Resoconto della seduta n.150 del 14/01/2020
SEDUTA N. 150 DEL 14 GENNAIO 2020
La seduta inizia alle ore 10,25
Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo
PRESIDENTE. Colleghi buona giornata, dichiaro aperta la seduta n. 150 del 14 gennaio 2019. Do per letto il processo verbale della seduta 149 del 23 dicembre 2019, il quale, ove non vi siano opposizioni, si intende approvato ai sensi del comma 4, dell’articolo 53, del Regolamento Interno.
Richiamo, inoltre, ai sensi del comma 5 dello stesso articolo l’attenzione di tutti i Consiglieri sulle comunicazioni distribuite con cui porto a conoscenza dell’Assemblea quanto espressamente previsto dal Regolamento Interno.
Saluto alle scuole
PRESIDENTE. Saluto gli studenti presenti in tribuna delle classi quinte del Liceo Medi di Senigallia. Benvenuti ragazzi.
(applausi)
Proposta di legge n. 317
ad iniziativa del Consigliere Bisonni
“Modifica alla legge regionale 1 dicembre 1997, n. 71 ‘Norme per la disciplina delle attività estrattive”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 317 del Consigliere Bisonni.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Bisonni.
Sandro BISONNI. Grazie Presidente. Questa è una norma molto semplice nella forma, ma importante nei contenuti. Perché? Cosa succede? Si tratta di modificare una data, sembrerebbe una cosa di poco rilievo, in realtà è importante, perché? Cosa accade attualmente? Con la legge n. 71 succede che il tributo pagato dai cavatori ogni anno, che è calcolato in base alla quantità estratta, viene versato ai Comuni entro settembre dell'anno successivo e poi girato, per una quota del 50%, alla Regione, entro ottobre dell'anno successivo all'estrazione. In questo modo purtroppo la Regione non è mai riuscita ad impiegare questi soldi, ricevendo il denaro dai Comuni ad ottobre non riusciva a preparare in tempo i bandi, cioè potrebbe anche allestirli, ma non ci riesce e nel caso ci riuscisse non ci sarebbe il tempo per poterli svolgere, quindi accadeva che i soldi, e parliamo di svariati milioni di euro ogni anno, parliamo di quasi 4 milioni di euro all'anno, venivano presi dalla Regione e messi nel calderone dell'avanzo senza poter essere utilizzati perché sono fondi vincolati per i ripristini ambientali delle cave e non possono essere utilizzabili per altri scopi, nella sostanza, non venivano mai utilizzati per mancanza di tempo.
Abbiamo sentito gli imprenditori del settore, le categorie, quindi ho proposto questa modifica che sposta all'anno ancora successivo le scadenze, a noi non cambia niente, perché una volta che questa cosa andrà a regime ogni anno si avranno le risorse a disposizione, praticamente la data viene spostata da ottobre a marzo per noi e per i Comuni da settembre a gennaio.
Per essere pratici, il tributo dei materiali estratti nel 2018 sarà versato dalle ditte ai Comuni a gennaio del 2020 e dai Comuni alla Regione a marzo 2020. Ripeto, a regime non cambia niente, perché ogni anno poi si ripeterà, ma in questo modo la Regione avrà il tempo per allestire i bandi ed utilizzare finalmente le risorse.
Ritengo, ripeto, questa modifica semplice, però di sostanza perché permetterà finalmente alla Regione Marche di avere a disposizione ogni anno 3, 4 milioni di euro per il ripristino ambientale delle cave, e scusate se è poco.
Finora non era mai stato fatto per le problematiche che ho spiegato, adesso ci sarà questa possibilità e questa è un'attenzione della Regione Marche sull'ambiente, quindi invito tutti i Consiglieri, in Commissione è passata all'unanimità, a sottoscrivere e votare questa proposta di legge. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Zaffiri.
Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Credo che l’illustrazione fatta poc'anzi, che tutti abbiamo ascoltato, sia l'ennesima prova di un pesante problema che riguarda questo settore della nostra regione.
Abbiamo circa mille persone occupate in questo ambito che rischiano il posto di lavoro, perché questa maggioranza, purtroppo, si è dimenticata di correggere, di modificare una legge. Per gli attuali operatori, quelli seri, che economicamente hanno le risorse, che credono nell'ambiente, che credono nel territorio, che soprattutto credono ai marchigiani, non è stato fatto nessun provvedimento per modificare la situazione, si fa finta di non sapere che oggi il materiale estrattivo che serve al nostro territorio arriva da altre regioni, quando potremmo dare delle risposte ai nostri imprenditori.
Questa è la situazione e cosa ci viene detto oggi in quest’Aula? Modifichiamo i tempi. Questo è una questione amministrativa, non è un problema dell’Aula, è della Giunta che avrebbe dovuto fare un provvedimento per cambiare i tempi, invece si è dovuto accorgere il Consiglio, Assessore Cesetti. Lo dico con molta tranquillità rispetto ad altre situazioni, questo è l'ennesimo provvedimento che non spettava ad un Consigliere o al Consiglio sollevarlo, è una problematica organizzativa, burocratica, della struttura della Giunta.
Il problema delle cave è grosso, questa è la situazione che noi vogliamo evidenziare questa mattina in Aula. Gli operatori del settore l’avevano evidenziato non nella riunione alla quale hanno preso parte, nella quale abbiamo audito gli imprenditori, l’avevano sollevato 4 anni fa, al momento dell'insediamento di questa maggioranza. Questo è il problema. Siamo arrivati alla fine di un percorso ed effettivamente ci sono problemi.
In quest’ultima parte dell’intervento mi rivolgo in modo particolare al Partito Democratico, che è il partito di maggioranza, probabilmente l’Aula affronterà questo tema per dare una risposta ai cavatori, agli imprenditori, però non possono essere utilizzati, Presidente Biancani, i pannicelli caldi per affrontare una realtà che lei sa essere pesante. Si affronti in termini seri, non a caso mi rivolgo al suo partito di maggioranza che governa questa Regione, si ascoltino. dico io, molto meno le sirene che non aiutano a dare la risposta agli imprenditori dato che il problema c'è.
Credo che se le cose si affrontino con chiarezza, con trasparenza, anche con una discussione vivace, perché non è questo il problema, si possono dare delle risposte ai nostri imprenditori.
Sulla legge in discussione questa mattina i nostri Consiglieri, naturalmente, hanno libertà di voto, però non possiamo che prendere atto che questo provvedimento non risolve le problematicità dei nostri imprenditori, è una questione burocratica che dovrebbe risolversi in questi termini.
E’ chiaro che sono favorevole a che i soldi non stiamo fermi e vengano usati, questo è ovvio, però questo diventa un problema per la realtà imprenditoriale che, ripeto, è significativamente importante, perché ci sono più di mille operatori, mille famiglie che vivono di questo settore e non possiamo essere sordi.
Presidente Biancani, so che lei guarda con attenzione a questa cosa, però la invito anche coraggiosamente ad essere protagonista fino in fondo per una risposta che serve agli imprenditori. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Casini.
Anna CASINI. Grazie Presidente. Buongiorno ai ragazzi delle scuole ed ai loro insegnanti.
Per far capire anche ai ragazzi di cosa stiamo parlando; parliamo di burocrazia ed anche delle fonti del diritto, non che io voglia essere esperta in questa materia visto che sono un architetto, però in questo caso siamo nell’Aula assembleare per modificare una norma di legge e la competenza è del Consiglio. C'è poco da dire, è una cosa stabilita a livello costituzionale, una legge, che può essere fatte dal Governo, dal Parlamento oppure dai Consigli regionali, può essere cambiata dallo stesso organismo che l’approva.
Questa legge nel 1997 è stata approvata dal Consiglio regionale che oggi è chiamato a modificarla, anche se la modifica può sembrare, come ha detto bene il Consigliere Bisonni, banale, in realtà non lo è.
Vi do due indicazioni per farvi capire di cosa stiamo parlando. Si ha la possibilità di estrarre del materiale dalle cave, ad esempio la ghiaia, che si tira su con la ruspa, si sciacqua e viene utilizzata per le strade, serve per fare il calcestruzzo, per costruire le abitazioni, i ponti, ha un ampio utilizzo, oppure altri tipi di materiale, che sono i lapidei, quindi le pietre, il travertino, il marmo, ed hanno una complessità diversa rispetto alla ghiaia. In genere per reperire la ghiaia si fa un buco o si tira giù una mezza parete di una collina, le cave sono molto invasive, le pietre invece vanno tagliate, quindi impostare dei cantieri è molto più difficile.
Servono questi materiali? Si, servono. La Regione Marche è virtuosa perché le macerie ad esempio del terremoto, ne avrete sentito parlare, sono state macinate e sono state riutilizzate al posto della ghiaia come materiali inerti. Questo purtroppo non basta, quindi la guerra è sempre tra chi vuole cavare, perché c'è necessità di questi materiali per le costruzioni, pensate all’utilizzo del marmo oppure al travertino, e chi dice che l'ambiente, ed è così, viene compromesso.
A cosa servono questi soldi di cui si parla e perché stiamo prorogando i termini per poterli utilizzare? Le risorse servono a mitigare l'impatto ambientale che l'azione dell'uomo nello scavare ghiaia, piuttosto che materiali lapidei, determina. Quando si scavano dei buchi, se il terreno è pianeggiante, parlo per esempio dei terrazzi alluvionali, poi si possono chiudere interrando altri materiali, invece quando si fanno dei veri e propri tagli alle pareti si discute se è meglio piantumare e nascondere o lasciare in evidenza l’azione antropica.
Tutto questo è sempre da innovare, l'atteggiamento e l'attenzione che abbiamo nei confronti dell'ambiente è da innovare e queste risorse, che versa il richiedente dell'attività estrattiva al Comune, alla Regione, alle Province, a seconda delle competenze, servono per queste funzioni, magari per preparare dei giovani ad aiutare a ridurre l'impatto ambientale.
Credo che sia soltanto una piccola modifica, invece di ottobre c'è marzo, apparentemente banale, in realtà non è così perché questo consente alla Regione, proprio perché c'è la burocrazia di cui si parlava, che esiste ed è vero, non è un'invenzione, di riuscire ad utilizzare queste somme nel migliore dei modi.
Ovviamente voterò a favore di questa proposta di legge.
Sul tema dei quantitativi da escavare c’è un lavoro molto più grande da fare e anche delle scelte più difficili, abbiamo recentemente prorogato la possibilità di escavare per un terzo dei materiali ghiaiosi, mi pare, mi corregga Consigliere Bisonni, la Regione attualmente non è tra le peggiori e non è una cosa negativa prendere da altre regioni, è una scelta da fare.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zura Puntaroni.
Luigi ZURA PUNTARONI. Vorrei ricollegarmi a quella audizione che abbiamo fatto in Commissione, nella quale, al di là della normativa, “come regolarizzo i soldi delle cave”, era emerso che la nostra Regione nel settore dei cavatori rispecchia un po' diciamo il ping pong della sanità. Ad esempio: io sono in deficit con la sanità perché i miei cittadini si vanno a curare fuori, l’ho toccato con mano tre mesi fa in famiglia, mi è caduto il mondo addosso e sono dovuto andare a Milano perché quando si parla di tumori vai dove pensi che ti salvino. La Regione è in deficit anche sul settore delle cave, a caduta siamo in deficit dappertutto, anche sul materiale delle cave perché avete posto mille ostacoli, quindi è chiaro che quello che può lo va a prendere fuori, ma a caduta si è in deficit dappertutto.
C’è una visione organizzativa da suicidio, ma io sono contento se il PD si suicida perché poi vedremo fra cinque anni cosa saranno capaci di fare gli altri, è solo questa la mia analisi, è molto semplice, molto cruda, molto povera.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.
Piero CELANI. Grazie Presidente. La norma di cui stiamo discutendo è abbastanza semplice, però vorrei porre il problema su due aspetti, uno di carattere normativo.
Il relatore maggioranza nello spiegare questa modifica ha parlato di anticipare i versamenti, la relazione che è allegata al provvedimento dice che: la proposta di legge in esame è nata dalla finalità di anticipare la data entro cui i Comuni versano alla Regione il contributo derivante dalle concessioni rilasciate alle imprese. Questa scelta di modificare i termini per i versamenti nasce dall'esigenza che la Regione possa anticipare eventuali progetti di risanamento di queste cave. In realtà mi sembra che sia tutt'altra cosa, cambia poco, di qualche mese, perché l'articolo 17, al comma 1, quello attualmente vigente prevede che entro il 30 settembre di ogni anno le imprese paghino il dovuto relativo al materiale, che è stato prelevato nell'anno precedente, invece la modifica stabilisce entro il 31 gennaio del biennio successivo all'anno di riferimento, quindi, si posticipa di un po’ di mesi, non si anticipa.
La relazione non mi sembra congruente con la legge, leggiamola bene, dice: “la necessità di anticipare i tempi”, ma non è questo, perché oggi il comma 1, dell'articolo 17, della legge 71, prevede che “entro il 30 settembre di ogni anno, a titolo di contributo alle spese necessarie per interventi pubblici ulteriori rispetto al mero recupero dell'area, delle strade d'accesso, una somma commisurata al tipo ed alla quantità di materiale estratto nell'anno precedente”. In pratica entro il 30 settembre 2020 si dovrà versare la somma del materiale estratto nell'anno precedente, nel 2019, non cambia nulla, tre mesi fanno ridere, si sostituisce il 30 settembre di ogni anno con il 31 gennaio del biennio successivo all'anno di riferimento. Se l'anno di riferimento è il 2019, il 31 gennaio nel biennio successivo è il l 31 gennaio 2021, non è il 30 settembre, non è il 31 gennaio di quest'anno. Cerchiamo di fare le cose congruenti tra la relazione, la legge e quello che viene illustrato. Detto questo, il problema non è dei 3 o 4 mesi, però rendiamo congruenti gli atti, perché non mi sembra una cosa giusta per chi legge.
L’aspetto che ha evidenziato il Consigliere Zaffiri è molto importante e noi sulla vicenda dei cavatori dobbiamo stare molto attenti, perché c'è un'economia molto forte, perlomeno nella parte dell'ascolano, sui Sibillini, ma anche nel pesarese. Sapete che il materiale per gli interventi che si stanno facendo sulle scogliere per la tutela della costa viene dalla Croazia e il nostro non viene utilizzato? Se andate nelle cave di travertino dell'acquasantano, e non solo, vedrete cumuli di massi che non possono essere utilizzati perché molto spesso hanno sforato, ad esempio, la quota annuale, oppure perché stranamente i prezzi del materiale che viene dalla Croazia è minore rispetto a quello del posto, anche su questo dobbiamo metterci mano.
Se vogliamo tutelare certe attività e sappiamo benissimo che abbiamo dei materiali eccezionali che vengono esportati in tutto il mondo, dobbiamo farlo fino in fondo, non possiamo stare a guardare col bilancino il 20 o il 30%, anche perché nell'ultima legge, la n. 263, in occasione della seduta del 23 dicembre scorso, abbiamo modificato anche quelle percentuali ed abbiamo aggravato ancora di più questa situazione. I nostri cavatori potranno ancora accumulare migliaia di tonnellate di metri cubi che non saranno utilizzate perché nel frattempo arriveranno le piattaforme dalla Croazia che porteranno il materiale, che poi verrà utilizzato per le scogliere a partire da Gabicce fino arrivare a San Benedetto del Tronto, qualcosa non funziona su questo tema.
L'ambiente va tutelato e noi siamo i primi a farlo, sappiamo benissimo che va fatto, tenuto conto che l'ambiente è anche una risorsa e le risorse devono essere utilizzate a favore dei nostri cavatori, su questo tema stiamo un po’ attenti.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.
Sandro BISONNI. Vorrei fare semplicemente una precisazione, che penso possa essere utile al Consigliere Celani.
L'apparente incongruenza con la relazione non c'è, e le spiego per quale motivo. Quando la legge è stata presentata la volontà era quella di anticipare nello stesso anno i termini del pagamento, poi in Commissione, sentiti gli imprenditori che hanno motivato che a livello contabile, quindi di organizzazione interna, ci sarebbero state delle difficoltà e visto e considerato che né per i Comuni, tanto è vero che hanno dato parere positivo, né per la Regione nulla sarebbe cambiato, anziché anticipare allo stesso anno, si è posticipato di qualche mese.
In realtà quello che a noi interessa è che la Regione invece di ricevere i soldi ad ottobre di ogni anno li riceva a marzo, è questo il tema.
La relazione è rimasta in quella maniera perché era legata alla proposta iniziale e lei dovrebbe sapere, Consigliere, che le relazioni non vengono aggiornate sulla base delle modifiche fatte dalla Commissione, quindi per questo motivo c'è un’apparente incongruenza che dipende dalla conciliazione tra gli operatori del settore, i Comuni e l'amministrazione regionale.
Vorrei sottolineare che, al di là della polemica che è stata lanciata sui materiali, su cui non voglio nemmeno entrare, oggi siamo chiamati a votare questa proposta di legge, a dire se è giusto che la Regione abbia questi soldi prima ogni anno, anziché ad ottobre a marzo, in maniera tale che non vadano a finire in un calderone inutilizzati, ma possano essere impiegati per i ripristini ambientali delle cave dismesse e per le varie progettualità. Su questo siete chiamati a votare non su altro. Ritenete giusto anticipare questa rata in modo tale da impiegare queste somme e riversarle per la protezione e la mitigazione ambientale? Se lo ritenete giusto votatela.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.
Sandro ZAFFIRI. Grazie, Presidente. Credo ci sia bisogno di capire dove siamo. Siamo nel Consiglio regionale, l'organo sovrano della democrazia della Regione Marche, ed evidenziare i problemi che interessano una categoria di imprenditori - un ambito in cui ci sono lavoratori e più di mille persone - non è voler fare polemica. Qualcuno deve andare a lezioni di democrazia, così si rende conto di come stanno effettivamente le cose, probabilmente potrebbe anche comprendere meglio qual è il ruolo istituzionale di quest’Aula.
Ci siamo permessi di sollevare questo problema che è stato evidenziato tramite il Consigliere Bisonni, dalla maggioranza. Si regolarizza un aspetto strettamente amministrativo della Giunta, non si risolve un problema, questa legge non risolve le difficoltà di questo settore. Questo è il dato politico, altro che menare il can per l’aia, il problema di questa categoria, che occupa più di mille lavoratori, è stato sollevato circa quattro anni fa, l’ho ricordato a quest'Aula che è l'organo sovrano del Consiglio regionale. Il problema di questa categoria, è questo, non è una polemica, questa affermazione deve tornare al mittente.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giorgini.
Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Non capisco, quello che dice il Consigliere Zaffiri è giusto perché le problematiche dei cavatori sono enormi, come ben sapete, come ben sa anche il Consigliere Zaffiri.
La crisi che ha colpito il settore delle costruzioni ha coinvolto anche i cavatori, soprattutto quelli che cavano materiale litoide e qui stiamo parlando di una pura, piccola, modifica tecnico-amministrativa.
È chiaro che si può fare anche un discorso più lungo, ma stiamo parlando di una semplice, semplicissima, modifica tecnico-amministrativa, quindi non c'è da discutere molto sulla proposta di legge, se poi vogliamo trattare il problema dei cavatori, ci sarebbe da parlarne tutta la seduta, Consigliere Zaffiri, perché ci sono altre situazioni che io ho già contestato in Commissione, come l'aumento dei volumi di escavo, ma questo sarà un altro atto che probabilmente arriverà in Consiglio nei prossimi mesi. Grazie.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 2. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Celani.
Piero CELANI. Grazie Presidente. Ho votato convintamente a favore degli articoli e voterò favorevolmente anche la legge, insieme al Consigliere Zaffiri. Tra l'altro, questa modifica va a vantaggio dei cavatori perché non anticipa nulla, posticipa, e se la matematica non è un'opinione, ragazzi, la legge attuale dice che entro il 30 settembre di ogni anno i cavatori sono tenuti a pagare ai Comuni quanto stabilito nella convenzione in virtù di quello che hanno estratto, ed entro il 31 ottobre dello stesso anno, il Comune riversa questa somma alla Provincia e alla Regione, rispettivamente il 10% e 50%.
Caro relatore di maggioranza, dobbiamo leggere le carte, innanzitutto le relazioni vanno rese congruenti quando gli atti arrivano in Aula, non viene in Aula una cosa che dice altro, questo non è vero, le relazioni sono congruenti perché sono fatte nel momento in cui vengono licenziate dalla Commissione, quindi, automaticamente, prima di trasmettere gli atti alla Presidenza, vanno riviste e rese congruenti. Se le relazioni dicono una cosa, le leggi devono riportarla. So bene che funziona al contrario, Consigliere Bisonni, ma le due cose si devono rendere congruenti.
Con questa norma posticipiamo al 31 gennaio del biennio successivo, quindi significa che l’anno di riferimento viene spostato di quattro mesi, da settembre passa a gennaio, semplice, quello che è successo è che avete anticipato. In Commissione c'era una proposta che prevedeva il 28 febbraio, poi la data è stata spostata al 31 gennaio, ma del biennio successivo, a me sta benissimo perché diamo un po’ più di respiro ai cavatori che invece di pagare entro il 30 settembre verseranno questo obolo, questa tassa, questa imposta, al 31 gennaio del biennio successivo.
Adesso siamo nel 2020 l'imposta del 2020 quando la pago? Entro il 31 gennaio del biennio successivo, prima invece era il 30 settembre dell'anno dopo, quindi dov’è tutto questo inciampo che è stato creato? L’abbiamo capito molto bene, non è questo il problema perché, va benissimo, diamo 4 mesi di tempo in più ai cavatori per pagare, però nella relazione non si deve scrivere che con questo anticipiamo in modo tale che la Regione possa spendere, perché la Regione avrà le risorse sempre entro 31 ottobre, dato che il comma 8, dell'articolo 17 non è stato modificato: il Comune versa entro il 31 ottobre di ogni anno parte del contributo, come di seguito specificato: 10% alla Provincia, 50% alla Regione, e il discorso è fatto.
E’ una modifica tecnica, va benissimo, rimane però il problema dei cavatori, rimane il problema di rivedere il tutto, di rivedere le problematiche e capire dove mettere il materiale di risulta, che loro non possono più utilizzare perché vendono blocchi precisi per poter fare rivestimenti e altro. Dobbiamo in qualche modo adoperarci affinché i nostri cavatori possano utilizzare lo scarto di cava nel migliore dei modi.
Oggi dobbiamo fare degli interventi e nel bilancio del 2020 è stata prevista una bella somma per la realizzazione delle scogliere a tutela e a protezione dell'erosione delle nostre coste, che i cavatori non vedano venire questo materiale, questo scarto di cava, che poi non è nemmeno un conglomerato molto resistente, molto corrosivo, dalla Croazia o non so da dove, una cosa del genere non è impossibile, quindi rivediamo anche questa situazione. Comunque favorevolissimo alla legge.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Bisonni.
Sandro BISONNI. Vicepresidente Celani devo prendere atto che lei in questi 5 anni è stato un po' distratto. Ho chiesto espressamente alla segretaria di Commissione di aggiornare la relazione e mi è stato riferito che non era possibile farlo, perché la relazione che viene fatta in sede di presentazione della legge è quella e non va modificata.
E’ ulteriormente distratto perché ha detto che il comma 8 della legge non è modificato, mentre all'articolo 1, comma 2, se legge bene, la parola “ottobre” è sostituita dalla parola “marzo”, quindi viene modificato l’articolo ed è proprio il fulcro di tutta la legge ed è quello che mi interessa.
Sono contento se anche i cavatori sono contenti perché non li mettiamo in difficoltà, ma quello che mi interessa è che la Regione con questa modifica prenda i soldi a marzo per cui quello che ha detto lei non è vero. C'è scritto nel comma 2 dell'articolo 1: la Regione con questa modifica prenderà i soldi non più ad ottobre ma a marzo e finalmente potrà utilizzarli, cosa che non è avvenuta per anni. E’ una piccola attenzione.
Voglio anche dire che c'è bisogno di una legge per il semplice fatto che la data è prevista in una norma legislativa, non è un atto amministrativo della Giunta, quindi è un atto che deve fare il Consiglio perché si modifica la legge. Per cambiare una legge occorre una modifica di legge, una proposta di legge, quindi Consigliere Celani le cose non stanno come dice lei.
Proposta di legge n. 317. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Sull’ordine dei lavori
PRESIDENTE. Comunico, come ho già detto ai Capigruppo, che ieri sera è pervenuta un’interrogazione, che non è a risposta immediata, da parte del Consigliere Zaffiri che ha lo stesso oggetto e domande simili alla question time presentata dalla Consigliera Leonardi, a questo punto, anche se formalmente non sono abbinabili, il Presidente Ceriscioli si è detto disponibile a rispondere ad entrambe ed il Consigliere Zaffiri potrà replicare.
Interrogazione n. 930 - a risposta immediata
ad iniziativa della Consigliera Leonardi
“Chiarimenti sulla determina del direttore generale Asur n. 742 del 31 dicembre 2019”
Interrogazione n. 932
ad iniziativa del Consigliere Zaffiri
“Asur Marche - Nuovo assetto organizzativo aziendale”
(abbinate)
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 930 a risposta immediata della Consigliera Leonardi.
Ha la parola, per la risposta, il Presidente Ceriscioli.
Luca CERISCIOLI. Grazie Presidente. La richiesta della Consigliera Leonardi riguarda i criteri di scelta che hanno portato all'emanazione della determina Asur n. 742/2019 e le conseguenze che i suoi effetti avranno sulle strutture ospedaliere e sull'erogazione delle relative prestazioni sanitarie.
Per semplificare subito la seconda parte della risposta, è chiaro che la determina non ha conseguenze sulle strutture ospedaliere e sull’erogazione delle prestazioni sanitarie, quelle non vengono modificate dall’atto.
Le motivazioni riguardano l’applicazione dell'articolo 2, comma 72, della legge n. 191/2009, che prevedeva, entro la fine del 2019, che venissero adeguati il numero di unità operative complesse, unità operative semplici dipartimentali e unità operative semplici ai dettami nazionali.
