Resoconto seduta n.164 del 12/01/2010
SEDUTA N. 164 DEL 12 GENNAIO 2010


Presidenza del Presidente
Raffaele Bucciarelli


La seduta inizia alle ore 10,30

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Do per letto i processi verbali delle sedute n. 161 e n. 162 di martedì 15 dicembre 2009 i quali, ove non vi siano obiezioni, si intendono approvati ai sensi dell’art. 29 del regolamento interno.
Sono state presentate le seguenti proposte di legge:
- n. 355/09, in data 30 novembre 2009, ad iniziativa del Consigliere Lippi, concernente: “Interventi regionali per il sostegno e la promozione di osterie, locande, taverne, botteghe e spacci di campagna storici”, assegnata alla I Commissione in sede referente, alla Il Commissione per il parere obbligatorio, al Consiglio delle autonomie locali per il parere di cui al comma 2 dell’articolo 11 della l.r. n. 4/2007, e alla III Commissione per il parere ai sensi dell’art. 68 del regolamento interno;
- n. 356/09, in data 23 dicembre 2009, ad iniziativa del Consigliere D’Isidoro, concernente: “Integrazioni alla legge regionale n. 34 del 5/08/2009 - Norme in materia urbanistica, paesaggistica e di assetto del territorio”, assegnata alla IV Commissione in sede referente;
- n. 357/09, in data 30 dicembre 2009, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Istituzione del garante per la salute mentale”, assegnata alla I Commissione in sede referente e alla V Commissione per il parere ai sensi dell’art. 68 del regolamento interno;
- n. 358/09 in data 30 dicembre 2009, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Norme per l’attuazione delle funzioni amministrative in materia di demanio marittimo”, assegnata alla Il Commissione in sede referente, al Consiglio delle autonomie locali per il parere di cui al comma 2 dell’articolo 11 della l.r. n. 4/2007, alla I e III Commissione per l’espressione del parere ai sensi dell’art. 68 del regolamento interno;
- n. 359/09 in data 30 dicembre 2009, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Modifica dell’art. 55 della l.r. n. 27/2009 (Testo unico in materia di commercio)”, assegnata alla III Commissione in sede referente e al Consiglio delle autonomie locali per il parere di cui al comma 2 dell’articolo 11 della l.r. n. 4/2007;
- n. 360/10, in data 27 novembre 2009, ad iniziativa dei Consiglieri Giannotti, Pistarelli, Romagnoli, Massi, Bugaro, Brini, Parrucci, Cesaroni, Ciriaci, Santori, Silvetti, Natali, concernente: “Istituzione della `Giornata della memoria delle vittime del comunismo`, assegnata alla I Commissione in sede referente e alla Il Commissione per il parere obbligatorio ai sensi dell’art. 69 del regolamento interno;
- n. 361/10, in data 23 dicembre 2009, ad iniziativa dei Consiglieri Brini, Silvetti, Romagnoli, Bugaro, Massi, Parrucci, Pistarelli, Giannotti, Ciriaci, Natali, Cesaroni, Santori, concernente: “Promozione di un sistema integrato di sicurezza e norme in materia di polizia locale”, assegnata alla I Commissione in sede referente, alla Il Commissione per il parere obbligatorio ai sensi dell’art. 69 del regolamento interno e al Consiglio delle autonomie locali per il parere di cui al comma 2, lett. b) dell’articolo 11 della l.r. n. 4/2007.
Sono state presentate le seguenti proposte di atto amministrativo:
- n. 139/09, in data 18 dicembre 2009, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “L.r. n. 7/95 - Criteri ed indirizzi per la pianificazione faunistico - venatoria 2010 - 2015”, assegnata alla III Commissione in sede referente, al Consiglio delle Autonomie Locali per il parere di cui al comma 2 dell’articolo 11 della l.r. n. 4/2007 e alla IV Commissione per il parere ai sensi dell’art. 68 del regolamento interno;
- n. 140/09, in data 20 novembre 2009, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Programma triennale regionale aree protette (PTRAP) 2010/2012, art. 7 della l.r. n. 15/94”, assegnata alla IV Commissione in sede referente, alla II per il parere obbligatorio, al Consiglio regionale delle Autonomie Locali, per il parere di cui al comma 2 dell’articolo 11 della l.r. n. 4/2007 e al Consiglio regionale dell’economia e del lavoro per l’espressione del parere ai sensi della lett. b), comma 1 dell’art. 4 della l.r. n. 15/2008;
- n. 141/09, in data 30 dicembre 2009, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Art. 9 l.r. n. 9/02 e successive modificazioni - Piano regionale per un sistema di interventi di cooperazione e di solidarietà internazionale - 2010-2012”, assegnata alla VI Commissione in sede referente;
- n. 142/09, in data 30 dicembre 2009, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “L.r. n. 39/97 art. 3 commi 1, 2, 3 - Programma triennale degli interventi regionali a favore degli emigrati marchigiani per gli anni 2010-2012”, assegnata alla III Commissione in sede referente;
- n. 143/10 in data 30 dicembre 2009, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Modifica del Programma di sviluppo rurale della Regione Marche in attuazione del Reg. CE n. 1698 del Consiglio del 20 settembre 2005”, assegnata alla III Commissione in sede referente, alla Il e alla VI Commissione per il parere obbligatorio ai sensi dell’art. 69 del regolamento interno;
- n. 144/10, in data 8 gennaio 2010, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Approvazione con prescrizione del piano del Parco del Monte San Bartolo”, assegnata alla IV Commissione in sede referente.
Sono state presentate le seguenti mozioni:
- n. 395/09 dei Consiglieri Giannotti, Santori, Cesaroni, Bugaro, Ciriaci, Parrucci, Massi, Natali, Silvetti, Romagnoli, Pistarelli, D’Anna, Brini “Concessioni demaniali”;
- n. 396/09 del Consigliere Massi “Gli autonomi chiedono gli stessi diritti-doveri fiscali degli altri lavoratori”;
- n. 397/09 del Consigliere D’Anna “Senza il rispetto dei diritti umani in Cina non si può commemorare Padre Matteo Ricci insieme ai cinesi”.
Comunico, inoltre, che ho provveduto, in data 8 gennaio 2010 con decreto n. 1, alla nomina di un componente effettivo e di un componente supplente del collegio dei revisori dei conti della Fondazione orchestra regionale delle Marche.
Il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le seguenti leggi:
- n. 31 in data 22 dicembre 2009: “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale 2010 e pluriennale 2010/2012 (Legge Finanziaria 2010)”;
- n. 32, in data 22 dicembre 2009: “Bilancio di previsione per l’anno 2010 ed adozione del bilancio per il triennio 2010/2012";
- n. 33 in data 22 dicembre 2009: “Modifiche alle leggi regionali 15 ottobre 2001, n. 20 `Norme in materia di organizzazione e di personale della Regione’, 10 agosto 1988, n. 34 ‘Finanziamento delle attività dei gruppi consiliari’ e 30 giugno 2003, n. 14 `Riorganizzazione della struttura amministrativa del Consiglio regionale”.


Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Ortenzi.

Rosalba ORTENZI. Presidente, ho chiesto la parola per chiedere l’anticipazione – per miei impegni, non per una necessità dell’Aula – della discussione della proposta di legge n. 300 riguardante l’istituzione della rete escursionistica della regione Marche. Proposta che in Commissione è passata all’unanimità, è una legge molto semplice che abbiamo voluto tutti.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la proposta della Consigliera Ortenzi di discutere la proposta di legge n. 300 dopo l’ora prevista per gli atti ispettivi.

(L’Assemblea legislativa approva)



Interrogazione n. 1190
della Consigliera Romagnoli
“Mareggiate dicembre 2008 e danni sulla costa di Porto Sant’Elpidio e fermana”
(Decadenza)

PRESIDENTE. L’interrogazione n. 1190 della Consigliera Romagnoli decade per assenza dell’interrogante.


Interrogazione n. 1363
del Consigliere Brandoni
“Affidamento del servizio di gestione dei fondi agevolati per le imprese artigiane”
(Decadenza)

PRESIDENTE. L’interrogazione n. 1363 del Consigliere Brandoni decade per assenza dell’interrogante. (…) I Consiglieri sono stati convocati per le ore 10,00 ora sono già le ore 10,32, quindi se non sono presenti in Aula le loro interrogazioni decadono.



Interrogazione n. 1163
dei Consiglieri Binci, Altomeni
“Intervento n. 1: Ripascimento arenili con sabbia di origine sottomarina. Comuni di Civitanova Marche, Fermo, Pedaso, Campofilone, Massignano e Grottammare, inserito nel programma triennale delle opere pubbliche 2009/2011 approvato con deliberazione di Giunta regionale 13 ottobre 2008, n. 1357”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 1163 dei Consiglieri Binci, Altomeni. Ha la parola l’Assessore Carrabs.

Gianluca CARRABS. In relazione all’interrogazione n. 1163/08 dei Consiglieri Binci e Altomeni vengono di seguito esposte le puntuali deduzioni pervenute dalla struttura tecnica competente.
Risposta al quesito n. 1. Ad agosto 2008 è stata redatta da ICRAM, ora Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), la relazione relativa allo studio di caratterizzazione ambientale (popolamenti bentonici e sedimenti) ante operam dei siti oggetto del ripascimento con sabbie sottomarine. Sulla base delle risultanze di tali indagini sono stati prodotti gli studi relativi alla stima dei volumi di ripascimento e alla simulazione della stabilità del ripascimento.
Risposta al quesito n. 2. Il progetto esecutivo redatto dalla P.F. Difesa della Costa contiene la relazione dei calcoli. In essa è evidenziato che la verifica della stabilità del ripascimento ed il calcolo dei volumi di sabbia sono stati fatti utilizzando come riferimento il “CEM-Costal Engineering Manual” che ha sostituito lo “Shore Protection Manual” non più aggiornato dal 1984. Il CEM prevede che le verifiche siano condotte secondo il metodo del profilo di equilibrio utilizzando sia le formule statiche proposte dal CEM che attraverso un modello sviluppato dal software CEDAS Vers. 4.03 (Costal Engineering Design Analysis System) richiamato esplicitamente dal CEM.
Risposta al quesito n. 3. Il ripascimento con sabbie non fa riferimento, per ovvi motivi di dinamica costiera, a limiti amministrativi, bensì, come impone l’analisi della dinamica sedimentaria, è riferita a Unità Fisiografiche. Tale definizione oltre ad essere contenuta in ogni libro di testo è riportata altresì sulla L.r. n. 15/2004 all’art. 2 “Principi di Pianificazione”. Negli elaborati tecnici del PGIAC – cap. 3. Sabbie e cave sottomarine – le frecce gialle delle tavole 2/3 e 3/3 e la tabella di progetto, indicano esplicitamente il ripascimento con sabbie di origine sottomarine.
Si evidenzia che la previsione della tipologia del ripascimento con sabbie sottomarine contenuto nel PGIAC è di tipo programmatorio tecnico-finanziario; ciò necessariamente è stato fatto per stabilire le priorità, all’atto della stesura del Piano, sulla base della tipologia di intervento e del fabbisogno economico (disponibilità di bilancio regionale o nazionale). La scelta finale (progetto definitivo/esecutivo), come previsto dal regolamento n. 554/1999, non può comunque prescindere da un’analisi di dettaglio delle caratteristiche fisiche e ambientali e dalla disponibilità di materiale compatibile. D’altra parte una differente lettura della previsione di Piano imporrebbe che i progetti preliminari abbiano la definizione e il dettaglio nonché la scelta che invece è tipica della progettazione più avanzata che valuta soluzioni differenti attraverso la comparazione e individua quella più idonea anche sotto il profilo ambientale. In ogni caso un Piano di intervento di difesa del litorale non può essere uno strumento statico, ma deve essere in grado, nel tempo, di adattarsi all’evoluzione del fenomeno: la sottoscrizione del Protocollo di Intesa ha preso atto, con l’inserimento nella tipologia 1 – Ripascimento con sabbie sottomarine – del tratto di litorale che va dalla foce dell’Ete Vivo fino alla foce dell’Aso, dei fenomeni di erosione che sono stati evidenziati dalle amministrazioni locali.
Risposta al quesito n. 4. Per i motivi precedentemente esposti si ritiene che l’Amministrazione regionale abbia effettuato correttamente la procedura amministrativa e soprattutto quella progettuale, quindi non esiste alcun motivo per modificare il bando di gara.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Non sono assolutamente soddisfatto della risposta, certamente non per cattiveria bensì per il fatto che sono ben due anni che evidenzio un problema del deposito di sabbia sottomarina concesso dal Comune di Fermo su autorizzazione della Regione; perlomeno così dice il Comune, in ogni caso la Regione attraverso una comunicazione ha comunque detto che le sabbie sottomarine genericamente possono essere per il ripascimento. Ossia su una serie di interpretazioni e di burocraticismi si è inserito, di fatto, un deposito di sabbia sottomarina di 500 mila mc sull’area di Fermo, che peraltro riguarda un’area faunistica su cui non era proprio possibile autorizzare un tale deposito. E’ questo è il motivo che mi a spinto a segnalare alla Magistratura l’irregolarità. Ora c’è un processo in atto nel quale sono chiamati in causa anche dirigenti della Regione oltre a quelli del Comune.
Ricordo che due anni fa a margine del bilancio – chiedo all’Assessore Marcolini di aiutarmi su questo – venne approvato un ordine del giorno nel quale si chiedeva che gli 11 milioni di euro per i ripascimenti, finalizzati all’utilizzo di sabbia sottomarina, ossia quella del deposito, non venissero utilizzati per una sanatoria ma che invece venisse effettuato uno studio per verificare la compatibilità di quelle sabbie sui litorali del ripascimento.
Non sono quindi soddisfatto della risposta dell’Assessore Carrabs. Lui dice che c’è stata una valutazione dell’ICRAM sul ripascimento e sulla stabilità, a me però non sembra che nelle sue affermazioni si dica ci sia stato alcun studio che stabilisca che quelle sabbie sono compatibili per dimensioni, per colore e per tipologia ai litorali dove è stato fatto il ripascimento.
Ricordo che ci sono state delle proteste proprio per il fatto che con la sabbia nera sono stati fatti ripascimenti su tratti ghiaiosi o addirittura su tratti di sabbia bianca, azione che quindi è andata a modificare il colore del paesaggio delle nostre spiagge a sud del Conero.
Nella mia interrogazione avevo addirittura voluto evidenziare come mai all’interno del bando di gara per una serie di ripascimenti in diverse spiagge, peraltro pochissime compatibili con quella sabbia, come unica tipologia era stato messo – guarda caso – proprio quel tipo di sabbia nera.
Penso quindi che ci sia la necessità di verificare se si è andati in qualche modo ad inficiare la gara e gli interessi della Regione Marche. Non è possibile, infatti, che la Regione utilizzi i suoi soldi, 11 milioni di euro, per andare a rimediare un danno che non ha causato ma che è un’iniziativa propria di quei privati che hanno fatto la cava di sabbia, che hanno fatto il deposito concesso in maniera errata dal Comune di Fermo, anche se magari dietro la spinta di compensazioni economiche, sappiamo bene in che condizioni si trovano i Comuni.
In ogni caso non è possibile che per smaltire 500 mc di sabbia, erroneamente accorpati sul territorio di Fermo, la Regione, ripeto, debba pagare 11 milioni di euro e farsi carico degli errori dei privati e del Comune di Fermo.
E’ una cosa gravissima, quindi non sono per nulla soddisfatto della risposta datami dall’Assessore Carrabs.
Tra l’altro nel procedimento giudiziario il giudice ha indicato la Regione come parte lesa e quindi deve costituirsi come parte civile per il risarcimento di eventuali danni.


