Resoconto della seduta n.102 del 12/06/2018
SEDUTA N. 102 DEL 12 GIUGNO 2018

La seduta inizia alle ore 10,30

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

PRESIDENTE. Colleghi buona giornata, dichiaro aperta la seduta n. 102 del 12 giugno 2018. Do per letto il processo verbale della seduta n. 101 del 5 giugno 2018, il quale, ove non vi siano opposizioni, si intende approvato ai sensi del comma 4, dell’articolo 53, del Regolamento Interno.
Richiamo inoltre ai sensi del comma 5 dello stesso articolo l’attenzione di tutti i Consiglieri sulle comunicazioni distribuite con cui porto a conoscenza dell’Assemblea quanto espressamente previsto dal Regolamento Interno.

Proposta di atto amministrativo n. 51
ad iniziativa dell’Ufficio di Presidenza
“Rendiconto dell’esercizio finanziario 2017 del Consiglio-Assemblea legislativa regionale”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di atti amministrativo n. 51 ad iniziativa dell’Ufficio di Presidenza.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore Consigliere Minardi.

Renato Claudio MINARDI. Grazie Presidente. Questo primo punto all’ordine del giorno prevede l’approvazione dell’atto relativo al rendiconto del Consiglio regionale, ovvero il bilancio del Consiglio regionale che è un “di cui” del bilancio della Regione Marche, perché il bilancio ha una sua autonomia e indipendenza ed entra a far parte complessivamente del bilancio della Regione Marche.
Le entrate che ha avuto il Consiglio regionale delle Marche sono: 13.616.000 euro che riguardano prevalentemente il suo funzionamento, 66.000 euro per lo svolgimento delle funzioni proprie del Corecom, 65.000 euro per l’attività dell’Ombudsman, 51.000 euro per l’attività della Commissione pari opportunità, 84.000 euro per lo svolgimento delle funzioni delegate al Corecom e 36.000 euro per il Corecom con fondi trasferiti dal Ministero dello sviluppo economico.
Rispetto alla cifra preventivata in sede di approvazione di bilancio di 14.079.000, l’avanzo di amministrazione a fine 2017 è stato di 1.014.000 euro, a cui si aggiungono altri 500.000 euro che sono stati portati a riduzione in sede di assestamento di bilancio, di fatto questi 500.000 euro sono rientrati in corso d’anno 2017 nel bilancio della Regione Marche. Quindi rispetto al bilancio di previsione possiamo dire che abbiamo avuto economie per 1.500.000 di cui 1.000.000 portato in avanzo adesso e 500.000 euro portate in riduzione in sede di assestamento di bilancio.
Ovviamente tutto il lavoro che è stato svolto in questi anni, a partire dall’inizio della X legislatura, dall’ufficio di Presidenza è stato improntato, con grande determinazione, con grande impegno, nel rispetto di due temi: rigore e sobrietà.
Il Consiglio regionale deve funzionare al meglio, i Consiglieri nella loro autonomia e indipendenza devono poter avere tutto il supporto, tutte le strumentazioni, ciò che serve per poter svolgere al meglio il proprio lavoro, il tutto inquadrato in una cornice che riguarda due temi, rigore e sobrietà, perché le risorse che vengono utilizzate dal Consiglio regionale, ma non solo dal Consiglio regionale, anche quelle che riguardano il bilancio regionale nel suo complesso, sono dei cittadini marchigiani a cui noi ogni dobbiamo rispondere. Quindi il nostro impegno deve essere quello di utilizzare queste risorse al meglio con l’obiettivo di non avere sprechi e tutto ciò che viene utilizzato e viene speso deve essere rendicontato alla comunità marchigiana.
Il primo bilancio della X legislatura, del 2015, a cavallo fra la IX e la X legislatura, si era chiuso con 15.750.000 euro, oggi possiamo dire che siamo di oltre 2.000.000 in riduzione.
Teniamo conto che il bilancio 2015 aveva per metà anno un numero maggiore di Consiglieri, perché erano 43 ed oggi sono 31, ma non è solo il costo delle indennità dei Consiglieri, ma complessivamente è un lavoro che è stato fatto sin dall’inizio dall’Ufficio di Presidenza, guidato dal Presidente Mastrovincenzo, di cui io stesso faccio parte e dai colleghi che si sono alternati nel corso degli anni.
Sin dall'inizio sono stati effettuati tagli importanti alle spese dell’Ufficio di Presidenza, spese telefoniche, spese postali, è stata fatta una scelta da Consiglio regionale di tagliare le risorse dei gruppi, con la legge n. 9/2016. E' stata una scelta politica importante, che non compromette l’autonomia, l’indipendenza e la possibilità ai Consiglieri di poter operare, tale scelta, ha tolto anche dall’imbarazzo rispetto a delle questioni giudiziarie che ancora sono in corso, in modo tale da non avere queste problematiche perché anche laddove le risorse sono state spese per iniziative, per attività, per convegni, per iniziative del Consiglio, c’è stata l'attenzione della Magistratura ordinaria e contabile relativamente a queste risorse.
Questo tema ovviamente non c’è più, credo che dobbiamo portare la responsabilità per la scelta fatta anche per evitare problematiche di questo tipo.
Il bilancio ha avuto il parere favorevole del Collegio dei sindaci e revisori che nella relazione esprime parere favorevole, sino all’approvazione del rendiconto generale per l’esercizio finanziario, quindi su questo non abbiamo problemi.
Il bilancio del 2017 risponde alla normativa del decreto legge n. 78 del 2009 che prevede una serie di riduzioni obbligatorie rispetto ad una serie di spese, come: studi, incarichi di consulenza, relazioni pubbliche, convegni e mostre, spese per missioni, per attività di formazione, per collaborazioni continuative con gli enti, per acquisto, manutenzione, noleggio ed esercizio di autovetture.
Siamo abbondantemente dentro la riduzione dei costi prevista dal decreto legge 78. Anche questo è un dato importante che credo debba essere sottolineato perché riuscire a svolgere al meglio l’attività del Consiglio regionale e dover rispondere a dei tagli obbligatori a cui non è possibile sottrarsi non è così semplice.
Non sto ad elencare singolarmente tutte le spese ridotte, sennò farei una elencazione lunga: spese per i servizi, per le spese postali e per la cancelleria (carta), spese per il centro stampa, la vigilanza, il facchinaggio, sono tutte costi che sono stati ridotti al minimo o comunque razionalizzati affinché i servizi permangano per ciò che serve, ma ad un costo inferiore.
Vorrei porre l’attenzione sulle spese di rappresentanza, che nello scorso anno sono state di 4.700 euro, quindi capite bene che forse siamo sotto la soglia minima, Presidente, ed in effetti a volte quando ci sono degli ospiti o delle situazioni di rappresentanza siamo nella difficoltà ad avere oggetti che servono per l’occasione, però credo che sia una scelta giusta, quella di ridurre al minimo le spese, per rispondere al meglio alle esigenze della nostra comunità. Vorrei ricordare come nel 2009 e nel 2015 la cifra era dieci volte tanto, era intorno ai 40.000 euro, ridurre le spese di rappresentanza a un decimo rispetto a prima e non è una cosa così facile e così semplice.
Alcune cose voglio dirle relativamente alle attività del Consiglio regionale, attività che ha portato avanti l’Ufficio di Presidenza e ovviamente riguardano tutto il Consiglio. Sono ad esempio: la seconda edizione dei seminari di Marcheuropa, con una serie di incontri di approfondimento rivolti ai Sindaci ed agli amministratori locali, ai Consiglieri comunali delle Marche, si sono svolti l’anno scorso in cinque località diverse dal titolo “Le Marche della rinascita”, prevalentemente dedicati al tema del terremoto, della rinascita dal sisma che ha colpito pesantemente la nostra regione. Questi incontri si sono svolti nelle cinque province marchigiane: San Severino Marche, Amandola, Isola del Piano, Ascoli Piceno e Fabriano.
E’ stata celebrata la Giornata della pace e della legalità con il coinvolgimento delle scuole, insieme ovviamente all’Università della Pace, alla Mole Vanvitelliana di Ancona.
Sono state celebrate le Giornate del ricordo e della memoria mettendo il punto e l’attenzione su due fatti: la Shoa e le Foibe.
Nello scorso anno è stata inaugurata la Cittadella della cultura del Consiglio regionale delle Marche e con l’occasione anche il fondo librario di Luciano Barca che è stato donato alla biblioteca del Consiglio regionale, con un fondo specifico, dedicato.
Sempre lo scorso anno è stata presentata la ricerca di Ilvo Diamanti sull’Italia di mezzo.
Vorrei porre l’attenzione sul progetto di ricerca che l'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale ha affidato alle quattro Università marchigiane, relativamente al tema: “I nuovi sentieri di sviluppo per le aree interne dell’Appennino”. Uno studio sul tema del recupero, del rilancio e della ripartenza delle zone colpite dal terremoto, su cui hanno lavorato per sei mesi 40 docenti e 10 neolaureati, progetto che ha visto concludere il proprio lavoro con 11 filoni di attività, 10 + 1, ed è stato rinnovato anche per il 2018. Questo lavoro è stato ripreso nei giorni scorsi, venerdì, nell’iniziativa organizzata dalla Giunta regionale a cui abbiamo partecipato, dal titolo “Verso il patto regionale per la ricostruzione e lo sviluppo”. Questi filoni di sviluppo ed i progetti che sono sul tavolo devono dare la possibilità a questa nostra parte di regione, martoriata dal terremoto, di poter ripartire e di recuperare il tempo perduto a causa del sisma.
Le ultime cose, per il progetto “Conoscere il Consiglio regionale” sono venuti in visita in questa Aula 526 alunni, non solo durante le sedute del Consiglio regionale, ma anche ad Aula vuota, e queste visite, finalizzate a sensibilizzare gli studenti all’esercizio della cittadinanza attiva, hanno anche come scopo quello di far avvicinare i giovani, i ragazzi, i bambini, alle istituzioni. In alcune occasioni ho avuto la possibilità di incontrare direttamente delle scuole che attraverso gli insegnanti hanno ben preparato i bambini ed i ragazzi che venivano, erano pronti, conoscevano la Costituzione, conoscevano le regole, sapevano cosa è un Comune, sapevano cosa fa la Regione. Credo che queste “lezioni di educazione civica” siano quanto mai utili ed interessanti per far crescere una classe dirigente, una generazione del domani che sia rispettosa delle regole e che capisca anche il ruolo delle istituzioni.
Ultime due cose, i Quaderni del Consiglio regionale nel 2016 hanno festeggiato i 20 anni di attività, i volumi pubblicati dal Consiglio regionale delle Marche sono 251. Siamo il primo editore della regione Marche con la collana i “Quaderni del Consiglio”. Lo scorso anno sono stati pubblicati 25 volumi e di fatto sappiamo che danno risposte a coloro che difficilmente troverebbero un editore, invece nel Consiglio regionale trovano la possibilità di pubblicare ciò che hanno predisposto ed hanno scritto.
Le ultime cose che vorrei comunicare riguardano l’attività del Consiglio regionale, riguarda tutti quanti noi, riguarda l’attività dei Consiglieri, riguarda l’attività di quest’Aula. Durante la prossima pausa estiva dovrebbero effettuati in Aula i lavori di trasformazione del sistema video/audio e di votazione, che più di una volta ci ha lasciato in panne, i lavori che sono stati programmati si svolgeranno presumibilmente nel mese di agosto per complessivi 240.000 euro (acquisto del software e lavori delle tecnologie, compresi: monitor, schermo, microfoni, impianto audio, impianto video e altro).
Ultima cosa: l’attività del Consiglio regionale, attività che riguarda tutti quanti noi. Dal 22 giugno 2015 al 31 dicembre 2017, quindi metà legislatura, 30 mesi, sono state presentate 178 proposte di leggi, ne sono state approvate 108, sono state presentate 46 proposte di atto amministrativo, ne sono state approvate 44, sono state presentate 21 proposte di deliberazione, ne sono state approvate 19. Abbiamo approvato il Regolamento interno. Per quanto riguarda gli atti ispettivi sono state presentate: 550 interrogazioni, ne sono state svolte 461, 352 mozioni, ne sono state svolte 259 (svolte non significa che sono state approvate, significa che sono state discusse da quest’Aula) 20 interpellanze presentate, ne sono state svolte 19, 45 proposte di risoluzioni presentate, 45 svolte, 34 proposte di ordini del giorno presentate, 32 svolte.
Vorrei concludere e ringraziare l’Ufficio che si occupa della gestione del bilancio, tra l’altro siamo nei termini previsti dalla normativa per i pagamenti, siamo nella media di 28,67 giorni, quindi siamo perfettamente a posto.
Vorrei ringraziare l’Ufficio, tutta la struttura che gestisce il bilancio e ribadire ancora una volta, oltre ai dati che ho appena comunicato, che l’attività del Consiglio regionale, che si è svolta dall’inizio della X legislatura, ma che riguarda nello specifico il rendiconto del 2017, è stata improntata con molta attenzione ai temi del rigore e della sobrietà perché le risorse sono dei cittadini marchigiani e devono essere spese e utilizzate in modo oculato.
Concludo ringraziando il Presidente e tutto l’Ufficio di Presidenza per il lavoro che collegialmente abbiamo svolto. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Abbiamo sentito la relazione approfondita del Vicepresidente Minardi sul rendiconto del Consiglio. Sicuramente diamo atto del contenimento della spesa.
Nell’elenco dei risultati ci sono quelli che abbiamo conseguito, ma per vedere quelli che non sono stati conseguiti bisogna consultare, vedere gli obiettivi che sono stati previsti nel bilancio preventivo 2017/2019 e tra questi, siccome il volume è piuttosto corposo, tecnico, per addetti ai lavori, abbiamo notato, per esempio, che non c’è la convenzione unica appaltante della Regione Marche, non c’è la gestione della sede del Consiglio per i servizi da svolgere in comune con la Giunta (la manutenzione, la guardiania ed altre cose del genere), tra l’altro, questa probabilmente è una mia mancanza perché il Vicepresidente Minardi l’ha citato, non ho trovato il rinnovo degli impianti audio/video della sala del Consiglio e del voto elettronico, ma il Vicepresidente Minardi ha detto che ci saranno i lavori durante la pausa estiva, quindi sono sicuro che è una mia dimenticanza.
Quello che posso dire dal punto di vista politico, non tecnico, è che si è parlato tanto, con discorsi accalorati da parte della maggioranza e da parte della minoranza, della semplificazione dei testi unici e delle leggi, dell’accorpamento dei testi unici e della semplificazione delle leggi che riguardano sanità, cultura, ma non mi sembra che siano stati raggiunti risultati significativi. Uso l’aggettivo “significativo” non a caso, perché leggendo la relazione c’è scritto: “E' stato raggiunto un significativo miglioramento rispetto alla qualità delle leggi e alla semplificazione normativa, nonché alle modalità di quantificazione e copertura degli oneri finanziari che dalla legge derivano”.
Non riesco a capire e vorrei dare peso e concretezza all’aggettivo “significativo”, in termini percentuali non so cosa significa che una legge è stata semplificata in modo significativo e vorrei conoscere quali sono i parametri per calcolare la percentuale dell’aggettivo “significativo”.
Devo dire e faccio sommessamente rilevare che la Corte dei Conti non è d’accordo sulla significativa quantificazione delle coperture dato che, leggo testualmente: “Non si riscontrano accurate verifiche in merito all’effettiva disponibilità, all’atto dell’approvazione delle leggi, degli stanziamenti dai quali si attinge”, come riportato nella relazione sulla tipologia delle coperture.
Infine voglio denunciare, non dichiarare, che tra gli obiettivi raggiunti e non inseriti nel piano 2018 non c’è l’individuazione dello staff del Comitato per il controllo e la valutazione delle politiche, Presidente Busilacchi, l’avevo già fatto notare durante l’audizione dell’Ufficio di Presidenza, nel corso di una riunione, e molti componenti, credo tutti i componenti del Comitato, sono stati d’accordo nell’affermare che per svolgere un ruolo efficace, molto importante e significativo del Comitato c’è bisogno di personale.
Ricordo che avevo fatto un intervento polemico dicendo che qui non stiamo a perdere tempo e vogliamo che il riconoscimento del ruolo importante del Comitato di valutazione delle politiche abbia il sostegno di una persona, abbiamo personale a mezzo servizio che gentilmente viene a darci una mano, ma è come svuotare di funzioni e di ruolo il Comitato.
Voglio ricordare che, a beneficio anche di quelli che stanno in streaming e stanno vedendo questa cosa, il Comitato per il controllo e la valutazione delle politiche valuta l’efficacia dei provvedimenti e delle leggi che escono da quest’Aula. Valutare l’efficacia è una funzione importantissima, per cui il Comitato addirittura può dare dei suggerimenti per migliorare l’efficacia della legge o addirittura può denunciare il fatto che la legge approvata non è applicata.
Il Presidente Busilacchi ci diceva che in altre Regioni il Comitato funziona egregiamente ed ha un ruolo fondamentale per il Consiglio e la democrazia. Qui non trovo traccia dello stanziamento per il personale e devo ricordare anche che due persone hanno fatto uno stage proprio su questa funzione, ad altri incarichi poi riportati.
Questo lo dico con lo spirito di collaborazione che i membri del Movimento 5 Stelle nelle Commissioni ed in questo Comitato sempre hanno, compresa la Commissione per il rinnovo del Regolamento, lo dico perché questa cosa è importantissima e, come dicevo l’altra volta nella riunione fatta con il Comitato e l’Ufficio di Presidenza, i membri del Comitato non vogliono perdere tempo a fare discussioni meramente accademiche se poi non possono avere la possibilità di dare efficacia e risultati a questa azione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Grazie Presidente. Non ho alcun rilievo particolare da fare sull’atto in sé, relativo alla gestione finanziaria del Consiglio se non sottolineare di nuovo, come ha già ampiamente fatto il Vicepresidente Minardi nella sua presentazione, che questa gestione economica è entrata in un quadro di dignitosa sobrietà, non siamo al pauperismo, ma siamo di fronte a delle scelte che, anche rispetto alla precedente legislatura, hanno imposto una serie di riduzioni di spesa, magari un ripensamento rispetto a qualche spesa che veniva fatta che è stata convertita verso altre soluzioni. Questo senza detrimento di una attività che resta elevata. Posso avere più o meno ampia passione rispetto alle cose che vengono fatte, ognuno di noi ha le sue sensibilità, ma chiunque voglia analizzare il dato oggettivo non si può dire che la Presidenza del Consiglio, in rappresentanza di tutti noi, muova e si muova su un terreno un po’ difficile, un po’ scivoloso, a volte in questo tempo anche senza più retorica, Presidente Mastrovincenzo, perché una volta eravamo sostenuti da una retorica legata alla condivisione, penso all’antifascismo, di valori anche discutibili però c’erano, oggi è oggettivamente difficile e continuare ad organizzare la Giornata della pace, che considero una cosa pregevole, è difficile, perché quali contenuti si possono trattare? Per qualcuno è uno, per altri è un altro, ma al di là della sostanza il fatto che l’Ufficio di Presidenza, ripeto, sempre a nome di tutti noi, perché c’è un ampio coinvolgimento e continua informazione, continui in questa attività penso che sia estremamente lodevole, perché al di là di tutto fa sentire l’istituzione e fa salva quel poco di retorica che in questo tempo dei social sembra scomparire e che invece è necessaria perché nessuna istituzione si regge senza retorica. Le occasioni di incontro che vengono prodotte sono incontri fisici, non sono incontri virtuali, penso soprattutto ai giovani che in quest’Aula vengono coinvolti in maniera estremamente significativa ed entusiasta, portano una ventata di sincerità, di idealità, di cui questa stanca Repubblica oggettivamente ha bisogno, Quando dico stanca Repubblica penso alla nostra stanchezza, non faccio riferimento ad altre stanchezze, ma alle nostre, fatta eccezione per il sempre giovane e sempre verde Assessore Cesetti che con faccia meravigliata dice che noi non siamo stanchi per niente.
Io dico che siamo stanchi, speriamo che questa rigenerazione, come spesso avviene, succeda, è pure naturale, Assessore, perché il 60% dei partecipanti al voto, la città capoluogo con il 54%, non è un segno di vivacità, è un segno di stanchezza, ma è naturale in tutte le democrazie mature, dopo 70 anni non c'è poi tutta questa grande tensione e partecipi chi voglia partecipare. Sottolineavo questo per dire come invece il Consiglio debba continuare in questo tipo di attività perché poi il fatto stesso di organizzare cose di questo tipo ci fa interrogare.
Vengo all’aspetto legislativo ed esprimo una buona e piena soddisfazione per quanto riguarda il modo in cui in questi tre anni abbiamo operato, il 22 giugno celebriamo il nostro terzo compleanno. Lo dissi all'inizio, Presidente, rispetto alla legislatura precedente siamo partiti bene ed abbiamo continuato meglio, anche qui con il metodo della condivisione, anche faticosa. Penso all’opera della Commissione Regolamento che ha prodotto una cosa che ha subito suscitato anche qualche apprensione da parte dei Consiglieri, magari qualcuno un po’ più distratto che non si era reso conto di cosa andavamo a votare sulla base di una fiducia largamente e preventivamente condivisa, ma questo non ha scoraggiato il Presidente del Consiglio, il quale ha immediatamente messo in moto una Giunta per il regolamento insieme ai capigruppo e abbiamo ricominciato da capo, cioè ci stiamo tormentando intorno a queste regole. Riguardo a questo Presidente avrei solo un appunto, questa preoccupazione di risolvere tutto attraverso le regole nasce, lo dicevo prima, da questa difficoltà di avere una politica condivisa, allora ci sentiamo più garantiti dal fatto che ci siano regole che stabiliscono tutto, un po’ come quella coppia che prima di sposarsi decide chi lava i piatti, chi lava i panni, chi fa i turni, chi porta fuori il cane. Credo che questo alla lunga funzioni poco e faremo debitamente impazzire la già pressata, non dico stressata, dott.ssa Zampa la quale ci assiste in tutto, però continuamente, anch’io stamattina le ho dato un altro sollecito, la sollecitiamo per trovare soluzioni regolamentari, dove invece un po’ il buon senso, un po’ la condivisione, un po’ la tolleranza ci potrebbe aiutare a risolvere le questioni. Però va bene così, anche la Giunta ha molto rapidamente concluso la sua opera di revisione e sta andando verso una conclusione.
L’ultima cosa la voglio dire proprio riguardo al Comitato per il controllo e la valutazione delle politiche, l’abbiamo chiamato così in effetti ed è anche una parola un po’ grossa, perché politiche significa tutto quello che facciamo in assoluto e qui molto concretamente, Consigliere Busilacchi, dobbiamo guardare le leggi. Riguardo a questo sono d’accordo che debba esserci un minimo di supporto tecnico, come richiamava il Consigliere Maggi, ma sono anche convinto che questo Comitato - come già è avvenuto e sta avvenendo, mi fa piacere vedere negli incontri del Comitato la presenza delle varie segreterie delle Commissioni - dovrebbe essere uno staff delle segreterie delle Commissioni che, più che un soggetto terzo nuovo che va a supportare il Comitato relativamente al giudizio, perché questo di fatto è, noi esprimiamo un giudizio rispetto al nostro stesso operato, vanno coinvolte in prima battuta, trattandosi, se non sbaglio, quasi esclusivamente di funzionarie che hanno prodotto quel tipo di atto perché se il dialogo non parte con loro, Consigliere Busilacchi, dopo è difficile ed usiamo una dialettica che poi produce quello che tutti sappiamo, questo riguarda il Consigliere, e siamo sempre gli stessi, giudichiamo noi stessi e ci può stare anche bene, però per quanto riguarda il settore tecnico sarebbe interessante che ci sia una sorta di staff parallelo perché se la valutazione è stringente o può arrivare a qualche conclusione significativa del tipo: cambiamo la legge, proponiamo una modifica della legge o prendiamo atto che questa legge non ha sortito alcun effetto, non per colpa della Giunta che non ha dato esecuzione, cosa che spesso avviene, ma per colpa dell’inefficacia stessa della legge o della sua improponibilità, questo deve essere fatto con le stesse segreterie in modo tale che questo patrimonio di conoscenza, di esperienza e di valutazione serva per non fare una sciocchezza ulteriore, sennò diventa una rincorsa su una mentalità che non funziona. Continuiamo a fare leggi che propongono buoni comportamenti o buone prassi e vediamo che queste non funzionano se dietro non ci sono i soldi, oppure facciamo leggi in cui mettiamo 30.000 euro quando ne servirebbero 300.000, queste sono cose che andrebbero fatte direttamente con quello staff, che potrebbe essere ridotto ad un impiegato che sia quello che poi tiene il raccordo e organizza incontri di tanto in tanto fra lo staff delle segreterie e il Comitato in modo tale che la valutazione venga fatta con chi ha concorso in maniera determinante alla produzione delle leggi.
In questo processo, cosa che ancora non avviene ancora in maniera significativa, andrebbero coinvolti, Consigliere Maggi, proprio i funzionari della Giunta, perché molte leggi vengono anche dalla Giunta.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Grazie Presidente. Non volevo intervenire ma, visto che sono stato chiamato in causa dai colleghi, con piacere aggiungo qualcosa sul Comitato, però colgo l’occasione per esprimere un apprezzamento sulla relazione, ci sono poche cose da aggiungere, ma due punti vorrei ricordarli.
Credo che questo Ufficio di Presidenza in questi anni abbia dato un segnale di sobrietà nelle spese del Consiglio, ci sono state riduzioni significative di vari capitoli di spesa a partire da quelle di rappresentanza. Voglio anche ricordare che con legge abbiamo eliminato le spese dei gruppi, però a questo proposito ricordo che l’Ufficio di Presidenza si era preso l’impegno di partire, vedo il Vicepresidente che è il relatore, ma lo dico anche al Presidente, all’altro Vicepresidente ed alla dott.ssa Zampa, quanto prima con i servizi per i gruppi consiliari, che non hanno costo. Voglio ricordare che nella legge era previsto, ad esempio, che i gruppi consiliari potessero utilizzare per iniziative politiche i luoghi del Consiglio. E' una cosa che avviene nei Comuni, i gruppi del Consiglio comunale del Comune di Ancona possono utilizzare per iniziativa politica i luoghi del Consiglio comunale, che sono aperti durante il giorno, quindi senza alcun costo per la cittadinanza.
Credo che dovremmo fare questa cosa quanto prima, è un impegno che ci eravamo presi, direi che entro l’anno se possibile possiamo avere un avanzamento in questo senso.
Le altre due cose, una l’ha richiamata il Consigliere Maggi, tra l’altro mi trovo abbastanza nel suo intervento, e riguarda il tema degli appalti. Devo dire che noi siamo in ritardo con la stazione appaltante, vedo l’Assessore Cesetti che ringrazio perché sebbene la Suam non sia una delega di nessuno in Giunta formalmente, lui in questi anni è stato attento, anche come Assessore al personale, a che la struttura partisse, però evidenzio che purtroppo vengono continuamente segnalati dei ritardi nelle gare. Bisognerebbe stare un po’ dietro a questa struttura, lo dico perché è a tutto vantaggio della Regione Marche, la gara dei vaccini che è partita porterà nelle casse della Regione Marche 40 milioni di euro, non so se ci fanno schifo, a me non lo fanno. Una gara da 400 milioni di euro ha consentito, grazie alla Suam, un risparmio tra 40 e i 50 milioni di euro. Quindi rispetto alla gara precedente avremo un avanzo di bilancio stimabile tra i 40 e i 50 milioni che potranno servire per servizi ai cittadini.
La proposta che faccio al Presidente Mastrovincenzo è che noi potremmo affidare alla Suam le gare del Consiglio regionale e questo porterebbe nelle casse del Consiglio regionale maggiori risorse. Mi rendo conto che è una cosa complicata, ma almeno un tentativo, una riunione, credo che si potrebbe provare a fare, se poi la Suam risponde che ha delle difficoltà vedremo, però una proposta la farei.
Da ultimo, e concludo, vengo al tema del Comitato. In una riunione di questo organismo un paio di settimane fa abbiamo incontrato il Presidente Mastrovincenzo e il dott. Misiti, ai quali abbiamo rappresentato le esigenze che sono state qui ricordate per il buon funzionamento del Comitato stesso, sono due esigenze diverse, una riguarda lo staff, come tutte le altre Commissioni hanno uno staff, noi non lo abbiamo, abbiamo persone che prendiamo nel loro tempo libero a prestito da altri uffici, invece credo che almeno una unità di staff che faccia solo quello servirebbe, ma l’aspetto più importante non è tanto lo staff perché ci si può anche organizzare, l’aspetto fondamentale è l’Ufficio di valutazione che era un altro impegno che ci eravamo presi come Consiglio regionale. Mi rendo conto, ed il dott. Misiti ed il Presidente Mastrovincenzo da questo punto di vista hanno risposto, che è complicato perché sta dentro la riorganizzazione, però era uno degli impegni di inizio legislatura, far partire un ufficio, indipendentemente persino dal fatto che esiste il Comitato, in cui ci sia almeno una persona che si occupi di questo tema, così come abbiamo chi si occupa di personale, chi si occupa di altre questioni all’interno del Consiglio regionale. Senza questo ufficio i nostri lavori li possiamo fare anche domani, ci incontreremo per continuare a parlare di non autosufficienza, incontreremo un po’ di associazioni, però è chiaro che abbiamo delle difficoltà.
Da ultimo ricordo che sono favorevole e auspico il lavoro del Comitato insieme alle Commissioni, sono d’accordo con il Consigliere Marconi, tra l’altro abbiamo fatto, per esempio, con la IV Commissione, una seduta congiunta sul tema della non autosufficienza ed insieme alla II Commissione, abbiamo fatto una seduta congiunta sul tema delle politiche europee. Credo che il Comitato abbia dimostrato che può lavorare anche in simbiosi con le Commissioni, che è una cosa molto positiva seppure i dati sono pochi, abbiamo tentato di fare un lavoro istruttorio in vista del Consiglio regionale che avremo il 10 luglio su questo tema, le potenzialità ci sono, la macchina c’è, però bisogna metterci un po’ di benzina per farla partire.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Per dire due cose molto semplici e veloci. Separerei i due aspetti del rendiconto, l’aspetto economico-finanziario da quello programmatico. Su quello economico-finanziario mi sembra che i numeri a partire dal 2015 parlino abbastanza chiaro, già l’azzeramento del contributo ai gruppi è stato un risparmio molto evidente, molto sostanziale, ma anche la riduzione di talune spese non obbligatorie, così come ha illustrato il Vicepresidente Minardi, la dice lunga sulla parsimonia con cui questo Consiglio si è mosso, anche se ci sono poi dei limiti di spesa che non possono essere più compressi perché ne andrebbero di mezzo la funzionalità e la dignità dei lavori di quest’Aula e dei Consiglieri in particolare. Tema che molto spesso ricorre, dobbiamo essere molto attenti a non rincorrere la protesta, la demagogia, quello che volete voi, perché la dignità, la funzionalità, il lavoro di noi tutti qui dentro va sostenuto, d’altra parte siamo stati eletti proprio per fare questo. Quindi positivo il mio parere dal punto di vista finanziario.
Dal punto di vista programmatico devo dire che ho sentito voci più o meno critiche, però devo dire che è stato elaborato abbastanza bene, certo c’è molto da lavorare.
Quello che diceva il Consigliere Busilacchi è vero, abbiamo delle criticità nel funzionamento del Comitato per la valutazione delle politiche, però averlo istituito è un fatto importantissimo, è quello su cui dobbiamo lavorare, la grande novità è stata questa. Faccio riferimento a quanto abbiamo fatto in II Commissione, forse è quella in cui, al di là della IV dove c’è la mastodontica spesa sanitaria, si fanno molto spesso delle leggi che utilizzano fondi comunitari, fondi e risorse anche statali, quindi ci sono impegni di spesa abbastanza corposi e ci siamo resi conto, e quindi siamo stati da questo punto di vista solerti, che non avevamo i report giusti, facciamo delle leggi di spesa, oppure dei provvedimenti, dei bandi per quanto riguarda le spese del Por-Fesr, l’Fse, del Psr, però non sappiamo mai quali sono gli effetti prodotti in termini di sviluppo economico, di lavoro e altro.
Abbiamo introdotto ed abbiamo avuto la capacità di fare anche abbastanza velocemente questo discorso per instaurare questo Comitato che lavora in un clima di grande sinergia, seppur ancora i collegamenti con i vari servizi e gli Assessorati devono essere aggiustati, questo lo dobbiamo dire, per avere i dati in tempo reale, il Consigliere Maggi ne sa qualcosa. Molto spesso lavoriamo su dati parziali, quindi è difficile tirare delle conclusioni, è difficile dare delle indicazioni per migliorare la legge anche in corsa, però per me la grande novità di questa legislatura è questa, perché nelle attività pregresse non l’aveva vista.
E’ chiaro che adesso c’è il problema, nell’ambito delle poche risorse che abbiamo, di istituire l’ufficio del Comitato, l’unità di staff, e nei pochi mesi che sono nell’Ufficio di Presidenza ho constatato che questi temi sono all’attenzione, come quello relativo ai servizi aggiuntivi da dare ai Consiglieri dopo che è stato soppresso il finanziamento. Ne abbiamo discusso durante l’ultima seduta dell’Ufficio di Presidenza, nemmeno a farlo a posta, lo riprenderemo la prossima volta, abbiamo già approvato la spesa, la dott.ssa Zampa sta facendo l’appalto per la ristrutturazione e l’ammodernamento dell’impianto di votazione e audio/video, per cui da questo punto di vista spendo una parola positiva seppur ci sono delle criticità che dobbiamo necessariamente affrontare, le stiamo affrontando e c’è la volontà di risolvere le problematiche sul funzionamento del Consiglio.
Il problema della Giunta è tutt’altro, il giudizio non è certamente di questo tipo, quindi per me è un giudizio positivo seppur con queste criticità che tutti hanno rilevato, ma che sono in via di definizione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Non entro nei numeri della relazione del bilancio del Consiglio regionale, vorrei fare qualche considerazione, soprattutto politica, in riferimento alla strategia di questo bilancio che viene avanti da diverso tempo e sulla quale noi abbiamo sempre espresso delle perplessità negative. Le abbiamo espresse perché noi abbiamo sempre considerato un’impostazione politica e per fare politica occorrono i mezzi e le risorse altrimenti sono cose difficili da fare.
Mi vorrei questa volta fermare sui mezzi, perché il Vicepresidente, che ha illustrato il bilancio, ci dà la possibilità secondo me di esprimere delle considerazioni.
Noi abbiamo una struttura del Consiglio, Presidente e Vicepresidenti, che non va bene, non funziona. Per esempio, non funziona il sistema informatico, abbiamo degli strumenti che vanno lentamente perché c’è poca connessione, è insufficiente, qual è il motivo? Questo bisogna che lo vedete, non ci sono nemmeno le condizioni per poter lavorare, non so se a voi risultano queste cose, a meno che noi non siamo dei marziani, ma credo di no, nel Palazzo non funziona, perché è insufficiente. E' inutile che nella relazione dite che si mettono i Consiglieri nella condizione di poter lavorare, le strutture dei Consiglieri hanno delle difficoltà a lavorare, spesso, quasi tutti i giorni. Bisogna intervenire e ci vuole qualche risorsa, è inutile tagliare sempre, per far funzionare le cose servono le risorse.
Poi abbiamo qualcosa da dire sul personale, probabilmente bisogna incentivarlo in termini numerici ed avere il coraggio, i tempi sono così lunghi, ma per cosa? Per risolvere il problema del personale? Sono arrivate qui centinaia di persone dalle strutture che avevate pensato di chiudere, e poi di fatto sono rimaste aperte, sono arrivati i dipendenti delle province e c’è il Comitato ed il Presidente Busilacchi in modo soft, da signore, ha evidenziato che c’è un problema di organico. Lo sappiamo, è da mesi che esiste questo problema, possibile che non si risolva?
Vicepresidente Minardi, le dico di mettere a posto le cose affinché il Palazzo del Popolo possa diventare una struttura dignitosa dove operano i Consiglieri eletti dal popolo marchigiano, invece che stare lì a centellinare. Ad esempio lo smarcatempo è stato fermo per mesi perché non c’erano 30 euro per ripararlo. Ma siamo seri! Faccio degli esempi banali, è vero, ma li ho fatti per vivacizzare la discussione e per evidenziare quello che succede realmente.
Con questo bilancio noi non siamo assolutamente d’accordo perché c’è un’impostazione che non va nel senso giusto, quello appena detto, quello di dare servizi migliori possibili ai Consiglieri, creare delle condizioni per poter lavorare, fino a quando queste condizioni non verranno ripristinate. Facciamo ridere, non è questo il problema, per la Lega il problema è dare una risposta seria in termini diversi.
Noi voteremo contro questo bilancio. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per replica, il Consigliere Minardi.