Di quanto eravamo fuori? Credo che la domanda sia importante perché il numero che girava era 130, ma non corrisponde a nulla. Eravamo fuori di cinque unità operative complesse, che già erano state liberate, nel senso che le cinque unità cancellate non sono occupate da nessuno. Cinque unità operative complesse che nel tempo erano già state … Come si fa in 10 anni a ridurre questi ruoli dentro le strutture sanitarie? Un po’ alla volta, non le ricopri più e questo permette di liberarle, quindi cinque unità che non c’erano già più. Non c’è un primario che domattina non sarà più tale perché viene cancellata l’unità operativa complessa, questo è il meccanismo che ha portato gradualmente sui parametri, quindi cinque unità che non erano ricoperte.
Vengono cancellate trenta unità operative semplici, non ricoperte, quindi vengono meno sulla carta perché nessuno le ricopriva.
Dal 2009 alla fine del 2019, tema di riordino, sono quindici le unità operative semplici dipartimentali, che per rientrare nei numeri andrebbero trasformate in unità operative semplici, quindici figure su ventimila dipendenti della sanità marchigiana perché le unità operative dipartimentali diventano semplici. 15+5+30 fa 50 e di queste 50 le uniche ricoperte sono 15 che diventano dipartimentali semplici.
Mi rendo conto del potere che hanno le persone che lavorano in sanità e di quanto sia difficile riformarla se 15 persone, in un quadro che riporta i numeri dal 2009 ad oggi, a quelli che sono standard nazionali, scatenano un interesse di questa natura. Sindaci che si impiccano, Consiglieri che presentano interrogazioni a risposta immediata - giustamente dico io, almeno mi danno la possibilità di raccontare la realtà per come è - voi capite cosa vuol dire confrontarsi con un soggetto che è in grado in due secondi di scatenare l’idea …, anche il Sindaco di Civitanova è pronto a darsi fuoco in piazza, parliamo di 15 in tutta la regione su 20.000. Il bello è che non è neanche qui, noi in realtà siamo ancora più avanti.
La determina risponde ad un obbligo di legge, che si doveva fare entro il 2019, ma è chiaro che il grosso del lavoro era già stato fatto, parliamo dopo 10 anni di 15 figure. Perché ho usato il condizionale: dovrebbe? Perché la determina stessa sancisce che è stato raggiunto l’obiettivo nazionale, i Lea, quindi la legge è stata rispettata, è di natura programmatoria, prevede il confronto con il sindacato perché non è escluso che su questi numeri, con certi ragionamenti si riesca innanzitutto, e quello è dato per scontato, a garantire i contratti, quindi non perdono un euro, non ci sono tagli, in sanità i tagli non esistono perché quello che non spendo da una parte lo spendo dall’altra, e forse anche la qualifica, quindi c’è un passaggio con il sindacato per vedere questo.
Quando un Sindacato si arrabbia dicendo che 50 figure, che anche se non erano presenti sulla carta sono comunque in meno, non dovrebbe arrabbiarsi con la Regione Marche, sbaglia l’interlocuzione, se noi rispettiamo la legge nazionale e quella prevede numeri di una certa natura e non è d’accordo con quei numeri, non è qui che devi venire a protestare. Sbaglio?
L’adempimento è stato gestito per tempo, sono un numero limitato, c’è un percorso con i sindacati che permetterà di valutare, però questo fatto scatena l’oggetto dove tutti vogliono inzuppare il biscotto.
Questi sono i numeri, credo che con la risposta all’interrogazione degli esseri di buon senso capiscano che è stato un percorso grosso, importante, perché negli anni ha ridotto molte unità operative complesse, dipartimentali e semplici, che è stato gestito con gradualità, l’ultima coda riguarda 15 persone in carne e ossa e i dipartimenti dovrebbero essere trasformati in semplici, con un percorso con il sindacato che oltre tutele contrattuali valuterà anche ulteriori possibilità.
Questo è il lavoro svolto, spero che la risposta abbia ampiamente soddisfatto i richiedenti.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Forse se lo aspetterà, ma mi dispiace deluderla, non mi sento soddisfatta, innanzitutto perché lei ha difeso una modalità che, come l’ha descritta, è stata avviata da tempo, eppure questa determina è arrivata il 31 dicembre di quest'anno ed è operativa nell'immediato.
C'è stata una agitazione, se vogliamo così definirla, da parte di chi opera nella sanità, di chi ha visto da un giorno all'altro trasformare e depotenziare i propri reparti da unità complesse a unità semplici, perdendo quelle autonomie che le unità complesse hanno. L’abbiamo visto in tanti reparti, l'abbiamo visto in tante realtà della regione, l'abbiamo visto con i medici che ci sono venuti, addirittura dal giorno alla notte, a parlare e a lamentare la situazione anche in Commissione sanità.
Presidente, questo percorso condiviso, non mi sembra che fosse così condiviso, se è arrivato da un giorno all'altro, l'ultimo giorno dell'anno ed ha creato questa agitazione. Se fosse stato condiviso con i reparti, se fosse stato condiviso con i territori, probabilmente questa agitazione non ci sarebbe stata, quindi, forse, questa determina doveva passare in qualche modo in sordina, invece, giustamente, ha creato un allarme perché c’è il timore che questa serie di atti vada verso una direzione ben precisa, che è quella di depotenziare lentamente, progressivamente, inesorabilmente la sanità pubblica marchigiana.
Lei nel merito della question time fondamentalmente non mi ha risposto perché io volevo sapere i criteri e perché avete deciso, ad esempio, di depotenziare l'oncologia a Civitanova, l’hospice a San Severino, o l’odontostomatologia chirurgica a Torrette. Qual è il criterio con il quale si è deciso che questo ospedale, che il reparto di questo ospedale, deve diventare struttura semplice e non complessa?
Non basta dire “un adeguamento ai Lea”, come è stata fatta la ripartizione? Come sono state scelte le unità dipartimentali da declassare da complesse a semplici? Questo Presidente non me lo ha detto, sarebbe servito a capire la direzione in cui andate.
La risposta onestamente non c'è e l'invito che viene da tanti, dai territori, dai cittadini, soprattutto dagli operatori sanitari, è quello di bloccare questa determina e di tornare indietro rispetto ad un percorso sul quale lei ci ha dato dei dati. Anche lì, immagino che su queste unità che non sono state coperte in questi anni, avete fatto un percorso tacito, invece di toglierle le avete lasciate, non so a quale scopo, ma a questo punto c'era evidentemente l’ambizione a ricoprirle, la speranza di quei reparti, di quegli ospedali che queste unità venissero ricoperte, mentre sono state tolte la notte del 31 dicembre, avete fatto il regalo dell'ultimo dell'anno alla sanità marchigiana.
Questo progressivo depotenziamento, che state portando avanti, è qualcosa di sbagliatissimo e ve lo stanno dicendo in particolar modo gli operatori, ve lo sta dicendo chi opera nella sanità tutti giorni, ve lo stanno dicendo i Sindaci, ve lo stanno dicendo i cittadini.
Credo che sia assolutamente impercorribile questa decisione e vi invito a tornare indietro e a riformularla, a bloccarne gli effetti, a fermare tutto ed a potenziare dei reparti, invece che a disgregarli, ma vedo che non mi ascoltate neanche.
PRESIDENTE. Ha la parola, per una precisazione, il Presidente Ceriscioli.
Luca CERISCIOLI. Lo dico semplicemente perché ho compreso che non ha neanche capito la risposta, che si può non cogliere. Quando ho detto di natura programmatoria significa che quelle individuazioni vengono sottoposte al percorso con i sindacati che possono dire benissimo, in un quadro condiviso, che l’odontostomatologia è da lasciare, ma bisogna togliere da un’altra parte perché sempre cinque bisogna ridurne. Uno può dire resta l’odontostomatologia ed è meglio cambiare da un’altra parte. Programmatoria e sottoposta al percorso con il sindacato significa esattamente questo, quindi dire oggi perché viene tolta quella …, ho detto che magari potrà rimanere quella anche dopo l’accordo con il sindacato, ma è probabile o possibile che avvenga in un’altra maniera.
Ho ascoltato la sua replica e mi ha chiesto: “Perché viene tolta questa e non mi spiega perché viene tolta?” Forse non verrà tolta, quindi non posso spiegarle una cosa che oggi non ha completato il suo iter, che prevede quel passaggio programmatorio, si sa che bisogna toglierne cinque. L’Asur ha proposto di togliere le cinque scoperte, ma se nell’accordo si dirà; “No, invece di togliere una scoperta togliamo Anna Casini, che è il primario di medicina di Civitanova, toglieremo lei e manterremo l’odontostomatologia di Ancona” questo è possibile, quindi non posso darle la spiegazione di una cosa che ancora non è avvenuta. E’ solo per chiarire.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Zaffiri.
Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Presidente, probabilmente, giustamente dico io, l’hanno informata i suoi dirigenti e le hanno dato questa versione, che personalmente l’ho ascoltata dai dirigenti che magari hanno operato in questo settore.
Ho voluto portare in Consiglio questa discussione perché effettivamente la struttura ed oggi la politica, perché lei ha parlato da Assessore, hanno dato una risposta che purtroppo non risponde al vero.
Prima di tutto, questo è certo, la determina non è stata concordata con le organizzazioni sindacali, sono state convocate a posteriori, dopo che il provvedimento era stato fatto. Ieri c'era la convocazione dal dirigente generale dell’Anao, che non è un sindacato che fa riferimento alla nostra area, per capirci, non ha partecipato alla riunione e ha manifestato il netto dissenso.
Nell'allegato della determina n. 742 non è vero che non succede niente, sono state ripesate determinate posizioni e su quelle posizioni ci sono contratti individuali di lavoratori, che magari da 25 anni hanno sviluppato sul territorio un servizio, un’organizzazione, un’attività, una presenza verso i malati. La determina modifica, non è vero che tutto non rimane così ed i lavoratori a cui oggi scade il contratto e che hanno svolto questa attività per vent'anni sul territorio, non hanno la certezza matematica che potranno riavere il contratto perché sono state ripesate delle posizioni. Questo è il problema.
Chi ha fatto questo provvedimento, se era un atto di buonsenso, come io dico tante volte, doveva chiamare le organizzazioni sindacali e non fare il provvedimento il 31 dicembre. Quando i provvedimenti vengono fatti il 14 agosto, il 24 dicembre o il 31 dicembre, le cose puzzano di bruciato e su questo non potete smentirmi. Assessore Casini, ci scommetto quello che vuole, non è così, è come dico io.
Credo che il problema, Presidente o Assessore, non sia tanto su quello che è stato fatto, ma su come è stato fatto, perché voi avete giocato con le persone che hanno portato avanti la sanità nei territori, nei reparti, nelle strutture locali, con impegno personale e le avete cancellate in un attimo, avete tolto loro la dignità di lavorare per un servizio per la comunità.
Questo è un problema che ricade anche su Torrette, l’odontostomatologia prima era un’unità un po' più complessa, che dava delle risposte a persone meno fortunate di noi, adesso con la nuova determina queste persone non troveranno la risposta e lei sa che la lista di attesa per loro, che usufruiscono di questa struttura, è lunghissima, adesso queste persone meno fortunate di noi saranno addirittura costrette ad andare fuori dalla regione Marche.
Ecco perché ho parlato di una valutazione di buonsenso, adesso lei dice: “Forse si, la ripristineremo”, forse, ma adesso? Perché avverrà dopo? Quando, come dice lei, si è sollevato il problema? Voi dovevate essere capaci di non far sollevare il problema, perché qualcuno prende profumati soldi da dirigente, c'è la politica di mezzo e allora credo che la politica debba essere informata, ed io spero che lo sia stata, di questa determina che veniva fatta il 31 dicembre. Se la politica era a conoscenza che la determina sarebbe stata fatta è politicamente grave perché un minimo di buonsenso la politica lo deve mettere in campo, chiedendo se erano state fatte tutte le verifiche, se erano stati convocati i sindacati, se c’era il consenso o no visto che andava ad intaccare sul territorio determinate situazioni.
I Sindaci si preoccupano, e lei non ascolta perché non gliene importa, e se risiedono in zone disagiate si modificano le condizioni di quelle strutture, possono diminuire anche le prestazioni dei servizi sul territorio, scatenando dei fenomeni difficili da gestire.
Questi sono i fatti, non è che qui qualcuno chiede spiegazioni, no, chiede delle informazioni, chiede perché è avvenuta questa cosa a fine anno creando dei problemi a delle persone, che non sono 15, perché sono venuti solo 15 ad una riunione fatta in Commissione senza formalità. Il problema è molto più ampio perché la determina n. 742 e il suo allegato vanno a modificare tutta la struttura, questo è il vero problema, e chi magari ha svolto per 25 anni un servizio a Camerino o a Tolentino, domani mattina si trova a Macerata e non può svolgere lo stesso servizio rispetto a quei 600 pazienti magari oncologici che non può più curare. Questo è successo, ci sono delle professionalità e dei medici che hanno operato per anni sul territorio e voi cosa fate? Con molte probabilità quel contratto non verrà rinnovato, perché si rinnova a mister X.
Presidenza del Vicepresidente
Piero Celani
Interrogazione n. 931 - a risposta immediata
ad iniziativa dei Consiglieri Giancarli, Rapa
“Ripristino della piena funzionalità dell’impianto termico dei locali del Centro per l’Impiego di Jesi”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 931 - a risposa immediata - dei Consiglieri Giancarli, Rapa.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Grazie Presidente. Con questa interrogazione si chiede se al cantiere per il ripristino urgente del pieno funzionamento dell'impianto termico verrà dato seguito con interventi di carattere straordinario per restituire alle strutture del centro per l'impiego di Jesi funzionalità, decoro e dignità.
L'immobile relativo al Centro per l'impiego, sito a Jesi in Viale del Lavoro, già di proprietà della Regione Marche, ma gestito dalla Provincia fino al passaggio di competenze, è pervenuto definitivamente alla Regione a seguito del trasferimento delle funzioni in materia di lavoro e formazione professionale.
Tale immobile pertanto, relativamente alla parte impiantistica (impianto termico, elettrico e idrico-sanitario) è stato preso in carico dalla Regione nell'ambito della Convenzione Consip "SIE3" (Servizio integrato energia per le pubbliche amministrazioni) con attivazione dall'1 gennaio 2018.
In merito ai disagi conseguenti al malfunzionamento dell'impianto termico del Centro per l'impiego di Jesi, si riferisce che la Regione tramite la Ditta Antas (affidataria del Contratto Energia sopra richiamato) è intervenuta con la massima sollecitudine e tempestività non appena venuta a conoscenza dei disagi verificatisi, non avendo avuto in precedenza alcuna specifica segnalazione.
Si evidenzia che la porzione del complesso, in cui tali disagi si sono verificati, corrisponde ad un corpo di fabbrica di notevole altezza (circa 6 metri), quindi di notevole volumetria, dotato di un impianto a pavimento e di un impianto a ventilconvettori il cui funzionamento integrato consente di raggiungere condizioni termiche idonee.
Si precisa che per tale immobile è previsto un intervento di "efficientamento energetico" da parte della ditta Antas (nell'ambito del contratto in essere), già programmato e da attuarsi dopo la fine dell'attuale stagione termica (cioè dopo il 15 aprile 2020), consistente nella sostituzione dei generatori di calore esistenti.
Con questo è tutto, spero di essere stato sufficientemente esaustivo con la risposta che mi ha preparato l’ufficio competente.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Giancarli.
Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente. Grazie Assessore, non soltanto per quanto ha detto, ma per la disponibilità con cui si è posto.
Questo è un luogo importante nella storia del mondo del lavoro di Jesi, della Valle Esina, della provincia di Ancona, un luogo in cui negli anni si sono formate tante persone, quei tecnici, quegli operai, che hanno rappresentato un know-how significativo per la crescita imprenditoriale della provincia di Ancona e non soltanto, poi ci sono state tutte le trasformazioni, anche di carattere legislativo, che l'Assessore Cesetti conosce bene per aver fatto il Presidente della Provincia.
Ringrazio anche il Consigliere Rapa, lo ringrazio sia come Consigliere che come socialista, perché ha firmato con me questa interrogazione, che non voleva e non vuole - Assessore, le chiedo anche un'attenzione per il futuro, perché credo che noi dobbiamo guardare sempre avanti, lei lo fa - soltanto sottolineare il disagio che c’è stato e che nella risposta è stato rappresentato perché quando parlo di dignità non mi riferisco soltanto all'efficienza, alla funzionalità, ma al fatto che se un dipendente pubblico è costretto a esercitare le proprie funzioni magari vestito pesantemente, il cittadino che arriva da fuori, altrettanto vestito pesantemente, non dà quella giusta attenzione che magari un luogo come questo richiede.
Al di là del disagio, ripeto, che è stato sottolineato anche nella risposta, l'interrogazione ha questo significato profondo, mi permetto di dire, la verità vera dell'interrogazione è quella di dire non soltanto che gli impianti tecnici e la parte impiantistica va sistemata, ma che c'è la necessità di una sistemazione di quegli edifici proprio perché erano laboratori ed hanno rappresentato e rappresentano ancora tanto per il futuro dell'economia e per la formazione delle persone. Interventi di carattere strutturale, di sistemazione esterna, Assessore al bilancio lei è uno che capisce subito, non devo dire di più, veda un attimo e facciamo interventi immediati, come diceva lei, anche per il futuro perché si possa restituire la piena funzionalità a questo luogo importante, un luogo del lavoro, della formazione, dell'istruzione, un luogo dove sono avvenute anche battaglie per la democrazia nel mondo del lavoro.
Interrogazione n. 851
ad iniziativa del Consigliere Giancarli
“Distribuzione giornali in alcuni comuni del cratere sismico”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 851 del Consigliere Giancarli.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Sciapichetti.
Angelo SCIAPICHETTI. Grazie Presidente. L’argomento della distribuzione dei giornali e riviste in generale e in particolare quello relativo alla mancata distribuzione in alcuni comuni del cratere è un tema che questa Regione ed in particolare questo Assessorato sta affrontando da tempo portandolo all'attenzione nazionale.
La Giunta ha la consapevolezza che i distributori di fatto gestiscono la distribuzione di giornali e riviste in rapporti esclusivamente di tipo privatistico/commerciale tendenti alla sola remunerazione senza considerare minimante il diritto all'informazione, la libertà alla crescita culturale, e in detti rapporti privatistici difficilmente un ente pubblico può intervenire.
Le disposizioni sulla distribuzione e sulla libertà di stabilimento e di concorrenza fanno capo alle materie di spettanza dello Stato. Infatti con il decreto legge 50/2017 articolo 64 bis è stato di fatto riformato e liberalizzato il settore della distribuzione dei giornali e riviste, anche grazie al lavoro fatto dalla Commissione attività produttiva, coordinata dalla Regione Marche.
I distributori gestiscono la distribuzione e decidono se ed a chi fornire i giornali e le riviste da vendere: in pratica decidono in modo se vogliamo monopolistico se rifornire o meno i punti vendita in base agli eventuali guadagni.
La Regione Marche in qualità di Regione coordinatrice ha molte volte sollecitato il Ministero sia dal punto di vista tecnico che politico perché si potesse addivenire all'intesa prevista nella citata legge finalizzata a stabilire le modalità ed i criteri in seno alla Conferenza Unificata ed affrontare in modo sinergico il tema della distribuzione dei giornali e riviste, soprattutto nelle zone montane o con problemi reali (vedasi territorio del sisma).
A seguito dell'ultima richiesta nel mese di novembre questo Assessorato ha incontrato il Sottosegretario del Ministero sviluppo economico con il quale si è concordato la predisposizione di un documento, che tra l'altro doveva evidenziare le criticità relative al settore dell’editoria.
Su proposta della Regione Marche, coordinatrice della Commissione attività produttiva, la Conferenza delle Regioni ha approvato un documento inviato al Ministro dello sviluppo economico e finalizzato all'apertura di un tavolo tecnico e politico e sarà cura di questo Assessorato affrontare prioritariamente i temi delle intese relative all’editoria. In attesa della risposta del Ministro competente ho già invitato ad attivarsi perché entro il mese di gennaio si possa iniziare quel percorso che possa portare a predisporre un documento da condividere in sede di Conferenza unificata.
Per quanto riguarda la garanzia di una compartecipazione con risorse finanziarie proprie della Regione si sta valutando detta possibilità dal punto di vista del bilancio regionale, i cui fondi potrebbero essere ricavati dal fondo a disposizione del settore del commercio, ma è necessario fare una valutazione tecnica con gli uffici del bilancio affinché una misura del genere non violi le norme sulla libertà di concorrenza.
Questa è la risposta ufficiale, voglio aggiungere che personalmente mi sono interessato della questione diverse volte, da due anni e mezzo a questa parte, da quando si è verificato il problema.
La questione è relativa al concessionario con il quale ci sono stati più incontri informali e ufficiali e il concessionario in ogni occasione ha escluso categoricamente la possibilità di portare in alcuni dei Comuni colpiti dal sisma i giornali, per una questione prettamente economica.
Abbiamo interessato nel precedente Governo il Sottosegretario quando aveva anche la delega all’editoria, la situazione però ad oggi non è stata risolta. Penso che sia un fatto grave da parte del concessionario non voler dare un segnale e penso che comunque il problema debba essere risolto anche dal punto di vista regionale se tutti i tentativi esperiti dovessero andare falliti.
Bisogna aspettare questa interlocuzione, avevamo detto che l’avremmo portata nella Conferenza Stato-Regioni, l’abbiamo fatto, ne abbiamo parlato con il Ministro, ne abbiamo parlato all’epoca con il Sottosegretario all’editoria, ne abbiamo parlato anche con il Presidente del Consiglio, ma ad oggi la soluzione non c’è perché il problema è prettamente economico ed il gestore, che non è un marchigiano, è abruzzese, per le Marche vuole assolutamente essere remunerato perché ritiene non conveniente portare i giornali in quelle zone.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Giancarli.
Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente. L’Assessore Sciapichetti sa che lo considero una santa persona, quindi, anche se la risposta non fosse stata esaustiva, l’avrei comunque ringraziato. Però voglio essere molto chiaro, entrare nel merito e, come ho detto prima all’Assessore Cesetti, la verità vera, quella profonda, il nostro approccio gramsciano, ci porta a dire perché facciamo un'interrogazione su un tema come questo. Qui le verità sono molte, prima, è un'area colpita dal sisma e quindi debbono essere prestate tutte le attenzioni, seconda, è che ho raccolto la voce importante del sindacato dei giornalisti, legata alla libertà di informazione, terza, penso che la carta stampata vada salvata. Rispetto a tutte queste ragioni, Assessore, mi permetto di fare un esempio, con molta modestia e con altrettanta umiltà, da ragazzo sono stato Sindaco per una decina d'anni in un Comune dell'entroterra anconetano collinare e montano e i giornali arrivavano con un pullman che veniva da Senigallia, con la linea delle 9,00, ci sembrava un po’ tardi, ci siamo messi d'accordo con l'edicolante, con il distributore, con il Comune, mettendo a disposizione anche delle risorse ed è iniziato un percorso autonomo e i giornali arrivavano alle 6,45/7,00.
Credo che nelle realtà particolari lodevole è l'impegno portato dalla Regione Marche in sede di Conferenza Stato-Regioni, però credo che vada valutato quanto costa, a quanto ammonta la spesa per portare i giornali in quei 3 o 4 Comuni? 10.000 euro l’anno? Ecco discutiamo su chi in qualche modo deve partecipare, capisco, ma poi non capisco perché le situazioni sono particolari, c'è un problema più generale delle edicole, qui parliamo di una specificità, di una particolarità, e le edicole hanno rappresentato e rappresentano, purtroppo sono molte quelle che hanno cessato l'attività, come il giornalaio, ma per tanto tempo sono state un punto di riferimento, c’è un'identità attorno all'edicola, perché no, l'identità di un quartiere, di un paese, se è un paese piccolo, l'identità anche delle grandi città, o comunque di una parte della città, una parte significativa di un municipio, di un quartiere, e così via, a mio avviso sono anche un luogo della socialità.
C'è un ragionamento più generale che va fatto rispetto al mantenimento delle edicole, ma in questo caso mi permetto di chiedere - ripeto, mi scuso anche per la proposta, so che come Consigliere ho capacità di iniziativa legislativa, ma non voglio che questa possa essere presa come un'ingerenza nei confronti degli Assessori, o della Giunta, o di nessuno - in modo molto concreto, quanto costa portare in questi 3, 4 Comuni i giornali. Chiamiamo il distributore, facciamo un'intesa, la facciamo alla luce del sole e credo che non ci sia organo di controllo che tenga, perché quello che conta è il diritto all'informazione, è il diritto ad avere un giornale ovunque e in tutto il territorio marchigiano.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Sciapichetti.
Angelo SCIAPICHETTI. Condivido la proposta del Consigliere Giancarli, tanto è vero che stiamo lavorando in questi giorni proprio intorno a questa soluzione.
Vorrei precisare che qui non si discute perché parliamo di Comuni colpiti dal terremoto, quindi, hanno una loro particolarità e specificità.
Il gestore in uno degli ultimi incontri che ho avuto abbastanza burrascoso, mi ha preannunciato, proprio perché c'è una crisi enorme che riguarda l'editoria … venendo qui stamattina ho sentito in radio che ci sono interi quartieri di Milano in cui stanno chiudendo le edicole perché non c’è più remunerabilità a causa del crollo delle vendite dei giornali e ci sono interi quartieri, molto periferici rispetto alla città di Milano, che ne sono interessati.
Il gestore mi ha già preannunciato che il tema ce lo dovremmo porre tra qualche mese non per i Comuni terremotati, che ripeto ha un senso, su cui stiamo lavorando nella direzione suggerita dal Consigliere Giancarli perché altre soluzioni non se ne vedono, ma per tutte le aree interne, perché la consegna nei Comuni delle aree interne non verrà fatta più, dato che non è remunerativa. Quindi avremo un problema nei prossimi mesi abbastanza stringente.
