Resoconto della seduta n.150 del 11/03/2014
SEDUTA N. 150 DELL'11 MARZO 2014

La seduta inizia alle ore 11,00

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Colleghi buona giornata, dichiaro aperta la seduta n. 150 dell'11 marzo 2014. Do per letto il processo verbale della seduta n. 149 del 25 febbraio 2014, il quale, ove non vi siano obiezioni, si intende approvato ai sensi dell’art. 29 del Regolamento Interno.
Comunico che sono state presentate le seguenti proposte di legge regionale:
n. 397 in data 24 febbraio 2014, ad iniziativa dei Consiglieri Solazzi, Ortenzi, Bugaro, Pieroni, Romagnoli, concernente: “Modifiche alla legge regionale 3 dicembre 2012, n. 40 'Istituzione del Collegio dei revisori dei conti della Regione Marche'”, assegnata alla I Commissione assembleare in sede referente, alla II Commissione assembleare per il parere di cui all'articolo 69 del Regolamento Interno e trasmessa alla VI Commissione assembleare ai sensi dell'articolo 68, comma 1bis del Regolamento Interno;
n. 398 in data 6 marzo 2014, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Modifiche alla legge regionale 23 dicembre 2013, n. 49 'Disposizioni per la formazione del bilancio annuale 2014 e pluriennale 2014/2016 della Regione. Legge finanziaria 2014' e alla legge regionale 23 dicembre 2013, n. 50 'Bilancio di previsione per l'anno 2014 ed adozione del bilancio pluriennale per il triennio 2014/2016'”, assegnata alla II Commissione assembleare in sede referente, trasmessa alla V Commissione ai sensi dell'articolo 68 del Regolamento Interno e trasmessa alla VI Commissione assembleare ai sensi dell'articolo 68, comma 1bis del Regolamento Interno.
Sono state presentate le seguenti mozioni:
n. 624 del Consigliere Marangoni “Impianto radar di Potenza Picena. Valutazione dello stato di salute della popolazione della città e dei Comuni limitrofi. Istituzione di una Commissione regionale di studio”;
n. 625 del Consigliere Cardogna “Adozione piano triennale per gli acquisti verdi (GPP), di cui all'art. 4, comma 2 e seguenti, della legge regionale n. 36/2008”;
n. 626 del Consigliere Marangoni “Anziana scaraventata a terra da Rom alla quale è stata strappata con violenza una collana, il tutto sul sagrato di una chiesa a Civitanova Marche. Il PD è ancora convinto a continuare a finanziare la ormai fallita integrazione dei Rom con i soldi dei marchigiani?”;
n. 627 del Consigliere Marangoni “Rimborso ticket sanitari per disoccupati e cassaintegrati. Richiesta di rifinanziamento con apposito fondo anticrisi”;
n. 628 dei Consiglieri Eusebi, Bellabarba “Rischio riduzione dei presidi di Polizia nei territori montani”;
n. 629 del Consigliere Marangoni “Emergenza mareggiate nel Comune di Porto Recanati. Utilizzo del materiale sabbioso depositatosi a un centinaio di metri dalla battigia per il ripascimento della costa devastata dalla furia del mare”;
n. 630 del Consigliere Acacia Scarpetti “Progetto “Condominio intelligente”;
n. 631 del Consigliere Marangoni “Emergenza mareggiate nel Comune di Porto Recanati e in frazione Porto Potenza Picena. Immediata attivazione della Regione per il riconoscimento dello stato di calamità”;
n. 632 del Consigliere Zaffini “Distacco Comuni di Montecopiolo e Sassofeltrio dalla Regione Marche alla Regione Emilia-Romagna".
Il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le seguenti leggi regionali:
n. 1 in data 17 febbraio 2014 “Disciplina in materia di ordinamento della polizia locale”;
n. 2 in data 24 febbraio 2014 “Sistema regionale per la difesa dall'inquinamento di idrocarburi o altre sostanze nocive causato da incidenti marini”.
Ha chiesto congedo il Consigliere Marconi.

Sull'ordine del giorno

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bugaro.

Giacomo BUGARO. Come da accordi presi durante la Conferenza dei Capigruppo, chiediamo l'iscrizione d'urgenza della mozione relativa all'Area protetta zona 'Selva di Castelfidardo', firmata dai Consiglieri Badiali, Bugaro e Pieroni.

PRESIDENTE. Concernente?

Giacomo BUGARO. Istituzione della riserva presso la selva di Castelfidardo. Mozione 622.

PRESIDENTE. Perfetto, se l'Aula è d'accordo, mettiamo la mozione n. 622 al punto 6bis dell'ordine del giorno.
Se non ci sono obiezioni, intendiamo così modificato l'ordine del giorno odierno.

Interrogazione n. 1362
ad iniziativa del Consigliere Marinelli
"Realizzazione nuovi complessi ospedalieri: ospedale di Fermo e IRCCS INRCA - ospedale di rete zona sud di Ancona"
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 1362 del Consigliere Marinelli.
Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. Questa interrogazione era quella che il Consigliere Marinelli aveva chiesto di estrapolare da quelle che erano abbinate l'altra volta.
Per quanto riguarda l'ospedale Inrca l'impresa aggiudicatrice dei lavori relativi al nuovo ospedale di rete, secondo la prima formulazione della Commissione di gara, era un Raggruppamento Temporaneo d'Imprese che era composto da GDM Costruzioni S.p.A. di Peschiera Borromeo (MI) mandataria e dalla PSC S.p.A. di Maratea (PZ) mandante.
Contro l'aggiudicazione del Raggruppamento Temporaneo, GDM Costruzioni Spa-PSC, la C.E.S.I. Cooperativa Edil Strade Imolese ha proposto ricorso nel luglio 2012 presso il TAR Marche, che è stato respinto nell'ottobre 2012.
La decisione del TAR è stata impugnata dalla C.E.S.I. davanti al Consiglio di Stato che, a dicembre 2012, ha sospeso l'esecuzione del contratto e disposto una consulenza tecnica.
L'istruttoria è durata oltre un anno e in data 28 gennaio 2014 il Consiglio di Stato ha pubblicato la sentenza con la quale ha accolto il ricorso della ditta seconda classificata e ha stabilito che la stazione appaltante rieffettuasse i conteggi relativi all'offerta tecnica con l'esclusione della ditta originariamente vincitrice.
La decisione del Consiglio di Stato ha sbloccato finalmente una situazione di stallo che durava da quasi due anni.
La commissione giudicatrice si è poi riunita, a discendere ovviamente da quella sentenza, il 7 febbraio scorso per dare esecuzione alla sentenza stessa formulata dal Consiglio di Stato. L'esatta ottemperanza al giudicato ha comportato la necessità di escludere il Raggruppamento Temporaneo di Impresa G.D.M. Costruzioni S.p.A. e Gruppo PSC S.p.A. dalla gara e di procedere al nuovo computo dei punteggi già espressi e risultanti dai verbali della commissione giudicatrice, senza considerare i punteggi del concorrente escluso e i punteggi conseguiti dai restanti concorrenti con quest'ultimo, procedendo in tal modo a stilare la nuova graduatoria finale.
Subito dopo l'aggiudicazione definitiva sono iniziate le operazioni di verifica dei requisiti previsti dal Codice degli Appalti nei confronti della ditta C.E.S.I. di Imola, risultata al primo posto della nuova graduatoria finale. Le attività di verifica dei requisiti dei concorrenti classificatesi al primo e al secondo posto sono propedeutiche alla stipula del contratto che, salvo ulteriori ricorsi e/o impedimenti, potrebbe essere sottoscritto nei successivi sessanta giorni dall'aggiudicazione definitiva decretata dal responsabile del procedimento.
In base alla nuova aggiudicazione, per effetto del ribasso offerto dall'aggiudicatario, l'importo dei lavori risulta pari a 52.800.000 euro e la durata prevista degli stessi è di giorni 790 naturali e consecutivi dalla loro consegna. Per cui, salvo ulteriori impedimenti ed ulteriori ricorsi che possono sempre starci, la fine dei lavori è prevista per la fine dell'estate 2016.
Per quanto riguarda invece l'ospedale di Fermo il decreto n. 3/ES0 del 20 giugno 2011 ha approvato la prima graduatoria del concorso di idee per la realizzazione del nuovo complesso ospedaliero.
Dopo le verifiche previste dal Codice degli appalti e dei contratti pubblici sui concorrenti, con un ulteriore decreto n. 17/ESO del 30 settembre 2011 sono stati esclusi, per la non rispondenza delle dichiarazioni rilasciate in sede di gara, i raggruppamenti di professionisti classificatisi al 1° e al 2° posto della graduatoria di merito.
I concorrenti esclusi hanno proposto due distinti ricorsi davanti al TAR Marche.
II Tribunale Amministrativo, con la sentenza n. 51 del 23 gennaio 2012, ha respinto il ricorso del 1° classificato che lo ha riproposto di fronte al Consiglio di Stato che, a sua volta, lo ha rigettato in data 21 febbraio 2012.
II Tar Marche con ordinanza del 17 dicembre 2011, notificata il 28 dello stesso mese, ha accolto l'istanza cautelare formulata dall'architetto Manara, 2° classificato, ai fini del riesame. La procedura di accertamento è stata svolta dagli uffici che hanno ricevuto dagli interessati e dagli enti previdenziali ulteriore documentazione, mai trasmessa prima, il giorno 8 febbraio 2012.
In esito del riesame è stato emesso il decreto n. 4/ESO del 22 febbraio 2012 con il quale il raggruppamento di professionisti, con lo studio Manara capogruppo, è stato riammesso in graduatoria e proclamato vincitore del concorso di idee per la realizzazione del nuovo ospedale di Fermo.
Con decreto n. 36/ESO del 13 aprile 2012 è stato affidato al vincitore del concorso l'incarico professionale concernente la redazione dei livelli di progettazione preliminare e definitivo, nonché il coordinamento della sicurezza in fase di progettazione.
In data 16 aprile 2012 è stata sottoscritta la Convenzione tra la Regione Marche e I'architetto Giuseppe Manara, mandatario della costituita Associazione Temporanea di Imprese che regola tutta l'attività relativa alla progettazione della nuova struttura ospedaliera.
Con decreto n. 41/ESO del 24 aprile 2012 è stato approvato il progetto preliminare.
Con decreto n. 57/ESO dell'11 maggio 2012 è stato approvato il progetto definitivo da porre a base di gara.
Con decreto dirigenziale n. 163/ESO del 12 dicembre 2012 è stata approvata la modifica, a seguito delle osservazioni relative alle procedure di esproprio, di parte degli elaborati relativi al progetto definitivo.
Con decreto dirigenziale n. 164/ESO del 17 dicembre 2012 è stata indetta la gara per l'affidamento della progettazione esecutiva e dei lavori per la realizzazione della nuova struttura ospedaliera nel territorio del Comune di Fermo.
In data 1° ottobre 2013 c'è stata la Conferenza dei Servizi preliminare alla stipula dell'Accordo di Programma tra Regione Marche, Provincia di Fermo e Comune di Fermo finalizzata alla realizzazione della nuova struttura ospedaliera e della viabilità limitrofa e funzionale alla stessa. In tale sede è stata approvata la bozza dell'Accordo di Programma.
La procedura di gara è arrivata alla valutazione, da parte della commissione giudicatrice, delle offerte tecniche presentate dai concorrenti. Una volta conclusa questa fase si procederà all'apertura delle buste contenenti le offerte economiche ed all'individuazione del soggetto vincitore.
Come previsto nel Capitolato Speciale d'Appalto la progettazione esecutiva dovrà essere ultimata e consegnata alla Stazione Appaltante nel termine di 75 giorni dalla stipula dei contratto, ovvero dei giorni offerti dal soggetto aggiudicatario. Lo stesso Capitolato prevede che il termine per l'ultimazione dei lavori sia di 900 giorni naturali e consecutivi decorrenti dalla data del verbale di consegna, ridotti in relazione dell'offerta "tempo" proposta dall'aggiudicatario". II reale periodo di realizzazione dell'appalto, progettazione esecutiva ed esecuzione dei lavori, sarà noto quindi soltanto dopo I'aggiudicazione della procedura di gara, allorché si conoscerà l'offerta dell'elemento tempo dell'aggiudicatario.
Il decreto n. 181/ESO del 20 novembre 2013 emesso dal Dirigente della P.F. Edilizia sanitaria ed ospedaliera ha prorogato al 27 settembre 2014 il termine del procedimento amministrativo della gara di appalto per l'affidamento della progettazione esecutiva e dei lavori per la realizzazione della nuova struttura ospedaliera nel territorio del Comune di Fermo, allo scopo di conseguire un generale vantaggio per un migliore esito della procedura, in quanto le operazione di valutazione delle proposte tecniche dei concorrenti ammessi, per il loro elevato numero e per la particolare natura e complessità delle stesse, non hanno consentito di concludere le operazioni di gara nei tempi previsti. Tutto ciò è stato fatto in conformità a quanto stabilito al punto 2 del disciplinare di gara e del Codice degli appalti.
Con decreto n. 184/ESO del 28 novembre 2013 il Dirigente della P.F. Edilizia sanitaria ed ospedaliera, ha preso atto della necessità di differire di 9 mesi i termini per l'aggiudicazione dei lavori, stabiliti dall'articolo 310 della legge n. 266/2005.
Su richiesta della Regione Marche il Ministero della salute ha concesso l'autorizzazione alla proroga, del termine per l'aggiudicazione dei lavori, di nove mesi a far data dal 6 dicembre 2013.
Tutto ciò premesso, ad oggi la spesa sostenuta dalla Regione per la realizzazione della nuova struttura ospedaliera di Fermo è la seguente:
- totale progettazione 2.394.000 euro (progettazione preliminare € 706.000, progetto definitivo € 1.688.000);
- espropri € 1.400.000 euro;
- spese varie 120.000 euro (pubblicazioni, concorso idee, commissioni, contributo AVCP).
Totale complessivo 3.914.000 euro.
L'importo totale dell'investimento finanziario è pari a 70.000.000,00 euro di cui 56.755.503,73 euro per lavori.
L'importo a carico dello Stato è di 39.056.763,83 euro.
L'importo a carico della Regione è di 30.943.236,17 euro.
In data 27 gennaio 2014 la Giunta regionale ha deliberato lo schema dì Convenzione dando mandato al Presidente della Giunta alla sottoscrizione dell'Accordo di Programma con il Comune di Fermo e la Provincia di Fermo. Con tale accordo le Amministrazioni partecipanti si impegnano, ciascuna per le proprie competenze, alla realizzazione della struttura ospedaliera in oggetto.
Relativamente alla quota di cofinanziamento regionale necessaria per la realizzazione del nuovo ospedale di Fermo l'attuale congiuntura economica ha rallentato la procedura di alienazione degli immobili sanitari con la conseguente impossibilità di valutare correttamente l'aggiornamento del crono programma di realizzazione.
Relativamente alla quota di cofinanziamento regionale necessaria per la realizzazione dei nuovi ospedali, la questione non interessa il nuovo ospedale di rete Ancona sud Inrca in quanto le risorse necessarie sono completamente disponibili sul bilancio regionale.
La procedura prevista dall'articolo 20 della Legge 67/1988 garantisce comunque che gli importi concessi dal Ministero rimangano nelle disponibilità della nostra Regione utilizzabili nel tempo.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Marinelli.

