Resoconto seduta n.166 del 26/01/2010
SEDUTA N. 166 DEL 26 GENNAIO 2010


Presidenza del Presidente
Raffaele Bucciarelli


La seduta inizia alle ore 10,55


Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Do per letto il processo verbale della seduta n. 165 del 19 gennaio 2010, il quale, ove non vi siano obiezioni, si intende approvato ai sensi dell’art. 29 del Regolamento interno.
Sono state presentate le seguenti proposte di legge:
- n. 368/10, in data 19 gennaio 2010, ad iniziativa dei Consiglieri Ricci, Lippi, concernente: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 8 ottobre 2009, n. 22, concernente “Interventi della Regione per il riavvio delle attività edilizie al fine di fronteggiare la crisi economica, difendere l’occupazione, migliorare la sicurezza degli edifici e promuovere tecniche di edilizia sostenibile”, assegnata alla IV Commissione in sede referente, al Consiglio delle autonomie locali per il parere di cui al comma 4 dell’articolo 11 della l.r. n. 4/2007;
- n. 369/10, in data 20 gennaio 2010, ad iniziativa del Consigliere Altomeni, concernente: “Modifiche ed integrazioni all’art. 59 della l.r. 22 dicembre 2009, n. 31 (Legge Finanziaria)”, assegnata alla IV Commissione in sede referente, alla II Commissione per l’eventuale richiesta di espressione di parere, ai sensi dell’art. 68 del regolamento interno ed al Consiglio delle autonomie locali, per l’espressione del parere ai sensi dell’art. 11, comma 4, della legge regionale 10 aprile 2007, n. 4.
E’ stata presentata la seguente proposta di atto amministrativo:
- n. 146/10, in data 20 gennaio 2010, ad iniziativa dei consiglieri Giannini, Santori, concernente: “Modifiche ed integrazioni alle norme tecniche di attuazione del piano di gestione integrata delle aree costiere approvato con deliberazione amministrativa 2 febbraio 2005, n. 169, così come modificata dalla deliberazione 10 marzo 2009, n. 117”, assegnata alla IV Commissione in sede referente.
E’ stata presentata la seguente mozione:
- n. 399/10, dei Consiglieri Mammoli, Cesaroni, Binci “Crisi economica ed occupazionale ditta Bora s.r.l. con sede Maiolati Spontini”.
Il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le seguenti leggi regionali:
- n. 1, in data 18 gennaio 2010: “Misure di razionalizzazione delle spese per il personale e disciplina della risoluzione consensuale del rapporto di lavoro”;
- n. 2, in data 18 gennaio 2010: “Istituzione della rete escursionistica della Regione Marche”
- n. 3, in data 18 gennaio 2010: “Modifica alla legge regionale 9 giugno 2006, n. 5 `Disciplina delle derivazioni di acqua pubblica e delle occupazioni del demanio idrico”.
Il Presidente della Giunta, in data 18 gennaio 2010, ha trasmesso le seguenti deliberazioni:
- n. 44 del 18/01/2010: “Art. 6, comma 1, lettera a) della l.r. n. 31/2009 - Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2010 di economie accertate relative a stanziamenti aventi specifica destinazione. Importo €. 790.404,80";
- n. 45 del 18/01/2010: “Art. 6, comma 1, lettera a) della l.r. n. 31/2009 - Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2010 di economie accertate relative a stanziamenti aventi specifica destinazione. €. 3.585.275,66";
- n. 46 del 18/01/2010: “Art. 6, comma 1, lettera a) della l.r. n. 31/2009 - Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2010 di economie accertate relative a stanziamenti aventi specifica destinazione. €. 1.380.000,00";
- n. 47 del 18/01/2010: “Art. 6 della l.r. n. 31/2009 - Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2010 di economie relative a stanziamenti aventi specifica destinazione. €. 3.629.214,98";
- n. 48 del 18/01/2010: “Art. 6, comma 2, della l.r. n. 31/2009 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2010 approvato con d.g.r. n. 2191/2009 e sue successive modificazioni ed integrazioni - Spese di personale importo €. 25.468,66”;
- n. 49 del 18/01/2010: “Art. 6 della l.r. n. 31/2009 - Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2010 di economie relative a stanziamenti aventi specifica destinazione. €. 3.526.281,61";
- n. 50 del 18/01/2010: “Art. 6, comma 1, lettera a) della l.r. n. 31/2009 - Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2010 dei economie accertate relative a stanziamenti aventi specifica destinazione. €. 5.403.977,13 - Modifica al POA 2010 approvato con d.g.r. n. 2191/2009";
- n. 51 del 18/01/2010: “Art. 6, comma 1, lettera a) della l.r. n. 31/2009 - Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2010 di economie accertate relative a stanziamenti aventi specifica destinazione. €. 16.106,37. Modifica al POA 2010 approvato con DGR n. 2191/2009;
- n. 53 del 18/01/2010: “Art. 6, comma 1, lettera a) della l.r. n. 31/2009 - Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2010 di economie accertate relative a stanziamenti aventi specifica destinazione. €. 165.630,90".
Comunico infine che in data 25 gennaio 2010 il Presidente della Giunta regionale ha adottato il decreto n. 11 concernente “Convocazione dei comizi per l’elezione del Consiglio e del Presidente della Giunta regionale delle Marche ed assegnazione dei seggi alle Circoscrizioni elettorali”. Il decreto verrà pubblicato sul Bollettino ufficiale della Regione Marche edizione speciale di oggi 26 gennaio 2010.


Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. Così come concordato in sede di Conferenza dei Presidenti dei Gruppi propongo all’Assemblea legislativa di anticipare la mozione n. 398 iscritta al punto 10) dell’ordine del giorno affinché venga discussa in apertura di seduta.
Ha la parola la Consigliera Mammoli.


Sull’ordine dei lavori

Katia MAMMOLI. Chiedo l’anticipazione della mozione n. 399 dei Consiglieri Mammoli, Cesaroni, Binci, riguardante la crisi economica ed occupazionale della ditta Bora. Qui c’è anche la scadenza per il concordato preventivo, quindi se non la discutiamo entro oggi non avrà più senso in quanto, appunto, scadranno i termini.


Modifiche sull’ordine dei lavori
(Votazione)

PRESIDENTE. Pongo in votazione la proposta di anticipo al primo punto dell’ordine del giorno della mozione n. 398 del Consigliere Brandoni “Tagli ai finanziamenti per i corsi professionalizzanti della terza area degli istituti professionali”.

(L’Assemblea legislativa approva)

Pongo ora in votazione la proposta della Consigliera Mammoli di discutere entro la seduta odierna la mozione n. 399, dei Consiglieri Mammoli, Cesaroni, Binci “Crisi economica ed occupazionale ditta Bora s.r.l. con sede Maiolati Spontini”.

(L’Assemblea legislativa approva)


Sull’ordine del giorno

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Rocchi.

Lidio ROCCHI. Chiedo l’iscrizione d’urgenza della proposta di atto amministrativo n. 119 concernente il Piano regionale dei porti, già approvata dalla Commissione, dal CREL e dal CAL.
La richiesta di iscrizione d’urgenza è motivata dal fatto che abbiamo la necessità di poter ricevere dei fondi che riguardano i porti regionali. Non vorrei che questi fondi vadano persi. Peraltro anche i Comuni stanno aspettando il riparto dei fondi per poterli poi riutilizzare, appunto, sui vari porti
Chiedo quindi l’iscrizione e l’approvazione in tempi rapidissimi.


Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Altomeni.

Michele ALTOMENI. Chiedo l’anticipazione della proposta di legge n. 290, di cui al punto 43) dell’ordine del giorno, al primo punto dopo le interrogazioni.


Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Viventi.

Luigi VIVENTI. Come anticipato durante la riunione dei Capigruppo, chiedo che la mozione n. 359 sull’adeguamento agli studi di settori, è una moratoria, presentata nel luglio scorso, venga discussa e licenziata. Visto che su questo punto dovremmo essere tutti d’accordo ci vorranno solo pochi minuti.

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. In Conferenza dei Presidenti dei Gruppi assembleari avevamo chiesto lo svolgimento in questa seduta dell’interrogazione n. 1444 interrogazione, prima a risposta scritta poi trasformata in risposta orale, in merito alla richiesta da parte di una ditta privata di realizzare una discarica nel Comune di Appignano. Ora, visto che su questo c’erano impegni vari come pure altre interrogazioni, non so possiamo appunto addivenire questa mattina ad una discussione oppure se la Giunta attraverso l’Assessore Amagliani ha da indicarci altre soluzioni.

PRESIDENTE. Prima di proseguire voglio rispondere al Consigliere Procaccini. Oggi non ci sono i termini tecnici per una risposta, se però c’è questa esigenza, e se la Giunta è d’accordo, ne potremo discutere e poi eventualmente decidere.

Giancarlo D’ANNA. Visto che c’è l’esigenza da parte dei Consiglieri di avere sia risposte ad interrogazioni che di discutere mozioni e proposte di legge, sarebbe opportuno aumentare il numero delle sedute assembleari già previste fino a fine legislatura.

PRESIDENTE. Consigliere, questo è stato già discusso in sede di Conferenza dei Capigruppo. Ha la parola il Consigliere Brini.

Ottavio BRINI. Desidero ringraziare sia il Consigliere Procaccini che l’Assessore Amagliani. Noi per il problema della discarica di Appignano volevamo presentare una mozione, ma non lo facciamo per il semplice fatto che con una sua riposta, di cui siamo molto soddisfatti, l’Assessore Amagliani è stato molto corretto e chiaro. Egli si è impegnato di chiamare i due Presidenti della Province e i Comuni per fare le linee guida, che certamente è un fatto molto importante.
Quindi, ripeto, non presenteremo più nessuna mozione in quanto ci fidiamo della parola data dall’Assessore Amagliani.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Amagliani.

