Resoconto della seduta n.112 del 22/10/2018
SEDUTA N. 112 DEL 22 OTTOBRE 2018

La seduta inizia alle ore 15,00


Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

PRESIDENTE. Do per letto il processo verbale della seduta n. 111 del 16 ottobre 2018, il quale, ove non vi siano opposizioni, si intende approvato ai sensi del comma 4 dell'articolo 53 del Regolamento interno.
Richiamo inoltre, ai sensi del comma 5 dello stesso articolo, l'attenzione di tutti i Consiglieri sulle comunicazioni distribuite, con cui porto a conoscenza dell'Assemblea quanto espressamente previsto dal Regolamento interno.

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. La I Commissione ha appena esaminato i due atti che saranno discussi oggi, come da accordi nella Conferenza dei Capigruppo e ai sensi dell'articolo 48, comma 4 del regolamento interno, cioè la proposta legge 233 ad iniziativa Giunta regionale “Assestamento del bilancio di previsione 2018/2020” e la proposta di atto amministrativo n. 54 ad iniziativa della Giunta regionale “Documento di economia e finanza regionale (DEFR) 2019/2021 della Regione Marche”.
Ha la parola il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Abbiamo visto l'emendamento alla proposta di legge 233 a firma dell'Assessore Pieroni e siccome l’avevamo discusso in Commissione precedentemente e avevamo detto che questo emendamento era oggetto di valutazione della II Commissione, che non li ha valutati, direi di non inserirlo nell'assestamento, ma di rimandarlo, come la Commissione aveva precedentemente detto, alla valutazione della II Commissione.

PRESIDENTE. Sugli emendamenti stiamo aspettando la lettera della Commissione, dopodiché valuteremo l’ammissibilità o meno. Intanto lei ce l’ha detto, giustamente.
Se l’Aula non ha nulla in contrario, iscrivo questi due atti all'ordine del giorno, al primo punto la proposta di legge n. 233 e al secondo la proposta di atto amministrativo n. 54.

Proposta di legge n. 233
ad iniziativa della Giunta regionale
“Assestamento del bilancio di previsione 2018-2020”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 233 ad iniziativa della Giunta regionale.
La discussione generale è aperta. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Giacinti.

Francesco GIACINTI. Con questa proposta di legge andiamo ad esaminare il corposo fascicolo che ha a che fare con il cosiddetto assestamento di bilancio.
Leggo velocemente gli articoli che compongono questa proposta di legge per poi dire qualcosa nel merito, nel senso di toccare le più significative variazioni. Poi esamineremo anche gli emendamenti che sono stati presentati in Aula. I pareri del Cal e del Crel li abbiamo presi in esame pochi minuti fa nella I Commissione.
L’articolo 1 di questa proposta di legge recepisce le risultanze, relativamente ai residui attivi e passivi, del rendiconto dell'esercizio 2017, confrontandoli con il bilancio iniziale.
All'articolo 2 troviamo le risultanze della giacenza di cassa del rendiconto, anch'esse confrontate con i valori del bilancio iniziale e all'articolo 3, il saldo finanziario alla chiusura dell'esercizio 2017.
L’articolo 4 adegua il disavanzo determinato dal debito autorizzato e non contratto alle risultanze del rendiconto.
L’articolo 5 adegua le autorizzazioni alla contrazione dei mutui, alla luce delle risultanze del rendiconto.
L’articolo 6 dispone la modifica del comma 2 dell'articolo 8 della legge regionale 40/2017. Il debito autorizzato, nei termini e secondo le modalità di cui al comma 1 dell'articolo 8 della legge regionale 40/2017, può essere contratto solo per far fronte a effettive esigenze di cassa. Nel corso dell’esercizio 2018 non è stato contratto e non si prevede contrazione di nuovo indebitamento. Si dispone, pertanto, con la presente modifica, che l'ammortamento dell'indebitamento derivante dall'utilizzo delle forme di finanziamento di cui al comma 1 decorra a partire dal prossimo esercizio, cioè dal 2019.
L’articolo 7 prevede l'abrogazione dell'articolo 27 della legge 19/2007. In poche parole è l'articolo che si riferisce alla soppressione dell'accisa sui carburanti nella misura di 0,02 euro per litro di carburanti. Questa abrogazione ha effetto dall’1 novembre 2018 e va a ridurre il prelievo fiscale regionale nella misura indicata, di circa 4 milioni di euro. Quindi i cittadini risentiranno di questo beneficio. Singolare è il fatto che il Consiglio regionale dell’economia e del lavoro abbia subordinato il suo parere positivo alla manovra di assestamento all'approvazione di questo articolo. Ovviamente lo giustifica nell'ambito di una discussione più completa ed ampia relativamente a tutta la fiscalità regionale, però, che il Crel abbia a che dire sull'abolizione di una tassa mi sembra singolare. Scusate se mi sono permesso questa battuta.
Nella triennalità 2018/2020, questa manovra va ad influire nel bilancio 2018 per 339 mila euro, nel bilancio 2019 e 2020 per 3,963 milioni euro per ciascuno dei due esercizi.
L'articolo 7 bis riguarda la modifica della legge regionale 34, ovvero il finanziamento delle attività dei Gruppi consiliari. L'articolo risponde all'esigenza di applicare gli incrementi dei valori tabellari definiti dal contratto nazionale di lavoro del comparto funzioni locali al personale dei gruppi consiliari. L'applicabilità degli incrementi, senza variazione del budget iniziale, trova limite nella insufficiente capienza delle poste in cui il budget medesimo è articolato tra i gruppi, in base alla ripartizione effettuata dalla deliberazione dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale e alle capacità assunzionali già esercitate dai gruppi medesimi. Quindi, l'incremento dei valori tabellari applicato al personale dei gruppi, mantenendo invariati gli altri parametri che definiscono l'ammontare del trattamento onnicomprensivo, comporta una rivalutazione del budget complessivo previsto dalla medesima deliberazione. Gli effetti finanziari di questo articolo di modifica vanno ad incidere per l'anno 2018 per 150 mila euro, di cui 50 mila per l'applicazione dei nuovi valori tabellari previsti dalla rivalutazione contrattuale, e 100 mila euro per la corresponsione degli arretrati al personale interessato da questo provvedimento. A regime il maggior onere è valutato in 50 mila euro per esercizio.
L'articolo 7 ter introduce una disposizione con la quale la Giunta provvede per l'anno 2018, nel limite massimo di 153.861 euro, alla definizione delle istanze già presentate per gli indennizzi dei danni causati alla circolazione stradale dalla fauna selvatica antecedenti all’1 gennaio 2016, in base alle modalità stabilite dalla Giunta medesima e in attuazione della normativa regionale previgente alla legge regionale 28/2015. Attualmente la mancanza di una disposizione transitoria, derivante dall'abrogazione dell'articolo 34 bis della legge regionale 7/1995 ha impedito la definizione delle richieste in itinere avanzate a seguito dell'istituzione di un fondo nella legge regionale 7/1995. Per cui si rende necessario l'introduzione dell’articolo 7 ter che consentirebbe di porre termine a questi contenziosi. La disposizione trova copertura negli stanziamenti di bilancio, come riepilogato nei prospetti.
L’articolo 7 quater vuole dare continuità all'azione dei soggetti attuatori, Regione ed enti locali, nell'ambito dell'emergenza sisma sulla base di specifiche necessità. Con l'articolo 13 della legge 30 settembre 2007 è stata prevista la possibilità di ricorrere ad anticipazioni dal bilancio regionale 2018/2020, ovviamente in questo esercizio 2018. Al comma 4 è stabilita la tempistica per la restituzione degli anticipi erogati nel corso dell'esercizio, entro il 30 settembre, ma tale previsione contrasta con le esigenze di continuità degli interventi sul territorio e le tempistiche di erogazione delle risorse statali sulla contabilità speciale. Quindi si propone di posticipare la data di restituzione dei fondi al bilancio regionale, fissando quale termine ultimo il 31 dicembre. Parliamo di 40 milioni di valore complessivo di questa anticipazione.
L'articolo 8 fa riferimento a disposizioni per la specifica destinazione delle entrate in conto capitale non aventi natura ricorrente. Attribuisce il formale vincolo di specifica destinazione alla spesa di investimento ad alcune entrate in conto capitale, straordinarie e di natura non ricorrente e ad una quota parte del risultato di amministrazione al 31 dicembre 2017. In coerenza col decreto legislativo 118/2011, la finalità della norma è quella di sostenere la spesa per investimenti da parte della Regione, indicando un vincolo specifico di destinazione a sostegno delle missioni 01, 14 e 16. L'articolo esplicita la destinazione alla copertura di spese di investimento delle risorse derivanti: dalle entrate in conto capitale straordinarie per 67 mila euro; dalla quota di avanzo risultante dal rendiconto 2017, destinata agli investimenti, per altri 206.048 euro.
L'articolo 9 approva le variazioni allo stato di previsione dell'entrata e della spesa, quindi i prospetti riepilogativi.
L'articolo 10 riguarda le modifiche legate alla legge regionale 39/2017: il rifinanziamento per gli anni 2018/2020 delle leggi regionali scadute; le autorizzazioni di spesa; i cofinanziamenti regionali a programmi statali; i cofinanziamenti regionali a programmi comunitari; le famose tabelle B, C, D ed E.
L’articolo 11 prevede l'incremento delle spese autorizzate per il triennio con la presente legge che trova ovviamente integrale copertura nell'incremento delle entrate, sempre nello stesso periodo di riferimento, 2018/2020.
L'articolo 12 è la dichiarazione di urgenza.
Ho fatto una veloce disamina degli articoli della proposta, ma se veniamo a toccare le voci maggiormente significative di tutta la manovra di assestamento, possiamo dire in breve, che è una manovra che consta di circa 50 milioni di risorse che vanno toccare le esigenze della comunità regionale in vari ambiti di intervento e di applicazione.
Ci sono interventi per: la qualità dell'aria, 1,1 milioni di euro (ovviamente arrotondo le cifre); le aree protette dei parchi, 2 milioni di euro; le Province oltre 6 milioni di euro (in merito a funzioni passate alla Regione, ma si prevede anche il rimborso dei periodi in cui queste funzioni erano in capo agli enti medesimi); il trasporto pubblico , 4,85 milioni, di cui 1,1 milioni per le agevolazioni tariffarie; le unioni montane 1,7 milioni; la sicurezza dei fiumi, 1,2 milioni; la protezione civile 700 mila euro; i Comuni 11 milioni; il turismo e la cultura 1 milione.
Abbiamo discusso della questione relativa alla detassazione dell'imposta regionale sui carburanti che comporta 4 milioni di minori entrate. Ci sono 600 mila euro destinati al comparto dello sport.
Queste le variazioni più significative che mettono in evidenza l'aggiustamento di varie esigenze formatesi, ma che sono ben note, considerando la composizione socio-economica di questa comunità regionale.
Come ho detto in Commissione, le manovre di assestamento sono il giusto riequilibrio, determinate dal fatto che in sede di redazione del bilancio di previsione si è stretti fra le varie questioni e le varie problematiche a cui dare una risposta. Le ristrettezze spesso sono determinate anche dalle politiche di finanza pubblica, per cui l'ente Regione non è in grado di poter stanziare le risorse necessarie a dare risposte fin da subito alle varie questioni. Ecco che rincorriamo durante gli esercizi finanziari, a seconda della disponibilità delle risorse, le varie risposte.
Questa manovra in continuo divenire dipende un po' dalla ristrettezza di fondi a disposizione per poter dare risposte fin da subito, ribadisco fin da subito, coerenti con le varie esigenze.
Quello che si legge - sono anche un po’ preoccupato e lo dico da cittadino spogliandomi di questo ruolo - è che si ipotizzano manovre ancor più restrittive di finanza pubblica che, posso immaginare, ci metteranno nella condizione di temere per il futuro, per cui troveremo sempre le stesse questioni.
Concludo qui la discussione e poi la disamina degli emendamenti la facciamo successivamente.

PRESIDENTE. Chi vuole parlare si prenoti, al termine del prossimo intervento chiudo le iscrizioni.
Ha la parola la relatrice di minoranza Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Oggi andiamo ad approvare l'assestamento di bilancio di previsione, disciplinato dal decreto legislativo 118 del 2011, che rappresenta un momento di valutazione complessiva dell'andamento gestionale con riferimento alle risorse utilizzate e agli obiettivi prefissati.
Con l'assestamento andiamo ad operare le rettifiche al bilancio di previsione, sia per competenza che per cassa.
Il Presidente della I Commissione Giacinti ha già illustrato i vari articoli, quindi io non li ripeterò, però una riflessione la vorrei fare.
Questo assestamento costa 50 milioni di euro: la qualità dell'aria 1 milione, le aree protette 2 milioni, le Province 6 milioni, il trasporto pubblico 4,85 milioni, la protezione civile 700 mila euro, lo sport 600 mila, il turismo, i comuni 11 milioni.
Una riflessione mi viene spontanea: l’assestamento va ad assestare il bilancio di previsione, come possiamo votare questo documento se avevamo già votato contro il bilancio di previsione 2018/2020, motivando le varie criticità? Quali erano le criticità di allora? Per quanto riguardava il lavoro, l'occupazione e l'accesso al credito non c'era assolutamente nulla e oggi ripetiamo che non ci sono nuovi interventi a favore del lavoro, dell'occupazione e dell'accesso al credito, non ci sono iniziative politiche e azioni nuove e nuovi investimenti. Nessuna scelta di campo, nulla di strategico per questo territorio.
Ho ripetuto l'elenco che ha fatto il Presidente della Commissione Giacinti in merito agli interventi, quindi qualità dell'aria, aree protette, Province, Comuni, ma nulla per quanto riguarda il lavoro, l'occupazione e l'accesso al credito. Allora mi chiedo: come può la minoranza votare questo documento se avevamo votato in maniera negativa allora, proprio per le motivazioni già dette? Oggi non c'è nulla di nuovo in questo documento.
Gli ultimi dati delle Marche sono estremamente preoccupanti a livello occupazionale. Ormai ci collochiamo come una regione del sud, lo abbiamo visto anche nelle ultime elezioni politiche del 4 marzo. Siamo una delle regioni con il più alto tasso di disoccupazione, quando 10 anni fa non era così.
Naturalmente non si può non condividere il fatto che la manovra di assestamento di bilancio di previsione 2018/2020 risente di tagli pesantissimi sui bilanci regionali, come ha già detto il Consigliere Giacinti, e dei vincoli posti dal pareggio di bilancio, che non consentono di avere significativi margini di manovra con l'assestamento di bilancio. Di questo siamo consapevoli, ma sono tre anni che gestite il bilancio e potevate porre più attenzione all’occupazione, visto e considerato che c'è un allarme grande.
Quindi è vero che la manovra costa 50 milioni, ed abbiamo toccato le aree protette, le Province, il trasporto, ma non abbiamo mai inciso sull'occupazione e sul lavoro. Avete gestito tre bilanci, ma del rilancio dell'occupazione non se ne è mai parlato.
Voglio anche fare qualche riflessione sulla valenza politica dell'atto. Questo è un momento in cui si dovrebbe coinvolgere tutti i Consiglieri, ma l'assestamento viene approvato oggi, la Regione non ha rispettato il termine del 31 luglio previsto all'articolo 50 del decreto legislativo 118 per deliberare l'assestamento generale di bilancio, così come riportato anche dal Collegio dei revisori, quindi, non avendo rispettato questo termine, si fa fatica ad entrare nel merito della questione. Se avessimo rispettato i tempi il ragionamento sarebbe potuto essere anche diverso, ad esempio, se avessimo dovuto rivedere la spesa corrente, la politica fiscale, quando occorreva farlo? Naturalmente durante l'anno.
Le nostre criticità sono quelle che abbiamo espresso in questi anni, ma questa amministrazione è rimasta sorda. Assessore Cesetti, l'avevo detto anche in merito alla variazione di bilancio che abbiamo approvato un mese fa, che non toccava quelle criticità importanti che stiamo vivendo a livello regionale. Quindi il giudizio che posso dare sull'assestamento è lo stesso che ho dato sul bilancio di previsione, per il fatto che non c'è nessuna politica per il lavoro, l'occupazione e l’accesso al credito.
Ancora più grave, Assessore, è che purtroppo negli anni passati, quando approvavamo il bilancio, ho fatto sempre riferimento al livello regionale e nazionale, quindi, la invito prossimamente, visto e considerato che andremo ad approvare il bilancio di previsione, a fare attenzione alla politica del lavoro, perché a livello nazionale stiamo vivendo una crisi senza precedenti, siamo sull'orlo del collasso finanziario: crollo dei mercati, delle banche, delle società quotate in borsa, della fiducia degli investitori esteri. Se a livello nazionale la situazione è veramente drammatica per quello che sta accadendo quotidianamente - le società quotate in borsa perdono 150 miliardi, gli investitori stranieri non vengono più qua - nel bilancio di previsione dovreste fare attenzione al lavoro e all'occupazione. Credo che non ci saranno bei tempi!
Visto e considerato che a livello nazionale la situazione è drammatica, la invito prossimamente a prendere in considerazione le problematiche relative all'occupazione e all'accesso al credito. Non sto difendendo il Governo nazionale, ma c'è una crisi senza precedenti, non solo finanziaria, non solo perché gli investitori non vengono più in Italia, ma perché gli italiani fuggono e vanno all'estero, quindi disinvestono come è accaduto nel 2008 quando c'è stato un fuggi fuggi dall'Italia per investire fuori.
La situazione a livello nazionale è caotica e disastrosa e credo che non abbia precedenti, ma a livello regionale sono 3 anni che gestite questi bilanci e non avete mai preso in considerazione l'occupazione e l'accesso al credito. Quindi il mio è un giudizio negativo.

Presidenza del Vicepresidente
Renato Claudio Minardi

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Ovviamente non rifaccio l'analisi che ha fatto il Presidente della I Commissione Giacinti, e mi trovo d'accordo anche su quanto detto, almeno nella prima parte, dalla Consigliera Marcozzi. Non sono d'accordo sulla seconda parte, quando dice che non si era mai presentata una situazione così grave. Ricordo quando il tuo capogruppo Berlusconi ha portato lo spread a oltre 400 e la situazione era sicuramente più grave di quella attuale.
La lettura dell'assestamento si fa di anno in anno sempre più interessante. Anche quest'anno, lo ha citato la Consigliera Marcozzi, non c'è niente di nuovo sotto il sole, infatti è stato deliberato dalla Giunta il 12 settembre, anziché il 31 luglio, come hanno fatto rilevare anche i Revisori dei Conti. Quindi c'è stato poco margine per poter studiare un documento così importante.
Suggestivo, però, è il comunicato stampa della Giunta il giorno stesso della delibera che riportava che l'assestamento rispondeva alle esigenze più urgenti espresse dal territorio. Naturalmente questa dichiarazione della Giunta è in perfetta sintonia con la nuova definizione di “marchette” che ha dato l’Assessore Cesetti, che ovviamente usando un linguaggio più colto e aulico, in occasione della variazione di bilancio, le ha chiamate “esigenze organiche dei territori”, e visto che sono organiche potrebbero essere messe nel contenitore del compost, ma non produrrebbero lo stesso gli stessi risultati e consensi sperati.
Diamo un’occhiata alla famosa tabella C nella quale sono concentrate le esigenze organiche del territorio, che quest'anno ha toccato vertici altissimi per quanto riguarda la polverizzazione di interventi e la sfrontatezza.
Devo dire che la paternità degli emendamenti che abbiamo esaminato in Commissione vanno tutti attribuiti ai Consiglieri della maggioranza e al Consigliere Carloni, che, come il Chamaeleon Linnaeus, volgarmente detto camaleonte, è bravissimo, e mi complimento con lei, Consigliere Carloni, per cambiare secondo la convenienza la casacca, dalla maggioranza alla minoranza. Chapeau!
Veniamo velocemente a questi emendamenti, cercando le chicche più evidenti: 5 mila euro per ciascuna delle seguenti manifestazioni: degli artisti di strada di Grottammare, delle Fate di Pretara di Monte Vettore, del Festival di animazione poetica di Pergola; 5 mila euro per le attrezzature tecniche dell'associazione Altidona; 7 mila euro all'Università dei Saperi di Fano che organizza corsi di acquerello, potatura dell'ulivo e pasticceria vegana; 10 mila euro per la manifestazione, sempre per il 2018, della Sagra Giubilare di Grottammare e per la realizzazione dello spogliatoio della società sportiva Sant’Orzo di Fano, 10 mila euro ciascuno per la Fondazione Occhialini Fossombrone, per la promozione della fisica, e per il Comune di San Severino per la Festa regionale della famiglia; 15.000 euro per le attività del 2018, che sta finendo, degli operatori turistici di Inside Marche; sempre per il 2018 ci sono 20 mila euro per l'Associazione sportiva Della Rovere di Mondavio, 20 mila euro per il Comune di Mondavio per le scuole di infanzia e primarie, 20 mila euro per il progetto Senior Care per prevenzione e salute over 60, a cui mi sono iscritto immediatamente, 20 mila euro per la parrocchia Santa Maria Goretti di Fano, 20 mila euro ciascuno per Expo Tolentino e per la Confartigianato di Ascoli per un progetto di cooperazione e sviluppo con il Kazakistan, 20 mila euro per l’Auser di Pesaro per 3 programmi diversi (10 mila, 5 mila e 5 mila), forse per non dare nell'occhio.
E’ arrivato questa mattina in Commissione un emendamento dell'Assessore Cesetti che destina 25.000 euro come contributo straordinario a favore del Centro turistico giovanile sezione di Loreto per la rappresentazione sacra “La morte del giusto”. Pensate se era ingiusto quanto stanziava! Poi ci sono 30 mila euro nel 2020 per la valorizzazione del dialetto, quindi sino al 2020 parleremo solo in italiano e poi potremo sfogarci ognuno nel proprio dialetto; 40 mila euro ciascuno per il restauro della Chiesa del Gonfalone di Fano, per il Banco alimentare, per l'Unione pro loco di Pesaro-Urbino per il progetto “Un Natale che non ti aspetti”, ma il progetto era del Natale dello scorso anno; il carnevale di Fano prende sempre 35.000 euro, e questa è una manifestazione importante, per cui sono soldi spesi veramente bene, lo so, ma perché una manifestazione importante ogni volta ha bisogno di un contributo straordinario? Visto che da quando sono qui c'è sempre un contributo straordinario, dove sta la straordinarietà? C'è questa aggettivazione di cui mi sfugge il senso. Stesso discorso per quanto riguarda i contributi sacrosanti all'Unione italiana ciechi e all'Ente nazionale sordi. La domanda è: viene applicata la legge regionale 24 del 1985, che disciplina questo tipo di contributi? Anche in questo caso leggo “contributo straordinario”, uno straordinario che si rinnova tutti gli anni. C’è anche un contributo all'Unione italiana ciechi di Ascoli Piceno. Non voglio fare ironia, evidentemente i ciechi di Ascoli Piceno ne hanno più bisogno dei ciechi delle altre province. Infine è stato raddoppiato da 75 mila a 150.000 il contributo a favore dell’Istao, questo probabilmente sta anche nel fatto che l'Ufficio di Presidenza ha stretto un lavoro di grande collaborazione con l’Istao. La parte da leone in queste esigenze organiche del territorio la fa la Provincia di Pesaro e in particolare Fano. Faccio i miei complimenti al Vicepresidente Minardi per questa sua intensa attività. Anche gli emendamenti per 130 mila euro arrivati in Commissione per restaurare le chiese del pesarese sono sicuramente degni di nota.
Questi fondi organici per il territorio hanno impedito di trovare fondi per l'unico emendamento presentato dal Consigliere Giorgini, a nome del Movimento 5 Stelle, per concedere incentivi alla bonifica di piccoli manufatti contenenti amianto. Questo emendamento sicuramente era meno importante di quasi tutti quelli che ho letto.
Certo, alcuni contributi, non voglio essere negativo, vanno a sostenere proposte meritevoli, come l'abbattimento di barriere architettoniche o iniziative di inclusione a favore di ragazzi disabili, per le quali ho votato favorevolmente, senza nessun ripensamento, in Commissione.
Noi del Movimento 5 Stelle le esigenze organiche dei territori le finanziamo con i nostri soldi, permetteteci di dire, che ci togliamo dagli stipendi mensili come Consiglieri, non con soldi pubblici. Abbiamo finanziato le associazioni volontarie che distribuiscono le eccedenze alimentari alle famiglie in difficoltà, visto che c'è stato un emendamento per il Banco alimentare. Questo mese abbiamo dato 100 mila euro a numerosi progetti che ci hanno inviato delle scuole marchigiane, progetti che vanno dall'abbattimento delle barriere architettoniche all'acquisto di strumentazioni informatiche per la didattica e da questa iniziativa per le scuole marchigiane abbiamo ricevuto più di quello che abbiamo dato, lo dico con sincerità. Poterci confrontare con una realtà scolastica, troppo spesso inascoltata, e donare il nostro piccolo contributo a sostegno degli sforzi e dei sacrifici degli insegnanti, studenti e genitori, è stata una grande soddisfazione e un enorme arricchimento morale.
Scusate la digressione, ma torno all'assestamento facendo il punto sui fondi europei.
Siamo alla fine del 2018 e l’impegnato è poco meno della metà dello stanziato. E’ evidente che si continua a non utilizzare efficacemente le risorse europee, la programmazione non viene rispettata, il 2020, cioè la fine dei 7 anni, è praticamente arrivato e si rimandano gli interventi di anno in anno per poi correre a spendere frettolosamente all'ultimo momento e molte volte male.
Termino rilevando un elemento che avevo già evidenziato in Commissione e che stranamente è venuto fuori anche dal parere positivo del Crel, che ha esaminato questo emendamento ed inaspettatamente ha detto di sospenderlo. C’è stato un abbattimento dello 0,02 per le accise della benzina e naturalmente questo si è pubblicizzato come un grande risparmio per le famiglie marchigiane. Se noi contiamo di fare mille euro di benzina all'anno, abbiamo un risparmio di 20 euro, non era meglio che il gettito di milioni di euro che la Regione non incasserà più nei prossimi anni venisse destinato alle persone più fragili, alle persone in difficoltà e alle famiglie in difficoltà, a creare i posti di lavoro, anziché fare questi spot elettorali, che in effetti non danno un grande vantaggio a nessuno.
Questo assestamento l'abbiamo commentato, abbiamo, come diceva la Consigliera Marcozzi, votato contro il bilancio di previsione e naturalmente, considerato che in questo assestamento c'è veramente il peggio della politica, voteremo contro.

