Resoconto della seduta n.12 del 26/01/2021
SEDUTA N. 12 DEL 26 GENNAIO 2021

La seduta inizia alle ore 12,50.

Presidenza del Presidente
Dino Latini

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Colleghi buona giornata, dichiaro aperta la seduta n. 12 del 26 gennaio 2021. Do per letto il processo verbale della seduta n. 11 del 19 gennaio 2021, il quale, ove non vi siano opposizioni, si intende approvato ai sensi del comma 4 dell’articolo 53 del Regolamento Interno.
Richiamo, inoltre, ai sensi del comma 5 dello stesso articolo, l'attenzione di tutti i Consiglieri sulle comunicazioni distribuite con cui porto a conoscenza dell'Assemblea quanto espressamente previsto dal Regolamento interno.
Innanzitutto una comunicazione che riguarda la parte della seduta aperta, la stessa, così come l'abbiamo vissuta in presa diretta, verrà trasmessa domani sera, in prima serata, da sette Tv locali, proprio per eliminare qualsiasi possibile valutazione che la manifestazione sia stata fatta in termini di autoreferenzialità. La seduta verrà trasmessa domani sera in tutto il territorio delle Marche, attraverso i sette canali televisivi che si sono dichiarati disponibili, consentendoci così di estenderla a tutta la comunità marchigiana, in particolar modo agli studenti di ogni ordine e grado.
E’ stata presentata la mozione n. 33 a firma dei Consiglieri Rossi, Marinelli, Marcozzi, Latini, Ciccioli, Santarelli, Mangialardi, Ruggeri, avente ad oggetto “Istituzione e promozione dell'Itinerario Ebraico Marchigiano”. Come vedete, al primo punto all'ordine del giorno della seduta ordinaria c’è l'eventuale approvazione di atti di indirizzo inerenti l'argomento trattato nella seduta assembleare aperta, quindi, siccome la mozione n. 33 si riferisce proprio a questo punto, vi chiedo di votarne l’inserimento al punto 4 bis dell’ordine del giorno.
Ha la parola il Consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. La richiesta è quella di iscrivere la mozione al punto 4 bis? Ritengo di farla subito, considerato che è contestuale all'argomento di cui abbiamo discusso fino adesso nella seduta aperta per poi passare al punto 2, le interrogazioni.
Questo atto è direttamente collegato e non credo che ci saranno tantissimi interventi, penso uno per gruppo, immediatamente eliminiamo questo punto che andrà anche sui giornali di domani, quindi avrà dignità di comunicazione e di stampa e successivamente passiamo agli altri argomenti. Questa è la mia proposta.

PRESIDENTE. L'indicazione di metterla al punto finale era per consentire un'eventuale valutazione degli altri Consiglieri presenti in Aula, che potessero in qualche modo intervenire per costituire una mozione che assumesse il valore di una condivisione la più ampia possibile.
Iscrizione della mozione n. 33 (punto 1). La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva a maggioranza assoluta dei votanti)

Mozione n. 33
ad iniziativa dei Consiglieri Rossi, Marinelli, Marcozzi, Latini, Ciccioli, Santarelli, Mangialardi, Ruggeri
“Istituzione e promozione dell'Itinerario Ebraico Marchigiano”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 33 dei Consiglieri Rossi, Marinelli, Marcozzi, Latini, Ciccioli, Santarelli, Mangialardi, Ruggeri.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Rossi.

Giacomo ROSSI. Grazie, Presidente. All'ordine del giorno c'era la possibilità di presentare degli atti di indirizzo inerenti l'importante giornata che abbiamo celebrato stamane, ho creduto opportuno portare questa mozione, che tra l'altro è stata sottoscritta da tutti i capigruppo, di maggioranza e di minoranza, e per questo li ringrazio.
Credo che questo sia un segnale di unità molto importante che diamo all'esterno su argomenti seri ed importanti come quello di oggi, al quale questa mozione è connessa.
La mozione chiede al Presidente ed alla Giunta di istituire e promuovere un itinerario ebraico marchigiano, cos’è questo itinerario? Nella premessa, che brevemente vi cito, dico che nella nostra regione la comunità ebraica è da secoli parte integrante della comunità marchigiana e le varie persecuzioni storiche, nonché le deportazioni naziste, non hanno cancellato la storia del popolo ebraico, né le tracce storiche lasciate nella nostra regione.
Ho citato le varie persecuzioni del popolo ebraico perché, voglio ricordarlo, derivano da secoli, ne abbiamo una prova provata, artistica, nel mio territorio, la profanazione dell'ostia di Paolo Uccello, un'opera importante conservata nella Galleria nazionale delle Marche ad Urbino, nella quale viene rappresentato a livello pittorico l'odio che anche nel Medioevo c’era nei confronti del popolo ebraico. Questa è una piccola digressione.
Ritorno alla mozione. La storica presenza del popolo ebraico nelle Marche ha dato vita ad un vasto patrimonio artistico, storico, culturale, come per esempio – ho riportato gli esempi più importanti, ma se ne possiamo aggiungere anche altri - la Sinagoga di Ancona, di Senigallia, di Pesare e di Urbino, quest'ultima tra l'altro consacrata al culto, l’ex Sinagoga e forno ebraico di Apecchio, che è il mio paese, il quartiere ebraico di Camerino, i ghetti ebraici di Jesi, Civitanova Marche, Monterubbiano, Ascoli Piceno, l'antico cimitero ad Ancona nel parco del Cardeto. Ripeto, ho citato solo le testimonianze artistiche più importanti, sicuramente ce ne saranno delle altre.
La valorizzazione e la tutela di questi luoghi è fondamentale per mantenere viva la memoria e la loro importanza storico, culturale, tra l'altro questi luoghi rappresentano delle vere testimonianze artistiche, storiche, culturali, che potrebbero esprimere un forte richiamo ed un potenziale turistico.
Nella mozione ho citato, in particolare, i tanti cittadini di origine ebraica disseminati in tutto il mondo, quindi, potrebbe esserci un filone turistico che segue queste testimonianze storiche importanti, grazie ad una attenta e dovuta promozione di insieme a beneficio delle comunità locali, nelle quali queste testimonianze sono inserite.
La mozione chiede l'istituzione di un itinerario ebraico marchigiano, che ha anche una finalità memoriale di questi luoghi, oltre che la presenza artistico, storico e culturale delle nostre comunità ebraiche disseminate nei secoli nelle Marche. Sarà anche un ricordo e una riflessione concreta sulle tante persecuzioni che questo popolo ha subìto nella storia, persecuzioni che, purtroppo, altri popoli continuano a subìre, cito l’olocausto, il genocidio, la continua persecuzione del popolo cristiano d'Armenia.
Questa è una proposta memoriale ed allo stesso tempo fattiva che credo sia positiva e non a caso la sottoscrizione di tutti i Capogruppo di maggioranza la rende tale.
Ringrazio ancora una volta il Consiglio per l’occasione che mi ha dato con la presentazione di questa mozione.
Quando verrà concretamente istituito questo itinerario, proporrò che possa essere strutturato in maniera sinergica con la locale comunità ebraica ed il Tribunale Rabbinico del Centro Nord Italia, questo nella fase di attuazione e nella delibera attuativa; chiedo anche che ci possa essere questa sinergia nella creazione di questo itinerario e resto a disposizione per poter lavorare su questi itinerari.
Conosco bene l'attenzione che viene riposta a questi luoghi, proprio perché, come ho detto prima, provengo da un paese dove c’è una ex Sinagoga, un ex quartiere ebraico, un forno ebraico della comunità medievale che era a servizio dei conti Ubaldini, molto importante. Nel tempo si è iniziato a sviluppare questo tipo di interesse e di turismo e di memoriale storico.
Credo che sia una proposta importante e chiedo la condivisione ed il voto di tutti gli altri Consiglieri dei gruppi. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Grazie Presidente. Mi sento parlare in piedi, cosa che non faccio mai perché secondo me questo è un argomento di estrema delicatezza. Per me che sono oggettivamente, e credo mi sia riconosciuto, persona di destra il problema della persecuzione degli ebrei è un nervo scoperto.
Nella mia storia personale, ognuno di noi è condizionato dalla storia personale, ho avuto due maestri, penso che ognuno di voi avrà avuto un insegnante, un maestro, un professore di liceo, con cui ha avuto un rapporto particolare, io ho due persone che appartengono alla mia storia personale, una è Vittorio Volterra, che è stato il mio professore di clinica psichiatrica all'università, con cui ho fatto la tesi e la scuola di specializzazione per quattro anni, è ancora vivente, ha novant'anni, ha insegnato a Bologna. La sua famiglia fu perseguitata e lui si spostò da ragazzino, da Bologna, dalla sua città, ad Udine, andò a studiare fuori perché erano gli anni delle leggi persecutorie, ha studiato dai Barnabiti, si è convertito al cristianesimo, ma intimamente è di famiglia ebraica, anche il fratello è stato un intellettuale importante.
L’altra è Salomon Resnik, per 4 anni andai a Venezia alla scuola di formazione psicoanalitica presso Salomon Resnik, lo dice già il nome, la sua era una famiglia ebraica. Una storia completamente diversa, lui era un ebreo russo nato in Argentina, alcuni componenti della sua famiglia perseguitata da Lenin, lui è nato nel 1920, furono uccisi mentre altri fuggirono precipitosamente in Argentina. Lui nacque a Buenos Aires, poi tornò in Europa dove ha avuto come maestri i più grandi della psicanalisi, la figlia di Freud, Melanie Klein, è morto a 97 anni, 3 anni fa. Con lui non solo ho fatto formazione, ma soprattutto ho fatto tanti casi clinici. Sono due persone ebree, psicologicamente, al di là della religione. In realtà Salomon Resnik è sempre stato un ateo.
Ricordo che ai tempi del liceo, da ragazzo, ho corteggiato una ragazzina ebrea, non ci trovavo niente, ho sempre pensato che gli ebrei nella comunità italiana sono totalmente integrati. Gli ebrei in Italia sono stati circa 50 mila, oggi forse un po' meno quelli registrati ufficialmente, una piccolissima percentuale rispetto alla popolazione - se noi andiamo a vedere gli islamici oggi sono alcuni milioni - ma ha costituito, sia dal punto vista economico, con una rete commerciale e dei traffici, che dal punto di vista culturale, un pezzo significativo, a mio parere, della comunità italiana.
Mi riferisco in particolare alla comunità di Ancona, notoriamente la più grande comunità ebraica d'Italia è a Roma, circa 20 mila persone, la seconda per molto tempo, circa 2 mila persone, fu quella ebraica di Ancona, che ha una storia importantissima nella comunità di Ancona, non solo per le Sinagoghe.
Ringrazio il Consigliere Rossi perché questa mozione che io condivido totalmente è molto puntuale, lo ringrazio perché ha dato un apporto a tutto il Consiglio.
Dicevo che Ancona è tra le quattro comunità ebraiche più grandi d'Italia, ovviamente nel tempio ho studiato, so di Trieste, che oggi è la seconda, Ferrara e Ancona, oltre Roma che è sempre stata la prima, mentre Milano e Genova sono piccole.
La comunità ebraica ha lasciato una traccia significativa nella nostra città. Voglio citare una cosa che forse molti di voi non sanno, una delle imprese edili più importante dell'Ottocento è di Ancona, si chiamava Almagià, se voi passate per Palombina, di fronte al pontile di Palombina c’è una villa antica, un po’ in decadenza, quella è villa Almagià. La famiglia Almagià era nota per essere costruttori, era talmente importante che ha costruito una parte del canale di Sue. Nel 1850, con i francesi che occupavano l’Egitto, questa famiglia di costruttori di Ancona vinse l'appalto del canale di Suez, il primo ramo del canale di Suez è firmato Almagià, l'ultima cosa che ha fatto ad Ancona, poi l’impresa negli anni ’70 è fallita, è stata la Galleria Dorica, lungo il Corso di Ancona, nella Galleria Dorica, costruita all’inizio degli anni ’50, ci sono i mosaici ed è di Almagià.
Una famiglia importantissima, uno degli Almagià che ho conosciuto, non si chiama più Almagià perché è un figlio di una Almagià - era il capo segreteria di Sgarbi, persona di grande intelletto, di circa 70 anni, raffinatissima e di grande cultura - anconetano, non è nato ad Ancona, ma ancora una casa ad Ancona c’è.
Ho fatto degli sforzi incredibili per cercare di capire cosa è successo quando avvenne la frattura fra la politica e gli ebrei in Italia, alla marcia su Roma partecipò un gruppo di oltre 200 ebrei, parliamo di fascismo, il Vicecapo della Polizia sotto il fascismo era un ebreo, Dante Almansi, lo dico all’Assessore Saltamartini che viene dal Corpo di Polizia, per 3 anni il Ministro dell’economia italiano negli anni ’30 fu un ebreo, se questi erano italiani/ebrei cosa è successo? Questa è una cosa a cui non do ancora una risposta, si chiamava Guido Jung il Ministro dell'economia degli anni migliori perché negli anni 1932-1935 l'economia italiana rispose alla crisi del ‘29. Poi nel 1938 i problemi internazionali, le tensioni … Fu una cosa che non ebbe né capo né coda. Una nota amante del Duce era un’intellettuale, una scrittrice, Margherita Scarfatti, e Mussolini la incaricò di fargli la biografia ufficiale, era ebrea, lui stava con una ebrea e in più le ha fatto scrivere la sua biografia ufficiale, c'è qualcosa che non funziona.
Taglio qui, dicendo che sempre Ancona ha dato delle persone estremamente significative, ebrei che sono stati molto importanti, uno fu Gustavo Modena l’ho studiato perché è stato il primo direttore del Manicomio di Ancona, è stato quello che ha portato in Italia Freud, tutta la pubblicazione di Freud fu portata in Italia, Freud ebreo, da Gustavo Modena ebreo, primario di Ancona, che poi fu allontanato alla vigilia della guerra, se ne dovette andare, tornò solo successivamente.
Un altro è Giorgio Terni persona importante, per arrivare agli ultimi anni ed il primo che mi viene in mente è l’ex Presidente dell'ordine degli ingegneri di Ancona, ingegner Beer, famosissimo, è stato per vent'anni Presidente dell’ordine degli ingegneri di Ancona, persona affabilissima, un liberale di destra. Non riesco a capire, tante volte mi sono chiesto cosa sia successo, perché si sviluppò quella incredibile separazione, frattura di una comunità che era parte integrante della società italiana.
Mi viene in mente anche la famiglia Gnagnatti, mia vicina di casa, stava al piano di sotto, era proprietaria di una banca, un cambio valuta al porto di Ancona, ha fatto delle cose importanti nella città, componente di tutte le associazioni.
Per questo credo che ritrovare la memoria sia molto importante e per questo condivido la mozione che dovrebbe diventare una risoluzione condivisa da tutti, perché secondo me non c’è mai stato tra la comunità marchigiana e gli ebrei un problema, magari ci fu a Venezia e in altre storie, ma nella nostra comunità non c’è stato,
Questo rapporto va riallacciato, valorizzato, oggi gli ebrei ufficiali di Ancona sono circa 400, solo 120, mi sembra, iscritti alla comunità israelitica e praticano la Sinagoga, ma sono un pezzo microscopico dal punto vista quantitativo, ma qualitativamente importante della nostra città e aggiungo, della nostra regione. A Senigallia parliamo dei Morpurgo, a Urbino, a Pesaro e in tante altre città i nomi di queste persone sono Ascoli, Pesaro, cognomi che hanno preso spunto dalle città in cui si trasferirono, sono cognomi che pratichiamo ogni giorno nel nostro linguaggio comune, quindi, con questo spirito, spero di aver dato un contributo a questa brutta pagina della storia dell'umanità.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bilò.

Mirko BILO’. Grazie, Presidente. Intervengo solo per ringraziare il Consigliere Rossi per aver presentato, in questa giornata dedicata alla memoria, questa mozione: “Istituzione e promozione dell'itinerario ebraico marchigiano”. Credo che sia un'iniziativa nobile, degna e giusta. Tra l'altro mi legano dei rapporti molto significativi con la comunità ebraica di Ancona, il Presidente della Comunità ebraica di Ancona tra l'altro è un carissimo amico.
Questa giornata non poteva non terminare con questa iniziativa importante che il Consigliere Rossi ha voluto mettere in atto, io sono favorevole a questa mozione/risoluzione, credo anche il gruppo della Lega, come il Consigliere Ciccioli l’ha voluta definire. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Mangialardi.

Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Saluto gli Assessori, il Presidente, i colleghi presenti in Aula, riteniamo che in una giornata come questa, nella quale abbiamo ricordato e organizzato anche in maniera abbastanza strutturata le vicende dell'Olocausto una mozione che mette al centro le necessità dell'alimentazione della memoria sia opportuna. Quindi, ringrazio il Consigliere Rossi per avercela proposta e la votiamo convintamente.
Vedete, la società di oggi è fatta di memoria, di memoria rapida, di memoria che dimentica, che acquisisce facilmente notizie e poi le dissipa, perdiamo e facciamo anche difficoltà a capire quelli che sono stati i percorsi, le tragedie, quei segni che non ci hanno insegnato nulla, nulla, perché i racconti, i film, le narrazioni, i rapporti, le documentazioni ormai sono a disposizione talmente tanto e di tutti che tutti non ne colgono più nulla, allora, tutte le iniziative che sono volte a rimettere al centro la verità, che sono volte ad evidenziare le barbarie che l'uomo ha commesso nei confronti di un altro uomo, devono essere colte. Questa è un’opportunità e non solo sul piano turistico, artistico, dei luoghi e dei contesti, no, ci deve riportare lì.
Nelle Marche la persecuzione sionista è tutta legata alle leggi razziali promulgate il 5 settembre 1938, sono lì. L’odio per il diverso, per chi non la pensava come noi, l'odio verso chi era un competitore, abbiano deciso di sterminarlo, abbiano deciso di cancellarlo e l'abbiamo fatto in quella maniera brutale, terribile, che rivediamo ogni volta, ma che ogni volta riperdiamo perché quell'odio, quella modalità la recuperiamo in ogni occasione, lì è l'antisemitismo, qua sono le persone che facciamo morire in mare, ma la modalità è la stessa, identica, non cambia nulla.
Ricostruiamo le vicende e le incidenze degli ebrei nella storia, ma dobbiamo sapere che quel germe non l'abbiamo ancora cancellato, lo alimentiamo con le tensioni, cercando di non far prevalere la differenza come una risorsa, ma come un elemento di tensione, di scontro e di guerra. Quindi, occorre avere un tema ulteriore per valorizzare il nostro territorio, per far meditare le nuove generazioni perché il negazionismo oggi non è un elemento marginale, c'è chi mette in discussione quelle cose, c’è chi nega quanto è accaduto dentro i campi di concentramento, c’è chi nega che quei provvedimenti siano stati determinanti e lì recuperiamo nella nostra modalità, lo facciamo sempre, allora votiamo convintamente la mozione sperando che possa servire ad approfondire l’idea da un po' accantonata che questa cosa non accada più, invece le cose accadono e dobbiamo essere strutturati, dobbiamo essere pronti, dobbiamo essere in grado di contrastarle per rimettere al centro sempre la dignità dell'uomo ed il rispetto degli altri e negare chi vuol cancellare la memoria per far sì che quelle vicende si possano riproporre e si possa sopraffare qualcuno.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Santarelli.

