Resoconto della seduta n.135 del 02/07/2019
SEDUTA N. 135 DEL 2 LUGLIO 2019

La seduta inizia alle ore 10,10

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

PRESIDENTE. Colleghi buona giornata, dichiaro aperta la seduta n. 135 del 2 luglio 2019. Do per letto il processo verbale della seduta 134 del 25 giugno 2019, il quale, ove non vi siano opposizioni, si intende approvato ai sensi del comma 4, dell’articolo 53, del Regolamento Interno.
Richiamo inoltre ai sensi del comma 5 dello stesso articolo l’attenzione di tutti i Consiglieri sulle comunicazioni distribuite con cui porto a conoscenza dell’Assemblea quanto espressamente previsto dal Regolamento Interno.

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. Per quanto riguarda l’ordine dei lavori di oggi, la Conferenza dei capigruppo ha dato parere favorevole all’iscrizione, ai sensi del comma 4, dell’articolo 48 del Regolamento interno, delle seguenti proposte di legge: n. 293 (al primo punto). n. 232, n. 281 e n. 282. Tratteremo nell’ordine la proposta di legge n. 293, la proposta di legge n. 260, le proposte di legge nn. 232, 281 e 292 (cinque proposte di legge), proseguiremo con: la proposta di atto amministrativo n. 63, l’interpellanza n. 26, le interrogazioni a risposta immediata nn. 832, 833, 834 e 835, le interrogazioni nn. 794 e 825; c’è poi l’abbinamento delle mozioni nn. 481 e 516 della Consigliera Leonardi; viene rinviata la mozione n. 496 del Consigliere Urbinati, infine tratteremo la mozione n. 504 del Consigliere Fabbri.
Se non ci sono obiezioni diamo per approvate le iscrizioni delle proposte di legge nn. 293, 232, 282 e 282 e l’inversione dell’ordine dei lavori così come elencato.
Ha la parola il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Grazie Presidente. Mi sembra di aver sentito che viene rinviata la mozione n. 504.

PRESIDENTE. No, viene rinviata la mozione n. 496.

Piergiorgio FABBRI. Avete discusso ai capigruppo della mozione relativa al calendario venatorio, quindi, sapendo che domani in II^ Commissione si discute di tale argomento, ho chiesto di calendarizzarla con urgenza, altrimenti diventa completamente inutile.
L’ho depositata appena sono venuto a conoscenza del programma della II^ Commissione, quindi dico al Consigliere Traversini che se la Commissione non approva il calendario venatorio domani, e il prossimo Consiglio, chiedo conferma, è il 23 luglio, giustamente, non ho nulla da ridire se non viene calendarizzata la mia mozione, viceversa, se da qui al 23 luglio in Commissione viene approvato il calendario venatorio, insisto per la calendarizzazione della mozione, altrimenti diventa inutile.
Ritengo che sia cosa importante dato che alla caccia, purtroppo o per fortuna, secondo i punti di vista, negli anni abbiamo dato grandissimo risalto nei lavori del Consiglio.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Traversini.

Gino TRAVERSINI. In Commissione all’ordine del giorno di domani abbiamo il calendario venatorio, non è certa l’approvazione, potevamo approvarlo anche la settimana successiva, questo era nei programmi, ora se avete fissato questa regola che nel caso in cui rinviamo la mozione bisogna aspettare, io vi dico no e che domani non è certa l’approvazione, nel senso che dobbiamo finire alcune discussioni. Entro la settimana prossima l’approveremo, questi sono i lavori della Commissione.

PRESIDENTE. Quindi, la risposta è prima del 23.
Come deciso ai capigruppo, durante i lavori del Consiglio ci saranno eventualmente discussioni tra i Consiglieri, poi prima della fine della seduta decideremo se trattare o meno questa mozione.

(interrompe il Consigliere Maggi)

PRESIDENTE. No, ai capigruppo l’ho detto chiaramente. Consigliere Maggi è pur vero che quello che sta dicendo adesso non l’ha detto alla Conferenza dei Presidenti dei gruppi. Io riporto quello che è uscito da quella riunione: durante la giornata avremmo visto l’esito dell’andamento dei lavori per introdurre o meno meccanismi nuovi.

(interrompe il Consigliere Maggi)

PRESIDENTE. Questo non è stato detto, comunque noi possiamo anche decidere e se volete lo mettiamo in votazione.
C’è un altro problema però, in quanto manca il presentatore dell’altra mozione abbinata, il Consigliere Talè, ecco il vero il vero problema.
Se la vogliamo iscrivere non l’abbiniamo. Votiamo oppure se non ci sono obiezioni la do per buona. Non ho nessun problema, altrimenti votiamo ed evitiamo ogni polemica, siamo d’accordo?
Ha la parola, come oratore contro, il Consigliere Zura Puntaroni.

Luigi ZURA PUNTARONI. Sono contrario perché sono estremamente favorevole alla caccia e mi infastidiscono ad ogni stagione questi tentativi di allungarla. Grazie.

PRESIDENTE. Iscrizione all’ordine del giorno della mozione n. 515. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

PRESIDENTE. La mozione viene inserita all’ultimo punto dell’ordine del giorno, dopo la mozione n. 504 del Consigliere Fabbri.

Proposta di legge n. 293
ad iniziativa dei Consiglieri Cesetti, Mastrovincenzo, Minardi, Celani, Rapa, Urbinati, Busilacchi, Marconi
“Modifiche alle leggi regionali 10 agosto 1988, n. 34 ‘Finanziamento delle attività dei gruppi consiliari’, 15 ottobre 2001, n. 20 ‘Norme in materia di organizzazione e di personale della Regione’, 30 giugno 2003, n. 14 ‘Riorganizzazione della struttura amministrativa del Consiglio regionale’, 15 novembre 2010, n. 16 ‘Assestamento del bilancio 2010’”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 293 dei Consiglieri Cesetti, Mastrovincenzo, Minardi, Celani, Rapa, Urbinati, Busilacchi, Marconi.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Assessore Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie Presidente. E’ inusuale che un Assessore faccia il relatore di una proposta di legge, ma i Consiglieri conoscono l’importanza di questo atto ed io agisco in qualità di Assessore al bilancio, che ha la responsabilità della parifica, del personale, dell’organizzazione, ed anche in qualità di Consigliere regionale.
Con la presente proposta di legge il legislatore regionale intende intervenire in modifica della vigente legislazione regionale in materia di trattamento economico del personale di diretta collaborazione degli organi politici (segreterie particolari del Presidente e dei componenti della Giunta regionale, del Presidente dell’Assemblea legislativa e dei componenti dell’Ufficio di Presidenza), del personale dei gruppi assembleari nonché del personale addetto alla guida delle autovetture ed alla custodia degli immobili di pertinenza dell’Assemblea legislativa ed alla gestione del parco macchine, esclusivamente al fine di dare risposta ai rilievi formulati dalla Procura regionale della Corte dei Conti presso la sezione giurisdizionale per le Marche a decorrere dalla parifica del rendiconto 2016.
Si tratta in altri termini di ricondurre a legittimità le disposizioni attenzionate e criticate dalla procura suddetta: il trattamento omnicomprensivo eventualmente previsto per determinate categorie di dipendenti non può e non deve, secondo la Corte dei Conti, superare il limite massimo degli importi stabiliti dal contratto collettivo nazionale di lavoro relativo al comparto funzioni locali.
Come è noto la Corte dei Conti più volte e in più tempi ha sollevato questa problematica, lo ha fatto nel 2016, nel 2017, in occasione dell’esame di parifica del rendiconto 2016. In quell’occasione il Procuratore regionale della Corte dei Conti sollevava la questione di legittimità costituzionale della normativa regionale asserendo che la stessa fosse stata adottata in violazione delle prerogative statali, che la Costituzione riconosce con l’articolo 117 come legislazione esclusiva in materia di ordinamento civile.
In quell’occasione questo Assessore, che ha la responsabilità della parifica, sosteneva che le ragioni della Corte dei Conti non erano pertinenti né rilevanti sotto il duplice profilo, da una parte erano norme che attenevano all’organizzazione della struttura regionale, e come tale appartenente a legislazione concorrente, dall’altra non erano rilevanti perché il trattamento non superava i limiti posti, nella sostanza non c’era un esborso maggiore.
Lo voglio ribadire, in quell’occasione la Corte dei Conti, nel giorno dell’udienza di parifica, emetteva un’ordinanza con la quale, nel dare atto della fondatezza delle ragioni del Procuratore regionale, respingeva la questione sollevata ritenendola non rilevante per quel giudizio di parifica e di fatto accoglieva le obiezioni del sottoscritto.
Successivamente, in occasione della parifica dell’anno scorso, 2018 rendiconto 2017, il Procuratore regionale riproponeva non la questione di legittimità costituzionale, ma nel merito rilevava la violazione della normativa regionale, però prendeva atto che l’anno prima la Corte si era espressa per la non rilevanza della questione posta, quindi non la riproponeva riservandosi ulteriori provvedimenti e in definitiva la riproposizione all’esito di un giudizio pendente dinanzi alla Corte Costituzionale avente ad oggetto una remissione da parte della Corte dei Conti della Liguria in occasione dell’esame del rendiconto della medesima Regione, quindi riservando all’esito perché trattava delle identiche questioni.
La sentenza sulla Regione Liguria c’è stata, ci sono state ulteriori pronunzie della Corte Costituzionale in merito alla Regione Trentino Alto Adige, alle Province Autonome di Trento e di Bolzano, da ultimo una pronunzia della Corte Costituzionale in merito ad una questione sollevata dalla Corte dei Conti della Campania in merito ad una legge regionale della Regione Campania, questa sentenza è stata addirittura depositata dalla Corte il 19 giugno u.s.
Nell’ultima sentenza, voglio dirlo, la Corte Costituzionale sulla Regione Campania ha deciso, ed è giusto, nonostante la Regione Campania avesse nel frattempo in pendenza di giudizio abrogato quelle norme, per una questione di successioni delle leggi. La questione era stata sollevata in merito alla legge relativa al rendiconto 2015/2016 e sebbene la Regione le avesse abrogate, la Corte ha decido in quanto quella legge era in vigore quando è stata approvato il rendiconto.
Come decide la Corte Costituzionale? Sulla Regione Campania, sulla Liguria, sul Trentino Alto Adige, sulle Province autonome di Trento e Bolzano c’è alla fine un identico, e non potrebbe essere diversamente, filo giuridico, sostanzialmente la Corte Costituzionale asserisce che le normative regionali che dispongono in siffatta materia sono illegittime perché violano l’articolo 117 secondo comma lettera l) della Costituzione, che attribuisce all’esclusiva competenza dello Stato il legiferare in materia di ordinamento civile. Questo un unico, non solo, la Corte dice che la questione può essere sollevata in sede di parifica ed afferma che è rilevante essendoci una ripercussione sui conti pubblici, sulla finanza pubblica. In questo senso quindi ci sarebbe anche una violazione dell’articolo 81 della Costituzione.
Per concludere, la Corte Costituzionale, in definitiva, dà pienamente ragione alle osservazioni e ai rilievi del Procuratore regionale della Corte dei Conti e della stessa Corte dei Conti, da qui l’iniziativa di abrogare questa legge, di abrogare le nostre leggi regionali, di modificarle per ricondurle a legittimità perché diversamente, nell’udienza di parifica, la questione verrebbe riproposta con la conseguente e probabile sospensione del giudizio di parifica in relazione a quelle poste di bilancio, con tutte le ripercussioni che ne deriverebbero, in particolare per gli stessi lavoratori dipendenti, perché nel momento in cui dovesse essere sospeso il punto di giudizio va da sé che dovremmo disporre la sospensione delle indennità e dall’esito della pronuncia della Corte Costituzionale, qualora essa favorevole alle obiezioni poste, e non potrà non essere favorevole perché già ci sono diverse pronunce, quattro ne ho citate, dovremmo procedere a mio avviso al recupero anche dell’eccedenza.
Cito su questo un episodio recente che ho visto sulla stampa: nella provincia di Ascoli Piceno si stanno recuperando delle somme versate in eccedenza al personale dipendente.
Questo è, quindi, ho ritenuto di presentare questa importante proposta di legge insieme al Presidente del Consiglio, all’Ufficio di Presidenza, che ringrazio, e insieme ai capigruppo, che ringrazio per la loro sottoscrizione, che rende possibile l’approvazione da parte di questo Consiglio.
Questo è il quadro, è una norma di cui raccomando l’adozione che va nella direzione di tutelare il personale dipendente, resta, lo voglio dire prima che mi dimentichi, un vuoto perché la Regione Marche, come le altre, ha legiferato in questa materia perché la Costituzione riserva la prerogativa in capo allo Stato, quindi al Parlamento, che però ha legiferato per quanto attiene, ad esempio, al personale dei Ministri e dei sottosegretari, dei Sindaci, dei Presidenti di Provincia, quando erano organi elettivi, cito per tutti l’articolo 90 del decreto legislativo 267/2000.
C’è un vuoto, non c’è una normativa che attribuisce al Presidente della Giunta regionale, agli Assessori, ai membri dell’Ufficio di Presidenza, ai capigruppo, prerogative e possibilità che vengono attribuite ai Sindaci, ad Sottosegretari e via dicendo.
Da qui la necessità, ed è auspicabile, che ci sia un’iniziativa unanime, quella di provocare un intervento legislativo nazionale anche attraverso un emendamento che vada a coprire questo vuoto e consenta anche all’istituzione Regione di potersi organizzare in merito al personale delle strutture politiche.
Non credo di dover aggiungere altro, poi se ci sarà bisogno interverrò nuovamente.
La nuova formulazione degli articoli si attiene a quanto stabilito dall’articolo 45 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 “Norme generali sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche”, in base al quale il trattamento economico fondamentale e accessorio dei dipendenti pubblici è definito esclusivamente dai contratti collettivi, non potendo i contratti decentrati prevedere compensi e indennità ulteriori o di misura superiore rispetto a quanto stabilito dalla contrattazione collettiva nazionale.
La proposta consta di sei articoli. Sono qui di seguito elencate le principali modifiche sostanziali.
Gli articoli 1, 2 e 3 modificano rispettivamente l’articolo 4 della legge regionale 34 del 1988, finanziamento dell’attività dei gruppi consiliari, gli articoli 22 e 22 bis della legge regionale 20/2001 (Norme in materia di organizzazione e di personale della Regione) - ovviamente leggo per essere puntuale e preciso - e l’articolo 16 della legge regionale 14/2003 (Riorganizzazione della struttura amministrativa del Consiglio regionale), modificano, uniformandoli, gli elementi costitutivi del trattamento economico omnicomprensivo spettante al personale dei gruppi assembleari, delle segreterie politiche di supporto rispettivamente al Presidente ed ai componenti della Giunta regionale e dell’Ufficio di Presidenza nonché al personale addetto alla guida delle autovetture.
Tale trattamento omnicomprensivo viene determinato, previo accordo con le organizzazioni sindacali. Su questo voglio sottolineare che c’è stato un percorso, se vogliamo, per certi aspetti inedito, ma virtuoso, c’è stato un serrato confronto non soltanto con i gruppi consiliari, con l’Ufficio di Presidenza, con i capigruppo, ma anche con le rappresentanze sindacali, con le Rsu e con lo stesso personale dipendente, che laddove lo ha chiesto è stato sentito personalmente, per spiegare le ragioni e c’è stato il consenso, tant’è che viene recepito all’interno dell’articolato.
Tale trattamento omnicomprensivo viene determinato previo accordo con le organizzazioni sindacali, rispettivamente dalla Giunta regionale e dall’Ufficio di Presidenza in relazione alle funzioni svolte, nel rispetto dei limiti massimi di valore dei diversi istituti previsti dal contratto collettivo nazionale di lavoro, relativo al personale del comparto funzioni locali e dallo specifico contratto decentrato integrativo in misura equivalente: al valore tabellare delle posizioni economiche delle categorie B, C e D; ai compensi relativi agli istituti contrattuali regolati dalla specifica contrattazione decentrata e definiti nel suddetto accordo sindacale, con particolare riferimento a: premi correlati alla performance organizzativa ed individuale, indennità e condizioni di lavoro, indennità di turno, indennità di reperibilità, compensi relativi al trattamento per l’attività prestata in giorno festivo o di riposo settimanale, compensi per specifiche responsabilità, ivi inclusi i corrispondenti oneri a carico dell’amministrazione; ai compensi per prestazioni di lavoro straordinario espletate ed attestate nelle forme ordinarie.
Si prevede, inoltre, che per gli addetti di categoria D nominati responsabili di segreteria possa essere riconosciuto un compenso commisurato alla retribuzione di posizione organizzativa, nella misura determinata dalla Giunta regionale. A tale personale non è possibile corrispondere trattamenti economici equivalenti a quelli previsti per la dirigenza.
Viene confermata per i dipendenti di altre amministrazioni o di enti e aziende private la facoltà di optare per il mantenimento del trattamento economico spettante negli ordinamenti di provenienza.
E’ ricondotta a legittimità la normativa vigente anche attraverso l’eliminazione della possibilità di stipulare contratti di collaborazione coordinata e continuativa, in coerenza con l’articolo 7 del decreto legislativo 165/2001 che vieta di stipulare contratti di collaborazione che si concretizzano in prestazioni di lavoro esclusivamente personali, continuative e le cui modalità di esecuzione sono organizzate dal committente anche con riferimento ai tempi ed ai luoghi di lavoro.
Tutti i contratti del personale delle segreterie particolari dei componenti della Giunta regionale e dell’Ufficio di Presidenza vengono quindi ricondotti alla tipologia dei contratti di lavoro subordinato a tempo determinato di diritto privato.
L’articolo 4 modifica, invece, l’articolo 12 della legge regionale 16/2010 solo in quanto, relativamente al trattamento economico, era agganciato alla previgente attenzionata normativa.
L’articolo 6, infine, e questo credo sia molto importante, contiene la disposizione finale con cui si stabilisce che le disposizioni modificate producono effetti a decorrere dalla nuova legislatura, in considerazione del fatto che risulterebbe particolarmente problematico modificare contratti di lavoro in essere.
Ho terminato, ritengo che come abbiamo scritto questa proposta di legge, se verrà approvata, come io auspico, non sia soltanto un’operazione legislativa dovuta, ma un’operazione legislativa giusta. Giusta, perché non ci sono aggravi, come viene citato nella legge, per la finanza regionale, non ci sono danni dal mio punto di vista per il personale dipendente, c’è la garanzia del previo accordo con le organizzazioni sindacali, non si interviene sull’organizzazione in atto, ma dalla prossima legislatura, tempo tra l’altro che ci consentirà di promuovere quelle modifiche di carattere nazionale e soprattutto darà certezza alle posizioni del personale dipendente che, anche qui auspicata possibilità, dinanzi alla Corte non venga riproposta la questione di legittimità, credo che questa certezza potrà essere conclamata.
Sono fiducioso che ciò non avvenga per una ragione semplice, perché non mi sfugge la pronunzia della Regione Campania del 19 giugno, però lì la Regione Campania si era precipitata ad abrogare la legge dopo che la questione era già stata sollevata e gli atti erano stati rimessi dinanzi alla Corte Costituzionale.
Oggi approveremo la proposta di legge e lo faremo prima di questo atto molto rilevante sotto il profilo istituzionale perché noi ci adeguiamo ai rilievi della Corte, giusti, dopo le pronunce della sentenza. Chi è deputato a giudicare i nostri comportamenti ed anche le nostre leggi non potrà non tenerne conto per la certezza di tutto il personale dipendente dei loro diritti, delle loro prerogative e di conseguenza per tutta l’organizzazione dell’istituzione Regione.

PRESIDENTE. C’è tempo fino alle ore 10,50 per la presentazione di emendamenti a questa proposta di legge, invece, per le altre tre proposte di legge, che abbiamo inserito oggi all’ordine del giorno, la n. 232, la n. 281 e la n. 292 il termine scade alle ore 11,30.
Ha la parola la relatrice di minoranza Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Grazie Presidente. Con questa proposta di legge si va a modificare la legge regionale in materia di trattamento economico degli organi politici. Questo, come ha già detto l’Assessore Cesetti, è per tutelare il personale dipendente perché la Corte dei Conti in sede di parifica già nel 2016 ha fatto dei rilievi che ha rifatto anche nel 2017.
Andiamo ad adeguarci ai rilievi della Corte dei Conti, che cosa ci contesta? Primo, la Regione non ha potestà legislativa in questa materia contrattuale, secondo, anche se l’avessimo avuta l’abbiamo esercitata fuori dai limiti consentiti dalla contrattazione collettiva.
Con questa proposta di legge cosa facciamo? Ogni norma fa riferimento agli istituti contrattuali ed anche gli emolumenti omnicomprensivi saranno determinati previo accordo sindacale. Il personale politico sarà retribuito utilizzando gli istituti previsti dalla contrattazione collettiva, inoltre, come ha già spiegato l’Assessore, gli emolumenti omnicomprensivi, lo straordinario e i buoni pasti, non saranno più forfettizzati come era in precedenza, lo straordinario sarà retribuito, i buoni pasto verranno riconosciuti in base all’effettivo utilizzo e se lo straordinario sarà fatto verrà retribuito.
Una considerazione la voglio fare, Presidente, così come l’ha fatta l’Assessore, non è possibile che non abbiamo una norma statale in merito. Lo Stato deve assolutamente intervenire, ci vuole una norma statale per risolvere questa annosa problematica, non è possibile che un Comune anche di 1.000 abitanti abbia una norma in merito, così come le Province, che prevede l’utilizzo di collaboratori, mentre la Regione non può legiferare in merito.
Non solo, l’articolo 90 forfetizza tra le prime cose lo straordinario, mentre noi dall’emolumento comprensivo abbiamo tolto lo straordinario e i buoni pasto, quindi c’è una contraddizione enorme. E’ vero che ci adeguiamo ai rilievi fatti dalla Corte dei Conti in sede di parifica 2016/2017, ma è altrettanto vero che non possiamo continuare così, senza norme, lo Stato si deve rendere conto che ci sono delle disposizioni normative che riguardano i Comuni e le Province, mentre la Regione non le ha, quindi deve intervenire.
In questo momento facciamo questa proposta di legge per adeguarci ai rilievi della Corte dei Conti, ma lo Stato deve assolutamente intervenire e legiferare su questa materia, così come ha fatto per i Comuni e le Province, quindi per le autonomie locali. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carloni.

Mirco CARLONI. Grazie Presidente. Concordo con quanto detto dalla Consigliera Marcozzi ora, non credo che ci sia tanto da dire su questa proposta di legge dell’Assessore Cesetti.
Era necessario fare una disciplina sul trattamento economico accessorio poiché sulla derogatoria a questa materia si è andati verso una unità di lettura e la corresponsione di questi emolumenti, travalicanti la normativa nazionale e soprattutto la contrattazione collettiva, è evidente che andava disciplinata, così come la regolamentazione regionale è intervenuta in una materia che ormai costanti sentenze individuano come competenza esclusiva dello Stato, quindi riconducibile all’ordinamento civile che fa riferimento all'articolo 117 della Costituzione.
Il trattamento economico e accessorio dei dipendenti pubblici è definito esclusivamente dai contratti collettivi nazionali con un'ulteriore specificazione che i contratti decentrati non possono prevedere compensi ed indennità non previsti, ovvero in misura superiore a quanto stabilito dai contratti nazionali. Quindi era auspicabile che come legislatori intervenissimo su questa materia, però non sono d’accordo con l’Assessore Cesetti sulla forma, lo dico apertamente, perché noi qua siamo legislatori e facciamo la legge non perché ce la sta dettando qualcuno, ma perché è giusto farla. Primo, stiamo facendo questa legge per i dipendenti, in quanto va data certezza sul loro trattamento economico, va data chiarezza sulla sperequazione che talvolta c'è stata tra i dipendenti delle segreterie della Giunta e quelle del Consiglio. Sulla forma che talvolta diventa sostanza ci terrei a ribadire che la prerogativa di quest’Aula è quella che noi facciamo i legislatori nell’interesse dei marchigiani e dei cittadini che ci hanno eletto. E' giusto fare questa legge, farla a tutela dei lavoratori che seguono i lavori dell’Aula, che seguono i lavori della Giunta, altrimenti ci si dimentica il ruolo che esercitiamo, ci si dimentica delle prerogative che abbiamo, ci si dimentica del senso che ha stare qui seduti per un periodo di tempo a rappresentare l’interesse collettivo e la democrazia, viceversa possono sostituirci definitivamente e farci fare le norme in remoto, come va di moda dire oggi in tecnologia, e se dobbiamo fare semplicemente i passacarte, sinceramente è una stagione che non mi appartiene.
Ribadisco che voterò a favore di questa legge, ma non per quello che ha detto l’Assessore Cesetti, la voterò perché è giusta, perché dovevamo farlo prima, perché bisogna dare chiarezza alla norma, soprattutto lo facciamo per i lavoratori.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Credo che su questa legge molto importante si sia aperta la discussione in un modo che a me non piace, e lo sapete.
Non mi piace la soluzione finale relativa a questa legge perché esiste un problema e viene affrontato, secondo me e secondo la Lega, in modo sbagliato, si segue in modo pedissequo quanto dicono i Giudici della Corte dei Conti, è una cosa sbagliata, non ci sto a questo gioco, la Lega non ci sta perché non è possibile che in questo Paese, in Italia, solo le Regioni non possono avere queste figure professionali.
Dopo diverse sentenze, cari colleghi, questo problema andava affrontato nella Conferenza Stato-Regioni, non ad un livello più basso in modo che ogni Regione lo affrontasse a modo suo. Questo è il problema, cari compagni del Partito Democratico, è dal 2016, siamo al 2019 sono quattro anni che gira questa cosa. Le rimostranze della Corte dei Conti non riguardano solo i lavoratori, ma anche il concorso da dirigenti, per tredici dirigenti, altre osservazioni ha fatto la Corte dei Conti e l’ultimo passaggio adesso, guarda caso, riguarda i lavoratori.
Questa cosa mi puzza di bruciato perché noi veniamo da accordi sindacali che interessano questi lavoratori, ad esempio gli autisti avevano gli straordinari e fintanto che costavano poco e si pagavano poco, si facevano far loro gli straordinari, anche perché servivano per trasportare i dirigenti e politici di questa Regione.
Cos’è successo? Sono aumentati gli straordinari e quando il monte ore economico degli straordinari è diventato corposo, si è fatta una forfettizzazione con un accordo sindacale, questo doveva dimostrare la politica alla Corte dei Conti, non doveva subire i ricatti della magistratura contabile, ma di cosa stiamo parlando?
Quattro anni di ricatti, ma che scherziamo! La politica accetta questa imposizione, sono contro questo metodo, finché avrò un po’ di fiato lo contesterò! E' inaccettabile perché la politica deve prevalere, il ragionamento politico deve prevalere e non è possibile in questo contesto questo handicap. Non è possibile, un Sindaco di un comune di 8.000 abitanti può fare quello che vuole e nominare degli addetti. Siamo nettamente contrari a questa legge, tanto dovremmo affrontarlo, a meno che non si chiudano le Regioni. Questo non avverrà, e non credo che sia questo il percorso, bisogna affrontare questa problematica.
Nello stesso tempo, attenzione, c'è una cosa in termini politici di una gravità inaudita, di fatto la Corte dei Conti attacca il ruolo del Consigliere eletto dal popolo, perché io non posso avere al mio fianco personale affidabile. Addirittura i lavoratori vanno a perdere sulla pensione, perché l'indennità è pensionabile. Magari ci sono lavoratori che hanno scelto di lavorare nei gruppi anche per questo motivo, 100 o 300 euro in più alla fine dell'attività lavorativa permettono una pensione più dignitosa, in quanto hanno svolto un'attività diversa, alcuni hanno svolto prestazioni ordinarie, altri hanno lavorato a fianco del Consigliere durante la sua permanenza in Consiglio regionale e questo vale anche per le segreterie degli Assessori. Magari i lavoratori hanno dato una disponibilità maggiore per la presenza in ufficio, per stare a fianco delle cariche politiche, e adesso questo svanisce nel nulla.
Da ex sindacalista mi vergogno di questo provvedimento, anche se certi sindacalisti, non dico il sindacato, propendono per questa ipotesi, ma andiamo a vedere perché lo fanno, magari ci sono delle indennità corpose per svolgere un determinato lavoro.
Credo che questo sia il problema di fondo. Pensavo che questo Consiglio avesse ragionato su un impegno politico diverso, ad esempio la maggioranza e la minoranza possono andare a Roma a chiedere un urgente provvedimento al Ministero, un emendamento a qualche legge da approvare per correggere questa discrasia. Facciamo ridere i polli con questo atto perché nelle Regioni i Consiglieri e gli Assessori non possono avere il personale per poter lavorare dato che la Corte dei Conti l’ha scritto da quattro anni.
Questo è il ragionamento, caro Assessore, lei lo sa, gliel’ho già detto precedentemente, lei pensa che uno stia per affogare e quindi interviene, ma chi interviene? Interviene chi fa le buste paga per togliere i soldi ai lavoratori, e chi le fa le buste paga? Le fa qualcuno all’interno della Regione.
Questo doveva essere il provvedimento, lasciare le cose così come stanno e correre a Roma per fare un emendamento per istituire nelle Regioni e nelle Giunte questo ruolo. Ci volevano due, tre, quattro mesi? Dal 2016 siamo arrivati quasi al 2020, sono passati 4 anni, c'era tempo! C’erano Governi diversi, c’erano tante cose da fare, alla fine a forza di tirare la corda il cappio si comincia a stringere.
Credo che questa impostazione sia sbagliata perché c’è un problema politico che riguarda il ruolo del Consigliere, che è stato eletto e che non conta più niente anche nel rapporto con la Corte dei Conti, rapporto che negli ultimi tempi è sempre stato tenuto dai dirigenti, non dalla politica. La prima volta che ho partecipato alla relazione per la parifica ho visto, appena finita la relazione, i dirigenti correre per andare a salutare il Presidente della Corte dei Conti, nemmeno l'Assessore è andato con quella velocità, ma di cosa stiamo parlando? Siamo seri!
Di errori ne sono stati fatti tanti e si usa la strada peggiore per risolverli, la strada peggiore per i lavoratori. Inaccettabile! Sono matematicamente sicuro di questa cosa, bastava scrivere, come per il Sindaco, come per il Presidente della Provincia, che nelle Regioni ci sono le stesse figure professionali. Questa era la cosa da fare, con un po’ di buonsenso.
Manifestiamo un forte dissenso su questa impostazione, perché ci sembra un ulteriore attacco al ruolo istituzionale del Consigliere eletto dal popolo. Questo mi dà fastidio enormemente, mi dà fastidio anche e soprattutto per quello che ho fatto in 35 anni di lavoro. Ci sono dei lavoratori che auspicavano di avere qualcosa anche in più nella pensione, e rimarco questo aspetto, e con questo provvedimento svanisce questa possibilità. Dopo mi si dice: “Si faranno dei correttivi sulla busta paga”, perché parliamo tecnicamente, ma quali correttivi? C’è una normativa che riguarda la busta paga, o stai sul primo rigo e ti aspetta la pensione, altrimenti non c'è trippa per gatti. Stiamo scherzando? Si possono manomettere le buste paga? Ma che film abbiamo visto? Non voglio nemmeno sentire queste voci all'interno di questa discussione.
Credo alla sensibilità dell'Assessore e lo invito per l'ennesima volta a ritirare questo provvedimento, ad andare immediatamente a Roma per modificare questa legge, altrimenti è un provvedimento contro i lavoratori, non c'è nessuno che me lo può spiegare in termini diversi, ed è grave questo provvedimento.
Fra l’altro, voi presi dalla frenesia, dalla volontà di velocizzare, presi dai tempi che dite ristretti, ricattate, perché in certi ragionamenti c'è anche una parte di ricatto: “Altrimenti si recupereranno i soldi”, “Lo dobbiamo fare per i lavoratori”, ma cosa sento dire? Dobbiamo non togliere i soldi ai lavoratori, questo si deve fare, non togliere i soldi!
Abbiamo una impostazione politica diversa, mi rendo conto, caro Assessore Cesetti, che lei non la condivide, è diametralmente opposta. Questo è il dato di fatto. Bisogna che ce lo diciamo. Non condivido la sua impostazione, lei non condivide la mia, per risolvere questo problema io penso ad un altro percorso, è talmente evidente la cosa: in quattro anni che lei è stato seduto lì, in quel posto, nella Giunta, si poteva risolvere questo problema.
La Corte dei Conti non l’ha scritto l'anno scorso, l’ha scritto prima, a questo fatto ci tengo in modo particolare, perché ci credo, e si può anche sentire dall'intervento che ho fatto.
Sono matematicamente convinto di questa cosa, mi dispiace che un Assessore esperto come lei usi la scorciatoia per risolvere questo problema, questo da lei non me lo sarei aspettato politicamente, glielo dico con tutto il cuore perché non è nella sua storia, non è nel suo essere, non è nella sua indole, fa una cosa che lei pensa che non sia giusta, questa è la verità!
Lei deve ammettere che è arrivato lungo, come si dice, è arrivato alla fine quest’anno, è uno degli ultimi bilanci che deve essere parificato, allora bisogna dare ragione alla Corte dei Conti, invece il buonsenso suggeriva di andare dal Ministro incaricato e presentare un piccolo emendamento con il quale modificare la legge. Questo era il percorso da fare ed era il percorso del buonsenso. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Grazie Presidente. Proverò a recuperare un po’ il tempo utilizzato dall’appassionato intervento del compagno Zaffiri, che non condivido, sebbene sia palese la sua buona fede e la volontà di tutelare i lavoratori, però separerei, compagno Zaffiri, la tutela dei lavoratori da questo provvedimento, anche per il rischio di confusione o peggio di subalternità del potere legislativo al potere giudiziario, su cui poi dirò qualcosa.
Credo che tuteliamo i lavoratori, colleghi, se evitiamo loro dei rischi palesi, e dall'approfondimento, di cui nessuno può dubitare, dell'Assessore Cesetti, oggi abbiamo dei rischi palesi, dall'11 luglio, non solamente per il fatto che emerge nel nostro caso una giurisprudenza conclamata rispetto al fatto che il superamento delle indennità può portare alla loro cessazione, ma pure, e lo dico a tutti, anche ai dipendenti, esiste una giurisprudenza sulla restituzione, emerge giurisprudenza dalla sentenza della Corte Costituzionale nel caso campano, e sulla stampa di Ascoli Piceno un articolo di qualche giorno fa riportava che è stata fatta dal settore affari generali della Provincia una determinata per recuperare i fondi delle indennità date ai dirigenti, tra il 1996 e il 2017, verranno accantonate per restituire queste somme a valere, evidentemente, sul personale che ha, secondo l'orientamento della giurisprudenza, indirettamente preso queste somme. Che cosa vuol dire? Se tu sei una persona che ha preso un’indennità eccessiva e sei ancora dipendente di quella pubblica amministrazione ti viene scalato dallo stipendio. Ci è chiaro a tutti? Se non sei più in quell'amministrazione, perché, ad esempio, sei un assistente di un Consigliere esterno e stai in un altro ufficio, si va a valere sul fondo di tutti i dipendenti di quell'amministrazione, anche di chi non era personale dei gruppi, è giusta questa cosa? Direi di no.
Credo che sia opportuno intervenire, però sono d'accordo con il Consigliere Carloni, rispetto al fatto che questa specifica vicenda noi la facciamo per una tutela dei lavoratori, non perché siamo subalterni ad altri. Guardate, questa è una spirale molto pericolosa che non si è aperta oggi, ma da alcuni anni nel nostro Paese rispetto al potere giudiziario e rispetto alla stampa. Le istituzioni e la politica, come giustamente dovrebbe essere, devono essere rispettate perché io ho pieno rispetto della Magistratura e pieno rispetto degli organi di stampa, ma una cosa è il rispetto un'altra cosa è la subalternità. Cosa vuol dire subalternità? Significa che quando un potere diverso da quello legislativo ti dice una cosa che tu non condividi, tu la fai lo stesso. Vedi il titolo sulla stampa, hai paura, e metti in campo un provvedimento che non condividi e lo fai perché te lo dice qualcun altro, perché te lo dice l’opinione pubblica, perché te lo dice un altro potere dello Stato. Attenzione a queste cose.
Voterò questa proposta di legge perché credo che sia giusta non perché me lo dicono altri, questo è un invito che mi piacerebbe tramandare ai posteri perché questa è una stagione pericolosa per il nostro Paese, non è pericolosa solamente per noi, lo è anche per gli altri, anche per il potere giudiziario e per la stampa perché si crea un corto circuito.
C'è un altro ordine di motivo per cui ritengo che questo provvedimento sia giusto, personalmente sono contrario al concetto di onnicomprensività, perché, come diceva don Milani, non si fanno parti uguali tra diseguali. Indipendentemente dall'aspetto formale legato alla contrattazione nazionale, legato alla contrattazione decentrata, chi dà più produttività deve avere un'indennità diversa da chi ne dà meno, se una persona fa gli straordinari ed un’altra non li fa, non possono essere trattate nello stesso modo, se due persone che hanno il medesimo contratto si applicano e producono risultati diversi, devono poter essere trattate diversamente dal punto di vista economico. Non solo non ci vedo niente di male, ma ritengo che sia un principio di giustizia, non solo di giustizia esterna verso gli altri, verso la collettività, ma anche di giustizia all'interno dei dipendenti, altrimenti si determina un sentimento sbagliato tra di loro, e sappiamo che c'è questo sentimento, basta fare un giro per i corridoi, per cui è assolutamente opportuno che a tutti i livelli della nostra amministrazione non si facciano parti eguali tra diseguali.
Concludo, così ho recuperato il tempo, con un argomento che mi riguarda personalmente, me la consentirete, all'inizio di questa legislatura, quando ero capogruppo del Partito Democratico mi trovai ad applicare la norma dell’omnicomprensività alla luce di una delibera, secondo me, piuttosto chiara dell'Ufficio di Presidenza, noi non facemmo parti uguali tra diseguali, chiedemmo a tutti i dipendenti del gruppo una disponibilità a fare straordinari e sulla base di quella abbiamo erogato in maniera diversa, dunque non omnicomprensiva, le indennità suppletive, non per punire qualcuno, ma per rispettare la legge, cosa come mi pare venga conclamata dall'orientamento della giurisprudenza e da questa norma che oggi approviamo. Questo lo dico non perché m'interessa dire quanto siamo stati bravi, ma all'epoca ci furono diverse critiche sia tra il personale, che era abituato ad altri trattamenti, che da parte di alcuni colleghi.
Credo che sia opportuno ricordare a tutti noi che abbiamo l'onore di avere in questa fase della nostra vita un alto ed in portante ufficio a cui siamo stati chiamati dagli elettori marchigiani, ma anche ai dipendenti che hanno l'onore di servire la pubblica amministrazione in questa istituzione, non si può scadere nell'idea di essere dei privilegiati, ma soprattutto di essere al di sopra della legge, per cui sarebbe opportuno, sempre, guardare le norme, cercare di capirle, interpretarle e rispettarle.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Cesetti.

