ha destinato circa 3 milioni, che non è per la Regione Lombardia una grande cifra ma sperimentalmente - che servono per avviare il discorso, per le Marche sarebbero poco più di 500, 600 mila euro che servirebbero per coprire quello che viene perso con l’applicazione del “fattore famiglia”.
Credo che questa mozione, che è stata firmata, lo ricordo, anche dai Consiglieri Micucci, Volpini, Urbinati e Pieroni, possa essere largamente condivisa da questo Consiglio. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. In questa mozione ci sono delle lacune, come naturalmente ha detto il Consigliere Marconi, una carta che nello spirito dovrebbe agevolare e facilitare la quotidianità delle famiglie numerose, all’atto pratico manca completamente il suo obiettivo ultimo.
Voglio citare l'esempio del Comune di Arezzo, a guida Forza Italia, che ha autonomamente superato il Governo e si è concretizzato un vero sostegno alle politiche familiari. La carta famiglia è già attiva da mesi, mentre a livello nazionale siamo ancora alla fase delle linee guida. Ad Arezzo, e menziono questa città per sottolineare la differenza tra chi vuole realmente sostenere le famiglie numerose, da chi lo fa solo a parole, la scontistica è già presente dal secondo figlio e senza calcolo Isee, invece a livello nazionale la scontistica arriva dal terzo figlio in poi con Isee a 30.000 euro in su.
A questo punto il sospetto, Consigliere Marconi, è che questa carta famiglia sia stata una mera mossa elettorale, per noi di Forza Italia la famiglia è davvero un valore, la famiglia è davvero il pilastro dell’Italia e quando abbiamo la possibilità di governare, lo abbiamo dimostrato, come ad Arezzo. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Credo che la mozione presentata dal Consigliere Marconi e altri riguardante la carta per le famiglie sia una cosa molto interessante. Secondo noi è un inizio e la voteremo.
Un inizio perché probabilmente nei criteri c’è qualcosa da correggere, perché non tengono conto di tutto l’Isee, del patrimonio che una famiglia ha anche fuori da questo Paese, perché, lo sappiamo tutti, oggi è possibile controllare chi proviene da fuori, come molte Università stanno facendo al momento della distribuzione delle borse di studio o di altre possibili sovvenzioni per gli studenti.
Credo che questo sia un aspetto importante da recepire nel momento in cui si va a formulare una graduatoria, altrimenti è chiaro che se non si “gareggia” con gli stessi strumenti, con le stesse possibilità, qualche famiglia, potrebbe succedere, rimane svantaggiata.
Ritengo che occorra mettere tutti sullo stesso piano, sia chi è arrivato in questo Paese con tutti i beni che possiede nel suo paese d’origine, che i nostri concittadini.
Penso che questo sia uno strumento tecnico importante che però non va ad eludere l’aspetto politico della richiesta o la possibilità di dare aiuti in modo serio a delle famiglie che si trovano in difficoltà, per cui voteremo favorevolmente questa mozione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Intervengo per dichiarazione di voto ed anche per rispondere ai colleghi.
Sono convinto che può esserci dentro, perché ho partecipato a nome del Consiglio regionale, inviato dal Presidente Mastrovincenzo, alla Conferenza nazionale sulla famiglia e devo dire che in quella sede, in verità, il sottosegretario Boschi con grande onestà intellettuale ha detto: “Non abbiamo potuto fare un’infinità di cose e non riusciremo a farle con l’attuale bilancio”, quelle poche cose sono state messe in conto”, quindi è vero quello che dice la Consigliera Marcozzi, potrebbe essere mera propaganda elettorale, però lavoriamoci sopra perché ciò apre qualche prospettiva concreta, dandoci qualche possibilità, all’interno dell’autonomia di cui disponiamo possiamo. Non possiamo neanche incolpare il Governo se tutto non procede, in quanto noi abbiamo delle possibilità concrete per farlo, questa cosa la seguirò con attenzione, Consigliere Zaffiri, perché credo che il sistema tariffario lo possiamo disciplinare noi, non lo disciplina il Governo e lo possiamo fare.