Luca SANTARELLI. Grazie Presidente. Un saluto al Presidente Acquaroli, alla sua Giunta, ai Consiglieri ed allo staff del Segretario dell’Assemblea presente.
Come Rinasci Marche abbiamo aderito alla mozione, per cui ringrazio il Consigliere Rossi, che riguarda l'istituzione e la promozione dell'itinerario ebraico marchigiano perché la sensibilità verso questi temi … La città nella quale vivo ne porta un segno indelebile, che è quello della Sinagoga, è quello della parte della città in cui, come ha citato il Consigliere Ciccioli, la famiglia Morpurgo … Remo Morpurgo è un amico che ha sempre portato questi temi con forza, il tema del ricordo di quella terribile disgrazia che è avvenuta all'interno di quel ciclo storico che abbiamo ricordato. Purtroppo abbiamo poche testimonianze, ma questa giornata con Liliana Segre e con la commovente lettura di Iaia Forte ci ha aiutato a ricordare. Noi diamo un aiuto anche attraverso l'istituzione e la promozione di questo itinerario ebraico marchigiano anche perché in ogni angolo della Regione noi troviamo una Sinagoga, ad Apecchio troviamo un forno ebraico, e ringrazio le Consigliere del Movimento 5 Stelle per aver rinviato l'interrogazione sul forno crematorio.
Credo che i nostri ragazzi debbano avere una testimonianza di tutto quello che è accaduto, purtroppo la pandemia ci ha messo in difficoltà nell'accoglienza e nel testimoniare quello che facciamo qui in Consiglio regionale, che deve essere il volano e deve essere trasmesso alle nuove generazioni e solo attraverso la comunicazione, che parte dall'istituzione, si può dare forza a queste giornate e al nostro lavoro.
Questi luoghi spesso hanno testimonianze artistiche, storiche, culturali, quindi, attraverso questa mozione, l'impegno del Presidente della Giunta regionale ad istituire e promuovere un itinerario ebraico marchigiano, mettendo in rete le testimonianze artistiche, storico, culturali, può unire tutte le forze politiche. Vedo che tutti e sette gruppi consiliari hanno firmato a sostegno della mozione del Consigliere Rossi, che vedrà un nostro voto compiutamente convinto perché credo che sia un progetto molto interessante da portare avanti nei prossimi 5 anni. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Ruggeri.

Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Vorrei ringraziare il Consigliere Rossi per aver portato in discussione questa mozione e aver offerto la possibilità di sottoscriverla a tutti i capigruppo che siedono in Consiglio. Penso che sia un atto importante ed entrando nel merito della sua proposta la trovo intelligente. Immaginare un percorso nei luoghi simbolici proprio nella giornata dedicata alla memoria è qualcosa di ben fatto.
Come sapete sono insegnante, di solito questa celebrazione la svolgo in aula con gli studenti e non in un luogo dove si fa politica, abitualmente faccio con minor successo quello che è stato fatto qui oggi, leggo delle parti di opere, come può essere “La storia” di Elsa Morante, ma il romanzo che più mi sta a cuore è “Se questo è un uomo” di Primo Levi, sono stampate parole scritte da un chimico, perché Primo Levi è diventato un letterato dopo, che contengono quella verità con la V maiuscola, di cui parlava prima il Consigliere Mangialardi, che ad ogni lettura ti regala un cazzotto in pancia perché è solo con la “violenza” tra virgolette della verità che si può evitare che tutto questo riaccada.
Quindi, ringrazio l'Ufficio di Presidenza per aver organizzato questa bella mattinata insieme, molto significativa, che ho apprezzato particolarmente, voglio anche dire che andare a visitare i luoghi della memoria è fondamentale. Non c'è niente che si imprima più nel cuore e nella mente anche e soprattutto delle giovani generazioni che andare a fare visita, per esempio, ad Auschwitz, io i miei ragazzi li ho portati e vi assicuro che ho visto visi trasformati perché parlarne non è la stessa cosa che vedere quelle stanze dove si è consumato un orrore. Ci sono stati studenti che si sono messi a piangere, io stessa quella notte non ho dormito. Cerchiamo, e lo stiamo facendo, sui temi fondamentali di procedere uniti perché è un atto di verità, di memoria, di civiltà e di amore. Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 33. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Interrogazione n. 45
ad iniziativa dei Consiglieri Biancani, Vitri, Casini
“Realizzazione di due centri dedicati a persone con disturbi dello spettro autistico”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 45 dei Consiglieri Biancani, Vitri, Casini.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.

Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Con la legge 25 del 2014, rubricata “Disposizioni in materia di disturbi dello spettro autistico”, la Regione Marche ha approvato una disciplina regionale in materia di disturbi dello spettro autistico, tra le altre misure si prevedeva anche l'attivazione di strutture a ciclo residenziale e semiresidenziale secondo i bisogni espressi dal territorio. Sempre al fine di procedere in quella direzione la Regione trasferiva a favore dell’Asur nel 2017 risorse pari a 800 mila euro quale strumento in conto capitale per l'attivazione delle due strutture.
Tuttavia, dal 2014, per seguire l'idea di un Centro sperimentale presso l'Azzeruolo di Jesi, si è fatto molto poco, infatti le delibere approvate in applicazione della legge del 2014 prevedevano l'istituzione di una Commissione in ambito Asur. Dopo 18 mesi di attività sono stati inseriti solo 5 ragazzi ed è stata definita una programmazione educativa e clinica che non è apparsa. alla luce dei risultati conseguiti, idonea al soddisfacimento dell'obiettivo che la legge si prefiggeva.
Infatti, l'inserimento di sole 5 unità a fronte delle 9 previste non è dovuto a difficoltà educative, ma strettamente gestionali, visti i ristretti spazi disponibili nella struttura che peraltro è periferica rispetto alla città.
Attualmente il servizio è in fase di proroga fino all'individuazione in Area vasta 2 di una struttura di almeno 1500 metri quadrati e spazi verdi per poter accogliere:
a) un centro diurno di 16 posti;
b) una residenzialità leggera e temporanea per permettere alle famiglie che ne hanno bisogno di avere momenti di sollievo;
c) un nucleo di livello 3 gravi di 10/12 posti;
d) un nucleo di livello 2 di media gravità.
La struttura di Jesi verrà trasformata in una residenzialità Rsa disabili. Tuttavia, per porre riparo a questa incongruenza e a questa inerzia, in ottemperanza di quanto indicato nella delibera di Giunta regionale 1697 approvata da questa maggioranza, dalla Giunta in carica il 31 dicembre 2020, è stato dato parere positivo alla priorità progettuale presentata dal Comune di San Benedetto all’Asur Area vasta 5 per una nuova struttura che accolga:
a) un centro diurno per autistici medio-gravi di 15 posti;
b) una residenza per disabili gravi di 30 posti;
c) una residenza per autistici di media gravità di 10 posti;
d) spazi per la sede regionale dell'autismo adulto.
Il progetto presentato non utilizza i 400 mila euro a disposizioni in conto capitale, perché si sostiene su risorse proprie e spazi privati, oltre a questo c'è il progetto nord che si basa sulla delibera di Giunta regionale n. 1564 del 2017, che prevede l'individuazione di spazi di proprietà Asur utilizzabili. Sono state individuate le tipologie di posti necessari, sono state raggruppate le risorse disponibili in quota capitale, 800 mila euro.
Breve conclusione sulla questione e una brevissima nota sui tempi. Nel 2014 è stata approvata la legge 25 che prevedeva l'attivazione di strutture a ciclo residenziale e semiresidenziale con il trasferimento di 800 mila euro, nel 2017 è stata deliberata la sperimentazione dell’Azzeruolo, nel 2018 il 22 ottobre la determina 604 ha avviato l'iter per due strutture con gruppo progettuale, nel 2019 inaugurazione sperimentale e individuazione progetti nord-sud, l'8 gennaio 2020 è stato attivato il percorso amministrativo dei progetti nord-sud.
In sostanza, nell'arco di 6 anni il risultato è stato quasi vicino allo zero, invece, nei due mesi dopo l'insediamento abbiamo fatto cessare la sperimentazione Azzeruolo, relazione conclusiva, e a dicembre 2020 con la delibera di Giunta regionale 1619 abbiamo approvato progetti sperimentali, a gennaio 2021 abbiamo approvato la relazione finale e l'avvio del progetto definitivo in area vasta.
Si faccia quindi una comparazione tra ciò che è successo in 4 mesi dall'inizio del mandato dell'attuale Giunta e quanto fatto sin dalla legge del 2014, in 6 anni.
Concludo per dire che c’è un'apertura totale a tutela di questi ragazzi e di questa patologia. Credo che sia necessario attuare una piena collaborazione anche con tutte le associazioni del settore e garantire, per esempio, ad associazioni come l'Omphalos, l'accreditamento e l'autorizzazione all’accreditamento con le strutture regionali.
Penso che questo Paese abbia la necessità, a fronte di queste disabilità, di dare ampio spazio e margine ad una tutela piena, affinché si attuino le previsioni fondamentali dello stato sociale, che sono contenute nell'articolo 3, secondo comma, della Costituzione, secondo cui è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitando di fatto la libertà e l'uguaglianza, impediscono il pieno sviluppo della persona umana, la partecipazione dei lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Ecco, questo è un principio fondamentale che si deve prevedere per questi ragazzi, per le persone adulte ed anche per i bambini, quindi annuncio la realizzazione di questo progetto nord e di questo progetto sud e la più ampia disponibilità a garantire a tutte le associazioni di genitori uno sportello aperto della Regione, affinché questa patologia possa essere curata, come previsto dalla Costituzione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Grazie, Presidente. Devo dire che questa Regione è considerata a livello nazionale ai vertici in quanto è stata una delle prime che si è dotata della legge regionale n. 25 del 2014, dedicata alle persone autistiche e alle loro famiglie.
La legge prevede di sostenere e di realizzare una serie di centri per le persone colpite dallo spettro autistico attraverso la realizzazione di un centro diurno, un centro residenziale e un centro sollievo.
Devo dire che è partita, come ha detto l’Assessore, l’attività di sperimentazione nel Comune di Jesi, denominata Azzeruolo, ad oggi la sperimentazione ha creato un po’ di perplessità su quel modello, in quanto la struttura ospitava persone colpite dallo spettro autistico ed anche autistici gravi, quindi si sono creati alcuni problemi di gestione.
Oggi ho letto la delibera di Giunta regionale n. 1693 del 31 dicembre 2020, con la quale la Regione riconosce la necessità di aprire strutture che prevedano un mix di patologie, quindi, non solamente persone o ragazzi autistici.
Ho letto che la percentuale che l'Asur ha previsto è intorno al 10/15% della capacità ricettiva della struttura, secondo me, lo lancio come riflessione, è poco perché in una struttura di 20 posti letto il 10% sono due persone autistiche, considerata la necessità che c’è.
Nelle riunioni a cui ho partecipato, devo dire che il Presidente Ceriscioli seguiva personalmente questo punto e ci teneva tanto perché l'esigenza è molto forte.
Le risorse sono stanziate dal 2017 ed alla luce di questa attività di sperimentazione - i due nuovi centri dovevano partire alla fine della sperimentazione, oggi quella di Jesi è finita o meglio c'è stata un una relazione che ha fatto il punto su come portare avanti o che tipo di strutture aprire sia al nord che al sud delle Marche - ritengo che sia importante accelerare.
Ho capito dal suo intervento che c’è la voglia e la necessità di velocizzare, quindi, le chiedo di fare di tutto perché questa è un'esigenza che le famiglie e le varie associazioni sentono, è un problema rilevante ed è ora di iniziare a dare un aiuto concreto alle famiglie.
Continuerò ovviamente a presidiare affinché queste scelte vengano fatte in tempi rapidi, c'è la necessità di prevedere l'atto del fabbisogno, non so se sono già previsti i convenzionamenti per avviare questo tipo di attività e strutture, però è importante verificare questo, se non lo fossero aggiornare l’atto in maniera da poter partire con i bandi o con gli strumenti che l’Asur deciderà insieme alla Regione quanto prima.
Ritengo che dare risposte a queste famiglie sia una necessità. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Casini.

Anna CASINI. Il Consigliere Biancani evidentemente è più intelligente di me, io ho un’intelligenza riflessiva per cui non ho capito la risposta, magari poi me la fornirà in forma scritta così me la leggo e la capisco meglio. Naturalmente è mia responsabilità non sua non aver capito
Da quello che lei ha detto nel sud delle Marche, precisamente a San Benedetto del Tronto, il 31 dicembre dello scorso anno sarebbe stata autorizzata una struttura privata, poi ha fatto un elenco di posti letto, di destinazioni, che non ho fatto in tempo a seguire, quindi le vorrei chiedere, perché è una risposta anche questa, che fine avessero fatto i 400 mila che in realtà servivano sia per la sperimentazione nel sud delle Marche che per creare questa struttura importantissima.
A parte che ce la possiamo procurare con facilità, visto che lei ci ha citato la delibera, però, vorrei sapere se queste 400 mila euro che sono state stanziate nel 2017, quindi come l'Olanda e il Belgio - Assessore, le ricordo che non sono 6 anni dal 2017 al 2020, però a lei capita, come con l’Rt, di confondersi - sono state utilizzate o sono state lasciate per il sud delle Marche, in particolare per San Benedetto del Tronto. Se è scritto nella sua risposta non ho capito, può anche non rispondere, magari me la dà così me la leggo da sola.

Interrogazione n. 59
ad iniziativa dei Consiglieri Mastrovincenzo, Mangialardi, Casini, Cesetti, Vitri, Biancani, Carancini, Bora
“Categorie di persone che sono state sottoposte a vaccinazione anti Covid 19 nella nostra regione”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 59 dei Consiglieri Mastrovincenzo, Mangialardi, Casini, Cesetti, Vitri, Biancani, Carancini, Bora.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.

Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Con l'interrogazione 59, primo firmatario Mastrovincenzo, si chiede perché sono stati vaccinati solo 145 ospiti delle RSA.
La risposta è che sono stati vaccinati 1.961 ospiti di lunga degenza e 1.388 operatori sanitari interni alle strutture.
La vaccinazione è stata eseguita dai medici di medicina generale nell'ambito di un accordo stipulato tra la Regione Marche e le loro associazioni, si utilizza il vaccino Moderna, che risulta più facile da utilizzare, sia per le temperature di conservazione sia perché non richiede diluizione.
Il secondo punto dell'interrogazione chiede se le 1.188 persone vaccinate, che non sono personale sanitario, rientrano nella categoria degli addetti al servizio in contatto con i pazienti.
La risposta è che le persone vaccinate sono: i volontari operanti nell'emergenza urgenza, i dipendenti delle ditte con servizi appaltati che operano all'interno delle strutture, le guardie giurate, e così via. La vaccinazione è soggetta ad autocertificazione e alla categoria di appartenenza.
Altra domanda: se è a conoscenza di abuso e violazioni delle disposizioni vigenti e, nel caso, se c'è l'intenzione di individuare le responsabilità.
Non si è a conoscenza di abusi né di violazioni alle leggi vigenti. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Mastrovincenzo.

Antonio MASTROVINCENZO. Grazie, Presidente. Io non sono soddisfatto della risposta, abbiamo presentato questa interrogazione due settimane fa e i dati in essa contenuti erano pubblicati, l’abbiamo detto nella premessa, sul sito dell'Aifa sulla base di quelli provenienti dalla Regione Marche.
Capisco che nella Regione Lombardia ci sono problemi nella trasmissione dei dati, ma è evidente che da 145 ai 1.300/1.600 - tra l’altro, Assessore, lei ha letto così rapidamente e svogliatamente la risposta che non ho capito bene quali siano le cifre - c’è una grossa discrasia.
Sappiamo, peraltro, che negli ultimi giorni si è rallentata la vaccinazione per la mancata produzione dei vaccini da parte delle aziende, quindi, è sorprendente questa impennata dei dati che due settimane fa erano fermi a 145.
L’Assessore ha fatto un elenco sommario delle 1.188 persone vaccinate, ulteriori figure sarebbero state vaccinate, soggetti che lavorano ai margini del sistema sanitario. Vorrei ricordare che ieri il Viceministro alla sanità ha detto, riporto testualmente: “Voglio sperare che tra le circa 400 mila persone in Italia, che non appartengono al cosiddetto personale sanitario, che sono state vaccinate, non ci siano i cosiddetti imbucati, che purtroppo abbiamo visto ampiamente in servizi televisivi e sui giornali, questo sarebbe estremamente grave e laddove sia accaduto intervengano le autorità giudiziarie”.
Mi auguro che la stessa affermazione del Viceministro, con cui abbiamo visto lei ha interloquito pochi giorni fa - rilasciando esilaranti dichiarazioni sulla produzione del vaccino nella nostra regione e l'immunità di gregge entro il 31 maggio – la faccia propria anche l'Assessore regionale alla sanità delle Marche, che verifichi sulla procedura, sulla somministrazione dei vaccini al personale che non è strettamente sanitario.
Mi auguro che, al di là di questa risposta, ripeto, molto di corsa, affrettata, svogliata, ci sia una reale intenzione della Giunta regionale a fare chiarezza su questi numeri che sono davvero preoccupanti. Grazie.

Interrogazione n. 60
ad iniziativa dei Consiglieri Casini, Cesetti
“Disservizi energia elettrica aree interne della regione Marche”
(Rinvio)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 60 dei Consiglieri Casini, Cesetti, che dobbiamo rinviare in relazione all'applicazione del disposto 134 articolo, comma 4, più precisamente non è in grado di dare risposta all'interrogazione, quindi viene rinviata d'ufficio, senza metterlo a votazione.

Interrogazione n. 61
ad iniziativa della consigliera Lupi
“Iniziative della Regione Marche riguardo alla realizzazione di un forno crematorio del Comune di Tolentino”
(Rinvio)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 61 della Consigliera Lupini, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Simona LUPINI. Grazie, Presidente. Chiedo il rinvio dell'interrogazione alla prossima Assemblea. Grazie.

PRESIDENTE. Rinvio dell’interrogazione n. 61. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Interrogazione n. 63
ad iniziativa dei Consiglieri Mangialardi, Biancani, Bora, Casini, Carancini, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri
“Piano socio-sanitario regionale 2020/2022”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 63 dei Consiglieri Mangialardi, Biancani, Bora, Casini, Carancini, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.

Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Penso che sia evidente a tutti che la pandemia da Covid 19 costituisce per questa Assemblea una straordinaria opportunità per la revisione del Piano socio-sanitario non solo regionale, ma nazionale.
A ben vedere, negli ultimi 20 anni abbiamo registrato 5 epidemie: nel 2003 l’arrivo nel sud-est asiatico della Sars, meglio nota come Covid 1, nel 2009 LH1 conosciuto come virus suino, nel 2011 la Mers e l'Ebola in Africa, nel 2014 il Covid 19, per non parlare dell’infezione HIV. Solo in Europa nell'ultimo anno si sono registrati circa 500 mila morti, di cui 3 milioni di nuovi casi addirittura per neoplasie.
La visione concentrica di realizzare gli ospedali unici previsti nel precedente Piano approvato nella precedente consiliatura, a nostro giudizio, ha fallito il suo fine e per quanto ci riguarda appare urgente potenziare i piccoli ospedali, la prevenzione primaria e, se possibile, rivitalizzare e potenziare i dipartimenti di prevenzione e corroborare l’attività socio-sanitaria territoriale.
Appare, infatti, di difficile comprensione la sistematica carenza di investimenti nella prevenzione primaria per una serie di patologie, come ad esempio le displasie, le cardiopatie, le malattie croniche e il sostegno alla disabilità.
Non possiamo più finanziare esclusivamente il sistema sanitario solo per la diagnosi e le terapie.
Inoltre per l'allungamento della vita delle persone, con tutte le comorbilità correlate, appare decisamente impegnativa la politica regionale sanitaria, poiché siamo passati da una consistenza numerica, per fasce di età superiore ai 70 anni, del 5% negli anni 50 al 12% attuale, con una stima di progressione del 22% per il 2060. Il tema, quindi, sarà molto impegnato anche sulla geriatria.
La programmazione sanitaria, quindi, sui bisogni futuri della salute, è attesa ed è una sfida molto impegnativa, che richiede la cooperazione di tutte le forze politiche e sociali, del terzo settore, della ricerca e dell'università, degli enti locali e di tutte le istituzioni.
Come sapete, con la comunicazione del 5 novembre alla Giunta regionale si è deciso di riavviare il percorso per l'approvazione del nuovo Piano socio-sanitario della nostra regione e d'intesa con l’Assessore Baldelli, ed una riclassificazione dei plessi ospedalieri, affinché i fini che abbiamo delineato, i bisogni collettivi della nostra comunità, connessi anche all'espansione di queste pandemie, possano garantire quel livello sanitario e l'appropriatezza di cure che la nostra comunità si aspetta dalla nuova maggioranza eletta il 20 e il 21 settembre 2020. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Mangialardi.

Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Assessore, non posso essere soddisfatto, non lo possiamo essere perché noi chiediamo una cosa e lei ci rifà la storia importante del sistema sanitario italiano e delle necessità di essere rimodulato in funzione delle ultime 5 pandemie. Noi abbiamo chiesto un’altra cosa e la risposta velatamente si ritrova nell'ultimo capoverso: noi abbiamo votato una mozione il 5 novembre che chiedeva di rivedere il Piano.
Il tema non è questo perché in ogni dove si sta raccontando che il Piano è stato cancellato e la Giunta ne sta predisponendo un altro e rispetto alle finalità troveremo il modo di confrontarci perché verranno fatte delle scelte, che spero siano ripensate in funzione degli eventi che sono accaduti, delle necessità del territorio.
Oggi vediamo un'altra cosa, mozioni che dicono: cancelliamo previsioni, progettazioni, atti che non sono consequenziali, tranne le dichiarazioni del Consigliere Ciccioli alla stampa o in Commissione non ci sono atti precisi. Il rischio è che oggi navighiamo a vista, e lo pensiamo tutti. Abbiamo dato seguito agli impegni, è vero, della campagna elettorale, ma ci siamo dimenticati che c'è un decreto Balduzzi che dice determinate cose, che non possono essere disattese, almeno oggi.
Ha ragione quando dice: “forse dovrebbero rivederlo anche a livello nazionale”, ma se quella cosa non c’è, stiamo alle regole attuali, quindi, i Lea di primo livello che dobbiamo fare sul territorio li dobbiamo pensare anche in virtù, forse, di un piccolo passaggio. Voi forse siete sempre un po’ sorpresi e dentro questa situazione che vi coglie di sorpresa c'è, sperando, un Recovery Plan che dovrebbe mettere a disposizione delle risorse ma, lo sa, che arriveranno se ci sono non solo le idee, ma dei progetti.
Il rischio di aver cancellato tutto ci può mettere nelle condizioni di essere sorpresi perché è vero che l'ospedale di Muraglia non ci piaceva e l’abbiamo cancellato, bene, il resto cosa c'è? Nulla. L’ospedale di Pieve di Sforzacosta l’abbiamo cancellato, non mi ricordo se c'è stato un atto, bene, cosa abbiamo in alternativa? Nulla. Il presidio unico dell’area vasta 2, anzi i tre presidi e l’unico ospedale come sono previsti? Cosa avete intenzione di fare? Le risorse arrivano se c’è la progettazione.
In questo momento occorre prudenza, lungimiranza e visione. allora non si può dire che abbiamo cancellato un piano perché questa assise, questa Assemblea, non ha visto nessun atto di revoca, quindi quello è, ma questa cosa ci preoccupa molto perché in virtù di mutamenti anche necessari - adesso abbiamo capito che esiste il territorio, forse il Balduzzi non lo prevedeva in maniera adeguata, e non l’abbiamo strutturato con le risorse in modo da farlo incidere come serviva - oggi ci troviamo, rispetto al piano e alle le ricadute per esempio delle reti cliniche, in mezzo.
Assessore, sa cosa sta accadendo dentro i nostri ospedali? Perché la storia che siete arrivati adesso è finita. Se per la norma sull'autismo c'è voluto un anno di più di amministrazione precedente, adesso tocca a voi, è finita questa storia qui, e sappiamo quante difficoltà ci sono dentro le nostre strutture, che sono disorientate perché mancano i primari, il personale, non ci sono i 3 mila infermieri che sono stati indicati, quindi, delle due l'una, o mettiamo in campo un percorso anche comunicativo serio oppure rischiamo l'implosione del sistema.
Vi dico che la preoccupazione maggiore oggi è per le risorse, lo mettiamo a verbale, così l’andremo a recuperare fra 6 mesi, quando ci presenteremo al Recovery Plan, perché le altre risorse forse non arriveranno, non ci saranno i finanziamenti per ammodernare le nostre strutture e per fare la medicina del territorio, di cui invece abbiamo tanto bisogno e ci serve.
La preoccupazione è vera, quindi, vi chiediamo anche nel linguaggio, non perché vi dobbiamo insegnare qualcosa, di stare dentro il rispetto, lo dico per tutti noi, se dobbiamo revocare il Piano socio-sanitario lo dobbiamo fare qui, si porta qui, si revoca e poi la Giunta fa il proprio percorso, non c'è nessuno che di sua sponte può decidere che quello strumento, che determina la programmazione ed inevitabilmente la gestione in grande difficoltà, in questo momento possa essere tacciato come …
Quindi, Assessore, non sono soddisfatto, non lo è nessuno, siamo anzi molto preoccupati perché riteniamo che vada recuperato il valore di indirizzo legislativo di questa assise. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Casini.

Anna CASINI. Ringrazio l'Assessore per la disamina complessa, ma la domanda era molto semplice, molto più banale e la rifaccio - è la seconda volta che faccio domande banali e non ho delle risposte altrettanto banali - autorevoli membri della Giunta e del Consiglio, e in particolare il capogruppo Ciccioli, in una trasmissione di Vera TV, nonché all'interno della IV Commissione sanità, ha dichiarato, e mi assumo la responsabilità di quello che dico, che con delibera di Giunta di dicembre 2020 è stato annullato il Piano socio-sanitario regionale. Ad una seconda domanda che poi le ho fatto, perché mi sembrava una notizia straordinariamente importante ed anche un po' grave per certi aspetti, mi ha risposto che era stato congelato. Tutto questo è registrato da Vera TV, lo potete verificare.
Io l’ho riferito al mio capogruppo ed al mio gruppo e ci siamo preoccupati perché la Giunta, prima cosa, non ha competenze nel congelare o scongelare un Piano socio-sanitario dato che la competenza di congelare, scongelare o approvare è del Consiglio, è individuata in capo al Consiglio, ma questo lo sappiamo tutti, però il cittadino comune che ascolta non lo sa e mi arrivano telefonate di gente che dice: “Bene, è stato annullato, congelato il Piano socio-sanitario”. Benissimo, giusto, condivido le cose che ha scritto, siamo in un mondo diverso, sono cambiate molte cose, dalla proposta di Recovery Plan non mi pare di evincere che ci sia uno scostamento così grande da quello che prevedeva il Balduzzi, però non è detto che sia quella definitiva, quindi trovo giusto che voi la rivediate, per tanti aspetti non piace neanche a me, sono cambiate molte cose, quindi sono d'accordo, però se il Piano socio-sanitario è stato congelato ci sarà qualcosa al posto suo, per la pianificazione non ci può essere una vacanza.
Se il Piano c'è, c’è e non è congelato, né inefficace, se il Piano è stato congelato ed è inefficace vorrei sapere cosa c'è al suo posto perché onestamente non so cosa rispondere a me stessa e a chi dopo quella trasmissione mi ha chiamato per dirmi: “Ma quale Piano vige in Regione Marche?”

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Carancini.

Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. Non replicherò sui punti che puntualmente hanno svolto i Consiglieri Mangialardi e Casini, però, lo dico con molta chiarezza all'Assessore Saltamartini, se posso permettermi, ritorni dal punto di vista dell'impostazione ad essere Sindaco, ritrovi un po' di dignità politica, perché rispondere a questa interrogazione era semplice e lei ha l'autorevolezza e l'esperienza per poterlo fare. Non si può avere timore reverenziale nei confronti di un Capogruppo che a destra e a manca e in Commissione ripetutamente racconta una bugia, una falsità, perché dichiarare nelle Commissioni regionali che il Piano socio-sanitario è revocato è una sciocchezza, a meno che non ci sia un atto e sta nelle vostre corde poterlo fare.
Lei ha la forza per poterlo dire, glielo dico come sa - provo ad essere onesto intellettualmente - lei avrebbe dovuto dire: “Non è vero, non abbiamo revocato”, a meno che non sia così.
E’ semplice, ovviamente il Consigliere Ciccioli, che su questo spende e spande, che sta già teorizzando una serie di scenari, verrebbe smentito. Non commette reato dicendo una cosa diversa dal Consigliere Ciccioli, non lo commette, rispetta la sua dignità politica e la sua storia. Ha capito, Assessore?
Le voglio dire un'altra cosa. Lei ha parlato di ospedale unico, mi sforzo di dialogare, lei è l’Assessore regionale alla sanità, non esiste un ospedale unico, a meno che non si voglia giocare sul fatto che l'ospedale unico è di primo livello, e lei lo sa meglio di me, lei ha il dovere di dire come stanno le cose, se vuole entrare in quel terreno, in quell'argomento.
Oggi non esiste un ospedale unico inteso come unico di un territorio, lei ce lo ha detto, penso che tutti quanti qui lo sappiano - al di là delle mozioni che sono legittime, approvate per affermare che le elezioni hanno stabilito qualcosa - in realtà nel vostro programma sull'ospedale unico non c'è scritta una sola parola e siccome da parte nostra, io certamente, abbiamo detto che la sanità va riformata, io penso, rivoluzionata, noi siamo pronti a collaborare, a dialogare e a sintetizzare.
Non possiamo accettare che vi sia questa forma ideologica di negazione dell'altro, ecco, lei avrebbe potuto stamattina essere semplice, chiaro, diretto con le sue idee, che noi rispettiamo, ma non rispondere fischi per fiaschi, per questo la invito con responsabilità a rispondere puntualmente alle interrogazioni che le vengono fatte. Grazie.

PRESIDENTE. Fatto personale? In che cosa consiste? Ha la parola il Consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Brevemente. In passato ho fatto finta di niente, ho avuto accuse di codardo e altre cose, adesso di falsario, falso ...

PRESIDENTE. Scusi, Consigliere, andiamo per ordine. Ripeto per l'ennesima volta il rinvio all’articolo 61, ma lo leggo per la prima volta espressamente in modo tale che ci regoliamo di conseguenza: “Il fatto personale è essere censurato nella propria condotta o sentirsi attribuire fatti non veri o opinioni contrarie a quelle espresse. Chi chiede la parola per fatto personale deve indicare in che cosa consiste, qualora il Presidente non ne riconosca la sussistenza e il Consigliere insiste l'Assemblea decide senza discussione, con votazione per alzata di mano”, però è nell’ambito della discussione, qui siamo nell'ambito dell'interrogazione, quindi, il fatto personale non vi rientra.

Carlo CICCIOLI. Sono stato tacciato di essere un falsario!

PRESIDENTE. Nell'ambito dell'interrogazione non rientra l'applicazione dell’articolo 61.

Carlo CICCIOLI. Allora, al termine dell'interrogazione chiederò la parola.

PRESIDENTE. Perfetto, può fare una comunicazione sua personale.

Interrogazione n. 65
ad iniziativa della Consigliera Ruggeri
“Operazione Marche Sicure: rischio violazione database”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 65 della Consigliera Ruggeri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.

Filippo SALTAMARINI. Grazie, Presidente. L'interrogazione n. 65 pone la questione del rischio di violazione database, la domanda che viene posta all'amministrazione è: se quanto riportato a mezzo stampa corrisponda alla realtà.
Il 6 gennaio 2021 si apprendeva dalla stampa della presunta violazione dei dati contenuti nel database dell'Azienda sanitaria regionale Asur, che il giorno seguente ha presentato denuncia di reato alla Polizia postale, informando il Garante sulla protezione dei dati personali.
Nell'articolo si ipotizzava la vulnerabilità del sistema, che in ogni caso non ha riguardato il dossier sanitario delle persone, poiché non risulta possibile accedervi, non è possibile accedere ai dati dei pazienti presenti nei dossier dell'Area vasta 5 né dello screening che si stava eseguendo.
La seconda domanda è: se e con quali tempistiche sono state ripristinate le condizioni di sicurezza e privacy nel sistema.
La risposta è che si è provveduto ad adottare ulteriori misure di sicurezza nei giorni 6 e 10 gennaio 2021 e il livello di sicurezza raggiunto a seguito dell'integrazione delle misure tecniche è da ritenersi adeguato al rischio legato alla tipologia di trattamento, sia con le attività sanitarie che con le attività di screening.
Terza domanda è: se sono stati osservati gli obblighi di cui all'articolo 33 del Regolamento dell'Unione europea n. 679 del 2016.
La risposta è che l'Asur Marche apprendeva della violazione il giorno 6 gennaio, data della pubblicazione dell'articolo, e nella veste di titolare del trattamento connesso all’attività di screening nei Comuni afferenti all'Area vasta n. 5 ha provveduto, come ho già detto, alla denuncia all'Autorità giudiziaria per ipotesi di reato, possono essere ritenuti integrati nella fattispecie, e alla comunicazione al Garante.
Si è in attesa di conoscere l'esito delle indagini che sono di competenza dell'Autorità giudiziaria, della Polizia giudiziaria.
Quarto punto: quali provvedimenti sono stati adottati alla luce dei fatti accaduti, anche al fine di accertare la responsabilità.
Come abbiamo già detto l’accertamento verte sull'eventuale sussistenza di ipotesi di accesso arbitrario di dati ed è un'attività di accertamento tipica dell'Autorità giudiziaria. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Ruggeri.

Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Non sono soddisfatta della risposta che ho avuto perché non mi è chiaro che cosa sia stato fatto per porre in sicurezza i dati degli utenti.
Voglio ricordare che si parla di oltre 83 mila persone, qui non c'è un hacker che ha tentato di violare i dati, ma c’è un sistema che non aveva la necessaria sicurezza.
Quindi, secondo me, è indispensabile da parte della Regione verificare se i test, che erano necessari prima di dire che il sistema era sicuro, sono stati fatti e come sono stati fatti. Mi aspettavo che mi dicesse se li avevate visionati o meno.
Sono state fatte alcune affermazioni, anche attraverso conferenze stampa, di cui c’erano video che giravano su internet, su YouTube, che sono spariti esattamente dal giorno 6 gennaio. In questi video si diceva che non si poteva vedere solo il risultato del tampone rapido, bensì potevano essere visionati tanti altri servizi, come per esempio le cartelle cliniche.
Stiamo parlando di un numero che era stato dato in mano, un codice QR stampato su un tagliandino, a chi andava a fare il tampone, queste persone tornando a casa e digitando il numero, anche un cittadino che avesse sbagliato a digitare l’ultimo numero, avrebbero potuto vedere le cartelle cliniche di altri pazienti. Non credo che questa sia la sicurezza che possiamo ammettere in una Regione come la nostra.
Quello che ci sta a cuore – mi pare che la risposta non sia soddisfacente per questo – è se si è capita la gravità della situazione, anche perché questa azienda di San Benedetto del Tronto ha in essere altri contratti, pensate solo che questo pacchetto informatico c'è costato 256 mila euro.
Anche in merito alla denuncia dell'Asur fatta alla Polizia postale, qui non si sta parlando di violazioni dolose, ma del fatto che il sistema aveva una falla. Da quello che ci risulta, che abbiamo appreso a mezzo stampa, la pezza è stata messa, col fatto che i test sono raggiungibili solo nelle 24 ore successive dal momento del tampone, ma secondo noi non è assolutamente sufficiente.
Visto che la risposta per noi non è all'altezza dell'argomento, siamo contente che i Senatori del Movimento 5 Stelle, anche marchigiani, abbiano sottoscritto un'interrogazione analoga e vedremo se riusciremo a sapere qualcosa in più direttamente dal Ministero della salute. Grazie.

Mozione n. 27 ad iniziativa dei Consiglieri Bora, Mangialardi, Biancani, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri, Santarelli
“Effettività dei diritti di scelta da parte delle donne in relazione all'interruzione volontaria di gravidanza (IVG) garantiti della legge 22 maggio 1978, n. 194 nella Regione Marche”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 27 dei Consiglieri Bora, Mangialardi, Biancani, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri, Santarelli.
Ha la parola, per l’illustrazione, la Consigliera Bora.