Interrogazione n. 1393
del Consigliere Pistarelli
“Progetto laboratorio di emodinamica. Area vasta 3 – Ospedale di Macerata”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 1393 del Consigliere Pistarelli. Ha la parola l’Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. In relazione all’interrogazione in oggetto, si precisa quanto segue.
Il Laboratorio di emodinamica è stato realizzato presso i locali della radiologia, per evidenti motivi di razionalizzazione delle risorse, in quanto progettato in sinergia con la Sezione di radiologia interventistica. L’ubicazione del Laboratorio presso il Servizio di radiologia dell’Ospedale di Macerata (il termine “presso” deve essere inteso come indicatore di spazio e non di appartenenza) è stata ritenuta la più idonea in quanto permette spazi sufficienti per l’implementazione di una seconda sala angiografica, contigua e comunicante con l’area della prima oggi installata, con riduzione dei costi. Da notare che analoghi spazi non erano disponibili al V piano, ala ovest dell’Ospedale di Macerata, ove sono collocate le strutture cardiologiche. La soluzione trovata, inoltre, risulta un buon compromesso rispetto alle raccomandazioni delle linee guida, di collocare i Laboratori di emodinamica con agevole accesso da pronto soccorso, UTIC e rianimazione, offrendo in più il vantaggio di un potenziale autonomo ingresso diretto dall’esterno poiché è al piano terra.
L’esperienza di Ascoli Piceno dimostra l’efficacia e l’efficienza del modello che ha permesso dal settembre 2009 l’inizio del servizio H24. Recenti colloqui con i direttori di radiologia e cardiologia di Ascoli Piceno confermano i buoni rapporti intercorrenti.
Il Laboratorio di emodinamica di Macerata è istituito come Struttura di area vasta a servizio dei Presidi cardiologici di Macerata, Camerino e Civitanova e di quanti altri limitrofi vogliano accedervi una volta che il suo esercizio sia giunto a regime. Perciò risulta sin dall’inizio dotato della necessaria sua propria autonomia gestionale, come è il caso di quelli già operanti del Presidio di alta specializzazione G. M. Lancisi di Ancona e dell’Ospedale San Salvatore di Pesaro.
Si sottolinea, inoltre, che l’emodinamica di Pesaro non è adiacente alla U.O. di cardiologia ed UTIC, ma è localizzata su un diverso livello. Il modello pesarese, che prevede la condivisione con i radiologi, di fatto è molto simile al progetto maceratese.
Circa l’organizzazione potrà essere analizzata, dopo un adeguato avvio dell’attività, la possibilità di creare un dipartimento cardiovascolare di area vasta di tipo funzionale, eventualmente comprensivo del territorio di Fermo, al cui interno siano collocate le attività di emodinamica.
Gli spazi della sezione sono adeguati, anche secondo le linee guida delle Società scientifiche di riferimento.
L’angiografo installato è polivalente, perciò consente, oltre alla conduzione di procedure cardiache, una più agevole conduzione delle procedure vascolari, che sempre più spesso con l’evolvere delle tecniche occorrono nell’esercizio della Cardiologia Invasiva.
L’acquisizione iniziale di uno strumento polivalente permette la sua condivisione con il settore di radiologia interventistica e quindi un consistente risparmio di risorse.
Relativamente alle angioplastiche programmate la maggior parte, intorno all’85% del totale, verranno effettuate nel Laboratorio di Macerata, mentre le residue prestazioni (ad esempio lesioni del tronco comune, ostiali, dell’IVA) per le quali è opportuno avere una sala operatoria cardiochirurgica nella stessa sede, continueranno ad essere effettuate presso l’Azienda Ospedali Riuniti di Ancona, come avviene nei Laboratori di emodinamica localizzati in sedi prive della cardiochirurgia, cioè in circa il 75% dei casi. Ciò in linea con le linee guida che regolano l’istituzione dei Laboratori di emodinamica in tutta Italia.
Quanto alle angioplastiche primarie, quelle effettuate in urgenza per infarto acuto, saranno tutte effettuate presso il Laboratorio di Macerata per ora nei giorni di seduta previsti.
L’obiettivo del Laboratorio è realizzare un esercizio continuativo 24/24 ore e 7/7 giorni, come indicato dalle linee guida citate.
Data la complessità dell’obiettivo si è scelto, come in altre realtà nazionali, di percorrere una fase iniziale durante la quale l’attività sarà articolata in tre giorni settimanali e condotta da tre medici cardiologi operatori dedicati al Servizio, due con addestramento di base, uno con addestramento intermedio, coordinati da uno specialista di elevata competenza come il Dottor Roberto Piva. Il personale medico e infermieristico è già stato assunto ed un quarto cardiologo sarà assunto entro il 2010. La fase iniziale è previsto duri per circa 12 mesi durante i quali si dovrà procedere all’acquisto di un secondo angiografo e alla predisposizione degli atti per l’acquisizione del personale medico, infermieristico, tecnico ed ausiliario occorrente per garantire l’H24.
Sono stati predisposti e formalizzati percorsi condivisi con la radiologia, le U.O. dell’Ospedale di Macerata e con gli Ospedali Riuniti di Ancona. E’ stato disposto un regolamento che governa il percorso dei Pazienti e l’attività del Laboratorio nella fase iniziale e sono state stipulate le necessarie convenzioni con il Presidio Ospedaliero G. M. Lancisi degli Ospedali Riuniti di Ancona, relativamente al supporto cardiochirurgico ed alla gestione dei casi giudicati ad alta complessità dagli Specialisti.
E’ stata prevista e già formalizzata la consulenza del dottor Roberto Piva che garantirà la presenza durante ogni seduta di emodinamica per un periodo adeguato. Si tratta di un medico specialista di consolidata esperienza, ha diretto in passato la struttura di emodinamica degli Ospedali Riuniti di Ancona, è quindi il migliore per garantire l’adeguata formazione dei Cardiologi dipendenti della ZT9. Il contratto con il suddetto specialista è stato previsto per la durata di un anno.
Il modello sopra delineato garantisce proprio la presenza di figure professionali dedicate e “non suppletive” ed è stato già condiviso dai vari attori dell’Area Vasta 3.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. Vorrei premettere in replica, Assessore, che questa interrogazione è stata motivata dal fatto di far sempre meglio. Perché l’obiettivo di emodinamica a Macerata è per me storico, sono infatti ormai almeno due piani sanitari che vedono il mio personale impegno, attraverso emendamenti precisi ecc, affinché questa cosa potesse essere finalmente realizzata.
A Macerata il laboratorio di emodinamica sta partendo. Quindi da una parte c’è la soddisfazione di veder raggiunto o comunque messa una pietra importante nella costruzione di un laboratorio di emodinamica anche a Macerata, appunto, per l’intera Area vasta.
La seconda considerazione, invece, è legata al discorso che ho fatto poc’anzi, cioè che questa mia interrogazione è nata dalla preoccupazione che questo avvio non sia completo, o meglio, non abbia tutti quei crismi che possano portare alla completezza dell’operazione.
Mi spiego meglio. Sappiamo, per esempio, che scegliere una macchina cosiddetta ibrida, cioè che fa anche altro rispetto all’emodinamica, per cui anche le manovre che possono essere fatte durante la coronarografia, come le angioplastiche, è una scelta che limita la possibilità di essere in tempi molto rapidi autonomi al 100%, non dipendenti da altri ospedali, cioè da Torrette. Questo lo sappiamo perché ad Ascoli Piceno è accaduto che si è fatta quel tipo di scelta ma poi l’autonomia non è stata raggiunta. A differenza invece di Pesaro – lei, Assessore, conosce bene la questione perché l’ha proprio seguita personalmente da quando le è stata affidata la delega al nostro sistema sanitario regionale – che ha avuto una macchina assolutamente dedicata e non ibrida.
Seconda questione. Avere un consulente per tre giorni la settimana non permette di avere, se non in tempi medio-lunghi, un’autonomia nel pool dedicato alla gestione della macchina. E’ chiaro, infatti, che si è sempre dipendenti da colui che ti supporta nell’utilizzo e nella gestione della macchina dedicata alle coronarografia e all’emodinamica in generale.
Tra l’altro i costi del consulente potevano essere dedicati direttamente, per esempio, alla predisposizione sin da ora di un servizio dalla propria autonomia, ad oggi infatti è un servizio che non ha un vero e proprio dirigente medico, un primario, è un servizio ancora legato alla cardiologia. Si è sì staccato un pool di pur valenti professionisti ma che non hanno ancora un’autonomia funzionale.
Terza ed ultima questione. L’ubicazione al piano terreno quando invece la cardiologia è al V piano dà preoccupazione, perché ovviamente la gestione del paziente non è semplicissima proprio sotto un profilo fisico di rapporto diretto tra la macchina e il reparto.
Tutto questo non inficia certamente la scelta di avviare finalmente, almeno in via sperimentale e di implementazione, il servizio di emodinamica a Macerata. Su questo si deve sgombrare assolutamente il campo, siamo molto felici del fatto che almeno in via di sperimentazione si sia scelto di affondare il colpo, gli atti, e quanto altro c’è, e che quindi anche a Macerata si sia avviato il servizio di emodinamica.
D’altra parte, però, le risposte che lei, Assessore, oggi ci ha fornito in Aula e che chiaramente saranno oggetto di un’analisi più approfondita da parte mia – in Aula non è facile seguire le questioni di natura tecnica – non fugano il dubbio che questo sia un servizio parziale e che la scelta sia stata fatta su una macchina ibrida che non abbia ad oggi l’efficienza e l’autonomia funzionale complessiva.
Questo è quello che volevamo segnalare con la nostra interrogazione per far meglio, ossia per accelerare i tempi di una predisposizione di un pool medico e di un’assistenza sanitaria autonoma nella sua gestione. Ciò per far in modo che il servizio di emodinamica a Macerata abbia tutti i caratteri della sicurezza e della completezza non solo delle diagnosi ma anche degli interventi. Non vorremmo ci si trovasse di fronte alla necessità di appoggiarsi al servizio di emodinamica dell’ospedale di Torrette proprio per il fatto che ancora le riposte a Macerata da qui a qualche mese non potranno essere complete e quindi non potranno raggiungere quegli standard e quei requisiti. Quei requisiti che anche lo stesso consulente, dott. Piva, con una recentissima posizione verbalizzata a ottobre 2009 segnalava, ovvero la necessità di vedere identificati sia gli attori che i protocolli soprattutto per quanto riguarda le prestazioni più alte nella difficoltà e anche in quelle emergenze che potrebbero intervenire durante l’attivazione della macchina.
Mi fermo qui, ma con l’impegno penso reciproco, Assessore, di ritornare sull’argomento per migliorare sempre di più un servizio che senz’altro doveva partire, il territorio lo attendeva da tantissimo tempo, ma che comunque deve essere al meglio.
Questi sono i nostri obiettivi che penso debbano essere condivisi nella loro ispirazione.


