Resoconto della seduta n.121 del 18/06/2013
SEDUTA N. 121 DEL 18 GIUGNO 2013

La seduta inizia alle ore 10,40

Presidenza del Vicepresidente
Giacomo Bugaro

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Colleghi buona giornata, dichiaro aperta la seduta n. 121 del 18 giugno 2013. Do per letti i processi verbali delle sedute n. 119 del 4 giugno 2013, e 120 dell'11 giugno 2013 i quali, ove non vi siano obiezioni, si intendono approvati ai sensi dell’art. 29 del Regolamento Interno.
Comunico che è stata presentata la seguente proposta di legge regionale:
n. 334 in data 4 giugno, ad iniziativa dei Consiglieri Marinelli, Giancarli, concernente: “Interventi per il sostegno delle azioni di prevenzione della produzione dei rifiuti solidi urbani”, assegnata alla IV Commissione in sede referente e trasmessa per conoscenza al Consiglio delle Autonomie Locali.
Sono state presentate le seguenti mozioni:
n. 508 dei Consiglieri Pieroni, Latini “Mantenimento reparto di Ostetricia e Ginecologia dell'Ospedale SS. Benvenuto e Rocco di Osimo”;
n. 509 del Consigliere Eusebi “Banca Marche”;
n. 510 del Consigliere Latini “Futuro ex dipendenti 'Vinfood'”;
n. 511 delle Consigliere Ortenzi, Bellabarba “Impianto a biomassa della potenza termica nominale pari a 47 Mwt da realizzarsi nel Comune di Fermo”;
n. 512 dei Consiglieri Spacca, Cardogna, Zaffini, Acacia Scarpetti, Pieroni, D’Anna, Marinelli, Massi, Ricci, Camela, Eusebi, Natali, Latini, Marangoni “Aumento di capitale. Autonomia di Banca Marche”, che iscriviamo d’urgenza in questa seduta, se siete d'accordo, come richiesto dalla Conferenza dei capigruppo.
Comunico, inoltre, che in data 10 giugno ho provveduto, con decreto n. 17, alla nomina di un componente del Consiglio regionale dell'Economia e del Lavoro (CREL) ai sensi dell'articolo 2, comma 1, lettera b) della legge regionale n. 15/2008.
Il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le seguenti leggi regionali:
n. 11 in data 6 giugno 2013 “Disciplina dell'attività di lavanderia a gettoni. Modifiche alle leggi regionali 5 dicembre 2011, n. 25 “Disciplina dell'attività di tintolavanderia”, 20 novembre 2007, n. 17 “Disciplina dell'attività di acconciatore e di estetista” e 25 gennaio 2005, n. 2 “Norme regionali per l'occupazione, la tutela e la qualità del lavoro”;
n. 12 in data 6 giugno 2013 “Disposizioni particolari per il sostegno all'attività edilizia”.
Hanno chiesto congedo l'Assessore Marcolini e il Consigliere Bucciarelli.

Comunicazione ai sensi dell’art. 35, sesto comma, del R.I.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D'Anna.

Giancarlo D'ANNA. Presidente, nelle scorse settimane questa Assemblea ha votato una mozione all'unanimità sulla vicenda di TVRS, purtroppo, sembra che quel documento abbia sortito l'effetto contrario, tanto è vero che per la seconda volta, per la seconda seduta, non sono presenti gli operatori di TVRS in questa sede, in questa Assemblea.
Credo che questo sia un fatto molto grave per due motivi, per quanto riguarda la situazione di coloro che lavorano ...

PRESIDENTE. Guardi Consigliere D'Anna, non voglio interromperla, penso, ma potrei sbagliarmi, che il Presidente sia di là con una delegazione di TVRS, perché è stato chiesto un incontro, non vorrei …

Giancarlo D'ANNA. L'incontro è stato chiesto per lunedì prossimo …

PRESIDENTE. Per il 24.

Giancarlo D'ANNA. Per il 24, però, sta di fatto che dopo l'approvazione di quella mozione gli operatori e i giornalisti di TVRS non sono presenti in questa Aula.
Credo che il fatto sia molto grave dal punto di vista dell'informazione, dal punto di vista dei lavori, dal punto di vista del documento che ha proposto la nostra Assemblea, anche perché TVRS programma dei servizi a pagamento ordinati dalla stessa Regione Marche, quindi, non si capisce bene perché non debba assistere e comunicare all'esterno quello che avviene qua.
Vista la presenza del Presidente Spacca chiederei un suo intervento per farci conoscere come la pensa relativamente a questa questione.

Sull’ordine del giorno

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Grazie Presidente, a nome anche dei Consiglieri Comi e Sciapichetti vengo a sollevare una questione che so è stata oggetto …

PRESIDENTE. Colleghi scusate, non riesco a sentire il Consigliere Marconi. Grazie.

Luca MARCONI. Anche a nome dei Consiglieri Comi e Sciapichetti vengo a sollevare una questione che è stata già discussa in sede di Conferenza dei Capigruppo relativamente al nuovo carcere di Camerino.
Gira voce che nel giro di pochissimi giorni il Ministero assumerà decisioni a questo proposito e la Regione Marche in maniera estremamente sollecita, già più di due anni fa, aveva prodotto insieme al Comune di Camerino tutti i documenti necessari perché questo nuovo carcere, di 450 posti, quindi un’opera monumentale che definirei anche storica, potesse essere realizzata.
Ora il carcere di Camerino è andato in coda rispetto a una struttura da farsi nella Regione Campania, nonostante fosse quello che, da un punto di vista procedurale, avesse tutte le carte in regola, cioè era già cantierabile e non è stato fatto.
Questo perché il Ministero ha rilevato emergenze carcerarie in capo ad altre realtà, più che comprensibili, ma che dal primo posto finisca all'ultimo o addirittura venga completamente cancellato …! Penso che sia un documento gravissimo per la nostra Regione e credo che sia necessario che il Consiglio regionale dia indicazioni in proposito.
Presento a firma dei Consiglieri Comi e Sciapichetti, oltre la mia, ma naturalmente è aperta a tutti i Consiglieri che lo desiderano, questa mozione perché in coda a questo Consiglio regionale, se possibile, possa essere discussa senza incrociare, nè alterare progetti, valutazioni, ampliamenti di altre strutture delle Marche. Isoliamo la questione relativamente al carcere di Camerino e facciamo vedere in maniera chiara e unanime che il Consiglio regionale delle Marche è d'accordo.

PRESIDENTE. Consigliere Marconi, volevo dire che alla Conferenza dei Capigruppo questo argomento è stato sollevato e discusso, si è preferito rimandare alla prossima seduta perché non c'era unanimità di vedute, quindi, la ringrazio della sollecitazione, però devo mantenere fede al mandato che la Conferenza dei Capigruppo ha dato a questa Presidenza.

Luca MARCONI. I gruppi ricordino che il Consiglio resta sempre sovrano.
Voglio sapere chi si assumerà la responsabilità se, relativamente al fatto, domani il Ministero decidesse in merito. Se domani il Ministero dovesse decidere in merito qualcuno dovrà assumersi la responsabilità del fatto che il carcere di Camerino nelle Marche non si farà più.

PRESIDENTE. Consigliere Marconi non c’è un documento, non abbiamo il testo presentato, stiamo parlando di un …

Luca MARCONI. No, è una notizia che ho, per cui ho voluto informare il Consiglio regionale ...

PRESIDENTE. Lei mi sta nel cuore, però lei sta parlando di una cosa di cui non c'è un testo presentato, stiamo ragionando su un testo che non esiste, ce l'ha lei, ma non ce l'ha l'Assemblea, non so se mi spiego, comunque se lei …

Luca MARCONI. Ho già detto che lo sto presentando, a firma dei Consiglieri Sciapichetti, Comi e di quanti altri vorranno firmarlo, e che in coda alla seduta può essere approvato.

PRESIDENTE. Se lei lo presenta, lo posso porre in votazione affinché sia iscritto d'urgenza, ma se lei non lo presenta, stiamo ragionando sulle sue parole.

Luca MARCONI. L'ho annunciato Presidente, mi ero già allontanato dal banco per presentarlo.

PRESIDENTE. Bene, appena lei lo presenta lo porremo in votazione per l'iscrizione d'urgenza.
Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente, chiedo il rinvio della proposta di legge regionale n. 281 ad iniziativa della Giunta, punto numero 5 all'ordine del giorno, “Istituzione di un nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Castelcolonna, Monterado e Ripe”, le ragioni sono state già espresse la scorsa settimana, ovvero c'è da definire il nome del nuovo Comune, c'è la necessità di acquisire agli atti gli esiti del referendum, c'è anche un fatto nuovo rispetto alla settimana scorsa anche a seguito dell'incontro al Ministero degli Interni, dovrà cambiare la data di nascita del nuovo Comune. Chiedo, pertanto, il rinvio del punto 5 dell'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Ciriaci.

Graziella CIRIACI. Grazie Presidente, ho presentato un’interrogazione riguardante l'emergenza della prevenzione del cancro batterico dell'actinidia su impianti di kiwi. Noi abbiamo già approvato una mozione, la n. 204, nella seduta del Consiglio n. 67 del 17 gennaio 2012, con la quale si chiedeva di prevenire e di attuare delle azioni possibili per evitare che questo batterio recasse enormi danni alla produzione, tra l'altro il nostro Governatore ha un’attenta criticità nei confronti delle produzioni territoriali, quindi, direi che sia il caso di discuterla, tra l’altro, abbiamo un decreto ministeriale del 7 febbraio 2011 che si riferisce alla stessa malattia del kiwi, dove ci sono delle misure di emergenza per la prevenzione, il controllo e l'eradicazione del cancro batterico dell'actinidia.
Chiedo che l’interrogazione venga messa in discussione ed, eventualmente, vengano iniziate delle procedure per evitare l'eradicazione in tutti gli impianti residenti …, non ho il numero, ho la copia che ho presentato, non ho il numero di protocollo ma adesso glielo faccio comunicare subito.

PRESIDENTE. Ha la parola la Vicepresidente Ortenzi.

Rosalba ORTENZI. Chiedo, Presidente, l'abbinamento della mozione 511, relativa all'impianto a biomassa da realizzarsi nel Comune di Fermo, con le mozioni nn. 507 e 503, iscritte all’ordine del giorno di oggi.

PRESIDENTE. Se non ci sono obiezioni, diamo per abbinate queste mozioni e approvata la richiesta di rinvio della proposta di legge n. 281 chiesta dal Consigliere Giancarli.

Mozione n. 512
dei Consiglieri Spacca, Cardogna, Zaffini, Acacia Scarpetti, Pieroni, D’Anna, Marinelli, Massi, Ricci, Camela, Eusebi, Natali, Latini, Marangoni
“Aumento di capitale. Autonomia di Banca Marche”.

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 512 dei consiglieri dei Consiglieri Spacca, Cardogna, Zaffini, Acacia Scarpetti, Pieroni, D’Anna, Marinelli, Massi, Ricci, Camela, Eusebi, Natali, Latini, Marangoni, che vi leggo:
“Considerato il ruolo strategico svolto dalle politiche creditizie per il sostegno degli investimenti delle imprese e dei consumi delle famiglie;
Ritenuto che tale ruolo sia ancora più rilevante in una fase di crisi come quella attuale, perdurante da oltre 5 anni, caratterizzata da ampi fenomeni di razionamento del credito;
Valutata la centralità di Banca delle Marche nel sistema del credito delle Marche e il suo ruolo insostituibile per il sostegno finanziario della liquidità delle famiglie e delle piccole e medie imprese che costituiscono il sistema nervoso dell'economia e della comunità regionale;
Considerato indispensabile difendere l'autonomia, l'unità strategica di Banca delle Marche
e il mantenimento dei suoi centri direzionali nelle Marche, anche attraverso la massima unità di azione strategica delle tre Fondazioni, condizioni indispensabili per i passaggi futuri del rilancio di Banca delle Marche;
Premesso che Banca delle Marche ha costruito nel tempo un rapporto di forte fiducia con il
territorio, basato sul radicamento diffuso e sull'azione di sostegno alle imprese e alle famiglie delle Marche;
Ritenuto necessario favorire un ampio coinvolgimento del territorio ai progetti di ricapitalizzazione dell'istituto di credito, quale via essenziale per difendere l'autonomia di Banca delle Marche: solo così l'utilizzo del risparmio dei cittadini marchigiani potrà continuare ad essere esercitato nelle Marche;
L’Assemblea legislativa delle Marche ritiene
doveroso, quindi, attivare un processo di ampia partecipazione popolare all'operazione di
ricapitalizzazione che si dovrà realizzare in base alle indicazioni di Banca d'Italia per il rafforzamento patrimoniale;
che per raggiungere tale obiettivo sia necessario svolgere un’intensa e diffusa azione di
animazione della comunità regionale, anche sul piano istituzionale attraverso l'impegno della Giunta regionale, dell'Ufficio di Presidenza dell'Assemblea Legislativa e di ogni singolo consigliere regionale, affinché l'aumento di capitale richiesto dalla Banca d'Italia sia diffuso e partecipato dal maggior numero possibile di marchigiani”.
Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Io mi asterrò su questa mozione e voglio evidenziare la mancata funzione di controllo che la politica ha avuto su Banca Marche.
Banca Marche è in sofferenza per 600 milioni di euro, debiti per finanziamenti fatti a quattro società immobiliari, quindi, mi sembra che la funzione di aiuto al territorio, ai cittadini ed alle piccole imprese non ci sia stata, ben venga quello che qui si auspica, però, ritengo che chi nominava personale politico all'interno del Consiglio di Amministrazione della Banca Marche dovrebbe fare un mea culpa.

PRESIDENTE. Mozione n. 512. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE Adesso votiamo l'iscrizione d'urgenza della mozione 513, "Costruzione del nuovo carcere di Camerino" sollecitata dal Consigliere Marconi. E' aperta la votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Interrogazione n. 1241
del Consigliere Marinelli
“Mancato avvio dello studio randomizzato sui pazienti marchigiani, rientrante in quello nazionale denominato "Brave Dreams", per valutare l'efficacia dell'intervento di angioplastica delle principali vene cerebrali extracraniche in corso di insufficienza venosa cronica cerebro-spinale (CCVSI) associata a Sclerosi Multipla (SM)”

Interrogazione n. 628
dei Consiglieri Marinelli, Massi
“Studio randomizzato su Insufficienza Venosa Cronica Cerebro-Spinale (CCSVI) e sclerosi multipla (SM)”

Interrogazione n. 368
del Consigliere Latini
"Trattamento della CCSVI (Insufficienza Venosa Cronica Cerebro-Spinale) richiesta diagnosi e trattamento via SSN"

Interrogazione n. 379
del Consigliere Acquaroli
"Progetto Diagnostico Sclerosi multipla e CCSVI (Chronic Cerebro Spinal Venous Insufficiency)"
(abbinate)
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le interrogazioni n. 1241 del Consigliere Marinelli, n. 628 dei Consiglieri Marinelli, Massi, n. 368 del Consigliere Latini, n. 379 del Consigliere Acquaroli, abbinate. Ha la parola per la risposta l'Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. A seguito delle numerose richieste di familiari e pazienti e su esplicita richiesta della Direzione generale Asur che propose uno studio sperimentale, la Regione ha deliberato con una delibera di Giunta la 1359 del 20 settembre 2010, lo studio randomizzato con valutatori clinici di risonanza magnetica in cieco per valutare l'efficacia dell'intervento di angioplastica nelle principali vene cerebrali extracraniche in corso di insufficienza venosa cronica cerebrale associata a sclerosi multipla.
Con tale deliberazione veniva recepita la proposta di studio e si individuava l'Asur quale soggetto per realizzare il suddetto studio sperimentale e ad essa è stato demandato il compito di assumere le iniziative ed i provvedimenti necessari.
La proposta dell'Asur era stata formulata a seguito delle sollecitazioni di numerosi pazienti che si erano riuniti in un Convegno svoltosi a Civitanova Marche nel giugno 2010, organizzato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Macerata, cui avevano partecipato tra gli altri il Prof. Zamboni ed il Prof. Salvi che in tale occasione avevano illustrato i risultati preliminari di alcuni trials che erano stati avviati.
Si convenne pubblicamente che tali risultati preliminari dovessero essere confermati attraverso uno studio prospettico in cieco, che il Direttore generale dell'Asur si dichiarò disponibile ad effettuare utilizzando le strutture ospedaliere di Civitanova Marche per la diagnostica sonologica della CCSVI e quella di Macerata per la parte di radiologia e interventistica, avendo anche assicurazioni che allora vennero dallo stesso Assessore Giannini circa l'interesse della Giunta regionale.
Il convegno consentì anche di acquisire la disponibilità alla partecipazione attiva allo studio del Prof. Leandro Provinciali, cattedratico di Neurologia dell'Università Politecnica delle Marche, decisione rilevante, considerate le prese di posizione negative circa la validità della metodica sollevate nel frattempo da molti neurologi della stessa comunità scientifica marchigiana.
Pertanto, a seguito della delibera regionale 1359, sopra richiamata, furono avviate le procedure per la stesura del protocollo di sperimentazione marchigiano, che vedeva nel Prof. Zamboni il coordinatore della sperimentazione e, in tale contesto, fu avviata la formazione dei sonologi dell'ospedale di Civitanova Marche, mentre si attendeva che l'azienda Ospedaliera Universitaria di Ferrara, presso la quale opera il Prof. Zamboni, desse il via libera al percorso di formazione specifico dei radiologi interventisti. Contestualmente si provvedeva ad implementare il protocollo di sperimentazione marchigiano attraverso integrazioni chieste al Prof. Zamboni dal Comitato etico dell'Asur e dell'Azienda di Torrette, coinvolta per la parte clinica affidata all'unità operativa diretta dal Prof. Leandro provinciali.
Nel frattempo, sopraggiungeva sull'argomento la nota 1685 del 4 marzo 2011 del Ministero della Salute.
Questa direzione effettuava relativa informativa alle direzioni generali delle Aziende sanitarie regionali precisando quanto sottolineato dal Consiglio superiore di sanità, nella sezione II e cioè:
che ad oggi la CCSVI non possa essere riconosciuta come entità nosologica;
che ad oggi non sia dimostrata la sua correlazione epidemiologica e, pertanto, l'intervento di correzione vascolare non può essere indicato nei pazienti affetti da tale patologia, se si parla della sclerosi multipla,
che sia necessario, invece, un’indicazione clinica chiara e netta, indipendentemente dalla presenza o meno di sclerosi multipla, per l'erogazione di misure atte a diagnosticare, monitorare, correggere anomalie dell'apparato vascolare venoso, qualora indicato, a causa di condizioni patologiche ad esse sicuramente riferibili;
che eventuali procedure di correzione di patologia venosa in pazienti con sclerosi multipla siano effettuate solo ed esclusivamente nell'ambito di studi clini controllati e randomizzati approvati da comitati etici, con un protocollo che preveda: una dichiarazione su il conflitto di interessi, le modalità di selezione o di esclusione dei pazienti, le indagini diagnostiche, le modalità metodologiche di esecuzione dei diversi esami e procedure, gli end-point primari e secondari. Il monitoraggio degli eventi avversi, le modalità e la cadenza del follow-up ed infine le caratteristiche dell'analisi statistica.
Il Consiglio Superiore di Sanità sottolineava, inoltre, l'opportunità:
che sia contrastata ogni finalità puramente speculativa ed economica;
che debba essere fatto tutto il possibile per proteggere i pazienti da facili entusiasmi, da speculazioni economiche e dai rischi connessi al trattamento stesso, ricordando che la ricerca biomedica e la pratica clinica devono ispirarsi all'inderogabile principio dell'inviolabilità dell'integrità psicologica della persona.
A seguito di tale nota la Regione su esplicita richiesta dell'Onorevole Prof. Ignazio Marino, Presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sull'efficienza e l'efficacia del Servizio sanitario nazionale, effettuava una verifica sullo stato di attuazione del progetto a carico dell'Asur e se fossero attivi i centri che effettuassero trattamenti in regime di assistenza ordinaria.
Da tale ricognizione, opportunamente trasmessa al Presidente della Commissione parlamentare, risultava che nella nostra Regione non sono effettuati trattamenti in regime di assistenza ordinaria per CCSVI correlati a sclerosi multipla da alcuna struttura.
Da tutto quanto sopra si confermava, come peraltro già deciso per lo “Studio randomizzato con valutatori clinici e di risonanza magnetica in cieco, per valutare l'efficacia dell'intervento di angioplastica delle principali vene cerebrali extracraniche in corso di insufficienza venosa cronica associata a sclerosi multipla in carico all'Asur poiché in base ai dettami del Consiglio Superiore di Sanità, non è possibile attuare l'assistenza a pazienti affetti da sclerosi multipla attraverso l'intervento di angioplastica che al contrario studi sperimentali sono necessari per valutarne l'efficacia.
Nei mesi successivi l'Asur ha continuato a tenere i contatti con l'azienda ospedaliera universitaria di Ferrara e con il Prof. Zamboni per ottenere il nulla osta al corso di formazione per il radiologo interventista.
Nel frattempo la Regione Emilia Romagna stava decidendo di effettuare come capofila, sempre tramite la citata azienda di Ferrara, una sperimentazione su scala nazionale in doppio cieco denominata “Brave Dreams” e solo di recente, come comunicato dall'Assessore alla salute di quella Regione il 6 febbraio 2012, lo approvava definitivamente, stanziando 2,74 milioni a copertura delle spese complessive.
A tale studio cui sono associati centri di Piemonte, Lombardia, Toscana, Veneto, Sicilia, Friuli Venezia Giulia, Umbria, Abruzzo come richiestoci, parteciperà anche un gruppo di pazienti marchigiani selezionati dal Prof. Provinciali e ciò consentirà, finalmente, di vedere avviata la formazione del radiologo interventista che potrà in tal modo seguire anche la sperimentazione originale delle Marche, come prevista nella richiamata delibera di Giunta 1359.
A tal fine è stata approvata attraverso i comitati etici dell'Asur e dell'Azienda ospedaliera universitaria di Torrette il protocollo scientifico dello studio Brain Dreams sopra citato e pertanto stiamo partecipando al progetto.
I soggetti verranno arruolati non appena completata l'acquisizione delle necessarie attrezzature.

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Marinelli.

Erminio MARINELLI. Assessore grazie, capisco di essere petulante nel ritornare su questo argomento.
Lei ha ripercorso, in maniera molto analitica, questo iter che è iniziato nel 2010, riempiendoci di tanti concetti, concetti dello studio, dell'importanza della modalità, ma a livello pratico non c'è una risposta.
Non ho parole nell'affrontare questo argomento perché vi è una sua responsabilità politica, personale, grave.
E’ incomprensibile, è inammissibile è ingiustificabile, signori parliamo di persone che hanno un problema serio, noi qui parliamo da apolitici, dobbiamo renderci conto che qui c'è la possibilità che uno studio analizzi il problema. Non vogliamo dire che c'è una speranza, c'è uno studio ben architettato che dovrà stabilire se le persone che hanno la sclerosi con insufficienza cerebro spinale possono, disostruendo le vene, avere un miglioramento. Non sta a noi dirlo, ma sta a noi amministratori, politici attivarci.
Vi do alcune date, chiedo scusa sull'enfasi ma, sono abbastanza arrabbiato di come la politica non riesce ad affrontare un problema. L'Istituto superiore di sanità ha stabilito tante cose, qui noi dobbiamo Assessore partecipare ad un progetto e questo progetto non parte, non è vero che è partito.
Settembre 2010: la Regione ha autorizzato l'avvio di uno studio, in seguito ad un convegno di giugno 2010 a Civitanova Marche, dopo aver organizzato i vari centri di Civitanova, Macerata per la radiologia, per l'interventistica. L'anno scorso a marzo ho fatto un intervento, un’interrogazione per sapere come mai era tutto fermo: bisognava aspettare il parere del comitato etico che è arrivato il 24 agosto 2012.
Un'altra interrogazione perché dopo il Comitato etico non si riesce a partire: occorre l'ok della Direzione dell'Ospedale di Torrette e il Dott. Galassi, l'ha dato l'8 novembre 2012.
Da quel momento il Prof. Provinciali doveva arruolare 30, 40 persone. Da novembre 2012 a giugno 2013 le Marche, sono l'unica Regione che ancora non ha dato i nominativi, persone che mettono la propria affezione a disposizione della scienza per capire cosa? Per capire se la cosa può essere una soluzione oppure no.
Questo è il grave il problema, sono andato a leggermi tutti i vari interventi, e lei stesso Assessore, l'anno scorso, nell'interrogazione diceva così: “Visto e considerato che oggi la sclerosi multipla si cura con i farmaci questo tipo di sperimentazione potrebbe rivoluzionare il modello di cura, voi capite la delicatezza dell'argomento”. Parole dell’Assessore Mezzolani. L'Assessore Giannini, molto più esplicito, disse: “Secondo me ci possono anche essere altre motivazioni” perché la sclerosi multipla per molti, purtroppo, è anche un affare, questo è quello che penso io, c’è una lobby ben precisa di farmaci e di neurologi, dobbiamo denunciare questo fatto, me ne assumo la responsabilità, forse, è preferibile non capire se questo progetto è positivo, ma è preferibile far pagare al paziente 150 euro ogni visita per prendere del cortisone, per non progredire, progredisce solo la malattia.
La Regione Marche, la Giunta e l'Assessore non possono permettere una cosa del genere, lasciamo perdere il progetto della fondazione che era più oneroso e non è stato possibile far partire, dobbiamo far partire questo studio, dobbiamo dare credibilità alla politica, poi, ci preoccupiamo se il 48% va a votare, saranno sempre meno quelli che andranno a votare, perché la politica, in questo caso, non solo non ha risolto il problema ma ha aggravato in maniera cancrenosa una situazione gravissima.
Invito tutta l'Assemblea a rendersi conto ed a partecipare con attenzione a questa situazione, l'Assessore deve mettere la sua capacità, non può dire che adesso aspettiamo Provinciali, da novembre, Assessore Giannini, ad adesso non si è fatto niente e la Regione Marche è l'unica a non aver dato queste persone.
La scienza deve andare avanti con degli strumenti ben precisi, lo studio è scientificamente provato e perfetto, aspettiamo i risultati, ma diamo la possibilità che la nostra Regione partecipi.
Su questa cosa sarò intransigente, chiaramente, metterò in evidenza le incongruenze, le parole vuote che oggi ho sentito dall'Assessore, non è concepibile quello che ha detto l'Assessore Mezzolani.