Erminio MARINELLI. Rispetto alla risposta che ho ascoltato attentamente, lei, Assessore, ha fatto un elenco ben preciso di date, di impegni, di situazioni che si sono verificate e che abbiamo conosciuto durante questo periodo, il problema è un altro, io ho fatto delle domande alle quali lei ed i suoi uffici non avete risposto.
Quali domande sono? Molto semplici. Si tratta di una struttura ospedaliera importante, perché l'ospedale di Fermo è stato definito dall'onorevole Petrini il secondo ospedale per importanza dopo quello di Torrette di Ancona. In una situazione del genere ho cercato di capire l'iter e mi sembra di vedere che questa è la politica degli annunci. La politica dice che l'ospedale verrà realizzato, ma non tiene conto delle domande che ho fatto, nel senso che per l'ospedale di Fermo, abbiamo un finanziamento di 39 milioni da parte dello Stato e di 31 a livello regionale. Qual'è il crono programma delle dismissioni? Non si conosce!
Se non c'è la conoscenza della dismissione, la dismissione non è automatica, perché uno vende, ma bisogna vedere se c'è chi compra, se non c'è questa possibilità come è possibile andare avanti in una gara, come è possibile aggiudicare i lavori, come è possibile cominciarli?
Dico di Fermo perché credo che sia la situazione più imbarazzante, nel dicembre 2012 la Giunta regionale, riunita con quella di Fermo, ha detto che era stato approvato il bando della gara e l'onorevole Petrini annunciava che l'inizio dei lavori sarebbe stato settembre 2013.
Nel dicembre 2013 la Regione ammette che non ci sono i soldi, che c'è da dismettere, ma non c'è il crono programma che io ho chiesto, siamo nell'ipotesi che tutto verrà realizzato, ma c'è solamente la disponibilità dei 39 milioni da parte dello Stato.
Credo che ci sia leggerezza ed una politica di annuncio di una cosa che, secondo me, non so se vedrà la sua realizzazione.
I Consiglieri del fermano si dovrebbero un po' preoccupare perché dalla sbandierata realizzazione di un'opera grande, ora in questa fase c'è uno stop, e non so quando verrà superato perché i 31 milioni che la Regione deve mettere, ne ha messi 3 per ora, dovranno essere recuperati con una dismissione che non conosciamo nei particolari.
Per l'ospedale Inrca è la stessa cosa. Nel giugno 2012, ... l'attenzione è minima, ma l'argomento è serio, il Presidente Spacca davanti al Ministro della sanità diceva che i lavori dell'Inrca saranno completati nel 2014. Ho letto, mi sono documentato, Presidente, non è che parlo così tanto per parlare, mi preoccupo che i lavori non inizino. Sappiamo per quale motivo ed è una fortuna, Assessore, che i lavori non inizino perché c'è la necessità di rivedere la distribuzione di determinati spazi. Questo è ancora più grave perché si è andati a gara nonostante più persone ed associazioni avessero detto che la distribuzione di spazi con i servizi non era consona.
A questo punto l'interruzione è venuta a proposito, ma anche qui un crono programma della dismissione non c'è. A questo punto credo che questa politica non tenga conto delle esigenze del territorio e dalle parole del Presidente che parlava dei lavori completati entro il 2014, adesso siamo ai lavori completati dopo l'estate 2016.
Diamoci una regolata. Credo che la tanto sbandierata costruzione dei nuovi ospedali sia stata fatta in anticipo per addolcire la pillola della riduzione dei posti letto, per addolcire la riduzione dei servizi, per giustificare l'intasamento del pronto soccorso.
Non c'era la necessità di annunciare opere che questa legislatura non vedrà realizzate. Credo che una di queste due opere sarà difficile vederla realizzata, grazie.

Interrogazione n. 1518
ad iniziativa del Consigliere Eusebi
"Fruibilità turistica del Capoluogo di Regione"
(Rinvio)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 1518 ad iniziativa del Consigliere Eusebi. Rinviata perchè dovrebbe rispondere l'Assessore Marcolini che non è presente.

Interrogazione n. 1350
ad iniziativa del Consigliere Natali
"Progetto AV5 presa in carico dei pazienti obesi - risultati progetto dopo 12 mesi"
(Rinvio)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 1350 del Consigliere Natali. Dico al tavolo tecnico che la rinviamo, però la iscriviamo, per problemi di tipo logistico, nel prossimo ordine del giorno, nella stessa posizione.

Interrogazione n. 1487
ad iniziativa del Consigliere Traversini
"Chiusura strada della Contessa"
(Rinvio)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 1487 del Consigliere Traversini. Rinviata perchè l'Assessore Giorgi non è presente.

Interrogazione n. 1589
ad iniziativa del Consigliere Marinelli
"Accordo di programma tra la Regione Marche e il Ministero dell'ambiente sottoscritto il 25 novembre 2010 - Interventi per la difesa della costa"
(Rinvio)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 1589 del Consigliere Marinelli. Rinviata perchè l'Assessore Giorgi non è presente.

Interrogazione n. 1190
ad iniziativa del Consigliere Giancarli
"Fiera della blue economy e sulla Fiera internazionale della pesca"
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 1190 del Consigliere Giancarli.
Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Canzian.

Antonio CANZIAN. Premesso che sono ben note a tutti le vicissitudini che hanno portato alla soppressione nel 2012 dell'ente Fiera della Pesca, preposto proprio alla programmazione dell'annuale Fiera della Pesca di Ancona; tale ruolo non è mai stato sostituito da nessuno, tuttavia la Regione ha cercato di attivare o di inserirsi in tutte le iniziative che in qualche modo potessero riuscire a colmare tale vuoto.
E' altresì nota la perdurante crisi del settore ittico per svariate cause (caro carburanti, riduzione del pescato e quant'altro) e ciò ha determinato un crollo dell'interesse e del correlato flusso economico anche di tutto l'indotto (cantieristica, reti e funi, motori, eccetera).
Su iniziativa del sottoscritto e della collega Giannini, nel corso del 2013, quindi dell'anno appena trascorso, sono state effettuate riunioni per realizzare l'iniziativa "economia del mare" con vari soggetti quali la Camera di Commercio di Ancona e il Comune di Ancona, ossia per organizzare un unico evento che doveva ricomprendere sia la Fiera blue economy che la Fiera internazionale della pesca. Nonostante l'impegno e le buon intenzioni, nel 2013 le idee messe in campo non si sono concretizzate per una serie di fattori, tra cui la penuria di risorse economiche, l'indisponibilità di spazi adeguati e, nel periodo previsto, lo scemante interesse degli operatori del settore. Si tenga conto infatti che l'ultima Fiera della Pesca è costata circa 200mila euro a fronte di sole 30mila euro di entrate e che è sempre più difficile trovare espositori a causa di scarsi ritorni economici.
Si ritiene comunque necessario cambiare il format di tali eventi, arricchendolo di iniziative più coinvolgenti e non solo di nicchia.
Si ritiene necessaria una riflessione per ipotizzare una scadenza bi-triennale della vecchia Fiera della Pesca all'interno di un nuovo contenitore quale la blue economy o altro ancora.
Ciò detto a seguito come è noto della soppressione dell'Ente regionale fieristico di cui alla legge regionale n. 14 del 2010, la Regione Marche ha approvato con deliberazione di Giunta regionale n. 1306 la convenzione a favore della società Fiera delle Marche S.p.A. per l'utilizzo dei marchi, nonché dell'utilizzo del quartiere fieristico di Civitanova Marche.
La convenzione suddetta venne successivamente sottoscritta in data 19 gennaio 2012, ma la società Fiera delle Marche, purtroppo, venne sciolta ope legis per essere il capitale sociale ridotto al di sotto del limite legale. L'evento ha posto la stessa società nell'oggettiva impossibilità a proseguire l'attività fieristica e di conseguenza a comunicare alla Regione il recesso dalla convenzione a suo tempo stipulata.
La società Fiera delle Marche è stata quindi posta in liquidazione e da quel momento non ha più svolto alcuna attività fieristica, né a Pesaro, né ad Ancona, né a Civitanova Marche.
Per assicurare l'espletamento delle manifestazioni fieristiche già programmate, l'amministrazione regionale in ragione dell'urgenza avviava una trattativa con la società Alfad S.p.A. che con nota del 31 novembre 2012 manifestava il proprio interesse alla gestione dei poli fieristici regionali per dare continuità alla attività fieristica già programmata e a proseguire senza soluzione di continuità in particolare il progetto blue Marche e gli stati generali della green economy
Con deliberazione n. 1778 del 28 dicembre 2012 la Giunta regionale approvava quindi una nuova convenzione alle stesse condizioni della precedente.
Poco meno di due mesi dopo, l'Alfad S.p.A. con nota del 18 febbraio 2013 comunicava la propria volontà di recedere dalla convenzione precedentemente stipulata per l'indisponibilità da parte del Comune di Civitanova di mettere a disposizione, una volta ultimato, il nuovo quartiere fieristico.
Pertanto in virtù della manifestazione di interesse avanzata dal Comune di Civitanova Marche in data 19 aprile 2013 per l'utilizzo dei marchi ex Erf al fine della successiva gestione delle manifestazioni fieristiche tradizionalmente svolte sul proprio territorio, la Giunta regionale con propria deliberazione n. 621 del 22 aprile 2013, ha accolto la richiesta avanzata dal proponente che, stante anche la propria natura di soggetto pubblico, garantisce sicuramente la continuità delle attività fieristiche.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Ringrazio il Vicepresidente Canzian per la risposta.
Credo che dobbiamo continuare a costruire le condizioni perché nella Fiera internazionale della Pesca e nel porto di Ancona troviamo storia e troviamo futuro.
Concordo con lei, Vicepresidente Canzian, quando dice che dobbiamo avere la capacità di individuare un nuovo contenitore e questo nuovo contenitore, lei diceva, è anche la blue economy.
Dentro questo nuovo contenitore noi dobbiamo saper valorizzare quelle che sono le azioni, la tanta trasversalità e la molteplicità degli interventi presenti nel porto di Ancona, non soltanto la fiera, ma il porto turistico, la pesca, i cantieri, le tante attività, la stessa Mole Vanvitelliana che è un grande contenitore culturale che è nel porto di Ancona.
Credo che sulla filosofia del suo ragionamento e sulla filosofia di quella che era l'interrogazione, dobbiamo fare in modo di costruire azioni concrete perché questa area, che è la più grande area produttiva delle Marche, possa continuare a vivere all'interno di una pluralità di azioni, comprese quelle turistiche e commerciali. Grazie.

Interrogazione n. 1489
ad iniziativa del Consigliere Cardogna
"Terminale off shore di rigassificazione di GNL nell'area al largo del sito industriale di Falconara Marittima. Chiarimenti sulla proroga concessa in relazione al termine di inizio lavori"

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 1489 del Consigliere Cardogna.
Ha la parola, per la risposta l'Assessore Malaspina.

Maura MALASPINA. La Posizione di Funzione VAA è competente per le procedure di valutazione di impatto ambientale e per il progetto in oggetto ha rilasciato un parere nell'ambito del procedimento di Via di competenza statale.
Nell'ambito dell'istruttoria regionale sono stati coinvolti Comune, Provincia ed Ente parco ed altri soggetti con competenze ambientali. II procedimento regionale si è concluso con decreto n. 35/VAA del 22 aprile 2009, confluito nel provvedimento statale decreto del Ministero ambiente tutela del territorio e del mare DEC-DVA - 2010 - 375 del 22 luglio 2010.
Il Ministero dello sviluppo economico di concerto con il Ministero dell'ambiente e d'intesa con la Regione Marche ha rilasciato l'autorizzazione alla costruzione e esercizio di cui all'art. 8 legge n. 340/2000 con decreto interministeriale del 28 dicembre 2011, trasmessa con nota prot. 391 del 9 gennaio 2012.
L'art. 7 del decreto interministeriale del 28 dicembre 2011 fissa al comma 1 i termini per l'inizio e per l'ultimazione dei lavori, pari rispettivamente a 12 mesi dalla data di ricevimento del provvedimento di autorizzazione da parte della società ed ai successivi 48 mesi a partire dalla stessa data.
Nel contempo il medesimo articolo, al comma 2, stabilisce che con provvedimento del Ministero dello sviluppo economico, di concerto con il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, di intesa con la Regione Marche, possono essere concesse proroghe dei suindicati termini, a seguito di motivata istanza per comprovati e giustificati motivi e/o per causa di forza maggiore.
Sempre il Ministero dello sviluppo economico con nota loro protocollo n. 23952 del 6 dicembre 2012, ha comunicato che la Società Api Nova Energia ha motivatamente richiesto la concessione della proroga di un anno dei termini per l'avvio dei lavori fissati dall'articolo 7, comma 1 del decreto di autorizzazione del 28 dicembre 2011.
La nota del MISE motiva la concessione della proroga alle pendenze delle procedure volte l'una al rilascio dell'esenzione dalla disciplina di accesso a terzi e dall'applicazione delle tariffe regolamentari, l'altra alla verifica di assoggettabilità a Via del progetto di ottimizzazione degli approdi a terra della condotta da 32" e del cavo di potenza e controllo.
II MISE e il MATTM, in relazione alla richiesta avanzata dalla Società API Nova Energia srl, non ravvisano motivi ostativi all'accoglimento della domanda.
Con decreto interministeriale del 20 marzo 2013 (trasmesso con loro nota prot. n. 6736 del 2 aprile 2013 ed acquisito al prot. reg. con n. 249497/GRM/EFR del 19 aprile 2013), il Ministero dello sviluppo economico, di concerto con il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha prorogato di un anno il termine per l'inizio dei lavori previsto dall'articolo 7, comma 1 del decreto ministeriale 28 dicembre 2011 ovvero fino al 9 gennaio 2014, 146 del 18 febbraio 2013 e vincolata al rispetto dell'Accordo tra Regione Marche e Gruppo API di cui alla delibera di Giunta regionale n. 977 del 6 luglio 2011.
Successivamente, con nota prot. n. 10045 del 2 maggio 2013 (acquisita al prot. reg. con n. 299091/GRM/VAA del 10 maggio 2013), il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del. mare ha trasmesso il provvedimento di esclusione dalla procedura di impatto ambientale del progetto di ottimizzazione della realizzazione degli approdi a terra della condotta da 32" e del cavo di potenza e di controlli degli impianti off-shore.
Il Ministero dello sviluppo economico, con nota loro protocollo n. 20495 del 18 ottobre 2013, ha comunicato che la Società Api Nova Energia ha motivatamente richiesto una ulteriore proroga di un anno dei termini per l'avvio dei lavori,(ovvero fino al 9 gennaio 2015.
La richiesta di proroga è motivata dalla presenza di procedimenti ed istruttorie non conclusi. In particolare, nell'ambito della procedura, iniziata in data 13 gennaio 2012 e concernente il rilascio dell'esenzione dalla disciplina di accesso a terzi e dall'applicazione delle tariffe regolamentate ai sensi della legge 23 agosto 2004, n. 239, come modificata dall'art. 33 del decreto legislativo 1 giugno 2011, n. 93 - di attuazione tra l'altro della Direttiva 2009/73/CE - e del relativo regolamento attuativo definito dal decreto 11 aprile 2006 dell'allora Ministero delle attività produttive, la Commissione europea ha richiesto una serie di approfondimenti tecnico-commerciali inerenti alla nave metaniera rigassificatrice. Al fine di fornire tali approfondimenti, la società Api Nova Energia Srl ha affidato a RINA e SAIPEM lo sviluppo del progetto preliminare della nave rigassifricatrice. Tale attività, la cui conclusione è prevista entro il primo semestre del 2014, potendo determinare la necessità di un aggiornamento di alcuni aspetti del progetto del terminale off-shore di rigassificazione già autorizzato, costituisce quindi un elemento ostativo e di incertezza ai fini dell'avvio dei relativi lavori di costruzione.
Con la nota sopracitata, il Ministero dello sviluppo economico, ritenuto che le motivazioni addotte dalla società Api Nova Energia Srl rappresentino fatti oggettivamente ostativi ai fini dell'avvio dei lavori, non imputabili alla società istante, ha inoltre richiesto alla Regione Marche l'espressione della relativa intesa in merito alla concessione della proroga di cui sopra. Anche il MATTM titolare del procedimento di VIA informa nella nota prot. DVA - 25690 dell'11 novembre 2013 di non intravedere motivi ostativi alla concessione di tale ulteriore proroga, evidenziando come tale circostanza non sortisca nessun effetto sulla validità temporale del provvedimento sopracitato.
Pertanto, con deliberazione di Giunta regionale n. 1552 del 18 novembre 2013, la Regione Marche ha rilasciato l'intesa per la concessione dell'ulteriore proroga di un anno del termine di inizio dei lavori stabilito dall'art. 7, comma 1 del succitato provvedimento di autorizzazione, fermo restando il rispetto dell'accordo di cui alla deliberazione di Giunta regionale n. 977/2011, con riferimento agli impegni presi dalle parti, quale presupposto a suo tempo indicato per il rilascio dell'autorizzazione stessa.
In conclusione, possiamo ragionevolmente escludere che le richieste di proroga possano configurarsi come azione dilatoria, sia perché alcuni impegni, come quello del mantenimento occupazionale, sono stati mantenuti, nel contempo, molti accorgimenti tecnici e di riduzione dell'impatto ambientale sono legati alla realizzazione fisica dell'intervento del terminale off-shore di rigassificazione GNL di Falconara Marittima e alla disponibilità della fonte energetica e cioè il gas metano. Grazie.
Scusi Presidente, alla fine delle interrogazioni chiedo di intervenire per un fatto personale.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Cardogna.

