ATTIVITA' VENATORIA, RIPRISTINATI I PIANI FAUNISTICI PROVINCIALI FINO AL 2019
Approvato il testo unificato della Seconda commissione a modifica della legge regionale del 95, via libera all'emendamento per superare la sentenza del Consiglio di Stato e riaprire il calendario venatorio. Sì dell'aula anche alla proposta di deliberazione sugli abbattimenti della fauna selvatica da inviare alle Camere. Lungo dibattito dedicato alla caccia, critiche dell'opposizione sui ritardi nella stesura del piano regionale venatorio, per la maggioranza l'emendamento aiuta prima di tutto l'agricoltura a ridurre i danni da cinghiali. In chiusura la sessione ispettiva e una mozione per dedicare una sala studio di Uniurb a Marco Pannella.

 immagine primo piano Via libera alla proposta unificata della Seconda commissione sulla caccia
Il Consiglio regionale ha dato il via libera con 20 voti a favore e 5 contrari al testo unificato della Seconda commissione a modifica della legge regionale “Norme per la protezione della fauna selvatica e per la tutela dell'equilibrio ambientale e disciplina dell'attività venatoria”. Oltre alla maggioranza, hanno votato a favore della proposta Lega Nord, Fd'I, FI. Contrario il gruppo M5s e il consigliere regionale Sandro Bisonni. Via libera con 19 voti a favore e 5 contrari l'emendamento a firma del presidente della seconda commissione Traversini per prorogare i cinque piani provinciali faunistici, in attesa di licenziare il piano regionale entro la fine del 2019. Prima del voto finale sono stati respinti due ordini del giorno a firma della Lega Nord e del Movimento cinque stelle, entrambi sull'attività di controllo della fauna selvatica. Il testo unificato della Seconda commissione sviluppo economico, di cui sono relatori il presidente Gino Traversini (Pd) e il vicepresidente dell'Assemblea legislativa Piero Celani (FI), recepisce sette proposte di legge a modifica della legge regionale del 1995 che protegge la fauna selvatica, tutela l'equilibrio ambientale e disciplina l'attività venatoria. Le proposte, depositate tra il marzo del 2016 e il settembre del 2018, sono a firma dei consiglieri Giancarli e Talè (Pd), Busilacchi (Mdp), Bisonni (Gruppo Misto), Fabbri (M5s) e Minardi (Pd). Il testo redatto dalla commissione si compone di due articoli. Il primo riguarda la percentuale di mora che il cacciatore deve pagare qualora regoli in ritardo il rinnovo dell'iscrizione al proprio Ambito territoriale di caccia. La maggiorazione delle quota dopo il 31 luglio scende dal 50% al 30%. Il secondo articolo stabilisce che il cacciatore deve annotare in modo indelebile, negli appositi spazi del tesserino personale, il numero di capi di selvaggina stanziale e migratoria dopo gli abbattimenti accertati. Le due modifiche sono state illustrate da Traversini che ha descritto il lavoro svolto dalla commissione «un anno e mezzo di audizioni e confronti». Il presidente Traversini ha spiegato anche l'emendamento che ripristina l'applicazione dei piani faunistico-venatori provinciali fino all'approvazione del piano faunistico regionale e comunque non oltre il 31 dicembre 2019. Questo consentirà di far ripartire il calendario venatorio, sospeso dal Consiglio di Stato con una sentenza dello scorso 24 ottobre. La sentenza amministrativa ha accolto il ricorso di alcune associazioni ambientaliste, riconoscendo illegittima la caccia nelle aree della Rete Natura 2000 e nel mese di febbraio, in assenza di una pianificazione venatoria regionale. «E' il nostro contributo per dare una risposta veloce non solo al mondo della caccia, che non ha piacere di vedere ridotto del 50-80% lo spazio di caccia, ma anche per arginare la fauna selvatica, i danni agli agricoltori e i pericoli per la pubblica viabilità. Soprattutto nelle aree interne, non andare a caccia in questo periodo aumenta la presenza dei cinghiali. Attualmente in Italia non ci sono regioni che hanno approvato il piano faunistico regionale dopo l'entrata in vigore della legge Del Rio». Per il relatore di minoranza, il vicepresidente Piero Celani (FI) «non si può assolutamente far pagare il prezzo di questa ordinanza ai cacciatori, per una manchevolezza della Regione che non riesce a tirare fuori il piano faunistico regionale. Le cose vanno programmate. La raccomandazione è che questo piano faunistico venga sviluppato il prima possibile, prendendo spunto dai cinque piani provinciali vigenti. Serve una rivisitazione generale delle norme della caccia, servono risposte concrete per salvaguardare i territori, gli agricoltori, la fauna selvatica e tutto in sistema di gestione dell'attività venatoria».

