Resoconto della seduta n.128 del 10/09/2013
SEDUTA N. 128 DEL 10 SETTEMBRE 2013

La seduta inizia alle ore 11,00

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Colleghi buona giornata, dichiaro aperta la seduta n. 128 del 10 settembre 2013. Do per letto il processo verbale della seduta n. 127 del 30 luglio 2013, il quale, ove non vi siano obiezioni, si intende approvato ai sensi dell’art. 29 del Regolamento Interno.
Comunico che sono state presentate le seguenti proposte di legge regionale:
n. 354 in data 31 luglio, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Disciplina del controllo sugli atti degli Enti del servizio sanitario regionale. Modifica della legge regionale 17 luglio 1996, n. 26 (Riordino del servizio sanitario regionale)”, assegnata alla V Commissione assembleare in sede referente;
n. 355 in data 31 luglio, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Modifica delle leggi regionali 28 dicembre 2011, n. 28 “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale 2012 e pluriennale 2012/2014 della Regione. Legge finanziaria 2012” e 27 dicembre 2012, n. 45 “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale 2013 e pluriennale 2013/2015 della Regione. Legge finanziaria 2013”, assegnata alla IV Commissione assembleare in sede referente;
n. 356 in data 23 luglio, ad iniziativa del Consigliere Latini, concernente: “Contrasto alla delocalizzazione delle imprese e alla dismissione delle attività produttive”, assegnata alla III Commissione assembleare in sede referente, alla II Commissione assembleare per il parere di cui all’articolo 69 del Regolamento interno e al Consiglio regionale dell'Economia e del Lavoro ai sensi dell'articolo 4, comma 1, lettera c) della legge regionale 15/2008;
n. 357 in data 1 agosto, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Istituzione di un nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Belforte all'Isauro, Lunano e Piandimeleto, ai sensi dell'articolo 2, comma 1, lettera a), della legge regionale 16 gennaio 1995, n. 10 “Norme sul riordinamento territoriale dei Comuni e delle Province nella Regione Marche”;
n. 358 in data 1 agosto, ad iniziativa dei Consiglieri Solazzi, Ortenzi, Bugaro, Romagnoli, Pieroni, concernente: “Disciplina sulla trasparenza dell'attività politica e regolamentazione dell'attività di rappresentanza di interessi particolari presso la Regione Marche”, assegnata alla I Commissione assembleare in sede referente;
n. 359 in data 7 agosto, ad iniziativa del Consigliere Comi, concernente: “Modifiche alla legge regionale 17 luglio 1996, n.26 (Riordino del servizio sanitario regionale) e disposizioni in materia di verifica di compatibilità delle strutture sanitarie e socio-sanitarie”, assegnata alla V Commissione in sede referente;
n. 360 in data 8 agosto, ad iniziativa dei Consiglieri Giancarli, Ricci, Marconi, Donati, Silvetti, Acquaroli, concernente: “Modifiche alla legge regionale 8 ottobre 2009, n. 22 (Interventi della Regione per il riavvio delle attività edilizie al fine di fronteggiare la crisi economica, difendere l'occupazione, migliorare la sicurezza degli edifici e promuovere tecniche di edilizia sostenibile)”, assegnata alla V Commissione assembleare in sede referente e al Consiglio delle Autonomie Locali ai sensi dell'articolo 11, comma 2 della legge regionale n. 4/07”;
n. 361 in data 6 agosto, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Approvazione dell'intesa tra la Regione Umbria e la Regione Marche concernente il riordino dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Umbria e delle Marche”, assegnata alla V Commissione assembleare in sede referente, alla II Commissione per il parere di cui all’art. 69 e trasmessa alla I Commissione assembleare ai sensi dell'articolo 68 del regolamento interno;
n. 362 in data 2 settembre, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Misure organizzative per il contenimento della spesa. Modifica delle leggi regionali 15 ottobre 2001, n. 20 (Norme in materia di organizzazione del personale della Regione) e 14 maggio 2012, n. 12 (Istituzione della Stazione Unica Appaltante della Regione Marche – SUAM)”, assegnata alla I Commissione assembleare in sede referente e trasmessa alla IV Commissione ai sensi dell'articolo 68 del regolamento interno.
E' stata presentata la seguente proposta di atto amministrativo:
n. 66 in data 30 luglio, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Programma triennale regionale dei servizi di trasporto pubblico regionale e locale 2013-2015, art. 2 legge regionale n. 6/2013”, assegnata alla IV Commissione assembleare in sede referente, alla II Commissione assembleare per il parere di cui all’articolo 69 del Regolamento interno, al Consiglio delle Autonomie locali ai sensi dell'articolo 11, comma 2, lett. c) della legge regionale n. 4/2007 e al Consiglio regionale dell'Economia e del Lavoro ai sensi dell'articolo 4, comma 1, lettera b), n. 2, della legge regionale n. 15/2008.
E' stata presentata la seguente proposta di deliberazione:
n. 26 in data 6 agosto, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Indizione del referendum consultivo in merito alla proposta di legge concernente l'istituzione di un nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Belforte all'Isauro, Lunano e Piandimeleto, ai sensi dell'articolo 2, comma 1, lettera a) della legge regionale 16 gennaio 1995, n. 10 (Norme sul riordinamento territoriale dei Comuni e delle Province nella Regione Marche)”, assegnata alla I Commissione assembleare in sede referente, alla II Commissione assembleare per il parere di cui all’art. 69 del Regolamento interno.
E' stata presentata la seguente proposta di regolamento:
n. 8 in data 30 luglio, ad iniziativa della Consigliera Ciriaci, concernente: “Modifiche al Regolamento regionale 13 maggio 2004, n. 2, recante “Norme sull'utilizzazione del litorale marittimo della Regione per finalità turistiche ricreative”, assegnata alla III Commissione assembleare in sede referente e trasmessa alla V Commissione assembleare ai sensi dell'articolo 68 del Regolamento interno.
E' stata presentata la seguente petizione:
n. 8/13 in data 31 luglio, ad iniziativa di “Liste Civiche Osimo”, concernente: “Salviamo l'unità operativa di ostetricia e ginecologia e manteniamo l'automedica dell'Ospedale di rete SS. Benvenuto e Rocco di Osimo”, assegnata alla V Commissione ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento interno.
Comunico, inoltre che la proposta di legge:
n. 334 ad iniziativa dei Consiglieri Marinelli, Giancarli, concernente; “Interventi per il sostegno delle azioni di prevenzione della produzione dei rifiuti solidi urbani”, già assegnata in data 13 giugno 2013 alla IV Commissione assembleare in sede referente, viene assegnata, come richiesto, al Consiglio delle Autonomie Locali per l'espressione del parere ai sensi del comma 5 dell'articolo 11 della legge regionale n. 4/2007.
Sono state presentate le seguenti mozioni:
n. 531 dei Consiglieri Busilacchi, Comi, Ricci, Giancarli, Bellabarba: “Prospezione di idrocarburi ed in particolare di gas di scisto attraverso la tecnica di fratturazione idraulica nel territorio della Regione Marche”;
n. 532 del Consigliere Latini: “Richiesta abrogazione aumento IVA dal 4% al 10% per prestazioni socio-sanitarie”;
n. 533 del Consigliere Latini: “Firma accordo di programma per la realizzazione della nuova struttura ospedaliera in località Campiglione di Fermo e reperimento fondi”;
n. 534 del Consigliere Giancarli: “Prospettive di sviluppo del Porto di Ancona”;
n. 535 del Consigliere Latini: “Salvaguardia dell'Università di Urbino”;
n. 536 dei Consiglieri Pieroni, Donati, Latini, Acacia Scarpetti “Autorizzazione prelievo in deroga dello storno”;
n. 537 del Consigliere Bugaro: “Progetto waterfront Porto di Ancona”;
n. 538 del Consigliere Bucciarelli: “Dotazione infrastrutturale e dei servizi in materia di trasporti e logistica della Regione Marche”;
n. 539 dei Consiglieri Binci, Cardogna, Busilacchi, Bellabarba, Sciapichetti, Eusebi “No alla guerra in Siria, sì all'accoglienza ai rifugiati, cambiando le politiche di accoglienza in Italia e in Europa”.
Il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le seguenti leggi regionali,
in data 29 luglio 2013:
n. 20 “Disposizioni relative al pagamento dei debiti della Regione certi, liquidi ed esigibili, diversi da quelli finanziari e sanitari, maturati al 31 dicembre 2012”;
n. 21 “Ulteriori modifiche alle leggi regionali 20 gennaio 1997, n. 15 “Disciplina del tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti solidi” e 28 luglio 2009, n. 18 “Assestamento del bilancio 2009”;
n. 22 “Modifiche alla legge regionale 5 aprile 1980, n. 18 “Norme sui referendum previsti dallo Statuto e dalla legge regionale 16 gennaio 1995, n. 10 “Norme sul riordinamento territoriale dei Comuni e delle Province nella Regione Marche”;
in data 2 agosto 2013:
n. 23 “Modifiche alla legge regionale 28 aprile 1994, n. 15: “Norme per l'istituzione e gestione delle aree protette naturali” e alla legge regionale 14 maggio 2012, n. 13 “Riordino degli enti di gestione dei parchi naturali regionali. Modifiche alla legge regionale 28 aprile 1994, n. 15 “Norme per l'istituzione e la gestione delle aree protette naturali”;
n. 24 “Modifiche alla legge regionale 23 novembre 2011, n. 22 “Norme in materia di riqualificazione urbana sostenibile e assetto idrogeologico e modifiche alle leggi regionali 5 agosto 1992, n. 34 “Norme in materia urbanistica, paesaggistica e di assetto del territorio” e 8 ottobre 2009, n. 22 “Interventi della Regione per il riavvio delle attività edilizie al fine di fronteggiare la crisi economica, difendere l'occupazione, migliorare la sicurezza degli edifici e promuovere tecniche di edilizia sostenibile”;
n. 25 “Modifiche alla legge regionale 5 gennaio 1995, n. 7 “Norme per la protezione della fauna selvatica e per la tutela dell'equilibrio ambientale e disciplina dell'attività venatoria”;
n. 26 “Disposizioni per gli enti del Servizio sanitario regionale”;
n. 27 “Approvazione dell'intesa tra le Regioni Emilia-Romagna e Marche concernente l'istituzione del Parco Interregionale del Sasso Simone e Simoncello”;
ed ha promulgato il seguente Regolamento regionale:
n. 4 in data 7 agosto 2013 “Disposizioni di attuazione della legge regionale 2 aprile 2012, n. 5, “Disposizioni in materia di sport e tempo libero”.
Ha chiesto congedo l'Assessore Giorgi.

Sull'ordine del giorno

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Pieroni.

Moreno PIERONI. Grazie Presidente, soltanto per chiedere, come d'accordo con i Capigruppo e vista l'assenza, come da lei annunciata, dell'Assessore Giorgi delegata alla caccia, di iscrivere con priorità al prossimo Consiglio la mozione n. 536 che fa riferimento all'autorizzazione ed al prelievo in deroga dello storno. E' una mozione molto importante che cade nel momento in cui la caccia è già iniziata.

PRESIDENTE. Come concordato con la Conferenza dei Presidenti dei Gruppi verrà messa ai primi punti dell'ordine del giorno, interrogazioni comprese.
Ha la parola il Consigliere Latini.

Dino LATINI. Chiedo di discutere oggi, quindi di iscrivere all'ordine del giorno, anche in fondo, la mozione per la verifica dello stato di messa in sicurezza della sede del Tribunale di Ancona, anche alla luce delle notizie apparse oggi sulla stampa sulla fusione di tutte le sezioni distaccate presso il Tribunale di Ancona e la conseguente necessità di avere la formalità della sicurezza del Tribunale ...

PRESIDENTE. Questa mozione a che punto è dell'ordine del giorno?

Dino LATINI. E' da inserire.

PRESIDENTE. Quindi non è possibile, quello che era possibile lo abbiamo trattato nella Conferenza dei Presidenti …

Dino LATINI. La prossima volta se possiamo …

PRESIDENTE. Segnaliamo al personale tecnico ed alla segreteria di mettere la mozione richiesta dal Consigliere Latini dopo quelle su cui ci siamo accordati in sede di Conferenza dei Presidenti dei Gruppi, di seguito a quelle che abbiamo già concordato.
Ha la parola il Consigliere Zinni.

Giovanni ZINNI. Grazie Presidente, chiederei l'iscrizione d'urgenza di una mozione che non è, purtroppo, protocollata, la consegno adesso, inerente "Istituzione di un tavolo tecnico del comparto argentiero".
Questo Consiglio deve sapere che nei prossimi giorni il Governo prenderà delle serie decisioni a livello non normativo ma applicativo del disciplinare su come deve essere sostanzialmente applicata la normativa per quanto riguarda la lavorazione dell'argento.
Nelle Marche noi abbiamo un importante comparto che vuole essere tutelato e difeso, pertanto deposito questa mozione che è molto tecnica e spiega chiaramente di cosa si tratta.
Chiederei l'iscrizione d'urgenza per questa seduta o per la prossima, perché il rischio è che il Governo prenda decisioni dopo che si è espresso il Consiglio regionale.

PERESIDENTE. Consigliere Zinni, l'iscrizione d'urgenza non è possibile perché non c'è stata nemmeno la comunicazione, quindi la metteremo per la prossima volta.
Dico ai Consiglieri che, attraverso i loro Capigruppo, se no rischiamo di fare la Conferenza dei Presidenti di Gruppo che ci porta via un'ora e di perdere un'altra mezz'ora qua ad accordarci, è nella Conferenza dei Presidenti, se ha un senso, che si stilano le priorità da trattare, altrimenti rischiamo solo di perdere tempo. Detto questo la mozione verrà inserita la prossima volta a seguire come abbiamo detto prima.
Ha la parola il Consigliere Natali.

Giulio NATALI. Presidente scusi, io non so se c'è il Governatore, se è in giro, avrei preferito che fosse presente, io volevo evidenziare quello che ho evidenziato formalmente nella Conferenza dei Capigruppo, la necessità di anticipare e di iscrivere subito all'ordine del giorno del prossimo Consiglio l'interrogazione presentata dal Gruppo Centro Destra Marche relativa alla “eventuale incompatibilità” del Direttore generale dell'Asur.
Ritengo che l'Assessore su questo potrebbe già darci qualche notizia in proposito. Un discorsetto da poco, l'eventuale incompatibilità del Dott. Ciccarelli ...

PRESIDENTE. … No, il Consigliere Natali ha riproposto in Aula ciò che ha proposto anche nella Conferenza dei Presidenti ...

Giulio NATALI. … specie nel momento in cui Presidente, noi stiamo ragionando su una materia che non passerà in Consiglio, ma che sarà riaffermata dalla Giunta regionale in base a più proposte organiche, certe già deliberate, a firma del Direttore generale dell'Asur.
Se mai fosse vero che l'incompatibilità potrebbe risalire dalla data della quiescenza, voi capite che stiamo accasciando un territorio, stiamo facendo discutere un territorio su cose abbastanza serie, realizzate in maniera “illegittima”.
Stesso ragionamento Presidente, mi scusi, visto che non c'è il Governatore io mi devo rivolgere a lei, ritengo che il Governatore dopo questo mese di ferie dovrebbe fare qualche comunicazione in ordine al problema Indesit e ancor di più, rispetto alle notizie di ieri, al problema Banca Marche.
Se ieri il Codacons nella televisione nazionale racconta, dice e invita tutti i correntisti di Banca Marche a ritirare i soldi perché è prudente ritirarli, considerando tutto quello che ho sentito dire da Banca Marche qui dentro che è la ...

PRESIDENTE. Se dovessero aver detto una cosa del genere, io non l'ho sentita, sarebbe di una gravità estrema, ma non per Banca Marche, potrebbe essere anche …

Giulio NATALI. … penso che sia stata anche divulgata sulla stampa, quindi ognuno prenderà poi le dovute misure. Ritengo che dopo un mese di assenza su questi temi, che sono sanità, Banca Marche e non il gruppo Indesit ma Merloni, chiamiamo le cose con nome e cognome, il Presidente, il Governatore della Regione Marche, dovrebbe fare delle comunicazioni.
La prego Presidente Solazzi di volerlo informare di questo, non voglio dire, desiderio della minoranza, minoranza anche non simpatica, quello che volete, non importa, della minoranza in questo Consiglio regionale che ritiene che i cittadini debbano essere informati di queste cose.

PRESIDENTE. Va bene Consigliere Natali. La sollecitazione che lei ha fatto nella Conferenza dei Presidenti ha avuto modo di farla anche alla presenza dell'Assessore qui in Aula, si tratta di rispondere, come è stato detto in Conferenza dei Presidenti, ad un'interrogazione che ha i requisiti dell'urgenza in quanto se dovesse essere vero quello che si paventa in questa interrogazione si potrebbero produrre dei danni all'intero sistema in termini amministrativi, lascio, quindi, all'Assessore, come è sua discrezionalità, decidere il da farsi sull'urgenza della risposta.
Ha la parola il Consigliere Marinelli.

Erminio MARINELLI. Cerco di alleggerire i lavori, Presidente, perché ritiro l'interrogazione n. 1277 inerente: "Spostamento del traffico pesante dalla statale 16 alla A14".
La ritiro perchè la Giunta non ha voluto parlare di un argomento che era attuale a maggio, giugno, l'inquinamento atmosferico ambientale è avvenuto, per cui ringrazio la Giunta della gentilezza e certamente tutte le persone e le città della costa sentitamente ringraziano questa attività.

PRESIDENTE. Io sono un notaio, io registro. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente, rispetto all'ordine del giorno non aggiungo nulla, in quanto la richiesta avanzata in Conferenza, di discutere la mozione sul porto di Ancona, ho visto che è stata inserita, quindi la ringrazio.
Vorrei porre, invece, signor Presidente, una questione che ha a che fare prima di tutto, a mio avviso, con la tutela delle prerogative di questa Assemblea legislativa, delle sue articolazioni, penso alle Commissioni consiliari.
La V Commissione presieduta dal Consigliere Comi, nella seduta dell'11 giugno 2013, nell'esprimere parere favorevole alla delibera della Giunta regionale 472 del 3 aprile 2013, ovvero l'individuazione del numero, tipologia, dislocazione e disponibilità oraria delle Potes, faceva presente la necessità di individuare nel territorio regionale ulteriori mezzi di soccorso avanzato, rispetto alla suddetta proposta, ovvero Urbino, Urbania per l'Area Vasta n. 1, le Valli del Misa e Nevola ed Arcevia per l'Area Vasta n. 2, Sant'Elpidio a Mare per l'Area Vasta n. 4. Ebbene questa ferma indicazione della Commissione consiliare, tra l'altro il Presidente Comi mi dice ulteriormente sollecitata, ad oggi, per quanto riguarda l'Area Vasta n. 2, è stata totalmente ignorata dagli atti successivi.
Pongo, quindi, una mera questione istituzionale, se la ponessi dal punto di vista politico dovrei fare riferimento a dichiarazioni, cosa che non voglio e che sicuramente oggi non farò, quindi insisto sulla tutela delle prerogative dell'Assemblea e delle sue articolazioni.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Ripropongo in Aula la richiesta fatta ai Capigruppo, quella di iscrivere all'ordine del giorno odierno la mozione contro la guerra in Siria, sul problema dell'accoglienza e dell'organizzazione dell'accoglienza dei rifugiati da parte della Regione Marche, e quella di iscrivere all'ordine del giorno dei prossimi Consigli l'interrogazione n. 1303.

PRESIDENTE. D'accordo, questa stessa richiesta è stata fatta in Conferenza dei Presidenti ed accordata nell'ordine che abbiamo concordato ed affidato al tavolo tecnico.
Bene, essendosi esauriti gli argomenti preliminari, direi di passare alla trattazione dell'ordine del giorno.


Interrogazione n. 1169
del Consigliere Cardogna
“Istituto zooprofilattico dell'Umbria e delle Marche - gestione dell'Ente”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 1169 del Consigliere Cardogna. Ha la parola per la risposta l'Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. Relativamente ai quesiti che il Consigliere Cardogna ha posto, il primo quesito riguarda le indagini che, conseguenti alla denuncia anonima alla Corte dei Conti avanzata nel 2011, sono state archiviate dalla Magistratura contabile e non hanno determinato l'evidenziazione di alcuna responsabilità contabile anche in relazione alla verifica degli esiti della supervisione sull'azione dell'Istituto, condotta dalla Regione Marche e dalla Regione Umbria.
Per quanto concerne il secondo quesito, si evidenzia che il trend di miglioramento dell'Istituto è iniziato a decorrere dal 2010 sia per quanto concerne l'assetto strutturale e la riorganizzazione, sia per quanto riguarda la sua gestione contabile.
La riorganizzazione dell'Istituto è nata come concreta risposta ai mutamenti ...

PRESIDENTE. Scusate, due problemi: bisogna alzare i microfoni e bisogna stare zitti, se no andate fuori, perché non si sente la risposta dell'Assessore. Prego.

Almerino MEZZOLANI. Dicevo che per quanto concerne il secondo quesito si evidenzia che il trend di miglioramento dell'istituto è iniziato a decorrere dal 2010 sia per quanto riguarda l'assetto strutturale e la riorganizzazione, sia per ciò che riguarda la sua gestione contabile.
La riorganizzazione dell'Istituto è nata come concreta risposta ai mutamenti del panorama tecnico scientifico. In primo luogo dalle nuove competenze in materia di controllo sugli alimenti di origine vegetale attribuite agli Istituti Zooprofilattici dal decreto del Ministero della Salute del 27 febbraio 2008, il che ha indirettamente richiesto un'ottimizzazione e ristrutturazione di alcuni laboratori. In secondo luogo dal fatto che gli Istituti hanno un'accentuata funzione di ricerca finanziata dallo Stato e dall'Unione europea (peraltro riconosciuta anche ai fini statistici dall'ISTAT), mentre il nostro Istituto non era adeguatamente attrezzato nelle funzioni apicali per adempiere con il massimo grado di responsabilizzazione a questa funzione: a tal fine è stata istituita un'apposita Struttura Complessa "Ricerca e Sviluppo".
Il processo di riorganizzazione, in particolare, è stato avviato nel corso del 2010 con la delibera del CDA n. 15 del 3 novembre 2010, frutto di numerosi incontri con le organizzazioni sindacali della dirigenza e del comparto, nonché dalla piena adesione ed approfondito esame da parte dei membri del Collegio di Direzione. Tale delibera è stata esaminata dalla Conferenza dei Servizi delle due Regioni, Umbria e Marche, in apposita seduta del 10 dicembre 2010. Le due Regioni, dopo ampia discussione ed approfondimenti, anche in considerazione delle nuove competenze attribuite agli Istituti Zooprofilattici assegnate con Decreto del Ministero della Salute del 27 febbraio 2008, hanno approvato, la delibera stessa, formalmente recepita il 20 dicembre 2010.
Con tale atto le Regioni hanno previsto che l'Istituto Zooprofilattico Umbria Marche per l'attivazione delle procedure di copertura dei posti in organico, previsti dal "nuovo modello organizzativo", è tenuto all'adozione, da parte del proprio Consiglio d'Amministrazione, del Regolamento per l'Ordinamento Interno dei Servizi, che dovrà essere sottoposto al controllo previsto dall'art. 20 della legge Regione Umbria n. 5 del 19 febbraio 1997 e dall'omologa legge Regione Marche n. 20 del 3 marzo 1997 e loro modificazioni e integrazioni. II Consiglio di Amministrazione con delibere n. 4 del 29 aprile 2011 e n. 10 del 26 maggio 2011 ha approvato il "Regolamento per l'Ordinamento Interno dei Servizi dell'Istituto" così come richiesto con la delibera n. 1947 del 20 dicembre 2010. Le Regioni Umbria e Marche, nella Conferenza dei Servizi tenutasi il 3 giugno 2011, hanno approvato il nuovo "Regolamento per l'Ordinamento Interno dei Servizi dell'Istituto" ed il piano triennale delle assunzioni, emendati e riformulati dall'Istituto stesso a seguito dei chiarimenti richiesti in fase di controllo sugli atti: dalla Direzione Salute, Coesione sociale e Società della conoscenza.
Relativamente alla gestione contabile va evidenziato che l'Istituto solo con l'attuale amministrazione e a decorrere dal 1 gennaio 2010 è passato alla gestione della contabilità economico-patrimoniale. I ritardi del passaggio prescritto dalla normativa vigente in materia sono imputabili dunque all'amministrazione precedente e purtroppo hanno originato diversi problemi in termini di esposizione economica, tra i quali il più evidente è il pagamento degli interessi dovuti su un mutuo con la Cassa Depositi e Prestiti per la costruzione della sezione di Tolentino.
Nonostante la pesante eredità unita alla contingente crisi economica nazionale che ha visto diminuire i trasferimenti del Fondo Sanitario Nazionale e della ricerca, l'Istituto, grazie anche all'attivazione della contabilità economico-patrimoniale, ha avuto negli ultimi anni un trend di crescita significativo e ha dimostrato buone performances, sia rispetto alla sostenibilità economica ed efficienza (gli ultimi bilanci hanno riportato cospicui utili di esercizio), che sulla produttività del personale, sulla formazione e sulla qualità. Le risorse economiche derivanti dagli utili di esercizio degli ultimi anni hanno permesso di avviare importanti programmi di potenziamento e rinnovamento delle strutture produttive e l'utile di quest'ultimo esercizio (2012) permetterà di proseguire il piano di ammodernamento tecnologico delle attrezzature e degli impianti in dotazione, finalizzato non solo a garantire un servizio sempre migliore nel territorio, ma anche ad affrontare i nuovi settori di attività che l'Istituto è chiamato a garantire nell'immediato futuro. Di tale ammodernamento beneficerà anche tutta l'attività di ricerca sia a livello nazionale che internazionale che rappresenta un elemento di forte qualificazione dell'Istituto. A conferma della solidità dell'Ente va sottolineato che sono stati programmati e finanziati oltre 10.700.000 euro in programmi di investimento di cui 6.000.000 di euro in tecnologie ed apparecchiature scientifiche, e a tal proposito va rilevato che nel corso di quest'anno ci sarà, c'è già stata in verità perché l'interrogazione è datata, l'inaugurazione delle nuove sedi di Terni e Tolentino e la nuova collocazione dell'Unità Operativa Sicurezza Alimentare della Sede di Perugia (in allegato alla presente con il numero 1 "Elenco degli interventi sul Patrimonio dell'Istituto nelle sedi marchigiane").
Relativamente invece al terzo quesito inerente le prospettive future dell'Istituto, si ritiene utile riportare qui di seguito quello che è un estratto del Piano Consuntivo 2012, passato attraverso la deliberazione del Consiglio di Amministrazione dell'Istituto il 19 marzo 2013: "La nuova organizzazione è nata dalla convinzione che il futuro si giocherà sempre di più sul piano dell'innovazione e della ricerca e che un sistema di eccellenza come quello degli istituti Zooprofilattici ha bisogno di essere innovato per garantire la sostenibilità della "rete" nel lungo periodo. Per continuare a crescere occorre aprirsi di più ed ampliare le collaborazioni tecnico scientifiche rafforzando i rapporti in ambito nazionale ed internazionale.
In questa prospettiva un notevole impulso è stato dato alla ricerca ed alla cooperazione scientifica, coinvolgendo le strutture più specificamente dedicate a queste attività (la struttura complessa Ricerca e Sviluppo ed i Centri Specialistici) ma altrettanto, ed in maniera diffusa, tutte le strutture dell'Ente hanno garantito un costante e fattivo contributo. Ne è risultato che nel 2012 sono state poste le basi per collaborazioni scientifiche importanti con centri di ricerca stranieri, che hanno anche portato alla redazione di proposte di progetti internazionali attualmente al vaglio della Commissione europea.
Inoltre, nell'ottica strategica di incrementare la sua presenza a livello internazionale, l'Istituto nel corso del 2012, ha perseguito un obiettivo importante: quello di ampliare il livello di visibilità delle eccellenze delle sue attività nel campo della tutela della salute. In questa prospettiva è stato organizzato l'incontro avuto lo scorso 19 ottobre 2012 alla presenza di figure autorevoli del mondo della salute e della cooperazione: dal Ministero della Salute, alla Regione Umbria, alla FAO. Nello stesso incontro si è concordato di organizzare presso l'Istituto un primo corso di formazione e clinicalrounds sulla Peste Suina Africana (primo semestre del 2013), finanziato dalla FAO e rivolto a scienziati provenienti da cinque Paesi dell'area dei Balcani affetti o seriamente minacciati dalla malattia. Questo corso è partito.
In aggiunta, rappresentanti dell'Istituto hanno preso parte ad un importante evento internazionale sulla Peste Suina Africana a Budapest. In questo contesto abbiamo avuto modo di affermare il ruolo partecipativo che l'Istituto può svolgere nella lotta congiunta che FAO, OIE e UE intendono portare avanti nei confronti della Peste Suina Africana in Europa ed in Africa, raccogliendo numerosi consensi anche da parte dei rappresentanti della Divisione DG-SANCO-UE.
Sono state inoltre portate avanti attività in altri Paesi extraeuropei, tra questi l'Albania dove è già instaurata una solida collaborazione nel settore della molluschicoltura, ma anche in Argentina e Pakistan, dove si sta lavorando per costruire una rete di rapporti che possa aprire nuove future frontiere di lavoro comune.
L'attività di cooperazione internazionale intrapresa nello scorso anno è parte integrante anche delle linee programmatiche del 2013. Questo consentirà sia di valorizzare i contributi originali dei singoli professionisti coinvolti, che di aumentare l'impatto delle iniziative con una valenza che proietti l'Istituto in un contesto operativo globale".
Naturalmente a questo si allega, lo dico al Consigliere Cardogna, un elenco di investimenti sul patrimonio immobiliare per circa 6 milioni che sono allegati alla tabella che non sto a descrivere.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Cardogna.

