APPROVATA LA RIFORMA DELLO STATUTO
Dopo un lungo ed articolato dibattito il via libera è arrivato con 23 voti favorevoli e 5 contrari. Al momento del voto il gruppo Fdi - An e larga parte di quello di Forza Italia sono usciti dall'Aula. Passa l’emendamento Perazzoli che lascia al Presidente della Giunta, la possibilità di scegliere gli assessori anche al di fuori dei componenti del Consiglio.

 immagine primo piano Varata in prima lettura la riforma statutaria con 23 voti favorevoli e 5 contrari. Al momento del voto il gruppo di Fdi - An e larga parte di quello di Forza Italia sono usciti dall'Aula, contestando "la filosofia politica" alla base dei provvedimenti adottati.
Approvato, con 23 voti a favore e 19 contrari, l’emendamento Perazzoli che lascia al Presidente della Giunta, la possibilità di scegliere gli assessori anche al di fuori dei componenti del Consiglio, garantendo la presenza di entrambi i sessi. In ordine alla copertura finanziaria, non si dovrà prevedere un aumento dei costi. Parere favorevole, inoltre, per quelli che prevedono di eliminare la figura dei Consiglieri segretari dall’Ufficio di Presidenza.
Il Consiglio tornerà a riunirsi l’11 novembre.



LA PROPOSTA DELLA COMMISSIONE

Respinta la richiesta iniziale del consigliere Eusebi (Idv) di rinviare la discussione sulla riforma dello Statuto, al fine “di avviare un tavole tecnico” sulla questione. Parere contrario del capogruppo Pd, Mirco Ricci, e successiva votazione con 5 favorevoli (Eusebi, Giorgi, Malaspina, Spacca, Solazzi) allo stesso rinvio e 32 contrari.
La modifica statutaria, varata dalla Commissione Affari istituzionali, nasce dall’esame congiunto di diverse proposte di legge. Per quanto riguarda la prima seduta del Consiglio, la presidenza provvisoria dovrebbe essere assunta dal consigliere eletto con il maggior numero di voti e non, come in precedenza, da quello più anziano di età. Prevista anche una modifica per l’articolo 13. Per l’elezione dei Vicepresidenti e dei Consiglieri segretari – come previsto nella proposta elaborata dalla Commissione – ciascun consigliere vota un solo nome. Risultano eletti Vicepresidenti e Consiglieri segretari i rappresentanti di maggioranza e minoranza che, nelle rispettive votazioni, hanno ottenuto il maggior numero di voti. In caso di parità, vengono dichiarati eletti i più giovani di età. Nella versione originaria dello Statuto non veniva fatto riferimento alle minoranze e nell’eventualità di parità risultava eletto il Vicepresidente più anziano ed il Consigliere segretario più giovane. Terza modifica, quella relativa alla Commissioni consiliari che non potranno essere più di quattro. Infine, per quanto riguarda l’articolo dello Statuto inerente il Bilancio ed il Rendiconto generale, l’introduzione di un riferimento diretto alle norme statali di coordinamento della finanza pubblica.

IL NODO DEGLI ASSESSORI ESTERNI

In larga parte incentrata sul dibattito delle ultime settimane relativo agli assessori esterni, la relazione del Presidente della Commissione Affari istituzionali, nonché relatore di maggioranza, Paolo Perazzoli, che ha definito “frettolosa” la modifica apportata nel 2012 (sei assessori e soltanto uno esterno). Riferendosi al suo emendamento – che fornisce al Presidente della Giunta la possibilità di scegliere gli assessori anche al di fuori dei componenti del Consiglio - ha ribadito che alla base di tutto c’è, comunque, la certezza di non apportare un aggravio sui costi complessivi.
Secondo il Vicepresidente della stessa Commissione, Francesco Massi, il problema sostanziale è proprio quello dei costi. “Sì alla facoltà del Presidente di scegliere la sua squadra – ha sottolineato – ma con garanzie precise e con la consapevolezza che dobbiamo avere istituzioni efficienti ed in grado di lavorare al meglio.”