Per quanto riguarda l’Isee è una grande partita e ho già detto che qualche Regione ha cominciato a mettere mano anche a questo, e questo è un ragionamento che in I Commissione si può iniziare. Avevo fatto una proposta di legge nel 2015 nella quale mettevo in conto questo tipo di operazione sul nostro addizionale Irpef, ma mancavano i soldi, il problema è sempre lo stesso.
Per quanto riguarda i beni degli immigrati nel loro territorio, mi permetto di ricordare che ho fatto sia una interrogazione che una mozione su questo argomento, c’è un problema oggettivo, certo sarebbe molto interessante mettere in conto se l’immigrato che usufruisce di tutta una serie di benefici ha a casa un palazzo, è difficile che ce l’abbia, ma abbia una casa di proprietà. Questo è un piccolo problema che se ho ben capito a livello nazionale ancora non sono riusciti a risolvere perché bisogna mettere in moto tutta una procedura non indifferente attraverso i Consolati per conoscere ed avere questo tipo di dichiarazione certa da parte del nostro Consolato, altrimenti le autodichiarazioni se non vengono controllate rischiano di servire a poco.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, l’Assessore Bravi.

Loretta BRAVI. Per questa mozione sul sostegno alla famiglia ringrazio il Consigliere Marconi, tutti i firmatari e coloro che la appoggiano.
Credo che i punti del decreto n. 9 del 9 gennaio 2018, che prevedono l’intervento per le famiglie, siano estremamente interessanti e siano da monitorare. Tra l’altro è noto a tutti che questa Giunta ha implementato una politica familiare che conosciamo benissimo, però vorrei ribadire anche che oltre al pacchetto famiglia noi possiamo, come Regione, come diceva il Consigliere Marconi, monitorare attraverso degli incontri con gli organismi tecnici e politici di riferimento, come gli Ats, l’Anci Marche, le parti sociali e questo si può fare con precisione e con puntualità.
Direi anche, se siete d’accordo, di affidare alla Consulta regionale, composta da tutte le rappresentanze del territorio, la funzione di monitoraggio, potrebbe essere uno strumento importante al fine di aiutarci nel monitorare.
Credo che questo discorso della carta della famiglia, è già stato detto, non deve essere un qualcosa di astratto o di ripetitivo, ma può andare a cogliere, se ho ben compreso, quei servizi sui quali non possiamo sempre arrivare. Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione 331. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Sull’ordine del giorno

PRESIDENTE. La mozione n. 340 è rinviata, mentre annuncio fin d’ora che la mo-zione n. 348 del Consigliere Zaffiri è ritirata.

Mozione n. 345
ad iniziativa del Consigliere Giorgini
“Possibilità per i minori non vaccinati ma regolarmente iscritti ed accettati presso gli istituti di istruzione di giungere a conclusione dell’anno scolastico 2017/2018”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 345 del Consigliere Giorgini, che ha la parola per illustrarla.

Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Devo fare una premessa, questa mozione, che ho ripreso integralmente, è stata approvata dal Consiglio regionale della Basilicata (con i voti favorevoli del Partito Democratico), dalla Regione Toscana, dalla Regione Pu-glia, anche la Regione Emilia-Romagna sullo stesso tema ha mostrato sensibilità, come il Comune di Lucca e quello di Roma. E' una mozione che ha un senso che adesso vado a spiegare.
Nella nostra Costituzione i diritti fondamentali dei cittadini sono scritti con molta chia-rezza e autorevolezza e tra questi ci sono il diritto alla salute e il diritto allo studio che, come dice la Corte Costituzionale, sono diritti incomprimibili da qualsiasi situazione politi-ca, da qualsiasi legge, in quanto il diritto allo studio, che vuol dire anche diritto all'istru-zione, è un valore di primaria importanza come il diritto alla salute, soprattutto per un Pae-se sviluppato come il nostro.
In questa mozione oltre a parlare di equità sociale in linea generale, si parla di equità per il diritto allo studio, per il diritto all’istruzione, e nel caso specifico questa equità è al quadrato perché si rivolge ai bambini.
