Resoconto della seduta n.139 del 10/12/2013
SEDUTA N. 139 DEL 10 DICEMBRE 2013

La seduta inizia alle ore 10,40

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Colleghi buona giornata, dichiaro aperta la seduta n. 139 del 10 dicembre 2013.
Comunico che sono state presentate le seguenti proposte di legge regionale:
n. 377 in data 3 dicembre, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale 2014 e pluriennale 2014/2016 della Regione Marche. (Legge Finanziaria 2014)”, assegnata alla II Commissione assembleare in sede referente, alle Commissioni I, III, IV, V e VI per l'espressione del parere di cui all'articolo 68 del Regolamento Interno, al Consiglio delle Autonomie Locali ai sensi dell'articolo 11, comma 2, lettera a) della legge regionale n. 4/2007 e al Consiglio dell'Economia e del Lavoro ai sensi dell'articolo 4, comma 1, lettera b) della legge regionale n. 15/2008 ;
n. 378 in data 3 dicembre, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Approvazione del bilancio di previsione per l'anno 2014 ed adozione del bilancio pluriennale 2014/2016”, assegnata alla II Commissione assembleare in sede referente, alle Commissioni I, III, IV, V e VI per l'espressione del parere di cui all'articolo 70 del Regolamento Interno, al Consiglio delle Autonomie Locali ai sensi dell'articolo 11, comma 2, lettera a) della legge regionale n. 4/2007 e al Consiglio dell'Economia e del Lavoro ai sensi dell'articolo 4, comma 1, lettera b) della legge regionale n. 15/2008;
n. 379 in data 6 dicembre, ad iniziativa dei Consiglieri regionali Cardogna, Binci, Malaspina, Marinelli, Ciriaci, Eusebi, Bucciarelli, D'Anna, Ricci, Camela, Massi, Pieroni, Latini, concernente: “Istituzione, disciplina e promozione degli ecomusei d'interesse regionale”, assegnata alla I Commissione in sede referente, trasmessa alla IV Commissione per il parere ai sensi dell'articolo 68 del Regolamento Interno, al Consiglio delle Autonomie Locali ai sensi dell'articolo 11, comma 4 della legge regionale n. 4/2007 e al Consiglio Regionale dell'Economia e del Lavoro ai sensi dell'articolo 4, comma 1, lettera c) legge regionale 15/2008;
n. 380 in data 6 dicembre, ad iniziativa del Consigliere Trenta, concernente: “Norme sulle misure di prevenzione e protezione dai rischi di caduta dall'alto da predisporre negli edifici per l'esecuzione dei lavori di manutenzione sulle coperture in condizioni di sicurezza”, assegnata alla IV Commissione in sede referente e trasmessa al Consiglio Regionale dell'Economia e del Lavoro ai sensi dell'articolo 4, comma 1 lettera c) della legge regionale n. 15/2008;
n. 381 in data 9 dicembre, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Disposizioni in materia di manutenzione dei corsi d'acqua”, assegnata alla IV Commissione in sede referente e trasmessa al Consiglio delle Autonomie Locali ai sensi dell'articolo 4 della legge regionale n. 4/2007.
Sono state presentate le seguenti mozioni:
n. 602 del Consigliere Latini “Salvaguardia del reparto di Neurologia dell'Ospedale di Jesi”;
n. 603 dei Consiglieri Perazzoli, Romagnoli, Traversini, Eusebi, Ortenzi, Massi, Marangoni, Bellabarba, Sciapichetti, Giancarli, Badiali “Medicina sportiva”.
Il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le seguenti leggi regionali
in data 25 novembre:
n. 40 “Approvazione dell'intesa tra le Regione Umbria e la Regione Marche concernente il riordino dell'Istituto zooprofilattico sperimentale dell'Umbria e delle Marche”;
n. 41 “Interventi per il sostegno delle azioni di prevenzione della produzione dei rifiuti solidi urbani e modifica alla legge regionale 20 gennaio 1997, n. 15 “Disciplina del tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti solidi”;
n. 42 “Modifica alle leggi regionali 28 dicembre 2011, n. 28 “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale 2012 e pluriennale 2012/2014 della Regione. Legge finanziaria 2012” e 27 dicembre 2012, n. 45 “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale 2013 e pluriennale 2013/2015 della Regione legge finanziaria 2013”;
n. 43 “Modalità di esercizio delle medicine complementari”;
in data 29 novembre:
n. 44 “Assestamento del bilancio 2013”.
Hanno chiesto congedo i Consiglieri Ciriaci, Latini, Carloni e l'Assessore Viventi.

Sull'ordine del giorno

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Perazzoli.

Paolo PERAZZOLI. Voglio chiedere l'iscrizione della proposta di legge n. 365 del 2013 “Istituzione di un nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Colbordolo e Sant'Angelo in Lizzola, ai sensi dell'articolo 2, comma 1, lettera a)". I Comuni ci hanno chiesto di far partire la fusione a marzo, cosa che non è possibile, quindi, per gli adempimenti necessari e per poter partire il primo gennaio dobbiamo approvarla il prima possibile
L'abbiamo esaminata in Commissione, quindi, se oggi la possiamo approvare ...

PRESIDENTE. Va bene. Comprendo che, oggettivamente, ci sono dei tempi molto ristretti. E' l'Aula che si deve esprimere su questa come su un'altra proposta a maggioranza dei due terzi dei votanti, anche se credo che su questo non ci saranno problemi perché si comprende, come le scadenze amministrative che ci sono e quant'altro, ci obbligano a dei tempi forzati.
Ha la parola la Consigliera Foschi.

Elisabetta FOSCHI. Come è stato anticipato nella Conferenza dei Capigruppo dal Consigliere Massi, chiedo l'iscrizione e la discussione, se possibile in data odierna, della mozione n. 593 …

PRESIDENTE. Non la voglio interrompere Consigliera, non abbiamo traccia di questa mozione, non è …

Elisabetta FOSCHI. E' la n. 593 del 2013 …

PRESIDENTE. Non è iscritta all'ordine del giorno e neanche fra le comunicazioni …

Elisabetta FOSCHI. Mi dicono che c'è …

PRESIDENTE. Chiedo al tavolo tecnico se è cambiato qualcosa?

Elisabetta FOSCHI. La mozione n. 593 presentata il 25 novembre.

PRESIDENTE. Come? Me la fate vedere per favore? Nella Conferenza dei Presidenti mi è stato detto che non c'era traccia di questa mozione!

Elisabetta FOSCHI. Tutto a posto?

PRESIDENTE. Non è fra le comunicazioni, allora è all'ordine del giorno? Scusate se è vecchia deve essere stata comunicata … se l'Aula è d'accordo ... Va bene, perfetto, Consigliera Foschi.

Elisabetta FOSCHI. Grazie.

PRESIDENTE. Mozione n. 593, in più c'è la richiesta del Consigliere Perazzoli. Poi ci sono le richieste del Consigliere Cardogna di anticipare, rispetto alle interrogazioni e alle interpellanze, il punto 3 e della Giunta di iscrivere all'ordine del giorno odierno la proposta di legge n. 381, concernente: “Disposizioni in materia di manutenzione dei corsi d'acqua”.
Io farei questa proposta, salvo poi il potere dell'Aula, metterei al primo punto la proposta di legge n. 381 quella che, in modo semplice, chiameremo 'manutenzione dei corsi d'acqua'; al secondo punto, come richiesto dal Consigliere Cardogna, la relazione, poi venendo incontro alla richiesta della Consigliera Foschi, metterei al terzo posto la mozione n. 593, no, scusate, abbiate pazienza, al primo punto la proposta di legge n. 381, al secondo punto la relazione del Consigliere Cardogna, al terzo punto la proposta di legge n. 365 sulla fusione dei Comuni e al quarto punto la mozione n. 593, per poi riprendere dalle interrogazioni e interpellanze.
Propongo - mi sto consultando con l'Assessore, perché la proposta di legge n. 381 è ancora in discussione in Commissione - considerato che ci deve essere l'accordo dell'Aula sulla proposta che ho fatto, ma vedo dei segni di dissenso, per cui non siano tutti d'accordo, che su ogni proposta il Consiglio voti. E' chiaro che per l'iscrizione d'urgenza bisogna avere la maggioranza dei due terzi dei votanti, cosa non richiesta per l'anticipazione dal punto 3 al punto 2 che richiede la maggioranza semplice.
Sulla mia proposta di mettere al primo punto la proposta di legge 381, c'è qualcuno che vuole intervenire? Il Consigliere Bucciarelli ed il Consigliere Natali, fra l'altro, in questo caso, ci possono essere un intervento a favore ed uno contro.
Ha la parola il Consigliere Bucciarelli.

Raffaele BUCCIARELLI. Voglio chiedere scusa al Presidente Spacca per i toni usati prima in Conferenza dei Presidenti dei Gruppi, non è mio costume aggredire gli interlocutori, neanche verbalmente, ma questa proposta urta la sensibilità, credo, di tutti i marchigiani che sono accomunati da una sorta di malessere rispetto a quello che è avvenuto con le ultime esondazioni, però credo veramente in quello che ho detto, Presidente, e cercherò di spiegarlo al Consiglio.
Questa proposta di legge che oggi la Giunta ci chiede di approvare è una presa in giro nel metodo e nel merito ed è inaccettabile sul piano politico. Perché dico questo? Perché c'è una legge che noi abbiamo approvato e per l'attuazione, per l'elaborazione delle linee guida la Giunta regionale ha avuto tredici mesi di tempo e in tredici mesi non ha fatto assolutamente niente, rendendo la legge inapplicabile, con i risultati che abbiamo visto, con le inondazioni.
La Giunta poteva intervenire prima, poteva mettere il territorio nelle condizioni di realizzare progetti di difesa dei fiumi, perché era previsto tutto e oggi si dice approviamo una legge che metta le Province nelle condizioni di operare, quindi, si scarica sulle Province.
Prima che le Province possano redigere, approvare i progetti e renderli esecutivi, passerà più o meno lo stesso tempo con il quale questo Consiglio avrebbe potuto approvare la legge quadro del governo del territorio, se ne avesse volontà e ci fosse veramente il desiderio politico di realizzare cose per il territorio.
Per questo dico che questa legge è inutile, non serve, basta mandare avanti speditamente, in modo serio, la legge sul governo del territorio ed arriveremo con gli stessi tempi.
Non dimentico che parlando di ambiente, la responsabilità politica, Presidente, questo glielo devo dire per lealtà di rapporti, è tutta sua, perché in tre anni lei ha cambiato tre Assessori all'ambiente, tre ne ha cambiati, ma il territorio è sguarnito, nessuno può intervenire per la salvaguardia dei fiumi e chi sta intorno a lei, la maggioranza, è complice di questa realtà.
Ora si scarica, ricattandolo, sul Consiglio regionale: ‘approvate velocemente questa legge’, interpretando e facendo leva sul giusto malcontento, sulla disapprovazione dei Sindaci che sono qui presenti che saluto ed ai quali esprimo solidarietà.
Non è corretto questo modo di fare politica, anzi insulta le istituzioni, e non fa emergere l'incapacità di questa maggioranza di prendersi le proprie responsabilità.
Si dice gli uffici non rispondono, non operano a tempo, si cambino i responsabili degli uffici! Se no che siete andati a fare a votare domenica. Se eravate tutti convinti che c'è bisogno di cambiare dovevate farlo prima, oppure continuate a dire una cosa ed a farne un'altra.
Queste cose le sento, non riesco a parlarne senza quel minimo di passione che deve animare chi fa politica e, soprattutto, chi ha intenzione di prendersi le responsabilità nei confronti di tutte quelle donne e quegli uomini marchigiani che ad ogni temporale un po' più forte vanno in apprensione e si preoccupano.
Oggi si dice dobbiamo intervenire, facciamolo, ma facciamolo seriamente, assumendoci ognuno le proprie responsabilità. Per questo io voterò contro, tra l'altro, e concludo, non c'è bisogno di tutta questa fretta, questa mattina è stata convocata la Commissione, alle 10,00 doveva iniziare il Consiglio regionale, pensate che rispetto delle istituzioni che abbiamo. Possiamo trattare questo atto il 18, dopo l'approvazione del bilancio, possiamo farlo con calma, quando i Consiglieri tutti l'hanno discusso e l'hanno visto.
Cosa cambia una settimana? Cosa cambia, se non il desiderio di affermare una prepotenza che è indice della debolezza e dell'incapacità di fare politica.
Non dico no solo ad oggi, ma propongo, e chiedo che venga posto in votazione, che si voti il 18 quando la Commissione e tutti i Consiglieri avranno avuto il tempo per approfondire la legge.

PRESIDENTE. Va bene, grazie Consigliere Bucciarelli. Chiede di intervenire, a favore, il Consigliere Comi. Naturalmente quella del Consigliere Bucciarelli è anche la posizione espressa, nella Conferenza dei Presidenti dei Gruppi, dal Consigliere Natali, lo dico per correttezza in quanto può parlare un oratore a favore ed uno contro.
Ha la parola il Consigliere Comi.

Francesco COMI. Pochissime parole, Presidente, per motivare la necessità dell'approvazione di questo atto e dell’iscrizione al primo punto dell'ordine del giorno.
Il Consigliere Bucciarelli diceva: ‘siamo preoccupati, esprimiamo solidarietà, dobbiamo fare velocemente, ci sono stati troppi errori e troppe responsabilità’, queste parole se non vogliamo che stridano con gli atteggiamenti ed i comportamenti che poi si assumono in Aula debbono corrispondere ad una precisa iniziativa, quella di approvare ora e subito questa legge per, eventualmente, come dice il Consigliere Bucciarelli, superare gli errori che ci sono stati.
Se è vero che siamo tutti d'accordo, se è vero che riteniamo indispensabile questa iniziativa, finiamola con la polemica inutile tra di noi, con il gioco delle parti tra centro destra, centro sinistra, maggioranza e minoranza, approviamo questo atto perché non ha senso rinviarlo di dieci giorni e non vogliamo avere la responsabilità di non aver fatto, anche in questo caso, il massimo che dovevamo fare per evitare ulteriori danni.

PRESIDENTE. Ribadisco che sono necessari i due terzi dei votanti, votazione per appello nominale chiesto a nome del Presidente Spacca e dei Consiglieri Sciapichetti e Badiali.
La proposta è quella di iscrivere al primo punto la proposta di legge regionale n. 381 che recita: “Disposizioni in materia di manutenzione dei corsi d'acqua”, assegnata alla IV Commissione in sede referente e trasmessa al Consiglio delle autonomie locali ai sensi dell'articolo 4, della legge regionale n. 4 del 2007.
Dichiaro aperta la votazione
Favorevoli: Acacia Scarpetti, Badiali, Bellabarba, Bugaro, Busilacchi, Camela, Canzian, Comi, Donati, Eusebi, Foschi, Giannini, Giorgi, Luchetti, Malaspina, Marconi, Marinelli, Massi, Mezzolani, Ortenzi, Perazzoli, Pieroni, Ricci, Sciapichetti, Solazzi, Spacca, Traversini, Trenta.
Contrari: Bucciarelli, Cardogna, D'Anna, Marangoni, Natali, Romagnoli, Zinni.
Astenuti: Nessuno.

(L'Assemblea legislativa approva a maggioranza qualificata dei due terzi dei votanti)

PRESIDENTE. La proposta di legge n. 381 è iscritta al primo punto dell'ordine del giorno.
Consigliere Marangoni se vuole la parola bisogna che la chieda.
Adesso votiamo la seconda proposta. Scusate, se state attenti, la procedura richiede che per iscrivere un atto c’è bisogno del voto dell'Aula, sulla prima proposta l'Aula si è espressa a favore e abbiamo iscritto al punto 1 la proposta di legge n. 381, adesso, su proposta del Consigliere Cardogna, dobbiamo anticipare al punto 2, il punto 3. Dichiaro aperta la votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. Il punto 3 viene anticipato al punto 2.
C’è la proposta del Consigliere Perazzoli di iscrivere d'urgenza, al punto 3, la proposta di legge n. 365 sulla fusione dei Comuni. Dichiaro aperta la votazione.

(L'Assemblea legislativa approva a maggioranza qualificata dei due terzi dei votanti)

PRESIDENTE. La proposta di legge sulla fusione dei Comuni è iscritta al terzo punto dell'ordine del giorno.
Pongo in votazione la proposta della Consigliera Foschi di iscrivere al quarto punto dell'ordine del giorno, prima delle interrogazioni, la mozione n. 593.

(L'Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. La mozione n. 593 è iscritta al quarto punto dell'ordine del giorno, poi si riparte dalle interrogazioni e dalle interpellanze.
Il Presidente della IV Commissione è in Aula? E' in Aula, però, scusate, va bene tutto, ma i Consiglieri devono essere in possesso del testo, quindi, se l'Aula è d'accordo, mentre viene consegnato il testo della proposta di legge n. 381, proporrei, anche perchè non mi pare che non ci siano grandi discussioni, di dare la parola al relatore Consigliere Cardogna sulla relazione "La nuova programmazione europea 2014-2020, metodi ed obiettivi per la redazione dei piani e dei programmi regionali". Siete d'accordo?

Relazione delle Commissioni assembleari VI^, IV^ e III^
"La nuova programmazione europea 2014-2020, metodi ed obiettivi per la redazione dei piani e dei programmi regionali"
(Discussione e votazione risoluzione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la relazione delle Commissioni VI^, IV^ e III^. Ha la parola il relatore Consigliere Cardogna, in tempi accettabili.