I COSTI DELLA POLITICA

Particolarmente animato il dibattito sulla riforma statutaria. Il consigliere Franca Romagnoli (Fd – An) ha evidenziato lo “sfascio” della maggioranza dopo il risultato della votazione sulla richiesta di rinvio e soffermandosi sulla questione degli assessori ha parlato di scelte compiute per soddisfare “particolari appetiti”, di posti già assegnati, di “scempio” a tutti i livelli anche per quanto riguarda le possibili modifiche alla legge elettorale. Sia la Romagnoli, sia Marangoni (Forza Italia) hanno sottolineato che accettando i sei assessori esterni per far quadrare i conti, si andrebbero a tagliare – “cosa inaccettabile” - 15 dipendenti attualmente assegnati alle segreterie. Sulla stessa linea Binci (Sel), mentre secondo Pieroni (Psi) tutto andava collocato in un quadro più ampio, coniugando riforma dello Statuto e legge elettorale: “ Teniamo conto che il costo della politica resta l’argomento centrale da affrontare prima della fine di questa legislatura”. Secondo Busilacchi (Pd) “prima di parlare di quanto lo Statuto può far risparmiare è il caso di pensare alla vera sostanza del problema, ovvero la divisione dei poteri. “E’ determinante – ha proseguito – sancire l’incompatibilità tra consigliere ed assessore in una forma di Governo che è di tipo presidenziale. Non si può essere controllati e controllori! Occorrono funzioni separate affinchè il Consiglio possa espletare effettivamente il suo ruolo.” Trenta (Forza Italia) ritiene che si sta assistendo ad uno “spacchettamento” dei problemi, perché “il Consiglio avrebbe dovuto esaminare nello stesso ambito di discussione Statuto, legge elettorale, trattamento indennitario”. Drastico Bucciarelli (Federazione della Sinistra), che ha ricordato come già nel 2012 fosse stato errato procedere al taglio dei consiglieri, svuotando l’Assemblea del suo vero ruolo, ed ha espresso il suo parere favorevole per quanto riguarda gli assessori esterni


UN CONFRONTO A TUTTO CAMPO

Ancora sui costi della politica si sono soffermati il capogruppo del Pd, Mirco Ricci (“il nostro obiettivo è di lavorare bene per sostenere e far crescere questa regione”); Binci (Forza Italia), Acacia Scarpetti (Idv) favorevole alla proposta Perazzoli per i sei consiglieri. Secondo Comi “il rischio è che non si riesca ad affrontare in modo serio la riforma dello Statuto e che si discuta in modo ipocrita del tema legato ai costi della politica, che questo Consiglio ha mancato di risolvere in decine di occasioni”. Lo stesso Comi ha ribadito la necessità di ribadire il principio della divisione dei poteri. Per Zinni (Fdi-An) “il vizio di fondo del Pd è quello di celebrare il solito rituale marchigiano: pensa di aver già vinto le elezioni!” “Questa maggioranza – ha proseguito - non riesce più ad essere compatta, non si capisce cosa sia veramente diventata. I sei assessori esterni? I trombati delle elezioni.” Particolarmente critico anche Natali (Fdi-An) secondo cui “sembra che tutti siano diventati renziani.”
Silvetti (Forza Italia) ritiene che “ la credibilità è stata persa due anni fa per paura, erano state avviate le prime inchieste, e per demagogia. Le procedure per diminuire i consiglieri furono affrettate ed il taglio troppo drastico”. E la conclusione: “La buona politica la fa la norma ed i giusti tempi”. Secondo Camela (Udc) “deve essere in capo al Presidente della Giunta che verrà la decisione sugli assessori e sulle competenze. Sul piatto della bilancia va posto il problema dei costi della politica, ma prioritariamente l’efficacia dell’azione amministrativa”. Annunciato l’appoggio all’emendamento Perazzoli. Per Eusebi (Idv) “lo sconto vero è tra chi, come me, non intende interrompere il camino di chi ha costruito con pazienza il futuro di questa regione e chi, invece, ha deciso sia indispensabile riproporre il proprio potere”. Ancora Eusebi si è soffermato sulla questione del personale che andrebbe tagliato, sottolineando la negatività di questa possibilità. Ultimo ad intervenire il consigliere D’Anna (Gruppo misto) che ha parlato "di una delle più brutte pagine della legislatura", ritenendo che tutto ormai sia legato alle prossime elezioni.