Marco AMAGLIANI. Solo per ribadire ciò che ha detto ora il Consigliere Brini. Venerdì sera ai Consigli comunali riuniti di Cingoli e Filottrano ho già anticipato la mia intenzione di iniziare subito il percorso delle linee guida previste dall’ultima legge sui rifiuti. Quindi saranno convocati i due Presidenti di Provincia.
Nel senso che è vero che dobbiamo fare le linee guida regionali, ma comunque devono essere concertate con le Province. Questo perché l’ubicazione dei siti attiene innanzitutto alle Province, poi c’è tutto un percorso che riguarda la VIA ecc..
Pertanto questa sarà la quadratura del cerchio, nessuno pensi di scaricare responsabilità ad altri.
Colgo anche l’occasione per chiedere, visto che è stata richiesta l’anticipazione di alcune leggi, di rispettare quel minimo di predisposizione già oggi anticipata. Voglio dire che ci sono alcune normative, a partire dal PTA e poi i Piani dei parchi, in modo particolare il San Bartolo e il Piano del Conero, che riguardano materie assolutamente necessarie.
Per cui chiedo di rispettare l’iter che ci siamo dati, senza fare cioè nessuna anticipazione, il rischio potrebbe essere quello di buttare a mare alcune normative assolutamente importanti per questa regione.

PRESIDENTE. Passiamo quindi alla votazione…(…) Scusate, Consiglieri, abbiamo fatto la Conferenza dei Capigruppo, quindi non è possibile che in Assemblea legislativa emergano proposte su proposte; peraltro so anche che diversi Consiglieri se ne andranno perché reputano più importante essere presenti all’iniziativa – per carità, legittima e giusta – de Il Resto del Carlino. Comunque prego, Consigliera Ortenzi.


Sull’ordine del giorno

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Ortenzi.

Rosalba ORTENZI. Chiedo a nome della Commissione l’iscrizione d’urgenza della proposta di atto amministrativo n. 132 sui trasporti. Se non la faremo oggi non ci saranno più i tempi tecnici per l’approvazione.

PRESIDENTE. Consigliera, non faremo in temo neanche se programmassimo sedute assembleari per l’8, il 9 e il 10 febbraio?

Rosalba ORTENZI. Se facciamo altre sedute forse sì.


Modifiche sull’ordine dei lavori e sull’ordine del giorno
(Votazione)

PRESIDENTE. Pongo in votazione la richiesta di iscrizione d’urgenza dell’Assessore Rocchi della proposta di atto amministrativo n. 119 sul Piano dei porti. A termini di Regolamento informo i Consiglieri che per l’approvazione occorre il quorum dei due terzi dei votanti.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Pongo in votazione della richiesta del Consigliere Altomeni di anticipare la proposta di legge n. 290. Ha la parola il Consigliere Giannotti.

Roberto GIANNOTTI. Ritengo questa richiesta assolutamente strumentale. Perché? Perché buttata in Assemblea di fronte ad una produzione legislativa su leggi fondamentali per l’attività dell’Assemblea legislativa che sono depositate agli atti ma che non vengono discusse. Diamoci un pizzico di dignità! Per cui se vogliamo affrontare questa materia affrontiamola serenamente e nei tempi giusti.
Quindi sono contrario a questa proposta di iscrizione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Brandoni.

Giuliano BRANDONI. Credo di interpretare anche la volontà del Consigliere Altomeni, dal carattere anche di carattere provocatorio, per quanto riguarda la formulazione di questa richiesta.
Questa è una proposta di legge che giace qui da almeno due anni e che aveva nella sua caratteristica quella di una riflessione complessiva sulle modalità dei costi e della misurazione dell’efficacia dell’azione delle Assemblee e degli Esecutivi.
Quindi non è una proposta demagogica, bensì una proposta in sintonia con una più reiterata domanda che viene dalla società di riflessione e di attenzione.
Questa Assemblea ha più volte snobbato, direi in maniera anche poco adeguata, questa riflessione.
L’atto di cui il Consigliere Altomeni oggi chiede questo anticipo rappresenta da molti punti di vista una provocazione, ma è una provocazione molto positiva, essa riporta in quest’Aula, e non solo qui, una riflessione che era necessaria da tempo, ma che, come ben sapete, rischia invece di finire nelle mani del populismo e della demagogia. Quel populismo e quella demagogia che sono ormai diventati quotidiani.
La settimana scorsa un notissimo settimanale nazionale, L’Espresso, indicava tutta una serie di dati molte volte anche imprecisi.
Quindi credo che questa discussione potrebbe addirittura dare l’opportunità di valorizzare la morigeratezza di un’Assemblea legislativa quale la nostra.
Tutto ciò sta dentro la richiesta del Consigliere Altomeni. Anzi, per un’assunzione vera di responsabilità sarebbe bene che questa Assemblea legislativa votasse questa richiesta di anticipo per appello nominale, che chiedo anche a nome del Consigliere Binci, considerato che mi ha garantito solidarietà, ed ovviamente del Consigliere Altomeni.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’anticipo della proposta di legge n. 290 per appello nominale.
Favorevoli: Altomeni, Binci, Brandoni, D’Anna, D’Isidoro, Romagnoli, Silvetti.
Contrari: Bucciarelli, Spacca, Badiali, Benatti, Brini, Bugaro, Parrucci, Cesaroni, Donati, Giannini, Giannotti, Luchetti, Massi, Minardi, Mollaroli, Ortenzi, Petrini, Procaccini, Ricci, Rocchi, Santori, Solazzi.
(L’Assemblea legislativa non approva)

Pongo in votazione la richiesta del Consigliere Viventi di discutere durante questa seduta la mozione n. 359.

(L’Assemblea legislativa approva)

Pongo in votazione l’iscrizione d’urgenza della proposta di atto amministrativo n. 140. Vi ricordo quanto detto dalla Presidente Ortenzi, ossia che se non approveremo questo piano rischieremo di non poter distribuire i fondi regionali agli enti locali. Informo che anche qui occorre il quorum dei due terzi dei votanti.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Mozione n. 398
del Consigliere Brandoni
“Tagli ai finanziamenti per i corsi professionalizzanti della terza area degli Istituti professionali”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. Come stabilito passiamo alla mozione n. 398 del Consigliere Brandoni, che ha la parola per illustrarla.

Giuliano BRANDONI. La settimana in corso nella nostra regione e soprattutto nella provincia di Ancona è stata significativamente caratterizzata da importanti manifestazioni degli studenti delle scuole professionali.
Come noto le scuole professionali oggi riescono ad offrire un’offerta scolastica articolata e completa, soprattutto grazie al fatto che integrano, attraverso quella che è chiamata terza area, le attività curriculari classiche con esperienze e processi lavorativi di particolare qualità. Tanto che molti di questi hanno la fortuna, l’opportunità, la possibilità di essere spendibili immediatamente anche come titoli per un lavoro certo.
Ora dentro il percorso già istituito e attraverso una serie di accordi che coinvolgono le Regioni ma che riguardano soprattutto dal punto di vista del finanziamento il Ministero e il Governo, inopinatamente è intervenuta una circolare, direi galeotta, che di fatto ha interrotto la possibilità finanziaria di continuare questi corsi.
Il danno direi che è enorme, si mette a rischio la possibilità per i giovani che quest’anno affronteranno l’esame di Stato di poter terminare il corso e quindi conseguire l’attestato, e rispetto a questo anche la qualificazione dell’esame di Stato diventa meno significativa e meno qualificata.
Oltre a ciò mette in difficoltà gli impegni, che le scuole hanno già realizzato attraverso contratti con i professionisti, che permettono la costruzione di questi corsi.
Tutto ciò è molto grave. E dobbiamo credo ringraziare in particolare gli studenti e gli insegnanti che hanno fatto diventare questo problema un problema importante. Essi con la loro mobilitazione, con la loro volontà e con loro buona lena hanno fatto quella che si chiama la buona politica.
Per cui ci troviamo di fronte alla necessità urgente intanto di segnalare al Governo, alla Conferenza di Stato Regioni, queste problemi e le difficoltà che ne conseguono.
Ma abbiamo anche la necessità ulteriore di riflettere e dare indicazioni alla Giunta regionale di un percorso che intanto provi a risolvere il contingente. Oggi ci troviamo di fronte a due situazioni, una è quella di prospettiva che riguarda gli istituti professionali e la loro articolazione, ma sta dentro la riforma della scuola ed è un dibattito significativo, l’altra è quella di rispondere ad un problema urgente e significativo.
E’ vero, le dimensioni finanziarie di questo problema sono importanti, sono importanti soprattutto per un bilancio regionale e possono essere di difficile reperimento.
Credo che dovremmo – e attraverso questa mozione mi auguro che l’Assessore e la Giunta operino immediatamente – costruire le condizioni per dare anche la risposta immediata. Dare la risposta immediata significa un accertamento finanziario di quanto questo comporta, significa individuare i corsi, significa coinvolgere le Province, i Comuni, significa coinvolgere la rete istituzionale a questa responsabilità.
Inoltre abbiamo anche il dovere come Assemblea legislativa e come Giunta regionale di adempiere alla nostra responsabile, che è ovviamente una responsabilità derivata. Quindi dobbiamo aprire un confronto serio con un Governo che – questa è la mia opinione – non attua una riforma scolastica ma attua una vera e propria controriforma scolastica. E dentro questa controriforma si rischia di rendere ancora più dequalificati processi scolastici, come quello degli istituti professionali, che invece dovrebbero e potrebbero essere una straordinaria occasione sia di qualificazione professionale come pure di qualificazione culturale.
Questo documento l’ho depositato una settimana fa, penso che in questo frangente l‘Assessore, la Giunta e credo anche molti Consiglieri avranno avuto occasione di incontrare gli studenti. Quindi è un documento significativamente aperto ad ulteriori contributi, ma dovremmo riuscire a dare una risposta di solidarietà immediata e nello stesso tempo di responsabilità concreta.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Condivido l’illustrazione fatta dal presentatore della mozione, compagno Consigliere Brandoni. In effetti se potessimo avere tempo per un’approfondita discussione e analisi ci accorgeremmo che purtroppo i tagli alla scuola, all’università e in generale all’istruzione pubblica non sono solo per la cosiddetta terza area, cioè per i corsi nelle scuole medie superiori e negli istituti tecnici in particolare, ma più in generale porta con sé un modello diverso di scuola, di istruzione e di sapere.
Per quanto riguarda i corsi della terza area c’è una clamorosa e colossale smentita di quello che voleva fare a parole il Governo, e in particolare il Ministro, ossia quando proclamava ad ogni minuto che bisognava legare l’istruzione al fare. Quindi c’è una clamorosa smentita, è come avviene sulle tasse, si dice: “abbiamo diminuito le tasse” quando invece in realtà le aumentano.
Però a conclusione, nell’annunciare il voto positivo a questa mozione, voglio spezzare una lancia a favore del Governo. Nel senso che purtroppo questa politica la può fare il Governo perché agisce, per forza o per amore, nell’ottica del federalismo. Ovvero, l’accentuarsi di una finta autonomia impositiva degli enti locali in realtà è solo sostituzione degli enti locali medesimi allo Stato.
L’autonomia scolastica ormai sarà per legge, la scuola vivrà o morirà se nei luoghi ci saranno le risorse. Le Regioni ricche avranno una scuola di serie A mentre quelle più povere avranno una scuola di serie B. E’ questo il federalismo! Infatti anche la scuola verrà alimentata con le risorse locali, con le tasse. E in un periodo di crisi il gettito fiscale sarà sempre minore, non maggiore.
Quindi una riflessione da parte della nuova legislatura che si sta per aprire bisognerà farla. Le forze democratiche e di sinistra dovranno compiere quell’analisi e anche quelle autocritiche su una fase che loro stesse hanno sostenuto ed agevolato.
C’è infatti stato un periodo che per non urtare le mire che allora erano secessioniste della Lega Nord ora si sta spezzando l’unità statuale, ma non intesa come elemento nazionalistico bensì intesa come diritti, come solidarietà.
Allora su questo, capite bene, che non ci sarà mai nessun fondo perequativo che potrà sostituire una politica unitaria dello Stato.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Mollaroli.