Adriano CARDOGNA. Si, Presidente, eventualmente, i Consiglieri possono fare ricorso alla risoluzione che è presente nella loro documentazione.
Due parole per contestualizzare la discussione di oggi: parliamo dei fondi strutturali, dei fondi comunitari per i prossimi sette anni di programmazione. Questo avviene nel momento più basso del gradimento, da parte dei cittadini, non soltanto italiani, di questa Unione, così come la conosciamo. Tant’è che c'è una preoccupazione diffusa e cioè che nelle prossime elezioni europee ci possa essere una montante ondata euro scettica ed anti-europea.
I fondi europei sono fondi, come tutti quanti noi sappiamo, alimentati dai fondi nazionali dei singoli Stati membri che poi tornano nei Paesi di origine, tant'è che qualcuno potrebbe anche chiedersi perché fare questo giro? Perché non tenerseli e spenderli per proprio conto? Tanto più che l'Italia è uno dei Paesi cosiddetti pagatori netti. Ciò avviene con questa modalità perché l'Europa punta a definire ed a costruire le condizioni comuni di sviluppo economico per tutti i Paesi membri, quindi, con questo atto di programmazione possiamo dire che diamo il nostro contributo a costruire l'Europa, almeno quella che desideriamo.
La proposta di risoluzione che viene sottoposta al voto dell'Assemblea legislativa regionale, ad iniziativa congiunta della VI, III e IV Commissione, vuole rappresentare un significativo passo in avanti, dal punto di vista procedurale e sostanziale, rispetto alle consolidate forme di interlocuzione che fino ad oggi hanno caratterizzato i rapporti tra la stessa Assemblea e la Giunta regionale in materia di programmazione comunitaria.
II "punto di responsabilità", rispetto al passato, è costituito dal fatto che, per la prima volta, l'Assemblea legislativa regionale, nel rispetto delle prerogative riconosciute dal vigente assetto normativo, viene messa nelle condizioni di poter efficacemente svolgere un'azione di indirizzo preventivo nel percorso che porterà la Giunta regionale e le sue strutture amministrative a definire, nei prossimi mesi, l'architettura strategica dei Programmi operativi in cui troveranno allocazione le risorse comunitarie assegnate alla Regione Marche relativamente al periodo 2014-2020.
All'inizio di questa legislatura la VI Commissione prese l'impegno di coinvolgere l'Assemblea legislativa tutta sulle questioni europee.
Si tratta di un’attività che ha come obiettivo, in primo luogo, la conoscenza dell'Europa e delle sue istituzioni e, conseguentemente, la partecipazione alla costruzione del processo di integrazione europea, in osservanza di quel principio di sussidiarietà che sta alla base di ogni intervento dell'Unione europea stessa.
Questa Assemblea legislativa ha approvato una delle prime leggi regionali di procedura, la legge regionale n. 14 del 2006, che disciplina la partecipazione della Regione alla formazione del diritto europeo, il recepimento del diritto europeo regola i rapporti tra Giunta ed Assemblea in merito alla definizione dei contenuti dei programmi cofinanziati con risorse europee. Gli indirizzi che rivolgiamo oggi alla Giunta regionale sono un’applicazione di questa legge, per questo motivo è indispensabile riflettere, anche come Assemblea legislativa, sui contenuti essenziali dei nuovi programmi operativi, dando un contributo all'attività di dialogo e di confronto con il partenariato che la Giunta sta svolgendo ormai da qualche mese.
Da Presidente della VI Commissione sto portando avanti, insieme ai miei colleghi, un lavoro teso a rendere il Consiglio regionale partecipe e protagonista anche delle tematiche europee.
Nel corso di questa legislatura la VI Commissione ha costantemente sollecitato il Consiglio regionale rispetto a questo obiettivo, un esempio su tutti, l'esito dei nostri lavori è rappresentato dalla modifica della legislazione europea in materia di IVA, che proprio da qui è partita.
Il contesto di riferimento da cui prende le mosse la presente risoluzione è quello innanzitutto del cosiddetto pacchetto di Regolamenti, che entreranno in vigore dall’1 gennaio 2014, con cui la Commissione europea ha inteso disciplinare la politica di coesione per il nuovo periodo di programmazione 2014-2020. Tale pacchetto legislativo, come è noto, è volto a rilanciare la crescita e l'occupazione in Europa e declina in interventi strutturali gli obiettivi enunciati nella strategia "Europa 2020".
Su tutti e cinque gli obiettivi il nostro Paese è tremendamente in ritardo.
Trova dunque esplicito riconoscimento il riferimento alla dimensione "sociale" della nuova Strategia, al punto di prevedere che almeno il 20% degli stanziamenti del Fondo sociale europeo siano dedicati alla promozione dell'inclusione sociale ed alla lotta contro la povertà, nella nostra Europa, lotta contro la povertà.
Viene altresì rafforzato l'obiettivo trasversale riguardante la tutela e la valorizzazione dell'ambiente, che per la Regione Marche significa mettere al centro della nuova programmazione il territorio e le potenzialità che questo esprime.
Come accennavo, non potevamo non cogliere l'occasione delle linee di indirizzo della nuova programmazione europea e dare un nostro contributo.
L'occasione ci è stata data dalla presentazione a dicembre 2012 del Documento del Ministro per la coesione economica specificatamente dedicato alle aree interne e alle potenzialità del loro sviluppo in termini sociali, ambientali ed economici.
Aree interne che ricordo in questa regione rappresentano più del 50% del nostro territorio.
Per queste ragioni e grazie ai contributi pervenuti dalle associazioni, cui le tre Commissioni avevano deciso di inviare il documento, è oggi possibile ipotizzare ed auspicare che la prossima programmazione europea preveda, anche per la Regione Marche, interventi specifici dedicati alla promozione delle sue aree interne, declinando una visione strategica dalla quale emerga chiaramente la scelta di mettere in relazione fattori di sviluppo e potenzialità differenti, ma in grado di cogliere con efficacia l'obiettivo del rilancio di questi territori e di affrontarne in modo adeguato lo spopolamento e l'impoverimento.
Appare quanto mai pertinente la raccomandazione di inserire nel futuro PSR della Regione anche un sottoprogramma tematico dedicato alle zone montane - opzione questa espressamente prevista dalla proposta di Regolamento FESAR - i cui interventi dovranno essere articolati in una logica di stretta complementarietà con le azioni che troveranno concreta attuazione nell'ambito del programma nazionale per le aree interne, al fine di innescare processi di sviluppo di più ampio respiro.
Sotto questo profilo, la proposta di risoluzione indica alcune priorità/linee oltre a questi due macro temi, macro argomenti, di intervento piuttosto dettagliate, che si fondano sulla necessità di salvaguardare il territorio e di garantirne una costante manutenzione che possa poi determinare, come effetto diretto e pressoché immediato, la creazione di posti di lavoro e la sicurezza per i residenti.
Questa "visione strategica concertata" rappresenta quello che abbiamo definito "punto di incontro di quattro settori - agricoltura, ambiente, turismo e cultura e artigianato - che se adeguatamente integrati e connessi in una logica di filiera rappresentano un reale valore aggiunto favorevole alle popolazioni locali sotto il profilo della creazione di nuova occupazione, della competitività e della sostenibilità.
Prevenzione, adattamento e mitigazione del rischio, cultura in quanto fattore di sviluppo, sostegno all'imprenditoria che resta sul territorio e si innova, sostegno a processi e prodotti finalizzati al risparmio energetico, il turismo come filiera per la valorizzazione del territorio, il sostegno alle iniziative finalizzate alla raccolta, prima trasformazione e commercializzazione del prodotto agricolo, valorizzazione della filiera produttiva ed energetica del legno, strategia della Macroregione Adriatico-Ionica, questi sono i temi che noi sottoponiamo all'attenzione e raccomandiamo all'attenzione della Giunta e dei suoi servizi nella predisposizione dei programmi operativi.
Termino ringraziando coloro che hanno partecipato alle consultazioni, i Presidenti della III e IV Commissione per aver colto l'importanza di questo atto e rivolgo alla Giunta regionale l'auspicio che gli obiettivi in esso contenuti diventino parte integrante della prossima programmazione europea nella Regione Marche.
Da ultimo, ma non per ultimo, ringrazio le segreterie delle Commissioni VI, IV e III per il contributo qualificato che hanno dato alla predisposizione di questo documento. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zinni.

Giovanni ZINNI. Intervengo per dichiarare che mi asterrò su questa proposta di risoluzione perché da un lato apprezzo lo sforzo fatto dalla Commissione, in particolare da quella presieduta dal Consigliere Cardogna, che sicuramente cerca di impegnarsi per individuare fino in fondo approfondimenti attinenti i fondi europei, dall'altro mi sento politicamente molto in imbarazzo perché forse questo Consiglio non lo sa, forse si, forse i giornalisti non ne parlano perché, magari, sono i massimi sistemi che il cittadino vede lontano, ma vorrei ricordare che nel momento in cui l'Italia è in ginocchio, l'Unione europea non ha ancora predisposto nulla della programmazione 2014-2020. Non c'è un bando, non c'è la programmazione di dove andranno a finire le risorse. Tanto che qualunque Regione d'Italia oggi sta facendo la sua finanziaria con un grande punto interrogativo nelle entrate e questo grande punto interrogativo sono i fondi comunitari, perché le uniche entrate certe saranno i fondi comunitari della vecchia programmazione a residuo, mentre sulla nuova programmazione non c'è nulla.
Ora, noi abbiamo due modi per decidere su un argomento del genere, o facciamo finta di niente, siamo un Consiglio regionale di periferia, all'estrema periferia dell'Impero e, quindi, ci limitiamo a prendere ciò che arriverà, oppure credo che sarebbe opportuno che questo Consiglio si lamenti con il Governo nazionale e pretenda che si faccia chiarezza e velocità in Europa sulla programmazione dei fondi 2014-2020 perché è inutile che l'Unione europea chieda, pretenda rigorismo dalle istituzioni italiane, quando noi diamo 13 miliardi di euro l'anno all'Europa e, con la vecchia programmazione, ce ne rientrano 9 miliardi all'anno. Noi dobbiamo fare una finanziaria regionale con tutti gli occhi puntati addosso che ci dicono che siamo sciuponi, spreconi, incapaci, questuanti della politica, facendo finta che l'Europa sia una grande risorsa.
L'Europa sta diventando un pesante fardello ed io mi riprometto di presentare atti che spero, colleghi, avrete la curanza di approfondire, discutere e votare. Lo farò in sede di finanziaria, ponendovi delle riflessioni che vi anticipo, una riguarda la moneta, l'euro, l'altra il ruolo delle Regioni in rapporto anche all'Unione europea. Forse la vera riflessione è che bisogna iniziare a ragionare se sia il caso di tenere in piedi le Regioni in Italia, piuttosto che qualche provvedimento così smart di riduzione degli stipendi, vitalizi, siamo ancora fermi a queste sciocchezze della politica, se una democrazia non si esercita, ma rappresenta un costo, si fa presto, basta chiudere un ente, si chiudono le Regioni e la democrazia si trasferisce ad un altro livello.
Di questo ve ne parlerò in sede di finanziaria la settimana prossima, comunque mi astengo per rispetto del lavoro svolto dal Consigliere Cardogna che è, comunque, persona seria.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Badiali.

Fabio BADIALI. Grazie Presidente, come già detto dal Presidente Cardogna, questi orientamenti rivolti alla Giunta regionale sono il frutto di un lavoro di partenariato che le tre Commissioni, la III Commissione attività produttive e lavoro, la IV Commissione ambiente e territorio e la VI Commissione politiche comunitarie, hanno avviato nel corso del 2013, per arrivare ad individuare alcuni obiettivi strategici per la nostra Regione, al fine della predisposizione dei nuovi programmi regionali cofinanziati con risorse europee.
Da quello che diceva il Consigliere Zinni, un salto di qualità dobbiamo sicuramente farlo, è necessario ed obbligatorio, ma le risorse comunitarie, lo abbiamo sempre detto, sono, saranno le uniche risorse che arriveranno nei nostri territori, perché questa è la sintesi, non ci sono dal Governo nazionale, ma arriveranno dall'Europa.
Si tratta di un’indicazione parziale, sicuramente, che non esaurisce, evidentemente, tutte le possibilità e tutti i contenuti che saranno posti a base dei nuovi programmi, ma indica chiaramente la volontà dell'Assemblea legislativa regionale di essere parte attiva di un processo che riguarda tutta la Regione.
Alcuni aspetti di questi obiettivi sono già stati richiamati e, quindi, non li citerò nuovamente. A me preme sottolineare come dalla nuova programmazione europea ci si aspetti una significativa opera di sostegno e di rilancio del tessuto economico e produttivo della nostra regione, al fine di mantenere l'occupazione del territorio, compensando quella persa e creando nuovi posti di lavoro, forse, in questo momento, può sembrare fantascienza, ma la programmazione è da qui a sei anni, quindi, dobbiamo guardare lontano e puntare su questi obiettivi.
Scorrendo il testo dei regolamenti finalmente approvati, Consigliere Zinni, dal Parlamento europeo nella seduta plenaria del novembre scorso, perciò pochi giorni fa, quindici giorni fa per l'esattezza, emerge chiaramente l'intenzione del Parlamento europeo di far fronte alla crisi economica che interessa tutta l'Europa - non soltanto il nostro Paese, anche se con modalità e intensità diverse, non siamo uguali dalla Grecia alla Svezia - attraverso lo sviluppo e il potenziamento delle risorse naturali e specifiche di ogni territorio.
Il tessuto produttivo della nostra Regione ha saputo manifestare tante eccellenze, grazie alle quali, sono certo, sarà possibile superare anche questa preoccupante situazione di contrazione dell'economia, che poi non è soltanto una contrazione, ma è un cambio di sistema, non è più quello del manifatturiero tradizionale, ma quello del manifatturiero legato alla ricerca ed allo sviluppo che dobbiamo sempre mettere davanti, anteporre, promuovendo un sistema produttivo forse anche più rispondente alle peculiarità e alle grandi potenzialità che le Marche sanno esprimere.
Da questo punto di vista, occorre superare il processo di deindustrializzazione che i nostri territori stanno vivendo, per certi versi e drammaticamente, dando sostegno ad iniziative imprenditoriali capaci di corrispondere a questa sfida con investimenti in innovazione, qualità, ricerca e sviluppo, che siano orientati alla crescita delle nostre imprese sui mercati regionali, ...

PRESIDENTE. Credo che rasenti lo scandalo, io vi ho guardato uno ad uno, il fatto che non c'è nessuno che segua quello che dice il Consigliere Badiali. (…) Va bene ce ne sono due, per favore, però!

Fabio BADIALI. ... sui mercati regionali, nazionali e internazionali.
La proposta di risoluzione propone una serie di priorità strategiche, che ruotano intorno ad alcune parole chiave, queste parole sono: territorio, ambiente, lavoro.
Si tratta di tre obiettivi centrali nel contesto dei nuovi regolamenti europei che possono essere legati tra loro attraverso una programmazione che sappia concentrare le risorse economiche disponibili su un numero circoscritto di priorità e che sappia fare sistema, in modo tale da evitare sovrapposizioni e costruire un quadro di riferimento unitario. Questo passaggio, secondo me, è molto importante perché non bisogna spalmare a 360° tutte le risorse, ma dare delle priorità che siano il sistema trainante di un’economia e di uno sviluppo a livello regionale.
Tra le numerose sollecitazioni ed osservazioni pervenute c'è un aspetto che voglio riportare per concludere questo intervento, che riguarda uno dei nodi forse più difficili da sciogliere quando si parla di pubblica amministrazione: occorre semplificare, fare in modo che tanto i documenti di programmazione quanto le procedure amministrative necessarie per dare attuazione agli interventi siano semplici, siano il più possibile informatizzate, per ridurre il tempo necessario per accedere ai fondi e fare in modo che le risorse arrivino il prima possibile ai beneficiari.
Questo passaggio di sburocratizzare, di rendere più attinente la realtà con la programmazione europea, è una necessità che dobbiamo cogliere nel nostro programma quando lo andremo a scrivere, nel senso che, non possiamo pensare che ad un bando fatto oggi, arrivino le risorse due anni dopo, perché significa che quell'impresa, quell'investimento che oggi serve, fra due anni è vecchio per come cammina il mondo, per come si muove il mondo.
Su questo dobbiamo essere abili ad accelerare questo percorso, a cercare di sburocratizzare il più possibile, anche scrivendo il meno possibile, quello che è possibile, della cosa perché una volta scritto non è più possibile cambiare, quando non è scritto si può chiedere un parere e recepirlo subito.
In passato la complessità dei programmi operativi è dipesa anche dalle norme europee, in questo nuovo periodo di programmazione sembra non sarà così. Questo è sicuramente un aspetto positivo. Perciò sta a noi, non sempre è colpa dell'Europa, essere più accorti, più attenti e più pratici su questa questione. Invito, pertanto, le strutture della Giunta regionale, responsabili dell'attuazione, a porre in essere ogni sforzo affinché le procedure amministrative siano basate sulla massima efficienza e semplificazione.
Ringrazio anch’io, come ha fatto il Consigliere Cardogna, il Consigliere Giancarli e tutti i componenti delle Commissioni competenti, la III, la IV e la VI, che hanno lavorato a questo indirizzo che, ripeto, sicuramente non è completo, ma può servire come base di partenza per una programmazione seria, attenta e, soprattutto, utile e responsabile per i prossimi sei anni allo sviluppo della nostra regione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Trenta.