Ora il decreto 73/2017, convertito in legge con il decreto 119, e le varie circolari, le nn. 25146, 25233, 26382 del Ministero della salute, più la 1622 del Ministero all’istruzione, ol-tre a tutte le successive circolari regionali, hanno dimostrato in pratica l’enorme comples-sità e difficoltà di interpretazione in linea uniforme di queste norme, difatti queste leggi ci-tate prevedevano che dal 10 marzo 2018 l’allontanamento dei minorenni, fascia 0-6 anni, dalle strutture educative scolastiche, non in regola con la documentazione oggetto di au-tocertificazione.
La convenzione Onu sui diritti dell’infanzia sancisce, tra i suoi principi fondamentali, il superiore interesse dei minorenni, il diritto all’educazione, d'altronde l’articolo 34 della nostra Costituzione afferma che la scuola è aperta a tutti, l’istruzione inferiore impartita per almeno 8 anni è obbligatoria e gratuita.
La mancata conclusione dell’anno educativo scolastico, così come l’allontanamento forzato dai propri gruppi di pari età, potrebbe costituire un grave nocumento, un trauma a livello psicologico, un danno a livello didattico ed educativo tale da potersi configurare come vera e propria violenza istituzionale nei loro confronti.
D’altronde la Corte Costituzionale, pur nella propria decisione, ha fondato la propria valutazione anche sulla natura di dialogo della norma nazionale, basata sui preventivi incontri tra famiglie ed autorità sanitarie allo scopo di favorire una adesione consapevole ed informata al programma vaccinale.
Infatti sia l’atto di promovimento 75/2017 diretto ad impugnare il decreto legge come risultante delle modifiche introdotte in sede di conversione, sia la stessa Corte Costitu-zionale prendono atto del periodo transitorio introdotto dal decreto legge, volutamente in-centrato sul confronto con l’azienda sanitaria e sui colloqui.
Difatti la natura attenuata di questa prima fase la si deduce anche dalla mancanza di automatismi che saranno in vigore fra le scuole e competenti aziende sanitarie locali solo dal 2019, come previsto all’articolo 3 bis della legge sopra citata, nonché dalla possibilità per i genitori di posticipare la presentazione dei documenti.
Riteniamo quindi opportuno, come è avvenuto in altre Regioni e Comuni italiani, an-che governati dal Partito Democratico, garantire a tutti loro anche non vaccinati, ma rego-larmente iscritti, la conclusione dell’anno educativo e scolastico 2017/2018 senza alcuna interruzione di servizio, né di continuità educativa, intensificando le attività volte ad in-formare i genitori sull’utilità delle vaccinazioni.
Il motivo di questa mozione è quello di dare, come dicevo prima, una dignità ai bam-bini che hanno questo diritto all’istruzione e credo che, come è stato fatto in altre Regioni, non vuol dire andare fuori da un ordinamento molto più complesso, ma è semplicistico perché si parla di alcuni mesi, siamo ad aprile, le scuole finiranno a giugno, per cui conto su questo fattore di equità sociale verso bambini piccoli di far concludere l’anno scolasti-co. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Micucci.

Francesco MICUCCI. Visto che il Consigliere Giorgini indica le varie intenzioni del Partito Democratico, io mi sento in obbligo di citare Di Maio il quale in un’Ansa del 2017 diceva: “I vaccini sono obbligatori e non cambieremo la legge, non abbiamo nessuna in-tenzione di eliminarla”, quindi se anche voi del Movimento 5 Stelle nelle varie periferie d’Italia seguiste questo consiglio forse eviteremo ancora di discutere di una normativa che mi sembra del tutto in linea.
Ora si discute dell’obbligo dell’istruzione, mi chiedo se i padri fondatori della Repub-blica quando si impegnarono per dare una giusta educazione, una giusta cultura a tutti gli italiani avessero immaginato che le conseguenze potevano essere che qualche geni-tore avesse impedito di vaccinare i propri figli, forse qualche ripensamento ce lo avrebbe-ro avuto anche loro in quella fase.
A parte le schermaglie, arrivando alla sua mozione, credo che il tema dell’istruzione sia importante, è giusto sottolineare che al pari del diritto alla salute c’è il diritto all’istruzione e proprio per questo non può essere trattato in maniera spot da singoli Co-muni o da singole amministrazioni.
