Resoconto della seduta n.133 del 17/06/2019
SEDUTA N. 133 DEL 17 GIUGNO 2019

La seduta inizia alle ore 10,45

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

PRESIDENTE. Colleghi buona giornata, dichiaro aperta la seduta n. 133 del 17 giugno 2019. Do per letto il processo verbale della seduta 132 dell'11 giugno 2019, il quale, ove non vi siano opposizioni, si intende approvato ai sensi del comma 4, dell’articolo 53, del Regolamento Interno.
Richiamo, inoltre, ai sensi del comma 5 dello stesso articolo l’attenzione di tutti i Consiglieri sulle comunicazioni distribuite con cui porto a conoscenza dell’Assemblea quanto espressamente previsto dal Regolamento Interno.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Rispetto alla seduta di oggi, abbiamo discusso nella Conferenza dei Presidenti dei gruppi di una serie di variazioni, la proposta è quella di rinviare la proposta di legge n. 271, perché manca la relatrice Consigliera Malaigia, le interrogazioni nn. 799, 804, 809 e 479, su richiesta degli interroganti, e la mozione n. 475 della Consigliera Marcozzi. Saranno anticipate al primo punto delle interrogazioni le interrogazioni nn. 783 e 784. Queste le proposte, se non ci sono obiezioni in merito, direi di dare per approvato il nuovo ordine dei lavori così come riepilogato.

Comunicazioni ai sensi dell'articolo 55, comma 4, del Regolamento interno

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Presidente, vorrei fare solo una domanda, visto che le interrogazioni relative alla sanità sono state rinviate, vorrei cortesemente conoscere da lei le motivazioni dell'assenza del Presidente Ceriscioli. C'è un convegno dove il Presidente Ceriscioli partecipa “Credito e industria 4.0”, vorrei sapere se è questa la causa dell'assenza o se ce ne sono altre di carattere istituzionale, se questa fosse la motivazione sarebbe censurabile.

PRESIDENTE. Credo che il Presidente sia a Roma, però lo verifichiamo e glielo diremo al più presto.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Vorrei chiedere se le interrogazioni a risposta immediata verranno trattate. Non sono per saltare la mia, la n. 807 sull’Utic di Senigallia, quindi, chiedo che comunque la Giunta mi risponda. Se c'è il Consigliere Talè, delegato alla sanità, mi risponderà lui.
La strategia della fuga messa in atto dal Presidente Ceriscioli, puntualmente, quando c'è qualcosa di spinoso di cui lui deve rendere conto ormai è inaccettabile.

PRESIDENTE. La Giunta risponderà alle interrogazioni come richiesto.
Ha la parola il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. In merito alla mozione n. 495 abbiamo concordato con il Consigliere Talè di fare una risoluzione. Visto che manca anche il Presidente, non so se arriva il Consigliere Talè, magari vedremo in seguito.

PRESIDENTE. Vedremo come procedere sulla mozione n. 495 quando arriverà il Consigliere Talè.

Proposta di atto amministrativo n. 62
ad iniziativa della Giunta regionale
“Piano triennale integrato per l'internazionalizzazione e la promozione all'estero, la cooperazione internazionale, la cooperazione territoriale europea e la Strategia Adriatico Ionica Eusair - Legge regionale 30 ottobre 2008, n. 30 e legge regionale 18 giugno 2002, n. 9 (Anni 2019-2021)”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 62 della Giunta regionale.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Traversini.

Gino TRAVERSINI. Grazie Presidente. Discutiamo il piano triennale dell'internazionalizzazione, quello precedente 2016-2018 è scaduto, quindi dobbiamo velocemente approvarlo anche perché è quasi pronto il piano annuale che deve essere discusso e portato in Commissione.
Il piano di internazionalizzazione in realtà non tratta solo di questo, ma è diviso in diverse parti, oltre all'internazionalizzazione che è agroalimentare e non, abbiamo la cooperazione internazionale, la cooperazione territoriale europea e la strategia adriatico-ionica.
Tutto è stato ampiamente discusso e lavorato dal Tavolo che gli Assessorati hanno messo in piedi e quindi concordato con i partecipanti.
Per quanto riguarda la parte di internazionalizzazione, anche nella sua divisione, è chiaro che principalmente si fa riferimento al lavoro che abbiamo fatto in Commissione, poi è stata aggiunta una relazione importante, che specifica gli effetti e le scelte fatte nel vecchio piano, ed anche il discorso delle fiere. Vedere le risposte delle manifestazioni fieristiche, questo è stato chiesto, e da una versione portata subito in Commissione vengono fuori alcuni elementi importanti.
In realtà sono 35 manifestazioni fieristiche a cui si è partecipato, 495 imprese ne hanno fatto parte, prevalentemente appartenevano al settore moda, per quello che riguarda il settore non agroalimentare, 58% delle imprese partecipanti hanno avuto all'interno della fiera rapporti estremamente importanti per la loro attività, quindi la manifestazione ha prodotto una risposta dal punto di vista economico e l'82% delle aziende riferisce che l'esperienza va ripetuta e che quindi il discorso fieristico va portato avanti ed è utile.
Questi sono elementi estremamente importanti insieme alla crescita dell'impegno economico, circa 5.700.000 euro verranno impiegati nei prossimi 3 anni, ma l'elemento vero, che fa fare un passo in avanti, è la presenza di una Camera di commercio unica regionale, e questo definisce meglio la strategia regionale, definisce meglio il piano di internazionalizzazione e definisce meglio anche le possibilità di intervento che vengono rafforzate, anche attraverso una convenzione che è stata messa in atto dalla Regione e dalla Camera di commercio unica, per arrivare in maniera più precisa agli obiettivi.
È chiaro che con forza si pensa di continuare ad investire in maniera diretta nei territori considerati i più importanti, che sono: Giappone, Russia, Stati Uniti e Cina, che rispondono alle nostre esigenze di export.
La parte rilevante legata al settore agroalimentare l'Assessore Casini la cura direttamente, ho ricordato prima che c'è una divisione, una parte è seguita dall’Assessore Casini e l’altra dall’Assessore Bora.
Il settore agroalimentare è particolare, negli ultimi anni ha avuto delle piccole sofferenze in realtà comunque ben sopportate da ambiti di grande sviluppo che hanno dato risposte importanti, come il biologico e il vino, che ha una crescita annuale di grande interesse. Basta dire che 1 milione di euro investito nell'export marchigiano, ha prodotto un export di 7,5 milioni di euro, quindi un rapporto estremamente di rilievo.
Sul settore agroalimentare, che in realtà grazie ad alcuni comparti ha portato avanti ed ora superato le sofferenze, c'è un rilancio enorme. Ieri mattina il Resto del Carlino ha riportato un pezzo di un'associazione di categoria regionale che sottolineava i dati del primo trimestre di quest'anno. Bene, si sono superati i 90 milioni di euro di valore per quanto riguarda l'export marchigiano nel settore agroalimentare, con un incremento rispetto ai tre mesi dello scorso anno del 13% in più.
E' un grande dato dell'inizio del 2019, oltre al vino in questi tre mesi, con un più 4%. Questo è il settore che sta tirando di più a livello di esportazioni, c'è una ripresa netta dell'olio extravergine d'oliva, più 17%, nell'ortofrutta un aumento di circa 5,5 milioni, come per la pasta marchigiana, altri 4,5 milioni.
Questi sono dati, neanche ufficiali, di una associazione di categoria, che danno il termometro della situazione. L'agroalimentare è un grande settore che dà una risposta e dà indicazioni per un export che sta funzionando e su cui si può lavorare e si può continuare a lavorare per crescere, quindi, estremamente importante.
Al di là dell'internazionalizzazione c'è tutto il discorso della cooperazione internazionale e della cooperazione territoriale e locale, legata ad una attività di rilievo dal punto di vista regionale, nel senso che da una parte, negli ultimi piani triennali, i finanziamenti sono andati calando, le possibilità economiche di lavoro delle strutture regionali con risorse proprie erano basse, però la capacità dei nostri dirigenti della struttura l'hanno messa in rilievo a livello nazionale, nel senso che sono sempre riusciti a partecipare a progetti nazionali, a mettere insieme progetti a costo zero, che hanno dato rilievo alle Marche, anche partecipando a progetti di respiro internazionale di primissimo livello.
Per quanto riguarda la Strategia Adriatico-Ionica, in maniera abbastanza semplice si può definire il ruolo della Regione Marche di primo piano, di fatto coordina 14 amministrazioni regionali in merito ad un tema che è quello del Facility point e partecipa alla cabina di regia nazionale. Ha una posizione importante, soprattutto quello di mettere in connessione le Regioni per la creazione dello scambio di quelle che sono le proprie particolarità, le progettualità che uno presenta ed invece di arrivare al solito metodo dell'incontro e di vedersi tutti quanti, con spostamenti geograficamente anche complicati, si sta comodamente nella propria Regione, ci si connette e si fa il lavoro insieme.
Questo è uno degli ambiti che principalmente ha curato la Regione Marche, così come sta curando i bandi e alcuni finanziamenti che riguardano i trasporti e l'energia, che sono temi di spessore per la Strategia Adriatico ionica.
Anche qui la Regione Marche occupa un ruolo di primo livello, che sta portando avanti con forza.
La Strategia Adriatico Ionica va curata nei principi fondamentali, non è solo quello di dare importanza ai finanziamenti che arrivano, che sicuramente sono importanti, ma dare valore a quei finanziamenti, nel senso di riuscire a capire come in realtà andare a modificare e dare risposte a esigenze di carattere regionale.
Per riassumere quello che è stato fatto: il piano triennale risponde ad una possibilità vera e concreta di crescita dal punto di vista economico per quello che riguarda l'export, la conoscenza della grande produzione marchigiana, sia nel settore agroalimentare che non, dà la possibilità alle Marche di svolgere un ruolo importante e principale sia nel discorso della cooperazione, anche se non ci sono tantissimi finanziamenti, che nella Strategia Adriatico Ionica, che, devo dire, nelle audizioni fatte è stato riconosciuto da tutte le associazioni e dalle forze che abbiamo contattato.
Si è fatto un buon lavoro anche nella Commissione, nell’integrare, nel chiedere, nell'approfondire, perché sono temi talmente vasti che ognuno andrebbe discusso e sviluppato in ore di discussioni, tant'è che, come ho detto prima, la relazione - sono state mandate e verificate alcune cose - è stata votata all'unanimità da parte di tutta la Commissione e questo mi andava di sottoscriverlo, ribadisco quindi che è stato fatto un buon lavoro. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Casini per rispondere al quesito iniziale del Consigliere Maggi.

