CONSIGLIO IN DIRETTA / 6
RIFORMA DEGLI ERSU, IL DIBATTITO. Ampia discussione sulla proposta di riforma del diritto allo studio universitario. Sottolineature a favore, quelle relative all’erogazione di servizi omogenei livellati verso l’alto. Voci contrarie fanno riferimento alla perdita di autonomia, specificità e difficile capacità di sintesi decisionale all’interno degli organismi di rappresentanza.

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Primo a prendere la parola nel dibattito d’Aula che sta accompagnando l’esame del Testo di riforma del diritto allo studio universitario, il consigliere di AP, Mirco Carloni: “Una riforma che porta, fin dalla sua genesi, l’errore di fondo di non voler considerare le specificità delle Università, storicamente il valore aggiunto degli Atenei marchigiani”. Per il consigliere Piergiorgio Fabbri (M5S) “a confusione si aggiunge confusione, perché a proposte si aggiungono proposte” (alle tre già presenti – sostiene Fabbri – ce ne sarebbe un’altra sorta in queste ore dalla Commissione, anche attraverso una ventina di emendamenti, un’altra ancora secondo il parere condizionato del CAL). Sandro Zaffiri (Lega nord) ha affermato che questa è una proposta che “va contro tutti, special modo contro i dipendenti a forte rischio di penalizzazione”. “Una legge che, tra l’altro – ha aggiunto – contiene elementi per essere impugnata per vizi di incostituzionalità”. Per Luca Marconi (Udc) “la confusione nasce ascoltando le posizioni delle minoranze”. “Si tratta di una riforma seria – ha detto l’esponente dell’Udc – frutto di ascolto e partecipazione”. Piero Celani (FI) ha definito la proposta “una accozzaglia di articoli, commi ed emendamenti incomprensibili”. Per Gianni Maggi (M5S), che ha rimarcato “il continuo divenire di nuovi emendamenti” (mentre la discussione è in corso ai quindici iniziali se ne sono aggiunti 23 della Commissione), “tutto è scritto in maniera fumosa e risulta di difficile interpretazione”. Prossimo iscritto a parlare, il capogruppo Pd, Gianluca Busilacchi. (l.b.)
Martedì 14 Febbraio 2017