E’ stato istituito un tavolo all’interno del coordinamento della Commissione salute del-le Regioni che sta valutando la situazione insieme alle Commissioni affari istituzionali e affari finanziari proprio per trovare una linea comune, perché è una vicenda che va ap-profondita a livello nazionale.
Quindi su questo anche la Regione Marche è impegnata e credo che sia importante non andare in maniera sporadica, ma andare in una direzione univoca a livello naziona-le, come è stato fatto del resto sulla normativa sui vaccini, che poi è stata approvata a li-vello nazionale.
Per quanto riguarda l’altro punto che lei chiede nella mozione, l’informazione, mi sembra che la Regione Marche attraverso il servizio salute abbia fatto una importante campagna di informazione; anche noi come Partito Democratico nel nostro piccolo ab-biamo fatto una campagna informativa nei territori, quindi credo che ormai sia giusto non fermarsi, sia giusto continuare questa campagna di informazione, ma non si può na-scondere il fatto che già questa campagna è stata fatta ed è stata fatta in maniera impor-tante.
Lo stesso dicasi per gli istituti scolastici, sono stati fatti vari incontri con i dirigenti, con i servizi, è stata fatta una campagna informativa, quindi penso che sia giusto che i servizi scolastici si muovano in base alla normativa che prevede una serie di step, non c’è nes-suna interruzione al diritto allo studio per chi già ha fatto o per chi è in lista d’attesa, in fa-se di prenotazione per gli obblighi vaccinali dei propri figli. Laddove c’è una carenza o una volontà di non proseguire da questo punto di vista, ci sono una serie obblighi che i soggetti in campo devono perseguire e credo che sia giusto che vadano avanti, però, ripe-to, come arrivare alla fine dell’anno scolastico, che peraltro ormai è imminente, ritengo che sia giusto che ci sia un pronunciamento a livello nazionale e non singolarmente.
La Regione Marche, il Partito Democratico delle Marche non mi sembrano siano state commissariate dalla Basilicata o da altri istituti, c'è una giusta autonomia di questo Consi-glio e nel rispetto di questa autonomia mi sento di respingere questa sua mozione. Gra-zie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Giorgini.

Peppino GIORGINI. Consigliere Micucci è inutile che si arrampichi sugli specchi, penso che ormai non abbiate più niente da perdere, non servono più queste manfrine, io non ho parlato assolutamente della legge, ho parlato esclusivamente, chiaramente, di un diritto che è quello allo studio ed all’istruzione dei bambini, di questo ho parlato. Ve la do-vete smettere di rispondere su determinate cose in base a come vi fa comodo.
Ho detto che se voi bocciate questa mozione, voi bypassate un diritto costituzional-mente garantito, quindi ve ne assumete tutta la responsabilità, questo ho detto, non ho parlato della legge, assolutamente. Una legge complessa, complicata, ognuno ha le pro-prie idee, ho parlato di dare a questi ragazzi, a questi bambini il diritto allo studio ed all’istruzione, quindi di dare un’equità sociale.
Non capisco per quale motivo un bambino che si è vaccinato debba andare a scuola e un bambino che non si è vaccinato per qualsiasi motivo non debba finire l’anno scola-stico, questo è il problema che voi dovete capire.
Se voi fate politica a modo vostro, solo nella vostra visione, non potete governare per-ché la visione politica deve essere a 360°, guardando tutte le problematiche non solo quello che si vuol vedere. Questo è il concetto politico di base.
Quindi, ribadendo il mio voto favorevole, dico che non ho toccato assolutamente la legge, ho detto di dare un diritto, come hanno fatto altre Regioni governate dal Partito Democratico, votando questa mozione. Voi non l’approvate? Benissimo, ve ne prenderete la responsabilità di fronte ai cittadini, la prossima volta anziché prendere il 18% prendere-te magari il 5%. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. Approfitto della dichiarazione di voto per entrare in un tema a me molto caro.
Affermare, come ha fatto il Consigliere Giorgini, che a difendere la Costituzione sia la mozione, trovo la cosa molto interessante, credo che la Costituzione sia leggermente so-vraordinata rispetto alle mozioni, eventualmente è la Costituzione che difende le mozioni e non viceversa. Così come non solo le mozioni regionali, ma neanche le leggi regionali riescono a superare quelle nazionali, cosa fortemente affermata, questa si è una bugia, Consigliere Zaffiri, in questi giorni. Quindi in termini di gerarchia ricordiamoci che la Co-stituzione viene ampiamente prima delle leggi nazionali, regionali e delle mozioni del Consiglio regionale nonché quelle dei Consigli comunali e si difende da sola.