Renato Claudio MINARDI. Grazie Presidente. Innanzitutto vorrei partire dalle cose che ha detto il Consigliere Zaffiri: “Tagli, non facciamo ridere”. Qui bisogna essere chiari, Consigliere Zaffiri, mi rivolgo a lei ma mi rivolgo all’Aula nel suo complesso, se ci sono questioni che vanno poste rispetto alla funzionalità delle strutture e dei servizi che si dicano, perché a me personalmente, non so al Presidente Mastrovincenzo, non sono arrivate segnalazioni da parte dei Consiglieri di qualcosa che non funziona. Se c’è un’esigenza, se c’è un problema di rete nel suo ufficio, se ha bisogno di strumentazioni, se serve qualcosa lo si chieda. Nell’Ufficio di Presidenza ci sono due esponenti della minoranza e fino alla gestione del bilancio 2017 c’era la Vicepresidente del suo gruppo, allora lo si dica e non si venga a fare le piazzate in Consiglio regionale: “Perché manca quello, perché fate ridere, perché mancano i soldi, perché avete tagliato”.
L’Ufficio di Presidenza ha la responsabilità di fare in modo che il Consiglio regionale, i Consiglieri e la struttura, lavori e funzioni al meglio, quindi se ci sono problemi rispetto alla rete, ai servizi, a qualcosa che manca, lo si dica e non si facciano le polemiche in Consiglio regionale. Le polemiche in Consiglio regionale legittimamente lei le può fare se avesse posto un problema e se non le fosse stata data la risposta!
L’Ufficio di Presidenza è rappresentativo della maggioranza e della minoranza.

(interrompe il Consigliere Zaffiri)

PRESIDENTE. Consigliere Zaffiri, per favore!

Renato Claudio MINARDI. Consigliere Zaffiri io l’ho ascoltata e vorrei non essere disturbato …

(interrompe il Consigliere Zaffiri)

Renato Claudio MINARDI. Non ho detto che funziona tutto, chiariamoci, ho detto che se ci sono problemi, se c’è qualcosa che non funziona o se c’è qualche esigenza, questa, deve essere posta, venga posta, venga fatta la richiesta. Ci sono i dirigenti e c’è l'Ufficio di Presidenza e le risposte saranno date. Non ci risultano richieste, mentre parlava ho chiesto al Presidente se ha avuto segnalazioni di qualche tipo a cui non è stata data una risposta. l’Ufficio di Presidenza non a caso è composto dalla maggioranza e dalla minoranza, è così composto perché il Consiglio regionale è formato da 31 Consiglieri di maggioranza e di minoranza, deve quindi funzionare al meglio, i Consiglieri devono avere gli strumenti per poter svolgere appieno nella loro autonomia il proprio ruolo.
Se ci sono questioni che non vanno, lo si dica, verranno valutate e faremo di tutto per trovare adeguate risposte, se si vuol fare polemica in Consiglio regionale è un’altra cosa.
Il problema non è centellinare o far ridere perché abbiamo tagliato, noi abbiamo fatto dei tagli quando ci siamo insediati come X legislatura per evitare che ci fossero degli sprechi e che ci fosse, come ho detto prima, rigore e sobrietà in tutta la gestione finanziaria del Consiglio regionale, che rimane un principio fermo.
L’intervento che sta facendo oggi è uguale, identico, a quello dell’anno scorso, perché me lo sono riletto, se ci sono problemi si dicano e faremo di tutto per risolverli.
Relativamente al tema del personale, è giusto quello che è stato posto, è giusto quello che è stato detto, il problema del personale è legato alle capacità assunzionali che ha il Consiglio regionale, come tutti i soggetti pubblici, perché il Presidente Mastrovincenzo, piuttosto che i Consiglieri Minardi, Celani, Rapa e Carloni, può anche stamattina decidere di assumere 50 persone in più, non lo può fare, perché i piani occupazionali sono nel rispetto delle normative nazionali e della finanza pubblica.
E' chiaro che il Comitato per la valutazione delle politiche pubbliche ha legittimamente, e lo sottolineo, diritto ad avere una risposta in tempi brevi, perché nel momento in cui è stata fatta la scelta di insediarlo è giusto che ci sia una risposta adeguata rispetto al personale che è stato assegnato in modo non definitivo perché quel personale svolge anche altri ruoli.
Siamo un Consiglio regionale che ha un numero di persone piuttosto basso, non abbiamo, con le regole di finanza pubblica, la possibilità di ampliare. L’ultimo piano occupazionale che è stato fatto ci darà la possibilità di assumere delle persone, saranno banditi nel breve dei concorsi che serviranno ad implementare gli uffici che hanno maggiore necessità o maggiore sofferenza, compreso il Comitato per la valutazione delle politiche perché è giusto che questo sia. Questa è un’osservazione legittima che prendiamo positivamente perché è un tema su cui ci sentiamo fortemente impegnati a dare delle risposte.
Sul tema del Palazzo, sulle cose che non funzionano, le manutenzioni non sono in capo al Consiglio, come sappiamo, prima erano in capo alla società Irma che è stata chiusa, oggi sono in capo - in convenzione con il Consiglio - alla Giunta. Questa cosa a volte ci allunga un po' i tempi nelle soluzioni che sembrano dover essere un po’ più immediate, però cercheremo di fare in modo che gli uffici preposti della Giunta rispondano in tempi brevi e in modo tempestivo rispetto alle problematiche che vengono poste.
Le garantisco che sono stato il primo a lamentarmi nei giorni scorsi per gli impianti di climatizzazione e di riscaldamento e siccome l’inverno e l’estate arrivano sempre nello stesso periodo basta programmare i lavori di manutenzione con anticipo e non aspettare che arrivi il caldo o il freddo perché poi scopriamo che gli impianti non funzionano. Questo l’ho fatto presente ieri al personale preposto della nostra struttura. Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Proposta di atto amministrativo n. 51. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)



