Resoconto della seduta n.100 del 07/02/2023
SEDUTA N. 100 DEL 7 FEBBRAIO 2023
La seduta inizia alle ore 10.30
Presidenza del Presidente
Dino Latini
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la seduta n. 100 del 7 febbraio 2023. Do per letto il processo verbale della seduta n. 99 del 31 gennaio 2023, il quale, ove non vi siano opposizioni, si intende approvato ai sensi del comma 4 dell’articolo 53 del Regolamento Interno.
Richiamo, inoltre, ai sensi del comma 5 dello stesso articolo, l'attenzione di tutti i Consiglieri sulle comunicazioni distribuite con cui porto a conoscenza dell'Assemblea quanto espressamente previsto dal Regolamento Interno.
Prima di passare al primo punto all’ordine del giorno della seduta odierna con il parere positivo di tutti i Presidenti dei gruppi consiliari vi chiedo un minuto di silenzio per le vittime del terremoto che ha colpito i territori della Turchia e della Siria.
(L’Assemblea legislativa osserva un minuto di silenzio)
Interrogazione n. 694 – a risposta immediata
ad iniziativa dei Consiglieri Biancani, Vitri, Mangialardi, Bora, Carancini, Mastrovincenzo
“Interventi urgenti di manutenzione straordinaria del tratto costiero antistante la spiaggia di Sottomonte a Pesaro”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 694 – a risposta immediata – dei Consiglieri Biancani, Vitri, Mangialardi, Bora, Carancini, Mastrovincenzo.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Aguzzi.
Stefano AGUZZI. Grazie, Presidente. Per quel che riguarda gli interventi per l’assegnazione di risorse Por-Fesr 2027, si ricorda che questi fondi sono indirizzati prioritariamente per la realizzazione di nuove opere e non per opere di manutenzione, almeno che non ci siano situazioni particolarmente gravi. Voglio ricordare agli interroganti che per quel che riguarda il Comune di Pesaro in questi ultimi anni, quindi parlo dell’attuale gestione, sono stati assegnati in varie occasioni una serie di fondi: con decreto n. 107 dell’1 ottobre 2021 119.500 euro per la difesa della costa e manutenzione degli arenili, il 7 aprile 2022 350.000 euro per straordinaria manutenzione tramite riaffioramento con massi naturali di scogliere emerse, e questo riguarda proprio la zona che è stata indicata nell’interrogazione, con delibera 31 gennaio 2023 completamento scogliere litorale località Castel di Mezzo, in questo caso Por-Fesr, 250.000 sul Comune di Pesaro, ancora, l’8 marzo 2022 127.352 euro per scogliere emerse antistanti la spiaggia di Sottomonte nel Comune di Pesaro (sempre la zona indicata da questa interrogazione), per complessivi 846.800 euro in tre anni; oltretutto faccio presente che noi per gli anni 2024/2025 mettiamo a disposizione 1 milione nel 2024 e 2 milioni nel 2025 tramite bandi con compartecipazione degli enti locali per la difesa della costa e la manutenzione delle scogliere.
Questo per dire che i fondi Fesr non vanno tendenzialmente per manutenzioni, così come indicato, e voglio ricordare che il Comune di Pesaro per manutenzioni in questa fase ha ottenuto da questa amministrazione 890.000 euro per vari interventi e varie opere e mi pare che le abbia orientate su quel tratto di costa che viene oggi segnalato.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Biancani.
Andrea BIANCANI. Grazie Presidente. Ringrazio l’Assessore. Voglio fare un po’ il quadro, i dati che lei ha dato sono sicuramente veri, esatti nel senso che dallo scorso mandato a livello regionale è stato avviato un percorso in cui annualmente si fanno dei bandi, la cosiddetta linea b) ed a), sia per la manutenzione delle spiagge, i ripascimenti, che per la manutenzione delle scogliere.
Questa amministrazione ha proseguito in questo iter mantenendo le risorse sia per la manutenzione delle spiagge che per le scogliere. Al Comune di Pesaro, al di là di questi 39,5 milioni di euro, sono state date praticamente le briciole, perché parliamo di 250 mila euro su oltre 39 milioni, mentre la città di Gabicce non è stata finanziata per niente. Quindi, la mia interrogazione evidenziava questa scarsa attenzione verso le città di Pesaro e Gabicce per i fondi legati al Pnrr e al Por-Fesr.
Per quanto riguarda, come lei giustamente ha detto, il Comune di Pesaro, a differenza di molti altri, è vero che ha preso per le scogliere prima 350 mila euro e poi 127.000 euro, però l’Assessore doveva anche dire che sono due bandi, la cosiddetta vecchia linea b), che oggi mi sembra si chiama linea c), ma non è questo il problema, nei quali viene richiesto un cofinanziamento comunale, mentre nel corso di questi due anni spesso sono stati dati finanziamenti diretti, anche in tabella C, a molte amministrazioni comunali, tabella che non richiede il cofinanziamento comunale.
Ho presentato un emendamento nel 2020, uno nel 2021 e uno nel 2022 in occasione del bilancio con i quali chiedevo i 400.000 euro che servono per completare l'intervento per il quale il Comune ha chiesto il finanziamento sia per quanto riguarda Levante che Sottomonte. In merito a Levante il finanziamento complessivo c’è, mentre per Sottomonte il bando da 500.000 euro, che l’amministrazione aveva presentato, non è stato finanziato.
Siccome a breve partiranno gli interventi a Levante, mentre l’intervento piccolo di Sottomonte è stato già fatto, la mia richiesta è quella di finanziare direttamente i 400.000 euro per evitare che il Comune debba aspettare i finanziamenti, che per quanto riguarda le scogliere sono per il 2025, questo vuol dire che il Comune deve aspettare il bando, che non so se uscirà quest’anno, ma se uscirà i fondi saranno del 2025 e ci sarà almeno un anno o due senza la completa revisione e sistemazione delle scogliere.
Nella sua risposta lei ha rilanciato il fatto che il Comune deve partecipare al bando, che non so se uscirà quest'anno, ma anche se uscisse i fondi sono per il 2025 perché il milione che lei ha detto per il 2024 serve per i ripascimenti, non per la manutenzione delle scogliere.
L’invito, magari con il prossimo assestamento di bilancio, a prevedere delle risorse dirette anche per l’amministrazione comunale in maniera tale da completare questa opera che, ormai è chiaro, è urgente anche perché i danni dell’ultima mareggiata hanno reso molto evidente come l’intervento su questo tratto di costa sia prioritario rispetto ad altri che sono previsti.
La ringrazio, ma la risposta praticamente non c’è stata. Le chiedo di prendere atto di questa necessità, ovviamente se vuole condividere con me e capire come meglio fare rimango a disposizione. Grazie.
Interrogazione n. 695 – a risposta immediata
ad iniziativa dei Consiglieri Vitri, Biancani, Mangialardi, Bora, Mastrovincenzo, Carancini, Cesetti
“Interventi urgenti per la messa in sicurezza del fiume Foglia”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 965 – a risposta immediata – dei Consiglieri Vitri, Biancani, Mangialardi, Bora, Mastrovincenzo, Carancini, Cesetti.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Aguzzi.
Stefano AGUZZI. Per quel che riguarda il fiume Foglia, a riprova dei molti interventi effettuati in questi mesi e negli ultimi anni, dobbiamo dire che le insistenti piogge e la fortissima piena degli ultimi giorni, di 10 giorni fa, non hanno provocato disagi particolari, fortunatamente, in quella zona. Questo, ripeto, a riprova anche dei tanti lavori portati avanti.
Vi ricorderete che c’è stata anche una polemica sulla stampa perché eravamo intervenuti in maniera troppo incisiva sul Foglia tagliando forse qualche albero di troppo, questo veniva riportato, non dico che fosse effettivamente così ma, a riprova dei tanti lavori fatti, il Foglia fortunatamente ha tenuto ed è stata una piena consistente, da non sottovalutare.
Per quel che riguarda la questione che ponevano i Consiglieri, dei lavori di somma urgenza sul fiume Foglia per la piccola rottura di un argine, che c’è stata proprio a seguito di quella piena, faccio presente che durante la piena del 23 gennaio scorso vi è stato un cedimento dell’argine di circa 10 metri, alla sinistra idrografica del fiume Foglia, localizzata a circa 100 metri a monte dell'area del galoppatoio, nella sede che viene evidenziata proprio da questa interrogazione, e si è dato, l’ho curato direttamente, il giorno stesso, avvio immediato dei lavori di somma urgenza per l'importo di 58 mila euro, sono lavori conclusi in questa fase, quindi portati avanti con la messa in sicurezza.
Per quel che riguarda gli ulteriori interventi sul fiume Foglia in questa fase faccio presente che proprio l’altro ieri sono stati assegnati 900 mila euro - leggevo dalla stampa - dal Ministero alla Regione, che a sua volta li ha assegnati al Comune di Vallefoglia e tramite il Consorzio di bonifica si porteranno avanti questi lavori sul Fosso Taccone, per 900 mila euro, che è un affluente del Foglia e che pone problemi.
Faccio presente che anche per le famose casse di espansione, di cui da anni e anni si parla, a Chiusa di Ginestreto la Regione Marche da tempo ha già dato 5,5 milioni di euro al Comune di Pesaro, il quale sta redigendo il progetto definitivo per iniziare il primo stralcio delle opere, che poi dovrà essere seguito da ulteriori stralci successivi, probabilmente questi a carico della Regione.
Noi non possiamo intervenire su un secondo stralcio quando il primo ancora non è stato nemmeno appaltato, per questo ho sollecitato il Comune anche ultimamente e mi ha rassicurato che si sta andando avanti con la progettazione definitiva e successivamente con la gara d’appalto.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Vitri.
Micaela VITRI. Grazie Presidente. Ringrazio l’Assessore per la risposta, riguardo alla somma urgenza lei fa riferimento all'area del galoppatoio, dove c’è stato il cedimento dell’argine, per cui accolgo con favore la risposta sull’intervento realizzato in somma urgenza.
Come avrà letto nel dettaglio della mia interrogazione si ponevano anche altri punti importanti per la messa in sicurezza del fiume Foglia, non solo nel Comune di Pesaro, ma anche nei Comuni di Vallefoglia, Tavullia e Montelabbate.
In un punto in particolare faccio riferimento all'intervento già finanziato per un primo stralcio, quello a cui lei si è riferito con i 900.000 euro che sono arrivati dal Governo, che invece prevede un intervento complessivo di 3 milioni di euro che sarà realizzato, come deciso dal Comune di Vallefoglia, dal Consorzio di bonifica. Quindi, la questione è un’altra, mancano 2,1 milioni di euro per realizzare l'intervento definitivo in tutto il tratto del fiume Foglia in questi Comuni. Se il primo stralcio permetterà la messa in sicurezza solo in un punto, che dovrebbe essere quello della confluenza tra il fiume Foglia e il fiume Apsa, per tutto il resto è necessario che la Regione intervenga urgentemente per reperire i mancanti 2,1 milioni di euro.
Mi permetto anche di mettere in evidenza che i 900 mila euro arrivati dal Governo alla Regione e che giustamente la Regione deve trasferire al Comune di Vallefoglia, erano già stati previsti dal Governo precedente …
(interventi fuori microfono)
Micaela VITRI. Comunque questa richiesta è partita proprio dal Comune di Vallefoglia, ci sono documenti che lo testimoniano già negli anni precedenti, in questi ultimi due anni ci sono state diverse richieste, che documentavano la necessità di intervenire urgentemente, messe in evidenza dal Comune di Vallefoglia che finalmente è riuscito ad ottenere questi 900 mila euro già annunciati dal precedente Governo Draghi, già trasferiti alla Regione, che ora permettono solo il primo stralcio, ribadisco che è necessario che la Regione si impegni a reperire i restanti 2,1 milioni di euro per completare il progetto già presentato dal Consorzio di bonifica, per cui mi auguro che non si perda tempo su questo.
La ringrazio, Assessore, anticipatamente per ciò che potrà fare.
Interrogazione n. 696 – a risposta immediata
ad iniziativa dei Consiglieri Bora, Mangialardi, Biancani, Carancini, Casini, Cesetti,
Mastrovincenzo, Vitri
“Indicazione interventi per mitigare i cambiamenti climatici”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 696 – a risposta immediata – dei Consiglieri Bora, Mangialardi, Biancani, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Aguzzi.
Stefano AGUZZI. Grazie Presidente. Che i cambiamenti climatici siano una realtà in questi ultimi anni è del tutto evidente, io sono sempre stato uno dei grandi sostenitori di questa tesi perché sinceramente sono davvero evidenti e lo vediamo ogni volta. Ad esempio in questo inverno ci meravigliamo che non nevichi più in pianura, come magari accadeva un tempo, che d’estate non piova più come un tempo. E’ certo che c’è una variazione.
Con questa interrogazione si chiede cosa intenderebbe il Presidente della Regione Marche, in questo caso l’amministrazione regionale, quando dice che stiamo mettendo in campo finanziamenti per quel che riguarda la mitigazione dei cambiamenti climatici. Questo è un argomento che si può tirare un po’ come meglio si crede.
Io parto da questo presupposto, per quel che riguarda una serie di manutenzioni portate avanti in emergenza dopo la terribile alluvione del 15 settembre, senza avere dei fondi a bilancio previsti e predisposti, solo il settore Genio Civile della Regione Marche ha effettuato 78 interventi per 6,5 milioni di euro, i soldi sono stati trovati tra le pieghe del bilancio, sottratti ad altri settori probabilmente perché, ripeto, i lavori non erano previsti e predisposti, sono stati fatti in somma urgenza proprio in quei momenti.
I famosi 400 milioni di euro ai quali si fa riferimento, che il Governo nazionale ha messo a disposizione nel triennio per la Regione Marche, a favore di questa situazione che è venuta purtroppo alla luce nel mese di settembre, questa terribile alluvione, sono gestiti dal Commissario straordinario, in questo caso il Presidente della Regione, e dal Vice Commissario XY.
Questi 400 milioni fanno parte di una partita molto ampia che comprende ristori di somme urgenze, ristori a famiglie, ristori ad aziende, l’accoglienza in sedi per chi è dovuto rimanere fuori casa, lavori di messa in sicurezza complessivi e anche preventivi perché queste cose non risuccedano.
Proprio ieri parlavo con il Vice Commissario dell’abbattimento del Ponte Garibaldi a Senigallia, ad esempio, e della la messa in opera di questa famosa passerella, di cui abbiamo parlato qui anche sollecitato da diversi interrogazioni del Consigliere Mangialardi ed altri. Io posso dire che questi lavori sono stati affidati al Consorzio di bonifica, che entro questo mese porterà il progetto definitivo e complessivo per entrambe queste iniziative e su questo il Vice Commissario mi ha assicurato la somma urgenza. Somma urgenza vuol dire di fatto senza gara andare …, un po’ come avevo già risposto all’interrogazione l’ultima volta, la tempistica dovrebbe essere quella, per cui sarà presto installata la passerella ristrutturata e adeguata al passaggio ovviamente successivamente all’abbattimento del ponte.
Ho fatto degli esempi per i 400 milioni, invece per quel che riguarda i fondi ministeriali, che noi avevamo a disposizione e dovevamo indicare i vari interventi, i 13,7 milioni, noi prevediamo 975 mila euro sul fiume Misa per l’ampliamento della cassa di espansione di Bettolelle, che è già in atto, ma va ulteriormente ampliata, 3.959.000 euro per la cassa di espansione sul fiume Misa, che ci apprestiamo alla progettazione in località Pancaldo del Comune di Ostra Vetere, 3.750.000 euro per la cassa di espansione sul fiume Nevola in località Ponte Lucerna nel Comune di Corinaldo e Tre Castelli, anche qui diamo mandato a questo punto alla progettazione, poi abbiamo 1.550.000 euro per Fosso Offagna, 1.610.000 euro per Fosso San Valentino, siamo in altre zone, non siamo più sul Misa, 1.850.000 euro per la manutenzione idraulica del fiume Chienti.
Questi sono i 13,7 milioni di euro, ci tengo anche a dire che in collaborazione con l’Università di Firenze stiamo adottando uno studio complessivo di allertamento più adatto ai cambiamenti climatici sempre più repentini, quindi il sistema di allertamento, sul quale si basa la nostra Protezione civile da anni, verrà assoggettato ad uno studio più approfondito per creare una rete di allertamento più idonea, per lo meno per quelli che possono essere gli eventi eccezionali che stiamo sempre più e con maggior frequenza vedendo. C’è questa collaborazione e ci sono ulteriori 300 mila euro per questo studio, che poi sarà inizialmente portato sul Misa e sul Nevola, ma poi ampliato a tutta la rete idrografica regionale.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Bora.
Manuela BORA. Grazie Presidente. non so se c’è una traccia scritta, se così fosse gradirei poterla leggere successivamente.
Non posso che essere profondamente insoddisfatta intanto perché l’Assessore non ha risposto alla mia domanda sulla composizione del fondo da 13 milioni di euro, poi insoddisfatta anche nel merito dato che per l’ennesima volta l'Assessore Aguzzi ha detto che quando si sono insediati non hanno trovato nulla. Siccome ho fatto una richiesta di accesso agli atti dalla quale è emersa la rendicontazione fatta a fine legislatura, di più di un centinaio di milioni di euro per questo, ne farò un’altra e ci faremo anche una bella conferenza stampa per amor di verità.
Detto questo, qui voi vi fermate alla propaganda e lo fate anche su materie delicate come queste. Quando ho letto questo articolo sono rimasta veramente senza parole, mi sono confrontata anche con altre associazioni che tanto hanno a cuore l'ambiente e tutte hanno detto: “Veramente? Noi non sapevamo niente, con chi hanno concertato questo fondo da 13 milioni di euro?” Oggi scopriamo che non sono altro che interventi di mitigazione per la messa in sicurezza con risorse - fatte salvo quelle nazionali, poi vedremo se e quando arriveranno - che avevate trovato voi. In realtà partirei con ricordare quello che non avete fatto da quando vi siete insediati, ad esempio voi non avete dato seguito al patto dei Sindaci, che giustamente coinvolgeva gli enti locali che sono responsabili del 70% del raggiungimento degli obiettivi climatici. La Regione da sola o i cittadini da soli non possono raggiungere questi obiettivi.
Avete azzerato il fondo che avevate trovato a bilancio, speravo di trovare qualcosa da questo punto di vista, ma ovviamente non è altro che propaganda.
Oggi, Assessore, non possiamo e non vogliamo in nessun modo permetterci ulteriori errori o ritardi relativamente alle misure da adottare per prevenire o quantomeno mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici. Ogni giorno perso, ogni risorsa non prontamente programma con competenza rischia di essere concausa di ulteriori ed annunciate catastrofi ambientali e tragedie umane.
Oggi ci saremmo aspettati di ascoltare un programma dettagliato con le indicazioni degli interventi effettuati e quelli di prossima attivazione, oltre gli interventi di mitigazione perché i cambiamenti climatici si affrontano in un altro modo, non cercando di arginare i danni, ma con tutta una serie di azioni che lei non ha elencato, quindi annuncio non solo una richiesta di accesso agli atti, ma anche una un'ulteriore mozione.
Sono profondamente insoddisfatta.
Interrogazione n. 608
ad iniziativa dei Consiglieri Biancani, Vitri, Mangialardi, Bora, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo
“Attuazione del comma 1 bis dell’articolo 13 della legge regionale 17/2015 ‘Riordino e semplificazione della normativa regionale in materia di edilizia’”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 608 dei Consiglieri Biancani, Vitri, Mangialardi, Bora, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Aguzzi.
Stefano AGUZZI. I Consiglieri fanno presente che l’articolo 13 della legge regionale 17/2015 prevede, in deroga alle disposizioni del precedente comma, che i Comuni possono consentire nelle zone territoriali omogenee A e B interventi di recupero dei sottotetti, con le altezze che indicano queste delibere: 2,20 metri qualora sia fatta in un certo modo, fino a 1,40 metri qualora sia inclinata, eccetera. Fanno anche presente che proprio indicando questa normativa il Comune di Pesaro ha apportato una delibera di variante urbanistica, alla quale l’Asur 1 di Pesaro avrebbe dato un parere negativo, di conseguenza il Comune di Pesaro ha rinunciato a portare avanti la variante.
Conseguentemente i Consiglieri oggi mi chiedono se ci sono altre iniziative in questo senso che hanno avuto lo stesso esito di quella di Pesaro e conseguentemente cosa intendiamo fare per riordinare questa situazione.
A questo rispondo dicendo che è stata effettuata una analisi a campione su alcuni Comuni marchigiani, quelli diciamo con più popolazione: Ancona, Senigallia, Civitanova Marche, Jesi e Fano, per chiedere se sono state effettuate varianti urbanistiche o richieste di varianti urbanistiche basandosi su questa legge. Attualmente non c'è stata nessuna richiesta di variante che richiedesse l'applicazione di questa normativa. Pesaro è un unicum in questo caso.
Dovessero arrivare nuove richieste in questo senso, noi chiederemo alle cinque Ast, Aziende sanitarie territoriali, non più Asur dal primo dell'anno, una visione unitaria, non che tra province diverse ci siano pareri diversi, così come è avvenuto su questa cosa di Pesaro. Probabilmente su questa variante di Pesaro c'era un qualcosa di particolare che ha ostato il fatto di poter proseguire con un parere positivo.
Non abbiamo altri casi, qualora ce ne siano daremo ovviamente una risposta univoca e non parziale suddivisa provincia per provincia.
In ultimo voglio anche ricordare che stiamo in questo momento portando avanti una nuova proposta di legge urbanistica, che è anche in una fase ormai avanzata di elaborazione, con degli incarichi che abbiamo votato a livello nazionale per redigerla, saremo predisposti e pronti ad una fase di confronto già dal prossimo mese di aprile, abbiamo più o meno valutato questa tempistica, per cui la nuova legge urbanistica terrà conto anche di questa situazione, ingloberà al suo interno anche questa casistica, che avrà una risposta più definita e “definitiva” per quel che riguarda l’applicazione delle norme urbanistiche a livello regionale.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Biancani.
Andrea BIANCANI. Grazie, Presidente. Assessore Aguzzi, il tema è questo, non c’è nessun altro Comune che ha fatto richiesta perché al primo Comune che l’ha fatta un ente della Regione ha dato parere negativo, per cui difficilmente ci sarà un altro Comune che avvierà questa richiesta.
La mia interrogazione era per sollecitarla ad organizzare da subito un incontro con le varie Ast, in maniera tale da condividere un parere uniforme a livello regionale, come dice lei, perché il servizio dell'Area vasta 1 in Conferenza dei servizi ha dato parere contrario al recepimento dell'articolo 1 bis della legge 17 ed ha spiegato che è in contraddizione con la legge 36/2005 e con la legge regionale 17/2015 e le disposizioni del D.M. 75 del Ministero della salute, di conseguenza si ritiene che i requisiti igienico sanitari non ci siano nel caso in cui l’altezza media non sia 2,40 metri, ma bensì 2,20 metri. Lui l’ha spiegata bene, dice che la norma regionale non è applicabile, quindi, penso che difficilmente un altro Comune farà la richiesta visto che c’è già un parere negativo da parte di un ente della Regione.
Quello che le chiedo è non di aspettare che ci sia un Comune che riprovi a fare una proposta di variante, ma di convocare quanto prima tutti gli enti, oggi Ast, in maniera tale da dare una risposta uniforme perché gli altri Comuni che si stavano avviando si sono bloccati, non sono andati avanti dato che già c’è stato un parere negativo. Ci mancherebbe poi non è che in una provincia si può fare e in un’altra no.
Lei ad oggi non ha avviato niente da condividere con le Ast e la invito a farlo in tempi rapidi perché rischiamo di aver approvato una legge, che il Consiglio regionale ha approvato, che lei come alcuni di noi abbiamo promosso nel territorio, che nella realtà non viene applicata da nessuna parte perché un ente della Regione ha un dato parere negativo dicendo che non è applicabile in quanto è in contrasto con il decreto che riguarda i requisiti igienico sanitari.
La invito, capisco che abbia molte cose ed è difficile stare dietro a tutto, però questa è una legge sua e se io fossi in lei farei di tutto per capire se ho fatto una legge che può essere applicata o no.
Il fatto che tutto rimanga sulla carta, che una legge rimanga sulla carta e non sia applicabile penso che sia grave, se poi emerge che magari è stata fatta con scarsa attenzione, che questo Consiglio è stato poco attento alle normative nazionali, allora si deve modificare, si annulla la legge, non si può rimanere con una norma che è stata approvata, ma che gli enti della Regione dicono che non è applicabile.
Rimanere in questo limbo penso che sia negativo, spero che lei abbia apprezzato questa nostra interrogazione perché è un modo per prendere atto di quello che è successo, che magari le era sfuggito, ma ci sta, però le chiedo di prendere in tempi rapidi in mano la situazione perché così non è sostenibile. Grazie.
Presidenza del Vicepresidente
Gianluca Pasqui
Interrogazione n. 612
ad iniziativa dei Consiglieri Vitri, Biancani, Mangialardi, Bora, Mastrovincenzo,
Carancini, Cesetti, Casini
“Salvaguardia della sede Inps di Urbino”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 612 dei Consiglieri Vitri, Biancani, Mangialardi, Bora, Mastrovincenzo, Carancini, Cesetti, Casini.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Aguzzi.
Stefano AGUZZI. Grazie, Presidente. In questo caso si pone in evidenza una situazione che si è creata nel Comune di Urbino per quel che riguarda la sede Inps ubicata in quel territorio. Effettivamente c'è un problema in questo senso, in quanto la Direzione Inps regionale ritiene non più adatta la sede nella quale è attualmente ospitata, per la vetustà dell'edificio, per essere ubicata all'interno della Ztl difficilmente accessibile, ho parlato con la direttrice regionale proprio nei giorni scorsi.
Anche l'utenza è al limite delle consuetudini per quel che riguarda l’organizzazione Inps che prevedrebbe sedi con almeno 60 mila abitanti e la sede di Urbino con tutti i Comuni del circondario arriva a 58 mila, però sulla questione della popolazione non si pongono problemi più di tanto.
Anche in questo, se mi permettete, sono intervenuto facendo presente che comunque Urbino è una città co-capoluogo, è sede di una prestigiosa università, è una città di riferimento come servizi per un territorio molto ampio dell'entroterra, che altrimenti avrebbe un forte disagio a raggiungere altre località, magari ubicate sulla costa o in altre città.
Questo è stato tenuto in considerazione dalla Direzione Inps regionale, anzi la Dott.ssa XX è stata molto attenta e gentile in questo senso, so che è già in contatto con il Comune di Urbino che le ha fatto presente la disponibilità a concedere una sede in zona Sasso, ma non è di gradimento della Direzione Inps in quanto ritenuta non adatta, non so bene per quali motivazioni.
In questo caso so che ci sono un contatto e la disponibilità del Comune, che avrebbe identificato un paio di sedi fuori dalle mura, fuori dalla Ztl, quindi più facilmente raggiungibile; so che c'è questa interlocuzione in questo momento con la Direzione Inps regionale per addivenire ad un accordo il più plausibile possibile per mantenere la sede. Comunque il Comune di Urbino si sta adoperando per questo e la Direzione Inps della regione Marche è particolarmente attenta a questa situazione, per cui stanno ricercando e creando le condizioni per mantenere la sede di Urbino in una nuova sede.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Vitri.
Micaela VITRI. Grazie, Assessore, per la risposta. Sono piuttosto delusa perché mi rendo conto che dal 30 ottobre o comunque da metà ottobre in poi, quando è emerso il problema della chiusura della sede Inps di Urbino, fino ad oggi, siamo a febbraio, non si è riusciti ad arrivare ad una soluzione.
Da tutto ciò che lei ha dichiarato, ripercorrendo le tappe: le proposte avanzate dall'amministrazione comunale di Urbino e le perplessità sulla vecchia sede, comunque risulta che ad oggi non c'è una sede individuata per l’Inps di Urbino.
La buona notizia, e ne prendo atto, è che non sarà chiusa la sede e non sarà ridotta ad un infopoint, la cattiva notizia invece è che per la città di Urbino …, che è co-capoluogo, che è un punto di riferimento Inps che interessa non solo la città di Urbino, ma 20 Comuni della provincia di tutto l'entroterra, quindi, al di là del limite dei 60 mila abitanti, sappiamo che nelle aree interne sono difficoltosi anche i collegamenti. Molto spesso si arriva a quasi a 60 mila, a 59 mila, sarebbe davvero assurdo se si volesse guardare questo parametro al puntino quando stiamo parlando di una zona interna e di una città co-capoluogo.
Spero che sia confermato che la sede rimarrà ad Urbino, ma no nella struttura che aveva in precedenza, nel Palazzo dell’ex Legato Albani, che è un peccato sentirlo definire vetusto, visto che si parla comunque di un edificio storico nel centro di Urbino.
Posso comprendere che sia necessario avere un edificio più facilmente raggiungibile, esterno alla Ztl per chi arriva da fuori città, ad oggi però lei non mi ha saputo dire quali sono le altre sedi individuate. Non è di gradimento dell’Inps quella in zona Sasso, la struttura ex Megas che ha proposto il Comune di Urbino, ma rimaniamo con un quesito: quali sono le altre sedi individuate? Perché ad oggi non ne è stata scelta una?
Sono passati quasi cinque anni e si è ancora in una fase di attesa, di limbo, e i cittadini di Urbino e dei 20 Comuni che fanno riferimento alla città in tutto l'entroterra non hanno ancora una risposta.
Interrogazione n. 661
ad iniziativa dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi
“Licenziamenti nel servizio pulizia autobus e uffici Steat SpA di Fermo”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 661 dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi. Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Aguzzi.
Stefano AGUZZI. Questa interrogazione pone l'accento sul fatto che la società Steat trasporti di Fermo starebbe non rinnovando il contratto ad alcuni dipendenti di una società che gestisce le pulizie degli autobus e degli uffici.
A questa situazione risponde la stessa Steat, che ho contattato per capire le motivazioni ed intanto faccio presente che a noi Regione Marche, a me come Assessore al lavoro, non è arrivata nessuna richiesta di interlocuzione, né a livello sindacale né a livello aziendale, né a livello dei singoli dipendenti eventualmente coinvolti.
Comunque la situazione è questa: c’è stata una gara d’appalto per ottenere questo servizio nel 2018, per due anni, 2019 e 2020, servizio che si è aggiudicato una società per 98.298 euro, a causa del Covid e delle relative pulizie straordinarie il costo è passato dai 98.000 del 2019 ai 273.000 nel 2020 e ai 279.000 nel 2021, poi vista l'eccezionalità del momento l’appalto è stato rinnovato anche per il 2022 con 248.000 euro.
Questa è la situazione che si è creata nel tempo, ad ottobre 2022 il nuovo Cda da poco insediato ha provveduto, giustamente, ad espletare una nuova gara, visto che la precedente era scaduta - era stata rinnovata causa Covid – e se l’è aggiudicata una nuova società per 89.804 euro, 80.527 per la pulizia degli automezzi e 9.277 euro per la pulizia dei locali.
Da ciò si evince che una gara riportata all’attuale situazione, all’attuale esigenza che va sui 90.000 euro, è molto lontana dall’eccezionalità vissuta negli anni addietro, che prevedeva servizi per quasi 250.000 euro, cioè tre volte tanto, di conseguenza la nuova società si è impegnata ad attuare la clausola sociale, cioè il riassorbimento dei lavoratori, ma è chiaro che questa clausola sociale si pone secondo anche la compatibilità e l'organizzazione d'impresa legata all’attuale servizio ed è inutile, è questo è il punto, dire che l'attuale servizio è “ritornato” alla normalità pre-Covid e la ditta, questo mi stanno facendo presente, la nuova concessionaria ha difficoltà ad assorbire per intero tutto il personale che in maniera eccezionale era stato incaricato nel periodo Covid. Ripeto, non è una piccola differenza, ma i costi da 90.000 euro erano passati a 250.000 euro, con un forte incentivo ed incremento anche di personale. In questo caso la ditta non sarebbe in grado di sostenere l'occupazione per tutti coloro che sono stati impegnati durante il Covid, ma ritornerebbe ad una situazione pre-Covid.
Questo è quanto mi è stato fatto presente, Consiglieri, e quanto io posso riportarvi in questa sede.
Ripeto, non siamo stati coinvolti né sindacalmente né da parte dell'azienda, né da parte dei singoli lavoratori di una qualche richiesta di attenzione su questa situazione, se non tramite questa interrogazione, che apprezzo ovviamente.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Assessore, come lei apprezza la mia interrogazione, io apprezzo il senso della sua risposta perché poteva limitarsi a dire: “La Steat non mi ha fatto sapere nulla”.
L’Assessore ha detto: “Non sono stato coinvolto. Nessuno mi ha chiesto”, glielo chiedo io e l’ho coinvolta io con questo atto, perché la questione che ci sia stato un contratto diverso per la pulizia degli uffici e degli autobus riportato all’era pre-Covid è già un primo errore, dal mio punto di vista, da parte della Steat perché la pulizia degli autobus e degli uffici dovrebbe essere garantita oggi come nel tempo Covid, sia perché il Covid non è completamente smantellato, anche se non siamo più in emergenza, sia perché la pulizia serve per prevenire, quindi è ex se che oggi si impongono le medesime modalità dell’era Covid. Già questo è un primo aspetto che avrebbe dovuto indurre Steat a mantenere quel tipo di appalto, è così i posti di lavoro con la clausola sociale.
Per questo motivo si sta consumando in Steat una vicenda molto grave, da una parte non viene più garantito quel servizio, adeguatamente, secondo me, per cui lei oggi, Assessore, mi dà un elemento in più, sia perché questo ha determinato tra l’altro il licenziamento dei lavoratori addetti alle pulizie. E non mi può venire a dire Steat che ci sono problemi di ordine economico, perché, ad esempio, si è determinata all'acquisto da parte del demanio dell'area dove stazionano gli autobus pagandola 900 mila euro in più rispetto al prezzo e questo perché il Comune di Fermo, socio della Steat, non ha esercitato il diritto di prelazione con un danno abbastanza rilevante.
Ripeto, io credo che sia necessario un intervento dei soci della Steat, che sono in primo luogo la Provincia di Fermo, con quasi l'80%, il Comune di Fermo e tutti gli altri Comuni della provincia di Fermo perché Steat è una società interamente a capitale pubblico e per questo ritengo che sia necessario un tavolo.
Assessore, glielo chiedo formalmente in qualità di Consigliere regionale, di convocare, questo è il punto, Steat, la Provincia di Fermo, che è il socio di maggioranza, ed almeno il Comune di Fermo, che è un altro socio importante, perché si ripensi all'organizzazione del servizio di pulizia degli uffici e degli autobus e lo si ripensi com’era nell’era Covid in quanto è assolutamente necessario. Così facendo si garantiscono anche i posti di lavoro attraverso l'applicazione della clausola sociale, anche di quei lavoratori che sono stati licenziati. Chiedo di farlo con urgenza, lo può fare perché la Regione Marche finanzia il trasporto pubblico locale, quindi assegna a Steat sia i chilometraggi sia le relative risorse.
Penso che questo sia un costo che la Steat può e deve sostenere per garantire prioritariamente il servizio al quale è preposto il personale dipendente e garantire anche i posti di lavoro. Grazie.
Interrogazione n. 685
ad iniziativa dei Consiglieri Mangialardi, Casini, Mastrovincenzo, Bora, Biancani, Carancini, Cesetti, Vitri
“Stato di attuazione dell’ufficio speciale per il bacino del Misa-Nevola”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 685 dei Consiglieri Mangialardi, Casini, Mastrovincenzo, Bora, Biancani, Carancini, Cesetti, Vitri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Aguzzi.
Stefano AGUZZI. Grazie Presidente. In questo caso i Consiglieri del Partito Democratico mi chiedono quale sia attualmente lo stato di attuazione dell'Ufficio speciale per il bacino del Misa e del Nevola, e si riferiscono all'articolo 14, comma 3 della legge regionale n. 31 del 30 dicembre 2022, che prevede che la Giunta regionale istituisca entro il 31 gennaio 2023, nell'ambito del Dipartimento competente in materia di infrastrutture e territori e protezione civile, la struttura denominata Ufficio speciale per il bacino del Misa e del Nevola; ed il comma 4 dello stesso articolo dispone poi che all’attuazione del comma 3 si prevede nei limiti delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente.
Con delibera di Giunta n. 80 del 31 gennaio 2023 è stata istituita effettivamente, ai sensi dell’articolo 19 della legge regionale 18/2021, nell'ambito del dipartimento infrastrutture e territorio e protezione civile, l’unità di progetto denominata Ufficio speciale per il bacino del Misa e del Nevola, le cui funzioni sono all'allegato a) ed i soggetti indicati nell'allegato b), che poi vi leggerò per maggiore chiarezza. La gestione dell’unità di progetto è affidata al Dirigente di protezione civile e sicurezza del territorio, il quale la coordina.
Allegato a) funzioni e compito dell’unità di progetto: ultimazione degli interventi già avviati di manutenzione dei corsi d'acqua del bacino idrografico del fiume Misa; raccordo con il Vice Commissario delegato, quindi in questo caso parliamo dell'ingegner XY, per l'alluvione nelle Marche del 2022, per la realizzazione degli interventi inseriti nell'elenco di cui alla lettera d) di mitigazione del rischio residuo, relativi al rischio idrogeologico del bacino del Misa e del Nevola; gestione delle attività di manutenzione ordinaria e straordinaria dei corsi del bacino idrografico del fiume Misa; gestione, in collaborazione con le strutture e le risorse umane della Direzione protezione civile e sicurezza del territorio, dei servizi di allerta meteo e presidio idrogeologico secondo le previsioni della legge 160/2016, limitatamente al territorio del bacino idrografico del Misa e le relative associazioni di volontariato di protezione civile; raccordo con gli uffici tecnici delle autonomie locali del bacino Misa e Nevola e soggetti portatori di interessi diffusi. Fanno parte dell’ufficio speciale il Dirigente protezione civile e sicurezza del territorio della Regione Marche, la Dirigente del settore genio civile Marche Nord, la P.O. lavori idraulici del settore genio civile Marche Nord, il funzionario Direzione Protezione civile e sicurezza del territorio con mansioni di raccordo con il Vice Commissario.
La situazione di cui vi ho parlato prima è stata istituita il 31 gennaio, immagino che stia già portando avanti i primi passi e su questo vedremo in prospettiva la situazione.
E’ un coordinamento, di fatto un rafforzativo di attenzione su quel territorio che ovviamente merita un impegno particolare perché è vero che le situazioni del 15 settembre sono state del tutto eccezionali e speriamo non ripetibili, ma è altrettanto vero che quel bacino soffre ogniqualvolta c'è una pioggia maggiormente insistente, come è avvenuto anche pochissimi giorni fa, siamo sempre un po' al limite,per cui merita una attenzione ed interventi particolari ed ulteriormente incisivi.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Grazie, Assessore. Vedo che è stato dato seguito all’ordine del giorno che avevamo presentato e all’emendamento che è stato poi approvato in Aula in occasione del bilancio di previsione 2023/2025, ora approfondiremo rispetto a come è stato strutturato, ma poi noi ci fermiamo.
L’idea iniziale era quella di incardinare un ufficio speciale sotto il coordinamento del Commissario, invece di fatto è all'interno dell’Ufficio della protezione civile, con l'individuazione di obiettivi che sono ineludibili rispetto alla situazione che conosciamo. Quindi, così come è strutturato sembra più un passaggio formale che sostanziale, però vedremo poi l’efficacia.
Intanto ringrazio per la risposta, se poi mi fa avere anche la documentazione che oggi ha messo a disposizione dell’Aula la ringrazio ulteriormente. Grazie.
Interrogazione n. 689 – a risposta immediata
ad iniziativa del Consigliere Santerelli
“Criticità sulla gestione Ast 2 del sistema sanitario regionale”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 689 – a risposta immediata – del Consigliere Santarelli.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.
Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. L'interrogante pone una serie di questioni “indefinite”, nel senso che chiede di sapere come mai la direzione di Area vasta 2 non riesce ad espletare gli atti necessari per garantire una parità di trattamento economico e giuridico del personale.
Invito l'interrogante a dettagliare e specificare quali sono i trattamenti economici e giuridici non garantiti, tanto più per il fatto che sono beni che possono essere tutelati in via giurisdizionale, quindi, in via generale, per rispondere a questa interrogazione devo rendere edotto di alcune materie che per relazione possono essere collegate con questa interrogazione.
In particolare, devo rispondere al Consigliere Santarelli che, per quanto riguarda la liquidazione degli incentivi, l'Area vasta 2 (ora Ast di Ancona) ha liquidato il 100% della performance organizzativa del 2021 al personale del comparto; con determina del 23 giugno ha effettuato anche i pagamenti per l'anno 2022 e l'Azienda sta lavorando per liquidare la performance organizzativa allorquando verrà presentato il bilancio di esercizio dell’Asur, il cui termine scade il 30 aprile prossimo venturo.
A ciò si deve aggiungere che l’Azienda sanitaria territoriale di Ancona liquida le somme residue a valere sulla produttività del personale del comparto con cadenza annuale.
Per quanto riguarda la liquidazione degli incentivi da parte delle altre Ast si deve rilevare che hanno liquidato esattamente un acconto del 50%, per quanto riguarda gli incarichi di funzione, che astrattamente possono essere ricondotti alla domanda presentata con l'interrogazione. Si deve prendere atto che l'Area vasta 2 in base a precisa scelta aziendale ha bandito, con le determine n. 1435 dell'11 agosto 2022 e del 13 dicembre 2022, la selezione interna per gli incarichi A1 - 54 incarichi di organizzazione e 31 ulteriori incarichi di organizzazione sanitaria.
Alla data odierna è stata approvata la determina n. 2262 del 30 dicembre 2022 di ammissione ed esclusione dei candidati ed è in corso l’integrazione e l’adeguamento con contestuale nomina delle Commissioni.
Conclusivamente, chiedo al Consigliere Santarelli se vorrà dettagliare esattamente il petitum di questa interrogazione per conoscere con precisione quali siano queste discrasie che lui vuol far rilevare nella gestione del personale dell’Area vasta 2. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Santarelli.
Luca SANTARELLI. Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti, un saluto a tutti i presenti, Giunta, Consiglieri e struttura amministrativa.
La risposta dell’Assessore Saltamartini non ci soddisfa per il semplice motivo che l'interrogazione di oggi nasce da una preoccupazione che affligge in modo particolare i lavoratori della sanità marchigiana che, pur avendo diritto ad un equo trattamento economico, di fatto le promesse di equo trattamento non le hanno ancora ottenute.
Voglio ricordare le parole del Presidente Acquaroli e dell’Assessore Saltamartini pronunciate il 20 luglio 2022 nell'incontro con gli operatori sanitari a Senigallia per spiegare la riorganizzazione del sistema sanitario dell’intera regione Marche. Le dichiarazioni, apparse sulla stampa, del Presidente Acquaroli pronunciate al suddetto incontro furono queste: “La riforma rappresenta un adeguamento dell’organizzazione sanitaria. Vogliamo semplificare il quadro amministrativo per dare maggiori risposte alle esigenze dei territori”.
Ricordo i 42 emendamenti bocciati del gruppo Rinasci Marche, che aveva lavorato per tutta l'estate prima di arrivare al Consiglio regionale, che ha poi votato la legge sanitaria.
Le dichiarazioni erano queste: “Le aziende che nasceranno avranno più potere, più incisività, maggiore capacità di interlocuzione, ma anche più responsabilità perché non ci saranno livelli intermedi che potranno ostacolare il raggiungimento dei risultati prefissati”. Parole che lasciavano presumere che da lì a poco sarebbe nato un modello ottimale di governance, fondamentale per gestire meglio le risorse finanziarie del personale.
Dal canto suo lo stesso Assessore Saltamartini, che giustamente oggi dice: “Lei, Consigliere, mi deve fare una domanda più precisa e più dettagliata”, dichiarava che gli incontri servono proprio per ascoltare le osservazioni degli operatori sanitari e chiedere il loro parere per approfondire gli aspetti salienti.
A quanto pare la risposta che ho avuto sull’interrogazione sembra fare emergere questa situazione, ancora una volta risollevo la questione del personale dell'ex territorio 2, oggi Azienda sanitaria territoriale n. 2 con autonomia economica e giuridica, tutto questo deve cessare, questo sistema, perché le disfunzioni burocratiche ed amministrative impediscono un pari trattamento economico nella nostra regione. E’ giunto il momento che la riforma sanitaria regionale dia i frutti sperati ed in questo nuovo modello funzionale si azzerino le inutili differenze tra i trattamenti economici del personale della nostra regione, le posso confermare anch’io come operatore sanitario perché il trattamento economico messo in capo agli infermieri all’interno dell'Azienda ospedaliera universitaria Ospedali Riuniti Umberto I Salesi, oggi Azienda Ospedaliera sanitaria delle Marche, è ben diverso dal trattamento economico dell'Asur e quando noi andiamo a mettere l’accento ed a chiedere sacrifici agli operatori dobbiamo anche avere una piccola attenzione a quelli che sono gli emolumenti e alle indennità che dovrebbero essere livellate, almeno all'intero del territorio regionale.
La risposta per il nostro gruppo è insoddisfacente, con la speranza che collaborando insieme, Assessore Saltamartini, si mettano delle pezze, si facciano degli aggiustamenti che mettano in condizione tutti gli operatori di avere le stesse indennità.
Leggiamo dalla stampa che c'è un’altra criticità, quella degli infermieri e della scadenza del concorso, quindi …Grazie.
PRESIDENTE. L’interrogazione n. 691 – a risposta immediata – è stata ritirata.
Interrogazione n. 659
ad iniziativa della Consigliera Ruggeri
“Situazione di forte difficoltà presso l’Ospedale di Urbino”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 659 della Consigliera Ruggeri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.
Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. L'interrogazione in argomento, presentata dalla Consigliera Ruggeri, risale ad alcuni articoli di stampa del 28 dicembre, in quel periodo, esattamente verso la fine di dicembre dello scorso anno, si sono cumulate nella nostra regione le due patologie, una parte residua di pazienti Covid e altri pazienti che avevano l'influenza ordinaria e si è registrato un picco veramente importante in tutti i pronto soccorso, anche a Urbino, in particolare con più di 117 accessi nel mese di dicembre rispetto all'anno 2021.
La situazione è mano mano rientrata, diciamo che il sistema è riuscito a tenere fronte a questo picco che nei mesi precedenti ha riguardato, ripeto, tutti i pronto soccorso e tutti gli ospedali per acuti della nostra regione.
In questo momento le criticità segnalate e denunciate nell’interrogazione sono cessate e stiamo procedendo con la riorganizzazione del sistema, con l’attuazione della riforma e l’avvio del percorso che deve portare le Aziende alla ristrutturazione del Piano aziendale, che dovrà essere revisionato e riscritto sulla base del principio della domanda. Quindi, anche nell'ipotesi dell'atto aziendale, che riguarda l’Area vasta 1, l'organizzazione del pronto soccorso di Urbino dovrà tener conto dei dati statistici di accesso per garantire tutte quelle prestazioni professionali necessarie al buon andamento del servizio sanitario regionale. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Ruggeri.
Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Ringrazio l'Assessore per la risposta. Sono state omesse due risposte perché chiedevo anche, in relazione al personale sanitario, quante posizioni previste in organico sono attualmente rimaste scoperte presso l'ospedale di Urbino, perché dagli articoli di stampa si è appreso che mancavano diversi professionisti, nel pronto soccorso sarebbero necessari otto medici, mentre nel reparto di medicina occorrerebbe prevedere l'inserimento di altre sei figure.
A queste domande purtroppo non ho avuto risposta e non ho avuto risposta neanche su quanti posti letto, suddivisi per reparto, siano attualmente attivi presso l'ospedale di Urbino, quindi, sarà mia cura fare un accesso agli atti sperando di avere dei dati certi.
Per quanto riguarda invece la risposta che mi è stata data, che è di ordine più politico, il continuo rimandare alla revisione del Piano socio-sanitario regionale sinceramente non mi soddisfa ormai più di tanto, perché il problema del taglio dei posti letto risale al 2013, con la famigerata delibera n. 735, che come Movimento 5 Stelle abbiamo sempre e tanto contestato, che ha portato ad un taglio di posti letto nella nostra provincia e ci ha reso, insieme a quella di Fermo, una delle province più penalizzate di tutta la regione. A ciò bisogna portare rimedio perché la questione del pronto soccorso, da quello che si è appreso a mezzo stampa, dipende anche dalla contrazione dei posti letto di medicina. Il risultato qual è, però, Assessore? Che una strategia tanto chiara non mi sembra che sia stata delineata, invece secondo me converrebbe rispolverare tutto ciò che avete promesso in campagna elettorale e cercare di realizzarlo, come, per esempio, scusi se torno sul tema, ma per me è importante, la riapertura di un PPI a Fossombrone che sicuramente farebbe da filtro anche per il pronto soccorso di Urbino; poi la informo che mi sono arrivate diverse segnalazioni, se sono arrivate a me saranno arrivate anche a voi.
Vi voglio dire che per quanto riguarda il PAT di Sassocorvaro, per il quale abbiamo visto tutti grandi feste quando c'è stata l'inaugurazione, tagli di nastri e propaganda annessa, purtroppo diversi cittadini mi hanno segnalato che recandosi al PAT, è successo diverse volte, il medico di turno alla lungodegenza non ha neanche risposto quando è stato suonato il campanello. Tutti questi disservizi cosa creano? Creano intasamenti nei pronto soccorso che funzionano e quel caso eccezionale di cui lei ha parlato, che è capitato a fine dicembre, purtroppo ha fatto vedere scene da terzo mondo, che nella nostra regione immagino che né io né lei vogliamo più vedere, ambulanze ferme anche un'ora prima di poter scaricare i malati, una settimana di attesa prima di poter andare in reparto perché i posti letto di medicina non erano sufficienti, parliamo di 35, 40 posti letto. C'è questa grave carenza di posti letto, di cui abbiamo già parlato, che bisognerà sanare.
Torno a ricordare e a spolverare anche la questione dei 50 posti letto di ortopedia che sono sulla carta, ma non sono stati ancora attivati nella nostra provincia e poi l'annoso problema del personale medico, di cui vedo che lei si è fatto carico con il Governo.
Speriamo di avere presto, mi ha auguro per il bene di tutti noi, delle risposte positive. Grazie.
Presidenza del Presidente
Dino Latini
Interrogazione n. 678
ad iniziativa della Consigliera Ruggeri
“Riapertura della Casa Rossa di Ancona per persone con fragilità psichiche e psichiatriche”
Interrogazione n. 680
ad iniziativa dei Consiglieri Mastrovincenzo, Mangialardi, Bora, Biancani, Carancini, Casini, Vitri
“Sistemazione giovani pazienti psichiatrici”
(abbinate)
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 678 della Consigliera Ruggeri e l’interrogazione n. 680 dei Consiglieri Mastrovincenzo, Mangialardi, Bora, Biancani, Carancini, Casini, Vitri, abbinate.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.
Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. I due interroganti chiedono circa la condizione di questa struttura, che il 9 novembre è stata interessata dalle scosse del sisma, che hanno riguardato la nostra regione.
A seguito delle scosse di terremoto del 9 novembre gli uffici tecnici e gli ingegneri delle Aziende sanitarie, in questo caso l’Azienda sanitaria territoriale di Ancona, hanno rilevato delle criticità, per cui 9 persone sono state trasferite ed alloggiate presso il Centro salute mentale e 7 sono seguite a domicilio.
E’ stato subito affidato un incarico con procedura di evidenza pubblica ad un tecnico il quale il 16 di questo mese, quindi tra qualche giorno, dovrà produrre la relazione sulla vulnerabilità sismica della struttura.
Le scelte che si verificheranno successivamente potranno optare su due possibili soluzioni: qualora i tempi per superare le criticità siano limitati a qualche mese, verranno eseguiti i lavori necessari per riportare la struttura in sicurezza, ove invece i lavori saranno necessari sulla base di questa relazione si produrranno più in là.
Nei prossimi mesi l’Azienda sanitaria territoriale dovrà individuare una struttura idonea a garantire il servizio e naturalmente i servizi necessari per delle patologie così delicate, quali quelle che sono seguite da questa struttura. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Ruggeri.
Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Siccome a me piace parlare di quello che so, ieri sono andata a fare un sopralluogo al Centro di salute mentale e quello che ho visto è veramente allibente. Prego l'Assessore di trovare mezz'ora per andare a fare visita al Centro di salute mentale dove sono stati sgomberati degli ambulatori e ci sono stati infilati due letti precari ed un armadietto, anche questo precario.
Ci sono 4 camere con 2 letti e una camera singola, i ragazzi e anche le ragazze, le signore che sono presso questa struttura, usufruiscono di un unico bagno, condiviso, in promiscuità, dove non c'è neanche un bidet, la tenda di plastica è stata messa qualche giorno fa.
Tutto ciò rientra nei lavori che l’Asur aveva detto che avrebbe fatto per rendere quella condizione più dignitosa, ma le assicuro, Assessore, glielo dico con il cuore in mano, dignitosa non è.
Hanno come unico spazio comune una stanzetta che è grossa più o meno come la stanza dove pranzo io con la mia famiglia, ma qui parliamo di 9 persone che non hanno neanche la possibilità di guardare la televisione, hanno un fornellino su cui scaldarsi un te o farsi un caffè. I pasti arrivano da fuori, fino a qualche giorno fa erano portati con un pulmino alla mensa fuori dalla struttura.
Ho visitato tutta la struttura, dove mangiano, dove dormono e dove in teoria dovrebbero lavarsi.
I lavori si sono concentrati solo a mettere una caldaia nuova, che non basta per permettere a tutti di fare una doccia calda.
Sono andata anche di sotto dove fanno i laboratori e ho trovato escrementi di topi.
Non è assolutamente dignitoso, è un ambiente insalubre, umido, pieno di muffa, con i muri scrostati.
Assessore, non è dignitoso, capisco che lei dica, se la relazione di vulnerabilità precisa che i lavori saranno fatti tra poco tempo, li lasceremo lì, ma lì non possono essere lasciati.
Bisogna che come Regione ci facciamo carico di trovare una sistemazione che sia dignitosa della vita umana perché passare giornate intere lì, soprattutto pazienti che hanno bisogno anche di un ambiente che faccia casa, non è per noi dignitoso, non è dignitoso per loro.
Mi hanno assicurato che non ci sono state regressioni della malattia, sicuramente non ci sono stati miglioramenti, alcuni ragazzi, quei 6 che non hanno trovato posto perché non c'è il posto fisico per metterli, hanno interrotto le prestazioni che facevano, tutte le attività, quindi sono dei ragazzi che non riescono neanche a farle. Sono in questa condizione, le famiglie sono disperate, se ci fosse il caso di un paziente in più, non ci sarebbe spazio per prenderlo in carico. Questa è la situazione attuale.
Al di là della messa a norma della Casa Rossa, è dal terremoto del 2016 che una porzione di quella struttura non è agibile ed è chiusa ed io so che erano stati stanziati anche 300 mila euro che ad oggi non sono stati neanche spesi per metterla a posto, servirà sicuramente un progetto diverso e spero che i 300 mila euro siano la base per altre risorse per ristrutturare quella Casa che sicuramente è l'ambiente adatto, visto che ha il verde intorno.
Adesso, però, la prego, questi ragazzi, questi pazienti non possono essere lasciati lì, per cui troviamo assolutamente una soluzione alternativa.
E’ stata approvata all'unanimità il 16 gennaio 2023 una mozione del Consiglio comunale di Ancona, che è stata sottoscritta anche dai Consiglieri del centro-destra, per esempio oltre ai proponenti, che sono i Consiglieri dei 5 Stelle, c’è anche la firma del Consigliere Ausili, questo è un tema trasversale che ci deve vedere tutti uniti per trovare una soluzione che sia dignitosa.
Assessore, la prego di farsene carico, vada a vedere e si renderà conto da solo che lasciarli lì non è dignitoso, né possibile, né qualificabile. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Mastrovincenzo.
Antonio MASTROVINCENZO. La Consigliera Ruggeri ha descritto bene la situazione dei locali di Via Giordano Bruno.
Non sono soddisfatto della risposta, Assessore, perché nelle domande che le ponevamo si chiedeva, al di là di quando si intendesse provvedere alla ristrutturazione della Casa Rossa, anche quale soluzione temporanea e alternativa si potesse prevedere per l’attuale situazione, che è indecente e non dignitosa, come ha ben sottolineato la Consigliera Ruggeri.
Peraltro ci sono 9 i ragazzi che non hanno trovato posto in questi locali , che sono messi così male, e ora sono a casa, con la sospensione della loro attività educativa che portavano avanti da tanto tempo, poi ci sono 6 giovani che invece si trovano a vivere in questo edificio assolutamente non adatto.
Se anche in questo momento non c’è stata una regressione, la situazione sicuramente non ha portato a miglioramenti e altri mesi potrebbero portare ad una regressione della situazione di salute di questi giovani.
All’Associazione Liberamente, che è l’associazione dei familiari di questi ragazzi, era stato assicurato che la soluzione sarebbe stata solo provvisoria, quella dei locali di via Giordano Bruno, e ancora attendono una risposta sulla collocazione futura di questi giovani.
Bene ha fatto la Consigliera a lanciare in appello affinché su questo tutto il Consiglio e tutte le forze politiche siano unite.
Ha fatto anche cenno alla risoluzione presentata in Consiglio comunale ad Ancona, credo che la risposta che ha dato Assessore non sia soddisfacente proprio perché non si possono aspettare mesi per dare risposte ad una condizione così non dignitosa per qualsiasi essere umano. Grazie.
Interrogazione n. 686
ad iniziativa della Consigliera Lupini
“Casa della Comunità di Fabriano: motivazioni che hanno portato alla previsione della tipologia “Spoke” e non “Hub” ed eventuale inserimento nella tipologia “Hub” con conseguente incremento dei servizi erogati sul territorio”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 686 della Consigliera Lupini. Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.
Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Le scelte che hanno presieduto la stipula del Piano per gli interventi sul cosiddetto Pnrr sono state operate tra la Regione Marche, i suoi organi tecnici e amministrativi del servizio sanitario regionale ed il Governo, il Ministero della salute, che è soggetto attuatore degli interventi del Pnrr. Quindi c’è stata una continua interlocuzione con il Ministero e con gli uffici regionali e si è provveduto a stipulare e a realizzare il Piano di interventi del Pnrr cercando di omogeneizzare le strutture presenti, tenendo conto delle specificità dei territori e dei servizi che sono allocati.
La città di Fabriano ha un presidio di primo livello, per cui si è ritenuto di strutturare un intervento con una Casa di Comunità, intervento finanziario di 1,1 milioni di euro. Si valuti che è una struttura in cui devono operare i medici di medicina generale, a loro verranno affiancati gli infermieri di comunità, gli infermieri di famiglia, gli psicologi, i sociologi, gli assistenti sociali e tutte le altre figure di specializzazione del servizio sanitario regionale.
Parallelamente, sempre a Fabriano, è prevista la realizzazione di una centrale operativa territoriale. Sappiamo che queste strutture serviranno per coordinare la domanda di servizi sanitari, coinvolgendo nella soddisfazione di domanda dei servizi sanitari tutte le strutture che operano in un determinato territorio.
Tenendo conto che Fabriano ha dei numeri molto importanti, è uno degli ospedali più efficienti dal punto di vista del rapporto tra personale operante nel servizio e la produttività dell'azienda stessa, si deve valutare che queste indicazioni: Hub e Spoke delle Case di Comunità sono delle mere indicazioni, non c’è una diversità organizzativa e strutturale, per cui, una volta che riusciremo a fare la fotografia di queste strutture, saremo anche in grado di rivalutare la situazione e di prevedere che Fabriano possa avere una sede Hub invece che Spoke.
Si valuti ancora che la Regione Marche ha anticipato gli effetti esecutivi del Pnrr perché nel corso dell’approvazione della legge di bilancio ha stanziato 9 milioni di euro per far sì che, con un accordo che è in via di stipula con le organizzazioni rappresentative dei medici di medicina generale, nei territori ove i medici di medicina generale si costituiranno in studi associati, noi metteremo a disposizione delle strumentazioni in grado di soddisfare la domanda di sanità che viene rivolta verso i medici di medicina generale e laddove questi studi associati di medici si costituiranno metteremo a disposizione anche un infermiere, un tecnico informatico, una segreteria, tutto ciò che serve per anticipare la costituzione e gli effetti del Pnrr con le Case di Comunità.
Sin da questo momento devo aggiungere che siamo disponibili a rivedere tutto quello che è stato disegnato con il Pnrr, che possa comportare un aumento dei servizi.
Segnatamente alla domanda: se siano stati coinvolti gli organi di rappresentanza sociale, il Comune di Fabriano e l’Ambito territoriale sociale, devo rilevare che il Piano socio-sanitario è stato sottoposto all’Assemblea dei Sindaci, che è la struttura che la legge madre, la n. 502/1992, la legge quadro sul sistema sanitario nazionale, prevede sia l’organo chiamato e deputato ad esprimersi sui bilanci preventivi, sui bilanci consuntivi e sugli atti di programmazione. Sul Pnrr è stata convocata l’Assemblea dei Sindaci e sono stati illustrati a tutti i Sindaci gli interventi che erano stati programmati, lo ripeto e concludo, con il soggetto attuatore Stato. Il soggetto attuatore del Pnrr è lo Stato, quindi noi siamo un organo di supporto al soggetto attuatore. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Lupini.
Simona LUPINI. Grazie, Presidente. Ringrazio l'Assessore per la risposta e credo che sia facile cogliere la nostra preoccupazione rispetto al dettaglio della Casa di Comunità di tipo Hub o di tipo Spoke perché in realtà non è così aleatoria la differenza. Ci sono dei servizi che vedono un orario ridotto nella Casa di Comunità di tipo Spoke, molto ben dettagliato nel decreto ministeriale 77, che fa proprio anche uno specchietto che ho proprio qui sotto gli occhi, in cui è molto chiaro che una Casa di Comunità di tipo Hub dà dei servizi H24, la presenza di medici, infermieri e anche un'attività di tipo diagnostico molto significativa, che andrebbe a coprire le tante esigenze dei cittadini di quel territorio, che è il fabrianese. Ma è tutto l'Ambito 10 che ha perso tanti servizi e che vive da tanto tempo una condizione …, anche a causa della posizione geografica, dei terremoti, insomma, sappiamo tutti benissimo quale sia la condizione e avere una Casa di Comunità di tipo Hub potrebbe sicuramente andare a supporto della qualità e delle tante eccellenze della sanità del fabrianese, che però ha bisogno di spazi e di ulteriori servizi che rendano anche, e lo ripeto con grande forza, attrattivo il territorio per i sanitari che vogliono prestarvi il loro servizio, per cui è molto importante portare avanti questa nostra rivendicazione: una Casa di Comunità di tipo Hub per il fabrianese laddove nel decreto ministeriale 77 è chiaro che la Casa di Comunità è il luogo fisico e di facile individuazione, al quale i cittadini possono accedere per bisogni di assistenza sanitaria, socio-sanitaria a valenza sanitaria, ed il modello organizzativo dell'assistenza di prossimità, di cui tanto si parla, per la popolazione di riferimento. La popolazione di riferimento vede un bacino molto ampio che include anche i piccoli paesi delle aree più impervie, delle aree montane, che hanno già perso i medici di medicina generale, quindi sarebbe davvero una risposta, non sprechiamo questa opportunità e chiedo di rivedere questa dicitura Spoke in favore di una Casa di Comunità di tipo Hub. Grazie.
Sull’ordine dei lavori
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carancini.
Romano CARANCINI. Nell’ordine del giorno di oggi era prevista l’'interrogazione n. 683 a prima firma mia e di altri Consiglieri, di cui lei non ha dato conto, tra l’altro sono state discusse altre interrogazioni, questa non si sa che fine ha abbia fatto. Immaginando che debba rispondere il nostro Assessore Baldelli, che ho visto in giro, ma che non è presente in Aula, le chiedo che cosa è successo perché, forse non lo sa, ma ci sono cittadini che stanno aspettando risposte.
Questa è un'interrogazione depositata il 19 gennaio 2023, 19 giorni fa, molto semplice, l’Assessore avrebbe dovuto raccontarci a che punto sta lo stato di attuazione dell'appalto relativo ad una Rsa di un piccolo comune dell'entroterra, ma non vedo l’Assessore Baldelli neanche a dirci che cosa è successo di così grave per non rispondere dopo il deposito di 19 giorni fa.
PRESIDENTE. Qui applichiamo l’articolo 134, comma 4, del Regolamento, l’Assessore Baldelli mi ha fatto presente prima dell'inizio della seduta che non gli è stata preparata tutta la documentazione per rispondere in maniera puntuale sia alla sua interrogazione, la n. 683, che a quella a risposta immediata del Consigliere Mangialardi sui “Tempi di realizzazione della nuova palazzina di emergenza-urgenza presso il presidio ospedaliero Profili di Fabriano”.
Quindi, applicando l’articolo 134, comma 4, le riportiamo alla prossima seduta quando avrà il materiale, quando sarà in grado di rispondere con cognizione di causa, nel senso pieno del termine, non solo come Assessore e come parte politica, ma anche come parte amministrativa.
Ha la parola il Consigliere Carancini.
Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. Solo per dire che questo a me sembra un po' troppo perché l'interrogazione non è stata presentata tre o quattro giorni fa, 20 giorni fa. Se un Assessore non riesce a rispondere su un tema così semplice, credo che abbia qualche problema di organizzazione, bisogna che si organizzi. Presumo che abbia il personale sufficiente, ritengo che la struttura sia certamente all'altezza e le ribadisco che i cittadini, che stanno ad ascoltarci, aspettano con ansia le risposte dell’Assessore Baldelli, che penso debba avere la stessa tempestività con cui risponde ai Consiglieri sulla stampa rispetto alle questioni. Qui parliamo di cittadini che si sentono ovviamente portati in giro, in questo caso tutti i cittadini di San Ginesio che stanno aspettando una risposta dall'Assessore, il quale aveva dichiarato in un articolo di stampa che l’iter della Rsa di San Ginesio si sarebbe attivato per la gara il 31 dicembre 2021, 13 mesi di assoluto silenzio.
Chiedo che su questo il Presidente, ripeto, se è complessa io non sto a …, ma questo mi sembra davvero troppo rispetto a chi ancora crede in noi e soprattutto alle risposte che gli Assessori devono mettere a disposizione. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. E’ un fatto di rispetto istituzionale. Gli Assessori Saltamartini e Aguzzi sono qui, rispondono, non siamo soddisfatti della risposta perché qualche volta è anche un po' raffazzonata, ma ci mettono a disposizione degli elementi. Non li condividiamo, nella fattispecie guardo l’Assessore Aguzzi mi ha dato elementi anche di novità, apprezzo la modalità.
Presidente, non è che un Assessore sta fuori …, è entrato, mi fa molto piacere, quindi glielo dico direttamente …., se abbiamo qualche novità ritiro …
PRESIDENTE. Esatto, mi ha detto testé l’Assessore che ha una risposta su una interrogazione, però l’applicazione dell’articolo 134 del Regolamento interno consente alla Giunta fino a che non è pronta a rispondere …
Maurizio MANGIALARDI. Bene, ho visto che le nostre sollecitazioni che sono arrivate hanno sortito almeno il rientro in Aula e siamo qui ad attendere la risposta.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Baldelli.
Francesco BALDELLI. Non mi serve alcun tipo di sollecitazione, innanzitutto perché credo di svolgere correttamente e nel rispetto del Consiglio e dell'Assemblea il lavoro che mi è stato affidato, per cui rispedisco al mittente illazioni che non possono essere rivolte al sottoscritto.
Se sono rientrato in Aula è perché stavo sollecitando gli uffici affinché si rispondesse alle interrogazioni, che è cosa ben diversa.
Ora, mentre stavo aspettando mi è stata consegnata la risposta all’interrogazione n. 683.
Interrogazione n. 683
ad iniziativa dei Consiglieri Carancini, Casini, Biancani, Bora, Mastrovincenzo, Vitri
“Progetto di recupero della Rsa di San Ginesio (MC)”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 683 dei Consiglieri Carancini, Casini, Biancani, Bora, Mastrovincenzo, Vitri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Baldelli.
Francesco BALDELLI. Grazie Presidente. Con l’interrogazione n. 683 presentata a gennaio 2023 ad iniziativa dei Consiglieri Carancini, Casini, Biancani, Bora, Mastrovincenzo, Vitri ad oggetto “Progetto di recupero della Rsa di San Ginesio”, si interroga il Presidente della Giunta regionale e l'Assessore competente per conoscere: quali sono e a chi sono attribuite le competenze per gli ulteriori passaggi tecnici necessari alla conclusione dell’Iter; quali sono i tempi programmati per aggiudicare l'appalto; quali sono secondo i dati progettuali i tempi di realizzazione a seguito dell’aggiudicazione.
In relazione all’interrogazione presentata si significa quanto segue. Rientra nella competenza dell'Ufficio speciale per la ricostruzione l'approvazione del progetto esecutivo per il recupero dei due corpi di fabbrica della Rsa di San Ginesio dichiarati inagibili per le rilevanti lesioni strutturali causate degli eventi sismici del 2016.
Con l’approvazione del progetto esecutivo l'Ufficio speciale per la ricostruzione provvederà altresì a formalizzare la copertura economica dell'intervento.
L'allungamento delle tempistiche inizialmente previste è stato causato dalle difficoltà incontrate dai progettisti incaricati in sede di redazione del progetto esecutivo, in particolare sono stati necessari successivi adeguamenti per far fronte alla situazione congiunturale del costante aumento dei prezzi, a cui ha fatto seguito l'emanazione di nuovi prezzari regionali, del nuovo prezzario del cratere, prezzario regionale 2022, approvato con delibera di Giunta regionale n. 1583 del 22 dicembre 2021, preziario del cratere approvato con ordinanza del Commissario straordinario n. 126 del 28 aprile 2022, aggiornamento del preziario regionale 2022 rilasciato in ottemperanza a quanto disposto dall'articolo 127 del decreto-legge n. 50 del 17 maggio 2022, convertito poi in legge n. 91 del luglio 2022, con delibera di Giunta regionale n. 1001 del 1 agosto 2022.
Allo stato il progetto esecutivo è in corso di ulteriore aggiornamento, la procedura di verifica prevista dall'articolo 26 del decreto legislativo 1804/2016 n. 50 e successive modificazioni e integrazioni, si è conclusa positivamente in data 12 dicembre 2022 ed è stato dato mandato ai progettisti incaricati di ottemperare alle importanti prescrizioni dell'organo verificatore. Inoltre, la circostanza per cui il responsabile unico del procedimento non appartiene all'organizzazione degli uffici regionali, ma è in forza all'organico dell'ex Asur, non ha favorito la possibilità di coordinare adeguatamente la velocizzazione dei tempi della progettazione, spetterà alla Stazione unica appaltante della Regione Marche la gestione della gara di appalto per l'affidamento dei lavori, stante il valore del contratto saranno necessarie le tempistiche ordinariamente richieste per le procedure aperte di cui all’articolo 60 e successivi del codice dei contratti pubblici, il cronoprogramma progettuale, indicano gli uffici, stima la durata dei lavori in circa due anni. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Carancini.
Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. Assessore, credo che noi abbiamo diritto di chiedere le risposte, lei non era neanche presente in Aula, per cui noi abbiamo diritto di dirle quello che pensiamo.
Lei il 12 luglio 2021 ha dichiarato testualmente e con enfasi questo: “I cittadini di San Ginesio e di tutto il territorio circostante hanno aspettato fin troppo, l'obiettivo è aggiudicare l'appalto entro il 2021”, ha anche aggiunto: “Sono fiero che la nuova amministrazione regionale, ponendosi in discontinuità con la precedente, stia dimostrando di avere uguale attenzione per le grandi città come per le piccole realtà dell'entroterra che non possono essere abbandonate a se stesse”.
Lei è stato smentito, ora siamo a 19 mesi dalle sue dichiarazioni, ha 13 mesi di ritardo rispetto a quello che ha dichiarato sarebbe stato pronto per l'aggiudicazione della gara, è smentito. C’è voluto più tempo a lei, avendo avuto tutte le risorse, che dal momento in cui è accaduto il terremoto, quindi la discontinuità occorre averla, ha fatto bene, ma è una discontinuità negativa, Assessore, purtroppo. Anche se da questo punto di vista in fondo non restiamo sorpresi, se penso che ha organizzato a Macerata al Teatro Lauro Rossi una mega riunione parlando della Val Potenza, senza averci messo un solo euro, tutto questo non mi sorprende, se penso che lei va raccontando, attraverso i suoi masterplan, che siamo avanti con l’Ospedale di Pesaro e di Macerata. Parlo di Macerata, ci sono solo 60 milioni, ce ne vogliono almeno il triplo, e mancano le tecnologie. Lei gioca a fare i masterplan, ma la informo che per fare gli ospedali ci vogliono i soldi, lei ad oggi, a due anni e mezzo dal suo insediamento, non ci ha messo un centesimo.
Se poi vado ancora più avanti, Assessore, quello che mi colpì fu la sua giaculatoria di milioni e di opere a fine bilancio, non si lamenti del fatto che non parlo di questo, è politica Assessore Baldelli, lei racconta un sacco di sciocchezze, ha parlato durante il bilancio di opere pubbliche di milioni e milioni e milioni, purtroppo ad oggi zero. Se lei avesse conosciuto il Sindaco di San Ginesio, che purtroppo ci ha lasciato, le giaculatorie gliele avrebbe raccontate lui rispetto al suo mancato mantenimento delle promesse fatte. Racconti esattamente quando cominceranno le opere a San Ginesio, poche chiacchiere, Assessore Baldelli.
PRESIDENTE. Ha la parola, per fatto personale l’Assessore Baldelli.
Francesco BALDELLI. Comprendo il consueto nervosismo del Consigliere Carancini, d'altronde i risultati riportati nel suo territorio dimostrano la statura del Consigliere regionale, che senza alcun stile attacca la Giunta regionale addirittura sull’Ospedale di Macerata.
Qui dovevamo rispondere ad una interrogazione, invece il nervosismo di parte dell'opposizione dimostra che ancora una volta non è sui binari giusti, noi stiamo risolvendo proprio i problemi lasciatici in eredità.
Parlando dell'Ospedale di Macerata, abbiamo risolto il loro grande pasticcio, il grande pasticcio degli ospedali unici, il grande pasticcio della desertificazione della sanità regionale e abbiamo riportato l'attenzione verso i grandi e i piccoli centri. Che cos'è questa attenzione verso i grandi e piccoli centri? La giusta rivendicazione della comunità di Macerata di avere un ospedale nuovo e tecnologicamente avanzato, per il quale, no, noi non abbiamo messo un euro, ma abbiamo destinato per volontà complessiva di questa Giunta regionale i primi 60 milioni di euro e le risorse per la progettazione che erano completamente assenti. Qual era la risposta dell'attuale opposizione al tempo del suo governo regionale? Affidare tramite project financing la realizzazione di strutture ospedaliere che avrebbero ingessato la spesa di questa regione e nell'attuale situazione socio-economica e finanziaria avrebbero sottratto ulteriori risorse ai servizi che l'Assessorato alla sanità avrebbe dovuto erogare ai cittadini.
Allora, al Consigliere Carancini rispondo, voi sapete che riesco sempre a mantenere un rapporto dialettico corretto con l'Assemblea legislativa, di fronte alle scorrettezze, che per fortuna esponenti politici come il Consigliere Carancini sono stati spediti all'opposizione, altrimenti un Assessore corretto come il collega Filippo Saltamartini avrebbe dovuto fare il triplo salto mortale per cercare di mettere qualche toppa e qualche pezza ad un abito che è stato stracciato di dosso dalla sanità regionale da una politica incapace, rappresentata proprio dalle parole del Consigliere Carancini in questo momento, in questa assise, in questo dibattito. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per la replica, il Consigliere Carancini.
Romano CARANCINI. Presidente intanto le chiederei di distinguere fra la polemica politica, il confronto e il fatto personale.
Il povero e simpatico Assessore Baldelli non sa che a Macerata io ho fatto due mandati, quindi non sono stato spesso all’opposizione, se lei va a vedere i dati a Macerata città il Partito Democratico nel 2020 ha preso il 25%, lei non lo sa perché parla a vanvera, primo partito della città. Assessore Baldelli, si informi e legga: primo partito della città in regione, ha capito? Questa è la prima cosa.
La seconda è una bugia, è smentito dal Presidente Acquaroli al quale riconosco la serietà, in un incontro con Confartigianato, a differenza della bugia ciclopica che lei ha raccontato, sui 60 milioni, 55 milioni, lei non ci ha messo neanche una parola perché fanno parte di un provvedimento e di una richiesta fatta dalla Giunta precedente. Ha capito questo? Lei è un bugiardo, lei ha raccontato una sciocchezza. Fanno parte di un finanziamento richiesto nel 2018 dalla precedente Giunta Ceriscioli, questo lei lo sa ed ha raccontato una bugia.
Quanto alle altre cose se le risparmi, lei a due anni e mezzo sta ancora a 60 milioni, 55 milioni, che hanno messo gli altri. Lei sta a zero e adesso vedremo quando troverà le risorse per fare il progetto dell'Ospedale di Macerata e le ricordo che il project è previsto dalla legge, lei forse non sa neanche districarsi sul significato.
Ad oggi, a due anni e mezzo, lei non ci ha messo un euro, da questo punto di vista ritorni in sé, ci risparmi le sue giaculatorie, faccia meno master plan e metta più soldi.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Mangialardi sull’interrogazione a risposta immediata, poi chiudo sulla mozione d’ordine precisando il fatto personale per cui ho concesso la parola ai sensi dell’articolo 61 all’Assessore Baldelli.
Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Non ho capito se c’è stato un errore da parte della struttura che non ha messo nella condizione l’Assessore Baldelli di rispondere alla nostra interrogazione n. 697 (a risposta immediata), mentre gli è stato fornito il documento con il quale ha avuto modo di rispondere in maniera puntuale al Consigliere Carancini.
Mi sorprende se così fosse perché, al di là dell'errore della struttura, Assessore Baldelli, rimango nel merito, invocare l'articolo 134, comma 4, del nostro Regolamento perché impossibilitato a rispondere.
Assessore, io sono un calmo di natura, ma per rispondere avrei utilizzato le sue parole, quelle che ha già messo a disposizione della stampa il 12 gennaio scorso, quando, relativamente all’intervento di cui all’oggetto, la palazzina dell’Ospedale di Fabriano, lei disse: “I prossimi step saranno la presentazione del progetto esecutivo entro febbraio/marzo, la gara entro l'estate, entro l’autunno 2022”. Ho sbagliato, la conferenza stampa non era di questo gennaio, ma del gennaio scorso, quando aveva dichiarato che entro l’autunno del 2022 sarebbero iniziati i lavori, siamo invece a zero, siamo allo stesso identico punto.
Ricordo anche un’interrogazione della Consigliera Lupini su questo stesso tema, andò anche alla conferenza stampa di presentazione del progetto, in un anno non è successo nulla, e noi chiediamo di essere aggiornati, se lei mi avesse riportato il giornale …, tanto quello che avevate fatto l’anno scorso era niente, quello che avete fatto quest’anno è niente, uguale, saremmo stati tutti più tranquilli e soprattutto gli operatori sanitari, i cittadini del territorio fabrianese si sarebbero resi conto di quanto è complicato tradurre atti in azioni, perché lei sa che quell’intervento era già stato programmato dalla Giunta precedente, grazie anche a risorse che erano state intercettate quando il Commissario era YY, 12 milioni di euro. E’ un intervento sul quale l’Ospedale di Fabriano punta tutta la sua difesa, non il rilancio, ma la difesa, perché a questo punto dobbiamo utilizzare i termini in maniera adeguata e lei, Assessore Baldelli, oggi ci dice che dopo un anno non è in grado di darci nemmeno la risposta, nemmeno l’aggiornamento.
PRESIDENTE. Do spiegazioni sul fatto personale che è stato ravvisato dall’Assessore Baldelli nell’avergli attribuito, nell’ambito della risposta all'interrogazione, il fatto di non aver compiuto interventi sull’Ospedale di Macerata, che non era attinente alla tematica dell’interrogazione stessa, quindi attribuendo opinioni che non erano sue.
Richiamo sempre tutti a contenere i toni, sia nelle posizioni che nelle repliche, sia nell’esposizione degli argomenti che nelle repliche, soprattutto al fine di rimanere negli argomenti, nella dialettica relativa agli stessi.
Per quanto riguarda il discorso dell’aspetto e profilo dell’articolo 134, comma 4, è una facoltà che ha la Giunta, le va dato atto nel momento in cui la chiede. Nel caso specifico ancora di più, l’Assessore Baldelli mi ha personalmente detto prima dell’inizio del Consiglio che attendeva, senza far venir meno la sua presenza in Aula, il dossier dei due fascicoli per poter dare delle risposte compiute, cosa che ha fatto e che credo farà appena gli arriverà anche la seconda risposta, in modo tale da non eluderla e dare risposte puntuali. Se me lo conferma, Assessore Baldelli, in modo tale che nel corso del Consiglio appena arriva la riprendiamo.
Francesco BALDELLI. Grazie, Presidente. Ho chiesto agli uffici di consegnarmi la risposta, so che è in arrivo ed era questa semplicemente la motivazione della mia assenza. Ero presso i nostri uffici a chiedere la risposta all'interrogazione urgente su Fabriano per delucidare ulteriormente l'Assemblea su alcuni passaggi perché quando individuo dei passaggi tecnici amministrativi, come quello della progettazione o delle scadenze, o dei tempi di progettazione, sono sempre supportato dai documenti tecnici degli uffici, che anche per San Ginesio mi hanno indicato quelle necessità che hanno tecnicamente allungato i tempi, per un semplice motivo, perché nessuno avrebbe potuto sapere in anticipo quello che sarebbe accaduto sul mercato, ossia l'enorme aumento dei prezzi che ha comportato la rivisitazione dei progetti, dato che sono stati realizzati dei nuovi computi, oltre che le integrazioni richieste nel momento della verifica dei progetti.
Ecco, proprio in questo momento di fronte all'Assemblea mi arriva la risposta ed io potrò darla ai Consiglieri per il senso di rispetto che abbiamo nei confronti dell'Assemblea, di non dare risposte in maniera superficiale, ma sempre supportate dalla documentazione tecnica.
PRESIDENTE. Siamo oltre l’orario stabilito per le interrogazioni a risposta immediata e ordinarie, in deroga a questo e considerata la situazione passiamo all’interrogazione n. 697 a risposta immediata.
Interrogazione n. 697 – a risposta immediata
ad iniziativa del Consigliere Mangialardi
“Tempi di realizzazione della nuova palazzina di emergenza-urgenza presso il presidio ospedaliero ‘Profili’ di Fabriano”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 697 – a risposta immediata – del Consigliere Mangialardi.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Baldelli.
Francesco BALDELLI. Grazie, Presidente. Quanto all'interrogazione dei Consiglieri in merito al presidio ospedaliero “Profili” di Fabriano, su quando inizieranno e quando è prevista la conclusione dei lavori per la realizzazione della palazzina dell'emergenza del presidio ospedaliero “Profili” di Fabriano, la redazione del progetto esecutivo della nuova palazzina emergenze dell'ospedale “Profili” di Fabriano ha incontrato difficoltà legate alla necessità di procedere a successivi adeguamenti per far fronte agli aumenti dei prezzi ratificati dai nuovi prezzari regionali e dal nuovo prezzario del cratere, non li ripeto perché li abbiamo appena evidenziati nella risposta all'interrogazione precedente, sia del prezzario regionale che del prezzario del Commissario straordinario per il cratere.
La procedura di verifica del progetto esecutivo tutt’ora in corso, sta richiedendo inoltre ulteriori aggiornamenti da parte dei progettisti incaricati, anche in tal caso la circostanza per cui il responsabili unico del procedimento non appartiene all’organizzazione degli uffici regionali, ma è in forza all'organico dell'ex Asur, non ha favorito la possibilità di coordinare adeguatamente la velocizzazione dei tempi della progettazione.
Al termine della fase di verifica prevista all'articolo 26 del decreto legislativo 18 aprile 2016 n. 50 e successive modificazioni e integrazioni, l'Ufficio speciale per la ricostruzione procederà all'approvazione del progetto ed all'assegnazione formale della copertura economica dell'intervento che si richiede, perché ovviamente vi è stato un aumento dei prezziari.
Seguirà la fase di gara per l’affidamento dei lavori che verrà gestita dalla Stazione unica appaltante della Regione Marche, saranno necessarie le tempistiche tipicamente previste per le procedure aperte di cui all’articolo 60 e successivi del codice dei contratti pubblici, il cronoprogramma progettuale stima la durata dei lavori in circa 2 anni. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Uno si può dichiarare soddisfatto dopo questa risposta che è giunta in busta all’Assessore? L’Assessore ha fatto un sacco di confusione, capisco che ci può essere l’aggiornamento prezzi perché ce lo ha ripetuto tre volte, ma il progetto era già pronto, come lui ha dichiarato, non l'abbiamo fatto noi, non abbiamo urlato, non siamo andati a Fabriano il 12 gennaio 2022 partendo in pompa magna, tutti schierati, per dire qual era il grande intervento, che non avevate pensato, non avevate finanziato, non avevate progettato, ma che avevate ereditato ed era pronto per essere realizzato.
Bene, c’era la necessità dell'aggiornamento dei prezzi, ma non l’aggiornamento progettuale, questo cosa c’entra? Niente, se era vero che eravate già nelle condizioni di appaltarlo, invece si profilava una campagna elettorale ed anche lì necessitava un effetto annuncio che sistematicamente poi …Non vi dovete nemmeno offendere, non dovete nemmeno fare i permalosi perché le cose non le raccontate come sono, ma noi siamo attenti, non stiamo qui ad urlare e a sottolineare le nostre posizioni, no, abbiamo guardato quello che avevate dichiarato sulla stampa, documentato, c’è tutta la rassegna stampa con la Giunta e i Consiglieri schierati che garantivano quel cronoprogramma.
Oggi abbiamo capito, ma questo lo certifica solo, che state navigando a vista e ovviamente siamo molto preoccupati per la sanità fabrianese e per l’Ast 2, prima la Consigliera Lupini ci ha ricordato il motivo per il quale non è stata scelta una Casa di Comunità Hub, che invece Fabriano e il territorio meritavano.
Mancano i medici, mancano gli infermieri, non siete stati capaci di assumere gli operatori necessari per riaprire il reparto di pediatria, non avete riaperto, come sapevamo, il punto nascita perché era impossibile, ma lo avevate più volte sottolineato; non avete stabilizzato i precari dell'Area vasta 2, che avete celebrato come gli eroi del Covid, poi ne avete lasciati a casa 120. Ecco, non parliamo noi, parlano i dati, parole recuperate dalla vostra propaganda, che comunque sta mostrando la corda in tanti pezzi del territorio e noi lo sottolineiamo, ma non vi offendete.
PRESIDENTE. Abbiamo terminato gli atti ispettivi, come vi dicevo ci sono delle votazioni da fare perché in sede di Conferenza dei Presidenti dei gruppi si è deciso di proporre all’Aula l’inserimento di una mozione, l’abbinamento della stessa con altre già presenti e poi l’anticipazione dei punti.
La mozione da inserire è la n. 326 a firma del Consigliere Biancani e altri del gruppo del PD e della Consigliera Ruggeri del gruppo Movimento 5 Stelle, che riguarda l'installazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili presso il Comune di Montecalvo in Foglia.
Quindi la prima richiesta che faccio è di inserire all'ordine del giorno la mozione n. 326.
Ha la parola, oratore a favore, il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Intervengo a favore dell’inserimento e ringrazio lei, Presidente, e tutta la Conferenza dei capigruppo, in modo particolare il Consigliere Rossi che ha acconsentito ad inserire questa mozione a prima firma del Consigliere Biancani.
Penso che sia opportuno il dibattito, che ha una sua logicità, che evita di perdere tempo e ci mette nelle condizioni di fare un approfondimento più adeguato nella giornata odierna. Grazie.
PRESIDENTE. Iscrizione della mozione n. 326 (da abbinare al punto 5). La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva a maggioranza assoluta dei votanti)
PRESIDENTE. Anticipazione del punto 5) al punto 2 bis).
Ha la parola, oratore a favore, il Consigliere Rossi.
Giacomo ROSSI. Il mio è un intervento a favore, praticamente c’è la seconda mozione che viene ritirata, il dispositivo viene integrato sulla mia mozione, c’è un emendamento integrativo che recepisce anche delle disposizioni del Partito Democratico.
PRESIDENTE. Anticipazione delle mozioni nn. 321, 324 e 326 (abbinate). La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Mozione n. 321
ad iniziativa del Consigliere Rossi
“Contrarietà alla realizzazione di un impianto agro-fotovoltaico da 7 Megawatt all'ingresso del centro abitato di Sant'Angelo in Vado, località Ca’ Rinalduccio”
Mozione n. 324
ad iniziativa dei Consiglieri Serfilippi, Marinelli, Bilò, Acciarri, Cancellieri, Elezi, Marinangeli, Menghi
“Impianto agri-fotovoltaico nel comune di Sant'Angelo in Vado, località Ca’ Rinalduccio”
Mozione n. 326
ad iniziativa dei Consiglieri Biancani, Vitri, Mangialardi, Mastrovincenzo, Bora, Casini, Ruggeri, Carancini, Cesetti, Rossi
“Tutela del suolo agricolo dall'installazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili e contrarietà alla richiesta di realizzazione di due impianti nel comune di Montecalvo in Foglia”
(abbinate)
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 321 del Consigliere Rossi, la mozione n. 324 dei Consiglieri Serfilippi, Marinelli, Bilò, Acciarri, Cancellieri, Elezi, Marinangeli, Menghi e la mozione n. 326 dei Consiglieri Biancani, Vitri, Mangialardi, Mastrovincenzo, Bora, Casini, Ruggeri, Carancini, Cesetti, Rossi, abbinate.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Rossi.
Giacomo ROSSI. Grazie, Presidente. Innanzitutto un saluto a tutti gli amici vadesi e dell’Alta Valle del Metauro o meglio di tutta la Massa Trabaria. Un saluto anche al Sindaco di Sant'Angelo in Vado, qui presente nel pubblico, insieme all'Assessore.
Questo atto vede l'unità di tutti noi Consiglieri regionali di Pesaro e Urbino, il quale recepisce le integrazioni dei Consiglieri Serfilippi e Biancani, che vorrei ringraziare. Una mozione che auspichiamo venga sottoscritta da tutti e chiaramente votata da tutti, anche dalla Consigliera Casini che ha origini vadesi, sua nonna era di Sant’Angelo in Vado.
Vi faccio brevemente la spiegazione di questa mozione attenendomi alla lettura del testo in quanto non vorrei tralasciare parti importanti.
Una società multinazionale tedesca nel campo delle energie rinnovabili ha presentato richiesta di progettazione definitiva alla Provincia di Pesaro Urbino per la realizzazione di un impianto agri-fotovoltaico di 7 megawatt nel Comune di Sant'Angelo in Vado, in località Cà Rinalduccio,.
L’impianto dovrebbe occupare un'estensione pari a 63.500 mq, circa 10 campi da calcio, su un terreno di 75.000 mq, badate bene cari colleghi, situato all'ingresso del paese, a 50 metri dal centro abitato.
Premesso che in data 27 dicembre 2022 la Provincia di Pesaro Urbino ha approvato la richiesta della ditta di procedere alla progettazione definitiva in assenza di Via; considerato che l’ubicazione dell’impianto all'ingresso del paese, con l’installazione di oltre 10.000 moduli fotovoltaici rialzati fino a 4 metri da terra, produrrebbe un forte impatto ambientale e visivo che andrebbe a creare un grave danno al valore paesaggistico e turistico di tutta questa zona, che ultimamente è stata rivalorizzata anche grazie al complesso archeologico della Domus del Mito, bellissimo complesso archeologico che eredita le vestigia del Tiferno Metaurenses; che la grandezza e la vicinanza di questo mega impianto alle civili abitazioni, potrebbe creare problemi anche di inquinamento elettromagnetico nei confronti delle stesse case; che la vicinanza del mega-impianto alla strada statale 73 bis e al tracciato della futura Fano-Grosseto potrebbe creare dei seri e pericolosi problemi di rifrazione nei confronti degli automobilisti (sostanzialmente questo impianto è attaccato all’infrastruttura esistente e a quella futura); visto che in data 26 gennaio 2023 l’amministrazione comunale di Sant’Angelo in Vado ha convocato una pubblica assemblea molto partecipata dalla cittadinanza, in cui è stata espressa l’unanime e convinta contrarietà alla realizzazione dell’impianto; visto che le associazioni ambientalistiche e di categoria hanno espresso, a mezzo stampa, parere negativo alla realizzazione di questo mega impianto, che è necessario incentivare le energie pulite, ma in un contesto paesaggistico consono, come per esempio le zone urbanizzate o sopra i tetti dei capannoni industriali o nelle aree di scarso valore ambientale; ritenuto anche che l’opera ha un valore meramente speculativo e non genererà nessun ritorno economico per il territorio; visto che la Regione Marche ha già espresso una valutazione di impatto ambientale negativa in merito alla realizzazione di un impianto analogo nel Comune di Cartoceto; ritenuto che a livello nazionale la normativa non è chiara ed univoca, mancando i decreti attuativi del Dlgs 199/2001, i quali regolamenteranno in maniera puntuale questa tipologia di impianti; che nella III Commissione è ancora in discussione quella legge che dovrà normare questa materia; considerato che lo Statuto della Regione Marche all'articolo 21 lettera k) ci dà la possibilità, come Consiglieri regionali, di formulare indirizzi al Presidente della Giunta e alla Giunta stessa sulle questioni ritenute di rilevante interesse per la comunità regionale, e questa credo che abbia una rilevanza fondamentale, pur non avendo questa mozione un valore di impedimento assoluto all’opera, quindi si tacciano le voci che dicono che sia strumentale, noi abbiamo scritto che questa mozione non ha valore d’impedimento all’opera, ma rappresenta un atto di indirizzo importante e necessario, di considerevole vicinanza nei confronti della comunità vadese e dell'Alta Valle del Metauro; considerato tutto quello che ho detto, si impegna il Presidente e la Giunta Regionale: a manifestare la propria contrarietà alla realizzazione del suddetto impianto agri-fotovoltaico all'ingresso del centro abitato di Sant'Angelo in Vado, località Ca’ Rinalduccio; a mettere in atto tutte le azioni necessarie e possibili per scongiurare la realizzazione di questo mega impianto alle porte di Sant'Angelo in Vado, tutelando la comunità vadese e preservando il territorio, l’ecosistema agro-ambientale ed il valore turistico della zona.
In più aggiungo le integrazioni dei Consiglieri Serfilippi e Biancani: a sollecitare il Governo e i parlamentari marchigiani per la definizione dei decreti attuativi del Dlgs 199/2021 affinché ci sia chiarezza, trasparenza ed uniformità sulla materia; di escludere dalle aree idonee quelle utilizzabili direttamente per l’attività di coltivazione, evitando il consumo di suolo agricolo per preservare e potenziare quell’agricoltura di qualità, quel patrimonio enogastronomico protagonista di una filiera integrata con l’attività di trasformazione, commercializzazione e distribuzione che dà valore aggiunto anche alla nostra offerta turistica-gastronomica.
Questi due inserti sono dei Consiglieri Serfilippi e Biancani e vanno ad integrare e potenziare la mozione.
Riteniamo rilevante e doverosa la risposta che la Regione Marche deve alla comunità vadese, che è tutta schierata contro questo impianto e a favore della mozione. Come ho detto prima, ne chiedo la sottoscrizione – invito il personale del tavolo rotondo a far girare la mozione - e il voto unanime di tutti per far vedere l'uniformità del Consiglio regionale a difesa del nostro territorio.
C’è anche la mozione del Consigliere Biancani sulla quale non interverrò, voterò favorevolmente perché la ritengo simile a questa. E’ una questione che riguarda un altro Comune, Montecalvo in Foglia, quindi inviterei i colleghi ad uniformarsi alla mozione del Consigliere Biancani.
Credo di aver detto tutto, mi sono attenuto al testo leggendo alcune parti proprio per non dimenticare quelle importanti e degne di nota.
Vi ringrazio, la nostra vicinanza alla comunità vadese ed all’Alta Valle del Metauro con questo atto è sicuramente piena ed effettiva. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Serfilippi.
Luca SERFILIPPI. Grazie, Presidente. Ringrazio i Consiglieri della Lega che hanno sottoscritto la mozione che abbiamo deciso di ritirare per riuscire a fare un documento condiviso insieme al Consigliere Rossi ed ai Consiglieri dell’opposizione.
Questo è un tema che anche come Commissione abbiamo trattato a lungo e ci vede tutti quanti concordi.
Sappiamo bene, anche l'Assessore Aguzzi più volte l’ha detto in quest’Aula, che come Regione facciamo fatica, oltre ad esprimere il nostro parere contrario nelle conferenze dei servizi, a far sì che questi impianti non vengano autorizzati perché in questo caso, ad esempio, il soggetto che deve autorizzare è la Provincia, come per altri tipi di impianti.
Quello che stiamo attendendo come Regione Marche e come Regioni italiane è il famoso decreto attuativo del decreto legislativo 199/2021 che doveva essere emanato entro luglio dello scorso anno.
La scorsa settimana come III Commissione abbiamo audito le associazioni di categoria; il Cal, il Crel e l’Anci ci hanno chiesto di fatto di temporeggiare l’approvazione della proposta di legge n. 145, presentata dai Consiglieri Marcozzi e Pasqui, presa a riferimento, anche dopo averla condivisa con l'Assessore Aguzzi.
L’iter di fatto in Commissione era terminato, abbiamo deciso di temporeggiare ancora un po' perché, è proprio notizia di questi giorni, sembrava che il Governo all'interno del decreto semplificazioni inserisse anche il decreto attuativo di questa legge, che noi come Regione Marche e tutte le altre stiamo attendendo e che avrebbe fatto chiarezza sulle aree idonee e non idonee.
In assenza di questo decreto attuativo, come abbiamo visto in diverse parti della nostra regione Marche … Abbiamo visto a Cartoceto un impianto da 45 ettari, adesso qui abbiamo Sant’Angelo in Vado, Montecalvo in Foglia, diciamo che nel nord delle Marche stiamo sentendo tanto questa esigenza, di far sì che ci sia una legislazione chiara sulle aree idonee e non idonee.
Poi non siamo contrari a prescindere a questi tipi di impianto, personalmente ritengo che prima di installare i pannelli fotovoltaici sui terreni dovremo incentivarne fortemente, a livello governativo, l’installazione sui tetti dei capannoni e sui tetti delle case, successivamente, visto che il gap energetico è un problema vero che ha questo Paese, non sono contrario a prescindere all’installazione di queste tipologie di impianti, ma sicuramente non devono essere vicino alle nostre abitazioni, in questo caso è a 50 metri dall'ingresso di Sant'Angelo in Vado, o vicino alle scuole, o a dei punti che anche il decreto legislativo considera come punti di interesse.
Secondo me dovremo anche tutelare le nostre colline, il nostro paesaggio, le nostre coltivazioni agricole, con tutte le dop e le doc che abbiamo nella nostra regione. Ad esempio la proposta di legge che abbiamo avanzato come Lega – poi in Commissione abbiamo deciso di farne una e di prendere come riferimento la 145 - era quella di basarsi sul modello Veneto che, in assenza di questo decreto interministeriale, è intervenuto con una legislazione propria, che non è stata impugnata dal Governo precedente, di fatto è legge e decadrà nel momento in cui verranno emesse le linee guida a livello ministeriale.
Io l’ho fatta lunga, però è chiaro che in assenza di normativa purtroppo stiamo vedendo che - e l'abbiamo visto 10 anni fa con il fotovoltaico sui terreni agricoli, si sta verificando la stessa cosa a distanza gli 10 anni - dove ci sono gli incentivi ci sono gli speculatori, di questo si tratta. Io non ho paura di dirlo al microfono anche se qualcuno mi ha minacciato a livello personale quando mi sono espresso contrariamente all’impianto di Cartoceto, sono uscite sui giornali parole come: “Serfilippi si vergogni per queste sue dichiarazioni” però vedo gli investitori esteri che con una società di scopo comprano o fanno degli accordi direttamente con i contadini o comunque con i proprietari terrieri, perché sanno benissimo che ci sono degli incentivi e che l’investimento è conveniente. Ecco, credo che non facciamo il bene del nostro Paese e delle nostre campagne e del nostro entroterra, per cui non sono contrario a prescindere a questo tipo di impianti, però la legge deve essere chiara.
La notizia di questi giorni è che sembra in dirittura di arrivo il decreto attuativo della legge nazionale, ritengo che sia il punto di partenza per far sì che anche noi come Regione sappiamo di che morte dobbiamo morire perché queste cose sono a livello ministeriale, spesso, soprattutto i grandi impianti. Come Regione possiamo opporci ed ha fatto bene il Servizio ambiente a dissentire in tutte le Conferenze dei servizi, perlomeno per gli impianti che abbiamo visto e che fino ad oggi sono pervenuti.
Non aggiungo altro, l’intervento mi è stato sollecitato dalla sezione della Lega di Sant'Angelo in Vado, che voglio ringraziare qui pubblicamente, come ringrazio tutti gli altri che sono intervenuti anche prima di noi con dei documenti, mi riferisco al Consigliere Rossi e successivamente al Consigliere Biancani.
Mi auguro che da parte di tutta l'Assemblea legislativa ci sia un voto unanime su questo documento. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Biancani.
Andrea BIANCANI. Grazie, Presidente. Innanzitutto voglio dire che come Partito Democratico volevamo presentare una risoluzione, poi abbiamo deciso di non fare perché il Consigliere Rossi ha accolto, sotto forma di emendamenti e modificando il dispositivo della mozione 321, quei punti che volevamo mettere nella risoluzione. A questo punto come gruppo sosteniamo questa mozione.
Siamo convinti che sia un errore realizzare impianti di quelle dimensioni in prossimità di un centro abitato, soprattutto in una vallata così prossima all'abitato di Sant'Angelo in Vado, che ha bisogno di tutto tranne che di modificare e di alterare quello che è il suo vero patrimonio: il paesaggio e le bellezze naturali del territorio.
Voglio anche dire che come Partito Democratico non siamo contrari alle energie rinnovabili, siamo favorevoli, le energie rinnovabili sono il futuro, sia per quanto riguarda l'energia solare che l'energia eolica, sia per quanto riguarda tutte quelle modalità di energia che non prevedono l’utilizzo di risorse fossili, ma che vanno a produrre energia attraverso fonti non inquinanti e rinnovabili.
Da questo punto di vista ribadiamo che è importante sollecitare, ed è stato inserito all’interno di questa mozione, tutti i Parlamentari, ma soprattutto il Governo a fare uscire i decreti attuativi della legge 199/2021 in maniera tale da consentire alle Regioni di poter individuare le aree idonee. Da questo punto di vista ci auguriamo che poi la Regione Marche, quando andrà ad individuare le aree idonee, consideri i terreni agricoli una risorsa, cioè terreni che non vanno sfruttati per produrre energia, ma che vanno utilizzati per produrre l’altra qualità del nostro territorio, cioè i prodotti eno-gastronomici, soprattutto per garantire le bellezze paesaggistiche delle nostre colline e del nostro entroterra.
Bene i pannelli fotovoltaici, ma questi devono essere concentrati nelle aree dismesse, nei parcheggi, sopra le fabbriche, in aree agricole in prossimità di quelle attività o di quelle zone che non possono essere usate per la coltivazione, non nei terreni che sono una risorsa per il nostro territorio.
A questo proposito, oltre alla risoluzione che non è stata presentata perché il Consigliere Rossi ha accolto ed inserito alcuni punti nella sua mozione, abbiamo presentato un’altra mozione che è stata sottoscritta da tutti i componenti del Partito Democratico, dal Consigliere Rossi e dalla Consigliera Ruggeri, nella quale riportiamo che lo stesso problema, che è emerso a Sant'Angelo in Vado, riguarda anche a Montecalvo in Foglia, Anche qui è stata fatta una richiesta per un impianto di 2,5 megawatt che occupa una superficie di 3,5 ettari, anche qui a 50 metri dal centro abitato, quindi si sta mettendo in campo nel nostro territorio, come ha detto il Consigliere Serfilippi, soprattutto nel nord delle Marche … Si vede che queste società stanno puntano i terreni che sono prossimi ai centri abitati, ma non con destinazione industriale, che sarebbe un’altra cosa, ma terreni con destinazione agricola.