Interrogazione n. 1316
del Consigliere Altomeni
“Politiche di internazionalizzazione della Regione Marche”
(Rinvio)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 1316 del Consigliere Altomeni. Su richiesta dell’Assessore Badiali l’interrogazione viene rinviata.


Interrogazione n. 1375
del Consigliere Silvetti
“Regionalizzazione della Fondazione Teatro stabile delle Marche”

Interrogazione n. 1376
del Consigliere Silvetti
“Nomine CDA Fondazione Teatro Stabile delle Marche”

Interrogazione n. 1378
del Consigliere Silvetti
“Fondazione Teatro Stabile delle Marche, situazione economica”

Interrogazione n. 1379
del Consigliere Silvetti
“Fondazione Teatro Stabile delle Marche e legge regionale 11/2009 – Disciplina degli interventi regionali in materia di spettacolo”

(abbinate)
(Decadenza)

PRESIDENTE. Le interrogazioni n. 1375, n. 1376, n. 1378, n. 1379 del Consigliere Silvetti decadono per assenza dell’interrogante.


Interrogazione n. 1337
del Consigliere Natali
“Zona territoriale 13: determina 26.9.2007, n. 145 e 22.1.2008, n. 21”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 1337 del Consigliere Natali. Ha la parola l’Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. In merito ai quesiti posti dal Consigliere regionale Natali al Presidente della Giunta regionale, sulla base della relazione del direttore di Zona territoriale 13 che è stata inviata con una nota il 20 novembre 2009, si rappresenta quanto segue.
A far data dall’1 maggio 2005 l’incarico di Struttura complessa ufficio tecnico della Zona territoriale n. 13 è stato attribuito prima al Direttore del Dipartimento amministrativo e successivamente è stato conferito in via provvisoria al Direttore della Struttura complessa affari istituzionali, al quale, venuto a mancare il Direttore della Struttura complessa approvvigionamento beni e servizi, era stata attribuita anche la responsabilità di quest’ultima struttura.
Pertanto considerato l’onere gravoso e il carico di responsabilità in capo al Direttore U.O.C. Affari istituzionali, l’allora Direttore di Zona dott. ing. M. Carmosino decise autonomamente di attribuire l’incarico di Direttore di struttura complessa – ufficio tecnico all’unico dirigente del ruolo tecnico, all’interno del Dipartimento amministrativo, non gravato da responsabilità di strutture complesse e già titolare di Struttura semplice Settore economico dell’Ufficio personale.
Quest’ultimo vantava inoltre la più elevata anzianità tra i dirigenti della Zona 13 e quindi poteva assolvere, vista l’esperienza maturata, anche i compiti connessi con il nuovo incarico, per la cui copertura era necessario procedere con urgenza ma senza precludere la possibilità di nuovi assetti organizzativi derivanti dalla definitiva configurazione dell’Area vasta n. 5.
Considerati gli elementi forniti e la situazione di oggettiva difficoltà dell’organizzazione amministrativa presso la Zona territoriale n. 13, si ritiene che la stessa abbia effettuato la scelta nell’ambito della propria autonomia gestionale che naturalmente le appartiene.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Natali.

Giulio NATALI. Assessore Mezzolani, a me dispiace ogni volta dover rispondere polemicamente alle sue risposte, però lei viene qui e ci riferisce quello che la struttura della Zona territoriale 13 le fa sapere.
Qui siamo di fronte a un signore che non è mai entrato in un ufficio e che ha svolto per 68 giorni – anzi sembra che era in ferie – un ruolo che gli ha permesso di essere mandato in quiescenza ad un livello più alto del lavoro che aveva sempre svolto.
Se in tutti gli ambiti ci si comportasse in questo modo, Assessore, lei sa bene quello che potrebbe capitare in una qualsiasi amministrazione.
E questo non è che il simbolo ed il sintomo di quello che succede nella Zona territoriale 13 di Ascoli Piceno.
Quindi mi permetto di allargare il tiro, non essendo soddisfatto della sua risposta, ad un discorso diverso.
Noi siamo in fase commissariale e purtroppo devo dire che è meglio per noi in Ascoli Piceno che questa fase commissariale del dott. Malucelli continui, evitando si proceda ad altre nomine che in questo momento di fine legislatura sarebbero ben comprese da tutti quanti in Ascoli Piceno. Se dovessimo fare un ragionamento strumentale e politico a noi andrebbe bene, perché avremmo tanta carne da mettere sul fuoco per discutere di come è stata amministrata la sanità nella Zona territoriale 13 di Ascoli, ma siccome siamo principalmente per il bene dei cittadini confidiamo che il dott. Malucelli rimanga come commissario almeno sino al prossimo mese di giugno.
Perché diciamo questo? Perché saremmo anche accusati di essere Ancona-centrici – e sarebbe l’assurdo –, ma meglio un direttore generale dell’Asur con tutta la responsabilità nelle sue mani che l’inviare l’ennesimo soggetto nella Zona territoriale 13 – Assessore, sarebbe il sesto –, che viene, cambiando strategia rispetto ai precedenti, soltanto perché spinto da una particolare componente della maggioranza che vi sostiene o magari, ancor di più, perché è più vicino a un singolo componente sempre di questa maggioranza che vi sostiene. Lei sa, Assessore, quello che è accaduto dalle nostre parti negli ultimi anni e sa come tutto questo, al di là dell’immoralità che comporta, non sia stato certo di alcuna utilità per la sanità ascolana. E il caso De Carolis – faccio nome e cognome – rappresenta il modo di amministrare.
Qui le allarghiamo l’ambito del discorso alla problematica del nuovo commissario. Due mesi fa avevamo sentito parlare di altri commissari in fieri e pronti ad arrivare ben spinti e ben sollecitati nella Zona territoriale 13, poi per fortuna abbiamo visto che quelle stesse persone sono state addirittura tolte dal ruolo che avevano, per esempio, parlando del dirigente del personale. Noi abbiamo apprezzato quell’atto perché veniva fuori da una serie di irregolarità che avevamo evidenziato e che evidentemente, al di là del vostro dover rispondere in un certo modo a determinate situazioni, vi aveva fatto comprendere che era insostenibile portare avanti l’azione amministrativa all’interno della Zona territoriale 13 ancora in quel modo.
Ora non vorremmo – per questo le ribadisco, Assessore, la necessità che il dott. Malucelli rimanga commissario fino al giugno prossimo – dover rientrare nel merito, perché quello che ci affascina e che è l’unica discussione che vorremmo fare, Assessore, è quel discorso che va avanti da tanto tempo sull’azienda ospedaliera tra Ascoli e San Benedetto del Tronto, che è il vero problema. Infatti il vero problema è che le persone…

PRESIDENTE. Consigliere, è scaduto il tempo.

Giulio NATALI. Sarà scaduto il tempo ma, Presidente, visto quello che sento, come richiama me sul tempo dovrebbe richiamare anche agli altri Consiglieri sull’attenzione. Comunque, Presidente, sto concludendo.

PRESIDENTE. Consiglieri, per cortesia. Prego, Consigliere Natali.

Giulio NATALI. Stavo dicendo che è proprio sul tema dell’azienda ospedaliera Ascoli-San Benedetto che dovremmo confrontarci. Ed anche su questo – chiudo con un’ulteriore nota polemica – all’interno della maggioranza che la sostiene, almeno quella dalle nostre parti, non c’è affatto unità di intenti.


Mozione n. 384
del Consigliere Brandoni
“In materia di trasporto ferroviario regionale”

Interrogazione n. 1403
del Consigliere Natali
“Nuovo orario ferroviario e soppressione fermate a San Benedetto del Tronto”

(abbinate)
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 384 del Consigliere Brandoni, abbinata all’interrogazione n. 1403 del Consigliere Natali. Ha la parola il Consigliere Brandoni.