Interrogazione n. 639 - a risposta immediata
ad iniziativa dei Consiglieri Zaffiri, Malaigia, Zura Puntaroni
“Tracce di amianto nelle macerie utilizzate per la ricostruzione post sisma”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 639 - a risposta immediata - dei Consiglieri Zaffiri, Malaigia, Zura Puntaroni.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. Grazie Presidente. Le macerie vengono rimosse sul posto con una attività preliminare di verifica della non presenza di cemento/amianto e altri materiali pericolosi, dopodiché vengono trasportate nel sito di deposito temporaneo, dove vengono cernite e selezionate per il rinvenimento di beni personali, beni di valore e beni affettivi e per il loro raggruppamento di frazioni di rifiuti omogenei (frazioni legnose, metalliche, di materiale inerte, ecc.), da avviare a recupero e riciclaggio in impianti specifici di trattamento già autorizzati presenti sul territorio locale.
Nell'attuare le procedure di cui al comma 11 dell'articolo 28 del decreto legge 189/2016 e del Piano regionale, a cui ci si attiene scrupolosamente, insieme alle autorità pubbliche preposte:
- si effettua una ispezione visiva del materiale da rimuovere sul luogo del sisma e anche in fase di caricamento delle macerie;
- nel caso in cui si rinvenga la presenza di "amianto", i materiali non sono né movimentati né caricati direttamente, ma vengono adeguatamente perimetrati;
- subito dopo vengono incaricate ditte specializzate, debitamente autorizzate, che provvedono ad effettuare il necessario e specialistico intervento di bonifica.
Qualora il rinvenimento, a seguito di selezione, avvenga successivamente al conferimento presso il sito di deposito temporaneo, l'allestimento del sito con due aree di lavoro distinte consente di bloccare la specifica lavorazione in cui si rinviene amianto, fino all'asportazione con modalità conformi alla legge da parte di ditte iscritte alla cat. 10 dell'Albo gestori rifiuti.
Inoltre il sito individuato è dotato di idonei presidi: abbattimento polveri con nebulizzazione e unità di decontaminazione per indossare i DPI (dispositivi di protezione e sicurezza individuale) in entrata e per smaltirli correttamente in uscita; il personale operante oltre ad indossare i DPI atti a proteggere dalla potenziale, seppur remota presenza di amianto, è stato specificatamente formato per operare in condizioni di sicurezza, così come indicato in sede di Conferenza dei servizi dai competenti organi tecnico-scientifici, Asur e Arpam.
Le ditte incaricate della rimozione, in conformità alle disposizioni legislative, prima di asportare e smaltire tutto il materiale contenente amianto, procedono con la presentazione e approvazione da parte dell'organo di vigilanza competente per territorio (Asur), di idoneo piano di lavoro, ai sensi dell'articolo 256 del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81.
A seguito della segnalazione della presenza di amianto fra i materiali, il servizio ha ritenuto indispensabile convocare un sopralluogo e relativo tavolo tecnico (il giorno 3 maggio 2018), con la esplicita finalità di comprendere quanto riscontrato, nonché valutare la necessità di adottare dei correttivi e/o dei miglioramenti all'attuale gestione della filiera delle macerie. Il servizio ha quindi effettuato il sopralluogo e interloquito con il gestore Cosmari Srl, fornendo ed impartendo indicazioni per una migliore e più efficace azione di verifica e controllo nella filiera di gestione; in particolar modo, si è convenuto di lavorare partite di macerie con un quantitativo più limitato, privilegiando la massima attenzione all'individuazione e al recupero delle frazioni merceologiche estranee; consentendo altresì maggiore attenzione ad aspetti preminenti del Piano gestione macerie.
Inoltre tali fasi lavorative dovranno essere esclusivamente, eseguite all'interno del capannone adibito, il quale è dotato di presidi sanitari ed ambientali che consentono un grado di sicurezza adeguato e pertinente alle fasi lavorative previste.
Consapevoli che oramai le macerie a terra, sono state tutte rimosse e che pertanto le rimanenti provengono da demolizioni e/o messe in sicurezza di immobili di esplicita competenza dei Comuni, un'efficace ed ulteriore azione amministrativa, che il servizio ha intenzione di adottare, consiste nell'inviare una nota a tutti i Comuni (rafforzando quanto già precedentemente inviato dall'organo competente Asur) fornendo indicazioni e consigli ed individuando procedure tecniche finalizzate alla prevenzione alla fonte, mediante separazione il più possibile, già in fase di demolizione controllata.
In conclusione, alla luce di quanto sopra relazionato, tutte le attività svolte dal concessionario Cosmari, nell'ambito della filiera della rimozione e recupero delle "macerie" prodotte dal sisma 2016 nel cratere della Provincia di Macerata, viene svolto secondo le procedure di legge previste e quindi pienamente rispondenti ai requisiti di sicurezza per l'ambiente e per la salute pubblica.
Si rappresenta inoltre, che con delibera di Giunta regionale 1601 del 28 dicembre 2017, è stato approvato il "Documento tecnico-giuridico, finalizzato al riutilizzo degli aggregati riciclati". Tale atto è stato sottoposto all'attenzione del Dipartimento di protezione civile nazionale, è stato oggetto di confronto ed interesse nel Coordinamento delle Regioni ed è stato inviato per la verifica al Comitato interministeriale per gli affari europei.
In tale atto, si individuano i riferimenti tecnico-normativi basilari per il recupero degli "aggregati riciclati" prodotti dal ciclo di raccolta, selezione e cernita, avvio al recupero e trattamento delle macerie prodotte dal sisma del 2016. Gli "aggregati riciclati" sono le materie prime secondarie che si ottengono dalla selezione e trattamento dei rifiuti inerti da costruzione e demolizione.
Questi aggregati vengono prodotti presso impianti autorizzati alla gestione degli aggregati inerti di recupero (ove per recupero va intesa la lavorazione finalizzata ad ottenere, per standard qualitativi, prodotti adatti al successivo utilizzo in opere civili, ovvero in secondo luogo per riempimenti, rinterri e colmazioni).
Ne consegue che gli aggregati riciclati, per essere commercializzati ed impiegati come "prodotti da costruzione" devono essere qualificati mediante la marcatura CE secondo quando stabilito dal Regolamento CE 305/2011, da tutte le pertinenti norme europee armonizzate.
Tutti gli aggregati, devono possedere i requisiti prescritti dalle norme armonizzate, al termine del quale devono risultare marcati CE - rilasciati dai pertinenti organi notificatori. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Assessore, credo che lei abbia illustrato bene come avvengono le cose, però la domanda era: nonostante tutto avvenga in base a delle leggi e a delle regole che vengono rispettate, si è determinato questo fatto.
Questo è il problema e capisco che sia difficile, non so se al momento dell’abbattimento succede qualcosa. Nonostante tutti i controlli, nonostante l’applicazione corretta di tutte le leggi, nonostante tutte queste cose, si possono verificare che in queste macerie entri dell’amianto. Questo è il problema.
Non so se bisogna intervenire nel percorso finale della separazione delle macerie, nella diminuzione del quantitativo perché si controlla meglio, oppure occorra un ulteriore strumento per intervenire prima, quando c’è l’edificio ancora in piedi, perché qualcosa potrebbe avvenire - ed uso il condizionale per non dire che avviene - al momento della demolizione.
Le chiedo un ulteriore sforzo, se è possibile, per cercare di sensibilizzare maggiormente non solo all’applicazione delle leggi, come avviene lo smaltimento lei lo ha illustrato perfettamente, ma nel verificare con più attenzione affinché non si determinino queste cose all’inizio della procedura di demolizione. Se ci sono macerie già a terra, questo è un altro problema, però come giustamente dice lei si parla di demolizioni, quindi penso che potrebbe essere controllata con più attenzione la fase iniziale. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. Condivido le sollecitazioni fatte adesso dal Consigliere Zaffiri. Bisogna fare massima attenzione perché l’argomento è assolutamente importante e delicato. Tutto quello che è possibile incrementare sul versante della sicurezza per i cittadini su questo fronte, i tecnici lo stanno facendo e stanno anche studiando se è possibile fare di più.
Come lei sa c’è un’indagine in corso anche della Magistratura, quindi lasciamo che la Magistratura faccia il suo lavoro, è difficile entrare in quel merito, non dobbiamo entrare nel merito delle indagini perché sono in corso, però per quello che è possibile i tecnici stanno cercando di fare l’impossibile per restringere al massimo il rischio che lei nell’interrogazione ha evidenziato. Grazie.

Presidenza del Vicepresidente
Renato Claudio Minardi

Interrogazione n. 621
ad iniziativa del Consigliere Talè
“Controlli in materia di produzioni agricole e zootecniche biologiche”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 621 del Consigliere Talè.
Ha la parola, per la risposta, L’Assessore Casini.

Anna CASINI. Grazie Presidente. Ringrazio il Consigliere Talè perché questo problema dei controlli è importantissimo, soprattutto in un momento nel quale il biologico cresce del 20% nella nostra regione. Diventa un comparto importantissimo, quindi è quanto mai importante sottolineare il fatto che ci siano controlli e verifiche per assicurare il consumatore di quello che si sta facendo, quindi la ringrazio perché ci offre l’occasione per poter raccontare tutte quelle cose silenti che invece Assam e Regione Marche insieme ad altri fanno.
A proposito delle annualità 2016 e 2017 di seguito riporto una tabella (che poi le farò avere) con i dati riferiti agli organismi di controllo con il numero di non conformità suddivise per Inosservanze, irregolarità, infrazioni, con il totale complessivo, su cui gli organismi di controllo hanno determinato sanzioni e azioni correttive.
Le non conformità possono essere riepilogate per il 2016 in 1471 inosservanze, 37 irregolarità, 46 infrazioni, per un totale complessivo pari a n. 1554, di cui 26 per mancato pagamento dei corrispettivi agli organismi di controllo.
Per l'annualità 2017 in 1221 inosservanze, 38 irregolarità, 57 infrazioni, per un totale complessivo pari a n. 1316, di cui 43 per mancato pagamento dei corrispettivi agli organismi di controllo.
Il Servizio politiche agroalimentari può fornire un report con la classificazione puntuale di tutte le non conformità rilevate e i dati che ho descritto sopra sono riportati nella tabella.
Non tutte le non conformità comportano riduzioni e penalizzazioni sulle domande dello sviluppo rurale, in linea generale le non conformità classificate come inosservanze non comportano riduzioni e penalizzazioni sulla domanda di sviluppo rurale, perché sono piccole questioni che non riguardano la qualità del prodotto.
Mentre le non conformità classificate come irregolarità e infrazioni possono comportare riduzioni graduali, esclusioni e persino decadenze (l'esclusione comporta la perdita dell'anno, la decadenza comporta la perdita dei contributi di tutti i cinque anni, compreso il recupero di eventuali contributi già erogati).
In particolare l'elemento di controllo n. 6557 sullo sviluppo rurale prevede la valutazione delle eventuali non conformità assegnate dagli organismi di controllo.
Nel dettaglio sullo sviluppo rurale si verifica la presenza di non conformità tra quelle rilevanti ai fini dei pagamenti del Psr, nell'ambito della banca dati di vigilanza, con riferimento al periodo che va dalla data di impegno per l'annualità in questione, così come stabilito dal bando, più i 12 mesi.
Le domande dei beneficiari che presentano delle non conformità, come sopra descritto, non possono accedere all'istruttoria automatizzata ma sono oggetto di istruttoria manuale da parte dell'istruttore regionale.
Il sistema in automatico calcola la percentuale di sanzione, secondo l'entità, la gravità e la durata previste nella griglia di riduzione, sommando tutti i valori ottenuti e determinando la percentuale totale di sanzione, con la possibilità, essendo la domanda istruita manualmente di confermare le non conformità o di modificare le stesse con ricalcolo automatico della griglia.
I provvedimenti di esclusioni e le non conformità sono classificate con dei codici (ad esempio C2.04, C2.05, E3.10.) secondo il decreto legislativo 23 febbraio 2018, n. 20 "Disposizioni di armonizzazione e razionalizzazione della normativa sui controlli in materia di produzione agricola e agroalimentare biologica, predisposto ai sensi dell'articolo 5, comma 2, lettera g), della legge 28 luglio 2016, n. 154, e ai sensi dell'articolo 2 della legge 12 agosto 2016, n. 170".
Le condizioni per il rispetto dell'impegno - riduzione graduale - sono riassunte in una tabella, che poi le farò avere. C'è una griglio con le irregolarità riscontrate, con le durate medie e le varie sanzioni che vengono applicate, quindi è ovvio che se uno dimentica di scrivere qualcosa nella domanda, quindi è una questione amministrativa, non c’è una sanzione, le sanzioni diventano sempre più pesanti, come dicevamo prima, fino all’esclusione dal piano di sviluppo rurale e fino alla richiesta indietro delle somme già erogate.
Il provvedimento di esclusione emesso dall'organismo di controllo, con i codici che lei troverà nella griglia, comporta sempre l'esclusione dal pagamento e la decadenza della domanda di sostegno e pagamento con recupero degli importi erogati nelle annualità precedenti.
Nella campagna 2016 e 2017 nello sviluppo rurale sono state determinate le seguenti non conformità che comporteranno l'applicazione della griglia sopra rappresentata che determinerà le relative riduzioni, penalizzazioni o decadenze.
Le istruttorie per le domande che hanno tali non conformità sono ancora in corso, in quanto Agea non ha messo in linea nel programma istruttorio la tabella sopra riportata e non abbiamo ancora per quest’anno la possibilità di confrontare.
Le non conformità sullo sviluppo possono essere oggetto di riesame.
Di seguito è riportato l’elenco di non conformità che non determinano il non accesso all’anomalia.
Le domande che hanno dato il non acceso sono state nel 2016 n. 17 e nel 2017 n. 16, quindi tutto il resto ha determinato delle sanzioni che sono state sanate, invece queste sono quelle che hanno determinato il non accesso al Piano di sviluppo rurale.
Certamente chi ha redatto questa risposta non l’ha certo fatto in modo che io e lei la comprendessimo, adesso gliela do poi eventualmente faremo una richiesta di istruttoria, non ho avuto il tempo di leggerla prima, mi scuso, ma effettivamente non è di facile comprensione.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Talè.

Federico TALE’. Grazie Assessore. Leggerò quello che gli uffici hanno prodotto.
Dopo l’approvazione della legge sull’obbligo del 40% del biologico nelle mense abbiamo ricevuto, come amministrazione regionale, un sacco di complimenti, perché abbiamo fatto una cosa molto apprezzata, ma la “critica” qual è? Bene il 40% del biologico, ma la Regione controlla? Questo biologico è veramente biologico oppure quando lo andiamo a comprare il prodotto costa solo di più? Questo dubbio, questo forte punto interrogativo c’è sempre e noi come amministratori qualche volta rispondiamo, ma non sappiamo rispondere puntualmente.
Questa interrogazione l’ho fatta proprio per questo, perché voglio poter spiegare alle persone, in assemblea, alla gente, o quando si parla con i cittadini, che la Regione è puntuale, la Regione controlla, non solo, ma vorrei capire - adesso dalla risposta non l’ho capito, ma andrò a leggere e se non capisco neanche leggendo andrò negli uffici e mi farò spiegare per filo e per segno perché voglio capire - quante infrazioni, non tanto nelle domande che sono state presentate, perché va bene, ci sta e sicuramente facciamo un controllo puntuale, ma quanti agricoltori sono stati pizzicati nell’usare prodotti che non si potrebbero usare nella coltivazione biologica.
Una volta che abbiamo questo dato penso che sia da riportare ai cittadini, perché il cittadino dopo lo sforzo che fa per acquistare il prodotto biologico, deve essere anche tranquillo che il prodotto lo sia veramente e che non ci sia soltanto un aumento del prezzo e una frode da parte dell’agricoltore, perché ci sono invece tanti agricoltori seri, la maggior parte, che faticano molto a tenere il biologico, guadagnando di meno rispetto al convenzionale, nonostante che prendano qualche contributo in più e che il prodotto costi di più.
Quindi per essere onesti sia verso il produttore, quindi l’agricoltore, che verso il cittadino, la Regione deve controllare sempre di più questa agricoltura biologica. Grazie Assessore.

Interrogazione n. 589
ad iniziativa del Consigliere Zaffiri
“Formazione elenco idonei alla nomina di Direttore generale in attuazione del decreto legislativo 4 agosto 2016; n. 171, e successive modificazioni, recante ‘Attuazione della delega di cui all'articolo 11, comma 1, lettera p), della legge 7 agosto 2015, n. 124, in materia di dirigenza sanitaria’”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 589 del Consigliere Zaffiri.
Ha la parola, per la risposta, il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. Vado per punti. Punto 1) idonei controlli sulla veridicità delle dichiarazioni sostitutive di certificazione. Il Ministero ha inviato gli elenchi delle figure che la Regione doveva controllare, la richiesta delle informazioni che dovevano fornire le Università organizzatrici dei corsi è stata evasa, quindi tutte le Università hanno risposto in rapporto a quelli che dichiaravano di aver fatto il corso presso l’Università di terzo livello, eccetera.
Il livello di controllo che riguarda i nominativi iscritti nell'elenco degli idonei ha richiesto l’assunzione di dati dalle aziende sanitarie di appartenenza ed è tutt'ora in corso. Quindi la parte Universitaria è stata evasa, quella dell’azienda è ancora in corso.
Punto 2) Per quanto riguarda i quattro Direttori delle aziende sanitarie tale acquisizione è stata fatta al momento della sottoscrizione del contratto individuale, cioè quando hanno fatto il contratto è stata fatta la verifica dei titoli.
Punto 3) Per quanto riguarda i requisiti di managerialità sono stati definiti attraverso la delibera di Giunta regionale n. 1556 e l'Agenzia regionale sanitaria ha nominato la Commissione per la valutazione dei requisiti ed ha comunicato i nominativi da inserire nell'elenco di coloro che erano in possesso dell'idoneo grado di formazione manageriale.
In seguito è stata stipulata una convenzione con gli atenei delle Marche delegandoli alla realizzazione dei corsi di formazione manageriale, per quanto riguarda l’acquisizione del terzo livello.
Punto 4) Per quanto riguarda l'esclusione dall'albo nazionale, non sono le Regioni che fanno le esclusioni noi rispondiamo alle richieste che vengono fatte a livello nazionale per quanto riguarda il possesso e la veridicità delle dichiarazioni fatte in responsabilità personale poi il discorso esclusione, eccetera, viene ovviamente gestito dall’ente che procede nell’atto, quindi a livello nazionale.
Punto 5) La risposta lo interpreta a livello letterale, ma ho capito che in realtà il contenuto dell'atto è politico. In termini letterali non sono state accertate violazioni della legittimità ed equità dei criteri.
Da un punto di vista meramente politico anch’io condivido le osservazioni fatte dall’interrogazione che una valorizzazione al 40% di titoli accademici non corrisponde in generale a quello di cui c’è bisogno nel momento in cui si deve gestire in maniera efficace un’azienda.
Quindi ritengo corretta l’osservazione dell'interrogante che vede in una misura esagerata una valutazione dei titoli di natura accademica.
E’ un po’ un tema di carattere generale negli equilibri che ci sono nel nostro Paese le Università hanno preso sempre più spazio qualche volta, dico io, troppo perché non abbiamo bisogno di scienziati, abbiamo bisogno di persone che abbiano grosse capacità manageriali e una competenza forte sulla gestione dei processi e dei percorsi ed io aggiungerei anche un pizzico di umanità nel rapportarsi con i cittadini.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Dopo aver ascoltato l’Assessore che condivide l’interrogazione possono dire che le nostre preoccupazioni al momento della presentazione dell’interrogazione c’erano e ci sono ancora oggi. Oggi condividendole è un nostro potenziale sostenitore, senza tessera.
Credo che questa cosa debba far riflettere la politica. La griglia che ha determinato questi elenchi, fatti dal Ministero, è una cosa assolutamente da rivedere. Non è possibile che - master, fatti, non fatti, chi più ce ne hai più corre in alto e magari non hai diretto nemmeno la bocciofila o la tua famiglia perché comanda tua moglie, chiedo scusa alle colleghe, passatemi la battuta - uno che non ha mai diretto niente, si trovi a dirigere una struttura sanitaria complessa.
Questi criteri previsti dal Ministero per formare queste graduatorie debbono, secondo noi, far riflettere la politica, perché non è pensabile che un manager, un direttore capace, che ha dimostrato le sue capacità nel territorio e nella conduzione di una azienda ospedaliera, si veda passare avanti chi non ha mai fatto questo lavoro. Queste cose possono accadere, quindi bisogna riflettere!
Credo che dovremmo lavorare, la Regione, l’Assessorato in modo particolare e noi per quanto riguarda la politica, per far rivedere questi criteri perché effettivamente ci si può ritrovare sulle cose che ho evidenziato, allora non facciamo un buon servizio alla comunità, al popolo che ci chiede altre cose, ci chiede managerialità vera che possa dirigere queste strutture.
Probabilmente con più capacità professionali, con più capacità dirigenziali, queste strutture verrebbero gestite ancora meglio, più distanti anche dalla politica perché noi dobbiamo fare un salto in questo contesto, su questo passaggio che credo che sia estremamente importante, perciò una riflessione Assessore per ritardare l’applicazione di questi criteri, per correggerli e formulare queste graduatorie in modo diverso, più professionale che tecnico.

Presidenza del Vicepresidente
Piero Celani

Interrogazione n. 624
ad iniziativa dei Consiglieri Fabbri, Giorgini
“Liceità nell’emissione del contributo di bonifica da parte del Consorzio di Bonifica delle Marche”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 624 dei Consiglieri Fabbri, Giorgini.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Casini.

