Resoconto della seduta n.116 del 07/05/2013
SEDUTA N. 116 DEL 7 MAGGIO 2013

La seduta inizia alle ore 10,35

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Colleghi buona giornata, dichiaro aperta la seduta n. 116 del 7 maggio 2013. Do per letto il processo verbale della seduta n. 115 del 23 aprile 2013, il quale, ove non vi siano obiezioni, si intende approvato ai sensi dell’art. 29 del Regolamento Interno.
Comunico che sono state presentate le seguenti proposte di legge regionale:
n. 313 in data 24 aprile, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Disposizioni particolari per il sostegno all'attività edilizia”, assegnata alla IV Commissione assembleare in sede referente, al Consiglio regionale dell'Economia e del Lavoro per il parere obbligatorio e trasmessa per conoscenza al Consiglio delle Autonomie Locali;
n. 314 in data 24 aprile, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Disciplina dell'attività di lavanderia a gettoni. Modifica delle leggi regionali 5 dicembre 2011, n. 25 'Disciplina dell'attività di tintolavanderia' e 20 novembre 2007, n. 17 'Disciplina dell'attività di acconciatore e di estetista'”, assegnata alla III Commissione assembleare in sede referente e trasmessa per conoscenza al Consiglio delle Autonomie Locali e al Consiglio dell'Economia e del Lavoro”;
n. 315 in data 29 aprile, ad iniziativa dei Consiglieri Marinelli, D'Anna, Ciriaci, Bucciarelli, Carloni, Zaffini, Marangoni, Acquaroli, Trenta, Sciapichetti, Foschi, Bugaro, Eusebi, Massi, Natali, concernente: “Disposizioni tributarie in materia di IRAP”, assegnata alla II Commissione assembleare in sede referente e trasmessa per conoscenza al Consiglio delle Autonomie Locali;
n. 316 in data 3 maggio, ad iniziativa del Consigliere Giancarli, concernente: “Integrazioni alla legge regionale 16 gennaio 1995, n. 10 'Norme sul riordinamento territoriale dei Comuni e delle Province nella Regione Marche'”, assegnata alla I Commissione assembleare in sede referente e trasmessa per conoscenza al Consiglio delle Autonomie Locali.
E' stata presentata la seguente proposta di atto amministrativo:
n. 58 in data 24 aprile, ad iniziativa dell'Ufficio di Presidenza, concernente: “Convalida dell'elezione del Consigliere regionale Letizia Bellabarba, subentrata per surrogazione al Consigliere dimissionario Paolo Petrini ai sensi dell'articolo 20, comma 1, della legge regionale 16 dicembre 2004, n. 27 e verifica delle eventuali cause di incandidabilità e di incompatibilità” (iscritta all’ordine del giorno della seduta odierna).
E' stata presentata la seguente proposta di deliberazione:
n. 24 in data 22 aprile, ad iniziativa del Consigliere regionale Traversini, concernente: “Interpretazione autentica della deliberazione 26 marzo 2013, n. 69 “Indizione del referendum consultivo in merito alla proposta di legge n. 281/2013 concernente l'istituzione di un nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Castel Colonna, Monterado e Ripe, ai sensi dell'articolo 2, comma 1, lettera a) della legge regionale 16 gennaio 1995, n. 10 - Norme sul riordinamento territoriale dei Comuni e delle Province nella Regione Marche” (iscritta all’ordine del giorno della seduta odierna).
Il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le seguenti leggi regionali:
n. 7 in data 30 aprile 2013 “Costituzione di una società pubblica di progetto per la realizzazione della strada di grande comunicazione Fano-Grosseto”;
n. 8 in data 30 aprile 2013 “Promozione di azioni istituzionali contro la violenza sulle donne e contro le discriminazioni determinate dall'orientamento sessuale”.
Comunico, che, ai sensi e per gli effetti di cui all’art. 80 del Regolamento interno, il Consigliere Giancarli ha chiesto, con nota n. 3693 del 3 maggio, che venga dichiarata l’urgenza sulla pdl n. 316 del 3 maggio 2013 “Integrazioni alla legge regionale 16 gennaio 1995, n. 10 “Norme sul riordinamento territoriale dei Comuni e delle Province nella Regione Marche”, proponendo che il termine per l’esame in sede referente sia stabilito per il giorno 9 maggio 2013.
Hanno chiesto congedo i Consiglieri Marangoni, Latini, Carloni e l'Assessore Mezzolani.

Comunicazioni ai sensi dell'art. 35, VI comma, del R.I.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Natali.

Giulio NATALI. Presidente a me spiace, ma ho dovuto disturbare tutto il Consiglio e gli Assessori perché avete sui vostri scranni una mia comunicazione dove faccio presente quello che succede ad un Consigliere regionale, componente della V Commissione, che chiede dei documenti.
Le ricordo, Presidente, che nel Consiglio regionale del 22 maggio è intervenuto per perorare la mia causa, le ricordo che è intervenuto nuovamente il 22 novembre, io ho una quindicina di richieste inevase. La sua opera non è stata evidentemente recepita, così come non è stata recepita quella dell'Assessore Mezzolani, anche l'Assessore Mezzolani a novembre si è fatto carico di questa situazione, io non avendo e non potendo rivolgermi ad altri, prima parlavamo ai Capigruppo, Presidente, della Corte dei Conti e a chi ci potevamo rivolgere, io qualcuno a cui rivolgermi ce l'ho, il Prefetto e in contemporanea qualche autorità inquirente che mi diranno se sono messo nelle condizioni di esercitare, di svolgere il mio mandato nella maniera corretta.
Questo parlando di una materia che, al di la di quello che rappresenta nel bilancio complessivo della Regione, in questi momenti, in questi giorni, è proprio sotto gli occhi di tutti per quello che sta producendo e che noi, naturalmente, dalla nostra parte critichiamo e qualcuno dalla vostra parte non critica.
Pensavo fosse successo anche ad altri, ma è successo, perlomeno per quello che mi riguarda, solo al sottoscritto.
Questo può far parte di una strategia che vedo un po' in giro, anche leggendo i giornali, perché faccio parte, Presidente Solazzi, di quei Consiglieri regionali eletti che - da quanto leggo sui giornali insieme ad altri, dei più vari schieramenti, vedo il Consigliere Bucciarelli, vedo il Gruppo Misto, vedo la Lega - non sono consultati, nè consultabili, forse, in un ragionamento di larghe intese .... Facciamo parte di quei Consiglieri regionali, tra l'altro penso di poterlo dire a nome di tutti che non lo hanno mai fatto, che non hanno mai votato contro perché stavano da una parte, più volte hanno votato a favore, più volte si sono astenuti, ma discutendo sulle proposte che arrivavano in questo Consiglio. In questo Consiglio che, quando abbiamo eletto i rappresentanti che avrebbero dovuto votare il Presidente della Repubblica, ho sentito parlare di votazione per urne separate, Presidente, ho sentito anche questo, forse, l'orientamento razionale di quel ragionamento sarà che ci sono Consiglieri non di serie A e di serie B, ma Consiglieri più vicini e Consiglieri meno vicini. Se è questo noi lo vogliamo sapere perché potrebbe anche essere un grande titolo di merito, vogliamo avere chiarezza su queste cose.
Ho colto l'occasione per dire questo, ma le raccomando, anzi non lo raccomando più perché le decisioni io le ho già prese, i passaggi che dovevo fare in quest'Aula li ho fatti tutti.

PRESIDENTE. Lei sa che quando ha rappresentato questa situazione io ho assunto dei comportamenti e adesso, indipendentemente, da quale sarà la strada che lei seguirà, io credo sia mio compito e anche dovere rinforzare questa richiesta perché delle due l'una, o quelle cose che si richiedono per forza di legge non è possibile ottenerle, e comunque bisogna motivare che a norma legge non è possibile, oppure il tempo che è trascorso non ha nessuna giustificazione, se non quello dell'inadempienza da parte di un dipendente. A fronte di un'inadempienza, c'è un provvedimento da assumere, è quello che io sosterrò, non posso fare altro, ma lo sosterrò, perché non si è scritto che non si poteva, d'altra parte se si poteva bisognava averlo fatto, è normale.
Per l'esercizio di un Consigliere, questo vale se uno è di maggioranza, di minoranza, di minoranza più o meno dura e rigida, è una questione di gestione democratica.
Ha la parola il Consigliere Acquaroli.

Francesco ACQUAROLI. Molto brevemente, in questi giorni leggiamo sui giornali, molto spesso, le vicende di Banca Marche e delle Fondazioni, c'era anche la notizia che il nostro Governatore Spacca ha incontrato le Fondazioni di Pesaro e di Jesi.
Presidente Spacca, c'è in tutto il territorio una sorta di fibrillazione ed anche di preoccupazione, non solo per lo stato di salute del sistema creditizio marchigiano, ma per quello che sono anche le prospettive ed il ruolo che ha svolto Banca Marche. E' sicuramente un ruolo sopra a tutti gli altri istituti di credito, è un ruolo che coinvolge tutto il territorio, da un punto di vista pratico, ma soprattutto da un punto di vista di prospettive, quindi, vorrei sapere se ci sono, in particolare, degli aggiornamenti.

PRESIDENTE. Presidente vuol chiarire qualche cosa rispetto a questa osservazione? Non c'è problema. Ha la parola il Presidente Spacca.

Gian Mario SPACCA. Approfitto anche per rispondere a quello che ha detto prima il Consigliere Natali, nel senso che ho preso atto della lettera che lui ha lasciato sul mio tavolo questa mattina. L'Assessore Mezzolani mi pare sia malato, quindi, farò presente a lui questa esigenza e, laddove sarà possibile, in base alle norme, in base alle regole che noi ci siamo dati, dare delle risposte che, dallo scritto, vedo essere molto puntuali, molto operative e che riguardano anche la conduzione manageriale delle Aree Vaste. Le risposte arriveranno in tempi brevi.
Per quanto riguarda la richiesta del Consigliere Acquaroli, in effetti come si sarà visto dallo svolgimento dell'Assemblea ci sono alcuni elementi di preoccupazione che nascono dall'atteggiamento articolato con cui le Fondazioni, che sono l'anima dell'Istituto di credito regionale Banca delle Marche, si sono presentate a quell'appuntamento.
Ho ritenuto doveroso da parte mia in relazione al valore che è stato espresso, anche dall'Assemblea di questo istituto di credito, fondamentale per lo sviluppo dell'economia del nostro territorio, avviare un confronto con i Presidenti delle Fondazioni per far si che si ritrovasse, anche sulla base delle sollecitazioni che sono pervenute dagli amministratori delle varie realtà territoriali e dalle organizzazioni sindacali, un'unità di intenti.
Un'unità forte di intenti da parte delle Fondazioni di Jesi, Macerata e Pesaro che potesse essere rappresentata e dare anche una garanzia alla Banca d'Italia che è il principale interlocutore che, in questo momento, sovraintende allo sviluppo della vicenda Banca delle Marche.
Abbiamo avuto degli incontri e mi auguro che questa unità di intenti possa essere stata recuperata in relazione alla strategia, e qui diventa utile anche la comunicazione, che metterà a confronto questo istituto di credito con l'intera comunità regionale. Chiaramente ci avviamo ad un aumento del capitale sociale, richiesto dalla Banca d'Italia, che avrà due possibilità di sottoscrizione, una da parte di un istituto di credito, che in una soluzione potrà corrispondere al fabbisogno finanziario di questa banca, ma che potrebbe comportare problemi di governance, definendo un nucleo particolarmente rilevante che può incidere sulla governance d'istituto e sulle sue prossime e future strategie.
L'altra strada che viceversa mi pare sia privilegiata, e che tutti quanti noi dovremmo privilegiare, in coerenza con l'atteggiamento e la riflessione che sono stati fatti anche in questa Aula, è quella di chiamare tutta la comunità regionale a partecipare a questo incremento del capitale sociale, a questa eventuale sottoscrizione che si determinerà. Diventerà allora molto importante che da parte di tutti noi, siamo orientamento anche dei comportamenti della comunità regionale in funzione del ruolo che svolgiamo nei diversi territori, ci sia la condivisione rispetto a questa strategia: una sottoscrizione molto ampia e partecipata da parte non di grandi player e neanche da parte di istituti di credito, ma di risparmiatori e di cittadini della nostra regione, in modo tale che questo istituto possa diventare davvero la Banca delle Marche, ovvero la banca della nostra comunità. Quella che aiuta le famiglie, le imprese della nostra regione a raggiungere gli obiettivi che perseguono.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Per segnalare a questa Aula che noi per un anno e mezzo abbiamo seguito la questione delle biomasse, abbiamo prodotto una legge, la legge n. 30 che modifica la legge n. 3 e prevede non solo la soglia dimensionale, ma anche altre cose. Un parere dell'ufficio legale della Giunta ha annullato questa legge ed ha detto che non si applica, per questo io ho presentato una mozione, Presidente, e chiedo di discuterla proprio per l'urgenza di queste questioni e anche per rispetto ai cittadini di questo territorio, con cui ci siamo confrontati per un anno e mezzo.
Abbiamo prodotto una legge che di fatto è bloccata da un parere legale, mi sembra strano che una legge del Consiglio regionale possa essere bloccata da un parere legale della Giunta. Tra l'altro quella legge prevede che la Giunta faccia una specie di Regolamento, cioè le modalità di attuazione, ma sono passati sei mesi e la Giunta non l'ha fatto, però è riuscita a produrre un parere dell'ufficio legale che dice che senza quel regolamento, che noi dobbiamo fare, la legge non si applica e, quindi, non si applica.