Adriano CARDOGNA. Grazie Presidente. Ringrazio l'Assessore per l'articolata risposta, comunque gli uffici dovrebbero considerare che se i Consiglieri fanno un'interrogazione, un minimo di documentazione l'hanno già acquisita, e risparmiare agli Assessori queste articolatissime risposte prima di arrivare alle conclusioni.
Lo scopo principale di questa mia interrogazione è di ricordare a tutti noi, anche a quest'Aula, che non molto tempo fa abbiamo vissuto una discussione importante e acerrima che riguardava la costruzione, la realizzazione del rigassificatore di Falconara.
Come siamo abitualmente usi, dopo grandi discussioni, grandi battaglie, riprendiamo il nostro tram tram quotidiano e non torniamo con la mente a ciò che è avvenuto, a quello che certe scelte hanno provocato nel tessuto sociale della regione e non verifichiamo se quelle caratteristiche di urgenza, che qualche volta possono anche rendere inevitabile un confronto aspro, non solo all'interno di quest'Aula, ma all'interno della società marchigiana, valevano la pena oppure no.
Voglio soltanto sottolineare che uno dei motivi che ci portò a quella decisione era l'urgenza di dare una risposta in termini economici ed imprenditoriali ad una situazione a cui l'API non poteva andare incontro senza questa soluzione che la Regione Marche doveva favorire.
Voglio semplicemente sottolineare che dopo tutta questa urgenza siamo già alla seconda proroga richiesta dall'API e nella seconda, se andiamo a leggere bene, vengono messe in campo questioni e situazioni che, a mio modesto parere, dovevano essere già state risolte nel momento in cui veniva proposta e richiesta l'autorizzazione per realizzare il rigassificatore.
Mi è forse troppo facile prevedere che niente accadrà anche dopo l'1 gennaio 2015. Avremo richieste di altre proroghe e questo per significare che cosa? Quando faremo un bilancio di quello che ha rappresentato quella discussione, quella scelta, che in quest'Aula abbiamo affrontato e soprattutto il disagio che abbiamo provocato ancora una volta ad una popolazione, da troppi decenni, troppo esposta alle pseudo soluzioni energetiche per questa Regione? Comunque grazie Assessore.

Interrogazione n. 1370
ad iniziativa dei Consiglieri Binci, Latini, Pieroni, Busilacchi
"Ripristino servizio igienisti dentali Asur 7"
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 1370 dei Consiglieri Binci, Latini, Pieroni, Busilacchi.
Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. Questa è un'interrogazione tesa a chiedere il perché della mancata attuazione rispetto ad una risoluzione del 2012, la n. 54 del 2012, in cui si chiedeva alla Giunta regionale di ripristinare il Servizio di igiene dentale nelle strutture pubbliche facenti capo all'Area Vasta n. 2; si chiedeva di conseguenza anche il rinnovo del contratto del personale di cui alle premesse e l'estensione, se possibile, del servizio.
La causa del mancato ripristino è dovuta alle vicende economiche che si sono abbattute nel frattempo sul sistema sanitario, alla necessità di una rivisitazione ed anche della riqualificazione del servizio stesso.
E' chiaro che le attività che sono state indicate dai Consiglieri non rientrano nei livelli essenziali di assistenza e, all'interno dell'Area Vasta ed all'interno delle zone territoriali, erano pressoché assenti.
La direzione, in applicazione delle norme nazionali e nel rispetto dei vincoli imposti in merito alle assunzioni, in primo luogo, di fronte all'assunzione di quelle figure professionali, ha privilegiato quelle che riguardavano il servizio sanitario sostenuto dai livelli essenziali di assistenza, parlo di figure professionali quali: medici, infermieri che, ovviamente, sono prioritarie rispetto al corretto svolgimento dell'attività sanitaria, secondo i parametri richiesti dal servizio stesso.
L'Asur, in quanto pubblica amministrazione, è tenuta a procedere alle assunzioni di personale in ossequio alla normativa sia nazionale che regionale vigente in materia. Nello specifico, proprio al fine di assicurare quelli che sono i decreti che si sono succeduti, in modo particolare quello della spending review, si è imposta una limitazione all'assunzione del personale che era cessato. Questo è anche utile per valutare ogni nuova assunzione nell'ottica dell'articolazione aziendale in Aree Vaste territoriali. Le procedure di reclutamento dovranno seguire il consueto iter prescritto dalla legge, articolandosi nell'emissione di apposito bando di concorso con successiva nomina della specifica Commissione per l'espletamento della prova.
Nonostante questo vorrei dire al Consigliere Binci che secondo quelle che sono le linee guida del Ministero della Salute è previsto, pur facendo riferimento anche a questi vincoli che non possono essere derogati, l'inserimento dell'igienista dentale nei percorsi di educazione alla corretta igiene orale, per prevenire le malattie dentali e gengivali delle categorie protette e dei detenuti del sistema carcerario. In virtù di questo percorso, anche dentro la nuova riorganizzazione, nei tavoli tecnici con le Organizzazioni Sindacali, c'è inserito un progetto, nell'ambito del dipartimento di prevenzione, che coinvolge anche questo tipo di figura, tesa a garantire quei servizi che il Ministero della salute ha indicato come essenziali.
Queste sono le ragioni per cui non si è dato seguito, però c'è un'attenzione per quelle categorie che ho elencato a garantire questo tipo di servizio dentro il riordino.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Sono contento che si sono prenotati per intervenire anche i Consiglieri Busilacchi e Latini che sono cofirmatari. Oltretutto sono firmatari di una mozione trasformata in risoluzione in cui il Consiglio regionale chiedeva alla Giunta di ripristinare un servizio di prevenzione quale quello fornito dagli igienisti dentali presso l'Area Vasta n. 2 che durava da 10 anni. Un servizio che era presente da 10 anni, portato avanti senza l'assunzione di personale con contratti di collaborazione, è stato interrotto dopo 10 anni senza dire a questo personale né grazie, né vedremo se continuare il servizio.
Una questione è quella del personale che - persone che per 10 anni hanno svolto un lavoro in collaborazione, in maniera continuata, con orari di lavoro - secondo me, davanti ad un qualsiasi tribunale del lavoro avrebbe permesso l'assunzione, perché c'era un lavoro di tipo continuativo. Persone che vengono abbandonate a se stesse e neanche tutelate in nessun modo.
L'altra questione è quella del servizio. L'Assessore ha detto che non rientra nei livelli essenziali di assistenza, allora secondo questa logica, nei livelli essenziali di assistenza, non deve esistere la prevenzione perché l'igiene dentale è la prevenzione di tutte le malattie e di tutte le compromissioni del cavo orale.
Come è possibile dire che un servizio di igiene dentale non è all'interno dei servizi che possono essere erogati?
Oltre tutto ritengo che - alcuni anni fa ho usufruito, una volta, dell'igienista dentale presso l'Asl, pagando un ticket di 30 euro - quel tipo di personale si ripagherebbe il salario che percepirebbe. Chiedo di fare almeno questo, uno studio, Assessore, sul fatto che il lavoro svolto dagli igienisti dentali possa essere pagato dal ticket. Questo va nell'ottica della migliore razionalizzazione e nel migliore uso degli spazi.
Secondo me, Assessore, il semplice ticket che gli utenti pagano per il servizio di igiene dentale, che è all'incirca sopra i 30 euro, sarebbe sufficiente a pagare il lavoro di queste persone, almeno in una forma di contratto di collaborazione. Quindi noi procureremo lavoro pubblico a costo zero, perché lo pagano gli utenti, reinseriremo delle persone a fare un servizio ed un lavoro di prevenzione che riguarda l'igiene dentale ed i problemi che possono nascere per la digestione, quindi, costi sanitari indotti, ma soprattutto forniremo un servizio perchè oggigiorno, con la situazione di disagio economico che si è venuta a creare, con la disoccupazione, eccetera, una grossa parte della popolazione, quella che è sotto certi livelli di reddito, che ha ormai raggiunto il 15% della popolazione marchigiana, è costretta a rinunciare a questo tipo di cure.
Chiedo all'Assessore di ripensare a questa scelta. Bene la garanzia per le fasce protette, penso però che debba essere considerata fascia protetta quella parte di popolazione che per disagio economico, per impossibilità economica, non può accedere ai servizi, quali quello dell'igiene dentale. Non è possibile condannare chi non ha reddito a farsi cadere i denti o a portare avanti la piorrea.
Un conto è pagare un ticket di 30 euro, un conto è pagare una pulizia dentale presso una struttura privata che va all'incirca dai 60 ai 120 o 150 euro.
E' un intervento di sostegno al reddito. E' un intervento di contrasto alla povertà. E' un intervento di tutela della salute delle persone in situazione di bisogno economico.
Chiedo di fare un approfondimento rispetto al rapporto costi/benefici anche solo rispetto al puro costo per la struttura perché andiamo a valorizzare strutture già esistenti. Ci sono i poliambulatori che in certi orari, ad esempio, dopo le 5 del pomeriggio, sono vuoti, nel pomeriggio sono praticamente vuoti, allora si può prevedere, che ne so, un medico, un dentista che stia lì magari con tre igieniste dentali che lavorano contemporaneamente, perché posso capire che assieme all'igienista dentale ...

PRESIDENTE. Consigliere Binci è una replica, sono 10 minuti che parla!

Massimo BINCI. Si chiudo. E' una replica, però è anche una risoluzione a cui la Giunta non ha ottemperato.

PRESIDENTE. E' una interrogazione, lei deve replicare in 5 minuti. Sono 11 minuti che parla, io cosa devo fare...

Massimo BINCI. Si, ho capito, chiudo.
Dico di verificare, di mettere in piedi magari quattro igieniste dentali che lavorano lo stesso pomeriggio con un solo dentista. Questa è una modalità intensiva di lavoro che permetterebbe di diminuire i costi dello specialista e di far rientrare, sempre dentro i costi, questo tipo di attività.
Chiederò tra un paio di mesi una risposta ad una interrogazione che farò rispetto a questa verifica. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Grazie Presidente. Aggiungerò pochissimo a quanto detto dal Consigliere che ha illustrato in modo molto dettagliato alcune delle ragioni che hanno spinto me ed i colleghi a questa interrogazione.
Ringrazio l'Assessore e condivido il fatto che, in una fase di risorse limitate, sia opportuno e necessario intervenire, in primo luogo, a garanzia dei servizi che sono essenziali, quindi, è chiaro che i servizi che non sono all'interno dei livelli essenziali di assistenza devono avere una priorità successiva rispetto a quelli essenziali, però qual è, Assessore, un aspetto importante che vorrei ricordare? E' che queste persone che lavorano a questo servizio nella ex Zona n. 7, consapevoli del fatto che siamo in una situazione difficile in cui le risorse vanno gestite nel modo più efficiente possibile, si sono dette disponibili a far parte di un progetto che, a parità di contratto, vedesse ampliata la loro area di intervento in tutta l'Area vasta 2.
Io so che l'Asur si è fatta protagonista nel portare avanti questo progetto che consentirebbe a queste persone di continuare il lavoro in un'area più vasta, assicurando un efficiente utilizzo delle risorse.
Credo che questo potrebbe essere per l'Asur un punto di caduta buono anche nell'ottica della spending review. Potremmo garantire che queste persone possano continuare ad avere un contratto offrendo un servizio su un'area più vasta rispetto alla ex Zona n. 7.
So che questo progetto c'è, è ancora fermo all'Asur, ma di fatto ha trovato sia una concertazione sociale che un'approvazione tecnica, quindi, mi chiedo perché non possa essere portato a compimento definitivo. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Latini.