Presidenza del Vicepresidente
Giacomo Bugaro

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Latini.

Dino LATINI. Su questa mozione mi associo alla posizione del Consigliere Marinelli perché credo che l'attenzione che la Regione Marche aveva posto attraverso gli atti e le prese di posizioni ufficiali dell'Assessore stesso, indicava che, per quanto riguardava l'insufficienza venosa cronica cerebro spinale, ci fossero delle speranze, ovviamente di natura sperimentale, per quanto riguardava l'avvio di possibili azioni sanitarie assistenziali in grado di poter verificare, se quanto avviato come ricerca e studi del Prof. Zamboni, avesse in qualche modo un’attività e un risultato benefico.
Ciò nel tempo, in altre parti di Italia, si è verificato, in particolar modo all'Ospedale Bellaria di Bologna e all'Ospedale di Brescia, ma non dobbiamo guardare gli altri.
Il problema è che siamo di fronte ad una situazione in cui ci sono valutazioni anche ministeriali, non per ultima quella del 4 marzo 2011, valutazioni del Consiglio superiore della sanità, come ricordava giustamente prima l'Assessore, il cui parere rimane confermato in modo del tutto positivo per quanto riguarda i procedimenti di correzione delle patologie venose.
C'è, soprattutto, anche se il numero non è elevato, la necessità per questi pazienti di non ricorrere ai famosi viaggi della speranza, in questo caso verso l'Europa del nord, e cercare un’attivazione alla propria assistenza con la struttura del servizio sanitario pubblico, in questo caso specifico quello delle Marche.
Ci sono, quindi, tutti i presupposti affinché si passi a quella fase successiva che era la costituzione del gruppo sperimentale sotto la guida del Prof. Provinciali.
Vorrei aggiungere, a quanto ha detto con grande calore il collega Marinelli, un dato fondamentale, noi parliamo molto e bene del problema della longevità, delle persone che dobbiamo assistere perché a causa dell'età hanno problemi legati alle proprie condizioni fisiche e psicofisiche, ma non entriamo, poi, quando parliamo di acuzie, con la stessa capacità ed attenzione che poniamo su un problema che è soltanto quantitativo e non, dal punto di vista della valutazione della tutela della salute pubblica, così importante o più importante di quello che viene sottoposto dagli ammalati di sclerosi laterale multipla.
Credo che il passaggio successivo debba essere praticamente quello di togliere un po' di fondi alla nostra mobilità passiva, che ci costa molto, anche per prestazioni normali, come la tac fuori regione, vedi i casi di Arezzo e di Torre Pedrera, e applicare queste situazioni sperimentali che ci porteranno a quel livello qualitativo di assistenza, nel campo ospedaliero della ricerca, a cui le Marche, giustamente, aspirano, avendo le capacità e le risorse personali adeguate.

Interrogazione n. 982
del Consigliere Bucciarelli
“Situazione della SOD di Odontostomatologia chirurgica e speciale degli Ospedali Riuniti di Ancona”
(Rinvio)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 982, ma è assente il Consigliere Bucciarelli.

Interrogazione n. 1135
del Consigliere Traversini
“Riconversione delle strutture ospedaliere di polo”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 1135 del Consigliere Traversini. Ha la parola per la risposta l'Assessore Mezzolani

Almerino MEZZOLANI. Come è noto con il decreto legge n. 95/2012 il cosiddetto decreto sulla "spending review", e la sua conversione in legge si sono individuati una serie di interventi e di azioni volte a razionalizzare l'organizzazione e la riduzione della spesa complessiva, ed il recupero di efficienza nell'erogazione dei servizi ad opera della Pubblica Amministrazione.
Per conformarsi a quanto richiesto a livello nazionale: contenimento della spesa per il personale, governo della spesa farmaceutica, razionalizzazione degli acquisti di beni e servizi, riorganizzazione dei processi sanitari, condizioni di partecipazione degli erogatori privati, l'ente regionale ha avviato uno specifico percorso metodologico per conseguire i risultati definiti a livello nazionale con il mantenimento dei servizi all'utenza. Già nella definizione di Piano socio-sanitario 2012-2014, al fine di ottemperare alle disposizioni normative ministeriali, si è avviato un percorso di adeguamento delle condizioni di offerta ospedaliera ai parametri fissati. Con una serie di delibere di Giunta, inoltre, l'ente regionale ha dettato precise direttive vincolanti per i Direttori delle Aziende e degli Enti del Servizio Sanitario Regionale, definendo, nel dettaglio, le azioni di intervento sui fattori produttivi e sui processi sanitari che consentano di garantire la sostenibilità economica del Servizio sanitario regionale.
Nella deliberazione di Giunta n. 1696/2012 è stato rappresentato che l'attuale organizzazione ospedaliera dell'intera Regione risulta caratterizzata da numerosi piccoli ospedali di medio-bassa complessità e che per procedere ad un maggiore efficientamento sarebbe necessario, così come previsto dalla riforma sanitaria, la specializzazione dei servizi, l'aumento dell'offerta regionale di posti letto per lungo degenza e riabilitazione e residenzialità con conseguente diminuzione della frammentazione dell'offerta.
L'obiettivo perseguito dall'ente regionale e conseguentemente dall'ASUR è fornire in sicurezza e nella struttura più idonea per il trattamento la risposta più appropriata e tempestiva ai bisogni diagnostici e terapeutici dei pazienti nel rispetto dei percorsi di rete clinica.
La riorganizzazione della rete ospedaliera è stata pensata considerando l'appropriatezza della organizzazione per consentire di recuperare l'efficienza ed incrementare la risposta sanitaria alla domanda di ricoveri ordinari per acuti. L'ospedale deve fornire una risposta adeguata ai bisogni della salute conseguentemente all'aumento della patologie cronico-degenerative e di quelle di rilevanza socio-sanitaria; pertanto al tradizionale ospedale per acuti che deve aumentare l'efficienza di utilizzo riducendo la dotazione di posti letto ed aumentando l'appropriatezza dei percorsi grazie alla riorganizzazione delle reti cliniche, devono essere affiancate strutture per le cure intermedie che consentono il recupero del paziente in dimissione prima del suo rientro in domicilio.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Traversini.

Gino TRAVERSINI. Dichiaro la mia insoddisfazione per quanto riguarda la risposta dell'Assessore all'interrogazione.
Il quesito era abbastanza preciso, invece la risposta spiega le motivazioni per cui si è pensato alla riconversione degli ospedali di polo. Questo era un dibattito che avevamo fatto nel Piano socio sanitario, tant'è che il mio quesito, la mia interrogazione è proprio legata a questo, al fatto che nel Piano socio sanitario si parlasse di riconversione degli Ospedali di Polo e si salvaguardassero gli Ospedali della montagna, quelli che erano in particolari condizioni orografiche, territoriali, eccetera.
Non c'è stato, poi, nessun altro atto, se non la famosa deliberazione n. 1696 che individuava Amandola e Pergola. Non esistono atti amministrativi, tanto meno quelli che spiegano quali sono i criteri che sono stati applicati.
L'interrogazione era per capire i criteri, non le motivazioni, le motivazioni le ho condivise, tant'è che il Piano socio sanitario l'ho anche votato, perché pensavo che la montagna o comunque l'entroterra fosse, in qualche modo, rispettata per quelle che erano le esigenze legate alla sanità, con dei criteri abbastanza precisi.
La politica aveva nel Piano socio sanitario espresso già la sua opinione, doveva essere in qualche modo la parte tecnica che doveva fare la scelta. Perché dico tecnica? Perché i criteri dovevano essere più che altro tecnici, mi aspettavo un ragionamento di questo tipo - parlo perché sinceramente ho pensato sempre in maniera particolare all'Ospedale di Cagli, io vengo da un territorio montano dove abbiamo circa 23 mila abitanti in oltre 600 km2 che servono quell'Ospedale che è al centro di questo territorio – per raggiungere l'Ospedale ci si impiega mezz'ora normalmente, in inverno anche un'ora in estrema difficoltà, vedevo, quindi, difficile se si applicavano in maniera seria i principi del Piano socio sanitario, l'esclusione di questo ospedale. In realtà è stato escluso perché si parla di Amandola e Pergola e non dell'Ospedale di Cagli.
Chiedevo spiegazioni, non mi è stata data una risposta, secondo me, soddisfacente, perché andrebbero spiegati, rispetto al piano socio sanitario, quali sono stati i criteri che la Giunta non ha definito.
La Giunta ha fatto una scelta, secondo me, a questo punto, politica, e me ne dispiace, e non è di secondo piano, non finisce qui nel senso che, se quel territorio, in qualche modo, ha accettato le modifiche in una questione di riforma, anzi qualcuno ha anche ben accolto le ultime modifiche, con il fatto della lungo degenza, questo non è secondario, perché probabilmente, nei prossimi giri dalla riforma sanitaria nazionale, gli Ospedali con la lungo degenza potranno essere cancellati e verranno salvati solo ed esclusivamente gli Ospedali che avranno le acuzie e tali verranno trattati in quella maniera.
La scelta, quindi, non è secondaria, i criteri applicati sono criteri più che altro politici, a me sconosciuti e me ne dispiace. I criteri andrebbero, in qualche modo, spiegati in maniera diversa perché non sono secondari rispetto al futuro del servizio sanitario in quei territori.
Chiudo dicendo che il Comune di Cagli ha fatto un ricorso al Capo dello Stato per il fatto delle acuzie, chiaramente, a me non piace né alzare il tiro, né fare le polemiche, però, da questo punto vista, considerata anche questa risposta, è l'unica possibilità che ha per riuscire a riottenere quello che ingiustamente gli è stato tolto.

Interrogazione n. 1050.
del Consigliere Bugaro
“Istituzione laboratorio di emodinamica presso l'Ospedale Inrca di Ancona”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 1050 del Consigliere Bugaro. Ha la parola per la risposta l'Assessore Mezzolani

Almerino MEZZOLANI. Rispondo per punti:
1) l'INRCA in quanto Istituto a carattere scientifico persegue linee di ricerca in grado di offrire risposte innovative ai bisogni assistenziali della popolazione anziana. Tra le sue linee di ricerca attuali ve ne sono alcune che riguardano le patologie cardiologiche in età geriatrica. Lo sviluppo di queste linee di ricerca si avvantaggerebbe significativamente della possibilità di effettuare procedure programmate di interventistica cardiologica in una casistica selezionata di soggetti anziani. Tale possibilità consentirebbe di sviluppare importanti relazioni scientifiche nell'ambito della cosiddetta medicina rigenerativa, che è oggi una nuova frontiera della ricerca e domani sarà una nuova frontiera dell'assistenza. Inoltre il nuovo Ospedale dell'Area Sud di Ancona in costruzione prevede spazi importanti destinati alla attività interventistica che potrebbero essere dedicati ad una attività selezionata e programmata di interventistica anche in area cardiologica;
2) l'attuale struttura ed organizzazione del Presidio Ospedaliero di Ricerca INRCA di Ancona consente di avviare il percorso necessario ad avere operativa in tempi brevi nella nuova struttura dell'Ospedale dell'Area Sud di Ancona la linea di attività sopra descritta che non si configura in alcun modo come nuovo ed aggiuntivo servizio di emodinamica per sua natura coinvolto nel sistema delle urgenze cardiologiche;
3) la Direzione dell'INRCA ha comunicato con nota del 30 agosto 2012 questo progetto alla Presidenza della Regione Marche oltre che all'Assessorato alla Salute e al Servizio Sanità, allora Dipartimento per la Salute e i Servizi Sociali;
4) questo progetto prevede di attivare, a risorse invariate rispetto al budget riconosciuto all'INRCA, una attività programmata e selettiva di interventistica di area cardiologica utilizzando le strutture e le competenze interne già disponibili con il supporto di uno specialista di più che consolidata esperienza e con una specifica vocazione formativa. I costi molto contenuti della borsa di studio, che è lo strumento utilizzato per tale supporto a termine, non sono a carico del Servizio Sanitario Regionale;
5) il progetto tiene conto degli standard strutturali organizzativi e professionali previsti per l'attività di interventistica cardiologica programmata e non interferisce in alcun modo né con la rete regionale di cardiologia, né con la rete dei servizi di emodinamica come previste dagli atti regionali e dai documenti tecnici alla cui costruzione i professionisti dell'INRCA hanno dato il loro convinto contributo;
6) il progetto rinnova la vocazione anche tecnologica dell'INRCA che nella sua storia ha all'attivo l'introduzione tra le prime strutture ospedaliere in Italia di tecnologie avanzate specie nell'area della diagnostica per immagini e della medicina di laboratorio. La sua finalità è quella di mettere a disposizione della popolazione anziana della Regione Marche percorsi assistenziali dedicati in coerenza con la programmazione sanitaria ed economica della Regione Marche;
7) relativamente alle risorse umane, allo scopo di evitare aggravio di spese, IINRCA si è resa disponibile per un rapporto convenzionale con l'AOU Ospedali Riuniti di Ancona nello spirito di collaborazione nell'ottica di Area Vasta geograficamente intesa così come prevista dal piano.

Giacomo BUGARO. In quanto Presidente di turno rinuncio alla replica.

Interrogazione n. 1100
dei Consiglieri Marinelli, Foschi
“Fruizione in comodato d'uso gratuito di un alloggio dell'ERSU di Macerata da parte del Direttore dell'Ente stesso”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 1100 dei Consiglieri Marinelli, Foschi. Ha la parola per la risposta l'Assessore Luchetti.

Marco LUCHETTI. In merito alla interrogazione 1100 a risposta dei colleghi Consiglieri Marineli e Foschi su “Fruizione in comodato gratuito di un alloggio dell'ERSU di Macerata da parte del direttore dell'Ente stesso”, acquisite le informazioni nelle sedi competenti, si rappresenta quanto segue.
Va precisato in premessa che all'ERSU di Macerata tutti gli studenti aventi diritto al posto alloggia risultano "soddisfatti", tanto e vero che a tutt'oggi l'Ente, sui 460 posti disponibili, dispone ancora di circa 20 posti letto non occupati.

PRESIDENTE. Scusi Assessore, colleghi non si sente nulla. Prego.

Marco LUCHETTI. Chiarito, quindi, che non vi sono studenti a cui è stato negato un diritto o sottratto un beneficio, si fa presente che nel predisporre i bandi per l'Anno Accademico 2012/2013 l'alloggio in questione, in particolare per l'aspetto igienico sanitario insoddisfacente, risultava essere inutilizzato dai primi di ottobre 2012, cosa peraltro già verificatasi in posato con altri alloggi di proprietà dell'Ente.
Venendo ora all'assegnazione dell'alloggio al Direttore Tonini si fa presente che il Consiglio di Amministrazione dell'ERSU di Macerata, già con propria deliberazione n. 36 così si esprimeva "Ritenuto che il compenso preventivato da corrispondere al predetto Dott. Tonini è di gran lunga inferiore a quello che il contratto nazionale di lavoro prevede, si ritiene ipotizzabile prevedere la corresponsione di un posto alloggio tra quelli attualmente non utilizzati e previo indennizzo forfettario delle spese relative alle utenze".
A tre anni di distanza con deliberazione n. 14 del 19 giugno 2012 gli amministratori dell'ente ribadivano le motivazioni che a suo tempo avevano indotto a proporre alla Giunta regionale la nomina a direttore dell'ente del Dott. Norberto Tonini, evidenziando in particolare che: “Se l'ente ha raggiunto risultati di notevole rilievo lo si deve da un lato alla gestione oculata e marcatamente responsabile delle risorse disponibili ma dall'altro anche grazie ad una serie di valide iniziative poste in essere dall'ente e suggerite dalle capacità organizzative, relazionali e manageriali del Dott. Norberto Tonini, iniziative che hanno dato risultati positivi anche sotto l'aspetto meramente economico”.
Nello stesso atto, considerata la valutazione altamente positiva dell'operato del direttore, il quale, pure in presenza di una situazione di pressoché costante precarietà, ha contribuito a rafforzare l'azione e l'immagine dell'ente, con votazione unanime si deliberava di proporre alla Giunta regionale che il Dott. Norberto Tonini venisse nominato Direttore dell'ERSU di Macerata per tutta la durata dei Consiglio di Amministrazione.
Una volta riconfermata la nomina del Direttore Tonini, a seguito della deliberazione della Giunta Regionale n.1227 del 1 agosto 2012, allo stesso, per il tempo di permanenza presso l'ente ai fini dell’espletamento del suo incarico di direttore e per agevolare al massimo la permanenza, veniva riconfermata, a far data dalla stipula di apposito contratto, la messa a disposizione di un alloggio tra quelli non utilizzati dall'Ente, così come già a suo tempo deciso con la su richiamata deliberazione n. 36 dell'agosto 2009.
Quanto alla asserita concessione gratuita dell'alloggio inutilizzato, si ritiene opportuno precisare che il Direttore Tonini, così come a suo tempo stabilito, ha corrisposto e continua a corrispondere le spese relative alle utenze.
Non sembra, infine, fuori dì luogo rammentare che la retribuzione del Dott. Toriini fin dal 2009 risulta essere di 36.000 euro lordi annui, retribuzione decisamente inferiore a quella degli altri colleghi degli ERSU di Ancona, Camerino e Urbino.

PRESIDENTE. Ha la parola per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Marinelli.

Erminio MARINELLI. Assessore, la prima cosa che ci interessava era che gli studenti non perdessero i loro diritti e lei ha più volte detto che questo problema non c'è. Gli appartamenti ci sono, anzi alcuni sono ancora liberi, quindi, non c'è stato pregiudizio per gli studenti, per questo la ringrazio e a me fa piacere.
Chiaramente questo intervento può sembrare banale, non è contro il direttore che non conosco, Tonini e non mi interessa neanche l'operato, lo stabilirà chi di dovere, chiaramente l'appartamento è un benefit che poi Tonini intervenga nel pagare le utenze, beh questo è una barzelletta, le utenze personali chi dovrebbe pagarle? Le paga l'Ersu? Ci mancherebbe altro. L’appartamento del direttore è un benefit che non era contemplato e non è corretto dire che Tonini prende 36 mila euro lordi perché le retribuzioni sono parametrate alla dotazione organica che è di 40 persone a Macerata, per cui la dotazione organica con 40 persone significa uno stipendio di 40 mila euro lordi, tutto questo risparmio da 36 mila a 40 mila non c'è, anche perché percepisce già un reddito di pensione, quindi, non svolge a tempo pieno questa attività e, inoltre, molto probabilmente percepirà la retribuzione in base agli obiettivi. Questo grande risparmio è parziale e non c'è, tenendo conto delle unità lavorative e, soprattutto, tenendo conto che questo appartamento rientra nei benefit che non sono contemplati.
Assessore, io la invito a fare osservare un attimo, in maniera più precisa, determinate regole, tenendo conto del momento che stiamo vivendo e delle difficoltà delle famiglie e, soprattutto, delle difficoltà di ordine economico e sociale.
Gli studenti sono salvaguardati, ma credo che chi è in pensione, non sta a tempo pieno, prende già la retribuzione in base ai parametri, non faccia tutti questi sacrifici, anche perché 36 mila euro si avvicinano molto a 40 mila e l'appartamento non può essere dato in comodato d'uso gratuito come un benefit.

Mozione n. 496
dei Consiglieri Cardogna, Trenta, Bugaro, Busilacchi, Sciapichetti
"L'Ombudsman nella costituenda Macroregione Adriatico-Ionica"
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 496 dei Consiglieri Cardogna, Trenta, Bugaro, Busilacchi, Sciapichetti. Ha la parola per illustrarla il Consigliere Cardogna.

Adriano CARDOGNA. La VI Commissione non è la prima volta che implementa la riflessione e le iniziative di questa Assemblea relativamente alla costituenda Macroregione Adriatico-Jonica.
In questo caso abbiamo fatto nostro un invito dell'Ombudsman regionale ad impegnare il Presidente e la Giunta regionale a che l'attività dell'Ombudsman della nostra Regione e degli Ombudsman che esistono in tantissimi Paesi della nostra Europa, che agiscono e che sono autorità di garanzia a tutela dei diritti e degli interessi dei cittadini nei confronti della pubblica amministrazione, dei diritti per l'infanzia e l'adolescenza, dei diritti dei detenuti, sia fondamentale nel processo di creazione di una Macroregione Adriatico-Jonica che deve essere uno spazio importante non soltanto per nuove le economie e per la tutela dell'ambiente, ma anche per lo sviluppo e la tutela dei diritti dei propri cittadini.
Questo è il senso di questa mozione che la VI Commissione ha fatto sua e che propone all'approvazione di questa Assemblea.

PRESIDENTE. Mozione n. 496. la pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 93
ad iniziativa dei Consiglieri Sciapichetti, Malaspina, Massi, Giorgi, Bucciarelli
“Tutela e promozione della cultura popolare folklorica delle Marche”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 93 ad iniziativa dei Consiglieri Sciapichetti, Malaspina, Massi, Giorgi, Bucciarelli. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Eusebi.

Paolo EUSEBI. Grazie Presidente, questa proposta di legge che da neo membro della I^ Commissione ho ereditato, mi trova pienamente concorde ed è anche nelle mie corde personali.
Con questa proposta di legge si prevede: il riconoscimento, la salvaguardia, la promozione e la valorizzazione delle espressioni artistiche popolari della Regione Marche.
Fino adesso è stato un settore marginale, come ovvio che sia, ma importante per la promozione culturale e, quindi, anche turistica nel mondo.
Spesso le Marche all'estero e non solo, anche in Italia, purtroppo, non hanno una visibilità particolare, come diceva il nostro Presidente del Consiglio, qualche volta per spiegare agli stranieri ed ai cittadini d'Italia dove sta Ancona si dice poco sotto Rimini.
L'importanza di questa proposta di legge è quella di razionalizzare e riportare ad unità tutta una serie di esperienze, anche centennali, di tanti gruppi folklorici, come la tradizione musicale, teatrale.
In questa legge si prevede, finalmente, che ci sia una razionalizzazione di queste esperienze e di queste iniziative locali private, fino ad oggi, per fortuna, portate avanti in maniera volontaristica e spesso appassionata.
Riconduciamo anche questo settore ad una razionalizzazione che ci deve essere, non più momenti importanti slegati, ma valorizzazione della cultura della nostra regione.
Spesso questi gruppi svolgono, soprattutto, nei piccoli centri, ma anche in quelli più grandi, un ruolo di socializzazione, di aggregazione degli anziani e delle realtà giovanili, quindi, io credo che sia ancorché una piccola cosa, una grande cosa perché va nel senso giusto.
In questi momenti difficili i fondi saranno quelli che sarà possibile impegnare, intanto la direzione è quella giusta.
L'articolato è assai semplice, il concetto principale è quello che ho appena espresso. All'articolo 3 viene previsto il registro regionale dei gruppi e delle associazioni folkloristiche, si parte per una direzione buona, poi quando passa 'a nuttata si troverà anche il modo di aiutarli più concretamente, non solo dal punto di vista formale e legislativo.

PRESIDENTE. Ha la parola la relatrice di minoranza Consigliera Romagnoli.

Franca ROMAGNOLI. Aggiungo poco perché questa proposta di legge è stata condivisa in Commissione, condivisa anche con i rappresentanti delle associazioni più significative dei gruppi folkloristici delle Marche.
E’ condivisibile in linea di principio, perché tutto ciò che va nella direzione della valorizzazione dei valori di radicamento, di appartenenza regionale, ma anche più locale, territoriale, va per forza condiviso e va nella direzione che un legislatore delle Marche deve per forza fare proprio.
Molto spesso sotto le tradizioni, le manifestazioni apparentemente leggere, si valorizzano dei principi di coesione e identitari molto forti. E' giusto che la Regione affermi questo principio dando, questa è un po' la seconda ragione, seguito anche ad un’esigenza di filtro e di razionalizzazione perché non tutto ciò che avviene sotto forma di manifestazione, di associazione o di spontaneismo e di volontariato è degno di nota, quindi, si crea una sorta di albo, proprio per far si che ci sia una selezione delle manifestazioni delle associazioni più degne, quindi, una vigilanza, un’attenzione su questa tenuta dell'Albo.
Mi viene in mente quello che facemmo con le rievocazioni storiche, dove c'era una certa disorganicità e una molteplicità che non sempre rispondeva alla qualità delle associazioni e delle manifestazioni o, meglio ancora, alla denominazione di rievocazione storica, in senso stretto, perché non tutto era riconducibile a questo, e con la legge delle rievocazioni storiche individuammo, e qui facciamo la stessa cosa, un’associazione regionale, diciamo madre, delle rievocazioni storiche che si faceva carico di filtrare, di selezionare le altre sul territorio marchigiano e di predisporre anche la suddivisione di fondi, che spero anche per questa legge arriveranno, quindi, nella stessa direzione, una cosa condivisa, importante, più come affermazione di principio che come risvolti pratici che dipenderanno, ovviamente, dalle risorse.