Intanto, per le zone terremotate credo che questa questione vada affrontata così come lei stesso ha detto. Grazie.
Interrogazione n. 870
ad iniziativa del Consigliere Biancani
“Mancato rinnovo della Carta Tutto Treno Marche per i Treni Frecciabianca, Intercity e Frecciargento”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 870 del Consigliere Biancani.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Sciapichetti.
Angelo SCIAPICHETTI. Grazie Presidente. A seguito delle ben note problematiche originate dalla sostituzione di alcuni treni Frecciabianca con treni del segmento Frecciargento - già oggetto, peraltro, delle precedenti interrogazioni nn. 782 e 841 - la struttura regionale competente e poi direttamente anche l'Assessorato ai trasporti, nei mesi scorsi, hanno contattato più volte, sia verbalmente che per le vie ufficiali, le competenti strutture di Trenitalia per avere informazioni sul processo di sostituzione dei treni e soprattutto rassicurazioni e garanzie circa la validità dei titoli di viaggio acquistati dagli utenti.
L’accordo sottoscritto dalla Regione con Trenitalia, al pari degli analoghi accordi siglati da altre Regioni italiane, riguarda i soli servizi Intercity e Frecciabianca; tuttavia, dall'introduzione dei treni Frecciargento, gli abbonati titolari di Carta Tutto Treno Marche hanno avuto ed hanno tuttora accesso a tali ultimi treni con la formula "temporaneamente e fino a nuovo avviso".
L’Assessorato ai trasporti, con nota del 30 ottobre ultimo scorso, estesa per conoscenza anche alle altre Regioni interessate, ha ritenuto di sollecitare l'interessamento del Ministero alle infrastrutture ed ai trasporti, affinché Trenitalia adotti quantomeno tempistiche più lunghe per la definitiva soppressione della Carta Tutto Treno tali da consentire una gradualità del processo di eliminazione ed ha inoltre proposto la costituzione di un tavolo tecnico nazionale per verificare ogni aspetto relativo alla questione.
In ogni caso la P.F. regionale competente ha già chiesto le risorse occorrenti a finanziare l'eventuale rinnovo della convenzione, previo rilascio della Carta Tutto Treno per l'anno 2020 e a tal fine sta interloquendo per le vie brevi con la Divisione Passeggeri di Trenitalia anche per definire le modalità di prosecuzione del titolo agevolato dopo la scadenza dell’accordo in essere.
Questa è la risposta ufficiale, voglio aggiungere che in base a quell'incontro che noi abbiamo chiesto ad agosto con Trenitalia e in base ad un coordinamento che abbiamo assunto come Regione Marche tra tutte le Regioni interessate alla Carta Tutto Treno, la politica di Trenitalia che inizialmente era volta a superare la Carta Tutto Treno è stata rivista e credo che da qui alle prossime settimane ...
La convenzione scade il 31 gennaio 2020 e ho buoni motivi per sperare che Trenitalia sia definitivamente ritornata sulla questione dell’abolizione della Carta, non nelle Marche ma in tutte le Regioni interessate, e si possa continuare.
Nel frattempo abbiamo messo a bilancio le risorse necessarie che servono per continuare, quindi stiamo lavorando, discutendo e ci stiamo anche incontrando, anche dopo il 31 gennaio, però di questo ad oggi non si ha certezza perché Trenitalia ufficialmente non si è espressa, però dalle notizie in mio possesso posso affermare che c'è la disponibilità di Trenitalia a proseguire almeno per qualche mese. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Biancani.
Andrea BIANCANI. Grazie Presidente. Grazie Assessore per la risposta e anche per l'impegno che ha messo in questi ultimi mesi per cercare di risolvere questa vicenda.
In effetti la Regione Marche è quella che si è attivata di più, lo possiamo dire, rispetto anche ad altre che avevano questo tipo di accordo. Insieme all'Assessore si è cercato di mettere in piedi un tavolo a livello nazionale, che è stato attivato, ed io sono fiducioso che si riesca a trovare una soluzione rispetto alla possibilità di prorogare di qualche mese, che già sarebbe una buona soluzione, perché sarebbe importante almeno riuscire a chiudere l’intero anno 2020 in maniera tale da avere più tempo per potersi confrontare.
Come Regione Marche stiamo facendo un lavoro importantissimo per promuovere la mobilità sostenibile e fare in modo che le persone raggiungano il luogo di lavoro non in macchina, e quindi con mezzo proprio, ma utilizzando il mezzo pubblico. Il treno per i collegamenti di questo tipo è il mezzo ideale, perché consente di raggiungere distanze considerevoli in tempi rapidi, quindi faccio un plauso all'Assessore e ovviamente starò sempre dietro a questo tipo di problema, sapendo che nel nostro territorio regionale sono migliaia le persone che si muovono quotidianamente sia lungo la costa adriatica, a livello regionale, che per andare nelle regioni confinanti.
Grazie per la risposta e resto fiducioso che si possa trovare una soluzione non provvisoria, ma definitiva.
Interrogazione n. 879
ad iniziativa della Consigliera Leonardi
“Attivazione dell’istituto del comando di dirigente dipendente di Ente pubblico economico”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 879 della Consigliera Leonardi.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Grazie Presidente. L’interrogazione in oggetto concerne l’attivazione dell'istituto del comando di dirigente dipendente di ente pubblico economico.
Sulla base di quanto comunicato dall'allora dirigente della P.F. difesa del suolo e autorità di bacino, prot. n. 0674725 del 28 settembre 2016, si chiarisce che:
- l'Autorità di bacino interregionale del Tronto (ora soppressa) fu istituita, in attuazione dell'articolo 15 della legge 183/89, con legge regionale della Regione Marche n. 48 del 1997, con legge regionale della Regione Abruzzo n. 59 del 1997 e con legge regionale della Regione Lazio n. 20 del 1998;
- l'organizzazione ed il funzionamento dell'Autorità erano altresì disciplinati dai protocolli di intesa interregionali approvati dal Consiglio regionale della Regione Marche con deliberazione n. 49 del 15 ottobre 1991, dalla Regione Abruzzo e dalla Regione Lazio con deliberazione dei propri Consiglieri regionali;
- l'Autorità di bacino Interregionale del Tronto non aveva personalità giuridica né, conseguentemente, la facoltà di avere e gestire dal punto di vista contabile un proprio bilancio;
- tuttavia, per espressa previsione normativa il suo organo di indirizzo politico (il Comitato istituzionale) adottava annualmente con propria deliberazione la stima del fabbisogno finanziario necessario per l'esercizio delle proprie funzioni istituzionali e per le spese di funzionamento della stessa Autorità, comprensive degli oneri corrispondenti alle unità di personale, ulteriori ai dipendenti regionali ad essa assegnati, da utilizzare nell'ambito della dotazione organica deliberata dall'Autorità;
- l'atto di determinazione del fabbisogno dell'Autorità veniva poi sottoposto alle tre Giunte regionali per l'inserimento, nel bilancio regionale di previsione per l'anno successivo, di uno specifico capitolo di spesa ovvero, nel capitolo istituito per lo stanziamento delle somme corrispondenti al fabbisogno deliberato dal Comitato Istituzionale dell'Autorità. Approvato il bilancio regionale, l'Autorità poteva assumere le obbligazioni pecuniarie ivi previste. Mi coglie l’obbligo di evidenziare a margine che questa se vogliamo è la dimostrazione di quanto in questo Paese ci si appassioni alla farraginosità delle norme, alla loro sovrapposizione, alla confusione più disparata;
- il Segretario generale dell'Autorità Interregionale del Tronto gestiva in maniera autonoma la destinazione delle risorse stanziate, dando le dovute disposizioni amministrative/contabili alla struttura regionale cui, ai soli fini di gestione contabile, il capitolo era formalmente assegnato;
- la P.F. difesa del suolo e autorità di bacino (assegnataria del capitolo), eseguiva quanto disposto dall'Autorità Interregionale del Tronto, senza entrare nel merito della determinazione del budget annuale e della natura delle relative spese programmate ed effettuate dalla stessa Autorità; questa infatti gestiva in piena autonomia il riparto delle somme destinate dal bilancio regionale a coprire il proprio fabbisogno nel rispetto delle vigenti normative statali e regionali.
Premesso quanto sopra si risponde all'interrogazione proposta.
L'interrogante dopo un ampio excursus sulle vicende costitutive e modificative del Consorzio di Bonifica dell'Aso - Tenna e Tronto, poi confluito nel Consorzio di Bonifica per le Marche di cui alla legge regionale 17 giugno 2013 n. 13, e dell'Autorità di Bacino interregionale del Fiume Tronto, pone l'attenzione sulle vicende lavorative di un dirigente tecnico che dal Consorzio di Bonifica dell'Aso - Tenna e Tronto viene comandato alla suddetta Autorità di Bacino con decorrenza dal 1 gennaio 2006.
Tale forma di prestazione lavorativa in comando presso un diverso ente, rispetto a quello presso cui tale unità dirigenziale era incardinata, è continuata fino al 31 dicembre 2015.
L'interrogante si chiede se siano legittimi gli atti posti in essere nella vicenda sopra descritta sia con riferimento al DPR n. 3/1957 e sia con riferimento alla delibera di Giunta regionale n. 690 del 6 giugno 2005, atto di indirizzo per il contenimento delle spese. Si chiede altresì se il comando sia possibile con riferimento ad un dipende di un ente pubblico economico e con quale atto sia stato attivato. Stiamo parlando di questioni quasi del tutto antecedenti al nostro impegno, questo per dire che c’è stata anche un po’ di difficoltà a ricostruire tutta questa vicenda.
Con riferimento a tali rilievi si fa notare che l'articolo 56 del DPR 3 del 1957 (T.U. Impiegati civili dello Stato) prevede che il comando tra pubbliche amministrazioni possa essere fatto per un tempo determinato, e in via eccezionale, per riconosciute esigenze di servizio. Le condizioni in cui si è trovata ad operare l'Autorità di Bacino Interregionale del Tronto all'epoca dei fatti hanno indotto a ritenere sussistenti tali condizioni e quindi a legittimare il comando. Tali circostanze hanno anche legittimato il superamento dei criteri di contenimento della spesa della delibera di Giunta regionale 690, che rimane comunque un atto interno alla Regione e come tale derogabile dagli stessi organi che l'hanno adottata.
Pur riconoscendo la disciplina privatistica applicabile ai dipendenti degli enti pubblici economici, la stessa non è di ostacolo ad interscambi temporanei da e verso le pubbliche amministrazioni, come chiaramente si deduce dal combinato disposto degli articoli 19 e 23 bis del D.Lgs 165/2001, in modo particolare per le figure dirigenziali.
Nel caso di specie il comando è stato attivato con specifico atto dell'Autorità di Bacino del Tronto, come dallo stesso interrogante evidenziato. In particolare è stato il Comitato Istituzionale dell'Autorità di Bacino del Tronto a disporre l'avvio del comando dalla predetta data del 1 gennaio 2006, con oneri a carico dei propri stanziamenti di bilancio, il cui finanziamento veniva assicurato da specifici stanziamenti del bilancio regionale, lo abbiamo ripercorso pocanzi il meccanismo. La gestione finanziaria del rapporto coinvolgeva il Servizio personale della Regione Marche, cui annualmente venivano assegnate, con apposita variazione di bilancio ed ai soli fini di gestione contabile ed amministrativa, le risorse necessarie al rimborso al Consorzio del trattamento economico percepito dal suddetto dipendente comandato. Nell'anno 2015 l'Autorità di Bacino del Tronto ha continuato ad usufruire dell'utilizzo del dirigente comandato dal Consorzio di Bonifica; tuttavia, venuto meno lo stanziamento nel bilancio regionale, e determinatasi quindi l'impossibilità di dare copertura a detta spesa, l'Autorità non ha provveduto a garantire le risorse necessarie al Servizio personale per rimborsare al Consorzio di bonifica lo stipendio per il periodo considerato, coincidente con l'ultimo anno di servizio dello stesso dirigente, poi collocato a riposo.
Questa mancanza di risorse ha impedito fino ad ora di rimborsare al Consorzio la spesa relativa al 2015, pur nell'esistenza di una nota dello stesso Servizio personale che autorizzava la ulteriore proroga del comando fino al 31 dicembre 2015. Nell'anno 2019 il Servizio risorse umane della Regione, a fronte delle pressanti e legittime richieste del Consorzio di Bonifica, ha richiesto apposita variazione di bilancio al competente Servizio al fine di saldare la pendenza relativa all'anno 2015, evitando un inutile contenzioso con il Consorzio. Tale somma non è stata tuttavia ancora liquidata, ma immagino che avverrà.
Alla specifica richiesta dell'interrogante circa la partecipazione delle Regioni Lazio e Abruzzo alla spesa di cui trattasi va data risposta in coerenza con quanto sopra premesso, in relazione al fatto che era l'Autorità di Bacino a rimborsare al Servizio risorse umane della Regione Marche le somme da restituire al Consorzio di Bonifica per il comando del dirigente in questione. Pertanto detta Autorità attingeva alle risorse che le tre Regioni che avevano proceduto alla sua costituzione annualmente gli assicuravano.
La verifica degli apporti al bilancio dell'Autorità di Bacino da parte dei tre enti andrebbe fatta con accesso documentale ai predetti documenti che non sono noti allo scrivente, al dirigente che ha predisposto la risposta.
Quanto alla legittimità delle proroghe per circa un decennio di tale comando si è risposto in precedenza. Le stesse proroghe, seppure straordinarie e al di fuori delle comuni regole di organizzazione, probabilmente rispondevano ad esigenze eccezionali dell'Autorità di Bacino Interregionale del Tronto a cui non poteva altrimenti sopperirsi.
Il costo totale sostenuto dalla Regione Marche per i 10 anni del suddetto comando ammonta a circa 760.000 euro.
Riguardo alla considerazione che dalla vicenda sia derivato un danno alla Regione si fa notare che ad un utilizzo di personale - richiesto con continuità dal Segretario Generale su mandato diretto dell'organo di indirizzo politico (il Comitato Istituzionale) dell'Autorità di Bacino Interregionale del Tronto - per le attività di istituto dello stesso ente, è corrisposta una perdita di una unità forza lavoro dirigenziale da parte del Consorzio di Bonifica, quindi appare del tutto legittimo il rimborso della spesa.
Per altro verso, se l'Autorità di Bacino Interregionale del Tronto ha così insistito su tale utilizzo è da presumere che ve ne fosse reale necessità e quindi non si ipotizza alcun danno erariale a fronte di uno scambio di prestazioni con carattere di corrispettività tra la stessa Autorità di Bacino e il Consorzio di Bonifica, così come analoga corrispettività si sarebbe avuta se si fosse utilizzato altro dirigente (pubblico o privato) individuato dall'organo politico di quell'Autorità.
Le consegno la risposta, Consigliera Leonardi, spero che voglia apprezzare lo sforzo che ho dovuto fare senza alcuna passione per rispondere a questa interrogazione.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Assessore, per carità, apprezzo lo sforzo di ricostruire una vicenda di alcuni anni fa, stessa ricostruzione che ho dovuto fare io nel predisporre l'interrogazione.
Non posso dirmi soddisfatta di una vicenda che direi quasi paradossale, noi abbiamo una normativa nazionale, una normativa pubblica, il D.P.R. del 1957, che disciplina l'istituto del comando solo per le pubbliche amministrazioni e per il pubblico impiego e non risulta applicabile agli enti pubblici economici, come i consorzi di bonifica.
Abbiamo poi la delibera, che anche lei ha citato, della Giunta regionale del 2005, prima di questo percorso di continue proroghe, prima che il comando venisse messo in essere, che vieta sia le assunzioni che l'attivazione di comandi al fine del contenimento della spesa. Poi abbiamo forse la cosa più assurda, poi leggerò bene la lunga risposta che ha letto, non abbiamo una delibera, non abbiamo un atto della Regione, ma abbiamo una richiesta che tutti gli anni faceva il Consorzio per il dipendente. La Regione cosa ha fatto? Non ha detto si, il comando per questo dipendente serve, ha meravigliose e straordinarie qualità che solo lui possiede per cui per 10 anni faccio una proroga per 700.000 euro. Quanto ha detto che ci è costato in soldi della Regione? Una proroga che, per quanto mi riguarda e non mi sembra dalla risposta che ha letto, era motivata o rientrava nei parametri di legge, tutt'altro. La Regione cosa ha fatto? Si è limitata a mettere un capitolo di bilancio per coprire la spesa, ma non giustifica, non motiva, non fa un atto che certifica la necessità di pagare una persona, un dirigente, quindi, profumatamente.
Anche lei ha detto che ci sono evidentemente da parte del Consorzio questi motivi per bypassare la normativa, ma se al Consorzio ha fatto comodo per 10 anni pagare questa persona profumatamente, fino all'accompagnamento alla pensione, alla Regione ed ai soldi pubblici faceva comodo? Perché nessuno si è assunto la responsabilità di dire questo comando serve alla Regione, che è quella che lo paga e lo paga superando, bypassando, facendo un'eccezione alla normativa vigente? Normativa nazionale e normativa regionale.
Devo dire che non sono assolutamente soddisfatta di questa risposta, erano molti quesiti, ma mi sembra che non ci sia nessun tipo di risposta esaustiva, perché evidentemente è stata fatta, per quanto mi riguarda, palesemente una forzatura, le risposte che mi ha fornito, Assessore, mi sembra che vadano purtroppo nella direzione della segnalazione che mi era stata fatta e della verifica documentale che manca, o che è comunque in contraddizione rispetto alle normative nazionali.
Sulla legittimità anche di questa operazione mi restano fortissimi dubbi e non mi sembra che siano stati fugati, dubbi sulla legittimità di quanto è stato fatto per 10 anni con i soldi della Regione Marche.
Interrogazione n. 887
ad iniziativa della Consigliera Marcozzi
“Terza corsia A14”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 887 della Consigliera Marcozzi.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Casini.
Anna CASINI. Grazie Presidente. Grazie Consigliera Marcozzi perché finalmente mi consente di fare la cronistoria di quello che la Regione Marche ed anch’io in prima persona abbiamo fatto per tentare in tutti i modi di dare meno difficoltà a chi percorre, percorreva e percorrerà la A14, anche ai cittadini residenti nei comuni costieri e a tutti quelli che percorrono la Statale 16 Adriatica perché anche lì il problema si è creato già da questa estate.
Premesso che questa Amministrazione è totalmente partecipe alle criticità che da mesi interessano il tratto autostradale oggetto di interrogazione e il perdurare di tale situazione non è più accettabile, come rappresentato anche al Segretario di Federagenti Marche.
Già nel giugno 2019 la Regione aveva sottoposto all'attenzione del Direttore di Autostrade per l'Italia Direzione 7° Tronco Pescara ad Autostrade S.p.A. (competente sul tratto in questione), con nota prot. n. 0701316 del 6 giugno 2019, la situazione critica del tratto autostradale marchigiano tra Porto Sant'Elpidio e San Benedetto del Tronto, in entrambi sensi di marcia, a causa del perdurare della presenza dei cantieri per la realizzazione di interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria. In tale occasione era stata sollecitata l'adozione di misure efficaci per risolvere i disagi e una compensazione agli utenti rispetto ai disagi subiti, magari applicando una riduzione del pedaggio.
Perdurando i notevoli disagi alla viabilità, a causa della riduzione delle corsie di marcia per le ben note vicende relative del sequestro preventivo da parte della Procura di Avellino, con successiva comunicazione prot. n. 1235166 del 15 ottobre 2019 indirizzata ad Autostrade S.p.A. è stato chiesto di conoscere, non avendo avuto informazioni ufficiali a riguardo, quali fossero le misure che la stessa Società intendesse adottare per garantire la sicurezza della viabilità oltre che la sicurezza ed efficacia dei trasporti in caso di situazioni emergenziali, considerato anche che il tratto coinvolto è prossimo al cratere sismico.
In tale circostanza veniva riaffermata la richiesta di sospensione della riscossione dei pedaggi.
Punto 1) Quali sono le intenzioni dell'Amministrazione regionale sul tema della realizzazione della terza corsia A14 da Porto Sant'Elpidio verso sud.
Fuori da questa relazione che mi è stata inviata dico che gli uffici hanno anche trovato il progetto della terza corsia che fu, come sapete, bocciato da alcuni Comuni della provincia di Fermo e quindi non fu realizzato per la parte prima di Pedaso.
Il Governo regionale si sta adoperando in una prospettiva di lungo periodo e ha aperto un dialogo con il Mit per cercare soluzioni al fine di velocizzare l'iter per la realizzazione della terza corsia nel tratto Porto Sant'Elpidio - Pedaso, in quanto risulta la parte dell’intervento più facilmente realizzabile. Il progetto infatti è allo stadio definitivo, come ho detto prima, e ha anche già superato la valutazione di impatto ambientale da parte del Ministero dell'Ambiente, per onestà mentale dico che le valutazioni di impatto ambientale hanno una durata quindi oggi sarebbe, nel caso volessimo riapprovare questo progetto, opportuno rivedere la valutazione di impatto ambientale e riacquisire il parere, però il fatto che abbia già acquisito un parere favorevole nel quale si dice che è assolutamente imprescindibile per la viabilità avere la terza corsia, credo che sia importante.
Anche per quanto riguarda il tratto Pedaso - San Benedetto del Tronto, è stato già chiesto al Ministero di valutare l'opportunità di un arretramento dell'A14 all'interno di una fascia di 5 km e l'utilizzo dell'attuale tracciato dell'autostrada come variante della Statale 16 Adriatica mediante l'introduzione di alcuni nuovi svincoli.
Punto 2) Qual è stato l'esito degli incontri con il Ministero.
Con nota del 18 novembre 2019 è stato chiesto al Ministro un ulteriore incontro al fine di approfondire l'argomento, quindi noi abbiamo avuto più di un incontro con il Ministro, ma avevamo già avuti con i precedenti Ministri, quindi noi da quando ci siamo insediati abbiamo evidenziato, parlo anche a nome del Presidente ma come Assessore alle infrastrutture, la necessità di risolvere lo snodo delle due corsie della A 14, quindi questo lo abbiamo sempre considerato una priorità.
Si è aperto in primis, un dialogo con il Ministero delle Infrastrutture e trasporti, nella persona del Ministro, per la valutazione della miglior "soluzione progettuale da realizzare.
Punto 4) In virtù dei rallentamenti che hanno ripercussioni se l'Amministrazione regionale intenda attivarsi per l'esenzione del pagamento
Io ho cominciato dal 6 giugno a chiedere l’esenzione del pedaggio autostradale quindi verba volant e per fortuna scripta manent , ho tutti i protocolli che se vuole le farò avere che testimoniano che io ho chiesto in più occasioni sia per iscritto che per le vie brevi la riduzione del pedaggio, non tanto per i disagi di chi passa sulla A14, ma secondo me per non incentivare il flusso, soprattutto dei conduttori dei mezzi pesanti, sulla Statale 16, perché i mezzi pesanti sono quelli che hanno problemi anche di tempi di percorrenza, sapete che sono legati a delle ore oltre le quali non possono essere sul mezzo perché si devono necessariamente riposare e rimanere fermi a volte un’ora a volte due ore sull’autostrada scompensa completamente tutto il programma che hanno a livello non solo giornaliero ma anche settimanale, quindi sono normalmente tentati dallo scendere sulla Statale 16.
E' stata chiesta la riduzione e l’eliminazione del pedaggio come deterrente allo spostamento del flusso veicolare soprattutto dei mezzi pesanti dalla A14 alla Statale 16.
Presidenza del presidente
Antonio Mastrovincenzo
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Marcozzi.
Jessica MARCOZZI. Grazie Presidente. Grazie Assessore. Lei ha risposto alla mia interrogazione dicendo che già questa problematica l'avevate presa in considerazione quando questa amministrazione regionale si è insediata, quindi già dal 2015.
Le criticità, come ha detto lei, le abbiamo già viste in estate, a giugno, Forza Italia ha fatto un cavallo di battaglia della A14 perché le infrastrutture sono importanti per lo sviluppo di una regione. Il fondo monetario internazionale ha fatto una statistica, dicendo che un aumento negli investimenti pari all'1%, determinerebbe un aumento del Pil dello 0,4%.
Ha risposto alla domanda dicendo che avete avviato un dialogo con il Mit per cercare soluzioni e che avete anche avuto un incontro con il Ministro per la valutazione della migliore soluzione.
Allora il problema è questo - andiamo avanti con il dialogo e le valutazioni - il settore pubblico è molto lento in questo rispetto al privato, il problema è questo, ma lo studio di fattibilità la Regione ce l’ha in merito alla terza corsia?
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Casini.
Anna CASINI. Per chiarezza, esiste il progetto totale, che fece all'epoca Autostrade, che arrivava fino a Pedaso, che prevedeva la terza corsia e che era stato sottoposto a valutazione di impatto ambientale, non era un progetto della Regione, un progetto sottoposto a valutazione della Regione che doveva essere approvato sia dalla Regione che dai Comuni e doveva essere sottoposto a valutazione.
Il progetto c’è, non è che si è cambiato molto nel frattempo. Forse non sono stata chiara, c’è la terza corsia fino a Pedaso, il progetto non è stato approvato perché alcuni Comuni del fermano all’epoca hanno dato parere contrario (Fermo e Porto San Giorgio). Il progetto che non fu approvato per questo motivo, esiste ed ha anche ottenuto il parere favorevole rispetto alla valutazione di impatto ambientale, poi non è stata approvata quella parte perché i territori non hanno voluto, ma il progetto esiste, quindi si potrebbe ... Abbiamo parlato col Ministro per questo, anche perché sono cambiati tre Ministri ed ogni volta siamo andati a riferire, ma non è semplice poi ragionare su temi così importanti, specie con quello che sta succedendo adesso con la convenzione con Autostrade, quindi è un momento un po' delicato.