Umberto TRENTA. Presidente grazie. Colleghi grazie. Finalmente oggi in Aula, grazie al lavoro congiunto di tre Commissioni, si delinea in maniera chiara e puntuale quella che è la programmazione europea e come la Regione Marche, Regione d'Europa, si stia piano, piano, delineando come Regione di riferimento all'interno delle potenzialità che noi riscontriamo nella Macroregione Ionico-Adriatica. Devo dire all'amico Presidente Giancarli, al Consigliere Badiali ed al Presidente Cardogna, che abbiamo quasi ottimizzato con un lavoro d'equipe, insieme, totalmente estraneo ad una politica fumosa, la concretezza di un atto fondamentale per il prosieguo della nostra azione come Regione d'Europa.
La nuova programmazione europea 2014-2020 indica, traccia, in maniera chiara ed inequivocabile, metodi ed obiettivi per la redazione dei piani e dei programmi regionali, ma questo non è un punto di arrivo, cari Consiglieri Giancarli, Cardogna e Badiali, questo è un punto di partenza.
Un punto di partenza che, tempo fa, confidenzialmente sussurrai al Presidente Solazzi, come lavoro di Consiglio, è quello di iniziare quelle procedure che vengono ricomprese, anche se non chiaramente definite, in questa bozza di documento, per un'azione importante grazie alla baricentricità della Regione Marche, all'interno del contesto del lavoro, nella direzione dei diritti umani, inclusivo di quel lavoro che noi dobbiamo necessariamente affrontare avendo due leggi regionali fondamentali: la legge regionale numero 9 del 2002 e la legge regionale numero 30 approvata recentemente nella seduta del 24 settembre 2013 "Limes territori di confine". Cosa significa questo? Significa coniugare la sostenibilità dei finanziamenti attraverso la programmazione interregionale, significa delineare le risorse specifiche di concerto con le altre Regioni straniere, praticamente tutte le Regioni che si affacciano sul bacino mediterraneo, attraverso uno strumento di semplificazione legislativa che rende spicciolo, veloce, necessariamente utile nella velocità di esecuzione, il rapporto tra Regioni.
Tutto quello che vorremmo veicolare attraverso i fondi europei, e parliamo di 800 e oltre risorse economiche, milioni di euro che la regione Europa, nel suo senso più ampio, mette a disposizione della nostra capacità progettuale.
Faccio una piccola riflessione sull'anticipo che è stato fatto in maniera puntuale sui territori marginali, noi oggi sulla strategia della Macroregione Adriatico-Ionica, possiamo addirittura avere i benefici di qualcosa di molto più ampio che è la stretta connessione con l'Onu, perché questo? Perché attraverso il progetto Mar Mediterraneo, mare nostrum, noi abbiamo già dato il là a quello che è il passaggio successivo, 'la promozione ed il consolidamento di una rete tra le Università e gli Istituti di ricerca direttamente connessi con la nostra piccola e media impresa' che è stata sempre vanto della regione Marche, regione al plurale, 'affinché la Macroregione svolga anche il ruolo di protagonista nella promozione della cultura e della convivenza reciproca, dell'unione, delle diversità e della diffusione del tema della pace, prioritariamente attraverso l'associazione Università per la pace'.
Qui, caro Consigliere Giancarli se mi consente, vorrei proprio con lei e con il Consigliere Badiali nonché con il Consigliere Cardogna, ma anche col Presidente Solazzi che riceve lettere in continuazione su quest'argomento, fare un passaggio preciso, lo inseriamo in una bozza, ma caro Presidente siamo poco rispondenti al vero significato dell'internazionalizzazione e attraverso la cultura dei diritti umani si deve passare ad un livello superiore, così come citato in questa bozza, qualcosa direttamente connesso, Presidente Solazzi, con la fondazione premi Nobel per la pace e con l'Onu.
A lei che è Presidente di questo Consiglio regionale è dato mandato specifico urgente affinché dalle parole si passi all'operatività dei fatti e della programmazione.
Nella fase successiva, sulle considerazioni e sul metodo, la massima semplificazione amministrativa delle procedure attraverso schede, caro Consigliere Giancarli, che dovrebbero coinvolgere le migliori risorse che sono il futuro di questa regione e cioè le scuole di ogni ordine e grado. Quindi, coniugare armonicamente il senso preciso di quella che è una proposta di legge, di quella che è una bozza che contiene programmazione europea, attraverso la chiave di progetto europeo, perché se non siamo in grado di fare le schede di progetto con l'ingegneria europea, noi caro Presidente Giancarli, torneremo indietro, risorse importanti che con la tempistica attuale, ieri è già tardi, ci vedono sempre teorici promulgatori di qualcosa che non esiste.
Le nostre imprese hanno bisogno di questo, il welfare ha bisogno di questo, le nuove generazioni hanno bisogno di questo, e noi così abbiamo le mani in pasta sulla direttiva del Consiglio regionale che ci obbliga, chi spinge, verso la programmazione e, quindi, verso le proposte di legge, dobbiamo dare un input veloce, proprio coinvolgendo in questi processi le scuole, il mondo del lavoro, il mondo femminile, il mondo della sanità e quello che è il nostro fare quotidiano.
Tutto ciò premesso, caro Presidente, la legge regionale 30 settembre 2013, numero 30 "Limes territori di confine proposte e progetti condivisi e cofinanziati per lo sviluppo e l'integrazione delle aree di confine", quindi, la necessaria sinergia tra i programmi europei e le linee di sviluppo tracciate dalla politica regionale.
Questo, cari Consiglieri Giancarli, Cardogna e Badiali, dovrebbe essere il menabò fino al 2015, grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Innanzitutto ringrazio per lavoro fatto, a cui ho partecipato come componente della IV Commissione, i funzionari dell'Assemblea ed il Presidente Cardogna che si è fatto promotore di questo documento.
Siamo di fronte ad un nuovo periodo di programmazione, quello del 2014-2020, veniamo da diversi periodi di programmazione passati, e in particolare da quello del 2007-2013. Ciò che è importante in questa fase è fare una grossa valutazione degli effetti del passato periodo di programmazione, perché poi gli ambiti e i settori in qualche modo, sono gli stessi. E' importante prendere spunto dalle esperienze fatte e cogliere quelle che sono le best practice della passata programmazione.
Serve una valutazione ex post del passato periodo di programmazione prima di andare a definire quelli che saranno i settori specifici e le misure specifiche del nuovo ambito. Sono cose ovvie, all'inizio del passato periodo di programmazione ho partecipato alla costruzione del nuovo periodo di programmazione e in alcuni settori, faccio l'esempio di settori che ancora vengono riproposti nel Fesar, come quello dell'innovazione o della creazione di nuovi prodotti, o quello dell'aumento della qualità e della possibilità di riconversione delle nostre piccole e medie imprese, bisognerebbe andare a vedere quali interventi sull'innovazione hanno permesso a nuove imprese di emergere, di creare occupazione e di sviluppare.
Questo perché siamo in una situazione in cui, e viene detto nel documento, bisogna in qualche modo mettere da parte l'intervento a pioggia per azioni non di qualità, ma privilegiare, per esempio, la ricerca e l'innovazione che permettono la nuova occupazione ed anche la riconversione delle nostre piccole e medie imprese in tanti settori che non sono più competitivi ed hanno bisogno di essere trasformati. Quindi, è bene partire da un'analisi dei finanziamenti concessi e degli effetti che questi hanno avuto e concentrarli dove hanno creato più occupazione, dove hanno creato più innovazione.
L'altra questione è quella di promuovere una forte concertazione, un confronto ed una partecipazione dal basso delle imprese, dei territori, dei cittadini, questo perché gli interventi importanti, ad esempio ci sarà una forte valenza nel nuovo periodo di programmazione per quanto riguarda i greening, cioè tutte le misure ambientali che oltre a raggiungere un obiettivo economico per le imprese, soprattutto, nel campo dell'agricoltura, vanno a compensare e ad attivare una multifunzionalità dell'impresa volta a difendere il territorio dal dissesto idrogeologico o a mantenere e rafforzare la biodiversità così importante anche per dare una valenza economico-turistica e di produzione ai nostri territori interni.
E' fondamentale, per esempio, anche cambiare, in parte, la politica del passato periodo di programmazione in campo agricolo, che ha visto privilegiare l'80% degli interventi sul 10-20% delle imprese, nella vana pretesa di rafforzare le grosse imprese affinché queste potessero restare sul mercato e reggere la globalizzazione, ma in un'ottica dei prezzi. Non è possibile che il tessuto produttivo e, soprattutto, quello agricolo marchigiano possa affrontare la sfida della globalizzazione sull'ottica del prezzo più basso, deve reggere sull'ottica della qualità del prodotto, quindi, devono essere valorizzati i prodotti di qualità e anche di nicchia che nelle varie parti del nostro territorio vengono prodotti, ma soprattutto bisogna coinvolgere il restante 80% degli agricoltori perché producano prodotti di qualità difendendo anche il territorio.
Il 20% delle imprese che ha avuto l'80% delle risorse di fatto non sono vere e proprie imprese agricole, sono imprese latifondiste che non gestiscono il proprio territorio, spianano le nostre campagne, non si preoccupano della difesa del territorio, non si preoccupano di fare le canalizzazioni, di lavorare il terreno in maniera tale che il dissesto idrogeologico non si produca, anzi tolgono le siepi e attuano una serie di interventi che va a danneggiare il territorio, quindi, anche le grandi imprese agricole devono, in qualche modo, concorrere alla valorizzazione dei prodotti, alla qualità dei prodotti e all'utilizzo corretto, dal punto di vista idrogeologico, del nostro territorio.
L'altro aspetto importante, e poi chiudo, è quello a cui è stata data una forte valenza in questo documento, riguarda gli obiettivi di carattere sociale:
- il 75% delle persone, di età compresa tra 20 e 64 anni, deve avere un lavoro;
- il 3% del Pil deve essere investito in ricerche e sviluppo;
- la riduzione dell'abbandono scolastico;
- gli interventi contro il rischio della povertà.
Questo documento propone stimoli positivi anche per la nostra regione che si trova in una situazione di difficoltà creata dalla crisi economica. E' compito nostro e della Giunta far si che gli interventi e le risorse siano destinate al miglioramento delle nostre produzioni, alle imprese più virtuose, agli interventi che aiutino i cittadini a fronteggiare la crisi, valorizzando e tutelando il nostro ambiente.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bucciarelli.

Raffaele BUCCIARELLI. Tre minuti, Presidente, per dichiarare il mio voto favorevole a questo documento.
So bene che la Regione Marche non ha una grandissima possibilità di incidere sulla programmazione europea, però caratterizzarla o tentare almeno di caratterizzarla, dando messaggi precisi e cercando di umanizzare l'intervento economico in questo nostro continente, credo sia meritorio, almeno del mio voto.
E' strano, la Germania che domina questa Europa, il paese di Engel, Marx, Marcuse, Horkheimer, Adorno, e chi più ne ha, più ne metta - i più grandi pensatori del novecento erano di lingua tedesca, pensatori e filosofi - avrebbe potuto caratterizzare di più sul piano dello sviluppo umanistico questo nostro continente, invece sta avvenendo il contrario e io credo che noi come Marche, come Consiglio regionale, possiamo dare un contributo affinché dall'Italia rinasca, o almeno tentiamo di far rinascere, un po' il senso della politica, perché quando parliamo dell'Europa non lo dimentichiamo mai, lo diceva adesso con parole sue il Consigliere Binci, noi amiamo pensare agli agricoltori che camminano sui loro campi, ai pescatori che solcano i mari prendendo le risorse necessarie per vivere, a quelle persone che hanno fatto bellissimo questo nostro continente. Li preferiamo alle banche, agli speculatori finanziari, li preferiamo a tutti coloro che vivono del lavoro degli altri. Vorremmo un'Europa più armoniosa e io credo che questo documento, pur rappresentando poco più che un granello di sabbia, sia un messaggio preciso e, per quello che mi riguarda, lo ripeto, avrà il mio voto favorevole.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente, le chiedo scusa di essermi iscritto ora, ma non potevo non farlo, perché sono stato positivamente chiamato in causa.
Voglio ringraziare i Consiglieri Cardogna, Badiali, e rispetto ai molteplici riferimenti del Consigliere Trenta, mi sento di dire che condivido non soltanto quelle che sono le sue idee rispetto al tema Europa e al tema pace, ma anche alla necessità di coinvolgere le Assemblee elettive su questi aspetti.
Pochissime parole perché mi ritrovo pienamente negli interventi dei Consiglieri Badiali e Cardogna, dico soltanto che noi dobbiamo dare valore all'Europa, cioè chi crede nell'Europa deve dare valore, ovviamente non vogliamo l'Europa della finanza, ma vogliamo l'Europa della crescita, vogliamo l'Europa della politica, dei popoli, delle comunità, dei cittadini e credo che sul piano politico non debbo aggiungere altro.
C'è anche un'altra consapevolezza, i fondi europei sono le principali risorse pubbliche, questo lo abbiamo scritto, sulle quali basare lo sviluppo del tessuto economico, sociale, nonché la salvaguardia e la valorizzazione dei territori e dell'ambiente.
A questa impostazione, da un lato l'Europa dei cittadini, dall'altro l'Europa della crescita, credo che il documento approvato dalle tre Commissioni sia di aiuto, di supporto e rafforza anche il ruolo delle Assemblee elettive stesse.
Rispetto a questo presentiamo anche un emendamento perché il confronto non c'è stato soltanto in Commissione, è un emendamento che rinnova l'attenzione per le zone urbane, per uno sviluppo urbano sostenibile, per la riqualificazione edilizia, per l'efficienza energetica degli edifici, e così via. Non lo leggo perché è stato distribuito, ovviamente, chiedo all'Aula di votarlo.

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Giorgi.

Paola GIORGI. Grazie Presidente. Mi sembra doveroso dire due parole innanzitutto per ringraziare il lavoro della VI, della III e della IV Commissione su questa tematica di grande interesse, però voglio anche dare delle comunicazioni che in questo contesto mi sembrano molto importanti, così come richiesto dal secondo punto del dispositivo della risoluzione che ci accingiamo a votare per quanto concerne lo stato dell'arte sull'accordo di partenariato.
Il Governo italiano sta per firmare l'accordo di partenariato con l'Unione europea, è questione di giorni, giovedì scorso si è svolta la Conferenza dei Presidenti delle Regioni, e nel contesto abbiamo discusso del riparto tra le Regioni, ancora non siamo arrivati ad una definizione perché ci sono diverse proposte, vanno vagliate e va, chiaramente, trovata una soluzione che non penalizzi nessuno, nel contesto delle realtà delle Regioni.
Come sapete le Regioni nel contesto europeo sono divise in tre tipologie: le Regioni più sviluppate, le Regioni in transizione e le Regioni meno sviluppate. La Regione Marche fa parte delle Regioni più sviluppate.
Le Regioni più sviluppate, per la prima volta, rispetto alle programmazioni precedenti, avranno anche un piano operativo nazionale. E' la prima volta che le Regioni più sviluppate dovranno dare una contribuzione ad un piano nazionale, sono 2 miliardi di euro che tutte le Regioni italiane sviluppate, le Regioni del centro-nord, daranno a questi Pon nazionali.
Sono stati definiti cinque Pon nazionali: il Pon occupazione, il Pon inclusione, il Pon istruzione, il Pon governance, più c'è un Pon città metropolitane che chiaramente non ricadrà nella nostra regione, perché nel nostro ambito non sono contemplate città metropolitane. Sono solo quattordici le Regioni che accederanno a questo Pon, chiaramente per le altre c'è la compensazione di partecipazione agli altri Pon.
C'è poi un altro progetto, programma del quale si è parlato moltissimo che non rientra però nei Pon, ma è un programma della Commissione comunitaria, ed è il programma della young employment initiative, quindi, un programma specificamente dedicato ai giovani al quale noi dovremmo contribuire con risorse del Fse che però, su richiesta dei Presidenti delle Regioni, saranno risorse già incluse in quei 2 miliardi con i quali noi abbiamo partecipato ai Pon nazionali.
Per quanto riguarda l'agricoltura, FEARS e FEAMP, ci sarà un solo Pon nazionale e ci sarà un interesse particolare, questo credo sia molto importante per quanto riguarda le aree rurali perchè è una tematica molto importante anche per la nostra regione perché chiaramente include tutto il dibattito sulle aree interne, ma soprattutto perché è una tematica che va ad integrare sia risorse FEARS che risorse FEAMP, quindi, questo è un elemento importante.
Parlando di integrazione, oltre alle politiche sui fondi strutturali 2014-2020, voglio dire che noi, come Giunta, ci stiamo muovendo moltissimo nel confronto con il territorio, abbiamo iniziato a luglio, era presente anche il Presidente della VI Commissione ad Ancona, ci siamo poi visti a Camerino in ottobre, e adesso il 19 saremo ad Urbino, sono dei momenti partecipati e molto attivi perché poi entriamo, in maniera precisa, con dei tavoli di lavoro sulle specifiche linee di indirizzo, sui macro temi che dobbiamo porre in essere e, ad ogni incontro, devo dire che arrivano moltissime sollecitazioni da parte del territorio. Ogni incontro diventa un tesoro, un patrimonio acquisito per quello successivo, quindi, il 19 dicembre saremo ad Urbino per il terzo incontro.
Un'altra cosa che voglio dire, integrazione, oltre a tutto il lavoro che si sta facendo, sui fondi 2014-2020 la Regione sta ponendo in essere altre iniziative, stiamo lavorando ad un bando che uscirà tra poco e che ci darà la possibilità di individuare delle specifiche professionalità che, accanto a Svim, potranno lavorare per accedere a quei fondi ai quali noi, non solo come Regione Marche, ma come Stato Italia non riusciamo ad attingere in maniera potente, sono i fondi diretti, ventisette linee di intervento che ci permettono di dare tante risposte alle nostre esigenze, quelle di cui abbiamo dibattuto durante questa breve discussione.
Inoltre stiamo ponendo in essere diversi incontri con Stati, Regioni, poi vi dico perché insisto sul tema delle Regioni, che sono in fase di preadesione alla Comunità europea, come la Serbia o la Croazia che è appena entrata, perché hanno fondi strutturali a disposizione da investire, stiamo anche facendo un'opera di formazione dell'autorità di gestione perché non sono ancora pronte ad entrare nel meccanismo di gestione dei fondi, c'è, quindi, questo lavoro di integrazione che porta ulteriori risorse che noi riusciamo poi ad investire a favore del nostro territorio.
Un'ultima annotazione per quanto concerne il valore delle Regioni, è chiaro che ognuno ha le proprie opinioni, questo è il sale della democrazia, però secondo me le Regioni in questo contesto, anche per le esperienze avute, in questi sei mesi, nell'ambito della creazione di una vera Europa unita, possono avere una grande importanza. Si parla spesso di Regioni e sono, in un tema di sussidiarietà, probabilmente lo strumento più diretto per avvicinare di più l'Europa ai cittadini e creare, veramente, io per lo meno la vivo così, un'Europa dei cittadini.
Per quanto concerne la riflessione del Consigliere Bucciarelli sul tema della forza della Germania, credo che dobbiamo fare una riflessione seria sul tema della Macroregione, perché la Macroregione va a consolidare non solo da un punto di vista economico e sociale, innanzitutto l'origine è quella, quella sociale e culturale su cui si innesta un motore economico, ma può avere anche una grande valenza politica. Ci dobbiamo credere, proprio per spostare l'asse del decisionismo europeo in una parte più a sud anche per animare un po' il motore della creazione di questa Europa latina di cui molte volte si è parlato, quindi lo strumento della Macroregione va vissuto in maniera totale, generale, a 360°, ed io ho visto che c'è un grande contributo di progettualità, di linee di indirizzo anche nel documento della Commissione.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Emendamento 1 a firma dei Consiglieri Giancarli, Cardogna Badiali. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. Emendamento 2 a firma del Consigliere Acquaroli:
"pagina 8, quinta riga, paragrafo 4, dopo la parola artigianato sono aggiunte le seguenti: e commercio".
"Pagina 14, paragrafo 5, dopo la lettera g) è aggiunta la seguente "G bis) valorizzazione del commercio al dettaglio. Per recuperare quella rete di piccole e medie attività commerciali in crisi, anche a causa del proliferare di centri di grande distribuzione, si ritiene utile proporre azioni finalizzate a realizzare una sinergia tra le attività artigianali produttive del territorio delle piccole e medie attività commerciali". questo è l'emendamento, sostanzialmente sarebbero due, però il tema è lo stesso. Lo pongo in votazione.