PRESIDENTE. Ha la parola, per fatto personale, il Consigliere Carloni.

Mirco CARLONI. Ringrazio il Consigliere Maggi perché mi dimostra sempre un suo apprezzamento e sono sempre nei suoi pensieri, però vorrei chiarire, perché da come ha elencato gli emendamenti sembrano tutti miei.
Lei ha visto la mia firma su due emendamenti della maggioranza, su quello proposto dal Consigliere Giancarli, che ho apprezzato perché rivolto ai Consiglieri appartenenti alla diocesi di Fano, anche se i Commissione ho rilevato che quella richiesta non era attesa dal beneficiante per cui l’abbiamo tramutata in un’altra istanza che va a vantaggio della comunità di Fano con un auditorium all’interno di una chiesa che rischia il decadimento.
L’altro è a firma mia e del Consigliere Biancani e riguarda il Banco alimentare - ci tengo a chiarire perché penso che sia una cosa di cui potermi pregiare - che ha avuto quel finanziamento come lo ha sempre avuto in passato. Mi sono sempre occupato del Banco alimentare e se anche il suo Gruppo ha potuto dare un significativo contributo alle eccedenze alimentari è perché il Banco alimentare, che sviluppa un lavoro incredibile, ha bisogno costantemente ogni anno di fondi per gestire la logistica oltre che gli spazi.
Senza questo contributo quell’attività di logistica per poter distribuire beni alimentari alle persone meno abbienti sarebbe impossibile. Per questo ho votato quei due emendamenti e in ogni caso questo non mi vieta di votare contro o astenermi alla manovra, come ha visto in Commissione, perché ho votato insieme a lei contrariamente all’atto.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. A dir la verità, credevo che, dopo il dibattito che c'era stato l'anno scorso sul bilancio, quest'anno ci sarebbe stato un contributo positivo o una modifica al bilancio presentato dall'esecutivo. Una modifica per il nostro territorio, per il settore delle piccole aziende, per il problema occupazionale. Il Presidente dice che i numeri sono cambiati, ma non so dove li abbia presi.
I numeri dimostrano una continua difficoltà, dico solo difficoltà, per questa Regione, e chi vuol capire capisca! Dati non positivi, abbiamo addirittura finanziamenti che riguardano dei territori che si trovano in difficoltà, che non possono essere distribuiti per dei meccanismi burocratici che le attuali leggi prevedono. Siamo a questo dramma.
Assessore, come facciamo a votare questo assestamento, quando la maggioranza non ha recepito nessuna osservazione? Continuate così, noi siamo molto contenti del vostro percorso e delle vostre iniziative, e credo che chi dovrà giudicare saprà senz'altro valutare quello che sta accadendo.
Ancora una volta si continua nell’incertezza e nelle difficoltà, anche se nello stesso tempo si interviene. Poc'anzi abbiamo ascoltato, in particolare modo dal Consigliere Maggi, un elenco di finanziamenti, una corsia preferenziale a cui l'attuale maggioranza si è abituata nel tempo. Abbiamo situazioni, caro Assessore, che sono fortemente in difficoltà. Ieri la stampa riportava la notizia che i Comuni, che hanno delle iniziative più che decennali, forse quarantennali, sono in forte difficoltà, addirittura vanno verso il default, probabilmente non sono in quella corsia preferenziale per cui quest'anno non avranno niente.
E’ un continuo susseguirsi di vostre iniziative che hanno questa capacità, ma non vedo un riscontro ed io credo che sulla strada delle difficoltà i bilanci di questa Regione non riescono volutamente a dare delle risposte.
La Lega dà un giudizio fortemente negativo, perché senza piani e senza interventi di sviluppo la Regione ha fortissime difficoltà.
La scorsa settimana è stata abbastanza positiva per il Partito Democratico della Regione Marche, che è stato anche sulle pagine nazionali, e credo che questo sia un risultato positivo di questa maggioranza. Io vi auguro di continuare in questo lavoro, che è senz'altro positivo, e tra poco i marchigiani ne vedranno i benefici, ma vedranno dei benefici soltanto se si cambierà rotta e si andrà verso dei bilanci che daranno delle risposte diverse, soprattutto ai giovani, soprattutto al mondo economico di questo territorio che ne ha assolutamente bisogno.
Sento ancora le parole del Presidente quando si è insediato in quest'Aula, ha detto che avrebbe guardato con attenzione questi settori, ma ancora oggi purtroppo non ci sono delle risposte, anzi, se ne vedono di negative.
Questa Regione sta attraversando delle difficoltà pesanti e nello stesso tempo è veloce ad intervenire in salvezza dei bilanci disastrati delle aziende partecipate, senza risolvere i loro problemi, senza un programma di sviluppo. State soltanto usando i soldi dei marchigiani per coprire dei disavanzi paurosi. Questa non è la strada giusta, noi siamo per gli interventi per lo sviluppo, per la progettualità, che manca e purtroppo la riprova sono dei numeri fortemente negativi.

PRESIDENTE. Devo comunicare all’Aula che gli emendamenti 10/2, 10/3 e 10/5 sono stati dichiarati inammissibili dalla Commissione, mentre l’emendamento n. 7 quinques/1, presentato dall’Assessore Pieroni, è stato respinto dalla I Commissione nella seduta precedente che invita a ripresentarlo nella II Commissione competente per materia. E' stato ammesso, ma è stato respinto in I commissione perché riguardando la materia della caccia è di competenza della II Commissione. L'indicazione è quella di chiedere all'Assessore di ripresentarlo in II Commissione, visto che c'è una proposta di legge che deve arrivare in Aula e che riguarda la regolamentazione della materia venatoria.
Ha la parola il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Prima di fare l'intervento sul tema del bilancio, vorrei fare un'osservazione di metodo, perché vorrei capire se esiste una norma del Regolamento interno che stabilisce che l'Assessore deve fare l'ultimo intervento. A memoria non mi risulta.
Se voglio prenotare il mio intervento dopo l’Assessore Cesetti, perché ho piacere di ascoltare quello che dice, non credo che mi possa essere impedito, a meno che, ripeto, non ci sia una norma del Regolamento.
Non è questo il caso, perché devo fare una domanda, all'Assessore Cesetti, quindi ho piacere di intervenire prima.
Nel merito, io non voterò questo bilancio, ma prima di dire le motivazioni, voglio dire che secondo me una cosa positiva, e quindi la sottolineo, è aver eliminato le accise sui carburanti. Giudico questa cosa estremamente positiva, ho letto nei commenti nei social e anche nella stampa che è poco. E' quello che compete alla Regione Marche, quello c’era e quello è stato tolto. Credo che sia una questione da apprezzare perché toglie delle tasse, poche o tante che siano, ai marchigiani.
Ho seguito l’intervento della Consigliere Marcozzi che sottolineava le negatività sugli aspetti occupazionali. Ricordo che qualche giorno fa in un comunicato stampa la Giunta si vantava che il tasso di disoccupazione nella regione Marche era sceso al 7,7%, se non ricordo male, e questo la porrebbe in linea con le regioni del nord. Vorrei capire chi ha ragione, vorrei sapere se questa cosa è vera, se la confermate, perché la Consigliera Marcozzi canta un’altra musica. Vorrei capirci qualcosa di più.
Detto questo, adesso dico perché non voterò questa proposta di legge. La cosa che a me risulta più grave in questo bilancio è che nonostante per 3 anni si siano ripetute sempre le stesse cose, qui c'è un grande assente, dal mio punto di vista, l'ambiente. L'ambiente viene trascurato dal punto di vista degli investimenti, occorrerebbe fare molto di più.
2 milioni di euro per tutti i parchi coprono solo le spese gestionali e non è possibile fare nessun tipo di investimento. Ricordo che in Commissione 3 anni fa la cifra era più del doppio e dal mio punto di vista il fatto che si sia dimezzata è grave.
Mi fa piacere la linea ben precisa che abbiamo preso in quest'Aula, quella di dire no alla combustione dei rifiuti. Di questo sono molto contento e ringrazio ancora tutti quanti perché quella legge fu votata all'unanimità.
Abbiamo anche approvato una legge per la tariffa puntuale. Benissimo, noi facciamo le leggi, prendiamo le decisioni giuste, ma poi non mettiamo le risorse per gli impianti di recupero dei materiali e di riciclo dei materiali. Se i rifiuti non li vogliamo bruciare e l'Unione europea ci dice che dobbiamo ridurre il quantitativo di rifiuti che vanno in discarica, siccome non penso che ci possiamo mangiare i rifiuti, dobbiamo creare le condizioni affinché ci sia un numero maggiore di impianti per il recupero e il riciclo dei materiali. Sono tre anni che predico queste cose, ma gli investimenti in questo senso …
Anche sulla tariffa puntuale sono stati messi, se non ricordo male, 220 mila euro. Bene, mi fa molto piacere, ma è una risorsa insufficiente per l'obiettivo che ci siamo posti.
Ci sono anche altri aspetti, ma ciò che mi sta più a cuore, e che secondo me è il grande assente di questo bilancio, e direi degli ultimi tre, sono proprio le risorse in tema ambientale.
Mi perdoni, Assessore, se non ricordo male lei militava pure nei Verdi, e mi meraviglio che adesso che fa l'Assessore al bilancio non abbia più questa sensibilità su questo tema che invece è così importante e su cui la Regione Marche all'unanimità ha deciso di puntare, ripeto, perché con la legge contro gli inceneritori, con la legge sulla tariffa puntuale, con la legge sui prodotti sfusi e con tante altre leggi che abbiamo approvato qua dentro abbiamo preso una direzione e questa direzione ha bisogno di una coerenza, ha bisogno di investimenti e questo io non lo vedo.

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

PRESIDENTE. Per rispondere alla sua domanda, l’articolo 63 del Regolamento interno prevede che dopo che è stata dichiarata la chiusura, è data facoltà di parlare al relatore e al rappresentante della Giunta, quindi, al di là dell'ordine di presentazione, l'Assessore o Il rappresentante della Giunta, in questo caso l’Assessore Cesetti, fatto salvo il Presidente che ha sempre diritto di parlare, può intervenire.
Ha la parola l’Assessore Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Al di là del Regolamento interno, Consigliere Bisonni, se volete anche violandolo posso parlare per primo, credo che concludere sia un atto di doveroso rispetto e di contributo al dibattito, perché magari ascoltando le osservazioni dei vari Consiglieri, uno può dire la sua. Tra l'altro i Consiglieri hanno l'opportunità di parlare in dichiarazione di voto.
L'assestamento rappresenta, come pure è stato detto, un momento di valutazione complessiva dell'andamento gestionale e tiene conto, dopo l'approvazione di un corretto bilancio iniziale, delle manovre di finanza pubblica nazionale che significano tagli pesantissimi ai bilanci regionali.
Tiene altresì conto delle manovre regionali che sono intervenute nel corso dell'anno, pensiamo alla manovra del 6 agosto, poi approvata da questo Consiglio il 2 ottobre, e soprattutto delle risultanze del rendiconto approvato dopo la piena parifica ottenuta dalla Corte dei Conti.
Con l'occasione, dico che il termine del 31 luglio per presentare l'assestamento non è un termine perentorio, ma è soltanto ordinatorio e comunque quel termine non poteva essere rispettato perché noi la parifica l'abbiamo ottenuta nel mese di luglio, quindi è evidente che l'assestamento è subordinato all'approvazione del rendiconto, il quale è subordinato all'approvazione della parifica.
Quella dell'assestamento è anche l'occasione per constatare con una certa soddisfazione, dal mio punto di vista, la solidità del bilancio regionale, che è stata confermata anche da valutazioni esterne, non soltanto da noi - e qui voglio rispondere alla Consigliera Marcozzi - valutazioni esterne ad opera di un'agenzia internazionale di rating, la Fitch, la quale ha avuto modo di evidenziare che “la sana gestione finanziaria da parte della Regione Marche con solidi i parametri di indebitamento e il buon livello di liquidità - cito le parole di Fitch - con un margine operativo stabile ed il mantenimento in equilibrio della gestione della sanità”, che come sapete riguarda circa l'85% del bilancio regionale.
Detta agenzia ha inoltre apprezzato la gestione prudenziale da parte del management regionale ed ha evidenziato che l'amministrazione regionale - Consigliera Marcozzi, sono parole di Fitch che valgono qualcosa di più delle sue - è impegnata a controllare la spesa e a porre in essere politiche di bilancio prudenti, offrendo al tempo stesso un buon livello dei servizi pubblici e che, nonostante i vincoli di spesa, la gestione efficiente delle finanze regionali è confermata anche dalla capacità delle Marche di concedere sgravi fiscali alle piccole e medie imprese per stimolare l'economia locale. E' evidente che queste agevolazioni fiscali, previste e confermate nel bilancio iniziale, rinforzate con l'assestamento all'interno della manovra, sono misure che oggettivamente favoriscono l'occupazione, che non è così grave, come lei poc'anzi ha detto. Ricordando una comunicazione del Presidente Ceriscioli e all'esito di quanto riportato anche da Il Sole 24 ore, l’occupazione nella regione Marche si attesta al 7,7%, con una consistente riduzione rispetto alle percentuali precedenti ed anche con un abbassamento rispetto a quelle nazionali.
Non solo l'agenzia di rating, Consigliera Marcozzi, ma la Regione Marche ha avuto più volte, nel corso di questi danni, la positiva attenzione di importanti giornali economici e centri studi, come Il Sole 24 ore che ha pubblicato delle significative classifiche dove le Marche sono risultate, unica Regione a statuto ordinario in avanzo, al top. Credo che questo conti nel rapporto tra tassazione e servizio offerti ai cittadini, infrastrutture, istruzione, sanità, sicurezza, ambiente, economia. Regione al primo posto per la riduzione del debito verso i fornitori in sanità - ed anche questo è un contributo che noi diamo al sistema economico e al mondo delle imprese - tra le Regioni dove il fisco pesa di meno, e questo è un ulteriore contributo, meno 15% sulla media nazionale, con un'addizionale Irpef ben al di sotto di quella che è la media nazionale, e anche questo aiuta. Non lo diciamo soltanto noi o Il Sole 24 ore, ma il Ministero dell'economia e delle finanze ha pubblicato qualche mese fa le statistiche sulle dichiarazioni fiscali 2017, riferibili all'analisi dati Irpef del 2016. Nelle Marche, lo voglio ribadire per l'ennesima volta, l'ammontare medio dell'addizionale regionale Irpef dovuta è di 320 euro pro capite, inferiore alla media nazionale che ammonta a 410 euro. Pensiamo che nel Lazio è di 640 euro, in Piemonte di 510, in Campania di 460, nella vicina Emilia di 430, nella Lombardia e nella Liguria, amministrate dal centrodestra, di 410 euro, che si attestano sulla base nazionale. Se noi ci attestassimo, non come il Lazio, ma nella media nazionale, sarebbero decine e decine o forse centinaia di milioni di euro che arriverebbero nelle casse regionali. Ma questo noi non lo faremo mai, noi non aumenteremo mai la pressione fiscale, anzi continueremo nell'opera di abbassarla, perché così facendo favoriamo le imprese, favoriamo i lavoratori e favoriamo anche l'occupazione.
L’occupazione la favoriamo anche attraverso, ad esempio, il pieno cofinanziamento ai fondi europei che ci vengono attribuiti, ed anche questo credo che sia una misura importante a favore dell'occupazione, con le tante misure che vengono messe in campo anche dall'Assessore Bravi.
Quindi noi proseguiamo in questa graduale e continua riduzione del prelievo fiscale, in quanto dopo l'eliminazione dell'Irap per le imprese di nuova istituzione per il secondo anno consecutivo, che vale complessivamente 10 milioni di euro, perché sono 5 milioni ad anno, dopo l'esenzione del bollo auto per i mezzi della protezione civile, e sappiamo quanto sia importante questa organizzazione sul territorio regionale, che vale circa 4-500 mila euro, dopo l’eliminazione del bollo auto per le auto elettriche ibride, questo assestamento prevede un'ulteriore misura che è l'eliminazione dell'addizionale sulla benzina che vale 4 milioni.
Come ha detto il Consigliere Bisonni, questo è, questa era la tassa, questa era l’accisa e noi l'abbiamo eliminata a decorrere dall'1 novembre, punto. Io credo che sia meglio di niente ed è una misura che comunque vale 4 milioni e sono 4 milioni che pesano di meno sulle nostre famiglie. Io non so quanti chilometri fa al giorno o all'anno il Consigliere Maggi, a casa mia siamo 4 persone, chi lavora e chi studia, abbiamo 4 auto e grossomodo sono 120 euro in meno all'anno. Certo, non è una cifra enorme, ma questo è e comunque è meglio di niente.
E’ un assestamento che risponde alle esigenze più urgenti espresse dai territori e unitamente alla variazione del 6 agosto scorso, già approvata da questo Consiglio, assicura e mette a disposizione del sistema oltre 50 milioni di euro per il finanziamento di una serie di interventi strategici, anche attraverso opportune e doverose rimodulazioni della spesa. La modifica del 2 ottobre ha anticipato in parte questo assestamento, perché grazie ad essa è stato possibile recuperare importanti risorse dalla definizione di una questione con la Regione Calabria, che ci ha consentito “di portare a casa”, 13,65 milioni di euro nel 2018 e fa confluire 2,85 milioni nelle annualità successive. Questo, unitamente al recupero dallo Stato di quel che noi avevamo anticipato per gli emotrasfusi, ci ha consentito una variazione di circa 16 milioni di euro, ed è stato possibile grazie a queste misure, perché noi dobbiamo essere consapevoli che ci misuriamo ogni anno con dei tagli drastici da parte dei Governi centrali - e dico di tutti i Governi, per carità anche quello in atto non si smentisce - per quanto riguarda le finanze regionali. E tenerli in equilibrio, credetemi, è veramente un miracolo.
Ad esempio quella manovra che abbiamo fatto copre i maggiori costi, ed è legata a questa, derivanti dall'adeguamento delle retribuzioni del personale proveniente dalle Province, rispetto alla retribuzione già percepita dagli altri dipendenti regionali. Questa misura vale, soltanto per il 2018, 3,1 milioni di euro, una cifra importante, ma noi non potevamo non adeguare gli stipendi degli ex dipendenti provinciali che, ripeto, sono arrivati in modo consistente in questa Regione, che oggi conta 2.063 dipendenti in pianta organica, con un aumento di 1.000 unità, quasi del 100%. Questo ha comportato per la Regione Marche un impegno straordinario, organizzativo, economico e finanziario per l'adeguamento della struttura e anche per l'acquisizione di beni e servizi informatici per 2,2 milioni di euro nel triennio. Parte di questi sono serviti anche per mettere in rete gli ex uffici, per dotarli dei necessari adeguamenti ed ammodernamenti. Poi la transazione Inail di cui noi abbiamo detto e della quale ovviamente non portiamo nessuna responsabilità.
Questa manovra mette risorse per oltre 50 milioni e le voglio citare brevemente. Queste non sono marchette, definizione che non ho mai usato. Le ho chiamate esigenze organiche perché lo sono. Queste esigenze organiche rispondono alla necessità dei territori. Il Consigliere Zaffiri talvolta me le ha giustamente ed opportunamente evidenziate e sollecitate, ma quelle non erano delle marchette. Erano richieste importanti per manifestazioni importanti o per sostegni importanti. (…) Caro Consigliere Zaffiri, certo che mi lascia parlare, non è lei che mi lascia parlar, io mi prendo il diritto di parlare …(…) ho detto una cosa giusta, ho detto che il Consigliere Zaffiri, come altri, talvolta mi ha sollecitato interventi puntuali che rappresentavano esigenze organiche dei territori, e questo lo ha fatto opportunamente perché era giusto farlo e per questo lo ringrazio.
Non è il foglio dell’anno scorso, perché a differenza di tanti sono uno che studia, che approfondisce e quando parla cerca di non dare esclusivamente fiato alla bocca, ma cerca di connettere il fiato con un briciolo di approfondimento e anche di intelligenza.
La Consigliera Marcozzi dice che leggo il foglio dell'anno scorso, ma in questo assestamento c’è un intervento sollecitato dalla Consigliera Marcozzi, il progetto sull’internazionalizzazione che la Consigliera sa. Però non facciamo i nomi perché non serve, non è neanche corretto. Consigliera Marcozzi …

(interrompe la Consigliera Marcozzi)

Fabrizio CESETTI. Non mi dite che leggo le cose dell’anno scorso …

(interrompe la Consigliera Marcozzi)

Fabrizio CESETTI. Non è consigliere provinciale …

(interrompe la Consigliera Marcozzi)

Fabrizio CESETTI. Consigliera Marcozzi, poco importa, non facciamo nomi perché non servono. Ho detto semplicemente che questo intervento è stato sollecitato da lei. Non mi interrompa! A me è stato opportunamente sollecitato dalla Consigliera Marcozzi! Finito, chiuso! Presidente, qui bisogna dire la verità. Punto! Mica ho detto che c’è qualcosa di male, dico semplicemente che è ora di farla finita di non dire il vero. Ve l’ho detto altre volte, dovete cercare di convertirvi dalla cultura del sospetto a quella della verità. D’altra parte, se non fossero stati interventi meritevoli, mi sarei guardato bene dall’accoglierli. Sono tutti interventi meritevoli, perché credo che tutti i Consiglieri regionali di questo consesso quando fanno queste richieste lo fanno all’insegna di un’equità e solidarietà complessiva per tutta la nostra comunità regionale. L’ho detto l’anno scorso e lo ribadisco quest’anno.
Credo che sia uno sproposito e sia sbagliato definirle marchette. Quando l’Assessore Pieroni presenta l’emendamento dei 25 mila euro, che ricordava il Consigliere Maggi, che riguardano Loreto e Cantiano per consentire di mettere in campo progetti importanti.