Il progetto esiste, è chiaro che va rivisto, esiste un progetto definitivo, esiste la valutazione di impatto ambientale fino a Pedaso, per la parte sotto ci sono delle ipotesi che sono: continuare la terza corsia? Molto complesso, perché, come sapete, dal punto di vista morfologico, il territorio è quello che è, ci sono da fare gallerie e viadotti, poi bisogna anche pensare a quello che succederà in Abruzzo, dove c’è il Salinello, pensare di raddoppiarlo è una cosa abbastanza ardita, tutto si può fare, però la seconda parte che riguarda più propriamente la mia provincia è un po' più complicata e lì con il Ministro stiamo pensando a delle ipotesi, questo è.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Marcozzi.
Jessica MARCOZZI. Il progetto risale a vent'anni fa, ricordo quali erano i Sindaci contrari, c'era anche qualche Sindaco di centro destra, però il problema è che andiamo avanti con le ipotesi, noi dovremmo avere un progetto completo perché non possiamo andare avanti in questo modo, con questi disagi, disagi che portano anche a delle negatività a livello imprenditoriale.
Da Porto Sant'Elpidio a Porto San Giorgio ci ho impiegato 45 minuti, un'azienda non può permettersi questo, non possiamo andare avanti con le ipotesi, dobbiamo avere la certezza di quello che dobbiamo fare.
Ecco perché non sono del tutto soddisfatta della risposta. Il progetto c’è già da vent'anni …
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Casini.
Anna CASINI. Come lei sono convinta che si debba risolvere questo snodo e non mi fascio la testa quando c'è la necessità di fare un'opera pubblica, se serve va valutata, va esaminata, va verificata se è importante e poi va fatta a prescindere, cercando di mitigare l'impatto ambientale.
In questo caso vorrei ricordare che non è la Regione Marche che progetta, è Autostrade e lei saprà bene che Autostrade è competente all'interno di una fascia entro la quale la concessione rimane. Se Autostrade si allontana, se la progettazione si allontana da quella strada, se il Mit decide di allontanarsi da quella strada e se il Ministero delle infrastrutture decide di fare un progetto da un'altra parte, bisogna fare una nuova gara anche per la gestione della concessione, quindi la questione sotto Pedaso è molto complessa.
Interrogazione n. 890
ad iniziativa del Consigliere Bisonni
“Sostegno agli allevatori marchigiani”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 851 del Consigliere Bisonni.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Casini.
Anna CASINI. Grazie Presidente. Ringrazio il Consigliere Bisonni perché in merito all’attenuazione del conflitto allevatori/lupo abbiamo modificato il piano di sviluppo rurale, tante volte non lo diciamo, ma abbiamo modificato il piano di sviluppo rurale in pochissimi mesi e abbiamo già chiuso due bandi.
Allo scopo di finanziare le "Misure di attenuazione del conflitto allevatore/lupo" è stata attivata la Sottomisura 4.4.2 del Psr Marche 2014/2020 (fondi Feasr + fondi Stato). Con la delibera di Giunta regionale 1216/2018 è stato stanziato l'importo complessivo di 3.000.000 di euro; con il decreto n. 296 del 8 ottobre 2018 è stato emanato il primo bando della Sottomisura 4.4.2, riservato alle zone montane ed alle aree Natura 2000. Questo perché inizialmente avevamo pensato che il problema del lupo fosse legato alla parte delle aree montane e alle zone Natura 2000 in particolare i parchi, ma sbagliavamo. Alla scadenza di questo bando sono pervenute n. 153 domande di finanziamento - questo bando consentiva di coprire le spese del 100% per chi faceva richiesta per le reti di protezione per difendere in particolare gli ovini dai lupi, ma anche dai cani, anche perché, voi saprete, se il gregge vede il lupo si schiaccia contro una delle pareti della recinzione, si impaurisce, e le pecore ammassandosi l’una sull’altra muoiono per schiacciamento, quindi è necessario avere la rete ed avere un cane che le rassicuri e non le faccia schiacciare contro la rete - di queste n. 135 sono state ammesse per un importo complessivo di 1.033.000 euro mentre n. 18 sono state dichiarate non ammissibili.
Alcuni allevatori hanno già rendicontato le spese ammesse; è stata avviata la procedura di controllo per fare i primi pagamenti.
E' pervenuta la richiesta di realizzare dette misure di attenuazione su tutto il territorio regionale, è stata evidenziata dalle associazioni di categoria ma non solo da loro, l’esigenza di avere la possibilità di difendere gli ovini anche in zone che non fossero montane, quindi a valle, quindi noi abbiamo modificato il Psr con la delibera di Giunta regionale 583/2019 è stato stanziato l'importo complessivo di 2.000.000 di euro e con il decreto 319 del 26 luglio 2019, integrato con il decreto n. 342 del 2019, è stato emanato il secondo bando della Sottomisura 4.4.2 , aperto all'intero territorio regionale. Detto bando è scaduto il 31 ottobre scorso e sono pervenute n. 65 richieste di finanziamento. I fondi disponibili superano i fondi richiesti per cui non sarà necessario approvare una graduatoria, nel senso che tutti i progetti che saranno ritenuti ammissibili verranno finanziati.
In conclusione: le risorse comunitarie per la mitigazione del conflitto tra allevatori e lupo sono state utilizzate per emanare due bandi di finanziamento nel 2018 e 2019 e i fondi stanziati sono risultati sufficienti per coprire tutti gli interventi richiesti (realizzazione di recinzioni fisse e mobili, è stata studiata da Assam appositamente una struttura mobile e facilmente impilabile e trasportabile proprio per consentire agli allevatori delle aree interne di spostare i recinti, acquisto di dissuasori acustici e visivi nonché cani da guardia) con finanziamento al 100% della spesa ammessa poiché trattasi di investimento non produttivo. A tal proposito la Regione Marche si è distinta nel panorama nazionale per aver attivato in modo sostanziale la Sottomisura 4.4.2 "Misure di attenuazione del conflitto allevatore/lupo" poiché molte Regioni non hanno attivato affatto questa misura.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Bisonni.
Sandro BISONNI. Grazie Presidente. Sono soddisfatto della risposta e apprendo con piacere di investimenti importanti in tal senso.
Approfitto solo per sottolineare che il lupo è una specie protetta, sia dall'Europa che dallo Stato, anche dalla Regione, quindi va tutelata, assolutamente.
È giusto però che chi subisce un danno sia risarcito.
Ricordiamoci che il lupo è un alleato dell'allevatore e degli agricoltori perché è il predatore naturale dei cinghiali, anzi, alcune nazioni europee utilizzano unicamente questo strumento per il contenimento dei cinghiali.
Premesso che è un nostro alleato e non nostro nemico, è giusto che gli attacchi al bestiame siano risarciti agli allevatori.
Ripeto, mi fa piacere che ci siano fondi a sufficienza per prevenire i danni ed anche per i risarcimenti, lei ha parlato di cifre importanti, ha detto anche che non ci sarà bisogno nemmeno di stilare la graduatoria, perché le somme superano le richieste, questo mi fa piacere, evidentemente, c'è un'attenzione in questo senso.
Lo dichiaro adesso: a nessuno venga in mente di dire di aprire la caccia al lupo perché non c'è nessun motivo scientifico, né razionale, né economico, per dire una cosa del genere. Quindi, ripeto, Assessore, sono soddisfatto della risposta che mi ha appena dato. Grazie.
Sull’ordine dei lavori
PRESIDENTE. Comunico che le mozioni 579, 580, 582 (abbinate) sono rinviate ad una prossima seduta d’accordo con i presentatori.
Interrogazione n. 891
ad iniziativa della Consigliera Pergolesi
“Furti di farmaci nelle aziende sanitarie della Regione Marche”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 891 della Consigliera Pergolesi.
Ha la parola, per la risposta, il Presidente Ceriscioli.
Luca CERISCIOLI. Il furto di farmaci è una questione importante. Quali sono stati i furti dei medicinali dal 2015 ad oggi? Sono stati rimborsati da eventuali assicurazioni? Qui ho la tabella, tra i furti assicurati c’è quello dell'Azienda ospedaliera di Ancona che ha avuto un furto per 446.000 euro, coperto da assicurazione, qui non dice se è scattata la copertura assicurativa però ce l’ha; Marche Nord non ha avuto furti dal 2015 ad oggi; l’Asur ne avuti diversi: area vasta 1 Ospedale di Urbino l'1 marzo 2014 (si è andati oltre il periodo richiesto all'interrogazione), area vasta 2 Senigallia ne ha avuti 3, 2 nel 2018 rispettivamente per 145.000 euro e 93.000 euro, 1 nel 2019 per 77.000 euro, l’area vasta 3 Ospedale di Camerino ne ha avuti 2, nel 2015 e nel 2016, rispettivamente per 137.000 euro e 80.000 euro, area vasta 3 Ospedale di Recanati ne ha avuto 1 per 69.000 euro; l’area vasta 4 Fermo ne ha avuto 1 nel 2018 per 111.000 euro.
L’Asur non è assicurata perché tutta l’attività dell’Asur è in autoassicurazione. Ho chiesto di fare una verifica della copertura assicurativa che, per esempio, su una giacenza di 4 milioni in un unico punto è di 60 mila euro all'anno.
L’Asur ha un valore medio all’interno di una struttura di 24 milioni, in un anno, quindi quello che si ritrova mediamente.
L’Asur ha 26 milioni di valore ed il premio assicurativo all’anno è sicuramente superiore a 360 mila, quindi la scelta di autoassicurarsi continua ad essere valida perché di fronte ad un danno di 714 mila euro, che potenzialmente l’assicurazione avrebbe risarcito, non si sono spesi oltre 1,5 milioni di euro, quindi tra il premio assicurativo e il furto è stato più conveniente non essere assicurati rispetto ad ottenere il risarcimento.
Punto 2) Se si sono accertate eventuali responsabilità e/o falle nel sistema di sorveglianza dei luoghi dove sono stati rubati i farmaci.
Torrette ha riferito che tutti i sistemi che possono garantire la sicurezza sono attivi, sia quelli diurni che notturni, l'Azienda dispone anche di un servizio di vigilanza notturno e nella nottata in cui si sono verificati gli eventi ha effettuato controlli ispettivi che però non hanno evidenziato alcuna irregolarità, a dimostrazione della scaltrezza dei malviventi.
L’Asur ha riferito che il magazzino farmaceutico di Senigallia, area vasta 2, era dotato di un sistema di allarme volumetrico che in tutte e tre le infrazioni è scattato correttamente, ma nel tempo di reazione dall'allarme all'arrivo della vigilanza i rapinatori sono fuggiti con il bottino.
L'area vasta 4 riferisce che la struttura è sempre stata dotata di un sistema di allarme anti-intrusione.
Le risposte evidenziano che i magazzini non custoditi vengono sorvegliati attraverso sistemi d'allarme e vigilanza.
Punto 3) Quali misure preventive sono state messe in atto per evitare nuovi furti.
L’Azienda ospedaliera di Ancona riferisce che sono state ulteriormente implementate le misure di sicurezza con un ampliamento del numero di telecamere per la videosorveglianza, un aumento dei cancelli a ulteriore chiusura degli accessi ai locali della farmacia e rinforzate le grate antintrusione ed inserito un sistema di allarme ad hoc.
L’Inrca, che non ha mai subito furti di medicinali, è dotata da tempo di un idoneo impianto antifurto e come ulteriori misure preventive sta provvedendo al cambio delle serrature con tipologia europea e l'implementazione della videosorveglianza.
L’Asur riferisce che sono state adottate procedure nonché installati sistemi antintrusione al fine di evitare e prevenire furti nei servizi farmaceutici ospedalieri e territoriali con telecamere, allarme, recinzione delle strutture.
Le darò in copia la dettagliata descrizione di quello che è stato fatto struttura per struttura.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Pergolesi.
Romina PERGOLESI. Grazie, Presidente. Posso ritenermi in parte soddisfatta perché rispetto alla risposta alla mia precedente interrogazione finalmente cominciamo a scoprire che in alcuni casi, ad esempio nel caso dell'Asur, non ci si assicura contro i furti perché il danno sarebbe minore rispetto al premio assicurativo.
Mi domando come riescano Torrette ed Inrca a pagare il premio assicurativo …, perché l’Asur non si assicura, mentre l’Inrca e Torrette e Marche Nord lo fanno, anche se non ci sono mai stati furti?
Ben venga il potenziamento dei sistemi di sorveglianza e le misure preventive.
Un piccolo appunto, è una questione importante perché io faccio interrogazioni su questioni importanti, altrimenti non la disturbo, la ringrazio.
Sull’ordine dei lavori
PRESIDENTE. L’interrogazione n. 896 verrà trattata al rientro del Consigliere Zaffiri.
Mozione n. 511
ad iniziativa del Consigliere Talè
“Iniziative per arginare l’incessante moria dei piccoli negozi e il dissolversi del tradizionale tessuto commerciale delle città e dei piccoli paesi della regione Marche”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 511 del Consigliere Talè, che ha la parola per illustrarla.
Federico TALE’. Grazie Presidente. Questa è una mozione che ho presentato nel giugno 2019 ed è volta a cercare di arginare l'incessante moria di piccoli negozi e il dissolversi del tradizionale tessuto commerciale delle città e dei paesi della regione.
La richiesta contenuta in questa mozione è riassumibile in due punti. Il primo è quello di promuovere, nelle modalità ritenute più opportune dalla Giunta, e quindi da tutto lo staff degli uffici, ulteriori misure utili ad arginare il fenomeno della chiusura degli esercizi commerciali, valutando anche la possibilità di una riduzione dell'Irap. Perché no, si potrebbe pensare di ridurre l’Irap a questi negozi che soffrono della presenza dei centri commerciali. Naturalmente non sono contro l'esistenza dei centri commerciali, che hanno una loro funzione, però vivendo in un piccolo comune, riesco a capire bene la problematica che porta alla moria dei piccoli negozi, soprattutto all'interno dei centri storici. Quindi, può essere una soluzione la riduzione di qualche tassa, come può essere l'Irap, imposta regionale sulle attività produttive.
L'altro punto è quello di attivare un tavolo di concertazione regionale che comprenda gli enti locali, i rappresentanti dei consumatori, le confederazioni dei commercianti, le organizzazioni sindacali, al fine di predisporre misure condivise per contrastare la criticità del settore commerciale e favorire quel ricambio generazionale, molte volte importante e fondamentale per la ripresa del piccolo commercio e per tutelare l'identità delle nostre realtà urbane.
Mi sono guardato qualche dato, ho visto che nell'anno 2017/2018 nella regione Marche sono spariti servizi di ristorazione per 719 unità, sono tante, sono tantissime; nel settore del commercio al dettaglio, addirittura, il panorama è desolante, abbiamo 757 unità in meno, questi non sono soltanto posti di lavoro in meno, sono anche questo, e famiglie intere in difficoltà, ci sono famiglie che hanno la bottega all'interno del centro storico, badate bene, non parlo solo del piccolo Comune di Mondavio o di un Comune più piccolo, ma anche del centro storico di Fano, dove i negozi sono in difficoltà perché a fianco o a poche centinaia di metri c'è il centro commerciale che la fa da padrone.
Badate bene, questi negozi all'interno dei centri storici non hanno soltanto uno scopo commerciale, molte volte, soprattutto nei piccoli comuni, sono punti di riferimento e quando in un piccolo comune chiude il tabacchi e la cartolibreria non ci sono più i giornali. Ha detto bene prima il Consigliere Giancarli sulle zone terremotate viene a mancare non un punto commerciale, ma un punto di riferimento all'interno di quel comune. Molte volte sono luoghi di ritrovo, prendere il giornale la mattina e fare due parole con chi lo compra diverso dal tuo, anche politicamente, allieta e si comincia bene la giornata. Non sono solo punti di ritrovo, ma anche presidi di vigilanza per il territorio, perché quando chiudono i negozi all'interno dei piccoli comuni la gente non circola più e non c'è più una sorta di vigilanza attiva.
In sostanza, questi negozi tengono in vita i centri storici dei paesi, ma anche delle città ed hanno anche un'importanza turistica, magari un turista, che va a visitare un castello o una città, trova un negozio dove fermarsi, dove acquistare un souvenir per portarsi a casa il ricordo di quel posto, quindi è anche un vantaggio turistico avere queste attività, anche per il comune stesso.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.
Enzo GIANCARLI. Ringrazio il Consigliere Talè ed esprimo pochissime considerazioni, perché condivido la mozione. Non ho sentito il capogruppo, ma sicuramente non porto un voto individuale, ma collettivo.
Cerchiamo di cogliere l'aspetto anche qui generale e profondo della mozione: c'è un problema, l'ha spiegato bene il Consigliere Talè, legato alla presenza di questi luoghi importanti che non sono soltanto luoghi del commercio, ma spazi dell’aggregazione, della vita di una comunità.
Ringrazio il Consigliere Talè perché la problematica non è di facile soluzione, però è importante promuovere azioni anche di sensibilizzazione e qualche misura concreta, lui ha parlato di agevolazioni fiscali.
Dobbiamo capire che la complessità della situazione richiede un'attenzione particolare, ma in una regione come la nostra, ancora di 228 comuni, perché ci sono state alcune fusioni ed in parte sono diminuiti, i centri e le città non hanno dimensioni enormi, quindi una presenza diffusa nel territorio di tutte le componenti che contribuiscono ad arricchire la vita di questi luoghi, di queste aree, di questi quartieri, di questi paesi, deve essere messa in atto.
Il mio a questo punto è un intervento personale, ma avendo avuto la delega dal Consigliere Micucci, dichiaro il voto favorevole del Partito Democratico.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Fabbri.
Piergiorgio FABBRI. Grazie Presidente. Solo per ricordare che siamo favorevoli a questa mozione, naturalmente, avendo a cuore la vivacità culturale e sociale dei nostri piccoli borghi e dell'entroterra.
C'erano dei fondi per i centri commerciali naturali, con il meccanismo del cofinanziamento, mi sembra, per cui ci mettevano qualcosa in proporzione il commerciante, il Comune, la Regione, c'erano anche dei fondi statali. Questo potrebbe essere uno strumento da rilanciare in maniera molto virtuosa. Negli ultimi tempi abbiamo visto anche a livello elettorale che alcuni piccoli comuni spopolati hanno lanciato delle iniziative, per 4 soldi danno in affitto locali all'interno del centro storico, addirittura appartamenti- Ho visto anche sulla tv nazionale, che al nord d'Italia, mi sembra sulle Alpi, c’è un Comune in questo momento che sta offrendo dei soldi alle nuove famiglie con figli che vogliono prendere la residenza in quel luogo. Questo discorso rientra nella difficoltà generalizzata che le nostre aree dell'entroterra stanno vivendo e dobbiamo assolutamente investire su questo settore in maniera importante e decisa, altrimenti non si arresterà questa tendenza allo spopolamento e quindi alla depressione economica e sociale.
Questo può essere un piccolo contributo, però cerchiamo di ritrovare uno strumento articolato e decisivo. Chiaramente non si può andare incontro ad attività che sono in stretta concorrenza con l’offerta che può dare un grosso centro commerciale, i prodotti devono essere di qualità, devono caratterizzarsi perché se uno esce, va bene per la comunità trovare il negozio sotto casa se abita nel centro storico, però, come si diceva, siamo sempre meno, per cui deve avere anche un prodotto che abbia una nicchia, con qualità superiore che mi motivi ad andare in quel posto che per dimensioni non può dare la scelta che mi può dare in una grossa struttura, è una cosa articolata da studiare, però l'iniziativa che alcuni anni fa era stata intrapresa dalla Regione, a mio avviso, andrebbe rilanciata con decisione.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Malaigia.
Marzia MALAIGIA. Grazie Presidente. E’ chiaro che nelle intenzioni questa è una mozione che sarebbe da appoggiare dato che i negozi dei centri storici dei piccoli centri hanno, a mio avviso, un loro perché. Non sono senz'altro in concorrenza, se li intendiamo, come ha ricordato anche il Consigliere Talè, come unicità e tipicità del luogo, come negozi di identità, negozi in cui si trovano prodotti che la grande distribuzione non può assicurare quanto meno nella unicità, nella particolarità, prodotti che rappresentano anche l'artigianalità del territorio, che rappresentano la produzione agroalimentare più tipica, prodotti di qualità migliore di quelli che si possono trovare nella grande distribuzione.
Tuttavia il commercio è cambiato, me l'ha ricordato prima il Consigliere Zura Puntaroni, oggi siamo nell'era di internet, la gente acquista on line, fa spesa in maniera diversa, è abituata a non uscire di casa e a farsi arrivare quanto è necessario.
Cosa bisogna fare? Bisogna mediare questi due tipi di offerte commerciali, ma io vorrei ricordare che se i negozi, i piccoli negozi, stanno chiudendo è anche a causa delle politiche regionali. Il Consigliere Fabbri ha parlato dei centri commerciali naturali, ma vorrei ricordare anche il mancato sostegno che la Regione non ha rinnovato ai piccoli negozi di prodotti sfusi e alla spina. Allora di cosa vogliamo parlare? Da una parte si chiede sostegno e dall'altra, nella pratica, lo si nega, quindi questa mozione, come gruppo consiliare non la voteremo, non voteremo contro, ma, dal momento che non propone delle vere e proprie soluzioni nei fatti, ci asterremo dal votarla. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Pergolesi.
Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. Anche per noi non solo la mozione, il dispositivo e l'illustrazione dello stesso Consigliere Tale ci è parsa assolutamente blanda rispetto a quelle che potrebbero essere le iniziative, la riduzione dell'Irap già c’è, i centri commerciali naturali sono stati in qualche modo incentivati, dei piccoli negozi con la vendita di prodotti sfusi se ne è parlato in questo contesto regionale.
Vorrei sapere, allo stato attuale, se c'è la volontà da parte dell'Assessore competente, che non vedo …Sicuramente il Presidente Ceriscioli potrà rispondere sulle attività fatte in Regione sul tema specifico.
Mi auguro che da questa mozione possa nascere nei prossimi giorni, Consigliere Talè, un'iniziativa un po' più pregnante.
Naturalmente voteremo a favore, però si può fare di più, se c'è la volontà e non è la classica marchetta di fine legislatura. In maggioranza ci siete voi, da parte nostra massima disponibilità, però cerchiamo di implementare un po' questo tipo di iniziative in maniera concreta e non solo come spot elettorali. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zura Puntaroni.
Luigi ZURA PUNTARONI. Io mi relaziono con i negozi da 44 anni, la Regione, Consigliere Talè, non ha il potere di fare niente, solo acqua in polvere. Sono destinati a sparire per come va il mondo, quindi il suo encomiabile progetto di salvare loro la vita va lasciato perdere, si concentri su cose più fattibili.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Fabbri.
Piergiorgio FABBRI. Soltanto per puntualizzare velocissimamente, sa che sono stringato e puntuale nei miei interventi, sul finanziamento della legge dei prodotti sfusi ed alla spina. E' stato emanato il bando, hanno risposto sette concorrenti, uno non aveva i requisiti, gli altri sei sono stati finanziati e quindi ora stanno realizzando.
In merito al bando, il freno che hanno avuto i piccoli esercenti era la soglia minima di investimento di 5.000 euro, anche perché alcuni avendo già allestito il corner non avevano necessità di investire questa soglia minima. Ho chiesto agli uffici di emettere un secondo bando abbassando a 2.500 euro l'investimento in modo da diffondere ...
Quella che è mancata è stata la promozione da parte della Regione in questo settore perché un bando è passato tutto sommato tra le fila senza avere il giusto riscontro. Questo è uno strumento che va utilizzato.
In bilancio per i prossimi anni ci sono molti soldi, nel triennio, mi sembra, 300.000 euro circa se non di più, quindi spero che la volontà di aver messo sul bilancio questi soldi sia poi riconosciuta nello sforzo della promozione, perché andiamo verso l'economia circolare, andiamo verso la riduzione alla fonte della produzione di rifiuti e questa è una nicchia di qualità che all'interno dei centri storici si adatta perfettamente.
Consigliere Talè se volessimo trovare il modo di potenziare il dispositivo di questa mozione non sarebbe neanche male, richiamando eventualmente con qualche frasetta questi principi qua, mettiamo sul tavolo magari, anche questa opportunità.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 511. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Mozione n. 535
ad iniziativa della Consigliera Leonardi
“Aggressioni in Guardia medica e nei Pronto soccorso. Misure di prevenzione e di deterrenza a tutela degli operatori sanitari”
Interrogazione n. 912
ad iniziativa del Consigliere Giorgini
“Prevenzione atti di violenza a danno degli operatori sanitari”
(abbinate)
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 535 della Consigliera Leonardi e l’interrogazione n. 912 del Consigliere Giorgini.
Ha la parola, per l'illustrazione della mozione, la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Questa mozione nasce dal verificarsi di alcuni gravi episodi di cronaca, aggressioni ad alcune guardie mediche alle quali sono seguite, purtroppo, anche recentemente, aggressioni ad altro personale sanitario e anche a volontari che nel soccorrere a volte le persone si sono trovate in situazioni particolari o sono stati bersaglio dell'ira di familiari o pazienti, realtà in cui la sicurezza degli operatori sanitari non viene garantita.
Anche il Segretario generale della Federazione italiana dei medici di medicina generale in un incontro al Senato ha dichiarato che questa è una condizione di assoluto pericolo che ormai accompagna nel quotidiano l’impegno dei medici, simbolo che la situazione non è purtroppo un'eccezione, un'esclusività della nostra regione.
La guardia medica dell'ospedale di Camerino ha subìto nelle ore notturne un'aggressione, situazioni analoghe si sono verificate presso le sedi della guardia medica della continuità assistenziale nell’area vasta 3, anche nella mia città, a Porto Recanati, e ricordo che qualche mese fa in una nota trasmissione televisiva si riportavano fatti molto gravi di abusi e di violenze poste ai danni delle guardie mediche che spesso di notte sono in balia di situazioni abbastanza pesanti.
