Resoconto della seduta n.136 del 23/07/2019
SEDUTA N. 136 DEL 23 LUGLIO 2019

La seduta inizia alle ore 10,35

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

PRESIDENTE. Colleghi buona giornata, dichiaro aperta la seduta n. 136 del 23 luglio 2019. Do per letto il processo verbale della seduta 135 del 2 luglio 2019, il quale, ove non vi siano opposizioni, si intende approvato ai sensi del comma 4, dell’articolo 53, del Regolamento Interno.
Richiamo inoltre ai sensi del comma 5 dello stesso articolo l’attenzione di tutti i Consiglieri sulle comunicazioni distribuite con cui porto a conoscenza dell’Assemblea quanto espressamente previsto dal Regolamento Interno.

Proposta di legge n. 273
ad iniziativa del Consigliere Micucci
“Istituzione del Museo archivio del manifesto (MAMA)”

Nuova titolazione: “Valorizzazione delle arti visive e figurative e dell’attività del Museo archivio del manifesto”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 273 del Consigliere Micucci.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Micucci.

Francesco MICUCCI. Grazie Presidente. Questa proposta di legge prende la stura da una manifestazione ventennale che è presente nel territorio di Civitanova Marche, che è “Carta canta” e che ha visto fin dall’inizio il sostegno, da oltre 20 anni, della Regione Marche.
Una manifestazione che tenta di mettere in risalto anche a livello storico, attraverso l’Archivio del manifesto, i manifesti che negli anni si sono succeduti ed hanno dato risalto alle varie manifestazioni, alcuni risalgono al periodo tra la prima e la seconda guerra mondiale fino a giungere ai giorni nostri; nasce dalla volontà di un cittadino civitanovese che ha donato al Comune oltre 12.000 manifesti che danno un po’ il tratto storico del tipo di manifestazione.
L'iniziativa è proseguita negli anni e con questa proposta di legge vorrei darle un risalto regionale, anche allargando i confini dell’Archivio del manifesto civitanovese, ed un ulteriore possibilità ai turisti e a chi nella regione Marche cerca un tratto culturale, oltre la classica visita del mare e le altre attrazioni turistiche, un altro tassello che si inserisce nella bella catena culturale di musei e di manifestazioni della nostra regione.
Attraverso questa legge si cerca di far risaltare la cultura delle arti visive e delle arti figurative e il Museo del manifesto di Civitanova risulta esserne il tratto centrale, ma non è la fine di questa struttura, che tenta attraverso questo di dare un risalto regionale a tutte le manifestazioni che nel nostro territorio si esaltano.
Il Museo del manifesto in particolare è stato istituito dal Comune di Civitanova Marche nel 2017, come ho detto, attraverso questa donazione che consta di 12.000 opere, che hanno un valore stimato intorno ai 200.000 euro, chiaramente non tutte possono essere esposte contemporaneamente, vista la vastità della collezione, ma attraverso una serie di mostre a tema potranno essere esaltate e messe in esposizione.
La legge si prefigura anche una collaborazione, che in parte è già in atto, del Museo civitanovese con gli istituti scolatici marchigiani, in particolare l’Ise di Urbino e con le facoltà che trattano il tema della grafica, con gli istituti superiori, proprio per cercare di tramandare questa tradizione, non solo metterla come punto fermo in quello che già abbiamo, ma cercando di sviluppare l’arte della grafica attraverso questi manifesti ed anche altre forme artistiche per proseguire una tradizione che ormai risulta essere ultradecennale nel nostro territorio.
La Regione Marche mette a disposizione di queste manifestazioni, quindi non solo del Museo, per il primo anno, 2019, 50.000 euro, che possono essere utilizzati per mettere in piedi delle manifestazioni, dei festival e per attrezzare in maniera idonea il Museo del manifesto, poi negli anni successivi sarà il bilancio regionale a decidere se e come proseguire con il finanziamento di questa legge che sono certo, ripeto, non si concluderà in una semplice apertura del manifesto ma, attraverso la tradizione che c’è nella zona civitanovese e maceratese ed anche nelle altre zone marchigiane, credo che potrà proseguire, certamente, anche negli anni successivi e quindi inserirsi ed incastonarsi nella tradizione di manifestazioni storiche di cui la regione Marche è ricca, allargando ulteriormente l’offerta turistica e culturale di cui è capace.
Infine con l’ultimo articolo tecnico si va a cassare un articolo di bilancio che nel 2019 accantonava delle somme che con l'approvazione di questa legge vengono tolte dalla tabella C del bilancio. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Grazie Presidente. L’intervento è a favore di questa proposta di legge relativa al Museo del manifesto di Civitanova Marche.
Come di consuetudine, nel momento in cui ci sono delle proposte di legge che riguardano i territori, abbiamo domandato ai nostri Consiglieri comunali ed attivisti di Civitanova Marche in merito alla bontà di questa iniziativa e abbiamo avuto riscontri positivi.
Questo patrimonio, come ha detto il relatore di maggioranza, di 12.000 manifesti donati al Comune quindi all’istituzione, da un privato che nel corso di tutta una vita aveva raccolto questo patrimonio culturale, che non esito a definirlo così visto per la tradizione degli illustratori italiani e marchigiani, di quelli che hanno fatto i manifesti, è importantissimo e riconosciuto a livello internazionale, voglio citare Marcello Dudovich, oppure Walter Molino nell’illustrazione della Domenica del Corriere. Sono manifesti di illustratori che hanno descritto, attraverso le immagini, con la loro arte, la loro penna, le loro matite, la storia, la cultura, gli avvenimenti di cronaca, tutti quei momenti che hanno segnato il passo sia delle Marche che di tutto il nostro Paese, tenendo presente che questo patrimonio non può essere lasciato all'incuria, come purtroppo avviene. Penso alla mia città, al patrimonio artistico e culturale di alcune associazioni che hanno degli archivi (illustrazioni, manifesti, libri) che vengono lasciati in cantine abbandonate, senza permettere la fruizione di coloro che potrebbero essere interessati a questo patrimonio.
Il patrimonio che Civitanova Marche ha avuto la fortuna di avere non può essere lasciato ad ammuffire in un sottoscala o in un magazzino, ben venga l’esposizione di queste illustrazioni, di questi manifesti, che sono un fatto culturale, un fatto di costume.
I nostri attivisti ed i nostri Consiglieri comunali a Civitanova Marche ci hanno detto che sarebbero una grande attrattiva per coloro che vanno in spiaggia, che fanno del turismo, che visitano delle bellezze di Civitanova Marche, che potrebbe avere un appeal in più con il Museo del manifesto. Io andrò a visitarlo sicuramente, per la mia curiosità ed per mio interesse alle arti visive, quindi annuncio il voto favorevole del gruppo.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Grazie Presidente. Come gruppo di Forza Italia condividiamo in pieno questa proposta di legge che ha in realtà una duplice valenza, quella di valorizzare l’arte, che oltre ad essere un tesoro inestimabile in ogni sua forma, sappiamo bene essere anche un vero volano per il turismo, e quella, più in generale, di promozione della nostra regione, codificando e regolamentando la nostra storia e le nostre origini.
Si parla, ed a buona ragione, di memoria collettiva con la quale si dovrebbe far leva anche in questo caso per rinsaldare le radici dei nostri territori e da lì ripartire per un generale rilancio culturale e turistico delle Marche. Certamente, non da ultima, la creazione di un Museo archivio del manifesto rappresenterebbe un polo culturale con cui stimolare ed accrescere il sapere dei nostri ragazzi e fondare la loro identità territoriale andando oltre lo studio della storia, che avviene sui libri di testo.
La raccomandazione, affinché simile iniziativa abbia davvero una reale valenza e possa esprimere a pieno il suo potenziale, è quella di far conoscere questo museo quanto più possibile e tenerlo costantemente vivo, altrimenti equivarrebbe a cestinare fondi pubblici ed a portare avanti un’operazione spot. Quindi, annunciamo il voto favorevole a questa proposta di legge.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Urbinati.

Fabio URBINATI. Grazie Presidente. Fa piacere constatare che in quest’Aula, nell’amministrazione tutta, ha preso vantaggio un indirizzo che era nato qualche mese fa, se ricordate bene, istituendo e riconoscendo Senigallia città della fotografia, un museo e la fondazione Giacomelli.
Avevamo costruito quella proposta di legge e il fatto di caratterizzare tutti gli eventi, tutte le iniziative che abbiamo nelle nostre città marchigiane, credo che sia un’intuizione molto importante, che ci darà grosse soddisfazioni per il futuro anche perché abbiamo tante cose da valorizzare nella nostra regione.
Un'amministrazione seria, come deve fare, chiaramente stabilirà dei requisiti altrettanto seri perché a Senigallia la fondazione Giacomelli ha un importante nome di richiamo, opera e lavora da tantissimi anni, così come l’associazione che cura il Museo del manifesto a Civitanova, Marche. C'è un’altra proposta di legge che valorizzerà un prodotto artistico molto importante, che è quello del documentario, riguarda la mia città e riguarda il grande documentarista Libero Bizzarri, ma tante altre cose ci sarebbero da fare.
E' giusto farlo, è importante impegnarsi in questo, però occorre mettere dei punti di riferimento, dei paletti seri ed importanti che consentano di individuare le eccellenze della nostra regione che meritano, uso un termine moderno, di default di essere sostenute, sono iniziative di carattere regionale, non solo locale, quindi, annuncio il voto favorevole del Partito Democratico. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. Grazie Presidente. Anch’io voglio iniziare il mio intervento come ha fatto il Consigliere Urbinati, sottolineando questo lavoro fatto in maniera non estemporanea nell’andare a ricercare e confermare le vocazioni del nostro territorio, elementi che vanno a caratterizzare in termini alti o anche semplicemente legati alle passioni che il territorio ha nella nostra regione.
Ricordo Tavullia rispetto al tema dei motori, è stato un'altra cosa significativa, fuori da un campo strettamente culturale ma che raccoglie tanto interesse e tanti appassionati, Castelfidardo per la fisarmonica, che è ovviamente nella tradizione italiana, il tema della fotografia, che è un’espressione artistica di grandissima diffusione, con instagram, siamo diventati tutti fotografi e cerchiamo uno scatto particolare, abbiamo tutti la macchina fotografica dietro, ma poterlo fare dove c’è una storia, una tradizione di grande valore è un fatto estremamente significativo, ed oggi con il tema della grafica, visto che a Civitanova Marche questa esperienza è presente da lungo tempo, andiamo a riconoscere una caratteristica che nello stesso tempo è identità di una parte della nostra regione e della nostra regione tutta.
Voglio aggiungere i nomi di Provinciali, di Massimo Dolcini, a quelli che ha fatto il Consigliere Maggi, nel senso di grafica come utilità, grafica pubblicitaria, grafica di illustrazione.
Un anno ho avuto modo di insegnare matematica all’Istituto d’arte di Urbino, e non era di certo la loro materia preferita, ma era un corso di grafica e rimanevo incantato dalle illustrazioni che facevano i ragazzi, cose incredibili. C’è una scuola, una tradizione nel nostro territorio che non solo ha un passato che va riconosciuto, ma ha anche un presente e un futuro di grandissimo interesse perché abbiamo luoghi di alta formazione fin dalle scuole superiori - la Scuola del Libro - fino all’alta formazione artistica che rendono questa tradizione un oggetto vivo. Talenti di grande qualità, conosco alcuni di questi ragazzi usciti da quella scuola, che si sono affermati in giro per il mondo grazie alla qualità, alla capacità che hanno assunto nel loro percorso formativo.
Quindi creare un punto di riferimento, dare con questa legge una dignità particolare, è riconoscere una delle tante caratteristiche di qualità che la nostra regione ha, difficile da raccontare, spesso perché ne ha troppe, ma attraverso questo percorso di identificazione, secondo me, rafforziamo l’intero sistema.
Un’operazione di grande qualità, di alto livello, che ci permette sempre più di raccontare quanto di interessante, di bello, di buono, c'è nella nostra regione.
Voglio raccontare una delle ultime visite a Cupra Marittima, al Museo malacologico delle conchiglie, una cosa incredibile, non so quanti milioni di conchiglie ci sono lì dentro per ordine di grandezza, classificate in tutti i modi, di una qualità straordinaria, in uno spazio della nostra regione che meriterebbe molto. E' il più grande di Europa, è qualcosa di incredibile, entri dentro e non ci credi, pensi di aver finito la visita e c’è un altro piano da vedere con le espressioni più diverse di quello che si riesce a fare con le conchiglie.
Abbiamo delle caratteristiche di straordinarietà che vanno valorizzate e il Consiglio regionale fa molto bene attraverso queste leggi ad accendere un riflettore sulle doti e sulle qualità del nostro territorio, un riconoscimento particolare che rafforza un’identità, un hub dentro un sistema fatto di tanti punti che possono rafforzare il percorso, diventare occasioni di continuo rinnovamento di queste attività. Quindi un plauso all’iniziativa del Consiglio che continua a valorizzare la bellezza e la forza della nostra regione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente. Intanto chiedo scusa per il fatto che intervengo dopo il Presidente Ceriscioli, ma ci sono due cose che debbo dire.
Conosco personalmente Enrico Lattanzi, che è l’animatore di “Carta canta” di Civitanova Marche ed è il protagonista principale di questa iniziativa, a cui ha fatto riferimento il Consigliere Micucci. Questa è la prima cosa che voglio dire. Condivido pienamente quanto è stato detto, in particolare ora dal Presidente Ceriscioli, che ha fatto bene, secondo me, a ricordare questa specificità, questa ricchezza marchigiana a partire dalla prima legge che abbiamo fatto qui, quella sui motori a Tavullia, ed a seguire Senigallia città della fotografia e tutte le altre che sono state fatte, Castelfidardo e quella di oggi.
La seconda cosa che voglio dire è che il prossimo anno c’è una località marchigiana, una piccola località che si è caratterizzata nel mondo per il folclore internazionale, ed è Apiro. Il prossimo anno ad Apiro si realizza la 50^ manifestazione internazionale del folclore, quindi il 50° anno, questo è un grande fatto turistico, culturale, folcloristico per le Marche, per l’Italia e per il mondo.
Credo che una piccola località come questa, a ridosso del Monte San Vicino, debba essere sostenuta e supportata, mi sono permesso di scrivere una proposta di legge e colgo l’occasione di questo provvedimento su Civitanova Marche per chiedere a tutti di firmarla, sarebbe una firma, ripeto, non soltanto a sostegno di una manifestazione internazionale, ma sarebbe un sostegno ai piccoli borghi, a quelli montani, e alla cultura diffusa nella regione Marche.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 4 bis. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 5 bis. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Micucci.

Francesco MICUCCI. Grazie Presidente. Approfitto di questo momento per ringraziare l’Aula del sostegno unanime a questa legge perché quando si fa un atto di questo tipo, che parte da una realtà territoriale, il rischio è che venga identificato come un provvedimento marchetta o specifico.
In realtà c’è la volontà inversa, ed il voto unanime di oggi mi fa piacere che la riconosca, è chiaro che si parte, senza nascondersi dietro un dito, da una specifica situazione territoriale alla quale si vuole dare risalto ma l’obiettivo, siccome siamo Consiglieri regionali e non comunali, è quello di partire da una realtà locale per darle risalto e farla diventare regionale, in modo che tutta la regione ne possa trarre beneficio.
Come ho detto, già ci sono dei collegamenti da parte del Comitato scientifico della direzione a livello regionale, nazionale e internazionale, la legge li certifica e dà anche risalto alle realtà scolastiche e non solo del territorio marchigiano. Fare in modo che attraverso questo museo, come ha detto giustamente il Presidente e lo condivido appieno, attraverso una serie di realtà, mi auguro che il prossimo anno ne potremmo esaltare delle altre, si crei una sorta di rete museale regionale che in qualche modo possa essere ulteriormente attrattiva rispetto al turismo culturale che vede la regione Marche come un fuoco vivo di offerta turistico-culturale.
Ringrazio l’Aula per aver colto il significato di questa proposta di legge e per il voto unanime. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Riprendo il discorso che ha fatto il Consigliere Micucci dicendo che effettivamente potrebbe sembrare che discussioni di questo tipo, di queste norme, si fanno limitatamente a certi territori, mentre abbiamo maledettamente bisogno di fare queste cose, addirittura andare a scovare in ogni territorio le peculiarità per poterle mettere in evidenza e costruire una rete.
Abbiamo una regione con tante caratteristiche al plurale, abbiamo tante situazioni nascoste, dobbiamo farle venire fuori, e se occorre anche con una legge.
A proposito, vorrei evidenziare a chi gestirà questa legge, verrà fatta una struttura dal punto di vista culturale che si occuperà della manifestazione e non solo dell’allestimento e della curatela di questo museo, che esistono in tante biblioteche comunali dei manifesti d’epoca datati, anche di qualche secolo, che molto spesso stanno lì impolverati in qualche cassa perché non sanno che farsene. Ad esempio so che nella nostra città, ad Ascoli, c’era un signore, purtroppo deceduto qualche anno fa in età avanzata, Benedetto Marini che è stato un grande personaggio culturale di Ascoli, soprattutto per il sistema delle bande cittadine a cui era affezionato, ha raccolto manifesti, credo, dall’inizio del secolo scorso, manifesti che sono in parte in biblioteca e in parte, penso, della famiglia, mi auguro che chi gestirà questo Museo si raccordi con le città, con le biblioteche e pinacoteche comunali per vedere quello che c’è di prezioso, una parte può essere lasciata in loco, ma una parte deve essere trasferita in questo museo, se vogliamo farlo diventare un’eccellenza, così per quanto riguarda la fotografia, i motori e ben vengano altre situazioni di cui ha parlato il Consigliere Giancarli.
E' importante che adesso si vada a scovare in ogni parte del territorio quelle eccellenze che abbiamo su queste tematiche, se poi ce ne sono altre ben vengano perché noi abbiamo questa grande necessità di mettere in rete le nostre caratteristiche, le nostre eccellenze, le nostre peculiarità. Dobbiamo essere più che mai, in questo momento, attrattivi per un certo turismo culturale che potrebbe fare la differenza insieme a quello ambientale, per i bellissimi territori che abbiamo. Potrebbe essere un progetto di grande qualità, che potrebbe far riaccendere ancora una volta, semmai si sono spenti, i riflettori su questa bellissima nostra regione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Grazie Presidente. Velocemente per congratularmi con questa iniziativa che condivido in pieno e aggiungere poche considerazioni sul discorso della rete perché, come ha detto il Consigliere Micucci, non possa essere percepita come un’iniziativa isolata e come il Presidente ha richiamato in questo senso.
Due parole per dire che un’area ad altissima concentrazione turistica, forse una fra le più alte insieme a Senigallia e San Benedetto della riviera marchigiana, fra Civitanova e il Conero, per tanti anni non ha ragionato intorno ai musei pensando che i musei, o tutto quello che era al chiuso, fossero utili alla popolazione solo nel periodo invernale. Abbiamo scoperto che piove, che anche durante l’estate piove, e che i nostri turisti dopo aver esaurito le visite al Santuario di Loreto, alla casa di Leonardi a Recanati, o a Camerino, poi non hanno più nulla da fare e allora il museo è estremamente utile, e questo succede un po’ in tutta Italia, soprattutto nelle aree montane, con piccole cose, non grandiose, perché ovviamente non tutti possiamo avere gli Uffizi o i Musei Vaticani.
Sulla rete però mi permetto di dire, oggi non c’è l’Assessore al turismo, ma lo dico al Presidente che già ha fatto riferimento a questa cosa, che funziona se qualcuno la obbliga, sennò non funziona. Il carattere fortemente individualista del marchigiano, dei nostri comuni in modo particolare, fa si che questa collaborazione sia estremamente scarsa, prova ne è l’organizzazione, qualcuno lo riferirà all’Assessore Pieroni, delle iniziative culturali. E' successo che nello stesso giorno ci fossero due o tre notti bianche, rosa, gialle, di tutti i colori, la giornata leopardiana, la giornata gigliana, la giornata allo Sferisterio, una coincidenza impressionante, capisco che ci si concentra da metà giugno fino alla fine di agosto, ma un minimo di programmazione nel raggio di 30, 40 chilometri sarebbe possibile.
Come la possiamo fare? La può fare solo la Regione, come abbiamo fatto per gli ambiti territoriali sociali dove abbiamo costretto i Comuni a mettersi insieme altrimenti non prendevano i soldi, risorse che dovevano essere gestite in comune o non erano gestibili. La stessa cosa andrebbe fatta per il turismo e per la cultura, come a dire: noi vi diamo i contributi a patto che accettiate un minimo di programmazione intercomunale, che la Regione guida per comprensori turistici. Questo fa si che il turista che arriva avrà anche, come succede in molte altre parti d’Italia più organizzate di noi, un piccolo volumetto, una piccola brochure che riporta il calendario di tutte le manifestazioni, ne troverà due o tre al giorno, questo va bene, ma non dieci o dodici, e soprattutto non dello stesso tipo. Grazie comunque al Consigliere Micucci per questa iniziativa.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Anch’io voterò a favore di questa legge, vorrei semplicemente sottolineare, come è già stato fatto, ma mi associo, come questo museo ed anche altri non possano essere identificati come locali, di Civitanova Marche, ma musei di tutte le Marche, quindi ogni singolo museo - prima si parlava di quello della conchiglia, non è il museo di Cupra Marittima, è il museo della conchiglia delle Marche - valorizza la cultura, l’arte e le bellezze del nostro territorio.
I musei sono un patrimonio dell’intera comunità marchigiana, quindi è giusto che siano valorizzati ed è giusto investire in questi centri che possono aggregare i turisti che arrivano nel nostro territorio. Grazie.

Proposta di legge n. 273. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Sull'ordine del giorno

PRESIDENTE. Prima di passare alle interrogazioni comunico che la mozione n. 496 del Consigliere Urbinati, su richiesta del proponente, se non ci sono obiezioni, è rinviata alla prima seduta del mese di settembre.