Anche qui il Sindaco è contrario, come lo sono il Sindaco e l’amministrazione di Sant’Angelo in Vado, per cui ci hanno chiesto di presentare una ulteriore mozione per evitare di tornare in Aula la prossima settimana con lo stesso argomento e di discuterla oggi.
Voglio anche ricordare che bisogna essere tutti consapevoli che questi sono impianti per i quali la Regione Marche non deve esprimere nessun parere. Non è la Regione Marche che esprime un parere tecnico di contrarietà, ovviamente se la Regione esprime un parere di contrarietà politico e vuole evidenziare che questo tipo di impianti non vanno fatti in queste aree è comunque importante, sicuramente anche i Comuni si possono considerare sostenuti dall’ente Regione. Ma va detto chiaramente che l’ente Regione né sull’impianto di Sant'Angelo in Vado né sull’impianto di Montecalvo in Foglia dovrà esprimere un parere a differenza di quello che è successo, se non sbaglio, in sede di Via per quanto riguarda l’impianto di Cartoceto in quanto era un impianto superiore ai 20 megawatt e lì invece, per quanto riguarda la valutazione di impatto ambientale, se non sbaglio, il Ministero competente ha chiesto un parere alla Regione Marche.
In questo caso il parere non c’è, mi auguro che ci sia un voto positivo sia per quanto riguarda la mozione su Montecalvo in Foglia che per quanto riguarda la mozione su Sant'Angelo in Vado, che ovviamente come gruppo sosteniamo.
Lo voglio dire in maniera chiara e voglio ricordare, chiedo attenzione ai Consiglieri, che il sottoscritto aveva presentato un'interrogazione ad ottobre 2021, sottoscritta da me e da tutti i Consiglieri del gruppo PD, con la quale chiedevo al precedente Assessore all’agricoltura informazioni sul rischio di consumo di suolo agricolo a seguito della semplificazione normativa nazionale per l’installazione di impianti fotovoltaici a seguito del decreto legge 77/2021, lo stesso di cui stiamo parlando. Come gruppo del Partito Democratico avevamo anticipato ed avevamo detto: “Attenzione, se non c’è una azione forte nei confronti del Governo e del Parlamento per far emanare queste linee guida a breve arriveranno richieste …”, la risposta è stata questa: “Si deve inoltre considerare che tale delibera (del 2010) individua molti ulteriori limiti connessi a vincoli di natura ambientale e paesaggistica, quali ad esempio: esclusione di aree con dissesto idrogeologico, aree Sic, Zps, parchi, tutele connesse con il PPAR. Comunque le linee guida al momento sono sufficienti per evitare un’eccessiva diffusione di impianti fotovoltaici su terreni agricoli, almeno fino all’approvazione del decreto ministeriale previsto dall'articolo 20 del decreto, il quale stabilirà i nuovi decreti”. Cosa voglio dire, che l'Assessore quando mi avevo risposto mi aveva tranquillizzato, ma non doveva tranquillizzare me, doveva tranquillizzare tutti i Consiglieri di quest’Aula, la risposta era stata: “State tranquilli, che fino a quando non ci sono le linee guida vale la delibera della Giunta regionale del 2010 e quindi nelle Marche questo rischio non lo abbiamo”.
In realtà nella provincia di Pesaro hanno presentato tre richieste e se non c’è un po’ di azione, di forza delle amministrazioni, in questo caso comunali, insieme alla Regione e voglio ricordare anche la Provincia. che purtroppo ha dato parere positivo, ma si tratta di un parere tecnico chiesto agli uffici, come se lo chiedessero ai nostri uffici regionali i quali dovrebbero dare un parere positivo tecnicamente perché la norma consente di poter fare gli impianti.
Ritengo che sia importante che oggi ci facciamo sentire tutti uniti perché il problema c’è, è rilevante e vorrei evitare quello che è successo 15 anni fa, cioè girare per il nostro territorio e trovare impianti fotovoltaici diffusi in tutte le colline, ricordando una cosa, se il decreto semplificazione continua a prevedere la possibilità per gli agricoltori di fare delle Ati, associazioni di impresa, noi potremmo fare tutto quello che volete, ma le nostre colline saranno invase dai pannelli fotovoltaici.
Il tema è questo, ma lo deve fare l’agricoltore, non l’Enel di turno o qualsiasi altra società che lo vuol fare, fino a quando il decreto semplificazione lo prevede vi chiedo, visto che ce l’abbiamo, di sollecitare in questo senso il Parlamentare della Lega che fa parte della Commissione agricoltura. Se sono possibili le Ati noi non possiamo fare niente e alla fine le nostre colline saranno invase dai pannelli fotovoltaici, ovviamente quella non è una attività legata alla promozione dell’attività agricola, a sostegno dell’attività agricola, è, come ha detto il Consigliere Serfilippi, pura speculazione. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Casini.
Anna CASINI. Grazie, Presidente. Innanzitutto vi ringrazio perché questo è un tema molto importante ed è bene che se ne discuta in Consiglio perché c’è un crinale, tanto per usare un termine paesaggistico, da un lato abbiamo il fatto di dover implementare l’energia da fonte rinnovabile e dall’altro abbiamo il paesaggio, che è il nostro tesoretto. Noi non abbiamo tanti tesori nelle Marche che possono essere paragonati al paesaggio, quindi lo dobbiamo tutelare a prescindere dalla nostra singola vocazione ambientalista. Lo dobbiamo tutelare se non altro - io ho questa spiccata vocazione, ma c’è chi non ce l’ha - dal punto di vista economico. Immaginiamoci banalmente un agriturismo, un albergo o un centro storico che si affaccia su 3 ettari o 2,5 ettari, che sono 25.000 o 30.000 metri quadrati, tanto per darci un’idea, un appartamento è di circa 100 metri quadrati, qui parliamo di 25.000, 30.000 metri quadrati di terreno coperto da pannelli fotovoltaici, è chiaro che è una modificazione essenziale del paesaggio.
Ora, perché non ci aiuta in questo momento la proposta di legge n. 145? Mi dispiace per il grande lavoro anche impegnativo che è stato fatto in Commissione, però questa norma non è piaciuta perché non risolve il problema e neanche si può pretendere che lo risolva, sono i decreti attuativi che devono decidere, ed io mi auguro che siamo tutti d'accordo su questo, quali sono le aree delle quali non possiamo fare a meno dal punto di vista della bellezza paesaggistica.
E’ facile dire mettiamo il fotovoltaico sui tetti, io ho presentato una proposta di legge un anno e mezzo fa in III Commissione, l’abbiamo discussa, nella quale dicevo che le linee guida (delibera 13/2010), di cui si è parlato, non privilegiavano le zone industriali rispetto alle zone agricole per posizionare il fotovoltaico a terra, perché di questo parliamo, sui tetti siamo bravi tutti, ammesso che ci siano ancora tanti tetti delle fabbriche che siano di proprietà della fabbrica e non delle banche. La proposta di legge non è mai stata discussa perché il Governo poi ha deciso, in una norma del D.Lgs. 199/2021, di dire che sono aree prioritarie, aree che si devono utilizzare prioritariamente, quelle industriali coprendo addirittura il 60% della superficie utile, quindi danno una copertura, che generalmente per una fabbrica è del 50, del 10% in più.
Certo, questo è buono, nel senso che se abbiamo delle aree che nei piani regolatori sono state già valutate, nel caso delle Marche già valutate rispetto al Ppar, rispetto al 42/2004, possiamo dire che sono state destinate a zona agricola ancorché non pianificata, quindi soltanto retinata senza piano attuativo, è chiaro che è preferibile che siano insediate lì.
Poi siamo d’accordo, una cosa che ha sottolineato il Consigliere Biancani è questa discrasia, io che sono una azienda agricola devo dimostrare che l'energia che produco è adeguata alla mia necessità, ma è chiaro che una azienda agricola non è energivora, per cui l’agricoltore si trova ad avere dei vincoli in più rispetto a me e all'Assessore Aguzzi che volendo potremo fare una società e decidere di mettere un fotovoltaico in zona agricola.
E’ importante ricordare che ci sono dei vincoli paesaggistici, che sono quelli del 42/2004, che non vietano l'ubicazione di alcun tipo di manufatto, ma lo sottopongono, specie in zona agricola, ad un'autorizzazione paesaggistica che è discrezionale. Di conseguenza noi dovremmo avere il coraggio di dire che quando ci sono delle zone perimetrate, per intenderci dalla ex 1497 o dalla ex Galasso, dovremmo essere più incisivi da questo punto di vista.
Penso che dobbiamo avere il coraggio di tutelare quella parte di territorio che per noi economicamente è fondamentale, qual è questa parte di territorio? Mi dispiace che ci sia questa aggressione, da parte di società, delle aree interne, che sono più fragili. Capisco che i proprietari delle aree le vendano o le diano in concessione ventennale per installare impianti fotovoltaici, perché sono aree che a tutt’oggi valgono veramente poco sia dal punto di vista della rendita che dal punto di vista del valore delle aree, quindi è chiaro che si è allettati dall'idea che qualcuno ci dia dei denari per poter installare un fotovoltaico.
Però noi dobbiamo far capire che dobbiamo rispettare la vocazionalità delle aree interne, dei nostri borghi delle aree interne, non ci possiamo riempire la bocca con le leggi che tutelano le aree interne, la biodiversità, il paesaggio agrario variegato delle Marche, che ha una biodiversità che è unica al mondo, di questo dovremmo essere fieri, siamo la terza Regione d'Italia per biologico e non è un caso perché c’è chi 7 anni fa sul biologico mise 80 milioni di euro in un anno. Tutto questo lo dobbiamo preservare, dobbiamo rispettare la vocazionalità delle aree interne, che non è certo quella di vedere dei pannelli, anche perché nelle zone interne le aree pianeggianti sono poche e sono vicine ai centri abitati, oppure sono vicine ai corsi d'acqua, sono comunque visibili dall'alto, dai nostri centri e nuclei abitati che generalmente sono posti in zone di crinale, per cui il danno che possiamo fare è veramente irreversibile.
Dovremmo tutti insieme approvare questa risoluzione che mi lascia un po' perplessa sul punto 2) perché effettivamente, guardo il Consigliere Assenti, è probabilmente un po' generico, però è una presa di posizione importante in quanto è chiaro che tutte le aree sono coltivabili e dove ci sono le doc sarebbe più opportuno …, ma io domani la doc la tolgo e ci metto il fotovoltaico.
Dobbiamo entrare nel merito e non possiamo farlo noi perché rischiamo di invadere una materia che è concorrente per cui dobbiamo essere attenti. Perché la legge del Veneto è stata approvata? E’ stata approvata in quanto gli allegati erano molto più leggeri di quelli che abbiamo fatto noi ed erano diversi, quindi bisogna stare attenti a non invadere e a non superare quel crinale che separa non solo il fotovoltaico dal paesaggio, ma anche le competenze in una materia che, ricordo, è concorrente.
Questa risoluzione mi pare di buon senso perché tutti noi, mi auguro, ma mi pare di capire, pur rappresentando schieramenti diversi, abbiamo a cuore entrambe le questioni: da un lato il paesaggio, dall’altro la produzione di energia da fonte rinnovabile, basta scegliere e contestualizzare le scelte.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Aguzzi.
Stefano AGUZZI. Grazie, Presidente. Accolgo con molto piacere la determinazione dei vari Consiglieri regionali, di vari schieramenti, che si accomunano in questa iniziativa, che ovviamente non solo sostengo, ma dico che è molto opportuna, anche se temo che non potrà incidere direttamente sulle questioni singole di cui stiamo trattando. Ma voglio sperare e pensare che possa incidere in maniera più ampia nei livelli governativi, che devono dare degli indirizzi in questo senso.
Anzi, rispetto a questo la proposta di legge che si sta discutendo in Commissione non ha la pretesa di dettare le norme in questo senso nella nostra regione, perché sappiamo benissimo che sono norme regolate da leggi nazionali, vuole …, proprio perché c'è stato questo ritardo, secondo me voluto fino ad oggi, di non emanare decreti per dare le indicazioni alle Regioni su come potersi esprimere e lasciare libero campo a tutte le interpretazioni, cioè arrivano … Entro giugno dello scorso anno il Governo doveva dare alle Regioni delle indicazioni su come interpretare le norme e come dare poi i pareri su questi impianti quando venivano presentati dai privati, a giugno non è arrivato un bel nulla, ora siamo già a febbraio, in questa vacatio lunga mesi tutti si stanno insinuando, arrivano e chiedono di poter realizzare questo tipo di impianti.
Le proposte di legge che sono attualmente in discussione in Commissione io le ho anche un po’ stimolate, ripeto, non perché potessero essere esaustive, ma è un modo per cominciare a porre il problema, come a dire che la Regione Marche in questa vacatio complessiva si pone il problema di regolare o perlomeno di indirizzare il dibattito ed anche le azione per far sì che il nostro territorio non venga completamente deturpato.
Vogliamo parlarci chiaro? Io vi parlo da ambientalista, ornitologo, cacciatore ed agricoltore, da persona che conosce il territorio, parlare di agri-fotovoltaico vuol dire portare in giro tutta l’Italia. Chi è quell'agricoltore che fa un impianto agri-fotovoltaico e poi ci coltiva sotto? Ditelo a me che ho tre pali del telefono che attraversano la mia azienda e non vi dico cos’è passare lì sotto con il trattore driblando i pali. Con 350 pali alti 4 metri, come si fa ad andarci sotto con i mezzi, a fare l’agricoltore? Ci stanno prendendo in giro perché si è messo un limite nel 2011 con delle normative alle brutture dei pannelli fotovoltaici a terra, per superare quel limite cavalcando l’onda della richiesta di energia pulita, sacrosanta e giusta ...
Servono effettivamente fonti alternative, questo è vero, però il fotovoltaico a terra è stato più o meno impedito, allora si è inventato l’agri-fotovoltaico, facendo finta che fossero gli agricoltori a richiederlo. Trovatemi un agricoltore che impianta un impianto di quel genere e continua a fare l’agricoltore sotto.
Nei casi di Sant’Angelo in Vado, Montecalvo in Foglia, Cartoceto, Fano, i richiedenti non c’entrano nulla con l’agricoltura e voi qui parlate di un impianto di 6,5 ettari, quello Montecalvo in Foglia di 4,5 ettari, quello di Cartoceto e quello di Fano sono di 45 ettari l’uno, quello di Fano è lungo il fiume Metauro al confine della Zps, quindi lo hanno calibrato fuori dalla Zps per pochi metri e comprende un’area di un chilometro lungo tutto il fiume Metauro.
Noi abbiamo l’oro nelle Marche, che è il nostro territorio, andiamo al Bit di Milano a promuovere le bellezze del nostro territorio, la cultura, l’enogastronomia, i nostri borghi e poi andiamo ad impiantare robe da 45 ettari l’una, intere vallate coperte da fotovoltaici alti 4 metri, è un impatto visivo brutale, per cui facciamo bene a stimolare questo dibattito.
Ci tengo a dire, però, che mentre per gli impianti oltre i 10 megawatt, come quello di Cartoceto e quello di Fano, noi siamo tenuti a dare un parere perché lo screening di Via è a capo del Ministero, la Provincia deve autorizzare e il Ministero deve fare lo screening di Via, il Ministero richiama la Regione a dare un parere, e noi su Cartoceto abbiamo dato un parere negativo, anche se molto labile perché il nostro parere negativo si basava sul fatto che è brutto, dato che lì non ci sono né vincoli né altre cose, abbiamo usato il fatto che lì c’è la dop, quindi cerchiamo di dare una interpretazione, su quello di Fano abbiamo più difficoltà perché oltretutto è anche una ex cava e la legge indica proprio le ex cave, però è sempre una bruttura.
Su questi siamo stati chiamati a dare un parere del quale non so quanto ne terrà conto il Ministero, su quelli di Sant’Angelo in Vado e Montecalvo in Foglia non siamo neanche chiamati a dare un parere perché l’autorizzazione dello screening di Via è in capo alla Provincia e l’autorizzazione è in capo al Comune. E’ il Comune che deve autorizzare, mentre lo screening di Via lo fa la Provincia e la Regione non è neanche interpellata, infatti noi non siamo stati interpellati per l’impianto di Sant’Angelo in Vado.
Facciamo bene a porre la questione “politicamente” qui, oggi, però sarà il caso di cominciare a indirizzarla anche attraverso i Parlamentari di questo territorio.
Sull’aver rallentato l’iter di quella proposta di legge in Commissione ho dei dubbi, ma questo è un mio umile giudizio, perché poteva essere invece uno stimolo alla discussione oltre a mettere qualche paletto sul quale poter ragionare e sul quale poter dare dei pareri una volta che la legge fosse stata approvata, oggi non siamo neanche in grado di dare dei pareri.
Detto questo, non sarebbe stato nulla di risolutivo, però, visto che c'è qualche Parlamentare che gira ultimamente ad incoraggiarli, poi vi dirò in un orecchio chi è, forse facciamo bene a porci anche a livello nazionale, lo dico al mio stesso Governo ed al mio stesso Ministro perché in questa situazione il Ministro è anche del mio stesso partito e dovremmo fargli arrivare questa realtà.
E’ vero che questa grande reale esigenza “di energia pulita” ci può mettere un po’ in difficoltà nel porre queste questioni, dato che ormai la moda è quella di dire avanti purché non sia il gas, ma noi riempiamo di pale eoliche il mare, di agri-fotovoltaici le nostre colline, poi gli inglesi e i tedeschi vanno in vacanza in altri continenti invece di venire da noi.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Una volta tanto nel merito sono d’accordo con l’Assessore Aguzzi e sono d’accordo con il Consigliere Rossi e il Consigliere Biancani, che ringrazio entrambi per questa sintesi trovata.
Le mie sono convinzioni praticate nel tempo e nella mia esperienza politica, le ho praticate perché da Presidente della Provincia di Fermo, nonostante la normativa del 2011, che ci ha ricordato l’Assessore, venivano consentiti i pannelli fotovoltaici in zona agricola. In qualità di Presidente della Provincia, per dare copertura al dirigente del settore ambiente che doveva adottare i provvedimenti autorizzatori, proposi un atto in Consiglio regionale, un atto amministrativo, non potevamo fare altro, per vietare l'installazione dei pannelli fotovoltaici sulle colline della Val d’Aso, che è un’area di pregio, adottai un atto del genere con grande coraggio, non solo mio, ma soprattutto del Consiglio regionale perché era una competenza al limite la nostra, dato che era una competenza amministrativa.
Quell'atto venne poi annullato dal Tar, però conseguì lo stesso i suoi effetti in quanto tanti pannelli non vennero installati, altri si.
Se andiamo in alcune zone è terribile quello che è avvenuto nelle nostre campagne, qui ha ragione l’Assessore Aguzzi, non solo perché vengono da noi gli inglesi, ma perché noi vogliamo vivere la bellezza delle nostre campagne, la vogliamo vivere anche perché siamo nati lì, ci siamo cresciuti, ci siamo formati, questa è la nostra terra e noi abbiamo il diritto di viverla nella sua pienezza e di valorizzarla a dispetto di coloro che vogliono speculare su questo tipo di nuove energie.
Sulle energie rinnovabili, per carità, siamo d’accordo, ma devono essere compatibili con il nostro territorio, con le sue bellezze e non lo devono deturpare, con la salute. Questi sono anche contro la salute, ma come si fa a pensare che da una parte vietiamo i pannelli fotovoltaici a terra e poi li mettiamo in alto, e i contadini ci lavorano sotto? Ma sanno di che parlano questi? E’ un irresponsabile chi prevede questo, secondo me, non solo politicamente, credo che abbia qualche problema di demenza istituzionale, ha la perdita della memoria, è chiaro. E sapete perché hanno la perdita della memoria? Io dicevo che i pannelli fotovoltaici dovevano essere installati nei capannoni industriali, nei capannoni artigianali e doveva essere anche un’occasione per una bonifica degli stessi perché su tanti ci sta ancora l'amianto, quindi si poteva togliere e mettere i pannelli fotovoltaici. Queste cose le facevo reiteratamente da Presidente della Provincia di Fermo, non so quante cause mi hanno fatto, poi alla fine le ho risolte e le ho vinte tutte. Ricordo che ci ho perso anche un amico, che era un ex cliente, perché gli vietai l’installazione di un pannello fotovoltaico - ci fu una grande polemica - addirittura sul capannone in quel caso industriale, che non stava in una zona industriale, ma era a ridosso del centro abitato, non si capisce come fosse stato possibile consentire quella trasformazione, ed allora io lo feci vietare. Questo è il punto.
ll problema è che c’è una normativa nazionale, quindi bisogna intervenire nei confronti del Parlamento che si deve assumere le sue responsabilità perché la tematica della tutela dell'ambiente è una competenza esclusiva dello Stato (articolo 117, comma 2, lettera s), però la Regione ha la competenza concorrente (articolo 117, comma 3) sulla valorizzazione dei beni ambientali, questa è una legislazione concorrente, valorizzazione dei beni ambientali, l’altra, tutela dell’ambiente, è competenza dello Stato.
Noi abbiamo la competenza in materia di valorizzazione dei beni ambientali, ma le colline della nostra vallata, o del Montefeltro, o di tutte le parti della nostra regione sono o non sono beni ambientali? Sì, secondo me. Abbiamo o no il dovere e il diritto di tutelarli? Si, allora, Assessore, dobbiamo farlo e siccome condivido tutto quello che lei ha detto, anzi con soddisfazione ne prendo atto, facciamo questi interventi di valorizzazione dei beni ambientali, facciamo magari una legge regionale e poi vediamo se hanno il coraggio di impugnarla nell'esercizio dell'attività concorrente per tutelare e valorizzare questi beni ambientali, dove noi individuiamo come tali tutte le nostre colline, tutti i nostri centri di pregio, vicino ai centri abitati e lì vietiamo con legge regionale l’installazione di queste schifezze, perché tali sono vicino ai centri abitati o nelle aree di pregio. Facciamo una legge di questo tipo, poi che abbiano il coraggio di impugnarla visto che noi esercitiamo una prerogativa costituzionale sub 117, comma 3, che ci dà la competenza concorrente per la valorizzazione dei beni ambientali, che la legislazione esclusiva, che è quella della tutela dell’ambiente, ha il dovere di consentire, di sprigionare quest’altra competenza, perché il tema delle competenze istituzionali nel nostro Paese non è che l'una prescinde dall’altra, si guardano e si integrano a vicenda, siccome abbiamo questa consapevolezza, facciamolo e credo che il voto che ci accingiamo a dare oggi, immagino in modo unanime, sia un buon primo passo e un buon viatico verso questa direzione.
Presidenza del Vicepresidente
Andrea Biancani
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Vitri.
Micaela VITRI. Grazie, Presidente. Vorrei innanzitutto ringraziare i primi firmatari delle mozioni, sia il Consigliere Rossi che il Consigliere Biancani, con il quale ci siamo confrontati fino a ieri sera sull'opportunità o meno di intervenire su questo tema.
In realtà, lo voglio ribadire anch'io, si tratta semplicemente di un parere, di una posizione politica, la Regione, ed anche qui sono stranamente d’accordo con l’Assessore Aguzzi, non ha competenze specifiche, quindi oggi noi esprimiamo semplicemente un’opinione perché siamo contrari, lo abbiamo già messo in evidenza, a tutti questi impianti, soprattutto vicini ai centri abitati e in aree agricole.
Ciò che mi preme evidenziare è un punto importante della mozione che “sollecita il Governo e i Parlamentari marchigiani per la definizione dei decreti attuativi del decreto legge 199/2021 affinché ci sia chiarezza, trasparenza ed uniformità nelle norme”. Perché voglio evidenziarlo? Perché da più di due mesi in III Commissione stiamo parlando di una proposta di legge e ancora non siamo riusciti a venirne a capo definitivamente in quanto mancano i decreti attuativi. Il problema è proprio questo, non possiamo legiferare finché dal nazionale non ci sono le linee guida esplicite e precise. E’ anche questo che mette in difficoltà i Comuni per cui, per quanto oggi possa essere rilevante la nostra presa di posizione, il vero passaggio fondamentale per i Sindaci di Sant'Angelo in Vado e di Montecalvo in Foglia è quello della chiarezza nella normativa nazionale, per cui dobbiamo fare in modo, e lo chiedo anche a voi esponenti della maggioranza, che i parlamentari di maggioranza prendano posizione urgentemente per non mettere in difficoltà i nostri Sindaci e i nostri amministratori. L’esempio dell’impianto richiesto a Sant'Angelo in Vado, in località Cà Rinalduccio, da 7 megawatt è lampante, così come lo è quello di Montecalvo in Foglia, una richiesta che è proprio a ridosso del centro abitato e la Sindaca non ha strumenti adeguati per dire no. Effettivamente non possiamo farlo noi, la nostra oggi è un’opinione, non è altro ed io spero che non sia un’opinione che cada nel vuoto e serva solo a un Consigliere per avere un'altra pagina sul giornale, perché quello che dobbiamo fare è mettere nella condizioni i Sindaci di avere degli strumenti chiari e precisi per poter intervenire quando arriveranno anche altre richieste, non solo a Sant'Angelo in Vado e a Montecalvo in Foglia, ma ovunque ne arriveranno nei prossimi mesi e nei prossimi anni.
Mi auguro, essendo favorevole alle energie rinnovabili, che le richieste siano sempre di più, ma in questo il ruolo della III Commissione, di cui faccio parte, sarà decisivo, dovremo chiarire quali sono i luoghi idonei per l’installazione dei pannelli. La Consigliera Casini poco fa lo ha detto chiaramente, l’aveva già anticipato anche il Consigliere Biancani, ci sono i tetti degli edifici industriali, ci sono tantissime zone idonee, mi auguro che in Commissione il lavoro possa andare avanti in maniera spedita, tenendo conto anche delle indicazioni che ci sono arrivate da tutte le associazioni di categoria.
A titolo di esempio vorrei ricordare il parere che è arrivato da Confindustria, che ci ha chiesto esplicitamente di aspettare le linee guida del decreto nazionale, ce lo ha chiesto in una audizione in III Commissione, lo stesso modo ci è stato messo in evidenza dalle associazioni degli agricoltori, dalla Cia alla Coldiretti, quindi spero che effettivamente il passo decisivo, esplicitato anche in questa mozione, sia quello di chiedere ai parlamentari marchigiani, in particolar modo a quelli di maggioranza, di definire i decreti attuativi della 199/2021 entro breve, per cui spero che oggi la firma di questa mozione all'unanimità possa essere d’aiuto. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cancellieri.
Giorgio CANCELLIERI. Sarò brevissimo, semplicemente a sostegno della mozione del Consigliere Rossi e delle mozioni dei Consiglieri Serfilippi e Biancani, ma anche a sostegno di tutti quei Sindaci che hanno dovuto subire in tutti questi anni una arroganza e una prepotenza da parte di chi, facendo speculazione, si è inserito in un vulnus legislativo.
Adesso è ora di fare chiarezza: il Governo o lo Stato centrale o, se è materia concorrente, come ha detto il Consigliere Cesetti, se è possibile, anche con una nostra proposta di legge che possa in qualche modo dare una mano ai Sindaci, che sono completamente in mano a questo fenomeno, che è palesemente speculativo e che si inserisce su un bisogno: quello dell'approvvigionamento di energia. Come ha detto il Consigliere Biancani e come avete detto tutti, si inserisce in un bisogno, quindi è fatica anche deludere il problema dell'energia rinnovabile, del produrre il più possibile energia rinnovabile.
Da Sindaco ricordo di essere stato dentro queste polemiche proprio perché nel mio Comune a suo tempo furono insediati due impianti fotovoltaici a terra, uno all’entrata, vicino ad una casa tutelata dalla Sovrintendenza, e un altro nella famosa Piana di Asdrubale, sede presumibile della battaglia del Metauro, sul quale da Sindaco non ho potuto che mettere delle prescrizioni. L’autorizzazione tecnica fu data dalla Provincia ed io da Sindaco ho potuto mettere solo delle prescrizioni, una era quella di mitigare l’impatto ambientale attraverso un'alberatura, la vegetazione davanti all'impianto per renderlo meno visibile alla gente.
Voi capite che i Sindaci sono in mano agli speculatori e ai proprietari di terreno, che per risolvere le proprie aspettative anche economiche …, perché questo è il problema, l’agricoltore ha interesse a dare i campi, chi vuol produrre energia ha il suo interesse e certamente l'ambiente viene massacrato dagli impianti che sono brutti e sacrificano suolo agricolo, perché c'è un sacrificio di suolo agricolo.
Penso che un impianto a Sant’Angelo in Vado, all’inizio del paese, sia una cosa che non si racconta, su una piana bellissima, quella di Cà Rinalduccio, per cui ci sono tanti cittadini preoccupati per questa richiesta e per questo potenziale insediamento.
Non si può chiedere una roba simile, a me è successo da Sindaco ed io non ho potuto dire nulla se non prendere atto di una autorizzazione data dalla Provincia, che è una autorizzazione tecnica, sulla quale ho potuto apporre solo delle prescrizioni.
Allora cerchiamo di fare una legge, il Governo vada con velocità e se noi possiamo fare qualcosa come Regione penso che dovremmo farlo. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carancini.
Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. Poche cose da aggiungere, salvo innanzitutto ringraziare il Consigliere Biancani che per il gruppo del Partito Democratico ha voluto interessarsi direttamente, insieme alla Consigliera Vitri, in relazione al territorio. Un ringraziamento al Sindaco di Sant'Angelo in Vado, oltre che al Consigliere Rossi, perché l’argomento ci appartiene e probabilmente è in grado di danneggiare e colpire in particolare questa regione, in genere tutto il Paese, sicuramente le Marche.
Credo che siano convincenti alcuni ragionamenti che ho ascoltato fin qui, però provo non ad aggiungere, ma a mettere sul tavolo un'ulteriore riflessione che parte intanto dalla convinzione che la Regione Marche dovrebbe provare a inserirsi negli spazi normativi della legislazione concorrente per la regolazione di questo tema. Chi si nasconde volontariamente o involontariamente dietro: “ci deve pensare lo Stato”, ritengo che faccia un grande errore, è un errore che non fa assumere le responsabilità, che non fa assumere il coraggio di un'Assemblea legislativa, ecco perché penso che esistano gli spazi per poter intervenire e provo anche a dimostrarlo, salvo prima investire la Commissione urbanistica ad assumere questa responsabilità, a farsi promotrice insieme ai Consiglieri di maggioranza di questa materia.
Guardate, non si inventa nulla, basta leggere la legge 17/2022 della Regione Veneto che segna una strada importante sulla autonomia coerente con la legislazione nazionale su questo tema, quindi – mi pare che il Consigliere Cesetti facesse riferimento proprio agli spazi - credo che ci siano gli spazi affinché la Regione Marche possa su questo legiferare.
Ne faccio un’altra di considerazione che mi pare di non aver ascoltato, e la domanda è rispetto all’altra faccia della medaglia ed è questa: ma voi pensate che tutti i proprietari di terreni agricoli delle nostre Marche siano contenti di impiantare impianti agro-fotovoltaici sulle nostre terre? Non è una domanda retorica, è una domanda seria, che ha un ulteriore passaggio, che è quello di dire: ma siete convinti che i contadini, gli agricoltori, guadagnino a sufficienza o sia garantita a sufficienza la redditività, le risorse per coltivare? Certo, c'è chi ha la fortuna di poter coltivare un terreno piccolino per conto proprio, ma qui parliamo di terreni agricoli ben più ampi, e il contadino, l’agricoltore è di fronte ad un'alternativa, amici e colleghi, che è quella di dire sono in grado di poter avere un reddito sufficiente per poter campare e poter andare avanti senza mettere l’agro-fotovoltaico? Penso che ricevereste, come è capitato di ascoltare a me, qualche risposta che dice: “Ma sai che ti dico, piuttosto che non campare o non riuscire a sbarcare il lunario metto l’agro-fotovoltaico”. Questo è un dato di fatto e non farsi questa domanda è un errore.
Il passaggio successivo è: ma allora che cosa possiamo fare? Io penso che da questo punto di vista la Regione Marche, che ha gli strumenti anche finanziari per poter operare su questo tema, possa …, di fianco a una nuova legge che delimiti, circoscriva, individui uno spazio territoriale, che serve a escludere dalla possibilità di individuare, sulla base delle indicazioni che erano venute in precedenza, penso a tutti i terreni che devono conservare la biodiversità, ai terreni che servono al ripopolamento degli animali, penso a tutte le aree tutelate dal patrimonio universale dell'Unesco, a tutti i territori che riguardano le attrazioni turistiche, ecco gli spazi per poter integrarsi con la legge nazionale ci stanno, ma accanto a questi occorre che la Regione, dentro questa audacia di mettere insieme l’attenzione su un tema così, sia in grado di incentivare e sostenere quegli agricoltori rispetto alle proprie attività agricole, altrimenti non chiuderemo il cerchio dell'attenzione e finiremo qui in Aula a dire e a riempirci la bocca dicendo che non si può fare, che è uno scempio, che non si può concedere questo. Sì, ma facciamo i conti però con le esigenze, con i bisogni delle persone, con coloro che coltivano i terreni agricoli e che hanno bisogno da questo punto di vista di un sostegno per far sì che quelle colture vengano sottratte al “ricatto” della installazione dell’agro-fotovoltaico rispetto al diritto di avere, come agricoli, un reddito dignitoso, perché questo è un tema centrale, non affrontarlo vuol dire di fatto riempirsi di retorica. Grazie.
Presidenza del Presidente
Dino Latini
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Assenti.
Andrea ASSENTI. Grazie, Presidente. Anch'io mi uniscono alla nostra voce, al ragionamento generale dell’Aula, totalmente condivisibile sia nelle premesse che, leggermente meno, condivisibile in maniera inferiore, su alcuni spunti dell'impegno sul quale, secondo me, dovremmo ragionare in maniera chiara e concreta.
Noi sappiamo che l'impegno che chiederemo alla Giunta e al Presidente è l’impegno di una mozione, non è un impegno formale atto a modificare procedimenti o in attesa di decreti attuativi dello Stato, qui parliamo del D.Lgs. 199/2021 in attesa dei decreti attuativi e mi risulta che teoricamente, anche a breve, dovrebbero essere non tanto ad adiuvandum quanto in melius per chi vuole addirittura pannellare i nostri terreni.
Trovo però uno spunto positivo in quello che dicevano i Consiglieri Cesetti, Carancini ed altri, penso che sia veramente uno dei temi da affrontare in maniera seria, legislativamente parlando, perché di fatto noi siamo legislatori pur se con potestà legislativa concorrente, ma l'unico modo che abbiamo per frenare questo scempio sulle nostre colline e sui nostri terreni è provare a dare una normazione diversa da quella che va in applicazione concorrente con lo Stato.
Sappiamo tutti che è un esercizio giuridico, sappiamo tutti che è un'attività legislativa che possiamo fare, sappiamo tutti però anche l'esito, di fronte al potere di legge dello Stato e al potere di legge regionale il più delle volte, 99 su 100, vince il prima e non vinciamo noi, perché dico questo? Perché pur riconoscendo lo sforzo sia al Consigliere Biancani che al Consigliere Rossi ed anche al Consigliere Serfilippi, quando si cita: “Ad escludere dalle aree quelle utilizzabili direttamente …”, ripreso anche dalla Consigliera Casini, noi sappiamo che facciamo una sorta di brocardo, poi sappiamo tutti che l’esito sarà ovviamente negativo, non voglio essere pessimista, però sappiamo che una normazione così generale, invece di una normazione puntuale in determinati campi, diventa complicata.
Come lo stesso impegno che la Regione ha e può mettere nei desiderata, la manifestazione di interesse, sicuramente positiva al 100%, la limiterei quando si chiede di impegnare il Presidente nel mettere in atto tutte le azioni necessarie, sapendo benissimo, ahimè, Consigliere Rossi, che la Regione in questa fase le azioni necessarie, legalmente parlando, che possono essere messo in atto, sono realmente poche, pari a zero.
Quindi sicuramente l'intento di contrarietà, mettiamo noi la nostra firma sulla contrarietà a questi mega impianti, ma dobbiamo però sbattere contro la cruda realtà. Penso anche che tra pochi giorni usciranno i decreti attuativi che ci richiameranno ad un atteggiamento legislativo e di impostazione normativa in questo tema totalmente differente.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Biancani.
Andrea BIANCANI. E’ solo per dire a tutti i Consiglieri che sono molto preoccupato, come penso molti di noi.
La scelta è politica, cosa scrivere in quel decreto non è una scelta tecnica. L’autorizzazione che si chiede è una scelta tecnica, una volta che il decreto è fatto. Cosa scrivere nel decreto invece è una scelta politica ed è per quello che prima ero contento, c’era anche il Presidente Acquaroli che mi guardava sorridendo in senso positivo, però, ragazzi, bisogna che al Parlamentare della Lega ed agli altri rappresentanti del nostro territorio li chiamiamo perché il tema è politico, se questi ci raccontano la balla, come ha detto l’Assessore Aguzzi, che l’agri-voltaico è possibile – ricordo che le linee guida sull’agri-voltaico sono già uscite, si stanno aspettando quelle sul fotovoltaico, ma in realtà sull’agri-voltaico sono già uscite – e che si fa dappertutto (terreni agricoli, non agricoli e quant’altro), per cui, se non c’è un’azione forte di chi governa, insieme all’opposizione … Questo non è un modo per scaricare, ma per rendere tutti consapevoli di cosa stiamo parlando, questi impianti, come ha detto il Consigliere Assenti, non li fanno a Sant’Angelo in Vado o a Montecalvo, li fanno dappertutto con la storia dell’agro-voltaico ed anche del fotovoltaico normale.
Il decreto semplificazioni va in una direzione: semplificare e accelerare, priorità assoluta l’energia sostenibile, tutto il resto è secondario.
Questo è, la logica è questa e non la tutela del territorio o del paesaggio, o delle eccellenze che solo il Paese Italia ha.
Se non interveniamo, noi stiamo parlando del nulla, si torna al 2010 quando si poteva tutto e dove ti pareva, anzi nel 2010 veniva chiesta una autorizzazione normale, oggi si prevede quella semplificata, vuol dire che in pratica non si chiede niente a nessuno, per la cronaca.
Questo vale per rendere tutti consapevoli e chi può faccia qualcosa, sennò il nostro territorio regionale sarà invaso da finti pannelli fotovoltaici chiamati agri-fotovoltaici e da pannelli fotovoltaici così come intesi.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Rossi.
Giacomo ROSSI. Ringrazio tutti i colleghi che ben hanno capito l'intenzione di questa mozione, c'è un aggiustamento tecnico che chiedeva il Consigliere Assenti, quindi nel dispositivo, quando si chiede di mettere in atto tutte le azione necessarie e possibili, lui vuole inserire: “nel rispetto delle procedure”. Io l’ho dato per scontato con la parola “possibili”, però è un contributo che credo non faccia la differenza e possa essere inserito, poi chiedo al tavolo che ci sia la sottoscrizione della mozione da parte di chi vuole per darle la massima condivisione possibile.
Ci sono delle richieste ben precise in questa mozione, ci sono delle richieste a chi ci rappresenta in Parlamento, a chi ci rappresenta alla Camera dei Deputati e al Senato, c'è un indirizzo nei confronti dei nostri Parlamentari a muoversi in una determinata maniera perché la scelta è politica, come hanno detto i Consiglieri Biancani e Cesetti. Si richiama la responsabilità dei nostri Parlamentari ed io lo faccio anche come componente di un movimento civico autonomista e regionalista come il nostro che cerca in primis di fare gli interessi della nostra regione, che vanno portati avanti dai nostri Parlamentari di qualsiasi schieramento politico. Interessi che sul campo prima non sono stati portati avanti perché aspettiamo le direttive dal 2021, ma non possiamo ancora aspettare, i nostri Parlamentari hanno delle responsabilità, per cui richiamo, come faccio sempre, la responsabilità dei partiti nei confronti dei propri Parlamentari e dei loro rappresentanti a Roma.
Si parla di azioni possibili, e qui vorrei interloquire con il Consigliere Assenti, è chiaro che la Regione non ha la potestà legislativa, ma può farsi sentire, anche capacità comunicativa, come ho detto prima, nei confronti dei nostri Parlamentari, ben vengano anche tutte le azioni legislative regionali possibili per far avanzare il prima possibile la legge che è in Commissione, ce la impugneranno? Non importa, però noi dobbiamo fare in primis gli interessi della nostra regione, evitando degli schifi come questo.
Concludo, ringraziando tutta l’Assise per la condivisione che ha avuto su questo documento, non è scontato.
Soprattutto, questo lo dico agli uffici, che questa mozione sia inviata il prima possibile, che non faccia la fine di altre mozioni, deve essere inviata ai nostri Parlamentari e al Governo tra un'ora via Pec, non abbiamo più tempo a disposizione, quindi il nostro impegno è valido se la comunicazione viene fatta per tempo, anche tenendo conto delle tempistiche di cui abbiamo parlato prima.
Ringrazio l'Assemblea per questa condivisione, abbiamo dato dimostrazione di unità di fronte a una problematica comune, abbiamo dimostrato che qualche volta possiamo fare insieme ed uniti gli interessi dei marchigiani a difesa del nostro territorio. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Non è mia consuetudine intervenire durante il dibattito generale, però mi corre l’obbligo, visto sia il tema che la qualità degli interventi, di ringraziare intanto i proponenti, dal Consigliere Biancani al Consigliere Rossi, al Consigliere Serfilippi, perché almeno abbiamo discusso di questo argomento, l’abbiamo fatto con grande trasparenza e senza illusioni perché non si possono illudere oggi due Comuni, ma questa sarà la materia di tutto il territorio, perché se gli impianti non vengono realizzati oggi, come può essere, temporaneamente in quelle realtà, significa che dopodomani avremo comunque uno dei 296 Comuni delle Marche che sarà interessato da questa possibile scelta.
Il Consigliere Biancani ha fatto una sintesi, il tema è tutto politico, bisogna che ci assumiamo ognuno per una quota parte, e oggi noi abbiamo quella più piccola, la responsabilità delle scelte, che deve fare il Governo e siccome abbiamo anche illustri rappresentanti che possono incidere, penso all’ex Vicepresidente della nostra Regione, anche Presidente di una Commissione importante, che ha competenza diretta almeno nel tema, vediamo cosa possiamo fare insieme.
Ho apprezzato molto l’intervento dell'Assessore Aguzzi perché questa nazione è capace di inventarsi delle soluzioni dal punto di vista terminologico incredibili, abbiamo chiamato i pannelli fotovoltaici, che vengono sospesi, agro-fotovoltaici, ma lasciano una deturpazione identica a quelli a terra, consentono di realizzare un inceneritore e di chiamarlo termovalorizzatore, senza togliere niente siamo in quella modalità.
Ed ha ragione il Consigliere Biancani quando dice che quello che accadrà domani è fuori dal controllo assoluto della Regione, quindi il dibattito di oggi serve per impegnare politicamente il Presidente in Conferenza delle Regioni perché lì ci sia un’azione fondamentale ed impegnare i Parlamentari tutti perché i decreti non attuativi tengano conto del dibattito di oggi.
Penso che sarà una battaglia molto complicata perché nessuno nel decreto semplificazione ha tenuto conto principalmente delle esigenze del territorio, si è posta in quel contesto la necessità energetica del territorio. E’ un provvedimento di interesse nazionale che bypassa di fatto tutte le norme, anche le leggi regionali, anche quella del Veneto sarà inficiata dopo i decreti, e sicuramente carica di grande responsabilità il territorio, gli amministratori e i Sindaci.
Ricordo la battaglia che facemmo tra il 2010 e il 2011 rispetto al coordinamento nazionale dei Sindaci con l’Anci perché anche quel luogo fu un soggetto che riportò con grande determinazione la posizione degli amministratori che si trovavano invasi e si trovavano poi ad interloquire con i cittadini, con l'assunzione di una responsabilità solo politica perché quella amministrativa era superata dalla norma nazionale.
Ricordo anche l’allora attenzione che ci fu da parte della Regione per arrivare ad un provvedimento che potesse limitare quella situazione deturpante, che si determinò in qualche pezzo del nostro territorio.
Quella di oggi è una mozione in cui indichiamo due Comuni e indichiamo una serie di soluzioni, ma la soluzione vera è quella politica, se non ci sarà, ahimè, forse avremo tutelato mediaticamente due Comuni per qualche giorno, per qualche ora, ma inevitabilmente arriverà un’onda incontenibile che non potremo utilizzare politicamente, assumendoci la responsabilità, a quel punto di chi governa a tutti i livelli, delle ricadute che ci saranno nel nostro territorio. Grazie.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Emendamento a firma dei Consiglieri Rossi, Serfilippi, Baiocchi, Cancellieri, Biancani, Vitri, Santarelli, Ruggeri: “Nel secondo punto del dispositivo dopo la parola ‘possibile’ sono inserite le seguenti: ‘nel rispetto delle procedure’”. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Aggiungere il voto favorevole del Presidente Acquaroli.
Emendamento a firma dei Consiglieri Rossi, Serfilippi, Baiocchi, Cancellieri, Biancani, Vitri, Santarelli: “a Sollecitare il Governo ed i parlamentari marchigiani per la definizione dei decreti …, ad escludere dalle aree idonee quelle direttamente utilizzabili per la coltivazione”. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Mozione n. 321, così come emendata. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
PRESIDENTE. La mozione n. 324 è stata ritirata.
Mozione n. 326. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Proposta di legge n. 124
ad iniziativa dei Consiglieri Menghi, Biondi, Antonini, Bilò, Marinangeli, Marinelli, Cancellieri, Serfilippi, Rossi, Ausili, Ciccioli, Leonardi, Putzu, Baiocchi, Assenti, Borroni, Marcozzi, Latini, Pasqui
“Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 19 novembre 2012, n. 33 (Disposizioni regionali in materia di apicoltura)”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 124 dei Consiglieri Menghi, Biondi, Antonini, Bilò, Marinangeli, Marinelli, Cancellieri, Serfilippi, Rossi, Ausili, Ciccioli, Leonardi, Putzu, Baiocchi, Assenti, Borroni, Marcozzi, Latini, Pasqui.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Ausili.
Marco AUSILI. Grazie, Presidente. Questa proposta di legge si pone degli obiettivi rilevanti, obiettivi che hanno a che fare con l'interesse di questo territorio, un territorio che, come abbiamo appena detto, è caratterizzato da alcune specificità di tutta rilevanza e di grande importanza, tra queste c'è proprio il patrimonio apistico perché sul nostro territorio si muovono più di 2.400 apicoltori che realizzano dei prodotti molto importanti e di alta qualità. Quindi, con questa proposta di legge ci si pone l'obiettivo di conservare e valorizzare questo patrimonio apistico, andare a sostenere da vicino gli apicoltori marchigiani che, come sappiamo, conoscono le conseguenze negative di alcuni processi che sono in corso di natura economica, ma anche e soprattutto legati alle modificazioni climatiche che stiamo vivendo, il tutto tenendo fede ad un'esigenza fondamentale che è quella di addivenire ad una coesione e ad una coesistenza armoniosa ed equilibrata fra i vari soggetti che si muovono in questo ambito, apicoltori da una parte, agricoltori dall'altra e ancora tutti coloro i quali, come noi del resto, hanno a cuore l’individuazione di politiche che tengano in profonda considerazione il nostro ambiente e il futuro dello stesso.
Questa proposta di legge si presenta come un aggiornamento alla legge regionale vigente sull'apicoltura, una legge regionale che risale al 2012, a circa 11 anni di distanza, e si presenta come un aggiornamento dovuto, anche alla luce del mutato quadro normativo sulla materia a livello nazionale e delle modifiche che sono occorse a enti vari e ad agenzie regionali che hanno competenze su questo argomento.
Una proposta di legge di aggiornamento, ma anche e soprattutto un atto che vuole dare una visione in più, particolare, che sceglie di puntare su questo settore, quindi un provvedimento legislativo che ha dentro di sé tutta una serie di misure e apre la strada ad una serie di iniziative volte a sostenere la competitività e la produttività dei nostri apicoltori e volte a promuovere sempre più e sempre meglio i loro prodotti
Vado a segnalare alcuni tra i passaggi più salienti di questa proposta di legge.
La Regione promuove l'inserimento e il mantenimento di specie vegetali d'interesse apistico privilegiando quelle autoctone e la diffusione delle varietà delle piante coltivate ad essenze nettarifere compatibilmente con le vocazioni territoriali.
La Regione in collaborazione con Amap si propone di incentivare la promozione e la valorizzazione dei prodotti apistici originati nelle Marche anche mediante l'applicazione sui vasetti o contenitori messi in vendita di apposito segno distintivo; il principio della programmazione che individua anche degli indirizzi particolari intorno ai quali questa Aula voterà a breve; il sostegno agli apicoltori professionali; il sostegno per la sopravvivenza delle api in caso di condizioni climatiche avverse; il sostegno alla produzione, commercializzazione, valorizzazione dei prodotti dell’apicoltura; il miglioramento della filiera, la lotta e la prevenzione alle malattie delle api; le azioni di supporto tecnico scientifico finalizzate all'adozione di programmi di ricerca e poi l'adozione di strategie fitosanitari sostenibili; l'apicoltura biologica e l'educazione alimentare.
Inoltre, al fine di ridurre i fenomeni di erosione genetica derivanti dall'ibridazione, ci si propone anche, sempre di concerto con la Commissione apistica regionale, di tutelare l’apis mellifera ligustica diffusa sul territorio regionale; poi ci si propone di costituire un tavolo tra associazioni di categoria, consorzi apistici, consorzi di difesa riconosciuti nelle Marche per valutare l'ipotesi di definire un programma assicurativo riguardante la copertura dei rischi connessi all'attività.
Questo e molto altro, non mi sottraggo dal discutere anche alcuni punti sui quali insistono degli emendamenti presentati da alcuni Consiglieri di minoranza, che abbiamo tenuto in profonda e dovuta considerazione.
Mi prendo pochi secondi per andare già da ora a dire quella che è la nostra versione dei fatti su quei punti delicati e importanti.
Il tema della rappresentanza, cioè della individuazione di quei soggetti che la Regione si propone di riconoscere all'interno di quegli organismi che sono chiamati poi a discutere e a prendere iniziative in questa materia. Un tema fondamentale, sul quale ci siamo lungamente confrontati con tutti gli operatori, i soggetti, le associazioni agricole e degli apicoltori, e anche con tutti i Consiglieri componenti della II Commissione, da una parte è evidente che su questo tema emerge una versione, quella di allargare il più possibile il sistema della rappresentanza, dall'altra la possibilità di invece andare a restringere sempre più il campo. Il nostro tentativo, al termine di questo lungo confronto, è stato quello di individuare un criterio, che fosse logico, che fosse sostenibile e questo è stato inserito nella legge, quindi un criterio che riconosce una terza via mediana, per così dire, che è in linea con le definizioni in uso presso il Ministero delle politiche agricole e forestali, un criterio che è in linea con quello che accade anche in altre regioni, questo a garanzia di tutto, senza che questo possa escludere forme di collaborazione con tutti.
Poi il tema dei fitofarmaci, il tema dell'uso dei fitofarmaci è rilevante, complesso, articolato, delicato, sul quale insiste l'attenzione di tanti soggetti di diverso tipo. Il nostro tentativo è quello di operare un confronto che ha messo intorno al tavolo della II Commissione il parere di tutti, la decisione che ci siamo sentiti di prendere è posta a garanzia di ciascuno perché da una parte è necessario specificare meglio quali sono i prodotti fitosanitari e fitofarmaci che vanno ad essere vietati, dall'altra è ulteriormente importante specificare meglio le fasi fenologiche, ovvero i periodi durante i quali questo divieto può presentarsi.
Un tema delicato sul quale è necessario porsi a garanzia di tutti anche perché si tratta poi di irrogare eventualmente delle sanzioni.
