Resoconto della seduta n.115 del 23/04/2013
SEDUTA N. 115 DEL 23 APRILE 2013

La seduta inizia alle ore 10,55

Presidenza della Vicepresidente
Paola Giorgi

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Colleghi buona giornata, dichiaro aperta la seduta n. 115 del 23 aprile 2013. Do per letto i processi verbali delle sedute n. 113 dell'11 aprile e n. 114 del 16 aprile 2013, i quali, ove non vi siano obiezioni, si intendono approvati ai sensi dell’art. 29 del Regolamento interno.
Comunico che sono state presentate le seguenti proposte di legge:
n. 308 in data 9 aprile, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Contributi ai Comuni per il mantenimento degli uffici del giudice di pace”, assegnata alla I Commissione assembleare in sede referente e alla II Commissione assembleare per l’espressione del parere di cui all’art. 69 del Regolamento interno;
n. 309 in data 18 aprile, ad iniziativa del Consigliere Latini, concernente: “Attività per l'incentivazione allo sviluppo e alla valorizzazione di una macroregione centrale”, assegnata alla I Commissione assembleare in sede referente;
n. 310 in data 18 aprile, ad iniziativa del Consigliere Latini, concernente: “Modificazione della legge 9 febbraio 2010, n. 4 “Norme in materia di beni e attività culturali”, assegnata alla I Commissione in sede referente;
n. 311 in data 18 aprile, ad iniziativa del Consigliere Bucciarelli, concernente: “Soppressione dell'Azienda sanitaria unica regionale e dell'Agenzia regionale sanitaria”, assegnata alla V Commissione assembleare in sede referente e trasmessa per conoscenza al Consiglio delle Autonomie Locali e al Consiglio dell'Economia e del Lavoro;
n. 312 in data 18 aprile, ad iniziativa del Consigliere Latini, concernente: “Modifiche alla legge regionale 13 ottobre 2008, n. 28 - Sistema regionale integrato degli interventi a favore dei soggetti adulti e minorenni sottoposti a provvedimenti dell'Autorità giudiziaria ed a favore degli ex detenuti”, assegnata alla V Commissione assembleare in sede referente.
E' stata presentata la seguente proposta di deliberazione:
n. 23 in data 17 aprile, ad iniziativa dell'Ufficio di Presidenza, concernente: “Istituzione di una Commissione consiliare d’inchiesta diretta ad esaminare le vicende relative al rilascio di tutte le autorizzazioni sulle centrali a biogas, biomasse e centrali eoliche” (iscritta all’ordine del giorno della seduta odierna).
Prima di iniziare la trattazione dell'ordine del giorno a nome mio, del Presidente Vittoriano Solazzi, che è appena entrato in Aula, e di tutta l'Assemblea, saluto la scuola qui presente che seguirà oggi i nostri lavori: il Liceo delle Scienze Umane “Fazzini Mercantini” di Ripatransone di Ascoli Piceno, le classi I e II A e I e II B.
Bene iniziamo lo svolgimento dell'ordine del giorno.

Sull'ordine del giorno

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D'Anna.

Giancarlo D'ANNA. Come alla Conferenza dei Capigruppo, chiedo l'iscrizione e la discussione della mozione n. 151 relativa al “Piano socio sanitario e partecipazione attiva dei Comuni alle scelte”. Chiedo di discuterla il prima possibile, visto e considerato che ci sono dei cittadini che sono venuti a porre la questione questa mattina.

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

PRESIDENTE. E' iscritta all'ordine del giorno?

Giancarlo D'ANNA. No, Presidente, comunque è del 2011.

PRESIDENTE. Sullo stesso tema Consigliere Latini? No, allora un attimo. Consigliere Marangoni sullo stesso tema? Un attimo, risolviamo prima questo problema. La mozione n. 151 non è iscritta all'ordine del giorno, quindi, se il Consiglio è d'accordo possiamo iscriverla d'urgenza. Consigliere D'Anna io non ho nulla in contrario, però è una competenza del Consiglio. Avete sentito la proposta del collega D'Anna?
Metto in votazione la proposta del Consigliere D'Anna di iscrivere all'ordine del giorno la mozione ...
(Interrompe il Consigliere Binci)

PRESIDENTE. Non ci penso nemmeno, cosa vuol dire illustrare, c'è una proposta, io ho letto il titolo della mozione, l'argomento è chiarissimo, se la illustra entriamo nel merito. La richiesta legittima che fa il Consigliere è di iscriverla all'ordine del giorno, se il Consiglio è d'accordo la iscriviamo. Se dovesse essere iscritta segue l'iter di una qualsiasi mozione che arriva in Aula. Come mozione la possiamo discutere e mettere al punto 8 bis dell'ordine del giorno.
Dichiaro aperta la votazione sulla proposta di iscrivere all'ordine del giorno la mozione n. 151 del Consigliere D'Anna.

(L'Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Latini.

Dino LATINI. Torno a chiedere l'anticipazione della discussione del punto 11 relativo alla mozione sulla crisi dell'edilizia, se possibile, subito dopo le proposte di legge.

PRESIDENTE. Il punto 11 se siete d'accordo lo possiamo portare all'8 ter. Va bene? Siamo d'accordo? (...) Su questa richiesta specifica?
Ha la parola il Consigliere il Consigliere Cardogna.

Adriano CARDOGNA. Sull'inserimento delle mozioni nell'ordine del giorno: se uno si dichiara favorevole all'iscrizione di una mozione è automatico che venga messa al primo posto?

PRESIDENTE. No.

Adriano CARDOGNA. (...) Questo non lo avevo sentito, perché ci sono mozioni … D'accordo Presidente, vale quanto detto in sede di Conferenza dei gruppi questa mattina, che qui non ripeto, e spero che sia oggetto di riflessione nella prossima Conferenza dei Presidenti dei Gruppi perché la gestione di questi momenti è un po' concitata e non rende giustizia al lavoro che viene fatto in questa Aula.

PRESIDENTE. Il Consigliere Cardogna fa riferimento, anche se non lo dice, al fatto che la mozione iscritta al punto 10, a cui sono state anteposte la mozione iscritte ai punti 8 bis e 8 ter, rischia di non essere discussa nemmeno in data odierna. Questo è, prendiamoci quanto meno l'impegno di arrivarci oggi oppure di inserirla al primo punto del prossimo ordine del giorno.

Comunicazione ai sensi dell'art. 35, sesto comma, del R.I.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Grazie Presidente. So che lei è sensibile alle prerogative ed ai diritti dei Consiglieri, soprattutto quelli di minoranza. Voglio informare lei, il Presidente Spacca e tutti i Consiglieri che ieri ho cercato di partecipare, come semplice uditore, ad una Conferenza di servizi sul biogas e mi è stato impedito dai funzionari e dai dirigenti della Regione.
Questo a mio avviso è una grave violazione della legge, dello Statuto e del Regolamento del Consiglio, quindi, mi appello a lei Presidente affinché faccia valere i diritti dei Consiglieri e mi appello al Presidente Spacca affinché promuova azioni disciplinari nei confronti dei funzionari e dei dirigenti che mi hanno impedito di audire, di ascoltare, di partecipare alla Conferenza dei servizi.
La Conferenza dei servizi è un atto amministrativo complesso e il diritto/dovere dei Consiglieri è di controllare anche durante l'atto amministrativo e non solo ex post, quindi, l'appello che vi faccio è di intervenire al più presto.

PRESIDENTE. Valuteremo con l'Ufficio di Presidenza quello che è accaduto e se le rimostranze rientrano nelle prerogative dei diritti del Consigliere ci risentiremo.

Sull'ordine del giorno

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Trenta.

Umberto TRENTA. La ringrazio doppiamente perché mi ha tenuto in considerazione.
Chiedo l'anticipazione, ai termini del Regolamento interno, visto che oggi mi sembra possibile - dopo la lezione del Presidente della Repubblica Napolitano a lei, al Presidente Spacca e al Consigliere Bugaro, una strigliata ai partiti, per far capire che è ora che diamo delle risposte serie - delle interpellanze nn. 45, 52 e 53, abbinate, in merito all'evoluzione del sistema bancario: dalla Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno a Banca dell'Adriatico. Riflessioni a tutela del territorio da parte delle istituzioni e in particolare, Presidente, affinché vengano resi pubblici, oltre ai nuovi organi direzionali, i piani industriali, le risorse destinate al territorio e al Centro imprese, cioè dove le banche dicono di aver preso, dalla BCE, questi soldini che devono essere ridistribuiti sul territorio a tutela dei posti di lavoro, per continuare ad affrontare le sfide economiche sociali a cui sono chiamate le nostre comunità locali anche in considerazione delle grandi imprese, che stanno chiudendo, delle piccole imprese, del commercio e dell'artigianato.
Tenga presente che ieri mattina è avvenuto un fatto gravissimo al Comune di Ascoli un cittadino, ormai sul lastrico, ha tentato di buttarsi dalle finestre del terzo piano del Comune, mentre un'altro c'è riuscito in Via Nicolò IV.
Caro Presidente, su questo tema vorrei un confronto in Aula, ponga, quindi, in votazione l'anticipazione.

PRESIDENTE. Va bene. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Chiedo all'Assemblea di non anticipare la mozione sulla crisi dell'edilizia, non vedo l'Assessore Viventi, ma la Giunta regionale - sono presenti il Presidente e gli Assessori - ha approvato una proposta di legge in risposta alla crisi dell'edilizia. A giorni dovrebbe arrivare in Commissione e le daremo una corsia preferenziale, quindi, sono dell'avviso che più che discutere le mozioni si vada all'approvazione della legge per incidere realmente su questo settore che ha bisogno di interventi immediati.

PRESIDENTE. Va bene. Quando su una proposta di anticipazione non ci sono contrarietà, io la do per scontata. Adesso mi dispiace che non sia in Aula il Consigliere Latini. A questo punto, rispetto al fatto che ho dato per scontata l'anticipazione, perché non c'erano pareri contrari, e l'ho iscritta al punto 8 ter, ora c'è una richiesta da parte del Consigliere Giancarli e, quindi, sono costretto a metterla ai voti. (...) Ho detto che quando non ci sono dimostrazioni di contrarietà, io la iscrivo, il Consigliere Giancarli mi ha detto che è contrario e, quindi, sono costretto a metterla ai voti. E' una cortesia il fatto che non vedendo il Consigliere Latini, lo inviti ad essere presente perché è una proposta che riguarda un suo atto. Benissimo, non c'è, allora metto in votazione la proposta del Consigliere Latini di anticipare il punto 11 al punto 8 ter.
Dichiaro aperta la votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

(Interruzione del Consigliere Trenta)

PRESIDENTE. Ma quale interpellanza, non c'è nessun anticipo, Consigliere Trenta, l'interpellanza è all'ordine del giorno, prendo atto della richiesta da lei fatta, faccio tre o quattro interrogazioni e poi passiamo alle interpellanze.
Facciamo sempre le interpellanze, qui ce ne sono tre, le facciamo tutte e tre.

Interrogazione n. 998
del Consigliere Bucciarelli
“Determina Asur n. 769 del 9/10/2012 – Approvazione avviso di selezione pubblica, a titoli e colloquio, per assunzioni a tempo indeterminato di dirigenti amministrativi”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 998 del Consigliere Bucciarelli. Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. La Direzione Generale ASUR con una determina del 2011 approvata poi dalla deliberazione di Giunta regionale n. 2/2012 ha proceduto al ridimensionamento delle dotazioni organiche della Dirigenza SPTA prevedendo un organigramma similare in tutte le Aree Vaste.
Tale organigramma distingue tra l'altro 11 macro aree omogenee che dovranno essere affidate ad altrettanti dirigenti appartenenti all'Area SPTA rispondono pienamente ai parametri nazionali impartiti dalla legge n. 150 del 2010 e la legge n. 135 del 2012 per come declinati dalla Regione Marche da ultimo con la nota protocollo 606484 del 5 settembre 2012 che prevede una riduzione del 25,8% delle Strutture Complesse e del 30,3% delle Strutture Semplici.
Per comprendere l'effettiva consistenza del ridimensionamento dell'area Dirigente SPTA dal "blocco delle assunzioni" basta ricordare che dal 1 giugno 2010 al 31 dicembre 2012, tra i Dirigenti cessati e quelli in via di cessazione, sono scaduti 26 contratti a tempo determinato di dirigenti afferenti la Dirigenza PTA nominati ai sensi dell'art. 15 septies D.Lgs. 502/92, 17 unità di personale assegnate in utilizzo-distacco-comando presso altri enti del SSR c/o presso la stessa Regione Marche, 3 Dirigenti collocati in quiescenza o trasferiti per mobilità presso altri enti e n. 6 dirigenti si trovano in aspettativa per ricoprire incarichi presso strutture del Servizio sanitario nazionale.
In questa ultima categoria sono inclusi, tra gli altri, anche i Dirigenti dell'Area SPTA che attualmente stanno ricoprendo incarichi di Direttore Generale-Amministrativo per i quali si evidenzia che la legge prevede il mantenimento del medesimo posto ricoperto prima dell'aspettativa sino al rientro in servizio. Viene da sè che il mantenimento del posto può essere garantito solamente mediante individuazione di Dirigenti a tempo determinato incaricati sino al rientro dell'aspettativa del titolare.
La selezione in argomento risulta quindi necessaria per stilare una graduatoria di Dirigenti Amministrativi da cui poter attingere per far fronte alle necessità dell'Azienda sopra rappresentate, ovviamente nel pieno rispetto del limite del turn over del 70% del personale, di quanto disposto dalla spending review e secondo le esigenze che scaturiranno in seguito alla completa riorganizzazione dell'Area ATL avviata in ottemperanza alla legge regionale 17/2011.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Bucciarelli.

Raffaele BUCCIARELLI. Grazie Presidente. Ho ascoltato la risposta dell'Assessore al quale tra l'altro chiedo una copia scritta perché l'ascolto è sempre un po' difficoltoso in questa Aula, di certo emerge una cosa, un dato, dal 2010 ad oggi la sanità marchigiana ha perso 1.400 posti di lavoro, la stragrande maggioranza di questi riguardano persone che sono a diretto contatto con la popolazione più debole in quel momento, i ricoverati, cioè gli infermieri, le OO.SS., eccetera, mentre l'Asur si preoccupa di stabilire e di mantenere in quota la presenza dei dirigenti.
Questa interrogazione è di due ani fa, ma credo che nel momento in cui noi chiediamo ai marchigiani sacrifici enormi, nel momento stesso in cui i Sindaci ci chiedono di non tagliare i servizi, dobbiamo avere, quanto meno, un occhio di riguardo nel non continuare a spendere per i dirigenti che costano molto di più e che, a livello di servizi, rendono sicuramente di meno, quindi la risposta è una piena contraddizione a quello che la Regione Marche sta dichiarando in questi giorni relativamente alla sanità.

Interrogazione n. 995
del Consigliere Giancarli
“Permesso per la raccolta dei funghi – reciprocità tra Umbria e Marche”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 995 del Consigliere Giancarli. Ha la parola, per la risposta, il Presidente Spacca

Gian Mario SPACCA. Sull'interrogazione del Consigliere Giancarli vorrei sottolineare che, come lui evidenzia, il settore risulta normato in modo differente, anche se molto leggermente, tra le due Regioni, l'Umbria e le Marche, in particolare per quanto riguarda il titolo abilitativo, ovvero, il tesserino di raccolta. Questo titolo infatti è previsto dalla normativa della Regione Marche mentre non risulta presente in quello della Regione Umbria.
Questa innovazione è stata introdotta dal Consiglio regionale, come sapete, ed è stata accolta con molto interesse da parte di tutti gli addetti a questo settore perché è riuscita a colmare un vuoto in materia di informazione orizzontale verso coloro che praticano questa attività e frequentano i nostri boschi per cercare funghi, i quali se non sono conosciuti e utilizzati possono provocare anche effetti deleteri sulla salute.
Una normazione particolarmente appropriata, che è stata apprezzata anche nella Regione a noi vicina, al punto tale che sono in corso dei confronti tra i tecnici delle due Regioni per verificare la possibilità di un'uniformità della normativa.
In effetti le differenze sono marginali, dal punto di vista finanziario, tra le due Regioni, c'è una differenza di 10 euro per quanto riguarda la reciprocità dei versamenti, ci sono altri dati tecnici che non dovrebbero rendere difficile l'uniformità delle normative a presidio di questo settore.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Non nascondo a lei Presidente ed all'Assemblea che mi sento un po' in difficoltà. Quando ho fatto l'interrogazione non sapevo che doveva rispondere lei perché con le responsabilità, con gli impegni che ha, chiedere al Presidente di intervenire su una questione come quella dei funghi, sinceramente, mi mette in difficoltà, comunque, la ringrazio della risposta e sono certo che, non soltanto perché è una risposta soddisfacente nel merito, ma anche perchè se il Servizio inoltrerà una richiesta alla Regione Umbria, visti i rapporti di stretta collaborazione su temi importanti tra le nostre Regioni, sicuramente ci sarà una risposta positiva, quindi grazie ancora Presidente.


Interrogazione n. 963
del Consigliere Bugaro
“Realizzazione di una greenway dell'Esino (Moie-Sorgenti di Gorgovivo)”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 963 del Consigliere Bugaro. Ha la parola, per la risposta, il Presidente Spacca.