Interrogazione n. 805
ad iniziativa del Consigliere Zaffiri
“Criticità che affliggono il Pronto soccorso dell’Ospedale di Torrette”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 805 del Consigliere Zaffiri.
Ha la parola, per la risposta, il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. Grazie Presidente. Punto 1) per quale motivo nel 2018 è stato risposto in quest'Aula che i lavori erano in ripartenza quando in realtà a tutt'oggi ancora non c'è un progetto esecutivo.
La nota del 2018 del Direttore sanitario dell'Azienda ospedaliera diceva che la S.O. attività edile e impianti stava procedendo a: elaborazione determina di chiusura dell’appalto; elaborazione determina per incarico inferiore ai 40.000 euro per progettista, finalizzato alla rivisitazione del progetto con nuova destinazione a OBI; seguirà la validazione del progetto esecutivo; determina indizione procedura di gara per affidamento lavori; eccetera. Nel 2018 quello che è stato risposto riguardava la chiusura dell’appalto, cioè la chiusura dell’appalto con la ditta che era andata via e poi si sarebbe dato l’incarico per l’esecutivo e via dicendo. Si presume entro l'anno di individuare la ditta aggiudicataria per il completamento dell'appalto ed entro il 2019 l'ultimazione dei lavori, ovviamente nel rispetto delle norme e dei tempi degli appalti delle opere pubbliche.
Nel 2018 non è stato possibile, questo è molto importante, procedere con l'affidamento dei lavori perché non era ancora concluso l'iter amministrativo relativo al collaudo di quanto realizzato dalla ditta originaria aggiudicataria dell'appalto.
Sappiamo che quando una ditta per mille ragioni abbandona un cantiere la fase più difficile è quella del collaudo delle opere non finite sulla base di dove si è arrivati, per permettere poi di realizzare il nuovo progetto esecutivo e ridare il via all’appalto.
Punto 2) i motivi per i quali tale affidamento non è stato fatto prima.
L'affidamento alla Siram S.p.a. non è stato fatto prima perché, come indicato nel precedente punto 1, le opere non erano ancora state collaudate. Quindi l’affidamento e tutte le attività conseguenti, dovevano attendere necessariamente il collaudo, un oggetto molto delicato tra chi lascia un lavoro e chi lo prenderà.
Punto 3) se l'affidamento a Siram S.p.a. è legittimo e lecito
L'affidamento alla Siram S.p.a. è legittimo e lecito ai sensi del contratto di appalto del servizio gestione energia (articolo 7, disciplinare articoli 2.2.6 e 3.1.6), della normativa vigente al momento della stipula (articoli 114 e 132 del D.Lgs. 163/06) e di quella sopravvenuta (articolo 106 D.Lgs. 50/16).
Punto 4) se tale ampliamento verrà finanziato con i soldi destinati invece alle manutenzioni dell'Ospedale, con evidente distrazione dei fondi.
Tale ampliamento non toglie fondi destinati alla manutenzione dell'Ospedale.
Per quanto riguarda il finanziamento, gli oneri per la progettazione sono a totale carico della Siram S.p.a., qualora dalla progettazione segua anche l'esecuzione, ciò consente all'azienda Ospedaliera di avere senza esborsi economici, e quindi con un risparmio di spesa, un progetto che potrebbe valere sul mercato circa 100.000 euro.
Punto 5) Risposta.
Il progetto, elaborato nel 2018 e introdotto nella pratica clinica del pronto soccorso dal 1°gennaio 2019, prevede molteplici attività, alcune già realizzate, altre in corso di realizzazione e si è dimostrato efficace. I risultati ottenuti nei primi 5 mesi del 2019, rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente - dati del pronto soccorso di Torrette a seguito dell’applicazione dello ‘lean management’ - mostrano che c’è stata una riduzione del 40% del tempo di attesa medio per i codici gialli e una riduzione del 10% per i codici verdi, quindi una significativa riduzione dei tempi di attesa per i codici gialli e uno un po’ meno significativi per i verdi, ma giustamente la priorità è andata ai codici più importanti.
Punto 6) l'importo presunto dei lavori, della progettazione e della direzione lavori, compresa la sicurezza.
L'importo presunto dei lavori, della direzione lavori, compresa la sicurezza, esclusa la progettazione, che come specificato al precedente punto 4 è gratuita, ammonta a circa 1.200.000 euro.
Punto 7) Risposta.
Per quanto riguarda il cronoprogramma dettagliato questo sarà possibile determinarlo solo ad avvenuta approvazione del progetto esecutivo. Tuttavia, si può stimare le tempistiche di seguito riportate, perché l’esecutivo credo che manchi solo della validazione: progettazione esecutivo entro il 31 agosto 2019; affidamento lavori entro il 30 settembre 2019; termine ultimo per esecuzione lavori primavera 2020.
Punto 8) Risposta.
Nella vicenda in argomento, come in ogni sua azione, la Direzione dell'Azienda ospedaliera agisce nel rispetto dei principi richiamati, che sono quelli della Costituzione.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Ho voluto fare questa interrogazione, anche un po’ dettagliata, che riguarda il problema degli Ospedali riuniti di Torrette. L’ho fatta perché è un periodo che sento annunci a non finire sugli Ospedali riuniti di Torrette. “Si fa questo, si è fatto quest’altro, si fa quest’altra cosa ancora”, però, purtroppo, anche se ho gli occhiali, i miei occhi non vedono niente.
Qualcuno si è insediato nel ruolo di dirigente di questa struttura ed il miglioramento del pronto soccorso è un passaggio importante perché oggi tutti possono vedere che il pronto soccorso degli Ospedali riuniti di Torrette soffre, per non usare parole più pesanti, è in fortissima difficoltà e a tutt’oggi le date lo confermano, vedremo fine 2019 inizio 2020.
Passaggi estremamente rilevanti, servizi fondamentali per una comunità di oltre 5.000 persone, che gira attorno agli ospedali Riuniti, non ci sono, Presidente.
E’ inutile che si rabbattano nel rispondere alle interrogazioni: “Vedremo, faremo”, bisogna avere il coraggio di dire che di fatto non si è fatto nulla o quasi nulla. Questo è il vero problema!
Non voglio toccare altri nervi scoperti: il problema della mensa, delle attrezzature ferme da tre anni, che non sono state installate, credo che queste cose non vadano.
Lì non si capisce bene il ruolo del dirigente e del dirigente amministrativo, mi sembra di capire che sono due cose diverse, quindi, mi viene da fare una riflessione, Assessore, a me sembra che ci siano due Direttori agli Ospedali riuniti di Torrette, non so se ho letto bene, ma mi sembra di capire che è così. Se questa cosa dovesse essere confermata, non si va distante, allora credo che possiamo dire di essere assolutamente insoddisfatti della risposta anche perché la situazione è sotto gli occhi di tutti quelli che sono costretti a rivolgersi al pronto soccorso di Torrette.
Le cose non vanno bene e non è stato fatto niente, credo che nemmeno in questa legislatura sia stato fatto un intervento per migliorare la situazione attuale, penso che sia un problema che non si risolve, per cui siamo molto insoddisfatti in merito al problema che poc’anzi ho evidenziato.

Interrogazione n. 814
ad iniziativa della Consigliera Leonardi
“Esenzione dal pagamento della quota di accesso e di compartecipazione della spesa sanitaria per gli appartenenti alle Forze di Polizia, Arma dei Carabinieri, Forze Armate e Vigili del Fuoco. Mancata applicazione mozione dell’Assemblea legislativa del 6 marzo 2018, seduta n. 92”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 814 della Consigliera Leonardi.
Ha la parola, per la risposta, il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. La questione ha raggiunto finalmente il compimento, la parte più lunga è stata quella di comprendere come coprire i costi, in quanto i ticket sono a carico della Regione nel momento in cui non sono previsti dai Lea o da strumenti normativi. Si è chiarito che si possono coprire con i fondi sanitari, quindi è stata fatta ed approvata la delibera.
Era un comportamento che già nei fatti si teneva, però ora è formale ed ufficiale, per le Forze di Polizia, Vigili del Fuoco, Carabinieri, il discorso dell’esenzione del ticket anche quando c'è il codice bianco anche perché giustamente immagino che quando uno ha un incidente durante il servizio non è che va a cercare di farsi fare una lastra al pronto soccorso. L'esenzione dei ticket vale anche per due visite successive, se poi necessita di ulteriori controlli.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Devo dire che a questo punto sono soddisfatta della risposta.
La mozione che avevo presentato nel luglio 2017 era stata approvata quasi un anno e mezzo fa e dopo una serie di solleciti agli uffici vedevo che la questione non trovava applicazione, mentre credevo che fosse urgente, quindi ho scelto di fare un ulteriore sollecito con questa interrogazione che alla fine ha trovato la strada della compiutezza. Anche perché la mozione era stata approvata all’unanimità, quindi il Consiglio si era già espresso favorevolmente per l’esenzione del ticket alle Forze dell’ordine. Grazie.

Interrogazione n. 820
ad iniziativa del Consigliere Giancarli
“Attuazione del Programma regionale per l’assistenza odontoiatrica e sull’organizzazione regionale della cura delle malattie del cavo orale”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 820 del Consigliere Giancarli.
Ha la parola, per la risposta, il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. Punto 1) L'organizzazione del sistema delle cure delle malattie del cavo orale prevede un assetto di rete, nel quale la Struttura operativa dipartimentale di odontostomatologia chirurgica e speciale dell'Azienda ospedali riuniti di Ancona riveste il ruolo di Hub (centri di eccellenza) per le attività finalizzate alla prevenzione e alla cura delle patologie orali e alla chirurgia odontostomatologica, in stretta collaborazione con i servizi di odontostomatologia diffusi nel resto del territorio regionale, che svolgono la funzione di Spoke (centri periferici).
Inoltre, con la delibera di Giunta regionale n. 1027/2005, la Struttura operativa dipartimentale di odontostomatologia chirurgica e speciale è stata riconosciuta come Centro di riferimento regionale per la prevenzione e cura delle patologie orali nei soggetti disabili.
La stessa Struttura, con delibera di Giunta regionale n. 928/201, è stata individuata quale Centro di riferimento di II livello per la prevenzione dell'osteonecrosi della mascella/mandibola nei pazienti oncologici, perché spesso si rileva questo tipo di problematica.
Punto 2) Qui ho una tabella come da cronoprogramma inviato dall'Asur che dice che da ottobre 2018 il percorso dei tavoli di lavoro è giunto a compimento, quindi sono circa 8 mesi.
Punto 3) Ferma restando l'autonomia organizzativo-gestionale delle Direzioni generali degli enti, la Giunta regionale, con i suoi atti programmatori, ha sempre dato indicazione di aggregare in una logica dipartimentale le strutture operative ospedaliere operanti nell'ambito dello stesso distretto anatomico-funzionale, integrando le dinamiche tecnico-professionali e favorendo la condivisione di spazi, attrezzature e risorse umane Non entriamo nell’organizzazione dell’Azienda, ma c’è un’indicazione di carattere generale che va nel senso della richiesta.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Intervengo per ringraziare il Presidente Ceriscioli, ovviamente l’interrogazione partiva da un importante atto della Giunta regionale, che è il Programma regionale delle prestazioni ambulatoriali di assistenza odontoiatrica erogabili dal servizio sanitario regionale in attuazione dei nuovi Lea e al tempo stesso prevedeva l’attivazione graduale da parte dell’Asur del percorso assistenziale odontoiatrico in tutte le Aree vaste.
Il Presidente poi mi fornirà anche la risposta scritta, comunque da quello che ha già enunciato sono stati fatti atti significativi per l’attuazione di questa delibera, come pure l’indicazione della Giunta regionale, che condivido pienamente, e come l’altro punto dell’interrogazione che da un lato evidenziava l’atto importante compiuto dalla Giunta regionale, e dall'altro suggeriva una indicazione, per quello che possibile da parte mia, di ottimizzare e razionalizzare sempre servizi che già abbiamo e che sono delle eccellenze, quelle di Torrette sono eccellenze. Grazie.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Su richiesta del proponente, Consigliere Biancani, se l’Aula non ha nulla in contrario, viene rinviata l'interrogazione n. 841 alla prossima seduta.

Interrogazione n. 815
ad iniziativa del Consigliere Fabbri
“Attuazione dei principi dell’economia circolare mediante l’applicazione della legge regionale 25/18 ‘Impresa 4.0: innovazione, ricerca e formazione’”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 815 del Consigliere Fabbri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Bora.

Manuela BORA. Grazie Presidente. In relazione all'interrogazione di cui in oggetto si rappresenta quanto segue:
Punto 1) In che modo il Piano Impresa 4.0 supporti la realizzazione dei principi dell'economia circolare.
L'approvazione della legge regionale 25/2018 "Impresa 4.0: Innovazione, ricerca e formazione" rappresenta un importante risultato raggiunto da questa amministrazione; la legge intende tracciare una via marchigiana per l'applicazione del modello Impresa 4.0, al fine di accrescere il potenziale competitivo dell'economia regionale, accompagnando la trasformazione del nostro contesto produttivo verso l'approccio innovativo rappresentato dalla "fabbrica intelligente" e tenendo conto delle peculiarità locali e della necessità di coniugare le tradizionali abilità ed i "saperi" del mondo manifatturiero ed artigianale con le nuove tecnologie digitali.
La strategia delineata nella legge è quella di unire le nuove forme di Industria 4.0 con l'economia circolare, così come espressamente previsto nelle finalità (articolo 1): la legge si pone quindi, tra gli altri, l'obiettivo di abbandonare il concetto lineare di "produrre, consumare e scartare" per incentivare il concetto circolare di "ridurre, riusare e riciclare", promuovendo una sinergia tra la ricerca e l'innovazione legate alle ICT e alle nuove tecnologie abilitanti e l'applicazione trasversale dei metodi e degli strumenti dell'economia circolare.
Per perseguire le finalità suddette, la legge prevede la definizione di un Piano "Impresa 4.0" (in corso di elaborazione) che individui misure, strumenti di intervento, beneficiari, criteri e modalità per la concessione delle sovvenzioni e dei contributi.
Come indicato dall'articolo 9 della Legge, il Piano supporterà la realizzazione dei principi dell'economia circolare, in quanto nella definizione dei criteri e modalità per la concessione delle agevolazioni sarà riconosciuto un carattere prioritario a:
a) l'impiego di metodi, tecniche e strumenti di misurazione e certificazione dell'impronta ambientale di processi, prodotti e servizi;
b) la ricerca di materiali innovativi che offrano soluzioni a migliore impronta ambientale;
c) la ricerca sulle tecnologie dei processi organizzativi e produttivi, che offrano soluzioni a migliore impronta ambientale sui servizi;
d) la ricerca, lo sviluppo e l'applicazione di tecnologie e processi "smart" di sistemi di controllo adattivi per il monitoraggio e l'ottimizzazione dei consumi energetici e delle risorse;
e) l'applicazione di sistemi di progettazione, ingegnerizzazione e industrializzazione basati su metodi di durabilità, di assemblaggio, riciclabilità e riutilizzabilità;
f) la ricerca, la sperimentazione, lo sviluppo e l'attivazione di logistiche e processi tecnologici per il de-manufactoring, la raccolta, la selezione e il trattamento di materie prime e secondarie;
g) la sperimentazione e l'applicazione di filiere di prossimità che permettano la riduzione dell'uso delle risorse non rinnovabili;
h) la nascita e lo sviluppo di nuove forme di lavoro finalizzate a modelli di economia circolare sia nei canali tradizionali: "business to business", "business to consumer" sia nei nuovi canali: "consumer to consumer", "consumer to business", "production-consuming";
i) l'attuazione di percorsi di formazione aziendale sulle opportunità e i vantaggi dell'economia circolare;
I) la creazione di piattaforme on line per la ricerca di nuovi materiali derivanti dal riciclo e riutilizzo di rifiuti.
Tutti criteri questi che, come lei sa Consigliere Fabbri, sono stati concertati con le associazioni di categoria, sono frutto di una concertazione con i principali stake holder.
Punto 2) Quali siano, all'interno dei bandi per l'assegnazione dei contributi alle imprese, i meccanismi premiali per lo sviluppo dell'economia circolare.
Il primo meccanismo premiale per lo sviluppo dell'economia circolare consiste nel prevedere tra i meccanismi di valutazione delle proposte progettuali che saranno presentate a valere sui bandi dedicati ad Impresa 4.0 i criteri specifici appena elencati che incentivino la presentazione di proposte sull'economia circolare e valorizzino i progetti che incorporano tali principi.
Il secondo meccanismo consiste nel definire specifiche premialità di punteggio per gli investimenti volti a favorire il riuso dei materiali di scarto, la riduzione degli sprechi, il riciclo delle materie prime, le energie rinnovabili ed in generale l'adozione dei paradigmi dell'economia circolare.
L'articolo 15 della legge, al comma 3, prevede che per l'applicazione della legge medesima si provveda sia attraverso stanziamenti Fse 2014/2020 e Fesr 2014/2020, sia attraverso risorse regionali per 460.000 euro per l'anno 2019 e per 1.740.000 euro per l'anno 2020. Per gli anni successivi si provvederà con le risorse relative alla programmazione europea 2021/2027. Pertanto, lo sviluppo dell'economia circolare potrà avvalersi anche delle significative risorse comunitarie, prevedendo nei programmi alcune linee di intervento ad hoc dedicate.
A tale proposito, si sottolinea che, come indicato all'articolo 1, la legge si inserisce in un contesto ancora più ampio che è quello della Strategia di specializzazione intelligente in ricerca e innovazione. Tale strategia è il risultato di un processo di scoperta imprenditoriale che individua le traiettorie tecnologiche su cui concentrare le risorse comunitarie in ricerca e innovazione e che dovrà essere continuamente implementato e rivisto, andando ad intercettare le potenzialità endogene della nostra regione. Riteniamo che l'economia circolare possa essere una di queste potenzialità, su cui lavorare fin da subito nella definizione dei nuovi interventi. Ciò consentirà, peraltro, di inserire la tematica anche nei bandi dedicati alla ricerca industriale e allo sviluppo sperimentale, fondamentale per analizzare come rendere l'economia circolare anche un business per le imprese.
Punto 3) Quali siano i tempi di redazione del Piano Impresa 4.0 e di emanazione dei successivi bandi.
L'articolo 12 della legge prevede l'istituzione di un Osservatorio, quale organo di supporto della Giunta regionale nella definizione del Piano Impresa 4.0. L'Osservatorio è stato costituito con delibera di Giunta ad ottobre 2018 ed è composto dai rappresentanti delle associazioni di categoria imprenditoriali e sindacali e dai rappresentanti delle Università.
L'articolo 12 prevede, inoltre, che a supporto dell'attività dell'Osservatorio possa essere stipulata una convenzione con un Ente di eccellenza nella diffusione di una cultura economica e nello sviluppo del modello 4.0. Tale Ente è stato individuato a seguito dell'espletamento di una gara ad evidenza pubblica, ed il servizio è stato aggiudicato nel mese di febbraio 2019 a favore dell'ATI composta da Fondazione Giacomo Brodolini e Erre Quadro. A seguito dei controlli richiesti dalla normativa, l'aggiudicazione è divenuta efficace nel mese di aprile, con conseguente stipula della convenzione e definizione del cronoprogramma.
La Fondazione Giacomo Brodolini ha già incontrato i membri dell'Osservatorio, impostando le attività necessarie per il supporto alla redazione del Piano, prevedendo un'attività di assestamento 4.0, interviste e focus group con imprese e stake holders del territorio, al fine di addivenire alla redazione del documento di supporto al Piano impresa 4.0 nel mese di settembre 2019. A seguire, pertanto, sarà adottato il Piano e potranno essere emanati i bandi che lo attuano con risorse regionali.
Va sottolineato inoltre che, al fine di garantire la tempestiva adozione degli strumenti dedicati all'economia circolare, la Regione ha già stanziato risorse regionali per 1,9 milioni di euro per un bando che sarà emanato tra poche settimane, finalizzato a stimolare la transizione dei modelli produttivi verso un'economia circolare. A tal fine, è già stato avviato un confronto con stake holders ed esperti nazionali e regionali per stimolare la discussione sul tema dell'economia circolare (8 marzo 2019), valutando come questo nuovo approccio possa essere applicato al mondo imprenditoriale. Sono stati attivati 4 tavoli di lavoro su re/de-manufacturing, simbiosi industriale, agri-food e eco-design, per individuare le traiettorie su cui concentrare il bando in uscita.
Al contempo la Regione parteciperà ai tavoli nazionali ed europei per la definizione degli interventi a valere sulla programmazione 2021/2027 del Fesr e Fse, al fine di partire con l'emanazione dei relativi bandi già a partire dal 2021.
Ricordo infine al Consigliere Fabbri che questa Regione ad oggi è l’unica che ha inserito un articolo dedicato all’economia circolare nella legge regionale Impresa 4.0 e questo perché non abbiamo mai pensato nemmeno per un istante che parlare di economia circolare significhi pensare semplicemente ai risvolti o alla materia prima in fase di esaurimento possa avere in ambito ambientale, a nostro avviso l’economia circolare è una nuova politica industriale e quindi come tale deve essere trattata ed è per questo che sin dall’inizio abbiamo voluto dare la dignità che merita all’interno della legge regionale 25/2018. Grazie.

Presidenza del Vicepresidente
Renato Claudio Minardi

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Grazie Presidente. Purtroppo, Assessore Bora, mi dichiaro insoddisfatto.
Puntualizzo che è stato un mio emendamento in Commissione a legare in maniera indissolubile le finalità della legge all’economia circolare alla formazione continua dei lavoratori perché questo nuovo settore, che ci vedrà riconvertire in maniera molto pesante nei prossimi anni tutta la struttura industriale, rischia di marginalizzare coloro che non tengono il passo dell’innovazione. In discussione la normativa noi, come Movimento 5 Stelle, l’abbiamo approvata promettendo ai cittadini marchigiani di seguirne puntualmente l’applicazione. Da qui scaturisce l’interrogazione.
Al punto 1 lei mi ha risposto rileggendo due articoli di legge che avevo già riportato nell’interrogazione, quindi da questo deduco che il Piano ancora non sa come realizzare i principi dell’economia circolare e sarei ben contento di visualizzare la bozza di questo Piano dato che in un convegno a cui ho partecipato, organizzato dall’Istao alcune settimane fa, già se ne iniziava a parlare. Però dalla sua risposta mi sembra che ancora siamo in alto mare.
Al punto 2, i bandi hanno dei meccanismi premiali che sono già definiti dalla legge, che lei mi ha ripetuto, quindi, anche qui mi sembra di capire che non abbiate idea di come specificare all’interno dei bandi i meccanismi premiali concreti per dare i fondi alle aziende che effettivamente convertiranno il loro ciclo verso l’economia circolare.
Al punto 3 viene fuori che l’Osservatorio sta lavorando insieme all’ente consulente che finalmente avete individuato, che a settembre avverrà l’emanazione della bozza del Piano e ci sono 1,9 milioni pronti per il primo bando in uscita sull'economia circolare, ma dalle sue precedenti risposte mi sembra che non abbiate le idee chiare su come incentivare le aziende alla conversione necessaria. Mi aspettavo una risposta più dettagliata e più concreta.
Sono ben contento se siamo in grado di avere un incontro, un approfondimento, per parlare concretamente della realizzazione di questo ambizioso progetto perché, come ci siamo detti nel momento in cui l'abbiamo appoggiata in Aula, questa normativa è molto sfidante, non deve rimanere una chiacchiera, deve coinvolgere i fondi regionali ed europei fattivamente in uno sforzo molto importante di riconversione del ciclo produttivo.
Non ci accontentiamo dei proclami, non ci accontentiamo delle finalità ben scritte, che abbiamo sicuramente condiviso della normativa, vogliamo toccare nero su bianco quali sono i meccanismi per cui le imprese possono giustamente, necessariamente, da noi incentivate, riconvertire il loro processo produttivo da una impostazione lineare ad un’impostazione circolare, per ora non mi ha fornito nessuna risposta in tal senso.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Bora.