La scelta finale del testo è maturata anche grazie al lavoro della struttura competente, che ringraziamo per aver formulato questa ipotesi, e introduce anche qui un principio secondo noi logico e sostenibile e si accompagna ovviamente anche al rispetto di quanto il Piano nazionale per l'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari va a normare.
Ringrazio la Consigliera Menghi con la quale abbiamo dall’inizio seguito il tema, l'Assessore Antonini, che ha coordinato i lavori intorno a questa proposta di legge regionale, il capogruppo Marinelli e tutto il suo gruppo, il mio gruppo e tutti gli altri gruppi di maggioranza e di minoranza per il lavoro che abbiamo condotto in Commissione, nonché ovviamente il Presidente della Commissione Consigliere Putzu.
Abbiamo visto alcuni giorni fa sulla stampa comparire una nota, un comunicato stampa a firma dei quattro consorzi apistici delle Marche, con il quale i consorzi hanno segnalato la bontà di questa iniziativa, quindi anche alla luce di questo e del lavoro che abbiamo condotto in Commissione, nel tentativo di mettere insieme le istanze di tutti, noi auspichiamo un voto unanime. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. L’argomento oggi al nostro esame reca modifiche alla legge regionale 33/2012, che in effetti aveva ed ha la necessità di essere aggiornata all'esito di nuove disposizioni normative di carattere nazionale (decreti ministeriali) nel frattempo intervenute, anche per dare risposte ai notevoli cambiamenti che hanno interessato il settore apistico in quest'ultimo decennio, cambiamenti che consegnano anche a questa Assemblea legislativa il dovere di aggiornare la legge regionale delle Marche, come hanno fatto altre Regioni: il Veneto, la Lombardia, la Toscana ed anche l'Emilia-Romagna.
Una proposta di legge che giunge in questa Aula all'esito di un confronto molto serrato in Commissione, che ha coinvolto i membri, ma anche Consiglieri esterni alla Commissione stessa. Sono state operate le audizioni delle associazioni apistiche e delle associazioni di categoria degli agricoltori, che hanno presentato loro osservazioni e quasi tutte sono state raccolte.
E’ una proposta di legge che giunge a questa Aula in modo condiviso, possiamo dire, sostanzialmente, ed è stata condivisa attraverso un approfondito dibattito.
Ci sono in parte delle opinioni diverse, poi diremo, ci sono emendamenti della Consigliera Ruggeri che in parte condivido, ci sono emendamenti nostri sulle norme transitorie per salvaguardare la presenza all'interno delle Commissioni apistiche di coloro che già ci sono, questa è la sostanza, c'è un emendamento del capogruppo Mangialardi firmato anche da me sull'uso dei fitofarmaci; spero che questi emendamenti vengano approvati, dico subito che, però, complessivamente, al di là di questi auspicabili miglioramenti, il testo della legge è, ripeto, apprezzabile e condiviso.
E’ stato fatto quello che auspicabilmente si dovrebbe sempre fare con le proposte di legge, probabilmente se venisse fatto arriveremo in questa Aula in modo diverso.
Brevemente l'articolo 1 assegna alla Regione una maggiore e più marcata responsabilità per valorizzare l'apicoltura e nel riconoscerne il ruolo.
L’articolo 2 assegna al comma 1, per le finalità di cui all’articolo 1, specifica attività alla nuova Assam, dopo la sua trasformazione, assegnazione di competenze ad Assam. Il Consigliere Ausili qui la battuta me la farà fare: “Visto che è stata trasformata in un poltronificio almeno fa qualcosa con le api”. A proposito, vi ricordate quando dissi in quest’Aula i nomi, l’identikit, di coloro che sarebbero stati nominati alla Presidenza ed al Consiglio di amministrazione della nuova Assam? Ho indovinato e non ho poteri di veggenza, mi attribuisco poteri di conoscenza, non ci voleva molto a conoscere quali sarebbero stati gli obiettivi.
Al comma 2 si prevede la possibilità di applicare ai prodotti Marche un apposito segno distintivo che li promuova e li valorizzi al meglio.
All'articolo 3 si aggiunge un nuovo articolo che prevede che la Giunta regionale, sentita la Commissione apistica regionale, approva il programma apistico regionale di durata triennale per conseguire gli obiettivi di cui all’articolo 1.
All’articolo 4 ci sono degli emendamenti nostri perché qui si modifica la legge 33/2012, gli articoli 4 e 5, per evitare la frammentazione degli organismi rappresentativi e per evitare che magari qualcuno ne costituisca ex novo, come si dice, pro domo sua, quindi si dà una maggiore rigidità agli organismi rappresentativi.
L’articolo 5 prevede che nella rappresentanza della Commissione apistica, delle associazioni e dei consorzi possono entrare quelli più rappresentativi.
L’articolo 6 contiene dei richiami alla normativa nazionale per l'anagrafe apistica nazionale.
All'articolo 7 vengono meglio specificate le regole per il cosiddetto allevamento familiare.
L'articolo 8 attiene all’attività di vigilanza, controllo e sorveglianza dello stato igienico sanitario del settore apistico e prevede che questa sia affidata al Servizio veterinario competente per territorio, il quale può avvalersi nell'esercizio delle proprie funzioni della collaborazione dell'Istituto zooprofilattico sperimentale dell'Umbria e delle Marche.
L'articolo 9 è quello sull'uso dei fitofarmaci e qui, come ho detto, c'è un emendamento firmato dal Consigliere Mangialardi e da me che espunge la dicitura ‘ad attività insetticida o aracnicida’, quindi dice che sono vietati i trattamenti con prodotti fitosanitari, tutti i prodotti fitosanitari. L’articolo 9 va a modificare per sostituzione, perché lo sostituisce, l’articolo 8 della legge 33.
L’articolo 9 bis prevede che la Giunta regionale adotti linee guida relative alla gestione ed alla profilassi delle patologie apistiche nonché alle procedure in merito alla segnalazione e gestione degli episodi di mortalità.
L'articolo 10 è sulla tutela dell’apis mellifera ligustica, sottospecie, che prevede che sull’intero territorio regionale sia fatto divieto di selezionare e riprodurre ai fini commerciali api regine appartenenti alla sottospecie diversa dall’apis mellifera ligustica.
L'articolo 12 è sulla disciplina del nomadismo e viene richiamato il rispetto delle normative statali.
L'articolo 13 prevede che la Giunta regionale favorisca e sostenga un programma di polizze assicurative per la copertura dei rischi connessi con l’attività apistica.
L'articolo 14 disciplina le sanzioni che sono simili a quelle di cui alla legge regionale 33/2012.
L'articolo 15 attribuisce le competenze al Servizio sanitario regionale per le attività di controllo; poi ci sono le disposizioni di attuazione dove sono previsti 180 giorni per approvare il disciplinare di cui all'articolo 2 della legge 33 e le modalità di svolgimento del nomadismo di cui, ho detto prima, all’articolo 10 della legge regionale 33/2022; poi il disciplinare per promuovere i prodotti apistici delle Marche e le modalità di svolgimento della pratica del nomadismo.
Presidente, ritengo di aver terminato, credo di aver succintamente espresso qual è il senso di tutti gli articoli.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Menghi.
Anna MENGHI. Grazie, Presidente. Colleghi Consiglieri, in materia di apicoltura ci sarebbero tante cose da dire, ma scelgo di condividerne alcune con questa Assise, alcune che ritengo siano importanti per spiegare la logica di questa proposta di legge che correttamente il relatore di maggioranza, Consigliere Ausili, che ringrazio, ha detto essere un aggiornamento della vecchia normativa, che va nell'ottica di una sempre maggiore valorizzazione del settore.
Ringrazio anche il relatore di minoranza, il Consigliere Cesetti, che ha già sottolineato il lavoro che è stato fatto, corale, nell’aggiornamento della legge, del quale ringrazio non solo gli uffici, l'Assessore, ma anche il mio gruppo e l'intera maggioranza ed opposizione perché credo sia stato fatto un lavoro che, come ha detto il Consigliere Cesetti, dovrebbe essere fatto in ogni occasione.
Che le api siano fondamentali per la salvezza del pianeta è un fatto ormai noto, se le api scomparissero non mancherebbe solo il miele dalle nostre tavole, ma anche interi reparti di ortofrutta, forse questo è meno noto.
Il lavoro delle api infatti influenza oltre il 75% delle culture alimentari, tutelare l'apicoltura, quindi creare strumenti legislativi più snelli ed efficaci, come quello che oggi discutiamo in Assemblea legislativa, sostenere il lavoro certosino e prezioso svolto da tanti apicoltori è un nostro dovere, è un dovere delle istituzioni.
Si tratta di riconoscere a questi addetti un merito che va oltre la stessa volontà di dedicarvisi perché c'è in essi una operosità decisiva a salvaguardare la biodiversità dei nostri territori. Gli imprenditori agricoli che decidono di investire nell'apicultura sono dunque sentinelle dei nostri territori, custodi di quel patrimonio paesaggistico che è la più grande ricchezza di cui disponiamo e della quale, peraltro, abbiamo discusso anche prima con la mozione che abbiamo votato all'unanimità.
Nelle Marche l'agricoltura ancora rappresenta un settore trainante per l'economia, c'è bisogno di sostenere in modo concreto chi decide, anche a costo di molti sacrifici, di investire risorse nelle proprie attività, rimanendo saldamente ancorato alla cura del proprio appezzamento, più o meno grande, talvolta perfino nelle zone montane.
L'apicoltura è una diversificazione, un ramo prezioso in questo comparto, le cui implicazioni vanno ben oltre il fatto economico, come già detto, ed è indubbio che nelle aree interne possa rappresentare un'opportunità di sviluppo notevole. I giovani, quei pochi che in quelle realtà ancora risiedono, hanno bisogno di sapere che la legislazione regionale è al loro fianco per semplificare i processi e offrire motivazioni per restare.
L'apicoltura può diventare una di queste motivazioni, realizzando tra le altre cose, con il miele, quel progetto di eccellenza nell’agroalimentare che è anche volano di nuovi turismi.
Approvare questa proposta e migliorare le condizioni di chi opera in apicoltura è un fatto che dovrebbe unire tutti senza distinzione alcuna. Nei prossimi anni la differenza la faranno quelle Regioni che avranno consapevolezza delle proprie vocazioni e sapranno dar loro risposte concrete, quei territori che avranno preservato la loro bellezza rispettando la natura e i doni che immeritatamente ancora riesce a farci. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marinangeli.
Marco MARINANGELI. Grazie, Presidente. Alcune considerazioni su questa legge che andiamo ad approvare, alcune sono state ben esposte negli interventi di chi mi ha preceduto, la necessità di aggiornare una legge del 2012, che andava necessariamente modificata in quanto una evoluzione normativa c'è stata, quindi prendere atto di questo come dei cambiamenti, nonché delle necessità del settore apistico che si sono modificate nel corso di questi anni.
Qualcuno ha accennato all'importanza fondamentale e al valore delle api che giocano un ruolo chiave per la nostra specie umana. Giustamente la Consigliera Menghi ha ricordato che le api domestiche e selvatiche sono responsabili di circa il 70% dell'impollinazione di tutte le specie vegetali, garantiscono circa il 35% della produzione globale di cibo, non ultima la citazione di Einstein che diceva che se l’ape dovesse scomparire il genere umano potrebbe resistere altri quattro anni.
Detto questo, l'aspetto che a me piace mettere in evidenza è l'importanza del comparto apistico della regione Marche, ecco, ci sono dei dati che confermano quello che stiamo dicendo, parliamo di circa 2.400 apicoltori per quasi 73.000 alveari, 4 consorzi provinciali che rappresentano circa la quasi totalità degli apicoltori, circa 2.200, 76 aziende che conducono questa attività apistica con un metodo biologico e una produzione importante annua di circa 118.000 chili di miele.
Sono dei dati rilevanti che stanno a fotografare quanto si sia sviluppata e sia cresciuta l'attività nelle Marche, ricordo anche un altro dato altrettanto indicativo e fondamentale, il fatto che la Regione Marche sia quarta nel rapporto tra apicoltori e abitanti, per ribadire l’importanza di questo settore e la necessità di dare le massime tutele e garanzie per farlo funzionare al meglio.
Le novità della legge sono state spiegate benissimo dai relatori, una su tutte, voglio mettere in evidenza quella che riguarda i limiti della rappresentanza sui tavoli regionali che va nella direzione di consentire che le decisioni strategiche, fondamentali per lo sviluppo del settore, siano prese dagli addetti ai lavori, ecco, questo è un po' il senso di questa valutazione che poi è stata anche oggetto di emendamenti da parte dei Consiglieri di minoranza.
Le norme sull'autoconsumo sono un po' più restringenti perché prima si definiva autoconsumo la possibilità di avere 10 alveari a testa, invece noi andiamo ad indicare 10 alveari nel gruppo familiare.
Una legge che ha diversi obiettivi, come abbiamo detto: la valorizzazione dell’attività di apicoltura, la salvaguardia della biodiversità, nonché la valorizzazione dell'attività e dei prodotti apistici. Tra l'altro credo che sia importante lavorare anche in vista della produzione quantitativa e qualitativa del miele delle Marche e ragionare sull'ipotesi di un brand del miele delle Marche, questo sarà oggetto di confronto e tavoli futuri, ma è un tema che ci dobbiamo sicuramente porre.
La legge coniuga il rispetto dell'ambiente con il rispetto delle attività produttive, penso a quella agricola.
Consentitemi un ringraziamento alla Commissione, al Presidente Putzu, ai relatori di maggioranza e di minoranza ed all'Assessore Antonini - c'è stato un confronto continuo e costante - non ultimi i consorzi apistici intervenuti alle varie audizioni che hanno consentito di conoscere al meglio ed in maniera approfondita le tematiche, ci hanno aiutato a fare delle scelte che oggi sono condivise dagli operatori e questo è l'aspetto che ci conforta e ci conferma che è stato fatto un lavoro di qualità, un lavoro risolutivo per quelle che sono le necessità di questo comparto. Quindi, una legge che definisco necessaria, condivisa con gli operatori, che sancisce l'importanza di questa attività e di questo comparto ed esprime quanto sia fondamentale per garantire la biodiversità e il rispetto dell’ambiente. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carancini.
Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. Poche sottolineature, che peraltro sono state ben anticipate dal relatore di maggioranza, in particolare dal relatore di minoranza, ma anche dagli interventi successivi, quindi mi limiterò a pochissimi cenni, cioè la valorizzazione dell'importanza della decisività per quanto riguarda l'ambiente, per la nostra vita, delle api, per quello che rappresentano dal punto di vista biologico e animale e per tutto quello che possono rappresentare per il rispetto della biodiversità.
Le Marche da questo punto di vista, come già detto, mi pare, dal Consigliere Marinangeli, è una regione all'avanguardia, 72.000 alveari, ha citato circa 2.400 apicoltori, a me risultano di meno, ma la sostanza non cambia, che siano 1.600 piuttosto che 2.400, e certamente 76 aziende.
Ricordo a tutti, e mi fa piacere ricordarlo, che oggi la Presidenza delle città del miele è affidata ad un bravissimo Sindaco delle nostre Marche, che ha contribuito nel corso degli anni e oggi anche da Presidente a trasmettere non solo e non tanto le informazioni sulla rilevanza del proprio Comune, ma soprattutto un sentimento di culturalità di quello che sono le api, ovviamente dentro ai percorsi e dentro alle iniziative che il Comune di Montelupone ha messo in campo.
Credo che tutti noi ascoltiamo, direi quotidianamente, anche a livello nazionale, i media raccontare come il sistema apistico, inteso come valore in sé, ma anche come sistema e reti di coloro che si occupano e che hanno attività apistica, sia in una fase molto delicata e direi di grande preoccupazione perché è evidente che una distrazione, talvolta una non consapevolezza dell'importanza delle api e del loro ruolo, ripeto, nell'ecosistema, può portare in futuro ad una serie di danni significativi. E questo penso che non sia ben chiaro a tutte le parti.
Quindi, sottolineando che non solo siamo quarti nel rapporto tra abitanti e apicoltori, ricordo a tutti che siamo anche secondi, le Marche, nel rapporto tra il numero di alveari ed i chilometri di superficie, in questo non posso che non plaudire, apprezzare, anche l'intervento dell'Assessore Antonini ed il suo impegno, su questo ho ascoltato e letto alcuni suoi interventi.
Ben venga anche la legge, diciamo l'adeguamento, il miglioramento sotto diversi punti di vista, di questo strumento legislativo.
Ci sono, però, un paio di elementi sui quali chiedo alla maggioranza e all'Assessore, soprattutto, di essere attenti, mi pare che ne abbia citato almeno uno il Consigliere Cesetti. Ritengo che in un contesto come questo non possiamo permetterci di escludere chi opera nel settore, escludere vuol dire mettere fuori dal contesto partecipativo, dai contributi, che peraltro non riguardano migliaia e migliaia di operatori, ma pochi operatori delle nostre Marche. Non penso che ci possiamo permettere un taglio netto e lineare di coloro che operano in questo settore, sarebbe un errore non compreso, certo, si può fare a meno di mantenere il livello partecipativo rispetto ai ruoli organizzativi, di indirizzo e di relazione con la Regione, ma penso che sul settore apistico questo tipo di selezione non vada operata, ecco perché il mio appello all'Assessore Antonini, che mi pare poi interverrà, è quello di far comprendere come abbiamo bisogno di tutti e di tutte le espressioni su questo argomento e nella previsione delle nuove norme escludere ciò che oggi fa parte integrante di un percorso diciamo positivo e propositivo, che si è creato nel tempo, penso che sia un errore.
Bene ha fatto, poi lo ribadirò in sede di emendamenti, il Consigliere Cesetti, lo dico al relatore di maggioranza, a trovare un punto di mediazione, pare che il Consigliere Ausili da un lato valorizzi la partecipazione, ma poi direi che, con una individuazione netta, prefiguri la possibilità che vi sia un taglio.
Credo che la mediazione che l’emendamento del Consigliere Cesetti, firmato da tutti i Consiglieri del Partito Democratico, ha messo in campo sia seria, quella di dire che le norme così come previste valgono per il futuro e che sarebbe davvero arbitrario, non sarebbe bello, consideriamolo così, escludere oggi quasi ad personam qualche associazione che non raggiunge una certa serie di presupposti per poter partecipare all'organo di concerto tra governo e apicoltori.
Ecco perché vi invito su questo a fare una riflessione che non mette in discussione in alcun modo la vostra previsione, la proposta di legge partecipata e nello stesso tempo non può, ripeto, arrivare oggi ad una esclusione che a me sembrerebbe davvero incomprensibile.
Il secondo contributo che voglio portare all'Assessore è sì una critica, ma va considerata un contributo più che una critica.
Una legge come questa, in un contesto di materia come questo, avrebbe meritato uno sforzo finanziario, il tema dell'invarianza finanziaria è delicato e, Assessore Antonini, noi sappiamo bene come non sia semplice individuare delle risorse, così come sappiamo bene quanto oggi l’investimento sia quintuplicato, sestuplicato, rispetto a solo 5, 6 anni fa. Il 2016 mi pare che prevedesse 144.000 euro, oggi siamo arrivati a oltre 700.000 euro.
Ritengo che da questo punto di vista la previsione di una proposta di legge, con un meccanismo di incentivazione tale da poter promuovere, dare un segnale, rispetto a questo tema, cioè far sì che il quadro di operatività possa coinvolgere anche altri soggetti, quindi altre persone che operano seppur non specificamente nel settore dell'apicoltura, ma magari all'interno del sistema agricolo, sarebbe stato un elemento di qualificazione e un segnale forte da parte della Giunta.
Ecco, Assessore, affido a lei queste riflessioni, la prima quasi accorata rispetto alla richiesta di approvazione dell'emendamento che tende a non escludere, ma nello stesso tempo a preservare l'impianto, così come è stato varato dalla Commissione competente; il secondo suggerimento, che può anche essere raccolto attraverso un successivo intervento negli anni successivi, è quello di immaginare un meccanismo di incentivazione per la coltivazione di nuovi alveari, ma soprattutto di nuove persone che possano occuparsi di questo sistema assolutamente fondamentale per la nostra vita. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Antonini.
Andrea Maria ANTONINI. Buonasera a tutti. Con estremo piacere apprezzo lo spirito e l’andamento di questa discussione, dove ovviamente la maggioranza fa la maggioranza e l’opposizione fa l’opposizione, entrambe, mi sembra, in maniera costruttiva. E’ così che credo dovrebbe sempre essere, anche rispetto a chi magari ci segue, si dà il vero spirito di servizio che dovrebbe contrassegnare i presenti ovviamente nella diversità dei ruoli. Mi sembra un esempio di grande maturità di questo Consiglio.
Questa proposta di legge ha visto effettivamente il coinvolgimento un po' di tutte le persone, di tutti i soggetti che in qualche modo sono direttamente o indirettamente portatori di interessi rispetto all’apicoltura.
E’ stato fatto un percorso corretto, me ne compiaccio e faccio i complimenti alla Commissione che bene ha individuato tutti i punti, tutti i passaggi necessari per addivenire ad una concertazione. Come sempre capita il prodotto perfetto non esiste mai, però secondo me ci siamo in questo caso avvicinati parecchio.
Devo dire che questa trascorsa è un po' la settimana, faccio una battuta, forse più dolce dell’anno in corso perché il miele ha avuto ben tre appuntamenti che l’hanno segnato, uno il più importante, quello di questo pomeriggio con l'approvazione della proposta di legge, anticipata da altri due rilevanti eventi: la pubblicazione del bando OCM miele che ha un bando di oltre 700.000 euro, è il massimo storico che la Regione Marche abbia destinato attraverso un bando al sostegno delle aziende di apicoltura, grazie soprattutto agli apicoltori e ai consorzi che in questi anni hanno lavorato e fatto emergere un mondo legato all’apicoltura. Un mondo vastissimo che, come è stato ricordato, può contare su 1.600 apicoltori che, a fronte di migliaia di alveari, hanno portato anche a dei primati fondamentali, che sia il Consigliere Carancini che prima il Consigliere Marinangeli hanno richiamato.
Tra l'altro, lo dico, sono dei dati che ho chiesto io perché quando uno va a fare delle analisi deve sempre metterle in rapporto al numero di abitanti ed alla superficie della regione perché è ovvio che come numeri complessivi non potremo mai essere la prima regione in niente, se pensiamo che la Lombardia ha 10,5 milioni di abitanti, quindi noi dobbiamo sempre interpretare i dati rispetto alle percentuali ed alle proporzioni. Mi sembravano interessanti e tirare fuori che in rapporto tra il numero degli alveari, come ha ricordato il Consigliere Carancini, e la superficie della nostra regione siamo addirittura secondi in Italia, dietro alla Calabria, credo che sia un dato molto interessante che va nel senso di vedere come tutto il movimento apistico sia cresciuto notevolmente in questi ultimi anni.
Non mi soffermo su quanto già detto da chi mi ha preceduto, sull'importanza delle api, degli alveari, del miele per l'ambiente, per la salute, per una coltivazione tra l'altro rispettosa dell’ambiente, come sappiamo bene essere l’apicoltura, cosa che viene riconosciuta anche a livello europeo.
Consideriamo che sulla Pac, nella nuova programmazione hanno creato degli ecoschemi, ben 5, ed uno di questi, il n. 5, tratta degli impollinatori, uno specchio specifico che riguarda soprattutto l'attività dell'apicoltura.
Prima cosa che abbiamo fatto il bando OCM miele, si è fatto riferimento anche alle città del miele, e la settimana scorsa abbiamo firmato una sorta di protocollo d'intesa con le varie associazioni, i sindacati agricoli e le città del miele proprio per l'importanza di creare un percorso comune a sostegno del mondo della apicoltura, legando anche gli alveari, le aziende che lavorano intorno all’apicoltura, dandogli anche un’importanza turistica legata al territorio, alle città, e questo lo abbiamo fatto insieme, almeno nelle intenzioni, alle città del miele, e partiremo con tutta una serie, successivamente, di incontri e iniziative proprio per dare anche senso e sviluppo al protocollo.
Vorrei ricordare che si chiedeva anche un intervento economico, devo dire che recentemente degli interventi sono stati fatti, interventi a sostegno per l’emergenza dovuta. Sappiamo che recentemente ci sono stati dei problemi non semplici, dovuti anche al clima rigido che ha portato a delle problematiche rispetto agli alveari stessi, per cui la Regione è intervenuta nel 2021, quindi lo scorso anno praticamente, con un intervento di 560.000 euro, nel 2020 con un intervento di poco meno della metà, devo dire che l’attenzione della Regione verso l'apicoltura è ultimamente alta.
Rispetto a quanto richiesto sulla presenza o meno di associazioni all'interno della legge, che magari andrebbe ad escludere in qualche modo delle rappresentanze, a livello ministeriale ai tavoli sono ammesse quelle associazioni che rappresentano almeno il 13% e qui è stato inserito il 10%, personalmente non ho messo mano a questa legge nei dettagli, questo lo sapete e lo confermo, se ci sono dei casi in cui delle associazioni non rientrano più nel sistema, mi prendo la responsabilità di vedere quali altre forme di sostegno e di accompagnamento ci possono essere per quelle che magari rischiano di rimanere fuori dal sistema, cercherò di trovare delle alternative perché sono assolutamente d'accordo che in un processo come questo nessuno deve rimanere escluso.
Per il resto mi ha fatto olto piacere, ringrazio la Commissione, il Presidente, i relatori di maggioranza e di minoranza, chi ha presentato e proposto la legge, quell’articolo a cui ha fatto riferimento il Consigliere Ausili, anche una lettera personale arrivata da parte di tutti i consorzi degli apicoltori che ritrovano perfetta sintonia con questa legge. Fa piacere perché effettivamente rappresentano la quasi totalità degli apicoltori, vuol dire che è stato fatto un atto amministrativo fondamentale, condiviso, che può avere delle ricadute positive su tutto il mondo dell’apicoltura.
Per il resto ribadisco che la Regione …, non solo con fondi europei, ma con fondi propri perché i 560.000 del 2022 e i 200.000 e passa euro del 2021 sono risorse proprie della Regione, speriamo di trovare altri fondi, ma allo stesso tempo speriamo che non servano perché vuol dire che non ci sono delle calamità che costringono ad intervenire in via eccezionale. Allo stesso tempo sappiamo bene che più risorse mettiamo e più alveari possiamo avere e portare ancora di più le Marche in posizioni importanti rispetto a quanto già di rilevante fino ad oggi è stato fatto, quindi, buona legge e grazie a tutti i Consiglieri presenti.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 2. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 3. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 4.
Emendamento 4/1 a firma della Consigliera Ruggeri, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.
Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Sarò velocissima, vi chiedo anche di poter presentare in questo momento l'emendamento 5/1 perché ha la stessa finalità.
Praticamente chiedo la soppressione di questi due articoli, l'articolo 4 e l'articolo 5, perché entrambi vanno a limitare la rappresentatività all’interno del mondo apistico e secondo noi del Movimento 5 Stelle questo è un errore perché, oltre alle api allevate, è da considerarsi una vera sentinella ambientale anche l'apicoltore e anziché marginalizzare questa figura bisognerebbe valorizzarla in tutte le sue forme singole, associate e consorziate.
Di questa nostra visione ne avevamo già parlato sia in Commissione che privatamente con il relatore di maggioranza e con altri Consiglieri, in Commissione gli emendamenti sono stati bocciati, naturalmente mi auguro che non sia questa la fine che faranno oggi.
Detto questo, anticipo già che a prescindere, siccome l'impostazione della legge la condividiamo, il nostro voto sarà a favore della proposta nella sua complessità. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ausili.
Marco AUSILI. Grazie, Presidente. Consigliera Ruggeri, noi comprendiamo e rispettiamo questo sforzo emendativo, ma torniamo a ribadire quello che ho detto nell'intervento precedente, quello che anche molto giustamente ha significato poc'anzi l'Assessore Antonini.
Nel corso dei lavori di Commissione, dopo un lungo confronto tra tutte le parti chiamate in causa, si è scelto di individuare un criterio che secondo noi è logico, sostenibile e in linea con quanto in uso già presso il Ministero e altre Regioni.
Il voto a questi emendamenti sarà contrario.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carancini.
xxxRomano CARANCINI. Grazie, Presidente. Questo emendamento, che condivido pienamente, va nella direzione a cui ho fatto riferimento prima e che in una qualche maniera appare anche più netto della proposta che fa il Consigliere Cesetti su questo tema.
Ora ribadisco che, e provo a confrontarmi anche con l'Assessore e con il relatore di maggioranza, il principio generale del 13% fa riferimento evidentemente ai caratteri generali del rapporto con le associazioni, riguarda i grandi rapporti, qui ci troviamo nel settore dell'apicoltura e da questo punto di vista mi sembra davvero incomprensibile che venga tagliata la possibilità di una partecipazione rispetto al sistema. Non ci troviamo di fronte a una serie innumerevole di soggetti, al rischio di parcellizzazione, ci troviamo nelle Marche, dentro un contesto molto lineare, selezionato, con pochissimi operatori. Da questo punto di vista le condizioni che già erano nella legge erano sufficientemente individuate come maggiormente rappresentative, con il lessico maggiori rappresentative: associazioni maggiormente rappresentative del sistema, quindi questo taglio, diciamo, di coinvolgimento piuttosto che di esclusione mi pare sbagliato, per cui voterò favorevolmente questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Come relatore di minoranza su questo emendamento mi asterrò, pur comprendendone e condividendone lo spirito, come ha detto il Consigliere Carancini, lo spirito per quelli che ci sono. Altrimenti il principio inserito nella legge: di individuare come organismi maggiormente rappresentativi degli apicoltori iscritti all’anagrafe apistica, gli organismi costituiti su base provinciale e interprovinciale, è giusto, è giusto per evitare la frammentazione degli organismi rappresentativi e magari perché costituiti avrebbero detto de domo sua ad pontifices, quindi ognuno poteva rivendicare la casa che gli era stata confiscata.
E’ evidente che questa legge confisca il diritto di rappresentanza a quelli che già ci sono, questo chiaramente avrebbe evitato, pur nella giusta previsione per il futuro, la frammentazione ed allora, per assolvere a questa duplice esigenza, Presidente Marinelli, c'è il mio emendamento successivo, che costituisce un’opportunità, come norma transitoria che dice testualmente che sono comunque membri della Commissione apistica regionale coloro che già ne fanno parte, in modo che non ci sia questa confisca e venga rispettato e non abusato il principio de domo sua ad pontifices. per cui mi asterrò sull'emendamento della Consigliera Ruggeri e voterò il mio che assolve a questo principio antico che può sprigionare tutta la sua forza.
PRESIDENTE. Emendamento 4/1. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale non approva)
Fabrizio CESETTI. Forse non l’ho espresso, ma il mio voto era di astensione.
PRESIDENTE. Sì, è stato registrato.L’ha detto nel suo intervento.
Articolo 4. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 5.
Emendamento 5/1 a firma della Consigliera Ruggeri. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale non approva)
Articolo 5. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 6. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 7. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 8. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 9.
Emendamento 9/1 a firma dei Consiglieri Mangialardi, Cesetti.
Ha la parola il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Per provare a condividere un percorso che tra l’altro ho apprezzato molto.
Ringrazio i proponenti, a partire dalla prima firmataria Consigliera Menghi e i due relatori che in situazioni diverse hanno dato un bel contributo a questa proposta di legge.
Vorrei tornare a quella che era arrivata in Commissione, che reinterpretava le necessità della legge 33, riaggiornandola anche rispetto al sempre blasonato bisogno di difendere gli insetti pronubi e metterci nelle condizioni di proteggerli in una fase molto delicata dei nostri ecosistemi. In Commissione c’era stato questo emendamento che vietava i trattamenti possibili: gli insetticidi e gli acaricidi.
Penso che sia un errore, facciamo una legge nuova, ho apprezzato l'intervento dell’Assessore per le attività che mette in campo, una legge innovativa e poi non abbiamo il coraggio fino in fondo di tutelare l’ape mellifera ligustica, come il relatore di maggioranza in maniera competente ha citato, riaprendo ad una serie di fitofarmaci che possono essere utilizzati in contesti che sono sicuramente pericolosi, non tanto per la tossicità umana, che è garantita dalle analisi che si possono fare sui prodotti dell’alveare, dalla cera alla propoli, alla pappa reale al miele, quando per un danno diretto alle api che sono oggi in grande difficoltà per le mutate modalità di conduzione dei terreni: eliminazione delle siepi, superamento della rotazione e agricoltura intensiva. Penso anche a tutte le patologie che sono dirette e legate a un indebolimento quasi genetico dell’ape, penso alla varroa, che tutti conoscono, alla peste americana ed alla peste europea, che esistono e sono elemento di gestione quotidiana da parte degli apicoltori che vorrebbero un’ape meno aggredita.
Lasciare la possibilità di trattare durante la fioritura con pesticidi, biocidi, diserbanti, diseccanti, erbicidi in genere, ritengo che sia un errore, i proponenti lo avevano avanzato in maniera seria in Commissione.
Devo dire che ho avuto modo di confrontarmi anche con i consorzi, era una proposta arrivata da loro, il Cal ha fatto un’osservazione proprio in questi termini, non è la proposta del Consigliere Mangialardi, semmai fosse compromettente sul piano dell’appartenenza, anche le associazioni degli agricoltori condividono totalmente la proposta. Ovviamente sul piano delle relazioni interne con gli operatori, ogni volta che si impongono delle modifiche comportamentali o dei limiti nell’azione quotidiana ci sono degli adattamenti ed io penso che questo adattamento sia più da imporre ai conduttori che costringerlo alle api. Quindi, invito a riflettere sull’emendamento, che è la proposta di legge di fatto così come era entrata in Commissione, un appello accorato perché magari saremo costretti, quando arriveranno le linee guida europee, a ritornare indietro sulla nostra posizione, invece avremo anticipato con grande intelligenza questo tipo di percorso.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ausili.
Marco AUSILI. Rispettiamo ovviamente, ma non condividiamo le osservazioni del Consigliere, queste preoccupazioni che lei fa presente sono anche le nostre preoccupazioni, ma non hanno a che fare con questo articolo, che non mette a rischio quello che nessuno di noi vuole mettere a rischio, e ne sono sicuro.
Quanto prodotto su questo articolo scaturisce da un confronto approfondito ed ampio con tutti i soggetti, abbiamo raccolto gli interessi di ciascuno ed abbiamo trovato una formula che va a contemperarli e va nella direzione dell'interesse superiore, che è l'interesse del territorio e della comunità intera.
Con questo articolo noi andiamo a specificare meglio quanto normato dalla legge vigente, la specifica maggiore serve da una parte a individuare con maggiore precisione quei fitofarmaci che sono realmente dannosi per le api, dall'altra serve a identificare meglio, a garanzia degli agricoltori, quei fitofarmaci che devono essere vietati. Qui si tratta di erogare sanzioni, si tratta di condurre delle attività che possono impattare sul nostro ambiente e sulla fauna, quindi, quanto è stato delineato da questo articolo che noi proponiamo al voto è stato sottoposto al vaglio, le assicuro, di un confronto molto costruttivo e ampio e scaturisce anche dal lavoro e dalla concertazione con la struttura, con i nostri uffici, che ringrazio.
PRESIDENTE. Emendamento 9/1. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale non approva)
Articolo 9. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 9 bis. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 10. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 11. Soppresso.
Articolo 12. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 13.
Emendamento 13/1 a firma del Consigliere Ausili, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.
Marco AUSILI. Si tratta unicamente di un emendamento del tutto formale, quindi chiediamo l’approvazione.
PRESIDENTE. Emendamento 13/1. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 13, così come emendato. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 14. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 15. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 16. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 16 bis (articolo aggiuntivo).
Ha la parola il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Intervengo perché la Consigliera Lupini è attratta da questo emendamento, ma vuole che ne sia declinato il senso più vero per poterlo votare.
E’ quello che ho detto prima, per cui mi sono astenuto sull’emendamento della Consigliera Ruggeri, è giusto limitare il diritto di rappresentanza per il futuro, altrimenti ognuno fa la sua associazione e fa parte della Commissione apistica regionale, non è possibile così! In tutte le associazioni c'è comunque un limite, che è quello della rappresentatività.
La disposizione all'articolo 4 è giusta per evitare quello che ho detto prima - la definizione mi piace - per evitare il famoso detto latino de domo sua ad pontifices, e l’ho spiegato, Consigliere Mangialardi. Questa citazione evoca l'orazione pronunciata da Cicerone per riavere dei fondi per ricostruire la casa che gli era stata confiscata.
Oggettivamente questa norma confisca il diritto di rappresentanza che già c’è, quindi a questi gliela dobbiamo restituire, però non è possibile per quelli futuri perchè ognuno si fa la sua associazione e poi va lì, per cui è giusta la norma.
C’è una norma transitoria che salvaguarda il principio, da una parte che la presenza negli organismi della Commissione apistica sia di coloro che sono rappresentativi degli apicoltori regolarmente iscritti, salvaguarda questo, per evitare la proliferazione delle associazioni, che ognuno si faccia l'associazione pro domo sua, dall’altra salvaguarda quelli che già ci sono.
L’emendamento dice sostanzialmente che sono membri della Commissione apistica regionale, di cui all'articolo 4, gli organismi associativi degli apicoltori che già fanno parte della Commissione apistica alla data di entrata in vigore della presente legge affinché, come ricordavo in Commissione, sia salvaguardata questa presenza, anche per evitare che si cambino le regole del gioco in corsa quando il gioco è già ultimato.
Ritengo che questo emendamento possa raccoglie questa duplice esigenza, quindi ne raccomando l’approvazione.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ausili.
Marco AUSILI. Anche qui ovviamente comprendiamo e rispettiamo lo sforzo emendativo del Consigliere, ma non lo condividiamo per il fatto che riteniamo che questo articolo, come è stato scritto, corrisponda al prodotto di un confronto che c'è stato e crediamo che possa essere un punto di incontro che introduce un criterio logico e sostenibile, come ho detto prima, anche e soprattutto non condividiamo questo emendamento perché se passasse una norma transitoria del genere sarebbe come riconoscere un principio e poi disconoscerlo immediatamente dopo.
Ci atteniamo al principio che questo articolo porta con sé, quindi andiamo a votare contro a questi emendamenti.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carancini.
Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. Appare strana la giustificazione che dà il Consigliere Ausili perché in realtà non comprende, soprattutto non valorizza, il senso della disposizione transitoria, quindi esce da questo ragionamento in maniera, ripeto, incomprensibile, affermando addirittura che se si votasse questo articolo si contraddirebbe il principio che viene affermato negli articoli 4 e 5.
Non è così, Consigliere Ausili, la disposizione transitoria, l'emendamento presentato dal Consigliere Cesetti non solo tende una mano seria, ma in una qualche maniera smaschera la vostra volontà di escludere. Lei sa meglio di me che a seguito di questa norma viene di fatto esclusa una sola associazione, non 130, e allora essere ipocriti è sbagliato in politica. In questo caso è un ipocrita politicamente perché sa meglio di me che con questa norma dell’articolo 5 voi escludete una associazione, probabilmente non coerente con il pensiero politico.
Ve ne fregate del sistema delle api e andate ad escludere, allora il Consigliere Cesetti fa una cosa seria, cerca di mantenere il principio rispetto alla legge, però vi dice: “Guardate, lasciate dentro quelli che fino ad oggi sono stati negli organismi”, lasciateli perché è evidente che avete operato una vera e propria emarginazione, una discriminazione, peraltro sulla base di nessun criterio.
Il Consigliere Cesetti dice: “Scusate, lasciate quello che c’è adesso, da domani in poi, per evitare che ci possano essere delle parcellizzazioni o il pro domo sua, a cui ha fatto riferimento, varrà la legge”.
Aggiungo che resta del tutto incomprensibile questa esclusione, quindi, da questo punto di vista, quando si chiede la collaborazione onesta intellettualmente delle opposizioni …, non è che si dichiara e si chiede la collaborazione e poi sui dettagli si ammazzano le opposizioni, perché è un atto di prepotenza, è un atto arbitrario, di supponenza, a maggior ragione quando ad essere esclusa è un'associazione, in un tema come quello delle api in cui certo non ci sono migliaia e migliaia di associazioni.
Ecco perché vi chiedo su questo di dimostrare una apertura, su un dettaglio che tende a condividere piuttosto che ad escludere, mi sembra un atto, secondo me, che riesce ad essere coerente fra le parole e i fatti rispetto alla collaborazione delle opposizioni. Grazie.
PRESIDENTE. Emendamento 16 bis/1 a firma dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi, Bora, Carancini, Mastrovincenzo.
Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Noi voteremo a favore di questo emendamento e chiedo al Consigliere Ausili di riconsiderare la sua posizione per le argomentazioni che ho detto prima e che meglio di me ha esplicitato il Consigliere Carancini, perché lui ha declinato un fatto che io neanche conoscevo, ma molto significativo, che sostanzialmente sarebbe una soltanto di queste associazioni e non è una cosa di poco conto.
Questa norma transitoria salvaguarda l'esigenza giusta del Consigliere Ausili e di questa legge, che è quella dell'articolo 4, però fa salva un’esigenza giusta e fa salvo anche un atto di giustizia perché non c’è solo l’esigenza giusta, ma un atto di giustizia che è una cosa un po' più vera, che tocchiamo con mano, perché quella esigenza giusta, come vogliamo che sia, guarda al futuro, come deve fare una legge, e disciplina per l’avvenire. L’atto giusto è quello che interviene oggi, che va ad incidere “su un diritto” che era conseguenza di una precedente legge che noi andiamo a modificare, che è la legge 33.
Avendo votato l'articolo 4 senza questa norma transitoria con questa legge espropriamo, da qui la mia citazione latina che non ripeto, del diritto di rappresentanza una sola associazione, mi sembra un atto “di prepotenza” legislativa non adeguato allo scopo, neanche necessario, perché se questa sola associazione resta lì, dove sta per legge, credo che sia una cosa giusta.
Ripeto, questo il Consigliere Ausili lo sa, l'unico momento in cui in Commissione c'è stata una cordiale tensione - anche perché sono stato sollecitato dal Consigliere Carancini in quanto non facendo parte della Commissioni mi sottoponeva questo tema ed io l’ho raccolto – è quando in quella circostanza dichiarai il voto di astensione, d'accordo con i Consiglieri Mastrovincenzo e Bora proprio per salvaguardare ogni diversa decisione del gruppo, dato che c’erano queste indicazioni. Tra l'altro qui ho il verbale, che sempre puntualmente la collaboratrice mi mette in cartella, del 6 dicembre 2022 in cui chiedevo che l'ufficio predisponesse per il relatore di minoranza un emendamento all’articolo 16 contenente disposizioni transitorie da presentare in Aula, in occasione dell’esame della proposta, per salvaguardare questo.
Chiedo al Consigliere Ausili di riconsiderarlo perché facciamo un atto di giustizia.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Ausili.
Marco AUSILI. Ringraziamo per questi interventi, ma non li condividiamo, noi riteniamo che questo principio che abbiamo inserito sia un principio generale, in cui crediamo perché è in linea con quanto in uso presso il Ministero e altre Regioni.
E’ un principio che è stato prodotto dopo un lungo confronto tra le parti, crediamo a tal punto in questo principio che non vogliamo disconoscerlo con una norma transitoria, quindi andiamo a bocciare questi emendamenti. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per una precisazione, il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Voglio dire al Consigliere Ausili che la legge dispone per l’avvenire, di solito non prevarica il passato o il presente, dispone per l'avvenire e la norma transitoria va in questa direzione.
E’ una precisazione, Presidente, tra il relatore di minoranza ed il relatore di minoranza.
PRESIDENTE. Emendamento 16 bis/1. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale non approva)
Emendamento 16 bis/2 a firma dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi, Bora, Carancini, Mastrovincenzo. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislazione regionale non approva)
Articolo 17. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
PRESIDENTE. Proposta di ordine del giorno sulla proposta di legge n. 124 a firma delle Consiglieri Ruggeri e Menghi: “Progetto di diffusione piante erbacee”.
Ha la parola, per l’illustrazione, la Consigliera Ruggeri.
Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Anche qui farò una presentazione molto rapida perché già abbiamo parlato abbondantemente di questa proposta prendendo spunto dalla proposta di legge, che oggi diventerà legge molto probabilmente all'unanimità, e da due mozioni che sono state già archiviate, già protocollate.
La prima a firma della Consigliera Menghi, la n. 104 “Sostegno al settore dell'apicoltura marchigiana”, e la mia mozione, la n. 241, “Tutela delle api e degli insetti impollinatori”, che in gran parte possono essere dette superate perché i contenuti sono all'interno di questa proposta di legge, di cui appunto andremo presto all'approvazione.
Ho pensato di fare quest'ordine del giorno che nelle premesse, come vedete, ricalca un po' la discussione che abbiamo fatto oggi e nell’impegno fa salvo l’unico punto delle mozioni che era rimasto sospeso perché non contenuto espressamente all'interno della Pdl.
Facendo riferimento all'articolo 3 dell'attuale proposta di legge 124 noi vorremmo impegnare il Presidente della Giunta regionale a promuovere presso gli enti locali un progetto di diffusione di piante erbacee ad alto potenziale mellifero, simile ai progetti Facelia, che è stato promosso dagli apicoltori del Veneto e da Confagricoltura Treviso, a cui hanno aderito da subito 14 Comuni trevigiani, che consiste in un'azione di diffusione della pianta erbacea Facelia; poi faccio riferimento anche alla via delle api che invece è un progetto promosso dal Comune di Montelabbate, prevedendo un sostegno alla semina delle piante ad alto potenziale mellifero su suoli agricoli e non agricoli pubblici e privati compresi quelli marginali e non utilizzati, tare ed incolti.
Voglio anche ricordare che mozioni di questo tipo sono state approvate in tanti Consigli comunali di vari colori politici negli ultimi mesi, però a macchia di leopardo, a seconda della sensibilità degli amministratori. In questo senso la Regione, vista la sensibilità che oggi dimostra sul tema, si potrebbe a mio avviso coordinare perché venga maggiormente diffuso. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Casini.
Anna CASINI. Grazie, Presidente. Il progetto Facelia, la Facelia è una pianta azzurra che determina anche un paesaggio, quindi dobbiamo sapere che quando si approvano anche degli ordini del giorno così c'è la possibilità di modificare il paesaggio, sembra una sciocchezza, ma non lo è.
Sarebbe opportuno, se le presentatrici lo ritengono tale, aggiungere “autoctone”, perché questi progetti sono stati fatti in Trentino e in Veneto, io sono un architetto, non sono esperta rispetto alle piante autoctone, però è molto interessante sia la via delle api che quella del fiore azzurro, potremo anche farlo nelle Marche e sarebbe opportuno anche finanziarlo, però con l'accortezza, visto che si è sempre investito sulle piante autoctone nella nostra regione, la più biodiversa del mondo, di mantenere questa biodiversità utilizzando delle piante autoctone che sceglieranno gli uffici o l'ex Assam o chi è competente per farlo, non certo io, però mi farebbe piacere se fosse aggiunto “autoctone”.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Menghi.
Anna MENGHI. Grazie, Presidente. Innanzitutto ringrazio la Consigliera Ruggeri per avere fatto la sintesi delle due vecchie mozioni, di cui una era a nostra firma, e per essersi fatta carico di presentare questo documento.
Ringrazio anche la Consigliera Casini perché credo che sia opportuna l’aggiunta che lei ha proposto proprio perché la nostra regione è una delle regioni con una maggiore biodiversità, che ritengo sia opportuno mantenere, anzi per certi versi promuovere.
Da questo punto di vista anche i finanziamenti che sono previsti da futuri Pac prevedono questi obiettivi, quindi quanto mai opportuno quest'ordine del giorno collegato a questa legge .
Dichiaro fin d'ora il nostro voto favorevole come gruppo Lega e ringrazio il mio gruppo e il capogruppo che mi hanno dato la possibilità di intervenire.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Ruggeri.
Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Solo per dire alla Consigliera Casini che sono assolutamente d'accordo sull’esplicitare questa cosa, che però era contenuta dentro il progetto la via delle api, che prevede la coltivazione di piante autoctone, mentre il progetto Facelia, che ho citato come esempio, non è stato fatto nella nostra regione, naturalmente, perché questa pianta da noi non c’è e verrebbe messa di forza. Se individuiamo dove inserire questo aggettivo lo facciamo volentieri.
PRESIDENTE. Leggo il dispositivo dando per lette le altre parti: “Impegna il Presidente della Giunta regionale a promuovere presso gli enti locali un progetto di diffusione di piante erbacee autoctone ad alto potenziale mellifero (simile ai progetti’ Facelia’ e ‘La via delle api’) prevedendo un sostegno alla semina delle piante autoctone ad alto potenziale mellifero sui suoli agricoli e non agricoli, pubblici e privati, compresi quelli marginali e non utilizzati, tare ed incolti”.
Proposta di ordine del giorno. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Bilò.
Mirco BILO’. Grazie, Presidente. Ringrazio il capogruppo Consigliere Marinelli che mi ha dato la delega a rappresentarlo in questa dichiarazione di voto, per esprimere la soddisfazione del gruppo Lega per questa proposta di legge che modifica e fa delle integrazioni ad un testo che era fermo da 11 anni circa,
C'è stato un contributo importante da parte di tutte le associazioni di categoria degli apicoltori e un gran lavoro in Commissione, quindi ringrazio la Consigliera Menghi, che è la proponente, i relatori sia di maggioranza che di minoranza e naturalmente tutti coloro che sono qui oggi in Assemblea che sono certo andranno a dare un voto unanime a questo testo rilevante per il mondo delle api e dell'apicoltura. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Molto rapidamente, visto che il nostro gruppo si è già espresso in maniera articolata rispetto alla bontà di questa norma che sarebbe stata ancora migliore se aveste accolto i nostri emendamenti, uno sulla rappresentatività per le associazioni, anche con la formula transitoria, e l’altro, che non mi preoccupa perché arriverà il momento in cui sarà imposto il contenuto del nostro emendamento, rispetto alle modalità di trattamento nelle fasi specifiche delle situazioni di protezione della api.
Dico che era necessaria una manutenzione della legge 33, è stato fatto un lavoro importante, ringrazio i presentatori della proposta di legge ed i due relatori, in particolare il Consigliere Cesetti che ha dato il suo grande contributo in Commissione e ci ha messo nelle condizioni di approfondirla al meglio.
Come vedete sempre quando le cose si costruiscono e c’è volontà di arrivare ad un risultato adeguato, il Partito Democratico non si sottrae, abbiamo lavorato in maniera seria e penso che seriamente ci accingiamo a votare positivamente questa proposta di legge.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Rossi.
Giacomo ROSSI. Voto favorevole. In II Commissione ho lavorato anch'io a questa proposta e vorrei ringraziare la Consigliera Menghi ed il Consigliere Ausili per il lavoro che hanno svolto, tutta la Commissione, l'Assessore Antonini ed anche i consorzi apistici che hanno dato il loro contributo rilevante alla redazione di questo atto.
Credo che come maggioranza abbiamo cambiato passo nel sostegno all'apicoltura, lo abbiamo fatto con i sostegni e gli aiuti di cui ha parlato prima l'Assessore, lo abbiamo fatto con questa legge.
Possiamo dire che su questo settore stiamo facendo la differenza e stiamo aiutando in maniera concreta chi in primis, dietro all’apicoltura e dietro alle api, ci lavora. Quindi un plauso alla maggioranza ed anche alla parte propositiva della minoranza che ci ha aiutato nei lavori in Commissione e nella stesura di questa legge. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Ausili.
Marco AUSILI. Una legge necessaria, una legge all’avanguardia, tutto ciò è stato possibile grazie ai lavori della Commissione, all'apporto di tutti i soggetti portatori di interessi (associazioni agricole, associazioni e consorzi apistici) e anche grazie a tutta l’Aula e ai Consiglieri.
Ritengo che oggi scriviamo una pagina positiva e facciamo il bene del territorio e della comunità.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Pasqui.
Gianluca PASQUI. Buonasera a tutti. Una legge importante, si sta per scrivere una pagina essenziale per la nostra regione, per il contenuto di quanto stiamo votando.
Il nostro gruppo è estremamente soddisfatto e anticipo il voto favorevole.
PRESIDENTE. Proposta di legge n. 124, così come emendata. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
PRESIDENTE. La seduta è tolta.
