Resoconto della seduta n.100 del 11/12/2012
SEDUTA N. 100 DELL'11 DICEMBRE 2012

La seduta inizia alle ore 10,30


Presidenza del Vicepresidente
Giacomo Bugaro


Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Colleghi buona giornata, dichiaro aperta la seduta n. 100 dell'11 dicembre 2012. Do per letto il processo verbale della seduta n. 99 del 4 dicembre 2012, il quale, ove non vi siano obiezioni, si intende approvato ai sensi dell’art. 29 del Regolamento Interno.
Comunico che:
Sono state presentate le seguenti proposte di legge regionale:
n. 274 in data 10 dicembre, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Disposizioni per la formazione del Bilancio annuale 2013 e Pluriennale 2013/2015 della Regione Marche (Legge finanziaria 2013)”, assegnata alla II Commissione in sede referente, trasmessa alle Commissioni I, III, IV, V e VI per l'espressione del parere ai sensi dell'articolo 70 del Regolamento Interno, al Consiglio delle Autonomie Locali per l'espressione del parere ai sensi dell'articolo 11, comma 2 della legge regionale n. 4/2007 e al Consiglio regionale dell'Economia e del Lavoro per l'espressione del parere ai sensi dell'articolo 4, comma 1, della legge regionale n. 15/2008”;
n. 275 in data 10 dicembre, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Bilancio di previsione per l'anno 2013 ed adozione del bilancio pluriennale per il triennio 2013/2015”, assegnata alla II Commissione in sede referente, trasmessa alle Commissioni I, III, IV, V e VI per l'espressione del parere ai sensi dell'articolo 70 del Regolamento Interno, al Consiglio delle Autonomie Locali per l'espressione del parere ai sensi dell'articolo 11, comma 2 della legge regionale n. 4/2007 e al Consiglio regionale dell'Economia e del Lavoro per l'espressione del parere ai sensi dell'articolo 4, comma 1, della legge regionale n. 15/2008”.
E' stata presentata la seguente proposta di atto amministrativo:
n. 53 in data 7 dicembre, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Legge regionale n. 5/2012, articolo 6 'Piano regionale per la promozione della pratica sportiva e delle attività motorio–ricreative 2013/2015”, assegnata alla I Commissione in sede referente, trasmessa al Consiglio delle Autonomie Locali per l'espressione del parere ai sensi dell'articolo 11, comma 2, lettera c) della legge regionale n. 4/2007 e al Consiglio regionale dell'Economia e del Lavoro per l'espressione del parere ai sensi dell'articolo 4, comma 1, lettera b), n. 2 della legge regionale n. 15/2008”.
Sono state presentate le seguenti mozioni:
n. 436 del Consigliere Acquaroli “Malati di sclerosi multipla”;
n. 437 della Consigliera Malaspina “Sostegno alle piccole e medie imprese della Regione Marche” (ritirata con nota n. 9495 del 10/12/2012);
n. 438 dei Consiglieri Latini, Carloni, Zinni, Zaffini, Sciapichetti, Ricci, Giancarli “Affidamento concessioni del demanio marittimo con finalità turistico ricreative”;
n. 439 della Consigliera Malaspina “Sostegno alle piccole e medie imprese della Regione Marche”.
Comunico, inoltre, che ho provveduto alle seguenti nomine:
decreto n. 40 del 6 dicembre - nomina di un componente nel Consiglio Direttivo dell'Associazione Università per la Pace;
decreto n. 41 del 6 dicembre – nomina revisore effettivo del Collegio Revisori dei Conti dell'Associazione Università per la Pace;
decreto n. 42 del 6 dicembre – nomina del Presidente del Collegio dei Revisori dei Conti del Consorzio di Sviluppo Industriale del Fermano (COSIF).
Il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le seguenti leggi regionali:
n. 34 in data 26 novembre 2012 “Interventi per la valorizzazione del pensiero e dell'opera di Maria Montessori”;
n. 35 in data 26 novembre 2012 “Disposizioni in materia di microzonazione sismica”.
Hanno chiesto congedo il Consigliere Massi e l'Assessore Giannini.

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D'Anna. Sull'ordine dei lavori?

Giancarlo D'ANNA. Si, Presidente. Ieri era la giornata che ricordava il rispetto dei diritti umani in tutto il mondo e credo che anche il Consiglio regionale avrebbe avuto il dovere, quanto meno, di ricordare quell'evento e proprio ieri in contemporanea si è celebrata la Giornata delle Marche, alla quale io cambierei il nome, per dargli il nome “Compleanno del Presidente Spacca”. Di questo praticamente si è trattato, della presenza sul palco del Presidente dal primo all'ultimo momento, in una città, Fano, nella quale ci sono stati, anche in passato, tra l'altro, diversi atleti delle olimpiadi che ieri non sono stati ricordati. Credo che questo sia molto grave, credo che sia un’offesa alla città di Fano, comunque, nella giornata di ieri non si è spesa una parola per quanto riguarda i diritti umani, anzi è stato chiesto un applauso al rappresentante di un Governo, quello cinese, che è il primo al mondo nel reprimere proprio quei diritti umani.
Credo che quella di ieri sia stata la celebrazione del Presidente Spacca e basta, il resto non aveva niente a che vedere con lo sport, perché la lealtà si difende nel quotidiano e ieri era la giornata dei diritti umani e l'unico applauso che è stato chiesto dal Presidente Spacca è stato quello per un rappresentante del Governo cinese che sta portando via dalla nostra regione, dalla nostra Italia, uno dei brand del made in Italy.

PRESIDENTE. Scusi Consigliere, mi permetta, lei ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori, l'ordine dei lavori di oggi non contempla i punti che lei sta trattando, quindi, a termine di regolamento, io non posso, la ringrazio del suggerimento che lei ha...

Giancarlo D'ANNA. …..è altrettanto vero, Presidente, che ieri è stata la celebrazione del Presidente Spacca e nessun Consigliere ha avuto l’opportunità di dire queste cose di fronte alla Regione Marche. Io lo voglio dire oggi perché quello che è accaduto ieri è stato veramente grave.
Il fatto di non aver ricordato la giornata dei diritti umani, di non aver ricordato gli atleti e di aver celebrato il Presidente Spacca, al quale mancava solo il quattro mani con Allevi, poi ieri ha fatto di tutto, perché ha ripreso addirittura il presentatore…

PRESIDENTE. Grazie Consigliere, quello che lei ha detto rimane agli atti, quindi è stato in qualche modo certificato.


Interrogazione n. 752
dei Consiglieri Giancarli, Badiali
“Ristrutturazione della Rocca della Cittadella di Ancona”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 752 dei Consiglieri Badiali, Giancarli. Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Marcolini.

Pietro MARCOLINI. Con riferimento al tema della ristrutturazione della Rocca della Cittadella di Ancona, vale la pena ricordare che con la deliberazione della Giunta regionale n. 252/2009 di approvazione del PAR (Programma Attuativo Regionale) del Fondo per le aree sottoutilizzate (FAS) Marche 2007-2013 si è previsto l'intervento "5.3.1.1 - Recupero e ristrutturazione del complesso immobiliare denominato Rocca della Cittadella di Ancona".
Tale intervento prevede la ripartizione del costo totale di oltre 26 milioni di euro, come segue:
- richiesta a carico del FAS 2.015.000,00 euro;
- Stato 20.835.000,00 euro;
- Comune di Ancona 2.000.000,00 euro;
- Fondazione Cariverona 1.250.000,00 euro.
Nel dare atto che lo Stato non ha assegnato i preannunciati e promessi fondi attinenti le Celebrazioni del 150°anniversario dell'Unità d'Italia, i cofinanziatori locali avrebbero destinato le somme previste per la loro partecipazione alla spesa ad altre finalità. Quindi per intenderci, lo Stato si è sottratto, la Cariverona si è sottratta, il Comune si è sottratto dall'impegno.
Con la deliberazione di Giunta regionale n. 426/2012 si è aggiornato il PAR, riprogrammando, tra l'altro, l'utilizzo delle risorse finanziarie, prendendo atto che "non è più possibile realizzare l'intervento denominato 5.3.1.1 - Recupero e ristrutturazione del complesso immobiliare denominato Rocca della Cittadella di Ancona' in quanto è venuta a mancare la copertura finanziaria a valere sui fondi statali per il 150° Anniversario dell'Unità d'Italia, pertanto risulta impossibile realizzare l'intera opera.
Il complesso monumentale in questione riveste grande importanza per la Regione Marche, anche in relazione al ruolo che le Marche svolgono nel percorso di costituzione della Macroregione Adriatico-Ionica e si comunica che dopo aver valutato le possibilità di copertura finanziaria dei lavori rimanenti previsti, si intende ricontrattare, nelle opportune sedi, una dilazione della scadenza per l'ultimazione dell'opera, per evitare di dover restituire allo Stato il complesso medesimo. Non vorrei che lo Stato che aveva posto la condizione per la realizzazione dell'opera, pena la restituzione del bene, si sottragga dall'impegno di contribuire per 20 milioni e ci richieda indietro la proprietà dello stabile.
Noi siamo interessati strutturalmente alla valorizzazione del complesso della Cittadella, addirittura, mi rivolgo ai Consiglieri Giancarli e Badiali, avevamo ipotizzato un'acquisizione dei terreni sovrastanti la sede del Consiglio regionale per realizzare un sottopasso che ci ricongiungesse fisicamente al complesso della Cittadella, soltanto che questi erano disegni, che poggiavano su un contributo di 20 milioni su 26, da parte dello Stato, essendo venuto meno questo contributo ci dobbiamo ricondurre all'efficentamento del palazzo che abbiamo dedicato alla sede della Macroregione Adriatico-Ionica, al Commissariato, ecc... e realisticamente prendere atto che non abbiamo i soldi per fare tutto quello che lo Stato, il Comune ed anche la Cariverona, avevano promesso di fare.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente, grazie Assessore Marcolini, dalle sue parole colgo una preoccupazione reale e, quindi, la ringrazio di questa preoccupazione perché questo sano realismo porta ad affrontare il problema che, come giustamente è stato detto, è un fatto importantissimo: la sede della Macroregione Adriatico-Ionica, che c'è già, di quella parte fisica dell'Europa che già c'è nelle Marche.
Capisco le difficoltà e sono certo dell'impegno dell'Assessore Marcolini nel condurre un'iniziativa nei confronti dello Stato e nei confronti dell'Europa per reperire le risorse necessarie. Il fatto che lo Stato sia venuto meno al proprio impegno e che nel frattempo istituzioni importanti, come il Comune capoluogo di Regione, abbia preso atto del disimpegno dello Stato e destinato i soldi altrove, non so se è così, spero che non lo sia, manifesterebbe, in qualche modo, non quell'attenzione forte, necessaria, indispensabile per tenere vivo l'interesse sulla Rocca della Cittadella di Ancona.
Per quello che riguarda le altre istituzioni, lungi da me il voler avanzare delle posizioni nei loro confronti, non mi permetto di aggiungere altro rispetto a quello che attiene al Comune di Ancona o ad altri pezzi dell'articolazione della Repubblica. Per quello che riguarda la Regione, ringrazio ancora l'Assessore, perché sono certo che possiamo condurre un'iniziativa che ci consentirà di tenere viva l'attenzione e di dare una soluzione a questo problema che non è un problema delle Marche, ma è l'Europa nelle Marche.

Interrogazione n. 782
dei Consiglieri Zinni, Busilacchi
“Divieti di sosta Ospedale di Torrette”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 782 dei Consiglieri Zinni, Busilacchi. Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. In relazione a questa interrogazione, sulla base di quanto segnalato dalla direzione dell'Azienda Ospedali Riuniti di Ancona si precisa che la strada antistante l'ingresso principale dell'Ospedale di Torrette è classificata strada di pubblica utilità, pertanto è soggetta alla normativa del codice della strada e di competenza, quindi, dei Servizi di Polizia Municipale del Comune.
Per questo motivo l'Azienda Ospedaliera non può intervenire direttamente per la rimozione delle auto parcheggiate in divieto di tutti i regolamenti nella corsia d'emergenza riservata ai mezzi di soccorso.
La Direzione dell'Azienda ha peraltro allegato una nota dell'8 maggio 2012, inviata al Comandante della Polizia Municipale di Ancona, con la quale, ringraziando per l'attività di controllo svolta, richiedeva interventi ulteriori per far rispettare il codice della strada e quindi il divieto che persiste su quella zona.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Zinni.

Giovanni ZINNI. Assessore che devo dire, si capisce chiaramente che lei è di Pesaro e che dell'Ospedale regionale non gliene frega proprio niente, visto che ha dato una risposta assolutamente inconsistente.
Tra le altre cose Assessore, lei deve rendersi conto che questo disagio all'interno dell'Ospedale di Torrette, … prego Assessore Marconi faccia pure, è il mercato delle vacche, non è più il Consiglio regionale. Fate pure, io non ho parole. Assessore io la vengo a prendere a casa e la porto a Torrette così lo vede, se non mi sta a sentire!
Allora dicevo l'Ospedale regionale di Torrette ha una situazione di viabilità interna insostenibile. Da anni ci sono auto che sono costrette, per necessità, a fermarsi sul bordo della strada dell'ingresso perché ci sono persone con delle disabilità temporanee o durature che, purtroppo, non consentono loro di sostare nei parcheggi che ci sono e che, grazie a Dio, sono aumentati.
Quindi da un lato c'è la necessità per una tipologia di pazienti di doversi fermare, non una sosta ma una fermata. Dall'altra ci sono i furbi che da anni parcheggiano lì e bloccano la corsia di emergenza per le ambulanze. Questo non va bene.
Io ed il Consigliere Busilacchi, iniziativa come vede molto trasversale, su sollecitazione di tantissimi cittadini di Ancona, siamo andati a parlare con l'Azienda e l'Azienda, insieme alla Polizia municipale e all'Assessore competente del Comune di Ancona si sono presi l'impegno di rifare la viabilità interna. Ora posto in essere che la strada, è vero, è di pubblica utilità e pertanto di competenza del Comune di Ancona ma conoscendo tutti lo stato vergognosamente comatoso, politico dell'amministrazione comunale di Ancona, non è pensabile che l'Azienda sanitaria se ne lavi le mani, perché il Sindaco Gramillano è una persona che dorme in piedi insieme alla sua Giunta, e lei Assessore che è di Pesaro di fronte ad una interrogazione del genere la liquidi dicendo “Ma c'è il Codice della Strada”. Anche dal punto di vista economico, noi non possiamo spendere soldi dalla mattina alla sera e mandare la polizia municipale con il carro attrezzi, creando contenziosi, litigi, perché, ripeto, ci sono persone che hanno diritto alla fermata e ci sono furbi e delinquenti che vanno sanzionati.
Quello che io oggi le chiedo è un impegno politico, snello, quello di riparlare con l'Azienda sanitaria e modificare la viabilità in maniera da garantire alcuni posti di fermata per chi sta male e la corsia di emergenza sgombra.
A distanza di anni dover fare un’interrogazione del genere, mi creda, è più imbarazzante per me come Consigliere regionale che per lei come Assessore risolvere la questione.

Comunicazione ai sensi dell'art. 35, VI comma, del R.I.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bucciarelli.

Raffaele BUCCIARELLI. Io chiedo la parola, Presidente, per parlare di un punto non iscritto all'ordine del giorno ma di un tema che il Consiglio regionale ha già discusso.
Questa è anche un’informativa al Consiglio regionale, noi abbiamo discusso circa un mese fa il tema della pesca dei molluschi bivalvi, delle vongole, ed abbiamo approvato all’unanimità una risoluzione, con l'accordo dell'Assessore, con la quale davamo tempo fino al 15 di dicembre per risolvere il problema.
A tutt'oggi il Comitato è stato convocato una sola volta senza il raggiungimento di nessun obiettivo. E’ stato riconvocato per il 19 dicembre, quattro giorni dopo la scadenza che noi abbiamo dato, mostrando, evidentemente, un’indifferenza totale circa la volontà del Consiglio ed oggi, ecco l'informativa, i pescatori delle vongole hanno occupato l'Assessorato perché esigono, giustamente, la soluzione del problema.

PRESIDENTE. (…) Per cortesia silenzio. Collega Bucciarelli, io ho consentito questa sua comunicazione, la ringrazio e la informo che questa Presidenza, in questo momento, è impegnata in un incontro con una delegazione dei vongolari,. L'Assessore competente, purtroppo, oggi è malato, quindi, non possiamo affrontare debitamente la questione che, per nostra competenza, solleciteremo.
Basta su questo punto!

Interrogazione n. 822
del Consigliere Acquaroli
“Area Vasta 3 – Ospedale di San Severino”

Interrogazione n. 818
del Consigliere Latini
“Presidio Ospedaliero di San Severino Marche – riorganizzazione Area Vasta 3”

Interrogazione n. 860
del Consigliere Marangoni
“L'Ospedale di San Severino Marche non si tocca”

Interrogazione 1044
del Consigliere Latini
“Situazione all'Ospedale di San Severino”
(abbinate)
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le interrogazioni n. 822 del Consigliere Acquaroli, n. 818 del Consigliere Latini, n. 860 del Consigliere Marangoni e n. 1044 del Consigliere Latini, abbinate. Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. Queste sono interrogazioni che riguardano l'attività dell'Ospedale di San Severino Marche e va premesso che tre di queste interrogazioni sono antecedenti alla emanazione del decreto legge n. 95/2012 sulla "Spending review", e in merito alle interrogazioni in oggetto invece, relative alla situazione di tale presidio ospedaliero si verrà a creare con l'attuazione del Piano di riorganizzazione di Area Vasta n. 3 derivante dalla l.r. 17/2011, e si sottolinea che le attività previste sono contemplate nel Patto per la Salute 2012-2014 e dalle deliberazioni di Giunta regionale n. 1370/2011 e n. 1515/2012.
Dal 1° ottobre 2011 è diventata operativa, a seguito dell'applicazione della legge regionale di riordino del Servizio sanitario regionale, l'Area Vasta n. 3, che comprende le ex Zone Territoriali n. 8 di Civitanova, n. 9 di Macerata e n. 10 di Camerino, per un totale di otto strutture ospedaliere. Che fanno nascere così il Presidio Unico Ospedaliero dell'Area n. 3, distribuito su più sedi ospedaliere.
II 2012 è stato e sarà un anno che si può definire di "riorganizzazione" volto sia alla realizzazione di percorsi e progetti strutturali e/o assistenziali già avviati che alla implementazione delle reti cliniche in Area Vasta n. 3. In questo nuovo scenario, stimolante, ma anche impegnativo, le sedi operative di Camerino, San Severino e Matelica, hanno un ruolo importante con la possibilità che le eccellenze presenti siano messe a disposizione di tutta l'Area Vasta.
La riorganizzazione delle strutture ospedaliere di Area Vasta 3 prevede un incremento di attività sanitarie ambulatoriali, di day hospital, day surgery e chirurgiche a ciclo breve nei presidi di San Severino Marche, Tolentino e Recanati, grazie anche alla collaborazione di altri professionisti dell'Area Vasta 3. Continua così, in maniera incrementale tra i tre dipartimenti chirurgici dell'Area Vasta 3, diretti dai dottori la collaborazione iniziata proficuamente da oltre un anno per le attività di chirurgia oculistica; è inoltre già iniziata l'attività di chirurgia urologica aggiuntiva effettuata dalla equipe della U.O. di Urologia di Macerata diretta dal Dott. Mammana.
I professionisti supportati da tutto il personale, con responsabilità e spirito di collaborazione stanno attivando percorsi assistenziali coerenti con la riorganizzazione in atto e che vanno incontro alle. esigenze di salute della popolazione.
Le attuali dirigenze mancanti verranno colmate con la riorganizzazione dei Dipartimenti e delle Unità opeative complesse prevista a breve.
In definitiva, le prestazioni ambulatoriali e di ricovero presso la struttura di San Severino Marche, attraverso modalità sopra descritte, vengono migliorate dal punto di vista qualitativo nell'ottica dell'appropriatezza al fine di garantire la sicurezza per i cittadini.
Il decreto ministeriale sugli standard ospedalieri, in fase di emanazione in applicazione del d.l. 95/2012, convertito in legge 135/2012, prevede azioni di riorganizzazione della rete ospedaliera al fine di garantire accessibilità ed equità ai servizi in tutti i bacini di utenza in una logica di reti cliniche integrate e in tale ottica dovrà essere assicurata l'assistenza a tutti i cittadini marchigiani, ovunque essi siano residenti.
Voglio aggiungere, per completare le interrogazioni, al punto due, il fatto che l'Ospedale di San Severino Marche attualmente è interessato da quelli che sono i seguenti investimenti sanitari:
- decreto legislativo del 28 luglio 2000 con disposizioni correttive integrative al decreto 19 giugno precedente, del 1999, per il potenziamento delle strutture per le attività libero professionali per i dirigenti sanitari, per un importo di 896 mila euro;
- accordo di programma integrativo per il settore degli investimenti sanitari, per un adeguamento alla norma per l'Ospedale di San Severino Marche per un importo ulteriore di 820 mila euro;
- accordo integrativo al programma quadro, interventi per il recupero di funzionalità delle strutture socio-sanitarie, ci sono lavori di adeguamento di prevenzione incendi, presso questo ospedale, per un importo di 1.377.500,00 euro.
Il primo progetto per il potenziamento delle strutture per le attività libero professionali dei dirigenti sanitari per l'importo di 896 mila euro è stato ammesso a finanziamento nel 2007 ed i lavori sono tuttora in esecuzione.
Riguardo alla realizzazione di ambulatori per visite specialistiche per l'importo di 651 mila euro e di interventi finalizzati al raggiungimento di un maggiore confort alberghiero nel reparto di chirurgia per l'importo di 245 mila euro, il secondo progetto di adeguamento a norma dello stesso ospedale è stato ammesso a finanziamento dal Ministero della salute con un decreto dirigenziale dell'ottobre 2010 per l'importo di 820 mila euro di cui 673 a carico dello Stato e 146 a carico della Regione. I lavori sono stati aggiudicati in data 3 agosto 2011 e sono tuttora in corso.
Il terzo intervento di adeguamento alle norme di prevenzione incendi è stato approvato dalla competente struttura regionale, in data 8 aprile 2011 e aggiudicato in data 2 febbraio 2012. Attualmente è in fase di predisposizione una perizia di variante suppletiva per la realizzazione di opere aggiuntive e migliorative da realizzare mediante l'utilizzo dell'economia da ribasso e di un contributo aggiuntivo concesso dalla Regione Marche derivante da economie verificatesi all'interno dei finanziamenti di cui all'articolo 20 della legge 667/88 per un importo complessivo di 1.400.000,00 euro.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Acquaroli.