Manuela BORA. Grazie Presidente. Vorrei ringraziare il Consigliere Fabbri perché prendo atto favorevolmente che il Movimento 5 Stelle delle Marche ha scoperto l’economia circolare e lo dico perché il Mise, a differenza del suo predecessore Calenda, è totalmente assente in materia. Stiamo facendo i salti mortali per metterci le risorse, ma il Governo, in particolar modo il Mise che è governato da Di Maio, che lei dovrebbe conoscere sicuramente meglio di me, è totalmente assente.
A differenza vostra noi amiamo la concertazione con il territorio, il Piano ci è stato richiesto dalle associazioni di categoria, dobbiamo dar tempo a chi ha l’onere di produrlo e il fatto che ci metta qualche settimana in più a me fa piacere perché significa che non è un libro dei sogni, ma è giustamente una attività che prevede, come ho detto, anche il confronto con quelli che sono i principali stake holder.
Se lei vuole prendersi tutti quanti i meriti, io non ho nessun tipo di problema, se li prenda. La legge regionale 25/2018 ha avuto una gestazione che è stata superiore alla mia gravidanza, e questo non certo per meriti della Giunta perché è stata tenuta in Commissione il tempo che meritava, che voi avete ritenuto opportuno, ma questo non significa che grazie a lei l’economia circolare sia diventata un baluardo della politica industriale perché mentre lei chiacchierava la Giunta incontrava le associazioni di categoria ed avevamo già pronto nel cassetto un progetto che riguardava la scarpa da presentare al Mise e che Calenda sarebbe stato ben lieto di finanziarci.
Questo tanto dovevo, a me comunque fa piacere che da parte del Movimento 5 Stelle ci sia un interesse anche su questi argomenti. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Grazie Presidente. Penso di essere probabilmente il Consigliere regionale che chiacchiera di meno e che concretizza di più e i dati probabilmente lo confermano.
Le attività che la Commissione ha svolto sulla normativa sono tutte tracciate, quindi i miei emendamenti sono messi nero su bianco nella stesura della legge, giusto perché non amo fare propaganda, ma non mi faccio scippare i meriti del lavoro che abbiamo fatto.
Di economia circolare mi occupo da anni e sono più anziano di lei, andiamo tranquillamente su tutti i tavoli a spronare questa concretizzazione e il mio invito, da tecnico quale sono, è quello di realizzare, di andare a leggere i bandi, di andare a leggere il Piano, di incontrare l’Osservatorio per vedere poi chi chiacchiera e chi è in grado di progettare e realizzare effettivamente un percorso fattibile e celere nella riconversione industriale necessaria in questo settore. Su questo lancio tranquillamente il guanto di sfida a chiunque.

Interrogazione n. 843
ad iniziativa del Consigliere Bisonni
“Convenzioni con le associazioni ambientaliste per la gestione dei Cras”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 843 del Consigliere Bisonni.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Pieroni.

Moreno PIERONI. Le attività riguardanti gli articoli 26 e 26 bis della legge regionale n. 7/95 e cioè "la cura e la riabilitazione della fauna selvatica rinvenuta in difficoltà" erano svolte dalle Province marchigiane con l'ausilio della Polizia provinciale che si occupava del recupero della fauna e del suo trasferimento presso strutture veterinarie allo scopo di curarla e liberarla negli habitat naturali di provenienza.
A seguito del trasferimento delle competenze di cui sopra, in applicazione della legge denominata "Delrio", tale attività è stata svolta dalle Province in regime convenzionale con le attività di vigilanza.
Dal 1°gennaio 2019 l'attività di recupero, cura e riabilitazione della fauna selvatica rinvenuta in difficoltà (CRAS) è passata direttamente alla Regione, ma vive ancora uno stato residuale di difficoltà.
Solo la Provincia di Pesaro e Urbino aveva istituito, in località Cà Girone, Comune di Urbino, a partire dall'anno 2000, un vero centro di recupero della fauna selvatica con caratteristiche, modalità, operatività ed organizzazione rispondenti alle norme, rappresentando quindi, un "modello" che la Regione Marche ha assunto come punto di partenza e di riferimento per organizzare di nuovo tutto il servizio che si è concretizzato con la delibera di Giunta regionale n. 1750/2018.
Tale centro è operativo dal 1°gennaio 2019 al 30 giugno 2019; la suddetta struttura, ha recuperato lungo le strade del territorio della provincia di Pesaro e Urbino le carcasse di circa 270 mammiferi selvatici (capriolo, cinghiale, daino, cervo, lupo ed altri) coinvolti in incidenti stradali, le carcasse sono state smaltite a norma di legge e su tutti gli animali sono stati eseguiti esami biometrici, su alcune specie esami di caratterizzazione genotipica ed ispezioni sanitarie.
Nello stesso periodo sono stati ricoverati e curati 140 animali, di cui 60 sono stati rimessi in libertà con le modalità previste dai disciplinari tecnici e sanitari.
In questo caso, trattasi in prevalenza di uccelli selvatici appartenenti alle diverse specie presenti sul territorio, comprese specie ornitiche di interesse conservazionistico, come rapaci diurni e notturni.
In ottemperanza al decreto n. 235 del 9 maggio 2019 con il quale si è attribuito alle associazioni di volontariato il territorio di competenza, considerato che l'associazione Foxes opera dal 1° gennaio 2019 nel territorio della provincia di Pesaro e Urbino in virtù del D.D. n. 662/2018, la situazione che l'interrogante pone è riconducibile ad un quadro di non facile definizione tecnica, organizzativa ed economica, nella fattispecie, considerato che:
• All'associazione Enpa, sede di Fabriano, è stata assegnata la competenza territoriale definita cartograficamente come area medio-collinare e montana delle province di Ancona e Macerata;
• All'associazione WWF Ancona e Macerata, sede di Ripa Bianca, è stata assegnata la competenza territoriale definita cartograficamente come area basso-collinare e costiera delle Province di Ancona e Macerata;
• All'associazione Smilax Nova, sede di Capodarco, è stata assegnata la competenza territoriale definita cartograficamente come territorio delle Province di Fermo ed Ascoli Piceno.
La P.F. caccia e pesca nelle acque interne, coadiuvata dal responsabile del CRAS, Marche sta predisponendo, dopo diversi incontri e sopralluoghi propedeutici alla definizione di un protocollo operativo, le convenzioni previste dal D.D. n. 235/2019 che necessariamente dovranno essere condivise con le associazioni al fine di garantire e ottimizzare un servizio di qualità, uniforme su tutto territorio regionale.
Nel contempo in questi mesi sono stati definiti, d'intesa con le associazioni di cui sopra, rapporti di collaborazione con i territori al fine di ospitare presso il Centro del sistema regionale individuato nel CRAS di Cà Girone, animali bisognosi di cure urgenti o di degenza riabilitativa; la stessa Polizia provinciale di Ancona, Macerata, Fermo ed Ascoli Piceno, oltre ad altre istituzioni (Carabinieri Forestali), qualora necessario si rivolgono alla struttura di Pesaro.
Il periodo primaverile ed estivo è quello in cui il recupero degli animali si aggrava poiché coincide con i periodi riproduttivi e si intensifica la raccolta di nidiaci e di cuccioli di mammiferi.
La situazione comunque è sotto controllo in quanto dagli incontri che si sono tenuti con le Province e le Polizie provinciali, si è concordato, in questa fase di passaggio, di proseguire in parte con le vecchie modalità del ricorso ai veterinari, pur di salvaguardare la salute delle specie in difficoltà.
Le convenzioni saranno sottoscritte appena sistemati i vari protocolli ed accertato la tenuta degli impianti.
Questa è la risposta tecnica. E' chiaro che tutto questo percorso, che ho letto, quindi tutti questi passaggi, i vari decreti, gli avvisi di evidenza per individuare le associazioni che dovranno gestire nelle varie province e nei vari territori, come avete sentito, ha portato il termine a luglio rispetto alla fine di maggio, a cui puntavamo.
Ricordiamoci che abbiamo trovato una situazione regionale in cui, come avete sentito, Pesaro era più strutturata anche perché investiva qualche centinaio di migliaio di euro, se non sbaglio circa 150.000 euro l’anno per il CRAS, allora pesarese, per quanto riguarda le altre Province ognuna si era organizzata in maniera limitata.
Il progetto CRAS regionale è molto articolato e, al di là della firma delle convenzioni, che come dicevamo da qui a breve saranno completate con tutte le associazioni, intorno al CRAS (raccolta, messa in sicurezza degli animali feriti o delle carcasse e altro) abbiamo creato un sistema che credo sia importante, chiaramente è in via sperimentale, potranno essere fatte alcune modifiche e integrazioni qualora necessitino, come ad esempio avere individuato l’Università di Camerino, dove ha sede la Facoltà di veterinaria, per interventi chirurgici sugli animali rispetto al semplice CRAS pesarese.
Con l’Università stiamo predisponendo una convenzione apposita per avere da subito interventi più importanti e più pregnanti, poi dall’Università di Camerino, una volta che l'animale è stato stabilizzato e le condizioni sono migliorate, verrà portato al CRAS di Pesaro dove completerà la riabilitazione.
Abbiamo inoltre individuato, anche qui con apposita convenzione, un rapporto forte con una struttura dell’Emilia-Romagna, che è la più importante a livello nazionale per interventi su animali che hanno subìto dei danni molto gravi.
Credo che tutti possiate capire che dopo questa situazione che si è venuta a creare, in cui ogni provincia portava avanti un proprio progetto collegato al CRAS, più o meno importante, con un minimo di tutela, abbiamo voluto dare un segnale molto forte per la tutela e la riabilitazione degli animali di tutti i tipi, quindi abbiamo strutturato questo progetto così pregnante e forte per i prossimi anni e per il futuro degli animali nella nostra regione feriti o uccisi.
Da questo punto di vista il progetto complessivo è buono, ripeto, sempre migliorabile perché siamo nella fase sperimentale, siamo partiti da pochi mesi, è giusto riconoscere che siamo indietro rispetto alla tempistica prevista di fine maggio, entro la quale dovevamo completare le convenzioni con tutte le associazioni, ma come avete sentito tutte le normative, tutti i passaggi non sono semplici, ma l’obiettivo è quello di approvare le convenzioni finali con le associazioni che andranno a gestire il recupero degli animali nelle varie province, nei vari territori che sono stati differenziati, entro il mese di agosto.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Assessore, non voglio infierire, però la risposta che mi ha dato è veramente scandalosa, non trovo altri aggettivi!
Questa Giunta in generale, su questa tematica, non si è mai dimostrata brillante, anzi l’ha sempre, secondo me, sottovalutata. Avevo anche previsto delle risorse, parlo del 2016, di 50.000 euro per aprire un nuovo CRAS in provincia di Macerata e farlo funzionare, non c’è stato interesse, non c’è stata la volontà politica.
Ritornando all’interrogazione la risposta è scandalosa perché lei non ha risposto a nulla di quello che le avevo chiesto, anzi, ha dimostrato l’incapacità tecnica degli uffici e l’indifferenza politica del suo Assessorato.
Avevo chiesto: quali erano i motivi ostativi alla stipula delle convenzioni, la risposta è stata: “Ci sono problemi di difficile risoluzione tecnica”, che vuol dire? Le ho chiesto quali sono i motivi, me li dice? Perché non si fanno le convenzioni?
Ho chiesto una data certa di quando le convenzioni saranno stipulate, la risposta è stata: “Appena i protocolli saranno firmati e sarà verificata la tenuta degli impianti - poi mi spiegherà cosa significa - saranno attivati i CRAS”. Ad agosto saranno firmate le convenzioni? Me lo conferma? Si prende questo impegno? Bene, almeno ad una domanda mi ha risposto.
Sull’operatività, i CRAS scandalosamente non funzionano da anni, è vero che c’è stato questo passaggio, ma parliamo di anni fa Assessore, intanto cosa succede? Che gli animali in difficoltà non hanno le cure che dovrebbero avere. Molti cittadini che raccolgono gli animali feriti hanno dei disagi perché non c'è l'assistenza che chiedono, spesso manca. E' una situazione che non può andare avanti!
Ripeto, non ricordo se era il 2016 o il 2017, ero partito per aprire un altro centro oltre a quello di Pesaro ed a quello di Macerata, non c’è stata la volontà politica, avete pensato a questa rete dei CRAS, che però attualmente non funziona. La convenzione con la Foxis del 2019, non mi risulta che il centro di Pesaro stia funzionando a pieno regime, se ci sono difficoltà con gli stabili oppure non so che cosa.
Suggerisco per le altre province di valutare anche se si possono utilizzare le strutture di alcuni canili chiusi, che sono lì ferme e potrebbero essere recuperate per attivare i centri. Questa potrebbe essere un’idea da considerare, ma quello che mi interessa è che i CRAS diventino una volta per tutte operativi.
Sono state individuate le associazioni tramite bando, non si capisce per quale motivo la Regione Marche non firma i protocolli, mi ha detto agosto, attendo con ansia questo mese, poi a settembre vedremo quello che è successo.

Mozione n. 497
ad iniziativa del Consigliere Talè
“Piano faunistico-venatorio regionale e salvaguardia del corretto svolgimento della stagione venatoria 2019/2020”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 497 del Consigliere Talè, che ha la parola per illustrarla.

Federico TALE’. Grazie Presidente. La mozione relativa al Piano faunistico- venatorio è ormai datata, è di qualche mese fa e l'ho presentata con una duplice finalità. La prima è quella di fare in modo che il Piano faunistico-venatorio regionale venga redatto ed entri in vigore nel più breve tempo possibile, salvaguardando tutte le misure idonee ed il corretto svolgimento della prossima stagione venatoria. Questo perché i cacciatori sono molto preoccupati, ma anche le associazioni, per quello che è successo lo scorso anno.
Come sappiamo il Piano faunistico-venatorio è regionale, quindi ne dobbiamo fare uno unico per tutta la regione, mentre prima ne avevamo uno per provincia. Naturalmente fare un Piano unico non è una barzelletta, ci vuole, bisogna tenere in considerazione vari aspetti, non soltanto quello venatorio, soprattutto quello faunistico.
Ricordo che per ben due volte la stagione venatoria dell’anno scorso è stata sospesa, una prima volta dal Consiglio di Stato, il 18 ottobre 2018, la seconda dal Tar, il 7 dicembre 2018.
Queste sospensioni hanno creato dei grossi disguidi al mondo venatorio e - i cacciatori versano 2 milioni di euro circa nelle casse della Regione - per evitare che questo succeda anche nella prossima stagione venatoria, il Piano faunistico deve essere approvato più velocemente possibile.
Va considerato che i territori Rete Natura 2000, che sono stati interdetti, dove è stata sospesa l’attività venatoria lo scorso anno, si estendono nella regione Marche per 142.700 ettari, sono tanti, la maggior parte nella provincia di Pesaro.
La conservazione del patrimonio naturale, unico e irripetibile della nostra regione va tutelato, come va salvaguardata la distribuzione sul territorio delle comunità faunistiche, nelle migliori condizioni qualitative e quantitative, e il diritto all’esercizio venatorio, come ho detto prima.
Impegno la Giunta regionale a redigere il Piano venatorio regionale e a sottoporlo a questa Assemblea per l’approvazione definitiva nel più breve tempo possibile, mi raccomando, Assessore, per fare in modo che la prossima stagione venatoria non venga interrotta con tutti i disguidi che si sono verificati lo scorso calendario. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Pieroni.

Moreno PIERONI. Grazie Presidente. Mi scuso con i Consiglieri che avevano già prenotato l’intervento, ma molto probabilmente alcune informazioni che darò possono superare la mozione, anche se il dibattito legittimamente può continuare.
Come ha ricordato il Consigliere Talè, questa mozione è un po’ datata, però credo che sia giusto che l’abbia posta all’attenzione dell’Assemblea perché il Piano faunistico regionale è la madre di tutte le battaglie, nel senso che diventerà la cartina tornasole per i prossimi 10, 15 anni, visti anche i temi, le normative e i vari ricorsi che ci girano intorno.
E' giusto che questa mozione venga comunque discussa, anche se nel frattempo, alle 13,30, si riunirà la Giunta per approvare il Piano faunistico. L'abbiamo già definito e debbo dire grazie all’ufficio caccia che è stato molto attento e che ha costruito questo atto insieme alla società, poi ci saranno le osservazioni, 60 giorni e altro.
Credo che sia importante il rispetto dei tempi che ci eravamo dati, avevamo previsto il 15 luglio per l’approvazione del Piano faunistico, lo approviamo oggi che è il 23 luglio, quindi sostanzialmente siamo nei termini. Giovedì verrà pubblicato - se riusciamo ad incastrare tutte le tempistiche e le normative - nel Bur della Regione e da quel momento scatteranno i 60 giorni, entro i quali tutti legittimamente potranno fare varie osservazioni, come per un Piano regolatore tradizionale; scaduti i 60 giorni gli uffici valuteranno le osservazioni entro i tempi stabiliti e dovranno elaborare il tutto. Lavoriamo in maniera molto compressa, immaginate che per il Piano faunistico in altre Regioni d’Italia hanno previsto almeno due anni e mezzo, noi stiamo lavorando da gennaio per approvarlo entro l’anno in corso, entro il 31 dicembre.
La Commissione avrà poi il compito molto ristretto per riuscire a portarlo in Aula entro l’ultima sessione utile, che potrebbe essere il 22, 23 dicembre o, se servirà, il 27, 28, 29 dicembre perché questo passaggio è fondamentale per tutto il sistema del mondo venatorio, agricolo, ambientalista.
Il Piano faunistico sarà un importante messaggio che l’Aula espliciterà all’esterno per i prossimi 10, 15 anni.
In riferimento alla mozione credo di chiarire bene dicendo che oggi approviamo il Piano, partono poi i 60 giorni.
Lo scorso anno sono sorte varie problematiche, che hanno visto tante polemiche anche in Aula perché ad ogni sospensione da parte delle istituzioni, prima il Consiglio di Stato, poi il Tar, abbiamo dovuto fare leggi in tempi brevi per poter riaprire la caccia, soprattutto per evitare, ad esempio, nelle zone Natura 2000 l'impossibilità di cacciare gli ungulati.
L’obiettivo è questo: Piano faunistico, la Giunta l'approverà una seconda volta in quanto la Commissione, se non sbaglio, ha già definito il percorso del calendario venatorio.
Per rafforzare la posizione abbiamo inserito anche la Via perché riteniamo importante questo percorso, sicuramente il 2019 sarà l’anno in cui metteremo in fila tutte le varie problematiche che sono emerse negli anni passati, che hanno coinvolto non soltanto la Regione Marche, non lo dico a voi che lo sapete meglio di me, ma tutte le Regioni italiane in merito al Piano faunistico ed al calendario.
Credo che sia giusto e doveroso che entro quest’anno il Piano faunistico venga approvato per rispetto di tutto il sistema, come poc’anzi ho detto.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Grazie Presidente. Occorre riannodare un attimo la discussione all’ultima seduta del Consiglio in cui avevo fatto iscrivere d’urgenza la mozione per discutere del calendario venatorio, purtroppo non erano presenti il Consigliere Talè e l’Assessore Pieroni, per cui alla fine della discussione si era convenuto di procedere in Commissione per tentare di trovare una strada utile per una risoluzione che potesse unire le richieste contenute nella mozione del Consigliere Talè con le richieste della mozione firmata da me e dal Consigliere Maggi.
Questa cosa si era resa necessaria in quanto nelle due settimane successive la Commissione avrebbe potuto approvare il calendario venatorio ed era importante che il Consiglio potesse impegnare la Giunta, con proprie indicazioni, a redigere il calendario venatorio, quindi si è sospeso correttamente, come d’accordo in Aula, la discussione del calendario venatorio, si è tentato nella seduta della Commissione scorsa di arrivare ad una risoluzione a cui non siamo potuti purtroppo addivenire.
Il concetto che separa la richiesta del Consigliere Talè da quella mia e del Consigliere Maggi è di dare un doveroso riconoscimento ai portatori di interesse, agli agricoltori, agli ambientalisti, agli animalisti, nella stesura del calendario venatorio.
In questi anni abbiamo fatto un percorso, ritengo, molto importante, come avevo accennato lo scorso Consiglio nella discussione sulla mia mozione, abbiamo portato il calendario venatorio in discussione in Commissione con una mia proposta di legge che è stata poi approvata come emendamento a fine anno nella finanziaria, questo ha permesso di aprire il tavolo tecnico a tutti i portatori di interesse e pur nelle grandi differenze di vedute la Commissione si è impegnata particolarmente in questi anni ad ascoltare gli agricoltori, i cacciatori, gli Atc, gli ambientalisti, gli animalisti. Questo discorso ha portato ad una sensibilizzazione sul tema, cosa che prima non era avvenuta, tant’è che nella discussione della seduta precedente, se andiamo a rivedere le registrazioni e la trascrizione, si erano create le condizioni per arrivare forse ad una risoluzione, che chiedeva di redigere nel minor tempo possibile il Piano faunistico-venatorio, che era a base di tutto. Vi ricordo che i mesi scorsi avevamo anche tentato di sfiduciare l’Assessore Pieroni per il ritardo con cui avveniva questa cosa, siamo ormai quasi a fine legislatura e la situazione non poteva proseguire in questo modo.
Benissimo il fatto che oggi venga emesso, scatteranno poi i 60 giorni, quindi durante l’estate tutti i portatori di interesse potranno fornire le loro osservazioni circostanziate, quindi si aprirà un percorso doveroso di confronto.
Addirittura nelle audizioni scorse in Commissione abbiamo percepito la preoccupazione pressante delle Atc, di Arcicaccia e di altre associazioni nel dire: “Sia fatto un calendario che non possa essere impugnato”, il calendario non verrà impugnato se fatto con alcuni crismi. Quindi cosa vuol dire il secondo punto del dispositivo della mozione del Consigliere Talè: “ad adottare tutte le misure necessarie ad assicurare il corretto svolgimento della prossima stagione venatoria?” Ciò, va declinato Nella mia mozione avevo provato a declinare il contenuto del dispositivo del Consigliere Talè in questo modo: “al fine di evitare ulteriori ricorsi da parte dei portatori di interesse, impegna la Giunta a redigere il prossimo calendario venatorio in maniera concertata con i diversi portatori di interesse (cacciatori, agricoltori, ambientalisti, animalisti), rispettando pienamente i dettami della normativa europea e nazionale vigente”. Non è una cosa ridondante visto che veniamo dall'esperienza dello scorso anno in cui è stato impugnato il calendario, avete perso il ricorso, avete fatto due leggi tampone pur sapendo che sarebbero state impugnate pur di riaprire forzosamente la caccia, anche nelle zone protette Natura 2000. Quindi non è una cosa che non è opportuno sottolineare o ridondante, perché non possiamo sicuramente avvilire e umiliare di nuovo l’Assemblea nell'approvare di forza, a colpi di maggioranza, delle leggi che sappiamo verranno impugnate perché palesemente in contrasto con il resto della normativa sovraordinata. Questa situazione ha avvilito le nostre figure istituzionali e quest’anno, assolutamente, non si può ripetere ed anche i portatori di interesse lo chiedono.
Il terzo punto, come si fa a fare un calendario venatorio rispettoso tecnicamente, ecologicamente, ecocompatibile, che dica che il prelievo venatorio deve essere sottoposto ad un concetto fondamentale, che alcuni non hanno ben chiaro, e cioè che la fauna è patrimonio indisponibile dello Stato? Come cacciatore ho diritto di cacciare la tortora o quel che è - non sono cacciatore e non mi interesso - dall’altra parte anche il cittadino comune (animalista, ambientalista o turista, che vuol fare il bird watching o quello che vuole) ha il diritto di poter dire la sua sul settore.
Facciamo un passo avanti, accogliamo anche le osservazioni dell’Ispra, che è giustamente un istituto riconosciuto e competente, anche se l’impressione è quella che ogni anno si forzi la mano su questo settore, tentando di andare il maggior numero di volte possibile in deroga alle osservazioni dell’Ispra.
Se noi, come si richiedeva nel dispositivo della mia mozione, adottiamo un calendario venatorio concertato con tutti i portatori di interesse, eleviamo questo strumento e evitiamo ogni tipo di confronto. A tal proposito le associazioni ambientaliste si sono riunite, erano nove sigle, e ci hanno lasciato un documento unitario in cui si dice di ridurre l’orario in alcuni siti, altrimenti si rischia di cacciare di notte, di non cacciare alcune specie e di utilizzare munizioni atossiche.
Detto questo, auspico che alcune e più importanti indicazioni espresse dal mondo ambientalista possano essere recepite nel calendario venatorio e finita l’Assemblea, la II Commissione, a livello istituzionale, correttamente - va dato atto della correttezza dell’iter che il Consigliere Traversini ha fatto seguire alla Commissione - si riunisca per valutare ed esaminare il calendario venatorio, eventualmente verrà approvato. Quindi, mi auguro che si possa giungere a una risoluzione che contenga questo concetto: il calendario venatorio non deve essere impugnato, per questo deve essere rispettoso di tutta la normativa esistente - fino adesso la storia ci dice non è stato fatto - quindi accogliamo e discutiamo in maniera puntuale e tecnicamente approfondita le osservazioni dell’Ispra, che giustamente ha una competenza riconosciuta a livello nazionale, e concertiamo il calendario con tutti i portatori di interesse, perché il concetto di rispettare un bene indisponibile dello Stato, che è la fauna selvatica, deve consentire di dire: faccio un prelievo venatorio verso le specie che sono in sovrannumero e che rischiano di alterare gli equilibri ecosistemici. L'attività venatoria non deve essere guidata dal concetto di dire la specie non è sull’orlo dell’estinzione, quindi la posso cacciare. Alziamo l’asticella da questo punto di vista.
Mi rivolgo accoratamente anche al Consigliere Talè con il quale abbiamo punti di vista anche molto divergenti, però ci riconosciamo l’onestà intellettuale delle posizioni con cui ci attacchiamo, anche in maniera furibonda, sempre nel rispetto della persona. Se il cacciatore si fa garante di una buona sostenibilità ecosistemica evolve la propria attività verso il bene comune, altrimenti continua ad essere visto come un predatore e questo giustamente non è più ammissibile.
Detto questo, se riusciamo ad impostare il concetto, dal punto di vista politico, tecnico, scientifico, per cui faccio un prelievo venatorio sulle popolazioni che sono in sovrannumero sposto l’asticella rispetto al fatto che la specie, se non è in via di estinzione, non è in sofferenza, quindi la posso cacciare comunque, allora abbiamo fatto un grosso passo avanti e per farlo i portatori di interesse si devono parlare (ambientalisti, agricoltori, animali) - perché parliamo anche di cinghiali, di caprioli, di daini, di tutta la fauna selvatica - e se il documento è concertato non ci sarà nessun rischio e nessun portatore di interesse vedrà leso il proprio diritto.
La mia mozione va in questo senso, sollecito di nuovo, con apertura mentale, a trovare lo spazio politico per arrivare ad una risoluzione che introduca questo argomento per continuare nell’azione di presa di coscienza, che abbiamo fatto in questi anni, e di approfondimento della gestione della caccia.
E' stato molto proficuo l’interessamento che abbiamo avuto, tutte le audizioni che abbiamo fatto con il mondo dell’agricoltura per la gestione dei cinghiali che ha cercato di prevedere i chiusini di cattura disponibili anche per gli agricoltori. Adesso va valutato il grado di applicazione in questo settore, proprio per dire che il confronto fattivo, e non muro contro muro a suon di ricorsi, porta una maturazione politica, una presa di coscienza superiore da parte di tutti i portatori di interesse e dei cittadini.
Quindi il mio invito è quello di tentare di ritornare ad una risoluzione che introduca questo concetto base: il calendario venatorio va concertato tra le parti.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Grazie Presidente. Voglio apprezzare l’onestà dell’Assessore quando dice: “Dopo i ricorsi abbiamo fatto delle leggi per poter riaprire la caccia”, queste sono le sue parole, apprezzo l’onestà e anche la sfrontatezza, direi, però sottolineo anche la gravità di questa affermazione, Assessore, perché, dopo le sentenze che le hanno dato torto, sarebbe stato corretto attuare una serie di politiche, redigere il Piano e fare delle leggi che rispettassero le sentenze, soprattutto per tutelare il bene indisponibile dello Stato, ossia la fauna.
Se invece il suo scopo era solo quello di riaprire la caccia chiaramente stava andando, dal mio punto di vista, in una direzione completamente sbagliata e quando chiedemmo la sfiducia, sottolineando la forzatura che stava facendo solo ed unicamente per riaprire la caccia, non per tutelare la fauna e i luoghi dove la fauna vive, dicemmo quello che lei oggi, con onestà, gliela riconosco, sta ammettendo a chiare lettere. Ed è grave dal mio punto di vista.
Mi associo a quanto detto dal Consigliere Fabbri per invitare, immagino che abbiate già stabilito tutto perché se oggi approvate il Piano venatorio tutti gli aspetti sono stati già decisi, mi auguro che abbiate tenuto in debito conto quello che ha detto il Consigliere Fabbri, ossia le ragioni dell’Ispra, dei soggetti interessati, come le associazioni ambientaliste, animaliste, e di tutti i portatori di interesse.
Vedremo questo Piano venatorio, lo leggeremo con attenzione per vedere se c’è stata o meno la considerazione di tutti questi aspetti, mi auguro di si, quindi, non posso fare altro che associarmi a quello che ha detto il Consigliere Fabbri.
Una risoluzione in tal senso credo sia tardiva a questo punto, perché se tutto è stato definito ed oggi sarà votato, non credo ci sia il tempo tecnico per poterlo eventualmente modificare, però l’appello è questo: noi leggeremo con attenzione il calendario venatori insieme alle associazioni amiche, che si preoccupano di tutelare l’ambiente e gli animali, poi si deciderà quale strumento utilizzare eventualmente per contrastare.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Traversini.