La mozione è datata settembre dello scorso anno, quindi parliamo di alcuni mesi, riportavo il fatto che circa due mesi prima, quindi parliamo della primavera/estate dello scorso anno, la Regione Marche/Asur aveva siglato un Protocollo sull'incolumità della guardia medica, sulla sicurezza sul lavoro e la possibilità di attuare dei dispositivi per chiamare i soccorsi in caso di aggressione.
Da tempo purtroppo questo Protocollo non è pienamente operativo ed attuato e gli esempi che ho richiamato prima, violenze che purtroppo sono occorse, ne sono la testimonianza. Recentemente per questioni personali mi è capitato di essere di notte al pronto soccorso di Civitanova Marche, dove c'è un'unica guardia giurata che presidia sia il pronto soccorso che tutti i reparti, mentre in altri nosocomi, come quello di Macerata, sono presenti due guardie giurate, simbolo che qualcosa in Regione si sta muovendo.
Premetto che il mio atto vuole essere di stimolo e propositivo, non vuole denigrare l'operato posto in essere fino ad oggi, però, è evidente che quanto fatto non è sufficiente, visto che le azioni che ho citato prima, alcuni degli episodi citati in premessa, sono successi, nonostante la stipula di questo Protocollo. Da qui viene la mia richiesta: rendere effettivo in tutte le sedi della continuità assistenziale dell’Asur Marche il Protocollo stipulato per la sicurezza degli operatori medici; garantire efficaci sistemi di videosorveglianza a tutela e come deterrenti in situazioni di isolamento soprattutto notturno - sappiamo che è di questo periodo la proposta governativa di mettere delle telecamere all'interno delle ambulanze in modo da controllare quanto avviene durante il soccorsi; valutare - questa è un po’ la parte centrale - ulteriori misure di tutela degli operatori della sanità marchigiana, intendo evidentemente tutti gli operatori, non solamente le guardie mediche, per proteggerli da situazioni di violenza e forte aggressività nei loro confronti; rivedere le dotazioni strutturali e tecnologiche attuali al fine della riduzione dei fattori di rischio connessi ad atti e comportamenti violenti, anche con presenza di arredi idonei a ridurre gli elementi potenzialmente pericolosi nelle aree di maggior rischio; organizzare in maniera più sicura il lavoro degli operatori con affiancamento di personale, ove possibile e considerato opportuno, di due figure professionali all'atto dell'erogazione della prestazione sanitaria; richiedere al Governo una rapida formulazione ed applicazione delle norme previste per i Pubblici Ufficiali in caso di aggressioni e minacce ad operatori medici di continuità assistenziale e 118; ulteriori presidi e maggiore attenzione per prevenire e contrastare eventuali situazioni di pericolo e di aggressioni che si possano verificare a danno di tutti gli operatori medici e non che stanno nella nostra sanità. Grazie.
Presidenza del Vicepresidente
Piero Celani
PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente Ceriscioli.
Luca CERISCIOLI. Grazie Presidente. L’interrogazione del Consigliere Giorgini è sullo stesso argomento della mozione e vado per punti.
Punto 1) Il problema della sicurezza nei luoghi di lavoro nelle strutture sanitarie è oggi uno dei problemi all'ordine del giorno in tutto il territorio nazionale, in particolare riguardante le Unità operative di pronto soccorso ed i Servizi di salute mentale e per le tossicodipendenze, tanto che il Parlamento sta procedendo con l'iter di approvazione del disegno di legge contro la violenza sugli operatori sanitari, citato in calce alla mozione.
Ciò premesso, si evidenzia che l'Asur nel piano occupazionale ha previsto la copertura dei posti per le strutture maggiormente esposte a rischio.
Punto 2) In relazione alle azioni previste dalla raccomandazione del Ministero della salute sulla prevenzione degli atti di violenza a danno degli operatori sanitari l'Asur ha dato avvio ad una serie di interventi di prevenzione.
Al fine di aumentare la sicurezza delle sedi del Servizio di continuità assistenziale, con nota Asur del 2017 ha invitato le Direzioni di Distretto ad una ricognizione dell'ubicazione delle sedi e di valutazione del rischio presente. Dalla ricognizione è emerso che alcune sedi erano situate presso edifici isolati e sprovvisti di mezzi di sicurezza, come videocitofoni o idonea illuminazione degli ingressi.
I risultati della ricognizione e le proposte migliorative sono stati discussi con i Direttori di Distretto presso la Direzione Asur, una quota di questi interventi sono già stati realizzati.
Al fine di garantire efficaci sistemi di videosorveglianza a tutela e come deterrenti in situazioni di isolamento soprattutto notturno, con nota a firma del Direttore Generale Asur, indirizzata alle Direzioni di Area Vasta, è stato disposto quindi di trasferire, ove possibile, le sedi maggiormente isolate presso strutture presidiate H24, e qualora non presenti, è stato chiesto di verificare la disponibilità di ambulatori presso altre tipologie di strutture sanitarie, come sedi di Croce Rossa o Case di Riposo e di provvedere all'installazione di sistemi di videosorveglianza e antieffrazione all'ingresso delle sedi che ne erano sprovviste.
Le misure (strutturali e organizzative) che consentano la riduzione del rischio di comportamenti aggressivi e di atti di violenza contro gli operatori sanitari si realizzano anche con la formazione degli operatori stessi, consentendo loro di valutare, prevenire e gestire tali eventi, quindi fra gli strumenti che mi sembra la mozione non cita c’è anche quello della formazione, cioè di dare giusti strumenti per sapere come comportarsi, come muoversi e come prevenire determinate situazioni.
E’ stato fatto un evento formativo dal titolo "La prevenzione della violenza a danno degli operatori della sanità" realizzato in area vasta 3, con l’obiettivo di definire il fenomeno della violenza da parte di terzi e le forme in cui può manifestarsi, sensibilizzare ed informare i professionisti potenzialmente esposti e individuare misure preventive, soprattutto sul tema della comunicazione, che consentano di gestire correttamente il rapporto con il paziente/familiari.
Il corso, articolato in due giornate, ha visto la presenza di diversi professionisti ed il patrocinio dell'Università degli Studi di Camerino.
Punto 3) Quali proposte intende, in ultima analisi, concretamente, formulare la Regione per proteggere i professionisti che vengono brutalmente aggrediti.
Al fine di garantire la sicurezza delle sedi è stato costituito un tavolo tecnico, coordinato dalla Direzione sanitaria, composto da medici di continuità assistenziale, Direttori centrali operative 118, Sistemi informativi Asur, con il mandato di elaborare una procedura operativa per l'utilizzo di dispositivi tracker GPS - questa è un’ulteriore misura - con pulsante SOS, da fornire a ciascun medico in turno presso le sedi del territorio regionale. A seguito di tali incontri è stato effettuato un periodo di sperimentazione della procedura presso le sedi di Fano, Jesi, Fiastra e Grottammare da fine anno per circa 30 giorni. Il periodo di sperimentazione ha consentito di ottimizzare la procedura e di definire ulteriormente le necessarie caratteristiche di funzionamento del dispositivo. Successivamente l’Asur Marche con determina ha indetto una procedura di gara per l'affidamento del lotto unico della fornitura relativa ad acquisto, programmazione, configurazione, assistenza e manutenzione di 115 dispositivi tracker GPS con pulsante SOS e dopo la sottoscrizione del contratto, la configurazione dei tracker secondo le esigenze emerse nelle riunioni con i Responsabili delle centrali operative 118 e i medici di continuità assistenziale e collaudo, si provvederà alla distribuzione.
Riassumendo l'interrogazione mi sembra che siano tre le portanti: 1) gli interventi presso le sedi dove si presta servizio, dai sistemi di videosorveglianza, alle scelte opportune di personale dedicato per la sicurezza; 2) la formazione degli operatori per metterli in condizione di gestire il problema della violenza; 3) un sistema informatico automatico in caso di necessità per la richiesta di soccorso. Quindi, strumenti di prevenzione, strumenti di formazione, strumenti per gestire l'emergenza.
Spendo una parola per la mozione, ritengo che, a parte qualche dettaglio, sposa anche la filosofia dell'attività della Regione per cui sono per sostenerla e approvarla.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Giorgini.
Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Mi sono occupato di questa tematica, che pensavo fosse meno grave, quando sono successi al pronto soccorso di San Benedetto del Tronto due/tre episodi, delle persone hanno aggredito 5/6 operatori. Anche a Civitanova Marche c'è da un paio di settimane un'escalation, ho visto delle cose incredibili e documentandomi anche a livello nazionale, ho scoperto cose che non credevo fossero possibili.
Questa situazione, questa escalation è riconducibile, credo, ai tagli del personale, dovuti anche alle economie nei pronto soccorso, ed anche alla mancanza di personale, sia interno che esterno, nei reparti psichiatrici Sert.
Oltre alla mancanza di organizzazione interna ed esterna, perché non tutto è dovuto alla mancanza di personale, ho riscontrato che c'è una mancanza di organizzazione, sia all'interno della struttura, sia all'esterno, per cui la mancanza di personale e di organizzazione ha avuto un effetto moltiplicatore.
Adesso vi darò dei dati anche per capire in che situazione siamo, non solo per i servizi meno accessibili, ma anche per gli enormi affollamenti che ci sono nei pronto soccorso, in questo è coinvolto il 118 ed anche i reparti Sert dove alla fine, dopo manifestazioni di insoddisfazione, si sfocia regolarmente in aggressioni.
Ho visto i dati importanti del sondaggio ANAAO Assomed, che è l’associazione dei medici dirigenti, quindi non è stato fatto da esterni, che sono un bollettino di guerra. Si pensi che il 65% dei medici ha risposto di essere stato vittima di aggressione, per i medici che lavorano al pronto soccorso e al 118 questa percentuale sale all'80,2%, il 70% dei medici riferisce di essere stato testimone di aggressioni e queste non avvengono, badate bene, in strutture maggiormente a rischio. Ho qui il sondaggio dell'Assomed, è vero che il 34,12% avvengono in psichiatria e nei Sert, è vero che il 20,26% accadono nei pronto soccorso e 118, ma è anche vero che in medicina interna le aggressioni sono 7,46% e addirittura in chirurgia generale sono 4,26%.
Credo che questi dati che derivano da sondaggi fatti dai medici, quelli interessati, abbiano un significato importante ed in parte se ne sta occupando il Governo nazionale, come ha detto il Presidente.
Non pensavo ci fossero questi dati allarmanti, soprattutto nel sud e nelle isole questo fenomeno è maggiore, quindi ho fatto l'interrogazione anche per chiedere di mettere in atto, come ben sapete, una raccomandazione del Ministero della salute, addirittura del 2007, quindi di 12 anni fa, che parlava di questi fenomeni in forte evoluzione, probabilmente sono stati non ritenuti importanti, mentre dai dati del sondaggio Assomed sulle aggressioni sanitarie si può evincere che è un bollettino di guerra. Penso che questa interrogazione che ho fatto ed anche la mozione della Consigliera Leonardi siano importanti che vanno prese in seria considerazione. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Talè.
Federico TALE’. Grazie Presidente. Solo per dire che sono pienamente d'accordo con la mozione della Consigliera Leonardi e che il 5 novembre scorso ho presentato una proposta di legge in tal senso, che non sto ad illustrare ora perché ci saranno i tempi dovuti, che prevede l'assistenza legale a chi ha avuto questo tipo di problema, eventuali rimborsi per le spese mediche per gli operatori coinvolti e la costituzione presso l'Osservatorio regionale delle politiche sociali di un gruppo di lavoro per la prevenzione del rischio di aggressione, in ultimo ma non ultimo, convenzioni per promuovere accordi anche con le forze dell'ordine.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 535. La ponto in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Mozione n. 539
ad iniziativa dei Consiglieri Fabbri, Maggi, Giorgini
“Lotta agli sprechi alimentari: applicazione e finanziamento della legge regionale 32/17”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 539 dei Consiglieri Fabbri, Maggi, Giorgini.
Ha la parola, per l'illustrazione, il Consigliere Fabbri.
Piergiorgio FABBRI. Grazie Presidente. Una mozione relativamente semplice dal punto di vista politico, perché pone l'accento sulla necessità di applicare in maniera zelante la normativa che nel 2017 abbiamo approvato relativamente alla lotta degli sprechi alimentari, quindi al riutilizzo dei cibi, ma non solo.
Parliamo di un aspetto molto importante che si inserisce nell'economia circolare, si inserisce nel sostegno anche dal punto di vista sociale alle fasce più deboli.
Il Banco alimentare dice che il 15% della produzione alimentare viene sprecato e che a livello italiano, però, 7.500 strutture caritative riescono a dare sollievo a 1,5 milioni di persone ridistribuendo il cibo in eccedenza.
La normativa era stata finanziata negli anni scorsi, con 158.000 euro nel 2019, ma non è stata applicata a dovere. In bilancio questo anno abbiamo 100.000 euro rispettivamente per gli anni 2020, 2021 e 2022. Questa è una mozione che invita alla puntuale applicazione e al finanziamento di questa normativa, che richiama la legge nazionale.
Voglio leggere brevemente l'articolo 9, comma 4, della legge 166 del 2016, da cui poi discende la normativa regionale che abbiamo approvato: “Per ridurre gli sprechi alimentari nel settore della ristorazione, concorrendo altresì al raggiungimento degli obiettivi del programma nazionale di prevenzione dei rifiuti, le Regioni possono stipulare accordi o protocolli d'intesa per promuovere comportamenti responsabili e pratiche virtuose, volti a ridurre lo spreco di cibo e per dotare gli operatori della ristorazione di contenitori riutilizzabili realizzati in materiale riciclabile idonei a consentire ai clienti l'asporto dei propri avanzi di cibo. Tali iniziative possono essere promosse sul sito internet dei Comuni interessati”, quindi la Regione su questo aspetto, stipulare accordi e protocolli d'intesa con i ristoratori e i produttori di cibo, potrebbe farsi parte diligente e attiva. Sappiamo che diverse normative, sia nazionali che regionali, danno potere al Comune di poter applicare una riduzione della tariffa sui rifiuti per coloro che applicano questa norma e la Regione potrebbe concedere dei contributi.
E' stato stilato un programma annuale degli interventi che però deve essere chiaramente realizzato e l'articolo 9 della clausola valutativa della nostra legge regionale, la n. 32, recita: “La Giunta regionale a partire dal secondo anno dall'entrata in vigore di questa legge presenta annualmente all'Assemblea legislativa regionale una relazione sulla quale emergano lo stato di attuazione della legge e i risultati degli interventi per il contrasto allo spreco alimentare e non alimentare”, quindi, la Giunta deve illustrare le attività poste in essere dalla Regione: quali attività sono state fatte per il recupero e la distribuzione delle eccedenze alimentari e non alimentari, le iniziative di formazione, gli esiti che queste attività hanno prodotto, in quale misura le iniziative realizzate hanno soddisfatto il fabbisogno, quali iniziative previste dal programma annuale sono state realizzate, la loro diffusione sul territorio e il contributo dei soggetti attuatori, le criticità e difficoltà riscontrate nell'applicazione di questa normativa.
Sappiamo che la legge 3 del 2015 con le clausole valutative chiede di fare una valutazione ex ante ed ex post dell'efficacia delle leggi e la Regione, su mia iniziativa, ha approvato con larga firma dei Consiglieri, 13 nella prima risoluzione, 8 nella seconda, di legare, inserendola nel piano della performance relativo al personale dirigente, l'applicazione della normativa regionale.
Il quadro è completo per impegnare la Giunta a dire stipuliamo questi accordi e i protocolli d'intesa con gli operatori della distribuzione e della vendita dei prodotti alimentari, della ristorazione, come anche la normativa nazionale ci invita a fare in modo da dare corpo a queste attività che già alcune associazioni di volontariato eseguono in maniera pregevole.
Conosco personalmente il Moma 5 di Marotta-Mondolfo, che è molto attivo in questo settore.
La mozione chiede: di finanziare la legge, questo al punto 2, ed è stato fatto, abbiamo avuto un riscontro ufficiale nel bilancio. La mozione l’ho presentata a settembre e la discutiamo con abbondante ritardo; di adottare tutte le azioni idonee a sensibilizzare le Ata provinciali, quindi i gestori dei rifiuti, ed i Comuni per inserire delle agevolazioni tariffarie sull'importo della Tari ai soggetti attuatori di questa normativa; di inserire nel piano delle performance l’applicazione compiuta della legge 32/17, compresa la relazione sullo stato di attuazione, in modo da poter premiare i dirigenti solo se le normative che il Consiglio emana vengono effettivamente applicate.
Questa è una mozione che richiama l'attenzione di tutti i colleghi sull'applicazione effettiva della normativa e ad un riscontro a livello di Aula sull'impegno della Regione in questo settore che, come detto, si inserisce a pieno titolo nella prevenzione della produzione dei rifiuti, nel risparmio dei soldi dell'economia circolare, quindi minor impatto ambientale e sostegno sociale a tutti coloro che si rivolgono alle varie mense dei poveri, alle associazioni, che conosciamo, disposte e presenti in quasi tutti i comuni, insomma, di supporto alle persone in difficoltà.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.
Piero CELANI. Si tratta, come ha illustrato il proponente, di una sollecitazione all'applicazione della legge regionale 32/17, approvata appena qualche anno fa, in accordo con la legge nazionale che prevede la possibilità di stipulare protocolli d'intesa con la grande distribuzione, i ristoratori e altro per ridistribuire il cibo in eccedenza alle associazioni sul territorio che ne fanno richiesta, non ultimo anche il discorso di una previsione economica soddisfacente tale da poter attuare la legge 32/17 nel modo migliore.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 539. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Mozione n. 545
ad iniziativa della Consigliera Leonardi
“Stazione ferroviaria della linea Civitanova-Albacina in Zona ‘Palas’ ed area commerciale di Civitanova Marche”
Mozione n. 546
ad iniziativa del Consigliere Micucci
“Nuova stazione ferroviaria della linea Civitanova Marche-Albacina, nella zona commerciale/Palas a Civitanova Marche”
(abbinate)
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 545 della Consigliera Leonardi e la mozione n. 546 del Consigliere Micucci. E’ stata presentata una risoluzione.
Ha la parola, per l'illustrazione, la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Abbiamo presentato due mozioni, con lo stesso tipo di intervento e di richiesta, posto che il potenziamento dell'infrastruttura della linea ferroviaria Civitanova-Albacina prevede una serie di interventi per il miglioramento della capacità della linea ferroviaria stessa.
Questo potenziamento ha evidenti benefici anche in termini ambientali, perché chi conosce la realtà di Civitanova Marche sa che la zona commerciale, dove c'è l’uscita del casello autostradale, dove c'è il Palas, che con i grandi risultati della Lube Volley ha richiamato e richiama in determinate situazioni molto pubblico, è un'area piuttosto congestionata e che, anche in termini di beneficio ambientale, potrebbe avere una valenza positiva una fermata della linea ferroviaria in concomitanza di questa realtà.
Questo andrebbe non solo a beneficio dei cittadini, che potrebbero avere una mobilità più agevole per spostarsi sia dal centro che dall'entroterra, eviterebbero di prendere l'automobile e di congestionare la superstrada e la zona circostante il casello autostradale, ponendo in termini di sicurezza e di beneficio ambientale dell'aria una opportunità che credo debba essere colta.
Anche il Comune di Civitanova Marche ha avanzato con lettera alla Regione la richiesta di prevedere una nuova stazione nell'area commerciale ed il progetto di elettrificazione della linea Civitanova-Albacina, all'interno del quale si possono trovare risorse e opportunità per finanziare l'opera, risulterebbe già definito e finanziato senza la previsione della nuova stazione di Civitanova.
Rete Rfi e Trenitalia si sono mostrati favorevoli a valutare l'opportunità di investire in questa opera e per questo, con questa mozione, vogliamo impegnare la Giunta regionale ad intraprendere un dialogo con Rfi e ad integrare il piano di potenziamento infrastrutturale della linea Civitanova Marche-Albacina per la fermata nella zona commerciale Palas di Civitanova e a pensare ad una eventuale ricognizione di fondi regionali qualora non fossero disponibili o sufficienti le risorse individuate da Rfi.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Fabbri.
Piergiorgio FABBRI. Grazie Presidente. Intervengo per appoggiare questa mozione e per richiamare l'attenzione sul discorso delle infrastrutture ferroviarie. Purtroppo questa Regione nulla ha fatto per riattivare la Fano-Urbino, anzi, sembra che si stia adoperando per realizzarci sopra una ciclabile, sprecando completamente il valore dell'infrastruttura; nulla ha fatto per riattivare la Pergola-Fabriano che è stata diramata per alcune decine di metri da un torrente che ha rovinato la massicciata, mentre con un ridicolo importo si sarebbe potuta riattivare; ha chiuso il tratto che dalla stazione centrale di Ancona andava al porto, due chilometri e mezzo che potevano portare sia i turisti crocieristi all’imbarco che quelli che volevano visitare Ancona dalla stazione centrale direttamente all'imbocco del centro storico, per cui ben venga questa mozione.
Su questo aspetto la politica regionale è stata fortemente deficitaria, nonostante gli studi abbiano dimostrato che subiamo una esagerata preponderanza del trasporto su gomma rispetto al trasporto su ferro e non riusciamo a valorizzare le infrastrutture che abbiamo e che potenzialmente potremmo rilanciare.
L'accordo di programma che è stato fatto con Ferrovie a livello nazionale, non prevede la riattivazione della Pergola-Fabriano e della Fano-Urbino, anche ad utilizzo turistico, e nonostante quest'anno, il 2020, sia l'anno delle ferrovie storiche, nulla si muove in quest'ambito.
Vedo la firma del Consigliere Micucci, io sono qui per dire che questa Giunta in cinque anni sulle infrastrutture ferroviarie ha disinvestito, non è stata lanciata la gara anche per la gomma tergiversando sulla gara europea e sappiamo quali sono tutte le difficoltà per realizzarla, il mio è un richiamo per dire, da questo punto di vista, che l'azione della Giunta va decisamente bocciata anche se questa mozione ha un intento positivo e noi la sosterremo.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Micucci.
Francesco MICUCCI. Velocemente sull'ultimo intervento, poi parlerò più in dettaglio della mozione.
Credo che si possano fare delle critiche senza necessariamente, per giustificarle, buttare tutto a mare. Dire che la Regione Marche sul tema ferroviario e degli investimenti non ha fatto nulla ..., penso che i dati e le testimonianze di questi cinque anni dicano esattamente il contrario. Si può discutere sulla tratta ferroviaria che sta molto a cuore al Consigliere Fabbri, di cui conosco poco e quindi su questa glisso, però non si può dire, per giustificare questo mancato intervento, che non si è fatto nulla.
Credo che non sia la verità, sta sotto gli occhi di tutti, pensiamo ai nuovi contratti con Ferrovie dello Stato, pensiamo ai nuovi treni, pensiamo agli investimenti che sono stati fatti sulla tratta San Benedetto del Tronto-Ascoli con l’elettrificazione e quelli che Ferrovie dello Stato sta garantendo sulla tratta Civitanova-Albacina di cui poi andremo a discutere. Questo per riportare un po’ l'ordine di verità su questi temi.
Stazione ferroviaria è un termine roboante, in realtà parliamo di una pensilina o poco più, cioè quelle strutture moderne e snelle che garantiscano la possibilità di una fermata. E' un tema vivo nella nostra realtà già da molti anni, tant'è che c'era stato un precedente bando Ferrovie/Regione, parliamo del 2013/2014, che in qualche modo aveva previsto un finanziamento per un intervento unificato di un nuovo sottopassaggio nella via a quattro corsie della zona e contemporaneamente la realizzazione di questa fermata ferroviaria.
Un'opera che all'epoca l'allora amministrazione, di cui tra l’altro facevo parte, non poté portare a termine perché all’interno del progetto che, ripeto, era unificato, quindi gli interventi dovevano essere fatti necessariamente insieme, non erano state previste una serie di opere complementari, indispensabili per la fruizione di queste opere, che avrebbero inciso con costi notevoli sulla amministrazione di allora e all’epoca non era possibile caricarli sul bilancio comunale.
Dovemmo rinunciare a malincuore anche alla stazione ferroviaria, mentre c'era la volontà di portarla avanti. All'epoca subimmo le critiche della allora opposizione, critiche feroci per non aver perseverato.
Ci saremmo aspettati che l'allora capo dell'opposizione, oggi attuale Sindaco, il giorno dopo l'insediamento avesse rinnovato la richiesta alla Regione Marche ed a Ferrovie dello Stato per rimettere in sesto quel progetto, per trovare la prima occasione utile per finanziare la nuova stazione ferroviaria, cosa che invece non è avvenuta.
La richiesta ufficiale del Comune di Civitanova c’è stata, dico in maniera improvvida, ci sono i documenti ufficiali che lo attestano, la settimana dopo che l'Assessore Sciapichetti, il sottoscritto, la Regione Marche insieme a Ferrovie dello Stato hanno presentato i lavori di ristrutturazione della tratta ferroviaria Civitanova-Albacina, con lavori propedeutici all'elettrificazione, che avverranno in un secondo step, con lavori di risistemazione, già avvenuti alla stazione di Civitanova e in corso d'opera nelle stazioni di Montecosaro, di Morrovalle, con le nuove fermate ferroviarie previste all'università di Macerata e al distaccamento dell'università di Tolentino.
Quando viene presentato il progetto definitivo e i lavori vengono attuati, si sveglia l'amministrazione di Civitanova e dice “anche noi vogliamo partecipare” al che facciamo presente che ormai è il caso di dire che quel treno è passato, ci saranno altri treni, probabilmente. Se l'amministrazione, come pensavamo tutti, si fosse svegliata in tempo, questa era l'occasione per vedere finanziata questa opera.