Manuela BORA. Grazie Presidente. Care colleghe e cari colleghi, la mozione che andiamo oggi a discutere, potrebbe apparire, forse a ragione, come un atto superfluo, perché esprime concetti banali e scontati, essa, infatti, non chiede alla Giunta null’altro che monitorare l'effettività dei diritti sanciti da una legge nazionale, la n. 194 del 1978, quindi di rango superiore rispetto a quelle regionali, e far sì che i diritti in essa riportati siano concretamente esercitabili da tutte le donne marchigiane.
Chiede anche un'altra cosa di assoluto buonsenso, ovvero che vi sia una percentuale sufficientemente alta di personale sanitario non obiettore di coscienza, altrimenti sarebbe inutile sancire un diritto come quello a interrompere volontariamente la gravidanza entro i termini consentiti dalla legge se esso poi rimane solo sulla carta, come una mera possibilità teorica, ma irrealizzabile nella pratica perché non c'è nessuno che lavora per renderlo concreto.
Ciò in base a un principio che è del tutto elementare: è evidente che non avrebbe senso, per esempio, sancire in pompa magna il diritto alla salute se poi non ci fossero medici che accettano di prendersi cura delle persone, operai che costruiscono gli ospedali, oppure chirurghi che operano. Nel rispetto del diritto dell'obiezione di coscienza, ci mancherebbe, ma l'obiezione di coscienza non può toccare percentuali di adesione talmente alte da minare l'effettività di tali diritti.
Infine, e qui la nostra mozione è davvero lapalissiana, dichiara e chiede, chiedendolo l’ovvio, a questa Amministrazione regionale di rispettare e di attenersi alle linee guida del Ministero della salute esplicitate nella circolare del 12 agosto 2020, attraverso la quale sono state modificate le modalità di esecuzione dell'aborto farmacologico in Italia, effettuabile fino a 63 giorni, pari a 9 settimane compiute, di età gestazionale (prima erano 7) anche presso strutture ambulatoriali pubbliche adeguatamente attrezzate, funzionalmente collegate all'ospedale e autorizzate dalle Regioni, nonché consultori, oppure day hospital (prima era prevista, ricorderete, un’ospedalizzazione di tre giorni).
Sono contenuti del tutto ovvi, sinceramente, lo dico anche da ex Assessore alle pari opportunità di questa Regione, non avrei mai immaginato nella mia vita di sottoporre a quest'Aula un testo simile, ma purtroppo abbiamo assistito nelle scorse settimane ad un attacco frontale a diritti che credevamo acquisiti, ma evidentemente non lo sono, in quanto vengono minacciati da una visione del mondo retriva, di cui l'estrema destra si fa interprete in Italia e nel mondo e che a cascata è giunta anche nella nostra Regione ed arriva dopo altri esperimenti tentati in modo totalmente fallimentare altrove, ad esempio in Piemonte, ma anche in Umbria.
Nella seduta del 15 dicembre, ricorderete, presentai un'interpellanza che nasceva come reazione e come una richiesta di un utile e necessario chiarimento alla Giunta rispetto alle parole pronunciate dall'Assessore Latini che si era dichiarata “contraria all'aborto” in un'intervista televisiva.
Dopo aver ascoltato la risposta dell'Assessore, le parole dell’Assessore Saltamartini, così come le affermazioni della Consigliera Leonardi, che aveva presentato un altro atto ispettivo con tema similare, decisi immediatamente di trasformare l’interpellanza in mozione, in quanto avevo percepito una goffa e confusa retromarcia, ma anche, con mia sorpresa, addirittura, preoccupanti passi in avanti, come per esempio la proposta di rendere i consultori permeabili ai movimenti pro-vita, permettendo ai volontari di queste associazioni private di fornire assistenza alle donne nei dolorosi e delicatissimi momenti nei quali una donna deve scegliere se interrompere o meno la gravidanza.
Preoccupazioni eccessive, direte voi, magari questi “operatori della solidarietà”, questi pro-life, saranno tutte persone squisite, lucide, amorevoli. Non lo so, sicuramente ci saranno tantissime persone equilibrate tra di loro, ma ritenevo già allora inaccettabile far entrare l'ideologia, le posizioni di parte, ritenendo preferibile potenziare le strutture attraverso l'assunzione di professioniste e professionisti capaci, sensibili, preparati. Mi riferisco a ginecologhe, assistenti sociali, psicologhe ed ostetriche.
I fatti purtroppo si sono incaricati presto di confermare tutti i miei dubbi. Chissà chi saranno - mi chiedevo - questi attivisti’ Saranno all'altezza di sostenere le donne che si rivolgono ai consultori? Non conoscevo molto bene quel mondo quando li ho sentiti citare inaspettatamente dalla Consigliera Leonardi.
Nel frattempo, però, ho avuto modo di approfondire, di rendermi edotta sui loro profili. Oggi vi presento un’attivista, un gentile medico di medicina generale ed è Presidente del Centro Aiuto per la Vita di Loreto, mi ha fatto un regalo, qualche giorno fa mi ha portato un migliaio di pannolini qui a Palazzo Leopardi e mi ha dedicato queste toccanti parole: “Chi sostiene che l'aborto volontario sia un diritto, ha le mani che grondano di sangue innocente, forse più di chi pratica direttamente questo inumano delitto”. Queste cose che fanno già intuire l'umanità e anche la sensibilità che lo caratterizzano, le ha scritte su un cartellone che ha messo in mano a suo figlio di 8 anni (avete capito bene un minore di 8 anni) ed è stato proprio questo ragazzino a leggerle.
Ecco, immaginate voi una ragazza che incorre in una gravidanza e che per una serie di motivi molto sofferti decide di recarsi presso un consultorio per decidere se interromperla o meno, trafitta da sentimenti di afflizione, tremante, cerca sostegno presso una struttura nella quale conta di trovare comprensione, sostegno, aiuto e invece di una psicologa le si para di fronte un muro di ostilità, giudizi, pregiudizi, una persona qualsiasi che l'accusa di avere le “mani che grondano di sangue”. Quale donna potrebbe desiderare di avere a che fare con persone simili in un momento così delicato della propria vita? E’ questa la soluzione per rafforzare i consultori, per combattere la denatalità, per attuare la legge 194, per tutelare la salute e la libertà di scelta delle donne?
Nella scorsa seduta del Consiglio abbiamo ascoltato tante dure accuse per una citazione dello storico Alessandro Barbero scritta su uno striscione esposto da alcune donne che avevano manifestato per difendere i loro diritti. Tante sentite testimonianze di vicinanza, di solidarietà, grande scalpore e scandalo per quelle parole che venivano interpretate come violente, anche se palesemente non venivano rivolte all'Assessore Latini.
Personalmente non chiedo né cerco solidarietà da parte vostra, al contrario ci ho fatto un quadretto e l’ho affisso nel mio ufficio e questo per ricordare da un lato che i diritti devono essere difesi ogni giorno e dall'altro lato per rammentare a me stessa la deriva molto pericolosa a cui spero questa Regione non andrà mai incontro. Ho donato immediatamente alla Caritas di Jesi tutti quei pannolini, affinché possano servire ad aiutare tante persone in difficoltà, anche da un gesto di vergognosa provocazione può nascere del bene.
Tuttavia non ho ascoltato commenti sul contenuto di quello scritto, siete tutte e tutti d'accordo con il Presidente del Centro Aiuto per la Vita di Loreto? Ritenete che le donne che abortiscono abbiano le mani grondanti di sangue? E se dissentite, come mai non avete detto nulla? Non credete necessario solidarizzare con le migliaia di donne che passano attraverso la dura esperienza di una interruzione volontaria di gravidanza e come se non bastasse vengono contestualmente apostrofate in questo modo?
Tornando alla mozione, devo dire, che anche questo episodio è uno dei sintomi di un più ampio dibattito che si è sviluppato attorno alle parole dell'Assessore, che ha coinvolto associazioni, partiti, sindacati, l'opinione pubblica nella sua interezza. Questa la ritengo una cosa positiva, tanto più che ha coinvolto anche le Amministrazioni locali, animando confronti anche nelle Aule dei Consigli comunali, ovvero in quei luoghi di estrema prossimità rispetto ai bisogni delle persone, meno toccati da approcci ideologici, meno sensibili alle parole d'ordine della Presidente di Fratelli d’Italia o del Segretario federale della Lega, agli ordini impartiti da Roma e filtrati da commissari di partito che nemmeno provengono dalla nostra regione.
Ho letto in particolare l’ordine del giorno approvato recentemente dal Consiglio comunale di Chiaravalle, o meglio dalla maggioranza del Comune di Chiaravalle, che è stato formalmente inviato anche al Presidente e alla Giunta regionale, un atto molto ben articolato, scritto dal raggruppamento politico che ha al suo interno molte sensibilità di destra, votato sì dal Partito Democratico, ma anche e soprattutto dal locale gruppo di Fratelli d'Italia. Esso ben rappresenta quello che credo essere il pensiero comune della maggior parte dei nostri concittadini.
Nel documento, innanzitutto, si stigmatizzano le parole dell'Assessore Latini, che vengono descritte come “imbarazzanti”. Questo è quello che in realtà pensano in molti qua fuori, anche di destra: tutti quelli che non sono legati da vincoli di fedeltà, interessi o prossimità ideologica cieca rispetto all'Assessore.
Approfitto, vista la gradita presenza anche dell'Assessore Saltamartini, per evidenziare che nell'ordine del giorno, ad esempio, si è evidenziato come nel consultorio di Chiaravalle da oltre 3 mesi non ci sia nemmeno un assistente sociale in quanto la persona andata in pensione non è stata ancora sostituita. Non si è nemmeno provveduto ad integrare, per esempio, la ginecologa del consultorio di Falconara Marittima, collocata a riposo lo scorso luglio, e a Montemarciano e Polverigi, pensate, si può consultare un ginecologo solo una volta alla settimana. Assessore, si sta forse procedendo a un depotenziamento e a uno smantellamento delle strutture assistenziali locali, non potendo, come fin ondo questa maggioranza vorrebbe intimamente, proibire l'aborto si costringono le donne ad ospedalizzazioni, creando loro impedimenti, problemi, facendole desistere in tutti i modi dal poter decidere autonomamente?
Dai territori ci giunge questo appello, questo grido disperato: per carità, si può far sempre meglio, e certamente anche l'amministrazione regionale di cui ho avuto l'onore di far parte non sarà forse riuscita a realizzare tutto ciò che avrebbe voluto, ma faccio notare che se non ci siamo riusciti è solo perché ci siamo dovuti scontrare con la mancanza di fondi, con l'impossibilità di assumere, ma noi, tuttavia, non eravamo mai convinti, non abbiamo mai pensato per un istante di mettere in discussione la 194.
Approvando questo testo, tutti insieme, raggiungeremo un risultato sicuramente minimale, non faremo nessun passo in avanti nel campo dei diritti, ma almeno non procederemo indietro a passo di gambero, verso una società patriarcale, autoritaria e irrispettosa della libertà delle donne, un modello che voi amate moltissimo, ma che mi duole informarvi non esiste più da almeno cinquant'anni e non ritornerà, nonostante tutti i vostri sforzi. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Grazie, Presidente. Torno a prendere la parola, sono stata anche citata nell'intervento precedente della Consigliera Bora per l'atto che ho presentato e che è stato discusso in qualche Consiglio fa, sempre sul tema, perché oggi di fatto ci ritroviamo a discutere quell'interpellanza trasformata in mozione dai proponenti.
Torno a farlo, come ho fatto l'altra volta, con grande rispetto per ogni donna che nella propria vita si trova di fronte alla decisione, alla scelta, dell'interruzione volontaria di gravidanza.
Il tema lo sappiamo tutti, o almeno tutti dovremmo saperlo, è molto delicato, attiene certamente alla coscienza di chi si trova in una condizione che può portare per qualsiasi motivo a fare questo tipo di scelta.
Quindi, rispetto prima di tutto verso le donne, rispetto che nelle parole della Consigliera Bora per certi aspetti non ho trovato. Io sono una persona libera, che ha un proprio pensiero e tacciare chi ha un'idea diversa da quella dell'ex Assessore in materia di diritto alla vita e di tutela alla vita come persona teleguidata dal partito romano, credo che sia quanto di meno rispettoso ed io non mi sognerei di dirlo. Soprattutto quando si vuole fare del rispetto della donna, dell'autonomia della donna, una bandiera politica per la propria battaglia. Allora bisognerebbe comprendere che anche una donna che ha un pensiero che differisce dal proprio può essere ed è una donna libera.
Nella scorsa seduta ho letto dei dati, cosa che non farò di nuovo oggi in quanto non li ho sotto mano, ma basta andare sul sito del Ministero della salute, il report relativo all'applicazione della legge 194 riportava per la Regione Marche dei dati in controtendenza rispetto all'andamento nazionale per il numero degli aborti e parlava rispetto ad un numero decrescente, che è la tendenza nazionale, di un seppur lieve incremento del numero degli aborti nelle Marche. Se si vuole contestare il dato lo si contesti al Ministero che è del vostro colore politico, al Governo che è del vostro colore politico, ma è la lettura dei dati e questo vuol dire che nelle Marche è garantito il diritto all'aborto.
Diverso è che ognuno voglia vedere nella legge n. 194 solo una parte e voglia vedere quella legge a tutela della vita e della maternità unicamente nella parte relativa all'aborto, lo ribadisco da donna e mi spiace vedere come nel 2021 l'unica battaglia che una donna di quella componente politica sente di dover fare nei confronti dell'emancipazione femminile è solamente e unicamente quella dell'aborto. E’ lì che viene utilizzata la legge 194 del 1978 in maniera ideologica, anzi, con una ideologia cieca, come l'ha chiamata la Consigliera Bora, l’ideologia cieca non è da questa parte, è da quella parte politica, che ha reso violento uno scontro che invece doveva essere molto delicato perché tocca sentimenti intimi di ogni donna. E’ un dramma che ogni donna affronta e sinceramente acuire lo scontro è sbagliato. L’ho detto quando ho letto quei cartelli e sono intervenuta a sostegno dell'Assessore Latini perché, se è vero che quel cartello era una citazione e non portava scritto il nome dell'Assessore Latini, è pur vero che le istituzioni che si volevano bruciare con quel cartello erano l'istituzione regionale, l'Assessorato e l'Assessore Latini.
Per cui non ci nascondiamo dietro una citazione, se una citazione è violenta è istigazione alla violenza, e mi sarebbe piaciuto che voi aveste preso la distanza da quel cartello perché, e lo ribadisco, la forza di un'idea non ha bisogno della violenza per superare i confini ideologici.
Reputo che la strumentalizzazione della legge 194 porti più danno che beneficio, anche sulla presenza, sempre garantita dall'articolo 9 della legge 194, dell'obiezione di coscienza, sulla quale bisogna fare un ragionamento. Io non sono medico, ma so che i medici fanno il giuramento di Ippocrate, salvano vite, il loro scopo è quello di salvare una vita, e chi può entrare nella coscienza di un medico che vuole salvare le vite e si trova a doverne sopprimere alcune? Non entro nel merito di questa scelta che è garantita, lo ribadisco, dalla legge 194, che voi volete difendere, ma anche noi vogliamo difenderla, anzi, vorremmo applicarla in tutta quella parte, lo ribadisco ancora con forza, che non è applicata, tutta quella parte che vede …, e qui ci deve essere un impegno delle istituzioni a fianco di quelle donne che vorrebbero tenere quel figlio, che vorrebbero far vivere quel figlio, ma non se lo possono permettere, magari perché a fianco hanno un marito violento che non vuole altri figli, perché magari si trova in una situazione di difficoltà economica, che non le consente di poter avere un altro figlio.
Su queste problematiche noi dobbiamo intervenire ed è questo che dovrebbe fare un legislatore attento: applicare in toto la legge 194, non se ne può scegliere un pezzetto e dire questo lo difendo, l'altro per me non esiste, lo cancello.
Credo che la ratio della legge sia molto chiara e prenderne solo una parte ha portato e sta portando a tutt'oggi ad un confronto che diventa sempre più scontro quando si vuole applicare solamente una faziosità.
Ribadisco, su questo tema ci vuole delicatezza e ci vuole rispetto, lei non mi ha sentito dire parole di odio, né di giudizio nei confronti di nessuna donna, perché credo che questo noi non lo dobbiamo fare, ma l'impegno che noi dobbiamo prendere come istituzione è quello di garantire aiuto, a chi potrebbe portare avanti quelle gravidanze e non riesce a farlo per le condizioni che pure la legge prevede come ostacoli, potenziando i consultori affinché ogni donna trovi una risposta adeguata e un supporto delle istituzioni adatto al dramma ed alla vicenda che sta vivendo.
Ribadisco, chiudendo, la condanna nei confronti di chi utilizza e fomenta un odio nei confronti di chi ha posizioni personali o politiche diverse dalle proprie. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Biondi.