Anna CASINI. Grazie Presidente. Punto 1. Alla richiesta "se sia stato approvato dalla Regione il Piano generale di bonifica", si precisa che lo stesso non è stato ancora approvato, tuttavia il Consorzio di bonifica ha comunicato in data 23 marzo 2018 l'avvio della redazione del Piano trasmettendo agli uffici regionali un documento preliminare di indirizzi per la predisposizione del Piano.
Gli uffici regionali hanno trasmesso al Consorzio indicazioni in merito alla impostazione metodologica del documento che dovrà essere attinente alle disposizioni della legge regionale n. 13/2013 con particolare riferimento all'articolo 4 richiedendo, inoltre, il sollecito completamento della redazione di suddetto Piano. Non è la prima volta che l’ufficio competente ed io stessa chiediamo al Consorzio di bonifica la redazione del Piano.
Punto 2. Alla richiesta di "quali azioni intenda adottare (la Regione) verso il Consorzio di bonifica affinché l'emissione delle richieste di contributi siano puntualmente motivate nel pieno rispetto della normativa vigente", si chiarisce che la Regione ha già provveduto a richiedere al Consorzio di motivare adeguatamente l'emissione delle richieste di pagamento specificando le attività per le quali è dovuto in maniera dettagliata e completa. Su tale aspetto peraltro la competenza è esclusiva del Consorzio che risponde direttamente ad eventuali casi di controversie con i contribuenti, quindi malgrado sia una competenza esclusiva del Consorzio, quella di avere il rapporto con l’utenza, la Regione Marche ha chiesto in più occasioni e non solo per le vie brevi, le motivazioni.
Punto 3. Riguardo alla richiesta “se (la Regione) voglia chiedere al Consorzio di bonifica, di dimostrare con precisione, per ciascun contributo richiesto, il beneficio specifico apportato all'immobile", si precisa che ai sensi dell'articolo 6 della legge regionale n. 13/2013 il Consorzio è obbligatorio ed è costituito da tutti i proprietari di immobili inclusi nel comprensorio di bonifica di appartenenza per il beneficio che ricevono o possono ricevere dalle attività di manutenzione idraulico forestale di cui al d.p.r. 14 aprile1993.
Nel merito, spetta al Consorzio, nell'ambito delle competenze proprie attribuite dalla legge regionale e nel rispetto di quanto determinato dal piano di classifica, di cui alla delibera di Giunta regionale n. 137/2015, individuare i corretti importi di contribuenza da attribuire a ciascun proprietario di immobile incluso nel comprensorio direttamente o potenzialmente interessato alla bonifica. Si precisa che i contributi dovuti sono generali e preventivi rispetto al potenziale servizio reso dal Consorzio, in considerazione del fatto che le attività di bonifica recano benefici generali all'intero comprensorio. Faccio un esempio, se noi effettuiamo attività di bonifica sul reticolo minore in aree interne, è chiaro che il beneficio sarà nelle aree a valle non sarà nelle aree interne immediatamente, ma il beneficio dei tempi di corrivazione sarà nelle aree a valle.
Da ultimo si precisa che il Consorzio pubblica sul sito web istituzionale tutti gli interventi puntuali di bonifica eseguiti annualmente nei comprensori regionali.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Purtroppo, Assessore Casini, non mi posso definire soddisfatto della risposta perché il problema del Consorzio di bonifica è stato sollevato in quest’Aula già tre anni fa. Appena insediati ci siamo occupati di questa problematica.
A distanza di tre anni la Regione non è stata in grado di gestire le controversie e chiarire la situazione del Consorzio.
I cittadini continuano a lamentarsi, ci sono incontri molto partecipati, ci sono perplessità di vario genere, abbiamo dei ricorsi che sono stati accolti, un ricorso alla Commissione tributaria provinciale di Pesaro-Urbino, con la pronuncia 272 del 12 aprile 2018, ha dimostrato che un soggetto che ha pagato il contributo per un immobile non ha ricevuto vantaggi e non potrà riceverli mai.
Grazie all’azione del Consigliere Giorgini, che in questo campo è stato molto attivo in questi anni, c’è una recentissima sentenza della Commissione tributaria provinciale di Ancona, Sezione II, la n. 440 del 10 aprile 2018, che dice che il Consorzio deve motivare nella cartella esattoriale il motivo per cui le manda. Quindi da una parte abbiamo un ricorso vinto di un consorziato che non doveva pagare il tributo, dall’altra abbiamo un altro ricorso vinto in quanto il Consorzio deve motivare e non lo ha fatto.
Sono passati tre anni e la Regione ancora non ha provveduto a stimolare. Rediga in prima persona questo famoso Piano generale di bonifica. Sappiamo che il Piano di classifica, senza il Piano di bonifica, ha dei limiti normativi e tecnici molto pesanti perché il Piano generale di bonifica ha lo scopo di individuare le opere di bonifica da realizzare, stabilendo gli interventi di miglioramento fondiario per i privati, in assenza di questo il Piano di classifica risulta particolarmente arbitrario.
Ora la Regione non può sottrarsi al controllo dell’operatività del Consorzio che se non opera bene va anche commissariato.
Da questa inefficienza gestionale dell’Assessorato e della Regione sono passati tre anni e siamo ancora al punto di tre anni fa, quando ci chiedevamo le stesse cose. C’è la giurisprudenza che va a chiarire gli aspetti che solleviamo da tre anni nella completa incapacità direzionale e gestionale di questo Assessorato nei confronti del Consorzio.

Interrogazione n. 625
ad iniziativa dei Consiglieri Marcozzi, Celani
“Sicurezza nelle scuole - Crollo al Montani di Fermo”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 625 dei Consiglieri Marcozzi, Celani.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Casini.

Anna CASINI. In primo luogo si rappresenta che garantire le condizioni di sicurezza negli edifici scolastici compete agli enti che ne sono proprietari e che l'eventuale concorso finanziario di Stato e/o Regione costituisce un intervento integrativo “ad adiuvandum”.
In secondo luogo si puntualizza che la Regione ha sviluppato una "anagrafe regionale dell'edilizia scolastica (Ares)” dove vengono censiti gli edifici scolastici della regione.
L'alimentazione di detta “anagrafe” è compito dei soggetti proprietari, pertanto l'attendibilità delle informazioni inserite è direttamente proporzionale alla tempestività ed alla attenzione con cui viene fatto l'aggiornamento. La Regione non ha dei mezzi per costringere i vari enti ad aggiungere le informazioni nell’anagrafe.
Per quanto riguarda la specifica interrogazione si chiarisce:
1 - non si dispone di un quadro informativo complessivo in relazione agli indici di vulnerabilità sismica degli edifici. Si ricorda che l'obbligo di verifica della vulnerabilità sismica, istituito dalla ordinanza del PCM 3274 del 20 marzo 2003 con scadenza più volte prorogata dallo Stato fino all'ultima prevista per l'agosto 2018, compete agli Enti proprietari, quindi gli enti proprietari sono Province e Comuni;
2 - dall'anagrafe regionale dell'edilizia scolastica è possibile estrapolare informazioni relativamente alle certificazioni, allo stato di conservazione del corpo di fabbrica sia come opere edili che come impianti ed, in particolare al punto 1.0.3 della scheda, agli aspetti sismici legati a ciascun edificio. Si ribadisce come l'aggiornamento sia completamente a carico degli enti proprietari e non ci sia un controllo possibile da parte della Regione;
3 - riguardo i finanziamenti concessi e gli interventi in corso di attuazione per la messa in sicurezza e l'adeguamento sismico, in materia di sicurezza sismica si segnala che, nella programmazione 2015/2017, 28 sono gli interventi per un finanziamento totale di 19 milioni di euro, tra gli interventi sono ricomprese anche le nuove costruzioni in sostituzione di edifici non sicuri.
Con la legge 232/2016, comma 140 è stato approvato il Piano straordinario statale per la messa in sicurezza sismica, il numero degli interventi finanziati è stato di 88 interventi per un totale di 54 milioni di euro.
Il totale degli interventi di messa in sicurezza da rischio sismico per il sisma 2016/2017 è pari a 263 interventi pari a 452 milioni di euro.
Nella programmazione 2015/2017 sono stati autorizzati ed approvati 37 interventi per un totale di 14.652.000 euro.
Il piano nidi di infanzia (politiche sociali) ha visto finanziati 91 interventi per un totale di 13 milioni di euro e con i fondi Inail sono stati finanziati 5 interventi per un totale di 15.437.000 euro.
Devo dire che in questi tre anni la Regione Marche ha finanziato un totale di 396 interventi finalizzati a nuove costruzioni o all'adeguamento di edifici con vulnerabilità bassa, per un totale complessivo di 496 milioni di euro, che sono stati già assegnati alle scuole.
Questo corrisponde a 401 interventi, ovvero ad un terzo di tutte le scuole presenti nella regione Marche, siano esse di competenza statale che di competenza regionale. Non mi risulta che un Piano triennale integrato con tutti gli altri decreti, come ho prima elencato, sia stato mai redatto e programmato nella regione Marche.
Con decreto 18 maggio 2018, n. 65 è stato emanato un bando per la programmazione triennale 2018-2020, quindi il nuovo bando di programmazione di edilizia scolastica, a valere su finanziamenti statali il cui obiettivo primario è la messa in sicurezza dal rischio sismico. La scadenza per la presentazione delle istanze è fissata al 29 giugno 2018. I Comuni sono stati informati con una nota quando è stato approvato il decreto, con una nota quando il decreto è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, e stiamo aspettando i progetti.
Il finanziamento in corso di definizione statale dovrebbe ammontare a circa 1.700.000.000 euro e la sua ripartizione tra le Regioni dovrebbe ..., uso il condizionale perché il nuovo Ministro poi ci dirà quanto spetterà e sarà assegnato alla Regione Marche, ma l’ordine di grandezza dovrebbe essere di 35 milioni di euro e questi sono nuovi interventi oltre a quelli che vi ho prima elencato.

Piero CELANI. Intervento per dichiararmi soddisfatto o meno. Essendo cofirmatario di questa interrogazione provo a fare qualche piccola considerazione.
Bene, per quanto riguarda gli investimenti, bene, per quanto riguarda lo stato della programmazione, perché tutto non può essere risolto in poco tempo.
Mi permetto però di fare due considerazioni. Sullo stato dell’arte il fatto più preoccupante è che noi abbiamo degli edifici scolastici abbastanza stagionati, soprattutto alcuni istituti superiori all’interno dei nostri centri storici, è naturale dove c’è stata una stratificazione del danno sismico risalente a secoli fa, che non ci consente di avere un’esatta definizione di qual è lo stato di salute dell’edificio, lo stesso vale per qualche scuola dell’obbligo.
Credo che uno dei piani di intervento straordinari che la Regione dovrà mettere in campo, anche per razionalizzare il sistema della rete scolastica, sia quello di creare dei poli aggreganti nuovi, liberando questi edifici nei centri storici per altre funzioni e ridare vitalità al tessuto urbanistico.
Su questo tema ci siamo confrontati molte volte, c’è già qualche progetto, qualche timido tentativo, ma c’è una grande resistenza dei Comuni perché l’Italia dei campanili funziona in questo modo, ogni Comune vorrebbe la sua scuola, per lo meno quelle dell’obbligo. Non credo che si possa andare avanti in questo modo, occorre un progetto strategico per realizzare poli scolastici aggreganti in modo tale da dare più funzionalità, più servizi (palestre, biblioteche, mense) e al tempo stesso definire per sempre il problema della sicurezza degli edifici che sono vetusti all’interno dei nostri centri storici. Ripeto, questo per quanto riguarda la programmazione.
La vulnerabilità degli istituti superiori riguarda le Province e noi ci auguriamo che la Regione possa non soltanto coordinare, ma anche controllare e sollecitare che queste verifiche vengano fatte nei modi giusti e premiare quei Comuni che intendono dar vita a un sistema di polo, che dovrebbe essere innovativo, ma che stenta a partire. Grazie.

Interrogazione n. 628
ad iniziativa della Consigliera Malaigia
“Messa in sicurezza del canale Enel di Serra San Quirico”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 628 della Consigliera Malaigia.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. Grazie Presidente. Dopo le segnalazioni pervenute relativamente ad episodi di caprioli caduti accidentalmente nel canale di carico della centrale idroelettrica sita in località Sant'Elena nel Comune di Serra San Quirico, prontamente questa struttura ha chiesto alla società Enel Green Power S.p.A. di verificare le motivazioni di quanto accaduto, con un sopralluogo mirato al controllo del percorso del canale e volto alla risoluzione delle problematiche relative alla moria di animali selvatici presenti nella zona, chiedendo di relazionare sull'eventuale tempestiva necessità d'intervenire con lavori necessari per la sicurezza della pubblica incolumità.
La Società con nota del 1 giugno 2018, preliminarmente ha evidenziato che periodicamente viene eseguito il monitoraggio atto a verificare l'integrità della recinzione lungo le sponde del canale che alimenta la centrale di Enel Green Power sita nel comune di Serra S. Quirico, costituita da rete in plastica a spazi romboidali sostenuta da paletti in alluminio dell'altezza media di 1,20 metri e provvede al ripristino dei tratti che trova danneggiati o forzati.
Nel merito degli accadimenti da ultimo segnalati la società ha informato di aver proceduto ad un ulteriore intervento di verifica completo e puntuale dell'integrità di tutta la cartellonistica e dei segnali di pericolo, oltre che della recinzione, volto al ripristino laddove ha rilevato danneggiamenti subiti dalla stessa; parallelamente riferisce che è programmata una pulizia delle sponde dalla vegetazione ed erbacce infestanti che verrà effettuata da parte di impresa specializzata.
In ordine al tema della salvaguardia dei caprioli Enel riferisce che, in base agli accertamenti fatti, sembrerebbe che i caprioli caduti in acqua non muoiano per annegamento o per incapacità di nuotare, ma per l'impatto degli stessi con le infrastrutture di captazione delle acque verso la centrale e con gli organi di pulizia delle griglie di captazione. Ciò anche in considerazione del basso livello dell'acqua nella parte di canale interessata.
In conseguenza di questa analisi ed al fine di scongiurare ulteriori decessi di caprioli e/o altri animali, la società ha proceduto ad installare, una barriera trasversale-riparo sicuro che impedirà ai caprioli di impattare con le infrastrutture di captazione delle acque, corredata di una struttura metallica che costituisca un percorso agevolato per l'uscita degli stessi dal canale.
Si comunica infine che il giorno 14 giugno 2018 sarà effettuato un sopralluogo congiunto per valutare in contraddittorio le possibili soluzioni alle problematiche segnalate ed evitare la moria di animali selvatici e salvaguardare anche l'incolumità delle persone presenti nella zona.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Malaigia.

Marzia MALAIGIA. Grazie Presidente. Ringrazio l’Assessore per l’interessamento a questa problematica che mi vedeva alquanto preoccupata.
Ero a conoscenza degli interventi fatti ultimamente dalla società Enel, anche se non condivido l'affermazione che i caprioli muoiono per l’impatto dal momento che ci sono decine e decine di filmati che mostrano la lentissima agonia di questi animali, con l’acqua che arriva fino alla testa, che nuotano e nell’impossibilità di poter uscire muoiono affogati perché dopo un po’ si stancano e vanno giù.
Spero che la mia sollecitazione possa risolvere questa problematica in linea con quello che si sta iniziando a fare e che ci siano maggiori e più frequenti controlli perché l’area è frequentata da cacciatori, da ciclisti, alcune zone anche da famiglie che passeggiano, quindi sarebbe molto grave se accadesse qualcosa, ad esempio, ad un bambino. Grazie.

Interrogazione n. 629
ad iniziativa del Consigliere Giorgini
“Terremoto - Erap Marche affidamenti incarichi professionali realizzazioni Sae”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 629 del Consigliere Giorgini.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. Grazie Presidente. Seguendo lo spirito di partenariato e collaborazione evidenziato nella convenzione sottoscritta l'Erap Marche ha affidato, ai sensi del d.lgs. 50/2016 e successive modificazioni e nel rispetto dei principi generali di libera concorrenza, non discriminazione, trasparenza, rotazione degli inviti e degli affidamenti, economicità e correttezza, gli incarichi professionali senza violare, per quanto sopra indicato, alcun divieto di subappalto.
In particolare gli incarichi di collaudo sono stati affidati a professionisti esterni o alla società partecipata dell'Erap senza previa verifica di carenza in organico di personale tecnico, così come indicato dall'articolo 24 del d.lgs. n. 50 del 2016, che nulla dispone in merito alla necessità di queste condizioni; è comunque da sottolineare in ogni caso che contemporaneamente, per le diverse attività emergenziali poste in essere, tutte le amministrazioni regionali e locali (Comuni - Province - Regione) hanno attivato richieste di integrazione del proprio personale tecnico-amministrativo (vedi la costituzione dell'Ufficio speciale per la ricostruzione); appare inoltre evidente come l'enorme mole di attività affidata all'Erap Marche non solo con le Sae ma anche con la gestione dell'operazione relativa all'invenduto abbia ovviamente determinato una carenza di organico, visto che le attività ordinarie sono state e continuano ad essere correttamente espletate.
L'Erap ai sensi della convenzione percepisce l'1% dei lavori appaltati, importo previsto per il ristoro delle spese affrontate per il personale e per le ulteriori risorse messe in campo per le attività di validazione del progetto esecutivo, di affidamento lavori e affidamento incarichi tecnici, per il ruolo di coordinamento di tutta l'operazione, anche attraverso tutto il proprio personale impegnato nella direzione dei lavori, nelle direzioni operative e mediante l'assunzione degli incarichi di Rup esecuzione e direzione esecutiva del contratto.
In nessun modo le attività di assistenti al coordinatore della sicurezza si sono trasformate in altra prestazione avendo il personale della società partecipata dall'Erap assunto detto incarico come rilevabile in tutti gli atti legali, tecnici e gestionali.
Non sono stati effettuati affidamenti diretti con onorario di importo superiore a 40 mila euro.
Non sono stati effettuati affidamenti diretti allo stesso professionista di lotti di attività per lo stesso oggetto, risultando del tutto legittimo l'affidamento di più incarichi per oggetti diversi.
Per dare un'idea della mole dell'operazione e della necessità, ovvia tanto da essere contrattualizzata nella convenzione, di ricorrere ad incarichi esterni, essendo attività del tutto straordinaria rispetto la mole di lavoro correntemente programmata annualmente da Erap, si evidenzia che si tratta complessivamente di:
- oltre 75 milioni di euro per le opere di urbanizzazione senza considerare le varianti in corso d'opera;
- oltre 75 aree Sae;
- 28 comuni coinvolti e 1.930 SAE da realizzare;
- oltre 90 ditte appaltatrici (in a.t.i. o avvalimento o consorzio) cui aggiungere le ditte subappaltatrici (dell'ordine di 150);
- oltre 90 liberi professionisti tecnici incaricati (sicurezza, direzione lavori, geologia, geotecnica, collaudi);
- personale Erap coinvolto: 30 tecnici su 45 (contemporaneamente gestione invenduto e ordinario); alcuni dei tecnici Erap hanno avuto assegnati diversi cantieri, al fine di contenere gli affidamenti esterni, al limite della gestibilità fisica degli stessi.
L'attività di Erap è sempre stata coordinata, concertata e decisa con il Rup dell'appalto specifico Sae per le Marche; il ricorso anche a professionisti esterni ha consentito di contenere eventuali ritardi dell'operazione Sae, addebitabili in ogni caso circostanze indipendenti dalla Regione, che ha costretto le fasi amministrative in tempi minimi anche con l'ausilio di tali professionisti esterni.
Non si ravvisa in definitiva alcuna violazione di norme, né di subappalto effettuato dalla società partecipata dell'Erap a terzi, ma semplicemente si rileva la messa in campo di strumenti adeguati a dare risposta alla situazione emergenziale.
Si evidenzia infine come il rimborso dell'1% pattuito all'Erap per l'attuazione della convenzione fra Erap e Regione Marche non può essere considerato una parcella professionale, che sarebbe notevolmente superiore sul libero mercato e che soprattutto, non è l'oggetto della convenzione stessa. L'articolo 6 della convenzione esplicita che gli oneri per gli incarichi esterni vadano inseriti nel quadro tecnico economico del progetto delle opere di urbanizzazione al pari, e distintamente, del rimborso dell'1% previsto dall'articolo 3. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Giorgini.

Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Assessore, non ho cose da dire su quello che fa lei, ma penso che abbia letto delle cose gravissime.
Su questa vicenda si potrebbero rilevare elementi di carattere penale, sono costretto a leggere perché quello che ha detto lei è gravissimo. Non quello che ha detto lei, ma quello che le hanno scritto gli uffici è molto grave. Basterebbe andare sul sito dell’Erap - Amministrazione trasparente - per vedere che quello che le hanno scritto gli uffici è falso! Perché lei ha detto: “Senza violare nessuna legge sul sub appalto” e ancora “Non sono stati dati affidamenti diretti sopra i 40mila euro”, quando sul sito dell’Erap Marche si legge il contrario, dobbiamo stare attenti!
Come Consigliere regionale faccio un lavoro di verifica e controllo anche su situazioni abbastanza complesse come questa, quindi devo dire delle cose diverse.
Lei ha parlato giustamente di “partenariato e collaborazione”, con questa funzione è stato stabilito che l’Erap potesse avvalersi della collaborazione e del supporto di professionisti esterni, nel rispetto della normativa vigente, ed i relativi oneri sarebbero stati imputati nel quadro economico di intervento, con un compenso dell’1% sui lavori appaltati, e ci siamo.
L’Erap Marche però non ha ricercato solo collaboratori, ma bensì ha conferito numerosi incarichi professionali a professionisti esterni e alla sua società partecipata per il coordinamento della sicurezza, per alcune direzioni di lavori e per tutti i collaudi delle Sae. Incarichi conferiti mediante affidamento diretto anche per importi superiori ai 40 mila euro, i cui compensi superano all’incirca i 3 milioni di euro.
In pratica ha sub appaltato molte delle funzioni che le erano state attribuite, violando molte norme. L'articolo 31, comma 8 del decreto legislativo n. 50 stabilisce che gli incarichi di direzione dei lavori e di coordinamento della sicurezza in fase di esecuzione possono essere affidati in via diretta solo se l’importo è inferiore alla soglia dei 40 mila euro.
Dall’elenco che ho io ci sono tanti appalti sopra i 40 mila euro, che sono stati dati in appalto diretto, se l’Erap non ha pubblicato dei dati sbagliati, quelli che ho io sono questi.
L’articolo 31, al comma 8, stabilisce che l’affidatario di incarichi di direzione lavori e coordinamento della sicurezza non può avvalersi del sub appalto, questo è chiaro.
L’articolo 20 della legge regionale 36/2005 stabilisce il divieto di sub appalto di servizi tecnici per la gestione delle gare d’appalto per la programmazione, progettazione e attuazione di interventi edilizi ed urbanistici svolti dall’Erap per conto di altre amministrazioni.
L’articolo 102, comma 6, del d.lgs. 50 stabilisce che i collaudi debbono essere fatti da dipendenti della stazione appaltante o di altre amministrazioni pubbliche con compensi rientranti nelle consuete forme di incentivazione e, solo in caso di accertata carenza dell’organico della stazione appaltante, ovvero di altre amministrazioni pubbliche, possono essere affidati a professionisti esterni con costi superiori.
La domanda che mi sono posto è che non si comprende come possa essersi ingenerata tutta questa confusione, questa commistione per attività che la Regione doveva gestire direttamente senza affidarle ad un ente che praticamente le ha date a dei professionisti esterni, non so se ci ha guadagnato qualcosa sopra, non lo so, questo lo dovrò verificare perché la pratica è molto complessa.
Dopo aver scoperto che le Sae sono costate più di appartamenti normali, adesso scopriamo che sono servite anche per distribuire centinaia di incarichi professionali a persone note per prestazioni che sono state fatte svolgere ad altri.
Quindi non si dica, come le hanno detto gli uffici, che le procedure sono state corrette perché non lo sono state, è palese, basta andare sul sito dell’Erap.
Noi facciamo tutto anche per direzionare verso, non voglio dire legalità, ma cose giuste. Tre anni fa, come diceva il Consigliere Fabbri, vi avevo evidenziato il problema del Consorzio di bonifica, siamo arrivati al punto che ha talmente tante spese legali, ed io l'avevo detto in Consiglio, che affonderà. Qui siamo nella stessa situazione, se non ci mettete mano continueranno a succedere cose turche, come in realtà accadono anche a livello nazionale, non solo nelle Marche.
Colgo questa occasione per cercare di comprendere cosa fa la società partecipata dell’Erap Marche. Una società che nessuno conosce, ma che prende incarichi per centinaia di migliaia di euro per poi distribuirli a professionisti esterni, immaginiamo guadagnandoci anche sopra a giudicare dalla grande differenza tra quello che percepisce dall’Erap e quello che paga ai professionisti che svolgono il lavoro. Questo è uno studio che sto terminando, ma già si evidenziano enormi differenze e dobbiamo capire ancora dove vanno a finire questi soldi.
Concludo ringraziandola per la sua risposta. Il terremoto gestito in questa maniera è una cosa che ci preoccupa fortemente e che spinge a porre la massima attenzione ed a vigilare sulla fase della ricostruzione, perché qui stiamo parlando di emergenza, semmai arriverà.
La ringrazio nuovamente, Assessore, però le chiedo di controllare bene quello che sta succedendo dentro l’Erap perché da quello che sto scoprendo io, purtroppo più vado avanti e più scopro cose nuove, c’è qualcosa che non funziona, c’è qualcosa che non va, c’è qualcosa da rivedere e c’è qualcosa da sistemare. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. Non condivido niente di quello che ha detto, ha fatto anche affermazioni molto gravi, glielo dico in assoluta amicizia e fraterna collaborazione, gli atti sono ufficiali, quello che lei ha detto non corrisponde agli atti, è tutto verificabile. Quando si fanno affermazioni di una certa gravità, come quelle che lei ha fatto, la pregherei di documentarle in maniera più dettagliata, sennò diventano accuse buttate là che lasciano il tempo che trovano e poi c'è, e non è questa, la sede istituzionalmente preposta, che è la Procura della Repubblica. Se lei è a conoscenza di illeciti o di cose gravissime, come ha dichiarato, non ha che da rivolgersi alla Procura della Repubblica.
Io posso solo dirle che non mi risulta nulla di quello che lei ha qui denunciato.
La ringrazio anch’io per il modo con cui ha esposto la cosa, erano precisazioni doverose che volevo fare.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giorgini.

Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Assessore, la Procura della Repubblica è già informata di questo.

Interrogazione n. 630
ad iniziativa del Consigliere Giancarli
“Perdurante situazione di disagio sul tratto dell’autostrada A14 fra Senigallia e Ancona nord-Jesi”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 630 del Consigliere Giancarli.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Casini.

Anna CASINI. La Regione non ha competenze sull’autostrada, come sapete, quindi possiamo dire soltanto quello che ci viene riferito dai contatti con Autostrade per l’Italia e, dalle ultime informazioni, possiamo evidenziare che il completamento dei lavori e della relativa segnaletica sul tratto autostradale interessato dall'interrogazione è il seguente: a breve saranno completati i lavori relativi alla tratta Senigallia-Ancona nord/Jesi “direzione sud”; saranno completati entro il prossimo mese di settembre i lavori relativi al medesimo tratto autostradale “direzione nord” dopo una sospensione, derivante dall’esodo per la stagione estiva, al fine di evitare un inevitabile aumento di traffico e notevoli disagi alla circolazione veicolare.
Come sopra rappresentato e come già avvenuto per il tratto Ancona sud-Ancona nord/Jesi, la modifica della segnaletica avverrà con il completamento dei lavori, de quo, quindi entro il prossimo mese di settembre.

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Ringrazio la Vicepresidente per la risposta. Sono consapevole che non è una competenza diretta della Regione, ma al tempo stesso siamo noi quelli che abbiamo la responsabilità di questa comunità, di questo territorio e non possiamo non farci carico di rispondere ai bisogni in questo caso di sicurezza e non soltanto di efficienza. Efficienza di un tratto autostradale per quello che l’autostrada rappresenta, ma soprattutto, creare le condizioni di massima sicurezza per tutte le persone che viaggiano sull’autostrada.
Ovviamente non sollecito i cantieri nel periodo di maggior traffico, quindi luglio e agosto, sollecito i lavori e tra l’altro questa interrogazione nasce, lo dico, perché alcuni operatori turistici mi hanno fatto presente questa situazione, in parte la conoscevo, quindi ho deciso di intervenire.
E’ positivo che nel tratto nord si intervenga immediatamente, sarebbe stato altrettanto positivo se si fosse iniziato un po' prima e nulla fosse rinviato a settembre, però so Vicepresidente che questo non è un suo problema.
Prendo atto invece con soddisfazione che sarà adeguata la segnaletica perché quel casello autostradale si chiamava Ancona nord, ed è un casello dal mio punto di vista con una denominazione anonima, il nord è qualcosa di anonimo, è stata fatta la proposta proprio da questa Regione, dalla Commissione competente, è uno dei primi atti che facemmo nel 2010 e alla fine la Commissione toponomastica della Società Autostrade ha accettato il cambio di denominazione, con soddisfazione abbiamo visto che nel tratto Ancona sud Osimo, Ancona nord Jesi la segnaletica è stata adeguata, prendo atto con soddisfazione che tra qualche mese sarà adeguata anche nel tratto di cui sopra. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Casini.

Anna CASINI. Consigliere, la mia premessa non voleva essere relativa alla non competenza e alla non adeguatezza dell’interrogazione, bensì al fatto che noi riferiamo notizie che assumiamo da altri enti e da altri soggetti, non sono notizie dirette, quindi le riferisco quello che ci hanno riferito, non essendo una notizia che posso rappresentare in forma diretta. Solo questo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Il mio pensiero, il mio stato d’animo era riferito al fatto che volevo ringraziarla ancor di più, era questo lo spirito.


Mozione n. 334
ad iniziativa del Consigliere Zaffiri
“Crisi lavoratori Co.Ge.Vo. – Salvaguardia dell’occupazione e sostegno al reddito”
(Discussione e rinvio)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 334 del Consigliere Zaffiri che ha la parola per illustrarla.

Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Tra gli operatori che operano nel settore della pesca alle vongole c’è una discussione che dura ormai da anni, una discussione e un problema che vanno avanti da anni.
Credo che la scorsa settimana si siano aperte delle possibilità di pesca, però c’è un problema che va avanti da circa 8 mesi circa, anche se non tutti gli operatori dell’Adriatico, che operano nel tratto di mare della regione Marche, hanno lo stesso problema.
Ci sono quelli di Ancona che avevano ed hanno un problema molto pesante, perché non è una categoria protetta di lavoratori, sono operatori autonomi e come tali hanno delle grosse difficoltà economiche, che quasi tutti i Consiglieri qui dentro conoscono. Come tutti i lavoratori, sia dipendenti che autonomi, hanno un problema economico nel far fronte ai debiti che hanno con le banche, in molte circostanze per la propria abitazione. Siamo in una situazione molto difficile che va avanti da tantissimo tempo.
Il senso della mozione è più che un'ipotesi di soluzione, perché ci abbiamo provato in tutti i modi, ma credo che occorra dare una sterzata in quanto questo settore ha grosse difficoltà. Oggi si sono determinate nel comparto di Ancona, in altri momenti ci sono state in altri comparti. Quindi abbiamo queste difficoltà.
Il senso politico della mozione è che bisogna affrontare seriamente questo problema non voglio dire che non lo si affronti seriamente perché nei confronti dei Consiglieri impegnati in questo settore esprimo delle considerazioni positive, però credo che ci sia una lacerazione su questo problema che bisogna affrontare con determinazione.
Il senso della mozione è questo: poter non solo velocizzare gli uffici, lavorare velocemente su questo problema, ma soprattutto tenere alta l’attenzione su questo problema non ancora risolto. Non si può aspettare senza far niente, bisogna lavorare su questa situazione difficile, che per certi versi interessa anche le altre marinerie dell’Adriatico.
Sappiamo bene come stanno le cose avendo alcuni Consiglieri partecipato alla Commissione svoltasi a Bruxelles, però bisogna trovare una soluzione.
Bisogna ripresentare questo problema con autorevolezza per cercare di individuare la soluzione. Lo dico in questo momento da una posizione di governo e non a caso ho detto autorevolezza perché non voglio sfuggire al problema, ma bisogna trovare delle soluzioni.
Quando abbiamo proposto questa mozione c’era una discussione vivace e abbastanza pesante tra gli operatori. La pesca si è riaperta da pochi giorni, sembra che ci sia qualche risultato, speriamo che ci siano delle condizioni favorevoli e che coinvolga tutti gli operatori della costa.
Se il Consiglio voterà positivamente questa mozione, significa andare verso quel ragionamento, quella proposta politica che poc’anzi ho evidenziato, cioè tenere aperto un focus sul problema delle vongolare.
E’ vero che nella mozione c’è un passaggio forte, che potrebbe dare fastidio alla stessa Regione, riconoscendo degli strumenti economici a questi operatori, che da mesi sono senza reddito. Un anticipo economico, come avviene in tutto il mondo del lavoro, per i lavoratori dipendenti quando le aziende per cui lavorano sono in crisi. La Regione intervenga per risolvere la situazione. Questo è il senso della mozione.
La mozione cerca di tenere acceso il faro su questa categoria di lavoratori che è fortemente in difficoltà.
Probabilmente, è vero, nella prima parte della mozione c’è un riferimento forte alla Regione, che c’è entrata, se non c’è entrata questa amministrazione, cari Consiglieri, c'è entrata con le amministrazioni precedenti che hanno costruito e realizzato questa situazione. Assessori che oggi non ci sono più, sono impegnati in altri posti, forse sono consulenti della Regione, che nel passato hanno determinato quello di cui stiamo discutendo oggi.
Noi crediamo che questa mozione venga approvata e chiediamo sensibilità da parte dell’Aula. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Micucci.

Francesco MICUCCI. Grazie Presidente. Senza voler ripercorrere tutte le vicende delle normative che hanno riguardato le vongolare negli ultimi anni, di cui questo Consiglio ha ampiamente discusso, ma rimanendo all’oggetto della mozione, credo che la Regione sia stata sensibile e questa amministrazione sia stata ed è tuttora sensibile a questa vicenda, tant’è che da quello che mi risulta, sia l’Assessore Sciapichetti che il Presidente della Commissione Traversini e in maniera autonoma per quello che hanno potuto fare anche Consiglieri, si sia mossa a sostegno di quello che lei giustamente ha detto: la crisi di un settore, o di una parte di un settore, che ha avuto in questo periodo forti difficoltà economiche, che fortunatamente sembra aver ripreso l’attività, non so se per un periodo breve o lungo, adesso lo vedremo. Su queste cose non c’è mai certezza, visto che parliamo di situazioni naturali, quindi si va sempre un po’ alla giornata.
Ho detto che sul sostegno alle aziende in difficoltà la Regione si è mossa, quindi non ci sarebbe una difficoltà a formalizzare quello che di fatto già è avvenuto, nel senso che le relazioni degli uffici, non so se l’Assessore o chi altro, potranno confermare che questo già da diversi mesi sta avvenendo. Si stanno cercando le soluzioni più idonee che purtroppo, come lei giustamente ricordava, non sempre ci sono e non sono facili da individuare, perché è una delle categorie “anomale” che non ha dei sostegni previsti dalla normativa nazionale, quindi ci si muove un po’ tra le maglie della legge.
Se volessimo addivenire ad una situazione condivisa, lei nella sua relazione già faceva una sorta di ravvedimento operoso, ci deve essere quanto meno la volontà di modificare innanzitutto le premesse, perché non solo questa amministrazione, ma anche credo la precedente, di fatto sono andate dietro a dei provvedimenti che il Governo nazionale all’epoca a guida Berlusconi, anche con Ministri del suo partito, ha sostenuto e cioè l’individuazione di un sub comparto. Se responsabilità c’è, quanto meno è condivisa da tutto l’arco partitico, quindi credo che su questo non ci possano essere individuazioni di responsabilità, addirittura di danni o quant’altro, quindi andrebbe sicuramente rivista la mozione.
L'altro aspetto importante da sottolineare, anche nell’impegno che si chiede a questa amministrazione, è che tutto quello che oggi si sta facendo per un consorzio e per una parte di questo comparto, un domani malauguratamente, tocchiamo ferro e facciamo le corna, dovesse toccare altri settori, altre zone di questo comparto, quindi altre zone della nostra regione, dovrebbe essere di fatto, come credo sia naturale, esteso anche agli altri consorzi che avessero questa difficoltà.
Quindi se ci fosse la disponibilità del proponente di rivedere la mozione e di fare una risoluzione condivisa con la maggioranza, tenendo conto di questi aspetti, credo che non ci siano difficoltà a votarla perché, lo sottolineo ancora una volta, di fatto questa amministrazione già si è mossa su questa linea. Invece se si vuole fare un’operazione forzata, più politica che non volta a individuare la risoluzione dei problemi, allora a quel punto ognuno andrà per la propria strada, ma credo che sarebbe un errore per tutti, quindi mi auguro che ci sia questa disponibilità. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Si, come già detto saltiamo tutta la retorica marinaro/vongolara perché veramente abbiamo non l’assunzione, ma ormai l’indigestione delle piccolissime vongole che sono presenti in Adriatico.
Voglio ancora sottolinearlo perché quello che propone di fare con questa mozione il Consigliere Zaffiri è fortemente estensibile perché se dovessimo essere onesti con noi stessi dovremmo dire: “Chiudiamo questa attività di pesca per 3, 5, 12 anni - non so qual è il termine tecnico - e ripopoliamo”, invece voglio entrare nell’aspetto strettamente amministrativo.
La risoluzione che ha proposto il Consigliere Micucci va benissimo, magari andiamo avanti con l’ordine del giorno, Presidente, e diamo il tempo per scriverla così non perdiamo tempo e non facciamo perdere tempo all’Aula e riprendiamo dopo la discussione, quindi la mia è anche una mozione sull’ordine dei lavori.
Proporrei che l'atto, casomai riuscissimo a superare quello che l’Assessore Sciapichetti ci ha sempre detto come insuperabile, nel senso che non possiamo destinare fondi a questo tipo di attività, ma ammesso che questo sia possibile, quindi tutti possiamo desiderare che questo avvenga, Assessore Sciapichetti, venga preso dal Consiglio regionale, e spiego perché.
Non succederà solo quello che ha detto il Consigliere Micucci, cioè che altri comparti potrebbero chiedere la stessa cosa nel caso in cui non trovassero più il pescaggio che il comparto centro Marche, tanto per capirci, quello che vedo affacciandomi da casa tutte le mattine, potrebbe avere, ma anche altri comparti produttivi, quindi vorrei capire, se il Governo che è molto attento, parliamo di funzionari non di Ministri, alle parole che scriviamo sulle delibere, come vigilanza, assistenza e ci chiede continuamente la modifica delle stesse, come prenderebbe un intervento di questo tipo.
Questo è un intervento imponente in termini giuridici, quello che viene chiesto in due righe è una cosa imponente che riguarda non solo l’intervento su lavoratori dipendenti, ma un intervento su un comparto produttivo a favore dei lavoratori autonomi, e di lavoratori autonomi in crisi nelle Marche ce ne abbiamo a migliaia. Quindi dire “interveniamo su questo” vorrebbe dire domani intervenire sui piccoli calzaturieri, sui piccoli proprietari terrieri, sugli agricoltori. Va benissimo, in linea di principio è una forma di assistenza che se tutto il Paese decide di fare diamo, però c’è da valutarla bene perché qui c’è una situazione oggettiva, qui c'è gente che vorrebbe pescare, ma non trova più vongole ed è una oggettiva difficoltà, in altri casi potrebbe diventare - lo dico a chi ama la libera concorrenza, non so se qui c’è ancora qualcuno che ama la libera concorrenza - anche una sorta di disincentivo a cercare nuovi mercati, “Che lo cerco a fare un nuovo mercato se va male c’è l’intervento pubblico a sostegno anche del lavoratore autonomo”, se va ancora più male magari arriverà un reddito di cittadinanza o di inclusione lavorativa e chi se ne frega.
Quindi è un argomento serio quello che pone il Consigliere Zaffiri, non è un argomento da quattro soldi dire: “Troviamo 300/400/500 mila euro e vediamo se c’è la strada giuridica per poterci arrivare”, come invece l’Assessore Sciapichetti sostiene da tempo non può essere fatto.
Chiedo che, se approvata la mozione, la Giunta sia in condizione di procedere verso un atto di questo tipo che abbia la rilevanza del Consiglio, perché poi il Consiglio è in qualche maniera verificato dal Governo.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Il tema è sempre sentito e l’abbiamo visto nelle volte in cui si è parlato del comparto dei vongolari.
Il problema per cui siamo arrivati alla composizione di questa mozione, di una richiesta di un aiuto ulteriore, va guardato tornando indietro, va guardato in riferimento alle divisioni dei comparti ed alla ripartizione delle barche nei comparti.
Rifacendomi a quello che ha detto adesso il Consigliere Marconi, ovviamente questo Co.Ge.Vo ha l’impossibilità a cercare altri mercati perché deve operare con quel numero di barche, in quel compartimento che gli è stato assegnato e se non riesce, perché la materia prima non c’è, ed è interesse di tutti, primariamente loro che la materia prima abbia la sua tempistica per crescere, per svilupparsi, per poterla pescare e non fare razzia delle piccole vongole, come sono state chiamate, tanto da scegliere di stare fermi per 5 mesi, occorre guardare a quello che succede nei compartimenti vicini ed accadono cose diverse e siete stati voi a proporre uno studio perché la materia prima è mutevole e non sempre è allo stesso punto, allo stesso tempo.
Quindi il problema per il compartimento di Ancona c'è, ci abbiamo parlato tutti, li abbiamo incontrati nelle Conferenze dei Presidenti dei gruppi, sono stati in più Commissioni, ed è più grave rispetto ad altri compartimenti, ad altre situazioni e altri tempi, magari lo è stata da un’altra parte.
In questo momento la situazione grave è sul compartimento di Ancona, e lo sappiamo, perché anche chi territorialmente è vicino ad altri compartimenti, perché conosce altre realtà, sa ad esempio che il sub compartimento di Civitanova Marche è andato a pescare a San Benedetto, quindi c’è una condizione oggettivamente diversa, siamo quindi tenuti a dare delle risposte e a provare a dare degli aiuti.
La mozione non nasce a caso, nasce da problematiche che vanno cercate a monte e che, lo voglio ricordare, si è deciso di non risolverle in questa legislatura, si è deciso di rinviare alla prossima legislatura. Oggi il problema c’è e se non si trovano delle soluzioni rimane, come la difficoltà di queste persone, di queste famiglie nel vedersi pignorata la casa - se la barca non va in mare e non pesca - perché l’hanno messa a garanzia dell'attività di pesca.
Se vogliamo trovare una soluzione proviamoci - non so se edulcorando la mozione o arrivando ad una soluzione concreta, anche se, rinviare nuovamente, se c’è l’impegno bisogna mettercelo, tenendo conto che non è pretestuosa, non è politica. Poi tutte le categorie giustamente tirano l’acqua al proprio mulino, chi ha un problema lo propone e va ascoltato perché in quel momento ha una difficoltà, la mozione non è pretestuosamente politica, apre il sipario su un problema che c’è e che conoscete tutti, se siamo sinceri ed onesti dobbiamo ammettere che c’è, quindi spero che possa essere approvata o se viene fatta una risoluzione che sia concreta e non solamente la foglia di fico, un rinvio ulteriore che lascia la categoria in difficoltà.