Il dibattito sulla caccia
Nel corso della seduta lungo dibattito sul tema dell'attività venatoria, dopo le relazioni del presidente e del vicepresidente della seconda commissione. «Oggi va in scena l'ennesima presa in giro per i cacciatori – ha sostenuto Mirco Carloni (Area popolare – Marche 2020) - Siamo d'accordo sulla scelta di metterci una pezza, ma i cittadini di questa regione vengono costretti ad andare al tribunale amministrativo per far rispettare i diritti. Le norme devono essere chiare. Non puoi andare a caccia con l'avvocato a fianco». Per il consigliere regionale Sandro Bisonni, firmatario di alcuni emendamenti per ampliare le distanze dagli immobili nell'esercizio della caccia, «qui gli unici cacciatori sono i consiglieri regionali che vanno a caccia dei voti dei cacciatori. A fronte di 20970 cacciatori, ci sono 10 volte tanti cittadini non favorevoli alla caccia. Da settembre a oggi ci sono già stati 5 incidenti. Se non votate questi emendamenti, vi assumete la responsabilità morale di non tutelare la sicurezza delle persone». La consigliera regionale della Lega Nord Marzia Malaigia ha sostenuto che «l'assessorato, ben sapendo che c'erano ricorsi, non ha fatto il suo dovere. Con questo provvedimento si sta prendendo tempo, stiamo sviando il problema. Questa sospensione penalizza attività ricettive, produttori di abbigliamento, allevatori di selvaggina e soprattutto agricoltori. Secondo il consigliere Talè (Pd) «proporre la distanza di 250 metri dalle case significa chiudere la caccia, chi lo fa non sa cosa vuol dire andare a caccia. Il cacciatore è la sentinella del territorio». Per Elena Leonardi (FdI) «si sarebbe dovuto intervenire prima, con uno strumento di programmazione regionale, ma gli strumenti di programmazione mancano nella caccia, così come in molti altri settori. L'esame delle sette proposte ha partorito un topolino». «Sono contrario all'abolizione della caccia – ha detto Giancarli (Pd) –, ma caccia significa rispettare le regole, essere consapevoli che non si può cacciare sempre, ovunque, in tutto il territorio. Il lavoro in sinergia tra assessore e commissione consentirà di aprire la prossima stagione con le certezze che dobbiamo dare a tutti, non solo al mondo venatorio». Il vicepresidente Renato Claudio Minardi (Pd) ha sottolineato la «rivoluzione epocale che ha rappresentato la riforma delle province. Questo provvedimento ci consente di avere il tempo sufficiente per approvare il piano che deve tenere conto dell'attività venatoria, nel rispetto delle regole». Nel suo intervento il consigliere Piergiorgio Fabbri (M5s) ha segnalato che in Seconda commissione «29 volte si è parlato di caccia e 10 volte di lavoro. Sulle sette proposte di legge non si è riuscito a fare un discorso serio. Votiamo contro questa proposta, la mancanza di una seria politica di gestione ha portato i cacciatori a non svolgere la loro attività». Per il consigliere regionale Luigi Zura Puntaroni (Lega Nord) «serve una pianificazione coraggiosa da parte dell'assessore Pieroni». Secondo il capogruppo M5s Gianni Maggi «il dibattito tra chi è a favore e chi è contro la caccia è un modo per sviare il problema. Questa è una legge ipocrita. Sospendiamo questo teatrino intorno alla caccia, il cinghiale è un pretesto per tutelare una categoria». Luca Marconi (Udc) ha invitato al rispetto di tutte le problematiche legate alla caccia, nel rispetto delle prerogative istituzionali. Il capogruppo della Lega Nord Sandro Zaffiri valuta la situazione della caccia «il risultato di un esecutivo senza capacità di programmazione e di progettualità. Esiste il problema della caccia, esiste il problema dei cinghiali. C'è un problema di sicurezza e di incolumità. Servono risposte serie, bisogna trovare gli strumenti necessari perché le leggi funzionino». Il dibattito è stato concluso dagli interventi del presidente della Giunta regionale Luca Ceriscioli e dall'assessore alla caccia Moreno Pieroni. «Dopo l'ordinanza del Consiglio di Stato – ha detto Ceriscioli – il tema del cinghiale è quello che ha suscitato più preoccupazioni. In termini di dati i danni provocati dalla fauna selvatica stanno aumentando e i primi a reagire all'ordinanza sono stati gli agricoltori. L'obiettivo è ricercare un equilibrio con l'attività venatoria, alleata nel contrasto al problema dei cinghiali. Questo provvedimento è una risposta essenziale, nelle more dell'approvazione del piano regionale che darà ancora più stabilità per affrontare tutti i nodi a tutela dell'agricoltura». L'assessore Pieroni ha spiegato che l'incarico di redigere il piano faunistico regionale «è stato affidato a un'associazione tramite bando, con un impegno di 150mila euro. Il percorso è definito e l'obiettivo è quello di approvarlo entro il 2019», aggiungendo che sarà redatto anche lo Statuto unico degli ATC. «In questo contesto oggi è importante dare una risposta a tutto il sistema ambientalista, agricolo e venatorio. Questa proposta va a migliorare e ad integrare una legge esistente, l'auspicio è che entro questa settimana la Giunta possa adottare l'atto amministrativo conseguenziale».