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere Camela.

Valeriano CAMELA. Non posso che esprimere totale condivisione a nome del gruppo consiliare che rappresento riguardo a questa iniziativa legislativa volta alla tutela ed alla promozione della cultura popolare folklorica delle Marche.
Le Marche, in linea con molte altre Regioni, annovera numerose associazioni su base esclusivamente volontaristica che tale proposta, giustamente, intende sostenere anche dal punto di vista finanziario e logistico.
Associazioni che perseguono il nobile obiettivo di tutelare e valorizzare il patrimonio culturale rappresentato dalle tradizioni popolari del mondo rurale ed urbano. Di certo un’attività molto impegnativa, sia perché volta a recuperare, con sufficiente serietà, credibilità e affidabilità, l'intera cultura popolare contadina, sia in quanto rivolta alle attività, che sono molteplici, dei gruppi folkloristici marchigiani, si va dagli sbandieratori, ai balestrieri, ai danzatori, ai cantastorie, eccetera.
Il tutto implica un’attività di ricerca, di studio, di convegni, di seminari di studio, di ricerche storiche e documentarie, interviste a testimoni, fonti viventi, d’altronde come si dice: “la memoria della tradizione è racchiusa nelle manifestazioni del folklore”. Dove il termine folklore si riferisce all'insieme delle tradizioni provenienti dal popolo, tramandate oralmente e riferite ad usi, costumi, musica, canto, danza, leggende e proverbi, propri di un'area o di una popolazione, infatti in inglese folk significa popolo lore, non so le la pronuncia è giusta, il Consigliere Cardogna è più acculturato di me in lingue straniere, significa sapere, conoscere.
Fra tutti gli aspetti che sono presenti in questo articolato, mi piace focalizzarne uno in particolare, che è quello relativo al coinvolgimento dei giovani verso le tradizioni locali, affinché essi possano conoscere e sperimentare gli aspetti più profondi della cultura del territorio in cui vivono, quindi, un arricchimento culturale e aggiungo, non secondario, il fatto di poter impegnare questi giovani a distrarli da altre situazioni più negative.
Calza a pennello a proposito una massima di Sant'Agostino che può essere assunta come linea guida per i gruppi folkloristici: "il presente del passato deve essere il ricordo, il presente del presente la realtà, il presente del futuro la speranza", questa massima sottolinea un trapasso continuo, bisogna ricordarsi del tempo passato, di quello che accadeva 100, 200 anche 1000 anni fa innestarlo nel presente, cioè nella realtà in cui viviamo, nella speranza che ci sia terreno fertile in questi giorni, in queste nuove generazioni, affinché essi stessi possano proiettarlo e tramandarlo nel futuro.
Sono favorevole, il gruppo consiliare è favorevole assolutamente a questa iniziativa, che sia sufficientemente supportata anche dal punto di vista finanziario.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 93. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 293 (testo base)
ad iniziativa dei Consiglieri Busilacchi, Ricci, Perazzoli, Ortenzi, Giancarli, Badiali, Traversini, Sciapichetti, Petrini, Comi, Bucciarelli, Binci, Cardogna, Bellabarba
“Attività della Regione Marche per l'affermazione dei valori della resistenza, dell'antifascismo e dei principi della Costituzione repubblicana”

Proposta di legge n. 286
ad iniziativa dei Consiglieri Giancarli, Ricci, Ortenzi, Pieroni Malaspina, Cardogna, Latini, Eusebi, Bucciarelli, Binci, Trenta, Busilacchi, Comi, Petrini, Perazzoli, Badiali, Sciapichetti, Traversini, Bellabarba
“Celebrazione del settantesimo anniversario della Resistenza e della Liberazione”
(abbinate)
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le proposte di legge n. 293 ad iniziativa dei Consiglieri Busilacchi, Ricci, Perazzoli, Ortenzi, Giancarli, Badiali, Traversini, Sciapichetti, Petrini, Comi, Bucciarelli, Binci, Cardogna, Bellabarba e la n. 286 dei Consiglieri Giancarli, Ricci, Ortenzi, Pieroni Malaspina, Cardogna, Latini, Eusebi, Bucciarelli, Binci, Trenta, Busilacchi, Comi, Petrini, Perazzoli, Badiali, Sciapichetti, Traversini, Bellabarba, abbinate.
Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Perazzoli.

Paolo PERAZZOLI. Questa proposta di legge è di grande valore simbolico, perché tutto ci porta a rafforzare il convincimento che la sorgente di quell'insieme di valori e l’aspirazione alla libertà, che hanno spinto tanti italiani alla lotta di liberazione, alla lotta partigiana, è l'insieme di quelle culture che hanno dato vita alla grande Costituzione italiana, tra le più belle al mondo, e permettetemi di dire, scritta bene, finalmente, perché spesso le leggi sono scritte male, ma questa, in alcuni tratti, sembra un testo di poesia.
Una Costituzione il cui impianto parlamentare, democratico, repubblicano coniuga la libertà e la giustizia sociale, il lavoro e il valore sociale dell'impresa economica.
In un periodo, in una fase, in cui spesso viene messa in discussione questa impostazione, credo sia utile valorizzare quegli elementi per evitare di deragliare da una Costituzione che ha permesso a questo popolo di passare dalle rovine del dopoguerra ad essere uno dei paesi più ricchi del mondo.
Una proposta di legge elaborata e discussa anche nel suo iter, con il contributo dell'Anpi, dell'Istituto di Storia del Movimento di Liberazione delle Marche, delle associazioni, che unifica diversi testi di legge e ne riporta uno.
Obiettivo principale della legge è di creare uno strumento permanente a sostegno di istituti, associazioni e fondazioni che hanno operato e operano tuttora per valorizzare il patrimonio culturale, storico e politico dell'antifascismo nelle Marche.
La novità principale è che si intende tutelare, valorizzare, i luoghi dove la resistenza nelle Marche ha avuto gli episodi più significativi, la loro conoscenza e la loro divulgazione. A questo proposito, per rafforzare questa spinta alla valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale, abbiamo proposto due emendamenti che vanno nella direzione di modificare il Ppar perché questi luoghi verranno individuati attraverso un percorso che la legge stabilisce, quindi, non una improvvisazione, ma una tutela anche dal punto di vista urbanistico per evitare che siano circondati da cementificazione o interventi di altro tipo.
I luoghi della memoria, anche in senso fisico, per arrivare a dei percorsi della pace e della memoria antifascista, attraverso una sorta di museo diffuso in tutte le Marche, che siano a memoria per tutti, dal momento in cui cessa di esistere la memoria dei protagonisti per mancanza dei protagonisti stessi, perché, purtroppo, non sono eterni, mentre lo sono i valori.
In questo senso noi, come Commissione, in una prima fase, abbiamo inserito alcuni luoghi principali, però, abbiamo visto tra i Consiglieri una sorta di spinta a inserire varie località, abbiamo, quindi, pensato di proporre un emendamento che ritorni alla formulazione originaria e che demanda al coordinamento, che verrà istituito dalla legge, l’individuazione dei luoghi principali.
L'istituzione di questo coordinamento vede protagoniste le varie associazioni, oltre alla Regione, per coordinare questi interventi. Mi sembra, ripeto, una legge veloce, ma importante per i significati che ha.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Massi.

Francesco MASSI. Credo che sia dovuta dalla Regione Marche una riorganizzazione delle fonti normative che in questi anni sono state prodotte, passando per le Commissioni, poi per il Consiglio, in particolar modo sul finanziamento, di diversi filoni che hanno l'obiettivo di valorizzare il messaggio, il patrimonio, la tradizione della resistenza, quella parte che giustamente il Consigliere Perazzoli diceva aver influenzato, in maniera consistente, determinante, la Carta Costituzionale.
Le nostre leggi hanno puntato a finanziare attività, ricerche, a finanziare, per lo meno negli ultimi 10 anni, i luoghi che potessero emanare un messaggio, soprattutto, alle nuove generazioni.
Ci siamo divisi qualche volta nella contestazione dei finanziamenti, perché, lo sapete, l'ho fatto anch'io, si è ritenuto che alcuni luoghi venissero valorizzati meno di altri. Insomma, cose che riguardano l'amministrazione, quindi, una contestazione, in senso pratico, perché per esempio non abbiamo finanziato le attività che riguardavano la conoscenza di tutto quello che è avvenuto a Cala, un luogo di deportazione. La Regione non ha partecipato, siamo stati contestati da scuole, da enti locali, lo stesso è avvenuto per altri siti che riguardavano dei campi di concentramento che, purtroppo, ci sono stati anche nelle Marche, ma, ripeto, queste sono scelte amministrative.
L’importante, per l'Aula, è fissare principi ai quali si dovranno ispirare i progetti che riguarderanno, in particolar modo, la celebrazione dei 70 anni della resistenza, ed unificare le fonti normative, diciamo un Testo unico, che, mi pare abroghi, le precedenti leggi, la n. 8 e lan. 12, che prevedevano finanziamenti.
Abbiamo, quindi, un'operazione di razionalità dal punto di vista della sistemazione normativa e nello stesso tempo una risottoscrizione dei valori e delle tradizioni a cui, credo, molti dei nostri partiti si ispirano. I nostri partiti, per lo meno gran parte di quelli che siedono in quest’Aula, si riferiscono ai filoni europei della libertà e della democrazia, è chiaro che facciamo riferimento, dividendoci in schieramenti, a quella che è l'area socialista, laburista, europea e all'area liberal cristiana o cristiana sociale che reggono un po' i filoni della democrazia in Europa.
Tutti questi filoni europei si riferiscono, naturalmente, alle esperienze che sono, purtroppo, scaturite, in maniera drammatica, con la perdita di milioni di vite umane, dall'ultimo conflitto e dalla lotta di liberazione che in tutta Europa c'è stata, con l'ausilio, devo dirlo riferendomi subito ad un emendamento presentato dal Consigliere Bugaro che condivido, delle forze alleate angloamericane.
Credo che noi dobbiamo questa legge alla nostra comunità, è una sottoscrizione di responsabilità, è una legge che deve coinvolgere, chiaramente, le coscienze individuali, le famiglie. Mi permetto di sottolineare, lo abbiamo fatto spesso nella Commissione istruzione, che le scuole spesso sono molto distaccate da questi temi, mi permetto di dirlo, o meglio uso una generalizzazione, ci sono istituti più sensibili, altri meno sensibili, ma sicuramente il nostro mondo della ricerca e della scuola deve essere più sensibile a questi argomenti.
La politica da sola non fa niente, occorrono anche altri soggetti e con questa legge si chiama a partecipare tutto un mondo che riguarda la cultura e, in particolar modo, gli enti locali.
Abbiamo individuato dei siti che esprimono, viste le tragiche circostanze che li hanno caratterizzati, dei messaggi importanti e, quindi, condivido sia l'elencazione dei siti più importanti, anche se abbiamo detto che probabilmente è ancora parziale, che di altri minori (…) d'accordo però adesso parlo del concetto che ci ha ispirato. Abbiamo individuato i siti principali, quelli più conosciuti un po' da tutta la popolazione e ce ne sono altri minori, li togliamo, con l'intenzione, poi, insieme alla Giunta di individuarli nuovamente, riscriverli e metterci intorno anche una tutela che, naturalmente, bisognerà concertare, soprattutto, con gli enti locali.
Sottolineando la mia condivisione a questa legge che ritengo opportuna, valida per il messaggio che esprime, ma adesso mi devo rivolgere ad alcuni soggetti di questa Aula, quelli che hanno presentato gli emendamenti.
Dico subito che condivido l'emendamento del Consigliere Bugaro, l'ho detto prima, faccio un esempio, noi abbiamo votato qui una legge che riguarda la linea gotica, penso che l'abbiamo votata tutti, la linea gotica riguarda alcuni Comuni del pesarese che hanno visto la presenza di Churchill che manovrava su questo fronte le forze alleate, però, non gli abbiamo dato un soldo, lì ci sono Comuni e associazioni, parliamo dello stesso tema, che hanno dei progetti, che fanno a spese loro delle rievocazioni annuali con i mezzi, con le divise, con la popolazione, per ricordare quei momenti drammatici. Non gli abbiamo dato un soldo. Questo lo dico perché bisogna che ai valori facciamo seguire, lo dico alla Giunta, oggi l'Assessore Marcolini non c'è, anche delle buone intenzioni e attuazioni pratiche, qui parliamo di sette, otto mila euro e, in due anni, non glieli abbiamo dati. Sette, otto mila euro, è una legge che abbiamo votato all'unanimità e che voleva raggiungere lo stesso obiettivo.
Il Consigliere Bugaro ha inserito un emendamento che dice, semplicemente, che dal prossimo anno alcune manifestazioni, celebrazioni sia culturali che musicali, ho visto anche l'emendamento del Consigliere Giancarli che condivido, possono essere attuate insieme alle rappresentanze dei Paesi delle forze allora alleate, tipo Inghilterra e Stati Uniti. Non dimentichiamo che questi due Paesi hanno dato un tributo di sangue enorme per toglierci dalla dittatura, quindi, è un emendamento che condivido.
Adesso lancio un appello ad altri due colleghi, o almeno ad altri due filoni, possiamo dire, uno al Consigliere Marangoni, l’altro al Consigliere Perazzoli, la parte del relatore di maggioranza la condivido al 100%, faccio riferimento all'emendamento dei Consiglieri Perazzoli, Busilacchi, comincio da Perazzoli Busilacchi, che intende introdurre in questa legge la celebrazione del centenario della settimana rossa ad Ancona. (…) Del Consigliere Giancarli? Ho fatto un errore. Ha una sua storia, una sua motivazione, di cui possiamo discutere, ma non lo ritengo opportuno in questa legge, tutto qua.
Posso dire che dopo Ancona, dopo sei mesi c'è stata a Tolentino, la seconda città della settimana rossa nelle Marche, aveva una sua motivazione, però, credo che non sia utile inserirla in questa legge (…) Come? (…) non c'era ancora il fascismo nel 1914 (…) Mussolini era socialista.
Al Consigliere Marangoni dico, non voglio parlare del concetto di guerra civile, voglio parlare di un'altra cosa, che questi emendamenti non li ritengo opportuni in questa legge, con il rispetto ai giovani della Repubblica sociale che hanno perso la vita e che vi hanno militato, qualche volta con una pistola puntata, perché non era semplice, in certe zone d'Italia, rifiutare di arruolarsi quando c'erano certi bandi e quello che ne conseguiva, il Consigliere Marangoni sottolinea che bisogna avere rispetto anche per quelle vittime, spesso giovanissime che inconsapevoli in cosa si arruolavano, per cosa e per quale causa, io sottoscrivo che questo rispetto è dovuto, dico, però, al Consigliere Marangoni che non lo trovo idoneo in questa legge.
Tutto qua, poi sul concetto di guerra civile ne abbiamo parlato per anni, chiedo che se ne riparli in convegn, come è giusto che sia, con ricercatori, con studiosi, quando volete, come volete, lo dico anche al collega Consigliere Marangoni, agli amici della destra, però, sicuramente, ritengo che in questa legge non sia opportuno.
Concludo, l'ho fatta troppo lunga, per dire una cosa. Giovanissimo, ho avuto l'onore di avere come cittadino, la prima volta, a Tolentino, da Presidente della Camera Sandro Pertini, nel 1975, nel 1981 da Presidente della Repubblica, l'alto messaggio che ha lasciato Pertini nella mia città, ed io ero lì con i giovani, naturalmente, a sentire questo grande personaggio, è questo: “Ci sono anche soggetti della lotta della resistenza che in certi episodi non hanno onorato la resistenza, ma noi in questo Paese dobbiamo salvaguardare il messaggio che un popolo ha dato, a prescindere da certi episodi che, sicuramente, non hanno qualificato quel movimento, ma sono episodi che ci sono stati e che io stesso, da Presidente della Repubblica, voglio testimoniare che ci sono stati, ma il messaggio più grande è l'anelito di libertà e lo sforzo della libertà che il popolo italiano unitariamente, dai liberali ai comunisti, ha espresso in quella lotta di liberazione”.
Credo che questo messaggio di Sandro Pertini, registrato, sta al Comune di Tolentino, è scritto dall'inizio alla fine, sia un messaggio che unifica tutto il Paese e sono orgoglioso di una città che è medaglia d'argento al valore della resistenza, quindi, il ragionamento che faccio al Consigliere Marangoni è che le riflessioni che lui esprime in certi emendamenti non sono campate in aria, possono avere un fondamento, ma chiedo al Consigliere Marangoni di non presentare questi emendamenti su questa legge, non li ritengo utili.
Il messaggio che devono lanciare questi articoli che abbiamo fatto, che, credo, rappresentino unitariamente tutta l'esperienza delle Marche, riguarda i valori che abbiamo trovato tutti, fortunatamente, nella Costituzione e sui quali, voglio ribadirlo perché ogni tanto ci sta una polemica nazionale, nessuno discute. Abbiamo fatto l'osservatorio, si tratta di vedere cosa nel meccanismo di Governo dobbiamo correggere nell'interesse dei cittadini, non nell'interesse della classe politica, ma sui valori, grazie a Dio mi pare, che nessuno oggi dice che quello che è scritto nei primi 12 articoli non debba essere onorato e santificato, perché credo che tutti quanti ci crediamo.

Presidenza della Vicepresidente
Rosalba Ortenzi

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Grazie Presidente. In realtà sarò abbastanza breve perché già i due relatori hanno svolto delle considerazioni importanti, tra l'altro saluto con grande favore il fatto che, gran parte di queste considerazioni, siano state comuni sul piano valoriale e, del resto, non potrebbe che essere così, visto che questa legge riprende i valori ideali su cui è fondata la nostra Repubblica che sono, come ricordato dall'articolo 1, alla base della nostra Costituzione e dello Statuto regionale, cioè quel patrimonio di tutti i cittadini che si riconoscono nella nostra Costituzione, nella nostra Repubblica, nei valori dell'antifascismo.
Credo che dovremmo sempre evitare di trascurare la qualità di questi valori, ricordo che qualche giorno fa, il 6 giugno, in Francia, è stato ucciso un ragazzo, Clement Meric, per le percosse subìte da un gruppo di neofascisti, esclusivamente per il fatto che era un giovane militante di un partito di sinistra. All'indomani di questo grave fatto il Primo Ministro francese ha deciso che metterà al bando, in Francia, tutti i gruppi neofascisti che non si richiamano ai valori della Costituzione della Repubblica francese.
I fatti di violenza neofascista in Italia ci sono, anzi, stanno aumentando, credo, quindi, che tutto quello che il legislatore può fare per richiamare e valorizzare una parte importante della nostra Costituzione debba essere fatto, noi abbiamo …

(Interrompe il Consigliere Natali)

Gianluca Busilacchi. … da questo punto di vista due leggi che sono quelle esistenti, la legge n. 12 del '83, sulla diffusione e valorizzazione del patrimonio della resistenza che, in questi anni, è stata molto importante, per finanziare molte attività che si sono svolte, progetti, manifestazioni culturali, manifestazioni di carattere storico, anche con un valore didattico che hanno coinvolto molti studenti. L’altra legge è la n. 8 del 2004 che finanziava le iniziative per il 60º anniversario della resistenza e liberazione del Paese.
Nei mesi scorsi abbiamo pensato, insieme agli altri sottoscrittori di questa proposta di legge, che, come veniva ricordato in precedenza, forse era utile intervenire per una pulizia normativa con una sorta di legge quadro che intervenisse da questo punto di vista, e abbiamo fatto, io credo, un bel percorso, prevedendo anche il coinvolgimento e la collaborazione con audizioni in I Commissione dell'Anpi, dell'Istituto di storia, di altri soggetti, che ringrazio perché hanno apportato certamente un utile contributo.
Questa legge di fatto riprendere quelle leggi, il primo articolo che tratta la parte valoriale riprende la legge n. 12, così come l'articolo 2 che ne ricalca fondamentalmente lo schema con cui i progetti vengono finanziati, rendendola forse un po' più attuale perché vengono delegificati, nello spirito della semplificazione amministrativa, alcuni aspetti regolamentari che rendevano un po' complessi alcuni aspetti.
La vera novità di questa legge è contenuta negli articolo 3 e seguenti, laddove vengono istituiti questi percorsi di pace della memoria antifascista. Di cosa si tratta? Sono progetti che fanno i Comuni, come dice l'articolo 3. I Comuni possono presentare dei progetti che la Regione cofinanzia per valorizzare alcuni luoghi, alcuni manufatti, alcuni reperti di carattere storico, architettonico e culturali. L'idea è quella di creare, perché la Regione sarà ente coordinatore, da questo punto di vista, una sorta di museo diffuso che potrà avere, credo, anche una valenza di turismo didattico, così come avviene in altre Regioni. Ricordo che il Parco della pace di Sant'Anna in Toscana e il Parco di monte sole a Marzabotto in Emilia-Romagna hanno questa funzione, non solamente di valorizzazione della memoria, ma anche di turismo didattico. Tra l'altro la nostra legge prevede la possibilità che la Regione Marche collabori anche con altre Regioni nella creazione di percorsi interregionali, so tra l'altro che alcuni Consiglieri regionali dell'Emilia-Romagna sono interessati e, da questo punto di vista, non può che farmi piacere.
Concludo, visto che è stato citato il subemendamento del Consigliere Bugaro, con una nota su questo aspetto che è solamente di carattere formale. Quell'aspetto che è contenuto in quel subemendamento, forse, poteva andare bene se inserito nella parte valoriale, quella dell'articolo 1, cioè il fatto che anche le forze alleate abbiano avuto un ruolo molto importante nella liberazione del nostro Paese, è l'elemento storico, anzi, è giusto richiamarlo. Sarebbe stato giusto richiamarlo in quella parte dell'articolo, nell'articolo 2, dove si finanziano i progetti, credo ci siano alcuni problemi formali ad approvare quell'emendamento. Intanto perché, credo, che prevedere che l'impianto normativo, così come era previsto dalla precedente legge n. 12 che prevedeva una modalità generale di finanziare i progetti, non debba essere reso particolare. Questo vale per tutte le leggi, quando si dice che possono essere presentati progetti di carattere culturale, eccetera, andare ad inserire delle norme specifiche, ovviamente, crea problemi per tutte le fattispecie non previste in quella specificità, in particolare, in questo caso che prevede che debbano essere necessariamente coinvolti degli enti dello Stato, in questo caso le Forze Armate. Noi non possiamo obbligare a presentare progetti, l'impianto normativo così come è dà già la possibilità a chiunque di presentare dei progetti se essi vogliono, noi non possiamo prevedere che sia obbligatorio il coinvolgimento. Laddove ci sono dei bandi chi vuole presenta dei progetti, ovviamente, questa cosa deve valere, deve valere l'impianto di carattere generale, soprattutto, non possiamo chiedere, addirittura, alle Forze Armate di altri Paesi di essere coinvolti nel presentare questi progetti.
Vedo questi due limiti, però, come dire, di questo, magari, ne riparleremo quando parleremo degli emendamenti.
Credo che sarebbe utile che l'impianto della legge venga approvato dal più ampio spettro di questa Aula perché sarebbe un segnale importante in questa fase.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Silvetti.