Adriana MOLLAROLI. Voglio anch’io esprimere solidarietà e vicinanza agli studenti, alle studentesse, agli insegnanti, alle famiglie, per l’azione di protesta che hanno intrapreso su un’iniziativa improvvida del Ministero dell’istruzione.
Non è la sola situazione di crisi e di difficoltà che vive la scuola in questo momento. Ma le ragioni, Consigliere Procaccini, non sono quelle a cui lei fa riferimento, ossia il federalismo, ma derivano da un’iniziativa del Governo che ha inserito le misure che riguardano il mondo della scuola dentro una manovra di bilancio e con il solo obiettivo di ridurre le risorse. Quindi non è una riforma, lo abbiamo detto tante volte, e i tanti atti continui che il Governo sta portando avanti vanno in questa direzione.
C’è la riduzione del numero degli insegnanti, malgrado le famiglie abbiano optato per il tempo prolungato e soltanto pochissime alla proposta del maestro unico, c’è la riforma delle scuole superiori, che oltre a non rispettare i tempi – le famiglie dovranno iscrivere i ragazzi entro il 28 febbraio senza però sapere a quale scuola dovranno iscriverli –, prevede la riduzione del tempo scuola, l’accorpamento delle classi di insegnamento. Insomma, il quadro è complesso e anche abbastanza difficile, ma ha comunque quel vizio di origine da cui conseguentemente nascono anche queste azioni che poi vanno a colpire direttamente gli studenti, la loro formazione e il loro futuro.
Questo è il quadro, ce lo siamo detti tante volte, non voglio riprendere tutte le questioni, ma a mio parere la lettura che va fatta è di questo segno.
Ora però chiedo al Governo regionale di non affrontare le situazioni in maniera separata. Innanzitutto va approfondita questa. Bisogna capire il quadro complessivo della regione, quante situazioni sono simili a queste, vedere quanti ragazzi, ragazze e scuole sono toccate da questo fenomeno, se tutti si sono comportati allo stesso modo, se esistono errori specifici. Per cui bisogna agire non in maniera superficiale.
Questo lo chiedo alla Giunta regionale, ma sono certa che su questo l’Assessore regionale non sarà distratta, non è sua natura e suo stile.
Così come chiedo di sanare anche altre questioni, infatti in questa Assemblea legislativa nel momento in cui abbiamo approvato il piano dell’offerta formativa della nostra regione abbiamo preso anche altri impegni.
Quindi non azioni ad hoc, ma approfondimenti e soluzioni, se possibile, dei vari problemi.
Il testo della mozione va bene, ma siccome oltre ad un’azione politica si chiede anche di verificare interventi necessari per una rapida e certa soluzione – io sono per una soluzione certa e rapida il tempo che necessita –, allora che soprattutto la Giunta regionale riferisca, se non in Assemblea legislativa quantomeno in Commissione, per avere un quadro di approfondimento certo, in maniera tale che non si facciano trattamenti particolari o ad hoc per affrontare le tante situazioni di disagio che ci sono in questo senso.
Tra l’altro la Giunta ha intrapreso un’azione interessantissima che riguarda la questione della lotta al precariato, è un intervento sui precari abbastanza consistente.
Dunque sono in atto iniziative molto significative, per cui con lo stesso stile e con lo stesso atteggiamento di chi approfondisce e valuta le questioni credo sia necessario trovare una soluzione anche a questa specifica questione.

Presidenza del Vicepresidente
Vittorio Santori

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Romagnoli.

Franca ROMAGNOLI. Brevemente per integrare, forse in maniera anche più esplicita, quanto già si legge nelle parole della Consigliera Mollaroli, che esprime preoccupazione per quanto parzialmente denunciato dalla mozione dei Comunisti – molto parzialmente in quanto è solo una parte del problema – e quindi pone a questa Assemblea il problema di tutta la formazione. Così come provammo a fare noi in sede di approvazione di bilancio nel momento in cui abbiamo assunto degli impegni precisi attraverso degli ordini del giorno approvati senza il voto di coloro che questa mattina presentano la mozione, cioè senza il voto dei Comunisti e della sinistra di questo consesso. Ma comunque approvammo quasi all’unanimità degli ordini del giorno che chiedevano proprio di far fronte nell’immediato alla partenza dei corsi di qualifica, per garantire appunto l’assolvimento dell’obbligo scolastico a quei ragazzi che nei centri pubblici o privati di formazione non riescono ancora – oggi siamo a gennaio – a partire con i corsi di formazione, proprio a causa di impegni non evasi, però – ascoltatemi bene – non dal Governo ma dalla Regione.
Qui parliamo di quello che deve fare il Governo, e mi va bene, però prima di parlare di quello che fa o non fa il Governo non posso non chiedere a questa Assemblea cosa fa la Regione per le sue materie di competenza esclusiva. La formazione professionale è infatti competenza esclusiva di questa Regione, ma noi sono anni che stiamo ritardando, in Italia siamo gli ultimi. L’avevo detto anche l’altra volta, Spacca trasaliva. Il Presidente Spacca oggi non c’è, però mi diceva, salvo l’impegno davvero forte su questo tema dell’Assessore, che sta cercando di mettere in essere e soprattutto di sensibilizzare questo Esecutivo, quindi questa Assemblea, su quelle che sono le competenze esclusive in materia di istruzione e formazione professionale.
Qui stiamo guardando la paglietta nell’occhio del Governo e non vediamo la trave che è in questa Regione che da anni ritarda una riforma, lasciando così i ragazzi per strada, questi sì, Consigliere Brandoni! Perché i ragazzi della terza area – glielo dice chi ha insegnato –, ringraziando il Cielo, non stanno per strada, la terza area sono corsi qualificanti di ragazzi che dopo l’assolvimento della qualifica stanno a scuola. Certo, potrebbero interrompere il percorso per poter quanto prima lavorare, potrebbero non fare gli stages con le imprese, ma stanno comunque a scuola.
La piaga sociale della dispersione, che nelle Marche è altissima, parliamo di qualche migliaia di ragazzi, la fronteggia la formazione professionale a quindici anni, primo, secondo e terzo anno, con quei corsi di istituti privati o statali, che siano delle Province o dei centri di formazione privati, che tanto vi danno fastidio.
Ecco quindi che vorrei capire come e quando si potrà fare questo accordo consentendo al Presidente Spacca di convivere tutti sotto uno stesso cielo. L’altra volta la sinistra ha votato contro l’avvio dei corsi dei centri di formazione, come quelli privati, l’Artigianelli di Fermo, le Canossiane di Porto San Giorgio, il Don Orione di Fano. Ma ce ne sono tanti nella stessa difficoltà che sono istituti pubblici, cioè gli istituti ex regionali che non riescono ad avviare i corsi per quattordicenni, quindicenni, sedicenni perché la Regione non ha fatto il suo dovere, non ha messo i soldi, non li ha messi in bilancio e soprattutto non ha avviato la riforma.
Ringrazio il lavoro che in tal senso sta facendo la mia Commissione, ringrazio per la sensibilità della Presidente e dell’Assessore Benatti che da qualche mese sta veramente seguendo questo tema, ma finora la Regione, quella stessa Giunta di cui fanno parte i Comunisti che si accorgono del problema solo oggi, è stata sorda al problema della formazione.
Per cui ora o rimandiamo tutto oppure su questa mozione ci mettiamo l’impegno a reperire i soldi, impegno che già questa Assemblea legislativa ha votato con un altro ordine del giorno ma ancora inevaso – c’erano 600 mila euro del Ministero del lavoro –. C’era l’impegno per l’avvio dei corsi certi, dove i ragazzi sono già iscritti. Le famiglie vanno puntualmente dai presidi dei centri di formazione a chiedere: “ è febbraio, mio figlio può iniziare la scuola?”. Quella scuola che per gli altri è cominciata a settembre!
E’ questa la piaga della dispersione. Troviamoli allora con il fondo sociale, troviamoli con la dispersione, troviamoli con quei soldi destinati dal Ministero del lavoro, ma comunque la partita di oggi si deve poter chiudere con la partita generale della formazione o almeno con un impegno a reperire soldi anche per l’avvio di quei corsi.
Altrimenti sarebbe una mozione faziosa e ipocrita perché guarda solo ad una parte del problema.