(l'Assemblea legislativa approva)

Risoluzione così come emendata, la pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 381
ad iniziativa della Giunta regionale
“Disposizioni in materia di manutenzione dei corsi d'acqua”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 381 ad iniziativa della Giunta regionale. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente, intanto voglio scusarmi con i Consiglieri per il fatto che questa proposta di legge è stata licenziata un'ora fa e, quindi, se non considereranno esaustiva la relazione mi scuso in anticipo.
Detto questo credo di poter fare alcune considerazioni, alcune di metodo, altre di merito.
Voglio partire da un ringraziamento, questa mattina in Commissione ho insistito su un concetto che è quello della trasparenza, e debbo dire che rispetto a questo concetto - la Commissione si è riunita alla presenza degli Assessori Giorgi e Malaspina, dei dirigenti, non solo l'Ing. Pompei, ma anche altri dirigenti di altri servizi, come il Dott. Londrillo, nonché della struttura della Commissione diretta dal Dott. Russi - e rispetto alla necessità di un percorso non soltanto certo dal punto di vista legislativo, ma altrettanto sicuro dal punto di vista della costruzione della decisione, quindi, sul piano democratico, voglio ringraziare tutti i Commissari, il Vicepresidente Silvetti, i colleghi componenti della Commissione, i Consiglieri Ricci, Acquaroli, Donati, Marconi, Binci. Siamo riusciti nel metodo a licenziare una proposta con il voto di tutti, ovviamente i voti non hanno espresso lo stesso giudizio sulla proposta, perché c'è chi si è astenuto, c'è chi ha votato contro. La maggioranza ha votato a favore perché altrimenti la proposta di legge non sarebbe arrivata in Aula. Questo è un fatto positivo. Nonostante si fosse trovata di fronte ad una proposta che è arrivata questa mattina, la Commissione territorio ambiente non ha rinunciato al proprio ruolo, è entrata nel merito, ha fatto delle valutazioni, considerazioni diverse, ma su questo c'è stato, ripeto, la partecipazione di tutti.
Ringrazio, quindi, la Commissione nella sua interezza.
Parto dal merito, credo che noi non dobbiamo perdere di vista la legge n. 31 che, per la verità, questa Assemblea ha avuto modo di approfondire già nel tempo, perché a settembre c'è stato il lavoro della Commissione, e ad ottobre del 2011 la IV Commissione ha portato in Aula questo testo, dopo di che, su decisione della maggioranza, non si è andati al voto, c'è stato un rinvio, ma l'anno successivo, nel novembre del 2012 siamo andati all'approvazione della legge. Tra l'altro nell'approvazione della legge c'era anche un emendamento che è diventato legge: "Norma transitoria. La deliberazione di cui all'articolo 2" - ovvero le linee guida - "comma 3, è approvata entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge".
E' passato troppo tempo, era prevedibile che qualcosa potesse verificarsi e, quindi, oggi siamo in presenza di un fatto nuovo, ma siamo anche in presenza, e questo la Commissione lo coglie positivamente, questa mattina lo abbiamo appreso, del fatto che le linee guida sono quasi pronte, sono pronte, tant'è che nella proposta licenziata abbiamo scritto che debbono essere approvate entro il 31 gennaio 2014.
Torno all'articolo 1 della legge n. 31: "Nelle more dell'approvazione della legge organica in materia di governo del territorio e sviluppo sostenibile e nel rispetto dei principi di tutela ambientale, la presente legge detta norme in materia di gestione dei corsi d'acqua ..." e così via. Nelle more dell'approvazione, questo lo considero un fatto importante, se volete strategico, perché noi siamo in presenza di due proposte di legge del governo del territorio, anche qui non siamo più sul sentito dire, 92 associazioni, 9000 marchigiani, hanno firmato una proposta di legge che è già in Commissione e sulla quale abbiamo fatto già l'audizione, e la Giunta regionale ha approvato una proposta di legge. Credo che un atto di tale portata - così come intendiamo costruirlo noi, con il governo organico del territorio nella sua complessità e molteplicità - debba essere costruito con il consenso delle istituzioni locali, delle associazioni, degli ordini professionali, con il confronto di tutti, poi la democrazia chiama chi di dovere ad assumere decisioni, quindi, la sintesi più alta, e si decide. I tempi della partecipazione su queste proposte di legge saranno non soltanto lunghi, sarà una partecipazione vera, reale, non sarà solo un confronto, ma saranno costruite decisioni. Per quanto mi riguarda, l'ho già detto anche fuori dell'Aula, in diverse sedi, sia con gli imprenditori o con gli ambientalisti, credo che non porteremo in Aula questa proposta, prima dell'estate, subito prima dell'estate, proprio perché vogliamo questo tipo di percorso. Non credo che riusciremo prima di luglio, per capirci, giugno, luglio 2014 a portare in Aula questa proposta di legge.
E' giusto che questa legge fatta nel 2012 sulla gestione dei corsi d'acqua torni dentro quell'alveo complessivo di governo del territorio. Non può che esserci un approccio complesso, una visione di sistema, il territorio non è divisibile, non può essere fatto a fette, a strisce, a settori, le politiche debbono essere integrate, tanto più oggi che siamo in presenza di una crisi strutturale che mette in discussione quello che è stato un modello di crescita, di sviluppo finora visto.
Credo che anche il fiume debba essere visto come una spina dorsale di rinascita del territorio e attraverso il fiume favorire forme di autogoverno, di autosostenibilità, di sicurezza ambientale, di crescita dell'economia, quindi, strategie e politiche fluviali. Chi conosce il fiume sa che serve a molte cose, ci sono gli usi irrigui ed agricoli, ci sono quelli fruitivi, quelli ricreativi e quelli domestici. Tra l'altro in alcune forme, anche del nostro Appennino, in particolare nell'alto maceratese, ma anche nell'alto pesarese, sui Sibillini e così via, in questa dimensione Marche, esiste un contro esodo che è il processo di riorganizzazione dei territori abbandonati ed è importante questo fatto.
Credo che il fiume, in qualche modo, vada visto a partire dalla sicurezza, dalla sostenibilità, dalla valorizzazione basata sulla crescita locale dei beni anche culturali, turistici, agricoli, e delle risorse umane che sono nelle valli e lungo i fiumi ed anche oggi, perché no, dalla creazione di reti immateriali.
Attorno al fiume, in qualche modo, occorre avere coraggio, possiamo sviluppare desideri, speranze, conoscenza, sensibilità, consapevolezza sulle sue problematiche, anche come forma di democrazia diretta, ma anche come forme di permeabilità e premialità rispetto all'erogazione dei fondi. Poc'anzi abbiamo approvato un documento per l'Europa e su quel documento per l'Europa ci sono indicazioni precise per tradurre concretamente quello che ora sto dicendo, quindi, è un fatto importante.
Quel fiume che, magari, un tempo era visto come attività legata a discariche, alla rete fognaria o come attività meramente estrattive, non ha spazio dentro questo tipo di ragionamento, dentro questa possibilità, ripeto, di valorizzazione del il fiume e delle risorse umane e materiali che sono lungo i corsi d'acqua.
Dobbiamo ridurre, e questo è lo spirito anche della legge, la frammentarietà dell'azione amministrativa locale e, da questo punto di vista, dobbiamo rendere sempre più incisiva quella che è una attenta politica del territorio e una politica delle acque.
Non cito se non per titoli, ci sono due direttive europee, ma anche più, ma almeno due che di fatto sono di aiuto a quella che è una gestione attenta, anche in termini di risorse finanziarie, penso alla direttiva del 23 ottobre 2000, ovvero il quadro per l'azione comunitaria in materia di acque, ed alla direttiva 2007 n. 60 rispetto a territorio, acque, emergenze, difesa del suolo.
Questa Regione si è data anche alcuni strumenti e questi strumenti dobbiamo renderli coerenti con un'azione legislativa e di governo. Penso al Piano di tutela delle acque, che è stato approvato non in questa legislatura, quindi, parlo con molta serenità, perché fra l'altro non ho partecipato all'approvazione di quel Piano, che considero un fatto importante; penso anche ad altri strumenti, come il Piano di inquadramento territoriale e le le leggi anche urbanistiche che sono state fatte.
Ci sono poi i bacini idrografici, le autorità di bacino, noi in questa regione abbiamo più autorità di bacino, alcune nazionali come quella del Tevere e dell'Arno, altre interregionali, altre regionali e accanto all'autorità di bacino ci sono i bacini idrografici, quindi, c'è questa complessità del governo delle acque.
Vengo ad alcune considerazioni, credo che noi abbiamo la consapevolezza, e arrivo al cuore del problema, riprendendo anche alcuni spunti della relazione che in quest'Aula ho fatto in precedenza, che il fiume non è un museo, ma un ecosistema e in quelle realtà particolarmente sovralluvionate dobbiamo fare in modo che ci sia l'intervento dell'uomo.
Non siamo più nelle condizioni che non ci consentono di toccare nulla, noi dobbiamo prendere atto che - anche se in linea di principio il fiume sicuro è quello lasciato il più possibile in grado di avere una sua dinamica naturale, con ampie golene, con zone di vegetazione fluviale che svolgono da funzione di protezione dall'erosione e di rallentamento delle acque - i mutamenti sono avvenuti e contrastare le cause del rischio idrogeologico, individuando azioni che nel rispetto della normativa, a partire dai vincoli di edificabilità su fasce di pertinenza individuali e prescrizioni di gestione silvocolturali, garantiscano la sicurezza.
Azione rivolte a perseguire da un lato la minore impermeabilizzazione dei suoli, attraverso l'attuazione di pratiche che in agricoltura diminuiscono la corrivazione nei coltivi, dall'altro prescrizioni puntuali sulla sistemazione dei versanti e la ricostruzione di un efficiente reticolo idrografico minore, quello di scorrimento delle acque meteoriche, che non possono essere ridotte a corpi idrici di superfici in condizioni tali da determinare erosioni e così via.
Potrei dilungarmi su quelli che sono i tempi di corrivazione, su quella che è la cura dei boschi, su quello che è il tempo di percorrenza dalla montagna, dalla collina, al fiume, e dal fiume al mare, e la sua funzione di ripascimento che è venuta sempre meno.
Da questo punto di vista credo che ne siamo consapevoli, tra l'altro nella legge n. 31 abbiamo scritto molte cose, su queste cose e su quelle linee guida, che per la verità io non ho letto perché aspetto in questo caso l'atto ufficiale, ci saranno molti spunti e anche molte possibilità di agire nel rispetto del miglioramento dell'ecosistema fluviale, rispetto alle considerazioni di carattere economico, sociale, ambientale, e così via.
La Commissione questa mattina ha licenziato il testo, ha tolto un comma. C'è scritto: "Il nulla osta è rilasciato entro sessanta giorni dal ricevimento del progetto", fin qui va bene, poi c'era scritto: "Decorso inutilmente tale termine il nulla osta si intende rilasciato", abbiamo tolto questa parte, non ci può essere, se questa è la portata, il silenzio assenso, ci deve essere responsabilità ed ovviamente celerità nei tempi, i sessanta giorni sono rimasti.
Come pure abbiamo messo un tempo, per la verità l'avevamo messo anche nella legge n. 31, ma oggi l'abbiamo concordato con gli Assessori e i dirigenti, la data del 31 gennaio 2014 per la presentazione della Giunta.
Se me la consentite una considerazione istituzionale, non personale, ho assistito a qualche fenomeno naturale che ha rischiato a volte di diventare una calamità, ma ne cito uno, nel 2006, quello di Ancona, delle valli dell'Aspio e del Musone. Venne l'allora responsabile della protezione civile il Dott. Bertolaso, con me, allora ero alla guida della Provincia di Ancona, c'era anche il Presidente della Giunta regionale Spacca, ed il Dott. Bertolaso ci disse questa cosa: "Per fortuna che la manutenzione ai corsi d'acqua era stata fatta", altrimenti si poteva pagare un prezzo più pesante perché potevano esserci non soltanto danni materiali e danni alle cose.
Perché dico questa cosa? Perché le Province esistono da tanto tempo - forse, fra un po', non esisteranno più, per lo meno tutti dicono così: il Parlamento, nuovi Segretari di partito, tutti dicono che le Province non esisteranno più - e fino a quando esisteranno hanno e possono avere la possibilità di agire.

Presidenza della Vicepresidente
Rosalba Ortenzi

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Silvetti.

Daniele SILVETTI. Grazie Presidente, facendo seguito alla relazione del relatore di maggioranza, il Presidente Giancarli, ho da fare alcune considerazioni e qualche appunto, partendo da tre principi che io ritengo tali: responsabilità, programmazione ed efficienza.
E' chiaro che l'introduzione non veloce, ma stra veloce di questa proposta di legge che arriva dalla Giunta che ha sostanzialmente, diciamo, chiesto, per non dire imposto alla Commissione di riunirsi questa mattina anzitempo, la dice lunga su quella che in realtà è l'attuale, speriamo momentanea, assenza di programmazione, di strategia e di progettualità in questo delicato settore.
Devo dire che per fortuna la nostra Commissione, la IV Commissione di quest'Assemblea, si era prodigata negli anni passati per far varare a quest'Assemblea la famosa legge n. 31, sofferta, combattuta, dibattuta, direi quasi travagliata, arrivò sostanzialmente ad una sintesi e venne approvata nel novembre 2012.
Con una indicazioni non generica, forse un po' pretenziosa, i famosi trenta giorni entro i quali quest'Assemblea avrebbe dovuto conoscere le famose linee guida. I trenta giorni sono passati, ne sono passati più di 365, parliamo delle linee guida, cioè della concretizzazione della volontà politica di quest'Assemblea che, fino a prova contraria, dovrebbe rappresentare la volontà popolare.
Prima sono partito dalla responsabilità, è chiaro che c'è una responsabilità, anche dell'opposizione, nel momento in cui permette a questa proposta di legge di arrivare in Aula. C'è il senso di responsabilità perché anche l'opposizione ha a cuore le istanze del territorio, le richieste degli enti locali e, ovviamente, ha ben presente quali sono le imposizioni che si sono determinate dagli eventi che noi tutti conosciamo, purtroppo molto bene. Basterebbe dare un'occhiata soltanto alla rappresentazione grafica di questa proposta di legge che giunge in Aula in questo modo, in punta di penna.
E' chiaro che le polemiche non servono assolutamente a nulla, però direi che dobbiamo fare un po' un esame di coscienza, tutti, non ci possiamo nascondere dietro al giochino dello scaricabarile e oggi, dopo poco più di un anno, le linee guida compaiono magicamente sul tavolo della Commissione, poi si potrà dire che era colpa delle Province, delle associazioni ambientaliste, di Caio, di Tizio e di Sempronio, ma oggi dopo l'ennesimo braccio di ferro all'interno dalla Commissione, là dove delle legittime e sacrosante osservazioni sono state inoltrate dai Consiglieri d'opposizione per cercare di farle arrivare in Aula, magicamente sono spuntate queste mirabili linee guida. Compaiono menzionate anche, se vedete, nel cortissimo articolato di questa proposta di legge, perché si dice che comunque entro il 31 dicembre 2014, no scusate entro il 31 gennaio 2014 ero troppo ottimista ... no, Presidente pensavo al 2013 perché purtroppo qui gli anni passano, gli eventi si susseguono e assistiamo, ancora una volta, all’ennesima pagina in cui né la programmazione, né la progettazione, né un'idea, una filosofia di massima di quello che potrebbe essere il governo del territorio purtroppo ci viene sottoposta. Ci si sottopone l'ennesima emergenza, urgenza, e diventa l’istituzionalizzazione dell'emergenza e dell'urgenza.
E’ chiaro che le preoccupazioni c'erano allora e ci sono ancora oggi, è chiaro che il cosiddetto contentino, la modifica inevitabile, indispensabile, cioè che le famose linee guida arrivino sotto l'attenta analisi dell'Assemblea legislativa entro il 31 gennaio 2004 è un fatto importante, un fatto che se non altro ci dice che chiudiamo un cerchio, finalmente, dopo, ripeto, più di un anno dall'approvazione della famosa legge n. 31 del 2012.
La manutenzione dei corsi d'acqua non è un di più, non lo scopre il sottoscritto, lo vediamo purtroppo, le cronache ce lo dicono quanto sia fondamentale per questo territorio che ha una sua particolare conformazione e, in realtà, non può essere disatteso un progetto politico, non può assolutamente privarsi questa Regione di una chiara idea di governo del territorio e, quindi, è chiaro che, come dicevo prima, per responsabilità, dobbiamo dare una programmazione a questo territorio e dobbiamo garantire l'efficienza ai nostri cittadini e, quindi, di riflesso ai nostri enti locali.
Ecco perché non si può votare contro ad un atto del genere, ma va fatto pesare in Aula qual è l'atteggiamento responsabile e qual è l'assenza dell'istituzione che oggi corre ai ripari.
Se queste linee guida arriveranno, come credo arriveranno a questo punto, di fronte a questo chiaro intendimento di tutte le forze politiche, entro il 31 gennaio 2014, allora approviamo, non con pochi dubbi, questa proposta di legge, sappiamo che l'urgenza è fondamentale, in questo senso e, quindi, il senso di responsabilità si traduce anche in questo, però è chiaro che in futuro sconti non potranno essere più fatti, se non altro per quel senso di responsabilità che vi accennavo all'inizio.