Daniele SILVETTI. Grazie Presidente. Spero che il dibattito rimanga sul tema, io vorrei ricordare ai colleghi che oggi illustrano questa proposta, e non vuole essere una rivendicazione strumentale, che quando si presentò, in tempi non troppo lontani, una proposta di legge sulle foibe, sulla commemorazione e la promozione, ci fu dai banchi della maggioranza la prontezza nel presentare emendamenti perché all'interno di questa fossero inseriti articoli relativi ai martiri della resistenza. Ricordo benissimo come se fosse ieri, un intervento assolutamente fuori tempo e fuori luogo, quello relativo alle foibe. Chiaramente, noi tutti ci domandammo cosa c'entrasse, stavamo facendo una proposta di legge che, in qualche modo, evidenziava il passaggio storico e il martirio che alcuni italiani avevano subìto e prontamente ci fu chi introdusse questo elemento di novità e di estraneità, fuori tema.
E’ chiaro che riportando l'attenzione su questo delicato tema le puntualizzazioni vanno fatte, debbono essere fatte un po’ da tutti.
E' chiaro che così come si pone questa proposta di legge, per quanto mi riguarda, la si propone, ancora una volta, con il solito ritornello. Un ritornello che io non condivido, cioè la rivendicazione dell'affermazione di una parte sull'altra. Questo è un principio che io contesto, non mi appartiene, pur condividendo l'impianto democratico di questo Paese, pur riconoscendo il valore della Costituzione, in alcune sue parti, nella stragrande maggioranza delle sue parti, dall'altra oggi si vuole sostanzialmente rivendicare, con una proposta di legge che andrà a finanziare delle iniziative, ancora una volta, l'affermazione politica e militare di una parte dell'Italia sull'altra.
Ad alcuni potrebbe sembrare che la guerra civile simbolicamente non sia ancora finita, perché sono sicuro che da questa parte ci sono colleghi che andranno a contestare l'impianto stesso di questa proposta di legge e, quindi, l'iniziativa del Consigliere Marangoni, tende sostanzialmente a inquadrare più compiutamente, complessivamente, il momento storico, andando, in qualche modo, a puntualizzare quello che fu un evento globale, complessivo, che interessò tutta la cittadinanza italiana, tutto il popolo italiano, all'interno del quale ci furono italiani che fecero una scelta e italiani che ne fecero un'altra.
Rivendicare, oggi, che una parte fosse dalla parte della ragione, assolutamente esente da responsabilità è duro affermarlo, oltre al fatto che, mi sembra, i caduti del fascismo aumentino ogni qualvolta si faccia una proposta del genere. Sembra che il fascismo stia producendo più morti oggi di allora, forse sono più che altro inesattezze di carattere storiografico, mi sembra.
Detto ciò è chiaro che questa è una proposta di legge che oggi risulta quasi effimera, mi sembra che lo Stato italiano e gli enti locali non facciano mancare il loro apporto ogni qualvolta viene celebrato il 25 aprile.
Oggi andate a riproporre sostanzialmente un ulteriore schema che, dal mio punto di vista, tende a rivendicare una divisione, una separazione. Io sono tra quelli che in realtà non è amante del riproporre modelli di altri Paesi, per carità, a patto che qualche spunto possa essere positivo, altrove c'è la tendenza a celebrare l'unificazione del popolo nelle sue tragedie per commemorare i caduti di tutte le parti, per cercare di unificare, di rendere un momento tragico, un momento comune, qui la celebrazione, secondo me, assurge anche a una fase di sacralità, che va quasi oltre la commemorazione civile che viene celebrata sistematicamente ogni anno.
Il momento sacro viene meno, quando c'è la riaffermazione di una parte sull'altra, un’affermazione forte, evidente, che in realtà non tiene conto di alcune verità storiche che vengono celate costantemente e vengono, ancora oggi, in qualche modo, vendute o propagandate nelle scuole come verità assolute.
Grazie a Dio la storiografia ha fatto qualche passo avanti a questo riguardo, credo, però, purtroppo, che proposte come questa, tendono ancora una volta a rimarcare un certo tipo di solco, un solco che credo debba essere, in qualche modo, colmato con la buona volontà di tutti.
Per carità, è chiaro che oggi con questa proposta non andiamo a cambiare le sorti della guerra, né il giudizio politico che ciascuno di noi dà a quel tempo, e con questi presupposti, dove si concede, forse si concederà, forse, non lo so, un margine anche agli alleati che forse qualche ruolo militare lo hanno avuto nella cosiddetta liberazione dell'Italia, la vedo dura per il Consigliere Bugaro, ovviamente è un tentativo che io capisco quello che si fa con quell'emendamento, credo che forse qualcuno dovrà ingurgitare, perché se no sarà ancora più evidente che questa è una proposta di legge che tende a rimarcare un’affermazione politica, militare del tempo e non a celebrare i valori che in essa dovrebbero essere, in qualche modo, espressi.
Questo lo vedremo all'interno del dibattito con l'approvazione dell'emendamento che, sono sicuro, lei prontamente collega avrà cambiato e modificato nell'ordine e avrà, ovviamente, collegato ai principi contenuti nel primo articolo, (…) ne ero convinto, vedremo adesso se avrà miglior sorte.

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Pieroni.

Moreno PIERONI. Grazie Presidente. Credo che questa proposta di legge che andiamo a discutere ed a votare oggi sia una proposta che valorizza sempre più le problematiche della resistenza e della libertà che hanno contraddistinto un’epoca e che, ancora oggi, dobbiamo tenere in evidenza.
E' chiaro che molto probabilmente i temi che riguardano questa proposta di legge, in un momento così grave della nostra Italia, legato sia all'aspetto economico che sociale, forse potrebbero sembrare, e dico forse, temi che non fanno presa tra i giovani, legati a tante problematiche, tra le tante famiglie e tra i tanti nostri concittadini marchigiani.
Credo che questa legge se approvata con i giusti crismi, senza cercare inutili polemiche che nulla hanno a che fare con la volontà dei presentatori, e con la volontà con la quale la votiamo, potrà dare delle grandi risposte e potrà avere dei grandi significati anche in futuro.
Pochi minuti fa, ho ascoltato con grande attenzione la risposta data dall'Assessore ad una interrogazione, presentata dal capogruppo Marinelli, in merito alle problematiche legate alla sclerosi multipla e quant'altro, può sembrare una risposta, a mio avviso, molto superficiale e, questa proposta di legge inserita in questo contesto può sembrare una grande contraddizione, però, credo che su questa proposta di legge noi dobbiamo impegnarci, dare una risposta forte in modo che rimanga e che dalle Marche e da questa Assemblea parta un messaggio forte, la memoria storica di chi ha permesso, ad oggi, a tutti noi, di avere alti valori di libertà legati anche ad un grande sviluppo che la nostra Italia ha avuto.
Credo che i padri, i nostri nonni, coloro che hanno fatto questa grande battaglia di resistenza siano legati anche - qui mi ritrovo perfettamente, io non ho nessuna difficoltà a votare l'emendamento del Consigliere Bugaro perché credo che sia giusto dare anche un riconoscimento - ai nostri alleati che, comunque, hanno supportato, in maniera forte, questa grande resistenza, partita in maniera trasversale che ha portato ad avere un'Italia libera e un'Italia forte anche nel mondo.
Per quello che riguarda il partito socialista, il partito che sicuramente ha avuto tante donne e tanti uomini impegnati in quel momento, il partito socialista ancora, anche se non ha più quella visibilità mediatica che altre forze politiche hanno, rappresenta uno dei pochi partiti che esprime in Italia i valori della resistenza e, con questa mia votazione, vuole rappresentarli ancor più con forza.

PRESIDENTE. Ha la parola il Vicepresidente Bugaro.

Giacomo BUGARO. Grazie Presidente, io intervengo volentieri, circoscriverò il mio intervento più che altro all'emendamento che ho presentato e che adesso è stato presentato dalla I Commissione con la firma del Consigliere Perazzoli, che ringrazio.
Io vengo da una cultura moderata, forse sono il più indicato, passatemi il termine, ad esprimermi rispetto a questa legge, perché non ho una tradizione che viene né da una parte, né dall'altra.
Sarebbe lungo, sarebbe anche affascinante parlare delle vicende che caratterizzarono l'Italia dal '43 al '48, cioè da quando ci fu il famoso 8 settembre a quando nacque la Repubblica, da qui lo spirito del mio emendamento che è discriminante rispetto all'atteggiamento sulla legge, perché se vogliamo superare il fatto di essere un Paese e diventare una nazione dobbiamo fare esattamente quello che è successo negli Stati Uniti, quando la festa nazionale è partecipata da tutti, sudisti e nordisti non esistono più.
La resistenza non è patrimonio esclusivo di alcuni, la resistenza è un fenomeno che ha abbracciato larga parte della società italiana dell'epoca, tante forze politiche, da Pertini a Edgardo Sogno, ce lo dobbiamo dire, se vogliamo essere onesti intellettualmente. E’ vero che le formazioni partigiane comuniste furono attive, ma cosa avrebbero potuto, tutti i partigiani, se non ci fosse stato un intervento deciso e un sacrificio forte da parte delle truppe alleate. Ripeto, sempre banalizzando, che nemmeno un cingolo sarebbe stato scalfito delle truppe naziste, quindi, gloria a loro, ma gloria anche a quei figli che vennero da terre lontane e che, partendo dalla Sicilia, svolsero un'azione determinante in questo senso.
Per questo io ritengo che ci vuole equilibrio nel celebrare e nel ricordare la storia di questo Paese, se non lo faremo, non saremo mai in pace, un Paese come il nostro che storicamente è diviso fra guelfi e ghibellini, tra bianchi e neri, tra juventini e milanisti, per banalizzare, lo vediamo anche ai giorni d'oggi quant'è difficile riformare la seconda parte della Costituzione, la parte che regolamenta l'articolato dello Stato, le funzioni assegnate alle varie istituzioni, che oggi sono così pletoriche e superate rispetto all’allora Costituzione, appunto perché quando furono fatte c'era un'altra Italia, l'Italia piegata e spaventata da quello che era successo dal '22 in poi.
Ora io mi auguro, Presidente Perazzoli, che il testo di quell'emendamento che è stato presentato proprio in chiave pacificatrice - ho raccolto l'intervento del Consigliere Busilacchi quando ha detto, giustamente, spostiamolo dall'articolo 2 all'articolo 1, nella parte introduttiva, nella cornice che introduce la legge, sono assolutamente d'accordo l'ho fatto - venga mantenuto perché è discriminante, è discriminante perché da un senso ampio di quello che noi vogliamo andare a celebrare, che oggi è patrimonio degli italiani e non di una parte di Italiani.
Io ho avuto modo di ricordare, con molti di voi, che io spesso partecipo al 25 aprile, unico in quei palchi. Ricordo un episodio molto spiacevole, che ho avuto difficoltà a superare, lo scorso anno, al Monumento ai Caduti di Ancona, quando all'inizio della manifestazione un noto esponente della sinistra mi disse: “Scansati che tu qui non c'entri niente”, io, invece, centro collega D'Anna, centro perché sono italiano, perché il sangue versato per liberare dall'oppressione è il sangue versato da tutti i figli di questo Paese che hanno creduto e che credono nella democrazia e nella libertà, che non è patrimonio di una parte di questo Paese o di questa Regione, è un patrimonio di tutti, perché se oggi noi siamo qui, liberamente eletti, democraticamente eletti, lo dobbiamo anche e soprattutto a quei passaggi.
Va smessa, quindi, questa parte in cui ci sono i buoni e i cattivi, e anche coloro i quali l'8 settembre hanno fatto altre scelte, le hanno fatte perché credevano di essere anche loro dalla parte del giusto e hanno versato il loro sangue e meritano rispetto. Questo significa pacificazione nazionale, quei ragazzi che a 18 o 20 anni sono andati a Salò, io non li posso condannare, perché non ho la pretesa di essere dentro la loro testa, ma se hanno sbagliato, il perdono deve essere fatto patrimonio di una grande nazione, se no rimarremo sempre un Paese, colleghi, nel quale ci perderemo nel particolare e, invece, le sfide che abbiamo davanti sono molto più ampie e se non ci mettiamo alle spalle una pacificazione nazionale - dobbiamo lavorare se condividiamo questa impostazione tutti insieme - non avremo mai la forza di proiettarci verso il futuro e saremo sempre e comunque in questione fra noi e le istituzioni saranno tirate da una parte e dall'altra a seconda delle esigenze. Questo deve finire, deve finire!
Oggi noi possiamo scrivere la nostra quota parte, una piccola parte di questo percorso che ancora è in divenire, nonostante, siano passati oltre 60 anni, perché ancora è tangibile questo aspetto, la volontà di accaparrarsi il merito di aver superato una fase tragica del nostro Paese. E’ tangibile e, invece, deve smettere, per questo, ripeto e concludo, il mio atteggiamento rispetto a questa proposta di legge è discriminante rispetto al mantenimento, esattamente come è stato proposto, firmato e fatto proprio dalla I Commissione, di quello che era il mio subemendamento che è diventato un emendamento.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zinni.

Giovanni ZINNI. Signori Consiglieri, io devo dire la verità, questo dibattito me lo immaginavo, perché accade così in tutt'Italia, in ogni dove, ogni volta che si prende il tema della resistenza si scivola sulla politicizzazione di questa ricorrenza e io credo che nella vita uno debba anche decidere un po' cosa vuole fare, cosa vuole rappresentare.
Se questa è un'istituzione che vuole fare una legge per ricordare gli aspetti storici di quel periodo, è un tipo di attività legittima, lecita, di conservazione della memoria, ma se uno vuole fare di questa legge, quello che è accaduto per tanti anni in Italia e, cioè, la riproposizione di un mito politico, quel mito si è completamente esaurito, semplicemente, perché ha già ottenuto il suo risultato. Vale a dire noi oggi viviamo un sistema politico democratico, in cui sostanzialmente tutti gli equilibri della seconda guerra mondiale sono andati a esaurirsi. Vorrei ricordare che il 25 aprile potrebbe essere una data da equiparare alla caduta del muro di Berlino, una data che si potrebbe equiparare a qualunque caduta di qualunque regime dittatoriale, noi dovremmo intenderci un attimo su cosa stiamo facendo, se vogliamo fare, come al solito, la politica che cerca di strumentalizzare la storia, perché ha pochi argomenti per parlare del presente e del futuro, ma credo che rischiamo di fare anche scivoloni e figuracce.
Mi sento di dire alcune cose da un punto di vista storico.
Credo che il 25 aprile non sia stata la data in cui si è sconfitto il regime fascista, penso che il 25 aprile sia stata la data nella quale è finita guerra e forse la guerra è stata un incubo ben peggiore per gli italiani, di qualunque considerazione politica, e il "ritorno alla libertà" è un tema che non ci può portare, ancora oggi, a distanza di decenni di generazioni, ad individuare ancora i colpevoli.
Ve lo dico francamente, io rappresento uno di quei giovani che ha fatto parte dell'ultima generazione del Movimento Sociale Italiano, ho avuto l'opportunità di conoscere diversi reduci della Repubblica Sociale Italiana, sappiate che non ce n'era uno che mi abbia chiesto: “Vogliamo il riconoscimento politico di quello che abbiamo fatto”, queste persone ci hanno sempre raccontato, a noi giovani "Noi vogliamo il rispetto, la dignità per quello che abbiamo fatto", quindi, io non posso che trovare condivisibili gli emendamenti del Consigliere Marangoni, al di là della forma, poi arriverò a sottoporvi una questione, vogliono semplicemente stabilire il principio che quella parte di italiani che ha vissuto quel periodo e ha fatto la guerra civile chiede semplicemente di essere riconosciuta come italiana. Pensate che molti di questi oggi non ci sono più, pensate che molti di questi hanno fatto parte di organizzazioni militari e provenivano da corpi militari antecedenti la guerra civile del '43 '45, erano militari regolari con uniforme, non hanno avuto la pensione di guerra, questo Paese, l’Italia, non è stato in grado di superare la paura di perdere dignità sulla resistenza, attenzione, dare la pensione a qualcuno di questi, perché era stato militare, era disdicevole in quanto aveva fatto parte delle file fasciste, eccetera.
Posto in essere che, purtroppo, queste persone se ne andranno via senza pensione, ma questo è il problema minore, a loro non è mai importato niente, sono persone che hanno sempre chiesto il rispetto, quindi, io su questo tema mi sento di dire se vogliamo esaltare la libertà, e la libertà è la libertà anche individuale, di aver fatto un percorso, dobbiamo rispettare fino in fondo questo giorno, diciamoci la verità signori, dobbiamo mettere da parte, una volta per tutte, in Italia i labari, i gagliardetti, e dobbiamo fare una legge in cui, qualunque italiano, possa essere ricordato con rispetto.
Altra cosa la valutazione dell'aspetto costituzionale, politico, è evidente che il fascismo in Italia muore anche sulla sua dittatura, su se stesso, ed è evidente che la democrazia è l'unico modello che possiamo praticare per garantire a tutti una libertà di espressione, però, credo che una legge del genere debba, come posso dire, salvare ciò che va veramente salvato, perché altrimenti le cerimonie del 25 aprile continueranno a essere sempre più deserte sia perché non c'è più chi ha vissuto quei fatti, sia perché le giovani generazioni non possono appassionarsi a ciò che non può essere più un mito politico, la resistenza in quanto tale.
Vorrei ricordare il fatto che in Italia, più di una volta, ci si trova di fronte differenti posizioni sulla resistenza, chi considera quella filo occidentale, filo atlantica, l'unica resistenza, veramente, democratica, chi, invece, ha pensato ad altro. Io vorrei e sogno un'Italia, lo dico da quarantenne, in cui il 25 aprile sia la festa della fine della guerra, la festa della pacificazione dell'Europa, una festa, come posso dire, da rinnovare dedicandola alla libertà e non agli aspetti più politici della vicenda.
Sul punto, invece, della memoria storica, cioè del patrimonio culturale da offrire nelle scuole, da offrire dappertutto, la storia la dobbiamo raccontare nella sua interezza, vorrei che fosse chiaro dal mio intervento che il potenziale superamento dei totalitarismi, sia comunisti che fascisti, per me è assolutamente totale e condivisibile, ma per quello che riguarda la conservazione della storia, la storia la dobbiamo raccontare tutta, sempre nella sua interezza, portando rispetto ad ogni italiano morto.
Infine il collega Consigliere Busilacchi diceva ci sono episodi di neofascismo, io so che a sinistra c'è questa tendenza a individuare ogni forma di violenza con la parola fascismo, attenzione a non crearveli voi i neofascisti, non commettete l'errore voi a sinistra di rinventare spettri e fantasmi che poi, per forma di mitomania vengono emulati e si concretizzano.
Il fascismo è un fenomeno politico esauritosi nel '45 con l'ultima esperienza della Repubblica Sociale Italiana, dal punto di vista dottrinario e politico, ci sono stati fenomeni che si sono chiamati di neofascismo negli anni '70 in Italia, ma chiunque ha una cultura politica sa che sono stati fenomeni diversi e, comunque, individuabili in quel periodo storico, nella logica degli opposti estremismi, e vorrei ricordare, per colpa di un Paese che faceva democrazia un po' troppe volte con la retorica e un po' meno col cuore.
Gli opposti estremismi hanno portato l'Italia ad avere decine di giovani morti a sinistra e a destra. Allora io mi dico: “Forse a quarant'anni dovrei avere un po' più di senso di responsabilità, dovrei cercare non di riproporre la storia degli altri, la storia dei nonni, la storia dei padri, la storia di chi ha vissuto quel determinato periodo, ma dovrei prendere ciò che di meglio mi hanno lasciato e dovrei cercare di donarlo ai figli ed al futuro”.
Non vedo in Italia alcun pericolo neofascista, non vedo alcun pericolo neocomunista, inteso come Unione Sovietica, vedo che a volte ci sono forme di violenza, ma non commettiamo l'errore di politicizzare ciò che non è politico, ciò che appartiene a fenomeni di disagio sociale, ciò che appartiene a fenomeni di derive valoriali, ben diverse da quelle politiche, come posso dire, noi spesso assistiamo a episodi di violenza che non si sa neanche perché vengono fuori.
Questa legge, concludo e mi perdoni, a mio avviso si è sovraccaricata di un significato che non doveva avere, che non è compito di una Regione, noi dobbiamo, ripeto, cercare di conservare la memoria storica e la cultura, dobbiamo celebrare ciò che veramente è ed è considerato da tutti il 25 aprile, se la vogliamo dire tutta, cercare di aprire il cuore e la mente a chi ha vissuto quell'episodio e quegli anni perché alla fine dei conti quando chiunque legge un libro di Panza non può che avere dispiacere e una lacrima anche per quelli che hanno combattuto dall'altra parte.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Grazie Presidente, per partecipare a un dibattito sicuramente interessante che, mi permetto di notare, a differenza di qualche anno fa è stato decisamente civile e pacato, segno che il tempo ha lavorato perché quelle fratture, di cui parlava il Consigliere Zinni che mi ha proceduto, sono largamente superate; allora che senso ha, potremmo dire, riproporre una legge, al di là dell'anniversario del 70°, visto che, comunque, ovunque, queste celebrazioni vengono fatte.
Credo che l'unico vero significato sia legato all'articolo 1 del testo base dove si dà una finalità a questa costruzione culturale basata sull'antifascismo, cioè costruire un futuro di pace e, soprattutto, cancellare la guerra dalla storia dei popoli.
Noi abbiamo questa esperienza, abbiamo dal 1945 ad oggi un'esperienza fondata sulla pace, la Repubblica democratica popolare che si è costituita in Italia, grazie alla Carta Costituzionale e all'accordo tra le grandi forze politiche e popolari di questo Paese, ci ha garantito un lunghissimo periodo di pace, quasi 70 anni.
L'ultima esperienza di guerra è stata indubbiamente segnata dalla responsabilità politica di un regime che, al di là del fatto di essere dittatoriale, e lo era, ha commesso un errore imperdonabile, da un punto di vista storico, quello di aver trascinato il popolo in una guerra ingiusta, di aggressione contro popoli e paesi amici, per primo la Francia e, quindi, non possiamo non partire da questo dato per dire che l'Italia continua nella sua tradizione di pace che già c'è. La legge, in qualche maniera, organizza qualche cosa e ribadisce quello che già c'è.
Io non ho visto in questo testo, l'ho letto con molta attenzione, tutte queste velleità rosseggianti che mirano a …. certo a scavare, molte questioni potrebbero essere sollevate, ma non è una legge che suscita odio, l'unico odio che può essere suscitato, disprezzo o rifiuto è proprio nei confronti della guerra, non nei confronti di chi l'ha prodotta. Nei confronti di chi l'ha prodotta, diceva bene il Consigliere Zinni, il giudizio storico è già compiuto, perché nessuno ha il coraggio, neanche i più spudorati, di dire che quell'esperienza, soprattutto l'alleanza nazista, sia stata un'esperienza modo positiva, questo va detto in maniera chiara perché una revisione di alcune posizioni storiche non può portare a questo.
Nessuno vuole negare la realtà, che ci sia stata una retorica antifascista, che è stata largamente sfruttata da alcune forze della sinistra, non c'è dubbio, che, soprattutto, negli anni ‘70 ha portato ulteriori spaccature nel Paese che poi si sono ricomposte, penso alla vicenda dell'attentato e della morte di Aldo Moro che ha visto le forze popolari cattoliche, socialiste, liberali, comuniste, ritrovarsi insieme in una difesa nuova, inimmaginata, in un'aggressione di tipo dittatoriale, di tipo assolutista, che veniva non più da destra, ma da sinistra.
Il Paese questi passaggi li ha avuti, sono fatti accaduti, sono fatti nei confronti dei quali il giudizio storico c'è stato, nessuno vuole chiudere gli occhi nei confronti degli eccidi postbellici che, soprattutto, in alcune aree del Paese, soprattutto nella Pianura Padana, in Emilia Romagna, in Umbria, ma anche nelle Marche sono avvenuti, purtroppo, strascichi quasi inevitabili dopo tanti e tanti anni di guerra e più di vent'anni di dittatura, che nessuno vuole giustificare. In alcuni casi penso a tanti sacerdoti in Emilia-Romagna condannati a morte e ammazzati in maniera indecorosa senza nessun motivo particolare, semplicemente perché non facevano parte del nuovo corso che, in qualche maniera, si stava instaurando. Ma se è vero che qualche camicia nera non ha avuto la pensione di guerra, perché successivamente ha aderito alla Repubblica di Salò che spaccava l'Italia, camice nere che hanno partecipato alla guerra fuori dai confini nazionali hanno avuto la pensione di guerra e questo lo ha fatto un governo presieduto da un signore di nome Alcide de Gasperi. Gli atti di riconciliazione e di giustizia stati compiuti immediatamente dopo il 1945.
Non si può, d'altra parte, forzando la visione politica, separare le responsabilità e la verità storica dicendo siamo stati tutti uguali, perché non è stato così, nessuno mette in discussione la buona fede di tante persone, io conosco tanti amici recanatesi che sono partiti senza la pistola puntata alle tempie, Consigliere Massi, perché molti sono partiti con la pistola puntata alle tempie, ma molti sono partiti convinti e vanno rispettati. Hanno fatto una guerra convinti, come l'hanno fatta quelli che sono partiti per la Spagna, dove abbiamo assistito ad altre cose, agli eccidi fra repubblicani, ad eccidi fra gli stessi partigiani, dove le bande partigiane si scontravano e dove una fazione, magari, eliminava l'altra.
Sono tutte cose, come dire, figlie della guerra, però, è chiaro che una prima responsabilità non può non essere segnata e non può non essere stigmatizzata
Chiudo dicendo, ma non è una battuta nei confronti del Presidente Giancarli che ha proposto la settimana rossa, che sono dell'opinione del Consigliere Massi, forse tutte queste questioni dovrebbero essere allontanate da questa legge perché apriremo una parentesi troppo larga, però, il Consiglio regionale, la Commissione, potrebbe prendere qualche iniziativa perché alcuni studi che riguardano la nostra Regione potrebbero essere presi in considerazione, potrei dire che insieme alla settimana rossa, potremmo segnare le settimane bianche o gialle, se volete, che è il colore del Papa, visto che in questa regione migliaia di persone sono morte a seguito delle insorgenze di cui non si parla quasi da nessuna parte, piccolissimi cenni nei libri di storia, invece è una cosa che potrebbe essere largamente recuperata perché anche qui, consentitemi, c'è una retorica sull'Unità d'Italia che a volte fa veramente ridere. Si parla dell'Unità d'Italia come di qualcosa accettato a furor di popolo, quando i plebisciti sono stati fatti dall'1,5% della popolazione, spesso sotto l’azione coercitiva delle forze dell'ordine dei prefetti sabaudi.
Voglio dire di questioni aperte in questo nostro laceratissimo Paese, sul piano storico, ce ne sono moltissime, io credo che l'unità sia garantita da questa legge e, se abbiamo il coraggio di farlo votandola in maniera unitaria, potremmo immediatamente dopo, se vogliamo, offrire, come istituzione regionale, l'opportunità perché altri corsi, altri passaggi storici che riguardano la nostra regione siano ugualmente trattati con uno spirito di grande libertà, ma anche di grande severità storica.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Natali.

Giulio NATALI. Dopo questa lezioncina …, Presidente, io chiedo che ci sia un po' di silenzio, come l'hanno avuto gli altri, perché la democrazia è questa no? Il rispetto, e noi stiamo parlando di democrazia, stiamo facendo un peana alla democrazia che non c'è stata e che oggi c'è ringraziando iddio, quindi, il rispetto per tutti ...

PRESIDENTE. Abbiamo folle insistenti alle porte che stanno aspettando l'esito di questa discussione ...

Giulio NATALI. ... lei mi toglie le parole di bocca, Presidente.