PRESIDENTE. Richiamo l’attenzione dell’Aula sulla proposta fatta dal Consigliere Micucci di una risoluzione, e su questo lascio la parola al Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. La mozione è la mia e prima di arrivare al Consigliere Micucci aspettiamo …

PRESIDENTE. Forse Consigliere Zaffiri non mi stava ad ascoltare, ho detto che la proposta di risoluzione è del Consigliere Micucci!

Sandro ZAFFIRI. Ma, non lo so se c’è una risoluzione ….

PRESIDENTE. Aspettavo una sua autorevole risposta, è lei che deve decidere.

Sandro ZAFFIRI. Non c’è bisogno Presidente di una autorevole risposta, qui c’è un problema che noi abbiamo riproposto.
Sappiamo che l’Assessore si impegna, sappiamo che il Presidente che si impegna, non abbiamo la testa sotto la sabbia, però bisogna trovare la soluzione, questo è il problema!
Chiedo che questa mozione rimanga viva, perciò ne ipotizzo la sospensione, quindi non una risoluzione, un problema politico che riguarda le attività economiche di questa regione Marche.
Dico questo perché la cosa è politica e rimane aperta la possibilità politica di avere dei confronti. Abbiamo una situazione nuova, abbiamo situazioni diverse, la politica ricominci a tessere ed a muoversi su questa cosa perché il problema è vivo e bisogna risolverlo.
Non possiamo sempre rimandare e stare tranquilli in quanto, nei prossimi tre anni c'è uno studio, prima della definizione degli studi bisogna trovare la soluzione, perché credo che ci possa essere una soluzione e, se la politica vuole, la trova!
Chiedo che questa mozione possa essere sospesa temporaneamente per tre Consigli, in modo tale che in questo tempo si possa riaccendere il focus sulla discussione e sulla soluzione di questo problema. I problemi ci sono, allora bisogna affrontarli e tentare di risolverli.
Chiedo, se è possibile, di intraprendere questo percorso ed in caso positivo noi sospendiamo la mozione per un certo periodo di tempo. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Urbinati.

Fabio URBINATI. Grazie Presidente. Torna di nuovo in Consiglio questo annoso problema e la genesi non riguarda questa legislatura, questa amministrazione regionale.
Ho letto con molta attenzione la mozione del Consigliere Zaffiri, ho anche ascoltato i suoi interventi, ma soprattutto conosco molto bene questa storia che riguarda la pesca nella regione Marche, non vorrei neanche definirla una brutta storia, però è una pagina e non si è mai arrivati ad una soluzione definitiva. E’ inutile stare qui a ripetere i problemi, il problema principale è uno, la legislazione consente alla Regione, con le leve che ha in questo momento, e questo deve essere chiaro, di tappare qualche buco perché il problema può essere risolto dalla legislazione nazionale, cioè da coloro che lo hanno creato a suo tempo.
In quest’Aula abbiamo saputo quando è stato creato ed anche le persone che in quel momento avevano in mano le leve e sono arrivate a questa soluzione. Tra i comparti, lo abbiamo detto tante volte, è un equilibrio, diceva bene la Consigliera Leonardi, ed i problemi spesso si spostano come una coperta troppo corta, tiri da una parte e si scopre dall'altra.
Quindi tutto quello che va fatto, questo ci ho tenuto sempre a dirlo, fa fatto anche coinvolgendo tutti i consorzi, non solo un singolo, ma tutti i consorzi regionali perché la questione della perequazione del prodotto va vista principalmente tra loro perché loro, come sappiamo, hanno anche un regolamento che prevede l’autogestione.
Noi non abbiamo nulla in contrario su questo, sono d’accordo con la sospensione, perché il Consigliere Zaffiri è il proponente e quindi è lui che ha il diritto di scegliere quale deve essere il percorso di questo documento, e sono d’accordo di ragionarci sopra, perché, vedete, io una soluzione ce l’avrei, ma non io Fabio Urbinati, che, detta da molti esponenti illustri del mondo della ricerca, la soluzione ideale sarebbe quella della riduzione della flotta che dovrebbe essere accompagnata da altre iniziative. Io applicherei - vista anche la qualità del prodotto, ricordiamo che la vongola del medio Adriatico, il mare non ha confini regionali, ma quella che si pesca dal sud dell’Emilia-Romagna fino a tutto l’Abruzzo e le prime province della Puglia, ha una peculiarità molto importante ed è riconosciuta a livello internazionale - un sistema simile a quello che fu attuato nel Mar della Cantabria circa 15 anni fa, dove con i contributi del Governo spagnolo in quel caso, ma con tanti altri contributi applicati dalle Regioni, fu sospesa la pesca per un numero di anni dettati dal mondo scientifico ed oggi nel Mar della Cantabria, dopo 6 anni di sospensione della pesca e nuovi piani di pesca, si pesca ciò che si pescava tempo fa in un terzo del tempo, con un prodotto migliore, con un prezzo sul mercato che vede oggi la sardina del Mar della Cantabria tra i prodotti ittici più apprezzati in tutto il mondo. Secondo me la vongola ha tutte le caratteristiche per poter arrivare a questo progetto.
Sono d’accordo sul fare un documento, proviamo a proporre anche questa cosa, lo dico chiaramente, il nostro Governo non c’è riuscito, perché anche noi avevamo proposto la riduzione della flotta, con il Ministro Centinaro vedremo chi sarà il sottosegretario alla pesca, ma lo dico senza polemica perché le difficoltà che avevamo prima sono sicuro che le riscontreremo anche adesso.
Credo che soluzione non sia solo andare a chiedere una riduzione della flotta con incentivi, ma cercare di vedere qualche miglio più avanti, stando a terra. Quindi grazie e siamo d’accordo di discutere, magari in Commissione, un documento più completo. Grazie.

PRESIDENTE. Bene, a questo punto mi sembra di capire che c’è un sostanziale consenso nel rinviare la mozione, come proposto dal Consigliere Zaffiri, quindi se non ci sono obiezioni, ma mi sembra che non ce ne siano, rinviamo.

Mozione n. 360
ad iniziativa del Consigliere Celani
“Sisma 2016 - Decreto legge 148/2017 Collegato fiscale, convertito in legge 4 dicembre 2017, n. 172. Proroga termini per la sospensione delle rate dei mutui/finanziamenti in capo ai soggetti danneggiati dal sisma”

Mozione n. 365
ad iniziativa dei Consiglieri Rapa, Marconi, Urbinati, Busilacchi “Proroga pagamento mutui nelle zone del cratere”
(abbinate)
(Discussione e votazione risoluzione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 360 del Consigliere Celani e la mozione n. 365 dei Consiglieri Rapa, Marconi, Urbinati, Busilacchi, abbinate.
Su questo argomento c’è già una risoluzione “Proroga termini per la sospensione delle rate dei mutui/finanziamenti nelle zone del cratere del sisma” a firma dei Consiglieri Celani, Rapa, Marconi, Busilacchi, Urbinati e Bisonni.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Abbiamo lavorato in precedenza per snellire un po’ i lavori, quindi le due mozioni che sostanzialmente mirano allo stesso obiettivo, come vedremo, sono state tradotte in una risoluzione che speriamo possa produrre un effetto immediato perché, come vedremo, va ad incidere anche in questo momento sui lavori che partono proprio oggi in Senato, sulla conversione in legge del decreto 55 del 29 maggio 2018, il famoso decreto Gentiloni, l’ultimo fatto, che intessa le zone terremotate.
I Consiglieri della II Commissione mi hanno delegato a parlare di questo provvedimento, ripeto, che credo sarà in approvazione al Senato in questi giorni.
Che cosa si propone la mozione? Si propone di riallineare la scadenza di alcune provvidenze previste dal decreto legge 148 del 2017, il famoso collegato fiscale, che è stato poi successivamente convertito in legge 172 del 4 dicembre 2017, quella che in pratica è la finanziaria del 2018. Ovviamente parliamo di provvidenze legate alle zone terremotate, qui voglio fare una premessa, perché si arriva a questo punto? Perché si ingenera questa confusione?
Il contesto del sisma delle Marche è molto complesso, ci sono state molte critiche, però dobbiamo ammettere che la situazione è molto difficile e complessa. Lo è per l’estensione dei territori interessati, lo è per la complessità dovuta alla durata, in senso temporale, del sisma. Ancora oggi ci sono delle situazioni di emergenza per le scosse che abbiamo avuto. Il fenomeno è stato molto complesso anche per la filiera istituzionale che è stata messa in piedi, partendo dal Governo, al Commissario, alla Regione, al sub Commissario, ai Comuni e a tutti gli enti intermedi.
Quindi è chiaro che ogni provvedimento che doveva essere preso, e che verrà preso in futuro, deve essere centellinato, nel senso che deve essere studiato per bene per capire e evitare che possa produrre delle disparità di trattamento fra i territori ed anche fra i soggetti nei territori stessi. Ad esempio i cittadini e le aree interessate.
Questa è una complessità che va riconosciuta ed al tempo stesso va riconosciuta anche una certa superficialità con cui sono stati fatti certi provvedimenti che hanno creato allarmismo e disparità di trattamento fra i vari soggetti.
Vediamo allora che cosa è successo a causa dell'emanazione di una serie di decreti fatti in successione.
Evito di parlare dei decreti che sono stati fatti dopo la prima scossa del 24 agosto 2016 fino ad arrivare a novembre 2017, mi soffermerò soltanto, perché il succo di questa mozione sta proprio in questi atti, sul decreto 148 del 2017, il famoso collegato alla finanziaria che poi è stato tradotto e convertito nella legge 172 del 4 dicembre 2017, che in pratica è la finanziaria del 2018.
Che cosa prevede questa normativa? Tocca l’argomento fondamentale ed importante della sospensione dei mutui e dei finanziamenti in capo ai soggetti delle aree terremotate, soggetti privati e soggetti economici, e prevede tuttora, con modalità diverse, come andremo a vedere, la proroga della sospensione di questi finanziamenti.
A chi è rivolta? A favore delle attività economiche e produttive e dei soggetti privati per i soli mutui relativi alla prima casa di abitazione, inagibile o distrutta, il termine di sospensione dei pagamenti era fissato al 31 dicembre 2018. Poi c’è un altro comma che dice: limitatamente a quelle attività economiche che si trovano nella zona rossa, prima casa e attività economiche, il termine di sospensione viene portato al 31 dicembre 2020. E' chiaro che si crea una grande disparità di trattamento tra le attività economiche che sono all’interno della zona rossa e quelle che sono fuori e non si capisce perché.
La zona rossa non è qualcosa di straordinario, è una zona che è stata delimitata nelle prime ordinanze per evitare l’accessibilità in quanto c’era un pericolo imminente di franamento, di crolli, di strutture di case, di abitazioni private, oppure di attività economiche. Quindi per impedire che ci fossero degli incidenti anche molto gravi di chi si avventurava all’interno di queste aree è stata delimitata una zona rossa, transennata, con divieto d’accesso, lì dentro non si entra se non accompagnati dalla forza pubblica o dai vigili del fuoco.
Dire che se ho una attività economica all’interno della zona rossa ho i mutui prorogati al 31 dicembre 2020, se ce l’ho fuori dalla zona rossa, ma sempre distrutta e sempre all’interno del cratere, la proroga è solo fino alla fine del 2018, ci sembra una disparità di trattamento incredibile che rasenta l’ingiustizia.
Con queste due mozioni che sono state trasformate in una risoluzione si intende riallineare queste scadenze e dire: guardate, sia le attività economiche, sia le abitazioni private che stanno all’interno della zona rossa o al di fuori della zona rossa, purché all’interno del cratere, possono usufruire della possibilità di avere lo slittamento dei mutui non al 31 dicembre 2018, ma al 31 dicembre 2020. Ci sembra una soluzione logica.
Mi sembra che siano stati già presentati degli emendamenti, o per lo meno sono state fatte sollecitazioni dalle varie Regioni al Governo perché si proceda in questo senso.
La risoluzione va avanti ancora perché impegna il Presidente della Giunta, nel secondo punto, ad attivarsi con estrema urgenza nei confronti del Governo, del Commissario straordinario e dei Parlamentari marchigiani affinché nelle zone del cratere - quindi zona rossa e non zona rossa, senza nessuna distinzione - la proroga del pagamento dei mutui fino al 31 dicembre 2020 venga estesa oltre che alle abitazioni danneggiate anche ai mutui di tutte le prime case. Quindi per tutte le prime case danneggiate o non danneggiate, che sono all’interno di queste aree e che hanno subìto degli sconquassi, e per le attività delle varie famiglie c’è la possibilità di avere, se questo decreto viene modificato, la sospensione dei mutui fino al 31 dicembre 2020.
Questa risoluzione, che diversi Consiglieri hanno sottoscritto, è la sintesi di quanto contenuto nelle due mozioni, la n. 360 e la n. 365, mi auguro che possa essere approvata all’unanimità in modo tale da essere trasmessa tempestivamente dalla Presidenza regionale al Governo o meglio al Presidente del Senato. E' molto importante perché inizia proprio oggi la discussione del decreto Gentiloni, il n. 55, nel quale è possibile introdurre degli emendamenti che possono produrre degli effetti immediati per far si che le proroghe slittino al 31 dicembre 2020 per i mutui e i finanziamenti che interessano le prime case che sono nel cratere, comunque esse siano danneggiate o non danneggiate, e soprattutto le attività economiche che sono all’interno del cratere, indipendentemente dal fatto che siano o meno all’interno delle zone rosse. Grazie.

Presidenza del Vicepresidente
Renato Claudio Minardi

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Rapa.

Boris RAPA. Grazie Presidente. Sarò brevissimo perché il Vicepresidente Celani ha esposto in maniera dettagliata la risoluzione. Vorrei solo sottolineare l’importanza di questo atto, vista la difficoltà delle popolazioni in quelle zone, e questa risoluzione chiede di attivare una misura che ritengo sia concreta, soprattutto di buon senso, per sollevare dalle preoccupazioni delle persone che ne hanno già troppe.
Penso che questa misura sia condivisibile da parte di tutti e che sia anche di buon auspicio visto che, poco tempo fa, il Consiglio regionale all'unanimità ha approvato il discorso della “busta pesante”, che poi è andato anche a buon fine. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Grazie Presidente. Intervengo per ringraziare i proponenti che ci hanno coinvolto in questa iniziativa e per il lavoro di sintesi che è stato fatto per arrivare ad una risoluzione che accoglie lo spirito. Soprattutto è una cosa di grande buon senso.
Prendo la parola per leggere il dispositivo che il Vicepresidente Celani ha spiegato nel dettaglio ricostruendo anche la vicenda e le cose, ha usato termini che rileggo: “Attivarsi affinché i termini per la sospensione delle rate dei mutui/finanziamenti in capo ai soggetti danneggiati dal sisma, siano allineati al 31 dicembre 2020, anche per le attività economiche che abbiano sede legale e/o operativa, nonché per i soggetti privati, beneficiari di mutui/finanziamenti relativi alla prima casa, inagibile o distrutta, localizzate al di fuori della cosiddetta zona rossa”.
Quel 'danneggiati dal sisma' è la condizione per tutti e questa la potevamo prevedere anche per chi sta fuori del cratere, ma che sia un 'danneggiato'.
Le operazioni di sospensione, questo lo dico per tranquillizzare i contribuenti, che vengono fatte per il terremoto hanno un senso in capo all’emergenza perché in alcuni casi, e possono durare qualche mese, non trovi neanche più l’ufficio o la banca dove fare il pagamento o il computer che avevi a casa, ma nel lungo periodo ovviamente la tutela va ai danneggiati.
Io non so neanche se alla fine il 2020 sarà sufficiente per chi sta pagando un mutuo per una casa danneggiata che deve essere ricostruita - bisognerà inventarsi qualche altra cosa - oppure per chi non potrebbe avere l’attività economica o lavorativa che gli consente di pagare il mutuo, però al di là di questi casi, oggettivamente, chi sta dentro il cratere, fosse anche nella zona rossa, percepisce un reddito statale o da lavoratore dipendente che continua a percepire e, se non è 'danneggiato, non ha senso, è solo una sottolineatura.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Il Consigliere Marconi pone un problema importante tanto è vero che nei provvedimenti successivi, che sono allo studio, per esempio noi come associazione di categoria, come professionisti, abbiamo sempre chiesto che queste scadenze siano monitorate. E' impossibile stabilire adesso delle date fisse e certe, vanno monitorate per capire cosa succede nel tempo. Lo stesso vale per quanto riguarda la ricostruzione, impossibile dire: “Dovete presentare progetti entro una certa data”, con tutte le problematiche che ci sono.
Bisogna monitorare mese per mese per vedere quello che succede e portare avanti eventualmente queste scadenze fino a che finisce la vera emergenza. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. Grazie Presidente. Solo per sottolineare che ovviamente condivido quello che è stato detto, quindi il voto non può che essere per quanto mi riguarda favorevole.
Voglio ringraziare i firmatari delle due mozioni, ma vorrei sottolineare che il Presidente della Giunta regionale, in qualità di Vicecommissario, ha già sottoposto alla struttura commissariale un emendamento di questo genere, finalizzato a riallineare i tempi di sospensione dei mutui, come peraltro le due mozioni richiedono, quindi l’approvazione va ad adiuvandum anche di quello che è stato già presentato dal Presidente in qualità di Vicecommissario. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giorgini.

Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Con il nuovo Governo confidiamo e speriamo che si riesca ad accelerare il processo di ricostruzione per dare sicurezza alle popolazioni colpite dal sisma.
Noi sappiamo che sono in atto Commissioni ad hoc per raccogliere tutti gli emendamenti al decreto legge emanato, siamo certi che di questi ce ne saranno tantissimi. Poco fa ho sentito una componente della Commissione e tra questi emendamenti ci sono quelli che prevedono la proroga dei mutui per chi ha perso o ha avuto danni all’abitazione su cui pesa un mutuo, anche per riavviarli il più tardi possibile.
E’ venuto fuori anche il problema di estendere a tutte le abitazioni danneggiate comprese tutte le zone del cratere, mi dicono che sarebbe molto oneroso e le coperture sembrano che non ci siano, questi sono i dati attuali, così mi hanno detto.
Naturalmente sono favorevole a questa risoluzione, anche se riteniamo che sia un atto scontato perché si sta lavorando in Commissione per prorogare i mutui.
Gli emendamenti sono tantissimi, anche quelli che abbiamo presentato noi, e sono inerenti alle tematiche della risoluzione di oggi. Comunque dobbiamo prendere atto che un ulteriore sollecito fatto da questa Assemblea legislativa non fa sicuramente male a chi sta lavorando in Commissione per cercare di ottenere queste proroghe che credo siano importanti per il territorio.
L’unico dubbio su questa risoluzione è sul fatto che si estende non solo alle zone rosse, ma a tutte le zone del cratere, quindi parliamo di aree enormi, non so quanto questo possa essere accoglibile per il fatto delle coperture. Sugli accordi che ci sono con gli istituti bancari, le Commissioni ad hoc dovranno lavorare molto.

(interrompe l'Assessore Sciapichetti)

Peppino GIORGINI. Sono sempre razionale e non ho mai fatto un passo …

(interrompe l'Assessore Sciapichetti)

Peppino GIORGINI. Ho premesso che sono favorevole, però bisogna vedere come si suona e si balla. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zura Puntaroni.

