CELEBRATO DAL CONSIGLIO REGIONALE IL “GIORNO DEL RICORDO”
Seduta aperta in memoria delle vittime delle foibe e dell'esodo della popolazione italiana della Venezia Giulia e della Dalmazia dopo il secondo conflitto mondiale.

“IL SILENZIO NON E' MAI UNA CURA”

Conservare e mantenere viva la memoria della tragedia di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre della popolazione italiana della Venezia Giulia e della Dalmazia nel secondo dopoguerra. Questo lo spirito del “Giorno del ricordo”, solennità civile nazionale istituita con legge dello Stato nel 2004. Ad essa il Consiglio regionale delle Marche ha dedicato una seduta assembleare aperta, organizzata in collaborazione con l'ANVDG (Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia) e con la partecipazione degli studenti di alcune classi dell'Istituto d'Istruzione Superiore “Corridoni-Campana” di Osimo che hanno lavorato sul tema delle foibe e dell'esodo istriano-giuliano-dalmata.
“Il ricordo di quei fatti – ha detto Mastrovincenzo - è stato a lungo coperto da un velo, impedendo alla verità di emergere ma il silenzio su una violenza non è mai una cura. Due sono oggi i contesti che ci aiutano a ripensare ai fatti e al ricordo delle vittime: il primo riguarda l'Europa, cornice di pace e di sviluppo; il secondo è quello dell'Adriatico e della Macroregione Adriatico-ionica come spazio di integrazione, cooperazione e stabilità democratica. Una sfida in cui la Regione Marche è fortemente impegnata”.

RITORNARE SU QUEI TRAGICI FATTI PER ACQUISIRE CONSAPEVOLEZZA. LA COMPLESSITA’ DELLA STORIA.

“Ha senso ritornare ancora su questi fatti?” E’ la domanda che ha posto il professor Giuliano Piccini, vice presidente Comitato Ancona dell’Associazione nazionale degli esuli giuliano-istriani-dalmati, nel suo intervento in aula, ringraziando la Regione Marche per la legge che istituisce il Giorno del Ricordo. E la risposta è: “Sì. Ricordare è necessario per rafforzare la coesione nazionale”. “I tragici fatti che accaddero nelle terre giuliano-istriane-dalmate sono stati sottaciuti in nome della pacificazione, ma pacificazione non significa rinunciare al ricordo. Dimenticare che per secoli quelle terre sono state italiane vuole dire ignorare la propria storia. Oggi il dramma degli esuli non è più rimosso, nonostante ciò, esigue minoranze esprimono la loro opposizione a questo Giorno del ricordo. Non si può leggere la storia con i paraocchi né rifiutare di affrontare questi argomenti e il dramma degli esuli. Servono la pietas e l’impegno al confronto e dialogo tra le parti su una base di reciproco rispetto, perché solo così si può acquisire consapevolezza nella speranza che queste tragedie non accadano più”.
“Una storia fortemente politicizzata quella legata al confine orientale italiano dopo la seconda Guerra Mondiale – ha ricordato Carla Marcellini dell’Istituto di Storia Marche, nella sua relazione su ‘Storia e memoria del confine orientale italiano’ - fortemente condizionata dagli strascichi della sconfitta. La realtà in effetti è molto complessa”.

