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LA RELAZIONE DEL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE D'INDAGINE MIRCO CARLONI APRE GLI INTERVENTI SU BANCA MARCHE "Questa commissione, senza alcun intento di stabilire responsabilità tecniche, ha cercato di fare chiarezza sugli ultimi cinque anni di vita di Banca Marche, fino alla situazione di insolvenza. In tutte queste pagine viene proposta un'analisi approfondita, anche con valore scientifico rilevante".

 immagine primo piano Il presidente della commissione d'indagine Banca Marche Mirco Carloni ha illustrato in aula i contenuti della relazione finale. "Questa commissione senza alcun intento di stabilire responsabilità tecniche, ha cercato di fare chiarezza sugli ultimi cinque anni di vita di Banca Marche, fino alla situazione di insolvenza. In tutte queste pagine viene proposta un'analisi approfondita, anche con valore scientifico rilevante". "Questa commissione senza alcun intento di stabilire responsabilità tecniche, ha cercato di fare chiarezza sugli ultimi cinque anni di vita di Banca Marche, fino alla situazione di insolvenza. In tutte queste pagine viene proposta un'analisi approfondita anche con valore scientifico rilevante". Carloni ha illustrato le conclusioni finali contenute nel documento, proponendo un quadro delle cause "molteplici e diffuse" che hanno cagionato al principale istituto di credito marchigiano perdite di valore tali da arrivare all'insolvenza. I livelli di criticità individuati sono diversi. La debolezza della governance e l'incapacità di gestire una situazione debitoria che a partire dal 2011 aveva assunto dimensioni allarmanti. Su questo aspetto, ha sottolineato Carloni, "abbiamo deciso di non entrare troppo nel merito, perché di queste responsabilità si sta occupando la magistratura". "Anche le fondazioni non sono esenti da responsabilità", in particolare vengono ricordate le due offerte vincolanti di Credit Agricole e Banca popolare dell'Emilia Romagna respinte nel 2008. Altro aspetto critico "il forte sbilanciamento di Banca Marche nei confronti di pochi soggetti operanti nel settore immobiliare". Infine le conseguenze del commissariamento, con una forte crescita degli accantonamenti, "sottovalutando però il fatto che l'obiettivo di una gestione prudente non potesse prescindere dal ruolo istituzionale di un istituto di credito che è quello di sostenere le imprese e in generale lo sviluppo economico di un territorio", e il cambiamento dei parametri di valutazione del credito, molto restrittivi nel caso di Banca Marche. "La commissione – conclude Carloni – fa proprio l'auspicio dei rappresentanti dei consumatori circa la possibilità di indennizzare parte dei soggetti che hanno visto i propri investimenti azzerati attraverso una commissione di conciliazione".
(l.v.)
Martedì 7 Giugno 2016