Giuliano BRANDONI. Credo, e queste settimane lo hanno dimostrato, che il problema del trasporto ferroviario sia una delle questioni significative della nostra attività economica. Da troppo tempo e in troppe occasioni la Giunta regionale e l’azione di questa Amministrazione, pur avendo curato e impegnato risorse importanti rispetto al trasporto ferroviario, ha trovato di fronte un disinteresse, una disattenzione, una mancanza di cura da parte delle aziende che vi operano che ha prodotto i problemi e i disagi che in questi giorni continuano ad essere patiti da tanti utenti della nostra regione.
Rispetto a questo la Giunta regionale, l’Assessore ha promosso, in questo caso molto meritevolmente, un’iniziativa che ha portato proprio negli ultimi giorni dell’anno trascorso ad una manifestazione delle Istituzioni e non solo alla stazione di Ancona per rinnovare – non era la prima, devo dire la verità, ce n’era stata un’altra qualche tempo fa – il grido di dolore della comunità marchigiana su questa vicenda.
E’ vero anche, bisogna ricordarlo, che in questi anni Trenitalia, RFI, insomma tutte le aziende in cui è stata spacchettata la vecchia azienda autonoma delle Ferrovie dello Stato, hanno operato una exit strategy grave e pericolosa che intanto ha portato all’uscita dalle Marche di tutti i luoghi di direzione – ormai i compartimenti e i centri decisionali stanno fuori da questa regione –. Oltre a ciò è avvenuto un disimpegno di investimenti e di attenzione che ha portato, come noto, alla chiusura di tutti gli scali merci di questa regione (posso citare Pesaro, Civitanova, Fano, Fabriano) e di tutti i servizi a terra – ormai quasi tutte le biglietterie sono state chiuse, anche il sistema degli orari è diventato opinabile se non attraverso la via della rete informatica –. Inoltre via via sono accadute altre questioni. L’ultima, la meno grave per molti aspetti anche se la più eclatante e significativa, è la soppressione delle fermate per i treni Eurostar.
In occasione della manifestazione di dicembre mi sono permesso di consegnare all’Assessore Marcolini e al Presidente Spacca il lavoro che il Gruppo assembleare di Rifondazione Comunista ha fatto in questi cinque anni. Quella raccolta l’avevo chiamata “i fichi di Catone”, ricordando che il censore romano partecipava a tutte le sedute del Senato di Roma con un cestino di fichi e con quel cestino ricordava la vicinanza di Cartagine e l’urgenza di un problema.
Noi abbiamo percorso i cinque anni di questa legislatura presentando interrogazioni, mozioni, ordini del giorno per segnalare – tanto più oggi quando si continua a discutere inopinatamente e per alcuni versi con scarsa riflessione – il problema del sistema ferroviario marchigiano e della necessità infrastrutturale della nostra regione.
Mentre si continua a pensare soprattutto a sistemi di finanziamento di quelle strade che mettono in pericolo parte del nostro territorio – si pensi alla vicenda Quadrilatero e ai project financing che qualcuno proprio in queste ore sta guardando con grande attenzione, è nel dibattito del prossimo programma regionale la realizzazione di altre infrastrutture – poi invece con assoluta indifferenza si riflette sul sistema del trasporto ferroviario, non solo per quanto riguarda il trasporto passeggeri ma soprattutto per quanto riguarda il trasporto merci.
Prima ho ricordato come nonostante la positiva vicenda Interporto nel frattempo il sistema regionale sia stato decapitato di tutta una serie di infrastrutture territoriali che in qualche modo corrispondono alla tipologia del nostro sistema produttivo. E’ bene capire che la chiusura di scali come quello di Civitanova o di Fabriano, dentro un sistema di relazioni che hanno anche nella piccola industria e quindi nella produzione minuta la necessità di trasporto, significhi dirottare verso altri vettori la domanda e l’uso di trasporto.
Tutto questo, quindi, è stato riassunto in questa ultima mozione datata metà dicembre. Prima delle questioni che hanno riguardato la soppressione delle fermate che, come dicevo, è l’ultimo e forse il meno preoccupante degli sgarbi che le aziende ferroviarie nazionali hanno fatto a questa nostra regione. Rispetto a questo proponeva un dispositivo che raccoglieva, appunto, la riflessione complessiva che il Gruppo di Rifondazione Comunista ha fatto in questi cinque anni. E’ un dispositivo che richiama un nuovo impegno, è un dispositivo che riguarda l’attenzione complessiva all’infrastruttura ferrovia. Pensando anche a operazioni che altre Regioni hanno iniziato a fare, come quella di un intervento diretto o direttamente partecipato nel sistema delle imprese di trasporto ferroviario. Accanto a questo vi è l’individuazione e la riflessione di quei pezzi che non fanno parte solo della nostra storia ma anche della nostra possibilità di trasporto, penso alla linea molte volte ricordata anche in quest’Aula, la Fano-Urbino, ma penso anche ad aree di trasporto; pochi giorni fa l’Assessore Marcolini – ne sono contento – ha reso valore all’idea di metropolitana di superficie che stava dentro il recupero dell’efficienza e dell’efficacia di una linea come la Civitanova-Fabriano.
Ci arriviamo molto tardi, questo sì, ci arriviamo a fine legislatura. Abbiamo imparato dalle nostre esperienze e anche dalla nostra troppa fiducia in un’azienda che la privatizzazione ha trasformato esattamente nel suo contrario.
Fino a qualche anno fa le Ferrovie, come le Poste e altre Istituzioni, rappresentavano l’idea di Stato. La stazione era un luogo che non solo rappresentava il bisogno di un trasporto ma era insieme anche un punto di socialità e di rappresentanza di socialità.
La privatizzazione ha cancellato questo stigma e complessivamente ha introdotto princìpi diseconomici. Perché nel momento in cui si dibatte su Copenaghen, nel momento in cui si pensa alla necessità di un’inversione dal punto di vista dell’attenzione economica e a nuove vicende e nuove attenzioni, e dentro questo il trasporto collettivo, il primo fra questo il trasporto ferroviario, che possono rappresentare un’opportunità e una riflessione anche in questa regione, poi purtroppo, però, il dibattito è andato tra mezzine e quadrilateri, tra terze corsie e nuovi caselli autostradali, che magari, come quello prossimo a Falconara, finiscono nel nulla o che magari, come quello faraonico di Senigallia, producono complanari e contro complanari, ma che producono anche, fortunatamente, attenzione sociale e dissenso che produce altre alternative.
Ma l’alternativa vera a questi faraoni del 2000 può essere rappresentata dalle ferrovie.
Questa mozione incita a questa iniziativa, credo che l’Assemblea legislativa l’accoglierà. Visto che purtroppo troppe volte sporadici sono stati i dibattiti in quest’Aula. Visto che molte volte – non me ne vogliate – il dibattito si è centrato sul fatto che il treno non si fermava nella stazione vicino casa. Ma il treno purtroppo nella nostra regione non solo non si ferma nella stazione vicino casa ma molte volte non passa proprio e non passa neppure come opportunità.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D’Anna.

Giancarlo D’ANNA. Sicuramente la mozione presentata dal Consigliere Brandoni è interessante, l’argomento è importante e fondamentale. E lo è anche in prospettiva. Ritengo infatti che il trasporto pubblico motivi uno degli obiettivi che deve vederci impegnati in una battaglia per il recupero del trasporto pubblico stesso.
In realtà anche straniere dove non ci sono strutture e infrastrutture ferroviarie vengono costruite, da noi troppo spesso vengono ridimensionate. E questa è una cosa che va avanti ormai da troppi anni. Un brutto segnale nella mia provincia c’è stato qualche decennio fa con la soppressione della linea ferroviaria Pesaro-Fano-Urbino, una delle poche tagliate nel corso degli anni, ma che invece poteva, e può ancora, dare una boccata d’ossigeno soprattutto a quell’entroterra che nella mia provincia, così come in altre, troppo spesso è isolato proprio a causa di una viabilità non funzionale.
Nel corso degli ultimi anni sono state diverse le modifiche che hanno portato a soppressione di fermate importanti, quindi la battaglia sacrosanta fatta dalle varie città per mantenere o per riavere le fermate credo sia stata doverosa.
Io ho partecipato convintamente alla manifestazione svoltasi qualche settimana fa nella stazione ferroviaria di Ancona. Insieme al collega Giannotti e ad altri colleghi già due anni fa avevamo fatto una manifestazione simile a Pesaro in concomitanza degli ennesimi cambiamenti che allora fece il Governo Prodi di centro-sinistra.
E’ chiaro che questa regione non può assolutamente permettersi di rimanere isolata, senza fermate importanti di treni che consentano ai cittadini normali di viaggiare, a quei cittadini che non sono disposti o che magari non hanno le risorse per prendere dei treni più costosi.
Il collegamento con Roma lo conosciamo tutti, quella vecchia linea sicuramente non è degna di uno Stato moderno, ma quello che sta succedendo lungo la dorsale adriatica, soprattutto verso Milano, ha un qualcosa di assurdo. Città come Senigallia come Fano o San Benedetto si vedono costrette rispetto al passato a fare magari dei cambi a Rimini o a Bologna, con tutti i disagi che questo comporta. Non tutti quelli che viaggiano, infatti, vanno in giro con la valigetta 24 ore, quindi, se ci riferiamo soprattutto ad un’utenza di una certa età, il disagio di fare dei cambi con delle valige o con dei bambini piccoli diventa complesso e si perde un sacco di tempo che nemmeno i treni più veloci riescono poi a recuperare.
C’è inoltre un altro ragionamento da fare, ossia quello che le ferrovie, contrariamente al traffico su gomma, consentono non solo di far muovere più persone con lo stesso mezzo, ma anche di ridurre l’inquinamento da polveri sottili che sulla nostra regione raggiunge, soprattutto lungo la fascia costiera, livelli alti e preoccupanti e che continuano ad essere tali ormai da diversi anni. Non è un caso che la regione Marche, contrariamente ad altre regioni, vede un aumento di tumori infantili. La nostra regione è caratterizzata per avere un invecchiamento importante rispetto ad altre regioni che ci porta ad avere un primato, ma abbiamo anche un primato negativo che riguarda un incremento superiore ad altre regioni per tumori infantili. E quando si parla di tumori infantili ovviamente l’inquinamento incide. Sicché le polveri sottili sono una di quelle forme di inquinamento che ci fanno avere questa triste statistica.
Anche la metropolitana di superficie, di cui ho sentito parlare, credo sia un argomento molto interessante e da sviluppare. Le caratteristiche della linea ferroviaria adriatica potrebbero in effetti consentire l’utilizzo della linea stessa come metropolitana leggera che sicuramente potrebbe risolvere i diversi problemi che ci sono.
E’ in questa direzione che le prossime iniziative dovranno indirizzarsi, senza comunque dimenticare, nonostante il periodo di difficoltà, che ci sono altre strutture ferroviarie che vanno ripristinate. Io sono convinto, Assessore, dell’utilità del ripristino della ferrovia Fano-Urbino, che credo possa essere preso come esempio di un momento di vero riconoscimento di quella mobilità alternativa necessaria a creare un’attenzione maggiore al trasporto pubblico.
Le nostre città continuano a soffrire di problemi di traffico che nonostante le varie soluzioni adottate continua ad essere una delle difficoltà di tutte le città. Quindi sia nel breve che nel medio e lungo raggio l’alternativa non può che essere il mezzo pubblico.
La manifestazione che si è tenuta qualche settimana fa sicuramente è stato un segnale importante. Successivamente il Ministro Matteoli è stato presente ad Ancona ad un convegno molto interessante sulle infrastrutture e nel quale si è parlato anche di ferrovie. Il Ministro si è preso l’impegno di ricontattare il Presidente Moretti per fare in modo che alcune delle istanze sollevate sia dall’ambiente politico che dai cittadini comuni vengano attuate.
Senza fare polemica vorrei ribadire quello che ho detto l’altra volta, ossia che forse sarebbe stato opportuno in precedenza – sto parlando di novembre quando si sono prese alcune decisioni – attivarsi per forzare un po’ la mano in previsione del nuovo orario ferroviario. Infatti ormai sappiamo che tutti gli anni a dicembre c’è una scadenza con cui inevitabilmente si va ad un ridimensionamento.
Sulla privatizzazione personalmente credo che se i risultati sono questi sicuramente non sono quelli che ci si aspettava.
Continuo a credere che il trasporto sia comunque un servizio per il sociale e pertanto va recuperato uno spirito completamente diverso, dove inevitabilmente anche lo Stato, essendo uno degli azionisti maggiori, deve fare la sua parte.
Dobbiamo dare ai cittadini la possibilità di usufruire di un mezzo alternativo alla gomma. E qui permettetemi anche di fare un appello ai cittadini sul fatto appunto che devono utilizzare il treno. Perché se si offre un servizio, che ovviamente deve essere decoroso, deve avere ambienti puliti, orari e puntualità efficaci, i cittadini poi lo devono anche utilizzare. Ciò contribuirà a far in modo ci sia una maggiore attenzione e un maggiore ritorno anche dal punto di vista economico. Che quindi non giustifichi, soprattutto in un momento di crisi, chi fa dei bilanci guardando soprattutto il ritorno economico e magari dimenticando che c’è una fascia della popolazione che ha bisogno del mezzo pubblico, con esso ci va a lavorare, e dunque con le ferrovie può muoversi in modo alternativo alla gomma, rendendo così un beneficio alla comunità intera.
Ora mi confronterò con i colleghi per valutare la possibilità di fare alcune modifiche e quindi aderire a questa mozione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Ritengo più che opportuna questa mozione in quanto punta i riflettori sullo stato dei servizi che Trenitalia dà a questa regione e sull’importanza che ad essa si dà. Un’importanza che è via via decrescente, infatti il compartimento di Ancona è stato spostato fuori regione, come ha detto il Consigliere Brandoni, vi è stata una delocalizzazione degli scali merci, sono state chiuse molte biglietterie, annullate alcune fermate. Ma tutto questo non sarebbe grave se di fatto non ci fosse anche una diminuzione del servizio.
Faccio un plauso all’Assessore Marcolini per aver già presentato una riflessione sul trasporto su ferro e sul trasporto pubblico, inoltre dovrà anche presentare il Piano dei trasporti pubblici della Regione Marche.
E’ necessario infatti affrontare la questione del trasporto per tutte le implicazioni che comporta, qui già ricordate, come ad esempio la riduzione degli autoveicoli e con la conseguente incidenza per quanto riguarda l’inquinamento delle città e i consumi energetici.
Questa riflessione all’interno del Piano regionale dei trasporti deve essere però portata avanti a 360 gradi. E’ quindi necessario che l’Assemblea legislativa affronti sì la discussione del Piano dei trasporti ma questa deve allargarsi anche sulla questione dell’intermodalità per le merci, delle persone, una riflessione sui flussi di traffico di ogni territorio al fine di ridimensionarne i servizi di cui, appunto, ogni territorio ha bisogno.
Secondo me il problema dei trasporti andrebbe seguito con una programmazione e con una riflessione da parte della Regione più continua e fatta anche attraverso un gruppo di lavoro.
Ritengo che gli effetti della mobilità hanno grande ricaduta sulla qualità della vita delle nostre città e sui consumi energetici.
Una questione importante è la verifica dell’attuazione dei piani provinciali di trasporto pubblico su gomma. Già da alcuni anni ogni Provincia – il Consigliere Ricci lo sa bene, eravamo entrambi Assessori ai trasporti, lui nella Provincia di Pesaro ed io nella Provincia di Ancona – ha studiato il proprio territorio, ha previsto delle razionalizzazioni sulle sovrapposizioni delle corse dei vettori privati. Però poi queste razionalizzazioni non sono state mai attuate. Qual è stata la conseguenza di questo? Il sistema dei trasporti è un sistema complessivo ed il trasporto pubblico locale integrato su gomma e su ferro drena tutta la base di partenza dei flussi di traffico. Quindi se l’Assessore Marcolini non si prende cura anche dell’attuazione dei piani provinciali dei trasporti tutto questo non andrà avanti. Perché? Ogni Provincia ha una programmazione propria, ma siccome i soldi sono pubblici qualcuno poi deve pur chiedere: “Quanto rendono i 120 milioni di euro che la Regione Marche dedica al trasporto pubblico?” Ossia ci deve essere una valutazione dell’efficacia dei soldi pubblici spesi. Non è possibile che non sappiamo quale sia l’andamento del trasporto pubblico, non è possibile che non sappiamo se drena o aumentano le persone trasportate, se è razionale, se ci sono sovrapposizioni di corse. Ad esempio io so che nella provincia di Ancona c’è un milione di chilometri di sovrapposizioni di corse tra i vettori. Questo significa che c’è un milione di chilometri (un tot di euro a chilometro) che va buttato via e che invece potrebbe essere utilizzato magari per dei servizi a domanda all’interno oppure per la realizzazione dei parcheggi scambiatori o per la realizzazione delle panchine di attesa dei bus. Non so se conoscete la situazione dei nostri utenti rispetto a quella di altre nazioni o di altre regioni, noi abbiamo centinaia di chilometri serviti dal trasporto pubblico locale, magari lungo la Flaminia, che non hanno neanche pensiline per l’attesa in caso di pioggia o di vento. Come pensate possa essere incoraggiato un utente! Nelle fermate da nessuna parte non c’è ancora l’affissione degli orari! Tutte cose invece fondamentali per far in modo che il cittadino percepisca il servizio pubblico come un servizio importante.
Utilizzare l’autobus dovrebbe essere ormai naturale come fare la raccolta differenziata, ma questo messaggio deve partire dalle Istituzioni, siamo noi che dobbiamo rendere i luoghi del trasporto pubblico luoghi decenti, belli, curati, luoghi che invitano, che danno informazioni. In caso contrario sul trasporto pubblico perderemo sempre risorse.
La riflessione sui treni non varrà niente se non partiremo innanzitutto dalla riflessione su quello che deve essere il nostro compito e quello degli enti locali, ossia il compito di noi amministratori a livello locale.
Nelle città del mondo le pensiline di ogni fermata sono luminose, ci sono display che informano sui tempi di attesa ecc., da noi invece l’attesa è sotto la pioggia! È diversa la situazione oppure no?!
Un’altra questione riguarda la mobilità delle merci. Certamente bisogna far sì che la Regione abbia un’interlocuzione anche con i privati per valutare quali possano essere le misure per favorire la riduzione del traffico su gomma delle merci.
Concludo dicendo che secondo me questo è un settore che necessita l’attivismo della Regione e delle Province. Necessita di un forte coordinamento sia a livello locale che a livello nazionale. Necessita di una programmazione simile a quella delle imprese, ossia obiettivi da raggiungere orientati sia alla qualità sia alla necessita di avere anche persone trasportate. Altrimenti il nostro discutere sarà semplicemente un pianto su ogni mozione presentata.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Natali.