Fabrizio CESETTI. La replica è necessaria per chiarire alcuni punti.
Rispondo subito al Consigliere Carloni ed al Consigliere Busilacchi che forse, ma questo ci sta, non hanno ascoltato completamente il mio intervento.
Consigliere Carloni, ho detto che noi interveniamo perché innanzitutto è giusto farlo, per dare certezza, e lo dico anche al Consigliere Busilacchi, non ho fatto questa proposta di legge - tra l'altro sono in ottima compagnia perché insieme a me l’hanno presentata il Presidente del Consiglio, l'Ufficio di Presidenza ed i capigruppo, questo dovrebbe sgombrare il campo da qualsiasi dubbio, se vogliamo - sotto dettatura di qualcuno o perché siamo subalterni ad altri, ma scherziamo? Noi non siamo subalterni a nessuno, figuriamoci se mi sento subalterno a qualcuno, però mi sento pienamente soggetto alla legge regionale, soggetto alla legge nazionale e innanzitutto soggetto alla Costituzione ed ai principi in essa affermati, tra i quali: la separazione dei poteri, i principi che regolano l'attività della pubblica amministrazione, la legittimità degli atti, l’imparzialità, l’economicità, il rispetto per quel che mi riguarda, del così detto pareggio di bilancio. Mi sento soggetto alla Costituzione innanzitutto e sentirci soggetti alla Costituzione, credetemi, è una cosa gratificante, una cosa grande, se vogliamo, perché se si ha la consapevolezza di essere soggetti si rispetta quella norma come un’indicazione, come una filosofia di vita nell'agire nella pubblica amministrazione e questo ci rende forti, ci rende inattaccabili sotto tutti i profili perché rispettare i principi della Costituzione, per un amministratore, per un politico, è tutto e dà la forza, fa dormire bene, fa alzare meglio, si affronta meglio la giornata e le azioni. Questo è, nient'altro!
Su questo voglio dire anche al Consigliere Zaffiri che, credo, noi dovremmo portare rispetto alla Corte dei Conti in base a quel principio della separazione dei poteri, perché la Corte dei Conti non si è auto-investita, è la legge, è la Costituzione che le attribuisce il dovere prima ed il potere dopo, di giudicare il nostro operato, in primo luogo, il bilancio regionale attraverso il giudizio di parifica che si svolge con le forme del contenzioso. La Corte dei Conti non fa altro che applicare la legge e lo fa con rigore, per noi, questa è garanzia. Questo ha fatto e quelle considerazioni sono state riconosciute tali dalla Corte Costituzionale, quindi, ecco, per quella concezione alta di soggezione che ho nei confronti della Costituzione, è mio dovere, in qualità di Assessore al bilancio, che ha la responsabilità del giudizio di parifica, per difendere le prerogative, ma la stessa dignità dell’istituzione Regione, che ha la responsabilità del personale e dell’organizzazione, consapevole di come le vicende del personale si ripercuotano sull'organizzazione e non c'è una buona amministrazione se non c'è buona organizzazione, di adeguarmi alla legge perché quando la Corte Costituzionale dichiara illegittima una norma, quella pronunzia è la forza di legge, questo è ed è giusto.
Il Consigliere Zaffiri non mi può dire che sono arrivato col fiato corto o con l'acqua alla gola, non è così, perché convinto delle ragioni, diciamo, dell'organizzazione regionale ho resistito a quelle obiezioni, due anni fa di fronte a quell'eccezione ho resistito dicendo che erano norme organizzative rispetto alle quali avevamo possibilità di legiferare, e in quell'occasione la Corte mi ha dato ragione, poi c'è tornata sopra e alla fine si è pronunziata la Corte Costituzionale, che le ha dato ragione ed io di fronte a questo mi sento soggetto e devo agire di conseguenza, perché non c'è bisogno di attendere che sia la Corte Costituzionale ad abrogare una mia norma, ho il dovere di farlo io, di proporlo, abbiamo il dovere di farlo noi se la Corte già si è pronunziata e non mi si può dire che dovevo farlo prima, è contro l'evidenza dei fatti, perché l'unica pronunzia della Corte, l'ultima, è del 19 giugno 2019. Consigliere Zaffiri deve studiare, non solo fare propaganda, deve studiare, c'è bisogno di studiare in questo nostro Paese e di conoscere, altrimenti non sappiamo di cosa parliamo.
Il Consigliere Zaffiri sa che lo apprezzo e lo stimo anche sotto l'aspetto personale, questo lo sa, quando si converte alla propaganda precipita nel Medioevo, sembra di stare alle rievocazioni storiche di Offagna, lui è molto legato a quella realtà, una volta ha chiesto anche i contributi per quella manifestazione stupenda, in cui si sente proiettato.
Voi fate il Governo con questi, ma questi sono così, sono quelli che hanno nascosto 49 milioni di euro e non si sa dove siano, e li restituiscono in non si sa quante rate e poi criticano la Corte dei Conti che fa il proprio mestiere e si rivolgono in modo sprezzante al Procuratore regionale che fa il suo lavoro. Questo dal Consigliere Zaffiri non me lo sarei aspettato, e di questo ne dobbiamo tener conto. Tra l'altro in quello che dice il Consigliere Zaffiri, avreste dovuto apprezzare quello che è stato fatto, ripeto, non da me, che è il mio dovere, ma dal Presidente, dall'Ufficio di Presidenza e dai capigruppo, avreste dovuto apprezzarlo a tutela della dignità, della Regione e del personale dipendente, perché in quello che dice il Consigliere Zaffiri c’è una contraddizione in re ipsa perché dice che saremmo dovuti andare a Roma, che è quello che diciamo noi, per una normativa nazionale, perché un “Sindachetto”, l'ha definito lui, ha una norma e la Regione no. Il Consigliere Zaffiri ha ragione, dice quello che dico io, che ho detto io, ma dicendolo lui riconosce che la Regione non può legiferare in siffatta materia, come lo riconosco io e come l’ha detto la Corte, se non lo può fare, deve avere il coraggio, la dignità e la forza di abrogare quella norma, perché così facendo l'istituzione tutela sè stessa, è inutile perseverare. Perché sottoporsi a un giudizio, sapendo che sarà negativo? Capisco che la propaganda ha bisogno di qualche tratto autolesionista, altrimenti non è efficace, deve trasudare autolesionismo, pena, questo fa il Consigliere Zaffiri, che sostanzialmente è un attore che cerca di superare, scusate, ma mi lascio andare in questo modo, se vogliamo, per sdrammatizzare, perché io non drammatizzo mai, figuriamoci se ho drammatizzato sulle cose giuste.
Prima il Consigliere Carloni, che apprezzo molto, ma come tanti, mi ha detto, e lo voglio ringraziare per questo, che addirittura si è premurato, a dimostrazione della sua diligenza, di richiedere un parere legale su questa materia e mi ha detto che il parere sostanzialmente riporta quello che dicevo io. Ecco, queste sono le ragioni, quindi non ho proposto un atto perché qualcuno me lo ha dettato, ma scherziamo, l'ho proposto perché era giusto farlo e quindi l’ho fatto, tutto qui Consigliere Zaffiri.

PRESIDENTE. Ha la parola, per fatto personale, il Consigliere Carloni.

Mirco CARLONI. Rispondo per fatto personale all'Assessore Cesetti.
Nel mio intervento ho detto, se lei lo ha inteso nella sua integrità, che è quanto mai auspicabile l'intervento del legislatore che chiarisca questa normativa e questa disciplina, gliel’ho detto anche in privato perché mi sono documentato ed ho chiesto ad un esperto di magistratura contabile un conforto su questa materia e uno studio, però, Assessore, voglio anche che non si dimentichi che il giudizio di parifica è il momento di congiunzione tra il potere di controllo e la funzione giurisdizionale della Corte e queste due funzioni sono a garanzia e a protezione di quale interesse costituzionale? Dell'interesse della finanza pubblica.
Nel mio intervento ho detto che noi qua dentro abbiamo un altro scopo, che è quello di rappresentare la democrazia e gli interessi diffusi, quindi quello che non contesto è nel merito, lei ha ragione e gliel’ho già detto in privato e pubblicamente che voterò questa legge, quello che le contesto è la forma, che non è la sua, ma lei rappresenta il cuspide di un ragionamento molto più profondo. Lei ha detto nel suo intervento che bisogna adeguarsi alla legge, in realtà, Assessore, lo dico a tutti i Consiglieri, il principio è giusto, noi dobbiamo nei nostri comportamenti adeguarci alla legge, però, signori, vi voglio ricordare, e lo ricordo a me stesso, che noi 30 oltre ad adeguarci alla legge, come gli altri cittadini, siamo stati eletti e siamo pagati per fare la legge, questo è il ragionamento che chiedevo di fare. Dobbiamo adeguarci alla legge, ma quello che non si è capito in questa legislatura, lo dico con amarezza, è che qua dentro noi siamo legislatori.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 6. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Grazie Presidente. Sarò abbastanza breve perché credo che sia stato detto tutto e forse anche troppo, onestamente.
Provo a fare qualche riferimento anche normativo per capire, effettivamente ci siamo trovati in un cul de sac, quindi dovevamo per forza di cose uscirne.
Come avete visto ho firmato questa legge, l’ho fatto convintamente quando è nato il problema perché ho assistito anch’io l'anno scorso alla parifica ed ho capito che qualcosa doveva essere fatto.
In Ufficio di Presidenza era arrivata una sollecitazione da parte della Corte dei Conti che voleva sapere cosa stavamo facendo dopo le rassicurazioni verbali che erano state date precedentemente dall'Assessore su determinati temi, dopo che erano uscite alcune sentenze della Corte Costituzionale. Nulla era stato fatto e nel mese di marzo o aprile, c’era ancora il vecchio Segretario del Consiglio, avevamo detto, con una lettera un po' vaga, che stavamo affrontando il problema e stavamo vedendo come risolverlo, perché era chiaro, era noto a tutti, che dovevamo risolverlo.
Nel discorso che oggi è stato fatto, anche molto bello, simpatico e approfondito, ci siamo però scordati di dire che anche nel pubblico impiego esiste un testo unico a cui dobbiamo adeguarci. Non esiste soltanto il testo unico degli enti locali, il famoso decreto legislativo 267/2000, ma esiste il testo unico del pubblico impiego, il decreto legislativo 165/2001, che è molto importante, a cui si fa riferimento e vige da 18 anni, e mi auguro che quando sono state fatte le contrattazioni decentrate, perlomeno negli ultimi anni, qualcuno lo abbia letto.
Alla normativa del testo unico del pubblico impiego si fa riferimento spesso e la Corte dei Conti ci batte, non soltanto per quanto riguarda la Regione. Guardate, io non mi ascrivo tra coloro che devono aver bisogno del nemico per fare politica, a me non interessa, ho avuto l'esempio nella mia città in cui chi governava aveva bisogno del nemico, non mi ascrivo a questa categoria, Assessore Sciapichetti, sono un libero pensatore, non mi servono nemici, combatto amici e nemici ovunque essi siano ed avversari, vecchia scuola che lei conosce.
Il testo unico del pubblico impiego all'articolo 7, comma 5, stabilisce che le amministrazioni pubbliche non possono erogare trattamenti economici accessori che non corrispondono alle prestazioni effettivamente rese. Tutto qua, vige da 18 anni una norma di questo tipo, ha ragione il Consigliere Busilacchi, l’omnicomprensivo deve stare all'interno di questo concetto, non possono essere erogate risorse che non corrispondono alle prestazioni effettivamente rese. Basta, è finito il discorso, di cosa parliamo? Ho fatto l'amministratore, il Sindaco, il Presidente di Provincia, ho fatto contrattazioni decentrate a iosa e questo era un principio cardine, dopodiché ci inventavamo i passaggi relativi a: indennità di responsabilità, indennità di disagio, indennità di disponibilità, indennità di tutte queste cose, ma all'interno di una prestazione che si faceva - questo è il discorso - e che veniva certificata dal dirigente, dal responsabile di funzione, da chicchessia. Questo è un concetto basilare.
Le Regioni, caro Consigliere Carloni, si muovono all'interno di un sistema costituzionale, noi non siamo figli di un Dio maggiore, siamo figli di un Dio che è la Costituzione, dopodiché, se non esiste una norma nazionale come il decreto legislativo 267/2000 che riguarda le Province ed i Comuni, non so di chi sia la colpa, sarà un po' di tutti, vuol dire che alle Regioni stava bene, perché nella Conferenza Stato-Regioni, in 18 anni, si poteva intervenire ed ampliare il decreto legislativo con una normativa che riguardasse le Regioni. Questo discorso l’ho capito poco.
Primo, ho firmato perché ritengo giusto questo passaggio, ritengo giusto evitare quello che è successo ai lavoratori nella Provincia di Ascoli, che vanno tutelati, e credo che alla fine di questo discorso qualche lavoratore percepirà pure qualche euro in più o perlomeno saranno distribuiti in modo migliore. Voglio evitare quello che è successo nella mia Provincia, per quanto riguarda i dirigenti, io ero Presidente all'epoca, quando vennero gli ispettori del Mef e quando venne la Corte dei Conti a fare dei rilievi su un contratto decentrato – fortunatamente non l'avevo firmato io, ma i miei predecessori, neppure l'Assessore Cesetti c'entrava nulla - era palese un discorso di questo tipo, com'è palese, ad esempio, che stanno recuperando le risorse, i soldi dei gettoni di presenza erogati e non dovuti per quanto riguarda la Conferenza dei capigruppo. Vige anche questa regola, non scritta, ma la Corte dei Conti la interpreta in questo modo, i gettoni che sono stati pagati per la presenza dei Consiglieri provinciali nella Conferenza dei capigruppo non erano dovuti, per cui adesso stanno facendo il ricalcolo e stanno richiedendo indietro quelle somme, sono regole a cui ci dobbiamo attenere.
Se la politica è debole non dobbiamo prendercela con la Corte dei Conti, se in questo momento è debole lo è stata anche nei 18 anni in cui non è riuscita ad inserirsi all'interno del testo unico degli enti locali. Quindi, c’è da chiarire anche questa cosa. Facciamo questa legge per subalternità? No, assolutamente! Perché abbiamo paura dell'uomo cattivo? Non è così, perché vogliamo tutelare, come abbiamo detto, chi giustamente ha lavorato ed ha percepito e che quindi non dovrà dare nulla. Vogliamo dare ai dipendenti sicurezza da qui in futuro, vogliamo introdurre un sistema, non dico di meritocrazia, ma che ci riporti al comma 5 dell'articolo 7 e al decreto legislativo 165/2001 che prevede per quello che fa il dipendente un contributo, un incentivo anche all'efficienza, a chi vuol fare. Se nella pubblica amministrazione, ragazzi, qualcosa non funziona è anche perché, come diceva il Consigliere Busilacchi, sono state fatti parti uguali tra disuguali, questo è il discorso, se vogliamo introdurre un incentivo, se vogliamo l'efficienza della pubblica amministrazione dobbiamo lavorare anche in questo modo. Quindi, occorre individuare un monte di risorse da distribuire a seconda di chi è più disponibile, di chi lavora di più, non tutti naturalmente possono essere disponibili, hanno impegni familiari, impegni di lavoro, impegni diversi, a nessuno possiamo chiedere di stare qui 10/15 ore al giorno, ma c'è anche qualcuno che lo può fare. Ritorniamo a questo schema molto importante della pubblica amministrazione, che si avvicina molto di più al privato, questo è il concetto, ne parliamo sempre, dobbiamo efficientare la pubblica amministrazione come fanno i privati, con gli incentivi e altro. Questo è il discorso, auspico addirittura uno spoils system per quando riguarda i dirigenti, non me ne vogliano, perché quando c'è un'amministrazione efficiente i contratti obiettivi vanno pagati benissimo perché hanno delle grandi responsabilità, però qualora accedono agli obiettivi, quindi ai contratti a tempo determinato e poi si torna a quello che facevano prima.
Questo è importante, dobbiamo adeguarci anche a questo nuovo spirito che dovrà entrare nella pubblica amministrazione.
Nessuna paura della Corte dei Conti, personalmente ci ho battagliato sempre, addirittura ho sforato deliberatamente anche il patto di stabilità quando non volevano riconoscere la nuova Provincia e sono andato ad un confronto molto serrato e duro, poi alla fine l’ho spuntata, quindi non è questo il problema. Il problema è il rispetto degli organi giurisdizionali e naturalmente la tutela di coloro che potrebbero essere chiamati, in un momento di grande difficoltà economica, come quello che stiamo vivendo, a risarcire delle somme che hanno percepito legittimamente perché c'era un contratto e probabilmente chi l'aveva stipulato non aveva guardato bene quelle che erano le normative vigenti a partire dal 2001, ripeto, da 18 anni a questa parte. Quindi dichiaro il mio voto favorevole.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Grazie Presidente. Dico subito la cosa più importante, sennò alla fine me la dimentico, chiedo la votazione per appello nominale.
La considerazione politica non entra in nessun modo nel merito della questione, che mi sembra sia stata sviscerata come in un tribunale e con toni tribunalizi, giusto che fosse così su una riflessione che si apre, Presidente, sulla subalternità ad organi esterni a questo Consiglio regionale. Vogliamo fare l'elenco? Vogliamo dire che abbiamo avuto sedute accese sulla questione della preferenza di genere, con esempi da tutte le Regioni, poi il Piemonte ha votato e mi sembra che non sia successo niente di niente senza la preferenza di genere. Vogliamo parlare dei punti all'ordine del giorno di oggi? Abbiamo una modifica di legge ed io ho delle difficoltà perché nel pomeriggio devo intervenire in radio per far conoscere quello che abbiamo deliberato in Consiglio regionale, dovrei dire che abbiamo cambiato la parola “cani” con “animali d'affezione”, oppure sui cimiteri dobbiamo riportare “terzo settore” e non “volontariato”. Questioni di grandissima sostanza, e avanti di questo passo. Abbiamo fatto leggi per modificare l'indicazione di “servizio d'ordine” con “assistenza all'ordine”, queste sono le cose per le quali in maniera subordinata siamo costretti a ricevere indicazioni di tutti i tipi, anche minacce, perché qui arriviamo alle minacce sull'ordine pubblico, sull'applicazione, come se questo non fosse un organo legislativo sovrano che nella sua indipendenza ha sopra solo la Corte Costituzionale. Anche il Parlamento se vuole dirci qualche cosa è costretto a farlo attraverso delle sollecitazioni, delle minacce al ricorso al quale potremmo tranquillamente andare incontro.
Credo che su questa vicenda, Assessore Cesetti, o siamo autonomi e liberi, oppure non lo siamo, come per tutte le altre in cui invochiamo la necessità dell'intervento, dell'adeguamento legislativo, dell'aggiustamento, sennò ci fanno ricorso alla Corte Costituzionale, addirittura ci denunciano, ci portano personalmente di fronte ai tribunali per il mancato adeguamento delle leggi.
Quindi, con un pizzico di orgoglio per quello che rimane della democrazia formale e rappresentativa in questo Paese, credo che dovremmo essere coerenti su questa linea e dircela sempre tutta, oltre a votare questa legge, voterò, ahimè, tutte le altre, sui cani, sui volontari, su caccia e pesca, sugli scogli, sulle cozze, sui mitili bivalvi, eccetera.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Urbinati.

Fabio URBINATI. Grazie Presidente. Innanzitutto vorrei ringraziare l'Assessore Cesetti, nella sua qualità di Consigliere, perché questo è stato il suo ruolo in questo percorso, soprattutto vorrei ringraziare i firmatari e chi approverà questo provvedimento di legge.
Questo è un argomento che, come Presidente del gruppo più numeroso che questa Regione abbia mai avuto, ho approfondito diverse volte. Come sapete, e mi rivolgo ai Presidenti dei gruppi, su noi Presidenti grava una responsabilità non indifferente che riguarda la gestione del personale: siamo noi a firmare i permessi, siamo noi a firmare quelle procedure che solitamente avvengono in una società di diritto privato ed anche qui, credo, che in futuro la legge dovrà fare una chiarezza, un può più pregnante rispetto a quella che c'è oggi.
Siamo un soggetto pubblico che si muove come un privato, che paga i propri dipendenti, abbiamo abolito il finanziamento dei partiti, che prima si finanziavano con fondi pubblici, quindi, capite che ci potrebbero essere dei cortocircuiti giuridici non indifferenti e quando la Corte solleva, come in questo caso, una prerogativa costituzionale, credo che sia nostro dovere adeguarci perché è anche vero quello che ha detto il Consigliere Carloni: noi siamo dei legislatori, ma spesso ci sono delle leggi sovraordinate ed alcuni nostri provvedimenti vengono impugnati dal Governo. L'abbiamo visto per gli inceneritori, è successo con un Governo ambientalista che ci ha impugnato una legge contro gli inceneritori, che noi avevamo approvato in un'ottica ambientalista.
Queste sono questioni che ci riguardano molto da vicino, occorre il senso di responsabilità di tutti, mi rivolgo al Consigliere Zaffiri, ci sentiamo vicini ai nostri lavoratori, io mi sento molto vicino ai lavoratori del mio gruppo, degli altri gruppi, e mi sento anche molto vicino ai lavoratori privati, come sappiamo questa Regione sta vivendo tantissime vertenze negative, purtroppo.
Ringrazio nuovamente il Consigliere Cesetti e tutti coloro che in questi giorni, in queste settimane, hanno lavorato su questo provvedimento, che spero vivamente possa servire per avere la parifica del bilancio da parte della Corte. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Rapa.

Boris RAPA. Grazie Presidente. Solo per dichiarare il voto favorevole del gruppo Uniti per le Marche a questa proposta di legge che ha visto un percorso condiviso anche con i sindacati, che guarda soprattutto alla tutela del personale dipendente, come è stato già sottolineato sia dall’Assessore che dai vari interventi. Penso che sia la strada migliore che si possa percorre in questa situazione, per cui voteremo favorevolmente questa proposta di legge.

Proposta di legge n. 293. La pongo in votazione per appello nominale.
Favorevoli: Biancani, Bora, Busilacchi, Carloni, Casini, Celani, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Marcozzi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Pergolesi, Pieroni, Rapa, Sciapichetti, Traversini, Urbinati.
Contrari: Malaigia, Zaffiri, Zura Puntaroni.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Comunicazioni ai sensi del comma 4 dell'articolo 55 Regolamento interno

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Grazie, Presidente. Mi scuso con tutti se divago un attimo, ma adesso ho appreso una notizia che è uscita su un quotidiano online che se fosse confermata sarebbe gravissima, ossia che il Governo nazionale per evitare la procedura di infrazione sta facendo una manovra per tagliare l'89% dei fondi a sostegno della ricostruzione post terremoto, oltre ai 4 miliardi per la scuola, 3,3 miliardi per il soccorso civile, 340 milioni per la protezione civile.
Mi auguro ovviamente che questa notizia sia smentita, però approfitto della presenza di tutti i 30 Consiglieri per chiedere di attivarsi presso i loro contatti nazionali per verificare questa cosa che se fosse confermata sarebbe di una gravità inaudita. Grazie.

PRESIDENTE. Speriamo che sia una voce falsa e che non sia confermata, altrimenti sarebbe molto grave.

Proposta di legge n. 260
ad iniziativa dei Consiglieri Mastrovincenzo, Minardi, Rapa, Celani, Carloni
“Istituzione del Parlamento degli studenti della regione Marche”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 260 dei Consiglieri Mastrovincenzo, Minardi, Rapa, Celani, Carloni.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Minardi.

Renato Claudio MINARDI. Grazie Presidente. Illustro come relatore di maggioranza la proposta di legge n. 260, che porta la firma di tutto l'Ufficio di Presidenza: del Presidente Mastrovincenzo, la mia, del Vicepresidente Celani e dei Consiglieri Segretari Rapa e Carloni.
La proposta di legge ha come obiettivo quello di istituire il Parlamento degli studenti, tenendo conto che per studenti intendiamo i ragazzi che frequentano la scuola media superiore, di avvicinare le giovani generazioni al mondo della politica attraverso il loro coinvolgimento attivo al metodo democratico della formazione delle decisioni che riguardano la collettività ed il bene comune.
Tutti abbiamo consapevolezza che le giovani generazioni si allontanano sempre di più dal mondo della politica e dalle istituzioni, c'è bisogno - abbiamo anche parlato del tema dell'educazione civica - di avvicinare i giovani alla cittadinanza attiva, ai luoghi dove si prendono decisioni che di solito riguardano il bene comune, la comunità, si fanno scelte di carattere generale per il bene della comunità intera.
Ritengo che questo sia importante proprio perché c'è questo crescente divario tra coloro che sono governati e coloro che hanno il diritto di essere presenti sulle problematiche pubbliche, quindi è necessario cercare di eliminare quella disaffezione che è sempre più crescente.
Il Parlamento degli studenti riguarda i ragazzi delle scuole medie di secondo grado, è composto da 30 membri eletti, poi entrerò nel merito della composizione.
La proposta di legge è composta di 10 articoli ed ha come obiettivo quello di attivare sempre di più la cittadinanza attiva dei giovani, promuovere la loro partecipazione alla vita pubblica, per questo la Regione intende promuovere un'ampia partecipazione dei giovani studenti alla vita democratica ed istituzionale e questo deve servire anche a favorire i processi di crescita, nel senso di responsabilità individuale, ovvero una assunzione di responsabilità da parte dei giovani.
L'articolo 2 istituisce il Parlamento degli studenti presso l'Assemblea legislativa regionale, quindi avrà come punto di riferimento il Consiglio regionale delle Marche.
Il Parlamento è un organismo di rappresentanza democratica - poi dirò come viene eletto - unitaria a livello regionale e si occuperà in particolare delle istanze e delle problematiche del mondo giovanile, con particolare attenzione ai temi dell'Europa, della legalità, delle pari opportunità, della solidarietà, dei diritti umani, dell'educazione alla cittadinanza e poi, su scelta della Commissione, abbiamo inserito in I Commissione anche i temi dell'edilizia scolastica, del trasporto pubblico locale, degli spazi di aggregazione e del diritto allo studio.
Nell'ambito della propria attività istituzionale i componenti del Parlamento degli studenti non potranno fare propaganda per partiti, movimenti o associazioni politiche. Come ho detto prima, il Parlamento degli studenti è composto da 30 membri eletti dalle consulte studentesche provinciali - non tra i componenti delle consulte studentesche – in rappresentanza della popolazione scolastica di ogni provincia e la ripartizione dei 30 seggi è effettuata in modo proporzionale alla popolazione studentesca di ciascuna provincia. Quando un componente cessa dalla carica viene surrogato dal primo dei non eletti appartenente alla stessa provincia.
Il Parlamento degli studenti tiene la prima seduta entro trenta giorni dall’avvenuta elezione. La Presidenza provvisoria è assunta dallo studente che ha ottenuto il maggior numero di voti, la partecipazione ai lavori del Parlamento degli studenti non comporta la corresponsione di indennità o gettoni di presenza, ma solo eventuali rimborsi delle spese di viaggio, si riunisce almeno una volta ogni 3 mesi ed approva a maggioranza assoluta dei suoi componenti un regolamento di organizzazione e funzionamento che disciplina: le modalità di elezione e le attribuzioni del Presidente e del Segretario; la convocazione e le modalità di svolgimento dei lavori del Parlamento degli studenti; la costituzione e il funzionamento delle Commissioni parlamentari.
Il Parlamento degli studenti formula osservazioni sugli atti all'esame dell'Assemblea legislativa regionale concernenti i giovani e il mondo della scuola. Teniamo conto che le Commissioni possono chiamare qualsiasi tipo di associazione, qualsiasi gruppo o altro in audizione, quindi, a maggior ragione, potranno chiamare anche il Parlamento degli studenti laddove si discutono temi che riguardano argomenti in discussione nel Parlamento degli studenti.
Le spese derivanti dall'attuazione di questa legge sono autorizzate per il triennio 2019, 2020, 2021, 20.000 euro per ogni anno.
Al di là del meccanismo, del funzionamento, che sono questioni più prettamente tecniche, è importante mettere in luce questi temi, in quanto viviamo in un momento storico dove la rete, i social, la fanno sempre di più da padroni e spesso e volentieri anche attraverso la rete, i social, girano informazioni non vere, messe volutamente da chi le fa circolare, quindi credo che un'assunzione di responsabilità da parte dei giovani rispetto alla vita democratica, alle regole democratiche, al convivere democratico all'interno delle istituzioni, sia rilevante, come abbiamo ribadito in una precedente seduta del Consiglio quando si è parlato, ad esempio, del recupero dell'educazione civica.
Occorre far capire ai giovani che cosa sono le istituzioni, che cos'è la vita democratica che, dal dopoguerra ad oggi, è stata una conquista, non è scontata, va alimentata giorno dopo giorno per evitare passi indietro o ritorni al passato. Quindi cercare di invitare, di invogliare i giovani alla partecipazione prima di tutto, ad una consapevolezza rispetto al loro ruolo di cittadini e all'accrescimento del senso civico individuale, credo che sia una cosa quanto mai importante.
La Regione promuove la più ampia partecipazione degli studenti alla vita democratica ed istituzionale della Regione, ecco, penso che questa opportunità possa sembrare anche una cosa simbolica, invece è concreta, nel senso che i giovani possono e debbono capire che cos'è la vita democratica, che cos’è la partecipazione, che cos’è la convivenza, che cosa sono i beni altrui, che cos'è la vita pubblica, altrimenti si fa presto (spesso e volentieri) a criticare, magari con gli insulti nella rete e alla domanda qual è la tua idea, qual è la tua proposta, spesso e volentieri non si hanno risposte o si trova il silenzio.
Concludo dicendo che questa può essere una bella occasione per l'esercizio della democrazia, anche per avvicinare i giovani alle istituzioni democratiche, alla vita pubblica, ma anche, perché no, alla vita politica.
Ho incontrato in diverse occasioni gli studenti, anche in quest'Aula quando vengono a fare visita, ho sempre detto loro: “Non abbiate paura a fare politica, non abbiate timore, non importa in quale parte politica, o quali sono le vostre idee, non importa, le idee che avete maturato sono le vostre idee e avete il diritto di farle conoscere, di rappresentarle, di alimentarle. Partecipate, fate politica non abbiate paura perché fare politica è una scelta ed è anche bello, ti mette nelle condizioni di affrontare i problemi della comunità, che non sono solo i tuoi personali o della tua famiglia, ma della collettività e in questo modo siete in grado di elaborare idee, di elaborare proposte, di elaborare progetti, facendo in modo che queste idee, proposte e progetti possano diventare di dominio pubblico, possano diventare patrimonio collettivo, possano diventare un'occasione per fare del bene alla comunità o per migliorarla complessivamente”. Questo è quello che di solito dico ai ragazzi ed alle ragazze, agli studenti che incontro in questa sede.
Credo che sia quanto mai utile che possano avvicinarsi alle istituzioni, alla vita politica, anche ai partiti, perché no, a prescindere da quali, perché la scelta deve essere libera ed anche molto personale, e deve essere un'occasione per accrescere il senso civico, la cittadinanza attiva, la volontà di partecipare e se ci sarà un aumento del senso civico e della partecipazione alla vita pubblica credo che avremmo fatto del bene a tutta la nostra comunità. Grazie.