La seduta termina alle ore 15,50
La seduta inizia alle ore 10.30
Presidenza del Presidente
Dino Latini
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la seduta n. 100 del 7 febbraio 2023. Do per letto il processo verbale della seduta n. 99 del 31 gennaio 2023, il quale, ove non vi siano opposizioni, si intende approvato ai sensi del comma 4 dell’articolo 53 del Regolamento Interno.
Richiamo, inoltre, ai sensi del comma 5 dello stesso articolo, l'attenzione di tutti i Consiglieri sulle comunicazioni distribuite con cui porto a conoscenza dell'Assemblea quanto espressamente previsto dal Regolamento Interno.
Prima di passare al primo punto all’ordine del giorno della seduta odierna con il parere positivo di tutti i Presidenti dei gruppi consiliari vi chiedo un minuto di silenzio per le vittime del terremoto che ha colpito i territori della Turchia e della Siria.
(L’Assemblea legislativa osserva un minuto di silenzio)
Interrogazione n. 694 – a risposta immediata
ad iniziativa dei Consiglieri Biancani, Vitri, Mangialardi, Bora, Carancini, Mastrovincenzo
“Interventi urgenti di manutenzione straordinaria del tratto costiero antistante la spiaggia di Sottomonte a Pesaro”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 694 – a risposta immediata – dei Consiglieri Biancani, Vitri, Mangialardi, Bora, Carancini, Mastrovincenzo.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Aguzzi.
Stefano AGUZZI. Grazie, Presidente. Per quel che riguarda gli interventi per l’assegnazione di risorse Por-Fesr 2027, si ricorda che questi fondi sono indirizzati prioritariamente per la realizzazione di nuove opere e non per opere di manutenzione, almeno che non ci siano situazioni particolarmente gravi. Voglio ricordare agli interroganti che per quel che riguarda il Comune di Pesaro in questi ultimi anni, quindi parlo dell’attuale gestione, sono stati assegnati in varie occasioni una serie di fondi: con decreto n. 107 dell’1 ottobre 2021 119.500 euro per la difesa della costa e manutenzione degli arenili, il 7 aprile 2022 350.000 euro per straordinaria manutenzione tramite riaffioramento con massi naturali di scogliere emerse, e questo riguarda proprio la zona che è stata indicata nell’interrogazione, con delibera 31 gennaio 2023 completamento scogliere litorale località Castel di Mezzo, in questo caso Por-Fesr, 250.000 sul Comune di Pesaro, ancora, l’8 marzo 2022 127.352 euro per scogliere emerse antistanti la spiaggia di Sottomonte nel Comune di Pesaro (sempre la zona indicata da questa interrogazione), per complessivi 846.800 euro in tre anni; oltretutto faccio presente che noi per gli anni 2024/2025 mettiamo a disposizione 1 milione nel 2024 e 2 milioni nel 2025 tramite bandi con compartecipazione degli enti locali per la difesa della costa e la manutenzione delle scogliere.
Questo per dire che i fondi Fesr non vanno tendenzialmente per manutenzioni, così come indicato, e voglio ricordare che il Comune di Pesaro per manutenzioni in questa fase ha ottenuto da questa amministrazione 890.000 euro per vari interventi e varie opere e mi pare che le abbia orientate su quel tratto di costa che viene oggi segnalato.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Biancani.
Andrea BIANCANI. Grazie Presidente. Ringrazio l’Assessore. Voglio fare un po’ il quadro, i dati che lei ha dato sono sicuramente veri, esatti nel senso che dallo scorso mandato a livello regionale è stato avviato un percorso in cui annualmente si fanno dei bandi, la cosiddetta linea b) ed a), sia per la manutenzione delle spiagge, i ripascimenti, che per la manutenzione delle scogliere.
Questa amministrazione ha proseguito in questo iter mantenendo le risorse sia per la manutenzione delle spiagge che per le scogliere. Al Comune di Pesaro, al di là di questi 39,5 milioni di euro, sono state date praticamente le briciole, perché parliamo di 250 mila euro su oltre 39 milioni, mentre la città di Gabicce non è stata finanziata per niente. Quindi, la mia interrogazione evidenziava questa scarsa attenzione verso le città di Pesaro e Gabicce per i fondi legati al Pnrr e al Por-Fesr.
Per quanto riguarda, come lei giustamente ha detto, il Comune di Pesaro, a differenza di molti altri, è vero che ha preso per le scogliere prima 350 mila euro e poi 127.000 euro, però l’Assessore doveva anche dire che sono due bandi, la cosiddetta vecchia linea b), che oggi mi sembra si chiama linea c), ma non è questo il problema, nei quali viene richiesto un cofinanziamento comunale, mentre nel corso di questi due anni spesso sono stati dati finanziamenti diretti, anche in tabella C, a molte amministrazioni comunali, tabella che non richiede il cofinanziamento comunale.
Ho presentato un emendamento nel 2020, uno nel 2021 e uno nel 2022 in occasione del bilancio con i quali chiedevo i 400.000 euro che servono per completare l'intervento per il quale il Comune ha chiesto il finanziamento sia per quanto riguarda Levante che Sottomonte. In merito a Levante il finanziamento complessivo c’è, mentre per Sottomonte il bando da 500.000 euro, che l’amministrazione aveva presentato, non è stato finanziato.
Siccome a breve partiranno gli interventi a Levante, mentre l’intervento piccolo di Sottomonte è stato già fatto, la mia richiesta è quella di finanziare direttamente i 400.000 euro per evitare che il Comune debba aspettare i finanziamenti, che per quanto riguarda le scogliere sono per il 2025, questo vuol dire che il Comune deve aspettare il bando, che non so se uscirà quest’anno, ma se uscirà i fondi saranno del 2025 e ci sarà almeno un anno o due senza la completa revisione e sistemazione delle scogliere.
Nella sua risposta lei ha rilanciato il fatto che il Comune deve partecipare al bando, che non so se uscirà quest'anno, ma anche se uscisse i fondi sono per il 2025 perché il milione che lei ha detto per il 2024 serve per i ripascimenti, non per la manutenzione delle scogliere.
L’invito, magari con il prossimo assestamento di bilancio, a prevedere delle risorse dirette anche per l’amministrazione comunale in maniera tale da completare questa opera che, ormai è chiaro, è urgente anche perché i danni dell’ultima mareggiata hanno reso molto evidente come l’intervento su questo tratto di costa sia prioritario rispetto ad altri che sono previsti.
La ringrazio, ma la risposta praticamente non c’è stata. Le chiedo di prendere atto di questa necessità, ovviamente se vuole condividere con me e capire come meglio fare rimango a disposizione. Grazie.
Interrogazione n. 695 – a risposta immediata
ad iniziativa dei Consiglieri Vitri, Biancani, Mangialardi, Bora, Mastrovincenzo, Carancini, Cesetti
“Interventi urgenti per la messa in sicurezza del fiume Foglia”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 965 – a risposta immediata – dei Consiglieri Vitri, Biancani, Mangialardi, Bora, Mastrovincenzo, Carancini, Cesetti.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Aguzzi.
Stefano AGUZZI. Per quel che riguarda il fiume Foglia, a riprova dei molti interventi effettuati in questi mesi e negli ultimi anni, dobbiamo dire che le insistenti piogge e la fortissima piena degli ultimi giorni, di 10 giorni fa, non hanno provocato disagi particolari, fortunatamente, in quella zona. Questo, ripeto, a riprova anche dei tanti lavori portati avanti.
Vi ricorderete che c’è stata anche una polemica sulla stampa perché eravamo intervenuti in maniera troppo incisiva sul Foglia tagliando forse qualche albero di troppo, questo veniva riportato, non dico che fosse effettivamente così ma, a riprova dei tanti lavori fatti, il Foglia fortunatamente ha tenuto ed è stata una piena consistente, da non sottovalutare.
Per quel che riguarda la questione che ponevano i Consiglieri, dei lavori di somma urgenza sul fiume Foglia per la piccola rottura di un argine, che c’è stata proprio a seguito di quella piena, faccio presente che durante la piena del 23 gennaio scorso vi è stato un cedimento dell’argine di circa 10 metri, alla sinistra idrografica del fiume Foglia, localizzata a circa 100 metri a monte dell'area del galoppatoio, nella sede che viene evidenziata proprio da questa interrogazione, e si è dato, l’ho curato direttamente, il giorno stesso, avvio immediato dei lavori di somma urgenza per l'importo di 58 mila euro, sono lavori conclusi in questa fase, quindi portati avanti con la messa in sicurezza.
Per quel che riguarda gli ulteriori interventi sul fiume Foglia in questa fase faccio presente che proprio l’altro ieri sono stati assegnati 900 mila euro - leggevo dalla stampa - dal Ministero alla Regione, che a sua volta li ha assegnati al Comune di Vallefoglia e tramite il Consorzio di bonifica si porteranno avanti questi lavori sul Fosso Taccone, per 900 mila euro, che è un affluente del Foglia e che pone problemi.
Faccio presente che anche per le famose casse di espansione, di cui da anni e anni si parla, a Chiusa di Ginestreto la Regione Marche da tempo ha già dato 5,5 milioni di euro al Comune di Pesaro, il quale sta redigendo il progetto definitivo per iniziare il primo stralcio delle opere, che poi dovrà essere seguito da ulteriori stralci successivi, probabilmente questi a carico della Regione.
Noi non possiamo intervenire su un secondo stralcio quando il primo ancora non è stato nemmeno appaltato, per questo ho sollecitato il Comune anche ultimamente e mi ha rassicurato che si sta andando avanti con la progettazione definitiva e successivamente con la gara d’appalto.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Vitri.
Micaela VITRI. Grazie Presidente. Ringrazio l’Assessore per la risposta, riguardo alla somma urgenza lei fa riferimento all'area del galoppatoio, dove c’è stato il cedimento dell’argine, per cui accolgo con favore la risposta sull’intervento realizzato in somma urgenza.
Come avrà letto nel dettaglio della mia interrogazione si ponevano anche altri punti importanti per la messa in sicurezza del fiume Foglia, non solo nel Comune di Pesaro, ma anche nei Comuni di Vallefoglia, Tavullia e Montelabbate.
In un punto in particolare faccio riferimento all'intervento già finanziato per un primo stralcio, quello a cui lei si è riferito con i 900.000 euro che sono arrivati dal Governo, che invece prevede un intervento complessivo di 3 milioni di euro che sarà realizzato, come deciso dal Comune di Vallefoglia, dal Consorzio di bonifica. Quindi, la questione è un’altra, mancano 2,1 milioni di euro per realizzare l'intervento definitivo in tutto il tratto del fiume Foglia in questi Comuni. Se il primo stralcio permetterà la messa in sicurezza solo in un punto, che dovrebbe essere quello della confluenza tra il fiume Foglia e il fiume Apsa, per tutto il resto è necessario che la Regione intervenga urgentemente per reperire i mancanti 2,1 milioni di euro.
Mi permetto anche di mettere in evidenza che i 900 mila euro arrivati dal Governo alla Regione e che giustamente la Regione deve trasferire al Comune di Vallefoglia, erano già stati previsti dal Governo precedente …
(interventi fuori microfono)
Micaela VITRI. Comunque questa richiesta è partita proprio dal Comune di Vallefoglia, ci sono documenti che lo testimoniano già negli anni precedenti, in questi ultimi due anni ci sono state diverse richieste, che documentavano la necessità di intervenire urgentemente, messe in evidenza dal Comune di Vallefoglia che finalmente è riuscito ad ottenere questi 900 mila euro già annunciati dal precedente Governo Draghi, già trasferiti alla Regione, che ora permettono solo il primo stralcio, ribadisco che è necessario che la Regione si impegni a reperire i restanti 2,1 milioni di euro per completare il progetto già presentato dal Consorzio di bonifica, per cui mi auguro che non si perda tempo su questo.
La ringrazio, Assessore, anticipatamente per ciò che potrà fare.
Interrogazione n. 696 – a risposta immediata
ad iniziativa dei Consiglieri Bora, Mangialardi, Biancani, Carancini, Casini, Cesetti,
Mastrovincenzo, Vitri
“Indicazione interventi per mitigare i cambiamenti climatici”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 696 – a risposta immediata – dei Consiglieri Bora, Mangialardi, Biancani, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Aguzzi.
Stefano AGUZZI. Grazie Presidente. Che i cambiamenti climatici siano una realtà in questi ultimi anni è del tutto evidente, io sono sempre stato uno dei grandi sostenitori di questa tesi perché sinceramente sono davvero evidenti e lo vediamo ogni volta. Ad esempio in questo inverno ci meravigliamo che non nevichi più in pianura, come magari accadeva un tempo, che d’estate non piova più come un tempo. E’ certo che c’è una variazione.
Con questa interrogazione si chiede cosa intenderebbe il Presidente della Regione Marche, in questo caso l’amministrazione regionale, quando dice che stiamo mettendo in campo finanziamenti per quel che riguarda la mitigazione dei cambiamenti climatici. Questo è un argomento che si può tirare un po’ come meglio si crede.
Io parto da questo presupposto, per quel che riguarda una serie di manutenzioni portate avanti in emergenza dopo la terribile alluvione del 15 settembre, senza avere dei fondi a bilancio previsti e predisposti, solo il settore Genio Civile della Regione Marche ha effettuato 78 interventi per 6,5 milioni di euro, i soldi sono stati trovati tra le pieghe del bilancio, sottratti ad altri settori probabilmente perché, ripeto, i lavori non erano previsti e predisposti, sono stati fatti in somma urgenza proprio in quei momenti.
I famosi 400 milioni di euro ai quali si fa riferimento, che il Governo nazionale ha messo a disposizione nel triennio per la Regione Marche, a favore di questa situazione che è venuta purtroppo alla luce nel mese di settembre, questa terribile alluvione, sono gestiti dal Commissario straordinario, in questo caso il Presidente della Regione, e dal Vice Commissario XY.
Questi 400 milioni fanno parte di una partita molto ampia che comprende ristori di somme urgenze, ristori a famiglie, ristori ad aziende, l’accoglienza in sedi per chi è dovuto rimanere fuori casa, lavori di messa in sicurezza complessivi e anche preventivi perché queste cose non risuccedano.
Proprio ieri parlavo con il Vice Commissario dell’abbattimento del Ponte Garibaldi a Senigallia, ad esempio, e della la messa in opera di questa famosa passerella, di cui abbiamo parlato qui anche sollecitato da diversi interrogazioni del Consigliere Mangialardi ed altri. Io posso dire che questi lavori sono stati affidati al Consorzio di bonifica, che entro questo mese porterà il progetto definitivo e complessivo per entrambe queste iniziative e su questo il Vice Commissario mi ha assicurato la somma urgenza. Somma urgenza vuol dire di fatto senza gara andare …, un po’ come avevo già risposto all’interrogazione l’ultima volta, la tempistica dovrebbe essere quella, per cui sarà presto installata la passerella ristrutturata e adeguata al passaggio ovviamente successivamente all’abbattimento del ponte.
Ho fatto degli esempi per i 400 milioni, invece per quel che riguarda i fondi ministeriali, che noi avevamo a disposizione e dovevamo indicare i vari interventi, i 13,7 milioni, noi prevediamo 975 mila euro sul fiume Misa per l’ampliamento della cassa di espansione di Bettolelle, che è già in atto, ma va ulteriormente ampliata, 3.959.000 euro per la cassa di espansione sul fiume Misa, che ci apprestiamo alla progettazione in località Pancaldo del Comune di Ostra Vetere, 3.750.000 euro per la cassa di espansione sul fiume Nevola in località Ponte Lucerna nel Comune di Corinaldo e Tre Castelli, anche qui diamo mandato a questo punto alla progettazione, poi abbiamo 1.550.000 euro per Fosso Offagna, 1.610.000 euro per Fosso San Valentino, siamo in altre zone, non siamo più sul Misa, 1.850.000 euro per la manutenzione idraulica del fiume Chienti.
Questi sono i 13,7 milioni di euro, ci tengo anche a dire che in collaborazione con l’Università di Firenze stiamo adottando uno studio complessivo di allertamento più adatto ai cambiamenti climatici sempre più repentini, quindi il sistema di allertamento, sul quale si basa la nostra Protezione civile da anni, verrà assoggettato ad uno studio più approfondito per creare una rete di allertamento più idonea, per lo meno per quelli che possono essere gli eventi eccezionali che stiamo sempre più e con maggior frequenza vedendo. C’è questa collaborazione e ci sono ulteriori 300 mila euro per questo studio, che poi sarà inizialmente portato sul Misa e sul Nevola, ma poi ampliato a tutta la rete idrografica regionale.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Bora.
Manuela BORA. Grazie Presidente. non so se c’è una traccia scritta, se così fosse gradirei poterla leggere successivamente.
Non posso che essere profondamente insoddisfatta intanto perché l’Assessore non ha risposto alla mia domanda sulla composizione del fondo da 13 milioni di euro, poi insoddisfatta anche nel merito dato che per l’ennesima volta l'Assessore Aguzzi ha detto che quando si sono insediati non hanno trovato nulla. Siccome ho fatto una richiesta di accesso agli atti dalla quale è emersa la rendicontazione fatta a fine legislatura, di più di un centinaio di milioni di euro per questo, ne farò un’altra e ci faremo anche una bella conferenza stampa per amor di verità.
Detto questo, qui voi vi fermate alla propaganda e lo fate anche su materie delicate come queste. Quando ho letto questo articolo sono rimasta veramente senza parole, mi sono confrontata anche con altre associazioni che tanto hanno a cuore l'ambiente e tutte hanno detto: “Veramente? Noi non sapevamo niente, con chi hanno concertato questo fondo da 13 milioni di euro?” Oggi scopriamo che non sono altro che interventi di mitigazione per la messa in sicurezza con risorse - fatte salvo quelle nazionali, poi vedremo se e quando arriveranno - che avevate trovato voi. In realtà partirei con ricordare quello che non avete fatto da quando vi siete insediati, ad esempio voi non avete dato seguito al patto dei Sindaci, che giustamente coinvolgeva gli enti locali che sono responsabili del 70% del raggiungimento degli obiettivi climatici. La Regione da sola o i cittadini da soli non possono raggiungere questi obiettivi.
Avete azzerato il fondo che avevate trovato a bilancio, speravo di trovare qualcosa da questo punto di vista, ma ovviamente non è altro che propaganda.
Oggi, Assessore, non possiamo e non vogliamo in nessun modo permetterci ulteriori errori o ritardi relativamente alle misure da adottare per prevenire o quantomeno mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici. Ogni giorno perso, ogni risorsa non prontamente programma con competenza rischia di essere concausa di ulteriori ed annunciate catastrofi ambientali e tragedie umane.
Oggi ci saremmo aspettati di ascoltare un programma dettagliato con le indicazioni degli interventi effettuati e quelli di prossima attivazione, oltre gli interventi di mitigazione perché i cambiamenti climatici si affrontano in un altro modo, non cercando di arginare i danni, ma con tutta una serie di azioni che lei non ha elencato, quindi annuncio non solo una richiesta di accesso agli atti, ma anche una un'ulteriore mozione.
Sono profondamente insoddisfatta.
Interrogazione n. 608
ad iniziativa dei Consiglieri Biancani, Vitri, Mangialardi, Bora, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo
“Attuazione del comma 1 bis dell’articolo 13 della legge regionale 17/2015 ‘Riordino e semplificazione della normativa regionale in materia di edilizia’”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 608 dei Consiglieri Biancani, Vitri, Mangialardi, Bora, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Aguzzi.
Stefano AGUZZI. I Consiglieri fanno presente che l’articolo 13 della legge regionale 17/2015 prevede, in deroga alle disposizioni del precedente comma, che i Comuni possono consentire nelle zone territoriali omogenee A e B interventi di recupero dei sottotetti, con le altezze che indicano queste delibere: 2,20 metri qualora sia fatta in un certo modo, fino a 1,40 metri qualora sia inclinata, eccetera. Fanno anche presente che proprio indicando questa normativa il Comune di Pesaro ha apportato una delibera di variante urbanistica, alla quale l’Asur 1 di Pesaro avrebbe dato un parere negativo, di conseguenza il Comune di Pesaro ha rinunciato a portare avanti la variante.
Conseguentemente i Consiglieri oggi mi chiedono se ci sono altre iniziative in questo senso che hanno avuto lo stesso esito di quella di Pesaro e conseguentemente cosa intendiamo fare per riordinare questa situazione.
A questo rispondo dicendo che è stata effettuata una analisi a campione su alcuni Comuni marchigiani, quelli diciamo con più popolazione: Ancona, Senigallia, Civitanova Marche, Jesi e Fano, per chiedere se sono state effettuate varianti urbanistiche o richieste di varianti urbanistiche basandosi su questa legge. Attualmente non c'è stata nessuna richiesta di variante che richiedesse l'applicazione di questa normativa. Pesaro è un unicum in questo caso.
Dovessero arrivare nuove richieste in questo senso, noi chiederemo alle cinque Ast, Aziende sanitarie territoriali, non più Asur dal primo dell'anno, una visione unitaria, non che tra province diverse ci siano pareri diversi, così come è avvenuto su questa cosa di Pesaro. Probabilmente su questa variante di Pesaro c'era un qualcosa di particolare che ha ostato il fatto di poter proseguire con un parere positivo.
Non abbiamo altri casi, qualora ce ne siano daremo ovviamente una risposta univoca e non parziale suddivisa provincia per provincia.
In ultimo voglio anche ricordare che stiamo in questo momento portando avanti una nuova proposta di legge urbanistica, che è anche in una fase ormai avanzata di elaborazione, con degli incarichi che abbiamo votato a livello nazionale per redigerla, saremo predisposti e pronti ad una fase di confronto già dal prossimo mese di aprile, abbiamo più o meno valutato questa tempistica, per cui la nuova legge urbanistica terrà conto anche di questa situazione, ingloberà al suo interno anche questa casistica, che avrà una risposta più definita e “definitiva” per quel che riguarda l’applicazione delle norme urbanistiche a livello regionale.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Biancani.
Andrea BIANCANI. Grazie, Presidente. Assessore Aguzzi, il tema è questo, non c’è nessun altro Comune che ha fatto richiesta perché al primo Comune che l’ha fatta un ente della Regione ha dato parere negativo, per cui difficilmente ci sarà un altro Comune che avvierà questa richiesta.
La mia interrogazione era per sollecitarla ad organizzare da subito un incontro con le varie Ast, in maniera tale da condividere un parere uniforme a livello regionale, come dice lei, perché il servizio dell'Area vasta 1 in Conferenza dei servizi ha dato parere contrario al recepimento dell'articolo 1 bis della legge 17 ed ha spiegato che è in contraddizione con la legge 36/2005 e con la legge regionale 17/2015 e le disposizioni del D.M. 75 del Ministero della salute, di conseguenza si ritiene che i requisiti igienico sanitari non ci siano nel caso in cui l’altezza media non sia 2,40 metri, ma bensì 2,20 metri. Lui l’ha spiegata bene, dice che la norma regionale non è applicabile, quindi, penso che difficilmente un altro Comune farà la richiesta visto che c’è già un parere negativo da parte di un ente della Regione.
Quello che le chiedo è non di aspettare che ci sia un Comune che riprovi a fare una proposta di variante, ma di convocare quanto prima tutti gli enti, oggi Ast, in maniera tale da dare una risposta uniforme perché gli altri Comuni che si stavano avviando si sono bloccati, non sono andati avanti dato che già c’è stato un parere negativo. Ci mancherebbe poi non è che in una provincia si può fare e in un’altra no.
Lei ad oggi non ha avviato niente da condividere con le Ast e la invito a farlo in tempi rapidi perché rischiamo di aver approvato una legge, che il Consiglio regionale ha approvato, che lei come alcuni di noi abbiamo promosso nel territorio, che nella realtà non viene applicata da nessuna parte perché un ente della Regione ha un dato parere negativo dicendo che non è applicabile in quanto è in contrasto con il decreto che riguarda i requisiti igienico sanitari.
La invito, capisco che abbia molte cose ed è difficile stare dietro a tutto, però questa è una legge sua e se io fossi in lei farei di tutto per capire se ho fatto una legge che può essere applicata o no.
Il fatto che tutto rimanga sulla carta, che una legge rimanga sulla carta e non sia applicabile penso che sia grave, se poi emerge che magari è stata fatta con scarsa attenzione, che questo Consiglio è stato poco attento alle normative nazionali, allora si deve modificare, si annulla la legge, non si può rimanere con una norma che è stata approvata, ma che gli enti della Regione dicono che non è applicabile.
Rimanere in questo limbo penso che sia negativo, spero che lei abbia apprezzato questa nostra interrogazione perché è un modo per prendere atto di quello che è successo, che magari le era sfuggito, ma ci sta, però le chiedo di prendere in tempi rapidi in mano la situazione perché così non è sostenibile. Grazie.
Presidenza del Vicepresidente
Gianluca Pasqui
Interrogazione n. 612
ad iniziativa dei Consiglieri Vitri, Biancani, Mangialardi, Bora, Mastrovincenzo,
Carancini, Cesetti, Casini
“Salvaguardia della sede Inps di Urbino”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 612 dei Consiglieri Vitri, Biancani, Mangialardi, Bora, Mastrovincenzo, Carancini, Cesetti, Casini.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Aguzzi.
Stefano AGUZZI. Grazie, Presidente. In questo caso si pone in evidenza una situazione che si è creata nel Comune di Urbino per quel che riguarda la sede Inps ubicata in quel territorio. Effettivamente c'è un problema in questo senso, in quanto la Direzione Inps regionale ritiene non più adatta la sede nella quale è attualmente ospitata, per la vetustà dell'edificio, per essere ubicata all'interno della Ztl difficilmente accessibile, ho parlato con la direttrice regionale proprio nei giorni scorsi.
Anche l'utenza è al limite delle consuetudini per quel che riguarda l’organizzazione Inps che prevedrebbe sedi con almeno 60 mila abitanti e la sede di Urbino con tutti i Comuni del circondario arriva a 58 mila, però sulla questione della popolazione non si pongono problemi più di tanto.
Anche in questo, se mi permettete, sono intervenuto facendo presente che comunque Urbino è una città co-capoluogo, è sede di una prestigiosa università, è una città di riferimento come servizi per un territorio molto ampio dell'entroterra, che altrimenti avrebbe un forte disagio a raggiungere altre località, magari ubicate sulla costa o in altre città.
Questo è stato tenuto in considerazione dalla Direzione Inps regionale, anzi la Dott.ssa XX è stata molto attenta e gentile in questo senso, so che è già in contatto con il Comune di Urbino che le ha fatto presente la disponibilità a concedere una sede in zona Sasso, ma non è di gradimento della Direzione Inps in quanto ritenuta non adatta, non so bene per quali motivazioni.
In questo caso so che ci sono un contatto e la disponibilità del Comune, che avrebbe identificato un paio di sedi fuori dalle mura, fuori dalla Ztl, quindi più facilmente raggiungibile; so che c'è questa interlocuzione in questo momento con la Direzione Inps regionale per addivenire ad un accordo il più plausibile possibile per mantenere la sede. Comunque il Comune di Urbino si sta adoperando per questo e la Direzione Inps della regione Marche è particolarmente attenta a questa situazione, per cui stanno ricercando e creando le condizioni per mantenere la sede di Urbino in una nuova sede.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Vitri.
Micaela VITRI. Grazie, Assessore, per la risposta. Sono piuttosto delusa perché mi rendo conto che dal 30 ottobre o comunque da metà ottobre in poi, quando è emerso il problema della chiusura della sede Inps di Urbino, fino ad oggi, siamo a febbraio, non si è riusciti ad arrivare ad una soluzione.
Da tutto ciò che lei ha dichiarato, ripercorrendo le tappe: le proposte avanzate dall'amministrazione comunale di Urbino e le perplessità sulla vecchia sede, comunque risulta che ad oggi non c'è una sede individuata per l’Inps di Urbino.
La buona notizia, e ne prendo atto, è che non sarà chiusa la sede e non sarà ridotta ad un infopoint, la cattiva notizia invece è che per la città di Urbino …, che è co-capoluogo, che è un punto di riferimento Inps che interessa non solo la città di Urbino, ma 20 Comuni della provincia di tutto l'entroterra, quindi, al di là del limite dei 60 mila abitanti, sappiamo che nelle aree interne sono difficoltosi anche i collegamenti. Molto spesso si arriva a quasi a 60 mila, a 59 mila, sarebbe davvero assurdo se si volesse guardare questo parametro al puntino quando stiamo parlando di una zona interna e di una città co-capoluogo.
Spero che sia confermato che la sede rimarrà ad Urbino, ma no nella struttura che aveva in precedenza, nel Palazzo dell’ex Legato Albani, che è un peccato sentirlo definire vetusto, visto che si parla comunque di un edificio storico nel centro di Urbino.
Posso comprendere che sia necessario avere un edificio più facilmente raggiungibile, esterno alla Ztl per chi arriva da fuori città, ad oggi però lei non mi ha saputo dire quali sono le altre sedi individuate. Non è di gradimento dell’Inps quella in zona Sasso, la struttura ex Megas che ha proposto il Comune di Urbino, ma rimaniamo con un quesito: quali sono le altre sedi individuate? Perché ad oggi non ne è stata scelta una?
Sono passati quasi cinque anni e si è ancora in una fase di attesa, di limbo, e i cittadini di Urbino e dei 20 Comuni che fanno riferimento alla città in tutto l'entroterra non hanno ancora una risposta.
Interrogazione n. 661
ad iniziativa dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi
“Licenziamenti nel servizio pulizia autobus e uffici Steat SpA di Fermo”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 661 dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi. Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Aguzzi.
Stefano AGUZZI. Questa interrogazione pone l'accento sul fatto che la società Steat trasporti di Fermo starebbe non rinnovando il contratto ad alcuni dipendenti di una società che gestisce le pulizie degli autobus e degli uffici.
A questa situazione risponde la stessa Steat, che ho contattato per capire le motivazioni ed intanto faccio presente che a noi Regione Marche, a me come Assessore al lavoro, non è arrivata nessuna richiesta di interlocuzione, né a livello sindacale né a livello aziendale, né a livello dei singoli dipendenti eventualmente coinvolti.
Comunque la situazione è questa: c’è stata una gara d’appalto per ottenere questo servizio nel 2018, per due anni, 2019 e 2020, servizio che si è aggiudicato una società per 98.298 euro, a causa del Covid e delle relative pulizie straordinarie il costo è passato dai 98.000 del 2019 ai 273.000 nel 2020 e ai 279.000 nel 2021, poi vista l'eccezionalità del momento l’appalto è stato rinnovato anche per il 2022 con 248.000 euro.
Questa è la situazione che si è creata nel tempo, ad ottobre 2022 il nuovo Cda da poco insediato ha provveduto, giustamente, ad espletare una nuova gara, visto che la precedente era scaduta - era stata rinnovata causa Covid – e se l’è aggiudicata una nuova società per 89.804 euro, 80.527 per la pulizia degli automezzi e 9.277 euro per la pulizia dei locali.
Da ciò si evince che una gara riportata all’attuale situazione, all’attuale esigenza che va sui 90.000 euro, è molto lontana dall’eccezionalità vissuta negli anni addietro, che prevedeva servizi per quasi 250.000 euro, cioè tre volte tanto, di conseguenza la nuova società si è impegnata ad attuare la clausola sociale, cioè il riassorbimento dei lavoratori, ma è chiaro che questa clausola sociale si pone secondo anche la compatibilità e l'organizzazione d'impresa legata all’attuale servizio ed è inutile, è questo è il punto, dire che l'attuale servizio è “ritornato” alla normalità pre-Covid e la ditta, questo mi stanno facendo presente, la nuova concessionaria ha difficoltà ad assorbire per intero tutto il personale che in maniera eccezionale era stato incaricato nel periodo Covid. Ripeto, non è una piccola differenza, ma i costi da 90.000 euro erano passati a 250.000 euro, con un forte incentivo ed incremento anche di personale. In questo caso la ditta non sarebbe in grado di sostenere l'occupazione per tutti coloro che sono stati impegnati durante il Covid, ma ritornerebbe ad una situazione pre-Covid.
Questo è quanto mi è stato fatto presente, Consiglieri, e quanto io posso riportarvi in questa sede.
Ripeto, non siamo stati coinvolti né sindacalmente né da parte dell'azienda, né da parte dei singoli lavoratori di una qualche richiesta di attenzione su questa situazione, se non tramite questa interrogazione, che apprezzo ovviamente.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Assessore, come lei apprezza la mia interrogazione, io apprezzo il senso della sua risposta perché poteva limitarsi a dire: “La Steat non mi ha fatto sapere nulla”.
L’Assessore ha detto: “Non sono stato coinvolto. Nessuno mi ha chiesto”, glielo chiedo io e l’ho coinvolta io con questo atto, perché la questione che ci sia stato un contratto diverso per la pulizia degli uffici e degli autobus riportato all’era pre-Covid è già un primo errore, dal mio punto di vista, da parte della Steat perché la pulizia degli autobus e degli uffici dovrebbe essere garantita oggi come nel tempo Covid, sia perché il Covid non è completamente smantellato, anche se non siamo più in emergenza, sia perché la pulizia serve per prevenire, quindi è ex se che oggi si impongono le medesime modalità dell’era Covid. Già questo è un primo aspetto che avrebbe dovuto indurre Steat a mantenere quel tipo di appalto, è così i posti di lavoro con la clausola sociale.
Per questo motivo si sta consumando in Steat una vicenda molto grave, da una parte non viene più garantito quel servizio, adeguatamente, secondo me, per cui lei oggi, Assessore, mi dà un elemento in più, sia perché questo ha determinato tra l’altro il licenziamento dei lavoratori addetti alle pulizie. E non mi può venire a dire Steat che ci sono problemi di ordine economico, perché, ad esempio, si è determinata all'acquisto da parte del demanio dell'area dove stazionano gli autobus pagandola 900 mila euro in più rispetto al prezzo e questo perché il Comune di Fermo, socio della Steat, non ha esercitato il diritto di prelazione con un danno abbastanza rilevante.
Ripeto, io credo che sia necessario un intervento dei soci della Steat, che sono in primo luogo la Provincia di Fermo, con quasi l'80%, il Comune di Fermo e tutti gli altri Comuni della provincia di Fermo perché Steat è una società interamente a capitale pubblico e per questo ritengo che sia necessario un tavolo.
Assessore, glielo chiedo formalmente in qualità di Consigliere regionale, di convocare, questo è il punto, Steat, la Provincia di Fermo, che è il socio di maggioranza, ed almeno il Comune di Fermo, che è un altro socio importante, perché si ripensi all'organizzazione del servizio di pulizia degli uffici e degli autobus e lo si ripensi com’era nell’era Covid in quanto è assolutamente necessario. Così facendo si garantiscono anche i posti di lavoro attraverso l'applicazione della clausola sociale, anche di quei lavoratori che sono stati licenziati. Chiedo di farlo con urgenza, lo può fare perché la Regione Marche finanzia il trasporto pubblico locale, quindi assegna a Steat sia i chilometraggi sia le relative risorse.
Penso che questo sia un costo che la Steat può e deve sostenere per garantire prioritariamente il servizio al quale è preposto il personale dipendente e garantire anche i posti di lavoro. Grazie.
Interrogazione n. 685
ad iniziativa dei Consiglieri Mangialardi, Casini, Mastrovincenzo, Bora, Biancani, Carancini, Cesetti, Vitri
“Stato di attuazione dell’ufficio speciale per il bacino del Misa-Nevola”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 685 dei Consiglieri Mangialardi, Casini, Mastrovincenzo, Bora, Biancani, Carancini, Cesetti, Vitri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Aguzzi.
Stefano AGUZZI. Grazie Presidente. In questo caso i Consiglieri del Partito Democratico mi chiedono quale sia attualmente lo stato di attuazione dell'Ufficio speciale per il bacino del Misa e del Nevola, e si riferiscono all'articolo 14, comma 3 della legge regionale n. 31 del 30 dicembre 2022, che prevede che la Giunta regionale istituisca entro il 31 gennaio 2023, nell'ambito del Dipartimento competente in materia di infrastrutture e territori e protezione civile, la struttura denominata Ufficio speciale per il bacino del Misa e del Nevola; ed il comma 4 dello stesso articolo dispone poi che all’attuazione del comma 3 si prevede nei limiti delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente.
Con delibera di Giunta n. 80 del 31 gennaio 2023 è stata istituita effettivamente, ai sensi dell’articolo 19 della legge regionale 18/2021, nell'ambito del dipartimento infrastrutture e territorio e protezione civile, l’unità di progetto denominata Ufficio speciale per il bacino del Misa e del Nevola, le cui funzioni sono all'allegato a) ed i soggetti indicati nell'allegato b), che poi vi leggerò per maggiore chiarezza. La gestione dell’unità di progetto è affidata al Dirigente di protezione civile e sicurezza del territorio, il quale la coordina.
Allegato a) funzioni e compito dell’unità di progetto: ultimazione degli interventi già avviati di manutenzione dei corsi d'acqua del bacino idrografico del fiume Misa; raccordo con il Vice Commissario delegato, quindi in questo caso parliamo dell'ingegner XY, per l'alluvione nelle Marche del 2022, per la realizzazione degli interventi inseriti nell'elenco di cui alla lettera d) di mitigazione del rischio residuo, relativi al rischio idrogeologico del bacino del Misa e del Nevola; gestione delle attività di manutenzione ordinaria e straordinaria dei corsi del bacino idrografico del fiume Misa; gestione, in collaborazione con le strutture e le risorse umane della Direzione protezione civile e sicurezza del territorio, dei servizi di allerta meteo e presidio idrogeologico secondo le previsioni della legge 160/2016, limitatamente al territorio del bacino idrografico del Misa e le relative associazioni di volontariato di protezione civile; raccordo con gli uffici tecnici delle autonomie locali del bacino Misa e Nevola e soggetti portatori di interessi diffusi. Fanno parte dell’ufficio speciale il Dirigente protezione civile e sicurezza del territorio della Regione Marche, la Dirigente del settore genio civile Marche Nord, la P.O. lavori idraulici del settore genio civile Marche Nord, il funzionario Direzione Protezione civile e sicurezza del territorio con mansioni di raccordo con il Vice Commissario.
La situazione di cui vi ho parlato prima è stata istituita il 31 gennaio, immagino che stia già portando avanti i primi passi e su questo vedremo in prospettiva la situazione.
E’ un coordinamento, di fatto un rafforzativo di attenzione su quel territorio che ovviamente merita un impegno particolare perché è vero che le situazioni del 15 settembre sono state del tutto eccezionali e speriamo non ripetibili, ma è altrettanto vero che quel bacino soffre ogniqualvolta c'è una pioggia maggiormente insistente, come è avvenuto anche pochissimi giorni fa, siamo sempre un po' al limite,per cui merita una attenzione ed interventi particolari ed ulteriormente incisivi.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Grazie, Assessore. Vedo che è stato dato seguito all’ordine del giorno che avevamo presentato e all’emendamento che è stato poi approvato in Aula in occasione del bilancio di previsione 2023/2025, ora approfondiremo rispetto a come è stato strutturato, ma poi noi ci fermiamo.
L’idea iniziale era quella di incardinare un ufficio speciale sotto il coordinamento del Commissario, invece di fatto è all'interno dell’Ufficio della protezione civile, con l'individuazione di obiettivi che sono ineludibili rispetto alla situazione che conosciamo. Quindi, così come è strutturato sembra più un passaggio formale che sostanziale, però vedremo poi l’efficacia.
Intanto ringrazio per la risposta, se poi mi fa avere anche la documentazione che oggi ha messo a disposizione dell’Aula la ringrazio ulteriormente. Grazie.
Interrogazione n. 689 – a risposta immediata
ad iniziativa del Consigliere Santerelli
“Criticità sulla gestione Ast 2 del sistema sanitario regionale”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 689 – a risposta immediata – del Consigliere Santarelli.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.
Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. L'interrogante pone una serie di questioni “indefinite”, nel senso che chiede di sapere come mai la direzione di Area vasta 2 non riesce ad espletare gli atti necessari per garantire una parità di trattamento economico e giuridico del personale.
Invito l'interrogante a dettagliare e specificare quali sono i trattamenti economici e giuridici non garantiti, tanto più per il fatto che sono beni che possono essere tutelati in via giurisdizionale, quindi, in via generale, per rispondere a questa interrogazione devo rendere edotto di alcune materie che per relazione possono essere collegate con questa interrogazione.
In particolare, devo rispondere al Consigliere Santarelli che, per quanto riguarda la liquidazione degli incentivi, l'Area vasta 2 (ora Ast di Ancona) ha liquidato il 100% della performance organizzativa del 2021 al personale del comparto; con determina del 23 giugno ha effettuato anche i pagamenti per l'anno 2022 e l'Azienda sta lavorando per liquidare la performance organizzativa allorquando verrà presentato il bilancio di esercizio dell’Asur, il cui termine scade il 30 aprile prossimo venturo.
A ciò si deve aggiungere che l’Azienda sanitaria territoriale di Ancona liquida le somme residue a valere sulla produttività del personale del comparto con cadenza annuale.
Per quanto riguarda la liquidazione degli incentivi da parte delle altre Ast si deve rilevare che hanno liquidato esattamente un acconto del 50%, per quanto riguarda gli incarichi di funzione, che astrattamente possono essere ricondotti alla domanda presentata con l'interrogazione. Si deve prendere atto che l'Area vasta 2 in base a precisa scelta aziendale ha bandito, con le determine n. 1435 dell'11 agosto 2022 e del 13 dicembre 2022, la selezione interna per gli incarichi A1 - 54 incarichi di organizzazione e 31 ulteriori incarichi di organizzazione sanitaria.
Alla data odierna è stata approvata la determina n. 2262 del 30 dicembre 2022 di ammissione ed esclusione dei candidati ed è in corso l’integrazione e l’adeguamento con contestuale nomina delle Commissioni.
Conclusivamente, chiedo al Consigliere Santarelli se vorrà dettagliare esattamente il petitum di questa interrogazione per conoscere con precisione quali siano queste discrasie che lui vuol far rilevare nella gestione del personale dell’Area vasta 2. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Santarelli.
Luca SANTARELLI. Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti, un saluto a tutti i presenti, Giunta, Consiglieri e struttura amministrativa.
La risposta dell’Assessore Saltamartini non ci soddisfa per il semplice motivo che l'interrogazione di oggi nasce da una preoccupazione che affligge in modo particolare i lavoratori della sanità marchigiana che, pur avendo diritto ad un equo trattamento economico, di fatto le promesse di equo trattamento non le hanno ancora ottenute.
Voglio ricordare le parole del Presidente Acquaroli e dell’Assessore Saltamartini pronunciate il 20 luglio 2022 nell'incontro con gli operatori sanitari a Senigallia per spiegare la riorganizzazione del sistema sanitario dell’intera regione Marche. Le dichiarazioni, apparse sulla stampa, del Presidente Acquaroli pronunciate al suddetto incontro furono queste: “La riforma rappresenta un adeguamento dell’organizzazione sanitaria. Vogliamo semplificare il quadro amministrativo per dare maggiori risposte alle esigenze dei territori”.
Ricordo i 42 emendamenti bocciati del gruppo Rinasci Marche, che aveva lavorato per tutta l'estate prima di arrivare al Consiglio regionale, che ha poi votato la legge sanitaria.
Le dichiarazioni erano queste: “Le aziende che nasceranno avranno più potere, più incisività, maggiore capacità di interlocuzione, ma anche più responsabilità perché non ci saranno livelli intermedi che potranno ostacolare il raggiungimento dei risultati prefissati”. Parole che lasciavano presumere che da lì a poco sarebbe nato un modello ottimale di governance, fondamentale per gestire meglio le risorse finanziarie del personale.
Dal canto suo lo stesso Assessore Saltamartini, che giustamente oggi dice: “Lei, Consigliere, mi deve fare una domanda più precisa e più dettagliata”, dichiarava che gli incontri servono proprio per ascoltare le osservazioni degli operatori sanitari e chiedere il loro parere per approfondire gli aspetti salienti.
A quanto pare la risposta che ho avuto sull’interrogazione sembra fare emergere questa situazione, ancora una volta risollevo la questione del personale dell'ex territorio 2, oggi Azienda sanitaria territoriale n. 2 con autonomia economica e giuridica, tutto questo deve cessare, questo sistema, perché le disfunzioni burocratiche ed amministrative impediscono un pari trattamento economico nella nostra regione. E’ giunto il momento che la riforma sanitaria regionale dia i frutti sperati ed in questo nuovo modello funzionale si azzerino le inutili differenze tra i trattamenti economici del personale della nostra regione, le posso confermare anch’io come operatore sanitario perché il trattamento economico messo in capo agli infermieri all’interno dell'Azienda ospedaliera universitaria Ospedali Riuniti Umberto I Salesi, oggi Azienda Ospedaliera sanitaria delle Marche, è ben diverso dal trattamento economico dell'Asur e quando noi andiamo a mettere l’accento ed a chiedere sacrifici agli operatori dobbiamo anche avere una piccola attenzione a quelli che sono gli emolumenti e alle indennità che dovrebbero essere livellate, almeno all'intero del territorio regionale.
La risposta per il nostro gruppo è insoddisfacente, con la speranza che collaborando insieme, Assessore Saltamartini, si mettano delle pezze, si facciano degli aggiustamenti che mettano in condizione tutti gli operatori di avere le stesse indennità.
Leggiamo dalla stampa che c'è un’altra criticità, quella degli infermieri e della scadenza del concorso, quindi …Grazie.
PRESIDENTE. L’interrogazione n. 691 – a risposta immediata – è stata ritirata.
Interrogazione n. 659
ad iniziativa della Consigliera Ruggeri
“Situazione di forte difficoltà presso l’Ospedale di Urbino”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 659 della Consigliera Ruggeri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.
Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. L'interrogazione in argomento, presentata dalla Consigliera Ruggeri, risale ad alcuni articoli di stampa del 28 dicembre, in quel periodo, esattamente verso la fine di dicembre dello scorso anno, si sono cumulate nella nostra regione le due patologie, una parte residua di pazienti Covid e altri pazienti che avevano l'influenza ordinaria e si è registrato un picco veramente importante in tutti i pronto soccorso, anche a Urbino, in particolare con più di 117 accessi nel mese di dicembre rispetto all'anno 2021.
La situazione è mano mano rientrata, diciamo che il sistema è riuscito a tenere fronte a questo picco che nei mesi precedenti ha riguardato, ripeto, tutti i pronto soccorso e tutti gli ospedali per acuti della nostra regione.
In questo momento le criticità segnalate e denunciate nell’interrogazione sono cessate e stiamo procedendo con la riorganizzazione del sistema, con l’attuazione della riforma e l’avvio del percorso che deve portare le Aziende alla ristrutturazione del Piano aziendale, che dovrà essere revisionato e riscritto sulla base del principio della domanda. Quindi, anche nell'ipotesi dell'atto aziendale, che riguarda l’Area vasta 1, l'organizzazione del pronto soccorso di Urbino dovrà tener conto dei dati statistici di accesso per garantire tutte quelle prestazioni professionali necessarie al buon andamento del servizio sanitario regionale. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Ruggeri.
Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Ringrazio l'Assessore per la risposta. Sono state omesse due risposte perché chiedevo anche, in relazione al personale sanitario, quante posizioni previste in organico sono attualmente rimaste scoperte presso l'ospedale di Urbino, perché dagli articoli di stampa si è appreso che mancavano diversi professionisti, nel pronto soccorso sarebbero necessari otto medici, mentre nel reparto di medicina occorrerebbe prevedere l'inserimento di altre sei figure.
A queste domande purtroppo non ho avuto risposta e non ho avuto risposta neanche su quanti posti letto, suddivisi per reparto, siano attualmente attivi presso l'ospedale di Urbino, quindi, sarà mia cura fare un accesso agli atti sperando di avere dei dati certi.
Per quanto riguarda invece la risposta che mi è stata data, che è di ordine più politico, il continuo rimandare alla revisione del Piano socio-sanitario regionale sinceramente non mi soddisfa ormai più di tanto, perché il problema del taglio dei posti letto risale al 2013, con la famigerata delibera n. 735, che come Movimento 5 Stelle abbiamo sempre e tanto contestato, che ha portato ad un taglio di posti letto nella nostra provincia e ci ha reso, insieme a quella di Fermo, una delle province più penalizzate di tutta la regione. A ciò bisogna portare rimedio perché la questione del pronto soccorso, da quello che si è appreso a mezzo stampa, dipende anche dalla contrazione dei posti letto di medicina. Il risultato qual è, però, Assessore? Che una strategia tanto chiara non mi sembra che sia stata delineata, invece secondo me converrebbe rispolverare tutto ciò che avete promesso in campagna elettorale e cercare di realizzarlo, come, per esempio, scusi se torno sul tema, ma per me è importante, la riapertura di un PPI a Fossombrone che sicuramente farebbe da filtro anche per il pronto soccorso di Urbino; poi la informo che mi sono arrivate diverse segnalazioni, se sono arrivate a me saranno arrivate anche a voi.
Vi voglio dire che per quanto riguarda il PAT di Sassocorvaro, per il quale abbiamo visto tutti grandi feste quando c'è stata l'inaugurazione, tagli di nastri e propaganda annessa, purtroppo diversi cittadini mi hanno segnalato che recandosi al PAT, è successo diverse volte, il medico di turno alla lungodegenza non ha neanche risposto quando è stato suonato il campanello. Tutti questi disservizi cosa creano? Creano intasamenti nei pronto soccorso che funzionano e quel caso eccezionale di cui lei ha parlato, che è capitato a fine dicembre, purtroppo ha fatto vedere scene da terzo mondo, che nella nostra regione immagino che né io né lei vogliamo più vedere, ambulanze ferme anche un'ora prima di poter scaricare i malati, una settimana di attesa prima di poter andare in reparto perché i posti letto di medicina non erano sufficienti, parliamo di 35, 40 posti letto. C'è questa grave carenza di posti letto, di cui abbiamo già parlato, che bisognerà sanare.
Torno a ricordare e a spolverare anche la questione dei 50 posti letto di ortopedia che sono sulla carta, ma non sono stati ancora attivati nella nostra provincia e poi l'annoso problema del personale medico, di cui vedo che lei si è fatto carico con il Governo.
Speriamo di avere presto, mi ha auguro per il bene di tutti noi, delle risposte positive. Grazie.
Presidenza del Presidente
Dino Latini
Interrogazione n. 678
ad iniziativa della Consigliera Ruggeri
“Riapertura della Casa Rossa di Ancona per persone con fragilità psichiche e psichiatriche”
Interrogazione n. 680
ad iniziativa dei Consiglieri Mastrovincenzo, Mangialardi, Bora, Biancani, Carancini, Casini, Vitri
“Sistemazione giovani pazienti psichiatrici”
(abbinate)
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 678 della Consigliera Ruggeri e l’interrogazione n. 680 dei Consiglieri Mastrovincenzo, Mangialardi, Bora, Biancani, Carancini, Casini, Vitri, abbinate.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.
Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. I due interroganti chiedono circa la condizione di questa struttura, che il 9 novembre è stata interessata dalle scosse del sisma, che hanno riguardato la nostra regione.
A seguito delle scosse di terremoto del 9 novembre gli uffici tecnici e gli ingegneri delle Aziende sanitarie, in questo caso l’Azienda sanitaria territoriale di Ancona, hanno rilevato delle criticità, per cui 9 persone sono state trasferite ed alloggiate presso il Centro salute mentale e 7 sono seguite a domicilio.
E’ stato subito affidato un incarico con procedura di evidenza pubblica ad un tecnico il quale il 16 di questo mese, quindi tra qualche giorno, dovrà produrre la relazione sulla vulnerabilità sismica della struttura.
Le scelte che si verificheranno successivamente potranno optare su due possibili soluzioni: qualora i tempi per superare le criticità siano limitati a qualche mese, verranno eseguiti i lavori necessari per riportare la struttura in sicurezza, ove invece i lavori saranno necessari sulla base di questa relazione si produrranno più in là.
Nei prossimi mesi l’Azienda sanitaria territoriale dovrà individuare una struttura idonea a garantire il servizio e naturalmente i servizi necessari per delle patologie così delicate, quali quelle che sono seguite da questa struttura. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Ruggeri.
Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Siccome a me piace parlare di quello che so, ieri sono andata a fare un sopralluogo al Centro di salute mentale e quello che ho visto è veramente allibente. Prego l'Assessore di trovare mezz'ora per andare a fare visita al Centro di salute mentale dove sono stati sgomberati degli ambulatori e ci sono stati infilati due letti precari ed un armadietto, anche questo precario.
Ci sono 4 camere con 2 letti e una camera singola, i ragazzi e anche le ragazze, le signore che sono presso questa struttura, usufruiscono di un unico bagno, condiviso, in promiscuità, dove non c'è neanche un bidet, la tenda di plastica è stata messa qualche giorno fa.
Tutto ciò rientra nei lavori che l’Asur aveva detto che avrebbe fatto per rendere quella condizione più dignitosa, ma le assicuro, Assessore, glielo dico con il cuore in mano, dignitosa non è.
Hanno come unico spazio comune una stanzetta che è grossa più o meno come la stanza dove pranzo io con la mia famiglia, ma qui parliamo di 9 persone che non hanno neanche la possibilità di guardare la televisione, hanno un fornellino su cui scaldarsi un te o farsi un caffè. I pasti arrivano da fuori, fino a qualche giorno fa erano portati con un pulmino alla mensa fuori dalla struttura.
Ho visitato tutta la struttura, dove mangiano, dove dormono e dove in teoria dovrebbero lavarsi.
I lavori si sono concentrati solo a mettere una caldaia nuova, che non basta per permettere a tutti di fare una doccia calda.
Sono andata anche di sotto dove fanno i laboratori e ho trovato escrementi di topi.
Non è assolutamente dignitoso, è un ambiente insalubre, umido, pieno di muffa, con i muri scrostati.
Assessore, non è dignitoso, capisco che lei dica, se la relazione di vulnerabilità precisa che i lavori saranno fatti tra poco tempo, li lasceremo lì, ma lì non possono essere lasciati.
Bisogna che come Regione ci facciamo carico di trovare una sistemazione che sia dignitosa della vita umana perché passare giornate intere lì, soprattutto pazienti che hanno bisogno anche di un ambiente che faccia casa, non è per noi dignitoso, non è dignitoso per loro.
Mi hanno assicurato che non ci sono state regressioni della malattia, sicuramente non ci sono stati miglioramenti, alcuni ragazzi, quei 6 che non hanno trovato posto perché non c'è il posto fisico per metterli, hanno interrotto le prestazioni che facevano, tutte le attività, quindi sono dei ragazzi che non riescono neanche a farle. Sono in questa condizione, le famiglie sono disperate, se ci fosse il caso di un paziente in più, non ci sarebbe spazio per prenderlo in carico. Questa è la situazione attuale.
Al di là della messa a norma della Casa Rossa, è dal terremoto del 2016 che una porzione di quella struttura non è agibile ed è chiusa ed io so che erano stati stanziati anche 300 mila euro che ad oggi non sono stati neanche spesi per metterla a posto, servirà sicuramente un progetto diverso e spero che i 300 mila euro siano la base per altre risorse per ristrutturare quella Casa che sicuramente è l'ambiente adatto, visto che ha il verde intorno.
Adesso, però, la prego, questi ragazzi, questi pazienti non possono essere lasciati lì, per cui troviamo assolutamente una soluzione alternativa.
E’ stata approvata all'unanimità il 16 gennaio 2023 una mozione del Consiglio comunale di Ancona, che è stata sottoscritta anche dai Consiglieri del centro-destra, per esempio oltre ai proponenti, che sono i Consiglieri dei 5 Stelle, c’è anche la firma del Consigliere Ausili, questo è un tema trasversale che ci deve vedere tutti uniti per trovare una soluzione che sia dignitosa.
Assessore, la prego di farsene carico, vada a vedere e si renderà conto da solo che lasciarli lì non è dignitoso, né possibile, né qualificabile. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Mastrovincenzo.
Antonio MASTROVINCENZO. La Consigliera Ruggeri ha descritto bene la situazione dei locali di Via Giordano Bruno.
Non sono soddisfatto della risposta, Assessore, perché nelle domande che le ponevamo si chiedeva, al di là di quando si intendesse provvedere alla ristrutturazione della Casa Rossa, anche quale soluzione temporanea e alternativa si potesse prevedere per l’attuale situazione, che è indecente e non dignitosa, come ha ben sottolineato la Consigliera Ruggeri.
Peraltro ci sono 9 i ragazzi che non hanno trovato posto in questi locali , che sono messi così male, e ora sono a casa, con la sospensione della loro attività educativa che portavano avanti da tanto tempo, poi ci sono 6 giovani che invece si trovano a vivere in questo edificio assolutamente non adatto.
Se anche in questo momento non c’è stata una regressione, la situazione sicuramente non ha portato a miglioramenti e altri mesi potrebbero portare ad una regressione della situazione di salute di questi giovani.
All’Associazione Liberamente, che è l’associazione dei familiari di questi ragazzi, era stato assicurato che la soluzione sarebbe stata solo provvisoria, quella dei locali di via Giordano Bruno, e ancora attendono una risposta sulla collocazione futura di questi giovani.
Bene ha fatto la Consigliera a lanciare in appello affinché su questo tutto il Consiglio e tutte le forze politiche siano unite.
Ha fatto anche cenno alla risoluzione presentata in Consiglio comunale ad Ancona, credo che la risposta che ha dato Assessore non sia soddisfacente proprio perché non si possono aspettare mesi per dare risposte ad una condizione così non dignitosa per qualsiasi essere umano. Grazie.
Interrogazione n. 686
ad iniziativa della Consigliera Lupini
“Casa della Comunità di Fabriano: motivazioni che hanno portato alla previsione della tipologia “Spoke” e non “Hub” ed eventuale inserimento nella tipologia “Hub” con conseguente incremento dei servizi erogati sul territorio”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 686 della Consigliera Lupini. Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.
Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Le scelte che hanno presieduto la stipula del Piano per gli interventi sul cosiddetto Pnrr sono state operate tra la Regione Marche, i suoi organi tecnici e amministrativi del servizio sanitario regionale ed il Governo, il Ministero della salute, che è soggetto attuatore degli interventi del Pnrr. Quindi c’è stata una continua interlocuzione con il Ministero e con gli uffici regionali e si è provveduto a stipulare e a realizzare il Piano di interventi del Pnrr cercando di omogeneizzare le strutture presenti, tenendo conto delle specificità dei territori e dei servizi che sono allocati.
La città di Fabriano ha un presidio di primo livello, per cui si è ritenuto di strutturare un intervento con una Casa di Comunità, intervento finanziario di 1,1 milioni di euro. Si valuti che è una struttura in cui devono operare i medici di medicina generale, a loro verranno affiancati gli infermieri di comunità, gli infermieri di famiglia, gli psicologi, i sociologi, gli assistenti sociali e tutte le altre figure di specializzazione del servizio sanitario regionale.
Parallelamente, sempre a Fabriano, è prevista la realizzazione di una centrale operativa territoriale. Sappiamo che queste strutture serviranno per coordinare la domanda di servizi sanitari, coinvolgendo nella soddisfazione di domanda dei servizi sanitari tutte le strutture che operano in un determinato territorio.
Tenendo conto che Fabriano ha dei numeri molto importanti, è uno degli ospedali più efficienti dal punto di vista del rapporto tra personale operante nel servizio e la produttività dell'azienda stessa, si deve valutare che queste indicazioni: Hub e Spoke delle Case di Comunità sono delle mere indicazioni, non c’è una diversità organizzativa e strutturale, per cui, una volta che riusciremo a fare la fotografia di queste strutture, saremo anche in grado di rivalutare la situazione e di prevedere che Fabriano possa avere una sede Hub invece che Spoke.
Si valuti ancora che la Regione Marche ha anticipato gli effetti esecutivi del Pnrr perché nel corso dell’approvazione della legge di bilancio ha stanziato 9 milioni di euro per far sì che, con un accordo che è in via di stipula con le organizzazioni rappresentative dei medici di medicina generale, nei territori ove i medici di medicina generale si costituiranno in studi associati, noi metteremo a disposizione delle strumentazioni in grado di soddisfare la domanda di sanità che viene rivolta verso i medici di medicina generale e laddove questi studi associati di medici si costituiranno metteremo a disposizione anche un infermiere, un tecnico informatico, una segreteria, tutto ciò che serve per anticipare la costituzione e gli effetti del Pnrr con le Case di Comunità.
Sin da questo momento devo aggiungere che siamo disponibili a rivedere tutto quello che è stato disegnato con il Pnrr, che possa comportare un aumento dei servizi.
Segnatamente alla domanda: se siano stati coinvolti gli organi di rappresentanza sociale, il Comune di Fabriano e l’Ambito territoriale sociale, devo rilevare che il Piano socio-sanitario è stato sottoposto all’Assemblea dei Sindaci, che è la struttura che la legge madre, la n. 502/1992, la legge quadro sul sistema sanitario nazionale, prevede sia l’organo chiamato e deputato ad esprimersi sui bilanci preventivi, sui bilanci consuntivi e sugli atti di programmazione. Sul Pnrr è stata convocata l’Assemblea dei Sindaci e sono stati illustrati a tutti i Sindaci gli interventi che erano stati programmati, lo ripeto e concludo, con il soggetto attuatore Stato. Il soggetto attuatore del Pnrr è lo Stato, quindi noi siamo un organo di supporto al soggetto attuatore. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Lupini.
Simona LUPINI. Grazie, Presidente. Ringrazio l'Assessore per la risposta e credo che sia facile cogliere la nostra preoccupazione rispetto al dettaglio della Casa di Comunità di tipo Hub o di tipo Spoke perché in realtà non è così aleatoria la differenza. Ci sono dei servizi che vedono un orario ridotto nella Casa di Comunità di tipo Spoke, molto ben dettagliato nel decreto ministeriale 77, che fa proprio anche uno specchietto che ho proprio qui sotto gli occhi, in cui è molto chiaro che una Casa di Comunità di tipo Hub dà dei servizi H24, la presenza di medici, infermieri e anche un'attività di tipo diagnostico molto significativa, che andrebbe a coprire le tante esigenze dei cittadini di quel territorio, che è il fabrianese. Ma è tutto l'Ambito 10 che ha perso tanti servizi e che vive da tanto tempo una condizione …, anche a causa della posizione geografica, dei terremoti, insomma, sappiamo tutti benissimo quale sia la condizione e avere una Casa di Comunità di tipo Hub potrebbe sicuramente andare a supporto della qualità e delle tante eccellenze della sanità del fabrianese, che però ha bisogno di spazi e di ulteriori servizi che rendano anche, e lo ripeto con grande forza, attrattivo il territorio per i sanitari che vogliono prestarvi il loro servizio, per cui è molto importante portare avanti questa nostra rivendicazione: una Casa di Comunità di tipo Hub per il fabrianese laddove nel decreto ministeriale 77 è chiaro che la Casa di Comunità è il luogo fisico e di facile individuazione, al quale i cittadini possono accedere per bisogni di assistenza sanitaria, socio-sanitaria a valenza sanitaria, ed il modello organizzativo dell'assistenza di prossimità, di cui tanto si parla, per la popolazione di riferimento. La popolazione di riferimento vede un bacino molto ampio che include anche i piccoli paesi delle aree più impervie, delle aree montane, che hanno già perso i medici di medicina generale, quindi sarebbe davvero una risposta, non sprechiamo questa opportunità e chiedo di rivedere questa dicitura Spoke in favore di una Casa di Comunità di tipo Hub. Grazie.
Sull’ordine dei lavori
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carancini.
Romano CARANCINI. Nell’ordine del giorno di oggi era prevista l’'interrogazione n. 683 a prima firma mia e di altri Consiglieri, di cui lei non ha dato conto, tra l’altro sono state discusse altre interrogazioni, questa non si sa che fine ha abbia fatto. Immaginando che debba rispondere il nostro Assessore Baldelli, che ho visto in giro, ma che non è presente in Aula, le chiedo che cosa è successo perché, forse non lo sa, ma ci sono cittadini che stanno aspettando risposte.
Questa è un'interrogazione depositata il 19 gennaio 2023, 19 giorni fa, molto semplice, l’Assessore avrebbe dovuto raccontarci a che punto sta lo stato di attuazione dell'appalto relativo ad una Rsa di un piccolo comune dell'entroterra, ma non vedo l’Assessore Baldelli neanche a dirci che cosa è successo di così grave per non rispondere dopo il deposito di 19 giorni fa.
PRESIDENTE. Qui applichiamo l’articolo 134, comma 4, del Regolamento, l’Assessore Baldelli mi ha fatto presente prima dell'inizio della seduta che non gli è stata preparata tutta la documentazione per rispondere in maniera puntuale sia alla sua interrogazione, la n. 683, che a quella a risposta immediata del Consigliere Mangialardi sui “Tempi di realizzazione della nuova palazzina di emergenza-urgenza presso il presidio ospedaliero Profili di Fabriano”.
Quindi, applicando l’articolo 134, comma 4, le riportiamo alla prossima seduta quando avrà il materiale, quando sarà in grado di rispondere con cognizione di causa, nel senso pieno del termine, non solo come Assessore e come parte politica, ma anche come parte amministrativa.
Ha la parola il Consigliere Carancini.
Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. Solo per dire che questo a me sembra un po' troppo perché l'interrogazione non è stata presentata tre o quattro giorni fa, 20 giorni fa. Se un Assessore non riesce a rispondere su un tema così semplice, credo che abbia qualche problema di organizzazione, bisogna che si organizzi. Presumo che abbia il personale sufficiente, ritengo che la struttura sia certamente all'altezza e le ribadisco che i cittadini, che stanno ad ascoltarci, aspettano con ansia le risposte dell’Assessore Baldelli, che penso debba avere la stessa tempestività con cui risponde ai Consiglieri sulla stampa rispetto alle questioni. Qui parliamo di cittadini che si sentono ovviamente portati in giro, in questo caso tutti i cittadini di San Ginesio che stanno aspettando una risposta dall'Assessore, il quale aveva dichiarato in un articolo di stampa che l’iter della Rsa di San Ginesio si sarebbe attivato per la gara il 31 dicembre 2021, 13 mesi di assoluto silenzio.
Chiedo che su questo il Presidente, ripeto, se è complessa io non sto a …, ma questo mi sembra davvero troppo rispetto a chi ancora crede in noi e soprattutto alle risposte che gli Assessori devono mettere a disposizione. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. E’ un fatto di rispetto istituzionale. Gli Assessori Saltamartini e Aguzzi sono qui, rispondono, non siamo soddisfatti della risposta perché qualche volta è anche un po' raffazzonata, ma ci mettono a disposizione degli elementi. Non li condividiamo, nella fattispecie guardo l’Assessore Aguzzi mi ha dato elementi anche di novità, apprezzo la modalità.
Presidente, non è che un Assessore sta fuori …, è entrato, mi fa molto piacere, quindi glielo dico direttamente …., se abbiamo qualche novità ritiro …
PRESIDENTE. Esatto, mi ha detto testé l’Assessore che ha una risposta su una interrogazione, però l’applicazione dell’articolo 134 del Regolamento interno consente alla Giunta fino a che non è pronta a rispondere …
Maurizio MANGIALARDI. Bene, ho visto che le nostre sollecitazioni che sono arrivate hanno sortito almeno il rientro in Aula e siamo qui ad attendere la risposta.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Baldelli.
Francesco BALDELLI. Non mi serve alcun tipo di sollecitazione, innanzitutto perché credo di svolgere correttamente e nel rispetto del Consiglio e dell'Assemblea il lavoro che mi è stato affidato, per cui rispedisco al mittente illazioni che non possono essere rivolte al sottoscritto.
Se sono rientrato in Aula è perché stavo sollecitando gli uffici affinché si rispondesse alle interrogazioni, che è cosa ben diversa.
Ora, mentre stavo aspettando mi è stata consegnata la risposta all’interrogazione n. 683.
Interrogazione n. 683
ad iniziativa dei Consiglieri Carancini, Casini, Biancani, Bora, Mastrovincenzo, Vitri
“Progetto di recupero della Rsa di San Ginesio (MC)”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 683 dei Consiglieri Carancini, Casini, Biancani, Bora, Mastrovincenzo, Vitri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Baldelli.
Francesco BALDELLI. Grazie Presidente. Con l’interrogazione n. 683 presentata a gennaio 2023 ad iniziativa dei Consiglieri Carancini, Casini, Biancani, Bora, Mastrovincenzo, Vitri ad oggetto “Progetto di recupero della Rsa di San Ginesio”, si interroga il Presidente della Giunta regionale e l'Assessore competente per conoscere: quali sono e a chi sono attribuite le competenze per gli ulteriori passaggi tecnici necessari alla conclusione dell’Iter; quali sono i tempi programmati per aggiudicare l'appalto; quali sono secondo i dati progettuali i tempi di realizzazione a seguito dell’aggiudicazione.
In relazione all’interrogazione presentata si significa quanto segue. Rientra nella competenza dell'Ufficio speciale per la ricostruzione l'approvazione del progetto esecutivo per il recupero dei due corpi di fabbrica della Rsa di San Ginesio dichiarati inagibili per le rilevanti lesioni strutturali causate degli eventi sismici del 2016.
Con l’approvazione del progetto esecutivo l'Ufficio speciale per la ricostruzione provvederà altresì a formalizzare la copertura economica dell'intervento.
L'allungamento delle tempistiche inizialmente previste è stato causato dalle difficoltà incontrate dai progettisti incaricati in sede di redazione del progetto esecutivo, in particolare sono stati necessari successivi adeguamenti per far fronte alla situazione congiunturale del costante aumento dei prezzi, a cui ha fatto seguito l'emanazione di nuovi prezzari regionali, del nuovo prezzario del cratere, prezzario regionale 2022, approvato con delibera di Giunta regionale n. 1583 del 22 dicembre 2021, preziario del cratere approvato con ordinanza del Commissario straordinario n. 126 del 28 aprile 2022, aggiornamento del preziario regionale 2022 rilasciato in ottemperanza a quanto disposto dall'articolo 127 del decreto-legge n. 50 del 17 maggio 2022, convertito poi in legge n. 91 del luglio 2022, con delibera di Giunta regionale n. 1001 del 1 agosto 2022.
Allo stato il progetto esecutivo è in corso di ulteriore aggiornamento, la procedura di verifica prevista dall'articolo 26 del decreto legislativo 1804/2016 n. 50 e successive modificazioni e integrazioni, si è conclusa positivamente in data 12 dicembre 2022 ed è stato dato mandato ai progettisti incaricati di ottemperare alle importanti prescrizioni dell'organo verificatore. Inoltre, la circostanza per cui il responsabile unico del procedimento non appartiene all'organizzazione degli uffici regionali, ma è in forza all'organico dell'ex Asur, non ha favorito la possibilità di coordinare adeguatamente la velocizzazione dei tempi della progettazione, spetterà alla Stazione unica appaltante della Regione Marche la gestione della gara di appalto per l'affidamento dei lavori, stante il valore del contratto saranno necessarie le tempistiche ordinariamente richieste per le procedure aperte di cui all’articolo 60 e successivi del codice dei contratti pubblici, il cronoprogramma progettuale, indicano gli uffici, stima la durata dei lavori in circa due anni. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Carancini.
Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. Assessore, credo che noi abbiamo diritto di chiedere le risposte, lei non era neanche presente in Aula, per cui noi abbiamo diritto di dirle quello che pensiamo.
Lei il 12 luglio 2021 ha dichiarato testualmente e con enfasi questo: “I cittadini di San Ginesio e di tutto il territorio circostante hanno aspettato fin troppo, l'obiettivo è aggiudicare l'appalto entro il 2021”, ha anche aggiunto: “Sono fiero che la nuova amministrazione regionale, ponendosi in discontinuità con la precedente, stia dimostrando di avere uguale attenzione per le grandi città come per le piccole realtà dell'entroterra che non possono essere abbandonate a se stesse”.
Lei è stato smentito, ora siamo a 19 mesi dalle sue dichiarazioni, ha 13 mesi di ritardo rispetto a quello che ha dichiarato sarebbe stato pronto per l'aggiudicazione della gara, è smentito. C’è voluto più tempo a lei, avendo avuto tutte le risorse, che dal momento in cui è accaduto il terremoto, quindi la discontinuità occorre averla, ha fatto bene, ma è una discontinuità negativa, Assessore, purtroppo. Anche se da questo punto di vista in fondo non restiamo sorpresi, se penso che ha organizzato a Macerata al Teatro Lauro Rossi una mega riunione parlando della Val Potenza, senza averci messo un solo euro, tutto questo non mi sorprende, se penso che lei va raccontando, attraverso i suoi masterplan, che siamo avanti con l’Ospedale di Pesaro e di Macerata. Parlo di Macerata, ci sono solo 60 milioni, ce ne vogliono almeno il triplo, e mancano le tecnologie. Lei gioca a fare i masterplan, ma la informo che per fare gli ospedali ci vogliono i soldi, lei ad oggi, a due anni e mezzo dal suo insediamento, non ci ha messo un centesimo.
Se poi vado ancora più avanti, Assessore, quello che mi colpì fu la sua giaculatoria di milioni e di opere a fine bilancio, non si lamenti del fatto che non parlo di questo, è politica Assessore Baldelli, lei racconta un sacco di sciocchezze, ha parlato durante il bilancio di opere pubbliche di milioni e milioni e milioni, purtroppo ad oggi zero. Se lei avesse conosciuto il Sindaco di San Ginesio, che purtroppo ci ha lasciato, le giaculatorie gliele avrebbe raccontate lui rispetto al suo mancato mantenimento delle promesse fatte. Racconti esattamente quando cominceranno le opere a San Ginesio, poche chiacchiere, Assessore Baldelli.
PRESIDENTE. Ha la parola, per fatto personale l’Assessore Baldelli.
Francesco BALDELLI. Comprendo il consueto nervosismo del Consigliere Carancini, d'altronde i risultati riportati nel suo territorio dimostrano la statura del Consigliere regionale, che senza alcun stile attacca la Giunta regionale addirittura sull’Ospedale di Macerata.
Qui dovevamo rispondere ad una interrogazione, invece il nervosismo di parte dell'opposizione dimostra che ancora una volta non è sui binari giusti, noi stiamo risolvendo proprio i problemi lasciatici in eredità.
Parlando dell'Ospedale di Macerata, abbiamo risolto il loro grande pasticcio, il grande pasticcio degli ospedali unici, il grande pasticcio della desertificazione della sanità regionale e abbiamo riportato l'attenzione verso i grandi e i piccoli centri. Che cos'è questa attenzione verso i grandi e piccoli centri? La giusta rivendicazione della comunità di Macerata di avere un ospedale nuovo e tecnologicamente avanzato, per il quale, no, noi non abbiamo messo un euro, ma abbiamo destinato per volontà complessiva di questa Giunta regionale i primi 60 milioni di euro e le risorse per la progettazione che erano completamente assenti. Qual era la risposta dell'attuale opposizione al tempo del suo governo regionale? Affidare tramite project financing la realizzazione di strutture ospedaliere che avrebbero ingessato la spesa di questa regione e nell'attuale situazione socio-economica e finanziaria avrebbero sottratto ulteriori risorse ai servizi che l'Assessorato alla sanità avrebbe dovuto erogare ai cittadini.
Allora, al Consigliere Carancini rispondo, voi sapete che riesco sempre a mantenere un rapporto dialettico corretto con l'Assemblea legislativa, di fronte alle scorrettezze, che per fortuna esponenti politici come il Consigliere Carancini sono stati spediti all'opposizione, altrimenti un Assessore corretto come il collega Filippo Saltamartini avrebbe dovuto fare il triplo salto mortale per cercare di mettere qualche toppa e qualche pezza ad un abito che è stato stracciato di dosso dalla sanità regionale da una politica incapace, rappresentata proprio dalle parole del Consigliere Carancini in questo momento, in questa assise, in questo dibattito. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per la replica, il Consigliere Carancini.
Romano CARANCINI. Presidente intanto le chiederei di distinguere fra la polemica politica, il confronto e il fatto personale.
Il povero e simpatico Assessore Baldelli non sa che a Macerata io ho fatto due mandati, quindi non sono stato spesso all’opposizione, se lei va a vedere i dati a Macerata città il Partito Democratico nel 2020 ha preso il 25%, lei non lo sa perché parla a vanvera, primo partito della città. Assessore Baldelli, si informi e legga: primo partito della città in regione, ha capito? Questa è la prima cosa.
La seconda è una bugia, è smentito dal Presidente Acquaroli al quale riconosco la serietà, in un incontro con Confartigianato, a differenza della bugia ciclopica che lei ha raccontato, sui 60 milioni, 55 milioni, lei non ci ha messo neanche una parola perché fanno parte di un provvedimento e di una richiesta fatta dalla Giunta precedente. Ha capito questo? Lei è un bugiardo, lei ha raccontato una sciocchezza. Fanno parte di un finanziamento richiesto nel 2018 dalla precedente Giunta Ceriscioli, questo lei lo sa ed ha raccontato una bugia.
Quanto alle altre cose se le risparmi, lei a due anni e mezzo sta ancora a 60 milioni, 55 milioni, che hanno messo gli altri. Lei sta a zero e adesso vedremo quando troverà le risorse per fare il progetto dell'Ospedale di Macerata e le ricordo che il project è previsto dalla legge, lei forse non sa neanche districarsi sul significato.
Ad oggi, a due anni e mezzo, lei non ci ha messo un euro, da questo punto di vista ritorni in sé, ci risparmi le sue giaculatorie, faccia meno master plan e metta più soldi.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Mangialardi sull’interrogazione a risposta immediata, poi chiudo sulla mozione d’ordine precisando il fatto personale per cui ho concesso la parola ai sensi dell’articolo 61 all’Assessore Baldelli.
Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Non ho capito se c’è stato un errore da parte della struttura che non ha messo nella condizione l’Assessore Baldelli di rispondere alla nostra interrogazione n. 697 (a risposta immediata), mentre gli è stato fornito il documento con il quale ha avuto modo di rispondere in maniera puntuale al Consigliere Carancini.
Mi sorprende se così fosse perché, al di là dell'errore della struttura, Assessore Baldelli, rimango nel merito, invocare l'articolo 134, comma 4, del nostro Regolamento perché impossibilitato a rispondere.
Assessore, io sono un calmo di natura, ma per rispondere avrei utilizzato le sue parole, quelle che ha già messo a disposizione della stampa il 12 gennaio scorso, quando, relativamente all’intervento di cui all’oggetto, la palazzina dell’Ospedale di Fabriano, lei disse: “I prossimi step saranno la presentazione del progetto esecutivo entro febbraio/marzo, la gara entro l'estate, entro l’autunno 2022”. Ho sbagliato, la conferenza stampa non era di questo gennaio, ma del gennaio scorso, quando aveva dichiarato che entro l’autunno del 2022 sarebbero iniziati i lavori, siamo invece a zero, siamo allo stesso identico punto.
Ricordo anche un’interrogazione della Consigliera Lupini su questo stesso tema, andò anche alla conferenza stampa di presentazione del progetto, in un anno non è successo nulla, e noi chiediamo di essere aggiornati, se lei mi avesse riportato il giornale …, tanto quello che avevate fatto l’anno scorso era niente, quello che avete fatto quest’anno è niente, uguale, saremmo stati tutti più tranquilli e soprattutto gli operatori sanitari, i cittadini del territorio fabrianese si sarebbero resi conto di quanto è complicato tradurre atti in azioni, perché lei sa che quell’intervento era già stato programmato dalla Giunta precedente, grazie anche a risorse che erano state intercettate quando il Commissario era YY, 12 milioni di euro. E’ un intervento sul quale l’Ospedale di Fabriano punta tutta la sua difesa, non il rilancio, ma la difesa, perché a questo punto dobbiamo utilizzare i termini in maniera adeguata e lei, Assessore Baldelli, oggi ci dice che dopo un anno non è in grado di darci nemmeno la risposta, nemmeno l’aggiornamento.
PRESIDENTE. Do spiegazioni sul fatto personale che è stato ravvisato dall’Assessore Baldelli nell’avergli attribuito, nell’ambito della risposta all'interrogazione, il fatto di non aver compiuto interventi sull’Ospedale di Macerata, che non era attinente alla tematica dell’interrogazione stessa, quindi attribuendo opinioni che non erano sue.
Richiamo sempre tutti a contenere i toni, sia nelle posizioni che nelle repliche, sia nell’esposizione degli argomenti che nelle repliche, soprattutto al fine di rimanere negli argomenti, nella dialettica relativa agli stessi.
Per quanto riguarda il discorso dell’aspetto e profilo dell’articolo 134, comma 4, è una facoltà che ha la Giunta, le va dato atto nel momento in cui la chiede. Nel caso specifico ancora di più, l’Assessore Baldelli mi ha personalmente detto prima dell’inizio del Consiglio che attendeva, senza far venir meno la sua presenza in Aula, il dossier dei due fascicoli per poter dare delle risposte compiute, cosa che ha fatto e che credo farà appena gli arriverà anche la seconda risposta, in modo tale da non eluderla e dare risposte puntuali. Se me lo conferma, Assessore Baldelli, in modo tale che nel corso del Consiglio appena arriva la riprendiamo.
Francesco BALDELLI. Grazie, Presidente. Ho chiesto agli uffici di consegnarmi la risposta, so che è in arrivo ed era questa semplicemente la motivazione della mia assenza. Ero presso i nostri uffici a chiedere la risposta all'interrogazione urgente su Fabriano per delucidare ulteriormente l'Assemblea su alcuni passaggi perché quando individuo dei passaggi tecnici amministrativi, come quello della progettazione o delle scadenze, o dei tempi di progettazione, sono sempre supportato dai documenti tecnici degli uffici, che anche per San Ginesio mi hanno indicato quelle necessità che hanno tecnicamente allungato i tempi, per un semplice motivo, perché nessuno avrebbe potuto sapere in anticipo quello che sarebbe accaduto sul mercato, ossia l'enorme aumento dei prezzi che ha comportato la rivisitazione dei progetti, dato che sono stati realizzati dei nuovi computi, oltre che le integrazioni richieste nel momento della verifica dei progetti.
Ecco, proprio in questo momento di fronte all'Assemblea mi arriva la risposta ed io potrò darla ai Consiglieri per il senso di rispetto che abbiamo nei confronti dell'Assemblea, di non dare risposte in maniera superficiale, ma sempre supportate dalla documentazione tecnica.
PRESIDENTE. Siamo oltre l’orario stabilito per le interrogazioni a risposta immediata e ordinarie, in deroga a questo e considerata la situazione passiamo all’interrogazione n. 697 a risposta immediata.
Interrogazione n. 697 – a risposta immediata
ad iniziativa del Consigliere Mangialardi
“Tempi di realizzazione della nuova palazzina di emergenza-urgenza presso il presidio ospedaliero ‘Profili’ di Fabriano”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 697 – a risposta immediata – del Consigliere Mangialardi.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Baldelli.
Francesco BALDELLI. Grazie, Presidente. Quanto all'interrogazione dei Consiglieri in merito al presidio ospedaliero “Profili” di Fabriano, su quando inizieranno e quando è prevista la conclusione dei lavori per la realizzazione della palazzina dell'emergenza del presidio ospedaliero “Profili” di Fabriano, la redazione del progetto esecutivo della nuova palazzina emergenze dell'ospedale “Profili” di Fabriano ha incontrato difficoltà legate alla necessità di procedere a successivi adeguamenti per far fronte agli aumenti dei prezzi ratificati dai nuovi prezzari regionali e dal nuovo prezzario del cratere, non li ripeto perché li abbiamo appena evidenziati nella risposta all'interrogazione precedente, sia del prezzario regionale che del prezzario del Commissario straordinario per il cratere.
La procedura di verifica del progetto esecutivo tutt’ora in corso, sta richiedendo inoltre ulteriori aggiornamenti da parte dei progettisti incaricati, anche in tal caso la circostanza per cui il responsabili unico del procedimento non appartiene all’organizzazione degli uffici regionali, ma è in forza all'organico dell'ex Asur, non ha favorito la possibilità di coordinare adeguatamente la velocizzazione dei tempi della progettazione.
Al termine della fase di verifica prevista all'articolo 26 del decreto legislativo 18 aprile 2016 n. 50 e successive modificazioni e integrazioni, l'Ufficio speciale per la ricostruzione procederà all'approvazione del progetto ed all'assegnazione formale della copertura economica dell'intervento che si richiede, perché ovviamente vi è stato un aumento dei prezziari.
Seguirà la fase di gara per l’affidamento dei lavori che verrà gestita dalla Stazione unica appaltante della Regione Marche, saranno necessarie le tempistiche tipicamente previste per le procedure aperte di cui all’articolo 60 e successivi del codice dei contratti pubblici, il cronoprogramma progettuale stima la durata dei lavori in circa 2 anni. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Uno si può dichiarare soddisfatto dopo questa risposta che è giunta in busta all’Assessore? L’Assessore ha fatto un sacco di confusione, capisco che ci può essere l’aggiornamento prezzi perché ce lo ha ripetuto tre volte, ma il progetto era già pronto, come lui ha dichiarato, non l'abbiamo fatto noi, non abbiamo urlato, non siamo andati a Fabriano il 12 gennaio 2022 partendo in pompa magna, tutti schierati, per dire qual era il grande intervento, che non avevate pensato, non avevate finanziato, non avevate progettato, ma che avevate ereditato ed era pronto per essere realizzato.
Bene, c’era la necessità dell'aggiornamento dei prezzi, ma non l’aggiornamento progettuale, questo cosa c’entra? Niente, se era vero che eravate già nelle condizioni di appaltarlo, invece si profilava una campagna elettorale ed anche lì necessitava un effetto annuncio che sistematicamente poi …Non vi dovete nemmeno offendere, non dovete nemmeno fare i permalosi perché le cose non le raccontate come sono, ma noi siamo attenti, non stiamo qui ad urlare e a sottolineare le nostre posizioni, no, abbiamo guardato quello che avevate dichiarato sulla stampa, documentato, c’è tutta la rassegna stampa con la Giunta e i Consiglieri schierati che garantivano quel cronoprogramma.
Oggi abbiamo capito, ma questo lo certifica solo, che state navigando a vista e ovviamente siamo molto preoccupati per la sanità fabrianese e per l’Ast 2, prima la Consigliera Lupini ci ha ricordato il motivo per il quale non è stata scelta una Casa di Comunità Hub, che invece Fabriano e il territorio meritavano.
Mancano i medici, mancano gli infermieri, non siete stati capaci di assumere gli operatori necessari per riaprire il reparto di pediatria, non avete riaperto, come sapevamo, il punto nascita perché era impossibile, ma lo avevate più volte sottolineato; non avete stabilizzato i precari dell'Area vasta 2, che avete celebrato come gli eroi del Covid, poi ne avete lasciati a casa 120. Ecco, non parliamo noi, parlano i dati, parole recuperate dalla vostra propaganda, che comunque sta mostrando la corda in tanti pezzi del territorio e noi lo sottolineiamo, ma non vi offendete.
PRESIDENTE. Abbiamo terminato gli atti ispettivi, come vi dicevo ci sono delle votazioni da fare perché in sede di Conferenza dei Presidenti dei gruppi si è deciso di proporre all’Aula l’inserimento di una mozione, l’abbinamento della stessa con altre già presenti e poi l’anticipazione dei punti.
La mozione da inserire è la n. 326 a firma del Consigliere Biancani e altri del gruppo del PD e della Consigliera Ruggeri del gruppo Movimento 5 Stelle, che riguarda l'installazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili presso il Comune di Montecalvo in Foglia.
Quindi la prima richiesta che faccio è di inserire all'ordine del giorno la mozione n. 326.
Ha la parola, oratore a favore, il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Intervengo a favore dell’inserimento e ringrazio lei, Presidente, e tutta la Conferenza dei capigruppo, in modo particolare il Consigliere Rossi che ha acconsentito ad inserire questa mozione a prima firma del Consigliere Biancani.
Penso che sia opportuno il dibattito, che ha una sua logicità, che evita di perdere tempo e ci mette nelle condizioni di fare un approfondimento più adeguato nella giornata odierna. Grazie.
PRESIDENTE. Iscrizione della mozione n. 326 (da abbinare al punto 5). La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva a maggioranza assoluta dei votanti)
PRESIDENTE. Anticipazione del punto 5) al punto 2 bis).
Ha la parola, oratore a favore, il Consigliere Rossi.
Giacomo ROSSI. Il mio è un intervento a favore, praticamente c’è la seconda mozione che viene ritirata, il dispositivo viene integrato sulla mia mozione, c’è un emendamento integrativo che recepisce anche delle disposizioni del Partito Democratico.
PRESIDENTE. Anticipazione delle mozioni nn. 321, 324 e 326 (abbinate). La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Mozione n. 321
ad iniziativa del Consigliere Rossi
“Contrarietà alla realizzazione di un impianto agro-fotovoltaico da 7 Megawatt all'ingresso del centro abitato di Sant'Angelo in Vado, località Ca’ Rinalduccio”
Mozione n. 324
ad iniziativa dei Consiglieri Serfilippi, Marinelli, Bilò, Acciarri, Cancellieri, Elezi, Marinangeli, Menghi
“Impianto agri-fotovoltaico nel comune di Sant'Angelo in Vado, località Ca’ Rinalduccio”
Mozione n. 326
ad iniziativa dei Consiglieri Biancani, Vitri, Mangialardi, Mastrovincenzo, Bora, Casini, Ruggeri, Carancini, Cesetti, Rossi
“Tutela del suolo agricolo dall'installazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili e contrarietà alla richiesta di realizzazione di due impianti nel comune di Montecalvo in Foglia”
(abbinate)
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 321 del Consigliere Rossi, la mozione n. 324 dei Consiglieri Serfilippi, Marinelli, Bilò, Acciarri, Cancellieri, Elezi, Marinangeli, Menghi e la mozione n. 326 dei Consiglieri Biancani, Vitri, Mangialardi, Mastrovincenzo, Bora, Casini, Ruggeri, Carancini, Cesetti, Rossi, abbinate.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Rossi.
Giacomo ROSSI. Grazie, Presidente. Innanzitutto un saluto a tutti gli amici vadesi e dell’Alta Valle del Metauro o meglio di tutta la Massa Trabaria. Un saluto anche al Sindaco di Sant'Angelo in Vado, qui presente nel pubblico, insieme all'Assessore.
Questo atto vede l'unità di tutti noi Consiglieri regionali di Pesaro e Urbino, il quale recepisce le integrazioni dei Consiglieri Serfilippi e Biancani, che vorrei ringraziare. Una mozione che auspichiamo venga sottoscritta da tutti e chiaramente votata da tutti, anche dalla Consigliera Casini che ha origini vadesi, sua nonna era di Sant’Angelo in Vado.
Vi faccio brevemente la spiegazione di questa mozione attenendomi alla lettura del testo in quanto non vorrei tralasciare parti importanti.
Una società multinazionale tedesca nel campo delle energie rinnovabili ha presentato richiesta di progettazione definitiva alla Provincia di Pesaro Urbino per la realizzazione di un impianto agri-fotovoltaico di 7 megawatt nel Comune di Sant'Angelo in Vado, in località Cà Rinalduccio,.
L’impianto dovrebbe occupare un'estensione pari a 63.500 mq, circa 10 campi da calcio, su un terreno di 75.000 mq, badate bene cari colleghi, situato all'ingresso del paese, a 50 metri dal centro abitato.
Premesso che in data 27 dicembre 2022 la Provincia di Pesaro Urbino ha approvato la richiesta della ditta di procedere alla progettazione definitiva in assenza di Via; considerato che l’ubicazione dell’impianto all'ingresso del paese, con l’installazione di oltre 10.000 moduli fotovoltaici rialzati fino a 4 metri da terra, produrrebbe un forte impatto ambientale e visivo che andrebbe a creare un grave danno al valore paesaggistico e turistico di tutta questa zona, che ultimamente è stata rivalorizzata anche grazie al complesso archeologico della Domus del Mito, bellissimo complesso archeologico che eredita le vestigia del Tiferno Metaurenses; che la grandezza e la vicinanza di questo mega impianto alle civili abitazioni, potrebbe creare problemi anche di inquinamento elettromagnetico nei confronti delle stesse case; che la vicinanza del mega-impianto alla strada statale 73 bis e al tracciato della futura Fano-Grosseto potrebbe creare dei seri e pericolosi problemi di rifrazione nei confronti degli automobilisti (sostanzialmente questo impianto è attaccato all’infrastruttura esistente e a quella futura); visto che in data 26 gennaio 2023 l’amministrazione comunale di Sant’Angelo in Vado ha convocato una pubblica assemblea molto partecipata dalla cittadinanza, in cui è stata espressa l’unanime e convinta contrarietà alla realizzazione dell’impianto; visto che le associazioni ambientalistiche e di categoria hanno espresso, a mezzo stampa, parere negativo alla realizzazione di questo mega impianto, che è necessario incentivare le energie pulite, ma in un contesto paesaggistico consono, come per esempio le zone urbanizzate o sopra i tetti dei capannoni industriali o nelle aree di scarso valore ambientale; ritenuto anche che l’opera ha un valore meramente speculativo e non genererà nessun ritorno economico per il territorio; visto che la Regione Marche ha già espresso una valutazione di impatto ambientale negativa in merito alla realizzazione di un impianto analogo nel Comune di Cartoceto; ritenuto che a livello nazionale la normativa non è chiara ed univoca, mancando i decreti attuativi del Dlgs 199/2001, i quali regolamenteranno in maniera puntuale questa tipologia di impianti; che nella III Commissione è ancora in discussione quella legge che dovrà normare questa materia; considerato che lo Statuto della Regione Marche all'articolo 21 lettera k) ci dà la possibilità, come Consiglieri regionali, di formulare indirizzi al Presidente della Giunta e alla Giunta stessa sulle questioni ritenute di rilevante interesse per la comunità regionale, e questa credo che abbia una rilevanza fondamentale, pur non avendo questa mozione un valore di impedimento assoluto all’opera, quindi si tacciano le voci che dicono che sia strumentale, noi abbiamo scritto che questa mozione non ha valore d’impedimento all’opera, ma rappresenta un atto di indirizzo importante e necessario, di considerevole vicinanza nei confronti della comunità vadese e dell'Alta Valle del Metauro; considerato tutto quello che ho detto, si impegna il Presidente e la Giunta Regionale: a manifestare la propria contrarietà alla realizzazione del suddetto impianto agri-fotovoltaico all'ingresso del centro abitato di Sant'Angelo in Vado, località Ca’ Rinalduccio; a mettere in atto tutte le azioni necessarie e possibili per scongiurare la realizzazione di questo mega impianto alle porte di Sant'Angelo in Vado, tutelando la comunità vadese e preservando il territorio, l’ecosistema agro-ambientale ed il valore turistico della zona.
In più aggiungo le integrazioni dei Consiglieri Serfilippi e Biancani: a sollecitare il Governo e i parlamentari marchigiani per la definizione dei decreti attuativi del Dlgs 199/2021 affinché ci sia chiarezza, trasparenza ed uniformità sulla materia; di escludere dalle aree idonee quelle utilizzabili direttamente per l’attività di coltivazione, evitando il consumo di suolo agricolo per preservare e potenziare quell’agricoltura di qualità, quel patrimonio enogastronomico protagonista di una filiera integrata con l’attività di trasformazione, commercializzazione e distribuzione che dà valore aggiunto anche alla nostra offerta turistica-gastronomica.
Questi due inserti sono dei Consiglieri Serfilippi e Biancani e vanno ad integrare e potenziare la mozione.
Riteniamo rilevante e doverosa la risposta che la Regione Marche deve alla comunità vadese, che è tutta schierata contro questo impianto e a favore della mozione. Come ho detto prima, ne chiedo la sottoscrizione – invito il personale del tavolo rotondo a far girare la mozione - e il voto unanime di tutti per far vedere l'uniformità del Consiglio regionale a difesa del nostro territorio.
C’è anche la mozione del Consigliere Biancani sulla quale non interverrò, voterò favorevolmente perché la ritengo simile a questa. E’ una questione che riguarda un altro Comune, Montecalvo in Foglia, quindi inviterei i colleghi ad uniformarsi alla mozione del Consigliere Biancani.
Credo di aver detto tutto, mi sono attenuto al testo leggendo alcune parti proprio per non dimenticare quelle importanti e degne di nota.
Vi ringrazio, la nostra vicinanza alla comunità vadese ed all’Alta Valle del Metauro con questo atto è sicuramente piena ed effettiva. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Serfilippi.
Luca SERFILIPPI. Grazie, Presidente. Ringrazio i Consiglieri della Lega che hanno sottoscritto la mozione che abbiamo deciso di ritirare per riuscire a fare un documento condiviso insieme al Consigliere Rossi ed ai Consiglieri dell’opposizione.
Questo è un tema che anche come Commissione abbiamo trattato a lungo e ci vede tutti quanti concordi.
Sappiamo bene, anche l'Assessore Aguzzi più volte l’ha detto in quest’Aula, che come Regione facciamo fatica, oltre ad esprimere il nostro parere contrario nelle conferenze dei servizi, a far sì che questi impianti non vengano autorizzati perché in questo caso, ad esempio, il soggetto che deve autorizzare è la Provincia, come per altri tipi di impianti.
Quello che stiamo attendendo come Regione Marche e come Regioni italiane è il famoso decreto attuativo del decreto legislativo 199/2021 che doveva essere emanato entro luglio dello scorso anno.
La scorsa settimana come III Commissione abbiamo audito le associazioni di categoria; il Cal, il Crel e l’Anci ci hanno chiesto di fatto di temporeggiare l’approvazione della proposta di legge n. 145, presentata dai Consiglieri Marcozzi e Pasqui, presa a riferimento, anche dopo averla condivisa con l'Assessore Aguzzi.
L’iter di fatto in Commissione era terminato, abbiamo deciso di temporeggiare ancora un po' perché, è proprio notizia di questi giorni, sembrava che il Governo all'interno del decreto semplificazioni inserisse anche il decreto attuativo di questa legge, che noi come Regione Marche e tutte le altre stiamo attendendo e che avrebbe fatto chiarezza sulle aree idonee e non idonee.
In assenza di questo decreto attuativo, come abbiamo visto in diverse parti della nostra regione Marche … Abbiamo visto a Cartoceto un impianto da 45 ettari, adesso qui abbiamo Sant’Angelo in Vado, Montecalvo in Foglia, diciamo che nel nord delle Marche stiamo sentendo tanto questa esigenza, di far sì che ci sia una legislazione chiara sulle aree idonee e non idonee.
Poi non siamo contrari a prescindere a questi tipi di impianto, personalmente ritengo che prima di installare i pannelli fotovoltaici sui terreni dovremo incentivarne fortemente, a livello governativo, l’installazione sui tetti dei capannoni e sui tetti delle case, successivamente, visto che il gap energetico è un problema vero che ha questo Paese, non sono contrario a prescindere all’installazione di queste tipologie di impianti, ma sicuramente non devono essere vicino alle nostre abitazioni, in questo caso è a 50 metri dall'ingresso di Sant'Angelo in Vado, o vicino alle scuole, o a dei punti che anche il decreto legislativo considera come punti di interesse.
Secondo me dovremo anche tutelare le nostre colline, il nostro paesaggio, le nostre coltivazioni agricole, con tutte le dop e le doc che abbiamo nella nostra regione. Ad esempio la proposta di legge che abbiamo avanzato come Lega – poi in Commissione abbiamo deciso di farne una e di prendere come riferimento la 145 - era quella di basarsi sul modello Veneto che, in assenza di questo decreto interministeriale, è intervenuto con una legislazione propria, che non è stata impugnata dal Governo precedente, di fatto è legge e decadrà nel momento in cui verranno emesse le linee guida a livello ministeriale.
Io l’ho fatta lunga, però è chiaro che in assenza di normativa purtroppo stiamo vedendo che - e l'abbiamo visto 10 anni fa con il fotovoltaico sui terreni agricoli, si sta verificando la stessa cosa a distanza gli 10 anni - dove ci sono gli incentivi ci sono gli speculatori, di questo si tratta. Io non ho paura di dirlo al microfono anche se qualcuno mi ha minacciato a livello personale quando mi sono espresso contrariamente all’impianto di Cartoceto, sono uscite sui giornali parole come: “Serfilippi si vergogni per queste sue dichiarazioni” però vedo gli investitori esteri che con una società di scopo comprano o fanno degli accordi direttamente con i contadini o comunque con i proprietari terrieri, perché sanno benissimo che ci sono degli incentivi e che l’investimento è conveniente. Ecco, credo che non facciamo il bene del nostro Paese e delle nostre campagne e del nostro entroterra, per cui non sono contrario a prescindere a questo tipo di impianti, però la legge deve essere chiara.
La notizia di questi giorni è che sembra in dirittura di arrivo il decreto attuativo della legge nazionale, ritengo che sia il punto di partenza per far sì che anche noi come Regione sappiamo di che morte dobbiamo morire perché queste cose sono a livello ministeriale, spesso, soprattutto i grandi impianti. Come Regione possiamo opporci ed ha fatto bene il Servizio ambiente a dissentire in tutte le Conferenze dei servizi, perlomeno per gli impianti che abbiamo visto e che fino ad oggi sono pervenuti.
Non aggiungo altro, l’intervento mi è stato sollecitato dalla sezione della Lega di Sant'Angelo in Vado, che voglio ringraziare qui pubblicamente, come ringrazio tutti gli altri che sono intervenuti anche prima di noi con dei documenti, mi riferisco al Consigliere Rossi e successivamente al Consigliere Biancani.
Mi auguro che da parte di tutta l'Assemblea legislativa ci sia un voto unanime su questo documento. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Biancani.
Andrea BIANCANI. Grazie, Presidente. Innanzitutto voglio dire che come Partito Democratico volevamo presentare una risoluzione, poi abbiamo deciso di non fare perché il Consigliere Rossi ha accolto, sotto forma di emendamenti e modificando il dispositivo della mozione 321, quei punti che volevamo mettere nella risoluzione. A questo punto come gruppo sosteniamo questa mozione.
Siamo convinti che sia un errore realizzare impianti di quelle dimensioni in prossimità di un centro abitato, soprattutto in una vallata così prossima all'abitato di Sant'Angelo in Vado, che ha bisogno di tutto tranne che di modificare e di alterare quello che è il suo vero patrimonio: il paesaggio e le bellezze naturali del territorio.
Voglio anche dire che come Partito Democratico non siamo contrari alle energie rinnovabili, siamo favorevoli, le energie rinnovabili sono il futuro, sia per quanto riguarda l'energia solare che l'energia eolica, sia per quanto riguarda tutte quelle modalità di energia che non prevedono l’utilizzo di risorse fossili, ma che vanno a produrre energia attraverso fonti non inquinanti e rinnovabili.
Da questo punto di vista ribadiamo che è importante sollecitare, ed è stato inserito all’interno di questa mozione, tutti i Parlamentari, ma soprattutto il Governo a fare uscire i decreti attuativi della legge 199/2021 in maniera tale da consentire alle Regioni di poter individuare le aree idonee. Da questo punto di vista ci auguriamo che poi la Regione Marche, quando andrà ad individuare le aree idonee, consideri i terreni agricoli una risorsa, cioè terreni che non vanno sfruttati per produrre energia, ma che vanno utilizzati per produrre l’altra qualità del nostro territorio, cioè i prodotti eno-gastronomici, soprattutto per garantire le bellezze paesaggistiche delle nostre colline e del nostro entroterra.
Bene i pannelli fotovoltaici, ma questi devono essere concentrati nelle aree dismesse, nei parcheggi, sopra le fabbriche, in aree agricole in prossimità di quelle attività o di quelle zone che non possono essere usate per la coltivazione, non nei terreni che sono una risorsa per il nostro territorio.
A questo proposito, oltre alla risoluzione che non è stata presentata perché il Consigliere Rossi ha accolto ed inserito alcuni punti nella sua mozione, abbiamo presentato un’altra mozione che è stata sottoscritta da tutti i componenti del Partito Democratico, dal Consigliere Rossi e dalla Consigliera Ruggeri, nella quale riportiamo che lo stesso problema, che è emerso a Sant'Angelo in Vado, riguarda anche a Montecalvo in Foglia, Anche qui è stata fatta una richiesta per un impianto di 2,5 megawatt che occupa una superficie di 3,5 ettari, anche qui a 50 metri dal centro abitato, quindi si sta mettendo in campo nel nostro territorio, come ha detto il Consigliere Serfilippi, soprattutto nel nord delle Marche … Si vede che queste società stanno puntano i terreni che sono prossimi ai centri abitati, ma non con destinazione industriale, che sarebbe un’altra cosa, ma terreni con destinazione agricola.