LE ISTITUZIONI DEVONO CONTINUARE A RICORDARE

Il presidente della Regione, Luca Ceriscioli, ha ricordato che “Giornata della Memoria e Giorno del Ricordo sono processi storici che ora sono restituiti alla memoria collettiva. E’ stato detto che nel nome della pacificazione si sia taciuto su questi avvenimenti, facendo sì che questi morti siano morti due volte. Il recupero della memoria ha un valore di per sé perché ridà giustizia alle vittime e consente di affrontare meglio il futuro. Credo che le istituzioni debbano continuare a ricordare, ed in questo raccolgo l’invito della consigliera Leonardi. Non finanziare queste leggi non vuol dire che non diamo importanza ai valori. La situazione contingenze non lo permette. Sarebbe opportuno, invece, procedere ad una riformulazione del nostro corpo normativo”.
Elena Leonardi (FdI) aveva infatti invitato il presidente Ceriscioli a rifinanziare il capitolo di bilancio per le commemorazioni, in cui rientra questa giornata sulla quale “è importante dare spazio alla verità anche se fa male. Il silenzio sulle foibe deve essere solo il minuto di silenzio per ricordare le vittime e non per nascondere”. Per Gianluca Busilacchi (Pd) questa giornata è “il segno di una memoria ritrovata e condivisa”. Gianni Maggi (M5S) ha ricordato che “tuttora non siamo riusciti a trarre insegnamento da quei comportamenti di odio e privi di pietà”. Jessica Marcozzi (FI) ha detto che “in quelle foibe è morta una parte della nostra Italia”. Per Boris Rapa (Uniti per le Marche) sarebbe opportuno finanziare la ricerca libera e indipendente su questi fatti storici. Marzia Malaigia (Lega Nord) si è rivolta in particolare ai ragazzi, dicendo che “la memoria di crimini e violenze non ha colore politico”. “Finalmente siamo d’accordo su grandi verità storiche – ha sottolineato Luca Marconi (Udc) – La giornata restituisce dignità a questa parte di nostri connazionali e la consolazione di un pubblico riconoscimento”. Sandro Bisonni (Misto) ha apprezzato la presenza degli studenti in quanto cittadini del futuro. “Non si può – ha detto Mirco Carloni (Ap - Marche 2020) – arrivare a un percorso formativo pubblico senza affrontare questo particolare momento storico”.

ISTITUITA LA COMMISSIONE CONSILIARE D'INDAGINE SUL CASO BANCA MARCHE

Dopo la seduta aperta dedicata al “Giorno del ricordo”, il Consiglio regionale si è riunito in seduta ordinaria e ha espresso parere favorevole all'istituzione di una commissione consiliare di indagine sul caso Banca Marche. La proposta, sottoscritta da quattordici consiglieri regionali di maggioranza, era stata successivamente votata a favore dalla Conferenza dei presidenti dei Gruppi assembleari. La commissione sarà composta dai nove capigruppo: Gianluca Busilacchi (Pd), Boris Rapa (Uniti per le Marche), Luca Marconi (Popolari Marche- Udc), Giovanni Maggi (M5S), Luigi Zura Puntaroni (Lega Nord), Jessica Marcozzi (FI), Mirco Carloni (Area Popolare-Marche 2020), Elena Leonardi (FdI), Sandro Bisonni (Misto). Saranno nominati un presidente e un vice, rispettivamente della minoranza e della maggioranza. I voti dei componenti della Commissione saranno calcolati con il sistema del voto ponderato in relazione alla consistenza del gruppo per l'approvazione delle relazioni per l'Assemblea. Entro tre mesi dalla sua costituzione, la Commissione dovrà concludere i lavori e presentare le proprie conclusioni all'Assemblea legislativa”. I capigruppo potranno delegare altri consiglieri a rappresentarli al loro posto.

FUSIONE DI COMUNI, L'ASSEMBLEA REVOCA IL PROVVEDIMENTO CHE INDICE I REFERENDUM

Revocate le due proposte di deliberazione che lo scorso ottobre avevano dato il via al referendum consultivo per la fusione per incorporazione dei Comuni di Mombaroccio con Pesaro e di Tavoleto con Urbino. I referendum erano stati poi sospesi dopo un pronunciamento da parte del TAR. Il procedimento di fusione per incorporazione segue ora i disposti della legge 56/2014 detta Delrio. Al termine della seduta la fase ispettiva con la risposta alle interrogazioni. La prima, quella del consigliere Giuseppe Giorgini (M5S) sull'inquinamento ambientale nelle Marche e sullo stato di attuazione delle direttive europee in materia. In seguito, la sanità con l'interrogazione dei consiglieri Gianluca Busilacchi e Fabrizio Volpini (Pd) sull'attività della Commissione tecnica paritetica tra Regione Marche e Università Politecnica per disciplinare le modalità di collaborazione tra Sistema sanitario regionale e Facoltà di medicina e chirurgia, e l'interrogazione della consigliera Jessica Marcozzi (FI) sulle problematiche legate alla riorganizzazione sanitaria che coinvolgono gli ospedali di Matelica e Tolentino. (s.g.)

Comunicato n.57, Giovedì 11 Febbraio 2016