Gian Mario SPACCA. Il progetto "Greenway dell'Esino - macrolotto 1- I° stralcio" è stato ammesso a finanziamento con DDPF n. 52 del 25 giugno 2010 e concesso il contributo con DDPF n. 73 del 10 settembre 2010 a seguito delle risultanze del Nucleo regionale di valutazione come da verbale depositato agli atti della P.F. Politiche Comunitarie che ha proceduto ad una valutazione del progetto.
Il progetto complessivo è stato suddiviso in tre stralci e per ciascun stralcio è stata ammessa al finanziamento una cifra pari a 200.000 euro sulla quale è stato concesso un contributo pari al 66,67%. Relativamente al primo lotto, allo stato attuale, è stato erogato il primo anticipo pari al 35% del contributo concesso pari a 46.666,67 euro. Il secondo lotto è stato revocato perché non hanno appaltato entro i termini previsti dal bando mentre il terzo lotto si è concluso ed è rendicontato per un contributo totale di 127.760,78 euro.
L'intervento in questione è inserito nel parco lineare dell'Esino, macro-infrastruttura ambientale che va dagli Appennini al Mare Adriatico e rappresenta un progetto strategico, condiviso da tutti gli attori istituzionali: si pensi al parco della bassa valle, tra Camerata Picena e Falconara, all'oasi naturalistica di Ripa Bianca di Jesi, al percorso già realizzato, e frequentatissimo, tra Pantiere (Castelbellino) e Moie di Maiolati Spontini, a quello che il CIS ed i Comuni di Mergo, Rosora, Castelplanio intendono realizzare, sempre nell'ambito di un PIT a valere sull'Asse V del POR, tra Castelplanio Stazione ed Angeli di Mergo. In quest'ottica si collocano altresì gli altri interventi realizzati, ed in corso di realizzazione, verso monte, nell'area del Parco Gola della Rossa, lungo la Gola, nella zona di S. Vittore di Genga, lungo la diramazione del Sentino.
Il macro-lotto 1, oggetto dell'interrogazione, comporterà, complessivamente, la realizzazione di un percorso attrezzato con un'estensione di 11,5 chilometri. II percorso, che si estenderà in direzione nord-est - sud-ovest andrà a costituire a nord est una prosecuzione di quello analogo e con analoghe finalità già realizzato di recente nella media Vallesina dalla Provincia di Ancona e dal C.I.S., tra Pantiere di Castelbellino e Moie di Maiolati Spontini, per il quale, è in corso di avvio la procedura di realizzazione di un secondo tratto tra Castelplanio e Angeli di Mergo. All'estremità sud-ovest si collegherà al tratto già realizzato dal Parco tra la stazione di Genga e San Vittore. L'itinerario sarà realizzato in sede propria e/o promiscua, sarà attrezzato e messo in sicurezza secondo i criteri dettati dalle normative e regolamentazioni vigenti in materia.
Il progetto prevede di caratterizzare il percorso con aree attrezzate per la sosta ed il ristoro. Lungo l'intero tracciato si prevedono spazi da riqualificare, alcuni dei quali si relaziano con i luoghi della valorizzazione di piccoli borghi rurali, altri si rivolgono al recupero ed alla valorizzazione funzionale di aree degradate lungo il fiume, aree residuali, interspazi delle infrastrutture. Si tratta dunque di creare nuove mete di sosta che valorizzino i belvedere esistenti che siano occasione per il ristoro e l'informazione, luoghi di cultura e di aggregazione, anche attuando una programmazione e una riqualificazione ambientale degli spazi delle infrastrutture. Gli interventi variano in funzione dei caratteri morfologici e funzionali dei luoghi e consistono sia in attrezzature quali chioschi per la degustazione di prodotti tipici locali e/o totem telematici per la diffusione delle informazioni, sia in opere di arredo urbano e messa in sicurezza, ottimizzate anche per portatori di handicap.
A completamento della greenway, si prevede il potenziamento delle fasce vegetazionali con la messa a dimora di impianti che favoriscono il riaffermarsi della vegetazione autoctona. Lungo le connessioni umide minori, rappresentate dagli affluenti naturali e artificiali, si prevede la salvaguardia della continuità fisica e funzionale, la protezione delle confluenze nonché l'ispessimento del sistema vegetazionale al fine di garantire lo scambio eco-biologico tra gli ambienti vallivi ed i versanti.
Il progetto, nella sua globalità, è dunque finalizzato alla realizzazione di un itinerario attrezzato in grado di perseguire due obiettivi integrati: a) promuovere lo sviluppo di forme di mobilità sostenibile, che in una prospettiva di connessione intermodale auto-bicicletta-treno contribuiscano alla riduzione dei livelli di emissione di gas climalteranti; b) promuovere investimenti mirati alla riqualificazione dei centri e nuclei urbani attraversati o lambiti, anche con interventi di risignificazione della rete di viabilità storica, al fine di renderli funzionali allo sviluppo del turismo ambientale ed enogastronomico, sia nelle aree protette lungo la valle dell'Esino sia nei territori "ordinari", con riferimento prioritario alla integrazione con le porte di accesso ai parchi (Gola della Rossa-Frasassi, Conero).
Per quanto riguarda la valorizzazione dell'area adiacente al fiume, in parte coperta dal viadotto della superstrada, l'intervento prevede sia un'operazione di recupero, ambientale, paesaggistico e funzionale di un'area "in bilico", un'area residuale connessa ad un importante opera infrastrutturale, sia un'azione di rifunzionalizzazione di un grande spazio, a servizio della popolazione e/o dei turisti. In questo caso la finalità del progetto è quella di sistemare quest'area, metterla in sicurezza, renderla fruibile, o meglio recuperarla alla fruizione pubblica, visto che negli anni scorsi, per iniziativa spontanea della gente del posto aveva avuto un uso pubblico, in occasione di feste e sagre ed altre iniziative spontanee grazie alla macro-copertura del viadotto e alla realizzazione della pavimentazione in calcestruzzo, ora crollata, che rendeva l'area calpestabile.
Si prevede inoltre la realizzazione di un tratto di parco fluviale, lungofiume attrezzato con elementi di arredo, illuminazione, zone di sosta, aree verdi che, scendendo lungo la riva destra per circa 200 metri, tenda da un lato a riconnettersi con il tratto di pista ciclabile esistente, dall'altro a realizzare un primo tratto della futura connessione che, con altri 250 metri di percorso attrezzato potrà raggiungere il ponte sull'Esino, dando dunque continuità al percorso previsto a valle dal CIS.
Il progetto nel suo complesso si configura dunque come un'azione di pubblico interesse per la valorizzazione del territorio con il chiaro obiettivo di valorizzare e riqualificare una porzione di paesaggio di notevole valore ed interesse, dando luogo ad una infrastruttura che assume un'importanza, non solo per le popolazioni locali ma, ripeto, anche per i turisti che potranno usufruirne e insieme all'adiacente area di sosta e degustazione realizzata dal CIS, costituisce un elemento complesso di testata del parco lineare che dalle porte di Jesi, e un domani dalla zona della foce, raggiungerà questo sito dell'interno. Il sito diverrà un attrattore per la popolazione locale, un punto nodale del sistema di fruizione dell'ambiente fluviale dell'Esino, un luogo di aggregazione e di fruizione culturale.
Si sottolinea che è un'iniziativa a scala sovra comunale, promossa dalla Provincia di Ancona, nell'ambito della sua funzione di coordinamento dei Progetti Integrati Territoriali ed attuata dalla Comunità Montana dell'Esino-Frasassi, ente sovra comunale ed ente gestore del Parco naturale Regionale Gola della Rossa e di Frasassi, nel cui ambito il Comune di Serra San Quirico ricade in gran parte.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Bugaro.

Giacomo BUGARO. Grazie Presidente, la ringrazio di questa ampia illustrazione del progetto, ma l'interrogazione era mirata ad un aspetto molto più marginale.
Tutti quanti riconosciamo a questo progetto una validità nelle parti in cui è già realizzato, i cittadini ne usufruiscono con intensità e via dicendo, ma l'interrogazione era finalizzata, e lei non ha risposto su questo, probabilmente ha sottovalutato la portata, al fatto che è stata realizzata l'isola del riposo, cioè il punto in cui al termine della pista ciclabile uno si dovrebbe fermare, esattamente a fianco di una centrale idroelettrica e, quindi, mirava a chiedere se non fosse il caso di riconsiderare la parte del tracciato per evitare che l'isola del riposo fosse collocata di fianco a una centrale idroelettrica che, soprattutto, in alcuni momenti dell'anno è tutto fuorché riposante, perché il rumore della centrale, dell'acqua di fuoriuscita, sicuramente, non si coniuga con la dicitura isola del riposo.
La ringrazio del fatto che lei ha illustrato, non solo a me, ma a tutta l'Assemblea, la validità e la portata del progetto, sul punto, però, mi vedo costretto ad approfondire, a questo punto, per non disturbare nuovamente l'Aula, con gli uffici per vedere se è possibile riconsiderare, nell'interesse del progetto stesso, una diversa perimetrazione del tracciato e della collocazione della cosiddetta isola del riposo.

Interrogazione n. 904
del Consigliere Zinni
“Mantenimento Potes medicalizzata di Arcevia”

Interrogazione n. 1074
del Consigliere Giancarli
“Situazione dei servizi socio-sanitari nelle zone interne e montane”
(abbinate)
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le interrogazioni n. 904 del Consigliere Zinni e n. 1074 del Consigliere Giancarli, abbinate. Ha la parola per la risposta l'Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. Le interrogazioni sono abbinate. Per quanto riguarda il potenziamento ed il completamento del sistema dell'emergenza territoriale per la Potes di Arcevia si premette che le criticità relative alla copertura dei turni del medico in ambulanza presso la POTES di Arcevia siano criticità presenti da tempo. Va precisato che la Potes esegue una media circa 1,5/2 prestazioni al giorno e nel secondo semestre del 2011, dai dati forniti dal centro operativo del 118 Ancona Soccorso, emerge come sia intervenuta 274 volte, di cui solo il 50 per codici rossi e 146 per codici gialli.
Tanto premesso al fine di inquadrare la problematica nel suo complesso, si evidenzia come l'ipotesi di riorganizzazione in Area Vasta della Rete di Soccorso territoriale preveda un aumento significativo dei mezzi di soccorso, fino a 20/24 complessivamente in più rispetto agli standard nazionali stabiliti da AGENAS e dal Ministero della Salute, relativamente sia ai mezzi sanitari avanzati (i cosiddetti MSA), sia a quelli infermieristici (gli MSI), sia a quelli base (MSB).
In detta ottica, nella riorganizzazione è prevista una Potes medicalizzata H24 (MSA) collocata presso l'Ospedale di Sassoferrato attualmente in via di riconversione in Casa della Salute ed una POTES Infermieristica H24 (MSI) presso la sede di Arcevia.
Quanto precede, tenuto conto sia della popolazione servita che della dispersione territoriale, rappresenta, si ribadisce, una dotazione superiore rispetto agli standard stabiliti su base nazionale e ciò considerando anche la dotazione di MSA e di eliambulanza presenti a Fabriano.
Per quanto riguarda la parte dell'interrogazione relativa alla necessità della presenza di un fisioterapista per l'intera settimana presso la Casa della Salute di Arcevia, si ritiene utile garantire la presenza per l'intera settimana (attualmente possibile solo la presenza a giorni alterni e per poche ore), si fa presente tuttavia che pur aumentando le richieste del territorio negli ultimi anni si sono registrate carenze anche in seguito a cessazione per pensionamento con innegabili difficoltà specie nei periodi di ferie e malattie. Si ritiene tuttavia che grazie alla riorganizzazione dei servizi in Area Vasta si possa addivenire ad una analisi del fabbisogno del personale coerentemente con i bisogni di salute della popolazione. Le figure professionali carenti saranno, quindi, rese in questo caso disponibili.
Per quanto riguarda il potenziamento dell'offerta ecografica, sempre presso il presidio di Arcevia, presso il poliambulatorio si è registrata una difficoltà operativa legata in parte all'obsolescenza di una delle apparecchiature ecografiche cui è stato posto rimedio attraverso il recupero e la messa in opera di un ecografo, anch'esso in via di obsolescenza, situato presso il poliambulatorio di Ostra, riuscendo pertanto a garantire seppur in maniera parziale la risposta ai bisogni di prestazioni ecografiche della popolazione. Pertanto quindi a seguito dell'acquisizione di un apparecchio più performante e anche grazie alla riorganizzazione strutturale dei servizi, sempre in logica di Area Vasta, nonché della ricollocazione adeguata e coerente del personale, tecnico e medico, nella medesima ottica, sarà consentito un miglioramento della risposta e dei tempi per garantire le prestazioni ambulatoriali ecografiche del poliambulatorio di Arcevia

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Zinni.

Giovanni ZINNI. Come immaginavo è una risposta profondamente deludente, non perché qui si debba cercare di caldeggiare dei campanilismi, però, mi sembra fin troppo evidente la brutta abitudine di immaginare la sanità nella stanza dei bottoni, non coinvolgendo adeguatamente e per tempo il territorio, tenendo in un frigorifero quanto lei ha esposto per mesi.
Vorrei ricordare che la mia interrogazione è stata protocollata il 19 luglio 2012, quindi, avete tenuto questa idea di rivisitazione delle Potes, della sanità dei Comuni che coinvolgono Sassoferrato, Arcevia e di una parte del territorio della provincia di Ancona, in frigorifero.
Ora lei scongela, Assessore, questa risposta deludente, da cui trapela chiaramente una serie di contraddizioni. La prima quella numerica. Lei ha affermato dei numeri come se fossero trascurabili o irrilevanti, io credo che 50 codici rossi per una scarsa popolazione, in termini numerici, e dell'entroterra montano non siano assolutamente un elemento trascurabile, anzi, credo che siano un elemento che le dovrebbe suggerire di rivedere quanto avete predisposto. Dopo di che le cose vengono fatte raccontandoci sempre delle aree vaste, delle zone, della razionalizzazione, vengono fatte le cose che non hanno alcun senso.
E' evidente che se a Sassoferrato rimarrà una struttura sanitaria più forte, rispetto ad Arcevia, non ha alcun senso togliere da Arcevia la Potes medicalizzata, perché è evidente che il medico c'è già nella struttura di Sassoferrato. Se consideriamo la distanza chilometrica io vorrei ricordare che Arcevia dista 30 chilometri da Fabriano, quasi 37 da Senigallia. Lei parla di eliambulanza che ha dei costi folli a Fabriano, penso che presenterò un'interrogazione proprio per sapere quante prestazioni fa questa eliambulanza di Fabriano, ritengo molto poche, anche per la difficile capacità, di questo tipo di strumento, di intervenire in mezzo alla Gola della Rossa o cose di questo tipo, sappiamo tutti che potrebbe atterrare a distanze abbastanza elevate dal luogo in cui dovrebbe intervenire e che dovrebbe andare poi la Potes infermieristica.
Parliamoci chiaro qui razionalizzazione non c'è, perché teniamo un elicottero a Fabriano che costa tantissimo, ma andiamo a togliere i medici dal territorio, andiamo a fare lo scontro dei Comuni, voi volete far litigare Sassoferrato ed Arcevia. C'è da vergognarsi politicamente, su questo non è stata fatta alcuna concertazione con il territorio, tanto dite “tutti e due sono del PD la dovranno digerire”. Andate a vedere a Chiaravalle dove il vostro PD rischia di perdere le elezioni, perché chiudete un ospedale senza concertarlo con il territorio. Concertarlo con il territorio, non vuol dire invitare il Sindaco nella stanza dei bottoni e farsi una chiacchierata, vuol dire aprire un processo di coinvolgimento della cittadinanza.
Arcevia di fatto fa capo a Senigallia, quindi, voi affermate che è possibile fare a meno di una Potes medicalizzata in un Comune che dista 37 chilometri dal Pronto soccorso di Senigallia. Credo che siamo al delirio.
Capisco, Assessore Mezzolani, che ogni mia interrogazione per lei sia stucchevole e sgradevole, però, se uno le parla lei non può fare il punto della situazione una volta con il Consigliere Comi, una volta con l'Assessore Marcolini, una volta con Babbo Natale. Presidente cosa vogliamo fare? E' veramente un fenomeno sgradevole quello di fare interrogazioni interrogando se stessi.

PRESIDENTE. Sono assolutamente d'accordo con lei.

Giovanni ZINNI. Lascio a verbale, Assessore, che la invito a fare i seguenti passaggi: si confronti per davvero con il Consiglio comunale di Arcevia, cosa che non ha fatto, perché il Consiglio comunale di Arcevia non è d'accordo con lei; vada a ripensare a Sassoferrato in rapporto ad Arcevia, sono due realtà diverse; rifletta sul fatto che 50 codici rossi con 37 chilometri di distanza dal Pronto soccorso di Senigallia sono oggettivamente un dato non trascurabile. La invito a rivedere questa determina e le faccio un appello, e mi creda non è per mancarle di rispetto o per fare il saccente, dobbiamo farla finita, nel 2013, di rispondere alle interrogazioni dopo otto mesi. Fate uno sforzo, mettetevi d'accordo con l'Ufficio di Presidenza, non è possibile che un Consigliere regionale debba avere una risposta dopo che lei ha già fatto la determina, la delibera, e Ciccarelli ha già dato esecutività al provvedimento. Ma di cosa stiamo parlando?
Cerchiamo di mantenere quanto meno la dignità dei lavori dell'Aula, cerchiamo di darci almeno una piccola tempistica per confrontarci, poi lei farà come vuole, è lei l'Assessore non io.
Questa cosa qua è in cantiere da mesi e il territorio è terrorizzato, bisogna dare una risposta rassicurante e, soprattutto, questi provvedimenti non vanno fatti nelle stanze dei bottoni.
Le città, i cittadini devono sapere che i Consiglieri regionali non riescono a incidere sulle scelte della sanità perché queste vengono fatte altrove, o lei garantisce un cambio di passo su questo, altrimenti è l'unico responsabile deficitario di una sanità che non è virtuosa, ma è chiusa nelle sue stanze del potere e con noi non vuole avere niente a che fare.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Faccio presente all'Aula che sono anche Consigliere comunale di Arcevia, questo lo dico per chiarezza.
Assessore io credo che lei debba attestarsi sulle posizioni che ha assunto il 20 luglio nel Consiglio comunale aperto di Arcevia. Faccio questa precisazione perché sono d'accordo, sul punto politico, su quanto il Consigliere Zinni ha detto e cioè che dobbiamo evitare contrapposizione tra i Comuni.
Attualmente l'organizzazione delle Potes, vede Sassoferrato con una presenza della Potes medicalizzata, va mantenuta perché Sassoferrato ha un territorio vastissimo e sta nella grande area montana del fabrianese, di Genga, di Sassoferrato, Comuni con una dimensione territoriale enorme; sono i più grandi Comuni della provincia, quindi, quella c'è e va mantenuta, come dall'altra parte. Sul versante del Misa, Arcevia dista da Senigallia circa 40 chilometri, ci sono 11 Comuni che sono serviti da quel servizio ubicato nella Casa della Salute di Arcevia, credo che mantenere queste Potes medicalizzate sia la priorità. Dare una risposta a quelle popolazioni, perché quando si tutela la salute, quando si garantisce il diritto alla salute, quando si tutela la vita umana i numeri contano relativamente, perché ogni vita ha un valore immenso, quindi, vanno garantiti i servizi essenziali, fondamentali, senza esitazione, non possiamo guardare i numeri, ma dobbiamo guardare quello che rappresenta una vita umana.
Detto questo voglio inserire questo ragionamento, Assessore, dentro un processo più generale, far funzionare le case della salute, garantire quei servizi - come qui si chiedeva ambulatoriali, poliambulatoriali, come la radiologia, la fisioterapia, tutti quei servizi che non sto ad elencare, i servizi di emergenza - significa anche agevolare e facilitare quel processo di riorganizzazione sanitaria in atto. Noi riusciremo a far si che quella riorganizzazione si realizzi soltanto se ci sarà una forte integrazione ospedale-territorio, rafforzando la prevenzione, i servizi per gli anziani, i servizi nel territorio.
Quanto chiediamo in queste interrogazioni non è in contrasto con le scelte generali che la Regione Marche vuol portare avanti o con le difficoltà finanziarie, ma sono dentro quel quadro di potenziamento dei servizi di base, di garanzie essenziali e fondamentali per i diritti alle persone, indipendentemente da dove vivono, se sono in città o in un piccolo centro di montagna, favorendo allo stesso tempo quella riorganizzazione che da un lato dà risposte a bisogni fondamentali e dall'altro sa garantire servizi di appropriatezza, così come la filosofia del piano approvato, di fatto, previlegia.
Nessun contrasto, ma adesione ad un progetto, questo chiedo anche ai colleghi della V Commissione, perché le Potes saranno sottoposte al parere della Commissione stessa. Chiedo di prestare attenzione affinché la Potes medicalizzata in Arcevia ci sia e al tempo stesso gli altri servizi vadano rafforzati, ripeto, non contrasta con nulla, garantisce e risponde soltanto ai bisogni delle popolazioni.

Interpellanza n. 42
del Consigliere Latini
“Gravi crisi del turismo”
(Rinvio)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interpellanza n. 42 del Consigliere Latini, ... non c'è l'Assessore Marconi.

Interpellanza n. 44
del Consigliere Latini
“Differenze sociali ed economiche sorte nei vari strati della società”
(Rinvio)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interpellanza n. 44 del Consigliere Latini, purtroppo non c'è il Presidente Spacca.


Interpellanza n. 45
del Consigliere Giancarli
“Assetti dei vertici di Banca Marche”

Interpellanza n. 52
del Consigliere Ricci
"Grave situazione Banca delle Marche e iniziative conseguenti”

Interpellanza n. 53
del Consigliere Trenta
“Sistema bancario in evoluzione dalla Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno a Banca dell'Adriatico: riflessioni a tutela del territorio da parte delle istituzioni”
(abbinate)
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le interpellanze n. 45 del Consigliere Giancarli, n. 52 del Consigliere Ricci e n. 53 del Consigliere Trenta, abbinate. Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Marcolini.