(interrompe il Consigliere Maggi)

Fabrizio CESETTI. Consigliere Maggi, ho già detto che quell’emendamento l’ho presentato su richiesta dell’Assessore Pieroni e quando un collega mi chiede la presentazione di un emendamento e mi evidenzia che è urgente, lei converrà con me che non mi è dato sindacare perché quella è una scelta politica che compete all’Assessore competente, al quale io chiedo, per metterlo a disposizione del Consiglio, di specificarlo meglio, ma dopo lui lo chiarirà. Questo a dimostrazione che è sbagliato e non fa onore soprattutto a chi lo dice, definire un intervento del genere una marchetta.
Capisco, da chi è abituato per partito politico - forse non il Consigliere Maggi - a predicare e disseminare l'odio tra le persone e le classi sociali in questo Paese, perché questa è questa la vostra impostazione principale, che si definisca tutto questo però è ora di farla finita, perché dietro ai progetti che noi presentiamo ci sono le esigenze reali dei territori, ci sono persone, ci sono comunità e dietro a quei progetti nessuno si mette in tasca qualche vantaggio, ma il vantaggio è soltanto il sostegno alle nostre comunità, alle loro esigenze per farle diventare più forti. Non ci sono marchette, non siamo abituati a fare questo, non lo facciamo per cultura, quindi è ora di farla finita.
Mi avvio velocemente alla conclusione. Le risorse: 4,2 milioni di euro per il sociale, e non sono certamente interventi puntuali; 2,3 milioni di euro per gli emotrasfusi; 4,85 milioni ai quali si aggiungono 1,10 milioni di euro per le agevolazioni tariffarie; 2 milioni per le aree protette, questo è ambiente Consigliere Bisonni; la messa in sicurezza dei fiumi, 1,2 milioni di euro, anche questo è ambiente; qualità dell'aria, 1,160 milioni di euro, anche questo è ambiente; 770 mila euro per la protezione civile, anche questo se vogliamo; contributi ai Comuni 10,6 milioni di euro per i mutui che i comuni hanno contratto e con cui hanno fatto degli interventi anche a tutela del territorio, a tutela dell'ambiente e per la sua sicurezza; per la sicurezza degli edifici scolastici, sono contributi questi, 10,6 milioni di euro, che vanno anche in quella direzione. Questa è la progettualità! Dovete leggere i bilanci! C’è 1 milione per turismo e cultura, anche questo se vogliamo è ambiente! Settore caccia e polizia provinciale 800 mila euro, anche questo, se vogliamo, è ambiente, tutto è ambiente! Corsi di orientamento musicale 365 mila euro, per le Province 6,180 milioni di euro. Ad esempio per la Provincia di Pesaro c’è un contributo di 1,7 milioni di euro per un'importante infrastruttura viaria, così come ci sono per le Province di Macerata, di Fermo, di Ascoli ed Ancona anche per interventi a tutela e difesa dell'ambiente, alla quale sono deputate perché è una loro competenza; interventi per lo sport 610 mila euro. Le Unioni montane, anche loro sono deputate a tutelare l'ambiente nelle aree interne e quando mettiamo 1,7 milioni di euro oltre ai 400 iniziali, soddisfiamo le richieste e lo storico, consentiamo a quelle importanti istituzioni di poter operare e di dare una risposta per tutelare i nostri territori, quindi la tutela dell'ambiente. Infine, 1,350 milioni di euro per l’Erdis. Queste le voci più importanti.
Poi ci sono tante altre risorse che danno risposte alle esigenze che provengono dai territori, ma per questo non sono meno significative e meno importanti.
Capisco, ci mancherebbe altro, l'assestamento di fatto è una procedura di bilancio, è l'atto politico per eccellenza e l'opposizione non può votare a favore, ma neanche lo chiedo, anzi, mi preoccuperei se fosse così, allora sì che mi interrogherei per capire cosa non funziona. Quando voi dite che votate contro va bene, significa che le cose funzionano, perlomeno dal nostro punto di vista.
Consigliere Zaffiri, lo so che vi state preparando, però penso che forse le azioni del vostro Governo nazionale faranno in tempo a far comprendere anche ai nostri concittadini marchigiani che forse non è opportuno affidare il governo di un Paese, il governo di una comunità regionale e di una comunità locale a chi non ha la minima cultura di governo né vuole averla, perché è abituato e preoccupato soltanto agli spot nazionali, a una campagna elettorale permanente, a predicare l'odio per promuovere quelle divisioni all'interno delle quali pensa di poter far maturare il loro consenso. Io credo molto in questo Paese, altrimenti non farei politica, sono sicuro che questo Paese, all'esito di questa campagna elettorale permanente e all'esito della luna di miele che è sintomatica per un nuovo Governo, saprà risvegliarsi dal torpore e giudicare adeguatamente chi in questo Paese merita di rappresentarlo al Governo, con tutte le responsabilità che ne conseguono.

PRESIDENTE. Ha la parola, per fatto personale, la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Non riesco a capire, Assessore Cesetti, come io sia rientrata nell'internazionalizzazione. Lei è molto scorretto - io la conosco da quando faceva il Presidente della Provincia - anzi scorrettissimo ed anche maleducato
Se lei vuole dire la verità la deve dire fino in fondo, il contributo per l’internazionalizzazione, quei 40 mila euro del Kazakistan, è una richiesta di un Consigliere provinciale del Partito Democratico. Io le ho portato l’istanza della Confartigianato e non ho guardato il colore politico e poi lei in Aula dice: “La Consigliera Marcozzi, l’internazionalizzazione ...”.
Le dico un’altra cosa, Assessore, perché lei è un grande maleducato! Non ho mai parlato di marchetta! Lei utilizzi questa parola per chi la usa …(…) Non rida Assessore! Nell’assestamento o nel bilancio di previsione la sottoscritta non ha mai utilizzato quella terminologia. Ho fatto le mie riflessioni, ma lei è un grandissimo maleducato, glielo ripeto, deve andare all’asilo ad imparare l’educazione. Se è un maleducato il Consigliere Zaffiri, lei è anche peggio perché mi mette in mezzo su cose che non sono vere.
Quella istanza era di un consigliere del PD, questo cosa significa che la sottoscritta, Consigliera di Forza Italia, l’ha portato a lei …(…) No, ho parlato adesso con l’Assessore Sciapichetti, perché mi è stata avanzata una richiesta per la protezione civile …(…) Forse non ha capito che le istanze se vengono dal PD le porto a lei o all’Assessore Sciapichetti e non guardo il colore politico, punto! Lei è un maleducato.

PRESIDENTE. La discussione è chiusa, passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

(interviene fuori microfono il Consigliere Maggi)

PRESIDENTE. Non tutto è fatto per coprire! E’ memorizzato, non fugge niente! Subito la manina alzata! La manina è sempre pronta da voi! Io sono garante, la votazione è regolare.
Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 6. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 7. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 7 bis. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 7 ter. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 7 quater. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 7 quinquies (articolo aggiuntivo)
Sub emendamento 7 quinquies/1/1 a firma dell’Assessore Pieroni, che ha la parola per illustrarlo.

Moreno PIERONI. Approfitto per esplicitare il perché dei 5 emendamenti che la Commissione ha già esaminato. E’ importante approvare due emendamenti che riguardano la caccia, mentre gli altri tre possono fare il percorso in II Commissione.
Nel primo emendamento sono soppresse le parole “con fondi propri”, in modo da poter finanziare direttamente gli ATC e quindi evitare, come abbiamo fatto con la legge del 2016, gli aiuti di Stato.
Il secondo invece è una aggiunta per chiarire, una volta per tutte, per quello che riguarda la Regione Marche, e per dare la possibilità ai cacciatori di prendere una volta abbattuto l'animale, vengono quindi inserite le parole: “eventuale carniere”. Attualmente c'è questa difficoltà da parte dei cacciatori nel prendere subito l'animale una volta abbattuto. Quindi nella legge prevediamo “eventuale carniere” che dà la possibilità di recuperare subito l’abbattuto.
Rispondo al Consigliere Maggi in merito ai 15 mila euro per l’Associazione di Cantiano e ai 25 mila euro per l’Associazione di Loreto. Queste due associazioni che rappresentano la “Passione vivente” sono rientrate in un programma per essere riconosciute patrimonio immateriale delle buone pratiche da parte dell'Unesco. In Italia saranno soltanto 28 le associazioni, di cui due nelle Marche, che avranno la possibilità di essere riconosciute come patrimonio immateriale da parte dell'Unesco tra le innumerevoli passioni viventi che sono dedicate alla morte del Giusto.
Nelle Marche sono soltanto due e c’è anche la possibilità che la città di Tolentino possa aderire a questa opportunità. Potete ben capire che per la regione avere questo riconoscimento da parte dell'Unesco è un messaggio forte che si aggiunge al sistema culturale, per chi crede alla morte del Giusto e alla passione vivente, importante dal punto di vista turistico perché ci permette di dare delle risposte.
Questi finanziamenti servono per mettere a norma le strutture, come richiede il percorso dell'Unesco, ed avere la possibilità nel 2019, perché i tempi sono molto stretti, di questo riconoscimento.
Credo che, al di là di tutto, al di là delle battute e al di là dei vari pensieri, sia importante per la Regione Marche dare la possibilità a queste due città, alle associazioni che gestiscono queste manifestazioni, di avere una chance per poter essere riconosciute patrimonio mondiale immateriale dell'Unesco.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Ho chiesto all'inizio della seduta che l'emendamento 7 quinquies/1 fosse ritirato. Erano 4 emendamenti, ma questo è quello più corposo, che necessita di essere discusso in II Commissione. In I Commissione la prima volta l’abbiamo fatto uscire dalla porta e ora ci rientra dalla finestra.
Potrei entrare nel merito, perché togliendo l'incombenza dei fondi all’ATC è la Regione che deve sopperire e a me sembra che di fondi all’ATC ne siano stati dati abbastanza, ma quello che voglio ribadire è che in I Commissione, l'altra volta e questa mattina, abbiamo detto che questa materia deve essere esaminata dalla II Commissione. Poi il Consiglio è sovrano, se il Consiglio vuole prendere questo emendamento e approvarlo - c’è un'ulteriore spesa sull'assestamento - lo faccia, ma secondo me questa cosa deve passare in II Commissione, che dovrà prendere in esame questo provvedimento, lo modificherà, lo migliorerà, lo peggiorerà, lo respingerà o lo approverà e poi passerà in Consiglio. Questa corsia preferenziale mi sembra un atto forzato.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.
Enzo GIANCARLI. Io sono abituato a votare sempre a favore delle proposte che avanza l'Assessore Pieroni, tanto più oggi che ha messo insieme due questioni che hanno, a mio avviso, una ricaduta diversa. Mi permetterei di dire. Assessore, non tanto per evitare, ma per risarcire un coltivatore da un danno subìto rispetto alla fauna selvatica è un dovere. Non vogliamo evitare nulla, vogliamo riconoscere la fatica e vogliamo riconoscere l'investimento, l'impegno e il rischio che un coltivatore ha. Quindi è giustissimo questo emendamento.
Sul punto 2, non perché non lo condivida nel merito, ma sono dell'avviso che su questioni che sono da tempo all'attenzione della II Commissione, su cui ha discusso ed ha audito, arrivasse una legge, come quella sull'addestramento dei cani che arriverà nel mese di febbraio o come altre. Preferirei che arrivasse autonomamente, perché lì si ha a che fare con la normativa regionale in merito alla gestione faunistica. Ci potrebbero essere alcune questioni che secondo me potrebbero impegnare a volte anche gli agricoltori e non soltanto i cacciatori e che quindi andrebbero messe in un apposito provvedimento.
Torno al ragionamento iniziale, voto sempre a favore di quello che propone l'Assessore Pieroni e siccome le due questioni le ha messe insieme voto favorevolmente.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Pieroni.

Moreno PIERONI. Per chiarire al Capogruppo Maggi, al di là della scelta da parte della Regione Marche non c'è nessun aumento che va a potenziare maggiori finanziamenti agli ATC per quello che riguarda questo tipo di investimento …

(interrompe il Consigliere Maggi)

Moreno PIERONI. Non c'è nessun finanziamento aggiuntivo rispetto alla legge che abbiamo approvato.
Il rispetto della Commissione c’è, ne abbiamo parlato più volte, ma questi sono due emendamenti molto tecnici. Il secondo, che è quello che aggiunge le parole “l'eventuale carniere, a mio avviso dà una risposta importante, perché riguarda un'interpretazione molto difficile da parte di chi deve fare la sorveglianza e ogni volta si generano discussioni, polemiche e altro. Credo che questo possa definire una volta per tutte il problema che riguarda …

(interrompe il Consigliere Zura Puntaroni)

Moreno PIERONI. Ha ragione il Consigliere Zura Puntaroni, parliamo di cacciatori che fanno la caccia stanziale, parliamo di caccia stanziale.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Voglio entrare un attimo nel merito di questo emendamento, non lo dico per rivendicare le prerogative della II Commissione, perché mi sembra totalmente pleonastico, ma per cercare di capire ed identificare le due proposte che vengono fatte all'Assessore.
Per quanto riguarda il primo punto dell'emendamento sostitutivo, nulla questio, se vogliamo togliere questi fondi propri per eliminare alcune incomprensioni che possono nascere con gli aiuti di Stato. E' ovvio, come ha detto il Consigliere Maggi, che qualcuno ci deve mettere questi fondi, se non li mette l’ATC deve metterli la Regione ed è giusto e sacrosanto risarcire chi ha subito dei danni a causa della selvaggina, in modo particolare i danni prodotti dai cinghiali.
Il secondo punto è una questione di metodo, di merito, di procedure e se volete anche di competenze e di rispetto di chi sta lavorando da mesi e mesi sulla modifica della legge 7/95. Su questo punto, tra l'altro, Assessore, ci siamo confrontati in modo anche abbastanza “aspro”, per capire come potevamo eliminare alcune incongruenze.
Sul discorso del tesserino, sull’annotare la selvaggina abbattuta, se doveva essere recuperata o non recuperata, ci sono state proposte di legge fatte dalla maggioranza e dalla minoranza, abbiamo fatto un confronto con l'associazione venatoria, un confronto anche abbastanza pregnante con gli ATC e con le organizzazioni agricole. E’ un problema serissimo, per cui direi di riaffrontarlo in Commissione. Non è possibile in un assestamento di questo tipo, con norme prettamente finanziarie, introdurre una norma che non ha nulla di finanziario. Francamente, se stavamo discutendo il milleproroghe oppure un omnibus potevo capire, anche se sono contrario agli omnibus, però su questo credo che occorra prendere un po' di tempo. Penso che, e il Presidente Traversini mi potrà dare conferma, entro novembre porteremo questa legge che è stata licenziata dalla Commissione, quindi potremmo trattare questo emendamento, altrimenti faccio fatica ad entrare nel merito, parlare di cavoli mentre stiamo trattando di ciliegie.
Vi invito, quale membro della Commissione, ma anche come membro di questa assise, a sospendere il punto 2 di questo emendamento, approviamo il primo, se l’Assessore e la Giunta sono d’accordo, ci torneremo sopra in modo compiuto quando affronteremo la modifica della legge 7/95, nel rispetto di tutti.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Pieroni.

Moreno PIERONI. Credo che le riflessioni che sono emerse dal Consiglio siano giuste e legittime, quindi i due sub emendamenti che riguardano “con fondi propri” e “l'eventuale carniere”, seguendo l'indicazione che emerge dai vari interventi, li rimandiamo in Commissione.
L’unica questione che pongo all'attenzione del Consiglio, e che mi è stata ricordata anche dal funzionario competente, è il regolamento per i danni creati dagli ungulati, che non entra nel merito della caccia ed è molto atteso da parte delle associazioni agricole.
Chiedo di presentare un sub al sub emendamento sostitutivo che faccia decadere i due precedenti emendamenti e approvare solo questo che non entra nel merito. Lasciamo libertà alla Commissione di valutare le posizioni emerse sui fondi propri agli ATC e sul carniere, ma è importante approvare questo sub emendamento che dice. “La Giunta regionale approva un regolamento unico che disciplina in maniera omogenea la materia”.

PRESIDENTE. Per fare chiarezza, la proposta ultima dell’Assessore Pieroni, dopo il dibattito che c'è stato in Aula, è quella di sostituire il sub emendamento 7 quinquies 1/1 con il sub emendamento 7 quinquies/1/1/1: “Dopo l’articolo 7 quater della proposta di legge n. 233 è inserito il seguente Articolo 7 quinquies (Modifiche alla l.r. 7/1995). 1. Al comma 1 dell'articolo 34 della legge regionale 7/1995, dopo le parole 'caccia programmata' è aggiunta la seguente frase: 'la Giunta regionale approva un regolamento unico che disciplina in maniera omogenea la materia'”. Rimane solo questa riga.
Ha la parola il Consigliere Traversini.

Gino TRAVERSINI. Credo che la proposta fatta dall'Assessore Pieroni sia accoglibile, perché il sub emendamento riguarda il regolamento degli ungulati per il pagamento dei danni, ed è quello che si aspettano gli agricoltori, penso, quindi, che si possa fare, non ci sono problemi.
Sul resto sono d'accordo con chi si è espresso prima, soprattutto con il Consigliere Celani, credo che sia più corretto rimandare in Commissione il tema anche perché c'è già un iter in corso ed ai primi del prossimo mese verrà iscritta all'ordine del giorno del Consiglio una proposta di legge che ne sintetizza 7.
Il lavoro da fare è quello, lo faremo anche velocemente, come abbiamo fatto in altre occasioni, però, credo che sia giusto fare tutti i passaggi.
La soluzione di portare solo l’emendamento che specifica in maniera chiara il regolamento può essere accolta.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zura Puntaroni.

Luigi ZURA PUNTARONI. Sono rimasto alla domanda di prima che è sempre valida: vorrei sapere che se il cinghiale si inserisce nella caccia stanziale o migratoria. Io vengo dalla campagna, sono ignorante, vorrei sapere questo per evitare di rifare la domanda fra due mesi quando parleremo della legge. Se mi risponde.

PRESIDENTE. Assessore Pieroni poi può rispondere alla domanda del Consigliere Zura Puntaroni.
Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Non so se voteremo o ci asterremo su questo emendamento, però vorrei fare osservare una cosa all’Assessore: abbiamo un problema molto importante in questa regione, di una gravità inaudita, e lei lo porta con un emendamento all’assestamento di bilancio? Tonino di Pietro avrebbe detto: “Che c’azzecca?”
Cosa intendo dire, Assessore? Che secondo noi questo problema non è sentito da questo esecutivo, ho la sensazione, ma vorrei sbagliarmi, che sia un problema sottovalutato.
L'agricoltura è fortemente danneggiata, in modo particolare le nuove piantagioni, e questo problema viene affrontato ai margini di un'altra discussione. Credo che invece lei debba prendere seriamente questo problema, bisogna differenziare gli agricoltori dai cacciatori, perché se non si fa questo è tutta aria fritta. E' una cosa assurda che l’agricoltore non può intervenire per proteggersi sul proprio territorio se non ha la licenza da caccia. E' una cosa assurda!
Assessore, è inutile che stiamo qui a dibattere, questo è un problema su cui stiamo discutendo da anni. Io devo difendermi nel mio territorio, devo prendere l’animale che sta distruggendo le piantagioni. La licenza è un problema da superare, non c’è nulla da fare. Se non affrontiamo questo problema in termini laici, senza pregiudizi, non ne veniamo fuori.
L’emendamento va inserito in un contesto più globale. Ci sono imprenditori agricoli che abbandonano la loro azienda perché non ce la fanno più, questa è la situazione, e lei a margine di una discussione inserisce degli emendamenti su una cosa così importante? Questo mi lascia dei dubbi sul fatto che lei seriamente voglia affrontare questo problema. Se lei lo smentisce potremo valutare in maniera diversa questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Apprezzo il fatto che l'Assessore abbia stralciato gli altri commi, ma secondo me va stralciato anche questo, nel senso che va rimandato in Commissione, tanto più che in questi giorni sta discutendo la legge sulla caccia. Non capisco l'opportunità di inserire in una legge di bilancio un argomento che delega alla Giunta di fare un regolamento.
Che la Giunta faccia questo regolamento va bene, ma credo che la Commissione debba discutere di queste tematiche. Non so se dopo questo passaggio - Assessore, le faccio una domanda perché non conosco la procedura - non so se dopo l'approvazione di questo emendamento, il regolamento passerà comunque in Commissione oppure no.
Ripeto, mi sembra inopportuno inserire questo tipo di emendamento, che non ha nulla a che vedere con la norma di bilancio, quando la Commissione in questi giorni sta discutendo la legge sulla caccia. Critichiamo il Movimento 5 Stelle che nel decreto di Genova inserisce il condono per Ischia e aumenta i limiti degli inquinanti destinati in agricoltura e poi ci comportiamo alla stessa maniera ed inseriamo in una legge cose che, come ha detto il Consigliere Zaffiri, non c’azzeccano nulla.
Per rispetto del lavoro che sta facendo, credo che sia opportuno che questo venga tema venga trattato in Commissione. Dopodiché, Assessore, la Commissione è gestita dalla maggioranza, non penso che lei abbia timore che queste cose non vengano recepite, ma, ripeto, non ne vedo l’opportunità.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Intervengo per ribadire il ragionamento politico che ho fatto poc'anzi rispetto alle novità che sono emerse dal dibattito. Ringrazio i colleghi che sono intervenuti, il Vicepresidente Celani che ha messo in evidenza alcuni aspetti, il Presidente Traversini. Riprendo una parola, perché la condivido, del Consigliere Zaffiri quando ha detto: “Dobbiamo essere laici” ed essere laici su questo provvedimento significa risarcire i coltivatori. Questa è la laicità del provvedimento.
L’Assessore ha messo insieme due provvedimenti, io li avrei votati, e come ho detto voto sempre a favore delle proposte che avanza, ma tenendo conto del dibattito che c'è stato, l’Assessore fa in modo di mantenere l'essenza, ovvero ha ritirato entrambi i sub emendamenti e ha annunciato che propone un sub emendamento relativo al regolamento, che è quello che dovrebbe consentire di raggiungere l'obiettivo e di pagare i coltivatori danneggiati. Però senza un sub emendamento che recuperi la parte relativa ai fondi propri, l'obiettivo non si raggiunge.
Quindi al sub emendamento dell'Assessore Pieroni ne aggiungo un altro che sopprime le parole “con fondi propri”, perché in questo modo c’è la completezza del ragionamento e del percorso legislativo e si raggiunge quello che il Consigliere Zaffiri ha detto, ovvero il senso laico di risarcire i coltivatori. Quindi al sub emendamento dell'Assessore, ne va aggiunto un altro, che presento.

PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente Ceriscioli.

Luce CERISCIOLI. L’emendamento ed i sub emendamenti proposti dall'Assessore Pieroni sono stati richiesti a gran forza dal mondo dell'agricoltura, a cui si sono riferiti diversi interventi che ho ascoltato dai banchi dell'opposizione.
Abbiamo fatto un enorme lavoro, estremamente positivo in questa direzione per quanto riguarda il tema dei risarcimenti, che erano indietro di 3 anni, perché quando siamo arrivati nel 2013 erano 3 anni che non si pagavano i risarcimenti, imbrigliati da aspetti di carattere normativo complessi, ed anziché nasconderli sotto la sabbia li abbiamo affrontati in maniera decisa e messo in moto di nuovo il meccanismo corretto per i risarcimenti.
Questo percorso ha bisogno di un ultimo passaggio, che è rappresentato dal contenuto del sub emendamento, che è a favore delle persone che, almeno a parole tutti quanti, vanno sostenute rispetto alle difficoltà rappresentate dal punto.
La caccia c’entra relativamente, nel senso che la fauna selvatica è proprietà del demanio nel nostro Paese e i danni da fauna selvatica, specie quella non cacciabile, ma vale anche per quella cacciabile, prevedono forme risarcitorie.
Questo atto è molto importante perché permette di andare incontro a quella parte della comunità alla quale più volte si fa riferimento.
Inoltre, sono stati predisposti gli atti - credo che oggi siano stati fatti i decreti attuativi - che permettono all'agricoltore di difendere il proprio campo dall'incursione di selvatici, ma serviranno, in forza di una sentenza della Corte Costituzionale che riguarda una legge regionale della Liguria, provvedimenti legislativi nazionali di modifica delle leggi, per permettere quello che è già contenuto in una legge regionale di tanti anni fa, ma non è praticabile per questo contrasto con la normativa nazionale. Quindi ho chiesto all’Assessore Pieroni di farsi promotore di una proposta di legge di modifica della legge nazionale, che avanzeremo al Parlamento, in cui il Governo avrà la possibilità di mettere nelle mani dell'agricoltura tutti gli strumenti necessari per proteggere il campo ed i raccolti, a corredo e complemento di quelle che la Regione Marche, in maniera più avanzata rispetto a qualunque altra Regione d'Italia, ha messo a disposizione dei propri agricoltori.
Con l'atto di oggi diamo contributi importanti sotto il profilo risarcitorio. Con la normativa regionale sosteniamo e diamo l'opportunità di proteggere, di garantire e di tutelare il raccolto e servirà anche un ultimo contributo da parte del Parlamento in questa direzione.
Questa Aula può promuovere una proposta di legge da avanzare al Governo nazionale per sondare fino in fondo le sensibilità politiche di chi siede anche in quest'Aula. Vedremo se quel tipo di sensibilità troverà spazio laddove a maggior ragione si vorrà tutelare e difendere il raccolto dei nostri agricoltori. Quindi possiamo incardinare questo atto in una sequenza estremamente positiva a favore delle categorie che tutti quanti vogliamo tutelare.
Non votare il sub emendamento è un atto politico chiaro, significa anteporre la bandiera verde a quella tricolore, a quella che riguarda tutti quanti. Guardo lei, Consigliere Zaffiri, perché sulla caccia non posso pretendere dai Consiglieri del Movimento 5 Stelle, che si sono sempre dichiarati contro ogni forma di prelievo, ma da chi si fa promotore della difesa degli agricoltori, della difesa della caccia, qualcosa si pretende.
Penso che sia molto utile che venga discusso e approvato questo emendamento, perché segnerà il confine fra chi antepone gli interessi diretti dei tanti cittadini agricoltori che aspettano una risposta, in rapporto ad altre manifestazioni che hanno altra natura ed altri interessi.
La prossima volta che andrà a soccorrere un agricoltore in difficoltà gli ricorderemo l'atteggiamento che ha avuto nei confronti di questo sub emendamento, che permette di risarcire l’agricoltore stesso.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Ci sono due considerazioni da fare. La prima è di metodo. In II Commissione, ho fatto il calcolo, abbiamo parlato di caccia per 29 sedute. Negli ultimi tempi abbiamo confrontato 7 proposte di legge, ascoltando cacciatori, ATC, cinghialai, ambientalisti, agricoltori e quindi si è arrivati, ma io non sono d'accordo, alla sintesi che verrà discussa prossimamente.
L'Assessore Pieroni ha il vizietto di presentare in sede di bilancio degli emendamenti non discussi in Commissione, nonostante si sia dato fin troppo spazio alla caccia, quindi come metodo rigetto questo modo di fare. Non ci si può sbrigare con un sub emendamento ad un sub emendamento in sede di bilancio quando si parla della legge della caccia, che ha grande risalto in termini di ascolto e di riflessione da parte della Commissione.
Seconda cosa, l'oratoria e la strumentalizzazione politica del Presidente Ceriscioli lascia il tempo che trova, perché io ho depositato oltre un anno fa una proposta di legge che prevedeva di catturare i cinghiali anche se l'agricoltore non era portatore di licenza di caccia. Questa cosa è stata accantonata ed è stato redatto un piano di controllo del cinghiale che è inapplicabile. Se io sono in zona C, devo avvisare la Polizia provinciale che ho visto il cinghiale ed entro 6 ore mi rispondono. Nel frattempo posso legare il cinghiale al pagliaio per poterlo catturare?
Noi e il Consigliere Zaffiri abbiamo dato l'appoggio ad un agricoltore che ha fatto lo sciopero della fame per 4 giorni per denunciare questa incongruenza.
Incontreremo il Ministro quanto prima, speriamo domani stesso, per proporre un'alternativa, potenziare il piano di controllo al cinghiale in quanto, per come è scritto, non è assolutamente efficace. Sollecitiamo di introdurre il prima possibile il piano di controllo venatorio che gli uffici stanno appaltando alle ditte, che lo dovranno scrivere. Ne sollecitiamo la redazione il prima possibile, cercando di andare in deroga “all'emergenza cinghiali”, sfruttando un decreto nazionale, che è quello che il Ministro potrà fare se domani riusciremo ad incontrarlo.
La cosa va riportata dal punto di vista tecnico nella sua realtà. Abbiamo un'emergenza certificabile, abbiamo ascoltato gli agricoltori che su questo sono molto arrabbiati e hanno le idee molto chiare; abbiamo ascoltato ambientalisti, cacciatori, cinghialai, la soluzione è equilibrata e prende carico di un problema reale.
Votare con questo metodo questo emendamento non ha assolutamente senso e ritengo che non sia assolutamente rispettoso del lavoro che la II Commissione sta facendo da mesi.
Quindi respingo le strumentalizzazioni, perché sapete che entro nel merito delle questioni, dati alla mano. Detto questo, noi votiamo contro perché di queste cose ne abbiamo parlato, continueremo a parlarne, sono decisioni che vanno prese in sede di Commissione referente e non inserite con un sub emendamento ad un sub emendamento, come purtroppo ha vizio di fare l'Assessore Pieroni ad ogni bilancio.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Pieroni.

Moreno PIERONI. Il Presidente Ceriscioli ha definito e tracciato il percorso e perché oggi la Giunta chiede di approvare questo sub emendamento.
Ascoltando i vari interventi una riflessione va fatta. Credo che quando un Consigliere parla senza nessuna cognizione di causa, senza nessun approfondimento, dimostra ancora una volta la propria incapacità di entrare nello specifico, parla a livello generale, con semplici annunci ed enunciazioni che nulla hanno a che fare con il percorso che, come ha ricordato il Consigliere Fabbri, può essere visto o non visto, interpretato o non interpretato, a seconda delle varie posizioni.
Capisco la posizione del Consigliere Fabbri, che per quello che riguarda la caccia si trova un po' in difficoltà, però questo ci sta. Come ha ricordato il Presidente Ceriscioli, la posizione a livello nazionale e a caduta a livello regionale del Movimento 5 Stelle è ben chiara, ben netta, quindi è indubbio che ogni qualvolta che ci sono proposte di legge o emendamenti che vanno in una certa direzione si cerca sempre di alzare l’asticella per fare il nulla. Ma questo ci sta, sta nelle parti, sta nella posizione che ha sul tema della caccia, però la cosa che non capisco è quando alcuni Consiglieri non approfondiscono. Mi riferisco al Capogruppo della Lega, che a mio avviso non è capace, anche se ci prova, di scimmiottare quello che fa il suo leader nazionale, perché non ha la sua capacità oratoria, non approfondisce gli argomenti, dice tutto e dice niente. In questo caso penso che abbia poco approfondito, perché, l'ha ricordato il Consigliere di opposizione Fabbri, esiste - può essere giusto o sbagliato - un piano di controllo per l'abbattimento dei cinghiali. Forse il Capogruppo Zaffiri non lo sa, adesso l’ha sentito e forse è bene che se lo vada a leggere, anche perché è stato condiviso con le associazioni di categoria e non con le associazioni venatorie. E’ stato condiviso in prima battuta con le associazioni degli agricoltori, con gli ATC ed infine con le associazioni venatorie. Questo il Consigliere Fabbri lo sa e il Capogruppo Zaffiri non lo sa, per cui glielo dico io.
Il piano di controllo fino ad oggi era bloccato perché c'è stato un ricorso da parte di due associazioni, WWF e Lipu, che lo ritenevano troppo repressivo nei riguardi degli animali da abbattere, parliamo di ungulati, in particolar modo di cinghiali. Troppo repressivo.
Oggi l’Ufficio caccia ha comunque definito il percorso - come ha ricordato il Consigliere Fabbri il nostro piano di controllo era bloccato per un ricorso che è stato poi ritirato - e le associazioni hanno approvato definitivamente i decreti per l'attuazione del piano di controllo. La speranza è che altre o le stesse associazioni non ricorrano ancora al TAR, però è nel gioco delle parti.
Noi riteniamo che un piano di controllo sia sempre perfezionabile, sempre migliorabile, però questo è il primo piano di controllo per l'abbattimento dei cinghiali fatto dalla Regione Marche, penso che l’impegno profuso e il lavoro fatto debbano essere evidenziati.
Sono convinto che quello che oggi andiamo ad adottare non intacchi e non precluda le iniziative della legge che la Commissione sta esaminando, ma acceleri, perché è una necessità sollecitata - credo che abbiate parlato con le associazioni degli agricoltori - e fortemente voluta dalle associazione degli agricoltori. Il regolamento che oggi andiamo ad approvare uniformerà il sistema per i pagamenti in tutti gli 8 ATC della nostra regione. Quindi voi capite quanto diventa importante e strategico approvare questo sub emendamento. Gli ATC pagheranno in maniera uniforme in tutta la regione e questo è un altro importante messaggio che diamo al mondo agricolo.
Poi è chiaro che per non votare ognuno troverà mille motivazioni, però la realtà vera, se non viene votato, è che non si vuole dare questa opportunità agli agricoltori, uniformando il sistema di pagamento per i danni causati dai cinghiali e dagli ungulati in generale in tutta la regione Marche, evitando quei ritardi che ci sono da un ATC ad un altro.
Due brevissime riflessioni. La prima, mi ricollego al fatto ricordato dal Consigliere Fabbri, quello di un cittadino marchigiano che ha iniziato lo sciopero della fame, che poi mi sembra l'abbia concluso. Noi abbiamo detto e abbiamo scritto in un comunicato che il piano di controllo darà la possibilità a tutti coloro che hanno le caratteristiche e che rientrano nelle normative della Regione di abbattere direttamente nel proprio terreno i cinghiali, se sono possessori della licenza da caccia, perché è chiaro che non possiamo mettere in mano a chi non ha la licenza di caccia un fucile, oppure di utilizzare i famosi chiusini o altri mezzi di cattura, anche in questo caso se in possesso di licenza di caccia.
Se il Capogruppo Zaffiri legge e approfondisce il piano di controllo, vedrà che ci sono delle riflessioni e delle valutazioni quasi tutte positive ed alcune criticità. Lo invito ad approfondire, come ha fatto il Consigliere Fabbri, il piano di controllo della caccia al cinghiale, prima di fare annunci ed esternazioni.
Concludo rispondendo al Consigliere Zura Puntaroni, penso che dall'alto della sua intelligenza lei sappia bene che non parliamo di carniere nel caso di cinghiali, penso che la sua sia più una battuta che un vero intervento per sollecitare la Giunta e l'Assessore a rispondere. Il cinghiale è stanziale naturalmente, per migratorio si intende un altro tipo di animale.

PRESIDENTE. Ha la parola per dichiarazione di voto il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Dopo le considerazioni che sono state fatte - che non studio, che non conosco, il Presidente addirittura dice che “ci siamo accorti che esiste un problema, quindi oggi abbiamo presentato un emendamento” - forse vi siete accorti che la Lega e il Movimento 5 Stelle hanno dato solidarietà a una persona che protestava, ad un agricoltore e all’Associazione degli agricoltori. Forse vi siete accorti di questo.
Questo è il vero problema, caro Assessore Pieroni, corre in bicicletta, però deve recuperare il tempo perso sulla questione degli agricoltori che sono stati danneggiati. Non faccia battute, è in forte ritardo su questo problema, è inadempiente, come le è stato detto in Commissione dove più volte, più volte, più volte e più volte si è parlato di questo problema, fino a quando non è scoppiato, perché gli agricoltori non fanno in tempo a seminare che arrivano i cinghiali.
Non è un problema di contributi, Assessore Pieroni, la finisca con questo metodo, usi i soldi dei marchigiani, lei non fa gli interventi per proteggere gli agricoltori da questi animali! Questo è il vero problema! La Corte dei Conti dovrebbe intervenire su questo problema, la Corte dei Conti dovrebbe intervenire seriamente per vedere se questi soldi vengono spesi bene o se bisogna fare degli interventi sulle leggi! Esiste un problema, ve ne siete accorti e anche il Presidente se n'è accorto.
Come ha detto il Consigliere Fabbri è una cosa molto seria, l'avete affrontata e la state affrontando per spezzoni, tentando di dare lezioni. Ma rendetevi conto di quello che dite dando le lezioni alle minoranze e all’opposizione! Pensate a quello che dite, pensate a quello che fate. Vedo che non pensate e non riflettete. Il popolo anche in queste ore in una tornata elettorale vi ha dato ragione, allora vuol dire che c'è un problema sulla comunicazione, sul modo di fare, sulle non risposte alle persone o al mondo della produzione, in questo caso agli agricoltori.
C'è anche un problema di sicurezza, di incolumità delle persone. E’ una cosa molto seria, altro che piano di controllo! Ma quale piano di controllo? Ma cosa controllate? Sono in aumento! Siete in mano a delle persone che non hanno niente a che fare con la caccia, non sono cacciatori, perché i cacciatori sono quelli che vanno a selvaggina e noi difendiamo quei cacciatori, caro Presidente, non difendiamo gli altri. Gli altri vanno regolamentati e voi non siete capaci di regolamentarli. I cinghialai, sì. Noi siamo per i cacciatori, se non l’ha capito, e siamo per regolamentare in modo diverso questo settore. Sì, siamo presuntuosi, caro Assessore Pieroni, non l’ha detto, ma lo dico io!
Queste offese, lei dice: basta studiare, ma studia tu! Studia e risolvi i problemi! Non ci faccia più sentire le associazioni che si lamentano. Quando le associazioni non si lamenteranno più avrà fatto il suo compito e siccome ancora non siamo a questo livello, caro Assessore Pieroni, se la finisca. Le lezioni non le voglio prendere da te e gliele rimando. Quando l’associazione degli agricoltori verrà in Consiglio regionale a dire che non ci sono più problemi avrà risolto il problema e le dirò che è stato bravo. Ancora non lo è, deve andare ancora a lezione.
Caro Presidente, lei dica quello che vuole, anche sull’approvazione dell’assestamento di bilancio ho sentito parlare di marchette e c’è una comunicazione del Cal che dice di mettere i soldi. Lo dice il Cal, mica lo dico io! Anche il Cal vi dice cosa dovete fare e poi venite in quest’Aula a dirci che non siamo soggetti a nessuna pressione. Ma per favore, lasciamo perdere! Per questi motivi noi votiamo contro.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Il nostro voto è contrario per le motivazioni che ha espresso egregiamente il Consigliere Fabbri, perché la competenza è della II Commissione.
Quello che voglio dire, e lo voglio sottoporre a voi e alla Segretaria dell'Assemblea, è che in questo emendamento di carattere normativo c'è scritto “le parole 'con fondi propri' vengono soppresse”, vuol dire che la Regione dovrà stanziare dei fondi per i danni, se in Commissione gli emendamenti che non avevano la copertura sono stati bocciati, questo la copertura dove la piglia?

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Giacinti.

Francesco GIACINTI. C'è un equivoco. Le parole “fondi propri” sono riferite ai fondi dell'ATC. I fondi derivano dal gettito. Il fondi dell’ATC provengono dalla tassazione che i cacciatori versano per il rinnovo delle licenze, delle autorizzazioni …

(interrompe il Consigliere Maggi)

Francesco GIACINTI. No, paga l’ATC!

(interrompe il Consigliere Maggi)

Francesco GIACINTI. No, è riferito alla sfera della Regione perché va su quella dell’ATC, per la quale è prevista una parte di gettito derivante dalla tassazione del mondo della caccia, attraverso il rinnovo delle autorizzazioni.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Rapa.

Boris RAPA. Chiedo la votazione per appello nominale.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Sub emendamento 7 quinquies/1/1/1/1 (modificativo) a firma del Consigliere Giancarli. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Biancani, Bora, Busilacchi, Carloni, Casini, Celani, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Marcozzi, Micucci, Minardi, Pieroni, Rapa, Sciapichetti, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini;
Contrari: Bisonni, Fabbri, Giorgini, Maggi, Malaigia, Pergolesi, Zaffiri, Zura Puntaroni;
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Sub emendamento 7 quinquies/1/1/1 (sostitutivo) a firma dell’Assessore Pieroni. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Biancani, Bora, Casini, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Micucci, Minardi, Pieroni, Rapa, Sciapichetti, Talè, Traversini, Urbinati;
Contrari: Bisonni, Fabbri, Giorgini, Maggi, Malaigia, Pergolesi, Zaffiri, Zura Puntaroni;
Astenuti: Carloni, Celani, Marcozzi.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Sub emendamento 7 quinquies/1/1 a firma dell'Assessore Pieroni. Decaduto

Emendamento 7 quinquies/1 a firma dell'Assessore Pieroni. Decaduto.

Comunicazione ai sensi del comma 4 dell'articolo 55 del Regolamento interno

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Urbinati.

Fabio URBINATI. Vorrei intervenire, anche perché vorrei approfondire quello che potrebbe diventare un precedente. Ho sbagliato a votare, chiaramente la votazione è influente nell’esito del voto, ma se il voto fosse stato su un bilancio, su un assestamento o su un altro atto importante? Mi ricordo che prima la votazione poteva essere corretta. Se c’è da modificare il regolamento lo modifichiamo. A me inquieta un po’ il fatto che non si possa sbagliare, poi essendo un touch screen è un attimo che il dito scorra sotto e si voti contrariamente a quello che uno pensa.

PRESIDENTE. Non è un problema di regolamento. Io lascio sempre qualche secondo in più per verificare eventuali errori e conseguentemente correggere finché non è chiusa la votazione. Se qualcuno sbaglia va dichiarato a verbale e rimane agli atti. Questo è l’unico modo formale per far si che tutto sia trasparente e regolare.
Emendamento 7 quinquies/2 a firma del Consigliere Giacinti, che ha la parola per illustrarlo.

Francesco GIACINTI. Questo emendamento si è reso necessario perché in considerazione del periodo di riferimento della legge sul gioco d'azzardo, tenendo conto del fatto che i fondi a disposizione della Regione, anche per derivazione statale, sono in quantità cospicua, si rischia di non avere la totale disponibilità di questi fondi. Quindi, mutare il periodo di riferimento - l’abbiamo discusso in Commissione - porta a superare questa discrasia, quindi il periodo di riferimento diventa triennale, cioè si elimina la parola annuale anche perché, visto che siamo arrivati oltre metà ottobre, si rischierebbe di non poter spendere quei fondi. Si va alla triennalità, in maniera tale che il programma di Governo ed il programma regionale possano trovare compimento con più tranquillità, con tempi più consoni e con una finalizzazione migliore avendo a disposizione tutti i fondi di cui si può disporre.

Emendamento 7 quinquies/2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 8. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 9
Emendamento n. 9/1 a firma dell’Assessore Cesetti. Ha la parola, per l'illustrazione, il Consigliere Giacinti.

Francesco GIACINTI. E’ un emendamento che serve per riallineare i dati dell'avanzo applicato che nel frattempo, fra le la data di approvazione del rendiconto e la data dell'assestamento, contempla alcune reiscrizioni effettuate per cui la posta di avanzo applicato ha subìto ovviamente delle modificazioni. Questo serve per riallineare queste differenze di valori che si sono conseguite a seguito di queste reiscrizioni.

PRESIDENTE. Prima di votare l’emendamento 9/1 preciso al Capogruppo Urbinati che prima ha votato correttamente, quindi non mettiamo a verbale nulla.
Emendamento n. 9/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 9, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 10
Emendamento 10/1 a firma dell’Assessore Cesetti. Ha la parola, per l'illustrazione, il Consigliere Giacinti.