Francesco ACQUAROLI. Questa interrogazione, Assessore, risale a maggio 2012 e, quindi, prima delle recenti delibere che abbiamo visto e di cui si è discusso un po' sul territorio.
Credo che la Giunta debba, a questo punto, fare chiarezza insieme ai vertici dell'Asur su quelli che sono gli intendimenti per la provincia di Macerata, perché i dubbi e le perplessità che si accavallano sempre di più, non colpiscono solo San Severino, in quanto singola struttura, ma i timori in merito a questa struttura, al destino delle eccellenze che rischiano di essere smantellate, ci sono tutti.
Il problema riguarda l'intero assetto della nostra provincia di Macerata che con la chiusura, di fatto, dell'ospedale di Recanati, con l'individuazione potenziale di un’Area vasta - quella che voi avete chiamato reti cliniche o reti omogenee, l'area montana che potrebbe configurare un'Area vasta che non sia più quella 3 con lo smantellamento della nostra sanità provinciale - rischia di ridiscutere equilibri importanti del territorio.
Tra l'altro c'è preoccupazione non solo per San Severino ma anche per Cingoli che pure appartenendo all'Area vasta 2 appartiene di fatto alla provincia di Macerata. Quindi non posso ritenermi soddisfatto della sua risposta perché l'elenco dei numeri che rappresentano gli investimenti potenziali e fatti nella struttura di San Severino non chiariscono il destino della sanità maceratese e lasciano addensarsi, sempre di più, nubi rispetto a quello che sarà il trattamento dell'area montana.
Sicuramente come abbiamo sempre detto, e sempre ribadito in quest'Aula, l'atteggiamento di discussione, di apertura, di confronto, di comprensione del momento difficile che sta attraversando il nostro paese, non deve consentire una gestione assolutamente insensata della sanità e una gestione politica dei servizi e dei territori.
Questo noi non lo consentiremo, Assessore, noi vogliamo chiarezza perché non si continui a giocare sulla pelle dei territori, sulla pelle dei servizi, cercando di buttare continuamente fumo negli occhi.
Noi pretendiamo chiarezza anche rispetto alle ultime delibere della Regione Marche, Assessore, perché questa risposta che lei oggi mi ha dato è datata maggio 2012, ma da maggio 2012 a fine anno, a dicembre 2012 non sono solo passati sette mesi, sono passate delle iniziative che hanno stravolto quella che era l'idea della sanità regionale del maggio scorso e allora dalla Giunta pretendiamo un atto forte, un atto di chiarezza che possa dare tranquillità e possa permettere anche una fase di discussione con i territori. Q
Il timore della cittadinanza di San Severino, della cittadinanza di Camerino, di Matelica, di Cingoli, di Recanati, ma recentemente anche di Macerata e di Civitanova, cresce a dismisura perché non riusciamo bene a capire quello che è l'intendimento finale.
Il timore, purtroppo, di vedere, come ho detto prima, spezzettata la provincia di Macerata e assorbiti i servizi sanitari della provincia di Macerata dal fermano, dall'anconetano e dal fabrianese, resta alto.
Su questo la Giunta deve essere chiara e deve aprire un confronto immediatamente, perché è ingiusto nei confronti degli operatori, è ingiusto nei confronti degli utenti, è ingiusto nei confronti degli enti locali che aspettano risposte da mesi, anzi, da anni ormai.

Interrogazione n. 879
del Consigliere Marangoni
“Evento internazionale Marche Endurance Lifestyle 2012. Resoconto risultati degli incontri B2B, del workshop relativo, del Forum economico Italia – Emirati Arabi Uniti e Gran Galà dell'Endurance. Impegno finanziario e strumentale della Regione Marche”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 879 del Consigliere Marangoni. Ha la parola, per la risposta, il Presidente Spacca.

Gianmario SPACCA. Come sapete la manifestazione Endurance Lifestyle 2012 avviene nell'ambito di una strategia concordata con il Governo nazionale che mira a creare delle relazioni di amicizia ma anche di carattere economico con il Medio Oriente e con i paesi del Golfo.
Una prova di questo è stato il fatto che il Presidente del Consiglio nella sua recente visita negli Emirati Arabi Uniti e, quindi, anche nel meeting ufficiale con il primo ministro degli Emirati Arabi Uniti, Mohammed bin Rashid Al Maktum ha dato come dono ufficiale del Governo italiano la pubblicazione dei risultati dell'Endurance Lifestyle avvenuta nelle Marche nel maggio precedente.
Una manifestazione che tra l'altro si ripeterà anche quest'anno con la partecipazione del primo ministro, probabilmente, anche con la visita ufficiale del primo ministro nel nostro Paese, quindi, una visita di Stato che si concluderà con la solita manifestazione sportiva.
Nell'ambito di questo evento noi abbiamo inserito, come ricordava il Consigliere Marangoni, la possibilità di confronti diretti tra imprese della nostra regione e imprese degli Emirati Arabi Uniti per iniziative B2B, cioè business to business, che portassero a possibili forme di collaborazione di joint venture, di partnership.
Gli incontri sono stati diverse decine e c'è un reportage preciso che è stato prodotto al termine dell'evento su tutte le cifre che esso ha definito.
Si chiede, mi pare di capire, nell'interrogazione del Consigliere Marangoni anche una definizione qualitativa di queste relazioni al di là della cifra secca dei numerosissimi incontri che ci sono stati, per cui dico che a seguito di quella parte dedicata alle relazioni economiche dell'Endurance Lifestyle, ci sono stati dodici progetti selezionati di interesse da parte dei fondi che accompagnavano la delegazione degli imprenditori, soprattutto da parte dei fondi.
Queste manifestazioni di interesse riguardano soprattutto in questo momento, imprese che operano nel settore dell'energia, delle energie alternative, dell'immagazzinamento dell'energia, riguardano imprese che operano nel settore turistico, che operano, quindi, nella gestione di porti turistici o di imprenditorialità turistica di diverso genere, soprattutto, legata all'ospitalità. Sono manifestazioni di interesse che riguardano il tema della moda, del fashion, quindi, possibili partnership legate a calzature ed abbigliamento, sono manifestazioni di interesse che riguardano aspetti legati all'eno-gastronomia della nostra regione ed anche una possibile forma di collaborazione diretta. C'è stata una manifestazione di interesse rispetto al sistema infrastrutturale della nostra regione, in modo particolare sull'aereoporto delle Marche in relazione alla sua attività di carattere logistico legata al polo merci, legata all'attività delle merci.
Su questo ultimo punto vi dico subito che noi abbiamo intrapreso un'altra strada legata alla ricerca di una partnership di competenza, che sembrerebbe ormai essere stata trovata con un imprenditore argentino titolare di una impresa che gestisce oltre 50 aeroporti nel Sud America e diversi altri aeroporti in Europa e dovrebbe entrare, in quota di minoranza, con un aumento di capitale sociale riservato nella società Aerdorica a seguito di una assemblea che ci sarà a fine mese.
Questa ultima operazione l'abbiamo messa in stand by mentre le altre procedono a ritmo molto forte.
Il problema è che la dimensione delle proposte che abbiamo avanzato hanno una dimensione finanziaria piuttosto ridotta rispetto alla capacità di investimento che generalmente questi fondi attivano, però, di fatto l'interesse è molto forte ed io sono certo e mi auguro, che quando avremo la seconda edizione, peraltro già concordata in occasione della visita del Presidente del Consiglio Monti ad Abu Dabi due settimane fa, di Marche Endurance Lifestyle, ci sarà anche, oltre al rinnovarsi della Conferenza economica in terra marchigiana, quindi, riservata ai nostri imprenditori, la possibilità di annunciare delle partnership che avverranno tra imprese della nostra regione delle Marche e imprese dell'area del Medio Oriente.
Vorrei ricordare a questa Assemblea che quest'anno è stato particolarmente positivo per quanto riguarda la capacità di attrazione degli investimenti nella nostra regione sul mercato internazionale, in controtendenza rispetto al resto del Paese.
Noi abbiamo avuto investimenti cinesi, russi, mediorientali, israeliani, prossimamente argentini, che hanno consentito alla nostra economia di tenere un relativo posizionamento positivo del mercato del lavoro, risolvendo alcune questioni particolarmente pesanti nella dinamica di carattere occupazionale, situazione di diverse centinaia di lavoratori collegati a queste imprese. Quindi, insisteremo anche il prossimo anno su questo stesso percorso perché se oggi noi possiamo presentare una base occupazione pressoché analoga, forse per sette mila unità inferiore a quella del primo trimestre del 2008 in termini di occupazione, ricordo che nel primo trimestre del 2008 avevamo 658 mila occupati nelle Marche, nel terzo trimestre del 2012 abbiamo 653 mila occupati nelle Marche, credo che una parte di questa tenuta della nostra base occupazionale sia dovuta anche al fatto che ci siano stati investimenti stranieri nella nostra regione, che sono andati a collocarsi su imprese in partnership che avevano difficoltà.
Ora bisognerebbe fare un salto di qualità, questo rapporto lo stiamo facendo anche attraverso Marche Endurance Lifestyle e, quindi, rapporti con il Medio Oriente. Questo rapporto non dovrebbe più soltanto riguardare la presentazione di imprese in situazioni in difficoltà ma cercare anche di realizzare delle collaborazioni in positivo, mettendo insieme innovazione, tecnologia, eccellenza ed insieme con questi partner conquistare spazi sul mercato globale che diano positive prospettive di crescita alla nostra regione. Prospettive di lavoro e di occupazione ai cittadini delle Marche e soprattutto ai giovani.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Ringrazio il Presidente Spacca e mi scuso perché sono senza voce; ringrazio il Presidente Spacca perché ha parlato senza leggere la relazione dei tecnici, di solito siamo abituati ad Assessori che leggono in maniera molto fredda le relazioni fatte dai tecnici, invece, sentire dalla viva voce il pensiero, in modo autentico, è sicuramente più gradevole, più simpatico.
Alcune cose che lei ha detto, Presidente Spacca, le ho sentite proprio ieri a Fano, sono le stesse ma non ha risposto a nessuna delle cinque domande che io ho fatto nell'interrogazione. Andare a braccio è positivo ma in questo caso non c'è stata risposta.
Tra l'altro la domanda principale, alla quale avrei gradito risposta, è la seguente: “Se la Regione ha incaricato direttamente o indirettamente società o agenzie esterne alla Regione stessa per la promozione dell'evento con l'obiettivo di contattare le aziende marchigiane al fine di consentire la pubblicizzazione del loro marchio in qualità di official sponsor in cambio di versamento di idoneo compenso. In caso affermativo si chiede di conoscere quante aziende private o quali enti hanno aderito alla proposta utilizzando il loro logo come official sponsor di Marche Endurance Lifestyle; l'elenco di tali aziende o enti; l'importo versato da ciascuna azienda o ente e di conseguenza l'importo totale delle sponsorizzazioni”.
Premesso che sono molto favorevole ad iniziative di questo tipo ...

PRESIDENTE. … scusi collega, in Aula c'è un brusio davvero fastidioso, … prego

Enzo MARANGONI. Sono anche influenzato, faccio fatica a parlare.
Premesso che sono assolutamente favorevole ad iniziative di questo tipo e mi auguro che i contatti iniziati sei mesi fa, magari, prima della prossima edizione, portino qualche costrutto e giungano a buon fine. Mi rendo conto che ci vuole tempo, non sono cose immediate.
Molti imprenditori contattati da una società di una persona che ha fatto conferenze stampa con lei, hanno ricevuto offerte, proposte di circa 50.000 euro cadauno oltre l'IVA, con l'obiettivo di fungere da official sponsor, io ho qui una di queste offerte.
Allora non vorrei che il business l'abbia fatto la società di questa persona con la quale lei ha fatto molte conferenze stampa. Vorrei capire di cosa stiamo parlando, perché la stessa società la vedo citata in un decreto dirigenziale del 13/11/2012, pochi giorni fa, beneficiaria di 48.500 euro più IVA proprio per i libri delle foto che lei citava poc'anzi. Qui non è entrato di fatto nessun incarico, però diamogli tempo ancora qualche mese per carità!
Non è successo nulla per l'economia della nostra regione di positivo, finora, la Regione Marche ha speso dei soldi, non so 300, 400 mila euro, mi pare, e forse ce ne saranno anche di più in vari rivoli di bilancio, e altrettanti se ne spenderanno per la seconda edizione. Mi va bene, facciamone anche una al mese se questa porta ricchezza, se questa porta lavoro, sono d'accordo, però, mi pare che qualcun altro ci abbia guadagnato.
La mia domanda, la mia interrogazione in merito al punto cinque era su questo e non ho ricevuto risposta, mi auguro che lei in futuro me la voglia dare. Grazie.

Interrogazione n. 684
dei Consiglieri Marinelli, Massi
“Censimento del parco auto delle pubbliche amministrazioni”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 684 dei Consiglieri Marinelli, Massi. Ha la parola, per la risposta l'Assessore Viventi.

Luigi VIVENTI. Questa interrogazione è datata qualche mese fa, abbiamo, quindi, una situazione datata luglio di quest'anno che credo si sia modificata di poco e riguarda i servizi del settore agro alimentare delle Marche, dell'Assam, dell'Agenzia regionale per la protezione ambientale delle Marche (ARPAM) e tutto il resto che è stato citato dagli interroganti, partiamo dall'ASUR.
II parco auto dell'ASUR non comprende "Auto blu" ma è costituito esclusivamente dalle auto di servizio, le cosiddette, "Auto grigie” funzionali all'operatività dell'Azienda. Il numero dei mezzi è analiticamente rapportabile all'estensione ed alle caratteristiche del numero dei mezzi e dal territorio coperto dal servizio sanitario, alla tipologia di insediamento abitativo marchigiano ed alla capillarità delle prestazioni offerte alla cittadinanza dall'ASUR stessa che, nel territorio regionale, è l'unica Azienda sanitaria che si occupa di servizi territoriali.
Si rimarca a tal proposito il fatto che ogni Area vasta gestisce servizi eterogenei che necessitano di mezzi di trasporto dedicati, quali: le direzioni (sanitaria, amministrativa, etc.)., i dipartimenti (salute mentale, veterinario, ed altri), i consultori, il sert, la guardia medica, la medicina legale, i distretti, gli uffici acquisizione e gestione beni, gli uffici tecnici e via dicendo. Il medesimo parco auto ammonta a 918 unità, suddivise tra le 5 Aree Vaste e, in particolare, n. 167 all'Area vasta n. 1, n. 263 all'Area vasta n. 2, n. 244 all'Area vasta n. 3, n. 93 all'Area vasta n, 4 e n. 151 all'Area vasta n. 5.
Dai dati che sono stati forniti lo scorso anno al Ministero, tramite il questionario "indagine autoblu" gestito da FORMEZ, è emerso che, rispetto all'indagine precedente, sono diminuiti sia i costi unitari per auto, sia i chilometri percorsi.
NeII'ultima rilevazione, inoltre, è emersa complessivamente una riduzione della spesa, rispetto all'anno precedente, di circa 750.000,00 euro, a fronte di un leggero aumento del numero dei veicoli in dotazione.
Tale leggero aumento ha consentito una riduzione di oltre il 30% del rimborso di spese per missioni per i dipendenti che utilizzavano le proprie auto per lo svolgimento di mansioni istituzionali, chiedendo il rimborso delle spese sostenute.
L'emanazione di specifiche circolari ed una migliore organizzazione dei viaggi dei dipendenti hanno consentito un risparmio immediato sul capitolo riguardante il parco auto e su quello riferibile alle missioni dei dipendenti stessi. Il contenuto della spesa, effettuata, non attraverso un semplice taglio lineare, ma con un processo di razionalizzazione, già avviato da alcuni anni, mediante interventi mirati, ha consentito, oltre ad un notevole risparmio, anche un miglioramento dei servizi erogati sul territorio.
Attualmente, quindi, vista l'efficienza dell'intero servizio automezzi, si possono ipotizzare solo alcuni interventi puntuali, che indurranno ulteriori riduzioni della spesa, sé pure limitati, ma che incideranno sulle spese di missione e ottimizzeranno l'efficienza e l'affidabilità del servizio in questione.
Poi io ho un elenco che non leggerei, io ho cercato di sintetizzare. Consigliere Marinelli se vuole poi le do una copia in cui ci sono scritte le aziende ospedaliere e la specifica.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Marinelli.