Piani abbattimento fauna selvatica: approvata proposta di deliberazione per modificare la legge quadro nazionale
La proposta di deliberazione a iniziativa del consigliere regionale Federico Talè (Pd) "Modifiche alla legge 11 febbraio 1992, norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio" è stata approvata con 16 voti a favore. La proposta invita le Camere a predisporre una modifica alla legge quadro nazionale del 1992, introducendo la possibilità per le Regioni e per le Province autonome di coinvolgere soggetti muniti di licenza di caccia nell'attuazione dei piani di controllo della fauna selvatica, anche se questi soggetti non sono proprietari o conduttori del fondo dove è previsto l'abbattimento.

Sessione ispettiva su infrastrutture, sanità e trasporto ferroviario
La sessione ispettiva si apre con due interrogazioni abbinate sulla Strada 257 Apecchiese, a firma del consigliere Fabbri (M5s) e dei consiglieri Biancani e Traversini (Pd). Ai quesiti ha risposto l'assessore alle infrastrutture Anna Casini che ha annunciato risorse per circa 1 milione di euro da destinare nel 2019 alla manutenzione straordinaria. All'interrogazione della consigliera Pergolesi (M5s) “Verifica e controllo delle azioni messe in atto da funzionari dell’AV1 in merito al conferimento dell’incarico di Direttore di Struttura Complessa di un dipendente dell’ASUR” ha fornito risposta l'assessore Sciapichetti. Sempre l'assessore Sciapichetti ha risposto agli ultimi due quesiti, “Servizi sanitari presso l'aeroporto "R. Sanzio" di Falconara Marittima” del consigliere Zaffiri (Lega Nord) e “Trasporto ferroviario e attuazione mozione n. 142 approvata il 6 dicembre 2016” sulla tratta Ancona-Roma, a firma del consigliere Giancarli (Pd). Di seguito l'Assemblea ha provveduto a rinnovare la nomina di un componente del consiglio di presidenza dell'Associazione per la formazione al giornalismo, sede di Urbino. Nominata Simonetta Malfoglia.

Approvate disposizioni abrogative in materia di tesoreria regionale
Il Consiglio regionale ha approvato all'unanimità la proposta di legge della Prima commissione, relatori il presidente Francesco Giacinti (Pd), sostituito da Fabio Urbinati, e il vicepresidente Gianni Maggi (M5s). L'atto autorizza per l'anno 2018 la spesa massima di euro 21.000, per l'anno 2019 la spesa massima di euro 290.000, per l'anno 2020 la spesa massima di 300.000 euro.

Mozione Sala studio Uniurb intitolata a Marco Pannella
In chiusura della seduta l'Assemblea ha esaminato gli atti ispettivi. Approvata con 13 voti favorevoli e 4 contrari la mozione a firma dei consiglieri Rapa, Busilacchi, Urbinati, Pieroni “Intitolazione Sala Studio Collegio Internazionale di Urbino a Marco Pannella”. L'atto impegna la Giunta regionale ad attivarsi affinché la Sala Studio sia intitolata a Marco Pannella, “paladino e ispiratore di fondamentali campagne per i diritti civili in Italia e a livello internazionale”, studente della facoltà di giurisprudenza, dove si laureò nel 1953.
(l.v.)
Mercoledì 7 Novembre 2018