Presidenza del Vicepresidente
Piero Celani

PRESIDENTE. Ha la parola la relatrice di minoranza Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Un'importante proposta di legge che andiamo ad approvare, che prevede l'istituzione del Parlamento degli studenti della Regione Marche, importante perché promuove da un lato, come ha già detto il Vicepresidente Minardi, la più ampia partecipazione democratica ed istituzionale degli studenti nella Regione Marche, dall'altro il senso di appartenenza alla comunità regionale, nazionale, internazionale ed europea. Una proposta di legge rilevante in questo senso. Ecco, dunque, che iniziative come quella al centro di questa proposta di legge, con l'istituzione del Parlamento degli studenti della Regione Marche, assume un enorme valore.
Proprio dai giovani bisogna ripartire per ricucire lo strappo, giovani che non possono muovere autonomamente i propri passi nell'iter amministrativo e gestionale.
L’istituzione, dunque, deve essere anche un monito alla politica per riconquistare quel ruolo di centralità e di esempio agli occhi dei cittadini. Siamo stati scelti per rappresentare, siamo proiezione dei cittadini, siamo portavoce della collettività. Ci è stato dato il mandato di gestire la cosa pubblica, la vita pubblica, fatta di sanità, di scuola, di emergenza, di sicurezza, di sociale, di istruzione, di economia, di produttività, di tutela delle classi sociali a partire dalle più disagiate, di lavoro, di occupazione, in primis quella giovanile.
Bene dunque il coinvolgimento degli studenti nella vita politica regionale, e questa proposta di legge che istituisce il Parlamento degli studenti nella Regione Marche, dei giovani, potrebbe diventare il lato bello e sano di una politica che deve rinascere, di un senso civico e di un'appartenenza a una comunità che viaggia tutta nella stessa direzione, rispetto ad una società nauseata dalle guerre politiche, insomma, stiamo dando vita ad una proiezione di ciò che bisognerebbe tornare ad essere, con un dovere civico e politico da recuperare.
Il nuovo Parlamento sia da esempio, non mera protesi di facciata, se così sarà avremmo fatto un importante passo verso la riscoperta di una virtuosa gestione della res pubblica proprio grazie ai giovani.

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Grazie Presidente. E’ facile plaudere a questa iniziativa che, come diceva il Consigliere Minardi, avvicina un mondo apparentemente lontano.
La vera questione non è solo quella di indicare e di dare un'opportunità. Concretamente l'opportunità va data da questa istituzione regionale che in assoluto è quella meno sentita dalle popolazioni, quella nazionale è sentita anche se i giovani non hanno idea di cosa sia un Parlamento, hanno idea di cosa siano le esternazioni dei leader che tutti giorni, più volte al giorno, ci bombardano con le loro affermazioni, smentite dopo due ore da qualcun altro dello stesso partito, dello stesso Governo, della stessa minoranza, e avanti così ormai da anni in un teatrino decisamente poco affascinante.
La Regione è sicuramente più debole del Comune da questo punto vista, lo abbiamo detto ragionando sul precedente punto all'ordine del giorno, data la confusione che regna, la difficoltà sul piano legislativo, l’autonomia che c'è, ma non c'è, perché veniamo minacciati, lo ripeterò ad ogni punto all'ordine del giorno, caro Presidente Mastrovincenzo, per l'applicazione delle leggi. Un atto di orgoglio di questo Consiglio regionale dovrebbe essere quello che di fronte alle minacce non si votano le cose richieste, perché le minacce le fanno i fascisti, ai quali bisogna rispondere con il coraggio dei democratici che prendono le manganellate, ma non cedono. Qui c'è chi invece già ha deciso di cedere, sostanzialmente il 96% del Consiglio regionale, a me dà fastidio solo il fatto che si facciano delle minacce, mi si chieda anche la cosa più giusta del mondo, ma quando mi si fanno le minacce, soprattutto in materia elettorale, che è la più delicata, perché è lì che si registrano le vere volontà democratiche, allora non funziona. Con le minacce venne fatta la legge che portò al Governo Benito Mussolini ed io le minacce da qualsiasi parte vengono, anche dai soggetti teoricamente più democratici, non le posso sopportare, lo ripeterò fino alla noia.
Per quanto riguarda la legge ritengo, chiaramente non può essere scritto qui, che il primo esempio lo possiamo dare da vecchi democratici, dico vecchi perché la democrazia è vecchia, è vecchia nel senso che deve avere alle spalle persone che non amano in assoluto la novità, la novità è sui contenuti, il metodo democratico deve essere consolidato nel tempo, e quindi vecchio.
Questo concetto, voi dite, risale all’antica Grecia ma si è sviluppato nel tempo e tutte le forme di democrazia si sono allargate in due direzioni: la partecipazione e la capacità decisionale delle assemblee. Solo negli ultimi decenni abbiamo ristretto la partecipazione ed abbiamo ristretto la capacità decisionale delle assemblee diminuendola sempre di più. Per il resto abbiamo aumentato il litigio extra assembleare e questo non è un bell'esempio per i giovani.
Facciamo questa legge, ma dovremmo essere per primi capaci, come si diceva prima, del rispetto delle leggi, del rispetto dell'altro, del rispetto del competitore politico, non lo voglio chiamare nemico né avversario, del competitore politico che ha tutto il diritto di esprimere idee diverse dalle nostre, ma chi decide ha anche tutto il diritto di assumere le decisioni finali.
Penso che i nostri giovani abbiano bisogno soprattutto di questo, quindi, ben venga l'istituzione del Parlamento degli studenti e con questo, a fianco a questo, in continuità con questo, una testimonianza da parte nostra che dia senso vero alla democrazia e al rispetto di questa istituzione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente. Ha ragione il Consigliere Maggi, una parte dell'intervento del Consigliere Marconi non l’abbiamo capita, mentre nella seconda parte afferma che non vuole partire dall'antica Grecia, però possiamo partirci perché c'erano quelle forme avanzatissime di democrazia, che negli anni non invecchia ma si consolida, su questo Consigliere concordo con lei, credo che questo sia il concetto che voleva esprimere.
Il merito della legge l’ha illustrata molto bene il relatore di maggioranza, il Vicepresidente Minardi, quindi non dico molte cose, anzi, non dico nulla, l’ha illustrata e dico che ne condivido la filosofia e i principi ispiratori. Cerco di dare un contributo - oggi va bene così - avete fatto bene a portare questa legge, fa bene il Consiglio ad approvarla, in quanto la democrazia viene da lontano deve sempre più consolidarsi, deve vivere un processo dinamico.
Questo per certi aspetti, tornando alla Grecia, rappresenta un po' un’agorà delle istituzioni, perché in questa piazza democratica i giovani marchigiani possono cimentarsi e costruire non soltanto un'appartenenza alla comunità regionale. Non allargherei molto alla comunità internazionale, come ha detto la Consigliera Marcozzi, anche se ha ragione quando dice che siamo in una dimensione europea, siamo in una dimensione mondiale, ci mancherebbe che non fosse così, quindi da questo punto di vista ha ragione, però, l'appartenenza la costruirei attorno alla nostra comunità, alle Marche plurali, partendo dai valori importanti perché i giovani non sono soltanto il futuro, ma sono anche un ricco presente, quindi dobbiamo avere con questa legge la consapevolezza che c'è una sfida in più anche per noi Consiglieri regionali, noi che legiferiamo, noi che dovremmo indirizzare l'attività del Governo regionale, una sfida in più perché l'esempio è fondamentale. Dobbiamo essere consapevoli che dobbiamo avere un ruolo, perché dobbiamo incidere nell'attività della Regione Marche e se non ci riusciamo non siamo da esempio alle giovani generazioni. Dobbiamo esercitare fino in fondo il nostro ruolo, difendere le nostre prerogative, difendere le prerogative del Consiglio, esercitare quel ruolo di indirizzo, di programmazione, di scelte fondamentali per la nostra comunità, quindi, la legge va bene così, ripeto, condivido pienamente quello che ha detto il Consigliere Minardi, ma per il futuro è possibile porci qualche obiettivo ambizioso partendo da questa legge, perché, ad esempio, non costruire un potere vincolante? Dare la possibilità a questi giovani di essere politicamente vincolanti con i loro pareri su alcune scelte, penso alle politiche ambientali, alla difesa del pianeta che appartiene più di tutti alle giovani generazioni, deve appartenere a tutti, ma ovviamente più alle giovani generazioni, penso anche ad alcuni aspetti legati alle politiche giovanili, alle politiche dello sport, alcune cose che siano vincolanti politicamente, penso alla formazione, all'istruzione, all'Erdis che abbiamo istituito.
Questi ragazzi si potranno esprimere su alcune questioni che saranno definite, che saranno costruite negli anni, ripeto, questioni puntuali e limitate, altrimenti sarebbero demagogiche, invece, la demagogia non dobbiamo farla. Su alcune questioni vincolanti fare in modo che il parere di questo Parlamentino sia importante. Credo che allora riusciremo a fare, oggi è un passo importante sulla via della partecipazione, se riusciremo a costruire qualcosa di più avanzato sarà ancora più rilevante.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Grazie Presidente. Anche da parte mia qualche riflessione. Ho firmato questa legge insieme ai colleghi dell'Ufficio di Presidenza, quindi potete immaginare che ne sono fermamente convinto.
Non ripeto quanto è stato detto circa la valenza civica di questa legge, nell'avvicinare i ragazzi, le giovani generazioni al nostro mondo, al sistema politico amministrativo, spingerli anche ad innamorarsi un po' di questo nostro mondo, di questo nostro sistema, in un momento di grande difficoltà che la politica sta vivendo, proprio per la lontananza, per il disinteresse in genere dei cittadini, in modo particolare dei giovani, che sono attratti da altre situazioni che la politica non dà.
Credo che questa legge possa essere un buon viatico per riprendere un percorso di partecipazione attiva da parte delle nuove generazioni, ci si augura anche che questo percorso possa sfociare nella concretizzazione di una nuova classe dirigente, che possa governare nel modo migliore questa nostra regione.
Due sono le considerazioni che voglio fare, la prima, in un certo qual modo è stata già sviscerata e me l’ha “soffiata” il Consigliere Giancarli, è quella di sviluppare il senso di appartenenza alla nostra regione, questa è una cosa fondamentale, la nostra è una regione un po' particolare, molte cose cambiano dal nord al sud, da Pesaro ad Ascoli, ci sono di mezzo la cultura, l'economia, la qualità della vita, i caratteri delle persone che sono un po’ diversi, per cui è necessario sviluppare questo senso di appartenenza, confrontandosi con tutto quello che c'è nella nostra regione. Questo è il primo aspetto che voglio mettere in evidenza ed è stato detto in modo abbastanza chiaro, quindi ci si augura che nel confronto, che potrà esserci ogni tre mesi in quest'Aula fra i 30 ragazzi che faranno parte di questo Parlamentino, si possa sviluppare anche questo rapporto e quindi capire perché certe cose vanno fatte in una determinata direzione, perché certi territori “lavorano in un certo modo”, altri diversamente ed è necessario riequilibrare i passaggi e gli atteggiamenti.
Credo che uno degli aspetti più importanti di crescita per i nostri ragazzi sia quello contenuto nell'articolo 8 di questa legge, ripeto, l’ho sperimentato personalmente quando ho fatto il Sindaco, che prevede rapporti con analoghi organismi regionali, statali e comunitari e soprattutto, insisto, comunitari. Sarà un momento di crescita, importantissimo e fondamentale per i ragazzi, imprescindibile confrontarsi con gli altri, perché si cresce soltanto se ci si confronta, altrimenti ci si parla addosso, ce la suoniamo e ce la cantiamo, abbiamo sempre ragione e non si va da nessuna parte. Ci dobbiamo sempre confrontare con chi pensiamo, poi salvo smentita, sia migliore di noi, anche per abbattere certi luoghi comuni, che molto spesso abbiamo: gli altri fanno questo e sono più bravi, loro sono avanti, poi magari ti confronti e ti accorgi che tu sei su un piano leggermente superiore agli altri.
La possibilità che il Consiglio regionale potrebbe dare a questo Parlamentino di gemellarsi e di confrontarsi con altri apparati, che non siano necessariamente delle Regioni limitrofe, anche a livello comunitario, la ritengo una cosa molto importante. Il vero, unico, grande momento di crescita che questi ragazzi potranno avere, al di là delle indicazioni che potranno darci sulle politiche che li interessa (politiche giovanili, politiche che riguardano il diritto allo studio, istruzione, ambiente), è difficile dire qual è l'interesse del giovane, il settore, ma è importante che ci diano delle dritte, che ci diano dei pareri sugli argomenti a loro vicini. Ad un giovane interessa tutto, come fa a dire che gli interessa lo sport, la politica giovanile, c’è tutto, la vita, la qualità, il divertimento, il futuro, l'economia, gli interessa tutto e quindi si fa fatica a restringerlo in un settore, in un campo soltanto. Il confronto esterno è un momento di crescita che i ragazzi potranno riportare qua dentro.
Chiudo con due esempi banalissimi che da Sindaco ho sperimentato, il primo progetto riguardava i ragazzini delle scuole elementari che io chiamavo “le istituzioni intorno alla scuola”, le istituzioni andavamo a scuola a fare educazione civica ed anche per sentire quello che i bambini volevano che noi facessimo, era un momento, se volete, di umiltà, nel senso che andavamo a discutere con loro, a prendere anche qualche piccolo schiaffo metaforico, era fondamentale perché ti vedevano come una persona con cui poter ragionare, avevano così la possibilità di chiamarti e parlarti, anche quando ti incontravano per strada. I ragazzi hanno avuto la possibilità di avvicinarsi a questo mondo che sembrava chiuso nel Palazzo.
L'altro aspetto riguardava i gemellaggi delle scuole con città gemellate con Ascoli: Treviri, la città natale di Sant’Emidio in Germania e con Massy che è un sobborgo di Parigi.
Devo dire che era una cosa bellissima che arricchiva i ragazzi, che scoprivano con orgoglio di essere migliori su determinati aspetti, che la scuola italiana era migliore, un esempio banale: le mense che gestiamo con menu personalizzati a seconda delle allergie (celiachia ed altro), nelle nostre mense funziona di tutto, in Francia c’è il pasto unico, punto e basta, parlo di di 10, 12 anni fa. Questo per dire che molto spesso ci autodenigriamo e non è giusto.
Confrontarsi con gli altri significa crescere, migliorarsi, significa portare la tua esperienza, quindi aumentare anche la stima degli altri nei nostri confronti, perché, ripeto, i nostri ragazzi sono preparati, bravi, e la nostra scuola non è da cambiare, certo è da migliorare, però, non è l'ultima in Europa, come possiamo immaginare, per cui questa legge così com’è va approvata e si deve subito mettere in moto, appena possibile, questo Parlamentino per iniziare questo confronto, che secondo me, è un raffronto di crescita, molto importante per la comunità regionale, perché poi i ragazzi tornano a scuola, ne parlano con gli amici, e sarebbe il caso che durante il loro dibattito, Presidente, si possano invitare anche scolaresche per poter capire e far capire quanto rilevante sia questo aspetto, e poi sperimentare, se possibile, velocemente, un piccolo gemellaggio. Prendiamo, ad esempio, una delle tante città gemellate con le bellissime città marchigiane, facciamo un progetto che costi pochissimo, secondo me, per andare lì, stare qualche giorno, far frequentare a questi ragazzi le scuole comunitarie per capire quali sono le differenze e poi aprire un dibattito direttamente nella nostra Regione, anche per noi, per dare degli indirizzi quando si fanno delle leggi di riforma: l’Erdis, il diritto allo studio, i trasporti per i ragazzi, il tempo libero e altro.
Credo che sia un aspetto molto delicato, ma molto significativo e di crescita civile anche per questo nostro Consiglio. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Grazie Presidente. Ho sentito tante belle parole e forse tanta retorica.
Rappresento il mio gruppo che è molto attento alle problematiche giovanili anche perché la percentuale di giovani che votano il Movimento 5 Stelle è molto alta. Quando c'è stata la legge sulla riforma per il diritto allo studio i nostri emendamenti in Commissione ci sono stati suggeriti dagli studenti. Noi abbiamo un'attenzione molto particolare perché crediamo che le nuove generazioni, e condividiamo quello che è stato detto, vadano avvicinate alla politica, soprattutto con l'esempio, né con le leggi né con i sermoni, come diceva un grande Presidente della Repubblica italiana.
Siamo favorevoli al concetto che ispira questa legge perché nella finanziaria 145 del 2018, del nostro Governo giallo verde, è stato istituito il Consiglio nazionale dei giovani, composto dalle associazioni giovanili maggiormente rappresentate sul territorio nazionale, le finalità sono le stesse, comunque non sono gli studenti delle medie superiori perché le problematiche giovanili non sono soltanto quelle dei ragazzi degli istituti di secondo grado.
Il Parlamento è composto di 30 persone, l'elezione non è diretta perché gli Istituti e i Provveditorati non sono favorevoli in quanto non sono attrezzati e non si vogliono prendere la briga, elette dagli studenti componenti le consulte provinciali studentesche, quindi i 30 ragazzi dovranno rappresentare le problematiche giovanili e saranno eletti dalle consulte provinciali studentesche. C'è già un vizio elettivo in quanto le problematiche studentesche vengono rappresentate solo dagli studenti che frequentano le scuole medie superiori, addirittura abbiamo fatto un'audizione in I Commissione ed è venuto uno studente che non frequentava più la scuola secondaria di secondo grado perché era passato all'università. Quindi ho forti perplessità che questo Parlamento degli studenti possa avvicinare i giovani alla politica.
Ho rispetto per tutte le persone che hanno sottoscritto e formulato questa legge, ma io e il mio gruppo abbiamo dei dubbi, primo, che questi 30 ragazzi delle medie superiori, non eletti direttamente dagli studenti, rappresentino tutti gli studenti marchigiani, secondo, che rappresentino tutte le problematiche giovanili che si agitano sul territorio regionale e nazionale, terzo, che possano essere il veicolo per avvicinare alla politica i giovani. Su questo ho delle grandi perplessità, per cui noi ci asterremo nel votare questa proposta di legge che ci sembra più uno spot politico che una legge con la finalità che dichiara di avere.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carloni.

Mirco CARLONI. Frequentemente sentiamo parlare del disinteresse dei giovani verso la politica e questa considerazione molto spesso è motivata, perché c'è un oggettivo allontanamento dei giovani dalla politica e dalle sfere elettive, dalle assemblee elettive, quelle locali e da quelle che una volta esistevano, oggi non ci sono più, le circoscrizioni che erano una palestra per iniziare a fare politica, soprattutto ad occuparsi della cosa pubblica, per farsi carico delle istanze degli altri, per dare un servizio, inteso come rappresentanza politica.
Credo che questa proposta di legge, che ho firmato insieme agli altri colleghi, possa andare nella direzione di favorire un avvicinamento dei giovani all'impegno politico.
Io stesso ho cominciato dal Consiglio dei bambini della città di Fano, uno di questi giorni ho ritrovato la mia prima intervista con foto su Topolino, quindi ho cominciato da Topolino. I Consigli dei bambini era una delle esperienze che a quel tempo nasceva in Italia, si partecipava, ovviamente, come spettatori al Consiglio comunale della propria città che cercava di leggere i bisogni dei più piccoli e di trasformarli in proposte.
Posso testimoniare che questa esperienza è davvero utile a far nascere il desiderio di partecipazione, la democrazia si deve basare sulla partecipazione, quindi è quanto mai auspicabile questa forma di rappresentanza del mondo giovanile, al di là delle metodologie elettive che possono essere anche migliorate, ma auspico che ci sia un coinvolgimento ed un'affezione di chi è in un'età non elettorale proprio per le dinamiche della società e delle scelte che si devono prendere, quindi voterò a favore, ovviamente, sono tra i promotori convinti di questa proposta di legge.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Minardi.

Renato Claudio MINARDI. Grazie Presidente. Soltanto una precisazione, peraltro mi era sfuggita in sede di relazione, mi rivolgo al Consigliere Maggi, in merito alle modalità di elezione. Ne abbiamo parlato in Commissione, durante un'audizione c'era stata anche sottoposta l'ipotesi di andare ad una elezione diretta del Parlamento degli studenti, cosa che sarebbe stata sicuramente bella, carina, democratica, maggiormente partecipata, il tema è che da un confronto che abbiamo avuto anche con la Direzione scolastica regionale è emerso che le competenze e le modalità di elezione della Consulta sono previste e disciplinate da una legge dello Stato, quindi non avremmo potuto con una legge regionale, non essendo di nostra competenza specifica, organizzare una elezione diretta, coinvolgendo direttamente le scuole. Avremmo potuto farlo, ma in ogni Comune della regione avremmo dovuto prevedere dei seggi, magari al di fuori delle sedi scolastiche, perché questa cosa la scuola non può farla e non può gestirla direttamente, mentre da un confronto con la Direzione dell’Ufficio scolastico regionale era emerso la possibilità di far eleggere i 30 componenti del Parlamento dalla Consulta, in quanto è un organismo già previsto e si limiterebbe alla votazione di chi dovrà andare a rappresentare gli studenti su base provinciale.
Credo che questa precisazione sia doverosa. Anche a me onestamente piaceva l'idea dell'elezione diretta da parte di tutti gli studenti, ma sarebbe stato necessario mettere in piedi un meccanismo fatto, organizzato e gestito direttamente dalla Regione su scala regionale, con seggi in tutti i Comuni.
Concludo con la mia precisazione limitatamente al tema dell'elezione diretta.
Credo che andiamo ad istituire un organismo importante, che consentirà ai giovani di avvicinarsi alle istituzioni, alla politica, di fare un'esperienza di partecipazione. La partecipazione, la consapevolezza dei problemi e delle difficoltà nella loro gestione crea comunque responsabilizzazione, a volte è facile gridare anche attraverso i social la propria idea, la propria proposta, come se fosse la migliore a volte la più urlata, ma ci sono delle questioni che si fanno fatica a risolvere perché ci sono delle dinamiche oggettive che comunque devono essere conosciute, non basta enunciare un tema, lanciarlo e dire che la risposta è facile e semplice, bisogna avere la consapevolezza dei processi, dei percorsi, delle normative anche nazionali. A volte non è possibile risolvere un problema in un determinato modo, quindi occorre averne consapevolezza.
L'esperienza diretta è utile come partecipazione ed anche per acquisire quella contezza che a volte, soprattutto nei giovani, ma non solo nei giovani, non c'è.
Credo che sia importante partecipare, vivere direttamente, fare politica, condividere le cose, sapere di fare qualcosa per la comunità, per la res pubblica, per la gente, per il territorio, per la comunità che si vuole amministrare, anche se in questo caso non parliamo di amministrazione, piuttosto che a volte stare in rete, sui social dove siamo onestamente tutti profilati. Basta andare a fare un acquisto in rete per avere nelle ore successive il rilancio di informazioni rispetto a quello che si è chiesto, con proposte alternative o similari. Se si va in un sito per prenotare un albergo, per fare una ricerca, il giorno dopo ti arrivano in rete offerte per lo stesso luogo o per luoghi limitrofi, quindi capite bene che oggi siamo dei numeri utilizzati da un sistema informatico. Quello che sto dicendo può sembrare una cosa grave, ma questo ci deve rendere sempre di più consapevoli che la realtà non è quella virtuale, ma quella vera che dobbiamo vivere quotidianamente.
Ecco perché, e chiudo, questa opportunità del Parlamento degli studenti deve essere per i giovani, per i ragazzi e per gli studenti, un'occasione di consapevolezza, per condividere, per fare vita attiva, per essere coscienti che nella cittadinanza attiva bisogna fare qualcosa per gli altri, a volte nell'impegno nel volontariato. Credo che questa opportunità possa far crescere il senso civico di tutta la nostra comunità, di tutta la nostra società.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 6. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 7. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 8. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 9. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 10. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Chiedo la votazione per appello nominale.

Proposta di legge n. 260. La pongo in votazione per appello nominale.
Favorevoli: Biancani, Bisonni, Busilacchi, Carloni, Casini, Celani, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Leonardi, Malaigia, Marconi, Marcozzi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Rapa, Sciapichetti, Traversini, Zaffiri, Zura Puntaroni.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Comunicazioni ai sensi del comma 4 dell'articolo 55 Regolamento interno

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Grazie Presidente. Se non sbaglio abbiamo un calendario dei lavori ancora abbastanza ricco, direi, visto che parliamo dei diritti dei lavoratori, di fare una pausa verso le 13,30, di mezz’ora, per consentire di mangiare a noi ed anche ai lavoratori che tutti vogliamo tutelare, che non si possono allontanare dall'Aula.
Se qualcuno è contrario all'idea di tutelare i lavoratori, lo dica subito o taccia per sempre.

PRESIDENTE. Va bene intorno alle 13,30, dopo questo atto, faremo una pausa di mezz'ora.

Proposta di legge n. 232
ad iniziativa del Consigliere Bisonni
“Criteri localizzativi degli impianti di combustione di rifiuti e del CSS”
(Discussione e rinvio)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 232 del Consigliere Bisonni.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Micucci.

Francesco MICUCCI. Grazie Presidente. Molto brevemente, perché la proposta di legge del Consigliere Bisonni consta di pochi articoli e sostanzialmente di un unico provvedimento, quello di prevedere una distanza minima per la realizzazione dei cosiddetti inceneritori.
Il Consiglio ha discusso diverse volte di questa materia ed ha sempre ribadito la propria contrarietà alla presenza di queste strutture nel territorio regionale. Sull'ultima normativa che abbiamo votato, c'è stato un ricorso e sono state sostanzialmente accolte le critiche del Governo sull'opportunità che la Regione legiferasse in merito alla presenza o meno degli inceneritori nel proprio territorio, che anche questo sembra un'assurdità.
Ribadisco che la posizione del Consiglio regionale è stata tale indipendentemente dal Governo, dal colore politico del Governo nazionale.
Credo che su una materia così delicata le Regioni dovrebbero avere quantomeno un'autonomia decisionale, soprattutto nel momento in cui una Regione, come la nostra, sia sufficientemente autonoma, non dico nel suo complesso, nel gestire i propri rifiuti, con percentuali di differenziazione dei rifiuti molto alte, una tra le più alte a livello nazionale. Quindi, crediamo di poter essere autonomi su queste scelte, nonostante questo, l'allora Governo aveva imposto la presenza di un inceneritore per ogni Regione, ci siamo più volte opposti e a questo punto, visto che la stessa Corte costituzionale sostiene, giustamente, che tra le competenze delle Regioni ci sia quella dell'individuazione della località, quindi dei criteri con i quali stabilire l'eventuale luogo dove inserire queste strutture, il Consigliere Bisonni nella proposta originaria prevedeva una distanza minima di 30 chilometri, in Commissione abbiamo ragionato su una situazione più verosimile e si è arrivati ad una proposta condivisa a larga maggioranza, una distanza minima di 5 chilometri dai centri abitati, con una piccola modifica, attraverso un emendamento, che il Consigliere spiegherà.
La Regione attraverso questa proposta si attiene a quanto previsto dalla Corte costituzionale, che prevede che sia competenza della Regione l'individuazione - non se mettere o meno all'interno del proprio territorio un inceneritore – della localizzazione. Con questa norma si dà seguito a questa sollecitazione, quindi andiamo ad integrare il Piano di rifiuti prevedendo una nuova distanza. Quindi su questo, dopo un'accurata discussione, avendo ascoltato ed audito anche i servizi tecnici della Regione, come maggioranza abbiamo inteso sostenere la proposta del Consigliere Bisonni e quindi ci apprestiamo a votarla. Grazie.

Presidenza del Vicepresidente
Piero Celani

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Grazie Presidente. Aggiungerò poco a quello che ha detto già il relatore di maggioranza.
La proposta è molto semplice, si tratta di stabilire, così come attribuito dal testo unico dell'ambiente, il decreto 152 del 2006, i criteri di localizzazione di questi impianti, un potere attribuito alla Regione.
La normativa interesserà tutti gli impianti di incenerimento di rifiuti o di combustione del CSS, combustibile solido secondario, eventualmente proposti sia dagli enti pubblici che dai soggetti privati.
La proposta di legge prevede che questi impianti, qualora qualcuno li volesse realizzare, per tutelare la salute delle persone e l'ambiente, devono essere almeno a 5 chilometri dai centri abitati e dalle funzioni sensibili, quali: ospedali, scuole e istituzioni simili.
L'ufficio regionale ha suggerito, così spiego anche l'emendamento che propongo, una piccola modifica perché nella proposta di legge ho scritto: “ambiti residenziali”, in realtà siamo troppo severi perché l'ambito residenziale può essere anche costituito da un gruppo di 3, 4 case, per essere chiari, mentre il Piano regionale dei rifiuti parla di “distanza dai centri abitati”, come definito dal codice della strada, un raggruppamento di almeno 25 edifici.
L'emendamento prevede che la distanza si calcoli dai centri abitati perimetrati, questo sì, dagli ambiti residenziali consolidati, di espansione e di consolidamento, secondo gli strumenti urbanistici comunali.
Aggiungo solo una cosa, con questa proposta la Regione Marche, per la seconda volta, dice un chiaro “no” agli inceneritori, in quanto sarà molto difficile trovare un luogo che disti 5 chilometri dai centri abitati, sarà molto difficile, se non impossibile trovare un sito in tutte le Marche che non sia vincolato. Negli Appennini o nei parchi ovviamente non possiamo mettere un inceneritore perché sono tutte zone vincolate, quindi lì non si potrà mai realizzare. Una distanza di 5 chilometri dai centri abitati non solo tutela la salute delle persone, ma di fatto, se fate una mappatura, rende estremamente difficile ripeto, se non impossibile, individuare un qualsiasi luogo nelle Marche nel quale posizionare questi impianti.
Con questa seconda proposta di legge, nel rispetto delle proprie competenze, così come indicato dalla Corte costituzionale, come attribuite dal decreto 152 del 2006 dal testo unico ambientale, la Regione Marche sta dicendo un chiaro “no” all'incenerimento, ribadendo una posizione che, devo dire, in questi quattro anni ha portato avanti con coerenza, ossia quella di andare verso le politiche di riciclo, di riuso e dell'economia circolare perché noi non vogliamo bruciare rifiuti, nella consapevolezza che si creerebbe una discarica in aria ingestibile e non controllabile, quindi preferiamo il recupero, il riciclo ed il riutilizzo dei materiali e chi vota questa proposta va in questa direzione.
In Commissione la proposta è stata votata praticamente da tutti, mi auguro che anche in Aula si ripeta questo consenso. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giorgini.

