PERCORSI SCOLASTICI E RAGAZZI PORTATORI DI HANDICAP GRAVE
Il Garante regionale dei diritti affronta il caso di un adolescente marchigiano con difficoltà motorie e respiratorie, per le quali si è resa necessaria la tracheostomia. Nobili: “Un percorso di addestramento ad hoc in capo agli operatori”.

Ragazzi portatori di handicap grave che non riescono ad usufruire del pieno sostegno necessario per rendere concreto il loro inserimento nella società, a partire dalla presenza alle lezioni scolastiche. Un problema di estrema rilevanza che è stato chiamato ad affrontare il Garante dei diritti, Andrea Nobili, in relazione al caso di un adolescente marchigiano con difficoltà motorie e respiratorie, per le quali si è resa necessaria la tracheostomia. A causa di questa situazione, il ragazzo si vede precluso il futuro percorso scolastico.
In una lettera inviata alle autorità competenti viene fatto esplicito riferimento alle disposizioni previste dalle leggi nazionali di settore, a quanto recepito con propri atti dalla regione Marche ed alle esperienze positive messe in atto in altri territori italiani. In primo luogo, i Lea (livelli essenziali di assistenza) delineati dal decreto del 2001 e la “legge – quadro” del 1992 per l’assistenza, l’integrazione sociale ed i diritti delle persone diversamente abili. “Questa stessa legge – sottolinea Nobili - stabilisce che l’integrazione scolastica si realizza anche attraverso la programmazione coordinata con i servizi sanitari, socio – assistenziali, culturali, ricreativi, sportivi e con altre attività sul territorio gestite da enti pubblici o privati”. Il Consiglio Superiore della Sanità si è espresso favorevolmente riguardo all'addestramento di chi assiste in maniera continuativa un paziente tracheostomizzato e successivamente, attraverso l’accordo Stato, Regioni e Province autonome è stato stabilito che gli interventi necessari possono essere eseguiti, oltre che dai familiari, anche da altri soggetti. Nel 2011 la Regione Marche ha deliberato di recepire l’accordo e di darne attuazione.
Nobili ritiene che una buona pratica sia quella di attivare un percorso di addestramento ad hoc in capo agli operatori, alleviando la famiglia dell'incombenza di dover intervenire, durante le lezioni per sopperire all'assenza del personale sanitario.

A.Is.
Comunicato n.274, Mercoledì 20 Luglio 2016