Giulio NATALI. Mi ricollego a quello che è stato detto, ossia mi collego alla giusta mozione presentata dal Consigliere Brandoni e alle parole del Consigliere D’Anna quando ha parlato della necessità di addivenire con piccoli correttivi ad una decisione unanime. Perché per chi proviene dalla destra ed è alla destra e soprattutto per chi ha un concetto di socialità, parlare di trasporto e di certe cose significa ritrovarsi un po’ in ciò che ci ha sempre ispirato.
Sarebbe facile fare una polemica con i Consiglieri Binci o Brandoni dicendo: “ Ma in questi anni in che modo avete spinto la Regione, di cui fate parte della maggioranza, a fare certe cose?”. Però il punto non è questo, l’esame deve risalire ad epoche precedenti.
Qui ci affanniamo ogni giorno a parlare dei conflitti di interessi di Berlusconi, però poi nessuno di voi si domanda come mai nel dopoguerra l’unico trasporto agevolato in Italia era stato quello su gomma per favorire qualcuno che non ha mai fatto il Presidente del Consiglio ma che aveva i propri uomini inseriti in vari partiti, soprattutto nella Commissione trasporti, e che propugnava l’aumento delle corsie dell’autostrada ogni dieci anni. Sapevamo quindi tutti a chi serviva, a chi era finalizzato, sapevamo tutti quanto costava e quanto costa socialmente il trasporto su gomma.
Il bello è – e su questo la sinistra radicale deve essere chiamata rispondere – che nel momento in cui addirittura è venuto fuori – è cosa dell’estate scorsa – che per problematiche personali quella emerita famiglia, che in Italia tanto si è giovata dello Stato – per chi non capisce o fa finta di non capire risponde al nome di Agnelli ––, quando si è iniziato ad evidenziare un’evasione fiscale che potrebbe essere paragonata ad un PIL, poi nessuno si è alzato in piedi per urlare e gridare allo scandalo. E’ sembrata solo una polemica di natura familiare e un contenzioso civilistico tra una figlia e una madre. Però di fronte a queste cose nessuno ha detto una parola.
Pensando all’epoca Visco in cui c’era la corsa all’evasore e l’evasore era l’autonomo che magari evadeva 20 mila euro, nessuno ha urlato, quando invece poi ci si è resi conto che dal 1987, ossia quando fu fatta una determinata revisione fra soci, tra coeredi, tra non ancora coeredi bensì tra figli di una determinata persona, si era posto in essere un’evasione di quel tipo.
Allora il richiamarsi al principio di una socialità della stazione, al principio della socialità delle poste, significa anche questo, ossia che non dobbiamo richiamarci a queste cose solo quando ci colpiscono, ma far sì che si sviluppi una riflessione, sono sicuro infatti che su questi temi ci sarà una larga unanimità.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Marcolini.

Pietro MARCOLINI. Signor Presidente, Consiglieri, mi pare siano quanto mai opportune le iniziative concentrate nell’interrogazione del Consigliere Natali e nella mozione del Consigliere Brandoni. Ritengo siano una dimostrazione di come questioni urgenti ed emergenti abbiano la possibilità e la necessità di essere discusse quanto prima in Assemblea legislativa.
Voglio quindi aggiungere il mio apprezzamento su questa vicenda che coinvolge il Governo, che coinvolge le Ferrovie dello Stato, una società per azioni regolata sì dal codice civile e dalle regole del pareggio di bilancio ma che ha un’azionista unico, il Governo, a cui pertanto attiene anche la bontà dei rapporti istituzionali tra le Regioni, gli Enti locali e il Governo stesso.
Voglio sottolineare la positiva convergenza che ha visto la presenza anche nella recente manifestazione, essendo prevalente ed evidente l’interesse generale, la partecipazione, al di là dell’appartenenza politica, di amministratori pubblici della nostra Assemblea legislativa – penso alle iniziative partecipate dal Consigliere D’Anna oltre che dalle forze di maggioranza e di opposizione –.
La mia prima considerazione, vista l’ampiezza dei temi trattati nella mozione del Consigliere Brandoni e nelle osservazioni che sono seguite negli interventi del Consigliere D’Anna e del Consigliere Natali, è proprio sul tema della lungimiranza delle scelte regionali in materia di infrastrutture ferroviarie.
Nel dibattito politico e culturale è stato più volte alluso, con maggiore o minore insistenza, ad una prevalenza fattuale delle scelte della Regione agli impianti autostradali o superstradali rispetto a quelli ferroviari. In modo particolare è stato citato il più grande finanziamento in infrastrutture che riguarda il Quadrilatero.
Vorrei ricordare soltanto a me stesso che le risorse a disposizione e il modello di project financing sotteso al Quadrilatero non prevedeva una fungibilità delle risorse. Ossia la Regione né nelle premesse né nello svolgimento è stata nella possibilità di negoziare l’utilizzo di circa 2 miliardi di euro per la realizzazione di un arco prioritario di infrastrutture secondo i propri desiderata. Si è trovata invece a bonificare, a migliorare, a rendere più democratico il percorso di project financing. Percorso che all’inizio prevedeva un’incontrollata espansione delle aree di cattura di valore che avrebbero compromesso l’uso del territorio e quindi di fatto avrebbe bypassato la volontà democratica innanzitutto dei Comuni e poi della Provincia e della Regione.
Quindi non è in discussione, voglio sia chiaro, la scelta preferenziale che riguarda il trasporto ferroviario, e ciò per le ragioni che qui sono state enunciate, penso alla sostenibilità ambientale, a quella economica, a quella della velocità di raggiungimento dei luoghi che per motivi di studio e di lavoro debbono essere frequentati quotidianamente in origine e destinazione. Ma quello che purtroppo dobbiamo rilevare, oltre all’aspetto della indisponibilità e della infungibilità di alcune risorse nazionali come quelle per il Quadrilatero, è il fatto che le Regioni sono competenti in materia ferroviaria soltanto per le tratte regionali. Quindi per quanto riguarda la regione Marche siamo pienamente competenti su quattro piccole tratte regionali. La prima, la più importante, è l’Ancona-Foligno, che poi si ricongiunge a Orte per raggiungere Roma, la seconda è la Civitanova-Albacina, la terza è la San Benedetto-Ascoli, la quarta è il piccolo tratto Pergola-Fabriano.
Nel trasferimento delle competenze alle Regioni queste sono le tratte rimaste appunto di nostra competenza e su cui abbiamo avuto la possibilità di definire e migliorare le regole contrattuali e ottenere anche, a mio avviso, importanti risultati, che non abbiamo avuto difficoltà a riconoscere essendo appunto soddisfatti dei risultati delle iniziative. Penso ai 100 milioni di investimenti nei prossimi cinque anni che rinnoveranno integralmente le locomotive e il materiale rotabile, penso al trattenimento e al potenziamento dell’officina per manutenzione ordinaria più importante d’Italia, è una delle sei officine nazionali. E voi sapete bene qual è oggi il problema del mantenimento dell’occupazione, ma qui addirittura segnaliamo un aumento dell’occupazione con un’assicurazione di un fatturato nei prossimi anni di 140 milioni per la manutenzione ordinaria.
Quello che purtroppo non è nelle nostre possibilità e che è oggetto di una mobilitazione istituzionale – non soltanto nella nostra regione ma anche nella regione Abruzzo e parzialmente nelle regioni Emilia Romagna e Molise – riguarda l’assoluta discrezionalità nella fissazione degli orari delle tratte nazionali. Quello che abbiamo denunciato nei mesi passati, ossia ridurre la nostra regione ad una semplice regione di attraversamento e non di utilizzo dei servizi nazionali, si è trasformato con l’orario del 13 dicembre in realtà in maniera cinica.
Negli ultimi anni, in modo particolare con il cambio di orario che ho richiamato, l’integrazione tra la parte regionale e quella nazionale è stata del tutto ignorata, al punto che mentre noi avevamo stipulato con Trenitalia un positivo contratto di servizio, a livello nazionale venivano operate scelte che hanno determinato un ulteriore isolamento di molti territori della regione e in particolare di quelli più a sud.
La mancata concertazione ha reso impossibile limitare i danni attraverso l‘eventuale programmazione del potenziamento dei servizi regionali sulle tratte maggiormente interessate dai tagli e dalle soppressioni, dato che ci siamo dichiarati indisponibili ad integrare, insieme alla Regione Abruzzo, alla Regione Molise, alla Regione Emilia Romagna, servizi a carico aggiuntivo regionale. In modo particolare alcune soppressioni e spostamenti di orario, interessando anche regioni come l’Abruzzo, hanno determinato gravi problemi alla mobilità.
A tal proposito si segnala particolarmente lo spostamento dell’orario di partenza dell’Eurostar City 9780 da Pescara, che non ne consente più l’utilizzo da parte dei pendolari soprattutto in relazione della soppressione delle fermate di Porto San Giorgio e Civitanova. Tale servizio, infatti, è l’unico nella fascia oraria del mattino che consente ai pendolari di arrivare in tempo nella sede di lavoro e negli uffici pubblici, anche i nostri (partenza attorno alle ore 7.15-7.30 arrivo alle ore 8.15-8.30), un modo cruciale per il pendolarismo per motivi di studio o di lavoro.
Analoga situazione si rileva tra Ancona verso il nord, l’Eurostar City 9806 che ha sostituito l’Intercity plus 556 da Ancona alle 6.20 non effettua più le fermate di Senigallia e Fano, quindi a causa dello spostamento di orario non risulta più utile per i pendolari.
In generale le stazioni più penalizzate dal nuovo orario sono a nord di Ancona Fano e Senigallia e a sud Civitanova, San Benedetto e Porto San Giorgio.
Alle prime indiscrezioni sul nuovo orario ferroviario relativo alla media e lunga percorrenza abbiamo inoltrato immediate richieste di informazione agli uffici della direzione centrale di Roma di Trenitalia che però ha fornito risposte solo successivamente all’entrata in vigore dell’orario.
Nonostante questo abbiamo immediatamente denunciato la situazione di malcontento con una nota del 2 dicembre inviata all’amministratore delegato di Trenitalia e successivamente si è preso contatto con i vertici del gruppo FS, in particolare con l’amministratore delegato di Trenitalia Ing. Soprano, per denunciare la gravità dei tagli alle fermate delle stazioni marchigiane e non solo.
Inoltre sono stati convocate associazioni di consumatori e pendolari, nonché le organizzazioni sindacali, per concordare le iniziative da intraprendere per manifestare il dissenso, per coinvolgere i territori, quindi per passare dalla protesta ad una proposta condivisa dai livelli istituzionali interessati, dal livello comunale fino a quello governativo.
Il 29 dicembre alla stazione di Ancona si è svolta la manifestazione di protesta a cui hanno partecipato, al di là dell’appartenenza politica, parlamentari e amministrazioni locali, organizzazioni sindacali, associazioni dei consumatori e dei pendolari.
Nella stessa data è stata inviata una dettagliata relazione sulla situazione marchigiana in relazione alla variazione di orario attuata e nella quale è stato chiesto: al Ministro dei trasporti e alle Commissioni parlamentari competenti l’attenzione sollecita per le difficoltà che una parte del Paese sta vivendo a seguito delle decisioni di Trenitalia; a Trenitalia l’apertura di un confronto formale circa la situazione dei servizi ferroviari nel proprio territorio e in quello del medio Adriatico per il quale in particolare si è richiesto prioritariamente di istituire nella traccia oraria mattutina, precedentemente coperta dall’Eurostar 9780, un servizio con le stesse fermate, sia per l’andata che per il ritorno, che soddisfi le esigenze dei pendolari nelle suddette regioni.
In conclusione, ritenendo particolarmente utile la discussione di questa mattina, vorrei sottolineare come la Regione Marche definisce strategico il contributo del trasporto ferroviario al sistema di mobilità regionale, pur registrando che esiste un rapporto dell’85-90% di trasporto su gomma e soltanto del 10-15%, a seconda dei periodi dell’anno, per il trasporto su ferro.
Per potenziare le tratte regionali insistiamo in progetti di miglioramento, abbiamo tavoli in piedi con RFI e con Trenitalia, oltre che con i Comuni e le Province, ma la partita che attualmente stiamo giocando è quella nazionale.
Quindi le iniziative dei parlamentari in tal senso vanno nella direzione giusta. La richiesta di audizione al Ministro dei trasporti e delle infrastrutture, le richieste insistenti di audizioni con il presidente e l’amministratore delegato del gruppo delle Ferrovie dello Stato, sono la premessa per rimettere attorno ad un tavolo per una concertazione effettiva il Governo, le Regioni, le Ferrovie dello Stato e gli Enti locali, ciascuno facendo la propria parte nello sforzo di sovvenire alla mancanza di risorse che ha generato l’aumento dei costi.
Questo significa decidere insieme, programmare insieme, concertare. Non ci può essere un atteggiamento imperiale da parte delle Ferrovie dello Stato che, invece, per comunicati ci trasferisce la gestione di problemi non risolvibili e non sostenibili sul piano locale.
Quindi la protesta e la proposta non si fermeranno qui. Mi auguro che il tono e la condivisione nella manifestazione del 29 dicembre sia anche il contenuto, la base, il presupposto per le iniziative future.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione della mozione…(…) Prego, Consigliere D’Anna.

