Resoconto della seduta n.132 del 11/06/2019
SEDUTA N. 132 DELL’11 GIUGNO 2019
La seduta inizia alle ore 10,30
Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo
PRESIDENTE. Colleghi buona giornata, dichiaro aperta la seduta n. 132 dell’11 giugno 2019. Do per letto il processo verbale della seduta 131 del 28 maggio 2019, il quale, ove non vi siano opposizioni, si intende approvato ai sensi del comma 4, dell’articolo 53, del Regolamento Interno.
Richiamo inoltre ai sensi del comma 5 dello stesso articolo l’attenzione di tutti i Consiglieri sulle comunicazioni distribuite con cui porto a conoscenza dell’Assemblea quanto espressamente previsto dal Regolamento Interno.
Sull’ordine dei lavori
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Volpini.
Fabrizio VOLPINI. Chiedo l'iscrizione all'ordine del giorno odierno della proposta di legge 280.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Urbinati.
Fabio URBINATI. Grazie Presidente. Chiedo, come già concordato nella Conferenza dei Presidenti di gruppo, l'iscrizione delle mozioni nn. 510 e 506. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carloni.
Mirco CARLONI. Chiedo l’iscrizione all’ordine del giorno della mozione n. 507 sulle ZES, di cui abbiamo discusso durante la Conferenza dei Presidenti di gruppo. Grazie.
PRESIDENTE. Se non ci sono obiezioni, rispetto alle proposte che abbiamo ricevuto, iscriviamo: la proposta di legge n. 280 al punto 2 bis dell'ordine del giorno, così come concordato alla Conferenza dei capigruppo (subito dopo la proposta di legge n. 206); la mozione n. 507 del Consigliere Carloni, a cui è abbinata la mozione n. 267 dei Consiglieri Rapa, Marconi, Giancarli (punto 10); le mozioni nn. 506 e 510 (punto 11 e 12), richieste dal Consigliere Urbinati, che ha chiesto di anticiparle, come ha chiesto l’anticipazione della discussione della mozione 486 abbinata alla 491. La Conferenza di Presidenti di gruppi ha dato parere favorevole, quindi, se non ci sono obiezioni, do per approvata l’anticipazione dell’esame di tutte mozioni rispetto alle interrogazioni.
Ricapitolando, tratteremo nell’ordine: la relazione consuntiva sull’attività svolta dal Comitato per il controllo e la valutazione delle politiche, la proposta di legge n. 206, la proposta legge n. 280, la proposta di atto amministrativo 64, le mozioni nn. 486 e 491 (abbinate), a seguire le mozioni nn. 506, 510, 470, 471, 472 e 473, infine le mozioni nn. 507 e 267 (abbinate), poi le interrogazioni. Le mozioni saranno trattate prima delle interrogazioni e quelle iscritte ora verranno distribuite.
Comunicazioni ai sensi dell’articolo 55, comma 4, del Regolamento interno
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Volpini.
Fabrizio VOLPINI. Approfitto della presenza anche del Presidente per porre l'attenzione alla gravissima situazione in cui versa il Servizio di oncologia dell'ospedale di Senigallia. Una serie di defezioni da parte dei medici per ragioni di malattia, prevalentemente, hanno ridotto all'osso, se così si può dire, il personale.
C'è un carico di lavoro enorme ed i due oncologi, che sono rimasti, fanno veramente fatica a far fronte a questa situazione.
Capite, abbiamo a che fare con malati piuttosto seri, che quindi hanno bisogno di controlli, di presa in carico.
Consegno questa preoccupazione ed anche questo impegno al Presidente della Regione, nonché Assessore alla sanità, perché attraverso il Servizio salute, attraverso l'Asur, possa nel più breve tempo possibile tamponare questa situazione. Grazie.
Commemorazione
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Busilacchi.
Gianluca BUSILACCHI. Grazie Presidente. Mi scuso per la voce, ma l’aria condizionata di questi tempi è deleteria.
Mi spiace perché avrei dovuto farlo prima, oramai la seduta è già iniziata, però chiederei, se è possibile, un minuto di silenzio, perché, come avete appreso, ieri c'è stata una morte sul lavoro, l'ennesima, nel porto di Ancona e un lavoratore ha perso la vita lasciando la famiglia e due figli.
Credo che sia un fatto molto grave e purtroppo il nostro Paese continua ad avere questo triste primato e ogni volta che succede qualcosa tutte le istituzioni, da quelle nazionali a quelle locali, si ripetono, ci ripetiamo, l'urgenza di risolvere questa piaga, probabilmente dovremmo, dentro di noi e nel nostro lavoro quotidiano, considerarla davvero una priorità e cercare di mettere in campo delle politiche atte a migliorare la sicurezza sui luoghi di lavoro. Quindi chiederei, se possibile, un minuto di silenzio.
PRESIDENTE. Quanto mai opportuna e corretta questa richiesta. Quindi chiedo ai Consiglieri di osservare un minuto di silenzio in ricordo del lavoratore morto ieri.
(L’Assemblea legislativa regionale osserva un minuto di silenzio)
Relazione consuntiva sull’attività svolta dal Comitato per il controllo e la valutazione delle politiche
(Discussione e votazione risoluzione)
PPRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la relazione consuntiva sull'attività svolta dal Comitato per il controllo e la valutazione delle politiche.
La discussione è aperta, ha la parola il Consigliere Busilacchi.
Gianluca BUSILACCHI. Grazie Presidente. Cercherò di essere breve. Rimando alla relazione per la quale ringrazio la Dirigente e l’ufficio.
Il Comitato ormai lavora da 18 mesi, da un in più di un anno e mezzo, è finita la prima metà del mandato, quindi oggi il Presidente è il Consigliere Zaffiri però, chiaramente, essendo la relazione della prima metà del mandato, come Presidente uscente intervengo io per primo e poi lascio la parola al collega.
Devo dire che c'è, auspico, una soddisfazione condivisa da tutti i Consiglieri per la nascita di questo Comitato, per lo spirito che lo ha animato e che lo sta animando.
Voglio ricordare che è un Comitato paritetico, quindi al suo interno non c'è una maggioranza e una minoranza, ma c'è appunto una pariteticità, questo perché, come avviene in molte altre Regioni, abbiamo inteso garantire la terzietà di questo lavoro, facendo in modo che l'attività di controllo e di valutazione delle politiche possa avere uno spirito bipartisan, volto ad accrescere le funzioni dell'Assemblea legislativa regionale. Proprio per questa ragione, nelle prime sedute abbiamo cercato di analizzare, sia con gli uffici che con delle presenze esterne, le funzioni di questo Comitato, abbiamo avuto degli ospiti, abbiamo avuto dei professori che in modo comparato ci hanno raccontato quello che avviene nelle altre Regioni, tra l'altro io ed il Consigliere Zaffiri sediamo, in sede nazionale, nel Comitato d’indirizzo di “Capire” presso l'Ufficio della Presidenza dei Consigli regionali d’Italia. Abbiamo anche incontrato, e sono stati nostri ospiti, i colleghi della Regione Lombardia che sono una delle espressioni più avanzate di questa funzione e ci hanno raccontato il lavoro che svolgono oramai da molti anni; inizialmente era un po' in sordina, poi è stato portato avanti ed oggi è riconosciuto da tutta l'Assemblea regionale lombarda, perché svolgono un’attività davvero egregia, da ultimo hanno fatto una valutazione sui pronto soccorso della Lombardia e su molte altre attività.
Un primo vulnus che è stato evidenziato è quello riguardante il personale. Questo tema è presente nella nostra relazione, purtroppo. Per funzionare questo Comitato ha bisogno di personale stabile, avrebbe anche bisogno di un ufficio di valutazione presso il Consiglio regionale, come avviene in altre Regioni. Quindi evidenzio al Presidente, ed a coloro che verranno, che senza questo ufficio, senza un po' di personale, diventa difficile svolgere questa funzione.
Ringrazio l'Ufficio di Presidenza perché nelle more dell'assenza di personale adesso c'è una piccola dotazione di bilancio che ci potrà consentire anche di appaltare all'esterno le funzioni di valutazione, però, se vogliamo svolgere davvero un'azione utile non solo alla Giunta ed al Consiglio, ma alla regione Marche ed ai suoi cittadini, sarebbe utile avere un po' più di personale nella Commissione.
Ringrazio tutto il personale, la Dirigente e insieme a lei i collaboratori, anche quelli part-time, che hanno in realtà un altro ufficio, quindi, volontariamente e con grande spirito di sacrificio quando abbiamo le sedute ci danno una mano.
In questi mesi abbiamo svolto un lavoro che ha seguito due filoni di attività.
La prima attività è quella più istituzionale, ordinaria, riguardante i rapporti e le clausole valutative, non solo quelle nuove che abbiamo inserito nelle proposte di legge, ma anche quelle relative a leggi vecchie. Tra l'altro, voglio ringraziare la Giunta perché per la prima volta, finalmente, c'è stata un'attenzione, non era mai capitato, rispetto alle clausole valutative. Finalmente si è capito che monitorare l'attività svolta, anche quella relativa a vecchie leggi, non è solamente utile al Consiglio, ma spesso è utile anche alla Giunta. Abbiamo delle vecchie leggi, magari di 10, di 15, di 20 anni fa, che rischiano di essere degli strumenti morti e un monitoraggio sull’attività e sui dati di queste leggi, Presidente, è utile anche alla Giunta, perché ci consente di capire se alcune norme sono utili, oppure non lo sono più e vanno superate e non più finanziate, oppure, al contrario, vanno finanziate maggiormente. Magari c’è una legge della fine degli anni ottanta che rischia di rimanere ferma, magari un monitoraggio è utile per fare una manutenzione.
Questo è stato l’inizio, stiamo valutando, anzi chiedo se sarebbe utile avere un rappresentante della Giunta nelle riunioni del Comitato? Credo che potrebbe esserlo.
Mi avvio a concludere con l'attività forse più qualificante che abbiamo fatto finora. Abbiamo scelto di partire subito con una missione valutativa, qual è la differenza? Mentre le clausole valutative sono legate ad una legge o ad un rapporto, sono norme contenute in una legge della Giunta regionale, che consentono al Consiglio di avere un monitoraggio sulla valutazione di quella legge, la missione valutativa riguarda invece un tema. Noi abbiamo scelto, anche in accordo con la Giunta, di far partire per quest'anno una missione valutativa sul tema della non autosufficienza.
Credo che il lavoro svolto su questo tema sia stato rilevante, importante, abbiamo fatto alcune audizioni molto interessanti, grazie al lavoro di esperti ed anche del personale dell’Asur, delle Aziende, dell'Inrca, della Giunta. Direi che abbiamo fatto una buona mappatura e grazie ad una piccolissima gara inizieremo in queste settimane un lavoro di ricerca su questo argomento e sono sicuro che si riuscirà a concludere per la fine di questa legislatura, quindi, l'auspicio è quello di tornare prima della fine della legislatura, in quest'Aula, per raccontare i risultati di questa attività. Spero che possa essere un ottimo accompagnamento per il lavoro che si sta facendo con il Piano socio-sanitario. Tra l'altro abbiamo svolto anche alcune delle riunioni insieme alla IV Commissione, una delle ultime riunioni si è svolta congiuntamente. Penso che questo aspetto tematico di per sé già nobiliti l'attività che è stata fatta in questo scorcio di legislatura, quindi l'auspicio che ho è per le generazioni dei futuri Consiglieri regionali.
L'attività in questa legislatura è stata iniziata in modo rudimentale, in modo artigianale, con le poche risorse che avevamo, soprattutto con la volontà di tutti i colleghi, che io ringrazio perché nel Comitato c'è sempre stato uno spirito unitario, davvero mi sento di ringraziarli tutti, sia quelli di maggioranza che quelli di minoranza, perché devo dire che mai c'è stato uno spirito polemico, anzi c'è sempre stata da parte di tutti la volontà di valorizzare l'attività e di comprenderne fino in fondo le forti potenzialità.
Ho avuto l'onore di guidare questa prima fase, sono riconoscente a tutti perché non solo il mio lavoro è stato molto semplice, grazie a loro, ma credo che sia stato un buon primo mattone che abbiamo gettato per il futuro della valutazione delle politiche. Penso che per i cittadini marchigiani sia assolutamente importante conoscere non solo in trasparenza l'efficacia dell'attività che svolgiamo, ma lo è anche per noi, per comprendere l'efficacia delle azioni politiche-istituzionali che intraprendiamo, per comprendere se stiamo facendo davvero il bene comune per i cittadini che qui rappresentiamo oppure se dobbiamo cambiare qualcosa. Grazie.
Saluto alle scuole
PRESIDENTE. Vorrei salutare i ragazzi, gli studenti del Liceo Cambi di Falconara che stanno svolgendo un periodo di alternanza scuola lavoro presso il Consiglio regionale.
Grazie ragazzi di essere qui presenti tra noi.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.
Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Ho poche parole da aggiungere a quanto ha detto il Consigliere Busilacchi. Non solo c'è stato un rapporto corretto tra tutti i membri del Comitato, ma credo che sia importante soprattutto lo spirito con cui è nato, che effettivamente è bipartisan, ha un contenuto vero e dovremmo non soltanto incrementarlo, ma dargli anche delle possibilità, non solo economiche ma anche di mezzi, come il Consigliere Busilacchi ha già sottolineato per quanto riguarda il personale. Deve essere lo spirito di quest'Aula, il termometro per valutare se la maggioranza, o le maggioranze, che governa questa Regione svolge un vero ruolo per la comunità attraverso proposte e leggi che devono essere attuate; credo che questo sia un passaggio estremamente importante.
Questo strumento è ormai necessario, perché è indispensabile rapportarsi in termini diversi con la comunità, con i nostri concittadini, per offrire una legislazione recuperando, se ci sono, delle leggi che non danno più delle risposte.
Credo che una politica diversa che si rapporta con la comunità sia un passaggio estremamente importante e per fare questo c'è uno strumento, uno strumento di valutazione, che è nato senza maggioranze, in un certo rapporto di collaborazione, che auspicio possa esserci anche per il futuro, e per questo mi rivolgo in modo particolare all'Aula che è l'organo sovrano di questa nostra Regione, lo dico sempre e lo ripeto, che deve essere recepito come verifica della nostra attività.
Mi fermo qui e credo che il Comitato abbia la necessità, come ha detto il Consigliere Busilacchi, di essere osservato, mi rivolgo in modo particolare a lei Presidente del Consiglio, perché questo strumento è come una Commissione consiliare, quindi occorre fare uno sforzo per andare verso il suo compimento, anche se con gradualità, per costruirlo in modo tale che sia uno strumento a cui possa far riferimento quest'Aula, maggioranze e opposizioni, oggi e in futuro.
Questa è la prima esperienza che dovrà essere riempita, via via di contenuti e passaggi importanti che in qualche circostanza sono anche economici, però penso che ne valga la pena perché si deve realizzare una Commissione di supporto a quest’Aula. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.
Luca MARCONI. Grazie Presidente. Vedo che molti colleghi si sono iscritti per parlare su questo punto iscritto all'ordine del giorno che suscita ovviamente interesse data la novità che esso rappresenta.
Vorrei fare alcune considerazioni critiche, in senso positivo, perché quando in Commissione regolamento si è cominciato a ragionare del Comitato per il controllo e la valutazione delle politiche, ricordo che c'era una grande confusione, forse poco aiutati anche dai funzionari. Non erano molto chiari, al di là della proposta che veniva fatta dal Consigliere Busilacchi, quali erano i confini, i termini e soprattutto le finalità. Le cose sono andate via via schiarendosi anche se non sono complete.
Faccio una premessa, la valutazione è una cultura aliena alla nostra dimensione amministrativa, in Italia facciamo le leggi, ma non ci preoccupiamo mai di capire se funzionano oppure no, quindi, in premessa, un Comitato che valuta l'attività amministrativa conseguente alla legge, infatti non a caso fa audizioni chiedendo a chi le sta applicando cosa sta succedendo, introduce, ripeto, un concetto interessante, ma normalmente sconosciuto. Noi facciamo le leggi, facciamo il comunicato stampa, facciamo sapere a tutto il mondo che c’è la legge, il cittadino crede pure che questa sia efficace e stia svolgendo la sua attività e non sa che magari impiegheremo un anno e mezzo a fare il regolamento attuativo, che a volte per il 30-40% snatura o blocca alcuni aspetti che la legge voleva promuovere, poi comincia l'applicazione che magari avviene due anni dopo quando la legge non è più finanziata.
Quindi la questione che pongo prima di tutte, e non la pongo al Presidente del Consiglio ma al Presidente della Giunta, è che abbiamo un numero significativo di leggi che non sono applicate, ne ho segnalate diverse con varie interrogazioni, e rimangono tali. Allora mi chiedo: è possibile, Consigliere Zaffiri, Consigliere Busilacchi, che ci sia da parte del Comitato di controllo una relazione, non quella che avete fatto oggi, in cui si faccia l'elenco di tutte le leggi che non sono state applicate, a questo punto la Giunta dovrebbe prendersi la responsabilità di dire che non sono attuate perché inutili oppure perché c'è qualche funzionario poco solerte che non vuole applicarle, oppure prevedevano un finanziamento che nel bilancio non è venuto fuori e quindi rimanda la responsabilità in capo al Consiglio, che a questo punto dovrebbe essere molto più libero di fare gli emendamenti e di finanziare. Questo è il vero punto, il vero punto è che c'è poco da valutare su leggi che comunque camminano, la valutazione è scarsa o non c’è per niente su norme che invece non sono state mai applicate, per cui intanto denuncio la mancata attuazione di queste leggi.
Un secondo aspetto riguarda la mentalità che accompagna queste leggi. La proposta di legge è inizialmente di chi la propone, un Consigliere, più Consiglieri, la Giunta, poi diventa di una maggioranza o a volte anche dell'unanimità dell'intero Consiglio, ma normalmente è di una maggioranza, ma quando è approvata è di tutti, non è più di qualcuno, anche se magari per vezzo giornalistico ne porterà il nome, ma la legge è di tutti ed essendo di tutti andrebbe oggettivamente messa in campo. Questa cosa non sempre avviene.
Lo richiedo per la seconda, terza, quarta volta, il Comitato faccia l'elenco di tutte le leggi, magari segnalate dagli stessi Consiglieri proponenti, che non sono state applicate per capire una vuota per tutte e per dare una risposta: era una legge bandiera, era una legge, come si dice volgarmente, marchetta per far vedere che stavi vicino ad una lobby o a un gruppo di cittadini di un determinato territorio, non ha funzionato e ne prendiamo atto. Si faccia qualcosa di più efficace sennò ci prendiamo in giro perché qui abbiamo fatto leggi che potevano essere evitate perché potevano benissimo essere atti che la Giunta faceva nella sua piena autonomia e disciplina per finanziare 5.000 euro, 10.000 euro, robette da quattro soldi.
La terza cosa che invece voglio segnalare, ed anche questo sarebbe un interessante lavoro del Comitato che in parte emerge dalla reazione, riguarda i verbi che stanno dentro le nostre leggi, quali sono? Il verbo prevalente, sono andato a controllare con una mia piccola ricerca, è promuovere, la Regione promuove, quindi, è diventata un ente morale di diritto canonico, perché nel diritto canonico e nel diritto ecclesiastico, che frequento per altri motivi, è prevalente questa disciplina. La Chiesa cattolica italiana è universale, non c’è la legge che vieta o disciplina, questi sono verbi poco usati, nella stragrande maggioranza dei casi “promuove”, ma questo non è il diritto civile, che disciplina determinando o vietando, quindi la legge deve arrivare per dire “questa cosa non si fa” o “questa cosa si deve fare”. La promozione ci sta quando non hai altro da dire o quando fai, come abbiamo fatto con leggi fotocopia, una serie di promozioni di natura morale perché raccomandiamo che si faccia qualcosa, invitiamo i Comuni a farlo. Stamattina in IV Commissione è emersa una questione - ne parleremo dopo per l’azzardopatia - perché abbiamo fatto una disciplina che riguarda i Comuni, nella quale auspichiamo che i Comuni facciano, alcuni fanno, alcuni non fanno, questa è la norma nella quale ci muoviamo, tutto il resto, parlo delle leggi di iniziativa dei Consiglieri, la vera disciplina legislativa è quella che propone la Giunta ed è quella che la Giunta neanche deve proporre, perché è dentro leggi già esistenti, per cui con atti amministrativi, le sue delibere, fa cose molto importanti e molto più significative di quello che può fare il Consiglio di sua iniziativa.
Questa è la grave crisi legislativa dei Consigli regionali, con uno spostamento di competenze che sono passate negli anni dal Consiglio alle Giunta, ma non solo qui, anche nei Consigli comunali, e questo porta quello che porta, all'attività del Consiglio regionale che è fortemente sbilanciata rispetto alla decisione, tutta a favore degli esecutivi, ma questo non riguarda noi, riguarda la legislazione nazionale, non so quanto potrebbe riguardarci in termini di Statuto, ma probabilmente è una questione da futura legislazione.
In merito a questo cresce, o dovrebbe crescere, l'attività di controllo del Consiglio regionale, perché con l'attività di controllo puoi effettivamente recuperare qualcosa sulle decisioni dell’esecutivo, una attività di controllo vera che tocchi settori importanti, a cominciare dall'agricoltura, a cominciare dalla sanità. Per esempio, proprio sull'agricoltura, l’Assessore Casini lo sa bene, ho fatto una legge nella precedente legislatura che è rimasta assolutamente inattuata.
Ecco, questo è il quadro di cui soggettivamente nessuna ha colpa, perché non si può dire questo ha fatto meglio, questo ha fatto peggio, è nelle cose, però mettiamo in moto quel poco di buona volontà che possiamo esercitare per andare a vedere almeno, caro Consigliere Zaffiri, nuovo Presidente, tutte le leggi che non sono state attuate, perché, ripeto, se ci sono responsabilità riguardo a questo è giusto che vengano messe in evidenza e che i cittadini delle Marche abbiano cognizione di questo fatto. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.
Giovanni MAGGI. Grazie Presidente. Ho ascoltato con grande interesse l'intervento del Consigliere Marconi.
Ricordo a me stesso che questo Comitato, ovviamente, ha il compito di controllare e valutare le politiche, nel senso di esaminare le leggi e vedere quali hanno funzionato, quali non hanno funzionato, quali sono state applicate, quali non sono state applicate, quali non sono state finanziate e viceversa.
All'inizio il Comitato è partito così, un po' in sordina, forse anche con un atteggiamento di sufficienza da parte di altri colleghi.
Quello che abbiamo constatato subito è che la verifica dell'efficacia delle leggi è difficile perché non ci sono neppure i dati da cui attingere, come facciamo nel momento in cui non ci sono i dati a verificare l'efficacia o l'applicazione corretta di una legge? Questo è già un vulnus molto importante, inserendo nella legge la clausola valutativa ciò è possibile.
Come diceva il Consigliere, quella della valutazione è una cultura aliena, si fa la legge e poi si lascia che vada per conto suo, che sia efficace o no è poco importante, l’importante è fare la legge.
Nel Comitato c'è stato un grande arricchimento personale ed al suo interno porto gli elementi della mia professione precedente, quella che svolgevo prima di venire in Consiglio regionale. Per esempio, sull'applicazione della non autosufficienza c'è stata una relazione molto interessante, si sono chiesti i dati sia degli interventi domiciliari che delle case assistite, si sono chiesti dei numeri, delle percentuali rispetto al totale degli interventi fatti, ho chiesto di conoscere, e sono contento che questa discussione si sia aperta e sviluppata, qual è la percezione del fruitore del servizio, se il servizio, che il fruitore ha da parte della Regione, è efficace e serve a qualcosa. Quindi non soltanto i dati che sono importanti percentuali rispetto a quanti hanno chiesto di usufruire del servizio, a quanti servizi sono stati prestati, ma io ho chiesto di inserire, e devo dire che in questo senso il Comitato è stato aperto, un report sui fruitori del servizio, in questo caso i non autosufficienti, per capire non solo quanti servizi sono stati forniti alle persone che sono meno fortunate di noi, ma sapere direttamente da loro se il servizio è risultato significativo o no, perché è proprio dai fruitori che si può cominciare a modificare e rendere più efficaci le leggi.
Questo è stato l'apporto che ho dato grazie alla mia preparazione professionale precedente a questa della politica ed è sicuramente una cosa da battere.
A parole tutti sono contenti di questo Comitato, ma alle parole devono seguire i fatti.
Abbiamo avuto contatti, l'ha detto il Consigliere Busilacchi, con il Comitato della Lombardia, che ha a disposizione ogni anno più di 100.000 euro per collaborare con l'Università, per capire, investendo tempo e risorse, l'efficacia delle leggi.
Se riteniamo che l'efficacia della legge vada studiata e valutata, perché questa Assemblea legislativa vuol fare leggi al servizio dei marchigiani, bisogna che questo Comitato non sia appoggiato soltanto a parole, ma da fatti concreti.
Questa è un una funzione importante, la funzione legislativa è a beneficio di coloro che ci hanno dato il voto e che ci fanno sedere qui per amministrare questa Regione. Le leggi devono essere al loro servizio, bisogna quindi che il finanziamento del Comitato sia una cosa concreta e non, ringrazio anch'io la Dirigente, avere del personale part time che aiuta il Presidente, prima il Consigliere Busilacchi ed ora il Consigliere Zaffiri, che ringrazio entrambi per l'impegno che mettono, non si può avere questa disponibilità parziale perché si rende inefficace il lavoro del Comitato.
Credo che il Comitato abbia un senso politico molto alto, che riporta la politica alla sua funzione primaria, quindi mi auguro che a questa relazione ed al lavoro che si sta svolgendo sulla non autosufficienza ci sia un incremento e un riconoscimento ancora maggiore nei fatti per la funzione che questo organismo svolge, a cui io sono onorato di partecipare.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Fabbri.
Piergiorgio FABBRI. Grazie Presidente. Questo Comitato ha suscitato molto interesse e ritengo che l'attività che ha svolto finora sia meritevole e vada assolutamente potenziata. Ho partecipato a numerose sedute, pur non facendone parte, perché è qualcosa di innovativo che apre un po' la mente e la conoscenza dei Consiglieri ad una metodologia che purtroppo, come ha già detto il Consigliere Marconi e come ha sottolineato il Consigliere Maggi, è ancora da sviluppare nel fare politica da parte di tutti i Consiglieri.
Abbiamo una situazione che è chiara: la Giunta ha esteso i poteri normativi, io ritengo anche eccessivamente, purtroppo il Consiglio ha anche un deficit conoscitivo della normativa e quando si rivolge agli uffici non sempre riesce ad acquisire i dati. I Servizi non sono sufficientemente strutturati per raccogliere, elaborare e trasmettere i dati, e quindi consentire un'analisi dei risultati.
Alcune mie proposte di legge, alcune mie interrogazioni e mozioni sono andate in questi anni in questo senso, per chiedere quali sono stati gli effetti, come è stata applicata la normativa, quali sono stati i dati in base ai quali i programmi triennali sono stati fatti, qual è l'analisi dei risultati dei programmi degli scorsi anni.
C'è sempre stata una grande difficoltà da parte degli uffici a reperire, elaborare e fare un'analisi dei risultati, ben venga, quindi, un potenziamento del Comitato.
Una questione di trasparenza penso che debba essere sollevata. Gli accessi agli atti per avere dei dati, che dovrebbero essere nella disponibilità dei Consiglieri, di cui siamo molto prolifici, vengono disattesi, vanno sollecitati, bisogna fare la voce grossa, addirittura qualcuno invoca le forze dell'ordine o gli avvocati per averli.
Il passo successivo in cui il Comitato si sta già avviando, è quello di passare dalla verifica dell'applicazione della singola legge alla valutazione dell'efficacia delle politiche. Ci sono un coacervo di leggi vigenti, sono quasi un migliaio, una volta ho acquisito questo dato, e la valutazione dell'efficacia della politica deve consentire di migliorare la politica regionale stessa, e questo vuol dire avere una grande capacità di analisi di tutte le norme che intervengono in un determinato settore, ecco, quindi, l'importanza da parte della Commissione di individuare settori, come quello della salute, dello sviluppo economico, dello sviluppo sociale (ad esempio, turismo, ambiente, territorio, dove il contenzioso legale è molto alto) in cui un margine di miglioramento sicuramente è possibile.
A questo proposito sto facendo girare una proposta di risoluzione, e con i tecnici stiamo valutando, essendo la prima volta, a chi indirizzarla e quali contenuti debba avere, proprio per migliorare la politica nei vari settori della Giunta e della Regione e per una migliore efficacia della normativa che andiamo a fare.
Sono d'accordo con il Consigliere Marconi, apro e chiudo subito una parentesi, relativamente al fatto che subiamo un inquinamento normativo, molte leggi non sono applicate, moltissime non sono finanziate. All'inizio c'era stato l'impegno ad andare verso testi unici, che ancora non si sono visti, ritengo che lo sforzo anche culturale di aggregare molte normative sia importante ed ancora non si è stati in grado di farlo, bisogna fare un riordino globale di queste tematiche.
Nella risoluzione che propongo, e che adesso spero di poter far girare tra i Consiglieri, magari ci diamo qualche momento per discuterne e poi arrivare ad un accordo, ritengo le funzioni del Comitato molto importanti e l'evoluzione verso la valutazione dell'efficacia delle politiche necessaria. Il compito della Commissione è anche quello di verificare come vengono spesi i soldi, la loro efficacia, come viene portata avanti l'azione rispetto al piano di governo che la Giunta si è data al momento dell'insediamento, penso che strumentalmente, migliorando gli strumenti che il Comitato e le altre Commissioni possono avere, la Giunta può dotarsi di strutture più potenti, la politica regionale possa essere più efficace.
Nell'impegno di questa risoluzione chiedo il rafforzamento del rapporto operativo tra le Commissioni consiliari permanenti ed il Comitato stesso, un'implementazione della banca dati regionali con una sezione che riporti per ogni legge la storia, l'evoluzione della normativa, per capire lo scopo che ha chiesto l'implementazione di quella legge, anche con dei report valutativi che dicano: questa legge è stata finanziata, è stata applicata, ha dato questi risultati, in modo da avere la tracciabilità dell'efficacia della normativa in questione, tutto all'interno della stessa banca dati corredata di due sezioni, oltre a riportare il testo aggiornato in tempo reale della normativa.
Il terzo punto chiede di inserire nel piano delle performance del personale dirigente il recepimento e l'applicazione delle indicazioni ricevute dal Comitato perché facendo un controllo delle clausole valutative e delle altre leggi ed avendo una visione trasversale delle problematiche può dare delle indicazioni particolarmente utili ai dirigenti per poter migliorare la loro azione concreta e di efficacia sociale verso i cittadini nei vari settori la Regione si dà.
Quindi, sarà mia cura far circolare la bozza della risoluzione, spero che incontri il favore dei Consiglieri, in modo da dare sostanza e una linea di sviluppo chiara a questo Comitato che ritengo, siamo all'inizio, abbia lavorato bene, penso anche che vada potenziato in modo che possa lavorare sempre meglio ed essere più incisivo. Grazie.
PRESIDENTE. Prima di dare la parola per l’ultimo intervento, ricordo che è possibile presentare eventuali emendamenti alla proposta di legge 280, che sarà discussa come punto 2 bis, entro le 11,45.
Ha la parola la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Grazie Presidente. L’istituzione del Comitato per il controllo e la valutazione delle politiche è stata certamente una novità importante di questa legislatura, all'inizio credo che molti si siano chiesti di che cosa si trattasse perché valutare se il lavoro svolto da quest'Aula, in termini normativi, sia efficacemente tradotto nel territorio in azioni che la norma approvata voleva volgere, non è in effetti un compito semplice, anche perché le clausole valutative vanno a mettere un focus sul termine di misurazione dell'applicazione della legge. Faccio un esempio, abbiamo presentato ed approvato una legge importante sul contrasto al bullismo a supporto delle giovani generazioni, quando ci siamo trovati ad affrontare la clausola valutativa ci siamo chiesti: fra un anno, due anni, tre anni cosa valuteremo per capire se questa norma è stata efficace? Andremo a valutare se la formazione, gli interventi nelle scuole, l'attività di prevenzione fatta con i giovani sono stati fatti o andremo a valutare se ci sono meno casi di bullismo o se c'è una consapevolezza all'interno dei giovani rispetto a questo fenomeno? Ho fatto questo esempio per far capire come tutta la fase che riguarda il controllo e la valutazione sia importante ed anche come vengono applicate e scelte le clausole valutative porterà poi a fare un tipo di valutazione o un'altra.
La difficoltà nella quale ci siamo trovati in questi anni in cui abbiamo lavorato è stata quella di guardare a ritroso, quando le clausole valutative non c'erano soprattutto, problema che è già stato evidenziato, quando ci sono una serie di norme che per molteplici motivi non sono attuate e portate avanti, in particolar modo perché non sono finanziate. Credo che l'importanza di questo Comitato vada dimostrata di pari passo anche con gli investimenti.
Abbiamo parlato del confronto con il Comitato paritetico della Lombardia, abbiamo puntato, credo anche in maniera corretta, a fare un confronto con una delle realtà regionali più avanzate, che ha investito da più tempo, che è certamente molto più avanti di noi, che ci può essere proprio per questo di aiuto a capire in quale direzione muoverci.
Faccio un sollecito, un appunto, unendomi anche al coro degli altri membri del Comitato che, ricordo, essendo paritetico non ha mai voluto in alcun modo mettere la contrapposizione politica al suo interno, voglio però supportare una richiesta che viene trasversalmente, che è quella di crederci molto, di crederci di più, anche attraverso gli investimenti, quindi, anche attraverso le risorse, quelle legate al personale e alla possibilità di attingere a professionisti che ci aiutino e ci supportino per valutare se le nostre attività legislative producono gli effetti sperati, con il coraggio, nel momento in cui si evidenziano dei percorsi che non sono andati nella direzione sperata, di fare marcia indietro e di correggere i propri errori.
Chiedo investimenti, coraggio e soprattutto che questa nuova iniziativa, che è nata in questa legislatura, possa essere un fiore all'occhiello da portare avanti nelle prossime legislature.
PRESIDENTE. Termina qui la discussione, la proposta di risoluzione del Consigliere Fabbri è ancora in fase di stesura, quindi, propongo di procedere con l’ordine giorno ed in seguito voteremo la proposta risoluzione che si sta predisponendo.
Proposta di legge n. 206
ad iniziativa dei Consiglieri Talè, Celani
“Modifica alla legge regionale 3 aprile 2013, n. 5 ‘Norme in materia di raccolta e coltivazione dei tartufi e di valorizzazione del patrimonio tartufigeno’”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 206 dei Consiglieri Talè, Celani.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Talè.
Federico TALE’. Grazie Presidente. Parliamo finalmente di qualcosa di buono, di tartufo.
Questa è una proposta di legge presentata ormai da tempo, partiamo dalla considerazione che una mirata attività di promozione, valorizzazione attorno al mondo del tartufo avrebbe un'importante ricaduta economica per la nostra regione, così come ha già fatto il Piemonte dal 2008.
Oggi andiamo ad istituire un Tavolo permanente di filiera sul tartufo, la finalità è quella di sostenere le azioni di promozione e valorizzazione dell'attività legata al patrimonio tartufigeno della regione Marche, quindi dotarsi di una strategia regionale per la valorizzazione del tartufo.
Si calcola che un euro di tartufo lamellato sul piatto crea un indotto di 20 euro. Naturalmente l'indotto viene dalla ristorazione, dall'accoglienza, dallo shopping, soprattutto di prodotti tipici nei luoghi nei quali il tartufo è presente e tanti comuni più o meno dislocati in tutta la regione Marche hanno questa presenza.
Il Tavolo permanente della filiera sul tartufo deve fare da raccordo alle varie iniziative che i comuni marchigiani fanno sul tartufo, perché ci sono lodevoli iniziative nella provincia di Pesaro, ce ne sono altre in provincia di Ascoli ed altre ancora vanno stimolate in tutta la regione, quindi, serve un Tavolo permanente di filiera per il tartufo per una strategia regionale annuale.
Tutto l'anno perché il tartufo non è un prodotto presente soltanto alla fine dell'anno, abbiamo il tartufo bianco pregiato che è un prodotto che si cava - questo è il termine giusto - più o meno in tutti i mesi dell'anno, ci sono dei mesi nei quali la ricerca è sospesa per permettergli la maturazione. Il bianco pregiato è forse quello che dà più lustro alla nostra Regione, è presente soprattutto nel Montefeltro ed in parte nella Val Cesano, ce l'abbiamo da settembre fino a dicembre; abbiamo il nero pregiato che è presente soprattutto nel Piceno, è presente un po' dappertutto, anche in provincia di Pesaro ed ha una bella presenza nel Piceno, questo l'abbiamo da dicembre a marzo; abbiamo anche il bianchetto che è primaverile, lo scorzone addirittura è estivo, volendo abbiamo il tartufo tutto l'anno, quindi dobbiamo fare la promozione per tutto questo periodo.
Il Tavolo permanente di filiera servirà a questo, servirà a studiare una strategia vincente che porti alla creazione di un codice etico che riguarda il tartufo e il suo utilizzo a tavola, che coinvolga i rappresentanti della ristorazione e comporti la certificazione del prodotto con un bollino di qualità che sia veicolo per la regione Marche, e che serva per fare questo salto di qualità.
Acqualagna sembra la località più citata nella regione Marche (Alba in Piemonte), ma bisogna nominare anche Sant'Angelo in Vado, Pergola, altrimenti si offende qualcuno, quindi dobbiamo fare questo salto e certificare un prodotto di qualità con un bollino.
Il Tavolo permanente di filiera sul tartufo l'abbiamo composto di varie personalità: l'Assessore competente o suo delegato, che lo presiede; un componente della competente Commissione consiliare; un rappresentante dell'Accademia italiana del tartufo; due rappresentanti delle Associazioni agricole della regione Marche; un rappresentante delle Associazioni di tartufai delle Marche; un rappresentante dell'Associazione tartuficultori delle Marche; un giornalista iscritto all'albo dei giornalisti professionisti della regione, è importante che ci sia per divulgare; due rappresentanti delle Associazioni di categoria del commercio, tra i quali è auspicabile che ci sia almeno un ristoratore, è importante la ristorazione; un rappresentante dell'Anci e un rappresentante dell'Uncem (Unione nazionale Comuni ed enti montani),; un rappresentante dell'Associazione della città del tartufo, un'associazione nazionale che annovera 50 località italiane, tra le quali Acqualagna, Apecchio, Pergola, Sant'Angelo in Vado.
Il Tavolo permanente resta in carica per un'intera legislatura, vorrei sottolineare che non comporta indennità né rimborsi spese.
L'articolo 1 bis di questa proposta modifica l'articolo 20 della legge regionale 5/2013 relativo alle sanzioni, specificando che gli enti che le applicano sono i comuni, mentre prima erano le unioni montane. Nel testo vigente si parla di ente competente e non è specificato se è l'unione montana oppure il comune, qui specifichiamo che le sanzioni le applicano i comuni.
Ho detto quasi tutto, vorrei ringraziare gli uffici che hanno dato una grossa mano per la stesura della proposta di legge, vorrei ringraziare il Presidente della II Commissione, Traversini, perché ha migliorato il testo aggiungendo alcune parti e vorrei anche rivolgere un ringraziamento particolare al Presidente dell’Accademia italiana del tartufo, che è qui presente, l'enogastronomo ambasciatore delle eccellenze marchigiane nel mondo, è stato lui ad illustrarmi l'esperienza portata avanti da tempo, come ho detto, dal Piemonte, ed è stato insieme a lui che abbiamo studiato questo testo arrivato oggi in Aula, che penso sia abbastanza completo, passato in Commissione, guardato e riguardato, quindi auspico che possa essere votato all'unanimità.
PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Celani.
Piero CELANI. Grazie Presidente. Ho poco da aggiungere a quanto è stato detto finora dal primo firmatario di questa proposta legge, dal Consigliere Talè, anche perché, come avete visto, ho condiviso con lui questo provvedimento, che credo abbia illustrato nel modo giusto e doveroso.
Mi fermo soltanto a fare una riflessione di carattere generale, che si cala in modo particolare proprio per quanto riguarda questa legge.
Credo che questa normativa si collochi nell'ambito di un concetto ormai consolidato e cioè che per promuovere un determinato territorio non possiamo non passare attraverso il paesaggio di quel territorio, dove per paesaggio non intendo un elemento, ma un contenitore all'interno del quale ci sono tutte le eccellenze ambientali. Quindi noi dobbiamo far riferimento alle nostre eccellenze enogastronomiche e legare il territorio ai prodotti che questo dà, per noi ormai è indispensabile e la promozione non può essere fatta soltanto attraverso un generico piano marketing che invita a venire perché abbiamo le cose più belle. Dobbiamo mettere in vetrina le cose più belle e credo che questa legge si cali in modo perfetto nella nostra realtà perché abbiamo un prodotto della terra, il tartufo, che è una grande eccellenza e che ha la possibilità di promuovere nella sua interezza il nostro territorio. Il Consigliere Talè ha citato un mondo importante del tartufo che fa riferimento alle province di Pesaro e Urbino, ma anche nel sud delle Marche abbiamo delle ottime qualità. Faccio riferimento, ad esempio, al paesaggio, all'entroterra piceno, in modo particolare a tutto il territorio intorno a Roccafluvione con il tartufo nero pregiato, ad Amandola nel fermano, dove abbiamo una produzione di grande qualità che si è iniziato già da diversi anni a promuovere, attraverso delle manifestazioni che vedono coinvolte anche altre eccellenza, da quelle culturali a quelle storiche ed architettoniche. Un concetto rilevante, fondamentale, un binomio imprescindibile ormai quello di prodotti della terra, cioè l'enogastronomia, e la promozione, questo credo che la legge lo centri nel modo più significativo ed importante.
Per quanto riguarda la specificità delle norme, colgo un aspetto molto significativo, questo testo, rispetto a quello proposto, è stato modificato dalla Commissione, mentre prima al comma 1, articolo 1, si prevedeva: “al fine di coordinare e sviluppare azioni di promozione” oggi, invece, parliamo di “concorrere a sostenere”, sono concetti che sembrano simili, ma sono diversi, da una parte si tratta di coordinare una serie di azioni, dall'altra parte si prevede che il Tavolo permanente debba concorrere a sostenere le azioni di promozione, quindi non è soltanto un aspetto pleonastico o pletorico, magari ci si riunisce soltanto per analizzare quello che gli altri propongono, il Tavolo deve concorre a sostenere, quindi si devono trovare anche dei mezzi, e mi auguro naturalmente delle risorse, sollecitando la Regione, sollecitando le Associazioni di categoria, sollecitando anche i tour operator, elemento molto importante, i ristoratori, fondamentali, in modo tale che anche loro possano mettere non soltanto idee, ma auspico anche le risorse per poter concorrere a sostenere una serie di processi di valorizzazione di queste attività che sono legate al patrimonio tartufigeno delle Marche, per arrivare a queste finalità.
Anch'io ritengo che sia un'azione molto importante, una legge significativa che accende i riflettori sull'aspetto enogastronomico delle Marche, che in questo momento sta prendendo il volo. Non possiamo non valorizzare tutte le tipicità che abbiamo, mi auguro anche che questo tavolo sia subito costituito dalla Giunta regionale, una volta che arriverà la proposta in Commissione noi siamo pronti ad esaminarla perché è importante che si metta in moto in quanto, come ho detto prima, abbiamo la possibilità e la fortuna, come ha detto il Consigliere Talè, che la raccolta delle diverse varietà (bianco, bianchetto, nero pregiato, scorzone) sia distribuita nell'arco dell'anno, da gennaio a dicembre, non c’è mese in cui questa attività non è effervescente. Allora non perdiamo tempo, mettiamoci subito a lavorare, diamo un segnale molto forte ai nostri territori, agli operatori dei territori, non lasciandoli soli, diamo anche una calendarizzazione a tutti gli eventi, perché abbiamo anche la possibilità di spalmarli in modo congruo nel corso dell'anno e all'interno della regione per captare tutti i visitatori, non parcellizzarli, ed attrarli da Pesaro ad Ascoli, con benefici effetti sull'economia agroalimentare di questo settore. Sono oltre che firmatario favorevole all'approvazione, mi auguro all’unanimità, di questa legge. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.
Sandro ZAFFIRI. Ho cercato di ascoltare e capire bene in merito al Tavolo che si va a costituire perché quando si vuole valorizzare qualcosa nel territorio occorrono mezzi e risorse, sennò cosa valorizziamo? Si costituisce un Tavolo che secondo me non serve a niente, credo che sia il nulla, ha ragione questa volta il Consigliere Zura Puntaroni.
Se non ci sono risorse per valorizzare un territorio credo che la legge sia monca, è importante far contento qualcuno e se vogliamo farlo è chiaro che la legge va votata, lo dico in modo molto franco, come quotidianamente sono abituato a parlare.
Se vogliamo valorizzare il territorio vanno messi i soldi, vanno messe le risorse e va istituito un Tavolo, che non deve essere alla meno peggio, passatemi questa parola, ma costituito con una valenza scientifica, con il mondo accademico, con la ristorazione, con questi settori, questo è un passaggio estremamente importante.
Cosa si intende per valorizzare il territorio? Valorizzare significa che si va fuori per far conoscere la regione Marche, per far conoscere i territori.
Penso che questo sia un passaggio sensato, lo so che in Commissione la proposta di legge è stata votata, anche noi l'abbiamo votata, però voglio fare una riflessione: personalmente non la voto perché non dà risposte al territorio in merito ad alcuni passaggi estremamente importanti. Così com'è stata impostata la proposta di legge significa farci contenti, mi suscita delle perplessità, non mi quadra e non mi soddisfa. Non sarà un voto contrario, ma per quanto mi riguarda sarà una astensione avendo evidenziato il motivo per cui non mi soddisfa. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Traversini.
Gino TRAVERSINI. Velocemente anche perché non ho molto da aggiungere rispetto agli interventi, soprattutto a quelli dei relatori.
Vorrei ricordare il lavoro fatto in Commissione sulla proposta che è stata approvata all'unanimità. Di fatto non è una nuova legge, è solo la modifica di un articolo che istituisce il Tavolo permanente consuntivo, che già esiste nella Regione Piemonte, che del tartufo ha fatto un forte elemento di richiamo, in quanto abbiamo maturato la convinzione che sia utile.
E’ chiaro che quando si fanno delle leggi avere la possibilità di investire e spendere rende tutto più semplice. In realtà questo è un Tavolo permanente che accompagna una strategia di marketing e la costruzione dell'elemento tartufo a livello regionale, che è un forte richiamo.
Questa mattina ho parlato con un Dirigente della Regione relativamente ai voli che si stanno programmando dalla Cina e la possibilità di offrire i nostri prodotti al mercato cinese, loro puntano principalmente ad avere vino, olio e tartufo, tre prodotti per noi di grande rappresentanza, di grande qualità, questi sono gli elementi richiesti, qui si parla del tartufo e si parla interamente della regione Marche in quanto il tartufo non è solo bianco, come ha detto il Consigliere Talè, ma nella sua interezza investe tutto il territorio regionale.
Nel Tavolo ci sono tutti gli attori che servono per programmare, per dare consigli e per proporre una strategia all'Assessore ed all'Assessorato, per portare avanti una politica di rilancio dell'immagine del tartufo legata al territorio ancora più efficace. Questo è il senso.
Chiaramente i finanziamenti e le spese sono legati ai progetti che verranno messi in piedi e che si stanno comunque portando avanti con le strategie di politica regionale attualmente concordate con le associazioni di categoria. Quindi un'immagine che si amplia e che può dare anche una risposta maggiore a questo nuovo mondo. Questo è quello che lega un prodotto tipico regionale alla possibilità non solo di un introito economico diretto, ma soprattutto indiretto, la possibilità di legarlo all'identità del territorio per far conoscere i luoghi, l'enogastronomia e tutto il resto. Si mette in piedi un meccanismo molto più ampio e istituire un Tavolo di questo genere può sicuramente ampliare ancora di più la vendita del nostro territorio,
Abbiamo fatto un buon lavoro, ho ricordato che la Commissione ha approvato questo atto all'unanimità e nel momento in cui partirà si vedranno gli effetti, non sarà sicuramente una cosa che sconvolgerà il mondo del tartufo, ma può dare un buon contributo.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zura Puntaroni.
Luigi ZURA PUNTARONI. Guardi, Consigliere Traversini, può stare tranquillo che il mondo del tartufo non lo sconvolge di sicuro perché è un’altra ammucchiata composta da tanti zero, e zero porta zero. Capito?
Vorrà dire che avrà l'ennesima conferenza, l'ennesimo comitato, l'ennesima, combriccola, l'ennesimo postale, che si occupa di, senza muovere paglia. Sa cosa mi ricorda? Prima il Consigliere Busilacchi ha chiesto un minuto di silenzio per quel poveretto che è morto ed anche avendogli dedicato un minuto di silenzio quello è morto, non si è detto che la Regione darà dei fondi, che contribuirà a pagare il funerale, che è una cosa concreta. Nel regno del nulla questa cosa è coerente, sono proposte che portano al nulla, l'ambiente ogni giorno è più affascinante!
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 1 bis. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 2. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Proposta di legge n. 206. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Proposta di legge n. 280
ad iniziativa del Consigliere Giacinti
“Modifiche alla legge regionale 7 febbraio 2017, n. 3 ‘Norme per la prevenzione e il trattamento del gioco d'azzardo patologico e della dipendenza da nuove tecnologie e social network’”
(Nuova titolazione) “Modifiche alla legge regionale 7 febbraio 2017, n. 3 'Norme per la prevenzione e il trattamento del gioco d'azzardo patologico e della dipendenza da nuove tecnologie e social network’ e alla legge regionale 1° aprile 2019 n. 7 ‘Disposizioni per garantire una buona vita fino all’ultimo e l'accesso alle cure palliative nella regione Marche’”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 280 del Consigliere Giacinti.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Volpini.
Fabrizio VOLPINI. Grazie Presidente. Questa proposta si è resa necessaria al fine di apportare delle modifiche alla legge regionale 3 del 2017 'Norme per la prevenzione e il trattamento del gioco d'azzardo patologico' e alla legge 7 del 2019 'Disposizioni per garantire una buona vita fino all'ultimo e l'accesso alle cure palliative'. Consta di pochi articoli, l'articolo 1 proroga al 30 novembre 2021 il termine per l'adeguamento, da parte degli esercenti, alle disposizioni riguardanti i luoghi di installazione degli apparecchi e dei congegni per il gioco.
L'articolo 2 differisce al 30 novembre 2021 l'adozione da parte della Giunta regionale della disciplina relativa alle modalità per l'attivazione dei corsi di formazione e aggiornamento dei gestori e degli operatori del settore.
Queste disposizioni, che prevedono la proroga fino al 30 novembre 2021, sono quelle proposte, dopo diversi passaggi procedurali, che tutti ricordiamo.
L'articolo 1 bis, come introdotto dalla Commissione, modifica la legge regionale 7 del 2019, sostituendo le parole “associazioni di volontariato”, con le parole “enti del terzo settore”. Questa modifica si è resa necessaria in seguito all'interlocuzione con il Ministero, che ha fatto presente che le attività di assistenza sociale, sanitaria e socio-sanitaria possono essere svolte dalla generalità degli enti del terzo settore, quindi, non solo le associazioni di volontariato, ma anche altre associazioni di promozione sociale, gli enti del terzo settore a carattere associativo e fondativo.
Ci sono anche due emendamenti, che se volete vi illustro, il primo riguarda la modifica dell'articolo 28 della legge regionale 26 del 1996, in materia di sospensione dei termini per l'esercizio del controllo da parte della Giunta regionale sugli atti degli enti del Servizio sanitario regionale. Qui è stato fatto un errore materiale, quindi si è dovuto specificare il tempo, che va dall'1° agosto al 15 settembre. L'altro emendamento rettifica la titolazione della legge regionale che viene modificata in “modifiche di disposizioni in materia socio-sanitaria”.
PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliera Pergolesi.
Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. Come giustamente ha spiegato il Presidente della Commissione, Consigliere Volpini, si è reso necessario provvedere ad alcune modifiche degli atti normativi per interlocuzione con il Governo.
Chiedo che gli emendamenti vengano distribuiti in Aula, visto che non sono accessibili dalla piattaforma Concilium, per rendere consapevoli i Consiglieri durante la votazione.
Ricordo che con l'approvazione della prima proposta di legge si erano date delle tempistiche piuttosto stringenti perché reputavamo che fosse necessario anche per la Regione Marche dotarsi di una normativa in merito al contrasto del gioco d'azzardo patologico, quindi a livello normativo era necessario che la Regione intervenisse.
Abbiamo fatto un lavoro molto intenso, durato più di un anno, in collaborazione con tutti gli stakeholders e vorremmo anche riaprirlo perché parlandone stamattina, durante la Commissione, ci siamo accorti che alcuni Comuni non si stanno dotando dei regolamenti previsti. A proposito di attuazione delle leggi, ci si ritrova con norme regionali che non vengono applicate a livello territoriale.
Per quanto riguarda la proroga della suddetta legge noi non siamo né a favore, né contrari perché ci sono degli interessi contrapposti, ma la questione è che si fanno le leggi e poi non vengono attuate.
L'applicazione delle norme dovrebbe essere una prerogativa dell'organo esecutivo che dovrebbe attivarsi con i propri uffici e le proprie competenze per far si che le disposizioni che approviamo trovino riscontro nella realtà. Quindi, per quanto riguarda la votazione, ci asterremo sul primo articolo, quello che proroga la scadenza dal 31 dicembre 2019 al 30 novembre 2021, sul quale anche gli stessi Consiglieri di maggioranza mi sembra non siano molto propensi, perlomeno non a larga maggioranza. Sembra più una diatriba tra organi o membri dello stesso partito, piuttosto che una vera e concreta necessità di attuare la legge.
Gli articoli successivi, come giustamente ha spiegato il Presidente Volpini, ed anche gli emendamenti proposti sono atti dovuti, tecnici. Sicuramente voteremo a favore dell'emendamento che riguarda il controllo, da parte della Regione, sui piani d'attuazione delle Aziende sanitarie perché, per mero errore, durante una modifica, con un emendamento approvato in Aula, è stata in qualche modo depotenziata la volontà dei membri della Commissione che hanno proposto tale emendamento. Sugli altri ci asterremo.
Mi auguro che, a proposito dell'attuazione delle leggi e del lavoro del Comitato, si intervenga non solo per potenziare gli organi interni della Regione, quindi di non avvalersi necessariamente di organismi e consulenze esterne, ma per far crescere il personale interno. Equiparando il lavoro del Comitato con quello delle Commissioni, auspico che il potenziamento del personale e delle consulenze esterne venga allargato. Gli atti si approvano in Commissione, diversi pareri si danno in Commissione, quindi è necessario avere delle consulenze e delle professionalità interne che siano costantemente formate sugli effetti delle leggi che andiamo ad approvare, quindi mi auguro che si allarghi il valore aggiunto che si dà in qualche modo al Comitato anche alle altre Commissioni, per lavorare a 360°, prima che si approvino le leggi, piuttosto che si vada a verificare e a controllare gli effetti di tali norme.
PRESIDENTE. Gli emendamenti sono stati distribuiti perché il termine per la presentazione era alle ore 11,45.
Ha la parola la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Credo che la legge di questa Regione sul contrasto alla ludopatia e al gioco d'azzardo patologico sia sicuramente da ascrivere fra le iniziative giuste e positive fatte da questa Assemblea legislativa.
Abbiamo voluto intervenire su un tema che è diventato sempre più pressante, perché purtroppo ci sono moltissime persone, moltissime famiglie che si rovinano con il gioco d'azzardo patologico, entrando in una spirale dalla quale è difficile uscire e per la quale, forse, non ci sono ancora mezzi e strumenti adeguati.
Sono orgogliosa non solo di essere stata la prima a depositare una proposta di legge su questo tema, ma anche del fatto che quella proposta sia stata approvata insieme alle altre ed il testo unico, dopo una lunga discussione in Commissione, è stato approvato all'unanimità dall'Assemblea legislativa.
Ora dobbiamo essere onesti e dire che ci troviamo di fronte a un grave paradosso, la Regione Marche può legiferare in merito alla tutela della salute, mentre il gioco è una materia di competenza nazionale, da una parte lo Stato percepisce ingenti risorse dal gioco, dall'altra parte si trova a dover mettere altre risorse per contrastarne gli effetti negativi in quanto provoca patologie.
Ci troviamo di fronte a un paradosso che purtroppo cozza anche con la nostra legge, abbiamo cercato di introdurre dei sistemi che tutelano le fasce più deboli, i giovani, gli anziani, quelle persone che per una fragilità anche sociale, magari senza lavoro o pensionati, si trovano ad avere del tempo libero ed una solitudine che cercano di riempire attraverso il gioco che diventa in qualche modo patologico.
Abbiamo introdotto una serie di misure come quella delle distanze da punti sensibili (scuole o bancomat, realtà in cui una persona può attingere risorse economiche), come forma di dissuasione, anche se sappiamo bene che non sempre purtroppo sono efficaci.
Ebbene, noi ci troviamo di fronte a un ulteriore paradosso, mettiamo delle distanze dai bancomat quando poi in molte realtà, in molte case da gioco, si può pagare tranquillamente all'interno con i mezzi informatici personali.
Capite che con questa nostra legge stiamo lottando in qualche modo contro un sistema più grande e più forte di noi. Credo che la Regione debba avere un equilibrio rispetto a questa legge, debba avere la forza di continuare a portarla avanti. Abbiamo dato anche ai Comuni uno strumento per poter intervenire più capillarmente.
La proposta e la possibilità per i Comuni di fare dei regolamenti, o di limitarne ulteriormente le realtà, nasce dal fatto che in Commissione abbiamo fatto una considerazione: non tutte le realtà comunali sono uguali, quindi chi le conosce meglio di un'amministrazione comunale? In alcuni Comuni ci sono delle difficoltà, ad esempio, legate all'ordine pubblico, perché attorno alla realtà del gioco si creano delle situazioni non solo di disturbo alla quiete pubblica, come ad esempio, risse, ma gravi realtà. Allora abbiamo detto: dobbiamo dare uno strumento a chi quella comunità la conosce, a chi ci vive, di poter intervenire di più o in maniera più specifica rispetto ad una norma che ovviamente è generica.
Non tutti i Comuni della nostra Regione hanno le stesse problematiche, non tutti hanno le stesse realtà nel proprio territorio, e per i punti sensibili, al di là delle scuole sul quale c'è condivisione, abbiamo voluto dare la possibilità ai Comuni di intervenire laddove ci sono situazioni differenti. Se c'è un oratorio o un'altra situazione nella quale ci sono persone che sono più esposte se e i Comuni vogliono introdurre delle limitazioni attraverso un'ordinanza, dobbiamo consentire di farlo. Dobbiamo anche essere consapevoli del fatto che una norma come quella che abbiamo introdotto avrà degli effetti da una parte positivi, dall'altra parte negativi, perché in qualche modo sono state equiparate le sale slot, le sale da gioco a chi acquista il gratta e vinci e gioca, anche quello, dobbiamo essere sinceri, ad alcuni crea una sorta di dipendenza.
Chiedo che questa Assemblea legislativa continui nel solco normativo che ha portato avanti e continui nel lavoro di contrasto e lo faccia, lo ribadisco, anche attraverso i nostri parlamentari a livello nazionale, altrimenti diventiamo inefficaci, laddove sappiamo che la nostra norma cozza, purtroppo, con un discorso nazionale, che è quello in cui dal gioco lecito, che può sfociare purtroppo anche a livello patologico, si recuperano ingenti risorse e poi ci troviamo sui territori a far conto con gli effetti negativi laddove le dipendenze si sono create.
Presidenza del Vicepresidente
Piero Celani
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Marcozzi.
Jessica MARCOZZI. Grazie Presidente. Condivido questa proposta di legge che modifica la legge 3 del 2017 per la revisione dei termini previsti dall'articolo 16, che proroga al 30 novembre 2021 il termine entro il quale gli esercenti devono adeguarsi alle disposizioni riguardanti i luoghi installazione degli apparecchi e congegni per il gioco, in attesa della verifica dell'impatto sul territorio regionale dei provvedimenti statali in materia.
Proroga anche al 30 novembre 2021 i termini di attuazione per la realizzazione dei corsi di formazione per il personale impegnato nelle diverse realtà di gioco.
Sono convinta che questa proposta di legge va nella direzione giusta con la proroga del termine al 30 novembre 2021. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.
Sandro BISONNI. Grazie Presidente. E’ tanto tempo che aspettiamo che questa legge sulla ludopatia ed il gioco d’azzardo venga applicata. Ne abbiamo discusso molto, l'abbiamo votata qualche tempo fa e sinceramente sarei contento che venga applicata al più presto. Capisco che ci possono essere esigenze di carattere pratico però questa proroga, sinceramente, che fa slittare i termini di due anni, a me non piace. Non piace perché tutti quanti ribadiamo, ogni volta, in ogni occasione, l'importanza di contrastare il gioco d'azzardo patologico, poi nei fatti diamo due anni in più nei quali ci potrebbe essere qualche buon padre di famiglia che magari ci casca. Comprendo le difficoltà, però sinceramente questa proroga a me non piace per niente perché avrei desiderato una applicazione più immediata.
Capisco ed apprezzo invece gli emendamenti presentati dal Presidente Volpini, sono sostanzialmente tecnici e dovuti, quindi da questo punto vista obbligatori e li voterò molto volentieri.
Rimane la delusione per questa proroga, che sinceramente mi appare anche un po' esagerata, perché due anni sono tanti, si poteva dare sei mesi, un anno, poi non vorrei che qualcuno dica di non essere ancora pronto e che occorre un'altra proroga di due anni, e si va avanti così, perché in Italia si va avanti a proroghe.
Sono deluso da questo aspetto, gli altri invece li capisco e li condivido.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.
Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Credo che su questa legge, che viene riportata in discussione in Aula, sia prevalso il buonsenso in merito ad una norma che crea problemi. Bisogna che ce lo diciamo, non possiamo mettere la testa sotto la sabbia e fare finta che non esistono, purtroppo, perché noi ci muoviamo in un contesto nazionale e questa legge è in antitesi con un sistema che, anche con le nuove tecnologie, mette a rischio l'equilibrio delle persone.
Questo è il problema secondo me essenziale quando parlo di buonsenso, noi possiamo fare tutti gli sforzi indispensabili sul territorio, quelli che vogliamo, ma quando abbiamo in mano uno strumento come questo sappiamo tutti che possiamo usarlo e metterci in difficoltà, diventando dipendenti di queste nuove tecnologie.
Questo è il problema per Sandro Zaffiri e per la Lega, nel senso che occorre ragionare con il buonsenso.
È vero, è stata fatta una legge che poteva dare delle risposte, può dare delle risposte, ma sappiamo che è impensabile, quando le persone entrano nel meccanismo del gioco, affrontare la situazione con i divieti, con l'applicazione di una legge che prevede lo spostamento a 500 metri, nello stesso tempo sappiamo che crea dei problemi a chi ha fatto del gioco un'attività economica. Questo è il problema! Dobbiamo conciliare questa legge anche con l'attività economica, e questo naturalmente, detto francamente fuori dai denti, crea difficoltà anche per quanto riguarda il lavoro.
Penso che questo problema sia a monte, io dico che sta a monte, non sta nel territorio anche se nel territorio vogliamo un po’ giocare da protagonisti, diciamocelo francamente. Il problema sta a monte, le nuove tecnologie entrano oggi nel mercato e danno la possibilità di giocare e noi come possiamo nel territorio fermare queste cose?
Questo è il buonsenso secondo me, bisogna ragionare quando si fa, o si presenta o viene approvata una legge.
Come Lega prendiamo atto della volontà di ragionare di nuovo su questa legge per verificare cosa potrà accadere in questi due anni.
Credo che lo sforzo, ripeto, vada fatto a livello nazionale, se il problema non viene affrontato e continuiamo ad ascoltare quotidianamente gli spot pubblicitari sul gioco abbiamo le mani legate sul territorio, quindi il buonsenso è difficile da applicare in un contesto dove effettivamente ci sono grandi e grossi problemi. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.
Luca MARCONI. Grazie Presidente. Questa legge mi ha indotto una riflessione che porta ad una proposta: l’introduzione nello Statuto di una seconda Camera regionale, gratuita, composta da ex Consiglieri, che esprimono un parere su tutte le leggi, sono in coda al discorso sulla valutazione.
Non è la prima volta che per un incidente puramente casuale ci ritroviamo a ridiscutere riproponendo tutti i temi della discussione, quindi non è vero che il bicameralismo non serve, serve tanto perché alla fine, per lo stesso tempo, forse una riflessione più attenta ci avrebbe impedito di incorre in una serie di piccoli errori.
Permettetemi di ricordare, lo ha già fatto il Consigliere Volpini, lo voglio ribadire, che qui stiamo rimediando ad un errore tecnico che la maggioranza ha fatto perché si è sbagliata a votare rispetto alla proposta della Giunta nel cancellare completamente la retroattività, l'applicazione della retroattività sulle famose distanze delle attività di gioco rispetto ai luoghi sensibili. Quindi la Giunta, non ce lo dimentichiamo, aveva proposto la cancellazione totale della retroattività, più o meno sulle linee che ha espresso il Consigliere Zaffiri adesso, mentre la maggioranza aveva proposto una sorta di mediazione dicendo no, non cancelliamo la retroattività, la manteniamo, ma la spostiamo di altri due anni per dare il tempo al nuovo Consiglio regionale e all'attuale Governo o ai nuovi Governi di valutare tutti insieme, tutte le Regioni, che cosa c'è da fare. Questo ce lo impone il buonsenso perché un obiettivo l'abbiamo raggiunto con le distanze, abbiamo sostanzialmente bloccato la creazione di nuove attività di gioco, questo c'è, lo abbiamo votato tutti all’unanimità, questo riconosciamocelo, non lo dico io, ma le società che gestiscono questa attività che riferiscono che nel 14-15% del territorio marchigiano è ancora possibile aprire delle attività di gioco, nell'85% no. Queste attività di gioco andrebbero in aree molto marginali, rurali, o addirittura nell'entroterra montano dove, anche a causa del terremoto, non c'è più grande insediamento abitativo.