Luigi ZURA PUNTARONI. L'occasione di parlare di ristrutturazione di mutui e proroghe, secondo me, è tutta poesia perché sì il mutuo ti pesa, ma il mutuo probabilmente ti pesa di meno se un cittadino, contemporaneamente, da qui a sei mesi, ricomincia la ricostruzione.
La ricostruzione non comincia per i tanti problemi che conosciamo. Il problema a monte in questi due anni è stato che una visione governativa contemplava una decisione che partiva da Roma, mi auguro che il Governo attuale preveda una decisione che parte dai territori, perché un territorio ferito riesce a trovare medicina sul proprio corpo molto meglio di un altro che sta a 500 chilometri di distanza.
Colgo l’occasione della storia dei mutui per ricordare ai cari colleghi che ci sono problemi forti, gravi, pesanti, che bloccano la ricostruzione, lo posso dire a ragion veduta perché ho un edificio che mi è stato abbattuto forzatamente, perché era pericoloso in quanto si trovava sulla strada.
In primo piano ci sono le difformità che bloccano tutto, e Consigliere Giorgini se si ricorda in Commissione lei era molto gasato sull’argomento - quello ha aperto una finestra, non merita la ricostruzione, non merita i fondi. Legalità, legalità, legalità. La legalità blocca tutto quanto. Se qualcuno di voi è curioso e vuol buttare un occhio da quelle parti l’ingresso ai due centri per il terremoto che abbiamo è gratuito, anche a quello di Caccamo dove ci sono tutti quei giovani geometri, architetti, ingegneri, tecnici, assunti specificamente per quelle pratiche. Uno studio tecnico presenta una pratica, dicono che non va bene perché non si riesce a chiudere la quadra, la si riporta indietro, la fa si modifica e la si ripresenta, ma dicono che la quadra ancora non si chiude, ci sono pratiche che da sei/otto mesi fanno avanti indietro.
Ve ne racconto una carina, ad esempio c’è il giovane geometra assunto che chiede chi è il proprietario di un immobile e quando si sente rispondere che ci sono tre eredi, dove ognuno è proprietario di un terzo - in matematica un terzo equivale a 33 – si trova di fronte al problema che il programma non prevede opzioni di questo genere e lascia quindi un 1% di proprietà fuori dal conteggio. Questo 1% deve essere caricato ad uno di questi tre proprietari, ma questa cosa non renderebbe più le tre parti uguali, al catasto è dichiarato così, dal notaio pure, nella pratica non si può fare, quindi non va avanti.
Qui cari miei, mi auguro che quelli che ci sono adesso abbiano buon senso, mi auguro che siano più liberali, mi auguro che “sulla questione legalità, regole, eccetera” … In questi frangenti drammatici si rischia di non riuscire a riportare nell’entroterra gli sfollati che si trovano sulla costa, occorre chiudere un occhio e lasciar correre perché la legalità, la difformità paesaggistica, le istanze all’Anas, non sempre favoriscono la ricostruzione. Io ho toccato con mano le difficoltà, di avere una casa abbattuta senza avere la possibilità di ricostruirla. L'Anas ha abbattuto e quindi per la ricostruzione dovrei stare a 20 metri di distanza, ma io non 20 metri di distanza, mi sono sentito rispondere: “Mi dispiace, ma nessuno del Governo mi ha detto di andare in deroga”. Paesaggistica, hai abbattuto? Dovevi fare le foto! Ma non ho abbattuto io, ha abbattuto la Protezione civile, ha abbattuto il Comune”, “Mi dispiace non ci sono le foto e qui non si può ricostruire!”, quindi la storia dei mutui è tutta una poesia.
Qui si parla di gatti, di allevamenti ed anche di quanti se ne possono tenere, ma delle cose importanti e strategiche? Qui c’è gente che sta scappando via e il discorso che non ci sono i soldi per i mutui. Consigliere Giorgini se avesse un po’ di sale in zucca, di fronte al contesto di un danno che è sconvolgente, che probabilmente non è alla portata del Governo perché non si tratta solo dei 24 milioni certificati dal quel signore che sta a Foligno, probabilmente il danno complessivo è quattro volte tanto e si capirà fra 50 anni a danno concluso, a cosa sistemata.
Il discorso dei mutui è uno stecchino in un dente, meno di niente, quindi mi auguro che chi adesso è a Roma abbia molto buon senso ed io non vado in difesa di chi non ha buon senso, chiunque esso sia, capito Consigliere Giorgini?

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giorgini.

Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Solo per una precisazione, quello che ha detto il Consigliere Zura Puntaroni non c’entra niente, quello che ho detto riguarda la legge che regola il rilascio di autorizzazioni sismiche e riguarda tutta la regione Marche.
Avevo detto: attenzione che per questa postilla che voi togliete vi impugnano la legge, tant’è che così è stato, l’Avvocatura l’ha impugnata ed ha fatto rimettere la legge originale, il Presidente mi darà ragione, quindi non c’entra niente con le ordinanze e le deroghe del terremoto.
Il Consigliere Zura Puntaroni delle volte prende fischi per fiaschi, ma non c’è problema. Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Proposta di risoluzione a firma dei Consiglieri Celani, Rapa, Marconi, Busilacchi, Urbinati e Bisonni. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Mozione n. 361
ad iniziativa dei Consiglieri Marconi, Pieroni
“Intitolazione come ‘Via Lauretana’ del tratto Foligno-Civitanova Marche del Quadrilatero”
(Rinvio)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 361 dei Consiglieri Marconi, Pieroni.
Ricordo che questa mattina il rinvio di questa mozione ha avuto il parere favorevole della Conferenza dei capigruppo. Se l’Aula non ha nulla in contrario, la rinviamo per il fatto che l’Assessore Pieroni, che è uno dei firmatari, è fuori sede per impegni istituzionali. Non vedo obiezioni, quindi procediamo con il prossimo punto all’ordine del giorno.

Mozione n. 363
ad iniziativa del Consigliere Fabbri
“Aggiornamento dell’elenco dei Comuni rientranti all’interno delle aree di crisi non complessa”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 363 del Consigliere Fabbri, che ha la parola per illustrarla.

Piergiorgio FABBRI. Grazie Presidente. Abbiano una serie di aree di crisi che sono complesse e non complesse. In questo caso l’elenco dei Comuni che rientrano all’interno delle aree di crisi non complesse viene stabilito da parte della Regione sulla base del decreto ministeriale del Mise
La Giunta, con delibera n. 1500 del 28 novembre 2016, ha individuato l’elenco dei Comuni e quindi dei territori che rientrano all’interno delle aree di crisi non complesse, c’è tutta una serie di parametri che vanno verificati in base alla solidità o meno degli aspetti socio economici di quei territori per essere inseriti.
Sappiamo purtroppo che le Marche non sono ancora uscite completamente dalla crisi ormai decennale che le investe, quindi abbiamo bisogno di questi sostegni.
Questo elenco va aggiornato ogni due anni per cui nei prossimi mesi saremo chiamati a riprendere in considerazione gli elementi per decidere se un territorio va modificato rispetto all’esistente. Ad esempio, considerando il fatto che, come mi è stato segnalato, una grande azienda ha delle difficoltà, sta navigando a vista, con alterne vicende, il Comune di Corinaldo, se questa azienda dovesse saltare, potrebbe rientrare all’interno di questi parametri. In ogni caso non c'è soltanto questa situazione che porto ad esempio come segnalazione, ma chiaramente ce ne sono tante altre all’interno dei vari comuni limitrofi alle zone interessate alla perimetrazione delle aree in crisi non complessa.
Chiedo semplicemente alla Giunta di porre particolare attenzione nei prossimi mesi a ridefinire e quindi a ricalcolare, su dati aggiornati, la situazione dei vari Comuni che entrano e sono limitrofi alle zone di crisi non complessa in modo da aggiornare le zone, a non escludere dei Comuni, riportando anche una deroga che è stata applicata l’ultima volta perché, qualora non si raggiunga la dotazione complessiva di abitanti a cui può essere circoscritto il territorio di area di crisi, si può andare anche in deroga sul parametro del Comune se ci sono ancora degli abitanti “equivalenti” disponibili che possono usufruire dei fondi che la legge nazionale, la n. 181 dell’89, mette a disposizione.
Semplicemente questa mozione chiede di aggiornare i dati sui territori considerando l’andamento dell’ultimo biennio e nei prossimi mesi di adeguare con particolare attenzione la circoscrizione dei Comuni che stanno all’interno o all’esterno delle aree di crisi non complesse.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Poche parole perché condivido pienamente l’intervento del Consigliere Fabbri, il quale propone l’aggiornamento dell’elenco dei Comuni rientranti all’interno delle aree di crisi non complessa. Dico che condivido pienamente, perché lo fa con cautela e responsabilità in quanto si tratta di verificare se ci sono le condizioni per entrare.
Corinaldo, noi che lo conosciamo bene, è un paese, una cittadina stupenda, con un centro storico meraviglioso, con una ricca agricoltura, è un po’ la sintesi delle comunità marchigiane, dal punto di vista identitario, paesaggistico e produttivo e, ripeto, ha un centro storico meraviglioso, e c’è questa azienda sulla quale ho fatto anche qualche interrogazione, sempre per essere coerente ed anche per il rispetto non solo dell’intelligenza e dell’anima debbo dire che non ho avuto nemmeno grandi risposte.
Questa è una azienda che può essere salvata, ma una ditta si salva se c’è la volontà di investire, se c’è la volontà di dirigerla, se c’è la volontà di produrre, se c’è serietà e tutto questo finora non c’è stato, tant’è che ricordo che dissi all’Assessore che non ero affatto commosso da alcuni atteggiamenti del titolare dell’azienda.
Oggi qui votiamo una mozione che rappresenta altre cose, spero e speriamo che questa azienda si salvi, ma è certo che se non si salva si modifica in parte la situazione occupazionale di quella comunità, quindi è giusto che la verifica che la mozione chiede si faccia.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 363. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Mozione n. 366
ad iniziativa dei Consiglieri Biancani, Bisonni, Giacinti, Zura Puntaroni, Micucci, Giancarli, Rapa
“Tutela della costa da ulteriore consumo del suolo”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 366 dei Consiglieri Biancani, Bisonni, Giacinti, Zura Puntaroni, Micucci, Giancarli, Rapa.
Ha la parola, per l'illustrazione, il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Grazie Presidente. Questa è una mozione che abbiamo condiviso all’interno della III Commissione. Nasce da una prima mozione presentata nel 2016 che poi abbiamo ritirato per riformularla e per dare la possibilità a tutti i Consiglieri della III Commissione di poterla sottoscrivere.
Devo dire che è nata anche per il fatto che abbiamo giacente in Commissione una proposta di legge del Consigliere Giorgini che tratta in parte gli argomenti oggetto di questa mozione, però abbiamo deciso di approvare prima la mozione e poi di portare avanti gli atti conseguenti.
E’ una mozione che ricordo è stata scritta insieme al Consigliere Giancarli.
La mozione ha per oggetto la tutela della costa per evitare ulteriore consumo di suolo e nasce dalla constatazione che negli ultimi anni c’è stato un consumo di suolo soprattutto nelle aree costiere veramente importante, legato a tutta una serie di attività antropiche, dalla cementificazione per civili abitazioni alla realizzazione di zone artigianali (servizi, porti, dighe), che ha creato un disequilibrio a livello costiero andando a ridurre notevolmente gli ambienti incontaminati della costa.
Il futuro che noi auspichiamo deve puntare sull’ambiente, sulla qualità ambientale, sulla promozione della cultura e del turismo, quindi difendere e tutelare la costa diventa sicuramente prioritario.
A questo proposito abbiamo già fatto una prima audizione qualche settimana fa ed abbiamo anticipato, rispetto all’approvazione della Giunta che avverrà entro qualche mese, il piano della difesa della costa che ci siamo fatti illustrare dai tecnici della Giunta, piano che prende in considerazione tre punti: la regione costiera, il piano spiaggia e le fasce di rispetto, e come obiettivo abbiamo dato un’indicazione chiara, che è quella che il nuovo piano deve per tutelare e preservare la costa porre una serie di vincoli.
Inoltre questa mozione chiede di predisporre quanto prima uno strumento normativo in tema di governo del territorio che garantisca una tutela immediata e la riduzione del consumo di suolo lungo le aree costiere.
Penso di aver detto tutto, ribadisco che si tratta di una mozione importante, che abbiamo condiviso tutti perché riteniamo che la qualità ambientale e la difesa della costa sia uno degli asset principali verso il quale dobbiamo puntare.
Ringrazio tutti i Consiglieri della Commissione che in questi anni riescono quasi sempre a trovare una sintesi e fanno in modo che tutte le forze politiche che fanno parte della stessa sottoscrivano i documenti che arrivano in Aula ed a volte vengono votati in modo unanime. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giorgini.

Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Ringrazio il Presidente Biancani. Prima di andare al punto devo necessariamente fare una premessa perché rimango sempre dell’idea che la legge che ho presentato 20 mesi fa sia la medicina migliore per salvaguardare i nostri litorali. Non credo che ci siano altre possibilità per limitare questa cementificazione selvaggia che si sta facendo da tanti anni nei nostri litorali.
La legge andava valutata, vagliata, migliorata ma, secondo il mio parere, non doveva essere lasciata 20 mesi nel dimenticatoio, per aspettare cosa? Un piano regionale delle coste, e l’altro giorno il Presidente era d’accordo anche su alcune visioni che ci sono state date dai tecnici, che sembra che dalla prima misura che abbiamo fatto possa essere peggiore, se non sbaglio, di quello del 2005.
In pratica questo vecchio piano della tutela delle coste non ha risolto praticamente nulla in questi 12 anni, non ha risolto nulla, perché in questi ultimi 10 anni il rapporto dell’Ispra dice che il suolo consumato a 300 metri dalla costa ci fa salire nell’Olimpo nazionale con il 45,6% di aree consumate. Il nuovo piano prevede che la tutela integrale sia a 100 metri dalle ultime maree, una cosa incredibile che anche il Presidente Biancani ha fatto notare perché sembra una cosa assurda.
Addirittura tra i 300 e i 1000 metri il consumo del suolo è aumentato del 30%, quindi stiamo parlando di una situazione drammatica. Non stiamo parlando di cose che potrebbero avvenire, sono in atto, quindi non è possibile che una legge come quella che io ho presentato 20 mesi fa possa essere tolta, difatti non credo che la ritirerò a meno che i suoi fondamenti non vengano riportati nel piano delle coste, cioè la tutela integrale, che io chiedo, fino ai 300/500 metri dalla linea di battigia, non sia riportata nel nuovo piano regionale delle coste.
Detto questo non posso e non potevo non firmare ed appoggiare una mozione che, seppur con un effetto placebo, si impegna, ma starà lì perché c’è la legge, c’è il piano delle coste, e comunque parla della difesa delle coste.
Credo che il mio dovere sia di votare questa mozione per essere razionale sia sulla legge che ho presentato e sia sul fatto che vogliamo, come Movimento 5 Stelle, la tutela delle coste, perlomeno sino a 500 metri dalla linea di battigia, per cui voterò a favore anche perché l'ho firmata. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Grazie Presidente. Due parole da spendere a favore di questa mozione che anch’io ho sottoscritto. Purtroppo noi viviamo tutti i giorni l’aggravarsi di questo fenomeno che da anni imperversa su tutte le coste italiane e anche su quelle marchigiane.
E’ un fenomeno conseguente al riscaldamento globale ed ai cambiamenti climatici, quindi un fenomeno di una portata tale che è non dico impossibile, sicuramente nel breve termine forse qualcosa riusciremo a migliorare per le nostre coste, ma è una lotta contro un gigante che non si riesce a fermare, purtroppo.
Però è giusto tentare di fare qualcosa anche perché la situazione la conosciamo tutti, ci sono stati episodi anche gravi di erosioni che addirittura sono arrivati agli chalet. Ci sono anche state situazioni difficili, per fortuna senza vittime che però hanno causato danni economici importanti,
Ripeto, vediamo l'aggravamento della situazione in tutto il nostro litorale, ecco perché quello che dice la mozione è importante, ecco perché occorre non una azione spot sul singolo tratto di spiaggia, perché sappiamo benissimo che intervenire in un singolo tratto di spiaggia spesso e volentieri significa spostare il problema a 200 metri più a nord o più a sud perché le correnti marine poi si riprendono quello che l’uomo cerca di guadagnare.
Occorrono una politica ed una strategia generale ed è per questo che qui si chiede di impostare una politica pluriennale di tutela. Importante è questa mozione, ma soprattutto è importante che intervenga la Giunta e gli uffici per tentare di limitare quanto più possibile gli effetti di questo fenomeno.
Ci sarebbero altre cose da aggiungere, ma sono discorsi che vengono ripetuti spesso e che tutti conosciamo, quindi non mi dilungo oltre e ovviamente confermo il mio voto favorevole.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. La mozione è un atto di indirizzo e io voglio richiamare l’attenzione della Commissione e dell’Aula su questa cosa, cioè benissimo il fatto che andiamo verso un consumo di suolo zero, specie nella parte costiera, ma mi ricordo, vado a memoria, che dei 180 chilometri di costa 140 sono in vario grado urbanizzati.
Non solo non dobbiamo sprecare altra costa, e quindi sottrarla alla naturalità, bisogna riqualificare molti tratti di costa esistenti, urbanizzati. Abbiamo le periferie dei nostri centri costieri che presentano scheletri, parlo anche di cose industriali, senza fare nomi, abbiamo situazioni critiche che bisogna ripensare dato che il volano principale del turismo marchigiano è quello balneare.
Abbiamo lunghe strisce con infrastrutture molto pesanti che limitano ormai lo sviluppo, abbiamo paesi schiacciati fra una infrastruttura ed un’altra che non possono consentire una qualità turistico/balneare paragonabile agli altri paesi, con i quali ormai ci dobbiamo confrontare. Penso alla Grecia, alla Spagna e ormai anche alla ex Jugoslavia che a tratti sta sviluppando molto velocemente.
Quindi l’atto politico non solo deve preservare la naturalità delle zone, ma anche riqualificare con una maggiore qualità le aree urbanizzate, recuperando quegli spazi che possono essere riconvertiti.
Siamo di fronte a un’idea molto costosa, ma se vogliamo cambiare il modello turistico che nel dopoguerra ci ha portato al benessere attuale, ma che ormai è entrato in crisi da un paio di decenni, bisogna che prendiamo il coraggio di investire su questi settori piuttosto che su altri.
Essendo la mozione che appoggio un atto di indirizzo politico, la politica va doverosamente a rimirare gli investimenti su delle priorità che fino adesso sono state altre, quindi lo sparpagliare i fondi su una miriade di interventi che non hanno risolto. Penso alle scogliere, apriamo un serio dibattito sulle scogliere, ci sono nuove teorie, nuovi modelli matematici che dicono che l’assetto attuale delle scogliere frangiflutti, che coprono il 60/70% della costa, non è efficace, ci sono scogliere di nuova concezione che sono bucate, che sono discontinue, che sono soffolte, che consentono alla fauna ittica di colonizzare e di dare quindi una maggiore biodiversità, però per adesso non si è aperto un tavolo tecnico serio che con questa mozione chiedo come punto da mettere all’ordine del giorno della Commissione.
Mettere massi ciclopici uno sopra l’altro, in estensione, con angolazioni improbabili, negli anni purtroppo hanno creato danni a monte ed a valle rispetto ai benefici attesi.
C'è ormai l’industrializzazione del nostro litorale con decine di camion e di ruspe che vanno a regolarizzare ad inizio stagione gli accumuli eccessivi o le mancanze purtroppo croniche in alcuni punti di litorale.
Apriamo un serio dibattito con le università che stanno sviluppando nuovi modelli matematici anche in questo settore e tentiamo di investire nella riqualificazione urbana di punti strategici senza lasciare ancora questi scheletri disseminati qua e là in ogni periferia di centro urbano.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione 366. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Mozione n. 367
ad iniziativa dei Consiglieri Giorgini, Maggi, Fabbri, Pergolesi
“Terremoto - Creazione tavolo istituzionale regionale tra il Presidente della Regione Marche in qualità di Vice Commissario governativo per la ricostruzione e gli ordini professionali delle Marche”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 367 dei Consiglieri Giorgini, Maggi, Fabbri, Pergolesi.
Ha la parola, per l'illustrazione, il Consigliere Giorgini.

Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Abbiamo avuto molti incontri con gli ordini degli ingegneri, architetti, geologi e spesso ci siamo confrontati con loro. Devo dire che li abbiamo avuti in Commissione per la legge sul rilascio dell’autorizzazione preventiva sismica e abbiamo parlato di queste problematiche del terremoto.
Una cosa chiara e lampante che abbiamo evidenziato è legata al problema complesso della ricostruzione.
Gli ordini territoriali e locali delle zone del sisma non hanno purtroppo molta voce in capitolo nel segnalare problematiche e avanzare proposte al Commissario governativo, sono esclusi.
Al tavolo che viene fatto dal Commissario vengono invitati i Presidenti nazionali che nulla sanno o conoscono delle tematiche dei territori locali, che abbiamo purtroppo nel cratere. Invece di invitare i rappresentanti territoriali, che conoscono bene tutte le tematiche del territorio, spesso in questi tavoli vengono invitati i referenti nazionali e non vengono riportati i problemi più importanti e soprattutto quelli reali del territorio.
Per ovviare a questa anomalia ho presentato questa mozione che istituisce un tavolo di lavoro con gli ordini professionali, con il Sub commissario governativo, con il Direttore dell’ufficio ricostruzione e due sotto direttori dell'ufficio ricostruzione.
Questo tavolo tecnico, che si dovrebbe fare una volta al mese, è propedeutico ad avere molte informazioni e ad agire immediatamente, sarebbe tenuto a stilare un documento nel quale vengono elencate non solo tutte le problematiche inerenti alla ricostruzione, ma anche tutte le possibili soluzioni. Questo è quello che manca nei tavoli tecnici che sono stati fatti con i Presidenti degli ordini nazionali e a queste domande si è data poca risposta.
Tali documenti avranno un carattere ufficiale e verranno poi inviati al Commissario governativo il quale sarà in grado di avere una situazione più chiara e immediata oltretutto realistica dei problemi che attanagliano la ricostruzione. E' questo il problema.
Questo metodo è stato usato con risultati ottimi nel sisma del ’97 e non si capisce perché non sia stato replicato in questo. E' stato fatto nel ’97, ha avuto un enorme successo e la ricostruzione è stata più veloce, più immediata, più realistica, invece in questo sisma non si è fatto, si invitano gli ordini nazionali che sanno poco o nulla del territorio e gli ordini locali vengono lasciati in seconda battuta.
Quindi vi chiedo di prendere in seria considerazione questa mozione perché oltretutto potrebbe dare enormi benefici alla ricostruzione e quindi ai problemi che abbiamo evidenziato anche con altre mozioni per la ricostruzione del territorio. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Questo problema del tavolo tecnico è emerso qualche mese fa in occasione di una mia mozione, che poi fu approvata all’unanimità, che impegnava la Giunta, il Presidente della Regione, affinché sollecitasse il Governo per spostare in avanti alcune scadenze che il decreto legge 189 prevedeva. In pratica erano le scadenze per la presentazione dei progetti di danni minori e per la redazione delle famose schede Edes.
Tutto andò a buon fine perché le schede Edes sono state prorogate al 30 giugno e adesso verranno prorogate ancora, il progetto per la riparazione dei danni lievi che scadeva al 30 aprile fu poi prorogato al 31 luglio e adesso sarà prorogato ulteriormente. Chiedevo un tavolo tecnico per monitorare mese per mese quello che succedeva in modo tale che non potessero essere fissate delle scadenze così a caso, senza sapere effettivamente come andava a finire.
Ricordo che quella mozione fu approvata all’unanimità da parte di questo consesso e fu estrapolata la richiesta di istituire un tavolo tecnico perché c’era già in atto tutto un discorso a livello governativo, ministeriale e delle quattro regioni interessate per esaminare queste problematiche.
Ora mi trovo un po’ in difficoltà, vorrei che qualcuno mi spiegasse se effettivamente questo tavolo esiste, se queste problematiche vengono analizzate oppure se c’è bisogno di tornare indietro, altrimenti chiedo al Consigliere Giorgini che venga sospesa la mozione per capire cosa sta succedendo a livello governativo e delle quattro regioni.
Vedo che ogni tanto escono delle notizie, delle raccomandazioni da parte dell’Ing. Spuri, vedo che gli ordini professionali ci convocano su questi temi, facciamo tutta una serie di riunioni.
Ripeto, mi sembra che la mozione andò in porto ad aprile o marzo per sollecitare la proroga di quei termini e c’era proprio questa richiesta, fu fatta una risoluzione e fu tolto questo impegno perché si disse che si stava lavorando. Possiamo verificare questo discorso? Adesso viene riproposta una mozione che prevede l’istituzione di un tavolo tecnico, quindi prima di votare vorrei capirci qualcosa. Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 367. La pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Pergolesi, Maggi, Giorgini.
Favorevoli: Fabbri, Giorgini, Leonardi, Maggi, Pergolesi, Zaffiri, Zura Puntaroni;
Contrari: Biancani, Casini, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Micucci, Minardi, Rapa, Sciapichetti, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini.
Astenuti: Celani.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Mozione n. 368
ad iniziativa del Consigliere Bisonni
“Fondi per la comunicazione istituzionale svolta dalle emittenti radiotelevisive locali”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 368 del Consigliere Bisonni, che ha la parola per illustrarla.