Giancarlo D’ANNA. Presidente, mi sono confrontato con il presentatore della mozione con cui ho concordato un emendamento che aggiunge i seguenti due importanti punti: impegna altresì a perseguire le azioni intraprese per il ripristino delle fermate dei treni Eurostar di Trenitalia e a verificare ulteriori necessità da rappresentare alle aziende ferroviarie; attraverso la verifica e l’applicazione dell’accordo Stato-Regioni il potenziamento della rete ferroviaria regionale a cominciare dalla riattivazione della cosiddetta Fano-Urbino”. (…) Assessore Marcolini, certo…(…)

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Secondo me la proposta del Consigliere D’Anna, che tra le altre questioni pone anche quella della Fano-Urbino, se in continuità con altre priorità non solo non è peregrina ma è giusto porla. Infatti già l’Assemblea legislativa ha discusso e votato mozioni del genere.
Quindi, Assessore, secondo me la proposta di modifica non va posta come una emergenza o come priorità che sovrasta tutte le altre, bensì mettiamo anche questa tra le altre priorità maggiori.
Noi, nell’indifferenza, abbiamo approvato una mozione tanto tempo fa – non erano i fichi di Catone di cui parlava il Consigliere Brandoni –, dicevamo una cosa sulla Fano-Urbino e su altre linee minori delle Marche, linee che oggi con il federalismo diventano prioritarie, nel senso che le Regioni assumono anche competenze nelle linee ferroviarie.
Allora per la Fano-Urbino si potrebbe studiare, con le attuali autolinee che garantiscano il servizio da Fano e da quel comprensorio verso Urbino, un sistema misto di co-gestione pubblico-privato di riapertura di quella ferrovia per il pendolarismo universitario, scolastico e turistico.
Quindi, ripeto, la priorità non deve sovrastare tutte le altre, ma in continuità o in aggiunta alle altre cose c’è anche questo problema importantissimo.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Marcolini.

Pietro MARCOLINI. Siamo d’accordo, e lo ribadisco, sull’utilità delle iniziative che riguardano la realizzazione della Fano-Urbino, ma prevedere la priorità che sovrasti tutto il resto significa bloccare in un momento di difficoltà…(…) bene, allora “la priorità tra cui…”

PRESIDENTE. Consiglieri, il testo dell’emendamento presentato, a firma dei Consiglieri D’Anna e Brandoni, così recita: “Aggiungere nel dispositivo, dopo il primo paragrafo: ‘impegna altresì a perseguire le azioni intraprese per il ripristino delle fermate dei treni Eurostar di Trenitalia e a verificare eventuali ulteriori necessità da rappresentare alle aziende ferroviarie nonché attraverso la verifica e l’applicazione dell’accordo Stato-Regioni ad operare per il potenziamento della rete ferroviaria regionale in cui sia compresa la riattivazione della c.d. Fano-Urbino”. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Mozione n. 384, così come emendata. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)


Proposta di legge regionale n. 300
dei Consiglieri Castelli, Massi, Romagnoli, Capponi, D’Anna, Bugaro, Sordoni, Minardi, Pistarelli, Ciriaci, Tiberi, D’Isidoro, Giannotti, Lippi, Ricci, Giannini, Mammoli, Ortenzi, Mollaroli, Santori
“Istituzione della rete escursionistica della Regione Marche”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 300 ad iniziativa dei Consiglieri Castelli, Massi, Romagnoli, Capponi, D’Anna, Bugaro, Sordoni, Minardi, Pistarelli, Ciriaci, Tiberi, D’Isidoro, Giannotti, Lippi, Ricci, Giannini, Mammoli, Ortenzi, Mollaroli, Santori. Ha la parola la relatrice di maggioranza Consigliera Ortenzi.

Rosalba ORTENZI. E’ una proposta di legge che ha avuto il consenso unanime della IV Commissione. E’ finalizzata a mettere a sistema in modo organico ed esteso a tutto il territorio regionale gli itinerari escursionistici, oggi riconosciuti e valorizzati in alcune aree grazie all’azione svolta da singoli soggetti (Comuni, Comunità montane, Aree protette, Province, Club Alpino Italiano, ecc.).
Il riconoscimento e l’organizzazione degli itinerari escursionistici come rete, e quindi come sistema, è finalizzato a valorizzare e incrementare l’escursionismo quale forma di turismo eco-compatibile e sostenibile.
La Rete escursionistica delle Marche (RESM) può infatti rappresentare un potente strumento per la conoscenza e la fruizione del territorio regionale e consente di implementare e rafforzare l’offerta turistica della regione. Viene fatto in un ambito che negli ultimi anni sta avendo un notevole incremento e successo in relazione, in particolare, alla notevole qualità paesaggistica e ambientale del nostro territorio.
La RESM si integra con il sistema della ricettività diffusa (agriturismi, rifugi, b&b, ecc.) e del museo diffuso, promossi da specifiche leggi regionali, consentendone una loro maggiore fruizione.
Nel contempo la RESM può stimolare l’attenzione e l’interesse per la salvaguardia e la valorizzazione dei beni culturali, ambientali e paesaggistici presenti in gran numero nel nostro territorio, che però a volte non sono conosciuti in quanto non toccati dalla viabilità veloce e automobilistica.
II modello culturale, economico e sociale del dopoguerra ha infatti portato, tra l’altro, all’abbandono delle aree montane da parte della popolazione e ha privilegiato la realizzazione di infrastrutture finalizzate al collegamento automobilistico. Tali fenomeni hanno sicuramente ridotto di ruolo e marginalizzato il sistema dei sentieri storici presenti nel nostro territorio che, proprio a causa dell’abbandono, rischiano oggi di scomparire fisicamente e rischiano di essere cancellati anche dalla nostra memoria.
Elemento centrale della proposta di legge è la formazione del catasto della rete escursionistica delle Marche (istituito dalla Regione e gestito dalle Province, ai sensi dell’art. 4 della proposta di legge) attraverso il quale si potrà iniziare a censire, riconoscere e valorizzare il complesso sistema dei sentieri realizzati nel corso dei secoli dall’uomo e per collegare tra loro territori, nuclei abitati, luoghi di lavoro e di culto.
In Commissione abbiamo analizzato molto bene questa proposta di legge su cui ora chiedo ai colleghi e alle colleghe di esprimersi.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Lippi.

Leonardo LIPPI. La Presidente ha fatto un’approfondita relazione, quindi io voglio soltanto aggiungere che nel contesto di tutte le attività di promozione e il programma che si andrà a scrivere su quello che sarà l’indirizzo di risorse verso questa direzione, la rete escursionistica è un elemento fondamentale per favorire l’avvicinarsi ai nostri importanti, unici e fondamentali paesaggi.
Quando si fa una rete si danno le coordinate specifiche con tutta una serie di indicazioni, si individuano i percorsi in modo approfondito e si garantisce la tutela anche a livello ambientale. Qui infatti si vanno a toccare dei siti di interesse comunitario, delle Zps, delle aree protette. Quindi è necessario un percorso coordinato anche in tal senso e che permetta l’accesso in modo guidato a quei cittadini che vogliono approfittare di questa opportunità.
Tutto questo favorirà sicuramente l’evoluzione di ciò che si è voluto rappresentare con quello spot bellissimo sul territorio della regione Marche. Sicché a quei cittadini del mondo che vedono appunto questo spot occorre dare anche strumenti affinché possano poi percorrere quelle aree, possano individuarle e goderle. Aree veramente fondamentali che sono il frutto di ciò che con sudore e sacrificio ci hanno lasciato le nostre generazioni.
Noi quindi a questo patrimonio dobbiamo garantire il mantenimento, ma non solo, dobbiamo anche dare la possibilità di goderlo.
E’ necessario, però, che questa rete una volta realizzata abbia anche il successivo percorso di manutenzione; noi ad esempio abbiamo seguito delle azioni spot fatte dai singoli nei vari territori che poi vengono abbandonate in quanto non hanno più le risorse per il mantenimento.
Quindi occorre adeguare le necessarie risorse al fine di poter garantire il mantenimento di questo importante patrimonio. Bisogna certamente individuare innanzitutto la rete escursionistica ma poi occorre anche mantenerla e renderla fruibile per lungo tempo.