Erminio MARINELLI. Grazie Presidente, come al solito c'è poca attenzione quando l'argomento non interessa o quando l'argomento è un po’ scabroso.
Molte volte gli Assessori chissà che cosa vedono nelle interrogazioni, ma questa non è solamente un atto ispettivo, questa era una semplice interrogazione per far sapere come stanno le cose, per far conoscere ai cittadini come è la situazione, anche perché molte volte ci sono delle imprecisioni, ci sono delle non conoscenze, ci sono situazioni in cui uno cerca di nascondere quello che non è da nascondere
La mia interrogazione è nata nel febbraio di quest'anno perché erano apparsi degli articoli sulla stampa, pesanti, sicuramente non esatti e non ho visto un’attenzione, una risposta da parte della Giunta regionale.
Sono stati pubblicati dei dati emersi dal censimento del parco auto delle pubbliche amministrazioni svolto dalla FORMEZ, in seguito all'incarico del Dipartimento della funzione pubblica, il periodo era 6 dicembre 2011 – 20 gennaio 2012.
I dati pubblicati dai nostri giornali, dai nostri quotidiani delle Marche sono stati presentati con dei titoli pesanti, è l'Asur delle Marche a far la parte da leone nella registrazione di auto di servizio auto blu. E’ chiaro che c'è una differenza tra un'auto che trasporta un manager, un direttore generale e un auto che espleta dei servizi.
Non dico il nome del giornale ma basta andare a vedere la rassegna stampa, “l'Asur Marche rappresenta un enorme gigantesca concessionaria”, è una frase della quale, se fossi stato un Assessore, mi sarei preoccupato, perlomeno, avrei cercato di chiarire. La prima cosa è chiarire ai cittadini attraverso l'Assemblea legislativa e cercare di dare conto di quello che si realizzava diversificando l'auto, a disposizione di chi occupa un ruolo, dalle auto per espletare i servizi.
Questo non è avvenuto e, chiaramente, ha portato alla berlina tutta la classe politica che gestisce questa amministrazione ed ha dato l'impressione di non andare incontro a quelle esigenze di risparmio che in parte sono state sottolineate dall'Assessore Viventi, tenendo conto del numero spropositato delle auto.
Non c'è stata nessuna replica e, soprattutto, non si è capito che cosa la Giunta ha fatto effettivamente in questo settore, tenendo conto della deliberazione n. 1029 del giugno 2010 che aveva previsto delle misure per regolamentare l'utilizzo delle autovetture.
Nel rispetto e nell'amicizia nei confronti dell'Assessore Viventi, è una risposta che sicuramente mette in evidenza lo sforzo, ma non completamente, e non tiene conto che c’è stato un attacco feroce dovuto a questo censimento.
Nessuno ha preso posizione e nessuno ha messo in evidenza che in effetti l'Asur Marche è una grossa concessionaria e forse dovrebbe preoccuparsi più dei problemi di salute e meno di viabilità.

Proposta di atto amministrativo n. 52
ad iniziativa dell'Ufficio di Presidenza
“Bilancio di Previsione dell'Assemblea legislativa regionale per l'esercizio finanziario 2013 – Programma annuale e triennale di attività e di gestione anni 2013/2015”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 52 ad iniziativa dell'Ufficio di Presidenza. Prima di dare la parola alla relatrice Giorgi, comunico all'Aula, se non ci sono obiezioni, che anticiperemo, su richiesta del Presidente della Giunta, il punto cinque relativo alla proposta di legge n. 170 ad iniziativa della Giunta regionale "Modifiche della legge statutaria 8 marzo 2005, n. 1", ricordo che è l'adeguamento del nostro Statuto alla nuova legge quadro nazionale, quindi, è un obbligo che dobbiamo assolvere.
Ha la parola la relatrice Consigliera Giorgi.

Paola GIORGI. Grazie Presidente.
La proposta di atto amministrativo ad iniziativa dell'Ufficio di Presidenza concerne: il bilancio di previsione dell'Assemblea legislativa delle Marche per l'anno 2013.
Il bilancio dell'Assemblea legislativa regionale, ai sensi della vigente normativa, è finanziato con fondi derivati dal bilancio della Regione di cui rappresenta la prima voce di spesa, iscritta nell'Unità Previsionale di Base n. 10101. Esso rappresenta il principale strumento dell'autonomia consiliare e garantisce il corretto e indipendente funzionamento dell'organo legislativo.
Gli stanziamenti dei capitoli istituiti per le spese relative al trattamento economico dei Consiglieri ed al funzionamento dei gruppi consiliari, cioè i capitoli 1 e 7, sui quali poi mi soffermerò un attimo, sono definiti da leggi regionali e rivestono pertanto carattere vincolato.
La relazione, di cui illustrerò alcuni tratti, accompagna il bilancio di previsione 2013, su questa ci sono degli emendamenti di cui poi parlerò, espone e analizza i dati finanziari più significativi dell'attività dell'ente, dell'anno indicato, quindi, il 2013.
Per la determinazione del fabbisogno del 2013 si è tenuto conto dell'andamento della spesa registrata nel 2009, questo in base al decreto legge del maggio 2010 n. 78, convertito in legge a luglio 2010, concernente: "Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e competitività economica". Le misure di contenimento, ivi previste, sono applicabili nella predisposizione dei bilanci regionali degli anni 2011, 2012, 2013 e nella relazione vedete delle parametrazioni all'anno 2009, all'anno precedente a quello di cui andiamo a presentare il bilancio di previsione, cioè al 2012.
L'Ufficio di Presidenza, nel programma annuale e triennale per l'anno 2013, ha confermato l'obiettivo di contenimento delle spese di funzionamento dell'Assemblea.
La proposta di fabbisogno del bilancio dell'Assemblea legislativa presume un fabbisogno complessivo di 16.153.691,00 euro ed è inferiore di circa il 4% rispetto allo stanziamento di bilancio del 2012.
Il Bilancio è suddiviso in singoli capitoli in base alle tipologie di spesa.
Il capitolo numero 1 riguarda l'indennità di carica e di missione dei componenti dell'Assemblea legislativa delle Marche, registra una diminuzione rispetto al 2012, del 3,41%. Voglio precisare che in questo capitolo e nella relazione - che tutti abbiamo perchè è stata già consegnata in quanto l'atto era iscritto all'ordine del giorno della settimana scorsa - avevamo inserito una somma di circa 300 mila euro, come cuscinetto, diciamo così, per eventuali restituzioni ai Consiglieri che, in questo anno, rinunceranno al vitalizio.
Una parte di questa somma, poi lo vediamo con gli emendamenti, l'abbiamo spostata nel capitolo 7, quello dei soldi che vanno ai gruppi, per fare una compensazione interna, per andare a finanziare una modifica che è stata approvata questa settimana relativamente al finanziamento dei gruppi, nel rispetto del decreto governativo Monti che è stato convertito in legge il 7 dicembre. Quando arrivo al punto sette lo spiego meglio.
Nel capitolo 2: spese di rappresentanza, c'è un forte risparmio rispetto al 2009 di circa il 5%, così come c'è un risparmio nel capitolo 3: spese postali, telefoniche, cancelleria, documentazione e biblioteca, servizi di informazione, economato, minute e spese di ufficio; c'è un risparmio di quasi 8 mila euro rispetto al 2009 ed ancora più elevato rispetto al 2012.
Nel capitolo 4: spese per locazioni, manutenzione, sistemazione ed adeguamento impianti, pulizia, sorveglianza e sicurezza delle sedi consiliari, nei due anni precedenti, abbiamo avuto un fortissimo risparmio e contenimento della spesa, vista la razionalizzazione dei nostri edifici, ora qui c'è un lievissimo incremento, ma veramente lieve, che non è una nostra volontà ma è dato da adeguamenti ISTAT ai quali abbiamo dovuto sottostare.
C'è anche un risparmio rispetto alle spese di illuminazione, in quanto abbiamo aderito ad una nuova convenzione che ci consentirà di economizzare circa 12 mila euro l'anno.
Per quanto riguarda le spese per acquisto, noleggio e manutenzione attrezzature impianti, arredi, automezzi e strutture informatiche c'è un risparmio del 5,75% rispetto al 2012 e rispetto al 2009 abbiamo, addirittura, ridotto questo capitolo di spesa di oltre il 65%.
Un ulteriore risparmio, e questo ci tengo a sottolinearlo sempre nel contesto di questo capitolo, è stato registrato per le spese previste per il collegamento Sebin in uso alla biblioteca, stipulando un contratto più vantaggioso con il polo bibliotecario della Provincia di Ancona. Oltre ad essere un contratto vantaggioso da un punto di vista economico, lo è anche da un punto di vista di informatizzazione della biblioteca dell'Assemblea legislativa, perché mette in diretto contatto tutto il sistema bibliotecario provinciale, quindi, un investimento, non solo economicamente vantaggioso ma anche valido rispetto all'utilità ed al funzionamento della nostra importante biblioteca.
Questo dato importante, questo trend in discesa, vi ho detto circa il 65%, rispetto al 2009, deriva dalla scelta di acquistare le dotazioni informatiche, piuttosto, che acquisirle in locazione.
Arriviamo al capitolo 7: spese per il funzionamento dei gruppi consiliari. Come sapete qui entra in gioco il decreto 174 convertito in legge lo scorso 7 dicembre, quindi, la settimana scorsa, e prevede una riduzione delle spese per il funzionamento dei gruppi consiliari, che noi avevamo già previsto prima che il decreto fosse convertito in legge, perché tanto quello sarebbe stato ed è giusto che sia così. Il capitolo riporta uno stanziamento, rispetto all'anno scorso, inferiore del 47,94%, quindi, una fortissima riduzione.
Ci sono degli emendamenti, che vi sono stati distribuiti, sono cinque, sono emendamenti alla relazione perché nel momento in cui votiamo l'atto, noi votiamo anche la relazione, quindi, è importante che questa venga emendata rispetto a quello che è successo questa settimana. Il 6 dicembre la Conferenza Stato-Regioni ha stabilito, rispetto alle spese per i gruppi consiliari, che come sapete sono state ridotte moltissimo, lo abbiamo visto, praticamente la metà nel nostro bilancio, di inserire una piccola quota in relazione alla popolazione di ogni regione.
Per quanto riguarda la nostra Regione sono circa 70-80 mila euro, sono 0,05 euro da moltiplicare per il numero degli abitanti, facendo un conto, adesso non giustissimo, sono circa 77 mila euro, questi vengono spostati dal capitolo 1, nel quale vi ho detto avevamo previsto un cuscinetto di 300 mila euro, al capitolo 7.
Questo è il tema degli emendamenti, dei cinque emendamenti che sono stati presentati, sono cinque perché questi dati sono stati più volte riportati nella relazione, l'emendamento è alla relazione, la spesa generale non cambia minimamente.
Come sempre il bilancio dell'Assemblea legislativa oltre ad essere molto ben suddiviso per capitoli di spesa e chiaro, quest'anno presenta una forte riduzione rispetto alle leggi, alcune le abbiamo già approvate altre le andremo ad approvare, quindi, chiedo all'Aula di votare ed approvare questo atto cosi da continuare i lavori.

PRESIDENTE. Non ho iscritti a parlare, passiamo a (...) il relatore di minoranza non esiste sul bilancio del Consiglio.
Ha la parola il Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Molto velocemente, per dire che il mio gruppo è d'accordo oggi a votare questo testo, come era d'accordo esattamente una settimana fa. Oggi a distanza di una settimana raccogliamo ciò che era ampiamente previsto, raccogliamo le minime modifiche, che noi apportiamo alla nostra proposta di legge, provenienti dal decreto del Governo del 7 dicembre scorso.
Sul rinvio tecnico c'è stata anche una polemica inutile, sbagliata ed oggi la risolviamo tranquillamente, anzi, siamo costretti a rincorrere con qualche emendamento correttivo, però, non importa, perché al di là di questo noi eravamo, siamo e resteremo una delle Regioni più virtuose, se non la più virtuosa del Paese, anche con l'adeguamento ai parametri delle indennità, prendendo come punto di riferimento l'Emilia Romagna, noi rimaniamo la Regione che spende meno per i costi della politica.
Questa cosa sarebbe bene che venisse ripresa dalla stampa, lo doveva fare prima, lo deve fare adesso. Va messo in evidenza che le Marche costano poco alla comunità marchigiana rispetto alla politica, ai gruppi. Era virtuosa prima e lo è adesso.
Questo noi lo possiamo dire, purtroppo, non c'è il collega Massi che ci ha costretti con favore a discutere la legge elettorale, questo lo facciamo sapendo che fra qualche settimana (...) lo apprendo adesso, non posso che fare le condoglianze immediate, poi lo chiamerò.
Nel mentre salterà la riforma delle Province, sulla quale alcuni di noi erano d'accordo ma la riforma che il Governo aveva lanciato salta e, quindi, lì non risparmieremo nulla, andremo a votare, sicuramente, con il porcellum, non si ridurranno i parlamentari, ecco voglio dire che rispetto a questi temi noi come marchigiani e anche come rappresentanti in questo consesso, possiamo sottolineare che oggi ci adeguiamo al decreto del Governo ma eravamo e restiamo la Regione più virtuosa rispetto ai costi della politica e questo credo che sia per tutti noi un motivo di soddisfazione.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.

Emendamento n. 1 a firma della Consigliera Giorgi. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 2 a firma della Consigliera Giorgi. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 3 a firma della Consigliera Giorgi. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 4 a firma della Consigliera Giorgi. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 5 a firma della Consigliera Giorgi. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di atto amministrativa n. 52, così come emendata, la pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 170 (Proposta di modifica di legge statutaria)
ad iniziativa della Giunta regionale
(testo base) “Modifiche alla legge statutaria 8 marzo 2005, n. 1: Statuto della Regione Marche”

Proposta di legge n. 123 (Proposta di legge statutaria)
del Consigliere Pieroni
“Modifica alla legge statutaria 8 marzo 2005, n. 1: Statuto della Regione Marche”

Proposta di legge n. 132 (Proposta di legge statutaria)
dei Consiglieri Massi, Bugaro, Marinelli
“Modifiche alla legge statutaria 8 marzo 2005, n. 1: Statuto della Regione Marche”

Proposta di legge n. 172 (Proposta di legge statutaria)
ad iniziativa del Consigliere Latini
"Modifiche alla legge statutaria 8 marzo 2005, n. 1: Statuto della Regione Marche"

Proposta di legge n. 215 (Proposta di legge statutaria)
del Consigliere Pieroni
“Modifiche alla legge statutaria 8 marzo 2005, n. 1: Statuto della Regione Marche”

Proposta di legge n. 265 (Proposta di legge statutaria)
del Consigliere Perazzoli
“Modifiche alla legge statutaria 8 marzo 2005, n. 1: Statuto della Regione Marche”
(abbinate)
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le proposte di legge n. 170 ad iniziativa della Giunta regionale, n. 123 del Consigliere Pieroni, n. 132 dei Consiglieri Massi, Bugaro, Marinelli, n. 172 del Consigliere Latini, n. 215 del Consigliere Pieroni, n. 265 del Consigliere Perazzoli, abbinate.
Ha la parola la relatrice di maggioranza Consigliera Ortenzi.

Rosalba ORTENZI. Grazie Presidente e colleghi.
Questa legge modifica lo Statuto della nostra Regione e oggi come Assemblea legislativa siamo ad approvare un atto importante per la nostra Regione che andrà ad aggiungersi ad una serie di atti volti ad una riduzione drastica della spesa dei costi della politica.
La collega Giorgi e il collega Ricci hanno detto molto, io avrei poco da aggiungere, segnalo alcune, come dire, virtuosità, che vorrei venissero messe in evidenza, come bene il Consigliere Ricci ha detto poco fa, gli sforzi ed il lavoro per raggiungere alcuni risultati sono tanti e, quindi, credo valga la pena ribadirli e rimarcarli.
E' un momento in cui vengono chiesti, ai nostri cittadini, alle nostre comunità, molti sacrifici, grandi sacrifici per il risanamento dei conti e, quindi, come Istituzione si ha il dovere di fare la propria parte e dare l'esempio.
E' stato da tempo avviato un significativo percorso in questa direzione da parte della nostra Regione che ha condotto a risultati rilevanti, vorrei ricordare brevemente la soppressione di alcuni enti dipendenti, la riduzione dei membri del Consiglio di amministrazione e dei revisori dei conti; potrei dilungarmi ma gli atti possono essere visti e presi nei nostri siti e l'elenco è abbastanza lungo, noi tutti abbiamo bene in mente ciò che è stato fatto e nella delibera, nella relazione i colleghi avranno ben visto.
Dico solamente quello che i quattro articoli della legge recitano, sono molto semplici, l'articolo 1 …

PRESIDENTE. .. Scusate colleghi …

Rosalba ORTENZI. Probabilmente c'è un po' di confusione.
E' una cosa che avevamo predisposto, come ha detto il Consigliere Ricci, già da tempo, quindi, la rimarco brevemente.
Nell'articolo 1 si limita ad uno il numero degli Assessori che possono essere scelti al di fuori dell'Assemblea legislativa. Al fine di rafforzare il rapporto dell'organo esecutivo con il Consiglio ed impone di nominare il Vicepresidente tra i componenti del medesimo Consiglio. Al comma due garantisce la presenza di entrambi i sessi. In Commissione abbiamo discusso a lungo la possibilità di inserire un emendamento per garantire la presenza di entrambi i sessi ma credo che questa sia una questione ormai acquisita.
L'articolo 2 definisce il numero dei componenti dell'Assemblea legislativa, anche questo era nell'aria, nelle cose, perché come Regione Marche avevamo già individuato questo percorso, il numero dei componenti viene, quindi, ridotto da 42 a 30 oltre il Presidente della Giunta regionale.
L'articolo 2 bis è una modifica che abbiamo apportato in Commissione e che ha inserito la verifica di metà legislatura, prevedendo che il Presidente e l'Ufficio di Presidenza restino in carica per la durata di trenta mesi. Si tratta di una modifica che entrerà in vigore dalla prossima legislatura.
L'articolo 3 riduce il numero massimo degli Assessori regionali portandolo da 10 a 6.
L'articolo 4 contiene la decorrenza dell'efficacia della nuova disciplina, cioè la prossima legislatura. E' stata soppressa in Commissione la disposizione che prevedeva l'iniziativa della sola Giunta regionale a presentare leggi di adeguamento alle disposizioni della presente legge statutaria.
Vorrei sottolineare, ancora una volta, come la nostra Regione si sia collocata tra le prime per responsabilità, ancora prima che le cronache quotidiane riportassero gli scandali delle altre Regioni e mettessero in luce una gestione vergognosa delle risorse pubbliche a danno della collettività. Almeno per una volta si è evidenziato che non siamo tutti uguali, e di questo ci possiamo vantare, ed è giunto il momento di poterlo dire a voce alta e con orgoglio.
Vorrei a questo proposito ringraziare ed evidenziare come il Presidente Spacca e la Giunta abbiano avviato per primi questo percorso virtuoso con la delibera n. 1 del 9 gennaio 2012 dove s'inserì la previsione del tetto massimo dei Consiglieri, rapportandoli al numero di abitanti della regione e, quindi, da 42 a 30 più il Presidente, la riduzione degli Assessori e la possibilità di nominare un Assessore esterno.
Credo che oggi votando questo atto diamo anche dimostrazione di essere, ormai abusiamo di questo aggettivo, ma credo che per la Regione Marche valga la pena di ripeterlo, una Regione virtuosa.

PRESIDENTE. Non posso dare la parola al relatore di minoranza Massi, perché, come sapete è stato colpito da un grave lutto, è morto suo padre, Roberto, già parlamentare di questa Regione, quindi, al collega Massi vanno le condoglianze di tutta l'Assemblea regionale, a lui e alla sua famiglia.
Ha la parola la Consigliera Romagnoli.