A mo' di battuta, qualcuno mi ha detto. "Voi siete i Consiglieri regionali se il Sindaco - la traduco in maniera visiva – su questo tema è incapace vi dovevate sostituire", al che, anche per tutelare l’istituzione, dico che i Consiglieri regionali non sono i tutori dei Sindaci, i Sindaci hanno la loro autonomia e determinate opere all'interno dei Comuni è competenza precipua di Sindaci, che eventualmente chiedono contributi alla Regione, al Ministero.
Sono stato sorpreso che questa battuta l'abbia presa con serietà la Consigliera Leonardi, che ha fatto questa mozione, ed è giusto quello che lei dice e cioè che io sono arrivato dopo, ma per questo motivo, perché sul fatto che c'è una necessità siamo tutti d'accordo, sul fatto che, se era possibile, andava fatto prima, siamo tutti d'accordo, forse ci distingue il fatto che io pensi che spettasse all'amministrazione comunale fare questa richiesta, ed è arrivata tardi.
Tolto questo breve passaggio polemico, è chiaro che lì c'è una zona in completa evoluzione, oggi diventata, credo, una centralità regionale, non solo comunale, vuoi perché c'è il più grande centro commerciale della regione, vuoi perché c'è l'ultimo palazzetto realizzato forse a livello nazionale, almeno questo, qualche anno fa, non so se ci sono state evoluzioni, che ospita la squadra campione del mondo di pallavolo, non una squadretta di periferia, quindi, per una serie di concause quella zona è diventata un centro nevralgico dell'intera regione, penso di poter dire.
E’ chiaro che a questo punto, nei tempi più brevi, se possibile, la richiesta che facciamo, almeno in questa nuova fase, è quella di tenere conto di questa necessità, anche rivedendo la possibilità di trovare delle economie interne a questo finanziamento che in qualche modo è in corso d'opera e se questo non sarà possibile nell'immediato prossimo bando perché Ferrovie dello Stato dovrà completare il finanziamento della tratta Civitanova-Albacina anche ai fini dell'elettrificazione, quindi nei prossimi anni si apriranno dei nuovi investimenti.
Dai bandi che abbiamo visto, sia di poche centinaia di migliaia di euro che di molti, nell'ambito dei finanziamenti di Ferrovie dello Stato parliamo di una goccia nel mare, credo che l'investimento che si chiede non sia enorme e potrà dare una soluzione e un impatto molto importanti perché, come ho detto, questa zona è nevralgica. C'è un flusso di persone che, soprattutto dopo gli eventi sismici, si spostano quotidianamente lungo la fascia della vallata del Chienti, dal mare ai monti e viceversa, per non parlare del periodo estivo in cui questo movimento si può anche accentuare con i nuovi mezzi e con nuove fermate.
Per una serie di motivazioni c'è piena condivisione, per questo siamo arrivati ad una risoluzione insieme, credo che la Regione Marche e Ferrovie dello Stato possano dare una risposta positiva a queste esigenze.
Ripeto, dispiace che l'amministrazione comunale si sia svegliata con un certo ritardo, poteva esserci già una risposta, però, al bando le polemiche, andiamo avanti e l'impegno che si chiede alla Regione è di poter dare una risposta concreta nei tempi più brevi possibili.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.
Sandro BISONNI. Grazie Presidente. Vorrei ringraziare i colleghi che hanno presentato le mozioni e dire i motivi per cui ho sottoscritto la risoluzione che ritengo molto importante e giusta.
A Civitanova Marche, ultimamente, anche a causa degli eventi sismici, è aumentata la popolazione, e in quella zona in particolare, per i motivi che ha ricordato il Consigliere Micucci, visto anche il palazzetto, il traffico spesso e volentieri si concentra in maniera importante.
È chiaro che va colta l'occasione di questo investimento rilevante he sta facendo Rfi sulla tratta Civitanova-Albacina. Parliamo, voglio ricordarlo, di circa 110 milioni per la completa elettrificazione e per l'eliminazione di tutti i passaggi a livello. E' stata annunciata anche la stazione a Macerata per l’università, che si aggiunge a questo importante investimento.
Credo che tutti gli investimenti che vanno nella direzione di spostare la mobilità da gomma a ferro debbano essere sostenuti da questo Consiglio per gli impatti ambientali, ma anche perché, oggettivamente, si possono risolvere delle situazioni di criticità rilevanti.
Ricordo anche che su questa linea più volte si è ragionato anche di un progetto di una metropolitana di superficie, è chiaro che a quell'obiettivo non si può arrivare dall'oggi al domani, però ci si può lavorare e aggiungere una fermata che sta all'interno di una città importante, come Civitanova Marche, va in questa direzione.
Ripeto, è la direzione di spostare il traffico dalla gomma al ferro, fare abituare le persone ad utilizzare il treno, sapendo che non è un mezzo che crea disagio, ma un mezzo con cui, al contrario, ci si può muovere con rapidità, velocità ed anche a basso costo.
Ritengo molto corretta la presentazione delle due mozioni e, ripeto, per i motivi che ho citato, sottoscrivo in pieno la risoluzione e mi auguro che l'Aula la voti all’unanimità.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.
Luca MARCONI. Giusto per far sentire la mia voce in questa Aula sorda e grigia. Una battuta perché questa richiesta dei colleghi, che chiaramente sottoscrivo, è propedeutica ad una cosa che ha accennato adesso il Consigliere Bisonni.
La parola metropolitana di superficie è una parola, di fatto si realizza quando fai qualche fermata in più, c’è un treno più sicuro e le gallerie da Tolentino a San Severino ad Albacina possono sopportare una velocità dei treni superiore a 60/70 chilometri orari, perché oggi se si va oltre quella velocità dalla volta cadono i mattoni, per cui bisogna andare piano.
Qualche volta l’ho fatta, ci vuole l’elettrificazione perché con il gasolio o la nafta prima di prendere velocità sei già arrivato alla stazione successiva, quindi non c'è questa capacità di accelerazione e 2 ore e 10 minuti circa da Fabriano a Civitanova Marche oggettivamente sono molti, un’ora e mezzo da Macerata, quando oggi, penso ai collegamenti più significativi, con la superstrada della Val di Chienti con la Quadrilatero ormai i maceratesi vanno a prendere il treno a Foligno, una volta lo prendevano a Jesi, qualcuno arrivava a Fabriano, oggi non ha senso perché si arriva a Foligno in meno di un'ora e da Foligno si arriva a Roma in un’ora e mezzo.
Paradossalmente abbiamo una situazione per la quale non diminuisce il traffico su gomma, come ha detto il Consigliere Bisonni, ma addirittura cresce dove si è più veloci. Come può crescere invece nell'ambito ferroviario? Bisogna guardare l’utenza non la struttura, l’utenza che normalmente utilizza il treno nella difficile orografia marchigiana, fatta tutta di colline, in cui non c'è la possibilità di collegamenti significativi intervallivi. Credo che questo sia l'unico perché è saltato quello di Fabriano-Pergola-Fossombrone, non si è mai fatto, sarebbe stato un altro collegamento intervallivo. Abbiamo solo il pezzo tra San Benedetto del Tronto ed Ascoli e abbiamo la Valle Esina, quindi l’unica intervalliva che attraversa le valli del Chienti, del Potenza e in qualche maniera anche del Musone, ma passa sopra, e dell’Esino è questa.
Chi utilizza normalmente il treno? Il pendolare giovane e il pendolare lavoratore, ma anche questo con qualche difficoltà. Ho fatto qualche piccolo studio sempre partendo dalla mia città, un pendolare per l’Università di medicina di Torrette, da Recanati impiegherebbe con i mezzi pubblici circa un’ora e tre quarti. Da Recanati per raggiungere l’ospedale di Civitanova, con gli autobus e con il treno, ci si impiega circa un’ora e venti minuti, con la macchina venticinque. Questi sono i dati, sul resto è tutta romanticheria, cioè: dovremo, faremo, ma non succede se non che.
Cos'è successo di positivo che andrebbe incentivato? Negli ultimi anni si è avuta, per esempio, la creazione di linee dirette da Ascoli ad Ancona, da Macerata ad Ancona, aver eliminato il passaggio su San Benedetto del Tronto, il cambio su Civitanova Marche, ha molto favorito questo tipo di collegamento. Questa dovrebbe essere la direzione e questo è il piano regionale dei trasporti e i 110 milioni con i quali paghiamo i nostri trasporti su gomma e su rotaia.
Per quanto riguarda la dimensione del futuro, in questo caso, ahimè, è data dagli anziani, ma potrebbe essere un vantaggio perché l'anziano, tendenzialmente, ha più tempo, soprattutto se pensionato e non ha problemi di orario, non deve trasportare bambini, non ha bisogno dell’automobile perché si deve portare dietro i figli piccoli, si può muovere da solo e si muove più volentieri con il mezzo pubblico.
Cosa manca a questo? Credo che il punto sul Palas di Civitanova Marche possa essere interessante, ma mancano poi i collegamenti successivi. Spesso abbiamo queste stazioni ferroviarie in punti semidesertici o in frazioni di fondovalle, ma manca il collegamento con il resto del territorio. Qui andrebbe fatto un ragionamento serio, chiaramente Civitanova Marche non ne ha bisogno perché è già collegata ad una rete di trasporto urbano, ma in tutte le altre stazioni occorrerebbe avere immediatamente la coincidenza, magari mettendone qualcuna di più ed avendola corsa per corsa - mi sembra che adesso sono circa dieci le corse su questa tratta, non sono neanche tante - che metterebbe in condizione di raggiungere il centro abitato sulla collina o un'altra frazione lì vicino.
Ecco, questo è qualcosa di serio, non solo la botta grossa dei 100 milioni ed oltre di investimento che vengono realizzati su questa tratta, ma soldi potrebbero essere impiegati in futuro per questa integrazione gomma/rotaia, potrebbe servire, almeno in parte, creando delle zone rosse di evidenza, penso alla Valle Esina, penso alla Ascoli-Ancona, penso a Macerata-Ancona e anche alla Civitanova-Albacina.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.
Piero CELANI. Intervengo per una breve riflessione. Credo che il tema del trasporto su ferro sia uno dei più importanti che in futuro si dovrà affrontare non soltanto nella regione, ma a livello nazionale
A livello nazionale abbiamo sviluppato soltanto le direttissime lungo la dorsale, sia tirrenica che adriatica, mentre, ad esempio, per quanto riguarda le Marche abbiamo un grosso problema per collegare i due mari, i due versanti, l’Adriatico ed il Tirreno. Da tempo si parla della ferrovia dei due mari.
Vi porto il contributo di Ascoli, dove da anni stiamo lavorando ad uno studio di fattibilità per poter fare la ferrovia dei due mari, magari arrivando a Rieti e poi da Rieti utilizzare il tratto di ferrovia che già c’è per andare a Roma.
Questo significherebbe non soltanto migliorare drasticamente il trasporto su gomma e quindi l’ambiente, ma anche e soprattutto un flusso turistico non indifferente dal Tirreno verso l'Adriatico, poi ovviamente c'è tutto il discorso del raddoppio della Falconara-Orte Orvieto Roma, se ne parla da anni e qui siamo molto indietro.
L’altro aspetto è quello della riattivazione e dell'elettrificazione delle ferrovie dismesse, quelle verso l'entroterra, è molto importante, perché è vero che noi abbiamo un territorio collinare, però non abbiamo mai sviluppato l'intermodalità, i parcheggi scambiatori. Lungo il percorso basta attivare 3 o 4 parcheggi scambiatori, la gente si concentra lì, lascia l’auto prende il treno e una volta che abbiamo elettrificato tutto, eliminiamo quelle che in gergo tecnico si chiamano le rotture di carico, nel senso che abbiamo linee dirette che ad esempio da Macerata arrivano ad Ancona. Noi l'abbiamo sperimentato, perché la fatidica metropolitana di superficie, che abbiamo ideato nel 1998, ai tempi dei Prusst (piani di recupero urbano di sviluppo sostenibile), l’abbiamo portata a termine e nel 2011 l’abbiamo inaugurata. Devo dirvi che significativamente il trasporto è migliorato, notevolmente, è vero che nel momento in cui si è elettrificato c’è stata la possibilità di eliminare rotture di carico ed avere corse dirette, quindi, molto veloci, quindi, nell'ambito di un orario studiato per bene, si può trasformare in una vera e propria metropolitana di superficie con fermate ogni 6, 7, 8 chilometri per dare la possibilità a tutti i piccoli centri di essere collegati.
Il trasporto su ferro sarà il tema dei temi dei prossimi anni, ci saranno da fare dei grossi investimenti, perché, anche dal punto di vista dell'economia locale, ne avremmo di che giovarci, non soltanto dal punto di vista ambientale.
Ci tenevo a condividere queste cose per l’esperienza che ho vissuto personalmente prima da Sindaco poi da Presidente di Provincia, per quanto riguarda l’elettrificazione della Ascoli-Porto d’Ascoli, e vi devo dire che c'è stato un netto miglioramento sia del trasporto pubblico, sia dell’ambiente, sia dell’aspetto economico di questi piccoli centri dove sono state realizzate piccole aree intermodali, i cosiddetti parcheggi di scambio, che da questo collegamento, a pettine delle valli, incrociano la ferrovia.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Proposta di risoluzione a firma dei Consiglieri Leonardi, Micucci, Bisonni. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Mozione n. 555
ad iniziativa dei Consiglieri Marconi, Micucci
“Necessario istituire un centro di oncofertilità femminile”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 555 dei Consiglieri Marconi, Micucci.
Ha la parola, per l'illustrazione, il Consigliere Marconi.
Luca MARCONI. Grazie Presidente. La mozione la do per letta perché è molto tecnica, però ha una valenza politica, è una delle tante cose che potremo fare nel campo della sanità, potrebbe essere addirittura una di quelle sperimentazioni che da altre parti sono state avviate, o semplicemente un intervento di rafforzamento della sanità pubblica in un campo estremamente delicato, che però segnalo anche per una valenza sociale.
La questione dell'oncofertilità femminile tocca un quarto del totale dei tumori che vengono registrati e tocca la donna in un'età fertile. Chiaramente è un serio impedimento alle nascite, si tratta di donne che avrebbero ben volentieri dei figli e la mancata diagnosi tempestiva non consente loro di averne. Sono patologie benigne, normalmente non portano alla morte, ma possono produrre questa gravissima menomazione, negando la maternità.
Questa specialistica qualificata può essere introdotta con una certa facilità all'interno della nostra struttura sanitaria, già c'è qualche esperienza e qualche esperimento che è nato attorno all'ospedale di Civitanova Marche, per questo io ed il Consigliere Micucci abbiamo pensato di rappresentare questa esigenza, che viene manifestata alla Giunta, che già la conosce.
Credo che la mozione possa servire, e non lo dico per retorica, per un necessario rafforzamento, perché ci rendiamo ben conto che le priorità rispetto a cose nuove sono tante, ma penso che il Consiglio regionale abbia facoltà e potere di mettere questa fra le priorità alle quali dare una risposta definitiva.
Gli obiettivi sono quelli di preservare la fertilità, attivando un percorso di protezione e prevenzione nelle pazienti di età inferiore ai 44 anni e definire anche i percorsi assistenziali che diano risposte tempestive ed efficaci.
Naturalmente vanno identificate le figure professionali nelle strutture sanitarie, qui abbiamo la nostra proposta.
Con un emendamento togliamo dalla proposta che abbiamo fatto l'individualizzazione nell'area vasta 3 e nella struttura ospedaliera di Civitanova Marche e torniamo nell'ambito del dipartimento materno infantile, come in parte è stato fatto nel passato perché non è questo il dipartimento, dato che si ipotizza l’istituzione di un Centro completamente nuovo e diverso dagli altri dipartimenti. Perché Civitanova Marche? Civitanova Marche già ha trovato in parte del personale sanitario e medico per questo tipo di esperimento, ha spazi adeguati per poterlo fare con piccoli interventi di manutenzione edilizia, quindi senza grandissimi costi, ha già una bio-banca accreditata per la conservazione delle cellule germinali e del tessuto ovarico, indispensabile per questa attività, quindi c'è già questa necessaria premessa, in più la città di Civitanova Marche, e lo dico da recanatese che ha visto chiudere il proprio ospedale in favore di quello di Civitanova, ma riconosco l'oggettività delle cose, oltre ad essere un centro in continua espansione e di importanza industriale e commerciale, è anche uno degli snodi più importanti insieme a Falconara e Ancona, perché è sul punto terminale della Quadrilatero per il lato sud, che consente facilità di accesso da tutte le Marche ed anche da altre regioni. E’ noto quale flusso commerciale turistico raggiunge la città di Civitanova dall'Umbria e qui troverebbe anche un altro tipo di servizio, quindi potremmo anche avere un riscontro positivo in termini di mobilità attiva.
Per queste ragioni con l'emendamento fatto insieme al Consigliere Micucci, nel “ritenuto che il Centro regionale di oncofertilità femminile” chiedo di togliere “nell'ambito del dipartimento materno infantile”, e nel dispositivo al punto 1 di togliere le seguenti parole: “che, per le proprie caratteristiche, è compresa il Dipartimento materno infantile” e diventa “Unità complessa di alta specializzazione a valenza regionale”. Grazie.
PRESIDENTE. Ha illustrato anche l'emendamento che è stato presentato e che modifica in parte la mozione con due aspetti prettamente tecnici, perché, come ha detto, al quinto capoverso scompare “nell’ambito del dipartimento materno infantile”, mentre il primo punto della parte finale del dispositivo è sostituito con quanto ha detto il Consigliere Marconi.
Ha la parola il Consigliere Micucci.
Francesco MICUCCI. Molto rapidamente, perché la presentazione del Consigliere Marconi è stata esaustiva, semplicemente per ricordare che questo era un percorso già avviato negli anni. C'era stato un dibattito, un percorso che era stato attivato perché nell'ospedale di Civitanova Marche si era creato nel corso degli anni un know-how su questo aspetto specifico per portare una cosa completamente nuova.
Questo processo si è in qualche modo rallentato, purtroppo, a causa del pensionamento del primario di questo reparto, quindi il coinvolgimento di chi seguiva questo progetto come facente funzioni, la necessità di mettere “in sicurezza” il reparto, con i parti per rispondere ai criteri ministeriali, in qualche modo hanno rallentato questo processo, però c'è tutta la volontà di portarlo avanti e questa mozione è semplicemente un sollecito per chiedere alla Giunta di non dimenticarsi di questo aspetto.
Chiaramente i rallentamenti ci sono stati per le motivazioni che ho detto, ma credo che appena si potranno sciogliere questi nodi il percorso si potrà riprendere, quindi c’è solo la volontà di sostenere questo percorso
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Emendamento a firma dei Consiglieri Marconi, Micucci. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Mozione n. 555, così come emendata. La pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa regionale approva)
Sull'ordine del giorno
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Pieroni.
Moreno PIERONI. Chiedo il rinvio della mozione n. 585 perché c’è la possibilità di presentare una proposta di risoluzione vista l'importanza del tema che riguarda il Commissario Straordinario.
Ci potrebbe essere la possibilità di trovare una risoluzione che coinvolga il maggior numero di Consiglieri e di forze politiche, possiamo rinviarla con l'impegno, però, Presidente, di iscriverla come prima mozione nel prossimo Consiglio.
PRESIDENTE. Ne prendiamo atto per il prossimo Consiglio, abbiamo deciso nella Conferenza dei capigruppo che il 23 gennaio 2020 daremo spazio a mozioni e interrogazioni.
La seduta è tolta.
La seduta termina alle ore 14,00
La seduta inizia alle ore 10,25
Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo
PRESIDENTE. Colleghi buona giornata, dichiaro aperta la seduta n. 150 del 14 gennaio 2019. Do per letto il processo verbale della seduta 149 del 23 dicembre 2019, il quale, ove non vi siano opposizioni, si intende approvato ai sensi del comma 4, dell’articolo 53, del Regolamento Interno.
Richiamo, inoltre, ai sensi del comma 5 dello stesso articolo l’attenzione di tutti i Consiglieri sulle comunicazioni distribuite con cui porto a conoscenza dell’Assemblea quanto espressamente previsto dal Regolamento Interno.
Saluto alle scuole
PRESIDENTE. Saluto gli studenti presenti in tribuna delle classi quinte del Liceo Medi di Senigallia. Benvenuti ragazzi.
(applausi)
Proposta di legge n. 317
ad iniziativa del Consigliere Bisonni
“Modifica alla legge regionale 1 dicembre 1997, n. 71 ‘Norme per la disciplina delle attività estrattive”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 317 del Consigliere Bisonni.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Bisonni.
Sandro BISONNI. Grazie Presidente. Questa è una norma molto semplice nella forma, ma importante nei contenuti. Perché? Cosa succede? Si tratta di modificare una data, sembrerebbe una cosa di poco rilievo, in realtà è importante, perché? Cosa accade attualmente? Con la legge n. 71 succede che il tributo pagato dai cavatori ogni anno, che è calcolato in base alla quantità estratta, viene versato ai Comuni entro settembre dell'anno successivo e poi girato, per una quota del 50%, alla Regione, entro ottobre dell'anno successivo all'estrazione. In questo modo purtroppo la Regione non è mai riuscita ad impiegare questi soldi, ricevendo il denaro dai Comuni ad ottobre non riusciva a preparare in tempo i bandi, cioè potrebbe anche allestirli, ma non ci riesce e nel caso ci riuscisse non ci sarebbe il tempo per poterli svolgere, quindi accadeva che i soldi, e parliamo di svariati milioni di euro ogni anno, parliamo di quasi 4 milioni di euro all'anno, venivano presi dalla Regione e messi nel calderone dell'avanzo senza poter essere utilizzati perché sono fondi vincolati per i ripristini ambientali delle cave e non possono essere utilizzabili per altri scopi, nella sostanza, non venivano mai utilizzati per mancanza di tempo.
Abbiamo sentito gli imprenditori del settore, le categorie, quindi ho proposto questa modifica che sposta all'anno ancora successivo le scadenze, a noi non cambia niente, perché una volta che questa cosa andrà a regime ogni anno si avranno le risorse a disposizione, praticamente la data viene spostata da ottobre a marzo per noi e per i Comuni da settembre a gennaio.
Per essere pratici, il tributo dei materiali estratti nel 2018 sarà versato dalle ditte ai Comuni a gennaio del 2020 e dai Comuni alla Regione a marzo 2020. Ripeto, a regime non cambia niente, perché ogni anno poi si ripeterà, ma in questo modo la Regione avrà il tempo per allestire i bandi ed utilizzare finalmente le risorse.
Ritengo, ripeto, questa modifica semplice, però di sostanza perché permetterà finalmente alla Regione Marche di avere a disposizione ogni anno 3, 4 milioni di euro per il ripristino ambientale delle cave, e scusate se è poco.
Finora non era mai stato fatto per le problematiche che ho spiegato, adesso ci sarà questa possibilità e questa è un'attenzione della Regione Marche sull'ambiente, quindi invito tutti i Consiglieri, in Commissione è passata all'unanimità, a sottoscrivere e votare questa proposta di legge. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Zaffiri.
Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Credo che l’illustrazione fatta poc'anzi, che tutti abbiamo ascoltato, sia l'ennesima prova di un pesante problema che riguarda questo settore della nostra regione.
Abbiamo circa mille persone occupate in questo ambito che rischiano il posto di lavoro, perché questa maggioranza, purtroppo, si è dimenticata di correggere, di modificare una legge. Per gli attuali operatori, quelli seri, che economicamente hanno le risorse, che credono nell'ambiente, che credono nel territorio, che soprattutto credono ai marchigiani, non è stato fatto nessun provvedimento per modificare la situazione, si fa finta di non sapere che oggi il materiale estrattivo che serve al nostro territorio arriva da altre regioni, quando potremmo dare delle risposte ai nostri imprenditori.
Questa è la situazione e cosa ci viene detto oggi in quest’Aula? Modifichiamo i tempi. Questo è una questione amministrativa, non è un problema dell’Aula, è della Giunta che avrebbe dovuto fare un provvedimento per cambiare i tempi, invece si è dovuto accorgere il Consiglio, Assessore Cesetti. Lo dico con molta tranquillità rispetto ad altre situazioni, questo è l'ennesimo provvedimento che non spettava ad un Consigliere o al Consiglio sollevarlo, è una problematica organizzativa, burocratica, della struttura della Giunta.
Il problema delle cave è grosso, questa è la situazione che noi vogliamo evidenziare questa mattina in Aula. Gli operatori del settore l’avevano evidenziato non nella riunione alla quale hanno preso parte, nella quale abbiamo audito gli imprenditori, l’avevano sollevato 4 anni fa, al momento dell'insediamento di questa maggioranza. Questo è il problema. Siamo arrivati alla fine di un percorso ed effettivamente ci sono problemi.
In quest’ultima parte dell’intervento mi rivolgo in modo particolare al Partito Democratico, che è il partito di maggioranza, probabilmente l’Aula affronterà questo tema per dare una risposta ai cavatori, agli imprenditori, però non possono essere utilizzati, Presidente Biancani, i pannicelli caldi per affrontare una realtà che lei sa essere pesante. Si affronti in termini seri, non a caso mi rivolgo al suo partito di maggioranza che governa questa Regione, si ascoltino. dico io, molto meno le sirene che non aiutano a dare la risposta agli imprenditori dato che il problema c'è.
Credo che se le cose si affrontino con chiarezza, con trasparenza, anche con una discussione vivace, perché non è questo il problema, si possono dare delle risposte ai nostri imprenditori.
Sulla legge in discussione questa mattina i nostri Consiglieri, naturalmente, hanno libertà di voto, però non possiamo che prendere atto che questo provvedimento non risolve le problematicità dei nostri imprenditori, è una questione burocratica che dovrebbe risolversi in questi termini.
E’ chiaro che sono favorevole a che i soldi non stiamo fermi e vengano usati, questo è ovvio, però questo diventa un problema per la realtà imprenditoriale che, ripeto, è significativamente importante, perché ci sono più di mille operatori, mille famiglie che vivono di questo settore e non possiamo essere sordi.