Gino TRAVERSINI. Grazie Presidente. La mozione del Consigliere Talè chiede di essere veloci in merito all’approvazione del Piano faunistico, quindi per tutto quello che riguarda l’iter e per tutto quello che viene dietro, l’Assessore in maniera molto chiara ha detto che oggi stesso, quindi per quello che era possibile si rispetta, era già una corsa contro il tempo, si andrà all’approvazione, perciò nulla da eccepire sulla mozione presentata dal Consigliere Talè e sul rispetto dei tempi per quella situazione che si era presentata a fine anno, di cui abbiamo discusso tantissimo.
Il Consigliere Fabbri ha ripercorso in maniera corretta l’iter, anche quello della sua mozione perché di fatto l'abbiamo abbinata l’ultima volta in Consiglio rinviandola alla Commissione perché mancava il Consigliere Talè. Era difficile approvare quel giorno la risoluzione, sennò avremmo sospeso i lavori, invece l’abbiamo rimandata in Commissione, ci abbiamo lavorato in maniera seria, credo, e abbiamo cercato di trovare una soluzione per arrivare ad un testo di risoluzione, ci siamo andati vicino, ma non ci sono state le condizioni dato che una risoluzione si approva nel momento in cui c’è unità all’interno della Commissione per poi portarla in Consiglio.
Le divisioni a carattere generale le avevamo smussate con un accordo tra le varie situazioni di parte, rimanevano due concetti difficili da superare rispetto alla mozione del Consigliere Fabbri, uno era sul dispositivo, sulla parte che impegnava, era lì il vero nocciolo, l’uso del termine concertato - la mozione diceva: “in maniera concertata con diversi portatori di interesse” - ha il valore che ha spiegato il Consigliere Fabbri, che però è difficile da mettere in atto se non in maniera diversa usando il termine confronto con tutte le parti, dialogo con tutte le pari, possiamo usare i termini che vogliamo, ma concertazione significa che ogni parte deve arrivare ad un punto di equilibrio tra quello che vuoi portare avanti tu e quello che chiedono loro. E' chiaro che questo è il problema anche perché l’ente Regione si confronta e non concerta, non è sullo stesso livello, chi ha in mano sia il Piano faunistico sia il calendario venatorio, in questo caso, è la Regione. Facciamo le audizioni per cercare di recepire tutte le indicazioni, però non andiamo a trattativa, le dobbiamo fare, le facciamo perché, è chiaro, dobbiamo costruire, ma non possiamo catalogare i rapporti in questa maniera. Questa è la spiegazione, è una questione di opinioni, il confronto con tutte le parti è un conto, la concertazione è un’altra, oltretutto prevedere la concertazione nella risoluzione non è una questione solo politica, ma anche tecnica.
Sull’Ispra avevamo trovato anche l’accordo perché la mozione riportava: “accogliendo le osservazioni dell’Ispra”, era più corretto dire: mettere in primo piano quello che l’Ispra dice, ed è logico perché questo organismo nasce per dare indicazioni al mondo venatorio, però non è che noi dobbiamo accogliere le osservazioni in qualsiasi caso, la Regione può anche opporsi o aprire una situazione conflittuale, se vogliamo, o andare ad un chiarimento. Quindi le osservazioni non si accolgono così come emanate, ma si prendono in considerazione in maniera approfondita, che è una cosa diversa.
Credo che superare questo punto sarebbe stato molto più semplice, lo scontro più grosso, al di là di tante altre cose che hanno impedito di arrivare ad una risoluzione, è stato sulla parola concertato.
Possiamo dire che in Commissione ce l'abbiamo messa tutta e il Consigliere Fabbri ne è testimone. Non siamo riusciti ad arrivare ad una risoluzione, quindi correttamente abbiamo chiesto al Presidente del Consiglio di iscrivere la mozione all’ordine del giorno di oggi per la votazione.
Viene anche bene nella tempistica perché oggi la Giunta approva il Piano faunistico e la Commissione è convocata nel pomeriggio perché l'accordo di rinviare la mozione in Commissione per valutare una risoluzione prevedeva anche il fatto di non approvare il calendario venatorio, e non lo abbiamo approvato, ma lo poniamo in votazione oggi, dopo il Consiglio. Rispettiamo, quindi, gli impegni che ci siamo presi.
Pensare di trovare una risoluzione adesso mi sembra abbastanza complicato. Questi erano i punti su cui ci siamo bloccati in Commissione, non semplici da superare. Se si pensa che sia possibile, credo che sia abbastanza difficile ed improbabile. Tutto qui.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Casini.

Anna CASINI. Grazie Presidente. Estrapolo soltanto alcuni pezzi di quello che è stato detto. In particolare si è parlato della preoccupazione per il non coinvolgimento dei soggetti che hanno competenze in materia ambientale, o delle associazioni. Questo non è vero perché è stata effettuata, come l’Assessore poi dirà, in Giunta la fase di scoping, che è obbligatoria prima della redazione del rapporto ambientale, quindi obbligatoriamente sono stati ascoltati tutti i soggetti interessati al Piano e non vorrei che passasse l’idea che il Piano è un Piano venatorio, il Piano è faunistico-venatorio e significa che all’interno prevede il rispetto della fauna, di alcune aree particolarmente delicate, come i Sic e le Zps, quindi la Rete Natura 2000, e la coerenza con altri Piani e all'interno della Vas c’è un esame interno, delle azioni che vengono svolte all’interno del Piano, ed esterno, con norme e piani di competenza di altri soggetti, che non sono la Regione.
Il tema e gli obiettivi del Piano faunistico-venatorio non sono la caccia, ma una serie di azioni che devono essere integrate, e rispetto a queste vengono ascoltati preliminarmente tutti i soggetti che possono essere portatori di interessi.
Adesso verrà adottato il Piano, insieme al rapporto ambientale, e verrà pubblicato per la visione di tutti i cittadini ed entro 60 giorni si potranno presentare delle osservazioni, che a loro volta saranno controdedotte e se del caso si potranno apportare obbligatoriamente delle modifiche al Piano, ed è per questo che non viene portato in Consiglio adesso, dato che l'atto è ancora suscettibile di modifiche in quanto è soggetto alla pubblica consultazione.
Non vorrei che passasse il messaggio che la Giunta approva il Piano e poi lo mette in un cassetto, no, la Giunta approva il Piano che è stato già nelle sue linee principali posto in consultazione nella fase di scoping, che è precedente la Vas, dopodiché ci sono due elementi: quello del Piano vero e proprio e quello della Vas, che verifica quello che abbiamo detto prima, entrambi sono adesso in consultazione, dopodiché gli uffici esamineranno dal punto di vista tecnico tutte le osservazioni, faranno delle controdeduzioni, che verranno riesaminate dalla Giunta e se del caso verrà modificato il Piano che verrà portato in Commissione. Quindi il prodotto che oggi va in consultazione potrebbe essere modificato dai cittadini e questo è il massimo della trasparenza, ed è, in tempi assolutamente compatibili con quello che abbiamo richiesto, quanto l’Assessore sta portando avanti. Noi lo vedremo in Giunta e poi si partirà con questa ampissima consultazione nella quale ci saranno anche le consultazioni con le Commissioni.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. Mi sorprende che mozione non sia stata abbinata a quella dei Consiglieri Fabbri e Maggi, tra l'altro prevede una cosa che la Giunta attuerà tra meno di un’ora, quindi mi domando che senso ha stare qui a parlarne. L'Assessore ha già dato chiare indicazioni, tra un’ora verrà approvato il Piano faunistico venatorio, quindi continuare a parlare di questa cosa ha poco senso.
Secondo me vale la pena parlare e approfondire le richieste dei miei colleghi, non perché sono miei colleghi, in quanto le istanze sono pensate e da rappresentanti responsabili.
Dico questo perché, ricordo a chi mi ha preceduto, noi siamo qui a rappresentare sia chi è appassionato e amante della caccia che chi è appassionato e amante degli animali, soprattutto conosco personalmente chi ha fatto ed ha predisposto l’atto che ha visto la Regione soccombere al Tar riguardo al non rispetto del calendario venatorio. Magari nella fase di scoping, come ricordava l’Assessore Casini, andrebbero opportunamente coinvolti certi tecnici e certe associazioni, che con la loro passione hanno approfondito queste tematiche e da diverso tempo sollevano quelle criticità che hanno fatto soccombere la Regione e che hanno creato dei disagi anche ai cacciatori, come giustamente ha ricordato il Consigliere Talè.
Poi non c’è bisogno di ribadire che i 60 giorni sono per i cittadini, o anche per noi Consiglieri perché in molti casi abbiamo presentato dei rilievi, che possono presentare delle osservazioni, è previsto dalla normativa e grazie a Dio almeno quello è scritto nero su bianco.
Mi domando perché, e di Piano si parla, per esempio per il Piano socio-sanitario è stato fatto un lavoro di scoping, però non molte associazioni sono state interloquite e non molti suggerimenti sono stati recepiti per questo poi c’è una fase in Commissione in cui si va a fare un secondo momento di ascolto delle istanze, certo è che se si mettessero seduti attorno ad un tavolino cacciatori e ambientalisti forse si riuscirebbe a trovare una via che possa consentire di arrivare in Aula con una proposta condivisa senza stare qui a parlare, dopo diversi anni, sempre delle stesse cose, con le stesse criticità mai superate.
Chiedo all’Assessore Pieroni, che oggi probabilmente è molto predisposto ad un lavoro costruttivo, se c'è la possibilità e la volontà di aprire magari per la predisposizione dei prossimi piani questo lavoro di scoping, chiedo anche un tavolo tecnico di confronto con le associazioni che lo chiedono visto che anche la normativa regionale prevede la partecipazione dei cittadini che si occupano di tutela della salute e dell’ambiente. Forse vale il caso di avere dall’Assessore una presa di posizione in merito e capire se c’è la volontà di portare avanti quello che chiede la mozione dei Consiglieri Fabbri e Maggi, che verrà di seguito trattata.
Mi spiace, Consigliere Talè, sono le 12,36 e se alle 13,30 si riunisce la Giunta, secondo me, ha poco senso approvare oggi questa mozione, è superata nei fatti.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Credo che il Consigliere Talè abbia fatto bene a presentare questa mozione anche perché sulla caccia, in questa regione, c'è stato uno zigzagare di disposizioni di legge o di correzioni e, non c’è mai stato un riferimento certo per i cacciatori, o per le associazioni o per chi ha chiesto di modificare qualcosa.
Noi l'abbiamo già detto in altre circostanze, qui non si tratta solo dei cacciatori, perché questo mondo non interessa solo loro, ma riguarda anche gran parte dell’economia. Ad esempio c’è l’interesse delle aziende che producono materiali per i cacciatori ed anche quello delle nostre strutture ricettive dell'entroterra, soprattutto nei week end. Attorno alla caccia si muove un mondo ed è questo l’aspetto, secondo la Lega, da prendere in considerazione. Intorno alla caccia gira un mondo e non è una cosa di poco conto l'aspetto economico che si muove attorno a questa realtà.
Assessore, lei rappresenta la Giunta e questo esecutivo, credo che un riferimento certo e di stabilità in merito a questo problema bisognerà prima o poi iniziare a darlo. Non penso che esista trattativa o concertazione, adesso si chiama concertazione, prima si chiamava trattativa, ci sono portatori di interessi diversi, ma non sono portatori di interesse perché l’interesse è l’economia, l’interesse è il mondo dell’economia, quello che gira attorno a questa realtà. Questi sono gli interessi per quanto mi riguarda, gli altri sono punti di vista, opinioni, considerazioni, che nulla hanno a che fare, secondo me, con l’interesse vero che è quello economico.
Penso che sia una cosa estremamente interessante, seria e che vada valutata con molta attenzione. Assessore, ho ascoltato quanto poc’anzi ha detto, speriamo che in autunno prima dell'approvazione definitiva del Piano non sorgano problemi nel momento in cui si aprirà l’attività.
Credo che questo sia l’aspetto importante e politico al quale lei, Assessore, deve guardare con attenzione, ora osservi che tutto venga approvato e tutto proceda nei tempi stabiliti, ma non sottovaluti quello che potrebbe accadere con l’apertura per essere pronto a difendersi da eventuali attacchi di qualcuno che non è molto amante di questa situazione.
Questa è la cosa politica che mi sento di far osservare questa mattina all’Assessore ed alla Giunta, perché questo non accada e non interferisca con l'economia che gira intorno a questa realtà. Un ragionamento molto serio al quale, credo, si deve dare una risposta nei tempi che lei poc’anzi ha evidenziato, una risposta che sia un riferimento certo anche per questa attività. Grazie.

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Grazie Presidente. Mi consentirete un intervento forse di natura più politica. Credo che sarebbe stata una cosa positiva se si fosse riusciti a raggiungere una risoluzione tra le due mozioni, la 497 e la 515, perché su questo tema, così come per altri, ma questo in particolare, in questi anni, forse da molti anni, gli interessi contrapposti non hanno mai trovato una sintesi ed una concertazione.
Penso che avremmo offerto alla comunità marchigiana e ai vari portatori di interessi un esempio positivo se fossimo riusciti ad addivenire ad una risoluzione specie perché le due mozioni in realtà hanno molti punti in comune, soprattutto nel dispositivo; hanno evidentemente premesse diverse, ma condividono alcuni punti ed io le voterò entrambe perché, pur ritenendo che hanno premesse diverse, hanno alcuni punti in comune, che io voglio valorizzare con il voto a cui do più natura politica che non di merito.
Nel merito abbiamo sentito l’Assessore, ritengo che sia importante che si arrivi al Piano faunistico-venatorio, sono d’accordo che arrivi presto in Aula, sono d’accordo che questo settore abbia delle regole che tutelino tutti i portatori di interessi, sono convinto che abbiamo bisogno di regolare un sistema che troppo spesso è stato non dico sregolato, ma ha avuto un'interlocuzione e impugnative che continuamente hanno cercato di aggirare con l’obiettivo di tutelare alcuni portatori di interessi che operano in questo settore. Credo che sarebbe stato bene, come dice il Consigliere Talè, arrivare ad un Piano faunistico-venatorio che giunga presto in Aula, quindi concordo con la sua mozione e con i Consiglieri Fabbri e Maggi quando dicono di redigerlo in maniera concertata con i diversi portatori di interessi.
Voterò entrambe le mozioni e spero che questo tema, che spesso è stato frutto di divisioni e non di sintesi, possa trovare un’inversione di tendenza, non sono molto ottimista, però ci mettiamo tutto l’impegno e la volontà.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Talè.

