UNA STRATEGIA PER LE AREE INTERNE
Seduta aperta con Fabrizio Barca e Dom Salvatore Frigerio Il Presidente Solazzi: “Importante occasione di confronto su un tema di grande attualità legato alla programmazione europea”.

 immagine primo piano “Il tema delle aree interne è un tema di grande attualità, soprattutto in riferimento alla programmazione europea, ed è giusto che il Consiglio regionale gli dedichi tempo e attenzione. La giornata di oggi rappresenta un'importante occasione di confronto con due relatori autorevoli che hanno proposto interventi di grande rilevanza. In questo momento, soprattutto attraverso i fondi europei, abbiamo l'opportunità di invertire una tendenza e di fare delle scelte significative”. Queste le parole del Presidente del Consiglio regionale Vittoriano Solazzi a conclusione della seduta aperta che l'Assemblea legislativa ha dedicato questa mattina al tema “Le aree interne protagoniste della tutela e della valorizzazione del territorio”. I relatori sono stati Fabrizio Barca, dirigente generale per il Ministero dell'economia e delle finanze, già Ministro della coesione territoriale del governo Monti, e Dom Salvatore Frigerio, Presidente Scriptorium Fontis Avellanae, appartenente all'ordine dei monaci camaldolesi. “Il Consiglio regionale delle Marche è il primo in Italia a discutere la Strategia per le aree interne” - ha sottolineato Fabrizio Barca in apertura del suo intervento, dedicato ai contenuti e ai metodi della “Strategia per le aree interne” che il governo ha inserito nel Piano nazionale di riforme. L'obiettivo è quello di contrastare la caduta demografica e rilanciare lo sviluppo e i servizi di queste aree, attraverso fondi ordinari della Legge di stabilità e fondi comunitari. Partendo dalla definizione di aree interne, che non si basa sulla distanza dal livello del mare, ma sulla “lontananza dai servizi primari”, Barca ha elencato i punti di partenza della strategia. Dall'attenzione alla caduta demografica, “primo segnale dell'abbandono di un territorio”, alla scelta di utilizzare “risorse ordinarie per i servizi fondamentali e risorse comunitarie per lo sviluppo”. La gestione associata dei servizi da parte dei comuni dovrebbe diventare una caratteristica “permanente” e gli effetti di questa Strategia, sulla scia di quanto indicato dalla Comunità europea, deve tradursi “in termini di miglioramento della qualità della vita dei cittadini”. Barca è quindi passato all'esame del caso Marche, dove si sono svolte 3 delle 38 visite che hanno preceduto la stesura della programmazione. Al momento sono state individuate tre aree: l'alto maceratese, l'alto ascolano e l'area appenninica pesarese-anconetana. Si partirà da un'area pilota e tutti gli interventi dovranno tenere conto “della filiera della conoscenza”, ovvero partire dai punti di forza già esistenti di un territorio. Dom Salvatore Frigerio ha ricordato i contenuti della Carta di Fonte Avellana, sottoscritta da Regione ed enti territoriali nel 1996. Un documento che rappresenta “una seria riflessione sull'Appennino che da problema deve diventare opportunità” e che invita a fare “una politica capace di ascolto accogliente e non tentata da soluzioni demagogiche inutili”. Dopo le relazioni la parola è passata al Presidente della Giunta regionale Spacca che ha garantito “il massimo impegno” del Consiglio regionale e dell'Esecutivo per la realizzazione del "progetto strategico aree interne". Al dibattito sono di seguito intervenuti anche gli assessori all'agricoltura Maura Malaspina e alle politiche comunitarie Paola Giorgi e i consiglieri regionali Giancarli e Busilacchi. Le conclusioni sono state affidate al Presidente della VI commissione Politiche comunitarie Adriano Cardogna che dopo aver ricordato il ruolo attivo svolto dal Consiglio regionale in questi anni per lo sviluppo delle aree interne e della montagna, ha sottolineato l'importanza della partecipazione attiva della popolazione residente, “con l'attribuzione di funzioni pubbliche di natura ambientale e paesaggistica”.
Martedì 30 Settembre 2014