Presidenza del Presidente
Raffaele Bucciarelli

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Brevemente solo per dire che anch’io sostengo questa mozione affinché ci sia l’impegno per recuperare le risorse presso il Ministero, quindi un impegno diretto dell’Assessore e della Giunta per far fronte alla giusta esigenza di non vedere tagli su un aspetto così professionalizzante come quello del percorso formativo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D’Isidoro.

Antonio D’ISIDORO. Voglio fare solo un breve quadro generale portando, come mio solito, dati. L’OCSE dice che siamo i primi in classifica, ma in senso negativo, per quanto riguarda la disoccupazione giovanile. A me interessa questo e i dati sono eloquenti. Il numero degli occupati dai 15 ai 24 anni è sceso dell’11,6% – e parliamo sempre di dare loro un’adeguata formazione professionale –. Del milione e 870 mila rimasti senza lavoro, più di un milione ha meno di 34 anni.
La cosa che mi ha colpito, inoltre, è che c’è un bellissimo documento, una fotografia del Paese reale, fatto addirittura dalla Confindustria, Orientagiovani. La Marcegaglia accompagna il documento dicendo, cito testualmente: “Occorre mettere insieme formazione e flessibilità per aiutare davvero i giovani ad inserirsi nel mondo del lavoro”. Addirittura più avanti si veleggia quasi verso l’isola dell’utopia perché si parla di una patrimonializzazione sul modello inglese per incoraggiare anche il proseguimento degli studi, insomma si invoca la flexsecurity in salsa danese!
E’ colpa della Regione? E’ colpa del Ministero? L’Assessore Benatti ci ha detto che fino ad oggi quei fondi venivano dal Ministero. Però è anche vero quello che dice la Consigliera Mollaroli – e ringrazio la Consigliera Romagnoli di aver detto che nella Commissione cultura e pubblica istruzione si lavora con una certa serietà e una certa solerzia –, ossia che dovremmo anche procedere ad un monitoraggio per vedere nella nostra realtà qual è la realtà vera – scusatemi il gioco di parole –.
Ad esempio io vorrei vedere se qualche dirigente scolastico ha già provveduto in maniera tempestiva. Anche perché, tra le altre cose, molti di loro sanno che noi non siamo in grado di fare delle riforme strutturali. Noi diciamo che vogliamo delle riforme strutturali, che dobbiamo investire nella scuola, nella conoscenza, ma di fatto questo non avviene, andiamo avanti con slogan e con toppe. E questo naturalmente fa sì – c’è un bellissimo libro di Alesina e Ichino – che il nostro non sia un Paese per i giovani.
Inoltre, attenzione, io ho tutta la solidarietà per gli studenti e per colleghi docenti – parlo anche come insegnante –, ma nello stesso tempo stiamo attenti alla sottolineatura fatta dall’Assessore Benatti, per il semplice motivo che ad un certo punto se dobbiamo soddisfare tutte le richieste dovremmo anche dover versare un milione.
Quindi è giusto che su questo ci sia un confronto serrato e serio, soprattutto perché non dobbiamo far pagare alle nuove generazioni, ossia a chi già abbiamo tolto la voglia di futuro, qualsiasi altra possibilità.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Benatti.

Stefania BENATTI. Questa discussione, come già detto, sull’istruzione e la formazione professionale è stata avviata ormai da qualche tempo, in Aula ne abbiamo parlato durante il bilancio, ma l’Assemblea legislativa sarà molto impegnata nella prossima legislatura quando dovrà affrontare nella nostra regione (come in tutte le altre) le modalità con cui si dovrà esplicare l’istruzione e la formazione professionale.
Dall’anno scolastico 2010/2011, come detto anche dalla collega Romagnoli, questa materia diventerà di esclusiva competenza delle Regioni. Su questa materia è in discussione un accordo tra lo Stato e le Regioni. Stiamo altresì attendendo la definitiva approvazione della riforma della scuola media superiore, all’interno della quale è previsto anche il regolamento per gli istituti professionali e i relativi decreti.
Inoltre la discussione in sede di Conferenza Stato-Regioni ha visto concluso il lavoro in sede tecnica, e il Governo in sede tecnica ha stralciato la discussione in materia di risorse.
Quindi la discussione sulle risorse per l’istruzione e formazione professionale diventerà oggetto di una valutazione all’interno della nostra Regione. Tenendo conto – ce lo dice non solo le ricerche in materia di istruzione, ma anche quella ricerca che questa Regione un paio di anni fa ha commissionato e poi realizzato sui bisogni formativi del nostro territorio – che le professioni che escono dagli istituti professionali sono le più richieste dal nostro mondo del lavoro.
Quindi per la nostra Regione la materia oltre che complessa è anche molto impegnativa, e su questo, ripeto, si cimenterà la prossima Assemblea legislativa.
Questa vicenda cade in uno scenario di riorganizzazione – ad esempio non sappiamo se in futuro questi corsi della terza area rimarranno –, quindi cade in una fase di transizione e di conclusione delle competenze da parte del Governo.
Una circolare del Governo ha dichiarato che questa terza area fino all’anno scorso era finanziata per 1.533.341 euro (anno scolastico 2008/2009), mentre quest’anno verrà finanziata soltanto con un terzo di finanziamenti, pari a 562.660 euro, a valere sulle risorse relative alle iniziative di alternanza scuola-lavoro e che in questo anno scolastico sono state confermate.
Quindi, come diceva il collega D’Isidoro, se tutte le scuole, non tenendo conto di questa circolare per motivi diversi, avessero attivato – noi non ne abbiamo ancora notizia – tutti i corsi corrispondenti all’anno scorso, all’appello mancherebbe un milione di euro.
Dopo aver incontrato gli studenti giovedì scorso ho scritto al Dirigente scolastico regionale ed ieri ho ricevuto la lettera di risposta, vi riporto solo un brano importante per la nostra discussione. Il dott. Coccimiglio mi comunica che il 22 gennaio ha ricevuto una rappresentanza di studenti dell’Istituto di istruzione superiore Podesti Calzecchi Onesti e di altri istituti della regione. Questi studenti sono stati rassicurati sulla prosecuzione dei corsi pur con risorse diminuite. “Questo ufficio – continua la lettera dell’Ufficio scolastico regionale – comunque si attiverà presso il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca per avere certezza sulla consistenza dei finanziamenti destinati allo scopo e sulla tempistica della loro erogazione. Si rappresenterà comunque al Ministero la necessità di incrementare i finanziamenti medesimi. Tenuto conto, secondo quanto si evince nella nota ministeriale n. 2663 del 20 ottobre 2009, che risponde ai quesiti posti da taluni uffici scolastici regionali, che per l’anno 2009, in attesa dei nuovi ordinamenti degli istituti professionali a partire dal prossimo anno scolastico, i corsi della cosiddetta terza area vanno attuati nell’ambito dei finanziamenti riguardanti le iniziative di alternanza scuola-lavoro nei limiti delle risorse destinate agli scopi degli uffici scolastici regionali”. La nota continua con un dettaglio sui costi relativi all’anno scorso.
Ora ho appena chiamato il Direttore Coccimiglio per chiedergli per domani o al massimo dopodomani – sto attendendo ancora una sua risposta – un incontro congiunto Regione-Ufficio scolastico regionale. Ciò al fine di conoscere le modalità con cui il Direttore intende provvedere a quell’impegno preso prima con gli studenti e poi con questa lettera con la Regione in quanto portatrice di interessi generali e quindi della comunità. Noi infatti, avendo l’assoluta necessità che questi corsi vengano completati, vogliamo vedere con lui a tavolino come intervenire nei confronti del Ministero affinché queste risorse vengano ripristinate. O comunque per vedere come per le singole scuole sia possibile rimodulare, se necessario, anche l’organizzazione dei corsi, e addivenire entro la fine dell’anno scolastico ad un regolare espletamento del corso di studi in modo da permettere ai ragazzi di ottenere i diplomi.
A questa mozione proporrò un emendamento, cioè quello di chiedere al Governo e al Ministro dell’istruzione di ripristinare le risorse sia per l’anno scolastico in corso sia per quello prossimo; è evidente che non solo quelli che in questo momento fanno il quinto anno, ma anche quelli che fanno il quarto anno devono avere certezza del finanziamento. Ma ritengo dovrà essere una mozione da approvare all’unanimità in modo da poter dare una forza maggiore alla trattativa che apriremo con il Ministero.
Dobbiamo dunque rassicurare le scuole e le famiglie che questi corsi avranno completamento, che la Regione si affianca all’Ufficio scolastico regionale nel chiedere la definizione di questa partita, inoltre che dobbiamo vedere le modalità concrete con cui può essere raggiunto il finanziamento.
Come Regione stiamo anche lavorando per vedere se autorizzare – è nostra competenza – un aumento di ore, trasferendole dalla didattica all’alternanza scuola-lavoro, una cosa che permetterebbe di contenere i costi. Stiamo anche valutando se poter utilizzare risorse del Fondo sociale europeo.
E’ quindi un impegno che ci sentiamo di prendere, ma è evidente che deve vedere il coinvolgimento di tutti, in primo luogo dell’Ufficio scolastico regionale.
La Regione, come ho già detto anche al Consiglio comunale aperto di Chiaravalle, per quello che potrà farà sicuramente la sua parte.

PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi passiamo alla votazione. Ora visto che si sta predisponendo un emendamento nell’attesa sospendo la seduta.

La seduta è sospesa alle ore 11.45

La seduta riprende alle ore 11.55


PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori. Consiglieri, un po’ di attenzione, per cortesia!
Do lettura dell’emendamento presentato dall’Assessore Benatti: “Alla fine del quarto capoverso sostituire le parole ‘almeno per l’anno scolastico 2009/2010’ con le parole ‘almeno per gli anni scolastici 2009/2010 e 2010/2011’ “.
Do inoltre lettura dell’emendamento presentato dalle Consigliere Romagnoli e Mollaroli: “Aggiungere dopo il primo paragrafo titolato impegna la regione un secondo paragrafo: ‘- A risolvere altresì il problema dell’obbligo scolastico anche nella formazione professionale così come indicato nell’ordine del giorno approvato il 15 dicembre 2009 degli anni scolastici 2009/2010 e 2010/2011’ “.
Ha la parola l’Assessore Benatti.

Stefania BENATTI. Il mio emendamento l’ho già illustrato. Ossia, così come c’è un impegno dell’Ufficio scolastico regionale di chiedere al Ministero risorse aggiuntive per risolvere la vertenza della terza area per le quarte e le quinte, dobbiamo anche aggiungere per questo anno scolastico e per il prossimo, per dar modo a quelli che frequentano quest’anno il quarto ed il quinto l’anno prossimo di avere un finanziamento conclusivo.
Mi sembra invece che l’emendamento delle colleghe sia un’altra cosa, riguarda infatti le competenze della Regione che partono da questo anno scolastico in poi ma che non riguardano questi corsi.

PRESIDENTE. Emendamento dell’Assessore Benatti. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento delle Consigliere Mollaroli, Romagnoli. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Mozione n. 398, così come emendata. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)


Mozione n. 399
dei Consiglieri Mammoli, Cesaroni, Binci
“Crisi economica ed occupazionale ditta Bora Srl con sede a Maiolati Spontini”
(Votazione)

PRESIDENTE. Se siete d’accordo passiamo subito alla votazione, senza fare discussione, della mozione n. 399 dei Consiglieri Mammoli, Cesaroni, Binci. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Mozione n. 359
del Consigliere Viventi
“Sospensione dell’adeguamento agli studio di settore”
(Votazione)

PRESIDENTE. Passiamo ora alla votazione, anche questa senza fare la discussione, la mozione n. 359 del Consigliere Viventi.
Emendamento n. 1 del Consigliere Viventi: “Nel dispositivo le parole ‘31 dicembre 2009’ sono sostituite con le parole ’31 dicembre 2010’ “.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Mozione n. 359, così come emendata. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)


Proposta di legge n. 259
della Giunta regionale
“Norme in materia di beni e attività culturali”
(Votazione finale)
(Discussione e votazione articoli seduta n. 165 del 19 gennaio 2009)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 259 ad iniziativa della Giunta regionale. La discussione e votazione degli articoli e relativi emendamenti di questa proposta di legge è avvenuta nella seduta n. 165 del 19 gennaio 2009. Per cui dobbiamo passare alla votazione finale.
Proposta di legge n. 259, così come emendata. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)


Proposta di atto amministrativo n. 109/08
della Giunta regionale
“Piano di tutela delle acque (PTA) Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, articolo 121”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 109 ad iniziativa della Giunta regionale. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Comi.


Francesco COMI. L’acqua è una risorsa naturale e un bene pubblico indispensabile per la vita e lo sviluppo delle comunità viventi, quindi è da tutelare e migliorare a garanzia delle generazioni future.
Con il Piano di tutela delle acque la Regione Marche individua gli strumenti per la protezione e la conservazione della risorsa idrica.
Il Piano definisce tutti gli strumenti di protezione e risanamento dei corpi idrici superficiali e sotterranei e l’uso sostenibile dell’acqua, individuando le misure integrate di tutela qualitativa e quantitativa della risorsa idrica che garantiscano anche la naturale autodepurazione dei corpi idrici e la loro capacità di sostenere comunità animali e vegetali ampie e ben diversificate secondo principi di autoctonia.
Il Piano regolamenta gli usi in atto e futuri che devono avvenire secondo i principi di conservazione, risparmio e riutilizzo dell’acqua per non compromettere l’entità del patrimonio idrico e consentirne l’uso, con priorità per l’uso idropotabile, nel rispetto del minimo deflusso vitale alveo.
Il Piano delle acque è nella sostanza lo strumento di pianificazione regionale finalizzato a conseguire tutti gli obiettivi di qualità previsti dalla normativa vigente e a tutelare attraverso un impianto normativo l’intero sistema idrico sia superficiale che sotterraneo.
Il presente Piano segue il Piano regionale di tutela delle acque, I fase, acque superficiali, approvato dall’Assemblea legislativa il 29 febbraio 2000.
I principali riferimenti normativi ai quali si ispira la disciplina che andiamo ad approvare sono: la direttiva del 23 ottobre 2000, che istituisce un quadro per l’azione comunitaria e rappresenta il riferimento fondamentale per i suoi principi e indirizzi in materia di acque; il d.lgs. n. 152, norme in materia ambientale, parte III, che all’articolo 121 stabilisce che entro il 31 dicembre 2007 le Regioni, sentite le Province e previa adozione delle eventuali misure di salvaguardia, adottano il piano di tutela delle acque e lo trasmettono al Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio nonché alle competenti Autorità di bacino per le verifiche di competenza.
Questo Piano è stato sottoposto alla Valutazione ambientale strategica che ha previsto consultazioni pubbliche e che si è conclusa favorevolmente.
Dalle osservazioni pervenute è conseguita un’istruttoria molto lunga, alla quale hanno partecipato tutti i soggetti e gli attori interessati istituzionali e non, che si è conclusa con l’accoglimento di buona parte delle stesse e con l’impegno a portare una leggina che la Commissione ha già approvato e che risulterà iscritta all’ordine del giorno della prossima seduta dell’Assemblea legislativa, al momento è in visione presso il CAL.
Le attività propedeutiche per la redazione del presente Piano sono iniziate nel 2004 con la costituzione di un gruppo di lavoro tecnico istituzionale e sono proseguite a seguito della riorganizzazione regionale del 2007 fino ad oggi.
Il Piano è stato redatto dai dipendenti della struttura della Giunta regionale, in particolare è stato curato dal Servizio ambiente e paesaggio e dal Dipartimento per le politiche integrate di sicurezza e per la protezione civile, nonché dall’ARPAM e dall’ASSAM alle quali va un particolare ringraziamento.
Il Piano sviluppa lo stato delle conoscenze di varia natura, sia esse tecniche che socio-economiche (sezione A), permette l’individuazione degli squilibri ai quali sono state associate le proposte secondo un quadro di azioni ed interventi (sezione B), analizza gli aspetti economici (sezione C), detta comportamenti e regole finalizzate alla tutela del bene primario acqua (sezione D), contiene il rapporto ambientale e lo studio di incidenza ai fini della Valutazione ambientale strategica e della Valutazione di incidenza (sezione E).
Tra i tanti elementi qualificanti si vuole sottolineare quello relativo alle misure di tutela quantitativa e in particolare l’individuazione del deflusso minimo vitale, quello relativo agli obiettivi di qualità nonché quello di inerente alla costruzione di un sistema di supporto alle decisioni che individua macro indicatori ambientali ed economici in funzione delle singole criticità riscontrate per le aree idrografiche.
Il Piano è uno strumento dinamico, soggetto ad un periodico aggiornamento, aperto ai contributi esterni e strumento primario di governo dell’azione pubblica nel sempre più delicato campo del bisogno e dell’uso intelligente delle acque in regime di cambiamenti climatici ormai ampiamente documentati.
Ai portatori di interessi che hanno collaborato in tal senso è stato chiesto di contribuire al miglioramento del Piano, secondo uno spirito di collaborazione e di proposizione e nella consapevolezza che il fine è quello del raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientali fissati dalle normative vigenti per il 2008/2015.
La Regione Marche è dovuta arrivare a questa sintesi consapevole che se non avesse approvato il Piano e non lo avesse fatto tempestivamente dentro questa legislatura sarebbe certamente incorsa nelle sanzioni comunitarie abbastanza impegnative.
Altra materia che non trattiamo ma su cui voglio fare comunque una riflessione, riguarda la gestione del servizio delle risorse idriche che, ahimè, questa legislatura non è riuscita a definire e che sarà materia e oggetto di dibattito politico nella prossima legislatura, stante la discussione che c’è in merito appunto alla gestione di un servizio di un bene pubblico quale quello delle acque.
La Regione Marche aveva una sua proposta e in essa l’obiettivo era sempre quello del servizio e della gestione pubblica.
Dunque oggi dobbiamo sicuramente approvare questo atto dal valore strategico, politico e istituzionale per l’intera regione e per tutti quei soggetti istituzionali e gestori che ne hanno bisogno come punto di riferimento.

Presidenza del Vicepresidente
Vittorio Santori

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Lippi.