Adriano CARDOGNA. Presidente soltanto per ringraziare l'Assessore per la risposta puntuale ed esaustiva che sarà mia cura rileggere con attenzione.
La mia interrogazione nasceva da problematiche che erano state evidenziate da alcuni settori dell'opinione pubblica e credo che possa essere anche l'occasione per conoscere una realtà, come quella illustrata dall'Assessore, sconosciuta ai più. Grazie.

Interrogazione n. 1258
del Consigliere Natali
"Avvisi di selezione interna per il conferimento di incarichi di direzione di distretto"
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 1258 del Consigliere Natali. Ha la parola per la risposta l'Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. In merito all'interrogazione è stata chiesta una nota alla Direzione generale Asur che ha evidenziato che l'articolo 27 del Contratto di lavoro della Dirigenza medica e veterinaria ricomprende anche l'incarico di Direttore di distretto tra gli incarichi di struttura complessa. Detto articolo al comma 4 continua precisando che per struttura complessa, sino all'emanazione dell'atto di indirizzo e di coordinamento previsto dall'art. 15 quinquies, comma 6 del d.lgs. n. 502/1992 e del conseguente atto aziendale, nell'ambito del ruolo sanitario si considerano tutte le strutture già riservate in azienda ai dirigenti di ex II livello.
Sul punto l'ARAN ho avuto modo di chiarire che è sostanzialmente demandata all'atto aziendale l'individuazione di tutte le strutture complesse compreso il distretto.
In particolare il chiarimento dell'ARAN richiama l'art. 29 del contratto citato al comma 7 che prevede che "Gli incarichi Interni di direttore di distretto - ove di struttura complessa - sono conferiti sulla base dei requisiti previsti dall'art. 3 sexies del D.Lgs. 502/1992."
L'art. 3 sexies al comma 3 del predetto D.Lgs. 502/1992 individua i requisiti per il conferimento dell'incarico di Direttore di Distretto e con un complesso sistema di rinvii articola le competenze sulla qualificazione delle dette strutture demandandole alla legge regionale e all'atto aziendale.
Appare evidente quindi che in difetto della relativa disciplina trova applicazione la fonte negoziale che con l'art. 27 comma 4, si è limitata a ricomprendere di diritto tra gli incarichi di struttura complessa, sino all'atto aziendale, solo quelli attinenti ai posti già riservati in azienda ai Dirigenti di II livello, vale a dire quelli riferiti a strutture già individuate come tali nella relativa dotazione organica.
In ottemperanza alla deliberazione di Giunta regionale n. 1403/2013 che invero è silente sulle modalità di attuazione dei commi 3 e 4 dell'art. 30 l.r. 17/2011, la Direzione ASUR ha inteso procedere nel rispetto dei criteri su declinati che non prevedono nuove strutture complesse oltre quelle esistenti cui attribuire la responsabilità dei Distretti nell'ambito delle Aree Vaste".
In riferimento alle osservazioni della Direzione, si ritiene che l'Asur nell'ambito dell'autonomia aziendale garantita dal CCNL nell'individuazione degli incarichi interni all'azienda e nel rispetto delle disposizioni regionali di cui alla deliberazione di Giunta regionale n. 551/2013 riguardanti i parametri per la definizione delle strutture complesse e semplici, possa specificare il requisito di accesso all'incarico di direttore di distretto, prevedendo per la complessità delle funzioni da svolgere indicate nell'art. 14 comma 1 della l.r. n. 13/2003, la professionalità corrispondente alla qualifica di Direttore di struttura complessa.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno. il Consigliere Natali.

Giulio NATALI. Presidente, può passare alla prossima interrogazione, chiedo soltanto all'Assessore di fornirmi la risposta perché non c'è alcun commento politico, vorrei soltanto la relazione inviata all'Assessore per approfondire l'argomento.

Interrogazione n. 1174
del Consigliere Busilacchi
“Stato di attuazione della l.r. 15/2009 su delocalizzazione e incentivi alle imprese”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 1174 del Consigliere Busilacchi. Ha la parola per la risposta l'Assessore Giannini.

Sara GIANNINI. La suddetta interrogazione chiede al Presidente della Giunta regionale di conoscere lo stato di attuazione dettagliato della legge regionale 7 luglio 2009 n. 15 e se, dall'entrata in vigore della legge ad oggi, siano state attivate le ispezioni previste dall'art. 3 della legge in oggetto.
La finalità della l.r. n. 15/09 è promuovere la tutela e la riduzione dei rischi derivanti dalla delocalizzazione industriale, al fine di salvaguardare i livelli occupazionali.
Per quanto sopra, la legge, ai sensi dell'art. 2, stabilisce di procedere alla revoca dei contributi regionali, con applicazione degli interessi legali, concessi alle imprese nei seguenti casi:
- delocalizzazione degli impianti produttivi o anche di parte della produzione, anche laddove la delocalizzazione avvenga tramite cessione di ramo d'azienda o di attività produttive appaltate ad aziende terze con conseguente riduzione del personale dell'impresa entro cinque anni dall'erogazione del contributo;
- mancato mantenimento delle unità produttive per almeno cinque anni dall'erogazione del contributo;
- mancata applicazione delle norme vigenti in materia di sicurezza sul lavoro.
Va, però, precisato che, ai sensi dell'art. 2, comma 2 della l.r. 15/09, tutte le tre suddette disposizioni di revoca non si applicano nel caso in cui i contributi regionali erogati a titolo di cofinanziamento si basino su programmi comunitari, perché si contravverrebbero le norme comunitarie che riguardano la libera concorrenza.
Si incontrano elementi di criticità interpretative della legge:
- un primo elemento riguarda la stessa definizione di delocalizzazione, come indicato nella legge, e la sua verifica pratica in luogo di altre misure di organizzazione dei cicli produttivi delle imprese, quali il decentramento, la filiera, il contoterzismo, che rappresentano, tra l'altro, l'elemento qualificante della struttura produttiva delle PMI;
- per norma comunitaria gli aiuti di Stato nella regione Marche possono essere applicati alle sole PMI: ne discende che i contributi regionali riguardano solo tali fattispecie di imprese nel mentre le delocalizzazioni sembrano interessare più le grandi imprese ed i gruppi internazionali, le cui decisioni non possono essere, in questo momento, per effetto delle norme comunitarie, sanzionate. In tema di contributi alla grande impresa fanno eccezione gli aiuti alla ricerca che, di norma vengono sovvenzionati solo se legati a progetti, nel caso dei contributi regionali, di filiera e di aggregazioni con PMI locali, la cui revoca sembrerebbe colpire queste ultime piuttosto che la grande impresa.
Voglio dire che se ci fosse un sostegno alla ricerca legato ad una filiera guidata da una grande impresa con PMI collegate è chiaro che in conseguenza del comportamento scorretto della grande impresa o della impresa madre, dell'impresa leader che delocalizza, la nostra applicazione, diciamo acritica della legge, in realtà colpirebbe più le piccole imprese che hanno destinato risorse, che rimangono qui, e che per effetto di quella decisione si vedrebbero revocati i contributi perché questi vengono dati all'azienda capofila.
Tali difficoltà non hanno consentito ad oggi, già la legge prevedeva un regolamento che dal 2009 non è stato ancora prodotto, un'organica modalità applicativa, mentre si è intervenuti con controlli all'insorgere di vertenze sindacali in cui riduzioni di organico e licenziamenti sono stati palesemente provocati da delocalizzazione.
Va comunque ricordato:
che tutti i bandi regionali, di norma, contemplano revoche di contributi se vengono cedute, entro i 10 o 5 anni successivi, i beni oggetto di agevolazioni ovvero se gli stessi vengono distolti dal loro utilizzo, come è accaduto per la Best;
che tali revoche hanno una portata estensiva molto più ampia in quanto sono a carico di qualunque contributo erogato, quindi no solo quello erogato specificatamente oggetto della verifica ma di tutti quelli che l'azienda ha introitati, a prescindere che le risorse siano comunitarie, statali o regionali;
- che i controlli effettuati dalle strutture regionali sono stati ampi e uniformati alle norme comunitarie, infatti abbiamo proceduto a molte revoche anche per motivi che non riguardano la delocalizzazione.
E' impegno della Giunta Regionale, quindi, dare piena operatività alla legge attraverso un proprio atto che impedisca da un lato la permanenza di benefici pubblici a fronte di comportamenti colpevoli delle imprese, dall'altro salvaguardi il tessuto produttivo locale e non crei disparità di trattamento tra le stesse imprese e la loro competitività.
A tale scopo verrà altresì avviato un confronto con le altre Regioni per definire un comportamento univoco in sede di Conferenza dei Presidenti delle Regioni, perché se ci sono comportamenti che possono fare immaginare un'infrazione da parte delle Marche a carico di tutto il Paese, per atteggiamenti che possono essere considerati contro la concorrenza, è evidente che dobbiamo cercare una decisione che uniformi i comportamenti di tutte le Regioni in questo senso, consentendo che tutte le imprese vengano trattate nello stesso modo, su tutto il territorio nazionale. Se fossero necessari adempimenti di comunicazione alla Comunità europea di queste norme o di questi atti, perché incidono sulla libera concorrenza, questi dovrebbero avvenire attraverso il Governo, nell'accordo Stato Regioni, e non dalle singole Regioni. Questo, ovviamente, da più forza alla procedura.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Ringrazio l'Assessore perché ha chiarito alcuni aspetti di interpretazione di questa legge che probabilmente non erano molto chiari, almeno al sottoscritto. Il fatto che le previsioni dell'articolo 2, della legge 15, non si applicano nel caso di fondi comunitari credo sia un chiarimento importante che riduce la portata di questa legge.
Coglierei l'occasione, visto che l'Assessore ha chiarito molto bene ed ha spiegato anche che mancano alcune parti attuative che potrebbero rendere più efficace questo strumento normativo, per invitarla a farsi portatrice all'interno della Giunta per verificare se il regolamento, se la relazione, se questi aspetti attuativi possono servire ad intervenire laddove la legge non riesce ad arrivare ed anche a verificare, nei casi in cui questa legge non riesce ad intervenire, se c'è la possibilità di riflettere su nuovi strumenti normativi.
Credo che tutti quanti, lo abbiamo visto con il caso Best di cui questa Aula si è occupata a lungo, siamo d'accordo sul fatto che dobbiamo premiare, in questa fase così difficile, le aziende che rimangono sul nostro territorio anche con fatica, hanno, quindi, bisogno di una premialità, al contrario delle aziende che nemmeno in stato di difficoltà o di crisi chiudono improvvisamente alcuni stabilimenti nel nostro territorio per aprirli altrove, sebbene protetti dalle norme comunitarie sulla concorrenza e quant'altro, possono, se non altro, non avere una premialità dalla nostra Regione.
Credo che sia una cosa utile che ci chiedono i lavoratori e le stesse associazioni datoriali, quindi, la ringrazio per quello che sta facendo e per qualsiasi altro sforzo verrà portato avanti.

Interrogazione n. 1085
dei Consiglieri Foschi, Natali
“Farmaco Pradaxa”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 1085 dei Consiglieri Foschi, Natali. Ha la parola per la risposta l'Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. L'interrogazione specificata in oggetto poneva tre quesiti. Il primo chiedeva come mai questo farmaco è stato sospeso ai pazienti che si sono sottoposti a sperimentazione clinica.
Come si può rilevare dal testo dell'interrogazione, lo studio clinico citato, riguardava una sperimentazione clinica multicentrica in doppio cieco intrapresa per valutare la non inferiorità, l'efficacia e la tollerabilità del principio attivo dabigatran etessilato in confronto al principio attivo warfarin, nella prevenzione dell'ictus e dell'embolia sistemica in pazienti con fibrillazione atriale non valvolare.
Il warfarin è una molecola presente nel medicinale Coumadin già in uso ed in commercio da molto tempo e di cui si conoscono quasi tutti gli aspetti relativi ad efficacia e sicurezza.
La sperimentazione a cui si sono sottoposti i pazienti aveva lo scopo di confrontare il dabigatran versus il warfarin per un'indicazione terapeutica specifica. Proprio perché trattasi di studio clinico sperimentale, lo scopo era quello di provare a derimere i dubbi relativi alla superiorità, equivalenza o inferiorità del nuovo principio attivo testato (dabigatran).
Inoltre, la specifica "doppio cieco", descrive una metodica secondo la quale nè il paziente, nè lo sperimentatore sono a conoscenza di quale dei due farmaci viene somministrato per evitare che i risultati della ricerca vengano influenzati. Non è quindi corretto parlare dì "sospensione" della terapia, proprio perché nessuno sapeva quale delle due molecole il paziente assumeva nel corso della sperimentazione.
Al termine del periodo previsto per lo svolgimento del trial clinico i pazienti hanno continuato a ricevere la migliore terapia a disposizione (warfarin) in attesa dei risultati dello studio.
Non è etico infatti autorizzare l'impiego di un medicinale per il quale non siano disponibili i risultati finali di una ricerca clinica e non sia stata effettuata una loro valutazione globale.
Non tragga in inganno il fatto che il medicinale Pradaxa è in commercio dal 2008 poiché l'Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) lo aveva autorizzato per la seguente indicazione terapeutica: "Prevenzione primaria di episodi tromboembolici in pazienti adulti sottoposti a chirurgia sostitutiva elettiva totale dell'anca o del ginocchio", diversa da quella oggetto della sperimentazione, come per altro indicato con precisione nell'interrogazione stessa della collega Foschi. E' importante ricordare che sulla base della normativa nazionale non è permesso al medico di prescrivere il medicinale al di fuori delle indicazioni terapeutiche autorizzate.
In seguito alle valutazioni effettuate dagli enti regolatori europei (EMA European Medicìnes Agency) e nazionale (Aifa Agenzia Italiana del Farmaco) sui dati relativi alle sperimentazioni cliniche multicentriche svolte, il farmaco Pradaxa, come pubblicato nella gazzetta ufficiale n. 127 del 1 giugno 2013, può essere impiegato per: "Prevenzione di ictus e embolia sistemica in pazienti adulti con fibrillazione atriale non valvolare con uno o più dei seguenti fattori di rischio ..." ed è quindi entrato a pieno titolo nella disponibilità del medico specialista.
Come si può evincere dalle date, la sperimentazione iniziata nel 2006 ha concluso il suo iter nel 2013, nel frattempo il medicinale Pradaxa non poteva essere impiegato per la fibrillazione atriale, ma solo per la prevenzione del tromboembolismo in pazienti sottoposti a chirurgia dell'anca e del ginocchio e questo perché le valutazioni sulla sua efficacia e sicurezza non si erano ancora concluse.
Il secondo ed il terzo quesito chiedevano le motivazioni che causano la mancata distribuzione di questo farmaco a carico del sistema sanitario regionale e in che tempi si intenda provvedere alla distribuzione anche sul territorio marchigiano.
A questi due quesiti si risponde contemporaneamente specificando che il medicinale è sempre stato disponibile per la dispensazione a carico del SSR tramite i Servizi farmaceutici regionali essendo stato inizialmente autorizzato come "medicinale soggetto a prescrizione medica limitativa, utilizzabile in ambiente ospedaliero o in struttura ad esso assimilabile o in ambito extraospedaliero, secondo le disposizioni delle Regioni o delle Provincie autonome".
Attualmente è inserito nella tabella 2 di cui alla deliberazione di Giunta regionale n. 279 del 6 marzo 2013 che regolamenta la distribuzione per conto.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Natali.

Giulio NATALI. Anche in questo caso chiedo la risposta scritta, la copia della relazione per meglio verificare la realtà della risposta all'interrogazione.
Assessore le faccio presente soltanto una cosa, nella risposta da lei fornita per quanto di non tecnico, ovviamente, perché tecnicamente mi riservo una più compiuta informazione, lei ci dice che le motivazioni che causano la mancata distribuzione di questo farmaco a carico del sistema sanitario regionale non ci sono perché lo stesso viene distribuito dalle farmacie dell'ospedale. Questo significa che soltanto i pazienti che sono ricoverati possono usufruirne. I casi che ci hanno portato a presentare l'interrogazione sono proprio di quelle persone che hanno usufruito di quel medicinale all'interno delle strutture e si sono trovati scoperti nel momento in cui, da convalescenti sono, per fortuna, tornati a casa, avendo verificato la bontà di questo medicinale, la risolutività, da un certo punto di vista, di questo medicinale, che improvvisamente si sono visti scoperti.
Tra l'altro il medicinale costa, penso, una notevole cifra e per questo il terzo quesito non può essere collegato al secondo per lo meno come risposta anche perché noi davamo per scontato che ci fosse uno spazio temporale in cui questo poteva avvenire, ma che poi si sarebbe ripristinato. Da quello che lei ci dice, invece, non si provvederà alla distribuzione di quel farmaco sul territorio marchigiano, come tutti i farmaci, all'interno di quelle certificazioni che consentono con il pagamento di un ticket di fruirne.
Se lei avrà la cortesia di darci la copia, noi poi torneremo in argomento.

Interrogazione n. 1217
del Consigliere Bugaro
“Immobile ex Ospedale Lancisi di Ancona”

Interrogazione n. 1007
del Consigliere Latini
“Incuria dell’ex edificio sede dell’Ospedale Lancisi di Ancona”
(abbinate)
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le interrogazioni n. 1217 del Consigliere Bugaro e n. 1007 del Consigliere Latini. Ha la parola per la risposta l'Assessore Marcolini.

Pietro MARCOLINI. Rispondo a mezzadria con l'Assessore Mezzolani essendo le questioni del patrimonio intrecciate con quelle della proprietà e delle funzioni sanitarie.
Con riferimento alle richieste ad iniziativa dei Consiglieri Latini e Bugaro si rappresenta quanto segue.
L'ex complesso ospedaliero Lancisi ad Ancona, ubicato qui vicino nel quartiere Rodi, con l'ingresso in Via Baccarani, è stato inserito con delibera di Giunta regionale del 2008 nel patrimonio disponibile dell'Azienda Ospedali Riuniti di Ancona.
Il protocollo di intesa tra Regione Marche e Comune di Ancona per la valorizzazione del patrimonio immobiliare regionale, approvato con la delibera n. 283 del 22 marzo 2006, ha previsto per l'immobile in oggetto la trasformazione dell'attuale destinazione d'uso ospedaliera a residenziale.
Primo elemento da tenere presente è il dato del 2006.
In conformità con il protocollo d'Intesa il 21 maggio 2010 la Regione Marche ha inoltrato al Comune di Ancona la richiesta di variante urbanistica per l'area dell'ex Ospedale Lancisi con mutamento dell'attuale destinazione d'uso "attrezzature socio sanitarie", che era quella di provenienza, ad una destinazione prevalentemente residenziale. Voglio ricordare che non fu l'Amministrazione regionale, bensì l'Amministrazione comunale a cambiare la destinazione da sanitaria a residenziale perché si rilevava, all'epoca, che ci fosse una smagliatura nell'offerta residenziale e che ci fosse un eccesso di carico per quello che riguardava gli standard urbanistici necessari.
Noi avremmo volentieri collocalo lì, lo dico agli interroganti, ma ci sono anche molti Consiglieri comunali di Ancona, i nostri uffici, sarebbe stata, come dire, una dislocazione più funzionale per noi, anziché disperderci per il territorio.
Noi rispettammo l'indicazione di inquadramento urbanistico del Comune e venimmo incontro all'esigenza di un condizionamento della destinazione residenziale con una variante che definimmo, diciamo, di compensazione sociale, in modo particolare per i minori, i meno abbienti e per le famiglie di giovani e di anziani.
Chiedemmo che la destinazione socio sanitaria venisse prevalentemente trasformata in residenziale, in abitazioni residenziali a canone agevolato, commercio al dettaglio, per evitare, come dire, un'isola della residenza senza servizi commerciali, e parcheggi attrezzati che risolvessero il problema del sovraccarico degli standard urbanistici.
Successivamente con note del 26 ottobre 2011 e del 15 novembre 2011 il Comune di Ancona trasmise gli elaborati cartografici e normativi delle varianti per le aree dell'ex Lancisi e Salesi, nelle norme tecniche di attuazione dell'area ex Lancisi in cui vengono ...

PRESIDENTE. Scusi Assessore. Nemmeno chi sta vicino riesce ad ascoltare la risposta, uscite se dovete parlare!