Secondo luogo, c’è chi dice che non c’è legge senza sanzione, se io prevedo un ob-bligo che non ha nessuna sanzione, l’obbligo non c’è. Come si è tradotto l’obbligo? Guardiamo le cose vere, la realtà, nella nostra Regione come si è tradotto questo obbligo? Lo abbiamo detto prima rispondendo ad una interrogazione, è stato espulso un bambino dalle scuole? No, neanche uno, perché grazie all’obbligo vaccinale ed a questa procedu-ra si è aperta non solo la comunicazione, come diceva il Consigliere Micucci nel suo in-tervento, in termini generali sul valore della vaccinazione, ma anche un colloquio indivi-duale, cioè le famiglie con le strutture dell’azienda sanitaria hanno l’occasione di chiarire gli aspetti scientifici legati ai vaccini, non quelli emozionali o fake news famosissime che hanno trasformato un’idea sui vaccini non corretta, non è certamente quella, non esiste un presidio di natura medica che non abbia controindicazioni, ma non si può affermare arbitrariamente cose non vere o dimostrate scientificamente.
Quindi qual è il risultato che si sta realizzando grazie all’impostazione di quella legge è anche questo colloquio, questo dialogo fra le famiglie e la competenza sanitaria che aiuta a fare le scelte? Che tanti bambini sono vaccinati, essendo vaccinati non solo han-no l'effetto di carattere generale, ma poi ovviamente non rischiano nessun tipo di espul-sione dalle scuole.
Andiamo poi ad una cosa ancora più raffinata, che non interessa, però è bene saper-lo, in Italia tra 0-6 anni la scuola non è garantita, i bambini di età 0-6 non sono mica ga-rantiti. Ricordo un bellissimo convegno del 2012 al Palasport di Pesaro sull’educazione della prima infanzia in Italia, in moltissime Regioni la fascia 3-6 formava liste d’attesa con il 50% delle famiglie che non riuscivano ad avere il posto a scuola, quindi metà delle fa-miglie italiane non riuscivano ad entrare a scuola nei 3-6, perché i 3-6 anni non ha quegli elementi di garanzia.
E' chiaro che non abbiamo nessuna intenzione di buttare fuori chi è dentro, per non buttarlo fuori la legge prevede un percorso che oggi viene seguito, rispettato e sta dando i risultati.
Quindi la mozione non ha nessun effetto sulla legge, su quello che sta accadendo, la sanzione non sta avendo effetti sui bambini, ma sulle famiglie perché crea un percorso in termini di conoscenza e le porta a decidere alla fine di vaccinare il figlio e quindi a rien-trare come Paese in quei parametri che l’Organizzazione mondiale della sanità ci dà co-me ottimali.
Penso di votare contro la mozione per togliere anche illusoriamente - questi sono messaggi illusori, non quello reale - l'idea che con le nostre mozioni si vada a modificare la legge nazionale, cosa che non è possibile, neanche con le leggi regionali possiamo modificare i vincoli e i parametri delle leggi nazionali, cosa che si sta affermando in questi giorni. Diamo un’informazione corretta dicendo che ad oggi grazie al dialogo che c’è stato fra le famiglie e le strutture sanitarie l’effetto è quello che il bambino viene vaccinato e quindi non perde il suo spazio preziosissimo all’interno della scuola, perché pur non es-sendo un obbligo o garantito dalla legge è certamente una esperienza educativa, formati-va fra le più importanti per i 0-6 anni, quindi giustamente non se ne priva.
Grazie all’obbligo sta avvenendo la cosa che serve a tutti quanti e si potrà tornare, secondo me, in un tempo ragionevole al fatto che per vaccinare i bambini non servono gli obblighi perché le persone per conto loro sono consapevoli che si tratta di una pratica uti-le, positiva, per il proprio figlio e per la propria comunità.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 345. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Mozione n. 347
ad iniziativa del Consigliere Giorgini
“Prime indicazioni operative per la applicazione della legge 119/2017 ‘Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 7 giugno 2017, n. 73, recante disposizioni urgenti in materia di prevenzione vaccinale’, pubblicata sulla G.U. n. 182 del 5 agosto 2017”.