Leonardo LIPPI. Il collega Comi ha fatto una relazione molto approfondita, ma non posso nascondere che i problemi comunque ci sono. Devo mettere in evidenza che essendo stato un lavoro legato alla programmazione comunitaria poi naturalmente sono apparse incongruenze forti per quanto riguarda la disponibilità delle risorse per gli enti locali, per le aziende e per tutti quelli che gestiscono tale materia.
C’è una grossa preoccupazione da parte dei Sindaci e dei gestori per il fatto che norme così cogenti e pesanti possano creare tutta una serie di ripercussioni a livello di atti giudiziari conseguenti, in quanto magari non vengono rispettati i parametri o non vengono adeguati gli scarichi alle norme.
In Commissione questo tema lo abbiamo affrontato, abbiamo anche proposto una legge successiva a questo atto, ciò per dare delle garanzie di tutela a quelli che eventualmente verranno sollecitati dalle autorità giudiziarie e sottoposti ai controlli di rito o di dovere.
La preoccupazione è forte, quindi noi dobbiamo sì rispettare le indicazioni della Comunità europea, però dobbiamo essere anche disponibili a mettere delle risorse affinché tutti si possano adeguare alle norme.
Il discorso è complesso. Viviamo un momento di pressing per quanto riguarda l’infrazione a cui si è sottoposti, ma allo stesso tempo sappiamo di mettere a rischio gli amministratori sia pubblici che quelli delle società miste pubblico-private che gestiscono gli scarichi.
Come sempre non dobbiamo addebitare le colpe agli altri, dobbiamo assumerci la responsabilità, quindi dobbiamo dare una risposta concreta per evitare che dall’Aula istituzionale la materia si sposti nelle sedi giudiziarie.
Questo è un ruolo che la politica deve affrontare con serietà.
L’Amministrazione regionale ha sì programmato delle risorse ma che rispetto al fabbisogno sono minime.
Una programmazione seria di rispetto degli obblighi deve essere anche affiancata da un certo percorso. E’ per questo che si sono allungati i termini affinché tutti si possano adeguare alle norme e alle prescrizioni restrittive che ci ha dato l’Europa.
Ripeto, la materia è complessa, ci sono stati infatti dibattiti molto accesi anche sui tavoli tecnici. Insomma c’è stato un percorso di costruzione molto complesso e delicato.
La formula per la quale oggi dettiamo questo atto amministrativo è quanto meno un patto di lealtà tra chi gestisce e chi impone le norme. E’ però necessario che alle norme seguano anche le risorse economiche affinché, ripeto, si possa dare agli operatori di questo settore tutela e certezza di non incorrere in provvedimenti giudiziari.
Noi siamo a fine mandato quindi lasciamo un’eredità fortissima ai nuovi amministratori. Sappiamo infatti che questo impegno è notevole (parliamo di centinaia di milioni di euro), tutti dovranno adeguarsi in base alla programmazione che si dà con questo Piano di tutela delle acque.
E’ un Piano molto elaborato ed molto analitico che peraltro sfocia in un momento in cui la crisi economica generale non ci aiuta, non aiuta la politica, non aiuta i cittadini, non aiuta le aziende, non aiuta gli Enti locali. Sappiamo bene che la scarsità di risorse economiche poi contrasta con norme molto rigide e restrittive. Sicché non vorremmo che queste risorse vengano poi disperse per impiantare cause giudiziarie che possono essere anche molto onerose per gli enti pubblici e per le aziende, potendo così addirittura distrarre anche altre risorse.
Dai banchi dell’opposizione è dunque questa l’attenzione che chiedo, perché è molto importante un’attenta e corretta gestione di una simile materia.

Presidenza del Presidente
Raffaele Bucciarelli

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere Parrucci.

Pietro Enrico PARRUCCI. Chi mi ha preceduto ha già evidenziato le problematiche che scaturiscono da questo Piano di tutela delle acque. E’ un Piano complesso e di difficile attuazione, non ci sono le risorse. Non dimentichiamoci che il fabbisogno per la sistemazione degli scarichi inquinanti è attorno ai 350-400 milioni di euro, e a fronte di questa necessità la Regione nel Piano ha messo solo l’1 o il 2%, una cifra irrisoria che non serve assolutamente a nulla.
Il Consigliere Comi ha evidenziato che è necessario approvare questo Piano altrimenti incorreremmo nelle sanzioni europee. Ma in realtà l’Europa ha già evidenziato questo nostro colpevole ritardo.
Inoltre, guarda caso, è proprio a fine legislatura che si fanno tappabuchi con leggi che, invece, si sarebbero dovute fare nel corso dei cinque anni.
Come ha detto il Consigliere Comi, questo Piano si sarebbe dovuto approvare entro il 2007, oggi allora siamo già in ritardo di tre anni, si parla infatti di sanzioni europee di 10 milioni di euro.
Questo Piano ha peraltro la necessità di essere approvato anche nei confronti di quei dipendenti della Regione che si trovano colpevolizzati di un simile ritardo. Un ritardo che, invece, è solo dell’Amministrazione pubblica.
Ma quello che non si può assolutamente accettare – oltre al fatto che in Commissione ho potuto riscontrare che ci sono delle norme in contrasto con le normative europee e nazionali – è che si continua a mettere la testa sotto la sabbia per non affrontare il problema. Mi risulta che anche la leggina approvata ieri in Commissione – io non ero presente – non è altro che una sanatoria per tutte quelle aziende che in questi anni hanno inquinato, si riparte da zero.
Per cui non mi spiego che se a livello nazionale qualcuno prova a fare lo scudo fiscale per i finanziamenti si grada all’illegalità, quando invece qui non si è assolutamente considerata neppure la gravissima situazione di inquinamento già esistente. E’ accaduto come nel caso di quando venne riscontrato che l’acqua era inquinata da un eccesso di atrazina, pensate che per rimettere a posto il livello di inquinamento si è elevato il limite di tossicità dell’atrazina! Componente che se invece troppo elevata risulta essere nociva per la salute pubblica.
Oggi qui si sta facendo una cosa simile, perché se continuiamo a fare delle sanatorie per quei soggetti che peraltro fino adesso hanno visto provvedimenti in deroga, questi stessi soggetti continueranno in eterno ad inquinare; la sanatoria ha infatti eliminato il contenzioso nei confronti dello Stato e dell’Amministrazione pubblica.
Le problematiche che riguardano la tutela delle acque sono innumerevoli. Ad esempio un segnale positivo potrebbe venire dal finanziamento di un mutuo BEI di circa 100 milioni di euro che potrebbe dare delle priorità a quelle aziende che in questi anni hanno maggiormente inquinato.
Quindi essendo attualmente minime le possibilità di intervento ritengo che il nostro voto su questo atto debba essere contrario. Il problema è stato affrontato solo marginalmente, non si è entrati nel merito, si è colpevolmente in ritardo, sicché di questo la politica, ossia la Giunta regionale, l’Amministrazione pubblica regionale si deve assumere le proprie responsabilità.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Brandoni.

Giuliano BRANDONI. Solo per due brevi considerazioni. La prima è sicuramente un ringraziamento a chi ha lavorato con grande difficoltà. Stamani ci è stato ricordato che il lavoro è stato interamente svolto dalle nostre strutture, dai nostri uffici, quindi un plauso a loro.
La seconda considerazione è che vorrei consegnare a questo dibattito un rammarico. Oggi noi approviamo un atto importante in una condizione che rende claudicante un passaggio in quanto manca l’altro atto, ossia il regolamento che riguarda la gestione delle risorse idriche, atto altrettanto significativo.
Il dibattito politico oggi guarda all’acqua con attenzione e preoccupazione, guarda all’acqua come bene pubblico, come bene comune. Ma dentro c’è comunque il rischio vero e concreto che anche l’acqua possa entrare a far parte della vicenda delle merci. E che quindi come merce possa vedere il rischio di diventare elemento che potrà mancherà a molti – come pure oggi manca a molti –. Quindi il rischio di un passaggio anche nel nostro Paese di cesura culturale.
Questa legislatura, ormai è certo, non potrà approvare quella proposta che io ho trovato sin dall’inizio dei lavori di questo quinquennio, allora mi auguro che sia almeno tra i primi atti la certezza della gestione pubblica di un bene comune come l’acqua e gli strumenti più efficaci per farlo. Questo deve essere l’impegno politico decisivo che caratterizzerà la prossima Assemblea legislativa che mi auguro possa avere una maggioranza simile all’attuale.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Brevemente per indicare alcuni dei contenuti essenziali di questo Piano, contenuti che comunque andranno rafforzati all’inizio della nuova legislatura.
Qui si parla della tutela delle acque superficiali e sotterranee, delle zone di protezione, ecc., ma un altro passaggio importante, secondo me, è sicuramente quello che riguarda il monitoraggio, ossia una misurazione dei prelievi in tutti i settori, aspetto importante per poter intervenire nelle eventuali situazioni di crisi; ad esempio ad ogni estate ci troviamo nella situazione di crisi, della durata di circa un mese, un mese e mezzo, dovuta a causa della non sufficiente portata di acqua potabile.
Negli interventi che mi hanno preceduto è stata richiamata la necessità di fare grossi interventi e investimenti sulla rete fognaria, ma poi non si richiama nessun intervento per quanto riguarda la razionalizzazione dell’uso dell’acqua potabile.
Sappiano come l’acqua potabile sia un bene importante, si utilizzano anche le acque sotterranee, però di fatto non abbiamo una grossa conoscenza delle capacità di ricarica delle nostre falde, soprattutto non abbiamo una vera conoscenza dei reali consumi. Ma sappiamo sicuramente che c’è un grosso spreco di un’acqua minerale come la nostra, acqua che per esempio viene utilizzata per i lavaggi portuali, per i lavaggi delle carrozze ferroviarie o altre situazioni simili.
Ci sono inoltre progetti per l’utilizzo del riciclo delle acque depurate.
Tutti investimenti che andrebbero fatti in quanto vanno ad incidere direttamente sull’uso corretto dell’acqua potabile.
Questo è dunque l’aspetto più importante che dovremmo affrontare nei prossimi anni. Certamente dobbiamo orientarci verso il potenziamento delle capacità di depurazione però finalizzato al riuso.
Voglio ad esempio ricordare che nella zona industriale di Jesi c’è sì un grosso fitodepuratore ma quell’acqua non viene riutilizzata. Perché? Perché di fatto i costi per produrre acqua potabile sono superiori a quelli per la gestione di acquedotti.
Si arriverà sicuramente ad una normativa verso questo settore, ma purtroppo lo si farà solo dietro l’emergenza. Emergenza che però inevitabilmente, secondo me, sarà poi anche molto drammatica.
E’ per questo che bisogna continuare a focalizzare tutti quegli interventi che potranno essere utili, sia per il riutilizzo dell’acqua di depurazione o di altro tipo, sia per una corretta razionalizzazione di acqua potabile, risorsa indispensabile per l’uomo.