Franca ROMAGNOLI. Grazie Presidente, il collega Massi, con il quale abbiamo lavorato in Commissione, è assente per questa grave mutilazione, quindi, mi fa piacere parlare anche a suo nome ed aggiungere delle considerazioni a quelle svolte dalla collega Ortenzi che ringrazio.
Mi piace sottolineare che questa di oggi è una modifica statutaria è, quindi, una riforma strutturale, istituzionale, che si colloca anche nel discorso della razionalizzazione, di quello che lo stesso Governo centrale ci ha chiesto, in tema di contenimento dei costi e di diminuzione delle spese e della politica. Però è altro.
E' qualcosa di cui dobbiamo andare orgogliosi, che mi richiama alla mente il bel lavoro che abbiamo fatto nella stagione statutaria, con alcuni Consiglieri tra cui anche il Consigliere Massi, partecipando ai lavori della Commissione Amati, alla Commissione straordinaria della stesura dello Statuto, che ci vide coinvolti, devo dire, con grande entusiasmo ed anche con grande enfasi, perché era la prima applicazione del Titolo V. Era il primo regionalismo, quello sano, quello che spero non venga cancellato da colpi di spugna emotivi, dovuti anche alla necessità di sanzionare cattivi rappresentanti delle istituzioni, che vanno sanzionati con la galera o con altre situazioni quando mal rappresentano, com'è avvenuto, ed a lungo abbiamo discusso anche di questo, le Regioni e il proprio ruolo istituzionale; non cancellando, però, le riforme nelle quali io ancora credo, quella della nostra autonomia statutaria, quella della nostra autonomia normativa, quella di non tornare verso un neo centralismo, verso il quale, temo, ci siamo avviati a cedere il passo, sotto la spinta emotiva ed anche populista che vede oggi il decentramento come sinonimo di spreco, come sinonimo di sperpero e non distingue il rappresentante che ha mal versato e mal rappresentato il decentramento rispetto invece ad un regionalismo sano che è quello al quale ci dobbiamo ispirare. Sicuramente correggendolo, perché non possiamo nasconderci quanto contenzioso abbia originato la divisione della legislazione concorrente dalla legislazione esclusiva e tutto quello che il Titolo V riguarda, forse in maniera non perfetta - sappiamo quante volte quella riforma fatta a colpi di maggioranza sia stata adita e quanti provvedimenti siano stati impugnati presso la Corte Costituzionale - tutto questo può essere rivisto, ma va difesa la sana autonomia statutaria di una Regione che mette le mani sul proprio Statuto, così come facemmo anni fa, quando discutemmo tanto, su questo non mi dilungo ma mi piace ricordare che sulla rappresentanza e sul numero dei Consiglieri ne discutemmo tanto nel 2003, 2004, poi nel 2005, quando varammo lo Statuto e, proprio a ridosso della nuova legge elettorale, votammo per la prima volta con la nuova legge elettorale.
Ne discutemmo per l'eterno problema di coniugare la rappresentanza, quindi, la rappresentatività dei partiti, delle formazioni politiche, dei territori, con l'esigenza della governabilità, della decisione. De Rita, che fu nostro ospite in quella stagione - certe volte la rimpiango perché vedo che ogni volta si va verso un minore approfondimento ed una maggior sommarietà, però lì facemmo veramente un gran lavoro - ci disse il problema del pugno chiuso e del pugno aperto. Il pugno aperto della rappresentanza, il pugno chiuso nella decisione degli esecutivi. Era il momento del primo Presidenzialismo e, per quanto sappiamo, il pugno chiuso è anche oggi l'esigenza del contenimento dei costi, l'esigenza di fronte alla quale, come dire, l'orologio ha detto stop e tutte le discussioni che allora facemmo non di 43 ma di 50 Consiglieri, perché c'erano spinte non completamente accantonabili, tornano anche oggi con i partiti minori ed i territori minori che domandano se 30 rappresenteranno come 40, come 43. Certamente più si aumenta il numero più è frazionata e meglio realizzata la rappresentanza sia popolare che territoriale, però, oggi ci sono delle esigenze, non solo quelle del decidere, non solo quelle, che poi dirò, della riforma che investe la Giunta, ma quelle del contenimento dei costi.
Dobbiamo dare delle risposte anche in quella direzione, da 43 a 30 c'è un contenimento grosso dei costi che sicuramente imporrà una maggiore aggregazione politica e di partiti. Bisognerà ripensare qualcosa, dovremmo, lo dico e getto anche l'invito, rifare e rivedere la legge elettorale, affrontare discorsi che non abbiamo più potuto fare di fronte all'esigenza forte della razionalizzazione e del contenimento anche se ora il discorso dei collegi provinciali rimarrà invariato, ne rimangono cinque, altrimenti i confini provinciali avrebbero provocato una concentrazione in alcune zone rispetto ad altre, a scapito della rappresentanza dei territori
Per primi abbiamo preso l'iniziativa di riforma dello Statuto e, mi piace dirlo, indipendentemente da quello che è stato anche il suggerimento e sotto certi aspetti anche l'obbligo, al quale, devo dire, non tutte le Regioni si sono adeguate. Quello di oggi non è un atto dovuto ed anche su questo c'è e ci sarà un contenzioso, perché ci rifacciamo all'atto del taglio della spesa del luglio 2011, quindi, di parecchio tempo fa e nessuno si è adeguato, noi lo stiamo facendo e lo stiamo facendo per primi.
Diverso e ancor più ancor più tranquillo a mio avviso è il discorso della riduzione della Giunta e della riduzione degli Assessori esterni. A questo credo da sempre e va nella perfetta direzione dell'aumento della rappresentanza perché un rappresentante esterno su sei, limite che non c'era, comporta maggior rappresentanza rispetto a prima. A mio avviso l'eletto deve avere sempre la precedenza, soprattutto in un sistema come questo della Regione con preferenze, un sistema sofferto che indica un radicamento rispetto ad altri eletti, con la E maiuscola, nel senso di nominati, sono quelli del Parlamento, quelli che non sono riusciti a riformarsi, mi piace anche dire e concludo, che il Parlamento è stato bravo a dirci che dovevamo ridurre i Consiglieri però non ho visto norme che abbiano ridotto i parlamentari. Qualcuno ci bacchetta pure sul giornale, giustamente il Vicepresidente Bugaro ha risposto, ma la cosa è ridicola e si commenta da sola, perché in cinque anni non sono riusciti a ridurre senatori e parlamentari, non sono riusciti a fare la riforma del bicameralismo perfetto, hanno detto però alle Regioni che, in base ai parametri demografici, i consiglieri dovevano scendere a 30, 20, 50.
Stendiamo un pietoso velo, io sono certa che gli elettori sapranno valutare anche questo e per noi sarà più facile salvare la faccia alla quale tengo, e tengo tanto, e ribadisco per questo la virtuosità di questa Regione.
Noi abbiamo fatto una riforma forte, strutturale, non dovuta - perché prendere ordini da chi non è riuscito a far chiarezza e riduzioni in casa propria, è una cosa che si commenta da sé - oggi è una pagina di riforme istituzionali, di riforma statutaria, poi verranno le leggi ordinarie, questo è quel qualcosa di più che mi piaceva sottolineare.

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere Perazzoli.

Paolo PERAZZOLI. Per prima cosa debbo dire che ero relatore di maggioranza, però, avendo presentato una proposta alternativa, ho ritenuto corretto non vestire due giacche ed ora intervengo per illustrare la mia posizione.
Una scelta obbligata e una soluzione squilibrata. Se fossimo al cinema potremo parlare di una scena madre di un brutto film, il titolo potrebbe essere: "Il crollo del federalismo e del regionalismo", un soggetto approssimativo, pochi apprezzabili attori, molti, troppi mestieranti, troppi furbastri.
Questo è quello che è avvenuto in questo film.
Da più parti si chiede la revisione del Titolo V della Costituzione, questo conferma che per modificare la Costituzione più bella del mondo, come dice Benigni, ci vuole un ampio consenso, quando lo fa la destra, quando lo fa la sinistra, con risicate maggioranze, si fanno guasti, si rovina una bella legge, una bella Costituzione.
Bersani, segretario del PD e probabile, speriamo, futuro capo del Governo italiano, ha detto che bisogna riflettere sul regionalismo perché è stato una deriva per rispondere al rischio di secessione della Lega. Se le elezioni vanno come auspico, io spero che Bersani sia coerente con questo, bisogna ridiscutere, perchè il limite grave della discussione in atto in questi mesi, dei provvedimenti assunti al Governo, dal Parlamento, dalle Regioni, è la prospettiva del risparmio, non del funzionamento, non dell'efficacia, ma del risparmio, alimentata da scandali veri e da scandalismo penoso sui privilegi della casta. Anche di caste ben più potenti della politica. Tutti uguali, siamo dipinti, tutti uguali per non individuare le responsabilità ma bruciare tutti.
Non vengono affrontati con serietà i punti critici del nostro sistema autonomistico, il rapporto tra lo Stato e le Regioni e tra le Regioni e gli enti locali.
Abbiamo squilibrato e si cambia con questo assillo del risparmio non per una riforma seria dello Stato che ha bisogno di unità e di efficienza, di gestione dal basso, di vicinanza alla gente.
In questo film la retorica del nuovo che avanza ha prodotto la farsa della II^ Repubblica, come ha detto Flaiano la cosa è grave ma non è seria, è una farsa e il protagonista principale è un clown.
Vent'anni circa caratterizzati dalla demolizione sistematica, teorizzata e praticata dai corpi intermedi, nei confronti in primis di partiti e sindacati, che con tanti difetti e limiti per cinquant'anni hanno garantito la crescita di un paese uscito distrutto dalla guerra, la seconda guerra mondiale, crescita sociale, economica, della ricchezza e soprattutto ricambio sociale.
Molti di noi, molti parlamentari sono figli di contadini, di operai, in questi anni invece si è ritornati indietro, alle caste, all'eredità di ruolo e di ricchezza, più di ruolo che di ricchezza. Il risultato è un Presidenzialismo di fatto, figlio del maggioritario di coalizione che ha prodotto un Parlamento che ha votato che Ruby è la nipote di Mubarak, e Consigli regionali silenti.
Chi ci tormenta con la retorica della democrazia immediata e dell'assoluta necessità che i cittadini scelgano il capo dell'organo di governo, in Oriente si direbbe il Kan, dovrebbe spiegare qual è il guadagno che si ottiene riducendo la competizione politica alla scelta di vertici e sacrificando sull'altare di questo obiettivo l'articolazione pluralistica, l'elaborazione collettiva della strategia dei singoli partiti, la possibilità di mediazione nell'assemblea elettiva o rappresentativa fra posizioni diverse. Altro che ritorno indietro, quello che serve e che io propongo è un balzo in avanti, un balzo in avanti verso una matura democrazia europea, libera da populismi ed esasperati personalismi. Difficile perché in Italia è tradizionalmente forte, in primis nelle classi dirigenti, il fastidio del gioco democratico e delle regole ed io grido con forza, con tutta la forza che ho: "Basta con il personalismo esasperato, personalismo a tutti i livelli".
L'uomo solo al comando ha prodotto guasti drammatici, che vediamo tutti i giorni e non solo a livello nazionale. Credo che ognuno dovrebbe tornare a dire la sua per poi trovare le mediazioni necessarie, ma ognuno deve dire quello che pensa, la verità e, soprattutto, praticare la sobrietà nei comportamenti e nelle cose che dice, pensando che le cose poi diverranno fatti e non sterile propaganda, lo dico a tutti, lo dico a te e a chi governa.
L'elezione diretta si giustifica in presenza di gestione e questo riguarda i Comuni, anche se va detto che in qualche caso, la stabilità che la legge dell'elezione diretta ha prodotto si è tramutata in paralisi, noi stiamo ad Ancona, se ci fosse stata la possibilità di metà mandato di modificare gli assetti, oggi avremmo un Comune più vivace, non paralizzato. Le vogliamo dire queste cose o va sempre bene o chi dice questo vuole tornare indietro? Perché parliamo di introdurre correttivi tra soggetti che entrambi vengono eletti dal popolo, perché il Presidente o il Sindaco vengono eletti dal popolo ma anche i Consiglieri vengono eletti dal popolo, insieme sono due poteri che hanno medesima forza giuridica ma un rapporto politico squilibrato.
Nelle assemblee elettive che dovrebbero fare le leggi è ridondante l'elezione diretta del Presidente della Giunta che porta a squilibri politici nei rapporti tra Consiglio e Presidente, tra Presidente, Giunta e Consiglio.
In tutte le democrazie mature, quando siamo in presenza di elezione diretta del Presidente, in presenza di presenzialismo, le Assemblee non vengono mai elette contemporaneamente e contestualmente al Presidente, mai, neanche temporaneamente, per evitare che ci sia questo legame. In Italia con questo Presidenzialismo all'amatriciana, questo facciamo noi, noi prendiamo il peggio degli altri, abbiamo introdotto un Presidenzialismo per cui i Consiglieri vengono eletti, collegati al Presidente o al Sindaco e si crea un meccanismo sbagliato, pericoloso, squilibrato, e va corretto.
Quindi è indispensabile un bilanciamento dei poteri, sempre.
Qualche amico mi critica, spero benevolmente, affermando che in questo clima generale la mia rischia di essere una posizione di testimonianza ma qualcuno deve fare la testimonianza, la faccio e dico che è sbagliato.
Vedete quando ad Ascoli io insieme a pochi altri abbiamo cominciato a parlare di ospedale unico, siamo stati derisi, all'inizio ci prendevano, scusate il francesismo, per il culo dicendo: “Ma questa è una cosa campata per aria, dove andate”. Oggi la gran parte del personale medico e dell'opinione pubblica è favorevole e capisce la nascita dell'ospedale unico, così questa Assemblea sarà chiamata a discutere, in un prossimo futuro, il progetto di legge dell'azienda ospedaliera del sud e quando, a livello nazionale, purtroppo, non partirà da noi, si aprirà una discussione sul nuovo regionalismo, noi saremo chiamati a tornare su questo aspetto, perché non funziona e per rendere una cosa più funzionale. Ora il tempo è galantuomo e noi un po' di tempo l'abbiamo.
Ho avanzato una proposta di legge che la Commissione non ha approvato ed ho ho tramutato in emendamenti, so che quasi sicuramente verranno bocciati ma pongo la questione, ora in modo isolato, ma penso che passata completamente la sbornia della II^ Repubblica i consensi aumenteranno e questa situazione cambierà.
Se ci fosse la rassegnazione smetterei di fare attività politica, non mi piacerebbe più, allora io propongo che il Consiglio-Assemblea legislativa elegga per appello nominale, quindi, non eletto dal popolo, il Presidente della Giunta proposto dalla maggioranza dei Consiglieri. Il Presidente propone programma e Assessori. Ma questo è un ritorno all'antico? No perché io propongo una mozione di sfiducia costruttiva per evitare le paralisi della I^ Repubblica, sia nei confronti del Presidente che degli Assessori.
E' evidente che, non voglio nascondermi dietro ad un dito, parte dalla constatazione, come ho cercato di dire, del presente, non solo marchigiano ma soprattutto nazionale: Lazio, Lombardia, Sicilia. Noi siamo in questo campo, anche con tutti i difetti, una delle migliori legislazioni d'Italia. Parte dalla situazione del presente ma non è contro l'attuale Presidente, con il quale io polemizzo, non ha importanza perchè io faccio parte della maggioranza e rivendico il diritto-dovere di dire la mia, di criticare e di sostenere, anzi, qualche altro amico mi ha fatto notare che la mia proposta aiuterebbe un'eventuale volontà di ricandidatura per un terzo mandato, perché così sarebbe.
Per concludere l'ultima questione che pongo è questa: invito il Consiglio ad approvare, a non dare dimostrazione di maschilismo, un emendamento che propongo alla proposta di Giunta che già introduce la presenza di genere, propongo la parità di genere in Giunta, tre uomini e tre donne. Vale dalla prossima legislatura e se qualcuno dirà: “Ma se le donne non ci sono in Consiglio?”, allora quando discuteremo la proposta di riforma elettorale, credo che questo Consiglio debba introdurre, così come lo abbiamo detto in tutte le salse, la doppia preferenza, un uomo e una donna, perché non è vero che in sostituzione degli attuali Assessori, anche in questo Consiglio non ci siano donne che farebbero meno danni e sarebbero, quanto meno, più capaci di alcuni Assessori.
Ora io voglio dire, c'è un emendamento che propone la cancellazione, addirittura, della proposta fatta dalla Giunta di eliminare la presenza di questa diversità di genere, quindi, si potrebbero continuare ad avere presenze tutte maschili o tutte femminili, per assurdo così come Ruby e la nipote di Mubarak.
Vi invito, quando sarà, a votare questo emendamento, in questo modo si cambia veramente, non per finta.

PRESIDENTE. Un Consigliere può parlare venti minuti, trenta minuti sono previsti per i Consiglieri relatori e lui non lo era, quindi venti minuti, poi dieci minuti per le dichiarazioni di voto. (...) Io le sto dicendo i tempi, non sto dicendo ne poco, ne tanto, le sto leggendo i tempi per le discussioni delle proposte di legge.
Ha la parola l'Assessore Marconi.

Luca MARCONI. Grazie Presidente, prenderò una piccola parte dei 20 minuti concessi per qualche riflessione.
Ritengo che l'atto che stiamo per assumere è un atto solenne, non può essere liquidato come un normale atto amministrativo, stiamo toccando lo Statuto in una parte essenziale, viva, significativa e non lo stiamo toccando, spero, in vista di contingenze immediate, collegate a quello che potrebbe o non potrebbe accadere da qui a due anni, ma lo cambiamo perché siamo convinti di quello che stiamo facendo, sostanzialmente all'unanimità. L'abbinamento delle varie proposte di legge a partire da quella ad iniziativa della Giunta è già avvenuto, in una previsione di riordino che tocca l'aspetto più delicato dello Statuto cioè quello della rappresentanza degli organi democratici.
Alla luce di ciò ritengo anche che non abbia senso che noi assumiamo queste decisioni pensando a comportamenti, culture, magistrature, processi, giudizi della stampa che riguardano altre Regioni ma non la nostra.
La nostra Regione ha dimostrato, secondo me, una sobrietà ed una convinzione nella riorganizzazione economica dei propri servizi, anche al di là e al di sopra dell'aspetto della rappresentanza democratica, perché credo che i due piani devono essere tenuti distinti. Non sono su pochi milioni che dobbiamo fare gli unici risparmi ma dobbiamo farli su pochi milioni in tanti settori dell'amministrazione regionale e la Giunta, in questo senso non debbo essere io a richiamarlo visto che è già stato fatto abbondantemente dalla Presidente della I Commissione, su questa linea sta lavorando anche con grande concordia all'interno del Consiglio.
La mia considerazione è assolutamente personale, legata poi ad un emendamento firmato anche dai colleghi Bugaro e Pieroni e ritengo che non debba essere mai, mai dico mai, nessun atto e soprattutto nessuna legge, presa sotto la pressione delle piazze, delle emozioni, dei convincimenti che altri cercano di imporre ad un'Aula legislativa.
Vorrei fare, quindi, un ragionamento breve ma strettamente giuridico su quello che stiamo facendo. Per esempio, dico cose che non sono state dette, condividendone gran parte, c'è un problema di rappresentanza ma c'è anche un problema di funzionalità, quando scriviamo 30 più il Presidente, 31 Consiglieri regionali, indichiamo la soglia minima, che è prevista per legge, viene, cioè, sollecitata dal Governo attraverso una legge, una soglia minima di funzionamento, non dimentichiamoci che un organismo deve anche poter funzionare.
Da questo punto di vista qui è un numero rassicurante, sul piano della rappresentanza saliamo da 30.000, 40.000 a 50.000 circa, quindi, credo che il numero dei cittadini che verranno rappresentati in capo ai singoli Consiglieri non è un numero di cittadini eccessivo. Si tratta a volte di poco più di un comprensorio. Di poco più di un ambito territoriale, anzi, in molti casi anche meno di un ambito territoriale. Questo è necessario al legislatore perché deve esserci vicinanza ma anche un certo distacco e perché numericamente, con lo strumento delle preferenze, non è concepibile che un Consigliere veda compromessa la propria posizione all'interno dell'Assemblea per lo scostamento di 50 o 100 preferenze. Deve essere libero da questa condizione e, quindi, dev'essere alto il dato che registra questo livello di rappresentanza. Il problema è delle piccole e piccolissime Regioni, che non nomino ma è preoccupante dal punto di vista della serenità e dell'obiettività del legislatore che le rappresenta.
D'altra parte sarebbe, come dire, inconcepibile immaginare Regioni come la Lombardia, la Sicilia o il Lazio con la rappresentanza limitata soltanto a 70 Consiglieri. Il problema di quanti noi ne abbiamo non lo farei più di tanto. La stessa cosa riguarda la Giunta ed una serie di significative semplificazioni, ma vengo all'altro dato, quello per il quale ho presentato un emendamento, insieme ai due colleghi già nominati, propongo la soppressione del comma due quater dell'articolo 1. Propongo la soppressione, non entro nella questione dell'opportunità o meno di avere all'interno del Consiglio, all'interno della Giunta, un numero di una certa cifra o di un'altra cifra relativa ai generi sessuali, per una questione di natura giuridica generale.
In linea di principio è inconcepibile porre un limite in questo senso, non vedo il motivo per cui da qui a cinque anni, perché spero che questa riforma, come dicono, non la facciamo pensando di ritoccarla fra due anni, non possa esserci una Giunta composta da tutti uomini o da tutte donne. Questa legge non lo consentirebbe. Dico di più, potrebbe verificarsi, sempre sul piano giuridico, la condizione abnorme per cui avendo ridotto in maniera significativa fino a uno il numero degli Assessori esterni - altro genere e altro numero molto ridotto - le persone disponibili siano soltanto all'opposizione, siano soltanto in minoranza, quindi, il futuro Presidente si vedrebbe costretto ad assumere all'interno della Giunta un rappresentante che non è della maggioranza, questo proprio da un punto di vista giuridico, funzionale, tecnico, oltre che di principio lo considero poco significativo.
La Giunta non è un luogo di rappresentanza, la Giunta è un luogo di competenza e di fiducia, questo è il principio giuridico che dobbiamo affermare. La fiducia c'è perché il Presidente è nella condizione di scegliere quelli che vuole, se vuole scegliere tutte donne sceglie tutte donne, se vuole scegliere tutti uomini sceglie tutti uomini. La competenza necessaria - tra le altre cose una competenza che diventa pesante in termini relativi perché oggi è diluita su dieci soggetti, domani sarà concentrata su sei, quindi ci sarà un problema in più rispetto al passato - non può essere un dato vincolante e credo anche che non sia possibile costruire le culture attraverso le leggi. Al contrario è la legge che deve registrare le culture, in questo caso, entra la cultura che pone un problema di rappresentanza ma anche un problema di competenza e questo passa attraverso una legge che vincola ed obbliga.
Questa idea iper positivista e per alcuni aspetti anche un po' clericaloide della legge è un modo che non può essere accettato, ci dev'essere per questo aspetto la massima libertà e per questa ragione propongo l'emendamento e senza riprendere la parola, lo segnalerò all'attenzione dell'Aula sperando che sia particolarmente attenta nel momento in cui esamineremo il sub-emendamento relativo all'articolo 1 comma due quater.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Pieroni.