Francesco GIACINTI. Si tratta di un emendamento che va a modificare la tabella C per effetto di due variazioni compensative. Riguarda l'imputazione ad un programma più consono, dal 12 all'11, Missione 1. E' la specifica che ha fatto prima l'Assessore Pieroni su quell'emendamento relativo alle due manifestazioni patrimonio dell'UNESCO.

Emendamento n. 10/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Emendamento n. 10/2 a firma della Consigliera Leonardi. Inammissibile.
Emendamento n. 10/3 a firma della Consigliera Leonardi. Inammissibile.
Emendamento n. 10/4 a firma della Consigliera Leonardi, che ha la parola per illustrarlo.

Elena LEONARDI. Con questo emendamento chiedo di dare seguito a quanto votato all'unanimità da questo Consiglio regionale nella seduta del 13 giugno 2017, quando è stata votata favorevolmente la mozione a firma della sottoscritta e del Consigliere Giancarli, che impegnava, parliamo quasi di un anno e mezzo fa, “a dar seguito alle finalità indicate nella legge 23 febbraio 2000, n. 12 “Norme sulla speleologia”, reintroducendo, a partire dalla prossima legge di disposizioni e di formazione del bilancio annuale e pluriennale - sarebbe dovuto essere nel bilancio 2018 - un adeguato contributo economico per la tutela, la conservazione, la conoscenza e la valorizzazione del patrimonio speleologico e delle aree carsiche del territorio marchigiano, dando così gli strumenti finanziari necessari al perseguimento di progetti, programmi ed iniziative dell'attività del mondo speleologico della regione Marche”.
Nel mio emendamento ho messo una cifra abbastanza simbolica, sono 15 mila euro presi dal fondo di riserva, ricordando che questa legge, che non è più finanziata da diversi anni, era partita nel 2000 con un finanziamento di 400 milioni di lire per arrivare a 9.000 euro del 2014, quando poi si è interrotto. Non essendo stata finanziata all'inizio dell'anno ho pensato che questo potesse essere il momento per poter dare attuazione a quanto era stato espresso positivamente da quest'Aula.

PRESIDENTE. Emendamento 10/4. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Emendamento n. 10/5 a firma della Consigliera Leonardi. Inammissibile.

Emendamento n. 10/6 a firma della Consigliera Leonardi, che ha la parola per illustrarlo.

Elena LEONARDI. Mi riallaccio alla mozione precedente e faccio un appello all'Assessore competente affinché nel bilancio di previsione futuro si dia seguito a quanto votato anche dalla maggioranza, in riferimento all'emendamento precedente che è stato bocciato.
Le faccio avere la copia della mozione che è stata votata a giugno, anche se i tempi sono un po’ stretti si potrebbe mettere nel bilancio di previsione del prossimo anno un finanziamento, altrimenti i voti che vengono espressi dall'Aula sui provvedimenti non trovano mai attuazione e credo che questo non sia un buon esempio.
Illustro questo emendamento, anche se temo che abbia la stessa sorte del precedente, anche perché è un po' più cospicuo. E’ l'implementazione del fondo destinato alla Polizia locale, in particolar modo per la formazione.
Sono più volte che tento di implementare questo capitolo, perché credo che sia importante dare da parte della Regione maggiori conoscenze e maggiori professionalità per rendere più efficaci ed efficienti i corpi delle Polizie locali dei nostri comuni.
Il capitolo era stato azzerato, mi sembra che oggi sia stato messo qualcosa di più, ma veramente molto poco, quindi propongo 40 mila euro.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Come i colleghi hanno potuto vedere, ho votato a favore dell'emendamento della Consigliera Leonardi. La mozione l'avevo costruita con lei dopo la nostra partecipazione ad una iniziativa sulle Grotte di Frasassi, quindi oltre al voto unanime sulla mozione cui ha fatto riferimento la collega, c'è stato un altro voto unanime di quest'Aula per il riconoscimento delle Grotte di Frasassi come patrimonio dell'Unesco.
L'Assessore Sciapichetti sta seguendo da vicino la partita burocratica, il voto dell'Aula è stato espresso, so che l’iter è abbastanza lungo, però ci sono molte persone che stanno collaborando volontariamente e con grande competenza con l'Assessore e l'Assessorato per far sì che si fornisca quanto prima la documentazione.
L'emendamento è andato com'è andato, però, conoscendo le sensibilità non soltanto dell'Assessore Cesetti ma anche del Presidente Ceriscioli e del Presidente Giacinti, sicuramente nel bilancio di previsione, tenendo insieme non soltanto l'emendamento che riconosce il contributo alla speleologia marchigiana, ma anche l'obiettivo più importante delle Grotte di Frasassi, si potrà trovare una risposta favorevole.
Sin d'ora ringrazio il Presidente Ceriscioli, l’Assessore Cesetti e il Presidente Giacinti, ma anche la Consigliera Leonardi perché ha mantenuto viva questa memoria.

PRESIDENTE. Emendamento n. 10/6. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Articolo 10, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 11. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 12 (Dichiarazione d’urgenza). Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva a maggioranza assoluta dei suoi componenti)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Proposta di ordine del giorno a firma del Consigliere Carloni, che ha la parola per illustrarla.

Mirco CARLONI. Ho presentato questa proposta di ordine del giorno per stimolare la Regione Marche, ne parlavo prima con l'Assessore Casini, a trovare dei sistemi incentivanti per la riqualificazione dei centri storici, visto che gran parte del patrimonio immobiliare non è efficientato sia dal punto di vista energetico che dal punto di vista statico, dato che trova come ostacolo non ultimo anche quello degli oneri di urbanizzazione.
Su questa materia ogni Comune fa un po' come gli pare. I parametri e le tabelle che la Regione avrebbe dovuto dare non sono state approvate e la legge regionale 34 del 1992 all'articolo 72 prevede che nel caso di mancata definizione delle tabelle parametriche i Comuni provvedono in via provvisoria con propria deliberazione. Questa via provvisoria, Assessore Cesetti, è dal 1992 che si protrae.
Questa proposta di ordine del giorno è un invito a ragionare su questo tema.
Visto che il Presidente Ceriscioli da sempre, anche il giorno del suo insediamento, ha detto che avrebbe voluto fare delle norme che intervenissero sull'urbanistica e facessero sì che l'economia, quella legata all'artigianato, ripartisse anche dalle ristrutturazioni, un piccolo elemento di incentivazione potrebbe essere quello degli oneri di urbanizzazione. Ripeto, riguarda i centri storici, non certamente tutti gli oneri di urbanizzazione, e siccome su questa materia ogni Comune fa un po' da sé, c’è ormai un limite oggettivo alla volontà di ristrutturare.
Sappiamo che sugli oneri di urbanizzazione non si possono fare i bilanci di previsione, perché è un'entrata incerta, quindi credo che questo non possa essere un modo per mettere in discussione la finanza locale, ma dà la possibilità ai Comuni, che vogliono aderire, di dare stimoli all'efficientamento del patrimonio privato, anche in termini di staticità, che credo sia un tema molto importante per la nostra regione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giorgini.

Peppino GIORGINI. Una proposta di ordine del giorno abbastanza complessa, ma nell'atto non si parla solo di storico. Adesso spiegherò perché i Comuni fanno quello che gli pare, come ha detto il Consigliere Carloni. In realtà è un fatto importante e questo atto potrebbe dare molti problemi agli introiti dei Comuni.
Nel considerato che, si dice: “Incentivare interventi edilizi ad iniziativa privata, in particolare all'interno dei centri urbani dei comuni del nostro territorio”, quindi sono intesi tutti.
In riferimento a questa legge, all'articolo 16, comma 4, credo sia opportuno ricordare che, intorno alle caratteristiche sostanziali del potere amministrativo o esercitato nell'ambito della determinazione di somme di denaro dovute alla pubblica amministrazione quale il contributo di costruzione, si è scatenata una vera e propria miriade di pronunce tra TAR e Consiglio di Stato.
E' una materia complessa, che credo non si possa affrontare con un ordine del giorno, e voglio spiegare il perché.
Ridurre l'incidenza, come dice nel considerato finale il Consigliere Carloni, potrebbe avere degli effetti molto, molto negativi per le casse comunali, che sono già in difficile situazione. Questo è anche dimostrato dal fatto che, modificando le norme che sono state apportate dal decreto-legge 133/2014, detto Sblocca Italia, e dall'articolo 16 della legge 380/2001, la legge quadro sull'urbanistica, in materia di contributo di ricostruzione, si ha un impatto diretto sulle casse comunali. Difatti alcune Regioni, tra cui la Lombardia, addirittura dal 2005, con la legge 12 articolo 3 comma 1 ha disapplicato l'articolo 16, comma 4. La Regione Lombardia ha stabilito che gli oneri di urbanizzazione vengono determinati solamente dai Comuni, a cui vanno naturalmente tutte le somme incassate, con l'obbligo di aggiornamento ogni 3 anni, anziché 5, in piena autonomia, in base agli obiettivi della propria programmazione in tema di servizi e opere pubbliche. E’ chiaro che un Comune decide gli oneri che ha bisogno di incassare, valorizzando la connessione tra la programmazione degli interventi e la capacità di spesa.
Non trovo la motivazione per presentare questo ordine del giorno in una legge sul bilancio, credo che la materia sia molto complessa e potrebbe creare dei problemi agli investimenti dei Comuni, in quanto le risorse verrebbero a mancare. Chiaramente noi non voteremo per i motivi che ho appena elencato.

PRESIDENTE. Ha la parola, per una precisazione, il Consigliere Carloni.

Mirco CARLONI. Devo precisare. Ho dato per scontato che la materia fosse un po' più nota e dall’intervento del Consigliere Giorgini ho capito che non conosce il problema. Ma soprattutto, Consigliere Giorgini, si evince che lei l’amministratore comunale non l’ha mai fatto.
A 23 anni ero Assessore al bilancio e le posso garantire che in un bilancio di previsione di un ente comunale si può prevedere un'entrata derivante dagli oneri di urbanizzazione, ma poiché non è un'entrata obbligatoria e costante, ma un'entrata straordinaria, cioè dipende da quante pratiche edilizie i cittadini presentano, non costituisce un'entrata su cui basare la finanza locale. Quando lei dice che creerà effetti negativi ai bilanci, mi dispiace, non la voglio correggere per una questione politica, ma questo merita un approfondimento. Non si può dire una roba del genere.
Dal 1992 questa Regione doveva fare una tabella di parametri e in via provvisoria i Comuni sono stati autorizzati a farli con propria deliberazione. Quando ho detto che ognuno fa come gli pare, non volevo essere offensivo, perché i Comuni hanno fatto quello che potevano e hanno stabilito con proprio regolamento quello che la legge gli consentiva di fare. Credo che dal 1992 ad oggi questa via provvisoria possa anche finire.
Se vogliamo dare un incentivo all'edilizia privata e con essa all'economia sottesa a quel settore, che rappresenta la piccola impresa marchigiana, penso che un piccolo segnale, riferito e ovviamente limitato ai centri storici, possa essere dato. Questo è un ordine del giorno, non è vincolante, non rappresenta nessun cambiamento finanziario. E’ un segnale.
Lo dico a tutti e non solo al Consigliere Giorgini, nella maggior parte dei Comuni delle Marche le pratiche per le concessioni edilizie che prevedono il pagamento degli oneri in centro storico si contano sulla punta delle dita. L'economia in qualche modo può essere incentiva attraverso le ristrutturazioni che rappresentano anche una garanzia per l'efficientamento sismico ed energetico.
Secondo me, lo dico soprattutto al Consigliere Maggi, mi sembra un errore non cogliere l'opportunità di fare un ordine del giorno che solleciti il tema sull'edilizia. Gli oneri di urbanizzazione sono una cosa da pagare, ma se vogliamo efficientare il centro storico dobbiamo fare questa tabella, dobbiamo iniziare a fare i parametri.
Il Consigliere Giorgini ha detto che non si capisce a cosa si riferisce il dispositivo ed ha parlato di centri urbani. A chiarimento di questo, voglio rileggere l'ultima riga del dispositivo, riguarda limitatamente i centri storici, che nei dispositivi regolamentari comunali sono una cosa ben precisa.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. In linea di principio sono d'accordo su quanto espresso da questo ordine del giorno, perché il problema è rilanciare i centri storici e l'urbanizzazione, che spesso hanno dei costi molto alti.
Parliamo dei mille borghi, che sono la caratteristica della nostra Regione, che hanno palazzi ovviamente antichi che hanno la necessità di essere ristrutturati, ristrutturazioni che richiedono costi molto elevati.
Quindi il principio che si possa incentivare in qualche modo il rilancio di queste zone, che spesso anche per i alti costi sono in parte abbandonate, mi trova favorevole.
Credo che sia importante, proprio per quello che ha detto il proponente Consigliere Carloni sul fatto, cioè che c'è uno stallo dal 1992 rispetto a queste tabelle, fare un passaggio su questa tematica anche con i rappresentati dei Comuni, con l'ANCI, per concordare insieme qualcosa di più specifico e approfondito, anche per entrare nel merito delle distinzioni.
Lancio uno spunto, partendo dal presupposto che è essenziale porre in essere delle misure che aiutino il rilancio e non facciano perdere quel patrimonio storico, artistico e anche culturale che abbiamo in moltissimi centri storici.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Il tema che viene introdotto da questo ordine del giorno presentato dal Consigliere Carloni è particolarmente sentito ed interessante, perché il recupero dei centri storici e del risanamento è un pensiero che ormai ci attanaglia da tempo.
E’ una questione che sta sul tappeto delle Amministrazioni comunali da diversi anni, da diversi decenni, quindi direi che ogni provvedimento, ogni azione, che va nel verso di accelerare il risanamento dei centri urbani e dei nostri centri storici, che sono elementi di grande attrattività da un punto di vista turistico e da un punto di vista commerciale, deve essere analizzato attentamente.
E’ inutile pensare di attrarre i turisti in un centro storico che non è risanato o che non sia stato riqualificato, è inutile dire ai privati di insistere nell'aprire attività commerciali in un centro storico, quando i clienti non sono convinti ad andarci, non sono attratti, presentando rue non ristrutturate, con cornicioni cadenti, con facciate, addirittura di beni architettonici vincolati che cadono giù. Quindi è un problema molto sentito e molto serio.
Per molto tempo le pubbliche Amministrazioni hanno investito direttamente in questo recupero, a volte sostituendosi anche ai privati. Vi faccio un esempio, nel 1998 uscì un programma di recupero urbano di sviluppo sostenibile dei territori, i famosi PRUSST, dove c'erano degli assi, dei finanziamenti specifici per il risanamento dei centri storici, guarda caso per eliminare il degrado ed aumentare il decoro. A quell’epoca ero amministratore della città di Ascoli e vi dico che noi spendemmo più di un milione di euro per dare contributi ai privati in conto capitale a fondo perduto, non dico di interessi, per risanare le facciate, perché non potevamo più concepire e ammettere che in un centro storico eccezionale e bellissimo come quello di Ascoli ci potessero essere dei cornicioni cadenti, degli intonaci pericolanti ed altro. Questo è un aspetto molto significativo e importante.
L’altra nota che voglio spendere a favore di questo ordine del giorno presentato dal Consigliere Carloni, è che effettivamente se oggi viene a mancare qualche decina di migliaia di euro in un Comune per quanto riguarda gli introiti degli oneri di urbanizzazione dei centri storici, certamente il Comune non va in dissesto, perché sono minimali rispetto agli introiti che il Comune ha per quanto riguarda le zone B, di completamento, e le zone C, di espansione. Guardate i bilanci comunali e vedrete che sono molto modesti e tra l'altro incidono pochissimo, perché gli unici interventi che sono onerosi, cioè che portano maggiore risorse nelle casse comunali, sono quelli che riguardano la suddivisione delle unità immobiliare, 2 o 3 unità oppure quando il cambio di destinazione d'uso. Ma voi capite che nel centro storico i cambi di destinazione sono ridottissimi, dato che non ci sono tutti quei garage che vengono trasformati in abitazione. Quindi non credo che si minano i bilanci dei singoli Comuni, sta proprio nella concretezza dei fatti.
Vi dico ancora di più. Negli anni passati, negli anni d’oro, quando c'erano grandi investimenti nel settore urbanistico e nel settore dell'edilizia privata, quindi c’era un notevole incasso di questi oneri, e quando qualcuno non voleva realizzare un'opera pubblica o era scettico su un certo tipo di opera pubblica che una parte politica voleva, si metteva come finanziamento la vendita del patrimonio o gli oneri di urbanizzazione, perché gli oneri di urbanizzazione dovevano andare per gli investimenti o per le manutenzioni – mi sembra il 40% - ma se non si incassavano l’opera non si faceva. Gli oneri di urbanizzazione erano l’ultimo livello degli investimenti per evitare che un’opera importante non venisse fatta.
Oggi i tempi sono cambiati, gli oneri che si incassano sono molto modesti, purtroppo sono modesti nelle zone B e nelle zone C, figuriamoci nelle zone A!
Questo ordine del giorno è in pratica un invito a rivedere queste tabelle e consentire che si abbia uno sconto nelle zone A. Guardate, i centri storici oggi vivono una situazione drammatica, soprattutto per quanto riguarda quelle città che, al di fuori della loro cinta dei centri storici, hanno grandi centri commerciali molto aggressivi. Anche questo è discorso che dobbiamo affrontare. Laddove esistono dei centri commerciali molto aggressivi e laddove si continua, vero Assessore Casini, a consentire una grossa espansione in questo senso, i centri storici soffrono. E' inutile che poi facciamo dei bandi.
Sono molto critico - abbiamo dato un parere in Commissione - quando si mettono pochi spiccioli per incentivare il recupero delle botteghe artigiane nel centro storico. Lì dobbiamo spendere milioni di euro, non possiamo metterci 100 mila euro per l'artigianato artistico locale dei centri storici. È assurdo, è ridicolo, 100/140 mila euro, com'è stato fatto ultimamente, per tutta la regione. Dovremmo spendere milioni di euro per salvare i centri storici, perché sono la fortuna di un certo tipo di economia, di una microeconomia, sono la fortuna anche di chi ci vive perché se vengono a mancare i servizi le persone vanno via e ci ritroveremo con delle cattedrali nel deserto. Fra 10 anni rischiamo di avere dei borghi bellissimi, ma disabitati, perché non essendoci più servizi, non essendoci più la bottega di vicinato, che è il primo servizio fondamentale, perderemo questo grande e fondamentale patrimonio culturale e commerciale.
Questo ordine del giorno è un invito alla Giunta a rivedere le tabelle e a prevedere degli sconti per le zone A.
Chiudo, Presidente, dicendo che c'è un altro aspetto da rivedere. Se noi vogliamo che la legge 22 funzioni fino alla fine, cioè la legge che riguarda il piano casa, è necessario rivedere gli oneri, perché tante persone fanno i progetti, ma poi, quando il Comune fa loro il conto degli oneri desistono, non fanno assolutamente nulla. E chi vi parla lo dice a ragion venuta, non è un sentito dire, perché i Comuni, avendo libertà, fissano degli oneri a metro quadro stratosferici e siccome non incassano più nulla dalle zone di espansione, siccome non si costruisce più, vanno a prelevare laddove il cittadino cerca di recuperare quel 20% che la legge gli consente. Lì dobbiamo intervenire nuovamente, facendo una norma quadro per impedire che i Comuni vadano a briglie sciolte, cosa che di fatto impedisce il rilancio dell'edilizia che la legge sul piano casa aveva come obiettivo.
Sono favorevole a questo ordine del giorno, che non è un impegno cogente, ma vuole essere un invito alla Giunta a metteteci mano perché da troppi anni siamo fermi e nel momento in cui si rivedete le misure, guardate con occhio attento a quello che succede nei nostri centri storici, per evitare che fra qualche decennio vengano a morire completamente.

PRESIDENTE. Chiedo ai Consiglieri di mantenere il silenzio in Aula perché parlare in queste condizioni è molto complicato.
Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Chiedo scusa, Presidente, perché sono stato fra quelli che parlavano, ma non sono un complottatore, semplicemente per cercare di capire bene l’ordine del giorno del Consigliere Carloni che ha stimolato il dibattito.
La mia considerazione nel merito è semplicissima. Non posso non ricordarmi quando nel 1992, da Sindaco, non abbiamo fatto l’esonero degli oneri di urbanizzazione per chi ristrutturava nel centro storico, ma abbiamo dato dei mutui, cioè abbiamo abbattuto i tassi di interesse dei mutui per coloro che intervenivano, con fondi nostri, ed i fondi che abbiamo utilizzato erano quelli degli oneri di urbanizzazione. Quindi non solo non glieli abbiamo fatti pagare, ma addirittura ce li abbiamo messi.
Non c’è bisogno di richiamare l’intervento apologetico del Vicepresidente Celani che ha richiamato questo tipo di necessità, penso che su questo siamo tutti d'accordo, compresa la Giunta.
La cosa però che mi preoccupa è questa. Non so che cosa sia questo articolo 16, comma 4, del dpr 380/2001 e non penso che verrò licenziato dal Consiglio regionale per questo, ma quello che ritengo debba essere seriamente fatto - e invito il proponente - è riflettere su questo argomento, perché gli argomenti che potrei introdurre, sono molti oltre quelli già detti. Per esempio il Consigliere Giorgini con discreto tasso di buonsenso, che gli riconosco anche in altre occasioni, ha sollevato delle questioni su cui posso essere d’accordo o meno, non lo so. Ho sentito anche altri stimati colleghi che hanno dubbi e perplessità. Quindi ritengo che questa materia non possa essere votata in questa sede, io non sarei in condizioni di votarla perché oggi non so quanti oneri di urbanizzazione, a differenza di quel 1992 quando ne arrivavano una valanga, arrivano adesso.
Qual è l’atto di giustizia che possiamo fare rispetto a chi invece continua a pagarli? Può darsi che l’unica cosa nuova che si fa nel mio Comune di Recanati sia una un'area PEP o un’area Erap, per cui quelli gli oneri li pagano, e quelli del centro storico che ristrutturano a 300/400 mila euro avrebbero un piccolo sconto dal Comune di 20/30 mila euro e quindi non li pagherebbero mai.
Le questioni sono tante e non si possono risolvere con un foglio che dice: “Diamogli un'occhiata”. Non sono d'accordo a dare le occhiate.
Sono pienamente favorevole alla provocazione che il Consigliere Carloni ha messo in atto, ma direi che questo tema, debitamente approfondito, debba essere valutato in III Commissione prima di essere votato dall’Aula. A questo punto mi permetta, Assessore Casini, fate uno sforzo anche voi, visto che la provocazione del Consigliere Carloni ci ha raggiunto e penso che abbia raggiunto anche il pubblico fuori da qui, con una proposta alla Giunta. Io non sto né in I Commissione, dove questa cosa è stata vista, né in III, quindi avrei oggettiva difficoltà ad affrontarla. Sarebbe interessante che il Consigliere Biancani metta in conto un ordine del giorno con qualche settimana di anticipo in modo che possiamo partecipare tutti.
Invito il proponente ad un rinvio, tuttavia se questo resta il mio voto è incerto.