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Grazie Presidente, poco da aggiungere alle cose che ho ascoltato ed apprezzato sia dal relatore di maggioranza che dal collega dell'opposizione, perché è vero che su questo tema delle aste fluviali ci siamo confrontati a lungo, con moderazione, con prudenza, con attenzione, per molti mesi in Commissione.
Bisogna riconoscere che su questo tema c'è stata una sensibilità assoluta.
Vorrei aggiungere solo un paio di cose: intanto la regione Marche è considerata una di quelle Regioni che più di altre ha uno strumento di prevenzione e previsione dei rischi all'altezza, probabilmente sono gli strumenti che non bastano perché gli accadimenti ci sono, sappiamo prevedere i rischi geologici, sismici, in parte ovviamente, abbiamo progetti di prevenzione oltre che di previsione, ma molto spesso ci mancano gli strumenti normativi e in alcuni casi, in questo caso, ci mancano pure le risorse.
Per poter prevedere e prevenire il rischio non c'è dubbio che servono strumenti e risorse, se no si arriva in ritardo, i fatti accadono e come spesso succede si chiude la stalla quando i buoi sono usciti.
Su alcuni temi bisogna accelerare un po', le critiche su qualche ritardo ci sono, bisogna andare in fretta sul tema, fra l'altro crescente, del dissesto idrogeologico, ed avere il prima possibile strumenti appropriati, ecco perché credo che oggi, al di là delle critiche che ho ascoltato e che in parte condivido, abbiamo fatto bene ad iscrivere d'urgenza questa legge, a votarla, e dare tempo, fino al 31 gennaio, alla Giunta di prevedere le linee guida.
I ritardi ci sono stati, ma adesso è bene accelerare perché ci servono strumenti adeguati e risorse, e la legge contiene anche la possibilità, su questo c'è stata una discussione in Commissione, di prelevare il materiale litoide per poter recuperare le risorse, perchè servono anche risorse.
L'altra problematica che segnalo è che trattando il tema delle aste fluviali ci troviamo di fronte ad un sistema complesso, di grande valenza ambientale, ed è chiaro che andrebbe affrontato, secondo me, congiuntamente ad altre questioni, una di queste fondamentali è l'urbanistica e la manutenzione complessiva del territorio.
Il sistema delle aste fluviali sta lì dentro, in qualche modo il Consigliere Silvetti lo ha detto, è un sistema complesso, bisogna anche avere prudenza, tutela da un punto di vista ambientale, ma è ovvio che realizzare la manutenzione idraulica dei fiumi ordinaria e straordinaria, in carenza di risorse, è una situazione difficile da affrontare, ma va affrontata, altrimenti continueremo come sempre in questi ultimi anni a fare il conto dei danni a piè di lista, senza aver realizzato interventi significativi di prevenzione del rischio.
Credo che al di là delle polemiche sulla velocità con cui questa norma arriva, anche se in punta di penna, scritta al volo, sia comunque da apprezzare, perché noi dobbiamo recuperare questi tredici mesi passati senza avere uno strumento adeguato per intervenire e per dare in mano agli enti locali, al territorio, risorse e strumenti adeguati per realizzare quegli interventi, e dire fino in fondo che questa Regione, se ha un sistema di un certo rilievo di previsione e prevenzione dei rischi, ha anche sul tema dell'emergenza idrogeologica strumenti e risorse a disposizione per poter realizzare gli interventi.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Alcuni dati che sono emersi dalla rassegna stampa di questi giorni: nel 2004, 18.000 frane nelle Marche, ad oggi ne abbiamo 42.000, un’alluvione ogni sei anni, l'ultima alluvione è stata due anni fa, nel 2011 mi sembra. Circa 500 frane all'anno solo nella zona del maceratese, 102, si fa riferimento alla zona del maceratese, le aree a rischio di esondazione ricadenti nei bacini dei fiumi Chienti, Potenza e Musone. Le cause indicate, e si cita il Prof. Panbianchi dell'Università di Camerino che ha studiato i fenomeni nelle province di Macerata, Fermo ed Ascoli, sono il dissesto del territorio, i versanti stabili collinari, i fiumi sfruttati e degradati, le coste in continua erosione.
A fronte di centinaia di aree di esondazione solo per la provincia di Macerata, a fronte di fiumi sfruttati e degradati, l'intervento non può essere la somma urgenza perché tutte le risorse, da quando si lavora sulla gestione del territorio, sono andate solo sulla somma urgenza. Un dato è quello nazionale: 1 miliardo di danni solo quest'anno sono stati provocati dal dissesto idrogeologico e dalle alluvioni, 30 milioni le risorse in finanziaria per combattere il dissesto idrogeologico.
Questo è il rapporto tra emergenza e gestione che c'è in Italia, che c’è nelle Marche e che hanno posto le Province che devono gestire il territorio.
La legge che era stata approvata un anno fa, provava con tutti i suoi limiti, secondo me, perché prevedeva l’eventuale vendita dell'eccesso di ghiaia, a dire una cosa: gli interventi sui fiumi …, qui il restante dissesto idrogeologico non veniva affrontato. Rimangono ancora da reggimentare: il dissesto idrogeologico sulle nostre colline; il dissesto idrogeologico del reticolo idrografico minore; le modalità di intervento nelle pratiche agricole; la realizzazione di quello che il Pai, rispetto allo strumento idrogeologico, prevede.
Abbiamo uno strumento molto avanzato che è il Pai, il Piano di assetto idrogeologico, che dice come bisogna lavorare e che interventi fare nelle zone a rischio di dissesto o in dissesto, ma noi quegli interventi non li abbiamo mai fatti, non siamo mai intervenuti in una gestione ordinaria dei fiumi, non siamo mai intervenuti in una gestione ordinaria dei versanti collinari, non abbiamo mai fatto gli interventi previsti nel piano di assetto idrogeologico.
Che cosa risponde la Giunta ad un anno dall'approvazione della legge che prevedeva come compito la realizzazione delle linee guida per la creazione dei piani, in qualche modo, di gestione dei fiumi e l’individuazione delle unità ottimali su cui intervenire? Ad un anno di distanza non ha fatto neanche quello che doveva fare, cioè le regole per la redazione dei progetti.
Detto questo, poi si viene qui a dire adesso che c'è una necessità di urgenza, come a dire: “Basta! Qui qualcuno perde tempo, qui si rischiano le vite umane, e a fronte di questo cosa si fa? Le Province possono intervenire perché c'è una situazione di urgenza!” La situazione di urgenza e di somma urgenza è stata utilizzata sempre dalle Province per qualsiasi intervento sui fiumi. Tutti i giorni, di tutti gli anni, da quando sono iniziate ad esistere, la somma urgenza è prevista come possibilità di intervento che permette di superare tutte le valutazioni ambientali, qualsiasi regola che limiti l'azione. Oltre a questo si ritorna a dire - già le Province possono agire in urgenza e somma urgenza la legge lo prevede - con quella bruttezza, grettezza, con cui era partita la legge di gestione di un anno fa, che non ci sono le risorse, le risorse devono essere prese dalla ghiaia dei fiumi.
Si ricomincia da capo, abbiamo fatto una legge per definire come deve essere la gestione, all'interno della quale, con una forzatura, è stata inserita, rispetto alle norme nazionali, la possibilità di vendita della ghiaia dei fiumi. La legge prevede che debba essere utilizzata dove c'è un eccesso per andare nei punti dove, invece, c'è un'incisione, perché molti tratti, cioè tutti i tratti verso la foce, nella pianura verso la foce sono sovralluvionati, ci può essere sovralluvionamento, eccesso di ghiaia, ma tutti i tratti che dalla montagna scendono giù fino a metà vallate sono incisi, scendono in basso, fanno delle forre, incidono e aumentano anche il rischio di caduta dei versanti del fiume.
Non è possibile che questo elemento venga inserito, oltretutto, senza l’indicazione che lo studio debba essere all'interno di un progetto complessivo, si deve tornare a quello che la legge chiede, cioè ad una organicità degli interventi.
Le linee guida sono già pronte, tra un mese saranno fatte, penso che questo aspetto della vendita della ghiaia, posto in maniera così gretta, come se fosse al di fuori di qualsiasi progettualità, di qualsiasi programmazione, rischi di fare danni. Se, poi, l'obiettivo degli interventi è togliere la ghiaia per trovare risorse per la gestione, si rischia di toglierla indiscriminatamente, e si avranno pochissime risorse perché in questo momento, mi sembra, che con tutto il fermo dell'industria del mattone e della crisi economica già le cave esistenti non riescono a piazzare i loro prodotti. Non penso che il mercato richieda questo materiale, che sarebbe, eventualmente, da ricollocare sulle spiagge alle foci dei fiumi, Faccio l'esempio di Marina di Montemarciano dove si fanno interventi di centinaia di migliaia di euro di ripascimenti di ghiaia perché il fiume non la porta più, allora la ghiaia che sta alla foce può essere ricollocata in quel senso anziché comprata a un prezzo maggiore.
La legge dà queste possibilità, creare una legge di emergenza, quando tutte queste possibilità sono già previste dalla legge e l'intervento è possibile, mi sembra una cattiveria e non solo ambientale.
Faccio un esempio, sul fiume Esino quest'anno ci sono stati due interventi per rendere più omogeneo lo scorrimento e creare la sezione di scorrimento del fiume, in quello stesso punto c'è stata un’esondazione peggiore rispetto a quella di due anni fa. Evidentemente, questi interventi, senza un progetto che parte da uno studio complessivo, come previsto dalla legge, da una unità ottimale, tenendo conto dell'intero corso del fiume, sono veri e propri sprechi di soldi e lo saranno ancora di più e faranno ancora più danni se saranno finanziati, addirittura, dal furto della ghiaia del fiume stesso.
L'altra questione riguarda la modifica della legge, l’abrogazione del punto f) cioè di tenere conto nei progetti “della conservazione della biodiversità, anche in rapporto agli obiettivi funzionali alla realizzazione della rete ecologica delle Marche”. Potrebbe essere tolta la seconda parte, ma la conservazione della biodiversità è una valutazione che in un progetto deve essere fatta anche per evitare di entrare in infrazione comunitaria, perché nel momento in cui noi abbiamo già indicato alla Comunità europea la presenza di un certo tipo di biodiversità, non tenere conto e non segnalarla, perché basta la semplice segnalazione nel progetto di questa presenza, mi sembra che ci porti a infrazioni comunitarie.
L’altro punto che si vuole abrogare è il punto g) cioè tenere conto del mantenimento e del recupero dei servizi ecosistemici forniti dai corsi d'acqua. Questo punto non è niente di complicato, rassicuro i tecnici, il servizio eco sistemico, ad esempio, è il fiume che ci dà anche l'acqua per bere con le sue falde, per cui occorre tenere conto di questo e che il fiume ha alcune funzioni di fito depurazione. Mi preoccupa se la Provincia ha chiesto la cassazione di questi punti: cioè tenere conto della biodiversità e dei servizi ecosistemici forniti dal fiume, perché allora vuol dire che queste Province veramente sono da chiudere.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Acquaroli.

Francesco ACQUAROLI. Grazie Presidente. Devo fare, a margine del mio intervento, una piccola considerazione, sullo stato d’animo, sulla preoccupazione di chi vive lungo i percorsi dei fiumi nelle nostre province e dei nostri territori è tantissima, elevatissima perché ormai si verificano calamità naturali praticamente per ogni pioggia normale.
Per ogni pioggia normale siamo davanti ad un'emergenza, ad una esondazione, siamo davanti ad una difficoltà che non è più localizzata ..., Presidente se qualcuno non è interessato, visto che si chiede di venire in quest'Aula con urgenza e di avere senso di responsabilità ...

PRESIDENTE. Lei ha perfettamente ragione. Richiamiamo i colleghi all'ordine ed al silenzio.

Francesco ACQUAROLI. Dicevo che oggettivamente la questione è molto sentita e richiede un'attenzione particolare ed anche una velocità d'azione da parte della politica. Quello che invece non richiede è di fare azione di propaganda e, in qualche maniera, prendere in giro e, quindi, illudere, spostando l'attenzione rispetto al vero tema nei confronti di questa tematica. Qualcuno potrebbe essere distratto, non avere visto bene quello che è accaduto in questi anni o non ricordarselo e potrebbe pensare che la Regione questo tema non lo ha mai trattato, io, invece, posso ricordare, ad esempio, la seduta speciale che abbiamo fatto dall'inizio di questa legislatura, quando abbiamo dovuto registrare una delle calamità più difficili della nostra storia, in cui hanno perso la vita delle persone nel fermano, con il fiume Potenza che, in vari punti, a Montecassiano, a Montelupone, a Recanati, a Potenza Picena è esondato, provocando danni gravissimi alle attività imprenditoriali, con le richieste al Governo nazionale, con le colpe date al Governo nazionale perché non risarciva i nostri danni e a fronte di quel momento che risale, se non sbaglio al marzo 2011, abbiamo fatto un'azione forte prima in Commissione e poi in Aula, giungendo alla votazione, ormai più di un anno fa, di una legge, la legge n. 31, che ha posto una filosofia che è diventata maggioranza in questa Aula e che è diventata legge in tutta la regione. Oggi a fronte dell'ennesima calamità, registriamo un'azione da parte della Giunta assolutamente non condivisibile e incomprensibile. Consigliere Binci, lei sa quante volte abbiamo condiviso, la mia non è una visione ideologica, secondo me, nei corsi d'acqua urge intervenire, ma la legge c'è, e quella che vediamo oggi arrivare in Aula non è altro che un'azione di propaganda.
E’ l'ennesimo atto a fronte dell'ennesima esondazione, è l'ennesima legge a fronte dell'ennesima esondazione per giustificarsi e per dare responsabilità proprie ad altri. Questo è inaccettabile, perché la legge che oggi andremo ad approvare, andrete ad approvare, non dice assolutamente niente, anzi in un passaggio è in contraddizione con la risoluzione che abbiamo votato prima in merito alla relazione sulla Comunità europea. Presidente chiedo di rettificare il mio voto alla risoluzione, che sia un voto di astensione perché prima mi sono sbagliato, lo avevo già detto agli uffici. Prima quando abbiamo votato la risoluzione abbiamo chiesto la tutela degli ecosistemi, la protezione della salute umana ed oggi, unilateralmente, senza prendere in considerazione le linee guida, che tra l'altro, devono essere approvate dall'Aula e che si potrebbero rimuovere dalla legge se dovessero emergere difficoltà nella manutenzione dei fiumi, penso, che l'Aula non avrà difficoltà a rimuovere dal programma delle linee guida le difficoltà affinché si possa intervenire celermente.
Il problema è che in questa Aula le linee guida non sono mai arrivate, il problema è che in quest'Aula noi ritenevamo questo aspetto ormai superato. La legge che oggi viene proposta non è una legge che stravolge, non è una legge che cambia, è una legge che fa propaganda, tocca tutto, per non cambiare niente.
Basta semplicemente non guardare la forma esteriore della legge che giunge in Aula, ma leggerla per capire che a fronte di questo atto che sarà votato dal Consiglio non cambierà assolutamente niente, se non altro per una questione di tempi perché si chiede l'approvazione delle linee guida entro il 31 gennaio dell'anno prossimo, quindi, entro 50 giorni.
Ringrazio l'Aula per l'attenzione rispetto ad un tema così importante, mi avvio alla conclusione dicendo che sono molto vicino ai Sindaci ...

(Voci fuori microfono)

PRESIDENTE. Colleghi per cortesia, mi pare che tutti quanti, in questo senso, siamo in colpa perché parliamo, borbottiamo, facciamo commenti tra di noi, nessuno è immune, se vogliamo, anche da sensi di colpa, anch'io, quindi, per cortesia non facciamo i primi della classe.

Francesco ACQUAROLI. Mi avvio alla conclusione dicendo una cosa: comprendo la preoccupazione dei Sindaci di tutti i territori, ma invito la Giunta ad agire in base alle norme esistenti, senza fare demagogia su temi che sono di centrale importanza. Lo ha detto bene il Presidente Giancarli, noi abbiamo una legge urbanistica datata, abbiamo un caso eccezionale in cui dei comitati hanno superato il Consiglio regionale delle Marche, non è la prima volta che lo dico, nel proporre una legge di petizione popolare. E’ così importante mettere mano alla legge urbanistica che i comitati si sono organizzati ed hanno raccolto le firme presentando una legge, sostituendosi alle istituzioni, perché le istituzioni non sono state in grado, fino ad oggi, di risolvere ed affrontare la questione dell'assetto idrogeologico del nostro territorio per la cura e la manutenzione ordinaria e straordinaria del nostro territorio.
La carenza, sotto questo punto di vista, e termino, è talmente grave che non può ammettere giustificazioni. Non dovete venire in quest'Aula a scaricare la colpa sugli altri, ma dovete assumervi le vostre responsabilità e agire di conseguenza, senza strumentalizzare i ruoli degli altri, ma prendendo atto di quelle che sono le leggi esistenti, votate in maniera autorevole da questo Consiglio e in maniera condivisa da tutti, senza stravolgere la filosofia di una legge che prevede la valorizzazione, la manutenzione ordinaria e straordinaria, il rispetto degli equilibri che sono presenti tra le istituzioni ed il territorio al fine di garantire anche un'azione immediata.
Per questo, seppur consapevoli dell'emergenza, non possiamo votare a favore, comprendiamo le preoccupazioni, ma è impensabile per noi votare favorevolmente compromettendo il lavoro fatto fino ad oggi e sostenendo un’azione di propaganda da parte della Giunta.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bucciarelli.

Raffaele BUCCIARELLI. Grazie Presidente, io ho ascoltato con molta attenzione, soprattutto, gli interventi dei colleghi di maggioranza, e l'impressione epidermica che si ha è che si sia parlato di un'altra regione, di un'altra realtà.
Io l'ho vissuta così, non mi spiego altrimenti queste affermazioni secondo le quali tutto andrebbe bene, quasi, parlando nel metodo, perché la Commissione si è riunita questa mattina con il voto di tutti ed ha approvato con opinioni diverse la proposta di legge di cui i Consiglieri regionali delle Marche non sapevano niente, non la conoscevano.
Non è trasparenza questa, questa è una maggioranza in grande affanno, in grande difficoltà che espropria del diritto più elementare il Consiglio regionale, perché la Commissione è uno strumento del Consiglio, la legge si propone e si invia al Presidente del Consiglio, il quale l’assegna alle Commissioni e la manda ai Consiglieri, i Consiglieri ne sono edotti e possono intervenire. Non è successo questo!
La realtà è che mentre siamo tanto pronti da un lato a correre con fotografi e stampa, magari al seguito, in caso di calamità cosiddette, che non sono calamità naturali, ma sono colpe precise dell'uomo, poi non siamo altrettanto tanto veloci a riparare quei danni, perché mi risulta ancora che ci sia un ponte tra la valle del Misa e la valle del Nevola che due anni fa è stato portato via letteralmente dall'acqua ed ancora non è stato ricostruito, tra l'altro.
Dall'altro siamo capaci di nascondere la cosa più evidente, guardate questo è il rimprovero, se così si può dire, o quantomeno lo pongo all'attenzione dei Consiglieri di maggioranza: il principio che oggi si afferma approvando questa legge è semplice, abbiamo una legge, non abbiamo la forza di attuarla, ne facciamo un'altra, e non è vero che non cambia niente con questa legge, cambiano molte cose perché in assenza di linee guida le Province possono fare progetti e possono fare anche danni.
Come si può pensare che chi ha fatto passare dodici volte il tempo previsto dalla legge per fare le linee guida, in sessanta giorni possa dare pareri, spero almeno una decina su progetti di risanamento dei fiumi più importanti delle Marche? Come crederci?
Noi sappiamo che non avverrà, che non saranno nelle condizioni perché si è affermata la cultura che le scadenze non sono più perentorie. Guardate 30 giorni da novembre 2012, siamo a dicembre 2013 e non è successo niente, anzi per non assumersi questa responsabilità il Governo, complice la maggioranza, scarica sul Consiglio regionale questo ricatto: “Vi porto i Sindaci che giustamente sono preoccupati ed arrabbiati, vi porto la gente, i comitati, voglio vedere se l'approvate o no!”. E' un ricatto inaccettabile! E' inaccettabile sul piano umano, è inaccettabile sul piano istituzionale e politico, non è corretto, altro che trasparenza!
Per esempio cosa ne pensa il Cal? Cosa ne pensa il Crel? Strumenti della democrazia che noi ci siamo dati. La legge è stata presentata questa mattina ai Consiglieri, la voterete infrangendo le regole elementari.
E’ vero che la Commissione da un lato non ha rinunciato al suo ruolo, ma dall'altro ha avallato questo modo di fare politica della Giunta regionale che ci ha portato a questa situazione.
In un territorio devastato, mi è piaciuto molto il respiro ampio, largo sul piano culturale del Presidente Giancarli. Questa nostra regione, negli ultimi 50 anni ha visto crescere la popolazione del 37%, l'utilizzo del territorio del 300% è quasi tutto nelle valli, perché le colline e le montagne si sono spopolate. C’è qualcosa che non funziona, ecco il bisogno di una legge organica del governo del territorio e non di una legge tampone, di una legge che scarica sulla responsabilità politica e umana dei Consiglieri la irresponsabilità e l'incapacità politica del Presidente Spacca e della sua Giunta.
Queste cose vanno dette, perché non è giusto, come dice il Consigliere Comi, dividerci tra destra e sinistra, non è tra destra, sinistra e centro, è tra chi dice una cosa e non la fa e chi invece vuole che ci sia chiarezza, ad ognuno il suo, altrimenti facciamo solo confusione e non aiutiamo di certo la soluzione dei problemi.
Come fa a dire: "Si effettivamente qualche ritardo c'è stato!" Il Presidente del Gruppo di maggioranza relativa di questo Consiglio regionale, colui che politicamente è il primo responsabile. Qualche ritardo? Anziché 30 giorni, 365 giorni, non succede niente, si dice qualche ritardo! Ah ringrazio, certo che l'ha detto, avrebbe potuto dire che in ritardo siamo noi, certo, ma questa è l'Italia che volete cambiare, questa è l'Italia, ve lo ripeto, per cui domenica siete andati a votare. Per cambiare ora si fanno le cose, le fate fare alle Province, sapete che non sarete in grado di dare parere, non lo sarete, non farete in tempo e, quindi, lasciate quindi la responsabilità, dalla padella alla brace, alle Province che non sanno se sono ancora carne o pesce.
Io che vengo da una cultura, e ne sono orgoglioso, di governo perché con il Presidente Giancarli in Provincia di Ancona abbiamo fatto interventi preventivi e in sanatoria di danni enormi sul piano ambientale, non riesco, nonostante questo, a votare a favore di questa proposta di legge. E' l'ennesima presa in giro, l'ennesima prepotenza della Giunta nei confronti del Consiglio, ma non ho neanche la forza ed il coraggio di votare contro perché so, per averlo fatto, che i Sindaci in Italia, unico Paese in Europa, sono sempre al fronte. Un cittadino si alza e cerca il Sindaco, allora voglio mandare un messaggio, noi con senso di responsabilità voteremo e ci asterremo da questa legge, ma i responsabili politici del danno nel nostro territorio cercateli nelle persone che probabilmente voi avete votato.

PRESIDENTE Ha la parola il Consigliere Cardogna.