Moreno PIERONI. Grazie Presidente. Potrei ritenermi soddisfatto dall'intervento fatto dalla collega Romagnoli perché ha toccato con grande chiarezza quello che è la preoccupazione di tutti, cioè, non avere più un federalismo locale, regionale ma un federalismo centralizzato. Sembra un controsenso ma la realtà è quella.
Io credo che oggi, con questo atto, noi seguiamo un'indicazione che io voterò ma che non mi vede assolutamente soddisfatto in quanto la riduzione dei Consiglieri a 30, può essere utile per un risparmio nell'economia generale di un bilancio regionale ma creerà sicuramente una grande riduzione della partecipazione democratica all'interno di questo consesso consiliare.
E' un dibattito che, secondo me, dovremmo affrontare in prospettiva, un dibattito che come Assemblea dovremmo perseguire in quanto le varie posizioni, le varie differenziazioni emergono anche dagli interventi su questi temi importantissimi.
Credo che con questo atto che noi oggi facciamo, con questa semplice riduzione a 30 Consiglieri, sostanzialmente, non risolveremo le problematiche legate ai costi della politica, e come Gruppo, come Partito Socialista da più di un anno abbiamo lanciato due nostre iniziative, in particolar modo quella che riguarda la riduzione dell'indennità dei Consiglieri regionali e su questa siamo pronti a ritornarci nei prossimi Consigli.
E' altrettanto vero che pochi Consiglieri, che io non ho nessuna preoccupazione a dichiarare delinquenti, hanno creato una massa critica in tutta l'opinione pubblica che ha portato l'attenzione, in maniera benevola, prima del Governo Monti e poi del Parlamento su questa legge.
Io sono, e concludo Presidente, altrettanto convinto che questa posizione, questa legge, che è stata anche pompata in maniera forte dai mass-media, dalla stampa e che ha coinvolto l'opinione pubblica, sia servita, come ricordava la collega Romagnoli, a distogliere l'attenzione dei cittadini italiani dai veri problemi che non sono stati volutamente affrontati, come la riduzione dei parlamentari, la riduzione dell'indennità dei parlamentari, la definizione, una volta per tutte, del ruolo della Camera e del Senato, la legge elettorale, dato che da qui a breve si scioglieranno le Camere.
Per mesi l'anno scorso abbiamo parlato dei costi della politica legati soltanto alle Province, poi superato quel problema, quando l'opinione pubblica aveva ormai condiviso una certa cosa, si è riaperta l'attenzione sulle Regioni, senza riconoscere il ruolo che le Regioni hanno portato avanti in questi anni anche supportando le difficoltà e le carenze dello Stato centrale, del Governo centrale.
Per quello che riguarda la nostra Regione credo che in questi decenni sia stata una Regione molto virtuosa che ha visto il susseguirsi di tante maggioranze, di tante coalizioni, di tante Giunte, ultima quella dell'ultimo decennio del Presidente Spacca, che ha riservato grande attenzione alle problematiche legate al sociale, alla sanità, e quant'altro.
Ecco credo che questo sia, era giusto che lo dicessi, tenendo conto che per quello che ci riguarda, per quello che mi riguarda, anche a nome del partito Socialista voterò questa proposta di legge.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bucciarelli.

Raffaele BUCCIARELLI. Grazie Presidente, noi comunisti pensiamo che questo provvedimento, questa legge, si inserisca appieno all'interno di un filone culturale, politico ed economico che ormai si sta affermando in tutto il mondo ed è evidente e tangibile con la crisi finanziaria ed economica che coinvolge tutto il mondo occidentale.
Per questo siamo contrari, e poi dirò e spiegherò anche altri motivi.
E' un falso problema quello del costo politica e questo provvedimento serve, a livello locale, a dare in pasto all'antipolitica il fatto che la casta finalmente riduce il proprio numero, riduce i costi. La politica costerà meno, come se 43 Consiglieri fossero una casta potentissima e 30 una casta accettabile, proprio l'esatto contrario e questo a livello locale. Ormai è opinione comune, i mass media da anni lavorano per convincere la popolazione, e ci sono riusciti, che il vero male in Italia è il costo della politica e in ultima analisi il costo delle istituzioni e della democrazia.
A livello centrale, a livello internazionale, questo invece risponde ad una logica precisa che è quella secondo la quale tutti gli organismi elettivi, tutti gli organismi di partecipazione, dove i cittadini possono dire la loro, sono un intralcio ai pochi che vogliono decidere velocemente a nome di tutti.
Cosa che sta già avvenendo, guardate quello che sta accadendo con la crisi finanziaria in Grecia, in Spagna, in Portogallo e quello che è avvenuto in Italia.
Si cerca ancora una volta di semplificare un fenomeno, la partecipazione e il bisogno dei cittadini di partecipare alla propria vita istituzionale, che semplificabile non è. Non è semplificabile perché nei momenti di crisi ci sarebbe più bisogno di democrazia e di partecipazione, non è semplificabile perché noi sappiamo che i costi, poi ne parlerò, i costi veri sono da altre parti e servono per realizzare politiche che il popolo, cosiddetto popolo, mai accetterebbe. Infatti hanno bisogno, per affermare queste politiche, del ricatto, un ricatto che limita il potere decisionale delle Regioni, fa tabula rasa concettualmente del federalismo e del regionalismo perché dicono, e lo dicono da Roma perché risponde ad altre logiche, quelle di cui parlavo prima, o approvate questa legge, con questi criteri, oppure avrete una decurtazione dell'80% dei trasferimenti.
E' un ricatto inaccettabile, è un ricatto questo che i Presidenti delle Regioni avrebbero dovuto respingere unanimemente anziché fare a gara, eletti direttamente, quasi unti dal Signore, su chi è il più bravo.
Credo che stiamo scivolando su un terreno pericoloso e di questo, chi più, chi meno, in questa maggioranza è complice. Prendo atto che diversi dicono di subire questa legge, di non essere d'accordo, ma la devono approvare, però, chi pensa di poter risolvere i problemi dei costi della politica tagliando il numero dei Consiglieri qui nelle Marche e votando questa sera la spesa di 230 miliardi per l'esercito, per le forze armate italiane, 230 miliardi in 10 anni, credo che sia in malafede o non si renda conto di quello che fa.
Perché questi sono i veri costi della politica, mentre si dice tagliamo la rappresentanza perché la casta costa troppo, non si dice delle spese che noi facciamo pagare ai cittadini italiani, quindi, anche ai marchigiani, per fare la guerra. Noi siamo un paese in guerra, non solo siamo un paese in guerra, siamo un paese che invade altri territori, ce lo dicono i movimenti e le associazioni di resistenza in tutti i paesi dove siamo presenti con i nostri militari.
Non ci accorgiamo neanche che un terzo delle famiglie italiane non arriva alla fine del mese, quindi, l'importante è dare in pasto all'antipolitica il taglio dei costi delle istituzioni.
Credo che ci sia bisogno di cambiare la filosofia della politica e la visione della vita, perché la vita ormai, questo sistema ce l'ha insegnato, non può essere ridotta al consumo, gli esseri umani non possono essere esclusivamente solo consumatori, hanno aspirazioni, hanno diritti oltre che doveri, hanno sogni, hanno vita da realizzare.
I nostri giovani, ai quali si nega il futuro, hanno bisogno di certezze, allora ridurre le armi, ridurre le spese veramente inutili e ce ne sono, lo dicono gli stessi Ministri, l'ha detto lo stesso Presidente Monti, e magari ridurre le indennità dei Consiglieri regionali lasciando alle Regioni l'autonomia, e qui il regionalismo, di decidere quanti debbono essere i Consiglieri della propria Regione fermo restando un tetto dei costi.
Ma questo non avviene, non avviene perché, ripeto, il messaggio deve essere netto: i partiti, la politica, sono un intralcio, sono costi insopportabili, oggi dobbiamo semplificare tutto, soprattutto dobbiamo dar vita, e su questo è stato molto onesto, coerente e corretto l'Assessore Marconi, all'efficienza, alla governabilità, come diceva Craxi nell'84, quando diceva che il Parlamento era un carro buoi, occorreva rafforzare l'esecutivo a discapito del Parlamento. Stessa cosa, guarda caso, cari colleghi Consiglieri, scusate se vi disturbo, troverete scritta se stampate il piano di rinascita democratica della P2, vedrete quanto di quello che era scritto nell'82 non sembra superato, quanto è attuale e quanto anche oggi si sta realizzando di quello che era previsto in quel piano.
Ecco un motivo di più per cui noi crediamo che se tutti i Consigli regionali si ribellassero e mantenessero forte la volontà di decidere in autonomia, a parità di costo, o riducendo anche i costi dei Consigli regionali, sarebbe un bel segnale, un segnale di democrazia, un segnale innovativo, nuovo che testimoni il bisogno di invertire la rotta, rafforzando la democrazia e non limitandola.

PRESIDENTE. Ricordo che le iscrizioni sono chiuse. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente, Presidente Spacca, colleghi Consiglieri, questa mattina, in questa discussione, ho ascoltato alcuni richiami alla nostra Costituzione e non soltanto allo Statuto della Regione Marche.
Io credo di poter dire che quelle grandi personalità politiche che hanno scritto la Costituzione italiana, l'hanno fatto con grande competenza, con grande rigore etico, intellettuale ed hanno rifiutato l'ideologia, pensiamo ai nostri articoli della Costituzione dall'articolo 1, al 3, al 7, all'11 e potrei continuare. Credo che nel momento in cui andiamo a discutere la modifica di uno Statuto di una Regione dobbiamo farlo lontani da posizioni ideologiche.
Della nostra Regione è già stata detta la sobrietà, il rigore, una Regione virtuosa; credo che un sistema democratico che funzioni, oggi, un paese come l'Italia, come i paesi europei, ma un paese del mondo, abbia bisogno da un lato di un protagonismo delle istituzioni locali, delle Regioni, del sistema Regioni autonomie locali e dall'altro non può che avere una dimensione europea, mondiale.
Per quanto riguarda l'Italia anche la settimana scorsa abbiamo votato un ordine del giorno, una mozione, con degli emendamenti, un subemendamento in cui si sottolineava, si ribadiva, la necessità di superare questo bicameralismo perfetto, di realizzare un Senato delle Regioni e delle autonomie.
Credo che anche le modifiche di cui stiamo parlando, dobbiamo vederle dentro questo quadro, certo se volete è paradossale che un parlamentare della Repubblica italiana - credo che tutti voi come me domenica scorsa avete letto le dichiarazioni dell'onorevole Ciccanti - dicevo, è paradossale che un Parlamentare dica ad un'Assemblea legislativa, in questo caso quella delle Marche, ciò che dovrebbe fare, dopo il fallimento della legislatura in cui non si è riusciti ad approvare una nuova legge elettorale e a ridurre il numero dei parlamentari, un'assemblea composta da 1000 persone, per la verità 945, più i Senatori a vita.
Io non so se il gruppo dell'UDC intende farsi commissariare e guardate faccio questa affermazione con profondo rispetto per i Consiglieri dell'UDC ma per quanto mi riguarda voglio ribadire l'autonomia dell'Aula e dell'Assemblea legislativa delle Marche.
Non possiamo a mio avviso non vedere un'Assemblea legislativa insieme al sistema, cui facevo riferimento, al ruolo dei partiti come corpi intermedi, fermo restando che non c'è politica senza valori e, quindi, organizzazioni politiche come espressione organizzata della società civile, come luogo di democrazia, come tramite tra gli interessi sociali e le istituzioni.
Questa è l'organizzazione della democrazia dal basso, è il radicamento nei territori e nelle città e allora penso che la quantità non può che essere quel mix. Sono d'accordo con alcune considerazioni che sono state fatte, un mix fra democrazia, rappresentanza, efficienza, funzionalità, quindi, anche sui numeri dobbiamo essere molto laici, l'importante è che teniamo insieme questi aspetti: funzionalità, efficienza, rappresentanza, democrazia, la quantità non è un quid pluris, anzi è un qualcosa di meno perché un Parlamento come quello nazionale di 1000 persone, non garantisce a mio avviso quel mix a cui facevo riferimento, quindi, noi con questa legge, dentro un quadro legislativo, etico, politico, possiamo realizzare un tassello in direzione di una riscossa civica del paese e di un'autorevolezza della politica, di una politica di acquisti sempre più la fiducia dei cittadini.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Latini.

Dino LATINI. A differenza degli altri vorrei puntualizzare delle situazioni, o meglio dei presupposti, relativi alla modifica dello Statuto che stiamo discutendo, importantissima e davvero fondamentale non tanto perché contiene la modifica della parte prioritaria, costruttiva e iniziale della Regione Marche ma perché anticipa come Regione quelle che sono le indicazioni, le prescrizioni governative e nazionali del decreto-legge 138 del 13 agosto 2011 poi convertito nella legge 148 del settembre 2011.
Vorrei però sottolineare che l'atto che stiamo facendo, rispetto ad altre Regioni, anticipa di molto l'obbligatorietà della norma statuale; è una prescrizione che ci viene imposta dall'alto e che rappresenta, a mio avviso, non è il caso della Regione Marche, una sorta di punizione per non aver saputo e non aver voluto cogliere quanto di positivo era stato deliberato a livello costituzionale con la modifica del Titolo V della nostra Carta fondamentale: la Costituzione.
Questo tema rappresenta in ogni caso il futuro dell'autonomia delle nostre Regioni, dei nostri land, delle nostre comunità, delle nostre aree, in funzione di un approccio diverso con l'Europa e l'esigenza che l'Europa, comunità fra Stati e fra Regioni, pone.
Non è stato colto in questi 11 anni il senso più vivo di quella modifica che pur votata, come diceva giustamente il Consigliere Perazzoli, soltanto da una parte dello schieramento politico nazionale, l'allora centro-sinistra, era stata determinante perché aveva in qualche modo colto, in senso positivo, la richiesta forte del federalismo che veniva portato avanti dalla Lega a livello politico, ma soprattutto, da tanti cittadini che chiedevano a gran voce, nell'ambito della prima parte della II^ Repubblica, una modifica sostanziale dell'ordinamento statuale, non perché bello o non più bello rispetto al 1948, ma perché non più in linea con le esigenze di trasparenza, di semplificazione burocratica e di applicazione istituzionale con gli aspetti congiuntivi fra un popolo e i suoi rappresentanti.
Noi paghiamo, scontiamo la riduzione del numero dei Consiglieri regionali, la riduzione dei relativi costi, la riduzione in generale di quella che è tutta una soglia di rappresentanza che è stata costruita faticosamente dal 1970 in poi, per non essere riusciti come Regioni al plurale, le venti Regioni o le quindici Regioni a Statuto ordinario, ad attuare in questi anni, sprecando non solo l'occasione in senso positivo ma avendo fatto emergere gli aspetti più deleteri che la modifica, come tutte le modifiche normative e istituzionali, poteva lasciare intravvedere, in qualche modo, nella sua ombra.
E’ un risultato per un verso necessario, per un altro verso segnala un'estrema sensibilità dei legislatori regionali, di qualunque specie e schieramento politico, perché la partecipazione e l'unitarietà a questa modifica è stata a mio avviso straordinaria e unitaria, indirizzata nella stessa direzione, ma è altrettanto vero che si pone nel solco di un obbligo che ci fa scontare l'esigenza di non essere coloro che guidano la loro comunità, ma semmai attuano sotto l'impressionante forza esplosiva della rabbia popolare qualcosa che gli viene imposto dall'alto.
Io non mi attardo, l'hanno fatto altri Consiglieri meglio di me, sul parametro, non attuato, della diminuzione dei rappresentanti del Parlamento, delle cariche istituzionali a livello governativo nazionale. Dico solo che questa modifica noi siamo obbligati ad attuarla e la dovremmo continuamente poi riapplicare per quanto riguarda la costruzione di quegli enti intermedi della Regione Marche, indispensabili, e mi riferiscono all'Agenzia regionale per il lavoro, alla promozione turistica, all’Ermea e a quant'altro, che oggi ci sembrano, dal punto di vista generale, un affastellamento ma che in realtà sono e saranno strumenti importanti per l'attuazione immediata amministrativa delle scelte che la Giunta regionale e il Consiglio faranno.
Mi sembra che questa situazione possa in qualche modo essere valutata in senso positivo se la prendiamo come riflessione generale su quello che potrà essere, per il futuro, il valore fondamentale della Regione nell'ambito dei principi della Costituzione.
Su questo esprimo tre pensieri importanti dal punto di vista dalla mia posizione.
Il primo è che la Costituzione italiana non è, a mio avviso, la più bella del mondo ce ne sono, probabilmente, dal punto di vista giuridico e cartolare tante altre, basta fare il confronto con la Magna Carta inglese per vedere quali differenze e quale tenuta nei secoli la seconda ha. Certamente nel '48 hanno saputo cogliere un legame fondamentale, quello dell'autonomia delle comunità regionali e dell’indipendenza delle stesse in un arco istituzionale nazionale proiettato verso l'Europa ed il Nobel dato alla Comunità europea, proprio ieri, su cui si staglia la figura di De Gasperi, è l’esempio della lungimiranza di quei legislatori, soprattutto, quei padri costituenti che, di qualsiasi sponda politica, hanno avuto rispetto alla situazione attuale.
La seconda posizione è che noi viviamo in un'epoca, che al di là della difficoltà di interpretare le esigenze della nostra comunità e del grande travaglio che la crisi internazionale e nazionale economica pone, deve in qualche modo sollecitarci ad una modifica strutturale e fondamentale dell'ordinamento statuale anche regionale e, quindi, saper cogliere questa necessità come un balzo in avanti in senso positivo, senza, e sono d'accordo con il Consigliere Perazzoli, tralasciare nulla del passato ma senza pensare che dalla II^ Repubblica si possa tornare con la modifica ordinamentale a una sorta di I^ Repubblica perché in realtà quelle modifiche che noi chiediamo ci portano verso qualcosa di diverso, un misto fra una sorta di assemblearismo e proporzionalismo da I^ Repubblica ed una concezione dinamica di quello che, a mio avviso, la comunità ci pone.
Terza posizione è che questa spinta ci deve portare anche a valutare quelli che sono gli impegni, non per il domani della Regione Marche, non per la fine di questo mandato, ma per un periodo almeno trentennale, sugli obiettivi fondamentali che la stessa Regione ha ormai incanalato, che non possono essere né dismessi, né interrotti, né fatti venir meno da qualsiasi modificazione dello schieramento politico e che si rintracciano, a mio avviso, nella capacità attraverso semplici basilari regole, soprattutto statutarie, di dare voce a tutto.
La punizione che ci ha dato la legge nazionale 148/2011, cioè quella di tornare a 30, è una vera e propria punizione immeritata della Regione Marche perché noi dobbiamo pensare sempre di più ad un più ampio coinvolgimento della partecipazione democratica, maggiore di quella attuale.
Quello che dovremmo fare è valutare che questo servizio sia effettivamente onorifico e non a carico della comunità, questo non vuol essere né uno spunto demagogico, né tanto meno populistico ma l'indicazione del principio etico e morale che dovrebbe pervadere, e sono sicuro che sia così, noi stessi e coloro che ci seguiranno nell'impegno generale di una modifica complessiva dell'ordinamento statuale e dell'ordinamento regionale per quelle che sono le nostre competenze.