Chiara BIONDI. Grazie, Presidente. L'interruzione volontaria di gravidanza è uno di quei temi in cui il rapporto tra l'etica dei principi e quello della responsabilità si compenetrano, nella politica può facilmente virare verso l'ideologia che si vuol fare legge.
Laddove il principio di manifestazione del pensiero è un caposaldo della Repubblica italiana, libertà fondamentale sancita dalla nostra Carta costituzionale, appare evidente conseguenza che manifestare l'opinione personale, per quanto essa possa essere comune ad altri, non equivale a renderla una norma. Pensare che la legge 194 sia una legge a favore dell'aborto rientra in questa sfera di discrezionalità legittima quanto a visione personale per nulla rispondente alla realtà in ambito amministrativo e legale.
Un equivoco di fondo che ha determinato periodiche interpretazioni in senso esclusivamente morale della 194, che tardano a sopirsi. La strumentalizzazione politica delle dichiarazioni personali in tema di aborto rilasciato dall'Assessore Latini sono solo il più recente di una lunga serie di esempi in cui, come nel celebre romanzo di Orwell, una parte politica si crede più uguale degli altri, ovvero, depositaria di coscienza civile, morale e giuridica a prova di eccezione.
Fin dall'emanazione della 194, quasi 42 anni fa, assistiamo alla periodica deriva del principio che vorrebbe farsi regola perché ci si ostina a voler approcciare la discussione in tema di libertà individuale. Nonostante sia incontrovertibile che l'argomento aborto sia di quelli che si prestano ad essere affrontati forti del proprio bagaglio morale, ideologico e religioso.
La legge non nasce per agevolare l'interruzione volontaria di gravidanza, ma per tutelare socialmente la maternità e consentire alle donne di tutelare la propria salute nel caso scelgano di interrompere una gravidanza.
Invito la Giunta, la Presidenza di questo Consiglio ed i colleghi Consiglieri ad attenersi al testo normativo perché è in esso che troviamo la risposta all'infondatezza delle accuse mosse all'odierna mozione.
Il legislatore concepì la legge 194 con lo scopo ben preciso di tutelare la donna sia sotto il profilo sanitario, che sotto il profilo della sua autodeterminazione. Una scelta giuridica forte di un'esperienza sociale assurda e dolorosa che ha visto, fin da quel fatidico 1978, lo Stato attuare non la prevenzione, non la tutela della maternità e della vita, ma limitarsi alla severa sanzione di una scelta sempre dolorosa in cui le donne erano costrette a dar seguito, in ambito clandestino, mettendo a repentaglio la propria stessa vita.
Se ci si approccia alla legge 194 senza pregiudizio ideologico risulta evidente che la volontà del legislatore è di disciplinare e non di incentivare l'interruzione volontaria di gravidanza, individuando condizioni ben precise che vanno tutte in un'unica direzione: tutelare la salute fisica e psichica della donna.
Le uniche circostanze per le quali è consentito ricorrere all'interruzione volontaria di gravidanza riguardano il serio pericolo per la salute fisica o psichica della donna in caso di prosecuzione, ovvero quando il parto o la maternità siano incompatibili con lo stato di salute, le sue condizioni economiche, sociali o familiari, le circostanze in cui è avvenuto il concepimento, previsioni di anomalie o malformazioni del concepito.
Con queste oggettive premesse è evidente che la classe politica, quand'anche volesse agire in linea di principio, ha la responsabilità di concentrarsi non a reprimere la libertà individuale, ma ad attuare ogni misura di intervento per tutelare e proteggere la donna e la maternità.
Un ruolo fondamentale è rivestito dai consultori familiari che vanno rafforzati, restituendo loro la centralità che la legge ha riconosciuto a questa cellula di interazione tra bisogno, salute e legalità.
Secondo il dettato della legge 194 i consultori svolgono un ruolo di sostegno, di aiuto e di informazione. Non si sottovaluti questo ruolo, colleghi, perché primum informare, deinde decidere. Una donna consapevole dei diritti di cui gode in base alla legislazione statale, a quella che tutela la gestante in ambito lavorativo, alle norme regionali sui servizi sociali, sanitari e assistenziali concretamente offerti dalle strutture operanti nel territorio è una donna che sceglie solo in ultima analisi, di fronte ad una causa di effettiva forza maggiore, di non dare alla luce il suo bambino. Chiediamoci perché dopo oltre 40 anni la scelta di diventare madre in Italia può pregiudicare la condizione sociale, professionale ed economica di una donna. Chiediamoci perché la maternità non è vista come una risorsa, ma come un impedimento. Chiediamoci perché la libertà di tutela della propria salute si trasforma in una soluzione estrema per l'assenza di adeguate politiche di welfare e di sostegno alla maternità, alla natalità, alle famiglie e alle coppie, specie le più giovani, perché anche e soprattutto per motivi di ordine socio-economico che le donne, le coppie, scelgono la strada più breve, ma più dolorosa.
Le risposte a queste domande portano la politica verso un'unica direzione: fare del suo meglio ed in fretta perché le cose cambino e la donna in maternità torni ad avere quel ruolo e quel rispetto sociale che merita.
Appare evidente come in un contesto complesso, in cui un vissuto sociale critico per molteplici fattori rischia di incentivare scelte sempre più radicali, meriti particolare attenzione la circolare del Ministero della salute che aggiorna le linee di indirizzo sull'interruzione volontaria di gravidanza attraverso la pillola RU486. Emanata a seguito della determina n. 865 del 12 agosto 2020 dell'Agenzia italiana del farmaco “Modifiche della tutela di impiego del medicinale mifegyne a base di mifepristone (RU486)”, ha superato le precedenti limitazioni contenute nella delibera del Consiglio di Amministrazione Aifa n. 14 del 30 luglio 2009 e nella determinazione del Direttore generale dell'Aifa del 24 novembre 2009 secondo la quale l'impiego del farmaco mifegyne debba avvenire nell'ambito delle strutture ospedaliere, individuate nell'articolo 8 della legge 194 del 1978, con il ricovero della donna, “dal momento dell'assunzione del farmaco fino alla verifica dell'espulsione del prodotto del concepimento”.
Il provvedimento innova profondamente il precedente visto che, in deroga a quanto stabilito dall'articolo 8 già citato, le interruzioni di gravidanza farmacologiche possono avvenire presso strutture ambulatoriali pubbliche adeguatamente attrezzate, funzionalmente collegate all'ospedale ed autorizzate dalla Regione, nonché consultori oppure day hospital.
E’ stato annullato il vincolo del farmaco mifegyne in regime di ricovero dal momento dell’assunzione fino alla conclusione del percorso assistenziale, senza che ci siano state adeguate misure compensative a tutela della salute. La circolare Aifa, infatti, si limita a raccomandare di effettuare il monitoraggio continuo ed approfondito delle procedure di interruzione volontaria di gravidanza con l'utilizzo di farmaci, avendo riguardo, in particolare, agli effetti collaterali conseguenti all'estensione del prodotto in cui è consentito il trattamento in questione.
È evidente che si tratta di un provvedimento che mette in dubbio l'indiscutibile sicurezza del trattamento e pone un ulteriore delicato problema come il coordinamento della circolare con l'articolo 8 della legge 194, secondo il quale l'interruzione di gravidanza è praticata presso un ospedale generale tra quelli indicati nell'articolo 20 delle varie leggi.
La giurisprudenza Tar Puglia ha avuto modo di interessarsi di tale disposizione e con la sentenza del 14 settembre del 2010, n. 3477 ne ha affermato la natura inderogabile, visto che ha deciso che l'interruzione della gravidanza “può avvenire esclusivamente nelle strutture a ciò autorizzate di cui all'articolo 8 della legge n. 194/1978”.
Tale decisione giustifica il dubbio sulla legittimità della Circolare ministeriale, visto che nel nostro ordinamento vige il principio della gerarchia delle fonti, che può essere rappresentato con una piramide al cui vertice sono poste la Costituzione, le convenzioni internazionali, le norme comunitarie, più in basso vi sono le leggi ordinarie ed ancora sotto vi sono i regolamenti e gli usi. La gerarchia non contempla le circolari ministeriali: in proposito non ci si può esimere dal menzionare la recente decisione della Corte di Cassazione che, come ribadito dalla recente ordinanza, ha deciso che ogni interpretazione della legge operata dalla pubblica amministrazione, non costituisce fonte del diritto: pertanto, non può essere vincolante, né per i cittadini, né per i giudici. Tale principio è unanimemente condiviso anche dal Consiglio di Stato che stabilisce che le circolari ministeriali non si devono ritenere applicabili laddove le stesse non risultino conformi alla legge.
Pertanto, e concludo, l'applicazione di tali principi, ben oltre possibili motivazioni di ordine politico, morale e personale che quest'Assemblea volesse addurre, rende fondata la considerazione che l'esecuzione della circolare del Ministero della salute non possa prescindere formalmente da una modifica legislativa dell'articolo 8 della 194, visto che in quanto circolare non è in grado di modificarne il contenuto e il conseguente valore precettivo. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Santarelli.

Luca SANTARELLI. Grazie Presidente. Colleghi, con questo intervento mi voglio tener lontano dal delicato tema dell'essere a favore o contro l'aborto perché ritengo che nessuno sia concettualmente favorevole all'aborto, che è un dramma per tutti, principalmente per la donna che lo vive in prima persona, e che nel momento in cui arriva ad assumere tale decisione la scelta va rispettata e garantita. Va garantita da tutti i punti di vista, a partire d quello della salute, perché il diritto alla salute della donna è gerarchicamente superiore a tutti gli altri diritti, compreso quello di chi osteggia la legge 194, anche attraverso l'obiezione di coscienza.
Voglio sottolineare quanto sia importante avere una legge come la 194 e darne una piena attuazione: grazie a questa legge sono state salvate molte donne dalle cosiddette “mammane”, quindi dall'aborto clandestino. Non nascondiamoci dietro ad un dito, l'aborto clandestino c'era prima che la legge 194 venisse messa in campo e non dimentichiamoci che dalla sua approvazione si è assistito ad un decremento del numero degli aborti, sia in Italia che in altre legislazioni europee, il che vuol dire che altri aspetti della legge hanno funzionato. Mi riferisco in particolare alla sensibilizzazione per la procreazione responsabile, alla contraccezione, questo vuol dire che l’attività di consultorio, avviata in mezzo a grandi difficoltà, ha prodotto negli anni risultati positivi.
Ho firmato convintamente questa mozione, di cui condivido le finalità e per queste motivazioni dichiaro già da ora il mio voto favorevole. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Lupini.

Simona LUPINI. Grazie, Presidente. Non so bene da dove cominciare, perché, come sapete, ho già esposto la mia, la nostra posizione come gruppo Movimento 5 Stelle con la mozione discussa in Aula la settimana scorsa.
Credo che dobbiamo superare tutte queste posizioni ideologiche che rischiano di farci perdere di vista il vero obiettivo, e cioè la salute, che è biopsicosociale.
La legge di cui stiamo parlando, che è una legge effettiva, quindi, non ho certo nulla da dire al riguardo, risale al 1978, a 43 anni fa, e se ancora in una assise pubblica stiamo a discutere di quello che è giusto e quello che è sbagliato è evidente che abbiamo ancora tantissimo lavoro da fare.
Partirei proprio dal lavoro da fare, come ho evidenziato nella proposta della settimana scorsa, creare dei percorsi appositi di educazione all'affettività e alla sessualità nelle scuole. Se ancora parliamo di aborti, di interruzioni di gravidanza, significa che non abbiamo fatto abbastanza rispetto all'informazione e alla sensibilizzazione sulla genitorialità consapevole, che significa anche e non solo contraccezione, quindi, su tutta la sanità.
Io insisto sempre su questi aspetti perché la sanità non può lavorare da sola, dobbiamo parlare di equipe integrate, di socio-sanitario, e su questo insisterò ogni volta che avrò l'opportunità di prendere la parola perché da tecnico posso … Voi sapete che vengo dal consultorio, per me questo è stato il pane quotidiano per tantissimi anni e mentre parliamo penso a tutte le persone, a tutte le donne che ho accompagnato in questo difficile percorso e so molto bene qual è la panoramica che ci ha raccontato la Consigliera Bora rispetto all'obiezione di coscienza. I medici hanno il diritto di appellarsi all'obiezione di coscienza, e su questo non sarò certo io ad entrare nel merito, ma gli assistenti sociali e gli psicologi dei consultori non ce l'hanno l'obiezione di coscienza, chiunque arrivi ha diritto di essere preso in carico e noi abbiamo il dovere di prenderci cura della sua salute psicosociale.
Questo funziona, funzionano i protocolli d'intesa con il reparto, cosa che abbiamo sperimentato per tanti anni, fino a quando il nostro ospedale, purtroppo, è stato depauperato, ma per tutta l'Area vasta 2 vi posso raccontare quanto funzionino i protocolli d'intesa tra il consultorio e il reparto di ostetricia e ginecologia, tra consultori e punto nascita e tra distretto sanitario Umea, Umee e consultori, con tutti gli operatori a pieno regime e un ambito territoriale, un servizio sociale del Comune ben strutturato. Questo funziona.
Puntiamo l'attenzione su ciò che serve, su ciò che possiamo fare da questo luogo in cui dobbiamo avere uno sguardo ampio, prendendo delle decisioni giuste per indirizzare la nostra Regione verso un socio-sanitario che vada incontro alla salute biopsicosociale delle persone.
Credo che questo debba essere l'obiettivo e la finalità di tutti, con quali mezzi non è la minoranza che deve decidere, però proporre si e io propongo non solo di rinforzare i consultori …, devo dire che mi fa piacere, l’ho già detto l'altra volta, sentirne tanto parlare. Gli assistenti sociali e gli psicologi non si sono mai affacciati alla politica, né credo si siano mai sentiti interessanti per la politica, quindi, ben venga, ed io lo apprezzo molto, che se ne parli, ma non riduciamo i consultori a un posto dove si va a fare la richiesta di aborto perché il consultorio è un mondo, è l'interfaccia delle persone, delle famiglie, delle donne, dei minori rispetto ai loro bisogni. Il consultorio accoglie il bisogno e noi dobbiamo essere in grado di rispondere alle varie esigenze, chiaramente non è facile, sappiamo benissimo come sono depauperati, come vadano sostituite le figure. Prima si parlava di assistenti sociali, non vi sto ad elencare gli assistenti sociali che mancano alle Umea dei nostri territori e alle Umee, come i neuropsichiatri infantili che non riescono a rispondere alla popolazione. Sarebbe un elenco lunghissimo ed io mi auguro, e più volte è stato detto, che potremmo mettere mano presto al Piano socio-sanitario nell’ottica di andare a rinforzare i servizi di base, che rispondono a questo tipo di bisogni, senza giudizio, perché gli operatori sono addestrati a non emettere giudizi.
Le associazioni di volontariato vanno integrate, per questo ho parlato anche del servizio sociale del Comune, degli ambiti territoriali, piuttosto che delle Asp, perché loro sono in grado, con la giusta professionalità, di sfruttare bene anche queste realtà che vanno sicuramente gestite, non devono essere voci fuori dal coro o sfuggire di mano alla rete. Dobbiamo pensare alla persona con una rete che la protegga qualora cada, perché tutti possiamo avere momenti in cui cadiamo e ci piacerebbe avere una rete forte che ci sostenga e di questa rete deve fare parte tutta una squadra, comprese anche le associazioni di volontariato, ripeto, ben gestite e supervisionate da un buon sistema socio-sanitario.
Questo è il nostro pensiero al riguardo, seppure la mozione è condivisibile nel contenuto perché, come ha detto la Consigliera Bora stessa, è quello che la legge chiede, nulla di più e nulla di meno.
Concludo, spero che vedremo attuato quanto prima il percorso sui giovani, di informazione e sensibilizzazione, che abbiamo firmato la settimana scorsa, perché potrebbe essere un segnale per superare le posizioni, le ideologie politiche e andare a lavorare nel concreto. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Grazie, Presidente. Sull'interruzione della gravidanza ci sono sensibilità diverse, credo quindi, in primis, che sia importante aiutare donne che si trovano in complesse condizioni e trovare come amministrazione, le risorse per la tutela della famiglia, per sostenere queste situazioni.
C'è un altro tema etico, la legge 194 è a tutela non contro la procreazione, non prevede quello che è stato esplicitato dalla circolare del Ministero sulla somministrazione della pillola RU486 nei consultori.
Il Ministero ha presentato delle linee guida per far si che la pillola abortiva possa essere somministrata non negli ospedali, in cui è prevista l'interruzione della gravidanza, ma in qualunque consultorio, e questo noi lo condanniamo.
Dal punto di vista psicologico è come se si sostenesse che l'aborto è come un mal di pancia, ma possiamo sostenere giuridicamente che le linee guida non sono fonte di diritto.
Noi applichiamo la legge, quindi, no alla somministrazione della pillola nei consultori, noi difendiamo i valori della famiglia e troveremo fondi per aiutarla. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ausili.

Marco AUSILI. Grazie, Presidente. Sul merito di questa mozione non ho altro da aggiungere rispetto a quello che già è emerso dalle sintesi compiute dalle Consigliere Leonardi, Biondi, Marcozzi.
Mi sia concesso solamente un piccolo contributo a mo' di chiosa politica, se vogliamo, alle sorti del dibattito di quest'Aula.
A me pare che quello che stiamo vedendo sia uno scadimento abbastanza depauperante rispetto a quelli che dovrebbero essere la funzione e lo scopo di questa Assemblea, perché, permettetemi di dirlo, questo Partito Democratico, che comprensibilmente ha ben poco da affermare sul piano politico dopo una sconfitta elettorale a tal punto evidente, si muove in un vuoto ideologico abbastanza conclamato. Ogni giorno torna a strumentalizzare argomenti delicati, finendo per impoverire il dibattito. Vedo un Partito Democratico che ad ogni piè sospinto ironizza, come la Consigliera del Partito Democratico oggi ha fatto, ironizza su soggetti, in questo caso su quelli della Pro vita, che insieme agli altri soggetti coinvolti, interessati a questa tematica, vanno pur coinvolti in un percorso che è quello dell'ascolto e della sintesi, perché la politica è ascolto e sintesi.
Vedo un Partito Democratico che in quest'Aula ogni volta consuma un motivo di polemica, un motivo di scontro ideologico, arrivando finanche ad una violenza verbale preoccupante, neanche oggi sono arrivati segnali di vicinanza all'Assessore Latini dopo i fatti ben noti che l'hanno riguardata. Polemica, violenza verbale, si parla di una destra estrema che in quest'Aula vorrebbe riportare una società patriarcale, autoritaria, non rispettosa delle donne, motivi di polemica e violenza verbale, che invece dovrebbero pur lasciare il posto, credo, a un dibattito che su questo tema, come su altri, dovrà essere maturo, equilibrato, capace di farsi carico, come in questo caso, degli sviluppi che sul tema si sono avuti, abbandonando certe eco che risultano ormai fuori dal tempo.
A questi atteggiamenti se ne uniscono altri che abbiamo visto dai Consiglieri del Partito Democratico, si pensi addirittura a chi ha additato questo Governo regionale come un untore. Sfido nuovamente a rintracciare nelle parole del Presidente Acquaroli, nell'epoca della prima ondata dell'epidemia, quando era solamente candidato Presidente in pectore, diciamo, parole di questa gravità e insultanti nei confronti di chi all'epoca era al Governo della Regione. Sono poi arrivate tante mozioni, come ricordiamo, anche nell'ultimo Consiglio che andavano ad impegnare questo Governo regionale su materie che esulano anche dalle proprie competenze, magari dimenticando quello che è stato fatto, dimenticando che, è vero, i posti letto di terapia intensiva in questa Regione sono passati da 115 a 237 da quando c'è questo Governo regionale, dimenticando che lo screening ha portato a fare tamponi a più di 200 mila persone, individuando 1.000 positivi, che non hanno infettato altri, dimenticando che si passa dai 1.000 tamponi di media al giorno della scorsa Giunta ai 5.000 di media al giorno di adesso, dimenticando i 13 milioni usati, finalmente, per quella premialità promessa e mai conferita ai medici, infermieri e operatori sanitari.
Ebbene, concludo dicendo che mettendo insieme tutto ciò noi dobbiamo forse fare un'autoanalisi, analisi del livello e del tenore del dibattito che si sta consumando in quest'Aula, direi di fare un passo avanti per trasformarlo in una discussione che sia sempre più rispettosa, intelligente e costruttiva perché il buon Governo di una Regione, certo, passa dal buon funzionamento di una Giunta, dal lavoro del Presidente, ma passa anche da qui, dal buon funzionamento, dialogante e costruttivo, di questa Assemblea.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Casini.