Pietro MARCOLINI. ... vengono specificati i seguenti usi ammissibili:
- abitazioni,
- commercio al dettaglio,
- uffici e studi professionali,
- attrezzature d'interesse comune civili e religiose,
- scuole dell'obbligo,
- attrezzature per il verde,
- attrezzature sociosanitarie,
- attrezzature culturali,
- parcheggi attrezzati,
- attrezzature ricettive.
Nella norma si prescrisse inoltre di destinare, questa era la clausola sociale concordata con il Comune, una quota minima che lievitò a 1.250 mq. della superficie utile lorda a residenza a canone agevolato.
L'iter amministrativo di verifica di assoggettabilità a VAS per la variante urbanistica relativa al complesso ospedaliero in oggetto, si è concluso con la determina del nostro Direttore del Dipartimento del Governo del Territorio della Provincia di Ancona dell'ottobre 2012, che prevede l'esclusione del piano dalla procedura di valutazione che sembrava una procedura aggravata ingiustificabile per la limitatezza delle varianti e anche per la manomissione delle previsioni iniziali.
Attualmente il Comune di Ancona, che noi abbiamo risentito - le vicende del Comune di Ancona sono sotto gli occhi di tutti, abbiamo avuto una crisi lunga, strisciante che ha riguardato l'Amministrazione, ci sono state le elezioni, l'insediamento è avvenuto nel mese di giugno, c'è stato il mese di agosto, abbiamo contatti aggiornati in proposito, - è in procinto di adottare con propria Delibera di Consiglio, avendolo già fatto con delibera di Giunta, in procinto di farlo sia con delibera di Giunta, mi correggo, e poi con delibera di Consiglio, la variante urbanistica per l'Ex Lancisi.
In conclusione, la richiesta di variante al Piano Regolatore vigente per l'area dell'ex complesso ospedaliero Lancisi è stata predisposta dalla Regione nell'ottica della massima valorizzazione del patrimonio immobiliare regionale, quindi, se intendo bene la preoccupazione, la citata crisi edile e la possibilità di dare sfogo anche ad una parte, diciamo, delle esigenze che vanno in quella direzione e che abbiamo confermato, voglio annunciare in Consiglio per la prima volta, anche la transazione che abbiamo effettuato con il Gruppo Santarelli che sblocca la possibilità di avvio dei lavori nell'ex Umberto I. Penso sia una notizia bene accetta dagli interroganti che si preoccupano di come sbloccare lavori preziosi, non soltanto per l'imprenditore, ma per l'occupazione e per la città, prevedendo destinazioni d'uso residenziali e complementari alla residenza, le quali al contempo risultano economicamente più indicate e conformi a quelle presenti nel contesto urbano di appartenenza e al piano direttorio zero dell'Arch. Gasparrini che è rimasto, diciamo, sullo sfondo ma che prevedeva in questa zona la continuità.
L'Amministrazione Comunale di Ancona ha accolto la richiesta di variante ampliandone lo spettro delle eventuali destinazioni d'uso ammissibili
Non voglio nascondermi dietro un dito troppo piccolo per non condividere le preoccupazioni sottostanti le interrogazioni.
Sono passati sette anni dal protocollo che noi abbiamo firmato, siamo noi i primi ad essere insoddisfatti dei lunghi tempi, non tutti, ovviamente, ognuno regge le responsabilità accollandosi anche quelle irresponsabili, questo vale innanzitutto per chi parla, ma segnalo che negli ultimi sette anni, in una contrazione degli ultimi quattro anni, abbiamo avuto tre amministrazioni di cui due entrate in crisi e conclusesi prematuramente.
La discussione è sotto gli occhi di tutti, segnalo come l'attenzione alla valorizzazione del patrimonio immobiliare, pur in una fase molto difficile, ci deve consigliare di organizzare sul Comune di Ancona un piano coordinato di immissione sul mercato, mi rivolgo agli interroganti ben consapevole di quanto sto per dire, perché se noi mettessimo sul mercato contemporaneamente tutti gli immobili disponibili del Comune, della Provincia e della Regione faremo non soltanto un'opera autolesionista, in termini di valori di realizzo, ma paralizzeremo ogni altra attività.
Segnalo, da questo punto di vista, che un coordinamento in tal senso è stato avviato dall'inizio di quest'anno, le elezioni poi hanno interrotto questa azione comune che avevamo incentrato nel Comune di Ancona, presentandoci anche alla Borsa immobiliare di Milano come soggetto congiunto che cercava, come di dire, di valorizzare graduando e specializzando la destinazione d'uso compresa quella dell'ex Lancisi.
L'ho detto anche nel 2011, lo dico prima che mi venga ricordato, abbiamo un'Amministrazione certa di quello che fa e che ha confermato le destinazioni e, quindi, ci fa una sponda assolutamente credibile, per farmi ripetere, a distanza di due anni, che il problema è in via di risoluzione. Ci auguriamo per la città, per quello che riguarda la residenza, nonché per la realizzazione di un valore d'uso, un valore di scambio, come si direbbe secondo una terminologia antica, per cui possa esserci un ristoro per la proprietà, per la sanità marchigiana che avrà destinati questi fondi per gli investimenti nella sanità.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Bugaro.

Giacomo BUGARO. Cercherò in qualche maniera di trattenermi perché davvero la vicenda grida vendetta.
Mi sarei aspettato che l'onestà intellettuale che riconosco spesso all'Assessore Marcolini si fosse esplicitata in apertura di risposta alla mia interrogazione con delle scuse pubbliche, non tanto a me che non conto nulla, quanto alla comunità regionale, per come le due Amministrazioni, quella regionale e soprattutto quella comunale, guarda caso del medesimo segno politico, si sono comportate o meglio non si sono comportate in questi anni.
Ricordo ai colleghi che il Protocollo d'Intesa, il primo Protocollo d'Intesa, sulla valorizzazione degli immobili pubblici di proprietà regionale, insistenti nel Comune di Ancona, risale alla firma del Presidente D'Ambrosio e dell'allora Sindaco Sturani, poi reiterata fra Sturani e Spacca e poi di nuovo fra Gramillano e Spacca.
Oggi uno dei principali quotidiani anconetani dedica di nuovo una pagina intera alle condizioni dell'Ospedale Lancisi, ma questo aspetto lo lascio al cointerrogante che è entrato nel merito di questa specifica vicenda.
Dico semplicemente che sono quattro, cinque interrogazioni, nel corso di questi anni, che faccio, ma la situazione non è cambiata. L'altra volta l'Assessore Marcolini imputò la mancanza del cambio di destinazione d'uso ad un frustolo di terreno che lo impediva, ebbene le ricordo che il Tribunale di Ancona, con sentenza 514 del 2009, pubblicata il 22 aprile 2009, ha usucapito il frustolo di terreno, quindi ha sistemato la questione, siamo al 10 settembre 2013, mi sembra che siano passati diversi anni ...

(Interrompe l'Assessore Marcolini)

Giacomo BUGARO. … Io non l'ho interrotta mai …

(Interrompe l'Assessore Marcolini)

Giacomo BUGARO. Penso che ci sia un cortocircuito politico e burocratico in atto e che questo cortocircuito abbia caratterizzato l'azione del Comune di Ancona, retta dal Partito Democratico, e della Giunta regionale, altrettanto retta dal Partito Democratico. Questi sono i veri costi della politica e della burocrazia. Lo sappiano i cittadini marchigiani.
Questo è un esempio tipico, perché in un altra nazione la programmazione avrebbe consentito, ancor prima che gli immobili fossero liberati dal precedente inquilino, la messa sul mercato, mi riferisco in questo caso all'immobile del Salesi, muovetevi per quell'immobile, perché quell'immobile subirà la stessa identica trafila che ha subito il Lancisi, con un enorme nocumento alle casse di questa Regione.
Avete avuto l'ardire di andare a comprare una sede a Fabriano dell'Area Vasta n. 2, non c'erano altri immobili di vostra proprietà che potevano essere impiegati per ricollocare quegli uffici senza andare a spendere diversi milioni di euro? Parlate, poi, di risparmi, di spending review e di buona amministrazione? Mi dispiace che non ci sia il Presidente Spacca, vi dovete vergognare da questo punto di vista, perché siete capaci, con la correità che pagate della stampa, sulla stampa pagate la comunicazione istituzionale, di fare solo ed esclusivamente propaganda in questa Regione, ma non c'è un problema, un problema di questa regione che siete stati in grado di affrontare con dinamismo e di risolvere negli ultimi 20 anni. Questa è la verità.
Anche quando dite che la sanità pubblica, la sanità regionale è in equilibrio, colleghi, dite una bugia, perché sapete perfettamente che non c'è nessuna dinamica interna modificata in questi anni che abbia portato a significativi risparmi, avete goduto della vendita del patrimonio pubblico e dell'immissione nella spesa corrente, avete goduto di maggiori trasferimenti dallo Stato alle Regioni, e questo lo sapete, anche grazie all'azione del governo di centro destra e, se siete onesti intellettualmente, lo sapete perché i trasferimenti sono aumentati in maniera considerevole negli ultimi anni. Questo è il motivo per cui la sanità è in equilibrio dal punto di vista economico e si regge, ma potremo approfondire per non parlare dell'aeroporto dove in questi anni ormai abbiamo veramente dilagato.
Ma torniamo all'argomento, vorrei sapere, Assessore Marcolini ed Assessore Mezzolani - avevo preannunciato che sarei stato un po' sopra le righe nella mia esposizione, anche perché mi sembra che se non si fa così in questa Regione non si ottiene quasi nulla, giunti a questo punto, tralascio le ulteriori critiche, tralascio tutto, mi fermo qui e chiudo con una domanda - qual è l'impegno che il centro sinistra al governo della Regione Marche ed al governo immeritatamente, questo lo dico fra parentesi, del Comune di Ancona, ma siamo ormai ad una democrazia parziale, collega Bellabarba, molto parziale, lei pensi che il sottoscritto che ha perso le elezioni ha preso 22 mila voti, la vostra Sindaca ne ha presi 20 mila ed ha votato meno del 50% degli anconetani, questa è una riflessione approfondita su tutta la politica, ma questo lo lasciamo ad un'altra volta, qual è l'impegno che il centro sinistra al governo della Regione ed il centro sinistra al governo del Comune di Ancona si prende nei tempi per la soluzione di questa vicenda?
Questo è quello che noi vorremmo capire, a cui non viene mai risposto, ci viene rimandato da 10 anni a questa parte, perché sono oltre 10 anni che quell'immobile è libero.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Latini.

Dino LATINI. Aggiungo soltanto la replica che mi consta per quanto riguarda la richiesta di interrogazione che ho fatto.
Il dato di partenza è quello che gli immobili legati al patrimonio della sanità sono destinati ormai da alcuni anni alla realizzazione di strutture sempre nell'ambito della sanità o comunque nel fondo sanitario regionale in una apposita voce capitolo.
Nel corso di questi anni, lo ha spiegato l'Assessore che ringrazio per la risposta, molti di questi immobili, che avrebbero consentito di avere nel picco massimo di deficit della sanità regionale un intervento considerevole in termini di compensazione, non sono stati venduti per le svariate vicende che si sono susseguite.
In particolar modo perchè credo che l'intera pubblica amministrazione, indipendentemente dall'appartenenza politica, chi la guidava, ritenesse che il patrimonio doveva essere in qualche modo salvaguardato in attesa di tempi migliori. I governi successivi che si sono impegnati in questa materia, a partire dal decreto Tremonti del maggio 2010, hanno sempre di più posto agli enti locali ed alle Regioni, l'obbligo, in qualche modo, di alienare i propri immobili al fine di fare bilancio, di mantenere in piedi quell'equilibrio fondamentale che viene chiamato patto di stabilità.
Detto questo, quello che in qualche modo non dobbiamo dimenticare è che all'interno di questa situazione gli immobili che sono ormai dismessi, come nel caso del Lancisi, sono di fatto completamente abbandonati a se stessi, e non solo non sono curati e mantenuti come quando erano utilizzati per l'indirizzo socio sanitario, sanitario specialistico in particolare per il Lancisi, ma sono un esempio negativo, in una città capoluogo come Ancona, di una zona depressa da recuperare, di una zona in cui la pubblica amministrazione dà non soltanto un'immagine così plastica ma anche effettiva di quello che non dovrebbe fare in un momento di così grave difficoltà.
La richiesta, la ripeto adesso, al di là della compromissione per quanto riguarda il susseguirsi delle amministrazioni del Comune di Ancona e, quindi, del ritardo nell'approvazione delle varianti al Piano Regolatore, è quella di dare la destinazione urbanistica o confermare la destinazione urbanistica più consona, vista la crisi nel settore degli immobili, come citava l'Assessore Marcolini, anche se comporterà il venir meno di quelle valutazioni che sono state fatte anche per il Lancisi nel 2007.
Al di là di questo la popolazione, che ho incontrato, nella zona è in buona parte interessata alla salvaguardia, al nome, all'utilizzo dell'ex ospedale Lancisi ed ha perorato, anche attraverso una serie di petizioni, la manutenzione, la cura e, in qualche modo, la salvaguardia della struttura.
Questo è un invito che noi dobbiamo rivolgere anche all'Amministrazione comunale, indipendentemente dal tempo necessario per la conclusione e l'approvazione definitiva della sua variante e dalla possibilità poi di permettere una alienazione completa che possa dare un introito vero all'Asur, anzi al bilancio del fondo sanitario regionale da investire sul territorio anconetano,
Non dobbiamo dimenticare che sono contemporanee di questi giorni o di questi ultimi mesi, sempre più forti, la richiesta del Sindaco di Ancona, degli amministratori, credo della popolazione tutta, di avere un punto di pronto intervento, alla luce della razionalizzazione delle strutture e dei servizi sanitari, che tocca pesantemente la città capoluogo, e le dichiarazioni o comunque la presa di posizione dell'amministratore dell'Inrca che ritiene quella struttura non adeguata in alcun modo a sopportare il benché minimo carico di un'assistenza sanitaria ospedaliera di base.
Credo che al di là della richiesta che viene avanzata dalla popolazione di trasformare il Salesi in una Rsa, in una Rp, che ovviamente comporta una rivisitazione della vendita del patrimonio immobiliare sanitario, quello che è certo è che si deve concludere rapidamente la variante al Prg, soprattutto chiudere quella vicenda, come è stato fatto ora per l'ex Umberto I, affinché si possa inserire, in una voce specifica del capitolo del fondo sanitario regionale, un intervento adeguato per dare al Comune di Ancona, ai cittadini, agli assistiti di Ancona quel presidio di pronto intervento che effettivamente comincia a mancare da due anni e che fa evidenziare una serie di ritardi ed anche le non più malcelate contestazioni da parte di chi è costretto a rivolgersi sempre più fuori dal proprio naturale o comunque concepito tradizionale presidio sanitario.
L'ultima cosa è che anche gli altri immobili, e non sono pochi, sparsi sul territorio della regione Marche debbono, in qualche modo, su questo so benissimo che l'Assessore Marcolini è più che attento alla situazione, trovare subito una locazione ben definita. Alienare al miglior prezzo, alla migliore possibilità di introito per la Regione o riconvertire attraverso adeguati e possibili interventi di restauro o di conservazione affinché abbiano una destinazione consona a quella che era loro prima assegnata o che potesse, in qualche modo, in futuro, essere loro attribuita attraverso quell'analisi dei costi e dei benefici che la vendita del patrimonio immobiliare avrebbe consentito alla Regione Marche.

Proposta di legge n. 230 (testo base)
ad iniziativa della Giunta regionale
"Riordino dell’Agenzia per i servizi nel settore agroalimentare delle Marche (ASSAM). Modifiche alla legge regionale 14 gennaio 1997, n. 9”

Proposta di legge n. 222
ad iniziativa dei Consiglieri Bucciarelli, Sciapichetti, Traversini
“Modifiche alla legge regionale 14 gennaio 1997, n. 9 Istituzione dell’agenzia per i servizi nel settore agroalimentare delle Marche (ASSAM). Soppressione dell’Ente di Sviluppo Agricolo delle Marche (ESAM). Istituzione della Consulta economica e della programmazione nel settore agroalimentare (CEPA)”
(abbinate)
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le proposte di legge n. 230 ad iniziativa della Giunta regionale e n. 222 ad iniziativa dei Consiglieri Bucciarelli, Sciapichetti, Traversini, abbinate. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Traversini.

Gino TRAVERSINI. Come diceva il Presidente, sono state abbinate le due proposte di legge, quella della Giunta e quella dei Consiglieri Bucciarelli, Sciapichetti e del sottoscritto, si tratta del riordino dell'Assam, non è una vera e propria riforma, è un riordino, una modifica alla legge n. 9 del 1997.
Prima di passare all'articolato sarebbe bene parlare un attimo e capire l'importanza dell'Assam.
L'Assam, agenzia per i servizi nel settore alimentare delle Marche, nasce nel '97, come dicevo, con lo scopo preciso di essere uno strumento importante della Regione Marche, per l'attuazione di tutti quei programmi legati all'agricoltura, non solo, ed anche per il raccordo, anche questo aspetto molto importante, tra il mondo produttivo e la ricerca.
Inizialmente scopo fondamentale dell'Assam era quello di portare avanti importanti studi di ricerca che fossero, sono stati importanti e continuano ad esserlo, indicazioni per i produttori, per il miglioramento di tutto il settore agricolo e zootecnico, con particolare rilievo al settore allora nascente e in pieno sviluppo del biologico.
A questo si aggiungono funzioni importanti, riportate nell'articolato della legge, all'articolo 1, che sono attualizzate e che negli anni l'Assam ha portato avanti. Mi riferisco ad alcune funzioni, quella della formazione che poi si esplica in tante attività. Il ruolo dell'Assam nella formazione degli operatori del settore agricolo zootecnico è estremamente importante, è stato accreditato come ente di formazione. Questo diventa un ruolo e una competenza importantissima.
Un'altra funzione è quella della progettazione comunitaria, lo sappiamo, è importante sempre di più intercettare finanziamenti europei, saper progettare in questo settore, essere punto di riferimento per i produttori. Anche questa funzione è fondamentale per il raggiungimento di quelli che sono gli obiettivi della programmazione nel settore agricolo.
Ultima funzione fondamentale che si esplica, poi, in altre attività, è quella del controllo agro alimentare sulla qualità. Sono tanti gli esami fisico chimici che svolge l'Assam proprio per garantire la qualità dei nostri alimenti e tutto il processo che porta avanti per quello che riguarda l'Igp, la Dop e la qualità garantita delle Marche, il marchio QM.
Se la Regione Marche ha come elemento di eccellenza prodotti che sono il veicolo principale "pubblicitario" o comunque promozionale è grazie anche alla qualità e la qualità passa attraverso l'opera dell'Assam.
Inquadriamo anche il lavoro che sta facendo l'Assam attraverso la struttura. Una struttura composta da 98 dipendenti, il 60% circa sono dipendenti Assam ed il 40% dipendenti regionali, hanno un contratto attualmente diviso, commerciale per quanto riguarda i dipendenti Assam e pubblico per i dipendenti regionali.
Un'azione importante, ne abbiamo parlato anche negli ultimi Consigli, trattando della legge sui tartufi, riguarda il centro di tartuficoltura e di apicultura. Tutte le azioni legate al mondo agricolo passano attraverso le azioni dell'Assam.
Un lavoro notevole, nel 2012 si parla di settemila interventi, settemila sopralluoghi effettuati, questo per inquadrare che lo strumento Assam, agenzia dei servizi del settore agroalimentare delle Marche, è importantissimo.
Perché questa legge? La legge riordina, modifica ed aveva degli obiettivi: confermare l'importanza dell'Assam, diminuire i costi di funzionamento, il trattamento dei dipendenti, inquadrare e organizzare il settore fito sanitario.
Per quanto riguarda i costi di funzionamento, basta vedere i primi articoli della legge, si evince subito che questo principio viene ottemperato, nel senso che non esiste più l'amministratore unico, ma esisterà il direttore con compiti ben specifici. Ci sarà il rappresentante legale dell'ente che verrà nominato tra i funzionari della Regione o tra gli enti che la Regione controlla, senza maggiori costi. Questo è importante, nel senso che il funzionario, il dirigente della Regione Marche che assumerà la qualifica di direttore dell'Assam non comporterà costi supplettivi, sarà pagato alla stessa maniera, con la stessa qualifica. Questo obiettivo lo si raggiunge attraverso il direttore ed attraverso il revisore unico, togliendo praticamente il collegio dei revisori, quindi, la revisione dei costi viene centrata con la riforma degli organi.
Per quanto riguarda il trattamento del personale che è poi disciplinato all'articolo 7, avevamo, dicevo, dipendenti Assam il cui contratto di lavoro era quello del comparto del commercio e dipendenti il cui contratto di lavoro era quello del pubblico impiego, ora vengono equiparati con lo stesso contratto legato al pubblico impiego. Nell'articolo rimane la contrattazione che viene unificata per quanto riguarda la valutazione aggiuntiva del trattamento economico dei contratti all'Assam, chiaramente secondo quelle che saranno le disponibilità delle risorse che l'Assam stesso avrà sulla base delle direttive che la Giunta darà. Sia il revisore dei conti sia il direttore dell'Assam saranno nominati dalla Giunta.
Due obiettivi sono centrati, la riduzione dei costi ed il trattamento del personale, purtroppo abbiamo stralciato e sarà completamente stralciato con un emendamento presentato, che noi approveremo, che porteremo alla votazione e ne chiederemo l'approvazione, il paragrafo r) dell'articolo 1 che riguarda il comparto del fito sanitario in quanto c'è una discussione nazionale relativa alle competenze e all'inquadramento del personale del fitosanitario. Settore importantissimo anche questo, perché noi siamo una regione altamente esposta all'ingresso di vegetali, piante, di tutto quello che può comportare l'introduzione di malattie, come il caso del castagno con l'introduzione della vespa cinese, avendo il porto, avendo l'aeroporto. Il servizio fitosanitario per la nostra agricoltura è estremamente importante. Dobbiamo ritornarci, in questa legge lo stralciamo proprio perché aspettiamo i riscontri del dibattito nazionale dopo di che ci ritorneremo e sarà anche questo riformato.
In conclusione, una legge che aveva tre obiettivi principali di riordino, e non di riforma complessiva. La diminuzione dei costi si ottiene con il direttore e con il revisore dei conti. Importantissimo è il fatto che gli organi verranno mantenuti, sottolineato all'articolo 10, fino alla scadenza del loro mandato. L'operazione del revisore dei conti e del direttore partirà dalla prossima legislatura, a fine mandato, anche per problemi legati ai contratti.
Altro obiettivo raggiunto quello della disciplina del personale. Per quello del fitosanitario aspettiamo il dibattito nazionale e ci ritorneremo.
Tutto questo per confermare, al di là delle sfumature che su alcuni passaggi della legge ci saranno sicuramente, l'importanza dell'Agenzia, dell'Assam, per il lavoro che svolge in un settore così importante, soprattutto in questo periodo di crisi economica, e per le risposte che dà all'economia marchigiana.

Presidenza della Vicepresidente
Rosalba Ortenzi

PRESIDENTE. Ha la parola la relatrice di minoranza Consigliera Romagnoli.

Franca ROMAGNOLI. Potrei esordire alla Peter Pan sulla riforma che non c'è, perché questa è una delle tante riforme, o riordino, sbandierate da questa Giunta. Viene inserita anche nella relazione illustrativa, si parla di una serie di riforme che avremmo fatto e che invece, chi sta in I Commissione lo sa, sono tutte naufragate per compromessi, per rimaneggiamenti, per veti, per compromessi politici, così come avviene per l'Assam, per il mantenimento di questo o quel Presidente.
L'Assam aveva già dato perché avemmo, ai tempi, una norma addirittura ad personam per giustificare la compatibilità di un Presidente che aveva altro incarico nell'ascolano, quindi una riforma che, fa bene il Consigliere Traversini, ho notato che lessicalmente ha più volte parlato dicendo: "aveva degli obiettivi, avevamo degli obiettivi", perché se si legge la relazione e se si studia il testo finale è tutt'altro. Tutt'altro perché i fitosanitari ci hanno fatto sapere che non poteva l'Assam avere le funzioni fitosanitarie, non delegabili, quindi, incostituzionale sarebbe qualora mantenessimo queste funzioni e peggio ancora qualora avessimo trasferito il personale così come appunto "avevamo". Non è avvenuto, c'è stata la soppressione di questa parte così propulsiva e riformatrice della legge, non c'è più.
"Avevamo" perché si parla di revisore, di direttore unico e non va in vigore da oggi. Chiaramente non vi devo spiegare i problemi politici, veramente non sono tanto chiari, perché parliamo di forze e di partiti neanche presenti in Aula che continuano però, evidentemente, a condizionare la vita del Governatore, di questa Regione. Non è tanto chiaro, però è chiaro che ci sono stati dei compromessi e delle compensazioni, delle caselle ancora da riempire, per le quali il Presidente non decade oggi, nè fra poco, nè fra 60 giorni, come chiediamo con degli emendamenti, ma il direttore unico sarà addivenire, quindi, lasceremo questo grande risparmio alla futura legislatura.
Il revisore unico, queste sono le riforme che la Giunta fa, da tempo riduce i controlli, l'unica cosa che facciamo da anni, ne abbiamo una serie, sulla nomina dei revisori da tre si passa ad uno, dove invece, non dico la minoranza, ma la collettività deve, attraverso l'organo tecnico, esercitare il controllo ed esercitare i suoi poteri ispettivi, li riduciamo, per il resto tutto rimane come prima.
E' una beffa, ma è una beffa come l'Ersu che si è fermato, come l'Erap che si è fatta una cosa ed adesso vediamo che i problemi di maggioranza sono tali per i quali oggi non si discute, una legge svizzera, definisco, che non è venuta neanche in I^ Commissione, che ci siamo trovati, noi stessi che abbiamo in I^ Commissione cercato di riformare l'Erap, a leggere dall'ordine del giorno, così come è per tutti quegli enti che, se notate, se leggete la relazione introduttiva, vengono nominati. Noi questa vis riformatrice di questa Regione non l'abbiamo sperimentata, tanto meno, ripeto, vista in I^ Commissione che si trova ogni volta di fronte a questa rivoluzione da compiere, poi l'effetto annuncio, il Presidente Spacca che va avanti, marcia indietro, si fermano gli atti, nonostante lavoriamo e lavoriamo anche in maniera intensiva, prima con la ex Presidente e ora con lo stacanovista Presidente Perazzoli.
Problemi di maggioranza che pesano incredibilmente, non si sta riformando nulla, soprattutto non si sta tagliando. La razionalizzazione, io vorrei si quantificassero i costi e i risparmi di questa legge e domani, quando sul giornale direte che c'è stata la grande razionalizzazione, il grande contenimento di spesa dell'Assam, vorrei che qualcuno facesse due conti, non c'è un euro in meno, per lo meno da qui a fine legislatura perché non abbiamo neanche avuto, non avete, e noi proveremo a introdurre questo risparmio con l'emendamento che proponiamo perché addirittura proponiamo anche l'abolizione dell'Assam, le funzioni precipue non le può e non le potrebbe svolgere perché ci sono fiumi di contestazioni giuridiche del fitosanitario che ci dicono che sono competenze nazionali. non delegabili, quindi non delegabili se non all'organo politico e quindi all'Assessorato ed alla Regione, non delegabile agli enti di secondo grado.
Facciamo si che avvenga tutto, che faccia tutto l'Assessorato, il risparmio non c'è o per lo meno non c'è da ora, le funzioni qualora approvassimo, stiamo anche attenti a questo, abbiamo stralciato il personale, abbiamo mantenuto le funzioni, perché con un gioco di abrogazioni varie le funzioni restano, ripeto fitosanitarie, siamo sub judice perché ci hanno detto chiaramente, con diffide legali di ogni tipo, che ci sarà, su questo punto, contenzioso.
Potevamo, come abbiamo detto, aspettare che questo venisse risolto, non lo abbiamo fatto perché intanto i risparmi corrono. No, neanche i risparmi perché, ripeto, non abbiamo tagliato il CdA, né mandato a casa il Presidente, né fatto nessun taglio significativo, per cui i risparmi saranno, anche questi, solo promesse, saranno un'utopia. Ecco allora la totale inutilità di questa riforma di cui oggi ci occupiamo e di quanto ci occuperemo perché poi sull'emendamento che sposta una casella del Presidente o di chi sarà, magari parleremo un'ora o due, ma, purtroppo, sono altre le questioni che questa riforma non risolve, che non è, ripeto, la riforma che non c'è, da chiamare come tale.
Diffido, poi, la maggioranza politica, qualora porti a casa questo atto non modificato, che non accolga gli emendamenti che vanno davvero, quelli si, nella direzione del risparmio e della razionalizzazione immediata, a farne domani un effetto manifesto, l'effetto annuncio: "abbiamo riformato" come se avessimo tagliato, avessimo risparmiato, avessimo risolto i problemi economici, così non è, e saremo duri oggi come domani a contestare, qualora la propaganda prevalga come sempre, sui contenuti e sugli atti di questa Regione.