PRESIDENTE. Consigliere Binci lei non può entrare nel merito, che cosa chiede? L'ordine del giorno lo dobbiamo cominciare, lei cosa chiede?

Massimo BINCI. Questo per evidenziare l'urgenza, chiedo l'iscrizione della mozione che parla di queste cose e che chiede l'applicazione della legge da noi prodotta. L'ho presentata ieri, quindi chiedo l'iscrizione della mozione all'ordine del giorno e di discuterla oggi se la Giunta è in grado, altrimenti discuterla come primo punto dell'ordine del giorno del prossimo Consiglio.

PRESIDENTE. Possiamo iscriverla per la prossima seduta.

Massimo BINCI. Va bene chiedo, però, di discuterla.

PRESIDENTE. Iscriverla è una richiesta lecita, discuterla dipende dal Consiglio.

Massimo BINCI. Vorrei mettere in votazione di discuterla come primo punto delle mozioni.

PRESIDENTE. Quando sarà iscritta, se il Consiglio è d'accordo la porteremo ad un punto dell'ordine del giorno che ci permetta la discussione, come facciamo sempre.
Ha la parola la Consigliera Ciriaci.

Graziella CIRIACI. Molto brevemente. Questa mattina ho presentato una interrogazione che riguarda il problema della prevenzione al gioco d'azzardo.
Sollecito, invece, la mia proposta di legge presentata il 1 giugno 2012, la n. 210, il titolo parla chiaro “Norme per la prevenzione, il contrasto ed il trattamento della dipendenza dal gioco d'azzardo patologico, nonché delle problematiche delle patologie correlate”.
Con questa sollecitazione vorrei che la V Commissione, visto che la proposta è giacente, possa prenderla in considerazione, discuterla ed eventualmente portarla in Aula.
Gli ultimi eventi della cronaca quotidiana ci fanno capire quanto questa proposta di legge sia importante e quanto danno porta una patologia del genere.
Ringrazio e sollecito cortesemente.

PRESIDENTE. Consigliera Ciriaci la richiesta mi pare sia indirizzata al Presidente della V Commissione, quindi, io non posso fare gran che, posso solo sollecitare il Presidente ad ascoltarla, cosa che mi pare non stia avvenendo, non posso usare mezzi coercitivi per fare in modo che il Consigliere Comi l'ascolti.

Sull'ordine del giorno

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Ortenzi.

Rosalba ORTENZI. Chiedo l'iscrizione d'urgenza della proposta di legge n. 316, un'integrazione alla legge n. 10, presentata dal collega Consigliere Giancarli sulle norme, sul riordinamento territoriale dei Comuni e delle Province della Regione Marche, riguarda tre Comuni della Provincia di Ancona.

PRESIDENTE. Se non ci sono pareri contrari da parte dell'Assemblea la mettiamo al punto 7 bis, quindi, verrà discussa e votata in data odierna. Mi pare che l'Aula è d'accordo.
Faremo un numero di interrogazioni piuttosto modesto perché ci siamo protratti abbastanza e ci sono diversi atti da approvare.

Interrogazione n. 1158
della Consigliera Foschi
“Nomina nuovi primari presso l’Ospedale di Fabriano e posti vacanti nelle strutture ospedaliere della Provincia di Pesaro-Urbino”
(Rinvio)

Interrogazione n. 1150
del Consigliere Giancarli
“Reparto di Cardiologia dell'Ospedale di Senigallia”

Interrogazione n. 1167
del Consigliere Giancarli
“Posto vacante da primario della cardiologia dell'Ospedale di Senigallia ed altri posti da primario vacanti negli Ospedali di Jesi e Senigallia”
(abbinate)
(Rinvio)

PRESIDENTE: L'ordine del giorno reca le interrogazioni n. 1158 della Consigliera Foschi e n. 1150 e n. 1167 (abbinate) del Consigliere Giancarli, non essendoci l'Assessore Mezzolani non possono essere trattate e, quindi, sono rinviate.

Interrogazione n. 270
del Consigliere Acquaroli
“Inquinamento da onde elettromagnetiche: gravi pericoli e danni alla salute, della popolazione di Potenza Picena e dei Comuni limitrofi”

Interrogazione n. 1018
del Consigliere Pieroni
“Sicurezza radar Potenza Picena”
(abbinate)
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le interrogazioni n. 270 del Consigliere Acquaroli e la n. 1018 del Consigliere Pieroni, abbinate. Ha la parola per la risposta l'Assessore Donati.

Sandro DONATI. In riferimento alle interrogazioni in oggetto, con le quali l'Assemblea legislativa sollecita la Giunta a fornire informazioni e spiegazioni circa l'attività svolta in merito alla tutela della salute nel territorio interessato dal radar di Potenza Picena e impegna la stessa a monitorare costantemente la situazione e ad informarne fedelmente la popolazione, la PF Prevenzione e Promozione della salute nei luoghi di vita e di lavoro ha provveduto a richiedere, con nota prot. 1405/SPU/GT dell'8 febbraio 2013, una relazione in merito al Direttore del Dipartimento di Prevenzione di Civitanova Marche - Area Vasta 3 ASUR Marche.
Il Direttore del Dipartimento di Prevenzione ha risposto con nota prot. 13598/ASURAV3/CMA PRE del 18 febbraio 2013 anche alla luce dello studio concluso nel febbraio 2013 dall'Osservatorio Epidemiologico Ambientale in collaborazione con SEA, ARPAM, OER, ARS dal titolo: "Valutazione dello stato di salute della popolazione di Potenza Picena e Comuni limitrofi".
Si riporta il testo della nota: "In riscontro alla richiesta in oggetto evidenziata si ricorda innanzitutto che questo Servizio di Igiene e Sanità Pubblica del Dipartimento di Prevenzione dell'Area Vasta 3 - Civitanova Marche, aveva già segnalato, con nota n. 60873 del 12 luglio 2012, quanto comunicato all'epoca sugli organi di stampa e attraverso volantini da parte dell'Associazione Città Prestata circa le problematiche del Radar militare di stanza nel Comune di Potenza Picena e le "ipotizzate" conseguenze sulla salute della popolazione.
Nel volantino all'epoca diffuso a mezzo stampa, pubblicato a firma A.D.E.R. sul sito web dell'Associazione sopra nominata, e pervenuto allo scrivente, tramite il Tribunale della Salute, veniva affermato quanto di seguito riportato: L'ultima indagine epidemiologica condotta a Potenza Picena ha registrato un numero record di tumori, ictus, infarti, ischemie, convulsioni senza febbre e nascite di bambini con patologie congenite con un'incidenza superiore alla media nazionale2.
Premesso che non è chiaro a quale indagine epidemiologica si riferiscono i dati sopra riportati, né è dato di individuare la fonte riferita si ricorda che nel 2012 l'Osservatorio Epidemiologico Ambientale, di concerto con la Rete Epidemiologica dell'A.R.S. Marche ha avviato uno studio epidemiologico descrittivo a partire dai dati di morbilità riportati nelle S.D.O. - schede di dimissioni ospedaliere e dalle schede ISTAT sulla mortalità della popolazione. Il primo step dello studio, di cui è stato dato riscontro a codesto Ufficio e al Sindaco di Potenza Picena dall'O.E.A. in data 6 agosto con nota n. 31365/ARPAM, evidenziava che "Gli eccessi di mortalità e morbosità rilevati nel Comune di Potenza Picena, sulla base di una prima revisione della letteratura scientifica, non sembrano rientrare nei pochi eventi sanitari avversi associati, sebbene con evidenza epidemiologica ancora limitata e non conclusiva, ad una possibile esposizione ai campi elettromagnetici emessi da apparecchiature radar.
Per diversi di questi eccessi si rileva l'interessamento anche dei Comuni confinanti, cosa che induce a ricercare cause molteplici e non limitate al singolo territorio comunale.
In base al nostro lavoro quotidiano non sembra poter dire che i casi di patologia indicati abbiano un'incidenza "decine di volte superiore alla media nazionale" ma si ritiene indispensabile, anche al fine di dare informazioni certe alla popolazione, una verifica di tali dati tenendo conto che le rilevazioni dell'A.R.P.A.M. non hanno evidenziato superamenti dei, livelli di esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici generati dal radar".
Tale studio, il cui primo step era basato sui dati S.D.O. fino al 2009 e sui dati ISTAT fino al 2003, è stato completato in questi giorni con l'implementazione dei dati ISTAT di mortalità fino al 2009.
Dal documento, inviato dall'O.E.A. in data 7 febbraio 2013, n. 4810/ARPAM, risultano confermate le prime valutazioni trasmesse lo scorso agosto circa la mancata conferma degli eventi sanitari in eccesso segnalati dai cittadini di Potenza Picena.
Parallelamente all'avvio di specifiche indagini epidemiologiche la campagna di monitoraggio dei livelli di inquinamento elettromagnetico prodotti dal radar dell'Aeronautica militare istallato a Potenza Picena risultano inferiori ai livelli fissati dalla Raccomandazione Europea 1999/519/CE del 12R/99 sia per i valori di picco che per i valori medi con antenna del radar in rotazione.
Si allega la nota dell'aeronautica Militare, n. 1786 del 15 novembre 2012, con la quale si riferisce che "il nuovo apparato radar RAT31 DL, attualmente in corso di istallazione, in virtù della moderna tecnologia applicata, consentirà di operare riducendo al massimo il livello delle emissioni - già oggi al di sotto dei limiti di legge - grazie alle migliori caratteristiche in termini di efficienza energetica.”
E' appena il caso di segnalare, dal momento che sono sempre più frequenti i movimenti di cittadini che manifestano contro qualsiasi nuovo impianto si preveda di installare (antenne, centrali a biogas, discariche, termovalorizzatori, ecc. fino a servizi del vivere collettivo) che siano disponibili al più presto registri di mortalità e di morbilità che ci consentano di poter effettuare una valutazione iniziale dello stato di salute di una popolazione e di monitorare eventuali scostamenti nel tempo.
Gli allegati e la nota riportata sono agli atti della PF Prevenzione e Promozione della salute nei luoghi di vita e di lavoro.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Acquaroli.

Francesco ACQUAROLI. Grazie Presidente.
Sono parzialmente soddisfatto della risposta che mi ha dato l'Assessore Donati per una questione più di metodo che per il ruolo svolto dalla Giunta.
Sicuramente per la presenza del radar, la preoccupazione di tutta la cittadinanza di Potenza Picena, ma anche dei paesi limitrofi, per l'inquinamento elettromagnetico è radicata negli anni ed è cresciuta nell'ultimo periodo per una serie di ulteriori aggiunte rispetto al radar, come le antenne dei telefoni che sono state installate nel territorio, come in tutti gli altri territori, ma qui, sicuramente, la presenza del radar preoccupa maggiormente.
L'invito è quello di un dialogo più forte e di uno scambio della Giunta e dell'Arpam con i Comitati che si sono costituiti, composti da cittadini preoccupati per la mancanza di informazioni, per quelli che sono anche, oggettivamente, i casi di malattie, che preoccupano tutti, che in quella zona capitano.
L'auspicio mio, ma di tutta la comunità di Potenza Picena è quello di poter intraprendere con più forza uno scambio di informazioni; sarebbe auspicabile un convegno o un'occasione di incontro tra questi Comitati, l'Arpam e la Giunta regionale per parlare di salute, in maniera da prevenire l'allarmismo che si sta creando sul territorio e dare delle certezze con dei dati, molto spesso circondati dall'aleatorietà, dal se, dal ma, dal forse, che rendono, in qualche maniera, difficile e lontana la credibilità delle istituzioni
Sotto questo punto di vista, Assessore, vorrei che lei si facesse portatore, anche nei confronti dell'Arpam, di questa sollecitazione, che possa essere, quanto prima, organizzato un incontro sul territorio tra tutte le parti, tra il Comune, i Comitati, l'Arpam, sarebbe importante anche la sua presenza per mettere il punto finale ad una vicenda annosa e per stabilire insieme un percorso che tranquillizzi il territorio.