Dino LATINI. Grazie Presidente, aggiungo solo due aspetti a quanto detto dai colleghi in replica alla risposta dell'Assessore.
Un dato di fondo che ci consente di scendere, purtroppo, verso il basso sulle coperture di queste collaborazioni, non solo degli igienisti dentali, in quanto la procedura utilizzata è la stessa per tutti coloro che hanno operato con i contratti di co.co.co. e nel campo della sanità l'hanno fatto per moltissimi anni.
Le modalità procedurali con le quali sono arrivati alla sostituzione, nel caso specifico neanche a ciò, consentono di avere delle persone che presentano il proprio curriculum ma che, nel caso di specie, per quanto viene loro chiesto circa specializzazioni adeguate, non hanno sufficientemente pratica. Mi riferisco all'ultima graduatoria relativa al personale sanitario medico addetto ai servizi di pronta emergenza e pronto soccorso, coloro che hanno vinto il bando non hanno mai visto mettere, non dico mettere loro stessi, un punto di sutura.
Se noi abbiamo questa procedura d'approccio per quanto riguarda le carenze da coprire, anche il discorso del servizio di igienisti dentali ha una doppia valutazione negativa; uno, perché non si riesce a chiudere la collaborazione, pur essendoci i presupposti giuridici per farlo, per coloro che da 15 anni prestano, con la massima attenzione, con la massima professionalità il servizio nel campo specifico dell'igienista dentale; due, perché anche si volesse realizzare una loro carenza lo si fa mettendo in pole position coloro che non hanno né la preparazione scientifica, né soprattutto la preparazione pratica, comunque la capacità di dare prestazioni adeguate in sostituzione di coloro che hanno il contratto scaduto.
Ciò porta il livello della qualità marchigiana molto in basso rispetto a quello che noi pensiamo esista, in questo momento, in tutte le Aree vaste; in particolare per quanto riguarda l'Area Vasta n. 7 che subisce oggi la concentrazione e l'utilizzazione di questa procedura che dà risultati con effetti negativi davvero devastanti.
L'altro aspetto, che non è stato segnalato o non è stato segnalato a sufficienza, è che dobbiamo ricordare che è stata approvata all'unanimità, nel campo specifico dei servizi degli igienisti dentali dell'ex Zona n. 7, una risoluzione da parte di questo Consiglio regionale, la risoluzione n. 54 dell'11 settembre 2012, con la quale è stato chiesto a gran voce, da parte di tutti, il ripristino del servizio di igiene dentale nelle strutture pubbliche facenti capo all'Area vasta, oggi denominata, 2 mediante il rinnovo del contratto del personale.
Ora da questa situazione emerge che non solo le risoluzioni, come ben noto, vengono prese in scarsa considerazione, ma che non viene preso in considerazione un atto che definisce e va in qualche modo a toccare la necessità del servizio degli igienisti dentali che sono stati lasciati ad una mera condizione di atecnicità per essere non pagati o comunque non messi a copertura finanziaria. Questo è grave perché il concetto del rapporto fra gli atti del Consiglio regionale ed il passaggio amministrativo, attraverso l'applicazione della struttura dell'area sanità, produce effetti negativi ed ovviamente ne risente la popolazione assistita interessata. Grazie.

Interventi ai sensi dell'art. 53 del R.I.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire per una comunicazione l'Assessore Malaspina, ne ha facoltà.

Maura MALASPINA. Grazie Presidente, ho chiesto la parola per fatto personale, per il profondo rispetto che ho per ognuno dei colleghi Consiglieri e per tutta l'Assemblea, vorrei rivolgermi all'Assemblea perché nell'ultimo Consiglio del 25 febbraio scorso, un collega ha denunciato, che esisterebbe un malcostume, da parte di Assessori regionali che continuano a non rispettare la legge ed il Regolamento circa le interrogazioni, anzi a tale proposito vorrei leggere, per essere più precisa, il resoconto della seduta n. 149 del 25 febbraio 2014 che dice: "C'è un malcostume, mi permetta di usare questo termine, da parte di Assessori regionali che continuano a non rispettare la legge ed il Regolamento circa le interrogazioni. Noi sappiamo che quando presentiamo interrogazioni a risposta orale possono trascorrere mesi ed anche anni, per cui il sottoscritto, Presidente, presenta quasi esclusivamente interrogazioni a risposta scritta, le sollecita verbalmente e, a distanza di mesi, la legge prevede 20 giorni, alcuni Assessori non rispondono. Voglio evidenziare, è assente perché evidentemente la presenza in Consiglio regionale non è considerata ..., ah sta entrando ..., voglio citare il caso dell'Assessore Malaspina che deve rispondere a due interrogazioni presentate un mese e mezzo fa, quasi due mesi, gliele ho sollecitate in un incontro personale dove mi ha detto: 'Tranquillo'. Credo che sia compito nostro pretendere che gli Assessori, che sono i governanti di questa Regione, rispettino le norme che dettano il funzionamento di questa Assemblea. Non è più tollerabile che abbiano ... eccetera".
A tal proposito, come è evidente, in quel caso l'Assessore interessato era la sottoscritta, per il rispetto che ho per ognuno di voi che siete anche miei colleghi e per quest'Aula, voglio solamente precisare che le interrogazioni a cui avrei dovuto rispondere entro i 20 giorni, premesso che per molte altre i tempi sono stati rispettati, erano si interrogazioni a risposta scritta, ma presupponevano la ricerca di dati e notizie esterne all'amministrazione regionale.
In pratica per una di esse i funzionari del Servizio ambiente dovevano richiedere all'Arpam dati e notizie su un paventato inquinamento alle falde. I tempi intercorrenti tra la richiesta all'Agenzia competente e i tempi della successiva risposta, normalmente congrui con l'organizzazione di dette Agenzie, hanno di fatto allungato di pochi giorni i tempi della comunicazione al Consigliere interrogante che ha ricevuto, quindi, una risposta tardiva - in quel settore inoltre, in quel periodo, era in atto la sostituzione del Dirigente per raggiunti limiti di età, la riorganizzazione delle P.F. ..., ma lasciamo perdere - anche per i termini e gli approfondimenti che il nuovo Dirigente ha dovuto svolgere prima di inviare la risposta alla sottoscritta.
In merito alla seconda interrogazione, di cui voglio dirvi gli argomenti:
- se l'Arpam o le centraline di monitoraggio atmosferico abbiano analizzato i banchi di nebbia o altre sostanze che si depositano nel nostro territorio dando origine a numerosi ed improvvisi cambiamenti delle condizioni metereologiche;
- se la nostra regione è sorvolata da aerei che rilasciano scie di gas, fibre polimeriche o altre sostanze dannose per la salute dei cittadini - interrogazione simile a quella a cui ho risposto qualche giorno fa a proposito dei "capelli d'angelo", se ben ricordate;
la risposta non era possibile perché presupponeva il riscontro di dati e situazioni da parte sempre dell'Agenzia Arpam.
Per la risposta all'ultima interrogazione, scaduta solo di pochi giorni, sono stati consultati i responsabili Agea, i quali avevano, in un primo tempo, promesso di venire presso la Regione a valutare tutte le difficoltà riscontrate dai loro controlli sul biologico, ma per difficoltà degli stessi funzionari non si è ancora potuta tenere. Per questo posso dimostrare tutte le missive e le corrispondenze intercorse che si concluderanno a breve con l'incontro che si svolgerà nei prossimi giorni presso Agea di Roma.
In conclusione voglio ribadire il mio rammarico per non essere riuscita ad essere totalmente tempestiva e, quindi, ne chiedo scusa al Consigliere di riferimento, ma d'altronde, per il rispetto che porto a tutti voi e a quest'Aula, non me la sono sentita di dare una risposta solamente interlocutoria e delatoria, ma ho preferito rispondere con un po' di ritardo, ma con dati e termini definitivi, perché questo è quello che mi sono riproposta nell'esercizio del mio incarico istituzionale di Assessore.
Continuo dicendo che mi è giunta una e-mail, di cui non dirò il nome del sottoscrittore perché non vorrei mai che il mio nome stesse sotto una e-mail simile: "In attesa che lei risponda, avrebbe dovuto farlo, secondo la legge regionale entro 20 giorni, alla mia interrogazione, la n. 1547 del 21 gennaio, nella quale è evidente oltre al desiderio di sfogare la propria rabbia e delusione da parte di chi lavora onestamente anche la speranza che qualcuno, prima di tutto penso all'Assessore all'agricoltura, possa intervenire a tutela di un settore, il biologico, che troppo spesso viene utilizzato come fiore all'occhiello, ma che vive la realtà che ci viene descritta. Credo sia giunta veramente l'ora di passare dalle parole, dai comunicati stampa, dalle iniziative pubbliche a pagamento, ai fatti. Fatti che possono aiutare concretamente il mondo della nostra agricoltura".
Non vorrei mai rivolgermi ad un collega che sta lavorando, come me, con questi toni.
Tanto dovevo a quest'Aula, sempre per il profondo rispetto che ho per l'Aula, per trasparenza e correttezza. Grazie.

(Interrompe il Consigliere Bucciarelli)

PRESIDENTE. Non posso aprire una discussione. Per carità, io sono molto tollerante e per dare il massimo della democrazia forzo anche le regole, però non oltre un certo punto.
Non mi pare che l'Assessore, in una risposta molto calda, abbia pronunciato nomi di Consiglieri, quindi, se si interviene bisogna dire per che cosa, sulla base ...

(Interrompe il Consigliere Bucciarelli)

PRESIDENTE. Secondo me, non ci sono gli estremi, però d'accordo se l'intervento è breve, poi chiudiamo lì.
Ha la parola il Consigliere Bucciarelli.

Raffaele BUCCIARELLI. Presidente la ringrazio, se il fatto personale sussiste, lo decide il Presidente ed eventualmente dà la parola al Consigliere o all'Assessore richiedente a fine seduta.
Il Presidente ha detto che fa degli strappi e, quindi, io lo ringrazio per lo strappo.

PRESIDENTE. Non c'è nessun problema, è meglio che la chiudiamo qui.

Raffaele BUCCIARELLI. Vedete qui si confonde per fatto personale, un fatto politico.
Io ho attaccato la Consigliera Malaspina politicamente e continuo a farlo perché il mio giudizio politico è di totale incapacità nella gestione di un assessorato e guardate che i toni che uso io ..., voi lo sapete quanto me, basta andare in qualche assemblea pubblica dove l'Assessore è presente e parlate con gli agricoltori, sono toni ben più duri. Ve lo garantisco, tanto è vero che un responsabile di una grande cooperativa, che è un fiore all'occhiello delle Marche, ha mandato l'e-mail che io ho girato all'Assessore. A chi avrei dovuto mandarla?
Non può confondersi un fatto politico, con un fatto personale. E' qui il limite, non siamo al bullismo renziano per cui arrivo io, risolvo tutto, faccio io, tu no, io spacco. No! La politica è confronto, è relazione, è anche sapere accogliere le critiche perché Assessore, se lei rispetta il Consiglio, rispetta i Regolamenti e se arriva un'interrogazione risponda nei tempi previsti. Punto!
Se non è in grado di farlo, fa una lettera interlocutoria e dice: "Sono in attesa di dati". Punto!
Questo è il rispetto istituzionale e politico.
Voglio farle notare anche una cosa, è ora che il mondo agricolo abbia un referente che riconosce e a cui riconosce autorevolezza. Questo però non devo dirlo a lei, lo dico al Presidente, che non c'è, ma chiedo al Vicepresidente di riferire, è ora che il mondo agricolo abbia un punto di riferimento politico autorevole, che ne riconosca l'autorevolezza, perché si sente abbandonato, si sente non capito, non compreso. Non occorrono tecnici, occorre sensibilità politica per guidare un settore importante come quello e, soprattutto, conoscerlo prima di avere la pretesa di giudicarlo, altrimenti rischiamo di confondere lucciole per lanterne con i risultati che vediamo.

Proposta di legge n. 271 (testo base)
ad iniziativa dei Consiglieri Cardogna, Badiali, Ciriaci, Ricci, Malaspina, Eusebi, Pieroni, Latini
"Modifiche alla legge regionale 23 febbraio 2005, n. 6 'Legge forestale regionale' e alla legge regionale 22 dicembre 2009, n. 31 'Finanziaria 2010'"

Proposta di legge n. 371
ad iniziativa dei Consiglieri Badiali, Giancarli
"Modifica alla legge regionale 23 febbraio 2005, n. 6 'Legge forestale regionale'"
(abbinate)

(Nuova titolazione) "Modifiche alla legge regionale 23 febbraio 2005, n. 6 'Legge forestale regionale'"
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 271 ad iniziativa dei Consiglieri Cardogna, Badiali, Ciriaci, Ricci, Malaspina, Eusebi, Pieroni, Latini e la proposta di legge n. 371 ad iniziativa dei Consiglieri Badiali, Giancarli, abbinate.
Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Traversini.