Presidenza della Vicepresidente
Paola Giorgi

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Questa proposta di legge che stiamo votando è caratterizzata sicuramente da un centralismo statalista, direi quasi di tipo sovietico, per certi aspetti, così come sono state caratterizzate da un neo centralismo statalista altre leggi che abbiamo appena votato la scorsa seduta, in precedenza e quelle che voteremo probabilmente la settimana prossima. Sono frutto di comportamenti inaccettabili, a livello etico, giuridico e morale di molti partiti, di molti apparati e anche di molte Regioni. Queste sono le conseguenze dei vari Fiorito, dei vari Maruccio, Lusi, Penati, Belsito, eccetera, ciascuno ne ha, mi pare, senza nessuna esclusione. Non è solo Ruby e nipote di Mubarak se vogliamo essere onesti. Mi pare che ce ne sia per tutti.
E' la morte del federalismo ma è anche la morte del regionalismo di Don Sturzo che per certi aspetti viene ben prima, molto tempo prima, del Prof. Miglio.
Andando al contenuto di questa legge, due sostanzialmente sono le cose fondamentali: la riduzione del numero dei Consiglieri e la riduzione del numero degli Assessori.
Per quanto riguarda la riduzione del numero dei Consiglieri noi avremmo meno democrazia, meno rappresentatività, e parliamoci chiaro, dalla prossima legislatura non ci saranno più i piccoli partiti, che non saranno più rappresentati se non si riorganizzano in qualche modo. Saranno eletti 30 Consiglieri che ora a bocce ferme, senza sapere le modifiche della politica, se la norma fosse applicata subito, sarebbero del PD, del Movimento 5 Stelle, del Pdl o del nuovo partito o delle nuove aggregazioni che nasceranno dalle ceneri del Pdl. Punto, finito. Credo che non ci sarà spazio per nessun altro. Questo significa mancanza di democrazia, mancanza di rappresentatività della popolazione.
Cosa ben diversa sarebbe stata avere la possibilità di ridurre i costi della politica riducendo i compensi per i Consiglieri ma lasciando sempre il numero attuale di 43 che secondo me va bene.
Io ho presentato in maniera provocatoria, un sub emendamento che sapevo essere inammissibile, però ci tenevo, lo dico adesso, se noi avessimo avuto la possibilità, prevista in origine nei progetti nazionali, poi la cosa è cambiata, di avere un budget per il Consiglio, “non si può spendere più di tot” avremmo potuto rimodulare questo importo abbassando i compensi dei Consiglieri ma lasciando per esempio il numero di 43. Avremmo potuto benissimo distribuire il compenso previsto per 30 su 43, diminuendo i compensi. Non si può fare e quindi subiamo obtorto collo questa imposizione da centralismo sovietico. Non senza ricordare che fra tre mesi noi, come Regione Marche e popolo delle Marche, andremo ad eleggere 24 parlamentari a Roma e 30 Consiglieri. Non c'è proporzione, c'è qualcosa che non va. Gli stessi parlamentari a Roma che non hanno voluto cambiare la legge elettorale, non hanno voluto ridursi lo stipendio, non hanno voluto ridurre il numero dei parlamentari.
Per quanto riguarda il contenuto ho già detto che sono contrario a 30 Consiglieri, invece per quanto riguarda gli Assessori sono favorevole a diminuirli da 10 a 6 ed invito il Presidente Spacca, se non lo disturbo troppo, ad applicare immediatamente l'articolo 3 primo comma. Non c'è bisogno di riformare lo Statuto per ridurre da 10 a 6 gli Assessori, lo può fare subito, adesso, oggi pomeriggio, con un tratto di penna. Lo faccia subito Presidente e darà immediatamente un grandissimo segnale, riduca gli Assessori, oggi pomeriggio, subito, non c'è neanche bisogno della legge per farlo, può portarli da dieci a sei.
Sul tema della donne ho visto che ci sono due estremi, a me non dispiace l'articolo uno, secondo comma, due quater, così come formulato nella proposta della Giunta, dove c'è scritto “nella composizione della Giunta deve essere garantita la presenza di entrambi i sessi” nel senso che di questi sei almeno uno deve essere uomo o donna. Possono essere cinque donne e un uomo, o cinque uomini e una donna. Mi sembra che si sia andati fuori tema con l’emendamento del Consigliere Perazzoli che parla di parità, quindi, per forza devono essere tre uomini e tre donne. Mi sembra una cosa che non sta in piedi perché l'Assessore deve essere rappresentativo politicamente e competente, non deve essere lì perché uomo o donna. Questi sono i due requisiti, sennò facciano le gabbie e la peggiore offesa all'intelligenza di una persona è che diventi Assessore perché è uomo o donna e perché c'è da fare la parità. Quello che conta, invece, è la rappresentatività politica e la competenza, la professionalità. Mi sembra esagerato anche questo sub emendamento che toglie tutto questo e dice “sopprimiamo, non serve la presenza di entrambi i sessi”. Mi sembrano due esagerazioni opposte.
Il mio voto sarà negativo su alcuni aspetti e positivo su altri.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Ero indeciso se intervenire. Le cose sono state dette, il clima sta cambiando ma due cose molto rapide le voglio dire. Questa modifica statutaria come è noto ed ovvio parte dalla prossima legislatura, non parte da questa e questo è il primo aspetto che mi colpisce. In questi mesi, in queste settimane, in questo tempo che ho passato qui dentro, ma con esperienza anche altrove, mi sono chiesto se era possibile riuscire ad avere una sorta di indicazione, di riforma organica, dell'istituzione. Abbiamo aspettato la Carta delle autonomie che non abbiamo visto, abbiamo aspettato la riforma del Parlamento con il Senato delle Regioni, abbiamo aspettato la riforma delle Comunità Montane, insomma abbiamo pensato, almeno io ho pensato, che era opportuno modernizzare questo paese dal punto di vista delle istituzioni, un disegno di riforma organico, invece siamo finiti dentro modifiche a colpi di decreto, abbiamo modificato la situazione con colpi di decreto.
E' evidente che questo Governo non poteva fare diversamente nel senso che ha puntato al salvataggio del Paese dal punto di vista economico-finanziario, introducendo elementi di risparmio anche nel campo delle istituzioni e andando avanti a colpi di decreto.
Il tema che noi, spero, consegniamo al prossimo Governo è un dibattito mai completato, mai concluso. Dovremmo consegnarlo fra qualche settimana, il Governo cambierà, è un po' questa la questione, questo Governo, come dicevo e come ricordava il Consigliere Perazzoli in un passaggio, è preso dall'assillo del risparmio e piuttosto che ragionare in maniera organica va avanti a colpi di decreto. La verità è che l'assillo del risparmio, secondo me, è legato a due elementi di fondo, il primo è quello della tigre dell'antipolitica, c'è stata, è stata cavalcata, c'è ancora nel paese, il secondo è la reale situazione degli italiani di cui non si può non tenerne conto: situazione economica, loro portafogli, loro economie, loro risparmi.
In qualche modo siamo stati chiamati e obbligati a dare una risposta, che le Marche ed il paese hanno dato anche rispetto al tema della rappresentanza. Io non la condivido per niente, lo dico a quelli che hanno parlato prima di me ed hanno criticato il tema della rappresentanza che è delicatissimo. E’ vero il parametro dei 50.000 abitanti nelle Marche è sufficiente a garantire un rapporto adeguato rispetto a chi li rappresenta nelle istituzioni, però, si poteva tentare di costruire una rappresentanza nel rispetto delle sensibilità politiche che ci sono in un paese che non sono solo quelle legate ad un parametro numerico.
Ci adeguiamo con fatica rispetto a questo punto, l’ho anche detto a mezzo stampa, ho ascoltato con attenzione l'intervento del Consigliere Perazzoli, abbiamo discusso di tante cose, anche dal punto di vista del principio della nostra concezione delle istituzioni, del rapporto fra eletti ed elettori. Devo dire che alcune cose le condivido ma non riusciremo a realizzarle oggi perché sono convinto che quando il tema della governabilità, della stabilità, diventa un dogma si rischia di accentuare troppo i poteri e col tempo tutte queste cose andranno riviste e riformulate.
Non riusciremo a farlo oggi con questa modifica statutaria, le regole del gioco vanno modificate insieme e forse non è giusto farle passare per sensibilità di uno o di un altro Consigliere. Gli emendamenti sono condivisibili nel merito ma hanno bisogno di essere approfonditi in termini più larghi, non possiamo cambiare una regola principale del rapporto fra eletti ed elettori, non possiamo farlo oggi con una modifica dello Statuto.
Vale la stessa cosa anche per la vicenda della parità di genere. Questa storia delle quote rosa, che noi qualche volta abbiamo calcato, non l'ho mai condivisa, la gentile concessione, lo dico così per scimmiottare un vecchio dibattito, si fa aggiungendo un’unità in più per le donne nei vari consessi. Il tema della parità di genere sta nella cultura riferibile a quell'elemento e sono consapevole, se questo è vero, che c'è molta strada da fare per garantire la presenza di genere nelle istituzioni, credo che la riflessione che faceva l’Assessore Marconi sia condivisibile, se vuoi aiutare la cultura della parità di genere devi rimuovere tutti i paletti rispetto a questo tema, devi rimuovere anche i paletti delle percentuali delle quote, devi ragionare giorno per giorno e fare in modo che possa essere rappresentata sempre, anche in forma totale, la presenza di un genere rispetto ad un altro.
Credo che la modifica dello Statuto, che oggi dobbiamo fare, sia l’adeguamento all’ennesimo decreto del Governo, altrimenti le riflessioni sono quelle che hanno indicato nel loro intervento il Consigliere Perazzoli ed altri, cioè discutere il tema complessivo della riforma delle istituzioni di questo Paese, raccogliendo in maniera più equilibrata tanti anni di esperienza. Non riusciremo a farlo oggi per cui limitiamoci, anche senza tanta convinzione, a votare la modifica dello Statuto, così come ci viene messo sotto gli occhi dalle modifiche proposte dal decreto del Governo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Brevemente per valutare la riduzione del numero dei Consiglieri che oggettivamente è una riduzione delle possibilità di rappresentanza dei cittadini, infatti posizioni di cittadini minoritari che non raggiungeranno nemmeno il 5% nel risultato elettorale non saranno più rappresentati e se di minoranza, non avranno il 6%, non saranno più rappresentati in Consiglio regionale.
Sempre più si rischia una rappresentazione della realtà della rappresentanza politica determinata più da lobby, da lobby economiche, potentate, piuttosto che da rappresentanze dei cittadini dal basso, diciamo che si ingessa un po' quella che è l'offerta politica e, quindi, avranno più importanza per orientare il voto: il controllo delle televisioni, dei mezzi di comunicazione e le risorse economiche.
Dal punto di vista della realtà ritengo, come anche Sinistra Ecologia e Libertà, questa riduzione della rappresentanza politica, sotto queste soglie, improponibile. Non è possibile che 50.000 elettori non possano esprimere un loro rappresentante all'interno del Consiglio regionale delle Marche. Perché questa è la soglia che si andrà a determinare.
Lo stesso obiettivo, se si parla di riduzione dei costi della politica, si sarebbe potuto raggiungere stabilendo un budget. Ragionare su un budget di spesa e dire questo è il budget di spesa per la rappresentanza del Consiglio regionale, dopo di che poteva essere spalmato su 30 Consiglieri, su 40 Consiglieri come è adesso, o su 50 se si fosse voluto allargare ulteriormente.
Questo livello di rappresentanza riduce le diversità, le differenze e le voci di queste differenze presenti nel tessuto sociale marchigiano.
L'altra questione che volevo evidenziare, visto che si parla della legge di modifica dello Statuto, è quella importante della rilettura anche di altre proposte di legge interessanti, come quella del Consigliere Pieroni relativa all'inserimento, oramai universalmente accettato, almeno credo, non voglio essere il lettore del sentimento popolare, di due mandati sia per i Consiglieri che per gli Assessori. Un limite che secondo me varrebbe la pena di inserire come norma statutaria. Due mandati consecutivi come Assessore o come Consigliere, secondo me andrebbero inseriti perché altrimenti si va a (…). Non è possibile fare un emendamento a questo punto.
Penso che questa sia la sensibilità degli elettori e dei cittadini marchigiani, due mandati è un termine equo per espletare le proprie funzioni dando il meglio ed evitando che si diventi casta, ceto politico e si metta radici su una seggiola.
Un’altra questione riguarda la parità di genere, io ritengo che anche questa sia una questione importante che debba essere inserita come dato statutario, cioè la rappresentanza e la parità di genere all'interno delle Giunte. Secondo me è contestabile la discussione, che ho sentito, del tipo “ma se non ci sono donne valide”. Io penso che su di un milione e mezzo di marchigiani ci sono settecentocinquantamila uomini e settecentocinquantamila donne e senz'altro all'interno ci saranno capacità per centinaia se non per migliaia di rappresentanti di entrambi i generi in grado di rappresentare tutti i settori della vita economica e politica.
Per l’intervento, da quello che sapevo, ci sono venti minuti …, giusto per evidenziare queste tre questioni che secondo me andrebbero riprese e varrebbe la pena inserirle. Verificherò la possibilità dell'inserimento di un emendamento per i due mandati ma non credo ci siano appigli su emendamenti del genere.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bugaro.

Giacomo BUGARO. Cercherò di essere velocissimo, il mio è l'unico intervento del centro-destra, capisco che è rottamato.
Io intervengo volentieri perché questa è una legge importante, è una legge di impostazione generale, è la Costituzione regionale, il nostro Statuto.
Devo dire che voterò, chiaramente, a favore, ma non prima di aver fatto alcune riflessioni. Nel luglio dello scorso anno insieme ad altri colleghi presentammo, e non voglio avere nessun tipo di copyright o di primogenitura, un disegno di legge che prevedeva la riduzione a 30 Consiglieri. Oggi non lo rifarei perché in quel momento mi feci prendere, probabilmente, e secondo me solo gli stupidi non cambiano idea, da una mano troppo pesante rispetto ad una condizione - ho ascoltato con puntualità e attenzione il collega Perazzoli ed è vero quello che lui ha detto rispetto a questa situazione – ad una sbornia, che il mondo democratico sta vivendo in questo passaggio politico, in questo momento politico, perché guardate che la democrazia è, ed i nostri padri costituenti ce lo spiegarono bene, molto delicata e va alimentata quotidianamente.
Guardo questa Assemblea, è un'Assemblea che gestisce miliardi di euro, decisioni importanti. Meno Consiglieri, in un numero consistente, significa accentrare dei poteri e creare una vera condizione di club. Posso dire che la riduzione dei parlamentari è doverosa, ma attenzione a non passare da una parte all'altra, perché anche lì vale lo stesso concetto, accentrare a pochi significa aprire alle lobby, significa modificare un regolare svolgimento democratico dei processi legislativi. Bisogna fare attenzione perché toccare alcuni meccanismi non significa soltanto andare ad intaccare la rappresentanza. Io sono per lo snellimento, da quando faccio politica ho sempre sostenuto che ci vuole lo sbarramento al 5%, perché impone necessariamente ad alcune linee culturali più piccole di confluire e diventare componenti di alcune più grandi e simili. Mi riferisco alle grandi culture che hanno caratterizzato il novecento: quella socialista, comunista, liberale, democratica popolare, insomma bisogna sicuramente snellire ma non si può andar dietro ad un’opinione pubblica fortemente aizzata dai giornali e dai mass media, buttando via il bambino con l'acqua sporca, perché rischiamo di creare dei mostri le cui conseguenze saranno ben peggiori rispetto ai rischi che oggi stiamo correndo e non possono valere gli esempi negativi di pochi per sporcare tutti, perché poi ci torneremo nelle prossime settimane, quando andremo a votare.
Oggi noi modifichiamo lo Statuto per adeguarci alla legge cornice nazionale ma poi dovremo tornarci per quanto riguarda le nostre indennità e via dicendo, e per questo vi richiamo ad un senso di responsabilità rispetto al ruolo di indirizzo che una classe dirigente deve avere. Se non si reagisce rispetto a questa situazione significa che noi siamo una sottospecie, magari in altra forma, di coloro che sono balzati alle cronache nazionali in maniera negativa. Aldo Moro disse: “Non ci faremo processare nelle piazze” perché ebbe quella forza morale di dire quella frase in quel momento storico? Perché aveva le mani pulite ed io queste mani pulite me le sento addosso, sento la forza morale per poter rilanciare sul terreno della politica questo tipo di argomenti.
Sento, però, una forte debolezza perché qui un titolo di un giornale, una giornalista, nemmeno professionista, con tutto il rispetto che ho per la classe dei giornalisti, mette in crisi 43 Consiglieri regionali eletti con migliaia e migliaia di voti. Ma vi pare possibile? Chi è più forte quel giornalista o 43 Consiglieri regionali? Riprendiamoci il nostro ruolo e andiamo nelle piazze a spiegare con decisioni serie e con comportamenti probi. Questo è quello che noi dovremmo fare, spiegando alla gente che la democrazia ha un costo, deve essere fisiologico e non patologico, che le campagne elettorali costano, che le strutture di partito costano e sono insostituibili perché non ci sono altri mediatori, con il Palazzo delle istituzioni, che i partiti, perlomeno non ne hanno inventati altri altrettanto validi e se ci sono io non li conosco e chiedo scusa.
Oggi voterò questo provvedimento che è quasi obbligatorio, no è obbligatorio, ma rispetto a quanto avevo deciso un anno fa ho dei fortissimi dubbi e non escludo che nel prossimo futuro, questo provvedimento possa essere rivisto anche perché in Italia mi sembra che non seguiamo mai una linea di coerenza, abbiamo fatto dieci anni la sussidiarietà, il federalismo, e via dicendo adesso stiamo tornando indietro.
Io ricordo perfettamente la modifica del Titolo V fu un scimmiottare, da parte del centro-sinistra, la Lega, non è una accusa politica ma un dato di fatto, un elemento storico. Cioè il centro-sinistra pensò che modificando il Titolo V e introducendo un federalismo in qualche maniera più spinto rispetto a quello precedente potesse, in qualche modo, arginare la Lega ma l'opinione pubblica era tale che chiaramente non votò la controfigura, votò l'originale ed il centro-sinistra perse le elezioni e la Lega avanzò nel 2001 in maniera notevole.
Questo per dire che non si può andare dietro ai processi cercando di gestirli, i processi vanno governati ed il ruolo delle classi dirigenti è quello di governare i processi.