Questo è il fatto, non parliamo d'altro, stiamo semplicemente ripetendo quel voto, insieme ad altre norme che sono state presentate, e questo è quanto.
La riflessione nel merito della proposta di legge provoca un po' di rammarico, consentitemelo, perché capisco che è andato in corsa insieme a questo, ma qui, Consigliere Volpini, abbiamo fatto pure la proroga della formazione. Penso che sia la seconda o la terza volta che la facciamo e questo è veramente un fallimento.
Dichiaro che voto il provvedimento, lo voto insieme a tutti gli altri, non mi voglio sbagliare più perché se sbagliamo un’altra volta non finiamo più, però aver prorogato una formazione che costa poche decine di euro agli operatori … Era prevista ed era l’unica cosa che in sede di audizione gli operatori del settore gioco d'azzardo avevano detto: “Lo facciamo volentieri”, anzi avevano detto che non c'era bisogno di metterla nella legge perché l'avrebbero fatta per conto proprio. Ora la legge li obbliga e non la fanno, vogliono la proroga, questo per dire quante bugie sono state dette. E' vero che ci sono vari gestori, un conto sono i gestori delle case un conto sono i tabaccai, qualcuno la trova ridicola e dice di avere una piccola attività, ma non è più così, perché non solo si deve fare la formazione per quello che dà il Gratta e Vinci, ma ormai in moltissime tabaccherie sono state inserite, perché il Lotto le impone, il gestore nazionale del gioco d'azzardo le impone, delle macchinette e altre cose, quindi è un business e come tutti gli affari trova la strada e la voce, più difficile che trovi voce in questo caso il cittadino o chi nella sua famiglia subisce in maniera pesante il danno del gioco d’azzardo.
Questa non è più e non può essere una questione limitata alle Marche, o alla IV Commissione, con tutte le diversificazioni che in IV Commissione sono nate, è un problema che riguarda l'intera società italiana.
Non è un caso, lo ricordava opportunamente il Presidente Volpini, che il Ministero della sanità introduca questa malattia, questa patologia psicologico volitiva, quindi molto difficile da inquadrare dal punto vista biologico, perché non c'è una cellula che impazzisce come in un tumore, c'è una condizione umana, sociale, spirituale, che tocca il soggetto, questo ha portato al riconoscimento di questa malattia nei Lea, con questo abbiamo risolto un problema, lo abbiamo risolto anche dal punto vista finanziario perché abbiamo finanziato pesantemente la cura con i nostri fondi sanitari, ma adesso lo facciamo a pieno titolo in quanto non siamo più ai limiti della legge, ma ne siamo dentro.
Bene la prevenzione, bene quello che abbiamo potuto fare per fermare le case da gioco, bene la cura della gestione dei casi di azzardopatia che stanno crescendo, continuo a denunciare però il fatto che non si sa bene nemmeno come curarli, perché tutto quello che si può fare è tenerli lontano da queste attività, anche se ricreare una personalità è molto difficile.
Mi permetto di ricordare che questa dimensione morale e spirituale è presente nella nostra Costituzione, prima ridicolizzavo un po’ l'idea della promozione, ecco in questo caso c'è una promozione che può essere spesa, che può diventare soldo suonante e che può aiutare chi non ha altri mezzi, soprattutto le famiglie che hanno persone di questo tipo e che non sanno come fronteggiare questa situazione, quindi interviene la collettività anche attraverso questo tipo di procedura, questo tipo di intervento.
Rimane solo una questione insieme ad altre che possono essere ancora presenti in questa legge e che potrebbero anche indurci, l'abbiamo detto prima in IV Commissione, ad un'ulteriore riflessione e cioè l’incertezza che questa determinazione può produrre rispetto alla scadenza di questa retroattività, perché esercizi commerciali legati a questa attività possono subire l'incertezza, magari possono dire: vendo, però fra due anni questa attività non ci sarà più e quale potrebbe essere la valutazione, l'avviamento commerciale di un'attività che oggi vale, che ne so, 1 milione di euro se fra due anni c'è la chiusura dell'attività di gioco? Potrebbe valere 500 mila euro, uno potrebbe essere anche contento che questo avvenga, ma penso che come legislatori dovremmo valute l'incertezza ed anche questa potrebbe essere una riflessione da fare.
Chiudo con una sollecitazione nei confronti della Giunta, perché penso che sarebbe interessante che questa faccenda dell'azzardopatia venga definitivamente calendarizzata, è veramente un casino, questa cosa così che stiamo gestendo è fatta bene in alcune parti, ma manca la coralità di una decisione. Se questa coralità è possibile raggiungerla in sede di Governo e in Conferenza Stato-Regioni la soluzione verrebbe trovata.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Micucci.
Francesco MICUCCI. Grazie Presidente. Tranquillizzo, Consigliere Marconi, non ho presentato emendamenti in questa occasione, quindi non ci sarà possibilità di errore anche se noto dagli interventi che ogni tanto capita che in Aula si sbaglia, coscientemente o inconsciamente.
Innanzitutto voglio riprendere un tema che ho affrontato in Commissione, a cui è stata data risposta, giustamente non avevo motivo di dubitarne visto che oggi siamo qui a discuterne, sul quale però continuo ad avere i miei dubbi, ed è quello, l'avete già detto voi, che si ritorni spesso a parlare degli stessi temi anche se c'è un regolamento apposito, un articolo in particolare, l'articolo 77, che prevede che non si possa discutere dello stesso tema prima dei sei mesi.
Di fatto su questo tema, per errore o perché si è voluto o perché non si è voluto, sembra che ci sia la provvidenza divina che è intervenuta e probabilmente c'è stata una guida dall'alto che ha portato i Consiglieri a sbagliare.
Poche settimane fa si è votato su questo tema dicendo che non si sarebbe prorogata alcuna data, oggi ci ritroviamo qui con un'interpretazione diversa, di cui non metto in dubbio la buona fede, sulla quale però, ripeto, mi trovo in disaccordo.
Il regolamento l’abbiamo approvato pochi anni fa, la ratio era quella di evitare di discutere sempre delle stesse cose, che ci fosse quindi un lasso di tempo di almeno sei mesi per tornare a trattare gli stessi argomenti. Invece qui con un escamotage si sposta una scadenza dal 31 dicembre 2019 al 30 novembre 2021. Stiamo ragionando e discutendo sulle medesime cose che abbiamo già trattato poche settimane fa e questo, ripeto, nella piena legittimità del Consiglio, credo che non sia corretto nei confronti del regolamento.
Veniamo ora all'oggetto del contendere e della discussione. Innanzitutto, anche qui mi rifaccio agli insegnamenti del Consigliere Marconi, ho fatto mio un appello che è venuto dalla Chiesa in occasione dell'ultima campagna elettorale ai candidati e politici cattolici, il cui obiettivo principale della loro attività dovrebbe essere quello di essere scomodi, che è meglio, nella definizione, di essere un rompi palle. Mi sono rivisto in questa definizione, quindi oggi voglio essere scomodo perché credo che stiamo sbagliando nell'approvare e nell'andare avanti con questa legge. Sbagliamo in buona fede, probabilmente, forse c'è ignoranza sul tema, nel senso che non lo si conosce a fondo, anche se in alcuni casi ho sentito anche interventi forse leggermente ipocriti.
Vengo al dunque, sul tema della ludopatia, l’abbiamo detto, la Regione Marche ha fatto, credo, una legge tra le più avanzate e contesto profondamente il fatto che non ci si è resi conto di quello che si andava a votare. In Commissione eravamo ampiamente consapevoli di quello che votavamo ed in Consiglio, mi auguro, altrettanto.
La legge in questa fase storica sta dando una risposta e uno strumento fondamentale a tutti quelli che da tempo riconoscono nella ludopatia un male della civiltà moderna e che da tempo, da anni, sono attivi - regolamenti sul tema portano la data dei primi anni 2000 - ma non avevano una copertura legislativa sufficiente.
Molti Comuni si erano già attivati con regolamenti e altro, ma puntualmente i ricorsi presentati dalle società che producono e gestiscono questo tipo di attività erano vincenti nei confronti delle amministrazioni comunali.
Lo strumento che abbiamo dato tutela i Comuni e chi vuole combattere la ludopatia. Numerose sono le sentenze a favore del Comune di Macerata e di altri che in qualche modo sono intervenuti con regolamenti stringenti, che hanno visto affermare i loro diritti proprio sulla scorta della legge regionale 3 del 2017, che ha inciso profondamente sulla nostra attività e sui nostri cittadini in questi due anni.
Politicamente prima ancora che giuridicamente, credo che sia sbagliato modificare una legge che è uno strumento fondamentale per i nostri cittadini, perché il senso politico che diamo è quello in qualche modo di abbassare la guardia, anche se poi l'intento del presentatore, forse, non è quello, ma la lettura che verrà data è che si abbassa la guardia nei confronti di un tema così importante e delicato.
I colleghi che sono qui vicino a me probabilmente si sono impauriti dalla quantità di rassegna stampa che ho tirato fuori su questo tema e che non ho la volontà di leggere, i numeri sono raccapriccianti, per questo dico che forse c'è ignoranza sul tema. Nella sola provincia di Macerata, è la mia e la conosco meglio, ma ho letto gli articoli relativi a Rimini, a Bologna, purtroppo realtà molto simili, si spendono in un anno 503 milioni di euro, vi rendete conto di che cifra stiamo parlando? E' una sciocchezza quella di dire che chiudendo queste strutture favoriamo il gioco on line, perché di questi 503 milioni di euro 456 milioni sono su rete fisica, su macchinette nei bar, tabaccherie, sale slot, di questo stiamo parlando! Al netto delle vincite in provincia di Macerata, al netto di quello che si è vinto globalmente, Civitanova Marche ha lasciato sul campo 29 milioni di euro in un anno, 10,5 milioni Macerata, Corridonia, e Tolentino a scendere. Queste sono risorse che vengono sottratte ad altre economie, non facciamo ricco qualcuno, Consigliere Zaffiri, non è che attraverso questo tuteliamo il lavoro, perché ci sono 28 milioni di euro nel mio comune che vengono sottratti ad altre attività commerciali, a chi vende vestiti, a chi vende abbigliamento, a chi vende non so cosa, quelle non sono attività commerciali che vanno tutelate? Ma di che parliamo!
O si acquisisce che il tema della ludopatia, dell'azzardopatia, del gap, chiamatelo come vi pare, è fondamentale, oppure, è per questo che lo dico, c'è ipocrisia perché se il tema è quello economico-lavorativo non comprendo l'ipocrisia della Lega nel dire: chiudiamo i negozi che vendono la cannabis, non legalizziamo la prostituzione, non legalizziamo la droga, quante risorse economiche possono derivare lecitamente da questi traffici?
Evidentemente il tema, credo e ne sono convinto, non è economico e non deve essere solo economico finanziario, ma deve essere anche etico.
Vi risparmio le testimonianze di gente che affoga nel dramma della ludopatia, che, ripeto, ognuno di noi trova nella rassegna stampa se ha voglia di leggerle,
E' vero che il tema è nazionale, ci siamo sgolati tutti se andate a vedere e a sentire le registrazioni, io pure l’ho detto in diversi casi, lo Stato indipendentemente da chi governa guadagna da questa attività milioni di euro, miliardi di euro, non lo so, certo che prima di ridurle ci pensa dieci volte, ma noi siamo una componente politica di questo Stato o no? Abbiamo un ruolo o no? Io questo ruolo ce l’ho, come ce l'avete voi, e intendo giocarmelo fino alla fine, direi, su temi così delicati e così importanti.
Non possiamo decidere della parte commerciale perché è competenza dello Stato? Bene, interveniamo sulla parte della salute, che è di nostra competenza, come ha detto giustamente la Consigliera Leonardi, anche perché tutti i problemi legati alla salute arrivano sul tavolo delle Regioni, allora su questo non è che lo Stato si può lavare la coscienza dicendo che tanto questa malattia è ricompresa nei Lea, certo è un impegno anche economico, ma non può essere questa la soluzione perché quelle famiglie continueranno a vivere il dramma. Tanto c'è di sommerso, il dramma emerge non quando la gente è malata, ma quando la malattia porta ad un dramma economico finanziario in quelle famiglie. Se uno se lo può permettere o riesce a far sopravvivere la propria famiglia, pur nella malattia, il dramma non emerge, quindi quello che vediamo è solo la punta dell'iceberg.
Su questo tema dico che ci siamo, passatemi il termine, sciacquati la bocca con il primo punto all'ordine del giorno relativo al controllo delle leggi.
Esattamente, né più né meno, fra 3 o 4 anni, qualcuno dirà: “Ma questi ci stavano con la testa, quando hanno votato questa legge?” perché non c'è un dato dietro a questo provvedimento, e non mi riferisco alla proposta di legge n. 280 presentata dal Consigliere Giacinti, ma a quella originaria, perché di quella stiamo parlando, che era arrivata dalla Giunta con la semplificazione. Noi diciamo che proroghiamo di due o tre anni, sulla base di cosa? Perché? Potrebbe essere legittimo dire dieci o dire un giorno, qual è il lavoro che è stato fatto in questi tre anni per dire che c'è bisogno di una proroga? Siamo arrivati a 70 anziché a 100 e ci manca quel 30 finale? Bene, servono sei mesi, o viceversa c'è da fare ancora molto? Ho la sensazione, per non dire la certezza, che non si sia fatto assolutamente nulla per questo dico che c'era consapevolezza perché quando in Commissione abbiamo votato i tre anni di non retroattività, anche qui credo che i termini vadano usati correttamente, questa non è una legge che prevede la retroattività, è un atto che abbiamo approvato con il quale abbiamo dato dei termini in merito ad una attività data in concessione. Lo Stato dà in concessione a queste strutture l'attività di gioco per cui applica delle nuove regole, su quelle nuove regole non è che qualcuno si deve adeguare e qualcuno altro no, tutti lo devono fare, chiaramente va dato del tempo, questo è legittimo, ma non è che qualcuno può dire che di quella legge se ne fa beffa e non la applica. Non c'è, ripeto, dal mio punto di vista una retroattività, è una nuova legge che propone dei limiti.
Abbiamo dato scientemente, dico io, tre anni, potevamo dare un giorno, abbiamo dato tre anni perché legittimamente lo abbiamo riconosciuto un tempo congruo di adeguamento. Tre anni, ragazzi miei, per ammortizzare i bilanci e gli investimenti sono più che sufficienti! Non parliamo di milioni di miliardi, parliamo di decine di migliaia di euro, ammortizzarli in tre anni è più che possibile. Ripeto, ragioniamo su dei dati che ci dicono che ci sono delle incongruenze? Vorrei leggerli per capire se la proroga deve essere data di un giorno, di un mese, di sei mesi, di un anno.
Ribadisco, non ho sentito un'espressione politica, anche dai proponenti di allora, nel riportare una motivazione che c’è, può darsi che mi sia sfuggita e non l’abbia sentita però, ripeto, ho la sensazione che qui parliamo di una proroga sine die, tanto per dire: “Allunghiamo il brodo e proroghiamo il problema, qualcun altro lo vedrà”. Non mi pare una modalità corretta di confrontarsi rispetto ad una realtà che incide notevolmente sulle tasche e sulla vita sociale di molti marchigiani. Guardando l'aspetto economico, questi soldi escono dalle tasche dei cittadini e vanno in quel filone, non vanno in altri.
In alcune riunioni informali era emerso il tema dei danni che si potevano creare nel chiudere velocemente, premetto che c'erano tre anni e se uno non ha fatto niente in quell'arco di tempo, la responsabilità non può essere di chi ha fatto la legge, ma di chi non si è adeguato.
Parlando con le forze dell'ordine che stanno facendo, almeno nel mio territorio, una battaglia seria e convinta, il problema non si pone, nel senso che laddove c'è una legge va fatta rispettare, non ci sono problemi, anzi le forze dell'ordine chiedono strumenti per potere intervenire e quello che abbiamo dato ha dato garanzie. Su questo mi pongo un ulteriore tema: è giusto politicamente dire ad uno che vuole iniziare un'attività, perché è giovane: “Tu non puoi fare nulla perché oggi per te ci sono dei limiti vincolanti, quindi non puoi aprire se non rispettando la legge” e dare invece una sorta di posizione dominante sul mercato a chi ha avuto la fortuna di aprire una settimana prima, dicendogli: “Tu questa licenza te la porti vita natural durante”. Ripeto, dalla mia interpretazione, perché non c'è una base che spiega la motivazione della proroga, credo che sia a vita natural durante, a meno che lo Stato non intervenga.
Perché se ho una attività che se rivendo ha anche un valore economico, credo che sia una posizione …, adesso senza andare a prendere altri esempi che ci porterebbero da tutt’altra parte, penso ad esempio a qualsiasi licenza che per un periodo viene data e poi bloccata. Le vongolare tanto per dire una cosa, c'è qualcuno che ha delle licenze che valgono decine di migliaia di euro, centinaia di migliaia di euro, e qualcuno altro che invece non può accedere a quel mercato, però, ripeto, noi agiamo, e vado a conclusione, dal punto di vista della salute.
Per chiudere mi affido ad un articolo uscito sul Resto del Carlino, poche settimane fa, di una giornalista che non conosco, ma che rivedo nel mio pensiero, nella tematica tutela degli imprenditori, tutela della salute pubblica: “Sono rimasta impressionata dal vedere che tutta l'attenzione è rivolta al business e non c'è un giudizio personale nei confronti, diciamo, dell'imprenditore, ma piuttosto nei confronti di un sistema. La riflessione che ho fatto e che voglio fare insieme ai lettori del Carlino è questa: ma è possibile che un'attività di tal genere sia da considerare impresa al pari di altre che danno da mangiare in maniera etica a persone e famiglie, arricchendo magari la società? Come è possibile che si debba poggiare la propria attività imprenditoriale, il proprio benessere sul dramma di altri, sulle debolezze e sulla fragilità umana, com’è qualsiasi dipendenza, non ultima, quella del gioco d'azzardo. E' questo il punto su cui far leva, a mio avviso, per riportare le cose sulla giusta strada e a tutti livelli, la strada dell'eticità del mettere le persone al centro del bene comune”.
Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Volpini.
Fabrizio VOLPINI. Solo per chiarire, il Consigliere Micucci ha fatto riferimento a dei dubbi dal punto di vista procedurale, lo ha fatto in Commissione, noi abbiamo chiesto all'organo tecnico, alla Segretaria dell'Assemblea, se questo tipo di procedura era corretta ed abbiamo avuto l’ok, quindi, siamo andati avanti.
Rimangono le perplessità del Consigliere Micucci, e sono legittime, però noi abbiamo agito correttamente secondo la procedura.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Urbinati.
Fabio URBINATI. Grazie Presidente. Vorrei cercare di riassume un po' quello che è avvenuto in questi ultimi mesi, ma soprattutto cercare di mettere in evidenza quello che qualcun ha detto e rimarcare su questo aspetto la bontà della legge.
La legge approvata nel febbraio 2018 era abbastanza rivoluzionaria, così la definimmo e già allora ci lamentammo, senza distinzioni di parti politiche, dell'assenza dei Governi, soprattutto degli ultimi due, tre, compreso l'attuale, che su questo argomento avevano cercato più volte di mettere ordine, di legiferare, ma alla fine non si era ottenuto nulla.
Abbiamo fatto una legge che è intervenuta in maniera molto pesante, questo possiamo dirlo, e per esperienza diretta posso dire che oggi, in una città media marchigiana, di 10, 15, 30 mila abitanti, su questi numeri sono la maggior parte dei comuni, soprattutto quelli della costa, è molto difficile aprire una nuova sala da gioco. E' molto complicato aprirla perché abbiamo messo dei paletti, dei parametri che già qualcuno aveva definito troppo stringenti, noi siamo andati avanti e non abbiamo temuto quelle che potevano essere le conseguenze.
Mi sento vicino al Consigliere Micucci su questa battaglia e credo che tutti in quest'Aula ci sentiamo vicini alla battaglia del Consigliere Micucci, che è la nostra battaglia, però noi siamo dei legislatori, siamo un'Assemblea legislativa e sappiamo che quando con una legge si entra in un tessuto economico, in un tessuto sociale, nella vita normale della nostra regione, possiamo andare incontro a delle contrapposizioni e possiamo anche, questo lo dico perché ho avuto anche dei riscontri abbastanza oggettivi, mettere a rischio la nostra Regione con ricorsi molto pesanti. Quindi da questo punto di vista dobbiamo cercare di capire bene quali sono i confini.
In merito all'applicazione ho un'esperienza diretta che vi voglio raccontare ed andrò fino in fondo nel far rispettare questa legge. Nella mia città, come per incanto, a luglio 2018 ha aperto una sala slot che si trova a circa 50 metri da una banca e da uno sportello bancomat e a 200 metri da una scuola, inspiegabilmente non si sa come questa sala è riuscita ad avere l'autorizzazione, è colpa della Questura? È colpa del Comune di San Benedetto del Tronto? Qualcuno alla fine lo dirà! Da legislatore responsabile ho già fatto due azioni di autotutela nei confronti di una delle organizzazioni più grandi di gestori di sale slot e credo che dopo questi passi ci sia solamente la Procura della Repubblica che dovrà accertare di chi è la responsabilità dell'apertura di quella sala, che non doveva aprire in virtù della nostra legge.
E' una legge, Consigliere Micucci, che sotto certi aspetti sta funzionando e sta dando delle risposte serie, non credo che in altre Regioni ci sia questa chiarezza dal punto di vista legislativo. Anch'io ho fatto un'accurata selezione della rassegna stampa ed ho visto che nelle altre Regioni sono state chiuse le sale in seguito di ricorsi al Tar, in virtù degli interventi della Magistratura, mentre con la nostra legge ho visto alcuni comuni molto attenti a questo aspetto, perché il ruolo dei Sindaci è importantissimo, ed è stata negata l'apertura di tantissime sale slot nella nostra regione, quindi significa che la norma funziona.
Riguardo ai corsi devo dire che quando si fa per primi una legge così ampia e coraggiosa al momento dell'applicazione. Prima abbiamo parlato del Comitato di valutazione che serve proprio a questo, ho riscontrato che sulla questione dei corsi, non sulla proroga, come ha detto il Consigliere Marconi, l'Agenzia dei Monopoli obbliga chi ha il gioco, non parlo solo delle sale slot, ma anche del Lotto e di giochi che esistono da secoli, a frequentare dei corsi che alla fine sono quasi simili a quelli che noi volevamo istituire e su questo dovremo discutere e capire come ampliare questo campo.
Vorrei soffermarmi sulla questione della prevenzione, i nostri Sert hanno messo in campo dei progetti molto importanti per quanto riguarda le ludopatie. Domenica scorsa sono stato alla conclusione di un progetto fatto con le scuole dell'infanzia e le primarie della Riviera delle Palme, portato avanti attraverso dei bandi che hanno emesso la Regione e le Aree vaste di riferimento.
Credo che questo possiamo chiamarlo un accorgimento tecnico che tutela anche la Regione da eventuali procedure giuridiche che devono essere, secondo me, approfondite, però ci tengo a dire e a rimarcare che la legge per quanto riguarda l'aspetto della proliferazione delle nuove aperture di sale slot sta funzionando e sta funzionando molto bene.
Condivido quello che ha detto il Consigliere Zaffiri, quando c'è un problema non possiamo mettere la testa sotto la sabbia, perché questa è un’Assemblea legislativa e fare le leggi è cosa molto importante.
Ringrazio tutti, nei mesi c'è stata una discussione molto vivace, ed annuncio il voto favorevole del Partito Democratico. Grazie.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 01 (articolo aggiuntivo)
Emendamento 01/1 a firma della IV Commissione. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 1. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 1 bis. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 2. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 3. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Emendamento coordinamento tecnico/1. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Micucci.
Francesco MICUCCI. Velocemente, anche perché immagino che dall'intervento si sia intuito il mio voto. Pur comprendendo la difficoltà di mediare le posizioni, l'aspetto economico di cui si è parlato, per tutto quello che si è detto … Prima quando ho fatto l'esempio delle concessioni non ho ricordato che in Commissione stiamo discutendo dei manuali di accreditamento e di autorizzazione, anche questo credo che sia la dimostrazione lampante di come a volte le regole cambiano, giustamente, perché vanno dietro ad alcune nuove esigenze della collettività e chi offre quel servizio è chiamato necessariamente ad adeguarsi. Non so se i manuali sono stati approvati, se verrà dato un tempo di adeguamento, più o meno congruo, più o meno lungo, però è chiaro che ognuno si dovrà adeguare alla nuova normativa.
Penso che quello di cui abbiamo discusso oggi sia un esempio altrettanto classico, per sopraggiunte difficoltà - l'evidenziazione di un tema come quello della ludopatia che si sta sempre più, purtroppo, accentuando nella società italiana, ma in questo caso discutiamo di quella marchigiana - è giusto fare nuove regole, e questo l’ha ribadito il Consigliere Urbinati, l’abbiamo fatte, e mi sembra che su questo non ci siano passi indietro, e secondo me vanno adottate anche dalle vecchie attività, perché non è vero che chi non potrà giocare nei luoghi fisici dirotterà la sua attività sul gioco online perché, purtroppo - abbiamo sentito diversi esperti del settore, potete seguire, potete leggere nelle riviste - quando c'è una patologia questa viene continuamente stimolata anche attraverso le insegne. Ormai lungo le vie ci sono decine di attività che hanno le macchinette, ci sono: il bar, il tabaccaio, la sala slot, una tempesta di stimoli per la patologia, quindi, anche questo ha un'incidenza assolutamente alta e negativa.
Ben venga la normativa per le nuove sale slot, ma credo che non dovremmo esimerci dall'attuarla anche per quelle già aperte, dopodiché colgo quello che avete detto e cioè che il tema è statale e segnalo che tra le funzioni del Consiglio c’è anche quello di stimolare una normativa nazionale di settore, quindi mi auguro che a breve, accantonata questa proposta di legge, possiamo tutti lavorare, visto che su questo almeno a parole siamo tutti d'accordo, per stimolare il Governo attuale, o i prossimi che verranno, ad attuare una normativa forte su questo settore e a non aspettare decine di anni, come è successo per le leggi sugli alcolici e superalcolici e sul fumo, dopo essersi resi conto, dopo decine d'anni, che avevano causato decine di migliaia di morti. Mi auguro che tutti quanti ci possiamo ravvedere e segnalare ai nostri Governi di approvare una legge sulla materia.
Per queste motivazioni, ripeto, pur comprendendo lo spirito di tutti, mi sento di non approvare questa normativa. Grazie.
Proposta di legge n. 280, così come emendata, la pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Proposta di atto amministrativo n. 64
ad iniziativa dell’Ufficio di Presidenza
“Rendiconto del Consiglio-Assemblea legislativa regionale per l'esercizio finanziario 2018”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 64 dell’Ufficio di Presidenza.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore Consigliere Minardi.
Renato Claudio MINARDI. Grazie Presidente. Buongiorno ai colleghi. Questo atto è importante perché con questo provvedimento il Consiglio regionale e l'Aula approva il rendiconto dell'Assemblea legislativa relativo al 2018.
Il bilancio del Consiglio regionale è un di cui del bilancio della Regione Marche, ha una sua autonomia e indipendenza e poi entra a far parte del bilancio della Regione Marche.
Il bilancio del 2018 è stato pari a 13.629.600,73 euro, sostanzialmente in linea con il bilancio del 2017 ed in diminuzione rispetto al bilancio del 2015, che era poco meno di 15 milioni. Dobbiamo tener conto che il bilancio del 2015 riguardava per metà la IX legislatura, quindi un numero maggiore di Consiglieri e la conseguente liquidazione di indennità di fine mandato.
Nel bilancio del 2017, come quelli degli anni precedenti, si è tenuto conto che stavamo parlando delle risorse dei cittadini marchigiani ed anche se il Consiglio-Assemblea legislativa non eroga servizi diretti al cittadino o ai territori, è il soggetto che opera per legiferare ed approvare gli atti di propria competenza.
La spesa per il 2018 è stata di 13.629.000 euro ed in sede di assestamento, nello scorso mese di novembre, se non vado errato, avevamo rimesso nella disponibilità del bilancio regionale 350.000 euro, quindi abbiamo ridotto il bilancio di previsione di 350.000 euro, prima del termine dell'anno finanziario.
Ora siamo nelle condizioni, con la conclusione della gestione del bilancio, di avere un avanzo di amministrazione di 882.000 euro. Di questi soltanto 703.283 euro verranno restituiti al bilancio regionale, perché la differenza, ovvero 178.000 euro, sono risorse che riguardano il Corecom, sono arrivate direttamente dall'Agcom nazionale e fanno parte di un avanzo vincolato, quindi devono rimanere disponibili per la gestione dei servizi del Corecom.
Come ho detto prima il bilancio è un di cui del bilancio regionale ed essendo risorse dei cittadini marchigiani c'è sempre stata da parte della gestione, da parte soprattutto dell'Ufficio di Presidenza, a nome del quale presento l'atto amministrativo, una grande attenzione nell'evitare sprechi, nell'utilizzare al meglio le risorse, con rigore e sobrietà, sono i termini che avevo già usato lo scorso anno.
Ricordo che questo Consiglio, che ha l'autorevolezza per la scelta che è stata fatta, in funzione di questo rigore, di questa sobrietà ed anche rispetto alle problematiche che sono sopravvenute negli anni, in particolare nella precedente legislatura, ha deciso di tagliare le risorse dei gruppi, con la legge 9 del 2016. E' stata una scelta politica importante che non compromette l'autonomia, l'indipendenza e la possibilità dei Consiglieri di poter operare, ma che ha tolto dall'imbarazzo i gruppi ed i Consiglieri perché non si aveva la certezza di poter utilizzare o meno queste risorse.
Il Consiglio ha avuto una serie di risparmi in particolare nella missione 1, programma 1, che riguarda gli organi istituzionali Nel capitolo degli incarichi del gabinetto della Presidenza abbiamo avuto un'economia di circa 35.000 euro, altre riguardano le spese postali per i gruppi e Consiglieri, 29.000 euro, le missioni dei Consiglieri, 7.200 euro, e le prestazioni professionali esterne, 18.800 euro.
Inoltre, abbiamo avuto un'economia di 140.000 euro che riguarda i progetti e i sostegni ai progetti con le compartecipazioni di soggetti esterni.
Come ho detto, in sede di assestamento, approvato lo scorso mese di novembre o dicembre, non ricordo bene, sono stati restituiti al bilancio della Regione Marche 350.000 euro, che sono già andati nel bilancio dello scorso anno ed utilizzati per la comunità marchigiana.
Devo comunicare una cosa importante: il bilancio è perfettamente in linea, come ci attesta il Collegio dei Sindaci revisori che ha dato parere favorevole alla gestione finanziaria del 2018, con i dettati del decreto legislativo n. 78 del 2010 che prevedeva in percentuale un obbligo di riduzione delle risorse precedentemente destinate e impegnate nel 2009; una riduzione obbligatoria di risorse dell'80% per studi e incarichi di consulenza, per le relazioni pubbliche, i convegni, le mostre e le pubblicità, una riduzione del 50% per le spese di missioni, anche all'estero, per le spese per attività esclusivamente di formazione, per le collaborazioni coordinate e continuative, per l’acquisto, manutenzione e noleggio e l'esercizio di autovetture, nonché una riduzione del 70% per l'acquisto di buoni taxi. Siamo perfettamente in linea, addirittura per le spese per relazioni pubbliche e convegni era previsto un limite di spesa di 82.000 euro e ne sono stati utilizzati 36.000, per le spese per le collaborazioni coordinate e continuative avevamo una capacità di 68.000 euro e siamo a zero, quindi abbiamo rispettato perfettamente i rigori di questo decreto legislativo, che per la verità ha premiato, tra virgolette, i più spendaccioni, nel senso che la nostra Regione è sempre stata sobria e rigorosa ed il DL 78 ha imposto delle percentuali sulla spesa dell'anno precedente, chi aveva speso tanto ha avuto la stessa percentuale e i margini di manovra sono stati ulteriori, chi è stato bravo, serio, rigoroso e sobrio ha avuto un'ulteriore penalizzazione, ma tant'è, questa è la legge.
L'attività del Consiglio è andata avanti nell'anno 2018, vorrei dare soltanto alcune comunicazioni che credo possano essere utili: sono state approvate 52 leggi, 7 regolamenti e, giusto per dare una comunicazione in merito all'attività che questa Assemblea legislativa ha svolto dal suo insediamento, dal 22 giugno del 2015 sono state presentate: 291 proposte di legge, 510 mozioni, 817 interrogazioni, 25 interpellanze, 89 risoluzioni, 52 ordini del giorno, penso che questi siano dati importanti che fanno capire alla nostra comunità marchigiana che il Consiglio regionale cerca di fare al meglio il proprio lavoro. Poi non entro nel merito dei lavori delle Commissioni, che naturalmente sono molto importanti.
Lo scorso anno, come negli anni precedenti, sono stati organizzati i seminari di Marche Europa, che hanno avuto come tema, nei mesi di ottobre e di novembre, “Le parole del presente”, si sono svolti quattro incontri: sulle diseguaglianze ad Osimo il 5 ottobre, sull'Europa a Fermignano il 26 ottobre, sulla sostenibilità a Fermo il 9 novembre, sulla autonomia verso la stagione del regionalismo ad Ancona il 23 novembre.
Il Consiglio regionale sapete che non solo partecipa al Salone internazionale del libro di Torino, quest'anno peraltro eravamo ospiti d’onore ed abbiamo avuto una visibilità notevole grazie all'opportunità che è stata offerta alla Regione Marche e grazie anche al lavoro che è stato svolto. Qui devo ringraziare sia l'Assessorato alla cultura, la struttura della cultura ed anche il servizio del Consiglio regionale che ha lavorato a testa bassa su questo obiettivo. La visibilità che abbiamo avuto quest'anno è stata notevole, elevata, molto qualificata ed anche molto apprezzata non solo in Italia ma anche a livello internazionale. Non solo abbiamo partecipato quest'anno come ospite d'onore al Salone internazionale del libro di Torino, ma anche l'anno scorso c'eravamo. Ricordo che il Consiglio regionale delle Marche è l'editore più importante che la regione Marche ha nel senso che pubblica testi, proposte, saggi, tesi di laurea, poesie, lavori e altro, che vengono realizzati da cittadini marchigiani o che riguardano nel merito la nostra regione. Abbiamo pubblicato 285 libri dalla nascita della collana “I quaderni del Consiglio” e nel 2018 sono state realizzate 26 pubblicazioni.
L'ultima cosa che vorrei evidenziare, questo forse lo direbbe meglio il Presidente Mastrovincenzo che ha seguito da vicino l'intera vicenda, è che, ricorderete, l'Ufficio di Presidenza aveva dato un incarico alle quattro università delle Marche per capire quali erano le esigenze e le problematiche maggiori per la rinascita del territorio fortemente colpito dal sisma del 2016/2017, l'anno scorso questo lavoro, che abbiamo presentato anche qui in Aula, ha visto la firma, il 10 dicembre 2018, del Patto per la ricostruzione e lo sviluppo della regione Marche. Un lavoro che è stato portato avanti dal Consiglio regionale di concerto con la Giunta regionale. Ho sottomano la firma di tutte le organizzazioni sindacali, le università, gli enti locali, le associazioni di categoria, un'operazione grande, importante che si dovrà concretizzare con i finanziamenti che dovranno essere messi in campo, possibilmente, con le risorse europee e nazionali per il rilancio di quei territori, che è condiviso nel Patto di sviluppo.
Le strategie, le linee guida sono state prima analizzate e poi concordate con i territori stessi, sono stati fatti numerosi incontri, anche con i Sindaci, per capire dal vivo quali erano le problematiche prevalenti per il rilancio e il recupero di quei luoghi. Adesso non mi addentro nell'elencazione degli 11 sentieri di sviluppo, che si sono concretizzati nel Patto della ricostruzione, che abbiamo discusso in Aula con una mozione specifica.
Non ho altre cose da dire, se non ricordare che questo Consiglio regionale non solo è aperto al pubblico, che vuole essere presente durante le nostre sedute, ma ha visto la presenza nello scorso anno di circa 800 ragazzi provenienti dalle scuole di primo grado e secondo grado. Circa 800 ragazzi che hanno visitato il Consiglio e l'Aula, sia con le sedute in corso che vuota. “Conoscere il Consiglio regionale” è un progetto importante, che dà la possibilità di conoscere l'attività dell'Assemblea legislativa e della Regione, perché gli studenti hanno giustamente il diritto e il dovere di sapere quali sono le funzioni dell'ente regionale e in molti incontri, ai quali ho partecipato anch'io, si è cercato di far capire ai ragazzi, ad esempio, che le scelte sulla sanità, a partire dal medico di base, al pronto soccorso, all'ospedale vicino casa, all'ambulatorio, fanno capo alla Regione, piuttosto che i mezzi di trasporto che tutti i giorni utilizzano nelle nostre città.
Agli 800 ragazzi che hanno visitato l'Aula nel corso del 2018 se ne sono aggiunti 60 dei sei Licei che hanno fatto l'alternanza scuola lavoro e altri giovani stranieri che sono venuti con un progetto dell'Erasmus. Nota importante, c'è stata la visita anche di un Liceo di Perugia che è venuto a visitare il nostro Consiglio regionale.
Le cifre le ho dette, l'ultima cosa che vorrei dire è che in merito alla cifra di 703.000 euro, che dovremmo riversare nel bilancio della Giunta regionale, l'Ufficio di Presidenza propone con un ordine del giorno di destinare 500.000 euro al completamento dei lavori di straordinaria manutenzione del Palazzo delle Marche che versa in condizioni precarie nella parte esterna e non solo. Queste risorse, che andiamo a recuperare, sono economie fatte dal Consiglio regionale, chiedo, quindi, al Consiglio di votare questo ordine del giorno firmato dal Presidente Mastrovincenzo, da me, dal Vicepresidente Celani e dai Consiglieri segretari Rapa e Carloni, l'intero Ufficio di Presidenza, per destinare 500.000 euro dei 703.000 che andiamo a riversare come avanzi di amministrazione, per terminare i lavori di straordinaria manutenzione sulle facciate del Palazzo delle Marche e anche di stabilire con il Servizio tutela gestione assetto del territorio della Giunta regionale, che si occupa di questo, ulteriori lavori di straordinaria manutenzione di cui c'è assolutamente bisogno. I lavori che avevamo già deciso lo scorso anno sono in fase di appalto, quindi, dovrebbero partire entro l’anno.
Per concludere, credo che il lavoro che è stato fatto in questi anni, anche da parte del Consiglio-Assemblea legislativa e dell'Ufficio di Presidenza, sia finalizzato ad utilizzare ogni risorsa con il massimo rigore e sobrietà, tenendo conto che sono risorse e denari della comunità marchigiana, senza pregiudicare l'autonomia, le esigenze e le attività dell'Assemblea, dei singoli Consiglieri e dei gruppi che non devono essere compresse. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.
Giovanni MAGGI. Grazie Presidente. Ho ascoltato la relazione del Vicepresidente Minardi, ovviamente accanto alle considerazioni che attengono ad un Consigliere di minoranza, vorrei porre alcune domande alle quali spero l'Ufficio di Presidenza voglia rispondere.
Relativamente al rapporto sullo stato della legislazione, si coglie l'enfasi con la quale si dichiara che ancor prima del 31 dicembre 2018 il rapporto è stato redatto e pubblicato, ma da un'osservazione attenta non sfugge che si tratta del rapporto 2017 e anche l’osservatore più distratto può porre la domanda: “Siamo nel 2019, quando vedremo il rapporto del 2018?” Forse lo vedranno nella prossima legislatura i prossimi Consiglieri che verranno, quindi conseguentemente a questa riflessione la domanda spontanea è - più che una domanda è un suggerimento - visto che questa è un’Assemblea legislativa, perché il rendiconto del lavoro dell'Assemblea non viene portato in Aula dopo la pubblicazione del rapporto annuale sullo stato della legislazione? Il confronto tra il rendiconto e il rapporto fornirebbe a noi Consiglieri un quadro più preciso e ci farebbe comprendere quanto e come ci si è mossi nell'anno.
In merito alla comprensione voglio rivolge una domanda sulla sede del Consiglio regionale, per cui si vogliono stanziare 500.000 euro. Vedo qua un ordine del giorno, ovviamente per votarlo con cognizione di causa bisognerebbe approfondire meglio e capire se 500.000 euro per il Palazzo delle Marche sono pochi, sono tanti, sono sufficienti. Questo è quanto.
Una domanda sulla sede del Consiglio voglio farla perché da qualche anno figura tra gli obiettivi operativi la convenzione tra il Consiglio e la Giunta regionale per i servizi indivisibili, sarà un nostro limite, ma noi non ne abbiamo traccia e cortesemente, chiediamo di avere lumi o di averne una copia.
Nella malaugurata e forse anche un po' maligna ipotesi che questa convenzione non ci sia, chiedo perché non è stata riproposta per il 2019. Non ne troviamo traccia.
Questa domanda si pone anche per quanto riguarda la convenzione con la Stazione unica appaltante. Anche qui, se ci fosse, vorremmo averne una copia, ma se non fosse stata fatta, come mai non rientra tra le cose da fare?
Altra domanda semplice e diretta: dove possiamo trovare i nuovi regolamenti di contabilità ed economale? Sicuramente per colpa nostra non siamo riusciti a trovarli, abbiamo trovato solo quelli vecchi.
Passiamo ad altro argomento: i testi unici. Ho sempre sentito dire in quest'Aula e in Commissione che per rendere più comprensibili ed efficaci l'applicazione delle leggi sarebbero serviti parecchi testi unici, uno su tutti, che ci sta molto a cuore, quello sui rifiuti.
Ogni anno tra gli obiettivi generali e tra quelli operativi avete scritto che occorreva approvare i testi unici. Ora, non solo da inizio legislatura non è stato fatto neanche un testo unico, ma anche questo obiettivo per il 2019 è sparito dai radar, quindi urge a questo proposito una risposta, altrimenti si potrebbe pensare che l'obiettivo che l'Ufficio di Presidenza non riesce a raggiungere lo toglie di mezzo e non se ne parla più.
Continuano le considerazioni alle quali, ripeto, spero di avere delle motivazioni credibili. Nel 2018 sono state inserite, l'abbiamo discusso anche prima quando abbiamo parlato del Comitato, le schede di analisi tecniche normative, le famose ATN, ma questo obiettivo viene inserito anche nel 2019. Cosa vuol dire che nel 2018 si sono fatte le schede ATN e nel 2019 bisogna farle bene? Quelle del 2018 non andavano bene? Spiegatemelo perché anche nel 2019 sono state inserite le schede ATN.
Ho notato anche il modo con cui avete risolto un paio di questioni, tra gli obiettivi specifici c'era l'aggiornamento del patto di integrità in materia di contratti pubblici e la revisione della disciplina delle missioni dei Consiglieri regionali, ho visto che semplice e diretto è l'indicatore adottato: “fatto o non fatto” entro il 31 dicembre 2018. Poi leggo che sono state formalizzate le due bozze di deliberazione, come a dire: abbiamo le bozze di deliberazione fatte dagli uffici consiliari e indirizzate all'Ufficio di Presidenza e non abbiamo ancora le delibere dell'Ufficio di Presidenza, è questo che volevate dire? Finché l'Ufficio di Presidenza non delibera credo che nulla possa essere considerato fatto, come dite voi.
Vengono dati gli obiettivi agli uffici, i quali con impegno, dedizione e professionalità li svolgono nei tempi prestabiliti e l'Ufficio di Presidenza non gli dà seguito con la delibera? E' questo che si dice?
Naturalmente questo lo rileviamo anche in altre cose, una di queste che ci sta particolarmente a cuore, e che non ha avuto seguito, è la nostra richiesta, condivisa successivamente dagli altri gruppi, di avere l’accesso alle banche dati della biblioteca per quello che riguarda la giurisprudenza.
La biblioteca ha molte fonti normative a cui accedere e consentirne l'uso anche a chi con le norme ci deve lavorare ci sembra molto utile, in tutti i sensi, e nonostante abbiamo avuto rassicurazioni in una Conferenza dei Presidenti dei gruppi di parecchio tempo fa di fatto che non si è dato seguito alla nostra richiesta, che risale alla fine del 2017, di attivare nuovi accessi a beneficio dei gruppi e di noi Consiglieri.
Abbiamo preso atto della relazione del Vicepresidente Minardi, abbiamo preso atto di tutto quello che è stato fatto, però si è evidenziata la parte propositiva e noi come Consiglieri di opposizione abbiamo evidenziato la carenza di questo rendiconto e la sintesi che possiamo fare, prendendo a prestito una vecchia battuta, nel momento in cui siamo molto critici nei confronti di questo rendiconto, è questa: dove non arrivi ci mette il cappello, l'Ufficio di Presidenza non solo non ci arriva, ma non ci mette neppure il cappello.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Marcozzi.
Jessica MARCOZZI. Grazie Presidente. Ho ascoltato la relazione esaustiva del Vicepresidente Minardi, però annuncio sin da subito il voto di astensione perché secondo me c'è un po' di confusione.
Dalla relazione dei revisori dei conti non si comprende quale sia il risultato della gestione di competenza, a pagina 6 scrivono di un avanzo di gestione di euro 833.941,10 mentre la tabella di dettaglio nella stessa pagina riporta 40.868; a pagina 7 viene indicato un avanzo 2017 pari a 978.342,98 euro, avanzo non applicato. I revisori dei conti scrivono: “L'avanzo di amministrazione 2017 di 1.014.621,78 euro è stato interamente applicato al bilancio del Consiglio regionale dell'anno 2018”, o è stato applicato o non è stato applicato, quindi mi chiedo: ma l'avanzo del 2017 è stato interamente applicato o no?
Nel caso che una parte di esso non sia stata applicata per 978.342,98 euro, come da tabella a pagina 7, non ci troveremmo con un avanzo, ma con un disavanzo di amministrazione e nel caso fosse stato interamente applicato si dovrebbe chiarire a questo punto quando è accaduto nel corso del 2018 e con quale atto deliberativo.
Credo che ci sia un po' di confusione da chiarire perché, Vicepresidente Minardi, sei lei guarda a pagina 7 c'è scritto: “avanzo esercizi precedenti (2017) non applicato” 978.000 circa, poi sotto scrivono: “1.014.621,78 euro avanzo 2017, interamente applicato”, e va bene.
Andiamo a pagina 9, i revisori riferiscono che “il Collegio rileva che nel prospetto dimostrativo del risultato di amministrazione 2018 le suddette somme sono state indicate analiticamente come accantonati, anziché come vincolate. Si propone di modificare l'allocazione contabile prima dell'approvazione assembleare”. Mi chiedo: questo rilievo è corretto o no? Lo rilevano i revisori a pagina 9 e nel caso sia corretto, sono state effettuate le modifiche suggerite? Per questi dubbi e confusioni che ho trovato nella relazione dei revisori dei conti mi astengo.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Minardi.
Renato Claudio MINARDI. Mi sono dimenticato di dire una cosa in merito alla relazione dei sindaci revisori, che adesso è stata citata da parte della Consigliera Marcozzi, l'indicatore della tempestività dei pagamenti calcolato per l'intera annualità del 2018 risulta essere pari a 24,04 giorni, ovvero 4 giorni in meno rispetto all'anno precedente, che era di 28,67. Voi sapete che il limite della tempestività dei pagamenti è 30 giorni, nel 2017 avevamo 28,67 giorni siamo andati ai 24, vuol dire che i nostri servizi hanno accelerato la capacità e l'operatività.
Per quello che riguarda la relazione dei Sindaci revisori, Consigliera Marcozzi, non so cosa risponderle perché io mi attengo a quello che scrivono i revisori, non posso contestare un atto scritto e sottoscritto, la relazione ovviamente è la loro. Quando mi presentano il parere dei sindaci revisori la prima cosa che faccio è quella di andare all'ultima pagina, sopra la firma c'è il parere: “parere favorevole all'approvazione del rendiconto generale per l’esercizio finanziario con l'invito a trasmetterlo al Consiglio regionale per la sua approvazione”. Quindi, desumo che le cose siano a posto, dopodiché gli avanzi degli anni precedenti sono approvati dal Consiglio regionale, che trasferisce le risorse in sede di assestamento al bilancio della Regione Marche e poi è il bilancio nel suo complesso che recupera le risorse che il Consiglio regionale non ha utilizzato e le destina nel bilancio complessivo della Regione Marche alla comunità marchigiana in servizi o investimenti.
Per quello che riguarda le domande che ha fatto il Consigliere Maggi dico la verità, e cioè che lei mi fa una serie di domande che non attengono al consuntivo, il consuntivo è la gestione finanziaria, e domanda sul rapporto dello stato della legislazione, sulla convezione sui servizi indivisibili, per quello che posso conoscere.
(intervento fuori microfono)
Renato Claudio MINARDI. Si, ci sono le cifre, però lei mi chiede se è stata fatta la convenzione, credo che la convenzione sia in corso di accordo con la Giunta. Dopodiché, se vogliamo fare un aggiornamento su queste cose che lei ci ha posto, magari le recuperiamo dalla registrazione, alcune me le sono appuntate, e ne facciamo oggetto, Presidente, di una comunicazione alla Conferenza dei Presidenti dei gruppi perché è giusto e legittimo dare delle risposte alle questioni che pone. Non attenendo direttamente alla gestione finanziaria, credo che non ci debba essere nella relazione, così come non c'è, ma è giusto che i Consiglieri sappiano come stanno le cose, quindi, Presidente, possiamo farcene carico e dare in una prossima Conferenza dei capigruppo le comunicazioni che sono state richieste su cui oggettivamente non mi sento impreparato perché non attengono all'argomento, se magari mi fosse stato detto avrei potuto anche fare delle verifiche.
Le ATN, lo chiedo al Segretario generale, si fanno sulle proposte di legge, quindi ogni ATN è relativa ad una proposta di legge specifica, quindi ovviamente vanno avanti. Nel 2018 si sono fatte per gli atti legislativi del 2018 e questo anno si fanno le ATN sugli atti del 2019. Non c'è un tempo determinato per farle, prima, durante o dopo, si fanno sulla proposta di legge prima che venga portata in discussione dell'Assemblea.
Non ho altro da aggiungere, la cosa di cui mi ero dimenticato l’ho detta, ovvero che abbiamo abbattuto ulteriormente i tempi di pagamento e credo che sia un merito perché qualcuno a livello nazionale sta parlando di come fare per fare in modo che, la pubblica amministrazione paghi i debiti, mentre noi siamo assolutamente rispettosi dei termini.
Se mi permettete faccio una piccola digressione sui debiti della pubblica amministrazione, se vi ricordate 5, 6, 7 anni fa la pubblica amministrazione non era in grado di pagare i debiti per il rispetto del patto di stabilità, si pagavano in ritardo mentre il Governo ribadiva che dovevano avvenire entro 30 o 60 giorni, ma pagando entro i termini si andava fuori dal patto di stabilità, per cui tutti gli enti governati da chicchessia tendevano ad allungare il rapporto con le imprese all'1 gennaio dell'anno successivo per liquidare gli importi.
Dico un'altra cosa, se mi permettete, sui i debiti della pubblica amministrazione, visto che è un argomento particolarmente attuale, un ente pubblico che deve fare un'opera o una qualsiasi spesa, nel momento in cui effettua i lavori o fa l'impegno per fare un acquisto o per aggiudicare la gestione di un servizio, le risorse le deve avere e devono essere iscritte nel bilancio di previsione altrimenti nessun ente è in grado di affrontare o di impegnare una qualsiasi spesa. Nel momento in cui le risorse sono iscritte nel bilancio di previsione sono dove? In Banca d'Italia, allora lo Stato le risorse che gli enti spendono dove le ha messe? Dove sono? Questa è una domanda che faccio e che ho fatto ad un Ministro prima dell'attuale Governo, quando fu fatto il decreto sblocca debiti, furono emessi titoli di Stato ed io ebbi a chiedere al Ministro: “Mi scusi, ma i soldi dei debiti della pubblica amministrazione voi li avete in banca d'Italia, perché dovete emettere debito?” Ovviamente perché lo Stato li aveva già spesi in altro modo.
Capiamoci, quando la pubblica amministrazione fa una spesa ha già la copertura di default, ovviamente, ed è obbligatoria sennò la spesa non si può fare, le risorse sono in Banca d'Italia e se non ci sono evidentemente hanno preso altri canali, per carità, legittimi, non discuto, evidentemente sono andate a coprire altre spese, ma questo significa che oltre al debito sottoscritto, probabilmente lo Stato ha altro debito e non può scaricare le responsabilità agli enti sottostanti perché lo Stato può fare questo, ma un Comune, una Provincia e la Regione non possono indebitarsi per effettuare le spese a meno che non accendi un mutuo, che comunque va a bilancio come debito.
Per concludere, le risorse che gli enti spendono sono depositate in Banca d'Italia, quindi non credo che ci sia bisogno di emettere altro debito. Le risorse dei Comuni e degli altri enti sono depositate nelle casse dello Stato.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Emendamento 1 a firma dei Consiglieri componenti dell'Ufficio di Presidenza.
Ha la parola il Consigliere Maggi.
Giovanni MAGGI. Grazie Presidente. Come ho detto velocemente nell'esposizione quando ho preso in considerazione questo emendamento di 500.000 euro per la facciata del Palazzo delle Marche, a fronte della messa in opera dei lavori per la facciata a cui si riferiva il Consigliere Minardi, che non è decorosa, chiedo: c'è un preventivo? Per mettere a posto la facciata del Palazzo delle Marche ci vogliono 300.000 euro? 200.000 euro? 1.000.000 di euro? A cosa servono questi 500.000 euro? A mettere a posto i gradini, le finestre, cosa?
PRESIDENTE. Mi scusi, Consigliere Maggi, sta parlando di un altro tema, questo è un emendamento tecnico, dopo parliamo dell'ordine del giorno.
Giovanni MAGGI. Chiedo scusa, ma continuo l’intervento così non lo faccio dopo.
I 500.000 euro, risorse rese disponibili dall'economia della gestione del bilancio, servono per rimettere a posto la facciata del Palazzo delle Marche, come siamo in grado di valutare che questa cifra sia sufficiente, insufficiente o troppa? Voglio dire che non abbiamo degli elementi di valutazione, quindi ci chiedete di valutare una cosa di cui non sappiamo assolutamente niente.
PRESIDENTE. Emendamento 1. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
PRESIDENTE. Proposta di ordine del giorno a firma dei Consiglieri Mastrovincenzo, Minardi, Celani, Rapa, Carloni.
Ha la parola il Consigliere Celani.
Piero CELANI. Grazie Presidente. Non solo la facciata, purtroppo, noi conosciamo altre due problematiche che non sono soltanto di decoro, ma anche di staticità, ad esempio c'è il cornicione che è un elemento posticcio al quale occorre dare stabilità, lo stesso per le facciate, c'è un problema di distacco degli intonaci dovuto anche agli effetti sismici del 2016 e seguenti, quindi il problema è abbastanza complesso. Poi ci sono problematiche interne che riguardano gli impianti tecnologici, adesso non entro nel merito (caldo, freddo e altro), le stanze non sono termicamente combinate e congruenti nel modo giusto, però il problema è un altro, guardate, e lo avete evidenziato anche voi negli anni passati, la nostra struttura non ha un organo tecnico, il Consiglio regionale non è un organo tecnico in grado di valutare puntualmente le esigenze, ci dobbiamo affidare all'organo tecnico della Giunta.
Noi possiamo soltanto mettere a disposizione le somme che adesso saranno utilizzate per fare dei preventivi, si farà un preventivo generale e poi si opererà per stralci in funzione delle risorse che abbiamo. Non possiamo fare diversamente perché non abbiamo un ufficio tecnico interno. Spesso mi sono interfacciato con alcuni tecnici, tra l’altro devo dire competenti e bravi, che però non hanno molto tempo da dedicare al Consiglio, noi li prendiamo, cerchiamo di dialogare con loro, mettiamo in evidenza le manchevolezze, le abbiamo messe in evidenza tutte, adesso stanno facendo un progetto di carattere generale, e man mano che il Consiglio destina delle somme si faranno degli stralci funzionali, questo è molto importante, tutti gli stralci saranno funzionali, cominciando ad esempio dalla parte interna, dove dobbiamo sistemare quelle piccole costruzioni adibite a rimesse/garage delle auto.
(intervento fuori microfono)
Piero CELANI. Si, l’ho detto prima, anche gli impianti tecnologici all'interno non funzionano, però c'è un problema di stabilità che non riguarda solo l'aspetto estetico.
Non è che noi vogliamo mettere la medaglia, vogliamo mettere dei luccichii alla parete per far sembrare questo palazzo più bello, ci sono problemi di distacco di intonaci e il mitico cornicione è posticcio, è stato fatto su una superfetazione e rischia il distacco e di fare notevoli danni perché se comincia a cadere qualcosa lì tutto va transennato, messo in sicurezza, per cui il marciapiede su Piazza Cavour non potrà essere utilizzato, così come le uscite esterne.
Ripeto, in questo momento non saprei nemmeno dire cosa faremo con i 500.000 euro, faremo uno stralcio funzionale di un progetto più generale a cui stiamo lavorando, a cui i tecnici della Giunta stanno lavorando, questo è il concetto.
(intervento fuori microfono)
Piero CELANI. No, se il preventivo arriva a 3 milioni di euro, cosa facciamo? Stiamo sempre fermi ad aspettare. Questo è il concetto, non è un progetto di un'opera pubblica nuova per cui la Giunta ci mette 3 milioni. Anzi, addirittura, potremmo anche non metterci nulla perché sapete che la proprietà non è del Consiglio, ma della Giunta, dovremmo aspettare che nel prossimo bilancio la Giunta mi metta qualcosa, non lo so.
Facciamo un'opera meritevole e meritoria, se l'avanzo di amministrazione va nel calderone del bilancio della Giunta finisce lì, verrà utilizzato per cosa? L’Assessore Cesetti avrà sicuramente tante priorità a cui destinare questi 700.000 euro, noi chiediamo di destinare almeno 500.000 euro alla manutenzione straordinaria di questo edificio, che ha bisogno di molto più, probabilmente occorreranno almeno 3 milioni di euro. Occorre fare un progetto generale, uno stralcio funzionale per quello che è più urgente e utilizzare i 500.000 euro, con l'ipotesi che magari con il prossimo bilancio la Giunta ci metta 1 milione di euro, e se il prossimo anno ci sarà un avanzo di 500.000 euro, nel giro di quattro anni tutto viene messo in sicurezza.
È così che lavoriamo non avendo la disponibilità totale per poter fare i lavori in modo continuo, con un unico atto, questo è il discorso. Abbiamo 500.000 euro, si fa uno stralcio funzionale di 500.000 euro sulla base di un progetto generale, così si lavora, come d'altra parte si lavora nelle pubbliche amministrazioni.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.
Sandro ZAFFIRI. Non volevo intervenire, ma credo che non solo abbiamo l'inconveniente evidenziato dall'ordine del giorno, ma il problema, Vicepresidente, l’avevo già sollevato un anno fa, quando intervenni su questo stesso argomento e lei mi rimbrottò dicendomi: “Consigliere Zaffiri, cosa vede lei?”. Avevo detto che nel palazzo c'era un problema anche di comunicazione, un problema di rete, un problema di internet, i lavoratori del Consiglio regionale hanno difficoltà ad operare in questo settore, Presidente Mastrovincenzo. Non è solo il problema dell'esterno, come dice il Vicepresidente Celani, all'intero c'è il malfunzionamento dell'aria condizionata, la connessione non c'è linea e i computer sono lentissimi. Altro che tutto va bene, Vicepresidente, anche l'altra volta lei disse che tutto andava tutto bene ed io risposi; “No, non va bene”. Non era una battuta, il problema c'è e credo che in questa ipotesi di programmazione, che voi fate o che noi facciamo, vada inserito tutto quello che riguarda l'aspetto tecnico per poter lavorare in modo decente, perché oggi non si lavora in un modo dignitoso.
Questo è un altro problema importante e penso che la Giunta debba fare uno sforzo per cercare di mettere in condizione i fratelli minori, che purtroppo vengono sottovalutati in questa Regione, i Consiglieri che vengono eletti dal popolo, che non hanno, caro Presidente Ceriscioli, delle condizioni minime dignitose per poter lavorare. Il suo Vicepresidente disse che tutto andava bene, io risposi di no, che non andava bene e c'erano le prove.
Credo che l'Assessore che manca, quello che ha la borsa, debba scucire le tasche per dare qualcosa a quel Palazzo, che è la rappresentanza politica dei marchigiani, non è Via Gentile da Fabriano. Questo è il problema di fondo, in questo Consiglio o in questa Giunta c'è stato un ritardo, è vero, perché quel palazzo è stato distrutto dalla politica negli anni passati, ora bisogna ricordare che quel Palazzo rappresenta la comunità marchigiana, non sta in buone condizioni, anzi sta malissimo, come evidenziato dall'ordine del giorno che fra l'altro è anche monco perché manca l'aspetto delle tecnologie che là dentro non funzionano. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zura Puntaroni.
Luigi ZURA PUNTARONI. A proposito di quell'ambiente a cui bisogna dedicare attenzione, al di là del Palazzo e della facciata che è di una tristezza inaudita, l’altro giorno stavo a Roma ed è tutto molto triste, in l’Italia negli ambiti pubblici si va a cercare la tristezza in assoluto.
Ricordo che mi avevano colpito i nostri pari in Sicilia, stanno dentro un museo, in un Palazzo dei Normanni, una cosa raffinata, neanche i Musei Vaticani! Sono rimasto stupito e adesso capisco perché si fanno chiamare onorevoli, lì infatti c’è scritto “primo Consiglio legislativo - anno domini 1100 Federico II”, quando l’Italia funzionava …
(intervento fuori microfono)
Luigi ZURA PUNTARONI. E' nato a Jesi ed io in quel tempo abitavo proprio fuori Jesi, ecco perché con Federico II siamo in sintonia. Capito.
Quell'ambiente è da mille e una notte, ci sono stato per lavoro e per turismo e quando ho visto l'Assemblea legislativa mi sono detto che è un ambiente unico al mondo, poi ho pensato a noi ed mi sono detto che tristezza, è proprio il regno del nulla, una cosa patetica.
Torniamo al Palazzo di Piazza Cavour, dico almeno 3 cose. Entri e ci sono i vigilanti, stanno di spalle e ogni volta si lamentano e dicono che non si riesce nemmeno a vedere chi entra. E' vero, ma facciamo talmente schifo che nessuno verrà a fare un attentato. Chi viene a fare un attentato a noialtri? Se fossi io il Presidente domani la prima cosa che farei sarebbe quella di girare verso l'esterno il gabbiotto dei vigilanti, è più logico.
A parte la struttura, i computer che hanno le nostre assistenti sono roba degli anni ’60, sono patetici ed uno alla fine lavora col telefonino, sono pure chiusi a chiave con il lucchetto per questioni di sicurezza.
Stare dentro quelle stanze fa schifo, vai al bagno e lo devi dividere tra uomini e donne, quell'ambiente fa schifo. Dico che occorre tirare fuori 200/300.000 euro per rifare i computer, rifare i bagni, rifare il gabbiotto dei vigilanti, e già questo cambia tanto, al di là della struttura. E' chiedere troppo? E' come quando dico all’Assessore Cesetti: “Va al bar a fare quel pranzo schifoso e le offrono la Coca-Cola, ma si faccia portare una bottiglia di vino!” e mi risponde: “No, è vietato, non si può portare”. Assessore Cesetti, se non è capace di far portare una bottiglia di vino, non è capace per un ospedale, per una struttura, per niente, quindi parta con una bottiglia di vino e da noi con i computer, non sono le spese faraoniche per sistemare l’esterno per le quali chiaramente ci vorranno milioni, dico di sostituire tutti i computer, di dare una sistemata ai bagni e di dare una logistica di sicurezza ai vigilanti, è roba che con 150.000 euro si fa. Grazie.
Proposta di ordine del giorno. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Maggi.
Giovanni MAGGI. Dopo quattro anni rimango sempre molto perplesso sulle cose, sono io che non capisco, oppure c'è una metodologia diversa da quella che mi ha ispirato tutta una vita.
Siamo come un'Assemblea di commercialisti, di revisori dei conti? Questa è un'Assemblea politica e non possiamo valutare il rendiconto dal punto di vista contabile, noi facciamo una valutazione politica. Dietro le cifre del rendiconto ci sono degli obiettivi politici, delle valutazioni politiche, e mi si risponde: perché fa delle valutazioni politiche, ma questa è un’Assemblea politica! Non commento le cifre, si commento anche quelle, ma commento l'elaborazione politica che ha portato a quelle cifre, per cui domando ad esempio dell'ATN, della questione dei servizi indivisibili per il 2019, di cui non c'è nulla, e della Stazione unica appaltante. Non c'è nulla per la questione della Stazione unica appaltante, l'ATN c’è nel 2018 e c’è nel 2019 e mi si dice: “Certo l'ATN va fatta tutti gli anni” e perché le altre cose non vanno fatte tutti gli anni? Le convenzioni non vanno fatte tutti gli anni? Questo attiene ad una valutazione politica, mica siamo dei commercialisti che fanno una questione tecnica di bilancio, noi facciamo valutazioni politiche, questa è un’Assemblea politica.