Peppino GIORGINI. Grazie, Presidente. Noi voteremo, come ho votato in Commissione, la proposta del Consigliere Bisonni, sulla quale, credo, non ci saranno problemi legati all'impugnazione da parte del Ministero degli affari regionali.
Penso che sarebbe stato più indicato un atto amministrativo, però non si è potuto fare in quanto si sarebbe dovuto modificare il Piano dei rifiuti, quindi andare a Vas, ci sarebbero state delle complicazioni enormi e giustamente il Consigliere Bisonni ha virato su questa proposta di legge che ci mette un po' al riparo.
Ricordo che l'articolo 35 dello Sblocca Italia al comma 7 stabilisce l'applicazione del potere sostitutivo, con questo Governo non succederà sicuramente, con altri non lo so. Se non modifichiamo l'articolo 35 dello Sblocca Italia proposte di legge come questa possono dare una sicurezza parziale, non totale, perché con il potere sostitutivo la Presidenza del Consiglio dei Ministri può bypassare qualsiasi legge regionale, speriamo che questo non avvenga mai e che la proposta di legge del Consigliere Bisonni possa dare una tutela importante al territorio. Come sappiano sul problema dell'inquinamento (matrice aria, matrice suolo, matrice acqua) non siamo messi molto bene e purtroppo la Regione Marche ben poco fa per risolverlo. Quindi, ben venga questo provvedimento che come gruppo Movimento 5 Stelle voteremo favorevolmente, come ho fatto io in Commissione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Grazie Presidente. Soltanto per inquadrare questa normativa nel contesto della gestione dei rifiuti da parte della Regione, che non è particolarmente virtuosa, siamo impantanati nello stato attuale da anni, da tutta la legislatura, tant'è che non riusciamo a modificare il Piano regionale dei rifiuti.
Sappiamo che su di noi incombe il DPCM che prevede l'inceneritore, noi politicamente abbiamo sempre ribadito, con diversi atti, compresa la legge che è stata impugnata, che non vogliamo nessun tipo di incenerimento, ma non siamo in grado di fornire la relazione, che ogni giugno ci è data la possibilità di presentare al Ministero, con la quale dire che non abbiamo più i rifiuti che dovremmo incenerire, invece di mandarli in discarica.
Non siamo autosufficienti dal punto di vista regionale nella gestione dei rifiuti, ci manca l'impiantistica, si discute sul tipo di impianto da fare, c'è una risoluzione, la n. 33, che prevedeva che l'impiantistica dovesse stressare il recupero di materia e non lo facciamo e si va a fare comunque un po' di CSS. Con questa legge tentiamo di arginare di nuovo questo discorso.
La prevenzione nella produzione non viene fatta, le discariche in alcune province si stanno esaurendo, ieri ho fatto un sopralluogo al Cosmari e parlando abbiamo visto che anche la situazione in provincia di Macerata non è rosea per il futuro.
Sappiamo che si sta forzando sulla raccolta differenziata nella nostra provincia, la raccolta dell'indifferenziato porta a porta, differenziato e non, delle singole classi merceologiche, sappiamo che non c'è la necessaria trasparenza nella remunerazione del Conai verso i Gestori e i Comuni per quanto riguarda le varie frazioni differenziate, quindi non si capisce bene come vengono calcolati gli importi.
La situazione è in stallo, a mio avviso, i piani d'ambito, che dovevano essere approvati ormai da molto tempo, sono ancora nella fase di bozza, addirittura alcune Ata, secondo me, andrebbero commissariate, come lo stesso Assessore Sciapichetti un paio d'anni fa aveva ventilato, purtroppo manca il manico.
Se parliamo tanto di economia circolare, anche da questo punto di vista, tantissimi atti sono fortunatamente stati approvati in questo Consiglio, poi occorre realizzarla. Abbiamo mozioni approvate sull'utilizzo della plastica e ancora abbiamo la bottiglietta, non c'è capacità gestionale, ben venga questa legge che noi approviamo, ma bisogna dare una svolta nel settore pratico, i gestori devono “adeguarsi, obbedire” alle indicazioni che diamo.
Mi ricordo una mozione e una risoluzione insieme al Consigliere Biancani sulla filiera del vuoto a rendere, ancora è lettera morta. Quindi, o si fa un cambio di passo in questo settore, oppure continuiamo a produrre carta, atti, indirizzi, dispositivi e leggi che poi rimangono cristallizzati.
Il mio appello è questo qui. Ben vengano le iniziative, ritengo che a livello formale e normativo ci comportiamo come una Regione virtuosa, all'atto pratico, gestionale, non è così, siamo su uno scenario inerziale che ci fa perdere tempo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Il mio intervento sarà molto breve, Presidente, vorrei solo aggiungere un elemento di informazione perché è vero quello che è stato detto, ossia che incombe su di noi l'articolo 35.
La precedente legge è stata impugnata in virtù di questo articolo, tanto che nell'impugnativa si diceva che la legge regionale contrastava con l'articolo 35 dello Sblocca Italia, la competenza era statale e non si poteva vietare l’incenerimento nelle Marche perché la legge nazionale lo imponeva, però, voglio aggiungere per i Consiglieri che magari non seguono la tematica, che recentemente c'è stata un'impugnativa da parte di alcune associazioni presso il Tar del Lazio, il quale si è rivolto alla Corte di Giustizia europea, che ha sede a Lussemburgo, che si è espressa dicendo che l'articolo 35 dello Sblocca Italia è illegittimo, quindi va modificato. Adesso cosa accadrà? Che il Tar del Lazio recepirà il parere della Corte di Giustizia europea e, non so in quale forma, ci dovrà essere obbligatoriamente una modifica della norma, quindi è vero che legge è stata impugnata, è vero che c'è ancora l'articolo 35, ma è anche vero che è stato dichiarato illegittimo dalla Corte di Giustizia europea, quindi, mi auguro che al più presto sia modificato o meglio ancora abrogato del tutto.
Sono comunque fiducioso perché questa proposta di legge, che va in un'altra direzione, nel pieno rispetto della legittimità delle competenze regionali, non sarà impugnata dal Governo italiano. Grazie.

PRESIDENTE. Se non vi sono altri interventi, vorrei fare una piccola considerazione a proposito dell'articolo 2 che riguarda i criteri di localizzazione.
E' vero che l'ufficio ha portato una piccola correzione introducendo il concetto dei centri abitati perimetrati, che è l'unica certezza che abbiamo dal punto di vista normativo.
Ho dei dubbi sul fatto che possano nascere una serie di equivoci e di contenziosi quando si parla di “ambiti residenziali consolidati”, e va bene, “di espansione”, e va bene perché c'è un piano urbanistico che individua zone di espansione, mentre il termine “consolidamento” in urbanistica, onestamente, non l'ho mai sentito: “centro residenziale di consolidamento”, per cui andare a individuare che cosa sia ... Centri abitati perimetrati credo che sia una specifica esatta, la migliore perché si individua subito, consolidati, va bene, di espansione, c’è una certezza, le arie di espansione sono perimetrare, però di consolidamento ..., non so, ho questo dubbio che può far nascere una serie di equivoci, però lo dico e basta. Tutto qui.
Ha la parola il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Leggendo è venuto anche a me il dubbio che ci sia un refuso. Chiederei di approvare l'emendamento così com'è perché la frase è stata ripresa dal Piano regionale dei rifiuti, magari in fase di coordinamento tecnico. Le tre parole sono aggettivi attribuiti agli ambiti residenziali: consolidati, di espansione e di consolidamento, però dovrei rivedere il Piano regionale perché al momento non ce l’ho sotto mano. Se questi tre aggettivi sono identici a quelli del Piano regionale rifiuti vanno lasciati così, se invece è un refuso mio, penso che in fase di coordinamento tecnico possa essere corretto.

PRESIDENTE. Se vogliamo fare questa verifica potremmo sospendere la votazione e riprenderla, nel frattempo andiamo avanti con un'altra legge, magari si farà un sub-emendamento che toglie il termine “consolidamento”, tanto ci sono centri abitati perimetrati, consolidati e di espansione. Credo che sia la cosa migliore, non dà adito a dubbio perché potrebbe essere lo stesso Piano regionale rifiuti che in qualche modo dà luogo a qualche inconveniente. Va bene? Allora sospendiamo questa votazione.
Ha la parola il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. I tre aggettivi sono giusti, confermo, perché a pagina 359 del Piano regionale rifiuti si parla di ambiti residenziali, consolidati, di espansione e di consolidamento. Sono stati riproposti gli stessi, sulla legge proprio per non andare in attrito con quello che già è scritto nel Piano regionale rifiuti. Quindi, se sono sbagliati è sbagliato anche il Piano regionale rifiuti.

PRESIDENTE. Non dico che sia sbagliato, dico soltanto che probabilmente nessuno ci ha già messo becco sulla terminologia del Piano dei rifiuti. E’ un'espressione che non esiste, sfido chiunque a dire che cosa è un centro residenziale e di consolidamento, non esiste e chi vuole impugnare un discorso di questo tipo lo fa a non finire. Da un punto di vista urbanistico non esiste un discorso di questo tipo, dico bene Assessore Casini? Per cui, onde evitare, dato che la materia è delicata, delicatissima, non ci vuole nulla ad impugnarlo.

(intervento fuori microfono)

PRESIDENTE. Se una cosa è sbagliata, è sbagliata sempre, anche quando la ricopio, non significa niente.
Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Grazie Presidente. Faccio adesso la mia dichiarazione di voto chiedendo fin d’ora il voto per appello nominale.
Nel merito, il Consigliere Fabbri ha aperto una discussione che va al di là di questa legge, giustamente un tentativo di ricognizione.
Sui 5 chilometri avrete discusso a lungo, 30 sarebbe stato un po' come la nostra legge sulla azzardopatia, non si aprono più sale da gioco né una tabaccheria con il gratta e Vinci. 5 chilometri per la verità è un limite molto stretto, ed è anche vero che nel nostro territorio così antropizzato sarà difficile trovare 5 chilometri, quindi credo che la norma sia buona sul piano dell'effetto, contestabile sul piano del risultato, perché è come dire che non si fa da nessuna parte, e questo potrebbe essere oggetto di impugnativa perché 5 chilometri di raggio sono 10 chilometri di diametro ed è oggettivamente difficile. Penso che l'abbiate pensata così, per dire rendiamo inconveniente la localizzazione di un sito, sicuramente nelle aree interne della Regione, che oggettivamente non conviene farlo.
Quello che a me dispiace è che su questa vicenda mancano i dati, quelli tanto cari al Consigliere Giorgini, pur avendoli chiesti ed avendo cercato negli infiniti siti che documentano l'attività di riciclaggio, di smaltimento rifiuti, non sono riuscito ad averli da fonti ufficiali né da fonti non ufficiali, come ad esempio il costo reale della differenziata, che ormai è regionale.
Non metto in discussione un metodo, dico che come amministratori dovremmo essere onesti a far sapere ai nostri contribuenti marchigiani, quindi dei comuni, quanto costa una differenziata.
Ricordo che da Assessore alla “monnezza” del Comune di Recanati negli anni 2004/2009, ho provato a discutere con i signori del Cosmari del regime che c’era per la gestione dei rifiuti, mi è stato risposto: “E che ci vuoi fare, è così”, tanto per parlare, Consigliere Fabbri, di sovranità limitata. I comuni non comandano più niente, uscire dal Consorzio e mettersi in proprio, magari spendendo qualche soldo in meno, costa un'enormità in investimenti per cui sei cotto, non è più una scelta, è un obbligo.
Non solo, i Comuni, e spezzo una lancia per loro, sono gli esattori dei consorzi per cui hanno i primi del mese di ogni anno hanno il rendiconto del costo dei rifiuti - nel caso specifico del Comune di Recanati nel giro di 10 anni, dalla gestione privata a quella consortile, erano praticamente raddoppiati - e a fronte di questo devono fare solo una cosa: adeguare la tariffa rifiuti solidi urbani, fa tre assemblee all'anno in cui vede il bilancio, ma non ha nessuna partecipazione alla gestione, quindi non sa niente di quello che viene fatto, perché è difficilissimo entrarci dentro ed anche se entri dentro che ti metti a fare? A discutere se compri il carburante da una parte piuttosto che da un'altra? E' impossibile, quindi alla fine dico: o tutto o niente proprio perché le cose a metà non mi piacciono, per cui trasferiamo ai Consorzi anche la responsabilità dell'imposta perché i Comuni si prendono gli schiaffi dai cittadini dato che ogni anno sono costretti a fare un aumento del 2, 3%, mentre gli altri spendono, la cosa più bella di tutte, qualcuno che paga a piè di lista, mi sembra di vedere la situazione con i miei figli: loro spendono ed io pago e discussione zero, non c’è discussione perché se ci provi c’è sempre una mamma.
Detto ciò, vorrei anche sapere quanto costerebbe un inceneritore, dovendo scegliere fra la differenziata e l’inceneritore vorrei sapere anche quanto costa perché mi sembra che in tutto il mondo, dalla Svezia, alla California, dal Trentino Alto Adige, al Portogallo, ci sono inceneritori e siccome sono laico e non sposo nessuna partita, voglio capire perché no, almeno sul piano dei costi. Benissimo, l'inceneritore costa il 20% in meno, ma il danno ambientale che produce è insopportabile, quindi chiedo alla mia comunità: “Amici che volete fare? Volete spendere di meno o volete spendere qualcosa di più con un'organizzazione che tra le altre cose ha anche un suo beneficio?”. Non ce lo dimentichiamo, ecco i pesi e contrappesi.
Costo oggettivo e reale, la raccolta differenziata costa sicuramente di più, ma ha anche un grosso vantaggio perché l'incenerimento dà lavoro a pochissime persone, mentre con la raccolta differenziata lavorano centinaia di persone e anche questo è un beneficio da considerare. Stiamo lì a giocare, a dividere un pezzettino di plastica, un pezzo per volta, si, ma diamo anche lavoro a decine e decine di persone con disabilità, che difficilmente troverebbero lavoro in altre parti, sia per quanto riguarda la raccolta che la separazione dei rifiuti, quindi peso e contrappeso di ogni cosa.
Vado all'ultimo dato, quello più interessante di tutti, che non c'è da nessuna parte, quant'è il costo ambientale della prima e della seconda operazione? Per esempio, dico una cosa banale, sapete benissimo che dobbiamo spendere per trasportare e smaltire rifiuti, ma nel caso della differenziata dobbiamo anche spendere per pulirli perché il rifiuto va pulito, non si può prendere una vaschetta in cui c’era il formaggio morbido o lo yogurt e buttarla dentro la plastica, perché quella non può essere utilizzata, va lavata. Vi porto gli schemi che ci ha dato il Cosmari a tutti i Comuni. Quindi noi spendiamo per acqua ed energia e se moltiplichiamo per i milioni di vaschette di yogurt, se tutti lo fanno, perché se non lo fanno la raccolta è sbagliata, per cui la cosa bella sarebbe, in questo nostro Paese, ma so di dire le ultime cose inutili per quanto riguarda questa legislatura, avere i dati per poter fare il confronto, per poter sposare una tesi oppure l’altra solo in base ad alcuni elementi. Sicuramente non si parla a casaccio, ma spesso sull'onda di un'emozione, sull'onda dell'idea e siccome l’inceneritore è a casa mia non lo voglio - è giustificato - perché è pericoloso. Ma è pericoloso? Quanto lo è? Perché gli inceneritori sono a Stoccolma, a San Diego, sono dentro la città, sono pazzi? È tutta gente che vuole morire di diossina?
Secondo elemento, sempre dentro al ragionamento dell’inceneritore, è vero o non è vero - ricordo che trent'anni fa questo riguardava anche il Cosmari - che il problema è solo ed esclusivamente in relazione al giusto controllo dei rifiuti che vengono conferiti? Giusto significa puntuale e preciso, che non ci si butti roba che non ci può andare, o è anche in relazione all'utilizzo di filtri adeguati, perché il problema era quello, ricordo anche la cifra, i filtri che dovevamo mettere sul Cosmari negli anni ’80 costavano allora una cifra mostruosa, 800 milioni di lire ed andavano cambiati ogni tot mesi. Io dissi: “E che problema è?” Se ce ne metti 4 per 800 milioni, ce ne mettiamo 5 per un miliardo, ma siamo sicuri che non produciamo diossina e sono sicuro che questa soluzione non c’è.
Quanto costano le discariche? Quanto siamo sicuri del funzionamento delle discariche? Quanto costa il trasporto della “monnezza”? Non so se trasportare la spazzatura differenziata costi più o meno, però per la differenziata mandiamo in giro centinaia di automezzi che inquinano perché non vanno ad aria benedetta o ad acqua benedetta, vanno a gasolio. Girano centinaia e centinaia di mezzi girano, che, ripeto, danno anche lavoro, quindi c’è un'altra contropartita, però inquinano, quindi sarebbe interessante calcolare questo dato. Penso che tre esperti potrebbero fare questa cosa e non ci metterebbero tanto a darci degli elementi complessivi, visto che ci siamo inventati gli algoritmi per gli ospedali. Lì non li avrei fatti i conteggi perché la decisione riguarda l'ospedale, è vero l'algoritmo ti dà un dato di presunta certezza oggettiva, però è anche vero che fa quasi ridere perché per ragioni politiche, per opportunità, potrei decidere di metterlo sul cucuzzolo di San Severino che, come lei sa, Assessore Sciapichetti, essendo originario di San Severino, non ce l’ha, oppure potrei metterlo a valle dietro l'attuale ospedale di Civitanova, perché ritengo opportuno, da un punto di vista squisitamente politico, sentite le popolazioni, di metterlo dove accidenti mi pare, invece qui gli elementi tecnici sarebbero tanti e importanti, ma purtroppo mancano.

PRESIDENTE. Andiamo avanti con l’ordine del giorno e sospendiamo in attesa delle risposte sul Piano.

Proposta di legge n. 281
ad iniziativa dei Consiglieri Biancani, Rapa, Giacinti, Giorgini, Micucci, Bisonni, Giancarli
“Disciplina regionale per l'accesso alle spiagge degli animali d'affezione”

Nuova titolazione “Disciplina regionale per l’accesso dei cani alle spiagge”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 281 dei Consiglieri Biancani, Rapa, Giacinti, Giorgini, Micucci, Bisonni, Giancarli.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Grazie Presidente. Ho presentato questa legge sulla quale abbiamo discusso molto all'interno della Commissione, facendo parecchie audizioni per approvare una norma che possa dare delle risposte.
Con questo provvedimento si introduce una disciplina per regolamentare l'accesso dei cani nelle spiagge, una disciplina organica e valida sulle concessioni balneari della Regione, che va a colmare un quadro normativo.
Voglio anche ricordare che con questa legge non c'è alcun obbligo da parte dei concessionari, è solamente un'opportunità per chi vorrà aderire, sia in maniera totale o parziale, creando spazi dedicati ai cani. Occorre ricordare che a monte sarà necessaria la deroga del Comune che dovrà togliere il divieto di accesso dei cani in spiaggia.
E’ una disciplina unica, con regole chiare per l'accesso dei cani negli stabilimenti balneari delle Marche.
Occorre ricordare che si sta delineando un crescente interesse da questo punto di vista ed era importante colmare questo buco normativo, con una legge che andasse a definire regole chiare per tutte le attività.
Il tutto è anche conseguenza di una sempre maggiore richiesta, soprattutto da parte dei turisti, di accedere agli stabilimenti balneari con il proprio cane.
Ricordo che questa Regione è la prima a livello nazionale ad aver definito anche un cluster, cioè servizi obbligatori e facoltativi degli hotel, sarebbe assurdo avere degli hotel che sono in grado di ricevere ed accogliere i cani che poi non possono andare in spiaggia.
L'obiettivo di questa legge è quello assicurare da una parte il benessere degli animali, e permettere dall'altra parte che gli utenti possano andare al mare con la massima serenità. Quindi occorre definire delle regole che consentano alle persone di andare in spiaggia con il cane nella massima tranquillità.
Come ho detto, questa legge non introduce alcun obbligo per gli operatori che volendo posso continuare a negare l'accesso ai cani in spiaggia, prevede delle regole ben precise per chi fosse interessato ad aprire il proprio stabilimento a questi animali, sia in maniera totale che parziale, a monte però, come ho già detto, il Comune dovrà consentire o meno l'accesso in quel tratto di litorale.
L’iter della legge è stato seguito anche dalle associazioni di categoria e prevede che il concessionario che si dota dell’insegna “dog friendly” debba realizzare una serie di servizi, ad esempio un’area attrezzata, che deve essere a minimo 10 metri dalla concessione confinante, qualora non avesse lo spazio dedicato agli animali.
Oltre ad individuare le aree per i cani, separate attraverso una recinzione alta almeno 1,5 metri, ci dovrà essere una serie di servizi, come le docce per i cani separate da quelle per le persone e anche uno spazio nell'acqua delimitato da boe galleggianti. Abbiamo previsto che il cane all’interno delle parti comuni della concessione sia tenuto al guinzaglio, la cui lunghezza massima deve essere di 1,5 metri.
La legge stabilisce che i cani per poter accedere alle spiagge devono essere dotati di microchip, della opportuna documentazione sanitaria e della copertura assicurativa.
Per promuovere le spiagge dog friendly abbiamo previsto che la Giunta entro 60 giorni si doti di un simbolo, di un logo che dovrà essere ben evidente all'ingresso delle spiagge che decideranno di dedicare dei servizi all'animale, abbiamo anche previsto due anni di tempo in cui i concessionari di aree demaniali già destinate all'accoglienza dei cani devono mettersi in regola rispetto alle disposizioni contenute in questa nuova legge.
La norma abbiamo cercato di condividerla direttamente con gli operatori.
Ci sono altre Regioni che hanno fatto una legge di questo tipo, abbiamo cercato di capire i risultati ottenuti avendo individuato una normativa ad hoc, però questa legge pone le Marche tra le principali regioni a livello nazionale che si sono dotate di un regolamento che consente a tutti gli stabilimenti di applicare delle regole uniformi a livello regionale.
Abbiamo accolto alcuni suggerimenti pervenuti sia dal Cal che dal Crel, questa mattina li abbiamo visionati in Commissione e fanno parte integrante del testo. Oltre a questo ho presentato quattro emendamenti che ho condiviso questa mattina in Commissione e che li illustro.
Con l'emendamento 3/1, all'articolo 3, comma 2, si modifica la data entro la quale il concessionario interessato dovrà far pervenire la domanda, passa dal mese di febbraio a gennaio, questo è importante perché abbiamo previsto che i Comuni entro marzo devono comunicare alla Regione i servizi che hanno deciso di creare per i cani per consentire di modificare il sito internet della Regione che si occupa del turismo ed offrire dati aggiornati.
Con l’emendamento 3/2, sempre all’articolo 3, comma 2, si prevede la possibilità per il concessionario, che entro gennaio deve fare richiesta, di presentare la domanda motivata anche in un secondo momento e il Comune può decidere se accettarla.
L’emendamento 6/1, che riguarda l'articolo 6, comma 1, inserisce la possibilità di realizzare nuove spiagge, spiagge totalmente dedicate ai cani, rispettando non solo il piano particolareggiato che ogni Comune approva, ma anche il piano regionale di difesa delle zone costiere.
L'ultimo emendamento il 9 bis/1, va ad integrare l'articolo 9, comma 1, e stabilisce che le disposizioni contenute in questa legge non si applicano ai procedimenti amministrativi avviati prima dell'entrata in vigore della medesima. Questo è importante perché ci sono dei privati che hanno fatto richiesta ed ovviamente l'hanno fatta sulla base degli accordi tra l'amministrazione comunale e il soggetto stesso. Era inopportuno che questa legge entrasse in vigore e le persone che stanno per essere autorizzate dovessero modificare il progetto, ovviamente avranno due anni di tempo per potersi adeguare.
Una norma, secondo me, di civiltà che pone le Marche tra le prime Regioni che a livello nazionale si stanno organizzando al meglio per accogliere questo flusso turistico di persone, garantendo a tutti loro, proprietari di cani o meno, i servizi migliori lungo le spiagge marchigiane.
Queste norme, queste prescrizioni le abbiamo condivise direttamente con gli operatori, sia quelli favorevoli che quelli non interessati ad aprire la propria spiaggia ai cani, anche nella considerazione delle persone che non amano i cani in spiaggia e che vogliono stare nella massima tranquillità,
La norma, qualora i Comuni decidessero di consentire l’accesso anche nelle spiagge libere, prevede che i cani devono avere la certificazione medica, i microchip e la copertura assicurativa, per tutte le altre prescrizioni abbiamo dato facoltà ai Comuni di potersi organizzare al meglio, anche in base a dove vogliono permettere l'accesso ai cani, perché un conto è fare una spiaggia libera dedicata a fianco di un fiume, dove magari attorno non ci sono concessioni o non c’è praticamente nulla, un conto è prevedere l’accesso ai cani in una spiaggia libera a fianco di altre concessioni o all’interno delle zone centrali. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Grazie Presidente. In questi anni si registra un’attenzione diffusa verso gli animali da compagnia in generale, credo addirittura che verso i cani ci sia una particolare attenzione, nel senso che sono gli animali che più ci fanno compagnia e che più riteniamo meritino le nostre attenzioni. Molti hanno dei cani e la pratica di portarli anche in vacanza, giustamente, è sempre più diffusa, c'è quindi anche un turismo in questo senso, cercano strutture dog friendly, quindi, per rispondere anche a questa domanda, e visto che non c'era una normativa chiara sull'accesso in spiaggia, si è ritenuto di fare questo provvedimento che detta delle regole precise, sia a favore di coloro che vogliono andare spiaggia con il proprio cane, sia di tutela di quelle persone che invece sono infastidite dalla presenza degli animali in spiaggia.
Adesso accade che l'accesso in spiaggia con il proprio cane se non è regolato è sempre consentito. Il Sindaco può fare delle norme comunali che permettono l'accesso in spiaggia senza regole, mentre noi diciamo: benissimo, organizziamo l'accesso in maniera regolamentata, ad esempio, cosa secondo me più importante, l'animale deve aver fatto tutte le vaccinazioni necessarie, nella zona riservata agli animali le distanze di rispetto devono essere mantenute, sia tra un concessionario e un altro, sia all’interno della stessa concessione, l'’accesso in acqua è consentito solo se esiste una perimetrazione con delle boe che segnalino correttamente qual è l’area che può essere utilizzata per fare entrare gli animali in acqua.
Senza andare nei dettagli, c'è un registro, c'è la doccetta, ci sono una serie di attrezzature che il concessionario deve avere per potersi definire dog friendly, ci sarà anche un'evidenza che quel concessionario, quella spiaggia è dog friendly, cosicché chi arriva lo sa prima di entrare.
Credo che sia stato fatto un buon lavoro che va a regolamentare un settore che attualmente non lo era.
Con questa legge si colgono sostanzialmente due obiettivi, da una parte quello di favorire dal punto di vista turistico tutte le persone che vogliono andare al mare accompagnate dal proprio cane, dall'altra parte di garantire a chi non ama la compagnia degli animali una tutela che permette di stare in spiaggia nell'estrema sicurezza, nel rispetto di tutte le norme igienico-sanitarie e di sicurezza perché i cani devono stare al guinzaglio, quindi una serie di normative che devono essere applicate.
Ritengo che sia una buona legge che mancava e che va a completare un aspetto che diventa sempre più sentito nella nostra società. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giorgini.

Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Solo per una precisazione perché è bene che si sappia: questa legge viene applicata solo quando non c'è un'ordinanza del Sindaco che vieta l'accesso dei cani in spiaggia, se c'è questa norma non ha nessuna valenza. Quindi, questa legge si applica quando in un qualsiasi Comune del territorio marchigiano non c'è un'ordinanza sindacale che vieta l'accesso in spiaggia ai cani. Volevo fare solo questa piccola precisazione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Utilizzo questo mio intervento anche come dichiarazione di voto, per dire che voterò favorevolmente questa proposta di legge.
La sensibilità verso il mondo a 4 zampe sta crescendo nei vari strati della nostra società, quindi spesso e giustamente siamo chiamati ad intervenire per rendere la vita quotidiana di chi ha questi compagni più semplice per gli uni e per gli altri.
L'abbandono durante il periodo estivo dei cani, ma non solo, si intensifica purtroppo in concomitanza con le vacanze ed un provvedimento di questo tipo può essere certamente d’aiuto a chi ha una sensibilità diversa e vuole tutelare i propri animali d'affezione.
Porto un'esperienza diretta e personale che è quella del mio Comune, di Porto Recanati, già da diversi anni sono stati identificate più spiagge libere nel piano di spiaggia destinate all'accesso ai cani e più recentemente, parliamo però di qualche anno, è stata data l'opportunità ad alcuni operatori di attrezzare delle proprie aree all'interno della concessione, ovviamente separate dal resto e con delle cautele, come la possibilità dell'acqua e di avere un'area ben delimitata per consentire a chi vuole prendere l’ombrellone di avere un'area dedicata in cui portare il proprio compagno.
Faccio solo un piccolo appunto perché fino ad ora non si era mai parlato dell'opportunità di far fare il bagno ai cani, agli amici a 4 zampe, e voglio segnalare, perché credo che possa diventare difficile, l'articolo 3, punto i) “il concessionario deve garantire interventi periodici di pulizia e risanamento della spiaggia e dello specchio acqueo, fermo restando l'obbligo del proprietario o detentore di rimuovere eventuali deiezioni degli animali, compreso l'eventuale strato di sabbia coinvolto, depositandole begli appositi contenitori installati sull'area attrezzata”. Vedo un'effettiva difficoltà nella pulizia dello specchio acqueo che può inibire questa opportunità perché non ci sono compartimenti stagni e anche se c'è la boa che delimita il tratto in cui l'animale può fare il bagno, il mare è aperto e libero ed a fianco potrebbero esserci le famiglie con i bambini o le persone che possono trovare difficoltà ad avere un'acqua pulita laddove c'è questo ingresso. Su questo apro uno spunto di riflessione, l’avevo evidenziato anche nell'esame in Commissione in un discorso di tutela legato alla salute ed alla pulizia.
Ribadisco comunque un voto favorevole perché credo che questa sensibilità sia a beneficio di entrambi, sia delle persone che degli amici a 4 zampe, e sia anche un'opportunità per i singoli operatori che possono cogliere l'occasione di offrire un servizio turistico in una direzione positiva di vivibilità e contro gli abbandoni degli animali.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Malaigia.

Marzia MALAIGIA. Grazie Presidente. Annuncio il mio voto favorevole a questa proposta di legge che viene incontro non solo all'esigenza di contrastare l'abbandono estivo, ma è quel quid in più che fa sì che la nostra regione e la nostra area costiera vengano scelte.
In passato mi è capitato più di una volta di sentire: “Non andiamo in vacanza nelle Marche perché non sappiamo dove portare i nostri amici animali”, faccio notare che ormai i cani sono presenti in tantissime famiglie che, scegliendo di andare in vacanza, debbono necessariamente informarsi sulle strutture che possono accoglierli ed il fatto che finora la regione non avesse una mappatura delle strutture pet friendly, anche nella zona costiera, faceva sì che fosse evitata. Faccio parte di numerosi gruppi anche sui social di amanti degli animali ed ho sentito purtroppo questa lamentela da parte di molti, che si fermavano in Emilia-Romagna o andavano oltre.
L'apprezzamento di questa proposta di legge è anche a fine turistico, un'ulteriore offerta turistica che la nostra regione potrà dare a chi in famiglia ha anche un amico animale come elemento affettivo.
Un'ultima considerazione in merito alle certificazioni dei cani che possano essere accolti, faccio notare che non tutti possono essere vaccinati, specialmente quelli di piccola taglia a volte non sopportano delle vaccinazioni, ma sono ugualmente protetti da certificazione tramite analisi di titolazione anticorpale, e nel libretto c'è scritto. Lo preciso perché il Consigliere Bisonni ha indicato solamente i vaccini, però l’importante è che sia tutto certificato nel libretto veterinario del cane.
Mi congratulo e ringrazio i promotori di questa proposta di legge, avrei voluto firmarla se ne avessi seguito l’iter, purtroppo non l’ho agganciata in tempo. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Micucci.