Anna CASINI. Grazie, Presidente. Visto che tutti dicono che sono una maestrina dico al Consigliere Ausili “fuori tema”, stiamo parlando della legge 194, c'è stato invece un inserimento di argomenti che non hanno nulla a che vedere con il tema e rispetto ai precedenti Consigli in cui sono stata modestamente Vicepresidente di questa Regione - oggi sono all'opposizione dopo una vostra vittoria stracciante – le assicuro che il livello del dibattito, e molti sono qui, era a volte nettamente inferiore, abbiamo avuto dei livelli di dibattito bassi, se vuole li può vedere perché credo che siano ascoltabili e leggibili.
Detto questo, do la mia grandissima solidarietà alla Consigliera Bora e di lei voglio dire una cosa, è la dimostrazione della volontà di difendere la vita, una donna di poco più di trent'anni che ha due figli e li ha concepiti durante l'Assessorato continuando a lavorare, lei è una commercialista, è una bocconiana, una donna che ha molto di più della bellezza che si vede di primo acchito e quello che ha portato avanti è ben altro che dire che la 194 è una legge a favore dell’aborto. Questo non l’ha detto nessuno e chiunque lo dica fa un'azione strumentale per molti ordini di motivi.
I motivi più importanti li ha detti la Consigliera Lupin, io avrei detto peggio di lei le stesse cose. Oggi esiste in Italia, nelle Marche, una rete di protezione per chi cade, questo ha detto lei, è perfetta? No, ha bisogno di essere implementata? Sì, certamente sì. Mancano figure professionali? Certamente si, bisognerà essere più vicini alle donne e non solo alle donne che hanno bisogno di essere sostenute dal punto di vista psicofisico? Si, il consultorio non è certo il luogo dove si convincono le donne ad abortire, anzi, negli articoli 1, 2, 3 c'è scritto quello che devono fare i consultori e questi sono dei luoghi in cui le donne vengono accolte, non solo le donne, anche una serie di soggetti fragili, ma nel caso di specie vengono accolte le donne che hanno necessità o pensano di dovere abortire.
La prima cosa che viene fatta è quella di trovare le cause, di cercare insieme le cause che fanno decidere quella donna ad abortire e provare a smontarle, economiche, legate a vessazioni, cause di ogni genere, quindi, non è assolutamente vero che la legge 194 in Italia non viene applicata.
Detto questo, perché parlo in maniera così convinta e conosco bene la 194? Forse nessuno di voi sa che nel 1978 io frequentavo l'ultimo anno di liceo, avevo 17 anni, sono andata a scuola un anno prima, e sono stata ammessa all'esame di Stato, al liceo scientifico di Ascoli Piceno, con 7 in condotta e scarso in religione perché ero una di quelle che riteneva necessaria l'approvazione della 194 e non perché pensassi che l'aborto era uno strumento anticoncezionale o una cosa che le donne facevano con superficialità, tutt'altro.
E’ un trauma abortire, è una cosa seria abortire, è una cosa molto seria abortire anche quando non lo si vuole, è una cosa seria la gravidanza, è una cosa seria la maternità, è una cosa seria la gravidanza quando tutti ti fanno violenza dicendoti quello che devi fare e quello che non devi fare, è difficile il post parto, è difficile tutta la fase di una donna dall'inizio del concepimento alla fine della sua vita e ci sono figure professionali che facendo degli sforzi enormi l’aiutano.
Ha detto bene la Consigliera Lupini, i medici si possono permette di essere obiettori di coscienza, uno psicologo che ha davanti un uomo che picchia una donna non se lo può permettere, anche se è una donna, perché quando si fanno le terapie per le famiglie, Consigliera Lupini, ci si può trovare un padre, un genitore violento e con lui devi fare i conti, ci devi parlare in maniera laica, non puoi trattarlo come vorresti, ma ti devi estraniare.
Un'altra questione sui dati della Consigliera Leonardi, sono veri, ma è anche vero, lei si può informare, che nell'area di Ascoli Piceno c’è l’Aied che copre un'area molto vasta, copre un'area vasta del teramano, un'area vasta di parte di Rieti e anche dell'Umbria, molte donne vengono ad Ascol Piceno perché c'è un'accoglienza particolare, quindi va considerata anche questa circostanza, poi ci sono i due consultori ad Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto.
Do la mia piena solidarietà all'Assessore Bora che si è sempre battuta per i diritti delle donne, definire l'aborto un diritto di una donna è sminuire, una donna arriva all'aborto con una sofferenza enorme e noi abbiamo il dovere, questo dice la legge, di evitare che ciò accada, finché possibile, poi di aiutarla a superare il trauma che porterà con sé tutta la vita. Questa è una cosa che dobbiamo ricordare, altri tipi di solidarietà … Mi dispiace, ogni volta che una donna subirà delle accuse o delle violenze sarò la prima a difenderla, quando una donna non sa distinguere una citazione, forse un po’ troppo colta delle donne che hanno protestato … Tra l’altro declinata al maschile, era chiaro che non era stata scritta per lei, ma era stata scritta in anni non sospetti rispetto alla giovane età dell'Assessore, non era rivolta a lei e sarebbe strumentale dare la solidarietà a chi non è stata toccata, né menzionata, forse non sapevano neanche chi fosse l'Assessore quando hanno scritto i cartelli, invece all'Assessore Bora per i 5 anni che ha dedicato alla Regione Marche, alle donne della Regione Marche, io la solidarietà la do con tutta me stessa.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cancellieri.

Giorgio CANCELLIERI. Semplicemente per dare il mio contributo su questo tema che mi tocca anche come operatore sanitario.
Dico che non bisogna fare di questo tema una questione ideologica, l'approccio è sbagliato, dobbiamo avere un atteggiamento di protezione nei confronti della donna. Nel senso che una donna che si approccia ad una interruzione volontaria di gravidanza deve essere sostenuta, deve avere intorno una rete di persone che l’aiuti, che la possono supportare, penso alle tante figure, dalle assistenti sociali, alle psicologhe del consultorio, penso ai medici di famiglia, ai ginecologi, ci vuole una rete di persone, un aiuto per far si che la persona scelga in maniera libera, perché una donna libera può fare una scelta giusta.
È qui che manchiamo, è qui che dobbiamo fare qualcosa, dobbiamo creare intorno a queste persone, che sono in profondo disagio, in confusione ed hanno tanta paura, una rete che le possa aiutare, che le possa supportare e se deve essere interruzione volontaria della gravidanza questa deve essere consapevole, quindi, tutti intorno costruiamo una bella rete per cercare di aiutare queste persone. E se l'aiuto e il supporto psicologico ed umano non è sufficiente pensiamo anche ad un sostegno economico perché a volte certe donne vanno in questa direzione perché abbandonate, lasciate sole, la paura e l'incapacità di mantenere un bambino la fa da padrone.
Se ci vuole bisogna mettere in piedi anche un supporto economico per le donne che vivono questa vicenda come un comune grande trauma, è stato detto da più parti e lo condivido, è un trauma enorme per una donna, che fa questa scelta e che magari va in fondo, che si porterò dietro per tutta la vita.
Abbiamo approvato una settimana fa una mozione relativa all'educazione all'affettività, anche lì bisogna lavorare molto per cercare di creare un'affettività e una sessualità consapevoli, per fare in modo che non arrivino gravidanze senza consapevolezza.
Per quanto riguarda la questione della legge relativa alla pillola abortiva RU486, io ho visto quali erano le linee di indirizzo precedenti, sia dell'Aifa, sia del Consiglio superiore di sanità, che dell'Organizzazione mondiale della sanità, bene, ho visto qual era la prima posizione, che era quella di utilizzare la pillola abortiva soltanto in regime ospedaliero, ho visto cambiare questa linea di indirizzo ultimamente, ad agosto 2020. L'Agenzia italiana del farmaco, quindi l’Aifa, quindi l'OMS, quindi il Consiglio superiore di sanità dicono che si può utilizzare questa pillola anche nei consultori, senza il ricovero ospedaliero.
Bene, su questo credo che il passaggio giusto sia quello che ha detto la Consigliera Biondi, secondo me bisogna fare una legge a livello nazionale, il Parlamento ce l'abbiamo ed è lì che si deve discutere se l'utilizzo di questa pillola abortiva può esser fatto in ricovero ospedaliero oppure no. Va discusso in Parlamento, secondo me, e va fatta una legge ad hoc perché, ricordiamoci, la pillola RU486 non è la pillola del giorno dopo, sono due cose completamente diverse, questo per dare un contributo tecnico, una impedisce l'annidamento dell'ovulo, l'altra crea una situazione abortiva, un distacco dalla matrice uterina, dall'endometrio, dell'ovulo fecondato, quindi parliamo già di embrione.
Sono due cose completamente diverse e la pillola RU486 qualche effetto collaterale ce l’ha (come ce l’ha anche la pillola del giorno dopo): emorragie (che durano 10/12 giorni), infezioni, si può avere uno shock tossico, una reazione allergica, si hanno crampi uterini, insomma un po' di problemi li dà, quindi, deve essere seguita con grande attenzione.
Ecco perché il ricovero ospedaliero aveva un senso, perché si seguiva la donna alla quale era stata somministrata la pillola con grande attenzione dal punto di vista sanitario. È ovvio che se si decide di farla fuori si deve prevedere una rete di assistenza importante perché, ripeto, un po’ di effetti collaterali ce l’ha. Un conto è impedire l'annidamento dell’ovulo, un conto è creare il distacco, qui c'è l'utilizzo delle prostaglandine, che aumentano la contrattività dell’endometrio e fanno staccare l’ovulo. Ecco perché dico che va fatta una legge, che va discussa in Parlamento, bisogna ragionare bene su come poter dare questa pillola, se in regime ospedaliero oppure no.
Qualcuno ha toccato il tema degli obiettori di coscienza, giustamente la Consigliera Leonardi ha detto: “I medici fanno il giuramento di Ippocrate, giurano per la vita, per cercare di migliorare la qualità della vita, per cercare di salvare vite”. Io rispetto gli obiettori di coscienza, che sono tanti per poter adempiere alla legge che prevede l'aborto, sono tanti gli obiettori di coscienza, il 70-80%, ma io non mi sento di criticare l'obiettore di coscienza, come non mi sento di criticare chi fa un’altra scelta.
Il problema vero, ragazzi, lo ridico qui, è che nei nostri ospedali non ci sono i ginecologi e gli ostetrici, mancano da tutte le parti, quindi è evidente che lavorando sottorganico ci sono dei reparti ospedalieri in cui sono tutti obiettori di coscienza e con fatica magari si ottempera alla legge, sulla base di chi ha scelto di seguire il percorso dell'interruzione della gravidanza.
Ripeto, è un tema che va affrontato con molta pacatezza, secondo me, e con molta lucidità e va coinvolto dal punto di vista legislativo il Parlamento. Va anche fatta un'analisi sociale importante per il supporto alla gravidanza, in tutti i modi, tra l'altro abbiamo una denatalità impressionante e questo impoverisce il futuro della nostra società. Abbiamo cali demografici impressionanti, quindi tutto questo dal punto di vista politico di deve far riflettere ancora di più per cercare di supportare le donne, la coppia, la donna, la coppia e la famiglia sono un po' la stessa cosa, camminano insieme.
Mi dispiace quando queste vicende assumono valenze violente, qui non è il caso di fare violenza, mi dispiace che sulla base dei suoi convincimenti e magari di fraintendimenti del nostro Assessore Latini qualcuno sia uscito fuori dalle righe, come mi dispiace chi sostiene la parte contraria e viene osteggiato o trattato in maniera violenta, mi dispiace. Qui dobbiamo essere tutti maturi, metterci tutti intorno a un tavolo e cercare di capire qual è la strada più giusta in questo tempo. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Bora.

Manuela BORA. Grazie, Presidente. Molto brevemente perché ho ascoltato con grande interesse e in alcuni casi anche con grande sconcerto le dichiarazioni dei Consiglieri e delle Consigliere che sono intervenute.
Alla Consigliera Biondi vorrei ricordare che la legge 194 prevede l’ospedalizzazione solo perché è del 1978 e all'epoca il legislatore non poteva nemmeno prevedere che sarebbe arrivata la pillola RU486, per questo prevedeva l'ospedalizzazione, perché l'unico metodo era quello del raschiamento, peccato però che le linee guida del Ministero si applichino in tutta Italia, anzi l'aborto farmacologico è legale ed è già operativo in tutta Europa, quindi dica, visto che fa l'avvocato, alle altre Regioni di fermarsi, anzi mi risulta pure che qualcuna ci abbia approvato, ma per fortuna è andata male.
Alla Consigliera Leonardi, che tanto ho stimato quando stava all'opposizione, che spero di poter apprezzare ancora di più in questo ruolo che la vede interprete di una maggioranza, dico che non posso che rispedire al mittente certe affermazioni che mettono forse un po’ in dubbio anche una certa onestà intellettuale, lei non può dire a me che non sono libera e che non ho un mio pensiero. Non ho mai esitato, nemmeno un istante, in tutte le sedi, compresa quest'Aula, a dire che laddove si mettono a repentaglio i diritti delle donne noi dobbiamo stare tutte dalla stessa parte. Quando c'è stata la proroga nel discutere la proposta di legge sull'introduzione della doppia preferenza, avevo detto che c’era una legge nazionale e quella doveva essere applicata, ho gridato all'umiliazione, lei non mi può dire certe cose, e forse ancora peggio di questo c’è asserire che l'unica battaglia che porto avanti sia questa, come se non avessi ricordato in quest'Aula, e spero di ricordarlo da voi, che la delega alle pari opportunità deve essere declinata soprattutto in modo economico. Lei non faceva parte della II Commissione, ma i Consiglieri che ne facevano parte ricorderanno come la sottoscritta sia stata redarguita in più occasioni per aver incrementato di molto i punteggi che venivano dati nei bandi per le donne affinché la graduatoria tenesse conto anche di questo divario economico, che deve essere colmato. Spero, Consigliera Leonardi, che faremo assieme tanti atti per poter sostenere le donne davvero, a partire dagli asili nido, alla natalità, anzi sto già scrivendo una proposta di legge in questo senso, anche sull'assegno familiare, che peraltro è diventato unico dallo scorso luglio proprio dal Governo che ha allocato circa 5/6 miliardi in questa direzione. Non mi risulta che questa Giunta abbia fatto un atto che va in questa direzione ed anche nelle bozze, perché ho letto con grande attenzione le bozze del next generation Europe, che questa Giunta ha inoltrato al Governo, c’è zero carbonella, come si suol dire, sulle politiche di genere.
Quindi, prima di puntare il dito al Governo …, certo che c'è tanto da fare e spero di farlo insieme, ma intanto questa Giunta ha fatto zero.
Alla Consigliera Casini voglio dire grazie, lei è anche la dimostrazione di come non sia solo la qualità, perché non è difficile trovare donne molto capaci anche in politica, ma è anche la quantità che fa differenza.
Abbiamo avuto un Presidente della Giunta molto sensibile e molto attento su queste tematiche ed anche aver avuto la metà della Giunta sensibile fatto ha si che si è proceduto in maniera molto più spedita su questi temi.
Infine, auspico poi non interverrò sulle dichiarazioni voto, che questa mozione sia votata all'unanimità dal Consiglio regionale, per tranquillizzare tutte le donne, per chiarire definitivamente che le posizioni espresse dall'Assessore sono meramente personali e che la legge 194 verrà rispettata dalla Regione Marche e le linee guida del Ministero seguite rigorosamente. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Intervengo per dire che in questa fase della nostra storia, non intendo la storia di questo Consiglio regionale, ma quella della nostra società, della nostra epoca, questa battaglia che viene sventolata, tirata fuori come motivo di orgoglio, che appartiene alla storia politica di una certa parte, è una battaglia di retroguardia, non c'è dubbio!
Poi uno può sostenere tutto e il contrario di tutto, ma in questo momento di grande denatalità della nostra società occidentale, della società italiana, con un invecchiamento fortissimo, sostenere con grande enfasi questa battaglia, che aveva un suo senso negli anni ‘60 e ‘70, è fuori posto.
La battaglia da fare oggi è quella per la natalità. Ho letto anche da esponenti seri, da ricercatori della sinistra, che il problema della natalità oggi è la questione centrale della nostra società, non c'è ricambio.
Non riesco a condividere per quanto sforzo faccia il tema della sostituzione, siccome la nostra società non fa figli allora noi possiamo essere sostituiti dall'arrivo nella nostra società di persone che provengono da altre storie, da altri continenti, da altre etnie, da altre vicende, perché ritengo che un popolo abbia una sua dignità e nella sua memoria storica, antica e futura, è anche quella di manifestarsi attraverso una sua identità e la capacità di riproduzione, che è una delle funzioni naturali di tutti gli organismi viventi. L'obiettivo di ogni organismo vivente, quindi non è un fatto ideologico, è quello di nascere, sottolineo nascere, sopravvivere, vivere, possibilmente nel migliore dei modi, nelle migliori condizioni. Nel caso degli uomini sociali è il benessere, la salute, il benessere esistenziale, tutto il resto, e riprodursi, quindi, questa enfasi, Consigliera Bora, la metterei per altre battaglie.
Questo non significa che la legge che c’è sia perfetta, credo che ne siano coscienti tutti, può essere di gran lunga migliorata, però, questo è un obiettivo residuale, la retroguardia, l'avanguardia oggi è il sostegno alla natalità e vedere come creare delle condizioni affinché in una società scomposta rispetto alla società naturale … Oggi non viviamo in una società che segue delle linee naturali in tutte le cose ed i nostri ritmi di vita emarginano sempre più la condizione della maternità ed anche coloro che sono nelle condizioni socio-economiche di poter sostenere in una famiglia più figli sono intimiditi dalla possibilità di averne. Posso citare un dato personale, io ho tre figlie femmine, la più grande ha due bambini, di 4 e 6 anni, e mi ha detto: “A me piacerebbe avere anche altri figli, ma non sono più in grado”. Entrambi i genitori lavorano, c'è il problema di farsi sostituire, di qualcuno che accudisca i figli, non ci sono nella competizione della vita socio-economica spazi per dare l'attenzione dovuta ai figli, una società senza nonni, una società di famiglie spesso mononucleari, con un solo genitore, monogenitoriali, in cui molte volte i figli rappresentano delle difficoltà economiche talvolta molto gravi.
Quindi, il tema è un altro, non è l'interruzione della gravidanza, oggi il tema è il sostegno alla gravidanza nelle famiglie e tutto il resto, questo è un tema di avanguardia
Mi fermo qui, aggiungendo una cosa, concordo perfettamente con le parole del Consigliere Ausili, perché noto un'acredine che non è la polemica - la polemica è una cosa bella, spesso dalla polemica vengono fuori anche delle riflessioni - un’acredine, un’asprezza, un disprezzo dell'altro, l'altro da sé è stato un tema citato, il disprezzo dell’altro è terribile, con un atteggiamento di superiorità morale, che non esiste, da parte dei rappresentanti dell'opposizione.
E’ vero, la Consigliera Casini è stata precedentemente in questo Consiglio regionale, per me è la quinta volta (una volta non ci sono stato) e in questi oltre trent'anni mi sono guardato le classi dirigenti, le mie, quelle di mia appartenenza, e anche quelle altrui e assicuro che questa fase di esordio della legislatura sarà difficile. In genere è difficile elaborare il lutto, elaborare il lutto significa che prima ero al Governo e ora non lo sono più ed allora ho un sacco di rancore, un sacco di rivendicazioni, invece io sono estremamente felice perché oggi governo, quindi ho un atteggiamento diverso.
C'è una mancanza di elaborazione del lutto da parte del PD che è imbarazzante. Delle volte ci sono delle frasi inquietanti, per esempio, visto che trattiamo il tema di sanità, della legge 194 sull'interruzione della gravidanza, cito il discorso che in parte è stato svolto forse nella brevità di un atto ispettivo, di un'interrogazione, sul nuovo piano sanitario. Tutti sanno che il piano sanitario è un documento ordinatorio, per chi ne sa più di me di diritto, è legge, è una legge ordinatoria, una legge dinamica, il piano sanitario è un programma, un progetto, che deve essere svolto nel tempo, quindi, qual è la verità vera? Come se la verità non fosse solo vera, la verità vera è che la Giunta regionale ha preso la decisione di rivisitare il piano sanitario regionale ed ha iniziato le procedure per uno nuovo, l’Assessore Saltamartini mi corregga. Quello molto recentemente approvato, legge, non è attivo perché di fatto il Covid, nella realtà è più forte delle decisioni e tutti i governi, difatti quello precedente e quello attuale di Acquaroli si sono concentrati sull'emergenza Covid. Non riteniamo quel piano adeguato, abbiamo cominciato fin da ora, anche attraverso le decisioni della Presidente Leonardi, le audizioni per ascoltare, perché più di tutti noi dobbiamo ascoltare, è una fase in cui dobbiamo ascoltare. Sono già cominciate con delibera le procedure di rivisitazione del piano e come in tutte le cose istituzionali non esiste discontinuità, una cosa che immediatamente non è attiva.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

Carlo CICCIOLI. Concludo, in tanti in precedenza hanno parlato più di me, specialmente la Consigliera Bora, dicendo che quel piano c'è, e ciò che viene fatto non è incasellabile, è messo …E’ una cosa superata, politicamente superata, era un nostro impegno della campagna elettorale, riteniamo di essere fedeli agli impegni, di non tradire gli elettori che ci hanno premiato per una svolta totale in sanità, lo riscriveremo, occorrono dei tempi, siamo in una fase transitoria, e chi la nega, per l'emergenza e perché gli atti non si preparano. Sarei molto contento se si concludesse l’anno 2021 con l'approvazione in quest'Aula del nuovo Piano sanitario regionale, sarei contentissimo, tenendo presente che nella continuità istituzionale c’è una fase di transizione. Chiudo qui.