Presidenza del Vicepresidente
Piero Celani

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Voglio partire da un'affermazione che ha fatto il Consigliere Carloni nei confronti del Consigliere Giorgini quando, analizzando il suo ragionamento ha detto: “Si vede che non è mai stato Assessore”. Questa cosa a me pone una riflessione, perché io, che ho una storia politica lunga e anche di sinistra, non ho mai visto la contrapposizione fra istituzioni e movimenti.
Il Consigliere Giorgini in questi anni mi ha raccontato pezzi della sua storia politica, so che è stato non soltanto un diffusore dell'unità, che è una cosa grande, importante, ma è stato anche un organizzatore della democrazia e delle lotte per le conquiste sociali. Quindi dal punto di vista dell'impegno politico e istituzionale questa cosa la considero alla pari di coloro che hanno fatto gli Assessori. Questo lo dico con molta franchezza e con stima sia nei confronti del Consigliere Carloni che del Consigliere Giorgini.
Detto questo, ha fatto bene il Consigliere Carloni a presentare questo ordine del giorno, perché noi dobbiamo sicuramente riflettere non soltanto su quello che rappresentano per noi i centri storici, in una regione come quella marchigiana, dove abbiamo tantissimi borghi, i borghi più belli d'Italia, ma anche come ragionamento rispetto … Ho sentito il Presidente Ceriscioli che nel momento in cui presentava una proposta per contenere l'erosione della costa a Marina di Montemarciano faceva un ragionamento sugli attrattori turistici, quindi sul mare, ma anche sulle aree interne, sulle colline, sui borghi, sui centri storici. Tra l’altro credo che dobbiamo avere tutti la consapevolezza che non possiamo più consumare suolo, ma dobbiamo recuperare e riqualificare.
Ha ragione il Consigliere Marconi quando dice che è un atto importante, ma è un momento dell'azione e le azioni debbono essere molteplici per recuperare i centri storici, quindi non soltanto sugli oneri, ma anche sul fatto che dobbiamo favorire in qualche modo il cambio di proprietà, le alienazioni che ci sono, persone che oramai hanno abbandonato i centri storici e vivono fuori da quelle realtà e magari possono essercene altre che possono acquistare quelle vecchie abitazioni e ristrutturarle. Quindi una serie di incentivi o di contributi che possono essere dati dai Comuni, e quello degli oneri è sicuramente un momento, ma ce ne possono essere anche altri che sono stati ricordati adesso dal Consigliere Marconi e dal Vicepresidente Celani, insieme ad altri provvedimenti.
Dando atto al Consigliere Carloni di aver presentato e di aver posto una questione importante, anch'io penso che la via più giusta sia quella che indicava il Consigliere Marconi, che potrebbe vedere, oltre al coinvolgimento del firmatario, anche della Commissione e del Presidente Biancani.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giacinti.

Francesco GIACINTI. Questo ordine del giorno ha suscitato un dibattito degno di attenzione ed il susseguirsi degli interventi lo dimostra, però vorrei ricordare all’estensore che, se si pensa a una riduzione degli oneri a carico di chi va a fare una ristrutturazione in centro storico, dobbiamo tener conto che quei proprietari all'epoca della costruzione di quegli immobili non hanno subìto una tassazione in questa direzione, pur avendo cospicui servizi rispetto a chi è andato a costruire in altre zone. I centri storici sono mediamente più serviti e possono vantare di un maggior numero di comodità, di servizi e di attenzioni dal punto di vista urbanistico e sociale.
La proposta merita attenzione, tuttavia si tenga conto dell'equità di questo fatto e non sperequare troppo fra situazioni diverse, tra chi ha dovuto subire oneri magari, anche importanti, e chi non ne ha subìti fin dall'origine, perché la legge che impone il pagamento degli oneri di urbanizzazione a quell’epoca non c’era. Questo aspetto di equità credo che vada tenuto nella debita considerazione.
Raccogliendo gli altri inviti che sono emersi, è il caso di aprire una discussione più ampia, tenendo conto di tutte le varie sfaccettature che sono emerse, pur rimanendo interessante l'idea che si ravvisa nella proposta di ordine del giorno presentata.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Vorrei leggere quello che dice il comma 4 dell'articolo 16: “L'incidenza degli oneri di urbanizzazione primaria e secondaria è stabilita con deliberazione del Consiglio comunale, in base alle tabelle parametriche che la Regione definisce”, questa è la legge e secondo me questo ordine del giorno la richiama, cioè richiama la Regione a fare una cosa che, se non ho capito male, che doveva essere fatta dal 1992.
Penso che su questo non ci possa essere discussione, è un obbligo di legge, la Regione lo deve fare. L'unica cosa su cui potremmo discutere è quella scritta dopo, cioè: “in particolare contengano misure finalizzate a ridurre l'incidenza degli oneri di urbanizzazione per gli interventi di riqualificazione dei centri storici, al fine di favorire le ristrutturazioni edilizie”. Su questo magari si potrebbe disquisire, ma non sul fatto che la Regione debba o meno fare queste tabelle, la Regione le deve fare!
Sull'impostazione politica di come fare queste tabelle, in maniera tale che le ristrutturazioni dei centri storici siano favorite, possiamo discutere, ma mi sembra dal tenore degli interventi che più o meno siamo tutti a favore di questo orientamento politico.
Personalmente sono favorevole perché non sono per consumare altro suolo, sono per ristrutturare il più possibile il patrimonio edilizio esistente, quindi tutte quelle misure che vanno in questa direzione le condivido.
Quindi voterò questo ordine del giorno, invito anche i Consiglieri a prendere atto che si tratta di un ordine del giorno, quasi una mozione, un indirizzo politico, che sollecita la Giunta a fare quello che per legge va fatto. Tutto qui. Non ci vedo altre cose sotto, quindi da parte mia, Consigliere Carloni, il voto sarà positivo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carloni.

Mirco CARLONI. Grazie Presidente. Intanto vorrei scusarmi con il Consigliere Giorgini, non volevo essere offensivo nei suoi confronti, è una persona che studia ed approfondisse sempre i temi, però, secondo me, non ha capito lo spirito dell'ordine del giorno, che peraltro è una provocazione, non avendo effetti amministrativi.
Capisco che il Consigliere Marconi ancora non ha deciso come orientarsi ed ha ancora bisogno di riflettere su come votare, però visti i tempi dell'economia reale e le risposte da dare alla società civile, dal 1992 ad oggi, la Regione dovrebbe decidere quale orientamento dare ai parametri sugli oneri di urbanizzazione, altrimenti rischiamo che il paziente muoia.
Se voi guardate, l’Ance (Associazione nazionale costruttori edili) delle nostre province è un camposanto, non c'è più nessuna impresa di costruzione realmente in piedi in tutta la regione Marche, questo non significa che dobbiamo fare le leggi per l’Ance, però è chiaro che sul tema delle ristrutturazioni, oltre ad un fatto di efficientamento del patrimonio, che vede anche un'evidente emergenza sul piano della sicurezza, per le ragioni che tutti ben conosciamo, c'è un blocco economico di molti a riqualificare il patrimonio edilizio del centro storico, perché è oneroso, è costoso e questo fa sì che i centri storici, piano piano, si abbandonino a favore di due cose: di una disurbanizzazione della vita sociale e di un maggiore consumo del suolo. La nostra regione è fatta di tanti bei centri storici molto spesso abbandonati.
Credo che questo sia un elemento banale, ma di grande qualificazione e siccome il Presidente Ceriscioli su questo tema si è lanciato dal giorno dell’insediamento, io ho ritenuto di lanciare un sasso nella discussione sulla legge urbanistica che finora non c'è stata. Non so perché non sono state fatte quelle tabelle, io ho soltanto rilevato che non ci sono e penso che questo dia la possibilità a chi governa la Regione Marche di avviare una discussione. Non volevo innervosirla, se questa cosa dà fastidio, mi dispiace, però penso che l'economia reale di questa regione aspetti dei segnali in materia di semplificazione e incentivazione dei lavori all'interno dei centri storici, tutto quello che va in questa direzione troverà il mio sostegno, se lo possiamo fare con una legge successiva sono d'accordo, se questa è l'occasione per assumere un impegno politico, sono ovviamente d'accordo, l'importante è fare, stimolare i privati a riqualificare i beni dei nostri bei borghi storici.

PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. Grazie Presidente. Siccome condivido gli obiettivi che il Consigliere Carloni ha, cioè dare uno sguardo a tutti gli strumenti che servono ad agganciare la riqualificazione dei centri storici …
Prima confrontandomi con i Consiglieri di maggioranza spiegavo che con la caduta dei valori del mercato immobiliare ristrutturare il centro storico, un bene che ha una valenza storica, è quasi impossibile, perché il costo di costruzione supera il valore di mercato, però l'invito a una riflessione in Commissione un po' più approfondita mi sembra opportuna perché, ricordando la legge che disciplina il calcolo delle tabelle dei oneri d'urbanizzazione, è importante valutare gli aspetti legati alla norma perchè poi dando seguito tout court alla parte obbligatoria, come diceva il Consigliere Bisonni, potremmo fare esattamente l'opposto dell'obiettivo che ci diamo con questo ordine del giorno.
Mi sembra utile questa riflessione per non fare un danno, ma per fare delle scelte ponderate guardando cosa dicono le norme rispetto alla determinazione delle tabelle perché non vorrei che andandole a ridurre magari le aumentiamo e siccome credo che l'obiettivo sia quello di consegnare strumenti che favoriscano è bene fare una considerazione.
In merito all'intervento del Consigliere Giacinti, nel centro storico noi abbiamo sia il palazzo storico che la casa di basso pregio in termini strutturali, è chiaro che è molto diverso fare l'intervento nell'una o nell'altra, perché mettere a posto un palazzo storico ha dei costi, mettere a posto una palazzina degli anni ’70 ne ha degli altri.
Anche quando parliamo genericamente di zona A, di centro storico, non tutti gli interventi sono uguali, quindi la misura può tener conto anche di aspetti peculiari che sono quelli che, credo, il Consigliere Carloni voleva mettere in evidenza.
Consiglio di ritirare la proposta di ordine del giorno e discutere il tema in Commissione, guardando cosa prevede la normativa per la formulazione di quelle tabelle, una piccola simulazione per poi agire di conseguenza rispetto a un messaggio così diretto, apparentemente positivo, ma per altri versi un po' rischioso.
Faccio un esempio in piccolo, se uno prende una convenzione degli anni ’70 sulla base di quelle tabelle, si accorgerà che in termini di opere di urbanizzazione tabellari si riusciva a realizzare una strada, una scuola, un parcheggio e la slabbrata, se prendiamo le tabelle e le applichiamo oggi si fa fatica a stare sulla primaria, anche utilizzando gli oneri secondari. Si fa fatica a realizzare le opere anche con le zone … Cosa vuol dire? E' il valore che viene fuori, emerge un numero, non sto parlando di “materialmente fare”, è la riemersione di un numero, allora direi che un intervento più ponderato secondo me aiuta a far meglio le cose.

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carloni.

Mirco CARLONI. Raccolgo lo stimolo e la richiesta del Presidente Ceriscioli, come quella del Consigliere Giacinti, ritiro questa proposta di ordine del giorno, però spero davvero che si avvii su questo argomento una discussione seria e profonda. Lo abbiamo detto nel 2015 insediandoci, siamo nel 2018 e credo che sia opportuno, Presidente, arrivare ad impegnare l'Assemblea legislativa sulla materia urbanistica che ha tanto a che fare con la nostra economia reale.

PRESIDENTE. Bene, a questo punto decadono le richieste di intervento per le dichiarazioni di voto.
Proposta di legge n. 233, emendata. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Proposta di atto amministrativo n. 54
ad iniziativa della Giunta regionale
“Documento di economia e finanza regionale (DEFR) 2019/2021 della Regione Marche”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 54 della Giunta regionale.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Minardi.

Renato Claudio MINARDI. Andiamo ad approvare per il quarto anno consecutivo il Documento di economia e finanza regionale della Regione Marche, che prevede la programmazione per gli anni 2019/2021, un triennio.
Si tratta di un documento molto corposo che ha una rilevanza. Come Consiglieri siamo sempre abituati a guardare le cifre, a guardare direttamente i bilanci, ed il Documento di programmazione sta sopra, fa una programmazione di carattere generale perseguendo gli obiettivi di finanzia pubblica, definiti a livello nazionale in linea anche con l’Unione europea.
Il documento si compone di due sezioni, la prima parte è articolata in missioni, nelle quali vengono indicati gli obiettivi strategici, mentre la seconda parte riguarda la situazione finanziaria regionale e le relative strategie da attuare rispetto alle missioni che vengono date.
Le missioni sono 23.
Il documento deve tener conto del quadro complessivo all’interno del quale dobbiamo muoverci, sia per quanto riguarda la parte economica che la parte finanziaria che concerne le risorse della Regione Marche, considerando le contrazioni dei trasferimenti a livello nazionale. Prende altresì in considerazione anche una corretta e prudente tenuta dei conti, è chiaro che nel momento in cui si fa un documento di programmazione occorre contemplare le risorse e non si possono fare delle previsioni come qualcuno è abituato a fare a livello nazionale.
L’obiettivo prioritario, che vede all’orizzonte il documento, è la programmazione dell’attività della Giunta regionale che ha come attenzione la gestione del sisma. Un terzo del territorio marchigiano è stato colpito dal terremoto ed è una priorità per tutti noi: Consiglio, Giunta e struttura, perché dopo la gestione dell’emergenza si passa ovviamente alla ricostruzione dei territori che hanno un'importanza e una rilevanza di non poco conto.
La strategia del sisma la ritroviamo all'interno del documento come punto comune in ogni missione, in ogni strategia, in ogni argomento, in ogni tema, l'obiettivo del sisma e quindi della ricostruzione è all'orizzonte di ogni tema e di ogni argomento. Tant'è che nel documento viene rilevato come sia stato sottoscritto il patto per la ricostruzione e lo sviluppo in collaborazione con l'Istao e con le 4 Università della regione Marche. Patto per la ricostruzione e lo sviluppo che ha visto tutti i soggetti interessati sedere intorno ad un tavolo, comprese le parti sociali e le categorie. L'obiettivo è quello di guardare alla ricostruzione come un obiettivo primario e nel contempo guardare nel merito le progettualità, tenuto conto delle esigenze che da quei territori emergono, perché non avrebbe senso sostenere o finanziare interventi di ricostruzione che non siano condivisi con i territori colpiti dal sisma.
La finalità del Defr è quella di consentire risorse finanziarie da convogliare per la ripresa degli investimenti, perché la ripresa dell'economia è anche questo un tema all'ordine del giorno, come quello del sisma, anche se il sisma ha una priorità assoluta.
All'interno del Defr c'è anche un passaggio che riguarda l'autonomia differenziata, ai sensi dell'articolo 116 della Costituzione, che vede la Regione Marche e la Regione Umbria andare avanti insieme, ne abbiamo già parlato recentemente in Consiglio regionale, tenendo all'obiettivo di un'autonomia differenziata, che ha un percorso sicuramente lungo, ma che sta andando avanti. C'è stato recentemente anche un incontro con l'attuale Ministro.
Il documento si apre con uno spaccato della regione Marche, fatto dalla Banca d'Italia nel documento che è stato presentato il 21 giugno 2018 che tiene conto della situazione economico-finanziaria della nostra Regione, riferita al 2017. Nel 2017 la nostra Regione ha avuto una crescita modesta, non possiamo essere troppo ottimisti, dobbiamo essere cautamente ottimisti, c'è una ripresa, c’è una crescita, ma ancora non si evidenzia un rilancio forte. Il tasso di disoccupazione è stabile, sono aumentati i lavoratori dipendenti, ma prevalentemente con contratti a tempo determinato, e sono aumentati i lavoratori autonomi, il reddito delle famiglie invece è rimasto stabile.
All’interno del documento c’è un passaggio importante, il “Rapporto BES 2017. Il benessere equo e sostenibile in Italia”. Si tratta di un metodologia che misura il progresso di una società non soltanto dal punto di vista economico, ma anche sociale ed ambientale. Ciò attraverso l'analisi di una serie di indicatori che afferiscono a 12 settori fra i quali la salute, l'istruzione e la formazione, il benessere economico, la ricerca e l'innovazione, la qualità dei servizi, eccetera.
Scorrendo le varie missioni, possiamo porre l'attenzione sugli obiettivi specifici, con una specificazione nella “strategia del sisma”.
Soffermandoci su alcuni passaggi significativi. Per quanto concerne la tutela e la valorizzazione dei beni e delle attività culturali, sul tema dello sviluppo delle zone colpite dal sisma sono state promosse due indagini, dalle quali emerge la centralità della cultura come elemento di rilancio dello sviluppo del territorio.
Relativamente all'assetto del territorio, l'obiettivo è, partendo dalle domande poste dall'emergenza, di costruire quadri e norme che siano da un lato capaci di ritornare ai luoghi del sisma, fornendo risposte pertinenti, dall'altro di produrre innovazione utile per l'intera regione. L'emergenza non deve infatti far trascurare un insieme di innovazioni e temi nuovi che sono presenti nel dibattito nazionale ed internazionale, come ad esempio la limitazione del consumo del suolo, il tema della pianificazione con quello del risparmio energetico che i cambiamenti climatici impongono di integrare.
I trasporti e la mobilità sono settori chiave per lo sviluppo socio economico. Anche qui dobbiamo tendere all'obiettivo di recuperare risorse dal livello nazionale rispetto ai trasferimenti che arrivano dallo Stato sul costo chilometrico.
Scorrendo le missioni del documento, l’attenzione è posta sui servizi alla persona che si estrinsecano attraverso gli interventi in campo sociale e in sanità. Parliamo dell'attività delle politiche sociali e quindi degli interventi a favore della famiglia, di quelli per l'infanzia e i minori, degli interventi per la disabilità, di quelli a favore della popolazione anziana, nonché dei i soggetti a rischio di esclusione sociale.
Accanto ai tradizionali assi di intervento, troviamo nuovi importanti obiettivi strategici, quali il rafforzamento del sistema degli Ambiti territoriali sociali, il riordino del sistema dei servizi, l'aggiornamento del sistema delle professioni sociali, l'istituzione di un nuovo sistema informativo dei servizi sociali. Parliamo della tutela della salute i cui obiettivi principali si devono tradurre in un programma di miglioramento della qualità dei servizi e della loro accessibilità, dell'efficacia dei trattamenti e dell'equità del sistema all'interno di un processo di contenimento della spesa pubblica nazionale.
La spesa della sanità è difficilmente comprimibile. Altre Regioni hanno percorsi di rientro, le Marche stanno rispettando i Lea e questo significa che la nostra Regione ha avuto la possibilità, proprio perché ha i conti in ordine, nei mesi scorsi, di mettere in campo 1.800 assunzioni di personale e anche arrivare ad investimenti programmati per circa 200 milioni di euro.
Per quanto riguarda il tema dello sviluppo economico e della competitività, questo è un tema importante perché l'obiettivo è quello di sviluppare il nostro sistema economico per riprenderci da quella crisi economica pesantissima, iniziata nel 2007/2008. Alla luce di alcuni accenni di ripresa, registratesi alla fine del 2017 e soprattutto di previsione di miglioramento per il 2018, possiamo sicuramente ribadire l'importanza per le piccole e medie imprese marchigiane di strutturarsi ed innovare, proiettandosi anche sui mercati internazionali. Sul terreno della ricerca e dell'innovazione, la strategia di specializzazione intelligente rappresenta una tappa fondamentale per la politica regionale ed è una grande occasione per rilanciare la competitività delle imprese, riaffermando la centralità del sistema manifatturiero come motore di sviluppo delle Marche e tenendo conto delle risorse/competenze locali, del potenziale innovativo del territorio e delle opportunità tecnologiche e di mercato globali. L'innovazione e la trasformazione digitale dei processi produttivi rappresentano quindi un percorso ineludibile per trasformare le aziende marchigiane ed il loro modo di fare business. Su questo vorrei fare una sottolineatura rispetto alla legge regionale n. 25 del 2018, che è stata approvata, possiamo chiamarla la legge 4.0, ovviamente l’obiettivo è quello di trasformare il sistema economico marchigiano, guardando con molta attenzione a tutti i percorsi di digitalizzazione, compresa la formazione del personale, perché quando le imprese diventano digitali c'è bisogno di forza lavoro che sia pronta e preparata. Aggiungerei anche che la scelta degli investimenti sulla banda larga per 108 milioni di euro è stata fondamentale ed indispensabile per permettere alle nostre imprese di mantenere la loro competitività sul mercato.
Proseguendo, meritano attenzione le politiche del lavoro, il cui obiettivo strategico rimane quello di sostenere il lavoro e l'occupazione quali elementi prioritari e fondanti attorno ai quali ricostruire la ripresa economica e di rinnovamento del modello di sviluppo del nostro territorio. La strategia prevede da un lato il rafforzamento delle competenze del capitale umano, per favorire il rilancio competitivo delle imprese e, dall'altro, il potenziamento e miglioramento dei centri per l'impiego.
Proseguente nelle missioni, l'agricoltura chiede che la Regione, oltre a sostenere le aziende agricole marchigiane nelle scelte strategiche di orientamento al mercato e nei percorsi di qualità utili a portare su nuovi canali commerciali, agevoli la semplificazione burocratica, e questa è una sottolineatura importante, agevolare la semplificazione burocratica e l'opportunità connesse alla multifunzionalità, all'agricoltura sociale e all'agricoltura biologica. Su questo vorrei ricordare come i 538 milioni del PSR siano stati integrati con altri 159 milioni derivanti dal sisma e siano stati impegnati per il 45%, quindi un percorso che sta andando avanti.
Non potevano mancare ovviamente le questioni legate all'energia, con una nuova governance delle politiche energetiche e climatiche.
La seconda sezione del Defr riguarda l'analisi della situazione finanziaria regionale, nonché le strategie proposte dal documento oggi all'esame di questa Assemblea. Anche in questo caso per ragioni di tempo dovrò affrontare soltanto i passaggi salienti.
Vorrei semplicemente ricordare: il rispetto dei vincoli di finanza pubblica con il 118, con il pareggio di bilancio; la razionalizzazione e il contenimento delle spese, che è una scelta di fondo che ne ha visto tante altre, compresa la gestione del patrimonio immobiliare e l'abbattimento dei costi delle locazioni passive; la diminuzione della pressione fiscale, abbiamo appena votato l’assestamento di bilancio che toglie l’accise sulla benzina; l’innovazione e semplificazione amministrativa; il mantenimento dell’equilibrio dei conti; l’attuazione delle scelte fondamentali del programma di mandato della legislatura.
In riferimento alla parte importante della relazione, dove si parla della questione finanziaria, non posso non ricordare che con il Defr, l’ho detto già in premessa, la Regione Marche concorre al perseguimento degli obiettivi di finanza pubblica definiti in ambito nazionale e rispetto al 2016 il debito è stato ridotto da 1,24 miliardi a 900 milioni di euro. Credo che questa sia una scelta importante che tiene conto del rigore con cui viene effettuata la spesa della Regione e del fatto che ci sia solidità dei conti perché la Regione Marche ha un debito autorizzato, ma non contratto di 294 milioni di euro.
Altro elemento è quello del rating della Regione Marche che, tripla B stabile, riflette la solidità del debito e della liquidità.
Altra cifra importante della quale non possiamo non tenere conto riguarda i 243 milioni di euro del Por-Fesr, che sono arrivati, purtroppo, dopo il sisma, e che si aggiungono alle risorse già programmate nella programmazione 2014/2020 che prevede investimenti importanti per le imprese, per la cultura e turismo, per la sicurezza sismica degli edifici pubblici, per la sicurezza idrogeologica, per la mobilità e per l'eco-efficienza degli edifici pubblici e della illuminazione. Sono scelte importanti a cui si aggiungono anche i 72 milioni di euro per il Feasr, poi altri 159 milioni di euro che sono stati aggiunti al Psr.
La Regione in questi anni è cambiata radicalmente, soprattutto dopo la riforma delle Province, la legge 56 del 2014. Ricorderete che la Regione Marche ha assorbito le funzioni non fondamentali delle Province e questo ha comportato maggiori oneri, maggiori funzioni e il trasferimento del personale. La Regione Marche aveva 1.253 dipendenti e dopo il 1 aprile 2016, quando siamo andati ad applicare la legge 13 del 2015, ovvero l'assorbimento delle funzioni non fondamentali da parte delle Province, abbiamo preso carico dalle 5 province marchigiane altre 533 unità, quindi il personale è ora di 1.745 unità.
C’è un'altra scelta importante che è prevista nella finanziaria di quest'anno, la finanziaria del 2018, la legge 205 norma il passaggio delle funzioni del mercato del lavoro e delle politiche per l'impiego, ed anche in questo caso si prevede il passaggio del personale, quindi abbiamo in carico ulteriori 344 unità di personale, più 81 precari da stabilizzare, ai sensi della normativa Madia.
E’ stata fatta una ristrutturazione del debito molto importante. Scelte che hanno permesso di liberare delle risorse che sono state destinate al percorso per il salvataggio della società Aerdorica che gestisce l'aeroporto delle Marche.
La riforma dell’Erdis ha permesso di erogare borse di studio con quote in denaro a tutti gli studenti risultati idonei nelle Marche. Credo che questo sia importante e andrebbe sottolineato, perché l'opportunità per gli studenti di avere le quote in denaro non era la stessa in tutta la nostra regione.
Vado verso la conclusione anche perché è rimasto pochissimo tempo. È chiaro che la crisi economica che ha attanagliato non solo la nostra Regione, ma l'intero Paese - ma direi che la crisi è stata strutturale, planetaria, partita dalla finanza e diventata poi strutturale - ha messo in difficoltà il nostro modello marchigiano, che veniva studiato anche all'estero, che aveva un'opportunità che poi si è dimostrata anche la sua debolezza.
Il modello marchigiano era formato da tante piccole e medie imprese, nel momento in cui alcuni settori andavano in crisi ce n'erano altri che tiravano, quindi c'era questo equilibrio nelle forze economiche, anche per l'occupazione. Quando poi la crisi si è fatta sentire in modo pesante è chiaro che la frammentazione del nostro sistema economico marchigiano è diventata una debolezza. Infatti le opportunità sono maggiori per le grosse imprese, quindi non è più un'opportunità essere una piccola e media impresa o il modello marchigiano.
Le regioni in cui l’economia è ripartita prima, dove sta crescendo il PIL, sono quelle in cui ci sono grandi aziende.
Le misure nella programmazione del piano economico e finanziario della Regione ci sono, riguardano tutto il sistema economico e guardano con grande attenzione al tema dell'innovazione, della ricerca e della internazionalizzazione. Se in questo momento particolare le piccole e medie imprese delle Marche hanno dimostrato questa debolezza, le imprese che hanno avuto la capacità di innovare e di fare ricerca, di fare internazionalizzazione si sono meglio difese e sono riuscite a crescere, ed è proprio per questo che il piano prevede di destinare le risorse, anche quelle della programmazione dell'Unione europea, per dare la possibilità al nostro sistema economico di riprendersi, e su questo posso dire che c'è grande attenzione.
Avrei anche altre cose da dire, ma per il momento concludo qui, poi magari interverrò nuovamente se ci sono altre questioni, in sede di replica. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Grazie Presidente. Il Defr dovrebbe essere il documento principe dell'attività politica, si vede anche con che attenzione viene accolto dal Consiglio, rischia di essere, come del resto è, uno stucchevole rituale che non toglie e non aggiunge assolutamente niente.
Ho ascoltato con grande rispetto le parole del Consigliere Minardi, però penso che abbia descritto un’altra Regione, perché la mia valutazione è completamente difforme dalla sua ed i marchigiani, con cui sono in contatto, hanno una percezione completamente diversa da quella illustrata dal relatore di maggioranza.
Il Defr è un documento - sarò brevissimo visto che in questo rituale non piace neanche a me con i concetti e le esternazioni di economia e finanza - principe di un'amministrazione pubblica perché al suo interno vengono messe per iscritto, quindi è un impegno formale, tutte le politiche economiche e finanziarie selezionate, decise e imposte dalla Regione Marche per il triennio 2019/2021.
Dal Defr, infatti, derivano i bilanci di previsione nei quali si assegnano le risorse che danno vita all'attuazione delle politiche in esso contenute. E' un documento importante, come ho detto, un documento principe, ma non è certo per la Regione Marche che ne ha fatto un documento copia e incolla del precedente, con poche e striminzite modifiche, tanto che potrei ripetere le stesse considerazioni, e le ripeterò, espresse in Aula lo scorso anno, tanto i contenuti del Defr sono gli stessi, senza anima e senza impegno, del 2017. Ovviamente sono qui e se qualcuno mi vuole smentire con prove alla mano, possiamo fare il confronto.
Il testo, poche righe, ma non è il numero delle righe che rende inquietante il fatto, è stato copiato da un Istituto superiore che ha pubblicato la simulazione di una prova di esame di Stato. Insomma, anche se i contenuti sono gli stessi dello scorso anno, non vi siete impegnati nemmeno un po’ per trovare parole diverse e non mi avete filato di striscio quando ho detto lo scorso anno che quello che ci descrivevate in questa Aula e ci descrivete oggi era ed è copiato di sana pianta. Forse avete pensato che quest'anno non ci saremmo accorti? Ma questa è un'ipotesi ottimistica, la realtà è che a voi non interessa quello che dicono i Consiglieri, neppure quelli di maggioranza, figuriamoci quelli di opposizione, anche quando, come in questo caso, sono relatori di minoranza, e non vi ponete neppure il problema di descrivere in maniera originale le cose che ci sottoponete alla votazione in Aula. Per voi i documenti di programmazione sono una noiosa formalità da evadere il prima possibile.
Altra prova della vostra considerazione la troviamo nel programma dello sport e tempo libero, dove anche quest’anno vengono riportati alcuni dati presi da un memo della Commissione europea.
Leggo che, il mercato dei viaggi internazionali per assistere ad eventi sportivi nei prossimi due o tre anni potrebbe avere un tasso di crescita del 6% annuo, ve lo avevo detto lo scorso anno e ve lo ripeto ora, la ricerca dell'Unione europea, che avete citato lo scorso anno, è la stessa che citate oggi, si riferisce al 2012, quindi che accidenti di programma si può fare con dei dati basati su stime di 6 anni fa? Ditemelo!
Ma il copia incolla non finisce qui. Nel Programma giovani è stata inserita una parte, che ritrovo identica in un comunicato della mai dimenticata e indimenticabile Assessore Paola Giorgi del gennaio 2015, della serie a volte ritornano e questa volta è tornata, almeno nello scritto. Fatemi capire, sono curioso, forse avete una serie di bigliettini scritti, come i biglietti dei Baci Perugina, e li copiate e li mettete in ordine in base agli argomenti e alla redazione dei documenti? Altrimenti non si capisce perché questo documento è fatto in questo modo, di parti copiate e incollate.
Vediamo altri aspetti di questo rocambolesco Documento di economia e finanza regionale.
Alla valorizzazione dei beni di interesse storico, avete tolto quella catalogazione e digitalizzazione del patrimonio culturale che scrivevate essere strategia indispensabile di tutela e valorizzazione. La catalogazione e digitalizzazione del patrimonio culturale non c'è più nel DEFR, perché forse è già stata fatta e completata oppure non ritenete più utile tutelare e valorizzare il patrimonio culturale? Qualche maligno, e io sono tra quelli, potrebbe pensare che l'avete tolta perché non l'avete fatta e qualcuno potrebbe chiedervene conto.
Sul fronte del turismo, l'Assessore Pieroni se ne è andato, ci sono diverse novità, alcune curiose, direi, avete inserito la stessa cosa sia sul programma 01 che sul programma 02, cioè il “sostegno agli operatori turistici che favoriscono l’incoming di gruppi nelle Marche, attraverso incentivi economici stabiliti da appositi bandi”.
Poi leggo la frase sibillina: “in particolare l'incentivo consiste nel rimborsare il 50% dei costi sostenuti per il trasporto tramite vettore bus”. Le vostre enunciazioni sono sempre molto generiche e vaghe e questa volta il dettaglio potrebbe suonare sospetto al maligno, che sono sempre io. Naturalmente, per fugare ogni sospetto, sarà nostra cura monitorare il procedimento di questi contributi al sistema dei bus.
Riguardo al sistema di protezione civile sono state tolte le specifiche delle risorse e riportato tutto il resto uguale allo scorso anno, compresa “la predisposizione e verifica, nuova procedura informatica, per la rilevazione dei dati necessari, sia in sede di richiesta di stato di emergenza che per la ricognizione del danno conseguente l'evento emergenziale”. Siccome questa frase l'avete riportata uguale tutti gli anni, a partire dal primo DEFR, quello del 2016/2018, redatto nel 2015, gradirei essere informato, con un po' di rispetto per i marchigiani che ci hanno dato il voto e che ci hanno conferito questo mandato, se la “nuova procedura informatica, eccetera”, è stata fatta o no? Se non è stata fatta questo documento cosa programma?
Sull'accesso al credito per le piccole e medie imprese, che dite di voler agevolare, non si capisce come intendete farlo concretamente.
Da parte nostra vi abbiamo più volte invitato a modificare l'obbligo per le piccole e medie imprese di rivolgersi ai Confidi, che sarebbe una agevolazione all'accesso al credito, ma a questa nostra sollecitazione, fatta anche qui in Aula, non c'è stato alcun segnale di ritorno.
Come non c'è più segnale che favorisca la nuova imprenditorialità hi-tech assente in questo DEFR, altro, Consigliere Minardi, che si favoriscono le imprese tecnologiche!
Del resto il quadro di come la vostra azione politica favorisca la crescita di questa regione è contenuto nella previsione della Banca d'Italia: 1,1% per il 2019, lo 0,7% per il 2020, e 0,5% per il 2021, ed io ho sentito tutt’altre cose, tutt'altre affermazioni trionfalistiche nella presentazione di questo DEFR, voi a questi dati allarmanti rispondete con un DEFR copia incolla, anzi copiato e incollato male. Un DEFR in continuità con l'inconsistenza di questa Giunta, con la lotta interna tra le parti, emblematico il caso del Consigliere Volpini che è diventato con la Leopolda un caso nazionale, con la vicinanza preferita alla conoscenza.
Il Presidente Ceriscioli non c'è, ma se vuole gli preparo una lista di nomi dalla quale si evince che l'amicizia conta più della competenza, altro che pretendere le scuse.
Questo è il DEFR della Regione Marche.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giorgini.