Interrogazione n. 999
del Consigliere Pieroni
“Società Multiservizi S.p.A.”

Interrogazione n. 1004
del Consigliere Marangoni
“Solleciti di pagamento da parte di una società di recupero crediti incaricata dalla Multiservizi SpA dell'ATO 2 Marche. Prescrizione dei termini per l'esigibilità di numerose cartelle esattoriali. Controllo regionale sugli atti della società”
(abbinate)
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le interrogazioni n. 999 del Consigliere Pieroni e n. 1004 del Consigliere Marangoni, abbinate. Ha la parola per la risposta l'Assessore Canzian.

Antonio CANZIAN. Grazie Presidente.
I Consiglieri Pieroni e Marangoni interrogano circa le procedure che Multiservizi Spa, gestore del servizio idrico, integrato per l'ATO 2, ha fatto iniziare ad una società di recupero crediti per riscuotere bollette inevase da diversi anni.
Il competente ufficio regionale ha chiesto informazioni a Multiservizi Spa, ai sensi della legge citata.
Multiservizi spa ha comunicato che nel territorio di Castelfidardo c'erano 757 debitori, per servizi fruiti ma non pagati, per un ammontare di 85.953 euro. Di questi debitori, 111 hanno spontaneamente pagato il debito, con ciò rinunciando alla prescrizione, per un ammontare di euro 7.00. Gli altri 646 non hanno pagato, per un ammontare di 78.217 euro.
Conseguentemente Multiservizi ha iscritto a perdita tale importo. Multiservizi era ben consapevole che era maturato il termine di prescrizione, ma ha ritenuto doveroso tentare la riscossione, poiché si trattava comunque di mancati pagamenti di servizi fruiti dai debitori.
La Multiservizi Spa ha evidenziato, recito testualmente, “che i fatti in esame sono ascrivibili a circostanze straordinarie connesse al cambiamento dei sistemi informativi concomitante al trasferimento della gestione ad altro operatore e che, al contrario, le nostre procedure assicurano una pronta gestione delle posizioni scadute”.
Questo quanto dichiarato da Multiservizi.
Il Consigliere Pieroni chiedeva anche se è possibile che la Regione metta in atto misure per bloccare la richiesta dei crediti ormai prescritti. La Regione, come è noto, non ha poteri di intervento diretto in merito.
A parte questo non ritiene peraltro disdicevole la procedura seguita da Multiservizi, anzi, la ritiene doverosa. Si trattava pur sempre di debitori morosi, che avevano fruito del servizio. E' evidente che la perdita tariffaria verificatasi si è ripercossa sulla qualità e sulla quantità dei servizi erogati: meno introiti significa meno spese per manutenzione e per investimenti per il servizio idrico integrato.
Perciò è da stigmatizzare non l'azione di recupero attuata in extremis, ma che l'azienda, che è di proprietà pubblica, si sia accorta così tardi dei crediti insoluti.
E' auspicabile che la situazione di crediti insoluti oltre i termini di prescrizione non si verifichi anche per altri gestori, ma, se accadesse, la Regione ritiene doveroso che i gestori attuino ogni intervento di recupero consentito dalla legge.
Gli uffici competenti stanno peraltro valutando se sussistono responsabilità in capo alla Multiservizi Spa riservandosi di procedere alle segnalazioni conseguenti.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Pieroni.

Moreno PIERONI. Grazie Presidente.
Ho ascoltato la risposta alle interrogazioni presentate da me e da altri Consiglieri in merito a questa azione portata avanti dall'Assessore Canzian che, naturalmente, ringrazio per tutto l'impegno e per la documentazione che è riuscito ad ottenere da un'azienda come la Multiservizi, però, dalle parole dell'Assessore si evince, con grande chiarezza, come riporta poi la sua relazione, che la Multiservizi ha tentato un recupero crediti fuori tempo.
Credo che non sia né giusto, né corretto, specialmente in questo momento in cui le famiglie hanno grandi difficoltà, cercare di recuperare crediti per responsabilità che non sono state - vogliamo dire che non ci sono responsabilità? Diciamo che non ci sono responsabilità - di nessuno, per situazioni che qualcuno all'interno della Multiservizi ha creato, non avendo fatto il proprio dovere.
Sono convinto che se questo non fosse accaduto all'interno di una società partecipata, come la Multiservizi, ma fosse accaduto in un'azienda privata, molto probabilmente, anzi sicuramente, qualcuno avrebbe pagato, vorrei vedere, infatti, il titolare di una azienda privata che, per una serie di motivi che non sto qui a dire, perde come scritto circa 80.000,00 euro.
Credo che questo sia ascrivibile all'incuria, all'incapacità, alla trascuratezza e alla negligenza di qualche dipendente all'interno della Multiservizi e questa negligenza non può, poi, ricadere sulle famiglie di una città, in questo caso Castelfidardo. Non so se questo è avvenuto in altre realtà dove la Multiservizi opera, magari altrove non è emerso questo dato e molto probabilmente non sarebbe emerso se la stampa - ricordando cifre diverse, la stampa dava circa un milione di euro, spero che non siano quelle le cifre, sicuramente non sono quelle - non avesse sollevato il caso e se, probabilmente, non ci fossero state sollecitazioni da parte dello stesso Sindaco di Castelfidardo che ringrazio per avere mantenuto, in questo caso, una posizione rigida a tutela delle famiglie e, soprattutto, se non ci fossero state interrogazioni che hanno messo in moto questo meccanismo per cui, molto probabilmente, questi cittadini, a cui era pervenuta la cifra da pagare, avrebbero pagato tranquillamente.
Assessore, voglio ricordare un'altra questione, mi sembra di aver capito, se non sbaglio, che almeno 100 famiglie su 650, hanno pagato, credo che il pagamento fosse non dovuto, hanno pagato in buona fede ma c'è la malafede da parte della Multiservizi, quindi, credo che le somme debbano essere rimborsate anche perché le altre 550 famiglie non pagheranno, come ricordava lei, per i termini ormai scaduti.
Credo che cinque anni siano stati tanti perché la Multiservizi si accorgesse di chi non ha pagato. Spero che non accadono ancora queste situazioni che vanno a discapito delle famiglie che si trovano a carico, con cinque anni di ritardo, il pagamento, le more, gli interessi e quant'altro. Sicuramente la Multiservizi, che è una partecipata, non dà una immagine di sè molto positiva.
Spero che questo non accada in altri settori perché mi risulta, anticipo al Presidente ed all'Assessore che molto probabilmente farò un'interrogazione, che la stessa Provincia di Ancona sta mandando, per lo meno in alcune parti, non so se in tutto il territorio della provincia, il recupero di cifre dovute per i passi carrai che in alcuni casi, anzi in parecchi casi, non sono dovuti, con una retroattività di cinque anni.

Proposta di atto amministrativo n. 58
ad iniziativa dell’Ufficio di Presidenza
“Convalida dell’elezione del Consigliere regionale Letizia Bellabarba, subentrata per surrogazione al Consigliere dimissionario Paolo Petrini ai sensi dell’articolo 20, comma 1, della legge regionale 16 dicembre 2004, n. 27 e verifica delle eventuali cause di incandidabilità e di incompatibilità”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 58 ad iniziativa dell’Ufficio di Presidenza. Ha la parola la relatrice Consigliera Giorgi.

Paola GIORGI. Grazie Presidente. Questa è una proposta di atto amministrativo che l'Ufficio di Presidenza propone all'Aula di approvare.
Dato atto che nell'Assemblea legislativa delle Marche si è reso vacante il seggio ricoperto dal Consigliere Paolo Petrini a causa delle dimissioni del medesimo rassegnate in data 15 marzo 2013, causa la sua elezione al Parlamento, dato atto che l'Assemblea legislativa nella seduta del 26 marzo 2013 ha preso atto delle dimissioni di cui sopra ed ha provveduto a norma dell'articolo 20, comma 1 della legge regionale 16 dicembre 2004 ad assegnare il seggio resosi vacante alla signora Letizia Bellabarba, l'Ufficio di Presidenza, sulla base dell'istruttoria degli uffici preposti, ha verificato l'inesistenza di cause di incandidabilità, ineleggibilità ed incompatibilità della signora Bellabarba, pertanto, propone all'Assemblea di convalidare l'elezione del Consigliere regionale Letizia Bellabarba, constatato che in capo alla medesima non sussiste alcuna delle cause di ineleggibilità previste dalla normativa vigente in materia, così come si dà atto che la medesima Letizia Bellabarba non si trova in alcuna delle condizioni di incompatibilità, di incandidabilità previste dalla normativa vigente in materia.
Chiedo all'Aula di approvare questo atto.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Proposta di atto amministrativo n. 58. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di deliberazione n. 24
ad iniziativa del Consigliere Traversini
“Interpretazione autentica della deliberazione assembleare 26 marzo 2013, n. 69: “Indizione del referendum consultivo in merito alla proposta di legge n. 281/2013 concernente l’istituzione di un nuovo Comune, mediante fusione dei Comuni di Castel Colonna, Monterado e Ripe, ai sensi dell’articolo 2, comma 1, lettera a), della legge regionale 16 gennaio 1995, n. 10 ‘Norme sul riordinamento territoriale dei Comuni e delle Province nella Regione Marche’”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di deliberazione n. 24 del Consigliere Traversini. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Traversini.

Gino TRAVERSINI. Grazie Presidente. Torna all'attenzione del Consiglio una iniziativa molto importante, quella dei Comuni di Castel Colonna, Monterado e Ripe per il raggiungimento della fusione attraverso un referendum consultivo che si terrà il 19 ed il 20 maggio.
E' un passaggio molto importante, lo abbiamo detto l'altra volta, è la prima iniziativa che riguarda la fusione nelle Marche e deve avere tutta la nostra attenzione perché sta aprendo una porta rispetto alla discussione sul nuovo ordinamento dei Comuni e, in diverse parti del territorio marchigiano, alcuni Comuni, prendendo spunto da questa iniziativa, stanno riflettendo se portare avanti le stesse procedure. Quindi, un'iniziativa importante che potrà essere pilota per le organizzazioni territoriali dei Comuni.
Noi oggi andiamo ad interpretare quello che è un passaggio legato a chi dovrà andare a votare, nella delibera assembleare, che abbiamo approvato il 26 marzo, per l'indizione del referendum, si chiarisce il fatto che andranno a votare tutti i cittadini iscritti nelle liste elettorali dei Comuni compresi, questa cosa che non era specificata, quelli residenti all'estero, cioè i cittadini iscritti all'AIRE. Questa è l'interpretazione di quella norma generale, quindi, è questa la modifica che andiamo a fare. Integrazione e specifica più che modifica.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Massi.

Francesco MASSI. Su questo siamo d'accordo, ne abbiamo discusso, non ho altro da aggiungere rispetto al relatore di maggioranza. Siamo d'accordo.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Proposta di deliberazione n. 24. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di deliberazione n. 21 (Proposta di legge alle Camere)
ad iniziativa del Consigliere Acacia Scarpetti
“Norme per la protezione dell’ambiente mediante l’utilizzo dell’energia termica derivante dagli impianti per la produzione di energia elettrica”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di deliberazione n. 21 del Consigliere Acacia Scarpetti. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Acacia Scarpetti.