Anna CASINI. Grazie. Il Presidente Ceriscioli è a Roma, a Montecitorio, ad un'iniziativa sulle donne che curano la famiglia.
Un'iniziativa sulle donne malate oncologiche e sul rapporto, difficilissimo, con i figli, con il resto della famiglia, con il lavoro di cura, è lì in qualità di Presidente della Regione Marche ed anche di Assessore alla sanità.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Grazie Presidente. Mi ricollego all'intervento del Consigliere Traversini, sul piano dell'internazionalizzazione e della cooperazione internazionale le cose da dire sono molte e puntuali, quindi mi sono scritto un paio di paginette che preferisco leggere piuttosto che procedere a braccio, come sono solito.
Il piano triennale impegna tra fondi europei e regionali delle cifre ingenti.
È condivisibile la scelta di unificare il piano per l'internazionalizzazione e la cooperazione internazionale, di cui alle leggi 30/2008 e 9/2002, in quanto da tempo sottolineiamo l'eccessiva frammentazione normativa regionale che porta troppo spesso alla mancata applicazione o finanziamento di leggi anche importanti.
L'esigenza e la capacità tecnica di comporre un unico piano non è purtroppo seguita dalla capacità normativa di indirizzarsi verso la stesura di testi unici di settore. In questo piano si è voluto altresì inserire la Strategia Adriatico Ionica, che in questi 4 anni di Governo avevate completamente abbandonato, essendo un'attività di coordinamento internazionale complessa, dubito molto che in quest'ultimo anno abbiate la capacità di raggiungere obiettivi significativi al riguardo; il piano elenca i convegni e gli incontri organizzati ma non sottolinea alcun risultato concreto raggiunto al riguardo.
Il piano si inserisce in una situazione economica stagnante che perdura da molti anni, caratterizzata dalla debolezza della domanda interna, e che spinge perciò le aziende verso l'inserimento in mercati esteri. I comparti manifatturieri regionali crescono meno della media nazionale e sono in negativo e Confindustria ha chiaramente affermato che occorre supportare le aziende nel percorso di internazionalizzazione; l'unico settore che registra buoni risultati, come bene illustrato dal Consigliere Traversini, è quello agroalimentare, trainato dal comparto vinicolo, che sta acquistando spazio anche nei mercati esteri. Questo settore è fortunatamente caratterizzato dalla continua espansione del biologico, che la Regione deve continuare con forza a sostenere, incrementando per contro i controlli.
Il tema politico più rivelante appare quello della scelta dell'eventuale superamento della concezione dei "distretti industriali", che ha guidato le scelte regionali per molti anni, per concentrarsi sullo sviluppo delle filiere produttive; il cosiddetto "terzismo", particolarmente sviluppato sul nostro sistema manifatturiero, si riscontra essere un punto debole all'intero del tessuto produttivo, in quanto presuppone il mancato controllo nelle scelte strategiche sulla realizzazione di prodotti e nella scelta dei mercati. Su questo punto, fondamentale per instaurare una politica di rilancio regionale, auspico l'apertura di un confronto serrato con tutte le associazioni di categoria che potremmo eseguire già in Commissione, anche l’Istao al riguardo, nell’ultimo convegno a cui ho partecipato, ha sottolineato questa criticità.
Per quanto riguarda la redazione del piano per il settore dell'internazionalizzazione, che fa riferimento alla legge regionale 30/2008, in forza della modifica della norma da me presentata nel gennaio 2017 ed approvata da questa Assemblea nel maggio 2018, richiedeva che il Piano contenesse: a) l'elenco delle attività effettivamente realizzate tra quelle previste nel piano e nei programmi esecutivi annuali del triennio precedente, corredato dall'analisi dei risultati raggiunti, dalle difficoltà riscontrate e dalle risorse impiegate, articolato per aree geografiche di intervento e per settori produttivi, quindi la normativa l’abbiamo modificata in maniera molto puntuale come contenuti del piano; b) chiede anche che le attività previste, per il settore produttivo e per area geografica, siano individuate anche tenuto conto delle analisi effettuate ai sensi dei piani e dei risultati della programmazione precedente; c) chiede anche un cronoprogramma per la programmazione delle attività.
Quindi sappiamo che entro il 30 novembre dovrà essere approvato da parte dell’Assemblea, quindi precedentemente dalla nostra Commissione, il report annuale delle attività e devo rimarcare effettivamente la grande difficoltà da parte degli uffici ad eseguire la verifica di efficacia delle attività svolte negli anni precedenti; difficoltà "strutturale", come si è evidenziato anche nell’ultimo Consiglio con l’approvazione della risoluzione da me proposta e poi firmata da moltissimi altri Consiglieri relativa al potenziamento in tal senso delle competenze del Comitato di controllo e valutazione dell'attività politica.
In Commissione ho chiesto a tal proposito una integrazione per approfondire le analisi dei risultati, che è stata fornita, ma che non soddisfa appieno il grado di approfondimento richiesto dalla normativa. Il questionario sul grado di soddisfazione delle imprese partecipanti alle fiere non può essere certo definito un’analisi di efficacia dei fondi investiti.
Il piano riporta più che altro l'elenco delle iniziative realizzate, quali fiere, missioni estere, manifestazioni, indicando anche il numero delle imprese partecipanti, ma omettendo l'analisi degli effettivi risultati ottenuti, quindi quanto il Pil può essere incrementato sulla spinta delle politiche internazionali che vogliamo dare come Regione e su cui investiamo diversi milioni, necessaria quindi verificare l'efficacia delle iniziative e degli investimenti sottesi.
Le aree prioritarie di intervento individuate nel piano sono troppo estese, poiché coinvolgono l’Europa, il Nord America, la Russia, la Cina e i paesi asiatici praticamente quasi tutto il mondo, rischiando di disperdere in troppi rivoli le azioni da realizzare per una piccola Regione come la nostra, risultando quindi non incisiva in nessun settore. Purtroppo ed evidentemente per non scontentare nessuno si tende a mettere il cappello su tutti i mercati per ciascun settore, perché ci sono giustamente imprese che vanno in giro per il mondo a fare il loro mestiere, però così si distribuiscono i fondi a pioggia e non si è incisivi su nessun settore, bisogna avere il coraggio di orientarsi verso pochi settori su cui puntare.
Una novità rilevane consiste nella scelta di non rinnovare a Svim l'affidamento per la stesura dei progetti di gestione degli interventi e di impegnare viceversa 4,5 milioni nel protocollo di intesa con la Camera di commercio unica. A questo punto, chiedo all'Assessore Bora, che manca perché partecipa al convegno, di relazionare circa i risultati conseguiti da Svim anche attraverso lo strumento Sprint Marche, per approfondire i motivi di questa scelta, essendo Svim una realtà regionale ritenuta strategica e specializzata nel settore.
Passando al settore della cooperazione territoriale, per il quale sono previsti fondi di entità ben più modesta nel triennio, si nota una contraddizione relativamente agli ambiti territoriali di riferimento, dove, su 4 ambiti, solo il Mediterraneo coincide con i precedenti, per il resto Africa e America Latina non sono compresi nel settore internazionalizzazione, non consentendo eventuali azioni sinergiche. Per inciso, i progetti di iniziativa territoriale sono finanziati con importi di circa 20.000 euro ciascuno, apparendo dimensionalmente troppo ridotti.
Concludendo, rispetto alle stesure precedenti, si nota un impegno verso il miglioramento strutturale del piano, come richiede la normativa che abbiamo modificato, ma non si individua, purtroppo, una approfondita analisi critica dell’efficacia dei fondi investiti in questi anni e di una chiara strategia politica a cui sono volti i fondi messi a disposizione.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Casini.

Anna CASINI. Ringrazio il Presidente della Commissione Traversini e ringrazio la Commissione tutta per il lavoro che è stato fatto, anche di integrazione e di aiuto alla redazione.
Non credo che non ci sia una strategia politica, anzi, penso che sia piuttosto chiara. Ritengo che sia stato molto importante integrare tutte le azioni, così com'è stato fatto, perché nei tempi scorsi si spacchettavano, per modo di dire, gli interventi e le iniziative, invece adesso si va insieme a cercare mercati nuovi, ma non solo.
La varietà dei mercati, che viene inserita, è legata alla tipologia dei prodotti delle Marche che sono di altissima qualità, ma di piccola quantità, per cui c'è necessità di non soffermarsi soltanto su un mercato, ma di averne a disposizione una varietà per poter modificare ed avere un'elasticità dell’azione di promozione, che in realtà è molto importante.
I dati di crescita dell'export nelle Marche, che ha citato prima il Presidente, con particolare riferimento al settore del food, dimostrano che quello che è stato fatto ha un gran valore e, secondo me, queste modifiche ed integrazioni sono determinanti e importantissime per aumentare, anche perché, come sappiamo, non si raggiunge mai l'obiettivo della qualità da questo punto di vista.
In realtà se c'è una carenza, la posso percepire nel monitoraggio, cosa che non è semplice da fare e non è soltanto un problema degli uffici della Regione Marche, ma è proprio difficile, a volte, da determinare. Questo lo vedo anche nel mondo dei vini, soprattutto e in particolare, non è semplice e i dati sono piuttosto complessi, quindi stiamo lavorando anche al monitoraggio, che è importantissimo, perché le risorse devono poi produrre dei vantaggi misurabili. Su questo Consigliere Fabbri le do assolutamente ragione, ci stiamo lavorando, il monitoraggio è un'azione che non era mai stata prevista e che stiamo introducendo in questo periodo e credo che sarà determinante anche per la nuova programmazione, perché così avremo una base di valutazione oggettiva e numerica. Le ripeto che non è semplice, anche per la caratteristica di avere tanti prodotti diversi da esportare, con tipologie di acquirenti diversi tutto questo rende piuttosto complesso il lavoro, ma penso che l'obiettivo principale da raggiungere sia proprio questo: implementare il monitoraggio.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zura Puntaroni.

Luigi ZURA PUNTARONI. Volevo stare in silenzio perché anche l'anno scorso abbiamo ripetuto la stessa solfa, non ero riuscito a stare zitto e vi avevo provocato dicendovi: “Perché non venite a vedere una fiera nel mio settore? Cosa significa fare fiera, fare esportazione, essere aggressivi, sennò qui nel regno del nulla si sta sempre a parlare del niente”.
Ad aprile sono venuto alla rassegna di oli mono varietà a Senigallia, secondo me sono una cosa eccezionale, dove la nostra regione, tramite l’Assam, si esibisce ai massimi livelli, ma se uno stava lì due giorni a contare le persone, tra espositori, avventori, figure politiche, non c'erano più di 150 persone.
Come si fa, in un settore dove probabilmente siamo all'avanguardia nel mondo, grazie all’Assam - io sono appassionato di olio e lo sapete - fare un evento dove ci sono 150 persone, ma di cosa vogliamo parlare qua dentro, del niente?

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Casini.

Anna CASINI. Per chi ci sta ascoltando, non per lei, l'intervento che ha fatto è fuori tema, perché non c'entra nulla l'internazionalizzazione con quella rassegna che ha uno scopo completamente diverso.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Solo per sottolineare quanto ha detto all'Assessore, che mi trova parzialmente d'accordo.
In questo piano la parte del settore della Strategia Adriatico Ionica l’avete riesumata adesso, dopo 4 anni di sepolcro, quindi, giustamente, non penso che si riesca nell'ultimo anno a fare qualcosa, dall'altra parte il settore della cooperazione con 7/8 progetti da 20.000 euro l'uno non penso che potrà andare avanti in maniera proficua.
Per quel che riguarda l'internazionalizzazione, che è il corpo principale del piano triennale, la capacità di monitoraggio va assolutamente implementata, cioè la ditta che partecipa sfruttando le facility della Regione alla fiera, poi quando torna a casa deve dire alla Regione: “Mi hai aiutato a spendere ed investire, ci ha messo dei soldi tuoi, sono ritornato ed ho avuto 4 contratti da 400.000 euro”. Allora, la somma di tutto questo ci fa vedere il moltiplicatore economico sul territorio che consente di dire la Regione ha investito 7,5 milioni nel triennio per il piano che ha avuto un moltiplicatore 6, ha avuto un moltiplicatore 8, perché le aziende hanno fatturato 30 milioni in più e contratti stretti grazie a quei contatti, grazie a quella fiera.
Gli uffici, purtroppo, non sono ancora attrezzati, ma non hanno neanche la mentalità, è questo il grossissimo sforzo da fare, non possiamo più permetterci di continuare a dare soldi senza sapere quale efficacia abbiano avuto, perché le risorse sono sempre meno e per i fondi europei ci chiedono una rendicontazione particolare, anche perché la grande ricchezza di biodiversità imprenditoriale, che caratterizza le Marche, con un tessuto sociale di imprenditori e di cittadini che non sono vagabondi, che sono grandi lavoratori e mettono grande ingegno, merita di avere una Regione che traina questo settore.
Occorre assolutamente un cambio di passo, e il discorso di riconvertire la mentalità dai distretti industriali alle filiere è fondamentale e su questo chiedo un'accelerazione, perché da qui discende una politica completamente differente. Abbiamo visto che nei settori industriali, chiamati distretti, il capogruppo tirava tutti i terzisti, ma quando questo è andato in crisi, è successo un macello sociale, quei territori di monocultura, di monoattività, di monoimprese, di pensiero unico, sono stati incapaci di reagire per anni, quindi la Regione deve creare una strategia approfondita in questi settori, cosa che ancora in questo piano triennale manca.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Emendamento 1 a firma dell’Assessore Bora. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Emendamento 2 a firma dell’Assessore Bora. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Proposta di atto amministrativo n. 62, così come emendato. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Interrogazione n. 822 - a risposta immediata
ad iniziativa del Consigliere Fabbri
“Insostenibile diminuzione della funzionalità estiva del reparto malattie infettive del San Salvatore di Pesaro”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 822 - a risposta immediata - del Consigliere Fabbri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Casini.