Pietro MARCOLINI. Presidente, Consiglieri interpellanti, proprio ieri c'è stata un'importante assemblea sindacale, il quadro della situazione in evoluzione è ben presente e anche la tempestività con cui il Consiglio si appresta a discutere, per la seconda volta nel giro di poche settimane, questo importante tema ne è una positiva testimonianza.
Ora possiamo parlare del Piano industriale della Banca delle Marche che prende le mosse da una situazione caratterizzata:
- da un importante sforzo di rafforzamento del presidio sui rischi di credito compiuto nel 2012 che ha consentito di elevare i tassi di copertura del totale dei crediti deteriorati dal 17% del 2011 ad oltre il 28% del 2012, quindi, comparabili con il resto del sistema in termini di margini di copertura;
- dall'avvio di un processo di ricambio manageriale volto a creare una squadra adeguata alle sfide che il Piano industriale presenta e una discontinuità con il recente passato;
- dalla necessità di rafforzamento patrimoniale scaturita dall'impatto della perdita dell'esercizio 2012 sul livello del patrimonio previsto dalla vigilanza; il successo del progetto di capitalizzazione è fondamentale per il mantenimento del ruolo sul territorio della Banca e per il conseguimento degli obiettivi del piano che rappresentano la preoccupazione dominante qui in Consiglio e nella nostra comunità regionale.
Il Piano si pone due obiettivi strategici di fondo, su cui io penso si debba convergere:
- il rafforzamento della mission originaria di Banca Marche, quale motore di supporto per il tessuto economico e sociale, con il ritorno ad una forte focalizzazione sui segmenti di clientela tradizionali, piccole e medie imprese e famiglie, e sui territori di più forte radicamento, in particolare, concentrandosi sulla propria funzione di importante e strategica Banca regionale e facendo quel classico passo indietro, per farne due avanti, e rinunciando alla vocazione espansiva, che negli ultimi anni aveva caratterizzato l'azione;
- il conseguimento di una crescita equilibrata e sostenibile per tornare a creare valore per tutti gli azionisti.
La delicata fase di riposizionamento intrapresa dal Gruppo e il difficile contesto economico che il Paese sul piano nazionale attraversa tendono a mantenere, in via inerziale, forti pressioni sulla redditività, che resterebbe molto bassa nei prossimi due o tre anni, in mancanza di interventi forti di ristrutturazione delle dinamiche dei rischi, dei costi e dei ricavi.
Il Piano mette in linea, quindi, tutte le leve sulle quali occorre agire per riportare progressivamente alla normalità la redditività aziendale. In particolare prefiggendosi di agire sui questi aspetti:
il capitale, con un rafforzamento dei livelli di patrimonializzazione, raggiungendo in tempi molto brevi l'obiettivo minimo indicato dalla Vigilanza (Tier 1 almeno del 7,50%), puntando nell'arco del piano a superare significativamente l'8%;
la liquidità, con un corretto bilanciamento del rapporto tra raccolta e impieghi, non oltre il 100% entro fine dell'anno, in modo da porsi nella condizione, alla scadenza del rifinanziamento della BCE, di provvederne alla completa copertura, attraverso il rimborso o pari al bilanciamento solo con titoli di stato;
il rischio, realizzando una piattaforma eccellente di gestione e recupero del credito, in modo da ridurre l'incidenza del "costo del rischio" (accantonamenti annuali) sui livelli medi del Sistema, destinando il nuovo credito messo a disposizione dell'economia, circa 4 miliardi nei prossimi quattro anni, ai segmenti di clientela e ai territori di tradizionale vocazione;
i costi, realizzare una struttura di costi eccellente, ottimale, possibilmente aggredendo le possibili aree di risparmio, dimensionando in modo efficiente le strutture organizzative, varando con le Organizzazioni Sindacali l'utilizzo degli strumenti previsti dalla vigente contrattazione collettiva, in modo particolare il "fondo di solidarietà" per un certo numero di risorse, che se non ricordo male è quotato non in 1.000, come qualcuno irresponsabilmente ha annunciato, un piano di riduzione su un organico di 3.200 unità di 1.000 unità, ma in 280 unità in tre anni; il tutto allo scopo di mantenere il rapporto tra costi e ricavi al di sotto del 60% per tutto l'arco di piano;
i ricavi, strutturare la rete, entro il 2013, con un modello distributivo che consenta di aumentare la qualità del servizio ai diversi segmenti di clientela (retail, corporate e private) in modo da trarre maggior valore dalla relazione esistente con i 550 mila clienti del Gruppo.
La positiva, piena realizzazione, auspicabile, di tutte le leve gestionali previste dal Piano consentirà di riportare la redditività del capitale, progressivamente ad iniziare dal 2015, su livelli confrontabili con le migliori realtà del Sistema.
Penso che bisogna aggiungere alcune delle azioni che la Regione Marche ha attivato tramite le convenzioni, che voi conoscete bene, adottate dall'Assessorato all'industria e allo sviluppo economico, dall'Assessore Giannini, o le convenzioni in essere per il credito agrario. Per darvi un'idea, i dati sono aggiornati a marzo del 2013, a valere soltanto sui dati della società regionale di garanzia, sono state assistite 17.320 operazioni per un totale di 740 milioni di euro, parlo di finanziamenti garantiti di target PMI artigiane, come mi suggerisce l'Assessore Giannini, di cui il 74% di questi 740 milioni di euro fanno capo ad istituti regionali di cui, di questo 74%, il 41% fa riferimento alla Banca Marche. Quindi la transizione strategica delle tradizionali politiche economiche incentrate sui trasferimenti diretti alle imprese, alle linee di intervento, sarà ancora più efficace sul piano della tecnica finanziaria, codificata a partire dalla strategia Europa 20.20 che prevede una maggiore mobilitazione degli strumenti finanziari innovativi nell'ambito di una strategia di finanziamento coerente, e improntata ad una sana gestione finanziaria nonché ad un ruolo più incisivo dei partenariati pubblico o privati.
Come ricordava il Presidente Spacca poche settimane fa, sullo stesso tema, l'iniziativa della Regione non si è fermata alla ricerca di due condizioni fondamentali, primo: il mantenimento delle radici e dell'operatività, non soltanto delle sedi, ma del cervello e dei livelli di governance apicali, che non ci faccia, Consigliere Trenta, ripercorrere la strada assolutamente deludente che nella sua interpellanza denuncia, ma che, inopinatamente, venne salutata, l'estate scorsa, come un'operazione di rafforzamento delle radici della Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno e, frutto poche settimane, pochi mesi, abbiamo visto quello che significa apparentemente mantenere la sede fisica e spostare la sede decisionale per gli affidi addirittura di poche migliaia di euro.
Primo questo elemento, secondo elemento è un'azione su cui il Presidente, la Giunta, il Governo regionale si è impegnato, quello di cercare un azionariato diffuso ed qualificato, sia quello dei tradizionali azionisti che quello di imprenditori che, nonostante il periodo di crisi, si sottolineava ieri durante l'assemblea sindacale di Jesi, hanno fortunatamente continuato a produrre profitti e possono rappresentare una gamba importante su cui reggere l'urto di questo piano industriale così impegnativo.
Infine le due condizioni di contorno, ma il dibattito su questo versante spetta all'Assemblea, ai Consigli dell'azienda nonché agli organi di vigilanza, un rinnovamento, non simbolico, degli organismi di governo, un accompagnamento della Banca d'Italia in termini di autorevolezza, di indirizzo delle funzioni strategiche della banca, che faccia recuperare quello che è stato scrollato, purtroppo, in questi mesi, perfino al di la del dovuto, in termini di credibilità, c'è stata, come dire, una, a volte esagerata, denuncia delle conseguenze delle difficoltà di Banca Marche che addirittura ha messo in fuga correntisti e clienti tradizionali della Banca.
La Banca è robusta, è forte, ha la possibilità di mantenere le radici nella regione in cui è nata e si è sviluppata, bisogna essere rigorosi e severi nell'opera di rinnovamento, perché questa è la precondizione per la ricapitalizzazione e la messa a norma dei suoi indici gestionali migliori.

PRESIDENTE. Ha la parola l'interpellante Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente, ringrazio l'Assessore Marcolini per la risposta che ha voluto fornire e condivido la filosofia dell'intervento anche sulle considerazioni politiche che fatto rispetto alla presenza di istituti di credito non marchigiani nel nostro territorio. Su questo punto abbiamo ascoltato anche le comunicazioni del Presidente Spacca, quindi possiamo dire che la Regione Marche c'è, è presente e cerca di salvaguardare il più grande istituto bancario delle Marche.
Noi siamo d'accordo con questa considerazione e, rispetto alle polemiche che ci sono state sulle responsabilità, noi siamo dell'avviso che sia fondamentale un'operazione di chiarezza e di trasparenza, questa è un'azione fondamentale, poi è chiaro che se ci sono delle responsabilità saranno perseguite, ma l'obiettivo è la chiarezza e la trasparenza per far si che questo istituto riesca a svolgere un ruolo fondamentale rispetto all'economia marchigiana, di supporto alla piccola impresa, all'artigianato, al commercio, all'agricoltura, che sappia tutelare i soci, i risparmiatori, i dipendenti dell'istituto. Queste sono le priorità.
Condividiamo quelle posizioni che sono state enunciate anche ieri nell'assemblea dei dipendenti rispetto alla necessità di un azionariato diffuso, rispetto alla necessità e ad un impegno dell'imprenditoria marchigiana, una partecipazione democratica diffusa, questo deve essere lo spirito.
Rispetto alle fondazioni, mi permetto di dire, che sono quelle che hanno dato vita alla Banca delle Marche, a questo istituto di credito. Proprio perché hanno dato vita a questo istituto devono condividere con i marchigiani, se c'è da fare, uno sforzo e quello che è possibile va fatto. Dobbiamo rafforzare questo senso di appartenenza al territorio, questo senso di appartenenza ad una banca e dobbiamo rafforzare il ruolo di questo istituto di credito che, ripeto, in un momento come questo, e anche grazie alle convenzioni che la Regione Marche ha fatto, è fondamentale per l'aiuto e per la ripresa per il rilancio dell'economia marchigiana.

PRESIDENTE. Ha la parola l'interpellante Consigliere Trenta.

Umberto TRENTA. Grazie Presidente. Plenipotenziario, mitico, grandissimo Assessore al bilancio, Marcolini, lei è stato un po' incauto nell'interpellarmi perché ha perso di vista come mi sono inserito, ha parlato nell'ambito delle interpellanze tra di loro abbinate.
Anch'io ho letto come avrà letto lei: "Salutiamo questa mega, stragrande banca, Cassa di risparmio, Davide acquista Golia". Evviva!! Abbiamo la grande banca e, quindi capisco il giustificato silenzio su una informazione subliminale. Dico questo, i Consiglieri del territorio di cui due Assessori, il preparatissimo Assessore Donati, il Consigliere Camela, il Consigliere Trenta, il Consigliere prossimo Assessore Perazzoli, l'Assessore, anche se non è presente si nota lo stesso, con la delega al piceno senza portafoglio, quindi tutti questi Consiglieri distratti, nessuno escluso, me compreso, che salutavano l'articolo: "Acquistiamo questa banca".
Siamo la Cassa di Risparmio di Ascoli, i più forti del mondo. Evviva!
L'articolo è di qualche giorno fa: "Banca dell'Adriatico acquisisce Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno". No, questa è una barzelletta, però il carnevale ascolano è passato e vado a vedere così attonito il giovedì della scorsa settimana, alcuni operai, ho portate tre lettere perché forse un giorno potrò dire: "Ecco quello che resta della Cassa di Risparmio: la C. la S e la I", cessi, in dialetto. Questo mi rimane.
Guarda caso, Assessore Marcolini, al posto della Cassa di Risparmio leggo sempre tre punti Banca Intesa, Banca dell'Adriatico, ma che è successo? Alcuni Consiglieri, essendo io Presidente del Consiglio comunale di Ascoli Piceno, forse meno distratti dalla finanza creativa e dal Mussari pensiero, mi dicono: "Umberto Trenta sei Presidente del Consiglio comunale devi indire un consiglio comunale aperto dove inviterai l'Assessore Marcolini che è competente di bilancio". E' il più forte Assessore al bilancio che abbiamo in Italia, è il primo dei venti Consiglieri al Bilancio d'Italia, e mi dicono: "Richiesta documentazione ai sensi dell'articolo 43 secondo comma D.Lgs. 18/8/2000 n. 267", poi mi dicono pure che dobbiamo invitare il plenipotenziario. Guarda caso c'è una combinazione, il terzo mandato viene dato a questo signore del nord e il terzo mandato a questo signore del sud delle Marche, nord dell'Abruzzo, quindi nord e nord per analogia, nord dell'Abruzzo, nord delle Marche, linguaggio criptico Assessore, ma a buon intenditore poi se le ricapa le sue cose, a presto. Allora dico: "Benissimo, siccome sono pure Consigliere regionale sono obbligato a fare questa interpellanza". Quale era lo strumento? La filosofia, cioè l'angolo di filosofia del Consigliere Giancarli, significa 90°, subito ha detto bravo, scusate se mi sono permesso, qua e la, ma il Musseri pensiero, caro Assessore, ci ha insegnato che della finanza creativa ci si accorge nel rendiconto anni dopo, quando esistono le famose voragini.
A lei ripeto che ieri un signore si stava per buttare dal Comune di Ascoli ed un altro si è buttato, è tutto vero Presidente Spacca, però io leggo questa cosa che forse è sfuggita all'Assessore Marcolini, ne può parlare dopo, capisco che le mie stupidaggini, per lei abituato ai massimi sistemi, può stare a pensare a …, però c'è scritto: "La solitudine delle imprese nessuno si salva dal baratro".
Allora vado a verificare qualche notizia sui bilanci che non riportano perché l'anno prima erano (il Consigliere Trenta fischia)… boom, benessere per tutti!

Presidenza della Vicepresidente
Paola Giorgi

(Scampanellio del Presidente)

Umberto TRENTA. … le da prurito?

PRESIDENTE. Consigliere ha tempo cinque minuti, si rivolga con maggiore attenzione usando parole migliori, mi ha fatto saltare i nervi. Ha già superato di un minuto. Concluda, altrimenti le tolgo la parola.

Umberto TRENTA. Bene, i cinque minuti inclusi o esclusi dal suo intervento? Allora io interpello per sapere, e lei me lo dovrà dire perché ho già inoltrato le analogie e i nessi parentali dei beneficiari, perché quando si va in dissesto, caro Assessore, c'è un beneficiario che alla fine dice: "Come impresa solitaria non ce la faccio a ridarvi soldi", ma c'è una filosofia nuova che sta imperando, questi signori molte volte sono in difficoltà, ma nessuno fallisce senza soldi, quindi c'è qualche cosa di diretto bene dalle banche che sono la mucca da mungere.
Lei mi deve dire quali sono i nuovi organi direzionali e questo lo ha omesso, quali sono i piani industriali, non me li ha fatti capire, le risorse destinate al territorio, e sto parlando della Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno, non sto parlando della Banca delle Marche, perché forse lei l'interpellanza non l'ha vista, delle imprese ascolane e della tutela dei posti di lavoro, perché il primo intervento è stato sugli esuberi caro Assessore

PRESIDENTE. Grazie Consigliere Trenta il suo tempo è terminato, ha cinque minuti di tempo da Regolamento, ha parlato per 7 minuti. Gliel'ho già detto.

Umberto TRENTA. Adesso trasformo l'interpellanza in interrogazione e lei, Assessore, mi darà queste risposte, lei è gentile bravo e competente. Grazie.

(Interruzione dell'Assessore Marcolini)

Proposta di legge n. 291
ad iniziativa della Giunta Regionale
“Costituzione della società pubblica di progetto per la realizzazione della strada di grande comunicazione Fano-Grosseto”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 291 ad iniziativa della Giunta regionale. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Grazie Presidente.
Una giornata importante per la Fano-Grosseto, un altro passo, un altro tassello, per recuperare, per realizzare una grande opera.
Voglio percorrere velocemente, prima di arrivare al voto per l'istituzione della Società pubblica, alcune tappe fondamentali che hanno fatto ripartire il percorso della Fano-Grosseto. In primo luogo quella del 13 ottobre 2010, quando presso il Ministero dei Trasporti, dell'allora Ministro Matteoli, ci fu un primo incontro fra le Regioni, l'Anas e le Province per completare questo itinerario.
In quell'occasione si ribadì il valore strategico della Fano-Grosseto e la possibilità di rilanciarla al di là delle iniziative locali, da quella data venne riconsiderato il progetto e venne verificata la necessità di realizzare almeno un altro 50% di tracciato, cioè 140 km per 4 miliardi di euro. Quella data fu importante e si prese atto della necessità di mantenere prioritaria quest'arteria tra le reti nazionali di grande interesse europeo.
Dopo quella data ce ne fu un'altra molto significativa, il 6 dicembre 2010, in cui venne istituita, con decreto ministeriale, una Commissione tecnica con l'onere di verificare il percorso finanziario, amministrativo ed il percorso del progetto.
Quella Commissione iniziò i lavori il 21 dicembre 2010 per verificare le modalità di finanziamento di questa grande opera anche con il ricorso allo strumento della finanza di progetto e venne chiesto al Ministero dei lavori pubblici, l'inserimento tra le reti TENT-T per i finanziamenti comunitari. Due o tre date che hanno fatto ripartire l'iter per realizzare il progetto ed il finanziamento di questa grande opera.
Un'altra riunione tecnica della Commissione, molto significativa, venne svolta il 27 settembre 2011 per raccogliere l'orientamento delle Regioni, ma anche degli enti locali interessati per realizzare una proposta di società pubblica, due anni fa, circa, rispetto a questi passaggi.
Tutti i rappresentanti presenti in quel tavolo, in quella Commissione tecnica, espressero un assenso preliminare ad una proposta sollevando alcune perplessità, alcune delle quali, forse, ancora sono sulla carta, mi rivolgo al Presidente che ovviamente ha seguito personalmente questa vicenda, le famose questioni relative alle catture di valore che sono state in parte discusse, in parte accantonate e sulle quali ci furono qualche perplessità.
La Giunta regionale del 26 settembre 2011 in merito a questo tema, comunicò in pratica che, vista l'indisponibilità di risorse statali, sarebbero state messe allo studio due soluzioni per realizzare questa importante opera prioritaria, ovvero una società pubblico-privata, con il ricorso allo strumento del contratto di disponibilità o finanziamenti dell'Unione Europea tramite l'inserimento di questa arteria nelle reti trans-europee.
L'ipotesi in campo prevede il ricorso allo strumento giuridico denominato contratto di disponibilità, una società di partenariato pubblico-privato realizzerebbe l'opera con il contributo delle Regioni Marche, Umbria e Toscana, attraverso strumenti di finanziamento privati, tra gli altri il ricorso al pedaggiamento, e la cattura di valore, che rimane comunque un punto ancora da chiarire.
Tramite questo strumento lo Stato si impegnerebbe a restituire le risorse una volta realizzata l'opera attraverso la fiscalità differita negli anni con un impegno per 45 anni.
Nella proposta c'è la seconda ipotesi che potrebbe agire in concomitanza con la prima, alleggerendo l'impatto sul territorio e poggiando sulla programmazione europea 2013, l'Italia potrebbe accedere ai finanziamenti per la realizzazione di infrastrutture, come la Fano-Grosseto, che rientrerebbe tra gli investimenti destinati al corridoio 2 già considerato in programmazione TENT-T.
Questo è quanto approvato all'unanimità dalla Giunta regionale, poi inviato in Commissione ed oggi in Consiglio: la proposta di società pubblica.
La convergenza di intenti fra le Regioni è di primaria importanza e lo è stata per arrivare al completamento della E 78, a tale scopo appunto il 19 dicembre 2011 è stato approvato lo schema di intesa tra le Regioni Marche, Toscana e Umbria per promuovere la costituzione di una società pubblica di progetto, ai sensi dell'articolo 172 del D.Lgs. 163 del 2006.
A seguito dell'incontro del 7 giugno 2012, tra i Presidenti delle Regioni Marche, Toscana e Umbria è stato inviato al Ministero delle infrastrutture, al Ministro Corrado Passera, un documento unitario per ribadire la posizione dei tre enti, per definire una linea precisa di impegni con le indicazioni dei tempi, delle modalità e degli strumenti concreti per realizzare questa opera.
Lo studio di fattibilità, di ottimizzazione del tracciato, elaborato da un raggruppamento di imprese è stato consegnato lo scorso 15 gennaio al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, il giorno 11 febbraio 2013 i Presidenti delle tre Regioni, Toscana, Umbria e Marche hanno ufficializzato a Perugia la volontà di costituire una Società pubblica di progetto che sovraintenderà la realizzazione dell'opera e come primo atto presenterà all'Unione Europea la richiesta per l'accesso ai fondi europei.
In pratica il nodo centrale su cui dovrà lavorare la Società pubblica è proprio quello di intercettare le risorse europee per poter realizzare questa importante opera che aspetta da trent'anni il completamento.
In data 18 febbraio 2013 la Giunta regionale ha approvato definitivamente la proposta di legge regionale che oggi ci troviamo a votare in Consiglio.
Lo studio di fattibilità, presentato anche per rispondere ad alcune mozioni che sono presenti in Consiglio, prevede come dire una sorta di garanzia per il territorio. E' uno dei temi che ha avuto a che fare con il dibattito di questi mesi, quello di cercare di costruire eventualmente pedaggiamenti con meccanismi di pedaggiamento mitigato, free flow, cioè costituito con esenzioni o tariffe agevolate per coloro che percorrono, come pendolari, quelle arterie. E' chiaro che va discusso e verificato meglio perché potremmo arrivare, forse, anche all'esenzione con dei tratti già realizzati e mantenere tutti gli svincoli senza la costruzione di nuovi caselli.
Siamo alla fase di riavvio del completamento della Fano-Grosseto, sarebbe un errore non considerare questo aspetto, ogni passo che viene fatto, compresa questa Società pubblica-privata ha a che fare con un'impresa, con un'opera molto delicata sotto il profilo progettuale, sotto il profilo finanziario, per cui occorre determinazione e allo stesso tempo, molta prudenza su come muovere le pedine sulla scacchiera, perché rischiamo, spostando la bilancia rispetto a tante esigenze che i territori hanno, di mettere in difficoltà quell'unica possibilità che una soluzione di imprese ha pensato di poter corrispondere con un progetto specifico al completamento di questa arteria.
Sono passati 30 anni e credo sarebbe opportuno che su questo tema si mantenga il massimo della prudenza perché il rischio è che l'unica possibilità che noi abbiamo, possiamo perderla, consapevoli che i fondi pubblici per realizzare simili opere non ci saranno probabilmente più.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Silvetti.