Francesco MICUCCI. Un intervento veloce perché ho bisogno di fare outing, quindi ne approfitto visto che stamattina abbiamo parlato di tante cose, non tutte, diciamo, di fondamentale importanza per la vita dell'uomo.
Condivido la proposta di legge, ne abbiamo discusso più volte in Commissione, è un'esigenza ormai sentita, l'abbiamo sentito dai turisti e da chi ha un animale in casa. Qui parliamo di cani, non di animali in genere, quindi credo che sia giusto, ed è stato giusto, approvare una normativa che regolamenti anche questo aspetto che ormai è diventato un'esigenza.
Vedo che oggi abbiamo due atti, uno di seguito all'altro, in cui parliamo di animali d'affezione, cani, cimiteri. Un passaggio su un fatto che a volte mi sembra un po' scontato, purtroppo, oggi parliamo degli animali da portare in spiaggia, nel giro di due giorni nelle nostre spiagge hanno rischiato di perdere la vita due bambini di 3 e di 4 anni, a volte mi sembra che perdiamo un po' il senso nel rapporto tra la vita di un animale, che abbiamo vicino e che deve avere tutto il nostro affetto, e la vita umana che a volte rischiamo di mettere in secondo piano.
Ricordo ancora l'unico cane che ho avuto in vita mia, quando l’allevatrice me l'ha dato, mi ha detto: “Trattalo bene, ma ricordati che è un cane”, evitiamo di fare degli animali dei surrogati delle vite umane.
Adesso non vorrei intraprendere un dibattito sulle vite umane in mare e sull’accoglienza, che ci porterebbe da tutt'altra parte, anche se per alcune valutazioni di alcuni esponenti politici credo che a volte andrebbe riproposto. Credo che anche in questo Consiglio sia il caso di riprendere un attimo il tema della vita umana, penso alla fiscalità verso le famiglie, all'accoglienza dei nascituri, una serie di tematiche che forse andrebbero riprese. Con questo non voglio fare del banale moralismo perché, ripeto, sono il primo ad avere un cane, tutti abbiamo dell'affetto verso gli animali, è giusto, svolgono una funzione importantissima quando gli anziani rimangono soli, penso alla pet terapy, penso a tutta una serie di evoluzioni giuste che sono anche importanti per la vita dell'uomo, però ricordiamoci, perlomeno lo ricordo a me stesso, spero di non doverlo ricordare ad altri, che ancora la vita dell'uomo, dei bambini, dell'uomo in generale, ha un'importanza maggiore, ricordiamocelo anche quando in questo Consiglio andiamo a legiferare.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 3.
Emendamento 3/1 a firma della III Commissione, che modifica il termine per la presentazione della Scia entro il mese di gennaio, anziché febbraio. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Emendamento 3/2 a firma della III Commissione, viene introdotto alla fine del comma 2 dell'articolo 3 e dà la possibilità ai Comuni di derogare per motivate esigenze il termine per la presentazione della Scia. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 3, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 4. Soppresso.

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 6.
Emendamento 6/1 a firma della III Commissione. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 6, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 7. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 8. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 8 bis. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 9. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 9 bis.
Emendamento 9 bis/1 a firma della III Commissione. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 9 bis, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Chiedo la votazione per appello nominale avendola chiesta per la legge precedente, per questa non l’avevo ancora fatto, Presidente.
Sono preciso perché è interessante questo dato statistico: l'unanimità che perseguita quest’Aula, fa piacere vedere che siamo d’accordo su tante cose.

Proposta di legge 281, così come emendata. La pongo in votazione.
Favorevoli: Biancani, Bisonni, Casini, Celani, Cesetti, Fabbri, Giacinti, Giorgini, Leonardi, Maggi, Malaigia, Marconi, Marcozzi, Mastrovincenzo, Micucci, Pergolesi, Rapa, Sciapichetti, Traversini, Urbinati.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Sull'ordine del giorno

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Grazie Presidente. Volevo far presente che adesso convocherò la Commissione, durante la sospensione, per verificare la dicitura perché è una legge importante e va verificata. Grazie.

PRESIDENTE. Facciamo mezz'ora di sospensione, quindi alle 14,20 riprendiamo.

La seduta è sospesa alle ore 13,50

La seduta riprende alle ore 14,25

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

PRESIDENTE. Riprendiamo la seduta.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Grazie Presidente. Chiedo il rinvio in Commissione della proposta di legge n. 232, che vede come primo firmatario il Consigliere Bisonni, in quanto ritengo opportuno e necessario un ulteriore approfondimento per non fare errori. Verrà portata di nuovo in Commissione e probabilmente iscritta in Aula per il prossimo Consiglio.
Ovviamente questa è una decisione che ho preso in accordo con il Consigliere Bisonni, che è primo firmatario e relatore di questa proposta di legge.

PRESIDENTE. Perfetto, la proposta di legge è rinviata in Commissione.

Proposta di legge n. 292
ad iniziativa dei Consiglieri Volpini, Marconi, Malaigia, Zaffiri, Giancarli
“Modifica alla legge regionale 9 maggio 2019, n. 10 ‘Cimiteri per animali d'affezione’"
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 292 dei Consiglieri Volpini, Marconi, Malaigia, Zaffiri, Giancarli.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Grazie Presidente. Naturalmente chiedo sulla votazione finale di questa proposta di legge l'appello nominale.
Si tratta di una piccolissima modifica richiesta dai rappresentanti del terzo settore, i quali hanno fatto notare come nella legge si facesse genericamente riferimento al volontario nella gestione di queste attività, e come questa terminologia in realtà risultasse eccessivamente generica rispetto alle parole: “terzo settore”. Quindi è un aggiustamento di natura squisitamente formale, non cambia niente.
Personalmente ho qualche dubbio, e mi rivolgo alla relatrice di minoranza, perché quando indichiamo il terzo settore intendiamo un mondo molto definito, invece quando diciamo volontariato individuiamo un mondo molto più largo, quindi, in virtù di questo, non l'abbiamo sostituito, ma abbiamo scritto: “i soggetti pubblici e privati che gestiscono i cimiteri per animali d'affezione possono avvalersi della collaborazione e del supporto, a titolo esclusivamente gratuito e volontario, di personale messo a disposizione dagli enti del terzo settore aventi come finalità la protezione degli animali”.
Ho accettato questa dicitura, Presidente, perché mi sembra che sia più tranquilla, l’abbiamo esaminata in Commissione e l’abbiamo accolta, però non vorrei che un'associazione di volontariato che non è iscritta nel terzo settore poi non possa gestire questa cosa, anche perché non tutte le associazioni chiedono l'iscrizione nell'albo del cosiddetto “terzo settore”.
La nostra terminologia, che era quella del volontariato, era un po' più ampia, quindi segnalo il caso in termini di discussione e di interpretazione, lo segnalo alla Giunta in modo tale che se dovessero verificarsi delle situazioni di questo tipo dovremmo dire - a cominciare dal terzo settore - che noi non volevamo escludere gli altri, che potevano fare esattamente la stessa cosa che il cosiddetto terzo settore può fare.

PRESIDENTE. Ha la parola la relatrice di minoranza Consigliera Malaigia.

Marzia MALAIGIA. Grazie Presidente. Non ho molto da aggiungere rispetto a quanto detto dal Consigliere Marconi perché questa è soltanto una modifica tecnica in base ad un suggerimento che ci è stato dato. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zura Puntaroni.

Luigi ZURA PUNTARONI. Visti tutti questi emendamenti dell'ultima ora, dato che i proprietari di questi animali professano la nostra religione, pensavo di prevedere nei luoghi dove si vanno a seppellire gli animali la possibilità di mettere le croci. Sarebbe una cosa più carina, più adatta in un momento difficile della nostra civiltà giudaica, presidiare il territorio anche fuori dai cimiteri dove vanno i cristiani. Penso che sia una cosa carina, Presidente, e che si possa fare.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Proposta di legge n. 292. La pongo in votazione per appello nominale.
Favorevoli: Biancani, Bisonni, Casini, Celani, Giacinti, Giancarli, Leonardi, Malaigia, Marconi, Mastrovincenzo, Micucci, Sciapichetti, Traversini, Urbinati, Zaffiri.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Proposta di atto amministrativo n. 63
ad iniziativa della Giunta regionale
“Programma di Sviluppo Rurale della Regione Marche 2014/2020 in attuazione del Reg. (UE) n. 1305/2013 del Parlamento Europeo e del Consiglio 17 dicembre 2013 e revoca della deliberazione dell'Assemblea legislativa 30 luglio 2018, n. 79”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 63 della Giunta regionale. La discussione è aperta ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Traversini.

Gino TRAVERSINI. Grazie Presidente. Questa proposta di atto amministrativo è quasi completamente tecnica e cercherò di leggervi, per non annoiarvi, alcune modifiche che sono state apportate al Psr.
Nel corso dell'attuazione e della gestione del programma di sviluppo rurale 2014-2020 si è manifestata l'esigenza di orientare meglio le risorse ancora a disposizione, di rendere alcuni interventi più efficaci in relazione ai fabbisogni del contesto regionale e di semplificare alcune procedure attuative, pertanto si è resa necessaria la presente modifica al testo del Psr Marche 2014-2020.
Nello specifico, nelle misure 4.1 e 6.4, che finanziano investimenti nelle aziende agricole, si ampliano i margini di azione degli interventi che riguardano i punti vendita sia aziendali che extra-aziendali per offrire a dette aziende più opportunità di mercato (possibilità di vendita del vino, come prodotto minoritario, attualmente del tutta esclusa in base alla demarcazione con l'Ocm; possibilità di realizzare punti vendita anche al di fuori del cratere sismico con riferimento all'azione 6.4.A.5).
La modifica alla misura 4.4 "conflitti allevatori-lupo" consente di estendere la possibilità di aderire alla misura per interventi a tutela del bestiame dagli attacchi del lupo, alle aziende di tutto il territorio regionale e non solo alle aziende delle zone montane e delle zone Natura 2000 considerato che gli attacchi si verificano sempre più spesso anche al di fuori di tali aree.
Le modifiche alle sottomisure 16.1 op.A (Gruppi Operativi per l'innovazione), 16.2 (progetti pilota innovativi) e 16.9 (cooperazione per la diversificazione di attività agricole per servizi rivolti a fasce deboli e categorie svantaggiate) propongono l'introduzione dei costi standard per alcune voci di spesa (personale), con l'obiettivo di introdurre importanti elementi di semplificazione amministrativa. Inoltre per la 16.2 si specifica, tra le finalità, la tutela del benessere animale e si propone, limitatamente ai progetti pilota inerenti la prevenzione delle malattie del bestiame, di finanziare i progetti anche al di fuori dei progetti di filiera o degli accordi agroambientali d'area considerato che tale problematica riguarda tutto il territorio regionale e tutti i comparti zootecnici.
Infine si prevede di eliminare 3 sottomisure del Psr che avevano dotazione ridotta e che hanno trovato ampia applicazione attraverso i Programmi di sviluppo locale dei gruppi di azione locale leader: le sottomisure 1.2.C "Azioni informative e dimostrative nell'ambito dello sviluppo rurale" (dotazione 300.000 euro), 16.3 "Cooperazione tra piccoli operatori per diverse finalità nelle aree leader" (dotazione 500.000 euro) e 16.7 "Supporto per le strategie di sviluppo locale non CLLD" (dotazione 200.000 euro).
Le risorse di dette sottomisure eliminate si destinano a quelle misure per le quali si è manifestato un forte interesse da parte dei potenziali beneficiari, rispettivamente verso la sottomisura 1.2.A "Azioni informative relative al miglioramento economico delle aziende agricole e forestali" (+ 300.000 euro da 1.2.C) e verso la sottomisura 16.1 "sostegno per la costituzione e la gestione dei gruppi operativi del PEI in materia di produttività e sostenibilità dell'agricoltura" (+700.000 da 16.3 e 16.7) onde rafforzare l'azione a supporto dell'innovazione nel settore agricolo particolarmente necessaria nel contesto produttivo regionale. Si incrementa quindi la dotazione della sottomisura 16.1, per la quale, anche grazie alle azioni di informazione e divulgazione svolte dalla Regione proprio per incentivare lo sviluppo di progetti innovativi attraverso l'adesione alla misura, è emerso un notevole interesse o già in risposta al primo bando che ha visto un numero di domande di Gruppi operativi di gran lunga superiore alle possibilità di finanziamento.
Altra variazione del piano finanziario prevista è relativa all'incremento della dotazione della misura 4.1 "Investimenti materiali e immateriali", con riferimento ai bandi attivati in area cratere, per il quale si è registrato un fabbisogno di gran lunga superiore alle attese (incremento di 1,5 milioni di euro), con una corrispondente riduzione della dotazione della misura 6.4.B "Investimenti strutturali nelle piccole e medie imprese per lo sviluppo di attività non agricole", pur lasciando in tale sotto misura una dotazione adeguata all'attivazione del bando filiera legno-energia.
Queste sono le principali modifiche, ce ne sono tante altre, ma sono tutte piccole e di carattere puramente tecnico.
Il lavoro è stato ampiamente valutato dalla Commissione, che ha espresso un voto a stragrande maggior maggioranza favorevole, con un solo astenuto.
Abbiamo preso atto, e lo posso ribadire anche a livello personale, come Presidente della Commissione, del buon lavoro che si è fatto e che si sta facendo nel Psr, ricordando che la questione della maggior spesa legata all'area sismica ha appesantito notevolmente la possibilità di velocizzare le operazioni, però, il lavoro fatto, la serietà con cui si è portato avanti ed il coinvolgimento, anche nel caso di queste modifiche, nei tavoli, di tutte le associazioni e tutte le parti in causa, con grande condivisione, hanno permesso di arrivare a questa modifica senza problemi particolari.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Celani.

Piero CELANI. Grazie Presidente. Questo è un atto amministrativo che non dà adito a grandi discussioni perché non cambia assolutamente la strategia del Psr. Si tratta soltanto di piccoli aggiustamenti, così come ci è stato detto in Commissione e come abbiamo visto dettagliatamente.
Ho provato a stampare il tutto, sono venuti due blocchi da 1200 pagine, quindi mi sono un po' arenato all’inizio perché, come è stato detto ampiamente e dettagliatamente dal Consigliere Traversini, molto spesso si tratta soltanto di modifiche formali, a volte addirittura, per alcune misure, di piccoli arrotondamenti.
Nel merito, dico soltanto che, così come ha detto il Cal, l'eliminazione della sottomisura 16.3 mi ha lasciato un po' perplesso, perché lo sviluppo di associazioni di piccoli operatori turistici (agrituristiche, fattorie didattiche e altro) avrebbero potuto avere un impulso alla promozione e alla commercializzazione di certi prodotti, soprattutto per quanto riguarda le aree colpite dal sisma e le aree interne in generale, però molto probabilmente questa sottomisura non è stata sfruttata adeguatamente per cui le risorse che vi erano allocate sono state destinate ad altre iniziative promozionali che sono promosse in questo settore dalla Regione Marche, attraverso i fondi strutturali, per cui probabilmente si è preferito girarle dall'altra parte. Quindi, ripeto, non cambia assolutamente la strategia.
Durante l'audizione in Commissione con i tecnici dell'Assessorato, in modo particolare con il dirigente, abbiamo fatto un piccolo ragionamento per capire quanto stiamo spendendo e come stanno andando le cose.
Sono sempre stato convinto che il Psr sia una delle azioni più importanti che abbiamo messo in campo in questi anni ed effettivamente tanti nostri imprenditori agricoli ce ne stanno dando atto perché stanno facendo dei buoni investimenti, però da un punto di vista statistico, in questo momento in Italia, per spesa, come Regione siamo ultima, ma questo non deve preoccuparci perché in seguito al terremoto abbiamo avuto ulteriori 146 milioni di euro e questo naturalmente ha prodotto un rallentamento della spesa. Molti bandi per le aree interne, per le zone del cratere, sono stati prorogati per venire incontro alle esigenze degli agricoltori e degli imprenditori, per cui non dobbiamo guardare alla statistica nuda e cruda, dobbiamo evidenziare il fatto che i bandi ci sono, sono stati aperti e quest'anno dobbiamo spendere circa 115 milioni di euro, ad oggi mancano circa 65 milioni euro, ma ci sono domande per oltre 60 milioni. Quindi c'è ancora da spendere e ci sono già tante richieste per questi ulteriori fondi.
Un altro dato che mi piace segnalare è che dal 1° gennaio 2019, cioè da quest'anno fino ad oggi, sono stati attivati bandi per circa 69/70 milioni di euro. Come vedete la macchina del Psr sta andando davanti, però se leggiamo alcune statistiche del Ministero le Marche sono ultime, però dovrebbero anche dire perché lo siamo. Abbiamo avuto questa massa di denaro in più che stiamo spendendo con dei bandi che di volta in volta sono stati, lo ripeto, prorogati. Siamo andati dietro alle richieste e alle necessità degli imprenditori delle zone disagiate.
Non ho nulla da aggiungere, se non dire che sono favorevole, così come lo siamo stati in Commissione e, ripeto, l'unica perplessità che in qualche modo ho avuto, così come l’ha espressa il Cal, l’ho detto anche in Commissione, riguarda la sottomisura 16.3 perché la sua eliminazione rallenta un po’ quei progetti di promozione delle aree interne, fatte dai piccoli operatori turistici, dagli operatori degli agriturismi, dalle fattorie didattiche e altro. Però c'è stato detto che queste azioni verranno poi finanziate attraverso i fondi strutturali del Por-Fesr, quindi non verranno a mancare risorse nelle aree interne per progetti promozionali di questo tipo.
Non c'è altro da aggiungere, se non che voterò favorevolmente quest’atto come ho fatto già in Commissione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Grazie Presidente. Mi riallaccio a quanto detto dai Consiglieri Celani e Traversini in precedenza. Era impossibile verificare nelle oltre mille pagine punto per punto le piccole modifiche, avrebbe significato ripercorrere l'intero lavoro fatto dagli uffici e dalla scorsa di ore che ho dato al documento non si stravolgeva l'impostazione del Psr. Questo è il dato di fatto, non si stravolge l'impostazione.
Come sta andando il Psr? Nei giorni scorsi c'è stato il Comitato di sorveglianza e sono venuti fuori dei dati che sono un po' in chiaroscuro, ad esempio, sono stati messi a bando l'87% dei fondi disponibili, considerato i quasi 160 milioni in più dati per gli eventi sismici, ancora mancano da destinare 90 milioni, quindi per questa somma dobbiamo ancora emettere dei bandi e decidere effettivamente dove destinarli; particolare attenzione va messa su questa ultima tranche perché ormai siamo nell'ultimo anno di legislatura anche se il Psr poi avrà modo di utilizzare i propri fondi fino al 2023.
Il dato sensibile è che l'importo del contributo ammesso a finanziamento è del 64% compresi i trascinamenti, quindi ancora manca un 35%, più o meno, di fondi da assegnare.
La capacità di spesa, invece, è particolarmente bassa, 19,5%, sono 136 milioni, la soglia famosa N+3, per la quale perderemmo dei soldi a livello europeo, ci chiede di raggiungere un'ulteriore spesa di 63,4 milioni entro la fine di quest'anno. Gli uffici hanno presentato anche in Europa, quindi non soltanto ai Consiglieri in Commissione quando per 2/3 volte li abbiamo auditi, una prospettiva per cui dovremmo superare a fine anno questa soglia, però la preoccupazione resta e giustamente. Nel semestre che ancora ci manca, più o meno, occorre assicurarsi che questa capacità di spesa venga messa in atto e che quindi si spendano effettivamente questi soldi sui bandi che sono già stati mandati avanti e chiusi, quindi nella diretta disponibilità dei fruitori.
Sullo stato di avanzamento del Psr diciamo che la tutela degli ecosistemi è la priorità che, col 35% di spesa certificata, tiene alta la classifica della Regione, è una priorità importante, le altre oscillano con spesa certificata nel modo seguente: 15% della competitività, 10% delle filiere, 13% dell'efficienza delle risorse e l'8% dello sviluppo delle zone rurali.
Abbiamo una criticità sulla dotazione finanziaria dei bandi attivati, che è soltanto del 54% per l'efficienza delle risorse, è una priorità che è rimasta un po’ indietro, bisogna accelerare nell'utilizzo e nell'emissione del bando in modo da poter attivare la risorsa.
Buone percentuali ci sono per il contributo ammesso a finanziamento e quindi nel bando erogato, tranne per la competitività che pesa per 210 milioni complessivi e che impegna soltanto il 56%, quindi anche su questa priorità, Assessore Casini, vedo che giustamente prende nota per fare una riflessione insieme, va accelerato un po' il passo, non possiamo rischiare di restituire dei soldi all'Europa.
Ora la mia sensazione, che ho avuto modo di esprimere anche in altri contesti e in altre occasioni in Assemblea, è che il Psr sia un po' troppo dispersivo. A mio avviso la prossima programmazione dovrebbe essere più mirata, meno misure perché sono quasi un centinaio, e su linee di priorità più definite altrimenti si rischia di dare un po' a tutti, a pioggia, ma non si svolta e ogni volta che incontriamo gli agricoltori ci dicono di essere in difficoltà. Effettivamente va premiata la capacità imprenditoriale e dove non c'è, è previsto il primo pilastro per l'assistenza, quindi miriamo le nostre forze su filoni su cui puntare in maniera più decisiva.
A tal proposito c'è la ditta che è stata incaricata, insieme agli uffici, di portare avanti le verifiche di applicazione ed efficacia del Psr che a fine aprile avrebbe dovuto consegnare i primi documenti di verifica dell'efficienza da cronoprogramma, io ho scritto nei giorni scorsi alla Commissione, al Presidente Traversini, per poter audire gli uffici e la ditta per avere un attimo il polso della situazione e, dato che siamo nel 2019 - nel 2016 il Psr è stato avviato - vedere dopo tre anni a che punto siamo, perché fare un'analisi ex post ci dice poco. Quindi tentiamo di acquisire il prima possibile degli elementi che ci consentano di dare un giudizio di merito sull'efficacia degli investimenti che facciamo perché, chiaramente, alla fine, parliamo di oltre 697 milioni.
L'invito è quello di fare questa verifica per essere più incisivi, razionalizzare gli ambiti di intervento e mirare su linee di indirizzo più selettive. Speriamo per quanto già erogato, di avere - facendo una grossa azione anche sull'Agea -, una battaglia che l'Assessore ha portato avanti anche a Roma, dove gli uffici sono andati materialmente per aiutare a sbloccare il software, per verificare le famose particelle che bloccavano, quindi, un discorso molto generale su cui bisogna assolutamente insistere perché, giustamente, ogni tanto arrivano le mail di chi dice: “Aspetto di essere risarcito da 3 anni e ancora non ha avuto i soldi”, per cui grande attenzione sul Psr, ancora possiamo farcela.
I prossimi anni saranno ancora più sfidanti perché dobbiamo spendere, fortunatamente da questo punto di vista, i 160 milioni aggiuntivi che ci sono stati concessi purtroppo per la calamità del terremoto e su questo bisogna essere particolarmente attenti.
Siamo in attesa e rimaniamo in una situazione un po' interlocutoria, io sono stato l'unico ad astenermi in Commissione su questo aspetto, perché voglio vedere, dalla verifica che si sta facendo sull'efficacia di intervento del Psr, i primi risultati e se effettivamente gli uffici riescono a mantenere l'impegno di non farsi sottrarre i fondi dall'Europa e quindi a superare, a fine anno, la soglia dell’N+3.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Casini.

Anna CASINI. Intanto vi ringrazio per l'approfondimento. Consigliere Fabbri è ovvio che nessuno di noi ha riletto le 1200 pagine, l'abbiamo fatto la prima volta e nel primo cambiamento perché a metà settembre 2015, se ci ricordiamo, quando ci siamo insediati, fu approvato dalla Comunità europea il primo Psr che noi abbiamo trovato bello e confezionato e lì decidemmo tutti insieme di andare subito avanti con i bandi che potevano uscire e di cominciare la modifica del Piano di sviluppo rurale da condividere con tutte le associazioni di categoria e con tutti gli attori del territorio e questa modalità, che poi porta risultati non sempre soddisfacenti e che possono comunque essere perfettibili, è quella che abbiamo sempre utilizzato, quella di ascoltare. In quest'ultima modifica, che è parziale, ci sono soltanto alcuni aggiustamenti, e quello sulle reti di protezione per i lupi è un esempio importante.
Prima ne ha parlato il Presidente Traversini, succede che abbiamo raccolto l'esigenza degli allevatori di difendersi dai lupi, ma abbiamo pensato, anche con le associazioni, di considerare soltanto le zone interne, le C3 e le D per intenderci, quelle dove la presenza del lupo pensavamo fosse più forte, invece ci sono stati degli attacchi a bassa quota, a 200 metri, anche a 100 metri di altitudine sul livello del mare, allora le associazioni ci hanno chiesto di estendere questa misura anche a zone con altitudini inferiori e questo ha comportato una modifica del Piano di sviluppo rurale. In questo momento, mentre noi stiamo discutendo, il bando è già stato inviato in bozza alle associazioni di categoria perché una volta che avremo l'approvazione definitiva del Piano di sviluppo rurale, che già ha avuto il parere favorevole della Commissione europea, potremo immediatamente far uscire il bando.
Le rendicontazioni, è vero, abbiamo fatto una scelta molto importante, però abbiamo privilegiato le strutturali e quindi la competitività. Prima il Consigliere Fabbri ha detto: “Abbiamo tante risorse sulla competitività”, la competitività presuppone delle progettualità impegnative, dei lavori che durano anche 5 anni nei quali vengono realizzati veri e propri manufatti, quindi è molto più impegnativa di una misura superficie, nella quale io calcolo quanti ettari ho a disposizione e l'indennizzo, per esempio sul biologico, viene valutato in base alla tipologia di coltura su un tot numero di metri quadri o di ettari, quindi noi ben lo sapevamo.
Abbiamo anche privilegiato, e mi fa piacere che lei l'abbia sottolineato, gli accordi agroambientali d’area, perché per noi è importante la riduzione dei nitrati, che sono complessi, nei quali vengono coinvolte 100 aziende, Comuni e altri soggetti. Applicarli sia al biologico che alla lotta integrata in un'area molto vasta comporta una reale riduzione degli inquinanti che poi noi misuriamo.
Anche per il dissesto idrogeologico siamo usciti con questo bando con il quale speriamo, perché è un tentativo, non è mai stato fatto in l'Italia quindi siamo i primi a farlo, di individuare una metodologia di rapporto tra gli enti pubblici, gli agricoltori, Legambiente e tantissimi altri soggetti del territorio, con la quale cominciare tutti insieme a prevenire i danni da dissesto idrogeologico, quindi un progetto molto ambizioso. E, ovvio che la prima parte sarà dedicata all'informazione e alla formazione, proprio per creare il tessuto che deve operare, ci saranno dei facilitatori, quindi effettivamente in alcune misure, si è “perso un po' di tempo” perché l'obiettivo era ambizioso e, secondo noi, poteva fare la differenza rispetto alla misura semplice.
Le dico che sugli stati d'avanzamento è chiaro che se, come ha detto prima e ringrazio il Vicepresidente Celani, nell'area terremotata un giovane mi dice che non è riuscito ad avere il permesso di costruire, le proroghe le abbiamo date a tutti, contro il nostro interesse, se avessi guardato l’N+3 non avrei dovuto darle da nessuna parte perché le proroghe non si danno e perché abbiamo come obiettivo l’N+3 e non vogliamo perdere risorse, ma da quando lei ha avuto quei dati ad oggi sono stati liquidati ulteriori 8 milioni di euro, per cui mancano 50 milioni di euro rispetto ai 60 che citava lei, quindi stiamo migliorando in tempi brevi.
Oggi abbiamo presentato il progetto integrato di filiera del legno che prevede, e questo è molto interessante, sette misure attivabili, per questo il frazionamento perché sono 10.800.000 euro e questa filiera consente la formazione di eventuali giovani o persone che vogliono iniziare questa attività, il ripristino della viabilità rurale forestale, perché oggi, come sapete, il bosco avanza e non si trovano più le strade forestali che servono anche da tagliafuoco, che sono importantissime anche per la riduzione dei danni da incendio, poi ci sono: l'aiuto all'avviamento delle attività imprenditoriali, un aiuto all'avviamento, gli investimenti per la trasformazione dei prodotti forestali, per la commercializzazione e per progetti pilota per lo sviluppo di nuovi prodotti, pratiche e processi, perché parliamo anche di biomasse. La filiera è la seguente: tagliamo o raccogliamo il legname, possiamo o venderlo così o trasformarlo in pellet, o ci inventiamo una trasformazione in qualcosa, quindi lo possiamo commercializzare per i camini e per il riscaldamento, oppure possiamo far funzionare delle piccole centraline di biomasse che possono anche servire a teleriscaldare delle frazioni. Tutto questo, chiaramente, comporta un coordinamento all'interno del progetto integrato di filiera di sette sottomisure, quindi spesso è complicato, ma l'obiettivo è quello di consentire al beneficiario di utilizzare un pacchetto di misure snello, non è detto che si debbano usare tutte e sette, se ne possono utilizzare anche due soltanto, però volendo, se si vuole fare un progetto più complesso, si possono usare non tutte e sette le sottomisure perché gli obiettivi sono diversi, ma cinque di queste, perché in questo caso l'obiettivo finale è quello ambientale in primis, in quanto il bosco avanza, il sottobosco viene abbandonato ed è importante che ci sia chi lo curi per evitare che aumenti il dissesto idrogeologico e che si riduca la biodiversità, che è un altro fenomeno che la mancanza dell'azione antropica determina. Nella multifunzionalità c’è la possibilità di dare risorse maggiori all'azienda agricola per farla sopravvivere. Il terzo è il tentativo di attrarre aziende che facendo sia forestazione che altro possono trasferirsi o rimanere nelle aree interne, che sono quelle dove ci sono i boschi.
Vi ringrazio anche per le critiche che non sono state fatte, un ringraziamento va agli uffici che hanno lavorato tanto. I 160 milioni di euro che ci sono stati dati in più sono stati stanziati alla fine del 2017, quindi abbiamo avuto il 2018 e parte del 2019 per poterli mettere a bando, abbiamo messo a bando l'85% delle somme, che adesso vanno rendicontate.
Una così importante, mi fa piacere che lei l'abbia citata, noi abbiamo fatto numerosi incontri ai quali ho partecipato personalmente con Agea, insieme alle associazioni di categoria e ai tecnici per individuare le problematiche ed anche per proporre delle soluzioni. L’ultimo successo è quello di aver sbloccato quasi completamente il 2016, dove c'erano più criticità e questo conseguentemente ha rimosso gli impedimenti per le annate successive. La cosa importante, che ci impediva di erogare le anticipazioni, soprattutto ai giovani, è quella di aver portato la fideiussione bancaria da 7 anni, che è prevista in tutte le Regioni, che non viene erogata né richiesta perché troppo costosa e non tutte le assicurazioni la fanno, a 3 anni, questo per la sola Regione Marche che ha dimostrato di non avere contenziosi. Abbiamo portato una documentazione che ha attestato che da noi si poteva applicare soltanto una lunghezza di 3 anni e questo ci faciliterà anche per dare le anticipazioni che altrimenti non erano richieste perché troppo oneroso attivare una fideiussione per 7 anni.
Vi ringrazio, ma il ringraziamento grande va a tutti noi che abbiamo lavorato insieme e in particolare ai tecnici del servizio agricoltura.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carloni.