Anna CASINI. Grazie Presidente. La rimodulazione dei posti letto del reparto malattie infettive dell'Azienda ospedaliera Marche nord risponde non solo all'opportunità di fare fruire al personale infermieristico il periodo di ferie contrattualmente previsto, ma anche a quella di effettuare una serie di lavori di manutenzione straordinaria degli spazi dedicati alla struttura che, diversamente, non avrebbero potuto essere svolti a pieno regime e che avrebbero comunque comportato una riduzione temporanea dei letti disponibili.
Per comprendere l'importanza degli stessi, i lavori prevedono anche per alcune stanze, il rifacimento degli sgusci tra pavimento e mura perimetrali, in assenza dei quali si potrebbe manifestare un accumulo di sporcizia e crescita di patogeni. Evento non opportuno in un reparto di malattie infettive.
Inoltre, da sempre, nel periodo estivo, tale struttura funziona quale cingolo per i ricoveri da pronto soccorso e quindi una rimodulazione dei letti è sempre stata concordata ed attuata, senza mai alcuna ricaduta in termini di rischi o eventi avversi.
Si segnala, infine, che i 10-12 letti previsti sono indicativi. A fronte di improvvise necessità extranumerarie, mai avvenute, vi sono diversi interventi che l'organizzazione può attuare per fare fronte al problema, come sospendere temporaneamente i lavori, incrementare temporaneamente il personale con l'istituto delle prestazioni orarie aggiuntive, eccetera.
Si sottolinea, ancora una volta, che i 10-12 letti sono sempre disponibili in quanto quest'anno il suddetto reparto non accetterà ricoveri di altre branche, come avveniva negli anni passati, proprio perché si svolgono lavori di ripristino.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Non mi dichiaro soddisfatto, perché questo è un esempio trattato dalla interrogazione.
La situazione purtroppo si ripete tutte le estati e in tutti gli ospedali. Abbiamo una criticità da parte dei cittadini, degli infermieri e di tutto il personale che sta nei reparti che si deve sobbarcare turni particolarmente pesanti, oltre al fatto che è costretto ad andare in ferie anche a fine settembre-ottobre o all'inizio di giugno. Purtroppo esiste la necessità di dover assicurare un servizio importante, H24, 365 giorni all'anno e questo non accade. Non accade in maniera diffusa.
Quello che vogliamo sottolineare è che in questi anni da una parte sono stati chiusi 13 ospedali e dall'altra vengono riaperti con il privato che ridà le stesse funzionalità che venivano erogate dal pubblico. Questa è la politica che stiamo combattendo da 4 anni a questa parte.
Poi abbiamo la richiesta di investire centinaia di milioni di euro all'interno di strutture nuove di cemento, che sono gli ospedali unici, tutti questi investimenti non vengono in parte riconvertiti nel potenziamento e nella migliore gestione del personale. Ci vogliamo chiedere se c'è un esubero di personale amministrativo rispetto a quello operativo? Vogliamo andare a fare un giro per gli uffici? Vogliamo vedere le statistiche delle persone che sono migrate dalle corsie agli uffici negli ultimi 10 anni? Lo vogliamo fare?
Dopodiché invochiamo pure, dato che il tempo è finito per la replica, il discorso della ristrutturazione e che 10 posti letti vengono comunque rimodulati senza problemi in strutture di una certa dimensione. Sono le solite scuse che coprono la cronica incapacità di questa Giunta nel gestire la sanità che è il punto cardine delle politiche regionali, per cui il Presidente Ceriscioli neanche si presenta in Aula.

Interrogazione n. 823 - a risposta immediata
ad iniziativa del Consigliere Busilacchi
“Attivazione chirurgia generale presso l'Ospedale di comunità di Sassocorvaro”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 823 - a risposta immediata - del Consigliere Busilacchi.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Casini.

Anna CASINI. Grazie Presidente. Relativamente ai 12 posti letto con modifica del regime da diurno a quello ordinario, si precisa quanto già indicato nel documento istruttorio della delibera di Giunta regionale 602 del 2019.
Con nota prot. 16715 del 17 maggio 2019, l’Asur propone di trasformare 12 posti letto di chirurgia attualmente in regime di day surgery in 12 posti letto di chirurgia generale regime ordinario. Tale richiesta è supportata dalla necessità, vista anche la collocazione orogeografica della struttura stessa e la tipologia della domanda della comunità afferente, di effettuare interventi chirurgici che possano prevedere la degenza notturna.
Quanto sopra, permetterà di garantire una maggiore sicurezza, migliorando la continuità delle cure ed ampliando la tipologia di offerta chirurgica, detta proposta rappresenta, inoltre, la possibilità di un'ottimizzazione gestionale dell'ospedale di comunità anche in favore della continuità dell'assistenza H24 dei servizi in esso erogati.
Tale modifica ad effetto temporaneo per 3 anni, non confligge con le attuali attività programmatorie regionali non configurando una variazione del tasso dei posti letto per acuti nei quali vengono ricompresi sia i posti letto in regime di ricovero ordinario, che quelli in regime di ricovero diurno, in coerenza con quanto disposto dal d.m. 70/2015.
Relativamente al decreto 194/2019:
- richiesta di 8 posti letti di Afo ortopedia, la nota Asur, sopra richiamata, propone di assegnare 8 posti letto in regime ordinario di ortopedia, presso la struttura ospedale ‘Lanciarini’ di Sassocorvaro, alla rete di imprese Villa Montefeltro, tali posti letto sono stati assegnati dall'Area vasta 1, con delibera di Giunta regionale 639 del 2018 e solo temporaneamente, per un periodo sperimentale di 3 anni, alla rete di imprese Villa Montefeltro;
- richiesta di 12 posti letto per day surgery già assegnati con delibera di Giunta regionale 139/2016, alla ex Montefeltro salute. Si precisa che il d.m. 70/2015 prevede specifiche soglie minime di accreditabilità per le strutture private, con riferimento ai soggetti giuridici derivanti dai processi di riconversione e/o fusioni di reti di imprese.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Grazie Presidente. Ringrazio l'Assessore Casini per la risposta, di cui non sono soddisfatto.
Ritengo che questo atto della Giunta sia sbagliato e molto grave da vari punti di vista.
Credo che ci sia un'illegittimità di queste delibere, secondo me si va contro, adesso dirò il perché, il d.m. 70 che non si applica a questo caso, una risoluzione, Presidente Mastrovincenzo, approvata nella seduta del 14 gennaio 2019, in cui avevamo stabilito che non ci sarebbero state modifiche al piano sanitario fino al nuovo piano sanitario.
Questa è stata una risoluzione votata da questo Consiglio regionale. Quindi, trovo grave che si intervenga mentre si sta discutendo il piano sanitario, a che cosa serve la discussione del piano sanitario se nel mentre la Giunta fa degli atti di modifica del piano sanitario? Lo trovo molto poco rispettoso e grave dal punto di vista dei rapporti tra Consiglio e Giunta.
Vengo alla illegittimità di queste delibere, il d.m. 70 del 2015 prevede che le nuove strutture private, per potere essere accreditate, devono avere almeno 80 posti letto per acuti, l'escamotage a cui si riferisce la risposta della Giunta, di accreditare strutture private che fanno parte di rete di imprese vale solamente per strutture già accreditate al 1° gennaio 2014, che dovrebbero già avere 40 posti letto, quindi ritengo che questo atto sia illegittimo.
Pongo un'altra questione secondo me politicamente molto grave, nella risposta della Giunta, giustamente, si fa riferimento all'ospedale di comunità di Sassocorvaro, ma con queste delibere quell'ospedale di comunità, non è più un ospedale di comunità, ha rimesso l’H, perché nel momento in cui trasformiamo dei posti di day surgery in chirurgia generale, pur con tutte le buone ragioni del mondo, su cui comunque avrei qualcosa da dire nel merito, stiamo ritrasformando ospedali di comunità in un ospedale per acuti e allora perché no a Fossombrone, a Cagli, a Chiaravalle, a Loreto o in tutte le altre strutture? Mi aspetto che da domani mattina l'ospedale di Chiaravalle dica voglio l’H anche io se l’ha avuta Sassocorvaro, quindi, mi chiedo perché e soprattutto perché questo genere di discussioni, che attengono pienamente alla programmazione sanitaria, non vengano affrontate nella sede opportuna qual è quella del piano socio-sanitario.
Lo ritengo grave da molti punti di vista, tra l'altro vorrei capire, visto che tutti i posti letto di quell'Area vasta erano previsti per la nuova casa di cura di Fano, che esaurivano i posti letto per acuti in quell'Area vasta, con quali posti letto andiamo a fare questo atto specifico di programmazione, perché al momento non ci sono.
Non solo non sono soddisfatto, sono preoccupato, ritengo che questo atto sia grave, e non ci siamo, cara Giunta non ci siamo.
Parlo a nome della mia forza politica, oltre che mio personale, se questo è l'andazzo che vogliamo prendere in vista della discussione del piano sanitario, non lo trovo democratico, né giusto nel merito, tra l'altro tutta questa cosa per una casa di cura privata ed allora per quale motivo non ci preoccupiamo degli altri ospedali di comunità che sono pubblici? Perché non ci occupiamo anche di loro? Lo ritengo anche errato dal punto di vista della politica sanitaria che questa Giunta di centrosinistra dovrebbe portare avanti.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Casini.

Anna CASINI. Faccio riferimento al comunicato che è stato fatto in un'area peraltro che non è di competenza del Consigliere Busilacchi, che è quella del Piceno, con il quale entra nel merito di scelte che sono state concordate con i territori, quindi, anche il fatto di trattare i Sindaci di un territorio come degli imbecilli che non sanno cosa scegliere, ma a prescindere da questo, voglio rispondere che qui si tratta di un periodo sperimentale e tutta l'enfasi, secondo me, che lei mette in questo tema, dicendo frasi e parole come “illegittimità”, “scelte pericolose” con velate minacce, credo che possano essere sicuramente degne di miglior causa, perché onestamente, quello che lei sta dicendo e l'enfasi che usa rispetto al caso di specie, mi lascia un po' perplessa. Mi sembra che ci sia un atteggiamento ed una modalità enfatica esagerata rispetto alla questione, magari abbiamo dei temi molto più importanti sui quali utilizzare tutta questa forza emotiva e dialettica.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Molto brevemente, Assessore Casini, ritengo che l'area sia di mia competenza in quanto sono un Consigliere regionale, quindi mi occupo di tutta la regione. Dopodiché la cosa, nel caso di specie, che mi ha dato particolarmente fastidio - lei ricorderà molto bene- è che, al di là del merito, quando si intervenne sull'ospedale di secondo livello a Pesaro, cosa che destò qualche preoccupazione anche in moltissime componenti della maggioranza, e ricordo mozioni di molti Consiglieri del PD in quel senso, non intervenimmo, io per primo, perché ritenemmo di non mettere in difficoltà la Giunta, e dicemmo: “Rimandiamo all'atto di programmazione”, ora, seppure questa è una piccola vicenda, la mia enfasi è dovuta al fatto che non si è tenuta minimamente conto di quella mozione, che tutti insieme abbiamo approvato in Aula, lo trovo irrispettoso. A che cosa servono i lavori della IV Commissione?