Luca ACACIA SCARPETTI. Grazie Presidente.
Devo ringraziare il Presidente Spacca per questa iniziativa, perché mi ha dato lui lo spunto, la forza e la volontà di andare avanti, quando in quel famoso discorso del martedì, fatto in occasione del primo rimpasto di Giunta, si è dilungato sulla crisi economica, che stava incalzando in Italia e che probabilmente si protrarrà per tanto tempo, ed ha stimolato, in quel suo intervento, i Consiglieri a pensare, interagire, norme e regole per contrastare, per uscire da questa crisi, da questa empasse.
Io nella mia vita mi sono sempre occupato di ambiente, di energia, di ecologia e mai come in questo settore c'è bisogno di qualche cosa di fresco, anche prima il Consigliere Binci è intervenuto proprio sul tema perché ci sono dei vuoti ed è incredibile come la politica non abbia raccordato, non abbia tradotto quella che è una delle regole fondamentali della fisica e della termodinamica, non esiste centrale al mondo che trasformi qualsiasi combustibile in energia elettrica che possa avere un rendimento energetico maggiore del 35- 36-37%. Questo si traduce, ambientalmente parlando, in uno scempio, cioè circa 70% della ricchezza di un qualsiasi combustibile viene tradotto in inquinamento e l'uomo non ne trae vantaggio, si creano polveri sottili ma l'energia si getta, si disperde in calore, perché qualsiasi cosa bruci produce calore.
Abbiamo vissuto una stagione, pochissimo tempo fa, fatta di contrasti, di tensioni per quanto riguarda Comitati, centrali a biogas, biomasse e quant'altro, se ci fosse stata una norma del genere, tutto questo non sarebbe successo e ambientalmente avremo fatto qualche cosa di molto avanzato.
La verità è che difficilmente si può, vista la competenza statale della materia, agire direttamente con una norma regionale, io ci proverò, ho chiesto l'iscrizione per trattare una proposta di legge regionale che, secondo me, è molto avanzata, è trasversale, l'ambiente è di tutti e questa norma serve ad obbligare, chi vuole fare impianti, a recupera l'aliquota di calore prodotto dagli impianti stessi. Questo significa che invece di avere un Comitato di una certa località che si lamenta del nulla, anzi forse si lamenta di una cosa positiva, questo dovrà obbligatoriamente dialogare con l'imprenditore o con l'amministrazione che ha voglia di mettere in opera un impianto del genere, con l'obbligo, che impone questa legge, di recuperare calore, che tradotto in termini diretti, significa o si fa teleriscaldamento o non si fa nulla.
Pensate che quelle centraline che sono state oggetto di discussioni a fiumi, in questa Aula ed in tutta la regione Marche, potrebbero scaldare qualcosa come 100-150 civili abitazioni. Pensate che quelle abitazioni avrebbero gratis, perché noi con questa proposta di legge lo metteremo come obbligo per chi fa questi impianti, un fiume di acqua calda, estate e inverno, e una semplice pompa di calore tradurebbe in riscaldamento e raffrescamento, senza spendere nulla. Ciò significa un risparmio economico per ogni singola famiglia di circa 2.000-2.500 euro all'anno, e un risparmio in termini di salute, non avendo più sotto il naso la caldaietta di casa ma spostando questa a settecento, ottocento metri, un chilometro, la pericolosità delle polveri sottili è, infatti, direttamente proporzionale al quadrato della distanza, quando sono vicine, sono pericolosissime, se si allontanano un po' diventano molto meno pericolose, almeno questa è la letteratura scientifica ad oggi riconosciuta nel mondo.
E' una proposta di legge da inviare alle Camere che si compone di un solo articolo e noi chiediamo alle Camere di fare una legge nazionale che dica che tutti quelli che vogliono fare questi impianti debbono per forza utilizzare il calore.
E' una livella sociale, economica, ambientale, unica, di una semplicità pazzesca, in tre righe abbiamo raggruppato tutto il concetto, spero nella sensibilità dell'Aula.

Presidenza della Vicepresidente
Paola Giorgi

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Silvetti.

Daniele SILVETTI. Grazie Presidente, io ho ben poco da aggiungere, non tanto perché l'articolato è estremamente striminzito, ma perché condivido pienamente le considerazioni del relatore di maggioranza che ha ampiamente illustrato quello che è l'intento di questa proposta di deliberazione che è assolutamente chiara negli intenti e tende a promuovere un'iniziativa legislativa che porrebbe il nostro Paese, l'Italia, sullo stesso piano di quella che è la media europea.
Questa è secondo me l'ottica, il pungolo che la Regione Marche, l'Assemblea legislativa si è preposta di perseguire con questa proposta di deliberazione.
Il recupero dell'energia termica è un tema che ci deve stare a cuore, in termini di risparmio, in termini di contenimento dell'inquinamento atmosferico, principi assolutamente condivisibili. Questa proposta di deliberazione va in questa direzione e, quindi, sarà nostra premura seguire quello che sarà l'iter legislativo per conseguire un obiettivo che non è assolutamente secondario, anzi, credo che oggi giorno sia quanto mai urgente e prioritario.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. Considerato che è una proposta di legge che va inviata alle Camere, nel voto finale votiamo anche l'approvazione della relazione illustrativa e della relazione tecnica.
Proposta di deliberazione n. 21, la pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Trenta, Massi, Marinelli.

Favorevoli: Acacia Scarpetti, Badiali, Bellabarba, Binci, Bugaro, Busilacchi, Canzian, Cardogna, Comi, Eusebi, Foschi, Giancarli, Giannini, Giorgi, Luchetti, Marinelli, Massi, Natali, Ricci, Sciapichetti, Silvetti, Traversini, Zaffini, Zinni.
Contrari: Trenta.
Astenuti: Nessuno.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 298
ad iniziativa della Giunta regionale
“Disposizioni di semplificazione e adeguamento alla normativa regionale”

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 298 ad iniziativa della Giunta regionale.

(interrompe il Consigliere Trenta chiedendo la verifica del numero legale)

PRESIDENTE. Può chiederla prima del voto, ora ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Badiali.

Fabio BADIALI. Grazie Presidente. La proposta di legge n. 298 è composta di soli due articoli, con l'articolo uno si sospende la moratoria al rilascio di nuove autorizzazioni per strutture di grande distribuzione di vendita, contenuta nel Testo unico del commercio del 2009.
Con l'articolo 2 si modifica una norma contenuta nella legge di assestamento di bilancio 2012 ed impugnata dal Governo nazionale, relativa alle finalità cui devono essere destinate le somme che derivano dalle alienazioni degli immobili effettuate dagli enti del servizio sanitario regionale.
Con la modifica proposta la Regione si allinea alla normativa statale in materia di coordinamento della finanza pubblica, al fine di dichiarare cessata la materia del contendere e far venire meno il ricorso da parte del Governo.
Su questo secondo articolo, il Governo ha impugnato quello che noi, nel bilancio 2012, avevamo previsto e cioè che le risorse derivate dalla vendita degli immobili della sanità potessero essere utilizzate per qualsiasi cosa, anche per spese correnti. Il Governo, giustamente, ha detto no, tutto quello che riguarda la vendita degli immobili della sanità deve essere nel pacchetto della sanità e destinato per ristrutturazione, costruzione, ammodernamento delle strutture sanitarie nella nostra regione e solo la plusvalenza, ad esempio se un immobile vale 30 e riusciamo a venderlo a 40, il 10 in più, può essere utilizzato per altre cose. Questo l'ha chiesto il Governo e noi dobbiamo adempiere.
Per quanto riguarda l'articolo 1 la Regione da seguito ai contenuti dell'accordo approvato nel 2011, riguardante il progetto di riconversione industriale dell'ex zuccherificio di Jesi, a questo accordo è stato aggiunto un addendum, un crono programma, per intenderci, sottoscritto a gennaio 2013 dal Comune di Jesi, dalla Provincia di Ancona, dai sindacati e dalla proprietà, finalizzato a far scorrere il crono programma degli interventi, tenendo conto che la normativa regionale in vigore ne impediva l'avvio.
L'articolo 1, una volta approvato, consentirà alla Regione di sottoscrivere l'accordo raggiunto e, soprattutto, di attenersi alla legge nazionale, la n. 35 del 2012, che individua le zone soggette a riconversione zuccherifici, OCM, che hanno la precedenza su qualsiasi altra opera o riconversione.
Per quanto riguarda questo punto, come sapete, si tratta di un progetto che parte dal lontano 2006, quando l'Europa decise di chiudere i zuccherifici, d'accordo con il Governo nazionale, questo dobbiamo dirlo, una prima ipotesi prevedeva di ridurre gli stabilimenti da 19 a 6, Jesi era compreso, ma poi si arrivò addirittura a 4 e fu chiuso anche quello di Jesi.
E' un progetto che viene da lontano, viene dal 2006, è stata approvata la legge di riconversione produttiva degli zuccherifici e nel 2012 gli interventi di riconversione hanno assunto il valore di progetto di interesse nazionale, come dicevo prima.
Il progetto di riconversione industriale dell'ex zuccherificio di Jesi riguarda un'area che ha già la destinazione urbanistica industriale e commerciale e prevede:
la realizzazione di una serie articolata di interventi, tra i quali l'attivazione di una nuova azienda produttiva nel settore della componentistica industriale, peraltro, già in funzione con circa 25 dipendenti;
l'attivazione di un progetto di ricerca e sviluppo per la valorizzazione dei sottoprodotti della filiera viti vinicola, dai raspi dell'uva lavorati viene estratto un prodotto che è utile per certe funzioni, no, non è la grappa, per fortuna;
l'implementazione in loco dell'attività di ricerca di sviluppo del gruppo industriale Maccaferri per la realizzazione di un intervento di riconversione;
lo spostamento presso il nuovo complesso di Jesi Cube, incubatore di imprese, già avviato, costituito tra l'Università Politecnica delle Marche, Comune di Jesi e del gruppo Eridania Sadam, aperto alla partecipazione di altri soggetti pubblici e privati, al fine di favorire la nascita di nuove realtà imprenditoriali; ad oggi il progetto dispone di un capitale di rischio di un milione di euro, messo a disposizione dalla parte privata, ma si arriverà, a regime, ad un progetto che potrà disporre di cinque milioni di euro sempre da parte privata;
la realizzazione di una nuova struttura commerciale per l'avvio della quale sono necessarie le disposizioni, di cui discutiamo oggi, di questa proposta di legge.
Questi interventi porteranno alla riassunzione di tutto il personale coinvolto nel processo di riconversione, secondo il preciso impegno che sta alla base della decisione su cui si fonda l'accordo del 2011 e che porta la firma di tutte le organizzazioni sindacali, oltre quelle degli enti locali, quali la Provincia e il Comune di Jesi.
Il progetto di riconversione urbanistica si completa con la realizzazione di un parco di quasi 11 ettari che si aggiunge alla zona Ripa Bianca gestita attualmente dal WWF che ha un valore ambientale importante per quel territorio.
Va precisato, al riguardo, che tutto il progetto sarà sottoposto alle pertinenti procedure di valutazione ambientale dell'area come qualsiasi altra zona.
Il progetto genererà infine oneri per alcuni milioni di euro che il Comune potrà e dovrà investire nelle infrastrutture del territorio, questo anche per migliorare il centro storico e valorizzare le attività commerciali e le realtà monumentali storico artistiche del centro storico di Jesi, perché un centro commerciale di attrazione extra regionale potrà essere un volano per il successivo sviluppo delle attività del centro storico, attività commerciali, agro alimentari, storiche, artistiche e culturali.
Per quanto riguarda i settori merceologici che dovranno interessare la grande struttura di vendita - che sarà realizzata con un investimento di circa 75 milioni di euro, da progetto presentato, significa che la realizzazione avverrò in tre o quattro anni con un intervento annuo di circa 20 milioni di euro - non erogheranno quote di mercato nel settore del commercio, del dettaglio e non si porranno in concorrenza con gli esercizi del centro storico di Jesi, anzi, come dicevo prima, dovranno essere uno volano per lo sviluppo. Del resto non sarebbe interesse del soggetto privato porsi sul mercato con semplici doppioni.
Questi sono i fatti, la Regione sta facendo la sua parte per adeguarsi all'accordo di protocollo che ha firmato in precedenza ed oggi mantiene fede a questo impegno, insieme a tutti gli altri enti, rispettando una normativa nazionale, come dicevo, la legge n. 35 del 2012. Con questa disposizione la Regione sta facendo la sua parte, ma la procedura sarà ancora articolata, piuttosto lunga e non si completerà qui, si dovrà tener conto degli strumenti urbanistici del Comune di Jesi, che è l'ultimo soggetto attuatore e che è l'unico soggetto che potrà decidere, in via definitiva, in merito a questo progetto, in base alle norme urbanistiche o in base alle variazioni che intenderà apportare, il Comune è sovrano e, in questo caso, deciderà da solo.

PRESIDENTE. Ha la parola la relatrice di minoranza Consigliera Ciriaci.