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere Bucciarelli.

Raffaele BUCCIARELLI. Devo dire che il tono del relatore di maggioranza e collega Traversini fa onore alla sua onestà intellettuale e politica perché far parte di una maggioranza obbliga, a volte, ad illustrare, esplicitare cose che, magari, verrebbero spiegate in altri modi, ma partecipare ad una maggioranza ha questi obblighi e, quindi, rendo onore alla sua onestà.
Ringrazio il Vicepresidente che mentre parliamo di questa che viene propagandata come una riforma importante, di un ente importante come l'Esam, è solo a rappresentare la Giunta. Dove sarà mai questo nuovo, capace, potente Ministro dell'agricoltura che dovrà proporre al Consiglio regionale la programmazione 2014-2020? Dove sarà mai? Non sente il bisogno di discutere, non era ad Arcevia alla presenza di Vandana Shiva, personaggio di spessore mondiale, però ha mandato un interprete tanto capace che dopo dieci minuti è stato ufficialmente contestato e sostituito.
Queste sono le figure che facciamo con il nostro Assessore all'Agricoltura!
Veniamo al merito, io so che questa non è una riforma, e quello che più mi dispiace è che riguarda un ente come l'ex Esam, oggi Assam, che era un po', come dire, la nutella per i bambini, per gli agricoltori l'Assam è questo spalmato sul territorio, non c'è funzionario, non c'è dirigente, non c'è dipendente dell'Assam che per il prestigio di cui gode su tutto il territorio regionale, non sia conosciuto dagli agricoltori.
L'Assam ha seguito, ha promosso, ha agevolato la trasformazione dell'agricoltura marchigiana, l'ha accompagnata passo, passo, l'ha modernizzata con la formazione professionale, con le consulenze agli agricoltori, con i controlli, con la promozione, nonostante, come diceva il Consigliere Traversini, il 40% dei dipendenti Assam abbia un contratto di dipendenti del commercio. Pensate quanta è stata l'attenzione, negli ultimi anni, degli Assessori all'agricoltura, qui c'è anche una critica alle amministrazioni passate, è ovvio, erano attente ad occupare il posto di amministratore unico, a volte ci sono stati amministratori unici che hanno chiamato dirigenti, funzionari ai caselli autostradali per firmare gli atti perché non avevano tempo di andare nella sede. Queste sono cose che dico a microfono aperto perché riferite dal personale dell'Assam e non credo che l'Assessore di turno non conoscesse queste cose.
Ho proposto insieme ai colleghi una legge che tempestivamente la Giunta, dopo una settimana, ha quasi depotenziato perché ha proposto la sua che è quella che oggi discutiamo.
Io pensavo di valorizzare il patrimonio umano di competenza dell'Assam, pensavo si facesse chiarezza sul personale, pensavo si fosse coerenti con il bisogno che questa Giunta sbandiera di contenere la spesa pubblica - guardate non c'è niente di personale nei confronti dell'amministratore unico, che è persona che io reputo amica e politicamente molto più vicina di tanti colleghi che siedono qui, guardate io vengo da una scuola politica secondo la quale la questione morale insiste soprattutto nell'occupazione delle istituzioni da parte dei partiti - l'ho detto al Presidente Spacca e glielo ripeto attraverso la sua persona, i debiti elettorali si pagano con soldi propri non con soldi della Regione. L'amministratore unico, è stato detto anche qui, era una promessa di prima delle elezioni che è stata mantenuta. Le promesse si mantengono con soldi propri, di tasca propria, non facendo pagare ai contribuenti. Allora che senso ha, se veramente volete tagliare la spesa pubblica, se siete così bravi, il 2 agosto avete fatto una delibera che taglia i fondi agli anziani non autosufficienti, ai disabili gravi - avete tagliato a questi i fondi, vergognosamente, mettendo in ginocchio i Comuni - e non siete capaci di far rispettare un minimo di morale e di dire al Presidente della Giunta questo debito non lo paghiamo più, da oggi l'Amministratore unico dell'Assam come figura non esiste più. Non ne siete capaci, nessuno della maggioranza! La Giunta ha discusso di questo?
Forti con i deboli, deboli, anzi, insignificanti con i potenti. Ecco perché questa non è un legge che può avere il mio voto favorevole. Non c'è una scelta sul futuro dell'Assam, non c'è una scelta sull'agricoltura, perché oramai si è formata, in questa Regione, la logica che gli agricoltori, una volta avuti i fondi, spartiti, dell'Unione europea, nulla abbiamo più a pretendere. Cosa volete che sia l'agricoltura rispetto a tutti gli altri settori che economicamente, secondo loro, sono più pesanti? Quindi non c'è ed allora la routine diventa riforma. La riforma dell'Assam. Finalmente i dipendenti, che hanno un contratto da dipendenti del commercio, avranno un contratto da dipendenti pubblici, questa è la riforma. Di tutte le conoscenze, della possibilità di utilizzarle ai fini di una programmazione da qui al 2020 e di proporla all'Unione europea, in modo più incisivo, in modo tecnicamente adeguato, non se ne parla perché non esiste.
Voterò gli emendamenti di cui parlava la Consigliera Romagnoli, ma ovviamente non posso votare questa legge che mantiene in piedi uno degli aspetti più brutti e più spregevoli della mala politica, quello di pagare gli impegni e le promesse elettorali con i fondi di tutti.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zinni.

Giovanni ZINNI. In realtà temo che non dovrò aggiungere molto perché i Consiglieri Romagnoli e Bucciarelli hanno ben centrato le questioni.
Mi sento di rinforzare un attimo il ragionamento, innanzitutto il discorso sulle competenze.
Non si riesce a capire quali siano le reali competenze nuove, si riesce solo a capire, con l'inserimento anche del fitosanitario, che si spera nella vecchia logica dei rapporti fra Stato e Regioni per cui se uno ha qualche argomento in più, magari arriva qualche soldo in più. Io ho la sensazione, e questo è un tema centrale, che questo Governo nazionale, purtroppo, senza il coraggio di dirlo, stia piano, piano, iniziando a svuotare di competenze le Regioni, le Province, i Comuni e questo avviene sempre nella logica del rigorismo dell'Unione europea. Adesso lo accenno qua, ma spero che ci saranno altre occasioni all'interno di questo Consiglio regionale, credo che sia ora di iniziare a contestare questa Unione europea, credo che sia ora di iniziare a pretendere di rivedere tutte le norme sul patto di stabilità, credo che sia ora che il Governatore della Regione, la Giunta, il Consiglio, abbiano il coraggio di dire chiaramente al Governo che non ci accontentiamo di occupare una poltrona se le Regioni non possono più incidere realmente nella vita dei cittadini e forse è bene iniziare a restituire le deleghe.
Questo è un tema che spero venga sviluppato in questa stagione politica.
Per quanto riguarda nello specifico questa proposta di legge, innanzitutto è inaccettabile che ci si mascheri sempre dietro le riforme di spending review per fare i giochi di prestigio nei confronti del personale, già in Italia sono accadute cose indecenti, come pensare che chi fa lo stesso mestiere abbia contratti di lavoro a livello normativo diverso. Questo dovrebbe farci riflettere su come è stata gestita male la Regione in passato. La Regione in passato ha mescolato dipendenti che hanno vinto un concorso pubblico della Regione con dipendenti che, per salvarli da altri pasticci, hanno avuto il contratto del commercio, poi i pasticci sono delle reazioni a catena, quindi, non voglio minimamente entrare nella logica della guerra fra bande, nella logica di chi è il buono, di chi è il cattivo, però sta di fatto che se la politica prima o poi non dice basta, questi meccanismi, questi giochi di prestigio continueranno a stratificarsi, creando problemi su problemi, evidenziando che il metodo di contrattazione previsto da questa proposta di legge è quantomeno singolare. Noi abbiamo assistito dapprima alla spesa del personale dell'Assam a bilancio della Regione, poi è stata tolta come spesa del personale ed è stata trasferita, la pari somma, direttamente all'Assam come contributo con cui pagare il personale. Questo aveva messo in allarme i sindacati, ma anche il sottoscritto che aveva sollecitato la Giunta a rivedere questo meccanismo, invece oggi siamo in piena attuazione.
Vale a dire che noi andiamo a togliere dalla pianta organica il personale regionale distaccato all'Assam, non trasferito, giochi di prestigio su giochi di prestigio, andiamo a diminuire la pianta organica esistente. Poi aggiungiamo che si prevede una contrattazione in seno all'Assam, quindi, non è più la Regione, la Giunta regionale che tratta il contratto integrativo ma in questa legge si dice che lo farà l'Assam, ma a che titolo giuridico? In base a quale legge italiana vengono fatte queste forzature?
Io sono una persona fortemente aperta sulla flessibilità nella contrattazione del lavoro, ma non è pensabile, viva Dio, che si faccia senza leggi. Questa non è flessibilità, questo è, con un colpo di mano ambiguo, mettere le mani avanti, ma su che cosa? Non si sa, potrebbe essere che l'Unione europea, se la crisi continua, fra un anno e mezzo, ci dica di licenziare, allora questi sono soggetti facilmente licenziabili perché di fatto li abbiamo tolti dalla Regione, pur essendo vincitori di concorso, oppure, molto più semplicemente, potrebbero essere vittime di strane mobilità coattive, neanche tanto preannunciate, vale a dire li abbiamo trasferiti senza dirglielo, anche se le norme del lavoro dicono che in un caso del genere un dipendente regionale che vuole trasferirsi definitivamente all'Assam lo deve manifestare in termini di volontà.
Riassumo: è una legge che non sviluppa competenze prettamente locali in autosufficienza di bilancio, ma auspica qualche soldino da Roma che non arriverà.
E' una legge che fa "la furba" e di fatto va a fare pasticci nei confronti del personale.
Infine il problema politico, ora io non mi voglio scagliare contro il povero Carrabs, ma francamente, in un momento in cui un Consigliere regionale, come il sottoscritto ed altri, ha dovuto rinunciare al vitalizio, non in questa legislatura, non per essere bravo e farsi vanto di non so bene che cosa, ma semplicemente per cercare di avere la possibilità di parlare di più con la gente, di riavvicinarsi alla gente - un sacrificio fatto volentieri, un gesto fatto volentieri per cercare di parlare con la gente- vorrei capire una cosa: il Consiglio regionale è il luogo eletto dal popolo, dovrebbe essere il luogo in cui si dà la linea politica alla sanità, e la sanità è come una scatola cinese di persone che si fanno gli affari loro dalla mattina alla sera, dovrebbe essere l'organismo che detta la linea politica alla Giunta, ma la Giunta non dialoga né con il Consiglio, né con la sua maggioranza, dovrebbe essere il luogo dove noi andiamo a decidere come applicare la legge nazionale delle società partecipate, anche qui noi dobbiamo essere utili idioti al servizio di una logica furbesca, per ratificare che andiamo in deroga alla contrattazione collettiva, gli scienziati del diritto, allora voto contro ad una cosa del genere, anche se in buona fede, perché non sono abituato a fare i processi alle intenzioni, anche se fatta nell'ottica di allargare una maglia per un poveraccio da assumere in Regione, per bypassare un po' il patto di stabilità, però c'è una cosa che la gente non sopporta più ed è che la politica cambi sempre le carte in tavola e le leggi non vengano mai rispettate.
Fino a quando in Italia la legge sulla contrattazione sarà netta e chiara io credo che noi non dobbiamo fare storture, interpretazioni, cose ambigue, già all'Assam furono fatti pasticci in passato, oggi se vogliamo fare veramente chiarezza dovremmo quantomeno chiedere a quei dipendenti regionali, se si vuole procedere in questo senso, se vogliono tornare a lavorare in Regione.
Sarebbe l'atto più doveroso, serio e rispettoso della legge che si può fare.
Come Consigliere regionale ho presentato qualche emendamento per cercare di sminuire questa storpiatura, questa interpretazione eccessiva dei commi 4 e 5 e qualora venissero accolti, unitamente a quello della Consigliera Romagnoli che chiede alla maggioranza politica l'assunzione di responsabilità togliendo da subito l'amministratore unico, sarò aperto a questa legge, altrimenti voterò fermamente contro.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Poche considerazioni anche accogliendo le indicazioni che il dibattito ha già dato a quest'Aula.
E' evidente, lo dico alla Consigliera Romagnoli, che la cifra di questa riforma non è così alta, siamo consapevoli di questo e siamo anche consapevoli che se uno avesse voluto ottenere chissà quale risparmio dalle dimensioni delle riforme degli enti strumentali si sarebbe reso subito conto che da quella operazione non sarebbe derivato un granché di risparmio, però questa maggioranza, questa amministrazione, può iscrivere nel proprio bilancio, rispetto al tema del risparmio complessivo, una cifra molto consistente perché, se non ricordo male, un paio di finanziarie fa, quando noi prendemmo le mosse dalle vicende anche nazionali sui costi della politica, abbiamo prodotto qualche milione di risparmio iscritto a bilancio, mi pare nove milioni ma non vorrei ricordare male.
Per cui per questo riordino, come ricordava giustamente il Consigliere Traversini, di questo si tratta, e insieme a tutti gli altri passaggi, noi possiamo dire che questa Giunta regionale, questa maggioranza, il risparmio lo ha ottenuto e lo ha operato.
Se uno prende in sè per sè le riforme dei singoli enti strumentali si rende conto che forse si poteva fare molto di più, non vedo l'Assessore Canzian, forse chiederà il rinvio della discussione sull'Erap perché, fra l'altro, i nuovi atti dell'Erap relativi alla riforma che inizia adesso, qualche ambiguità, qualche polemica la potrebbero anche innescare. Di questo siamo consapevoli e questo è fuori di dubbio, per cui se ci aspettavamo una riforma colossale rispetto a qualche ente strumentale probabilmente non siamo andati in quella direzione, è giusto riconoscere alcuni limiti, pur tuttavia è giusto, rispetto alla questione relativa alle malattie delle piante, dei fitofarmaci e così via, riferibile anche ad una discussione nazionale, forse anche attendere, ma è giusto che la Commissione abbia fatto questa operazione.
Rispetto al resto credo che quelle risorse che noi risparmiamo, mi riferisco sempre alla Consigliera Romagnoli ed anche al Consigliere Zinni che lo ha ricordato, devo dire la verità, troveranno risposte non oggi, troveranno risposte nel 2015, perché anche la soluzione di ridurre il Consiglio da 42 a 30 è un'operazione di risparmio della spesa pubblica che avrà corso dal 2015, così anche lo status dei Consiglieri regionali, noi abbiamo pensato di affondare il risparmio, di scrivere questa cifra in bilancio in riduzione per la pubblica, ma lo abbiamo fatto, anche rispetto al nostro status, a partire dal 2015.
Per cui, in realtà, come dire, affondare, chiedere la testa di qualcuno subito, mi sembra un'operazione che si possa fare, ma ha a che fare con una coerenza rispetto a ragionamenti che hanno riguardato non solo gli enti strumentali ma i Consiglieri stessi, una realtà in progress che guarda alla data 2015. Fatto salvo, come diceva il Consigliere Traversini, che l'Assam è una struttura utilissima per operare ricerche, dare risposte all'agricoltura. Ha la funzione di valorizzare la qualità delle nostre eccellenze enogastronomiche marchigiane ed ha anche un programma in corso, un lavoro che i dirigenti, i tecnici e chi la dirige hanno impostato e che si concluderà nel 2015, per cui credo che sia giusto, e chiudo, che gli enti strumentali in qualche modo vengano profondamente riformati. Penso che il futuro dell'Assam, dal 2015, sarà un futuro che guarderà ad una struttura completamente diversa da quella di oggi, assolutamente si, la Giunta potrebbe riassorbirla, ma adesso, ad un anno e mezzo dalla scadenza, credo sia giusto far completare quel tipo di lavoro che è stato impostato, è stato richiamato anche il lavoro utile per il sistema agricolo di questa regione, farlo completare con una riforma che ovviamente non ha il peso che ci aspettavamo, ma che comunque va nella direzione giusta e nell'insieme, come dicevo e chiudo, questa Regione, un pezzo alla volta, il risparmio della spesa pubblica lo ha ampiamente ottenuto, siamo, mi pare, in fondo alla classifica, siamo comunque la Regione che spende di meno.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Finora ho sentito interventi sull'organizzazione e sulla struttura, ma interventi di carattere politico, io vorrei approfittare, mi dispiace che non ci siano molti Assessori, e puntare l'attenzione sulla questione degli ispettori fitosanitari e della funzione fitosanitaria che è stata accorpata, unica Regione oramai in Italia, all'interno dell'Assam che è un ente pubblico di diritto privato. Tra l'altro ho presentato anche un emendamento che chiede proprio di togliere dalle funzioni dell'Assam quella del controllo fitosanitario perché questa è una funzione statale di controllo terza, che non può essere assegnata a un ente, anche se pubblico, di diritto privato.
Questo perché c'è un'infrazione comunitaria proprio per le carenze organizzative del servizio fitosanitario in Italia, e le Marche, rispetto a questo, nel rapporto tra ispettori necessari e ispettori in servizio, sono al penultimo posto in Italia, sono al 20º posto, con carenze di personale superiori al 70%, quindi serve un'azione decisa di riforma del servizio fitosanitario regionale, lasciato da tempo in una situazione di incuria e non seguito in maniera opportuna. Tra l'altro anche i nuovi indirizzi comunitari tenderebbero, per esempio, ad inserirlo anziché all'interno dell'Assam all'interno dell'Assessorato all'agricoltura, come è, per esempio, il servizio veterinario.
Questo è importante anche perché ci sono gravi situazioni di crisi fitosanitaria nelle Marche con problematiche sia a livello di verde urbano, di produzione vivaistica, con il punteruolo rosso, che in campo agricolo, con la vaiolatura delle drupacee, la flavescenza dorata della vite, ed in campo forestale con il cinipide del castagno, come aveva ricordato prima il collega.
Problematiche che richiedono un impegno forte da parte dell'ente Regione oltre la tradizionale funzione di controllo, non dimentichiamo che c'è un porto nella regione Marche e tantissime merci, anche al di fuori dell'Europa, arrivano in Europa tramite il porto di Ancona, quindi, è importante che ci sia una funzione di controllo da parte degli ispettori fitosanitario della Regione Marche.
Questa proposta di legge non risolve le carenze strutturali del servizio e ne peggiora le condizione operative, addirittura prevede il trasferimento delle funzioni pubbliche all'interno dell'Assam, peraltro ho visto che dopo il mio emendamento di soppressione del punto r) anche la stessa Commissione ha inserito l'emendamento.
L'altra questione riguarda il personale, bene il passaggio per il personale dell'Assam dal contratto del commercio al contratto degli enti pubblici, però è anche vera la questione che ha sollevato il Consigliere Zinni che il personale distaccato della Regione Marche e lo stesso personale fitosanitario non può essere, in qualche modo, di fatto, come dire, inserito in una contrattazione che dipende dalle possibilità di bilancio e trasferito come personale di un ente di diritto privato.
Anche qui ho fatto un emendamento per distinguere le due questioni, cioè il personale che era esterno alla Regione migliora la sua situazione passando da un contratto del commercio ad un contratto di diritto pubblico, il personale regionale rimane nella situazione esistente, non si vede perché debba peggiorare in qualche modo, tra virgolette, quella che è la sua posizione di dipendente regionale e non accedere più di diritto alla contrattazione come dipendente regionale.
Queste sono due questioni che riguardano il personale, ma la questione fondamentale è che dopo questa legge il Consiglio regionale, l'Assessorato al personale, l'Assessorato all'agricoltura, devono pensare al servizio fitosanitario, è una funzione statale, che deve essere organizzata nella funzione di tutela della biodiversità, sia di tutela dei beni, delle culture, degli alberi, dei beni ambientali regionali, che di tutela dei consumatori, perché attualmente con il personale sottodimensionato al 70%, rispetto a quelli che sono i fabbisogni di fatto, la funzione di controllo, anche rispetto al porto di Ancona, rispetto alla qualità di quello che viene importato dalla nostra regione Marche, è forzatamente ridotta, con possibili danni per tutto quello che è il patrimonio ambientale e culturale della nostra regione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Natali.

Giulio NATALI. Solo cinque secondi, la mia è una richiesta, vorrei chiedere l'intervento dell'Assessore Malaspina sul tema, perché ritengo che al di là del relatore di maggioranza e di minoranza ci debba essere anche il parere dell'esecutivo.

PRESIDENTE. Credo che se l'Assessore Malaspina intende intervenire chiederà la parola, noi non dobbiamo sollecitare nulla.
Ha la parola il Consigliere Perazzoli.

Paolo PERAZZOLI. Caro Presidente, cari colleghi, questa mattina a me pare di stare dentro una grande fiera, la fiera delle contraddizioni, si predica il termine riforma, si praticano e si presentano emendamenti per lo status quo, questa è la verità, per cercare di strappare qualche consenso tra i dipendenti, senza avere quella forza per essere coerenti con il predicato.
Dice il Consigliere Bucciarelli, testuale: "tra tutti gli agricoltori c'è un grande prestigio per l'Assam", ...

(Interrompe il Consigliere Bucciarelli)

Paolo PERAZZOLI. Dopo parliamo pure di questo. Si dice che la struttura gode di grande prestigio, ma poi si critica e si afferma che bisogna riformare tutto, ma se funziona bene, bisogna razionalizzare alcuni aspetti non stravolgerli.
La logica! Per questo parlo di contraddizioni.
Poi dice: "forti con i deboli e insignificanti con i potenti". Carrabs sta qui dietro a me, adesso con tutto ..., mettere Carrabs tra i potenti io faccio una grande fatica, ...

(Interrompe il Consigliere Bucciarelli)

Paolo PERAZZOLI. ... a me personalmente nessuno mi ha mai imposto niente, nemmeno quando facevo il militare, figuriamoci se me lo impone qualcuno qua dentro, se sono convinto faccio, se no ...

(Interrompe il Consigliere Bucciarelli)

Paolo PERAZZOLI. ... e infatti ne ho subìto le conseguenze.
La questione del Presidente è un accordo politico del tutto legittimo nella definizione della maggioranza di Governo. Non è legittimo quando riguarda qualcuno e illegittimo quando riguarda altri, poi dopo la simpatia o l'antipatia verso Carrabs o quel movimento ci può stare. Sapeste quante ce ne ho io con i verdi!
Questo significa che non posso sfogare qui una posizione personale, c'è un ragionamento, un accordo politico. D'altra parte strada facendo si è andato razionalizzando sempre di più il Governo dell'Assam, però se diciamo che la struttura funziona bene, quanto meno Carrabs non fa danni. Insomma un esame di coscienza tra di noi ce lo dovremo fare, perché qualche danno qualche volta si fa, quindi è già un apprezzamento, perché spesso chi governa fa danno anziché aiutare il buon funzionamento.
Voglio ricordare, oltre le cose che ha detto il mio capogruppo che condivido, i dubbi che abbiamo avuto quando si è fatta la scelta drammatica e drastica del licenziamento di Ruta, sul fatto se si potesse interrompere un contratto firmato per un certo periodo in modo unilaterale. Credo che queste cose vadano fatte, dice qualcuno non fare agli altri quello che non vuoi venga fatto a te, con un minimo di senso di serietà e di sobrietà. Abbiamo avviato un procedimento che porterà a questa soluzione.
Dice il Consigliere Zinni "non voglio entrare in una lotta tra bande", un termine un po' forte quando parliamo di dipendenti, però presenta un emendamento che conferma la contrattazione separata che, secondo me, conferma ed è il contrario di quello che dice, ...

(Interrompe il Consigliere Zinni)

Paolo PERAZZOLI. No, no, ... se è un obbligo di legge il Governo la impugnerà, vedremo, poi andremo ad un giudizio di merito, però se c'è una cosa che questa legge innova veramente è proprio quella di unificare, basta parlare non con Carrabs, l'innominabile che mi protegge le spalle oggi, ma con la dirigente dell'agricoltura che dice che portare tutto in un unico contratto rende più agevole il governo della struttura, ma se noi diciamo questo e poi rifacciamo la contrattazione separata, siamo punto e a capo. Allora tanto vale stare come stiamo adesso. Siccome questo è uno degli aspetti più significativi, ne abbiamo discusso, io credo che gli emendamenti andrebbero bocciati.
L'ultima questione sul controllo fitosanitario perché spesso parliamo per le veline che ci vengono date, voglio essere brutale, senza approfondire il tutto, perché nessuno di noi è tuttologo, ma quando ci si dà un foglio vogliamo capire che cosa c'è scritto! Sappiamo che il controllo fitosanitario senza il supporto degli impiegati Assam, dei dipendenti Assam non può funzionare, quindi c'è commistione, c'è un intreccio, è chiaro che va fatto, abbiamo recepito questa protesta, che anche qui vuole mantenere lo status quo, siccome è una materia nazionale appena avremo la regolamentazione nazionale la rimodificheremo.
Per questo mi pare che non sia né un provvedimento, né un colpo di mano, approvare certi emendamenti sarebbe un colpo di mano, come spesso capita in Consiglio, dove nella confusione vengono approvate delle cose non ragionate, quindi, credo che abbiamo fatto un buon lavoro e, nel votare gli emendamenti, dobbiamo affidarci alla somma capacità del relatore di maggioranza Consigliere Traversini.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Ciriaci.