PRESIDENTE. Sono uscito e sono dovuto rientrare perché ero pressato da una folla di giornalisti che sta tremando sull'esito di questa mattinata ...

Giulio NATALI. Io la ringrazio Presidente perché mi sta togliendo il succo del discorso, me lo sta togliendo, però, dica questo a chi ci propina Vangelo, che viene sciorinato e scende sulle nostre teste in nome di non si sa che cosa.
Avrei preferito parlare di sanità oggi, magari, un dibattito su qualche msa in più o in meno, su qualche posto letto in più o in meno, ma questo non interessa, poi, ci meravigliamo che qualcuno vota Grillo, che il 48% va a votare, o meno. Vede Presidente come sono sulla sua lunghezza d'onda, però, qui dobbiamo smetterla, perché non facciamo un buon servizio a nessuno.
Sentivo poco fa il Consigliere Marconi parlare, giustamente, e interpretare, giustamente, determinate situazioni, ma la mia domanda, domanda che faccio e che mi faccio sempre, è quella che il fascismo si combatteva prima del 25 luglio '43 e bisognava combatterlo per chi credeva nei valori della libertà e se credeva che il fascismo occultasse i valori della libertà.
Il problema degli italiani è stato questo, il problema nostro oggi è questo, oggi noi continuiamo a buttare la polvere sotto il tappeto, facendo finta che ognuno di noi, in fin dei conti, non sapesse niente, quelli lo facevano all'epoca che vivevano e noi lo facciamo qualche anno dopo, rivendicando non so che cosa, non so chi, ancora, può rivendicare.
Il problema è che, non a caso, quando si parla di Italia, molti uomini politici amministratori ed altri, parlano di Paese, non nel senso anglosassone, country, Paese, noi siamo un Paese, il concetto che hanno di noi, dell'Italia è un Paese, purtroppo l'Italia ha avuto determinati sviluppi storici che la fanno considerare da tutti un Paese, la Germania non è considerata un Paese, in Germania, che penso abbia avuto una dittatura, non so, non ricordo bene, mi sembra qualche decennio prima della guerra, ha avuto qualche cosa di non profondamente democratico, penso, non mi sembra che si sia vissuti per anni dicendo, parlando di certe cose, non si è predicata, si è pratica la libertà, è diverso.
Qui noi predichiamo di libertà e, tutto quello che non ci fa comodo, è contro.
Io leggo oggi il giornale, un esempio così, un atto di prepotenza, anche questo è fascismo nel concetto lato, leggo che a San Benedetto, il Messaggero di oggi, rassegna stampa pagina 48, in un determinato partito vogliono cacciare dei Consiglieri comunali, cosa più antidemocratica non penso possa esistere, non esiste perché, per me che difendo la libertà, voi capite benissimo, caro Consigliere Perazzoli, il mio primo principio deve essere quello di tutelare la libertà anche di chi la combatte, perché deve esprimersi chi è contro la libertà, deve esprimersi, mai levare la parola anche a chi è contro la libertà, perché è il miglior servizio che gli faccio, la migliore pubblicità che gli faccio, lo rendo martire, allora voi capite benissimo, io non voglio essere costretto a fare polemica, ma se nel 2013 ancora ci riempiamo la bocca così, di mou dolciastre e gommose, quelle caramelle che in bocca ti si appiccicano tra i molari, la storia va vissuta, va letta, ognuno di noi se ripensa a quello fatto nel dopoguerra, ha mille motivi di criticità e ha 1000 motivi di rivendicare certe altre cose.
Ma se uno oggi legge, faccio un nome a chi mi parla di resistenza, faccio un nome, Moranino, ne vogliamo parlare qui dentro? C’è qualcuno che conosce il nome di Moranino Francesco? Facciamo una bella seduta aperta per studiarci la figura di Moranino Francesco. Questo significa che io contesto la resistenza o combatto la resistenza o discrimino la resistenza? No, qui noi dobbiamo studiare ogni singolo atto, se vogliamo far sì che l'Italia non sia il Paese ma diventi la Nazione, cioè un qualche cosa che ci unisce tutti, allora ognuno di noi, non dice che tutto il bene è da una parte e tutto il male è dall'altra, ma cerca di ripartire con un ragionamento sano.
Quando da ragazzo, a 15 anni mi iscrissi ad un partito di estrema destra, la mia domanda era, nelle verifiche che mano a mano ognuno di noi, cercando di leggere faceva, quando arrivammo e ci parlarono delle leggi razziali, noi dicemmo, perlomeno parlo per me, è il più grande abominio che si può fare - per esser razzisti ci deve essere una precondizione, bisogna essere idioti, cioè uno non può solo essere razzista, prima è idiota, poi, può essere razzista, è indiscutibile questo - la mia preoccupazione, al di là dell'abominio della legge, che è abominevole, la mia domanda era: “Dov'erano gli italiani quando furono fatte quelle leggi?” “Dov'erano i professori universitari?” “Dove erano?” “La sollevazione dove fu?” “Lo spirito democratico e giusto di una nazione dov'era?”. C'erano tanti professori universitari che erano contentissimi che gli ebrei venissero cacciati perché, magari, qualche figlio di qualche gerarca che era professore universitario e Rettore avrebbe avuto il posto, e oggi, magari, è antifascista, è diventato antifascista nel '50 e oggi avrà qualche nipote che verrà qui, potrebbe venire qui, a parlarci della resistenza.
Non scherziamo con queste idiozie, smettiamola con queste idiozie, io ho avuto una grande fortuna, e vedo la Consigliera Romagnoli, mia sorella lo sanno tutti, noi siamo fratelli, non solo Fratelli d'Italia, ma fratelli per altro, di vivere in una famiglia in cui mio padre, mai stato fascista nella sua vita, mai, diventa avvocato nel '39, il padre che era notaio, quando lui arriva laureato, apre lo studio e gli dice: “Il tuo mezzadro è stato chiamato in guerra, tu vai volontario che sei il padrone! Che fai a te ti chiamano?" Mio padre va in guerra ci rimette due falangi e ritorna, non essendo mai stato fascista, diventa Sindaco del suo Comune, primo Sindaco del suo Comune, e nel '47 è l'unico avvocato che ad Ascoli difende i ragazzi di 22 o 23 anni della Repubblica Sociale Italiana che erano processati dalla Corte d'Assise di Ascoli Piceno a cui non era stato addebitato alcun fatto, alcun evento, alcun crimine, erano andati nella Repubblica Sociale Italiana. Questa era la democrazia che imperava e mio padre raccontava, mai stato fascista, mai, "Io ho difeso quei ragazzi perché nessun avvocato li voleva difendere in Ascoli", tutti gli avvocati fascisti fino al 25 luglio '43 non sapevano più niente. Mussolini chi? Mussolini chi è stato? Podestà? Non esiste. Non scherziamo su queste cose.
E' la verità quella che noi dobbiamo andare a cercare, la verità non è quello che ci fa comodo, che a ognuno di noi fa comodo, se noi vogliamo che i nostri figli, i nostri nipoti capiscano qualcosa di più e non parlino dell'Italia come Paese, come purtroppo è.
La mia contestazione al centro-sinistra, passando al politico, non è la diversità delle posizioni, ci mancherebbe, nessuno di noi sa dove va a finire, è che quando si è legittimamente combattuto Berlusconi, non ci si è esonerati dall'appoggiarsi ad altre nazioni che, ovviamente, facevano il loro comodo per i loro vantaggi, a noi e alla parte del centro-sinistra non interessava questo, quando Sarkozy rideva, Sarkozy era il centro destra, lo sappiamo tutti, la Merkel era il centro destra, ridevano. Sarkozy non so se ride ancora, la Merkel non so per quanto ancora riderà, il dramma è che la Merkel, in una Repubblica come quella tedesca, non poteva telefonare al Presidente della Repubblica in Italia, perché non era un suo pari, poteva avere solo un rapporto con il Presente del Consiglio, invece telefonava al Presidente della Repubblica, queste sono le domande che chi fa politica e chi vuole fare la politica come servizio, non per le proprie idee, ma per far crescere una Nazione, si dovrebbe fare.
Allora tutto si può fare meno che ritornare a questi linguaggi triti e ritriti, di cui lei giustamente diceva, tutti qui fuori stanno domandando, tutti stanno parlando di questo, c'è un processo di beatificazione in corso, lo dico ai Consiglieri regionali, per un seminarista di 14 anni che è stato ammazzato dai partigiani vicino a Modena dopo la guerra, questo che significa? Niente, significa che gli atti singoli fatti in guerra da un assassino sono fatti da un assassino, chi è andato a combattere la Repubblica Sociale Italiana e ha fatto atti efferati o altro, è un assassino, ci mancherebbe altro, chi è andato perché legittimamente credeva in qualche cosa, proprio in nome di chi combatte per la libertà, dovrebbe essere difeso, proprio da quelli dovrebbe essere difeso. La strumentalizzazione della vicenda si vede da questo punto, noi abbiamo vinto, è un po' il discorso che facciamo sempre, i tedeschi si ricordano per i lager, i comunisti si ricordò per i gulag, però parlavamo di vite singole, nessuno si ricorda che a 60 anni di distanza nasce ancora qualche bambino focomelico in Giappone? Non se lo ricorda nessuno, perché qualcuno un giorno si è divertito a fare un esperimento e l’ha buttata e oggi si combatte e si dice che la bomba atomica ce l'ha l'Iran.
La cultura, la politica deve anche entrare in queste cose, deve rispondere anche su queste cose, questo è quello di cui noi dovremmo parlare, se vogliamo parlare di storie, di queste cose con la dovuta serietà, se no parliamo di cose che interessano di più, come lei diceva Presidente, alla società che è qui fuori, quella che non vota, quella che vota Grillo, per esempio di sanità.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Traversini.

Gino TRAVERSINI. Grazie Presidente, ho ascoltato con attenzione tutti gli interventi, ma in maniera particolare gli interventi dei relatori che condivido pienamente.
Devo fare i complimenti al Consigliere Perazzoli ed in particolare al Consigliere Massi per l'intervento che ha fatto presentando l'emendamento del Consigliere Bugaro, sul quale annuncio il mio voto, perché mi sembra, lo ha spiegato, un ragionamento molto concreto e molto serio che riporta al fatto che la resistenza non è e non appartiene ad una parte politica, ma è patrimonio di tutti i democratici. Credo che questo sia molto importante, tanto più riconoscere il lavoro fondamentale nell'ottenimento della libertà della democrazia delle forze alleate.
Io sono stato particolarmente soddisfatto e sono soddisfatto di aver lavorato a questa legge che ritengo, comunque, importante.
Una soddisfazione che mi coinvolge anche a livello personale, nel senso che ho un legame particolare con le vicende della resistenza, sono figlio di un partigiano, sono nato ed abito a Cantiano, che è stato ed è il territorio, il Comune, dove è nata e sorta la V Brigata Garibaldi e dove sono avvenuti i fatti più importanti della resistenza del pesarese.
Un legame forte che mi ha permesso, poi, nel momento in cui sono diventato Sindaco, scusate questa disquisizione personale, ma la ritengo importante, di partecipare a tantissime iniziative, perché la resistenza nel pesarese significa proprio quelle zone di Cantiano, e di conoscere tantissimi personaggi della resistenza e tantissime storie, come quella di Francesco Tumiati, figlio del Preside della Facoltà di Giurisprudenza di Ferrara, ucciso a Cantiano, fucilato a Cantiano, medaglia d'oro al valore militare. Come Samuele Panichi, ne dico due o tre per capire, che ho conosciuto personalmente, anarchico, era emigrato dagli Stati Uniti, amico di Sacco, ritornato in Italia ha partecipato alla resistenza ed è stato anche fondamentale nei rapporti con gli alleati per il fatto che conosceva l'inglese e conosceva gli americani. Guarda caso la sua brigata era piena di donne, non aveva bisogno delle quote rosa, Samuele Panichi probabilmente, in forza del fatto della sua mentalità aperta, aveva tantissime donne combattenti, tra queste un altro personaggio eccezionale che voglio citare è Valchiria Terradura di Gubbio, una donna della resistenza.
Questi personaggi, in qualche modo, mi hanno legato e mi hanno fatto apprezzare ancora di più la resistenza, ma non è il fatto di conoscere le vicende, i personaggi, noi questi li citiamo solamente ed esclusivamente, credo, per rispetto a quello che è successo, ma la realtà è che dietro a questi personaggi e dietro a questi fatti c'è una storia e ci sono dei valori. Questo è quello che va esaltato, gli episodi, le persone, i morti, vanno lasciati alla storia. Devono essere esaltati i valori che sono dietro alle motivazioni dei fatti che hanno compiuto questi personaggi.
Va esaltata la scelta di Francesco Tumiati che parte volontario e va in Africa per spirito di patria nelle truppe durante il fascismo, poi, cambia idea, torna in Italia, poteva starsene tranquillamente a casa, protetto dalla sua famiglia, perché il padre era Preside di Facoltà di Giurisprudenza di Ferrara, una famiglia molto potente, invece decide, parte e va nelle colline pesaresi e partecipa alla resistenza. Fa una scelta, quella scelta è importante, un esempio, capire i motivi per cui dice: ”Devo fare qualcosa per ridare democrazia e libertà a questo Paese”. Questo va esaltato, al di là della persona, al di là del nome, va esaltata la scelta.
Sono scelte importanti, non solo le scelte, perché oggi noi facciamo la legge perché ancora i Comuni fanno iniziative, perché i labari, perché i monumenti, perché dietro quei monumenti, dietro quelle iniziative ci sono dei principi e dei valori.
Voglio fare una citazione perché questa legge, parla di cose importanti, di una novità, quella di esaltare i luoghi della resistenza. Nel 1955 Piero Calamandrei uno dei padri della Costituzione, in un celebre discorso agli studenti disse: "Se volete andare in pellegrinaggio nei luoghi dove è nata la Costituzione, andate nelle montagne dove sono morti i partigiani, andate nelle carceri dove sono stati rinchiusi, andate nei campi dove sono stati torturati". Lo diceva Piero Calamandrei nel 1955, se volete onorare la Costituzione, il legame forte tra Costituzione e resistenza, è questo il passaggio fondamentale da esaltare, cioè quei principi di democrazia e libertà che si trovano in tutti i democratici e che passano attraverso la resistenza, ecco il perché di una legge, perché rivolgersi alle scuole, perché passare davanti ad un monumento della resistenza e domandare quello che è successo, non tanto il fatto, non tanto l'episodio storico, ma capire i valori che contiene quel messaggio.
Ecco l'importanza della legge, una legge che ricorda quello che è successo, ma non finisce lì, perché un conto è il giudizio storico, e sono d'accordo, la storia è un'altra cosa, però, non possiamo mettere tutti sullo stesso piano, da un punto di vista dei valori, perché i valori sono diversi, un conto è il rispetto delle persone, dietro quei monumenti, dietro quei fatti che noi andiamo oggi a rimarcare. Cosa che non è stata fatta in passato, ci sono ancora dei valori, dicevo, legati alla nostra Costituzione, lo ha detto il Consigliere Perazzoli, forse è la più bella del mondo, dal punto di vista dei principi fondamentali, se permettete normalmente si citano sempre filosofi, scrittori, io devo citare Benigni che due tre mesi fa ha fatto una trasmissione eccezionale, non solo nei confronti della politica, dove ha spiegato agli italiani l'importanza della politica, ma ha fatto un discorso eccezionale sulla Costituzione, facendo capire in maniera semplice, spero che venga portato anche nelle scuole, l'importanza di quegli articoli fondamentali e di quello che c'è dietro.
Dietro quella Costituzione c'è la resistenza e credo che questa legge serva anche ad alimentare i valori positivi che la Costituzione porta.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Grazie Presidente, volevo intanto chiarire le motivazioni dei miei emendamenti che sono 20, 21, lo faccio anche perché sono stato citato varie volte da alcuni colleghi.
Intanto la motivazione che mi spinge non è ideologica, diversamente da amici e colleghi che sono intervenuti poco fa nel dibattito, io non sono mai stato iscritto, nè simpatizzante particolare di formazioni di destra, la motivazione che mi ha spinto a far questi emendamenti è un'altra, è l'amore per la verità che ritengo sia stata calpestata in questi quasi 70 anni.
E’ un amore per la verità e per la storia, per i fatti che sono stati ampiamente manomessi sull'onda di una resistenza che, anche nella nostra regione, non è stata fatta prevalentemente dalle formazioni partigiane comuniste, ma, addirittura, dalle formazioni partigiane composte da monarchici. Adesso la cosa ci sembra strana, ma ricordiamoci che la monarchia prese 10 milioni di voti.
Bande Niccolò Pantanetti nel maceratese era un monarchico, c'erano i cattolici, i liberali, tanto è vero che il libro che ha pubblicato è stato sequestrato, non si trova più, è introvabile, molto interessante, sull'esperienza del maceratese, della resistenza nel maceratese, ce n'è una copia se vi interessa nella biblioteca del Consiglio.
Le motivazioni che mi hanno spinto le ho già dette e mi sono trovato anche in molte cose che ha detto il Consigliere Bugaro, mi dispiace che il Consigliere Massi non abbia capito il senso, invece, di alcuni emendamenti, ha detto li condivido, oppure ne condivido alcuni, ma li ritengo inopportuni all'interno di questa legge.
In realtà l'emendamento principale è il penultimo, sta in fondo per ragioni tecniche, non ho capito perché, è l’emendamento Coordinamento tecnico/1 che modifica il titolo della legge, perché è da lì che bisogna partire, tutti gli altri sono consequenziali.
Di fronte ad una legge che, così com'era, era inemendabile, anzi è inemendabile, io ho fatto uno sforzo modificando prima il titolo e di conseguenza tutte le altre cose per fare in modo che il tutto andasse in un’ottica di pacificazione nazionale e di conciliazione dopo la guerra civile. Infatti il titolo che io propongo di cambiare, è il penultimo emendamento è il seguente: “chiedo che la proposta di legge si modifichi come segue: Attività della Regione Marche per l'affermazione dei valori della riconciliazione nazionale e della pacificazione dopo la guerra civile del 1943-1945 in attuazione dei principi della Costituzione repubblicana”.
Tutti gli altri emendamenti sono consequenziali a questa impostazione.
Noi stiamo discutendo le proposte di legge abbinate, la n. 293 e la n. 286, queste due proposte riguardano la prima: i principi, i valori della resistenza, antifascismo, Costituzione, la seconda: la celebrazione dei 70 dell'anniversario della resistenza della liberazione. Abrogano leggi precedenti la n. 12 del 1983 e la n. 8 del 2004. Prima ancora c'erano altre leggi, la prima è del 1975, il 30° anno, poi ci fu quella del 1993 per il 50° anniversario, manca quella del 40°, non so, non c'è, non esiste, non è stata fatta.
Sapete quanto sono costate queste leggi? Nessuno ne ha parlato, sapete quanto abbiamo speso dal '75, prima legge, ad oggi? Lo sapete? Qualcuno lo sa? Forse no, perché nessuno lo ha detto, io ho fatto i conti e sono andato indietro, ho lavorato per saperlo, sono costati esattamente 4 milioni di euro, cioè la Regione Marche dal '75 al 2012 ha speso 4 milioni di euro per celebrare la resistenza, ricordare l'antifascismo ed i vari decennali: 30 anni, 50 anni, 60 anni, 70 anni adesso, 4 milioni di euro.
Se prendiamo soltanto gli ultimi dieci anni, cioè dal 2004 al 2012-2013, la Regione ha speso 1.071.055,87 euro per la legge n. 12, più 532.500,00 euro per la legge n. 8. In totale negli ultimi 10 anni per queste due leggi soltanto, poi, ce ne sono altre, l'Istituto Storico per la Resistenza, Gramsci e company, per queste due leggi, che andiamo oggi ad abrogare, e con questa, abbiamo speso 1.603.555,87 euro.
Se prendiamo solo il 2013 la Regione ha speso 119.144,00 euro per la legge n. 12 dell'83, e 47.500 per la legge n. 8, per un totale di ben 166.644,00 euro, adesso si riparte, queste le abbiamo abrogate, queste due leggi le abroghiamo con questa qui e la Regione, quindi, spenderà altri soldi per celebrare la resistenza e l'antifascismo, in un anno in cui abbiamo avuto dei marchigiani che si sono suicidati per disperazione economica e per mancanza di lavoro.
Noi siamo al collasso sociale, al collasso economico, anche nella nostra regione, e continuiamo a spendere soldi per queste cose. Credo che una santa messa in nome degli eccidi, di tutti gli eccidi, di tutte le parti, corone di alloro e semplici cerimonie basterebbero sicuramente e sarebbero altrettanto decorose e meno dispendiose. Invece in questa proposta di legge che andiamo ad approvare, all'articolo 2, secondo comma, si continua a finanziare l'Anpi. L'Anpi viene privilegiata, viene assicurata la priorità dei finanziamenti, in quanto ente morale, l'avete scritto voi signori, nella legge non c'è scritto Anpi, ma è evidente, in quanto nella carta intestata dell'Anpi, eccola qui, c'è scritto ente morale, e voi avete scritto che si da priorità alle formazioni, associazioni partigiane presenti nelle Marche riconosciute come ente morale. Va bene, è una scelta!
Se passiamo dal vile denaro, che comunque in questa fase andrebbe anche considerato, in questa fase di disastro economico, al piano dei contenuti di questa proposta di legge che stiamo approvando, le cose non mi sembra che cambino. Perché il filone politico culturale è rimasto immutato rispetto alla prima legge del '75, siamo rimasti fermi li, quella che celebrava il 30° anniversario, non c'è niente di nuovo sul piano qualitativo, abbiamo messo delle cose, i percorsi della pace, va bene, ma la sostanza è sempre quella, praticamente per il legislatore marchigiano, per i vari legislatori marchigiani che si sono succeduti prima di noi e noi adesso, non è cambiato nulla dal '75 ad oggi e non continuerà a cambiare proprio nulla ... Presidente scusi io avrei un intervento abbastanza lungo, se potesse fare un’eccezione anche perché (…) pensavo che il Regolamento interno prevedesse venti minuti, ho capito male, l'articolo 35 parla di venti minuti.

PRESIDENTE, Quanto? No! Possiamo fare anche tre quarti d'ora a testa.

Enzo MARANGONI. No, l'articolo 35 mi pare che parli di venti minuti.

PRESIDENTE. Lei parli quanto vuole non c'è problema!

Enzo MARANGONI. No, no, venti minuti.

PRESIDENTE. Che venti minuti, sta scherzando? dieci minuti. Lei che Regolamento ha letto?

Enzo MARANGONI. Io ho letto l'articolo 35 del Regolamento.

PRSIDENTE. Il Regolamento lo faccio io, non stia a leggere il Regolamento prevede dieci minuti e sono trascorsi già da un minuto.

Enzo MARANGONI. Lei è democratico ... no va bene Presidente vorrà dire che questo Regolamento ...

PRESIDENTE. Nemmeno con il Consigliere Trenta tolleriamo, e tutti sanno che rapporto mi lega al collega.

Enzo MARANGONI. Va bene Presidente ... le assicuro che l'articolo 35 parla di venti, ma ne faccio dieci perché lei è democratico.
Dicevo che non è cambiato proprio nulla, assolutamente nulla, rispetto ai contenuti e, quindi, in questa legge, esattamente come in quelle precedenti non si fa nessun riferimento, nemmeno indiretto, al sangue dei vinti. Per dirla con il titolo famoso di un libro di Giampaolo Pansa, in queste due proposte di legge abbinate, che discutiamo, manca qualsiasi cenno anche indiretto al concetto di guerra civile che è stato evidenziato fin dal 1991 da Cesare Pavone, saggio citato espressamente persino dal Presidente della Repubblica Napolitano, in un suo discorso famoso a Genova nel 25 aprile 2008.
In quell'occasione, ma anche in altre successive, il Presidente Napolitano non dimenticò di ricordare il contributo dei militari, parlò, poi, della necessità di smitizzare quello che c'è da smitizzare nella resistenza, senza tacere i suoi limiti e le sue ombre che non vanno occultate, così disse testualmente.
Napolitano aggiunse che ci furono fenomeni di violenza da cui non fu indenne la resistenza, specie alla vigilia e all'indomani della liberazione.
Nelle proposte di legge che stiamo approvando non vedo traccia di limiti o ombre del movimento partigiano, citati da Napolitano, trovo invece una riproposizione acritica, ripetitiva e una visione tradizionale, quindi, non oggettiva, partigiana appunto, di parte non obiettiva, della resistenza e della liberazione.
Tra l'altro questi concetti, molto interessanti di Napolitano, furono presentati ben 10 anni prima, anche di più, nel '96 da Luciano Violante. Il Presidente della Camera. Luciano Violante fece un discorso molto interessante (…) esatto di Bergamo, il giorno dell'insediamento alla Camera come Presidente, il 9 maggio '96, dopo aver constatato che la resistenza e la lotta di liberazione cito: "Non appartengono ancora alla memoria collettiva dell'Italia repubblicana” aggiunse testualmente “mi chiedo se l'Italia di oggi” e parliamo del 1996 “non debba cominciare a riflettere sui vinti di ieri, occorre sforzarsi di capire”, sto citando, “i motivi per i quali migliaia di ragazzi e soprattutto di ragazze, quando tutto era perduto si schierarono dalla parte di Salò e non dalla parte dei diritti e delle libertà”. Queste non sono parole mie, sono parole di Violante che non è un politico di centro destra. Aggiunse Violante: “Questo sforzo a distanza di mezzo secolo”, anzi ormai siamo a 70 anni, “aiuterebbe a cogliere la complessità del nostro Paese e a costruire la liberazione … di tutti gli italiani”.
In queste proposte di legge, che stiamo discutendo, io non ho trovato traccia degli insegnamenti che ci vengono da Napolitano, non ho trovato traccia degli insegnamenti che ci vengono da Violante, anche se sono di molti anni fa, cioè questi massimi, grandi dirigenti del PD, vedo che i compagni fanno segno che devo tagliare sono momenti brutti, ma se devo stare zitto, sto zitto.
Le regole dell'articolo 35 parlano di venti minuti, ma siccome le regole te le giochi da solo …, l’articolo 35 parla di venti minuti, (…) non possiamo neanche parlare, fate il segno che devo stare zitto, questa è la democrazia ...