In base alle cifre critico o plaudo al meccanismo politico che ha portato a quelle cifre, questa è la mia funzione, le mie dichiarazioni non sono attinenti al rendiconto? Rimango basito, per cui voteremo contro questo rendiconto, in effetti alcune cose sono state tagliate perché non sono state fatte, se non ci si arriva si tolgono di mezzo del tutto. Voteremo contro, ma non ci fate l'osservazione che la valutazione del rendiconto in questa Assemblea dobbiamo farla tecnica, noi dobbiamo farla politica!
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Marcozzi.
Jessica MARCOZZI. Grazie Presidente. Ho annunciato prima della relazione che mi sarei astenuta, però, visto e considerato che ho messo in evidenza la confusione, la poca chiarezza della relazione dei revisori dei conti, chiarezza che non ha trovato riscontro in quello che ha detto il Vicepresidente Minardi, il mio voto sarà contrario.
PRESIDENTE. A questo punto votiamo, tenendo presente, Consigliera Marcozzi, come ha detto il Vicepresidente Minardi, che la relazione è del Collegio dei Revisori.
Jessica MARCOZZI. Avevo detto che c’erano dei punti da chiarire, non è stato fatto, quindi voto contro. Qualcuno mi dovrà spiegare, visto che i revisori hanno dato parere favorevole, le criticità che ho avanzato.
Proposta di atto amministrativo n. 64, così come emendata. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Mozione n. 486
ad iniziativa dei Consiglieri Giancarli, Busilacchi, Urbinati, Rapa
“Prospettive occupazionali degli insegnanti di terza fascia”
Mozione n. 491
ad iniziativa dei Consiglieri Biancani, Urbinati
“Prospettive occupazionali degli insegnanti di terza fascia”
(abbinate)
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 486 dei Consiglieri Giancarli, Busilacchi, Urbinati, Rapa e la mozione n. 491 dei Consiglieri Biancani, Urbinati, abbinate.
Ha la parola, per l'illustrazione, il Consigliere Giancarli.
Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente. Per una svista abbiamo presentato due mozioni, però sono identiche, e sono a firma del nostro capogruppo Urbinati, dei Consiglieri Busilacchi, Rapa, Giancarli.
Come voi sapete attorno al reclutamento del personale della scuola nel corso degli anni ci sono state tantissime leggi, tantissimi provvedimenti, tantissimi accordi sindacali ed il blocco dei 5 anni, però sulla scuola e sul profilo di immissione in ruolo, l'accesso al concorso per il sostegno (solo per chi è già in possesso della specializzazione), la possibilità di misurarsi solo su una classe di concorso, parliamo degli insegnanti di terza fascia, per ogni ordine di scuola, costituiscono ulteriori elementi di rigidità che sono contenuti nella legge di bilancio 2019 a fronte di una situazione scolastica che, invece, richiede, come sempre, scelte urgenti in materia di reclutamento.
A settembre 2018 le cattedre lasciate prive di un docente assunto sono state 32.217, oltre il 50% dei posti del contingente autorizzato dal Ministero dell'economia e finanze, afferenti in massima parte alla scuola secondaria, alla stessa data risultavano da colmare circa 80.000 posti fra organico di diritto, adeguamento dell'organico di fatto e deroghe per il sostegno.
La legge n. 145/2018, invece, apporta profonde modifiche alle prospettive di inserimento lavorativo a tempo indeterminato per i docenti con 36 mesi di servizio svolto nel corso degli ultimi 8 anni scolastici.
I dati sono questi ed è questa la ragione della mozione: 3 anni di servizio, anzi 36 mesi di servizio negli ultimi 8 anni scolastici e, come previsto dalla precedente normativa, doveva essere bandito un concorso riservato, mentre la legge di bilancio 2019 stabilisce che questa categoria di docenti debba sostenere un concorso selettivo insieme ai neolaureati, senza alcuna distinzione tra quanti hanno maturato anni di servizio e quanti invece non lo vantano.
Di fronte a questa situazione, di fronte a questa carenza di organico, le mozioni, firmate anche dal Consigliere Biancani, impegnano la Giunta regionale ad attivarsi in sede di Conferenza Stato-Regioni portando all'attenzione la questione degli insegnanti di terza fascia, affinché in prospettiva le procedure per il reclutamento del personale docente tengano nella dovuta considerazione la possibilità di procedere alla stabilizzazione dei precari della scuola in ossequio alla direttiva europea n. 1999/1970/CE e delle reali esigenze del sistema istruzione, l'accesso ad un concorso riservato in parallelo e non sovrapponendolo all'attuazione dei concorsi ordinari selettivi, riservato ai docenti che hanno maturato 3 anni di servizio. La potevo farla pure più lunga, ma non serve, visto che il Presidente di questa Giunta è un docente, l'Assessore all'istruzione è una docente, quindi, sanno di cosa parliamo. Grazie.
Presidenza del Vicepresidente
Renato Claudio Minardi
PRESIDENTE. Ha la parola, per l'illustrazione, il Consigliere Biancani.
Andrea BIANCANI. Grazie Presidente. Più che per l'illustrazione, avendola anch'io sottoscritta, l'intervento è per ribadire l'importanza dell'approvazione di questa mozione.
Sottoscrivo tutto quello che ha detto il Consigliere Giancarli anche perché le mozioni sono praticamente simili, già altre Regioni (Emilia-Romagna, Toscana, Liguria, Sicilia) hanno approvato atti simili, ed io ho avuto anche modo di confrontarmi con l’Assessore Bravi che si è già attivata.
Penso che l'approvazione di questa mozione sia importante per sostenere l'attività della Giunta e quello che l'Assessore Bravi potrà fare, anche nelle prossime settimane, quando andrà in Conferenza Stato-Regioni o se avrà occasione di incontrare il Ministro. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Bravi.
Loretta BRAVI. Grazie Presidente. Si, come è stato già detto, tutte le Regioni si sono mosse su questo già da tempo e debbo dire che ogni mattina c'è una nuova uscita del Ministro che dice che la situazione verrà risolta al più presto. Quindi, penso che come me tutti i giorni dai media apprendete questo.
Abbiamo rappresentato al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca e alle Direzioni generali competenti, l'esigenza di assegnare organici adeguati a qualificare l'offerta formativa del nostro sistema di istruzione. C'è da dire che annualmente ci vediamo costretti ad estenuanti trattative per l'organico di diritto.
Abbiamo anche questa carenza e doppiamente rispetto ad altre Regioni più virtuose ribadiamo la necessità di personale per il dimensionamento dell'offerta formativa.
Per la specificità della nostra realtà regionale e per il fatto che condividiamo la necessità di salvaguardare il lavoro e l'esperienza acquisita da tanti docenti, specie in presenza di un importante fabbisogno, aderiamo alla mozione proposta dai Consiglieri Giancarli, Busilacchi, Urbinati Rapa, impegnandoci a proporre ulteriormente alla IX Commissione, perché dobbiamo ripartire da lì, la problematica. E' già stato chiesto dall'Assessore dell'istruzione della Toscana un incontro con il Ministro, quindi siamo in attesa di questo.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 486. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Mozione n. 491. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
PRESIDENTE. Per esigenze dell’Assessore Bravi, se l’Aula è d’accordo, do per approvata all'unanimità l'anticipazione della mozione n. 472.
Mozione n. 472
ad iniziativa del Consigliere Marconi
“Fallimento della ditta Teuco di Montelupone - richiesta costituzione tavolo di confronto istituzionale”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 472 del Consigliere Marconi, che ha la parola.
Luca MARCONI. Non la presento, perché quello che c'è scritto è chiaro, però sono molto attento e voglio sentire quello che ci dirà l’Assessore che ci aggiornerà su una vicenda che ormai si trascina purtroppo da più di 5 anni. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Bravi.
Loretta BRAVI. Grazie Presidente. Come ha detto il Consigliere Marconi la storia della Teuco è lunga e la ripeto brevemente perché la conoscete tutti.
Dal 1° dicembre 2014 è stata attivata la procedura del contratto di solidarietà, per 12 mesi, con decorrenza dall'1 gennaio 2015 al 31 dicembre 2015, poi Certina ha rilevato l'80% delle quote di Teuco. All'ingresso di Certina l'azienda riportava perdite superiori ai 10 milioni, alla fine del 2015 le perdite si sono ridotte da 10 a 3 milioni ma, nonostante il miglioramento, l'azienda subiva ancora un esubero notevole di personale.
Nel mese di settembre del 2017, quindi due anni dopo, a seguito di un'ulteriore revoca di affidamenti bancari, l'azienda si è nuovamente attivata presentando un nuovo piano di risanamento adeguato agli eventi.
Il primo incontro in Regione si è tenuto nel mese di ottobre del 2017 e sono continuate le fasi di incontri e analisi fino al dicembre 2017, alla luce del nuovo piano, l'azienda, in data 23 ottobre 2017, ha deliberato la proposta di ammissione alla procedura di concordato preventivo.
Il decreto di autorizzazione della CIGS è stato emesso da parte del Ministero del lavoro e delle politiche sociali in data 9 aprile 2018. Pertanto, dal giorno 19, avuto il decreto, l'azienda si è immediatamente attivata per porre in essere un piano di risanamento e comunicarlo all'istituto di credito che anticipava le somme per l'acquisto della materia prima necessaria alla ripartenza della produzione.
In data 21 aprile 2018 è stato notificato il decreto di fallimento, pertanto dopo l'arrivo del decreto autorizzativo della CIGS.
Credo che quello che interessi maggiormente, al di là dello storico, è che il Ministero del lavoro ha avuto tale notizia ed ha revocato con effetto 20 aprile 2018 il provvedimento autorizzativo della CIGS.
Riguardo alla specifica problematica sollevata dal Consigliere Marconi, che si condivide pienamente, si informa che questo Assessorato, a seguito delle sollecitazioni ricevute dal sindacato, ha richiesto in data 10 dicembre 2018, al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, attraverso il Sottosegretario, la costituzione di un apposito tavolo istituzionale con i sindacati per affrontare il problema delle due mensilità, e questa è l'ultima, dei 116 lavoratori non coperte da retribuzione né da contributi e, più in generale, discutere il tema di un possibile ed auspicabile rilancio dell'attività produttiva delle vasche con il marchio Teuco di assoluto prestigio nazionale ed internazionale.
La lettera, ad oggi, non ha trovato riscontro, neanche dopo ripetute sollecitazioni che ad ogni modo proseguiranno. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.
Luca MARCONI. Sì, grazie, anche per ricevere l'intervento dell'Assessore scritto e per segnalare la questione in termini veramente penosi.
Stiamo parlando di due mensilità, quindi esodati di piccolissime dimensioni, per i quali sarebbe stato sufficiente, come ha già detto l'Assessore, un piccolissimo emendamento a qualsiasi legge finanziaria per mettere in conto questa situazione che, magari, non è l'unica in Italia, ed è un fatto concreto.
Non si capisce, ripeto, se fosse stata una questione di natura economica elevata relativa a centinaia di milioni di euro sarebbe stato un problema, ma non per lo Stato e la Regione.
C'è stata una incuria totale da parte del Ministero del lavoro che andrebbe sollecitato da questa mozione, oltre che sollevare una denuncia pubblica su questa vicenda.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Anche se l'Assessore Bravi ci ha comunicato che questa mozione è superata, in quanto la richiesta è già stata avanzata al Governo, senza aver avuto risposta, in tempi non sospetti, in tempi utili per poter intervenire, reputo che un ulteriore sollecito possa essere opportuno.
In Italia i tavoli di crisi aperti o richiesti sono molti, però come Regione credo che un sollecito per le crisi aziendali del nostro territorio sia assolutamente doveroso.
Sappiamo che le Marche hanno in questi anni avuto delle ripercussioni molto gravi non solo a livello industriale, ma anche nei piccoli comparti del commercio e dell’artigianato, quindi penso che sia utile sollecitare ulteriormente.
L'augurio è che anche i parlamentari marchigiani possano dare un contributo a questa richiesta.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 472. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Mozione n. 506
ad iniziativa del Consigliere Urbinati
“Commissariato di San Benedetto del Tronto (AP) - Mancato supporto dei servizi di controllo del territorio”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 506 del Consigliere Urbinati, che ha la parola per illustrarla.
Fabio URBINATI. Grazie Presidente. Coincidenza, proprio ora, mentre stavamo discutendo la mozione sulla grave crisi della Teuco, sul portale di ‘Info difesa’, che è l'organismo di informazione delle forze dell'ordine, è uscita una forte denuncia di quasi tutti i sindacati di polizia per una diminuzione a 98.000 unità a fronte di un organico di 117.000, dimensionato come era negli anni ‘90.
Questo ricalca in maniera perfetta la mozione che ho presentato, che parte essenzialmente dal basso, parte dalla protesta del Siulp, il sindacato di Polizia, della mia città, del Commissariato di San Benedetto del Tronto.
Purtroppo ci troviamo in un territorio che presenta tre stazioni ferroviarie, un porto, due caselli autostradali, un bacino di 100.000 abitanti, una densità abitativa che è la più alta delle Marche ed ha 170 uomini in dotazione alla provincia di Ascoli e solo 50 sono in questo momento in dotazione al Commissariato di San Benedetto.
Nella provincia c'è una carenza di organico, ci stiamo avvicinando alla stagione estiva, la situazione è molto preoccupante perché il servizio si è anche ridimensionato e spesso è chiuso anche l'ufficio per il rilascio dei passaporti e dei porti d'armi, quindi, vengono meno alcuni servizi di cui costituzionalmente i cittadini hanno diritto, ma soprattutto quello che preoccupa sono i servizi delle volanti.
Le volanti sono ridotte e soprattutto, e questa è una denuncia che fa oggi Infodifesa, l'età media degli uomini che vi operano è dai 49 ai 52 anni, quindi voi capirete che fare un servizio.
Non parlo solo nella mia città, ma in tutte le città marchigiane, soprattutto nei mesi di luglio e agosto, gli abitanti normalmente passano da 40/50 mila a 200/250 mila, capirete che 50 uomini a disposizione è un numero molto esiguo che non riesce a soddisfare le esigenze dei cittadini e il diritto alla sicurezza, ma soprattutto mette anche a repentaglio la sicurezza degli agenti stessi perché, come ho detto prima, c'è un'età media molto alta, c'è anche una carenza nella turnazione delle ferie, tutto è molto stressante sotto tutti gli aspetti, anche per la pressione alla quale i cittadini sottopongono le forze dell'ordine, perché chiaramente il diritto alla sicurezza, come sappiamo, è un diritto costituzionale.
Noi abbiamo fatto un'operazione che non si ferma solo qui, in Consiglio regionale, ma chiediamo alla Giunta ed al Presidente di intervenire insieme alla Questura, insieme al Prefetto e soprattutto di comunicare al Ministero degli interni questa carenza che ci sembra del tutto inappropriata. Vogliamo capire come il Ministro intenderà muoversi anche perché ci sarà su questo tema un'interrogazione del Senatore Verducci a risposta diretta del Ministro, che dovrà arrivare non più tardi delle prossime settimane, ma la stagione estiva è già iniziata.
Esprimo tutta la vicinanza del gruppo del Partito Democratico agli uomini del Commissariato di San Benedetto che in questo momento si stanno adoperando per sopperire a delle problematiche che purtroppo non dovrebbero esistere.
Quindi, senza polemica, senza recriminare la questione da una parte politica all'altra, credo che questo sia il momento di intervenire perché la Riviera delle Palme non può affrontare la prossima stagione estiva con solo 50 uomini di organico, che devono anche fare il servizio amministrativo.
Ringrazio tutti coloro che mi daranno sostegno su questa mozione, e credo che la cosa sia molto grave. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giorgini.
Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Ringrazio il Consigliere Urbinati e sono felice che lui abbia voluto abbracciare il nostro grido d'allarme, che abbiamo fatto circa un mese fa, che abbiamo lanciato sulla stampa, anche perché è da 3 mesi che studiamo questi dati e le problematiche che abbiamo nel territorio sambenedettese, ma credo che sia comune a tutte le province marchigiane e che sia anche un problema italiano.
C'è un'enorme sperequazione tra le forze dell'interno e quelle della costa, difatti il comparto delle forze dell'ordine di San Benedetto, perché giustamente il Consigliere Urbinati ha fatto riferimento a San Benedetto, non è sufficiente per affrontare le tante problematiche di sicurezza e di vigilanza del territorio.
Molte cose le ha dette lui, pensiamo che le piante organiche degli uffici della Polizia sono ferme al 1989, addirittura la materia è normata da un regio decreto del 1927, com'è possibile questo? E' un'assurdità, soprattutto per il fatto che - questi studi li abbiamo fatto noi e abbiamo anche fornito i grafici - nel Comprensorio di San Benedetto e Grottammare ci sono stati 13 beni confiscati alla mafia, 10 a Grottammare e 3 a San Benedetto. Questo è un campanello d'allarme molto importante per noi sambenedettesi, ma anche per Grottammare e Monteprandone. Ecco perché abbiamo voluto lanciare questo allarme che, giustamente, il Partito Democratico per bocca del Consigliere Urbinati ha ripreso prontamente, e noi siamo felici di questo.
La sperequazione si può vedere anche dai fatti importanti, perché, come è stato detto, in Ascoli ci sono 160 unità e a San Benedetto 47, è assurdo, è un assurdo che ad Ascoli ci siano tre volte le unità che stanno a San Benedetto, ma questo succede a Civitanova, Porto San Giorgio, da tutte le parti. Nella costa ci sono 3.138 delitti tra San Benedetto, Grottammare e Monteprandone, reati più gravi, non vengono calcolati quelli minori, quando in Ascoli ce ne sono 1400, meno della metà. Dov'è l'urgenza di avere 160 unità ad Ascoli e 47 San Benedetto? Addirittura a San Benedetto hanno tolto il servizio immigrazione, quindi si deve andare in Ascoli.
Su questo problema sono contento che una volta tanto io ed il Consigliere Urbinati andiamo d’accordo.
Noi abbiamo scritto e mandato questo report al Ministero dell'interno, alla Segreteria del Dipartimento di pubblica sicurezza e anche al nostro sottosegretario dell'Interno.
Non è possibile che la sicurezza del nostro Paese venga normata da una legge del 1927, è assurdo, è come se in un campionato di calcio ci fossero ancora le regole del primo campionato mondiale. Oggi tutto si evolve, non si evolvono solo le piante, come diceva il buon Darwin, e noi purtroppo siamo rimasti al 1927.
Credo che questa sia una cosa importante, riguarda San Benedetto ma, lo ripeto, riguarda tutte le Marche perché ormai, ma non per colpa nostra, le zone urbanizzate sono tutte sulla costa e le Questure e le unità più importanti stanno all'interno, sono ad Ascoli, a Macerata, perché così sono distribuite con il regio decreto del 1927
Noi chiediamo, l'abbiamo già chiesto, e voteremo favorevolmente questa mozione, che venga messa mano a questa legge che addirittura risale al 1989 e che venga le forze dell'ordine vengano ridistribuite in modo equo tra la costa e l'interno. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Dico subito che voterò favorevolmente questa mozione.
Credo che il problema della carenza di organico nelle forze dell'ordine sia un tema ormai cronico, che si porta avanti da diversi anni e non è neanche di semplice soluzione.
L'ho detto più volte in quest'Aula, le politiche nazionali dovevano già da molto tempo aver fatto un'inversione di rotta rispetto a questa problematica e definire le priorità nazionali, fra le quali secondo me c'è questa.
Voterò favorevolmente perché mi libero, credo, dalle diversità di partito e, anche se non è un territorio della mia provincia, penso che il problema sia generalizzato per cui l'esigenza è forte su tutti i territori.
Però non posso tacere una cosa, una certa ipocrisia che va svelata, perché il 24 marzo 2016 ho presentato una mozione in cui evidenziavo: “i tagli operati dal Governo con l'ultima legge di stabilità sono ingenti ed in particolare con una detrazione di 12.785.000 euro al fondo straordinario per il personale di Polizia di Stato; tagli per 88.000.000 al fondo per la lotta alla delinquenza organizzata; ulteriori tagli per 190.000 euro alla pianificazione e coordinamento delle forze dell'ordine, tagli per quasi 2.000.000 alle spese di funzionamento della direzione investigativa antimafia, 139.000.000 di euro sono stati tagliati alla prevenzione e al soccorso pubblico”, sottolineavo le irrazionali operazioni di taglio e chiedevo: “il ripristino delle necessarie dotazioni finanziarie utili a garantire livelli di sicurezza adeguati agli operatori delle forze dell'ordine, alle esigenze dei cittadini, alle crescenti situazioni di criminalità che si verificano quotidianamente in Italia”.
Bene, la maggioranza, il PD, che oggi propone questa mozione, bocciò quella mozione presentata da me, allora credo che sia giusto pretendere anche coerenza rispetto a queste misure, non si può, nel momento in cui governano i vostri amici bocciare mozioni che chiedono maggiori investimenti alle forze dell'ordine ed ora che è cambiato il Governo, al quale la mia componente politica, Fratelli d'Italia, neanche appartiene, quindi non devo difendere, cambiare la posizione e chiedere quello che solo tre anni fa si è bocciato. Penso che la coerenza sia un obbligo nei confronti dei cittadini ed anche degli operatori delle forze dell'ordine.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 506. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Mozione n. 510
ad iniziativa dei Consiglieri Micucci, Mastrovincenzo, Biancani, Minardi, Giancarli
“Fallimento Mercatone Uno”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 510 dei Consiglieri Micucci, Mastrovincenzo, Biancani, Minardi, Giancarli.
Ha la parola, per l'illustrazione, il Consigliere Micucci.
Francesco MICUCCI. Grazie Presidente. L'obiettivo di questa mozione, più che stimolare la Regione, che già attraverso il Presidente e l'Assessore Bravi si è immediatamente attivata, è quello di dare supporto alle attività della Giunta.
A tal fine, ho presentato questa mozione urgente, sono contento che anche altri abbiano voluto sottoscriverla, nasce, come avrete avuto modo di leggere in questi giorni, da un'operazione che io ho definito barbara da parte dei proprietari attuali del Mercatone Uno che nel giro di poche ore, attraverso un SMS, hanno segnalato ai loro dipendenti, di fatto, l'avvenuto fallimento dell'azienda e quindi la messa in difficoltà dei lavoratori, i quali in seguito a questo fallimento non avrebbero potuto neanche accedere ad eventuali forme di sostegno, quali cassa integrazione o altro.
Immediatamente si sono attivate un po' tutte le compagini politiche, sia a livello nazionale che regionale ed i Comuni interessati, fortunatamente il Tribunale di Bologna pochi giorni fa si è espresso in maniera avversa rispetto a questa richiesta, di fatto retrocedendo la situazione alla fase pre-acquisto ed aprendo la possibilità di accedere nuovamente a tutti gli ammortizzatori sociali.
La richiesta che viene fatta attraverso questa mozione alla Regione, che, ripeto, già si è attivata, è di sostegno, attraverso il tavolo aperto con il MISE, attraverso le interlocuzioni aperte con l'ABI (l'Associazione bancari), ai lavoratori, che di fatto si trovano in un limbo, perché l'azienda non è stata venduta, né è fallita, e neanche loro sono stati licenziati, quindi, si trovano in una situazione un po' sospesa, e di attivare le modalità di salvaguardia dei lavoratori, per il pagamento dei mutui e delle bollette, che sono solitamente attive per altri tipi di lavoratori, parallelamente attivare i tavoli nazionali con il MISE per la verifica di nuovi acquirenti e per l'attivazione delle salvaguardie sociali che solitamente si attivano in questi casi.
Mi auguro che ci sia un sostegno unanime a questa mozione e sull'attività che, ripeto, nei giorni immediatamente successivi all'apertura di questa vicenda l'amministrazione regionale ha voluto attivare attraverso una serie di incontri con le rappresentanze sindacali dell'azienda. Grazie.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 510. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Mozione n. 507
ad iniziativa del Consigliere Carloni
“Proposta di istituzione di una ZES nel territorio colpito dal sisma”
Mozione n. 267
ad iniziativa dei Consiglieri Rapa, Marconi, Giancarli
“Estensione della zona economica speciale (ZES) ai comuni del cratere del terremoto”
(abbinate)
(Discussione e votazione risoluzione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 507 del Consigliere Carloni e la mozione n. 267 dei Consiglieri Rapa, Marconi, Giancarli, abbinate.
E’ stata presentata una proposta di risoluzione a firma dei Consiglieri Carloni, Rapa, Giancarli, Marconi, Urbinati, Maggi, Marcozzi, Leonardi, Busilacchi, Bisonni, Zaffiri, Mastrovincenzo.
Ha la parola, per l'illustrazione, il Consigliere Carloni.
Mirco CARLONI. Grazie Presidente. Presento direttamente la proposta di risoluzione. Su questa materia era stata fatta un'interrogazione, ci sono diverse persone che mi hanno chiamato e hanno anche raccolto l'appello di queste vicende, come il Consigliere Giancarli che già nel 2017 aveva presentato una mozione, la Consigliera Leonardi che ringrazio aveva già espresso un interesse su questo tema.
La mia mozione, Presidente e cari colleghi, nasce dal fatto che il 3 giugno il Ministero dello sviluppo economico ha emanato un comunicato stampa nel quale dice che in collaborazione con la Confindustria e alcune Regioni del centro, ma soprattutto del nord Italia, sta rivedendo l'ampliamento delle zone economiche speciali, che inizialmente erano state previste per le zone depresse, soprattutto per i porti del sud Italia.
Con questo comunicato si cerca di estendere questo beneficio straordinario a dei territori particolarmente colpiti, quindi ho pensato di rimettere in discussione, trovando l’appoggio ovviamente di tutta l'Aula, questo tema per le zone colpite dal sisma nella Regione Marche che, secondo me, meritano, al di là degli interventi straordinari, una ricerca concreta per una situazione stabile, la possibilità di ripartire sul piano economico attraverso la creazione di disposizioni che rendano favorevole l'insediamento produttivo, la semplificazione amministrativa e soprattutto l'utilizzo dei contributi messi a disposizione, circa 300 milioni, per le zone economiche speciali, che sembra saranno incrementate ed ampliate.
Mai come ora credo che sia opportuno che la Regione Marche, nella figura del Presidente della Giunta, elabori una proposta al Governo sull’istituzione di questa ZES nell'area del terremoto. Penso che lo dobbiamo fare per dare una possibilità concreta, non solo di riparare i danni del terremoto, ma anche di creare prospettive economiche ai nuovi segmenti produttivi.
Voglio ricordare anche, e colgo questa occasione, che con le ZES si possono creare dei veicoli finanziari finalizzati agli investimenti produttivi, un contributo anche nel capitale sociale per investimenti a rischio che si possono sviluppare in queste aree, si aprirebbero una serie di opportunità concrete qualora riuscissimo ad ottenerla e sicuramente andrebbe nella direzione auspicata da questi territori. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.
Enzo GIANCARLI. Il Consigliere Carloni ha già illustrato i contenuti delle nostre mozioni, io voglio sottolineare soltanto, ma non lo faccio per me, ma per i capigruppo Rapa e Marconi, che presentammo nel luglio 2017 una richiesta in tal senso, le ragioni erano quelle che ora ha riferito il Consigliere Carloni.
Il Presidente è coerentemente impegnato da sempre sul tema della rinascita e della ricostruzione delle nostre aree colpite dal sisma, vanno utilizzati tutti gli strumenti, anche quello delle ZES che potrebbe essere di aiuto per un futuro da costruire e da ricostruire per queste nostre realtà all'interno della montagna.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Rapa.
Boris RAPA. Grazie Presidente, solo per ricordare, i Consiglieri Carloni e Giancarli hanno bene spiegato la questione, un concetto che il compianto ex Sindaco di Camerino giustamente sottolineava spesso: la ricostruzione materiale deve accompagnarsi alla ricostruzione del tessuto sociale ed economico, senza la quale gli edifici resteranno vuoti o destinati a svuotarsi, proprio per questo cogliere l'occasione di uno strumento di promozione e sostegno allo sviluppo economico, come le zone economiche speciali per aree particolarmente svantaggiate, è fondamentale per la rinascita del nostro entroterra così duramente ferito.
PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente Ceriscioli.
Luca CERISCIOLI. Grazie Presidente. Non metto in dubbio il valore della proposta dell'iniziativa, nel senso che va nel solco di un principio fissato fin dall'inizio del sisma, cioè che la ricostruzione doveva essere la ricostruzione materiale, dei luoghi, e la creazione di opportunità di impresa.
Devo dire grazie in modo particolare al lavoro dell'Assessore Bora che ha portato il bando dei Fondi europei relativi alle imprese aree cratere, inizialmente stimato mi sembra in 8 milioni a 33 milioni. Il bando ha avuto una risposta straordinariamente positiva anche nella misura e nella qualità delle imprese che si sono proposte con oltre 50 milioni di euro di richieste di investimenti per attivarne almeno altrettanti in termini di sviluppo, occupazione, lavoro nelle aree. Quindi è evidente che c'è un humus estremamente positivo e recettivo che, nella misura in cui si offrono opportunità, è in grado di coglierle.
Oggi ci tengo a far presente a quest'Aula un fatto che per me è molto grave, a distanza di tre anni dall'inizio del sisma e a due anni dalla ricostruzione - noi ci siamo preoccupati di avere misure economiche che affiancassero la ricostruzione - rischiamo di avere le misure economiche, ma di non avere la ricostruzione. Benché l'esperienza fatta all'interno degli uffici speciali per la ricostruzione, nei rapporti con i Sindaci, avesse fatto elaborare già un anno fa - dico due anni perché il decreto si chiude in questi giorni - una semplificazione di strumenti per la ricostruzione pubblica, per la ricostruzione privata, per il personale, il Governo e il Parlamento hanno respinto nella quasi totalità le proposte di semplificazione, hanno introdotto qualche elemento spot con una prospettiva molto complicata, se, come ha detto il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, questo è l’ultimo decreto che va a mettere mano all'impianto della ricostruzione. Su quella pubblica non cambia sostanzialmente niente, si semplificano le strade per l'incarico di progettazione, ma avuti gli incarichi di progettazione nel frattempo la via ordinaria l’hanno fatta.
Sulla parte privata, dove non si cambia in nulla la procedura, si annunciano 200 persone in più, quando non si danno gli strumenti per trattenere neanche quelli che abbiamo. 40 interinali a settembre ci saluteranno, e capite quanto è importante chi lavora già lì dentro in termini di competenza, si dà ai comuni, che non hanno tutto questo desiderio, la possibilità di farsi loro le pratiche e l'incremento di personale non copre neanche quelli che erano già previsti e non sono mai stati attivati, oltre 130 persone per questo benedetto meccanismo del comando, che a un anno chiediamo che venga tolto, rimaste in comando, ma in comando non arriva nessuno.
Quindi in termini di personale, di costruzione privata, di costruzione pubblica, rimaniamo come siamo, forse un po' peggio, quindi non so che prospettiva vogliamo dare alla ricostruzione restando come siamo, cambiando poco.
Non dico del tavolo che abbiamo chiesto al Governo per poter valutare insieme misure come la ZES, che è una traduzione del piano strategico fatto con tanti soggetti, è l'incrocio di strumenti normativi con progetti che alla prova dei fatti si sono dimostrati anche efficaci come risposta del sistema delle imprese alle misure attivate.
Esprimo una grandissima amarezza perché qui non si lavora pro o contro chissà quale pensiero politico, in questa parte di regione, così duramente colpita, si cerca di avere una speranza, una visione, una prospettiva.
Dire che tutto rimane come prima forse è peggio, non so con che faccia andiamo a raccontarlo e se l’idea, questa è la parte che più mi amareggia, è che si può lasciare tutto così tanto la responsabilità è di qualcun altro, se questa è l'idea: chi se ne importa dei cittadini e delle imprese che stanno nel aree del terremoto, certamente faremo di tutto perché non passi e mi dispiace perché abbiamo cercato anche di attivare tutte le Regioni, non solo le quattro terremotate, la Conferenza delle Regioni, dove dentro si è tutti rappresentati, anzi oggi c'è più centrodestra che centrosinistra rispetto a tre anni fa, quindi più Governo che non Governo e tutte le Regioni hanno ritenuto utile, indispensabile, importante approvare questi emendamenti.
Alle audizioni si è visto come i comuni, l’Anci, le Regioni fossero in sintonia perfetta, all'incontro a Norcia, di nuovo, sede dopo sede, a ribadire gli stessi principi.
Benissimo, approvo la ZES, sono contentissimo, ma se il contesto in cui avanziamo è quello che ci fa restare dove siamo stati fino ad oggi, praticamente confermando l'impianto ritenuto sbagliato, si è ritenuto sbagliato l'impianto, poi lo si conferma, sbagliare è male, ma perseverare è ancor peggio.
Sono molto colpito da questa cosa, se mi vedete con la faccia strana stamattina è perché ho questa roba in testa e capisco che non potremo stare col solito atteggiamento istituzionale nei confronti di chi non ha accolto nulla di quello che è stato presentato.
Sembra che domani venga messa la fiducia, approvato così com’è uscito dal Senato, rincontreremo i Sindaci, rimetteremo in moto i tavoli istituzionali locali, poi vedremo quale iniziativa prendere, ma sfido chiunque a difendere la fotografia del restare come siamo oggi, sfido a trovare uno che mi dica: va bene restare come siamo oggi.
Ci tengo a ribadirlo perché prima l’ho detto in un colloquio con il Consigliere Carloni. Non vuole essere una diminuzione dell'iniziativa che i Consiglieri Giancarli e Carloni hanno proposto, perché la ritengo positiva, ma oggi va guardata dentro quel contesto dove è giusto preoccuparsi anche per l'altra parte in modo che la nostra azione tenga conto di quello che sta accadendo attorno a noi.
Mi aspettavo tutt'altro, magari non le nostre proposte, migliori, altre, ma non che tutto restasse così, al di là degli aspetti più importanti anche quelli più piccoli. Come fai a dire a quei 40 tecnici che oggi lavorano all’ufficio ricostruzione “Tu a settembre vai a casa”, in questo contesto, dopo che ha imparato bene o male a portare avanti l'istruttoria, nel bisogno più totale, nella carenza di centinaia di persone già prevista e mai attivata.
Chiedo scusa per lo sfogo, cercheremo di uscire da questa sfera, chiamiamola, meno razionale per tradurlo in una azione determinata perché la nostra Regione non è come per le altre, non ci giochiamo una cosa qualunque, ci giochiamo delle chance importanti per i nostri cittadini.
Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Oltre ad aver sottoscritto la risoluzione, la voterò favorevolmente, perché reputo che l'istituzione di una zona economica speciale per i territori colpiti dal sisma sia non solo un'opportunità per rilanciare le nostre terre, ma uno strumento richiesto da più parti, da molto tempo, e devo dire, purtroppo, fino ad ora non attuato. Quindi, ho aderito al suggerimento, alla proposta fatta dal Consigliere Carloni che ha visto una opportunità, in questo momento, in una normativa nazionale e gli ho anche riportato, quando ci siamo sentiti, il fatto che su questo tema si dibatte da diverso tempo. Ad esempio, ci sono gli ordini professionali della provincia di Macerata che stanno lavorando da diversi mesi per portare una proposta concreta, fatta con chi opera in quei luoghi, in modo da renderla attuale e efficacemente utilizzabile sul territorio.
Raccolgo lo sfogo del Presidente Ceriscioli, ma oltre ad essere amareggiati, credo che occorreva urlare, sbattere i pugni, far valere - purtroppo come Regione Marche valiamo poco - i nostri piccoli numeri a livello nazionale nel momento in cui il colore politico di questa Regione era lo stesso di coloro che ci amministravano a livello nazionale. A me dispiace vedere utilizzato il terremoto in una diatriba politica che, abbiamo sempre detto, non serve e non porta a nulla. Ci stracciamo le vesti e ci arrabbiamo nel momento in cui a tirare le redini di questo nostro Governo è la parte opposta, ma non lo facciamo, siamo remissivi, ci pieghiamo, nel momento in cui la parte politica è quella che ci appartiene.
Non ho visto grosse cose fatte dai Governi Renzi e Gentiloni, ho visto solo cose ampiamente criticabili, non ho risparmiato critiche neanche a questo Governo, qualcuno si è stupito qualche mese fa in Aula, ma io parto dal presupposto che purtroppo abbiamo un peso politico ridotto per le nostre dimensioni come regione, e che sarebbe stato più opportuno unire le forze di tutte le componenti politiche per far valere un’esigenza che il nostro territorio ha fortissima, che lo ha messo in ginocchio e non essere sempre condiscendenti verso la parte politica propria nel momento in cui non fa bene per il nostro territorio. Siamo stati eletti per difenderlo, ci siamo trovati di fronte a una realtà drammatica, della quale credo che non tutti si rendano conto ancora oppure, purtroppo, molti non hanno grande interesse a porre la questione del terremoto del centro Italia come prioritaria nell'agenda degli ultimi Governi, dal 2016 ad oggi.
Credo che sarebbe più utile che questa Assemblea legislativa si unisca invece di lanciare reciprocamente degli stracci nel momento in cui c'è il cambio di amministrazione, perché non serve, ben venga una risoluzione firmata da tutte le componenti di quest'Aula e lasciamo da parte polemiche che, purtroppo, se andiamo a guardare indietro, non sono del tutto giustificate.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.
Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Brevemente, vorrei intervenire sull'estensione della zona economica, ZES nel territorio marchigiano colpito dal sisma. Credo che questa risoluzione sia estremamente importante, anche per le firme bipartisan che l'hanno presentata, ed è fondamentale sostenerla a livello nazionale.
Probabilmente è vero che la richiesta dell'estensione della zona economica potrebbe essere un po' prematura perché la ricostruzione è in difficoltà. Certo, è vero che la ricostruzione è in difficoltà ed anche in quest'Aula più volte ne abbiamo parlato. Qui c'è stato un accordo bipartisan per sostenere in periodi diversi questo decreto o le condizioni per poter ricostruire, anche se quando si interviene su una cosa già predisposta non sempre è facile. Non penso che sia facile, anche se qualche pezza è stata messa strada facendo.
Presidente, senza polemica lei lo sa, ho detto più volte in questa Aula che la gestione non doveva essere soltanto della maggioranza, dovevano essere coinvolte anche le minoranze, l'ho detto in un periodo non sospetto, adesso è chiaro, si sta cercando di raddrizzare la vela della barca per potere procedere, non credo che il problema sia il personale, non è sotto questo aspetto, è un problema della struttura, è stata costruita un'impalcatura per la ricostruzione che non è adatta al nostro territorio.
Questo è il dato di fatto, il nostro territorio è diverso ed è diverso quello che è successo in altre Regioni nel 1997. Non c'ero, non c'era nemmeno la mia forza politica, ma credo che l’opposizione anche quella volta non fosse presente, c'era un Governo regionale che ha gestito le cose.
Su questo non c'è ombra di dubbio, purtroppo, lo devo ammettere e devo prenderlo in considerazione positivamente, la situazione è stata gestita in termini diversi e ha dato dei risultati diversi, è chiaro c’è stata una velocizzazione ed una responsabilità diretta del primo cittadino regionale, del primo Ministro della nostra Regione, come delle altre Regioni. Questo è successo e le cose sono state diverse, hanno avuto un percorso diverso, sono stati responsabilizzati i dirigenti della nostra Regione che avevano la gestione, è un'altra cosa, questo bisogna ammetterlo, purtroppo, se non ammettiamo da dove siamo partiti e non ricostruiamo il passato, il futuro è un passaggio estremamente difficile, però dobbiamo farlo.
Credo che qualcosa non abbia funzionato, parecchie, ed oggi la situazione non sta migliorando, ci sono delle difficoltà, qualche pezza è stata messa e continuiamo a percorrere questa strada.
Oggi parliamo di questa cosa, della ZES, dell'estensione della zona economica speciale per il nostro territorio e per come abbiamo ragionato e per come l’abbiamo sottoscritta esistono le condizioni per andare avanti, per guardare avanti. Bisogna fare un'analisi guardando indietro, come eravamo e come non è partita, purtroppo, la ricostruzione dopo questa catastrofe che ci ha colpito in modo pesantissimo.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.
Sandro BISONNI. Grazie Presidente. In merito a questa risoluzione che ho firmato c'è poco da dire, la voterò con convinzione.
Ritengo estremamente utile che si faccia anche questo percorso, tutte le risorse che riusciamo a canalizzare sul territorio sono le benvenute, dopodiché devo fare anche un commento perché ho sentito il Presidente Ceriscioli fare un quadro, sinceramente, preoccupante e sono stanco di sentire l'opposizione di destra, ogni volta che qualcuno denuncia una cosa che non va, affermare che si poteva dire prima, quando al Governo c'era la sinistra.
Anche questo ragionamento è speculazione politica. Qual è il discorso? Se una cosa non va bene non la possiamo dire perché adesso è cambiato il colore politico del Governo? Se 40 tecnici, che sono indispensabili per non fermare la ricostruzione privata, andranno casa non lo dobbiamo dire perché è cambiato il colore del Governo? Vorrei capire il ragionamento! Credo, invece, che dobbiamo denunciare con forza questa cosa e tutte le cose che non vanno. Si poteva fare prima? Forse sì, però se quello che è stato denunciato è un fatto nuovo, fra qualche giorno i tecnici andranno a casa, questa cosa va denunciata, come vanno denunciate tutte quelle mancate migliorie che la destra voleva fare. Si è gridato per quasi due anni che tutto un sistema, un quadro normativo, non andava bene, che bisognava snellire la burocrazia, che bisognava mettere più fondi, adesso questo non vale più? Non vale più solo perché è cambiato il colore politico del Governo? Vorrei capire qual è il ragionamento, anche questa è speculazione politica.
Vorrei anche capire dove sono andati a finire tutti i Comitati Terremoto più o meno di destra/centrodestra che subito dopo il sisma, avendo visto la possibilità di attaccare politicamente sia Governo regionale che nazionale, che erano dello stesso colore, hanno scatenato il finimondo. Dove sono andati a finire? Non protesta nessuno per quello che sta succedendo adesso?
Il quadro che ha fatto il Presidente Ceriscioli è desolante e preoccupante, dove sono andati a finire questi comitati. Stanno tutti zitti? Ricordo, per fare un piccolo esempio, il problema degli insegnanti nei comuni terremotati, le scuole sotto organico secondo la legge ordinaria dovevano chiudere, mi ricordo manifestazioni, io stesso andai a Macerata a protestare, adesso che è cambiato il Governo - evidenzio che l'Ufficio scolastico regionale è statale, non confondiamo le cose - i comitati dei genitori, i comitati degli insegnanti sono spariti, tutti quelli con cui ero andato a protestare.
Diciamo le cose che non vanno, continuiamo a dire le cose che non vanno senza fare queste speculazioni perché, ripeto, anche questa è una speculazione.
Voglio continuare a battermi per portare il maggior numero di risorse sia umane che finanziarie sul territorio. Voglio continuare a battermi per semplificare la normativa, per velocizzare le pratiche, perché non possiamo accettare che da qui a 10 anni le cose rimangano come sono adesso. Quindi, per favore, il discorso: “lo dite perché è cambiato il colore del Governo” non lo fate più perché è giusto denunciare le cose che non vanno, sempre.
Ritornando alla risoluzione mi auguro che venga votata all'unanimità, perché se la votiamo si può aprire la possibilità di un percorso che può portare quasi 350 milioni di euro sul nostro territorio, in tutto il territorio allargato del centro Italia. E' una cosa buona, quindi, auspico che venga votata da tutti.
Per le cose che non vanno invito non solo il Presidente a raccontarle, ma a denunciarle con forza perché i cittadini marchigiani devono sapere come stanno andando le cose, devono sapere se ci sono delle difficoltà o se ci sono delle cose che non vanno, addirittura se si fa un passo indietro, perché togliere 40 persone formate, che velocizzano le pratiche, soprattutto quelle private, è sicuramente un passo indietro, non è un passo in avanti, quindi ha fatto bene il Presidente a dire queste cose, anzi, lo invito a continuare su questa linea. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Casini.
Anna CASINI. Grazie, Presidente. Naturalmente sono a favore della risoluzione del Consigliere Carloni, che condivido in pieno, però mi preme per correttezza raccontare come sono andate le cose rispetto agli emendamenti.
Innanzitutto voglio specificare che il precedente Governo ha messo a disposizione del territorio delle Marche 12 miliardi di euro per opere pubbliche, che sono stati già stanziati, quindi, alla Consigliera Leonardi dico che non è questo il problema. Non è un problema di risorse, che sono state stanziate. E’ stata gestita tutta la fase dell'emergenza, per la quale si è speso 1,5 miliardi, in maniera eccellente, è stata gestita circa in un anno, un anno e mezzo, il tempo in cui questo Governo non è riuscito neanche a leggere gli emendamenti.
Gli emendamenti non sono una velleità del Presidente Ceriscioli, mia, o di qualcun altro, sono delle richieste che sono arrivate dagli ordini professionali, dai Sindaci, dai tecnici, da tutto il tessuto territoriale dell'area terremotata e servono a snellire.
Soltanto un passo potrebbe mandare a casa i dipendenti, che abbiamo formato in questi tre anni, sarebbe un danno erariale, secondo me, oltre che un danno alla pubblica amministrazione - credo che sia configurabile come un danno erariale - quindi, noi abbiamo riportato con forza le proposte degli ordini, dei cittadini ed anche dei comitati.
Spesso il Presidente Ceriscioli insieme ai tecnici ha costruito degli emendamenti, ma non è finita qui, perché questi emendamenti sono stati portati, forse lei non lo sa, ma glielo dico io, alla Conferenza delle infrastrutture, che è l'organismo competente della Conferenza delle Regioni, la quale ha espresso all'unanimità parere favorevole, e lì ci sono le Regioni di tutti i colori politici. La Conferenza delle Regioni, dove è stato espresso parere favorevole all'unanimità, era presieduta dal Presidente del Molise, che non è certo un uomo del PD, e sono stati fatti degli apprezzamenti perché Itaca, della quale sono Presidente, ha contribuito alla stesura, insieme al volontariato di tutte le Regioni. Come lei saprà Itaca è composta e lavora soltanto con volontari delle Regioni, che non vengono neanche pagati. Sia i tecnici che gli esperti di diritto amministrativo delle altre Regioni d'Italia, in particolare e segnatamente della Toscana, avevano predisposto tutti gli emendamenti, ottenuti questi pareri, siamo andati alla Conferenza unificata dove tra lo stupore del Viceministro Garavaglia, per esempio, che non è certo del PD, il Ministero delle infrastrutture non si è presentato e sarebbe stato un parere contrario se non fosse intervenuto il Viceministro a dire che si poteva rinviare per l'assenza del MIT. C’è stato un imbarazzo generale, che tutte le forze politiche del Governo hanno percepito, dopodiché siamo riusciti a rinviare l'incontro al 30 per fare un percorso parallelo a quello che stavano facendo le Camere. Questo lo sa tutto il Governo, mi spiace che non lo sappia lei, dopodiché quando si è tornati il 30 alla Conferenza unificata, che è quella con ANCI e UPI, per chi non lo sapesse, l’Assessore Cesetti, che sostituiva il Presidente, ha visto un'altra volta l'assenza del Mit, quindi se non abbiamo gli emendamenti approvati nella Regione Marche, emendamenti che abbiamo iniziato a scrivere oltre un anno fa, perché ci sono delle procedure complesse per zone in cui c'è stata una devastazione totale, che ha interessato 87 comuni, che va sistemata. C'è stata la necessità di delocalizzare intere frazioni o interi paesi, da situazioni come quella di Camerino a realtà completamente diverse, come quella della viabilità, quindi, dire che il Governo precedente non ha fatto il proprio dovere è una follia, lo dimostrano i bilanci della Regione nei quali sono state postate le risorse, i bilanci dei comuni ai quali sono state assegnate le risorse, che non riescono a risolvere le questioni economiche perché si trovano con bilanci maggiori rispetto a quelli che sono soliti gestire.
Queste richieste sono sempre state fatte, sa qual è la differenza? Che non abbiamo un interlocutore, perché prima almeno con i due Commissari si litigava e si parlava, questo nuovo Commissario non esiste e questo Governo non ha avuto nessuna interlocuzione con questo territorio ed attribuire alla Regione l'incapacità, significa attribuirla a tutti gli ordini professionali, a tutti i Comuni del cratere, alle associazioni di categoria, tutte, che hanno partecipato e condiviso in più tavoli alla stesura di questi emendamenti, che servivano a tutti. Prima di dire che siamo stati o che facciamo una battaglia politica, se avessimo voluto fare la battaglia politica saremmo andati insieme ai Sindaci alla Conferenza unificata. Sarebbe stato opportuno che lo vedessero da soli, ho fatto bene a fare le fotografie, comunque ci sono i verbali che testimoniano l'assenza dei Ministeri.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giacinti.
Francesco GIACINTI. Grazie Presidente. Ho solo qualche parola, perché al di là del fatto che è importante porre l'attenzione e catalizzarla su questa zona del cratere, purtroppo piuttosto ampia, prendo a prestito le parole del Presidente Ceriscioli, in questa fase non abbiamo notato nessun cambiamento di direzione che può sembrare disinteresse o una mancata accelerazione della ricostruzione con tutto ciò che può comportare.
Lo strumento della zona economica speciale per definizione deve contenere un'area portuale, quindi mi viene qualche dubbio se sia lo strumento più idoneo per dare risalto, valore ed importanza ad un intervento specifico nelle zone del cratere, per i motivi che ben sappiamo tutti.
Mi riserverei, prima di usare espressioni non così appropriate, di valutare se la zona economica speciale può essere uno strumento idoneo e consono a racchiudere gli interessi relativi ad un'area come quella del cratere, in cui l'area portuale ovviamente non è contenuta.
Non può essere una zona economica speciale tutta una Regione, ma un'area geograficamente ben delimitata, e all'interno di questa area ci deve essere per forza un'area portuale, mi pongo questo interrogativo di natura formale ed anche sostanziale.
Pur essendo d'accordo sull'importanza di adottare qualsiasi strumento che vada nella direzione di portare contributi, celerità, dare risposte prima possibili, mi rifaccio all'accorato appello del Presidente, affinché tutti gli interventi siano finalizzati in questa direzione, però, agli estensori della mozione, mi permetto, con molta modestia, di far presente che forse lo strumento, per definizione normativa e legislativa, che a sua volta si rifà anche ad un regolamento dell'Unione europea, forse non è così calzante. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Due cose, la prima, vorrei dire al Consigliere Bisonni che credo che non possa essere lui a stabilire che cosa debba, possa o non possa dire un Consigliere regionale, nei limiti, come sempre io faccio, del rispetto della persona, senza scadere nell'insulto. Quindi non credo che la richiesta di non intervenire o di non dire determinate cose possa essere accettata da me, come da nessun altro Consigliere.
Seconda questione, vorrei chiarire all'Assessore Casini che io non ho parlato di risorse non messe e se l’Assessore riporta questo non è quello che ho detto, basta ascoltare la registrazione.
Ricordo anche, e l'ho detto nel mio intervento, che ho criticato anche il Governo attuale, quindi la mia posizione non è partigiana, il precedente e l’attuale perché reputo che le cose non siano state fatte bene.
Credo che sia anche nel nostro compito e ho difeso, forse questo non se lo ricorda, in Aula la posizione del Presidente Ceriscioli quando da Vicecommissario si era sentito escluso, come gli altri Vicecommissari, dal Governo attuale nella gestione del terremoto. Ho sostenuto la posizione del Presidente Ceriscioli perché reputavo e reputo che la voce della Regione debba essere non solo tenuta in considerazione, ma debba essere anche una voce forte, quindi, cerco di fare un'opposizione costruttiva, certo che non posso non segnare determinate cose, ma non sparo a 360° nel mucchio “dove prendo, prendo”, cerco di essere coerente con un percorso, poi faccio anche delle valutazioni politiche, come facciamo tutti, ma non ho mai detto che non è stato fatto nulla. Certamente ho sempre criticato, quindi non lo faccio oggi, determinate impostazioni che ci sono state, da chi ha amministrato nelle varie fasi del terremoto, e credo che purtroppo i nodi stanno venendo al pettine, sono venuti al pettine da parecchio, evidentemente qualcosa di non giusto nell'impostazione. Non c'è stata, né prima, né oggi, questa rivoluzione per risolvere la problematica.
PRESIDENTE. Ha la parola, per fatto personale, il Consigliere Bisonni.
Sandro BISONNI. Consigliera Leonardi, la invito a risentire l’audio, non l’ho offesa nella maniera più assoluta, ho fatto solo un ragionamento che forse lei non è riuscita a seguire compiutamente perché ho semplicemente detto che è anche speculazione politica dire che non bisogna denunciare alcune cose per il semplice fatto che è cambiato il colore del Governo nazionale, che quindi bisogna continuare ...
(interrompe la Consigliera Leonardi)
Sandro BISONNI. Non ho parlato assolutamente di ipocrisia, non ho parlato di niente, ne parla lei, ma non ho detto questo, ma altro.
Non c'è stata offesa da parte mia, assolutamente, c'è stato un ragionamento che, forse, ripeto, non è riuscita a seguire e c'è stato il mio invito a continuare a denunciare tutte le cose che non vanno, perché sinceramente a me non importa niente se cambia il colore politico, ho manifestato contro il Governo precedente, non questo, perché non garantiva i posti agli insegnanti nei paesini di montagna, continuerò a farlo nel caso succedesse ancora, quindi, ho detto semplicemente che è un nostro dovere continuare a denunciare le cose che non vanno.
PRESIDENTE. Ha la parola, per fatto personale, la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Ha ragione, Presidente, dieci secondi. Consigliere Bisonni, non ho detto che lei mi ha insultato, ho detto che lei ha dichiarato che non vuole più sentire nessun Consigliere dire determinate cose. Lei non può dire ad un Consigliere cosa dire e non può neanche riportare che io avrei detto che le cose non vanno evidenziate.
Il Presidente può dire quello che non va, lo possiamo fare tutti, però mi sento di sottolineare degli atteggiamenti che reputo ipocriti. Non metto il veto a nessuno di parlare per rispetto non solo per il ruolo istituzionale, ma di libertà, anche individuali, laddove non vanno a nuocere gli altri, però queste cose vanno dette chiaramente. Il mio ruolo politico è anche quello di evidenziarle, e che lei mi dica che non posso farlo personalmente mi risulta non accettabile, non mi ha offeso, ma il suo pensiero non lo possono accettare nella parte in cui dice, non tutto quello che ha espresso, ascolti anche lei, che non vuole più sentire nessun Consigliere dire determinate cose. Questo non lo reputo accettabile.
PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente Ceriscioli.
Luca CERISCIOLI. Consigliera Leonardi, ho fatto un discorso abbastanza preciso e quindi è facile anche che non abbia colto molto bene i passaggi.
Non è la prima volta che presentiamo questi emendamenti, sia al Governo precedente che a quello attuale, non è il primo decreto che rimette mano al sisma, li abbiamo presentati una volta: non accolti, una seconda volta: non accolti.
Il mio disappunto di oggi è perché il Governo ha dichiarato, quello che c’è e che potrebbe restare altri quattro anni, che questa è l'ultima volta che mette mano alle norme che riguardano la ricostruzione, questo per bocca del Sottosegretario, non l’ho detto io, do per buono quello che mi si dice, poi uno può dire non è vero, lo cambieremo fra due mesi.
Se questa è l’ultima volta che il Governo ci mette mano, e sta in carica altri quattro anni, per noi è impossibile gestire il terremoto in queste condizioni, non so come spiegarglielo.
Non è il mancato accoglimento degli emendamenti, che non li ha accolti il Governo precedente e questo Governo al decreto n. 1, al decreto n. 2, al decreto n. 3 (questo), ma perché dice che sarà l'ultimo, è chiara questa cosa? E’ chiara la differenza? Immaginare di andare avanti ad libitum con le regole che abbiamo e che escono dall'ultimo decreto, lo dimostrano i fatti, non so se è chiaro, è lì la differenza, tutto qua, se avessero detto: “Questo è l’ennesimo aggiustamento poi ci rimetteremo le mani”. Noi lavoreremo la prossima volta per far passare gli emendamenti, aumenterà la consapevolezza, ma la dichiarazione è stata molto netta.
La Vicepresidente l'ha detto molto bene: tutti abbiamo condiviso, pensa che i Sindaci siano tutti del centrosinistra? Pensa che le altre Regioni siano tutte del centrosinistra? E' la condivisione trasversale della necessità di questo cambiamento. Coglie la gravità se dovessimo restare con quel quadro di regole da qui in avanti? Forse ho troppa fiducia nella durata del Governo, che vi devo dire, però è questo, c’è questo e i numeri li ha.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.
Piero CELANI. Grazie Presidente. Due considerazioni semplici e veloci, la prima, mi unisco un po’ ai dubbi ed ai timori espressi dal Presidente Giacinti per quanto riguarda le zone economiche speciali, per il fatto, anche molto particolare, che il decreto n. 12 del 2018 dice tra l’altro che nelle zone economiche speciali non possono esserci zone residenziali, al di là del discorso dei porti, delle aree portuali e retroportuali, giustissimo, però c'è un altro aspetto molto più importante e significativo in quanto prevede che non può comprendere zone residenziali. E' chiaro che all'interno delle nostre aree abbiamo prevalentemente zone artigianali e residenziali.
Non è che adesso mi devo allineare oppure devo difendere il Presidente, ma in realtà è vero che si rischia di mettere mano a qualcosa, laddove non esiste nulla. Qualcosa che riguarda lo sviluppo economico di quelle aree.
Le zone economiche speciali hanno come scopo quello di rimettere in moto un sistema economico, attraverso delle forti agevolazioni che non sono le zone franche, che molto spesso riguardano la fiscalità locale, qui invece è una fiscalità molto forte: incentivi alle imprese, a chi investe, soldi per le opere pubbliche.
Facciamo fatica perché in quelle aree dal 2016 non si è fatto nulla, dirò di più, noi, come ordine professionale, qui c'è un piccolo conflitto di interesse con quello che faccio professionalmente, avevamo chiesto, nelle varie riunioni che abbiamo fatto, a tutti coloro che si sono succeduti, in modo particolare a questo Governo, di regionalizzare la ricostruzione. Presidente, volevamo che si regionalizzasse la ricostruzione, allora sì, ci saremmo assunti tutte le responsabilità, ma non possiamo prenderle se siamo fermi al decreto 189 del 2016. Non è cambiato assolutamente nulla, la ricostruzione privata non è partita, è partito qualcosa in merito ai danni lievi, adesso le pratiche vengono istruite dai comuni, ma che cambia? Non cambia assolutamente nulla, allora è molto meglio lasciare le cose come stavano, è meglio lasciare lì il personale, che da due anni e mezzo viene formato, ha le sue capacità, la sua struttura, la sua filiera, e adesso ricominciamo da capo? Nulla si dice su questo, nulla è stato fatto.
Guardate, non sono convinto, perché il Governo del cambiamento poteva benissimo cambiare in due mesi, è un anno che sul terremoto ci stiamo lavorando, da quando questo Governo si è insediato, un anno è un'era geologica in merito ai problemi connessi al terremoto. Qui non si va avanti, non è soltanto la ricostruzione delle case, lì abbiamo perso ormai la ricostruzione delle comunità, guardiamoci attorno, che poteva essere fatta soltanto se si regionalizzava il tutto e noi l'avevamo chiesto con grande forza perché abbiamo il 60% dei danni in questa nostra regione. Come si fa a non responsabilizzare la Regione, a non stare a sentire la Regione o le Regioni su questo aspetto? Soprattutto le Regioni che hanno vissuto un'esperienza fortissima circa vent'anni fa, una ricostruzione che in un certo qual modo ha fatto scuola, che non è quella della Romagna, di Avellino o del Friuli, una ricostruzione che è stata un po' particolare.
L'abbiamo chiesto e continuiamo a chiederlo, mi auguro che quello che ha detto il Sottosegretario sia una bufala e che vada rivisto immediatamente, vanno snellite le regole se vogliamo rimettere in moto un'economia artigianale, fatta di piccole cose fondamentale per la sopravvivenza delle aree stesse, altrimenti è inutile che facciamo gli studi che riguardano la rivitalizzazione delle aree interne e dell’Appennino.
C'è il rischio che quel bellissimo studio che la Regione Marche ha fatto, diamogliene atto, che ha fatto il Consiglio, che ha fatto l’Ufficio di Presidenza, che ha fatto l’Istao, che riguarda l’individuazione di alcuni percorsi fondamentali, resti lì.
Altri prendano la responsabilità, sicuramente non può assumersela questo consesso perché le proposte sono state fatte, e anche lì ci sono le zone economiche fatte in un certo modo, non saranno economiche speciali, come il decreto n. 12 del 2018, si individuino in un altro modo, però le idee ci sono e noi vorremmo che quei percorsi vengano finanziati attraverso la regionalizzazione delle attività per la ricostruzione, altrimenti, ripeto, non se ne farà nulla, perché il tempo perso non lo si recupera più.
Eravamo partiti maluccio, però il Commissario Errani, che era stato Presidente di Regione, sapeva come muoversi all'interno di una filiera istituzionale, convocava continuamente i Sindaci, il territorio e c’erano in atto una serie di procedure per aggiustare qualcosa, poi improvvisamente tutto si è affermato e questo sicuramente sta diventando un danno irreversibile per la nostra Regione, ripeto, che ha il 60% dei danni. Abbiamo fermi il 60% degli investimenti che potrebbero far ripartire una microeconomia all'interno di queste aree.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Pieroni.
Moreno PIERONI. Grazie Presidente. Vorrei dare un contributo parlando delle esperienze che stiamo vivendo nei settori del turismo e della cultura, che naturalmente si inseriscono fortemente nelle realtà di cui parliamo ed ho ascoltato, stiamo ascoltando e continuiamo ad ascoltare le criticità legate all'area del cratere.
Come gruppo Uniti per le Marche siamo convinti che se non viene ridotto il sistema burocratico, che è sempre più intrappolato in una serie di criticità, sicuramente continueremo a parlare adesso e fra qualche anno di come recuperare i gap inerenti alla partenza della ricostruzione vera. Se è vero, com'è vero, che nei primi due anni con l'emergenza sono state create delle normative troppo restrittive, troppo farraginose, troppo incastrate, collegate in parte anche all'emergenza del 16 agosto, le responsabilità, l'ha ricordato il Presidente con grande franchezza e con grande chiarezza, sono dei Governi precedenti, è giusto dirlo, perché, al di là dei Governi che abbiamo sopra, noi siamo qui per cercare di tutelare i nostri concittadini marchigiani e poco ci interessa, ripeto, l'ha detto con grande chiarezza il Presidente, quello che fanno i Governi, anzi ci interessa quando non fanno il bene dei marchigiani.
E' altrettanto vero che ormai è un anno che discutiamo, è passato più di un anno dall'insediamento del Governo attuale e stiamo ancora discutendo e si poteva discutere senza un'emergenza considerato che il terremoto c'è stato allora, ma oggi ancora parliamo di come risolvere alcune questioni, si fanno una serie di decreti che non migliorano sicuramente il sistema.
Sono convinto che la Consigliera Leonardi nelle sue valutazioni tiene conto che i Comuni delle aree del cratere, in particolar modo del maceratese, sono piccoli, con poco personale, con poche possibilità, anche tecniche, quindi sarebbe opportuno il contrario, sarebbe opportuno che con questi decreti … Plaudo all'iniziativa del Governo, quando in seguito alla tragedia del ponte di Genova in 48 ore, così per semplificare, ha fatto un decreto, ha sbloccato tutto, autorizzazioni in mano al Sindaco di Genova, al Governatore della Liguria, ha fatto tutto, invece nelle Marche, Umbria, Abruzzo e Lazio stiamo ancora correndo dietro. E' passato un anno, Consigliera Leonardi, basta poco per fare un decreto, poi le responsabilità sono di tutti, si, sono di quelli di prima, ma sono di quelli di oggi. Porto un piccolo esempio, che rispetto ai problemi che avete evidenziato è una piccolissima cosa ma fa capire come ci si muove sul cratere. Per due anni il Ministero della cultura per gli spettacoli dal vivo ha finanziato 4 milioni di euro, che venivano ripartiti tra le Regioni in maniera percentuale, alle Marche arrivavano circa 2 milioni con i quali abbiamo fatto una serie di iniziative grandi, più importanti, meno importanti, ma che hanno tenuto alta l'attenzione su quei territori. Quest'anno, è recentissima la notizia, c’è stato comunicato che per tutte e quattro le Regioni, il taglio sarà del 50%, invece di 4 milioni saranno 2 milioni ed alle Marche arriverà 1 milione e poco più.
Credo che questo sia l’esempio del metodo sbagliato se pensiamo e ragioniamo per il bene dei cittadini marchigiani, parliamo in questo caso di quelli delle zone del cratere. Noi continueremo a fare gli spettacoli con Risorgi Marche, l'ha anche anticipato Neri Marcorè, faremo ancora ‘Marche Invita’ nella quale prevederemo una serie di spettacoli per tenere alta l'attenzione, con una comunicazione spinta, con una promozione spinta fuori dalle Marche per invogliare non solo i marchigiani, ma gli italiani ad andare a quegli eventi, perché riteniamo che quello sia un momento nel quale si muove un certo indotto, al di là dello spettacolo, economico e sociale.
Questo per dire che è un atteggiamento sbagliato, parliamo di poca cosa, due milioni sono stati tolti, perché? Che significato ha portare il finanziamento da 4 milioni a 2 milioni da parte del Ministero della cultura? Non si riesce a capire il perché, era meglio lasciare ancora un presidio culturale sullo spettacolo dal vivo, perché parliamo, ripeto, di 4 milioni che sono stati portati a 2 milioni.
Questo per dire che dobbiamo sburocratizzare queste cose, è passato un anno, ripeto, e non è stato fatto niente, con le responsabilità di tutti precedenti ed attuali Governi.