Interrogazione n. 803
ad iniziativa della Consigliera Pergolesi
“Piano triennale di prevenzione della corruzione e trasparenza (PTPCT) 2019-2021 approvato con delibera di Giunta regionale 72/2019”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 803 della Consigliera Pergolesi.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Con il punto 1, la Consigliera Pergolesi interroga il Presidente della Giunta per sapere: “Se è a conoscenza delle gravissime percentuali di rischio corruzione riguardanti il settore dei procedimenti o altra attività a rischio corruzione valutazioni e autorizzazioni ambientali, qualità dell’aria e protezione naturalistica”.
In relazione a detto punto, le percentuali del rischio corruzione riportate nell'allegato B del Piano triennale di prevenzione della corruzione e trasparenza 2019-2021 approvato con delibera di Giunta regionale 72/2019, calcolate secondo i parametri dell'allegato 5 al Piano nazionale anticorruzione 2013, indicano soltanto il rischio potenziale che si verifichino eventi di tipo corruttivo. Qualora risultino procedimenti ad alto rischio è necessario mettere in atto misure di prevenzione della corruzione adeguate a contenerlo.
Nell'allegato D del Piano triennale di prevenzione della corruzione e trasparenza 2019-2021, a ciascuna area/processo a rischio sono associate specifiche misure da applicare. Il Dirigente del servizio interessato ha relazionato puntualmente (con nota trasmessa per le vie brevi) in merito alle modalità di applicazione di tali misure ai procedimenti concernenti valutazione e autorizzazioni ambientali, qualità dell'aria e protezione naturalistica (allegato A) che le consegnerò, unitamente alla consegna della risposta, perché sarebbe troppo lungo da leggere in quest'Aula. Pertanto è evidente che ciò ha determinato un abbattimento delle percentuali di rischio potenziale. Non essendo disponibili, neppure a livello di Anac, indicatori utili a calcolare il rischio residuo conseguente all'applicazione di tali misure di prevenzione, nell'elenco dei procedimenti allegato al Piano triennale di prevenzione della corruzione e trasparenza, alcune tipologie di procedimenti, continueranno ad essere qualificate come ad elevato rischio di corruzione. La modalità di gestione di tali procedimenti, tuttavia, fornisce adeguate garanzie di contenimento del rischio.
Con il punto 2, la Consigliera Pergolesi interroga e chiede: “Come mai il nuovo Piano triennale prevenzione della corruzione e trasparenza non è mai stato discusso in questa Aula, con il Consiglio regionale, nonostante la Determinazioni Anac n. 12 del 28 dicembre 2015 imponga il coinvolgimento dei componenti degli organi di indirizzo della politica in senso ampio”.
Le indicazioni di cui al punto 4.1 del Piano nazionale anticorruzione (determinazione Anac n. 12 del 28 dicembre 2015), da lei richiamata, sono evidentemente riferibili alla categoria degli enti locali e non degli enti territoriali in senso generale. Per le Regioni, infatti, come chiarito nell'Intesa in Conferenza Unificata del 24 luglio 2013, Consiglio e Giunta sono entrambi organi collegiali politici, espressione della volontà popolare, titolari di distinti poteri (esecutivo e legislativo) ed aventi distinti apparati amministrativi. Per tale ragione si è concordato, a livello nazionale, che siano previsti due Responsabili della Prevenzione della corruzione e trasparenza e due Piani di Prevenzione della corruzione e della trasparenza, finalizzati a prevenire la corruzione all'interno delle rispettive strutture amministrative, come abbiamo detto, autonome tra di loro. Conseguentemente Giunta e Consiglio sono entrambi “organi di indirizzo” ai sensi dell'articolo 1 della legge 190/2012, cosiddetta legge Severino.
Considerato tuttavia che la Giunta regionale con propria delibera n. 29/2016 ha accolto le osservazioni relative al coinvolgimento dell'Assemblea legislativa e che nella seduta del 17 gennaio 2017 è stata approvata la mozione n. 149 del 2017, avente ad oggetto: “Modalità di partecipazione dell'Assemblea legislativa all'aggiornamento del Piano triennale di prevenzione della corruzione e Piano triennale trasparenza e integrità”, il Responsabile prevenzione corruzione della Giunta, con nota prot. 1208474 del 29 ottobre 2018, ha informato anche il Responsabile corruzione trasparenza dell'Assemblea legislativa dell'avvio della procedura di consultazione pubblica, riferendo l’orientamento in merito alla predisposizione del nuovo Piano ed indicando le modalità per inviare eventuali contributi.
Si resta a disposizione per approfondimenti in merito al vigente Piano triennale prevenzione della corruzione e trasparenza.
Si precisa che non sono pervenuti contributi da parte dei Consiglieri, né durante la fase di consultazione, né successivamente. Tuttavia, ove ci siano proposte concrete finalizzate a migliorare il Piano, le stesse potranno essere recepite mediante un aggiornamento in corso d'anno o in occasione della revisione annuale del Piano triennale di prevenzione corruzione e trasparenza.
Con il punto 3 la Consigliera Pergolesi chiede. “Quali sono le azioni che intende intraprendere per far fronte a questa preoccupante situazione riguardante l'ente regionale.”
Per quanto detto ai punti precedenti, in modo dettagliato, si ritiene che allo stato non vi siano elementi di preoccupazione.
Consegno il testo della risposta che rispecchia fedelmente quanto detto, e consegno anche l'allegato che ho richiamato nella risposta, sperando di aver soddisfatto le richieste della Consigliera Pergolesi.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. Grazie Assessore Cesetti. L’unica parte che soddisfa le mie richieste di chiarimenti è quella in cui dà la disponibilità ad approfondire ed a lavorare in merito.
Le ricordo che ci sono anche altre delibere successive a quella dell'accordo Stato-Regioni a cui ha fatto riferimento lei, ultima fra tutte quella del 2 ottobre 2018, sempre dell'Anac. Infine, ricordo che un conto sono le osservazioni che come Consiglieri e singoli cittadini possiamo fare ai Piani, e questo lo facciamo, per esempio io le ho fatte sul Piano spandimento del digestato, un conto è quello che era stato richiesto con l'approvazione della mozione del Consigliere Maggi in cui si chiedeva di riferire annualmente all'Assemblea legislativa l'attività svolta sia del Responsabile della prevenzione della corruzione della Giunta sia del Responsabile prevenzione della corruzione del Consiglio, proprio perché lo stesso Anac chiede che venga discusso in Aula, affrontato in Aula, che quindi venga fatto un percorso partecipato, prima, durante e dopo, per verificare gli esiti del Piano e l'efficacia dello stesso.
Ricordo, infine, che la Regione Marche, anche la settimana scorsa, è finita sui giornali per inchieste riguardanti i propri funzionari. Sicuramente le percentuali saranno state abbassate, ma questo non ha escluso l'ennesima inchiesta. Quindi, mi auguro che questo report annuale, questo passaggio in Aula, venga fatto almeno alla fine della legislatura perché si parla di una mozione approvata nel 2016, siamo nel 2019, prima della fine del mandato mi auguro che si riesca ad avere il report anche per far vedere che questo Consiglio è interessato e pone attenzione ai Piani sull'anticorruzione e prevenzione e all'efficacia dei piani attuativi e alla prevenzione. Grazie.

PRESIDENTE. L'interrogazione n. 789 del Consigliere Zaffiri è rinviata per l'assenza del proponente.

Interrogazione n. 783
ad iniziativa della Consigliera Leonardi
“Dragaggio porto e imboccatura in comune di Porto San Giorgio”

Interrogazione n. 784
ad iniziativa della Consigliera Marcozzi
“Insabbiamento e dragaggio del canale di ingresso del porto di Porto San Giorgio”
(abbinate)
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 783 della Consigliera Leonardi e l’Interrogazione n. 784 della Consigliera Marcozzi, abbinate.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Casini.

