IL CARCERE ATTUALE E QUELLO POSSIBILE, LA RIFORMA DEL SISTEMA SANZIONATORIO
La situazione generale presa in esame nel corso del convegno “Dei Delitti e delle Pene”, organizzato dal Garante dei diritti, Andrea Nobili, con la collaborazione della Camera penale di Ancona e del Coordinamento delle Camere penali marchigiane, nonché il patrocinio di Dap, Consiglio e Regione Marche.

Un viaggio nell’universo carcerario, tra presente e futuro possibile, passando obbligatoriamente per la riforma del sistema sanzionatorio, anche attraverso l’imprescindibile attenzione ai cambiamenti che caratterizzano il contesto socio economico. E’ quello proposto nel corso del convegno “Dei Delitti e delle Pene”, organizzato dal Garante dei diritti, Andrea Nobili, con la collaborazione della Camera penale di Ancona e del Coordinamento delle Camere penali marchigiane, nonché il patrocinio di Dap (Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria), Consiglio e Regione Marche. Una nuova frontiera, una prospettiva “illuminata”, tanto per restare a Cesare Beccaria, che nei due giorni di dibattito ha esaminato proposte e progetti in corso d’opera.

LA RIFORMA DEL SISTEMA SANZIONATORIO

Aprendo la seconda giornata dedicata alla riforma del sistema sanzionatorio, Nobili ha sottolineato come il convegno faccia seguito alla conclusione degli “Stati Generali dell’esecuzione penale”, iniziativa di grande rilevanza voluta dal Ministro della Giustizia, Andrea Orlando. “L’intento – ha proseguito - è quello di pensare una dimensione della pena più vicina ai dettami della Costituzione e agli standard europei, che punti al reale reinserimento dei detenuti nella società ed alla concretizzazione di una migliore fisionomia del carcere, più dignitosa per chi vi è ristretto e per chi ci lavora. Occorre fare il possibile per ricordare a tutti che il carcere è parte della società, con la consapevolezza che se quest’ultima offre un’opportunità ed una speranza alle persone che ha legittimamente condannato, si dà anche la prospettiva di diventare migliore.”
Per il Presidente del Consiglio regionale, Antonio Mastrovincenzo, la riforma del sistema sanzionatorio “è un'esigenza etica non eludibile, ma anche parte essenziale della soluzione del problema più generale, soprattutto in tempo di crisi. Carceri affollate, pene sproporzionate, limitate garanzie per gli imputati, tempi processuali spropositati, problematiche del reinserimento nella società, sono questioni di civiltà da affrontare in maniera specifica e attraverso un forte investimento pubblico”. Da parte di Mastrovincenzo anche un richiamo alla depenalizzazione dei reati minori, agli spazi e alle opportunità per la effettiva rieducazione e il recupero dei condannati. Eppoi una ricognizione di quanto c’è da fare nelle Marche: “Il sistema carcerario regionale deve risolvere diverse criticità. Il Consiglio regionale si è fatto portavoce di esigenze e proposte di soluzione, approvando una specifica mozione che ho presentato personalmente, dopo le visite nei penitenziari organizzante dal Garante. Aspettiamo risposte dal Governo nazionale. Nello stesso tempo cercheremo di rendere possibili il rifinanziamento della legge regionale 28 del 2008 per garantire la continuità delle attività trattamentali”.

STATI GENERALI E RIFORMA DELL'ESECUZIONE PENALE

Doverosamente al centro dell’attenzione i risultati degli “Stati generali dell’esecuzione penale”, un percorso di riflessione ed approfondimento, con l’apertura di 18 tavoli tematici e la partecipazione di oltre 200 esperti, concretizzato con l’obiettivo di portare al centro dell’attenzione la questione della pena e della sua attuazione e procedere verso una sostanziale modifica dell’attuale legislazione in materia, risalente al ’75. Le tematiche dell’insicurezza sociale e dell’informazione nell’intervento di Glauco Giostra, coordinatore per il comitato scientifico degli “Stati generali”, che ha evidenziato la necessità di educare la collettività ad una diversa cultura della pena, costituzionalmente orientata: “Se non viene ribaltato il concetto che tutto si può risolvere limitando i diritti dei condannati ed aumentando le stesse pene, ogni riforma può correre il rischio di essere vanificata”.
Per Santi Consolo, Capo del Dipartimento amministrazione penitenziaria, per costruire il carcere del futuro occorre “confrontarsi con tutte le energie positive, attivare una programmazione corretta e nuovi investimenti.”
Tra i settori più delicati, quello dei minori. Francesco Cascini Capo del dipartimento giustizia minorile e di comunità, intervenuto in videoconferenza, si è soffermato soprattutto sulla percezione della pena da parte dell’opinione pubblica e sulla filosofia alla base del sistema penitenziario.

IL CARCERE ATTUALE E QUELLO POSSIBILE

Del carcere attuale e di quello possibile si è parlato, invece, nella prima giornata del convegno, coordinata da Fernando Piazzolla della Camera penale di Ancona. Interventi dedicati alla situazione generale degli istituti penitenziari, all’esecuzione penale nel contesto europeo, al legame tra carcere e multiculturalismo, ai problemi direttamente legati alla salute dei detenuti. Apertura del dibattito con il Vicepresidente del Consiglio regionale, Renato Claudio Minardi che ha annunciato la presentazione di una proposta di legge, nella quale si prevede l’esonero dal pagamento della tassa regionale per il diritto allo studio.
La fotografia della situazione carceraria è stata fornita dal Presidente dell’associazione “Antigone”, Patrizio Gonnella, mentre il Garante nazionale dei detenuti, Mauro Palma, ha richiamato l’attenzione sulla qualità della vita in carcere, sui diritti dei detenuti e sulla necessità di nuove figure professionali. Tra gli interventi quello di Donato Antonio Telesca, ispettore capo della Polizia penitenziaria, che ha affrontato il tema della multiculturalità e dell’identità islamica nelle carceri.

A.Is.
Comunicato n.214, Sabato 28 Maggio 2016