PRESIDENTE. Ha la parola, per esplicitare il fatto personale, la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Chiedo di intervenire per fatto personale perché la Consigliera Bora mi ha attribuito una dichiarazione che non è mia, io le avrei detto che non è una persona libera, non è così.

PRESIDENTE. Ha tre minuti per esprimere la sua posizione sul fatto personale, se vuole la Consigliera Bora ha tre minuti per replicare alle dichiarazioni che farà in questo momento la Consigliera Leonardi.
Ha la parola, per fatto personale, la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Grazie, Presidente. Voglio chiarire che non ho detto che la Consigliera Bora non è libera, io ho risposto al suo intervento nel quale ha detto che il mio partito e chi ha una posizione nel centrodestra, che differisce dalle esternazione e dalle dichiarazioni della Consigliera Bora, è teleguidato da Roma, non ha una sua capacità di pensiero, ma porta avanti come fosse il pupazzo del ventriloquo quello che dice qualcuno altro.
Ho rivendicato, invece, la legittimità e mi sono stupita di una dichiarazione di questo tipo fatta da una persona che fa della difesa del diritto della donna una propria battaglia politica. Se poi difende il diritto della donna e quando interviene una donna dà come motivazione il fatto che sia teleguidata …
Rivendico, come ho detto nel mio intervento precedente, che sono una persona libera e non mi sognerei di dire che lei non lo sia, e qui c'è il mio intervento: ho contestato quanto da lei dichiarato su chi siede da quest’altra parte.
Reputo che non sia un approccio corretto, mi posso scontrare su posizioni diverse con il rispetto della posizione differente dalla mia perché ogni idea deve essere rispettata, deve avere la legittimità di essere proferita con le motivazioni che vengono date, non si può dire che se ho un'idea o un'area politica ha un'idea diversa dalla sua lo fa non perché ha una autonomia di pensiero, ma perché viene imboccato da qualcun altro.
Reputo che questo sia un concetto sbagliato, io non ho affermato che lei non è libera, ci tengo a precisarlo ed ho contestato proprio l'opposto, il fatto che lei abbia detto che io e chi siede di qua non lo è.

PRESIDENTE. Ha la parola, per replica, Consigliera Bora.

Manuela BORA. Replico volentieri perché mi fa piacere se ho capito male, rientra nell’idea che mi sono sempre fatta della Consigliera Leonardi, sul resto rimango delle mie posizioni perché è un dato di fatto che i partiti che sono qui rappresentati sono commissariati e nemmeno da commissari di questa regione, che la Giunta è stata fatta a Roma e chi decide su tutto è Roma.
Rimane la mia posizione, sul resto prendo atto con grande favore del chiarimento che viene dalla Consigliera Leonardi.

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Latini.

Giorgia LATINI. Grazie, Presidente. Questi sono, come ha ricordato la Consigliera Bora, dei temi delicati che vanno affrontati con toni pacati e costruttivi, quindi non capisco perché ci si scalda così tanto quando si affrontano queste tematiche che devono starci a cuore, devono stare a cuore a tutti, soprattutto la salute della donna, la tutela della vita, e mi sembra che qua siamo tutti quanti d'accordo, però, purtroppo, questi pensieri vengono strumentalizzati politicamente.
Sul fatto di essere telecomandati da Roma, anche nel partito possono esserci opinioni diverse su questi temi, se ne discute con pacatezza, ognuno esprime il proprio pensiero perché, ricordiamocelo, la libertà di pensiero è garantita dalla nostra Costituzione e penso che il primo presidio debba essere la libertà di pensiero, se non c'è significa che la libertà non esiste, invece noi siamo per la libertà,
Voglio ringraziare per gli interventi che sono stati fatti, puntuale da un punto di vista giuridico quello della Consigliera Biondi.
Vorrei anche rispondere all'osservazione fatta dalla Consigliera Casini, che è anche una mia concittadina, ha detto di non aver espresso solidarietà nei miei confronti perché era una citazione letteraria, quindi siamo stati ignoranti a non comprenderla. Prima di tutto era una citazione decontestualizzata, non c'entrava niente il fatto storico avvenuto a Firenze e citato dallo storico Barbero, soprattutto non l'ha capita nessuno perché poi molte persone mi sono venute in sostegno, anche a livello nazionale, anche il Questore e il Prefetto di Ascoli Piceno, che mi hanno chiamata per avvisarmi, io neanche sapevo che cosa era successo, allarmati dell'accaduto. Neanche le Forze dell'ordine di alto livello hanno compreso la citazione, perché se si fanno dei cartelli in cui si scrive “Andiamo a bruciargli casa”, e si parla di questo tema, questa è guerra. Sicuramente non sono i toni migliori per affrontare un dibattito del genere, lo voglio proprio sottolineare, una discussione così delicata, come è stato ricordato, non può essere affrontata in questi termini. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Menghi.

Anna MENGHI. Grazie, Presidente. Una battuta alla Consigliera Bora: per fortuna che con il commissariamento del centrodestra, dei vari partiti, finalmente siamo riusciti a guidare la Regione Marche e a riprendere il Comune di Macerata, dopo vent'anni. Questo lo voglio dire perché non sempre il commissariamento è qualcosa di negativo.
Voglio invece riprendere la questione adesso detta e sottolineare l'intervento dell'Assessore Latini, quando ha riferito che da una sua dichiarazione si è montata una polemica dai toni non giusti, che hanno portato prima all'interpellanza e poi a questa mozione.,
Allora dico che se tutti noi fossimo consapevoli …, mi pare che la stessa Consigliera Bora abbia detto che sta lavorando addirittura ad una proposta di legge sull'aiuto alla natalità, quindi anche lei condivide che il tema vero sia la denatalità e gli aiuti alla famiglia. Allora io dico, e l'ho già detto in un'altra situazione, che tutto il centrodestra, che adesso ha la responsabilità di guidare la regione Marche, e lo stesso centrosinistra, il PD in particolare, che a suo modo ha fatto una scelta non ricandidando il Presidente uscente …, insomma, c'è stata una discussione, ci sono delle problematiche, credo che tutti, come all'atto dell'insediamento il Presidente Acquaroli invitava, abbiamo una grande responsabilità per una politica che deve essere nuova tutta, non solo da parte di chi guida la Regione, ma anche da parte dell'opposizione.
Il Consigliere Carancini in un’intervista ha detto che potrei essere fonte di ispirazione, mi auguro che sia così perché lui sa come ho fatto per 20 anni l'opposizione a Macerata ed allora gli dico e dico a tutti semplicemente questo: i temi sono altri e su quelli ci interroga la realtà, come ha detto il Consigliere Ciccioli.
Voi sapete il mio impegno trentennale sui temi della disabilità, tanti anni quanti sono quelli della politica, pochi giorni fa in associazione sono venute due famiglie perché, per esempio, la questione della riabilitazione è un problema grandissimo di questa regione, e non solo, si fa fatica a far prendere in carico dei bambini per un percorso di riabilitazione, che è fondamentale per la loro crescita e per un recupero che sia il più importante possibile, che deve essere fatto.
Questi sono i temi su cui mi auguro che maggioranza ed opposizione sappiano confrontarsi, chiudo dicendo che se non siamo all'altezza di sfidare la realtà che ci interroga credo che perderemo tutti. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carancini.

Romano CARANCINI. Voglio ringraziare la Consigliera Menghi delle parole e voglio anche ringraziare gran parte degli interventi che ci sono stati. Per certi aspetti la penso come il Consigliere della Lega in questo passaggio, Consigliere Cancellieri, il suo intervento è stato equilibrato.
Certo, dico alla Consigliera Menghi che le sue parole, se posso permettermi, dovrebbe dedicarle al capogruppo di Fratelli d'Italia, al Consigliere Ciccioli. Lo dico perché credo che gli possano insegnare molto, confondere …, non so se c'è la consapevolezza delle parole che il Consigliere Ciccioli ha detto: “Ragazzi, state facendo una battaglia di retroguardia”, la battaglia tra la natalità e la battaglia di questa mozione, sulle donne, sull'aborto, eccetera.
Guardate, è una cosa grave, lo dico senza provocazione. Qui non si parla di confondere due temi così delicati, perché quello che ha detto la Consigliera Menghi, a proposito, è una realtà che mi pare sia venuta da altri interventi. Questo Paese ha un grave problema di natalità, che impone a chi ha la responsabilità di Governo, anche regionale, anche nazionale, il compito di occuparsene sotto tanti profili: economico, psicologico, e tanti altri rimandi che ci impongono e che esigono un impegno. Su questo si è fatto poco, si è fatto tanto? C'è sempre qualcosa di più da fare perché il tema della denatalità è grave, ma quando si confonde consapevolmente la denatalità con il diritto alla libertà delle donne, sancito con la legge sull'aborto, significa voler confondere le acque.
Oggi parliamo di un'altra cosa, non della denatalità, parliamo dei diritti delle donne, della persona, dello Stato laico. Questa confusione consapevole nelle parole del Consigliere Ciccioli è grave, come dire: svegliatevi dal torpore di chi vi induce in questi ragionamenti. Consigliera Menghi, la conosco, si sarebbe rivolta con rabbia a quelle parole che tentano di confondere la libertà delle donne conquistata con il concetto di denatalità. Questa è la realtà! (…) Si mi ispiro anche suo modo di fare opposizione.
Quindi, da questo punto di vista questo Consiglio regionale, seguendo le parole del Consigliere Cancellieri, non può non trovare una condivisione, equilibrata, che metta insieme i due temi completamente differenti, non antagonisti, non alternativi, ma di civiltà delle persone.
Ascoltare il Consigliere Ciccioli dire testualmente: “Occorre un'identità e la capacità di riprodursi dentro un contesto di identità pura” guardate, detto oggi, è imbarazzante. Ribellatevi, ma non al Governo.
Lo dico qui e tranquillizzo il Consigliere Ciccioli: noi siamo consapevoli e, mi viene da dire, anche tranquilli all'opposizione, stiamo facendo un bagno di umiltà, non c'è acredine, si ridete …, non c'è acredine le affermazioni vanno corroborate da fatti, non c’è acredine, se ci fosse stata avremo in una qualche maniera posto in essere un'attività di ostruzionismo in questo Consiglio regionale, ad esempio, dico la prima cosa che mi ricordo, avremmo potuto presentare 500 emendamenti al bilancio, penso che sia stata fatta questa esperienza. No, ne abbiamo presentati 8, abbiamo cercato di dare un contributo, non abbiamo messo un emendamento sulle poste di bilancio.
Siamo felici di essere all'opposizione, stiamo facendo un bagno di umiltà, fare questo non significa uscire dall'Aula e testimoniare il silenzio perché la regione Marche è fatta di cittadini e noi abbiamo il dovere e il compito di esercitare il nostro diritto. Lo esercitiamo in due modi: attraverso il controllo e la proposizione. Il controllo è il sale della democrazia, la proposizione è il dovere di non essere a prescindere contro, e in ogni situazione proviamo a farlo, osservate con onestà intellettuale, al di là delle posizioni che possono essere diverse, che c'è sempre questa ispirazione, questo obiettivo, il controllo e la proposizione, nulla di più.
Dico al Consigliere Ausili, e chiudo, lei è un ragazzo giovane e mi pare anche una persona intelligente, non si faccia abbindolare dalla vecchia politica, io non ho mai detto che il Presidente Acquaroli è un untore, ho criticato l'esperienza dello screening di massa, premetto che sono andato a farlo, l’ho criticato non per attaccare qualcuno, ma per dire che quelle risorse o quella filosofia avrebbe dovuto essere destinata semmai, secondo me, su un settore specifico, perché non è vero, come lei ha detto, che chi ha fatto lo screening poi può stare tranquillo, non è tranquillo, perché un quarto d'ora dopo può essere contagiato, quindi, non l’ho affatto detto, ma ho detto, come puntualmente ha riferito il Presidente Acquaroli in quell'occasione, che lo screening non doveva abbassare l'attenzione in quella fase perché non liberava dal Covid, ma ci costringeva ad essere attenti.
Credo che ci sia stata la possibilità che un pezzo di popolazione, in realtà, abbia abbassato l'attenzione in quella fase, quindi io non l’ho detto, non mi attribuisca cose non vere, lo ribadisco, è giovane, sia indipendente nella sua testa quando ragiona, sia indipendente sempre, indipendentemente a chi appartiene e ricordiamoci che la legge 194 è un atto, è un diritto delle donne, della persona e dello Stato laico.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Putzu.

Andrea PUTZU. Non volevo intervenire, ma me lo hanno chiesto indirettamente.
Sono molto dispiaciuto perché stiamo parlando di un tema serio e secondo me le prime ad intervenire dovevano essere le donne, così com’è successo, e persone e Consiglieri che lavorano nel mondo della sanità, come il Consigliere Cancellieri, come il Consigliere Ciccioli, che sono orgoglioso di avere come capogruppo.
Ancora una volta vedo il Consigliere Carancini in difficoltà. Mi rendo conto, lo capisco, è normale, quando si è in difficoltà si cerca di sviare, si prova a spaccare la maggioranza, che di fatto è unita e lo si vede nei fatti e nei vari interventi.
Concordo con il Consigliere del Partito Democratico che giustamente ha detto: “Siamo umilmente all’opposizione”, ha vinto una visione e su questo i cittadini sapevano cosa pensava la maggioranza, non penso che ci sia una maggioranza divisa, ci mancherebbe altro.
Capisco il collega dell'opposizione, mortificato, è arrabbiato con il Consigliere Ciccioli, è arrabbiato con il mio capogruppo Consigliere Ciccioli, questo lo dovete sapere in modo che così ci rendiamo conto, perché nella prima seduta delle Commissioni, il PD, il Consigliere Carancini, non è riuscito a prendere la Vicepresidenza della IV Commissione, quindi, è arrabbiato con il Consigliere Ciccioli perché pensa che sia stato lui ad evitare questo. Non credo che tutta questa rabbia, caro Consigliere Carancini, se la debba portare fino a fine legislatura, non siamo più ragazzini, non abbiamo i calzini corti, oggi siamo qui a discutere di proposte serie.
Mi rendo conto che in quest'Aula ci sono stati interventi giusti, a volte condivisibili, ovviamente non posso che condividere l’intervento della Consigliera Leonardi, ma anche quelli delle Consigliere Biondi e Menghi. La nostra è una visione, il nostro è un modo per dimostrare quello che pensiamo su questo tema e non ci vedo nulla di male.
Ho ascoltato il Consigliere Carancini che ancora una volta si è messo in cattedra ad insegnare ai Consiglieri Ausili e Cancellieri, non mi nomina perché sa che non posso essere un suo ipotetico alunno, di certo non posso riconoscerlo come professore, seppure viene da una città in cui c’è una universitaria storica delle Marche. Lui non potrebbe mai insegnare a noi Consiglieri regionali perché non avrebbe di certo preso, come si dice, il patentino di abilitazione.
Non lo permetto, non le permetto, caro Consigliere Carancini, di atteggiarsi a professore anche perché lei sarebbe stato un alunno mediocre, ovviamente, ci mancherebbe altro, e questo lo sta dimostrando perché ancora una volta svilisce il senso della mozione della Consigliera Bora, che io ovviamente rispetto. Io rispetto la mozione della Consigliera Bora anche se non la condivido, ci mancherebbe altro.
Sono alquanto dispiaciuto perché ancora una volta il Consigliere Carancini si alza in piedi e cerca di dare una lezione, ma in questo caso, rafforza ancor di più la nostra posizione.
Volevo fare chiarezza su questo tema in modo che tutti i Consiglieri sappiano perché il Consigliere Carancini è arrabbiato con il nostro capogruppo, Consigliere Ciccioli, perché non è riuscito nella sua massima aspirazione, con umiltà, a diventare Vicepresidente della Commissione che presiede la Consigliera Leonardi. Adesso tutti quanti sanno, in modo che la prossima volta ci rendiamo conto che il Consigliere Carancini invece di fare proposte fa propaganda e si mette ad insultare a destra ed a sinistra.
Ho ascoltato il Consigliere Carancini parlare della libertà delle donne, di difendere la donna, quando lui nello scorso Consiglio regionale si è permesso di sminuire l’Assessore Latini, dirò di più, non ho ascoltato parole di solidarietà del Consigliere Carancini all’Assessore Latini per gli attacchi ricevuti, perché, l’ho detto l'altra volta, potremmo avere idee diverse, potremmo confrontarci sulla democrazia ma, voi ce lo insegnate, l’insulto, gli atti che possono incitare all’odio possono creare problemi alle persone, l’abbiamo visto. Ce lo insegna la Giornata della memoria che abbiamo fatto oggi, in ricordo delle vittime della Shoah, ci ha fatto capire che l'odio politico può causare gravi danni, proprio per questo chiedo al Consigliere Carancini, mi farebbe piacere se prendesse la parola per fatto personale, di esprimere solidarietà, visto che ancora non l’ha fatto, insieme al suo gruppo.
Ho apprezzato un comunicato stampa del Movimento 5 Stelle che esprimeva solidarietà all’Assessore Latini per gli insulti vergognosi ricevuti.
Quando, caro Consigliere Carancini, parla della libertà delle donne, di poter supportare la libertà delle donne, dimostra ancora una volta di non essere coerente, si sa che l’incoerenza fa parte del Partito Democratico. Noi, Consiglieri del centrodestra, oggi siamo dispiaciuti perché abbiamo commemorato un giorno triste della nostra storia, ma siamo anche felici, non so se voi lo sapete, perché il Premier Conte si è recato …, che voi ovviamente criticavate. Prima con il Movimento 5 Stelle vi ammazzavate, non ce l’ho con il Movimento 5 Stelle, ma con il Partito Democratico, e dicevate: “Mai con il Movimento 5 Stelle”, oggi è caduto il vostro Governo, quindi, siamo un po' più contenti, ma questo dimostra ancora una volta che della coerenza il Partito Democratico non ne fa una virtù.
Chiedo che i Consiglieri del Partito Democratico, ma soprattutto il Consigliere Carancini, abbiano il coraggio di esprimere solidarietà all’Assessore Latini, perché da quello che dice e da quello che fa per la prima volta nella sua vita potrebbe fare un gesto di coerenza e di coraggio. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Mangialardi.