Anna CASINI. Grazie Presidente. Ci eravamo lasciati l'altra volta dicendo che avremmo voluto fare un atto congiunto e io ho dato mandato agli uffici di redigere una bozza per stabilire che l'Autorità portuale possa sottoscrivere un accordo con la Regione per la gestione, non soltanto ordinaria e straordinaria, ma anche strategica, dei porti di competenza regionale.
Detto questo, faccio intanto una breve premessa. La Giunta regionale, nel rispetto della normativa vigente, legge regionale 17 maggio 1999 n. 10 articolo 60, svolge funzioni amministrative concernenti la programmazione e la pianificazione degli interventi di costruzione, bonifica e manutenzione dei porti di rilievo regionale ed interregionale, nonché delle opere a servizio delle attività portuali. A tal proposito provvede annualmente ad effettuare trasferimenti di risorse regionali ai Comuni per la manutenzione delle strutture portuali.
La Giunta regionale ha già assunto apposite iniziative per permettere l'immediata transitabilità, in sicurezza, del canale di ingresso del porto di Porto San Giorgio; infatti in data 8 marzo 2019 si è concluso l'intervento di "spostamento dei sedimenti in ambito portuale" che ha consentito lo spostamento di 2.000 metri cubi di sedimento determinando un rialzo medio del fondale in quell'area di circa 40 centimetri. L'area di escavo del canale di accesso ha uno sviluppo di circa 100 metri di lunghezza e 13 metri di larghezza; la profondità media ottenuta nel tratto interessato è di circa 2,50 metri.
L'intervento è stato finanziato e liquidato dalla Regione Marche per un importo di 19.600 euro, pertanto con la realizzazione di tale intervento, il problema contingente è stato risolto, premesso che la decisione di attivare prima questo intervento tampone è stata presa con la Capitaneria, l’amministrazione comunale ed alla presenza del Comitato di Porto San Giorgio.
Il Comune di Porto San Giorgio si è fatto, inoltre, promotore della realizzazione di un intervento che potrebbe contrastare il fenomeno dell'insabbiamento dell'imboccatura: si tratta della realizzazione di un cosiddetto, “pennello para sabbia".
A tal fine si sono tenuti numerosi incontri a seguito dei quali si è giunti alla conclusione che il suddetto intervento si potrebbe inquadrare come un progetto di “lavori marittimi in grado di modificare la costa”, di competenza della Regione Marche ai fini della verifica di assoggettabilità a Via (c.d. Screening di Via perché se si fosse invece stabilito che erano interventi portuali la Via sarebbe stata di competenza nazionale, il fatto invece di poterli individuare in opere di competenza regionale riduce sicuramente i tempi dell’iter). Chiaramente la progettazione di tale intervento dovrà essere supportata da un studio idrodinamico su modello matematico che ne attesti la sua reale efficacia.
Si pone inoltre in evidenza che dal 2015 al 2018, in favore del Comune di Porto San Giorgio, sono stati stanziati dalla Regione Marche fondi per 862 milioni di euro e dal 2019 al 2021 è previsto uno stanziamento di 196 mila euro di cui 19.600 già impegnati e liquidati come sopra specificato.
Ulteriori fondi pari a 250 mila euro sono stati assegnati al Comune di Porto San Giorgio a valere sui Fondi FSC 2014/2020 e saranno disponibili a breve a seguito della stipula di apposita convenzione tra Regione e Comune. La Regione Marche ha già condiviso con i Comuni interessati le Convenzioni bilaterali ad oggi in corso di approvazione da parte degli Enti, ma c’è stato il pronunciamento recente della Corte dei Conti che era l’ultimo bollino che si aspettava sugli FSC.
Per quanto riguarda l’interrogazione n. 783 della Consigliera Leonardi, la redazione di un preciso cronoprogramma e la tempistica relativa all'avvio dei lavori e delle attività da porre in essere per effettuare un risolutivo dragaggio dell'imboccatura sono di competenza del Comune che dovrà porre in essere le attività propedeutiche al dragaggio (quindi la caratterizzazione dei materiali che è l’attività più complessa non tanto per la caratterizzazione in sé, quanto per i tempi normalmente della lettura dei sedimenti) e redigere la progettazione, le procedure di gara e di affidamento, perché una volta caratterizzate le sabbie si potrà stabilire dove e come potranno essere usate, senza la caratterizzazione questo non è possibile.
Per il dragaggio delle aree interne al porto non è possibile conoscere quando saranno avviate perché tali aree, ad eccezione di quella antistante la banchina peschereccia, risultano in concessione al Marina di Porto San Giorgio deputata alla manutenzione e dragaggio.
Passiamo all’interrogazione 784 della Consigliera Marcozzi, rispondo direttamente ai punti senza rileggerli.
Il bilancio regionale ha stanziato per opere di investimento all'interno dei porti complessivamente 200 mila euro nell'anno 2019 e 1,8 milioni di euro nell'anno 2020 per complessivi 2 milioni di euro. Pertanto al Comune di Porto San Giorgio, come per gli altri Comuni sedi di porti regionali, sono stati assegnati i relativi contributi prevedendo il 10% con esigibilità nel 2019 e il 90% nel 2020. E' possibile già impegnare tali somme per permettere al Comune di progettare e avviare le operazioni di gara. Perché 2019-2020? Perché le caratterizzazioni e le progettazioni hanno dei tempi molto lunghi, quindi si può cominciare con il finanziare le progettazioni e le caratterizzazioni per poi lasciare al 2020 i pagamenti dei Sal rispetto alle operazioni che verranno fatte.
La Regione è a conoscenza delle problematiche relative all'insabbiamento del porto di Porto San Giorgio come di altri porti regionali e a tal fine prevede somme in bilancio affinché i Comuni effettuino i dragaggi e allo stesso tempo si è fatta promotrice della richiesta di finanziamenti FSC presso il Ministero delle infrastrutture e trasporti già da dicembre 2017, il 28 dicembre 2017 la proposta del dragaggio del porto di Porto San Giorgio è stata approvata dal Cipe e la presentazione delle progettazioni è stata fatta la settimana prima. I tempi tecnici del Ministero delle infrastrutture hanno reso disponibili tali somme solo oggi con l'approvazione da parte della Corte dei Conti, come accennavo prima, del d.m. n. 50 del 9 aprile 2019. L'importo del contributo ammonta a 250 mila euro.
La Regione, condividendo le scelte del Comune, ritiene che la realizzazione del cosiddetto "pennello para sabbia", se supportato da idonei studi meteomarini, possa essere una soluzione al notevole insabbiamento dell’imboccatura portuale. I passaggi burocratici li ho illustrati prima, sono quelli della valutazione di impatto ambientale.
Da informazioni assunte dall'ufficio regionale competente in materia di economia ittica, commercio e tutela dei consumatori risulta che il Feamp - il fondo per la politica marittima e della pesca dell'UE - per il periodo 2014/2020 non prevede risorse per il sostegno a imprese che a vario titolo possono essere state danneggiate dall'insabbiamento delle aree portuali. Anche se a noi non risulta che ci siano stati danni alle imbarcazioni, perlomeno questo è quello che a noi dicono le Capitanerie.
Per la parte congiunta, a me è arrivata adesso, la devo rileggere, però ho già chiesto agli uffici di prevedere la parte dispositiva della mozione, poi ve la faccio avere e deciderete con il capogruppo.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Ringrazio l'Assessore per la risposta.
Come spesso succede quando facciamo degli atti ispettivi, il momento della discussione arriva dopo che le azioni o parte delle azioni sono state fatte.
L'atto è stato depositato l'1 marzo, quindi posso dire di essere parzialmente soddisfatta perché, almeno nella prima parte, quel 10% delle risorse messe a disposizione dalla Regione sono state impiegate, come diceva nella risposta, nell'arco di 8 giorni, da quando è stata presentata l'interrogazione, da quando evidentemente c'erano state le richieste e le segnalazioni anche da parte di soggetti che operano all'interno del porto e che hanno fatto un certo anche pressing mediatico per risolvere una questione che avrebbe avuto certamente delle ripercussioni importanti nell'ambito lavorativo e della sicurezza.
Dico parzialmente perché resta in sospeso quella seconda parte dei fondi, che era anche la richiesta di un cronoprogramma che certamente dovrebbe servire al Comune, l'attore principale, per dare, se c'erano, delle certezze agli operatori, consapevoli del fatto che ci sono 446 mila euro, 250 mila del Ministero delle infrastrutture e 196 mila della Regione, tolti i 19 mila, cioè il 10%, che è già stato speso.
Una richiesta di attenzione, colgo anche l'occasione per ribadire quanto ho detto nella Conferenza dei Presidenti dei gruppi e cioè la volontà, se c’è, di fare un atto congiunto per sollecitare quanto è stato anticipato la scorsa settimana, nonostante sia mancato il collegamento fra gli atti che giacevano da alcuni mesi e quello depositato, discusso parzialmente e poi rinviato dal Consigliere Zaffiri. Grazie.

Presidenza del Vicepresidente
Renato Claudio Minardi

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Grazie Presidente. Condivido in pieno l'elaborazione di un atto congiunto, ho appreso nei giorni scorsi che sono stati sbloccati 250 mila euro per il porto.
Questa è una problematica che abbiamo ogni anno, ricordo che la prima interrogazione e mozione le ho fatte nel 2015.
Bene questo sblocco di 250.000 euro, ma ciò non risolve il problema in definitivo, la mia interrogazione, infatti, è tesa a risolvere il problema non solo nell'immediato, ma anche a spronare l'Amministrazione regionale a trovare una soluzione all'insabbiamento del porto, così come degli altri porti regionali.
Le categorie dei marittimi, che rappresentano la nostra storia, la nostra cultura, le nostre origini, tra mille cavilli burocratici e una crisi del lavoro senza precedenti, si stanno spegnendo, vuoi anche per la mancanza di ricambio generazionale che per l'assenza di incentivi. Ci si mette anche l'insabbiamento che oltre a rappresentare un rischio per la navigazione, è fonte di danni alle imbarcazioni.
Bisogna fare una programmazione perché ormai sono quattro anni che intervengo con delle interrogazioni, però siamo sempre punto a capo, si risolve il problema nell'immediato e lo ritroviamo nel futuro.
E' bene fare una programmazione e risolvere definitivamente questa problematica, facciamo questo atto congiunto per cercare di arrivare ad una soluzione definitiva. Grazie.

Interrogazione n. 807
ad iniziativa del Consigliere Fabbri
“Mancata applicazione della risoluzione 77/18 'Ridistribuzione di posti letto dell'Unità operativa di cardiologia tra le sedi di Senigallia, Fabriano e Jesi'”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 807 del Consigliere Fabbri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Casini.

Anna CASINI. La rimodulazione dei posti letto in Area vasta 2 ha portato la distribuzione dei posti letto per le discipline in oggetto secondo quanto di seguito riportato.
Una risposta molto tecnica:
– Senigallia n. 6 posti letto di unità di terapia intensiva coronarica UTIC codice 50, n. 20 posti letto di cardiologia codice 08, n. 2 posti di di riabilitazione codice 56;
– Jesi n. 6 posti di UTIC codice 50, n. 12 posti letto di cardiologia codice 08;
– Fabriano n. 4 posti di UTIC codice 50, n. 8 posti letto di cardiologia codice 08.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Ringrazio per la risposta tecnica. Purtroppo ancora non mi intendo di codici sanitari, mi sembra però che la presenza di tutti e tre i codici (8, 50, 56) non sia distribuita in tutte le tre sedi, che ritengo sia una richiesta necessaria, che più di 10 mesi e mezzo fa avevamo fatto con quella risoluzione che chiedeva di considerare l'affluenza storica nelle tre sedi e di tenere aperti a tutti gli effetti una UTIC e non un'attività riabilitativa, La risoluzione era stata votata all'unanimità.
L'allarme che mi arriva dai reparti è tale per cui adesso, non entrando nel merito dei codici perché non sono un medico, però pochi giorni fa l'allarme era presente all'interno dei reparti, quindi ritengo che la mancanza di tutti e tre i codici in tutte e tre le sedi possa consentirmi di dire che non sono soddisfatto, perché effettivamente a tutti gli effetti l’UTIC reale, in tutte e tre le sedi non è stata ancora ripristinata.

PRESIDENTE. Ha la parola, per una precisazione, l’Assessore Casini.

Anna CASINI. Forse non mi sono spiegata perché non è la mia materia, però, poi magari le do il cartaceo:
– Senigallia ci sono 6 posti letto di unità di terapia intensiva coronarica UTIC codice 50;
– Jesi 6 posti UTIC codice 50;
– Fabriano 4 posti UTIC codice 50.
Se lei voleva sapere se ci sono dei posti UTIC la risposta è si, forse non sono stata chiara quando ho letto, e me ne scuso.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Velocemente, mi ricordo - e purtroppo né io né lei siamo medici, per cui abbiamo padronanza dei codici con cui vengono trattati, se c'erano i Consiglieri Volpini, Talè o il Presidente Ceriscioli l'avrebbero saputo - che la diatriba nei reparti era l'utilizzo forse improprio di alcuni codici che mascheravano un'attività rispetto ad un'altra.
Vado a memoria perché è passato oltre un anno, e chiaramente non sono medico, non sono competente in questo specifico, però dall'allarme che mi arriva dai reparti, giocando su questi codici, ci sono attività che non sono propriamente UTIC. Poi, leggendo la risposta approfondiremo con i nostri consulenti tecnici. Grazie.