Sandro BISONNI. Grazie Presidente. Questa mozione cerca di sostenere un’economia locale che è quella delle piccole emittenti radiotelevisive.
Qualche mese fa ho fatto un’interrogazione cosciente del fatto che questo settore da diversi anni versa in una crisi piuttosto profonda. Molte emittenti stanno licenziando personale, c’è una situazione complicata.
Ho fatto questa interrogazione per sapere quante finanze la Regione dedica alla comunicazione istituzionale, questo perché esiste una legge nazionale che impone l’obbligo di destinare almeno il 15% della comunicazione istituzione alle piccole emittenti locali radio/televisive.
La risposta che mi è stata data è che per la comunicazione istituzionale complessivamente la Regione ha speso circa 200 mila euro e, nonostante si sia superato il 15%, 80 mila euro sono stati destinati alle emittenti radio/televisive.
Ora voi capite che dividere 80 mila euro, nel nostro territorio in cui ci sono 200, non le ho contate, non le ho censite, però sicuramente più di 100 tra radio e televisioni, le televisioni sono un numero limitato, le radio sono parecchie, per un numero consistente di radio e TV fa si che questo beneficio tutelato dalla legge italiana statale abbia una portata molto limitata.
Sottolineo, se ce ne fosse bisogno, che il servizio svolto dalle emittenti locali radiofoniche e televisive è da ritenersi un patrimonio per l’intera comunità e evidenzio, se ce ne fosse bisogno, che la spesa per la comunicazione istituzionale viene fatta per informare i cittadini di quello che quest’Aula decide. Ad esempio se la Consigliera Leonardi propone una legge e viene approvata, questa avrà degli effetti di divulgazione limitati, se non comunicata.
Quindi ritengo che sia importante e sia doveroso che la comunicazione istituzionale, vista come servizio verso i marchigiani, sia sostenuta. Se una quota di questa spesa, ripeto, che è una spesa per la democrazia, la voglio definire così, è riservata a sostenere un settore importante della nostra economia, perché in queste emittenti radio/televisive ci lavorano numerose persone che sostengono numerose famiglie, ritengo che questo non possa essere altro che un beneficio doppio. Il primo, lo ripeto, è il nostro dovere di informare i cittadini, i marchigiani di quello che quest’Aula decide, il secondo, contemporaneamente, di produrre anche una ricaduta positiva nel nostro territorio.
Per queste ragioni che ho spiegato mi sono sentito di proporre questa mozione che chiede alla Giunta di aumentare un po' questa spesa. Non ho messo cifre, sarà la Giunta a decidere in base alle disponibilità di bilancio quali potranno essere le cifre da impegnare e soprattutto che queste risorse siano ripartite secondo dei criteri di uniformità, omogeneità e capillarità tra le emittenti locali radio/televisive.
Sulla base di questo mi auguro che questa mozione sia sostenuta da tutti con voto unanime. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Ritengo che questa mozione se sarà approvata, sarà un appunto scritto che lasciamo all’attività del Consiglio regionale perché se non sbaglio la Giunta non è nella facoltà di aumentare la spesa ed il capitolo previsto, ho chiesto conferma al Presidente Giacinti, può farlo solo per somme nuove o compensative.
E’ un appunto per la variazione di bilancio, quindi personalmente in sede di variazione di bilancio firmerò volentieri un emendamento, o un provvedimento, o una proposta, perché se viene dalla Giunta è una proposta sulla variazione che dovremmo fare da qui a qualche mese, anzi pochi mesi, e in quella sede potremmo anche inserire questo tipo di spesa aggiuntiva.
Aggiungo anche, per quello che può riguardare questa spesa specifica, che molte radio private, ne conosco diverse in provincia di Macerata, fanno già questa attività di informazione di natura istituzionale, sia nei confronti dei Comuni che nei confronti delle altre istituzioni, anche non retribuite.
Quindi anche qui la forma dovrebbe essere quella, non so in quale altra sede Presidente dovremmo dirlo, del convenzionamento perché non credo che la strada possa essere quella del semplice spot, cioè ti mando lo spot e me lo pubblichi. Sarebbe molto più serio e molto più costruttivo che le radio e le televisioni private, come già fanno in alcuni casi, abbiano delle convenzioni. Penso al mio Comune che ha una convenzione con due emittenti locali, le quali trasmettono le sedute del Consiglio comunale o tutta l’informativa che il Comune ritiene necessario mandare.
Questa stessa cosa fatta dalla Regione in maniera equanime, che tocca tutte le emittenti della Regione, magari saranno piccole cifre, ed anche se sono veramente 200, mi sembrano tante ma è probabile che siano in questo numero, siano tutte toccate ugualmente da questo beneficio e magari proporzionalmente alla loro capacità di comunicazione perché è chiaro che c’è l’emittente che copre un raggio di pochi chilometri e c’è l’emittente che copre raggi molto maggiori, quindi con la raccomandazione di questi due criteri, che avrei voluto volentieri inserire all’interno della mozione, ma non è possibile farlo perché le mozioni sono immodificabili, almeno che non diventino risoluzioni o non vengano ripresentate.
Ritengo che la mozione possa essere benissimo approvata.

PRESIDENTE. C’è la volontà di fare una risoluzione condivisa su questo punto?
Ha la parola il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Grazie Presidente. Come sapete io vengo dall’emittenza privata, non so se lo sapete, se non lo sapete ve lo dico. Sono il fondatore di Radio Arancia di Ancona che è stata per tanti anni la prima nella classifica regionale delle emittenti private.
La crisi dell’emittenza locale radio/televisiva dipende soprattutto da due fattori, il primo è la scarsa imprenditorialità di persone che con grande e buona volontà si sono messe ad aprire un’emittente e hanno cercato di mandarla avanti, la seconda è la crisi economica per cui il mercato della pubblicità è sceso in maniera vertiginosa.
Detto questo, devo dire che la legge non prevede finanziamenti alle emittenti private, prevede che la Regione su tutto quello che come istituzione spende per la propria comunicazione, il 15% lo destini all'emittenza privata, quindi non è una regalia o un sostegno. Quando il committente Regione chiede di mandare dei comunicati ai giornali, ai mezzi di informazione, il 15% minimo lo deve destinare all’emittenza privata.
Sull’emittenza privata il Consigliere Marconi ha già detto qualcosa in riferimento al suo Comune, la funzione è importante perché per sapere i risultati delle elezioni di Ancona, purtroppo negativi, sono stato collegato con Etv fino alle due e mezzo di notte, perché è un servizio che altri mezzi di informazione non danno, comunque è calato nel territorio e nella realtà del territorio e dà voce a un sacco di gente.
Ricordo quando le emittenti si chiamavano libere, radio libere, si diceva: finalmente non c’è più un fruitore dell’informazione, ma il fruitore diventa anche mezzo di informazione in questo senso, poi le cose sono cambiate perché la cosiddetta economia di mercato non guarda a questi romanticismi, ma guarda soprattutto al soldo.
Voteremo questa mozione perché, ripeto, non si tratta di un finanziamento, si tratta di rispettare la legge, la Regione deve destinare all'emittenza privata il 15% di quello che spende per le comunicazioni istituzionali, si tratta soltanto di questo, di applicare pedissequamente la una legge. Quindi invito tutti a votare questo incoraggiamento che viene dal Consigliere Bisonni. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Intervengo giusto per fare una piccolissima precisazione anche in risposta al Consigliere Marconi.
E’ chiaro che questa è una mozione e tutte le mozioni, quelle che presento io o che presenta chiunque altro, sono atti di indirizzo politico ed è proprio quello che si vuole fare. Poi in sede di variazione di bilancio si provvederà, però questa mozione rafforza questo atto, quindi diamo mandato all’Assessore competente ed alla Giunta di andare in questa direzione.
Ha detto bene il Consigliere Maggi a sottolineare che non si tratta di dare un finanziamento, ma di destinare il 15% della comunicazione istituzionale, alle emittenti radio/televisive locali, nessun finanziamento, solo il rispetto di questa normativa. Grazie.

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Urbinati.

Fabio URBINATI. Grazie Presidente. Intervengo per sottolineare questo aspetto importante e non indifferente della comunicazione ed io condivido anche ciò che ha sottolineato il Consigliere Maggi.
Noi riteniamo di approvare questo documento, ma soprattutto di farcene carico prendendo un impegno anche con il Presidente della Commissione bilancio per la prossima stesura perché, come è giusto e come ha specificato anche il Consigliere Bisonni, tocca a noi.
Il bilancio è una materia del Consiglio, quindi ci ricorderemo un po’ tutti, il vero atto che faremo sarà nel prossimo autunno con la stesura del bilancio.
Quindi voteremo favorevolmente senza neanche proporre una risoluzione perché credo che ci sia poco da risolvere. Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione
Mozione n. 368. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Mozione n. 369
ad iniziativa della Consigliera Leonardi
“Fondi per la riapertura al pubblico delle seggiovie di Frontignano”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 369 della Consigliera Leonardi, che ha la parola per illustrarla.

Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Torno ad occuparmi della zona montana, purtroppo ferita pesantemente dal sisma, nel tentativo di portare delle proposte che possano aiutare a risollevare l’economia delle nostre bellissime realtà.
La zona montana di Ussita, nella località di Frontignano, è stata fortemente colpita dal terremoto ed a livello strutturale ha avuto serie ripercussioni a livello di impiantistica sciistica, che in quella località viene utilizzata non solo per quanto riguarda gli sport invernali, ma anche durante il periodo estivo per le passeggiate in alta quota. Attività che rivitalizzano l'economia di un territorio che ruota intorno a quelle bellezze naturalistiche.
Gli impianti da sci di Frontignano sono compresi nell’elenco di cui all’allegato B del decreto del Vicecommissario delegato per gli interventi di ricostruzione post sisma n. 2 del 5 gennaio 2018.
All'interno del documento di cui sopra si afferma che per “le opere pubbliche di cui all'allegato B, i relativi effetti sono subordinati all'entrata in vigore dello specifico provvedimento che il Commissario straordinario adotterà ai sensi dell'articolo 2, comma 2, del decreto legge n. 189/2016”.
Questo provvedimento, che consentirebbe l’erogazione delle risorse e di far partire gli interventi, dopo circa quattro mesi tarda ancora ad arrivare tanto che in data 20 aprile 2018 il Comune di Ussita ha inviato alla Regione Marche - Ufficio speciale per la ricostruzione - una nota avente ad oggetto: “Richiesta fondi per la riapertura al pubblico esercizio delle seggiovie denominate ‘Le Saliere’ e ‘Belvedere’.
Facendo riferimento al Piano delle opere pubbliche II stralcio per il Comune di Ussita, il medesimo ente locale afferma che per poter dare avvio alla ricostruzione del paese e, in particolare, alla riapertura al pubblico esercizio di questi impianti sciistici è stato previsto un finanziamento complessivo, dato appunto dai fondi del sisma, di 7.960.000 euro. Tali risorse purtroppo non sono ancora state rigirate al Comune, per questo la nota inviata alla Regione.
Al fine di poter consentire una parziale riapertura delle seggiovie, che permetterebbe il riavvio dell’economia, è stato stimato un costo attraverso una progettazione, quindi una valutazione fatta dal Comune, pari a circa 150 mila euro che nella richiesta del Comune salirebbero in via prudenziale a circa 200 mila euro.
Nella richiesta avanzata dall’amministrazione comunale di Ussita si chiede che ci sia una anticipazione della somma pari a 200 mila euro a valere sul finanziamento approvato con il citato piano delle opere pubbliche, II stralcio, onde consentire la riapertura almeno parziale degli impianti in questi due tratti.
La richiesta è motivata dal fatto che una attesa ulteriore farebbe perdere un’ulteriore stagione, quella estiva, siamo arrivati ormai al mese di giugno, ma il rischio è quello di perdere, se gli interventi non verranno attuati, anche la stagione turistica del 2018. Consentendo almeno una parziale riapertura con una anticipazione minima di 200 mila euro si darebbe un contributo importante alla ripartenza di questa economia.
Che cosa chiedo con questa mozione al Presidente ed alla Giunta? Chiedo di trovare una idonea e celere soluzione al fine dell'anticipazione delle risorse di cui in premessa, pari a 200 mila euro per le seggiovie del Comune di Ussita; a verificare l'emissione di una proposta di legge regionale inerente una anticipazione finanziaria a carico del Consiglio facendo confluire le risorse anticipate nella contabilità speciale già aperta con relativo recupero delle somme anticipate tramite l’accredito dei fondi statali, quando arriveranno questi 9 milioni di euro; ad impegnarsi con il Comune di Ussita al fine di trovare una rapida soluzione per il riallineamento delle funi necessario al riavvio degli impianti di Frontignano.
Ho cercato di discutere a margine, prima dell'esame, sia con il Presidente Ceriscioli che con l’Assessore Cesetti che mi avevano dato delle disponibilità, un’apertura. Il Presidente aveva una risposta fornita dall’Ufficio ricostruzione, però non me l’ha fornita.
Il Comune di Ussita aveva scritto all’Ufficio per la ricostruzione, non ho capito bene se nel frattempo sono cambiate le condizioni e se queste somme da aprile ad oggi sono disponibili, quindi non ci sarebbe più la necessità di una anticipazione.
Il Presidente aveva la risposta da fornirmi, altrimenti se c’era da valutare la possibilità di fare questa anticipazione, avrei sospeso e chiesto un eventuale rinvio per consentire all’Assessore di operare. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Anch’io Presidente devo aggiungere qualche domanda all’unico Assessore rimasto, non so per quale motivo gli altri si sono assentati. Per fortuna è rimasto l’Assessore Sciapichetti che è quello più direttamente interessato a questa questione che secondo me è seria e delicata e tocca un programma un po’ più vasto.
Rispetto a questo, Assessore, vorrei capire, primo, se il meccanismo dell’anticipazione in termini finanziari è possibile e come; secondo, avremo un elenco più lungo.
Chiedo questo, se come Consiglio facciamo un atto che diventa un precedente anche per altre situazioni, che immagino che ci siano, al di là dell’attività, tra le altre cose la cifra che viene chiesta in questo caso è veramente ridicola rispetto alla montagna di miliardi che spenderemo per tutta la ricostruzione, però probabilmente quello che sollecita la Consigliera Leonardi, relativamente alla necessità di una accelerazione dei tempi per l’avvio di una attività produttiva, potrebbe anche toccare altre realtà. Quindi sottolineo questa difficoltà in maniera molto onesta e lo faccio in modo trasparente e pubblico dicendo: sottoscrivo la richiesta di un Comune come quello di Ussita però poi non vorrei essere rimproverato da altri 10 Comuni perché non mi sono interessato a loro.
Terza cosa, la richiesta, Assessore, potrebbe non essere votata da noi, ma come già ricordava la stessa Consigliera Leonardi, la Giunta valutando caso per caso potrebbe dare una risposta alle singole richieste, è ancora un’altra strada, oppure troviamo una strada di indirizzo. La strada di indirizzo è che la Giunta crei un capitolo di 5 milioni, di 10 milioni, di 20 milioni, un po’ come è stato fatto per Tolentino, un fondo in cui vengono anticipate somme per progetti, come questo che è esecutivo, pronto, finanziabile, che nella mora dei tempi e nell’attesa particolarmente più lunga e gravosa rispetto ai tempi del terremoto non può essere soddisfatto in maniera ragionevole, soprattutto in vista della stagione invernale.
Un ultimo dubbio, quindi diventa una lunga interrogazione, è: rispetto a questi progetti l’anticipazione è sicura? Nel senso che stiamo parlando di progetti che poi verrebbero comunque finanziati? Chi ci dà questo tipo di certezza?
Mi sembra che la Consigliera Leonardi abbia detto che sono già previsti, perfetto, perché su questa strada Consigliera io per esempio sento le scuole, anche se ormai le scuole si stanno muovendo abbastanza bene, però le sento e potrebbero partire una marea di richieste, quindi dico di fermarci un attimo e di darci un atto di indirizzo. Voto meglio un atto di indirizzo che dice che la Regione mette a disposizione un X per tutti e questo viene fatto in maniera equanime, senza figli e figliastri e senza presentarci qui ogni martedì con una richiesta specifica in capo ad un Comune, in capo ad una scuola, in capo ad una funivia, in capo a un’altra attività produttiva.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. Grazie Presidente. La mozione della Consigliera Leonardi che va nella direzione di risolvere un problema vitale per il Comune di Ussita. che è quello degli impianti di risalita, che noi conosciamo tutti molto bene, non solo i maceratesi, credo che abbia già una sua risposta nell’ambito di quanto previsto per la ricostruzione anche delle attività produttive.
Quel progetto è finanziato, come ricordava lei, chiedere alla Regione di procedere in anticipo significa creare un precedente che peraltro non può essere preso in considerazione in questo momento dalla Regione che ha già detto no ad altre richieste di anticipo, per esempio, come ricordava giustamente adesso il Consigliere Marconi, sulle scuole o su altri tipi di iniziative.
Non siamo a livello di bilancio regionale nella condizione di anticipare anche se in questo caso parliamo di una cifra veramente modesta, come 200 mila euro.
Sulla mozione si può fare una risoluzione che chiede di sollecitare gli uffici preposti a procedere alla realizzazione del progetto, quindi con la spesa dei fondi e con la messa in funzione per la prossima stagione degli impianti di risalita per l’attività sciistica. Questo può avere un senso e possiamo anche farlo, secondo me, se la Consigliera Leonardi è disponibile ad una risoluzione di questo genere. Si sollecitano gli enti, ma l'anticipazione secondo me non è possibile. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Sono un po’ in difficoltà perché non so bene che cosa mi volesse rispondere il Presidente nel merito della cosa.
Voglio ricordare che sono partita come presupposto di base dal fatto che sono risorse con una copertura nazionale. Sono partita da un precedente che è stato quello dell’anticipazione per le risorse destinate alle strutture ricettive, che hanno accolto le persone sfollate e terremotate, nella difficoltà di avere un immediato o comunque nei tempi che erano stati previsti, e dal fatto che non conosco altre richieste che siano state bocciate, quindi non so se la Giunta o chi per lei, abbia preso delle decisioni in merito diverse.
Pongo un problema anche per l’esiguità della cifra che il Comune chiede di anticipare rispetto alla possibilità di far ripartire un’economia e rispetto ad una copertura che comunque è stata deliberata di 7.960.000 euro.
Fare una risoluzione con la quale sollecitiamo mi sembra acqua fresca, perché sollecitiamo tutti, credo che anche lei, solleciti tutti i giorni o quasi, il Commissario alla ricostruzione piuttosto che altri soggetti.
Mi era sembrato di capire che ci fosse un’apertura, ora purtroppo entrambi i miei interlocutori sono assenti ed io mi trovo in imbarazzo nel non capire quello che può essere fatto. Non so se il PD ha preso una decisione rispetto a questa mozione, però non mi sembra ci siano i presupposti per non approvarla, mi sembra un atto di buon senso che non comporta grossi problemi.

PRESIDENTE. Prima di procedere alla votazione la Consigliera Leonardi chiede una sospensione per sentire il Presidente? N allora votiamo.

Mozione n. 369. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 14,50