MASTROVINCENZO: “ PRONTI 400 MILA EURO PER LE ATTIVITA’ SOCIO EDUCATIVE DEI DETENUTI” Accolta la richiesta dell’Assemblea legislativa, espressa con la mozione presentata dal Presidente del Consiglio regionale, volta a rifinanziare la legge sugli interventi socio educativi rivolti ai detenuti degli Istituti di pena marchigiani

“L’impegno per sostenere le attività socio educative dei detenuti, chiesto dall’Assemblea legislativa alla Giunta regionale è divenuto realtà. E’ di 400 mila Euro, infatti, l’ammontare dei fondi reperiti dal Fondo Politiche sociali nazionali, che andranno a rifinanziare la legge regionale 28 del 2008 sul “Sistema regionale integrato degli interventi a favore dei soggetti adulti e minorenni sottoposti a provvedimenti dell'Autorità giudiziaria.” Soddisfazione quella espressa dal Presidente del Consiglio regionale, Antonio Mastrovincenzo, che lo scorso novembre aveva presentato una mozione, approvata all’unanimità dall’Aula, volta a rifinanziare la legge regionale e a sollecitare il Ministro della Giustizia riguardo l’adozione di misure atte a risolvere le criticità della situazione degli Istituti di pena marchigiani.
Ai 400 mila Euro si aggiungeranno, inoltre, altre risorse significative, provenienti dal Fondo Sociale Europeo, per finanziare tirocini per l’orientamento al lavoro volti a favorire l’inclusione sociale dei detenuti nel momento del loro rientro nella società.
“Dopo aver seguito le visite agli Istituti penitenziari marchigiani – prosegue il Presidente – volute dal Garante dei detenuti, Andrea Nobili, ho potuto verificare personalmente le criticità legate agli aspetti socio educativi dei detenuti e apprese le necessità di implementare l’organico della Polizia penitenziaria. Per questo mi sono subito attivato per portare all’attenzione del Consiglio regionale i risultati emersi dai vari sopraluoghi e trovare soluzioni adeguate. Abbattere il muro fra carcere e società, deve essere un impegno delle istituzioni.”
Fondamentale per Mastrovincenzo migliorare la qualità della vita negli Istituti di pena, poter contare su un numero adeguato di operatori impegnati nelle attività socio educative, eliminare le barriere architettoniche ancora presenti in molti istituti, migliorare la possibilità di accesso dei volontari, incrementare la formazione dei detenuti e le loro relazioni con i propri famigliari, promuovere forme alternative di detenzione.
“La persona che ha scontato la sua pena – conclude il Presidente – deve essere soggetto attivo nel percorso di reinserimento, non oggetto di assistenza e il valore aggiunto di un simile modello sta anche nell’incremento della qualità delle attività socio educative svolte all’interno degli Istituti di detenzione.”
Ancona 22 giugno 2016
c.d.
Comunicato n.245, Mercoledì 22 Giugno 2016