SPACCA : “CI ATTENDONO ALTRI APPUNTAMENTI”

“Qui non stiamo soltanto parlando di una proposta di modifica dello Statuto che introduce la possibilità di inserire sei assessori esterni. Stiamo votando la prima lettura di una proposta di legge che dovrà essere accompagnata da altri appuntamenti con la legge elettorale e con la scelta della coalizione e del candidato che dovranno guidare la prossima legislatura. Si apre uno scenario di riflessione, che potrebbe portare dei turbamenti nell’azione di governo”. Così il Presidente della Giunta, Gian Mario Spacca, chiudendo il dibattito sulla riforma statutaria.
“Quello che non posso accettare – ha proseguito Spacca - sono alcune valutazione sommarie che provengono da un partito che sostiene questa maggioranza.” Spacca si è rivolto soprattutto a Comi, che aveva criticato le spese per l’informazione e la comunicazione della Regione “Quello che posso sicuramente dire – ha concluso il Presidente - è che il nostro è stato un buon governo, soprattutto in relazione alla sanità. Certo, abbiamo anche affrontato delle difficoltà. Ora questo dibattito potrebbe, però, disorientare l’ultima parte della legislatura. La fase politica è confusa, sarà necessaria una riflessione con l’intera Giunta”. E sugli assessori esterni: “E’ vero che alcuni sono stati imposti per soddisfare logiche di coalizione, ma altri sono stati indispensabili per la nostra azione”.

ANCORA UN MESE PER LE UNIONI DEI COMUNI

Approvata (23 favorevoli, 13 contrari) dal Consiglio una piccola modifica alla legge inerente le “Norme in materia di Unioni motane e di esercizio associato della funzioni dei Comuni montani”. La conclusione della procedura relativa alla costituzione delle Unioni di Comuni non può essere completata entro il 31 ottobre, per difficoltà intervenute in sede attuativa della stessa legge. Attraverso la proposta - sottoscritta dal presidente della Commissione Affari istituzionali, Paolo Perazzoli – si proroga di un mese l’adesione alle Unioni montane e la conseguente approvazione degli Statuti. Lo slittamento non ostacolerà, comunque, la costituzione delle Unioni con decorrenza dal primo gennaio 2015. Relatori i consiglieri Traversini e Massi. Parere contrario espresso dai consiglieri Zaffini (Fd- An), Foschi e Trenta (Forza Italia).

IL PUNTO SULL’OSPEDALE DI FERMO

Apertura della seduta consiliare dedicata all’esame delle interrogazioni. Numerose quelle inerenti il settore sanitario. Al centro dell’attenzione soprattutto la realizzazione del nuovo ospedale di Fermo in località Campiglione. Illustrate dall’assessore Mezzolani le tappe fondamentali della vicenda e le relative sentenze del Tar, fino all’approvazione del progetto definitivo. Ancora molte incertezze sui tempi e diverse le proroghe richieste. Ad oggi la spesa sostenuta dalla Regione è pari a 3.914.000 euro. “In definitiva – ha concluso Mezzolani – la progettazione è da ritenere completata, le risorse statali ci sono, il finanziamento regionale sarà attivato entro il 25 giugno 2015, attraverso fondi di bilancio o alienazione di beni. Stiamo andando avanti.”
Esaminata anche un’interrogazione a firma Giancarli e Silvetti sull’applicazione dei costi minimi e sul rispetto dei tempi di pagamento delle imprese e degli enti pubblici a favore dell’autotrasporto. Risposta dell’assessore Marcolini.

A.Is.



Martedì 28 Ottobre 2014