Graziella CIRIACI. Non posso non intervenire su questa proposta di legge in quanto ho avuto più volte modo di verificare il lavoro di questo ente, vorrei sottolineare le sue funzioni e soprattutto le capacità e le competenze che sono all'interno.
Il testo ripropone i servizi che l'Assam sta proponendo ed ha sempre proposto, sono i servizi specialistici di certificazione, di certificazione di qualità, di valorizzazione dei prodotti, di valorizzazione delle razze animali, i servizi specialistici per le attività di sperimentazione, per il non ogm, per i progetti in materia di agroalimentare, e di sperimentazione, per quanto riguarda la tartuficoltura, ma anche per quanto riguarda, diciamo, le nuove qualità, anche della frutta, come nel caso della pesca.
Fatto questo piccolo cappello, vorrei dire una cosa, ho sentito parlare molto di attribuzione di posti, di attribuzione di capacità, di attribuzioni di ruoli dati dalla politica, mi scuso con tutti i colleghi perché mi sento proprio di fare un'accusa a noi tutti, quaranta, quanti siamo, non è possibile che oggi stiamo discutendo di questa legge parlando solo ed esclusivamente di chi avrà il ruolo di Presidente, di chi andrà a dirigere questo ente e non ci rendiamo conto di quanto importante sia e lo sarà per il futuro di questo territorio. Avremo poi la programmazione del nuovo piano di sviluppo rurale che durerà altri sei anni, nessuno di noi ha parlato di questo fino a questo momento, di quanto importante sia l'Assam per la certificazione, ma una certificazione che sia al di sopra delle parti.
Il Consigliere Bucciarelli effettivamente ha fatto un piccolo accenno a questa situazione, io voglio dire che l'agricoltura, l'agroalimentare, il settore che oggi sta trainando la crescita di questo territorio, non può essere mortificata parlando solo di posti politici, sedie politiche, impegni che possono essere ancora una volta ripartiti.
Ho ascoltato con attenzione la relazione del relatore di minoranza, Consigliera Romagnoli, che approvo assolutamente, che dice che questo atto non dà una soluzione, effettivamente questa legge non ci dà una soluzione, sono assolutamente d'accordo, però vorrei dire, e questo lo sottolineo in modo assolutamente fermo e spero possa essere accolto, non possiamo mortificare chi ha lavorato per tanto tempo sui progetti che l'Assam ha portato avanti e, soprattutto, non possiamo mortificare il lavoro dei ragazzi all'interno di questa struttura. Il SITRA della Regione Marche certifica i prodotti agroalimentari, e la rintracciabilità è stata attuata molto prima che la legge comunitaria avesse reso il regolamento obbligatorio. I ragazzi che ci lavorano mettono passione e professionalità, quindi, attenzione a non mortificare questa legge, ma soprattutto non mortifichiamo il comportamento di chi lavora, di chi ha lavorato all'interno di questo ente. Facciamo in modo che il loro lavoro possa essere valorizzato e soprattutto facciamo in modo che l'ente certificatore sia conosciuto. Oggi ci sono enti certificatori nazionali e non soltanto regionali che si fanno pagare dalle aziende fior di quattrini e le nostre aziende agroalimentari hanno pagato questi enti certificatori che venivano da fuori, senza conoscere cosa stava facendo l'Assam all'interno della nostra struttura.
Cerchiamo di metterlo in sintonia, di far capire che cosa sta facendo, che cosa ha fatto, che cosa ha garantito e che cosa garantirà, mettendo all'interno non persone politiche, decise da una parte e dall'altra, ma persone competenti che possono dare una risposta seria a questo territorio.

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Malaspina.

Maura MALASPINA. Grazie presidente.
Signor Presidente, colleghi Consiglieri, attraverso il riordino dell'Agenzia regionale per i servizi del settore agroalimentare delle Marche, istituita dalla legge 14 gennaio 1997 numero 9, si intendono perseguire due fondamentali obiettivi.
Il primo è quello di ridurre i costi di funzionamento e il secondo è quello di disciplinare il trattamento giuridico del personale, ma cosa ancora più importante le funzioni degli addetti al controllo fitosanitario.
Sotto il profilo di ridurre i costi di funzionamento, la proposta di legge fa seguito ad altri interventi legislativi di carattere organizzativo assunti negli ultimi anni e finalizzati alla riduzione della spesa corrente regionale. Vanno ricordati al riguardo la riforma del servizio sanitario regionale, con l'accorpamento delle funzioni in capo alle Aree vaste territoriali, la soppressione dell'Ente fieristico regionale, la direzione di importanti enti strumentali, quali l'Arpam e l'Assam, affidata a dirigenti regionali al fine di evitare corresponsione di compensi aggiuntivi a soggetti esterni, la sostituzione dei collegi dei revisori Arpam e Assam con la figura di revisore unico, l'unificazione dell'Erap come Erap Marche, eccetera.
Per quanto riguarda il secondo obiettivo, la proposta di legge si prefigge di riorganizzare e potenziare il personale fitosanitario Assam. Questo aspetto è stato molto sottovalutato, ma è un aspetto di fondamentale importanza in questo periodo. Proprio questa mattina mi sono trovata ad affrontare un grave problema che sta minacciando una parte del nostro territorio: è il tarlo del legno che sta attaccando diverse specie e si ha paura che possa attaccare addirittura le piante da frutto, la cosa avrebbe un aspetto drammatico.
Ormai stanno arrivando da noi diversi elementi patogeni dall'Asia, come è già avvenuto per il punteruolo rosso o per la castagna, quindi, unito a questo c'è anche il tarlo del legno che ci preoccupa non poco, per cui non ci sono soluzioni.
Potenziare il personale fitosanitario dell'Assam, perché un malfunzionamento dello stesso, oltre ad accrescere i rischi di diffusione nella nostra regione di agenti patogeni potenzialmente dannosi per l'agricoltura marchigiana, porterebbe anche a limitazioni se non a divieti di esportazione delle nostre produzioni non rispondenti alle norme sanitarie. Quindi, il servizio fitosanitario svolto dall'Assam costituisce una garanzia di fitosanità per il commercio, in particolare l'export delle piante, come forma di prevenzione per l'introduzione e la diffusione di nuove malattie che determinerebbero un costo sia economico che ambientale. Le Marche, infatti, sono una delle regioni con più ampie superfici agricole e boschive, con due punti di entrata strategici: l'aeroporto di Falconara e il porto di Ancona, oltre ad un considerevole numero di imprese vivaistiche, si pensi ad esempio a quelle site lungo la vallata del fiume Aso, ed ad una crescente attività commerciale di import export di materiale vegetale oggetto di autorizzazioni e controlli fitosanitari.
Al fine di organizzare i punti e potenziare il servizio fitosanitario regionale si introduce, con questa legge, la figura del tecnico fitosanitario e si prevede la possibilità di reperire personale qualificato stipulando convenzioni con le amministrazioni degli enti locali, le università, i laboratori diagnostici e gli istituti di ricerca, quindi, non mi dilungo di più, ritengo questa legge necessaria, giusta, per cui va approvata.

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

Sull'ordine del giorno

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Canzian.

Antonio CANZIAN. Presidente, intervengo solo per chiedere all'Assemblea la possibilità di rinviare, alla prossima seduta assembleare, l'esame della proposta di legge n. 299 relativa alle politiche abitative.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Emendamento 01/1 dei Consiglieri Marangoni e Romagnoli. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Articolo 1.
Emendamento 1/1 del Consigliere Binci. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento 1/2 del Consigliere Perazzoli. Decaduto

Emendamento 1/3 del Consigliere Zinni. Decaduto

Articolo 1 così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 5.
Emendamento 5/1 dei Consiglieri Marangoni e Romagnoli. Ha la parola il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. L'emendamento riguarda il revisore unico. Noi chiediamo che il revisore unico venga estratto a sorte tra gli iscritti nel registro di cui al comma 1, qui il tema è di civiltà, lo chiamerei così, perché se il revisore unico lo nomina la maggioranza il controllore non c'è, controlla se stesso.
Vogliamo essere seri o vogliono prenderci in giro? Se siamo seri e se davvero vogliamo che il revisore svolga la sua funzione, deve essere estratto a sorte, come è successo anche in altri casi, in altre leggi di questa Regione.
Se invece vogliamo prenderci in giro, tanto vale abolire il revisore, perché non serve a nulla, se davvero vogliamo fare un discorso di controllo, di efficienza, come a parole abbiamo detto di voler fare, nei fatti dobbiamo estrarlo a sorte, in modo tale che sia una persona non pregiudizialmente a favore della maggioranza.

Presidente. Ha la parola il Consigliere Zinni.

Giovanni ZINNI. Credo che sia opportuno lasciare a verbale di questa seduta che l'ultima normativa nazionale proposta dal Governo e approvata dal Parlamento ha stabilito il sorteggio per le Regioni, per gli enti locali e quant'altro.
Credo che sia doveroso non fare l'ennesimo gioco di prestigio e adeguare anche le partecipazioni della Regione e degli enti locali a questo tipo di meccanismo, credo sia un atto di trasparenza e di serietà politica, quindi voterò a favore.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Traversini.

Gino TRAVERSINI. Per quello che diceva il Consigliere Zinni abbiamo chiesto spiegazioni, non ci risulta l'obbligatorietà del sorteggio, rimane in piedi il regolamento per quanto riguarda la presentazione da parte dei Consiglieri e la nomina della Giunta. Invito a votare contro.

PRESIDENTE. Emendamento 5/1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 6. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 7.
Emendamento 7/1 del Consigliere Binci, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Massimo BINCI. Questo emendamento precisa una cosa che oltretutto potrebbe essere sottintesa, ma non è chiara sicuramente, al comma 3 si parla del rapporto di lavoro del personale proprio dell'Assam, disciplinato dal contratto collettivo di settore, si parla di personale proprio, ma c'è il personale che è della Giunta, dipendente della Giunta regionale e fitosanitario, che già sottostà ad un rapporto di lavoro, che non è stato trasferito all'Assam, ma che è sempre dipendente regionale e che continua, in qualche modo, ad avere quel rapporto di lavoro diretto con la Regione e sottostà a quelli che sono i diritti degli altri lavoratori regionali.
Penso che sia una cosa minimale, quasi sottintesa, però, come ha detto il Consigliere Zinni, noi non possiamo distaccare il personale regionale oltre il fitosanitario con un trasferimento mascherato, quindi è il minimo. Da voci di corridoio sia l'Assessore al personale che l'Assessore all'agricoltura sembravano favorevoli a questa interpretazione che non modifica la legge, ma semplicemente tiene conto di quella che è la realtà, cioè che c'è del personale che è dipendente della Regione e che sta distaccato presso l'Assam.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zinni.

Giovanni ZINNI. Ho presentato un emendamento analogo e vorrei aggiungere, rispetto al Consigliere Binci, solamente una considerazione. Vale a dire cerchiamo di non fare confusione sui livelli di contrattazione, la contrattazione collettiva di base è stabilita da norme nazionali e da accordi nazionali tra sindacati e rappresentanti datoriali, leviamoci dalla testa, e lo dico al Consigliere Perazzoli, senza voler polemizzare, di fare confusione, non siamo noi che ricordiamo la legge a voler cercare qualche voto, noi siamo qui per fare un favore anche a voi della maggioranza ed evitare di violare la legge, perché la contrattazione collettiva di base non è di competenza individuale. Chi sono i soggetti? Non è l'Assam, un dipendente della Regione contratta con la Regione, non esiste violazione, quello di cui voi vi state avvalendo è una stortura sull'integrativo, la contrattazione integrativa a maggior ragione deve essere fatta dalla Regione anche per quelli del commercio, non è il contrario, cioè portare i dipendenti della Regione in contrattazione inferiore fatta dall'Assam, ed è per questo che io tutelo anche quelli con il contratto del commercio, dobbiamo prendere quelli del commercio e portarli a contrattare con la Regione sull'integrativo e capire quali sono le differenze oggettive che non sono mutabili e quelle che invece sono avvicinabili.
L'impalcatura della norma così come è è sbagliata e, al di là che il Ministero la impugni o meno, sappiate che scoppierà un inferno di ricorsi dopo questa approvazione, quindi, invito i Consiglieri a votare l'emendamento di Binci, uguale al mio, che serve a rimettere in una carreggiata di legalità questa legge.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Traversini.

Gino TRAVERSINI. Sulla legalità non commento anche perché gli uffici ci dicono che questo è possibile metterlo nella legge, poi saranno i ricorsi, gli effetti dei ricorsi a dirlo.
Volevo solo aggiungere che abbiamo fatto uno sforzo, proprio perché nasceva la problematica di equiparare nel contratto la parte regionale dei dipendenti dell'Assam, permettendo alla struttura di lavorare in modo possibile.
E' chiaro che la contrattazione decentrata, se separata, diventa un elemento di divisione che fa camminare su due binari il lavoro dei dipendenti regionali da quelli dell'Assam, creiamo divisione che non permette di facilitare il lavoro dell'Assam. Su questo inviterei a ragionare. E' la Regione, di fatto, alla fine a contrattare, lo è di fatto perché se leggete l'articolato dice che le direttive le dà la Regione, l'Assam secondo le sue possibilità economiche, ma chi stabilisce i finanziamenti all'Assam è la Giunta regionale. Di fatto credo che questo sia un elemento di riforma e non fa venire meno il ragionamento che alla fine sarà la Regione a dare le direttive e a dare i finanziamenti che permetteranno anche di trattare e di far star tranquilli chi pensa di rimetterci qualcosa.

PRESIDENTE. Emendamento 7/1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 7/1 bis del Consigliere Zinni. Decaduto

Emendamento 7/2 del Consigliere Binci. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 7/2 bis del Consigliere Zinni. Decaduto

Articolo 7. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 8. Soppresso

Articolo 9. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 10.
Emendamento 10/1 dei Consiglieri Marangoni e Romagnoli. Ha la parola il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Illustro questo ed anche il successivo per brevità. Quest'emendamento riguarda la durata dell'incarico e dice che gli organi e il Direttore generale dell'Assam in carica decadono dopo 60 giorni dalla data di entrata in vigore di questa legge.
L'emendamento successivo, per brevità, dice che l'Amministratore unico dell'Assam, attualmente in carica, decade entro 60 giorni dall'entrata in vigore della presente legge.

Presidenza del Vicepresidente
Giacomo Bugaro

PRESIDENTE. Emendamento 10/1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 10/2 dei Consiglieri Marangoni e Romagnoli. Ha la parola il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. L'amministratore unico dell'Assam, in carica, decade entro 60 giorni dall'approvazione della presente legge.

PRESIDENTE. Emendamento 10/2. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 10/3 dei Consiglieri Marangoni e Romagnoli. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 10/4 del Consigliere Perazzoli. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 10 così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Brevemente. Io ho presentato una serie emendamenti tra cui quello accolto relativo al fatto che l'Assam non potesse prevedere le funzioni del servizio fitosanitario, e questo è stato accolto. L'altra questione è quella dello stralcio dell'articolo 8 che prevedeva che l'Assam reclutasse personale per svolgere funzioni fitosanitarie ed è stato prorogato anche per l'abrogazione della lettera r); rimane la questione della contrattazione del personale dipendente della Regione Marche che non è stato accolto, ma probabilmente se ci sarà un contenzioso di fronte al tribunale da parte dei dipendenti verrà risolto in quella sede, comunque sia questa legge sana quella che è la situazione, diciamo, contrattuale di tutto il personale dell'Assam. Semplifica un po' la struttura, cioè il personale dell'Assam passa da un contratto del commercio ad un contratto di ente pubblico, quindi, sostanzialmente do un giudizio positivo, ricordando alla Giunta la necessità di potenziare il servizio sanitario che è sotto organico del 70% nella Regione Marche anche per tutelare settori importanti della nostra economia, quindi, concludo dando il mio voto favorevole alla legge.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Zinni.

Giovanni ZINNI. Io mi sento in dichiarazione di voto di ribadire il mio voto contrario anche perché vorrei, ed auspico, che questo Consiglio regionale e la sua Giunta, ma soprattutto il suo Presidente Spacca, iniziassero una seria riflessione su quelli che sono i ruoli, perché nella votazione in corso è palesemente accaduto che la maggioranza si è spaccata, c'è una parte della maggioranza che ha votato gli emendamenti presentati dal Consigliere Binci, dal sottoscritto e dai Consiglieri di minoranza, parzialmente mitigato dall'assenza di alcuni Consiglieri del centro destra, determinante, per un voto, a far passare questa, per me, brutta riforma.
La riflessione è che forse la maggioranza non è più maggioranza e la minoranza non è più nella sua integrità minoranza, invito il Presidente della Regione a valutare di dimettersi entro l'anno e di sciogliere questo Consiglio regionale perché, mi sembra, che non sia più rappresentativo, né delle forze politiche esistenti in Italia, ma soprattutto degli asset chiari e netti nei confronti del territorio.
Lo dico senza polemica perché credo che prima o poi ognuno debba decidere con chi stare e perché, diciamolo a tutti i marchigiani, di lavorare in questo modo non se ne può più.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Massi.

Francesco MASSI. Preannuncio un voto di astensione del gruppo del PdL, intanto precisando che non occorre ... ognuno si auto dichiara ...
Volevo dire che non ci occorre nessuno escamotage per dare un parere su questo provvedimento e, quindi, rassicuro il Consigliere Zinni che non ci sono grandi strategie, tutto è alla luce del sole, credo che la Consigliera Ciriaci, per quanto riguarda il gruppo, abbia espresso perfettamente quello che pensiamo.
Parlo di astensione perché, oggi non c'è il Presidente, però c'è il Vicepresidente e la Giunta, mi pare che stiamo andando ad uno spezzettamento dei provvedimenti che riguardano la governance e, quindi, anche sugli enti di cui abbiamo parlato ad inizio legislatura e sui quali si è aperta spesso una discussione, ricordo Ersu, Erap, Arpam, ricordo l'Agenzia sanitaria e anche l'Assam. Avevamo sempre auspicato un'impostazione un po' complessiva per affrontare, diciamo, anche la loro riforma, che per qualcuno a volte è soppressione, per altri è unificazione. Noi della I Commissione, collega Perazzoli lo sappiamo, li affrontiamo continuamente, però dall'opposizione devo rimarcare questa carenza, abbiamo sempre sollecitato una visione unitaria nell'affrontare ente per ente l'organizzazione, la finalità, la funzionalità e anche i vertici, e non scappiamo via inorriditi di fronte anche a discussioni politiche, come diciamo noi, di occupazione politica, sappiamo che si verificano.
Per quanto riguarda l'Assam ci interessa, la Consigliera Ciriaci lo ha detto nel dettaglio, l'importanza del settennato che stiamo per affrontare, per cui non ci facciamo male da soli, dobbiamo organizzare al meglio, Presidente Cardogna, tutta la nostra strategia per andare a prendere, brutalizzo, i soldi, dove probabilmente ci sono ancora e questo è l'interesse delle Marche.
Questo ci induce, ripeto, a non fare qui un gioco al massacro, le nostre critiche permangono, anche sulle vicende del personale.
Ringrazio il Consigliere Bucciarelli che ha citato, mi pare, anche la questione dei vivaisti dell'Assam che avevano quel contratto commerciale e mi premuro di dire che è dal 2003 che abbiamo presentato interrogazioni e mozioni su questo problema.
Conosciamo tutte le carenze, tutti i limiti, il contenuto, lo ha dato la collega Ciriaci, che condividiamo, strategicamente voglio rassicurare il collega Zinni, non c'è nessuna strategia di trattativa, nessun sotterfugio, ma alla luce del sole, strategicamente sottolineiamo la carenza di una visione complessiva e per questo ci asteniamo.

PRESIDENTE. Proposta di legge n. 230, così come emendata, la pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Zinni, Acquaroli, Natali.

Favorevoli: Acacia Scarpetti, Badiali, Bellabarba, Binci, Busilacchi, Camela, Canzian, Cardogna, Comi, Donati, Eusebi, Giancarli, Giannini, Latini, Luchetti, Malaspina, Marconi, Mezzolani, Ortenzi, Perazzoli, Pieroni, Ricci, Sciapichetti, Traversini.
Contrari: Acquaroli, Bucciarelli, D'Anna, Foschi, Marangoni, Romagnoli, Silvetti, Zaffini, Zinni.
Astenuti: Bugaro, Ciriaci, Marinelli, Massi.

(L'Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. Da più parti, mi chiedono di fare la proposta di legge sulla Lega del Filo d'Oro e poi chiudere i lavori.

Proposta di legge n. 344 (testo base)
ad iniziativa della Giunta regionale
“Riconoscimento della particolare specificità dell’attività multidisciplinare svolta dalla Lega del Filo d’Oro”

Proposta di legge n. 343
ad iniziativa del Consigliere Latini
“Misure per il riconoscimento del valore sociale e peculiare dell’Associazione nazionale denominata ‘Lega del Filo d’Oro' - Osimo"
(abbinate)
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le proposte di legge n. 344 ad iniziativa della Giunta regionale e n. 343 ad iniziativa del Consigliere Latini, abbinate. Ha la parola la relatrice di maggioranza Consigliera Ortenzi.

Rosalba ORTENZI. E' una proposta di legge che si avvale solo di un articolo, non è una legge vera e propria in quanto è solo un semplice ma importante riconoscimento che viene attribuito ad una associazione, alla Lega del Filo d'Oro, che tutti noi conosciamo che sicuramente non è conosciuta e riconosciuta solo a livello locale, regionale, ma nazionale.
La Lega del Filo d'Oro svolge un'attività importantissima ed insostituibile, con questo testo, con questo unico articolo della proposta di legge della Giunta si va a riconoscere la particolare specificità dell’attività. E’ un’attività multidisciplinare che viene svolta dalla Lega del Filo d'Oro, diventata un punto di riferimento forte, determinante per l'assistenza, l'educazione, il recupero, la riabilitazione e, punto fondamentale, il reinserimento che credo sia l'obiettivo fondante ed importante per i soggetti e per le persone sordo-cieche che hanno handicap plurimi psichici e sensoriali.
La Lega del Filo d'Oro è accreditata dalla Regione Marche, il centro residenziale di Osimo è riconosciuto dal Piano sanitario regionale 2003/2006 quale Unità speciale residenziale e può ospitare utenti provenienti da tutte le regioni italiane con una retta a carico delle Asl di provenienza.
E’ operativa dal 1999, una sede territoriale che svolge un lavoro di rete intenso con i servizi della zona e sviluppa anche progetti di tipo socio-assistenziale ma soprattutto socio-educativo, quindi un’attività complessa, un’attività preziosa. Credo che insieme alla Comunità di Capodarco, anch'essa un fiore all'occhiello in questo settore socio assistenziale, rappresenti un grande valore per tutta la regione Marche che ci deve far sentire orgogliosi per l'attività delicata che viene portata avanti in maniera molto professionale.
Che dire ancora, nel 2011 il Centro di Osimo ha ospitato tantissimi utenti, vi do anche i numeri: 296 utenti per un totale di 16.556 giornate effettive per ricoveri a tempo pieno, circa 3.500 giornate a degenza diurna e 1.450 ore per trattamenti ambulatoriali e domiciliari. Proprio in ragione della particolarità del bacino d'utenza e dell'esperienza che si è maturata nel corso degli anni la Lega ha allargato la propria attività a tutto il territorio nazionale, aprendo strutture in altre località, Vedo qui il Consigliere Binci che potrebbe raccontarci e narrare un po' tutto il percorso di questa associazione, veramente incredibile, che abbiamo la fortuna di avere nel nostro territorio marchigiano. Si sono aperte altre strutture con particolare attenzione a soddisfare l'elevato bisogno di assistenza degli utenti.

PRESIDENTE. Scusi collega, non so se ci rendiamo conto della confusione che c'è in quest'Aula!

Rosalba ORTENZI. Il lavoro che viene portato avanti dagli operatori dell'Associazione va riconosciuto, questa legge, questa proposta di legge lo riconosce, direi anche che è un atto dovuto, sopratutto perché si può anche attivare, avviare un percorso per ottenere finanziamenti e giusti sostegni, non solo da parte dello Stato, sappiamo, purtroppo, che i trasferimenti verso le Regioni anche in questo settore sono sempre più risicati, con la speranza anche di attivare percorsi virtuosi per avere qualche finanziamento dall'Unione europea.

PRESIDENTE. Ha la parola la relatrice di minoranza Consigliera Romagnoli.

Franca ROMAGNOLI. Nulla da aggiungere, è una legge di cui conosciamo la drammaticità dei casi ospitati in questa struttura. Anche personalmente credo che ognuno di noi avrà i suoi rapporti, la sua sensibilità con questa eccellenza, auspico che oltre al riconoscimento, ripeto, doveroso, oltre alla forte attenzione che stamattina dimostriamo, per cui ringraziamo i presentatori di questa iniziativa, poi si traduca il tutto in circuiti anche europei e canali di finanziamento e di aiuto sostanziale a questa realtà che ne ha tanto bisogno e che fa parlare al meglio le Marche e la nostra collettività marchigiana.

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere Latini.