Anche qui il Sindaco è contrario, come lo sono il Sindaco e l’amministrazione di Sant’Angelo in Vado, per cui ci hanno chiesto di presentare una ulteriore mozione per evitare di tornare in Aula la prossima settimana con lo stesso argomento e di discuterla oggi.
Voglio anche ricordare che bisogna essere tutti consapevoli che questi sono impianti per i quali la Regione Marche non deve esprimere nessun parere. Non è la Regione Marche che esprime un parere tecnico di contrarietà, ovviamente se la Regione esprime un parere di contrarietà politico e vuole evidenziare che questo tipo di impianti non vanno fatti in queste aree è comunque importante, sicuramente anche i Comuni si possono considerare sostenuti dall’ente Regione. Ma va detto chiaramente che l’ente Regione né sull’impianto di Sant'Angelo in Vado né sull’impianto di Montecalvo in Foglia dovrà esprimere un parere a differenza di quello che è successo, se non sbaglio, in sede di Via per quanto riguarda l’impianto di Cartoceto in quanto era un impianto superiore ai 20 megawatt e lì invece, per quanto riguarda la valutazione di impatto ambientale, se non sbaglio, il Ministero competente ha chiesto un parere alla Regione Marche.
In questo caso il parere non c’è, mi auguro che ci sia un voto positivo sia per quanto riguarda la mozione su Montecalvo in Foglia che per quanto riguarda la mozione su Sant'Angelo in Vado, che ovviamente come gruppo sosteniamo.
Lo voglio dire in maniera chiara e voglio ricordare, chiedo attenzione ai Consiglieri, che il sottoscritto aveva presentato un'interrogazione ad ottobre 2021, sottoscritta da me e da tutti i Consiglieri del gruppo PD, con la quale chiedevo al precedente Assessore all’agricoltura informazioni sul rischio di consumo di suolo agricolo a seguito della semplificazione normativa nazionale per l’installazione di impianti fotovoltaici a seguito del decreto legge 77/2021, lo stesso di cui stiamo parlando. Come gruppo del Partito Democratico avevamo anticipato ed avevamo detto: “Attenzione, se non c’è una azione forte nei confronti del Governo e del Parlamento per far emanare queste linee guida a breve arriveranno richieste …”, la risposta è stata questa: “Si deve inoltre considerare che tale delibera (del 2010) individua molti ulteriori limiti connessi a vincoli di natura ambientale e paesaggistica, quali ad esempio: esclusione di aree con dissesto idrogeologico, aree Sic, Zps, parchi, tutele connesse con il PPAR. Comunque le linee guida al momento sono sufficienti per evitare un’eccessiva diffusione di impianti fotovoltaici su terreni agricoli, almeno fino all’approvazione del decreto ministeriale previsto dall'articolo 20 del decreto, il quale stabilirà i nuovi decreti”. Cosa voglio dire, che l'Assessore quando mi avevo risposto mi aveva tranquillizzato, ma non doveva tranquillizzare me, doveva tranquillizzare tutti i Consiglieri di quest’Aula, la risposta era stata: “State tranquilli, che fino a quando non ci sono le linee guida vale la delibera della Giunta regionale del 2010 e quindi nelle Marche questo rischio non lo abbiamo”.
In realtà nella provincia di Pesaro hanno presentato tre richieste e se non c’è un po’ di azione, di forza delle amministrazioni, in questo caso comunali, insieme alla Regione e voglio ricordare anche la Provincia. che purtroppo ha dato parere positivo, ma si tratta di un parere tecnico chiesto agli uffici, come se lo chiedessero ai nostri uffici regionali i quali dovrebbero dare un parere positivo tecnicamente perché la norma consente di poter fare gli impianti.
Ritengo che sia importante che oggi ci facciamo sentire tutti uniti perché il problema c’è, è rilevante e vorrei evitare quello che è successo 15 anni fa, cioè girare per il nostro territorio e trovare impianti fotovoltaici diffusi in tutte le colline, ricordando una cosa, se il decreto semplificazione continua a prevedere la possibilità per gli agricoltori di fare delle Ati, associazioni di impresa, noi potremmo fare tutto quello che volete, ma le nostre colline saranno invase dai pannelli fotovoltaici.
Il tema è questo, ma lo deve fare l’agricoltore, non l’Enel di turno o qualsiasi altra società che lo vuol fare, fino a quando il decreto semplificazione lo prevede vi chiedo, visto che ce l’abbiamo, di sollecitare in questo senso il Parlamentare della Lega che fa parte della Commissione agricoltura. Se sono possibili le Ati noi non possiamo fare niente e alla fine le nostre colline saranno invase dai pannelli fotovoltaici, ovviamente quella non è una attività legata alla promozione dell’attività agricola, a sostegno dell’attività agricola, è, come ha detto il Consigliere Serfilippi, pura speculazione. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Casini.
Anna CASINI. Grazie, Presidente. Innanzitutto vi ringrazio perché questo è un tema molto importante ed è bene che se ne discuta in Consiglio perché c’è un crinale, tanto per usare un termine paesaggistico, da un lato abbiamo il fatto di dover implementare l’energia da fonte rinnovabile e dall’altro abbiamo il paesaggio, che è il nostro tesoretto. Noi non abbiamo tanti tesori nelle Marche che possono essere paragonati al paesaggio, quindi lo dobbiamo tutelare a prescindere dalla nostra singola vocazione ambientalista. Lo dobbiamo tutelare se non altro - io ho questa spiccata vocazione, ma c’è chi non ce l’ha - dal punto di vista economico. Immaginiamoci banalmente un agriturismo, un albergo o un centro storico che si affaccia su 3 ettari o 2,5 ettari, che sono 25.000 o 30.000 metri quadrati, tanto per darci un’idea, un appartamento è di circa 100 metri quadrati, qui parliamo di 25.000, 30.000 metri quadrati di terreno coperto da pannelli fotovoltaici, è chiaro che è una modificazione essenziale del paesaggio.
Ora, perché non ci aiuta in questo momento la proposta di legge n. 145? Mi dispiace per il grande lavoro anche impegnativo che è stato fatto in Commissione, però questa norma non è piaciuta perché non risolve il problema e neanche si può pretendere che lo risolva, sono i decreti attuativi che devono decidere, ed io mi auguro che siamo tutti d'accordo su questo, quali sono le aree delle quali non possiamo fare a meno dal punto di vista della bellezza paesaggistica.
E’ facile dire mettiamo il fotovoltaico sui tetti, io ho presentato una proposta di legge un anno e mezzo fa in III Commissione, l’abbiamo discussa, nella quale dicevo che le linee guida (delibera 13/2010), di cui si è parlato, non privilegiavano le zone industriali rispetto alle zone agricole per posizionare il fotovoltaico a terra, perché di questo parliamo, sui tetti siamo bravi tutti, ammesso che ci siano ancora tanti tetti delle fabbriche che siano di proprietà della fabbrica e non delle banche. La proposta di legge non è mai stata discussa perché il Governo poi ha deciso, in una norma del D.Lgs. 199/2021, di dire che sono aree prioritarie, aree che si devono utilizzare prioritariamente, quelle industriali coprendo addirittura il 60% della superficie utile, quindi danno una copertura, che generalmente per una fabbrica è del 50, del 10% in più.
Certo, questo è buono, nel senso che se abbiamo delle aree che nei piani regolatori sono state già valutate, nel caso delle Marche già valutate rispetto al Ppar, rispetto al 42/2004, possiamo dire che sono state destinate a zona agricola ancorché non pianificata, quindi soltanto retinata senza piano attuativo, è chiaro che è preferibile che siano insediate lì.
Poi siamo d’accordo, una cosa che ha sottolineato il Consigliere Biancani è questa discrasia, io che sono una azienda agricola devo dimostrare che l'energia che produco è adeguata alla mia necessità, ma è chiaro che una azienda agricola non è energivora, per cui l’agricoltore si trova ad avere dei vincoli in più rispetto a me e all'Assessore Aguzzi che volendo potremo fare una società e decidere di mettere un fotovoltaico in zona agricola.
E’ importante ricordare che ci sono dei vincoli paesaggistici, che sono quelli del 42/2004, che non vietano l'ubicazione di alcun tipo di manufatto, ma lo sottopongono, specie in zona agricola, ad un'autorizzazione paesaggistica che è discrezionale. Di conseguenza noi dovremmo avere il coraggio di dire che quando ci sono delle zone perimetrate, per intenderci dalla ex 1497 o dalla ex Galasso, dovremmo essere più incisivi da questo punto di vista.
Penso che dobbiamo avere il coraggio di tutelare quella parte di territorio che per noi economicamente è fondamentale, qual è questa parte di territorio? Mi dispiace che ci sia questa aggressione, da parte di società, delle aree interne, che sono più fragili. Capisco che i proprietari delle aree le vendano o le diano in concessione ventennale per installare impianti fotovoltaici, perché sono aree che a tutt’oggi valgono veramente poco sia dal punto di vista della rendita che dal punto di vista del valore delle aree, quindi è chiaro che si è allettati dall'idea che qualcuno ci dia dei denari per poter installare un fotovoltaico.
Però noi dobbiamo far capire che dobbiamo rispettare la vocazionalità delle aree interne, dei nostri borghi delle aree interne, non ci possiamo riempire la bocca con le leggi che tutelano le aree interne, la biodiversità, il paesaggio agrario variegato delle Marche, che ha una biodiversità che è unica al mondo, di questo dovremmo essere fieri, siamo la terza Regione d'Italia per biologico e non è un caso perché c’è chi 7 anni fa sul biologico mise 80 milioni di euro in un anno. Tutto questo lo dobbiamo preservare, dobbiamo rispettare la vocazionalità delle aree interne, che non è certo quella di vedere dei pannelli, anche perché nelle zone interne le aree pianeggianti sono poche e sono vicine ai centri abitati, oppure sono vicine ai corsi d'acqua, sono comunque visibili dall'alto, dai nostri centri e nuclei abitati che generalmente sono posti in zone di crinale, per cui il danno che possiamo fare è veramente irreversibile.
Dovremmo tutti insieme approvare questa risoluzione che mi lascia un po' perplessa sul punto 2) perché effettivamente, guardo il Consigliere Assenti, è probabilmente un po' generico, però è una presa di posizione importante in quanto è chiaro che tutte le aree sono coltivabili e dove ci sono le doc sarebbe più opportuno …, ma io domani la doc la tolgo e ci metto il fotovoltaico.
Dobbiamo entrare nel merito e non possiamo farlo noi perché rischiamo di invadere una materia che è concorrente per cui dobbiamo essere attenti. Perché la legge del Veneto è stata approvata? E’ stata approvata in quanto gli allegati erano molto più leggeri di quelli che abbiamo fatto noi ed erano diversi, quindi bisogna stare attenti a non invadere e a non superare quel crinale che separa non solo il fotovoltaico dal paesaggio, ma anche le competenze in una materia che, ricordo, è concorrente.
Questa risoluzione mi pare di buon senso perché tutti noi, mi auguro, ma mi pare di capire, pur rappresentando schieramenti diversi, abbiamo a cuore entrambe le questioni: da un lato il paesaggio, dall’altro la produzione di energia da fonte rinnovabile, basta scegliere e contestualizzare le scelte.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Aguzzi.
Stefano AGUZZI. Grazie, Presidente. Accolgo con molto piacere la determinazione dei vari Consiglieri regionali, di vari schieramenti, che si accomunano in questa iniziativa, che ovviamente non solo sostengo, ma dico che è molto opportuna, anche se temo che non potrà incidere direttamente sulle questioni singole di cui stiamo trattando. Ma voglio sperare e pensare che possa incidere in maniera più ampia nei livelli governativi, che devono dare degli indirizzi in questo senso.
Anzi, rispetto a questo la proposta di legge che si sta discutendo in Commissione non ha la pretesa di dettare le norme in questo senso nella nostra regione, perché sappiamo benissimo che sono norme regolate da leggi nazionali, vuole …, proprio perché c'è stato questo ritardo, secondo me voluto fino ad oggi, di non emanare decreti per dare le indicazioni alle Regioni su come potersi esprimere e lasciare libero campo a tutte le interpretazioni, cioè arrivano … Entro giugno dello scorso anno il Governo doveva dare alle Regioni delle indicazioni su come interpretare le norme e come dare poi i pareri su questi impianti quando venivano presentati dai privati, a giugno non è arrivato un bel nulla, ora siamo già a febbraio, in questa vacatio lunga mesi tutti si stanno insinuando, arrivano e chiedono di poter realizzare questo tipo di impianti.
Le proposte di legge che sono attualmente in discussione in Commissione io le ho anche un po’ stimolate, ripeto, non perché potessero essere esaustive, ma è un modo per cominciare a porre il problema, come a dire che la Regione Marche in questa vacatio complessiva si pone il problema di regolare o perlomeno di indirizzare il dibattito ed anche le azione per far sì che il nostro territorio non venga completamente deturpato.
Vogliamo parlarci chiaro? Io vi parlo da ambientalista, ornitologo, cacciatore ed agricoltore, da persona che conosce il territorio, parlare di agri-fotovoltaico vuol dire portare in giro tutta l’Italia. Chi è quell'agricoltore che fa un impianto agri-fotovoltaico e poi ci coltiva sotto? Ditelo a me che ho tre pali del telefono che attraversano la mia azienda e non vi dico cos’è passare lì sotto con il trattore driblando i pali. Con 350 pali alti 4 metri, come si fa ad andarci sotto con i mezzi, a fare l’agricoltore? Ci stanno prendendo in giro perché si è messo un limite nel 2011 con delle normative alle brutture dei pannelli fotovoltaici a terra, per superare quel limite cavalcando l’onda della richiesta di energia pulita, sacrosanta e giusta ...
Servono effettivamente fonti alternative, questo è vero, però il fotovoltaico a terra è stato più o meno impedito, allora si è inventato l’agri-fotovoltaico, facendo finta che fossero gli agricoltori a richiederlo. Trovatemi un agricoltore che impianta un impianto di quel genere e continua a fare l’agricoltore sotto.
Nei casi di Sant’Angelo in Vado, Montecalvo in Foglia, Cartoceto, Fano, i richiedenti non c’entrano nulla con l’agricoltura e voi qui parlate di un impianto di 6,5 ettari, quello Montecalvo in Foglia di 4,5 ettari, quello di Cartoceto e quello di Fano sono di 45 ettari l’uno, quello di Fano è lungo il fiume Metauro al confine della Zps, quindi lo hanno calibrato fuori dalla Zps per pochi metri e comprende un’area di un chilometro lungo tutto il fiume Metauro.
Noi abbiamo l’oro nelle Marche, che è il nostro territorio, andiamo al Bit di Milano a promuovere le bellezze del nostro territorio, la cultura, l’enogastronomia, i nostri borghi e poi andiamo ad impiantare robe da 45 ettari l’una, intere vallate coperte da fotovoltaici alti 4 metri, è un impatto visivo brutale, per cui facciamo bene a stimolare questo dibattito.
Ci tengo a dire, però, che mentre per gli impianti oltre i 10 megawatt, come quello di Cartoceto e quello di Fano, noi siamo tenuti a dare un parere perché lo screening di Via è a capo del Ministero, la Provincia deve autorizzare e il Ministero deve fare lo screening di Via, il Ministero richiama la Regione a dare un parere, e noi su Cartoceto abbiamo dato un parere negativo, anche se molto labile perché il nostro parere negativo si basava sul fatto che è brutto, dato che lì non ci sono né vincoli né altre cose, abbiamo usato il fatto che lì c’è la dop, quindi cerchiamo di dare una interpretazione, su quello di Fano abbiamo più difficoltà perché oltretutto è anche una ex cava e la legge indica proprio le ex cave, però è sempre una bruttura.
Su questi siamo stati chiamati a dare un parere del quale non so quanto ne terrà conto il Ministero, su quelli di Sant’Angelo in Vado e Montecalvo in Foglia non siamo neanche chiamati a dare un parere perché l’autorizzazione dello screening di Via è in capo alla Provincia e l’autorizzazione è in capo al Comune. E’ il Comune che deve autorizzare, mentre lo screening di Via lo fa la Provincia e la Regione non è neanche interpellata, infatti noi non siamo stati interpellati per l’impianto di Sant’Angelo in Vado.
Facciamo bene a porre la questione “politicamente” qui, oggi, però sarà il caso di cominciare a indirizzarla anche attraverso i Parlamentari di questo territorio.
Sull’aver rallentato l’iter di quella proposta di legge in Commissione ho dei dubbi, ma questo è un mio umile giudizio, perché poteva essere invece uno stimolo alla discussione oltre a mettere qualche paletto sul quale poter ragionare e sul quale poter dare dei pareri una volta che la legge fosse stata approvata, oggi non siamo neanche in grado di dare dei pareri.
Detto questo, non sarebbe stato nulla di risolutivo, però, visto che c'è qualche Parlamentare che gira ultimamente ad incoraggiarli, poi vi dirò in un orecchio chi è, forse facciamo bene a porci anche a livello nazionale, lo dico al mio stesso Governo ed al mio stesso Ministro perché in questa situazione il Ministro è anche del mio stesso partito e dovremmo fargli arrivare questa realtà.
E’ vero che questa grande reale esigenza “di energia pulita” ci può mettere un po’ in difficoltà nel porre queste questioni, dato che ormai la moda è quella di dire avanti purché non sia il gas, ma noi riempiamo di pale eoliche il mare, di agri-fotovoltaici le nostre colline, poi gli inglesi e i tedeschi vanno in vacanza in altri continenti invece di venire da noi.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Una volta tanto nel merito sono d’accordo con l’Assessore Aguzzi e sono d’accordo con il Consigliere Rossi e il Consigliere Biancani, che ringrazio entrambi per questa sintesi trovata.
Le mie sono convinzioni praticate nel tempo e nella mia esperienza politica, le ho praticate perché da Presidente della Provincia di Fermo, nonostante la normativa del 2011, che ci ha ricordato l’Assessore, venivano consentiti i pannelli fotovoltaici in zona agricola. In qualità di Presidente della Provincia, per dare copertura al dirigente del settore ambiente che doveva adottare i provvedimenti autorizzatori, proposi un atto in Consiglio regionale, un atto amministrativo, non potevamo fare altro, per vietare l'installazione dei pannelli fotovoltaici sulle colline della Val d’Aso, che è un’area di pregio, adottai un atto del genere con grande coraggio, non solo mio, ma soprattutto del Consiglio regionale perché era una competenza al limite la nostra, dato che era una competenza amministrativa.
Quell'atto venne poi annullato dal Tar, però conseguì lo stesso i suoi effetti in quanto tanti pannelli non vennero installati, altri si.
Se andiamo in alcune zone è terribile quello che è avvenuto nelle nostre campagne, qui ha ragione l’Assessore Aguzzi, non solo perché vengono da noi gli inglesi, ma perché noi vogliamo vivere la bellezza delle nostre campagne, la vogliamo vivere anche perché siamo nati lì, ci siamo cresciuti, ci siamo formati, questa è la nostra terra e noi abbiamo il diritto di viverla nella sua pienezza e di valorizzarla a dispetto di coloro che vogliono speculare su questo tipo di nuove energie.
Sulle energie rinnovabili, per carità, siamo d’accordo, ma devono essere compatibili con il nostro territorio, con le sue bellezze e non lo devono deturpare, con la salute. Questi sono anche contro la salute, ma come si fa a pensare che da una parte vietiamo i pannelli fotovoltaici a terra e poi li mettiamo in alto, e i contadini ci lavorano sotto? Ma sanno di che parlano questi? E’ un irresponsabile chi prevede questo, secondo me, non solo politicamente, credo che abbia qualche problema di demenza istituzionale, ha la perdita della memoria, è chiaro. E sapete perché hanno la perdita della memoria? Io dicevo che i pannelli fotovoltaici dovevano essere installati nei capannoni industriali, nei capannoni artigianali e doveva essere anche un’occasione per una bonifica degli stessi perché su tanti ci sta ancora l'amianto, quindi si poteva togliere e mettere i pannelli fotovoltaici. Queste cose le facevo reiteratamente da Presidente della Provincia di Fermo, non so quante cause mi hanno fatto, poi alla fine le ho risolte e le ho vinte tutte. Ricordo che ci ho perso anche un amico, che era un ex cliente, perché gli vietai l’installazione di un pannello fotovoltaico - ci fu una grande polemica - addirittura sul capannone in quel caso industriale, che non stava in una zona industriale, ma era a ridosso del centro abitato, non si capisce come fosse stato possibile consentire quella trasformazione, ed allora io lo feci vietare. Questo è il punto.
ll problema è che c’è una normativa nazionale, quindi bisogna intervenire nei confronti del Parlamento che si deve assumere le sue responsabilità perché la tematica della tutela dell'ambiente è una competenza esclusiva dello Stato (articolo 117, comma 2, lettera s), però la Regione ha la competenza concorrente (articolo 117, comma 3) sulla valorizzazione dei beni ambientali, questa è una legislazione concorrente, valorizzazione dei beni ambientali, l’altra, tutela dell’ambiente, è competenza dello Stato.
Noi abbiamo la competenza in materia di valorizzazione dei beni ambientali, ma le colline della nostra vallata, o del Montefeltro, o di tutte le parti della nostra regione sono o non sono beni ambientali? Sì, secondo me. Abbiamo o no il dovere e il diritto di tutelarli? Si, allora, Assessore, dobbiamo farlo e siccome condivido tutto quello che lei ha detto, anzi con soddisfazione ne prendo atto, facciamo questi interventi di valorizzazione dei beni ambientali, facciamo magari una legge regionale e poi vediamo se hanno il coraggio di impugnarla nell'esercizio dell'attività concorrente per tutelare e valorizzare questi beni ambientali, dove noi individuiamo come tali tutte le nostre colline, tutti i nostri centri di pregio, vicino ai centri abitati e lì vietiamo con legge regionale l’installazione di queste schifezze, perché tali sono vicino ai centri abitati o nelle aree di pregio. Facciamo una legge di questo tipo, poi che abbiano il coraggio di impugnarla visto che noi esercitiamo una prerogativa costituzionale sub 117, comma 3, che ci dà la competenza concorrente per la valorizzazione dei beni ambientali, che la legislazione esclusiva, che è quella della tutela dell’ambiente, ha il dovere di consentire, di sprigionare quest’altra competenza, perché il tema delle competenze istituzionali nel nostro Paese non è che l'una prescinde dall’altra, si guardano e si integrano a vicenda, siccome abbiamo questa consapevolezza, facciamolo e credo che il voto che ci accingiamo a dare oggi, immagino in modo unanime, sia un buon primo passo e un buon viatico verso questa direzione.
Presidenza del Vicepresidente
Andrea Biancani
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Vitri.
Micaela VITRI. Grazie, Presidente. Vorrei innanzitutto ringraziare i primi firmatari delle mozioni, sia il Consigliere Rossi che il Consigliere Biancani, con il quale ci siamo confrontati fino a ieri sera sull'opportunità o meno di intervenire su questo tema.
In realtà, lo voglio ribadire anch'io, si tratta semplicemente di un parere, di una posizione politica, la Regione, ed anche qui sono stranamente d’accordo con l’Assessore Aguzzi, non ha competenze specifiche, quindi oggi noi esprimiamo semplicemente un’opinione perché siamo contrari, lo abbiamo già messo in evidenza, a tutti questi impianti, soprattutto vicini ai centri abitati e in aree agricole.
Ciò che mi preme evidenziare è un punto importante della mozione che “sollecita il Governo e i Parlamentari marchigiani per la definizione dei decreti attuativi del decreto legge 199/2021 affinché ci sia chiarezza, trasparenza ed uniformità nelle norme”. Perché voglio evidenziarlo? Perché da più di due mesi in III Commissione stiamo parlando di una proposta di legge e ancora non siamo riusciti a venirne a capo definitivamente in quanto mancano i decreti attuativi. Il problema è proprio questo, non possiamo legiferare finché dal nazionale non ci sono le linee guida esplicite e precise. E’ anche questo che mette in difficoltà i Comuni per cui, per quanto oggi possa essere rilevante la nostra presa di posizione, il vero passaggio fondamentale per i Sindaci di Sant'Angelo in Vado e di Montecalvo in Foglia è quello della chiarezza nella normativa nazionale, per cui dobbiamo fare in modo, e lo chiedo anche a voi esponenti della maggioranza, che i parlamentari di maggioranza prendano posizione urgentemente per non mettere in difficoltà i nostri Sindaci e i nostri amministratori. L’esempio dell’impianto richiesto a Sant'Angelo in Vado, in località Cà Rinalduccio, da 7 megawatt è lampante, così come lo è quello di Montecalvo in Foglia, una richiesta che è proprio a ridosso del centro abitato e la Sindaca non ha strumenti adeguati per dire no. Effettivamente non possiamo farlo noi, la nostra oggi è un’opinione, non è altro ed io spero che non sia un’opinione che cada nel vuoto e serva solo a un Consigliere per avere un'altra pagina sul giornale, perché quello che dobbiamo fare è mettere nella condizioni i Sindaci di avere degli strumenti chiari e precisi per poter intervenire quando arriveranno anche altre richieste, non solo a Sant'Angelo in Vado e a Montecalvo in Foglia, ma ovunque ne arriveranno nei prossimi mesi e nei prossimi anni.
Mi auguro, essendo favorevole alle energie rinnovabili, che le richieste siano sempre di più, ma in questo il ruolo della III Commissione, di cui faccio parte, sarà decisivo, dovremo chiarire quali sono i luoghi idonei per l’installazione dei pannelli. La Consigliera Casini poco fa lo ha detto chiaramente, l’aveva già anticipato anche il Consigliere Biancani, ci sono i tetti degli edifici industriali, ci sono tantissime zone idonee, mi auguro che in Commissione il lavoro possa andare avanti in maniera spedita, tenendo conto anche delle indicazioni che ci sono arrivate da tutte le associazioni di categoria.
A titolo di esempio vorrei ricordare il parere che è arrivato da Confindustria, che ci ha chiesto esplicitamente di aspettare le linee guida del decreto nazionale, ce lo ha chiesto in una audizione in III Commissione, lo stesso modo ci è stato messo in evidenza dalle associazioni degli agricoltori, dalla Cia alla Coldiretti, quindi spero che effettivamente il passo decisivo, esplicitato anche in questa mozione, sia quello di chiedere ai parlamentari marchigiani, in particolar modo a quelli di maggioranza, di definire i decreti attuativi della 199/2021 entro breve, per cui spero che oggi la firma di questa mozione all'unanimità possa essere d’aiuto. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cancellieri.
Giorgio CANCELLIERI. Sarò brevissimo, semplicemente a sostegno della mozione del Consigliere Rossi e delle mozioni dei Consiglieri Serfilippi e Biancani, ma anche a sostegno di tutti quei Sindaci che hanno dovuto subire in tutti questi anni una arroganza e una prepotenza da parte di chi, facendo speculazione, si è inserito in un vulnus legislativo.
Adesso è ora di fare chiarezza: il Governo o lo Stato centrale o, se è materia concorrente, come ha detto il Consigliere Cesetti, se è possibile, anche con una nostra proposta di legge che possa in qualche modo dare una mano ai Sindaci, che sono completamente in mano a questo fenomeno, che è palesemente speculativo e che si inserisce su un bisogno: quello dell'approvvigionamento di energia. Come ha detto il Consigliere Biancani e come avete detto tutti, si inserisce in un bisogno, quindi è fatica anche deludere il problema dell'energia rinnovabile, del produrre il più possibile energia rinnovabile.
Da Sindaco ricordo di essere stato dentro queste polemiche proprio perché nel mio Comune a suo tempo furono insediati due impianti fotovoltaici a terra, uno all’entrata, vicino ad una casa tutelata dalla Sovrintendenza, e un altro nella famosa Piana di Asdrubale, sede presumibile della battaglia del Metauro, sul quale da Sindaco non ho potuto che mettere delle prescrizioni. L’autorizzazione tecnica fu data dalla Provincia ed io da Sindaco ho potuto mettere solo delle prescrizioni, una era quella di mitigare l’impatto ambientale attraverso un'alberatura, la vegetazione davanti all'impianto per renderlo meno visibile alla gente.
Voi capite che i Sindaci sono in mano agli speculatori e ai proprietari di terreno, che per risolvere le proprie aspettative anche economiche …, perché questo è il problema, l’agricoltore ha interesse a dare i campi, chi vuol produrre energia ha il suo interesse e certamente l'ambiente viene massacrato dagli impianti che sono brutti e sacrificano suolo agricolo, perché c'è un sacrificio di suolo agricolo.
Penso che un impianto a Sant’Angelo in Vado, all’inizio del paese, sia una cosa che non si racconta, su una piana bellissima, quella di Cà Rinalduccio, per cui ci sono tanti cittadini preoccupati per questa richiesta e per questo potenziale insediamento.
Non si può chiedere una roba simile, a me è successo da Sindaco ed io non ho potuto dire nulla se non prendere atto di una autorizzazione data dalla Provincia, che è una autorizzazione tecnica, sulla quale ho potuto apporre solo delle prescrizioni.
Allora cerchiamo di fare una legge, il Governo vada con velocità e se noi possiamo fare qualcosa come Regione penso che dovremmo farlo. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carancini.
Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. Poche cose da aggiungere, salvo innanzitutto ringraziare il Consigliere Biancani che per il gruppo del Partito Democratico ha voluto interessarsi direttamente, insieme alla Consigliera Vitri, in relazione al territorio. Un ringraziamento al Sindaco di Sant'Angelo in Vado, oltre che al Consigliere Rossi, perché l’argomento ci appartiene e probabilmente è in grado di danneggiare e colpire in particolare questa regione, in genere tutto il Paese, sicuramente le Marche.
Credo che siano convincenti alcuni ragionamenti che ho ascoltato fin qui, però provo non ad aggiungere, ma a mettere sul tavolo un'ulteriore riflessione che parte intanto dalla convinzione che la Regione Marche dovrebbe provare a inserirsi negli spazi normativi della legislazione concorrente per la regolazione di questo tema. Chi si nasconde volontariamente o involontariamente dietro: “ci deve pensare lo Stato”, ritengo che faccia un grande errore, è un errore che non fa assumere le responsabilità, che non fa assumere il coraggio di un'Assemblea legislativa, ecco perché penso che esistano gli spazi per poter intervenire e provo anche a dimostrarlo, salvo prima investire la Commissione urbanistica ad assumere questa responsabilità, a farsi promotrice insieme ai Consiglieri di maggioranza di questa materia.
Guardate, non si inventa nulla, basta leggere la legge 17/2022 della Regione Veneto che segna una strada importante sulla autonomia coerente con la legislazione nazionale su questo tema, quindi – mi pare che il Consigliere Cesetti facesse riferimento proprio agli spazi - credo che ci siano gli spazi affinché la Regione Marche possa su questo legiferare.
Ne faccio un’altra di considerazione che mi pare di non aver ascoltato, e la domanda è rispetto all’altra faccia della medaglia ed è questa: ma voi pensate che tutti i proprietari di terreni agricoli delle nostre Marche siano contenti di impiantare impianti agro-fotovoltaici sulle nostre terre? Non è una domanda retorica, è una domanda seria, che ha un ulteriore passaggio, che è quello di dire: ma siete convinti che i contadini, gli agricoltori, guadagnino a sufficienza o sia garantita a sufficienza la redditività, le risorse per coltivare? Certo, c'è chi ha la fortuna di poter coltivare un terreno piccolino per conto proprio, ma qui parliamo di terreni agricoli ben più ampi, e il contadino, l’agricoltore è di fronte ad un'alternativa, amici e colleghi, che è quella di dire sono in grado di poter avere un reddito sufficiente per poter campare e poter andare avanti senza mettere l’agro-fotovoltaico? Penso che ricevereste, come è capitato di ascoltare a me, qualche risposta che dice: “Ma sai che ti dico, piuttosto che non campare o non riuscire a sbarcare il lunario metto l’agro-fotovoltaico”. Questo è un dato di fatto e non farsi questa domanda è un errore.
Il passaggio successivo è: ma allora che cosa possiamo fare? Io penso che da questo punto di vista la Regione Marche, che ha gli strumenti anche finanziari per poter operare su questo tema, possa …, di fianco a una nuova legge che delimiti, circoscriva, individui uno spazio territoriale, che serve a escludere dalla possibilità di individuare, sulla base delle indicazioni che erano venute in precedenza, penso a tutti i terreni che devono conservare la biodiversità, ai terreni che servono al ripopolamento degli animali, penso a tutte le aree tutelate dal patrimonio universale dell'Unesco, a tutti i territori che riguardano le attrazioni turistiche, ecco gli spazi per poter integrarsi con la legge nazionale ci stanno, ma accanto a questi occorre che la Regione, dentro questa audacia di mettere insieme l’attenzione su un tema così, sia in grado di incentivare e sostenere quegli agricoltori rispetto alle proprie attività agricole, altrimenti non chiuderemo il cerchio dell'attenzione e finiremo qui in Aula a dire e a riempirci la bocca dicendo che non si può fare, che è uno scempio, che non si può concedere questo. Sì, ma facciamo i conti però con le esigenze, con i bisogni delle persone, con coloro che coltivano i terreni agricoli e che hanno bisogno da questo punto di vista di un sostegno per far sì che quelle colture vengano sottratte al “ricatto” della installazione dell’agro-fotovoltaico rispetto al diritto di avere, come agricoli, un reddito dignitoso, perché questo è un tema centrale, non affrontarlo vuol dire di fatto riempirsi di retorica. Grazie.
Presidenza del Presidente
Dino Latini
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Assenti.
Andrea ASSENTI. Grazie, Presidente. Anch'io mi uniscono alla nostra voce, al ragionamento generale dell’Aula, totalmente condivisibile sia nelle premesse che, leggermente meno, condivisibile in maniera inferiore, su alcuni spunti dell'impegno sul quale, secondo me, dovremmo ragionare in maniera chiara e concreta.
Noi sappiamo che l'impegno che chiederemo alla Giunta e al Presidente è l’impegno di una mozione, non è un impegno formale atto a modificare procedimenti o in attesa di decreti attuativi dello Stato, qui parliamo del D.Lgs. 199/2021 in attesa dei decreti attuativi e mi risulta che teoricamente, anche a breve, dovrebbero essere non tanto ad adiuvandum quanto in melius per chi vuole addirittura pannellare i nostri terreni.
Trovo però uno spunto positivo in quello che dicevano i Consiglieri Cesetti, Carancini ed altri, penso che sia veramente uno dei temi da affrontare in maniera seria, legislativamente parlando, perché di fatto noi siamo legislatori pur se con potestà legislativa concorrente, ma l'unico modo che abbiamo per frenare questo scempio sulle nostre colline e sui nostri terreni è provare a dare una normazione diversa da quella che va in applicazione concorrente con lo Stato.
Sappiamo tutti che è un esercizio giuridico, sappiamo tutti che è un'attività legislativa che possiamo fare, sappiamo tutti però anche l'esito, di fronte al potere di legge dello Stato e al potere di legge regionale il più delle volte, 99 su 100, vince il prima e non vinciamo noi, perché dico questo? Perché pur riconoscendo lo sforzo sia al Consigliere Biancani che al Consigliere Rossi ed anche al Consigliere Serfilippi, quando si cita: “Ad escludere dalle aree quelle utilizzabili direttamente …”, ripreso anche dalla Consigliera Casini, noi sappiamo che facciamo una sorta di brocardo, poi sappiamo tutti che l’esito sarà ovviamente negativo, non voglio essere pessimista, però sappiamo che una normazione così generale, invece di una normazione puntuale in determinati campi, diventa complicata.
Come lo stesso impegno che la Regione ha e può mettere nei desiderata, la manifestazione di interesse, sicuramente positiva al 100%, la limiterei quando si chiede di impegnare il Presidente nel mettere in atto tutte le azioni necessarie, sapendo benissimo, ahimè, Consigliere Rossi, che la Regione in questa fase le azioni necessarie, legalmente parlando, che possono essere messo in atto, sono realmente poche, pari a zero.
Quindi sicuramente l'intento di contrarietà, mettiamo noi la nostra firma sulla contrarietà a questi mega impianti, ma dobbiamo però sbattere contro la cruda realtà. Penso anche che tra pochi giorni usciranno i decreti attuativi che ci richiameranno ad un atteggiamento legislativo e di impostazione normativa in questo tema totalmente differente.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Biancani.
Andrea BIANCANI. E’ solo per dire a tutti i Consiglieri che sono molto preoccupato, come penso molti di noi.
La scelta è politica, cosa scrivere in quel decreto non è una scelta tecnica. L’autorizzazione che si chiede è una scelta tecnica, una volta che il decreto è fatto. Cosa scrivere nel decreto invece è una scelta politica ed è per quello che prima ero contento, c’era anche il Presidente Acquaroli che mi guardava sorridendo in senso positivo, però, ragazzi, bisogna che al Parlamentare della Lega ed agli altri rappresentanti del nostro territorio li chiamiamo perché il tema è politico, se questi ci raccontano la balla, come ha detto l’Assessore Aguzzi, che l’agri-voltaico è possibile – ricordo che le linee guida sull’agri-voltaico sono già uscite, si stanno aspettando quelle sul fotovoltaico, ma in realtà sull’agri-voltaico sono già uscite – e che si fa dappertutto (terreni agricoli, non agricoli e quant’altro), per cui, se non c’è un’azione forte di chi governa, insieme all’opposizione … Questo non è un modo per scaricare, ma per rendere tutti consapevoli di cosa stiamo parlando, questi impianti, come ha detto il Consigliere Assenti, non li fanno a Sant’Angelo in Vado o a Montecalvo, li fanno dappertutto con la storia dell’agro-voltaico ed anche del fotovoltaico normale.
Il decreto semplificazioni va in una direzione: semplificare e accelerare, priorità assoluta l’energia sostenibile, tutto il resto è secondario.
Questo è, la logica è questa e non la tutela del territorio o del paesaggio, o delle eccellenze che solo il Paese Italia ha.
Se non interveniamo, noi stiamo parlando del nulla, si torna al 2010 quando si poteva tutto e dove ti pareva, anzi nel 2010 veniva chiesta una autorizzazione normale, oggi si prevede quella semplificata, vuol dire che in pratica non si chiede niente a nessuno, per la cronaca.
Questo vale per rendere tutti consapevoli e chi può faccia qualcosa, sennò il nostro territorio regionale sarà invaso da finti pannelli fotovoltaici chiamati agri-fotovoltaici e da pannelli fotovoltaici così come intesi.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Rossi.
Giacomo ROSSI. Ringrazio tutti i colleghi che ben hanno capito l'intenzione di questa mozione, c'è un aggiustamento tecnico che chiedeva il Consigliere Assenti, quindi nel dispositivo, quando si chiede di mettere in atto tutte le azione necessarie e possibili, lui vuole inserire: “nel rispetto delle procedure”. Io l’ho dato per scontato con la parola “possibili”, però è un contributo che credo non faccia la differenza e possa essere inserito, poi chiedo al tavolo che ci sia la sottoscrizione della mozione da parte di chi vuole per darle la massima condivisione possibile.
Ci sono delle richieste ben precise in questa mozione, ci sono delle richieste a chi ci rappresenta in Parlamento, a chi ci rappresenta alla Camera dei Deputati e al Senato, c'è un indirizzo nei confronti dei nostri Parlamentari a muoversi in una determinata maniera perché la scelta è politica, come hanno detto i Consiglieri Biancani e Cesetti. Si richiama la responsabilità dei nostri Parlamentari ed io lo faccio anche come componente di un movimento civico autonomista e regionalista come il nostro che cerca in primis di fare gli interessi della nostra regione, che vanno portati avanti dai nostri Parlamentari di qualsiasi schieramento politico. Interessi che sul campo prima non sono stati portati avanti perché aspettiamo le direttive dal 2021, ma non possiamo ancora aspettare, i nostri Parlamentari hanno delle responsabilità, per cui richiamo, come faccio sempre, la responsabilità dei partiti nei confronti dei propri Parlamentari e dei loro rappresentanti a Roma.
Si parla di azioni possibili, e qui vorrei interloquire con il Consigliere Assenti, è chiaro che la Regione non ha la potestà legislativa, ma può farsi sentire, anche capacità comunicativa, come ho detto prima, nei confronti dei nostri Parlamentari, ben vengano anche tutte le azioni legislative regionali possibili per far avanzare il prima possibile la legge che è in Commissione, ce la impugneranno? Non importa, però noi dobbiamo fare in primis gli interessi della nostra regione, evitando degli schifi come questo.
Concludo, ringraziando tutta l’Assise per la condivisione che ha avuto su questo documento, non è scontato.
Soprattutto, questo lo dico agli uffici, che questa mozione sia inviata il prima possibile, che non faccia la fine di altre mozioni, deve essere inviata ai nostri Parlamentari e al Governo tra un'ora via Pec, non abbiamo più tempo a disposizione, quindi il nostro impegno è valido se la comunicazione viene fatta per tempo, anche tenendo conto delle tempistiche di cui abbiamo parlato prima.
Ringrazio l'Assemblea per questa condivisione, abbiamo dato dimostrazione di unità di fronte a una problematica comune, abbiamo dimostrato che qualche volta possiamo fare insieme ed uniti gli interessi dei marchigiani a difesa del nostro territorio. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Non è mia consuetudine intervenire durante il dibattito generale, però mi corre l’obbligo, visto sia il tema che la qualità degli interventi, di ringraziare intanto i proponenti, dal Consigliere Biancani al Consigliere Rossi, al Consigliere Serfilippi, perché almeno abbiamo discusso di questo argomento, l’abbiamo fatto con grande trasparenza e senza illusioni perché non si possono illudere oggi due Comuni, ma questa sarà la materia di tutto il territorio, perché se gli impianti non vengono realizzati oggi, come può essere, temporaneamente in quelle realtà, significa che dopodomani avremo comunque uno dei 296 Comuni delle Marche che sarà interessato da questa possibile scelta.
Il Consigliere Biancani ha fatto una sintesi, il tema è tutto politico, bisogna che ci assumiamo ognuno per una quota parte, e oggi noi abbiamo quella più piccola, la responsabilità delle scelte, che deve fare il Governo e siccome abbiamo anche illustri rappresentanti che possono incidere, penso all’ex Vicepresidente della nostra Regione, anche Presidente di una Commissione importante, che ha competenza diretta almeno nel tema, vediamo cosa possiamo fare insieme.
Ho apprezzato molto l’intervento dell'Assessore Aguzzi perché questa nazione è capace di inventarsi delle soluzioni dal punto di vista terminologico incredibili, abbiamo chiamato i pannelli fotovoltaici, che vengono sospesi, agro-fotovoltaici, ma lasciano una deturpazione identica a quelli a terra, consentono di realizzare un inceneritore e di chiamarlo termovalorizzatore, senza togliere niente siamo in quella modalità.
Ed ha ragione il Consigliere Biancani quando dice che quello che accadrà domani è fuori dal controllo assoluto della Regione, quindi il dibattito di oggi serve per impegnare politicamente il Presidente in Conferenza delle Regioni perché lì ci sia un’azione fondamentale ed impegnare i Parlamentari tutti perché i decreti non attuativi tengano conto del dibattito di oggi.
Penso che sarà una battaglia molto complicata perché nessuno nel decreto semplificazione ha tenuto conto principalmente delle esigenze del territorio, si è posta in quel contesto la necessità energetica del territorio. E’ un provvedimento di interesse nazionale che bypassa di fatto tutte le norme, anche le leggi regionali, anche quella del Veneto sarà inficiata dopo i decreti, e sicuramente carica di grande responsabilità il territorio, gli amministratori e i Sindaci.
Ricordo la battaglia che facemmo tra il 2010 e il 2011 rispetto al coordinamento nazionale dei Sindaci con l’Anci perché anche quel luogo fu un soggetto che riportò con grande determinazione la posizione degli amministratori che si trovavano invasi e si trovavano poi ad interloquire con i cittadini, con l'assunzione di una responsabilità solo politica perché quella amministrativa era superata dalla norma nazionale.
Ricordo anche l’allora attenzione che ci fu da parte della Regione per arrivare ad un provvedimento che potesse limitare quella situazione deturpante, che si determinò in qualche pezzo del nostro territorio.
Quella di oggi è una mozione in cui indichiamo due Comuni e indichiamo una serie di soluzioni, ma la soluzione vera è quella politica, se non ci sarà, ahimè, forse avremo tutelato mediaticamente due Comuni per qualche giorno, per qualche ora, ma inevitabilmente arriverà un’onda incontenibile che non potremo utilizzare politicamente, assumendoci la responsabilità, a quel punto di chi governa a tutti i livelli, delle ricadute che ci saranno nel nostro territorio. Grazie.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Emendamento a firma dei Consiglieri Rossi, Serfilippi, Baiocchi, Cancellieri, Biancani, Vitri, Santarelli, Ruggeri: “Nel secondo punto del dispositivo dopo la parola ‘possibile’ sono inserite le seguenti: ‘nel rispetto delle procedure’”. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Aggiungere il voto favorevole del Presidente Acquaroli.
Emendamento a firma dei Consiglieri Rossi, Serfilippi, Baiocchi, Cancellieri, Biancani, Vitri, Santarelli: “a Sollecitare il Governo ed i parlamentari marchigiani per la definizione dei decreti …, ad escludere dalle aree idonee quelle direttamente utilizzabili per la coltivazione”. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Mozione n. 321, così come emendata. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
PRESIDENTE. La mozione n. 324 è stata ritirata.
Mozione n. 326. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Proposta di legge n. 124
ad iniziativa dei Consiglieri Menghi, Biondi, Antonini, Bilò, Marinangeli, Marinelli, Cancellieri, Serfilippi, Rossi, Ausili, Ciccioli, Leonardi, Putzu, Baiocchi, Assenti, Borroni, Marcozzi, Latini, Pasqui
“Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 19 novembre 2012, n. 33 (Disposizioni regionali in materia di apicoltura)”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 124 dei Consiglieri Menghi, Biondi, Antonini, Bilò, Marinangeli, Marinelli, Cancellieri, Serfilippi, Rossi, Ausili, Ciccioli, Leonardi, Putzu, Baiocchi, Assenti, Borroni, Marcozzi, Latini, Pasqui.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Ausili.
Marco AUSILI. Grazie, Presidente. Questa proposta di legge si pone degli obiettivi rilevanti, obiettivi che hanno a che fare con l'interesse di questo territorio, un territorio che, come abbiamo appena detto, è caratterizzato da alcune specificità di tutta rilevanza e di grande importanza, tra queste c'è proprio il patrimonio apistico perché sul nostro territorio si muovono più di 2.400 apicoltori che realizzano dei prodotti molto importanti e di alta qualità. Quindi, con questa proposta di legge ci si pone l'obiettivo di conservare e valorizzare questo patrimonio apistico, andare a sostenere da vicino gli apicoltori marchigiani che, come sappiamo, conoscono le conseguenze negative di alcuni processi che sono in corso di natura economica, ma anche e soprattutto legati alle modificazioni climatiche che stiamo vivendo, il tutto tenendo fede ad un'esigenza fondamentale che è quella di addivenire ad una coesione e ad una coesistenza armoniosa ed equilibrata fra i vari soggetti che si muovono in questo ambito, apicoltori da una parte, agricoltori dall'altra e ancora tutti coloro i quali, come noi del resto, hanno a cuore l’individuazione di politiche che tengano in profonda considerazione il nostro ambiente e il futuro dello stesso.
Questa proposta di legge si presenta come un aggiornamento alla legge regionale vigente sull'apicoltura, una legge regionale che risale al 2012, a circa 11 anni di distanza, e si presenta come un aggiornamento dovuto, anche alla luce del mutato quadro normativo sulla materia a livello nazionale e delle modifiche che sono occorse a enti vari e ad agenzie regionali che hanno competenze su questo argomento.
Una proposta di legge di aggiornamento, ma anche e soprattutto un atto che vuole dare una visione in più, particolare, che sceglie di puntare su questo settore, quindi un provvedimento legislativo che ha dentro di sé tutta una serie di misure e apre la strada ad una serie di iniziative volte a sostenere la competitività e la produttività dei nostri apicoltori e volte a promuovere sempre più e sempre meglio i loro prodotti
Vado a segnalare alcuni tra i passaggi più salienti di questa proposta di legge.
La Regione promuove l'inserimento e il mantenimento di specie vegetali d'interesse apistico privilegiando quelle autoctone e la diffusione delle varietà delle piante coltivate ad essenze nettarifere compatibilmente con le vocazioni territoriali.
La Regione in collaborazione con Amap si propone di incentivare la promozione e la valorizzazione dei prodotti apistici originati nelle Marche anche mediante l'applicazione sui vasetti o contenitori messi in vendita di apposito segno distintivo; il principio della programmazione che individua anche degli indirizzi particolari intorno ai quali questa Aula voterà a breve; il sostegno agli apicoltori professionali; il sostegno per la sopravvivenza delle api in caso di condizioni climatiche avverse; il sostegno alla produzione, commercializzazione, valorizzazione dei prodotti dell’apicoltura; il miglioramento della filiera, la lotta e la prevenzione alle malattie delle api; le azioni di supporto tecnico scientifico finalizzate all'adozione di programmi di ricerca e poi l'adozione di strategie fitosanitari sostenibili; l'apicoltura biologica e l'educazione alimentare.
Inoltre, al fine di ridurre i fenomeni di erosione genetica derivanti dall'ibridazione, ci si propone anche, sempre di concerto con la Commissione apistica regionale, di tutelare l’apis mellifera ligustica diffusa sul territorio regionale; poi ci si propone di costituire un tavolo tra associazioni di categoria, consorzi apistici, consorzi di difesa riconosciuti nelle Marche per valutare l'ipotesi di definire un programma assicurativo riguardante la copertura dei rischi connessi all'attività.
Questo e molto altro, non mi sottraggo dal discutere anche alcuni punti sui quali insistono degli emendamenti presentati da alcuni Consiglieri di minoranza, che abbiamo tenuto in profonda e dovuta considerazione.
Mi prendo pochi secondi per andare già da ora a dire quella che è la nostra versione dei fatti su quei punti delicati e importanti.
Il tema della rappresentanza, cioè della individuazione di quei soggetti che la Regione si propone di riconoscere all'interno di quegli organismi che sono chiamati poi a discutere e a prendere iniziative in questa materia. Un tema fondamentale, sul quale ci siamo lungamente confrontati con tutti gli operatori, i soggetti, le associazioni agricole e degli apicoltori, e anche con tutti i Consiglieri componenti della II Commissione, da una parte è evidente che su questo tema emerge una versione, quella di allargare il più possibile il sistema della rappresentanza, dall'altra la possibilità di invece andare a restringere sempre più il campo. Il nostro tentativo, al termine di questo lungo confronto, è stato quello di individuare un criterio, che fosse logico, che fosse sostenibile e questo è stato inserito nella legge, quindi un criterio che riconosce una terza via mediana, per così dire, che è in linea con le definizioni in uso presso il Ministero delle politiche agricole e forestali, un criterio che è in linea con quello che accade anche in altre regioni, questo a garanzia di tutto, senza che questo possa escludere forme di collaborazione con tutti.
Poi il tema dei fitofarmaci, il tema dell'uso dei fitofarmaci è rilevante, complesso, articolato, delicato, sul quale insiste l'attenzione di tanti soggetti di diverso tipo. Il nostro tentativo è quello di operare un confronto che ha messo intorno al tavolo della II Commissione il parere di tutti, la decisione che ci siamo sentiti di prendere è posta a garanzia di ciascuno perché da una parte è necessario specificare meglio quali sono i prodotti fitosanitari e fitofarmaci che vanno ad essere vietati, dall'altra è ulteriormente importante specificare meglio le fasi fenologiche, ovvero i periodi durante i quali questo divieto può presentarsi.
Un tema delicato sul quale è necessario porsi a garanzia di tutti anche perché si tratta poi di irrogare eventualmente delle sanzioni.