Adriano CARDOGNA. Grazie Presidente, cercherò di fare un intervento non sull'onda dell’emozione che, secondo me, è ciò che ha prodotto la proposta di legge n. 381 che vuole emendare la legge n. 31 del 2012 "Norme in materia di gestione dei corsi d'acqua".
Si tratta, si dice, della possibilità, da parte delle Province, di effettuare la manutenzione dei corsi d'acqua mediante progetti finanziati anche con risorse derivanti dalla valorizzazione del materiale litoide e della massa legnosa residuale proveniente dalla manutenzione medesima fino all'approvazione delle linee guida, come tutti quanti sappiamo.
Dov'è la novità? Questa cosa era già contenuta nella legge precedente, non è in discussione la possibilità di valorizzare il materiale litoide, non è questa un’innovazione, c'era già nella legge precedente, quindi, non c'è uno scontro ideologico anche chi come me aveva molti dubbi, non si è fatto ingabbiare su questa questione, perché ha detto "se necessario va fatto".
Non è questa la novità per me, oggettivamente la novità è l'articolo 2, la cancellazione delle lettere f) e g), non vi dico che cos'è, perché altrimenti diventa troppo lunga, ma è lo smontaggio della legge, è il non fare una legge regionale che recepisce la legislazione comunitaria in materia.
Con la legge n. 31 del 2012 si è manifestata l'intenzione del legislatore di far predisporre alle autorità idrauliche, quindi, alle Province, progetti generali, progetti generali di gestione su unità territoriali omogenee riferite all'intero bacino idrico.
Chi può confutare oggi, alla luce di quello che succede periodicamente ogni anno, o ogni due anni, che è necessario operare nella logica di piani di bacino, che la Regione Marche non ha! Mentre ha una legislazione che permette, come è giusto, di intervenire in somma urgenza, con ordinanze, chi impedisce questo? Nessuno può impedire ad un amministratore che ha la responsabilità dei suoi cittadini di agire in somma urgenza.
La legge n. 31 del 2012 rimanda correttamente ad una pianificazione, alla scala di bacino, all'attuazione di qualsiasi progetto e programma di misure che intervengano nell'assetto idrogeomorfologico del corso d'acqua preso nella sua complessità.
Ora per fornire una cornice di riferimento omogenea, dopo gli avvenimenti di due anni fa, la Giunta per prima ed il Consiglio poi hanno ritenuto che una risposta allo stato di emergenza era anche quella di fornirsi di riferimenti omogenei, per questo il Consiglio ha dato mandato alla Giunta di redigere delle linee guida riferite ad alcuni aspetti elencati nell'articolo 2 in modo da fornire le caratteristiche, le basi conoscitive e i paletti entro cui le Province avrebbero dovuto operare.
I temi trattati, io ho avuto la possibilità, non so se è una cosa sconveniente, di vedere, penso come molti di voi, le bozze di queste famose linee guida, le ho cercate, le ho trovate, le ho lette, mi sono fatto un’idea, è una bozza perché poi la Giunta avrebbe dovuta adottarla con la sua discussione e con le sue modifiche.
I temi trattati non sono dei temi marziani, si parla delle modalità di manutenzione dell'alveo, delle sponde naturali, portando l'attenzione sul fatto che il fiume non è un semplice nastro trasportatore, credo che anche su questo tutti quanti conveniamo, ma svolge una funzione insostituibile per tutti gli esseri viventi, ci sono anche altri esseri viventi, va tutelato prima l'uomo, per carità, ma anche gli altri esseri viventi, non sono in contrapposizione, sapete? Per la depurazione delle acque che riceve, in questo senso, offre gratuitamente servizi ecosistemici di regolazione dei processi di erosione fluviale e costiera, riciclo nutrienti, miglioramento delle acque, disponibilità alimentare, stabilità del suolo, adattamento ai cambiamenti climatici, conservazione della biodiversità, eccetera, ed inoltre la manutenzione ed il ripristino delle opere idrauliche longitudinali e trasversali di cui i nostri corsi d'acqua sono pieni, anch'essi sono elemento di alterazione, opere in concessione, valorizzazione del materiale, e siamo qui, il tema che era proposto dalla legge del 2012, la valorizzazione del materiale litoide e della massa legnosa residuale proveniente dalla manutenzione.
Le indicazioni, nella bozza delle linee guida, non vogliono imporre, a mio giudizio, soluzioni rigide, hanno inteso solo offrire alcuni indirizzi di cui i progettisti dovranno tener conto quando opereranno con una visione globale del fiume, riguardano la conservazione di habitat e specie su cui vige il vincolo di tutela europeo, raffrontato e valutato alle esigenze gestionali complessive e alla sicurezza dei cittadini.
Di fronte all'esigenza di intervenire subito sull'onda delle emergenze di questi giorni e della contestuale reazione emotiva e giustificata di Sindaci e popolazioni, si riapre la possibilità da parte delle Province di operare senza piani di riferimento, ad esempio con ripuliture dell'alveo, interventi di per sè necessari laddove il greto è stato invaso da matrici terrose, quindi da vegetazione infestante, ma spesso sono accompagnate da risagomature, asportazione di materiali, innalzamenti di argini con terre di riporto, in grado di tacitare le suddette preoccupazioni, in assenza di analisi che devono fare i conti, eccetera.
Ora siamo arrivati alla defalcazione, all'articolo 2 della proposta di legge che vuole eliminare la lettera f) e la lettera g), guardate non si capisce perché in fase di progettazione, non in fase di intervento di urgenza, non debba essere apprezzato il contributo che possono portare queste due lettere stralciandole dalla norma. Non si tratta di impedimenti dell'applicazione di azioni in situazioni di emergenza, ma di temi di cui tenere necessariamente conto nell'inquadramento pianificatorio a lungo termine di un corso d'acqua.
Come considerazioni generali, e termino, riferisco che, se come è evidente, il corso d'acqua rappresenta il recapito delle acque recipienti dei territori circostanti, la legge regionale di cui trattasi è carente in quanto non prende in esame quanto avviene in tutta la restante parte del bacino, ma su questo ho già detto, per questo serve una pianificazione integrata e si spera che la futura norma sul governo del territorio possa fornire questo approccio, interventi puntiformi evocati da amministratori locali rischiano di peggiorare il problema a valle degli stessi se non si opera con una visione di grande scala.
Per questo se l'articolo 2 della proposta di legge non dovesse essere stralciato da questo Consiglio, mi vedrò costretto a votare contro questa proposta di legge, grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Questa a mio parere, è una legge pasticciata, fatta in fretta, una legge anche in malafede e adesso ne spiegherò i motivi.
E' una legge di cui non ci sarebbe stato assolutamente bisogno se la Giunta avesse applicato la legge n. 31 del 12 novembre 2012 "Norme in materia di gestione dei corsi d'acqua" qui c'era già tutto, non ci sarebbe stato null'altro da fare.
La Giunta per sue carenze, per sue inefficienze e per sue irresponsbailità non ha applicato questa legge di un anno fa, una legge che era stata tra l'altro valutata, discussa, approvata, eccetera, sulla base dell'alluvione del 2011, di un anno prima, dove, nel fermano, ci sono state perdite di vite umane.
Le inefficienze nell'applicazione della legge di un anno fa non sono state di natura politica, come qualcuno va in giro a dire, ma sono state di altro tipo. Abbiamo avuto grossi problemi con dirigenti e con funzionari che avrebbero dovuto preparare quelle linee guida e non lo hanno fatto, oppure le hanno fatte ma sono state stoppate, questo non lo sapremo mai, non scendo sui nomi, per carità, non mi interessa, ma la vera irresponsabilità è tutta della Giunta e se noi oggi, come minoranza, voteremo a favore o ci asterremo sarà un atto di responsabilità a fronte della irresponsabilità di questa Giunta, di cui si deve vergognare.
La malafede dove sta? La malafede sta nel fatto che la Regione o meglio la Giunta, distinguiamo, scarica sulle Province, su degli enti che probabilmente non hanno neanche la preparazione tecnica per queste cose o ce l'hanno in parte. In ogni caso le Province sono enti di cui da anni si sta discutendo, e forse ci arriveremo, della loro abolizione. Fra l'altro il neo Segretario del PD, che avete votato al 68%, mi pare, dei consensi nei vostri seggi - si distingue la Consigliera Bellabarba che sarà per questo radiata in futuro, anche il Consigliere Perazzoli, bravo Perazzoli, avete comunque votato al 70% o quasi - è stato il primo a dire subito dopo a Firenze, due minuti dopo l'elezione, alle 10 di sera, "Aboliremo le Province". Ha fatto un discorso tra l'altro tra il populismo ed il demagogico che ha fatto concorrenza a Grillo, nemmeno la canzone di Jovanotti è così. Ha detto: “Basta le Province, via le Province!” Perfetto, quindi, complimenti perché applicate alla lettera quello che il neo segretario ha testé affermato. Complimenti! Quindi date alle Province, enti in via d'estinzione, questa competenza o meglio vi scaricate di questa responsabilità, ve ne lavate le mani.
Cos'altro fate in questo brodo di legge, ne fate tante, ne fate davvero tante, oltre alla fretta per cui oggi è arrivata in Consiglio, ieri la Giunta l'ha consegnata, non ai Consiglieri, ma agli uffici del Consiglio, e questa mattina il Presidente si vanta della responsabilità e della trasparenza.
Ma quale responsabilità e trasparenza della Commissione, questa mattina l'avete vista tant’è vero che giunge in Aula con le modifiche a mano della Commissione, una meraviglia, anche dal punto di vista grafico e di presentazione ufficiale.
Un pasticcio fatto in fretta, in malafede, per scaricare sulle Province qualche cosa che probabilmente sarà inapplicato, perché la Commissione ha, giustamente, messo un termine: “entro il 31 gennaio 2014, la Giunta regionale approva la proposta di linee guida di cui al comma 1”, quindi le Province faranno i progetti, poi ci saranno le linee guida entro il 31 gennaio 2014, la Giunta regionale dovrà approvarle, speriamo che non ci metta lo stesso anno che ci ha messo per fare le linee guida precedenti, poi passeranno altri due mesi, se non mi sbaglio, il terzo comma dell'articolo 1 dice: “nulla osta rilasciato entro 60 giorni dal ricevimento del progetto”, quindi, se va bene arriviamo ad aprile, se va bene, aprile maggio, se siamo fortunati!
Altre cose interessanti le ha spiegate molto bene il Consigliere che mi ha preceduto, quindi non mi dilungo, avevo preparato anch'io un argomento su questo, sull’articolo 2, lettere f) e g), comma 3, della legge 31 che vengono abrogate, quindi, si toglie ogni competenza all'Assemblea legislativa, si toglie per sempre ogni competenza all'Assemblea legislativa in materia di rete ecologica marchigiana.
Le risorse non ci sono mai, si è detto, e quindi le prendiamo dalla valorizzazione della ghiaia, del materiale litoide e della massa legnosa. Non sono a priori contrario su questo, assolutamente, anche se ovviamente la cosa va ben controllata. Però, guarda caso, le risorse non ci sono mai, non ci sono mai quando fa comodo, oggi pomeriggio spenderete 120.250 euro per tre ore di festeggiamenti a San Benedetto per la "Giornata delle Marche", oggi pomeriggio lo farete, 82.250 euro stanziati dalla Regione e 40.000 euro stanziati dal Comune di San Benedetto, in tre ore vi ciucciate 122.000 euro! In una regione che ha 100.000 disoccupati, in una regione che ha 100.000 persone che mangiano grazie ai pacchi alimentari della Caritas e delle parrocchie.
Le risorse non ci sono mai quando fa comodo, però quando c'è da spendere per esempio questi soldi o 4 milioni di euro in vent'anni, come avete speso per fare le celebrazioni dell'antifascismo, li trovate, per i fiumi invece non li trovate mai.
Se voteremo a favore o ci asterremo su questa legge sarà solo per puro senso di responsabilità, ma è una legge assurda con la quale cercate di mettere una pezza. E’ una legge con la quale cercate, in qualche modo, di mettere davvero una sorta di pezza, è la parola giusta, a quella che è stata la vostra inefficienza come Giunta e l'inefficienza degli uffici che dovreste in qualche modo dirigere e governare, grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D'Anna.

Giancarlo D'ANNA. Grazie Presidente, oggi non è solo la Giornata delle Marche è anche la giornata dell'ipocrisia, nel senso che vedere i modi e i tempi con i quali si è arrivati alla presentazione di questa legge non può che essere un atto ipocrita.
Lo è guardando anche alcuni atti della scorsa legislatura, andando indietro un po' con la memoria, ricordo che nel 2008 ci fu un rapporto, un'indagine di Legambiente - Dipartimento di Protezione Civile - sul rischio idrogeologico, rapporto che stimolò il sottoscritto a fare un’interrogazione. Questo rapporto diceva che: “L'82% dei Comuni marchigiani ha abitazioni in aree esposte a pericolo e oltre il 70% presenta in tali aree addirittura fabbricati industriali con grave rischio per i dipendenti, anche per eventuali sversamenti di prodotti inquinanti”.
Sempre nel rapporto di Legambiente - Dipartimento di Protezione Civile – “solo il 9% dei Comuni ha avviato interventi di delocalizzazione delle abitazioni e delle aree a rischio e solo il 4% dei fabbricati industriali”. Dalla stessa indagine risulta che “il 70% dei Comuni non svolge una positiva opera per la mitigazione del rischio e tra questi il 58% delle amministrazioni non fa praticamente nulla per ridurre il rischio idrogeologico”, e qui subentra anche il discorso degli eventuali finanziamenti.
La mia interrogazione del 2008 in merito a questo studio scientifico, che si è rinnovata anche gli anni successivi, cosa chiedeva? Chiedeva al Presidente della Giunta regionale di conoscere quali fattive iniziative e provvedimenti si intendessero adottare per ridurre ed eliminare i rischi evidenziati.
L'interrogazione è del 2008 su stimolo di questa indagine, adesso vi leggo la risposta che mi è stata data nel 2008, è la seguente: "Non c'è stata risposta".
Nel 2010 riproposi la stessa interrogazione perché, più o meno, non era cambiato assolutamente niente. In questa legislatura non si è voluto parlare di mozioni e adesso quello che era stato evidenziato, in alcuni casi, è drammaticamente aumentato, anche perché quei rischi potenziali per le persone li abbiamo vissuti, purtroppo, tragicamente di recente. L'82% del territorio è a rischio e può beneficiare di una percentuale talmente alta tanto che questa legge propone la pulizia solo ed esclusivamente del fiume nei modi dovuti, quando sappiamo benissimo che ci troviamo di fronte a dei cambiamenti climatici che, quando piove, nel giro di ventiquattro ore scende tanta acqua che generalmente cade in sei mesi.
Qui si tratta di una rivisitazione non solo di quella che è la pulizia dei fiumi, doverosa in alcune situazione, e non è un caso che nel nord delle Marche, in provincia di Pesaro-Urbino, ne parlavamo di recente, viene giù mezzo paese e in provincia di Ascoli Piceno viene giù un altro paese ed in questi paesi non c'è nemmeno un fiume vicino.
E' una situazione veramente drammatica dove occorre mettere le mani in maniera complessiva, evitando che qualcuno possa avere delle perplessità o dei dubbi che questa operazione venga utilizzata per fare in modo che chi non è autorizzato a prendere la ghiaia da una parte la prenda dall'altra.
Condivido il discorso del Consigliere Binci, se abbiamo delle questioni di erosione marina non si capisce perché questo materiale, eventualmente in eccesso, non possa far parte di quel ripascimento necessario in quelle situazioni in cui, con gli escavi che sono stati fatti dalle cave negli anni passati o come conseguenza delle barriere artificiali che sono state fatte per le varie centrali idroelettriche, il materiale a mare non arriva più. Se vogliamo farlo dove necessario, scaviamo i fiumi, però il materiale in eccesso lo portiamo nelle spiagge dove ce n'è la necessità. Oppure possiamo fare due cose: vendiamo quello da un'altra parte e, con le cave, andiamo a distruggere le colline per fare le scogliere. Mi sembra che ci sia un meccanismo perverso.
Qual è l'invito? L'invito non è quello di ascoltare il Consigliere regionale D'Anna, bensì di prendere atto di quello che dice Legambiente - Dipartimento della Protezione Civile - da decine di anni, sui rischi che si sarebbero venuti a creare, che si sono drammaticamente creati e che bisogna in qualche modo interrompere. Non facciamo interventi spot che servono per l'emergenza, ma è necessario creare le condizioni affinché si progetti un percorso che porti a ridurre, nel più breve tempo possibile, tutti i rischi che sono connessi al rischio idrogeologico, che non riguarda solo ed esclusivamente i fiumi, ma un territorio all'interno dalla nostra regione che per l'82% corre questo rischio.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Grazie Presidente, vorrei, innanzitutto, registrare la presenza civile fra il pubblico di quattro Sindaci, li nomino partendo da monte: Fiuminata, Montecassiano, Montelupone, Recanati, che rappresentano le popolazioni della valle del Potenza che non da quindici giorni o da un anno, ma dagli anni '90 attendono che ci sia un modo, non dico quale, per fare regolare manutenzione dei nostri fiumi.
Il punto in cui siamo arrivati, di fronte al quale nessuno può fare il primo della classe, è quello di trovare un modo che ci metta nelle condizioni ed anche nella volontà di trovare le risorse necessarie perché questo sia fatto e sia fatto per sempre.
Per questo colleghi voteremo a favore di questo provvedimento, per quello che hanno detto il relatore di maggioranza ed il relatore di minoranza, e perchè, come al solito, in IV Commissione si trova un equilibrio ed è un equilibrio ragionevole, difficile, ma ragionevole.
Votiamo a favore perché questa legge, finalmente, dice in maniera chiara che è possibile estrarre materiale litoide, traduco: breccino, breccione, cioccione e legna, cioè alberi che sono cresciuti o che sono stati trasportati dal fiume.
Questo è il primo punto, perché qui abbiamo parlato tutti o quasi in politichese. Io vorrei non parlarci e non vorrei trincerarmi dietro espressioni generiche, ho detto quasi tutti Consigliere Bucciarelli, (…) però voglio dire in maniera chiara, perché questa volta è scritto in maniera chiara, che questo è possibile farlo anche nel metodo. Questo non significa, l'Assessore Giorgi l'ha detto insieme all'Assessore Malaspina in maniera chiara in Commissione ed io l'ho ribadito, che da domani mandiamo 10.000 ruspe e 100.000 camion per abbassare di due metri il livello del fiume Potenza, del Chienti o del Metauro o quello che sarà, perché sarebbe una cosa da folli, perché aumentare la velocità del fiume, senza altre cose, significa aumentare il livello dei danni. Qui si tratta di fare degli interventi in punti precisi che hanno, e saranno decine o forse centinaia, nel tempo creato accumuli dannosi. Dall'altra parte abbiamo anche detto e questo è il discorso di respiro che non voglio riprendere, è il respiro che ha dato il Presidente Giancarli, il relatore, contenuto nella legge che stiamo discutendo e che dovremo portare all'approvazione entro giugno.
Il respiro è che il fiume deve compiere tre azioni - lo dico al collega Capogruppo dei Verdi, Consigliere Cardogna, del quale mi onoro, a volte, di essere Vicepresidente in III Commissione, perché mi ha nominato Vicepresidente del Gruppo dei Verdi in III Commissione, quindi vicino anche a tanti ragionamenti che facciamo insieme - il fiume deve fare tre cose: il fiume erode, il fiume trasporta, il fiume deposita. Questo lo farà indipendentemente dalle nostre opere di contenimento e quant'altro. Certamente il fiume non è un canale e su questo siamo tutti d'accordo, tra due estremismi che si sono manifestati, ripeto, non nell'ultimo mese, i Sindaci che civilmente sono qui presenti non stanno a rappresentare la follia, stanno a rappresentare il buonsenso perchè in questi ultimi anni siamo passati dall'estremo delle cave indiscriminate, che raccoglievano ghiaia senza nessun tipo di controllo, al quasi nulla.
La tesi del Consigliere Cardogna è giuridicamente vera, cioè dire si potrebbe anche fare, però non si fa perché in questo Paese, ormai caro Consigliere Cardogna, abbiamo il terrore di tutto. Anche un Sindaco, un Presidente di Provincia che per somma urgenza voglia fare un intervento, sa che non lo può fare e che deve essere coordinato.
Questa legge la votiamo perché ci garantisce e perché mette in moto un procedimento che è quello dell'opera pubblica.
Abbiamo tolto su proposta del Presidente Giancarli i 60 giorni del silenzio assenso, quindi, la Provincia non potrà fare il progetto in assenza di un pronunciamento della Regione, il progetto si farà solo con il pronunciamento della Regione.
E' chiaro cari colleghi che a questo punto non finiamo qui la nostra opera, personalmente vigilerò a che i progetti, non solo della Provincia di Macerata, ma di tutte le Province siano prontamente valutati dai nostri uffici e ci sia priorità assoluta rispetto a questo Assessore. E' il nostro compito, in qualche maniera, avendo fatto l'Assessore, so quanto è importante l'aiuto perché tante volte negli uffici non è sempre facile far fronte a tante urgenze, cosa mettiamo in primis? Mettiamo questo, sappiamo che adesso i fiumi sono colmi d'acqua, se non pioverà per quindici-venti giorni, forse in qualche punto, sarà possibile fare l'accesso, ma tranquillizzo tutti, non sarà una cosa che potremo fare a tappeto, in tutti i punti dei fiumi, in tutti i punti dei bacini, perché non siamo a luglio o ad agosto, ma siamo a dicembre.
Ripeto, è un periodo nel quale si può sperare che ci sia anche un contenimento delle precipitazioni, per questo voteremo a favore perché questa legge fa chiarezza. Fa chiarezza riguardo a questo aspetto e mette in evidenzia anche un altro dato perché dagli interventi sembrerebbe, come il Consigliere Binci ha detto e sono d'accordo con lui, che questa legge - non siamo d'accordo, nel senso che lui non vorrebbe toccare, io voglio toccarle, ma ha detto una cosa giusta - cambia qualcosa, quindi, non è vero che è una legge propaganda, non è per niente propaganda, interviene, ma in un modo che io considero civile. Interviene in un modo che mette in capo alle Province la responsabilità dell'intervento, come è sempre stato, non ci stiamo inventando nulla e non ci vorranno sei mesi per fare l'intervento, come è stato detto da qualcuno, l'intervento dove è possibile si potrà fare già fra qualche giorno se questa legge otterrà l'urgenza.
Dall'altra parte l'ultimo motivo per cui decisamente siamo favorevoli a questo provvedimento è che sblocchiamo le linee guida. Non voglio fare il processo a nessuno e dire perché e per come questo non sia stato fatto fino ad oggi, prendo atto di una cosa nuova, che è giusto che la comunità marchigiana conosca in modo particolare, coloro che sono direttamente interessati a questa cosa, le linee guida non sono state portate in quest'Aula da novembre, dicembre dell'anno scorso, ma oggi c'è un impegno solenne dei due Assessori a che le linee guida siano presentate dalla Giunta in Commissione entro il 31 gennaio e questo significa entro un mese, perché con i tempi della pausa natalizia abbiamo poco più di un mese per farle.
La Commissione con il Presidente ha assunto l'impegno, a costo di riunirci tutti i giorni, di licenziare questo provvedimento quanto prima, quindi, dentro il ragionamento più generale delle proposte di legge che sono state nominate per quanto riguarda il paesaggio e l'urbano, noi andiamo a risolvere, se pur temporaneamente, se pur con tutti i limiti, ma credo anche con tutte le garanzie, perché non mi risulta che ad amministrare le Province, cari colleghi, ci siano dei devastatori, ci siano dei folli che non vedono l'ora di distruggere i loro fiumi. Ci sono maggioranze e minoranze anche nei Consigli provinciali, spesso diverse, anche da quelle che abbiamo in quest'Aula, quindi, il controllo della politica, dei cittadini, delle popolazioni è comunque garantito, e questa preoccupazione mi sembra eccessiva. Piuttosto facciamolo e mettiamo in conto, su questo sono d'accordo e spero che saremo d'accordo tutti, un serio esame delle risorse finanziarie, perché non bastano poche centinaia di migliaia di euro che spendono le Province, non basterà certamente, Consigliere Binci, e sono d'accordo con lei, quel poco che potremo tirar fuori dalla vendita della ghiaia, abbiamo bisogno di milioni di euro per ogni bacino fluviale per poter fare una seria manutenzione.
Questa è la grande scelta politica, di questo dovremo discutere, e forse potremmo farlo nella sessione di bilancio della prossima settimana, grazie.