PRESIDENTE. Consigliere Marangoni sono quindici minuti che parla, non ha parlato nessuno 15 minuti. Allora continui, io non parlo più, faccia come le pare. Questa è la testimonianza della democrazia indiretta, guardi non la disturbo più, quando ha finito, pendiamo dalle tue labbra.

Enzo MARANGONI. Bene, quando ho finito tirerò fuori l'articolo 35 del Regolamento (…) Bene.
Questi massimi dirigenti nazionali del PD, cioè Napolitano e Violante, hanno fatto da tempo notevoli passi avanti, ma io non trovo questa lungimiranza ed ampiezza di vedute in questa proposta di legge.
In questa proposta di legge trovo soltanto la volontà di ricordare i morti di una sola parte e i valori di una sola parte, come se il sangue dei vinti e i valori di difesa della patria per i quali anch'essi sono morti, siano tuttora insignificanti.
Ricordo che, sia da una parte che dall'altra, c'erano persone per bene e animate da buoni propositi e valori e da ambo le parti c'erano anche efferati assassini, sterminatori, trucidatori, seviziatori e stupratori.
Leggendo queste proposte di legge abbinate sembra che il bene sia solo da una parte e il male solo dall'altra e, che questo accada ancora dopo 70 anni, è molto triste.
Vi consiglio di leggere questo bel libro: “La guerra sporca dei partigiani e dei fascisti”, uscito ad ottobre 2012, di Giampaolo Pansa, oltre al “Sangue dei vinti” ed agli altri.
Ricordo in conclusione che dovremo prendere esempio dalla Spagna, dove da decenni si parla di guerra civile, loro hanno archiviato questa cosa, ormai parlano di guerra civile, nei cimiteri, sono insieme, i morti di ambo le parti, noi in Italia continuiamo a parlare di resistenza e di liberazione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente, io non voglio commentare quanto detto ora dal Consigliere Marangoni, vorrei soltanto pregarlo almeno di non chiamare in causa il Presidente della Repubblica, visto che è il garante della Costituzione.
Anch'io, come ha fatto il Consigliere Traversini, voglio ringraziare il relatore di maggioranza il Consigliere Perazzoli, il relatore di minoranza Consigliere Massi, i firmatari delle due proposte di legge dal Consigliere Busilacchi a tutti gli altri, tra l'altro questa proposta di legge, ad esempio la n. 286, vede uno schieramento molto ampio, con Consiglieri che appartengono a diversi gruppi e schieramenti politici e, l'altra proposta a firma del Consigliere Busilacchi, di cui stiamo discutendo, l'unificazione delle due proposte, ne costituisce il testo base.
Con molta serenità, queste proposte di legge, queste leggi, come già avvenuto in passato, la storia non si cancella, intendono dare avvio al lavoro che, per tre anni, coinvolgerà istituzioni e associazioni nella progettazione nel coordinamento, nella realizzazione di iniziative che hanno l'obiettivo di diffondere la memoria attiva, valorizzando e attualizzando il significato della resistenza e della guerra di liberazione, come base dell'identità storica della nostra regione, con riferimenti precisi al patrimonio culturale, storico e documentale dell'antifascismo e della resistenza, in coerenza ai principi fondamentali della Costituzione e dello Statuto regionale, rivolgendosi innanzitutto alle nuove generazioni, artefici dell'impegno di oggi per la democrazia, la libertà, i diritti in Europa ed in ogni parte del mondo.
Questo è lo spirito di queste proposte.
Sugli emendamenti presentati poi dirò, dico subito che ritiro quello sulla settimana rossa, però, permettetemi un attimo, visto che ho sentito alcune affermazioni, la settimana rossa è parte della storia viva di questa città, di questo capoluogo di Regione. La settimana rossa porta la data del 7 giugno 1914, voglio ricordare, proprio per chiarezza rispetto a quello che ho sentito, che il Partito Comunista Italiano nasce a Livorno il 21 gennaio del 1921, la settimana rossa è del 1914, i protagonisti della settimana rossa ad Ancona sono anarchici, liberali, socialisti, sono dirigenti della Camera del lavoro, si chiamavano Enrico Malatesta, Benito Mussolini, Pietro Nenni. Questa è la settimana rossa, comunque questo emendamento lo ritiro, perché, credo, che, all'interno della proposta di legge, quando verrà discussa, “Ancona capoluogo” o all'interno, visto che sta nascendo un comitato, è in corso di costituzione, formato dall'Associazione Mazziniana dall'Istituto Gramsci, dall'Istituto di Storia della liberazione delle Marche, al Sindacato, verrà ricordata degnamente questa ricorrenza. Questo comitato presenterà la proposta nei prossimi giorni sia al Comune di Ancona sia alla Regione Marche, quindi questo lo ritiro subito, su gli altri poi dirò.
Parliamo un attimo della liberazione, è ancora attuale? Io penso che oggi lo sia molto di più di quanto non lo fosse nei decenni precedenti, si era appannato il significato di questa data, e penso che gli attacchi, più o meno coperti alla Costituzione, i tentativi di una lettura mistificatoria della storia hanno rianimato il significato della resistenza e della liberazione di un intero Paese, la liberazione di un intero Paese che era sotto un'oppressione politica e sociale.
Chi ha contribuito a questa liberazione? Tantissime persone, era, è stata una liberazione di popolo, hanno contribuito gli antifascisti, che hanno agito non soltanto in Italia, ma anche all'estero, hanno rischiato e subito l'arresto, il confino, hanno trovato anche la morte, hanno contribuito tanti ragazzi, tante ragazze, tante donne che hanno combattuto sui monti e nelle città, ma anche tantissimi italiani che hanno aiutato i partigiani, nascosto prigionieri o gli ebrei in fuga. E’ stata una resistenza diffusa nel Paese e in tutti i ceti sociali.
La nostra liberazione, credo di poter dire, è stata davvero una liberazione nazionale, una liberazione di popolo e, da questo punto di vista, credo che l'emendamento, che è stato fatto proprio dalla Commissione, vada in questa direzione, perché la liberazione nel nostro Paese è avvenuta con il contributo degli alleati, segnata dall'eredità morale e spirituale della resistenza il cui lascito vive nella Costituzione.
Credo di poter dire alle persone che siedono in questa Aula, ma credo di poterlo dire alla comunità marchigiana, in quella Costituzione possono riconoscersi anche coloro che vissero diversamente gli anni ‘43, ‘44 e ‘45, perché quella nuova Costituzione è la base del nostro vivere civile e della nostra rinnovata identità nazionale.
E’ stato detto privilegiamo quello che ci unisce, ma guardate che quello che divideva …, chi ha contributo alla liberazione del Paese era animato dalla pace, c'è stato un Ministro di Grazia e Giustizia, non voglio citarne il nome, potrei pure farlo, non è un problema, Togliatti, che è stato firmatario di una amnistia ma, qui noi dobbiamo parlare della nostra identità e nella nostra identità c'è anche la storia, quindi, la nostra liberazione, che è stata davvero una liberazione di popolo e guardate fu anche una guerra, la guerra qui ho sentito dire: si c'è qualcosina in più dal '75, c'è la pace, ma la pace cos'è un qualcosina? Parliamo di guerra alla guerra, la visione di un mondo futuro senza guerre, l'imperativo dell'articolo 11, l'Italia ripudia la guerra, e guardate, io non voglio entrare su quel discorso fatto dal Consigliere Marangoni, ma posso dire che proprio se ripudiamo la guerra, forse con l'acquisto di un mezzo militare, avremmo fatto le celebrazioni per 50 anni! Ma non è questo il ragionamento che voglio fare, perché so e ritengo indispensabile il contributo che è stato dato dagli alleati e dall'esercito sia nella guerra di liberazione sia nell'Italia democratica e repubblicana. Ma quel discorso rispetto ai costi sulla cultura, sulla storia, sull'identità, ma veramente …
Io voglio parlare di pace, di sicurezza, di democrazia, di diritti e, allora, perché una legge? Per un messaggio, è importante che la legge abbia questo carattere unitario, forte, partendo da dove ci si possa riconoscere tutti, da quei valori alla base del nostro vivere civile e della nostra rinnovata identità nazionale, per trasmettere alle giovani generazioni un messaggio di rifiuto dell'indifferenza, la capacità di farsi carico delle persone per un avvenire dignitoso di lavoro, di giustizia di pace.
Questa legge ha al suo interno, credo, la speranza, le passioni, i sogni, i desideri, il futuro e il futuro ha radici antiche e si costruisce solo sulle memorie condivise, sulle storie collettive, sui valori di una intera comunità, sui valori di un intero Paese.

Presidenza della
Vicepresidente Rosalba Ortenzi

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D'Anna.

Giancarlo D'ANNA. Credo che se usciamo fuori, un attimo, dal nostro ruolo e, soprattutto, da questa Aula e andiamo a dire che negli ultimi 10 anni sono stati spesi un milione e seicentomila euro per commemorare la resistenza, la risposta è automatica. Qui si parla di valori e questo è un valore, è un valore spendere due ore del Consiglio regionale per una proposta di legge che non mi sembra talmente urgente, anche perché con quattro milioni di euro, dal '75 ad oggi, ci sono state celebrazioni importanti. Queste cifre, forse, non sono state contestate in passato o nella totalità, come ha fatto stamattina giustamente il Consigliere Marangoni, sta di fatto che qui si parla di valori e, mi sembra che con quasi otto miliardi di lire complessivamente di celebrazioni ne sono state fatte abbastanza, senza entrare nel merito partigiani si, partigiani no
Io ho la grossa fortuna che nella mia vita ho viaggiato tanto, quando la prima volta sono andato in Vietnam a Dien Bien Phu, dove nel 1954 c'era stata la famosa battaglia tra i vietnamiti e l'invasore francese o il colonizzatore francese, a seconda delle cose, ho trovato un unico obelisco e parlando con le persone del luogo ho chiesto che cosa fosse, mi è stato risposto che è l'obelisco che i legionari della legione francese, non il governo francese, avevano messo come monumento per ricordare i caduti francesi nella battaglia di Dien Bien Phu. La cosa curiosa è che quando ci sono le festività nazionali, i vietnamiti vanno a mettere l'incenso, che corrisponde alle candele o ai fiori, nell'obelisco che ricorda i caduti francesi, 1954!
La guerra con gli americani è finita di recente, andate a parlare con i vietnamiti, il Presidente Spacca gira tanto, con i giovani vietnamiti relativamente alla guerra con gli americani, non ci hanno messo una pietra sopra, ce ne hanno messe due, perché il valore vero, è quello di dare un futuro alle generazioni, senza spendere una baracca di soldi per commemorare un qualcosa che ormai già è risaputo e che, tra l'altro, non trova nemmeno la sponda nei giovani, tanto è vero che le stesse associazioni si inventano le fondazioni per dare una continuità a qualcosa che, ormai, non ha più senso in questi termini. Non ha più senso in questi termini, perché è inutile che andiamo a discutere l'articolo 3, allo scopo di promuovere iniziative culturali regionali e nazionali ispirate al mantenimento della pace e alla collaborazione con i popoli, questa Regione ha un rapporto con uno dei regimi più sanguinari e sanguinosi che sia mai esistito sulla terra, che è quello cinese, dove vengono attuate 5000 esecuzioni capitali all'anno, per rifornire, in buona parte, il traffico e il commercio di organi umani. Noi ci facciamo gli affari, noi parliamo di valori, noi andiamo a premiare il carnefice che viene nella nostra regione, nel giorno in cui gli stessi cinesi vietano a Liu Xiaobo di andare a ritirare il premio Nobel, quell'uomo è ancora in galera per aver portato avanti quei valori.
Spendiamo questi soldi, ma spendiamoli per i valori veri, se no facciamo solo e semplicemente della retorica stantia che non serve più a niente, che dimostra quanto siete vecchi nel voler ancora portare avanti dei discorsi che ormai non hanno più ragione di esistere in questi termini.
Ricordatevi di quell'obelisco in Vietnam, ma ricordatevi di quello che avviene oggi, con la nostra colpevole indifferenza che guarda solo al business, che guarda solo e semplicemente al valore, che forse sta dietro a tante cose, comprese parte di queste leggi, perché c'è gente che poi, alla fine, ci campa.
Se vogliamo parlare di valori ricordiamoci, il Consigliere Zinni prima lo ricordava, i caduti della Repubblica Sociale che non hanno avuto la pensione di guerra, quella pensione che questo Stato, il nostro Stato nazionale, dà a parte dei carnefici delle foibe, attraverso una convenzione che risale agli anni '50.
Che valori sono questi? Ditemelo voi, sono valori di 8 miliardi che sono stati spesi da quando c'è questa legge fino ad oggi e allora, santo Dio, dobbiamo stare qui a discutere due ore e mezza quando ci sono decine di proposte di legge, dalla scorsa legislatura a questa, che vanno ad incidere veramente sul territorio, sui valori veri. Da una parte togliamo i pannoloni agli anziani e veniamo qua a discutere di commemorare qualche cosa di 70 anni fa, ma commemorato diviso, perché ci sono quelli unti dal Signore e gli altri lì per forza. C'è gente che l'ha fatto per scelta e le scelte vanno rispettate quando sono corrette, qui non si rispettano né gli uni, né gli altri, perché si rivolterebbero nella tomba a sapere che avete speso 8 miliardi di lire in tutti questi anni per cosa? Investiamoli sul territorio, investiamoli per le persone, invece no, andate a togliere i pannoloni agli anziani e andiamo a festeggiare i valori che sono quelli di togliere i pannoloni agli anziani.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Romagnoli.

Franca ROMAGNOLI. Consiglieri, aggiungo poche cose perché condivido in toto quanto detto dai colleghi di minoranza e l'ultimo accalorato intervento del Consigliere D'Anna.
Tutti seguono una precisa linea, che è quella, a mio avviso, di dimostrare, di demolire un assioma, è penoso che ancora nelle Marche debba essere messo in discussione, perché davvero un po' dovunque, in primis, come diceva il Consigliere Natali, in Germania hanno fatto i conti con la storia e con la pacificazione, ben prima di noi.
Un assioma che mostra tutta la sua inadeguatezza, soprattutto, in questa legge che invece lo fa proprio, in base alla quale la resistenza è soltanto quella partigiana, e soprattutto la resistenza è stata svolta in Italia soltanto da quella parte partigiana rossa assorbente tutto il determinismo che invece ben altri e ben altre concause hanno avuto nella lotta di liberazione, quindi, la liberazione fatta da un unico tipo di resistenza, la resistenza, che viene celebrata oggi, è solo quella partigiana.
Un'inadeguatezza che si scontra con mille sfaccettature che, invece, della resistenza sono state, da tanta bibliografia e tanta storiografia, evidenziate. "I colori della resistenza", un libro, un pamphlet bellissimo, che consiglio di leggere, dove si parla di quella bianca, di quella rossa, ma io voglio, restare nel ricordo che non è intimismo, ma è secondo me un apporto utile ed importante a questa discussione, come già il Consigliere Natali e altri hanno fatto parlando anche di se stessi, della propria cultura e della propria famiglia. Voglio più che parlare di rossa e bianca, evidenziare, ad esempio, proprio per dimostrare l'inadeguatezza di questa lettura davvero restrittiva, l'apporto degli internati militari italiani, rifacendomi all'emendamento del Consigliere Bugaro che cerca per questo anche di rimettere le forze dell'ordine, le forze militari, l'esercito.
Mio padre, anch'egli fondatore del Msi, ma nel '47, non prima, non fascista prima, era ufficiale dell'esercito, venne preso prigioniero ed è stato due anni in Germania, io sono vissuta con i racconti della sua prigionia. Viveva a fianco degli ebrei, a fianco degli altri italiani, famoso libro 600.000 mila italiani deportati nei lagher, famoso libro di Guareschi che subì l'ostracismo per questo, perché era un altro che fece la prigionia da persona che aveva la divisa - mi pare, non so se da Ciampi, qualcuno che ha ancora la fortuna di vivere o qualche vedova che ancora vive o qualche figlio, magari più fortunato di me, a me per esempio, non mi hanno mai chiamato, ha ottenuto qualche riconoscimento, qualche medaglia, pure loro senza pensioni perchè, ovviamente, quella fu una terza categoria, un terzo genere, dimenticato da Dio e dal mondo - cosa si chiese a questi deportati militari italiani. Di aderire se volevano alla Repubblica Sociale, e lì ci sarebbe stata una notevole dose di opportunismo farlo, perché sarebbero immediatamente tornati in Italia e tornati da persone libere, combattenti della Repubblica Sociale, o restare lì e rischiare la morte e vivere poco, perché pochi sono vissuti tanto, mio padre è morto a 59 anni, minato nel fisico, dalla fame e da tutto quello che i campi di concentramento hanno comportato.
Da piccolina, mio padre mi spiegava: "Io non potevo aderire alla Repubblica Sociale, per quanto idealmente vicino, perché lì era l'opportunismo che mi avrebbe dettato questa scelta, la divisa prevaleva, perché io sono andato lì come ufficiale e stavo servendo l'esercito italiano, non sapevo cosa nella guerra civile" - aveva percezione che ci fosse una guerra civile creatasi dopo l'8 settembre, noi dopo 70 anni ancora no - "Chi avrei trovato giù, avrei anche potuto sparare contro mio fratello" - chi era stato immediatamente preso dalle caserme e con la divisa portato in Germania non sapeva l'assetto - scelse la strada eroica di farsi due anni, riuscì a vivere, tornò, e la prima cosa che fece, due anni dopo, costituì nel piceno il Msi. Lo fece da persona libera senza l'ombra di opportunismo, senza venire dalla Repubblica Sociale, lo fece da persona libera che scelse un cammino politico, anche scomodo perché no? Altri come diceva il Consigliere Natali dimenticarono presto chi era Mussolini e tutto il resto.
Dico questo per dire quanto sia riduttiva, oggi, la lettura di questa legge, che parla di una sola parte di quella resistenza, di una sola parte che è, poi, quella gestita, diciamolo perché noi abbiamo avuto dieci audizioni con Anpi, dall'Anpi che, con tutto il rispetto, non è esaustiva dell'intero cosmo, dell'intero mondo che ha avuto il suo ruolo importante, le mille sfaccettature che hanno avuto il ruolo importante nel determinismo della liberazione, nel determinismo, soprattutto, della ricostruzione post bellica.
Noi appaltiamo questa legge alla solita organizzazione, abbiamo dovuto fare un emendamento in Commissione per far si che nell'Osservatorio ci fosse anche il rappresentante dell'Ufficio Scolastico Regionale, perché l'Anpi c'era, ma l'Ufficio Scolastico Regionale no, però, bisogna andare nelle scuole a parlare di pace, e magari ci va, con tutto il rispetto, una persona che ha una casacca ben precisa. Non mi va bene, perché questa lettura, purtroppo, è partigiana e l'approccio partigiano, lo dico come partigianeria, non come riferimento storico, di questa legge, dà una lettura riduttiva. Una legge più ad escludendum che inclusiva, che se poteva, diciamolo tutto, andar bene a quaranta anni, a trent'anni, a cinquant'anni dalla resistenza, è anacronistica farlo ancora con questo approccio e con questa lettura a settant'anni. E' anacronistica, e se ho votato o mi sono astenuta, forse ho votato a favore di quella che celebrava il 60°, oggi voto contro, perché è impensabile che dappertutto ci si muova e qui il tempo, soprattutto in Italia, si sia fermato.
Ultima considerazione in risposta al collega che stimo, Consigliere Busilacchi, che secondo me ha spostato male il problema, o ci limitiamo ai valori e al riferimento valoriale, e va bene e nella Costituzione ci troviamo tutti, molto più tutelato chi la pensa in una maniera diversa dalla Costituzione che dalla legge di oggi, dico per fare la battuta, che da quei valori scende e si attualizza, adopero il suo termine, ma parlando di violenza, parlando di gruppuscoli e parlando di neofascismo, è quella, da come ho inteso, la sua forma, la sua lettura di attualizzazione, arrivando alla scomunica, giusta, doverosa, ma fuori luogo delle formazioni neofasciste, allora ci perdiamo, meglio che taccia perché perdiamo la causa. Da lì ho capito che rischiavamo di spaccarci di grosso e allora, ancor più, questa legge non è condivisibile perché dal piano valoriale siamo passati ad una attualizzazione strana. Se l'attualizzazione è quella di identificare, con lo sguardo di oggi, con la lettura di oggi, certe forme di violenza, certe forme di intolleranza, certe forme stupide, come diceva il Consigliere Natali, di razzismo di certi gruppi, criticando in maniera unilaterale, allora io non posso dimenticare ed il mio pensiero torna indietro un'altra volta, quando per anni la TV di Stato ci ha detto che le brigate rosse erano sedicenti, io ero piccola e chiedevo cosa significasse e mio padre mi spiegava: "Vuol dire che forse non esistono, ci si chiamano ma non ci sono" e invece c'erano.
Allora ci addentriamo veramente in un ginepraio, perché possiamo tornare indietro a chi ha evocato Pansa e i suoi libri, ma possiamo anche arrivare ad oggi ai gruppi, ai centri sociali, ai gruppi violenti i quali, non sempre, nelle manifestazioni, e i riferimenti sono recenti, hanno coinvolto pure qualche partito presente in questa Aula e hanno coinvolto anche la Presidente della Camera quando si è detto che non ha preso dovutamente le distanze. Si rischia, davvero, una massificazione pesante, perché tutti hanno le responsabilità e tutti possono scivolare su letture di questo tipo.
I centri sociali, i black blok che si infiltrano dietro le bandiere rosse, non so certi partiti quanto abbiano fatto e quanto abbiano doverosamente preso le distanze pubbliche da certe manifestazioni.
Non scivoliamo su queste letture, non scivoliamo dicendo la solita parola magica taumaturgica del neofascismo, non scivoliamo su letture che indeboliscono ancora di più il costrutto di questa legge e che, soprattutto, manifestano quanto forse di faziosità su questa legge ancora ci sia e si celi.
Certo le emergenze di questa Regione e di questa Italia sono ben altre, nel momento in cui, però, c'è chi si impegna in decine di Commissioni, perché, ripeto, l'Anpi ne ha fatta una bandiera ancora ideologica e di parte di questa legge, nel momento in cui la dobbiamo portare in Aula, nel momento in cui c'è qualcuno che fa gli emendamenti e, peraltro, abbiamo fatti anche nostri buona parte di quelli del Consigliere Marangoni, allora non è inutile questa discussione e non può essere sacrificata. Parliamo altre due ore, è giusto che si faccia, ognuno dica la sua e, credo, sia, forse, il momento che modifichiamo qualche cosa o questa legge non nascerà con l'unanimità, ma con qualche sonora bocciatura da parte, almeno, di una parte della minoranza.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Bellabarba.

Letizia BELLABARBA. Grazie Presidente. Penso che il tentativo, diciamo, di volare alto dei due relatori, i Consiglieri Perazzoli e Massi, abbia subìto evidentemente qualche contraccolpo durante la discussione, perché ci sono stati alcuni interventi che hanno tentato di riscrivere la storia.
Se parliamo due ore, se siamo qui oggi a parlare due ore di questa proposta di legge, è perché, evidentemente, si è cercato e si sta cercando, mi dispiace ma l'ultimo l'intervento della Consigliera Romagnoli non fa altro che sottolineare questo, di valutare delle morti con una contrapposizione ideologica, ma da parte vostra più che da parte nostra. La faziosità è nelle parole che voi dite, perché se si arriva, come in questo ultimo intervento, a paragonare i centri sociali, ai gruppi neo fascisti allora la faziosità ditemi voi dove sta.
La lotta partigiana, resistenza rossa, non ne ha parlato nessuno qui, è stata lei la prima a dire resistenza rossa, qui non ne ha parlato nessuno, abbiamo parlato di liberazione, proprio perché la lotta partigiana è stata, soprattutto, contro gli invasori, non è stata una lotta faziosa.
Nonostante questa iniziale polemica, voglio cogliere quello che diceva prima il Consigliere Giancarli e cercare di individuare le cose che ci uniscono, più che quelle che ci dividono, le cose positive.
Ho ritenuto importante intervenire, perché almeno una voce di donna si levasse per ricordare il grande, importante, straordinario, contributo che le donne hanno dato al processo di liberazione e lo voglio fare ricordandone una in particolare, la maestra Ada, così veniva chiamata, cioè Ada Natali.
Il contributo delle donne non è stato soltanto nel momento della battaglia, non è stato soltanto un contributo imbracciando le armi, ma è stato un contributo eccezionale sotto tanti punti di vista. Voglio ricordare la maestra Ada Natali proprio per questo, perché oltre ad essere stata una perseguitata dai fascisti, è stata una donna che ha dato il suo contributo insegnando a tanti contadini a leggere e scrivere. E' stata la prima donna Sindaco, non delle Marche, d'Italia, è stata oltre che partigiana, deputata della nostra Repubblica e il suo grande contributo lo ha dato come amministratrice di un piccolo Comune inventandosi le colonie per i bambini perché almeno avessero qualche cosa da mangiare. E' stata, come dicevo prima, una donna che si è battuta, ad esempio, perché le operaie delle fabbriche marchigiane ottenessero dei regolari contratti di lavoro.
Questi sono gli esempi positivi di cui dobbiamo ricordarci, questa legge oltre che a fare quello che diceva il Consigliere Perazzoli, cioè razionalizzare, riorganizzare tante leggi che ci sono, è una legge che ha un enorme valore simbolico. A voi tutto questo, a molti di voi, sembra anacronistico, fuori dal tempo e inutile, per quello che dicevo prima, perché qui si è creata una contrapposizione solo ideologica, quindi, le vostre buone premesse di valorizzare il contributo che tutti hanno dato, giustamente, alla liberazione, si è ridotto a questo. Allora è evidente che questa discussione è necessaria ed è necessaria questa legge, proprio perché ancora siamo li, siamo ancora a questi discorsi e, ripeto, se oggi assistiamo a gruppi che si richiamano e si ispirano a quell'epoca, al fascismo, a coloro che al fascismo, io ci metto anche del nazismo, diedero la loro vita per portare avanti cose di questo tipo, se ci sono giovani e gruppi che si richiamano a questo, è evidente che a maggior ragione bisogna ricordare, valorizzare e riportare all'attualità valori di questo tipo, i valori della resistenza.
Ben vengano non solo i luoghi della memoria, ma anche, come ho appena detto, i personaggi della memoria, perché noi nelle Marche ne abbiamo di straordinari e spesso, forse troppo spesso, alcune di queste figure vengono dimenticate, come è successo per lungo tempo a questa straordinaria donna che è appunto Ada Natali.