Dino LATINI. Ringrazio per la presentazione in Aula di questa legge che vede coinvolta in merito anche una proposta avanzata dal sottoscritto.
Segnalo, accanto a quanto detto in maniera molto chiara ed esaustiva dalle due relatrici, l'importanza della Lega del Filo d'Oro, sorta nel '67, non soltanto per la nostra realtà marchigiana, ma per tutta l’Italia con i suoi oltre 10 centri che vanno da Lesmo fino a Termini Imerese per l'aiuto nei confronti delle persone pluri minorate e per l'attività che nel corso di questi decenni ha svolto proprio in un'ottica che oggi viene sempre più riconosciuta.
L'80% ed oltre dei fondi che contribuiscono praticamente allo svolgimento dell'attività della Lega del Filo d'Oro sono prettamente privati, quindi, è la dimostrazione effettiva che ci può essere un profilo di interventi sociosanitari anche di natura privata che ha una forza di penetrazione.
Per quanto riguarda il pubblico la proposta di legge avanzata dalla Giunta va a compendiare l'intervento che la Regione Marche aveva promesso e, in qualche modo, finanziato l'allora Ministero della Sanità per la realizzazione della nuova struttura della sede della Lega del Filo d'Oro, oltre 15 anni fa, e che oggi, attraverso questo recupero della richiesta al Ministero, potrà consentire una parte dei fondi necessari, oltre 70 milioni, alla realizzazione della nuova sede che è partita, per quanto riguarda i lavori, proprio in questi giorni.
Per quanto riguarda invece la proposta di legge che andava in qualche modo a compenetrare la prima, quella della Giunta, presentata dal sottoscritto è finalizzata al conseguimento delle finalità di carattere sociale, civile e di solidarietà che la stessa Regione Marche ha riconosciuto alla Lega del Filo d'Oro oltre all'importante riconoscimento che la stessa ha avuto nel '74 e nel '76, dal Ministero della Sanità, come istituzione di riabilitazione, e nel '76 come centro di riabilitazione e istituto sperimentale da parte del Ministero della pubblica istruzione.
La mia proposta voleva e vuole incentivare lo sviluppo del volontariato nel settore specifico del recupero e del reinserimento delle persone sordo cieche e dei pluri minorati psico-sensoriali quale espressione della libera partecipazione dei cittadini alla vita ed allo sviluppo della società, inoltre intendeva promuovere percorsi formativi di educazione e di sensibilizzazione anche nell'ambito scolastico già portato avanti dalla Lega del Filo d'Oro, volti a conoscere la loro sordo-cecità come disabilità specifica unica con l'obiettivo del loro reinserimento.
Il tutto non sottovalutando la promozione per la formazione professionale dei soggetti operanti nel settore della riabilitazione, recupero e reinserimento delle persone sordo-cieche e pluriminorate psicosensoriali, per finire con l'individuazione specifica di forme assistenziali con riferimento particolare alla fornitura di sostegno personalizzato mediante guide comunicative e di interpreti.
Ho presentato due emendamenti alla proposta di legge della Giunta che vanno in questa direzione e che segnalano non soltanto la proposta di legge una tantum, come giustamente ha detto la Consigliera Ortenzi, ma che vanno a coprire il vuoto anche economico ...

PRESIDENTE. Colleghi per cortesia ...

Dino LATINI. ... che si era creato rispetto all'originale intervento a favore della Lega del Filo d'Oro, e tutta la serie di attività che annualmente, anche sottostimata dal punto di vista economico finanziario, la stessa Lega svolge a favore delle persone che si trovano in questo stato di particolare difficoltà e comunque a favore dell'assistenza e della socialità delle Marche.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Voglio intervenire su questo atto perché ho la fortuna e l'onore di aver lavorato presso la Lega del Filo d'Oro e di esserne tuttora dipendente, la fortuna di incontrare le persone, le famiglie che frequentano l'associazione.
E’ un’associazione no profit che anche con oculate campagne di sensibilizzazione è riuscita a realizzare tante sedi in tante parti d'Italia e che sta realizzando la nuova sede.
Detto questo intervengo per dire che, proprio perché è una legge specifica per l'associazione presso cui sono dipendente, non parteciperò al voto anche per evitare un conflitto d'interessi.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Emendamento 1bis/1 del Consigliere Latini. Lo pongo in votazione,

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento 1bis/2 del Consigliere Latini. Lo pongo in votazione,

(L'Assemblea legislativa non approva)

(Voci fuori microfono)

PRESIDENTE. La Consigliera Foschi è presente, … ha votato verde la Consigliera… Ripetiamo la votazione sull’emendamento 1bis/2.

(L’Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 344, così come emendata, la pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Sull'ordine del giorno

PRESIDENTE. Colleghi, come da accordi, chiuderei qui la seduta. ...
Ha la parola il Consigliere Bucciarelli.

Raffaele BUCCIARELLI. Propongo ai colleghi Consiglieri di discutere il punto 6 all'ordine del giorno relativo al Regolamento per la gestione e tutela dei molluschi bivalvi. E' una storia che si protrae da troppo tempo, dobbiamo prendere una decisione per mettere nelle condizioni migliori tutti i pescatori di poter operare.

PRESIDENTE. Faccio quello che decide l'Aula. Ha la parola l'Assessore Giannini.

(fuori microfono interviene l’Assessore Giannini)

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Badiali.

Fabio BADIALI. Anch’io sono d’accordo nel discuterlo perché quello che è importante è il regolamento che per loro è una cosa vitale.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carloni.

Mirco CARLONI. (inizio intervento fuori microfono)... con il ritiro di tutti gli emendamenti e senza discussione votiamo il regolamento.

PRESIDENTE. Va bene mi sembra che l'intenzione sia quella di fare il punto 6, lo devo porre in votazione? No, va bene.

Proposta di regolamento n. 7
ad iniziativa della Giunta regionale
"Modifiche al regolamento regionale 19 ottobre 2009 n. 6 ‘Gestione e tutela dei molluschi bivalvi in attuazione dell’articolo 13, comma 2, della legge regionale 13 maggio 2004, n. 11’”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di regolamento n. 7 ad iniziativa della Giunta regionale. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Badiali.

Fabio BADIALI. Con questa proposta di regolamento sono apportare alcune modifiche al regolamento regionale n. 6 del 2009 relativo alla gestione dei molluschi bivalvi. Si tratta di modifiche di carattere tecnico, avanzate dai Presidenti dei quattro Cogevo, i Consorzi operanti sul territorio regionale, e concertate con i rappresentanti della Consulta per l'economia ittica regionale.
L'articolo 1 abroga la lettera b), del comma 2, dell'articolo 2 del regolamento in vigore che prevede che l'adesione ad un Consorzio riguardi esclusivamente natanti che abbiano rinunciato per il periodo di adesione al Consorzio ad altre licenze di pesca, in pratica l'eliminazione della lettera b) consente alle imprese di pesca dei molluschi bivalvi, in possesso di più licenze, ad esempio lo strascico, di aderire ad un Consorzio e al contempo utilizzare anche le altre licenze per i periodi di fermo temporaneo.
L'articolo 2 precisa che il prelievo dei molluschi è effettuato nel rispetto della normativa sanitaria in materia di classificazione delle zone di produzione e raccolta.
L'articolo 3 risolve un problema legato alla diminuzione della percentuale delle imprese aderenti al Consorzio, in pratica la Regione riconosce i Consorzi qualora ai medesimi aderisca almeno il 75% del compartimento o dell'area di pesca individuata, al di sotto di tale percentuale la Regione è obbligata a revocare l'affidamento della gestione della pesca dei molluschi nell'area assegnata.
Con la modifica proposta una volta avuto il riconoscimento e l'affidamento della gestione il Consorzio lo mantiene anche con un numero di aderenti inferiore al 75%, purché non scenda al di sotto del 50, pertanto qualora la percentuale scenda al di sotto del 75%, ma sopra il 50, la Regione concede un anno di tempo affinché il Consorzio possa ricostruire la propria base di aderenti ritornando alla percentuale del 75 necessaria per garantire la rappresentatività del Consorzio e, quindi, mantenere il riconoscimento che è un fatto molto importante perché all'interno del Consorzio ci sono poi le regole da condividere e da gestire insieme.
Se dopo un anno questa percentuale non è stata ricostruita la Giunta regionale provvederà alla revoca della gestione della pesca, secondo quanto previsto dal regolamento stesso.
L'articolo 4 sostituisce l'articolo 5 del regolamento regionale n. 6 del 2009 in materia di piani di gestione e ne definisce in modo chiaro e dettagliato i contenuti.
Il piano oltre a contenere le misure tecniche, i quantitativi pescabili espressi in chilogrammi - non più in sacchi, prima erano a sacchi, ma un sacco può pesare 10 chili come 20 chili -, il periodo di fermo, eccetera, contiene anche una relazione consultiva delle attività svolte al fine di responsabilizzare maggiormente i Consorzi di gestione e conferire al piano una maggiore valenza scientifica. La modifica introduce la sottoscrizione del piano oltre che dal proponente anche dal ricercatore afferente un istituto di ricerca riconosciuto dal Ministero.
L'articolo 5 inserisce il dirigente della struttura regionale competente in materia di sanità pubblica veterinaria tra i membri del Comitato di coordinamento istituito dal regolamento regionale n. 6 del 2009 con funzioni di controllo e monitoraggio.
In più questa mattina la Commissione si è riunita prima del Consiglio, alle 9,30, e c'è una proposta unanime della Commissione per inserire quest'altro emendamento, cioè la modifica al comma 7, dell'articolo 5 e parla di "eventuali variazioni alle misure tecniche contenute nel piano di cui al comma 1, qualora non incidenti sullo sforzo di pesca da comunicare in forma scritta, da ciascun consorzio, alla struttura organizzativa regionale competente in materia, alla Capitaneria di porto competente per territorio, alle imprese aderenti e non aderenti al Consorzio, esecutive anche nei confronti dei pescatori non aderenti al Consorzio medesimo a decorrere dal giorno successivo a quello della data di affissione all'albo della Capitaneria". Per intenderci questo punto detta delle regole che devono essere rispettate da tutti anche da quelli che non sono aderenti ai Consorzi perché non ci possono essere pescatori di molluschi di serie A, di serie B, di serie C.
C'è una flotta di 220 pescherecci che deve avere le stesse condizioni e le stesse regole per pescare. La Capitaneria di porto deve far rispettare questa legge che noi approviamo.
Questi sono i punti fondamentali, secondo noi, condivisi con i Consorzi e condivisi con la struttura, con l'Assessore, con la struttura tecnica della Regione ed anche dell'Università.
Lo studio che abbiamo messo in campo, per cercare di migliorare questo settore, oltre alle altre questioni già apportate nel tavolo tecnico, nel Coordinamento della consulta ittica, prevede:
un accordo condiviso fra i vari Consorzi, quello della costituzione di un fondo regionale di solidarietà alimentato dai Consorzi sulla base di un apposito regolamento per far fronte ai periodi avversi, in questo modo chi non può pescare perché non c'è il novellame, sarà inserito all'interno del fondo di solidarietà, un fondo a rotazione che può interessare tutti i Cogevo della nostra regione,
un avviamento di forme sperimentali di utilizzo delle aree non disponibili alla pesca, quali aree di crescita o di riproduzione, anche qui con dati scientifici alla mano, con controllo continuo,
miglioramento dell'informazione gestita dai Consorzi mediante tecniche di georeferenziazione dei singoli motopesca,
sperimentazione di forme di gestione che portino ad una riduzione di fluttuazioni negative in particolare con semina di novellame,
rotazione delle aree tra pesca e semina per ottenere una maggiore densità commerciale e per massimizzare l'abbondanza di seme,
difesa del prezzo tramite coordinamento delle quantità pescate in base alle esigenze di mercato,
campagne pubblicitarie mirate anche usando fondi pubblici.
Queste erano le scelte che i Cogevo insieme al tavolo di Coordinamento della consulta ittica, perciò l'assessorato ed i tecnici, avevano in precedenza valutato in maniera positiva.
Tutto questo per cercare di ridare vitalità e senso a queste nostre 220 imbarcazioni, la prima flotta peschereccia di vongole in Italia.
Successivamente con la modifica del regolamento si è ragionato anche su come poter vedere, se è possibile, una ridistribuzione delle vongolare ritornando, non all'antichità, come che era prima tanti anni fa, ma cercando di riequilibrare, diciamo così, questa cosa.
Noi abbiamo quattro Cogevo, all'inizio erano tre ed erano quelli di San Benedetto, di Ancona e di Pesaro, poi si aggiunto quello di Civitanova Marche, se non sbaglio, su questa cosa c'è stata una distribuzione delle barche, adesso se è possibile ragionare su una diminuzione dei Cogevo, dei consorzi, per arrivare a tre, possibilmente a due, io sarei favorevole anche ad arrivare a uno, con il tempo e con la condivisione, tramite soprattutto gli studi dell'Università, dei tecnici ed insieme ai Presidenti si cercherà di andare avanti su questa questione.
Come III Commissione, d'accordo con l'Assessore, come Consiglio regionale, abbiamo dato all’Assessore un mandato, l'anno scorso a novembre, troppo restrittivo, per trovare una condivisione unanime, sappiamo che trovare una condivisione unanime è una cosa impossibile in qualsiasi materia, soprattutto in questo settore delle vongolare.
L'Assessore ha fatto insieme ai tecnici quello che poteva fare: consultazioni, ricerche, discussioni, dialettica, le cose più varie, ma non si è arrivati mai ad una condivisione al 100%, l'atto è stato mandato poi in Commissione, la Commissione ha fatto delle audizioni, ha ascoltato i vari Consorzi, i vari soggetti interessati e anche lì non è che c'è stata una condivisione su questo argomento.
Una mia proposta, lo dico, in Commissione è andata in minoranza: era quella di ritornare a 3 consorzi, Ancona e Civitanova unico consorzio, Pesaro e San Benedetto, con una ridistribuzione delle 25 barche che erano di Civitanova: 3 su Pesaro, perché uno sforzo lo devono fare tutti se si vuole raggiungere un accordo, 11 su Ancona e 11 su San Benedetto.
Io lo so che questo non trova il consenso e lo premetto, c'è stato anche un voto contrario della mia Commissione, perciò su questo sono molto laico e molto aperto per dire che ognuno crede e fa quello che ritiene più opportuno, non deve essere per forza, io l'ho presentato come componente del Consiglio regionale, non come Presidente della Commissione e lo rimetto alla discussione del Consiglio, se questo passa vuol dire che è un passo nella ristrettezza dei Consorzi, se non passa vuol dire che è stato fatto un dibattito, ma l'importante è che abbiamo fatto il regolamento, che abbiamo fatto quelle cose che erano necessarie all'interno del regolamento per migliorare la pesca e per rendere più attenti i vongolari e soprattutto per renderli più uguali fra loro. Renderli più uguali fra loro significa dare le stesse opportunità a tutti, a quelli che sono all'interno dei Cogevo, a quelli che sono all'esterno dei Cogevo, a quelli che sono di San Benedetto e a quelli che sono di Pesaro. In questo modo pensiamo di poter dare una risposta costruttiva.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Marinelli.

Erminio MARINELLI. Con questa proposta si va a toccare il regolamento e certamente si cercherà di mettere mano alla suddivisione degli spazi. Problema non dico annoso, ma problema che proviene già dalla precedente amministrazione, dall'VIII legislatura, che abbiamo analizzato in III Commissione più volte, con audizioni, cercando di venire incontro a quelle che sono le necessità dei vari Consorzi che, certamente, hanno le stesse finalità: avere un buon pescato nella loro zona, contribuire al mantenimento del pescato e soprattutto non avere problemi fra di loro.
Per quanto riguarda le richieste delle associazioni di categoria sul regolamento sono state tutte recepite e c'è stato un voto unanime della III Commissione.
Il Presidente già ne ha parlato, i requisiti previsti per il riconoscimento dei Consorzi, l'obbligo di effettuare la cattura con draghe idrauliche, la necessità di mettere un dirigente nel Comitato di coordinamento, la modifica delle disposizioni relative alla revoca del riconoscimento dei consorzi di gestione, sono delle integrazioni, delle modifiche al regolamento che dobbiamo approvare. Siamo tutti d'accordo.
In questo contesto si inserisce la ridistribuzione degli spazi, haimè, certamente è difficile. Credo che molti Consiglieri non si rendano conto dell'importanza, della serietà, della difficoltà di questo problema che la III Commissione porta avanti ormai da tempo, lo ricordava il Consigliere Badiali, un terzo della flotta italiana è marchigiana, su 660 barche, 220 sono marchigiane. Quante persone lavorano, che indotto economico, quante famiglie mangiano attraverso questa attività - diamoci una regolata perché già è difficile stare in silenzio e concentrati, non mi rivolgo certamente ...- fatte queste considerazioni sulle modifiche del regolamento, sulle quali siamo tutti pienamente d'accordo, anche perché sono state richieste direttamente dall'associazione di categoria, io Presidente volevo, non tanto ripetere quello che ha già detto lei, ma fare in maniera molto succinta una sintesi di questa attività, nel senso che la pesca dei molluschi in base al Tar delle Marche del 2009 è di esclusiva competenza regionale.
La Regione nel 2009 ha fatto un regolamento che sarà modificato approvando quelle modifiche di cui abbiamo parlato adesso e nel regolamento, a suo tempo, nel 2009, la Regione aveva identificato delle aree di pesca, fino al 30 giugno 2011, questo termine è stato prorogato al 31 gennaio 2012, nel frattempo la Giunta ha dato un incarico ad inizio 2010, per uno studio scientifico, per cercare di vedere la pescosità delle varie zone.
Nel dicembre 2011 la Giunta regionale ha proposto la rideterminazione dei confini, questa non è stata approvata dalla III Commissione perché abbiamo ritenuto di soprassedere aspettando la risposta dello studio tecnico, sono dei passaggi consequenziali di questo problema, nel frattempo, nei primi mesi di quest'anno, sono arrivati i dati relativi al monitoraggio ed alla luce di questi sono state fatte delle proposte quotate dal Comitato di coordinamento, per lo meno erano quattro.
La prima proposta dagli esperti scientifici, la seconda dal Cogevo di Civitanova Marche, la terza dal Cogevo di Ancona e la quarta dall'Assessore Giannini.
In una situazione del genere ci sono una serie di emendamenti presentati, chi parla di un consorzio unico, che chiaramente ha i suoi lati positivi e negativi, chi parla di una riduzione di un consorzio in maniera tale da ridistribuire le barche fra Ancona, San Benedetto e Pesaro e chi, come il Comitato tecnico che a suo tempo disse di lasciare tutto così com'era in attesa che passassero i cinque anni e vedere la fine dello studio.
E' chiaro che qui il dibattito è aperto, io dico solo che in una situazione del genere non possiamo non prendere decisioni. Non possiamo rimandare alle calende greche una situazione di difficoltà non indifferente e non possiamo scontentare nessuno, perché abbiamo imparato, per lo meno io nelle varie audizioni, che ci sono dei momenti in cui in una zona si pesca di più ed in un'altra di meno, poi ci sono delle variabili dettate dalla temperatura, da situazioni ambientali climatiche che fanno si che la vongola soffra in maniera non indifferente a determinate variazioni.
Auspico che ci sia un dibattito sereno, soprattutto che ci sia la volontà, e questa c'è, di creare le condizioni migliori perché queste barche, questi Consorzi, possano avere la certezza del loro lavoro e possano continuare a sperare in un futuro. Chiaramente parliamo di un futuro economico, ma anche di un futuro di equilibrio sociale fra i vari distretti.
E’ al buon senso, alla buona intelligenza dei Consiglieri affrontare questo argomento, cercando di mettere da parte le valutazioni politiche, pensando soprattutto alla necessità di salvaguardare il lavoro di queste 220 barche marchigiane.

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere Zinni.

Giovanni ZINNI. Innanzi tutto ringrazio il Consigliere Marinelli perché giustamente nella sua relazione ha ricostruito anche episodi precedenti e da quegli episodi, secondo me, noi dobbiamo avere una certa oculatezza nel parlare di questo argomento.
In realtà la gestione del comparto vongole, nel corso del tempo, è sempre stata fatta dal Ministero per quelli che erano gli atti più fondamentali, è da pochissimo tempo che se ne occupa la Regione e vorrei anche ricordare che, in termini politici, la Regione voleva gestire quest'argomento. Sono anni che la Regione attendeva di gestire integralmente il comparto delle vongole e non doversi più sedere intorno ad un tavolo con il Ministero. Questo ora ci impone necessariamente un senso di responsabilità e di sensibilità non indifferente, se prima potevamo cavarcela, qualche volta, quando un provvedimento non piaceva a qualcuno, con il fatto che era frutto di concertazione a 360°, oggi non ci sarebbero scusanti, qualunque atto adotta la Regione, siamo noi.
Se da un lato questo regolamento è opportuno, è stato anche concertato con i Consorzi e, quindi, è un buon regolamento, ben visto come atto, trovo molto imprudente ed incauto andare a cercare la conta a tutti i costi su quello che è l'individuazione dei tratti di mare, ma soprattutto il rapporto del numero delle imbarcazioni in tratti di mare.
Ci sono 1000 situazioni, ci sono dei pro, ci sono dei contro, sicuramente Ancona può avere anche un vantaggio nell'aumentare il suo tratto di mare, ma voi capite che se viene ingolfata da un numero di imbarcazioni che storicamente appartengono ad un altro tratto, questo non potrebbe che essere malvisto.
Visto che c'è voluto diverso tempo per lo studio fatto dalla Regione, visto che non si è raggiunto un risultato di forte coesione fra tutti i Consorzi nella gestione, soprattutto del tratto che era di Civitanova, io non credo che sia buona pratica forzare oggi la mano e votare un’alterazione del numero delle imbarcazioni, perché andare alle calende greche sarebbe non adottare il regolamento, ma noi oggi possiamo adottare questo regolamento e andare ad individuare la forzatura sul numero delle imbarcazioni in un momento di crisi economica in cui sappiamo che anche il mestiere dei vongolari, che storicamente era ben più pasciuto e gratificante, rispetto a chi raccoglieva le sardine con la piccola pesca, oggi è in crisi ed ha cali di fatturati considerevoli con innalzamento di costi spropositati in materia di carburante, di costi del personale, eccetera, quindi attenzione. Vorrei dire al Consigliere Badiali, con assoluto rispetto, fare una conta oggi sul numero delle imbarcazioni in base al semplice principio democratico, votiamo e quello che viene fuori viene fuori, non è un atto di responsabilità da parte nostra, di sensibilità. Noi non andiamo a risolvere un problema, lo andiamo ad acuire, mentre l'adozione del regolamento, che sono convinto essere un atto unitario, potrebbe essere lo strumento da offrire ai Consorzi per iniziare a dialogare e farci fare da loro prima o poi una benedetta proposta che se non proprio unitaria sia quanto meno sia la più coesa possibile.
In definitiva, mi sento di invitare i proponenti degli emendamenti a fare attenzione, lo dico al Consigliere Marconi per quello che riguarda il consorzio unico, tutto si può fare, anche il consorzio unico, allora facciamo il tratto di mare unico, anche se fare il tratto di mare unico, oggi, di punto in bianco, autorizza tacitamente i vongolari a mettere a bordo cannoni e mitragliatrici per litigare dalla mattina alla sera. Questa è una cosa che francamente non credo si possa fare d'emblée, cotta e mangiata, oggi invito i proponenti, i Consiglieri Acquaroli e Badiali, che hanno fatto emendamenti diversi, pur comprendendo lo spirito e anche talune ragionevoli considerazioni tecniche a monte di questi ragionamenti, a sospenderli, dando altro tempo per far si che i Consorzi ricomincino a parlare fra di loro ed a valutare un po' meglio soprattutto un elemento: quello del ripopolamento delle vongole.
Più ci mettiamo nelle condizioni di rendere nuovamente florido il nostro mare di vongole e più mettiamo loro nelle condizioni di potersi parlare, con meno danni economici, quindi, mi sento di invitare tutto il Consiglio ad un atto di sensibilità, rispetto e buon senso, non per rimandare alle calende greche quel tipo di problema, ma per cercare di vedere - d'altronde la legge nazionale quando ha inventato i consorzi era nell'auspicio di una sussidiarietà orizzontale concreta, che fosse chi del mestiere, chi ci lavora ad auto regolamentarsi – dandogli un'altra opportunità perché secondo me sono persone in gamba, capaci di provare a ragionare ulteriormente, quindi, ritiriamo tutti gli emendamenti e votiamo solo il regolamento.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carloni.

Mirco CARLONI. ... votare il regolamento che è un’esigenza reale e ritirare tutti gli emendamenti che sono stati presentati, perché il regolamento è una scelta condivisa che serve al settore per disciplinarsi e per svolgere l'attività. Fra l'altro alcuni di questi comparti fra poco inizieranno e quindi hanno bisogno, quanto prima, di avere delle regole chiare e nette e questi emendamenti che sono stati fatti, tra l'altro anche con il parere contrario della Commissione, rischiano soltanto di creare un’invasione della politica e, quindi, anche speculazioni territoriali rispetto ad un settore già danneggiato dalla crisi.
Mi ricordo quando abbiamo detto in quest'Aula che avremmo lasciato i compartimenti, con l'impegno anche dell'Assessore, ad un accordo che avrebbero trovato in modo autonomo, come diceva prima il Consigliere Zinni, con il principio di sussidiarietà, cioè le imprese si auto regolamentano e si autodisciplinano. C'è ormai la consapevolezza degli imprenditori in questo settore per il rispetto dell'ambiente e della natura che deve ripopolarsi e che ha i suoi ritmi, i suoi tempi e questa autodisciplina avrebbe dovuto portare ad un accordo di cui il Consiglio regionale avrebbe preso atto.
Invece adesso assistiamo ad una conta sulla possibilità di spostare barche da un compartimento all'altro, secondo me è un grande errore, è un'invasione della politica rispetto a questa scelta - ho trovato un comunicato stampa di Impresa Marche Pesca e Coldiretti che diceva che stravolgere l'assetto del sistema della pesca delle vongole nella regione rischia di danneggiare gravemente un settore già provato dalla crisi - questo riordino viene visto soltanto come un’invasione ed è controproducente, allora sarebbe meglio ascoltare chi in questo settore ci lavora, senza speculazioni politiche, senza speculazioni territoriali.
Il settore ha bisogno non solo di questo regolamento, ma ha bisogno anche di una iniziativa politica, e mi rivolgo qui all'Assessore Giannini che sul tema è molto attenta e molto interessata, un’evoluzione normativa rispetto a questa attività di pesca che, in qualche modo, veda la Regione Marche approfondire meglio con l'Europa l'attività di pesca per dare la possibilità anche rispetto all'attività entro i 300 metri di battigia, dove c'è una battaglia a livello europeo su questo tipo di vongola. Va analizzata meglio l'attività e la normativa che disciplina questa pesca che vedrebbe una maggiore invadenza dell'attività, magari un miglior risultato per gli imprenditori che verrebbero tolti da questa continua arena tra compartimenti, per rivendicare spazi e zone di mare autorizzate, mentre ci sono delle zone interdette alla pesca che potrebbero risolvere gran parte dei problemi di cui discutiamo oggi, questo se ci fosse una migliore attività interlocutoria con l'Europa sulla disciplina di questa attività di pesca.
A questo punto quello che dobbiamo chiedere all'amministrazione è un impegno sui problemi seri che ha l'attività della pesca, non lo spostamento delle barche da un compartimento all'altro, anche perché rischiamo di cadere in alcuni giochi che non ci appartengono e vedrebbero un’invadenza della politica laddove non ci deve essere.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Foschi.