Daniele SILVETTI. Grazie Presidente, io non ho molto da aggiungere, la proposta di legge è succinta, ma sicuramente sostanziosa, perchè quello che ci apprestiamo a fare aggiunge un ulteriore mattone sulla strada di un'iniziativa strategica, come è stato detto più volte, ed indubbiamente, insieme alla Quadrilatero, la realizzazione della strada di grande comunicazione Fano-Grosseto, costituisce la seconda grande infrastruttura che caratterizza un po' il piano infrastrutturale di questa regione.
Oggi l'individuazione di uno strumento così importante, come la scelta di costituire una società pubblica di progetto, quale strumento idoneo, indispensabile, per dare impulso a tutta una serie di iniziative che concretamente rappresenteranno la realizzazione di questa infrastruttura, costituisce una punta di caduta fondamentale.
E' indubbio che da parte dell'Assemblea ci sarà il consenso e l'avvallo per il proseguimento di questo iter che è diventato quanto mai importante e che costituisce la miglior risposta e la miglior proposta che si possa rivolgere al territorio in termini di rilancio delle attività e dell'economia, ed è, altresì, indubbio che questa infrastruttura sia in grado di espandere in maniera sostanziale i benefici sul territorio, così come è considerevole il fatto che si colleghi alle piattaforme logistiche, importanti per il nostro paese, e strutturali, essenziali anche per i collegamenti con il resto dell'Europa.
Non è un fatto casuale che si parli di questa grande infrastruttura come ponte su terra che collega non solo il versante adriatico e tirrenico, ma anche, nemmeno troppo ideale, la Spagna e i Paesi balcanici. Ecco perché questa infrastruttura risulta essere utile, importante, strategica, non solo sul versante regionale o sovraregionale ma anche a livello internazionale, avendo individuato, quale soggetto giuridico idoneo, la costituzione di una società pubblica alla quale, come diceva il collega Consigliere Ricci, prenderanno parte le Regioni limitrofe e le Camere di Commercio dei territori interessati, che avrà la possibilità, la potestà, anzi, di individuare il soggetto promotore che sarà preposto alla realizzazione ed alla gestione di questa infrastruttura e al reperimento di quelle che saranno le risorse per autofinanziare tali iniziative.
Concludo auspicando il più ampio consenso all'approvazione di questa proposta di legge che è la proposta di tutta la Regione, è una proposta di carattere politico, ma che sostanzialmente incide nel quadro infrastrutturale che, come dicevo poco fa, oltre al Quadrilatero conoscerà la realizzazione di un'altra grande infrastruttura che permetterà alla nostra regione di avere un forte collegamento, con lo sviluppo sempre più auspicato del territorio, soprattutto con il resto d'Europa.

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere Zaffini.

Roberto ZAFFINI. Grazie Presidente.
E' un bene quando si parla di infrastrutture perché sono uno strumento importante per il territorio. Io sono a favore dell'istituzione di questa società, il problema è che siamo in ritardo notevole, siamo in ritardo di 25-30 anni, cioè mettiamo la prima pietra, ma dobbiamo renderci conto che siamo stati latitanti per tanto, troppo tempo, eppure rispetto alla Quadrilatero, che ha quattro lati e che ha avuto la precedenza nella realizzazione, la Fano-Grosseto è una linea retta che poteva essere realizzata molto più semplicemente.
Come sempre intervengo prima di tutto come cittadino fanese, ho letto che per il Presidente Spacca la Fano-Grosseto è una infrastruttura importante, come importante è anche la Fano-Urbino, l'unica ferrovia dismessa di cui ora più che mai se ne sente la mancanza. Con l'avvento dell'alta velocità ci si accorge che la mia provincia, è l'unica provincia a non avere una infrastruttura ferroviaria con l'interno, che colleghi Urbino, una città molto importante, come sapete, dal punto di vista storico, culturale, universitario che ha l'Isia e la scuola del libro. La provincia di Pesaro Urbino è l'unica provincia che non ha una ferrovia che colleghi l'interno e che lo colleghi direttamente con l'alta velocità, come invece hanno tutte le altre province.
Oggi abbiamo avuto un incontro con tutti i Sindaci della Valle del Metauro e mi rendo conto delle disparità, gli stessi Sindaci del PD si rendono conto di questa disparità di trattamento della mia provincia rispetto ad altre, anche nei trasporti. Fano, Pesaro ed Urbino hanno le stesse risorse della sola città di Ancona eppure hanno un bacino molto più ampio. Qui stiamo mettendo una pietra, su cui tutti siamo sicuramente d'accordo, ma per anni questa Regione ha usato un metro diverso nel considerare Fano e Pesaro, ritenendole come seconde e terze città delle Marche, ricordo la strada delle barche, il dragaggio infinito, ricordo la cantieristica navale che è stata prima impiantata e poi trasferita. Tutto questo è da tener conto in quanto noi siamo una terra che subisce più delle altre il famoso centrismo di Ancona.
Per quanto riguarda l'opera in sé sono d'accordo a che si proceda, anche se sul pedaggiamento dico che questa strada è già stata pagata e voglio capire bene come si possa realizzare con il free flow e con i lettori ottici. Io non posso pensare che per andare da Fano a Fossombrone devo pagare, è una cosa che non ci sta e che i cittadini non possono accettare anche perché li è pieno di aziende, di imprese, quindi, non possiamo permettere che, grazie al pedaggiamento, il traffico che attualmente c'è sulla superstrada Fano Grosseto si sposti sulla strada Flaminia, che è stata urbanizzata fino a un metro dalla carreggiata da tutti i Sindaci con i piani regolatori, forse, un po' troppo indecenti per paesi civili. Questa strada non può prendersene carico.
Dobbiamo capire dove si vuole arrivare e dove sarà il project financing e quale sarà l'implicazione per i cittadini in un territorio che, forse, in questo momento è quello più penalizzato anche per la crisi industriale, infatti abbiamo i dati peggiori sia sulla cassa integrazione che sulla disoccupazione, quindi, non possiamo caricare sui cittadini un costo come quello del pedaggiamento che ancora non sappiamo di che entità potrà essere, ritenendolo ingiusto per quei tratti che ormai sono storicamente dei cittadini.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carloni.

Mirco CARLONI. E' vero quello che diceva prima il capogruppo Consigliere Ricci, il territorio della provincia di Pesaro Urbino, in particolar modo la Vallata del Metauro, aspetta la conclusione di quest'opera da oltre 30 anni, Presidente, e devo dire che su questo impegno abbiamo letto tanto e abbiamo visto anche una seria prospettiva negli ultimi tempi.
Purtroppo si sono persi 30 anni, questo è il rammarico, perché il nostro territorio, rispetto ad altre province, non ha avuto la stessa possibilità nella mobilità, in particolar modo delle merci. Ricordo che negli anni dello sviluppo della cantieristica nel porto di Fano questo ha pesato tanto sulla nostra economia e sull'economia pesarese che sul trasporto su gomma ha creato la sua fortuna. Le imprese del mobile, i nostri distretti industriali, hanno pagato il prezzo della lontananza dall'asse tirrenica, dalla capitale e dalla parte ovest del nostro stivale.
La società privata e la società pubblica con il progetto di partecipazione sicuramente può essere una soluzione, questo contratto di disponibilità credo sia una delle poche soluzioni rimaste, perché ho potuto verificare che i finanziamenti da parte del Ministero e dell'Anas sono quanto mai esigui, se non inesistenti, e sarebbe prendere in giro i cittadini dire che prima o poi quest'opera si finirà con soldi pubblici, allora rimane la disponibilità dei privati.
Il rammarico del nostro territorio, lo dico soprattutto al Presidente Spacca, è che dall'Unione Europea sarebbe stato opportuno un investimento maggiore perché quest'asse diventerà un canale importante tra i Balcani e la Spagna. Sarebbe stato opportuno che l'Europa avesse investito un po' di più in termini infrastrutturali in questa opera, però, è evidente che oggi dobbiamo cogliere il buono di questa innovazione, siamo alla costituzione della società, tutto resta da fare e per questo si può ben sperare nell'arrivo, nell'approdo di questa opera.
Vorrei finire con un auspicio, ovviamente, il mio voto su questa proposta di legge è favorevole, l'auspicio è che, per quanto noi possiamo studiare degli strumenti di free flow per il traffico su questa strada, è fondamentale utilizzare delle metodologie logistiche, così come nel Nord Europa, dove i pagamenti avvengono nella parte terminale, cioè, all'uscita della strada. Questo perché il grande investimento verrà fatto soprattutto nella Regione Umbria e, quindi tutto sommato non è giusto che lo paghino le parti terminali di questa strada, soprattutto la zona del fanese e la Vallata del Metauro. E' vero che è un'infrastruttura che collega il Tirreno con l'Adriatico, Assessore, ma è anche un'infrastruttura che permette una mobilità interna per la quale è necessario dare garanzie ai cittadini che non si trovino a pagare il prezzo coloro che tutti i giorni utilizzano questa strada per andare a lavorare.
Io credo che date le garanzie sulla gratuità per i pendolari che utilizzano questa strada - ricordo che la strada è già stata pagata con i soldi pubblici, abbondantemente ammortizzata, probabilmente, con le tasse pagate da questa vallata - si possa tranquillamente andare avanti, anzi, più velocemente si va e meglio è, perché mai come ora servono impegni concreti, portati a termine, e opere che si realizzino, che dimostrino che la politica è utile e qualche volta risolve problemi storici come questo.
Questo isolamento del nostro territorio, dalla capitale in modo particolare, noi lo paghiamo in tutti i settori, anche in quello industriale, quindi, è fondamentale quello che si sta facendo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Grazie. Credo che la Fano-Grosseto, oppure autostrada dei due mari, come ho scoperto la chiamano in Toscana, forse la chiamavamo anche noi qualche anno fa in questo modo, sia importantissima, sia fondamentale, per avere uno sviluppo moderno di questa nazione - io la chiamo ancora nazione, perché quando sento parlare di Paese riferito all'Italia, mi indispettisco un po', quindi la chiamo nazione.
Non mi sono piaciuti in questi mesi certi attacchi sulla stampa, soprattutto da parte del Presidente della Provincia felice - beato lui che ha una Provincia felice le altre quattro sono infelici, ma la sua è felice - che considera chi in qualche modo si oppone non alla Fano-Grosseto, che per tutti è qualche cosa di positivo, ma semplicemente al pedaggiamento o ad altre cose, che adesso dirò, nemico del progresso.
Ieri ho avuto il piacere di accompagnare dal Presidente Spacca, che ringrazio per averci accolto, i miei amici del "Fronte di azione popolare", un movimento civico, trasversale, molto attivo nella Valle del Metauro. Abbiamo esibito 15.000 firme raccolte dal "Fronte di azione popolare" tra le persone che abitano nella Valle del Metauro, contrarie al pedaggiamento, a qualsiasi pedaggiamento, anche leggero. Abbiamo presentato, abbiamo citato - poi li faremo avere - più di 20 ordini del giorno approvati dai Comuni della zona, compreso il Comune più grande, Fano, con i quali rifiutano il pedaggiamento, qualsiasi pedaggiamento, nel tratto già esistente Fano-Canavaccio d'Urbino, perché ovviamente nella tratta dove c'è più da lavorare, la Urbino-Arezzo, è chiaro che bisogna pagare, ci mancherebbe altro.
Grande resistenza al pedaggiamento c'è anche nel grossetano, in Toscana, dove sono stato, perché dove già ce l'hanno e non pagano, non sono convinti di pagare, a meno che non si facciano lavori di un certo tipo.
Dico va benissimo questo progetto, siamo strafelici tutti quanti, ma dico no al pedaggiamento in maniera decisa, perché colpirebbe i lavoratori, gli studenti che vanno ad Urbino, colpirebbe le piccole aziende che utilizzano questa superstrada che già c'è e va bene così, salvo la manutenzione ordinaria, nella tratta Fano-Canovaccio d'Urbino.
Sono anche contrario, e su questo mi pare che ci sia già stato un consenso di massima, ma vorrei sentirlo confermato oggi, ad un discorso di trasformazione in autostrada con caselli. Lasciamo le cose così come stanno, con gli svincoli esistenti nel tratto, parlo sempre di Fano-Canavaccio d'Urbino, a mio avviso dovremmo anche ripensare ad alcune varianti proposte, variante di Mercatello, lotto 4 e variante di Fermignano, lotto 8. Occorre ritornare al progetto originario perché le varianti suddette mettono in pericolo sia la salute delle persone sia l'integrità dell'ambiente, passano a 50 metri dalle case, quindi una cosa insopportabile.
Con queste premesse abbiamo redatto un ordine del giorno, su cui mi pare ci sia un consenso ampio, e per l'economia dei lavori ne parlo, visto che è connesso, l'ordine del giorno n. 65. Ho firmato un emendamento alla proposta di ordine del giorno che toglie i primi 5 punti, ma lascia inalterati quelli dal 6 al 10, che sono quelli che ho testé riassunto e citato. Mi pare che ci sia un consenso ampio di tutti i Consiglieri della provincia di Pesaro, ma non solo. Ricordo, per fare capire ai Consiglieri delle altre province, che il mio ruolo lo interpreto come Consigliere regionale non solo della mia provincia di elezione, Macerata, per essere chiaro. E' come se all'improvviso decidessimo di far pagare la superstrada Ancona-Fabriano, oppure se all'improvviso decidessimo, riferendomi ai maceratese, di far pagare la superstrada Civitanova-Belforte del Chienti e oltre. Non ha senso pagarla, è già stata strapagata, non c'è nessun miglioramento. E' come se decidessimo, riferendomi ai fermani, di far pagare la superstrada Porto San Giorgio-Fermo, per quanto corta, ma c'è. E' come se decidessimo, riferendomi agli amici del nord dell'Abruzzo, sud delle Marche, provincia di Ascoli, di far pagare la superstrada, ottima ed esistente, tra San Benedetto e Ascoli, che mi pare arrivi anche ad Acquasanta Terme, se ricordo bene. Non ci siamo, quindi questo pagamento non deve esserci, deve rimanere tutto così. Fermo restando che in questa richiesta non c'è nessuna intenzione da No Tav o da amante del paesaggio bucolico, certo mi piace il paesaggio, ma sono anche per il progresso.
L'invito che faccio è di smettere di tacciare come contrario al progresso chi si oppone a certe cose che sembrava avvenissero, spero di parlare ormai al passato per certe cose o al condizionale, e di approvare l'ordine del giorno e, soprattutto di farlo rispettare, perché di ordini del giorno approvati e smentiti dalla Giunta ne ho visti tanti, basti pensare al biogas, per esempio. Mi auguro che questa volta l'ordine del giorno non sia solo una mera buona intenzione, un mero e buon auspicio, ma sia tradotto in fatti concreti, in azioni conseguenti della Giunta, in coerenza con quanto il Consiglio, mi auguro, andrà a decidere, approvando l'ordine del giorno n. 65 integrativo della proposta di legge che stiamo discutendo.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Foschi.

Elisabetta FOSCHI. Mi accingo a votare questa proposta di legge con la speranza concreta che questo costituisca un passo iniziale, diciamo così, per il proseguimento di quella strada che è nei fatti forse la più grave incompiuta a livello di infrastrutture della nostra regione e che necessita assolutamente di essere ultimata.
Devo dire, come chi mi ha preceduto, in particolare il Consigliere Carloni, che troppi anni si sono persi per responsabilità di una Regione, che forse non rinveniva questa strada fra le sue priorità, ma anche per responsabilità di una Provincia che, per tantissimo tempo, si è ostinata a pensare che la realizzazione della strada dipendesse soltanto dal suo operato. Ricordo che fino a qualche anno fa, ma non tantissimi anni fa, fino al 2007-2008, avevamo una Provincia, quella di Pesaro-Urbino che aveva avuto la presunzione di realizzare da sola il progetto per il completamento della Fano-Grosseto che arrivava fino alla galleria di Mercatello, poi dall'altro lato, a Parnacciano dove finiva la galleria, non c'era nessuna idea di un tracciato e la Regione Umbria non aveva allora nessuna intenzione di proseguirla. Mi riferisco all'impossibilità di pensare di concludere un'opera senza interloquire tra gli enti interessati. Avevamo una Provincia che ragionava da sola, la Regione Umbria che non era in sintonia e la Regione Toscana che aveva quasi ultimato il progetto.
Penso che, in questo senso, un passo importante l'abbia compiuto il Ministro Matteoli nel 2009, a cui credo vada riconosciuto il merito di aver messo in fila un po' le cose, le intenzioni delle Regioni coinvolte, chiamando la Regione Marche, la Regione Umbria e la Regione Toscana a trovare un'intesa, sia sulla volontà di proseguire nell'ultimazione dei lavori, sia sul tragitto da realizzare, perché, ripeto, non vi era nessuna chiarezza su questo, prima del 2009, quindi, non parliamo di anni così indietro.
Io mi auguro, ripeto, che questa sia la via per concludere un'opera strategica, strategica per lo sviluppo, strategica per l'industria, strategica per un collegamento tra Tirreno e Adriatico. Mi auguro però che le osservazioni avanzate dal collega Consigliere Marangoni vengano fatte proprie dall'intera Assemblea, perché sono importanti e non mi riferisco soltanto ad evitare il pedaggio nel tratto esistente da Fano ad Urbino, ma ad evitarlo per due ordini di motivi. Non solo perché quella strada è stata già pagata, ma perché prevedendo un pedaggio, seppur minimo, è facile pensare che il traffico di chi tradizionalmente usa quella arteria quasi come un interquartieri, poi finisca sulla Flaminia e sulla Flaminia si sono sviluppati, non solo una serie di frazioni, ma una serie di servizi che renderebbero davvero impossibile immaginare un aumento, rispetto all'attuale, del traffico veicolare. Si tratta, quindi, di una norma per consentire una qualità di vita migliore, quella di evitare il pedaggio sul tratto esistente.
Si chiede che rimangano tutte le attuali uscite ma che, in linea con il piano delle infrastrutture votato da quest'Aula, sia richiesta un'uscita ulteriore, sempre nel senso di migliorare la qualità della vita, tra Lucrezia e Calcinelli - attualmente nella zona industriale i camion escono letteralmente fra le case - e si chiede anche che la parte di progetto, così com'è stato presentato, che riguarda i tratti di Mercatello sul Metauro e Fermignano possa essere migliorato e rivisto perché nel caso di Fermignano, andrebbe ad arrecare, così com'è formulato adesso, un danno ambientale notevole, e nel caso di Mercatello sul Metauro andrebbe, se si modificasse il tracciato predisposto negli anni addietro dalla Provincia, ad attraversare il paese in maniera non sostenibile. La strada passerebbe a 50 metri da alcune case. Credo che una soluzione differente possa essere ricercata, capisco la necessità di ridurre i costi, però cerchiamo una soluzione equilibrata tra la riduzione dei costi, per la ditta che realizza, e la qualità della vita per chi quelle zone le vive, altrimenti avremmo raggiunto mezzo obiettivo.
Non credo che siano condizioni non ascoltabili da parte della società che si accingerà a realizzare l'opera, mi sembrano minimali, non mi sembrano nemmeno influire troppo nel costo complessivo, o meglio del risparmio complessivo che la ditta avrebbe variando il tracciato, mi sembrano, però, condizioni fondamentali, anche politicamente, per poter accettare la costruzione ed il completamento, attraverso questo sistema, della Fano-Grosseto.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Traversini.