Maurizio MANGIALARDI. Grazie Presidente. Penso che il dibattito che viene trasmesso all'esterno, con tanti cittadini che ci guardano, non dia bella mostra di noi, perché confondiamo i ruoli, siamo in tensione, non si rispettano le parti, si prova a dare giudizi di comportamento, indicazioni di atteggiamento che non attengono al ruolo che c'è stato assegnato.
Si, siamo opposizione e lo continuo a dire, lo dico anche con grande orgoglio, rappresento 275 mila cittadini di questa regione, lo faccio con piena consapevolezza, in maniera assoluta e rilassata, non c’è tutta quella tensione, quell’acredine che sottolineate ogni volta.
Parto dalla mozione che abbiamo atteso illustrasse la Consigliera Bora, era un contributo vero ad un dibattito che una assise come questa merita e merita di essere affrontato con serenità. Non c’era nessun approccio provocatorio se non qualche preoccupazione legittima, se l'Assessore in forma mediata e approfondita davanti alla televisione dice che è contro, uno si preoccupa per i provvedimenti che non potrete assumere. E’ una legge dello Stato, che ha fatto giurisprudenza, non da noi, ma quella norma è stata recuperata da altri Paesi europei e ancora oggi dà indicazioni adeguate. Ecco, volevamo questo.
Ci sta pure che a titolo personale qualcuno la possa pensare in maniera diversa, anch'io la penso in maniera diversa, cosa vuol dire? Ci saremmo aspettati che a titolo personale ci sia un approccio e che il Governo di questa Regione ci dica, e lo fa qualche volta anche in maniera abbondante, i provvedimenti che potrebbe mettere in campo per far sì che questa norma possa essere applicata al meglio. L’ha detto la Consigliera Lupini cosa dobbiamo fare sulle azioni territoriali che mancano, perché il personale …, perché le Umee …, le conosciamo da Sindaci, sappiamo quali sono le difficoltà. Avremmo voluto sentire dire che il nuovo Piano socio-sanitario avrebbe messo nelle condizioni di trovare dei professionisti capaci e preparati, che aiutano quelle persone in grande difficoltà perché chi arriva lì deve essere accolto, chi arriva lì è in difficoltà in quel momento, prima, durante e dopo. Avremmo voluto sentir questo e saremmo rimasti ognuno della propria posizione anche deontologica.
Ho apprezzato, lo devo dire, l'intervento del dottor Cancellieri perché ha mescolato il ruolo e qualche volta è utile.
Certo che c'è preoccupazione per l'indirizzo che ha dato il Ministero rispetto alla domiciliarizzazione dell’intervento, ovvio, dobbiamo capire come si migliora, dobbiamo capire come si assiste, dobbiamo capire come si sostiene, era questo, non c’è altro.
Non è arrivata all’Assessore la solidarietà, ma forse nemmeno lei è stata molto onesta, si era accorta di un'aggressione che di fatto non c'era, era una citazione, punto, ed è finita lì. Penso invece il gesto che ha subìto la Consigliera Bora sia da sottolineare, perché non va bene che un medico porti il figlio, che strumentalizzi un bambino che l'accusa, è istigazione non è un gioco, non va bene. Non c'è stata una mancata attenzione quando abbiamo capito che era una citazione, l'ha fatto lei, e giustamente anche in maniera molto intelligente ha soprasseduto, non serviva, noi abbiamo una legge dello Stato che dà diritti e non possiamo metterla in discussione qui.
Il Consigliere Putzu dice che cambia il Governo, magari cambia anche quella norma. Il Partito Democratico voleva mettere a disposizione del Governo regionale un'opportunità, come facciamo sempre, senza acredine, senza rivendicare nulla, senza aprire tensioni, non vogliamo lezioni, abbiamo anche questi box, ognuno sta dentro il suo e facciamo quello che serve per le cittadine fuori, facciamolo per le famiglie, mettiamo fondi per il sostegno delle famiglie, questo lo vorremmo fare e vorremmo dare il nostro contributo.
Quindi, il voto convinto con un grande grazie alla Consigliera Bora per il lavoro che ha fatto, l’ha fatto con competenza e non è cosa da poco, appartiene a una modalità che è quella di chi studia, di chi approfondisce e che vuol dare un contributo per una Regione che comunque ama.

PRESIDENTE. Grazie, voto a favore come ha precisato il Capogruppo.
Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Grazie, Presidente. Dichiaro il voto contrario di Fratelli d'Italia a un atto che ha evidentemente il sapore della strumentalizzazione.
Apprendiamo ora dal capogruppo del PD, Consigliere Mangialardi, che abbiamo fatto tanto rumore per nulla, se ci sono state queste mobilitazioni di piazza anche con cartelloni, con queste scritte violente, era per modificare una legge nazionale che non è di nostra competenza, quindi un attacco al Governo regionale, quando ci dite consapevolmente che la questione attiene al Governo nazionale.
Tutto questo per che cosa? Chi crea o cerca di creare una contrapposizione ed uno scontro violento? Noi questo non lo vogliamo, l’abbiamo ribadito nei nostri interventi e per questo il nostro voto è contrario.
Voglio anche dichiarare una cosa, oggi abbiamo appreso che potremmo usare qualsiasi tipo di citazione violenta, al PD andrebbe bene se citassimo chi utilizza delle frasi violente perché in fondo è solo una citazione decontestualizzata. Quindi noi, secondo il vostro principio ribadito oggi, saremo autorizzati domani a fare cartelloni, a utilizzare frasi violente, a patto che siano citazioni.
Reputo che questo modo di interpretare …, invece di prendere le distanze da alcune frasi che sapete tutti essere di incitamento ad una violenza nei confronti dell'organo istituzionale Regione e delle persone che lo rappresentano, in quel caso l’Assessore Latini, che erano e sono sbagliate, e su questo vi invito, fate ancora in tempo, a esprimere una solidarietà che vi farebbe solamente onore.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Biondi.

Chiara BIONDI. Innanzitutto, so perfettamente che c'è la legge la n. 194, ma c'è anche questa circolare ministeriale che viene richiamata e, come ho specificato prima, il ruolo di questi atti è disciplinato dal primo comma delle disposizioni attuative del codice civile.
Quindi, sono perfettamente consapevole, rispondendo alla Consigliera Bora, che la pillola RU486 e l'interruzione volontaria di gravidanza farmacologica è applicata in tutt'Italia ed è applicata ai sensi dell'articolo 6 della 194, che ne indica le condizioni, mentre l'articolo 8 ne indica i metodi. Se l'articolo 8 è obsoleto, come giustamente ricordava, evidentemente andrà cambiato, ma non sicuramente da questa assise che non ha competenza legislativa in merito. Forse dovreste chiedere ai vostri sodali in Parlamento di poterlo modificare, quindi, richiamando il mio intervento, che ho prima esplicitato ed in cui ho sottolineato come la circolare ministeriale richiamata nella mozione non può avere nessun valore precettivo, non si può chiedere al Presidente di questa Giunta l'applicazione di un provvedimento che contrasta con la normativa, con la 194, pertanto, la Lega esprimerà voto contrario. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, l’Assessore Saltamartini.

Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Ho ascoltato con grande attenzione tutti gli interventi che sono stati particolarmente significativi su un tema così delicato e anche impegnativo per le future politiche di assistenza sociale e di integrazione socio-sanitaria.
Ho anche ascoltato con grande attenzione gli interventi che sono venuti dalla nostra opposizione, ma credo che il tema di fondo su cui dobbiamo riflettere è che su queste questioni c'è il grande tema dei valori, valori diversi, valori che possono essere anche discriminanti rispetto a delle visioni della vita.
È evidente a tutti che quando parliamo della legge sull'aborto nessuno può metterla in discussione perché è una legge dello Stato e nessuno può mettere in discussione il fatto che nel 1981 si è svolto un referendum per l'abrogazione di parti di questa legge e il popolo italiano non approvò, così come non si può mettere in discussione il fatto che sia un tema particolarmente rilevante dal punto di vista etico e della sensibilità delle donne.
Vorrei però dire che, forse, quando si parla di diritto dovremmo prestare maggiore attenzione. Ho una precisazione, il catalogo dei diritti che noi conosciamo, dalla formazione dello Stato liberale, sono dei diritti soggettivi, e questa direi che potrebbe essere una facoltà, una opzione che una donna ha all'interno di un problema così complicato. D’altra parte non potrebbe essere così se riflettiamo sui dati: in Italia lo scorso anno ci sono stati 76 mila aborti e solo nella nostra regione 1.450.
Anche sul tema dell'uso della RU486 in Europa c'è stata un'ampia apertura, tutti i Paesi d'Europa hanno aperto di fatto alla RU486, ma non dimentichiamo che l'Europa è quella che negò quando si provò a votare la Costituzione le radici giudaico-cristiane, si disse che l'Europa nasceva dalla tradizione filosofica greca, dalla grande democrazia e si portò avanti la tesi della laicità spinta, senza riconoscere i valori.
Sappiamo perfettamente che la rivoluzione del 1789, che richiamava il Consigliere Carancini, distingue nettamente lo Stato liberale dallo Stato etico, noi, però, che apparteniamo alla tradizione del centrodestra, non possiamo dimenticare questi valori.
Vedete, in tutto il mondo si discute il tema dell'interruzione della gravidanza, ad esempio gli Stati Uniti hanno cominciato ad elaborare il tema dell’heartbeat, dell'embrione che ha un fremito, che si muove, pensate un po' di cosa stiamo parlando! In America latina, per esempio, le politiche restrittive contro l'aborto si stanno aprendo alla laicità dell’interruzione della gravidanza per colpire quel fenomeno degli aborti nascosti.
Perché dobbiamo in questo momento creare un'ideologia per stare da una parte o dall’altra? Ci sono le Corti costituzionali di molti Paesi che si stanno interessando di questo, c’è la Corte suprema degli Stati Unit, più volte chiamata, c’è una serie di Stati, negli Stati Uniti, che da una posizione di apertura stanno tornando indietro, non so se è il clima del trampismo o dei repubblicani, però questo è. Come dobbiamo tener conto che sempre più anche nel nostro Paese la Corte costituzionale è chiamata a stabilire che cos'è l'embrione, l’embrione in vitro.
Penso che di fronte a quello che sta avvenendo non c'è dubbio che noi dobbiamo riguardare la legge del 1978, non per negarla, ma per vedere se si può aggiornare alla luce anche di nuove visioni scientifiche della vita.
La Convenzione europea dei diritti dell'uomo nel 1950 stabiliva che la vita era protetta dalla legge, la Convenzione sui diritti umani dell'America dice che la vita è sacra sin dal suo concepimento e per concepimento s'intende l'ovulo fecondato presente nell'utero, addirittura; la Carta di Nizza nel 2000 richiama la dignità della vita senza specificare che cos'è la vita, da quando parte la vita. Non dimentichiamo che l’articolo 1 della Convenzione di Nizza oggi è entrato nel Trattato di Lisbona, è diritto vigente sulla base dell’articolo 117, primo comma della Costituzione, per cui l’ordinamento italiano deve soggiacere alle norme di diritto internazionale ed anche alle norme di diritto dell’Unione europea, che dice che la dignità umana è inviolabile e questa idea che la dignità umana sia inviolabile nasce, come sappiamo, dall'articolo 1 della Costituzione tedesca, la Grundgesetz, che viene scritta all'indomani dei processi ai medici nazisti, che avevano tentato di fare degli esperimenti di eugenetica, facendo anche abortire in certi modi.
E’ un tema di una delicatezza particolarmente grande. Io vorrei dire questo: in questa Aula la legge sull'aborto non si tocca, salvo che non ci sia una maggioranza parlamentare che in questo momento non c'è, secondo me, non ci sono le forze per portare una modifica.
Credo che le donne abbiano diritto di essere protette, in questo caso dobbiamo impegnarci a garantire quello che la legge sull'aborto prevede, che la scelta sia consapevole, con i consultori. Se mi permettete, lo dico alla Consigliera Bora, li aprirei anche ad associazioni private, associazioni per il diritto alla vita, perché no? E’ una visione che abbiamo.
Su questo tema direi che sono particolarmente pregnanti le osservazioni fatte dalla Consigliera Biondi, non c'è dubbio che le linee guida del Ministero non siano fonti del diritto, non sono in grado di modificare le norme approvate, le norme primarie del Parlamento, secondo l'interpretazione corretta, quindi, se si vogliono modificare quelle norme si fa una legge oppure ci vuole che il diritto vivente, il diritto dei giudici, la interpreti in quel modo, ma finora questo non è avvenuto.
Voglio dire, è chiaro che la pillola RU486, che viene somministrata nei tre stabilimenti di Urbino, San Benedetto del Tronto e di Senigallia non potrà essere praticata nei consultori come prevedono le linee guida perché le linee guida non ci vincolano, non sono in grado di modificare l’impianto per le ragioni che ho detto, per le ragioni per cui sulla base dell'ordinamento internazionale noi dobbiamo stare attenti a non fare qualcosa che domani potrà essere giudicato vita, come possono essere gli embrioni.
La visione per cui c'è un ammasso amorfo di cellule, che è una certa visione, che è attuale, rispetto alla dignità che ha un ovulo fecondato appostato nell’utero, questo dice la giurisprudenza di alcune corti internazionali, sono due visioni che ci chiamano da vicino.
In queste due visioni noi dobbiamo impegnarci per far sì che ogni sussulto di vita, heartbeat, come dicono gli americani, il palpito dell'embrione che si muove, non è un cuore, ma si muove, sia protetto e deve essere protetta anche la donna e quando approveremo il piano socio-sanitario dobbiamo garantire alle donne che devono fare questa difficilissima scelta l'aiuto per sostenere la vita, così come prevede la legge sull'aborto. Dobbiamo mettere dei fondi, più fondi, più risorse e lo faremo insieme, maggioranza e opposizione, perché non possiamo immaginare che 1.450 bambini siano stati semplicemente sfortunati. Penso che questo non abbia colorazioni ideologiche, immaginiamo quale dramma, è stato sottolineato, vivono queste donne, mettiamoci dalla parte loro.
Se mi permettete vorrei anche spendere una parola nei riguardi dell’Assessore Latini, se lei condivide questi valori non può essere attaccata o minacciata, la libertà di espressione non è un diritto costituzionale, è qualcosa che nasce dalla facoltà delle persone di essere tali, è dalla dignità dell'uomo che deriva la capacità di esprimere le proprie espressioni, le proprie idee, le proprie articolazioni, non necessariamente dobbiamo ripartire dalla Magna Carta del 1214, che è la fonte di tutto il diritto costituzionale che noi conosciamo.
L'articolo 21 della nostra Costituzione nasce nel 1948, ma è una formazione del pensiero che era già nata nel Rinascimento e allora perché attaccare l’Assessore Latini, semplicemente perché esprime le proprie idee? Non va bene, la violenza politica non va bene, dobbiamo sempre garantire a chiunque di esprimere il contrario perché, come ha detto il Consigliere Mangialardi o il Consigliere Carancini, non ricordo, la democrazia si connota di contrapposizione e di idee diverse, perché il potere assoluto, come diceva Lord Acton, corrompe assolutamente. Non possiamo immaginare che chi ha il potere o ha la possibilità di esercitare il potere non deve essere censurato, ma la censura e il confronto devono avvenire su binari di rispetto delle persone ed io credo che sia mancato il rispetto nei riguardi all'Assessore Latini. Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 27. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Mozione n. 30
ad iniziativa del Consigliere Cesetti
“Carenza di personale della Sezione Polizia Stradale di Fermo”
(Rinvio)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 30 del Consigliere Cesetti, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Se lei ed il Consiglio siete d'accordo, chiederei il rinvio alla prossima seduta della mozione, in quanto io ed il Presidente Marinelli siamo determinati a scrive una risoluzione, partendo dalla condivisione della mozione e dalla condivisione della necessità, rappresentata dal Presidente Marinelli, di inserire il rafforzamento degli organici anche nelle altre province delle Marche. Raccogliendo poi l'invito dell'Assessore Saltamartini, si è pensato anche di estendere l'oggetto della mozione alle altre forze di Polizia, come i Carabinieri, la Guardia di Finanza, ecco il rinvio alla prossima seduta perché in quella sede confidiamo nella possibilità di addivenire ad una risoluzione a firma congiunta mia e del Presidente Marinelli.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Mangialardi.

Maurizio MANGIALARDI. Sì, come anticipato dal Consigliere Cesetti, chiedo il rinvio, anche a nome dei Consiglieri Cesetti e Casini, della mozione.

PRESIDENTE. C'è un parere contrario? Qualcuno si esprime in dissenso? No.
Rinvio della mozione n. 30. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 16,30.