Gino TRAVERSINI. Grazie Presidente. La legge che noi ci accingiamo a discutere non è una nuova legge forestale, è composta di 16 articoli, sono articoli di modifica, di integrazione, della legge forestale che è la legge n. 6 del 23 febbraio 2005. Sono passati nove anni. Una buona legge, una legge che sta funzionando bene, che ha funzionato bene.
Sono passati nove anni da quell'approvazione, nel frattempo si sono aperte nuove frontiere di discussioni, ci sono stati nuovi piani legati alla forestazione, nuovi accordi a livello Stato-Regione e tra le stesse Regioni, nuovi piani, programmi quadro della Forestale dello Stato, la nuova programmazione dei finanziamenti europei. Tutto questo comporta sicuramente la revisione e l'attualizzazione di quella che è la legge n. 6.
La stessa ci pone non solo la modifica, ma ci pone nuovamente all'attenzione, ha anche questo vantaggio, e ci dà consapevolezza del grande patrimonio forestale che noi abbiamo nelle Marche.
Un patrimonio importante a livello nazionale, ma lo è tanto di più a livello regionale. Do alcuni dati del nostro territorio regionale: dal 26 al 30% è un territorio coperto da boschi, quindi, un territorio forestale; circa 20.000 ettari di terreno legati al bosco sono demanio forestale, 30.000 sono gli ettari di proprietà comunali e altri 30.000 sono legati alle proprietà, agli usi civici, alle proprietà collettive, Anche questo è una parentesi molto importante, una realtà marchigiana, un esempio di come negli anni, anzi nei secoli, chi ha abitato in montagna ha saputo amministrare boschi e pascoli con un concetto di utilizzo del bosco, pensando anche alla salvaguardia.
Un patrimonio eccezionale a cui si sommano circa 200.000 ettari di proprietà privata, questa la grande riflessione e anche un po' la novità che va rivista, perché la proprietà privata, negli ultimi anni, in alcune zone, visto lo scarso valore economico dato, secondo me anche sbagliando, ha completamente abbandonato quella che è la coltivazione del bosco e con il passare del tempo c'è stata una frammentazione della proprietà privata per cui ci troviamo di fronte a proprietà boschive di cui è difficile scoprirne e rintracciarne la proprietà.
Un patrimonio quello della forestale di grande rilievo. Un valore economico legato alla produzione del legno ed a vari progetti, ma il grande valore, lo dicono i dati, nel momento in cui il 30% del territorio della regione Marche è coperto da bosco, è il paesaggio che abbiamo, che cerchiamo di vendere, in maniera positiva e propositiva, attraverso le azioni turistiche legate al mondo forestale, quindi, questo 30% è legato alla manutenzione. Saper conservare il bosco significa fare una manutenzione del paesaggio. Questo è il grande valore.
L'altro valore è quello economico legato alla produzione che può essere ampliata anche attraverso nuovi sistemi, anche di progettualità, mi viene in mente la filiera corta rispetto alla produzione di energia, il cippato.
Quello che si è posto con la nuova proposta di legge è come rendere più produttivo il sistema forestale e valorizzare l'aspetto del lavoro forestale, lo sviluppo del lavoro stesso. Questo è il tema nuovo che si è cercato di introdurre, il tema del lavoro diventa centrale, ma come svilupparlo?Importante è legarlo ad una sostenibilità, cioè il bosco nel rispetto della salvaguardia e della valorizzazione è al tempo stesso risorsa e fonte di lavoro, anche in riferimento a quello che è successo negli ultimi anni, dove in alcune zone la tradizione del lavoro, del lavoro del bosco, tradizione forte, e al tempo stesso la crescita di cooperative agricole hanno dato un grande contributo a questo settore, ma al di là di questo, il tema è come rendere ancora più forte e valorizzare il lavoro forestale.
La sostenibilità, su questo voglio aprire velocemente una parentesi, noi nelle Marche, se vogliamo, abbiamo una responsabilità maggiore rispetto ad altre Regioni perché oltre che parlare di una legge forestale e di sostenibilità c'è chi, nella nostra regione, già nell'XI secolo parlava di sostenibilità dell'agricoltura e dei boschi. Prima della legge n. 6 del 2005 c'era il codice forestale camaldolese che è forse la più grande legge forestale di cui l'umanità possa parlare; ha decine e decine di secoli, già parlava di sostenibilità, di come l'agricoltura ed il bosco potessero essere produttivi e importanti per l'umanità nel rispetto del bene stesso.
Con queste radici e con questo bagaglio culturale, a cui non dovremmo sottrarci, noi abbiamo affrontato la discussione. Ecco la ricerca anche storica che si sta facendo sul codice forestale camaldolese, ricordando che uno dei centri più importanti nel nostro territorio, nelle Marche, è Fonte Avellana. Lo dico con una punta di orgoglio visto che sono di quel territorio. Nelle carte di Fonte Avellana si fa un ragionamento legato all'agricoltura, si danno indicazioni di quale sia l'agricoltura sostenibile, la coltivazione del bosco, credo, quindi, che non si possa prescindere da quelle valutazioni. Su questo mi sento di ringraziare chi questa ricerca la sta facendo da anni, Padre Frigerio sta portando avanti un lavoro eccezionale, credo che sia molto importante per tutti noi che legiferiamo, ma è importante per la nostra storia marchigiana.
Con questo ragionamento abbiamo affrontato in Commissione ed abbiamo fatto, credo, un ottimo lavoro. Anticipo che è stato approvato all'unanimità. La riflessione è partita da come valorizzare il patrimonio boschivo ai fini produttivi, ai fini del lavoro, al fine di intercettare nuove risorse, rimanendo fermi al concetto, legato al paesaggio, di salvaguardia del nostro patrimonio.
L'articolato, dicevo, è fatto di indicazioni, di trasformazioni di quelli che sono gli articoli della legge n. 6. Mi soffermo su alcuni aspetti, non toccandoli tutti perché contengono tantissime normative tecniche di cui potremmo parlare per delle ore.
In questa legge, in uno dei primi articoli, si pone il lavoro al centro della valorizzazione. Il bosco non è visto solamente come produttore di legname, che è importante, ma la sua valorizzazione è legata anche all'aspetto ambientale, un aspetto che può diventare produttivo ed essere fonte di un nuovo sviluppo occupazionale ed oggetto di interventi diretti.
L'altro aspetto che abbiamo toccato, che abbiamo voluto toccare e sviluppare è quello di mettere sullo stesso piano tutti i soggetti che operano intorno al mondo bosco, nel senso del discorso forestale. Saranno poi i vari bandi, le varie azioni portate avanti dalla Regione che diranno qual è la priorità e il valore dei soggetti. Noi abbiamo voluto mettere sullo stesso piano e indicare quali sono i soggetti che fanno parte di questo mondo così delicato, ma così importante, quindi: imprenditori agricoli privati, singoli e associati, cooperative, soggetti pubblici, proprietà collettive, usi civici, consorzi. Anche su questo la Regione, in maniera chiara, promuove la gestione associata del patrimonio forestale attraverso il sovvenzionamento, chiaramente con determinate regole (a scalare la disponibilità in vent'anni) e, con una serie di normative, favorisce la formazione di consorzi e la gestione associata del patrimonio forestale.
La parte fondamentale che si lega a questo aspetto è quella di far partecipare tutti i soggetti, di metterli in compartecipazione, dandogli la possibilità di gestire la progettualità del patrimonio forestale.
Altro piccolo aspetto, non di secondaria importanza, è quello di favorire il recupero del patrimonio rurale che esiste all'interno del patrimonio forestale, cioè quelle case rurali ormai abbandonate possono essere recuperate e, nel tentativo di favorirne il recupero, ad esempio nel momento in cui c'è la risistemazione, non pagare gli indennizzi fino a 1000 m² di sistemazione intorno alla casa. Questo modo di favorire e di intervenire non solo nel bosco, va incontro anche a quel patrimonio murale che i boschi spesso contengono, un patrimonio importantissimo del paesaggio che andrebbe recuperato.
Quegli indennizzi, fra parentesi, sono legati, non solo in questo caso, ma in tantissimi altri casi di lavori all'interno del bosco, ad un fondo particolare che può essere utilizzato solo ed esclusivamente, questa è stata la volontà della Commissione, ben chiara, ribadita anche questa mattina nelle audizioni, per gli incendi boschivi e per la sistemazione degli alvi fluviale in montagna, quindi, il fondo per gli indennizzi è previsto per questi scopi.
La parte fondamentale, credo, ed importante di questa legge è la possibilità dell'intervento da parte del pubblico. Intervenire è una novità, fino adesso non si era mai fatto. Ci sono circa 200.000 ettari di proprietà privata, proprietà che spesso viene abbandonata, non si conoscono i proprietari ed il pericolo è quello dell'abbandono e del degrado del paesaggio. Il degrado del paesaggio non è solo una questione estetica, ma è anche una questione di pericolo, per gli incendi, per il dissesto idrogeologico come le frane, gli smottamenti, con tutto quello che comporta per il paesaggio.
Su questo è stato introdotto un principio nuovo che è quello della pubblica incolumità che dà la possibilità di prevenire gli incendi, il dissesto idrogeologico, ripristinando quelle aree che sono state soggette a calamità naturali, tra cui le frane o altre situazioni.
Come si opera. E' molto importante, questa è stata probabilmente in Commissione la fase più discussa, più delicata, se vogliamo, perché significa andare a interferire con la proprietà privata, con soggetti che esprimono la loro volontà nella proprietà del fondo forestale.
La Giunta regionale adotta i criteri generali per quello che riguarda i piani di intervento straordinario e, nel momento in cui ci saranno le condizioni di dissesto idrogeologico e di pericolo di incendio, in presenza di pericolo di pubblica incolumità, darà mandato agli enti competenti di presentare dei progetti, progetti che andranno approvati secondo questi criteri che identificheranno le aree pericolose o soggette ai requisiti di pubblica incolumità, e si dovrà arrivare all'occupazione temporanea per poter intervenire.
L'occupazione temporanea, questo è molto importante, è una fase delicata rispetto alla proprietà privata, avviene principalmente attraverso un accordo bonario, l'indennizzo previsto non può essere maggiore, anche su questo abbiamo usato massima cautela e massima attenzione, alla redditività dichiarata per quei terreni.
In un emendamento che troverete oggi, che abbiamo portato in Commissione e che la Commissione ha presentato, abbiamo introdotto la possibilità che il proprietario, in presenza del progetto, possa dire: "I lavori me li faccio da solo, sono intimato ad eseguire lavori, posso eseguirli da solo", quindi, prima ancora dell'accordo bonario può decidere di portare avanti i lavori considerati pericolosi. Credo che sia un concetto giusto perché dà la possibilità al proprietario di non essere costretto da un ente esterno. E' costretto a farlo, ma non gli viene tolto quello che è il suo diritto di proprietà. Se questo non avviene, se non c'è l'accordo bonario, si può, attraverso quelli che sono i meccanismi del testo unico, attraverso l'occupazione, perché entriamo nel meccanismo della pubblica utilità, occupare dando un preavviso di almeno 60 giorni, quelli che la legge prevede, prima dell'inizio dei lavori, occupare l'area e, quindi, eseguire i lavori. Credo che sia estremamente importante.
Per tutti quei terreni di cui non si rintraccia il proprietario si può, affiggendo all'albo pretorio dei Comuni dove ci sono i lavori da fare, operare con lo stesso meccanismo.
E' un concetto innovativo il fatto che si possa intervenire di fronte a parti di territorio montano, in questo caso boschivo, non montano, perché il bosco non è solo in montagna ..., scusate se io mi faccio trasportare dal discorso montano. Credo che sia una novità e sia un concetto nuovo ed importante.
Per questi progetti possono essere utilizzati anche finanziamenti pubblici, non nascondiamoci che tutto l'impianto della legge è un impianto che funziona e che avrà un suo utilizzo se legato a quelle che saranno le normative europee che stanno andando in atto. Molto dipenderà dalla nuova programmazione economica, da come e quanti finanziamenti saranno messi in questi settori per poter dare risposte a situazioni che, in qualche zona, sono di emergenza.
Quello dell'accordo bonario, anche per gli enti competenti, quando parlo di enti competenti principalmente intendo, anche se non scritto, le comunità montane, è una grande possibilità. L'accordo bonario potrà essere sottoscritto anche per mettere in atto progetti di sistemazione del bosco finalizzati all'attuazione del piano forestale regionale, al di là della pubblica incolumità o pubblica utilità. E' un sistema che darà la possibilità di operare.
Un altro aspetto che è bene ricordare è che in questi interventi, in questi progetti, in questi lavori, dal valore complessivo del progetto va detratto il valore del legname che chiaramente è un valore importante.
Ci sono poi una serie di aspetti tecnici, non ultimo la risposta anche all'agricoltore che coltiva il bosco, in merito alla possibilità dell'abbruciamento. Una risposta importante alla necessità degli agricoltori, una piccola pratica che avviene, ma che attualmente era impossibile fare in determinate condizioni, con determinate caratteristiche, quindi, è previsto dalla legge per determinate situazioni, così come tante altre norme tecniche.
Prima di chiudere vorrei soffermarmi su un altro aspetto che ritengo importante, oltre al bosco, al corpo forestale come tale, alla proprietà forestale come tale, esistono anche quelle formazioni vegetali che non sono considerate, non possono essere considerate boschi. Il bosco è un'entità grande, però nella media e nella bassa collina, il paesaggio marchigiano è fatto anche dal verde urbano o verde limitato che non può essere considerato bosco, ma che ha bisogno della nostra attenzione perché è parte integrante di quello che è il nostro paesaggio, quindi, anche le cinque piante della media collina hanno il loro valore dal punto di vista paesaggistico.
Questa legge prende in considerazione anche questo aspetto, la Regione, entro sei mesi, dovrà adottare uno schema di regolamento di verde urbano. I Comuni dovranno attuarlo e avranno la possibilità di diversificarlo nel senso che ogni zona ha le sue caratteristiche con piante di tipologie diverse che fanno parte del paesaggio, quindi, dentro uno schema generale i Comuni potranno decifrare ed adattare. Questo è un altro aspetto importante, la modifica di questa legge va a completare il valore del patrimonio forestale generale che non è solo il bosco nella sua interezza, legato al mondo arboreo, questo è importante per la Regione Marche e lo vede nella sua interezza.
Una legge completa, di estrema importanza, che punta alla salvaguardia ed alla valorizzazione di quello che abbiamo come patrimonio forestale, ma che guarda in avanti, cercando di farla diventare una promozione, una valorizzazione ed una occasione di occupazione e valorizzazione a livello occupazionale.
C'è stata un'ampia discussione in Commissione, l'atto è stato approvato all'unanimità. Debbo, per quello che mi riguarda, ringraziare del lavoro svolto tutti i Commissari. L'obiettivo era quello di valorizzare il patrimonio forestale e il paesaggio marchigiano, credo che in gran parte ci siamo riusciti, anzi credo che, con molta libertà ed intelligenza, sia stato fatto un buon lavoro. Abbiamo avuto il parere favorevole da parte del Cal, con delle indicazioni che non abbiamo accettato perché in qualche modo erano superflue, di fatto è come se fosse un parere favorevole.
Devo ringraziare in maniera particolare per la collaborazione il Corpo Forestale dello Stato, per le tante audizioni che abbiamo fatto. Anche questa mattina abbiamo avuto contatti con i gruppi degli ambientalisti, fino alla fine abbiamo fatto concertazione, tutto questo diretto dal Presidente Badiali, abbiamo cercato di ascoltare il più possibile le parti in causa, le associazioni di categoria, quindi, gli ambientalisti, addirittura fino a questa mattina, per cercare di portare avanti le modifiche di questa legge forestale che riteniamo importante.
L'ultimo ringraziamento che mi sento di fare è per il lavoro svolto all'interno della Commissione, in maniera particolare alla dottoressa Sardella, oltre alla competenza, lo dico da uomo della montagna, l'ho vista motivata e coinvolta rispetto all'argomento, questo sicuramente fa fare meglio il proprio lavoro e fa mettere quel qualcosa in più rispetto all'obiettivo da raggiungere.
Chiudo, ringraziando per il lavoro la Commissione, dicendo che è una legge importantissima per tutta la regione Marche, ma lo è ancora di più per le aree interne vista la presenza del patrimonio forestale legato alla montagna.

Presidenza della Vicepresidente
Rosalba Ortenzi

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Bucciarelli.

Raffaele BUCCIARELLI. Grazie Presidente. Cari colleghi vedo che non c'è molta attenzione, mi scusi Vicepresidente Bugaro se la disturbo con la relazione di minoranza per la legge, l'ho visto molto attento ad ascoltare la relazione del Consigliere di maggioranza.
Credo che con il lavoro in Commissione, finalizzato a modificare la legge n. 6, svolto in un clima di grande rispetto e di volontà, noi non abbiamo risolto tutti i problemi della montagna, né di quelli del territorio delle Marche, però abbiamo dato un buon contributo.
Un buon contributo soprattutto perché abbiamo ribadito il bisogno che sembrava dimenticato di riaffermare la cultura della foresta, la cultura del bosco, la funzione sociale della foresta.
Chi mi ha preceduto, il Consigliere Traversini, parlava dell'importanza del paesaggio, parlava dell'importanza economica, dell'importanza e della percentuale alta, grande, del territorio boschivo della nostra regione. Credo che l'aspetto politico più importante sia stato quello di affermare la funzione sociale ed il valore sociale della parte boscata della nostra regione, sia quella pubblica che quella che, dando una lettura se volete anche giuridica antropologica, è stata ceduta ai privati, perché in origine la sovranità popolare era su tutto il territorio.
Noi con questa legge abbiamo riaffermato, di questo ne può essere orgoglioso il Consiglio, che il pubblico può intervenire, se non obbligare, anche su quella parte su cui la sovranità popolare ha ceduto alla proprietà, cosiddetta impropriamente, privata.
Abbiamo anche detto che questo è un bene sociale, che è un interesse di tutti, è un interesse collettivo, è un bene comune, va valorizzato, tutelato, salvaguardato, ripristinato quando c'è bisogno, attraverso quello che è il valore principale dell'essere umano che, in questo momento, nella nostra società viene dimenticato, il lavoro. Quindi, fonte di lavoro, fonte di realizzazione dell'essere umano.
Entrando in questo momento particolare di programmazione europea, programmazione regionale, in una parte del territorio così importante, attraverso le tante audizioni che abbiamo svolto, doppie, triple - recepito consigli utili, tantissimi soggetti interessati - abbiamo risvegliato interessi che sembravano sopiti, abbiamo accolto favorevolmente gli interventi vari della Politecnica delle Marche, l'Università Politecnica delle Marche, dei rappresentanti delle proprietà collettive dell'Università dei boschi, degli usi civici, delle comunanze, degli enti locali, delle varie associazioni ambientaliste, delle organizzazioni sindacali e del Corpo Forestale. Tutti hanno dato il proprio contributo, mi sembra anche legittimo, hanno avuto un motivo in più sapendo che dal 2014 al 2020 ci sarà la nuova programmazione europea ed anche loro potranno, non solo contribuire al mantenimento della foresta, ma attraverso fondi comunitari, mantenere un livello occupazionale e colto di questo settore, indispensabile per la salvaguardia di questi beni.
E' chiaro che non abbiamo risolto tutti i problemi, noi li stiamo discutendo. Nell'apposita Commissione stanno discutendo la legge sul governo del territorio, e dico già oggi, è un mio parere personale, avendo visto la proposta della Giunta, che non è pensabile, oggi non è pensabile, risponde ad una cultura antiquata, quando non colpevole, quella di presentare una proposta di governo del territorio pensando solo all'urbanistica, escludendo tutta quella parte del territorio che sembra diventare una sorta di res nullius, perché nessuno ha interessi immediati e contingenti in quanto non è edificabile.
Credo che tutto il nostro territorio debba essere preso in considerazione e programmato il suo sviluppo. Programmato nell'ambito della legge sul governo del territorio, così come credo che vadano rivisti in questi punti i vari piani, il Pai, i Piani di bonifica, i Piani idrogeologici, i Piani di bacino, perché o noi ragioniamo come abbiamo fatto in Commissione, credo Presidente Badiali, con una visione olistica del territorio, lo dico paragonando il territorio all'essere umano, con coscienza, perché parliamo di elementi vivi, di elementi che producono benessere, di elementi che trasmettono e danno energia, non solo ossigeno, o siamo capaci di rapportarci con tutto il territorio a 360°, oppure continueremo a inseguire, in maniera anche qui colpevole, gli interessi particolari, frazionando il governo del territorio, pagando pegno, pagando prezzi grandi, ogni qualvolta eventi naturali accadranno.
Con questo spirito ho cercato, abbiamo cercato tutti, anche noi della minoranza di dare il nostro contributo. I nostri contributi tra l'altro sono stati accolti, non abbiamo avuto, seppur con una discussione franca, a volte anche dura, muri né da un lato, né dall'altro. E’ un buon modo di lavorare di cui do atto a tutta la Commissione ed anch'io voglio …, vedete troppo spesso quando si parla del pubblico tutti diventano dei forconi, il pubblico è lazzarone, il pubblico non funziona, non è vero, personalmente non ne avevo bisogno, ma abbiamo avuto un'ulteriore testimonianza della dedizione, della capacità, della competenza, della curiosità e, tra l'altro, della voglia di continuare ad imparare, dello staff tecnico della Commissione, in particolare della dottoressa Sardella, che merita da parte mia un elogio pubblico qui davanti a voi, che ci ha permesso, dando un contributo importante, di portare a casa e di proporre alla votazione del Consiglio una legge così importante per la nostra regione.