La scelta finale del testo è maturata anche grazie al lavoro della struttura competente, che ringraziamo per aver formulato questa ipotesi, e introduce anche qui un principio secondo noi logico e sostenibile e si accompagna ovviamente anche al rispetto di quanto il Piano nazionale per l'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari va a normare.
Ringrazio la Consigliera Menghi con la quale abbiamo dall’inizio seguito il tema, l'Assessore Antonini, che ha coordinato i lavori intorno a questa proposta di legge regionale, il capogruppo Marinelli e tutto il suo gruppo, il mio gruppo e tutti gli altri gruppi di maggioranza e di minoranza per il lavoro che abbiamo condotto in Commissione, nonché ovviamente il Presidente della Commissione Consigliere Putzu.
Abbiamo visto alcuni giorni fa sulla stampa comparire una nota, un comunicato stampa a firma dei quattro consorzi apistici delle Marche, con il quale i consorzi hanno segnalato la bontà di questa iniziativa, quindi anche alla luce di questo e del lavoro che abbiamo condotto in Commissione, nel tentativo di mettere insieme le istanze di tutti, noi auspichiamo un voto unanime. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. L’argomento oggi al nostro esame reca modifiche alla legge regionale 33/2012, che in effetti aveva ed ha la necessità di essere aggiornata all'esito di nuove disposizioni normative di carattere nazionale (decreti ministeriali) nel frattempo intervenute, anche per dare risposte ai notevoli cambiamenti che hanno interessato il settore apistico in quest'ultimo decennio, cambiamenti che consegnano anche a questa Assemblea legislativa il dovere di aggiornare la legge regionale delle Marche, come hanno fatto altre Regioni: il Veneto, la Lombardia, la Toscana ed anche l'Emilia-Romagna.
Una proposta di legge che giunge in questa Aula all'esito di un confronto molto serrato in Commissione, che ha coinvolto i membri, ma anche Consiglieri esterni alla Commissione stessa. Sono state operate le audizioni delle associazioni apistiche e delle associazioni di categoria degli agricoltori, che hanno presentato loro osservazioni e quasi tutte sono state raccolte.
E’ una proposta di legge che giunge a questa Aula in modo condiviso, possiamo dire, sostanzialmente, ed è stata condivisa attraverso un approfondito dibattito.
Ci sono in parte delle opinioni diverse, poi diremo, ci sono emendamenti della Consigliera Ruggeri che in parte condivido, ci sono emendamenti nostri sulle norme transitorie per salvaguardare la presenza all'interno delle Commissioni apistiche di coloro che già ci sono, questa è la sostanza, c'è un emendamento del capogruppo Mangialardi firmato anche da me sull'uso dei fitofarmaci; spero che questi emendamenti vengano approvati, dico subito che, però, complessivamente, al di là di questi auspicabili miglioramenti, il testo della legge è, ripeto, apprezzabile e condiviso.
E’ stato fatto quello che auspicabilmente si dovrebbe sempre fare con le proposte di legge, probabilmente se venisse fatto arriveremo in questa Aula in modo diverso.
Brevemente l'articolo 1 assegna alla Regione una maggiore e più marcata responsabilità per valorizzare l'apicoltura e nel riconoscerne il ruolo.
L’articolo 2 assegna al comma 1, per le finalità di cui all’articolo 1, specifica attività alla nuova Assam, dopo la sua trasformazione, assegnazione di competenze ad Assam. Il Consigliere Ausili qui la battuta me la farà fare: “Visto che è stata trasformata in un poltronificio almeno fa qualcosa con le api”. A proposito, vi ricordate quando dissi in quest’Aula i nomi, l’identikit, di coloro che sarebbero stati nominati alla Presidenza ed al Consiglio di amministrazione della nuova Assam? Ho indovinato e non ho poteri di veggenza, mi attribuisco poteri di conoscenza, non ci voleva molto a conoscere quali sarebbero stati gli obiettivi.
Al comma 2 si prevede la possibilità di applicare ai prodotti Marche un apposito segno distintivo che li promuova e li valorizzi al meglio.
All'articolo 3 si aggiunge un nuovo articolo che prevede che la Giunta regionale, sentita la Commissione apistica regionale, approva il programma apistico regionale di durata triennale per conseguire gli obiettivi di cui all’articolo 1.
All’articolo 4 ci sono degli emendamenti nostri perché qui si modifica la legge 33/2012, gli articoli 4 e 5, per evitare la frammentazione degli organismi rappresentativi e per evitare che magari qualcuno ne costituisca ex novo, come si dice, pro domo sua, quindi si dà una maggiore rigidità agli organismi rappresentativi.
L’articolo 5 prevede che nella rappresentanza della Commissione apistica, delle associazioni e dei consorzi possono entrare quelli più rappresentativi.
L’articolo 6 contiene dei richiami alla normativa nazionale per l'anagrafe apistica nazionale.
All'articolo 7 vengono meglio specificate le regole per il cosiddetto allevamento familiare.
L'articolo 8 attiene all’attività di vigilanza, controllo e sorveglianza dello stato igienico sanitario del settore apistico e prevede che questa sia affidata al Servizio veterinario competente per territorio, il quale può avvalersi nell'esercizio delle proprie funzioni della collaborazione dell'Istituto zooprofilattico sperimentale dell'Umbria e delle Marche.
L'articolo 9 è quello sull'uso dei fitofarmaci e qui, come ho detto, c'è un emendamento firmato dal Consigliere Mangialardi e da me che espunge la dicitura ‘ad attività insetticida o aracnicida’, quindi dice che sono vietati i trattamenti con prodotti fitosanitari, tutti i prodotti fitosanitari. L’articolo 9 va a modificare per sostituzione, perché lo sostituisce, l’articolo 8 della legge 33.
L’articolo 9 bis prevede che la Giunta regionale adotti linee guida relative alla gestione ed alla profilassi delle patologie apistiche nonché alle procedure in merito alla segnalazione e gestione degli episodi di mortalità.
L'articolo 10 è sulla tutela dell’apis mellifera ligustica, sottospecie, che prevede che sull’intero territorio regionale sia fatto divieto di selezionare e riprodurre ai fini commerciali api regine appartenenti alla sottospecie diversa dall’apis mellifera ligustica.
L'articolo 12 è sulla disciplina del nomadismo e viene richiamato il rispetto delle normative statali.
L'articolo 13 prevede che la Giunta regionale favorisca e sostenga un programma di polizze assicurative per la copertura dei rischi connessi con l’attività apistica.
L'articolo 14 disciplina le sanzioni che sono simili a quelle di cui alla legge regionale 33/2012.
L'articolo 15 attribuisce le competenze al Servizio sanitario regionale per le attività di controllo; poi ci sono le disposizioni di attuazione dove sono previsti 180 giorni per approvare il disciplinare di cui all'articolo 2 della legge 33 e le modalità di svolgimento del nomadismo di cui, ho detto prima, all’articolo 10 della legge regionale 33/2022; poi il disciplinare per promuovere i prodotti apistici delle Marche e le modalità di svolgimento della pratica del nomadismo.
Presidente, ritengo di aver terminato, credo di aver succintamente espresso qual è il senso di tutti gli articoli.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Menghi.
Anna MENGHI. Grazie, Presidente. Colleghi Consiglieri, in materia di apicoltura ci sarebbero tante cose da dire, ma scelgo di condividerne alcune con questa Assise, alcune che ritengo siano importanti per spiegare la logica di questa proposta di legge che correttamente il relatore di maggioranza, Consigliere Ausili, che ringrazio, ha detto essere un aggiornamento della vecchia normativa, che va nell'ottica di una sempre maggiore valorizzazione del settore.
Ringrazio anche il relatore di minoranza, il Consigliere Cesetti, che ha già sottolineato il lavoro che è stato fatto, corale, nell’aggiornamento della legge, del quale ringrazio non solo gli uffici, l'Assessore, ma anche il mio gruppo e l'intera maggioranza ed opposizione perché credo sia stato fatto un lavoro che, come ha detto il Consigliere Cesetti, dovrebbe essere fatto in ogni occasione.
Che le api siano fondamentali per la salvezza del pianeta è un fatto ormai noto, se le api scomparissero non mancherebbe solo il miele dalle nostre tavole, ma anche interi reparti di ortofrutta, forse questo è meno noto.
Il lavoro delle api infatti influenza oltre il 75% delle culture alimentari, tutelare l'apicoltura, quindi creare strumenti legislativi più snelli ed efficaci, come quello che oggi discutiamo in Assemblea legislativa, sostenere il lavoro certosino e prezioso svolto da tanti apicoltori è un nostro dovere, è un dovere delle istituzioni.
Si tratta di riconoscere a questi addetti un merito che va oltre la stessa volontà di dedicarvisi perché c'è in essi una operosità decisiva a salvaguardare la biodiversità dei nostri territori. Gli imprenditori agricoli che decidono di investire nell'apicultura sono dunque sentinelle dei nostri territori, custodi di quel patrimonio paesaggistico che è la più grande ricchezza di cui disponiamo e della quale, peraltro, abbiamo discusso anche prima con la mozione che abbiamo votato all'unanimità.
Nelle Marche l'agricoltura ancora rappresenta un settore trainante per l'economia, c'è bisogno di sostenere in modo concreto chi decide, anche a costo di molti sacrifici, di investire risorse nelle proprie attività, rimanendo saldamente ancorato alla cura del proprio appezzamento, più o meno grande, talvolta perfino nelle zone montane.
L'apicoltura è una diversificazione, un ramo prezioso in questo comparto, le cui implicazioni vanno ben oltre il fatto economico, come già detto, ed è indubbio che nelle aree interne possa rappresentare un'opportunità di sviluppo notevole. I giovani, quei pochi che in quelle realtà ancora risiedono, hanno bisogno di sapere che la legislazione regionale è al loro fianco per semplificare i processi e offrire motivazioni per restare.
L'apicoltura può diventare una di queste motivazioni, realizzando tra le altre cose, con il miele, quel progetto di eccellenza nell’agroalimentare che è anche volano di nuovi turismi.
Approvare questa proposta e migliorare le condizioni di chi opera in apicoltura è un fatto che dovrebbe unire tutti senza distinzione alcuna. Nei prossimi anni la differenza la faranno quelle Regioni che avranno consapevolezza delle proprie vocazioni e sapranno dar loro risposte concrete, quei territori che avranno preservato la loro bellezza rispettando la natura e i doni che immeritatamente ancora riesce a farci. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marinangeli.
Marco MARINANGELI. Grazie, Presidente. Alcune considerazioni su questa legge che andiamo ad approvare, alcune sono state ben esposte negli interventi di chi mi ha preceduto, la necessità di aggiornare una legge del 2012, che andava necessariamente modificata in quanto una evoluzione normativa c'è stata, quindi prendere atto di questo come dei cambiamenti, nonché delle necessità del settore apistico che si sono modificate nel corso di questi anni.
Qualcuno ha accennato all'importanza fondamentale e al valore delle api che giocano un ruolo chiave per la nostra specie umana. Giustamente la Consigliera Menghi ha ricordato che le api domestiche e selvatiche sono responsabili di circa il 70% dell'impollinazione di tutte le specie vegetali, garantiscono circa il 35% della produzione globale di cibo, non ultima la citazione di Einstein che diceva che se l’ape dovesse scomparire il genere umano potrebbe resistere altri quattro anni.
Detto questo, l'aspetto che a me piace mettere in evidenza è l'importanza del comparto apistico della regione Marche, ecco, ci sono dei dati che confermano quello che stiamo dicendo, parliamo di circa 2.400 apicoltori per quasi 73.000 alveari, 4 consorzi provinciali che rappresentano circa la quasi totalità degli apicoltori, circa 2.200, 76 aziende che conducono questa attività apistica con un metodo biologico e una produzione importante annua di circa 118.000 chili di miele.
Sono dei dati rilevanti che stanno a fotografare quanto si sia sviluppata e sia cresciuta l'attività nelle Marche, ricordo anche un altro dato altrettanto indicativo e fondamentale, il fatto che la Regione Marche sia quarta nel rapporto tra apicoltori e abitanti, per ribadire l’importanza di questo settore e la necessità di dare le massime tutele e garanzie per farlo funzionare al meglio.
Le novità della legge sono state spiegate benissimo dai relatori, una su tutte, voglio mettere in evidenza quella che riguarda i limiti della rappresentanza sui tavoli regionali che va nella direzione di consentire che le decisioni strategiche, fondamentali per lo sviluppo del settore, siano prese dagli addetti ai lavori, ecco, questo è un po' il senso di questa valutazione che poi è stata anche oggetto di emendamenti da parte dei Consiglieri di minoranza.
Le norme sull'autoconsumo sono un po' più restringenti perché prima si definiva autoconsumo la possibilità di avere 10 alveari a testa, invece noi andiamo ad indicare 10 alveari nel gruppo familiare.
Una legge che ha diversi obiettivi, come abbiamo detto: la valorizzazione dell’attività di apicoltura, la salvaguardia della biodiversità, nonché la valorizzazione dell'attività e dei prodotti apistici. Tra l'altro credo che sia importante lavorare anche in vista della produzione quantitativa e qualitativa del miele delle Marche e ragionare sull'ipotesi di un brand del miele delle Marche, questo sarà oggetto di confronto e tavoli futuri, ma è un tema che ci dobbiamo sicuramente porre.
La legge coniuga il rispetto dell'ambiente con il rispetto delle attività produttive, penso a quella agricola.
Consentitemi un ringraziamento alla Commissione, al Presidente Putzu, ai relatori di maggioranza e di minoranza ed all'Assessore Antonini - c'è stato un confronto continuo e costante - non ultimi i consorzi apistici intervenuti alle varie audizioni che hanno consentito di conoscere al meglio ed in maniera approfondita le tematiche, ci hanno aiutato a fare delle scelte che oggi sono condivise dagli operatori e questo è l'aspetto che ci conforta e ci conferma che è stato fatto un lavoro di qualità, un lavoro risolutivo per quelle che sono le necessità di questo comparto. Quindi, una legge che definisco necessaria, condivisa con gli operatori, che sancisce l'importanza di questa attività e di questo comparto ed esprime quanto sia fondamentale per garantire la biodiversità e il rispetto dell’ambiente. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carancini.
Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. Poche sottolineature, che peraltro sono state ben anticipate dal relatore di maggioranza, in particolare dal relatore di minoranza, ma anche dagli interventi successivi, quindi mi limiterò a pochissimi cenni, cioè la valorizzazione dell'importanza della decisività per quanto riguarda l'ambiente, per la nostra vita, delle api, per quello che rappresentano dal punto di vista biologico e animale e per tutto quello che possono rappresentare per il rispetto della biodiversità.
Le Marche da questo punto di vista, come già detto, mi pare, dal Consigliere Marinangeli, è una regione all'avanguardia, 72.000 alveari, ha citato circa 2.400 apicoltori, a me risultano di meno, ma la sostanza non cambia, che siano 1.600 piuttosto che 2.400, e certamente 76 aziende.
Ricordo a tutti, e mi fa piacere ricordarlo, che oggi la Presidenza delle città del miele è affidata ad un bravissimo Sindaco delle nostre Marche, che ha contribuito nel corso degli anni e oggi anche da Presidente a trasmettere non solo e non tanto le informazioni sulla rilevanza del proprio Comune, ma soprattutto un sentimento di culturalità di quello che sono le api, ovviamente dentro ai percorsi e dentro alle iniziative che il Comune di Montelupone ha messo in campo.
Credo che tutti noi ascoltiamo, direi quotidianamente, anche a livello nazionale, i media raccontare come il sistema apistico, inteso come valore in sé, ma anche come sistema e reti di coloro che si occupano e che hanno attività apistica, sia in una fase molto delicata e direi di grande preoccupazione perché è evidente che una distrazione, talvolta una non consapevolezza dell'importanza delle api e del loro ruolo, ripeto, nell'ecosistema, può portare in futuro ad una serie di danni significativi. E questo penso che non sia ben chiaro a tutte le parti.
Quindi, sottolineando che non solo siamo quarti nel rapporto tra abitanti e apicoltori, ricordo a tutti che siamo anche secondi, le Marche, nel rapporto tra il numero di alveari ed i chilometri di superficie, in questo non posso che non plaudire, apprezzare, anche l'intervento dell'Assessore Antonini ed il suo impegno, su questo ho ascoltato e letto alcuni suoi interventi.
Ben venga anche la legge, diciamo l'adeguamento, il miglioramento sotto diversi punti di vista, di questo strumento legislativo.
Ci sono, però, un paio di elementi sui quali chiedo alla maggioranza e all'Assessore, soprattutto, di essere attenti, mi pare che ne abbia citato almeno uno il Consigliere Cesetti. Ritengo che in un contesto come questo non possiamo permetterci di escludere chi opera nel settore, escludere vuol dire mettere fuori dal contesto partecipativo, dai contributi, che peraltro non riguardano migliaia e migliaia di operatori, ma pochi operatori delle nostre Marche. Non penso che ci possiamo permettere un taglio netto e lineare di coloro che operano in questo settore, sarebbe un errore non compreso, certo, si può fare a meno di mantenere il livello partecipativo rispetto ai ruoli organizzativi, di indirizzo e di relazione con la Regione, ma penso che sul settore apistico questo tipo di selezione non vada operata, ecco perché il mio appello all'Assessore Antonini, che mi pare poi interverrà, è quello di far comprendere come abbiamo bisogno di tutti e di tutte le espressioni su questo argomento e nella previsione delle nuove norme escludere ciò che oggi fa parte integrante di un percorso diciamo positivo e propositivo, che si è creato nel tempo, penso che sia un errore.
Bene ha fatto, poi lo ribadirò in sede di emendamenti, il Consigliere Cesetti, lo dico al relatore di maggioranza, a trovare un punto di mediazione, pare che il Consigliere Ausili da un lato valorizzi la partecipazione, ma poi direi che, con una individuazione netta, prefiguri la possibilità che vi sia un taglio.
Credo che la mediazione che l’emendamento del Consigliere Cesetti, firmato da tutti i Consiglieri del Partito Democratico, ha messo in campo sia seria, quella di dire che le norme così come previste valgono per il futuro e che sarebbe davvero arbitrario, non sarebbe bello, consideriamolo così, escludere oggi quasi ad personam qualche associazione che non raggiunge una certa serie di presupposti per poter partecipare all'organo di concerto tra governo e apicoltori.
Ecco perché vi invito su questo a fare una riflessione che non mette in discussione in alcun modo la vostra previsione, la proposta di legge partecipata e nello stesso tempo non può, ripeto, arrivare oggi ad una esclusione che a me sembrerebbe davvero incomprensibile.
Il secondo contributo che voglio portare all'Assessore è sì una critica, ma va considerata un contributo più che una critica.
Una legge come questa, in un contesto di materia come questo, avrebbe meritato uno sforzo finanziario, il tema dell'invarianza finanziaria è delicato e, Assessore Antonini, noi sappiamo bene come non sia semplice individuare delle risorse, così come sappiamo bene quanto oggi l’investimento sia quintuplicato, sestuplicato, rispetto a solo 5, 6 anni fa. Il 2016 mi pare che prevedesse 144.000 euro, oggi siamo arrivati a oltre 700.000 euro.
Ritengo che da questo punto di vista la previsione di una proposta di legge, con un meccanismo di incentivazione tale da poter promuovere, dare un segnale, rispetto a questo tema, cioè far sì che il quadro di operatività possa coinvolgere anche altri soggetti, quindi altre persone che operano seppur non specificamente nel settore dell'apicoltura, ma magari all'interno del sistema agricolo, sarebbe stato un elemento di qualificazione e un segnale forte da parte della Giunta.
Ecco, Assessore, affido a lei queste riflessioni, la prima quasi accorata rispetto alla richiesta di approvazione dell'emendamento che tende a non escludere, ma nello stesso tempo a preservare l'impianto, così come è stato varato dalla Commissione competente; il secondo suggerimento, che può anche essere raccolto attraverso un successivo intervento negli anni successivi, è quello di immaginare un meccanismo di incentivazione per la coltivazione di nuovi alveari, ma soprattutto di nuove persone che possano occuparsi di questo sistema assolutamente fondamentale per la nostra vita. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Antonini.
Andrea Maria ANTONINI. Buonasera a tutti. Con estremo piacere apprezzo lo spirito e l’andamento di questa discussione, dove ovviamente la maggioranza fa la maggioranza e l’opposizione fa l’opposizione, entrambe, mi sembra, in maniera costruttiva. E’ così che credo dovrebbe sempre essere, anche rispetto a chi magari ci segue, si dà il vero spirito di servizio che dovrebbe contrassegnare i presenti ovviamente nella diversità dei ruoli. Mi sembra un esempio di grande maturità di questo Consiglio.
Questa proposta di legge ha visto effettivamente il coinvolgimento un po' di tutte le persone, di tutti i soggetti che in qualche modo sono direttamente o indirettamente portatori di interessi rispetto all’apicoltura.
E’ stato fatto un percorso corretto, me ne compiaccio e faccio i complimenti alla Commissione che bene ha individuato tutti i punti, tutti i passaggi necessari per addivenire ad una concertazione. Come sempre capita il prodotto perfetto non esiste mai, però secondo me ci siamo in questo caso avvicinati parecchio.
Devo dire che questa trascorsa è un po' la settimana, faccio una battuta, forse più dolce dell’anno in corso perché il miele ha avuto ben tre appuntamenti che l’hanno segnato, uno il più importante, quello di questo pomeriggio con l'approvazione della proposta di legge, anticipata da altri due rilevanti eventi: la pubblicazione del bando OCM miele che ha un bando di oltre 700.000 euro, è il massimo storico che la Regione Marche abbia destinato attraverso un bando al sostegno delle aziende di apicoltura, grazie soprattutto agli apicoltori e ai consorzi che in questi anni hanno lavorato e fatto emergere un mondo legato all’apicoltura. Un mondo vastissimo che, come è stato ricordato, può contare su 1.600 apicoltori che, a fronte di migliaia di alveari, hanno portato anche a dei primati fondamentali, che sia il Consigliere Carancini che prima il Consigliere Marinangeli hanno richiamato.
Tra l'altro, lo dico, sono dei dati che ho chiesto io perché quando uno va a fare delle analisi deve sempre metterle in rapporto al numero di abitanti ed alla superficie della regione perché è ovvio che come numeri complessivi non potremo mai essere la prima regione in niente, se pensiamo che la Lombardia ha 10,5 milioni di abitanti, quindi noi dobbiamo sempre interpretare i dati rispetto alle percentuali ed alle proporzioni. Mi sembravano interessanti e tirare fuori che in rapporto tra il numero degli alveari, come ha ricordato il Consigliere Carancini, e la superficie della nostra regione siamo addirittura secondi in Italia, dietro alla Calabria, credo che sia un dato molto interessante che va nel senso di vedere come tutto il movimento apistico sia cresciuto notevolmente in questi ultimi anni.
Non mi soffermo su quanto già detto da chi mi ha preceduto, sull'importanza delle api, degli alveari, del miele per l'ambiente, per la salute, per una coltivazione tra l'altro rispettosa dell’ambiente, come sappiamo bene essere l’apicoltura, cosa che viene riconosciuta anche a livello europeo.
Consideriamo che sulla Pac, nella nuova programmazione hanno creato degli ecoschemi, ben 5, ed uno di questi, il n. 5, tratta degli impollinatori, uno specchio specifico che riguarda soprattutto l'attività dell'apicoltura.
Prima cosa che abbiamo fatto il bando OCM miele, si è fatto riferimento anche alle città del miele, e la settimana scorsa abbiamo firmato una sorta di protocollo d'intesa con le varie associazioni, i sindacati agricoli e le città del miele proprio per l'importanza di creare un percorso comune a sostegno del mondo della apicoltura, legando anche gli alveari, le aziende che lavorano intorno all’apicoltura, dandogli anche un’importanza turistica legata al territorio, alle città, e questo lo abbiamo fatto insieme, almeno nelle intenzioni, alle città del miele, e partiremo con tutta una serie, successivamente, di incontri e iniziative proprio per dare anche senso e sviluppo al protocollo.
Vorrei ricordare che si chiedeva anche un intervento economico, devo dire che recentemente degli interventi sono stati fatti, interventi a sostegno per l’emergenza dovuta. Sappiamo che recentemente ci sono stati dei problemi non semplici, dovuti anche al clima rigido che ha portato a delle problematiche rispetto agli alveari stessi, per cui la Regione è intervenuta nel 2021, quindi lo scorso anno praticamente, con un intervento di 560.000 euro, nel 2020 con un intervento di poco meno della metà, devo dire che l’attenzione della Regione verso l'apicoltura è ultimamente alta.
Rispetto a quanto richiesto sulla presenza o meno di associazioni all'interno della legge, che magari andrebbe ad escludere in qualche modo delle rappresentanze, a livello ministeriale ai tavoli sono ammesse quelle associazioni che rappresentano almeno il 13% e qui è stato inserito il 10%, personalmente non ho messo mano a questa legge nei dettagli, questo lo sapete e lo confermo, se ci sono dei casi in cui delle associazioni non rientrano più nel sistema, mi prendo la responsabilità di vedere quali altre forme di sostegno e di accompagnamento ci possono essere per quelle che magari rischiano di rimanere fuori dal sistema, cercherò di trovare delle alternative perché sono assolutamente d'accordo che in un processo come questo nessuno deve rimanere escluso.
Per il resto mi ha fatto olto piacere, ringrazio la Commissione, il Presidente, i relatori di maggioranza e di minoranza, chi ha presentato e proposto la legge, quell’articolo a cui ha fatto riferimento il Consigliere Ausili, anche una lettera personale arrivata da parte di tutti i consorzi degli apicoltori che ritrovano perfetta sintonia con questa legge. Fa piacere perché effettivamente rappresentano la quasi totalità degli apicoltori, vuol dire che è stato fatto un atto amministrativo fondamentale, condiviso, che può avere delle ricadute positive su tutto il mondo dell’apicoltura.
Per il resto ribadisco che la Regione …, non solo con fondi europei, ma con fondi propri perché i 560.000 del 2022 e i 200.000 e passa euro del 2021 sono risorse proprie della Regione, speriamo di trovare altri fondi, ma allo stesso tempo speriamo che non servano perché vuol dire che non ci sono delle calamità che costringono ad intervenire in via eccezionale. Allo stesso tempo sappiamo bene che più risorse mettiamo e più alveari possiamo avere e portare ancora di più le Marche in posizioni importanti rispetto a quanto già di rilevante fino ad oggi è stato fatto, quindi, buona legge e grazie a tutti i Consiglieri presenti.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 2. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 3. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 4.
Emendamento 4/1 a firma della Consigliera Ruggeri, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.
Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Sarò velocissima, vi chiedo anche di poter presentare in questo momento l'emendamento 5/1 perché ha la stessa finalità.
Praticamente chiedo la soppressione di questi due articoli, l'articolo 4 e l'articolo 5, perché entrambi vanno a limitare la rappresentatività all’interno del mondo apistico e secondo noi del Movimento 5 Stelle questo è un errore perché, oltre alle api allevate, è da considerarsi una vera sentinella ambientale anche l'apicoltore e anziché marginalizzare questa figura bisognerebbe valorizzarla in tutte le sue forme singole, associate e consorziate.
Di questa nostra visione ne avevamo già parlato sia in Commissione che privatamente con il relatore di maggioranza e con altri Consiglieri, in Commissione gli emendamenti sono stati bocciati, naturalmente mi auguro che non sia questa la fine che faranno oggi.
Detto questo, anticipo già che a prescindere, siccome l'impostazione della legge la condividiamo, il nostro voto sarà a favore della proposta nella sua complessità. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ausili.
Marco AUSILI. Grazie, Presidente. Consigliera Ruggeri, noi comprendiamo e rispettiamo questo sforzo emendativo, ma torniamo a ribadire quello che ho detto nell'intervento precedente, quello che anche molto giustamente ha significato poc'anzi l'Assessore Antonini.
Nel corso dei lavori di Commissione, dopo un lungo confronto tra tutte le parti chiamate in causa, si è scelto di individuare un criterio che secondo noi è logico, sostenibile e in linea con quanto in uso già presso il Ministero e altre Regioni.
Il voto a questi emendamenti sarà contrario.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carancini.
xxxRomano CARANCINI. Grazie, Presidente. Questo emendamento, che condivido pienamente, va nella direzione a cui ho fatto riferimento prima e che in una qualche maniera appare anche più netto della proposta che fa il Consigliere Cesetti su questo tema.
Ora ribadisco che, e provo a confrontarmi anche con l'Assessore e con il relatore di maggioranza, il principio generale del 13% fa riferimento evidentemente ai caratteri generali del rapporto con le associazioni, riguarda i grandi rapporti, qui ci troviamo nel settore dell'apicoltura e da questo punto di vista mi sembra davvero incomprensibile che venga tagliata la possibilità di una partecipazione rispetto al sistema. Non ci troviamo di fronte a una serie innumerevole di soggetti, al rischio di parcellizzazione, ci troviamo nelle Marche, dentro un contesto molto lineare, selezionato, con pochissimi operatori. Da questo punto di vista le condizioni che già erano nella legge erano sufficientemente individuate come maggiormente rappresentative, con il lessico maggiori rappresentative: associazioni maggiormente rappresentative del sistema, quindi questo taglio, diciamo, di coinvolgimento piuttosto che di esclusione mi pare sbagliato, per cui voterò favorevolmente questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Come relatore di minoranza su questo emendamento mi asterrò, pur comprendendone e condividendone lo spirito, come ha detto il Consigliere Carancini, lo spirito per quelli che ci sono. Altrimenti il principio inserito nella legge: di individuare come organismi maggiormente rappresentativi degli apicoltori iscritti all’anagrafe apistica, gli organismi costituiti su base provinciale e interprovinciale, è giusto, è giusto per evitare la frammentazione degli organismi rappresentativi e magari perché costituiti avrebbero detto de domo sua ad pontifices, quindi ognuno poteva rivendicare la casa che gli era stata confiscata.
E’ evidente che questa legge confisca il diritto di rappresentanza a quelli che già ci sono, questo chiaramente avrebbe evitato, pur nella giusta previsione per il futuro, la frammentazione ed allora, per assolvere a questa duplice esigenza, Presidente Marinelli, c'è il mio emendamento successivo, che costituisce un’opportunità, come norma transitoria che dice testualmente che sono comunque membri della Commissione apistica regionale coloro che già ne fanno parte, in modo che non ci sia questa confisca e venga rispettato e non abusato il principio de domo sua ad pontifices. per cui mi asterrò sull'emendamento della Consigliera Ruggeri e voterò il mio che assolve a questo principio antico che può sprigionare tutta la sua forza.
PRESIDENTE. Emendamento 4/1. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale non approva)
Fabrizio CESETTI. Forse non l’ho espresso, ma il mio voto era di astensione.
PRESIDENTE. Sì, è stato registrato.L’ha detto nel suo intervento.
Articolo 4. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 5.
Emendamento 5/1 a firma della Consigliera Ruggeri. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale non approva)
Articolo 5. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 6. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 7. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 8. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 9.
Emendamento 9/1 a firma dei Consiglieri Mangialardi, Cesetti.
Ha la parola il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Per provare a condividere un percorso che tra l’altro ho apprezzato molto.
Ringrazio i proponenti, a partire dalla prima firmataria Consigliera Menghi e i due relatori che in situazioni diverse hanno dato un bel contributo a questa proposta di legge.
Vorrei tornare a quella che era arrivata in Commissione, che reinterpretava le necessità della legge 33, riaggiornandola anche rispetto al sempre blasonato bisogno di difendere gli insetti pronubi e metterci nelle condizioni di proteggerli in una fase molto delicata dei nostri ecosistemi. In Commissione c’era stato questo emendamento che vietava i trattamenti possibili: gli insetticidi e gli acaricidi.
Penso che sia un errore, facciamo una legge nuova, ho apprezzato l'intervento dell’Assessore per le attività che mette in campo, una legge innovativa e poi non abbiamo il coraggio fino in fondo di tutelare l’ape mellifera ligustica, come il relatore di maggioranza in maniera competente ha citato, riaprendo ad una serie di fitofarmaci che possono essere utilizzati in contesti che sono sicuramente pericolosi, non tanto per la tossicità umana, che è garantita dalle analisi che si possono fare sui prodotti dell’alveare, dalla cera alla propoli, alla pappa reale al miele, quando per un danno diretto alle api che sono oggi in grande difficoltà per le mutate modalità di conduzione dei terreni: eliminazione delle siepi, superamento della rotazione e agricoltura intensiva. Penso anche a tutte le patologie che sono dirette e legate a un indebolimento quasi genetico dell’ape, penso alla varroa, che tutti conoscono, alla peste americana ed alla peste europea, che esistono e sono elemento di gestione quotidiana da parte degli apicoltori che vorrebbero un’ape meno aggredita.
Lasciare la possibilità di trattare durante la fioritura con pesticidi, biocidi, diserbanti, diseccanti, erbicidi in genere, ritengo che sia un errore, i proponenti lo avevano avanzato in maniera seria in Commissione.
Devo dire che ho avuto modo di confrontarmi anche con i consorzi, era una proposta arrivata da loro, il Cal ha fatto un’osservazione proprio in questi termini, non è la proposta del Consigliere Mangialardi, semmai fosse compromettente sul piano dell’appartenenza, anche le associazioni degli agricoltori condividono totalmente la proposta. Ovviamente sul piano delle relazioni interne con gli operatori, ogni volta che si impongono delle modifiche comportamentali o dei limiti nell’azione quotidiana ci sono degli adattamenti ed io penso che questo adattamento sia più da imporre ai conduttori che costringerlo alle api. Quindi, invito a riflettere sull’emendamento, che è la proposta di legge di fatto così come era entrata in Commissione, un appello accorato perché magari saremo costretti, quando arriveranno le linee guida europee, a ritornare indietro sulla nostra posizione, invece avremo anticipato con grande intelligenza questo tipo di percorso.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ausili.
Marco AUSILI. Rispettiamo ovviamente, ma non condividiamo le osservazioni del Consigliere, queste preoccupazioni che lei fa presente sono anche le nostre preoccupazioni, ma non hanno a che fare con questo articolo, che non mette a rischio quello che nessuno di noi vuole mettere a rischio, e ne sono sicuro.
Quanto prodotto su questo articolo scaturisce da un confronto approfondito ed ampio con tutti i soggetti, abbiamo raccolto gli interessi di ciascuno ed abbiamo trovato una formula che va a contemperarli e va nella direzione dell'interesse superiore, che è l'interesse del territorio e della comunità intera.
Con questo articolo noi andiamo a specificare meglio quanto normato dalla legge vigente, la specifica maggiore serve da una parte a individuare con maggiore precisione quei fitofarmaci che sono realmente dannosi per le api, dall'altra serve a identificare meglio, a garanzia degli agricoltori, quei fitofarmaci che devono essere vietati. Qui si tratta di erogare sanzioni, si tratta di condurre delle attività che possono impattare sul nostro ambiente e sulla fauna, quindi, quanto è stato delineato da questo articolo che noi proponiamo al voto è stato sottoposto al vaglio, le assicuro, di un confronto molto costruttivo e ampio e scaturisce anche dal lavoro e dalla concertazione con la struttura, con i nostri uffici, che ringrazio.
PRESIDENTE. Emendamento 9/1. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale non approva)
Articolo 9. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 9 bis. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 10. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 11. Soppresso.
Articolo 12. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 13.
Emendamento 13/1 a firma del Consigliere Ausili, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.
Marco AUSILI. Si tratta unicamente di un emendamento del tutto formale, quindi chiediamo l’approvazione.
PRESIDENTE. Emendamento 13/1. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 13, così come emendato. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 14. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 15. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 16. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 16 bis (articolo aggiuntivo).
Ha la parola il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Intervengo perché la Consigliera Lupini è attratta da questo emendamento, ma vuole che ne sia declinato il senso più vero per poterlo votare.
E’ quello che ho detto prima, per cui mi sono astenuto sull’emendamento della Consigliera Ruggeri, è giusto limitare il diritto di rappresentanza per il futuro, altrimenti ognuno fa la sua associazione e fa parte della Commissione apistica regionale, non è possibile così! In tutte le associazioni c'è comunque un limite, che è quello della rappresentatività.
La disposizione all'articolo 4 è giusta per evitare quello che ho detto prima - la definizione mi piace - per evitare il famoso detto latino de domo sua ad pontifices, e l’ho spiegato, Consigliere Mangialardi. Questa citazione evoca l'orazione pronunciata da Cicerone per riavere dei fondi per ricostruire la casa che gli era stata confiscata.
Oggettivamente questa norma confisca il diritto di rappresentanza che già c’è, quindi a questi gliela dobbiamo restituire, però non è possibile per quelli futuri perchè ognuno si fa la sua associazione e poi va lì, per cui è giusta la norma.
C’è una norma transitoria che salvaguarda il principio, da una parte che la presenza negli organismi della Commissione apistica sia di coloro che sono rappresentativi degli apicoltori regolarmente iscritti, salvaguarda questo, per evitare la proliferazione delle associazioni, che ognuno si faccia l'associazione pro domo sua, dall’altra salvaguarda quelli che già ci sono.
L’emendamento dice sostanzialmente che sono membri della Commissione apistica regionale, di cui all'articolo 4, gli organismi associativi degli apicoltori che già fanno parte della Commissione apistica alla data di entrata in vigore della presente legge affinché, come ricordavo in Commissione, sia salvaguardata questa presenza, anche per evitare che si cambino le regole del gioco in corsa quando il gioco è già ultimato.
Ritengo che questo emendamento possa raccoglie questa duplice esigenza, quindi ne raccomando l’approvazione.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ausili.
Marco AUSILI. Anche qui ovviamente comprendiamo e rispettiamo lo sforzo emendativo del Consigliere, ma non lo condividiamo per il fatto che riteniamo che questo articolo, come è stato scritto, corrisponda al prodotto di un confronto che c'è stato e crediamo che possa essere un punto di incontro che introduce un criterio logico e sostenibile, come ho detto prima, anche e soprattutto non condividiamo questo emendamento perché se passasse una norma transitoria del genere sarebbe come riconoscere un principio e poi disconoscerlo immediatamente dopo.
Ci atteniamo al principio che questo articolo porta con sé, quindi andiamo a votare contro a questi emendamenti.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carancini.
Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. Appare strana la giustificazione che dà il Consigliere Ausili perché in realtà non comprende, soprattutto non valorizza, il senso della disposizione transitoria, quindi esce da questo ragionamento in maniera, ripeto, incomprensibile, affermando addirittura che se si votasse questo articolo si contraddirebbe il principio che viene affermato negli articoli 4 e 5.
Non è così, Consigliere Ausili, la disposizione transitoria, l'emendamento presentato dal Consigliere Cesetti non solo tende una mano seria, ma in una qualche maniera smaschera la vostra volontà di escludere. Lei sa meglio di me che a seguito di questa norma viene di fatto esclusa una sola associazione, non 130, e allora essere ipocriti è sbagliato in politica. In questo caso è un ipocrita politicamente perché sa meglio di me che con questa norma dell’articolo 5 voi escludete una associazione, probabilmente non coerente con il pensiero politico.
Ve ne fregate del sistema delle api e andate ad escludere, allora il Consigliere Cesetti fa una cosa seria, cerca di mantenere il principio rispetto alla legge, però vi dice: “Guardate, lasciate dentro quelli che fino ad oggi sono stati negli organismi”, lasciateli perché è evidente che avete operato una vera e propria emarginazione, una discriminazione, peraltro sulla base di nessun criterio.
Il Consigliere Cesetti dice: “Scusate, lasciate quello che c’è adesso, da domani in poi, per evitare che ci possano essere delle parcellizzazioni o il pro domo sua, a cui ha fatto riferimento, varrà la legge”.
Aggiungo che resta del tutto incomprensibile questa esclusione, quindi, da questo punto di vista, quando si chiede la collaborazione onesta intellettualmente delle opposizioni …, non è che si dichiara e si chiede la collaborazione e poi sui dettagli si ammazzano le opposizioni, perché è un atto di prepotenza, è un atto arbitrario, di supponenza, a maggior ragione quando ad essere esclusa è un'associazione, in un tema come quello delle api in cui certo non ci sono migliaia e migliaia di associazioni.
Ecco perché vi chiedo su questo di dimostrare una apertura, su un dettaglio che tende a condividere piuttosto che ad escludere, mi sembra un atto, secondo me, che riesce ad essere coerente fra le parole e i fatti rispetto alla collaborazione delle opposizioni. Grazie.
PRESIDENTE. Emendamento 16 bis/1 a firma dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi, Bora, Carancini, Mastrovincenzo.
Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Noi voteremo a favore di questo emendamento e chiedo al Consigliere Ausili di riconsiderare la sua posizione per le argomentazioni che ho detto prima e che meglio di me ha esplicitato il Consigliere Carancini, perché lui ha declinato un fatto che io neanche conoscevo, ma molto significativo, che sostanzialmente sarebbe una soltanto di queste associazioni e non è una cosa di poco conto.
Questa norma transitoria salvaguarda l'esigenza giusta del Consigliere Ausili e di questa legge, che è quella dell'articolo 4, però fa salva un’esigenza giusta e fa salvo anche un atto di giustizia perché non c’è solo l’esigenza giusta, ma un atto di giustizia che è una cosa un po' più vera, che tocchiamo con mano, perché quella esigenza giusta, come vogliamo che sia, guarda al futuro, come deve fare una legge, e disciplina per l’avvenire. L’atto giusto è quello che interviene oggi, che va ad incidere “su un diritto” che era conseguenza di una precedente legge che noi andiamo a modificare, che è la legge 33.
Avendo votato l'articolo 4 senza questa norma transitoria con questa legge espropriamo, da qui la mia citazione latina che non ripeto, del diritto di rappresentanza una sola associazione, mi sembra un atto “di prepotenza” legislativa non adeguato allo scopo, neanche necessario, perché se questa sola associazione resta lì, dove sta per legge, credo che sia una cosa giusta.
Ripeto, questo il Consigliere Ausili lo sa, l'unico momento in cui in Commissione c'è stata una cordiale tensione - anche perché sono stato sollecitato dal Consigliere Carancini in quanto non facendo parte della Commissioni mi sottoponeva questo tema ed io l’ho raccolto – è quando in quella circostanza dichiarai il voto di astensione, d'accordo con i Consiglieri Mastrovincenzo e Bora proprio per salvaguardare ogni diversa decisione del gruppo, dato che c’erano queste indicazioni. Tra l'altro qui ho il verbale, che sempre puntualmente la collaboratrice mi mette in cartella, del 6 dicembre 2022 in cui chiedevo che l'ufficio predisponesse per il relatore di minoranza un emendamento all’articolo 16 contenente disposizioni transitorie da presentare in Aula, in occasione dell’esame della proposta, per salvaguardare questo.
Chiedo al Consigliere Ausili di riconsiderarlo perché facciamo un atto di giustizia.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Ausili.
Marco AUSILI. Ringraziamo per questi interventi, ma non li condividiamo, noi riteniamo che questo principio che abbiamo inserito sia un principio generale, in cui crediamo perché è in linea con quanto in uso presso il Ministero e altre Regioni.
E’ un principio che è stato prodotto dopo un lungo confronto tra le parti, crediamo a tal punto in questo principio che non vogliamo disconoscerlo con una norma transitoria, quindi andiamo a bocciare questi emendamenti. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per una precisazione, il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Voglio dire al Consigliere Ausili che la legge dispone per l’avvenire, di solito non prevarica il passato o il presente, dispone per l'avvenire e la norma transitoria va in questa direzione.
E’ una precisazione, Presidente, tra il relatore di minoranza ed il relatore di minoranza.
PRESIDENTE. Emendamento 16 bis/1. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale non approva)
Emendamento 16 bis/2 a firma dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi, Bora, Carancini, Mastrovincenzo. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislazione regionale non approva)
Articolo 17. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
PRESIDENTE. Proposta di ordine del giorno sulla proposta di legge n. 124 a firma delle Consiglieri Ruggeri e Menghi: “Progetto di diffusione piante erbacee”.
Ha la parola, per l’illustrazione, la Consigliera Ruggeri.
Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Anche qui farò una presentazione molto rapida perché già abbiamo parlato abbondantemente di questa proposta prendendo spunto dalla proposta di legge, che oggi diventerà legge molto probabilmente all'unanimità, e da due mozioni che sono state già archiviate, già protocollate.
La prima a firma della Consigliera Menghi, la n. 104 “Sostegno al settore dell'apicoltura marchigiana”, e la mia mozione, la n. 241, “Tutela delle api e degli insetti impollinatori”, che in gran parte possono essere dette superate perché i contenuti sono all'interno di questa proposta di legge, di cui appunto andremo presto all'approvazione.
Ho pensato di fare quest'ordine del giorno che nelle premesse, come vedete, ricalca un po' la discussione che abbiamo fatto oggi e nell’impegno fa salvo l’unico punto delle mozioni che era rimasto sospeso perché non contenuto espressamente all'interno della Pdl.
Facendo riferimento all'articolo 3 dell'attuale proposta di legge 124 noi vorremmo impegnare il Presidente della Giunta regionale a promuovere presso gli enti locali un progetto di diffusione di piante erbacee ad alto potenziale mellifero, simile ai progetti Facelia, che è stato promosso dagli apicoltori del Veneto e da Confagricoltura Treviso, a cui hanno aderito da subito 14 Comuni trevigiani, che consiste in un'azione di diffusione della pianta erbacea Facelia; poi faccio riferimento anche alla via delle api che invece è un progetto promosso dal Comune di Montelabbate, prevedendo un sostegno alla semina delle piante ad alto potenziale mellifero su suoli agricoli e non agricoli pubblici e privati compresi quelli marginali e non utilizzati, tare ed incolti.
Voglio anche ricordare che mozioni di questo tipo sono state approvate in tanti Consigli comunali di vari colori politici negli ultimi mesi, però a macchia di leopardo, a seconda della sensibilità degli amministratori. In questo senso la Regione, vista la sensibilità che oggi dimostra sul tema, si potrebbe a mio avviso coordinare perché venga maggiormente diffuso. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Casini.
Anna CASINI. Grazie, Presidente. Il progetto Facelia, la Facelia è una pianta azzurra che determina anche un paesaggio, quindi dobbiamo sapere che quando si approvano anche degli ordini del giorno così c'è la possibilità di modificare il paesaggio, sembra una sciocchezza, ma non lo è.
Sarebbe opportuno, se le presentatrici lo ritengono tale, aggiungere “autoctone”, perché questi progetti sono stati fatti in Trentino e in Veneto, io sono un architetto, non sono esperta rispetto alle piante autoctone, però è molto interessante sia la via delle api che quella del fiore azzurro, potremo anche farlo nelle Marche e sarebbe opportuno anche finanziarlo, però con l'accortezza, visto che si è sempre investito sulle piante autoctone nella nostra regione, la più biodiversa del mondo, di mantenere questa biodiversità utilizzando delle piante autoctone che sceglieranno gli uffici o l'ex Assam o chi è competente per farlo, non certo io, però mi farebbe piacere se fosse aggiunto “autoctone”.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Menghi.
Anna MENGHI. Grazie, Presidente. Innanzitutto ringrazio la Consigliera Ruggeri per avere fatto la sintesi delle due vecchie mozioni, di cui una era a nostra firma, e per essersi fatta carico di presentare questo documento.
Ringrazio anche la Consigliera Casini perché credo che sia opportuna l’aggiunta che lei ha proposto proprio perché la nostra regione è una delle regioni con una maggiore biodiversità, che ritengo sia opportuno mantenere, anzi per certi versi promuovere.
Da questo punto di vista anche i finanziamenti che sono previsti da futuri Pac prevedono questi obiettivi, quindi quanto mai opportuno quest'ordine del giorno collegato a questa legge .
Dichiaro fin d'ora il nostro voto favorevole come gruppo Lega e ringrazio il mio gruppo e il capogruppo che mi hanno dato la possibilità di intervenire.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Ruggeri.
Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Solo per dire alla Consigliera Casini che sono assolutamente d'accordo sull’esplicitare questa cosa, che però era contenuta dentro il progetto la via delle api, che prevede la coltivazione di piante autoctone, mentre il progetto Facelia, che ho citato come esempio, non è stato fatto nella nostra regione, naturalmente, perché questa pianta da noi non c’è e verrebbe messa di forza. Se individuiamo dove inserire questo aggettivo lo facciamo volentieri.
PRESIDENTE. Leggo il dispositivo dando per lette le altre parti: “Impegna il Presidente della Giunta regionale a promuovere presso gli enti locali un progetto di diffusione di piante erbacee autoctone ad alto potenziale mellifero (simile ai progetti’ Facelia’ e ‘La via delle api’) prevedendo un sostegno alla semina delle piante autoctone ad alto potenziale mellifero sui suoli agricoli e non agricoli, pubblici e privati, compresi quelli marginali e non utilizzati, tare ed incolti”.
Proposta di ordine del giorno. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Bilò.
Mirco BILO’. Grazie, Presidente. Ringrazio il capogruppo Consigliere Marinelli che mi ha dato la delega a rappresentarlo in questa dichiarazione di voto, per esprimere la soddisfazione del gruppo Lega per questa proposta di legge che modifica e fa delle integrazioni ad un testo che era fermo da 11 anni circa,
C'è stato un contributo importante da parte di tutte le associazioni di categoria degli apicoltori e un gran lavoro in Commissione, quindi ringrazio la Consigliera Menghi, che è la proponente, i relatori sia di maggioranza che di minoranza e naturalmente tutti coloro che sono qui oggi in Assemblea che sono certo andranno a dare un voto unanime a questo testo rilevante per il mondo delle api e dell'apicoltura. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Molto rapidamente, visto che il nostro gruppo si è già espresso in maniera articolata rispetto alla bontà di questa norma che sarebbe stata ancora migliore se aveste accolto i nostri emendamenti, uno sulla rappresentatività per le associazioni, anche con la formula transitoria, e l’altro, che non mi preoccupa perché arriverà il momento in cui sarà imposto il contenuto del nostro emendamento, rispetto alle modalità di trattamento nelle fasi specifiche delle situazioni di protezione della api.
Dico che era necessaria una manutenzione della legge 33, è stato fatto un lavoro importante, ringrazio i presentatori della proposta di legge ed i due relatori, in particolare il Consigliere Cesetti che ha dato il suo grande contributo in Commissione e ci ha messo nelle condizioni di approfondirla al meglio.
Come vedete sempre quando le cose si costruiscono e c’è volontà di arrivare ad un risultato adeguato, il Partito Democratico non si sottrae, abbiamo lavorato in maniera seria e penso che seriamente ci accingiamo a votare positivamente questa proposta di legge.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Rossi.
Giacomo ROSSI. Voto favorevole. In II Commissione ho lavorato anch'io a questa proposta e vorrei ringraziare la Consigliera Menghi ed il Consigliere Ausili per il lavoro che hanno svolto, tutta la Commissione, l'Assessore Antonini ed anche i consorzi apistici che hanno dato il loro contributo rilevante alla redazione di questo atto.
Credo che come maggioranza abbiamo cambiato passo nel sostegno all'apicoltura, lo abbiamo fatto con i sostegni e gli aiuti di cui ha parlato prima l'Assessore, lo abbiamo fatto con questa legge.
Possiamo dire che su questo settore stiamo facendo la differenza e stiamo aiutando in maniera concreta chi in primis, dietro all’apicoltura e dietro alle api, ci lavora. Quindi un plauso alla maggioranza ed anche alla parte propositiva della minoranza che ci ha aiutato nei lavori in Commissione e nella stesura di questa legge. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Ausili.
Marco AUSILI. Una legge necessaria, una legge all’avanguardia, tutto ciò è stato possibile grazie ai lavori della Commissione, all'apporto di tutti i soggetti portatori di interessi (associazioni agricole, associazioni e consorzi apistici) e anche grazie a tutta l’Aula e ai Consiglieri.
Ritengo che oggi scriviamo una pagina positiva e facciamo il bene del territorio e della comunità.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Pasqui.
Gianluca PASQUI. Buonasera a tutti. Una legge importante, si sta per scrivere una pagina essenziale per la nostra regione, per il contenuto di quanto stiamo votando.
Il nostro gruppo è estremamente soddisfatto e anticipo il voto favorevole.
PRESIDENTE. Proposta di legge n. 124, così come emendata. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
PRESIDENTE. La seduta è tolta.
La seduta termina alle ore 15,50