Federico TALE’. Telegrafico. Soltanto per rispondere alla Consigliera Pergolesi. La mozione è quanto mai attuale perché quello che si auspica, come diceva poc’anzi, benissimo, il Consigliere Busilacchi, è l’arrivo in Aula, il più presto possibile, del Piano faunistico.
Per quanto riguarda la risoluzione abbiamo provato in tutti i modi in Commissione a farla, abbiamo visto, come ha detto il Consigliere Fabbri prima, che anche con tutta la buona volontà partivamo da posizioni diverse, quello che chiedo io è semplicemente una cosa che serve a tutti, non serve solo ai cacciatori, ma all’ambientalista e al cacciatore: l’approvazione del Piano faunistico, che è la regola principale, nel più breve tempo possibile perché serve un punto di riferimento sia per gli ambientalisti che per i cacciatori, che alcune volte sono più ambientalisti degli ambientalisti stessi.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Grazie Presidente. Non sono il capogruppo ora, parlo a titolo personale, esclusivamente, quindi fuori dal gruppo del Movimento 5 Stelle.
Stigmatizzo l’arroganza e la forzatura con cui in questo momento si è chiesto di convergere su interessi vari che riguardano l'attività venatoria, chi protegge la parte dei cacciatori ha fatto muro contro dichiarazioni di buonsenso, che vengono nell’interesse dei cittadini marchigiani, che nella stragrande maggioranza hanno una sensibilità diversa da quella dei cacciatori.
La differenza già in passato è stata marcata con leggi raffazzonate all’ultimo momento, che sono state impugnate e hanno dato poco credito a questa Assemblea legislativa marchigiana. Si continua questa contrapposizione contro la maggioranza dei marchigiani.
Se oggi ci fosse un referendum contro la caccia, io voterei contro, ho già votato contro la caccia e voterei di nuovo, indipendentemente dalla formazione dei cacciatori.
Non si fa niente, gli ambientalisti hanno incontri, confronti, i cacciatori prendono il tesserino, lo pagano e vanno.
I cinghiali aumentano, Assessore Pieroni, invece di diminuire, da dove viene questa storia che i cinghiali, nonostante ci siano i cinghialai, aumentano? Me la spiegherà un giorno, ho un’amica che ha una casa colonica in campagna e i cacciatori gli stanno a 30 metri e gli hanno ammazzato due papere perché sparano su tutto quello che si muove. Date un’educazione ai cacciatori, fate dei corsi di formazione, non date il tesserino solo perché prendete i soldi! Ma che scherziamo? Cos’è questa ombra cinese dove tutti danno l’impressione, con dietro altri obiettivi, di una realtà completamente diversa.
Questa Assemblea legislativa ha il dovere, perché così gli elettori ci hanno chiesto, di mediare le situazioni e gli interessi delle varie categorie. Da una parte ci sono quelli che tutelano l’ambiente, dall’altra parte ci sono quelli che sono più ambientalisti degli ambientalisti, se questo è vero perché questa mediazione viene rifiutata? Perché questa mediazione di buonsenso e di equilibrio degli interessi viene contrapposta? Sicuramente c’è un interesse diverso che non è quello della tutela dell’ambiente, che non è quello della salvaguardia del patrimonio faunistico, che è di tutti. Qui con parole molto delicate, in punta di fioretto, si sta facendo una narrazione della caccia e dell’ambientalismo che coincidono e nel momento in cui c’è una mozione di buonsenso, che chiede di mettere intorno ad un tavolo tutti i portatori di interesse, la contrapposizione di chi rappresenta i cacciatori, non i marchigiani, diciamoci la verità, fa muro contro muro, forte di una maggioranza che segue questa indicazione. Sono esterrefatto!
Indipendentemente dalla mia contrarietà nei confronti della caccia, voglio essere un Consigliere regionale che tutela gli interessi di tutti i marchigiani e stigmatizzo e sono contrario a queste contrapposizioni nell’interesse di alcuni che rappresentano una minoranza rispetto, a come ho detto prima, alla sensibilità della maggioranza dei marchigiani, quindi come persona, come uomo, come individuo, come persona che rispetta l’ambiente e la vita, dico che questa cosa non mi piace affatto e mi dispiace che in questa Assemblea legislativa si prendano delle posizioni così nette nei confronti di alcuni e non si tutelano gli interessi della maggioranza dei marchigiani. Questo è quanto.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente. Ho ascoltato i colleghi, avevo anche deciso di non intervenire, però di fronte a quest’ultimo intervento del Consigliere Maggi non potevo non farlo.
Il Consigliere Maggi ha detto che alcuni cacciatori in un cortile, in una casa colonica, hanno abbattuto due papere, penso che chi abbatte due papere sia un cacciatore imbranato ed irresponsabile, ma adesso non portiamo nel dibattito questi aspetti perché, ripeto, non capisco.
Detto questo, non credo tanto alla mediazione, quanto alla necessità di un territorio che sia in grado di produrre fauna e ambiente ed il Piano faunistico-venatorio, accanto ad altri strumenti di governo del territorio, accanto ad una agricoltura sostenibile, accanto ad altre scelte di carattere pianificatorio, ci consente di raggiungere questo obiettivo.
Poi ci si può dividere, ed è anche giusto che ciò avvenga, sul prelievo, ma non sul primo obiettivo che è quello di produrre fauna ed ambiente.
Sul prelievo, tra l’altro, credo che ci sia una necessità, c’è un sovrannumero di alcune specie, questo lo certifica lo stesso Ispra, le stesse autorità scientifiche, quindi si rende necessario, oltre al prelievo venatorio, oltre all’attività venatoria, incrementare le attività di controllo selettivo perché c’è un problema di controllo delle specie e ci sono dei danni all’agricoltura.
Non dobbiamo dimenticare i danni all’agricoltura perché qui, io dico, c’è il rispetto di chi lavora, chi semina vuole raccogliere, non vuole essere risarcito, vuole raccogliere, quindi dobbiamo garantire queste persone che faticano duramente nei campi a cui a volte una attività incontrollata può arrecare danni di non poco conto.
Questo è già previsto da alcuni articoli della nostra Costituzione e la stessa legge 157 del 1992 ed altre danno questa la possibilità.
Non vorrei arretrare nel dibattito culturale, per questo intervengo non per polemica ma perché mi sento di dire che le scelte debbono dire chiaramente che parte del territorio deve essere riservato ai parchi, che ci debbono essere le riserve naturali, che ci debbono essere le zone di popolamento e cattura, che ci deve essere l’attività venatoria, che non sia possibile cacciare sempre, ovunque, tutte le specie, questa è un’altra delle ragioni su cui abbiamo raggiunto una posizione supportata anche da scelte non soltanto di carattere pianificatorio, ma scientifico.
Il mio non voleva essere un intervento retorico, spero che non lo sia stato, credo che possiamo affermare, e riassumo in questo concetto, non all’abrogazione dell’attività venatoria, che deve essere garantita, no alla caccia sempre e dovunque

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Pieroni.

Moreno PIERONI. Grazie Presidente. Ho chiesto nuovamente la parola in quanto il mio precedente intervento ha evidenziato a che punto è l’iter del Piano faunistico, pensavo che potesse essere un contributo per superare le mozioni stesse.
Il Piano faunistico è partito, siamo alla conclusione, credo che sia una buona cosa anche perché per arrivare a questa fase, oltre al lavoro fatto dalle società, una ha predisposto la Vas e la Via, ci sono stati vari confronti in tutte le province. Prima di arrivare a questa fase, prima di fare la proposta si sono incontrati tutti i soggetti che volevano partecipare alle iniziative, quindi: agricoltori, ambientalisti, cacciatori, province e altri.
Il dibattito ha preso una via un po’ diversa ed ognuno giustamente, riportando le proprie valutazioni, ha ragionato pro domo sua.
Mi sembra giusto fare alcune valutazioni che nascono dalla realtà. Alcuni Consiglieri hanno ricordato che abbiamo fatto due leggi per riaprire la caccia, questo è vero, ed hanno riferito che sono state fatte perché il Consiglio di Stato e il Tar hanno dato torto alla Regione, prima il Consiglio di Stato poi il Tar. Il Consiglio di Stato ha dato torto alla Regione ed ha fatto un’ordinanza con la quale chiedeva di rivedere le Zone Natura 2000, abbiamo avuto quattro ricorsi, uno per ogni anno, 2016, 2017, 2018, che sono stati tutti respinti dal Tar delle Marche ritenendo i piani faunistici provinciali, seppur scaduti, validi. Anche il Governo che ha impugnato una delle due leggi, come voi ben sapete, non ha impugnato il fatto che i piani faunistici provinciali, seppur scaduti, erano validi fino al 31 dicembre 2019. Immagino che il Governo abbia voluto dare il tempo necessario per approvare il Piano faunistico tant’è che il nostro obiettivo, come ho ricordato all’inizio, è quello di approvarlo entro i tempi previsti da questa legge, che non è stata impugnata dal Governo.
Credo che sia giusto che vengano ascoltati i portatori d'interesse. Lo ricordava la Consigliera Pergolesi, l'ha ricordato il Consigliere Fabbri, l'hanno ricordato i Consiglieri Giancarli e Talè, ognuno ha detto che è giusto che si ascolti, che ci sia un confronto con tutti i soggetti per vedere se si riesce a creare un percorso non tanto sul Piano faunistico, perché il Piano faunistico è garantista e garantito dalle osservazioni che ognuno porterà e sarà ulteriormente garantito dagli emendamenti, dal dibattito che ci sarà in Consiglio e sarà completo di tutte le valutazioni che nasceranno dai soggetti portatori di interesse, quanto sul calendario venatorio, che riguarda l’altra mozione.
Penso che sia giusto incontrarsi, anzi, per quello che mi riguarda chiederò agli uffici di attivare una serie di procedure per far sedere attorno ad un tavolo tutti coloro che hanno un interesse legato al calendario venatorio, però bisogna che tra di noi siamo onesti, perché possiamo dire tutto quello che vogliamo, però la mozione che il Consigliere Fabbri ha presentato penalizza una parte rispetto all’altra in quanto la preapertura non ci deve essere, le giornate della caccia devono essere limitate e una serie di settori devono essere ristretti. Dico questo con grande serenità, con grande franchezza e onestà personale, è difficile in questo contesto mettere insieme due soggetti che vedono la situazione in maniera diametralmente opposta, ma è giusto provarci, e per questo metteremo in piedi questo confronto.
Oggi le mozioni sono state presentate, legittimamente, vedremo se i Consiglieri rimarranno sulle loro posizioni. Quella del Consigliere Talè impegna la Giunta ad approvare entro l’anno il Piano faunistico e, già l’ho detto all’inizio, il passaggio vero, più importante rispetto al 31 dicembre è l’approvazione del Piano faunistico ed ci rendiamo conto, per primo io, cosa significherebbe eventualmente non approvarlo adesso ma la prima settimana di settembre, non faremo in tempo, secondo i termini tecnici, a portarlo in Aula entro l’anno.
La soddisfazione grande è proprio questa, che il lavoro fatto dall’ufficio, dalla società che ha avuto l’incarico, ma in particolar modo dall’ufficio caccia, sia stato importante, è chiaro che l'approvazione di oggi è il primo step, poi ci sarà il momento delle osservazioni, delle controdeduzioni, del dibattito in Consiglio regionale, degli emendamenti, quindi immaginate quanta attenzione avrà il Piano, giustamente, perché poi rimarrà in vigore per i prossimi 10 anni.
La Consigliera Pergolesi mi ha ricordato che può essere integrato come un Piano regolatore, ma per fare una variante al Piano regolatore servono una serie di procedure che vengono messe in piedi per almeno un anno e mezzo/due anni, anche se si tocca un singolo aspetto, un singolo articolo.
Ci sta tutto, ma adesso il Piano faunistico dovrà essere, una volta approvato dall’Aula, il più completo possibile.
Volevo soltanto aggiungere questo e se è vero che abbiamo fatto due leggi le abbiamo fatte per dare la possibilità di cacciare ma, voglio dirlo anche al Consigliere Zaffiri, abbiamo trovato una situazione non semplice, non tanto per come era gestita la caccia in Regione, ma perché dal 2016 le Province, e penso che ogni volta ce lo vogliamo dimenticare, che erano i veri gestori ed attuatori delle leggi regionali della caccia, non ci sono più, quindi abbiamo dovuto recuperare tutta la questione, la polizia provinciale ed altro.
E' stato un lavoro difficile, non semplice, ma oggi possiamo dire che il sistema della caccia, con tutte le problematiche che ancora ci sono, tiene bene e, permettetemelo di dire, io non sono mai così entusiasta, i nostri calendari ed il nostro modo di procedere sono sempre presi ad esempio dalle altre Regioni.
Aggiungo, sarebbe interessante che i rappresentanti della Lega e del Movimento 5 Stelle, parlino con i propri Ministri, quello dell’agricoltura e quello dell’ambiente, perché il Ministro dell’ambiente porta avanti delle battaglie a favore dell'ambiente, con posizioni diverse rispetto alla caccia e all’agricoltura. Le Regioni ogni volta si trovano in mezzo a questo balletto, che fa riferimento, non dico ai ladri di Pesaro, ma ai ladri di Pisa, perché di giorno litigano e di sera vanno a rubare insieme. Quindi le Regioni non riescono ad avere indicazioni precise, come ad esempio l’ultima quando è stato chiesto di non permettere la riapertura della caccia alla tortora africana nelle varie Regioni, mentre in base ai dati ed alla documentazione, al di là delle 8 giornate per la preapertura, la tortora africana è sempre cresciuta, ogni anno il numero è rimasto costante, quindi, anche qui, abbiamo tenuto la barra dritta insieme alle altre Regioni che erano d’accordo a fare mezza giornata o a non aprire alla tortora. Adesso ci stiamo confrontando, però una volta è con il Ministro all’ambiente ed un'altra con il Ministro all’agricoltura.
Spero che voi, che governate questa nostra nazione, su questo facciate un’azione di convincimento, che si mettano d’accordo in modo che le Regioni possano avere dei decreti unitari, senza che arrivino da una parte e dall’altra tutta una serie di atti. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Grazie Presidente. Sarò breve. Innanzitutto dico che in questa competizione tra cacciatori praticanti ed ambientalisti ideologizzati io non mi ascrivo né all’una né all’altra parte perché sono convinto che si può essere favorevoli alla caccia pur non essendo cacciatori, ed io sono uno di questi. Ripeto, si può essere favorevoli come lo è il sottoscritto pur non essendo cacciatore.
Vengo da esperienze molto significative, ho governato la Provincia di Ascoli e mi sono confrontato con tutte queste realtà per fare il Piano faunistico provinciale. Non dimentichiamoci che le Province di questa Regione, perlomeno tre su cinque, avevano un Piano faunistico, che era stato redatto dopo un confronto con tutte le realtà e con tutte le sensibilità che avevamo sui territori, cosa che in pratica abbiamo ripetuto in questi anni.
Siamo già al quarto anno e in sede di II Commissione abbiamo sempre e comunque fatto questo, credo che al Presidente Traversini gli vada dato merito in questo senso. Anche quando è arrivata la richiesta di audizione di qualche associazione, che magari non era nemmeno tanto rappresentativa, noi l'abbiamo sempre ascoltata, abbiamo ascoltato tutti per capire quali fossero le sensibilità e ritengo che non si possa parlare della caccia come qualcosa di particolarmente negativo perché si va sempre alla ricerca dell’elemento, del fatto, della negatività che ha fatto rumore rispetto ai tanti cacciatori che per amore, non soltanto di sparare qualche colpo, ma di farsi una passeggiata mattutina d’estate, in autunno e altro, possono segnalare alle autorità competenti, anche da un punto di vista ambientale, alcune negatività che esistono sui territori.
Ritengo che dobbiamo vedere la questione in questo senso e la mozione, secondo me, del Consigliere Talè ha una sua valenza specifica perché al di là di tanti fronzoli, della concertazione e altro, non può essere concertazione perché qui non c’è una competizione e se noi impostiamo il calendario venatorio o il Piano faunistico come una lotta tra cacciatori e coloro che abiurano la caccia, non andiamo da nessuna parte. Qui non c’è una competizione, quindi non può esserci concertazione, la concertazione, ripeto, è ogni volta che abbiamo a che fare con delle rivendicazioni, allora dobbiamo concertare, qui non dobbiamo rivendicare niente, dobbiamo soltanto raccogliere alcune sensibilità e metterle nel Piano faunistico che verrà utilizzato negli anni per fare il calendario venatorio.
Per me è molto importante che questa mozione venga approvata anche se tra due ore la Giunta approverà il Piano faunistico regionale perché comunque c’è un periodo di osservazione, oggi viene adottato, non viene approvato, dovrà essere pubblicato, dopodiché tutti i cittadini potranno dire la loro, quindi, anche in virtù di questa mozione, chi appronta il Piano può prendere lo spunto per sistemare qualcosa. Per ravvedersi? Non lo so, lo spirito però è quello di far sì che venga fuori un Piano che sia il meno impattante possibile per tutte le sensibilità che ci sono dentro, in primis, il cacciatore, il quale ha pieno diritto, non perché paga il tesserino ma perché è un cittadino che ha scelto di fare un’attività sportiva e venatoria in tutta tranquillità e non vuole essere disturbato e non deve essere messo nella condizione che ogni mattina, quando si alza, deve vedere se è uscita una sentenza per vedere se può andare in quel sito oppure in quell’altro.
Questo è un fatto molto significativo ed importante per cui credo che, nonostante fra due ore venga approvato il Piano faunistico, questa mozione abbia una sua valenza molto rilevante, quindi deve essere approvata.
In Commissione abbiamo fatto di tutto per cercare una sintesi fra le due mozioni, quella del Consigliere Fabbri e questa, non ci siamo riusciti, ma non è detto che doveva esserci per forza, ognuno si assume le proprie responsabilità e secondo la propria sensibilità ognuno vota gli atti oppure li respinge.
In virtù di queste considerazioni sono favorevole a questa mozione perché credo che dia un contributo eventualmente anche per migliorare, nel passaggio fra l’adozione e l’approvazione, il Piano faunistica, che la Giunta approverà secondo le indicazioni che in esso sono contenute e che vanno nel verso che ho specificato.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Grazie Presidente. Per prima cosa se la caccia, giustamente come ha detto il Consigliere Celani, è una attività ludico sportiva vorrei parlare delle vittime. Le vittime non cacciatori risultano essere 34, di cui 24 feriti e 10 morti, mentre le vittime fra i cacciatori sono 80, di cui 60 feriti e 20 morti, questi sono dati riportati dall’associazione vittime della caccia. Se succedesse questo in un altro sport, l’eco che avrebbe queste cose sarebbe enorme. Chiuso l’inciso.
Non confondiamo il Piano faunistico-venatorio con il calendario venatorio. Il Piano faunistico venatorio tra mezz’ora verrà approvano, e va bene, abbiamo 60 giorni di tempo per studiarlo, se è buono verrà approvato, se non lo è verrà modificato, emendato e avrà tutto un iter. Oggi non parliamo dell'iter, è già stabilito dalla legge e non c’è nessun vanto da parte della Regione nell’applicare gioco/forza la legge, il Piano faunistico venatorio è a latere, lo valuteremo.
Parliamo del calendario venatorio, che è cosa ben differente, deve rapportarsi al Piano faunistico-venatorio, magari approvarlo adesso, non essendo stato concertato in fieri con il Piano faunistico, potrebbe riportare ancora qualche incongruenza.
Il Consigliere Zaffiri evoca l’indotto economico della caccia, sbagliando. Intanto c’è un indotto economico del mondo ambientalista e turistico nelle zone protette ed è di gran lunga superiore al fatto che uno compra la carabina, le munizioni o la tuta mimetica, soprattutto stiamo parlando di un bene indisponibile dello Stato, quindi non possiamo monetizzare l’attività della caccia, sennò diventa allevamento di cinghiali, questo per dire che non dobbiamo rincorrere, come il Consigliere Maggi diceva prima, un settore elettorale perché raccoglie voti, ma cerchiamo di fare un salto culturale.
La mia risoluzione arrivava ad un compromesso e la parola “concertato” poteva con un sinonimo essere mutata in “concordato”. Vogliamo concordare il Piano faunistico venatorio? C’è qualche normativa che lo impedisce? Non vogliamo accogliere d’emblée le osservazioni dell’Ispra? Vogliamo fare una attenta e puntuale valutazione delle osservazioni dell’Ispra? C’è la possibilità di cambiare la parolina, ma il concetto differente, che in maniera molto decisa divide la mozione del Consigliere Talè da quella mia e del Consigliere Maggi, è che non si riconosce come portatore di interesse il mondo ambientalista e animalista e si incentiva quei comportamenti arroganti che finora, in molti casi, si sono riscontrati da parte del mondo dei cacciatori verso gli altri. Non riconosce i portatori di interesse quali devono essere e riporto, per chiudere perché non c’è bisogno ormai di aggiungere altro, esclusivamente le frasette che scrivono nelle due pagine le nove associazioni ambientaliste che sono: Italia nostra, Lac, Lav, Legambiente, Lipu, Lupus in fabula, Pronatura, Forum paesaggio e WWF, non sono associazioni inventate, sono le principali, e dicono: “Pare incredibile che delle numerosissime proposte di variazione della bozza della Giunta nessuna sia mai stata presa in considerazione, eppure è la realtà. Nei fatti la Commissione non rappresenta tutti i cittadini, ma solo la parte di proprio gradimento o convenienza a riprova di ciò basta osservare quanto dichiarato sul documento istruttorio ove si dice che la proposta è stata messa a punto incontrando i rappresentanti degli Atc, delle associazioni venatorie, delle associazioni agricole, ma non è stato ascoltato il parere delle associazioni ambientaliste discriminate come sempre”. Da qui partiamo! La novità politica della mozione che presento e della risoluzione che pongo alla vostra attenzione è questa, vogliamo evolvere il nostro pensiero? Vogliamo riconoscere come portatori di interesse sul mondo venatorio anche l’ambientalismo e l’animalismo? Si o no? Altrimenti vi arroccate sulle solite posizioni arroganti che vi hanno contraddistinto in questi anni. La novità è questa e se passa una risoluzione o passa la mia mozione abbiamo fatto il salto culturale, se non passa proseguite nella vostra strada e andate a caccia dei voti di una lobby. E' questo il discorso e lo dico da parte laica, non sono un ideologo di niente, tant’è che mangio la cacciagione perché mi piace e non sono contro la caccia, ma neanche le associazioni ambientaliste sono contro la caccia perché non hanno detto: “La caccia non si fa”, si faccia con questi orari, salvaguardando la tortora da una parte, lo storno dall’altro, evitando qualcosa di preapertura, non ho detto no alla caccia, quindi la chiusura mentale in questo momento non è sicuramente dalla parte dei portatori di interesse, ma è dall’altra.
Quindi sollecito ancora una volta il raggiungimento di un accordo che vuol dire crescere culturalmente su questo campo, altrimenti …

Presidenza del Vicepresidente
Piero Celani

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Grazie Presidente. Ho avuto una formazione cattolica e quando andavo a catechismo mi insegnavano la differenza tra sentire ed ascoltare, che sembrano due verbi simili, ma sono completamente differenti perché si può sentire un rumore, ma se si ascolta si comprendono le ragioni della persona che sta parlando.
Caro Presidente Traversini, voi in II Commissione avete sentito le associazioni ambientaliste, ma non le avete ascoltate per niente.
Aggiungo io, con la maturità, che quando numerose associazioni ambientaliste presentano decine e decine di osservazioni e di queste la Commissione ne accoglie zero, vuol dire che voi non avete né sentito né ascoltato, avete preso in giro, avete preso per i fondelli queste persone, che poi si stancano anche. Sono individui che lavorano, che prendono le ferie per venire nella vostra Commissione ed ovviamente vedendo questi risultati si stancano di partecipare e voi magari fra qualche anno direte: “Abbiamo invitatole associazioni e non sono venute”, per forza se le prendete in giro! Avete accolto zero osservazioni.
Su questo filone voglio rispondere anche all’Assessore Casini, quando dice che il documento, riferendosi al Piano venatorio, potrebbe essere modificato dai cittadini, in teoria. Vedremo quante osservazioni degli ambientalisti saranno accettate perché se la logica è di far finta di ascoltare le associazioni ambientaliste, ma fregarsene altamente di tutto quello che dicono, allora quello che dice l'Assessore è vero in teoria, altrimenti è falso perché la volontà è solo quella di parlare e poi chi se ne frega. Vedremo se ha ragione lei o se ho ragione io e passati i 60 giorni quante osservazioni degli ambientalisti andranno a modificare il Piano faunistico, qui non è una questione di opinioni, sono fatti, vedremo fra 60 giorni chi ha ragione, se io o lei.
Vorrei inoltre aggiungere un appunto sull’applicazione del regolamento, ma non vedo il Presidente Mastrovincenzo lo dirò più tardi. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, l’Assessore Casini.