Peppino GIORGINI. Grazie, Presidente. Dopo aver passato il fine settimana a leggermi tutto il DEFR, devo dire che rappresenta perfettamente un famoso detto di Abramo Lincoln: “Non dobbiamo promettere ciò che non dovremmo, per non essere chiamati a svolgere ciò che non possiamo”, questo è quello che ho dedotto dalla lettura quasi totale del DEFR.
Adesso dirò qualcosa sugli appunti che ho preso per quello che riguarda la mia Commissione, iniziando dalla missione 8 - assetto del territorio ed edilizia abitativa.
Dal 1971 al 2010, 40 anni, l'Italia ha perso il 28% della superficie agricola, una superficie equivalente a quella della Lombardia, Liguria ed Emilia Romagna ed oggi, nonostante la crisi del settore delle nuove costruzioni, si continua a perdere suolo ad una velocità di 55 ettari al giorno.
Il riuso e la rigenerazione urbana, oltre alla limitazione del consumo di suolo, vengono riconosciuti tra i principi fondamentali della materia del Governo del territorio, queste non sono parole di qualcuno del Movimento 5 Stelle, ma sono parole di sinistra, parole del PD, ovvero di Chiara Braga, relatrice della proposta di legge sul consumo del suolo approvata dalla Camera e ferma lì da anni, quindi è il PD che ha fatto una legge per fermare il consumo del suolo ed invece vedo che nella regione Marche questa sensibilità non c'è e non capisco il perché. Forse al Governo c'è ancora qualcuno di sinistra, mentre probabilmente alla Regione Marche non c'è, anche perché abbiamo approvato una mozione in Aula su questo tema, ma dai corridoi ho capito che la Giunta regionale non vuole recepirla benché votata all'unanimità, quindi, sarà sul nuovo piano costa, ma devo capire se questo è vero oppure no.
Passiamo alla missione 8.1 - urbanistica e assetto del territorio. Il tema della ricostruzione nelle zone del sisma è molto delicato e complesso, oltretutto molto tecnico, e non è il caso di affrontarlo oggi. Si parla del coinvolgimento dei cittadini per arrivare a delle decisioni condivise sull'innovazione procedurale e sulla governance, come appunto, io lo dico da anni, afferma la convenzione di Aarhus, ma credo che questo sia solo fantascienza, perché non è stato mai fatto.
Sulle opere di rigenerazione urbana stendo un velo pietoso, visti alcuni articoli contenuti nel Piano casa e nei PORU.
Passiamo al programma 2 - edilizia residenziale. Su questo programma voglio fare solo un appunto visto che in Commissione stiamo lavorando alla proposta di modifica e integrazione della legge 36 e sulle politiche abitative, che riguarda il capitolo dove si prospetta di incrementare il patrimonio delle case popolari dell'Erap, finanziando l'acquisizione sul mercato di case sfitte attraverso i proventi delle vendite del patrimonio Erap. Su questo dato, ricordo, qualora ce ne fosse bisogno, che sono stati messi in vendita circa 3.200 appartamenti, le richieste sono state appena 300 e a qualche mese fa le vendite definitive erano circa 200/250. Insomma, un'operazione fatta con i piedi e non con la testa e ancora non ho capito di chi è la colpa di questo forte fallimento.
Passiamo all'espropriazione. Prima abbiamo parlato di vendita, ora parliamo di acquisti, parlo di possibili acquisti di case sfitte da parte dell'Erap ed al fine di una gestione e di una spesa più razionale raccomandiamo e consigliamo che l'acquisizione avvenga con un criterio che preveda la programmazione degli acquisti, finalizzata al recupero di quartieri, aree o blocchi di palazzine, blocchi e non alloggi sparsi qua e là che comportano enormi spese e costi di manutenzione all'Erap. Non compriamo un appartamento qui ed uno là, compriamo blocchi in modo che le spese siano razionalizzate e l'Erap possa averne un beneficio.
Missione 9 - sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell'ambiente. “La Regione Marche attribuisce particolare attenzione all'ambiente come risorsa”, belle parole, ma non sarebbero credibili nemmeno al circo Takimiri, perché su questo l'attuale amministrazione regionale ha fatto poco o nulla in 3 anni.
Sarebbe inoltre opportuno parlare di adattamento ai cambiamenti climatici, anche per la lotta al dissesto idrogeologico, visto che nel 2015 il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare (Mattm) ha approvato la “Strategia nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici” e che attualmente sta per essere completata l'elaborazione che coinvolge anche la nostra regione.
Difesa del suolo, ne ho parlato ampiamente prima e quanto dirò adesso riguarda il primo punto, il ruolo del Consorzio di bonifica a cui questa Giunta regionale vuole affidare oltre alla ricostruzione delle strutture sanitarie colpite dal sisma, anche la gestione dei fiumi di secondo livello, la lotta al dissesto idrogeologico e probabilmente anche la difesa della costa, giacché ci siamo diamogli anche la sanità, in modo che il Consorzio di bonifica possa probabilmente fare qualcosa di meglio.
A questo punto, però, mi domando a che cosa serve il Genio Civile, se diamo tutto al Consorzio di bonifica sopprimiamo il Genio Civile che segue la messa a norma degli edifici in tema sismico, ma non so, togliendogli tutti questi settori, a cosa serve.
Il secondo punto, la difesa del suolo, riguarda lo schema organizzativo e si dice: “il nuovo schema organizzativo può quindi consentire il riordino e il potenziamento delle funzioni progettuali del tutto assenti all'interno della Regione negli ultimi 15 anni”, per cui lo schema organizzativo, negli ultimi 15 anni, non è esistito, non ho parole.
Sulla difesa dei litorali e delle coste ho presentato una proposta di legge che è ferma da più di due anni in uno sgabuzzino, in attesa del famoso piano costa, che probabilmente non credo che potrà risolvere l'enorme problema che hanno le nostre coste, le peggiori d'Italia dopo la Liguria.
Andiamo alla missione 9 programma 2 - le cave. La domanda che mi sono posto leggendo questo DEFR è come si possono raggiungere tutti questi obiettivi quando non esiste nemmeno, parlo delle cave, un catasto on-line dell’attività estrattiva. In verità esisteva un progetto l'anno scorso, ma quest'anno è stato tolto, è stato abolito.
Certo, questo non è un bell'aiuto visto che è gravissima la profonda crisi che ha colpito e continua a colpire il settore. Si pensi che in poco più di 10 anni, il volume di estrazione nella regione Marche è passato dai 3,5 milioni di metri cubi del 2006 a 1,350 milioni del 2017, quindi in 10 anni abbiamo perso due terzi delle estrazioni.
Missione 9 programma 3 - rifiuti. Sui rifiuti possiamo dire che gli uffici hanno un certo scoramento, da quello che ho letto - e voglio dire al Consigliere Carloni, che so leggere e quello che leggo lo capisco molto bene, magari non so parlare tanto bene, ma quello che leggo lo capisco - possiamo notarlo in quanto si parla di un elemento di forte criticità nel raggiungimento degli obiettivi del piano in merito al sistema impiantistico di pretrattamento TMB, poi del recupero tramite CSS.
Si parla delle gravi carenze di trattamento nelle ATO di Pesaro-Urbino e di Ancona, carenze che sono state superate solo a forza di ordinanze contingibili ed urgenti, in base all'ex articolo 191 del codice dell'ambiente e quindi si è andati in deroga. E' un problema enorme che si deve risolvere facendo investimenti nelle province di Pesaro-Urbino ed Ancona perché mettono in crisi anche le altre 3 province.
Un'altra cosa da notare, che crediamo ormai cronica, è la mancanza di risorse finanziarie provenienti esclusivamente dalla tariffa, ossia dagli enti locali, non si capisce perché si parla di 20 euro a tonnellata per chi abbanca, che ormai non paga più nessuno, perché con il sistema di passare attraverso il TMB, si paga un soldo di cacio.
Missione 9 programma 4 - servizio idrico integrato. Noi siamo il Paese che - si pensi che i romani costruirono il primo acquedotto nel 300 a.C. - ha inventato gli acquedotti e le fognature, che ha avuto come progettisti uomini del calibro di Leonardo, eppure oggi siamo il Paese peggiore in Europa per le acque e le fognature. Tutto questo perché ci sono troppi interessi sull'acqua e pochi investimenti, difatti abbiamo il record delle perdite più alte della media europea: ufficialmente il 38,2% dei 385 litri per abitante, immessi giornalmente nelle reti comunali di distribuzione per un consumo pro capite giornaliero più elevato d'Europa da 245 litri a testa, va perso.
Credo che occorra un piano Marshall per ridurre drasticamente queste perdite e investire sulle infrastrutture di trasporto dell'acqua, penso che sia una priorità assoluta - non voglio dire di questo Governo regionale - del Governo nazionale e dei Governi regionali.
Avrei altre cose da dire, ma il tempo è scaduto. Sulla qualità dell'aria, in questo Consiglio ho detto e ammonito tutti in merito al grave problema dell'inquinamento della matrice aria che colpisce le regioni italiane. Sappiamo benissimo che ci sono nel mondo 12 milioni di morti premature, 7% di bambini sotto i 15 anni, 90 mila solo in Italia.
Si parla di “un nuovo modello economico circolare, dinamico, innovativo che inglobi la tutela delle matrici ambientali aria ed acqua”. Questo signori è impossibile da realizzare se il Governo non mette in atto una politica di forte prevenzione prima e cura dopo. Come si può parlare di miglioramento della qualità dell'aria, se l'unica cosa che riusciamo a fare, nel bene e nel male, è l'ininfluente monitoraggio ambientale? Noi monitoriamo la qualità dell'aria, ma poi non facciamo nulla, questo è il problema, non voglio dare le colpe a qualcuno, però giustamente il governo della Regione deve prendersi le proprie responsabilità. Sarebbe come dire al malato che ha la febbre, ma se la deve tenere perché non ci sono cure.
Questo è il concetto dell'inquinamento ambientale della matrice aria della regione Marche, che poi comporta costi non solo per chi muore, ma costi sanitari e per l'assenza dal lavoro.
Attenzione a questo monito che farò, vi avevo avvisato due anni fa sui contenziosi del Consorzio di bonifica che lo stanno mettendo in forte crisi e debilitando, adesso vi evidenzio i contenziosi sull'inquinamento ambientale perché, come ben sapete, nel fascicolo dei contenziosi della Regione Marche spicca una causa pendente, con una richiesta danni per 2 milioni di euro, per la qualità dell'aria.
La Regione Marche ha già in essere un contenzioso che non riguarda questa amministrazione regionale, ma la precedente, però se si verificassero in massa non so dove andremo a finire. Quindi, attenzione alla qualità dell'aria, perché la legge permette di richiedere i danni a chi gestisce le Regioni. Grazie.