Gino TRAVERSINI. La mia è più una dichiarazione di voto, voterò, e mi fa piacere, la proposta di legge per la costituzione di questa società.
Devo ringraziare e complimentarmi con il Presidente Spacca per l'impegno che ha messo e che sta mettendo nell'ultimare quest'opera ritenuta importante per le Marche e per la provincia. E' un'incompiuta, e questo è l'aspetto che secondo me va sottolineato, ferma da tantissimi anni e speriamo che, con questa operazione, addirittura portata avanti in un periodo di ristrettezze economiche, che guarda a nuove formule, ci sia la risposta. Credo che questo sia un passaggio importantissimo.
Devo sottolineare, però, che l'aspetto che viene fuori, quello della discussione sul pedaggio, non è un aspetto secondario.
Io insieme a tanti amministratori e cittadini dell'entroterra la Fano-Grosseto, nel tratto che va da Fano a Canavaccio, non l'abbiamo mai chiamata Fano-Grosseto, sarà un errore, ma l'abbiamo vista sempre come la nuova Flaminia, nel senso che la Flaminia esiste da oltre 2000 anni, è la via importante e andrebbe presa in considerazione nel miglioramento del raccordo con Umbria, perché altrettanto interessante - esiste da oltre 2000 anni, se non sbaglio è del 220 A.C. - ed anche perchè l'idea della Fano-Grosseto nasce per dare una risposta, e mi collego a quello che diceva la Consigliera Foschi, ai problemi di ammodernamento della Flaminia. C'era il problema di renderla attuale rispetto alle esigenze del traffico, la vecchia Flaminia non dava più risposte, non riusciva a rispondere al grandissimo traffico, era stata urbanizzata, non era possibile ampliarla e, quindi, si è fatto un altro progetto, poi, sfociato nella Fano-Grosseto, che in realtà nasce per dare una risposta al traffico della Flaminia. Arteria non solo fondamentale rispetto a Roma ma fondamentale per la provincia di Pesaro, perchè collega l'entroterra alla costa, quindi, pensare di far pagare il pedaggio, rischia di rimettere sulla vecchia Flaminia il traffico, come diceva la Consigliera Foschi. Ma non solo, far pagare il pedaggio alla popolazione - soprattutto all'intera Valle del Metauro e dell'entroterra che si troverebbe sbarrato a Canavaccio - quando, e scusate la discussione, si stanno includendo dei servizi che si spostano sempre più sulla costa, mi sembra preoccupante, un controsenso.
Bene andare avanti per quanto riguarda l'operazione, è normale che se uno investe nella parte nuova possa far pagare il pedaggio, mi sembra ovvio, sul resto però grandissima attenzione e contrarietà per i motivi che dicevo prima.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente.
Questa proposta di legge della Giunta regionale è stata licenziata all'unanimità dalla IV Commissione. Voglio ringraziare il relatore di maggioranza Consigliere Ricci e il relatore di minoranza Consigliere Silvetti. Voglio anche ringraziare il collega Consigliere Marangoni perché mi ha invitato a Montemaggiore ad una iniziativa per discutere dell'aspetto delle agevolazioni o delle esenzioni dal pedaggio, era un sabato pomeriggio, avevo assunto altri impegni, altrimenti sarei andato volentieri.
Credo che questo problema, come è stato fatto presente negli interventi dei colleghi che mi hanno preceduto, ma anche nelle dichiarazioni del Presidente Spacca, sia ben presente e sta all'attenzione della Giunta regionale e della Commissione dell'Assemblea legislativa.
Siamo tutti consapevoli di quello che significa essere pendolari o residenti, altra cosa è il transito di lunga percorrenza.
Qui è stato detto, è un tentativo, è un'azione, per cancellare quella che è un'incompiuta e, credo di poter dire, che non possiamo più parlare di isolamento, di marginalizzazione delle Marche. I passi significativi sul piano delle infrastrutture si stanno realizzando, si arriva a Milano in meno di tre ore e, tra l'altro, pochi minuti prima che quel treno parta da Ancona ne arriva uno che viene da Ascoli Piceno, San Benedetto del Tronto e sale lungo la dorsale adriatica e ne parte un altro che fa la costa adriatica fino a Pesaro, quindi, dà la possibilità a tutte le Marche di potersi servire di quel treno.

PRESIDENTE. Scusi Consigliere Giancarli, c'è un sottofondo un po' fastidioso, prego …

Enzo GIANCARLI. La terza corsia dell'autostrada è una realtà e laddove non si realizza sappiamo esserci state criticità nei territori.
Si vola, domani mattina in Commissione abbiamo un incontro con il Direttore dell'aeroporto, come abbiamo fatto in precedenza con i responsabili di Trenitalia Marche, proprio per verificare, valutare, conoscere, le molte possibilità che esistono, e migliorare o creare le condizioni per ulteriori viaggi o per ulteriori voli.
Voglio ringraziare l'Assessore Viventi, con lui abbiamo costruito, e quest'Assemblea ha approvato, il piano della logistica delle infrastrutture, e voglio ringraziare l'Assessore Eusebi con cui da mesi stiamo lavorando su questi temi.
Non la faccio lunga, dico che siamo in presenza, con l'arteria Fano-Grosseto, di una rete oramai transeuropea di trasporto, di un ponte di terra, questo non dobbiamo perderlo di vista, un ponte di terra che ha quattro pilastri, è stato più volte detto, sono i porti di Livorno e Civitavecchia sul Tirreno, e di Ravenna e di Ancona sull'Adriatico.
E' un'opera di carattere strategico, influisce sulla logistica, e al tempo stesso è un'opera di straordinaria importanza per i nostri territori, perché contribuirà, una volta realizzata, a rendere competitivo questa parte dell'Adriatico, la parte del Tirreno, i territori attraversati, quindi, un collegamento importante tra i due versanti.
Mi permetto di fare un'altra considerazione per rimanere in Europa, perché questa opera è un'ulteriore segmento di altre azioni, come la costituzione della Macroregione Adriatica-Ionica, la realizzazione di altre infrastrutture, l'attuazione di programmi comunitari, che sposta a sud questo baricentro dell'Europa ed ha, quindi, questo valore.
Una considerazione ultima e chiudo, ma non perché ho una visione Anconacentrica, non l'abbiamo mai avuta, non l'ho mai avuta, non l'abbiamo avuta nemmeno quando avevamo altre responsabilità, abbiamo sempre mantenuto una dimensione regionale, credo, però, che questo nuovo quadro di connessione, speriamo presto realizzato, Fano-Grosseto, renda urgente la realizzazione - proprio perché faccio riferimento a quei quattro pilastri, a quei quattro porti, questo è un invito sentito, forte, che faccio all'Assessore Eusebi, affinché non faccia mancare l'attenzione a quest'opera, che come ho visto sta facendo - dell'uscita dal porto di Ancona.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Latini.

Dino LATINI. Sarò molto breve e non entro nella tematica dell'opera incompiuta che dal '74 giace sui diversi tavoli parlamentari del Governo e in parte di altri amministratori regionali che hanno tentato l'iniziativa di realizzare la strada dei due mari Fano-Grosseto.
Io vorrei sottolineare, nel dare il mio voto favorevole alla costituzione della società, l'atto estremamente concreto, direi quasi snello, da cervello sintetizzato nelle poche righe delle norme, della costituzione della società. Credo che sia la dimostrazione effettiva di come - anche attraverso le norme che abbiamo, più o meno recenti in tema di utilizzo degli strumenti del diritto privato in mano pubblica - la pubblica amministrazione, in questo caso più Regioni se hanno la capacità, lo sforzo ed il coraggio, come hanno dimostrano queste Regioni e per quanto ci riguarda il Governatore Spacca, possa mettere mano all'utilizzo di questi strumenti, con dei risultati che sono chiari, perché credo che non ci sia una proposta di legge più chiara nell'ambito di una materia così complessa come l'opera pubblica, come quella che andiamo a votare, avendo nello stesso tempo finalità ben chiara per coloro che sono i diretti destinatari, cioè i cittadini interessati, gli utenti della strada.
La tematica che ho sentito, non solo qui, ma anche sui giornali in passato, del pagamento del pedaggio, di tutto o in parte, credo che sia una tematica molto importante che tocca le persone che vivono quel territorio e che sono quelle imputate a dover rispondere di tasca propria alla realizzazione dell'opera. Problematica risolvibile attraverso l'emendamento, il sub emendamento che viene presentato, comunque questo non dovrebbe essere il motivo principale di discussione, ma l'effettiva modalità con la quale l'opera potrebbe, e sarà, costruita, cioè attraverso un procedimento che salta, pur rispettando la parte fondamentale, quella che è la burocrazia che appesantisce il procedimento, dando dei tempi e dei crono programmi validi per le attese, che sono state davvero infinite in questi quasi quarant'anni, dal momento in cui l'idea è venuta con la partecipazione, addirittura, dell'allora Presidente del Consiglio dei Ministri.
Credo che l'idea di fondo per cui dobbiamo valorizzare l'iniziativa della Regione sia proprio questa, una modalità davvero leggera, un'individuazione dell'obiettivo chiaro, una partecipazione altrettanto non pesante, proprio per le condizioni economiche del Governo e per la capacità di ricorrere al finanziamento europeo, attraverso anche la partecipazione della Bei, ed una corresponsabilità, comunque, del nostro territorio, nell'una e nell'altra fase, tutto questo modo sintetizzato ed espresso in maniera chiara dalla proposta di legge.
Spetta poi a chi, nell'adozione della norma che andremo a votare, dovrà compiere il passo successivo, cioè mettere in riga e in regola sia la società assegnataria dell'iniziativa e quindi del project, che la tempistica, avendo davanti tutta la tematica relativa alla realizzazione ed esecuzione dell'opera, facendo si che quanto noi oggi votiamo diventi effettivamente un'infrastruttura importante a livello europeo. Come ha detto prima di me il Consigliere Giancarli, questa opera tocca non tanto le nostre Regioni interessate, tocca l'Italia centrale, una valorizzazione importante rispetto a quelle che sono le future intese economiche e gli obiettivi dell'Europa intera.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Questa proposta di legge sancisce, con la costituzione della società, la volontà di tre Regioni di realizzare un'opera. Sancisce quelle che erano volontà separate e le fa diventare una volontà unitaria, necessaria, per poter partire. Ho sentito un ringraziamento al Presidente per aver concluso, ma qui ancora dobbiamo partire.
Alla fine si stanno mettendo insieme gli attori che vogliono realizzare quest'opera, anche perché ha più forza, rispetto alle intercettazioni di fondi europei e statali, una volontà condivisa e un minimo di base operativa comune.
Sono in difficoltà rispetto a questo progetto, proprio perché è un progetto, questa proposta di legge indica semplicemente una volontà iniziale, si è detto di tutto e di più rispetto alle modalità e rispetto ai finanziamenti, ma tutto questo nella legge non c'è. La proposta di legge non ci dice se la società pubblica di progetto affiderà la realizzazione del progetto, il finanziamento, eccetera, a un project financing, per esempio all'Anas o alla Società Autostrade.
In merito al pedaggiamento dico che dovrà essere il pedaggiamento del nuovo tratto e non il pedaggiamento dell'unica strada esistente tra Fano e Cagli, non può essere questo, perché il pedaggiamento di questo vecchio pezzo di strada svolgerà la funzione contraria di creare un'altra strada all'interno, cioè non permetterà la penetrazione dalla costa verso l'interno, perchè se io arrivo a Fano e devo pagare un pedaggio per l'interno, probabilmente, non ci andrò. Questo creerà una funzione contraria, oltre le problematiche dei residenti, e chi non è residente non penso sarà incoraggiato a lavorare con l'interno e ad impiantare un'attività.
Il pedaggiamento del tratto esistente di superstrada mi sembra sia da tutti escluso, va ragionato sul finanziamento.
Il project financing con privati, in merito alle valutazioni sugli studi fatti i privati non hanno espresso grossi interessi rispetto alle potenzialità di questa linea, forse, si potrebbe lavorare sul canone concessorio, ma le concessioni non si sono rivelate, nell'arco degli anni, le soluzioni migliori rispetto ai costi-benefici per la comunità, perché poi le concessioni hanno costi altissimi rispetto alla realizzazione.
Io sono, anche a nome di Sinistra Ecologia e Libertà, favorevole ad una realizzazione con risorse comunitarie e statali, quindi, con un discorso di progettazione dell'opera, distribuzione e realizzazione per stralci. D'altra parte il rischio del project financing lo vediamo con l'uscita dal porto di Ancona, è quello di essere pensato, per il porto di Ancona, da 10 anni, senza traccia della realizzazione.
Come abbiamo visto all'interno della Quadrilatero - che era il massimo della privatizzazione nella realizzazione delle opere pubbliche, perché comprendeva la cattura di valore, l'affidamento ad un socio privato della realizzazione, eccetera - le sole risorse che sono entrate, rispetto al miliardo e due, miliardo e tre del costo dell'opera, sono state risorse pubbliche e tutto l'ambaradan, che è stato creato, è stato spreco di risorse pubbliche, a cominciare dalla società e da chi ha fatto i progetti. Oltretutto spreco di territorio perché la programmazione della valorizzazione e cattura di valore ha voluto dire espropriare i terreni dall'uso di una parte di territorio e la valorizzazione non è mai partita.
A questo punto bisogna prendere atto della realtà. La realtà è che le opere pubbliche in Italia si fanno se lo Stato mette delle risorse e dove ci sono stati altri tentativi, come quelli dei concessionari, sono state risorse spese e perse perché hanno portato ad un aumento del capitolato d'appalto, all'aumento delle spese, eccetera, ed all'allungamento dei tempi, non si è andati certamente nella direzione del contenimento dei costi e della velocità di realizzazione dell'opera.
Questa società pubblica di progetto sancisce la volontà di tre Regioni, ma bisognerà vedere, quindi, indico di percorrere la strada dei finanziamenti europei e statali, è la strada che permette un maggiore controllo pubblico, maggiore velocità di realizzazione dell'opera, contenimento e migliore controllo dei costi.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Acacia Scarpetti.

Luca ACACIA SCARPETTI. Grazie Presidente. Esprimo il mio voto favorevole a questa proposta di legge relativa ad un'opera che cambierà, per alcuni aspetti, la vita delle popolazioni vicine. Oggi raggiungere la Toscana, la costa tirrenica, comporta un viaggio di 5 ore, con questa strada il tempo si dimezzerà.
Era sostanzialmente nel 2006 un'incompiuta italiana, ma l'allora ministro Di Pietro la mise tra le prime quattro priorità, fece un repulisti dei progetti dormienti nell'ufficio, tant'è che in maniera pubblica e, quindi, gratuita si completarono almeno tre o quattro tratti, compreso quello della provincia di Pesaro Urbino che porta da bivio Borzaga a Urbino.
Poche ore fa a Pesaro si è inaugurato il porto commerciale mercantile nuovo, anche quest'opera fa parte di quella sorta di repulisti che l'allora Ministro fece rispetto ad una serie di opere.
Indicandola nelle prime quattro opere prioritarie d'Italia disse anche che a suo parere era impossibile poterla finire con il finanziamento pubblico. Ricordo una riunione svoltasi a Roma, un pullman di amministratori marchigiani, eravamo oltre una trentina, c'era anche il Presidente Spacca, si parlò di una serie di cose, la terza corsia della A 14 e di questa strada e in quell’occasione si ribadì che il project financing era l'unica strada percorribile, nonostante qualcuno in provincia di Pesaro, mi riferisco al mago della felicità, contestasse questa soluzione che oggi finalmente viene alla luce.
Condivido le preoccupazioni che non interessano l'atto di stamane, ma interesseranno un atto successivo e cioè quelle che riguardano il pedaggio, espresse da molti colleghi, in primis dalla Consigliera Foschi che ha sicuramente ben studiato la questione. Ho fiducia nella brillante soluzione di quello che non può essere, a dispetto di un'opera così importante, di caratura nazionale, un fardello insopportabile, insostenibile per le popolazioni locali.
Va comunque detto che se non si parte mai non si può neanche arrivare ad alcuna conclusione, questa opera tra l'altro arricchirà ulteriormente il territorio a vocazione fortemente turistica, perché alleggerirà i tratti attualmente utilizzati nella vecchia viabilità, quindi, ribadisco il mio parere favorevole a questa proposta di legge ed agli emendamenti che ho visto girare che vanno in questa direzione.

PRESIDENTE. Invito l'Aula ad un maggiore silenzio.
Ha la parola l'Assessore Eusebi.

Paolo EUSEBI. Grazie Presidente. L'intervento del Presidente Giancarli è andato esattamente nel senso che io avevo pensato per il mio e, quindi, questo intervento sarà solo una breve dichiarazione di voto sulla costituzione della società pubblica per la Fano-Grosseto.
Una considerazione di tipo generale, in un momento di gravissima difficoltà economica in cui, giustamente, tutti sono concentrati sul mantenimento degli standard di civiltà per i cittadini nei vari settori, questa operazione è la dimostrazione che c'è anche chi si preoccupa di progettare la Regione Marche del futuro. In un momento così diventa importante la speranza di pensare alle Marche non solo nella gestione dell'oggi.
E' vero, come diceva il collega Consigliere Binci, che questa situazione disastrosa, nazionale, dilata i tempi, ma un asse così importante per la nostra Regione, come quello che prevede l'uscita dal porto di Ancona che dall’autostrada arriva a Fano, poi a Grosseto ed infine al porto di Livorno, per quanto ci riguarda è la speranza che questa Assemblea legislativa regionale, questo Presidente e questa amministrazione …

PRESIDENTE. Scusi Assessore, Consiglieri un po' di rispetto ed un po' di decenza! Prego.

Paolo EUSEBI. Questa operazione è vero che avrà dei tempi dilatati, ma siamo tutti impegnati, Consiglieri, chi in questo momento lavora in Giunta con questo Presidente, a porre le basi perché le Marche possano essere al centro dell'attenzione della nostra nazione e dell'Europa intera.
Il nostro voto sarà convintamente favorevole, capisco i problemi di chi vive sul territorio, invece che montare una polemica concentrando l'attenzione su aspetti particolari che potremmo vedere, magari con disponibilità più ampie, io credo sia meglio guardare allo straordinario risultato che il territorio pesarese, l'intero territorio marchigiano e non solo, stanno centrando.

PRESIDENTE. In conclusione del dibattito, do la parola al Presidente Spacca.