Presidente Biancani, so che lei guarda con attenzione a questa cosa, però la invito anche coraggiosamente ad essere protagonista fino in fondo per una risposta che serve agli imprenditori. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Casini.
Anna CASINI. Grazie Presidente. Buongiorno ai ragazzi delle scuole ed ai loro insegnanti.
Per far capire anche ai ragazzi di cosa stiamo parlando; parliamo di burocrazia ed anche delle fonti del diritto, non che io voglia essere esperta in questa materia visto che sono un architetto, però in questo caso siamo nell’Aula assembleare per modificare una norma di legge e la competenza è del Consiglio. C'è poco da dire, è una cosa stabilita a livello costituzionale, una legge, che può essere fatte dal Governo, dal Parlamento oppure dai Consigli regionali, può essere cambiata dallo stesso organismo che l’approva.
Questa legge nel 1997 è stata approvata dal Consiglio regionale che oggi è chiamato a modificarla, anche se la modifica può sembrare, come ha detto bene il Consigliere Bisonni, banale, in realtà non lo è.
Vi do due indicazioni per farvi capire di cosa stiamo parlando. Si ha la possibilità di estrarre del materiale dalle cave, ad esempio la ghiaia, che si tira su con la ruspa, si sciacqua e viene utilizzata per le strade, serve per fare il calcestruzzo, per costruire le abitazioni, i ponti, ha un ampio utilizzo, oppure altri tipi di materiale, che sono i lapidei, quindi le pietre, il travertino, il marmo, ed hanno una complessità diversa rispetto alla ghiaia. In genere per reperire la ghiaia si fa un buco o si tira giù una mezza parete di una collina, le cave sono molto invasive, le pietre invece vanno tagliate, quindi impostare dei cantieri è molto più difficile.
Servono questi materiali? Si, servono. La Regione Marche è virtuosa perché le macerie ad esempio del terremoto, ne avrete sentito parlare, sono state macinate e sono state riutilizzate al posto della ghiaia come materiali inerti. Questo purtroppo non basta, quindi la guerra è sempre tra chi vuole cavare, perché c'è necessità di questi materiali per le costruzioni, pensate all’utilizzo del marmo oppure al travertino, e chi dice che l'ambiente, ed è così, viene compromesso.
A cosa servono questi soldi di cui si parla e perché stiamo prorogando i termini per poterli utilizzare? Le risorse servono a mitigare l'impatto ambientale che l'azione dell'uomo nello scavare ghiaia, piuttosto che materiali lapidei, determina. Quando si scavano dei buchi, se il terreno è pianeggiante, parlo per esempio dei terrazzi alluvionali, poi si possono chiudere interrando altri materiali, invece quando si fanno dei veri e propri tagli alle pareti si discute se è meglio piantumare e nascondere o lasciare in evidenza l’azione antropica.
Tutto questo è sempre da innovare, l'atteggiamento e l'attenzione che abbiamo nei confronti dell'ambiente è da innovare e queste risorse, che versa il richiedente dell'attività estrattiva al Comune, alla Regione, alle Province, a seconda delle competenze, servono per queste funzioni, magari per preparare dei giovani ad aiutare a ridurre l'impatto ambientale.
Credo che sia soltanto una piccola modifica, invece di ottobre c'è marzo, apparentemente banale, in realtà non è così perché questo consente alla Regione, proprio perché c'è la burocrazia di cui si parlava, che esiste ed è vero, non è un'invenzione, di riuscire ad utilizzare queste somme nel migliore dei modi.
Ovviamente voterò a favore di questa proposta di legge.
Sul tema dei quantitativi da escavare c’è un lavoro molto più grande da fare e anche delle scelte più difficili, abbiamo recentemente prorogato la possibilità di escavare per un terzo dei materiali ghiaiosi, mi pare, mi corregga Consigliere Bisonni, la Regione attualmente non è tra le peggiori e non è una cosa negativa prendere da altre regioni, è una scelta da fare.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zura Puntaroni.
Luigi ZURA PUNTARONI. Vorrei ricollegarmi a quella audizione che abbiamo fatto in Commissione, nella quale, al di là della normativa, “come regolarizzo i soldi delle cave”, era emerso che la nostra Regione nel settore dei cavatori rispecchia un po' diciamo il ping pong della sanità. Ad esempio: io sono in deficit con la sanità perché i miei cittadini si vanno a curare fuori, l’ho toccato con mano tre mesi fa in famiglia, mi è caduto il mondo addosso e sono dovuto andare a Milano perché quando si parla di tumori vai dove pensi che ti salvino. La Regione è in deficit anche sul settore delle cave, a caduta siamo in deficit dappertutto, anche sul materiale delle cave perché avete posto mille ostacoli, quindi è chiaro che quello che può lo va a prendere fuori, ma a caduta si è in deficit dappertutto.
C’è una visione organizzativa da suicidio, ma io sono contento se il PD si suicida perché poi vedremo fra cinque anni cosa saranno capaci di fare gli altri, è solo questa la mia analisi, è molto semplice, molto cruda, molto povera.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.
Piero CELANI. Grazie Presidente. La norma di cui stiamo discutendo è abbastanza semplice, però vorrei porre il problema su due aspetti, uno di carattere normativo.
Il relatore maggioranza nello spiegare questa modifica ha parlato di anticipare i versamenti, la relazione che è allegata al provvedimento dice che: la proposta di legge in esame è nata dalla finalità di anticipare la data entro cui i Comuni versano alla Regione il contributo derivante dalle concessioni rilasciate alle imprese. Questa scelta di modificare i termini per i versamenti nasce dall'esigenza che la Regione possa anticipare eventuali progetti di risanamento di queste cave. In realtà mi sembra che sia tutt'altra cosa, cambia poco, di qualche mese, perché l'articolo 17, al comma 1, quello attualmente vigente prevede che entro il 30 settembre di ogni anno le imprese paghino il dovuto relativo al materiale, che è stato prelevato nell'anno precedente, invece la modifica stabilisce entro il 31 gennaio del biennio successivo all'anno di riferimento, quindi, si posticipa di un po’ di mesi, non si anticipa.
La relazione non mi sembra congruente con la legge, leggiamola bene, dice: “la necessità di anticipare i tempi”, ma non è questo, perché oggi il comma 1, dell'articolo 17, della legge 71, prevede che “entro il 30 settembre di ogni anno, a titolo di contributo alle spese necessarie per interventi pubblici ulteriori rispetto al mero recupero dell'area, delle strade d'accesso, una somma commisurata al tipo ed alla quantità di materiale estratto nell'anno precedente”. In pratica entro il 30 settembre 2020 si dovrà versare la somma del materiale estratto nell'anno precedente, nel 2019, non cambia nulla, tre mesi fanno ridere, si sostituisce il 30 settembre di ogni anno con il 31 gennaio del biennio successivo all'anno di riferimento. Se l'anno di riferimento è il 2019, il 31 gennaio nel biennio successivo è il l 31 gennaio 2021, non è il 30 settembre, non è il 31 gennaio di quest'anno. Cerchiamo di fare le cose congruenti tra la relazione, la legge e quello che viene illustrato. Detto questo, il problema non è dei 3 o 4 mesi, però rendiamo congruenti gli atti, perché non mi sembra una cosa giusta per chi legge.
L’aspetto che ha evidenziato il Consigliere Zaffiri è molto importante e noi sulla vicenda dei cavatori dobbiamo stare molto attenti, perché c'è un'economia molto forte, perlomeno nella parte dell'ascolano, sui Sibillini, ma anche nel pesarese. Sapete che il materiale per gli interventi che si stanno facendo sulle scogliere per la tutela della costa viene dalla Croazia e il nostro non viene utilizzato? Se andate nelle cave di travertino dell'acquasantano, e non solo, vedrete cumuli di massi che non possono essere utilizzati perché molto spesso hanno sforato, ad esempio, la quota annuale, oppure perché stranamente i prezzi del materiale che viene dalla Croazia è minore rispetto a quello del posto, anche su questo dobbiamo metterci mano.
Se vogliamo tutelare certe attività e sappiamo benissimo che abbiamo dei materiali eccezionali che vengono esportati in tutto il mondo, dobbiamo farlo fino in fondo, non possiamo stare a guardare col bilancino il 20 o il 30%, anche perché nell'ultima legge, la n. 263, in occasione della seduta del 23 dicembre scorso, abbiamo modificato anche quelle percentuali ed abbiamo aggravato ancora di più questa situazione. I nostri cavatori potranno ancora accumulare migliaia di tonnellate di metri cubi che non saranno utilizzate perché nel frattempo arriveranno le piattaforme dalla Croazia che porteranno il materiale, che poi verrà utilizzato per le scogliere a partire da Gabicce fino arrivare a San Benedetto del Tronto, qualcosa non funziona su questo tema.
L'ambiente va tutelato e noi siamo i primi a farlo, sappiamo benissimo che va fatto, tenuto conto che l'ambiente è anche una risorsa e le risorse devono essere utilizzate a favore dei nostri cavatori, su questo tema stiamo un po’ attenti.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.
Sandro BISONNI. Vorrei fare semplicemente una precisazione, che penso possa essere utile al Consigliere Celani.
L'apparente incongruenza con la relazione non c'è, e le spiego per quale motivo. Quando la legge è stata presentata la volontà era quella di anticipare nello stesso anno i termini del pagamento, poi in Commissione, sentiti gli imprenditori che hanno motivato che a livello contabile, quindi di organizzazione interna, ci sarebbero state delle difficoltà e visto e considerato che né per i Comuni, tanto è vero che hanno dato parere positivo, né per la Regione nulla sarebbe cambiato, anziché anticipare allo stesso anno, si è posticipato di qualche mese.
In realtà quello che a noi interessa è che la Regione invece di ricevere i soldi ad ottobre di ogni anno li riceva a marzo, è questo il tema.
La relazione è rimasta in quella maniera perché era legata alla proposta iniziale e lei dovrebbe sapere, Consigliere, che le relazioni non vengono aggiornate sulla base delle modifiche fatte dalla Commissione, quindi per questo motivo c'è un’apparente incongruenza che dipende dalla conciliazione tra gli operatori del settore, i Comuni e l'amministrazione regionale.
Vorrei sottolineare che, al di là della polemica che è stata lanciata sui materiali, su cui non voglio nemmeno entrare, oggi siamo chiamati a votare questa proposta di legge, a dire se è giusto che la Regione abbia questi soldi prima ogni anno, anziché ad ottobre a marzo, in maniera tale che non vadano a finire in un calderone inutilizzati, ma possano essere impiegati per i ripristini ambientali delle cave dismesse e per le varie progettualità. Su questo siete chiamati a votare non su altro. Ritenete giusto anticipare questa rata in modo tale da impiegare queste somme e riversarle per la protezione e la mitigazione ambientale? Se lo ritenete giusto votatela.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.
Sandro ZAFFIRI. Grazie, Presidente. Credo ci sia bisogno di capire dove siamo. Siamo nel Consiglio regionale, l'organo sovrano della democrazia della Regione Marche, ed evidenziare i problemi che interessano una categoria di imprenditori - un ambito in cui ci sono lavoratori e più di mille persone - non è voler fare polemica. Qualcuno deve andare a lezioni di democrazia, così si rende conto di come stanno effettivamente le cose, probabilmente potrebbe anche comprendere meglio qual è il ruolo istituzionale di quest’Aula.
Ci siamo permessi di sollevare questo problema che è stato evidenziato tramite il Consigliere Bisonni, dalla maggioranza. Si regolarizza un aspetto strettamente amministrativo della Giunta, non si risolve un problema, questa legge non risolve le difficoltà di questo settore. Questo è il dato politico, altro che menare il can per l’aia, il problema di questa categoria, che occupa più di mille lavoratori, è stato sollevato circa quattro anni fa, l’ho ricordato a quest'Aula che è l'organo sovrano del Consiglio regionale. Il problema di questa categoria, è questo, non è una polemica, questa affermazione deve tornare al mittente.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giorgini.
Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Non capisco, quello che dice il Consigliere Zaffiri è giusto perché le problematiche dei cavatori sono enormi, come ben sapete, come ben sa anche il Consigliere Zaffiri.
La crisi che ha colpito il settore delle costruzioni ha coinvolto anche i cavatori, soprattutto quelli che cavano materiale litoide e qui stiamo parlando di una pura, piccola, modifica tecnico-amministrativa.
È chiaro che si può fare anche un discorso più lungo, ma stiamo parlando di una semplice, semplicissima, modifica tecnico-amministrativa, quindi non c'è da discutere molto sulla proposta di legge, se poi vogliamo trattare il problema dei cavatori, ci sarebbe da parlarne tutta la seduta, Consigliere Zaffiri, perché ci sono altre situazioni che io ho già contestato in Commissione, come l'aumento dei volumi di escavo, ma questo sarà un altro atto che probabilmente arriverà in Consiglio nei prossimi mesi. Grazie.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 2. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Celani.
Piero CELANI. Grazie Presidente. Ho votato convintamente a favore degli articoli e voterò favorevolmente anche la legge, insieme al Consigliere Zaffiri. Tra l'altro, questa modifica va a vantaggio dei cavatori perché non anticipa nulla, posticipa, e se la matematica non è un'opinione, ragazzi, la legge attuale dice che entro il 30 settembre di ogni anno i cavatori sono tenuti a pagare ai Comuni quanto stabilito nella convenzione in virtù di quello che hanno estratto, ed entro il 31 ottobre dello stesso anno, il Comune riversa questa somma alla Provincia e alla Regione, rispettivamente il 10% e 50%.
Caro relatore di maggioranza, dobbiamo leggere le carte, innanzitutto le relazioni vanno rese congruenti quando gli atti arrivano in Aula, non viene in Aula una cosa che dice altro, questo non è vero, le relazioni sono congruenti perché sono fatte nel momento in cui vengono licenziate dalla Commissione, quindi, automaticamente, prima di trasmettere gli atti alla Presidenza, vanno riviste e rese congruenti. Se le relazioni dicono una cosa, le leggi devono riportarla. So bene che funziona al contrario, Consigliere Bisonni, ma le due cose si devono rendere congruenti.
Con questa norma posticipiamo al 31 gennaio del biennio successivo, quindi significa che l’anno di riferimento viene spostato di quattro mesi, da settembre passa a gennaio, semplice, quello che è successo è che avete anticipato. In Commissione c'era una proposta che prevedeva il 28 febbraio, poi la data è stata spostata al 31 gennaio, ma del biennio successivo, a me sta benissimo perché diamo un po’ più di respiro ai cavatori che invece di pagare entro il 30 settembre verseranno questo obolo, questa tassa, questa imposta, al 31 gennaio del biennio successivo.
Adesso siamo nel 2020 l'imposta del 2020 quando la pago? Entro il 31 gennaio del biennio successivo, prima invece era il 30 settembre dell'anno dopo, quindi dov’è tutto questo inciampo che è stato creato? L’abbiamo capito molto bene, non è questo il problema perché, va benissimo, diamo 4 mesi di tempo in più ai cavatori per pagare, però nella relazione non si deve scrivere che con questo anticipiamo in modo tale che la Regione possa spendere, perché la Regione avrà le risorse sempre entro 31 ottobre, dato che il comma 8, dell'articolo 17 non è stato modificato: il Comune versa entro il 31 ottobre di ogni anno parte del contributo, come di seguito specificato: 10% alla Provincia, 50% alla Regione, e il discorso è fatto.
E’ una modifica tecnica, va benissimo, rimane però il problema dei cavatori, rimane il problema di rivedere il tutto, di rivedere le problematiche e capire dove mettere il materiale di risulta, che loro non possono più utilizzare perché vendono blocchi precisi per poter fare rivestimenti e altro. Dobbiamo in qualche modo adoperarci affinché i nostri cavatori possano utilizzare lo scarto di cava nel migliore dei modi.
Oggi dobbiamo fare degli interventi e nel bilancio del 2020 è stata prevista una bella somma per la realizzazione delle scogliere a tutela e a protezione dell'erosione delle nostre coste, che i cavatori non vedano venire questo materiale, questo scarto di cava, che poi non è nemmeno un conglomerato molto resistente, molto corrosivo, dalla Croazia o non so da dove, una cosa del genere non è impossibile, quindi rivediamo anche questa situazione. Comunque favorevolissimo alla legge.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Bisonni.
Sandro BISONNI. Vicepresidente Celani devo prendere atto che lei in questi 5 anni è stato un po' distratto. Ho chiesto espressamente alla segretaria di Commissione di aggiornare la relazione e mi è stato riferito che non era possibile farlo, perché la relazione che viene fatta in sede di presentazione della legge è quella e non va modificata.
E’ ulteriormente distratto perché ha detto che il comma 8 della legge non è modificato, mentre all'articolo 1, comma 2, se legge bene, la parola “ottobre” è sostituita dalla parola “marzo”, quindi viene modificato l’articolo ed è proprio il fulcro di tutta la legge ed è quello che mi interessa.
Sono contento se anche i cavatori sono contenti perché non li mettiamo in difficoltà, ma quello che mi interessa è che la Regione con questa modifica prenda i soldi a marzo per cui quello che ha detto lei non è vero. C'è scritto nel comma 2 dell'articolo 1: la Regione con questa modifica prenderà i soldi non più ad ottobre ma a marzo e finalmente potrà utilizzarli, cosa che non è avvenuta per anni. E’ una piccola attenzione.
Voglio anche dire che c'è bisogno di una legge per il semplice fatto che la data è prevista in una norma legislativa, non è un atto amministrativo della Giunta, quindi è un atto che deve fare il Consiglio perché si modifica la legge. Per cambiare una legge occorre una modifica di legge, una proposta di legge, quindi Consigliere Celani le cose non stanno come dice lei.
Proposta di legge n. 317. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Sull’ordine dei lavori
PRESIDENTE. Comunico, come ho già detto ai Capigruppo, che ieri sera è pervenuta un’interrogazione, che non è a risposta immediata, da parte del Consigliere Zaffiri che ha lo stesso oggetto e domande simili alla question time presentata dalla Consigliera Leonardi, a questo punto, anche se formalmente non sono abbinabili, il Presidente Ceriscioli si è detto disponibile a rispondere ad entrambe ed il Consigliere Zaffiri potrà replicare.
Interrogazione n. 930 - a risposta immediata
ad iniziativa della Consigliera Leonardi
“Chiarimenti sulla determina del direttore generale Asur n. 742 del 31 dicembre 2019”
Interrogazione n. 932
ad iniziativa del Consigliere Zaffiri
“Asur Marche - Nuovo assetto organizzativo aziendale”
(abbinate)
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 930 a risposta immediata della Consigliera Leonardi.
Ha la parola, per la risposta, il Presidente Ceriscioli.
Luca CERISCIOLI. Grazie Presidente. La richiesta della Consigliera Leonardi riguarda i criteri di scelta che hanno portato all'emanazione della determina Asur n. 742/2019 e le conseguenze che i suoi effetti avranno sulle strutture ospedaliere e sull'erogazione delle relative prestazioni sanitarie.
Per semplificare subito la seconda parte della risposta, è chiaro che la determina non ha conseguenze sulle strutture ospedaliere e sull’erogazione delle prestazioni sanitarie, quelle non vengono modificate dall’atto.
Le motivazioni riguardano l’applicazione dell'articolo 2, comma 72, della legge n. 191/2009, che prevedeva, entro la fine del 2019, che venissero adeguati il numero di unità operative complesse, unità operative semplici dipartimentali e unità operative semplici ai dettami nazionali.
Di quanto eravamo fuori? Credo che la domanda sia importante perché il numero che girava era 130, ma non corrisponde a nulla. Eravamo fuori di cinque unità operative complesse, che già erano state liberate, nel senso che le cinque unità cancellate non sono occupate da nessuno. Cinque unità operative complesse che nel tempo erano già state … Come si fa in 10 anni a ridurre questi ruoli dentro le strutture sanitarie? Un po’ alla volta, non le ricopri più e questo permette di liberarle, quindi cinque unità che non c’erano già più. Non c’è un primario che domattina non sarà più tale perché viene cancellata l’unità operativa complessa, questo è il meccanismo che ha portato gradualmente sui parametri, quindi cinque unità che non erano ricoperte.
Vengono cancellate trenta unità operative semplici, non ricoperte, quindi vengono meno sulla carta perché nessuno le ricopriva.
Dal 2009 alla fine del 2019, tema di riordino, sono quindici le unità operative semplici dipartimentali, che per rientrare nei numeri andrebbero trasformate in unità operative semplici, quindici figure su ventimila dipendenti della sanità marchigiana perché le unità operative dipartimentali diventano semplici. 15+5+30 fa 50 e di queste 50 le uniche ricoperte sono 15 che diventano dipartimentali semplici.
Mi rendo conto del potere che hanno le persone che lavorano in sanità e di quanto sia difficile riformarla se 15 persone, in un quadro che riporta i numeri dal 2009 ad oggi, a quelli che sono standard nazionali, scatenano un interesse di questa natura. Sindaci che si impiccano, Consiglieri che presentano interrogazioni a risposta immediata - giustamente dico io, almeno mi danno la possibilità di raccontare la realtà per come è - voi capite cosa vuol dire confrontarsi con un soggetto che è in grado in due secondi di scatenare l’idea …, anche il Sindaco di Civitanova è pronto a darsi fuoco in piazza, parliamo di 15 in tutta la regione su 20.000. Il bello è che non è neanche qui, noi in realtà siamo ancora più avanti.
La determina risponde ad un obbligo di legge, che si doveva fare entro il 2019, ma è chiaro che il grosso del lavoro era già stato fatto, parliamo dopo 10 anni di 15 figure. Perché ho usato il condizionale: dovrebbe? Perché la determina stessa sancisce che è stato raggiunto l’obiettivo nazionale, i Lea, quindi la legge è stata rispettata, è di natura programmatoria, prevede il confronto con il sindacato perché non è escluso che su questi numeri, con certi ragionamenti si riesca innanzitutto, e quello è dato per scontato, a garantire i contratti, quindi non perdono un euro, non ci sono tagli, in sanità i tagli non esistono perché quello che non spendo da una parte lo spendo dall’altra, e forse anche la qualifica, quindi c’è un passaggio con il sindacato per vedere questo.
Quando un Sindacato si arrabbia dicendo che 50 figure, che anche se non erano presenti sulla carta sono comunque in meno, non dovrebbe arrabbiarsi con la Regione Marche, sbaglia l’interlocuzione, se noi rispettiamo la legge nazionale e quella prevede numeri di una certa natura e non è d’accordo con quei numeri, non è qui che devi venire a protestare. Sbaglio?
L’adempimento è stato gestito per tempo, sono un numero limitato, c’è un percorso con i sindacati che permetterà di valutare, però questo fatto scatena l’oggetto dove tutti vogliono inzuppare il biscotto.
Questi sono i numeri, credo che con la risposta all’interrogazione degli esseri di buon senso capiscano che è stato un percorso grosso, importante, perché negli anni ha ridotto molte unità operative complesse, dipartimentali e semplici, che è stato gestito con gradualità, l’ultima coda riguarda 15 persone in carne e ossa e i dipartimenti dovrebbero essere trasformati in semplici, con un percorso con il sindacato che oltre tutele contrattuali valuterà anche ulteriori possibilità.
Questo è il lavoro svolto, spero che la risposta abbia ampiamente soddisfatto i richiedenti.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Forse se lo aspetterà, ma mi dispiace deluderla, non mi sento soddisfatta, innanzitutto perché lei ha difeso una modalità che, come l’ha descritta, è stata avviata da tempo, eppure questa determina è arrivata il 31 dicembre di quest'anno ed è operativa nell'immediato.
C'è stata una agitazione, se vogliamo così definirla, da parte di chi opera nella sanità, di chi ha visto da un giorno all'altro trasformare e depotenziare i propri reparti da unità complesse a unità semplici, perdendo quelle autonomie che le unità complesse hanno. L’abbiamo visto in tanti reparti, l'abbiamo visto in tante realtà della regione, l'abbiamo visto con i medici che ci sono venuti, addirittura dal giorno alla notte, a parlare e a lamentare la situazione anche in Commissione sanità.
Presidente, questo percorso condiviso, non mi sembra che fosse così condiviso, se è arrivato da un giorno all'altro, l'ultimo giorno dell'anno ed ha creato questa agitazione. Se fosse stato condiviso con i reparti, se fosse stato condiviso con i territori, probabilmente questa agitazione non ci sarebbe stata, quindi, forse, questa determina doveva passare in qualche modo in sordina, invece, giustamente, ha creato un allarme perché c’è il timore che questa serie di atti vada verso una direzione ben precisa, che è quella di depotenziare lentamente, progressivamente, inesorabilmente la sanità pubblica marchigiana.
Lei nel merito della question time fondamentalmente non mi ha risposto perché io volevo sapere i criteri e perché avete deciso, ad esempio, di depotenziare l'oncologia a Civitanova, l’hospice a San Severino, o l’odontostomatologia chirurgica a Torrette. Qual è il criterio con il quale si è deciso che questo ospedale, che il reparto di questo ospedale, deve diventare struttura semplice e non complessa?
Non basta dire “un adeguamento ai Lea”, come è stata fatta la ripartizione? Come sono state scelte le unità dipartimentali da declassare da complesse a semplici? Questo Presidente non me lo ha detto, sarebbe servito a capire la direzione in cui andate.
La risposta onestamente non c'è e l'invito che viene da tanti, dai territori, dai cittadini, soprattutto dagli operatori sanitari, è quello di bloccare questa determina e di tornare indietro rispetto ad un percorso sul quale lei ci ha dato dei dati. Anche lì, immagino che su queste unità che non sono state coperte in questi anni, avete fatto un percorso tacito, invece di toglierle le avete lasciate, non so a quale scopo, ma a questo punto c'era evidentemente l’ambizione a ricoprirle, la speranza di quei reparti, di quegli ospedali che queste unità venissero ricoperte, mentre sono state tolte la notte del 31 dicembre, avete fatto il regalo dell'ultimo dell'anno alla sanità marchigiana.