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 347 del Consiglieri Giorgini, che ha la parola per illustrarla.

Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Oggi siamo sul tema dei vaccini. Come primo punto devo specificare e chiarire un principio: che cosa sono le circolari. Le fonti del dirit-to sono di primo livello, di secondo livello e di terzo livello, quelle di primo livello sono le leggi, i decreti legge, i decreti legislativi, i referendum, poi ci sono le leggi regionali che sono di terzo livello.
Le circolari non risultano da nessuna parte nella gerarchia delle fonti del diritto, le circolari non esistono, sono delle semplici circolari amministrative, non costituiscono fon-te del diritto, non sono vincolanti né per i cittadini, né per i giudici.
Se esistesse una circolare che per sventura dovesse prevedere qualcosa di diverso rispetto alla legge, il giudice non sarebbe tenuto nemmeno ad applicarla, di fatti il Consi-glio di Stato ricorda che le circolari amministrative costituiscono solo atti interni a un pub-blico ufficio diretti agli organi di tale ufficio e ai loro dipendenti. Esse vincolano solo i comportamenti degli organi operativi sotto ordinati dell’ufficio, in buona sostanza si tratta di una direttiva comportamentale impartita dal vertice dell’amministrazione che vincola il personale, ma non crea un diritto, né può limitare il cittadino. Pertanto se una circolare in-terna interpreta una legge in modo difforme da quella che è l’interpretazione autentica, ossia la volontà originaria del legislatore, il cittadino che non ha ricevuto il riconoscimento del proprio diritto può rivolgersi al giudice che conseguentemente sarà tenuto a disappli-carla in quanto non vincolante. In conclusione cosa voglio dire? Che la circolare può in-terpretare la legge, ma non può né modificarla, né riscriverla. Questo è quello che dice la legge.
Passiamo al primo punto che riguarda il decreto ministeriale 1 febbraio 1991, che co-sa dice l’articolo 5? Dice: “Sono esenti dal pagamento delle quote di partecipazione alla spesa sanitaria le prestazioni di diagnostica strumentale e di laboratorio e le altre presta-zioni specialistiche richieste nell’ambito di interventi e campagne di prevenzione colletti-va autorizzati con atti formali delle Regioni. Le predette prestazioni sono parimenti esenti quando derivano da obblighi di legge o siano disposte nel prevalente interesse della col-lettività”.
Questo dice la legge ed è ripreso dalla delibera 1075 del 30 luglio 2008 alla scheda n. 35 che riporta: prestazioni correlate alla pratica vaccinale obbligatoria o raccomandata, profilassi, eccetera, con il codice di prevenzione P03, quindi anche la legge regionale af-ferma questo.
(…) Calma Consigliere Zura Puntaroni, io so quello che faccio e quello che dico!
La circolare della Regione Marche 832465 del 30 agosto 2017 sottolinea a tal propo-sito che non è prevista gratuità per tali test che sono quindi a carico dell’assistito (parlia-mo dei test a cui fa riferimento sia la legge nazionale, decreto ministeriale del 1991, sia la legge regionale del 30 luglio 2008). Questa frase viene esattamente ripetuta anche dalla circolare protocollo n. 812433 sempre della Regione Marche che fa altresì riferimento ad una circolare ministeriale la n. 25233 del 16 agosto 2017 avente ad oggetto “Circolare re-cante prime indicazioni operative per l’attuazione del decreto legge 73 del 7 giugno, con-vertito con modificazioni, eccetera”.
Che cosa dice questa circolare? Dice: si invitano altresì le Regioni e Province auto-nome a sensibilizzare i pediatri di libera scelta e i medici di medicina generale affinché prescrivano la valutazione del titolo anticorpale per patologie soggette a vaccinazione ob-bligatoria solo nei casi in cui il test sia strettamente necessario, cioè quando abbiano rela-tivamente al proprio giovane assistito, consapevolezza di vaccinazione effettuata (anche se non documentata) o di avvenuta malattia (non notificata) e limitatamente alle malattie che conferiscono l’immunità permanente. A tal proposito sottolinea che non è prevista gratuità per tali test che sono quindi a carico dell’assistito, cioè la circolare dice se tuo fi-glio ha avuto il morbillo tu devi sottostare a quello che pensa il medico, senza fare nes-sun test per vedere se il bambino deve fare la vaccinazione o no del morbillo, perché non sai se ha avuto gli anticorpi. Questo in pratica è quello che dice la circolare.