PRESIDENTE. Se nessuno chiede la parola passiamo alla votazione. Ci sono due emendamenti identici, il primo è dei Consiglieri Parrucci, Massi, Lippi, l’altro è della Presidente Ortenzi come IV Commissione.

Emendamento n. 1 dei Consiglieri Parrucci, Massi, Lippi:
All’articolo 28, comma 6, sono soppresse le parole: “Sono altresì considerate assimilate le acque reflue industriali depurate in modo tale da aver assunto i requisiti per lo scarico in acque superficiali, in quanto in questo caso la fognatura costituisce un mero mezzo di trasporto.”.

Emendamento n. 2 della IV Commissione. Decaduto.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 3 della IV Commissione:
Dopo il comma 14 dell’articolo 30 è inserito il seguente:
“14 bis. Per le attività produttive che si trovano nelle condizioni di cui al comma 9 è ammesso il recapito nella pubblica fognatura servita da idoneo impianto di depurazione finale, previa autorizzazione, come scarico industriale, nel rispetto dei limiti per lo scarico in acque superficiali senza che per l’impianto finale si applichino i valori limite dei parametri della tabella 3 dell’allegato 5 del d.lgs. n. 152/2006 riconducibili allo scarico in questione.”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Proposta di atto amministrativo n. 109, così come emendato. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)


Proposta di atto amministrativo n. 141
della Giunta regionale
“Piano regionale per un sistema di interventi di cooperazione e di solidarietà internazionale 2010/2012. Articolo 9, legge regionale 18 luglio 2002, n. 9 e successive modificazioni”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 141 ad iniziativa della Giunta regionale. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Questo è un Piano regionale per un sistema di interventi di cooperazione e di solidarietà internazionale per gli anni 2010, 2011, 2012.
Gli interventi si attuano con le stesse modalità, cioè, sia attraverso il Piano regionale, sia attraverso i programmi co-finanziati con fondi nazionali ed europei e i programmi che finanziano i progetti provenienti dagli enti locali e dalle associazioni, il tutto in un’ottica di cooperazione decentrata.
La quota di finanziamento annuale rimane invariata, è di circa 1 milione e 400 mila euro.
Inoltre all’interno dei progetti sono stati inseriti, su richiesta della Commissione e delle associazioni del territorio, i Paesi dell’Africa subsahariana.
Tra le priorità vediamo inseriti gli obiettivi del millennio, ossia la riduzione della fame e della povertà, il miglioramento dell’istruzione, il miglioramento delle condizioni di vita per debellare alcune malattie croniche nei Paesi più poveri del mondo, il sostegno di azioni sociali al fine di evitare il lavoro nero dei bambini e favorire il loro inserimento e mantenimento nei corsi scolastici, specialmente delle bambine, ossia obiettivi per migliorare le condizioni di vita delle donne nei Paesi poveri.
Altre azioni sono orientate a favorire il microcredito e il finanziamento di attività. Quelle attività che si inseriscono in uno spirito di collaborazione ecosolidale e che quindi favoriscano attività locali e che permettano anche il mantenimento di un ambiente ecologico e sociale favorevole e rispettoso dei diritti delle persone e di quei Paesi.
Quindi verranno finanziati progetti a iniziativa territoriale, progetti ad iniziativa regionale e micro-progetti. Per i progetti ad iniziativa territoriale e per i micro-progetti verranno realizzati bandi sulle priorità individuate all’interno del Piano.
Le aree geografiche su cui si interviene sono Africa, America Latina, Asia, Balcani ed Europa.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere D’Anna.

Giancarlo D’ANNA. La scorsa settimana abbiamo avuto modo di valutare questo Piano di interventi. Nella prima parte si fa un po’ il resoconto dei progetti degli scorsi anni. Progetti che sicuramente oltre ad aver dato alcuni risultati importanti hanno permesso un aumento della professionalità di coloro che hanno seguito questi interventi.
Interventi che, come ha detto il relatore di maggioranza, riguardano soprattutto una serie di progetti, micro-progetti ed iniziative che sono state portate avanti in diverse aree geografiche del globo.
Sicuramente quello della cooperazione è un settore importante e fondamentale. Credo che la Regione possa dare dei segnali diversi da quelli che purtroppo troppo spesso provengono da quelle grandi organizzazioni che nella maggior parte dei casi consumano buona parte dei fondi a disposizione per la struttura, e questo ovviamente va a discapito di quelle popolazioni o di quelle situazioni che invece si vorrebbero aiutare o correggere.
Quindi ben vengano progetti mirati che riguardano aspetti che a volte noi diamo anche per scontati, per esempio per la costruzione di alcuni pozzi per l’acqua oppure per reti che consentano di far acquisire professionalità ai giovani non occupati e quindi per toglierli dalla strada.
Nonostante tutto credo comunque si sia fatto poco, questo infatti è un investimento anche nei confronti di un problema che riguarda il mondo occidentale, ossia quello dell’immigrazione selvaggia. Voglio dire che più riusciamo a trovare delle soluzioni nei Paesi di appartenenza e meno problemi di riflesso avremo noi. Anche se lo scopo principale dovrebbe essere quello di dare l’opportunità, soprattutto in situazioni al limite del drammatico, di poter uscire fuori in modo dignitoso.
Sono stati portati avanti in passato circa 37 progetti, finanziati in parte dalla Regione, in parte dalla Comunità europea, in parte dallo Stato, e buona parte di essi sono micro-progetti.
Ritengo che il Piano regionale triennale 2007/2009 abbia dato complessivamente un buon risultato, ma in prospettiva sarebbe opportuno dare una opportunità in più inserendo più fondi soprattutto per quelle realtà per le quali si ottengono dei risultati importanti.
Pertanto da parte nostra dovrebbe esserci ancora più attenzione come pure interventi più mirati per quelle realtà che si trovano in maggiore difficoltà.
Tra alcuni programmi ci sono anche quelli per il rispetto dei diritti umani, allora vorrei qui ricordare che questa Assemblea un paio di anni fa votò l’adesione all’Associazione di Comuni, Province e Regioni per il Tibet. Però anche su questo in questa Regione c’è una contraddizione, perché se ci apprestiamo a festeggiare la ricorrenza di Padre Matteo Ricci poi dovremmo ricordare il valore ed il rispetto dei diritti umani anche per il Tibet.
Quindi faccio un appello alla Giunta e all’Assemblea legislativa di non mettere sempre prima il business, perché se vogliamo inserirci nel discorso dei diritti umani lo dobbiamo fare in modo serio. Quindi ogni occasione, compresa appunto quella di Padre Matteo Ricci, ci deve far ricordare che ad esempio in Cina c’è un popolo, quello Tibetano, che continua ad essere oppresso, lì ogni anno ci sono 5.000 esecuzioni capitali, c’è un traffico impressionante di organi che provengono dalle esecuzioni di questi condannati a morte, che molto spesso sono anche esponenti dell’opposizione politica.
Pertanto se quest’opera di cooperazione, al di là dei progetti, vuole andare verso quel rispetto che tutte le persone di questo mondo hanno diritto di avere, tutto questo lo dobbiamo tenere in considerazione.
Il mio voto sarà favorevole.

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Se nessuno chiede la parola passiamo alla votazione.

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Proposta di atto amministrativo n. 141. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)


Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Solazzi.

Vittoriano SOLAZZI. Vorrei sapere se è possibile discutere il punto 6) dell’ordine del giorno in quanto devo assentarmi per impegni istituzionali, così come altri colleghi di Giunta. Peraltro mi sembra che in Conferenza dei capigruppo prima della fine della legislatura sono state previste nuove sedute oltre quelle calendarizzate.

PRESIDENTE. Bene, Assessore, allora passiamo al punto 6) e poi sospendiamo. (…) Avevamo deciso di lavorare attorno alle ore 13,00…(…) Magari potremo fare anche il punto 7).


Proposta di atto amministrativo n. 142/09
ad iniziativa della Giunta regionale
“Programma triennale degli interventi regionali a favore degli emigrati marchigiani per gli anni 2010/2012 - legge regionale 30 giugno 1997, n. 39, articolo 3, commi 1,2,3”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 142 ad iniziativa della Giunta regionale. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliera Mammoli.