PRESIDENTE. Volevo comunicare che l'Osservatorio regionale per le riforme istituzionali, per ovvi motivi di tempo, sarà convocato martedì prossimo a margine del Consiglio, così come era previsto per oggi.
Ha la parola il Consigliere Trenta.

Umberto TRENTA. Può dirci l'orario? (...) Grazie.
Vi ringrazio. Consigliere Giancarli, lei il 29 gennaio 2013 prende questa iniziativa "Celebrazione del 70° anniversario della resistenza e della liberazione", oggi in Aula ha giustamente ringraziato i Consiglieri che hanno condiviso con lei, firmandola questa proposta di legge, tra questi qui ci sono anch'io. Qualcuno mi ha fatto una domanda: "Tu che ci azzecchi a firmare una cosa così?" Posso dire, così come rispondo io, in maniera estroversa, ma questo è quello che poi mi penalizza perché molti pensano che io sia solo estroverso ed in politica, poi arrivo al dunque, l'estroversità diventa un valore negativo per chi non conosce la cultura greca, tante volte io mi sono espresso in questi termini, però, come si dice, so lo scotto che devo pagare e lo pago.
Lo scontro epocale fra culture mi porta a dire questo. Ho firmato questa proposta di legge ... ha fatto bene il Consigliere Perazzoli che porta questa proposta di legge, mi piace, ai sensi dell'articolo 66 viene unificata ed esce fuori un testo base, adesso dico perché l'ho firmata.
L'ho firmata non perché non abbia cose da raccontare della mia famiglia, quando mio nonno lasciò l'Italia perché aveva perso la guerra, mio padre rifiutava la pensione di guerra, sono tutte cose belle, e giustamente non so chi ha detto, il Consigliere D'Anna, si rispettano le scelte, io le ho rispettate, non mi convincevano tanto su certi aspetti, perchè in Italia c'è stato un periodo in cui tutti erano fascisti, tutti, nessuno escluso, non lo era chi non aveva ricevuto qualche cosa o chi non era d'accordo su qualche cosa. Poi c'è stato un periodo in cui tutti erano antifascisti, non tutti, qualcuno di qua, qualcuno di là. Io ho sempre avuto difficoltà a seguire tutti, cioè l'uomo qualunque.
Parliamo dei valori, rispondo, innanzitutto, per affetto e per stima al Consigliere Giancarli, ma non perché io non abbia letto che cosa firmassi. Su questo apro alcune riflessioni, In questa Italia strana, dove si parla di valori ideali e politici, futuro di pace per cancellare la guerra dalla storia dei popoli, non si cancella la guerra dalla storia dei popoli, perché l'uomo nasce per un gesto d'amore, che è la vita, che non gli appartiene, ha solo un obbligo il rispetto totale di quel valore assoluto che è la vita, che non è un valore, è semplicemente una virtù, è l'amore.
Noi mistifichiamo il senso della giustizia, con il valore della legalità, che è qualche cosa di diverso, e questo imprime il cinismo dei relativisti morali che dicono segui il pensiero dell'uomo, oggi va bene, domani lo adattiamo, dopodomani forse diventerà un'altra cosa, ma va bene lo stesso.
Ci sono cose assolute che appartengono alla vita, una proposta di legge così, che parla della Costituzione repubblicana e parla di valori che resistono a qualche cosa.
L'uomo quando si muove nel suo ordinamento dello Stato, è questo che poi mi convince delle cose, deve capire che i valori assoluti imprimono alla società un carattere vero, ma dove dobbiamo agire se faccio riferimento a quegli 8 miliardi, ad educare nel profondo dell'animo umano, quindi, ad imprimere nella coscienza dell'uomo, qualche cosa che va verso la verità, e allora noi possiamo condannare a priori la guerra, e ci sta tutto, chi è che è favorevole alla guerra? Non esiste, oggi c'è la guerra più cinica della storia dell'umanità che va dal meno infinito a più infinito sulla retta della vita, è la globalizzazione che impone anche al Consigliere Traversini una riflessione diversa, perché arriverà il momento in cui quelle distrazioni faranno barba e capelli, pelo e contro pelo e lui non se ne renderà conto, ma non è un problema.
Ritorniamo al valore profondo, Consigliere Giancarli, quando io parlavo con lei e condividevamo alcune riflessioni, pur restando ognuno della propria idea che nasce da esperienze diverse, da una cultura diversa, dall'aver affrontato in maniera diversa alcuni argomenti, i miei non sono mai stati ideologici, ho sempre cercato di capire che all'origine del pensiero c'è qualche cosa che nello stesso alfabeto, nella stessa tabellina, c'è la composizione, ma quella appartiene all'uomo, alla ricchezza interiore dell'uomo, a quella sete di voler giungere all'anelito, verso la verità, la verità a volte si adatta, ma questo ripeto, e torno un passo indietro, è il relativismo che si appropria delle coscienze.
La tua emozione nel ritirare quell'emendamento per un attimo ... io l'ho capita, questo è un insegnamento istituzionale e allora? Quei finanziamenti mettiamoli in un ordinamento di legge che già abbiamo, il mio amico Consigliere Bugaro mi prende sempre in giro, sulla legge regionale 9 del 2002, articolo 15. Leggetela! C'è tutto quello che avete detto, tutto quello che non avete detto e che non avete voluto dire. Vogliamo agire nel tessuto connettivo di questa società, lo possiamo fare con l'UTA, l'Università telematica avanzata, portando dentro la Conferenza universitaria mondiale sui diritti umani, agganciata a quattro cardini: verità, giustizia, amore e libertà. Ecco dove è l'uomo libero!
La storia non si cancella, caro Consigliere Giancarli, quello che di noi resterà saranno le nostre azioni, la nostra capacità di dire la verità, non adattare quella che è la nostra verità a qualcosa che ci può far comodo anche istituzionalmente. Queste leggi non dovrebbero avere parte, non devono avere parte, perché nascono con l'uomo, l'uomo nasce libero ovunque e non lo puoi imprigionare.
L'uomo non lo imprigioni perché non ti appartiene, pulvis et umbra sumus fine, questa è la storia dell'uomo, questa è la storia dell'umanità, e queste pagine alte del significato del valore della vita, il rispetto della libertà altrui.
Oggi è il tempo del perdono, della riconciliazione e della convivenza, non c'è più spazio, la guerra economica è sottile, perché fredda, perché non avviene in un'Aula, avviene nelle stanze segrete di pochi, oggi ripresentiamo questo discorso che io feci, mi rispose il super Assessore mega che non poteva agire sulla questione della Banca delle Marche, ecco a cosa siamo arrivati, mi disse che non poteva parlare di Banca Intesa, è il quinto istituto bancario d'Europa, risponderebbe a me? Si, risponda a me, portami i bilanci e le dico perché questo oggi deve gravare su tutti i marchigiani.
Grande emendamento: "Considerato, premesso, ritenuto, valutato, l'Assemblea .... ricapitalizzazione che si dovrà realizzare sulla base delle indicazioni della Banca d'Italia per il rafforzamento patrimoniale di tutti i marchigiani", e dove sono andati a finire questi soldi? Consigliere Giancarli io mi agganciai alla sua mozione, dove sono finiti? A tutti si chiede ma non si dice a quei pochi che hanno.
Questo si chiama relativismo morale, io sarò anche estroverso, ma sicuramente nessuno mi potrà dire che sono un relativista morale. Io non seguo il pensiero dell'uomo, le mode, mi piace essere come sono, nella verità. Dico questo perché su questi passaggi, che riguardano cose che io sento in modo particolare, c'è il significato della vita, cioè il rispetto di qualcosa che deve essere monito alle generazioni future.
La storia dell'uomo e i drammi della storia avvengono sempre per le incomprensioni, perché c'è sempre qualcuno che cerca di prevaricare qualcun altro, portando il pensiero ad una logica che può in quel momento giustificare quell'azione, anche repressione. Lo sapete chi è uno dei premi nobel più prestigiosi viventi? Obama, mister Obama, quel ragazzo alto, abbronzato, capite bene? Al Gore premio Nobel per la pace. C'è anche Michail Gorbaciov che onorò questa sala di Consiglio dove il nostro Presidente firmò il manifesto universale a sostegno dei premi Nobel per la pace.
Io non volli seguire D'Ambrosio, se avessi seguito la mia ambizione, la mia aspirazione, avrei scelto Urbino, città, nell'immaginario collettivo, immediatamente aperta al mondo, ma il povero Consigliere di periferia del nord dell'Abruzzo, poteva arrivare a capire che poi, un'assise così alta gli avrebbe permesso e concesso di approvare in Aula una legge all'unanimità? Su quella legge, caro Consigliere Giancarli, le faccio una proposta, quella di riportare il manifesto sui premi Nobel per la pace, perché qui voi finite parlando di pace nella storia dei popoli ed allora io sono disponibile a ritornare a lavorare su quella legge, sperando che il Consigliere Latini questa volta non faccia ... e ci ritorniamo, agganciamo questa questione anche alla macroregione europea e costituiamo una carta che è la Conferenza universitaria sui diritti umani dell'area mediterranea e lo possiamo fare perché questo si può fare attraverso le leggi dell'Unione Europea.
Oggi abbiamo dato un senso a questa giornata, io la ringrazio per avermi fatto firmare questa proposta di legge e ho risposto a quei Consiglieri che mi avevano chiesto ma tu perché l'hai firmata? L'ho firmata perché io sono un uomo che quando crede in qualcosa per cui darebbe la vita ed è il valore della vita, della libertà, il senso della giustizia, il senso dell'amore, non ha difficoltà, non ho padroni, perché l'uomo nasce libero ovunque, grazie Consigliere Giancarli e grazie Presidente.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1.
Emendamento 1/01 della Commissione. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento 1/1 dei Consiglieri Marangoni, Acquaroli, Silvetti, Natali, Romagnoli. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Decadono gli emendamenti 3/1, 3/3, 4/1, 4/2, 5/1, 5/2, 7/1.

Articolo 1, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 2.
Sub emendamento 2/1/1 del Consigliere Bugaro. Ritirato

Emendamento 2/01 del Consigliere Acquaroli. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 2/1 del Consigliere Giancarli. Ritirato.
Emendamento 2/2 del Consigliere Giancarli. Ritirato.
Emendamento 2/3 del Consigliere Giancarli. Ritirato.

Emendamento 2/4 dei Consiglieri Marangoni, Acquaroli, Silvetti, Natali, Romagnoli. Ha chiesto la parola il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Grazie Presidente. Emendamento 2/4, il punto g bis è speculare alla lettera a, comma uno, dell'articolo 2 che dice "la Regione concede contributi a soggetti pubblici e privati, per a) iniziative per la diffusione fra i giovani nelle scuole e nei luoghi di lavoro della conoscenza storica della resistenza dei principi della carta costituzionale dello Statuto regionale e del tributo di sangue e di sofferenze pagato dalle vittime civili e dalle perseguitati per motivi politici e razziali", io non ho nessuna difficoltà ad approvare la lettera a) così come l'ho appena letta, purché venga parimenti approvato questo emendamento che dice che la stessa cosa vale per le iniziative per la diffusione fra i giovani nelle scuole e nei luoghi di lavoro, uso le stesse parole, della conoscenza storica del riconosciuto del tributo di sangue e di sofferenze pagato dalle vittime civili e militari e dai perseguitati per mano delle organizzazioni partigiane. E' la stessa cosa solo che diamo rispetto e onore anche al sangue dei vinti.

PRESIDENTE Emendamento 2/4. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 2/5 dei Consiglieri Marangoni, Acquaroli, Silvetti, Natali, Romagnoli. Ha chiesto la parola il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Lo illustro volentieri visto il senso del rispetto che avete per i morti dell'altra parte. E' speculare alla lettera b) che io non avrei nessuna difficoltà a sottoscrivere e a votare così com'è scritta, se ci fosse, dall'altra parte, la stessa sensibilità per tutti i morti, perché non ci sono morti di serie A e morti di serie B. Iniziative culturali, dice la proposta di legge, e manifestazioni celebrative delle ricorrenze relative alla resistenza ed alla Costituzione repubblicana anche d'intesa con i Comuni, le autorità militari e scolastiche le organizzazioni sindacali e antifasciste, a me va bene, ma voi, se foste persone corrette e serie, dovreste approvare questo che io propongo: "iniziative culturali e manifestazioni celebrative delle ricorrenze relative al periodo 1943-1945 concernenti la difesa della patria e i valori della riconciliazione nazionale anche l'intesa con i Comuni, le autorità militari e scolastiche, le organizzazioni delle vittime civili degli eccidi partigiani, delle famiglie dei caduti e dispersi delle forze armate e delle organizzazioni della Repubblica Sociale Italiana".

PRESIDENTE. Emendamento 2/5. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 2/6 dei Consiglieri Marangoni, Acquaroli, Silvetti, Natali, Romagnoli. Ha chiesto la parola il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Lo illustro volentieri visto che le ampie vedute della maggioranza danno il giusto onore al sangue dei vinti, come abbiamo testé votato. La proposta di legge dice: "allestimento di mostre, anche attraverso convenzioni con enti ed organizzazioni non aventi fini di lucro, organizzazione di convegni, sviluppo di ricerche storiche e della raccolta di materiale documentario sulla resistenza, l'antifascismo e l'istituzione repubblicana" a me va bene perché sono una persona di ampie vedute, vediamo se a voi va bene quello che ho scritto io e cioè la stessa cosa, dall'altra parte: "allestimento di mostre, anche attraverso convenzioni con enti ed organizzazioni non aventi fini di lucro, organizzazione di convegni, sviluppo di ricerche storiche e della raccolta di materiale documentario sulle vittime civili degli eccidi partigiani, delle famiglie dei caduti e dei dispersi delle forze armate e delle organizzazioni della Repubblica Sociale".

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

PRESIDENTE. Emendamento 2/6. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 2/7 dei Consiglieri Marangoni, Acquaroli, Silvetti, Natali, Romagnoli. Ha chiesto la parola il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Visto che hanno detto rosso, lo illustro volentieri. "Pubblicazione di studi, ricerche e saggi, raccolta di materiale e testimonianze su tutti gli aspetti della storia regionale contemporanea dell'antifascismo e della resistenza e la promozione di corsi principalmente rivolti ai giovani" questo dice il punto d) che io sottoscrivo a condizione, però, che reciprocamente abbiate la stessa apertura mentale laddove io scrivo : "Pubblicazione di studi, ricerche e saggi, raccolte di materiale e testimonianze su tutti gli aspetti della storia regionale contemporanea, sugli eccidi partigiani, sulle vicende dei caduti e dei dispersi delle Forze Armate e delle organizzazioni della Repubblica Sociale Italiana e la promozione di corsi principalmente rivolti ai giovani".

PRESIDENTE. Emendamento 2/7. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 2/8 dei Consiglieri Marangoni, Acquaroli, Silvetti, Natali, Romagnoli. Ha chiesto la parola il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Il punto e) dell'articolo 2 comma uno dice: "Valorizzazione e tutela ambientale", no, ho sbagliato. Il punto e) dice: "Organizzazione di visite guidate nei luoghi simbolo della resistenza nelle Marche", ci mancherebbe altro, certo va benissimo, ma dovremmo parimenti riconoscere l'organizzazione di visite guidate nei luoghi simbolo degli eccidi compiuti dai partigiani nelle Marche, perché vi piaccia o no ce ne sono tanti anche di questi.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zinni.

Giovanni ZINNI. Stiamo scivolando un po' troppo sulla goliardia, oramai ha preso una piega neanche ideologica, prima qualcuno parlava in termini ideologici, secondo me, ha preso semplicemente la piega della logica degli schieramenti ed è un vero peccato far scadere questo argomento in questo modo.
Dico, soprattutto, al Consigliere Perazzoli che vedo sovraccarico di ironia, non considererei tutto quello che sta facendo il Consigliere Marangoni una provocazione e lo invito cordialmente, ma invito cordialmente di cuore tutti i colleghi Consiglieri regionali, i signori Assessori e il Presidente della Regione a non sottovalutare questo tipo di emendamento perché anche nella nostra terra regionale sono accaduti, col pretesto della liberazione, veri e propri regolamenti di conti territoriali. Ci sono degli esempi concreti, ne pongo uno ed è questo l'invito che vi faccio: è accaduto un eccidio ad Arcevia con il quale sono stati barbaramente trucidati dai partigiani 13 civili rei solamente di essere parenti, amici o coinvolti con gerarchi fascisti, queste persone non hanno fatto la guerra, non avevano fatto niente di niente se non esternare il loro senso di appartenenza familiare e politico. Per anni una comunità ha tenuto in vita quel luogo e ogni anno viene fatta la ricorrenza di queste persone, ora questo tipo di evento è sempre stato vissuto solo da una piccola parte politica perché, ovviamente, discendente dalla parte dei vinti. Credo che nel 2013 sia ora di fare un grande salto di livello ed è veramente opportuno che voi valutiate questo tipo di emendamento proprio per mantenere pulita quella parte di mondo partigiano che ha fatto la guerra di liberazione, rispetto a chi, invece, si è macchiato di episodi veramente ignobili.
Visto che è una storia che non conosce nessuno, ma che è stata pubblicata in un libro di Pansa recentemente, che conosce solo chi, come me, ha frequentato il Movimento sociale italiano, vi invito di cuore a venire quest'anno con me e partecipare alla Santa messa e alla commemorazione sul luogo dell'eccidio.
Vi invito a valutare questo emendamento perché, ripeto, attenzione, forse scritto così non va bene, non lo so, mettetevi d'accordo, trovate la formula giusta per inserire anche questo tipo di ragionamento in questa legge. Non c'è niente di meglio di chi sa riconoscere, sa distinguere la parte buona da quella che è stata una parte malata.
Vi invito di cuore, non ironizzate, veniteci, io sicuramente leggerò la storia della signora Ada, che riferiva la Consigliera Bellabarba, volentieri lo farò, perché non la conosco e, quindi, laddove ignoro vado a studiare, però, voi venite all'eccidio di Arcevia a ricordare quei 13 caduti.

PRESIDENTE. Emendamento 2/8. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 2/9 dei Consiglieri Marangoni, Acquaroli, Silvetti, Natali, Romagnoli. Ha chiesto la parola il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Visto che il Consiglio di centro sinistra ignora l'eccidio partigiano di Madonna dei Monti, citato poco fa dal Consigliere Zinni, delle ricamatrici, anche se non tutte lo erano, sono disponibili due pagine se volete acculturarvi.
Vediamo l'emendamento 2/9. Valorizzazione e tutela ambientale delle aree marchigiane simbolo della resistenza, va bene, siamo d'accordo, io sono d'accordo su questo, ma voi dovreste essere d'accordo, se foste coerenti, per la valorizzazione e tutela ambientale delle aree marchigiane simbolo degli eccidi compiuti dai partigiani nelle Marche e ce ne sono tanti, tanti, quanti quelli compiuti dai fascisti e dai nazifascisti.

PRESIDENTE. Emendamento 2/9. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 2/10 del Consigliere Marangoni, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Enzo MARANGONI. Questo è interessante perché incide sui soldi, cioè sugli 8 miliardi di lire che vi siete autoregalati dal '75 ad oggi. Più di 4 milioni di euro, 1.600.000 euro negli ultimi 10 anni, 160.000 euro solo l'anno scorso, di questo parliamo. Voi qui avete pure la poca dignità all'articolo 2, comma 2 di scrivere: "è assicurata priorità di finanziamento alle associazioni o federazioni partigiane, con struttura nazionale, riconosciute enti morali operanti nelle Marche". Sulla carta intestata l'Anpi, naturalmente, casualmente, ci ha scritto ente morale, quindi, state finanziando primo di tutto l'Anpi, allora io dico il finanziamento della presente legge va equamente ripartito al 50% a favore del ricordo dei valori dell'antifascismo e della resistenza, vedete che non sono per nulla di parte ma oggettivo, e per il rimanente 50% a favore del ricordo degli eccidi compiuti dai partigiani.

PRESIDENTE. Emendamento 2/10. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 3.
Emendamento 3/1 del Consigliere Marangoni. Decaduto.

Emendamento 3/2 dei Consiglieri Perazzoli, Busilacchi. Lo pongo in votazione. Se passa decadono gli emendamenti 3/3, 3/4 e 3/5.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento 3/3 del Consigliere Marangoni. Decaduto.
Emendamento 3/4 del Consigliere Massi. Decaduto.
Emendamento 3/5 del Consigliere Marangoni. Decaduto.

Emendamento 3/6 del Consigliere Binci, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Massimo BINCI. Con questo emendamento ho cercato di dare sostanza alla definizione del comma 2, che è stata anche riproposta dall'emendamento del Consigliere Perazzoli nel quale si dice che per percorso della pace, della memoria antifascista, si intende un sistema unitario e coordinato di salvaguardia e valorizzazione.
In questa legge era assente qualsiasi forma di salvaguardia urbanistica, quindi, ho inserito che ai luoghi della memoria storica si applicano le tutele degli articoli 136 e 137 del decreto legislativo 42 del 2004, che tutelano, da un punto di vista paesaggistico, i luoghi della memoria storica, e dell'articolo 42 del Ppar che ugualmente tutela i luoghi della memoria storica. Certamente ci sono dei percorsi attuativi che andranno messi in atto.
Sono dispiaciuto di non aver potuto partecipare alla Commissione di lunedì per affrontare questa discussione, ricordo, però, che nell'ordine del giorno non era citato il riferimento a questa legge, altrimenti come d'accordo con il Consigliere Busilacchi, sarei intervenuto per partecipare alla stesura dell'emendamento, quindi non è che non ritiro l’emendamento, ma non ho avuto modo di partecipare a un confronto in sede di Commissione. Comunque sia, con questo emendamento, oltre alla tutela dal punto di vista del Ppar, c'è anche la tutela, che nel testo proposto dalla Commissione non rimane, dei luoghi storici, dal punto di vista della legge paesaggistica, messa in atto, quindi, dalle Sovrintendenze.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Perazzoli.

Paolo PERAZZOLI. L'obiettivo, lo avevamo già detto al Consigliere, è condiviso, però, l'emendamento così formulato non va bene. Come Commissione abbiamo presentato, a firma mia e dell'altro relatore due emendamenti che seguono, che raggiungono lo scopo, secondo le norme previste da questa Regione, quindi, diciamo no a questo emendamento perché ce ne sono due che sono più efficaci.

PRESIDENTE. Emendamento 3/6. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 3/6 bis dei Consiglieri Perazzoli, Massi. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento 3/7 dei Consiglieri Perazzoli, Busilacchi. Ritirato

Emendamento 3/8 del Consigliere Marangoni, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Enzo MARANGONI. Al comma 3, dell'articolo 3, dopo la parola memoria, la parola antifascista è abrogata.
Colgo l'occasione, a questo punto, visto che non avete avuto nemmeno il buon senso, a mio avviso, di riconoscere dignità a tutti i morti, di ricordarvi alcune stragi di partigiani accertate da documenti storici nelle Marche: a Sarnano, a Muccia, a Loro Piceno, a Montappone, a Sant'Angelo in Pontano, a Gualdo , a Penna San Giovanni, a Monte San Martino, a Monte Falcone Appennino, ad Arcevia, ne ha parlato il Consigliere Zinni, oltre all'eccidio di almeno cinque preti marchigiani uccisi dai partigiani nelle Marche: Don Gildo Vian a Bastia di Fabriano nel '44, Don Nazzareno Pettinelli a Ostra nel '44, Padre Sigismondo Damiani a San Liberato nel maceratese nel '44, Don Nicola Polidori a Sefro nel maceratese nel '44 e Don Augusto Galli a Pereto di Monte Cerignone in provincia di Pesaro, addirittura nel '46 questo.