Gian Mario SPACCA. Registro con particolare favore questo orientamento del Consiglio regionale verso un’approvazione condivisa di questa proposta di legge e, quindi, ringrazio per la sensibilità che viene prodotta rispetto ad un atto che è fondamentale per risolvere una delle questioni infrastrutturali più importanti della nostra Regione, come il collegamento fra Fano e Grosseto o autostrada dei due mari.
Mi permetto soltanto di fare alcune puntualizzazioni in modo tale di essere chiari anche nel confronto e nel dialogo con l'esterno, con i cittadini, con le nostre comunità, con i territori che sono molto interessanti allo sviluppo di questo progetto.
Questo progetto è una partecipazione fra tre Regioni che si assumono l'onere di dettare delle piste, delle tracce, su cui portare a conclusione la realizzazione di un'opera che giace incompiuta da oltre 40 anni.
In realtà noi, come Governo, abbiamo cercato una soluzione alla stessa stregua, alla stessa maniera di quello che abbiamo fatto per le altre trasversali delle Marche, sia per la Foligno-Civitanova che per la Ancona-Perugia così come per la Fano-Grosseto. Tant'è che l'idea di questo progetto era anche nell'ipotesi di un inserimento nella realtà del quadrilatero, naturalmente ci sono state delle resistenze, su cui non è opportuno aprire qui una discussione, per cui di fatto questo progetto è andato per suo conto.
Lo ricordava prima il Consigliere Acacia Scarpetti, fin dal 2006 abbiamo cercato con il Ministro allora in carica una soluzione per questo problema. Devo dire che l'allora Ministro Di Pietro si fece parte attiva per cercare una soluzione perché si rese conto che questa era una arteria che doveva essere completata e che non era importante soltanto per il nostro territorio ma per tutta l'Italia centrale, collegando l'Adriatico con il Tirreno.
Da parte del Ministro ci fu l'attivazione di una serie di verifiche e di contatti anche con società internazionali per cercare il finanziamento dell'opera attraverso fondi dello Stato, attraverso l'Anas, naturalmente emerse subito l'impossibilità di reperire risorse per far fronte ad un investimento che allora veniva definito intorno ai 4 miliardi di euro.
Dinanzi a questa impossibilità ci fu il ricorso anche a soggetti di carattere internazionale perché, con la metodologia del project financing, partecipassero insieme allo Stato alla realizzazione dell'opera, ma l'analisi dei flussi di traffico che il Ministro fece portò alla considerazione che comunque lo Stato avrebbe dovuto sborsare il 55-60% del costo dell'opera e che il contributo dei privati sarebbe stato inferiore al 50% e questa era una condizione insopportabile proprio per la definizione di project financing.
A questo punto Di Pietro venne sostituito da un altro Ministro che non era un Ministro di centro sinistra, ma di centro destra, era Altero Mattioli che si fece carico, con la stessa volontà, di ricercare una soluzione. La soluzione, chiaramente, era cercare delle fonti finanziarie che fossero in grado di pensare alla realizzazione dell’opera, a questo punto il richiamo all'Europa divenne determinante, e in questo senso ci fu l’impegno del Ministro ad inserire quest’opera nelle reti TEN-T.
L’inserimento è avvenuto recentemente e questo ci consente di avere quello che la normativa europea prevede per le reti transeuropee, ovvero il 50% del finanziamento delle spese di progettazione e il 10% del costo dell’opera, ma insieme all'allora Ministro non si fece soltanto la richiesta dell’inserimento nelle reti transeuropee ma si fece anche la richiesta di essere inseriti nel Core network che è il cuore del sistema infrastrutturale europeo, su cui l’Unione Europea insieme alla Banca d'investimenti dà delle possibilità di agevolazione fino al 50% del costo dell'opera. Quindi non abbiamo mollato la presa rispetto alle possibilità di finanziamento e stiamo lavorando per passare dalla definizione di rete TEN-T a Core network che ci consentirebbe di avere maggiori possibilità di finanziamento.
Naturalmente per arrivare a questo occorre definire quest'opera nel quadro della grande programmazione europea, ovvero come la considera l’Europa, un land bridge, ovvero un ponte di terra su una rotta marittima che parte dalla Spagna e va verso Kiev, attraversando tutta la penisola balcanica, un grande corridoio, a questo punto il corridoio più a sud dell'Europa che da anche prospettiva all’integrazione mediterranea.
Noi dobbiamo vedere quest'opera come un'opera utile all'Europa, utile al nostro paese, perché consente sviluppo e possibilità di crescita per l'Italia centrale, e utile anche per i nostri territori.
Naturalmente il finanziamento europeo non esclude la possibilità di dover comunque trovare finanziamenti per la parte mancante, che è il 90% nel caso ci limitassimo alle reti TEN-T e potrebbe essere fino al 50% nel caso l’opera diventasse Core network. Questo però non viene risolto dai fondi dello Stato che, in questo momento, non è nelle condizioni di finanziare alcunché, per questo insieme agli uffici legislativi del Ministero delle infrastrutture abbiamo prospettato, l’abbiamo creata noi nel dialogo tra la Regione e il Ministero, questa nuova soluzione del contratto di disponibilità. Una figura giuridica totalmente nuova che è stata inserita nel Decreto per lo Sviluppo 2 che consentirebbe la realizzazione dell'opera interamente a carico di un privato. L’opera verrebbe realizzata con fondi totalmente privati, quindi, da parte di un soggetto interessato, in sette anni, al termine dei quali si affiderebbe l'opera in concessione allo Stato e sostanzialmente scatterebbe una sorta di leasing per cui lo Stato ripaga l’opera già realizzata, conclusa e finanziata dal privato. Ripaga il privato nei 45 anni successivi con dei canoni di disponibilità.
Questo meccanismo è il primo che si realizza nel nostro paese, per cui occorre attenzione, stiamo lavorando working progress, non c'è una giurisprudenza, non c'è un'esperienza rispetto a questa modalità. Come suggeriva ottimamente nel suo intervento il capogruppo del PD occorre avere un'attenzione particolare su questo progetto che si dovrà costruire entro due anni. Abbiamo tempo fino al 2014 per costruire questo progetto nelle sue diverse articolazioni che sono di carattere tecnico, urbanistico, finanziario. Abbiamo tempo fino alla fine del 2014 per costruirlo perché è il tempo che ci viene concesso dalla programmazione europea, poi ci saranno gli altri sette anni che eventualmente decorreranno dopo la gara che verrà fatta e in cui verrà data la concessione per la realizzazione dell’opera dal 2015 al 2022.
Dobbiamo essere prudenti rispetto alle variabili che mettiamo in gioco, ora quest'opera, dicevo, viene finanziata completamente da un soggetto privato, in questo momento l'unico soggetto che si è fatto avanti è il soggetto Strabag che ha rivalutato il tracciato. Rivalutando il tracciato ha ridotto il costo per la realizzazione dell’opera da 4 miliardi a 2 miliardi e 9 e, naturalmente, esige che accanto alla concessione da parte dello Stato, la fiscalità differita, e così via, ci sia anche un contributo del territorio, così come è avvenuto, visto che questo è il modello, per Quadrilatero.
Ho letto tante polemiche in questi giorni perché per la Foligno-Civitanova e per l’Ancona-Perugia non ci sarebbe un contributo del territorio. In realtà il territorio contribuisce, eccome, fino al 25% alla realizzazione dell’opera. Non ci rendiamo conto ma i cittadini, le imprese – tranne la Camera di Commercio di Ancona, perché l'unica che non ha partecipato è stata la Camera di Commercio di Ancona che non ha ancora capito che l’Ancona-Perugia è un'infrastruttura che serve ai nodi logistici di Ancona e, soprattutto, al porto - tutte le altre strutture economiche e sociali, Comuni, partecipano al finanziamento dell'opera e alla fine saranno oltre 200 i milioni di euro che il territorio erogherà alla realizzazione di quest'opera dell’Ancona-Perugia e della Civitanova-Foligno. C'è questa contribuzione da parte del territorio e inevitabilmente ci dovrà essere, le forme per arrivare a questo le potremo discutere strada facendo, ma io, in questo momento, non avanzerei delle ipotesi pregiudiziali che eccitando gli animi sul territorio mettano in fuga l’unico soggetto che si è reso disponibile a tirare fuori i soldi, cioè i 2 miliardi e 900 milioni di euro, per la realizzazione dell’opera. Dopo di che una volta che questa disponibilità viene definitivamente manifestata, allora ci metteremo al tavolo come istituzioni regionali e locali per far sì che quest’opera sia condivisa nella maniera massima con il territorio.
Un’apertura mi pare sia arrivata nel momento in cui si è data la possibilità di modulare il pedaggiamento, con ipotesi di esenzione per i pendolari o di abbattimento per i residenti, attraverso un meccanismo che non introduce nuovi caselli o elimina le entrate attuali sulla SS 78, ma mantiene le stesse entrate con una porta elettronica, con il flow free che consente di verificare quali sono i fruitori di questa infrastruttura. Mi pare che sia una apertura che la dice lunga rispetto agli intendimenti della società che deve realizzare l'opera. Pure sul tracciato, credo che avremo i tempi e le modalità per affrontare questioni che noi riteniamo essere, come è stato detto dalla Consigliera Foschi, fondamentali per la salute delle comunità, un bene prezioso che salvaguardiamo in ogni occasione, anche avendo attenzione a quelli che sono gli equilibri di carattere ambientale che su quel territorio esistono, tant’è che questa strada a differenza di Quadrilatero noi la vediamo più in una prospettiva di integrazione tra economie ambientali e turistiche, tra la Toscana e le Marche, e non in una prospettiva di carattere logistico come è l'altra strada. Per questo sull’altra strada si è fatto riferimento soprattutto agli oneri di urbanizzazione e ai canoni delle Camere di Commercio mentre su questa bisognerà trovare qualche altra forma finanziaria che comunque inviti la società Strabag, o chi sarà a realizzare l'opera, sapendo che da parte del territorio c’è condivisione.
Quello che dobbiamo tenere in conto in questo momento, per non scoraggiare l’investitore, è la priorità dell'opera che il territorio percepisce, quindi, ringrazio per questa votazione, che mi pare essere pressoché unanime, perché darà all’investitore il senso che tutta la comunità regionale è disponibile ad accogliere quest'opera, salvo poi fare le verifiche, che saranno necessarie, in relazione agli aspetti che rimangono ancora critici ovvero il pedaggiamento e il tracciato dovendo mantenere, naturalmente, il contenimento della spesa dai 4 miliardi ai 2 miliardi e 9, 2 miliardi 950, non pensando di ripristinare il tracciato originario.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 3. Dichiarazione d’urgenza, ci vuole la maggioranza assoluta di 22 membri. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva a maggioranza assoluta dei suoi componenti)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Volevo motivare il voto che sarà un voto contrario, mi sono astenuto sul testo perché, come ho già detto, la legge è semplicissima, sancisce una volontà di realizzare un'opera a cui non sono e non siamo contrari.
Il mio voto contrario è dato dalle dichiarazioni del Presidente Spacca che ha mantenuto e rafforzato tutti i miei dubbi. Ci sarà un pedaggiamento modulato, non si capisce come sarà, comunque, ci sarà il pedaggiamento, ci sarà l'intervento di un soggetto privato Stav che richiederà un contributo ed un utilizzo del territorio, come per la Quadrilatero. Io non ho condiviso l'utilizzo e le modalità dell’utilizzo del territorio per la Quadrilatero, quindi, sono preoccupato da questa dichiarazione, in più ci sarà una concessione.
Ritengo che tutte le concessioni realizzate in Italia abbiano portato ad un aumento dei costi per il bilancio statale e, quindi, un aumento in corso d'opera di tutte le progettazioni che, proprio per le modalità della concessione, sono insite in questo tipo di appalto. Per non dare un si o un’astensione, che poi non avrà possibilità di confronto, io come Sinistra Ecologia e Libertà dico di non essere rassicurato dal percorso che viene indicato, proprio per tutte le ricadute che avrà sul territorio, sia dal punto di vista del pedaggiamento che dal punto di vista dell'utilizzo del territorio, con la cattura di valore, che con la funzione del concessionario, quindi, applicando il principio precauzionale do un voto contrario e mi riservo di valutare la progettazione che verrà proposta.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 65 a firma dei Consiglieri Marangoni, D’Anna, Carloni, Zaffini, Foschi su cui è stato presentato un emendamento che nel dispositivo sopprime i punti dal n. 1 al n. 5.
Emendamento n. 1 dei Consiglieri Ricci, Marangoni, D’Anna, Foschi, Latini, Zaffini, Carloni, Traversini. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Ordine del giorno n. 65 sulla proposta di legge 291 così come emendato, lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 291. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 266
dei Consiglieri Giorgi, Ortenzi, Ciriaci, Malaspina, Giannini, Comi, Bellabarba “Promozione di azioni istituzionali contro la violenza sulle donne e contro le discriminazioni determinate dall'orientamento sessuale”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 266 dei Consiglieri Giorgi, Ortenzi, Ciriaci, Malaspina, Giannini, Comi, Bellabarba.
Ha la parola la relatrice di maggioranza Consigliera Giorgi.

Paola GIORGI. Grazie Presidente, questa proposta di legge intende fornire un’ulteriore valido strumento per conoscere e conseguentemente affrontare con migliore contezza la drammatica realtà della violenza sessuale contro le donne e per la prima volta offrire lo stesso strumento di conoscenza, cioè un report annuale, per indagare la realtà dell’omofobia nella nostra regione.
Femminicidio è termine crudo ma drammaticamente reale, ed omofobia sono sintomi, seppur con le dovute differenze di diffusione e di percezione eventuale nell'ambito della nostra società, della paura del diverso, in un contesto culturale ancora zoppicante come il nostro, mi riferisco all'Italia in generale, sul tema dei diritti della persona.
La proposta di legge apporta due modifiche alle due leggi regionali di settore: la legge n. 32 del 2008 “Interventi contro la violenza sulle donne” e la legge n. 8 del 2010 “Disposizioni contro le discriminazioni determinate dall'orientamento sessuale o dell'identità di genere”. Questa proposta di legge è nostra ed è composta da 3 articoli.
L'articolo 1 prevede che entro il 10 novembre di ogni anno la Giunta trasmetta all'Assemblea un rapporto illustrativo sul fenomeno della violenza contro le donne nella Regione Marche. Di seguito viene convocata l'Assemblea in un'apposita seduta aperta, per l'esame dello stesso, tale seduta si terrà, ogni anno, in prossimità del 25 novembre che, come sapete, è la data sancita dall'ONU quale Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne.
La nostra legge regionale, la n. 32 del 2008, ha istituito i centri anti­violenza, sono 5 attivi al momento nella nostra Regione, la casa di rifugio ed accoglienza “Zefiro", il Forum permanente, composto per circa la metà da Associazioni e Cooperative Sociali che operano nell'attività di contrasto alla violenza di genere. Sono organismi attivi sul territorio che hanno contatto diretto con le vittime della violenza e, quindi, forniscono dati che già conosciamo tragici anche se incompleti. Ma esistono altri attori sul territorio che svolgono un ruolo al contrasto della violenza di genere che sono stati riconosciuti ed inseriti nella legge regionale n. 32 del 2008 grazie alle nostre modifiche, apportate in questa legislatura, dalla legge regionale del luglio 2012, questi organismi sono le istituzioni scolastiche, le forze dell’ordine, le associazioni di categoria, gli operatori del servizio sanitario regionale.
Tutti questi organismi saranno chiamati a portare i propri dati per avere un report, il più possibile vicino alla realtà, anche se, e di questo dobbiamo avere consapevolezza, questi dati, oggi, sono ancora mediati dalla paura.
Una donna che subisce una violenza, subisce una lacerazione dell'anima, una ferita indelebile che può solo cicatrizzare, ma mai guarire.
Da alcuni dati emerge che solo il 60% circa delle donne che si rivolgono ad un centro anti-violenza ammette di aver subìto violenza e di queste meno del 10% sporge denuncia.
Per paura, per vergogna, perché sa che dovrà lottare per vedere tutelato il suo diritto di salvaguardia della propria persona.
Guardate, questa proposta di legge, molto semplice, a mio avviso ricopre un ruolo molto importate per due motivi, in quel Consiglio aperto che noi andiamo ad istituire, l'Assemblea legislativa, la Regione Marche con gli Enti Pubblici, le Istituzioni Scolastiche, le Forze dell'Ordine, gli operatori del servizio sanitario regionale, le Associazioni, si confronteranno sui dati e attraverso questo confronto si potrà migliorare l'intervento sul tema da parte della Regione stessa.
Vi do un dato importante, aalla fine degli anni '80, esistevano nella nostra Regione associazioni che si occupavano della tematica, non erano sorte specificatamente, erano associazioni che si rivolgevamo un po’ all’universo femminile, però grazie alla loro presenza, sono riuscite a far emergere, purtroppo in parte, il peso del dramma della violenza contro le donne e si sono "specializzate" su questa tematica che è urgente dal punto di vista sociale. Nelle prime indagini conoscitive allora attuate, parlo quindi degli anni ’80, si parlava di una percentuale di donne che dichiaravano di essere state vittime di violenza di circa il 56%, che si erano rivolte a questi centri, e di queste solo l'8% avevano effettuato denuncia. Nel 2001 le donne che hanno dichiarato di essere vittima di violenza sono sempre circa il 60%, ma c'è un aumento delle denunce di circa il 14%. Questi ultimi dati, relativi agli anni 2010/11, con la legge regionale vigente, ci parlano delle donne che si rivolgono ai nostri centri, sono circa 350 l’anno, e di un incremento dei casi di violenza, ma di un incremento forte, oggi il 25% delle donne sporgono denuncia. Questo è un dato che ci fa comprendere quanto l'azione istituzionale, il confronto e la sinergia di azione sul tema sia importante.
Con questa proposta di legge l'Assemblea, la Regione, gli enti pubblici, le istituzioni scolastiche, le Forze dell'ordine, gli operatori del servizio sanitario regionale, le associazioni, tutti gli attori, prendono una precisa posizione e si schierano dalla parte delle vittime. Per noi magari è scontato, ma vi assicuro che non lo è.
L’articolo 2 della proposta di legge promuove la stessa iniziativa, contestualmente, sul tema dell'omofobia. Partiamo da una conoscenza della problematica quasi nulla, noi non abbiamo oggi specifici centri di ascolto nel territorio, sul tema. La nostra proposta di legge va anche a sanare questa mancanza e promuove l'attivazione di questi centri di ascolto nell'ambito della prevenzione e della riduzione del disagio delle persone, determinato dall'orientamento sessuale o dall'identità di genere. E' la Giunta che con il regolamento, stabilisce le modalità per l'attivazione ed il funzionamento. Le associazioni di settore, che hanno accolto con grande piacere, fervore, positività questa iniziativa legislativa sono prontissime a collaborare per il funzionamento di questi centri in forma all’inizio volontaristica.
Contestualmente, come dicevo, all'iniziativa sulla violenza contro le donne, nel corso di quella Assemblea legislativa dedicata verrà presentato un report annuale tematico anche su questo argomento, violenza contro le donne, omofobia, violazione dei diritti basilari della persona.
Le norme ci sono, e questa norma sicuramente va ad incrementare la nostra azione istituzionale, che come dicevo è fondamentale, dobbiamo impegnarci, innanzitutto, affinché le leggi vengano adeguatamente finanziate, ma soprattutto che le risorse vengano adeguatamente investite.
Io auspico, così come è avvenuto in Commissione, che l’Aula accolga all’unanimità questa proposta di legge che credo sia solo una proposta di legge per sancire i diritti inviolabili della persona.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Natali.

Giulio NATALI. Io ho un dubbio soltanto, che mi è stato sollecitato anche adesso dai colleghi, sull’identità di genere che è qualcosa su cui dovrebbero esserci delle spiegazioni ulteriori. Sul discorso dell'identità di genere, non sull’orientamento sessuale. … Quindi se apriamo la discussione …

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Malaspina.