Katia MAMMOLI. Oggi discutiamo e approviamo – speriamo, ma visto che in Commissione il voto è stato unanime non credo che ci saranno difficoltà – il Piano triennale per gli interventi a favore dell’emigrazione.
Il fenomeno dell’emigrazione italiana e regionale è stato nel passato, come pure tutt’oggi anche se in condizioni opposte, un fenomeno di grande importanza sia dal punto di vista sociale che culturale ma direi anche dal punto di vista storico. Ormai infatti l’emigrazione italiana fa parte della storia.
Quindi una grande attenzione va rivolta ad un fenomeno molto importante da diversi punti di vista.
A tutt’oggi gli italiani nel mondo che conservano la cittadinanza italiana sono circa 4 milioni. Questo dimostra che cosa significhi ancora oggi un simile fenomeno, quando appunto all’interno del contesto internazionale vediamo una forte presenza di italiani o dei loro discendenti che continuano, pur rimanendo nelle varie parti del mondo, a mantenere un legame molto stretto con la loro madre Patria.
Tra il 1876 e il 1975 i marchigiani emigrati all’estero sono stati circa 650 mila, poi di questi circa un terzo è ritornato in Italia quando si verificò un cambiamento delle condizioni economiche.
I Paesi nei quali siamo maggiormente presenti sia come italiani sia in particolare come marchigiani sono l’Argentina, gli Stati Uniti, la Francia, la Germania, l’Austria e il Belgio.
Ci sono situazioni diverse tra l’emigrazione avvenuta nei Paesi del centro o del sud America e l’emigrazione avvenuta, anche se in un passato più recente, nei Paesi europei.
Verso i Paesi del sud America, in Argentina in particolare, le nostre popolazioni emigravano perché le situazioni economiche e di lavoro che c’erano nella madre Patria e qui nelle Marche erano tali da non costituire una sopravvivenza dignitosa, quindi allora si emigrava sia per la ricerca di un lavoro come pure per una prospettiva migliore di vita.
La migrazione degli italiani e marchigiani verso l’Argentina – ricordo che ne parlai ampiamente quando discutemmo per la prima volta della Giornata delle Marche – è stata anche di carattere artigianale e a volte anche professionale ed artistica. Quindi in quei territori si sono costituite delle realtà anche molto importanti dal punto di vista culturale. E’ per questo che a tutt’oggi, pur essendo ormai alla terza o quarta generazione, i rapporti con la madre Patria sono rimasti molto vivi.
Differente, invece, sia dal punto di vista storico che per le condizioni economiche, è stata l’emigrazione verso i Paesi europei. Questa è un’emigrazione particolare, innanzitutto perché avvenuta nell’immediato dopoguerra, quando appunto in Italia le condizioni erano estremamente gravi a causa della guerra, inoltre perché gli stessi lavori che i nostri emigrati andavano a fare nei Paesi europei erano estremamente difficoltosi e penosi.
L’emblema di questa emigrazione – che comunque ha avuto anche i suoi riscontri positivi, infatti oggi molti dei nostri emigrati nei Paesi europei hanno discrete o buone condizioni economiche – è Marcinelle, l’emigrazione avvenuta in Belgio, un’emigrazione estremamente povera, un’emigrazione che dava poca dignità ai nostri lavoratori che venivano trattati esclusivamente come massa lavoro.
Di questo fenomeno bisognerebbe parlarne a lungo, dovrebbe essere fatta una valutazione molto ampia, forse ci servirebbe per capire meglio quelle situazioni di migrazione che oggi stiamo vivendo in maniera inversa, infatti oggi rispetto al passato l’Italia gli emigranti li accoglie.
Ora, al di là di quello che ognuno pensa nei confronti della Giornata delle Marche, il fatto che comunque questa Giornata serva per tenere rapporti con i nostri emigranti sicuramente è un fatto positivo. Perché qualunque sia la situazione economica dei nostri emigranti, quindi anche nel caso siano riusciti ad ottenere dal punto di vista lavorativo e professionale dei risultati eclatanti, tuttavia la loro nostalgia e il ricordo della madre Patria è sempre vivo.
Quindi credo che la Regione debba mantenere in tutti i modi i rapporti con questi emigranti che non vogliono staccarsi dalle radici della loro madre Patria e in particolare con la regione Marche. E la Regione Marche questo cerca di farlo anche attraverso questo Piano triennale
La Regione, inoltre, promuove iniziative a favore degli emigranti, delle loro famiglie e per il mantenimento dell’identità culturale con la regione, oltre che iniziative di carattere culturale. Spesso infatti dalla regione Marche si muovono iniziative di carattere artistico, teatrale, culturale atte a portare la nostra voce a questi emigranti che vogliono appunto mantenere vivo il rapporto con la loro madre Patria.
L’intervento più massiccio della Regione Marche riguarda il potenziamento organizzativo dell’associazionismo dei marchigiani. Dovete infatti considerare che soltanto nel sud America ci sono circa 10 mila iscritti alle associazioni dei marchigiani emigrati –associazioni che vogliono mantenere il rapporto non soltanto con le Marche ma anche tra di loro –, nel nord America ce ne sono circa 1.500, mentre in Europa sono circa 2.800. Più del 20% sono giovani. E’ chiaro che per gli anziani c’è sicuramente una componente nostalgica, di cultura o di dolore nei confronti della terra che hanno lasciato, ma è anche evidente che questo affetto e questo legame nei confronti della madre Patria viene tramandato anche ai giovani, altrimenti non si spiegherebbe perché circa il 20% dei componenti di queste associazioni sono giovani, giovani che o non sono addirittura nati in Italia o che magari hanno solo rapporti sporadici.
Gli interventi che la Regione fa rispetto all’associazionismo è attraverso il Consiglio dei marchigiani all’estero nominato dal Presidente della Giunta regionale. Questo Consiglio propone iniziative e esprime pareri rispetto agli atti approvati dalla Regione, quindi anche rispetto all’atto che stiamo discutendo. Pertanto c’è un rapporto non soltanto di carattere affettivo ma anche di carattere organizzativo rispetto appunto a tutte le iniziative che si intendono fare.
Ci sono iniziative rivolte ai giovani, iniziative che promuovono l’informazione sulla vita regionale, iniziative volte a favorire il rientro e l’avvio di nuove attività. Se infatti nel Paese dove vivono magari si verifica una crisi economica viene favorito il rientro in Italia. Per esempio dall’Argentina ci sono state tre-quattro fasi di rientro, sono rientrati argentini di prima, seconda e terza generazione. Dunque è evidente che se queste persone chiedono di rientrare perché appunto hanno difficoltà c’è poi la necessità di dare loro un aiuto sia dal punto di vista amministrativo che dal punto di vista economico.
Altri progetti a favore dei giovani riguardano la salvaguardia delle radici storiche, corsi di lingua italiana, la promozione della formazione professionale e universitaria. C’è infatti un interscambio tra le università marchigiane e le altre università che consente a quei giovani che vogliono rientrare di avere una conoscenza più approfondita, di fare magari degli stage nelle nostre aziende. Quindi c’è un accordo per favorire uno scambio culturale e professionale.
Gli interventi sono suddivisi in tre gruppi, ci sono interventi solo a carico della Regione, interventi a carico della Regione in cooperazione con le Province, interventi a carico della Regione in cooperazione con i Comuni.
In Commissione abbiamo già discusso il Piano annuale in cui ci sono gli interventi più specifici – questo di oggi è invece il Piano triennale che dà gli indirizzi più generali – che approveremo successivamente, in modo da dar tempo agli uffici della Giunta regionale di mandare avanti gli interventi già decisi e soprattutto di utilizzare i finanziamenti a disposizione.
Purtroppo i finanziamenti non sono tanti, ossia non sono quanti sarebbero invece necessari per questo Piano triennale, che sicuramente è un Piano di ampio respiro e che mette in campo una serie di iniziative abbastanza importanti. Qui parliamo di circa 400 mila euro l’anno per tre anni. Cerchiamo dunque di spenderli al meglio, poi se ci sarà, come auspico, la possibilità di poter avere qualche finanziamento ulteriore sicuramente gli interventi che oggi andiamo ad approvare potranno essere attuati nella forma migliore e nel modo più ampio.

Presidenza del Vicepresidente
Francesco Comi

PRESIDENTE. Visto che la relatrice di minoranza Consigliera Ciriaci è assente... (…) Prego, Consigliera Mammoli.

Katia MAMMOLI. Voglio sono informare i colleghi che in Commissione su questo atto è stato espresso parere favorevole da parte di tutti, quindi sia da parte della maggioranza che dell’opposizione.

PRESIDENTE. Grazie, Consigliera Mammoli. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere D’Anna.

Giancarlo D’ANNA. Siamo sicuramente d’accordo. Io ho seguito anche negli scorsi anni le problematiche legate al discorso dei nostri emigrati, quindi ritengo senz’altro importante e fondamentale che venga con essi mantenuto un rapporto.
Siamo d’accordo sul discorso di puntare sui giovani. E’ infatti il giovane che ci può dare anche in prospettiva un riscontro in merito a quegli obiettivi che hanno fatto nascere le stesse associazioni.
Possiamo certamente raffinare o focalizzare di più l’attenzione sugli interventi più efficaci, ma la cosa importante è che si mantenga questo continuo rapporto tra le Marche e coloro che per scelta o per necessità si sono allontanati nel corso degli anni ma che hanno comunque mantenuto come punto di riferimento la nostra regione.
Il nostro voto sarà favorevole.

PRESIDENTE. Se nessuno chiede la parola passiamo alla votazione.

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Proposta di atto amministrativo n. 142. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)


Proposta di legge regionale n. 307
dei Consiglieri Comi, Badiali
“Istituzione dei Parchi storici della Battaglia di Tolentino e della Battaglia di Castelfidardo”

Proposta di legge regionale n. 305
del Consigliere Massi
“Norme per la istituzione del Parco storico della Battaglia della Rancia – Tolentino 1815”

Nuova titolazione: Valorizzazione dei luoghi della memoria storica risorgimentale relativi alla battaglia di Tolentino e Castelfidardo e divulgazione dei relativi fatti storici”

(abbinate)
(Votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 307 ad iniziativa dei Consiglieri Comi, Badiali, e la proposta di legge n. 305 ad iniziativa del Consigliere Massi, abbinate. Se siete d’accordo, visto che su queste proposte vi è il consenso sia di maggioranza che di minoranza, passerei direttamente alla votazione. (…) Bene, passiamo quindi alla votazione.

Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 307 abbinata alla n. 309. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

La seduta è tolta.




La seduta termina alle ore 13.00