Immagino cosa succederà fra qualche mese quando entreremo nel vivo della campagna elettorale regionale, diremo tutto e di più, ma alla fine chi ci rimetterà saranno i nostri concittadini del cratere.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carloni.
Mirco CARLONI. Per rispondere soltanto all’Assessore Pieroni ed al Consigliere Giacinti.
Sono molto contento che questa proposta di risoluzione ci veda tutti uniti, forse è un momento che non sfruttiamo per dividerci, ma per dare un segnale di unità sul tema.
Per quanto riguarda il terremoto vanno distinte due fasi, quella della ricostruzione ed eviterei, quale che sia la parte di appartenenza, di parlare dei ritardi, perché è chiaro che qui sono passati tre Governi e per la ricostruzione siamo in una condizione abbastanza tragica. Stiamo ancora parlando, leggendo sulla stampa, delle macerie, quindi direi che su questa vicenda è difficile attribuire le colpe ad un Governo piuttosto che un altro, tanto meno dare importanza ad un Sottosegretario che già su altri temi si è dimostrato abbastanza lascivo, per non dire altro.
E' chiaro che qualunque Governo verrà da adesso in poi dovrà occuparsi del terremoto, e spero che lo faccia. Rimane, però, una preoccupazione: noi siamo sempre meno significativi all'interno del centro Italia sul tema del terremoto, ed è per questo che va sfruttata questa occasione, al di là di quelli che saranno i temi amministrativi della ricostruzione, per dare speranza, fiducia economica e rilancio economico alla zona.
Se la ricostruzione verrà fatta, ma non ci saranno le condizioni economiche per rimanere in queste aree, con sistemi produttivi industriali capaci di creare occupazione, la ricostruzione vedrà comunque lo spopolamento. Quindi, prendendo la frase dell’Assessore Pieroni, per il bene dei cittadini cerchiamo di trovare una soluzione che sia condivisa con le università, con le associazioni di categoria, con tutta l'Aula del Consiglio regionale delle Marche, perché la zona economicamente speciale, che introduce determinati privilegi, sia fiscali che di investimento, è una grande opportunità.
Nel decreto crescita la misura era prevista per i porti, quindi, rispondendo anche al Consigliere Celani, ci sono dei vincoli legati alla loro presenza, ma è evidente che se si introducesse un ampliamento su aree di altro genere, come è sembrato di capire a tutti gli addetti ai lavori per alcune aree depresse del nord Italia, dobbiamo essere bravi, facendo squadra, ad infilare in queste nuove tematiche, in questo ampliamento, il terremoto. Ovviamente ci saranno anche delle modifiche normative all'applicazione, perché era stato pensato per i porti, ribadisco che questa è una grande opportunità per il futuro di queste aree e immaginare il futuro significa dare speranze e pensare al bene ai cittadini. Non voglio che sia strumentalizzata questa possibilità e mi fa molto piacere che tutta l'Aula l’abbia sottoscritto.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Proposta di risoluzione. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Relazione consuntiva sull’attività svolta dal Comitato per il controllo e la valutazione delle politiche
(Votazione risoluzione)
PRESIDENTE. Prima di procedere con le altre mozioni, dobbiamo votare la proposta di risoluzione a firma dei Consiglieri Fabbri (primo firmatario), Busilacchi, Maggi, Giorgini, Urbinati, Zaffiri, Malaigia, Marcozzi, Mastrovincenzo, Bisonni, Zura Puntaroni, Giancarli, Micucci, in merito all'attività svolta dal Comitato per il controllo e valutazione delle politiche.
Copia della proposta di risoluzione è stata già distribuita.
Ha la parola, per l'illustrazione, il Consigliere Fabbri, due parole se riesce ad essere sintetico, poi procediamo con il voto.
Piergiorgio FABBRI. Grazie Presidente. Si sa che sono sintetico, voglio soltanto ricordare il dispositivo della proposta di risoluzione, che è stata firmata, mi sembra, da oltre dieci Consiglieri di tutti gli schieramenti, che impegna le Commissioni assembleari a rafforzare il loro rapporto operativo con il Comitato di controllo e valutazione, ad implementare per ciascuna legge regionale una banca dati normativa con una sezione che raccolga le motivazione, l'iter di approvazione della legge, le eventuali successive modifiche e una sezione che raccolga documenti sulla valutazione dell'applicazione e dell'efficacia della normativa stessa.
Impegna poi la Giunta regionale ad inserire nel piano della performance, relativo al personale dirigente, il recepimento e l'applicazione delle indicazioni ricevute dal Comitato, nonché l'adempimento delle clausole valutative contenute nelle leggi regionali di rispettiva competenza in modo da potenziare l'attività e gli strumenti in mano al Comitato stesso, tutti abbiamo detto che l'attività di questo primo anno e mezzo è stata positiva.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Proposta di risoluzione. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Mozione n. 470
ad iniziativa del Consigliere Celani
“Legge 104/92 ‘Legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate’. Le persone con disabilità non possono usufruire dell'Iva agevolata al 4% per l'acquisto di autovetture con motore diesel aventi cilindrata inferiore a 3.000 centimetri cubici e per l'acquisto di vetture elettriche”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 470 del Consigliere Celani, che ha la parola per illustrarla.
Piero CELANI. Grazie Presidente. Credo che lei già leggendo il titolo di questa mozione abbia individuato qual è il problema che si vuole in qualche modo risolvere.
La legge 104/92, come sapete, è una legge quadro per l'assistenza, l'integrazione delle persone che purtroppo hanno della disabilità, che potrebbero usufruire di alcune agevolazioni in merito all'acquisto delle loro auto, che sono un po' speciali, un po' particolari, particolarmente attrezzate per potere essere guidate in condizioni di sicurezza.
Le agevolazioni riguardano soprattutto l’Iva, però ci sono delle limitazioni molto forti e per questo è stata più volte sollecitata da tante parti politiche una modifica alla legge 104/92, che ancora non è stata fatta.
Le facilitazioni riguardano soprattutto l'acquisto di automobili sia a benzina che diesel, che hanno dei limiti di cilindrata, ma qui il problema non riguarda i 2.000 centimetri cubici per i motori a benzina e 2.800 per i motori diesel, ma le limitazioni per i motori ibridi, cioè quelli alimentati sia con motore termico che elettrico.
La normativa non dice nulla in merito ai motori elettrici anche se al riguardo c'è una campagna promozionale molto forte per l'acquisto di auto dotate di motori elettrici, non solo per il rispetto dell'ambiente, ma anche e soprattutto perché cominciano a dare condizioni di sicurezza molto elevate, per cui i portatori di disabilità sono particolarmente interessati.
Tra l'altro, l'industria automobilistica in questo momento ha modificato notevolmente i modelli che ha messo sul mercato, per quanto riguarda il diesel, ad esempio, non vanno più motori di cilindrata compresa tra 2.400 e 2.800, ma vanno direttamente da 2.000 a 3.000, quindi non è possibile per i portatori di handicap usufruire di queste agevolazioni.
Ripeto, la motivazione di questa mia mozione è che dovremmo preoccuparci di sollecitare il Governo affinché emani norme per agevolare l'acquisto di autovetture elettriche.
Non mi dilungo tanto anche perché mi sembra che il contenuto sia abbastanza chiaro, quindi: viste queste condizioni; considerato che sono cambiati i modelli delle auto compresi fra i 2.000 e 3.000 centimetri cubici, perché l'attuale normativa prevede “soltanto fino a 2.800”, non esistono più queste cilindrate, esistono soltanto 2.000 e 3.000 in quanto è stata razionalizzata la produzione di questi modelli; considerato che non esiste alcuna agevolazione per l'acquisto di autovetture elettriche; impegniamo il Presidente della Giunta regionale a sollecitare il Parlamento e il Governo centrale affinché si adoperino, presso gli organi deputati, per accelerare l'emanazione di apposite norme dirette per adeguare la normativa prevista dalla legge 104/92 ai mutati parametri dell'attuale mercato automobilistico, prevedendo, ai fini dell'applicazione dell'Iva agevolata al 4%, le autovetture diesel e ibride alimentate con motore termico di cilindrata inferiore a 3.000 centimetri cubici e le autovetture elettriche. Il primo punto necessità di un aggiornamento, per il secondo aspetto si tratta di una innovazione in quanto se oggi un disabile volesse acquistare un'auto elettrica non ha l’Iva agevolata al 4%. Si sollecita una modifica di questa normativa nazionale, la 104/92, a cui si fa sempre riferimento per quanto riguarda l'integrazione sociale e i diritti delle persone portatrici di handicap. Grazie.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 470. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Mozione n. 471
ad iniziativa del Consigliere Zaffiri
“Interventi nelle aree portuali di competenza regionale”
(Rinvio)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 471 del Consigliere Zaffiri, che ha la parola per illustrarla.
Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. E' già scritto nel dispositivo perché presento questo documento, per cercare di impegnare maggiormente la Regione, l'esecutivo, sui porti di interesse regionale.
Ci sono delle attività economiche importanti che sono legate al territorio, in modo particolare a quello di Porto San Giorgio, ma non è solo quello di Porto San Giorgio, ci sono anche altri porti di interesse regionale che hanno necessità di una manutenzione perché ci sono continue mareggiate che portano la sabbia all'ingresso dei porti creando delle difficoltà alle marinerie quando escono per svolgere il proprio lavoro.
Credo che i porti necessitano di una manutenzione, occorre, secondo me, non vedo qui l'Assessore, un intervento diverso. Oggi ci sono nuove tecnologie, ci sono nuove imprese che riescono a trasportare la sabbia in modo diverso, probabilmente occorre anche un intervento sulle attuali leggi perché ci sono delle questioni riguardo alla rimozione di questa sabbia un po' particolari.
Credo che certe situazioni non si debbano ripetere perché la Regione non è intervenuta, si devono creare le condizioni affinché questi fatti non accadano dato che mettono in difficoltà i territori.
Serve una programmazione seria in merito alla questione dei porti, soprattutto occorre una programmazione per intervenire quando nascono i primi problemi, non aspettare che le barche non possano più entrare.
Bisogna prevenire e intervenire in tempo utile, non aspettare l'incidente che blocca le attività.
Una programmazione con gli uffici, con la struttura si può fare, soprattutto si può iniziare a programmare un intervento diverso rispetto a quello attuale, perché esistono nuove tecnologie, nuove imprese, e nel Tirreno, come sappiamo e come sanno quasi tutti, ad esempio, si opera in modo diverso rispetto all'Adriatico.
Bisogna che queste conoscenze diventino patrimonio anche della Regione Marche, poi occorre intervenire con metodi diversi.
So che adesso ci sarà una discussione su questo argomento. Il Consigliere Giorgini ha valutato questo problema da diverso tempo, probabilmente integreremo la mozione e presenteremo una proposta all'Aula per impegnare l'esecutivo. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giorgini.
Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Questa è una materia a cui tengo molto anche perché ci sto lavorando da tanti anni, la conosco abbastanza bene. Con il Consigliere Zaffiri abbiamo fatto una piccola modifica, quindi c'è un emendamento alla mozione.
Il problema dei nostri porti, di cui stiamo discutendo, è gravissimo, anche per le nostre barche che escono a pescare.
Quando un paio d'anni fa parlavo dei problemi della plastica, dei problemi del polistirolo, si facevano orecchie da mercante, nessuno mi ascoltava e mi dicevano che parlavo sempre da ambientalista, adesso ci siamo arrivati tutti, piano piano ci siamo arrivati, tanto il percorso della vita è sempre quello, dobbiamo arrivare dove dobbiamo andare, per sempre, è impossibile prendere altri percorsi perché è la vita stessa che ti porta a seguire quei percorsi. Il problema è farlo prima o farlo dopo.
Tornando al tema dei dragaggi, noi ancora andiamo avanti con le benne bivalvi, con gli escavatori del mare, quindi, la domanda che ci dobbiamo porre è questa: ci sono nuovi metodi per risolvere il problema? Si, ci sono da tanto tempo, li usa tutto il mondo, li usa tutta l'Europa, in Italia non si entra con gli ecodragaggi, dobbiamo ancora aspettare per immetterci su quella via, su quel percorso e una volta che lo imbarcheremo lo seguiamo.
Avevo fatto una mozione che riguardava San Benedetto ed ora c'è lo stesso problema a Porto San Giorgio, per cui il Consigliere Zaffiri ha presentato l'atto, però avevo detto: “Signori, apriamo gli occhi, allarghiamo gli orizzonti, gli ecodragaggi si possono fare pure a giugno, luglio e agosto, non è come con la benna bivalve che in questi mesi non si può fare nulla perché l'acqua diventa nera. Con gli ecodragaggi si può lavorare tranquillamente nei mesi estivi, quindi ci sono 3 o 4 mesi in più per risolvere questi problemi”.
In conclusione, non la voglio fare lunga, apriamo gli occhi e le orecchie perché non sempre con i soldi si riesce a fare tutto. Vedete cosa ho sul computer? Questo è quello che serve, bisogna far funzionare la testa, quando la si usa si ha meno bisogno di soldi e i lavori si fanno meglio.
L'emendamento che abbiamo fatto prevede proprio questo, di usare le nuove tecnologie. Ne ho parlato con il Presidente dell'Autorità di sistema portuale, che è stato felice di questa cosa che gli ho portato, si sta informando, sta vedendo, conosce il problema, quindi basta mettere in atto quello che c'è, perché noi parliamo di industria 4.0 e poi facciamo i dragaggi con le benne bivalvi, ma di cosa stiamo parlando?
PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente Ceriscioli.
Luca CERISCIOLI. Rispetto all'impostazione della mozione, il percorso ed anche la storia della gestione dei porti regionali sono stati quelli della normativa, che ha fatto l’affidamento ai Comuni, quindi chi sceglie le tecniche, Consigliere Giorgini, sono i progettisti degli interventi dragaggi dei Comuni e fare una mozione che invita la Regione a rivedere i metodi …
Ritengo che l'altra parte sia quella interessante, c'è l'Autorità del medio Adriatico, quindi, perché i Comuni devono dragare i porti quando c'è un soggetto in regione che ha come competenza la gestione sui porti e strutture tecniche e la possibilità di fare qualità e innovazione?
Quindi a me sembra più efficace lavorare - lo dico con l'obiettivo di superare le difficoltà che probabilmente un Comune ha nel gestire questa partita - affinché l'Autorità del medio Adriatico, al posto dei Comuni, si occupi anche dei porti regionali, con la competenza che ha e con la capacità di mettere più innovazione rispetto a chi fa questa attività in termini sporadici. Questa parte mi sembra la più interessante.
Dal contenuto della mozione sembra quasi che a dragare siamo io e l’Assessore Casini, personalmente, con la pala bivalve, mentre ritengo più importante un indirizzo strategico che dica: usciamo dalla gestione dei Comuni per le mille difficoltà che hanno, prendiamo la direzione di andare verso un soggetto più competente e in grado di fare innovazione nella gestione dei dragaggi dei fondali.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Fabbri.
Piergiorgio FABBRI. Grazie Presidente. Mi ricollego all'intervento che ha fatto adesso il Presidente Ceriscioli, per rafforzare il concetto che ha espresso.
Più volte in questa legislatura ci siamo occupati di porti, di dragaggio, di dove portare i sedimenti, di sedimenti che sono stoccati da anni, di casse insufficienti per il dimensionamento della qualità dei sedimenti, di sedimenti da portare al largo del mare con tutte le difficoltà del caso, eccetera, e di lentezza dell'operatività.
A livello regionale dobbiamo spingere sull'adozione del piano della costa, che dobbiamo gestire e verificare nei contenuti in maniera puntuale, e del piano di gestione dei sedimenti, perché dobbiamo gestire in maniera complessiva l'asta fluviale, da monte a valle, dato che i nostri bei fiumi a pettine vanno con i loro estuari a mare, ed i sedimenti in modo da evitare tutte le problematiche che abbiamo lungo l'alveo: interrimento dei bacini, interrimento dei porti e ripascimento delle spiagge, dove siamo costretti ad agire anche con gli scogli più o meno sommersi, quindi serve una forte azione programmatoria, velocità di azione e lungimiranza nella progettazione.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Urbinati.
Fabio URBINATI. Le ultime parole del Consigliere Fabbri sono vere: lungimiranza e gestione. Si potrebbe dire che la Regione non è mai stata attenta a questo aspetto, vorrei dire che l’inizio dell'era Ceriscioli, della nostra amministrazione, ha coinciso con la programmazione, l'approvazione e l'applicazione della legge Delrio, quella sulle Autorità portuali, che credo che sia una delle leggi migliori sulle infrastrutture che questo Paese negli ultimi anni ha fatto.
Il problema dei dragaggi non esiste da quando insiste l'Autorità portuale, la distinzione tra porto regionale e porto dell'Autorità portuale precedente era quella tra porto regionale e porto statale, che era in capo al Genio civile e opere marittime.
Caso ancora più emblematico, che spesso crea problemi non indifferenti, riguarda la mia città, dove il porto per la parte operativa peschereccio/commerciale è in capo all'Autorità portuale, mentre la darsena turistica, parliamo di più di mille posti barca, è in capo alla Regione, quindi, capite che c'è un conflitto, c'è una confusione sulle competenze.
La mozione l’ho letta molto attentamente, anche perché a breve mi ero riproposto di intervenire sul dragaggio dei porti. Porto San Giorgio per conformazione ha questo problema da tantissimi anni, un po’ meno Civitanova Marche, mentre si è acutizzato negli ultimi anni a San Benedetto che versa in una condizione uguale, se non peggiore, in questo momento, a quello di Porto San Giorgio.
La mozione nel suo complesso affronta dei problemi reali che ci sono, però concordo con quello che ha detto il Presidente, non possiamo gettare la croce in capo ai Comuni e non possiamo gettarla nemmeno in capo alla Regione, perché le competenze prevedono che la Regione finanzi gli interventi che poi devono essere messi in campo dall'amministrazione comunale.
Conoscendo questo settore considero un'anomalia il fatto che, avendo una struttura come l'Autorità portuale, che gestisce l'infrastruttura, che ha delle competenze elevate, che ha una certa dimestichezza nell'affrontare le gare per interventi di manutenzione delle infrastrutture, siano i Comuni ad occuparsene. Alcuni anche sotto i 15.000 abitanti, come nel caso di Porto San Giorgio, Numana ed altri, quindi c'è anche una difficoltà oggettiva degli uffici, anche se molti dipendenti comunali, e li vorrei ringraziare, hanno sviluppato in questi anni una grande competenza, però, se non ce la diciamo tutta, qui c'è un problema generale legato alle norme ambientali emanate alla fine degli anni 90 ed entrate in vigore nei primi anni 2000, che hanno creato particolari problematiche nello smaltimento delle sabbie.
Negli ultimi interventi che sono stati fatti, sia nei porti statali che in quelli regionali, quando si è esaurita la vasca di colmata di San Benedetto del Tronto e recentemente la vasca di colmata di Ancona, rischiamo di spendere circa il 50% delle risorse destinate al dragaggio, se io destino 2 milioni di euro per l'escavo in un porto, quei 2 milioni di euro devono servire per scavare, perché ho un progetto che prevede che per mettere in sicurezza l'infrastruttura vada prelevato quel numero di metri cubi di sabbia, e se il 40% o il 50% di questa somma devo impiegarlo per trasportare le sabbie nelle aree delimitate dal CNR o devo portarle in vasca di colmata, ricordiamo che tra San Benedetto, che è il Comune più a sud, o il Comune più a nord ad Ancona ci sono dalle 30 alle 45 miglia, il costo non è indifferente. Quindi gran parte di quelle risorse che noi destiniamo vengono purtroppo impiegate per lo smaltimento delle sabbie.
La legge è molto rigorosa da un punto di vista ambientale, va bene, ma non permette, secondo me, delle procedure, come i ripascimenti delle spiagge, che anni fa venivano fatti e che davano anche un contributo di manutenzione al litorale che, come sappiamo, per tutta la costa marchigiana è anche una grandissima fonte di economia.
La mia proposta sarebbe quella di dire in maniera netta e chiara: mettiamo in capo alle Autorità portuali anche i porti regionali, dando le risorse, dando il personale, dando quello che serve per le manutenzioni. I fondi sono sempre a carico della Regione che poi dovranno essere destinati ai porti regionali.
Credo che sia un'operazione molto lineare e di risparmio di risorse perché si avrebbe la manutenzione di quasi tutti i porti della Regione Marche e della Regione Abruzzo. Secondo me ci sarebbe anche un risparmio economico mettendo a gara tre, quattro, cinque, sei Comuni alla volta, perché l’anomalia grande in questo Paese è che la gestione dei dragaggi è diventata manutenzione straordinaria, quando dovrebbe essere, ed era un tempo, una normalissima manutenzione ordinaria, perché si tratta di sicurezza e quella vongolara che non è potuta rientrare a Porto San Giorgio 3 mesi fa, è rientrata a San Benedetto in cui attualmente non c'è una situazione ottimale.
C'è da fare un quadro generale, anche perché le risorse ci sono, ad esempio, per il porto di San Benedetto del Tronto ci sono 1.700.000 euro presso l'Autorità portuale e altri 200.000 euro della Regione Marche per propria parte di competenza, ma non riusciamo ancora a capire come smaltire quelle sabbie perché la vasca di colmata, purtroppo, è piena dei fanghi del porto di Senigallia, non me ne voglia il Consigliere Volpini, che nel 2007 era completamente bloccato, la legge era in vigore da poco, le Marche non avevano una vasca di colmata, fu fatta d'urgenza quella di San Benedetto perché il piano regolatore, prevedeva un'ulteriore banchina, adatta ad ospitare una vasca di colmata, e fu riempita dalle sabbie provenienti dal porto di Senigallia, io non vorrei dire nulla, per carità, la solidarietà, che per la gente di mare è uno dei primi presupposti, ma attualmente San Benedetto non sa dove andare a smaltire le sabbie avendo già a disposizione 2.000.000 di euro per l’escavo.
Approfitto per dirlo anche perché il Consigliere Giorgini insieme a me segue molto queste vicende, credo che non si possa mettere a carico di questi 2 milioni lo smaltimento di quelle sabbie, ma dovrà essere la Regione, che non ha messo San Benedetto dentro quella convenzione perché è un porto dell'Autorità portuale, anche se un pezzettino di parte regionale c'è l’ha, ed altri a doversi farsi carico dei costi di smaltimento.
Visto che è rientrato l'Assessore, dico che possiamo anche declinarla, ma secondo me c'è un errore formale nella proposizione della mozione in quanto non è compito della Regione effettuare le gare ed operare con dei progetti di dragaggio per i porti regionali.
Per l’altro discorso, come ha detto anche il Presidente, cioè quello di dare tutta la gestione all'Autorità portuale, dovrà intervenire il Governo, ma credo che si possa fare perché ci sarà sicuramente d'accordo di tutte le altre Regioni.
La mozione si può modificare o portarla la prossima volta, magari vederla meglio in settimana, ed approvarla poi con questo indirizzo, che credo tutti possiamo condividere.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Casini.
Anna CASINI. Grazie mille. La prima parte della mozione impegna ad assumere con urgenza ogni iniziativa utile a permettere l'immediata transitabilità.
La Giunta regionale ha già assunto delle iniziative, abbiamo fatto degli incontri con il comune di Porto San Giorgio, con il Sindaco e a marzo si è concluso l'intervento di spostamento dei sedimenti in ambito portuale per la realizzazione di un canale. E' stato un progetto, peraltro condiviso, anche con il comitato cittadino del porto.
L'area di escavo del canale di accesso ha uno sviluppo di 100 metri di lunghezza, 13 di larghezza, la profondità media ottenuta nel tratto interessato è di circa 2,50 metri. L’intervento è stato finanziato dalla Regione Marche con decreto 53 del 25 marzo 2019, per un importo di 19.600 euro, ed è stato già liquidato con un decreto del 23 maggio 2019.
Pertanto con questa realizzazione di questo primo escavo, del quale avevamo già parlato in questa Assemblea, la parte emergenziale si è risolta.
Per quanto riguarda invece il pennello parasabbia, nel corso di un incontro, che si è tenuto a settembre 2018, sempre con il Comune, questa infrastruttura è stata considerata come un adeguamento tecnico-funzionale del porto e i tecnici della Regione hanno suggerito al Comune di avviare un'interlocuzione con il Ministero dell'ambiente e la tutela del territorio, che è l'autorità competente alla procedura di Via di tutte le infrastrutture portuali e delle loro modifiche, al fine di identificare la corretta procedura di valutazione ambientale, da avviare su questo progetto di intervento. Significa fare uno screening di Via, che è una procedura più snella rispetto alla Via, anche perché, ripeto, la competenza non è della Regione, ma del Ministero dell'ambiente.
Nella medesima riunione i tecnici regionali hanno evidenziato la necessità di corredare il progetto del cosiddetto pennello parasabbia, di un adeguato studio modello idrodinamico che permetterebbe di verificarne l'effettiva efficacia.
In occasione della riunione del 4 marzo 2019, tenutasi presso la Vicepresidenza, il Comune ha informato la Regione di voler inquadrare il pennello parasabbia, non già come una modifica dell'infrastruttura portuale, in quanto non ancorato al molo nord del porto, ma come un'opera rigida a sé stante, previa verifica preliminare della fattibilità e dell'efficacia di un'opera di questo tipo con esperti di ingegneria.
I tecnici della Regione hanno preso atto di quanto comunicato e si sono riservati di esprimersi sul progetto di massima da presentare, anche perché può essere un progetto di lavori marittimi in grado di modificare la costa, di competenza della Regione questa fattispecie, ai fini della verifica sulla Dia di assoggettabilità e quindi di screening.
Dal 2015 al 2018 in favore del Comune di Porto San Giorgio sono stati stanziati dalla Regione Marche per i dragaggi fondi per 862.456 euro e dal 2019 al 2021 è previsto uno stanziamento di 196.000 euro, di cui 19.600 sono stati già erogati, come abbiamo detto, per la rendicontazione.
Ulteriori fondi, pari a 250.000 euro, inoltre, sono stati assegnati al Comune di Porto San Giorgio a valere sui fondi FSC 2014/2020, abbiamo recentemente sottoscritto le convenzioni.
Per quello che riguarda invece l'impegno a prevedere una programmazione e una pianificazione degli interventi, la Giunta regionale, nel rispetto della legge regionale 17 maggio 1999 n. 10, articolo 60, provvede a svolgere funzioni amministrative concernenti la programmazione e la pianificazione degli interventi di costruzione, bonifica e manutenzione dei porti di rilievo regionale ed interregionale, nonché delle opere a servizio dell'attività portuale.
A tal proposito, provvede annualmente ad effettuare trasferimenti di risorse regionali ai Comuni per la manutenzione e riparazione, illuminazione dei porti, escavazione dei porti di seconda categoria, dalla seconda alla quarta classe.
Nel triennio 2019/2021 a favore dei porti marchigiani sono state stanziate risorse pari a 2.000.000 di euro per spese di investimento, liquidabili a partire dal 2019, i cui criteri di riparto individuati dalla Regione sono stati approvati dalla Giunta regionale con delibera 733 del 5 giugno 2018, quindi sono già state assegnate.
Nello svolgimento del proprio ruolo la Regione ha sottoscritto con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ed i Comuni di Fano, Senigallia, Numana, Civitanova Marche, Porto San Giorgio, San Benedetto del Tronto, una convenzione con la quale vengono dettate le regole per il finanziamento e la messa in sicurezza dei porti regionali, per un importo complessivo di 4.000.000 di euro, a valere sugli FSC infrastrutture sempre 2014/2020. Colgo l'occasione per ribadire alle polemiche che sono uscite su San Benedetto, le somme che i Comuni hanno richiesto non sono state stabilite, come con gli altri fondi, sulla superficie occupata dal porto, sulla grandezza del porto, ma in questo caso si sono finanziate le richieste dei Comuni e chi ha chiesto di più è stato finanziato, chi ha chiesto di meno è stato finanziato.
Gli importi assegnati a ciascun Comune per i lavori di dragaggio e manutenzione straordinaria sono i seguenti Fano 1.000.000 di euro, Senigallia 850.000 euro, Numana 930.000 euro, Civitanova Marche 820,000 euro, Porto San Giorgio 250,000 euro, San Benedetto del Tronto, 120.000 euro.
Ricordiamo che il finanziamento per San Benedetto del Tronto è relativo al porticciolo turistico, perché il porto di San Benedetto del Tronto è nazionale, non è regionale.
Questa convenzione è già stata approvata dalla Corte dei Conti nazionale e prevede che gli stanziamenti saranno resi disponibile a seguito di convenzioni, come vi dicevo - chi ha scritto questa cosa non lo sapeva - che sono già state sottoscritte.
Oltre a questo vi vorrei dire anche un'altra cosa, con il Comune di Porto San Giorgio, un paio di giorni fa, abbiamo sottoscritto uno schema di protocollo di intesa per la redazione del piano regolatore portuale, una convenzione con la quale decidiamo le procedure, la viabilità, quali operazioni mettere in campo insieme, quali sono i referenti, quali sono gli oneri, l'utilizzo dei loghi, l'istituzione di un tavolo e di un gruppo di lavoro per la redazione del piano regolatore portuale del Comune di Porto San Giorgio.
I piani regolatori portuali sono di competenza, nel caso dei porti nazionali, dell'Autorità portuale di sistema, invece, i piani regionali sono di competenza dei Comuni, ovviamente, ed in questo caso daremo il nostro supporto.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Urbinati.
Fabio URBINATI. Visto che la discussione si è sviluppata in maniera molto interessante, credo che possiamo lavorarci nei prossimi giorni, nelle prossime settimane, con il proponente, il Consigliere Zaffiri, per discutere se proporre un atto di indirizzo anche in virtù di ciò che ha affermato il Presidente.
Secondo me sarebbe una delle soluzioni migliori, anche se possiamo dare un indirizzo al Governo, al Ministero delle infrastrutture, anche perché credo che le Autorità portuali tecnicamente abbiano tutte le competenze e lì vanno gestite tutte le procedure tecniche ed operative, soprattutto sgravando delle procedure i Comuni che, come ho detto, sono sotto i 15.000 abitanti, che spesso hanno anche un problema di personale.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.
Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Ho cercato di seguire attentamente l'intervento dell’Assessore perché si è aperto, come ha detto il Consigliere Urbinati, un dibattito molto importante in quanto il problema c'è e riguarda i porti regionali.
Gli interventi di cui ha parlato l'Assessore sono reali e non li disconosco, però il problema resta. Nonostante gli interventi fatti, il problema rimane, quindi va risolto c’è, e rimane lì, si lascia all'occasionalità di un'amministrazione comunale, qualcuna più attenta, qualcuna meno, qualcuna fa finta di non vedere la problematica, poi c'è una mareggiata, arriva un metro e mezzo di sabbia e le barche non possono uscire.
Credo che la Regione Marche debba affrontare in termini seri questo problema. In base al dibattito che c’è stato e che ho cercato di ascoltare con attenzione, bisogna trovare una soluzione adesso, quindi per quanto mi riguarda chiedo di sospendere un attimo questa mozione.
In base al dibattito avvenuto in questo momento proviamo con il Partito Democratico, maggioranza di questa Regione, e con le minoranze, a costruire un percorso per aggredire ed affrontare il problema dei porti della regione Marche, altrimenti in futuro se ci sarà ancora l’Assessore Casini avrà sempre il problema, la mareggiata arriva all'improvviso in determinati periodi dell'anno, porta la sabbia e le barche non escono. Le barche che non escono incidono sull'attività economica di molte famiglie, che vivono con la pesca.
Bisogna affrontare il problema se esistono le condizioni che qui abbiamo evidenziato, fare un'appendice dell'Autorità portuale che segua tecnicamente questo lavoro nei porti per conto dei Comuni, alla fine la sostanza è questa, bisognerà cercare di vedere questo percorso, se ci riusciamo saremo stati bravi altrimenti zero in condotta. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Casini.
Anna CASINI. Ringrazio il Consigliere Zaffiri. Certo, il problema dell'insabbiamento è serio perché i porti nelle Marche non sono stati fatti “per non essere insabbiati”, ma sono stati fatti per proteggere, quindi si insabbiano, non solo, creano anche dei problemi di erosione a sud o a nord, a seconda delle correnti.
Il problema, secondo me, va inquadrato in una pianificazione più ampia che riguarda la gestione integrata della fascia costiera, che a breve arriverà in Consiglio regionale, dove oltre a pensare agli escavi dei porti, che sono sicuramente necessari e per i quali va fatta un'azione giustamente più organizzata, va anche pensato il motivo per cui questi porti si insabbiano e creare pennelli o altri interventi che riducano l'insabbiamento, ben sapendo che produrranno delle modificazioni della linea di costa a nord o a sud, a seconda delle correnti,
Non è un tema semplice quello delle scogliere, è molto complesso, anche perché mettere scogliere, per esempio, rende inefficaci le foci dei fiumi e fa depositare i sedimenti, che non vanno al largo perché si riduce la forza e la potenza dei fiumi e dei torrenti.
Va molto bene pensare ad una procedura insieme all'Autorità portuale, però mi permetto di dire che nel caso di Porto San Giorgio i progetti degli interventi immediati e programmati si sono fatti e si stanno facendo, quindi in questo momento non abbiamo in un'emergenza.
Lei, Consigliere Zaffiri, ha detto che ci sono le barche insabbiate, a me non risulta che si sia insabbiata neanche una barca, quindi occhio quando parliamo, anche perché noi siamo, tra l'altro, una Regione dove il turismo anche balneare è importante, dove la pesca è importante, quindi diamo delle indicazioni corrette, sennò creiamo falsi allarmismi.
In questo momento non abbiamo, così come hanno dichiarato le Capitanerie di Porto, con le quali mi tengo in contatto, problemi di insabbiamento.
Abbiamo interventi programmati, come per esempio a San Benedetto del Tronto che verranno effettuati durante il fermo pesca, noi abbiamo tutto monitorato, ci sono delle criticità di insabbiamento generali che vanno risolte, ma emergenze in questo momento o barche insabbiate non ci sono.
PRESIDENTE. Se ho capito bene, il Consigliere Zaffiri propone di rinviare la discussione, in attesa di un work in progress nelle prossime settimane. Va bene.
Mozione n. 473
ad iniziativa della Consigliera Leonardi
“Mafia nigeriana nelle Marche: la Regione chieda urgentemente il potenziamento delle attività di contrasto”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 473 della Consigliera Leonardi, che ha la parola per illustrarla.
Elena LEONARDI. Grazie Presidente. La Direzione investigativa antimafia nella sua relazione sull'attività svolta e sui risultati conseguiti nel primo semestre del 2018 dedica un grosso settore alle “organizzazioni criminali straniere in Italia”, tra queste organizzazioni ampio risalto viene dato alla criminalità nigeriana, la quale “si conferma fra le più attive nel traffico di sostanze stupefacenti e nello sfruttamento della prostituzione, reato che spesso vede alla sua base delitti altrettanto gravi, come il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, la tratta di esseri umani e la riduzione in schiavitù”.
In Italia emergono, per il numero dei componenti, le cellule italiane delle strutture nigeriane, ad esempio The Black Axe Confraternity, ramificate a livello internazionale e caratterizzate da una forte componente esoterica; vengono, infatti, utilizzati riti di iniziazione chiamati ‘ju-ju’, molto simili al voodoo e alla macumba, propri della cultura yoruba, immancabilmente presenti in Nigeria, nella fase del reclutamento delle vittime; tali riti diventano poi funzionali alla “fidelizzazione” delle connazionali, che una volta giunte in Italia vengono destinate alla prostituzione, costrette anche attraverso questi riti e queste presunte magie nere per quello che potrebbe succedere sia a loro che ai parenti che restano in Nigeria.
Continua, di contro, ad essere frequente il ricorso a minacce e violenze per l’assoggettamento delle vittime dello sfruttamento, con un analogo trattamento spesso esteso anche ai familiari in Nigeria, ove risultano presenti referenti delle organizzazioni.
Con riferimento al traffico di stupefacenti, nel tempo diverse attività investigative hanno dimostrato la capacità operativa conseguita da gruppi criminali nigeriani nella gestione del trasferimento di droga dai Paesi di produzione, o di transito, verso l'Europa; un flusso realizzato secondo direttrici consolidate, che percorrono la via marittima.
Di rilievo, afferma sempre la Direzione Investigativa Antimafia, nella Relazione del Primo Semestre 2018, “la sistematica attività di spaccio di eroina e marijuana effettuata, nella provincia di Macerata, da tre nigeriani ritenuti anche esecutori materiali dell’efferato delitto di una diciottenne romana, il cui cadavere fu ritrovato, dissezionato, in due valigie abbandonate” ha portato anche la nostra realtà marchigiana all’attenzione della Direzione investigativa nazionale antimafia.
Reni di donne e bambini venduti a 5.000 euro: è la relazione dell'FBI sul traffico di organi della mafia nigeriana in Italia, ulteriore elemento di terrore scaturito negli ultimi mesi e legato ai fatti di Castelvolturno in Campania
E’ di pochi giorni fa la notizia di ritrovamento di resti di materiali su territorio regionale usati per iniziazioni con riti tribali tipici di queste “culture” legati alla prostituzione e allo spaccio di droga.
La situazione nelle Marche, evidenziata dalla Direzione investigativa antimafia, ma agli onori della cronaca sempre più frequentemente, è legata al traffico della droga e alla gestione della prostituzione, oltre che ad altre attività illecite, se si può così definire, secondarie.
“Lo stillicidio quotidiano di arresti di trafficanti, pusher, corrieri, spacciatori e sequestri di sostanze” come si afferma sugli organi di informazione, evidenzia come le Marche siano “un terreno di conquista”.
I nigeriani, tra gli altri, utilizzano gli ingenti proventi che derivano dalla prostituzione “per acquistare dalla camorra e dalla ndrangheta partite di droga sempre più consistenti”.
L'uccisione della ragazza nel maceratese è stata messa dalla stessa DIA in rapporto alle attività della mafia nigeriana e dei suoi riti tribali, addirittura gli stessi traduttori del processo avrebbero rinunciato all'incarico temendo ritorsioni dalla mafia nigeriana in Italia.
Al funerale del profugo morto nella rissa di Fermo del 5 luglio 2016 sembra siano intervenuti membri della setta Black Axe, la medesima citata dalla Direzione investigativa antimafia; i soggetti di cui sopra erano perfettamente riconoscibili, afferma una informativa delle Forze dell'Ordine, perché tutti indossanti abiti dal colore rosso e nero al fine, verosimile, di rendergli manifestamente onore e che la loro presenza rivelerebbe che il deceduto faceva parte della stessa “confraternita”. Ci sono le foto di quella situazione.
Come si legge negli organi di informazione “per lungo tempo nelle Marche si è sottovalutato il fenomeno della presenza stabile e sempre più radicata delle organizzazioni di matrice mafiosa italiane e straniere”.
I dati dei vari Sert marchigiani registrano un incremento esponenziale dei soggetti tossicodipendenti seguiti dalle strutture pubbliche.
Le Marche sono anche uno dei terreni privilegiati di reinvestimento speculativo dei proventi delle attività delittuose, specie nei settori delle infrastrutture, dell'edilizia, della grande distribuzione ed anche del turismo.
La pericolosità della mafia nigeriana, sempre più radicata nella nostra regione, va contrastata efficacemente ad ogni livello ed è dovere delle istituzioni, anche regionali, prendere una netta posizione di condanna e contrasto a questa attività criminale.
Con tutte queste premesse la mia richiesta è quella di impegnare il Presidente e la Giunta regionale a chiedere al Governo nazionale di assumere iniziative urgenti, anche normative specifiche di competenza, per potenziare le attività di indagine e contrasto efficace sul territorio marchigiano nella mafia nigeriana; a chiedere al Governo italiano di specializzare le Procure antimafia con uffici ad hoc per contrastare la violenza della mafia nigeriana e a condannare palesemente le azioni criminali legate allo spaccio della droga, alla prostituzione, ai riti tribali, di cui la mafia nigeriana si sta macchiando anche nelle Marche.
Vorrei sottolineare il fatto che è molto importante non sottovalutare questo fenomeno. I segnali ci sono, sono importanti, sono stati evidenziati non da me, non da una componente politica, ma da chi effettua sul territorio, anche a livello nazionale, il controllo, il monitoraggio di queste situazioni. Vengono dalla Direzione investigativa antimafia ed anche dalle forze dell'ordine, da segnalazioni anche fatte dalle Prefetture. Quindi, credo che sia importante dare un segnale di attenzione al fenomeno, chiedendo anche al Governo, a chi ha il dovere di seguire questa questione, di porre l'accento anche sulle Marche, visto che sono state attenzionate e visto il gravissimo episodio che è successo a Macerata. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Ho sempre apprezzato ed apprezzo molto le iniziative, le mozioni e le interrogazioni della Consigliera Leonardi, segno sempre di attenzione nei confronti dei fenomeni della nostra comunità e dei territori, però francamente quando vedo queste mozioni qualche interrogativo me lo pongo perché credo che vi sia la consapevolezza, in ognuno di noi, che la Regione non ha competenze in materia, né di intervento, né di richiesta, né di accesso a dati, nulla.
Questa è una competenza del Ministro degli interni in primo luogo e poi dell'autorità giudiziaria e di quella Distrettuale antimafia e via dicendo.
E il fatto, come dice la Consigliera Leonardi, che quanto riportato nella mozione si apprende dagli stessi organi deputati al controllo dell'ordine pubblico, è di tutta evidenza che gli stessi abbiano piena contezza di questi fenomeni e quindi a loro bisognerebbe rivolgersi.
Ad esempio credo che sia più utile - lo voglio dire perché, che so, si possono stimolare i parlamentari, Fratelli d'Italia ha un importante parlamentare in questa regione - magari un'interrogazione parlamentare su questa materia con la quale chiedere conto al Ministro degli interni delle azioni messe in campo, penso che possa essere utile, ma impegnare il Presidente della Giunta regionale a chiedere al Governo nazionale di assumere iniziative urgenti, anche normative, specifiche di competenza, per potenziare l'attività di indagine e contrasto efficace sul territorio marchigiano della mafia nigeriana. Penso che questo lo sappia il Governo nazionale, lo sa perché lo dice la Consigliera Leonardi, lo dice la stessa Polizia, lo dice la Relazione, viene citata dalla Direzione investigativa antimafia, quindi, noi glielo dobbiamo ricordare?
La Consigliera continua: chiedere al Governo italiano di specializzare le Procure antimafia in uffici ad hoc per il contrasto della feroce e violenta mafia nigeriana, penso che ne abbiano consapevolezza, da ultimo, impegna il Presidente della Giunta a condannare palesemente azioni criminali, come se non avessimo mai condannato le azioni criminali, e ci mancherebbe altro, legate allo spaccio di droga e alla prostituzione.
D’altra parte vorrei ricordare che ad esempio il Ministro Salvini, abituato a pontificare molto spesso nei proclami nella sua perente e permanente campagna elettorale, che debbo dire gli ha portato molti frutti fino adesso, non è mai stato conseguente ai suoi impegni per quanto riguarda questa regione. Penso ad esempio agli impegni in ordine alla situazione sull’Hotel House di Porto Recanati.
Credo che bisognerebbe rivolgersi a lui, tra l'altro l’ho fatto quando era necessario, l’ho fatto in occasione dei Vigili del fuoco, del potenziamento delle Forze di Polizia.
(intervento fuori microfono)
Fabrizio CESETTI. Temo l’aereo, un conto è avere paura, un conto è temere …
(intervento fuori microfono)
Fabrizio CESETTI. Caro Consigliere Zura Puntaroni, la paura è paralizzante, il timore induce all'attenzione e alla riflessione. E' meglio se il sistema non registra questo simpatico sketch con il collega amico Zura Puntaroni.
Su questa mozione, sulla base di queste premesse, chiedo alla Consigliera Leonardi, alla quale do atto di tante iniziative in questa direzione, di ritirarla e magari riformularla, se lo ritiene lo possiamo fare insieme per la prossima volta, modificarla nel senso che ho detto prima, dando atto di quelle che sono le nostre competenze, togliendo ad esempio il punto 3 che è inaccettabile per noi, perché non ci si può impegnare a condannare un fenomeno, cosa che abbiamo fatto in più occasioni, quindi se lei la ritira, con l'impegno a riformularla, se vuole la possiamo vedere anche insieme, poi potrà essere votata, perlomeno io la voterei, allo stato no.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.
Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Credo che l'argomento introdotto con la mozione della Consigliera Leonardi riguardi una situazione preoccupante. Infatti, in questo momento gira in rete, è un dato nazionale, che queste persone sono circa 100 mila nel nostro Paese.
E' vero, come ha detto l'Assessore, che probabilmente la Regione non c'entra niente, però credo che sia un problema da non sottovalutare. Ad esempio ho presentato una mozione su una legge con la quale chiedevo di istituire una Commissione regionale, anche se non legittimata, per poter operare, una Commissione che molte Regioni hanno per verificare, tenere sotto controllo e valutare questi fenomeni, purtroppo l'Aula non l’ha recepita, ha preferito guardare da un'altra parte.
Adesso questi fenomeni sono preoccupanti e bisogna guardarli con attenzione, perché questa regione ha visto cambiare anche i Questori alla guida e questo significa che effettivamente ci sono problemi veri.
Credo che la politica non possa far finta che le cose non esistono, secondo me, deve guardare con attenzione e cercare anche strumenti possibili, legittimi, e sensibilizzare la comunità e le istituzioni che sono preposte al controllo del territorio.
Penso che la politica a tutti i livelli, Assessore, debba recepire queste preoccupazioni, perché far finta che non esistano è la cosa peggiore, poi i fenomeni sono ingestibili quando partono e si scatenano.
Ritengo che una riflessione più attenta su questi fenomeni e un po' più di protagonismo della politica siano estremamente necessari, coraggiosi e indispensabili per guardare al domani, per guardare al futuro. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Capisco la difficoltà espressa dall'Assessore relativa al terzo punto della mozione, allora faccio questa proposta e spiego anche il perché.
Credo che il destinatario della mozione sia giusto anche perché spesso, anche oggi, abbiamo approvato delle mozioni che non sono di competenza regionale, ma chiedono alla Giunta di intervenire verso chi ha la competenza, il Governo, io faccio la stessa cosa, il destinatario è lo stesso.
Quello che certamente condivido è di togliere il terzo punto, quindi emendo la mozione, è di togliere il terzo punto: “a condannare palesemente le azioni criminali, legate allo spaccio della droga, alla prostituzione, ai riti tribali della mafia nigeriana nelle Marche”. Personalmente, non intendevo dire che la Regione, la maggioranza o chi ha un rapporto positivo non condanna o appoggia la mafia nigeriana, assolutamente, chiedo chiarezza, visto che uno degli episodi segnalati è quello che io reputo, in buona fede, un errore politico, con la presenza di alte cariche istituzionali ai funerali di Fermo perché la presenza di questi probabili affiliati alla Black Axe, attorno al feretro, ha dato il segno alle forze dell'ordine che molto probabilmente questa persona era un affiliato alla Black Axe e quindi alla mafia nigeriana. Il riferimento è relativo ad un passaggio precedente ed io reputo che il comportamento era nella buona fede politica, ognuno ha le sue convinzioni.
Il destinatario è giusto, quindi di chiedere al Governo ed ai Ministri competenti - l'abbiamo sempre fatto, non vedo quale altro destinatario ci possa essere - emendo la mia mozione togliendo il terzo punto del dispositivo, non avevo nessun intento accusatorio o altro. Capisco che possa essere stata interpretare in questo modo, quindi mi sento, dall'intervento dell’Assessore Cesetti, di rimuoverlo mia sponte.
Chiedo ai destinatari del Governo di avere più attenzione, come abbiamo chiesto più forze dell'ordine per San Benedetto del Tronto, come abbiamo chiesto di istituire la ZES per i terremotati. Il Governo è il destinatario di una richiesta da parte dell'Assemblea legislativa marchigiana, di attenzionare di più un fenomeno, quello della mafia nigeriana, per il quale anche il Consiglio regionale delle Marche esprime preoccupazione, visto che è nel nostro territorio in sordina, perché spesso, ovviamente, su queste attività criminali non vengono fatte pubblicità o cartelli promozionali, ma nel momento in cui ci sono queste situazioni, credo che sia anche un segnale politico dire che riteniamo prioritario il problema della mafia nigeriana, prima che scoppi ancora di più nelle Marche.
Emendo la mozione, accolgo parzialmente la richiesta dell'Assessore Cesetti, non vedo però l’esigenza di cambiare il destinatario, so che non è una competenza regionale, ma chiedo di sollecitare il Governo in maniera univoca. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Urbinati.
Fabio URBINATI. Grazie Presidente. Vorrei rivolgermi alla Consigliera Leonardi dicendo che ha ragione, oggi abbiamo approvato altri punti con i quali chiediamo un impegno serio, come ad esempio per la questione del Commissariato di San Benedetto del Tronto, che è una competenza prettamente del Ministero dell'interno, però le nostre azioni devono e possono servire a sensibilizzare documenti di indirizzo come questo.
Sono d'accordo con l'Assessore Cesetti anche perché c’è anche un altro punto Consigliera Leonardi nel “tenuto conto che” che riporta “è dovere delle istituzioni anche regionali”, a me sembra brutto perché sembra che la Regione non condanni. Noi condanniamo tutti gli atti di criminalità, anche quelli della mafia nigeriana e tutti i fenomeni di criminalità e condanniamo tutte le mafie del mondo tanto che spesso anche in questo consesso abbiamo portato atti.
Sono perfettamente d'accordo, ho visto un report poco tempo fa sul fenomeno della mafia nigeriana, che purtroppo si sta ramificando fortemente in tutto il territorio nazionale e c'è una particolarità che a me ha fatto un po' impressione, che è un po’ in netta discordanza con quello che si dice di solito, e cioè che questo è un fenomeno legato all'immigrazione, perché risulta spesso, quando vengono arrestati i capi dei loro clan, che queste persone sono entrate in Italia regolarmente, per motivi di lavoro, per ricongiungimenti, sono entrate con un canale regolare e questo secondo me è ancora più allarmante.
Se dobbiamo fare un'azione di sensibilizzazione facciamola, concordo con le modifiche suggerite dall'Assessore Cesetti, però è anche vero, Assessore, che oggi in altre mozioni abbiamo chiesto l'impegno del Ministero dell'interno, che spero non tardi ad arrivare, per la situazione del Commissariato di San Benedetto del Tronto, che mi preme tantissimo. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Cesetti.
Fabrizio CESETTI. E' evidente che con l’eliminazione del punto 3 la mozione può essere votata.
L'ultimo punto del “tenuto conto che” ovviamente è collegato al “dovere delle istituzioni” e se togliamo anche “regionali” possiamo lasciarlo, oppure si può scrivere: il dovere delle istituzioni è adottare provvedimenti di contrasto, come vuole, però se togliamo “regionali” va bene.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Sono d'accordo, quindi faccio un doppio emendamento, tolgo il terzo punto del dispositivo e tolgo l'inciso “anche regionali”, che però, ci tengo a specificare, non voleva dare un valore dispregiativo o negativo, premettendo, se non lo facessimo, che tra i regionali ci sono anch'io.
Accolgo le due richieste e quindi presento la mozione con i due emendamenti, se dobbiamo fare una pausa lo scrivo.
(intervento fuori microfono)
Elena LEONARDI. Ho fatto una mozione anche sulla mafia 'tradizionale', se la vuole definire così.
PRESIDENTE. Emendamento 1 a firma della Consigliera Leonardi.
Leggo le due modifiche: “'Nella premessa, nel paragrafo “tenuto conto che” nel quinto punto le parole “anche regionali” sono soppresse'. Nel dispositivo 'il terzo punto è soppresso'”.
Ha la parola il Consigliere Maggi.
Giovanni MAGGI. Grazie Presidente. Sarò brevissimo. Mi rivolgo anche e soprattutto al Consigliere Urbinati ed a tutto il gruppo del PD, che il problema della sicurezza sia un problema politico sentito è vero, però, voglio dire, attenzione a non aumentare la paura del crimine e dell'omicidio.
Cito i dati del Ministero degli interni, signori del PD, dal 2008 al 2017, gli omicidi sono scesi da 611 a 343, le rapine sono scese da 45.857 a 28.612, i furti in casa sono scesi in questo periodo dell'8,5%.
L'allarmismo e la paura che continuiamo a mettere in noi e negli italiani, secondo me è una involuzione pericolosa, la sicurezza va bene, però le forze dell'ordine stanno facendo il loro dovere, anche con mezzi poco consoni al compito importante che stanno svolgendo, cerchiamo di rimanere con i piedi per terra e, visto che la politica guarda sempre le statistiche, i sondaggi, i dati, guardiamo realmente qual è la situazione in Italia in questo momento, senza creare ulteriori allarmismi.
Per quanto mi riguarda, non so i colleghi, su questa mozione mi astengo. Grazie.
Presidenza del Vicepresidente
Renato Claudio Minardi
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Urbinati.
Fabio URBINATI. Ringrazio la Consigliera Leonardi per aver apportato le modifiche, approveremo questo atto come indirizzo, ma vorrei dire al Consigliere Maggi che siamo sulla stessa sintonia, quei dati in campagna elettorale li abbiamo citati tante volte, purtroppo non hanno fatto breccia tra i cittadini, ma hanno fatto breccia altre informazioni.
L'altra cosa che ho detto, che ritengo ancora più importante e che va in controtendenza a quello che si dice e che alcuni esponenti politici vanno predicando nella ricerca del consenso, è che quando i boss della mafia nigeriana - che gestiscono la prostituzione, e questo è il dato più inquietante, l'elemosina fuori dai supermercati, lì c'è un sistema organizzato, sanno chi deve andare e nessun altro può fermarsi lì, pena riti molto cruenti, taglio degli arti, questo praticano - vengono arrestati si scopre che tutti arrivano in Italia con canali normali, per lavoro, per ricongiungimenti. Non arrivano come clandestini, questo è un dato che si potrebbe aggiungere a quelli che lei ha detto e che mette in risalto, secondo me, anche il buon lavoro che le forze dell'ordine fanno, nonostante tutto.
A differenza del Movimento 5 Stelle sosteniamo questo intervento, perché vogliamo combattere ogni tipo di criminalità, sperando che la prossima campagna elettorale i cittadini ascoltino di più anche questi dati, e la ringrazio per averlo detto perché erano tra i 100 punti che il Governo Renzi e il Governo Gentiloni avevano raggiunto.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Emendamento 1 a firma della Consigliera Leonardi. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Mozione n. 473, così come emendata. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Interrogazione n. 768
ad iniziativa del Consigliere Zaffiri
“Diniego autorizzazione al trasporto sanitario”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 768 del Consigliere Zaffiri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Casini.
Anna CASINI. Ad Ascoli, si dice: “Chi di meglio non ha con la moglie sta”, quindi rispondo al posto del Presidente.
La mancanza di dati utili alla identificazione del caso riportato nella lettera pubblicata dal Resto del Carlino non consente la ricostruzione di quanto accaduto. Purtuttavia, possono essere chiariti alcuni aspetti in merito.
La delibera di Giunta regionale n. 292/2012, modificata con delibera n. 301/2017, stabilisce che tra i compiti della CCT ci sia anche quello di assicurare "il controllo sindacato, di norma preventivo, sull'appropriatezza delle richieste pervenute".
L'articolo 5 della succitata delibera di Giunta regionale stabilisce che il trasporto verso altre Regioni può essere autorizzato "solo nei casi in cui nella richiesta sia chiaramente esplicitato che la prestazione non viene erogata nel territorio regionale, ovvero viene erogata con tempi di attesa non compatibili con le condizioni o con le necessità assistenziali del paziente".
Pertanto, nel caso segnalato, il trasporto non è autorizzabile a carico del Sistema sanitario regionale, poiché le richieste presentate erano mancanti della specifica attestazione richiesta.
PRESIDENTE. Ha la risposta, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Zaffiri.
Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. L'Assessore che ha letto il comunicato è chiaro che non c'entra niente, qualcuno della struttura sanitaria ha risposto a questa interrogazione.
La risposta è inaccettabile: questo signore non è che non aveva ricevuto l'ok per il trasporto, tre medici avevano autorizzato il trasporto, ma alla fine, perché quello si chiama Rossi Francesco, non è stato concesso. Questo problema sanitario è molto serio.
Premetto, e ripeto, che lei Assessore non c'entra niente - l'Assessore non c'è, c’è il Consigliere delegato - ma spero che l'Assessore e la Giunta affrontino il problema del trasporto, è stato tolto ai malati oncologici, questo cristiano che ha evidenziato il problema si è operato fuori e non ha avuto il trasporto.
Il problema della sanità è drammatico, l'Assessore fa finta che il problema non ci sia, probabilmente è tutto in mano ad un paio di dirigenti della sanità ed è la cosa più grave che ci possa essere per la salute dei cittadini, non è possibile che si giochi anche sul trasporto. Quando si arriva a queste condizioni probabilmente siamo al ridicolo, nel senso che la sanità sta facendo acqua da tutte le parti.
Questo è drammatico, quando sento il Presidente e l'Assessore, perché io lo chiamo Assessore, dire che dobbiamo convincere i malati oncologici, uno che sta per morire, che la sanità nostra, delle Marche, è migliore di quella del Veneto, o uguale a quella del Veneto o uguale a quella della Lombardia, penso: ma di cosa stiamo parlando? Assessore, l’ha detto, è registrato, è sulla stampa, è su tutti i giornali, credo che la comunità, il popolo marchigiano, debba rifletta su questa cosa sulla quale non ci sono parole.
Mi fermo qui, ribadisco che non ci sono parole per esprimere una considerazione, non ci sono parole per questa risposta all'interrogazione n. 768 sul trasporto di una persona che è andata fuori dalle Marche per fare un intervento, che probabilmente in questa Regione non poteva fare o i tempi erano lunghi.
Chiudo con questa dichiarazione: il trasporto era stato autorizzato dai medici preposti a dare il consenso, non è un fatto di soldi. La situazione di questa persona, che io personalmente conosco, è diventata un caso sulle pagine dei giornali, non sono i 50, 100 o 200 euro per il trasporto, il problema è che dei medici l'avevano autorizzato, non è possibile che l'autorizzazione venga data e poi chi deve pagare non paghi, allora, qualcosa di serio sulla sanità c’è.
Interrogazione n. 790
ad iniziativa del Consigliere Maggi
“Inserto a pagamento ‘Speciale Salute’ sulla stampa locale”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 790 del Consigliere Maggi.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Casini.
Anna CASINI. Il Presidente ha altri impegni istituzionali, e siccome questa è una risposta molto tecnica …
(intervento fuori microfono)
Anna CASINI. Andiamo avanti perché prima ha detto una cosa inesatta sui malati oncologici e gliel'ho fatta passare, non è vero che è stato eliminato il trasporto. E' una stupidaggine.
In questo caso Consigliere Maggi lei ha fatto delle domande ben precise, le risposte sono molto tecniche, quindi posso anche leggerle io.
1) Quanto è costato all'Asur?
L'inserto di cui trattasi del 22 febbraio 2019 è costato 416 euro.
2) A carico di quale bilancio?
I fondi utilizzati non provengono dal fondo sanitario ma derivano dalle sponsorizzazioni e vendita di spazi pubblicitari a soggetti privati ed associazioni. Dette somme sono destinate a favorire l'innovazione e migliorare il rapporto tra la pubblica amministrazione e il cittadino, predisporre materiale informativo, incrementare l'accoglienza e l'accessibilità presso le nostre strutture sanitarie.
3) Se ritiene che la comunicazione istituzionale a pagamento apparsa sul Corriere Adriatico ...
La pagina apparsa in data 22 febbraio 2019 è conforme ai principi istituzionali dettati dalla vigente normativa del settore della comunicazione pubblica.
In particolare la legge n. 150/2000 "Disciplina delle attività di informazione e di comunicazione delle pubbliche amministrazioni", che va ad integrarsi con la legge n. 241/1990 "Norme in materia di disciplina normativa del procedimento amministrativo", dettano norme stringenti alle pubbliche amministrazioni in materia di dovere d'informazione e comunicazione, trasparenza e accesso agli atti.
L'ordinamento riconosce la figura del "cittadino", che di volta in volta assume il ruolo di utente, paziente, assistito, quale soggetto titolare di diritti universalistici, tra gli altri ad essere informato, nonché parte attiva dell'intero procedimento amministrativo.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Maggi.
Giovanni MAGGI. Ringrazio innanzitutto la stakanovista Assessora, devo dire che la risposta l’ho attesa per 4 sedute, perché nel momento in cui ci sono le interrogazioni il Presidente ha sempre degli impegni istituzionali molto più importanti.
Le pagine sul Corriere Adriatico erano due, commissionate appunto alla PM Spa e se il costo è di 416 euro per due pagine è stato un prezzo molto particolare e conveniente.
Non metto in dubbio che fare pubblicità sia legale, metto in dubbio l'opportunità che un'Azienda sanitaria faccia pubblicità a pagamento su un quotidiano per i servizi di chirurgia oncologica e di chirurgia mini-invasiva. Non ho niente contro il Corriere Adriatico, visto che lì c'è la giornalista e non vorrei la prendesse come una questione personale.
Non dico che questo sia illegale, nel sito web dell'Azienda ospedaliera Marche si enunciano i principi a cui l'Azienda si ispira e si muove nella sua funzione istituzionale, leggo anche che le relazioni con i cittadini utenti devono risultare semplificate, tempestive, di costo ridotto, avvalendosi delle più opportune innovazioni tecnologiche, anche e soprattutto nel campo della comunicazione.
Mi sembra che l'annuncio a pagamento di due pagine sul Corriere Adriatico sia autoreferenziale e non sia per far conoscere le qualità e le modalità del servizio ai cittadini, per cui sono molto perplesso sulla risposta che è stata data e mi auguro che anche per il futuro, per la sanità, si usino informazioni per i cittadini e non mezzi autoreferenziali, come due pagine sul quotidiano. Grazie.
Sull'ordine del giorno
PRESIDENTE. L’interrogazione n. 799, a firma del Consigliere Busilacchi, la rinviamo su richiesta del proponente.
Interrogazione n. 800
ad iniziativa del Consigliere Rapa
“Viabilità su direttrice Fano-Grosseto e sospensione lavori sulla viabilità durante la stagione turistica”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 800 del Consigliere Rapa.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Casini.
Anna CASINI. Grazie Presidente. Ringrazio il Consigliere Rapa perché ho molto lavorato su questa zona delle Marche, anche se non è quella da cui provengo, quindi mi fa piacere poterglielo raccontare.
Per cercare di dare una soluzione al collegamento tra la Regione Marche e la Regione Umbria, attraverso la galleria della Guinza sulla direttrice Fano-Grosseto, si sono svolte diverse riunioni a Roma, al Consiglio superiore dei lavori pubblici alle quali hanno partecipato i rappresentanti della Regione Marche e del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.
Hanno partecipato anche tutti i Sindaci e tutti insieme siamo stati al Consiglio superiore dei lavori pubblici perché ci sembrava assurdo non riuscire a trovare una soluzione per una incompiuta che ormai ha tanti anni, ma c’erano dei problemi molto seri perché oggi la lettura che fa il Consiglio superiore è quella di un’opera nuova, che quindi deve avere delle caratteristiche geometriche diverse da quelle della galleria, per questo ci siamo impegnati insieme all’Anas a trovare una soluzione.
In tali riunioni, in riferimento alla Galleria della Guinza (lotto 2) ed al tratto Guinza-Mercatello Ovest (lotto 3) - I stralcio, l'Anas Spa in accordo con la Regione Marche ha concordato sulla soluzione che prevede la realizzazione a due canne con una corsia per senso di marcia, quindi utilizzare l’attuale canna ad un solo senso di marcia e facendone un’altra.
In una prima fase si potrà utilizzare la Galleria della Guinza mettendo in esercizio la canna esistente a senso unico alternato e realizzando il by-pass di Mercatello, il senso unico alternato, stiamo aspettando la risposta della Commissione Gallerie, sarà possibile con dei lavori veramente risibili.
E’ iniziato l'iter della Commissione Gallerie per valutare la fattibilità del progetto, pensavamo di avere un incontro la scorsa settimana, ma poi è stato rinviato.
Nel frattempo I'Anas Spa ha presentato al Ministero la richiesta di inserire nel contratto di programma 2016-2020 il raddoppio della galleria per un importo di 310 milioni di euro, non è che Anas l’ha chiesto così per fare bella figura, l’ha chiesto, ma c’erano stati degli incontri con le Commissioni e anche con il Ministero.
In merito alla domanda: se non ritenga necessario ed opportuno limitare i danni della mancata percorribilità, a Bocca Trabaria, come sapete, sono stati trovati degli ordigni bellici che hanno allungato i tempi di sistemazione sia nella costruzione dei muri di contenimento, sia del piano stradale e la competenza è dell’Anas distretto dell’Umbria.
In questo momento si passa a senso alternato perché i lavori sono molto complessi e molto importanti e perché c’è un muro di 7 metri, quindi immaginate. Poi questa è una zona dove il maltempo d’inverno si fa sentire e comunque l’Anas ci ha dichiarato che i lavori che sono stati sospesi per un periodo saranno conclusi entro la fine di luglio 2019, nel frattempo si passa a senso alternato.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Rapa.
Boris RAPA. Ringrazio per la risposta la Vicepresidente e mi ritengo soddisfatto.
E' una problematica che va avanti da troppo tempo e soprattutto nel periodo estivo comporta disagi importanti per i turisti umbri che vogliono arrivare sulla costa. Grazie.
PRESIDENTE. L’Assessore Cesetti è nei paraggi? Perché abbiamo l'ultima interrogazione a sua firma,
L'Assessore non c'è, Consigliera Pergolesi, e non ha lasciato …
(intervento fuori microfono)
PRESIDENTE. Va bene, l’interrogazione n. 803 viene rinviata.