Graziella CIRIACI. Grazie Presidente. In Commissione abbiamo già condiviso questa proposta di legge, questi due articoli che se anche inseriti in modo univoco nella stessa proposta di legge riguardano due argomenti completamenti diversi.
Il primo riguarda la riconversione dello zuccherificio e su questo auspico efficacia ed efficienza. Abbiamo parlato di diversi milioni di euro che verranno investiti, abbiamo parlato di quando la struttura verrà resa produttiva e darà la possibilità di nuove assunzioni, abbiamo parlato di quanto la ricerca è importante, abbiamo parlato di quanto è importante un'opera ancora nuova e l'ubicazione economica e commerciale, ma dobbiamo anche sottolineare, in merito, un argomento molto importante, il rispetto di tutto quello che questa Regione sta portando avanti, per quanto riguarda le grandi strutture, ma soprattutto il mantenimento del nostro impegno. Un impegno forte che abbiamo preso nei confronti dei cittadini delle Marche, che tutto ciò abbia una integrazione seria, una integrazione condivisa. C'è già stata una concertazione, il collega Consigliere Badiali l'ha sottolineato, ma la mia vuole essere un'ulteriore sottolineatura in merito a questo argomento.
Con questa mia dichiarazione di voto favorevole, raccomando e mi impegno, per quanto riguarda la minoranza, a mantenere alta la fiducia dei cittadini nei confronti della gestione di questi argomenti.
Il secondo articolo riguarda invece la sanità, come dicevo prima, e l'utilizzo delle risorse che verranno dall'alienazione degli immobili della sanità. La legge nazionale ci obbliga, e parla chiaramente, in merito al fatto che non possono essere gestite sul territorio, quindi, è un adeguamento, non è una scelta, ma per quanto riguarda le plusvalenze potrebbe essere una scelta del territorio, quindi, una sottolineatura anche qua, una sollecitazione affinché tutto ciò che può essere alienato sul territorio e condiviso con il territorio venga fatto.
Dichiaro ancora il nostro voto favorevole e auspico che questa legge che sembra restrittiva ma che invece è molto importante, perché va ad incidere su argomenti molto interessanti, possa avere un buon seguito.

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere Bugaro.

Giacomo BUBARO. Grazie Presidente.
Molto brevemente, voglio semplicemente riferirmi all'articolo che parla del patrimonio pubblico, quello sanitario, e via dicendo, per sottolineare il fatto che anni fa in questa Aula è passato in maniera sotto traccia, con un artificio anche lessicale molto complesso, presentato in sede di assestamento di bilancio, la scorsa legislatura, introducendo la possibilità da parte della Giunta di poter vendere il patrimonio pubblico e riversare le somme rivenienti dalla vendita nella spesa corrente.
Così fu fatto per la vendita dell'Umberto I, ricordo che la somma ammontava a circa una settantina di milioni di euro di risparmi di patrimonio della comunità regionale che furono immessi nella spesa corrente e, proprio oggi casualmente ho presentato un'interrogazione, Assessore Marcolini, che lei avrà modo di vedere nei prossimi giorni, sulla gestione storica dell'ex Lancisi che oggi trova sulla stampa un rilievo notevole, perché segnala come in questa Regione e nel Comune di Ancona vengono gestite le proprietà.
In pratica da ben 13 anni si era deciso di trasferire a Torrette l'ex Ospedale Cardiologico Lancisi e da ben 10 anni è stato trasferito a Torrette, per motivi ormai noti e anche per una ignavia politica ed amministrativa altrettanto nota, l'immobile giace abbandonato con una rimessa economica che lascio a voi determinare, non fosse altro perché le quotazioni di mercato negli ultimi dieci anni si sono deprezzate in maniera assai consistente.
Sto parlando di soldi nostri, soldi della comunità regionale, soldi che mai come in questo momento sono necessari per la gestione, non solo della Giunta, ma per rispondere, tramite la Giunta, alle esigenze di una comunità, quella regionale, che attraversa un momento assai critico, per non dire drammatico, da un punto di vista economico ed occupazionale. Quindi il mio è forse un intervento estemporaneo rispetto a questa proposta di legge, ma mi aggrappo all'articolo tre bis, mi sembra, per sottolineare come al buonismo di certe buone intenzioni, bisogna poi corrispondere effettive pratiche virtuose, imitando se possibile una gestione privatistica. Da questo punto di vista, dal punto di vista amministrativo abbiamo solo da imparare perché non esiste in Italia una famiglia o una azienda che si permetterebbe di lasciare giacente per 10 anni un immobile da vari milioni di euro all'interno della città, se quell'imprenditore si comportasse così sarebbe fallito da anni, quindi, noi che abbiamo, voi che avete la responsabilità di amministrare i beni pubblici dovete avere un supplemento di coscienza, perché l'imprenditore gestisce beni propri, qui voi gestite i beni di tutti i cittadini marchigiani e, quindi, si impone l'esigenza superiore di un maggiore rispetto e anche di una maggiore professionalità.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Natali.

Giulio NATALI. Mi riallaccio in pieno a quello che ha detto il Vicepresidente Bugaro, purtroppo, Consigliere Bugaro lei è stato inascoltato e predicava nel deserto chi la doveva ascoltare era impegnato.
Mi si dice che si deve votare a favore, ma io voterò contro, per un motivo semplice, qui si parla di un problema della sanità, che rientra in questa vicenda, noi con una legge abbiamo deciso che le plusvalenze derivanti dalle alienazioni non facessero parte del bilancio, non costituissero un bilancio e potessero essere reinvestite in altri modi, nel 2009, non in investimenti sanitari specifici, poi è intervenuto il Governo, non dico niente di più di quello che ha detto il Consigliere Bugaro, ma la cosa che mi preoccupa nel votare questa legge è, in questi tre anni, quante risorse, la mia domanda è questa, che dovevano essere, secondo questa norma, che noi andiamo ad approvare oggi, con cui correggiamo quello che abbiamo fatto prima, non sono state impiegate in investimenti, come vorremmo adesso, e sono state impiegate in altro.
Vorrei sapere quante sono le somme, quindi, la dismissione del patrimonio, e come sono state impiegate, annuncio il mio voto contrario.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Trenta.

Umberto TRENTA. Grazie Presidente, oggi sarò cortese anche con lei.
Super Assessore, sono esterrefatto, però felice, e poi mi allaccio alla legge. Visto che lei è l'Assessore in pectore, per lo meno come leggo a mezzo giornali: delega della sanità al super Assessore Marcolini, quindi, poi non dica che io sono ironico, io leggo e prendo atto. Come prendo atto che ormai non so più quale sia il mio ruolo, se larga maggioranza, larga punto e basta, taglia più o meno stretta, sono qui o sono di là, opposizione, maggioranza, più o meno maggioranza, però, ritengo che un percorso politico con il Presidente Spacca si possa fare anche se ci ha messo fuori strada il Presidente Solazzi.
Non è questo il problema perché dalla sanità mi veniva l'invito a votare per il Presidente Spacca e poi ci siamo ritrovati in pochi intimi ad esprimere quel voto, c'è qualcuno che può dire e può dare atto di questa cosa perché sembrerebbe abbia filmato il mio voto, ma questo è un altro discorso.
Presidente Spacca io le ho espresso il voto, ci siamo trovati in pochi, non mi è piaciuto il resto della votazione e me ne sono andato, questo per chiarezza, perché siamo nella stessa maggioranza, larga maggioranza, larghe intese, qui è tutto largo, come dovrebbe essere larga ed estendibile ancora di più la delega dell'Assessore Marcolini.
Assessore Marcolini lei mi redarguì dicendo: “Qualche anno fa lì, voi non ve ne siete accorti, parlavamo della Banca delle Marche e della trasformazione della Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno a Banca dell'Adriatico” lei oggi scrive: “un sistema del credito vicino alle aziende, la Regione non ha ovviamente né spazio, né modo di entrare nella questione della proprietà delle imprese private", qui sono d'accordo e concordo con lei, "tuttavia ritengo che ogni moral suasion", spettacolare lei è poliglotta, "dovrebbe significare, possa e debba essere espressa" io la interpreto a modo mio, una moralità in queste cose, perché lei cita dati di partite incagliate del Centro delle imprese e su questo io ritengo che invece la Regione debba - mi scusi Assessore Viventi, devo avere lo sguardo del super Assessore - quindi, confido che poi non ci debba pesare sul groppone, e mi aggancio a questa legge qui, per cui noi dovremo dover contribuire, a qualche cosa di diverso, nella gestione dei privati, che però si rivolgono alle istituzioni anche perché la Banca d'Italia deve chiarire in maniera chiara, inequivocabile come stima il valore di una banca, pure se è una questione privata, perché i soldi poi sono di tutti, cioè noi se avessimo fatto la decisione dell'Asur …e ritrovi Banca delle Marche perché la Regione Marche - Presidente Comi, capisco che a lei non interessa quello che dico io, ma è un problema che non mi riguarda, mi lasci un attimo l'Assessore e poi ci parla.
Caro Assessore, e ritorno al dunque, mi auguro che sia veramente lei l'Assessore alla Sanità così come detto, ci sono alcune questioni relative al riordino di questa legge, leggo nei due articoli che giustamente la Consigliera Ciriaci mi ha fatto vedere - e qui voglio il coinvolgimento dell'Assessore Canzian, Assessore Canzian ascolti bene e faccia riferimento al super Assessore - in cui l'articolo due parla di disposizioni in materia sanitaria e l'articolo 1 di riconversione produttiva dell'ex zuccherificio di Jesi eccetera. Lei mi deve spiegare in merito alla riconversione se abbiamo fatto una legge analoga per la riconversione della ex GL Carbon, perché penso che tra un po' il pass arriverà, perché qui si fanno delle domande che riguardano direttamente l'Assessorato alla sanità, questo è un quesito che io voglio che lei risolva anche per Legambiente, cioè per tutte quelle persone che fanno parte di quel mondo così strano quando parla dell'ambiente. A chi compete l'onere del disinquinamento dell'area trattata, visto che noi oggi siamo in fase di PRG, stiamo redigendo delle osservazioni, lei se ne faccia carico, perché tra l'altro la convocherò come ho già fatto nella Commissione dove lei per impegni che si possono sottintendere, per carità, un Assessore regionale, capisco anche questo ...
Vengo al discorso delle dismissioni delle aree, eccetera, proprio qui caro Assessore, super Assessore, lei avrà un obbligo di legge dall'alienazione di altri beni immobili, rispetto a quelli indicati allo stesso comma 1, i quali dovranno essere destinati al finanziamento di investimenti e costituiranno, fino alla stessa finalizzazione, una riserva del patrimonio netto, ai sensi del comma 1, eccetera. Caro Assessore, in questo pot-pourri di concetti io non vedo come noi possiamo oggi in Aula, con un voto positivo o negativo che sia, sostenere questa serie di proposte che trovo tra l'altro poco chiare nei riferimenti finali per l'utilizzo di risorse finanziarie importanti che avrebbero dovuto essere già contenute nel testo della legge, per cui voto no e prima del voto chiedo il numero legale a nome mio, del Consigliere Natali e, questa volta mi auguro che sia dei nostri, del Consigliere Zinni.

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Marcolini.