PRESIDENTE. Credo che faccia estremamente piacere ai dipendenti quando viene riconosciuto il lavoro proficuo e bello che fanno, buono per noi, ma per tutta la comunità, quindi, condividiamo i suoi ringraziamenti alla dottoressa Sardella.
La discussione è aperta.
Ha la parola il Consigliere Cardogna.

Adriano CARDOGNA. Grazie Presidente. Desidero ringraziare i Consiglieri che con me firmarono la proposta di legge n. 271, i Consiglieri Badiali, Ciriaci, Ricci, Malaspina, Eusebi, Pieroni e Latini perché con le loro firme qualificate hanno contribuito oltre a far porre, a questo Consiglio, una questione, secondo me, a mio giudizio e non soltanto mio, strategica per il governo del nostro territorio regionale, hanno anche ottenuto l'obiettivo che questa legge, in tempi relativamente brevi, sia stata portata all'attenzione della Commissione che l’ha discussa. Apprezzo anche la lunga discussione che ha suscitato, numerose sedute di Commissione sono state dedicate a questa proposta di legge, contribuendo a diffondere la conoscenza e la cultura del nostro territorio.
Non aggiungo tantissimo altro anche perché le relazioni del relatore di maggioranza e di minoranza hanno sicuramente, in modo esaustivo, spiegato le ragioni di questa legge.
Voglio dare un mio piccolo contributo per ricordare come questa iniziativa non è lontana da altre iniziative e da altre conclusioni a cui il nostro Consiglio regionale era già arrivato.
La proposta di legge è maturata nel luglio 2010, la Regione ha partecipato alla consultazione europea del Libro verde sui cambiamenti climatici. Per disporre di un supporto tecnico scientifico qualificato la VI Commissione assembleare ha promosso un tavolo di lavoro formato da funzionari della Giunta, dell'Assemblea legislativa, del Corpo Forestale e delle Facoltà di scienze forestali. Lo stesso gruppo ha poi partecipato alle audizioni in preparazione dell'attuale proposta di legge.
A conclusione del lavoro svolto, l'Assemblea legislativa oltre ad inviare le risposte a Bruxelles, ha approvato all'unanimità una risoluzione sul Libro verde: “Preparare le foreste ai cambiamenti climatici” che si articolava essenzialmente su diversi punti, ma su uno in particolare il Consiglio regionale ha dimostrato coerenza, un punto di raccomandazione era: una gestione attiva e sostenibile delle foreste favorisce la resistenza e la resilienza dei boschi, incrementa la capacità di sequestro del carbonio e in ambiente mediterraneo riduce i rischi di incendio, pertanto è auspicabile un maggiore utilizzo sostenibile delle foreste poiché le materie prime, i beni e i servizi offerti sono fonte di occupazione e di reddito e possono esserlo in misura maggiore, rappresentando così un pilastro della ripresa economica delle zone rurali e montane e, poi ricordava, dati del Corpo Forestale dello Stato, che il 75% dei nostri boschi sono in stato di abbandono. Da qui nasce la proposta di legge che oggi è all'attenzione del Consiglio. Nasce come concretizzazione di una impostazione, di un'indicazione che la stessa Aula consiliare ha dato nel luglio 2010.
Non uso parole mie, ma desidero soltanto contestualizzare oggi lo scenario politico e istituzionale nel quale questa proposta di legge si colloca, precisamente legata ad un avvenimento molto recente che è un convegno nazionale che si è tenuto il 15-16 gennaio 2014 a Firenze, organizzato da Rete rurale nazionale, proprio in previsione della nuova programmazione comunitaria 2014-2020.
Il documento finale dice: "Il principale messaggio proposto è la necessità di avviare un nuovo processo politico per poter promuovere e garantire la gestione attiva delle risorse forestali nazionali. La materia forestale rimane un tema di interesse strategico, trasversale a diverse politiche economiche, ambientali, sociali e culturali. E’ urgente promuovere e dare continuità alla gestione attiva del patrimonio forestale, il potenziale economico dei boschi italiani rimane inespresso e il mercato del legno mostra tendenze preoccupanti alle quali è necessario reagire rapidamente, sfruttando al meglio tutte le potenzialità economiche produttive dei boschi …” ancora “In questo contesto appare ormai largamente condiviso che boschi non gestiti e formazioni che si sviluppano dopo fenomeni di generalizzato abbandono …, eccetera, vi è, quindi, l’improcrastinabile necessità per il nostro Paese di dare avvio al nuovo percorso politico che ponga particolarmente attenzione al patrimonio forestale nazionale e alla sua gestione attiva, garantendo efficace coordinamento istituzionale per la materia forestale".
Ricordando in chiusura che, dati del Corpo Forestale dello Stato, il 75-80% del nostro patrimonio boschivo è in stato di abbandono, la proposta di legge che oggi viene qui presentata è nella scia di queste tendenze, di queste considerazioni di livello nazionale che vi ho appena letto, grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Grazie. Esprimo una valutazione sostanzialmente positiva di questa legge, sostanzialmente positiva, anche se ci sono alcune ombre. A mio avviso, si potevano togliere alcuni dubbi se ci fosse stata la volontà di farlo. Lo faccio tardivamente presentando degli emendamenti che mi auguro verranno approvati. Non ho potuto partecipare alla Commissione, perché impegnato in altre cose, compresa la mia Commissione, però da uno studio attento di questa legge, devo dire che non tutti, anzi soltanto pochi, dei grandi problemi che tuttora sono aperti, in base alla legge regionale n. 6 del 2005, sono stati colmati.
E’ vero che non è una riforma, non vuole essere una riforma di quella legge, solo una modifica parziale, quindi, ci può stare questo approccio limitato, però forse con pochi accorgimenti si potevano colmare queste lacune, questi buchi, questi vuoti che ci sono tuttora nella legge fondamentale, la n. 6 del 2005, la legge forestale, si potrebbero colmare se la maggioranza accogliesse i miei emendamenti .
A cosa mi riferisco? Mi riferisco al fatto che la vigente legge regionale, la legge regionale del 2005, la n. 6, di fatto, se guardiamo alla realtà delle nostre città, ha permesso il taglio indiscriminato, nelle are urbane, di alberi e di siepi protette. Spesso, molto spesso sono stati gli stessi Comuni che, con varie motivazioni, a volte trovando le scuse più varie: pubblica utilità, sicurezza, alberi malati senza peraltro farli visionare dall'apposito servizio, hanno tagliato ed eliminato alberi anche di pregio: querce, tigli, lecci. In questo giorno sta accadendo proprio nella mia città, Recanati, l'ho anche denunciato sulla stampa, querce intere per niente malate che facevano parte, fanno parte del paesaggio urbano da tempo, da sempre.
Abbiamo assistito, grazie alle lacune della legge vigente, non sanate da questa modifica, ecco perché introduco degli emendamenti, a perdite di filarie, addirittura di viali alberati, specie arboree caratteristiche, fatte tagliare semplicemente con l'alibi della pericolosità, con ordinanze dei Sindaci, mentre a volte c'era l'interesse economico, il business non solo edilizio da parte di pochi.
Con i miei emendamenti chiedo di dare un ruolo, sulle decisioni di tagliare alberi importanti, al Corpo Forestale dello Stato, questo deve assolutamente intervenire quando il Sindaco, i Comuni, decidono queste cose, tra l'altro lo prevede l'articolo 3 della legge regionale del 2005. Questa legge che noi andiamo ad approvare, è vero che non è una riforma organica, per carità, è una piccola modifica, importante per l'interesse che tutela, ma si poteva, in qualche modo, già che ci siamo, visto che sono passati nove anni dalla legge precedente, dare un occhio a queste cose.
I Comuni dovrebbero dotarsi di un regolamento comunale del verde, questo sulla base di uno schema redatto dalla Giunta regionale, tra l'altro questo schema era già previsto dalla legge del 2005 e prevederlo adesso, di nuovo, dopo nove anni, non è che sia molto edificante e consolatorio.
Con altri emendamenti che ho presentato intendo dare un ruolo più efficace al Servizio fitosanitario regionale. Cosa potrebbe fare il servizio fitosanitario regionale? Potrebbe agire in maniera molto efficace sul controllo e sulla verifica di alcune possibili malattie delle piante prima che i Comuni decidano di tagliarle, perché questo oggi non accade. Oggi si tagliano querce senza che il Servizio fitosanitario regionale dica che sono malate. Lo dice il Sindaco sulla base di un tecnico, il geometra del Comune che ovviamente non ci capisce niente, non è il suo mestiere. Magari obbedisce a leggi diverse, voi mi capite, rispetto al taglio delle piante motivato da malattie delle stesse.
La legge dimentica anche le siepi di pregio nelle aree urbane, anche qui presento un emendamento per tutelarle.
Un altro emendamento che presento riguarda le sanzioni. Quando è il Comune a fare gli scempi, perché spesso sono i Comuni, dovrebbe essere sanzionato come se fosse un cittadino, un privato che fa uno scempio, ed i proventi economici delle sanzioni dovrebbero confluire, a mio avviso e lo chiedo in un emendamento, in un fondo apposito, un fondo per svolgere le azioni previste dalla legge stessa.
Un paio di anni fa, ho anche scoperto, grazie ad un'interpellanza che feci nel 2012, che le Province spesso non sono assolutamente capaci di spendere i fondi che incamerano con le compensazioni ambientali. Non sono capaci, hanno dei soldi che stanno lì e non sono capaci di spenderli!

PRESIDENTE. Colleghi, un po' di silenzio, grazie.