La seduta è tolta.
La seduta termina alle ore 17,05
La seduta inizia alle ore 10,30
Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo
PRESIDENTE. Colleghi buona giornata, dichiaro aperta la seduta n. 132 dell’11 giugno 2019. Do per letto il processo verbale della seduta 131 del 28 maggio 2019, il quale, ove non vi siano opposizioni, si intende approvato ai sensi del comma 4, dell’articolo 53, del Regolamento Interno.
Richiamo inoltre ai sensi del comma 5 dello stesso articolo l’attenzione di tutti i Consiglieri sulle comunicazioni distribuite con cui porto a conoscenza dell’Assemblea quanto espressamente previsto dal Regolamento Interno.
Sull’ordine dei lavori
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Volpini.
Fabrizio VOLPINI. Chiedo l'iscrizione all'ordine del giorno odierno della proposta di legge 280.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Urbinati.
Fabio URBINATI. Grazie Presidente. Chiedo, come già concordato nella Conferenza dei Presidenti di gruppo, l'iscrizione delle mozioni nn. 510 e 506. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carloni.
Mirco CARLONI. Chiedo l’iscrizione all’ordine del giorno della mozione n. 507 sulle ZES, di cui abbiamo discusso durante la Conferenza dei Presidenti di gruppo. Grazie.
PRESIDENTE. Se non ci sono obiezioni, rispetto alle proposte che abbiamo ricevuto, iscriviamo: la proposta di legge n. 280 al punto 2 bis dell'ordine del giorno, così come concordato alla Conferenza dei capigruppo (subito dopo la proposta di legge n. 206); la mozione n. 507 del Consigliere Carloni, a cui è abbinata la mozione n. 267 dei Consiglieri Rapa, Marconi, Giancarli (punto 10); le mozioni nn. 506 e 510 (punto 11 e 12), richieste dal Consigliere Urbinati, che ha chiesto di anticiparle, come ha chiesto l’anticipazione della discussione della mozione 486 abbinata alla 491. La Conferenza di Presidenti di gruppi ha dato parere favorevole, quindi, se non ci sono obiezioni, do per approvata l’anticipazione dell’esame di tutte mozioni rispetto alle interrogazioni.
Ricapitolando, tratteremo nell’ordine: la relazione consuntiva sull’attività svolta dal Comitato per il controllo e la valutazione delle politiche, la proposta di legge n. 206, la proposta legge n. 280, la proposta di atto amministrativo 64, le mozioni nn. 486 e 491 (abbinate), a seguire le mozioni nn. 506, 510, 470, 471, 472 e 473, infine le mozioni nn. 507 e 267 (abbinate), poi le interrogazioni. Le mozioni saranno trattate prima delle interrogazioni e quelle iscritte ora verranno distribuite.
Comunicazioni ai sensi dell’articolo 55, comma 4, del Regolamento interno
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Volpini.
Fabrizio VOLPINI. Approfitto della presenza anche del Presidente per porre l'attenzione alla gravissima situazione in cui versa il Servizio di oncologia dell'ospedale di Senigallia. Una serie di defezioni da parte dei medici per ragioni di malattia, prevalentemente, hanno ridotto all'osso, se così si può dire, il personale.
C'è un carico di lavoro enorme ed i due oncologi, che sono rimasti, fanno veramente fatica a far fronte a questa situazione.
Capite, abbiamo a che fare con malati piuttosto seri, che quindi hanno bisogno di controlli, di presa in carico.
Consegno questa preoccupazione ed anche questo impegno al Presidente della Regione, nonché Assessore alla sanità, perché attraverso il Servizio salute, attraverso l'Asur, possa nel più breve tempo possibile tamponare questa situazione. Grazie.
Commemorazione
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Busilacchi.
Gianluca BUSILACCHI. Grazie Presidente. Mi scuso per la voce, ma l’aria condizionata di questi tempi è deleteria.
Mi spiace perché avrei dovuto farlo prima, oramai la seduta è già iniziata, però chiederei, se è possibile, un minuto di silenzio, perché, come avete appreso, ieri c'è stata una morte sul lavoro, l'ennesima, nel porto di Ancona e un lavoratore ha perso la vita lasciando la famiglia e due figli.
Credo che sia un fatto molto grave e purtroppo il nostro Paese continua ad avere questo triste primato e ogni volta che succede qualcosa tutte le istituzioni, da quelle nazionali a quelle locali, si ripetono, ci ripetiamo, l'urgenza di risolvere questa piaga, probabilmente dovremmo, dentro di noi e nel nostro lavoro quotidiano, considerarla davvero una priorità e cercare di mettere in campo delle politiche atte a migliorare la sicurezza sui luoghi di lavoro. Quindi chiederei, se possibile, un minuto di silenzio.
PRESIDENTE. Quanto mai opportuna e corretta questa richiesta. Quindi chiedo ai Consiglieri di osservare un minuto di silenzio in ricordo del lavoratore morto ieri.
(L’Assemblea legislativa regionale osserva un minuto di silenzio)
Relazione consuntiva sull’attività svolta dal Comitato per il controllo e la valutazione delle politiche
(Discussione e votazione risoluzione)
PPRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la relazione consuntiva sull'attività svolta dal Comitato per il controllo e la valutazione delle politiche.
La discussione è aperta, ha la parola il Consigliere Busilacchi.
Gianluca BUSILACCHI. Grazie Presidente. Cercherò di essere breve. Rimando alla relazione per la quale ringrazio la Dirigente e l’ufficio.
Il Comitato ormai lavora da 18 mesi, da un in più di un anno e mezzo, è finita la prima metà del mandato, quindi oggi il Presidente è il Consigliere Zaffiri però, chiaramente, essendo la relazione della prima metà del mandato, come Presidente uscente intervengo io per primo e poi lascio la parola al collega.
Devo dire che c'è, auspico, una soddisfazione condivisa da tutti i Consiglieri per la nascita di questo Comitato, per lo spirito che lo ha animato e che lo sta animando.
Voglio ricordare che è un Comitato paritetico, quindi al suo interno non c'è una maggioranza e una minoranza, ma c'è appunto una pariteticità, questo perché, come avviene in molte altre Regioni, abbiamo inteso garantire la terzietà di questo lavoro, facendo in modo che l'attività di controllo e di valutazione delle politiche possa avere uno spirito bipartisan, volto ad accrescere le funzioni dell'Assemblea legislativa regionale. Proprio per questa ragione, nelle prime sedute abbiamo cercato di analizzare, sia con gli uffici che con delle presenze esterne, le funzioni di questo Comitato, abbiamo avuto degli ospiti, abbiamo avuto dei professori che in modo comparato ci hanno raccontato quello che avviene nelle altre Regioni, tra l'altro io ed il Consigliere Zaffiri sediamo, in sede nazionale, nel Comitato d’indirizzo di “Capire” presso l'Ufficio della Presidenza dei Consigli regionali d’Italia. Abbiamo anche incontrato, e sono stati nostri ospiti, i colleghi della Regione Lombardia che sono una delle espressioni più avanzate di questa funzione e ci hanno raccontato il lavoro che svolgono oramai da molti anni; inizialmente era un po' in sordina, poi è stato portato avanti ed oggi è riconosciuto da tutta l'Assemblea regionale lombarda, perché svolgono un’attività davvero egregia, da ultimo hanno fatto una valutazione sui pronto soccorso della Lombardia e su molte altre attività.
Un primo vulnus che è stato evidenziato è quello riguardante il personale. Questo tema è presente nella nostra relazione, purtroppo. Per funzionare questo Comitato ha bisogno di personale stabile, avrebbe anche bisogno di un ufficio di valutazione presso il Consiglio regionale, come avviene in altre Regioni. Quindi evidenzio al Presidente, ed a coloro che verranno, che senza questo ufficio, senza un po' di personale, diventa difficile svolgere questa funzione.
Ringrazio l'Ufficio di Presidenza perché nelle more dell'assenza di personale adesso c'è una piccola dotazione di bilancio che ci potrà consentire anche di appaltare all'esterno le funzioni di valutazione, però, se vogliamo svolgere davvero un'azione utile non solo alla Giunta ed al Consiglio, ma alla regione Marche ed ai suoi cittadini, sarebbe utile avere un po' più di personale nella Commissione.
Ringrazio tutto il personale, la Dirigente e insieme a lei i collaboratori, anche quelli part-time, che hanno in realtà un altro ufficio, quindi, volontariamente e con grande spirito di sacrificio quando abbiamo le sedute ci danno una mano.
In questi mesi abbiamo svolto un lavoro che ha seguito due filoni di attività.
La prima attività è quella più istituzionale, ordinaria, riguardante i rapporti e le clausole valutative, non solo quelle nuove che abbiamo inserito nelle proposte di legge, ma anche quelle relative a leggi vecchie. Tra l'altro, voglio ringraziare la Giunta perché per la prima volta, finalmente, c'è stata un'attenzione, non era mai capitato, rispetto alle clausole valutative. Finalmente si è capito che monitorare l'attività svolta, anche quella relativa a vecchie leggi, non è solamente utile al Consiglio, ma spesso è utile anche alla Giunta. Abbiamo delle vecchie leggi, magari di 10, di 15, di 20 anni fa, che rischiano di essere degli strumenti morti e un monitoraggio sull’attività e sui dati di queste leggi, Presidente, è utile anche alla Giunta, perché ci consente di capire se alcune norme sono utili, oppure non lo sono più e vanno superate e non più finanziate, oppure, al contrario, vanno finanziate maggiormente. Magari c’è una legge della fine degli anni ottanta che rischia di rimanere ferma, magari un monitoraggio è utile per fare una manutenzione.
Questo è stato l’inizio, stiamo valutando, anzi chiedo se sarebbe utile avere un rappresentante della Giunta nelle riunioni del Comitato? Credo che potrebbe esserlo.
Mi avvio a concludere con l'attività forse più qualificante che abbiamo fatto finora. Abbiamo scelto di partire subito con una missione valutativa, qual è la differenza? Mentre le clausole valutative sono legate ad una legge o ad un rapporto, sono norme contenute in una legge della Giunta regionale, che consentono al Consiglio di avere un monitoraggio sulla valutazione di quella legge, la missione valutativa riguarda invece un tema. Noi abbiamo scelto, anche in accordo con la Giunta, di far partire per quest'anno una missione valutativa sul tema della non autosufficienza.
Credo che il lavoro svolto su questo tema sia stato rilevante, importante, abbiamo fatto alcune audizioni molto interessanti, grazie al lavoro di esperti ed anche del personale dell’Asur, delle Aziende, dell'Inrca, della Giunta. Direi che abbiamo fatto una buona mappatura e grazie ad una piccolissima gara inizieremo in queste settimane un lavoro di ricerca su questo argomento e sono sicuro che si riuscirà a concludere per la fine di questa legislatura, quindi, l'auspicio è quello di tornare prima della fine della legislatura, in quest'Aula, per raccontare i risultati di questa attività. Spero che possa essere un ottimo accompagnamento per il lavoro che si sta facendo con il Piano socio-sanitario. Tra l'altro abbiamo svolto anche alcune delle riunioni insieme alla IV Commissione, una delle ultime riunioni si è svolta congiuntamente. Penso che questo aspetto tematico di per sé già nobiliti l'attività che è stata fatta in questo scorcio di legislatura, quindi l'auspicio che ho è per le generazioni dei futuri Consiglieri regionali.
L'attività in questa legislatura è stata iniziata in modo rudimentale, in modo artigianale, con le poche risorse che avevamo, soprattutto con la volontà di tutti i colleghi, che io ringrazio perché nel Comitato c'è sempre stato uno spirito unitario, davvero mi sento di ringraziarli tutti, sia quelli di maggioranza che quelli di minoranza, perché devo dire che mai c'è stato uno spirito polemico, anzi c'è sempre stata da parte di tutti la volontà di valorizzare l'attività e di comprenderne fino in fondo le forti potenzialità.
Ho avuto l'onore di guidare questa prima fase, sono riconoscente a tutti perché non solo il mio lavoro è stato molto semplice, grazie a loro, ma credo che sia stato un buon primo mattone che abbiamo gettato per il futuro della valutazione delle politiche. Penso che per i cittadini marchigiani sia assolutamente importante conoscere non solo in trasparenza l'efficacia dell'attività che svolgiamo, ma lo è anche per noi, per comprendere l'efficacia delle azioni politiche-istituzionali che intraprendiamo, per comprendere se stiamo facendo davvero il bene comune per i cittadini che qui rappresentiamo oppure se dobbiamo cambiare qualcosa. Grazie.
Saluto alle scuole
PRESIDENTE. Vorrei salutare i ragazzi, gli studenti del Liceo Cambi di Falconara che stanno svolgendo un periodo di alternanza scuola lavoro presso il Consiglio regionale.
Grazie ragazzi di essere qui presenti tra noi.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.
Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Ho poche parole da aggiungere a quanto ha detto il Consigliere Busilacchi. Non solo c'è stato un rapporto corretto tra tutti i membri del Comitato, ma credo che sia importante soprattutto lo spirito con cui è nato, che effettivamente è bipartisan, ha un contenuto vero e dovremmo non soltanto incrementarlo, ma dargli anche delle possibilità, non solo economiche ma anche di mezzi, come il Consigliere Busilacchi ha già sottolineato per quanto riguarda il personale. Deve essere lo spirito di quest'Aula, il termometro per valutare se la maggioranza, o le maggioranze, che governa questa Regione svolge un vero ruolo per la comunità attraverso proposte e leggi che devono essere attuate; credo che questo sia un passaggio estremamente importante.
Questo strumento è ormai necessario, perché è indispensabile rapportarsi in termini diversi con la comunità, con i nostri concittadini, per offrire una legislazione recuperando, se ci sono, delle leggi che non danno più delle risposte.
Credo che una politica diversa che si rapporta con la comunità sia un passaggio estremamente importante e per fare questo c'è uno strumento, uno strumento di valutazione, che è nato senza maggioranze, in un certo rapporto di collaborazione, che auspicio possa esserci anche per il futuro, e per questo mi rivolgo in modo particolare all'Aula che è l'organo sovrano di questa nostra Regione, lo dico sempre e lo ripeto, che deve essere recepito come verifica della nostra attività.
Mi fermo qui e credo che il Comitato abbia la necessità, come ha detto il Consigliere Busilacchi, di essere osservato, mi rivolgo in modo particolare a lei Presidente del Consiglio, perché questo strumento è come una Commissione consiliare, quindi occorre fare uno sforzo per andare verso il suo compimento, anche se con gradualità, per costruirlo in modo tale che sia uno strumento a cui possa far riferimento quest'Aula, maggioranze e opposizioni, oggi e in futuro.
Questa è la prima esperienza che dovrà essere riempita, via via di contenuti e passaggi importanti che in qualche circostanza sono anche economici, però penso che ne valga la pena perché si deve realizzare una Commissione di supporto a quest’Aula. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.
Luca MARCONI. Grazie Presidente. Vedo che molti colleghi si sono iscritti per parlare su questo punto iscritto all'ordine del giorno che suscita ovviamente interesse data la novità che esso rappresenta.
Vorrei fare alcune considerazioni critiche, in senso positivo, perché quando in Commissione regolamento si è cominciato a ragionare del Comitato per il controllo e la valutazione delle politiche, ricordo che c'era una grande confusione, forse poco aiutati anche dai funzionari. Non erano molto chiari, al di là della proposta che veniva fatta dal Consigliere Busilacchi, quali erano i confini, i termini e soprattutto le finalità. Le cose sono andate via via schiarendosi anche se non sono complete.
Faccio una premessa, la valutazione è una cultura aliena alla nostra dimensione amministrativa, in Italia facciamo le leggi, ma non ci preoccupiamo mai di capire se funzionano oppure no, quindi, in premessa, un Comitato che valuta l'attività amministrativa conseguente alla legge, infatti non a caso fa audizioni chiedendo a chi le sta applicando cosa sta succedendo, introduce, ripeto, un concetto interessante, ma normalmente sconosciuto. Noi facciamo le leggi, facciamo il comunicato stampa, facciamo sapere a tutto il mondo che c’è la legge, il cittadino crede pure che questa sia efficace e stia svolgendo la sua attività e non sa che magari impiegheremo un anno e mezzo a fare il regolamento attuativo, che a volte per il 30-40% snatura o blocca alcuni aspetti che la legge voleva promuovere, poi comincia l'applicazione che magari avviene due anni dopo quando la legge non è più finanziata.
Quindi la questione che pongo prima di tutte, e non la pongo al Presidente del Consiglio ma al Presidente della Giunta, è che abbiamo un numero significativo di leggi che non sono applicate, ne ho segnalate diverse con varie interrogazioni, e rimangono tali. Allora mi chiedo: è possibile, Consigliere Zaffiri, Consigliere Busilacchi, che ci sia da parte del Comitato di controllo una relazione, non quella che avete fatto oggi, in cui si faccia l'elenco di tutte le leggi che non sono state applicate, a questo punto la Giunta dovrebbe prendersi la responsabilità di dire che non sono attuate perché inutili oppure perché c'è qualche funzionario poco solerte che non vuole applicarle, oppure prevedevano un finanziamento che nel bilancio non è venuto fuori e quindi rimanda la responsabilità in capo al Consiglio, che a questo punto dovrebbe essere molto più libero di fare gli emendamenti e di finanziare. Questo è il vero punto, il vero punto è che c'è poco da valutare su leggi che comunque camminano, la valutazione è scarsa o non c’è per niente su norme che invece non sono state mai applicate, per cui intanto denuncio la mancata attuazione di queste leggi.
Un secondo aspetto riguarda la mentalità che accompagna queste leggi. La proposta di legge è inizialmente di chi la propone, un Consigliere, più Consiglieri, la Giunta, poi diventa di una maggioranza o a volte anche dell'unanimità dell'intero Consiglio, ma normalmente è di una maggioranza, ma quando è approvata è di tutti, non è più di qualcuno, anche se magari per vezzo giornalistico ne porterà il nome, ma la legge è di tutti ed essendo di tutti andrebbe oggettivamente messa in campo. Questa cosa non sempre avviene.
Lo richiedo per la seconda, terza, quarta volta, il Comitato faccia l'elenco di tutte le leggi, magari segnalate dagli stessi Consiglieri proponenti, che non sono state applicate per capire una vuota per tutte e per dare una risposta: era una legge bandiera, era una legge, come si dice volgarmente, marchetta per far vedere che stavi vicino ad una lobby o a un gruppo di cittadini di un determinato territorio, non ha funzionato e ne prendiamo atto. Si faccia qualcosa di più efficace sennò ci prendiamo in giro perché qui abbiamo fatto leggi che potevano essere evitate perché potevano benissimo essere atti che la Giunta faceva nella sua piena autonomia e disciplina per finanziare 5.000 euro, 10.000 euro, robette da quattro soldi.
La terza cosa che invece voglio segnalare, ed anche questo sarebbe un interessante lavoro del Comitato che in parte emerge dalla reazione, riguarda i verbi che stanno dentro le nostre leggi, quali sono? Il verbo prevalente, sono andato a controllare con una mia piccola ricerca, è promuovere, la Regione promuove, quindi, è diventata un ente morale di diritto canonico, perché nel diritto canonico e nel diritto ecclesiastico, che frequento per altri motivi, è prevalente questa disciplina. La Chiesa cattolica italiana è universale, non c’è la legge che vieta o disciplina, questi sono verbi poco usati, nella stragrande maggioranza dei casi “promuove”, ma questo non è il diritto civile, che disciplina determinando o vietando, quindi la legge deve arrivare per dire “questa cosa non si fa” o “questa cosa si deve fare”. La promozione ci sta quando non hai altro da dire o quando fai, come abbiamo fatto con leggi fotocopia, una serie di promozioni di natura morale perché raccomandiamo che si faccia qualcosa, invitiamo i Comuni a farlo. Stamattina in IV Commissione è emersa una questione - ne parleremo dopo per l’azzardopatia - perché abbiamo fatto una disciplina che riguarda i Comuni, nella quale auspichiamo che i Comuni facciano, alcuni fanno, alcuni non fanno, questa è la norma nella quale ci muoviamo, tutto il resto, parlo delle leggi di iniziativa dei Consiglieri, la vera disciplina legislativa è quella che propone la Giunta ed è quella che la Giunta neanche deve proporre, perché è dentro leggi già esistenti, per cui con atti amministrativi, le sue delibere, fa cose molto importanti e molto più significative di quello che può fare il Consiglio di sua iniziativa.
Questa è la grave crisi legislativa dei Consigli regionali, con uno spostamento di competenze che sono passate negli anni dal Consiglio alle Giunta, ma non solo qui, anche nei Consigli comunali, e questo porta quello che porta, all'attività del Consiglio regionale che è fortemente sbilanciata rispetto alla decisione, tutta a favore degli esecutivi, ma questo non riguarda noi, riguarda la legislazione nazionale, non so quanto potrebbe riguardarci in termini di Statuto, ma probabilmente è una questione da futura legislazione.
In merito a questo cresce, o dovrebbe crescere, l'attività di controllo del Consiglio regionale, perché con l'attività di controllo puoi effettivamente recuperare qualcosa sulle decisioni dell’esecutivo, una attività di controllo vera che tocchi settori importanti, a cominciare dall'agricoltura, a cominciare dalla sanità. Per esempio, proprio sull'agricoltura, l’Assessore Casini lo sa bene, ho fatto una legge nella precedente legislatura che è rimasta assolutamente inattuata.
Ecco, questo è il quadro di cui soggettivamente nessuna ha colpa, perché non si può dire questo ha fatto meglio, questo ha fatto peggio, è nelle cose, però mettiamo in moto quel poco di buona volontà che possiamo esercitare per andare a vedere almeno, caro Consigliere Zaffiri, nuovo Presidente, tutte le leggi che non sono state attuate, perché, ripeto, se ci sono responsabilità riguardo a questo è giusto che vengano messe in evidenza e che i cittadini delle Marche abbiano cognizione di questo fatto. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.
Giovanni MAGGI. Grazie Presidente. Ho ascoltato con grande interesse l'intervento del Consigliere Marconi.
Ricordo a me stesso che questo Comitato, ovviamente, ha il compito di controllare e valutare le politiche, nel senso di esaminare le leggi e vedere quali hanno funzionato, quali non hanno funzionato, quali sono state applicate, quali non sono state applicate, quali non sono state finanziate e viceversa.
All'inizio il Comitato è partito così, un po' in sordina, forse anche con un atteggiamento di sufficienza da parte di altri colleghi.
Quello che abbiamo constatato subito è che la verifica dell'efficacia delle leggi è difficile perché non ci sono neppure i dati da cui attingere, come facciamo nel momento in cui non ci sono i dati a verificare l'efficacia o l'applicazione corretta di una legge? Questo è già un vulnus molto importante, inserendo nella legge la clausola valutativa ciò è possibile.
Come diceva il Consigliere, quella della valutazione è una cultura aliena, si fa la legge e poi si lascia che vada per conto suo, che sia efficace o no è poco importante, l’importante è fare la legge.
Nel Comitato c'è stato un grande arricchimento personale ed al suo interno porto gli elementi della mia professione precedente, quella che svolgevo prima di venire in Consiglio regionale. Per esempio, sull'applicazione della non autosufficienza c'è stata una relazione molto interessante, si sono chiesti i dati sia degli interventi domiciliari che delle case assistite, si sono chiesti dei numeri, delle percentuali rispetto al totale degli interventi fatti, ho chiesto di conoscere, e sono contento che questa discussione si sia aperta e sviluppata, qual è la percezione del fruitore del servizio, se il servizio, che il fruitore ha da parte della Regione, è efficace e serve a qualcosa. Quindi non soltanto i dati che sono importanti percentuali rispetto a quanti hanno chiesto di usufruire del servizio, a quanti servizi sono stati prestati, ma io ho chiesto di inserire, e devo dire che in questo senso il Comitato è stato aperto, un report sui fruitori del servizio, in questo caso i non autosufficienti, per capire non solo quanti servizi sono stati forniti alle persone che sono meno fortunate di noi, ma sapere direttamente da loro se il servizio è risultato significativo o no, perché è proprio dai fruitori che si può cominciare a modificare e rendere più efficaci le leggi.
Questo è stato l'apporto che ho dato grazie alla mia preparazione professionale precedente a questa della politica ed è sicuramente una cosa da battere.
A parole tutti sono contenti di questo Comitato, ma alle parole devono seguire i fatti.
Abbiamo avuto contatti, l'ha detto il Consigliere Busilacchi, con il Comitato della Lombardia, che ha a disposizione ogni anno più di 100.000 euro per collaborare con l'Università, per capire, investendo tempo e risorse, l'efficacia delle leggi.
Se riteniamo che l'efficacia della legge vada studiata e valutata, perché questa Assemblea legislativa vuol fare leggi al servizio dei marchigiani, bisogna che questo Comitato non sia appoggiato soltanto a parole, ma da fatti concreti.
Questa è un una funzione importante, la funzione legislativa è a beneficio di coloro che ci hanno dato il voto e che ci fanno sedere qui per amministrare questa Regione. Le leggi devono essere al loro servizio, bisogna quindi che il finanziamento del Comitato sia una cosa concreta e non, ringrazio anch'io la Dirigente, avere del personale part time che aiuta il Presidente, prima il Consigliere Busilacchi ed ora il Consigliere Zaffiri, che ringrazio entrambi per l'impegno che mettono, non si può avere questa disponibilità parziale perché si rende inefficace il lavoro del Comitato.
Credo che il Comitato abbia un senso politico molto alto, che riporta la politica alla sua funzione primaria, quindi mi auguro che a questa relazione ed al lavoro che si sta svolgendo sulla non autosufficienza ci sia un incremento e un riconoscimento ancora maggiore nei fatti per la funzione che questo organismo svolge, a cui io sono onorato di partecipare.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Fabbri.
Piergiorgio FABBRI. Grazie Presidente. Questo Comitato ha suscitato molto interesse e ritengo che l'attività che ha svolto finora sia meritevole e vada assolutamente potenziata. Ho partecipato a numerose sedute, pur non facendone parte, perché è qualcosa di innovativo che apre un po' la mente e la conoscenza dei Consiglieri ad una metodologia che purtroppo, come ha già detto il Consigliere Marconi e come ha sottolineato il Consigliere Maggi, è ancora da sviluppare nel fare politica da parte di tutti i Consiglieri.
Abbiamo una situazione che è chiara: la Giunta ha esteso i poteri normativi, io ritengo anche eccessivamente, purtroppo il Consiglio ha anche un deficit conoscitivo della normativa e quando si rivolge agli uffici non sempre riesce ad acquisire i dati. I Servizi non sono sufficientemente strutturati per raccogliere, elaborare e trasmettere i dati, e quindi consentire un'analisi dei risultati.
Alcune mie proposte di legge, alcune mie interrogazioni e mozioni sono andate in questi anni in questo senso, per chiedere quali sono stati gli effetti, come è stata applicata la normativa, quali sono stati i dati in base ai quali i programmi triennali sono stati fatti, qual è l'analisi dei risultati dei programmi degli scorsi anni.
C'è sempre stata una grande difficoltà da parte degli uffici a reperire, elaborare e fare un'analisi dei risultati, ben venga, quindi, un potenziamento del Comitato.
Una questione di trasparenza penso che debba essere sollevata. Gli accessi agli atti per avere dei dati, che dovrebbero essere nella disponibilità dei Consiglieri, di cui siamo molto prolifici, vengono disattesi, vanno sollecitati, bisogna fare la voce grossa, addirittura qualcuno invoca le forze dell'ordine o gli avvocati per averli.
Il passo successivo in cui il Comitato si sta già avviando, è quello di passare dalla verifica dell'applicazione della singola legge alla valutazione dell'efficacia delle politiche. Ci sono un coacervo di leggi vigenti, sono quasi un migliaio, una volta ho acquisito questo dato, e la valutazione dell'efficacia della politica deve consentire di migliorare la politica regionale stessa, e questo vuol dire avere una grande capacità di analisi di tutte le norme che intervengono in un determinato settore, ecco, quindi, l'importanza da parte della Commissione di individuare settori, come quello della salute, dello sviluppo economico, dello sviluppo sociale (ad esempio, turismo, ambiente, territorio, dove il contenzioso legale è molto alto) in cui un margine di miglioramento sicuramente è possibile.
A questo proposito sto facendo girare una proposta di risoluzione, e con i tecnici stiamo valutando, essendo la prima volta, a chi indirizzarla e quali contenuti debba avere, proprio per migliorare la politica nei vari settori della Giunta e della Regione e per una migliore efficacia della normativa che andiamo a fare.
Sono d'accordo con il Consigliere Marconi, apro e chiudo subito una parentesi, relativamente al fatto che subiamo un inquinamento normativo, molte leggi non sono applicate, moltissime non sono finanziate. All'inizio c'era stato l'impegno ad andare verso testi unici, che ancora non si sono visti, ritengo che lo sforzo anche culturale di aggregare molte normative sia importante ed ancora non si è stati in grado di farlo, bisogna fare un riordino globale di queste tematiche.
Nella risoluzione che propongo, e che adesso spero di poter far girare tra i Consiglieri, magari ci diamo qualche momento per discuterne e poi arrivare ad un accordo, ritengo le funzioni del Comitato molto importanti e l'evoluzione verso la valutazione dell'efficacia delle politiche necessaria. Il compito della Commissione è anche quello di verificare come vengono spesi i soldi, la loro efficacia, come viene portata avanti l'azione rispetto al piano di governo che la Giunta si è data al momento dell'insediamento, penso che strumentalmente, migliorando gli strumenti che il Comitato e le altre Commissioni possono avere, la Giunta può dotarsi di strutture più potenti, la politica regionale possa essere più efficace.
Nell'impegno di questa risoluzione chiedo il rafforzamento del rapporto operativo tra le Commissioni consiliari permanenti ed il Comitato stesso, un'implementazione della banca dati regionali con una sezione che riporti per ogni legge la storia, l'evoluzione della normativa, per capire lo scopo che ha chiesto l'implementazione di quella legge, anche con dei report valutativi che dicano: questa legge è stata finanziata, è stata applicata, ha dato questi risultati, in modo da avere la tracciabilità dell'efficacia della normativa in questione, tutto all'interno della stessa banca dati corredata di due sezioni, oltre a riportare il testo aggiornato in tempo reale della normativa.
Il terzo punto chiede di inserire nel piano delle performance del personale dirigente il recepimento e l'applicazione delle indicazioni ricevute dal Comitato perché facendo un controllo delle clausole valutative e delle altre leggi ed avendo una visione trasversale delle problematiche può dare delle indicazioni particolarmente utili ai dirigenti per poter migliorare la loro azione concreta e di efficacia sociale verso i cittadini nei vari settori la Regione si dà.
Quindi, sarà mia cura far circolare la bozza della risoluzione, spero che incontri il favore dei Consiglieri, in modo da dare sostanza e una linea di sviluppo chiara a questo Comitato che ritengo, siamo all'inizio, abbia lavorato bene, penso anche che vada potenziato in modo che possa lavorare sempre meglio ed essere più incisivo. Grazie.
PRESIDENTE. Prima di dare la parola per l’ultimo intervento, ricordo che è possibile presentare eventuali emendamenti alla proposta di legge 280, che sarà discussa come punto 2 bis, entro le 11,45.
Ha la parola la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Grazie Presidente. L’istituzione del Comitato per il controllo e la valutazione delle politiche è stata certamente una novità importante di questa legislatura, all'inizio credo che molti si siano chiesti di che cosa si trattasse perché valutare se il lavoro svolto da quest'Aula, in termini normativi, sia efficacemente tradotto nel territorio in azioni che la norma approvata voleva volgere, non è in effetti un compito semplice, anche perché le clausole valutative vanno a mettere un focus sul termine di misurazione dell'applicazione della legge. Faccio un esempio, abbiamo presentato ed approvato una legge importante sul contrasto al bullismo a supporto delle giovani generazioni, quando ci siamo trovati ad affrontare la clausola valutativa ci siamo chiesti: fra un anno, due anni, tre anni cosa valuteremo per capire se questa norma è stata efficace? Andremo a valutare se la formazione, gli interventi nelle scuole, l'attività di prevenzione fatta con i giovani sono stati fatti o andremo a valutare se ci sono meno casi di bullismo o se c'è una consapevolezza all'interno dei giovani rispetto a questo fenomeno? Ho fatto questo esempio per far capire come tutta la fase che riguarda il controllo e la valutazione sia importante ed anche come vengono applicate e scelte le clausole valutative porterà poi a fare un tipo di valutazione o un'altra.
La difficoltà nella quale ci siamo trovati in questi anni in cui abbiamo lavorato è stata quella di guardare a ritroso, quando le clausole valutative non c'erano soprattutto, problema che è già stato evidenziato, quando ci sono una serie di norme che per molteplici motivi non sono attuate e portate avanti, in particolar modo perché non sono finanziate. Credo che l'importanza di questo Comitato vada dimostrata di pari passo anche con gli investimenti.
Abbiamo parlato del confronto con il Comitato paritetico della Lombardia, abbiamo puntato, credo anche in maniera corretta, a fare un confronto con una delle realtà regionali più avanzate, che ha investito da più tempo, che è certamente molto più avanti di noi, che ci può essere proprio per questo di aiuto a capire in quale direzione muoverci.
Faccio un sollecito, un appunto, unendomi anche al coro degli altri membri del Comitato che, ricordo, essendo paritetico non ha mai voluto in alcun modo mettere la contrapposizione politica al suo interno, voglio però supportare una richiesta che viene trasversalmente, che è quella di crederci molto, di crederci di più, anche attraverso gli investimenti, quindi, anche attraverso le risorse, quelle legate al personale e alla possibilità di attingere a professionisti che ci aiutino e ci supportino per valutare se le nostre attività legislative producono gli effetti sperati, con il coraggio, nel momento in cui si evidenziano dei percorsi che non sono andati nella direzione sperata, di fare marcia indietro e di correggere i propri errori.
Chiedo investimenti, coraggio e soprattutto che questa nuova iniziativa, che è nata in questa legislatura, possa essere un fiore all'occhiello da portare avanti nelle prossime legislature.
PRESIDENTE. Termina qui la discussione, la proposta di risoluzione del Consigliere Fabbri è ancora in fase di stesura, quindi, propongo di procedere con l’ordine giorno ed in seguito voteremo la proposta risoluzione che si sta predisponendo.
Proposta di legge n. 206
ad iniziativa dei Consiglieri Talè, Celani
“Modifica alla legge regionale 3 aprile 2013, n. 5 ‘Norme in materia di raccolta e coltivazione dei tartufi e di valorizzazione del patrimonio tartufigeno’”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 206 dei Consiglieri Talè, Celani.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Talè.
Federico TALE’. Grazie Presidente. Parliamo finalmente di qualcosa di buono, di tartufo.
Questa è una proposta di legge presentata ormai da tempo, partiamo dalla considerazione che una mirata attività di promozione, valorizzazione attorno al mondo del tartufo avrebbe un'importante ricaduta economica per la nostra regione, così come ha già fatto il Piemonte dal 2008.
Oggi andiamo ad istituire un Tavolo permanente di filiera sul tartufo, la finalità è quella di sostenere le azioni di promozione e valorizzazione dell'attività legata al patrimonio tartufigeno della regione Marche, quindi dotarsi di una strategia regionale per la valorizzazione del tartufo.
Si calcola che un euro di tartufo lamellato sul piatto crea un indotto di 20 euro. Naturalmente l'indotto viene dalla ristorazione, dall'accoglienza, dallo shopping, soprattutto di prodotti tipici nei luoghi nei quali il tartufo è presente e tanti comuni più o meno dislocati in tutta la regione Marche hanno questa presenza.
Il Tavolo permanente della filiera sul tartufo deve fare da raccordo alle varie iniziative che i comuni marchigiani fanno sul tartufo, perché ci sono lodevoli iniziative nella provincia di Pesaro, ce ne sono altre in provincia di Ascoli ed altre ancora vanno stimolate in tutta la regione, quindi, serve un Tavolo permanente di filiera per il tartufo per una strategia regionale annuale.
Tutto l'anno perché il tartufo non è un prodotto presente soltanto alla fine dell'anno, abbiamo il tartufo bianco pregiato che è un prodotto che si cava - questo è il termine giusto - più o meno in tutti i mesi dell'anno, ci sono dei mesi nei quali la ricerca è sospesa per permettergli la maturazione. Il bianco pregiato è forse quello che dà più lustro alla nostra Regione, è presente soprattutto nel Montefeltro ed in parte nella Val Cesano, ce l'abbiamo da settembre fino a dicembre; abbiamo il nero pregiato che è presente soprattutto nel Piceno, è presente un po' dappertutto, anche in provincia di Pesaro ed ha una bella presenza nel Piceno, questo l'abbiamo da dicembre a marzo; abbiamo anche il bianchetto che è primaverile, lo scorzone addirittura è estivo, volendo abbiamo il tartufo tutto l'anno, quindi dobbiamo fare la promozione per tutto questo periodo.
Il Tavolo permanente di filiera servirà a questo, servirà a studiare una strategia vincente che porti alla creazione di un codice etico che riguarda il tartufo e il suo utilizzo a tavola, che coinvolga i rappresentanti della ristorazione e comporti la certificazione del prodotto con un bollino di qualità che sia veicolo per la regione Marche, e che serva per fare questo salto di qualità.
Acqualagna sembra la località più citata nella regione Marche (Alba in Piemonte), ma bisogna nominare anche Sant'Angelo in Vado, Pergola, altrimenti si offende qualcuno, quindi dobbiamo fare questo salto e certificare un prodotto di qualità con un bollino.
Il Tavolo permanente di filiera sul tartufo l'abbiamo composto di varie personalità: l'Assessore competente o suo delegato, che lo presiede; un componente della competente Commissione consiliare; un rappresentante dell'Accademia italiana del tartufo; due rappresentanti delle Associazioni agricole della regione Marche; un rappresentante delle Associazioni di tartufai delle Marche; un rappresentante dell'Associazione tartuficultori delle Marche; un giornalista iscritto all'albo dei giornalisti professionisti della regione, è importante che ci sia per divulgare; due rappresentanti delle Associazioni di categoria del commercio, tra i quali è auspicabile che ci sia almeno un ristoratore, è importante la ristorazione; un rappresentante dell'Anci e un rappresentante dell'Uncem (Unione nazionale Comuni ed enti montani),; un rappresentante dell'Associazione della città del tartufo, un'associazione nazionale che annovera 50 località italiane, tra le quali Acqualagna, Apecchio, Pergola, Sant'Angelo in Vado.
Il Tavolo permanente resta in carica per un'intera legislatura, vorrei sottolineare che non comporta indennità né rimborsi spese.
L'articolo 1 bis di questa proposta modifica l'articolo 20 della legge regionale 5/2013 relativo alle sanzioni, specificando che gli enti che le applicano sono i comuni, mentre prima erano le unioni montane. Nel testo vigente si parla di ente competente e non è specificato se è l'unione montana oppure il comune, qui specifichiamo che le sanzioni le applicano i comuni.
Ho detto quasi tutto, vorrei ringraziare gli uffici che hanno dato una grossa mano per la stesura della proposta di legge, vorrei ringraziare il Presidente della II Commissione, Traversini, perché ha migliorato il testo aggiungendo alcune parti e vorrei anche rivolgere un ringraziamento particolare al Presidente dell’Accademia italiana del tartufo, che è qui presente, l'enogastronomo ambasciatore delle eccellenze marchigiane nel mondo, è stato lui ad illustrarmi l'esperienza portata avanti da tempo, come ho detto, dal Piemonte, ed è stato insieme a lui che abbiamo studiato questo testo arrivato oggi in Aula, che penso sia abbastanza completo, passato in Commissione, guardato e riguardato, quindi auspico che possa essere votato all'unanimità.
PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Celani.
Piero CELANI. Grazie Presidente. Ho poco da aggiungere a quanto è stato detto finora dal primo firmatario di questa proposta legge, dal Consigliere Talè, anche perché, come avete visto, ho condiviso con lui questo provvedimento, che credo abbia illustrato nel modo giusto e doveroso.
Mi fermo soltanto a fare una riflessione di carattere generale, che si cala in modo particolare proprio per quanto riguarda questa legge.
Credo che questa normativa si collochi nell'ambito di un concetto ormai consolidato e cioè che per promuovere un determinato territorio non possiamo non passare attraverso il paesaggio di quel territorio, dove per paesaggio non intendo un elemento, ma un contenitore all'interno del quale ci sono tutte le eccellenze ambientali. Quindi noi dobbiamo far riferimento alle nostre eccellenze enogastronomiche e legare il territorio ai prodotti che questo dà, per noi ormai è indispensabile e la promozione non può essere fatta soltanto attraverso un generico piano marketing che invita a venire perché abbiamo le cose più belle. Dobbiamo mettere in vetrina le cose più belle e credo che questa legge si cali in modo perfetto nella nostra realtà perché abbiamo un prodotto della terra, il tartufo, che è una grande eccellenza e che ha la possibilità di promuovere nella sua interezza il nostro territorio. Il Consigliere Talè ha citato un mondo importante del tartufo che fa riferimento alle province di Pesaro e Urbino, ma anche nel sud delle Marche abbiamo delle ottime qualità. Faccio riferimento, ad esempio, al paesaggio, all'entroterra piceno, in modo particolare a tutto il territorio intorno a Roccafluvione con il tartufo nero pregiato, ad Amandola nel fermano, dove abbiamo una produzione di grande qualità che si è iniziato già da diversi anni a promuovere, attraverso delle manifestazioni che vedono coinvolte anche altre eccellenza, da quelle culturali a quelle storiche ed architettoniche. Un concetto rilevante, fondamentale, un binomio imprescindibile ormai quello di prodotti della terra, cioè l'enogastronomia, e la promozione, questo credo che la legge lo centri nel modo più significativo ed importante.
Per quanto riguarda la specificità delle norme, colgo un aspetto molto significativo, questo testo, rispetto a quello proposto, è stato modificato dalla Commissione, mentre prima al comma 1, articolo 1, si prevedeva: “al fine di coordinare e sviluppare azioni di promozione” oggi, invece, parliamo di “concorrere a sostenere”, sono concetti che sembrano simili, ma sono diversi, da una parte si tratta di coordinare una serie di azioni, dall'altra parte si prevede che il Tavolo permanente debba concorrere a sostenere le azioni di promozione, quindi non è soltanto un aspetto pleonastico o pletorico, magari ci si riunisce soltanto per analizzare quello che gli altri propongono, il Tavolo deve concorre a sostenere, quindi si devono trovare anche dei mezzi, e mi auguro naturalmente delle risorse, sollecitando la Regione, sollecitando le Associazioni di categoria, sollecitando anche i tour operator, elemento molto importante, i ristoratori, fondamentali, in modo tale che anche loro possano mettere non soltanto idee, ma auspico anche le risorse per poter concorrere a sostenere una serie di processi di valorizzazione di queste attività che sono legate al patrimonio tartufigeno delle Marche, per arrivare a queste finalità.
Anch'io ritengo che sia un'azione molto importante, una legge significativa che accende i riflettori sull'aspetto enogastronomico delle Marche, che in questo momento sta prendendo il volo. Non possiamo non valorizzare tutte le tipicità che abbiamo, mi auguro anche che questo tavolo sia subito costituito dalla Giunta regionale, una volta che arriverà la proposta in Commissione noi siamo pronti ad esaminarla perché è importante che si metta in moto in quanto, come ho detto prima, abbiamo la possibilità e la fortuna, come ha detto il Consigliere Talè, che la raccolta delle diverse varietà (bianco, bianchetto, nero pregiato, scorzone) sia distribuita nell'arco dell'anno, da gennaio a dicembre, non c’è mese in cui questa attività non è effervescente. Allora non perdiamo tempo, mettiamoci subito a lavorare, diamo un segnale molto forte ai nostri territori, agli operatori dei territori, non lasciandoli soli, diamo anche una calendarizzazione a tutti gli eventi, perché abbiamo anche la possibilità di spalmarli in modo congruo nel corso dell'anno e all'interno della regione per captare tutti i visitatori, non parcellizzarli, ed attrarli da Pesaro ad Ascoli, con benefici effetti sull'economia agroalimentare di questo settore. Sono oltre che firmatario favorevole all'approvazione, mi auguro all’unanimità, di questa legge. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.
Sandro ZAFFIRI. Ho cercato di ascoltare e capire bene in merito al Tavolo che si va a costituire perché quando si vuole valorizzare qualcosa nel territorio occorrono mezzi e risorse, sennò cosa valorizziamo? Si costituisce un Tavolo che secondo me non serve a niente, credo che sia il nulla, ha ragione questa volta il Consigliere Zura Puntaroni.
Se non ci sono risorse per valorizzare un territorio credo che la legge sia monca, è importante far contento qualcuno e se vogliamo farlo è chiaro che la legge va votata, lo dico in modo molto franco, come quotidianamente sono abituato a parlare.
Se vogliamo valorizzare il territorio vanno messi i soldi, vanno messe le risorse e va istituito un Tavolo, che non deve essere alla meno peggio, passatemi questa parola, ma costituito con una valenza scientifica, con il mondo accademico, con la ristorazione, con questi settori, questo è un passaggio estremamente importante.
Cosa si intende per valorizzare il territorio? Valorizzare significa che si va fuori per far conoscere la regione Marche, per far conoscere i territori.
Penso che questo sia un passaggio sensato, lo so che in Commissione la proposta di legge è stata votata, anche noi l'abbiamo votata, però voglio fare una riflessione: personalmente non la voto perché non dà risposte al territorio in merito ad alcuni passaggi estremamente importanti. Così com'è stata impostata la proposta di legge significa farci contenti, mi suscita delle perplessità, non mi quadra e non mi soddisfa. Non sarà un voto contrario, ma per quanto mi riguarda sarà una astensione avendo evidenziato il motivo per cui non mi soddisfa. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Traversini.
Gino TRAVERSINI. Velocemente anche perché non ho molto da aggiungere rispetto agli interventi, soprattutto a quelli dei relatori.
Vorrei ricordare il lavoro fatto in Commissione sulla proposta che è stata approvata all'unanimità. Di fatto non è una nuova legge, è solo la modifica di un articolo che istituisce il Tavolo permanente consuntivo, che già esiste nella Regione Piemonte, che del tartufo ha fatto un forte elemento di richiamo, in quanto abbiamo maturato la convinzione che sia utile.
E’ chiaro che quando si fanno delle leggi avere la possibilità di investire e spendere rende tutto più semplice. In realtà questo è un Tavolo permanente che accompagna una strategia di marketing e la costruzione dell'elemento tartufo a livello regionale, che è un forte richiamo.
Questa mattina ho parlato con un Dirigente della Regione relativamente ai voli che si stanno programmando dalla Cina e la possibilità di offrire i nostri prodotti al mercato cinese, loro puntano principalmente ad avere vino, olio e tartufo, tre prodotti per noi di grande rappresentanza, di grande qualità, questi sono gli elementi richiesti, qui si parla del tartufo e si parla interamente della regione Marche in quanto il tartufo non è solo bianco, come ha detto il Consigliere Talè, ma nella sua interezza investe tutto il territorio regionale.
Nel Tavolo ci sono tutti gli attori che servono per programmare, per dare consigli e per proporre una strategia all'Assessore ed all'Assessorato, per portare avanti una politica di rilancio dell'immagine del tartufo legata al territorio ancora più efficace. Questo è il senso.
Chiaramente i finanziamenti e le spese sono legati ai progetti che verranno messi in piedi e che si stanno comunque portando avanti con le strategie di politica regionale attualmente concordate con le associazioni di categoria. Quindi un'immagine che si amplia e che può dare anche una risposta maggiore a questo nuovo mondo. Questo è quello che lega un prodotto tipico regionale alla possibilità non solo di un introito economico diretto, ma soprattutto indiretto, la possibilità di legarlo all'identità del territorio per far conoscere i luoghi, l'enogastronomia e tutto il resto. Si mette in piedi un meccanismo molto più ampio e istituire un Tavolo di questo genere può sicuramente ampliare ancora di più la vendita del nostro territorio,
Abbiamo fatto un buon lavoro, ho ricordato che la Commissione ha approvato questo atto all'unanimità e nel momento in cui partirà si vedranno gli effetti, non sarà sicuramente una cosa che sconvolgerà il mondo del tartufo, ma può dare un buon contributo.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zura Puntaroni.
Luigi ZURA PUNTARONI. Guardi, Consigliere Traversini, può stare tranquillo che il mondo del tartufo non lo sconvolge di sicuro perché è un’altra ammucchiata composta da tanti zero, e zero porta zero. Capito?
Vorrà dire che avrà l'ennesima conferenza, l'ennesimo comitato, l'ennesima, combriccola, l'ennesimo postale, che si occupa di, senza muovere paglia. Sa cosa mi ricorda? Prima il Consigliere Busilacchi ha chiesto un minuto di silenzio per quel poveretto che è morto ed anche avendogli dedicato un minuto di silenzio quello è morto, non si è detto che la Regione darà dei fondi, che contribuirà a pagare il funerale, che è una cosa concreta. Nel regno del nulla questa cosa è coerente, sono proposte che portano al nulla, l'ambiente ogni giorno è più affascinante!
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 1 bis. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 2. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Proposta di legge n. 206. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Proposta di legge n. 280
ad iniziativa del Consigliere Giacinti
“Modifiche alla legge regionale 7 febbraio 2017, n. 3 ‘Norme per la prevenzione e il trattamento del gioco d'azzardo patologico e della dipendenza da nuove tecnologie e social network’”
(Nuova titolazione) “Modifiche alla legge regionale 7 febbraio 2017, n. 3 'Norme per la prevenzione e il trattamento del gioco d'azzardo patologico e della dipendenza da nuove tecnologie e social network’ e alla legge regionale 1° aprile 2019 n. 7 ‘Disposizioni per garantire una buona vita fino all’ultimo e l'accesso alle cure palliative nella regione Marche’”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 280 del Consigliere Giacinti.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Volpini.
Fabrizio VOLPINI. Grazie Presidente. Questa proposta si è resa necessaria al fine di apportare delle modifiche alla legge regionale 3 del 2017 'Norme per la prevenzione e il trattamento del gioco d'azzardo patologico' e alla legge 7 del 2019 'Disposizioni per garantire una buona vita fino all'ultimo e l'accesso alle cure palliative'. Consta di pochi articoli, l'articolo 1 proroga al 30 novembre 2021 il termine per l'adeguamento, da parte degli esercenti, alle disposizioni riguardanti i luoghi di installazione degli apparecchi e dei congegni per il gioco.
L'articolo 2 differisce al 30 novembre 2021 l'adozione da parte della Giunta regionale della disciplina relativa alle modalità per l'attivazione dei corsi di formazione e aggiornamento dei gestori e degli operatori del settore.
Queste disposizioni, che prevedono la proroga fino al 30 novembre 2021, sono quelle proposte, dopo diversi passaggi procedurali, che tutti ricordiamo.
L'articolo 1 bis, come introdotto dalla Commissione, modifica la legge regionale 7 del 2019, sostituendo le parole “associazioni di volontariato”, con le parole “enti del terzo settore”. Questa modifica si è resa necessaria in seguito all'interlocuzione con il Ministero, che ha fatto presente che le attività di assistenza sociale, sanitaria e socio-sanitaria possono essere svolte dalla generalità degli enti del terzo settore, quindi, non solo le associazioni di volontariato, ma anche altre associazioni di promozione sociale, gli enti del terzo settore a carattere associativo e fondativo.
Ci sono anche due emendamenti, che se volete vi illustro, il primo riguarda la modifica dell'articolo 28 della legge regionale 26 del 1996, in materia di sospensione dei termini per l'esercizio del controllo da parte della Giunta regionale sugli atti degli enti del Servizio sanitario regionale. Qui è stato fatto un errore materiale, quindi si è dovuto specificare il tempo, che va dall'1° agosto al 15 settembre. L'altro emendamento rettifica la titolazione della legge regionale che viene modificata in “modifiche di disposizioni in materia socio-sanitaria”.
PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliera Pergolesi.
Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. Come giustamente ha spiegato il Presidente della Commissione, Consigliere Volpini, si è reso necessario provvedere ad alcune modifiche degli atti normativi per interlocuzione con il Governo.
Chiedo che gli emendamenti vengano distribuiti in Aula, visto che non sono accessibili dalla piattaforma Concilium, per rendere consapevoli i Consiglieri durante la votazione.
Ricordo che con l'approvazione della prima proposta di legge si erano date delle tempistiche piuttosto stringenti perché reputavamo che fosse necessario anche per la Regione Marche dotarsi di una normativa in merito al contrasto del gioco d'azzardo patologico, quindi a livello normativo era necessario che la Regione intervenisse.
Abbiamo fatto un lavoro molto intenso, durato più di un anno, in collaborazione con tutti gli stakeholders e vorremmo anche riaprirlo perché parlandone stamattina, durante la Commissione, ci siamo accorti che alcuni Comuni non si stanno dotando dei regolamenti previsti. A proposito di attuazione delle leggi, ci si ritrova con norme regionali che non vengono applicate a livello territoriale.
Per quanto riguarda la proroga della suddetta legge noi non siamo né a favore, né contrari perché ci sono degli interessi contrapposti, ma la questione è che si fanno le leggi e poi non vengono attuate.
L'applicazione delle norme dovrebbe essere una prerogativa dell'organo esecutivo che dovrebbe attivarsi con i propri uffici e le proprie competenze per far si che le disposizioni che approviamo trovino riscontro nella realtà. Quindi, per quanto riguarda la votazione, ci asterremo sul primo articolo, quello che proroga la scadenza dal 31 dicembre 2019 al 30 novembre 2021, sul quale anche gli stessi Consiglieri di maggioranza mi sembra non siano molto propensi, perlomeno non a larga maggioranza. Sembra più una diatriba tra organi o membri dello stesso partito, piuttosto che una vera e concreta necessità di attuare la legge.
Gli articoli successivi, come giustamente ha spiegato il Presidente Volpini, ed anche gli emendamenti proposti sono atti dovuti, tecnici. Sicuramente voteremo a favore dell'emendamento che riguarda il controllo, da parte della Regione, sui piani d'attuazione delle Aziende sanitarie perché, per mero errore, durante una modifica, con un emendamento approvato in Aula, è stata in qualche modo depotenziata la volontà dei membri della Commissione che hanno proposto tale emendamento. Sugli altri ci asterremo.
Mi auguro che, a proposito dell'attuazione delle leggi e del lavoro del Comitato, si intervenga non solo per potenziare gli organi interni della Regione, quindi di non avvalersi necessariamente di organismi e consulenze esterne, ma per far crescere il personale interno. Equiparando il lavoro del Comitato con quello delle Commissioni, auspico che il potenziamento del personale e delle consulenze esterne venga allargato. Gli atti si approvano in Commissione, diversi pareri si danno in Commissione, quindi è necessario avere delle consulenze e delle professionalità interne che siano costantemente formate sugli effetti delle leggi che andiamo ad approvare, quindi mi auguro che si allarghi il valore aggiunto che si dà in qualche modo al Comitato anche alle altre Commissioni, per lavorare a 360°, prima che si approvino le leggi, piuttosto che si vada a verificare e a controllare gli effetti di tali norme.
PRESIDENTE. Gli emendamenti sono stati distribuiti perché il termine per la presentazione era alle ore 11,45.
Ha la parola la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Credo che la legge di questa Regione sul contrasto alla ludopatia e al gioco d'azzardo patologico sia sicuramente da ascrivere fra le iniziative giuste e positive fatte da questa Assemblea legislativa.
Abbiamo voluto intervenire su un tema che è diventato sempre più pressante, perché purtroppo ci sono moltissime persone, moltissime famiglie che si rovinano con il gioco d'azzardo patologico, entrando in una spirale dalla quale è difficile uscire e per la quale, forse, non ci sono ancora mezzi e strumenti adeguati.
Sono orgogliosa non solo di essere stata la prima a depositare una proposta di legge su questo tema, ma anche del fatto che quella proposta sia stata approvata insieme alle altre ed il testo unico, dopo una lunga discussione in Commissione, è stato approvato all'unanimità dall'Assemblea legislativa.
Ora dobbiamo essere onesti e dire che ci troviamo di fronte a un grave paradosso, la Regione Marche può legiferare in merito alla tutela della salute, mentre il gioco è una materia di competenza nazionale, da una parte lo Stato percepisce ingenti risorse dal gioco, dall'altra parte si trova a dover mettere altre risorse per contrastarne gli effetti negativi in quanto provoca patologie.
Ci troviamo di fronte a un paradosso che purtroppo cozza anche con la nostra legge, abbiamo cercato di introdurre dei sistemi che tutelano le fasce più deboli, i giovani, gli anziani, quelle persone che per una fragilità anche sociale, magari senza lavoro o pensionati, si trovano ad avere del tempo libero ed una solitudine che cercano di riempire attraverso il gioco che diventa in qualche modo patologico.
Abbiamo introdotto una serie di misure come quella delle distanze da punti sensibili (scuole o bancomat, realtà in cui una persona può attingere risorse economiche), come forma di dissuasione, anche se sappiamo bene che non sempre purtroppo sono efficaci.
Ebbene, noi ci troviamo di fronte a un ulteriore paradosso, mettiamo delle distanze dai bancomat quando poi in molte realtà, in molte case da gioco, si può pagare tranquillamente all'interno con i mezzi informatici personali.
Capite che con questa nostra legge stiamo lottando in qualche modo contro un sistema più grande e più forte di noi. Credo che la Regione debba avere un equilibrio rispetto a questa legge, debba avere la forza di continuare a portarla avanti. Abbiamo dato anche ai Comuni uno strumento per poter intervenire più capillarmente.
La proposta e la possibilità per i Comuni di fare dei regolamenti, o di limitarne ulteriormente le realtà, nasce dal fatto che in Commissione abbiamo fatto una considerazione: non tutte le realtà comunali sono uguali, quindi chi le conosce meglio di un'amministrazione comunale? In alcuni Comuni ci sono delle difficoltà, ad esempio, legate all'ordine pubblico, perché attorno alla realtà del gioco si creano delle situazioni non solo di disturbo alla quiete pubblica, come ad esempio, risse, ma gravi realtà. Allora abbiamo detto: dobbiamo dare uno strumento a chi quella comunità la conosce, a chi ci vive, di poter intervenire di più o in maniera più specifica rispetto ad una norma che ovviamente è generica.
Non tutti i Comuni della nostra Regione hanno le stesse problematiche, non tutti hanno le stesse realtà nel proprio territorio, e per i punti sensibili, al di là delle scuole sul quale c'è condivisione, abbiamo voluto dare la possibilità ai Comuni di intervenire laddove ci sono situazioni differenti. Se c'è un oratorio o un'altra situazione nella quale ci sono persone che sono più esposte se e i Comuni vogliono introdurre delle limitazioni attraverso un'ordinanza, dobbiamo consentire di farlo. Dobbiamo anche essere consapevoli del fatto che una norma come quella che abbiamo introdotto avrà degli effetti da una parte positivi, dall'altra parte negativi, perché in qualche modo sono state equiparate le sale slot, le sale da gioco a chi acquista il gratta e vinci e gioca, anche quello, dobbiamo essere sinceri, ad alcuni crea una sorta di dipendenza.
Chiedo che questa Assemblea legislativa continui nel solco normativo che ha portato avanti e continui nel lavoro di contrasto e lo faccia, lo ribadisco, anche attraverso i nostri parlamentari a livello nazionale, altrimenti diventiamo inefficaci, laddove sappiamo che la nostra norma cozza, purtroppo, con un discorso nazionale, che è quello in cui dal gioco lecito, che può sfociare purtroppo anche a livello patologico, si recuperano ingenti risorse e poi ci troviamo sui territori a far conto con gli effetti negativi laddove le dipendenze si sono create.
Presidenza del Vicepresidente
Piero Celani
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Marcozzi.
Jessica MARCOZZI. Grazie Presidente. Condivido questa proposta di legge che modifica la legge 3 del 2017 per la revisione dei termini previsti dall'articolo 16, che proroga al 30 novembre 2021 il termine entro il quale gli esercenti devono adeguarsi alle disposizioni riguardanti i luoghi installazione degli apparecchi e congegni per il gioco, in attesa della verifica dell'impatto sul territorio regionale dei provvedimenti statali in materia.
Proroga anche al 30 novembre 2021 i termini di attuazione per la realizzazione dei corsi di formazione per il personale impegnato nelle diverse realtà di gioco.
Sono convinta che questa proposta di legge va nella direzione giusta con la proroga del termine al 30 novembre 2021. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.
Sandro BISONNI. Grazie Presidente. E’ tanto tempo che aspettiamo che questa legge sulla ludopatia ed il gioco d’azzardo venga applicata. Ne abbiamo discusso molto, l'abbiamo votata qualche tempo fa e sinceramente sarei contento che venga applicata al più presto. Capisco che ci possono essere esigenze di carattere pratico però questa proroga, sinceramente, che fa slittare i termini di due anni, a me non piace. Non piace perché tutti quanti ribadiamo, ogni volta, in ogni occasione, l'importanza di contrastare il gioco d'azzardo patologico, poi nei fatti diamo due anni in più nei quali ci potrebbe essere qualche buon padre di famiglia che magari ci casca. Comprendo le difficoltà, però sinceramente questa proroga a me non piace per niente perché avrei desiderato una applicazione più immediata.
Capisco ed apprezzo invece gli emendamenti presentati dal Presidente Volpini, sono sostanzialmente tecnici e dovuti, quindi da questo punto vista obbligatori e li voterò molto volentieri.
Rimane la delusione per questa proroga, che sinceramente mi appare anche un po' esagerata, perché due anni sono tanti, si poteva dare sei mesi, un anno, poi non vorrei che qualcuno dica di non essere ancora pronto e che occorre un'altra proroga di due anni, e si va avanti così, perché in Italia si va avanti a proroghe.
Sono deluso da questo aspetto, gli altri invece li capisco e li condivido.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.
Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Credo che su questa legge, che viene riportata in discussione in Aula, sia prevalso il buonsenso in merito ad una norma che crea problemi. Bisogna che ce lo diciamo, non possiamo mettere la testa sotto la sabbia e fare finta che non esistono, purtroppo, perché noi ci muoviamo in un contesto nazionale e questa legge è in antitesi con un sistema che, anche con le nuove tecnologie, mette a rischio l'equilibrio delle persone.
Questo è il problema secondo me essenziale quando parlo di buonsenso, noi possiamo fare tutti gli sforzi indispensabili sul territorio, quelli che vogliamo, ma quando abbiamo in mano uno strumento come questo sappiamo tutti che possiamo usarlo e metterci in difficoltà, diventando dipendenti di queste nuove tecnologie.
Questo è il problema per Sandro Zaffiri e per la Lega, nel senso che occorre ragionare con il buonsenso.
È vero, è stata fatta una legge che poteva dare delle risposte, può dare delle risposte, ma sappiamo che è impensabile, quando le persone entrano nel meccanismo del gioco, affrontare la situazione con i divieti, con l'applicazione di una legge che prevede lo spostamento a 500 metri, nello stesso tempo sappiamo che crea dei problemi a chi ha fatto del gioco un'attività economica. Questo è il problema! Dobbiamo conciliare questa legge anche con l'attività economica, e questo naturalmente, detto francamente fuori dai denti, crea difficoltà anche per quanto riguarda il lavoro.
Penso che questo problema sia a monte, io dico che sta a monte, non sta nel territorio anche se nel territorio vogliamo un po’ giocare da protagonisti, diciamocelo francamente. Il problema sta a monte, le nuove tecnologie entrano oggi nel mercato e danno la possibilità di giocare e noi come possiamo nel territorio fermare queste cose?
Questo è il buonsenso secondo me, bisogna ragionare quando si fa, o si presenta o viene approvata una legge.
Come Lega prendiamo atto della volontà di ragionare di nuovo su questa legge per verificare cosa potrà accadere in questi due anni.
Credo che lo sforzo, ripeto, vada fatto a livello nazionale, se il problema non viene affrontato e continuiamo ad ascoltare quotidianamente gli spot pubblicitari sul gioco abbiamo le mani legate sul territorio, quindi il buonsenso è difficile da applicare in un contesto dove effettivamente ci sono grandi e grossi problemi. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.
Luca MARCONI. Grazie Presidente. Questa legge mi ha indotto una riflessione che porta ad una proposta: l’introduzione nello Statuto di una seconda Camera regionale, gratuita, composta da ex Consiglieri, che esprimono un parere su tutte le leggi, sono in coda al discorso sulla valutazione.
Non è la prima volta che per un incidente puramente casuale ci ritroviamo a ridiscutere riproponendo tutti i temi della discussione, quindi non è vero che il bicameralismo non serve, serve tanto perché alla fine, per lo stesso tempo, forse una riflessione più attenta ci avrebbe impedito di incorre in una serie di piccoli errori.
Permettetemi di ricordare, lo ha già fatto il Consigliere Volpini, lo voglio ribadire, che qui stiamo rimediando ad un errore tecnico che la maggioranza ha fatto perché si è sbagliata a votare rispetto alla proposta della Giunta nel cancellare completamente la retroattività, l'applicazione della retroattività sulle famose distanze delle attività di gioco rispetto ai luoghi sensibili. Quindi la Giunta, non ce lo dimentichiamo, aveva proposto la cancellazione totale della retroattività, più o meno sulle linee che ha espresso il Consigliere Zaffiri adesso, mentre la maggioranza aveva proposto una sorta di mediazione dicendo no, non cancelliamo la retroattività, la manteniamo, ma la spostiamo di altri due anni per dare il tempo al nuovo Consiglio regionale e all'attuale Governo o ai nuovi Governi di valutare tutti insieme, tutte le Regioni, che cosa c'è da fare. Questo ce lo impone il buonsenso perché un obiettivo l'abbiamo raggiunto con le distanze, abbiamo sostanzialmente bloccato la creazione di nuove attività di gioco, questo c'è, lo abbiamo votato tutti all’unanimità, questo riconosciamocelo, non lo dico io, ma le società che gestiscono questa attività che riferiscono che nel 14-15% del territorio marchigiano è ancora possibile aprire delle attività di gioco, nell'85% no. Queste attività di gioco andrebbero in aree molto marginali, rurali, o addirittura nell'entroterra montano dove, anche a causa del terremoto, non c'è più grande insediamento abitativo.