Anna CASINI. Grazie Presidente. Per spiegare che quando parlo di consultazione e di leggi, che sono tra l’altro stabilite dalla Comunità europea, come quelle sulla consultazione, lo scoping, la Vas, non è una questione statistica, il Piano faunistico-venatorio, come ho detto prima, non riguarda solo la caccia, del Piano faunistico-venatorio non si legge soltanto la parte venatoria, ma anche la parte faunistica e siccome qui nessuno ha la coccarda del più ambientalista rispetto all’altro, forse dovremmo fare un ragionamento un po' diverso rispetto a quello che si fa normalmente sull’ambiente e discutere di che cos’è l’ambiente. Anche qui mi pare che dai discorsi che ho sentito ci sia una certa confusione: l’avanzamento, l’aumento di talune specie, il taglio dei boschi, che viene confuso con la tutela del sottobosco, l’avanzamento del bosco e la riduzione dei pascoli, l’eliminazione e il rischio di totale scomparsa di alcune specie, nonché la speciazione genetica, che noi ignoriamo completamente perché abbiamo in testa che gli habitat rinselvatichiti siano naturali, anche tutto questo andrebbe discusso.
Questo Piano, sono certa, è stato redatto secondo le norme vigenti, come sono vigenti le norme che stabiliscono che la Giunta può parlare in Consiglio, specie l’Assessore competente in materia, che sono state decise dallo Stato italiano e dalla Regione.
Nel caso di specie la Vas e i piani faunistici venatori hanno dei procedimenti che questa Giunta e l'Assessore in particolare hanno applicato pienamente e se una associazione, non voglio neanche sapere quale sia, non partecipa alla fase di concertazione è un problema suo. Si parla con linguaggi appropriati quando ci sono le fasi nelle quali è prevista una concertazione concreta, quando la legge stabilisce che tu puoi intervenire sia in fase preliminare che in fase di osservazione e, come lei ben saprà Consigliere Bisonni, perché è una persona preparata dal punto di vista delle procedure, ogni osservazione deve essere obbligatoriamente controdedotta nel merito e nel metodo e deve portare delle controdeduzioni tecniche e se alcune osservazioni sono rigettate o non rigettate è perché sono valutate e controdedotte nel merito e nel metodo rispetto agli obiettivi tecnico-politici che ispirano il Piano faunistico venatorio. Quindi è chiaro che se saranno presentate delle osservazioni non coerenti saranno rigettate, questo lo immagino, succede per tutti i piani e non capisco per quale motivo, mi consenta, gli uffici della Regione Marche, che hanno redatto il Piano faunistico venatorio dovrebbero essere meno competenti e meno “ambientalisti” di alcune persone che nella vita fanno altro e che magari non si occupano né di caccia, né di fauna, né di Sic Zps, né di Natura 2000. Magari si occupano di Vinca perché lei saprà meglio di me che il Piano faunistico venatorio ha avuto anche la Vinca all’interno della Vas, quindi quando si dice che sarà aperta la caccia con il Piano faunistico venatorio in ogni dove, si ignora che c’è stata una Vinca, cioè una valutazione di incidenza di ogni azione che il Piano programma di specie può creare all’interno delle zone Natura 2000, quindi Sic, Zps, Parchi.
Quando parliamo bisogna che ci informiamo almeno dell’abc e l’abc è sapere di cosa stiamo parlando. In questo momento stiamo parlando del Piano faunistico venatorio, che è definito per legge, le norme di approvazione sono definite per legge ed hanno un'ampia fase di concertazione, che è stata rispettata fino adesso e che verrà rispettata ancora di più nel prosieguo, quando potrà essere modificato il Piano perché magari non è coerente a delle norme che potranno nel frattempo entrare in vigore. Se nel frattempo dovessero entrare in vigore delle norme che non sono coerenti con gli obiettivi del Piano, il Piano, che per le fonti del diritto non è una norma primaria, dovrà essere modificato.
Il Piano che oggi vedremo in Giunta non sarà certamente quello che arriverà in Consiglio, sarà diverso.
La Consigliera Pergolesi ha detto: “Faremo delle osservazioni come Consiglieri”, credo che sarebbe una cosa ridicola che un Consigliere faccia delle osservazioni come un comune cittadino, il Consigliere ha le sedi opportune dove poterle fare e se non ricordo male, ma posso approfondire, nel caso dei piani regolatori i Consiglieri non possono proprio fare delle osservazioni perché sarebbero chiamati loro stessi poi a controdedurle in Consiglio, quindi parliamo di cose che vi invito ad approfondire.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Traversini.

Gino TRAVERSINI. Grazie Presidente. Oltre a dichiarare il voto favorevole alla mozione presentata dal Consigliere Talè, le motivazioni le ho spiegate prima, visto che ci sono stati altri spunti, mi vorrei soffermare su alcuni di questi.
Intanto mi iscrivo all’associazione di quelli, come ha detto prima il Consigliere Celani insieme all’Assessore Pieroni, che non sono cacciatori ma che approvano e sono favorevoli alla caccia. Non sono lontanissimo dal mondo ambientalista o dai problemi ambientali, anzi, tutt’altro, in passato ho anche frequentato circoli ambientalisti.
Dico questo perché si sbaglia, ed anche stamattina abbiamo commesso questo errore, con rispetto delle opinioni, quando si prendono posizioni integraliste, che non è esattamente la posizione del Consiglio, ma ci sono sia nel mondo della caccia che nel mondo dell’ambientalismo. Non esiste che uno abbia ragione e l’altro torto in maniera totale, tutt’altro! Quando si va ad uno scontro di questo tipo si fanno solo dei danni e non si risolve il problema perché il mondo ambientalista si pone come se avesse la verità, le soluzioni migliori, guarda in avanti e cerca di proteggere. Non è così, perché c’è l’ambientalista che lo fa in una maniera corretta, intelligente, moderata e c'è l'integralista che vede solo il negativo della caccia. Anche nel mondo della caccia non è tutto perfetto, come non è perfetto negli ambienti della società dove si dice, come prima, che si spara a tutto quello che si muove. Esistono probabilmente anche questo tipo di cacciatori, io non li definirei tali, che sono una minima parte.
Nello svolgere il mio ruolo di amministratore locale del territorio ho conosciuto tantissime persone che avevano rispetto dell’attività venatoria, nel modo in cui la praticavano, rispetto dei cani, dell’approccio al territorio, rispetto delle regole, che ogni tanto vanno cambiate e vanno riviste in base alle situazioni che mutano, questo è il cacciatore, colui che rispetta le regole.
Dico anche un’altra cosa, tra 20/30 anni probabilmente ci sarà una vittoria del mondo ambientalista intransigente, quello che vede la caccia come il male assoluto, non è così, perché i cacciatori diminuiscono sempre di più per motivi diversi, come la sensibilità della gente, e sarà un problema enorme nel momento in cui ci saranno più.
I cacciatori vanno gestiti in modo che rispettino le regole, sono il primo a dirlo, ci mancherebbe altro, ma hanno una funzione importante nella gestione dell’equilibrio del territorio e questo sarà un problema.
La questione della tutela non si risolve dicendo bisogna abolire la caccia, è un errore, come è un errore pensare che chi parla del mondo ambientalista esagera e sbaglia tutto, non è assolutamente così e secondo me la vicenda va vista con equilibrio e valutare ogni problema che riguarda il mondo della caccia con visioni contrapposte che si devono annullare, non è assolutamente questo il modo.
In riferimento al Consigliere Bisonni, che ha attaccato nuovamente il lavoro della Commissione che presiedo, riferisco al Consiglio, ma lo dico nuovamente e in maniera particolare a lui, io ho fatto parte nella precedente legislatura della III Commissione, che si occupava della caccia, alle audizioni le associazioni ambientaliste non venivano invitate e non venivano ascoltate. Penso che tutti i soggetti che hanno a che fare in maniera anche indiretta con il mondo della caccia, come le associazioni, debbono essere ascoltati, dopodiché sta al lavoro della Commissione recepire o meno le cose che dicono. Non vengono recepite, significa che la politica, il Governo, l’amministrazione della Commissione non ricevono quello che è stato detto, ci mancherebbe, così come in qualsiasi altra Commissione, però dire che le persone vengono prese in giro quando le convochiamo per ascoltare quello che hanno da dire è un errore poco rispettoso del lavoro istituzionale e questo non lo accetto. Quello che si fa in Commissione, soprattutto in quella che io presiedo, è rispettare chi viene audito e lo si fa con l’intenzione di dare il massimo dei risultati, dopodiché ognuno di noi ha la sua opinione e la porta avanti in maniera corretta, e questo è un altro discorso, però non si deve dire che non vengono rispettate.
Devo ricordare che sul calendario venatorio ancora non abbiamo ancora espresso il parere da sottoporre alla Giunta, ma metteremo le osservazioni che abbiamo recepito dalle audizioni, quindi dirlo prima, secondo me, è doppiamente sbagliato, così come faremo con il Piano faunistico che verrà approvato alla fine dell’anno. Su altre cose abbiamo sentito e abbiamo recepito quello che ritenevamo opportuno, però non si può dire che le persone vengono prese in giro, se poi questa è la posizione delle associazioni ambientaliste che non vogliono venire in Commissione è un altro ragionamento, noi ci crediamo e le invitiamo con serietà e con il pensiero che possono contribuire a darci delle indicazioni importanti.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 497. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Mozione n. 515
ad iniziativa dei Consiglieri Fabbri, Maggi
“Redazione di un calendario venatorio conforme alla normativa e concordato tra tutti i portatori di interesse”
(Votazione)
(n.d.r. La discussione generale e le dichiarazioni di voto si sono svolte nella seduta n. 135 del 2 luglio 2019)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 515 dei Consiglieri Fabbri, Maggi.
Mozione n. 515. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Comunicazioni ai sensi dell'articolo 55, comma 4, del Regolamento interno

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. E’ rientrato il Presidente e aspettavamo, per lo meno noi della Lega, una sua comunicazione sui fatti che sono accaduti questa settimana e che hanno interessato la sanità.
Chiedo all'Assessore alla sanità se può fare una comunicazione su questa vicenda, con il buonsenso pensavo fosse spontanea, le chiedo formalmente se in Aula ci può relazionare sulla questione.

PRESIDENTE. Grazie il Presidente dice che tornerà.

Interrogazione n. 810
ad iniziativa del Consigliere Maggi.
“Procedura concorsuale per l’assunzione di n. 13 dirigenti bandita nel 2015 – Scorrimento delle graduatorie”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 810 del Consigliere Maggi.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie Presidente. Con la presente si relaziona in merito all'utilizzo delle graduatone concorsuali per n. 13 dirigenti di cui al bando approvato con Decreto n. 23 del 25 novembre 2013, le cui graduatorie sono state approvate con diversi provvedimenti del Segretario generale di fine giugno, luglio e settembre 2016.
Tali graduatorie sono tuttora vigenti e quindi il loro utilizzo è prioritario rispetto all'indizione di nuovi concorsi, salvo che per le posizioni dirigenziali di istituzione successiva all’approvazione della graduatoria utilizzata, e ciò per evidenti ragioni di economicità dell'azione amministrativa più volte enunciata dalla giurisprudenza.
Ciò può sostenersi in particolare sia per la peculiarità del concorso di cui trattasi, espletato unitariamente e con prove in parte comuni, sia per la particolare natura della funzione dirigenziale che dovrebbe comunque garantire capacità gestionale tale da poter impiegare professionalità tra loro differenti, sia pure affini nella formazione o giuridico finanziaria o tecnico specialistica.
Con riferimento alla presunta illegittimità derivante dalla mancata pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del bando di concorso, si evidenzia che al tempo della sua emanazione esisteva una specifica disposizione di legge regionale (articolo 9 della legge regionale 22 dicembre 2009 n. 31) che stabiliva espressamente che tutti i bandi di concorso emanati dalla Regione e dagli enti e aziende dipendenti fossero unicamente pubblicati nel Bollettino Ufficiale della Regione.
Tale disposizione rendeva pienamente legittima la deroga al regolamento nazionale approvato con DPR n. 487/1994.
Pertanto finché le graduatorie restano in vigore risulta pienamente legittimo utilizzarle.

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Grazie Presidente. Certo c’è una legge regionale che dice che non bisogna pubblicare i bandi di concorso sulla Gazzetta Ufficiale e tutto questo espone la Regione a controversie e a ricorsi in questo settore.
Per questo non sono affatto soddisfatto della risposta che lei ha voluto fornirmi, le faccio presente, e cito leggendo, che la Corte dei Conti della Regione Sardegna con deliberazione n. 36/2019, rispondendo a un ente locale sulla possibilità di attingere alle graduatorie per l’assunzione di personale ha affermato come la legge 145 del 2018 (finanziaria 2019) prevede che le graduatorie dei concorsi siano utilizzate esclusivamente - avverbio che non ammette interpretazioni - per la copertura dei posti messi a concorso, quindi se il concorso prevedeva due posti di dirigente, si prendono i due dirigenti e la graduatoria poi non esiste più, lo dice la legge, non si può continuare ad attingere da quelle graduatorie, la legge lo dice.
Da quest’anno c’è un'inversione completa di tendenza e le graduatorie del concorso, con lo scorrimento, come sta facendo la Regione adesso, sono illegittime. Penso che la Regione debba invertire la tendenza in questa situazione e non incorrere in normative utilitariste, come quella della non pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, con il rischio di ricorsi che ovviamente fanno perdere tempo, soldi, denaro e mettono in cattivissima luce le istituzioni nei confronti dei cittadini.
Assessore, le ho citato la normativa vigente, credo che quelle graduatorie non possano essere più utilizzate e se si continua a farlo (quelle precedute dalla non pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale) qualche maligno potrebbe pensare che c’è l’utilità di qualcuno a ricorrere a quelle graduatorie, siccome non sono maligno la voglio invitare fraternamente a evitare il ricorso alle graduatorie che per legge non esistono più.

Mozione n. 516
ad iniziativa della Consigliera Leonardi
“Infiltrazioni criminali nell’economia e nel tessuto sociale marchigiano: richiesta di una sezione autonoma della DIA nelle Marche e potenziamento delle Forze a contrasto delle attività illecite mafiose”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 516 della Consigliera Leonardi, che ha la parola per illustrarla.

Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Veniamo alla discussione di una mozione che ho modificato nel corso di questi mesi, anche dopo un confronto con l’Assessore competente.
Sono dovuta intervenire su un tema che purtroppo è di attualità nelle Marche, anche in questi giorni abbiamo letto dalla stampa: “L’ombra della mafia su appalti pubblici e strade” e nel nuovo rapporto della Direzione investigativa antimafia si fa riferimento alla presenza nel territorio regionale di soggetti legati a varie consorterie e alla criminalità interessata, in particolar modo inseriti sia nell’ambito del tessuto economico della nostra regione che nella ricostruzione e nelle questioni legate al terremoto.
Purtroppo episodi che ci sono stati nelle Marche e che sono balzati in maniera anche violenta alle cronache perché la nostra regione è sempre stata tranquilla, hanno certamente destato un po’ di scalpore, sono legati all’omicidio che c’è stato nella città di Pesaro del fratello di un ex mafioso ormai collaboratore di giustizia.
Abbiamo fatto un approfondimento ed ammonta ad oltre 12 milioni di euro il valore dei beni confiscati dalla Guardia di Finanza, segno che il lavoro delle Forze dell’ordine sul nostro territorio, anche in contrasto alla criminalità organizzata, è certamente operativo e forte.
Il Procuratore generale delle Marche, nello scorso giugno, ha evidenziato il “pericolo delle infiltrazioni mafiose nella ricostruzione con nomi legati al crimine organizzato”; a sancire la pericolosità è stato anche il fatto che a febbraio dello scorso anno è stato firmato nella Prefettura di Ancona un protocollo alla presenza del Procuratore nazionale antimafia, del Commissario straordinario per la ricostruzione, del Procuratore delle Marche, proprio per segnalare qual è l’intervento e l’attenzione dei vari ordini dello Stato rispetto a questa possibilità.
Sappiamo che oggi purtroppo la regione Marche non può ritenersi l’isola felice che conoscevamo e sul fatto della prevenzione la nostra attenzione, anche come Consiglio regionale, deve essere forte per evitare che l'infiltrazione possa aumentare, anche per le politiche legate non solo alla ricostruzione post terremoto, ma alle opportunità di sviluppo che la nostra regione può offrire, serve quindi un’attenzione ancora più grande.
E’ difficile stimare il giro economico che interessa la componente emersa - tutto quello che riguarda l'illecito del traffico della droga segue un mercato nascosto - legato ad attività lecite nelle quali la criminalità organizzata tenta di infiltrarsi.
La Regione Marche nel 2017 ha approvato una legge con la quale veniva istituita la Consulta per la legalità e la cittadinanza responsabile, ho accennato all’inizio al fatto di come, anche con il confronto con l’Assessore, ho modificato la prima stesura della mozione ed a fronte della legge regionale che prevede questa Consulta ho deciso di spezzare i miei due interventi.
Con l'atto di oggi impegno la Giunta: a portare all’interno di quella Consulta regionale per la legalità e la cittadinanza responsabile le tematiche oggetto della presente mozione, per un efficace impegno su questa crescente e grave problematica; a chiedere al Governo nazionale di poter avere una sezione della Direzione investigativa antimafia nelle Marche, quindi dedicata, nella nostra regione non c’è. I campanelli d’allarme, che sono suonati anche attraverso voci qualificate e competenti in merito, possono portare la Regione ad avanzare una richiesta che è anche in qualche modo preventiva, avere una Direzione investigativa antimafia marchigiana; a chiedere al Governo il potenziamento delle Forze presenti sul territorio sia della Guardia di Finanza che delle altre Forze dell'Ordine - ho citato quelli che sono risultati importanti anche di confische su beni e interessi economici marchigiani - per incrementare un’attività di indagine e contrasto efficace sul territorio marchigiano delle infiltrazioni mafiose.
Dalla precedente mozione, che ho ritirato, esce una componente che ho deciso di presentare attraverso una modifica e un'integrazione della legge regionale, quella che citavo prima, “Norme per la promozione della cultura della legalità e della cittadinanza responsabile”. Credo che sia rilevante affiancare alle due componenti importanti e di valore, che sono la promozione della legalità e la prevenzione, anche un discorso legato al monitoraggio del fenomeno, un contrasto, attraverso il monitoraggio, che possa passare anche dalle figure istituzionali e dalla Regione Marche.
La proposta di legge ovviamente seguirà un altro iter, oggi con questa mozione chiedo di dare un ulteriore segnale, ancora più forte, dell’attenzione delle istituzioni regionali nei confronti di un fenomeno strisciante ed occulto, che però muove molti interessi economici e sul quale tutte le istituzioni dovrebbero muoversi, chiedo anche una sensibilizzazione del Governo nazionale perché non dimentichi le Marche, ma ponga attenzione alla nostra regione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie Presidente. Voterò questa mozione e chiedo ovviamente alla mia maggioranza di votarla perché è condivisibile dopo che la Consigliera Leonardi l'ha riscritta e, pur confermando i temi dell’analisi delle criticità del nostro tessuto regionale, pone degli obiettivi assolutamente condivisibili.
Questa mozione, all’esito dell'emendamento che credo vada votato, è condivisibile perché si dà atto che già è stata istituita, tra l’altro con legge regionale, la Consulta per la legalità e la cittadinanza responsabile che ha già espletato importanti attività di analisi intorno ai temi posti dall'atto della Consigliera Leonardi.
Ci viene chiesto un impegno a continuare all’interno di quell’organismo per affrontare questa problematica,
Assolutamente condivisibile l’istituzione della Direzione investigativa antimafia nelle Marche, come sezione autonoma, ed il potenziamento delle Forze della Guardia di Finanza e più in generale delle Forze dell’ordine.
Tra l’altro, sapendo la vicinanza politica del gruppo a cui appartiene la Leonardi al Governo nazionale, credo che questi obiettivi potranno anche essere facilmente e auspicabilmente conseguiti, quindi chiedo di votare la mozione e colgo l’occasione per ringraziare la Consigliera Leonardi di aver riscritto quella iniziale verso obiettivi assolutamente condivisibili.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Emendamento n. 506/1 a firma della Consigliera Leonardi. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Mozione n. 516, così come emendata. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Mozione n. 489
ad iniziativa del Consigliere Talè
“Promozione attività di controllo e misure di sicurezza nei locali pubblici della regione”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 489 del Consigliere Talè, che ha la parola per illustrarla.

Federico TALE’. Grazie Presidente. Velocemente, vista l’ora. Questa è una mozione che ho fatto subito dopo i fatti di Corinaldo e nei mesi successivi, più da padre che da Consigliere, ho vissuto le preoccupazioni conseguenti a questa tragedia perché i miei figli, soprattutto il grande, diciassettenne, hanno frequentato e non frequentano più, perché è stata logicamente chiusa, quella discoteca.
La grande apprensione di tutti i genitori con cui mi sono confrontato e con i quali condivido ansie e paure per i nostri figli, che nel week end escono, è che non si sa in quali locali purtroppo vanno a divertirsi.
La mozione è stata, come ho detto, stilata qualche mese fa, ma è quanto mai attuale perché lo scorso fine settimana a Senigallia nelle navette che portano i nostri ragazzi alle discoteche c’era di tutto. Sono state sequestrate 100 dosi di eroina, non solo, all’interno di una discoteca c'erano ragazzi che avevano coltelli a serramanico, quindi la mozione va nella direzione di impegnare la Giunta a fare tutto ciò che è possibile per intensificare i controlli nei locali e a cercare di mettere in comunicazione i gestori dei locali con le Forze dell’ordine. I gestori dei locali, magari con l’intermediazione dei Sindaci, dovrebbero sempre di più colloquiare con le Forze dell’ordine per evitare che succedano queste tragedie.
Un’altra cosa importante è cercare di precludere alle persone pericolose, ai ragazzi pericolosi, i locali ed anche regolamentare gli orari di ingresso e di uscita, ma cosa importante è una verifica stringente, come ho detto sabato scorso è capitato questo, sulla possibilità di introdurre nei locali oggetti che possano rivelarsi pericolosi.
Direi di intensificare anche l’installazione di telecamere, sono importantissime per il controllo dei ragazzi, che si devono sentire controllati, ed anche l’adozione di un codice di condotta per i frequentatori delle discoteche, che deve essere affisso all’interno dei locali e se non viene rispettato i ragazzi devono essere espulsi, radiati, come succede negli stadi. Quando un ragazzo non si comporta bene all’interno di una discoteca non va fatto entrare e qualora sia minorenne ne debbono rispondere i genitori. Qualche volta siamo proprio noi genitori che non insegniamo ai nostri ragazzi come ci si comporta nei luoghi pubblici, quindi inasprire da una parte e fare rispettare dall'altra perché le leggi ci sono e vanno osservate. Inasprire la legge nei confronti del ragazzo o dei genitori nel caso minorenne.
Questo è quello che mi sono sentito di promuovere a favore delle famiglie per cercare di avere, mi auguro all’interno di questo consesso, una volontà unanime nel voler garantire tutto ciò che è utile per dare tranquillità ai giovani, che si vanno a divertire, e a noi genitori che li aspettiamo a casa o che li accompagniamo in queste sale da ballo.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Sono favorevole a questa mozione e ne raccomando l’approvazione.
Ringrazio il Consigliere Talè per averla presentata perché costituisce oltre che un momento di riflessione su quanto accaduto e sui rischi che purtroppo corrono i nostri figli, i nostri ragazzi, anche un’occasione per un rinnovato impegno in questa direzione, pur nella consapevolezza che le competenze regionali in materia di controlli all’interno dei locali pubblici sono alquanto limitate.
Resta però l’impegno nostro a collaborare con gli enti, con i Comuni marchigiani, con le Forze dell’ordine deputate a garantire il rispetto della normativa.
Tra l’altro posso dire che già all’interno della Consulta per la legalità e la cittadinanza responsabile, che ho citato poc’anzi, istituita all’esito di una legge regionale sulla sicurezza, prevedemmo dei titoli specifici in questa direzione per un impegno anche sul tema degli investimenti. Già in passato abbiamo destinato, ad esempio, alle piccole e medie imprese commerciali oltre 100.000 euro per progetti di sicurezza e credo che altre risorse potranno essere destinate in questa direzione.
Quindi, in definitiva, la mozione è assolutamente condivisibile sia per quanto riguarda la premessa, quindi l’analisi del contesto, che gli obiettivi e l'impegno nei confronti della Giunta, che li accoglie pienamente.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Userò il mio intervento anche per fare la dichiarazione di voto che è favorevole da parte del gruppo Fratelli d’Italia rispetto ad una mozione che tocca, con i fatti successi che hanno dato il via a questa riflessione, le coscienze di tutti noi.
Vorrei fare una piccola riflessione ed un piccolo appunto proprio partendo da quei fatti, quindi dalla tragedia di Corinaldo, che ha riguardato non tanto e non solo l’interno del locale, ma sappiamo anche l’esterno, quell’uscita, quella siepe, quella parte esterna.
Nel dispositivo e nella premessa della mozione si dice: “ogni iniziativa volta a garantire un alto livello di sicurezza nei locali frequentati” oppure “pericoli all’interno dei locali”, quindi suggerisco, attraverso un emendamento del Consigliere Talè, se è d’accordo, di inserire anche “all’esterno dei locali” proprio partendo dalla tragica esperienza che abbiamo vissuto nelle Marche.
Lancio la riflessione, può essere uno spunto accoglibile ed un’integrazione fattibile. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Grazie Presidente. Condivido in pieno questa mozione del Consigliere Talè.
I nostri cuori sono ancora lacerati per l’immane tragedia consumatasi, come è stato ricordato, alla Lanterna Azzurra.
Un dramma che non può non farci riflettere, ma non solo, bisogna agire dinnanzi alle iniziative soprattutto dei più giovani che vogliono divertirsi in tranquillità, in luoghi sani, nel pieno rispetto delle regole. La politica non può tacere.
Condivido in pieno le richieste, come l’incremento dei controlli e l’attuazione di tutte le misure di sicurezza per contrastare l’illegalità.
Opportuna la richiesta di maggiore collaborazione tra tutte le componenti pubbliche e private e maggiori campagne di informazione, quindi il nostro voto è sicuramente favorevole.

