CONSIGLIO IN DIRETTA/2
GIORNO DEL RICORDO. L'INTERVENTO DEL PRESIDENTE MASTROVINCENZO. L'importanza del ricordo per allontanare il silenzio e dare voce alla verità. Il dramma degli esuli, oggi come allora. Un messaggio di libertà, democrazia e unità nazionale da affidare ai giovani.

 immagine primo piano “Una tragedia nazionale, testimonianza della brutale violazione dei principi di libertà, rispetto dei diritti umani e autodeterminazione dei popoli”. Così è scritto nella legge del 2004 con cui la Regione Marche ha deciso di commemorare il “Giorno del Ricordo”, accogliendo le indicazioni contenute in una legge nazionale. Lo ha sottolineato oggi il presidente del Consiglio regionale, Antonio Mastrovincenzo, aprendo la seduta aperta dell'Assemblea legislativa dedicata a quei terribili avvenimenti che vanno dal '43 al ‘56: le foibe e l'esodo giuliano-istriano-dalmata. E lo ha detto davanti a una platea formata da giovani, studenti delle classi quinte dell'Istituto di istruzione superiore “Corridoni-Campana” di Osimo che il presidente ha salutato prima dell’inizio dei lavori insieme con il vice presidente Renato Claudio Minardi. Gli studenti hanno appositamente lavorato su questi temi perché è alle giovani generazioni che deve arrivare il messaggio di libertà, democrazia ed unità nazionale sanciti dalla Costituzione.
“Il ricordo di quei fatti – ha detto Mastrovincenzo - è stato a lungo coperto da un velo, impedendo alla verità di emergere ma il silenzio su una violenza non è mai una cura. Due sono oggi i contesti che ci aiutano a ripensare ai fatti e al ricordo delle vittime: il primo riguarda l'Europa, la quale costituisce una cornice di pace e di sviluppo; il secondo è quello dell'Adriatico e della Macroregione Adriatico-ionica come spazio di integrazione, cooperazione e stabilità democratica. Una sfida nella quale la Regione Marche è fortemente impegnata”.
Il presidente del Consiglio regionale ha posto poi l'accento sulla figura dell'esule, dello spaesamento che lo contraddistingue, riprendendo le parole dello scrittore Enzo Bettiza, della cicatrice che porta su di sé dalla ferita causata dall'abbandono della propria terra. “Pensiamo – ha affermato Mastrovincenzo - a quanto queste parole si attaglino oggi alla condizione di tanti migranti, oggetto di disprezzo ulteriore quando essi hanno già dentro di sé una parte dolente, che resterà per sempre tale, e verso i quali dobbiamo registrare l'inadeguatezza della risposta europea e in taluni casi persino l'offesa da parte di Stati che hanno conosciuto e vissuto essi stessi i mali da cui si sono con fatica e sacrificio liberati”.
Infine, un pensiero ai giovani: “Facciamo conoscere nelle scuole anche questa parte di storia, come hanno fatto i ragazzi e i docenti dell'Istituto d'Istruzione Superiore Corridoni-Campana di Osimo. Il compito è quello di ascoltare queste storie, di solidarizzare con le vittime di ieri, riconoscendo il valore del loro sacrificio, e di esecrare i carnefici”. (s.g.)
Mercoledì 10 Febbraio 2016