Maura MALASPINA. Grazie Presidente.
Signor Presidente e colleghi Consiglieri questa proposta di legge prevede un rapporto sul fenomeno relativo alla violenza sulle donne da valutare in un'apposita seduta del Consiglio regionale sviluppando così un tema già conosciuto con la legge regionale n. 32 dell'11 novembre 2008 che riguarda solo la violenza contro le donne.
La stessa proposta di legge prevede una relazione illustrativa sul fenomeno della discriminazione determinato sulle persone per il loro orientamento sessuale o dell'identità di genere, sviluppando così la legge regionale n. 8 dell'11 febbraio 2010.
L'articolo 5 di questa proposta di legge prevede la promozione di centri di ascolto non meglio definiti rispetto ai centri di accoglienza previsti dalla legge regionale n. 32 ed affida alla Giunta regionale la definizione delle modalità attuative.
Si tratta di una proposta di legge che si prefigge di compiere significativi passi avanti per far luce su fenomeni sociali che sono sempre esistiti, ma sono rimasti coperti da forme di omertà familiari e sociali.
La violenza c'è, solo che non si vede, anzi non si conosce, questa proposta di legge va approvata, ma bisogna riconoscerne i limiti. Il primo è di natura amministrativa e contabile, manca la copertura finanziaria, la delega alla Giunta di realizzare centri di ascolto in aggiunta alle strutture previste dalla legge regionale n. 32 per la rilevazione e gestioni degli atti di violenza non ha principi e criteri direttivi di raccordo e non definisce i limiti di spesa, né fa rinvio a norme finanziarie e di bilancio. C'è il rischio di approvare una legge manifesto e non è questo il nostro obiettivo.
L’altro limite è quello dell'assenza di un protocollo che sappia raccordare il momento della voce del coraggio della vittima con i servizi e gli operatori socio sanitari della Regione e degli enti locali.
A distanza di tre anni di attuazione della legge regionale n. 32 manca anche l'approfondimento a quella dimensione del lavoro di rete che costituiva l'ossatura principale per tenere insieme quei mondi diversi che entrano da protagonisti nella vita della vittima dal momento della richiesta di aiuto, magistratura, forze dell'ordine, scuola, professionisti con diverse esperienze, avvocati, medici, psicologi.
La fattiva collaborazione tra servizi, operatori e mondi diversi, tutti essenziali allo scopo del sostegno e del recupero della vittima di violenza è condizione essenziale per ottenere i risultati sperati.
Diversamente le strutture preposte rischiano l'autoreferenzialità burocratica, credo che questa necessità di approfondimento e raccordo possa essere recuperata in un ordine del giorno che sappia orientare il significato del rapporto annuale alla luce dell'efficacia delle strutture pubbliche preposte al sostegno e al recupero delle vittime di violenza.
Esaminare in Consiglio regionale una sequenza di numeri non ci interessa, i risultati hanno un significato se inseriti in un'ottica costi-benefici, la violenza alle donne è una delle forme di violazione che rappresenta una grave criticità per il sistema e un grave ostacolo all'eguaglianza e allo sviluppo sociale.
Quando si parla di violenza contro le donne e violenza di genere ci si riferisce ad una vasta gamma di abusi commessi sulle donne che, come affermato dal Consiglio d'Europa nel 1997, ha all'origine la disuguaglianza di genere e la storica disparità di potere tra uomini e donne in tutte le società.
Questa proposta di legge si limita a disciplinare la materia su alcune tipologie di violenza sulle donne e sulle discriminazioni riguardanti l’orientamento sessuale o dell'identità di genere.
Questo è un altro limite della nostra discussione, ci sono aspetti di violenza contro i minori e gli adolescenti, contro le persone con disabilità, maltrattamenti e abusi sulle persone anziane, ragazzi e uomini vittime di violenza sessuale, spesso sottostimata, ci sono violenze contro immigrati ad altre culture tra le quali risaltano quelle contro i rom e i sinti.
In Italia abbiamo visto forme di violenza anche istituzionale attraverso lo sgombero forzoso, senza soluzioni, di cosiddetti campi nomadi, dove della sorte dei bambini nessuno si è fatto carico, nemmeno quando venivano distrutti dalle ruspe i loro quaderni di scuola, i loro giocattoli, i loro ricordi e i loro effetti personali, come se bambini fossero solo i figli degli altri e non anche quelli.
Ci sono violenze famigliari di tipo culturale religioso che sono le più subdole perché accettate in ragioni di convinzioni tribali che interrogano, però, le nostre istituzioni repubblicane, come per esempio quelle riguardanti le mutilazioni genitali. Sono violenze anche le percosse e forme di segregazione che passano sotto il nome di modelli educativi derivanti da una concezione proprietaria dei figli, queste violenze rimangono fuori da quel processo ricognitivo che poniamo in essere sia con la legge regionale n. 32, sia con questa proposta di legge.
Questa domanda non può rimanere senza risposta. Attenzione, le violenze sulle donne rappresentano un aspetto della più generale violenza esercitata su queste categorie di persone, di cui le donne sono parte. Se non comprendiamo il significato vero della violenza sulle donne, come violenza sui più deboli, rischiamo che ci sfugga l’altro vero significato che è quello del rispetto della dignità della persona. L’emancipazione dei più deboli attraverso l'approntamento degli strumenti di partecipazione alla vita democratica, economica e sociale di ogni essere umano, in quanto persona, è l'unica efficace deterrenza ad ogni forma di violenza in quanto forma di prevaricazione del più forte sul più debole.
Al di là di ogni espressione nominalistica il senso che diamo noi dell'UDC a questa proposta di legge è quella del rispetto della dignità della persona, della difesa dei più deboli, di cui la politica e le istituzioni debbono prendersi carico, dell'uguaglianza, così come riconosciuto all'articolo 3 della Costituzione, e della solidarietà umana in quanto costitutiva del bene comune.
La comunità internazionale attraverso le Nazioni Unite si è fatta carico di queste problematiche e vedevano la violenza non solo fisica ma anche morale e psichica ha elaborato sapienti forme di trattati internazionali per il riconoscimento dei diritti a tutela delle donne, dei disabili, del lavoro minorile, degli immigrati e degli stranieri, degli anziani e degli adolescenti.
L'Italia ha recepito nel proprio ordinamento interno tutti questi trattati e alla luce della nostra Costituzione detti diritti trovano tutela e difesa.
Il valore di questa proposta di legge è la realizzazione dei centri di ascolto.
La violenza contro le donne e i minori, oltre a quella presente in altre relazioni interpersonali, è frequente, ha effetti devastanti sulle vittime e su tutta la comunità, ma rimane spesso invisibile.
Dobbiamo constatare che ancora oggi le risposte sociali in proposito sono a volte frammentate o insufficienti.
Questa proposta di legge si rivolge a tutti coloro che vittime di violenza con coraggio cercano aiuto per incontrare chi vuole aiutarle.
Rimane ferma la convinzione che per capire il fenomeno e intervenire correttamente è essenziale un approccio di rete anche per uniformare un linguaggio che spesso è incomprensibile tra gli attori sociali chiamati in causa.
Ci sono le esperienze maturate in alcune parti d'Italia che possono rappresentare le cosiddette migliori pratiche affinché possono essere emulate e personalizzate nella nostra realtà regionale e locale ad integrazione dei percorsi previsti da una legge avanzata, come la legge regionale n. 32.
Penso al “soccorso violenza sessuale domestica" istituito presso la clinica Mangiagalli di Milano, penso allo “sportello di ascolto psicologico nel pronto soccorso generale di Napoli”, penso al “protocollo sulla violenza sessuale della Regione Friuli Venezia Giulia”.
Affrontiamo, però, anche un altro aspetto del nostro problema, tra tutte le forme di violenza la più diffusa è quella a scopo sessuale. La violenza sessuale è un fenomeno trasversale, presente in tutte le classi sociali, indipendentemente dall'appartenenza ad un particolare gruppo etnico, culturale o religioso.
In Italia con la legge n. 66 del 1966 la violenza sessuale è stata definita come un reato contro la persona fisica e non contro la pubblica morale, come venivano considerati prima di allora i reati di violenza carnale e gli atti di libidine violenta. Per avere un quadro del fenomeno sulle violenze sessuali in Italia l'Istat nel 2006 ha svolto un'indagine conoscitiva su un campione di 25.000 donne tra i 16 e i 70 anni, il 14,3% tra loro, quindi circa 7 milioni di donne, hanno dichiarato di aver subìto violenza sessuale, nella maggior parte dei casi l'aggressore era un familiare, un conoscente di fiducia. L'indagine ripresa e sviluppata nel 2008 dall'Istat ha rivelato che il 4,8% delle donne ha subìto stupri o tentati stupri, nella metà dei casi l'aggressore era il partner o ex partner, nell'altra metà un altro uomo quasi sempre noto alla donna. Soprattutto nel passato queste violenze non venivano denunciate per paura di compromettere la propria onorabilità, questo pregiudizio è stato via via superato insieme a quello della negazione e dell'occultamento.
La violenza sessuale rappresenta uno dei problemi di più difficile interpretazione clinica sia dal punto di vista strettamente professionale, sia da quello emozionale. Molto spesso per l’impreparazione clinica e per la scarsa conoscenza dei protocolli ci si gira dall'altra parte o si attenua il fenomeno per non essere coinvolti nella gestione del paziente che ha subìto un abuso sessuale.
In questa proposta di legge ci si preoccupa soltanto della fase riguardante la denuncia della richiesta di aiuto in quanto la gestione della vittima è già prevista nella legge regionale n. 32. Questa seconda fase è la più complicata, sia dal punto di vista socio sanitario che giudiziario, tutto si trasforma in una vicenda burocratica dove gli aspetti umani vengono derubricati in fascicoli. La lentezza dei processi compie poi la parte tombale dell'evento che segnerà tutta la vita di una persona.
La parte relativa alla giustizia interessa sicuramente la vittima, ma la parte che più le interessa è la rimozione, ovvero la riduzione del danno fisico e soprattutto psicologico per la violenza subita. E’ qui che dobbiamo agire, in questa fase della vita di una donna o di una persona che ha subìto violenza. E’ qui che la Regione deve saper coniugare la propria struttura socio sanitaria al reale bisogno della vittima di violenza, affinché non diventi un fascicolo di carte da ingiallire. Per prevenire questa dolorosa deriva bisogna porre in essere un protocollo dove ogni anello della catena pubblica stabilisce chi fa cosa. L'articolo 2, comma 2, della legge regionale n. 32 prevede tale protocollo, però anche questo strumento deve far parte del rapporto che si chiede con questa proposta di legge affinché se ne possa valutare l'efficacia.
Chiedo che sulla validità di tale protocollo vi sia anche il parere con valutazione dei risultati del forum previsto dalla legge regionale n. 32.
Un altro importante aspetto del rapporto è lo stato dell’arte dell’inserimento lavorativo della donna che ha subìto violenze e che viene allontanata dalla propria famiglia di origine, spesso con i figli a carico.
Gli articoli 9 e 10 della legge regionale n. 32 si concentrano su questo aspetto essenziale per il reinserimento della donna nella vita civile ma ne ignora la verifica del risultato, limitandosi a promuovere le opportunità.
In tale circostanza sarebbe utile una fase di concorso iniziale limitata nel tempo di parziale fiscalizzazione degli oneri sociali, nel 2008 furono previsti solo 100.000 euro iniziali di finanziamento della legge regionale n. 32, si tratta di capire se inserendo il fenomeno della violenza alle donne in un più ampio, quanto giusto, fenomeno di violenza verso la persona in quanto tale, si possa inserire il quadro di recupero in una filiera istituzionale che assicuri una migliore razionalizzazione di altre risorse finanziarie finalizzate allo stesso scopo, seppur per ambiti diversi.
Quest'occasione ci dà la possibilità di riflettere su un quadro più vasto e significativo della violenza sulle persone deboli e indifese della nostra regione e capire come gli strumenti di tutela sociale della filiera istituzionale sono sufficienti e capaci di fronteggiare non solo la difesa della vittima, ma anche la tutela e il reinserimento lavorativo e di vita nella società civile.
Su questo temi però ci torneremo e sicuramente con li rapporto. Annuncio pertanto il voto favorevole dell’UDC.

Presidenza del Vicepresidente
Giacomo Bugaro

PRESIDENTE. Da un giro informale e considerato che abbiamo superato le ore 14,00, terminata questa legge, votato questo atto, possiamo chiudere i lavori di oggi. Se nessuno è contrario, lo do per acquisito. (…) La Commissione d’inchiesta la possiamo fare in un attimo se volete, io sono il relatore … La Giunta sollecita le nomine relative al Forum, benissimo, allora le facciamo.
Ha la parola il Consigliere Zinni.

Giovanni ZINNI. Presidente, volevo semplicemente dire, anche ai colleghi, che le notizie giornalistiche di fatti incresciosi inerenti le biomasse, eccetera, oramai risalgono a diverse settimane fa, se un Consiglio regionale che non è in grado di istituire una Commissione di inchiesta subito, forse, è il caso che la Commissione di inchiesta non la faccia.
Credo che oggi sia opportuno che noi la istituiamo, poi avrà i tempi che dovrà avere.

PRESIDENTE. Per conciliare le posizioni di tutti votiamo l’atto attuale, facciamo la Commissione di inchiesta, per cui ci vuole cinque minuti, e poi le elezioni dei Consiglieri regionali nel Forum, come richiesto dalla Giunta.
Ha la parola la Consigliera Ortenzi.

Rosalba ORTENZI. Grazie Presidente, capisco i tempi stretti perché dobbiamo concludere.
Credo che questa proposta di legge possa essere annoverata tra le tante buone pratiche legislative che sono state prodotte in questa legislatura, ne segnalo alcune: la n. 32 che risale a qualche anno fa, tra le ultime, la richiesta che abbiamo fatto al Parlamento per legiferare in merito allo jus soli, la legge del 2012 sulle pari opportunità, credo che possiamo essere, almeno su questo, soddisfatti.
Certo dall'inizio di una pratica, alla conclusione esaustiva e soddisfacente ce ne passa, poi, magari dirò anche perché, l’ha accennato anche la collega Consigliera Giorgi e non mi voglio ripetere.
E’ una legge che integra le precedenti, la n. 32 con quella del 2010 sulla violenza contro le donne con particolare attenzione all’omofobia.
Credo che attraverso questa proposta di legge si voglia concretizzare uno strumento ancor più valido di quello che già abbiamo in atto, come quello del report annuale, un’attenzione che dobbiamo cogliere, dobbiamo sviluppare, credo sia tardi e urgente, comunque, dobbiamo affrontare un tema non solo delicato, ma purtroppo molto attuale. Soprattutto per monitorare una situazione che è senza controllo e per poter dare anche vita ad una costante opera di sensibilizzazione sui temi della violenza sulle donne e sulla discriminazione per l'orientamento sessuale.
La nostra è stata una Regione sempre in prima fila su questo, l’ha già detto la Consigliera Giorgi, credo che la legge n. 32 del 2008 abbia assicurato, anche se in minima parte, alle donne vittime della violenza, con figli minori, un sostegno per consentire loro di recuperare la propria individualità e ricostruire la propria dignità e libertà.
I dati dell'ultimo anno - non sto qui a ripeterli, li ha già detti la collega Consigliera Giorgi che voglio ringraziare perché è stata un po' l'anima di questa legge che abbiamo condiviso anche come colleghe – dell’attività dei centri antiviolenza delle Marche, delle cinque province, e quelli del centro di accoglienza di Ancona, grazie alla collaborazione tra Regione, Province, associazioni di volontariato, professionisti del settore, parlano chiaro e sono veramente allarmanti.
I centri antiviolenza li abbiamo presentati, ci siamo state per verificare il lavoro, sono un punto di riferimento per tutte le donne che vivono situazioni di marginalità - tutte noi le abbiamo incontrate, ci sono situazioni di estremo disagio e di dolore, di violenza e di marginalità, - ed hanno lo scopo di promuovere la prevenzione, l'accoglienza, e possibilmente, per quello che si può, il reinserimento sociale delle vittime di violenze. Anche in questo caso, purtroppo, è stato accennato, la crisi che sta affliggendo il nostro Paese non ci consente di avviare appieno le pratiche che vorremmo e, soprattutto, questa crisi rischia di vanificare l'importantissimo ruolo svolto dalle strutture, di cui ho parlato, che sono costrette a barcamenarsi con la ristrettezza economica, con l'impossibilità di dare risposte significative per la mancanza di fondi a disposizione. E’ necessario, quindi, secondo me, attivarsi per poter andare anche in altre direzioni con iniziative concrete, mirate, per raccogliere fondi, attivare collaborazioni, reperire quanto necessario per la sopravvivenza delle succitate strutture, altrimenti è inutile mantenerle.
Dobbiamo anche capire che la situazione sta diventando ogni giorno più drammatica, le ultime rilevazioni Istat, la Consigliera Giorgi le ha elencate, su base nazionale, ma io dico anche regionale, parlano di una situazione grave, allarmante, drammatica. A me dispiace che alcuni colleghi presenti in Aula non stiano ad ascoltare il mio discorso, ma ad approfondire altra questione, probabilmente sentono la cosa lontana, ma vi assicuro che ognuno di noi, ha visibile, ben chiaro quello che sta succedendo, perché i media, purtroppo, ci propongono casi ogni giorno.
Forse è giunto il tempo che anche i media, i giornali e le televisioni cambino il segno dei racconti di queste violenze, che non li riducano a trafiletti, che non li consumino nel giro di un giorno, nell'arco di un tempo molto limitato, più come scoop che come dolore di tutti, come condivisione collettiva delle nostre comunità. In questo modo si cancellano talvolta anche le responsabilità e credo che questo sia il segno più brutto di tutta questa vicenda, ora li chiamano femminicidi, un bruttissimo termine, ce lo propongono così, però dall'inizio dell'anno sono più di 70 le donne uccise, non ho fatto gli ultimi rilievi, un paio anche nelle ultime due settimane, uccise dai partner, da conoscenti, dai parenti, mariti e compagni soprattutto.
I media li segnalano come omicidi passionali, storie di raptus, amori sbagliati, gelosie, qualche volta si cade in questa rete di qualunquismo nel trattare la questione in maniera così superficiale. Si tratta, invece, di una pratica violenta di matrice non patologica, ma culturale e proprio del piano culturale che noi dobbiamo parlare, soprattutto ci si deve sforzare di agire al più presto, specialmente per quello che riguarda il fenomeno dell'omofobia. La collega Consigliera Giorgi ha ben chiarito qual è l’azione che attraverso questa legge si vuole fare, il report, chiaramente messa e vista così può sembrare poca cosa, ma credo che sia già un ottimo punto di partenza.
Noi siamo all'interno di una mentalità gretta, provinciale, quella dell'Italia di oggi, dell'Italia moderna e tra i tanti razzismi, tanti, purtroppo, ancora tantissimi, ce n'è uno nascosto, strisciante, subdolo, che è quello dell'omofobia.
L’omofobo non è una persona sconosciuta come il pedofilo, spesso è il vicino di casa, l’omofobo è l'amico, è il collega, è il politico purtroppo, persone che si ammantano del velo dell'ipocrisia e condanno e deridono il diverso, ma poi quando accadono fatti di violenza grave, di suicidio, esprimono solidarietà, comprensione, vicinanza umana.
Devo ricordare suicidi di adolescenti negli ultimi tempi? Il ragazzo di Roma, vi ricordate anche chi segue facebook, il ragazzo con la maglietta rossa e, pochi giorni dopo, un ragazzo negli Stati Uniti, ma voglio ricordare in particolare con le colleghe del fermano che l'hanno vissuta come me, la storia della ragazzina che avendo subìto l'affronto di essere definita lesbica, probabilmente aveva qualche problema personale, sicuramente non era da condannare, si è suicidata al cimitero di Fermo. La famiglia ancora non riesce a capacitarsi di quanto è avvenuto, purtroppo, anche attraverso i compagni di scuola, attraverso una mentalità. Una vita stroncata dai pregiudizi, dal bullismo, dalla cattiveria, dalla incultura operante.
Si tratta di un problema non indifferente, complesso e ben radicato, ma difficilmente monitorabile, non esistono statistiche certe su episodi di discriminazione perché dalla legge non è previsto alcun reato specifico. Sono situazioni difficilmente analizzabili perché le differenze tendono ad essere marginalizzate, tutte, in genere. Dobbiamo prendere coraggio e sono contenta che quest'Assemblea legislativa ancora una volta questo coraggio riesca a sentirlo ed a manifestarlo attraverso azioni di legge.
Consideriamo che chi subisce queste violenze, lo diceva prima la Consigliera Giorgi, non denuncia per autocensura, per vergogna, perché talvolta, e questa è la cosa grave, lo ritiene inutile. Tante vite perse perchè queste sono le condizioni personali di tante persone: storie personali complicate o percorsi di fragilità indicibili, allora ben venga il report annuale. Con questo report e con questa giornata dedicata a questi fenomeni sarà importante fermarsi ad elaborare forme di intervento con leggi che provino a fermare fenomeni di violenza e di discriminazione, perché credo che inizialmente la questione più importante sia proprio portare allo scoperto questa piaga, del resto l'Assemblea legislativa, segnalo l’ultima cosa e chiudo Presidente, della Regione Sicilia per opera del Movimento cinque stelle e di alcuni deputati, così si chiamano i Consiglieri regionali della Sicilia, hanno fatto una proposta di legge perché di leggi nel merito non ce ne sono.
Credo che, partendo dal report annuale e da questa giornata di approfondimento e di sostegno alle buone pratiche per evitare queste violenze, già la Regione Marche faccia un'ottima cosa.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Marconi.