PRESIDENTE. Ricordo che su questo argomento c’è stata la recente firma di un Codice etico da parte del Garante, Confcommercio e Comitato dei genitori, ed è già un primo passo importante.
Ha la parola il Consigliere Talè.

Federico TALE’. Sono d’accordo con quanto dice la Consigliera Leonardi, locale lo intendevo come dentro e fuori, abbiamo alcune volte usato la parola “interno” ed altre “locale” perché il locale è sia dentro che fuori. Se vogliamo mettere una postilla di questo tipo sono d’accordo, non c’è problema, però quando si nomina il locale si intende tutto. Ad esempio nel caso della Lanterna Azzurra quello che è successo era a tre/quattro metri dall’edificio, era dentro la recinzione del locale, però se lo vogliamo specificare possiamo fare un emendamento. Alla fine mi pare che il locale non sia stato autorizzato come balera, ma in maniera diversa.
Secondo me non c’è bisogno di presentare l’emendamento perché “il locale” è inteso nella proprietà, se l’intenzione invece è quella di mettere anche: “all’esterno, adiacente al locale”, è un’altra cosa, però potrebbe essere una proprietà pubblica (una strada), oppure un'altra proprietà, qui si intende che il locale, in quanto tale, sia dentro che fuori, deve essere a norma e deve osservare i criteri stabiliti dalla legge.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Non voglio aprire un contraddittorio su questo, ho notato solo il riferimento all’interno, magari la struttura chiusa e il piazzale sono due realtà distinte anche se di una stessa proprietà, però se l’intento è di ricomprendere tutto, essendo una mozione di indirizzo, l’importante è che venga inteso in questo senso, per me.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Talè.

Federico TALE’. Bene, allora lasciamo così com’è.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 489. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Mozione n. 514
ad iniziativa della Consigliera Pergolesi
“Rilascio di concessione demaniale per uso appostamento fisso di caccia”

Interrogazione n. 813
ad iniziativa del Consigliere Bisonni
“Appostamento fisso per attirare l’avifauna a Falconara Marittima”
(abbinate)
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 514 della Consigliera Pergolesi e l’interrogazione n. 813 del Consigliere Bisonni, abbinate.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Pieroni.

Moreno PIERONI. In riferimento all’interrogazione n. 813/19 di cui all'oggetto, si comunica quanto segue.
L'articolo 31 della legge regionale n. 7/95 “Norme per la protezione della fauna selvatica e per la tutela dell'equilibrio ambientale e disciplina dell'attività venatoria” disciplina l'esercizio venatorio da appostamento fisso.
L'autorizzazione per la caccia da appostamento fisso è rilasciata dalla Regione e ha validità dalla data di concessione sino al termine del periodo di vigenza del Piano faunistico venatorio regionale, salvo revoca, o scadenza annuale in assenza di Piano. La domanda per il rilascio dell'autorizzazione deve essere corredata da planimetria catastale in scala 1:2.000 e cartografia in scala 1:10.000 indicante l'ubicazione dell'appostamento e dal consenso scritto, con indicazione dei termini temporali, del proprietario o del conduttore del terreno, lago o stagno privato, in quanto l'appostamento comporta la preparazione del sito con modificazione ed occupazione stabile del terreno.
Nell'ambito dell'istruttoria è attivato anche il sopralluogo della polizia provinciale per le necessarie verifiche di regolarità e conformità rispetto alle disposizioni di legge.
Si rappresenta, comunque, che al momento non è stata presentata alcuna richiesta di autorizzazione per l'appostamento fisso di caccia al foglio 20 - particella 91 del Comune di Falconara Marittima (AN), relativa all'interrogazione in oggetto.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Grazie Presidente. Mi ha stupito, nel senso che non sapevo che non fosse stata presentata alcuna richiesta, perché invece l’input del territorio è diverso, tanto è vero che numerose associazioni ambientaliste hanno contestato questa richiesta, che evidentemente ufficialmente non è pervenuta. La volontà però c’è perché, ripeto, queste associazioni si sono mosse e saprà che sono state raccolte ben 908 firme per contrastare questa possibilità.
Ancora una volta lei ha detto qual è la procedura, ma ancora una volta non ha risposto a quello che ho chiesto: se esistono degli studi sulle ripercussioni e se era stato contattato l’Enac, visto che c’è anche un aeroporto lì vicino, soprattutto ho puntualizzato le questioni sulla sicurezza visto che c’è anche una pista ciclabile.
Lei mi ha detto, giustamente, che non è stata fatta la richiesta, allora colgo l’occasione per chiederle, nel momento in cui verrà formalizzata, di tenere conto di queste domande che sono soprattutto sollecitazioni di verifica delle precondizioni iniziali. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per l'illustrazione, la Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. Mi allaccio all’interrogazione del Consigliere Bisonni, mi risulta strano che non siano state presentate le domande perché nella mia mozione faccio riferimento ad almeno tre richieste con tanto di data e numero identificativo del protocollo, però meglio così, approfondiremo. Poi se vuole Consigliere Bisonni le giro i riferimenti normativi.
Questa mozione nasce per stimolare una maggiore sensibilizzazione al fine di verificare ed approfondire eventuali criticità, più o meno note, nella fase di autorizzazione di concessioni per le postazioni di caccia in zone come quelle di Falconara, oggetto di questa mozione e dell’interrogazione che l’ha preceduta.
Nel caso specifico l’area individuata, prevista per l’appostamento di caccia, che è stata oggetto di richiesta da parte un privato cittadino - verificheremo se gli atti che ho letto io non sono ufficiali o se sono stati smarriti dagli uffici competenti perché io li ho visti ed ho letto anche il numero di protocollo - è a circa 200 metri dalla pista ciclabile Chiaravalle/Falconara, tratto compreso nella ciclovia adriatica che, sottolineo, è di interesse nazionale, adiacente all’argine del fiume Esino, in prossimità di una strada rurale privata, ma oggi liberamente frequentata da molti cittadini a piedi o in bicicletta in quanto collega parti delle piste ciclabili comunali nonché Via del Fiume e Via del Fossatello.
L’intera area fluviale è da tempo oggetto di investimenti e di programmazione per un utilizzo pubblico del territorio, per il progetto di costruire un parco fluviale intercomunale, tale programmazione vede impegnata l’amministrazione comunale ed anche la Regione con soldi stanziati da quest'ultima, tant’è che vi leggerò due passaggi delle dichiarazioni fatte dal Presidente e dall’Assessore Casini,
Ricordo inoltre che l’accesso in sicurezza all’argine del fiume deve essere garantito per consentire l’ordinaria manutenzione e la corretta vigilanza del corpo idrico e la concessione di una postazione di caccia potrebbe esporre ad un potenziale rischio sia gli addetti che i cittadini che vi transitano.
Non credo ci sia bisogno di rimarcare come il territorio comunale di Falconara sia già fortemente penalizzato dal punto di vista ambientale, anche per la presenza di numerose attività industriali che nel tempo ne hanno compromesso l’integrità ambientale.
L'appostamento di caccia in questione verrebbe collocato nelle immediate vicinanze delle sponde del fiume Esino, in prossimità di una zona ampiamente attraversata da migrazioni di uccelli diretti verso l’oasi di Ripa Bianca. A proposito di CRAS, prima si parlava di potenziarli e di farli partire e poi ci ritroviamo a mettere delle postazioni di caccia, diciamo che è un po’ un controsenso.
Chiedo quindi ai membri di questa Assemblea di votare a favore di questa mozione che impegnerà il Presidente e la Giunta ad attivarsi tempestivamente affinché venga valutata un'eventuale ricognizione e verifica delle possibili criticità per tutti i casi, non solo questo dell’area di Falconara, nelle altre province, con criticità simili o da approfondire, per evitare di dare la concessione per delle postazioni di caccia in zone dove la Regione Marche punta molto anche dal punto di vista turistico, e vi leggo un passaggio dal sito turismo.marche.it, previsto nel progetto destinazione Marche: “da Falconara Marittima a Chiaravalle per una pedalata all’insegna del benessere in sella alla vostra bicicletta, vi suggeriamo di imboccare la ciclabile che inizia da un’area verde molto suggestiva che si estende per ben 12 ettari di terreno lungo la sponda sinistra del fiume Esino: il Parco del Cormorano. Questa oasi silenziosa rientra nel Comune di Falconara Marittima, a pochi chilometri da Ancona, in direzione nord verso Senigallia. Sarà per voi ciclisti un vero piacere fare una piccola sosta presso i due laghetti incastonati all’interno del Parco per osservare tanti appassionati che qui praticano la pesca sportiva”, e poi dall’altra parte ci ritroviamo una postazione di caccia con il rischio di finire impallinati per la distrazione, incidenti che capitano e possono capitare.
Infine l’Assessore Casini definisce il progetto di ciclovia delle Marche come un progetto che bene sposa l’obiettivo regionale di puntare sulla qualità, sia se si parla di agricoltura o paesaggio, che dei centri storici di mobilità. Il sistema Marche si sta delineando secondo le direttrici che l’amministrazione regionale ha progettato nel suo programma di governo con l’obiettivo di ridurre l’inquinamento, rilanciare le città e promuovere una migliore fruizione del territorio dal punto di vista ambientale, paesaggistico e culturale. Ed il Presidente Ceriscioli dice che nelle Marche si parte con un piano veramente ambizioso: “inoltre siamo capofila nella realizzazione della ciclovia adriatica per i collegamenti a pettine verso l’interno. La Regione sarà a fianco dei Comuni sia nella progettazione che nella realizzazione”.
Quindi capirete i cittadini che frequentano spesso quella zona e che vorrebbero continuare ad usufruire della sua quiete, se poi si raccolgono 900 firme e probabilmente ne arriveranno delle altre, forse qualche preoccupazione questo tipo di appostamento la desta.
Mi auguro che l’Assessore Pieroni faccia una verifica perché, come ho fatto vedere al mio collega, gli atti ci sono, le richieste sono state presentate con tanto di protocollo della Regione Marche, quindi chiedo un approfondimento ed ai miei colleghi di controllare perché in questi casi si rischia di fare il contrario di quello che si vorrebbe magari con una programmazione di progetti volti a migliorare la fruizione di certe zone e la sostenibilità. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Grazie, Presidente. Intervengo sull’interrogazione perché l’Assessore ha dato una notizia non vera, ho qui in mano la domanda depositata e protocollata il 14 marzo 2019, al foglio 20 - particella 91, esattamente quella che ho indicato io. Quindi, quando lei dice che non c’è nessuna richiesta afferma una cosa sbagliata.
Ribadisco che non ha risposto a nemmeno una delle domande che ho posto.
Sollecito nuovamente l'Assessore, primo, ad accertarsi di quello che dice, secondo, a considerare le mie domande come un sollecito, uno stimolo per verificare questi aspetti prima di rilasciare nuove concessioni. Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 514. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Comunicazioni del Presidente della Giunta regionale
“Inchiesta della Magistratura su alcune procedure di affidamento di servizi dell’Asur Marche”

PRESIDENTE. Preciso che a seguito delle comunicazioni non ci sarà dibattito e procederemo con l’ordine del giorno.
Ha la parola, per le comunicazioni, il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. Grazie Presidente. Questa mattina arrivando in Consiglio, lo dico al Consigliere Zaffiri che ha chiesto questa comunicazione, che ovviamente faccio, mi sono rapidamente confrontato con il Presidente del Consiglio regionale su questa eventualità, sottolineando un fatto molto semplice: rispetto a quanto emerso dalla stampa come Giunta non abbiamo particolari informazioni in più.
E' capitato in altre situazioni di avere anche delle informative che esplicitavano alcuni passaggi, in questo caso noi rimaniamo alle stesse cose che avete visto sulla stampa.
La scelta sapete qual è, il massimo rispetto per il percorso che si va ad iniziare, c’è un avviso di garanzia, i Magistrati hanno avviato un percorso, anche probabilmente una procedura che avrà i suoi approfondimenti e, come dico sempre, il Magistrato avrà informazioni che noi non abbiamo e non possiamo giudicare il lavoro che fa la Magistratura sia per un mero aspetto di rapporti istituzionali che, nel caso specifico, per non conoscenza degli elementi che sono in mano al Magistrato.
Nello specifico quello che abbiamo potuto fare è stato dare un’occhiata ai quattro atti che vengono citati anche sulla stampa come punti di riferimento di questi passaggi, un paio anche con il Direttore di Area vasta perché due riguardavano una funzionaria dell’Area vasta e un atto l’Area vasta 3.
Nel guardare insieme a loro gli atti amministrativi, uno, firmato proprio dal Direttore, è un contratto ponte in attesa della gara sull’avanolo, gli ho chiesto: “C’erano alternative?” “L’alternativa è fare la gara, ma il contratto ponte copre proprio il momento in cui si fa la gara”. “Si poteva non avere questo contratto?” “Impossibile perché si bloccherebbero le attività, sono contratti necessari, non sono attività che si possono procrastinare”. “Aveva alternative a non firmare quel contratto ponte?” “No, ho firmato il contratto ponte perché era l’unico strumento, si utilizza in tutti i casi in cui si attende il percorso e l’esito della gara”.
“Nel caso specifico in cui la sua dirigente ha firmato - diceva sempre il giornale - un incarico senza gara?” “Gli atti sono un incarico sul Mepa (mercato elettronico della pubblica amministrazione), è stata fatta la procedura Mepa per individuare l’incaricato, quindi formalmente anche in questo caso un atto che non ha particolare rilievo”.
Ho approfittato della presenza del Direttore e di altri funzionari per guardare anche le altre due situazioni, una riguardava una gara che da gara al massimo ribasso è diventata gara all’offerta economicamente più vantaggiosa. Guardando l’atto le motivazioni sono ineccepibili, nel senso che si sceglie di fare la gara economicamente più vantaggiosa a seguito di una sentenza del Consiglio di Stato, di una singola Sezione, poi a Sezioni ‘unificate’ in cui sottolineava che per quel tipo di attività andavano fatte gare non al massimo ribasso, ma all’offerta economicamente più vantaggiosa per l’altissima incidenza di personale. Quindi chi ha scelto lo strumento della gara economicamente più vantaggiosa ha fatto la scelta coerente con le sentenze del Consiglio di Stato, paradossalmente proseguire su una gara al massimo ribasso avrebbe aperto la strada, anzi l’autostrada, ad ogni eventuale ricorso, quindi anche lì in termini amministrativi un percorso, stando agli atti, preciso.
L’ultima la famosa gara per le pulizie. Leggendo immaginavo fosse una gara chiusa con degli assegnatari, invece ho chiesto e la gara ancora non è chiusa, è in corso e fra una notizia e l’altra è arrivata la sentenza del Tar che ha respinto i ricorsi contro quella gara, difendendo l’atto amministrativo regionale, dicendo che il contenuto della gara andava bene. La gara la fa Suam, non la fa un soggetto diverso, è la Stazione unica appaltante delle Marche che ha avuto questa conferma e che proseguirà l’iter fino all’aggiudicazione, con meccanismi che sono in mano alla Suam (come l’offerta elettronica), secondo gli strumenti e le piattaforme che si usano oggi.
I quattro atti citati, visionandoli sommariamente con soggetti competenti, non c'è riposta, nel contenuto, nella forma, nella scelta dello strumento certamente, alle domande che tutti quanti, immagino, ci facciamo.
Evidentemente, come ho detto all’inizio, gli elementi sui quali è partita la vicenda sono in un’altra sede, non sono nelle carte, non si evincono da scelte rocambolesche, nell’aver scelto un percorso completamente fuori dalla strada ordinaria o in atti non motivati o in scelte incomprensibili perché uniche e ad obiettivo, anziché scelte di carattere generale inquadrabili in fattispecie più ampie.
Gli atti amministrativi sono sostanzialmente a posto nella parte che possiamo vedere e rivedere, sono pubblici, disponibili, visibili, quindi, non avendo gli strumenti che hanno i Magistrati nulla possiamo dire.
Manteniamo un atteggiamento garantista rispetto ai diritti che hanno le persone in rapporto a quello che è lo strumento dell’avviso di garanzia, coerentemente con atteggiamenti che abbiamo avuto in situazioni analoghe.
Seguiremo ovviamente con tutta l’attenzione del caso ogni nuova notizia, informativa, strumento che ci dovesse pervenire anche per avere una cognizione più chiara rispetto quanto segnato dalla Magistratura.
Sono convinto appieno del significato vero di un avviso di garanzia, è un Magistrato che ti comunica che sta indagando su di te e non assomiglia ad un rinvio a giudizio, né ad una condanna, né ad una condanna definitiva, siamo in due mondi completamente diversi, quindi giustamente colloco l’attenzione nostra, le risposte, le scelte che faremo nell’alveo indicato.
E' chiaro che è un invito all’attenzione, ogni volta che si solleva l'interesse della Magistratura sta anche a noi porre una forte considerazione sulle cose che possiamo fare, sulle scelte che possiamo determinare. Non possiamo mettere una cimice a casa di qualcuno per capire meglio quello che sta dicendo, non sta nei nostri compiti, non sta nelle nostre possibilità né mie, né della Giunta, né della struttura tecnica.
Questo è quello che ho potuto rilevare, capite molto poco rispetto ai contenuti della vicenda, come è anche naturale che sia. L’invito che ho fatto al Direttore è quello di rendersi disponibile il prima possibile con il Magistrato per chiarire tutto quanto. Se non ci sono situazioni la cosa più semplice da fare, la prima da fare, è chiedere al Magistrato un incontro per poter chiarire ogni posizione ed ogni dubbio che sia venuto a seguito probabilmente di cose che noi non abbiamo in mano e non conosciamo.
Con questo atteggiamento, credo molto chiaro, molto semplice, si colloca l’azione che abbiamo tenuto in questi giorni. Piacerebbe a tutti sapere molto di più, ma di più non sappiamo e tutto quello che ho detto sono le cose che so, senza omissioni, senza nulla togliere alle cose che mi sono note e conosciute dell’intera vicenda.
So che ha fatto sorridere la mia frase, l’ho spiegato anche al giornalista: “Guarda che se lo scrivi non ci crede nessuno”, l’atteggiamento rispetto alle gare è quello di starci molto distante. A qualcuno che mi chiede cosa c’è in quella gara voglio poter rispondere serenamente non lo so perché non l’ho mai trattata né sui contenuti del bando, né su chi partecipa, spesso neanche su chi ha vinto, per dire come sono le cose. Capisco che possa essere poco credibile, ma oggi penso che sia un atteggiamento molto sano e positivo, tenere questa distanza, questa separatezza fra un ruolo politico e un ruolo tecnico amministrativo, ognuno fa il proprio lavoro, si prende le sue responsabilità, porta a casa il percorso.
Quello di cui mi preoccupo, questo è vero, è che le gare si facciano. Il tema posto anche in Giunta più volte è che si facciano le gare perché per me la cosa peggiore è vedere che non si fanno, questo è un altro discorso, quindi l’invito è a farle, a produrle, a metterle in piedi. Anche con la Suam tante volte ci siamo incontrati cercando di trovare le strade per poter fare le gare, ma lì inizia e lì finisce.
Un atteggiamento molto positivo in questo momento per me perché se mi chiedessero a domanda rispondo che non ho idea, neanche di una riga, di quello che c’è scritto in qualunque bando che esce dalla Regione Marche. Penso che sia un atteggiamento molto utile in questo momento oltre che sano sotto il profilo amministrativo.
Ho ricostruito quello che ho potuto in questi giorni proprio per capire con i soggetti informati cosa pensassero degli atti in questione, ecco perché le cose che vi ho detto sono tutte ricostruite ex post, cioè prese in mano dopo, chiedendo giustamente - mi sembrava il minimo da fare - sulle parti visibili alla Regione per renderle chiare, ma in generale l’atteggiamento è altro.
Ovvio che qualunque informazione, novità di rilievo, verrà condivisa con quest’Aula o attraverso gli strumenti di informazione e di comunicazione perché è giusto.
Capisco la preoccupazione di tutti quanti, anche la mia, tutti quanti vorremmo che la situazione si chiarisse quanto prima, questo credo che sia il desiderio condiviso da tutti, quindi l’atteggiamento sarà di fronte a qualunque informazione di rendere esplicito quello che si viene a sapere.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. Vorrei chiedere se è ancora in vigore l’articolo 62 del Regolamento interno.

PRESIDENTE. Si.

Romina PERGOLESI. Perfetto, allora, ai sensi dell’articolo 62 chiedo di poter aprire una discussione sulla comunicazione del Presidente.

PRESIDENTE. Forse non ha letto bene l’articolo 62: “Il Presidente, valutate le circostanze, può aprire una discussione o fissare una seduta apposita”, io non apro la discussione, come ho già detto all’inizio.

Romina PERGOLESI. Presidente, finisco il mio intervento, se posso.
Il comma 2 dell’articolo 62 prevede: “Il Presidente valutate le circostanze anche su richiesta di un Consigliere - è quello che sto cercando di fare, se mi fa finire di parlare - può aprire una discussione, ovvero può fissare una seduta apposita proponendo ove occorre una modifica del programma del calendario dei lavori. Nel corso della discussione sulle comunicazioni della Giunta regionale ciascun Consigliere può presentare proposte di soluzione da sottoporre all’approvazione dell’Assemblea”. Questo stavo provando a fare, se me lo consente, perché se è vero che molti dei documenti sono sotto sequestro è anche vero che sulla base del Piano anticorruzione dell’Asur, che mi sono andata a leggere questo fine settimana, c’è una serie di dispositivi e di autotutele da parte degli organi competenti e anche la possibilità di tutelare il dipendente che segnala, quindi, mi chiedo se il Presidente magari può fare un approfondimento e farsi dare questo tipo di atti, così magari, oltre alla regolarità del bando, può verificare se per altri bandi o per altre aziende ci sono dei bandi che sono stati fatti in maniera poco conforme alla normativa. Grazie.

PRESIDENTE. Su questo il Presidente ha già dato segno di assenso chiaro, quindi procediamo.