Enzo MARANGONI. Con un altro emendamento che presento, a questo punto ne ho presentati abbastanza, intendo sbloccare questi fondi che sono nelle Province e spesso vengono utilizzati per altri scopi. Quello che chiedo è che se dopo un anno le Province non sono state capaci di spenderli, questi soldi devono andare in un fondo regionale per le finalità di questa legge, non devono essere spesi per altri scopi dalle Province, oppure, ancora peggio, rimanere lì inutilizzati.
Mi auguro che i miei emendamenti vengano accolti e mi riservo di votare sulla base dell'accoglimento degli emendamenti che ho presentato, fermo restando che do una valutazione tutto sommato abbastanza positiva della legge.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente Ortenzi. Io intervengo per più ragioni, la prima perché stiamo discutendo di una legge molto importante, tra l'altro legata al governo del territorio, quindi, mi sento fortemente coinvolto visto che sono il relatore di maggioranza di quella che dovrà essere la proposta di legge del governo del territorio, quindi comincio da qui per dire alcune cose di quella legge, ma voglio rimanere nel tema.
Comincio con i ringraziamenti non per nulla formali, ringrazio il Consigliere Badiali, Presidente della III Commissione, ringrazio i relatori Consiglieri Traversini e Bucciarelli.
Voglio anch'io associarmi a quanto diceva il collega Bucciarelli, come vedete questa proposta di legge è abbinata anche ad una proposta di legge firmata da me e dal Consigliere Badiali ed affronta un problema molto sentito dai nostri coltivatori, dai coltivatori marchigiani, per cui questa proposta di legge, che porta la mia firma e quella del collega Badiali, è stata costruita grazie al contributo della dottoressa Sardella.
Affronta un problema molto sentito dai coltivatori marchigiani, una proposta che si compone di un solo articolo, ma interviene sulla nozione di abbruciamento che attualmente non trova alcuna definizione legislativa nel nostro ordinamento regionale, mentre in questo unico articolo si stabilisce che è una pratica ordinaria, finalizzata alla prevenzione degli incendi o al metodo di controllo agronomico di fitopatie, di fitofagi, di infestanti vegetali. Queste considerazioni, anche rispetto alle persone che qui sono intervenute, sono sostanziali, quindi, sentito è il ringraziamento che faccio.
Il Consigliere Traversini faceva riferimento al codice forestale camaldolese, qui per brevità non dico nulla, però dico che allora sono stato fra i primi firmatari per l'Upi Marche, fra i primi firmatari fondatori della Carta di Fonte Avellana e chi conosce l'argomento sa che la Carta di Fonte Avellana è dentro tutte le questioni di cui abbiamo parlato, a cui la legge dà una risposta.
Quando parliamo di queste vicende, di questi aspetti, parliamo di tanta parte del territorio marchigiano, un territorio coperto da boschi. Nel nostro Paese ed anche nelle Marche aumentano notevolmente i territori coperti da boschi. Questo perché c'è una maggiore sensibilità ambientalista, c'è un'attenzione alle politiche ambientali, alle politiche di conservazione, ma c'è anche lo spopolamento della montagna, delle colline, non c'è più quella presenza dei coltivatori, non ci sono più i pascoli.
Sul bosco, sembra lo ricordasse il Consigliere Cardogna, c'è un interesse strategico trasversale. E’ vero, c'è una ricaduta forte per l'economia, per l'ambiente, per gli aspetti sociali, per quelli culturali, è stato citato, sono d'accordo, la gestione non può che essere attiva. Nella Carta di Fonte Avellana questi riferimenti c'erano tutti, perché nelle Marche ci sono storie che io posso tranquillamente ricordare, del mondo cooperativo, dei consorzi, ma anche di quei soggetti che sono stati ricordati: dalle comunanze agrarie, agli usi civici, al ruolo fondamentale dei coltivatori, quindi, un patrimonio forestale che diventa anche condizione per uno sviluppo di diverse filiere produttive legate ai prodotti della montagna, ai prodotti del bosco.
Ovviamente c'è un problema, prima il Consigliere Bucciarelli diceva il legame tra questa …, non so se intendesse dire proprio questo, comunque diceva che nella legge sul governo del territorio, nella proposta di iniziativa della Giunta regionale, non c'è un riferimento a questa legge, io credo che noi dobbiamo fare in modo che anche per il bosco, come per il paesaggio agrario e non solo, quindi per il territorio nel suo insieme, ci siano strumenti di tutela e di pianificazione.
Credo che questo sia il punto, la sfida che abbiamo di fronte, sapendo che ci sono componenti naturali, culturali, ad esempio, il bosco e il paesaggio agricolo forestale rappresentano quell'insieme di aspetti che danno identità anche culturale a quello è il nostro bosco ed a quelle che sono le nostre colline, a quello che è il nostro paesaggio, c'è un problema non soltanto di salvaguardia e di conservazione di tutte queste componenti, ma anche di quelli che sono gli aspetti bio culturali del territorio. Dobbiamo proteggere, ma dobbiamo avere, al tempo stesso, quella gestione attiva, a cui facevo riferimento poc'anzi.
Dobbiamo anche prevenire, penso al dissesto idrogeologico, in questa Aula più volte ci siamo fermati ed ho letto che in questi giorni più Regioni si sono messe insieme, l'Abruzzo, l'Emilia-Romagna, le Marche, per affrontare il problema dell'erosione costiera. Resto convinto che l’aspetto della prevenzione del dissesto idrogeologico, da un lato, e la difesa della costa, dall'altro, passano attraverso la cura dei boschi, il sistema idrografico minore, le campagne, il sistema idrografico maggiore. Da questo punto di vista ne parleremo tra qualche giorno. In quest'Aula abbiamo approvato le linee guida sulla gestione dei corsi d'acqua, sono tutte vicende per le quali o riusciamo a restituire quella naturalità vera al territorio, quindi, quella funzione naturale dei fiumi, non soltanto come deflusso delle acque, ma anche come funzione di ripascimento, oppure non faremo una politica seria legata all'ambiente, al territorio, a quei beni esauribili che, magari qualcuno pensava non essere esauribili, invece tali sono, hanno portato anche alla crisi economica, anche a quella delle banche, perché l'aver costruito troppo non ha soltanto danneggiato il suolo, ma ha portato anche ad una crisi economica e finanziaria del nostro Paese.
Dentro questa legge ci vedo quella che è la crescita delle aree interne, delle aree rurali, delle aree montane, come l'integrità e la salute degli ecosistemi forestali, con un riferimento anche ai processi.
Voglio fare soltanto un cenno a quello che è il cambiamento climatico. La cura più forte non può che venire dai boschi, quella è la medicina, non l'unica, una cura forte, su questo dobbiamo fare in modo che si produca anche reddito. Credo che dobbiamo andare avanti sul filone che nasce con la legge n. 97 del '94 che è la multifunzionalità, perché dobbiamo porci il problema del reddito e, quindi, dei soggetti sociali, imprenditoriali, prima citavo i consorzi, faccio riferimento alle comunanze, agli usi civici, ma anche all'agricoltura, alla ruralità dei nostri territori. Dobbiamo essere consapevoli di garantire il reddito e di dare anche garanzie a chi vuole investire in questo settore, perché è un settore complesso dalle molteplici ricadute. Dobbiamo avere la consapevolezza che coloro che vivono e che gestiscono questi territori, devono avere tutte le garanzie e condizioni di vita importanti, dobbiamo fare in modo che siano realizzati anche altri tipi di servizi.
Presidente chiudo, la ringrazio per la sua sensibilità ed anche per il suo sguardo delicato con cui mi fa notare che ho superato il tempo a disposizione, quindi, non parlo di cippato o di energia, non parlo di ciclo completo delle acque, mi fermo qui con la consapevolezza che oggi approviamo un atto molto importante che ha valore economico, valore ambientale che è importante anche per garantire lavoro e occupazione, ma soprattutto il filone fondamentale è quello della difesa del pianeta.

PRESIDENTE. Consigliere, la guardavo e l'ascoltavo con interesse.
Ha la parola il Consigliere Badiali.

Fabio BADIALI. Presidente grazie. Siamo in un'Aula un po' assente, nel senso che sembra esserci un clima prenatalizio, ma spero che sia perché la legge, questa legge, trova il consenso unanime di tutti e perciò non c'è un’attenzione particolare.
Voglio ringraziare tutti quelli che sono intervenuti, a cominciare dai relatori di maggioranza e di minoranza, i Consiglieri Traversini e Bucciarelli, perché hanno lavorato con efficacia ed efficienza alla modifica della legge n. 6 del 2005. Io non la chiamo modifica, la chiamo aggiornamento, un adeguamento, perché dopo 10 anni c'è bisogno di un restyling, le cose che conosciamo possano essere modificate.
Ringrazio il Presidente della IV Commissione, il Consigliere Giancarli, che sempre con puntualità interviene in un settore a cui lui è legato, quello dell'ambiente.
Alla legge presentata abbiamo accorpato quella sull'abbruciamento delle potature e delle parti vegetali delle piante.
Questa legge, l’ha detto anche chi mi ha preceduto, ha un valore sociale e un valore economico.
Un valore sociale perché salvaguardia l'ambiente, un territorio, un'eccellenza, un patrimonio inestimabile che abbiamo. Un valore economico perché da questa forza, da questo valore del sociale ne traiamo delle conseguenze economiche per quello che riguarda la manutenzione ed anche la prevenzione. Noi dobbiamo curare soprattutto la prevenzione.
Su questa legge saranno presentati dei progetti che potranno essere occasione di sviluppo e rilancio del tessuto economico e produttivo delle aree soprattutto interne, ma questo non significa solo interne, con particolare riguardo all'attività del comparto forestale, turistico ed ambientale che sono quei filoni che noi, a voce, a parole diciamo che dobbiamo salvaguardare. Con questa legge noi lo facciamo veramente, impegnando risorse che non saranno regionali, ma che verranno dalla Comunità europea.
Siamo in procinto delle prossime elezioni europee, forse non diamo il valore necessario a questa tornata elettorale, anzi le consideriamo un male per l'Italia; forse in questa occasione, come in tante altre, non siamo capaci e non riusciamo a spiegare bene ai nostri cittadini che l'Europa è una risorsa perché i soldi che vengono, il miliardo di euro alla Regione Marche, se ben collocato, ben distribuito, ben utilizzato dà quel valore aggiunto necessario per tutto quello che dicevo in precedenza.
L'altra questione importante è che si può definire la pubblica incolumità: gli interventi finalizzati alla prevenzione dei fenomeni di dissesto idrogeologico, alla prevenzione degli incendi boschivi e del sistema idraulico forestale di ripristino di formazioni forestali delle zone colpite da calamità naturali e da eventi eccezionali. Tutte queste cose sono soggette oggi alla pubblica incolumità, vuol dire che non ci sarà più quell'abbandono che c'è, perché il Sindaco di un territorio che ha il suo bosco, che ha la sua vegetazione, dovrà essere in grado di distinguere quando deve intervenire e far sì che i proprietari intervengano, abbiamo detto che in certi casi sono una miriade, è il demanio pubblico, sono i vari soggetti che ci sono sul territorio. I Sindaci potranno dire: "Devi fare questo intervento perché diventa di pubblica incolumità, è un degrado per il territorio, per l'ambiente e per l'incolumità delle persone". Questo è un fatto importante.
Come è importante quello che dicevo all'inizio, quello dell'abbruciamento degli scarti vegetali derivati da attività agricole e forestali, la cui combustione è considerata come pratica ordinaria, finalizzata la prevenzione degli incendi e come metodo di controllo delle malattie delle piante. Anche qui non è vero che tutto quello che facevano i nostri avi, i nostri vecchi, era sbagliato. Era una cosa necessaria perché una malattia di una pianta la estirpi non soltanto con le medicine o con gli antibiotici, ma anche facendo l'abbruciamento delle potature che non vanno ad invadere altri terreni e non portano altre malattie su altre piante. E’ una cosa naturale che c'è stata sempre e dovrebbe continuare ad esserci.
Concludo qui la questione, ritornando a ringraziare tutti quelli che ho detto prima, ma soprattutto voglio ringraziare tutti i Commissari della III Commissione che hanno partecipato alla stesura, all'aggiornamento di questa legge e agli uffici che, con impegno e alta professionalità, hanno dato un contributo notevole a questa questione. Molte cose sono state sviscerate, soprattutto nella fase delle audizioni, abbiamo lavorato per più di un anno - su questo il Consigliere Cardogna può essere testimone, è stato anche uno dei promotori di questa questione - abbiamo lavorato un anno con intensità e siamo riusciti, secondo me, a fare una modifica, un aggiornamento della legge intelligente, legata ad un contesto, ad un quadro generale della nostra regione Marche che non guarda soltanto alla forestazione, ma guarda anche, come dicevo prima, allo sviluppo sociale, al turismo, alla cultura e a tutto quello che è legato a questo evento. Grazie veramente di cuore.
Grazie di cuore a Barbara Sardella, non è ripetitivo questo ringraziamento, è una persona capace e competente, che conosce la normativa europea e conoscendola riesce a dare quel contributo necessario per far sì che le leggi siano migliori e soprattutto attuabili. Non basta fare una legge se poi non è attuabile. Questa deve essere attuabile. Dico all'Assessorato all'agricoltura che i regolamenti dovranno essere fatti, questa legge demanda di fare regolamenti, nei tempi leciti e dovuti, soprattutto con concertazione, con preparazione e professionalità. Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 1bis. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 3.
Sub emendamento 3/1/1 a firma del Consigliere Binci, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Massimo BINCI. Qui si parla di un intervento di taglio o di un intervento sul bosco che va sottoposto ad una valutazione di incidenza nel caso sia superiore ad un ettaro e mezzo.
Il sub emendamento fa riferimento a un emendamento successivo, inserisce la valutazioni di incidenza che è una valutazione rispetto ai valori ambientali, ma anche ai rischi idrogeologici, quindi, una valutazione semplice che deve essere tenuta in considerazione all'interno del progetto di interventi, nel caso in cui la pendenza del suolo sia pari o superiore al 45%.
Ci deve essere all'interno del progetto la garanzia che non ci siano rischi per l'assetto idrogeologico, altrimenti rischiamo che, ad esempio, in base alla legge Bolkestein arrivino squadre di operatori che sono solo tagliatori e non c'è, rispetto all'intervento, una valutazione del rischio di frane o di peggioramento delle condizioni, quindi, andremo ad un intervento puramente di rapina, senza una valutazione che non abbia effetti negativi sul territorio.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Badiali.

Fabio BADIALI. Contrario in quanto c'è un altro emendamento che vede la pendenza al 60%.

PRESIDENTE. Sub emendamento 3/1/1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 3/1 a firma del Consigliere Acacia Scarpetti. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Sub emendamento 3/2/1 a firma del Consigliere Binci. Decaduto.

Emendamento 3/2 a firma del Consigliere Acacia Scarpetti. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento 3/3 a firma del Consigliere Acacia Scarpetti. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Ho sentito le motivazioni per cui la Commissione ha deciso di non accogliere questo emendamento.
E' un emendamento di buon senso, perché per gli interventi urbanistici è necessaria l'affissione di chi fa i lavori, del responsabile dei lavori e dei responsabili della sicurezza. Qui si dice la stessa cosa, prima dell'inizio dei lavori forestali pubblici e privati devono essere esposti dei cartelli di cantiere recanti indicazioni inerenti: dichiarazione di inizio lavori o autorizzazione all'esecuzione dei lavori, superficie interessata, natura degli interventi, proprietà, l'elenco ditte esecutrici.
E' la normativa, sono d'accordo, però chi va a pensare, chi va a controllare, non ci si riesce. Siamo riusciti adesso, dopo decenni, a far si che su un intervento di ristrutturazione edilizia ci sia il responsabile dei lavori, su interventi in campo ambientale, perché qui dobbiamo pensare che sono interventi in campo ambientale, anche in aree protette, chiunque può tagliare e il cittadino non ha la possibilità di controllare; questo anche per un discorso di trasparenza.
Se io vedo dei lavori, c'è un cartello che mi dice la ditta appaltante e l'autorizzazione, posso andare a verificare se i lavori sono realmente autorizzati e se a fronte dei lavori c'è un progetto. In questo modo si favorisce il lavoro fatto di nascosto, il lavoro nero e i lavori di questo genere.
Non capisco perché una norma come questa che sancisce l'obbligo di trasparenza rispetto a chi fa i lavori debba essere ..., già le Marche sono per la sanità all'ultimo posto, al terzo ultimo posto per la trasparenza, allora non vedo perché noi dobbiamo togliere un intervento che voi dite è scontato, ma che di fatto va a nascondere chi fa gli interventi e non dà la possibilità di controllo da parte dei cittadini rispetto alla tutela del proprio patrimonio.
Chiedo l'intervento del Presidente Spacca perché ... non capisco perchè sul cartello dei lavori non si possa dire dove questi si effettuano nel nostro bosco. Deve essere scritta la ditta appaltante, è un fatto di trasparenza, come facciamo a recuperare questa graduatoria? ... No, io non parlo di Nazioni Unite, siamo al terzo ultimo posto in Italia per la trasparenza e questa norma va in questa direzione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Traversini.

Gino TRAVERSINI. Grazie Presidente, si capiscono, con quanto calore ha fatto l'intervento il Consigliere Binci, le motivazioni, anche perché è stato ampiamente dibattuto, stamattina ed anche nell'ultima Commissione, se mettere o non mettere questa ed altre situazioni ... fammi finire, ... ti spiego anche il perché.
C'è una normativa nazionale che già chiarisce gli obblighi per chi effettua lavori di un certo tipo, la sicurezza e tutto il resto, quindi riportarlo nella legge è superfluo e sbagliato, anche perché ci sono altri passaggi altrettanto importanti, forse anche più importanti, pensiamo all'occupazione temporanea, al fatto che si interviene all'interno della proprietà privata, che rientrano nel testo unico. Non è che si riporta tutta la normativa e tutto quello che comporta avere a che fare con la proprietà privata o con la pubblica utilità, è una scelta del legislatore su questo e su altri settori.
Non vuol dire non essere trasparenti, perché c'è una legge dello Stato che obbliga chi effettua i lavori, chi appalta i lavori, chi fa i lavori con contributo pubblico, a mettere i cartelli, riportando chi è il titolare, chi lavora, gli importi di contributo e di finanziamento. Tutto lì.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Badiali.

