CONSIGLIO IN DIRETTA/1
ALL'ESAME DELL'AULA LE MOFIDICHE ALLA LEGGE SULLE FUSIONI COMUNALI La proposta di legge definisce i casi per richiedere, dopo il referendum, un ulteriore parere ai Consigli comunali prima di procedere. Per il relatore di maggioranza Francesco Giacinti (Pd) «si agevola il compito dell'Assemblea legislativa che resta la protagonista del processo di attuazione». Negativo il giudizio del capogruppo Gianni Maggi, relatore di opposizione, secondo il quale «se uno dei comuni non vuole fondersi, la procedura si dovrebbe fermare».

 immagine primo piano La proposta di legge a iniziativa della Giunta regionale modifica le norme sul riordinamento territoriale dei comuni e delle province, in particolare aggiorna gli articoli per istituire un nuovo comune mediante fusione di due o più comuni. Alla pdl sono state abbinate due ulteriori proposte, una dei consiglieri Maggi e Fabbri (M5s) e una del consigliere Giancarli (Pd). La legge regionale del 1995 si limita a prevedere un referendum consultivo, senza definire criteri di valutazione sull'esito della consultazione. La proposta iniziale della Giunta richiedeva, per procedere con la fusione, sia la maggioranza complessiva dei votanti, sia la maggioranza dei comuni interessati. La Prima commissione affari istituzionali in sede referente ha approvato un emendamento in base al quale se c'è discordanza tra la maggioranza degli elettori e il numero dei comuni, è necessario acquisire un nuovo parere dei Consigli comunali. Nel dettaglio si richiede un'ulteriore espressione delle singole amministrazioni comunali qualora la maggioranza dei comuni è favorevole, mentre la maggioranza degli elettori è sfavorevole o viceversa. In caso di parità tra comuni (es. due a favore e due contrari), si procede comunque se c'è la maggioranza degli elettori. Se entro 60 giorni le amministrazioni non si esprimono, l'Assemblea legislativa può prescindere dall'acquisizione del parere. Il relatore di maggioranza Francesco Giacinti (Pd), presidente della Prima commissione ha spiegato il contenuto della proposta, sottolineando che «si tratta di una legge che agevola il compito dell'Assemblea legislativa, che resta la protagonista del processo di attuazione». «Quando non c'è unitarietà tra le due tipologie di maggioranza, quella dei comuni e quella degli elettori – prosegue Giacinti –, viene previsto un supplemento di riflessione nei consigli comunali, un'ulteriore possibilità di approfondimento per interpretare in modo più aderente il risultato elettorale». Contrario alla proposta il relatore di opposizione Gianni Maggi (M5s), vicepresidente della Prima commissione. «Noi non siamo contro le fusioni e anzi auspichiamo le fusioni tra i comuni sotto i 5mila abitanti, perché guardiamo più al miglioramento dei servizi che al campanile, ma la Regione si va ad infilare in mezzo a una disputa tra comuni, proponendo una casistica astrusa che mette tutti i risultati insieme. Abbiamo proposto un emendamento in cui diciamo che se uno dei comuni non vuole fondersi, la procedura si ferma».
(l.v.)
Giovedì 24 Gennaio 2019