PRESIDENTE. Prima di lasciare la parola per l'ultimo intervento al Consigliere Celani, chiedo se c'è qualcuno che deve tornare in Piazza Cavour per qualche ragione, altrimenti facciamo chiudere gli uffici,
Ha la parola il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Grazie Presidente. Cercherò di essere molto sintetico, cercando di dire le mie impressioni su questo Defr.
Devo confessare che ogni volta che negli anni è venuto in Aula questo documento ho trovato sempre un po' di difficoltà, ho fatto sempre fatica ad imbastire un intervento, soprattutto perché ho avuto sempre fatica a leggerlo così com'è architettato da sempre, di conseguenza ho fatto fatica anche a seguirne l'illustrazione in Aula, così come viene sempre fatta.
Allora dico al Consigliere Minardi che, non me ne voglia, in questi anni ho sempre visto presentare questo importante documento a mo' di rosario, a mo' di litania, enunciando una serie di proposte che in realtà sono dei misteri, perché ogni anno sono sempre gli stessi, quindi i misteri della luce si ripetono. Un qualcosa che anno dopo anno viene ripreso, viene rimesso lì, sperando che qualcuno non si renda conto che le cose sono le stesse già dette.
Dico questo perché un documento così importante, come quello del Defr, è un atto politico, non è un provvedimento di mera enunciazione di programmi e missioni, è un documento altamente e fortemente politico, con il quale chi amministra deve enunciare per gli anni in essere e futuri, il Defr ha sempre una valenza triennale, le linee strategiche e politiche che si vogliono attuare per risolvere le emergenze dei territori.
Se noi ci limitiamo soltanto a enunciare i progetti, i programmi e le missioni, che tra l'altro sono gli stessi degli anni precedenti perché utilizzano le risorse degli anni precedenti, come ad esempio le risorse del Por-Fesr, del Fse, del Psr, oppure di qualche provvedimento straordinario, non andiamo da nessuna parte.
E' chiaro che un Documento di programmazione economica come questo deve indicare in modo puntuale quali sono gli indirizzi, gli impegni politici e le emergenze sociali, economiche e strutturali del territorio che si vogliono risolvere e come si vuole affrontarle.
Le straordinarie emergenze delle Marche non si possono risolvere con strumenti ordinari, che sono quelli elencati in questo Documento di programmazione economica, sono strumenti ordinari quelli indicati nelle varie missioni e nei vari programmi. Non possiamo risolvere le emergenze investendo nella difesa della costa, ma ogni anno abbiamo investito nella difesa della costa, ogni anno a seconda delle esigenze di un territorio, siamo andati a mettere qualche milione prima verso Fano, poi verso Ancona, poi verso Recanati, qualcosa a Porto San Giorgio e poi a San Benedetto. Ogni anno abbiamo messo risorse, che molto spesso non erano nemmeno del bilancio regionale, per il dissesto idrogeologico, per qualche frana, ma sono interventi ordinari, non c'è stata una strategia politica, ogni anno ci sono stati dei bandi a cui hanno partecipato prima le Province, adesso i Comuni, per la messa in sicurezza o perlomeno per l'ammodernamento, la ristrutturazione, il restauro delle scuole, ma non abbiamo una strategia per risolvere le emergenze! Ogni anno abbiamo messo delle risorse per sistemare una certa viabilità che era in dissesto. Ogni anno attraverso i fondi dell'Fse abbiamo messo dei fondi per fare delle borse lavoro, per fare dei tirocini formativi, ma non è questo il modo con cui affrontare il problema, ad esempio, della disoccupazione giovanile.
Allora mi chiedo, e chiedo ancora: cosa c'è di straordinario, non di ordinario, in questo DEFR per la ripresa economica che ancora latita? Guardate è fantomatica una frase che è contenuta in questo documento, in questo aggiornamento sul contesto economico di riferimento e, se volete, è anche un po' di cattivo gusto, si dice che: “un contributo alla ripresa dell'economia regionale potrà avvenire dall'avvio dei cantieri della ricostruzione, è attualmente in corso la fase di smaltimento delle macerie, propedeutica a quella della ricostruzione. In tutti i settori l'aspettativa a breve termine delle imprese regionali sono improntate a ottimismo”.
Credo che questo non sia offensivo, ma di cattivo gusto si! E' come se la ripresa dovesse passare attraverso le disgrazie! Immaginate se la crescita può passare attraverso la ripresa dei cantieri della ricostruzione, ma stiamo scherzando? E quando avverrà questa ripresa? Ma non per colpa della Regione! Tiro fuori il discorso della ricostruzione, voglio essere bravo, andiamo a fare un giro, ieri sono stato ad Arquata e ad Amatrice, c'è da mettersi a piangere, perché ancora non si muove nulla, allora, come fa ad essere una ripresa economica, funzionale alla ricostruzione? La ripresa economica passa attraverso altri stadi, attraverso altri impegni, attraverso altri investimenti pubblici e privati, ma non attraverso i fondi per la ricostruzione, non potrà mai essere in un tempo medio-breve, potrà essere in un tempo lungo, potrà essere fra 5, 6, 7 anni, ma nel frattempo che cosa succede per quanto riguarda il nostro PIL? Per quanto riguarda la nostra disoccupazione e soprattutto l'occupazione giovanile?
Cosa c'è in questo Defr di straordinario per quanto riguarda l'occupazione giovanile, ad esempio, che non siano soltanto le borse lavoro o i tirocini formativi? Io non ho letto nulla di straordinario.
Cosa c'è per rendere attrattivo questo nostro territorio per gli investimenti industriali, ad esempio, che non siano le solite risorse contenute nell'industria 4.0, che sono le risorse del Por-Fesr, dell'Fse oppure risorse che siano relative all'area di crisi complessa? Qual è la strategia? Che cosa c'è di straordinario? Questi li avevamo già visti, ma scusatemi perché volete che metta il dito nella piaga? I fondi dell'industria 4.0 li avevamo già 4 anni fa, li avevamo nel 2014, perché non sono stati impegnati in quell'anno ed abbiamo aspettato tre anni per fare l'industria 4.0. Perché ci abbiamo messo le stesse risorse ed abbiamo perso quattro anni di tempo? Che cosa c'è di straordinario?
Del nostro bilancio non c'è un euro, sono tutti fondi che già avevamo, questo è il discorso! Ad esempio, per la valorizzazione delle aree interne, tema che ci sta molto a cuore perché c'è il rischio di spopolamento ed una crisi in atto che era già partita molto prima del terremoto, cosa c'è di concreto? Quale politica in questo momento vogliamo attuare? Quali infrastrutture vogliamo realizzare? Come possiamo concretizzare quanto è stato individuato nel Progetto dei nuovi sentieri di sviluppo che l'ufficio di Presidenza di questo Consiglio ha voluto? Tante volte siamo stati a Fonte Avellana, quindi abbiamo capito quali sono i problemi, abbiamo capito che in quelle aree dobbiamo portarci dei servizi particolari per evitare lo spopolamento che addirittura viene prima dell'occupazione, prima di mettere delle fabbriche, anche perché c'è sempre il solito dilemma in queste aree: prima il popolamento o prima il lavoro? Pare che siano due cose che si elidono, invece dobbiamo lavorare per uno e per l'altro verso. Per quanto riguarda le aree interne cosa c'è di straordinario per far sì che possano ripartire?
Ecco, questo è quello che mi sono chiesto leggendo questo atto e si fa, come ha detto il Consigliere Giorgini, molta fatica a leggerlo, perché sono tantissime pagine, però, ripeto, il malloppo più importante non è altro che l'elenco delle missioni e dei programmi che noi abbiamo trovato tutti gli anni. Proprio per questo motivo, per la mancanza di una strategia prettamente politica che affronta le emergenze che abbiamo nel territorio - emergenze che ci portiamo dietro non soltanto dal terremoto, ma dagli anni 2008/2009, pure da prima con la delocalizzazione delle grandi multinazionali, con le aree industriali che si sono desertificate, con le infrastrutture che dovevano essere il volano per gli investimenti sulle infrastrutture o perlomeno su quelle di competenza regionale - sono fortemente deluso da un Documento di economia e finanza regionale fatto in questo modo, dove trovo soltanto un'elencazione di buoni propositi che rimarranno sicuramente scritti nel libro dei sogni, ma che non porteranno nessun valore aggiunto alla ripresa economica, sociale e alla risoluzione di queste emergenze sociali, economiche, strutturali, che ci portiamo dietro da anni. Continuando in questo modo rimarremo indietro rispetto a tutti gli altri territori, anche dal punto di vista turistico, lascio perdere il turismo, ma ad esempio, che cosa facciamo al di là degli spot promozionali per i quali abbiamo pensato di investire 1 milione, 1,5 milioni di euro? Dobbiamo aiutare gli imprenditori del settore ad investire, a ristrutturare, ad ammodernarsi, a rendere attrattive le strutture, a cambiare un po' la cultura del turismo, perché noi non dobbiamo più vendere un piccolo territorio, oppure i singoli territori, ma la qualità della vita della nostra regione, che è eccelsa.
Cosa c'è di tutto questo nel Defr? Io non ho trovato nulla.

Presidenza del Vicepresidente
Renato Claudio Minardi

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie, Presidente. Stiamo andando verso la votazione di questo documento, faccio un unico intervento esprimendo delle considerazioni a nome del gruppo della Lega ed anche una considerazione sulla votazione dell'atto stesso.
Ho ascoltato gli interventi, credevo che questa volta, anche perché, Presidente, siamo quasi alla fine di questo mandato, il Documento di programmazione fosse un po' diverso rispetto a quello degli anni precedenti. Precedentemente anche a fine legislatura si tracciavano le linee guida per lo sviluppo della regione, anche questo in riferimento a quello che abbiamo detto sempre, cioè questa amministrazione, questa Giunta è andata avanti nel gestire e nell'amministrare le cose quotidiane, senza una programmazione dello sviluppo.
E' vero che c'è stato il terremoto, certo che c'è stato, ma quello che si doveva fare non si è fatto, secondo me non è il problema del terremoto anche se in seguito all'evento sismico si dovevano costruire delle condizioni diverse per il territorio.
Noi abbiamo, per esempio, lo cito di nuovo, delle zone in crisi in cui i finanziamenti non possono essere dati a chi spetta di diritto, perché il sistema blocca le risorse. Questo è un aspetto. Anche oggi è venuta un'impresa che ha acquistato anni fa delle nostre fabbriche importanti, per esempio, della provincia di Macerata, ed un marchio, oggi è disposta ad reinvestire sul territorio, però, chiede qualche possibilità. Le condizioni particolari andavano e vanno costruite perché se realizzo dei meccanismi per incentivare gli investimenti sul territorio meno burocratici degli attuali io creo le condizioni. Poi vedremo come percorrere questa strada.
Vedo che questo manca nei documenti che annualmente discutiamo, manca la progettualità per lo sviluppo. Noi siamo in una azienda pubblica che gestisce un territorio, gestisce un'economia e queste cose debbono incentivare un'industria che cerca di svilupparsi e fa progetti, qui manca questo. Non so quale meccanismo ha portato a determinare queste cose, non lo so! Un problema di burocrazia, di sistema, di servizi, di idee della Giunta, non lo so, però io registro questa cosa. La strategia per lo sviluppo deve portare a determinate situazioni nei territori. Nella provincia di Ancona abbiamo una situazione pesantissima, in particolare la zona del fabrianese diventerà un problema; anche nella zona di Ascoli, che Dio ce ne scampi, c'è difficoltà. Noi dovevamo costruire qualcosa di diverso rispetto a quello che c'è, che non ci ha fatto sviluppare. Questo è il problema, anzi ci ha fermato perché esiste tutta questa burocrazia.
Credo che anche questo anno, purtroppo, ci sia, lo dico con molto rammarico, una mancanza di progettualità, una mancanza di sviluppo per questa regione. Penso che le Marche oggi, proprio per quello che ha passato in anni diversi o forse per una dinamicità dell'economia che è esplosa, siano in difficoltà, non cito più il modello marchigiano che non ce la fa a dare delle risposte. Questi progetti, compresa l'approvazione del DEFR di quest'anno, contengono questa sofferenza, reale, che purtroppo, cari colleghi di maggioranza, è venuta avanti e si è protratta in questi anni di legislatura.
Credo che questo DEFR soffre della mancanza di iniziative. Delle indicazioni, per esempio, le avevamo date presentando delle mozioni che riguardavano le zone franche per incentivare lo sviluppo. Invece di fare un call center ad Ancona, si poteva aprire ad Arquata, magari si potevano creare delle condizioni e degli incentivi particolari per creare 70 posti di lavoro in quella realtà, invece di ampliare il call center di Ancona da 300 a 400 persone. Manca questa programmazione, cito questo esempio come incentivo affinché un imprenditore possa andare in quei territori - che hanno difficoltà per i servizi, che hanno difficoltà per le infrastrutture - e non preferire luoghi dove ci sono più infrastrutture e maggiori servizi.
Penso che questo sia il ragionamento che è mancato, non c'è stato neanche un ragionamento sullo sviluppo delle infrastrutture dove la Regione poteva intervenire creando delle condizioni.
Ci siamo fermati a non gestire un terremoto, purtroppo catastrofico per questa regione, con un freno a mano fortemente tirato sull'occupazione, mancano nuove regole per lo sviluppo, si è inadempienti.
Ho un po' ripetuto l'intervento dell'anno scorso, c'è sempre una consequenzialità delle cose, ho espresso delle valutazioni negative, continuo a presentarle e credo che questa maggioranza non abbia voluto umilmente ascoltarci per vedere se era possibile costruire una piattaforma di maggioranza ed opposizione. Noi abbiamo data la disponibilità, ed io sono convinto di quello che dico in questo momento, a costruire qualcosa di interessante per i marchigiani, però non ci avete mai ascoltato, anzi ci avete quasi sempre escluso, ma vedo all'orizzonte che questo non ha portato dei benefici per i marchigiani, anzi delle difficoltà effettivamente permangono. Dopo l'approvazione di questo bilancio non ci sono possibilità di modificare situazioni di stallo a cui questa Regione è arrivata, sta ferma, mentre le altre ci hanno superato tutte, mi riferisco ovviamente a quelle dell'Italia centrale, compresa l'Umbria che sta di gran lunga avanti alle Marche. Rispetto al tessuto economico della nostra regione, con 150 mila e più aziende, dovevamo stare avanti a tutte le altre regioni dell'Italia centrale se ci fossero stati progetti di sviluppo concreti per le nostre comunità. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie Presidente. Per quanto riguarda i tratti salienti del Defr, mi riporto a quel che ha detto, anche per ragioni di tempo, il Vicepresidenti Minardi nella sua esposizione e a quello che ha declinato nel documento.
Rilevo soltanto che è del tutto naturale che il Documento di economia e finanza di quest'anno venga redatto sulla scia di quelli precedenti, all'insegna della continuità. Mi sembra un fatto evidente. Mi riporto a quello e vorrei soltanto evidenziare alcuni aspetti fondamentali.
Qui si parla sempre della mancanza di programmazione, io non so che film hanno visto i Consiglieri che deducono questa circostanza. Vedete, noi non disponiamo di risorse, quelle regionali sono a malapena sufficienti a garantire il funzionamento della macchina (contratti, forniture, personale dipendente), a garantire i cofinanziamenti delle risorse comunitarie, quelle sì, sono risorse di cui possiamo disporre, ma se ne può disporre esclusivamente sulla base di progetti, di una progettualità integrata, tra l'altro, se vogliamo, pena l'indisponibilità di quelle risorse. Quindi è proprio vero il contrario di quello che voi dite!
Cito soltanto un esempio per ragioni di tempo, i progetti nell'industria 4.0, l'utilizzo dei fondi sisma, me li ha passati adesso la Vicepresidente, su un totale di fondi di 159 milioni di euro aggiuntivi sono già stati messi a bando 110 milioni di euro e da qui alla fine dell'anno ne verranno messi a bando altri 31 milioni. Signori, dietro a questi 110 milioni c'è una progettualità corposa ed integrata che riguarda tutto il sistema regionale, non può essere diversamente, ed è così per quanto riguarda i fondi sul lavoro, sull'industria e altro.
Di questo dovete tener conto, è il contrario di quello che voi dite, certo che tante misure si ripetono, pensiamo alla fiscalità, ne abbiamo parlato prima, questa è una regione dove la fiscalità pesa meno delle altre, è circa un -15% rispetto alla media nazionale, l'ho detto prima, l'addizionale Irpef pro-capite è di 310 euro, dati del Ministero dell'economia e delle finanze del 2017, riferibili all'Irpef 2016, sotto la nostra gestione, la media nazionale è 410 euro, con punte di 560 euro per il Lazio, 430 euro per la vicina Emilia-Romagna. Qui noi siamo a 310 euro pro-capite, questo significa che se noi ci attestassimo sulla media nazionale potremmo disporre di circa 100 milioni in più all'anno, ma questo non lo facciamo e non aumenteremo mai la pressione fiscale, anzi, proseguiremo in quella che è appunto la continuità, che voi declinate, della riduzione della pressione fiscale, come il mantenimento delle misure dell'Irap per le start up di nuova costituzione per due anni di seguito, che è una misura che vale 10 milioni di euro, come l'eliminazione del bollo auto per le auto ibride ed elettriche, per i mezzi della protezione civile, come l'eliminazione totale dell'accisa sulla benzina, che abbiamo fatto oggi, che vale 4 milioni di euro all'anno. Questo è quello che stiamo facendo all'insegna della continuità!
Che dire ad esempio sull'occupazione, ne abbiamo parlato prima e voglio ribadire i dati sulla disoccupazione del secondo semestre 2018, la disoccupazione nelle Marche si attesta al 7,7% un -4% rispetto al 2017 stesso periodo, un 7,7% rispetto al 10,7 della media nazionale, che ci fa fare meglio del Piemonte, della Liguria, dell'Umbria e del Lazio. Siamo a ridosso del nord dell'Italia, che è al 6,8%, e siamo molto lontani, per fortuna, rispetto al sud, 17,1%. Questo è un risultato eccezionale, ma è soprattutto un segno tangibile di ripresa che riguarda il sistema produttivo ed il lavoro della nostra regione.
Questi sono i dati che contano, al di là delle affermazioni che ci stanno, ma non sono assolutamente fondate.
Questo è il Defr, ma c'è un altro aspetto. Noi sappiamo che rispetto al Defr c'è la procedura di aggiornamento, l'abbiamo già detto, il Documento di economia e finanza regionale articola a livello regionale la logica del Defr nazionale, la normativa prevede che entro il 20 settembre di ogni anno il Governo presenti alle Camere la nota di aggiornamento del DEF ed il Governo nazionale soltanto in questi giorni ha definito la nota di aggiornamento e abbiamo visto anche con quali difficoltà, con quali contraddizioni, comprensibili per la verità. Quindi “In coerenza con il principio allegato al decreto legislativo 118, per garantire la necessaria coerenza con gli aggiornamenti della finanza pubblica nazionale, la Giunta regionale presenterà a questa Assemblea la nota di aggiornamento del Defr, entro 30 giorni dalla presentazione del Def nazionale e comunque non oltre la data di presentazione del disegno di legge di bilancio”, dico questo perché, e lo voglio dire ai Consiglieri, quest'anno nella nota di aggiornamento del nostro Documento di economia e finanze confluirà il Patto per la ricostruzione e lo sviluppo che sarà parte integrante del Documento di economia e finanze.
Patto per la ricostruzione e lo sviluppo - prendo a prestito le parole del Presidente della Giunta, Luca Ceriscioli, declinate in un'intervista recente che è stata pubblicata da un quotidiano - realizzato con l'Istao di Ancona, con la regia della Regione, concertato con i soggetti che interpretano le anime del territorio. Un modello sostenibile, che conta su oltre 1,7 miliardi di euro per 94 progetti da attuare nelle zone colpite dal terremoto, che si stima possa creare 10 mila nuovi posti di lavoro, perché, Vicepresidente Celani, aggiungo io, dalla tragedia che ci ha colpito e che ha colpito più di un terzo del nostro territorio e delle nostre comunità si possono creare le condizioni per una nuova partenza e per un nuovo sviluppo che ci consentano di ripensare la nostra regione, la sua economia, il suo sviluppo, ci consente di fare questo, che in parte avevamo già fatto prima, perché abbiamo messo in campo progetti strategici. Pensiamo a tutta la strategia delle aree interne, che abbiamo completato con l'Assessore Sciapichetti, oggi siamo arrivati a 5 aree interne, dalla zona di Pesaro-Urbino a quella dell'alto fermano, perché questa è una strategia vera che va a coprire tutto l'Appennino marchigiano, inopinatamente lasciato indietro, alcune parti di esso, nella precedente strategia. Che dire della strategia per le aree di crisi, anche qui c'è la Vicepresidente Casini e l'Assessore Bora che si sono occupate ed hanno avviato ed attuato l'aria di crisi complessa della provincia di Ascoli Piceno, dove tra l'altro, per volontà di questa Giunta, sono stati inseriti 8 comuni del fermano; che dire della strategia dell'area di crisi complessa nel fabrianese o nel fermano e su questo noi aspettiamo, è vero Consigliere Giacinti, che il Ministro Di Maio si pronunci e io vi chiedo di intervenire, di intercedere presso il Ministro perché si pronunci sulla richiesta di aree di crisi complessa, che questa Giunta ha inviato fin dal 25 maggio al Ministero, c'erano 30 giorni per dare la risposta, era comprensibile che il Governo si dovesse insediare, ma è ora che questa risposta ci sia, con la quale tra l'altro noi non solo abbiamo dato la disponibilità di destinare risorse nostre per il rilancio di quelle zone, ma abbiamo chiesto qualcosa di molto più serio perché l'area di crisi complessa con le provvidenze e la disciplina della 181, qui le colleghe Bora e Casini mi correggeranno se non sono esatto, possa adeguarsi alle peculiarità del territorio fermano perché quella norma è stata pensata per le grandi aziende, e qui non ce ne sono.
Dobbiamo ripensare come ha fatto la Giunta regionale ed il Ministro non solo ci deve dire sì, ma è necessario che ripensi alla 181, che venga abbassata da una parte la soglia e dall'altra, contestualmente, estendere le provvidenze alle reti d'impresa per consentire ai nostri piccoli imprenditori, ai nostri artigiani, a quelli che hanno fatto forte l'economia di questa regione e che oggi sono in difficoltà, di mettersi insieme, di fare rete, di poter accedere a quelle provvidenze, altrimenti precluse. Consigliere Maggi la prego di intervenire sul Ministro, perché, ripeto, questi dovranno essere strumenti adeguati, ma le reti di impresa, non è soltanto la possibile accedere a questi finanziamenti, è anche un fatto culturale - queste battute andatele a farle agli artigiani del fermano o dell'ascolano - uno scatto culturale, è ripensare il modo di fare economia e fare impresa in questo nostro territorio.
Quindi su quello noi vogliamo una risposta perché l'attende la nostre comunità e noi siamo disponibili a metterci delle risorse.
Dice ancora il Presidente, quindi riprendo le sue parole, che oltre alla ricostruzione materiale degli edifici lesionati, occorre ricostituire il tessuto produttivo, occupazionale ed infrastrutturale di quelle zone, compresi i servizi ai cittadini, per evitare lo spopolamento, un'operazione che sfrutta le risorse europee e viene realizzata in base a linee strategiche concordate con i soggetti interessati (patti sociali, comuni, associazioni di categoria, università e centri studi), dando luogo a progetti specifici da sottoporre all'Unione europea e al Governo per essere finanziati.
Questo non è soltanto il Patto per la ricostruzione e lo sviluppo questo è il patto per le Marche, perché da qui la nostra regione possa veramente ripartire con forza, con fiducia e con determinazione.
Sul Patto per la ricostruzione e lo sviluppo siamo alla fase finale, oggi il Presidente ha convocato l'ennesima riunione, ci sarà questo documento strategico che per decisione del Presidente e della Giunta confluirà all'interno della nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza regionale, quindi di fatto confluirà conseguentemente all'interno del bilancio di previsione 2019/2021.
Questa è la grande strategia che noi, con tanta passione ed anche tanta capacità, anche grazie al fondamentale contributo dell'Istao, abbiamo messo in campo per questa nostra regione. Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Proposta di atto amministrativo n. 54. La pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa regionale approva)

La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 20.05