Mirco CARLONI. Karl Marx diceva che la strada per l'inferno è lastricata di buone intenzioni, non voglio guastare la festa, sono intervenuto purtroppo tardi, Assessore Casini, però non riesco a capire come si fa ad essere soddisfatti, sinceramente, quando tutto il sistema dei contributi europei, la Commissione, che la Regione Marche, per statistica, è quella che sta utilizzando meno fondi di tutta l'Italia e soprattutto quando l'avanzamento della spesa complessiva ci colloca tra le Regioni meno sviluppate d'Italia, siamo proprio l'ultima, siamo dietro alla Calabria, alla Puglia, alla Basilicata. Faccio un esempio, nella Regione Puglia un Consigliere per questa ragione ha chiesto le dimissioni al Presidente e nel suo intervento ha detto: “Soltanto le Marche hanno fatto peggio di noi nell'utilizzo dei fondi per il Psr”.
Purtroppo sono arrivato tardi, ma ho assistito ad un autocompiacimento ingiustificabile, Vicepresidente. Parlo con gli agricoltori, e lei ci parlerà sicuramente più di me, e non capisco come fa a dire che sono soddisfatti. Dal 2014 al 30 aprile di quest'anno è stato speso il 19% delle risorse, il prossimo anno finisce Psr e ha appena detto che rispetto all'ultima statistica i dati sono migliorati. Sapete di quanto sono migliorati? Siamo passati al 30 giugno al 21%.
Fra 6 mesi finisce l’anno ed inizia il 2020, non so in che modo pensate di spendere questa massa di risorse, ma sinceramente, da qui a dire che va tutto bene, mi sembra di negare la realtà e soprattutto non credo che lo possiate dire agli operatori e a coloro che hanno aspettato due anni per la pubblicazione dei bandi, altri due anni per la valutazione dei progetti. C'è una quantità di persone che attendono queste risorse e molto probabilmente, lo vedremo poi nei fatti, molti di questi non le utilizzeranno perché arriveranno talmente tanto in ritardo, rispetto all'esigenza progettata, che molti di coloro che hanno partecipato non ne faranno uso, lasceranno perdere.
Ritengo che questa sia una sconfitta di questa Regione. Il parametro, lo dico per me stesso, ma per tutti i colleghi, sull'utilizzo dei fondi europei è utilizzato dal sistema metrico europeo per valutare le Regioni dal punto di vista economico e, la Regione Marche è collocata in via definitiva tra le Regioni in transizione, tra quelle Regioni che sono meno sviluppate d'Italia.
Penso che oggi ci stia tutto tranne che festeggiare e sinceramente, il prossimo Psr, se non verrà speso almeno il 50% delle risorse entro dicembre, che non so come farete, chi sa chi ci sarà nel 2020, vedrà le Marche penalizzate rispetto a tutte le altre Regioni d'Europa. Questo è un caso di studio, di inefficienza europea, non è una cosa di cui congratularsi.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Ho ascoltato con attenzione questo argomento, sulla situazione tecnica credo che non sia niente da dire, perché si va a migliorare, perciò va bene, però, Assessore, mi sembra di capire che c'è un problema di fondo, perché anch'io ho guardato con attenzione i giornali e quello che hanno pubblicato e se noi sconfessiamo con dati certi, con le nostre statistiche, le nostre posizioni, è una cosa, però deve esserci trasparenza, Assessore, in modo tale che si possa capire tutti, altrimenti, secondo i dati statistici pubblicati dai giornali, noi abbiamo delle difficoltà, Presidente Traversini, nel spalmare questi fondi. Effettivamente c'è qualche difficoltà, i soldi non arrivano e non escono, questo è il problema di fondo, quindi bisogna correggere delle impostazioni.
Dipende dalla parte tecnica? Riguarda la struttura dell'esecutivo? C'è qualche problema nei nostri servizi? Sono da potenziare? C'è forse c'è bisogno di più organico? C'è bisogno di professionalità? Bisogna capire le problematiche in termini politici, Presidente, perché se non le comprendiamo seguiamo le statistiche dei giornali e siamo messi male.
Penso che vada corretta l'impostazione, in II Commissione va aperto un dibattito, un confronto su questo problema, fare un'analisi corretta sui fondi più che sugli aggiustamenti tecnici. Credo che sia quello l'organo deputato, non che lei non sia attento, non ho detto questo - lei è un Presidente molto attento anche al ruolo istituzionale, e questo lo sa, pubblicamente gliene ho dato atto e gliene do anche stasera - però c'è qualcosa nel meccanismo che non funziona e che noi dobbiamo analizzare con chi è preposto a far funzionare la macchina perché in questo momento si è inceppata. I dati ufficiali ci dicono che la macchina è inceppata, nel senso che non c'è un'applicazione contestuale che permette alle cose di funzionare. Se la situazione, come dice l'Assessore, funziona allora vuol dire, e la cosa è molto grave, che c'è una strumentalizzazione, ma per recuperarla si può fare della comunicazione, fra l'altro importiamo dall'esterno certe professionalità. Bisogna che le cose funzionino e la realtà che compare dimostra che non vanno bene, qui giochiamo sui fondi e le associazioni di categoria contestano i ritardi e questo meccanico, perché non è che leggiamo solo i giornali, quindi ho bisogno di capire per emettere un giudizio politico, perché questo è il problema.
In questo momento è chiaro che se non c'è un momento di chiarimento, un momento di verifica, un momento di approfondimento dei dati, quante risorse vengono chieste, quante ne escono e quante vengono regolarizzate, cioè erogate, poi se c'è l'Agea che non funziona, e sono quattro anni che lo diciamo, bisogna anche lì intervenire.
Credo che sia questo il problema e concordo con quanto ha detto il Consigliere Carloni perché bisogna chiarirsi, altrimenti i dati ufficiali non sono corrispondenti con quelli che vengono dati dall'esecutivo. Questo è il dato fondamentale. Se l'esecutivo è matematicamente sicuro che le cose non stanno così, prenda delle pagine dei giornali - si prendono anche per cose utili, non solo per pubblicità - e pubblichi notizie in merito: “I fondi stanno così, sono usciti, sono stati chiesti”. Si prendono pagine di giornale per fare la pubblicità e poi nemmeno funziona.
Questi sono i dati, credo che sia necessario utilizzare le nostre risorse in modo migliore e chiarirci; penso che questo sia un passaggio estremamente importante. Confido, Presidente, nella sua lungimiranza, nella sua professionalità e nel senso politico delle cose.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Grazie Presidente. Non volevo intervenire però due cose mi hanno colpito.
La prima è questa differenza fra i dati, bisognerebbe capire bene come stanno le cose con dei dati certi. In Aula si potevano portare delle slide per illustrare bene la situazione, magari l'Assessore in replica chiarirà questo aspetto.
La seconda cosa che mi ha colpito del discorso dell'Assessore è quando ha parlato di ambiente e ha detto che abbiamo fatto anche delle scelte ambientali, la frase mi ha stimolato questa riflessione.
Non so se sa che dinnanzi alla Corte di Giustizia europea è stata impugnata la direttiva europea sulle fonti rinnovabili perché al suo interno sono inserite le biomasse ed ormai ci sono molte persone ed anche gran parte della comunità scientifica che sostengono che le biomasse non sono fonti rinnovabili, e si capisce facilmente.
Prima di tutto non è vero che c’è questa neutralità carbonica, se brucio una pianta l'anidride carbonica che sprigiona - questo sostiene chi dice che la fonte è rinnovabile - è quella che ha assorbito nel corso della vita, ed è stato dimostrato che non è vero.
Seconda cosa, nel momento in cui taglio una pianta e ne ripianto una nuova - se non lo si fa è anche peggio - è talmente piccola che non può pareggiare il contributo di anidride carbonica che la pianta matura assorbe.
Terza cosa, ci sono degli studi che hanno dimostrato che la combustione del legno emette più anidride carbonica del carbone, quindi, ce ne vuole a sostenere che bruciare il legno sia una scelta ambientale. Lei ha parlato di pellet, ha parlato di biomasse utilizzate per il pellet, che quindi vanno ad incrementare il processo di combustione delle biomasse.

(intervento fuori microfono)

Sandro BISONNI. E' uguale, il cippato è legno, il pallet è legno, io invece sostengo che, vista l'emergenza climatica che è in corso, abbiamo bisogno di piantare alberi, milioni di alberi, miliardi gli alberi e non abbiamo la necessità di bruciarli.
Questo discorso, che capisco può essere difficile comprendere in 5 minuti, è semplicemente per dire che parlare di scelte ambientali quando si favorisce la combustione delle biomasse è veramente inappropriato. Solo questo.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Casini.

Anna CASINI. Parto dalla fine e parto proprio dalle biomasse. Noi non tagliamo i boschi e l'avanzamento del bosco, caro Consigliere Bisonni, è una delle problematiche ambientali più grandi in questo momento in Italia, l'avanzamento del bosco e la non cura del bosco.
Il bosco non viene più curato per cui il sottobosco non viene tagliato, le rotazioni ventennali non vengono fatte, il suo diradamento comporta un aumento dei tempi di corrivazione delle acque, di conseguenza l'acqua non viene assorbita, ma scivola, per semplificare, ed arriva in maniera molto più veloce a valle. Questo determina dei danni, grandissimi. Si perdono anche le cosiddette canalette e i canali che conducono l'acqua dai boschi ai corsi d'acqua principali. E’ uno dei problemi ambientali più grandi del momento.
L'ispessimento del bosco, il mancato diradamento in maniera antropica, il non curare il sottobosco, determinano un gravissimo impoverimento, questo non lo dico io che faccio l'architetto, ma me lo dicono i miei tecnici e non solo. Abbiamo fatto numerosi convegni su questo tema specifico, un impoverimento grande della biodiversità e non soltanto delle Marche. Perdiamo biodiversità sia dal punto di vista botanico vegetazionale, perché perdiamo alcune specie, sia dal punto di vista degli animali che non frequentano più il bosco, con l'incremento del numero dei cinghiali laddove il sottobosco è fitto ed il cacciatore non va.
Questo per dire che dal punto di vista ambientale non vorremmo passare come novelli Neroni dei boschi delle Marche.
I boschi delle Marche non vengono tagliati, ma dove ci sono dei piani di gestione obbligatori dei boschi, che vengono approvati con delle regole ben precise, con il Corpo forestale, con il controllo paesaggistico, qualora ci sia la parte paesaggistica da verificare, vengono tagliati perché è una pratica forestale quella del diradamento del bosco e soprattutto del taglio del sottobosco. Non vorrei che sembrasse che noi arriviamo e tagliamo tutto. In Amazzonia e in altre zone del mondo c’è il problema del disboscamento che viene fatto con altri scopi, nelle Marche abbiamo il problema del prato pascolo che si riduce, quindi abbiamo l'interesse a portare allo stato brado gli animali da pascolo nelle aree interne, possibilmente, di non far chiudere i pascoli e di non far chiudere le strade forestali che servono anche per difendere dagli incendi boschivi. Questa è la parte ambientale che ha motivato quest'ultima cosa.
Torniamo ai conti che sono abbinati a delle date. Noi ci siamo insediati il 23 giugno 2015, ricordo a tutti, quindi non posso essere responsabile del Piano di sviluppo rurale del 2014.
Il Piano di sviluppo rurale è stato approvato dalla Comunità europea il 15 settembre 2015 ed io l'ho portato in quest'Aula alla fine di settembre dello stesso anno, quale era il pacchetto? 538 milioni di euro.
Ora, quando si calcolano le percentuali su quei 538 milioni di euro andrebbe detto per correttezza, cosa che la Comunità europea sa benissimo, perché la scorsa settimana nelle Marche c’è stato il Comitato di sorveglianza, precisamente ad Ascoli Piceno perché ci tenevo che venisse nella mia città, ed ha dato parere favorevole allo stato di avanzamento del Psr con degli encomi, sono registrati, se li volete sentire vi sbobinate la parte di registrazione, oppure vi mando la nota, ma non ve la do perché è personale, che mi ha mandato il Commissario Carlos Moedas nella quale ci ringrazia per il lavoro fatto.
Dopo il terremoto, che ha bloccato le attività nelle aree interne per almeno un anno, lo vogliamo dire, se non altro per la neve, dove abbiamo dovuto utilizzare altre risorse per l'emergenza, ci sono stati assegnati 160 milioni di euro, assegnazione avvenuta nel novembre 2017, che sommati a quelli precedenti fanno circa 700 milioni di euro, quasi, qualche milione in meno. Quando si parla, un conto è l'avanzamento della spesa impegnata, che sui 700 milioni di euro è oltre dell'85%, quindi significa che gli uffici e la Giunta hanno fatto tutti gli atti per emanare i bandi e le istruttorie (questi sono gli importi sommati, non sono come le normali risorse) per spendere queste risorse, un conto sono i soldi che vengono erogati all'azienda, che magari fa gli stati d'avanzamento o finisce il progetto o chiede la proroga e noi la accettiamo perché mettiamo al primo posto l'azienda e non l’N+3, un conto sono quelli che non sono stati messi in circolo, la Regione Marche ha messo in circolo l’85%, senza entrare troppo nel dettaglio, dei 700 milioni e a me non sembra poco.
Rispetto a chi evocava il piano di sviluppo rurale del 2020, forse si dovrebbe un po' impegnare di più nello studiare, perché tutti sanno, e il dibattito è aperto da un anno, che nessuno sa cosa succederà nel 2020 perché la Comunità europea non ha stabilito se ci saranno i Psr, se ci sarà soltanto la Pac, se ci sarà un solo pilastro, se ci saranno due pilastri, se il secondo pilastro sarà un piano strutturale nazionale, e quindi non ci saranno i piani regionali e questo sarà gravissimo, o se ci sarà soltanto un piano nazionale, oppure se ci sarà soltanto il primo pilastro. E' un dibattito aperto e non è indifferente quello che succederà con la Brexit, perché noi stiamo aspettando un taglio del 30% delle risorse totali, quindi credo che ci dovremo occupare più di questo che del raggiungimento dell'N+3.
Ho detto che i dati che aveva il Consigliere Fabbri non erano aggiornati, erano quelli che abbiamo presentato alla Commissione europea, quindi erano giusti, ma non sono aggiornati perché nell'ultima settimana, lo comunico ufficialmente, ci sono stati oltre 8 milioni di liquidazioni. Avevamo detto che nella seconda parte dell'anno si sarebbe andati più veloci. Sono sicura, e gli uffici mi hanno rassicurato, che non ci saranno problemi sul raggiungimento dell'N+3 e comunque la Puglia in fatto di agricoltura non è l'ultima delle Regioni d'Italia, a prescindere dall’N+3, non a caso ha la Presidenza della Commissione agricoltura delle Regioni.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Proposta di atto amministrativo n. 63. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Interpellanza n. 26
ad iniziativa del Consigliere Fabbri
“Fondo della montagna - Mancata erogazione da parte dei gestori della compensazione ambientale sui consumi di acqua potabile”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interpellanza n. 26 del Consigliere Fabbri che ha la parola per illustrarla.

Piergiorgio FABBRI. La legge 18/2008 “Norme in materia di comunità montane e di esercizio associato di funzioni e servizi comunali” istituisce il fondo della montagna, che serve per lo sviluppo delle aree interne. E' costituito da fondi europei, nazionali, regionali e poi da 0,04 euro al metro cubo che i gestori della rete idrica sui consumi idropotabili devono versare in questo fondo. Il tutto poi viene utilizzato dalle comunità montane, quindi dalle unioni montane, per fare quello che il fondo della montagna chiede e quindi: sviluppo delle aree interne, tutela dei territori.
Non avendo trovato particolare e preciso riscontro sul versamento di questi quattro centesimi, chiedo di avere lumi al riguardo: quali sono effettivamente le somme che i gestori in questi 11 anni dovevano versare alla Regione perché potessero essere utilizzati dalle unioni montane per le aree interne? Quante sono le risorse regionali che hanno contribuito alla costituzione del fondo? A quando ammonta complessivamente il fondo?
Non stiamo parlando di pochi soldi perché, se facciamo un conto velocissimo per dare un ordine di grandezza, se il consumo pro capite di acqua dal punto di vista idropotabile è di 200 litri al giorno e la popolazione marchigiana è quasi di 1,5 milioni di abitanti, abbiamo oltre 3 milioni di euro all'anno che dovevano confluire nel fondo e nella disponibilità delle Unioni montane per le aree interne. In 10 anni fanno 43 milioni di euro, quindi avere contezza di questa disponibilità o meno mi preme assolutamente.
Ho tentato di recuperare i dati dalle unioni montane e una, ormai più di un anno fa, ha risposto quanto segue: “Per quanto sopra esposto si comunica che questo ente non ha mai ricevuto somme finanziate da quanto sopra menzionato. Pertanto, non ha mai potuto programmare specifici interventi”. Se così fosse lo ritengo molto grave, quindi la mia interpellanza propone di esigere dai gestori della risorsa idrica questi soldi che per legge dobbiamo riscuotere da 11 anni. Addirittura nella risposta c'era un sollecito a me rivolto: “Con cortese preghiera di volersi attivare nella sua veste di rappresentante politico in seno al Consiglio regionale, affinché venga data attuazione a quanto previsto dalla normativa e si porgono distinti saluti”.
Dopo aver fatto le dovute ricerche senza avere avuto risultati, ecco il perché dell'interpellanza, ho voluto mettere nero su bianco questa richiesta perché ritengo doveroso da parte dei gestori contribuire allo sviluppo, alla difesa, alla tutela delle aree interne, erogando queste cifre che sono dovute per legge ed ormai messe nero su bianco da oltre 10 anni.

Presidenza del Vicepresidente
Renato Claudio Minardi

PRESIDENTE. Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. Grazie, Presidente. Grazie al Consigliere Fabbri che ha messo nero su bianco, perché la questione è molto articolata e molto complessa e adesso cercherò di rispondere nel merito, seguendo una serie di passaggi che vado a leggere.
Quesito 1 - Quale sia l'ammontare delle somme versate alla Regione.
A seguito della richiesta di pagamento da parte della Regione di quanto previsto dal su menzionato articolo della legge regionale 18/2008, nel 2015 i gestori del Servizio idrico integrato hanno presentato ricorso davanti al Tar, impugnando le diffide di richiesta del pagamento. Veniva anche denunziata l'illegittimità costituzionale della norma regionale.
La Regione Marche eccepì il difetto di giurisdizione del giudice amministrativo in favore del giudice tributario. Le ricorrenti hanno allora proposto regolamento preventivo di giurisdizione nel 2016. La Corte Suprema di Cassazione - Sezioni Unite Civili - ha dichiarato la giurisdizione del giudice tributario. La Commissione tributaria di Ancona si è poi espressa nel 2018 in merito alle controversie sollevate dai soggetti gestori ed ha dichiarato l'inammissibilità dei ricorsi promossi in quanto gli atti impugnati (diffide) non erano atti impositivi.
La qualificazione del canone come tributo, così come indicato dalla Corte Suprema di Cassazione, potrebbe precluderne la riscossione a seguito del blocco degli aumenti dei tributi regionali e locali, consistente anche nell'istituzione di nuovi tributi, dal 2016 al 2018.
Contemporaneamente allo svolgimento dei giudizi, nel 2016 l'autorità AEESGI (ora ARERA) ha fatto presente alla Regione che la legge riserva alle autorità statali la fissazione delle componenti di costo delle tariffe e che il canone in oggetto può essere riconosciuto in tariffa, tra le componenti di costo, solo nella misura in cui si configuri come un costo ambientale e della risorsa, sulla base di quanto previsto nel periodo regolatorio 2016-2019, per la parte in cui sia destinato all'attuazione di specifiche misure connesse alla tutela ed alla produzione delle risorse idriche o alla riduzione/eliminazione del danno ambientale o finalizzati a contenere o mitigare il costo opportunità della risorsa. Tale destinazione sarà poi verificata ex post nell'ambito delle attività di controllo ed acquisizione di dati.
Sulla questione, inoltre si era espresso anche il Servizio attività normativa e legale, avvalendosi del Comitato tecnico per la legislazione, evidenziando da subito come l'istituzione di detto canone appaia di dubbia legittimità costituzionale poiché non spetta alla Regione introdurre direttamente a livello tariffario tale componente di costo, in quanto tale funzione rientra nella competenza esclusiva statale in materia di tutela dell'ambiente e della concorrenza e che tale canone non può essere considerato un tributo regionale in quanto incidente sulla tariffa del sistema idrico integrato.
La Regione potrebbe solo presentare all'Autorità una proposta per l'approvazione preventiva. Infine rileva che nel caso di applicazione della norma regionale, il relativo vizio di legittimità costituzionale prospettato potrebbe essere contestato in giudizio ai fini della rimessione della questione di legittimità, in via incidentale, dinanzi al giudice delle leggi.
Sulla base del suddetto parere ed esaminato quanto già posto in essere dalla Regione Piemonte, dopo vari confronti con i soggetti gestori del Servizio idrico integrato è stata predisposta una proposta di deliberazione di Giunta regionale in cui si andavano a definire le tipologie di interventi manutentivi del territorio montano che potevano essere inquadrate nelle fattispecie indicate dall'Autorità nonché gli indirizzi per la pianificazione, le modalità di finanziamento e di monitoraggio degli stessi. Il tutto al fine del possibile inserimento nella tariffa del Servizio idrico integrato.
Al fine di una condivisione preventiva, la proposta di delibera è stata inviata sia ai soggetti gestori del Servizio idrico integrato a giugno 2018, sia all'Autorità a settembre 2018. E' pervenuta la sola risposta della Confservizi-Cispel, associazione dei gestori, con una posizione convergente con quella regionale in merito alla necessità di interventi nelle zone montane, ma totalmente divergente per quanto riguarda le modalità attuative ipotizzate che in sostanza non sono quelle previste dalla legge regionale che impone la costituzione del fondo per la montagna e l'utilizzo da parte delle unioni montane.
Alla luce di tutto quanto sopra è chiaro che gli interventi per essere finanziati mediante tariffa debbano essere programmati anticipatamente e trasmessi agli Enti di Governo d'Ambito per poterne avere il riconoscimento preventivo in tariffa e seguire poi tutte le modalità di rendicontazione al pari di tutti gli altri interventi effettuati dai gestori del Servizio idrico integrato. Dall'altra parte c'è l'espressione della Cassazione che invece qualifica quel canone come tributo. La questione è al momento ancora in approfondimento da parte di vari uffici della Regione.
Tutto ciò premesso, per entrare appunto nel merito dell'interpellanza, si rappresenta che a tutt'oggi non risulta essere stato eseguito alcun versamento a favore della Regione del canone sui consumi di acqua potabile da parte dei soggetti gestori.
Quesito 2 - A quanto ammontino le risorse regionali confluite nel fondo della montagna.
In base a quanto indicato dal Servizio bilancio, nell'ultimo quinquennio, le risorse regionali che sono andate ad alimentare il fondo per la montagna sulla base degli stanziamenti di cui alla citata lettera b) del comma 1 dell'articolo 19 della legge regionale 18/2008, ammontano a: 2019 - 1.200.000; 2018 - 2.100.000; 2017 - 3.600.000; 2016 - 1.600.000; 2015 - 935.000.
Quesito 3 - A quanto ammonti complessivamente il fondo della montagna.
Essendo stato finanziato il fondo per la montagna solo da risorse regionali l'ammontare complessivo risulta essere pari a 9.435.000 euro.
Il fondo finanzia l'esercizio di funzioni conferite e prevede una corresponsione annuale.
Le 9 unioni montane della Regione Marche sono state istituite, analogamente a quanto avvenuto in altre Regioni, con decorrenza dall'1 gennaio 2015, a seguito dell'azzeramento dei trasferimenti statali destinati alle comunità montane, in attuazione della legge regionale 35/2013, per poter gestire con strutture organizzative più snelle, rispetto a quelle delle comunità montane, le funzioni ed i servizi comunali in forma associata, i progetti comunitari (Fesr, Psr) nonché le funzioni regionali di tutela e di valorizzazione dei territori montani di cui all’articolo 44 della Costituzione, all’articolo 4, comma 7, e all’articolo 36, comma 5 dello Statuto regionale e 6 della legge regionale 18/2008.
Il fondo regionale per la montagna concorre al cofinanziamento delle spese per l'esercizio di tali funzioni generali di amministrazione, da parte delle unioni montane, le quali, dovendo adeguarsi, come tutte le pubbliche amministrazioni ad una sopravvenuta minore disponibilità di risorse economiche, hanno ridotto il proprio personale, per raggiungere il pareggio di bilancio, coinvolgendo maggiormente il personale dei Comuni associati, passando così i dipendenti delle comunità/unioni montane da 141 in tutta la Regione nel 2008 a 68 nel 2018.
Le unioni montane con tali risorse hanno cofinanziato le spese di funzionamento, per il personale, necessarie e fondamentali per l'esercizio delle funzioni conferite in materia di sviluppo sociale ed economico delle aree interne, agricoltura ed ambiente, tramite utilizzo delle imprese forestali, sulla base di gare di appalto, finanziate con fondi di settore.
Con fondi regionali vengono inoltre finanziati programmi per interventi sul dissesto idrogeologico alle unioni montane, approvati sulla base della legge regionale 18/08, articolo 6, comma 1, lett. d), punti 4 e 5. Nel periodo 2014-2019 i programmi sono stati approvati con i seguenti atti:
- Programma 2015 Decreto n.66 - 1.500.000 euro;
- Programma 2017 Decreto n.40 - 2.000.000 euro;
- Programma 2019 Decreto n.33 - 1.500.000 euro;
- Programma 2019 (fondi 2020) Decreto n. 65 - 696.215 euro.
E' infine in fase di approvazione il terzo programma di interventi 2019 per i fondi annualità 2021.
Come vede, Consigliere Fabbri, l'applicazione della legge è molto complessa, l0ho firmata anch'io, primo firmatario era il Consigliere Traversini, credo che l'abbia firmata anche il qui presente Consigliere Giancarli, eravamo in 3 o 4.
La questione è molto delicata e complessa, ci sono una serie di ricorsi e controricorsi, come abbiamo detto, dobbiamo seguire con grande attenzione l'evolversi della situazione, ma è nostra intenzione procedere il prima possibile.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Grazie Presidente. Aspettavo l'ultima frase, Assessore Sciapichetti, la volontà politica a tentare perché da quello che mi ha letto, se poi mi lascia una copia sarò ben contento di approfondire e studiare, c'è una via di uscita, che è quella di programmare ed insieme alle Ata ed ai gestori mettere nero su bianco la progettazione, come vengono utilizzati quei soldi. Questo avviene anche per la depurazione delle acque in cui in bolletta se ho in programma e sto realizzando il depuratore sono tenuto a pagare la depurazione, se invece non ho il progetto posso chiedere di non pagare la depurazione, e qui c'è tutto un ambito che abbiamo a suo tempo approfondito anche nell'urbinate.
Detto questo, non mi reputo soddisfatto ed essendo un'interpellanza la posso trasformare in mozione da iscrivere nell'ordine del giorno del prossimo Consiglio, il 23.
La trasformazione in mozione è per chiedere, a mio avviso, l'impegno della Giunta a tentare di perseguire la strada della programmazione e della progettazione per introitare questi 4 milioni l'anno e un utilizzo più mirato del fondo della montagna che, dai decreti che mi sono scaricato negli ultimi anni, viene esclusivamente destinato alla manutenzione idraulica, alla difesa del suolo e alla sistemazione idraulico forestale, mentre il fondo è volto soprattutto alla tutela, al riequilibrio territoriale, alla valorizzazione e allo sviluppo delle aree montane interne.
Vorrei indirizzare questi soldi su una programmazione un po’ più alta di sviluppo territoriale e non dedicarli completamente, come avviene adesso, alla sistemazione idraulica forestale perché se andiamo dietro alla manutenzione ordinaria non riusciamo mai a svoltare.
Se riuscissimo ad introitare un po' di soldi in più con questa progettazione/programmazione, potremmo dedicarli a qualche progetto di più ampio respiro per la valorizzazione, quindi chiedo al Presidente Mastrovincenzo ed alla Segretaria dell'Assemblea di dare la possibilità di convertire questa interpellanza in mozione, la cui finalità è questa che ho spiegato.
Non mi dichiaro soddisfatto, in modo che, ai sensi del regolamento, posso trasformare l'interpellanza in mozione e il 23 luglio, nella prossima seduta, dibattere un atto con questa finalità.

Interrogazione n. 832 - a risposta immediata
ad iniziativa della Consigliera Pergolesi
“Servizio di guardia medica turistica per la stagione estiva 2019 presso Falconara Marittima”

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 832 - a risposta immediata - della Consigliera Pergolesi.
Ha la parola l’Assessore Casini.

Anna CASINI. Grazie, Presidente. Ho la cartellina, ma non ho la risposta, ho fatto 3 telefonate e vi dico la verità, non posso rispondere non essendo a conoscenza della problematica.
Avrei voluto rispondere, ho chiamato più volte e ma mi dicono che la risposta c'è, mentre in realtà non c'è, quindi mi scuso con la Consigliera, se arriverà magari gliela darò più tardi.

PRESIDENTE. Posticipiamo l’interrogazione n. 832.

Interrogazione n. 833 - a risposta immediata
ad iniziativa dei Consiglieri Maggi, Pergolesi, Fabbri, Giorgini
“Gestione macerie sisma 2016”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 833 - a risposta immediata - dei Consiglieri Maggi, Pergolesi, Fabbri, Giorgini.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. Grazie Presidente. In merito all'interrogazione di cui all'oggetto, si risponde quanto segue.
La gestione delle macerie del sisma 2016 è disciplinata dall'articolo 28 del DL 189/2016. In applicazione di tale norma la Regione ha:
- affidato ai gestori del ciclo dei rifiuti urbani (Cosmari per la Provincia di Macerata, Picenambiente per quelle di Ascoli e Fermo) la concessione per la gestione delle macerie del sisma dalla raccolta alla selezione per avvio a recupero;
- individuato e realizzato attraverso i concessionari Siti di Deposito Temporaneo (SDT) al fine di effettuare le operazioni di cernita e selezione delle macerie per avviarne a recupero la massima parte possibile, previo esame dei progetti da parte di Asur e Arpam e Conferenze di servizi;
- autorizzato incrementi in deroga dei quantitativi di rifiuti trattabili a ditte che avevano un rapporto contrattuale con i concessionari per il recupero degli inerti derivanti dalla selezione, previa verifica di idoneità ambientale e sanitaria svolta da Asur e Arpam e Conferenze di servizi;
- fornito attraverso i concessionari il supporto al MIBACT per il recupero del materiale avente interesse storico architettonico.
Nel corso delle attività di controllo poste in essere da funzionari regionali e dal MIBACT sono emerse irregolarità gravi che hanno portato i dirigenti competenti a risolvere il contratto di concessione con Picenambiente.
È stato prontamente dato corso alla sostituzione estendendo a Cosmari la concessione per le Province di Ascoli e Fermo essendo Cosmari l'unico soggetto avente le caratteristiche di cui all'articolo 28 del decreto 189 del 2016, essendo appunto un Consorzio pubblico con esperienza e organizzazione già consolidata nella gestione delle macerie, avendo nel frattempo fatto la raccolta nella provincia di Macerata, pronta quindi a subentrare in tempi adeguati. Pur con difficoltà iniziali di riverifica della dotazione impiantistica e di riorganizzazione dei rapporti con i Comuni del cratere, la raccolta si è riavviata entro pochi giorni nelle province di Ascoli e Fermo, a Macerata non si è mai sospesa. Viste le precedenti difficoltà sono stati effettuati controlli anche diretti da parte dei Dirigenti competenti che hanno verificato per quanto possibile il corretto andamento delle operazioni.
Per quanto concerne la questione del ritrovamento di amianto avvenuto nell'ambito di indagini della magistratura di Macerata, la Regione ha prontamente aperto un tavolo tecnico con il supporto di Asur e Arpam per verificare tecnicamente e giuridicamente la filiera di gestione. A conclusione dei lavori si è confermato a Cosmari il corretto ciclo di gestione e richieste ulteriori attività di autocontrollo. Tutto il materiale sviluppato in tale ambito è stato trasmesso alla Procura di Macerata. Recentemente la Procura stessa ha comunicato per conoscenza al soggetto attuatore sisma che non sono presenti superamenti delle concentrazioni di amianto né presso Cosmari né presso le imprese affidatarie del recupero di inerti, quindi per quanto riguarda l’amianto la Procura ha comunicato nei giorni scorsi quanto detto.
È invece emerso il superamento nel test di cessione del parametro "solfati" nei prodotti risultanti dal recupero (aggregati riciclati) presso le imprese, riconducibile alla presenza di elementi a base di gesso (cartongesso e intonaci) e alla presenza naturale negli inerti.
La Regione ha prontamente chiesto a Cosmari di verificare la possibilità di selezione anche di questa frazione per verificare l'impatto in termini di concentrazione nel test sugli aggregati riciclati. Inoltre ha chiesto al Ministero ambiente, Dipartimento, Commissario straordinario e Arpam di suggerire eventuali modalità operative che possano ridurre tale problema e di valutare la possibilità di individuare applicazioni del materiale recuperato che possano consentire una deroga a tale limite. Ciò in considerazione del fatto che i solfati sono sali presenti in natura che non comportano tossicità.
Per quanto riguarda l'arresto del funzionario regionale non possiamo esprimere nessuna valutazione in quanto non abbiamo elementi di conoscenza diversi da quelli emersi nei media e ci sono indagini in corso. La Regione ha assunto i provvedimenti di propria competenza.
In ogni caso la gestione delle macerie sta proseguendo regolarmente. A oggi le macerie raccolte e trattate sono 662.982,64 tonnellate. Di queste più del 99% sono state recuperate.
Il problema serio che si pone oggi è che siamo ormai vicini all'esaurimento dei fondi stanziati per le macerie, pari a 41.624.646,10 euro, e in assenza di un ulteriore finanziamento saremo costretti a chiedere a Cosmari una sospensione delle attività. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Giorgini.