Credo che queste circolari non abbiano senso e la mozione vuole rimediare, una è del Ministero della salute e l'altra della Regione Marche, per dare anche qui il diritto ac-quisito a chi deve fare le analisi. I test sugli anticorpi sono gratuiti, mentre la circolare, che non ha il potere di farlo, dice che questi test sono a pagamento. Questo è il motivo per cui ho fatto questa mozione. Grazie.

Presidenza del Vicepresidente
Renato Claudio Minardi

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Micucci.

Francesco MICUCCI. Oggi tocca a me rispondere alle mozioni del Consigliere Giorgini. Torniamo un po’ alle considerazioni della mozione precedente, nel senso che la circolare regionale del 22 agosto non fa altro che riprendere il testo e il tema della circolare ministeriale, quindi di un livello superiore rispetto al nostro, del 16 agosto 2017.
Il senso è che anche annullando la circolare regionale, ammesso che ricorrano le condizioni o la volontà politica, c’è sempre una circolare ministeriale che dà delle indicazioni e su quella il Consiglio regionale delle Marche non può nulla proprio perché è di un livello diverso e dà indicazioni rispetto alla normativa nazionale di cui abbiamo già discusso pochi minuti fa.
Qual è il senso della circolare? Non è quello che si vuol far credere di impedire una procedura, ma è quello di rammentare il fatto che questa procedura, come tutte le procedure medico-sanitarie, va prescritta solamente in casi di necessità e non alla bisogna o alla volontà non codificata o non dimostrata da parte dell’utente, ma va prescritta dai medici, come peraltro mi sembra scontato che sia, solo in casi di necessità e nel resto dei casi ricorda non che non è possibile farlo, perché ognuno di noi può fare tutte le analisi medico-sanitarie che ritiene opportune, ma laddove non c'è una prescrizione medico sanitaria giustificata, questo tipo di analisi sono a pagamento del contribuente. Questo è l’obiettivo della circolare regionale e ministeriale che mi sembra, dal mio punto di vista, anche condivisibile, quindi reputo che la circolare non vada modificata.
Per quanto riguarda la Regione Marche, l’ufficio salute ci fa sapere, cosa che peraltro a noi era già conosciuta, che la notifica di malattie infettive è inserita on line attraverso un sistema informatizzato nazionale di competenza dei servizi igiene e sanità pubblica. Quindi se in qualche modo ci fosse il dubbio che chi ha questa certificazione non la possa portare a conoscenza, si ricorda che c’è questo servizio on line che è visibile e di conoscenza dei servizi competenti.
Per chiudere, reputo di poter condividere il senso della circolare che peraltro non è di competenza politica, ma amministrativa e va nella direzione di ridare, come è giusto che sia, le verifiche sanitarie al personale medico e non a chi non ha competenze, le ha da un certo punto di vista, ma non le ha da un punto di vista medico-sanitario, quindi penso che questa circolare non sia da modificare e sia da rigettare la mozione presentata. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Giorgini.

Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Credo che voi del Partito Democratico siete incredibili! Sull’altra mozione avete detto, tramite il Presidente, che una mozione non può essere, anche se politica, sovraordinata ad una legge nazionale.
Voi siete in piena contraddizione, in due secondi vi siete contraddetti in un modo straordinario, prima avete detto che una mozione non può essere sovraordinata ad una legge, adesso mi venite a dire che una circolare è sovraordinata ad una legge, perché la legge dice che i test devono essere gratuiti.