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere D’Isidoro.

Antonio D’ISIDORO. La relazione del Consigliere Lippi è stata un’integrazione a quanto detto dalla relatrice di maggioranza. Effettivamente il problema dei finanziamenti è sicuramente un problema importante per evitare che qualsiasi proposta diventi solo un guscio vuoto.
Ma secondo me la forza di questa legge è che è un corollario necessario di tutto quello che abbiamo fino ad oggi approvato per quanto riguarda il paesaggio. Allora anche lo spot della regione Marche – di cui ha fatto riferimento il relatore Lippi –, in cui l’attore americano Dustin Hoffman promuove la bellezza del nostro territorio mentre passeggia tra scorci architettonici e paesaggistici, penso sia molto importante per promuovere appunto la realtà marchigiana.
Vorrei aggiungere che qui c’è anche il recupero, al di là delle realtà montane sempre neglette, purtroppo, nella nostra realtà, di certe tradizioni. Più volte in quest’Aula ho detto che abbiamo purtroppo a che fare con un modello culturale appiattito sul presente, per cui alla fine vengono mortificate o addirittura annullate e cancellate tradizioni importanti.
Quindi il ritrovare i sentieri storici significa anche dare la possibilità di una lettura più ampia della nostra realtà territoriale.
Ecco perché ritengo che questa legge sia molto importante anche per un rapporto diverso con l’ambiente, con le nostre tradizioni, con le nostre bellezze naturali.

PRESIDENTE. Se nessuno chiede la parola passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 4.
Subemendamento n. 4/1/1 del Consigliere Altomeni:
L’emendamento n. 4/1 è sostituito dal seguente:
“Al comma 2 dopo le parole “ubicate nel territorio regionale” aggiungere le seguenti: “, e della rete INFEA, delle Associazioni di guide ambientali escursionistiche presenti nel territorio regionale nonché”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 4/1 del Consigliere Altomeni. Decaduto.

Emendamento n. 4/2 del Consigliere Altomeni. Ritirato.

Articolo 4, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 6. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 7. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 8.
Emendamento n. 8/1 del Consigliere Altomeni. Ritirato.

Articolo 8. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 9. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 10. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 300, così come emendata. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)


Proposta di legge regionale n. 315
del Consigliere Comi
“Modifica della legge regionale 9 giugno 2006, n. 5 – Disciplina delle derivazioni di acqua pubblica e delle occupazioni del demanio idrico”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 315 ad iniziativa del Consigliere Comi. Ha la parola la relatrice di maggioranza Consigliera Ortenzi.

Rosalba ORTENZI. La presente proposta di legge apporta delle modifiche alla legge regionale n. 5 del 2006 che recita: “Disciplina delle derivazioni di acqua pubblica e delle occupazioni del demanio idrico”.
Le modifiche vogliono dare una piena attuazione al decreto legislativo n. 387/2003 sulle fonti energetiche rinnovabili che prevede appunto il rilascio di un’autorizzazione unica a seguito di un procedimento unico. Attualmente, principalmente per il settore idroelettrico, vengono invece attivati due o più procedimenti con notevole allungamento dei tempi per il rilascio dell’autorizzazione.
Quindi per accorciare i tempi del procedimento è previsto che la Giunta regionale stabilisca con proprio atto, nel rispetto dei principi di razionalizzazione e semplificazione, i criteri e le modalità per lo svolgimento del relativo procedimento e definisca, in particolare, il regime di pubblicità degli atti, la documentazione da allegare all’istanza, nonché i criteri per un ottimale utilizzo della risorsa.
E’ altresì stabilito che le funzioni della Provincia debbano essere svolte nell’ambito del suddetto procedimento unico che viene attivato dalla Regione attraverso una Conferenza dei servizi.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Lippi.

Leonardo LIPPI. Soltanto per dire che è un atto tecnico di modifica sopravvenuto a modifiche di leggi nazionali.

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Se nessuno chiede la parola passiamo alla votazione.

Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 2 bis. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 315. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)


Proposta di legge regionale n. 293 (testo base)
della Consigliera Mollaroli
“Misure di razionalizzazione delle spese per il personale e disciplina della risoluzione consensuale del rapporto di lavoro”

Proposta di legge regionale n. 272
dei Consiglieri Bugaro, Ciriaci, Giannotti, Castelli, Capponi, Brini, Tiberi, D’Anna, Cesaroni, Santori, Massi
“Contenimento della spesa per il pubblico impiego – personale dipendente prossimo al compimento dei limiti di età per il collocamento a riposo”

Proposta di legge regionale n. 288
dei Consiglieri Sordoni, D’Isidoro, Rocchi
“Misure straordinarie organizzative per il contenimento della spesa per il pubblico impiego. Esonero dal servizio del personale dipendente prossimo al collocamento a riposo. Revisione e riorganizzazione della dotazione organica e assunzione di personale”

Proposta di legge regionale n. 320
dei Consiglieri Sordoni, D’Isidoro
“Contenimento della spesa per il pubblico impiego. Esonero dal servizio del personale dipendente prossimo al collocamento a riposo. Preferenze legge 104/1992 revisione e riorganizzazione della dotazione organica e assunzione di personale”

(abbinate)
(Votazione)
(Discussione svolta nella seduta n. 155 del 3 novembre 2009)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 293 (testo base) ad iniziativa della Consigliera Mollaroli, n. 272 ad iniziativa dei Consiglieri Bugaro, Ciriaci, Giannotti, Castelli, Capponi, Brini, Tiberi, D’Anna, Cesaroni, Santori, Massi, n. 288 ad iniziativa dei Consiglieri Sordoni, D’Isidoro, Rocchi, n. 320 ad iniziativa dei Consiglieri Sordoni, D’Isidoro. La discussione si è svolta nella seduta n. 155 del 3 novembre u.s., quindi passiamo alla votazione.

Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)


Articolo 2.
Emendamento n. 2/1 dei Consiglieri D’Isidoro, Sordoni:
Al comma 1 dopo le parole “personale regionale” eliminare le parole “di qualifica non dirigenziale”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)


Emendamento n. 2/2 del Consigliere Brandoni. Ritirato.

Emendamento n. 2/3 del Consigliere Ricci. Ritirato.

Subemendamento n. 2/4/1 del Consigliere D’Isidoro, sostitutivo:
Al comma 3 dopo le parole “comma 2” sostituire le parole “i dipendenti della presente legge” con le seguenti parole:
a) prioritariamente i dipendenti che assistono in forma esclusiva un familiare riconosciuto invalido al 100% ai sensi della legge 5 febbraio 1992, n. 104 (legge quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate);
b) successivamente i dipendenti che usufruiscono per se stessi dei benefici di cui all’articolo 33 della legge 5 febbraio 1992, n. 104 o hanno riconosciuta una invalidità superiore al 74% alla data di entrata in vigore della presente legge.”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 2/4 del Consigliere Brandoni:
Al comma 3 dopo le parole “per se stessi” sono inserite le seguenti: “o per un familiare, assistito in forma esclusiva, riconosciuto invalido al 100%”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 2/5 del Consigliere Brandoni:
Al comma 5 le parole “L’Assemblea legislativa regionale e la Giunta regionale, rispettivamente con deliberazione dell’Ufficio di Presidenza e della Giunta regionale, definiscono” sono sostituite dalle parole “L’Ufficio di Presidenza dell’Assemblea legislativa regionale e la Giunta regionale definiscono entro quarantacinque giorni dall’entrata in vigore della presente legge”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 2, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 3.
Emendamento n. 3/1 dei Consiglieri D’Isidoro, Sordoni:
Sostituire il comma 1 con il seguente: “L’incentivo dovuto al personale che si trova nelle condizioni previste al comma 2 dell’articolo 2 è calcolato sulla base del trattamento fisso continuativo, comprensivo della retribuzione di posizione spettante ai dirigenti e ai titolari di posizione organizzativa o alta professionalità, percepita sulla base dei contratti collettivi nazionali e decentrati in vigore alla data di presentazione della domanda di risoluzione del rapporto di lavoro, nonché degli oneri riflessi e con esclusione del salario accessorio. La misura spettante al singolo dipendente calcolata in mensilità ottenute per differenza tra l’effettiva data di erogazione della pensione di anzianità e la posizione del al momento della cessazione del servizio con riferimento alla somma dell’età e degli anni di contribuzione.”.
Al comma 1 bis dopo la parola “spettante” aggiungere “ai dirigenti e”.
Al comma 1 ter sostituire le parole “entro il primo” con “entro il secondo”.
Il comma 1 quater va sostituito con: “qualora la normativa statale introduca modificazioni ai requisiti previsti per il conseguimento della pensione di anzianità che comportino il suo posticipo, l’Amministrazione valuterà se riassumere in servizio i dipendenti che siano fuoriusciti con la risoluzione consensuale o farsi carico del pagamento di tutti gli oneri necessari al raggiungimento dei nuovi requisiti per l’ottenimento della pensione di anzianità prevista dalla nuova normativa”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 3/2 del Consigliere Ricci. Ritirato.

Subemendamento n. 3/3/1 del Consigliere Brandoni:
All’emendamento n. 3/3 le parole “è corrisposto un incentivo” sono sostituite dalle parole “possono beneficiare di un incentivo”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 3/3 del Consigliere Brandoni (se passa decade la prima parte del 3/3/1)
Il comma 1 bis è sostituito dal seguente:
“1 bis. Ai dipendenti che, entro il primo anno di applicazione della presente legge, possono accedere al trattamento di pensione secondo la normativa vigente, “è corrisposto un incentivo, una tantum, fino ad un massimo di sei mensilità del trattamento fisso continuativo, comprensivo della retribuzione di posizione spettante ai titolari di posizione organizzativa o alta professionalità percepita sulla base dei contratti collettivi nazionali e decentrati in vigore alla data di presentazione della domanda di risoluzione del rapporto di lavoro.”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 3/4 del Consigliere Ricci. Ritirato.

Emendamento n. 3/5 del Consigliere Ricci. Ritirato.

Emendamento n. 3/6 del Consigliere Brandoni:
Al comma 1 ter le parole “entro il primo semestre dell’anno 2010" sono sostituite dalle parole “entro l’anno 2010".
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 3, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 4.
Emendamento n. 4/1 dell’Assessore Petrini:
Al comma 2 prima delle parole “la Giunta regionale” sono inserite le seguenti: “L’Assemblea legislativa regionale,”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 4/2 dell’Assessore Petrini:
Il comma 3 è abrogato.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Subemendamento n. 4/3/1 della II Commissione:
Le parole “Nei successivi programmi annuali triennali del fabbisogno di personale” sono soppresse.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 4/3 del Consigliere Brandoni:
Il comma 3 è sostituito dal seguente:
“3. In alternativa a quanto previsto dal comma 1, l’Assemblea legislativa regionale, per quanto di competenza, può realizzare nei successivi programmi annuali triennali ddl fabbisogno di personale, risparmi non inferiori al 20% del costo del personale ammesso ai benefici previsti dalla presente legge.”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 4, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)


Articolo 5.
Emendamento n. 5/1 dei Consiglieri D’Isidoro, Sordoni. Ritirato.

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)


Articolo 6.
Emendamento n. 6/1 del Consigliere Brandoni:
Al comma 1 le parole “nel quadriennio 2010/2013” sono soppresse.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 6/2 dei Consiglieri D’Isidoro, Sordoni. Ritirato.

Emendamento n. 6/3 del Consigliere Brandoni:
Al comma 1 le parole “di quaranta anni” sono sostituite dalle seguenti: “prevista dalla normativa statale”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 6, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 6 bis.
Emendamento n. 6bis/1 dei Consiglieri D’Isidoro, Sordoni. Ritirato.

