SETTANTA ANNI DAL PRIMO VOTO DELLE DONNE, MINARDI: “E’ TEMPO DI COMPIERE UN SALTO CULTURALE”
Presentato a Palazzo delle Marche l’ultimo libro di Patrizia Gabrielli, docente di storia contemporanea e di genere presso l’Università di Siena. L’incontro è stato organizzato da Consiglio regionale, “Istituto Storia Marche” e Commissione pari opportunità.

La prima volta delle donne al voto, il profilo di elettrici ed elette. Una riflessione che abbraccia gli ultimi settanta anni di storia repubblicana, concedendosi anche uno sguardo sul futuro legato al problema della rappresentanza. E’ il tema proposto nel corso dell’incontro organizzato da Consiglio regionale, “Istituto Storia Marche” e Commissione pari opportunità, con la partecipazione di Patrizia Gabrielli, docente di storia contemporanea e di genere presso l’Università di Siena, che ha fotografato la situazione nel suo ultimo libro “Il primo voto: elettrici ed elette”, edito da Castelvecchi. Sicuramente un passaggio importante per l’emancipazione femminile, “guadagnata sul campo anche attraverso il riconoscimento del pieno diritto ad una cittadinanza di genere”, come ha sottolineato la Presidente della Commissione pari opportunità, Meri Marziali.
Il periodo bellico, la resistenza, il dopoguerra e la Costituente, momenti cruciali per la storia italiana, che hanno visto le donne fornire un contributo sostanziale nella costruzione della democrazia. Il Vicepresidente del Consiglio, Renato Claudio Minardi ha ripercorso le fasi salienti di quel periodo, evidenziano come nel corso del tempo l’emancipazione femminile abbia fatto passi da gigante: “E’ aumentata la presenza nelle istituzioni, nel mondo del lavoro, in settori importanti e qualificati. Ma è giunto il momento di compiere un vero e proprio salto culturale che investa tutta la società. Non bastano leggi, normative, percentuali nelle liste a sostanziare il ruolo determinante delle donne. Occorrono rispetto e consapevolezza.”
Ricordando il solco tracciato da figure come Nilde Iotti, prima Presidente della Camera, Minardi ha richiamato l’attenzione sulla vera essenza della democrazia “che non viene mai da sola, ma va costantemente alimentata”.
Il libro della Gabrielli rappresenta, in questo contesto, un significativo contenitore di eventi ed emozioni, certezze e contraddizioni, traguardi raggiunti e percorsi da costruire, illustrati compiutamente dall’autrice nell’ambito dell’incontro. Non a caso, come ricordato da Amoreno Martellini direttore dell’ “Istituto Storia Marche”, il suo è stato durante gli anni un lavoro di approfondimento continuo che l’ha portata a confermarsi una delle più qualificate studiose della storia di genere.
Nella premessa del suo ultimo testo, la Gabrielli evidenzia come l’esperienza didattica ed il confronto con gli studenti l’abbiano indotta ad un’ulteriore riflessione su un passaggio decisivo per la storia d’Italia e sulla questione della rappresentanza. Senza nulla togliere alle “misure di garanzia”, che restano spesso inapplicate, sempre la Gabrielli ritiene che si possa favorire il cambiamento e si possa rifondare un nuovo ceto politico femminile: “Un processo al quale – sostiene – concorre anche una solida ed articolata memoria storica fonte di legittimazione”.

A.Is.
Comunicato n.213, Venerdì 27 Maggio 2016