Capite dov’è la contraddizione? Ma come potete governare in questo modo? Almeno un po’ di chiarezza, in due minuti vi siete contraddetti su due cose fondamentali, quando vi ha fatto comodo avete detto che la mozione non può essere sovraordinata, e non c’entrava assolutamente niente perché l'impegno politico della mozione era quello di assumere tutte le iniziative ritenute opportune a livello istituzionale tenendo conto che la sanità è una materia concorrente Stato-Regione, anche solo per i Lea e magari per poche cose, qui invece mi venite a dire che la circolare, che non ha nessun valore, è sovraordinata a una legge nazionale e regionale che dicono che i test devono essere gratuiti.
Penso che la vergogna dovrebbe venire fuori, ad un certo punto dovrete dire: “Ci vergogniamo, abbiamo sbagliato”. Il mio sarà un voto favorevole. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Urbinati.

Fabio URBINATI. Grazie Presidente. Questo è un tema ricorrente, quello dell’obbligo vaccinale, è arrivato parecchie volte in quest’Aula, lo abbiamo dibattuto. C'è stato anche un dibattito nazionale che ha coinvolto anche coloro che secondo me hanno una credibilità superiore alla nostra, quando parliamo di obblighi vaccinali nel nostro Paese.
Non è questione di leggi sovraordinate o meno, come ha detto il Consigliere Micucci, le circolari spesso servono per chiarire, faccio un esempio, proprio di questi giorni, il Ministero dell’interno ha inviato una circolare chiarificatrice per quanto riguarda le leggi sulle ludopatie perché, come sapete, tutte le Regioni si stanno attrezzando per combattere questo fenomeno, ebbene è arrivata una circolare del Ministero che dice in maniera chiara che non solo i Comuni ma anche le Questure, che spesso sono gli enti che rilasciano le autorizzazioni per queste sale, devono attenersi alla legislazione vigente, quindi attenersi alla legge regionale. Questo è chiaro per tutti, però quello che vorrei dire che è anche la motivazione principale …, su questi temi potevamo anche non intervenire, sull’obbligo vaccinale abbiamo avuto sin dal primo momento ad oggi, ma parliamo di anni fa, una posizione sempre chiara, limpida, inequivocabile, nessuno può rimproverarci di avere avuto posizioni diverse da un Consiglio regionale all’altro o da un contesto all’altro, questo se devo dirlo, capita alle altre forze politiche, è passato un mese dalle ultime elezioni politiche, credo che oggi inizino le consultazioni, quella è una partita che va avanti da sé, non c’entra nulla la batosta del 4 marzo, in politica le batoste si prendono e si danno, come nelle partite di pallone, è così. Quindi non facciamo discorsi stucchevoli in quest’Aula, noi in questo momento abbiamo un altro compito, il nostro compito scadrà nel 2020, quello che succederà dal 2020 in poi lo vedremo, i sovrani sono sempre i cittadini.
Quindi rivendico, votando contro a questa mozione, il comportamento lineare e coerente che ha avuto la maggioranza di questo Consiglio regionale, quindi il nostro voto è contrario. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Micucci.

Francesco MICUCCI. E’ già intervenuto il capogruppo, quindi approfitto della dichiarazione di voto solo per sottolineare un aspetto al Consigliere Giorgini, il tema non è che il Consiglio regionale deve decidere in merito ad una circolare regionale, in quanto noi reputiamo che la circolare sia in linea con quanto prevede la legge, quindi la nostra è una valutazione politica, se lei fa una valutazione amministrativa dicendo che la circolare secondo lei è contraria rispetto alla normativa, ha sbagliato sede, si appelli al Tar, si appelli ad altri istituti giuridici e faccia annullare la circolare se questa, come lei reputa, è in contrasto con la normativa.
Per come la interpretiamo noi la circolare è in linea con quello che prevede la normativa nazionale, dopodiché se il prossimo Governo a guida 5 Stelle deciderà che le operazioni di laboratorio diventino un Lea e quindi siano obbligatorie, noi ne saremo ben felici, le operazioni diventeranno tutte gratuite. Avrete da qui a breve la nuova direzione del Governo nazionale, quindi potrete decidere tranquillamente di farle diventare obbligatorie per legge e gratuite, come meglio reputate, finché questo non è, o come credo io non sarà nemmeno dal prossimo Governo, ci atterremo a quello che prevede la normativa ed all’interpretazione autentica della legge da parte di queste circolari.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 347. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 14,10