Questo è il fatto, non parliamo d'altro, stiamo semplicemente ripetendo quel voto, insieme ad altre norme che sono state presentate, e questo è quanto.
La riflessione nel merito della proposta di legge provoca un po' di rammarico, consentitemelo, perché capisco che è andato in corsa insieme a questo, ma qui, Consigliere Volpini, abbiamo fatto pure la proroga della formazione. Penso che sia la seconda o la terza volta che la facciamo e questo è veramente un fallimento.
Dichiaro che voto il provvedimento, lo voto insieme a tutti gli altri, non mi voglio sbagliare più perché se sbagliamo un’altra volta non finiamo più, però aver prorogato una formazione che costa poche decine di euro agli operatori … Era prevista ed era l’unica cosa che in sede di audizione gli operatori del settore gioco d'azzardo avevano detto: “Lo facciamo volentieri”, anzi avevano detto che non c'era bisogno di metterla nella legge perché l'avrebbero fatta per conto proprio. Ora la legge li obbliga e non la fanno, vogliono la proroga, questo per dire quante bugie sono state dette. E' vero che ci sono vari gestori, un conto sono i gestori delle case un conto sono i tabaccai, qualcuno la trova ridicola e dice di avere una piccola attività, ma non è più così, perché non solo si deve fare la formazione per quello che dà il Gratta e Vinci, ma ormai in moltissime tabaccherie sono state inserite, perché il Lotto le impone, il gestore nazionale del gioco d'azzardo le impone, delle macchinette e altre cose, quindi è un business e come tutti gli affari trova la strada e la voce, più difficile che trovi voce in questo caso il cittadino o chi nella sua famiglia subisce in maniera pesante il danno del gioco d’azzardo.
Questa non è più e non può essere una questione limitata alle Marche, o alla IV Commissione, con tutte le diversificazioni che in IV Commissione sono nate, è un problema che riguarda l'intera società italiana.
Non è un caso, lo ricordava opportunamente il Presidente Volpini, che il Ministero della sanità introduca questa malattia, questa patologia psicologico volitiva, quindi molto difficile da inquadrare dal punto vista biologico, perché non c'è una cellula che impazzisce come in un tumore, c'è una condizione umana, sociale, spirituale, che tocca il soggetto, questo ha portato al riconoscimento di questa malattia nei Lea, con questo abbiamo risolto un problema, lo abbiamo risolto anche dal punto vista finanziario perché abbiamo finanziato pesantemente la cura con i nostri fondi sanitari, ma adesso lo facciamo a pieno titolo in quanto non siamo più ai limiti della legge, ma ne siamo dentro.
Bene la prevenzione, bene quello che abbiamo potuto fare per fermare le case da gioco, bene la cura della gestione dei casi di azzardopatia che stanno crescendo, continuo a denunciare però il fatto che non si sa bene nemmeno come curarli, perché tutto quello che si può fare è tenerli lontano da queste attività, anche se ricreare una personalità è molto difficile.
Mi permetto di ricordare che questa dimensione morale e spirituale è presente nella nostra Costituzione, prima ridicolizzavo un po’ l'idea della promozione, ecco in questo caso c'è una promozione che può essere spesa, che può diventare soldo suonante e che può aiutare chi non ha altri mezzi, soprattutto le famiglie che hanno persone di questo tipo e che non sanno come fronteggiare questa situazione, quindi interviene la collettività anche attraverso questo tipo di procedura, questo tipo di intervento.
Rimane solo una questione insieme ad altre che possono essere ancora presenti in questa legge e che potrebbero anche indurci, l'abbiamo detto prima in IV Commissione, ad un'ulteriore riflessione e cioè l’incertezza che questa determinazione può produrre rispetto alla scadenza di questa retroattività, perché esercizi commerciali legati a questa attività possono subire l'incertezza, magari possono dire: vendo, però fra due anni questa attività non ci sarà più e quale potrebbe essere la valutazione, l'avviamento commerciale di un'attività che oggi vale, che ne so, 1 milione di euro se fra due anni c'è la chiusura dell'attività di gioco? Potrebbe valere 500 mila euro, uno potrebbe essere anche contento che questo avvenga, ma penso che come legislatori dovremmo valute l'incertezza ed anche questa potrebbe essere una riflessione da fare.
Chiudo con una sollecitazione nei confronti della Giunta, perché penso che sarebbe interessante che questa faccenda dell'azzardopatia venga definitivamente calendarizzata, è veramente un casino, questa cosa così che stiamo gestendo è fatta bene in alcune parti, ma manca la coralità di una decisione. Se questa coralità è possibile raggiungerla in sede di Governo e in Conferenza Stato-Regioni la soluzione verrebbe trovata.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Micucci.
Francesco MICUCCI. Grazie Presidente. Tranquillizzo, Consigliere Marconi, non ho presentato emendamenti in questa occasione, quindi non ci sarà possibilità di errore anche se noto dagli interventi che ogni tanto capita che in Aula si sbaglia, coscientemente o inconsciamente.
Innanzitutto voglio riprendere un tema che ho affrontato in Commissione, a cui è stata data risposta, giustamente non avevo motivo di dubitarne visto che oggi siamo qui a discuterne, sul quale però continuo ad avere i miei dubbi, ed è quello, l'avete già detto voi, che si ritorni spesso a parlare degli stessi temi anche se c'è un regolamento apposito, un articolo in particolare, l'articolo 77, che prevede che non si possa discutere dello stesso tema prima dei sei mesi.
Di fatto su questo tema, per errore o perché si è voluto o perché non si è voluto, sembra che ci sia la provvidenza divina che è intervenuta e probabilmente c'è stata una guida dall'alto che ha portato i Consiglieri a sbagliare.
Poche settimane fa si è votato su questo tema dicendo che non si sarebbe prorogata alcuna data, oggi ci ritroviamo qui con un'interpretazione diversa, di cui non metto in dubbio la buona fede, sulla quale però, ripeto, mi trovo in disaccordo.
Il regolamento l’abbiamo approvato pochi anni fa, la ratio era quella di evitare di discutere sempre delle stesse cose, che ci fosse quindi un lasso di tempo di almeno sei mesi per tornare a trattare gli stessi argomenti. Invece qui con un escamotage si sposta una scadenza dal 31 dicembre 2019 al 30 novembre 2021. Stiamo ragionando e discutendo sulle medesime cose che abbiamo già trattato poche settimane fa e questo, ripeto, nella piena legittimità del Consiglio, credo che non sia corretto nei confronti del regolamento.
Veniamo ora all'oggetto del contendere e della discussione. Innanzitutto, anche qui mi rifaccio agli insegnamenti del Consigliere Marconi, ho fatto mio un appello che è venuto dalla Chiesa in occasione dell'ultima campagna elettorale ai candidati e politici cattolici, il cui obiettivo principale della loro attività dovrebbe essere quello di essere scomodi, che è meglio, nella definizione, di essere un rompi palle. Mi sono rivisto in questa definizione, quindi oggi voglio essere scomodo perché credo che stiamo sbagliando nell'approvare e nell'andare avanti con questa legge. Sbagliamo in buona fede, probabilmente, forse c'è ignoranza sul tema, nel senso che non lo si conosce a fondo, anche se in alcuni casi ho sentito anche interventi forse leggermente ipocriti.
Vengo al dunque, sul tema della ludopatia, l’abbiamo detto, la Regione Marche ha fatto, credo, una legge tra le più avanzate e contesto profondamente il fatto che non ci si è resi conto di quello che si andava a votare. In Commissione eravamo ampiamente consapevoli di quello che votavamo ed in Consiglio, mi auguro, altrettanto.
La legge in questa fase storica sta dando una risposta e uno strumento fondamentale a tutti quelli che da tempo riconoscono nella ludopatia un male della civiltà moderna e che da tempo, da anni, sono attivi - regolamenti sul tema portano la data dei primi anni 2000 - ma non avevano una copertura legislativa sufficiente.
Molti Comuni si erano già attivati con regolamenti e altro, ma puntualmente i ricorsi presentati dalle società che producono e gestiscono questo tipo di attività erano vincenti nei confronti delle amministrazioni comunali.
Lo strumento che abbiamo dato tutela i Comuni e chi vuole combattere la ludopatia. Numerose sono le sentenze a favore del Comune di Macerata e di altri che in qualche modo sono intervenuti con regolamenti stringenti, che hanno visto affermare i loro diritti proprio sulla scorta della legge regionale 3 del 2017, che ha inciso profondamente sulla nostra attività e sui nostri cittadini in questi due anni.
Politicamente prima ancora che giuridicamente, credo che sia sbagliato modificare una legge che è uno strumento fondamentale per i nostri cittadini, perché il senso politico che diamo è quello in qualche modo di abbassare la guardia, anche se poi l'intento del presentatore, forse, non è quello, ma la lettura che verrà data è che si abbassa la guardia nei confronti di un tema così importante e delicato.
I colleghi che sono qui vicino a me probabilmente si sono impauriti dalla quantità di rassegna stampa che ho tirato fuori su questo tema e che non ho la volontà di leggere, i numeri sono raccapriccianti, per questo dico che forse c'è ignoranza sul tema. Nella sola provincia di Macerata, è la mia e la conosco meglio, ma ho letto gli articoli relativi a Rimini, a Bologna, purtroppo realtà molto simili, si spendono in un anno 503 milioni di euro, vi rendete conto di che cifra stiamo parlando? E' una sciocchezza quella di dire che chiudendo queste strutture favoriamo il gioco on line, perché di questi 503 milioni di euro 456 milioni sono su rete fisica, su macchinette nei bar, tabaccherie, sale slot, di questo stiamo parlando! Al netto delle vincite in provincia di Macerata, al netto di quello che si è vinto globalmente, Civitanova Marche ha lasciato sul campo 29 milioni di euro in un anno, 10,5 milioni Macerata, Corridonia, e Tolentino a scendere. Queste sono risorse che vengono sottratte ad altre economie, non facciamo ricco qualcuno, Consigliere Zaffiri, non è che attraverso questo tuteliamo il lavoro, perché ci sono 28 milioni di euro nel mio comune che vengono sottratti ad altre attività commerciali, a chi vende vestiti, a chi vende abbigliamento, a chi vende non so cosa, quelle non sono attività commerciali che vanno tutelate? Ma di che parliamo!
O si acquisisce che il tema della ludopatia, dell'azzardopatia, del gap, chiamatelo come vi pare, è fondamentale, oppure, è per questo che lo dico, c'è ipocrisia perché se il tema è quello economico-lavorativo non comprendo l'ipocrisia della Lega nel dire: chiudiamo i negozi che vendono la cannabis, non legalizziamo la prostituzione, non legalizziamo la droga, quante risorse economiche possono derivare lecitamente da questi traffici?
Evidentemente il tema, credo e ne sono convinto, non è economico e non deve essere solo economico finanziario, ma deve essere anche etico.
Vi risparmio le testimonianze di gente che affoga nel dramma della ludopatia, che, ripeto, ognuno di noi trova nella rassegna stampa se ha voglia di leggerle,
E' vero che il tema è nazionale, ci siamo sgolati tutti se andate a vedere e a sentire le registrazioni, io pure l’ho detto in diversi casi, lo Stato indipendentemente da chi governa guadagna da questa attività milioni di euro, miliardi di euro, non lo so, certo che prima di ridurle ci pensa dieci volte, ma noi siamo una componente politica di questo Stato o no? Abbiamo un ruolo o no? Io questo ruolo ce l’ho, come ce l'avete voi, e intendo giocarmelo fino alla fine, direi, su temi così delicati e così importanti.
Non possiamo decidere della parte commerciale perché è competenza dello Stato? Bene, interveniamo sulla parte della salute, che è di nostra competenza, come ha detto giustamente la Consigliera Leonardi, anche perché tutti i problemi legati alla salute arrivano sul tavolo delle Regioni, allora su questo non è che lo Stato si può lavare la coscienza dicendo che tanto questa malattia è ricompresa nei Lea, certo è un impegno anche economico, ma non può essere questa la soluzione perché quelle famiglie continueranno a vivere il dramma. Tanto c'è di sommerso, il dramma emerge non quando la gente è malata, ma quando la malattia porta ad un dramma economico finanziario in quelle famiglie. Se uno se lo può permettere o riesce a far sopravvivere la propria famiglia, pur nella malattia, il dramma non emerge, quindi quello che vediamo è solo la punta dell'iceberg.
Su questo tema dico che ci siamo, passatemi il termine, sciacquati la bocca con il primo punto all'ordine del giorno relativo al controllo delle leggi.
Esattamente, né più né meno, fra 3 o 4 anni, qualcuno dirà: “Ma questi ci stavano con la testa, quando hanno votato questa legge?” perché non c'è un dato dietro a questo provvedimento, e non mi riferisco alla proposta di legge n. 280 presentata dal Consigliere Giacinti, ma a quella originaria, perché di quella stiamo parlando, che era arrivata dalla Giunta con la semplificazione. Noi diciamo che proroghiamo di due o tre anni, sulla base di cosa? Perché? Potrebbe essere legittimo dire dieci o dire un giorno, qual è il lavoro che è stato fatto in questi tre anni per dire che c'è bisogno di una proroga? Siamo arrivati a 70 anziché a 100 e ci manca quel 30 finale? Bene, servono sei mesi, o viceversa c'è da fare ancora molto? Ho la sensazione, per non dire la certezza, che non si sia fatto assolutamente nulla per questo dico che c'era consapevolezza perché quando in Commissione abbiamo votato i tre anni di non retroattività, anche qui credo che i termini vadano usati correttamente, questa non è una legge che prevede la retroattività, è un atto che abbiamo approvato con il quale abbiamo dato dei termini in merito ad una attività data in concessione. Lo Stato dà in concessione a queste strutture l'attività di gioco per cui applica delle nuove regole, su quelle nuove regole non è che qualcuno si deve adeguare e qualcuno altro no, tutti lo devono fare, chiaramente va dato del tempo, questo è legittimo, ma non è che qualcuno può dire che di quella legge se ne fa beffa e non la applica. Non c'è, ripeto, dal mio punto di vista una retroattività, è una nuova legge che propone dei limiti.
Abbiamo dato scientemente, dico io, tre anni, potevamo dare un giorno, abbiamo dato tre anni perché legittimamente lo abbiamo riconosciuto un tempo congruo di adeguamento. Tre anni, ragazzi miei, per ammortizzare i bilanci e gli investimenti sono più che sufficienti! Non parliamo di milioni di miliardi, parliamo di decine di migliaia di euro, ammortizzarli in tre anni è più che possibile. Ripeto, ragioniamo su dei dati che ci dicono che ci sono delle incongruenze? Vorrei leggerli per capire se la proroga deve essere data di un giorno, di un mese, di sei mesi, di un anno.
Ribadisco, non ho sentito un'espressione politica, anche dai proponenti di allora, nel riportare una motivazione che c’è, può darsi che mi sia sfuggita e non l’abbia sentita però, ripeto, ho la sensazione che qui parliamo di una proroga sine die, tanto per dire: “Allunghiamo il brodo e proroghiamo il problema, qualcun altro lo vedrà”. Non mi pare una modalità corretta di confrontarsi rispetto ad una realtà che incide notevolmente sulle tasche e sulla vita sociale di molti marchigiani. Guardando l'aspetto economico, questi soldi escono dalle tasche dei cittadini e vanno in quel filone, non vanno in altri.
In alcune riunioni informali era emerso il tema dei danni che si potevano creare nel chiudere velocemente, premetto che c'erano tre anni e se uno non ha fatto niente in quell'arco di tempo, la responsabilità non può essere di chi ha fatto la legge, ma di chi non si è adeguato.
Parlando con le forze dell'ordine che stanno facendo, almeno nel mio territorio, una battaglia seria e convinta, il problema non si pone, nel senso che laddove c'è una legge va fatta rispettare, non ci sono problemi, anzi le forze dell'ordine chiedono strumenti per potere intervenire e quello che abbiamo dato ha dato garanzie. Su questo mi pongo un ulteriore tema: è giusto politicamente dire ad uno che vuole iniziare un'attività, perché è giovane: “Tu non puoi fare nulla perché oggi per te ci sono dei limiti vincolanti, quindi non puoi aprire se non rispettando la legge” e dare invece una sorta di posizione dominante sul mercato a chi ha avuto la fortuna di aprire una settimana prima, dicendogli: “Tu questa licenza te la porti vita natural durante”. Ripeto, dalla mia interpretazione, perché non c'è una base che spiega la motivazione della proroga, credo che sia a vita natural durante, a meno che lo Stato non intervenga.
Perché se ho una attività che se rivendo ha anche un valore economico, credo che sia una posizione …, adesso senza andare a prendere altri esempi che ci porterebbero da tutt’altra parte, penso ad esempio a qualsiasi licenza che per un periodo viene data e poi bloccata. Le vongolare tanto per dire una cosa, c'è qualcuno che ha delle licenze che valgono decine di migliaia di euro, centinaia di migliaia di euro, e qualcuno altro che invece non può accedere a quel mercato, però, ripeto, noi agiamo, e vado a conclusione, dal punto di vista della salute.
Per chiudere mi affido ad un articolo uscito sul Resto del Carlino, poche settimane fa, di una giornalista che non conosco, ma che rivedo nel mio pensiero, nella tematica tutela degli imprenditori, tutela della salute pubblica: “Sono rimasta impressionata dal vedere che tutta l'attenzione è rivolta al business e non c'è un giudizio personale nei confronti, diciamo, dell'imprenditore, ma piuttosto nei confronti di un sistema. La riflessione che ho fatto e che voglio fare insieme ai lettori del Carlino è questa: ma è possibile che un'attività di tal genere sia da considerare impresa al pari di altre che danno da mangiare in maniera etica a persone e famiglie, arricchendo magari la società? Come è possibile che si debba poggiare la propria attività imprenditoriale, il proprio benessere sul dramma di altri, sulle debolezze e sulla fragilità umana, com’è qualsiasi dipendenza, non ultima, quella del gioco d'azzardo. E' questo il punto su cui far leva, a mio avviso, per riportare le cose sulla giusta strada e a tutti livelli, la strada dell'eticità del mettere le persone al centro del bene comune”.
Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Volpini.
Fabrizio VOLPINI. Solo per chiarire, il Consigliere Micucci ha fatto riferimento a dei dubbi dal punto di vista procedurale, lo ha fatto in Commissione, noi abbiamo chiesto all'organo tecnico, alla Segretaria dell'Assemblea, se questo tipo di procedura era corretta ed abbiamo avuto l’ok, quindi, siamo andati avanti.
Rimangono le perplessità del Consigliere Micucci, e sono legittime, però noi abbiamo agito correttamente secondo la procedura.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Urbinati.
Fabio URBINATI. Grazie Presidente. Vorrei cercare di riassume un po' quello che è avvenuto in questi ultimi mesi, ma soprattutto cercare di mettere in evidenza quello che qualcun ha detto e rimarcare su questo aspetto la bontà della legge.
La legge approvata nel febbraio 2018 era abbastanza rivoluzionaria, così la definimmo e già allora ci lamentammo, senza distinzioni di parti politiche, dell'assenza dei Governi, soprattutto degli ultimi due, tre, compreso l'attuale, che su questo argomento avevano cercato più volte di mettere ordine, di legiferare, ma alla fine non si era ottenuto nulla.
Abbiamo fatto una legge che è intervenuta in maniera molto pesante, questo possiamo dirlo, e per esperienza diretta posso dire che oggi, in una città media marchigiana, di 10, 15, 30 mila abitanti, su questi numeri sono la maggior parte dei comuni, soprattutto quelli della costa, è molto difficile aprire una nuova sala da gioco. E' molto complicato aprirla perché abbiamo messo dei paletti, dei parametri che già qualcuno aveva definito troppo stringenti, noi siamo andati avanti e non abbiamo temuto quelle che potevano essere le conseguenze.
Mi sento vicino al Consigliere Micucci su questa battaglia e credo che tutti in quest'Aula ci sentiamo vicini alla battaglia del Consigliere Micucci, che è la nostra battaglia, però noi siamo dei legislatori, siamo un'Assemblea legislativa e sappiamo che quando con una legge si entra in un tessuto economico, in un tessuto sociale, nella vita normale della nostra regione, possiamo andare incontro a delle contrapposizioni e possiamo anche, questo lo dico perché ho avuto anche dei riscontri abbastanza oggettivi, mettere a rischio la nostra Regione con ricorsi molto pesanti. Quindi da questo punto di vista dobbiamo cercare di capire bene quali sono i confini.
In merito all'applicazione ho un'esperienza diretta che vi voglio raccontare ed andrò fino in fondo nel far rispettare questa legge. Nella mia città, come per incanto, a luglio 2018 ha aperto una sala slot che si trova a circa 50 metri da una banca e da uno sportello bancomat e a 200 metri da una scuola, inspiegabilmente non si sa come questa sala è riuscita ad avere l'autorizzazione, è colpa della Questura? È colpa del Comune di San Benedetto del Tronto? Qualcuno alla fine lo dirà! Da legislatore responsabile ho già fatto due azioni di autotutela nei confronti di una delle organizzazioni più grandi di gestori di sale slot e credo che dopo questi passi ci sia solamente la Procura della Repubblica che dovrà accertare di chi è la responsabilità dell'apertura di quella sala, che non doveva aprire in virtù della nostra legge.
E' una legge, Consigliere Micucci, che sotto certi aspetti sta funzionando e sta dando delle risposte serie, non credo che in altre Regioni ci sia questa chiarezza dal punto di vista legislativo. Anch'io ho fatto un'accurata selezione della rassegna stampa ed ho visto che nelle altre Regioni sono state chiuse le sale in seguito di ricorsi al Tar, in virtù degli interventi della Magistratura, mentre con la nostra legge ho visto alcuni comuni molto attenti a questo aspetto, perché il ruolo dei Sindaci è importantissimo, ed è stata negata l'apertura di tantissime sale slot nella nostra regione, quindi significa che la norma funziona.
Riguardo ai corsi devo dire che quando si fa per primi una legge così ampia e coraggiosa al momento dell'applicazione. Prima abbiamo parlato del Comitato di valutazione che serve proprio a questo, ho riscontrato che sulla questione dei corsi, non sulla proroga, come ha detto il Consigliere Marconi, l'Agenzia dei Monopoli obbliga chi ha il gioco, non parlo solo delle sale slot, ma anche del Lotto e di giochi che esistono da secoli, a frequentare dei corsi che alla fine sono quasi simili a quelli che noi volevamo istituire e su questo dovremo discutere e capire come ampliare questo campo.
Vorrei soffermarmi sulla questione della prevenzione, i nostri Sert hanno messo in campo dei progetti molto importanti per quanto riguarda le ludopatie. Domenica scorsa sono stato alla conclusione di un progetto fatto con le scuole dell'infanzia e le primarie della Riviera delle Palme, portato avanti attraverso dei bandi che hanno emesso la Regione e le Aree vaste di riferimento.
Credo che questo possiamo chiamarlo un accorgimento tecnico che tutela anche la Regione da eventuali procedure giuridiche che devono essere, secondo me, approfondite, però ci tengo a dire e a rimarcare che la legge per quanto riguarda l'aspetto della proliferazione delle nuove aperture di sale slot sta funzionando e sta funzionando molto bene.
Condivido quello che ha detto il Consigliere Zaffiri, quando c'è un problema non possiamo mettere la testa sotto la sabbia, perché questa è un’Assemblea legislativa e fare le leggi è cosa molto importante.
Ringrazio tutti, nei mesi c'è stata una discussione molto vivace, ed annuncio il voto favorevole del Partito Democratico. Grazie.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 01 (articolo aggiuntivo)
Emendamento 01/1 a firma della IV Commissione. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 1. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 1 bis. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 2. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 3. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Emendamento coordinamento tecnico/1. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Micucci.
Francesco MICUCCI. Velocemente, anche perché immagino che dall'intervento si sia intuito il mio voto. Pur comprendendo la difficoltà di mediare le posizioni, l'aspetto economico di cui si è parlato, per tutto quello che si è detto … Prima quando ho fatto l'esempio delle concessioni non ho ricordato che in Commissione stiamo discutendo dei manuali di accreditamento e di autorizzazione, anche questo credo che sia la dimostrazione lampante di come a volte le regole cambiano, giustamente, perché vanno dietro ad alcune nuove esigenze della collettività e chi offre quel servizio è chiamato necessariamente ad adeguarsi. Non so se i manuali sono stati approvati, se verrà dato un tempo di adeguamento, più o meno congruo, più o meno lungo, però è chiaro che ognuno si dovrà adeguare alla nuova normativa.
Penso che quello di cui abbiamo discusso oggi sia un esempio altrettanto classico, per sopraggiunte difficoltà - l'evidenziazione di un tema come quello della ludopatia che si sta sempre più, purtroppo, accentuando nella società italiana, ma in questo caso discutiamo di quella marchigiana - è giusto fare nuove regole, e questo l’ha ribadito il Consigliere Urbinati, l’abbiamo fatte, e mi sembra che su questo non ci siano passi indietro, e secondo me vanno adottate anche dalle vecchie attività, perché non è vero che chi non potrà giocare nei luoghi fisici dirotterà la sua attività sul gioco online perché, purtroppo - abbiamo sentito diversi esperti del settore, potete seguire, potete leggere nelle riviste - quando c'è una patologia questa viene continuamente stimolata anche attraverso le insegne. Ormai lungo le vie ci sono decine di attività che hanno le macchinette, ci sono: il bar, il tabaccaio, la sala slot, una tempesta di stimoli per la patologia, quindi, anche questo ha un'incidenza assolutamente alta e negativa.
Ben venga la normativa per le nuove sale slot, ma credo che non dovremmo esimerci dall'attuarla anche per quelle già aperte, dopodiché colgo quello che avete detto e cioè che il tema è statale e segnalo che tra le funzioni del Consiglio c’è anche quello di stimolare una normativa nazionale di settore, quindi mi auguro che a breve, accantonata questa proposta di legge, possiamo tutti lavorare, visto che su questo almeno a parole siamo tutti d'accordo, per stimolare il Governo attuale, o i prossimi che verranno, ad attuare una normativa forte su questo settore e a non aspettare decine di anni, come è successo per le leggi sugli alcolici e superalcolici e sul fumo, dopo essersi resi conto, dopo decine d'anni, che avevano causato decine di migliaia di morti. Mi auguro che tutti quanti ci possiamo ravvedere e segnalare ai nostri Governi di approvare una legge sulla materia.
Per queste motivazioni, ripeto, pur comprendendo lo spirito di tutti, mi sento di non approvare questa normativa. Grazie.
Proposta di legge n. 280, così come emendata, la pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Proposta di atto amministrativo n. 64
ad iniziativa dell’Ufficio di Presidenza
“Rendiconto del Consiglio-Assemblea legislativa regionale per l'esercizio finanziario 2018”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 64 dell’Ufficio di Presidenza.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore Consigliere Minardi.
Renato Claudio MINARDI. Grazie Presidente. Buongiorno ai colleghi. Questo atto è importante perché con questo provvedimento il Consiglio regionale e l'Aula approva il rendiconto dell'Assemblea legislativa relativo al 2018.
Il bilancio del Consiglio regionale è un di cui del bilancio della Regione Marche, ha una sua autonomia e indipendenza e poi entra a far parte del bilancio della Regione Marche.
Il bilancio del 2018 è stato pari a 13.629.600,73 euro, sostanzialmente in linea con il bilancio del 2017 ed in diminuzione rispetto al bilancio del 2015, che era poco meno di 15 milioni. Dobbiamo tener conto che il bilancio del 2015 riguardava per metà la IX legislatura, quindi un numero maggiore di Consiglieri e la conseguente liquidazione di indennità di fine mandato.
Nel bilancio del 2017, come quelli degli anni precedenti, si è tenuto conto che stavamo parlando delle risorse dei cittadini marchigiani ed anche se il Consiglio-Assemblea legislativa non eroga servizi diretti al cittadino o ai territori, è il soggetto che opera per legiferare ed approvare gli atti di propria competenza.
La spesa per il 2018 è stata di 13.629.000 euro ed in sede di assestamento, nello scorso mese di novembre, se non vado errato, avevamo rimesso nella disponibilità del bilancio regionale 350.000 euro, quindi abbiamo ridotto il bilancio di previsione di 350.000 euro, prima del termine dell'anno finanziario.
Ora siamo nelle condizioni, con la conclusione della gestione del bilancio, di avere un avanzo di amministrazione di 882.000 euro. Di questi soltanto 703.283 euro verranno restituiti al bilancio regionale, perché la differenza, ovvero 178.000 euro, sono risorse che riguardano il Corecom, sono arrivate direttamente dall'Agcom nazionale e fanno parte di un avanzo vincolato, quindi devono rimanere disponibili per la gestione dei servizi del Corecom.
Come ho detto prima il bilancio è un di cui del bilancio regionale ed essendo risorse dei cittadini marchigiani c'è sempre stata da parte della gestione, da parte soprattutto dell'Ufficio di Presidenza, a nome del quale presento l'atto amministrativo, una grande attenzione nell'evitare sprechi, nell'utilizzare al meglio le risorse, con rigore e sobrietà, sono i termini che avevo già usato lo scorso anno.
Ricordo che questo Consiglio, che ha l'autorevolezza per la scelta che è stata fatta, in funzione di questo rigore, di questa sobrietà ed anche rispetto alle problematiche che sono sopravvenute negli anni, in particolare nella precedente legislatura, ha deciso di tagliare le risorse dei gruppi, con la legge 9 del 2016. E' stata una scelta politica importante che non compromette l'autonomia, l'indipendenza e la possibilità dei Consiglieri di poter operare, ma che ha tolto dall'imbarazzo i gruppi ed i Consiglieri perché non si aveva la certezza di poter utilizzare o meno queste risorse.
Il Consiglio ha avuto una serie di risparmi in particolare nella missione 1, programma 1, che riguarda gli organi istituzionali Nel capitolo degli incarichi del gabinetto della Presidenza abbiamo avuto un'economia di circa 35.000 euro, altre riguardano le spese postali per i gruppi e Consiglieri, 29.000 euro, le missioni dei Consiglieri, 7.200 euro, e le prestazioni professionali esterne, 18.800 euro.
Inoltre, abbiamo avuto un'economia di 140.000 euro che riguarda i progetti e i sostegni ai progetti con le compartecipazioni di soggetti esterni.
Come ho detto, in sede di assestamento, approvato lo scorso mese di novembre o dicembre, non ricordo bene, sono stati restituiti al bilancio della Regione Marche 350.000 euro, che sono già andati nel bilancio dello scorso anno ed utilizzati per la comunità marchigiana.
Devo comunicare una cosa importante: il bilancio è perfettamente in linea, come ci attesta il Collegio dei Sindaci revisori che ha dato parere favorevole alla gestione finanziaria del 2018, con i dettati del decreto legislativo n. 78 del 2010 che prevedeva in percentuale un obbligo di riduzione delle risorse precedentemente destinate e impegnate nel 2009; una riduzione obbligatoria di risorse dell'80% per studi e incarichi di consulenza, per le relazioni pubbliche, i convegni, le mostre e le pubblicità, una riduzione del 50% per le spese di missioni, anche all'estero, per le spese per attività esclusivamente di formazione, per le collaborazioni coordinate e continuative, per l’acquisto, manutenzione e noleggio e l'esercizio di autovetture, nonché una riduzione del 70% per l'acquisto di buoni taxi. Siamo perfettamente in linea, addirittura per le spese per relazioni pubbliche e convegni era previsto un limite di spesa di 82.000 euro e ne sono stati utilizzati 36.000, per le spese per le collaborazioni coordinate e continuative avevamo una capacità di 68.000 euro e siamo a zero, quindi abbiamo rispettato perfettamente i rigori di questo decreto legislativo, che per la verità ha premiato, tra virgolette, i più spendaccioni, nel senso che la nostra Regione è sempre stata sobria e rigorosa ed il DL 78 ha imposto delle percentuali sulla spesa dell'anno precedente, chi aveva speso tanto ha avuto la stessa percentuale e i margini di manovra sono stati ulteriori, chi è stato bravo, serio, rigoroso e sobrio ha avuto un'ulteriore penalizzazione, ma tant'è, questa è la legge.
L'attività del Consiglio è andata avanti nell'anno 2018, vorrei dare soltanto alcune comunicazioni che credo possano essere utili: sono state approvate 52 leggi, 7 regolamenti e, giusto per dare una comunicazione in merito all'attività che questa Assemblea legislativa ha svolto dal suo insediamento, dal 22 giugno del 2015 sono state presentate: 291 proposte di legge, 510 mozioni, 817 interrogazioni, 25 interpellanze, 89 risoluzioni, 52 ordini del giorno, penso che questi siano dati importanti che fanno capire alla nostra comunità marchigiana che il Consiglio regionale cerca di fare al meglio il proprio lavoro. Poi non entro nel merito dei lavori delle Commissioni, che naturalmente sono molto importanti.
Lo scorso anno, come negli anni precedenti, sono stati organizzati i seminari di Marche Europa, che hanno avuto come tema, nei mesi di ottobre e di novembre, “Le parole del presente”, si sono svolti quattro incontri: sulle diseguaglianze ad Osimo il 5 ottobre, sull'Europa a Fermignano il 26 ottobre, sulla sostenibilità a Fermo il 9 novembre, sulla autonomia verso la stagione del regionalismo ad Ancona il 23 novembre.
Il Consiglio regionale sapete che non solo partecipa al Salone internazionale del libro di Torino, quest'anno peraltro eravamo ospiti d’onore ed abbiamo avuto una visibilità notevole grazie all'opportunità che è stata offerta alla Regione Marche e grazie anche al lavoro che è stato svolto. Qui devo ringraziare sia l'Assessorato alla cultura, la struttura della cultura ed anche il servizio del Consiglio regionale che ha lavorato a testa bassa su questo obiettivo. La visibilità che abbiamo avuto quest'anno è stata notevole, elevata, molto qualificata ed anche molto apprezzata non solo in Italia ma anche a livello internazionale. Non solo abbiamo partecipato quest'anno come ospite d'onore al Salone internazionale del libro di Torino, ma anche l'anno scorso c'eravamo. Ricordo che il Consiglio regionale delle Marche è l'editore più importante che la regione Marche ha nel senso che pubblica testi, proposte, saggi, tesi di laurea, poesie, lavori e altro, che vengono realizzati da cittadini marchigiani o che riguardano nel merito la nostra regione. Abbiamo pubblicato 285 libri dalla nascita della collana “I quaderni del Consiglio” e nel 2018 sono state realizzate 26 pubblicazioni.
L'ultima cosa che vorrei evidenziare, questo forse lo direbbe meglio il Presidente Mastrovincenzo che ha seguito da vicino l'intera vicenda, è che, ricorderete, l'Ufficio di Presidenza aveva dato un incarico alle quattro università delle Marche per capire quali erano le esigenze e le problematiche maggiori per la rinascita del territorio fortemente colpito dal sisma del 2016/2017, l'anno scorso questo lavoro, che abbiamo presentato anche qui in Aula, ha visto la firma, il 10 dicembre 2018, del Patto per la ricostruzione e lo sviluppo della regione Marche. Un lavoro che è stato portato avanti dal Consiglio regionale di concerto con la Giunta regionale. Ho sottomano la firma di tutte le organizzazioni sindacali, le università, gli enti locali, le associazioni di categoria, un'operazione grande, importante che si dovrà concretizzare con i finanziamenti che dovranno essere messi in campo, possibilmente, con le risorse europee e nazionali per il rilancio di quei territori, che è condiviso nel Patto di sviluppo.
Le strategie, le linee guida sono state prima analizzate e poi concordate con i territori stessi, sono stati fatti numerosi incontri, anche con i Sindaci, per capire dal vivo quali erano le problematiche prevalenti per il rilancio e il recupero di quei luoghi. Adesso non mi addentro nell'elencazione degli 11 sentieri di sviluppo, che si sono concretizzati nel Patto della ricostruzione, che abbiamo discusso in Aula con una mozione specifica.
Non ho altre cose da dire, se non ricordare che questo Consiglio regionale non solo è aperto al pubblico, che vuole essere presente durante le nostre sedute, ma ha visto la presenza nello scorso anno di circa 800 ragazzi provenienti dalle scuole di primo grado e secondo grado. Circa 800 ragazzi che hanno visitato il Consiglio e l'Aula, sia con le sedute in corso che vuota. “Conoscere il Consiglio regionale” è un progetto importante, che dà la possibilità di conoscere l'attività dell'Assemblea legislativa e della Regione, perché gli studenti hanno giustamente il diritto e il dovere di sapere quali sono le funzioni dell'ente regionale e in molti incontri, ai quali ho partecipato anch'io, si è cercato di far capire ai ragazzi, ad esempio, che le scelte sulla sanità, a partire dal medico di base, al pronto soccorso, all'ospedale vicino casa, all'ambulatorio, fanno capo alla Regione, piuttosto che i mezzi di trasporto che tutti i giorni utilizzano nelle nostre città.
Agli 800 ragazzi che hanno visitato l'Aula nel corso del 2018 se ne sono aggiunti 60 dei sei Licei che hanno fatto l'alternanza scuola lavoro e altri giovani stranieri che sono venuti con un progetto dell'Erasmus. Nota importante, c'è stata la visita anche di un Liceo di Perugia che è venuto a visitare il nostro Consiglio regionale.
Le cifre le ho dette, l'ultima cosa che vorrei dire è che in merito alla cifra di 703.000 euro, che dovremmo riversare nel bilancio della Giunta regionale, l'Ufficio di Presidenza propone con un ordine del giorno di destinare 500.000 euro al completamento dei lavori di straordinaria manutenzione del Palazzo delle Marche che versa in condizioni precarie nella parte esterna e non solo. Queste risorse, che andiamo a recuperare, sono economie fatte dal Consiglio regionale, chiedo, quindi, al Consiglio di votare questo ordine del giorno firmato dal Presidente Mastrovincenzo, da me, dal Vicepresidente Celani e dai Consiglieri segretari Rapa e Carloni, l'intero Ufficio di Presidenza, per destinare 500.000 euro dei 703.000 che andiamo a riversare come avanzi di amministrazione, per terminare i lavori di straordinaria manutenzione sulle facciate del Palazzo delle Marche e anche di stabilire con il Servizio tutela gestione assetto del territorio della Giunta regionale, che si occupa di questo, ulteriori lavori di straordinaria manutenzione di cui c'è assolutamente bisogno. I lavori che avevamo già deciso lo scorso anno sono in fase di appalto, quindi, dovrebbero partire entro l’anno.
Per concludere, credo che il lavoro che è stato fatto in questi anni, anche da parte del Consiglio-Assemblea legislativa e dell'Ufficio di Presidenza, sia finalizzato ad utilizzare ogni risorsa con il massimo rigore e sobrietà, tenendo conto che sono risorse e denari della comunità marchigiana, senza pregiudicare l'autonomia, le esigenze e le attività dell'Assemblea, dei singoli Consiglieri e dei gruppi che non devono essere compresse. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.
Giovanni MAGGI. Grazie Presidente. Ho ascoltato la relazione del Vicepresidente Minardi, ovviamente accanto alle considerazioni che attengono ad un Consigliere di minoranza, vorrei porre alcune domande alle quali spero l'Ufficio di Presidenza voglia rispondere.
Relativamente al rapporto sullo stato della legislazione, si coglie l'enfasi con la quale si dichiara che ancor prima del 31 dicembre 2018 il rapporto è stato redatto e pubblicato, ma da un'osservazione attenta non sfugge che si tratta del rapporto 2017 e anche l’osservatore più distratto può porre la domanda: “Siamo nel 2019, quando vedremo il rapporto del 2018?” Forse lo vedranno nella prossima legislatura i prossimi Consiglieri che verranno, quindi conseguentemente a questa riflessione la domanda spontanea è - più che una domanda è un suggerimento - visto che questa è un’Assemblea legislativa, perché il rendiconto del lavoro dell'Assemblea non viene portato in Aula dopo la pubblicazione del rapporto annuale sullo stato della legislazione? Il confronto tra il rendiconto e il rapporto fornirebbe a noi Consiglieri un quadro più preciso e ci farebbe comprendere quanto e come ci si è mossi nell'anno.
In merito alla comprensione voglio rivolge una domanda sulla sede del Consiglio regionale, per cui si vogliono stanziare 500.000 euro. Vedo qua un ordine del giorno, ovviamente per votarlo con cognizione di causa bisognerebbe approfondire meglio e capire se 500.000 euro per il Palazzo delle Marche sono pochi, sono tanti, sono sufficienti. Questo è quanto.
Una domanda sulla sede del Consiglio voglio farla perché da qualche anno figura tra gli obiettivi operativi la convenzione tra il Consiglio e la Giunta regionale per i servizi indivisibili, sarà un nostro limite, ma noi non ne abbiamo traccia e cortesemente, chiediamo di avere lumi o di averne una copia.
Nella malaugurata e forse anche un po' maligna ipotesi che questa convenzione non ci sia, chiedo perché non è stata riproposta per il 2019. Non ne troviamo traccia.
Questa domanda si pone anche per quanto riguarda la convenzione con la Stazione unica appaltante. Anche qui, se ci fosse, vorremmo averne una copia, ma se non fosse stata fatta, come mai non rientra tra le cose da fare?
Altra domanda semplice e diretta: dove possiamo trovare i nuovi regolamenti di contabilità ed economale? Sicuramente per colpa nostra non siamo riusciti a trovarli, abbiamo trovato solo quelli vecchi.
Passiamo ad altro argomento: i testi unici. Ho sempre sentito dire in quest'Aula e in Commissione che per rendere più comprensibili ed efficaci l'applicazione delle leggi sarebbero serviti parecchi testi unici, uno su tutti, che ci sta molto a cuore, quello sui rifiuti.
Ogni anno tra gli obiettivi generali e tra quelli operativi avete scritto che occorreva approvare i testi unici. Ora, non solo da inizio legislatura non è stato fatto neanche un testo unico, ma anche questo obiettivo per il 2019 è sparito dai radar, quindi urge a questo proposito una risposta, altrimenti si potrebbe pensare che l'obiettivo che l'Ufficio di Presidenza non riesce a raggiungere lo toglie di mezzo e non se ne parla più.
Continuano le considerazioni alle quali, ripeto, spero di avere delle motivazioni credibili. Nel 2018 sono state inserite, l'abbiamo discusso anche prima quando abbiamo parlato del Comitato, le schede di analisi tecniche normative, le famose ATN, ma questo obiettivo viene inserito anche nel 2019. Cosa vuol dire che nel 2018 si sono fatte le schede ATN e nel 2019 bisogna farle bene? Quelle del 2018 non andavano bene? Spiegatemelo perché anche nel 2019 sono state inserite le schede ATN.
Ho notato anche il modo con cui avete risolto un paio di questioni, tra gli obiettivi specifici c'era l'aggiornamento del patto di integrità in materia di contratti pubblici e la revisione della disciplina delle missioni dei Consiglieri regionali, ho visto che semplice e diretto è l'indicatore adottato: “fatto o non fatto” entro il 31 dicembre 2018. Poi leggo che sono state formalizzate le due bozze di deliberazione, come a dire: abbiamo le bozze di deliberazione fatte dagli uffici consiliari e indirizzate all'Ufficio di Presidenza e non abbiamo ancora le delibere dell'Ufficio di Presidenza, è questo che volevate dire? Finché l'Ufficio di Presidenza non delibera credo che nulla possa essere considerato fatto, come dite voi.
Vengono dati gli obiettivi agli uffici, i quali con impegno, dedizione e professionalità li svolgono nei tempi prestabiliti e l'Ufficio di Presidenza non gli dà seguito con la delibera? E' questo che si dice?
Naturalmente questo lo rileviamo anche in altre cose, una di queste che ci sta particolarmente a cuore, e che non ha avuto seguito, è la nostra richiesta, condivisa successivamente dagli altri gruppi, di avere l’accesso alle banche dati della biblioteca per quello che riguarda la giurisprudenza.
La biblioteca ha molte fonti normative a cui accedere e consentirne l'uso anche a chi con le norme ci deve lavorare ci sembra molto utile, in tutti i sensi, e nonostante abbiamo avuto rassicurazioni in una Conferenza dei Presidenti dei gruppi di parecchio tempo fa di fatto che non si è dato seguito alla nostra richiesta, che risale alla fine del 2017, di attivare nuovi accessi a beneficio dei gruppi e di noi Consiglieri.
Abbiamo preso atto della relazione del Vicepresidente Minardi, abbiamo preso atto di tutto quello che è stato fatto, però si è evidenziata la parte propositiva e noi come Consiglieri di opposizione abbiamo evidenziato la carenza di questo rendiconto e la sintesi che possiamo fare, prendendo a prestito una vecchia battuta, nel momento in cui siamo molto critici nei confronti di questo rendiconto, è questa: dove non arrivi ci mette il cappello, l'Ufficio di Presidenza non solo non ci arriva, ma non ci mette neppure il cappello.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Marcozzi.
Jessica MARCOZZI. Grazie Presidente. Ho ascoltato la relazione esaustiva del Vicepresidente Minardi, però annuncio sin da subito il voto di astensione perché secondo me c'è un po' di confusione.
Dalla relazione dei revisori dei conti non si comprende quale sia il risultato della gestione di competenza, a pagina 6 scrivono di un avanzo di gestione di euro 833.941,10 mentre la tabella di dettaglio nella stessa pagina riporta 40.868; a pagina 7 viene indicato un avanzo 2017 pari a 978.342,98 euro, avanzo non applicato. I revisori dei conti scrivono: “L'avanzo di amministrazione 2017 di 1.014.621,78 euro è stato interamente applicato al bilancio del Consiglio regionale dell'anno 2018”, o è stato applicato o non è stato applicato, quindi mi chiedo: ma l'avanzo del 2017 è stato interamente applicato o no?
Nel caso che una parte di esso non sia stata applicata per 978.342,98 euro, come da tabella a pagina 7, non ci troveremmo con un avanzo, ma con un disavanzo di amministrazione e nel caso fosse stato interamente applicato si dovrebbe chiarire a questo punto quando è accaduto nel corso del 2018 e con quale atto deliberativo.
Credo che ci sia un po' di confusione da chiarire perché, Vicepresidente Minardi, sei lei guarda a pagina 7 c'è scritto: “avanzo esercizi precedenti (2017) non applicato” 978.000 circa, poi sotto scrivono: “1.014.621,78 euro avanzo 2017, interamente applicato”, e va bene.
Andiamo a pagina 9, i revisori riferiscono che “il Collegio rileva che nel prospetto dimostrativo del risultato di amministrazione 2018 le suddette somme sono state indicate analiticamente come accantonati, anziché come vincolate. Si propone di modificare l'allocazione contabile prima dell'approvazione assembleare”. Mi chiedo: questo rilievo è corretto o no? Lo rilevano i revisori a pagina 9 e nel caso sia corretto, sono state effettuate le modifiche suggerite? Per questi dubbi e confusioni che ho trovato nella relazione dei revisori dei conti mi astengo.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Minardi.
Renato Claudio MINARDI. Mi sono dimenticato di dire una cosa in merito alla relazione dei sindaci revisori, che adesso è stata citata da parte della Consigliera Marcozzi, l'indicatore della tempestività dei pagamenti calcolato per l'intera annualità del 2018 risulta essere pari a 24,04 giorni, ovvero 4 giorni in meno rispetto all'anno precedente, che era di 28,67. Voi sapete che il limite della tempestività dei pagamenti è 30 giorni, nel 2017 avevamo 28,67 giorni siamo andati ai 24, vuol dire che i nostri servizi hanno accelerato la capacità e l'operatività.
Per quello che riguarda la relazione dei Sindaci revisori, Consigliera Marcozzi, non so cosa risponderle perché io mi attengo a quello che scrivono i revisori, non posso contestare un atto scritto e sottoscritto, la relazione ovviamente è la loro. Quando mi presentano il parere dei sindaci revisori la prima cosa che faccio è quella di andare all'ultima pagina, sopra la firma c'è il parere: “parere favorevole all'approvazione del rendiconto generale per l’esercizio finanziario con l'invito a trasmetterlo al Consiglio regionale per la sua approvazione”. Quindi, desumo che le cose siano a posto, dopodiché gli avanzi degli anni precedenti sono approvati dal Consiglio regionale, che trasferisce le risorse in sede di assestamento al bilancio della Regione Marche e poi è il bilancio nel suo complesso che recupera le risorse che il Consiglio regionale non ha utilizzato e le destina nel bilancio complessivo della Regione Marche alla comunità marchigiana in servizi o investimenti.
Per quello che riguarda le domande che ha fatto il Consigliere Maggi dico la verità, e cioè che lei mi fa una serie di domande che non attengono al consuntivo, il consuntivo è la gestione finanziaria, e domanda sul rapporto dello stato della legislazione, sulla convezione sui servizi indivisibili, per quello che posso conoscere.
(intervento fuori microfono)
Renato Claudio MINARDI. Si, ci sono le cifre, però lei mi chiede se è stata fatta la convenzione, credo che la convenzione sia in corso di accordo con la Giunta. Dopodiché, se vogliamo fare un aggiornamento su queste cose che lei ci ha posto, magari le recuperiamo dalla registrazione, alcune me le sono appuntate, e ne facciamo oggetto, Presidente, di una comunicazione alla Conferenza dei Presidenti dei gruppi perché è giusto e legittimo dare delle risposte alle questioni che pone. Non attenendo direttamente alla gestione finanziaria, credo che non ci debba essere nella relazione, così come non c'è, ma è giusto che i Consiglieri sappiano come stanno le cose, quindi, Presidente, possiamo farcene carico e dare in una prossima Conferenza dei capigruppo le comunicazioni che sono state richieste su cui oggettivamente non mi sento impreparato perché non attengono all'argomento, se magari mi fosse stato detto avrei potuto anche fare delle verifiche.
Le ATN, lo chiedo al Segretario generale, si fanno sulle proposte di legge, quindi ogni ATN è relativa ad una proposta di legge specifica, quindi ovviamente vanno avanti. Nel 2018 si sono fatte per gli atti legislativi del 2018 e questo anno si fanno le ATN sugli atti del 2019. Non c'è un tempo determinato per farle, prima, durante o dopo, si fanno sulla proposta di legge prima che venga portata in discussione dell'Assemblea.
Non ho altro da aggiungere, la cosa di cui mi ero dimenticato l’ho detta, ovvero che abbiamo abbattuto ulteriormente i tempi di pagamento e credo che sia un merito perché qualcuno a livello nazionale sta parlando di come fare per fare in modo che, la pubblica amministrazione paghi i debiti, mentre noi siamo assolutamente rispettosi dei termini.
Se mi permettete faccio una piccola digressione sui debiti della pubblica amministrazione, se vi ricordate 5, 6, 7 anni fa la pubblica amministrazione non era in grado di pagare i debiti per il rispetto del patto di stabilità, si pagavano in ritardo mentre il Governo ribadiva che dovevano avvenire entro 30 o 60 giorni, ma pagando entro i termini si andava fuori dal patto di stabilità, per cui tutti gli enti governati da chicchessia tendevano ad allungare il rapporto con le imprese all'1 gennaio dell'anno successivo per liquidare gli importi.
Dico un'altra cosa, se mi permettete, sui i debiti della pubblica amministrazione, visto che è un argomento particolarmente attuale, un ente pubblico che deve fare un'opera o una qualsiasi spesa, nel momento in cui effettua i lavori o fa l'impegno per fare un acquisto o per aggiudicare la gestione di un servizio, le risorse le deve avere e devono essere iscritte nel bilancio di previsione altrimenti nessun ente è in grado di affrontare o di impegnare una qualsiasi spesa. Nel momento in cui le risorse sono iscritte nel bilancio di previsione sono dove? In Banca d'Italia, allora lo Stato le risorse che gli enti spendono dove le ha messe? Dove sono? Questa è una domanda che faccio e che ho fatto ad un Ministro prima dell'attuale Governo, quando fu fatto il decreto sblocca debiti, furono emessi titoli di Stato ed io ebbi a chiedere al Ministro: “Mi scusi, ma i soldi dei debiti della pubblica amministrazione voi li avete in banca d'Italia, perché dovete emettere debito?” Ovviamente perché lo Stato li aveva già spesi in altro modo.
Capiamoci, quando la pubblica amministrazione fa una spesa ha già la copertura di default, ovviamente, ed è obbligatoria sennò la spesa non si può fare, le risorse sono in Banca d'Italia e se non ci sono evidentemente hanno preso altri canali, per carità, legittimi, non discuto, evidentemente sono andate a coprire altre spese, ma questo significa che oltre al debito sottoscritto, probabilmente lo Stato ha altro debito e non può scaricare le responsabilità agli enti sottostanti perché lo Stato può fare questo, ma un Comune, una Provincia e la Regione non possono indebitarsi per effettuare le spese a meno che non accendi un mutuo, che comunque va a bilancio come debito.
Per concludere, le risorse che gli enti spendono sono depositate in Banca d'Italia, quindi non credo che ci sia bisogno di emettere altro debito. Le risorse dei Comuni e degli altri enti sono depositate nelle casse dello Stato.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Emendamento 1 a firma dei Consiglieri componenti dell'Ufficio di Presidenza.
Ha la parola il Consigliere Maggi.
Giovanni MAGGI. Grazie Presidente. Come ho detto velocemente nell'esposizione quando ho preso in considerazione questo emendamento di 500.000 euro per la facciata del Palazzo delle Marche, a fronte della messa in opera dei lavori per la facciata a cui si riferiva il Consigliere Minardi, che non è decorosa, chiedo: c'è un preventivo? Per mettere a posto la facciata del Palazzo delle Marche ci vogliono 300.000 euro? 200.000 euro? 1.000.000 di euro? A cosa servono questi 500.000 euro? A mettere a posto i gradini, le finestre, cosa?
PRESIDENTE. Mi scusi, Consigliere Maggi, sta parlando di un altro tema, questo è un emendamento tecnico, dopo parliamo dell'ordine del giorno.
Giovanni MAGGI. Chiedo scusa, ma continuo l’intervento così non lo faccio dopo.
I 500.000 euro, risorse rese disponibili dall'economia della gestione del bilancio, servono per rimettere a posto la facciata del Palazzo delle Marche, come siamo in grado di valutare che questa cifra sia sufficiente, insufficiente o troppa? Voglio dire che non abbiamo degli elementi di valutazione, quindi ci chiedete di valutare una cosa di cui non sappiamo assolutamente niente.
PRESIDENTE. Emendamento 1. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
PRESIDENTE. Proposta di ordine del giorno a firma dei Consiglieri Mastrovincenzo, Minardi, Celani, Rapa, Carloni.
Ha la parola il Consigliere Celani.
Piero CELANI. Grazie Presidente. Non solo la facciata, purtroppo, noi conosciamo altre due problematiche che non sono soltanto di decoro, ma anche di staticità, ad esempio c'è il cornicione che è un elemento posticcio al quale occorre dare stabilità, lo stesso per le facciate, c'è un problema di distacco degli intonaci dovuto anche agli effetti sismici del 2016 e seguenti, quindi il problema è abbastanza complesso. Poi ci sono problematiche interne che riguardano gli impianti tecnologici, adesso non entro nel merito (caldo, freddo e altro), le stanze non sono termicamente combinate e congruenti nel modo giusto, però il problema è un altro, guardate, e lo avete evidenziato anche voi negli anni passati, la nostra struttura non ha un organo tecnico, il Consiglio regionale non è un organo tecnico in grado di valutare puntualmente le esigenze, ci dobbiamo affidare all'organo tecnico della Giunta.
Noi possiamo soltanto mettere a disposizione le somme che adesso saranno utilizzate per fare dei preventivi, si farà un preventivo generale e poi si opererà per stralci in funzione delle risorse che abbiamo. Non possiamo fare diversamente perché non abbiamo un ufficio tecnico interno. Spesso mi sono interfacciato con alcuni tecnici, tra l’altro devo dire competenti e bravi, che però non hanno molto tempo da dedicare al Consiglio, noi li prendiamo, cerchiamo di dialogare con loro, mettiamo in evidenza le manchevolezze, le abbiamo messe in evidenza tutte, adesso stanno facendo un progetto di carattere generale, e man mano che il Consiglio destina delle somme si faranno degli stralci funzionali, questo è molto importante, tutti gli stralci saranno funzionali, cominciando ad esempio dalla parte interna, dove dobbiamo sistemare quelle piccole costruzioni adibite a rimesse/garage delle auto.
(intervento fuori microfono)
Piero CELANI. Si, l’ho detto prima, anche gli impianti tecnologici all'interno non funzionano, però c'è un problema di stabilità che non riguarda solo l'aspetto estetico.
Non è che noi vogliamo mettere la medaglia, vogliamo mettere dei luccichii alla parete per far sembrare questo palazzo più bello, ci sono problemi di distacco di intonaci e il mitico cornicione è posticcio, è stato fatto su una superfetazione e rischia il distacco e di fare notevoli danni perché se comincia a cadere qualcosa lì tutto va transennato, messo in sicurezza, per cui il marciapiede su Piazza Cavour non potrà essere utilizzato, così come le uscite esterne.
Ripeto, in questo momento non saprei nemmeno dire cosa faremo con i 500.000 euro, faremo uno stralcio funzionale di un progetto più generale a cui stiamo lavorando, a cui i tecnici della Giunta stanno lavorando, questo è il concetto.
(intervento fuori microfono)
Piero CELANI. No, se il preventivo arriva a 3 milioni di euro, cosa facciamo? Stiamo sempre fermi ad aspettare. Questo è il concetto, non è un progetto di un'opera pubblica nuova per cui la Giunta ci mette 3 milioni. Anzi, addirittura, potremmo anche non metterci nulla perché sapete che la proprietà non è del Consiglio, ma della Giunta, dovremmo aspettare che nel prossimo bilancio la Giunta mi metta qualcosa, non lo so.
Facciamo un'opera meritevole e meritoria, se l'avanzo di amministrazione va nel calderone del bilancio della Giunta finisce lì, verrà utilizzato per cosa? L’Assessore Cesetti avrà sicuramente tante priorità a cui destinare questi 700.000 euro, noi chiediamo di destinare almeno 500.000 euro alla manutenzione straordinaria di questo edificio, che ha bisogno di molto più, probabilmente occorreranno almeno 3 milioni di euro. Occorre fare un progetto generale, uno stralcio funzionale per quello che è più urgente e utilizzare i 500.000 euro, con l'ipotesi che magari con il prossimo bilancio la Giunta ci metta 1 milione di euro, e se il prossimo anno ci sarà un avanzo di 500.000 euro, nel giro di quattro anni tutto viene messo in sicurezza.
È così che lavoriamo non avendo la disponibilità totale per poter fare i lavori in modo continuo, con un unico atto, questo è il discorso. Abbiamo 500.000 euro, si fa uno stralcio funzionale di 500.000 euro sulla base di un progetto generale, così si lavora, come d'altra parte si lavora nelle pubbliche amministrazioni.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.
Sandro ZAFFIRI. Non volevo intervenire, ma credo che non solo abbiamo l'inconveniente evidenziato dall'ordine del giorno, ma il problema, Vicepresidente, l’avevo già sollevato un anno fa, quando intervenni su questo stesso argomento e lei mi rimbrottò dicendomi: “Consigliere Zaffiri, cosa vede lei?”. Avevo detto che nel palazzo c'era un problema anche di comunicazione, un problema di rete, un problema di internet, i lavoratori del Consiglio regionale hanno difficoltà ad operare in questo settore, Presidente Mastrovincenzo. Non è solo il problema dell'esterno, come dice il Vicepresidente Celani, all'intero c'è il malfunzionamento dell'aria condizionata, la connessione non c'è linea e i computer sono lentissimi. Altro che tutto va bene, Vicepresidente, anche l'altra volta lei disse che tutto andava tutto bene ed io risposi; “No, non va bene”. Non era una battuta, il problema c'è e credo che in questa ipotesi di programmazione, che voi fate o che noi facciamo, vada inserito tutto quello che riguarda l'aspetto tecnico per poter lavorare in modo decente, perché oggi non si lavora in un modo dignitoso.
Questo è un altro problema importante e penso che la Giunta debba fare uno sforzo per cercare di mettere in condizione i fratelli minori, che purtroppo vengono sottovalutati in questa Regione, i Consiglieri che vengono eletti dal popolo, che non hanno, caro Presidente Ceriscioli, delle condizioni minime dignitose per poter lavorare. Il suo Vicepresidente disse che tutto andava bene, io risposi di no, che non andava bene e c'erano le prove.
Credo che l'Assessore che manca, quello che ha la borsa, debba scucire le tasche per dare qualcosa a quel Palazzo, che è la rappresentanza politica dei marchigiani, non è Via Gentile da Fabriano. Questo è il problema di fondo, in questo Consiglio o in questa Giunta c'è stato un ritardo, è vero, perché quel palazzo è stato distrutto dalla politica negli anni passati, ora bisogna ricordare che quel Palazzo rappresenta la comunità marchigiana, non sta in buone condizioni, anzi sta malissimo, come evidenziato dall'ordine del giorno che fra l'altro è anche monco perché manca l'aspetto delle tecnologie che là dentro non funzionano. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zura Puntaroni.
Luigi ZURA PUNTARONI. A proposito di quell'ambiente a cui bisogna dedicare attenzione, al di là del Palazzo e della facciata che è di una tristezza inaudita, l’altro giorno stavo a Roma ed è tutto molto triste, in l’Italia negli ambiti pubblici si va a cercare la tristezza in assoluto.
Ricordo che mi avevano colpito i nostri pari in Sicilia, stanno dentro un museo, in un Palazzo dei Normanni, una cosa raffinata, neanche i Musei Vaticani! Sono rimasto stupito e adesso capisco perché si fanno chiamare onorevoli, lì infatti c’è scritto “primo Consiglio legislativo - anno domini 1100 Federico II”, quando l’Italia funzionava …
(intervento fuori microfono)
Luigi ZURA PUNTARONI. E' nato a Jesi ed io in quel tempo abitavo proprio fuori Jesi, ecco perché con Federico II siamo in sintonia. Capito.
Quell'ambiente è da mille e una notte, ci sono stato per lavoro e per turismo e quando ho visto l'Assemblea legislativa mi sono detto che è un ambiente unico al mondo, poi ho pensato a noi ed mi sono detto che tristezza, è proprio il regno del nulla, una cosa patetica.
Torniamo al Palazzo di Piazza Cavour, dico almeno 3 cose. Entri e ci sono i vigilanti, stanno di spalle e ogni volta si lamentano e dicono che non si riesce nemmeno a vedere chi entra. E' vero, ma facciamo talmente schifo che nessuno verrà a fare un attentato. Chi viene a fare un attentato a noialtri? Se fossi io il Presidente domani la prima cosa che farei sarebbe quella di girare verso l'esterno il gabbiotto dei vigilanti, è più logico.
A parte la struttura, i computer che hanno le nostre assistenti sono roba degli anni ’60, sono patetici ed uno alla fine lavora col telefonino, sono pure chiusi a chiave con il lucchetto per questioni di sicurezza.
Stare dentro quelle stanze fa schifo, vai al bagno e lo devi dividere tra uomini e donne, quell'ambiente fa schifo. Dico che occorre tirare fuori 200/300.000 euro per rifare i computer, rifare i bagni, rifare il gabbiotto dei vigilanti, e già questo cambia tanto, al di là della struttura. E' chiedere troppo? E' come quando dico all’Assessore Cesetti: “Va al bar a fare quel pranzo schifoso e le offrono la Coca-Cola, ma si faccia portare una bottiglia di vino!” e mi risponde: “No, è vietato, non si può portare”. Assessore Cesetti, se non è capace di far portare una bottiglia di vino, non è capace per un ospedale, per una struttura, per niente, quindi parta con una bottiglia di vino e da noi con i computer, non sono le spese faraoniche per sistemare l’esterno per le quali chiaramente ci vorranno milioni, dico di sostituire tutti i computer, di dare una sistemata ai bagni e di dare una logistica di sicurezza ai vigilanti, è roba che con 150.000 euro si fa. Grazie.
Proposta di ordine del giorno. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Maggi.
Giovanni MAGGI. Dopo quattro anni rimango sempre molto perplesso sulle cose, sono io che non capisco, oppure c'è una metodologia diversa da quella che mi ha ispirato tutta una vita.
Siamo come un'Assemblea di commercialisti, di revisori dei conti? Questa è un'Assemblea politica e non possiamo valutare il rendiconto dal punto di vista contabile, noi facciamo una valutazione politica. Dietro le cifre del rendiconto ci sono degli obiettivi politici, delle valutazioni politiche, e mi si risponde: perché fa delle valutazioni politiche, ma questa è un’Assemblea politica! Non commento le cifre, si commento anche quelle, ma commento l'elaborazione politica che ha portato a quelle cifre, per cui domando ad esempio dell'ATN, della questione dei servizi indivisibili per il 2019, di cui non c'è nulla, e della Stazione unica appaltante. Non c'è nulla per la questione della Stazione unica appaltante, l'ATN c’è nel 2018 e c’è nel 2019 e mi si dice: “Certo l'ATN va fatta tutti gli anni” e perché le altre cose non vanno fatte tutti gli anni? Le convenzioni non vanno fatte tutti gli anni? Questo attiene ad una valutazione politica, mica siamo dei commercialisti che fanno una questione tecnica di bilancio, noi facciamo valutazioni politiche, questa è un’Assemblea politica.