Pietro MARCOLINI. Pare che le considerazioni svolte giustificano ampiamente la norma in discussione, però vorrei cogliere l'occasione per chiarire e per rassicurare, in via sintetica, che il bilancio regionale rispetto ad una parte importante di esso, che è la sanità, è largamente a credito, nel senso che gli investimenti che vengono realizzati si effettuano con una contribuzione, a volte molto impegnativa, a volte meno impegnativa, a carico del bilancio regionale. Sono oltre 130 milioni le somme stanziate per la realizzazione degli investimenti, quelli ancora in fieri, ad esempio Fermo oppure il Salesi ad Ancona, sono cofinanziati dal bilancio regionale rispettivamente per 30 e per 18 milioni.
Quello che la norma conferma, derivando dal piano nazionale, è che le plusvalenze derivanti dalle valorizzazioni, come anche le economie realizzate durante le gare d'asta, hanno un vincolo di destinazione settoriale: sanità, e categoriale: investimento e non correnti.
E' una questione che noi anche in assenza di legislazione regionale in proposito abbiamo sempre rispettato.
Per dare l'idea l'ultima gara importante che riguarda Camerano, la longevità attiva e la terza età, il nuovo ospedale regionale Inrca, per intenderci, di Camerano, è stato bandito per circa 79 milioni di euro ed ha ricevuto economia per circa 16, adesso non ho qui le cifre quindi consentitemi un margine di approssimazione, ovviamente quelle economie rimarranno a destinazione vincolata per il comparto sanitario specificatamente per investimenti, tanto che il problema del rinnovo dei macchinari dell'attuale Inrca nella futura destinazione sono stati già imputati all'utilizzo di quelle economie.
Vorrei dire due cose, una rispetto a quello che diceva il Vicepresidente Bugaro e l'altra rispetto a quello che diceva il Consigliere Trenta. Per il Lancisi, ricorderà sicuramente il Consigliere Bugaro, che era anche Consigliere comunale di Ancona, che la Regione Marche non solo non è stata inerte, ma fin dall'inizio voleva un impiego immediato, tanto da utilizzarlo in prima battuta come sede degli uffici regionali, questo ci avrebbe aiutato nel non disperdere la nostra popolazione amministrativa in più punti del Comune e della Regione. Purtroppo, il Comune ci obiettò che c'era un problema di omogeneità di destinazione urbanistica e quella zona avrebbe dovuto essere impiegata prevalentemente per finalità di edilizia residenziale, fummo costretti ad accettare questo condizionamento ed è uno degli accordi firmati nel 2006 per varianti urbanistiche che ancora debbono essere approvate, quindi, noi siamo parte offesa, come, mi pare di capire, la stessa osservazione e il mancato utilizzo di quella struttura duole a noi, tanto quanto a chi la denuncia. Speriamo siamo oramai agli sfridi di tempo, che gli ultimi dettagli che riguardavano la bonifica di un piazzale antistante, di cui ci siamo caricati, consenta all'amministrazione ventura, dopo il 25 e 26 di maggio, di dare piena attuazione a quella previsione che noi nel 2006 siglammo.
Per quello che riguarda invece l'osservazione e ci riconnette alla discussione dell'ultimo Consiglio sul sistema creditizio regionale, non posso che ribadire la nostra posizione, il Presidente è intervenuto sul tema ripetutamente, pubblicamente e anche si è industriato privatamente per mettere insieme e per sostenere quell'orientamento che non voglio qui ricapitolare.
Voglio semplicemente dire che esistono dei livelli, come quello di istituti che hanno ancora radici locali negli assetti societari e di governance, che possono più ragionevolmente essere condizionati con una persuasione morale, che veniva richiamata, altri che, purtroppo, sono fuori scala rispetto alle nostre possibilità. La battuta che ci siamo fatti l'ultimo Consiglio regionale, riguardava lo stupore da parte di tutti, penso anche da parte del Consigliere Trenta, nel salutare addirittura con la fanfara il fatto che la Cassa di Risparmio di Ascoli fosse stata acquisita definitivamente in un boccone da Banca Intesa.
Lo stupore derivava da quello, bisognava resistere prima che la cessione avvenisse, una volta inglobata in quella che è la quinta banca d'Europa è difficile riuscire a condizionare quei meccanismi di intercetta e di condizionamento nell'amministrazione del credito, addirittura è difficile per la Fondazione San Paolo, pensate un po' quanto sia possibile per noi. Temo, quindi, che su quel versante bisogna fare per tempo, come stiamo facendo con Banca Marche, tutto quello che si può fare per mantenere le radici qui e per avere un credito più ragionevole, non più amico o più benigno, più ragionevole, capace di valutare non soltanto gli assets o le garanzie reali, ma anche la bontà dell'iniziativa economica da finanziare.
Questo era il senso che non sottovalutava l'osservazione e la preoccupazione che purtroppo è la nostra, dopo la Popolare dell'Adriatico, Carisap, adesso abbiamo un concorrente rispetto al credito con radici locali fortemente radicato con una governance esterna alla regione.
Questo è il problema che dobbiamo registrare.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione. Come richiesto dal Consigliere Trenta prima di passare alla votazione dell'articolo 1 facciamo la verifica del numero legale, quindi, vi prego di palesare la vostra presenza premendo un pulsante a caso. Dichiaro aperta la votazione per la verifica del numero legale. Ricordo che il quorum è 22.
Presenti 30,
Assenti 13.
Il numero legale è accertato.

Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 298. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Relazione della VI Commissione n. 19/13
“Partecipazione della Regione Marche alla fase ascendente – art. 24, comma 3, della legge 24 dicembre 2012, n. 234 – Norme generali sulla partecipazione dell'Italia alla formazione e all'attuazione della normativa e delle politiche dell'Unione europea – Comunicazione della Commissione al Parlamento, al Consiglio, al Comitato economico e sociale e al Comitato delle Regioni - Piano di adozione europeo per il commercio al dettaglio – COM (2013) 36 del 31 gennaio 2013”
(Discussione e votazione risoluzione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la relazione della VI Commissione sulla partecipazione della Regione Marche alla fasce ascendente – art. 24, comma 3, della legge 24 dicembre 2012, n. 234 – Norme generali sulla partecipazione dell'Italia alla formazione e all'attuazione della normativa e delle politiche dell'Unione europea – Comunicazione della Commissione al Parlamento, al Consiglio, al Comitato economico e sociale e al Comitato delle Regioni - Piano di adozione europeo per il commercio al dettaglio – COM (2013) 36 del 31 gennaio 2013”.
Ha la parola il relatore Consigliere Cardogna.

Adriano CARDOGNA. Grazie Presidente, con questa proposta di risoluzione, che trovate nella vostra documentazione, a cui rimando per ulteriori approfondimenti, la VI Commissione intende sottoporre all'attenzione dell'Assemblea legislativa delle Marche una comunicazione della Commissione Europea in tema di commercio al dettaglio.
L'interesse che la comunicazione della Commissione europea riveste per le competenze regionali è di tutta evidenza, il commercio infatti risulta tra le materie di competenza residuale, quindi, esclusiva delle Regioni anche se i profili di continuità con la materia della tutela della concorrenza, di competenza esclusivamente statale, continua a creare problemi ed incomprensioni di ordine generale nell'applicazione delle varie disposizioni che disciplinano la materia.
L'approccio che la Commissione Europea propone è quello di considerare il commercio al dettaglio, soprattutto, dal punto di vista dell'applicazione del diritto di stabilimento e di libera circolazione dei servizi ricondotti, in modo molto più grossolano, alla cosiddetta direttiva Bolkestein, rivolgendo una particolar attenzione alle opportunità economiche che si originerebbero qualora le cosiddette liberalizzazioni venissero ulteriormente incrementate.
La comunicazione, pur nella consapevolezza della sostanziale diversità esistente tra le varie forme del commercio al dettaglio, non propone soluzioni differenti basate sulla dimensione aziendale, che continua invece ad essere un elemento fondamentale della normativa italiana, né differenze sulla base delle dimensioni aziendali, né sul piano dei servizi che il piccolo commercio offre alle comunità.
Per queste ragioni si ritiene opportuno sollecitare il Governo italiano affinché nei tavoli di lavoro, relativi alla nuova politica europea, in materia di commercio al dettaglio, si prenda in considerazione questa specificità, cioè quelle che vengono chiamaei i negozi di vicinato.
Dal punto di vista procedurale la proposta di risoluzione è frutto del lavoro della VI Commissione e del confronto con le strutture della Giunta regionale competenti in materia di commercio secondo una modalità consolidata che continua ad essere efficace.
Per queste ragioni vi invito a votare questa risoluzione.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Risoluzione n. 73 a firma del Consigliere Cardogna, in qualità di Presidente della VI Commissione assembleare. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 316
a iniziativa del Consigliere Giancarli
“Modifica alla legge regionale 16 gennaio 1995, 10 'Norme sul riordinamento territoriale dei Comuni e delle Province nella Regione Marche'".
(Nuova titolazione) "Modifiche alla legge regionale 5 aprile 1980, n. 18 'Norme sui referendum previsti dallo Statuto' e alla legge regionale 16 gennaio 1995, n. 10 'Norme sul riordinamento territoriale dei Comuni e delle Province nella Regione Marche'”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 316 del Consigliere Giancarli. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Traversini.

Gino TRAVERSINI. Grazie Presidente. Si tratta di fatto di due modifiche, come dice il titolo della legge, relative alla legge n. 10 e alla legge n. 18.
La prima modifica prevede che il referendum consultivo sulla proposta di legge per l'istituzione di nuovi Comuni, modifiche delle circoscrizioni e delle denominazioni comunali, sia valido, indipendentemente, dal numero degli aventi diritto al voto che vi hanno partecipato. Questo di fatto toglie il quorum, infatti per sua stessa natura il referendum non è abrogativo, ma consultivo, quindi, il quorum non è così importante. Cosa, tra l'altro, che sta facendo la stragrande maggioranza delle Regioni.
Questo è anche un venire incontro - e mi ricollego a quello che abbiamo fatto nell'atto precedente in cui abbiamo rimesso il diritto al voto per tutti i cittadini iscritti all'Aire, chiaramente, dando il voto ai cittadini iscritti all'Aire la questione del quorum sarebbe più difficile da raggiungere - a quei Comuni che stanno portando avanti le questioni legate soprattutto alle fusioni.
L'altra modifica stabilisce quello che si sta già facendo per quanto riguarda i referendum consultivi, vengono indetti entro il 31 marzo ed effettuati dal 1° maggio al 31 luglio. Questo si sta già facendo in base all'ultima modifica. Noi intendiamo prevedere un'altra possibilità, entro l'anno, indire il referendum entro il 31 agosto ed effettuarlo dal 1° ottobre al 31 dicembre. Questo, e mi ricollego anche a quello che ho detto prima, per il fatto che l'iniziativa dei tre Comuni dell'anconetano, che va comunque sostenuta, ha aperto una sorta di riflessione all'interno del territorio marchigiano per cui altri Comuni stanno pensando di far questo.
Considerato che il prossimo anno ci saranno le elezioni è positivo dare due possibilità - questo facilita questo anno in maniera particolare - perchè molti Comuni andranno alle elezioni avendo superato la data del 31 marzo e, quindi, sarebbe impossibile effettuare il referendum. Si dà una possibilità in più e si viene incontro a chi vuole aprire questa nuova partita delle fusioni.
L'articolo 2 è importante, è l'urgenza, infatti la legge deve entrare in vigore il giorno dopo la pubblicazione.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Massi.

Francesco MASSI. Nulla da aggiungere, concordo.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 1 bis. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 2. Dichiarazione d'urgenza, occorre la maggioranza assoluta, quindi 22 voti. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva a maggioranza assoluta dei suoi componenti)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 316. La pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Acquaroli, Foschi, Natali.
Favorevoli: Acacia Scarpetti, Badiali, Bellabarba, Bucciarelli, Bugaro, Busilacchi, Camela, Canzian, Cardogna, Comi, D'Anna, Donati, Eusebi, Giancarli, Giorgi, Luchetti, Marconi, Marinelli, Massi, Perazzoli, Ricci, Sciapichetti, Silvetti, Spacca, Traversini, Zaffini.
Contrari: Acquaroli, Foschi, Natali, Trenta.
Astenuti: Romagnoli, Zinni.

(L'Assemblea legislativa approva)

Mozione n. 475
dei Consiglieri Busilacchi, Ricci, Bucciarelli, Binci
“Valutazione di efficacia ed equità degli strumenti di contrasto alla povertà”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione 475 dei Consiglieri Busilacchi, Ricci, Bucciarelli, Binci. Ha la parola, per l'illustrazione, il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Grazie Presidente. Proprio ieri l'Istat ha diffuso dei dati recenti, anche dei dati previsionali, sulla situazione di crisi economica nel nostro Paese. Una situazione che come sappiamo perdura oramai da cinque anni, dal 2008, l'Italia è in recessione consecutiva da due anni, guardando i trimestrali dell'Istat, un dato che credo abbia pochi precedenti nel nostro Paese, anche quest'anno, il 2013, segnerà un dato negativo, una contrazione dell'1,3% del Pil.
La ripresa è annunciata per il prossimo anno e, quindi, le previsioni per l'economia del nostro Paese sono positive, ciò nonostante continueranno anche nel prossimo anno le conseguenze sociali di questa crisi, anche se ci sarà una ripresa economica, diceva ieri l'Istat, la disoccupazione aumenterà anche il prossimo anno e se quest'anno si attesta all'11,9%, nel 2014 le previsioni sono del 12,3%.
Questo vuol dire che le conseguenze sociali per le famiglie, per questa situazione di crisi, sono di la da venire, abbiamo una contrazione significativa dei redditi disponibili. Nel nostro Paese abbiamo avuto uno degli incrementi più bassi dei salari da venticinque anni, anzi anche da più tempo, addirittura dal 1983 e per quest'anno è segnata una contrazione di spesa delle famiglie dell'1,6%.
Questa contrazione dei redditi delle famiglie fa si che vengano sottostimati, anche dai dati dell'Istat, alcuni indicatori molto significativi come ad esempio quello della povertà …

PRESIDENTE. Scusate il Consigliere Busilacchi sta cercando di illustrare la mozione, un po' di rispetto.