Presidenza del Vicepresidente
Giacomo Bugaro

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Pieroni.

Moreno PIERONI. Grazie Presidente. Naturalmente la questione prende la coscienza di ognuno ed evidenzia anche un percorso fatto in questi anni da parte delle amministrazioni, dei cittadini e di tutte le istituzioni in merito alla situazione sempre precaria e di difficoltà che colpisce le aste fluviali ogni qualvolta ci sono grandi piogge.
Oggi andiamo ad approvare, dovremo approvare, per quello che mi riguarda approverò questo atto, questa proposta di legge, probabilmente con un ritardo ormai chiaro, ormai definito da tutti coloro che mi hanno preceduto, siano essi di maggioranza che di minoranza, e questa discussione che oggi stiamo facendo, poteva benissimo essere superata dall'approvazione delle linee guida attuative che dovevano essere fatte circa un anno fa.
Ritengo che oggi sia importante approvare questa proposta di legge anche per alcuni aspetti. Ancora una volta si è visto, anche se non ci sono state grandi piogge, che c'è stata una grande criticità, lo dice, Consiglieri, uno che abita in una frazione, Villa Musone di Loreto, attraversata dal fiume Musone, uno che è vicino ed ha visto con i propri occhi la criticità che si è avuta nella zona Chiarino di Recanati dove l'esondazione del fiume Potenza ha creato grandi difficoltà ad una serie di insediamenti abitativi, economici ed agricoli.
E' indubbio che oggi noi non possiamo esimerci da questa approvazione, è indubbio che ci sono state delle responsabilità che non attengono a questo Consiglio regionale, ma ad altri livelli della Regione Marche, ed in particolar modo mi rivolgo ai tecnici della nostra Regione che, in un anno, non sono riusciti ad elaborare le linee guida. E' importante anche definire in maniera chiara la tempistica delle attuazioni.
Ho visto che nella proposta di legge che è stata presentata dalla Giunta, la Commissione ha, in maniera molto chiara, in maniera molto dettagliata, determinato i tempi, cioè entro il 31 gennaio 2014 dovranno essere approvati e partiti gli aspetti regolamentari di questa legge.
E' indubbio che noi tutti non possiamo essere chiamati in causa dal punto di vista delle responsabilità, parlo di quelle politiche ed istituzionali, in merito ad un atteggiamento che sino ad oggi ha creato grandi criticità a tantissime famiglie, a tantissimi insediamenti imprenditoriali e commerciali.
E' giunto il momento che una volta per tutte, e qui mi rivolgo all'amico, collega Cardogna, vengano superati tutti quei tatticismi ambientali, tutte quelle situazioni che ogni volta rimandano l'attuazione di queste norme, magari pensando che sia la soluzione migliore. Non è più pensabile che nell'alveo dei fiumi possano coesistere una serie di piantumazioni, una serie di criticità legate alla ghiaia e quant'altro che alzino il livello dell'alveo creando problemi importanti ed una più facile esondazione.
Spero che una volta approvata questa legge si possano dare delle risposte, altrimenti nessuno avrà più delle scusanti, quando ci saranno delle criticità dal punto di vista di esondazione e quant'altro. Spero che la Giunta dia un input chiaro ai tecnici affinché attuino queste procedure in maniera velocissima.
Concludo, rimarcando una preoccupazione che hanno anche tantissime famiglie che stanno lungo l'alveo del fiume Musone e riguarda la diga di Castriccioni. Anche qui non è più pensabile che ai tempi d'oggi, con le procedure della Protezione civile, che in tempi anticipati informa tutti sulle criticità dal punto di vista delle piogge o delle difficoltà legate al maltempo, i responsabile della diga di Castriccioni aprano ogni volta la diga supera il livello legato alle piogge. E' giunto il momento che qualcuno lo dica, spero che i tecnici della Regione si rivolgano ai responsabili della diga di Castriccioni auspicando che per tempo aprano e abbassino il livello della diga, in modo che non venga aperta quando il fiume è in piena, creando ulteriori difficoltà al fiume Musone.
Credo che questi interventi, che questa discussione che oggi facciamo, più con il cuore che con la mente, possano portare a delle risposte, a delle risoluzioni ad una situazione che ormai si è incancrenita nel tempo e non è pensabile che possa andare avanti in queste condizioni.
Per quello che mi riguarda voterò la proposta di legge, anche se debbo dire, con grande franchezza, con grande chiarezza, che questa discussione che oggi facciamo poteva essere superata se chi, avendone la competenza e la capacità, avesse approvato le linee guida un anno fa, ma non lo ha fatto.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Camela.

Valeriano CAMELA. ... positiva su questa proposta di legge, a nome del gruppo. Ho sentito parlare, era stato paventato, il rischio di furto di materiale litoide quindi, diciamo, che è un problema che forse ha frenato un po' una presa attiva di iniziative al riguardo, perché il problema finanziario grava pesantemente su questo discorso, su questo argomento.
Colgo l'occasione per ribadire una proposta che già un anno fa, in occasione della discussione della proposta di legge che oggi andiamo a modificare, avevo avanzato e cioè che oggi la tecnologia offre dei sistemi di controllo e di valutazione che si basano sul sistema delle rilevazione con GPS permettendo di individuare in maniera precisa, analitica, il materiale che è depositato e presente in un tratto fluviale e tutto il materiale che complessivamente può essere estratto e messo a disposizione.
Questi parametri, questi valori, queste immagini, possono essere incamerati, possono essere conservati e confrontati nel corso dei lavori, quindi, rappresentano un efficace, efficacissimo sistema di controllo dell'esecuzione corretta dei lavori eventualmente appaltati.
C'è anche un discorso che riguarda le imprese che avranno poi delle problematiche di esposizione finanziaria, quindi, c'è anche la possibilità che nell'elaborazione di queste linee guida possa essere prevista un'interrelazione fra l'ente, non dico proprietario, comunque competente su determinati tratti fluviali, l'azienda, l'impresa che può essere interessata a portare avanti i lavori e, fondamentali, gli istituti di credito che possono eventualmente compartecipare venendo incontro alle incombenze finanziarie che e le imprese vincitrici dell'appalto sono chiamate a supportar.
Invito la Giunta e chi si farà carico dell'elaborazione di queste linee guida di prevedere anche un percorso che vada in questa direzione, se questo sarà certamente queste linee guida saranno un po' più puntuali e rispondenti alle numerose e plurime esigenze, anche per poter costruire un quadro operativo che possa soddisfare ed affrontare le tante problematiche che strada facendo emergeranno.
Il mio è un intervento, ripeto, pseudo-tecnico per dare un'opzione operativa in più. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Traversini.

Gino TRAVERSINI. Grazie Presidente, intervengo velocemente anche per dichiarazione di voto.
Voto a favore e mi fa piacere perchè questa proposta di legge risponde ad un'esigenza chiara che è quella dell'urgenza, un'urgenza anche drammatica.
Io dividerei, ho ascoltato con attenzione gli interventi, tra l'urgenza e le cause e le responsabilità che hanno portato all'urgenza. Su questo chiaramente ci si può dividere, si possono fare tantissimi commenti, nulla esclude, anzi è evidentissimo, che esiste un'urgenza sul territorio marchigiano. Esiste un'urgenza che io, purtroppo, conosco anche molto bene perché la zona da cui provengo, l'entroterra pesarese, è stata pesantemente colpita dagli ultimi fatti. Il Tg1, i Tg Regionali, ma anche a livello nazionale, hanno aperto con immagini del Furlo. Vengo dai Comuni di Cagli, Cantiano che hanno rischiato il dramma, ho le foto, le porto dietro, perché la tecnologia mi aiuta, le guardo spesso: drammatiche!
Esiste un'urgenza e questa proposta di legge risponde all'esigenza di urgenza.
Altra cosa è il dibattito sulle cause e sui motivi delle responsabilità che hanno portato a questa urgenza. Su questo posso dire, sicuramente, che ci sono stati anche dei ritardi, delle carenze, perché se, alcuni mesi fa, ho presentato un'interrogazione per chiedere alla Giunta perché non fossero emanate le linee guida e perché non si portavano in discussione in Consiglio, è chiaro che probabilmente qualche ritardo c'è stato.
L'urgenza rimane e sicuramente va superato il problema delle linee guida. Ricordo anche che intervenni nell'approvazione della legge n. 31 che è stata un passaggio importantissimo, dove al centro del dibattito c'era la gestione del fiume, ma anche la valorizzazione del materiale. Anch'io condivido il fatto, come chi mi ha preceduto, e non lo vedo come un furto di ghiaia, che si possa valorizzare il materiale. Significa dare la possibilità ai Comuni ed alle Province di intervenire nel fiume e dare risposte dal punto di vista economico, sappiamo benissimo che anche adesso i Sindaci potevano decidere per la questione d'urgenza di andare nel fiume, ma chi pagava? Mi ricordo benissimo di aver portato un esempio che ho vissuto sulla mia pelle da Sindaco del mio Comune, il Comune di Cantiano, è ancora lì il problema, è caduta una frana dal monte Acuto, materiale calcareo, quindi, di grande valore, che ha chiuso una parte del torrente Tenetra, ancora è lì, non ci sono i fondi per rimuoverlo, è un pericolo per l'abitato, però ha un grandissimo valore, adesso con questa legge, con questo superamento, si potrà intervenire.
Il fatto di valorizzare il materiale calcareo, il materiale del fiume, diventa sicuramente importante. Non basta, bisogna stare attenti, bisogna gestire bene le cose, perché chiaramente questo non deve dare il via, qualcuno ha paura, ma procedendo in maniera corretta e portando avanti progetti seri, credo che rischi non ce ne saranno. Per questo chiedo che la legge venga approvata e al tempo stesso non ci si dimentichi che bisogna fare le linee guida, perché al di là di tutto le linee guida sono lo strumento di chiarezza rispetto all'intervento nel fiume, ed importante, alla sua salvaguardia. Su questo mi preoccupa anche fatto che il fiume venga tutelato e, quindi, invito alle linee guida.
Va anche detto che ho sentito ragionamenti importanti, seri, che condivido, legati alla presenza di specie animali, non esiste solo l'uomo, sono perfettamente d'accordo, però, non può essere questo a prevaricare e a farci dimenticare che l'obiettivo principale ...

(interrompe il Consigliere Cardogna)

Gino TRAVERSINI. Porto un esempio, lo dico perché spesso, purtroppo, non troviamo la via di mezzo tra l'ambientalismo e il fatto di dare risposte. Da Presidente della Comunità montana, grazie a fondi regionali, gestii la pulizia del fiume in località Pianello di Cagli, erano 300 metri di fiume, fui additato e ci furono articoli perché in quel fiume c'era lo Scazzone o Cottus gobio o Capisciotto, tanto per capirci, ci fu un intervento troppo radicale di canalizzazione che divenne un canale, se non avessimo fatto quell'intervento oggi il centro abitato, dopo le ultime piogge, sarebbe stato allagato. Bisogna capire che è importante avere riguardo di quelle che sono le problematiche ambientali o la presenza di specie, però quando si parla di 300 metri di fiume, non dell'intero asse fluviale, credo che occorra ragionare anche in termini diversi e questo non può essere il freno.
L'altra cosa su cui sono d'accordo è che, al di là degli interventi sul Comune, c'è bisogno di fare un ragionamento complessivo su tutta l'asta fluviale e sulla gestione del territorio perché spesso questi problemi nascono dall'abbandono del territorio.
Chiudo e vado veloce, l'invito è quello di ritornare a ragionare su una legge della montagna che non è solo problematiche economiche e sociali ma è anche gestione del territorio che necessita e risposta alla gestione dei fiumi.

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Malaspina.

Maura MALASPINA. Grazie Presidente, condivido questa legge perché la ritengo necessaria ed urgente, soprattutto in questo momento in cui c'è una grave carenza di risorse ed una grave emergenza climatica, quindi, comprendo il percorso accelerato dell'iter.
L'Assessorato all'agricoltura ed all'ambiente si farà carico di porre in essere ulteriori misure, oltre ad approntare gli indirizzi per il recepimento della Rem, oltre alle linee guida per l'elaborazione dei progetti generali di gestione, quindi, porrà in essere ulteriori misure che cercheranno di coniugare gli interventi d'emergenza con idonee misure per i corsi d'acqua anche dal punto di vista ambientale, come gli accordi agroambientali d'area che prevederemo nel prossimo Psr e i contratti di fiume per garantire la partecipazione attiva degli agricoltori e dei cittadini al mantenimento delle buone condizioni dei fiumi, grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Giorgi.