Fabio BADIALI. Il Consigliere Traversini ha fatto benissimo a spiegare con molta diplomazia, però il Consigliere Binci ..., siamo intervenuti anche prima, abbiamo detto che è un anno che ragioniamo dietro questa legge, vuol dire che abbiamo discusso dalla A alla Z, forse ci siamo persi qualcosa, forse non abbiamo completato qualcosa, ma ne abbiamo discusso in Commissione di quello che era necessario mettere, di quello che non era necessario e di quello che veniva giorno per giorno.
E' possibile che all'ultimo momento si presenta un emendamento e si sostiene una questione, come che fossimo una Regione del sud dell'Africa, mentre siamo al centro dell'Italia e dell'Europa, ... quando si parla della legge sugli appalti pubblici e privati, quando un privato recupera il patrimonio edilizio della propria abitazione deve mettere il cartello di inizio lavori, fine lavori, chi è il progettista, chi è il direttore di lavori, tutte queste cose le deve fare il privato, è possibile che non lo deve fare il pubblico?
C'è già una legge su questo, perché vogliamo gravarla ulteriormente di altre postille per poi non riuscire a venire fuori dalla questione? Dico che non è cattiva volontà, Consigliere Binci, perché dove già c'è l'obbligo non dobbiamo scriverlo un'altra volta, diventiamo burocrati e non ha senso nella concretezza della questione.
E' solo questo, non è una questione di contrarietà o di favorire il lavoro nero, assolutamente.

PRESIDENTE. Emendamento 3/3. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Articolo 3 così come emendato, lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 4.
Emendamento 4/1 a firma del Consigliere Marangoni, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Enzo MARANGONI. Grazie Presidente, questo emendamento prevede l'introduzione del comma 5 bis che riguarda i fondi per le compensazioni e dice: "Nel caso in cui i fondi non siano tutti utilizzati nell'arco di un anno essi sono versati alla Regione per le finalità della presente legge".
Qual è il problema? E' che quando si riducono le superfici boscate c'è una sanzione o meglio ci sono delle compensazioni ambientali, dei fondi che le Province incamerano che dovrebbero essere utilizzati per fare nuovi rimboscamenti o per opere di sistemazione idraulica.
Che cosa accade? Accade che spesso questo non avviene, i fondi non vengano distratti per altre cose, oddio qualche volta pure questo, però nella maggior parte dei casi c'è una scarsa utilizzazione. Lo disse anche il precedente Assessore all'agricoltura nella risposta ad una interpellanza che io feci nel 2012 e che ho qui. Disse che in effetti spesso si ha una scarsa utilizzazione di questi fondi, pertanto con questo emendamento si intende dire che se entro un anno le Province non utilizzano i fondi derivanti dalle compensazioni, perché non sono capaci di farlo o per altri motivi, questi tornano per legge alla Regione, perché la legge forestale in realtà finanzia tante attività per le quali spesso ci si limita nell'erogazione per mancanza di fondi. Abbiamo l'assurdo di fondi giacenti presso le Province, mentre mancano in Regione per le attività connesse alla legge forestale.
L'emendamento dice semplicemente che se le Province dopo un anno non li spendono, questi fondi tornano alla Regione che li può impegnare per gli adempimenti della legge forestale. Grazie.

PRESIDENTE. Emendamento 4/1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento 4bis/1, istitutivo dell'art. 4bis, a firma del Consigliere Marangoni, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Enzo MARANGONI. Si propone di introdurre il comma 2bis che dice: "La Giunta regionale stabilisce annualmente gli organismi nocivi, le malattie o i parassiti che colpiscono specie arboree ed arbustive di cui alla presente legge, per il cui contrasto occorre l'autorizzazione al competente Servizio fitosanitario regionale".
La situazione attuale che dà origine a questo emendamento è la seguente: in questo momento l'autorizzazione del Servizio fitosanitario regionale serve solo per gli interventi sui platani.
Noi invece vogliamo, con questo emendamento, che il Servizio fitosanitario regionale, visto che c'è, sia a servizio dei Comuni anche per altre patologie dannose o pericolose per tutte le piante, non solo i platani.
Questo è l'obiettivo dell'emendamento, grazie.

PRESIDENTE. Emendamento 4bis/1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Articolo 5.
Emendamento 5/1 a firma del Consigliere Acacia Scarpetti. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Questo emendamento è importante perché parla di interventi che possono essere fatti per pubblica incolumità e definisce che cosa sono.
E' stata sostituita pubblica utilità con pubblica incolumità, è più corretto, perché gli interventi che possono essere fatti è bene farli per la tutela della pubblica incolumità, e questo articolo definisce che cosa significa pubblica utilità, cioè interventi finalizzati alla prevenzione dei fenomeni di dissesto idrogeologico, alla prevenzione degli incendi boschivi e le sistemazioni idraulico forestali.
Dà una definizione importante.
L'altra questione introduce un altro aspetto, cioè gli interventi di pubblica incolumità devono essere individuati nel Piano stralcio di bacino per l'assetto idrogeologico, cioè dal Pai che è la nostra carta costituente per quanto riguarda le individuazioni dei problemi idrogeologici.
Secondo me, il Consigliere Badiali dirà che è già così, però in questo caso inseriamo un aspetto importante, cioè il riferimento, nella valutazione dei rischi idrogeologici, di quelle che sono le argomentazioni e le previsioni del Piano di assetto idrogeologico, quindi, rafforza questa legge e la definisce in contenuti più ... e con studi già effettuati.

PRESIDENTE. Emendamento 5/1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 5/2 ad iniziativa della III Commissione. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 5 così come emendato, lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 6. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 7.
Emendamento 7/1 ad iniziativa della III Commissione. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Badiali.

Fabio BADIALI. Richiamiamo ad un dovere di votazione oppure sospendiamo per 5 minuti perché così non è possibile.

Articolo 7 così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 7bis. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 8. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento 8bis/1, istitutivo dell’art. 8bis, a firma del Consigliere Acacia Scarpetti. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Articolo 9.
Emendamento 9/1 a firma del Consigliere Marangoni, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Enzo MARANGONI. Qui chiedo di sostituire le parole "un anno" con "quattro mesi". Perchè ridurre il termine? Lo schema del Regolamento del verde urbano era già previsto nella legge n. 6 del 2005 ed ancora non c'è.
A distanza di 9 anni non esiste lo schema di Regolamento del verde urbano! Sono passati 9 anni, mi chiedo: quanti anni devono ancora passare? Vogliamo dare ancora un altro anno? Non bastano ragionevolmente 4 mesi? Vogliamo arrivare a 10 anni? Qual è la verità? La verità è un'altra. La verità è che non redigendo questo schema la Giunta regionale lascia carta bianca ai Comuni che, come ho già detto prima, non essendo vincolati dal Piano di verde urbano hanno fatto in questi 9 anni quello che hanno voluto. Hanno abbattuto querce, hanno abbattuto alberi secolari, hanno abbattuto alberi di pregio, hanno fatto di tutto, basta andare in questi giorni a Recanati per vederlo ed anche in altre città. Querce, tigli, lecci, frassini devastati e deturpati.
Quindi chi ha occhi per vedere ..., chi non ha occhi per non vedere, è chiaro che non vede nulla. Vogliamo dare almeno 4 mesi visto che 9 anni sono passati inutilmente?
Questo è il senso dell'emendamento, grazie.

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

(Il Consigliere Trenta, fuori microfono, chiede la verifica del numero legale)

PRESIDENTE. Va bene, verifichiamo il numero legale.
Presenti: 18
Assenti: 25.

PRESIDENTE. Non c'è il numero legale, a meno che a qualcuno non abbia funzionato. Il Consigliere Badiali è presente, Camela è presente, Cardogna è presente, D'Anna è presente, Giancarli lo stesso. Ortenzi, Ricci, Solazzi, Trenta, Bucciarelli Canzian, Comi, Eusebi, Mezzolani, Perazzoli, Sciapichetti, Traversini e Bellabarba sono presenti. No l'Assessore Luchetti non c'era.
Sono presenti in 19, in più c'è il Consigliere Busilacchi che giustamente era presente.
Presenti: 19.
Assenti: 25.
Non siamo in presenza del numero legale.
Ha la parola il Consigliere Badiali.

Fabio BADIALI. Vorrei sapere cosa prevede il Regolamento in questo caso?

PRESIDENTE. Mi pare che il Regolamento preveda che si sciolga la seduta e ...

Fabio BADIALI. Non c'è mezz'ora di ...?

PRESIDENTE. Se non mi fate finire! Adesso vado a memoria, però se ricordo bene o rinviamo al prossimo Consiglio, come da calendario, o ci diamo un tempo, non mi ricordo se è un'ora, entro cui riconvocare il Consiglio.
Su questo vado a memoria, la dottoressa Santoncini legge il "breviario" e poi vi darò la risposta.

Fabio BADIALI. Chiediamo che entro un'ora si torni a votare, se possibile.

PRESIDENTE. State calmi! Ho detto che vado a memoria, adesso la dottoressa sta guardando e quello che si può fare, lo farò.
Vi leggo il Regolamento: "Se il Consiglio regionale ..." guardate se continuate così sciolgo la seduta anche se c'è il numero legale, "Se il Consiglio regionale non è in numero legale il Presidente può rinviare la seduta ad altra ora dello stesso giorno con un intervallo di tempo non inferiore ad un'ora oppure può toglierla".
Decido di rinviare la seduta ad altra ora, ci vediamo qui alle ore 15,00 se non ci sarà il numero legale, non farò un'altra ora, ma si scioglie tutto. Va bene?
La seduta è tolta e viene aggiornata alle ore 15,00, precise.

La seduta è sospesa alle ore 13,55.

La seduta riprende alle ore 15,15.

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

PRESIDENTE. Riapriamo la seduta e riprendiamo dal punto in cui si è interrotta per mancanza del numero legale.

Articolo 9
Emendamento 9/1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 9/2 a firma del Consigliere Marangoni. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Articolo 9. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento 9bis/1 a firma del Consigliere Marangoni, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Enzo MARANGONI. Grazie Presidente per il piacere concessomi di illustrarlo.

PRESIDENTE. No, è un dovere, il piacere è scarso.

Enzo MARANGONI. Chiedo che venga introdotta questa modifica, cioè il parere vincolante del competete Comando della stazione forestale prima di procedere all'abbattimento o all'estirpazione degli alberi, perché attualmente di fatto il Comune fa quello che vuole.
Ci vuole, a mio avviso, un parere vincolante del Corpo Forestale perché non può essere la volontà politica o il geometra del Comune, che nulla ci capisce in fatto di alberi, a decidere se gli alberi devono essere abbattuti o meno.
Questo è il senso dell'emendamento.

PRESIDENTE. Emendamento 9bis/1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 9bis/2 a firma del Consigliere Marangoni. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 9bis/3 a firma del Consigliere Marangoni, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Enzo MARANGONI. Qui lo stesso discorso. Chi decide quando un albero deve essere abbattuto se danneggiato, è una persona incompetente, cioè il Sindaco che firma l'ordinanza.
Che competenza ha un Sindaco per decidere se un albero è malato o meno? Al massimo può sentire il geometra, incompetente, ovviamente, anch'esso, o l'ingegnere dell'Ufficio tecnico. Non esiste questa cosa!
Chiedo che nel caso di alberi danneggiati da malattie o parassiti sia necessario il parere del competente servizio fitosanitario dell'Agenzia per i servizi del settore agroalimentare delle Marche, sono persone dell'Assam che paghiamo, facciamoli lavorare. Sono loro che ci devono dire se un albero è malato o no, non può essere il Sindaco che decide sua sponte come accade in questo momento, grazie.

PRESIDENTE. Emendamento 9bis/3. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 9bis/4 a firma del Consigliere Marangoni. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 9bis/5 a firma del Consigliere Marangoni. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 9bis/6 a firma del Consigliere Marangoni. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Articolo 10. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 11.
Emendamento 11/1 a firma del Consigliere Marangoni. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 11/2 a firma del Consigliere Marangoni. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 11/2bis ad iniziativa della III Commissione. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento 11/3 a firma del Consigliere Marangoni. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Articolo 11 così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento 11bis/1, istitutivo dell'articolo 11bis, a firma del Consigliere Marangoni. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Articolo 12. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento 12bis/1, istitutivo dell'articolo 12bis, a firma del Consigliere Marangoni, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Enzo MARANGONI. Su sollecitazione degli amici della minoranza, questo lo spiego.
"Punto 2bis: spetta parimenti al Corpo forestale dello Stato l'accertamento della violazioni commesse dagli enti locali o da enti di organismo pubblico".
Accade spesso che siano i Comuni a violare la legge, chi accerta queste violazioni? Se a violare la legge è un Comune, chiediamo che sia il Corpo forestale dello Stato competente all'accertamento, ... se è previsto lo voti, ma non è previsto per niente.

PRESIDENTE. Emendamento 12bis/1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Articolo 13. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento 13bis/1, istitutivo dell'articolo 13bis, a firma del Consigliere Marangoni, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Enzo MARANGONI. Siamo sempre in tema di violazione da parte dei Comuni, ormai sono più i Comuni che non i privati a violare le norme in questa materia.
Se la violazione è fatta da un Comune, è assurdo che i proventi ..., cioè se c'è un accertamento di questa violazione i proventi devono andare a qualcuno, alla Regione.
Chiedo questo, qualora la violazione venga commessa dai Comuni, i proventi sono destinati alla Regione sempre per le finalità di cui alla legge, non per altro, questo è lo scopo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Badiali.

Fabio BADIALI. Intervengo soltanto perché si continua a ribadire l'ignoranza e l'incompetenza dei Comuni e dei Sindaci. Premetto che questa è una cosa vergognosa.
Secondo, le sanzioni sono previste all'articolo 19 della legge regionale n. 33 del '98, perciò è prevista anche questa questione.

PRESIDENTE. Emendamento 13bis/1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Articolo 14. Soppresso

Articolo 15.
Emendamento 15/1 a firma del Consigliere Marangoni. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 15/2 ad iniziativa della III Commissione. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 15 così come emendato. Lo pongo in votazione

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 16.
Emendamento 16/1 ad iniziativa della III Commissione. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 16 così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento 16bis/1 ad iniziativa della III Commissione, istitutivo dell'articolo 16bis, dichiarazione d'urgenza.
Per approvare la dichiarazione d'urgenza c'è bisogno della maggioranza qualificata, cioè la metà più uno dei Consiglieri assegnati e non presenti.

Emendamento 16bis/1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva a maggioranza assoluta dei suoi componenti)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. Ha la parola, per la dichiarazione di voto, il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Nell'intervento del dibattito, ho detto che questa legge era, in linea di massima, positiva, pur avendo individuato una serie di buchi pesanti che in qualche modo ho cercato di colmare con 18 emendamenti che ho presentato. Tutti respinti dalla maggioranza.
E' vero che non è una riforma della vecchia legge forestale, ma è una modifica, però è anche vero che la cecità della maggioranza, di tutte le sue componenti, anche quelle ambientaliste, mi fa riflettere sul voto che devo dare a questa legge che di per sé è positiva, ma avendo respinto ogni forma di tutela che io ho proposto a favore del sistema forestale, perlomeno in ambito urbano, a fronte degli abusi che la pubblica amministrazione, che i Comuni continuamente fanno, è questa la realtà, devo dire che questa legge si caratterizza, a mio avviso, come una sorta di premio ad coperativam, una legge finalizzata, in modo ben preciso, a premiare alcuni, quindi, a questo punto, il mio voto è contrario. Grazie.

Proposta di legge n. 271 così come emendata. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 15,35.