Gianluca BUSILACCHI. Noi da molti anni sappiamo che la povertà nel nostro Paese è più o meno stabile, il problema è che la povertà viene calcolata dall'Istat sulla base dei consumi - se si ha una contrazione di tutti consumi delle famiglie - il fatto che il tasso di povertà sia sempre dell'11%, vuol dire che c'è un impoverimento di tutte le famiglie italiane.
Io ho visto uno studio effettuato dalla Banca d'Italia e dalla BCE, qualche mese fa, sui redditi, non sui consumi, che segnala che la povertà e il reddito disponibile medio delle famiglie italiane è significativamente diminuito in questi anni.
Di fronte a questa grave situazione, quali sono le arretratezze del nostro Paese, la più significativa è che in Italia non esiste una politica universalistica di contrasto alla povertà, come invece avviene in tutti gli altri Paesi europei, escluse la Grecia e l'Ungheria. Non esistono quelle misure, adesso sono tornate alla ribalta nell'agenda politica anche a livello nazionale, che sono note con il termine di reddito minimo.
Ci sarebbe molto da discutere su queste misure, adesso non voglio rubare troppo tempo all'Assemblea, quello che voglio dire, visto che sono state depositate anche alcune proposte di legge su questo punto, è quello che possiamo fare noi come Regione. Le misure di reddito minimo sono una misura che andrebbe presa a livello nazionale, perché in tutti i Paesi è così, perché c'è una situazione di vincolo di bilancio, perché c'è una situazione di esiguità delle risorse regionali, perchè nelle Regioni in cui si è provato ad istituire misure di reddito minimo, queste sono sostanzialmente fallite e si è fatto, di fatto, un passo indietro.
Noi che cosa proponiamo con questa mozione, che tra l'altro è sottoscritta anche da alcuni colleghi che hanno presentato quelle proposte di legge? Noi sappiamo che la Regione Marche, in questi anni, si è data molto da fare ed ha messo in campo un grande sforzo in merito agli interventi di contrasto alla povertà e di tutela ai redditi delle famiglie, anche l'ultimo protocollo di Intesa che è stato firmato dalla Giunta con i sindacati ha avuto, io credo, un significativo impatto da questo punto di vista, quindi, non credo che ci sia, sostanzialmente, da correggere la rotta, però, visto il perdurare di questa condizione e visto il fatto che una risposta comunque va data, probabilmente, andrebbe fatta un'analisi per valutare l'efficacia, anche in termini di equità orizzontale di queste misure.
Molte delle proposte che sono state messe in campo, in questi anni, vanno giustamente a vantaggio di famiglie che hanno perso il reddito da lavoro, però ci sono alcune categorie che sono storicamente scoperte dalla protezione del nostro welfare, anche nazionale, credo che sarebbe importante valutare, proprio sul piano dell'equità orizzontale, se esistono categorie particolarmente svantaggiate in modo che le misure regionali possano andare a colmare queste iniquità orizzontali che si determinano.
Fondamentalmente l'impegno che chiediamo con questa mozione è quello di fare una valutazione, uno studio, che consenta di verificare l'efficacia delle misure che sono state messe in campo ed eventualmente una revisione in senso universalistico degli ammortizzatori sociali, regionali e delle politiche di contrasto alla povertà.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Binci.

Massimo BINCI. Sono cofirmatario della mozione ed ho presentato una proposta di legge regionale per un reddito minimo.
Ho sottoscritto questa mozione perché è propedeutica alla discussione di queste proposte di legge, a questa riflessione in merito ad un intervento di sostegno al reddito di tipo universalistico all'interno delle capacità di bilancio, alla necessità di vedere qual è la situazione di chi ha perso reddito, di chi lavorava e non lavora più ed è in una situazione di cassa integrazione ordinaria, o chi, invece, è in una situazione di cassa integrazione straordinaria.
Vedere qual è il trend, cioè quante persone rischiano di uscire da queste che, di fatto, sono le uniche forme di sostegno al reddito per chi lavora e quale sarebbe la loro situazione se dovessero esserne sprovvisti.
L'altra questione è mettere insieme e verificare che effetto hanno tutte le politiche a pioggia, o dietro richiesta, che vengono fatte dalla Regione, verificare quelli che sono gli interventi di leggi regionali, come di sostegno all'affitto, alla genitorialità, oppure dai Comuni, rispetto ai servizi. Questo per avere un panorama, sapere innanzitutto qual è il trend e conoscere la realtà di chi è senza lavoro.
Fare una riflessione, come ha detto il Consigliere Busilacchi, di tipo orizzontale, nel senso di chi non ha nessuna tutela attuale - non possiamo far finta che queste persone non esistano - persone che in coppia, single, in famiglia hanno redditi sotto, ad esempio, i cinque mila euro, che vivono con il sostegno dei genitori, Vedere, quindi, quanta gente vive a livello della soglia di povertà o sotto.
I cittadini che chiedono pubblicamente aiuto non sono la totalità, né la maggioranza di quelli che sono in difficoltà, la maggioranza dei cittadini in difficoltà ed in povertà ha una sua dignità. Sono cittadini che hanno sempre lavorato e, adesso, per la crisi, per la mancanza di occupazione, si trovano a non potersi sostenere con la forza delle proprie braccia, che è quella che dà dignità alle persone, anche più povere, che dà la certezza nel futuro, che potevano dirsi un qualche lavoro lo farò.
Siamo in una situazione in cui è difficile trovare un lavoro anche di manovalanza, quindi, vale la pena di vedere quali sono le risorse complessive a disposizione e fare una riflessione che valga per la Regione, ma proporla poi anche a livello nazionale, per dire la situazione locale nelle Marche è di questo tipo, ci sono questi interventi da parte degli enti locali, c'è questo livello di povertà, c'è questo livello di servizi e c’è questo reddito minimo che non copre alcune fasce.
Penso, e qui chiamo in causa chi si è sempre battuto per le famiglie, per i bambini, per le famiglie numerose, che di fatto non siano neanche garantiti i servizi minimi essenziali ai bambini rispetto all'accesso alla scuola, ai servizi legati alla scuola, alla sanità o ad altri servizi considerati voluttuari, ma che ormai non sono servizi ma diritti, come quello di poter di accedere ad uno sport o quello di pagare, per una famiglia con figli, l'affitto
Vale la pena ed è importante che ci sia questo studio, mi sembra che non sia indicato bene il percorso, si parla di uno studio generico, varrebbe la pena indicare le risorse e chi questo studio dovrebbe farlo. Potrebbe essere un gruppo di lavoro formato da responsabili regionali anche perché sarebbe ora che le pubbliche amministrazioni imparino a lavorare non per comparti chiusi, ma in collaborazione e in sinergia con altri comparti. Questo, mi sembra, il caso in cui è necessario questo tipo di collaborazione, se non altro tra i servizi che si occupano di lavoro, di politiche sociali, di famiglia e di bilancio.
Approfitto di questa elaborazione, che abbiamo fatto qui anche in progress, per direin merito al gruppo di studio. Non affiderei questo incarico, pur con tutta la valenza scientifica, a due ricercatori di sociologia, lo affiderei ad un gruppo di lavoro interno all'ente con i settori che si intersecano, poi eventualmente si potrà chiedere la collaborazione dell'Università di sociologia, dell'Università Politecnica delle Marche o di economia rispetto, alla questione del reddito, per elaborare delle tabelle rispetto alla questione della povertà, da integrare con il gruppo di lavoro interno.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Massi.

Francesco MASSI. Racconto una piccola storia, penso possa essere capitato a tutti, solo per capirci. Questo inverno, alle ore 23,00 di sera, ho chiamato i Carabinieri a seguito di una telefonata che mi è arrivata da una famiglia composta da moglie, marito e tre figli. Il marito disabile al 100%, uno dei tre figli disabile, non dico di quale Comune, comunque non è il mio. Un Comune vicino. Questa famiglia abita nelle case popolari, quindi, un affitto minimo, per un arretrato di acqua, luce, gas, per un totale complessivo di 380 euro, alle 20,00 di sera gli hanno staccato tutti questi servizi.
Dopo questa telefonata ho chiamato il Maresciallo dei Carabinieri che ha avuto l'accortezza di chiamare il servizio tecnico di quella società e a mezzanotte gli hanno ripristinato i servizi. 380 euro di arretrati! Cosa vi devo dire, penso che sia capitato a molti di voi. Capita in tutti i Comuni, ma a personaggi che hanno debiti più grandi le società fornitrici non staccano i servizi, non parlo di aziende. A persone e famiglie che hanno debiti piccoli, 500, 600, 700 euro fanno gli eroi e alle 20,00 di sera mandano i tecnici a staccare le utenze.
Non faccio i nomi delle società, perché da nord a sud le conosciamo tutte e fanno quasi tutte così.
Condivido moltissimo la mozione, quello che avete detto, l'analisi la condivido, però, dovete capire che qui c'è un’emergenza quotidiana che aumenta, sulla quale i Comuni non possono più intervenire, e quindi cosa c'è da fare? (…) Neanche la Regione può intervenire, dice l'Assessore Viventi. Qualcosa, però, credo si possa fare per indirizzare verso i Comuni delle risorse - non è che sto scoprendo l’acqua calda - qualcosa bisogna fare. Non cito manifestazioni, che da qui a poco ci costeranno moltissimo, mi direte che sono fissato, però preferisco essere considerato fissato che non vedere. Quello è un esempio, basterebbe poco perché questi interventi sono in aumento e sono per piccoli debiti, poi ci sarà anche quello che è più furbo e magari ha 15, 20, 25 mila euro, lì le aziende non staccano, questo è capitato anche a me, gente che può pagare che accumula questi debiti. Non sto qui a proporre soluzioni perché, come voi, probabilmente, non ne ho, però una rivisitazione di questo settore e un urgente intervento credo che bisogna farlo.

PRESIDENTE. E' pervenuto un emendamento a firma del Consigliere Cardogna, se vuole illustrarlo …
Ha la parola il Consigliere Cardogna.

Adriano CARDOGNA. Grazie Presidente, esprimo la mia condivisione all’iniziativa dei Consiglieri Busilacchi, Binci, Bucciarelli e Ricci. L'emendamento che propongo è molto semplice, nel dispositivo introduce un limite temporale: “ a promuovere entro sei mesi dall'approvazione della presente mozione”, in quanto la stessa mozione richiede, e …

PRESIDENTE. Promuovere significa iniziare.

Adriano CARDOGNA. Nel dispositivo, dopo la parola promuovere, pensavo di introdurre, ma non vorrei fare peggio, un elemento temporale,

PRESIDENTE. Promuovere significa iniziare, quindi iniziare entro sei mesi questo studio, (…) se non ci deve essere un limite temporale allo studio…

Adriano CARDOGNA. Vorrei dire, ma non voglio fare peggio, promuovere entro due mesi.
Il punto che invece introduco con l’emendamento è quello per conservare e ridare il ruolo all'Assemblea legislativa che in materia di monitoraggio dell’attività della Giunta, delle leggi della Giunta, dei provvedimenti della Giunta, possa tornare in gioco per adempiere, a quelli che io ritengo essere, i suoi compiti statutari e, quindi, aggiungo “Presentare all'Assemblea legislativa regionale, per il tramite della competente Commissione, le risultanze affinché possa esprimere opportuni indirizzi e correttivi”.
Spero di essere stato chiaro.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Trenta.

Umberto TRENTA. E' perfetto, difficile non essere d'accordo con la mozione, Voglio andare invece allo straordinario, siccome siamo nel piano socio sanitario propongo all'Assessore Mezzolani o al super Assessore Marcolini, di proporre dove prendere questi soldi.
Le strutture ospedaliere la smettano di fare intramoenia, extramoenia e, quindi, risolviamo anche il problema delle liste d'attesa. 8, 16, 24 il funzionamento delle strutture ospedaliere con il personale, i famosi primari che dovranno rendere pubblici i loro guadagni interni ed esterni alle strutture che utilizzano, quindi, le strutture ospedaliere con i relativi macchinari, i quali funzionano 8, 16, 24 ore al giorno, full time con la turnazione e quindi togliamo il problema delle … - Consigliere Comi riguarda anche lei perché adesso preparo una proposta di legge e voglio vedere – poi, il tetto massimo ai medici di base, con la razionalizzazione delle urgenze che mandano agli ospedali. Sapete cosa significa questo? Abbattere del 50% il costo della sanità sul bilancio, andiamo anziché all'83% al 41,5% e quei soldi, caro Consigliere Binci, li destiniamo al piano socio sanitario, più socio che sanitario, perché qui sono soci occulti delle strutture private che sono esterne, quindi c'è la scelta politica, medicina privata o medicina pubblica. Noi siamo per il pubblico e, quindi, quei soldi, quelle risorse finanziarie andranno al sostegno, non della mozione caro il mio Presidente Cardogna, andranno al sostegno diretto di quelle famiglie in povertà.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Emendamento n. 1 a firma del Consigliere Cardogna. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Visto che è così condivisa trasformiamo la mozione in una risoluzione. Almeno alla Giunta arriva come volontà …

PRESIDENTE. Scusi Consigliere Binci, la mozione basta votarla, non ci sono due mozioni da accorpare e fare una proposta di risoluzione.

Massimo BINCI. Siccome è stata integrata, c'è modo di far partecipare altri Consiglieri alla sottoscrizione della mozione?

PRESIDENTE. Ho capito l’appello, però, bisognava farlo prima, adesso va votata.

Massimo BINCI. Era per dare forza, visto che c'è condivisione.