Mozione n. 521
ad iniziativa dei Consiglieri Rapa, Pieroni
“Contrarietà alla chiusura sportelli UBI banca per mantenimento livello servizi a cittadini e imprese”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 521 ad iniziativa dei Consiglieri Rapa, Pieroni.
Ha la parola, per l'illustrazione, il Consigliere Rapa.

Boris RAPA. Grazie Presidente. Come gruppo consiliare Uniti per le Marche vogliamo dire no alla paventata chiusura di ulteriori 20 sportelli bancari da parte dei UBI banca, come abbiamo appreso dalla stampa locale qualche giorno fa.
La nostra regione è fatta di tanti piccoli centri e non può sopportare ulteriori riduzioni di servizi a cittadini e imprese, seppur vero che la tendenza dei servizi on line è in crescita, riteniamo che i servizi sul territorio rappresentino anche un servizio sociale, soprattutto quando riguarda la popolazione più anziana ed i piccoli centri.
Pensiamo che debbano essere garantiti i servizi ai cittadini e alle imprese, gli utenti non possono essere trattati come semplici numeri, non ci sono solo le trimestrali di cassa, ma deve essere rispettata la funzione sociale dell’impresa, è bene quindi che la Giunta e il Governo regionale si impegnino a porre in essere ogni azione possibile a scongiurare ricadute negative sia in termini di posti di lavoro che soprattutto di servizi per il nostro territorio.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie, Presidente. Questa mozione del Consigliere Rapa tocca un aspetto importante.
Credo che sia rilevante aprire un dibattito in quest’Aula sulle vicende bancarie che la regione Marche ha subìto passando da Banca Marche a UBI banca. Da notizie che abbiamo dall’interno o dall’esterno di questa banca sembrerebbe, con cognizione di causa, che nella nostra regione sia un raccoglitore economico, di soldi.
Penso non debba esserci soltanto un invito alla Giunta ed al Presidente a fare pressioni e ad utilizzare strumenti necessari affinché si proceda ad avere nel nostro territorio un servizio bancario che risponda alla realtà marchigiana. Cerco di spiegare cosa intendo dire. La realtà marchigiana è fatta da una polverizzazione di imprese, di piccoli artigiani sul territorio e in questo momento UBI banca sta facendo altro, come ho detto raccoglile soldi e non dà servizi. E' inutile che il Direttore di questa azienda comunichi gli interventi di finanza che ha fatto per la nostra regione, purtroppo quei dati non corrispondono al vero servizio perché il servizio è stare vicino alle nostre piccole imprese, aiutarle, dare loro delle risposte positive. Credo che questo manchi, Presidente, ed io la invito con questa mozione del Consigliere Rapa ad intervenire pesantemente su questa banca affinché cambi strategia, per dare un servizio alle 150.000 aziende piccole ed artigiane delle Marche.
Questo manca, c'è una lacuna che spero la Giunta, con questa mozione, recuperi. E’ vero, una cosa è la politica, un'altra è il credito, però la politica deve stare sopra il credito affinché il credito possa offrire un servizio decente al territorio.
Grazie al Consigliere Rapa che ha presentato questa mozione perché effettivamente c’è bisogno nel territorio e nella nostra regione di un cambiamento. Caro Presidente lei deve intervenire con il suo peso di Presidente della Regione, della Giunta, massimo organo, affinché si dia una risposta positiva al territorio. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Grazie Presidente. Per un’informazione e una dichiarazione. L’informazione ahimè getta sconforto su questa mozione che naturalmente voterò, perché già precedentemente ci siamo occupati di UBI banca, avevamo votato una mia proposta una mozione che doveva scongiurare la concentrazione del servizio di informatica: 120 persone da Macerata a Jesi, cosa che è regolarmente avvenuta in barba anche alle agitazioni sindacali e altro, penso anche con qualche perdita di posto di lavoro o con un numero di posti di lavoro in meno dentro quel servizio. Soggetti convinti con il meccanismo delle incentivazioni che alla fine hanno accettato questo trasferimento, pur venendo da realtà dell’entroterra maceratese, molto lontane da Jesi.
La seconda cosa è, proprio alla luce dell’intervento che ha fatto il Consigliere Zaffiri, togliermi la soddisfazione di poter andare anche al di là di quello che lui ha detto in questo momento.
Penso ai tempi gloriosi nei quali la Banca d’Italia era sotto il controllo del Governo, penso ai tempi gloriosi durante i quali gli ignobili Partiti della prima Repubblica controllavano la finanza privata che però, pur con tante distorsioni, pur con le corruzioni, pur con tutto quello che volete, la finalità pubblica ce l’avevano. Eravamo in un regime semi socialista, su questo non c’è dubbio, perché era un intervento dello Stato su campi dell’economia, che il mio amico Don Luigi Sturzo non avrebbe mai apprezzato. Forse lì si era esagerato, però adesso siamo in un punto in cui non abbiamo più voce in capitolo, su niente, il capitale domina in maniera incontrastata ogni vicenda, ogni circostanza e noi possiamo fare tutte le mozioni che vogliamo ma se ne fregheranno ampiamente, se ne fregherà UBI, se ne fregherà la Banca che fra qualche anno da Singapore o dal Liechtenstein, Vaduz, controllerà UBI, e avanti di questo passo.
Credo che la riflessione da questa piccola Regione dovrebbe essere portata un po’ più in alto e qui mi viene voglia di dire: “Viva l’Europa”, perché se l’Europa fosse in condizione di ristabilire un controllo pubblico adeguato e forte sul capitale, perché come singoli Stati non ce la facciamo più, avremmo un futuro, altrimenti siamo cotti.
E' un segnale che diamo, ripeto, più di natura culturale che di natura politica, tanto meno di natura amministrativa perché ogni parola in più che diremo, caro Assessore Pieroni e caro Consigliere Rapa, potrebbe essere individuata come ingerenza e magari qualcuno potrebbe anche trovarci l’interesse privato: “Avete qualche interesse sulla banca?” Perché oggi questo è il clima nel quale dobbiamo muoverci.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Micucci.

Francesco MICUCCI. A conferma di quanto poc’anzi detto dai colleghi, oggi l’interesse degli amministratori di UBI banca sulla nostra regione è quasi che nullo, credo che ormai non ci sia bisogno di alcuna dimostrazione. Sono arrivati a chiudere degli sportelli bancari nell’entroterra maceratese nel momento in cui la situazione di quei luoghi era in piena emergenza con la crisi del sisma, penso che una cartina tornasole migliore o peggiore, a seconda di come uno la guarda, non ci sia. Di questo purtroppo bisognerà farsene una ragione.
Credo che in passato siano stati fatti dei tentativi per sollecitare i vertici, i quali, ripeto, hanno dimostrato con i fatti che l’unico interesse che hanno su questa regione è quello di reperire moneta sonante e di accedere ai risparmi dei marchigiani per poi trasportarli da un’altra parte. Allora ben vengano le iniziative, solleciteremo la Giunta a parlare con chiunque, a fare qualsiasi cosa. Mi pare che il Governo nazionale, che forse ha un peso specifico maggiore rispetto alla Giunta regionale marchigiana, su questo tema sia nullo o quasi, altrimenti non saremo qui a discutere.
E’ evidente che su queste vicende, a cui poco fa ha fatto cenno il Consigliere Marconi, l’impatto della politica sia minimo, facciamolo, è giusto farlo, ma non illudiamoci sulle risposte.
Personalmente e con orgoglio dico che non ho mai avuto nessun conto corrente con UBI banca né con Banca Marche.
Piccole realtà stanno crescendo e stanno cercando di occupare i vuoti enormi che sta lasciando la vicenda di UBI banca e Banca Marche sul territorio marchigiano, è giusto che la politica non si occupi di queste vicende, però può dare un occhio allo sviluppo ed alla realtà perché il sistema creditizio marchigiano ha bisogno del sostegno, vista la realtà di piccole, medie anche e micro imprese di cui è pieno il territorio marchigiano.
Il territorio ha bisogno del sostegno del sistema creditizio che negli ultimi anni è venuto meno, allora io dico guardiamoci intorno, non c’è solo UBI banca, anzi, nel territorio nazionale, nel territorio locale ci sono altre realtà, per quel poco, minimo, che può fare la politica in queste vicende. E’ giusto guardarsi intorno per riscoprire il rapporto diretto tra le piccole banche e il territorio marchigiano, altrimenti aspettare che l’UBI banca di turno si occupi della regione Marche, temo che sia tempo non dico perso, ma un tempo che difficilmente darà i risultati auspicati.
Ripeto, la politica su questo può svolgere, secondo me, un ruolo di relazione, può cercare di sollecitare le realtà locali che ancora esistono a dare supporto, a dare manforte alla realtà imprenditoriale marchigiana e su questo mi auguro che la politica si spenda nei prossimi mesi.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente. Anch’io voglio ringraziare l’Assessore Pieroni ed il Consigliere Rapa per aver presentato questa mozione, per aver posto questo tema all’Assemblea legislativa delle Marche.
Ho già sentito parte del dibattito, ora il Consigliere Micucci, prima il Consigliere Marconi, che addirittura ha citato Don Sturzo.
La situazione è molto delicata, io stesso nel luglio dello scorso anno avevo presentato una interrogazione a cui era stato risposto, in cui ponevo al centro i prestiti bancari al settore produttivo marchigiano da parte dei cinque maggiori gruppi presenti nelle Marche. Oggi non riprendo questo tema, ma a mio avviso è un argomento centrale il sostegno all’economia della nostra regione, all’industria, soprattutto alla piccola impresa, all’artigianato, all’economia turistica, a questa economia diffusa che c’è nel territorio marchigiano. E' uno temi su cui ha fatto bene il Consigliere Micucci a dire che occorre anche un’attenzione nazionale, cioè il ruolo del credito nell’economia.
Con questa mozione, con questi ragionamenti che stiamo facendo, poniamo anche il rispetto delle persone, della regione intesa come entità geografica, come un’entità viva, rappresentata dall’economia, ma soprattutto dalle persone, rappresentata da tante ricchezze.
Voglio citare un fatto, questo me lo ha fatto notare un cittadino a dimostrazione e spero che UBI banca nel frattempo abbia corretto questa cosa, in un suo bancomat qui nelle Marche, ad Ancona, era possibile pagare una multa magari fatta dalla polizia municipale di Bergamo, ma non era possibile effettuare la ricarica di un telefonino, anche se era con Poste Mobili. Spero che abbia corretto perché qui non vedo soltanto il disservizio per il cittadino che deve trovare un altro bancomat, ma se è possibile pagare un servizio rispetto ad un Comune, credo sia possibile pagarlo rispetto anche ad un’istituzione o ad una società, come sono le Poste.
Pongo anche un problema non solo di presenza nel territorio, di mantenimento delle sedi, perché in quelle sedi, lo diceva il Consigliere Rapa prima, non c’è soltanto un fatto economico, c’è una comunità, a volte c'è la distanza, la lontananza con quello che rappresentano i servizi nei territori, ma c’è anche un problema di rispetto delle persone, di dignità delle persone, di dignità dei marchigiani ed anche questo deve stare dentro un ragionamento che non può essere soltanto economico o bancario. Quando si investe in una comunità quella va rispettata.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Grazie Presidente. Velocemente per ringraziare i proponenti e per dire che voterò questa mozione, sapendo però, come ha già sottolineato qualcun altro, che la politica quando entra in una sfera economica ha un potere limitato, nel senso che ultimamente, purtroppo, le banche ragionano, sempre più spesso, solo ed esclusivamente dal punto di vista economico-finanziario, quindi mantengono le sedi dove c’è una certa convenienza ed una certa utenza e le chiudono dove queste vengono a mancare.
Ultimamente il fenomeno è cresciuto anche con lo svilupparsi del servizio banking on line, molti utilizzano questo strumento per cui la sede fisica diventa economicamente poco conveniente mantenerla, ma se si ragiona solo da questo punto di vista, cosa che ovviamente non condivido. Ragionando in questa maniera i territori che quasi sempre sono penalizzati sono quelli dell’entroterra perché può ancora convenire mantenere una sede su una città della costa, ma è chiaro che non è remunerativa una sede in un piccolo paesino dell’entroterra, quindi, per la banca che ragiona in questa maniera, ripeto che non condivido, non è opportuno mantenerla aperta.
Come ha detto qualcuno le banche dovrebbero favorire il territorio, non dovrebbero fare solo finanza, ma preoccuparsi giustamente anche delle imprese, dello sviluppo del territorio, ecco perché un’attenzione maggiore è giusto che venga richiesta loro da parte della politica.
Mi auguro che il nostro appello venga ascoltato anche sapendo che le nostre richieste probabilmente cadranno nel vuoto, però è giusto provarci e per questo voterò la mozione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Brevemente per riprendere, se possibile, un concetto che è estremamente importante in questa discussione prima che la chiuda l’Assessore.
Sono un fautore forzato del concetto che la politica deve intervenire sugli istituti di credito per fare in modo che si creino le condizioni in questa regione per avere una banca di credito marchigiana, questo è il problema!
Rispetto ad altre Regioni abbiamo un tessuto economico che è fatto di 150/160 mila aziende, partite Iva, artigiani, questo è il tessuto marchigiano, qui bisogna dare una risposta, qui la politica deve intervenire pesantemente perché noi abbiamo degli istituti di credito locali, e si vede dai fatti, che si vogliono collocare nelle Marche, che si stanno espandendo, altri potrebbero espandersi, senza fare nomi, perché sono economicamente forti, quindi la politica deve chiedere con forza una risposta alle 160 mila imprese marchigiane che chiedono aiuto per il territorio e per il credito. Questo è il problema e riguarda l’Assessore all’industria, all’artigianato, all’economia, è il ruolo del Presidente perché in questo momento ci sono loro. Il ruolo istituzionale io lo vedo in questo contesto, ecco perché la mozione del Consigliere Rapa deve avere una forza maggiore, il problema di fondo è non rimanere fuori dalla discussione, ma pesantemente incidere perché questo è il problema.
L’UBI banca è grande, solo con questo metodo possiamo fermarla, non possiamo andare là a chiedere o ad elemosinare, non otterremo niente. Costruiamo una cosa nuova, un’alternativa per il territorio, che è diverso rispetto ad altre Regioni. Questo è il problema di fondo, se la apolitica recepisce queste cose probabilmente si risolverà anche il problema di UBI banca, che si dovrà mettere in concorrenza con altre banche che sul territorio offrono un servizio diverso. Bisogna creare un problema, altrimenti possiamo bussare con i piedi alla porta di UBI banca, invece credo che dobbiamo creare un progetto politico, economico per il nostro tessuto imprenditoriale delle Marche, prima c'era e dava delle risposte ai nostri imprenditori ed ai nostri artigiani, glielo dava senz’altro, lo posso dire con forza rispetto a quanto fa UBI banca.
Dobbiamo creare questo nel territorio marchigiano, la politica deve costruire questa realtà, l’esecutivo ha la forza politica di chiederlo, secondo me, deve farlo e mettersi in moto perché si creino queste condizioni. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Vorrei fare mente locale, qui siamo come Gabriel Garcia Marquez in “Cronaca di una morte annunciata”.
Veniamo dal fallimento di Banca Marche che si è avuto perché si è esposta troppo verso determinati clienti, che poi sono saltati per aria, che sono stati finanziati a rischio con dei meccanismi da cui la politica non era avulsa, abbiamo visto che la banca è stata costretta a coprire in maniera eccessiva i crediti, che erano a rischio, per cui quando è stato il momento di chiedere la liquidità per l’aumento di capitale, questo non c’era ed è stata commissariata.
Il meccanismo lo conosciamo, c’è stata una Commissione di inchiesta, è stato messo nero su bianco, noi avevamo detto che sarebbero arrivate le ripercussioni negative anche sui dipendenti, detto fatto, sono passati tre anni ed ecco quello che sapevamo.
Quando la politica mette lo zampino su queste cose fa dei macelli, i Governi che hanno azzerato i risparmi dei risparmiatori marchigiani non è certo l'attuale, che anzi ha ricacciato fuori i soldi per rifondere in parte, quindi, per favore, un attimo di onestà intellettuale.
Avevamo una banca del territorio che è stata gestita come sappiamo, aperte anche a livello giudiziario tutte le cose del caso, i meccanismi li abbiamo svelati, adesso piangiamo sul latte versato ben sapendo da anni che stavamo andando su questa strada. Di chi ancora invochiamo l’intervento? Chiaramente come politica abbiamo le armi spuntate, ne prendiamo atto.
Vuoi votare contro una mozione che vuole difendere i lavoratori? Certamente no, però sappiamo che purtroppo ha il valore che ha, perché veniamo da un pregresso che non dobbiamo scordare, che non dobbiamo mistificare, che bisogna tenere saldo in mente per le azioni future dato che il disastro che è stato fatto nel centro Italia con le quattro banche lo conosciamo. C’è ancora la gente che chiede i suoi soldi che il Governo precedente ha azzerato. I buchi che c’erano in Toscana li conosciamo, vogliamo andare al nord? Ci sono altri esempi. Ci sono i comitati dei cittadini che hanno fatto giustamente il diavolo a quattro per riavere i soldi che avevano messo da parte, ora, non facciamo le vergini e apriamo questo discorso ex novo, è purtroppo la conseguenza, che conoscevamo, dopo il disastro che è stato combinato anche a livello politico negli anni passati.
Questa mozione si può anche votare, come si fa a non votarla? E' chiaro, però inquadriamola, purtroppo, come l’ultimo atto scontato e doloroso del macello che è stato fatto negli anni scorsi.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, l’Assessore Pieroni.

Moreno PIERONI. Grazie Presidente. La nostra mozione vuole dare un input nel tenere conto delle varie problematiche ci si stanno creando sul territorio, soprattutto rispetto a questa banca che, come abbiamo detto e scritto, sta soltanto prendendo senza riconoscere niente al territorio.
Capisco che il Movimento 5 Stelle o le forze di opposizione siano dispiaciute perché questo atto l’hanno presentato gli altri, però, Consigliere Fabbri se ne faccia una ragione.

(interrompe il Consigliere Zura Puntaroni)

Moreno PIERONI. Ho sentito il Consigliere Fabbri dire: “La votiamo giusto perché la vogliamo votare” …

(interrompe il Consigliere Zura Puntaroni)

Moreno PIERONI. Siamo nel regno del nulla perché vogliamo parlare del nulla, ma tutti quanti sappiamo che nella vicenda di Banca delle Marche, caro Consigliere Fabbri, che tutti abbiamo vissuto tutti in prima persona, chi come Consigliere regionale, chi come cittadino, chi come imprenditore, la politica c’è entrata poco, lì sono entrati soltanto gli amici degli amici - gli amici degli amici erano amici degli imprenditori e a ben guardare nessuno politico è stato indagato - ed ora sono stati indagati e vedremo come andrà a finire, spero che paghino. Se ci fosse stato un politico probabilmente, a quest’ora, sarebbe in carcere, mentre questi stanno tutti gironzolando per l’Italia, con tutta una serie di verifiche.
Invece di accusare sempre è giusto anche dire che le responsabilità sono di chi ha gestito in quel momento i Consigli di amministrazione di Banca delle Marche, in tutti quegli anni, non negli ultimi, e che ha finanziato gli amici degli amici, mentre tutti sappiamo che i piccoli artigiani, i piccoli imprenditori dovevano fare fidejussioni bancarie, di tutto e di più.
Credo che anche qui dobbiamo essere corretti e non cercare ogni volta di prendere l’applauso, parlando di politica come se ci fosse sempre, in questo caso non c'era.
Penso che ora sia giusto ritornare a riflettere, senza dimenticare che questo Governo, rispetto a quello di prima, che secondo me non ha fatto bene sulla vicenda delle banche, e lo dico con grande chiarezza, non ha cambiato l’approccio perché, come sappiamo, ha ripetuto la stessa normativa, la stessa legge, che i precedenti Governi avevano fatto, creando anche in questo caso, e l’abbiamo visto non tanti mesi fa, quante polemiche e quanti fischi. Questo Governo quando si è presentato in alcune realtà ha riportato la stessa normativa, le stesse procedure fatte dal vecchio tanto criticato, e giustamente anche su questo ha perso il consenso.

(interventi fuori microfono)

Moreno PIERONI. Non mi sembra, a parole li avete dati, vedremo quando arriveranno concretamente, ad oggi non è arrivato niente a nessuno, come tante altre questioni, come il reddito di cittadinanza.
Sul reddito di cittadinanza nelle Marche presenterò un’interrogazione ed una mozione, poi vedremo quanti e quanto hanno preso e che situazione ha segnato dal punto di vista sociale. Mi avete ricordato una bella cosa, presenteremo una mozione. Bene! E' necessaria.

(intervento fuori microfono)

Moreno PIERONI. Povertà dello 0,0001% rispetto alle promesse …

(intervento fuori microfono)

Moreno PIERONI. E' stata curata, poi ne parleremo di questa cosa.
Detto questo, torniamo alla mozione. Capisco che fa male quando vengono toccati alcuni tasti, alcuni nodi, perché quando si sta all’opposizione si spara sempre, poi quando si governa si prendono gli schiaffi, avendo un alleato che ve ne dà altrettanti, eppure continuate a governarci insieme, vedremo con che percentuale arriverete alla fine.

(intervento fuori microfono)

Moreno PIERONI. E' un problema. Ha ragione è meglio non ricordarlo, meglio essere silenti, fa comodo così.
Tornando alla questione della banca, credo che sia importante dire che l’UBI sta soltanto, e qui debbo dare ragione al Consigliere Zaffiri, arraffando nelle Marche perché chiude solo sportelli, licenzia e non ha nessuna voglia di gestire e di seguire la questione delle imprese, del sociale ed altro.
Spero che la stampa, che è presente, dia il giusto risalto a questa mozione che credo sarà votata da tutti perché dobbiamo far capire ai nostri concittadini, ma soprattutto all’UBI, che non può essere una banca che arraffa e porta al nord.
Oltre a questa mozione, credo che sia importante ed interessante capire un’altra cosa come messaggio politico, l’UBI, se non sbaglio, gestisce la tesoreria della Giunta, anche qui cominciare a capire se ci sono le normative e le condizioni per toglierla, non so se sarà semplice, non so se sarà facile perché poi c’è una gara e altro, però penso che un messaggio forte debba essere dato. L’UBI non può pensare che le Marche siano terra di conquista e nient’altro, anche perché ci sono tante banche territoriali, ad esempio le Bcc, alcune Casse e altre che si stanno impegnando per tutelare l’imprenditoria ed il commercio.
Un segnale va dato alle nostre banche locali, che si stanno impegnando, e a chi cerca solo e soltanto di arraffare.
Questa mozione, con tutta la consapevolezza che abbiamo, è fortemente politica e vuole tenere alta l’attenzione su quello che sta facendo questa banca, che è entrata nelle Marche dopo le vicende di Banca delle Marche, teniamola sempre alta e vedremo se la gestione della tesoreria è obbligatorio lasciarla a loro oppure se ci sono le condizioni per cominciare a toglierla, visto che non fa niente per la nostra regione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Chiedo la votazione per appello nominale.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 521. La pongo in votazione.
Favorevoli: Biancani, Bisonni, Bora, Busilacchi, Carloni, Casini, Celani, Fabbri, Giacinti, Giancarli, Malaigia, Marconi, Marcozzi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Pieroni, Rapa, Sciapichetti, Talè, Urbinati, Volpini, Zaffiri.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 15,15