PRESIDENTE. Emendamento 3/8. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 3/9 del Consigliere Marangoni. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Articolo 3, così come emendato, lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 4.
Emendamento 4/1 del Consigliere Marangoni. Decaduto
Emendamento 4/2 del Consigliere Marangoni. Decaduto

Emendamento 4/3 del Consigliere Marangoni, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Enzo MARANGONI. L'articolo 4, comma 2, prevede che per le finalità di cui al comma 1, è istituito il coordinamento regionale dei percorsi della pace e della memoria antifascista che provvede in particolare a fare una serie di cose. Il comma 3 prevede che in questo coordinamento ci siano una serie di persone tra cui un rappresentante dell'Anpi, un rappresentante dell'Istituto regionale per la Storia del Movimento di Liberazione nazionale delle Marche, eccetera. Chiedo che ci sia anche un rappresentante dell’Associazione nazionale famiglie dei caduti e dispersi della Repubblica Sociale Italiana che opera nella regione Marche in tutte le province.

PRESIDENTE. Emendamento 4/3. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 5.
Emendamento 5/1 del Consigliere Marangoni, ha chiesto la parola ne ha facoltà.

Enzo MARANGONI. Chiedo di sostituire le parole “valori dell’antifascismo e della resistenza di cui all’art. 1” con le parole “valori della Riconciliazione nazionale e della Pacificazione dopo la guerra civile del 1943-45”.

PRESIDENTE. Scusate, un errore, l’emendamento 5/1 è decaduto.
Emendamento 5/2 del Consigliere Marangoni. Decaduto

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 6. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 7.
Emendamento 7/1 del Consigliere Marangoni. Decaduto

Articolo 7. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 7bis
Introdotto dall’emendamento 7bis/1 su cui c’è un sub emendamento.
Sub emendamento 7bis/1/1 del Consigliere Binci. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento 7bis/1 dei Consiglieri Perazzoli, Massi. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 8. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 9. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 10. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico.

Emendamento coord. tec./1 del Consigliere Marangoni. Decaduto
Emendamento coord tecn/2 del Consigliere Marangoni. Decaduto

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. Ha la parola, per le dichiarazioni di voto, il Consigliere Massi.

Francesco MASSI. Solo un minuto per dire che nonostante le dichiarazioni che tutti i colleghi, che rispetto, di tutti i colori, hanno fatto sul non mettere davanti posizioni ideologiche o pregiudiziali, purtroppo, è riemersa in quest'Aula ancora l'impostazione ideologica pregiudiziale, ripeto, in buona fede, però è sicuramente riemersa.
Io ho detto in un'altra sede, che riterrò questo Paese maturo, quando troverò gli esponenti del centro-destra il 25 aprile e il 1 maggio e quando troverò esponenti del centro-sinistra il 10 febbraio con le foibe. Purtroppo questo non avviene spesso o avviene ancora con un numero troppo limitato di esponenti
Per quanto mi riguarda lasciatemi dire, con un po' d'orgoglio, posso sottoscrivere senza alcuna pregiudiziale, la partecipazione al 10 febbraio e al 25 aprile. Ritengo, comunque, che il nostro Parlamento, quando all'unanimità ha approvato la legge, per esempio, sulle foibe, ha fatto un passo avanti, forse un passo un po' più avanti anche di questo Consiglio regionale.
Concludo dicendo che sugli argomenti che hanno posto i colleghi del centro-destra, anche il Consigliere Marangoni, non sono così ottuso o cieco da dire che non abbiano un fondamento, tra l'altro gli episodi che loro citano li conosco tutti perfettamente. Il Consigliere Natali ha detto che certi episodi commessi dall'uno, dopo la guerra, o da altri in maniera vile e feroce, non sono riconducibili a una colorazione o ad un'idea ma vanno ascritti sicuramente al carattere di una delinquenza da assassini, perlomeno per la gran parte.
Gli argomenti che hanno posto sia il Consigliere Marangoni, sia gli altri colleghi, sono argomenti che in un'analisi storica obiettiva ci sono stati e vanno valutati, ripeto, la mia valutazione iniziale, per la quale ho chiesto al gruppo PdL di votare a favore di questa legge, della quale sono assolutamente convinto, è che questi argomenti non c'entrano con questa legge, cioè non vanno collegati con questa legge e, quindi, non è utile, in questo momento, creare un'altra divisione votando questa legge.
E’ solo questo il ragionamento, per il resto ritengo che è vero quando in passato, come diceva il Consigliere Marconi, forse gli amici ed i compagni della sinistra hanno cercato di appropriarsi di molte manifestazioni che riguardavano la liberazione del Paese, loro hanno avuto un eccesso, ma posso dire che da un'altra parte, forse, c'è stata scarsa partecipazione, perché ho conosciuto molti esponenti che non partecipavano, per esempio, volontariamente alle celebrazioni del 25 aprile. Non è il mio caso, non è quello di tanti altri che la pensano come me, però è avvenuto pure questo.
Ricordiamoci e facciamoci un esame di coscienza, io non faccio il prete per mestiere, non lo saprei fare, vorrei vedere esponenti qua dentro, tutti insieme il 10 febbraio ed il 25 aprile, io coltivo questa utopia. Comunque in totale serenità e convinzione voto questa legge.

PRESIDENTE. Ha la parola, per le dichiarazioni di voto, il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Io dissento bonariamente dal mio capogruppo, nel senso che ritengo che c'era tutto lo spazio in questa legge, tutto lo spazio, per inserire un discorso finalizzato alla riconciliazione nazionale e alla pacificazione, Bastava cambiare il titolo, l'avevo proposto nel coordinamento tecnico/1: “Riconciliazione nazionale e pacificazione dopo la guerra civile del '43-'45”. Bastava riconoscere così come era scritta l'intera proposta di legge, io non l'ho modificata in niente. La riconoscevo tutta e l'avrei votata, semplicemente chiedevo la maturità, da parte vostra, di fare un piccolo salto mentale e, cioè, il riconoscimento che il sangue dei vinti vale come il sangue dei vincitori. Non ci sono morti di serie A e morti di serie B. Io ci sono arrivato a fare questo discorso, voi no, non ci siete arrivati, avete ancora i paraocchi, proprio come i cavalli, andate sempre dritti, da quella parte, non avete la maturità per riconoscere che le stragi, gli assassini, gli omicidi, le cose più atroci le hanno fatte entrambe le parti.
Vorrei che rimanesse agli atti quanto scrive, almeno questo, e rimango ampiamente nel tempo previsto, Giampaolo Pansa nell’ultimo libro "La guerra sporca dei partigiani e dei fascisti" che vi consiglio, scrive alcune cose interessanti. “milioni di persone senza difese, nella morsa di due fazioni senza pietà, i partigiani e i fascisti nella fase conclusiva del secondo conflitto mondiale, tanti italiani si trovarono scaraventati dentro l'inferno della guerra civile e scoprirono che non esisteva differenza fra le parti che si scannavano, i partigiani e i fascisti si muovevano nello stesso modo, alimentando una tempesta di orrori, rappresaglie, esecuzioni, torture, stupri e devastazioni”. Questo è quello che è successo, noi lo riconosciamo, voi vi ostinate a non riconoscerlo.

PRESIDENTE. Ha la parola, per le dichiarazioni di voto, il Consigliere Zinni.

Giovanni ZINNI. Telegraficamente, perché credo che sia molto opportuno fare insieme alle dichiarazioni di voto un bel chiarimento.
Non ci sto, ovviamente, nel momento in cui voterò contro questa proposta di legge a cascare nella trappola delle etichette, pertanto, esprimo la mia totale condanna a tutte le forme di totalitarismo che sono avvenute nel mondo, in Europa e che accadono tuttora. Credo che quello che ha detto il Consigliere D'Anna sia molto importante, debba far riflettere, quindi, io esprimo la mia totale condanna nei confronti di ogni forma di violenza, di ogni forma di totalitarismo politico, ma a ciò aggiungo che non condivido l'impostazione di questa legge.
Questa legge, tra le altre cose, va a penalizzare chi lavora sulla storia e sulla storiografia in maniera pesante rispetto al passato. E’ evidente che nel 2013 non possiamo considerare più importante l'Anpi dell'Istituto di storia della resistenza.
Vorrei, addirittura, ricordare che il nobile lavoro fatto da questo Istituto ad Ancona, in questi anni, non solo ha contribuito a una ricca iconografia, documentazione e fonti storiche ma, addirittura, lo stesso si è avvalso anche di reduci della Repubblica Sociale Italiana per testimonianze ulteriori, dimostrando una grande apertura mentale e andando ad arricchire, ulteriormente, il suo patrimonio.
Questa legge è troppo impostata sul mantenimento di un esercizio della retorica rispetto a quello che dev'essere la vera memoria da custodire, cioè, la vera realtà storica, ed è per questo, caro Consigliere Massi, che senza paura, bisogna prendere atto del tema della pacificazione nazionale, in termini di promozione, quindi, non c'è nessun revisionismo storico, togliamo dubbi e ambiguità, il tema della pacificazione nazionale non è il tema del revisionismo storico e se noi non abbiamo il buon gusto, la cultura, la cultura di base, noi persone, di capire questo, andiamo a offrire una versione malata di questo dibattito anche alla pubblica opinione.
E’ evidente, che il tema della pacificazione nazionale, forse, in maniera troppo roboante presentata dagli emendamenti del Consigliere Marangoni - ma vorrei ricordare che il Consigliere Marangoni ad ogni proposta di legge fa un pacchetto di 50 emendamenti, quindi, non è un provocatore, è il suo modo di contribuire e lavorare - è essenziale proprio per fare quello che diceva il Consigliere Busilacchi, cioè, se nessuno di voi e nessuno di noi vuole vedere qualcuno che inneggia a determinati periodi, senza una profonda cognizione degli stessi, l'unico modo è quello di superare il fatto che queste divisioni siano ancora vive. Solo il rispetto e la pacificazione nazionale può essere l'antidoto preventivo a certe derive.
Vorrei che fosse chiara una cosa, esiste uno storico in Italia, mi perdoni ho concluso Presidente, che si chiama De Felice che anni fa ci ha spiegato in maniera molto neutra e molto chiara come sono andati i fatti e vorrei che fosse chiaro che quella storia scritta da De Felice …, purtroppo poca gente la legge, nelle nostre scuole, purtroppo, De Felice si può studiare solo all'università e ad alcuni corsi, allora attenzione su questo.
Voto contro perché oggi abbiamo perso un'occasione, ma guai che mi si venga a scimmiottare il ragionamento che voto contro perché voglio fare il revisionista storico con reminiscenze di mio nonno, eccetera, eccetera, fermo restando che mio nonno apparteneva ai vinti, però, questo non conta niente nella politica rispetto a quella che è la mia azione da Consigliere eletto, pertanto sia chiaro, massimo rispetto, non solo della Costituzione e della sua portata storica, ma massimo rispetto di tutti quegli attori che hanno vissuto drammaticamente, anni fa, questa vicenda.
Noi siamo legislatori del presente, questa proposta di legge potrebbe essere più ricca di spunti e di contributi, senza snaturarsi e senza andare su un binario che non appartiene alla politica, ma al mondo della storia, dell'università della cultura, cioè, il tema del revisionismo. Per me questa è un'occasione persa perché si è cercato di privilegiare un'associazione d'arma, vorrei ricordare che in epoca di spending review tutte le associazioni, addirittura associazioni importanti con medaglie d'oro, come l'Unuci, sono diventate enti privati perché non ci sono più risorse, quindi, ben venga l'aiuto all'Anpi però, forse, noi con questa proposta di legge, proprio per cogliere quello spirito del Consigliere D'Anna di andare un po' oltre, avremmo potuto cercare di puntare di più sugli istituti di studi e non sull'esercizio della retorica.

PRESIDENTE. Ha la parola, per le dichiarazioni di voto, il Consigliere Perazzoli.

Paolo PERAZZOLI. Ho ascoltato quasi tutti gli interventi e c'è un'azione di mistificazione che, anche a un moderato come me, fa ribollire il sangue. Non è possibile mettere sullo stesso piano un movimento storico di popolo con singoli episodi.
C'è un bellissimo romanzo di Guccini che parte proprio da un eccidio di una famiglia di collaborazionisti, di fascisti, nell'Appennino emiliano, nel quale si utilizza quel clima per stermina una famiglia. Dopo tanti anni il maresciallo Santovito fa l'indagine e arresta chi, in nome dell'antifascismo, aveva commesso un crimine, ma prendere una serie di questi fatti, che ci sono stati, per annacquare per mettere sullo stesso piano, ecco …

(Interrompe il Consigliere Zinni)

Paolo PERAZZOLI .. il sangue è vero, il sangue è sangue, è uguale, ma le ragioni no! Se siamo d'accordo su questo tutta la manfrina di quest'oggi era inutile.
Le ragioni di una lotta di liberazione, perché l'insistere sulla guerra civile, che è un aspetto della guerra di liberazione, è un aspetto che vuole minimizzare, annacquare un fenomeno che, in primo luogo, è stato lotta di liberazione dagli invasori, non ci scordiamo fatti fondamentali, è che cavolo, è lotta di liberazione dai nazisti tedeschi che avevano occupato l'Italia,

(Interrompe il Consigliere Zinni)

Paolo PERAZZOLI. ... e ci arrivo. Quella sorgente, quella lotta di liberazione ha creato le condizioni per avere questa Costituzione, che permette a tutti di parlare liberamente anche dicendo cose che offendono quella lotta.
Una democrazia forte, nonostante i tentativi che ci sono stati, proprio perché nasce da quella sorgente, come ha detto il Consigliere Massi, non voglio aggiungere altro, condivido quasi totalmente quello che ha detto. Abbiamo fatto uno sforzo, pensavo che il dibattito fosse più breve, abbiamo cercato di dare alle leggi, già esistenti, una cornice unitaria, aggiungendo un coordinamento per individuare i luoghi dove ci sono stati questi eventi e sviluppare questa iniziativa.
Questo dibattito che si è creato non è in rapporto alla legge, vuole mettere in discussione altro e, su questo, non possiamo essere d'accordo, quindi noi siamo favorevoli alla legge.

PRESIDENTE. Ha la parola, per le dichiarazioni di voto, il Consigliere Acquaroli.

Francesco ACQUAROLI. In termini di dichiarazione di voto, vorrei fare brevemente alcune considerazioni. Non ho volutamente preso parte al dibattito per esprimere, durante le dichiarazioni di voto, una mia visione e quella del mio gruppo.
Respingiamo al mittente le insinuazioni di revisionismo storico e di nostalgia, non ci appartengono, credo che questa mattina il dibattito sia stato un dibattito ricco, sincero e leale, in un clima, tutto sommato, fino a un certo punto, fino agli emendamenti, abbastanza interessante e, ripeto, in un clima sostanzialmente di rispetto delle parti.
Sinceramente durante la votazione degli emendamenti ho visto dei sorrisi che volevano far trapelare una specie di superiorità o di presuntuosa superiorità, credo che siano degli atti, dei gesti che vanno contro il clima che in questa Aula e nelle istituzioni dovrebbe sempre regnare, perché il rispetto deve essere alla base del confronto, alla base di ogni rapporto, soprattutto, per chi ha un ruolo anche istituzionale.
Questo di oggi è un argomento sicuramente importante, forse il momento che viviamo, il momento di crisi, in qualche maniera, non lo porta ad essere una priorità, perché ce ne sono altre. Ricordiamoci anche ieri gli eventi tragici che hanno sconvolto la nostra regione, però, sicuramente è un argomento importante e allora vorrei portare alla sensibilità di chi ci ha votato, di chi frequentiamo che, sicuramente, non è nostalgico o neofascista, è un cittadino normale che molto spesso non ha neanche una storia politica di destra o di centrodestra, ma che si confronta rispetto ad una sensibilità.
Questa legge e gli argomenti che fanno riferimento alla liberazione ed alla resistenza, purtroppo, dico purtroppo, molto spesso in Italia sono etichettati come argomenti di parte, come argomenti che appartengono solo ad una parte politica. La finalità che questa legge, secondo voi, dovrebbe, in qualche maniera perseguire …, il pericolo sta nel modo in cui voi ne discutete, nel modo in cui voi chiudete la discussione su tali argomenti, è la stessa motivazione che la sta isolando come un argomento di parte.
Questo noi volevamo denunciare questa mattina, questo noi volevamo discutere questa mattina insieme a voi, ma mi sembra che ai buoni propositi poi non è successo nulla. Credo che alcuni emendamenti presentati dal Consigliere Marangoni potessero, in qualche maniera, essere presi più seriamente in considerazione o, comunque, trattati, perché è giusto che la pacificazione parta dalle istituzioni, è giusto che la pacificazione parta, non dalla cancellazione della storia o dalla revisione della storia, perché nessuno di noi vuole cancellare la storia o vuole revisionare la storia, ma sicuramente il rispetto delle vittime, delle tantissime vittime e dei tantissimi familiari che ancora vivono la nostra terra, si.
Su questi argomenti io credo che non si possa votare a maggioranza, soprattutto, a molti anni da questi eventi, non bisogna dimenticare, ma non bisogna neanche chiudersi in maniera pregiudiziale, fare quei sorrisini che negano una dignità e negano anche una parte d'identità alla nostra terra.
Se vogliamo avere nelle leggi il rispetto e la condivisione di tutti dobbiamo anche tenere in considerazione le particolarità e le ragioni di tanti, non dico le ragioni storiche, le ragioni umane, il rispetto per la sofferenza, il rispetto per il sangue e per le vite di tutte le famiglie che, in questa terra, in qualche maniera, hanno lasciato un sacrificio e hanno sofferto per motivazioni non propriamente addebitabili a delle motivazioni ideologiche e di parte.
Non possiamo sostenere questa legge perché seppure una revisione di leggi preesistenti, credo che, nel giugno 2013, se vogliamo parlare seriamente di una revisione bisogna farlo a 360°, senza tacciare chi non la pensa esattamente come voi di nostalgia, di fascismo o etichettandolo, in maniera anche abbastanza frettolosa, con dei ragionamenti di parte. Non è così, c'è qualcuno che la storia non la vuole cambiare, ma vorrebbe ragionare per creare una società più condivisa su valori realmente appartenenti a tutti.

Proposta di legge n. 293, così come emendata, la pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Sull’ordine del giorno

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Massi.

Francesco MASSI. Voglio dire che alcuni Consiglieri dovranno assentarsi perché stanno iniziando le audizioni della Commissione d'inchiesta.

PRESIDENTE. Se c'è una richiesta di sospensione del Consiglio la mettiamo ai voti ... altrimenti si va avanti.

Francesco MASSI. Io adesso non so ... ci sono venti Sindaci che sono in attesa.

Proposta di legge n. 301
ad iniziativa del Consigliere Latini
"Modifica alla legge regionale 27 dicembre 2012, n. 45 'Disposizioni per la formazione del bilancio annuale 2013 e pluriennale 2013/2015 della Regione (legge finanziaria 2013)'"
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 301 ad iniziativa del Consigliere Latini. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Latini.

Dino LATINI. Si tratta della richiesta di disapplicazione, quindi, della cancellazione di un articolo relativo all'ultima legge di approvazione di bilancio della Regione Marche in quanto cadente a metà fra due iniziative parlamentari, in particolar modo, del Governo sulle concessioni demaniali.
La legge regionale è caduta fra quella che prevedeva una determinata scelta per quanto riguarda il proseguimento ed il rinnovo delle concessioni per il turismo, avvenuta intorno alla metà di dicembre, e quella successiva che riguardava più prettamente l'aspetto delle concessioni di carattere industriale, avvenuta alla fine dicembre dell'anno scorso. Nel frattempo avevamo approvato la legge regionale del bilancio nella quale i criteri stabiliti per il rinnovo delle concessioni sono risultati più restrittivi della legislazione nazionale, quindi, si chiede di annullare l'articolo 31, mi sembra, se non vado errato, e riprendere il percorso normativo nazionale, inserendovi anche la legislazione regionale di materia.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Zaffini.

Roberto Zaffini. Grazie Presidente. Non c'è niente da aggiungere, in Commissione abbiamo votato all'unanimità. Questa è solo la modifica di un articolo che riguarda le competenze indicate dalla Regione Marche, ai Comuni, per le imprese che operano sul demanio marittimo, quindi, dato che la legge regionale è più restrittiva di quella nazionale, in quanto la proroga è concessa fino al 2020, niente da aggiungere votiamo a favore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione. Sappiate che essendo una proposta di legge di un solo articolo, votando l'articolo votiamo la legge, prima, però, votiamo il coordinamento tecnico.

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 301. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Sull’ordine del giorno

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Grazie Presidente, semplicemente per confermare quanto detto in apertura di seduta riguardo al carcere di Camerino, l'intenzione di questa mozione, alla quale si è aggiunta anche la firma del Consigliere Marangoni ...

PRESIDENTE. Non è iscritta mi pare? E’ stata iscritta?

Luca MARCONI. E’ stata iscritta.

PRESIDENTE. Perfetto, allora a posto, però c’è il punto 7. L’abbiamo iscritta al 6 bis? (…) allora prima facciamo il punto 7, poi quella.

Proposta di atto amministrativo n. 59
ad iniziativa della Giunta regionale
"Programma degli interventi per l'anno 2013. Criteri e modalità per la concessione dei contributi ai sensi dell'articolo 2 della legge regionale 6 agosto 1977, n. 51 'Norme per il sostegno dell'informazione e dell'editoria locale'"
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 59 ad iniziativa della Giunta regionale. Ha la parola la relatrice di maggioranza Consigliera Ortenzi.

(Interrompe il Consigliere Binci)

PRESIDENTE. E' troppo tardi, stiamo trattando un punto, bisogna chiederlo prima. Siamo in mezzo alla trattazione di un punto, Consigliere Binci, ho dato la parola alla relatrice di maggioranza, quando è finito il punto, se si vuole smettere, bisogna chiederlo e l'Assemblea vota.
Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliera Ortenzi.

Rosalba ORTENZI. Faccio in maniera veloce anche perché non c'è molto da dire. Si tratta di un programma di interventi, per l'anno 2013, in merito alle norme per il sostegno dell'informazione e dell'editoria locale.
Il programma degli interventi ha ricevuto il parere favorevole del Co.Re.Com. insieme a queste proposte: la prima è l'integrazione di 1500 euro per l'editoria elettronica e tra le attività per cui concede i contributi si è aggiunta anche l'informazione sull'attività promossa dall'Ombudsman, dal Co.Re.Com., e dalla Commissione Pari Opportunità, poi, l'opzione per una sola contribuzione qualora lo stesso editore realizzi un periodico cartaceo ed uno on-line. Abbiamo anche indicato un punteggio maggiore per le imprese radiofoniche, televisive ed editoriali iscritte al Roc.
Il programma tiene conto anche della riduzione della somma disponibile da distribuire, da 130.000 euro a 123.500, così ripartita: 35.000 per l'attività di informazione radiofonica, 35.000 per la informazione televisiva, 45.500 per l'attività di informazione dei periodici, 8.000 per l'editoria elettronica.
Si registra anche una contrazione, una riduzione per i contributi in investimenti innovativi in impianti e beni strumentali, finalizzati all'attività formativa regionale che passano da 80.000 circa, a 76.873.
I soggetti, come sempre, come ogni anno, devono presentare la domanda di contributo e dovranno anche precisare se hanno o non hanno finalità di lucro, quindi, cambia poco rispetto agli anni precedenti.
Per quanto riguarda le associazioni, le fondazioni, eccetera, dovranno allegare alla domanda il proprio statuto ed essere riconosciute legalmente a seguito del provvedimento regionale o statale.
Il programma ha ricevuto parere favorevole della II^ Commissione.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Massi. (…) La relazione di minoranza coincide con la relazione di maggioranza. Passiamo alla votazione.
Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di atto amministrativo n. 59. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. Andiamo avanti con il punto 8: elezione di un consigliere di maggioranza ...

(Voci fuori microfono)

Sull’ordine del giorno

PRESIDENTE. Non siamo al bar, mi dite qual è il problema? (…) Chiudo? Io non chiudo niente. Chiudo se c'è una proposta di chiusura. Nessuno mi ha sollecitato a chiudere.
Ha la parola il Consigliere Perazzoli.

Paolo PERAZZOLI. Presidente, propongo di esaminare la mozione e, poi, di sospendere la seduta perché ci sono delle Commissioni convocate, una è la Commissione di inchiesta e ci sono i Sindaci che sono in attesa.

PRESIDENTE. Il giorno del Consiglio non si convocano Commissioni, dice il Regolamento, però, ognuno è libero di fare come vuole.
Mettiamo in votazione la proposta del Consigliere Perazzoli. Teoricamente dovremmo andar avanti con il punto 8 che riguarda la nomina, e iniziare poi con le mozioni, però non c'è problema, è una proposta, lo facciamo sempre questo discorso delle proposte, quindi, il Consigliere Perazzoli chiede di fare subito la mozione, a cui faceva riferimento il Consigliere Marconi, e poi di chiudere la seduta. E’ una cosa normale, basta chiederlo. Dichiaro aperta la votazione sulla proposta del Consigliere Perazzoli.

(L'Assemblea legislativa approva)

Mozione n. 513
dei Consiglieri Marconi, Comi, Sciapichetti, Marangoni, Marinelli, Massi
“Costruzione del nuovo carcere di Camerino”

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 513 dei Consiglieri Marconi, Comi, Sciapichetti, Marangoni, Marinelli, Massi. Chi la illustra? Per favore, ho chiesto chi illustra la mozione? E' a conoscenza di tutti, quindi, non c'è bisogno della illustrazione, posso passare direttamente al voto? (…) Si.
Mozione n. 513. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Colleghi Consiglieri buon pomeriggio ci vediamo martedì prossimo.

La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 15,30