Luca MARCONI. Credo doveroso, Presidente, innanzitutto dichiarare l'importanza di questa legge che, forse, considerato l’orario, riceve un'attenzione minore di quella che merita, anche perché questa legge riapre, perché già esistente, andiamo a fare una modifica, un settore di grande importanza e di grande delicatezza che, purtroppo, registra un fenomeno che si sta allargarlo nella nostra società.
Lo dico dall’'Osservatorio delle politiche sociali e da tutta una serie di segnali che ci arrivano, soprattutto, per quanto riguarda il mondo dell'infanzia per il quale, insieme al nostro Difensore Civico, al Garante per l'infanzia, stiamo organizzando delle iniziative di sensibilizzazione, cercando di incrociare quanti riescono ad aiutare nel concreto situazioni sempre più complesse e, ripeto, sempre più diffuse.
C’è una questione di natura culturale che naturalmente la legge non può sopperire, per quanto la legge è di per sè un indirizzo, è un pronunciamento, è un qualche cosa che dice qualcosa e, quindi, parla alla popolazione marchigiana.
Questo è un problema grave che riguarda le famiglie, che riguarda le istituzioni, che riguarda le singole persone, perché la cultura della violenza, della sopraffazione, della mancanza di rispetto degli altri nasce da lontano, non è solo il terminale che si dovrebbe analizzare, in questo caso è uno dei tanti tentacoli che dichiara, non tanto un disagio di natura sociale, quanto una mancanza di umanità e, quindi, una disumanizzazione della nostra società civile, proprio perchè l’uomo conteso da altri valori perde la propria dignità.
Io credo che questo debba essere, colleghi Consiglieri, il primo grande ragionamento che dobbiamo fare perché non è mettendo pezze al terminale di questi tentacoli che noi risolveremo qualche cosa, ma dovremmo andare alla radice. Lo stiamo facendo insieme ad altri, non è certo un Consiglio e neanche una istituzione che può affrontare questa questione che è dentro un più generale contesto che dovremmo inquadrare con questa legge.
Per questo assumo un impegno di fronte all'Aula, l'Assessore Giannini è assente giustificata per impegni romani, di intraprendere un'iniziativa con lei per quanto riguarda non solo la violenza sulle donne, ma anche quella sui bambini e quelle violenze che vengono generate da una discriminazione di natura sessuale che nascono da convincimenti disumanizzanti, in modo particolare il fenomeno, anche se non vastissimo, ma in crescita, che riguarda gli omosessuali.
Dico questo perché da un rapido confronto, anche con la relatrice, emerge il fatto che non abbiamo a disposizione grandi risorse per questi centri, quindi, dovremmo cercare di catalizzare intorno a questi, non tanto personale perché ovviamente non potremmo pagarlo, ma sostegno, per quello che è possibile, per le associazioni di volontariato, quanti intendono occuparsi di questo argomento in maniera, non è una battuta polemica ma è una volontà precisa, non ideologica, nel nome dell'uomo trovando elementi unificanti. L'uomo inteso come maschi e femmine, in termini biblici, l’uomo è maschio e femmina.
Questo è un impegno che assumo, che va a verbale e che intendo registrare immediatamente.
Dico anche che presento un subemendamento, me ne dà l'occasione, non ce l’avevo prima, il Presidente Comi che ha presentato a sua volta un emendamento questa mattina concordandolo con la Commissione, è un subemendamento che vuole essere un segnale, lo dico per una questione di chiarezza, perché le espressioni identità di genere e orientamento sessuale, che chiaramente sono largamente o perlopiù intese in un certo modo, per me anche condivisibili, non sono poi da tutti intese allo stesso modo e, quindi, possono e potrebbero nel tempo generare grandi confusioni.
Queste confusioni nascono dal fatto che la cultura di riferimento per questa materia è sempre di più in evoluzione, in maniera strana, a volte un po' disorganica e a volte un po' schizofrenica, allora anche per dare una priorità alle emergenze che andiamo ad individuare con l'emendamento del Consigliere Comi, lo presenta come Presidente della V Commissione, che dice: "la Regione promuove l'attivazione di centri di ascolto per la prevenzione, riduzione del disagio determinato dalla discriminazione dell’orientamento sessuale e delle identità di genere" - sono arrivato tardi, lo avrei presentato anche per altre parti della legge che presentano questa dicitura, lo posso fare solo per una - invito il Consiglio a dare un segnale in questo senso e precisare, per quanto riguarda l'orientamento sessuale, la specifica non tanto orientamento sessuale ma orientamento omosessuale ed eterosessuale, mettendo prima l'orientamento omosessuale - questo perché, ripeto, in altre nazioni d'Europa si stanno facendo largo altri tipi di orientamento, in un Paese addirittura proposte di legge mirerebbero, in maniera estremamente subdola, per esempio, a giustificare la pedofilia - e dove si parla di identità preciserei identità femminile e maschile. Quindi, la parte finale dell'emendamento del Presidente Comi verrebbe così modificato: "la Regione promuove l'attivazione dei centri di ascolto per la prevenzione e riduzione del disagio determinato dalla discriminazione per l'orientamento omosessuale ed eterosessuale o dall'identità femminile e maschile".

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffini.

Roberto ZAFFINI. Grazie Presidente, io mi voglio concentrare sulla parola che è presente nella legge, nel testo, nella modifica della legge regionale n. 8 del 2010 che come mi è stato fatto notare, non posso modificare con questo emendamento mentre posso modificare l'articolo 2, comma 1 e comma 3, dove appare nel testo.
Noi come partito, come movimento, siamo sempre stati attenti alla violenza sulle donne, alla discriminazione, ad ogni tipo di violenza, tant'è che nel pacchetto sicurezza di Maroni è stato introdotto il reato di stalking. Si vede, quindi, da sempre, l’impegno del mio movimento a contrastare la violenza sulle donne e ogni discriminazione. A parte il problema più volte sollevato qui in Aula, ci sono problemi culturali, religiosi, con alcuni nostri nuovi cittadini che abbracciano la religione musulmana.
Come dicevo mi voglio concentrare sulla parola, sulla cosiddetta teoria dell'identità di genere o di gender che io contesto ampiamente. Pregherei tutti i Consiglieri del Pdl e anche quelli, diciamo, dell'aria cattolica della parte del centro-sinistra, di stare molto attenti, perché questo è un passaggio molto pericoloso, dietro quest'identità di genere si nasconde la volontà di far passare il fatto che uno, che nasce uomo o donna biologicamente, possa poi decidere se essere uomo o donna. I nostri figli, i nostri nipoti si chiederanno cosa sono io? Sono un uomo, sono una donna? Questa è una teoria da condannare perché l'aspetto biologico, umano, non ha più la sua naturalità, ma viene sorpassato da una legge che impone, in maniera globalizzante, un'identità sessuale che in realtà non è esiste in natura.
Guardo la Consigliera Ortenzi che cito sempre quando parlo di religione, il quarto comandamento dice onora il padre e la madre, nella Bibbia non si parlava di padri omosessuali, bisessuali, trans gender, trans, transessuali, androgini, agender, drug queen, tutte queste tipologie che sono il frutto di una globalizzazione di menti che vogliono snaturare le nostre identità biologiche, che sono solo due.
Qui si vuole declassificare, decostituire la famiglia e la maternità della donna, mi rivolgo a voi della parte cattolica e chiedo di cancellare questo termine perché è un termine veramente pericoloso, io so che l'identità di genere, uno nasce uomo o donna biologicamente, e sarà così, dopo avrà tendenze tra virgolette - a voi dà fastidio questa parola - ma uno non sceglie se essere maschio o femmina o tutti quegli altri termini che sono qui, ci sono studi anche psicologici che vanno … Ripeto, dietro l'omofobia si nasconde questa pericolosissima tendenza a cancellare la naturalità e tutto quello che è contro la natura poi ci si ritorce contro. Noi abbiamo perso, l'occidente ha perso il suo ethos comune che fino a trent'anni, quarant'anni fa era il cristianesimo, era un ethos che ci dava delle indicazioni ben precise su quello che è l'uomo e la donna. Noi stiamo perdendo per un'ambizione che va al di là, tutto il resto ci ricade addosso. Io so, molti di quelli a sinistra, la nuova arrivata, si vede anche esteticamente che fa parte di una certa parte politica che abbraccia apertamente (...) io sono contento, ognuno si vanta delle proprie identità, io mi vanto di essere un tradizionalista, padano non si sa più, però penso che l'ethos ancora legato a questa nostra storia occidentale ci imponga che i nostri figli, quando nascono, sappiano di nascere uomini e donne, punto e basta. Non si può decidere in maniera così asettica di essere qualcos'altro (...) non c'entra io dico solo l’identità di genere.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bucciarelli.

Raffaele BUCCIARELLI. Sarò breve Presidente.
Credo che questa legge avrebbe meritato molta più attenzione, io ho avuto l'onore di essere il primo firmatario della legge n. 8 del 2010, voglio ricordare che l'abbiamo votata all'unanimità in sette Consiglieri regionali perché c’era un dissenso sotterraneo su quella legge contro la discriminazione di genere, che non era stato esplicitato in Aula, ma poi i Consiglieri sono andati via.
Le Marche, è vero, si sono sempre caratterizzate per un'apertura mentale che significa accoglienza di chi non è come noi. In una società che diventa sempre più violenta, in una società che è sempre più impaurita ed ha sempre più terrore del diverso - anche in alcuni interventi, pochi qua dentro, abbiamo percepito questa paura del diverso - per cui diventa pericolo e va sistemato, bene o male sistemato, questo è all'origine delle nostre paure.
E’ vero che una legge non sana, ne smussa tutti gli angoli della violenza di genere e delle discriminazioni dovute all'orientamento sessuale, che è presente nella società, perché le leggi codificano, le leggi normano e prendono atto di un fenomeno che è già avvenuto. Noi abbiamo sentito parlare di femminicidio per la prima volta grazie a Marisela Ortiz, ospite del Consiglio regionale delle Marche, se ricordate l’abbiamo invitata - e denunciava che a Juarez, al confine tra il Messico e gli Stati Uniti d'America, scompariva, veniva uccisa, sequestrata, almeno una donna al giorno. Ci ha detto: "Abbiamo organizzato noi donne, a volte anche nel disinteresse dei nostri mariti, dei nostri compagni, dei nostri figli un'organizzazione che si chiama 'Nuestras Hijas de Regresso a Casa' per denunciare questo fatto, altrimenti, nessuno ne parlerebbe". Sulla violenza contro le donne, sulla violenza rappresentata dalla discriminazione di genere non se ne parla, perché se se ne parla è per deridere chi non è come noi, c'è bisogno di cultura, c'è bisogno di un intervento delle istituzioni, c'è bisogno di accoglienza, di una cultura dell'accoglienza.
Devo dire che il Consiglio regionale non sempre è stato attento a queste tematiche, perché una volta approvate le norme, non è stato conseguente nei finanziamenti, lo ha detto sia la relatrice di maggioranza che l'Assessore. Spero che nella predisposizione del prossimo bilancio di previsione di spesa per l’esercizio del 2014 i finanziamenti siano, non dico congrui, ma maggiori di quelli che abbiamo, perché questo tema è una tragedia, non è più un dramma, è una tragedia che rimossa o portata in superficie resta tale: una tragedia. E' una tragedia che coinvolge molte più famiglie di quello che noi pensiamo ed immaginiamo, coinvolge molti più giovani di quello che noi pensiamo, perché questa non è una società che accoglie, questa è una società che esclude, che esclude il diverso, esclude coloro, ripeto, che non rispondono a certe caratteristiche volute dalla cultura dominante.
Voglio ringraziare le proponenti di questa legge, voglio ringraziarle perché aggiornano due norme che noi già avevamo, e le aggiornano con un metodo che io credo giusto, non soltanto nel lavoro fatto in Commissione, ma prevedendo che questo Consiglio, che è il luogo della democrazia, che è il luogo della rappresentanza di tutti i marchigiani, una volta all'anno parli di questo problema, e non ne parli solo con ordini del giorno nel momento stesso in cui accadono fatti che rendono questa nostra società marchigiana incivile, mi riferisco per esempio al fatto di Pesaro.
E’ giustissimo che ne parliamo, è giustissimo che alla discussione con noi possano partecipare le organizzazioni, non soltanto delle donne, ma le organizzazioni degli omosessuali, comunque decidano decida di essere rappresentati.
E' giusto che noi predisponiamo iniziative, ringrazio l’Assessore Marconi che le ha già annunciate, insieme all'Assessorato per le pari opportunità, affinché questi problemi, quello della violenza soprattutto, venga affrontato in maniera sistematica, partendo dalle scuole.
E' ovvio, anche da quello che ho detto, che il mio voto, il voto dei comunisti, sarà decisamente a favore, invece ho tante riserve sul subemendamento presentato e non lo voterò. Voterò contro il subemendamento presentato dall'Assessore Marconi perché rispetto alla necessità di accoglienza, a 360°, sembra porre dei paletti preventivi che culturalmente, credo, oggi non possano essere accettati.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. E' già stato detto tutto e condivido quello che è stato detto dagli interventi dei colleghi.
Questa è una legge meritoria e anch’io ringrazio i proponenti, intervengo solamente su un aspetto formale perché visto che è stato richiamato ciò che è contro natura, noi qui siamo chiamati non solo a promuovere le azioni istituzionali contro la violenza sulle donne e contro le discriminazioni dell'orientamento sessuale, ma anche a promuovere la lingua italiana.
La lingua italiana prevede che l'identità sia di genere e non femminile e maschile e che l'orientamento è sessuale, non omosessuale ed eterosessuale, quindi, in nome della lingua italiana, credo che l'emendamento presentato dalla Commissione non debba essere modificato.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Ciriaci.

Graziella CIRIACI. Grazie Presidente, sarò molto veloce.
Intervengo soltanto per un chiarimento, al di là del fatto che sono cofirmataria della proposta di legge, che condivido, vorrei esprimere il mio parere favorevole al subemendamento dell'Assessore Marconi che fa chiarezza.
Condivido assolutamente tutti gli altri interventi per quanto riguarda la differenza di genere e la tutela della donna, ma condivido soprattutto la chiarezza, per questo il voto sarà favorevole, per quanto mi riguarda, all'emendamento.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 2.
Emendamento 2/1 del Consigliere Zaffini. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Sub emendamento 2/2/1 del Consigliere Marconi.
Ha la parola l'Assessore Eusebi.

Paolo EUSEBI. Presidente grazie. Chiedo l'autorizzazione all'Assessore Marconi di aggiungere la mia firma al suo sub emendamento.

PRESIDENTE. Sub emendamento 2/2/1 dei consiglieri Marconi ed Eusebi. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento 2/2 del Consigliere Comi così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 2 così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Ordine del giorno delle Consigliere Bellabarba ed Ortenzi. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 266, così come emendata, la pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Massi, Trenta e Ciriaci.
Favorevoli: Acquaroli, Badiali, Bellabarba, Binci, Bucciarelli, Busilacchi, Camela, Carloni, Ciriaci, Comi, Donati, Eusebi, Giorgi, Malaspina, Marangoni, Marconi, Marinelli, Massi, Mezzolani, Natali, Ortenzi, Perazzoli, Ricci, Traversini, Zaffini, Zinni.
Contrari: Trenta
Astenuti: nessuno

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di deliberazione n. 23
ad iniziativa dell'Ufficio di Presidenza
“Istituzione di una Commissione consiliare d'inchiesta diretta ad esaminare le vicende relative al rilascio di tutte le autorizzazioni sulle centrali a biogas, biomasse e centrali eoliche”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di deliberazione n. 23 ad iniziativa dell'Ufficio di Presidenza.
Molto velocemente vi illustro la proposta di deliberazione 23 che altro non è che l'istituzione della Commissione consiliare d'inchiesta diretta ad esaminare le vicende relative al rilascio di tutte le autorizzazioni sulle centrali a biogas, a biomassa e centrali eoliche.
La Commissione d'inchiesta, come sapete, è stata richiesta da quasi la maggioranza dell'Assemblea, l'Ufficio di Presidenza, visto l'articolo 24 dello Statuto e l'articolo 29 del Regolamento Interno, ne ha verificato le condizioni di sussistenza per la sua approvazione.
I gruppi consiliari hanno fornito i nomi che vi leggo Comi, Giancarli, Perazzoli, Traversini, Giorgi, Cardogna, Massi, Foschi, Acquaroli, D'Anna e Bucciarelli, quindi, 11 persone.
Il termine stabilito per la durata della Commissione è di cinque mesi, quindi, entro 15 giorni dalla istituzione, da oggi, deve essere nominato il Presidente ed il Vicepresidente, come sapete la Presidenza è assegnata alla minoranza, quindi, vi chiedo il voto favorevole su questa proposta di deliberazione.
Proposta di deliberazione n. 23, la pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Nomine:

Elezione di due Consiglieri regionali, di cui uno di maggioranza e uno di minoranza, quali componenti effettivi nel Forum permanente contro le molestie e la violenza di genere
(l.r. 11 novembre 2008, n. 32, art. 3 – d.g.r. 14 aprile 2009, n. 567) voto limitato ad uno.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la nomina di due Consiglieri regionali, di cui uno di maggioranza e uno di minoranza, quali componenti effettivi nel Forum permanente contro le molestie e la violenza di genere. Voto limitato ad uno.
Prego distribuire le schede.

(Il Consigliere segretario Romagnoli effettua la chiamata)

PRESIDENTE. Comunico il risultato della votazione:

Votanti n. 31
Schede bianche n. 2
Schede nulle n. 1
Schede valide n. 28

Hanno ricevuto voti:
Ciriaci Graziella n. 11,
Bellabarba Letizia n. 9,
Paola Giorgi n. 8.

Proclamo elette quali componenti effettivi nel Forum permanente contro le molestie e la violenza di genere le Consigliere Graziella Ciriaci e Letizia Bellabarba.

Elezione di due Consiglieri regionali, di cui uno di maggioranza e uno di minoranza, quali componenti supplenti nel Forum permanente contro le molestie e la violenza di genere
(l.r. 11 novembre 2008, n. 32, art. 3 – d.g.r. 14 aprile 2009, n. 567) voto limitato ad uno.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la nomina di due Consiglieri regionali, di cui uno di maggioranza e uno di minoranza, quali componenti supplenti nel Forum permanente contro le molestie e la violenza di genere. Voto limitato ad uno.
Prego distribuire le schede.

(Il Consigliere segretario Romagnoli effettua la chiamata)

PRESIDENTE. Colleghi, prima di lasciare l'Aula dobbiamo votare la mozione, per il quale il Consigliere D'Anna si è impegnato a non intervenire, l'abbiamo iscritta all'inizio della seduta, concernente: "Piano socio-sanitario e partecipazione attiva dei Comuni alle scelte".

PRESIDENTE. Comunico il risultato della votazione:

Votanti n. 26
Schede bianche n. 5
Schede nulle n. 0
Schede valide n. 21

Hanno ricevuto voti:
Foschi Elisabetta n. 4,
Giorgi Paola n. 12,
Trenta Umberto n. 4,
Marconi Luca n. 1.

Proclamo eletto quale componente supplente nel Forum permanente contro le molestie e la violenza di genere la Consigliera Giorgi ed indico il ballottaggio tra i Consiglieri Foschi e Trenta.
Prego distribuire le schede.

(Il Consigliere segretario Romagnoli effettua la chiamata)

PRESIDENTE. Comunico il risultato della votazione:

Votanti n. 22
Schede bianche n. 8
Schede nulle n. 0
Schede valide n. 14

Hanno ricevuto voti:
Foschi Elisabetta n. 3,
Trenta Umberto n. 11.

Proclamo eletto quale componente supplente nel Forum permanente contro le molestie e la violenza di genere il Consigliere Trenta.

Mozione n. 151
del Consigliere D'Anna
“Piano socio sanitario e partecipazione attiva dei Comuni alle scelte”
(votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 151 del Consigliere D'Anna. Ha la parola il Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Ho pensato e ritenuto che questo l'intervento dovesse farlo l'Assessore Mezzolani, il quale non è in Aula.
Questo percorso mi risulta già iniziato, per questo ritengo inutile la mozione, ma considerato che richiama un atteggiamento di confronto, di ascolto con il territorio, attraverso le forme che verranno messe in campo dall'Assessorato e dalla Giunta, mi pare un rafforzativo.
Il tema è che quel percorso si è già intrapreso, per questo mi sembrava abbastanza inutile, ma siccome anche stamattina abbiamo incontrato Sindaci, mi pare giusto rafforzare.

PRESIDENTE. Mozione n. 151, la pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 15,05.