Elisabetta FOSCHI. Vorrei aprire l'intervento con una provocazione, consentitemela colleghi, noi da un lato, in ambito sanitario, vediamo che in questo Consiglio, in questa Aula, non viene portato alcun atto di programmazione sanitaria, non viene portato alcun atto per definire il numero di posti letto delle varie Aree Vaste, dei reparti, dei primariati da mantenere o da sopprimere, tutto viene considerato compito gestionale e in quanto tale affidato alla Giunta.
In realtà, secondo me, è un atto programmatorio quello sanitario che dovrebbe essere portato in Consiglio regionale, però tutto viene delegato alla Giunta. Mi riferisco alla programmazione sanitaria fino alla definizione dei posti letto per ogni Area Vasta, per singolo ospedale. Di questo l'Aula non è mai chiamata a deliberare, sulla sanità non siamo mai chiamati a deliberare, ogni atto viene assunto esclusivamente dalla Giunta con il parere della Commissione, però, guarda caso, proprio quest'Aula, a cui non viene chiesto alcun parere sulla definizione degli standard ospedalieri, sulla definizione dei posti letto, sulla definizione dei servizi sanitari, viene chiamata oggi a decidere quante imbarcazioni devono stare nel comparto di Pesaro, quante in quello di Ancona, quante in quello di San Benedetto.
Anche questa è gestione, questa è gestione che lo stesso regolamento, che andiamo oggi a modificare, prevede sia della Giunta. C'è l'articolo 6 che lo dice esplicitamente, la definizione e l'indicazione delle imbarcazioni da assegnare ad ogni comparto spetta alla Giunta, siccome la Giunta non è in grado di farlo, perché è un problema che ha da anni e che non è in grado di risolvere, allora la palla viene portata in Consiglio dove ci saranno spaccature, ci saranno divisioni, però, almeno una decisione sarà assunta. Le patate bollenti vengono lasciate al Consiglio, le attività programmatorie serie ed importanti, come quelle sanitarie, vengono ben tenute nelle grinfie della Giunta e non portate in Aula.
Questo secondo me è un paradosso che andrebbe sottolineato e andrebbe fatto anche dal Presidente dell'Assemblea perché stiamo diventando davvero un Consiglio ridicolo, non chiamato a decidere delle cose importanti, ma a risolvere le beghe della Giunta regionale.
Già per questo mi associo a chi ha chiesto il ritiro degli emendamenti e lo faccio, è una richiesta che faccio al Presidente della Commissione che sa quanto ha lavorato su questo problema, quanto si è confrontata, sa che non è stato bello chiamare a dividersi nella votazione di un emendamento, perché questo è successo già in Commissione, tra l'altro in Commissione l'emendamento che oggi viene riproposto in Aula, non è passato, quindi, con questo tentativo di voler forzare comunque il voto dell'Aula, non mi pare che si prenda troppo in considerazione quello che è stato il lavoro e l'espressione della Commissione.
Chiedo il ritiro degli emendamenti perché non c'è, non dico l’unanimità, ma la condivisione nemmeno nella maggioranza che compone questo Governo regionale, secondo me è opportuno ritirarli anche perché vanno in contrasto con lo studio che abbiamo commissionato, allora o siamo seri e commissioniamo studi e poi li rispettiamo, oppure non commissioniamo più niente, non spendiamo neanche soldi e facciamo di testa nostra, punto e basta, rispondendo solo a logiche territoriali, perché oggi, non nascondiamolo, ogni Consigliere sarà chiamato a rispondere alle istanze del territorio che lo ha eletto. Non penso che sia questo il modo migliore in cui i Consiglieri possono legiferare, per questo rinnovo l'invito a ritirare gli emendamenti, penso che tutte le forze politiche potrebbero essere di aiuto alla Giunta a risolvere seriamente il problema della pesca, abbiamo una delle maggiori flotte italiane con un ridotto tratto costiero, penso che serva un’azione incisiva verso l'Europa, anche verso le altre regioni e verso il Governo italiano perché non è un problema che si risolve spostando tre, dieci, quindici barche più a nord o più a sud, le barche quelle sono, il tratto è quello e dove spostiamo creiamo problemi, quindi, siamo seri ed affrontiamo in modo approfondito, trovando soluzioni veramente efficaci, non tampone che accontentino uno e scontentino un altro, perché non penso che siamo chiamati a questo come Assemblea legislativa, se siamo tali.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Molto rapidamente per dire che effettivamente ci troviamo di fronte ad un atto che ha prodotto, penso, per la prima volta in quest'Aula, in questi tre anni, il fatto che i due relatori di maggioranza e di minoranza siano d'accordo, e siano in minoranza, sia in Commissione che in Aula, quindi, è un atto un po' strano, un po' complesso, un po' complicato, del quale non posso non apprezzare gli appelli alla serietà che sono stati fatti dalla Consigliera Foschi, tutti lo stiamo affrontando, credo, con grande serietà, io personalmente da pochissime settimane, cioè da quando siedo in III^ Commissione. Qui ho avuto modo di apprezzare la pazienza di Giobbe del Presidente Badiali che ha cercato di mediare in tutti i modi e proprio questa sua attività dimostra quanto questa cosa non sia mediabile, per cui tutti gli appelli alla ragionevolezza ed alla mediazione cadono di fronte a quello che già è stato fatto. Tutto quello che si poteva fare da parte dell'Assessore Giannini, da parte del Presidente della Commissione, perché si addivenisse ad soluzione unitaria e condivisa, non ha sortito alcun effetto, quindi il voto alla fine, siamo in democrazia, avrà un valore relativo, come ogni voto, ma avrà un risultato assoluto, cioè quello di fare chiarezza e di mettere ciascuno di fronte alle proprie responsabilità.
Mi si consenta anche un'altra brevissima considerazione di carattere generale visto che si è parlato molto di interessi territoriali. Credo, cari colleghi, che questo fatto possa indurci almeno ad una riflessione riguardo ad un’ipotesi di riforma elettorale che va veleggiando intorno a quest'Aula, cioè quella dei collegi uninominali. Immaginate voi, oggi abbiamo una situazione di cinque collegi di carattere provinciale, cosa sarebbe una discussione su questo argomento se avessimo trenta collegi uninominali ed ognuno di noi fosse rappresentante della trota di Sefro, dell'acciuga di Falconara, della vongola di Porto San Giorgio, della cozza del Conero. Sarebbe un disastro, quindi, lo dico per inciso, perché quando tra un anno e mezzo circa, due giorni prima della chiusura dell'Assemblea legislativa, saremo chiamati a discutere, forse, di una proposta di legge di modifica della legge elettorale dovremo fare anche questa riflessione perché se, insieme alle vongole, vogliamo coltivare anche l'interesse generale, dovremo stare molto attenti perché l'interesse generale diviso per 30 collegi rischia di naufragare nella più squallida visione lobbistica.
Quarta cosa rapidissima, ho sentito dal Consigliere Zinni una considerazione che non possono non condividere, ripeto, non in tutte le dimensioni in cui l'ha detto, riguardo a questo tipo di pesca, io non sono un esperto e non so azzardare quanto debba essere il fermo, ma evidentemente quello che è stato fatto fino ad oggi, quello che possiamo ipotizzare si farà in futuro per questa modalità tecnica di pesca con questa flotta peschereccia, credo che ci imponga una riflessione che va al di là di quante barchette lasciamo in un territorio o in un altro.
Mi preoccupo del futuro di questa regione, di sapere che cosa lasceremo su questo territorio, non vorrei finire sui libri di storia regionali come quel Consigliere regionale e quell'Assemblea che hanno deciso la totale, completa, devastazione della nostra flora e della nostra fauna ittica perché questo, purtroppo, sta accadendo. Se ne sono accorti anche gli operatori di questo settore che hanno modificato le tecniche, hanno ridotto alcune operazioni, anche la potenza del pescaggio che spaccava le vongole più piccole. Tante piccole cose che abbiamo sentito in questi giorni che però non ci danno e non mi danno una piena serenità riguardo a questo e non riesco a capire come si faccia a parlare di invasione riguardo a questo.
Amici stiamo parlando del mare, come potremo parlare delle cave, come potremo parlare dell'acqua, dell'aria, questi non sono beni sui quali facciamo l'invasione perché sono appalto o appannaggio dei cavatori di pietra, di quelli che pompano l'acqua per gli acquedotti o per farci l'acqua minerale, di quelli che immettono i fumi nell'aria, questi sono beni di tutti e questo Consiglio regionale che è il padrone, il detentore di questo interesse pubblico, a nome di tutti i cittadini delle Marche, ha una chiara responsabilità.
Spostiamo, quindi, per cortesia l'atteggiamento morale psicologico su questo argomento, qui non ci sono i Consorzi che devono mettersi d'accordo su come sfruttare questa risorsa, qui c'è prima di tutto un Consiglio regionale che deve fare una valutazione assennata, pacata, moderata, tutto quello che si vuole, dobbiamo compensare e contemperare i mille interessi in gioco, ma mettiamo in conto questo primo fondamentale interesse. A questo riguardo ho presentato due emendamenti che la Commissione ha largamente condiviso nei quali, forse, non diciamo nulla di nuovo, ma rimettiamo nelle mani della Regione, si parla di Regione, ma ovviamente l'organo non può che essere la Giunta regionale, un controllo specifico annuale, Assessore Giannini, sull'utilizzo delle tecniche e sulle quantità estratte, che non può essere solo il frutto dell'accordo dei vongolari che viene sul tavolo della Regione e di un Assessore che sottoscrive.
In questa legge, in questo regolamento, così modificato, si dice che questa responsabilità in più c’è, se poi la Giunta, l'Assessore, l'organo competente, l'organo tecnico, convalida quella scelta se ne assume tutta la responsabilità, almeno scriviamo che annualmente si fa una verifica, dicendo che forse l'anno prossimo dovremo utilizzare una tecnica diversa, diminuire o aumentare le quantità a seconda dei casi, perché le cose non ci consentono di farle come le abbiamo fatte negli anni precedenti e questo, ripeto, nel rispetto dell'ambiente, ma anche nell'interesse di chi vuole campare con questo tipo di attività perché se poi alla fine arriveremo alla desertificazione, come credo stiamo arrivando, di questo prodotto ed anche del fondale marino, non avremo più l'ingombro ed il fastidio di fare discussioni di questo tipo.
Vado rapidamente alla conclusione per dire che nel secondo emendamento che presento, quello sul Consorzio unico, mi sembra di essere in linea con tutti i ragionamenti fatti, ma poi ci si dice che questa sarebbe la cosa ideale ma non è possibile perché incontriamo ..., ma amici sto dicendo che il Consorzio unico non parte domani, Consigliere Zinni, ma parte alla fine del 2014, apertissimo a qualsiasi sub emendamento che dica facciamolo a metà del 2015, cioè ci diamo del tempo, ma ci diamo anche un obiettivo. Mantenere lo status quo significa che rispetto a questa situazione ed a tutte le considerazioni anche negative che abbiamo fatto sull'argomento non decidiamo nulla. Questo non è un emendamento che guarda al territorio, io non parlo né di barche, né di divisione territoriale, faccio un discorso di carattere generale che è quello che ho sentito per tre anni in Giunta - se c'era il Presidente Spacca, ma il Vicepresidente Canzian lo sa bene - abbiamo sempre lavorato nell'ottica, dall'Ersu, all'Erap, a tutti gli altri enti, di organizzarci su base regionale ed è il minimo per avere un'economia di scala, per avere un controllo serio, per non disperdere decisioni e non parcellizzare, a volte, anche attività amministrative che rischiano di fare più danno che bene.
Trovare un bilanciamento in mezzo a tutto questo è un risultato impossibile, lo dice chi vede questa roba da due mesi. Giustamente l'area di San Benedetto lamenta il fatto che una divisione lineare e parallela alla costa non tiene conto del fatto che a San Benedetto non c'è fondale, come non c'è a Civitanova, come non c'è a Pesaro, forse di tutte le zone quella del pesarese è la più serena, la più tranquilla, non a caso la posizione dei pesaresi è quella più conservativa rispetto allo status quo, cioè fotografiamo l'attuale e non succede niente, Ancona è disturbata dalla presenza del Conero, qualcuno ha una presenza storica di barche superiore o gonfiate, c'è questa anomalia nel sub comparto di Civitanova Marche e non facciamo la storia, sappiamo come e perché è stata creata, quindi, chiudo, raccomandando che si giunga rapidamente al voto, dicendo che alla fine il ripristino delle tre aree come veniva proposto, come viene proposto dal Presidente Badiali, può essere anche una posizione di partenza o se volete una provocazione rispetto alla difficoltà di arrivare al consorzio unico.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Badiali.

Fabio BADIALI. E’ un chiarimento, innanzitutto mi complimento con i Consiglieri che sono intervenuti per l'approfondimento della materia che ognuno ha fatto, che tutti conosciamo abbastanza bene, e per le buone considerazioni apportate, buone, intelligenti, che mi sento di prendere in considerazione in qualità di Presidente della Commissione.
Il regolamento è una cosa essenziale, oggi sarebbe stato un errore madornale se non lo avessimo discusso perché è la vita per le nostre imbarcazioni, per gli operatori delle vongole, ma mi rendo conto che l'emendamento che ho presentato, bocciato, come dicevo, già dalla Commissione, trova ancor meno consenso all'interno del Consiglio, in considerazione degli interventi che ho ascoltato e dei ragionamenti che ho fatto. Questo vuol dire che sarei disposto a ritirare questo emendamento perché il rischio è quello di pregiudicare un dibattito ed un confronto futuro, come diceva anche il Consigliere Marconi, sul fare un consorzio unico. Domani? Fra sei mesi? No, fra sei mesi, magari fra un anno, fra un anno e mezzo? Però se noi andiamo ad una votazione oggi, ci dividiamo, viene bocciato clamorosamente, vuol dire che non torneremo più a ragionare su questa questione. Se io lo ritiro, insieme agli altri Consiglieri che condividono questa cosa, potremo passare al regolamento, andare avanti e votare, fare la proroga con l'emendamento della Commissione, fare la proroga fino al 2016 per lasciare le cose invariate, ma da qui al 2016 cominciare un dibattito e un confronto, che potrà essere nella prossima primavera o fra sei mesi, ragionare veramente soltanto su una redistribuzione equa e su una condivisione più ampia e più condivisa di una suddivisione. Se c'è questo, io mi appello al buon senso che cerco di utilizzare ...

PRESIDENTE. Lei fa riferimento agli emendamenti 5 bis/1 e 5 bis/2, giusto?

Fabio BADIALI. Esatto Presidente.

PRESIDENTE. Intende ritirarli?

Fabio BADIALI. Io li ritiro se c’è questa condivisione del dibattito, se si vota il regolamento subito e la proroga fino al 2016, con l'intenzione e la volontà, lo dico qui espressamente, di ritornare sull'argomento con più calma e con maggiore approfondimento.

PRESIDENTE. Questa è la proposta del Consigliere Badiali. (…) Il presentatore è uno solo, è il Consigliere Badiali. Ha la parola il Consigliere Bucciarelli.

Raffaele BUCCIARELLI. Anch'io, in quanto membro della Commissione, ho discusso approfonditamente e per tanto tempo questa materia, per cui alla fine bisogna essere realistici, se l'unica via d'uscita è questa, che sia questa, però, sinceramente dobbiamo dirci che è una sconfitta della politica, ognuno è tanto legato al proprio orticello che la politica abdica al suo ruolo ...

PRESIDENTE. Scusi Consigliere Bucciarelli se lei fa un intervento sono costretto a toglierle la parola perché ...

Raffaele BUCCIARELLI. Io sto motivando perché sono d'accordo, lo sto motivando e dico, a malincuore, perché viva l'ipocrisia, siamo tutti responsabili, tutti guardiamo gli interessi generali, ma ognuno guarda i tre voti che può prendere dal proprio territorio. Ripeto, se è l'unica soluzione che ci può far decidere qualcosa la prendo e voto, però è una sconfitta nostra, di noi tutti.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Acquaroli.

Francesco ACQUAROLI. Oggettivamente l’ipotesi che propone il Presidente Badiali è abbastanza sconcertante sotto alcuni punti di vista, e lo dico lasciando aperta ogni possibile decisione dell'Aula, in tranquillità, non alzando il livello dello scontro che non serve assolutamente.
E' sconcertante perché in realtà di questo argomento noi abbiamo dibattuto praticamente da inizio legislatura e dopo tre anni sentire parlare di approfondimento, mi sembra francamente la più grande presa in giro che noi possiamo fare ad una categoria e non ad una parte della categoria, ma a tutta la categoria, partendo da Cattolica, che non è Marche, e terminando in Abruzzo.
Duecentoventi imbarcazioni, diceva prima giustamente il Consigliere Marinelli, un'economia che coinvolge tanta gente, ma soprattutto che ha fatto scontrare tante persone nei loro Comuni, nei loro condomini, creando anche delle difficoltà logistiche, oltre all'aspetto politico della categoria ed economico, delle difficoltà umane e io credo che la politica, se per politica si intende il giusto governo del territorio, debba assumersi delle responsabilità e debba farlo al di là delle proprie conoscenze personali e degli equilibri che si potrebbero creare prendendo la scelta giusta.
Vorrei fare un ragionamento perché chi giustamente è intervenuto prima di me, ha fatto quest'apertura al dibattito e all'approfondimento, ha detto alcune questioni, ma non le ha dette tutte. Noi abbiamo tre compartimenti e un sub compartimento, che praticamente appartiene al compartimento centrale di Ancona, quindi tutte le imbarcazioni si possono ricondurre a tre compartimenti. Un compartimento ha sessantacinque imbarcazioni, un altro ne ha cento, un altro ancora ne ha cinquantaquattro. Cento ne ha il sub compartimento di Civitanova unito al compartimento di Ancona.
Io credo che non occorra dare una consulenza esterna per capire che c'è una disparità, una forte disparità fra i compartimenti e credo che non occorra perdere altri tre anni, con vari condizionamenti, per capire che la soluzione del rinvio è una soluzione politica di non scelta, che continuerà a mettere un settore importante della nostra economia, dell'economia della pesca, in grave difficoltà.
Rinviare è una sconfitta della politica, una sconfitta di tutto il Consiglio regionale e del Governo della Regione Marche, io, però, non voglio fare il guastafeste, ho detto ripetutamente a tutti, in primis alle categorie, ed attenzione anche a coloro che mi hanno visto più vicino e che non condivideranno in parte la proposta che potrei fare mia, che è quella del Consigliere Badiali, perché praticamente anche il compartimento, o quella parte del consorzio con cui io ho interloquito di più rispetto agli altri, chiede oggi otto imbarcazioni per il compartimento di Ancona, quella è una proposta che di fatto dice undici imbarcazioni date al compartimento unico che diventerebbe il compartimento unico di Ancona.
Nel mio ragionamento non metto all'ordine del giorno, come primo punto, come priorità, quello di accontentare i miei amici, ma quello di far sì che la politica possa dare una risposta ad un’emergenza e lo possa fare scevra da ogni condizionamento, da ogni amicizia territoriale o di parte.
Su questo argomento il Consiglio regionale potrà - chiedo un attimo attenzione perché non sarò lungo - decidere di essere serio e di non delegare ad altri quello che noi dobbiamo fare, scegliendo anche di scontentare qualche amico, scegliendo la soluzione che garantisce a tutto il compartimento più serenità, o questo Consiglio regionale perderà un'occasione per dimostrare che può fare la sua parte in maniera degna.
Prima parlavo di numeri, i numeri parlano chiaramente, se passasse la proposta del Consigliere Badiali di fatto passeremmo da un compartimento di sessantacinque a un compartimento di sessantotto, da un compartimento di cinquantaquattro a un compartimento di sessantacinque e da un compartimento di cento a un compartimento che scende di quattordici imbarcazioni e, quindi, diventa un compartimento di ottantasei imbarcazioni. Quindi, sessantotto, ottantasei, sessantacinque, sicuramente potrebbe non essere la soluzione migliore, però credo che questa sia una soluzione più equilibrata e si avvicini a quella che potrebbe essere una soluzione che da dignità alla politica, da dignità alla categoria e da dignità a quello che è anche il nostro lavoro qua dentro e, soprattutto, non ci rende ridicoli perché rinviare oggi, dicendo che dobbiamo approfondire, approfondire con ulteriori ricerche scientifiche, significa, in qualche maniera, umiliarci. Io a questa umiliazione non ci sto, se qualcuno vuole umiliarci, poi, alla fine, mi accoderò perché sicuramente, l'ho detto prima, non sarò quello che rompe le uova nel paniere, però non mi sembra la soluzione più idonea. Ripeto, posso anche ritirare l'emendamento, ma le cose vanno dette come sono. Sono per arrivare al voto dell'emendamento del Consigliere Badiali, ritirando il mio che è una provocazione all'immobilismo della politica rispetto ad un'emergenza e ad una disparità di trattamento tra una categoria, nella stessa regione, e tra imprese nella stessa categoria.
Io sarei, anzi ritiro il mio emendamento, disposto a fare mio o a lasciare quello del Consigliere Badiali ed a votarlo, affinché in quest'Aula ci sia un'assunzione di responsabilità dei Consiglieri che dia dignità al nostro lavoro.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Silvetti.

Daniele SILVETTI. Io intervengo nel momento del dibattito in cui mi sembra di avere capito che ci sono dei fatti nuovi, il ritiro degli emendamenti da parte del Consigliere Badiali ed il Consigliere Acquaroli si fa lui stesso promotore dell'ultimo emendamento del Consigliere Badiali, da quello che ho capito. (…)
Questo è l'ultimo aspetto che pone questo regolamento all'interno di un dibattito molto stiracchiato, estremamente sofferto, estremamente impacciato per certi versi, è stato detto che oggi la politica non ha fatto bene il suo lavoro, ma è anche vero che la presa di posizione del Presidente Badiali, Presidente della III^ Commissione, è un fatto che non può cadere nel vuoto e va presa nella dovuta considerazione.
Ero fra quelli, sono fra quelli che in realtà ritiene che questi emendamenti servivano più che altro ad ingolfare, pur comprendendo le ragioni legittime del Consigliere Acquaroli e degli altri che sono intervenuti. Le capisco, non ne condivido alcuni ragionamenti, alcuni aspetti dei ragionamenti. E’ chiaro, però, che nel momento in cui il regolamento arriva in Aula, con un importante numero di emendamenti che, in qualche modo, vanno a mutare, a modificare sostanzialmente il regolamento, mi sembra che vengono a mancare alcune condizioni importanti, come il rispetto del lavoro che è stato commissionato dalla Regione. L'esito ha detto che sostanzialmente, in parole povere, la situazione attuale deve rimanere inalterata per un certo periodo, perché tiene in considerazione, prima di tutto, se non l'interesse diretto dei lavoratori e degli operatori, la situazione del territorio, cioè del tratto di mare che, in questo momento, vive in certe condizioni, che deve essere rispettato, prima di tutto per poter creare le prospettive future per chi opera sul mare.
Non c'è, quindi, una condivisione maggioritaria, importante, di tutti i compartimenti, e questo si registra, e probabilmente, qui ha ragione il Consigliere Acquaroli, è nell'orientamento di molti di noi, si, dobbiamo dirlo, non dobbiamo nasconderci dietro ad un dito, condizionato? No, influenzato, argomentato dagli operatori sul territorio che ci dicono che questa unanimità non c'è.
Terzo non c'è un progetto politico, non c'è una proposta politica forte, perché gli emendamenti vanno in più direzioni, vanno a proporre il ridimensionamento, l'aumento in alcuni comparti, senza però un'idea chiara, precisa, senza che ci sia un progetto politico ben omogeneo che possa dare un’investitura più forte a questo regolamento. Quindi, non sappiamo nemmeno noi, se dovessero essere votati questi emendamenti, che tipo di regolamento alla fine andremo ad approvare.
Di fronte a questa palese incertezza politica da parte dell'Aula, che è trasversale, perché interessa tutti i compartimenti, tutte le province, tutti i partiti che sono presenti nell'Aula, è chiaro che l'interesse comune vuole, perlomeno, che si dia lo strumento principe, che è, appunto, il regolamento che oggi la categoria non ha. E’ un regolamento che, purtroppo, arriva in Aula zoppo, azzoppato, perlomeno, in prima istanza, perché il voto in Commissione è stato negativo ed il Consigliere Badiali ha fatto benissimo a rilevare questo fatto politico di cui non possiamo non tenere conto.
A maggior ragione dobbiamo tener conto che oggi ci troviamo di fronte ad uno di quei rari, ma importanti casi, in cui andremo a legiferare seppure un regolamento e a porre in essere un'azione legislativa a costo zero. Si è detto più volte che non possiamo legiferare perché non abbiamo i soldi, possiamo soltanto adoperarci nella semplificazione e nel fare norme a costo zero, dando un servizio di buona norma agli operatori.
In questo caso eravamo nelle condizioni, a costo zero, di fare un buon servizio alla comunità, in questo caso ad un settore, ad una categoria specifica, ma purtroppo non ci arriviamo con una comunità d’intenti.
Ritengo che, almeno per quello che ho sentito fino ad ora, c'è comunque la volontà di approvare il regolamento così com’è, al netto di ipotetici emendamenti, mi sembra di aver capito, vorrei sottolinearlo, che sono stati ritirati quelli dei nuovi contingentamenti dei dipartimenti, seppur il Consigliere Acquaroli, in realtà, se ne fa portatore di uno, ritenendo giusto dare all'Aula quest'opportunità di scelta. E’ chiaro che questo, in qualche modo va ad inficiare, il discorso, il ragionamento che è logico, è assolutamente comprensibile e politicamente ragionevole, ma se oggi viene bocciata questa proposta in futuro è improponibile.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Perazzoli.