Peppino GIORGINI. Mi hanno buttato questa palla al piede, ma in realtà, caro Assessore, quando in un canile ci sono 10 cani affamati e si buttano nuove ossa il problema viene fuori. L'avevo detto nel 2016 che il business delle macerie sarebbe stato enorme e aveva detto di portarle … Io mi rivolgo ad Ascoli, non ho visitato quelle maceratesi, perché sinceramente non ho avuto il tempo di farlo perché le corna che avevamo in casa erano molto grandi, come si è visto dopo.
Avevo chiesto semplicemente, se lei si ricorda, ma questo non è per fare delle accuse, ci mancherebbe, io non faccio sciacallaggio politico, non mi piace farlo, né mai lo farò.
Nella mia vita ho imparato a guardare cosa fanno quelli più bravi di me, per cercare di migliorarmi e ripetere, quindi avevo chiesto in riferimento all'Aquila, dove sono state portate via 2 milioni di tonnellate di macerie, cosa avessero fatto. Hanno preso delle cave, hanno lavorato lì dentro le macerie, poi hanno ricoperto con il terreno e ci hanno piantato gli alberi, ma qui le ossa erano preziose, come lei dice, 50 euro a tonnellata e 2 milioni di tonnellate di macerie nel Piceno sono 100 milioni di euro e i cani si sono azzannati per prendere le macerie. Non creda che la storia sia finita qui, perché ho fatto cinque denunce in merito alle macerie, non una, cinque. Questo è solo l'inizio di una sceneggiatura, forse lei magari non conosce bene il Piceno, ma l'Assessore Casini si, sono state usate macerie per fare il capping alla discarica di Relluce, macerie che non sono state trattate dagli inerti e sono state portate a fare il ‘capping’, no, direttamente dalle zone terremotate sono state usate per questo scopo. C’è una denuncia di un Sindaco del PD, non del Movimento 5 Stelle, quindi l'alone si ingrandirà notevolmente.
Avete permesso questo business enorme che doveva essere evitato perché certamente voi non ci avete guadagnato, il soggetto attuatore è la Regione Marche che ha incaricato Picenambiente e Cosmari, io vi avevo avvisato nel 2016 con mozioni ed interrogazioni dicendo che le macerie dovevano essere trattate dalle zone terremotate, a quattro chilometri ci sono decine e decine di cave, lì dovevano andare, evitando il problema di buttare ossa ai cani affamati, quindi non sarebbero sorti tutti questi problemi, gli arresti e altro. Però è andata così, purtroppo! Credo che il problema non riguarderà solo gli arresti che ci sono stati, ma dentro c'è un calderone ancora molto profondo. Penso che qualcosa sia stato sbagliato e lo vedrete quando uscirà fuori, ma purtroppo ancora continuiamo.
Questa situazione può portare, come lei ha ben detto, oltre al fatto che sono finiti i soldi, ad un rallentamento perché le procedure quando interviene la Procura rallentano e magari non si va avanti nel ripulire tutte le macerie che abbiamo sia nel maceratese che nell'ascolano.
Credo e spero che vogliate rivalutare questa problematica e darle l'importanza che merita, non come un mezzo a scopo di lucro, ma come un mezzo che possa aiutare i territori ascolani, che sono stati devastati, a ricostruirsi, perché poi i problemi sono tanti, i piani di recupero, eccetera, quindi mi auguro questo, che voi facciate una riunione per fare qualcosa su queste macerie perché c’è troppo business, quindi, o controlliamo di più, oppure una volta per tutte prendiamo la decisione di portare queste macerie dentro le cave. Questa è una cosa fattibile e possibile e noi vi possiamo anche dare una mano. Comunque la ringrazio per la risposta.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. Vorrei ringraziare il Consigliere Giorgini. Relativamente al ciclo delle macerie, per quanto riguarda il Cosmari, la Regione si è sembra adoperata perché tutta la filiera fosse in mano pubblica, tant'è vero che il Cosmari, come lei ben sa, è un consorzio interamente pubblico, quindi mette a riparo da qualsiasi tipo di problema.
Il ciclo delle macerie, così come veniva portato avanti, è stato più volte, almeno un paio, verificato dalla Commissione europea con i Commissari che sono venuti e che a fine verifica si sono complimentati per il sistema messo in piedi. Poi se ci sono cose che riguardano la Procura della Repubblica, lei giustamente dice di aver fatto cinque denunce, se è a conoscenza di ulteriori notizie si rivolga alla Magistratura perché mi pare che quella sia la sede più giusta per riferire cose che debbono essere dette.
La Procura deve fare il suo lavoro, aspettiamo con fiducia che lo faccia, quindi non ci sono problemi da parte di questa amministrazione regionale.

Interrogazione n. 834 - a risposta immediata
ad iniziativa dei Consiglieri Volpini, Giancarli, Busilacchi, Leonardi, Zaffiri, Pergolesi
“Ospedali e servizi sanitari nell’Area vasta 2”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 834 - a risposta immediata - dei Consiglieri Volpini, Giancarli, Busilacchi, Leonardi, Zaffiri, Pergolesi.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Casini,

Anna CASINI. L'area vasta, dichiara che, in coincidenza della fisiologica e programmata riduzione delle attività nel periodo estivo, in base alle esigenze dei pazienti, il personale può subire spostamenti da un servizio ad un altro o slittamenti dei turni di riposo rispetto all'iniziale programmazione, sempre nel rispetto delle funzioni e del profilo professionale di appartenenza.
L'Area vasta si è già attivata attraverso l'assunzione di n. 4 infermieri a tempo indeterminato, n. 19 infermieri a tempo determinato, n. 3 infermieri, n. 1 fisioterapista, n. 1 autista di ambulanza in comando ed alcuni operatori socio sanitari. Dal 1°agosto 2019 prenderà servizio inoltre il Direttore di Struttura complessa di ortopedia presso l'Ospedale di Jesi.
Ciò premesso, si conferma che il piano ferie programmato, la proroga dei contratti a tempo determinato e la programmazione delle assunzioni sopra evidenziata, garantisce pienamente il mantenimento dei Lea e non prevede ulteriori riduzioni di servizi in tutta la Area vasta 2.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Ringrazio la Vicepresidente per aver risposto, avrei preferito, ma non per il valore, la fiducia e la stima che ho nei suoi riguardi, anche se più volte ci siamo confrontati in modo vivace, che fosse stato presente il Presidente per un'altra ragione, perché insieme abbiamo partecipato alla Conferenza dei Sindaci dell'Area vasta 2 e più volte abbiamo parlato delle situazioni delicate, uso questo aggettivo, che ci sono, anche perché circa un mese fa è accaduto un fatto nell'Area vasta 2, il Direttore generale, dopo un mese dalla nomina, si è dimesso e se dovessi credere alle ragioni strettamente personali che lo hanno portato a questa decisione, dovrei scusarmi con l'onorevole Silvio Berlusconi, per non aver creduto che Ruby era la nipote di Mubarak.
Rispetto a questa situazione c’è la necessità di monitorare e di guidare con determinazione, di seguire con determinazione l'Area vasta 2, perché lei, Vicepresidente, ci ha detto che sono state fatte alcune assunzioni. Ieri, ad esempio, ho visto che il Direttore generale dell'Area vasta 5 ha pubblicato un avviso per istituire una graduatoria dove attingere infermieri, seppure provvisoriamente.
Qui ci sono delle difficoltà che ovviamente possiamo superare, tra l'altro, nella già delicata situazione dell'Area vasta 2, sta chiudendo anche la Casa di cura Villa Serena, significano ulteriori posti letto, quindi diminuiscono i posti letto nelle strutture ospedaliere pubbliche e c’è questa specificità nella struttura di Villa Serena, se non c'è una volontà di attingere dalla graduatoria, dell’Inrca, di Marche Nord, dell’Azienda Ospedaliera Torrette, a me il metodo adottato dal Direttore generale dell'Area vasta n. 5 mi sembra efficace, c'è la necessità di garantire personale nell'Area vasta 2, perché è di oggi l'ennesima notizia su un quotidiano online che addirittura l'obitorio di Jesi, auspico che non sia così e spero di essere smentito, venga aperto dai familiari. Mi auguro che questa notizia non sia vera e che il servizio sia garantito dal pubblico.
Oggi pomeriggio, credo che con me parteciperà la Consigliera Pergolesi, non so se saranno presenti altri colleghi, siamo stati invitati dal Presidente della II Commissione consiliare di Jesi, penso che sarà presente l'intero Consiglio comunale di quella città, le organizzazioni sindacali, non so quali altri soggetti, per questa situazione che c'è stata descritta dall'area montana, dai Sindaci, dalle organizzazioni sindacali Cgil-Cisl-Uil dell'area montana, analoghe richieste vengono da Senigallia, sia dalle istituzioni che da cittadini e da organizzazioni sindacali che denunciano la perdurante grave carenza di personale nell'Area vasta.
Voglio sempre mantenere la dimensione regionale, so che le Marche sono una regione plurale, so che ci sono 5 Aree vaste, so che ci sono tante ricchezze, tante specificità, anche alcune carenze e difficoltà, però l'Area vasta 2, che comprende la Provincia di Ancona e tre Comuni montani del maceratese, ha un terzo della popolazione marchigiana, quindi dobbiamo fare in modo che sia seguita e il Presidente nella Conferenza dei Sindaci di Senigallia ha parlato di alcuni ritardi.
Da parte mia voglio poter contribuire a superare in fretta questi ritardi e voglio poter contribuire ad un Governo efficace e trasparente della sanità marchigiana e dell'Area vasta 2, affinché i cittadini, soprattutto i cittadini, possano vedere garantito il loro diritto alla salute ed assicurare a tutti coloro che hanno responsabilità quella tranquillità necessaria affinché si possa davvero garantire non solo questo diritto, ma anche una governance distesa e far sì che quello che è fisiologico sia fisiologico e quello che è straordinario sia colmato con rapidità.

Interrogazione n. 832 - a risposta immediata
ad iniziativa della Consigliera Pergolesi
“Servizio di guardia medica turistica per la stagione estiva 2019 presso Falconara Marittima”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 832 a risposta immediata
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Casini.

Anna CASINI. Grazie Presidente. Premesso che la legge 36/98 e ss.mm.ii, all'articolo n. 8 comma 3 cita: "La Giunta Regionale Stabilisce, con proprio atto: a) le sedi delle POTES che vengono attivate esclusivamente durante le stagioni turistiche sono in aggiunta a quelle permanenti".
Si precisa che:
• il mezzo indicato per l'attività moto sanitaria attrezzata non è consentito né autorizzato all'espletamento di attività di soccorso;
• i dati di attività registrati nel periodo estivo, rispetto a quelli degli altri mesi dell'anno, nel territorio in questione non presentano modifiche tali da determinare la necessità di un potenziamento del servizio di emergenza territoriale. C’è una tabella che poi le darò, chiaramente non la leggo, dove per Falconara ci sono tutti i numeri delle richieste di emergenza per mese e per tipologia (bianco, giallo, rosso, verde) e poi c’è il dato complessivo;
• nel comune di Falconara Marittima è presente un presidio fisso del servizio di emergenza territoriale con una PoTES Medicalizzata H24;
• il servizio di guardia medica turistica eroga prestazioni complementari rispetto a quelle che vengono fornite dal personale medico assegnato al servizio dell'emergenza territoriale; a conferma di quanto sopra specificato, i professionisti infatti, operano secondo profili professionali e percorsi formativi differenti;
• l'assistenza sanitaria dovuta, secondo i livelli essenziali di assistenza di cui alla legge regionale n. 13/2003, risulta già compiutamente fornita nelle modalità previste dal quadro normativo di riferimento.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. Grazie, Assessore. L’assistenza sanitaria era quella che ci interessava, perché proprio di assistenza sanitaria si parla con l'utilizzo di quod per questi due litorali specifici. Oggettivamente è difficoltoso per un'ambulanza arrivare in spiaggia e soccorrere i bagnanti in tempo utile, specialmente nelle casistiche più gravi.
Questa assistenza sanitaria nel 2017 era stata oggetto di una convenzione tra Asur e i due Comuni interessati del 2017, se all'epoca era stata stipulata, Vicepresidente lo so che non è la sua materia, però, giusto per chiudere e cercare di approfondire la questione, e l’Asur dava dei propri contributi e delle proprie risorse, o non si poteva fare quella volta, quindi mi sarei auspicata una risposta di questo tipo, oppure non è stato previsto di rinnovare questo tipo di convenzione nel 2018/2019, magari perché andava fatto un bando di affidamento del servizio.
Fatto sta che il Comune di Ancona si è attrezzato dopo che la stessa interrogazione, che abbiamo presentato qui Regione, è stata presentata nel Comune di Ancona, ed il Sindaco si è attivato e ha messo a disposizione questo servizio con una cooperativa che ha vinto il bando, anche per il litorale di Falconara.
Questa cosa non risolve un'esigenza che gli stessi assistenti ai bagnanti hanno evidenziato, come chi in quelle spiagge, ci vive e ci lavora, cioè quella di utilizzare un metodo che possa garantire un primo soccorso immediato, tra l'altro ci sono grosse criticità anche all'altezza di Torrette dove la spiaggia non è servita.
Volevo capire se la competenza e l'assistenza sanitaria è in capo all’Asur oppure ai Comuni perché così poi ci si rivolge al diretto responsabile, va da sé che se c'era una convenzione nel 2017 forse è il caso di approfondire la tematica e cercare per due mesi all'anno di garantire un servizio in quanto in quei litorali, dove l’accesso per l'ambulanza risulta difficoltoso, si rischia di non arrivare in tempo per i casi più gravi per cui magari vale la pena di coordinarsi un po’ di più. Grazie.

Interrogazione n. 835 - a risposta immediata
ad iniziativa del Consigliere Giorgini
“Edilizia residenziale - Misura B3 - ‘Buoni Casa’ - Criticità”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 835 - a risposta immediata - del Consigliere Giorgini.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Casini.

Anna CASINI. Nell'ambito della linea di intervento B.3 "Concessione di contributi alle famiglie per l'acquisto della prima abitazione (cd. buoni casa)" prevista dal Piano regionale di edilizia residenziale 2014/2016 di cui alla delibera del Consiglio regionale n. 45/2016, il Consigliere Giorgini interroga il Presidente della Giunta regionale per conoscere:
Punto 1 - In base alle "disposizioni procedimentali" di cui al paragrafo B.3.3 della delibera citata le competenze tra gli enti territoriali coinvolti sono così distribuite:
- I Comuni hanno il compito di adottare i provvedimenti attuativi necessari per l'erogazione dei buoni casa, ed in particolare emanare gli avvisi pubblici, raccogliere le domande e formare le graduatorie di livello comunale da comunicare alla Regione ed erogare i contributi sulla base dei fondi ripartiti dalla Regione medesima;
- La Regione redige la graduatoria di livello regionale sulla base delle risultanze delle graduatorie comunali e ripartisce tra i comuni i fondi necessari per l'erogazione dei buoni casa agli aventi diritto.
Ciò premesso i comuni hanno il compito di effettuare i controlli sulle dichiarazioni sostitutive dell'atto di notorietà ricevute nel contesto delle domande di contributo, applicando la normativa statale di riferimento con particolare riguardo all'articolo 71 del DPR 445/2000 secondo cui "Le amministrazioni procedenti sono tenute ad effettuare idonei controlli, anche a campione, e in tutti i casi in cui sorgono fondati dubbi, sulla veridicità delle dichiarazioni sostitutive di cui agli articoli 46 e 47”.
In tale ambito il competente ufficio regionale provvederà a richiedere ai comuni una specifica verifica degli Isee pari a zero o comunque di valore particolarmente basso, al fine della segnalazione ai competenti uffici finanziari.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Giorgini.

Peppino GIORGINI. Grazie, Assessore. Qui c'è un problema di fondo rilevante, ho portato questa tematica molto importante che dovete prendere in considerazione. C’ero anch’io quando la legge è stata fatta, quindi c'è qualcosa che non funziona e le spiego perché.
Abbiamo previsto il valore Isee, quindi la quantità economica, a 19.850 euro perché avevamo calcolato che se uno acquista una casa deve avere anche la possibilità di pagarla. Questo era il compito che abbiamo messo, una base di 19.850 euro che abbiamo riportato in tutti i paragrafi, nelle varie distinzioni tra i Comuni del cratere, i capoluoghi di provincia, l’Ata e altri comuni, abbiamo quindi calcolato i buoni casa però, se legge bene la delibera n. 45, c’è scritto “per le giovani coppie”, questo era il senso, questi 2 milioni di euro, quindi 80 buoni, erano anche per persone singole, per carità, però erano destinati alle giovani coppie per permettere loro, invece che pagare l'affitto minimo di 500 euro al mese, di poter acquistare una casa.
Per questo motivo abbiamo deciso di mettere questo limite che rappresenta la prima fascia del reddito Isee, anche perché 19.850 corrisponde a circa 30 mila euro di introito familiare, chiaramente si dà la possibilità a chi ha meno reddito di poter acquistare.
Che succede, Assessore? Sono andato a verificare, a parte quello che dice il Dirigente di posizione di funzione urbanistica, paesaggio e informazioni territoriali che leggo dopo, è chiaro che quando facciamo le leggi non possiamo pensare pure ad eventuali imbrogli che ci possono essere, non ci abbiamo pensato, ma in realtà, la graduatoria generale del comune di Ancona, chi mette al primo posto? Chi ha reddito zero. Ma com'è possibile? La legge è chiara, se volevamo che quelli con reddito zero avessero il punteggio più alto, avremmo messo zero e non 19.850.
Questa è la graduatoria del Comune di Ancona, nella quale al primo posto ci sono 20 persone con un valore Isee pari a zero, al secondo posto persone con reddito di 83,60 euro e al terzo posto persone con reddito 1.800 euro, per trovare un reddito decente andiamo al cinquantatreesimo posto. Cosa ho fatto? Mi dico: può darsi che mi sia sbagliato, quindi chiamo il Comune di San Benedetto del Tronto e mi faccio dare da loro delle informazioni e la situazione è la stessa, le persone prime in graduatoria hanno un reddito pari a zero.
Mi sono preoccupato e mi sono detto che avevamo sbagliato qualcosa ed ho riletto tutta la legge, in realtà non abbiamo sbagliato niente perché la legge prevede il valore dell'Isee crescente, per cui si parte da una base e si aumenta. Difatti, chi ha un reddito, ad esempio, di 39.000 euro, ha 3 punti, anziché 6 punti.
Come si fa a fare un errore di questo genere? Quando facciamo le leggi, a questo punto, dobbiamo spiegare ai Comuni l’ABC, come è fatta una legge, sennò non si capisce come si può fare un errore così pacchiano.
Oltretutto sembra anche che su queste liste, come dice il Dirigente di posizione di funzione urbanistica, paesaggio e informazioni territoriali con la comunicazione interna n. 045097 dell'11 aprile 2019, potrebbero esserci stati molti giochetti. Ad esempio il padre, vista la situazione, mette 100.000 euro sul conto corrente del figlio e gli vende la casa, poi si riprende i 100.000 euro e intanto prende i 25.000 euro di bonus pubblico.
C'è questo problema, Assessore, che deve essere valutato. Sul sito dei buoni casa c’è la lettera che ha scritto il Dirigente di posizione di funzione urbanistica, paesaggio e informazioni territoriali, con la quale spiega tutto, e non la sto a leggere.
Ci potrebbero essere tante situazioni, non è possibile controllare a campione, sono solo 80, quindi si possono verificare.
Ci sono persone che hanno bisogno di soldi, sono famiglie che hanno un reddito e vorrebbero comprare la casa, le raccomando, quindi, Assessore, di rivedere tutta questa situazione, perché è chiaro che quando abbiamo fatto la legge non abbiamo valutato pure …
Non è stata applicata nel modo corretto, se cortesemente può vedere, ho fatto questa ‘question time’ per questo motivo. Grazie.

Interrogazione n. 825
ad iniziativa del Consigliere Rapa
“Fermata Marotta della tratta Piacenza-San Benedetto del Tronto di Trenitalia”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 825 del Consigliere Rapa.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. Grazie Presidente. In merito all’interrogazione ringrazio il Consigliere Rapa che mi dà l’opportunità di precisare meglio in che cosa consiste questo servizio, come è strutturato e quali fermate fa.
Marche Line nasce come servizio green estivo in funzione dal 5 luglio al 1° settembre, con partenza il venerdì da Piacenza alle ore 14.06 e ritorno la domenica con partenza da San Benedetto alle ore 18.05.
Tale servizio ha come obiettivo di raggiungere comodamente, con tempi di percorrenza che risultano pari a circa 6 ore e orari di partenza e arrivo ben allineati per il weekend, utilizzando il mezzo pubblico, il litorale marchigiano, godersi le spiagge e località turistiche, rafforzando così i collegamenti ferroviari già esistenti dall'Emilia-Romagna verso tutta la costa marchigiana.
Per favorire l'uso di tale servizio sono state attuate le seguenti agevolazioni:
- tariffa applicata con una scontistica al 50%;
- garanzia del posto;
- gratuità dei bambini fino a 4 anni;
- gratuità per i cani dei non vedenti e per i cani di piccola taglia.
Premesso quanto sopra in risposta a quanto chiesto dal Consigliere Rapa, si rappresenta che: sono state programmate fermate del servizio Marche Line nelle località maggiormente turistiche, concordate con le associazioni dei rappresentanti delle imprese turistiche.
Le fermate in Emilia-Romagna sono: Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna centrale, Rimini, Cattolica, mentre nelle Marche sono: Pesaro, Fano, Senigallia, Falconara Marittima, Ancona, Porto Recanati, Civitanova Marche, Porto Sant'Elpidio, Porto San Giorgio, San Benedetto del Tronto.
Pur non essendo stata inserita Marotta tra le località del servizio line con fermata dedicata, ciò non toglie che la stessa sia comunque collegata con comode coincidenze con Marche line oltre che da treni regionali di linea o in alternativa con il trasporto su gomma gestito da AdriaBus, come di seguito viene dettaglio:
- arrivo a Fano il venerdì alle 17.58, coincidenza alle 18.10 con il treno che arriva a Marotta alle 18.16 (fino al 19 luglio e dal 25 agosto); dal 20 luglio al 24 agosto, arrivo a Fano alle 17.58, coincidenza con AdriaBus alle 18.05 da Fano, arrivo a Marotta alle 18.29;
- arrivo a Senigallia il venerdì alle 18.27, coincidenza alle 18.40 con il treno in arrivo a Marotta alle 18.46;
- rientro la domenica a Fano: partenza alle 19.11 da Marotta e arrivo a Fano alle 19.18, partenza da Fano del R1780, Marche Line, alle 20.01;
- rientro la domenica da Senigallia: partenza alle 18.51 da Marotta e arrivo a Senigallia alle 18.56; partenza da Senigallia alle 19.48, con Marche Line 1780, per Piacenza.
Non è possibile far fermare il treno in tutte le stazioni ferroviarie, sennò diventa un servizio impossibile e non appetibile per i turisti, laddove non c'è la fermata, c’è un collegamento ferroviario o su gomma, che mette in condizioni le stazioni che non hanno la fermata, di poter essere raggiunte ugualmente dai turisti che vogliono arrivare in quelle località. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Rapa.

Boris RAPA. Grazie Presidente. Ringrazio l'Assessore per la risposta, volevo chiaramente sottolineare l'importanza di una fermata a Marotta Mondolfo, anche perché è la porta di entrata di tutta la Val Cesano, che in questo caso è rimasta in parte scoperta.
Il servizio è ottimo per tutte le località turistiche, Marotta è un centro turistico importante della regione, per cui penso che si debba, nel limite del possibile, dare una risposta precisa a questo territorio. Grazie.

Interrogazione n. 794
ad iniziativa del Consigliere Zaffiri
“Utilizzo dei proventi derivanti dalle sanzioni di cui all'articolo 22 della legge regionale n. 19/2007 e all'articolo 42 della legge regionale n. 11/2001”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 794 del Consigliere Zaffiri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Casini.

Anna CASINI. Grazie Presidente. Risposta al quesito 1.
a) Si ritiene che i fondi delle sanzioni siano stati utilizzati in modo conforme alla ratio legis della normativa specifica di cui all'articolo 22 della legge regionale 19/2007 e all'articolo 42 della legge regionale 11/2001, come si evince dalle determine delle Aree vaste Asur.
In relazione all'utilizzo dei fondi di cui all'articolo 42 della legge regionale 11/2001, dalle determine delle Aree vaste si evincono le seguenti macroaree di utilizzo nel corso dell'anno 2018: in tutte le Aree vaste i fondi sono stati utilizzati per adeguamento e acquisto attrezzature e progetti obiettivi di settore; nelle Aree vaste 2-4-5 i fondi sono stati utilizzati anche per la formazione e l'aggiornamento degli operatori di vigilanza.
b) Relativamente ai fondi di cui all'articolo 22 della legge regionale 19/2007, gli introiti delle sanzioni non sono stati utilizzati per la formazione del personale.
Relativamente ai fondi di cui all'articolo 42 della legge regionale 11/2001, nel 2018 gli introiti delle sanzioni sono stati impiegati per la formazione, come previsto dalla stessa legge regionale 11/2001, che ne circoscrive l'utilizzo mirato al personale dei Servizi Psal.
c) Le attività di informazione ed assistenza durante l'arco dell'anno risultano parzialmente svolte in orario aggiuntivo attraverso le progettualità complessivamente finanziate annualmente con i fondi derivanti dagli introiti sanzioni ex articolo 42 della legge regionale 11/2001 ed ex articolo 22 della legge 19/2007.
Nella tabella sottostante, che le farò avere, sono riportate in dettaglio le risorse finanziarie corrisposte al personale del Dipartimento di Prevenzione delle diverse sedi operative dell'Area vasta n. 2, al netto degli oneri riflessi, per l'attività di sportello informativo svolto al di fuori del normale orario di servizio.
Risposta al quesito n. 2.
a) Sportello Prevenzione e Sicurezza Ambienti di lavoro (Psal): ubicazione nelle sedi principali delle attuali Unità Operative Complesse di area vasta: Ancona, Jesi, Senigallia, Fabriano.
Riguardo le aperture dedicate al pubblico sono state effettuate nel periodo 2012/2017 mediamente 2 pomeriggi/settimana in ciascuna sede. Nel 2018 è stata effettuata mediamente 1 apertura pomeridiana per sede.
Sportello Veterinaria (Vet) - Igiene Alimenti e Nutrizione (Sian) - Igiene e Sanità Pubblica (Isp): ubicazione nelle sedi principali ed alcune secondarie delle ex ZT delle Unità operative complesse interessate. Le attività aggiuntive sono state svolte nell'arco del secondo semestre di ciascun anno considerato. I pomeriggi di apertura sono stati definiti annualmente e comunicati mediante sito internet dell'Area vasta 2.
b) Riguardo lo Sportello Psal si stimano in circa 550/600 le attività di informazione o assistenza per anno svolte complessivamente in Area vasta. La rilevazione degli accessi è stata monitorata nelle singole sedi con schede cartacee o gestionale locale.
Riguardo lo Sportello Vet-Sian-Isp si stimano in circa 400 le attività di informazione o assistenza per anno svolte complessivamente in Area vasta. La rilevazione degli accessi è stata monitorata nelle singole sedi con schede cartacee
c) Ogni sede territoriale ha pubblicizzato i servizi di sportello informativo attraverso il portale internet di Area vasta 2. In anni pregressi la pubblicizzazione è stata effettuata con cartellonistica e depliant informativi.
d) Non esiste uno studio specifico sul rapporto costi-benefici.
e) In base all'esperienza maturata negli anni, al mutato contesto organizzativo e socio-economico del territorio, l'Asur ha previsto la revisione della Determina Asur-DG n. 1162/2011 relativa all'articolo 22 della legge regionale 19/2007 e delle linee di indirizzo Asur prot. 13271 del 16 giugno 2011 relative alle modalità di utilizzo dei proventi derivanti dalle sanzioni di cui all'articolo 42 della legge regionale 11/2001 e all'articolo 22 della legge regionale 19/2007.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. L'Assessore ha letto una cosa probabilmente scritta dal piccolo scrivano fiorentino.
Con l'interrogazione abbiamo posto il problema su delle difficoltà. Ci sono difficoltà nell'Area vasta 2 ed il Direttore dell'Agenzia regionale sanitaria risponde: “Faremo, vedremo, abbiamo fatto 20 assunzioni”. Ma di cosa stiamo parlando? Il Presidente della Regione, istituzionalmente è la figura è questa, oggi non c'è nel suo ruolo di Assessore alla sanità ed ha delegato gli Assessori a leggere quello che lo scrivano scrive. Ma ci rendiamo conto? Spero che qualcuno si renda conto della situazione.
Vengo all'argomento. È chiaro che non sono soddisfatto di questa risposta, perché qui stiamo giocando con i soldi che naturalmente derivano dagli interventi che i lavoratori fanno sul territorio. Questo è il problema!
Ho ascoltato una serie di enunciazioni che rispetto all'interrogazione non rispondono al vero. Se tutte queste cose fossero accadute non credo che avrei fatto un'interrogazione, perché la risposta c’era.
Ho presentato questo atto perché mi risulta, con certezza matematica, che le cose non funzionano nel modo scritto dallo “scrivano”. Questo è il problema, ma a chi lo dico? Al Vicepresidente che non ha la delega alla sanità? A chi lo dico? Al Consigliere delegato alla sanità che non c'è? A chi dico che c’è un problema sulla sanità? Abbiamo firmato un'interrogazione a più mani perché c’è un problema nell'Area vasta 2, ma a chi lo dico? Al Vicepresidente del Consiglio? Ai due Vicepresidenti del Consiglio che sono qui presenti? Ma non c'è un minimo di dignità politica? Qualcuno deve rispondere! Dov'è il Presidente? In Cina, in Africa, non so dove sia, è possibile che vada sempre così sulla sanità? Quasi sempre così, 7 volte su 10 non c'è, ma dov’è nascosto? Credo che non sia possibile prendere in giro una Regione in questo modo.
Non c'è nelle risposte, non è presente, i provvedimenti sul territorio che riguardano l’Area vasta 1 sono in netto contrasto con quanto ha fatto, prima ha fatto dei provvedimenti per chiudere ospedali che poi li ha aperti, ma di cosa stiamo ragionando?
Penso che la pazienza abbia un limite, la situazione della sanità, cari compagni, è drammatica!
Prima abbiamo ascoltato la risposta all'interrogazione riguardante l'Area vasta, l'anno scorso sono state fatte 111 assunzioni per far fronte alle ferie, quest’anno ne sono state programmate 70, il Direttore dell'Agenzia regionale sanitaria dice che ne sono state fatte 20, dove sono le altre 50? Siamo nel mese di luglio! Ecco perché il Direttore dell'Area vasta 2 è andato via, altro che problemi personali. Grazie.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Adesso passiamo alle mozioni. Ha chiesto la parola la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Due comunicazioni: ritiro la mozione n. 481 (abbinata alla 516) e chiedo il rinvio della mozione n. 516, che è trattenuto e non riesce a rientrare in Aula. Mi ha chiesto, se possibile, di rinviare la discussione alla prossima seduta consiliare, per me va bene, quindi chiedo di calendarizzarla per la prossima seduta. Grazie.

Mozione n. 504
ad iniziativa del Consigliere Fabbri
“Verifica corretta applicazione della legge 20 novembre 2017, n. 167 - Ricetta elettronica veterinaria”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 504 del Consigliere Fabbri, che ha la parola per illustrarla.

Piergiorgio FABBRI. Oggi ci sono state due leggi sugli animali di affezione. Questa semplicissima mozione mi è stata sollecitata da alcuni proprietari che, dopo l'avvio dell'introduzione della ricetta veterinaria elettronica, si sono visti applicare un sovrapprezzo da parte del veterinario per l'emissione della ricetta anche quando non rientrante all'interno di una visita, ad esempio per semplici prescrizioni di antiparassitari.
Abbiamo approfondito il discorso, abbiamo visto che il Ministero della salute con l'Ordine dei veterinari ha scambiato della documentazione, dei chiarimenti, e si è sottolineato il fatto che l'emissione della fattura elettronica è completamente cosa diversa dalla ricetta veterinaria elettronica, quindi non comporta, se non accompagnato chiaramente dalla visita, nessun tipo di sovrapprezzo.
Detto questo, si impegna il Presidente e la Giunta a dare corretta indicazione alla struttura competente, nonché all'Ordine dei veterinari di tutte le province marchigiane, affinché si ponga in essere ogni azione utile per l'applicazione delle disposizioni in materia di emissione della ricetta veterinaria elettronica, dettate dal Ministero della salute, in modo che non ci sia furbescamente qualcuno che tenta di far pagare prestazioni che non sono dovute. Esclusivamente questo.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Casini.

Anna CASINI. Posso dare degli elementi di giudizio che hanno preparato gli uffici.
In Regione Marche nel 2018, con il coordinamento del Ministero della salute, è iniziata la sperimentazione sull'uso della ricetta elettronica veterinaria.
La ricetta elettronica veterinaria, Consigliere, ha un’importanza grandissima soprattutto per la questione degli antibiotici e per le patologie antibiotico resistenti. E' un problema che passa attraverso il non uso degli antibiotici per gli umani, ma soprattutto il non uso degli antibiotici nelle carni. E’ un tema altamente rilevante, può sembrare secondario invece la ringrazio per averlo sollevato, perché è all’ordine del giorno.
Un collaboratore della PF Prevenzione veterinaria e sicurezza alimentare è stato chiamato, in rappresentanza della Regione Marche, a far parte del gruppo di lavoro ministeriale incaricato di redigere il manuale operativo per la predisposizione e la trasmissione delle informazioni al sistema informativo di tracciabilità dei medicinali veterinari e dei mangimi medicati.
A livello di Asur Marche sono stati individuati 5 referenti provinciali (uno per ogni area vasta) inseriti nei Servizi di igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche dei dipartimenti di prevenzione al fine di svolgere il punto di contatto con la PF Prevenzione veterinaria e sicurezza alimentare per le questioni relative alla ricetta elettronica veterinaria.
Al fine di formare ed informare i portatori di interesse circa l'uso dell'innovativo strumento che garantisce il monitoraggio dell'utilizzo del farmaco, la PF Prevenzione veterinaria e sicurezza alimentare ha organizzato diversi incontri con i rappresentanti degli Ordini provinciali dei medici veterinari - ad alcuni ho partecipato anch’io - ed ha partecipato a quelli organizzati dagli Ordini provinciali dei farmacisti della regione e da Federfarma Marche, per un totale di n. 17 eventi durante i quali sono stati svolti i compiti di formazione, informazione e comunicazione relativamente alla ricetta elettronica veterinaria, perché, come lei sa, ci sono problemi di feed back del veterinario che deve avvisare, deve dire di averla letta, quando c’è ad esempio il cambio di un farmaco o se si vuole usare un farmaco da banco piuttosto che un farmaco non da banco.
Ulteriormente, attraverso il portale regionale VeSA Marche è stata effettuata un'attività di comunicazione sugli aspetti normativi ed operativi connessi all'entrata in vigore dell'obbligo di utilizzo della ricetta elettronica veterinaria per un totale di n. 13 note pubblicate nella relativa categoria tematica.
Infine, in conseguenza della mozione, è stato indetto un incontro con i Presidenti degli Ordini provinciali dei medici veterinari, tenutosi in data 19 giugno 2019, nel corso del quale si è condivisa l'opportunità di diffondere a tutti gli iscritti l'informativa ministeriale del 3 maggio 2019.
Nel corso della stessa riunione, essendo emerso che dall'entrata in vigore della REV viene segnalato dai medici veterinari di tutto il territorio nazionale un aumento di richieste di ricette di farmaci prescrivibili, si è colta l'occasione per invitare gli Ordini a stimolare i liberi professionisti ad un comportamento che, nel rispetto delle norme e del codice deontologico, sia il più uniforme possibile.