PRESIDENTE. L'importante è la condivisione dell'Aula nel voto, fate voi.
Mozione n. 475 così come emendata. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Mozione n. 476
dei Consiglieri Pieroni, Ciriaci
“DURC – Documento Unico di Regolarità Contributiva Legge n. 266 del 22/11/2002 e successive modificazioni”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 476 dei Consiglieri Pieroni, Ciriaci. Ha la parola, per l’illustrazione, la Consigliera Ciriaci.

Graziella CIRIACI. Grazie Presidente, molto brevemente in quanto la nostra mozione chiede una deroga per dare la possibilità di lavorare alle aziende che non sono in regolarità contributiva ma che hanno già effettuato e richiesto la possibilità di dilazionare il pagamento.
In sintonia con la precedente mozione che abbiamo discusso, questo atto vorrebbe dare un forte impulso alla produttività, soprattutto rivolto alle piccole realtà in quanto proprio le più piccole sono quelle penalizzate dall’emissione e dal ritiro del DURC da parte dell'Inps, anche per piccoli importi.
A volte avere la possibilità di derogare al DURC, permette di ricominciare a lavorare e di avere un minimo di disponibilità economica per poter far fronte ai pagamenti successivi.
La nostra richiesta è quella di impegnare la Giunta regionale a farsi promotrice presso la Conferenza Stato Regioni di una proposta di modifica proprio della legge 266 del 22 novembre 2002 e successive modifiche e dovrebbe avere come obiettivo la sospensione, con effetto immediato per almeno tre anni, per superare questo periodo di crisi e dare sollievo economico.
In questo abbiamo voluto inglobare tutte le ditte individuali, i lavoratori autonomi, le imprese e le società fino a 3 dipendenti e con collaboratori familiari, con questo tra l'altro non vogliamo fare in modo che ci sia una non regolarità nell'espletamento dell'attività stessa delle aziende, è una deroga che non dà la possibilità di non essere in regola per quanto riguarda la normativa di sicurezza, ma è una richiesta per derogare quelle che sono le incombenze economiche, ma derogarle momentaneamente.
Chiedo all'Aula di poterla votare affinché questo nostro impegno alla Conferenza Stato Regioni possa essere portato a termine.

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Canzian.

Antonio CANZIAN. Grazie Presidente, solo per raccogliere l'invito dei firmatari di questa mozione. Come noto giovedì, quindi dopo domani, ho convocato la Commissione Commercio delle Regioni per affrontare anche questo tema, vedremo se in sede interregionale questa esigenza è condivisa e con quali modalità, eventualmente mi riservo di riferire l'esito di questa riunione.
E' ovvio che la posizione della Regione Marche va in questa direzione poi occorrerà vedere le modalità ed anche la tempistica necessaria ed utile.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 476. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)


Mozione n. 427
del Consigliere Cardogna
“Moratoria alle trivellazioni petrolifere in Adriatico e miglioramento del monitoraggio per la previsione, prevenzione e gestione di eventuali rilasci di idrocarburi in mare”

Mozione n. 50
dei Consiglieri Eusebi, Giorgi, Donati, Acacia Scarpetti
“Divieto di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi”

Risoluzione n. 74
dei Consiglieri Cardogna, Giorgi, Binci, Bucciarelli
“Divieto prospezioni e ricerche di idrocarburi liquidi e prevenzione eventuali rilasci in mare”
(abbinate)
(Discussione e votazione risoluzione)


PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le mozioni n. 427 del Consigliere Cardogna e n. 50 dei Consiglieri Eusebi, Giorgi, Donati, Acacia Scarpetti, abbinate, e la risoluzione dei Consiglieri Cardogna, Giorgi, Binci, Bucciarelli.
Ha la parola per illustrarla il Consigliere Cardogna.

Adriano CARDOGNA. Grazie Presidente. La risoluzione fa proprie le mozioni n. 50 e n. 427 che hanno due elementi di attualità che trovano origine nel decreto sviluppo del 24 gennaio 2012 che contiene “Disposizioni urgenti per la concorrenza e lo sviluppo delle infrastrutture e la competitività” così recita “al fine di garantire maggiori entrate erariali per lo Stato, liberalizza ed agevola la ricerca e l'estrazione di idrocarburi lungo le coste italiane”.
L'altro elemento di attualità è rappresentato dal decreto interministeriale di approvazione del documento di strategia energetica nazionale, pubblicato alcune settimane fa, dove, tra le altre cose, si dice che “la strategia riconferma la volontà di dare avvio alle trivellazioni per petrolio e gas in tutta la penisola e in mare”.
Vengono anche anticipate delle pallide accortezze ambientali che però non valgono per le concessioni già date che sono per la verità un'infinità.
Di questo si occupano queste mozioni che intendono portare alla vostra attenzione non soltanto la questione specifica, ma anche quanto in materia hanno già prodotto altre Regioni italiane, il pronunciamento della Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni italiane e anche una presa di posizione nel merito e sul documento della strategia energetica nazionale da parte della Conferenza delle Regioni che io brevemente devo per forza illustrarvi.
Le Regioni Veneto, Puglia, Sicilia, Basilicata e Molise hanno formalmente manifestato la netta contrarietà all'avvio di nuove trivellazioni in mare, tralascio, credo che non ci sia bisogno di dire, che il petrolio stimato nei nostri mari è veramente irrisorio, non è una battuta, ma se fosse estratto contemporaneamente, in uno stesso momento, darebbe un'autonomia al nostro Paese per cinque settimane.
La Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni alla quale ha partecipato anche il nostro Presidente Solazzi ha approvato un ordine del giorno che impegna i Presidenti, le Giunte regionali e gli Assessori all'ambiente ad opporsi, con ogni atto necessario, alle decisioni del Governo nazionale che autorizzano prospezioni nel sottosuolo marino e consentono qualsiasi attività di sfruttamento nel mare per ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi in Adriatico e nello Ionio.
La Conferenza delle Regioni, del 6 dicembre 2012, ha approvato un documento con il quale si esprime parere negativo sulla nuova strategia energetica nazionale e particolare dissenso sulla possibilità di procedere alle trivellazioni per l'estrazione di idrocarburi in attesa dell'adozione di un programma nazionale di ampio respiro.
La nostra intenzione è quella di richiamare la vostra attenzione su questa risoluzione, anche per dare continuità ad un lavoro che questa Assemblea legislativa nel corso di questa legislatura ha fatto a favore del nostro mare.
Richiamo in modo particolare la mozione n. 360 del 2012, ad iniziativa dei Consiglieri Cardogna, Pieroni, Latini, Giorgi e Ricci, approvata alla unanimità, con la quale si impegnava il Presidente della Giunta regionale ad attivare il Governo nazionale affinché promuovesse, tramite l'iniziativa Adriatico Ionica, le opportune azioni per la designazione dell'area Adriatico Ionica, o di sue parti, come zone di mare particolarmente sensibili e la relativa definizione delle misure di protezione da adottare e da concertare in sede di Imo (International maritime organization) per il loro riconoscimento internazionale.
Aggiungo che a questo possiamo associare l'iniziativa sostenuta dal nostro Consiglio regionale, portata avanti dal Presidente Spacca, per il riconoscimento della Macroregione Adriatico Ionica che fa del mare Adriatico e Ionico la base per pensare al nostro sviluppo e al nostro futuro.
Segnalo che presso la nostra Assemblea giace una proposta di legge a firma Cardogna e Giorgi concernente il divieto di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi nelle acque del Mare Adriatico e delle regioni prospicienti. E' una proposta di legge alle Camere, come l'articolo 121, secondo comma, della Costituzione consente alle Assemblee legislative. Inoltre sempre presso i lavori dell'Assemblea legislativa c'è una proposta di legge a firma Cardogna, Malaspina, Latini, Eusebi, Ricci e Pieroni avente ad oggetto: “Sistema regionale per la difesa dell'inquinamento di idrocarburi o altre sostanze nocive causate da incidenti marini”.
Con tutte queste premesse e per dare ulteriore continuità al lavoro svolto dalla nostra Assemblea legislativa, dagli organismi di rappresentanza delle Giunte e dei Consigli, il dispositivo della mozione impegna l'Assemblea legislativa regionale a discutere e ad approvare con celerità le proposte di legge che ho precedentemente citato ed impegna il Presidente e la Giunta regionale ad opporsi, con ogni atto, alle decisioni del Governo nazionale che autorizzino prospezioni del sottosuolo marino e che consentano qualsiasi attività di sfruttamento del mare di ricerca di idrocarburi liquidi in Adriatico e nello Ionio al fine di non vanificare quanto fin qui realizzato in punto di costruzione della Macroregione Adriatico Ionica.
Spero di essere stato abbastanza esaustivo nell'illustrazione di questa risoluzione ricordando a tutti notizie e cronache che negli ultimi decenni hanno contrassegnato, più volte, incidenti e situazioni compromissorie del nostro ambiente marino.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Concordo con quanto ha detto il collega Consigliere Cardogna, tra l'altro il punto centrale, a mio avviso, dei provvedimenti governativi sta nel fatto che la possibilità di ricerca viene estesa per le aziende, per le imprese che sono in possesso di concessione per la ricerca di idrocarburi. Le aziende hanno la possibilità di estendere il loro raggio di azione fino a 6 miglia dalla costa, attualmente siamo a 12 miglia, quindi, questo è un punto su cui credo dobbiamo porre molta attenzione dal punto di vista del valore ambientale ma anche dal punto di vista, se volete, dell'organizzazione economica e sociale delle nostre coste, si passerebbe dalle 12 miglia alle 6 miglia.
Giusta la risoluzione, vediamo anche di presentare, come diceva il collega Consigliere Cardogna, una proposta di legge alle Camere, del resto l'abbiamo fatta anche questa mattina su un altro tema, licenziata dalla IV Commissione, vediamo anche di approvare quello che è di nostra competenza, dentro la legislazione concorrente e dentro le prerogative legislative della Regione, quello che è possibile approvare.
Il Consigliere Cardogna chiamava in causa anche l'Assessorato all'ambiente, sicuramente l'Assessorato all'ambiente converrà con noi sulla necessità di legiferare, e per quanto non è di nostra competenza, proporre alle Camere.
Credo che dobbiamo estendere, in qualche modo, il raggio di azione anche ad altri aspetti che non siano solo ambientali, ripeto, il valore ambientale è prioritario, ma credo che se qui non ci sarà l'attenzione necessaria rischiamo di compromettere anche quella che è un'offerta turistica di qualità che, nel corso degli anni, l'imprenditoria turistica, le istituzioni locali, il mondo ambientalista e tanti soggetti hanno saputo costruire.
Questo mio intervento poteva essere non fatto rispetto alla mozione in quanto condivido quello che è stato detto, ma ho voluto farlo perché penso di poter costruire, insieme all'Assessore, all'Assessorato all'ambiente e non soltanto, atti che siano incisivi rispetto all'organizzazione democratica della nostra Regione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffini.

Roberto ZAFFINI. Chiedo la verifica del numero dei Consiglieri presenti in Aula, perché non possiamo fare queste figure. Prima del voto chiedo la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Prendo atto e registro il rigore del Consigliere Zaffini, infatti dopo questa mozione c'è una sua mozione che invita il Ministro del lavoro e delle finanze ad introdurre una regolamentazione dell'esercizio della prostituzione, un tema forte per un Consigliere della Lega nord ma, nonostante questo ha chiesto la verifica del numero legale.
Io vorrei privilegiare il merito, perché credo che questa mozione a tutela dell'ambiente e delle coste marchigiane sia molto importante, quindi, vorrei che questa mattina i Consiglieri, come diceva ora il Consigliere Binci, che sono nell'atrio rientrassero per dimostrare che il numero legale in quest'Aula c'è e decidere, nel merito, sia sulle mozioni, che sono state presentate dai colleghi Consiglieri Cardogna ed altri, che sulla mozione del Consigliere Zaffini.
Spero che il numero legale ora ci sia e, visto che non sono ipocrita, voglio dire che questo mio intervento era di carattere ostruzionistico perché volevo che il numero legale ci fosse.

PRESIDENTE. Come richiesto dal Consigliere Zaffini, dobbiamo fare la verifica del numero legale, quindi come abbiamo fatto circa un'ora fa ogni Consigliere è invitato a palesare la sua presenza premendo un pulsante a piacere. Siamo pronti, bene.
Il quorum è 22.
Presenti 28,
Assenti 15.
Il numero legale è accertato.
Proposta di risoluzione n. 74 ad iniziativa dei Consiglieri Cardogna, Giorgi, Bucciarelli, Binci. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. Alla fine della seduta è convocata la Commissione di inchiesta per l'insediamento e l'elezione del Presidente e Vice Presidente, quindi, dichiaro chiusa la seduta.

La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 13,00.