In base alle cifre critico o plaudo al meccanismo politico che ha portato a quelle cifre, questa è la mia funzione, le mie dichiarazioni non sono attinenti al rendiconto? Rimango basito, per cui voteremo contro questo rendiconto, in effetti alcune cose sono state tagliate perché non sono state fatte, se non ci si arriva si tolgono di mezzo del tutto. Voteremo contro, ma non ci fate l'osservazione che la valutazione del rendiconto in questa Assemblea dobbiamo farla tecnica, noi dobbiamo farla politica!
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Marcozzi.
Jessica MARCOZZI. Grazie Presidente. Ho annunciato prima della relazione che mi sarei astenuta, però, visto e considerato che ho messo in evidenza la confusione, la poca chiarezza della relazione dei revisori dei conti, chiarezza che non ha trovato riscontro in quello che ha detto il Vicepresidente Minardi, il mio voto sarà contrario.
PRESIDENTE. A questo punto votiamo, tenendo presente, Consigliera Marcozzi, come ha detto il Vicepresidente Minardi, che la relazione è del Collegio dei Revisori.
Jessica MARCOZZI. Avevo detto che c’erano dei punti da chiarire, non è stato fatto, quindi voto contro. Qualcuno mi dovrà spiegare, visto che i revisori hanno dato parere favorevole, le criticità che ho avanzato.
Proposta di atto amministrativo n. 64, così come emendata. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Mozione n. 486
ad iniziativa dei Consiglieri Giancarli, Busilacchi, Urbinati, Rapa
“Prospettive occupazionali degli insegnanti di terza fascia”
Mozione n. 491
ad iniziativa dei Consiglieri Biancani, Urbinati
“Prospettive occupazionali degli insegnanti di terza fascia”
(abbinate)
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 486 dei Consiglieri Giancarli, Busilacchi, Urbinati, Rapa e la mozione n. 491 dei Consiglieri Biancani, Urbinati, abbinate.
Ha la parola, per l'illustrazione, il Consigliere Giancarli.
Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente. Per una svista abbiamo presentato due mozioni, però sono identiche, e sono a firma del nostro capogruppo Urbinati, dei Consiglieri Busilacchi, Rapa, Giancarli.
Come voi sapete attorno al reclutamento del personale della scuola nel corso degli anni ci sono state tantissime leggi, tantissimi provvedimenti, tantissimi accordi sindacali ed il blocco dei 5 anni, però sulla scuola e sul profilo di immissione in ruolo, l'accesso al concorso per il sostegno (solo per chi è già in possesso della specializzazione), la possibilità di misurarsi solo su una classe di concorso, parliamo degli insegnanti di terza fascia, per ogni ordine di scuola, costituiscono ulteriori elementi di rigidità che sono contenuti nella legge di bilancio 2019 a fronte di una situazione scolastica che, invece, richiede, come sempre, scelte urgenti in materia di reclutamento.
A settembre 2018 le cattedre lasciate prive di un docente assunto sono state 32.217, oltre il 50% dei posti del contingente autorizzato dal Ministero dell'economia e finanze, afferenti in massima parte alla scuola secondaria, alla stessa data risultavano da colmare circa 80.000 posti fra organico di diritto, adeguamento dell'organico di fatto e deroghe per il sostegno.
La legge n. 145/2018, invece, apporta profonde modifiche alle prospettive di inserimento lavorativo a tempo indeterminato per i docenti con 36 mesi di servizio svolto nel corso degli ultimi 8 anni scolastici.
I dati sono questi ed è questa la ragione della mozione: 3 anni di servizio, anzi 36 mesi di servizio negli ultimi 8 anni scolastici e, come previsto dalla precedente normativa, doveva essere bandito un concorso riservato, mentre la legge di bilancio 2019 stabilisce che questa categoria di docenti debba sostenere un concorso selettivo insieme ai neolaureati, senza alcuna distinzione tra quanti hanno maturato anni di servizio e quanti invece non lo vantano.
Di fronte a questa situazione, di fronte a questa carenza di organico, le mozioni, firmate anche dal Consigliere Biancani, impegnano la Giunta regionale ad attivarsi in sede di Conferenza Stato-Regioni portando all'attenzione la questione degli insegnanti di terza fascia, affinché in prospettiva le procedure per il reclutamento del personale docente tengano nella dovuta considerazione la possibilità di procedere alla stabilizzazione dei precari della scuola in ossequio alla direttiva europea n. 1999/1970/CE e delle reali esigenze del sistema istruzione, l'accesso ad un concorso riservato in parallelo e non sovrapponendolo all'attuazione dei concorsi ordinari selettivi, riservato ai docenti che hanno maturato 3 anni di servizio. La potevo farla pure più lunga, ma non serve, visto che il Presidente di questa Giunta è un docente, l'Assessore all'istruzione è una docente, quindi, sanno di cosa parliamo. Grazie.
Presidenza del Vicepresidente
Renato Claudio Minardi
PRESIDENTE. Ha la parola, per l'illustrazione, il Consigliere Biancani.
Andrea BIANCANI. Grazie Presidente. Più che per l'illustrazione, avendola anch'io sottoscritta, l'intervento è per ribadire l'importanza dell'approvazione di questa mozione.
Sottoscrivo tutto quello che ha detto il Consigliere Giancarli anche perché le mozioni sono praticamente simili, già altre Regioni (Emilia-Romagna, Toscana, Liguria, Sicilia) hanno approvato atti simili, ed io ho avuto anche modo di confrontarmi con l’Assessore Bravi che si è già attivata.
Penso che l'approvazione di questa mozione sia importante per sostenere l'attività della Giunta e quello che l'Assessore Bravi potrà fare, anche nelle prossime settimane, quando andrà in Conferenza Stato-Regioni o se avrà occasione di incontrare il Ministro. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Bravi.
Loretta BRAVI. Grazie Presidente. Si, come è stato già detto, tutte le Regioni si sono mosse su questo già da tempo e debbo dire che ogni mattina c'è una nuova uscita del Ministro che dice che la situazione verrà risolta al più presto. Quindi, penso che come me tutti i giorni dai media apprendete questo.
Abbiamo rappresentato al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca e alle Direzioni generali competenti, l'esigenza di assegnare organici adeguati a qualificare l'offerta formativa del nostro sistema di istruzione. C'è da dire che annualmente ci vediamo costretti ad estenuanti trattative per l'organico di diritto.
Abbiamo anche questa carenza e doppiamente rispetto ad altre Regioni più virtuose ribadiamo la necessità di personale per il dimensionamento dell'offerta formativa.
Per la specificità della nostra realtà regionale e per il fatto che condividiamo la necessità di salvaguardare il lavoro e l'esperienza acquisita da tanti docenti, specie in presenza di un importante fabbisogno, aderiamo alla mozione proposta dai Consiglieri Giancarli, Busilacchi, Urbinati Rapa, impegnandoci a proporre ulteriormente alla IX Commissione, perché dobbiamo ripartire da lì, la problematica. E' già stato chiesto dall'Assessore dell'istruzione della Toscana un incontro con il Ministro, quindi siamo in attesa di questo.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 486. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Mozione n. 491. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
PRESIDENTE. Per esigenze dell’Assessore Bravi, se l’Aula è d’accordo, do per approvata all'unanimità l'anticipazione della mozione n. 472.
Mozione n. 472
ad iniziativa del Consigliere Marconi
“Fallimento della ditta Teuco di Montelupone - richiesta costituzione tavolo di confronto istituzionale”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 472 del Consigliere Marconi, che ha la parola.
Luca MARCONI. Non la presento, perché quello che c'è scritto è chiaro, però sono molto attento e voglio sentire quello che ci dirà l’Assessore che ci aggiornerà su una vicenda che ormai si trascina purtroppo da più di 5 anni. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Bravi.
Loretta BRAVI. Grazie Presidente. Come ha detto il Consigliere Marconi la storia della Teuco è lunga e la ripeto brevemente perché la conoscete tutti.
Dal 1° dicembre 2014 è stata attivata la procedura del contratto di solidarietà, per 12 mesi, con decorrenza dall'1 gennaio 2015 al 31 dicembre 2015, poi Certina ha rilevato l'80% delle quote di Teuco. All'ingresso di Certina l'azienda riportava perdite superiori ai 10 milioni, alla fine del 2015 le perdite si sono ridotte da 10 a 3 milioni ma, nonostante il miglioramento, l'azienda subiva ancora un esubero notevole di personale.
Nel mese di settembre del 2017, quindi due anni dopo, a seguito di un'ulteriore revoca di affidamenti bancari, l'azienda si è nuovamente attivata presentando un nuovo piano di risanamento adeguato agli eventi.
Il primo incontro in Regione si è tenuto nel mese di ottobre del 2017 e sono continuate le fasi di incontri e analisi fino al dicembre 2017, alla luce del nuovo piano, l'azienda, in data 23 ottobre 2017, ha deliberato la proposta di ammissione alla procedura di concordato preventivo.
Il decreto di autorizzazione della CIGS è stato emesso da parte del Ministero del lavoro e delle politiche sociali in data 9 aprile 2018. Pertanto, dal giorno 19, avuto il decreto, l'azienda si è immediatamente attivata per porre in essere un piano di risanamento e comunicarlo all'istituto di credito che anticipava le somme per l'acquisto della materia prima necessaria alla ripartenza della produzione.
In data 21 aprile 2018 è stato notificato il decreto di fallimento, pertanto dopo l'arrivo del decreto autorizzativo della CIGS.
Credo che quello che interessi maggiormente, al di là dello storico, è che il Ministero del lavoro ha avuto tale notizia ed ha revocato con effetto 20 aprile 2018 il provvedimento autorizzativo della CIGS.
Riguardo alla specifica problematica sollevata dal Consigliere Marconi, che si condivide pienamente, si informa che questo Assessorato, a seguito delle sollecitazioni ricevute dal sindacato, ha richiesto in data 10 dicembre 2018, al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, attraverso il Sottosegretario, la costituzione di un apposito tavolo istituzionale con i sindacati per affrontare il problema delle due mensilità, e questa è l'ultima, dei 116 lavoratori non coperte da retribuzione né da contributi e, più in generale, discutere il tema di un possibile ed auspicabile rilancio dell'attività produttiva delle vasche con il marchio Teuco di assoluto prestigio nazionale ed internazionale.
La lettera, ad oggi, non ha trovato riscontro, neanche dopo ripetute sollecitazioni che ad ogni modo proseguiranno. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.
Luca MARCONI. Sì, grazie, anche per ricevere l'intervento dell'Assessore scritto e per segnalare la questione in termini veramente penosi.
Stiamo parlando di due mensilità, quindi esodati di piccolissime dimensioni, per i quali sarebbe stato sufficiente, come ha già detto l'Assessore, un piccolissimo emendamento a qualsiasi legge finanziaria per mettere in conto questa situazione che, magari, non è l'unica in Italia, ed è un fatto concreto.
Non si capisce, ripeto, se fosse stata una questione di natura economica elevata relativa a centinaia di milioni di euro sarebbe stato un problema, ma non per lo Stato e la Regione.
C'è stata una incuria totale da parte del Ministero del lavoro che andrebbe sollecitato da questa mozione, oltre che sollevare una denuncia pubblica su questa vicenda.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Anche se l'Assessore Bravi ci ha comunicato che questa mozione è superata, in quanto la richiesta è già stata avanzata al Governo, senza aver avuto risposta, in tempi non sospetti, in tempi utili per poter intervenire, reputo che un ulteriore sollecito possa essere opportuno.
In Italia i tavoli di crisi aperti o richiesti sono molti, però come Regione credo che un sollecito per le crisi aziendali del nostro territorio sia assolutamente doveroso.
Sappiamo che le Marche hanno in questi anni avuto delle ripercussioni molto gravi non solo a livello industriale, ma anche nei piccoli comparti del commercio e dell’artigianato, quindi penso che sia utile sollecitare ulteriormente.
L'augurio è che anche i parlamentari marchigiani possano dare un contributo a questa richiesta.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 472. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Mozione n. 506
ad iniziativa del Consigliere Urbinati
“Commissariato di San Benedetto del Tronto (AP) - Mancato supporto dei servizi di controllo del territorio”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 506 del Consigliere Urbinati, che ha la parola per illustrarla.
Fabio URBINATI. Grazie Presidente. Coincidenza, proprio ora, mentre stavamo discutendo la mozione sulla grave crisi della Teuco, sul portale di ‘Info difesa’, che è l'organismo di informazione delle forze dell'ordine, è uscita una forte denuncia di quasi tutti i sindacati di polizia per una diminuzione a 98.000 unità a fronte di un organico di 117.000, dimensionato come era negli anni ‘90.
Questo ricalca in maniera perfetta la mozione che ho presentato, che parte essenzialmente dal basso, parte dalla protesta del Siulp, il sindacato di Polizia, della mia città, del Commissariato di San Benedetto del Tronto.
Purtroppo ci troviamo in un territorio che presenta tre stazioni ferroviarie, un porto, due caselli autostradali, un bacino di 100.000 abitanti, una densità abitativa che è la più alta delle Marche ed ha 170 uomini in dotazione alla provincia di Ascoli e solo 50 sono in questo momento in dotazione al Commissariato di San Benedetto.
Nella provincia c'è una carenza di organico, ci stiamo avvicinando alla stagione estiva, la situazione è molto preoccupante perché il servizio si è anche ridimensionato e spesso è chiuso anche l'ufficio per il rilascio dei passaporti e dei porti d'armi, quindi, vengono meno alcuni servizi di cui costituzionalmente i cittadini hanno diritto, ma soprattutto quello che preoccupa sono i servizi delle volanti.
Le volanti sono ridotte e soprattutto, e questa è una denuncia che fa oggi Infodifesa, l'età media degli uomini che vi operano è dai 49 ai 52 anni, quindi voi capirete che fare un servizio.
Non parlo solo nella mia città, ma in tutte le città marchigiane, soprattutto nei mesi di luglio e agosto, gli abitanti normalmente passano da 40/50 mila a 200/250 mila, capirete che 50 uomini a disposizione è un numero molto esiguo che non riesce a soddisfare le esigenze dei cittadini e il diritto alla sicurezza, ma soprattutto mette anche a repentaglio la sicurezza degli agenti stessi perché, come ho detto prima, c'è un'età media molto alta, c'è anche una carenza nella turnazione delle ferie, tutto è molto stressante sotto tutti gli aspetti, anche per la pressione alla quale i cittadini sottopongono le forze dell'ordine, perché chiaramente il diritto alla sicurezza, come sappiamo, è un diritto costituzionale.
Noi abbiamo fatto un'operazione che non si ferma solo qui, in Consiglio regionale, ma chiediamo alla Giunta ed al Presidente di intervenire insieme alla Questura, insieme al Prefetto e soprattutto di comunicare al Ministero degli interni questa carenza che ci sembra del tutto inappropriata. Vogliamo capire come il Ministro intenderà muoversi anche perché ci sarà su questo tema un'interrogazione del Senatore Verducci a risposta diretta del Ministro, che dovrà arrivare non più tardi delle prossime settimane, ma la stagione estiva è già iniziata.
Esprimo tutta la vicinanza del gruppo del Partito Democratico agli uomini del Commissariato di San Benedetto che in questo momento si stanno adoperando per sopperire a delle problematiche che purtroppo non dovrebbero esistere.
Quindi, senza polemica, senza recriminare la questione da una parte politica all'altra, credo che questo sia il momento di intervenire perché la Riviera delle Palme non può affrontare la prossima stagione estiva con solo 50 uomini di organico, che devono anche fare il servizio amministrativo.
Ringrazio tutti coloro che mi daranno sostegno su questa mozione, e credo che la cosa sia molto grave. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giorgini.
Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Ringrazio il Consigliere Urbinati e sono felice che lui abbia voluto abbracciare il nostro grido d'allarme, che abbiamo fatto circa un mese fa, che abbiamo lanciato sulla stampa, anche perché è da 3 mesi che studiamo questi dati e le problematiche che abbiamo nel territorio sambenedettese, ma credo che sia comune a tutte le province marchigiane e che sia anche un problema italiano.
C'è un'enorme sperequazione tra le forze dell'interno e quelle della costa, difatti il comparto delle forze dell'ordine di San Benedetto, perché giustamente il Consigliere Urbinati ha fatto riferimento a San Benedetto, non è sufficiente per affrontare le tante problematiche di sicurezza e di vigilanza del territorio.
Molte cose le ha dette lui, pensiamo che le piante organiche degli uffici della Polizia sono ferme al 1989, addirittura la materia è normata da un regio decreto del 1927, com'è possibile questo? E' un'assurdità, soprattutto per il fatto che - questi studi li abbiamo fatto noi e abbiamo anche fornito i grafici - nel Comprensorio di San Benedetto e Grottammare ci sono stati 13 beni confiscati alla mafia, 10 a Grottammare e 3 a San Benedetto. Questo è un campanello d'allarme molto importante per noi sambenedettesi, ma anche per Grottammare e Monteprandone. Ecco perché abbiamo voluto lanciare questo allarme che, giustamente, il Partito Democratico per bocca del Consigliere Urbinati ha ripreso prontamente, e noi siamo felici di questo.
La sperequazione si può vedere anche dai fatti importanti, perché, come è stato detto, in Ascoli ci sono 160 unità e a San Benedetto 47, è assurdo, è un assurdo che ad Ascoli ci siano tre volte le unità che stanno a San Benedetto, ma questo succede a Civitanova, Porto San Giorgio, da tutte le parti. Nella costa ci sono 3.138 delitti tra San Benedetto, Grottammare e Monteprandone, reati più gravi, non vengono calcolati quelli minori, quando in Ascoli ce ne sono 1400, meno della metà. Dov'è l'urgenza di avere 160 unità ad Ascoli e 47 San Benedetto? Addirittura a San Benedetto hanno tolto il servizio immigrazione, quindi si deve andare in Ascoli.
Su questo problema sono contento che una volta tanto io ed il Consigliere Urbinati andiamo d’accordo.
Noi abbiamo scritto e mandato questo report al Ministero dell'interno, alla Segreteria del Dipartimento di pubblica sicurezza e anche al nostro sottosegretario dell'Interno.
Non è possibile che la sicurezza del nostro Paese venga normata da una legge del 1927, è assurdo, è come se in un campionato di calcio ci fossero ancora le regole del primo campionato mondiale. Oggi tutto si evolve, non si evolvono solo le piante, come diceva il buon Darwin, e noi purtroppo siamo rimasti al 1927.
Credo che questa sia una cosa importante, riguarda San Benedetto ma, lo ripeto, riguarda tutte le Marche perché ormai, ma non per colpa nostra, le zone urbanizzate sono tutte sulla costa e le Questure e le unità più importanti stanno all'interno, sono ad Ascoli, a Macerata, perché così sono distribuite con il regio decreto del 1927
Noi chiediamo, l'abbiamo già chiesto, e voteremo favorevolmente questa mozione, che venga messa mano a questa legge che addirittura risale al 1989 e che venga le forze dell'ordine vengano ridistribuite in modo equo tra la costa e l'interno. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Dico subito che voterò favorevolmente questa mozione.
Credo che il problema della carenza di organico nelle forze dell'ordine sia un tema ormai cronico, che si porta avanti da diversi anni e non è neanche di semplice soluzione.
L'ho detto più volte in quest'Aula, le politiche nazionali dovevano già da molto tempo aver fatto un'inversione di rotta rispetto a questa problematica e definire le priorità nazionali, fra le quali secondo me c'è questa.
Voterò favorevolmente perché mi libero, credo, dalle diversità di partito e, anche se non è un territorio della mia provincia, penso che il problema sia generalizzato per cui l'esigenza è forte su tutti i territori.
Però non posso tacere una cosa, una certa ipocrisia che va svelata, perché il 24 marzo 2016 ho presentato una mozione in cui evidenziavo: “i tagli operati dal Governo con l'ultima legge di stabilità sono ingenti ed in particolare con una detrazione di 12.785.000 euro al fondo straordinario per il personale di Polizia di Stato; tagli per 88.000.000 al fondo per la lotta alla delinquenza organizzata; ulteriori tagli per 190.000 euro alla pianificazione e coordinamento delle forze dell'ordine, tagli per quasi 2.000.000 alle spese di funzionamento della direzione investigativa antimafia, 139.000.000 di euro sono stati tagliati alla prevenzione e al soccorso pubblico”, sottolineavo le irrazionali operazioni di taglio e chiedevo: “il ripristino delle necessarie dotazioni finanziarie utili a garantire livelli di sicurezza adeguati agli operatori delle forze dell'ordine, alle esigenze dei cittadini, alle crescenti situazioni di criminalità che si verificano quotidianamente in Italia”.
Bene, la maggioranza, il PD, che oggi propone questa mozione, bocciò quella mozione presentata da me, allora credo che sia giusto pretendere anche coerenza rispetto a queste misure, non si può, nel momento in cui governano i vostri amici bocciare mozioni che chiedono maggiori investimenti alle forze dell'ordine ed ora che è cambiato il Governo, al quale la mia componente politica, Fratelli d'Italia, neanche appartiene, quindi non devo difendere, cambiare la posizione e chiedere quello che solo tre anni fa si è bocciato. Penso che la coerenza sia un obbligo nei confronti dei cittadini ed anche degli operatori delle forze dell'ordine.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 506. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Mozione n. 510
ad iniziativa dei Consiglieri Micucci, Mastrovincenzo, Biancani, Minardi, Giancarli
“Fallimento Mercatone Uno”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 510 dei Consiglieri Micucci, Mastrovincenzo, Biancani, Minardi, Giancarli.
Ha la parola, per l'illustrazione, il Consigliere Micucci.
Francesco MICUCCI. Grazie Presidente. L'obiettivo di questa mozione, più che stimolare la Regione, che già attraverso il Presidente e l'Assessore Bravi si è immediatamente attivata, è quello di dare supporto alle attività della Giunta.
A tal fine, ho presentato questa mozione urgente, sono contento che anche altri abbiano voluto sottoscriverla, nasce, come avrete avuto modo di leggere in questi giorni, da un'operazione che io ho definito barbara da parte dei proprietari attuali del Mercatone Uno che nel giro di poche ore, attraverso un SMS, hanno segnalato ai loro dipendenti, di fatto, l'avvenuto fallimento dell'azienda e quindi la messa in difficoltà dei lavoratori, i quali in seguito a questo fallimento non avrebbero potuto neanche accedere ad eventuali forme di sostegno, quali cassa integrazione o altro.
Immediatamente si sono attivate un po' tutte le compagini politiche, sia a livello nazionale che regionale ed i Comuni interessati, fortunatamente il Tribunale di Bologna pochi giorni fa si è espresso in maniera avversa rispetto a questa richiesta, di fatto retrocedendo la situazione alla fase pre-acquisto ed aprendo la possibilità di accedere nuovamente a tutti gli ammortizzatori sociali.
La richiesta che viene fatta attraverso questa mozione alla Regione, che, ripeto, già si è attivata, è di sostegno, attraverso il tavolo aperto con il MISE, attraverso le interlocuzioni aperte con l'ABI (l'Associazione bancari), ai lavoratori, che di fatto si trovano in un limbo, perché l'azienda non è stata venduta, né è fallita, e neanche loro sono stati licenziati, quindi, si trovano in una situazione un po' sospesa, e di attivare le modalità di salvaguardia dei lavoratori, per il pagamento dei mutui e delle bollette, che sono solitamente attive per altri tipi di lavoratori, parallelamente attivare i tavoli nazionali con il MISE per la verifica di nuovi acquirenti e per l'attivazione delle salvaguardie sociali che solitamente si attivano in questi casi.
Mi auguro che ci sia un sostegno unanime a questa mozione e sull'attività che, ripeto, nei giorni immediatamente successivi all'apertura di questa vicenda l'amministrazione regionale ha voluto attivare attraverso una serie di incontri con le rappresentanze sindacali dell'azienda. Grazie.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 510. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Mozione n. 507
ad iniziativa del Consigliere Carloni
“Proposta di istituzione di una ZES nel territorio colpito dal sisma”
Mozione n. 267
ad iniziativa dei Consiglieri Rapa, Marconi, Giancarli
“Estensione della zona economica speciale (ZES) ai comuni del cratere del terremoto”
(abbinate)
(Discussione e votazione risoluzione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 507 del Consigliere Carloni e la mozione n. 267 dei Consiglieri Rapa, Marconi, Giancarli, abbinate.
E’ stata presentata una proposta di risoluzione a firma dei Consiglieri Carloni, Rapa, Giancarli, Marconi, Urbinati, Maggi, Marcozzi, Leonardi, Busilacchi, Bisonni, Zaffiri, Mastrovincenzo.
Ha la parola, per l'illustrazione, il Consigliere Carloni.
Mirco CARLONI. Grazie Presidente. Presento direttamente la proposta di risoluzione. Su questa materia era stata fatta un'interrogazione, ci sono diverse persone che mi hanno chiamato e hanno anche raccolto l'appello di queste vicende, come il Consigliere Giancarli che già nel 2017 aveva presentato una mozione, la Consigliera Leonardi che ringrazio aveva già espresso un interesse su questo tema.
La mia mozione, Presidente e cari colleghi, nasce dal fatto che il 3 giugno il Ministero dello sviluppo economico ha emanato un comunicato stampa nel quale dice che in collaborazione con la Confindustria e alcune Regioni del centro, ma soprattutto del nord Italia, sta rivedendo l'ampliamento delle zone economiche speciali, che inizialmente erano state previste per le zone depresse, soprattutto per i porti del sud Italia.
Con questo comunicato si cerca di estendere questo beneficio straordinario a dei territori particolarmente colpiti, quindi ho pensato di rimettere in discussione, trovando l’appoggio ovviamente di tutta l'Aula, questo tema per le zone colpite dal sisma nella Regione Marche che, secondo me, meritano, al di là degli interventi straordinari, una ricerca concreta per una situazione stabile, la possibilità di ripartire sul piano economico attraverso la creazione di disposizioni che rendano favorevole l'insediamento produttivo, la semplificazione amministrativa e soprattutto l'utilizzo dei contributi messi a disposizione, circa 300 milioni, per le zone economiche speciali, che sembra saranno incrementate ed ampliate.
Mai come ora credo che sia opportuno che la Regione Marche, nella figura del Presidente della Giunta, elabori una proposta al Governo sull’istituzione di questa ZES nell'area del terremoto. Penso che lo dobbiamo fare per dare una possibilità concreta, non solo di riparare i danni del terremoto, ma anche di creare prospettive economiche ai nuovi segmenti produttivi.
Voglio ricordare anche, e colgo questa occasione, che con le ZES si possono creare dei veicoli finanziari finalizzati agli investimenti produttivi, un contributo anche nel capitale sociale per investimenti a rischio che si possono sviluppare in queste aree, si aprirebbero una serie di opportunità concrete qualora riuscissimo ad ottenerla e sicuramente andrebbe nella direzione auspicata da questi territori. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.
Enzo GIANCARLI. Il Consigliere Carloni ha già illustrato i contenuti delle nostre mozioni, io voglio sottolineare soltanto, ma non lo faccio per me, ma per i capigruppo Rapa e Marconi, che presentammo nel luglio 2017 una richiesta in tal senso, le ragioni erano quelle che ora ha riferito il Consigliere Carloni.
Il Presidente è coerentemente impegnato da sempre sul tema della rinascita e della ricostruzione delle nostre aree colpite dal sisma, vanno utilizzati tutti gli strumenti, anche quello delle ZES che potrebbe essere di aiuto per un futuro da costruire e da ricostruire per queste nostre realtà all'interno della montagna.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Rapa.
Boris RAPA. Grazie Presidente, solo per ricordare, i Consiglieri Carloni e Giancarli hanno bene spiegato la questione, un concetto che il compianto ex Sindaco di Camerino giustamente sottolineava spesso: la ricostruzione materiale deve accompagnarsi alla ricostruzione del tessuto sociale ed economico, senza la quale gli edifici resteranno vuoti o destinati a svuotarsi, proprio per questo cogliere l'occasione di uno strumento di promozione e sostegno allo sviluppo economico, come le zone economiche speciali per aree particolarmente svantaggiate, è fondamentale per la rinascita del nostro entroterra così duramente ferito.
PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente Ceriscioli.
Luca CERISCIOLI. Grazie Presidente. Non metto in dubbio il valore della proposta dell'iniziativa, nel senso che va nel solco di un principio fissato fin dall'inizio del sisma, cioè che la ricostruzione doveva essere la ricostruzione materiale, dei luoghi, e la creazione di opportunità di impresa.
Devo dire grazie in modo particolare al lavoro dell'Assessore Bora che ha portato il bando dei Fondi europei relativi alle imprese aree cratere, inizialmente stimato mi sembra in 8 milioni a 33 milioni. Il bando ha avuto una risposta straordinariamente positiva anche nella misura e nella qualità delle imprese che si sono proposte con oltre 50 milioni di euro di richieste di investimenti per attivarne almeno altrettanti in termini di sviluppo, occupazione, lavoro nelle aree. Quindi è evidente che c'è un humus estremamente positivo e recettivo che, nella misura in cui si offrono opportunità, è in grado di coglierle.
Oggi ci tengo a far presente a quest'Aula un fatto che per me è molto grave, a distanza di tre anni dall'inizio del sisma e a due anni dalla ricostruzione - noi ci siamo preoccupati di avere misure economiche che affiancassero la ricostruzione - rischiamo di avere le misure economiche, ma di non avere la ricostruzione. Benché l'esperienza fatta all'interno degli uffici speciali per la ricostruzione, nei rapporti con i Sindaci, avesse fatto elaborare già un anno fa - dico due anni perché il decreto si chiude in questi giorni - una semplificazione di strumenti per la ricostruzione pubblica, per la ricostruzione privata, per il personale, il Governo e il Parlamento hanno respinto nella quasi totalità le proposte di semplificazione, hanno introdotto qualche elemento spot con una prospettiva molto complicata, se, come ha detto il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, questo è l’ultimo decreto che va a mettere mano all'impianto della ricostruzione. Su quella pubblica non cambia sostanzialmente niente, si semplificano le strade per l'incarico di progettazione, ma avuti gli incarichi di progettazione nel frattempo la via ordinaria l’hanno fatta.
Sulla parte privata, dove non si cambia in nulla la procedura, si annunciano 200 persone in più, quando non si danno gli strumenti per trattenere neanche quelli che abbiamo. 40 interinali a settembre ci saluteranno, e capite quanto è importante chi lavora già lì dentro in termini di competenza, si dà ai comuni, che non hanno tutto questo desiderio, la possibilità di farsi loro le pratiche e l'incremento di personale non copre neanche quelli che erano già previsti e non sono mai stati attivati, oltre 130 persone per questo benedetto meccanismo del comando, che a un anno chiediamo che venga tolto, rimaste in comando, ma in comando non arriva nessuno.
Quindi in termini di personale, di costruzione privata, di costruzione pubblica, rimaniamo come siamo, forse un po' peggio, quindi non so che prospettiva vogliamo dare alla ricostruzione restando come siamo, cambiando poco.
Non dico del tavolo che abbiamo chiesto al Governo per poter valutare insieme misure come la ZES, che è una traduzione del piano strategico fatto con tanti soggetti, è l'incrocio di strumenti normativi con progetti che alla prova dei fatti si sono dimostrati anche efficaci come risposta del sistema delle imprese alle misure attivate.
Esprimo una grandissima amarezza perché qui non si lavora pro o contro chissà quale pensiero politico, in questa parte di regione, così duramente colpita, si cerca di avere una speranza, una visione, una prospettiva.
Dire che tutto rimane come prima forse è peggio, non so con che faccia andiamo a raccontarlo e se l’idea, questa è la parte che più mi amareggia, è che si può lasciare tutto così tanto la responsabilità è di qualcun altro, se questa è l'idea: chi se ne importa dei cittadini e delle imprese che stanno nel aree del terremoto, certamente faremo di tutto perché non passi e mi dispiace perché abbiamo cercato anche di attivare tutte le Regioni, non solo le quattro terremotate, la Conferenza delle Regioni, dove dentro si è tutti rappresentati, anzi oggi c'è più centrodestra che centrosinistra rispetto a tre anni fa, quindi più Governo che non Governo e tutte le Regioni hanno ritenuto utile, indispensabile, importante approvare questi emendamenti.
Alle audizioni si è visto come i comuni, l’Anci, le Regioni fossero in sintonia perfetta, all'incontro a Norcia, di nuovo, sede dopo sede, a ribadire gli stessi principi.
Benissimo, approvo la ZES, sono contentissimo, ma se il contesto in cui avanziamo è quello che ci fa restare dove siamo stati fino ad oggi, praticamente confermando l'impianto ritenuto sbagliato, si è ritenuto sbagliato l'impianto, poi lo si conferma, sbagliare è male, ma perseverare è ancor peggio.
Sono molto colpito da questa cosa, se mi vedete con la faccia strana stamattina è perché ho questa roba in testa e capisco che non potremo stare col solito atteggiamento istituzionale nei confronti di chi non ha accolto nulla di quello che è stato presentato.
Sembra che domani venga messa la fiducia, approvato così com’è uscito dal Senato, rincontreremo i Sindaci, rimetteremo in moto i tavoli istituzionali locali, poi vedremo quale iniziativa prendere, ma sfido chiunque a difendere la fotografia del restare come siamo oggi, sfido a trovare uno che mi dica: va bene restare come siamo oggi.
Ci tengo a ribadirlo perché prima l’ho detto in un colloquio con il Consigliere Carloni. Non vuole essere una diminuzione dell'iniziativa che i Consiglieri Giancarli e Carloni hanno proposto, perché la ritengo positiva, ma oggi va guardata dentro quel contesto dove è giusto preoccuparsi anche per l'altra parte in modo che la nostra azione tenga conto di quello che sta accadendo attorno a noi.
Mi aspettavo tutt'altro, magari non le nostre proposte, migliori, altre, ma non che tutto restasse così, al di là degli aspetti più importanti anche quelli più piccoli. Come fai a dire a quei 40 tecnici che oggi lavorano all’ufficio ricostruzione “Tu a settembre vai a casa”, in questo contesto, dopo che ha imparato bene o male a portare avanti l'istruttoria, nel bisogno più totale, nella carenza di centinaia di persone già prevista e mai attivata.
Chiedo scusa per lo sfogo, cercheremo di uscire da questa sfera, chiamiamola, meno razionale per tradurlo in una azione determinata perché la nostra Regione non è come per le altre, non ci giochiamo una cosa qualunque, ci giochiamo delle chance importanti per i nostri cittadini.
Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Oltre ad aver sottoscritto la risoluzione, la voterò favorevolmente, perché reputo che l'istituzione di una zona economica speciale per i territori colpiti dal sisma sia non solo un'opportunità per rilanciare le nostre terre, ma uno strumento richiesto da più parti, da molto tempo, e devo dire, purtroppo, fino ad ora non attuato. Quindi, ho aderito al suggerimento, alla proposta fatta dal Consigliere Carloni che ha visto una opportunità, in questo momento, in una normativa nazionale e gli ho anche riportato, quando ci siamo sentiti, il fatto che su questo tema si dibatte da diverso tempo. Ad esempio, ci sono gli ordini professionali della provincia di Macerata che stanno lavorando da diversi mesi per portare una proposta concreta, fatta con chi opera in quei luoghi, in modo da renderla attuale e efficacemente utilizzabile sul territorio.
Raccolgo lo sfogo del Presidente Ceriscioli, ma oltre ad essere amareggiati, credo che occorreva urlare, sbattere i pugni, far valere - purtroppo come Regione Marche valiamo poco - i nostri piccoli numeri a livello nazionale nel momento in cui il colore politico di questa Regione era lo stesso di coloro che ci amministravano a livello nazionale. A me dispiace vedere utilizzato il terremoto in una diatriba politica che, abbiamo sempre detto, non serve e non porta a nulla. Ci stracciamo le vesti e ci arrabbiamo nel momento in cui a tirare le redini di questo nostro Governo è la parte opposta, ma non lo facciamo, siamo remissivi, ci pieghiamo, nel momento in cui la parte politica è quella che ci appartiene.
Non ho visto grosse cose fatte dai Governi Renzi e Gentiloni, ho visto solo cose ampiamente criticabili, non ho risparmiato critiche neanche a questo Governo, qualcuno si è stupito qualche mese fa in Aula, ma io parto dal presupposto che purtroppo abbiamo un peso politico ridotto per le nostre dimensioni come regione, e che sarebbe stato più opportuno unire le forze di tutte le componenti politiche per far valere un’esigenza che il nostro territorio ha fortissima, che lo ha messo in ginocchio e non essere sempre condiscendenti verso la parte politica propria nel momento in cui non fa bene per il nostro territorio. Siamo stati eletti per difenderlo, ci siamo trovati di fronte a una realtà drammatica, della quale credo che non tutti si rendano conto ancora oppure, purtroppo, molti non hanno grande interesse a porre la questione del terremoto del centro Italia come prioritaria nell'agenda degli ultimi Governi, dal 2016 ad oggi.
Credo che sarebbe più utile che questa Assemblea legislativa si unisca invece di lanciare reciprocamente degli stracci nel momento in cui c'è il cambio di amministrazione, perché non serve, ben venga una risoluzione firmata da tutte le componenti di quest'Aula e lasciamo da parte polemiche che, purtroppo, se andiamo a guardare indietro, non sono del tutto giustificate.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.
Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Brevemente, vorrei intervenire sull'estensione della zona economica, ZES nel territorio marchigiano colpito dal sisma. Credo che questa risoluzione sia estremamente importante, anche per le firme bipartisan che l'hanno presentata, ed è fondamentale sostenerla a livello nazionale.
Probabilmente è vero che la richiesta dell'estensione della zona economica potrebbe essere un po' prematura perché la ricostruzione è in difficoltà. Certo, è vero che la ricostruzione è in difficoltà ed anche in quest'Aula più volte ne abbiamo parlato. Qui c'è stato un accordo bipartisan per sostenere in periodi diversi questo decreto o le condizioni per poter ricostruire, anche se quando si interviene su una cosa già predisposta non sempre è facile. Non penso che sia facile, anche se qualche pezza è stata messa strada facendo.
Presidente, senza polemica lei lo sa, ho detto più volte in questa Aula che la gestione non doveva essere soltanto della maggioranza, dovevano essere coinvolte anche le minoranze, l'ho detto in un periodo non sospetto, adesso è chiaro, si sta cercando di raddrizzare la vela della barca per potere procedere, non credo che il problema sia il personale, non è sotto questo aspetto, è un problema della struttura, è stata costruita un'impalcatura per la ricostruzione che non è adatta al nostro territorio.
Questo è il dato di fatto, il nostro territorio è diverso ed è diverso quello che è successo in altre Regioni nel 1997. Non c'ero, non c'era nemmeno la mia forza politica, ma credo che l’opposizione anche quella volta non fosse presente, c'era un Governo regionale che ha gestito le cose.
Su questo non c'è ombra di dubbio, purtroppo, lo devo ammettere e devo prenderlo in considerazione positivamente, la situazione è stata gestita in termini diversi e ha dato dei risultati diversi, è chiaro c’è stata una velocizzazione ed una responsabilità diretta del primo cittadino regionale, del primo Ministro della nostra Regione, come delle altre Regioni. Questo è successo e le cose sono state diverse, hanno avuto un percorso diverso, sono stati responsabilizzati i dirigenti della nostra Regione che avevano la gestione, è un'altra cosa, questo bisogna ammetterlo, purtroppo, se non ammettiamo da dove siamo partiti e non ricostruiamo il passato, il futuro è un passaggio estremamente difficile, però dobbiamo farlo.
Credo che qualcosa non abbia funzionato, parecchie, ed oggi la situazione non sta migliorando, ci sono delle difficoltà, qualche pezza è stata messa e continuiamo a percorrere questa strada.
Oggi parliamo di questa cosa, della ZES, dell'estensione della zona economica speciale per il nostro territorio e per come abbiamo ragionato e per come l’abbiamo sottoscritta esistono le condizioni per andare avanti, per guardare avanti. Bisogna fare un'analisi guardando indietro, come eravamo e come non è partita, purtroppo, la ricostruzione dopo questa catastrofe che ci ha colpito in modo pesantissimo.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.
Sandro BISONNI. Grazie Presidente. In merito a questa risoluzione che ho firmato c'è poco da dire, la voterò con convinzione.
Ritengo estremamente utile che si faccia anche questo percorso, tutte le risorse che riusciamo a canalizzare sul territorio sono le benvenute, dopodiché devo fare anche un commento perché ho sentito il Presidente Ceriscioli fare un quadro, sinceramente, preoccupante e sono stanco di sentire l'opposizione di destra, ogni volta che qualcuno denuncia una cosa che non va, affermare che si poteva dire prima, quando al Governo c'era la sinistra.
Anche questo ragionamento è speculazione politica. Qual è il discorso? Se una cosa non va bene non la possiamo dire perché adesso è cambiato il colore politico del Governo? Se 40 tecnici, che sono indispensabili per non fermare la ricostruzione privata, andranno casa non lo dobbiamo dire perché è cambiato il colore del Governo? Vorrei capire il ragionamento! Credo, invece, che dobbiamo denunciare con forza questa cosa e tutte le cose che non vanno. Si poteva fare prima? Forse sì, però se quello che è stato denunciato è un fatto nuovo, fra qualche giorno i tecnici andranno a casa, questa cosa va denunciata, come vanno denunciate tutte quelle mancate migliorie che la destra voleva fare. Si è gridato per quasi due anni che tutto un sistema, un quadro normativo, non andava bene, che bisognava snellire la burocrazia, che bisognava mettere più fondi, adesso questo non vale più? Non vale più solo perché è cambiato il colore politico del Governo? Vorrei capire qual è il ragionamento, anche questa è speculazione politica.
Vorrei anche capire dove sono andati a finire tutti i Comitati Terremoto più o meno di destra/centrodestra che subito dopo il sisma, avendo visto la possibilità di attaccare politicamente sia Governo regionale che nazionale, che erano dello stesso colore, hanno scatenato il finimondo. Dove sono andati a finire? Non protesta nessuno per quello che sta succedendo adesso?
Il quadro che ha fatto il Presidente Ceriscioli è desolante e preoccupante, dove sono andati a finire questi comitati. Stanno tutti zitti? Ricordo, per fare un piccolo esempio, il problema degli insegnanti nei comuni terremotati, le scuole sotto organico secondo la legge ordinaria dovevano chiudere, mi ricordo manifestazioni, io stesso andai a Macerata a protestare, adesso che è cambiato il Governo - evidenzio che l'Ufficio scolastico regionale è statale, non confondiamo le cose - i comitati dei genitori, i comitati degli insegnanti sono spariti, tutti quelli con cui ero andato a protestare.
Diciamo le cose che non vanno, continuiamo a dire le cose che non vanno senza fare queste speculazioni perché, ripeto, anche questa è una speculazione.
Voglio continuare a battermi per portare il maggior numero di risorse sia umane che finanziarie sul territorio. Voglio continuare a battermi per semplificare la normativa, per velocizzare le pratiche, perché non possiamo accettare che da qui a 10 anni le cose rimangano come sono adesso. Quindi, per favore, il discorso: “lo dite perché è cambiato il colore del Governo” non lo fate più perché è giusto denunciare le cose che non vanno, sempre.
Ritornando alla risoluzione mi auguro che venga votata all'unanimità, perché se la votiamo si può aprire la possibilità di un percorso che può portare quasi 350 milioni di euro sul nostro territorio, in tutto il territorio allargato del centro Italia. E' una cosa buona, quindi, auspico che venga votata da tutti.
Per le cose che non vanno invito non solo il Presidente a raccontarle, ma a denunciarle con forza perché i cittadini marchigiani devono sapere come stanno andando le cose, devono sapere se ci sono delle difficoltà o se ci sono delle cose che non vanno, addirittura se si fa un passo indietro, perché togliere 40 persone formate, che velocizzano le pratiche, soprattutto quelle private, è sicuramente un passo indietro, non è un passo in avanti, quindi ha fatto bene il Presidente a dire queste cose, anzi, lo invito a continuare su questa linea. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Casini.
Anna CASINI. Grazie, Presidente. Naturalmente sono a favore della risoluzione del Consigliere Carloni, che condivido in pieno, però mi preme per correttezza raccontare come sono andate le cose rispetto agli emendamenti.
Innanzitutto voglio specificare che il precedente Governo ha messo a disposizione del territorio delle Marche 12 miliardi di euro per opere pubbliche, che sono stati già stanziati, quindi, alla Consigliera Leonardi dico che non è questo il problema. Non è un problema di risorse, che sono state stanziate. E’ stata gestita tutta la fase dell'emergenza, per la quale si è speso 1,5 miliardi, in maniera eccellente, è stata gestita circa in un anno, un anno e mezzo, il tempo in cui questo Governo non è riuscito neanche a leggere gli emendamenti.
Gli emendamenti non sono una velleità del Presidente Ceriscioli, mia, o di qualcun altro, sono delle richieste che sono arrivate dagli ordini professionali, dai Sindaci, dai tecnici, da tutto il tessuto territoriale dell'area terremotata e servono a snellire.
Soltanto un passo potrebbe mandare a casa i dipendenti, che abbiamo formato in questi tre anni, sarebbe un danno erariale, secondo me, oltre che un danno alla pubblica amministrazione - credo che sia configurabile come un danno erariale - quindi, noi abbiamo riportato con forza le proposte degli ordini, dei cittadini ed anche dei comitati.
Spesso il Presidente Ceriscioli insieme ai tecnici ha costruito degli emendamenti, ma non è finita qui, perché questi emendamenti sono stati portati, forse lei non lo sa, ma glielo dico io, alla Conferenza delle infrastrutture, che è l'organismo competente della Conferenza delle Regioni, la quale ha espresso all'unanimità parere favorevole, e lì ci sono le Regioni di tutti i colori politici. La Conferenza delle Regioni, dove è stato espresso parere favorevole all'unanimità, era presieduta dal Presidente del Molise, che non è certo un uomo del PD, e sono stati fatti degli apprezzamenti perché Itaca, della quale sono Presidente, ha contribuito alla stesura, insieme al volontariato di tutte le Regioni. Come lei saprà Itaca è composta e lavora soltanto con volontari delle Regioni, che non vengono neanche pagati. Sia i tecnici che gli esperti di diritto amministrativo delle altre Regioni d'Italia, in particolare e segnatamente della Toscana, avevano predisposto tutti gli emendamenti, ottenuti questi pareri, siamo andati alla Conferenza unificata dove tra lo stupore del Viceministro Garavaglia, per esempio, che non è certo del PD, il Ministero delle infrastrutture non si è presentato e sarebbe stato un parere contrario se non fosse intervenuto il Viceministro a dire che si poteva rinviare per l'assenza del MIT. C’è stato un imbarazzo generale, che tutte le forze politiche del Governo hanno percepito, dopodiché siamo riusciti a rinviare l'incontro al 30 per fare un percorso parallelo a quello che stavano facendo le Camere. Questo lo sa tutto il Governo, mi spiace che non lo sappia lei, dopodiché quando si è tornati il 30 alla Conferenza unificata, che è quella con ANCI e UPI, per chi non lo sapesse, l’Assessore Cesetti, che sostituiva il Presidente, ha visto un'altra volta l'assenza del Mit, quindi se non abbiamo gli emendamenti approvati nella Regione Marche, emendamenti che abbiamo iniziato a scrivere oltre un anno fa, perché ci sono delle procedure complesse per zone in cui c'è stata una devastazione totale, che ha interessato 87 comuni, che va sistemata. C'è stata la necessità di delocalizzare intere frazioni o interi paesi, da situazioni come quella di Camerino a realtà completamente diverse, come quella della viabilità, quindi, dire che il Governo precedente non ha fatto il proprio dovere è una follia, lo dimostrano i bilanci della Regione nei quali sono state postate le risorse, i bilanci dei comuni ai quali sono state assegnate le risorse, che non riescono a risolvere le questioni economiche perché si trovano con bilanci maggiori rispetto a quelli che sono soliti gestire.
Queste richieste sono sempre state fatte, sa qual è la differenza? Che non abbiamo un interlocutore, perché prima almeno con i due Commissari si litigava e si parlava, questo nuovo Commissario non esiste e questo Governo non ha avuto nessuna interlocuzione con questo territorio ed attribuire alla Regione l'incapacità, significa attribuirla a tutti gli ordini professionali, a tutti i Comuni del cratere, alle associazioni di categoria, tutte, che hanno partecipato e condiviso in più tavoli alla stesura di questi emendamenti, che servivano a tutti. Prima di dire che siamo stati o che facciamo una battaglia politica, se avessimo voluto fare la battaglia politica saremmo andati insieme ai Sindaci alla Conferenza unificata. Sarebbe stato opportuno che lo vedessero da soli, ho fatto bene a fare le fotografie, comunque ci sono i verbali che testimoniano l'assenza dei Ministeri.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giacinti.
Francesco GIACINTI. Grazie Presidente. Ho solo qualche parola, perché al di là del fatto che è importante porre l'attenzione e catalizzarla su questa zona del cratere, purtroppo piuttosto ampia, prendo a prestito le parole del Presidente Ceriscioli, in questa fase non abbiamo notato nessun cambiamento di direzione che può sembrare disinteresse o una mancata accelerazione della ricostruzione con tutto ciò che può comportare.
Lo strumento della zona economica speciale per definizione deve contenere un'area portuale, quindi mi viene qualche dubbio se sia lo strumento più idoneo per dare risalto, valore ed importanza ad un intervento specifico nelle zone del cratere, per i motivi che ben sappiamo tutti.
Mi riserverei, prima di usare espressioni non così appropriate, di valutare se la zona economica speciale può essere uno strumento idoneo e consono a racchiudere gli interessi relativi ad un'area come quella del cratere, in cui l'area portuale ovviamente non è contenuta.
Non può essere una zona economica speciale tutta una Regione, ma un'area geograficamente ben delimitata, e all'interno di questa area ci deve essere per forza un'area portuale, mi pongo questo interrogativo di natura formale ed anche sostanziale.
Pur essendo d'accordo sull'importanza di adottare qualsiasi strumento che vada nella direzione di portare contributi, celerità, dare risposte prima possibili, mi rifaccio all'accorato appello del Presidente, affinché tutti gli interventi siano finalizzati in questa direzione, però, agli estensori della mozione, mi permetto, con molta modestia, di far presente che forse lo strumento, per definizione normativa e legislativa, che a sua volta si rifà anche ad un regolamento dell'Unione europea, forse non è così calzante. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Due cose, la prima, vorrei dire al Consigliere Bisonni che credo che non possa essere lui a stabilire che cosa debba, possa o non possa dire un Consigliere regionale, nei limiti, come sempre io faccio, del rispetto della persona, senza scadere nell'insulto. Quindi non credo che la richiesta di non intervenire o di non dire determinate cose possa essere accettata da me, come da nessun altro Consigliere.
Seconda questione, vorrei chiarire all'Assessore Casini che io non ho parlato di risorse non messe e se l’Assessore riporta questo non è quello che ho detto, basta ascoltare la registrazione.
Ricordo anche, e l'ho detto nel mio intervento, che ho criticato anche il Governo attuale, quindi la mia posizione non è partigiana, il precedente e l’attuale perché reputo che le cose non siano state fatte bene.
Credo che sia anche nel nostro compito e ho difeso, forse questo non se lo ricorda, in Aula la posizione del Presidente Ceriscioli quando da Vicecommissario si era sentito escluso, come gli altri Vicecommissari, dal Governo attuale nella gestione del terremoto. Ho sostenuto la posizione del Presidente Ceriscioli perché reputavo e reputo che la voce della Regione debba essere non solo tenuta in considerazione, ma debba essere anche una voce forte, quindi, cerco di fare un'opposizione costruttiva, certo che non posso non segnare determinate cose, ma non sparo a 360° nel mucchio “dove prendo, prendo”, cerco di essere coerente con un percorso, poi faccio anche delle valutazioni politiche, come facciamo tutti, ma non ho mai detto che non è stato fatto nulla. Certamente ho sempre criticato, quindi non lo faccio oggi, determinate impostazioni che ci sono state, da chi ha amministrato nelle varie fasi del terremoto, e credo che purtroppo i nodi stanno venendo al pettine, sono venuti al pettine da parecchio, evidentemente qualcosa di non giusto nell'impostazione. Non c'è stata, né prima, né oggi, questa rivoluzione per risolvere la problematica.
PRESIDENTE. Ha la parola, per fatto personale, il Consigliere Bisonni.
Sandro BISONNI. Consigliera Leonardi, la invito a risentire l’audio, non l’ho offesa nella maniera più assoluta, ho fatto solo un ragionamento che forse lei non è riuscita a seguire compiutamente perché ho semplicemente detto che è anche speculazione politica dire che non bisogna denunciare alcune cose per il semplice fatto che è cambiato il colore del Governo nazionale, che quindi bisogna continuare ...
(interrompe la Consigliera Leonardi)
Sandro BISONNI. Non ho parlato assolutamente di ipocrisia, non ho parlato di niente, ne parla lei, ma non ho detto questo, ma altro.
Non c'è stata offesa da parte mia, assolutamente, c'è stato un ragionamento che, forse, ripeto, non è riuscita a seguire e c'è stato il mio invito a continuare a denunciare tutte le cose che non vanno, perché sinceramente a me non importa niente se cambia il colore politico, ho manifestato contro il Governo precedente, non questo, perché non garantiva i posti agli insegnanti nei paesini di montagna, continuerò a farlo nel caso succedesse ancora, quindi, ho detto semplicemente che è un nostro dovere continuare a denunciare le cose che non vanno.
PRESIDENTE. Ha la parola, per fatto personale, la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Ha ragione, Presidente, dieci secondi. Consigliere Bisonni, non ho detto che lei mi ha insultato, ho detto che lei ha dichiarato che non vuole più sentire nessun Consigliere dire determinate cose. Lei non può dire ad un Consigliere cosa dire e non può neanche riportare che io avrei detto che le cose non vanno evidenziate.
Il Presidente può dire quello che non va, lo possiamo fare tutti, però mi sento di sottolineare degli atteggiamenti che reputo ipocriti. Non metto il veto a nessuno di parlare per rispetto non solo per il ruolo istituzionale, ma di libertà, anche individuali, laddove non vanno a nuocere gli altri, però queste cose vanno dette chiaramente. Il mio ruolo politico è anche quello di evidenziarle, e che lei mi dica che non posso farlo personalmente mi risulta non accettabile, non mi ha offeso, ma il suo pensiero non lo possono accettare nella parte in cui dice, non tutto quello che ha espresso, ascolti anche lei, che non vuole più sentire nessun Consigliere dire determinate cose. Questo non lo reputo accettabile.
PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente Ceriscioli.
Luca CERISCIOLI. Consigliera Leonardi, ho fatto un discorso abbastanza preciso e quindi è facile anche che non abbia colto molto bene i passaggi.
Non è la prima volta che presentiamo questi emendamenti, sia al Governo precedente che a quello attuale, non è il primo decreto che rimette mano al sisma, li abbiamo presentati una volta: non accolti, una seconda volta: non accolti.
Il mio disappunto di oggi è perché il Governo ha dichiarato, quello che c’è e che potrebbe restare altri quattro anni, che questa è l'ultima volta che mette mano alle norme che riguardano la ricostruzione, questo per bocca del Sottosegretario, non l’ho detto io, do per buono quello che mi si dice, poi uno può dire non è vero, lo cambieremo fra due mesi.
Se questa è l’ultima volta che il Governo ci mette mano, e sta in carica altri quattro anni, per noi è impossibile gestire il terremoto in queste condizioni, non so come spiegarglielo.
Non è il mancato accoglimento degli emendamenti, che non li ha accolti il Governo precedente e questo Governo al decreto n. 1, al decreto n. 2, al decreto n. 3 (questo), ma perché dice che sarà l'ultimo, è chiara questa cosa? E’ chiara la differenza? Immaginare di andare avanti ad libitum con le regole che abbiamo e che escono dall'ultimo decreto, lo dimostrano i fatti, non so se è chiaro, è lì la differenza, tutto qua, se avessero detto: “Questo è l’ennesimo aggiustamento poi ci rimetteremo le mani”. Noi lavoreremo la prossima volta per far passare gli emendamenti, aumenterà la consapevolezza, ma la dichiarazione è stata molto netta.
La Vicepresidente l'ha detto molto bene: tutti abbiamo condiviso, pensa che i Sindaci siano tutti del centrosinistra? Pensa che le altre Regioni siano tutte del centrosinistra? E' la condivisione trasversale della necessità di questo cambiamento. Coglie la gravità se dovessimo restare con quel quadro di regole da qui in avanti? Forse ho troppa fiducia nella durata del Governo, che vi devo dire, però è questo, c’è questo e i numeri li ha.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.
Piero CELANI. Grazie Presidente. Due considerazioni semplici e veloci, la prima, mi unisco un po’ ai dubbi ed ai timori espressi dal Presidente Giacinti per quanto riguarda le zone economiche speciali, per il fatto, anche molto particolare, che il decreto n. 12 del 2018 dice tra l’altro che nelle zone economiche speciali non possono esserci zone residenziali, al di là del discorso dei porti, delle aree portuali e retroportuali, giustissimo, però c'è un altro aspetto molto più importante e significativo in quanto prevede che non può comprendere zone residenziali. E' chiaro che all'interno delle nostre aree abbiamo prevalentemente zone artigianali e residenziali.
Non è che adesso mi devo allineare oppure devo difendere il Presidente, ma in realtà è vero che si rischia di mettere mano a qualcosa, laddove non esiste nulla. Qualcosa che riguarda lo sviluppo economico di quelle aree.
Le zone economiche speciali hanno come scopo quello di rimettere in moto un sistema economico, attraverso delle forti agevolazioni che non sono le zone franche, che molto spesso riguardano la fiscalità locale, qui invece è una fiscalità molto forte: incentivi alle imprese, a chi investe, soldi per le opere pubbliche.
Facciamo fatica perché in quelle aree dal 2016 non si è fatto nulla, dirò di più, noi, come ordine professionale, qui c'è un piccolo conflitto di interesse con quello che faccio professionalmente, avevamo chiesto, nelle varie riunioni che abbiamo fatto, a tutti coloro che si sono succeduti, in modo particolare a questo Governo, di regionalizzare la ricostruzione. Presidente, volevamo che si regionalizzasse la ricostruzione, allora sì, ci saremmo assunti tutte le responsabilità, ma non possiamo prenderle se siamo fermi al decreto 189 del 2016. Non è cambiato assolutamente nulla, la ricostruzione privata non è partita, è partito qualcosa in merito ai danni lievi, adesso le pratiche vengono istruite dai comuni, ma che cambia? Non cambia assolutamente nulla, allora è molto meglio lasciare le cose come stavano, è meglio lasciare lì il personale, che da due anni e mezzo viene formato, ha le sue capacità, la sua struttura, la sua filiera, e adesso ricominciamo da capo? Nulla si dice su questo, nulla è stato fatto.
Guardate, non sono convinto, perché il Governo del cambiamento poteva benissimo cambiare in due mesi, è un anno che sul terremoto ci stiamo lavorando, da quando questo Governo si è insediato, un anno è un'era geologica in merito ai problemi connessi al terremoto. Qui non si va avanti, non è soltanto la ricostruzione delle case, lì abbiamo perso ormai la ricostruzione delle comunità, guardiamoci attorno, che poteva essere fatta soltanto se si regionalizzava il tutto e noi l'avevamo chiesto con grande forza perché abbiamo il 60% dei danni in questa nostra regione. Come si fa a non responsabilizzare la Regione, a non stare a sentire la Regione o le Regioni su questo aspetto? Soprattutto le Regioni che hanno vissuto un'esperienza fortissima circa vent'anni fa, una ricostruzione che in un certo qual modo ha fatto scuola, che non è quella della Romagna, di Avellino o del Friuli, una ricostruzione che è stata un po' particolare.
L'abbiamo chiesto e continuiamo a chiederlo, mi auguro che quello che ha detto il Sottosegretario sia una bufala e che vada rivisto immediatamente, vanno snellite le regole se vogliamo rimettere in moto un'economia artigianale, fatta di piccole cose fondamentale per la sopravvivenza delle aree stesse, altrimenti è inutile che facciamo gli studi che riguardano la rivitalizzazione delle aree interne e dell’Appennino.
C'è il rischio che quel bellissimo studio che la Regione Marche ha fatto, diamogliene atto, che ha fatto il Consiglio, che ha fatto l’Ufficio di Presidenza, che ha fatto l’Istao, che riguarda l’individuazione di alcuni percorsi fondamentali, resti lì.
Altri prendano la responsabilità, sicuramente non può assumersela questo consesso perché le proposte sono state fatte, e anche lì ci sono le zone economiche fatte in un certo modo, non saranno economiche speciali, come il decreto n. 12 del 2018, si individuino in un altro modo, però le idee ci sono e noi vorremmo che quei percorsi vengano finanziati attraverso la regionalizzazione delle attività per la ricostruzione, altrimenti, ripeto, non se ne farà nulla, perché il tempo perso non lo si recupera più.
Eravamo partiti maluccio, però il Commissario Errani, che era stato Presidente di Regione, sapeva come muoversi all'interno di una filiera istituzionale, convocava continuamente i Sindaci, il territorio e c’erano in atto una serie di procedure per aggiustare qualcosa, poi improvvisamente tutto si è affermato e questo sicuramente sta diventando un danno irreversibile per la nostra Regione, ripeto, che ha il 60% dei danni. Abbiamo fermi il 60% degli investimenti che potrebbero far ripartire una microeconomia all'interno di queste aree.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Pieroni.
Moreno PIERONI. Grazie Presidente. Vorrei dare un contributo parlando delle esperienze che stiamo vivendo nei settori del turismo e della cultura, che naturalmente si inseriscono fortemente nelle realtà di cui parliamo ed ho ascoltato, stiamo ascoltando e continuiamo ad ascoltare le criticità legate all'area del cratere.
Come gruppo Uniti per le Marche siamo convinti che se non viene ridotto il sistema burocratico, che è sempre più intrappolato in una serie di criticità, sicuramente continueremo a parlare adesso e fra qualche anno di come recuperare i gap inerenti alla partenza della ricostruzione vera. Se è vero, com'è vero, che nei primi due anni con l'emergenza sono state create delle normative troppo restrittive, troppo farraginose, troppo incastrate, collegate in parte anche all'emergenza del 16 agosto, le responsabilità, l'ha ricordato il Presidente con grande franchezza e con grande chiarezza, sono dei Governi precedenti, è giusto dirlo, perché, al di là dei Governi che abbiamo sopra, noi siamo qui per cercare di tutelare i nostri concittadini marchigiani e poco ci interessa, ripeto, l'ha detto con grande chiarezza il Presidente, quello che fanno i Governi, anzi ci interessa quando non fanno il bene dei marchigiani.
E' altrettanto vero che ormai è un anno che discutiamo, è passato più di un anno dall'insediamento del Governo attuale e stiamo ancora discutendo e si poteva discutere senza un'emergenza considerato che il terremoto c'è stato allora, ma oggi ancora parliamo di come risolvere alcune questioni, si fanno una serie di decreti che non migliorano sicuramente il sistema.
Sono convinto che la Consigliera Leonardi nelle sue valutazioni tiene conto che i Comuni delle aree del cratere, in particolar modo del maceratese, sono piccoli, con poco personale, con poche possibilità, anche tecniche, quindi sarebbe opportuno il contrario, sarebbe opportuno che con questi decreti … Plaudo all'iniziativa del Governo, quando in seguito alla tragedia del ponte di Genova in 48 ore, così per semplificare, ha fatto un decreto, ha sbloccato tutto, autorizzazioni in mano al Sindaco di Genova, al Governatore della Liguria, ha fatto tutto, invece nelle Marche, Umbria, Abruzzo e Lazio stiamo ancora correndo dietro. E' passato un anno, Consigliera Leonardi, basta poco per fare un decreto, poi le responsabilità sono di tutti, si, sono di quelli di prima, ma sono di quelli di oggi. Porto un piccolo esempio, che rispetto ai problemi che avete evidenziato è una piccolissima cosa ma fa capire come ci si muove sul cratere. Per due anni il Ministero della cultura per gli spettacoli dal vivo ha finanziato 4 milioni di euro, che venivano ripartiti tra le Regioni in maniera percentuale, alle Marche arrivavano circa 2 milioni con i quali abbiamo fatto una serie di iniziative grandi, più importanti, meno importanti, ma che hanno tenuto alta l'attenzione su quei territori. Quest'anno, è recentissima la notizia, c’è stato comunicato che per tutte e quattro le Regioni, il taglio sarà del 50%, invece di 4 milioni saranno 2 milioni ed alle Marche arriverà 1 milione e poco più.
Credo che questo sia l’esempio del metodo sbagliato se pensiamo e ragioniamo per il bene dei cittadini marchigiani, parliamo in questo caso di quelli delle zone del cratere. Noi continueremo a fare gli spettacoli con Risorgi Marche, l'ha anche anticipato Neri Marcorè, faremo ancora ‘Marche Invita’ nella quale prevederemo una serie di spettacoli per tenere alta l'attenzione, con una comunicazione spinta, con una promozione spinta fuori dalle Marche per invogliare non solo i marchigiani, ma gli italiani ad andare a quegli eventi, perché riteniamo che quello sia un momento nel quale si muove un certo indotto, al di là dello spettacolo, economico e sociale.
Questo per dire che è un atteggiamento sbagliato, parliamo di poca cosa, due milioni sono stati tolti, perché? Che significato ha portare il finanziamento da 4 milioni a 2 milioni da parte del Ministero della cultura? Non si riesce a capire il perché, era meglio lasciare ancora un presidio culturale sullo spettacolo dal vivo, perché parliamo, ripeto, di 4 milioni che sono stati portati a 2 milioni.
Questo per dire che dobbiamo sburocratizzare queste cose, è passato un anno, ripeto, e non è stato fatto niente, con le responsabilità di tutti precedenti ed attuali Governi.