PRESIDENTE . Passiamo alla votazione.
Articolo 1
Emendamento 1/1 del Consigliere Perazzoli. Se passa decade l'1/2 se non passa decadono l'1bis /1, l'1bis/2, l'1bis/3, l'1bis/4, il 2ter/1 e il 3bis/1. Lo pongo in votazione

(L'Assemblea legislativa non approva)

Quindi decadono gli emendamenti: 1bis /1, 1bis/2, 1bis/3, 1bis/4, 2ter/1 e 3bis/1.
Sull’emendamento 1/2 dei Consiglieri Perazzoli, Giorgi, Romagnoli, Ortenzi, c’è il sub emendamento 1/2/1 dei Consiglieri Marconi, Bugaro, Pieroni. Lo pongo in votazione. (…) Scusate c'è stato un errore, annulliamo la votazione e rifacciamo.
La votazione in questo momento è chiusa, annullata, grazie.
Ha la parola la Consigliera Romagnoli,

Franca ROMAGNOLI. C'è un emendamento del Consigliere Perazzoli sul quale ritiro la firma, ritenevo che andasse a garantire una presenza, non una presenza paritaria, sulla quale non concordo e dirò il perché. In effetti non poteva essere come avevo capito perché la presenza è già garantita dallo Statuto, all'articolo sette si garantisce la presenza di genere nelle Giunte, negli altri organismi e così via.
L'emendamento invece dell’Assessore Marconi, poi lo spiegherà, al quale mi permetto di dire perché voto contro, va addirittura ad eliminare, quindi, un'altra modifica statutaria, la necessità della presenza di genere, quindi, una donna, un uomo e non la parità etica come, invece, chiede il Consigliere Perazzoli. Quindi, qui andremmo a toccare lo Statuto in quella che, io mi permetto di ricordare, fu una grande discussione negli anni dello Statuto, quando tra le prime, a seguito della riforma che era avvenuta - e la stessa Costituzione all’articolo 37 garantisce l'accesso alle donne - facemmo propria questa cosa nella legge elettorale. Non dimentichiamo che se siamo qualche donna in più è anche perché mettemmo l'obbligo dei due terzi ed un terzo. Io non sono per le quote, non ho mai, ringraziando Dio, avuto bisogno, però non sono una ipocrita a dire che avremo una Giunta di tutte donne, Assessore Marconi . Se togliamo questo .. facciamo ridere, c'è un muro di gomma che, purtroppo, va infranto poi ognuno se la gioca. Grazie a quello obbligo magari qualche cosa è cambiato e questo, per carità sarà l’Assessore Marconi a difenderlo, va addirittura a modificare un impianto, una tendenza culturale e politica che da molti anni ci portiamo dietro che ha fatto si che garantissimo nello Statuto, garantissimo non favorissimo, proprio garantissimo la presenza di genere, nelle Giunte eccetera.
Ritiro invece la firma, avevo mal capito, sull'emendamento del Consigliere Perazzoli perché a mio avviso la presenza paritaria è eccessiva e va a forzare la rappresentanza e quello che dal Consiglio esce fuori, se le donne sono minoritarie e gli uomini sono maggioranza e se vogliamo che la Giunta sia, anche grazie anche alla non presenza degli esterni, più rappresentativa del corpo assembleare, credo che forzare chiedendo tre a tre vada contro quella che è la reale sostanza rappresentativa del Consiglio.
Garantire la presenza è un conto, dare la quota di metà e metà è, a mio avviso, una forzatura che va a diluire quello che abbiamo voluto realizzare, cioè che la Giunta rappresenti effettivamente l'assetto rappresentativo e parlamentare del Consiglio.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Perazzoli.

Paolo PERAZZOLI. La parità di genere non è una quota, è un riconoscimento della natura umana, è un riconoscimento, mentre le quote producono una maschilizzazione delle donne, questa è la verità! Nel senso che la ricerca dei consensi all'interno dei partiti fa somigliare il più possibile agli uomini, scimmiottare (…) la parità di genere introduce una dialettica che da pari opportunità a tutti.
Non si spiega perché fino ad un certo periodo della vita, in quasi tutti i campi, le donne dimostrano più capacità degli uomini, a scuola, nei primi anni di lavoro, poi c'è una fase in cui cominciano a perdere il volo.
Con il mio emendamento io propongo una cosa semplice, quando parliamo di Europa e di Europa più efficiente, la Germania, i Paesi Scandinavi, li è normale che metà del Governo sia rappresentato dalla seconda metà del cielo, normale!
Solo qui da noi ci nascondiamo dietro un dito perchè mettendo questo limite impediamo che siano tutte donne, è come dire che Ruby è la nipote di Mubarak. Non non ci sono casi in cui tutte donne siano in Giunta, quindi, la proposta che avanzo è quella della parità di genere, non una quota.
Se addirittura eliminiamo anche quello che ha proposto la Giunta rischieremo, come rischiava di passare nella confusione iniziale, di essere un pessimo esempio nazionale, quello che io propongo è essere un bell'esempio per tutta l'Italia.

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Marconi.

Luca MARCONI. Grazie Presidente, prendo la parola in qualità di Consigliere e non di Assessore, perché non sto trattando una materia di mia competenza, né rappresentando la Giunta visto che è presente il Presidente e, quindi, non posso in nessun modo assumere questo ruolo.
Io vorrei sgombrare il campo, visto che il ragionamento diventa interessante e viene addirittura evocata la riforma del 2004 dello Statuto, che non voglio attraverso l'emendamento introdurre una discussione relativamente al genere. Parola di per sé anche abbastanza equivoca perché nella terminologia sociologica di generi ce ne sono tanti, non soltanto due e fanno riferimento ai comportamenti sessuali e non alle nature sessuali. Anche su questo si aprirebbe un dibattito, lo dico soprattutto ai rappresentanti del centro-destra che su questo hanno fatto scatenate battaglie in Senato, me lo ricordo bene, durante il Governo Prodi, quando dai banchi di Rifondazione Comunista, Comunisti Italiani e Verdi, veniva continuamente sollecitata l'introduzione della parola genere, ma ripeto, in questo senso equivoco. Qui non lo è, perché nella proposta della Giunta si parla di entrambi i sessi e la questione che sottopongo è un'altra, il concetto di pari opportunità, così come è stato sviluppato dalla nostra giurisdizione, dalla nostra legislazione, è pari opportunità come dappertutto in partenza, non può essere pari opportunità in arrivo.
Cioè se uno volesse stabilire il principio delle pari opportunità per tutti, mettiamo allora anche quella fra giovani e vecchi, c’è una gerontocrazia in questo paese, è evidente, allora potremmo stabilire, come qualcuno sta proponendo, le quote azzurre, cioè facciamo che un numero X sia di giovani. Queste cose vanno stabilite in partenza, altrimenti viene meno il principio democratico del voto, cioè tu puoi dire che le liste che propongano Consiglieri regionali devono essere composte per metà da uomini e per metà da donne – io non voglio affrontare nel merito questa questione ma potrebbe essere interessante - poi si vota.
Donne presenti nelle liste ce ne sono tantissime, in qualche lista addirittura più del 50% poi, magari, ne risultano elette una o due, cioè il 4 o il 5% anche se mi sembra che il corpo elettorale sia in maggioranza composto da donne, quindi, il problema non è relativo alla legge ed imporre all'arrivo una soluzione di questo tipo che è una forte contraddizione in termini giuridici. La Giunta nella sua composizione deve dar merito non tanto al dato della rappresentanza ma al dato della competenza. Ribadisco la prossima legislatura il Consiglio regionale avrà 30 Consiglieri regionali più il Presidente con 6 donne in Consiglio regionale, tutte competenti e tutte Assessori e noi costringeremo in linea di principio, e nessuno può negare che questa opportunità si crei, alla condizione in cui bisogna per forza assumere la metà, un terzo. Anche qui diventa veramente simpatica la cosa, di quanto dovrebbe essere la giusta percentuale. Io credo che ci muoviamo in un terreno minato e il richiamo, ripeto, non è di natura ideologica, né di natura culturale perché a casa mia siamo in perfetta par condicio tre maschi e tre femmine, quindi abbiamo in natura destinato, attraverso quello che possiamo programmare, tanto e tanto, quindi abbiamo questa compartecipazione ma a livello giuridico, sull'organo esecutivo, sulla massima espressione del Governo e dell'amministrazione regionale, mi sembra un fatto che possa creare qualche problema.
Per questo invito il Consiglio regionale ad una riflessione in questo senso senza allargare il discorso a cose che credo centrino poco.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Giorgi.

Paola GIORGI. Grazie Presidente, ma quando si parla di pari opportunità si fa o demagogia o astrattismo.
La demagogia quando si dice che abbiamo tutti pari opportunità e andiamo a ricercare la corsia preferenziale nel momento dell'arrivo, purtroppo, è nel percorso che non ci sono le pari opportunità e il numero delle donne presenti in questa Assemblea legislativa lo dimostra.
Perché non è vero che su tutta la popolazione marchigiana solo sette donne possono fare il Consigliere regionale e tutte le altre donne non erano in grado di ricoprire questa carica che invece è stata ricoperta da uomini, e forse c'era qualche donna più brava di qualche uomo che sta qui ed anche viceversa, per carità.
Prima il Consigliere Perazzoli citava la situazione degli Stati del nord Europa dove c'è realmente una pari opportunità ed oggi una pari presenza e non ci sono quote. Questa pari presenza è il percorso, è l'arrivo di un percorso che è stato fatto negli anni, partendo, purtroppo, perché non piace a nessuno, nemmeno a noi donne, da un tema di una quota o comunque da una indicazione legislativa, come quella che noi vogliamo mettere. E’ un percorso che va fatto, noi siamo anni luce addietro e se ogni volta che cerchiamo di fare un passo cominciamo con la solita tiritera della demagogia fino ad arrivare alle quote azzurre, astrattismo puro, veramente non partiremo mai e rimarremo sempre un paese arretrato, anche in questo tema che è un tema di diritti civili, punto. Di questo stiamo parlando.
Volevo, poi, far fare una riflessione, questa proposta di legge, questa modifica statutaria andrà in vigore dalla prossima legislatura, quindi, se noi dovessimo prevedere una Giunta con una presenza paritaria di genere, che sappiamo tutti che significa metà donne e metà uomini, senza andare a fare chissà quali voli pindarici, vorrà dire che i partiti o chi farà le liste si impegnerà finalmente a valorizzare, ad aiutare, a far crescere. Aiutare significa mettere le donne nelle condizioni di fare politica perché le donne che fanno politica non sono nella stessa condizione degli uomini. Noi abbiamo approvato qualche cosa che aiuta la vita sociale delle donne, e mi riferisco per esempio ai tagesmutter, perché anche le donne che fanno politica hanno i figli a casa, ma se stanno con i figli non possono andare alle riunioni di partito. Dico che se abbiamo l'obbligo di portare in Giunta delle persone sicuramente qualificate e di genere faremmo in modo, nell'ambito dei partiti o di chi presenta le liste, di chi presenta le persone, che si candidano a ricoprire quei ruoli persone di qualità, mettendole nella condizione di poterlo fare.
Io credo che sia un grande stimolo proprio per la formazione delle liste e anche per un miglioramento dei diritti civili delle donne, che scusatemi, apriamo questi occhietti, so che è molto scomodo ma oggi non sono pari per gli uomini e per le donne. Per questo motivo ho presentato questo emendamento, ho firmato questo emendamento e continuo a sostenerlo, naturalmente, il sub emendamento che poi è stato presentato, secondo me è stato scritto male perché probabilmente voleva tagliare l'emendamento invece taglia un punto dello Statuto che, per lo meno quello, è il minimo civile che possiamo chiedere. Il sub emendamento è assolutamente da cassare, secondo me è da votare rosso fisso.
Sono invece profondamente convinta, per le ragioni che vi ho detto, dell'emendamento che ho sottoscritto.

PRESIDENTE. (…) prima di arrivare al voto c'è un percorso complesso, perché secondo la logica un uomo, una donna, ha parlato l’Assessore Marconi, la Consigliera Giorgi, adesso c’è il Consigliere Bugaro poi la Consigliera Ortenzi.
Ha la parola il Consigliere Bugaro.

Giacomo BUGARO. Io sarò velocissimo Presidente perché intendo esprimere la mia idea in maniera rapida e compiuta e mi scuso se magari sarò anche un po' superficiale nell'esporla.
Io ritengo …

Presidenza della Vicepresidente
Paola Giorgi

PRESIDENTE. Scusate c'è il Consigliere Bugaro che sta intervenendo.

Giacomo BUGARO. Io ritengo davvero offensivo nei confronti del genere femminile e lo ritengo per esperienza diretta, e spiegherò il perché, l'utilizzo della parola genere.
Prendiamo l'esempio di oggi, noi siamo una Regione che ha due organismi istituzionali: la Giunta e il Consiglio e abbiamo due direttori generali, che sono, tra l'altro, come ci ricorda il Presidente, quelli che guadagnano di più. Sono entrambe donne e non sono arrivate lì grazie ad emendamenti o a decreti, mi riferisco alla dott.ssa Moroni ed alla dott.ssa Santoncini, sono arrivate lì perché credevano in quello che facevano ed erano preparate per quell'incarico e allora se la prossima legislatura il Presidente Mario Rossi della Giunta regionale delle Marche intende nominare quattro donne che sono donne capaci perché non dovrebbe farlo? Perché noi, in barba a non so quale ragionamento, abbiamo stabilito ex ante che si devono nominare tre uomini e tre donne.
Ma dove è il merito? Io non conosco una donna che si sia voluta impegnare in politica che non sia arrivata ai massimi risultati, abbiamo Ministre donne, abbiamo Presidenti di Regione donne, abbiamo Assessori donne, abbiamo Sindaci donne, tutte capacissime. La natura, e non penso di offendere nessuno, ha riservato loro la maternità e, quindi, spesso si occupano più di vicende domestiche che di vicende pubbliche ma quelle che decidono di impegnarsi nella cosa pubblica ... anzi, per la mia personale esperienza, vi dico una cosa, a volte sono anche favorite. Ditemi che all'interno di quest'Aula le donne non sono state gratificate: Vicepresidente, Consigliera Segretaria, Presidente di Commissione, Assessore, tutte quelle che ci sono, sono state gratificate, non per la differenza sessuale ma per le loro capacità.
Se vogliamo alimentare la demagogia, e mi rifaccio al discorso di prima, facciamolo pure ma continueremo a negare l'evidenza e ad agire non nel solco del merito, che è l'unica questione che deve essere discriminante. Prima qualcuno diceva dell'età, perché non esiste un giovane bravo rispetto ad un anziano capace, esistono le loro capacità, c'è il giovane cretino e c'è l'anziano cretino. Non può essere il calendario ma la biografia, le capacità, l'impegno, i risultati che ognuno di noi riesce a conseguire per farsi largo nella società, nel mondo professionale, e quant'altro.
Io ho firmato questo emendamento per salvaguardare il genere femminile, perché ritengo discriminante fissare delle quote fisse, per stabilire i posti di chi fa che cosa.
Bisogna smettere di portare avanti questo modo piccino, quasi una revenge sessantottina, le donne oggi valgono tanto quanto gli uomini. Sono esattamente nelle stesse condizioni e io plaudo a questa condizione, anzi si impegnassero di più se vogliono farlo.
Questa è una mia visione personale, secondo me la cura della maternità è l'esaltazione dell'essere femminile, è la realizzazione più totale, ma chi non vuole percorrere quel percorso, che la natura ha dato, ha la strada aperta. Non ci sono preclusioni per le donne che vogliono arrivare, anzi in una società, fin troppo traviata come la nostra, a volte le donne arrivano anche prima quando vogliono usare mezzi (...) no.. no .. Consigliere Binci non facciamo gli ipocriti, diciamo le cose come stanno, guardiamo la rappresentazione nazionale anche del mio partito.
(...) Non è di cattivo gusto è la verità e la verità bisogna saperla dire, bisogna saperla rappresentare, non bisogna nascondersi dietro il buonismo o il politically correct perché questo tipo di atteggiamento, tanto caro alla sua parte politica, sta portando e sta contribuendo a portare la politica a fondo. I problemi vanno affrontati, vanno chiamati con nome e cognome e vanno affrontati e risolti no schivati abilmente.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Ortenzi.

Rosalba ORTENZI. Richiamo tutti alla calma che dovrebbe essere un elemento condiviso da tutti dato che stiamo votando un atto bello, opportuno e che è stato voluto dalla Giunta, da questa Assemblea legislativa e che la Commissione ha valutato nei quattro articoli.
Io credo che stiamo veramente andando un po' fuori dalle righe, io per esempio debbo denunciare una mia debolezza, Presidente, allorché in Commissione il collega Perazzoli, che lui dice …

PRESIDENTE. Scusi Consigliera Ortenzi, siamo arrivati, nonostante sia una Assemblea quasi interamente maschile, ad un pollaio, cortesemente abbassiamo il tono della voce, altrimenti chi non è interessato esca.
Prego Consigliera Ortenzi.