Presidenza del Vicepresidente
Piero Celani

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 504. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Mozione n. 515
ad iniziativa dei Consiglieri Fabbri, Maggi
“Redazione di un calendario venatorio conforme alla normativa e concordato tra tutti i portatori di interesse”
(Discussione e rinvio)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 515 dei Consiglieri Fabbri e Maggi.
Ha la parola, per l'illustrazione, il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Grazie Presidente. Questa mozione sul calendario venatorio è stata messa all'ordine del giorno con urgenza perché siamo in dirittura d'arrivo per quanto riguarda la discussione. Sono stati auditi i portatori di interesse ed è venuta fuori una situazione nuova rispetto a quella degli scorsi anni; abbiamo le associazioni dei cacciatori, gli Atc, nella specificità Federcaccia, Italcaccia, l’Atc di Macerata, l'Arcicaccia, che raccomandano che venga emanato un calendario venatorio prudente in modo che non possa essere impugnato.
Sono contento dell'evoluzione di questa situazione, anche perché quando ci siamo insediati ad inizio 2015, il calendario venatorio non passava in discussione in Commissione, la Giunta lo emetteva e quello era.
Ho fatto una proposta di legge che poi è stata convertita in un emendamento, nell'ultima seduta per l'approvazione del bilancio nel 2015 è stato approvato e da quel momento, dal 2016, si è iniziato a parlare del calendario venatorio in Commissione e questo ha comportato l'audizione dei vari portatori di interesse, che sono, oltre al mondo venatorio dei cacciatori, anche gli ambientalisti, gli animalisti, gli agricoltori. Da qui si sono sviluppate tutte le diatribe, le differenze di vedute, ma anche l'approfondimento del tema, parliamo della normativa sulla cattura dei cinghiali, ad esempio, quindi ormai la strada è aperta e va approfondita.
La mozione prende atto della situazione che si è avuta lo scorso anno quando il calendario venatorio è stato impugnato e a suon di leggi, tutte impugnate, si è cercato da parte della maggioranza di salvare la stagione venatoria, in un modo che non era sostenibile dal punto di vista istituzionale, facendo leggi che puntualmente, si sapeva, sono state impugnate.
Nelle more temporali dell'impugnazione si è tentato di salvare capre e cavoli, come si suol dire. Questa situazione inaccettabile finalmente è stata messa nero su bianco ed è riconosciuta da tutti. Quindi il fatto di tentare a livello marchigiano, giustamente, di fare un calendario venatorio come Dio comanda, nel senso di rispettare appieno la normativa italiana, europea, le indicazioni dell'Ispra, che sono tecniche scientifico di alto valore, è finalmente riconosciuto da tutti.
A tal proposito vi voglio leggere le due righe che l'Arcicaccia ha consegnato alla Commissione: “Chiediamo quindi che, per la stagione venatoria, 2019/2020, venga approvato un calendario venatorio più prudente che tenga conto delle direttive comunitarie, che miri ad un interesse collettivo della fauna e dell'ambiente, e di tutti i cacciatori e che consenta l'attività venatoria nel rispetto delle regole, permettendo ai cacciatori marchigiani di esercitare un proprio diritto in serenità. L'associazione si ritiene fin d'ora, qualora l'attività venatoria per la stagione 2019/2020 venga sospesa o limitata per cause dovute all’approvazione di atti contrari alla legge, libera di agire al fine di tutelare i diritti dei cacciatori marchigiani”. Quindi dal lato dei cacciatori si diffida la Regione ad emanare un calendario venatorio che possa essere impugnato, dopodiché la Lega per l'abolizione della caccia ha consegnato un documento in cui sono riportate numerose osservazioni sulla necessità di limitare la caccia, sia le date che il numero di specie cacciabili, in ottemperanza alla normativa europea e nazionale. Anche l'Associazione ambientalista Lupus in fabula ha inviato uno scritto con alcune osservazioni relative alla riduzione dell'orario giornaliero di caccia e alla riduzione della quantità considerabile nel carniere cacciabile.
Tutte le associazioni ambientaliste hanno sottoscritto e inviato un documento unitario con il quale hanno chiesto puntuali riduzioni dell'orario di caccia giornaliero e dei periodi di caccia, la riduzione di alcune specie cacciabili, la ridefinizione dei carnieri, l'utilizzo di munizioni atossiche, l'accoglimento puntuale delle indicazioni normative europee e nazionali e delle osservazioni proposte dall'Ispra. C'è, quindi, una convergenza verso l'emanazione di un documento che non possa essere impugnabile, che vede la concertazione di tutti i portatori di interesse, dall'agricoltore, all’animalista, all'ambientalista.
Il calendario venatorio, andando a incidere sulla fauna selvatica che è patrimonio di tutti, deve essere necessariamente concordato.
Detto questo, con la mozione chiedo di proseguire il cammino intrapreso in questi anni, di un approfondimento scientifico e di un rispetto dell'esigenza di tutti i portatori di interesse, che fino adesso non è stato chiaramente bilanciato.
Chiedo alla Giunta, al fine di evitare ulteriori ricorsi da parte dei portatori di interesse, di redigere il prossimo calendario venatorio in maniera concertata con i diversi portatori di interesse, che sono: i cacciatori, gli agricoltori, gli ambientalisti e gli animalisti, rispettando pienamente i dettami della normativa europea e nazionale vigente, quindi senza tirarla e interpretarla, attento e puntuale alla verifica delle osservazioni Ispra, un organismo tecnico-scientifico di primissimo livello, chiaramente tutto questo va incorniciato nell'assenza, purtroppo, del piano faunistico venatorio che al più presto deve essere fatto.
Oggi non è presente il Consigliere Talè, che è un cacciatore, che a sua volta ha presentato la mozione n. 497, che al primo punto chiede l'emanazione urgente del piano faunistico venatorio e al secondo impegna la Giunta ad adottare tutte le misure necessarie ad assicurare il corretto svolgimento della prossima stagione venatoria. Quindi chiede di scrivere bene il calendario venatorio, in modo che non possa essere impugnato, e non lo sarà se anche il mondo dell'ambientalismo, dell'animalismo e degli agricoltori, finalmente dirà: “Ecco un calendario venatorio rispettoso della normativa, rispettoso degli ecosistemi e degli equilibri naturali”.
Ritengo che questa mozione possa essere approvata.
Apriamo la discussione, proseguiamo l'iter perché finalmente si dà pari dignità, grazie anche alla paziente azione che svolge la Commissione, nel dar voce all'ambientalismo, all'animalismo, agli agricoltori che di converso hanno giustamente piena voce in capitolo sulla stesura del calendario venatorio.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. La mozione presentata dal collega è talmente “scontata” che penso non si possa non votare. Scontata nel senso che chiede il rispetto della legge, non chiede le nuvole o la luna, semplicemente il rispetto alla legge, quindi, come si fa a non votare una mozione che chiede il rispetto della legge?
Sinceramente avrei modificato, non se è d'accordo il Consigliere Fabbri, il secondo punto, che non condivido, nel senso che nel primo punto si chiede di redigere il calendario venatorio rispettando tutti i criteri di legge, mentre nel secondo punto si chiede di fare nel più breve tempo possibile il piano faunistico-venatorio, io avrei aggiunto che il calendario venatorio è subordinato al piano faunistico-venatorio, che è poi quello il motivo dell'impugnativa. Scritto così sembra quasi dire: “Fate il calendario venatorio e poi, nel più breve tempo possibile, fate anche il piano faunistico”. Invece deve essere il contrario, ma non perché lo dice Bisonni, perché il Tar dice che prima bisogna fare il piano faunistico-venatorio e dopo il calendario.
Lei è il primo firmatario ed eventualmente può anche modificare questo punto. Suggerisco questa modifica, di condizionare il calendario faunistico-venatorio alla redazione del piano faunistico-venatorio, come dice il Tar.
I motivi ispiratori di questa mozione mi trovano pienamente d'accordo, quindi, ripeto, credo che stamattina ai capigruppo qualcuno ha detto: “La Commissione è indipendente, il Consiglio non può imporre”, per carità, però il Consiglio può dare un'indicazione e quella che potrebbe venire dal Consiglio potrebbe essere quella di redigere un calendario venatorio nel rispetto di tutte le normative, che recepisca anche le indicazioni delle varie posizioni. A me stanno a cuore, ovviamente, quelle del mondo ambientalista, però direi che la prima cosa è il rispetto della legge, quindi, le indicazioni dell'Ispra e tutti i dettati normativi che ci sono.
Voterò questa mozione, però invito il Consigliere Fabbri a modificare il secondo punto, subordinando il calendario venatorio alla redazione, che deve avvenire prima, del piano faunistico, così come dice il Tar.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Si avvicina la caccia e ritornano i problemi. Questa è la realtà.
Abbiamo una situazione in cui è stata erosa l'attività dei cacciatori, ogni anno c’è un pezzetto in meno. Per noi questa è una politica inaccettabile. Questo è il succo del ragionamento, non si può sempre dire: “Vedremo, faremo, ascoltiamo tutti”.
C'è un problema politico, questa Regione è in ritardo nel fare il piano faunistico, questo è un dato di fatto politico eccezionale, un settore in cui si è in ritardo. E' inammissibile quello che è successo, adesso si avvia la discussione in II Commissione, poi in Consiglio ed infine la Giunta emanerà i suoi provvedimenti, ed ha la sua autonomia, noi però già cominciamo a dire: “Qui ti tiriamo la giacca, tiriamo le maniche da un’altra parte, cacciatore stai attento”. E’ un modo inaccettabile.
Dico il paradosso, una provocazione, i cacciatori sono sempre più massacrati, a questo punto è preferibile chiudere, ma all’indotto economico legato ai cacciatori procuriamo un danno molto pesante, per cui questa cosa non si può fare.
I cacciatori portano anche dei benefici economici nell'entroterra delle Marche, stanno lì il sabato e la domenica, spendono due soldi, muovono anche l'economia.
Basta, la Lega non ci sta più a questo gioco, questa mozione anche emendata noi non la votiamo perché erode l'attività venatoria del cacciatore, nella sostanza sono sempre le stesse cose.
E' vero che qui si scrive che bisogna ascoltare tutti, ho sentito il Consigliere evidenziare il problema dell'Arci, io l'ho letto in un altro modo, cioè dice: “Ragazzi, state attenti, non massacrateci ancora di più”. Consigliere Fabbri, io ho dato un’altra lettura, non ci leggo quello che ci legge lei, ma il contrario. Lei è libero di pensare quello che vuole, anch’io lo sono ed io ci leggo il contrario e spero che queste cose prima o poi emergano, per quanto ci riguarda speriamo prima.
Siamo nettamente contrari a questa mozione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Traversini.

Gino TRAVERSINI. Per quanto ci riguarda, come gruppo PD e come Consiglieri di maggioranza, siamo per votare contro questa mozione così com'è stata presentata.
Vorrei ricordare un concetto fondamentale, è stata presentata oggi pensando alla Commissione di domani. In realtà non è un fatto così importante per la Commissione, è importante per noi, per l'attività consiliare, quello della Commissione è un parere in base al quale la Giunta approva, quindi non va in Consiglio ma in Giunta l’atto che ricordava il Consigliere Fabbri.
Il fatto che il parere arrivi in Commissione, la quale può esprimersi in merito, può fare le proprie osservazioni e fornirle alla Giunta, è qualcosa di importante, c’è la possibilità di capire, di introdurre, di fare ragionamenti ed anche di intervenire, tant'è che l'abbiamo fatto, se ricordate, anche lo scorso anno su alcune situazioni, tipo l'apertura della caccia al cinghiale, cose che alla fine non sono state neanche recepite. Questo per far capire che il parere è importante, ma non è purtroppo fondamentale, nel senso che rimane solo un parere.
Noi domani o la prossima settimana chiuderemo perché abbiamo finito il lavoro delle audizioni.
La mozione, che non votiamo per alcuni passaggi che ci sono, ribadisce nell'impegno, nella parte finale, la necessità di ascoltare e mettere insieme tutte le parti, noi come Commissione l'abbiamo fatto ed anche molto bene.
Con piacere ho sentito Atc, non solo i cacciatori, dire: “Date la massima attenzione, perché se il calendario venatorio può essere impugnato si mette in discussione tutto il sistema caccia”. C'è questo rischio perché conosciamo benissimo le vicende dello scorso anno, e questo è venuto fuori tant’è che ne abbiamo già parlato fra di noi, anche se dobbiamo ancora discutere e approfondire.
Ci sono due aspetti che sono stati segnalati in maniera chiara da parte della associazione dei cacciatori e anche dell'Atc, che sono in contrasto con le normative nazionali, che andrebbero cambiate e che domani decideremo se votare o meno. Uno riguarda la caccia alla quaglia, che si apre l’8 settembre, se non sbaglio, in realtà la norma nazionale stabilisce che nella prima decade di settembre non si deve andare a caccia, è un errore grossolano o una furbizia, però rischia di far impugnare il calendario. Quindi, poi deciderà la Commissione, ma come Presidente proporrò che aspetto venga modificato in base alla normativa nazionale.
Così gli stessi cacciatori e le stesse Atc hanno chiesto in merito alla caccia al colombaccio. Facendo un conto tra la riapertura e i periodi di caccia, le giornate sono in eccesso rispetto alla legge nazionale concedeva, quindi anche per questo aspetto la raccomandazione che dobbiamo fare è che siano ridotte le giornate e che stiano dentro le norme nazionali.
Questi sono i due casi sollevati, c'è un'attenzione molto alta da parte delle associazioni dei cacciatori e degli Atc, che noi in qualche modo abbiamo recepito e sono convinto che domani questo sarà quello che daremo alla Giunta, compreso il fatto di unificare in una data possibile l'apertura della caccia al cinghiale. Faremo anche questo. Poi deciderà la Commissione, ci mancherebbe, ma la discussione che abbiamo fatto era su questi elementi.
Questi sono passaggi che in Commissione abbiamo discusso, al di là del Consiglio di oggi, che non trovo eclatanti, però serve per parlare di caccia, per riportare a tutti quello che sta succedendo, che bisogna controllare e curare con attenzione.
In Consiglio, insieme al calendario, sul quale abbiamo chiesto anche valutazione di incidenza, se vi ricordate, abbiamo sempre parlato del piano faunistico, che ha i propri tempi, probabilmente questi sono gli impegni: entro la fine di luglio la Giunta lo approverà, è quasi pronto, poi ci sono 60 giorni di tempo in cui le associazioni e tutti i soggetti che sono legati al mondo della caccia, compresi gli ambientalisti, possono fare osservazioni, quindi la partecipazione è stabilita dalla legge, nei 90 giorni successivi, spero di meno, ci sarà la possibilità di recepire e dare risposte alle osservazioni, poi l'atto andrà in Commissione e noi dovremo fare un lavoro veloce per cercare di fare il prima possibile, però, parliamo di un atto abbastanza complesso, conseguentemente verrà discusso in Consiglio.
Questo è l'iter, se si va veloci, si arriva alla fine dell'anno, all'incirca le date sono queste: luglio, 60 giorni, 45 o 1 mese, poi la Commissione ed il Consiglio, quindi, siamo verso la fine dell'anno, questo è il panorama.
Comunque tornando al discorso del calendario, ho detto che il nostro lavoro l'abbiamo fatto, al di là di quella che sarà la discussione di oggi. Il dispositivo della mozione mi trova al 90% d'accordo, perché non c'è nessun problema nel dire che bisogna mettere insieme ed ascoltare chi ha interessi in questo mondo.
Ricordo che in passato, all'interno della Commissione, non venivano audite le associazioni ambientaliste, al di là di recepire o meno, noi abbiamo ascoltato le associazioni ambientaliste, quindi sono d'accordo, così come lo sono per il rispetto delle leggi nazionali ed europee. Nessuno mette in discussione che non si debbano rispettare le norme nazionali ed europee. Sul fatto dell'accoglimento delle osservazioni Ispra ho un’opinione diversa, nel senso che dobbiamo recepire le osservazioni Ispra, tenerne conto, potremmo anche avere delle posizioni non concordi per cui andare ad interloquire con l'Ispra, comunque noi ne teniamo assolutamente conto, però in questo caso non è la legge, ma qualcosa di diverso. Dopodiché si chiede di far veloci per il piano faunistico ed è quello che sta facendo e vi ho riferito i tempi.
Morale della favola, se si fa una risoluzione e si cambiano alcuni aspetti della parte finale, che in gran parte è accettabile, potremmo anche arrivare ad una votazione, chiaramente, cambiando alcune parti che, è l’opinione di chi l’ha presentata, sono particolarmente taglienti sul modo in cui la Regione porta avanti la politica sulla caccia. Tutto qui, se c’è questa disponibilità, possiamo anche ragionare, altrimenti così com’è, bocciamo la mozione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Grazie Presidente. Ho stima oltre che amicizia per il Presidente Traversini, in particolare per come conduce i lavori della Commissione, sempre in modo equilibrato, anche quando tratta argomenti che non ci vedono concordi, come su questo tema, quindi, ho apprezzato anche il metodo.
Ciononostante, Consigliere Fabbri, visto che siamo così pochi, rispetto a questa maggioranza silenziosa molto vicina al mondo della caccia, non posso che cogliere il segnale politico di questa mozione, oltre gli aspetti che condivido nel merito, quindi la voterò comunque, ma credo che potrebbe essere un buon risultato cogliere la proposta del Presidente Traversini per arrivare ad un esito positivo perché guardandomi intorno ho timore che questo sia il massimo raggiungibile. Comunque voterò la mozione.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Vorrei un chiarimento dal Presidente Traversini, perché ha praticamente spiegato la tempistica dell'approvazione del piano faunistico dicendo che, sintetizzo, verosimilmente sarà approvato in via definitiva a fine anno, perché l’iter è quello, quindi lei sta dicendo all'Aula e a chi ci ascolta da casa che anche quest'anno aprirete la caccia senza avere il piano faunistico approvato in via definitiva, contro le varie sentenze del Tar. Quindi, ripetete l'errore che è stato fatto precedentemente. Sta dicendo questo? Lo vorrei capire, perché se sta dicendo questo siamo sicuri che il calendario venatorio sarà di nuovo impugnato e perderete per l'ennesima volta, se andate avanti così farete le brutte figure che avete fatto l'anno scorso. Se l'intenzione è questa non ci sto. Invece, come ho detto prima nel mio intervento, si modifica il dispositivo di questa mozione dicendo che il calendario venatorio viene fatto secondo quanto dice la sentenza del Tar, no come dice Sandro Bisonni, subordinato al piano faunistico, solo dopo che il piano faunistico è stato redatto, allora rispettiamo la legge, andiamo nella direzione dei cacciatori che, ripeto, l'ha detto prima il Consigliere Fabbri, dicono: “Attenzione, fate le cose fatte per bene, sennò vi chiediamo i danni”. Io la leggo così, caro Consigliere Zaffiri.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Traversini.

Gino TRAVERSINI. I tempi per l’approvazione del piano faunistico sono questi, nel senso che ne abbiamo discusso già a fine anno, quindi dall'approvazione ci sono 60 giorni per le osservazioni e poi 90, quindi, è inutile forzare.
La valutazione di incidenza chiesta sul calendario venatorio e la Vas, che viene attivata appena iniziata la predisposizione del Piano da parte della Giunta, danno la possibilità di avere uno strumento, perché la valutazione ambientale e per quello che riguarda la valutazione di incidenza sul calendario venatorio dovrebbero dare una risposta in caso di impugnazione dello stesso da parte delle associazioni o altri. Questo è il massimo che attualmente si sta facendo, non è possibile, visti i tempi con cui siamo arrivati lo scorso anno, andare oltre, anche perché mi sembra di lavorare già da un anno al piano faunistico, un anno è qualcosa di particolare, se poi vogliamo ricominciare a fare il dibattito di tre anni indietro, che andava fatto prima, dovrei riparlare delle Regioni che l’hanno fatto e di tutti i problemi, ma questo è un altro ragionamento.
Considerata la situazione da cui siamo partiti lo scorso anno, credo che più veloci di così a questo punto sia impossibile, ecco la risposta e se mi lega il calendario venatorio alla redazione del piano faunistico, diventa a questo punto impensabile. E' chiaro che dal prossimo anno le cose saranno diverse perché l'avremo approvato, questa è la situazione, non posso raccontare altre storielle.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Se la questione della tempistica della redazione ed approvazione del piano faunistico venatorio porta ad una situazione fuorilegge rispetto all'approvazione antecedente del calendario venatorio, il dispositivo della mozione, giustamente, non è efficace perché io chiedo di fare un calendario venatorio che rispetti la normativa, quindi, se propedeuticamente ci vuole il piano faunistico-venatorio, va da sé che, avendo anteposto i tempi ed essendo impugnabile la situazione, il dispositivo non viene applicato. Questo è un tecnicismo di cui Consigliere Bisonni, non so che pensare.
Le due cose, a mio avviso, importanti che questo dispositivo pone all'attenzione sono: primo, la normativa applicata a titolo pieno, in modo che non possa dare adito ad interpretazioni ed a impugnative di ogni sorta. Sta di fatto che la tempistica sulla quale il Consigliere Bisonni poneva l'attenzione va rispettata, se l'emanazione del calendario venatorio prima dell'esistenza del piano è motivo per una nuova impugnazione e per la conseguenza perdita del ricorso, saranno la Giunta e gli uffici a dover studiare bene la situazione, io in questo momento non lo so; secondo, il dispositivo chiede che il calendario venatorio venga redatto in maniera concertata con i diversi portatori di interesse, e noi abbiamo dei documenti scritti dalle associazioni ambientaliste riunite tra loro che il calendario venatorio deve assorbire, perché deve essere emanato in maniera concertata, deve quindi assorbire le osservazioni che i portatori di interesse, extra cacciatori, perché questi, giustamente, fino adesso hanno avuto un canale preferenziale, hanno messo nero su bianco nei vari documenti.
Quindi, sono disponibile ad andare ad un'eventuale risoluzione, ci mancherebbe, è un passo avanti e porta a casa questi due risultati che sono quasi storici, perché da una parte faccio un calendario venatorio concertato con i portatori di interesse, cosa che fino adesso non è mai avvenuta, dall'altra deve essere fatto in maniera che non possa essere impugnato, quindi, se c'è una propedeuticità nell'emissione del calendario rispetto al piano faunistico o viceversa, la Giunta deve fare in modo di non essere contro la legge.
Effettivamente ritengo che ci possa essere questa apertura ed io la prendo e, nonostante la Commissione dia un parere, la mozione serve per dare un indirizzo alla Giunta sentito il parere della Commissione. Se domani il calendario venatorio non recepirà le indicazioni date dagli altri portatori d'interesse io voterò contro, come ho sempre fatto fino a questo momento.
E' chiaro che la Giunta se c'è una mozione del Consiglio, deve dare seguito all'indicazione ricevuta e fare un calendario venatorio concertato, che non possa essere impugnato. Mi sembra che il dispositivo sia molto chiaro e se ci sono le condizioni politiche per andare ad una risoluzione limando la narrativa, limando l'aggettivo, io sono pienamente d'accordo, perché abbiamo aperto la strada importantissima per questi due settori. Quindi rilancio, giustamente, a tutti gli attori presenti in quest'Aula la possibilità di andare ad una risoluzione su questi due concetti cardine.

PRESIDENTE. Vorrei fare qualche considerazione in quanto membro della Commissione sulle cose che ho sentito.
L'iter del piano faunistico venatorio non lo può modificare questo Consiglio o la Commissione, in quanto viene trattato alla stessa stregua di un piano programmatorio, per cui deve essere fatto, deve essere pubblicato, ci devono essere le osservazioni, quindi: adozione, controdeduzioni e approvazione. Possiamo dire quello che vogliamo, ma i tempi sono questi.
Il Piano deve essere completato, deve essere approvato da questa assise, pubblicato, osservato e quindi approvato definitivamente, per cui io auspico che per fine anno si riesca a fare, come ha detto il Consigliere Traversini, che condivido, ho anche dei dubbi che si arrivi a fine anno in questo modo, perché è molto complesso questo punto di vista.
C’è un altro aspetto, non è vero che se non c'è il piano faunistico-venatorio non si può fare il calendario, non c'entra assolutamente nulla, in assenza del piano faunistico venatorio è vietata la caccia di alcune specie, in precisi giorni dell'anno, in determinati siti: le zone Sic e le zone Natura 2000, cosa che è successo l'altra volta.
Nelle audizioni tutti si sono raccomandati ed anche i cacciatori hanno detto: “Non ci mettete nelle condizioni di partire in un certo modo e poi finire in un altro, come è successo l'anno scorso”, perché la caccia è partita in una maniera, poi le sentenze che sono arrivate hanno vietato le cacciagioni di alcune specie, in determinate zone, tipo le zone Natura 2000, Sic. Questo l'hanno detto i cacciatori, dopodiché l'hanno ripetuto anche gli ambientalisti, per cui credo che non ci sia nessun problema ad approntare il discorso del calendario venatorio, se la Commissione decide di liquidarlo domani o la settimana prossima, perché non c'è questo nesso così cogente che impedisce, in assenza del piano faunistico regionale, la stesura di un adeguato calendario venatorio. Comunque sia molti hanno detto: “Fatelo prudente, non forzate la mano in modo tale che ci siano ricorsi”. Questo significa non aprire la caccia in quelle zone riguardo alle quali il Tar ha detto che non si può cacciare. Questo è il concetto. Ad esempio nel calendario venatorio, non era prevista, anche se è passata come tale, l’apertura della caccia alla quaglia l'8 settembre (prima del 10 settembre) è stata tolta, quella avrebbe dato il via a ricorsi e avremmo perso su tutta la linea.
Mi adeguo perché condivido il passaggio che ha fatto il Presidente Traversini, sono anch’io contrario all’approvazione di questa mozione.

Ha la parola, per una precisazione, il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Vorrei dire semplicemente che prima ho detto di fare il piano faunistico altrimenti non si poteva cacciare, ovviamente mi riferivo alle zone Sic e Natura 2000.

PRESIDENTE. Per fare una cosa corretta, oggi il Consigliere Talè non c'è, credo che sia impegnato dal punto di vista istituzionale, anche lui ha presentato una mozione che, in sintesi e nella sostanza, auspica le stesse cose per cui penso sia corretto menzionare anche quello che ha rappresentato nel suo atto, l'impegno a predisporre il piano faunistico-venatorio nel più breve tempo possibile e ad adottare tutte le misure necessarie ad assicurare il corretto svolgimento della prossima stagione venatoria. Se lo dice un cacciatore come il Consigliere Talè vuol dire che il concetto è questo: fare il calendario, sul quale tutti abbiamo preso l’impegno, non eccessivamente spinto, ma in modo cautelativo per impedire i ricorsi.
Se dobbiamo fare questa risoluzione, Presidente, sospendiamo un attimo? Andiamo avanti lo stesso? Ha la parola il Consigliere Traversini.

Gino TRAVERSINI. La proposta che faccio è questa: se va bene, già possiamo tranquillamente dire che siamo d'accordo su come cambiare il testo della mozione del Consigliere Fabbri, però c'è anche la mozione del Consigliere Talè, potremmo tranquillamente, e siamo concordi sulla risoluzione, unificare le cose, però occorre che siano presenti entrambi di presentatori degli atti, quindi, domani mattina in Commissione le ripresentiamo, se va bene, per il prossimo Consiglio e possiamo inviare la risoluzione subito in Giunta, visto che approva il calendario venatorio, altrimenti ha poco senso dal punto di vista politico. Tutto qui, se siamo d’accordo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Questo vuol dire che il calendario venatorio in Commissione non si licenzia, tra virgolette, prima del 23 luglio, sennò diventa inutile, tutto è nato da questo.
Il prossimo Consiglio è il 23, in Commissione sospendiamo l'approvazione del calendario venatorio perché è un'indicazione da dare alla Giunta, altrimenti bisogna che ci prendiamo 10 minuti, scriviamo la risoluzione, diamo una telefonata al Consigliere Talè, lo mettiamo in narrativa, andiamo a convergenza e domani la Commissione a maggioranza approva il calendario venatorio, altrimenti tutto il discorso fatto fino a questa mattina cade immediatamente.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Grazie Presidente. Solo per cogliere l'occasione dato che sono circa un'ora e qualche minuto che siamo discutendo di una mozione sulla quale alla fine sembra si troverà un accordo, o perlomeno una maggioranza, e poi indiretta facciamo sapere che manca quello, che manca quell’altro.
Una prassi che mi permetto di suggerire, non perché non si stia bene qui, c’è l’aria condizionata e fuori si brucia, quindi possiamo stare anche fino alle otto, è quella che la Commissione dia, in questa come in altre circostanze, senza assediare la Segreteria dell'Assemblea con modifiche di regolamento, un'occhiata a queste mozioni, forse già in parte l'ha fatto, ma dove si sa che c'è un po’ di … L'Ufficio di Presidenza può sollecitare le Commissioni, visto che abbiamo tempo, a dare un’occhiata per cui se c'è un'idea di massima favorevole, si viene in Aula, si fa l’intervento, si vota e chiudiamo le mozioni. Se poi si deve fare una chiacchierata la facciamo, sennò mi sembra eccessivo soprattutto in questo caso quando la mozione acquista significato, perché a volte sono atti bandiera, che auspicano, che chiediamo al Governo, all’Onu, al Papa di fare le cose, invece qui che c’è un riscontro più vicino alla vita amministrativa regionale. Vale anche la pena fare questo, poi non metto parola, non metto bocca sul fatto che si possa chiudere adesso o il 23.
Invito il Presidente a recepire questa indicazione, così facciamo lavorare un po’ di più le Commissioni, anche perché, Presidente Mastrovincenzo, in vista della chiusura avremo l'Aula molto impegnata con leggi, bilanci, leggi elettorali, minacce dall’esterno, dall’interno, parità, sotto parità, quindi le Commissioni possono impegnarsi anche in questo senso.

PRESIDENTE. La proposta sarà vagliata attentamente, Consigliere Marconi, dal Presidente Mastrovincenzo e dall’Ufficio di Presidenza, si farà una relazione, si interpelleranno gli esperti che ci diranno come procedere nei prossimi mesi. Nel frattempo dobbiamo, però, chiudere questa cosa.
Parlo anche come membro della Commissione, mi sembra difficile che si possa portare al 23 il parere, perché credo che la Giunta debba deliberare prima, i cacciatori vogliono sapere fin da ora quando si andrà a caccia, mi sembra, Consigliere Zaffiri, che da qui al 23 dobbiamo dare delle risposte.
Proporrei di rinviare la mozione. Ci sono quasi tutti i membri della Commissione, c’è anche la Vicepresidente Malaigia, prendiamo atto di quando queste due mozioni dicono e, quindi, nel dare il parere la Commissione ne terrà conto.
Credo che da galantuomini un discorso di questo tipo si possa fare, è inutile stare qui a cincischiare, quindi se questa è la soluzione il Consigliere Fabbri ritira la mozione e la discutiamo in Commissione.
Ha la parola il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Io non ho chiesto il rinvio, ho dato disponibilità a scrivere una risoluzione ed a votarla, quindi o andiamo a risoluzione oppure votiamo la mozione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Traversini.

Gino TRAVERSINI. Visto che c'era un'altra mozione, quella di Talè, sulla quale abbiamo già trovato l'accordo, è giusto che sia presente anche lui per fare una risoluzione.
Secondo me, si può portare la mozione in Commissione, dove è presente anche il Consigliere Talè, si può tranquillamente lavorare e chiudere questa partita, facendo una risoluzione condivisa.
Se addirittura si vuole far spostare la votazione del calendario si può arrivare anche alla fine del mese, perché non fa perdere più tempo e perché ci si arriva ugualmente, quindi, si può valutare insieme alla Commissione. Questo aspetto non l’assicuro perché non posso garantire il voto della Commissione, però lo possiamo valutare, se poi non è così decidiamo e votiamo se accettare questa soluzione.

PRESIDENTE. A questo punto mi sembra non ci siano possibilità, quindi votiamo.
Ha la parola il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Ormai il regolamento lo abbiamo stirato, ma a favore della discussione. Va bene, ci prendiamo l'impegno di discutere insieme al Consigliere Talè, portatore dell'altra mozione, e di non approvare il calendario venatorio prima della discussione in Consiglio di queste due mozioni abbinate.

PRESIDENTE. Va bene, vediamo in Commissione cosa succede perché il tutto dipende dalla Giunta, da quando vuole deliberare il calendario, è chiaro che non dipende solo da noi, dopodiché il discorso è fatto. Va bene.

La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 17,35