Paola GIORGI. Grazie Presidente, innanzitutto voglio chiarire che la mia non è un replica, ma la conclusione di un dibattito.
Voglio ringraziare il Presidente Giancarli e tutta la IV Commissione per avere stamattina approfondito con noi i temi di questa proposta di legge. Una proposta di legge importante, urgente, come è stato anche sottolineato da diversi interventi.
E' una proposta di legge che propone la Giunta che non smantella la legge n. 31, ma la rende attuabile in una situazione di emergenza e di urgenza. La mitigazione del rischio idraulico, così come è emerso da tutti gli interventi, è un aspetto prioritario, questo è stato detto da tutti in quest'Aula e noi vogliamo dare una risposta a questo aspetto.
La Giunta è convinta che l'obiettivo della mitigazione del rischio idraulico e del ripristino delle sezioni idrauliche fluviali vada perseguito anche attraverso lavori in alveo, almeno, e soprattutto, dando nuovamente la funzionalità alle opere idrauliche, l'asportazione della ghiaia a monte delle briglie, la pulizia dei grandi sbarramenti, eccetera, chiaramente salvaguardando gli aspetti ambientali in maniera puntuale, ma non puntigliosa, cioè vanno salvaguardati, ma non possono prendere il posto della manutenzione che invece dobbiamo assolutamente fare.
La legge, tra l'altro, non è una legge emergenziale perché i progetti che possono essere messi in atto, da subito chiaramente, appena questa legge verrà approvata, sono interventi strutturali e la strutturalità degli interventi è garantita dal ruolo che la struttura regionale assume grazie proprio all'articolo 2 di questa legge che andiamo ad approvare.
Voglio ricordare inoltre, l'ha detto anche il Consigliere Marconi, che le Province non vanno lì e buttano via tutto, voglio ricordare che tutte le Province sono dotate di un ufficio ambiente, inoltre il Corpo forestale dello Stato, ai sensi della legge n. 31, svolge attività di controllo, quindi, non andiamo a deturpare, andiamo a fare manutenzione rispettando l'ambiente in maniera puntuale, integrando le due necessità, garantendo l'urgenza di questa iniziativa che va posta in essere.
Il fatto di aver accolto subito, stamattina in Commissione, la richiesta di inserire anche delle date specifiche, dimostra che non c'è nessuna difficoltà, anzi è importante un ulteriore senso di responsabilità sia da parte della Giunta che da parte della struttura che chiaramente sa di assumersi un onere importante, ma sa anche l'importanza di questo onere.
Volevo dire un'altra cosa, ho notato un po' di paura sulla parola valorizzazione, credo che sia una parola con la quale dobbiamo iniziare a convivere, in maniera quotidiana, perché in un momento di grandi difficoltà economiche dobbiamo essere anche sinceri con noi stessi, non possiamo sempre e solo denunciare e non cercare soluzioni, quindi questo termine è fondamentale.
Il tema delle risorse. Lo ha accennato prima anche il Consigliere Traversini, è successa una cosa nella programmazione 2007-2013, alcune risorse erano state destinate al bando Jessica, ad un tipo di intervento, ma quando questo bando non è stato accolto, è successo un mese fa, ed abbiamo avuto la disponibilità di 5 milioni di euro dei fondi 2007-2013, immediatamente, dico immediatamente, ci siamo messi con le struttura a fare un lavoro a tavolino, non facile, per integrare queste risorse che non hanno la possibilità di essere investite in maniera molto dinamica, chiaramente ci sono dei paletti precisi, con degli interventi strutturali sulla questione idrogeologica, ed intrecciarle per capire se potevano essere messe a disposizione.
Devo dire che dopo venti giorni di intenso lavoro abbiamo collocato 5 milioni di euro in interventi specifici, credo che questa sia una cosa importante anche a livello di programmazione. Sempre a livello di programmazione sono andata a vedere, sull'attuale programmazione 2007-2013, quanto era stato destinato al dissesto idrogeologico - chiaramente quando noi parliamo di fondi comunitari parliamo sempre di linee di intervento che seguono anche le direttive europee, e questo va sempre messo come cappello quando parliamo di fondi comunitari - e noi abbiamo programmato, abbiamo investito 4.345.000 euro, attraverso i Pit nell'Asse 5, gli interventi rendicontati sono stati per oltre 2 milioni e mezzo di euro, gli altri sono in fase di rendicontazione, abbiamo tempo fino al 2015 per rendicontarli, quindi, questa si chiama programmazione.
Abbiamo investito delle risorse, chiaramente questa mattina abbiamo parlato della nuova programmazione 2014-2020, ci sarà un capitolo importante proprio di queste risorse che sono le uniche di cui noi disponiamo per portare avanti questi interventi puntuali e strutturali, ripeto.
Ho sentito dire che sono cadute quattro gocce d'acqua, purtroppo non è così, e questo è un dato importante, perché è cambiato proprio il nostro clima e questa è una brutta novità che si è inserita in un contesto, in un dibattito che va avanti da tanti anni.
Abbiamo avuto una media nei giorni 11 e 12 novembre di 200 millimetri al giorno, ci sono state nell'entroterra maceratese dei picchi di 487 millimetri di pioggia in 24 ore, queste sono cose gravi e chiaramente entriamo nel tema dell'emergenza.
A proposito di emergenza ed a proposito di risorse, nella ricognizione fatta dalla Protezione civile dei danni causati nell'evento dell'11 e del 12 novembre, abbiamo avuto dai Comuni, dagli enti locali, delle schede di intervento, soldi investiti per ricorrere l'emergenza, per 286 milioni di euro, di questo stiamo parlando.
Quando parliamo di valorizzazione non dobbiamo sicuramente avere paura, anzi essere responsabili e metterle in campo in maniera strutturale.
Bene, io taccio, ringrazio l'Aula per l'importante ed interessante dibattito, sono convinta che oggi abbiamo fatto una cosa importante per dare una risposta al territorio, grazie.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1.
Emendamento 1/1 a firma del Consigliere Binci, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Massimo BINCI. Semplicemente per togliere dalla proposta di legge che dice "le Province vista l'emergenza si attivano con piani", la valorizzazione della ghiaia per questi interventi di emergenza,. Certamente il prelievo non verrà fatto in base a progetti. Il prelievo, proprio per la tempistica con cui si vorrà fare questi progetti, non potrà essere fatto secondo lo spirito della legge che prevedeva che la ghiaia fosse tolta dove si verificava un eccesso. Qui sento il Consigliere Sciapichetti che con la voce del bambino ingenuo dice: “Ma allora che l'abbiamo fatta a fare”. Allora io dico che questa è una legge criminale. Nel momento che è stata fatta appositamente (…) si viene fatta contro le leggi, perché le leggi non prevedono la vendita di un bene naturale che è di proprietà pubblica. Io non mi do una calmata, scusi, qui ci sono affermazioni di questo genere e la legge è stata fatta apposta per vendere la ghiaia e per finanziare, e io le dico, siccome verrà venduta ...

(interrompe il Consigliere Sciapichetti)

PRESIDENTE. Consigliere Sciapichetti, il Consigliere Binci sta parlando!

Massimo BINCI. Io non ho criticato la sua affermazione, ho preso spunto dicendo quello che questa legge propone se parte dal presupposto di ricavare risorse e basta, perché questo sembra, senza un percorso che è quello previsto dalla legge per cui la ghiaia va tolta dove non serve e non può essere utilizzata nel fiume.
La legge, che io non condivido, dice: “può essere anche valorizzata”, siamo arrivati dal “anche valorizzata” al solo “valorizziamo la ghiaia”, quindi, è una parte della legge che, secondo me, è contraria alle scelte del Consiglio regionale e alle norme che regolamentano gli interventi nei beni demaniali, come è il fiume.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Intervengo ora ed assicuro l'Aula che poi non interverrò più, non intervengo dopo gli Assessori, intervengo sugli emendamenti per dire che questa proposta di legge mantiene, quello a cui faceva riferimento il Consigliere Binci, non snatura la legge.
L'indicazione della maggioranza della Commissione, con le correzioni, con le modifiche, con cui abbiamo deciso di intervenire e, quindi, con la soppressione dell'ultimo comma, del punto 3: "decorso inutilmente il termine", ovvero il silenzio assenso, con il ribadire un concetto forte che è quello delle linee guida, tra l'altro con una data precisa e per di più concordata, 31 gennaio 2014 - questa è la ragione del mio intervento, perché io voglio essere rispettoso dell'Aula, dei colleghi, e rispetto l'intelligenza di noi tutti, non mi sarei permesso di intervenire se non dovessi dire la mia sugli emendamenti, capisco l'ora tarda, capisco le difficoltà, quindi, intervengo ora e non intervengo più - è quella, proprio perché abbiamo apportato delle modifiche, di non accogliere nessun emendamento, nessun ordine del giorno, siamo per non accogliere nulla e per approvare la legge così come è uscita dalla Commissione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Eusebi.

Paolo EUSEBI. Sarò velocissimo e chiedo scusa. Ritengo che le preoccupazioni manifestate dal Consigliere Binci e soprattutto quelle manifestate, con un intervento di alto livello, dal Consigliere Cardogna, siano reali.
Raccolgo l'invito da uomo della maggioranza, raccolgo l'invito del Presidente Giancarli, però noi dovremo affrontare in quest'Aula la partita delle linee guida ed in quella fase, credo, che le preoccupazioni del Consigliere Binci e quelle del Consigliere Cardogna, potranno trovare risposte.
Chiedo al Consigliere Cardogna, impegnandomi personalmente a seguirlo nello studio delle linee guida, di capire lo spirito di questa legge, quindi, per dichiarazione di voto, voterò contro tutti gli emendamenti e voterò a favore della legge. Ripeto, pur capendo le osservazioni giuste, profonde, sia del collega Consigliere Binci che del collega Cardogna.

PRESIDENTE. Emendamento 1/1. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Marconi, Traversini e Sciapichetti.
Favorevoli: Binci, Cardogna.
Contrari: Acquaroli, Badiali, Bellabarba, Bugaro, Busilacchi, Canzian, Comi, Eusebi, Foschi, Giancarli, Giannini, Giorgi, Luchetti, Malaspina, Marangoni, Marconi, Marinelli, Mezzolani, Natali, Ortenzi, Perazzoli, Pieroni, Ricci, Romagnoli, Sciapichetti, Silvetti, Traversini, Zaffini, Zinni.
Astenuti. D'Anna.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Articolo 1. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Marconi, Traversini e Sciapichetti.
Favorevoli: Badiali, Bellabarba, Bugaro, Busilacchi, Camela, Canzian, Cardogna, Comi, Eusebi, Giancarli, Giannini, Giorgi, Luchetti, Malaspina, Marconi, Mezzolani, Ortenzi, Perazzoli, Pieroni, Ricci, Sciapichetti, Traversini, Zaffini.
Contari: Binci.
Astenuti: Acquaroli, Foschi, Marangoni, Marinelli, Massi, Natali, Romagnoli, Silvetti, Zinni.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 2.
Emendamento 2/1, soppressivo dell'art. 2, a firma del Consigliere Cardogna. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Marconi, Traversini e Sciapichetti.
Favorevoli: Bellabarba, Binci, Cardogna, D'Anna, Donati, Marangoni, Zaffini.
Contrari: Acquaroli, Badiali, Bugaro, Busilacchi, Camela, Canzian, Eusebi, Foschi, Giancarli, Giannini, Giorgi, Luchetti, Malaspina, Marconi, Marinelli, Massi, Mezzolani, Natali, Ortenzi, Perazzoli, Pieroni, Ricci, Romagnoli, Sciapichetti, Silvetti, Traversini, Zinni.
Astenuti: Nessuno.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Marconi, Traversini e Sciapichetti.
Favorevoli: Badiali, Bellabarba, Bugaro Busilacchi, Canzian, Comi, Eusebi, Giancarli, Giannini, Giorgi, Luchetti, Malaspina, Marconi, Mezzolani, Ortenzi, Perazzoli, Pieroni, Ricci, Sciapichetti, Traversini.
Contrari: Binci, Cardogna, D'Anna.
Astenuti: Acquaroli, Foschi, Marangoni, Marinelli, Massi, Natali, Romagnoli, Silvetti, Trenta, Zaffini, Zinni.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 3 (Dichiarazione d'urgenza). Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Marconi, Traversini e Sciapichetti.
Favorevoli: Acquaroli, Badiali, Bellabarba, Bugaro, Busilacchi, Camela, Canzian, Comi, Donati, Eusebi, Foschi, Giancarli, Giannini, Giorgi, Luchetti, Malaspina, Marconi, Marinelli, Massi, Mezzolani, Natali, Ortenzi, Perazzoli, Pieroni, Ricci, Romagnoli, Sciapichetti, Silvetti, Traversini, Zaffini, Zinni.
Contrari: Binci, Cardogna, Trenta.
Astenuti: Nessuno.

(L'Assemblea legislativa approva a maggioranza assoluta dei suoi componenti)

Ordine del giorno a firma del Consigliere Pieroni. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Marconi, Traversini e Sciapichetti.
Favorevoli: Donati, Marangoni, Pieroni.
Contrari: Badiali, Bellabarba, Binci, Bugaro, Busilacchi, Camela, Canzian, Cardogna, Comi, D'Anna, Eusebi, Giancarli, Giannini, Giorgi, Luchetti, Malaspina, Marconi, Marinelli, Massi, Mezzolani, Natali, Ortenzi, Perazzoli, Ricci, Sciapichetti, Silvetti, Traversini, Zinni.
Astenuti: Zaffini.

(L'Assemblea legislativa non approva)

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Acquaroli.

Francesco ACQUAROLI. Intervengo anche a nome dei Consiglieri Zinni, Natali e Romagnoli, noi abbiamo votato l'articolo sull'urgenza perché riteniamo che sia un atto di responsabilità non far mancare il sostegno all'urgenza dell'intervento, ma ci sentiamo, dato che l'urgenza è passata, di astenerci sulla legge perché se le istituzioni avessero fatto quello che era loro dovere nell'arco di questo anno, quindi, preparare le linee guida e tornare in Aula, probabilmente da mesi i lavori di manutenzione sarebbero partiti su tutti i fiumi della regione e, in qualche maniera, si sarebbe evitato quello che è successo.
Questa è una legge che arriva tardi e denuncia colpe che appartengono non al Consiglio regionale, ma ad altri organismi e ad altre parti politiche che si devono assumere la responsabilità.
Abbiamo votato favorevole all'emergenza, ci asteniamo sulla legge complessiva.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Silvetti.

Daniele SILVETTI. Grazie Presidente, molto velocemente per dichiarare che il gruppo Nuovo Centro Destra si asterrà su questo atto.
Ha votato a favore dell'urgenza per senso di responsabilità, è chiaro che saremo sentinelle molto attente ed accorte sul fatto che venga rispettato, almeno questa volta, il termine ultimo del 31 gennaio 2014 per la presa d'atto delle linee guida.
E' chiaro che questo non è un termine perentorio, come viene comunemente inteso, ma politicamente molto impegnativo e su questo sfidiamo la Giunta politicamente, su quello che in realtà è un intendimento non solo politico, ma soprattutto personale in merito a quello che oggi ci siamo detti.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Nell'intervento durante la discussione ho già spiegato i motivi per cui ritengo questa legge un pastrocchio, fatta in fretta ed anche in malafede, perché scarica sulle Province una responsabilità che da un anno compete alla Giunta, tuttavia per senso di responsabilità, perché ovviamente qualcosa bisogna fare, visto il disastro che è successo, ma succede da due anni a questa parte, non da oggi, mi asterrò.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Telegrafico, come ho già detto voterò contro questa legge perchè per le modalità con cui si interviene, cioè con la somma urgenza, all'ultimo momento, rinnegando tutta la programmazione che era stata stabilita, è l'esemplificazione del perché in Italia e nelle Marche abbiamo il dissesto idrogeologico, del perché in Italia e nelle Marche i nostri fiumi non riescono ad essere gestiti, perché mai nessuno da cinquant'anni, benché utilizzando risorse, si è mai impegnato in una progettazione.
Tutte le risorse sono spese senza progettazione, sempre in situazione di emergenza che, guarda caso, si affianca anche all'affidamento diretto dei lavori, perché nel momento in cui c'è la somma urgenza, non c'è neanche l'obbligo di fare gare di appalto, quindi, non c'è trasparenza amministrativa, non c'è un controllo sugli effetti e non c'è un controllo del buon utilizzo delle risorse comuni.

Proposta di legge n. 381. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Marconi, Traversini e Sciapichetti.
Favorevoli: Badiali, Bellabarba, Bugaro, Busilacchi, Camela, Canzian, Eusebi, Giancarli, Giannini, Giorgi, Luchetti, Malaspina, Marconi, Mezzolani, Ortenzi, Perazzoli, Pieroni, Ricci, Sciapichetti, Traversioni, Zaffini.
Contrari: Binci, Cardogna, D'Anna.
Astenuti: Acquaroli, Foschi, Marangoni, Marinelli, Massi, Natali, Romagnoli, Silvetti, Trenta, Zinni.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 365
ad iniziativa della Giunta regionale
"Istituzione di un nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Colbordolo e Sant'Angelo in Lizzola, ai sensi dell'articolo 2, comma 1, lettera A), della legge regionale 16 gennaio 1995, n. 10 "Norme sul riordinamento territoriale dei Comuni e delle Province nella Regione Marche"


PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 365 ad iniziativa della Giunta regionale. Passiamo alla votazione.

Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 6 (Dichiarazione d'urgenza). Ricordo la maggioranza assoluta. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

(Voci fuori microfono)

PRESIDENTE. Consigliere Ricci, aggiungiamo un voto. Il Consigliere Giancarli era fuori dall'aula, non giochiamo ragazzi. Volete rivotare, non ce li avete i 22. Votiamo!

Articolo 6 (Dichiarazione d'urgenza). Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Foschi.

Elisabetta FOSCHI. Brevemente, questa era una delle due fusioni per cui avevamo approvato la procedura di indizione di referendum in tutta fretta, devo dire, i risultati si sono visti perché una delle due fusioni è stata bocciata ampiamente, quella di Lunano, Belforte e Piandimeleto.
Per questa fusione è andato a votare soltanto il 28% degli aventi diritto, è vero che non c'è il limite per il quorum però, a me sembra una percentuale abbastanza bassa, non posso pensare che chi non è andato a votare era a favore come qualcuno dice. Evidentemente la fretta con cui è stato affrontato questo argomento ha portato al disinteresse della popolazione ed alla non dovuta informazione, quindi, non mi sento di approvare l’istituzione di un nuovo Comune, unico, dalla fusione di due, con una percentuale così bassa di cittadini che hanno risposto e sono andati a votare.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Vedo che l'Aula scalpita per andare a San Benedetto a spendere 122.000 euro per la Giornata delle Marche, 82.250 della Regione e 40.000 del Comune.
Vedo che scalpitate, siete ansiosi di spendere per festeggiare la Giornata delle Marche, cioè un'autocelebrazione.
Sul merito di questa legge, sono assolutamente favorevole all'accorpamento dei piccoli Comuni, assolutamente favorevole, tuttavia credo che questo percorso debba essere fatto in sintonia e in armonia con la volontà popolare che, spesso, anzi sempre, identifica il proprio Comune con un valore identitario importante.
Un conto è se c'è la maggioranza, in qualche modo un numero significativo di persone che vanno a votare e si esprimono in questo senso, ma qui abbiamo solo il 28% degli abitanti di questi due Comuni, Colbordolo e Sant'Angelo in Lizzola. Soltanto il 28% è andato al voto, quindi, vuol dire che non ci siamo proprio, inoltre dentro questo 28% che ha votato soltanto il 70% si è espresso a favore, quindi, credo che stiamo forzando la volontà popolare, stiamo forzando la volontà di questi abitanti di questi due Comuni, gli stiamo togliendo un’identità e non mi pare corretto. Dobbiamo rispettare la volontà degli abitanti di questi Comuni, quindi, in questo caso sono contrario, assolutamente, anche se in generale sono favorevole purché ci sia la volontà delle popolazioni interessate.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Traversini.

Gino TRAVERSINI. In Commissione abbiamo deciso di approvare e chiedere l'iscrizione in Aula per un ragionamento che abbiamo fatto che è in contrasto con quello che ha detto la Consigliera Foschi.
Voglio ricordare brevemente il ragionamento che è stato portato in Commissione.
Ci sono due elementi importanti, uno è che il referendum era solo consultivo, quindi, non c'è il quorum e questo è importante, l’abbiamo già tolto e, quindi, va in qualche modo interpretato il risultato.
E' vero che l'affluenza non è stata molta perché ha votato solamente il 28% che equivale comunque a 3039 elettori, non sono pochi a livello numerico, anche se la percentuale è bassa. Di questi 3000 elettori il 76% si è espresso in maniera favorevole, in più i Consigli comunali dei due Comuni hanno ribadito la volontà di andare avanti per la fusione, quindi, è vero che chi non ha votato non era a favore, ma non era neanche contro, e siccome il referendum era consultivo e i Consigli comunali eletti dai cittadini vogliono la fusione l'interpretazione è quella di andare avanti.

Elisabetta FOSCHI. Chiedo la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. Disponiamo la verifica del numero legale. Apriamo la votazione per la verifica del numero legale.
Presenti: 18
Assenti: 22
Non c'è il numero legale la seduta è sciolta.

La seduta termina alle ore 14,25.