Emendamento n. 6bis/2 del Consigliere Brandoni:
L’articolo 6 bis è sostituito dal seguente:
“Art. 6 bis (Norma transitoria)
1. In sede di prima applicazione della presente legge i dipendenti la cui posizione in riferimento alla somma età e anni di contribuzione è inferiore di almeno quattro punti alla quota minima prevista dalla normativa vigente quale requisito di accesso alla pensione di anzianità, possono beneficiare di un incentivo non superiore a quarantotto mensilità. La misura dell’incentivo è calcolata secondo le modalità indicate negli atti di cui al comma 5 dell’articolo 2.”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 6 bis, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 7. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 7bis/1 (aggiuntivo) del Consigliere Brandoni:
Dopo l’articolo 7 è aggiunto il seguente.
“Art. 7 bis (Dichiarazione d’urgenza)
1. La presente legge è dichiarata urgente ed entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale della Regione.”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva a maggioranza assoluta dei componenti)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 293 (testo base), così come emendata. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)



Proposta di atto amministrativo n. 109
della Giunta regionale
“Piano di tutela delle acque (PTA) Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, articolo 121”
(Rinvio)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 109 ad iniziativa della Giunta regionale. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Comi.

Francesco COMI. Come anticipato nella Conferenza dei Presidenti dei Gruppi, avendo ricevuto da più parti alcune istanze di richiesta di chiarimento, chiedo all’Aula il rinvio alla prossima seduta dell’Assemblea legislativa.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la richiesta di rinvio alla prossima seduta della proposta di atto amministrativo n. 109.

(L’Assemblea legislativa approva)


Proposta di atto amministrativo n. 86
della Giunta regionale
“Piano di risanamento e mantenimento della qualità dell’aria ambiente ai sensi del decreto legislativo 4 agosto 1999, n. 351, articoli 8 e 9"
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 86 ad iniziativa della Giunta regionale. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Altomeni.

Michele ALTOMENI. La mia relazione sarà breve perché in realtà si tratta di un atto che giace in Assemblea legislativa da quasi due anni. C’è stata una prima stesura della Giunta arrivata in Commissione sulla quale erano state avviate le audizioni e la discussione, dopodiché è stata sospesa per la valutazione ambientale strategica che poi è arrivata. Quindi nelle settimane scorse abbiamo concluso la discussione con l’approvazione unanime da parte di tutta la Commissione.
Si tratta di un atto che deriva da altri atti di indirizzo precedentemente approvati dall’Assemblea. È un atto che fa una ricognizione completa, sia dal punto di vista della rilevazione dei dati sia dal punto di vista delle misure che la Regione intraprende, relativamente al tema dell’inquinamento dell’aria.
C’è stato un lavoro di ricerca molto dettagliato sulla situazione e sulle cause degli inquinanti. Per la prima volta la Regione ha uno strumento di valutazione rispetto alle proprie situazioni e rispetto anche alle varie problematiche nelle diverse zone sistemate in ordine geografico.
Gli inquinanti derivano in gran parte da alcune fonti principali, il traffico, l’industria, la produzione di energia per usi domestici. Essi tendono, come era facile immaginare, a concentrarsi nelle zone più densamente urbanizzate.
Rispetto all’individuazione delle problematiche la Regione ha realizzato questo piano che in gran parte è una rassegna di misure che la Regione ha già attuato negli ultimi anni, in parte è una programmazione rispetto alle iniziative che saranno intraprese successivamente all’approvazione del piano stesso.
Rispetto alla prima questa ultima versione del piano è molto più puntuale e precisa nell’individuazione delle risorse. Nella prima versione molte delle misure previste erano ancorate a finanziamenti non certi mentre in questa ultima versione i finanziamenti sono certi su quasi tutte le misure, quindi il piano ha assunto una maggiore concretezza.
Non mi dilungo sulle singole ed innumerevoli misure. Esse vanno dagli interventi relativi alle amministrazioni pubbliche riguardo al traffico e alla mobilità, quindi la progressiva sostituzione della mobilità privata con forme di mobilità pubblica o comunque più sostenibili, la sostituzione delle fonti che passa dalle fonti fossili alle fonti maggiormente sostenibili come il metano e le fonti rinnovabili, gli interventi sull’industria, gli interventi domestici come ad esempio gli incentivi per la sostituzione di caldaie che utilizzano fonti non rinnovabili o comunque altamente inquinanti come il gasolio a caldaie alimentate a metano e con tecnologie più avanzate come quelle a condensazione.
Naturalmente c’è tutta la partita delle energie rinnovabili sia per quanto riguarda l’industria sia per quanto riguarda le abitazioni.
Insomma si tratta di una messa a sistema degli interventi che la Regione sta già facendo e che si accinge ad attuare con i finanziamenti previsti.
In Commissione su questo atto c’è stata l’unanimità quindi credo che lo stesso voto sarà confermato anche dall’Aula.
Tra l’altro l’approvazione di questo piano ci consente di dare attuazione ad alcune misure che sono ferme proprio in mancanza del piano stesso, quindi riuscendo a portarlo in porto prima della fine della legislatura diamo modo alla Giunta di potere attuare una serie di misure che altrimenti rimarrebbero bloccate.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Parrucci.

Pietro Enrico PARRUCCI. In aggiunta a quanto già detto dal collega Altomeni mi preme sottolineare che si tratta di un piano che evidenzia la situazione dello stato dell’aria della nostra regione. Anche se fortunatamente è una situazione che ci conforta, infatti la qualità dell’aria della nostra regione è superiore rispetto a quella delle altre regioni dove l’inquinamento dell’aria è molto più elevato.
Si tratta però di un piano solo conoscitivo, non è un piano di interventi per il miglioramento effettivo della qualità dell’aria. I fondi a disposizione sono esigui, è un piano che si interseca con altre proposte legislative della nostra Regione come ad esempio il piano dei trasporti. Infatti in questo piano si prevede l’acquisto di autobus elettrici per ridurre l’inquinamento, problematica inserita anche nel piano dei trasporti.
Mi sono permesso di sottolineare in Commissione che le poche risorse a disposizione potessero essere concentrate nelle zone a più alto inquinamento, perché magari nella zona montana questo problema non si pone mentre lungo la costa l’inquinamento è sicuramente più elevato, quindi è lì che andrebbero concentrate le maggiori e comunque poche risorse che ci sono.
In Commissione è stata proposta la possibilità di dare degli incentivi, come ha citato il Consigliere Altomeni, per la trasformazione degli impianti a gasolio a favore di impianti a metano meno inquinanti. Si era anche pensato alla possibilità di individuare degli incentivi per le auto nel caso dovessero cessare quelli nazionali.
Ripeto, non è stato fatto molto per le risorse da mettere a disposizione, anche se indubbiamente è una proposta conoscitiva sulla qualità dell’aria. Quindi accettiamo questo atto e speriamo che per il futuro si possa fare di più ma che comunque almeno si riesca a mantenere lo stato attuale della situazione che abbiamo nelle Marche.

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Se nessuno chiede la parola passiamo alla votazione.

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Proposta di atto amministrativo n. 86. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)


Proposta di atto amministrativo n. 130
della Giunta regionale
“Definizione dei criteri e delle modalità di attuazione degli interventi a favore delle persone disabili per gli anni 2010 e 2011 ai sensi dell’articolo 26 della legge regionale 4 giugno 1996, n. 18 e successive modificazioni”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 130 ad iniziativa della Giunta regionale. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Luchetti.

Marco LUCHETTI. Annualmente si definiscono i criteri per la determinazione dell’attuazione degli interventi della legge n 18. Questa volta la Giunta aveva proposto una modificazione sostanziale dei criteri a valere per i prossimi anni che prendeva in considerazione una revisione abbastanza profonda tenendo conto della limitazione dei fondi che sono stati elargiti con il fondo unico nazionale. Stando però la situazione contingente di fine legislatura, ecc., su questa modificazione dei criteri – al di là di una partecipazione più profonda con gli interessati –, che sì c’è stata però è rimasta un po’ insoluta sul piano sostanziale dei criteri in esame, la Commissione ha ritenuto di soprassedere a questi nuovi criteri, e ciò anche sulla scorta di un comune intendimento che abbiamo raggiunto con la Giunta.
Pertanto confermiamo per l’anno in corso i criteri dell’anno precedente, poi sarà la nuova legislatura a determinare la possibilità di rientrare nel merito di questa problematica in modo tale da realizzare una razionalizzazione più adeguata dei criteri stessi.
E’ una materia molto delicata – ecco perché abbiamo ritenuto di prendere tempo – in quanto tocca situazioni familiari di notevole difficoltà. Pertanto l’atto, ripeto, è stato riportato alla situazione dell’anno precedente. Si propone quindi la conferma dei criteri del 2009.

PRESIDENTE. Essendo assente il relatore di minoranza apro la discussione. Se nessuno chiede la parola passiamo alla votazione.

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Proposta di atto amministrativo n. 130. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)


Nomina
Revisori del conto dell’Assemblea legislativa regionale, tre Consiglieri regionali (articolo 12 del Regolamento interno)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la nomina di tre Consiglieri regionali quali Revisori del conto dell’Assemblea legislativa regionale. Gli uscenti Revisori del conto erano i Consiglieri Ricci, Mammoli, Pistarelli che ovviamente possono essere riconfermati.
Prego distribuire le schede.

(Segue votazione)

Presidenza del Vicepresidente
Vittorio Santori

PRESIDENTE. Comunico il risultato della votazione: votanti n. 26, schede bianche n. 2, schede valide n. 24. Hanno ricevuto voti: Pistarelli n. 11, D’Isidoro n. 5, Ricci n. 5, Mammoli n. 2, Mollaroli n. 1. Proclamo eletti Revisori del conto dell’Assemblea legislativa regionale i Consiglieri Pistarelli, Ricci, D’Isidoro.


Nomina
Commissione per la vigilanza della biblioteca dell’Assemblea legislativa regionale, tre Consiglieri regionali (articolo 13 del Regolamento interno)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la nomina di tre Consiglieri regionali nella Commissione per la vigilanza della biblioteca dell’Assemblea legislativa regionale. I Consiglieri uscenti erano Brandoni, Mollaroli, Ciriaci.
Prego distribuire le schede.

(Segue votazione)

Presidenza del Presidente
Raffaele Bucciarelli

PRESIDENTE. Comunico il risultato della votazione: votanti n. 21, schede bianche n. 1, schede nulla n. 1, schede valide n. 19. Hanno ricevuto voti: Romagnoli n. 6, Mollaroli n. 8, Ciriaci n. 2, Bucciarelli n. 1, Brandoni n. 1, Donati n. 1. Proclamo eletti componenti della Commissione per la vigilanza della biblioteca dell’Assemblea legislativa regionale i Consiglieri Romagnoli, Mollaroli, Ciriaci.


Nomina
Un Consigliere in rappresentanza della Regione nella giuria per il premio annuale “Arca dell’Arte – Premio nazionale Rotondi ai salvatori dell’arte” (articolo 2, legge 3 agosto 2009, n. 111)
(Rinvio)

PRESIDENTE. La nomina di un Consigliere in rappresentanza della Regione nella giuria per il premio annuale “Arca dell’Arte – Premio rotondi ai salvatori dell’arte” viene rinviata in attesa dell’istruttoria.



Nomina
Cooperativa artigiana di garanzia Artigiancoop di Ascoli Piceno, due componenti del Consiglio di amministrazione (articolo 28 Statuto ente)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la nomina di n. 2 componenti del Consiglio di amministrazione della Cooperativa artigiana di garanzia Artigiancoop di Ascoli Piceno.
Prego distribuire le schede.

(Segue votazione)

PRESIDENTE. Comunico il risultato della votazione: votanti n. 23, schede bianche n. 6, schede valide n. 17. Hanno ricevuto voti: Principi n. 4, Testa n. 9, Brandetti n. 4. Principi e Brandetti sono a pari voto quindi secondo il regolamento dobbiamo procedere al ballottaggio.

(Segue votazione)

Comunico il risultato del ballottaggio: votanti n. 23, schede bianche n. 2, schede nulle n. 1, schede valide n. 20. Hanno ricevuto voti: Brandetti n. 12, Principi n. 8.
Ricordo che l’Assemblea legislativa nel votare ha preso atto delle risultanze istruttorie contenute nel parere della prima Commissione consiliare e dell’accertamento relativo alle cause di ineleggibilità dei candidati.
Proclamo eletti componenti del Consiglio di amministrazione della Cooperativa artigiana di garanzia Artigiancoop di Ascoli Piceno i Signori Testa e Brandetti.

Avendo esaurito l’ordine del giorno la seduta è sciolta.

La seduta termina alle ore 13,20