Interrogazione n. 818
ad iniziativa della Consigliera Leonardi
“Vincolistica del P.A.I. Marche disomogenea rispetto al Progetto di variante al P.A.I. del fiume Tevere. Impossibilità per i comuni di Ussita, Castelsantangelo e Visso nel procedere alla ricostruzione post-sisma 2016”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 818 della Consigliera Leonardi.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. Grazie Presidente. A tale proposito si premette che il progetto di variante al PAI Tevere, alla data odierna, non impone alcuna limitazione alle politiche di ricostruzione post-sisma 2016 - eventuali limitazioni sono da ricondurre al contenuto del previgente PAI.
E' ferma convinzione della Regione che siano necessarie modifiche al progetto di piano approvato; tuttavia il soggetto competente alle attività di pianificazione, nel caso in oggetto, risulta essere I'Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino centrale, nei cui organi decisionali aventi natura collegiale (di livello tecnico e di livello politico) la Regione Marche ricopre un ruolo minoritario.
Poiché le decisioni vengono assunte in maniera congiunta non è possibile anticipare alcuna determinazione definitiva.
Tanto premesso si riscontrano i singoli quesiti.
Punto 1. Le osservazioni della Regione Marche saranno espresse sia all'interno della Conferenza programmatica (collegiale) prevista dall'articolo 68 del D.Lgs. 152/2006, già convocata per il 20 giugno a Castelsantangelo sul Nera sia, in maniera autonoma, nel parere regionale, successivo alla Conferenza, che correderà la trasmissione all'Autorità distrettuale degli elaborati di variante con le determinazioni regionali sulle osservazioni presentate.
Al fine di preparare in maniera adeguata la prima seduta della Conferenza, il 30 ottobre dello scorso anno si è tenuto un incontro preparatorio di livello tecnico nel quale sono stati esaminati i contenuti del progetto di variante al PAI Tevere.
Ad esito dell'incontro sono emerse alcune considerazioni che verranno proposte direttamente alla Conferenza già calendarizzata, alla quale partecipa, per espressa previsione legislativa, anche I'Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino centrale, quali:
- la necessità di prevedere un apposito articolato normativo, redatto sulla traccia rappresentata dall'articolo 4 della legge regionale n. 5/2017, che riguardi in maniera specifica gli interventi di ricostruzione post-sisma ricadenti in aree perimetrate ed esenti dalle procedure del PAI, ma non dalle necessarie cautele per la prevenzione del rischio idrogeologico;
- la necessità di approfondire e specificare con miglior dettaglio, rispetto alle nuove perimetrazioni dei dissesti contenute nel progetto di variante, il campo di applicazione dell'articolo 11 delle Norme tecniche di attuazione del PAI Tevere che delega alle Regioni la potestà di disciplinare gli usi e le trasformazioni nelle aree a minor rischio.
Al termine dei lavori della Conferenza verrà redatto il parere regionale che esprimerà considerazioni, sia sulle osservazioni pervenute, sia sul parere definitivo della Conferenza.
Punto 2. Come già rappresentato, il progetto di variante in oggetto non impone, alla data odierna, ulteriori vincoli rispetto a quelli previgenti il sisma; potrà eventualmente imporne di nuovi o diversi una volta approvate le misure di salvaguardia, oppure una volta che sarà intervenuta la definitiva approvazione.
Rispetto alla questione del presente quesito (svincolo delle aree di ricostruzione anche per il tramite degli interventi di mitigazione del rischio finanziati dal Piano dei dissesti del Commissario straordinario per il sisma) si evidenzia la seguente disposizione del PAI Tevere che risulta essere applicabile alla fattispecie evidenziata: articolo 43, comma 5, che prevede la possibilità di deperimetrazione/declassificazione delle aree perimetrate come a rischio idrogeologico una volta che siano stati realizzati e collaudati lavori di messa in sicurezza dal rischio.
L'articolato normativo prevede che la documentazione necessaria, una volta acquisita dalla Regione, sia inviata dalla medesima alI'Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino centrale che provvederà successivamente all'emissione del provvedimento finale.
Una volta emesso tale provvedimento avviene automaticamente l'applicazione del regime normativo risultante.
Punto 3. Gli interventi di mitigazione del rischio già finanziati potranno avere effetti e conciliarsi con i vincoli imposti dal PAI Tevere con effetto differito, una volta che gli stessi lavori siano stati ultimati e collaudati e sia stato emesso il Decreto delI'Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino centrale di declassificazione/deperimetrazione; un'ulteriore possibilità di effetto è rappresentata dall' articolo 46 del PAI Tevere, che prevede la possibilità di realizzazione, anche all'interno delle aree a rischio elevato o molto elevato, di opere pubbliche e di interesse pubblico purché compatibili con le condizioni di assetto definite dal PAI e previo parere dell'Autorità di bacino.
Pertanto i suddetti interventi finanziati potranno avere effetto immediato solo se relativi alla realizzazione di un'opera pubblica o di interesse pubblico prevista all'interno di aree a rischio elevato/molto elevato e se sulla stessa opera sia emesso il parere dell'Autorità di bacino.
Punto 4. La Regione Marche, in materia e con l'ottica di facilitare le attività e snellire la ricostruzione post sisma e garantire nel contempo le necessarie tutele, ha emanato la legge regionale 5/2017 (in particolare l'articolo 4) e la delibera di Giunta regionale 671/2017.
La prima, per ragioni di gerarchia delle fonti legislative, non opera sui territori del "Cratere sismico" ricompresi nel bacino idrografico del fiume Tevere.
Per quanto riguarda i futuri passaggi richiesti per l'approvazione della variante, si sono invitati alla più volte richiamata Conferenza programmatica, sia il Commissario straordinario per il sisma, sia il Direttore dell'Ufficio speciale ricostruzione Marche.
Le ragioni dell'invito ai lavori della Conferenza delle due strutture fortemente coinvolte nel processo di ricostruzione post-sisma, sia a livello politico, sia a livello tecnico, discendono dall'intenzione di facilitare il processo di condivisione delle regole da scrivere e di coinvolgere tutti i principali attori del processo al fine di consentire alla medesima Conferenza di svolgere al meglio il proprio compito: quello di formulare al soggetto deputato all'approvazione della variante le necessarie prescrizioni idrogeologiche e urbanistiche.
In tal modo, e questo è l'auspicio, potrà essere perseguito nella maniera più efficace quanto richiesto con forza e chiarezza dalla legge quadro, ovvero il contemperamento tra le legittime aspettative di sviluppo delle comunità locali (ricostruzione nel caso specifico) e l'applicazione delle necessarie cautele per la prevenzione del rischio idrogeologico. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Grazie Assessore per la risposta. Devo dire che sono parzialmente soddisfatta da quello che mi ha detto, perché se ho presentato questa interrogazione è perché mi sono arrivate le preoccupazioni e le sollecitazioni di questo territorio, anche in virtù del fatto che dall'approfondimento scaturito prima di presentare l'atto è emerso che giovedì 20 è previsto questo incontro, quindi, sapere quale linea e quali intenzioni ha l'amministrazione regionale per quell'incontro, sarebbe stato, in qualche modo, una forma non sono tranquillizzante, ma di chiarezza e trasparenza nei confronti del territorio.
Lei fondamentalmente non mi anticipa nulla, perché verrà discusso in quella circostanza, ma poi dice che vorrete inserire un apposito articolato in merito.
Riguardo alla seconda richiesta è ovvio che è inserito nell'atto, sappiamo che è prevista la possibilità per il Segretario generale dell'Autorità di bacino dell'Italia centrale di deperimetrare, quindi togliere i vincoli nelle aree del terremoto.
Quello che volevo sapere non era se questa possibilità c'era, ma qual era la volontà della Regione e se si voleva sollecitare l'attuazione di questa prerogativa e di questa possibilità per superare il problema.
Riguardo agli altri atti mi parla di leggi che già ci sono, quindi non mi dice nulla di nuovo rispetto all'intenzione e alla volontà della Regione.
Mi sembra di tradurre la sua risposta in “aspetti di vedere quello che succede nella Conferenza del 20 e lo scoprirà”, ovviamente l’atto aveva un'intenzione diversa. Grazie.

Mozione n. 415
ad iniziativa del Consigliere Fabbri
“Avvio sperimentazione di progetti inerenti la “Radiologia Domiciliare”

Mozione n. 419
ad iniziativa dei Consiglieri Fabbri, Giorgini, Maggi
“Istituzione della figura dell'infermiere di famiglia o comunità”
(abbinate)
(Discussione e votazione risoluzione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 415 del Consigliere Fabbri e la mozione n. 419 dei Consiglieri Fabbri, Giorgini, Maggi, abbinate.
Ha la parola, per l'illustrazione, il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Grazie Presidente. Di solito illustriamo le mozioni poi se nella discussione ci sono apporti da parte della Giunta o degli altri Consiglieri ben venga.
Le due mozioni sono datate alcuni mesi e stiamo proponendo, a firma di tutti i firmatari, una proposta di risoluzione che le fondi insieme ed ampli l'aspetto dal punto di vista organizzativo e politico, quindi proponiamo di sostituire le due mozioni, con la proposta di risoluzione che parla del potenziamento dell'assistenza, della diagnostica sanitaria domiciliare.
Questo è un argomento molto interessante, mi dispiace che alcuni Consiglieri in questo momento siano fuori dall'Aula, chiederei la presenza in Aula del Consigliere delegato alla sanità Talè, se fosse possibile.
Dal piano socio-sanitario, per riportare dei dati che sono forniti ormai a livello ufficiale, risulta che oltre il 60% della mortalità è dovuto a malattie del sistema circolatorio e a tumori maligni, per cui il problema dell'assistenza al malato cronico è molto rilevante; la percentuale di anziani trattati con cure domiciliari sul totale della popolazione anziana si attesta per la regione Marche intorno al 3%, mentre in altre supera il 10%, quindi abbiamo ampi margini di miglioramento in tale settore.
Il fabbisogno di posti definito dalla delibera di Giunta regionale 1105/17 per il settore della residenzialità e semi-residenzialità in strutture extra-ospedaliere, sociosanitarie e sociali registra una carenza di oltre 3.200 posti, quindi il discorso del potenziamento dell’assistenza e della diagnostica sanitaria domiciliare è di primo ordine nella nuova programmazione.
Il testo della delibera di Giunta regionale 81/19, che propone il nuovo Piano socio-sanitario, recita in un passaggio molto significativo: “resta difficile attuare le dimissioni verso setting assistenziali più idonei, quali la domiciliarità e/o la residenzialità", quindi abbiamo una particolare attenzione a questo aspetto, che non va a sovrapporsi all’assistenza ospedaliera. L’assistenza domiciliare deve essere sinergica, deve essere limitrofa, non può essere sostitutiva e chiaramente questa è una cosa su cui noi vigileremo, soprattutto nelle aree interne dove purtroppo abbiamo visto - nell'esame degli atti precedenti, che abbiamo avuto oggi modo di dibattere - la riduzione drastica, inappropriata ed insostenibile dell’assistenza ospedaliera specifica nell’entroterra.
Riteniamo che l'introduzione di un insieme di professionalità dedicato all'assistenza domiciliare assicurerebbe la propria azione a largo spettro, coprendo gli aspetti sanitari, psicologici e sociali del paziente e della sua famiglia, potendo concorrere alla riorganizzazione dei servizi territoriali; essere una scelta strategica per potenziare l'offerta dei servizi territoriali e domiciliari al fine di migliorare l'accesso ai servizi sanitari con integrazione dei servizi assistenziali, sociali e ospedalieri; promuovere sani stili di vita; riconoscere precocemente gli stati di fragilità prima che insorgano stati irreversibili di disabilità; gestire in modo integrato le condizioni di cronicità in collaborazione con il sistema prettamente ospedaliero; sviluppare l'educazione terapeutica per l'autogestione della malattia; gestire appropriati strumenti di tele-assistenza.
In questo contesto, l'istituzione di un gruppo territoriale comprendente diverse figure professionali (come ad esempio l'infermiere di famiglia o di comunità, lo psicologo, l'assistente sociale, il fisioterapista, eccetera), un pool che si occupi dell’assistenza domiciliare a 360° nei territori, riveste un ruolo strategico, in quanto consente di implementare da un punto di vista qualitativo e quantitativo l'offerta di risposte sanitarie di primo livello, trasferendo la risposta di base del sistema sanitario ad un livello più vicino al cittadino ed alla comunità locale.
In particolare, il gruppo di figure professionali si occupa di assistenza in collaborazione con il sistema ospedaliero e non in sovrapposizione o in sostituzione, operando in sinergia con quest'ultimo e non certamente in sua sostituzione; in questo modo il malato viene assistito dal personale direttamente presso il proprio domicilio, con ciò determinando una riduzione degli accessi al pronto soccorso e delle degenze ospedaliere, nonché un sicuro aumento dell'appropriatezza clinico organizzativa delle prestazioni ospedaliere sanitarie, con il decongestionamento di alcune strutture e un risparmio ed una maggiore appropriatezza.
Non vi voglio leggere tutta la risoluzione, il secondo punto riguarda la diagnostica domiciliare, esiste inoltre l'ampio contesto della diagnostica domiciliare, cioè dell'"Ospedalizzazione a Domicilio", obiettivo della quale è rilevare informazioni diagnostiche presso l'abitazione della persona (che prevedono anche l'utilizzo di radiazioni ionizzanti e che postulano l'effettuazione di indagini ecografiche, elettroencefalografiche, ECG, esami ematochimici, eccetera), quindi tutto quello che si può fare a casa direttamente del paziente; un'applicazione specifica è quella poi della radiologia domiciliare, da cui prendono le mosse queste mozioni, servizio complementare e non sostitutivo rispetto a quello tradizionale; “L’Ospedalizzazione a Domicilio" fra i molteplici obiettivi prevede quello di: ridurre ii tasso di ospedalizzazione e di reinserire precocemente il malato, specialmente anziano, nel suo contesto sociale e familiare dopo il ricovero in ospedale; migliorare la qualità delle prestazioni offerte ai malati cronici e a quelli in fase terminale; innescare metodologie di intervento sanitario integrato ed unificato; minimizzare le situazioni di stress per le categorie di pazienti maggiormente vulnerabili, nonché il ricorso al trasporto in ambulanza, riducendo i costi gravanti sul servizio sanitario regionale.
Detto questo, i progetti di diagnostica domiciliare sono rivolti a favore delle categorie di pazienti, come disabili, oncologici, cardiopatici ed anziani con difficoltà di deambulazione o ricoverati presso strutture protette (RSA), che possono in modo particolare avere vantaggi da tale attività.
Noi chiediamo semplicemente, ma in maniera strategica e organica, di potenziare con urgenza e decisione il settore dell'assistenza domiciliare, introducendo le figure professionali necessarie nel sistema sanitario pubblico regionale con personale pubblico; di promuoverne contestualmente la formazione specifica, anche in collaborazione con le università dei territori. Abbiamo la fortuna di averne in tutti i settori: sociale, psicologico, medico, eccetera, questo team deve essere adeguatamente formato e va assolutamente potenziato; di avviare l’attività di diagnostica domiciliare anche dotandosi della necessaria strumentazione.
Ritengo che sia una risoluzione di ampio respiro che va incontro alle esigenze ormai inderogabili dei territori delle aree interne, che non si sovrapponga alla ristrutturazione della rete ospedaliera, per la quale stiamo combattendo da quattro anni, e dia una visione nuova ed una possibilità al cittadino di essere curato, diagnosticato e seguito e monitorato anche a casa, quindi confido che possa essere favorevolmente accolta da tutta l’Assemblea. Grazie.