Rosalba ORTENZI. Quando in Commissione - anche lei Presidente ne fa parte, quindi, siamo tre donne su sette - abbiamo valutato gli emendamenti dell'eretico - si definisce del Sud, così si definisce il Consigliere Perazzoli - questo ha offerto delle valutazione e delle differenze notevoli che oggi in Assemblea valuteremo e voteremo, come vorremo, a seconda delle nostre predisposizioni.
Io debbo denunciare una mia debolezza, allorché c'era questa proposta inserita nella proposta del collega Perazzoli, questa possibilità del numero pari di presenze femminili nella futura Giunta, di sei dal 2015, ho detto no per i motivi che sottoscrivo fino ad un certo punto e che sono stati detti anche dal collega Bugaro.
Io sono assolutamente convinta che non occorrano le quote, l'ho sempre detto, non sono mai stata una femminista della prima ora anche per mia cultura e carattere, credo, però, che non servano, che non siano più necessarie.
Dico che essere donne in politica, fare l'amministratrice o altro, stare in prima fila, sia una fatica enorme che come donne paghiamo tutta, io l'ho pagata dalla prima all'ultima ora. Sono sicuramente la più anziana in frequentazioni di partito, di politica e di amministrazione ed ho ricoperto diversi ruoli. E' una fatica e credo che non abbiamo assolutamente bisogno di quote e non vedo in effetti, forse vado un po' contro corrente, tanti ostacoli, forse l'ostacolo più grosso è quello che ci si presenta ogni giorno quando non riusciamo a conciliare, ed è questo l'ostacolo più che altro, i diversi ruoli che ricopriamo: la famiglia, il lavoro. Io per esempio sono riuscita, ma lo dico senza grossa soddisfazione perché ho messo anche a repentaglio la salute familiare, a fare l'Assessore in Comune ed ad andare a scuola. Al mattino avevo il tempo pieno, insegnavo e la sera andavo in Giunta e viceversa.
Ecco queste sono le fatiche che la donna in politica ha, quando non ha altre condizioni soggettive, come una ricchezza propria, uno star bene di famiglia o altro.
Tolgo la firma da quell'emendamento perché, l'avevo capito bene, nessuno ci ha messo il coltello al collo Consigliere Perazzoli, però credo che sia inopportuno in quanto si è passati da un estremo all'altro, a togliere addirittura il due quater che garantisce nella composizione della Giunta la presenza di entrambi i sessi.
Sarà una Giunta composta da sei membri, credo che non ci saranno problemi, tra l'altro dico che la proposta dell'Assessore Marconi deve essere rigettata e chiedo al collega Perazzoli di non considerare l'emendamento che ha fatto e lo stesso chiedo al collega Marconi, siamo tutte persone di buon senso e con senso di responsabilità, ritengo che se rimane il testo con l'articolo uno, così senza emendamenti, si possa avere una buonissima legge, un buon Statuto.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Molto brevemente perché mi pare che questa discussione sia uscita anche dal seminato, diciamoci la verità, è diventata astratta.
Noi stiamo parlando di un emendamento all'articolo due, al comma due quater che non parla affatto di diritti, addirittura civili, parla di doveri, cioè questo emendamento prevede il dovere per il Presidente della Giunta di nominare un egual numero di Assessori, uomini e donne.
Questo non è un diritto, questo è un dovere che si impone al Presidente della Giunta, i diritti sono altri. I diritti civili riguardano la libertà di pensiero, di espressione, i diritti politici riguardano la partecipazione politica che, giustamente, deve essere garantita, uomini, donne, giovani, appartenenti a differenti professioni, ci mancherebbe altro, eventualmente dovremmo garantire che questi diritti politici diventino sostanziali tramite i servizi sociali, gli asili nido, la partecipazione attiva vera delle donne alla vita politica. Questo è il punto, anche guardando agli orari in cui si fanno le nostre riunioni, questo è il tema vero.
Qui stiamo parlando di un'altra cosa, prevedere per legge, vincolare per legge il Presidente a scegliere non, come veniva ricordato giustamente, il merito ed migliori Assessori, ma allora perché non prevedere per legge che ci sia un Assessore per ogni territorio, perché anche questa non è una parità di rappresentanza, perché non inserire allora per legge che ogni Provincia delle Marche debba avere un Assessore, o determinate fasce d'età.
Voglio dire potremmo trovare moltissime variabili, io credo che la variabile più importante a cui i cittadini, in questa fase di difficoltà della politica, sono attenti è quella del merito, trovare gli Assessori, le persone giuste al posto giusto.
Tra l'altro il testo base della Giunta è molto chiaro: "Nella composizione della Giunta deve essere garantita la presenza di entrambi i sessi", credo che sia più che sufficiente, questo testo già permette che le donne migliori possano essere scelte per ricoprire gli incarichi migliori e non ci vedo niente di discriminante nel testo base della Giunta. Caso mai lo vedo in questo emendamento che credo che sia piuttosto offensivo verso le donne.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Io volevo semplicemente dire che se fossi il Presidente di una Giunta adotterei questo criterio però è un criterio discrezionale del Presidente e se lo inseriamo diventerà un obbligo e non penso che sia grave dover convivere tre donne e tre uomini in una Giunta.
L'altra questione è l'ipotesi della soppressione firmata dall'Assessore Marconi e dal Consigliere Bugaro, mi sembra un sub emendamento, addirittura, punitivo nel senso che non accetta quello che è il minimo di buon senso, cioè che ambedue i generi siano rappresentati all'interno della Giunta. Mi sembra quasi una lettura da integralismo biblico, per cui la donna viene dalla scapola dell'uomo e sarebbe senz'altro votata all'unanimità in Afganistan, spero che qui avrà un po' di problemi ad essere accolta.

PRESIDENTE. Per fatto personale ha la parola il Consigliere Perazzoli

Paolo PERAZZOLI. Voglio rassicurare il Consiglio che non ho esercitato alcuna pressione o alcuna minaccia, né in Commissione, né nel far firmare l'emendamento. E' legittimo ripensarci e colgo l'occasione per ricordare che la Costituzione italiana impegna il Governo a rimuovere gli ostacoli che impediscono il libero dispiegamento della personalità umana.
Nel caso specifico, se nella realtà le donne sono poco presenti nelle Assemblee elettive e negli esecutivi bisogna rimuovere la causa, il resto sono chiacchiere.
Colgo l'occasione per dire che chiedo, su questo sub emendamento e sull'emendamento, la votazione per appello nominale anche a nome dei Consiglieri Giorgi, Bucciarelli e Binci, quattro abbondo.

PRESIDENTE. C'è la richiesta del voto nominale sul sub emendamento e sull'emendamento a nome dei Consiglieri Perazzoli, Bucciarelli, Binci.
Sub emendamento 1/2/1. Lo pongo in votazione.

Favorevoli: Bugaro, Ciriaci, Donati, Marconi, Marinelli, Silvetti, Trenta.
Contrari: Badiali, Binci, Bucciarelli, Busilacchi, Foschi, Giancarli, Giorgi, Latini, Marangoni, Mezzolani, Ortenzi, Perazzoli, Ricci, Romagnoli, Sciapichetti.
Astenuti: nessuno.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 1/ 2 dei Consiglieri Perazzoli, Giorgi. Lo pongo in votazione per appello nominale.
Favorevoli: Binci, Bucciarelli, Ciriaci, Foschi, Perazzoli, Giorgi.
Contrari: Badiali, Busilacchi, Carloni, Giancarli, Latini, Luchetti, Marangoni, Marinelli, Mezzolani, Ortenzi, Petrini, Pieroni, Ricci, Romagnoli, Sciapichetti, Silvetti, Traversini, Trenta, Bugaro.
Astenuti: nessuno.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento 1bis/1 del Consigliere Perazzoli. Decaduto
Emendamento 1bis/2 del Consigliere Perazzoli. Decaduto
Emendamento 1bis/3 del Consigliere Perazzoli. Decaduto
Emendamento 1bis/4 del Consigliere Perazzoli. Decaduto

Articolo 2
Emendamento 2/1 del Consigliere Perazzoli. Ritirato
Emendamento 2/ter/1 del Consigliere Perazzoli. Decaduto

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 2 bis. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 3
Emendamento 3/1 del Consigliere Perazzoli. Lo pongo in votazione

(L'Assemblea legislativa non approva)

Articolo 3. Ha la parola il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Attualmente l'articolo 27 dello Statuto dice: "La Giunta regionale è l'organo esecutivo della Regione ed è composta dal Presidente e da non più di dieci Assessori, compreso il Vicepresidente". Questa modifica all'articolo tre modifica l'articolo 27 e dice: "La Giunta regionale è l'organo esecutivo della Regione ed è composto dal Presidente e da non più di sei Assessori compreso il Vicepresidente", ergo che già da adesso, se vuole, il Presidente Spacca, già da oggi pomeriggio, può passare a sei Assessori, ha un limite non più di dieci Assessori, può farlo subito! Mentre invece l'articolo che stiamo votando si riferisce alla prossima legislatura e gli dà un obbligo di non più di sei.
Presidente Spacca, lei ha una grande occasione, può, in questo momento, fungere da modello nazionale, va agli onori nazionali con la riduzione dei costi della politica, io la invito da subito a ridurre da nove a sei gli Assessori.

PRESIDENTE. Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento 3bis/1 del Consigliere Perazzoli. Decaduto

Articolo 4
Emendamento 4/1 del Consigliere Perazzoli. Ritirato

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 170. La pongo in votazione

(L'Assemblea legislativa approva)

Presidenza del Vicepresidente
Giacomo Bugaro

Proposta di legge n. 272
del Consigliere Solazzi
“Norme per la pubblicità e la trasparenza della situazione patrimoniale dei componenti gli organi della Regione, dei titolari di cariche in istituti regionali di garanzia e di cariche direttive in enti o società”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 272 del Consigliere Solazzi. Ha la parola la relatrice di maggioranza Consigliera Giorgi.

Paola GIORGI. Grazie Presidente.
La proposta di legge è relativa alle disposizioni contenute nel decreto legislativo n. 174 "Disposizioni urgenti in materia di finanza e funzionamento degli enti territoriali nonché ulteriori disposizioni a favore delle zone terremotate nel maggio del 2012", decreto legge che è stato convertito in legge lo scorso 7 dicembre.
Il decreto, ai fini del coordinamento della finanza della spesa pubblica, a decorrere dal 2013, condiziona l'erogazione dell'80% dei trasferimenti erariali a favore delle Regioni, diversi da quelli destinati al finanziamento del servizio sanitario nazionale e del pubblico trasporto, nonché il 5% dei trasferimenti erariali destinati al finanziamento del servizio sanitario nazionale a specifiche modifiche dettagliate statutarie, una appena approvata, alle quali le Regioni dovranno adeguare la propria normativa entro il 23 dicembre.
Nello specifico relativamente a questa proposta di legge, la lettera e) all'articolo due del decreto legislativo 174 prevede che le Regioni disciplinino le modalità di pubblicità e trasparenza dello stato patrimoniale dei titolari di cariche pubbliche elettive e di Governo di competenza, prevedendo che la dichiarazione da pubblicare annualmente, all'inizio ed alla fine del mandato, sul sito internet dell'ente, riguardi: i dati di reddito e di patrimonio con particolare riferimento ai redditi annualmente dichiarati, i beni immobili e mobili registrati e posseduti, le partecipazioni in società quotate e non quotate, la consistenza degli investimenti in titoli obbligazionari, titoli di Stato o di altra utilità finanziarie detenute tramite fonti di investimento e sicav, stabilendo delle sanzioni amministrative per la mancata o parziale ottemperanza.
Occorre rilevare che la Regione Marche ha già normato in materia con l'attuale legge vigente la 4 dell'84 che reca disposizioni per la pubblicità della situazione patrimoniale dei Consiglieri regionali e dei soggetti indicati all'articolo 15 della legge del 5 luglio dell'82, ovvero Presidenti, Vicepresidenti, Amministratori delegati e Direttori generali:
- di istituti e di enti pubblici anche economici la cui nomina spetti al Consiglio regionale, alla Giunta o al suo Presidente,
- delle società al cui capitale e al cui funzionamento la Regione concorre in qualsiasi forma e misura superiore al 20%,
- degli enti o istituti privati al cui finanziamento la Regione concorre in misura superiore al 50% dell'ammontare complessivo delle spese di gestione esposte in bilancio sempre che queste superino la somma annua di 258 mila euro.
La legge 4 dell'84 dispone la pubblicazione nel Bur della documentazione resa, senza alcuna sanzione in caso di inadempienza.
La proposta di legge che andiamo ad approvare oggi prevede all’art. 9 l’abrogazione della sopra citata legge 4 dell'84 ed è volta a garantire la trasparenza e la pubblicità della situazione patrimoniale anche di altri soggetti oltre quelli previsti dalla legge regionale vigente e cioè il Presidente della Regione, gli Assessori non eletti Consiglieri regionali, cioè gli esterni, l'Ombudsman regionale, i componenti il Co.Re.Com., la Commissione per le Pari Opportunità tra uomo e donna, i titolari delle cariche in altri istituti regionali di garanzia nonché i revisori contabili degli enti e delle società partecipate.
Entro un mese dall'elezione, nomina o designazione, i soggetti indicati dovranno presentare una dichiarazione sostitutiva dell'atto di notorietà concernente tutti questi dati ed entro un mese dall'elezione, Presidente e Consiglieri regionali trasmettono alla Segreteria dell'Assemblea una dichiarazione sostitutiva concernente le spese sostenute per tutte le cose che ho elencato prima, cioè le obbligazioni assunte, i finanziamenti e i contributi ricevuti per la propaganda elettorale o l'attestazione di essersi avvalsi esclusivamente di mezzi e materiali messi a disposizione dal partito o dalla formazione politica della lista di appartenenza.
Entro il 30 settembre di ogni anno tutti i soggetti contemplati devono trasmettere alla predetta struttura, una copia della dichiarazione dei redditi riferita all'anno precedente a quello della elezione nomina o designazione. Inoltre sempre entro il 30 settembre, vanno comunicate eventuali variazioni intervenute rispetto all'attestazione dell'anno precedente.
Entro il 30 settembre sia dell'anno di cessazione della carica che dell'anno successivo, i soggetti elencati trasmettono la stessa documentazione.
E' data inoltre la facoltà di trasmettere una dichiarazione circa la sussistenza di mutui, ipoteche o altre passività assunte e non estinte, così come la situazione patrimoniale e la dichiarazione dei redditi del coniuge non a carico e dei figli conviventi dietro, naturalmente, loro consenso.
Tutte le dichiarazioni saranno rese su appositi modelli che l'Ufficio di Presidenza dovrà predisporre che saranno scaricabili dal sito istituzionale dell'Assemblea.
L'articolo 6 di questa proposta di legge introduce diffide e sanzioni amministrative che attualmente non sono previste, infatti, in caso di mancata presentazione dei documenti previsti da parte dei soggetti obbligati, il Presidente dell'Assemblea legislativa diffida l'interessato alla loro presentazione entro 15 giorni dal ricevimento della diffida medesima. Ove il ritardo riguardi il Presidente dell'Assemblea alla diffida provvede l'Ufficio di Presidenza.
In caso di inosservanza della diffida il Presidente dell'Assemblea ne dà notizia, tramite avviso nel Bur, agli stessi inadempienti e si applica una decurtazione dei compensi previsti pari a un trentesimo per ogni giorno di ritardo.
Qualora i soggetti non adempiano entro i trenta giorni successivi alla pubblicazione dell'avviso nel Bur verranno dichiarati decaduti dall'incarico dell'organo regionale che ha proceduto alla nomina.
In caso di designazione l'organo regionale procede alla revoca.
I soggetti cessati dall'incarico che non hanno adempiuto agli obblighi previsti entro i termini indicati, fino all'adempimento dei medesimi, non possono essere eletti, designati o nominati negli organi regionali.
Le dichiarazioni rese saranno pubblicate nel Bur, nel sito istituzionale, entro il 31 dicembre dell'anno di riferimento.
La proposta di legge ha dichiarazione di urgenza.
Penso di essere stata chiara ed esaustiva, quindi chiedo all'Aula l'approvazione dell'atto.

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Ne abbiamo già parlato abbondantemente in Commissione, mi pare una buona legge. Gran parte degli obblighi previsti per i Consiglieri erano già previsti dalla legge o per lo meno nella nostra prassi, quindi, non c'è nulla di nuovo per noi o quasi nulla.
Per quanto riguarda i designati, i nominati la cosa è più completa perché anche loro hanno l'obbligo in certi casi di inserire le indicazioni reddituali e quant'altro previste, quindi il parere è favorevole da parte della minoranza.

PRESIDENTE . Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 5. Lo pongo in votazione

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 6
Emendamento 6/1 della I Commissione.
Ha la parola la Consigliera Giorgi.

Paola GIORGI. Volevo solo dire che sono dei piccoli accorgimenti tecnici visto che la legge è stata fatta in poco tempo.

Emendamento 6/1 Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento 6/2 della I Commissione. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 6, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 7. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento 7 bis/1 della I Commissione, se passa istituisce l'articolo 7 bis. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 8
Emendamento 8/1 della I Commissione. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento 8/2 della I Commissione. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 8, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 9. Lo pongo in votazione

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 10 (Dichiarazione di urgenza). Lo pongo in votazione

(L'Assemblea legislativa approva a maggioranza assoluta dei suoi componenti)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 272 così come emendata. La pongo in votazione

(L'Assemblea legislativa approva)

Mozione n. 416
Dei Consiglieri Ricci, D’Anna
“Ricovero degli utenti psichiatrici marchigiani in strutture della regione di appartenenza”

Interrogazione n. 1032
del Consigliere Latini
“Pazienti con problemi di salute mentale – problematiche legate all'assistenza”
(abbinate)
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. Vogliamo proseguire? Alcuni mi dicono che hanno riunioni, altri che hanno impegni, mi dovete fare una cortesia le due cose le iscriviamo al primo punto martedì.
L’ordine del giorno reca la mozione n. 416 dei Consiglieri Ricci, D’Anna e l'interrogazione n. 1032 del Consigliere Latini, abbinate. Credo che ci sia unanimità e - ho capito Consigliere D’Anna - non ci sia bisogno di aprire un dibattito, quindi, se siete d'accordo concluderei la seduta odierna con la votazione della mozione 416.
E’ una sola mozione, non c'è bisogno di una risoluzione. Il Consigliere Latini intende soddisfatta l'interrogazione con l’approvazione della mozione? (…) Esatto, benissimo. Se siete d'accordo metto in votazione la mozione 416 che assorbe, anche se il temine è improprio, l'interrogazione del Consigliere Latini.
Dichiaro aperta …

Massimo BINCI. Per sapere nella sostanza che cosa si ottiene con questa mozione rispetto agli utenti.

PRESIDENTE. La mozione eravate in grado di leggerla, però posso dire che dopo un preambolo lungo impegna la Giunta regionale affinché inviti l'Asur Marche a dare disposizioni alle Aree vaste competenti al fine di riorganizzare il rientro degli utenti psichiatrici marchigiani ricoverati in residenze specialistiche ubicate fuori regione, naturalmente di coloro che ne facciano richiesta.
Se interpreto bene la volontà, la mozione riguarda il disagio di alcuni soggetti nell’andare fuori regione, lontano da casa, quindi, è un problema di affetti, è un problema di costi. Si invita l'Asur a farsi carico del rientro di queste persone laddove lo richiedano (…) intanto invitiamo l'Asur, invitiamo le zone poi se ci saranno problemi, si segnaleranno all'assessorato e ci faremo carico di risolverli.
Pongo in votazione la mozione n. 416.

(L'Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. Segnalo che ad un Consigliere non ha preso il voto, quindi, 22 favorevoli, unanimità. Qualcuno mi segnala l'urgenza della nomina al punto 8, se c'è accordo la vogliamo trattare? Rinviamo tutto? Va bene, non scade.
Avevamo stabilito il calendario di fine anno prevedendo la sessione di bilancio nei giorni 19, 20 e 21 - mercoledì, giovedì e venerdì - augurandoci di esaurire la finanziaria nei giorni di mercoledì e giovedì, nel mentre sono arrivate proposte urgenti che hanno delle scadenze brucianti, sono tre: una riguarda la normativa per le linee guida sul biogas, altre due riguardano gli adempimenti che dobbiamo fare entro il 23 dicembre, relativamente al decreto sui costi della politica che, come sapete, è stato convertito in base all'accordo scaturito tra la Conferenza nazionale di Presidenti dei Consigli e delle Giunte e la Conferenza Stato-Regioni. Il pacchetto relativo a quel decreto deve essere trasformato e sono state fatte due proposte di legge che devono essere approvate obbligatoriamente entro il 23.
Dato che nelle giornate di sessione di bilancio non è possibile approvare altre leggi, con i Capi Gruppo abbiamo detto che la scelta è portare queste tre proposte di legge, forse mi diceva la Presidente Ortenzi, ce n'è anche un'altra, quella relativa al ridimensionamento scolastico, nel caso quattro proposte di legge martedì, prevedere, quindi, Consiglio i giorni martedì, mercoledì, giovedì e venerdì, oppure metterle in coda, andare avanti con il Consiglio mercoledì e giovedì, e venerdì, una volta approvato la finanziaria, approvare queste quattro proposte di legge.
La Conferenza dei Presidenti ha deciso di fare martedì e se c'è un orientamento diverso dell'Aula io ne prendo atto, martedì faremo le quattro le proposte ed io confido che fra mercoledì e giovedì finiremo la finanziaria e venerdì saremo liberi.
Va bene, grazie, ci vediamo martedì prossimo alle ore 10.00.

La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 14,30