Immagino cosa succederà fra qualche mese quando entreremo nel vivo della campagna elettorale regionale, diremo tutto e di più, ma alla fine chi ci rimetterà saranno i nostri concittadini del cratere.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carloni.
Mirco CARLONI. Per rispondere soltanto all’Assessore Pieroni ed al Consigliere Giacinti.
Sono molto contento che questa proposta di risoluzione ci veda tutti uniti, forse è un momento che non sfruttiamo per dividerci, ma per dare un segnale di unità sul tema.
Per quanto riguarda il terremoto vanno distinte due fasi, quella della ricostruzione ed eviterei, quale che sia la parte di appartenenza, di parlare dei ritardi, perché è chiaro che qui sono passati tre Governi e per la ricostruzione siamo in una condizione abbastanza tragica. Stiamo ancora parlando, leggendo sulla stampa, delle macerie, quindi direi che su questa vicenda è difficile attribuire le colpe ad un Governo piuttosto che un altro, tanto meno dare importanza ad un Sottosegretario che già su altri temi si è dimostrato abbastanza lascivo, per non dire altro.
E' chiaro che qualunque Governo verrà da adesso in poi dovrà occuparsi del terremoto, e spero che lo faccia. Rimane, però, una preoccupazione: noi siamo sempre meno significativi all'interno del centro Italia sul tema del terremoto, ed è per questo che va sfruttata questa occasione, al di là di quelli che saranno i temi amministrativi della ricostruzione, per dare speranza, fiducia economica e rilancio economico alla zona.
Se la ricostruzione verrà fatta, ma non ci saranno le condizioni economiche per rimanere in queste aree, con sistemi produttivi industriali capaci di creare occupazione, la ricostruzione vedrà comunque lo spopolamento. Quindi, prendendo la frase dell’Assessore Pieroni, per il bene dei cittadini cerchiamo di trovare una soluzione che sia condivisa con le università, con le associazioni di categoria, con tutta l'Aula del Consiglio regionale delle Marche, perché la zona economicamente speciale, che introduce determinati privilegi, sia fiscali che di investimento, è una grande opportunità.
Nel decreto crescita la misura era prevista per i porti, quindi, rispondendo anche al Consigliere Celani, ci sono dei vincoli legati alla loro presenza, ma è evidente che se si introducesse un ampliamento su aree di altro genere, come è sembrato di capire a tutti gli addetti ai lavori per alcune aree depresse del nord Italia, dobbiamo essere bravi, facendo squadra, ad infilare in queste nuove tematiche, in questo ampliamento, il terremoto. Ovviamente ci saranno anche delle modifiche normative all'applicazione, perché era stato pensato per i porti, ribadisco che questa è una grande opportunità per il futuro di queste aree e immaginare il futuro significa dare speranze e pensare al bene ai cittadini. Non voglio che sia strumentalizzata questa possibilità e mi fa molto piacere che tutta l'Aula l’abbia sottoscritto.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Proposta di risoluzione. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Relazione consuntiva sull’attività svolta dal Comitato per il controllo e la valutazione delle politiche
(Votazione risoluzione)
PRESIDENTE. Prima di procedere con le altre mozioni, dobbiamo votare la proposta di risoluzione a firma dei Consiglieri Fabbri (primo firmatario), Busilacchi, Maggi, Giorgini, Urbinati, Zaffiri, Malaigia, Marcozzi, Mastrovincenzo, Bisonni, Zura Puntaroni, Giancarli, Micucci, in merito all'attività svolta dal Comitato per il controllo e valutazione delle politiche.
Copia della proposta di risoluzione è stata già distribuita.
Ha la parola, per l'illustrazione, il Consigliere Fabbri, due parole se riesce ad essere sintetico, poi procediamo con il voto.
Piergiorgio FABBRI. Grazie Presidente. Si sa che sono sintetico, voglio soltanto ricordare il dispositivo della proposta di risoluzione, che è stata firmata, mi sembra, da oltre dieci Consiglieri di tutti gli schieramenti, che impegna le Commissioni assembleari a rafforzare il loro rapporto operativo con il Comitato di controllo e valutazione, ad implementare per ciascuna legge regionale una banca dati normativa con una sezione che raccolga le motivazione, l'iter di approvazione della legge, le eventuali successive modifiche e una sezione che raccolga documenti sulla valutazione dell'applicazione e dell'efficacia della normativa stessa.
Impegna poi la Giunta regionale ad inserire nel piano della performance, relativo al personale dirigente, il recepimento e l'applicazione delle indicazioni ricevute dal Comitato, nonché l'adempimento delle clausole valutative contenute nelle leggi regionali di rispettiva competenza in modo da potenziare l'attività e gli strumenti in mano al Comitato stesso, tutti abbiamo detto che l'attività di questo primo anno e mezzo è stata positiva.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Proposta di risoluzione. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Mozione n. 470
ad iniziativa del Consigliere Celani
“Legge 104/92 ‘Legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate’. Le persone con disabilità non possono usufruire dell'Iva agevolata al 4% per l'acquisto di autovetture con motore diesel aventi cilindrata inferiore a 3.000 centimetri cubici e per l'acquisto di vetture elettriche”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 470 del Consigliere Celani, che ha la parola per illustrarla.
Piero CELANI. Grazie Presidente. Credo che lei già leggendo il titolo di questa mozione abbia individuato qual è il problema che si vuole in qualche modo risolvere.
La legge 104/92, come sapete, è una legge quadro per l'assistenza, l'integrazione delle persone che purtroppo hanno della disabilità, che potrebbero usufruire di alcune agevolazioni in merito all'acquisto delle loro auto, che sono un po' speciali, un po' particolari, particolarmente attrezzate per potere essere guidate in condizioni di sicurezza.
Le agevolazioni riguardano soprattutto l’Iva, però ci sono delle limitazioni molto forti e per questo è stata più volte sollecitata da tante parti politiche una modifica alla legge 104/92, che ancora non è stata fatta.
Le facilitazioni riguardano soprattutto l'acquisto di automobili sia a benzina che diesel, che hanno dei limiti di cilindrata, ma qui il problema non riguarda i 2.000 centimetri cubici per i motori a benzina e 2.800 per i motori diesel, ma le limitazioni per i motori ibridi, cioè quelli alimentati sia con motore termico che elettrico.
La normativa non dice nulla in merito ai motori elettrici anche se al riguardo c'è una campagna promozionale molto forte per l'acquisto di auto dotate di motori elettrici, non solo per il rispetto dell'ambiente, ma anche e soprattutto perché cominciano a dare condizioni di sicurezza molto elevate, per cui i portatori di disabilità sono particolarmente interessati.
Tra l'altro, l'industria automobilistica in questo momento ha modificato notevolmente i modelli che ha messo sul mercato, per quanto riguarda il diesel, ad esempio, non vanno più motori di cilindrata compresa tra 2.400 e 2.800, ma vanno direttamente da 2.000 a 3.000, quindi non è possibile per i portatori di handicap usufruire di queste agevolazioni.
Ripeto, la motivazione di questa mia mozione è che dovremmo preoccuparci di sollecitare il Governo affinché emani norme per agevolare l'acquisto di autovetture elettriche.
Non mi dilungo tanto anche perché mi sembra che il contenuto sia abbastanza chiaro, quindi: viste queste condizioni; considerato che sono cambiati i modelli delle auto compresi fra i 2.000 e 3.000 centimetri cubici, perché l'attuale normativa prevede “soltanto fino a 2.800”, non esistono più queste cilindrate, esistono soltanto 2.000 e 3.000 in quanto è stata razionalizzata la produzione di questi modelli; considerato che non esiste alcuna agevolazione per l'acquisto di autovetture elettriche; impegniamo il Presidente della Giunta regionale a sollecitare il Parlamento e il Governo centrale affinché si adoperino, presso gli organi deputati, per accelerare l'emanazione di apposite norme dirette per adeguare la normativa prevista dalla legge 104/92 ai mutati parametri dell'attuale mercato automobilistico, prevedendo, ai fini dell'applicazione dell'Iva agevolata al 4%, le autovetture diesel e ibride alimentate con motore termico di cilindrata inferiore a 3.000 centimetri cubici e le autovetture elettriche. Il primo punto necessità di un aggiornamento, per il secondo aspetto si tratta di una innovazione in quanto se oggi un disabile volesse acquistare un'auto elettrica non ha l’Iva agevolata al 4%. Si sollecita una modifica di questa normativa nazionale, la 104/92, a cui si fa sempre riferimento per quanto riguarda l'integrazione sociale e i diritti delle persone portatrici di handicap. Grazie.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 470. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Mozione n. 471
ad iniziativa del Consigliere Zaffiri
“Interventi nelle aree portuali di competenza regionale”
(Rinvio)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 471 del Consigliere Zaffiri, che ha la parola per illustrarla.
Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. E' già scritto nel dispositivo perché presento questo documento, per cercare di impegnare maggiormente la Regione, l'esecutivo, sui porti di interesse regionale.
Ci sono delle attività economiche importanti che sono legate al territorio, in modo particolare a quello di Porto San Giorgio, ma non è solo quello di Porto San Giorgio, ci sono anche altri porti di interesse regionale che hanno necessità di una manutenzione perché ci sono continue mareggiate che portano la sabbia all'ingresso dei porti creando delle difficoltà alle marinerie quando escono per svolgere il proprio lavoro.
Credo che i porti necessitano di una manutenzione, occorre, secondo me, non vedo qui l'Assessore, un intervento diverso. Oggi ci sono nuove tecnologie, ci sono nuove imprese che riescono a trasportare la sabbia in modo diverso, probabilmente occorre anche un intervento sulle attuali leggi perché ci sono delle questioni riguardo alla rimozione di questa sabbia un po' particolari.
Credo che certe situazioni non si debbano ripetere perché la Regione non è intervenuta, si devono creare le condizioni affinché questi fatti non accadano dato che mettono in difficoltà i territori.
Serve una programmazione seria in merito alla questione dei porti, soprattutto occorre una programmazione per intervenire quando nascono i primi problemi, non aspettare che le barche non possano più entrare.
Bisogna prevenire e intervenire in tempo utile, non aspettare l'incidente che blocca le attività.
Una programmazione con gli uffici, con la struttura si può fare, soprattutto si può iniziare a programmare un intervento diverso rispetto a quello attuale, perché esistono nuove tecnologie, nuove imprese, e nel Tirreno, come sappiamo e come sanno quasi tutti, ad esempio, si opera in modo diverso rispetto all'Adriatico.
Bisogna che queste conoscenze diventino patrimonio anche della Regione Marche, poi occorre intervenire con metodi diversi.
So che adesso ci sarà una discussione su questo argomento. Il Consigliere Giorgini ha valutato questo problema da diverso tempo, probabilmente integreremo la mozione e presenteremo una proposta all'Aula per impegnare l'esecutivo. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giorgini.
Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Questa è una materia a cui tengo molto anche perché ci sto lavorando da tanti anni, la conosco abbastanza bene. Con il Consigliere Zaffiri abbiamo fatto una piccola modifica, quindi c'è un emendamento alla mozione.
Il problema dei nostri porti, di cui stiamo discutendo, è gravissimo, anche per le nostre barche che escono a pescare.
Quando un paio d'anni fa parlavo dei problemi della plastica, dei problemi del polistirolo, si facevano orecchie da mercante, nessuno mi ascoltava e mi dicevano che parlavo sempre da ambientalista, adesso ci siamo arrivati tutti, piano piano ci siamo arrivati, tanto il percorso della vita è sempre quello, dobbiamo arrivare dove dobbiamo andare, per sempre, è impossibile prendere altri percorsi perché è la vita stessa che ti porta a seguire quei percorsi. Il problema è farlo prima o farlo dopo.
Tornando al tema dei dragaggi, noi ancora andiamo avanti con le benne bivalvi, con gli escavatori del mare, quindi, la domanda che ci dobbiamo porre è questa: ci sono nuovi metodi per risolvere il problema? Si, ci sono da tanto tempo, li usa tutto il mondo, li usa tutta l'Europa, in Italia non si entra con gli ecodragaggi, dobbiamo ancora aspettare per immetterci su quella via, su quel percorso e una volta che lo imbarcheremo lo seguiamo.
Avevo fatto una mozione che riguardava San Benedetto ed ora c'è lo stesso problema a Porto San Giorgio, per cui il Consigliere Zaffiri ha presentato l'atto, però avevo detto: “Signori, apriamo gli occhi, allarghiamo gli orizzonti, gli ecodragaggi si possono fare pure a giugno, luglio e agosto, non è come con la benna bivalve che in questi mesi non si può fare nulla perché l'acqua diventa nera. Con gli ecodragaggi si può lavorare tranquillamente nei mesi estivi, quindi ci sono 3 o 4 mesi in più per risolvere questi problemi”.
In conclusione, non la voglio fare lunga, apriamo gli occhi e le orecchie perché non sempre con i soldi si riesce a fare tutto. Vedete cosa ho sul computer? Questo è quello che serve, bisogna far funzionare la testa, quando la si usa si ha meno bisogno di soldi e i lavori si fanno meglio.
L'emendamento che abbiamo fatto prevede proprio questo, di usare le nuove tecnologie. Ne ho parlato con il Presidente dell'Autorità di sistema portuale, che è stato felice di questa cosa che gli ho portato, si sta informando, sta vedendo, conosce il problema, quindi basta mettere in atto quello che c'è, perché noi parliamo di industria 4.0 e poi facciamo i dragaggi con le benne bivalvi, ma di cosa stiamo parlando?
PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente Ceriscioli.
Luca CERISCIOLI. Rispetto all'impostazione della mozione, il percorso ed anche la storia della gestione dei porti regionali sono stati quelli della normativa, che ha fatto l’affidamento ai Comuni, quindi chi sceglie le tecniche, Consigliere Giorgini, sono i progettisti degli interventi dragaggi dei Comuni e fare una mozione che invita la Regione a rivedere i metodi …
Ritengo che l'altra parte sia quella interessante, c'è l'Autorità del medio Adriatico, quindi, perché i Comuni devono dragare i porti quando c'è un soggetto in regione che ha come competenza la gestione sui porti e strutture tecniche e la possibilità di fare qualità e innovazione?
Quindi a me sembra più efficace lavorare - lo dico con l'obiettivo di superare le difficoltà che probabilmente un Comune ha nel gestire questa partita - affinché l'Autorità del medio Adriatico, al posto dei Comuni, si occupi anche dei porti regionali, con la competenza che ha e con la capacità di mettere più innovazione rispetto a chi fa questa attività in termini sporadici. Questa parte mi sembra la più interessante.
Dal contenuto della mozione sembra quasi che a dragare siamo io e l’Assessore Casini, personalmente, con la pala bivalve, mentre ritengo più importante un indirizzo strategico che dica: usciamo dalla gestione dei Comuni per le mille difficoltà che hanno, prendiamo la direzione di andare verso un soggetto più competente e in grado di fare innovazione nella gestione dei dragaggi dei fondali.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Fabbri.
Piergiorgio FABBRI. Grazie Presidente. Mi ricollego all'intervento che ha fatto adesso il Presidente Ceriscioli, per rafforzare il concetto che ha espresso.
Più volte in questa legislatura ci siamo occupati di porti, di dragaggio, di dove portare i sedimenti, di sedimenti che sono stoccati da anni, di casse insufficienti per il dimensionamento della qualità dei sedimenti, di sedimenti da portare al largo del mare con tutte le difficoltà del caso, eccetera, e di lentezza dell'operatività.
A livello regionale dobbiamo spingere sull'adozione del piano della costa, che dobbiamo gestire e verificare nei contenuti in maniera puntuale, e del piano di gestione dei sedimenti, perché dobbiamo gestire in maniera complessiva l'asta fluviale, da monte a valle, dato che i nostri bei fiumi a pettine vanno con i loro estuari a mare, ed i sedimenti in modo da evitare tutte le problematiche che abbiamo lungo l'alveo: interrimento dei bacini, interrimento dei porti e ripascimento delle spiagge, dove siamo costretti ad agire anche con gli scogli più o meno sommersi, quindi serve una forte azione programmatoria, velocità di azione e lungimiranza nella progettazione.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Urbinati.
Fabio URBINATI. Le ultime parole del Consigliere Fabbri sono vere: lungimiranza e gestione. Si potrebbe dire che la Regione non è mai stata attenta a questo aspetto, vorrei dire che l’inizio dell'era Ceriscioli, della nostra amministrazione, ha coinciso con la programmazione, l'approvazione e l'applicazione della legge Delrio, quella sulle Autorità portuali, che credo che sia una delle leggi migliori sulle infrastrutture che questo Paese negli ultimi anni ha fatto.
Il problema dei dragaggi non esiste da quando insiste l'Autorità portuale, la distinzione tra porto regionale e porto dell'Autorità portuale precedente era quella tra porto regionale e porto statale, che era in capo al Genio civile e opere marittime.
Caso ancora più emblematico, che spesso crea problemi non indifferenti, riguarda la mia città, dove il porto per la parte operativa peschereccio/commerciale è in capo all'Autorità portuale, mentre la darsena turistica, parliamo di più di mille posti barca, è in capo alla Regione, quindi, capite che c'è un conflitto, c'è una confusione sulle competenze.
La mozione l’ho letta molto attentamente, anche perché a breve mi ero riproposto di intervenire sul dragaggio dei porti. Porto San Giorgio per conformazione ha questo problema da tantissimi anni, un po’ meno Civitanova Marche, mentre si è acutizzato negli ultimi anni a San Benedetto che versa in una condizione uguale, se non peggiore, in questo momento, a quello di Porto San Giorgio.
La mozione nel suo complesso affronta dei problemi reali che ci sono, però concordo con quello che ha detto il Presidente, non possiamo gettare la croce in capo ai Comuni e non possiamo gettarla nemmeno in capo alla Regione, perché le competenze prevedono che la Regione finanzi gli interventi che poi devono essere messi in campo dall'amministrazione comunale.
Conoscendo questo settore considero un'anomalia il fatto che, avendo una struttura come l'Autorità portuale, che gestisce l'infrastruttura, che ha delle competenze elevate, che ha una certa dimestichezza nell'affrontare le gare per interventi di manutenzione delle infrastrutture, siano i Comuni ad occuparsene. Alcuni anche sotto i 15.000 abitanti, come nel caso di Porto San Giorgio, Numana ed altri, quindi c'è anche una difficoltà oggettiva degli uffici, anche se molti dipendenti comunali, e li vorrei ringraziare, hanno sviluppato in questi anni una grande competenza, però, se non ce la diciamo tutta, qui c'è un problema generale legato alle norme ambientali emanate alla fine degli anni 90 ed entrate in vigore nei primi anni 2000, che hanno creato particolari problematiche nello smaltimento delle sabbie.
Negli ultimi interventi che sono stati fatti, sia nei porti statali che in quelli regionali, quando si è esaurita la vasca di colmata di San Benedetto del Tronto e recentemente la vasca di colmata di Ancona, rischiamo di spendere circa il 50% delle risorse destinate al dragaggio, se io destino 2 milioni di euro per l'escavo in un porto, quei 2 milioni di euro devono servire per scavare, perché ho un progetto che prevede che per mettere in sicurezza l'infrastruttura vada prelevato quel numero di metri cubi di sabbia, e se il 40% o il 50% di questa somma devo impiegarlo per trasportare le sabbie nelle aree delimitate dal CNR o devo portarle in vasca di colmata, ricordiamo che tra San Benedetto, che è il Comune più a sud, o il Comune più a nord ad Ancona ci sono dalle 30 alle 45 miglia, il costo non è indifferente. Quindi gran parte di quelle risorse che noi destiniamo vengono purtroppo impiegate per lo smaltimento delle sabbie.
La legge è molto rigorosa da un punto di vista ambientale, va bene, ma non permette, secondo me, delle procedure, come i ripascimenti delle spiagge, che anni fa venivano fatti e che davano anche un contributo di manutenzione al litorale che, come sappiamo, per tutta la costa marchigiana è anche una grandissima fonte di economia.
La mia proposta sarebbe quella di dire in maniera netta e chiara: mettiamo in capo alle Autorità portuali anche i porti regionali, dando le risorse, dando il personale, dando quello che serve per le manutenzioni. I fondi sono sempre a carico della Regione che poi dovranno essere destinati ai porti regionali.
Credo che sia un'operazione molto lineare e di risparmio di risorse perché si avrebbe la manutenzione di quasi tutti i porti della Regione Marche e della Regione Abruzzo. Secondo me ci sarebbe anche un risparmio economico mettendo a gara tre, quattro, cinque, sei Comuni alla volta, perché l’anomalia grande in questo Paese è che la gestione dei dragaggi è diventata manutenzione straordinaria, quando dovrebbe essere, ed era un tempo, una normalissima manutenzione ordinaria, perché si tratta di sicurezza e quella vongolara che non è potuta rientrare a Porto San Giorgio 3 mesi fa, è rientrata a San Benedetto in cui attualmente non c'è una situazione ottimale.
C'è da fare un quadro generale, anche perché le risorse ci sono, ad esempio, per il porto di San Benedetto del Tronto ci sono 1.700.000 euro presso l'Autorità portuale e altri 200.000 euro della Regione Marche per propria parte di competenza, ma non riusciamo ancora a capire come smaltire quelle sabbie perché la vasca di colmata, purtroppo, è piena dei fanghi del porto di Senigallia, non me ne voglia il Consigliere Volpini, che nel 2007 era completamente bloccato, la legge era in vigore da poco, le Marche non avevano una vasca di colmata, fu fatta d'urgenza quella di San Benedetto perché il piano regolatore, prevedeva un'ulteriore banchina, adatta ad ospitare una vasca di colmata, e fu riempita dalle sabbie provenienti dal porto di Senigallia, io non vorrei dire nulla, per carità, la solidarietà, che per la gente di mare è uno dei primi presupposti, ma attualmente San Benedetto non sa dove andare a smaltire le sabbie avendo già a disposizione 2.000.000 di euro per l’escavo.
Approfitto per dirlo anche perché il Consigliere Giorgini insieme a me segue molto queste vicende, credo che non si possa mettere a carico di questi 2 milioni lo smaltimento di quelle sabbie, ma dovrà essere la Regione, che non ha messo San Benedetto dentro quella convenzione perché è un porto dell'Autorità portuale, anche se un pezzettino di parte regionale c'è l’ha, ed altri a doversi farsi carico dei costi di smaltimento.
Visto che è rientrato l'Assessore, dico che possiamo anche declinarla, ma secondo me c'è un errore formale nella proposizione della mozione in quanto non è compito della Regione effettuare le gare ed operare con dei progetti di dragaggio per i porti regionali.
Per l’altro discorso, come ha detto anche il Presidente, cioè quello di dare tutta la gestione all'Autorità portuale, dovrà intervenire il Governo, ma credo che si possa fare perché ci sarà sicuramente d'accordo di tutte le altre Regioni.
La mozione si può modificare o portarla la prossima volta, magari vederla meglio in settimana, ed approvarla poi con questo indirizzo, che credo tutti possiamo condividere.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Casini.
Anna CASINI. Grazie mille. La prima parte della mozione impegna ad assumere con urgenza ogni iniziativa utile a permettere l'immediata transitabilità.
La Giunta regionale ha già assunto delle iniziative, abbiamo fatto degli incontri con il comune di Porto San Giorgio, con il Sindaco e a marzo si è concluso l'intervento di spostamento dei sedimenti in ambito portuale per la realizzazione di un canale. E' stato un progetto, peraltro condiviso, anche con il comitato cittadino del porto.
L'area di escavo del canale di accesso ha uno sviluppo di 100 metri di lunghezza, 13 di larghezza, la profondità media ottenuta nel tratto interessato è di circa 2,50 metri. L’intervento è stato finanziato dalla Regione Marche con decreto 53 del 25 marzo 2019, per un importo di 19.600 euro, ed è stato già liquidato con un decreto del 23 maggio 2019.
Pertanto con questa realizzazione di questo primo escavo, del quale avevamo già parlato in questa Assemblea, la parte emergenziale si è risolta.
Per quanto riguarda invece il pennello parasabbia, nel corso di un incontro, che si è tenuto a settembre 2018, sempre con il Comune, questa infrastruttura è stata considerata come un adeguamento tecnico-funzionale del porto e i tecnici della Regione hanno suggerito al Comune di avviare un'interlocuzione con il Ministero dell'ambiente e la tutela del territorio, che è l'autorità competente alla procedura di Via di tutte le infrastrutture portuali e delle loro modifiche, al fine di identificare la corretta procedura di valutazione ambientale, da avviare su questo progetto di intervento. Significa fare uno screening di Via, che è una procedura più snella rispetto alla Via, anche perché, ripeto, la competenza non è della Regione, ma del Ministero dell'ambiente.
Nella medesima riunione i tecnici regionali hanno evidenziato la necessità di corredare il progetto del cosiddetto pennello parasabbia, di un adeguato studio modello idrodinamico che permetterebbe di verificarne l'effettiva efficacia.
In occasione della riunione del 4 marzo 2019, tenutasi presso la Vicepresidenza, il Comune ha informato la Regione di voler inquadrare il pennello parasabbia, non già come una modifica dell'infrastruttura portuale, in quanto non ancorato al molo nord del porto, ma come un'opera rigida a sé stante, previa verifica preliminare della fattibilità e dell'efficacia di un'opera di questo tipo con esperti di ingegneria.
I tecnici della Regione hanno preso atto di quanto comunicato e si sono riservati di esprimersi sul progetto di massima da presentare, anche perché può essere un progetto di lavori marittimi in grado di modificare la costa, di competenza della Regione questa fattispecie, ai fini della verifica sulla Dia di assoggettabilità e quindi di screening.
Dal 2015 al 2018 in favore del Comune di Porto San Giorgio sono stati stanziati dalla Regione Marche per i dragaggi fondi per 862.456 euro e dal 2019 al 2021 è previsto uno stanziamento di 196.000 euro, di cui 19.600 sono stati già erogati, come abbiamo detto, per la rendicontazione.
Ulteriori fondi, pari a 250.000 euro, inoltre, sono stati assegnati al Comune di Porto San Giorgio a valere sui fondi FSC 2014/2020, abbiamo recentemente sottoscritto le convenzioni.
Per quello che riguarda invece l'impegno a prevedere una programmazione e una pianificazione degli interventi, la Giunta regionale, nel rispetto della legge regionale 17 maggio 1999 n. 10, articolo 60, provvede a svolgere funzioni amministrative concernenti la programmazione e la pianificazione degli interventi di costruzione, bonifica e manutenzione dei porti di rilievo regionale ed interregionale, nonché delle opere a servizio dell'attività portuale.
A tal proposito, provvede annualmente ad effettuare trasferimenti di risorse regionali ai Comuni per la manutenzione e riparazione, illuminazione dei porti, escavazione dei porti di seconda categoria, dalla seconda alla quarta classe.
Nel triennio 2019/2021 a favore dei porti marchigiani sono state stanziate risorse pari a 2.000.000 di euro per spese di investimento, liquidabili a partire dal 2019, i cui criteri di riparto individuati dalla Regione sono stati approvati dalla Giunta regionale con delibera 733 del 5 giugno 2018, quindi sono già state assegnate.
Nello svolgimento del proprio ruolo la Regione ha sottoscritto con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ed i Comuni di Fano, Senigallia, Numana, Civitanova Marche, Porto San Giorgio, San Benedetto del Tronto, una convenzione con la quale vengono dettate le regole per il finanziamento e la messa in sicurezza dei porti regionali, per un importo complessivo di 4.000.000 di euro, a valere sugli FSC infrastrutture sempre 2014/2020. Colgo l'occasione per ribadire alle polemiche che sono uscite su San Benedetto, le somme che i Comuni hanno richiesto non sono state stabilite, come con gli altri fondi, sulla superficie occupata dal porto, sulla grandezza del porto, ma in questo caso si sono finanziate le richieste dei Comuni e chi ha chiesto di più è stato finanziato, chi ha chiesto di meno è stato finanziato.
Gli importi assegnati a ciascun Comune per i lavori di dragaggio e manutenzione straordinaria sono i seguenti Fano 1.000.000 di euro, Senigallia 850.000 euro, Numana 930.000 euro, Civitanova Marche 820,000 euro, Porto San Giorgio 250,000 euro, San Benedetto del Tronto, 120.000 euro.
Ricordiamo che il finanziamento per San Benedetto del Tronto è relativo al porticciolo turistico, perché il porto di San Benedetto del Tronto è nazionale, non è regionale.
Questa convenzione è già stata approvata dalla Corte dei Conti nazionale e prevede che gli stanziamenti saranno resi disponibile a seguito di convenzioni, come vi dicevo - chi ha scritto questa cosa non lo sapeva - che sono già state sottoscritte.
Oltre a questo vi vorrei dire anche un'altra cosa, con il Comune di Porto San Giorgio, un paio di giorni fa, abbiamo sottoscritto uno schema di protocollo di intesa per la redazione del piano regolatore portuale, una convenzione con la quale decidiamo le procedure, la viabilità, quali operazioni mettere in campo insieme, quali sono i referenti, quali sono gli oneri, l'utilizzo dei loghi, l'istituzione di un tavolo e di un gruppo di lavoro per la redazione del piano regolatore portuale del Comune di Porto San Giorgio.
I piani regolatori portuali sono di competenza, nel caso dei porti nazionali, dell'Autorità portuale di sistema, invece, i piani regionali sono di competenza dei Comuni, ovviamente, ed in questo caso daremo il nostro supporto.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Urbinati.
Fabio URBINATI. Visto che la discussione si è sviluppata in maniera molto interessante, credo che possiamo lavorarci nei prossimi giorni, nelle prossime settimane, con il proponente, il Consigliere Zaffiri, per discutere se proporre un atto di indirizzo anche in virtù di ciò che ha affermato il Presidente.
Secondo me sarebbe una delle soluzioni migliori, anche se possiamo dare un indirizzo al Governo, al Ministero delle infrastrutture, anche perché credo che le Autorità portuali tecnicamente abbiano tutte le competenze e lì vanno gestite tutte le procedure tecniche ed operative, soprattutto sgravando delle procedure i Comuni che, come ho detto, sono sotto i 15.000 abitanti, che spesso hanno anche un problema di personale.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.
Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Ho cercato di seguire attentamente l'intervento dell’Assessore perché si è aperto, come ha detto il Consigliere Urbinati, un dibattito molto importante in quanto il problema c'è e riguarda i porti regionali.
Gli interventi di cui ha parlato l'Assessore sono reali e non li disconosco, però il problema resta. Nonostante gli interventi fatti, il problema rimane, quindi va risolto c’è, e rimane lì, si lascia all'occasionalità di un'amministrazione comunale, qualcuna più attenta, qualcuna meno, qualcuna fa finta di non vedere la problematica, poi c'è una mareggiata, arriva un metro e mezzo di sabbia e le barche non possono uscire.
Credo che la Regione Marche debba affrontare in termini seri questo problema. In base al dibattito che c’è stato e che ho cercato di ascoltare con attenzione, bisogna trovare una soluzione adesso, quindi per quanto mi riguarda chiedo di sospendere un attimo questa mozione.
In base al dibattito avvenuto in questo momento proviamo con il Partito Democratico, maggioranza di questa Regione, e con le minoranze, a costruire un percorso per aggredire ed affrontare il problema dei porti della regione Marche, altrimenti in futuro se ci sarà ancora l’Assessore Casini avrà sempre il problema, la mareggiata arriva all'improvviso in determinati periodi dell'anno, porta la sabbia e le barche non escono. Le barche che non escono incidono sull'attività economica di molte famiglie, che vivono con la pesca.
Bisogna affrontare il problema se esistono le condizioni che qui abbiamo evidenziato, fare un'appendice dell'Autorità portuale che segua tecnicamente questo lavoro nei porti per conto dei Comuni, alla fine la sostanza è questa, bisognerà cercare di vedere questo percorso, se ci riusciamo saremo stati bravi altrimenti zero in condotta. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Casini.
Anna CASINI. Ringrazio il Consigliere Zaffiri. Certo, il problema dell'insabbiamento è serio perché i porti nelle Marche non sono stati fatti “per non essere insabbiati”, ma sono stati fatti per proteggere, quindi si insabbiano, non solo, creano anche dei problemi di erosione a sud o a nord, a seconda delle correnti.
Il problema, secondo me, va inquadrato in una pianificazione più ampia che riguarda la gestione integrata della fascia costiera, che a breve arriverà in Consiglio regionale, dove oltre a pensare agli escavi dei porti, che sono sicuramente necessari e per i quali va fatta un'azione giustamente più organizzata, va anche pensato il motivo per cui questi porti si insabbiano e creare pennelli o altri interventi che riducano l'insabbiamento, ben sapendo che produrranno delle modificazioni della linea di costa a nord o a sud, a seconda delle correnti,
Non è un tema semplice quello delle scogliere, è molto complesso, anche perché mettere scogliere, per esempio, rende inefficaci le foci dei fiumi e fa depositare i sedimenti, che non vanno al largo perché si riduce la forza e la potenza dei fiumi e dei torrenti.
Va molto bene pensare ad una procedura insieme all'Autorità portuale, però mi permetto di dire che nel caso di Porto San Giorgio i progetti degli interventi immediati e programmati si sono fatti e si stanno facendo, quindi in questo momento non abbiamo in un'emergenza.
Lei, Consigliere Zaffiri, ha detto che ci sono le barche insabbiate, a me non risulta che si sia insabbiata neanche una barca, quindi occhio quando parliamo, anche perché noi siamo, tra l'altro, una Regione dove il turismo anche balneare è importante, dove la pesca è importante, quindi diamo delle indicazioni corrette, sennò creiamo falsi allarmismi.
In questo momento non abbiamo, così come hanno dichiarato le Capitanerie di Porto, con le quali mi tengo in contatto, problemi di insabbiamento.
Abbiamo interventi programmati, come per esempio a San Benedetto del Tronto che verranno effettuati durante il fermo pesca, noi abbiamo tutto monitorato, ci sono delle criticità di insabbiamento generali che vanno risolte, ma emergenze in questo momento o barche insabbiate non ci sono.
PRESIDENTE. Se ho capito bene, il Consigliere Zaffiri propone di rinviare la discussione, in attesa di un work in progress nelle prossime settimane. Va bene.
Mozione n. 473
ad iniziativa della Consigliera Leonardi
“Mafia nigeriana nelle Marche: la Regione chieda urgentemente il potenziamento delle attività di contrasto”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 473 della Consigliera Leonardi, che ha la parola per illustrarla.
Elena LEONARDI. Grazie Presidente. La Direzione investigativa antimafia nella sua relazione sull'attività svolta e sui risultati conseguiti nel primo semestre del 2018 dedica un grosso settore alle “organizzazioni criminali straniere in Italia”, tra queste organizzazioni ampio risalto viene dato alla criminalità nigeriana, la quale “si conferma fra le più attive nel traffico di sostanze stupefacenti e nello sfruttamento della prostituzione, reato che spesso vede alla sua base delitti altrettanto gravi, come il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, la tratta di esseri umani e la riduzione in schiavitù”.
In Italia emergono, per il numero dei componenti, le cellule italiane delle strutture nigeriane, ad esempio The Black Axe Confraternity, ramificate a livello internazionale e caratterizzate da una forte componente esoterica; vengono, infatti, utilizzati riti di iniziazione chiamati ‘ju-ju’, molto simili al voodoo e alla macumba, propri della cultura yoruba, immancabilmente presenti in Nigeria, nella fase del reclutamento delle vittime; tali riti diventano poi funzionali alla “fidelizzazione” delle connazionali, che una volta giunte in Italia vengono destinate alla prostituzione, costrette anche attraverso questi riti e queste presunte magie nere per quello che potrebbe succedere sia a loro che ai parenti che restano in Nigeria.
Continua, di contro, ad essere frequente il ricorso a minacce e violenze per l’assoggettamento delle vittime dello sfruttamento, con un analogo trattamento spesso esteso anche ai familiari in Nigeria, ove risultano presenti referenti delle organizzazioni.
Con riferimento al traffico di stupefacenti, nel tempo diverse attività investigative hanno dimostrato la capacità operativa conseguita da gruppi criminali nigeriani nella gestione del trasferimento di droga dai Paesi di produzione, o di transito, verso l'Europa; un flusso realizzato secondo direttrici consolidate, che percorrono la via marittima.
Di rilievo, afferma sempre la Direzione Investigativa Antimafia, nella Relazione del Primo Semestre 2018, “la sistematica attività di spaccio di eroina e marijuana effettuata, nella provincia di Macerata, da tre nigeriani ritenuti anche esecutori materiali dell’efferato delitto di una diciottenne romana, il cui cadavere fu ritrovato, dissezionato, in due valigie abbandonate” ha portato anche la nostra realtà marchigiana all’attenzione della Direzione investigativa nazionale antimafia.
Reni di donne e bambini venduti a 5.000 euro: è la relazione dell'FBI sul traffico di organi della mafia nigeriana in Italia, ulteriore elemento di terrore scaturito negli ultimi mesi e legato ai fatti di Castelvolturno in Campania
E’ di pochi giorni fa la notizia di ritrovamento di resti di materiali su territorio regionale usati per iniziazioni con riti tribali tipici di queste “culture” legati alla prostituzione e allo spaccio di droga.
La situazione nelle Marche, evidenziata dalla Direzione investigativa antimafia, ma agli onori della cronaca sempre più frequentemente, è legata al traffico della droga e alla gestione della prostituzione, oltre che ad altre attività illecite, se si può così definire, secondarie.
“Lo stillicidio quotidiano di arresti di trafficanti, pusher, corrieri, spacciatori e sequestri di sostanze” come si afferma sugli organi di informazione, evidenzia come le Marche siano “un terreno di conquista”.
I nigeriani, tra gli altri, utilizzano gli ingenti proventi che derivano dalla prostituzione “per acquistare dalla camorra e dalla ndrangheta partite di droga sempre più consistenti”.
L'uccisione della ragazza nel maceratese è stata messa dalla stessa DIA in rapporto alle attività della mafia nigeriana e dei suoi riti tribali, addirittura gli stessi traduttori del processo avrebbero rinunciato all'incarico temendo ritorsioni dalla mafia nigeriana in Italia.
Al funerale del profugo morto nella rissa di Fermo del 5 luglio 2016 sembra siano intervenuti membri della setta Black Axe, la medesima citata dalla Direzione investigativa antimafia; i soggetti di cui sopra erano perfettamente riconoscibili, afferma una informativa delle Forze dell'Ordine, perché tutti indossanti abiti dal colore rosso e nero al fine, verosimile, di rendergli manifestamente onore e che la loro presenza rivelerebbe che il deceduto faceva parte della stessa “confraternita”. Ci sono le foto di quella situazione.
Come si legge negli organi di informazione “per lungo tempo nelle Marche si è sottovalutato il fenomeno della presenza stabile e sempre più radicata delle organizzazioni di matrice mafiosa italiane e straniere”.
I dati dei vari Sert marchigiani registrano un incremento esponenziale dei soggetti tossicodipendenti seguiti dalle strutture pubbliche.
Le Marche sono anche uno dei terreni privilegiati di reinvestimento speculativo dei proventi delle attività delittuose, specie nei settori delle infrastrutture, dell'edilizia, della grande distribuzione ed anche del turismo.
La pericolosità della mafia nigeriana, sempre più radicata nella nostra regione, va contrastata efficacemente ad ogni livello ed è dovere delle istituzioni, anche regionali, prendere una netta posizione di condanna e contrasto a questa attività criminale.
Con tutte queste premesse la mia richiesta è quella di impegnare il Presidente e la Giunta regionale a chiedere al Governo nazionale di assumere iniziative urgenti, anche normative specifiche di competenza, per potenziare le attività di indagine e contrasto efficace sul territorio marchigiano nella mafia nigeriana; a chiedere al Governo italiano di specializzare le Procure antimafia con uffici ad hoc per contrastare la violenza della mafia nigeriana e a condannare palesemente le azioni criminali legate allo spaccio della droga, alla prostituzione, ai riti tribali, di cui la mafia nigeriana si sta macchiando anche nelle Marche.
Vorrei sottolineare il fatto che è molto importante non sottovalutare questo fenomeno. I segnali ci sono, sono importanti, sono stati evidenziati non da me, non da una componente politica, ma da chi effettua sul territorio, anche a livello nazionale, il controllo, il monitoraggio di queste situazioni. Vengono dalla Direzione investigativa antimafia ed anche dalle forze dell'ordine, da segnalazioni anche fatte dalle Prefetture. Quindi, credo che sia importante dare un segnale di attenzione al fenomeno, chiedendo anche al Governo, a chi ha il dovere di seguire questa questione, di porre l'accento anche sulle Marche, visto che sono state attenzionate e visto il gravissimo episodio che è successo a Macerata. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Ho sempre apprezzato ed apprezzo molto le iniziative, le mozioni e le interrogazioni della Consigliera Leonardi, segno sempre di attenzione nei confronti dei fenomeni della nostra comunità e dei territori, però francamente quando vedo queste mozioni qualche interrogativo me lo pongo perché credo che vi sia la consapevolezza, in ognuno di noi, che la Regione non ha competenze in materia, né di intervento, né di richiesta, né di accesso a dati, nulla.
Questa è una competenza del Ministro degli interni in primo luogo e poi dell'autorità giudiziaria e di quella Distrettuale antimafia e via dicendo.
E il fatto, come dice la Consigliera Leonardi, che quanto riportato nella mozione si apprende dagli stessi organi deputati al controllo dell'ordine pubblico, è di tutta evidenza che gli stessi abbiano piena contezza di questi fenomeni e quindi a loro bisognerebbe rivolgersi.
Ad esempio credo che sia più utile - lo voglio dire perché, che so, si possono stimolare i parlamentari, Fratelli d'Italia ha un importante parlamentare in questa regione - magari un'interrogazione parlamentare su questa materia con la quale chiedere conto al Ministro degli interni delle azioni messe in campo, penso che possa essere utile, ma impegnare il Presidente della Giunta regionale a chiedere al Governo nazionale di assumere iniziative urgenti, anche normative, specifiche di competenza, per potenziare l'attività di indagine e contrasto efficace sul territorio marchigiano della mafia nigeriana. Penso che questo lo sappia il Governo nazionale, lo sa perché lo dice la Consigliera Leonardi, lo dice la stessa Polizia, lo dice la Relazione, viene citata dalla Direzione investigativa antimafia, quindi, noi glielo dobbiamo ricordare?
La Consigliera continua: chiedere al Governo italiano di specializzare le Procure antimafia in uffici ad hoc per il contrasto della feroce e violenta mafia nigeriana, penso che ne abbiano consapevolezza, da ultimo, impegna il Presidente della Giunta a condannare palesemente azioni criminali, come se non avessimo mai condannato le azioni criminali, e ci mancherebbe altro, legate allo spaccio di droga e alla prostituzione.
D’altra parte vorrei ricordare che ad esempio il Ministro Salvini, abituato a pontificare molto spesso nei proclami nella sua perente e permanente campagna elettorale, che debbo dire gli ha portato molti frutti fino adesso, non è mai stato conseguente ai suoi impegni per quanto riguarda questa regione. Penso ad esempio agli impegni in ordine alla situazione sull’Hotel House di Porto Recanati.
Credo che bisognerebbe rivolgersi a lui, tra l'altro l’ho fatto quando era necessario, l’ho fatto in occasione dei Vigili del fuoco, del potenziamento delle Forze di Polizia.
(intervento fuori microfono)
Fabrizio CESETTI. Temo l’aereo, un conto è avere paura, un conto è temere …
(intervento fuori microfono)
Fabrizio CESETTI. Caro Consigliere Zura Puntaroni, la paura è paralizzante, il timore induce all'attenzione e alla riflessione. E' meglio se il sistema non registra questo simpatico sketch con il collega amico Zura Puntaroni.
Su questa mozione, sulla base di queste premesse, chiedo alla Consigliera Leonardi, alla quale do atto di tante iniziative in questa direzione, di ritirarla e magari riformularla, se lo ritiene lo possiamo fare insieme per la prossima volta, modificarla nel senso che ho detto prima, dando atto di quelle che sono le nostre competenze, togliendo ad esempio il punto 3 che è inaccettabile per noi, perché non ci si può impegnare a condannare un fenomeno, cosa che abbiamo fatto in più occasioni, quindi se lei la ritira, con l'impegno a riformularla, se vuole la possiamo vedere anche insieme, poi potrà essere votata, perlomeno io la voterei, allo stato no.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.
Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Credo che l'argomento introdotto con la mozione della Consigliera Leonardi riguardi una situazione preoccupante. Infatti, in questo momento gira in rete, è un dato nazionale, che queste persone sono circa 100 mila nel nostro Paese.
E' vero, come ha detto l'Assessore, che probabilmente la Regione non c'entra niente, però credo che sia un problema da non sottovalutare. Ad esempio ho presentato una mozione su una legge con la quale chiedevo di istituire una Commissione regionale, anche se non legittimata, per poter operare, una Commissione che molte Regioni hanno per verificare, tenere sotto controllo e valutare questi fenomeni, purtroppo l'Aula non l’ha recepita, ha preferito guardare da un'altra parte.
Adesso questi fenomeni sono preoccupanti e bisogna guardarli con attenzione, perché questa regione ha visto cambiare anche i Questori alla guida e questo significa che effettivamente ci sono problemi veri.
Credo che la politica non possa far finta che le cose non esistono, secondo me, deve guardare con attenzione e cercare anche strumenti possibili, legittimi, e sensibilizzare la comunità e le istituzioni che sono preposte al controllo del territorio.
Penso che la politica a tutti i livelli, Assessore, debba recepire queste preoccupazioni, perché far finta che non esistano è la cosa peggiore, poi i fenomeni sono ingestibili quando partono e si scatenano.
Ritengo che una riflessione più attenta su questi fenomeni e un po' più di protagonismo della politica siano estremamente necessari, coraggiosi e indispensabili per guardare al domani, per guardare al futuro. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Capisco la difficoltà espressa dall'Assessore relativa al terzo punto della mozione, allora faccio questa proposta e spiego anche il perché.
Credo che il destinatario della mozione sia giusto anche perché spesso, anche oggi, abbiamo approvato delle mozioni che non sono di competenza regionale, ma chiedono alla Giunta di intervenire verso chi ha la competenza, il Governo, io faccio la stessa cosa, il destinatario è lo stesso.
Quello che certamente condivido è di togliere il terzo punto, quindi emendo la mozione, è di togliere il terzo punto: “a condannare palesemente le azioni criminali, legate allo spaccio della droga, alla prostituzione, ai riti tribali della mafia nigeriana nelle Marche”. Personalmente, non intendevo dire che la Regione, la maggioranza o chi ha un rapporto positivo non condanna o appoggia la mafia nigeriana, assolutamente, chiedo chiarezza, visto che uno degli episodi segnalati è quello che io reputo, in buona fede, un errore politico, con la presenza di alte cariche istituzionali ai funerali di Fermo perché la presenza di questi probabili affiliati alla Black Axe, attorno al feretro, ha dato il segno alle forze dell'ordine che molto probabilmente questa persona era un affiliato alla Black Axe e quindi alla mafia nigeriana. Il riferimento è relativo ad un passaggio precedente ed io reputo che il comportamento era nella buona fede politica, ognuno ha le sue convinzioni.
Il destinatario è giusto, quindi di chiedere al Governo ed ai Ministri competenti - l'abbiamo sempre fatto, non vedo quale altro destinatario ci possa essere - emendo la mia mozione togliendo il terzo punto del dispositivo, non avevo nessun intento accusatorio o altro. Capisco che possa essere stata interpretare in questo modo, quindi mi sento, dall'intervento dell’Assessore Cesetti, di rimuoverlo mia sponte.
Chiedo ai destinatari del Governo di avere più attenzione, come abbiamo chiesto più forze dell'ordine per San Benedetto del Tronto, come abbiamo chiesto di istituire la ZES per i terremotati. Il Governo è il destinatario di una richiesta da parte dell'Assemblea legislativa marchigiana, di attenzionare di più un fenomeno, quello della mafia nigeriana, per il quale anche il Consiglio regionale delle Marche esprime preoccupazione, visto che è nel nostro territorio in sordina, perché spesso, ovviamente, su queste attività criminali non vengono fatte pubblicità o cartelli promozionali, ma nel momento in cui ci sono queste situazioni, credo che sia anche un segnale politico dire che riteniamo prioritario il problema della mafia nigeriana, prima che scoppi ancora di più nelle Marche.
Emendo la mozione, accolgo parzialmente la richiesta dell'Assessore Cesetti, non vedo però l’esigenza di cambiare il destinatario, so che non è una competenza regionale, ma chiedo di sollecitare il Governo in maniera univoca. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Urbinati.
Fabio URBINATI. Grazie Presidente. Vorrei rivolgermi alla Consigliera Leonardi dicendo che ha ragione, oggi abbiamo approvato altri punti con i quali chiediamo un impegno serio, come ad esempio per la questione del Commissariato di San Benedetto del Tronto, che è una competenza prettamente del Ministero dell'interno, però le nostre azioni devono e possono servire a sensibilizzare documenti di indirizzo come questo.
Sono d'accordo con l'Assessore Cesetti anche perché c’è anche un altro punto Consigliera Leonardi nel “tenuto conto che” che riporta “è dovere delle istituzioni anche regionali”, a me sembra brutto perché sembra che la Regione non condanni. Noi condanniamo tutti gli atti di criminalità, anche quelli della mafia nigeriana e tutti i fenomeni di criminalità e condanniamo tutte le mafie del mondo tanto che spesso anche in questo consesso abbiamo portato atti.
Sono perfettamente d'accordo, ho visto un report poco tempo fa sul fenomeno della mafia nigeriana, che purtroppo si sta ramificando fortemente in tutto il territorio nazionale e c'è una particolarità che a me ha fatto un po' impressione, che è un po’ in netta discordanza con quello che si dice di solito, e cioè che questo è un fenomeno legato all'immigrazione, perché risulta spesso, quando vengono arrestati i capi dei loro clan, che queste persone sono entrate in Italia regolarmente, per motivi di lavoro, per ricongiungimenti, sono entrate con un canale regolare e questo secondo me è ancora più allarmante.
Se dobbiamo fare un'azione di sensibilizzazione facciamola, concordo con le modifiche suggerite dall'Assessore Cesetti, però è anche vero, Assessore, che oggi in altre mozioni abbiamo chiesto l'impegno del Ministero dell'interno, che spero non tardi ad arrivare, per la situazione del Commissariato di San Benedetto del Tronto, che mi preme tantissimo. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Cesetti.
Fabrizio CESETTI. E' evidente che con l’eliminazione del punto 3 la mozione può essere votata.
L'ultimo punto del “tenuto conto che” ovviamente è collegato al “dovere delle istituzioni” e se togliamo anche “regionali” possiamo lasciarlo, oppure si può scrivere: il dovere delle istituzioni è adottare provvedimenti di contrasto, come vuole, però se togliamo “regionali” va bene.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Sono d'accordo, quindi faccio un doppio emendamento, tolgo il terzo punto del dispositivo e tolgo l'inciso “anche regionali”, che però, ci tengo a specificare, non voleva dare un valore dispregiativo o negativo, premettendo, se non lo facessimo, che tra i regionali ci sono anch'io.
Accolgo le due richieste e quindi presento la mozione con i due emendamenti, se dobbiamo fare una pausa lo scrivo.
(intervento fuori microfono)
Elena LEONARDI. Ho fatto una mozione anche sulla mafia 'tradizionale', se la vuole definire così.
PRESIDENTE. Emendamento 1 a firma della Consigliera Leonardi.
Leggo le due modifiche: “'Nella premessa, nel paragrafo “tenuto conto che” nel quinto punto le parole “anche regionali” sono soppresse'. Nel dispositivo 'il terzo punto è soppresso'”.
Ha la parola il Consigliere Maggi.
Giovanni MAGGI. Grazie Presidente. Sarò brevissimo. Mi rivolgo anche e soprattutto al Consigliere Urbinati ed a tutto il gruppo del PD, che il problema della sicurezza sia un problema politico sentito è vero, però, voglio dire, attenzione a non aumentare la paura del crimine e dell'omicidio.
Cito i dati del Ministero degli interni, signori del PD, dal 2008 al 2017, gli omicidi sono scesi da 611 a 343, le rapine sono scese da 45.857 a 28.612, i furti in casa sono scesi in questo periodo dell'8,5%.
L'allarmismo e la paura che continuiamo a mettere in noi e negli italiani, secondo me è una involuzione pericolosa, la sicurezza va bene, però le forze dell'ordine stanno facendo il loro dovere, anche con mezzi poco consoni al compito importante che stanno svolgendo, cerchiamo di rimanere con i piedi per terra e, visto che la politica guarda sempre le statistiche, i sondaggi, i dati, guardiamo realmente qual è la situazione in Italia in questo momento, senza creare ulteriori allarmismi.
Per quanto mi riguarda, non so i colleghi, su questa mozione mi astengo. Grazie.
Presidenza del Vicepresidente
Renato Claudio Minardi
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Urbinati.
Fabio URBINATI. Ringrazio la Consigliera Leonardi per aver apportato le modifiche, approveremo questo atto come indirizzo, ma vorrei dire al Consigliere Maggi che siamo sulla stessa sintonia, quei dati in campagna elettorale li abbiamo citati tante volte, purtroppo non hanno fatto breccia tra i cittadini, ma hanno fatto breccia altre informazioni.
L'altra cosa che ho detto, che ritengo ancora più importante e che va in controtendenza a quello che si dice e che alcuni esponenti politici vanno predicando nella ricerca del consenso, è che quando i boss della mafia nigeriana - che gestiscono la prostituzione, e questo è il dato più inquietante, l'elemosina fuori dai supermercati, lì c'è un sistema organizzato, sanno chi deve andare e nessun altro può fermarsi lì, pena riti molto cruenti, taglio degli arti, questo praticano - vengono arrestati si scopre che tutti arrivano in Italia con canali normali, per lavoro, per ricongiungimenti. Non arrivano come clandestini, questo è un dato che si potrebbe aggiungere a quelli che lei ha detto e che mette in risalto, secondo me, anche il buon lavoro che le forze dell'ordine fanno, nonostante tutto.
A differenza del Movimento 5 Stelle sosteniamo questo intervento, perché vogliamo combattere ogni tipo di criminalità, sperando che la prossima campagna elettorale i cittadini ascoltino di più anche questi dati, e la ringrazio per averlo detto perché erano tra i 100 punti che il Governo Renzi e il Governo Gentiloni avevano raggiunto.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Emendamento 1 a firma della Consigliera Leonardi. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Mozione n. 473, così come emendata. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Interrogazione n. 768
ad iniziativa del Consigliere Zaffiri
“Diniego autorizzazione al trasporto sanitario”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 768 del Consigliere Zaffiri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Casini.
Anna CASINI. Ad Ascoli, si dice: “Chi di meglio non ha con la moglie sta”, quindi rispondo al posto del Presidente.
La mancanza di dati utili alla identificazione del caso riportato nella lettera pubblicata dal Resto del Carlino non consente la ricostruzione di quanto accaduto. Purtuttavia, possono essere chiariti alcuni aspetti in merito.
La delibera di Giunta regionale n. 292/2012, modificata con delibera n. 301/2017, stabilisce che tra i compiti della CCT ci sia anche quello di assicurare "il controllo sindacato, di norma preventivo, sull'appropriatezza delle richieste pervenute".
L'articolo 5 della succitata delibera di Giunta regionale stabilisce che il trasporto verso altre Regioni può essere autorizzato "solo nei casi in cui nella richiesta sia chiaramente esplicitato che la prestazione non viene erogata nel territorio regionale, ovvero viene erogata con tempi di attesa non compatibili con le condizioni o con le necessità assistenziali del paziente".
Pertanto, nel caso segnalato, il trasporto non è autorizzabile a carico del Sistema sanitario regionale, poiché le richieste presentate erano mancanti della specifica attestazione richiesta.
PRESIDENTE. Ha la risposta, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Zaffiri.
Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. L'Assessore che ha letto il comunicato è chiaro che non c'entra niente, qualcuno della struttura sanitaria ha risposto a questa interrogazione.
La risposta è inaccettabile: questo signore non è che non aveva ricevuto l'ok per il trasporto, tre medici avevano autorizzato il trasporto, ma alla fine, perché quello si chiama Rossi Francesco, non è stato concesso. Questo problema sanitario è molto serio.
Premetto, e ripeto, che lei Assessore non c'entra niente - l'Assessore non c'è, c’è il Consigliere delegato - ma spero che l'Assessore e la Giunta affrontino il problema del trasporto, è stato tolto ai malati oncologici, questo cristiano che ha evidenziato il problema si è operato fuori e non ha avuto il trasporto.
Il problema della sanità è drammatico, l'Assessore fa finta che il problema non ci sia, probabilmente è tutto in mano ad un paio di dirigenti della sanità ed è la cosa più grave che ci possa essere per la salute dei cittadini, non è possibile che si giochi anche sul trasporto. Quando si arriva a queste condizioni probabilmente siamo al ridicolo, nel senso che la sanità sta facendo acqua da tutte le parti.
Questo è drammatico, quando sento il Presidente e l'Assessore, perché io lo chiamo Assessore, dire che dobbiamo convincere i malati oncologici, uno che sta per morire, che la sanità nostra, delle Marche, è migliore di quella del Veneto, o uguale a quella del Veneto o uguale a quella della Lombardia, penso: ma di cosa stiamo parlando? Assessore, l’ha detto, è registrato, è sulla stampa, è su tutti i giornali, credo che la comunità, il popolo marchigiano, debba rifletta su questa cosa sulla quale non ci sono parole.
Mi fermo qui, ribadisco che non ci sono parole per esprimere una considerazione, non ci sono parole per questa risposta all'interrogazione n. 768 sul trasporto di una persona che è andata fuori dalle Marche per fare un intervento, che probabilmente in questa Regione non poteva fare o i tempi erano lunghi.
Chiudo con questa dichiarazione: il trasporto era stato autorizzato dai medici preposti a dare il consenso, non è un fatto di soldi. La situazione di questa persona, che io personalmente conosco, è diventata un caso sulle pagine dei giornali, non sono i 50, 100 o 200 euro per il trasporto, il problema è che dei medici l'avevano autorizzato, non è possibile che l'autorizzazione venga data e poi chi deve pagare non paghi, allora, qualcosa di serio sulla sanità c’è.
Interrogazione n. 790
ad iniziativa del Consigliere Maggi
“Inserto a pagamento ‘Speciale Salute’ sulla stampa locale”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 790 del Consigliere Maggi.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Casini.
Anna CASINI. Il Presidente ha altri impegni istituzionali, e siccome questa è una risposta molto tecnica …
(intervento fuori microfono)
Anna CASINI. Andiamo avanti perché prima ha detto una cosa inesatta sui malati oncologici e gliel'ho fatta passare, non è vero che è stato eliminato il trasporto. E' una stupidaggine.
In questo caso Consigliere Maggi lei ha fatto delle domande ben precise, le risposte sono molto tecniche, quindi posso anche leggerle io.
1) Quanto è costato all'Asur?
L'inserto di cui trattasi del 22 febbraio 2019 è costato 416 euro.
2) A carico di quale bilancio?
I fondi utilizzati non provengono dal fondo sanitario ma derivano dalle sponsorizzazioni e vendita di spazi pubblicitari a soggetti privati ed associazioni. Dette somme sono destinate a favorire l'innovazione e migliorare il rapporto tra la pubblica amministrazione e il cittadino, predisporre materiale informativo, incrementare l'accoglienza e l'accessibilità presso le nostre strutture sanitarie.
3) Se ritiene che la comunicazione istituzionale a pagamento apparsa sul Corriere Adriatico ...
La pagina apparsa in data 22 febbraio 2019 è conforme ai principi istituzionali dettati dalla vigente normativa del settore della comunicazione pubblica.
In particolare la legge n. 150/2000 "Disciplina delle attività di informazione e di comunicazione delle pubbliche amministrazioni", che va ad integrarsi con la legge n. 241/1990 "Norme in materia di disciplina normativa del procedimento amministrativo", dettano norme stringenti alle pubbliche amministrazioni in materia di dovere d'informazione e comunicazione, trasparenza e accesso agli atti.
L'ordinamento riconosce la figura del "cittadino", che di volta in volta assume il ruolo di utente, paziente, assistito, quale soggetto titolare di diritti universalistici, tra gli altri ad essere informato, nonché parte attiva dell'intero procedimento amministrativo.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Maggi.
Giovanni MAGGI. Ringrazio innanzitutto la stakanovista Assessora, devo dire che la risposta l’ho attesa per 4 sedute, perché nel momento in cui ci sono le interrogazioni il Presidente ha sempre degli impegni istituzionali molto più importanti.
Le pagine sul Corriere Adriatico erano due, commissionate appunto alla PM Spa e se il costo è di 416 euro per due pagine è stato un prezzo molto particolare e conveniente.
Non metto in dubbio che fare pubblicità sia legale, metto in dubbio l'opportunità che un'Azienda sanitaria faccia pubblicità a pagamento su un quotidiano per i servizi di chirurgia oncologica e di chirurgia mini-invasiva. Non ho niente contro il Corriere Adriatico, visto che lì c'è la giornalista e non vorrei la prendesse come una questione personale.
Non dico che questo sia illegale, nel sito web dell'Azienda ospedaliera Marche si enunciano i principi a cui l'Azienda si ispira e si muove nella sua funzione istituzionale, leggo anche che le relazioni con i cittadini utenti devono risultare semplificate, tempestive, di costo ridotto, avvalendosi delle più opportune innovazioni tecnologiche, anche e soprattutto nel campo della comunicazione.
Mi sembra che l'annuncio a pagamento di due pagine sul Corriere Adriatico sia autoreferenziale e non sia per far conoscere le qualità e le modalità del servizio ai cittadini, per cui sono molto perplesso sulla risposta che è stata data e mi auguro che anche per il futuro, per la sanità, si usino informazioni per i cittadini e non mezzi autoreferenziali, come due pagine sul quotidiano. Grazie.
Sull'ordine del giorno
PRESIDENTE. L’interrogazione n. 799, a firma del Consigliere Busilacchi, la rinviamo su richiesta del proponente.
Interrogazione n. 800
ad iniziativa del Consigliere Rapa
“Viabilità su direttrice Fano-Grosseto e sospensione lavori sulla viabilità durante la stagione turistica”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 800 del Consigliere Rapa.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Casini.
Anna CASINI. Grazie Presidente. Ringrazio il Consigliere Rapa perché ho molto lavorato su questa zona delle Marche, anche se non è quella da cui provengo, quindi mi fa piacere poterglielo raccontare.
Per cercare di dare una soluzione al collegamento tra la Regione Marche e la Regione Umbria, attraverso la galleria della Guinza sulla direttrice Fano-Grosseto, si sono svolte diverse riunioni a Roma, al Consiglio superiore dei lavori pubblici alle quali hanno partecipato i rappresentanti della Regione Marche e del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.
Hanno partecipato anche tutti i Sindaci e tutti insieme siamo stati al Consiglio superiore dei lavori pubblici perché ci sembrava assurdo non riuscire a trovare una soluzione per una incompiuta che ormai ha tanti anni, ma c’erano dei problemi molto seri perché oggi la lettura che fa il Consiglio superiore è quella di un’opera nuova, che quindi deve avere delle caratteristiche geometriche diverse da quelle della galleria, per questo ci siamo impegnati insieme all’Anas a trovare una soluzione.
In tali riunioni, in riferimento alla Galleria della Guinza (lotto 2) ed al tratto Guinza-Mercatello Ovest (lotto 3) - I stralcio, l'Anas Spa in accordo con la Regione Marche ha concordato sulla soluzione che prevede la realizzazione a due canne con una corsia per senso di marcia, quindi utilizzare l’attuale canna ad un solo senso di marcia e facendone un’altra.
In una prima fase si potrà utilizzare la Galleria della Guinza mettendo in esercizio la canna esistente a senso unico alternato e realizzando il by-pass di Mercatello, il senso unico alternato, stiamo aspettando la risposta della Commissione Gallerie, sarà possibile con dei lavori veramente risibili.
E’ iniziato l'iter della Commissione Gallerie per valutare la fattibilità del progetto, pensavamo di avere un incontro la scorsa settimana, ma poi è stato rinviato.
Nel frattempo I'Anas Spa ha presentato al Ministero la richiesta di inserire nel contratto di programma 2016-2020 il raddoppio della galleria per un importo di 310 milioni di euro, non è che Anas l’ha chiesto così per fare bella figura, l’ha chiesto, ma c’erano stati degli incontri con le Commissioni e anche con il Ministero.
In merito alla domanda: se non ritenga necessario ed opportuno limitare i danni della mancata percorribilità, a Bocca Trabaria, come sapete, sono stati trovati degli ordigni bellici che hanno allungato i tempi di sistemazione sia nella costruzione dei muri di contenimento, sia del piano stradale e la competenza è dell’Anas distretto dell’Umbria.
In questo momento si passa a senso alternato perché i lavori sono molto complessi e molto importanti e perché c’è un muro di 7 metri, quindi immaginate. Poi questa è una zona dove il maltempo d’inverno si fa sentire e comunque l’Anas ci ha dichiarato che i lavori che sono stati sospesi per un periodo saranno conclusi entro la fine di luglio 2019, nel frattempo si passa a senso alternato.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Rapa.
Boris RAPA. Ringrazio per la risposta la Vicepresidente e mi ritengo soddisfatto.
E' una problematica che va avanti da troppo tempo e soprattutto nel periodo estivo comporta disagi importanti per i turisti umbri che vogliono arrivare sulla costa. Grazie.
PRESIDENTE. L’Assessore Cesetti è nei paraggi? Perché abbiamo l'ultima interrogazione a sua firma,
L'Assessore non c'è, Consigliera Pergolesi, e non ha lasciato …
(intervento fuori microfono)
PRESIDENTE. Va bene, l’interrogazione n. 803 viene rinviata.
La seduta è tolta.
La seduta termina alle ore 17,05