PRESIENTE. Proposta di risoluzione a firma dei Consiglieri Fabbri, Giorgini, Maggi, Pergolesi.
Ha la parola il Consigliere Talè.

Federico TALE’. Gli uffici hanno preparato due/tre fogli ma non c'è bisogno, farei una cosa: con il Consigliere Fabbri abbiamo già parlato di questo tema, la diagnostica domiciliare l'abbiamo già iniziata da luglio 2018 a Macerata, la stiamo potenziando è in evoluzione, sia nell’Area vasta 1 che in tutte le altre Aree vaste, la risoluzione l’ho letta velocemente, quindi, direi di ritoccare la risoluzione perché non è menzionato per niente il fatto che siamo partiti e che è in evoluzione, la ritocchiamo un po' e poi la votiamo penso all'unanimità. Lo possiamo fare subito.

PRESIDENTE. Sospendiamo la trattazione della mozione e procediamo con l’ordine del giorno.

Mozione n. 478
ad iniziativa dei Consiglieri Bisonni, Rapa
“Realizzazione del progetto ‘Ciclovie 77’ da Foligno a Civitanova Marche”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 478 dei Consiglieri Bisonni, Rapa.
Ha la parola, per l'illustrazione, il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. La mozione è mia e del Consigliere Rapa, che poi se vorrà aggiungerà qualcosa.
A marzo del 2019 è stato presentato in una conferenza stampa un progetto molto interessante da parte di quattro associazioni ciclistiche per la realizzazione di una ciclovia lungo la ex statale 77, quella che collega Foligno a Civitanova Marche. L'apertura dell'ultimo tratto ha permesso il collegamento diretto dell'attuale statale 77 con Foligno, e la vecchia statale, quella che prima era la statale 77, rimane pressoché inutilizzata dalle autovetture, nel senso che il traffico è veramente molto limitato.
Per questo è nata l'idea da queste associazioni, vista anche la richiesta proveniente dalla Regione Umbria, di trasformare questa strada e di utilizzarla anche come ciclovia.
Questo significa fare una manutenzione della strada, mettere dei cartelli e sistemare alcuni punti per l'informazione puntuale.
E' un percorso di circa 130 chilometri che va da Foligno fino a Piè di Ripa, poi a Piè di Ripa si cambia verso stradine secondarie, la cosiddetta via delle abbazie, perché l'ultimo tratto è più utilizzato dalle autovetture e quindi diventa un po' più pericoloso per i ciclisti, però questa deviazione offre anche la possibilità al ciclista di visitare i nostri territori e di soffermarsi sui tesori del nostro entroterra, utilizzando le strade della via delle abbazie.
Negli ultimi tempi si è parlato molto di mobilità lenta, di un turismo lento e addirittura il 2019 è stato dichiarato anno del turismo lento, quindi l’idea è quella di realizzare questa ciclovia favorendo il turismo lento, che permette di soffermarsi per andare a vedere chiese, territori e godere anche dell'enogastronomia, quindi, utilizzare questa strada che collega i monti al mare per favorire un turismo sostenibile.
Tutto questo, inoltre, sarebbe realizzato senza ulteriori opere infrastrutturali, quindi a consumo di suolo zero. Se ne trarrebbero molti vantaggi a nostro avviso, considerando anche che in questa conferenza stampa è stata anche espressamente illustrata la domanda che c'è e che proviene anche dal territorio umbro. Ci potrebbe essere un importante flusso di turisti umbri che con la bicicletta vengono a visitare le nostre splendide terre.
Con la mozione si chiede di istituire un tavolo tecnico di coordinamento e collaborazione fra gli enti, le agenzie e le associazioni per la realizzazione e la gestione e il controllo di questa ciclovia, tra parentesi devo dire che l'Assessore Pieroni ha già realizzato questo tavolo tecnico, lo sta mettendo in piedi, quindi in parte questa mozione è già stata accolta, perlomeno per il primo punto.
Poi si chiede di reperire delle risorse per la realizzazione dell'opera, che potrebbero essere anche risorse europee, e ovviamente di realizzare, se c'è la volontà politica, quanto prima questa ciclovia.
Ripeto, so che da parte dell'Assessorato c'è una certa apertura, quindi questo mi fa molto piacere, so che il tavolo tecnico è già stato parzialmente istituito, io stesso ho partecipato a un suo incontro, per cui sottopongo a tutti l'opportunità di realizzare questa ciclovia che è complementare alle altre realizzazioni che la Giunta sta già mettendo in atto, è un qualcosa in più che si aggiunge, credo di positivo.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Casini.

Anna CASINI. Grazie Presidente. Grazie Consigliere, mi fa piacere parlare di questo progetto così ambizioso che la Regione Marche ha messo in campo.
Premesso che il programma di Governo regionale indica tra i suoi obiettivi lo sviluppo della mobilità ciclistica, con il quale si intende assicurare un forte contributo alla lotta all'inquinamento, al rilancio di città più sostenibili, salubri e vivibili, alla promozione del turismo e cicloturistico, alla migliore e più sana fruizione del territorio.
La Regione Marche sta programmando ed avviando tutte le possibili azioni per poter garantire l'attuazione del "Sistema regionale per lo sviluppo della mobilità ciclistica" la cui strategia è finalizzata alla realizzazione di una "Rete ciclabile regionale" caratterizzata da un sistema di ciclovie, costituito da un asse costiero (nord-sud), che percorre la fascia adriatica e si connette con le direttrici trasversali (est-ovest), disposte lungo le principali vallate fluviali.
Rispetto al tracciato ciclabile oggetto della presente mozione, che risulta interessare la ciclovia lungo la vallata del Chienti, va ricordato che:
- con la delibera di Giunta regionale 36/2019 è stato approvato lo schema di Accordo di partenariato per la "Progettazione e realizzazione del Sistema di mobilità sostenibile ciclabile nelle vallate del Chienti e del Potenza" e per lo stesso è stato stanziato un finanziamento di 5 milioni di euro, a valere sui fondi Por Fesr 2014/2020 Sisma. L'Accordo è stato recentemente sottoscritto dai Comuni coinvolti, appartenenti all'area del cratere e alle aree urbane Por; in particolare risultano sottoscrittori i 5 Comuni della vallata del Chienti, interessati anche dal tracciato della SS 77 (Corridonia, Macerata, Tolentino, Urbisaglia, Camerino). Il soggetto capofila, individuato nell'Unione montana Potenza Esino Musone, provvederà alla redazione del Progetto di fattibilità tecnico economica dell'intero sistema ciclabile, valutando le alternative ai tracciati ed anche l'eventuale possibilità di utilizzare, per alcuni tratti, la stessa SS 77;
- contestualmente altri enti locali, nell'ambito dei finanziamenti collegati ai Progetti integrati locali (i PIL che sono stati finanziati con il Piano di sviluppo rurale), con particolare riferimento a quello denominato "Laghi e dintorni nell'Appennino maceratese", stanno valutando l'opportunità e la possibilità di realizzare brevi tracciati ciclopedonali utilizzando ed adattando parte della sede stradale di cui trattasi, quindi la statale 77;
- infine, sentito l'ufficio competente della Regione Umbria, quest'ultimo, oltre ad aver confermato l'interesse al collegamento ciclabile interregionale, ha riferito che, nell'ambito dei finanziamenti Gal dell’Umbria (cioè lo stesso finanziamento dell’agricoltura) si stanno definendo interventi sulla segnaletica ciclabile che interessano proprio la stessa statale 77, in area Colfiorito.
L' Amministrazione regionale risulta interessata alla realizzazione della ciclovia lungo la vallata del Chienti e anche al collegamento ciclabile interregionale, Marche-Umbria, che risulta, tra l'altro, indicato anche nella mappa di Bicitalia (Fiab), quale possibile tracciato di livello secondario. Proprio in questi giorni il Ministero infrastrutture e trasporti sta avviando la fase propedeutica alla predisposizione del Piano nazionale della mobilità ciclistica (L. 2/2018) ed ha attivato un Tavolo con tutte le Regioni, Province autonome e Coordinamento interregionale, al fine di definire i tracciati ciclabili di interesse nazionale.
Al fine di valutare il possibile utilizzo del tracciato stradale, o di parte di esso, quale percorso ciclabile che vada ad inserirsi all'interno della programmata ciclovia del Chienti, sarà necessaria una attenta analisi che tenga conto dell'effettivo utilizzo della stessa da parte dei vari mezzi di trasporto, in considerazione anche della normativa di riferimento che indica "strade senza traffico", quelle con meno di 50/veicoli/giorno e "strade a basso traffico", quelle che risultano avere tra i 51 e 500/veicoli/giorno. Quindi secondo quello che pensa l’Assessorato potrebbe essere condivisibile l’istituzione di un tavolo tecnico per verificare la fattibilità del possibile utilizzo ed adeguamento dell’infrastruttura statale 77, o parte di questa, quale sede del tracciato ciclabile.
Al suddetto Tavolo, coordinato dalla Regione Marche, potrebbero far parte i soggetti potenzialmente interessati, quali: la Regione Umbria, gli Enti locali del territorio, e qualora dovesse risultare fattibile la realizzazione del percorso ciclabile sul sedime della “ciclovia 77”, si potrebbero attivare diversi azioni per reperire le eventuali risorse necessarie. E’ chiaro che la ciclovia della Valle del Chienti non può essere totalmente sovrapposta alla Statale 77 perché ha la finalità di essere una via ciclabile, però è possibile integrarla con la statale 77 o con dei tratti di 77, quindi sulla mozione il mio voto è favorevole.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Pieroni.

Moreno PIERONI. Grazie Presidente. Ormai la Giunta e gli Assessorati si muovono in totale sinergia e condivisione di obiettivi perché la relazione che ha letto adesso l’Assessore Casini si riferisce ad un percorso che come turismo e come Assessorato stiamo condividendo. Abbiamo anche incontrato con il Consigliere Bisonni le associazioni che hanno avuto l'idea di valorizzare, dal punto di vista delle ciclovie e delle ciclabili, anche la SS 77.
Credo che sia un interesse importante, un interesse molto forte, che si aggiunge a tutte le varie progettualità delle ciclovie e delle cicloturistiche che abbiamo messo in campo nel sistema della Regione Marche.
Oggi tutti sappiamo quanto sia fondamentale differenziare l'accoglienza turistica rispetto al semplice mare, perché la stagione balneare ha un periodo ben definito, tre mesi, mentre il sistema delle ciclabili, se valorizzato e portato avanti in maniera forte, è un valore aggiunto che destagionalizza la nostra offerta turistica. Possiamo attrarre un turismo diverso e in particolar modo un turista che crea un indotto forte nei territori inseriti nel sistema delle ciclabili e delle ciclovie. Questo è rilevante perché le ciclovie dalla montagna arrivano fino al mare, abbiamo già fatto una serie progetti, credo che questo sia un ulteriore messaggio che questa mozione, se questo Consiglio l’approverà, darà al sistema complessivo.
Probabilmente, l'ha ricordato l’Assessore Casini, se questo atto fosse arrivato prima avremmo potuto inserirlo nella progettualità dei finanziamenti che abbiamo previsto.
L'obiettivo è quello di cominciare aprendo il tavolo tecnico-operativo, per il quale la disponibilità dell’Assessore Casini è totale, invitando le associazioni e i Consiglieri, forse potremmo attingere, mi spingo un po’ più in là, ai prossimi 5 anni dei fondi europei, su cui possiamo puntare. Chiaramente è un progetto a medio lungo termine, ma sicuramente è rilevante e fondamentale per il sistema delle ciclabili nella nostra Regione.
Aggiungo ed approfitto anche per dire da Assessore al turismo, e come Consigliere del Gruppo Uniti per le Marche credo di interpretare il pensiero del Consigliere Rapa, che ha cofirmato questa mozione, che è già uscita una nota qualche giorno fa e, nel contesto delle ciclabili in generale, vogliamo creare un brand bike Marche a livello nazionale ed internazionale, abbiamo concluso un accordo con il più grande campione di ciclismo attualmente in carica, Vincenzo Nibali, che sarà il testimonial del bike Marche a di tutte le iniziative, manifestazioni, eventi che faremo per i prossimi due anni. Questo è un ulteriore messaggio della volontà forte di coniugare la parte strutturale delle ciclabili con la promozione turistica.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Micucci.