Paolo PERAZZOLI. Visto il fatto nuovo, il mio intervento sarà molto breve.
Partendo dalle cose dette dal Consigliere Marconi: su questa vicenda sono saltate maggioranze e minoranze, in realtà i relatori di maggioranza e di minoranza erano insieme, la maggioranza della Commissione era contraria. Fatta questa premessa, debbo dire che mi costa, non tanta, ma un po' di fatica dover dire che condivido un intervento, il più lucido, mi pare quello del Consigliere Zinni, non mi capita mai, è una cosa che, come dicevano i romani, bisogna segnare con una pietra nera o rossa, …

(Interrompe il Consigliere Zinni)

Paolo PERAZZOLI. ...questa mi pare proprio finita.
Ora io sarei intervenuto anche in modo critico nei confronti del Consigliere Badiali, però la proposta che ha fatto tiene conto dell'evoluzione del dibattito, delle posizioni in campo, evita di cristallizzare le posizioni e non è vero che noi rinviamo il regolamento, noi lo approviamo, se diciamo il contrario significa che noi abbiamo in testa non il regolamento, ma alcuni interessi particolari, e questo non può essere. Ripeto, qua si cercano i voti, io non mi ricandido più, quindi, non devo cercare voti, tra l'altro quasi nessuno dei vongolari, a qualsiasi compartimento faccia capo, risiede nella Provincia di Ascoli, quindi sono totalmente disinteressato, lo dico perché mi pare di aver sentito delle teorie balzane, cioè si contano i metri lineari come se si pescasse sui metri lineari, si pesca sulla superficie ed è chiaro che le vongole, io sono di mare, dove l'acqua è profonda si pescano di meno rispetto a dove l'acqua è più bassa, per un fatto fisico, geologico, come volete.
Detto questo noi approviamo. Credo che vada assunto questo principio, io non mi scandalizzo mai quando il legislatore o l'amministratore prende atto di un equilibrio tra diversi interessi in campo, quando c'è un equilibrio, altrimenti, come in questo caso, è cosa buona e giusta riferirsi solo a quello che dice la comunità scientifica.
Noi abbiamo pagato per fare una ricerca, chi ha partecipato alla Commissione ha ascoltato i ricercatori - abbiamo visto una cosa affascinante, gente che ci crede, che ci ha lavorato - e ci hanno detto che c'è poco tempo per fare una programmazione che tenga conto della stagionalità, di tutti i fattori che portano alla produzione delle vongole. Poi, sono d'accordo che si debba arrivare, tra un anno, due, tre, quando le cose sono mature, perché l'ambiente è quello che è, ad una gestione regionale, programmata e controllata. Un'altra cosa che è venuta fuori è che i dati ufficiali non sarebbero molto attendibili, noi non possiamo limitarci a dire questo, perché al di là degli aspetti fiscali, che è tutto dire, prendere atto che noi facciamo le norme e poi ognuno fa come gli pare non mi sembra una cosa seria.
Andiamo avanti con questo regolamento, controlliamo, continuiamo a questo punto con il monitoraggio, perché se facciamo una cosa diversa tanto valeva risparmiare quei soldi, poi alla fine vedremo come regolamentare al meglio, perché sennò, diventiamo lo strumento di equilibri tra i consorzi e dentro i consorzi, perché le posizioni sono diversificate anche in questo senso. Condivido, quindi, la proposta del Consigliere Badiali perché se oggi il dibattito ha manifestato una prevalenza, in un certo senso, irrigidire le cose significa una cosa sbagliata, invece, noi in questo modo manteniamo la possibilità di programmare avendo più dati e più tempo per avere cose certe e non spinte di interessi che, seppur legittimi, sono interessi di parte.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Bellabarba.

Letizia BELLABARBA. Anch'io sarò brevissima data la proposta fatta dal Presidente Badiali che tra l'altro vorrei ringraziare, perché io non credo che questa rappresenti la sconfitta della politica, penso esattamente il contrario, credo che il Presidente Badiali abbia dimostrato intelligenza, allo scontro che, diciamo, le pieghe del dibattito poteva delineare, ha preferito dare più tempo per una nuova valutazione più concertata che possa portare a risultati, come diceva adesso il Consigliere Perazzolij, più certi e più programmati e soprattutto più controllati.
L'altra cosa che voglio sottolineare e riprendere è il discorso che faceva il Consigliere Marconi sulla salvaguardia ambientale, sull'utilizzo delle tecniche e sul fatto che questo comparto, importantissimo per la nostra regione, deve, come dire, tutelare la sua materia prima, questo, non solo a beneficio del comparto della pesca e dei vongolari in particolare, ma di tutto il nostro territorio, quindi, accolgo con favore questa richiesta di monitoraggio continuo, di verifica e di controllo che ci deve essere.
Ripeto, sono contenta per la decisione che è stata presa, perché quello che gli emendamenti proponevano era davvero non accettabile da molti punti di vista. Ci sono comparti, consorzi molto più in crisi rispetto ad altri e questi emendamenti li avrebbero gettati ancora di più in una forte crisi, bisogna, quindi, come è stato già detto ragionare e confrontarsi in un'ottica che sia davvero regionale e generale. In più credo anch'io che oggi sia stato fatto, in realtà, un passo avanti importante con l'approvazione di questo regolamento, questo si, concordato, discusso, con le due figure, con il comparto, con i settori interessati che, credo, aspettassero questo regolamento. Penso sia giusto approvarlo oggi, per il resto sottolineo anch'io che c'è uno studio per il quale si stanno spendendo soldi pubblici, ritengo giusto considerare il lavoro di questi studiosi, soprattutto, attendere anche i risultati finali, perché se non erro mi pare che manchi del tempo per avere i risultati definitivi. Ben venga, quindi, una nuova discussione anche alla luce di questi risultati che probabilmente avremo a breve.

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Giannini.

Sara GIANNINI. Ho sentito ed ho ascoltato con attenzione il dibattito, come cerco di fare sempre, ma soprattutto quando ci sono questioni che riguardano le mie deleghe e questa è una di quelle che ho seguito anche prima di fare l'Assessore regionale, prima ancora di fare il Consigliere regionale, quindi, mi picco di essere abbastanza esperta della vicenda e anche a conoscenza di tutte le questioni accadute anche nel passato, quando molti di noi non erano in Consiglio, non seguivano questa questione.
Non voglio ripercorrere tutta la storia perché alcuni aspetti fondamentali li ha già citati il Consigliere Acquaroli, però vorrei ricordare, perché su questo dobbiamo ci dobbiamo intendere, che questo Consiglio discute di queste vicende perché lo ha chiesto il Consiglio, Consigliera Foschi, forse lei non ricorda, ma quando noi abbiamo approvato la risoluzione perché c'era una pressione molto forte dei vongolari di Ancona che chiedevano di poter pescare immediatamente nel mare di Civitanova, il Consiglio regionale approvò una risoluzione all'unanimità nella quale decise, sempre all'unanimità, quindi votata da tutti, a partire da me e, credo, anche da lei, che si dovesse raggiungere un obiettivo di unanimità nella Commissione tecnica, cosa che per le situazioni che noi tutti conosciamo e che questo Consiglio ha ben rappresentato, anche negli interventi dei singoli Consiglieri, non poteva essere raggiunta e noi lo sapevamo.
Abbiamo fatto l'impossibile, però è evidente, e non ce lo possiamo nascondere, che gli interessi economici, ovviamente legittimi, che sono dentro questo percorso rendono tutti quanti sospettosi.
Quello che è accaduto negli anni passati - quando venivano date dai Governi, per effetto dell'interessamento penoso di qualche nostro ex parlamentare, decine di licenze immediate, che hanno fatto diventare la flotta marchigiana un terzo della flotta nazionale - evidentemente ha creato delle difficoltà di dialogo e di collaborazione anche di fiducia tra i consorzi, ma anche dentro gli stessi consorzi e, quindi, questa vicenda che da tempo dura ha avvelenato i rapporti talmente tanto che è difficile riuscire e immaginare, per ognuno di noi, di trovare una sintesi che sia la sintesi perfetta, che accontenti tutti, che soddisfi tutti e che faccia sentire tutti quanti giustamente considerati.
Probabilmente la sintesi perfetta è quella che lentamente scontenta tutti in un primo momento e, scontentando tutti, non consente di dire a nessun io ho vinto, ma permette una riorganizzazione un po' più equilibrata, un po' più, diciamo, distribuita e tranquilla per un tempo lungo, perché il problema che sta dentro le decisioni con i termini è che in tempi brevi la programmazione e la gestione, a cui facevano riferimento gli altri colleghi, è più complicata. Dentro i tempi lunghi ci stanno i fermi ed anche una programmazione economica, perché le attrezzature devono essere cambiate velocemente e devono rispondere ai criteri di carattere europeo, per cui tutti gli attrezzi che vengono messi sulle vongolare, in gran parte sono finanziati con il Fep attraverso risorse europee e devono rispondere a dei requisiti molto rigorosi e, anche se con molte resistenze, questo bisogna dirlo, soprattutto di alcuni compartimenti, lentamente c'è stata una messa a regime e adesso penso di poter dire che tutti i consorzi attuano la pesca con le attrezzature più innovative, anche se in ogni caso provocano una ferita perché è evidente che utilizzando le turbosoffianti è inevitabile che mettono in discussione anche le nasse delle altre specie di pesce e così via.
E’ un dibattito largo che c'è dentro la pesca tra coloro che svolgono le funzioni di vongolari e coloro che fanno la pesca a strascico, la piccola pesca e così via. Tant’è che ho ricevuto, proprio due giorni fa, la nota della piccola pesca di Numana che chiede di intervenire sul consorzio dei vongolari di Ancona perché dicono che, nonostante accordi su accordi, non rispettano le norme. Non mi rispondete adesso se no facciamo casino.
Questo è il tema, c'è una difficoltà in un settore che sembra e forse è povero, ma che nel passato non lo è stato e soprattutto non lo è stato di provvidenze pubbliche, di contributi per i fermi, per le attrezzature, contributi che hanno consentito, sempre nel passato, ad alcuni di potersi costruire anche fortune economiche, ovviamente con il lavoro, mica rubando, ciò in questo momento sta cominciando a scemare perché le provvidenze pubbliche non ci sono quasi più, sono sempre più selettive, più motivate, quindi, quelle abitudini che tutti avevano nel passato adesso sono difficili da abbandonare e questo crea ulteriori conflitti e ulteriori difficoltà di collaborazione.
Credo che questo sia il quadro nel quale noi ci dobbiamo attestare.
I consorzi su alcune questioni chiedono il regolamento e tutti e quattro su queste norme sono d'accordo, perché stabilisce regole più certe e precise tra di loro, ma anche nei confronti di chi, per esempio, non è aderente al consorzio, perché i consorzi sono volontari, ma ci sono anche non aderenti al consorzio che non vogliono rispettare le norme generali che però, quando il consorzio le dà, devono valere per tutti.
Questo regolamento introduce anche questa esplicitazione più forte, c'era anche prima, ma evidentemente non era sufficiente e sarà anche nostra cura intervenire, lavorare con la Capitaneria affinché i controlli vengano fatti - li fanno molto spesso, li fanno molto robustamente - e noi chiederemo che vengano accentuati nei confronti di tutti in modo che nessuno possa dire che c'è qualcuno che va fuori dalle regole.
Sulla questione della determinazione del mare, io so bene quello che diceva prima il Consigliere Perazzoli, e cioè che c'è stata una votazione in progressione della Commissione sulle varie proposte che ha dato percentuali diverse e nessuna di queste ha dato l'unanimità che il Consiglio regionale chiedeva, ecco perché noi l'abbiamo trasmessa al Consiglio. Il Consiglio ha rifatto tutte le audizioni, ha risentito tutti, da gennaio siamo a settembre a decidere sul tema. Bisogna apprezzare, io capisco, lo sforzo del Consigliere Badiali che con me ha cercato di capire quali erano le mediazioni possibili, oltre il regolamento, per riuscire anche a definire un percorso che rimettesse un po' le cose in ordine e, soprattutto, eliminasse un conflitto che è per l'equilibrio regionale, secondo me, deleterio, quello tra il sub compartimento di Civitanova e il compartimento di Ancona, mentre negli altri compartimenti c'è un equilibrio che deriva anche dal fatto che quelle barche hanno lavorato insieme per tanti anni, hanno un rapporto di fiducia, di collaborazione, di stima reciproca, mentre in questi due compartimenti questi sobbalzi che si sono verificati negli ultimi quindici anni hanno creato tensioni all'interno di famiglie, ci sono fratelli che non si parlano più, ci sono persone che erano amici e soci che hanno rotto le società.
Anche questa tensione continua non aiuta a trovare una soluzione del problema, perché non c'è mai una fiducia piena nella scelta che il Presidente del consorzio fa - perché quello viene da Civitanova, quell’altro da Ancona, per cui non mi fido - e quando entrano alcuni numeri rimettono in discussione l'equilibrio del consorzio: comandano più quelli, comando meno io. Questi sono gli equilibri che impediscono di prendere una decisione che, per quello che mi riguarda, io l'ho votata anche in Commissione, è sicuramente quella del compartimento unico regionale che potrebbe essere il modo attraverso il quale si regola la pesca, si consente a tutti di vivere con dignità e si attuano i controlli con un'autorità esterna che verifica prese, pescate e l’utilizzo degli strumenti e così via, con la sanzione della perdita della licenza. Questo potrebbe essere anche l'incentivo, da una parte, per essere corretti fino alla fine e, dall’altra parte, forse, per trovare il modo, utilizzando le persone meno corrette, di sfoltire la flotta.
Secondo me l'obiettivo deve essere quello, e lo dico qui, così sono sicura che tutti quanti sono in disaccordo, da Pesaro fino a San Benedetto, perché nessuno è d’accordo sul compartimento unico, tranne i Consiglieri Marconi e Perazzoli.
Il Consigliere Badiali inserisce questo emendamento perché coglie un problema che penso, per come conosco la situazione, che si verificherà. La tensione non è sopita perché non vengono qui, non è affatto sopita, la tensione si risveglierà nel momento in cui la decisione sarà assunta e chi quella decisione non la vorrà sicuramente reagirà. Spero che la reazione che ci sarà, mi appello anche ai consorzi, non sarà grave perché poi il disequilibrio che noi creiamo torna qua e io penso che, purtroppo, tornerà.
Come vedete qui non ci sono più gli scioperi della fame, non ci sono più le corriere, io sono stata molto chiara con tutti, chi scioperava per queste cose, secondo me, doveva venire chiuso dentro una stanza, gli si mandava il conto a casa e gli si portava la riserva dell’acqua perché nessuno sarebbe andato a salutarlo, siccome l’hanno capito non è stato più fatto, ma questo non esclude che in mare, siccome ci vanno loro, le azioni possono essere fatte, quindi, la nostra responsabilità è quella di evitare che quegli animi, diciamo un po’ fuochini, si accendino anche se ho timore che comunque si accenderanno per quello che so.
Prendo atto della discussione che non può essere forzata, ho ascoltato i colleghi e capisco che l’orientamento sull’emendamento è quello di votare contro, perché gli interventi li sappiamo leggere tutti e mi pare di capire che sono la maggioranza, anche quelli che non hanno parlato, ma con cui ho parlato io, hanno esplicitato la volontà di votare contro.
Mi pare inutile votare contro per un motivo: questo sarebbe tombale su quella soluzione dopo che il Consiglio si è espresso in modo contrario, ma soprattutto lascia un margine all'eventualità che si dovrà nuovamente discutere. Cosa che, vi dico colleghi, succederà con sicurezza. Per cui oggi noi ci assumiamo la responsabilità pensando di chiudere la vicenda, ma vi assicuro, e voglio che tutti ne siate consapevoli, che la vicenda non è chiusa per niente, anzi, spero che non si riaccenda troppo robustamente e immediatamente.
Sulla questione del regolamento ho ascoltato interventi positivi, questo mi fa piacere, i quattro consorzi hanno chiesto la modifica e l'hanno costruita anche con i dirigenti, con la Commissione, cercando di perfezionare al meglio anche le modifiche per evitare di creare problemi successivi, quindi intanto votiamo a favore del regolamento, diamo così la soluzione anche ad alcuni problemi di gestione che sono molto rilevanti, dall'altra parte però, considerato che nel regolamento c'è la determinazione del mare fino al 2016 con i sub compartimenti di Civitanova e gli altri così come sono, noi lo sappiamo, questa cosa, sicuramente, domani creerà qualche conflitto, questa cosa noi la dobbiamo sapere e non possiamo eluderla.
L'ultima cosa la voglio dire perché in questa vicenda l'unico modo per trovare una soluzione, anche se ancorata alla misura scientifica, è quella che ognuno faccia, anche se in proporzione, ovviamente non con le stesse responsabilità, un piccolo sacrificio. Se non si fa un piccolo sacrificio, se qualcuno di quei quattro, tre consorzi, come volete chiamarli, va a casa dicendo che non ci ha messo niente del suo, quella potrebbe essere una vittoria schiacciante che gli altri, ovviamente, non potrebbero sopportare con i difficili equilibri che ci sono. Quindi, il tentativo che ha fatto il Consigliere Badiali era quello di dire mettiamoci tutti un pezzetto, chi ha maggiori responsabilità ci mette di più, chi ne ha di meno solamente un segnale simbolico, che però avrebbe consentito di dire che nessuno poteva dirsi totalmente soddisfatto e che ci fosse stata un’azione di giustizia e di equità nei confronti di tutto il territorio regionale. Per questo lo avrei appoggiato, perché avevo segnalato al Consigliere Badiali questa necessità nel momento in cui la Commissione ha preso in mano il regolamento, anche perché credo ancora che se l’avessimo votata, anche se non è quello che la commissione scientifica ha detto, anche se ci sono soluzioni migliori, ne sono certa, avrebbe, alla fine, trovato una stretta di definitività che è quello che serve anche a loro per programmare i loro investimenti e le loro attività.
Se non ci siamo riusciti oggi perché il segnale che ha dato il Consiglio è stato evidente, io credo, però, che non possiamo rinunciarci e su questo faccio un appello a tutti i Consiglieri di tutti i territori ed ai rappresentanti dei consorzi, lo faccio perché, in questo momento, un segnale di disponibilità, forse, avrebbe evitato problemi più seri che io spero non ci saranno, ma non posso esserne sicura, per cui dobbiamo condividere anche le conseguenze.

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

PRESIDENTE. Chiamiamo i membri della Commissione per favore? Gli diamo quarantacinque secondi per raggiungerci.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1.
Emendamento 1/1 del Consigliere Marconi, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Luca MARCONI. Dopo l'intervento dell'Assessore Giannini mi sono convinto di due cose. La prima è che, come succede nelle Aule parlamentari, sarebbe bene che il governo parli prima, così da dare elementi di chiarezza e di serenità che abbiamo acquisito solo alla fine e che mi hanno ancora di più convinto relativamente a questo emendamento perché siamo tutti dell'idea che dobbiamo arrivare al consorzio unico e in prospettiva diamo agli attuali consorzi l’indicazione della necessità che nel giro di qualche mese, cinque, sei mesi, producano la loro proposta.
Credo che non sfugga a nessuno che se noi abbiamo una scadenza, tra le altre cose molto lunga, quella del dicembre 2014, entro la quale questa operazione dovrà essere fatta, perché il regolamento lo prevede, questo accelererà l'aspetto volontaristico che noi intendiamo sempre sollecitare da parte dei consorzi. Penso di essere stato abbastanza chiaro, nulla ci impedirà poi di rimuovere ancora questa scadenza, ma è un’assunzione di responsabilità rispetto ad una discussione che dura da un anno e mezzo e che credo sia moralmente lecito chiudere in questa legislatura e non rinviarla ulteriormente.
Darci una scadenza significa accelerare seriamente e far partire seriamente la discussione intorno a questo argomento, ripeto, che da quello che ho sentito tutti, in linea teorica, intendono condividere.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Acacia Scarpetti.

Luca ACACIA SCARPETTI. Chiedo la parola sull'emendamento, visto che non lo ritira. Lo condivido nel merito, però non posso votarlo perché lo stesso dovrebbe essere riproposto tra un po' di tempo, quando, e penso che sia la speranza, l’obiettivo di tutti, dopo alcuni anni di attività di pesca ai bivalvi con il regolamento che andremo ad approvare abituerà ed uniformerà il comportamento della flotta marchigiana.
Oggi l’approvazione di questo emendamento è troppo rischiosa, come diceva l’Assessore, ci sono animi troppo diversi, troppo disomogenei, non per cattiveria intrinseca nella singola flotta ma penso, visto che vivo in riva al mare, all’abitudine comportamentale che si è cristallizzata negli anni.
Qualche anno, un bel periodo di pesca regolamentata è quello che serve alla futura applicazione di questo emendamento che oggi è assolutamente prematuro rispetto alla situazione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Io non so quale sarà lo strumento … da parte del Presidente Badiali viene questa raccomandazione: ritirare l'emendamento al fine di produrre, vedremo in quale modalità e in quale forma all’interno della Commissione, un mandato prescrittivo nei confronti dei consorzi perché si addivenga in maniera, a questo punto, unitaria ad una soluzione che tenga conto di una scadenza, se non vogliamo essere rigidi ed indicarla all’interno del regolamento, lo saremo attraverso un'altra forma che verrà, Assessore Giannini, garantita dalla Giunta. Sarà la Giunta stessa a farsi carico di questa scadenza affinchè ci sia un termine entro il quale quest'attività sarà …
Ritiro l’emendamento.

PRESIDENTE. Emendamento 1/1. Ritirato.

Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 4.
Emendamento 4/1 del Consigliere Marconi. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento 4/2 del Consigliere Marconi. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento 4/3 della III Commissione. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 4 così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)
(…) Non è valido il risultato? Va bene, rifacciamo.
Articolo 4 così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Sub emendamento 5bis/1/1 dei Consiglieri Acquaroli, Marinelli, Silvetti, Comi. Decaduto.

Emendamento 5bis/1 del Consigliere Badiali. Ritirato.

Emendamento 5bis/2 del Consigliere Badiali. Ritirato.

Emendamento 5bis/3 della III Commissione. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Coordinamento Tecnico. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Ordine del giorno a firma del Consigliere Badiali, in qualità di Presidente della III Commissione. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Acquaroli.

Francesco ACQUAROLI. Noi, Presidente, voteremo in maniera favorevole il regolamento, però vorrei dire alcune cose
Sono deluso dall’atteggiamento di quest’Aula che propone tra l'altro, dopo un anno, esattamente quello che era stato discusso qua a dicembre, ottobre, novembre dell’anno scorso, non mi ricordo il periodo, e che diceva ai consorzi: mettetevi d’accordo, dateci una soluzione unitaria altrimenti decide l’Aula.
Oggi c’è la cosiddetta soluzione del compartimento unico che io vedo come una soluzione gradevole, credo sia auspicabile che, a questo punto, si vada verso questa direzione.
Vorrei, però, da parte dell’Assessore e da parte del Presidente Badiali un’indicazione sommaria perlomeno dei tempi che dovranno scandire questa discussione su questo tema. Perché è vero quello che dice l'Assessore Giannini, e io lo condivido e per questo non ho fatto mio l'emendamento del Consigliere Badiali, cioè il fatto che gli animi si potrebbero surriscaldare ulteriormente per una soluzione che, comunque, potrebbe non essere quella definitiva, ma è anche vero il contrario, Assessore, gli animi potrebbero riscaldarsi se questa disparità palese, che va oltre la ricerca scientifica, che prima diceva il Consigliere Perazzoli, continuasse ad essere applicata in maniera silenziosa dalla nostra Regione senza scegliere nel merito.
Vorrei capire i termini, i tempi, prendendo l'impegno nei confronti della categoria, anche se, Assessore, non mi sorprenderei se poi arrivassimo qua e proponessimo, dopo un anno, la stessa cosa, perché l'attenzione dell'Aula è sempre questa ed il risultato che produce l’Aula è un risultato pessimo.
Vorrei sapere da parte della Giunta e da parte del Presidente della Commissione i tempi certi che dovranno portare a una decisione nel merito, perché non si ritira, e in questo voglio essere chiaro, un emendamento come quello del Consigliere Badiali o del Consigliere Marconi, che nessuno di noi ha fatto proprio, perché c'era un impegno da parte del Consigliere Marconi nel dire che ci sarebbe stato un tempo, noi vogliamo il tempo.
Il voto è favorevole però è condizionato ad una dichiarazione sui tempi certi da parte della Giunta, dell’Assessore competente e da parte del Presidente della Commissione.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Ringrazio chi ha ritirato gli emendamenti perché non ha favorito la discussione. Abbiamo evitato di approvarli, ma anche di bocciarli, nel senso che io sono convinto che lo status quo della situazione delle marinerie, delle vongolare non va bene, abbiamo bisogno di una riforma e chiedere alla Commissione tempi certi per fare passi in avanti è giusto.
Ritengo che oggi abbiamo fatto un’operazione intelligente, abbiamo evitato di cristallizzare il dibattito bocciando emendamenti, bisogna però fare in modo che chi è (…) il Consigliere Badiali lo fa, lo sa, (…) ci arrivo, per evitare dico questo, credo che oggi nessuno di noi qui dentro abbia cercato di lavorare per interessi di parte, purtroppo Consigliere Acquaroli capita a tutti, capita anche a me, molto spesso, su alcuni temi territoriali di fare interessi di parte.
Io avrei fatto la stessa cosa che ha fatto il Consigliere Badiali, che ha fatto il Consigliere Acquaroli, se fossi stato chiamato in prima persona, forse avrei cercato di non farlo, ma sarei caduto un po' nel territorialismo, forse, oggi, questo lo abbiamo evitato.
Diamo mandato alla III Commissione di ragionare sui tempi certi, sull’ulteriore approfondimento dei temi della pesca ai bivalvi, per cui il nostro voto è, a questo punto, favorevole sul regolamento così come è stato detto.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Giannini.

Sara GIANNINI. E’ stato chiesto un impegno, io posso portare la proposta di legge e di modifiche del regolamento, approvata dalla Giunta, sul compartimento unico fra 15 giorni, poi occorrerà capire quanto tempo ci vorrà perché il Consiglio lo approvi, quindi, il termine che dà la Giunta è il termine necessario per approntare la proposta di legge, dopo di che si aprirà la discussione con i consorzi, si aprirà la discussione con il Consiglio ed io auspico che il Consiglio calendarizzi la proposta di legge al massimo a fine gennaio. A dicembre sappiamo che c’è il bilancio e in quel momento lì …, quindi, io potrei portare la proposta di legge del compartimento unico anche fra 15 giorni, il tema è capire se dentro la Commissione e dentro l’Aula si ottiene poi la maggioranza.

Proposta di regolamento n. 7 così come emendata, la pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 15,55.