Francesco MICUCCI. Grazie Presidente. Velocemente perché già gli Assessori Casini e Pieroni hanno detto molto, però vorrei sottolineare, laddove ce ne fosse bisogno, l'importanza del turismo e del cicloturismo per la nostra regione e dell'impegno che sta ben portando avanti la nostra amministrazione regionale da questo punto di vista.
Quando ero Assessore ho avuto moto di dire ai miei concittadini che anche i ciclisti hanno il portafogli in tasca, non è una prerogativa degli automobilisti e banalmente creare un turismo parallelo, un cicloturismo, è sicuramente fondamentale, soprattutto per una splendida regione come la nostra, che nel giro di pochi chilometri, va dal mare alla montagna con paesaggi che raramente le altre si possono permettere.
Nasce su questa scorta, per esempio, il marchio Bitelife, il progetto, che alcune associazioni stanno portando avanti, di associare i tour ciclistici con la visita degli splendidi luoghi che abbiano nella nostra regione, e con i servizi legati al turismo. Credo che sempre di più dovremmo cercare di fare e sollecitare, per esempio, Trenitalia, come abbiamo fatto con alcune mozioni, per cercare di integrare i servizi pubblici, quindi la mobilità con pullman e ferrovie, per accogliere anche i cicloamatori che possono fare dei tratti integrati tra bicicletta, pullman e strada ferrata.
Penso che ormai il futuro o una parte del futuro passa attraverso questo tipo di turismo, quindi, ben venga la sollecitazione fatta dai Consiglieri Bisonni e Rapa.
Tecnicamente non so se sarà fattibile prendere tutto il tratto della strada statale 77, però integrare dei percorsi, magari più naturalistici, con dei passaggi sulla 77, che possono comunque dare un servizio e una fruibilità per tutta la vallata del Chienti, quindi dal mare, da Civitanova Marche, fino alle zone interne dei Sibillini, può essere una progettualità che nei prossimi anni dovrà essere concretizzata.
Ben venga la mozione, ben venga l'impegno della Giunta su questo versante.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zura Puntaroni.

Luigi ZURA PUNTARONI. L’idea è eccezionale, penso che voterò a favore perché ci facciamo l'internazionalizzazione su una cosa carina come questa. Sono veramente commosso.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 478. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Mozione n. 474
ad iniziativa del Presidente Ceriscioli
“Promozione di misure per una corretta e sana alimentazione e per la riduzione dell'obesità giovanile, ovvero verso la sugar tax e contro lo junk food”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 474 del Presidente Ceriscioli.
Ha la parola l’Assessore Casini.

Anna CASINI. Rispondo anche come Assessore all'alimentazione, perché ho questa delega, quindi questa volta non sono completamente avulsa dal contesto.
In relazione alla mozione in oggetto, si specifica che una nutrizione corretta costituisce, assieme a una adeguata attività fisica e al controllo di altri fattori di rischio, come il fumo o l'alcol, un elemento fondamentale nella prevenzione di numerose condizioni patologiche.
E' infatti ormai stato dimostrato che Io stile di vita e le scelte alimentari agiscono in modo incisivo nella possibilità di evitare lo sviluppo di malattie, di controllarne l'evoluzione o, al contrario, provocarne l'insorgenza.
E' noto che gran parte dell'eccesso ponderale è attribuito ad un ambiente definito "obesogenico", che offre ampia disponibilità di alimenti di scarsa qualità e a basso costo, la cui distribuzione commerciale è sostenuta da efficienti sistemi di marketing.
Le strategie di comprovata efficacia per contrastare il fenomeno risultano essere anche quelle riconducibili a interventi finalizzati alla modifica dei comportamenti individuali agendo sugli aspetti regolamentativi e normativi, sulle questioni legate alle etichettature, sui prezzi dei cibi ed anche sulla loro disponibilità ed accessibilità in particolare nell'età più giovane.
Si ritiene quindi che la mozione proposta sia di valenza strategica per la promozione della salute della popolazione regionale e che iniziative di sensibilizzazione divulgative, informative e formative tra i vari stakeholders per la promozione del consumo salutare e l'avvio di azioni finalizzate alla progressiva eliminazione di prodotti alimentari ad alto contenuto di grassi, zuccheri e sale dai distributori automatici, sostituendoli con bevande e cibi più equilibrati da un punto di vista nutrizionale, rappresentino delle azioni efficaci da sviluppare nel territorio regionale.
Faccio una aggiunta e dico cosa fa l'Assessorato all'alimentazione e all'agricoltura. Insieme all'Unione marchigiana dei cuochi italiani facciamo degli incontri nelle scuole elementari e materne, il progetto si chiama “è buono ma è fatto bene”, dove spieghiamo che molti alimenti che sono buoni guardando le etichette contengono degli elementi che non sono così sani. Spieghiamo che cos'è l'olio e quali sono le caratteristiche di un olio buono, ovvero che l’olio deve piccare, deve essere amaro, poi offriamo ai bambini, lontano dalla merenda, delle fette di pane con l’olio, senza sale, per abituarli a riconoscere i sapori e insegniamo loro al leggere le etichette in modo da potersi “difendere” da acquisti che non siano consapevoli. Quindi, la crescita di consapevolezza, di fianco a tutte queste altre iniziative, credo che sia un obiettivo da perseguire per poter consentire agli attuali acquirenti e ai futuri consumatori di poter scegliere un determinato prodotto rispetto ad un altro e questo non è indifferente, anche dal punto di vista delle politiche ambientali e delle politiche della salute perché scegliendo un prodotto biologico, un prodotto di qualità, si incentivano anche produzioni che sono certamente a più basso impatto ambientale. Questo con un enorme vantaggio per il sistema ambiente delle Marche.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Sottolineo un po' la curiosità di questo atto in cui il Presidente della Giunta impegna la Giunta in una azione che penso avrebbe potuto seguire un iter ordinario, però prendiamo atto anche di questa situazione.
Sono favorevole all'utilizzo di cibi più salutari e, nonostante quanto ho letto nel testo di questa mozione, mi arrivano, e penso che arrivino anche a voi, molte segnalazioni - tralasciamo la nostra mensa - ad esempio sulle mense ospedaliere e proprio in questi giorni, oltre ai problemi di Torrette, mi sono state evidenziate altre problematiche. Quindi, credo che la nostra amministrazione regionale dovrebbe, con propri atti, porre maggiore attenzione e maggiore sensibilizzazione nei propri bandi a questa progettualità.
Ricordo, e non so se può essere un problema, che quella modifica che avevamo fatto, su mia proposta, lo scorso anno, se non ricordo male, per l'introduzione di prodotti a chilometro zero era stata oggetto di reprimenda da parte del Ministero perché in qualche modo bloccava un certo tipo di concorrenza, quindi su queste questioni credo che, posta la mia condivisione totale nel principio esposto di miglioramento dell'alimentazione, soprattutto, verso le fasce più vulnerabili e i giovani, dobbiamo intrecciate l'esperienza alla mano di questa amministrazione rispetto a cose concrete.
Mi preme sottolineare la visione trumpiana dei dazi, che anche questa amministrazione vuole sottoporre al Governo centrale sulle bibite gassate, sugli alimenti che hanno una presenza pesante di zuccheri, che oggettivamente fanno male alla salute. Al di là dell'originalità e dello stupore sulle modalità con cui si pone l'attenzione a questo provvedimento, dico che nei contenuti ci siamo, però attenzione a fare qualcosa che possa essere impugnato, che sia solo demagogico e non veda azioni che l'amministrazione e la Giunta regionale possono già porre in essere e farlo senza dover passare per questo atto. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Nella storia del Movimento 5 Stelle c'è già la questione del cibo e della salute.
Devo dire che siamo favorevoli a questa mozione, siamo favorevoli, ovviamente, a quello che la mozione dice, sono un po' perplesso sul fatto che, per esempio, avevo proposto degli emendamenti in merito ai grassi saturi, non so se vi ricordate, l'olio di palma sia per le mense degli istituti, delle università, che per le mense delle Asur, degli asili, delle scuole, Addirittura, ricordo al Presidente Giacinti, ricevemmo dalla lobby che rappresenta le aziende che utilizzano i grassi saturi, in particolar modo l'olio di palma, una citazione da uno studio legale, a cui rispondemmo senza piegarci in questo senso, visto che la mozione non vietava, ma raccomandava il non uso (in quanto sarebbe stato un attacco alla libera concorrenza) e di prediligere aziende che non utilizzassero i grassi saturi.
Questa mozione sugli zuccheri ci trova consenzienti, ma vuol dire che le mozioni, gli emendamenti che erano stati approvati sia per la proposta di legge del diritto allo studio che per altre proposte di legge, proprio per evitare i grassi saturi, visto che anche qui si auspica qualcosa, sono stati presi in scarsissima considerazione, visto che dopo due anni ci si augura ancora questa posizione politica della Regione nei confronti di un'alimentazione sana.
Ecco la perplessità, il dubbio che vogliamo esprimere è questo, in effetti sono un dubbio ed una perplessità che esprimiamo molte volte quando le mozioni, in parte, e soprattutto le proposte di legge rimangono lettera morta.
Le proposte di legge, le mozioni, gli atti amministrativi molte volte servono per far apparire la propria foto sul giornale e poi non si dà attuazione concreta al contenuto, quindi ci raccomandiamo e ci auguriamo che in questo caso, a questa mozione, a questa dichiarazione di principio - che servirà comunque ad andare sui giornali e dire: “Guarda quanto siamo bravi, pensiamo alla salute dei nostri ragazzi” - segua un impegno pratico e non faccia la fine di altre mozioni che non hanno avuto alcun seguito nell'applicazione pratica di quello che contenevano.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 474. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Mozione n. 415
ad iniziativa del Consigliere Fabbri
“Avvio sperimentazione di progetti inerenti la “Radiologia Domiciliare”

Mozione n. 419
ad iniziativa dei Consiglieri Fabbri, Giorgini, Maggi
“Istituzione della figura dell'infermiere di famiglia o comunità”
(abbinate)
(Votazione risoluzione)

PRESIDENTE. Proposta di risoluzione a firma dei Consiglieri Fabbri, Talè, Maggi, Giorgini, Giancarli, Pergolesi, Bisonni.
Ha la parola il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Velocemente, senza portare via tempo.
La discussione è stata fatta, abbiamo inserito nella narrativa il fatto che la sperimentazione è già in atto nell'Area vasta 2; abbiamo modificato il terzo punto del dispositivo che prevede di estendere la sperimentazione in tutte le Aree vaste, mi sembra, della radiologia domiciliare.
La proposta di risoluzione è stata sottoscritta anche da altri Consiglieri, siamo a posto, penso che si vada tranquillamente all'approvazione unanime.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Proposta di risoluzione. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 13,00