Questo progressivo depotenziamento, che state portando avanti, è qualcosa di sbagliatissimo e ve lo stanno dicendo in particolar modo gli operatori, ve lo sta dicendo chi opera nella sanità tutti giorni, ve lo stanno dicendo i Sindaci, ve lo stanno dicendo i cittadini.
Credo che sia assolutamente impercorribile questa decisione e vi invito a tornare indietro e a riformularla, a bloccarne gli effetti, a fermare tutto ed a potenziare dei reparti, invece che a disgregarli, ma vedo che non mi ascoltate neanche.
PRESIDENTE. Ha la parola, per una precisazione, il Presidente Ceriscioli.
Luca CERISCIOLI. Lo dico semplicemente perché ho compreso che non ha neanche capito la risposta, che si può non cogliere. Quando ho detto di natura programmatoria significa che quelle individuazioni vengono sottoposte al percorso con i sindacati che possono dire benissimo, in un quadro condiviso, che l’odontostomatologia è da lasciare, ma bisogna togliere da un’altra parte perché sempre cinque bisogna ridurne. Uno può dire resta l’odontostomatologia ed è meglio cambiare da un’altra parte. Programmatoria e sottoposta al percorso con il sindacato significa esattamente questo, quindi dire oggi perché viene tolta quella …, ho detto che magari potrà rimanere quella anche dopo l’accordo con il sindacato, ma è probabile o possibile che avvenga in un’altra maniera.
Ho ascoltato la sua replica e mi ha chiesto: “Perché viene tolta questa e non mi spiega perché viene tolta?” Forse non verrà tolta, quindi non posso spiegarle una cosa che oggi non ha completato il suo iter, che prevede quel passaggio programmatorio, si sa che bisogna toglierne cinque. L’Asur ha proposto di togliere le cinque scoperte, ma se nell’accordo si dirà; “No, invece di togliere una scoperta togliamo Anna Casini, che è il primario di medicina di Civitanova, toglieremo lei e manterremo l’odontostomatologia di Ancona” questo è possibile, quindi non posso darle la spiegazione di una cosa che ancora non è avvenuta. E’ solo per chiarire.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Zaffiri.
Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Presidente, probabilmente, giustamente dico io, l’hanno informata i suoi dirigenti e le hanno dato questa versione, che personalmente l’ho ascoltata dai dirigenti che magari hanno operato in questo settore.
Ho voluto portare in Consiglio questa discussione perché effettivamente la struttura ed oggi la politica, perché lei ha parlato da Assessore, hanno dato una risposta che purtroppo non risponde al vero.
Prima di tutto, questo è certo, la determina non è stata concordata con le organizzazioni sindacali, sono state convocate a posteriori, dopo che il provvedimento era stato fatto. Ieri c'era la convocazione dal dirigente generale dell’Anao, che non è un sindacato che fa riferimento alla nostra area, per capirci, non ha partecipato alla riunione e ha manifestato il netto dissenso.
Nell'allegato della determina n. 742 non è vero che non succede niente, sono state ripesate determinate posizioni e su quelle posizioni ci sono contratti individuali di lavoratori, che magari da 25 anni hanno sviluppato sul territorio un servizio, un’organizzazione, un’attività, una presenza verso i malati. La determina modifica, non è vero che tutto non rimane così ed i lavoratori a cui oggi scade il contratto e che hanno svolto questa attività per vent'anni sul territorio, non hanno la certezza matematica che potranno riavere il contratto perché sono state ripesate delle posizioni. Questo è il problema.
Chi ha fatto questo provvedimento, se era un atto di buonsenso, come io dico tante volte, doveva chiamare le organizzazioni sindacali e non fare il provvedimento il 31 dicembre. Quando i provvedimenti vengono fatti il 14 agosto, il 24 dicembre o il 31 dicembre, le cose puzzano di bruciato e su questo non potete smentirmi. Assessore Casini, ci scommetto quello che vuole, non è così, è come dico io.
Credo che il problema, Presidente o Assessore, non sia tanto su quello che è stato fatto, ma su come è stato fatto, perché voi avete giocato con le persone che hanno portato avanti la sanità nei territori, nei reparti, nelle strutture locali, con impegno personale e le avete cancellate in un attimo, avete tolto loro la dignità di lavorare per un servizio per la comunità.
Questo è un problema che ricade anche su Torrette, l’odontostomatologia prima era un’unità un po' più complessa, che dava delle risposte a persone meno fortunate di noi, adesso con la nuova determina queste persone non troveranno la risposta e lei sa che la lista di attesa per loro, che usufruiscono di questa struttura, è lunghissima, adesso queste persone meno fortunate di noi saranno addirittura costrette ad andare fuori dalla regione Marche.
Ecco perché ho parlato di una valutazione di buonsenso, adesso lei dice: “Forse si, la ripristineremo”, forse, ma adesso? Perché avverrà dopo? Quando, come dice lei, si è sollevato il problema? Voi dovevate essere capaci di non far sollevare il problema, perché qualcuno prende profumati soldi da dirigente, c'è la politica di mezzo e allora credo che la politica debba essere informata, ed io spero che lo sia stata, di questa determina che veniva fatta il 31 dicembre. Se la politica era a conoscenza che la determina sarebbe stata fatta è politicamente grave perché un minimo di buonsenso la politica lo deve mettere in campo, chiedendo se erano state fatte tutte le verifiche, se erano stati convocati i sindacati, se c’era il consenso o no visto che andava ad intaccare sul territorio determinate situazioni.
I Sindaci si preoccupano, e lei non ascolta perché non gliene importa, e se risiedono in zone disagiate si modificano le condizioni di quelle strutture, possono diminuire anche le prestazioni dei servizi sul territorio, scatenando dei fenomeni difficili da gestire.
Questi sono i fatti, non è che qui qualcuno chiede spiegazioni, no, chiede delle informazioni, chiede perché è avvenuta questa cosa a fine anno creando dei problemi a delle persone, che non sono 15, perché sono venuti solo 15 ad una riunione fatta in Commissione senza formalità. Il problema è molto più ampio perché la determina n. 742 e il suo allegato vanno a modificare tutta la struttura, questo è il vero problema, e chi magari ha svolto per 25 anni un servizio a Camerino o a Tolentino, domani mattina si trova a Macerata e non può svolgere lo stesso servizio rispetto a quei 600 pazienti magari oncologici che non può più curare. Questo è successo, ci sono delle professionalità e dei medici che hanno operato per anni sul territorio e voi cosa fate? Con molte probabilità quel contratto non verrà rinnovato, perché si rinnova a mister X.
Presidenza del Vicepresidente
Piero Celani
Interrogazione n. 931 - a risposta immediata
ad iniziativa dei Consiglieri Giancarli, Rapa
“Ripristino della piena funzionalità dell’impianto termico dei locali del Centro per l’Impiego di Jesi”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 931 - a risposa immediata - dei Consiglieri Giancarli, Rapa.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Grazie Presidente. Con questa interrogazione si chiede se al cantiere per il ripristino urgente del pieno funzionamento dell'impianto termico verrà dato seguito con interventi di carattere straordinario per restituire alle strutture del centro per l'impiego di Jesi funzionalità, decoro e dignità.
L'immobile relativo al Centro per l'impiego, sito a Jesi in Viale del Lavoro, già di proprietà della Regione Marche, ma gestito dalla Provincia fino al passaggio di competenze, è pervenuto definitivamente alla Regione a seguito del trasferimento delle funzioni in materia di lavoro e formazione professionale.
Tale immobile pertanto, relativamente alla parte impiantistica (impianto termico, elettrico e idrico-sanitario) è stato preso in carico dalla Regione nell'ambito della Convenzione Consip "SIE3" (Servizio integrato energia per le pubbliche amministrazioni) con attivazione dall'1 gennaio 2018.
In merito ai disagi conseguenti al malfunzionamento dell'impianto termico del Centro per l'impiego di Jesi, si riferisce che la Regione tramite la Ditta Antas (affidataria del Contratto Energia sopra richiamato) è intervenuta con la massima sollecitudine e tempestività non appena venuta a conoscenza dei disagi verificatisi, non avendo avuto in precedenza alcuna specifica segnalazione.
Si evidenzia che la porzione del complesso, in cui tali disagi si sono verificati, corrisponde ad un corpo di fabbrica di notevole altezza (circa 6 metri), quindi di notevole volumetria, dotato di un impianto a pavimento e di un impianto a ventilconvettori il cui funzionamento integrato consente di raggiungere condizioni termiche idonee.
Si precisa che per tale immobile è previsto un intervento di "efficientamento energetico" da parte della ditta Antas (nell'ambito del contratto in essere), già programmato e da attuarsi dopo la fine dell'attuale stagione termica (cioè dopo il 15 aprile 2020), consistente nella sostituzione dei generatori di calore esistenti.
Con questo è tutto, spero di essere stato sufficientemente esaustivo con la risposta che mi ha preparato l’ufficio competente.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Giancarli.
Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente. Grazie Assessore, non soltanto per quanto ha detto, ma per la disponibilità con cui si è posto.
Questo è un luogo importante nella storia del mondo del lavoro di Jesi, della Valle Esina, della provincia di Ancona, un luogo in cui negli anni si sono formate tante persone, quei tecnici, quegli operai, che hanno rappresentato un know-how significativo per la crescita imprenditoriale della provincia di Ancona e non soltanto, poi ci sono state tutte le trasformazioni, anche di carattere legislativo, che l'Assessore Cesetti conosce bene per aver fatto il Presidente della Provincia.
Ringrazio anche il Consigliere Rapa, lo ringrazio sia come Consigliere che come socialista, perché ha firmato con me questa interrogazione, che non voleva e non vuole - Assessore, le chiedo anche un'attenzione per il futuro, perché credo che noi dobbiamo guardare sempre avanti, lei lo fa - soltanto sottolineare il disagio che c’è stato e che nella risposta è stato rappresentato perché quando parlo di dignità non mi riferisco soltanto all'efficienza, alla funzionalità, ma al fatto che se un dipendente pubblico è costretto a esercitare le proprie funzioni magari vestito pesantemente, il cittadino che arriva da fuori, altrettanto vestito pesantemente, non dà quella giusta attenzione che magari un luogo come questo richiede.
Al di là del disagio, ripeto, che è stato sottolineato anche nella risposta, l'interrogazione ha questo significato profondo, mi permetto di dire, la verità vera dell'interrogazione è quella di dire non soltanto che gli impianti tecnici e la parte impiantistica va sistemata, ma che c'è la necessità di una sistemazione di quegli edifici proprio perché erano laboratori ed hanno rappresentato e rappresentano ancora tanto per il futuro dell'economia e per la formazione delle persone. Interventi di carattere strutturale, di sistemazione esterna, Assessore al bilancio lei è uno che capisce subito, non devo dire di più, veda un attimo e facciamo interventi immediati, come diceva lei, anche per il futuro perché si possa restituire la piena funzionalità a questo luogo importante, un luogo del lavoro, della formazione, dell'istruzione, un luogo dove sono avvenute anche battaglie per la democrazia nel mondo del lavoro.
Interrogazione n. 851
ad iniziativa del Consigliere Giancarli
“Distribuzione giornali in alcuni comuni del cratere sismico”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 851 del Consigliere Giancarli.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Sciapichetti.
Angelo SCIAPICHETTI. Grazie Presidente. L’argomento della distribuzione dei giornali e riviste in generale e in particolare quello relativo alla mancata distribuzione in alcuni comuni del cratere è un tema che questa Regione ed in particolare questo Assessorato sta affrontando da tempo portandolo all'attenzione nazionale.
La Giunta ha la consapevolezza che i distributori di fatto gestiscono la distribuzione di giornali e riviste in rapporti esclusivamente di tipo privatistico/commerciale tendenti alla sola remunerazione senza considerare minimante il diritto all'informazione, la libertà alla crescita culturale, e in detti rapporti privatistici difficilmente un ente pubblico può intervenire.
Le disposizioni sulla distribuzione e sulla libertà di stabilimento e di concorrenza fanno capo alle materie di spettanza dello Stato. Infatti con il decreto legge 50/2017 articolo 64 bis è stato di fatto riformato e liberalizzato il settore della distribuzione dei giornali e riviste, anche grazie al lavoro fatto dalla Commissione attività produttiva, coordinata dalla Regione Marche.
I distributori gestiscono la distribuzione e decidono se ed a chi fornire i giornali e le riviste da vendere: in pratica decidono in modo se vogliamo monopolistico se rifornire o meno i punti vendita in base agli eventuali guadagni.
La Regione Marche in qualità di Regione coordinatrice ha molte volte sollecitato il Ministero sia dal punto di vista tecnico che politico perché si potesse addivenire all'intesa prevista nella citata legge finalizzata a stabilire le modalità ed i criteri in seno alla Conferenza Unificata ed affrontare in modo sinergico il tema della distribuzione dei giornali e riviste, soprattutto nelle zone montane o con problemi reali (vedasi territorio del sisma).
A seguito dell'ultima richiesta nel mese di novembre questo Assessorato ha incontrato il Sottosegretario del Ministero sviluppo economico con il quale si è concordato la predisposizione di un documento, che tra l'altro doveva evidenziare le criticità relative al settore dell’editoria.
Su proposta della Regione Marche, coordinatrice della Commissione attività produttiva, la Conferenza delle Regioni ha approvato un documento inviato al Ministro dello sviluppo economico e finalizzato all'apertura di un tavolo tecnico e politico e sarà cura di questo Assessorato affrontare prioritariamente i temi delle intese relative all’editoria. In attesa della risposta del Ministro competente ho già invitato ad attivarsi perché entro il mese di gennaio si possa iniziare quel percorso che possa portare a predisporre un documento da condividere in sede di Conferenza unificata.
Per quanto riguarda la garanzia di una compartecipazione con risorse finanziarie proprie della Regione si sta valutando detta possibilità dal punto di vista del bilancio regionale, i cui fondi potrebbero essere ricavati dal fondo a disposizione del settore del commercio, ma è necessario fare una valutazione tecnica con gli uffici del bilancio affinché una misura del genere non violi le norme sulla libertà di concorrenza.
Questa è la risposta ufficiale, voglio aggiungere che personalmente mi sono interessato della questione diverse volte, da due anni e mezzo a questa parte, da quando si è verificato il problema.
La questione è relativa al concessionario con il quale ci sono stati più incontri informali e ufficiali e il concessionario in ogni occasione ha escluso categoricamente la possibilità di portare in alcuni dei Comuni colpiti dal sisma i giornali, per una questione prettamente economica.
Abbiamo interessato nel precedente Governo il Sottosegretario quando aveva anche la delega all’editoria, la situazione però ad oggi non è stata risolta. Penso che sia un fatto grave da parte del concessionario non voler dare un segnale e penso che comunque il problema debba essere risolto anche dal punto di vista regionale se tutti i tentativi esperiti dovessero andare falliti.
Bisogna aspettare questa interlocuzione, avevamo detto che l’avremmo portata nella Conferenza Stato-Regioni, l’abbiamo fatto, ne abbiamo parlato con il Ministro, ne abbiamo parlato all’epoca con il Sottosegretario all’editoria, ne abbiamo parlato anche con il Presidente del Consiglio, ma ad oggi la soluzione non c’è perché il problema è prettamente economico ed il gestore, che non è un marchigiano, è abruzzese, per le Marche vuole assolutamente essere remunerato perché ritiene non conveniente portare i giornali in quelle zone.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Giancarli.
Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente. L’Assessore Sciapichetti sa che lo considero una santa persona, quindi, anche se la risposta non fosse stata esaustiva, l’avrei comunque ringraziato. Però voglio essere molto chiaro, entrare nel merito e, come ho detto prima all’Assessore Cesetti, la verità vera, quella profonda, il nostro approccio gramsciano, ci porta a dire perché facciamo un'interrogazione su un tema come questo. Qui le verità sono molte, prima, è un'area colpita dal sisma e quindi debbono essere prestate tutte le attenzioni, seconda, è che ho raccolto la voce importante del sindacato dei giornalisti, legata alla libertà di informazione, terza, penso che la carta stampata vada salvata. Rispetto a tutte queste ragioni, Assessore, mi permetto di fare un esempio, con molta modestia e con altrettanta umiltà, da ragazzo sono stato Sindaco per una decina d'anni in un Comune dell'entroterra anconetano collinare e montano e i giornali arrivavano con un pullman che veniva da Senigallia, con la linea delle 9,00, ci sembrava un po’ tardi, ci siamo messi d'accordo con l'edicolante, con il distributore, con il Comune, mettendo a disposizione anche delle risorse ed è iniziato un percorso autonomo e i giornali arrivavano alle 6,45/7,00.
Credo che nelle realtà particolari lodevole è l'impegno portato dalla Regione Marche in sede di Conferenza Stato-Regioni, però credo che vada valutato quanto costa, a quanto ammonta la spesa per portare i giornali in quei 3 o 4 Comuni? 10.000 euro l’anno? Ecco discutiamo su chi in qualche modo deve partecipare, capisco, ma poi non capisco perché le situazioni sono particolari, c'è un problema più generale delle edicole, qui parliamo di una specificità, di una particolarità, e le edicole hanno rappresentato e rappresentano, purtroppo sono molte quelle che hanno cessato l'attività, come il giornalaio, ma per tanto tempo sono state un punto di riferimento, c’è un'identità attorno all'edicola, perché no, l'identità di un quartiere, di un paese, se è un paese piccolo, l'identità anche delle grandi città, o comunque di una parte della città, una parte significativa di un municipio, di un quartiere, e così via, a mio avviso sono anche un luogo della socialità.
C'è un ragionamento più generale che va fatto rispetto al mantenimento delle edicole, ma in questo caso mi permetto di chiedere - ripeto, mi scuso anche per la proposta, so che come Consigliere ho capacità di iniziativa legislativa, ma non voglio che questa possa essere presa come un'ingerenza nei confronti degli Assessori, o della Giunta, o di nessuno - in modo molto concreto, quanto costa portare in questi 3, 4 Comuni i giornali. Chiamiamo il distributore, facciamo un'intesa, la facciamo alla luce del sole e credo che non ci sia organo di controllo che tenga, perché quello che conta è il diritto all'informazione, è il diritto ad avere un giornale ovunque e in tutto il territorio marchigiano.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Sciapichetti.
Angelo SCIAPICHETTI. Condivido la proposta del Consigliere Giancarli, tanto è vero che stiamo lavorando in questi giorni proprio intorno a questa soluzione.
Vorrei precisare che qui non si discute perché parliamo di Comuni colpiti dal terremoto, quindi, hanno una loro particolarità e specificità.
Il gestore in uno degli ultimi incontri che ho avuto abbastanza burrascoso, mi ha preannunciato, proprio perché c'è una crisi enorme che riguarda l'editoria … venendo qui stamattina ho sentito in radio che ci sono interi quartieri di Milano in cui stanno chiudendo le edicole perché non c’è più remunerabilità a causa del crollo delle vendite dei giornali e ci sono interi quartieri, molto periferici rispetto alla città di Milano, che ne sono interessati.
Il gestore mi ha già preannunciato che il tema ce lo dovremmo porre tra qualche mese non per i Comuni terremotati, che ripeto ha un senso, su cui stiamo lavorando nella direzione suggerita dal Consigliere Giancarli perché altre soluzioni non se ne vedono, ma per tutte le aree interne, perché la consegna nei Comuni delle aree interne non verrà fatta più, dato che non è remunerativa. Quindi avremo un problema nei prossimi mesi abbastanza stringente.
Intanto, per le zone terremotate credo che questa questione vada affrontata così come lei stesso ha detto. Grazie.
Interrogazione n. 870
ad iniziativa del Consigliere Biancani
“Mancato rinnovo della Carta Tutto Treno Marche per i Treni Frecciabianca, Intercity e Frecciargento”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 870 del Consigliere Biancani.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Sciapichetti.
Angelo SCIAPICHETTI. Grazie Presidente. A seguito delle ben note problematiche originate dalla sostituzione di alcuni treni Frecciabianca con treni del segmento Frecciargento - già oggetto, peraltro, delle precedenti interrogazioni nn. 782 e 841 - la struttura regionale competente e poi direttamente anche l'Assessorato ai trasporti, nei mesi scorsi, hanno contattato più volte, sia verbalmente che per le vie ufficiali, le competenti strutture di Trenitalia per avere informazioni sul processo di sostituzione dei treni e soprattutto rassicurazioni e garanzie circa la validità dei titoli di viaggio acquistati dagli utenti.
L’accordo sottoscritto dalla Regione con Trenitalia, al pari degli analoghi accordi siglati da altre Regioni italiane, riguarda i soli servizi Intercity e Frecciabianca; tuttavia, dall'introduzione dei treni Frecciargento, gli abbonati titolari di Carta Tutto Treno Marche hanno avuto ed hanno tuttora accesso a tali ultimi treni con la formula "temporaneamente e fino a nuovo avviso".
L’Assessorato ai trasporti, con nota del 30 ottobre ultimo scorso, estesa per conoscenza anche alle altre Regioni interessate, ha ritenuto di sollecitare l'interessamento del Ministero alle infrastrutture ed ai trasporti, affinché Trenitalia adotti quantomeno tempistiche più lunghe per la definitiva soppressione della Carta Tutto Treno tali da consentire una gradualità del processo di eliminazione ed ha inoltre proposto la costituzione di un tavolo tecnico nazionale per verificare ogni aspetto relativo alla questione.
In ogni caso la P.F. regionale competente ha già chiesto le risorse occorrenti a finanziare l'eventuale rinnovo della convenzione, previo rilascio della Carta Tutto Treno per l'anno 2020 e a tal fine sta interloquendo per le vie brevi con la Divisione Passeggeri di Trenitalia anche per definire le modalità di prosecuzione del titolo agevolato dopo la scadenza dell’accordo in essere.
Questa è la risposta ufficiale, voglio aggiungere che in base a quell'incontro che noi abbiamo chiesto ad agosto con Trenitalia e in base ad un coordinamento che abbiamo assunto come Regione Marche tra tutte le Regioni interessate alla Carta Tutto Treno, la politica di Trenitalia che inizialmente era volta a superare la Carta Tutto Treno è stata rivista e credo che da qui alle prossime settimane ...
La convenzione scade il 31 gennaio 2020 e ho buoni motivi per sperare che Trenitalia sia definitivamente ritornata sulla questione dell’abolizione della Carta, non nelle Marche ma in tutte le Regioni interessate, e si possa continuare.
Nel frattempo abbiamo messo a bilancio le risorse necessarie che servono per continuare, quindi stiamo lavorando, discutendo e ci stiamo anche incontrando, anche dopo il 31 gennaio, però di questo ad oggi non si ha certezza perché Trenitalia ufficialmente non si è espressa, però dalle notizie in mio possesso posso affermare che c'è la disponibilità di Trenitalia a proseguire almeno per qualche mese. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Biancani.
Andrea BIANCANI. Grazie Presidente. Grazie Assessore per la risposta e anche per l'impegno che ha messo in questi ultimi mesi per cercare di risolvere questa vicenda.
In effetti la Regione Marche è quella che si è attivata di più, lo possiamo dire, rispetto anche ad altre che avevano questo tipo di accordo. Insieme all'Assessore si è cercato di mettere in piedi un tavolo a livello nazionale, che è stato attivato, ed io sono fiducioso che si riesca a trovare una soluzione rispetto alla possibilità di prorogare di qualche mese, che già sarebbe una buona soluzione, perché sarebbe importante almeno riuscire a chiudere l’intero anno 2020 in maniera tale da avere più tempo per potersi confrontare.
Come Regione Marche stiamo facendo un lavoro importantissimo per promuovere la mobilità sostenibile e fare in modo che le persone raggiungano il luogo di lavoro non in macchina, e quindi con mezzo proprio, ma utilizzando il mezzo pubblico. Il treno per i collegamenti di questo tipo è il mezzo ideale, perché consente di raggiungere distanze considerevoli in tempi rapidi, quindi faccio un plauso all'Assessore e ovviamente starò sempre dietro a questo tipo di problema, sapendo che nel nostro territorio regionale sono migliaia le persone che si muovono quotidianamente sia lungo la costa adriatica, a livello regionale, che per andare nelle regioni confinanti.
Grazie per la risposta e resto fiducioso che si possa trovare una soluzione non provvisoria, ma definitiva.
Interrogazione n. 879
ad iniziativa della Consigliera Leonardi
“Attivazione dell’istituto del comando di dirigente dipendente di Ente pubblico economico”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 879 della Consigliera Leonardi.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Grazie Presidente. L’interrogazione in oggetto concerne l’attivazione dell'istituto del comando di dirigente dipendente di ente pubblico economico.
Sulla base di quanto comunicato dall'allora dirigente della P.F. difesa del suolo e autorità di bacino, prot. n. 0674725 del 28 settembre 2016, si chiarisce che:
- l'Autorità di bacino interregionale del Tronto (ora soppressa) fu istituita, in attuazione dell'articolo 15 della legge 183/89, con legge regionale della Regione Marche n. 48 del 1997, con legge regionale della Regione Abruzzo n. 59 del 1997 e con legge regionale della Regione Lazio n. 20 del 1998;
- l'organizzazione ed il funzionamento dell'Autorità erano altresì disciplinati dai protocolli di intesa interregionali approvati dal Consiglio regionale della Regione Marche con deliberazione n. 49 del 15 ottobre 1991, dalla Regione Abruzzo e dalla Regione Lazio con deliberazione dei propri Consiglieri regionali;
- l'Autorità di bacino Interregionale del Tronto non aveva personalità giuridica né, conseguentemente, la facoltà di avere e gestire dal punto di vista contabile un proprio bilancio;
- tuttavia, per espressa previsione normativa il suo organo di indirizzo politico (il Comitato istituzionale) adottava annualmente con propria deliberazione la stima del fabbisogno finanziario necessario per l'esercizio delle proprie funzioni istituzionali e per le spese di funzionamento della stessa Autorità, comprensive degli oneri corrispondenti alle unità di personale, ulteriori ai dipendenti regionali ad essa assegnati, da utilizzare nell'ambito della dotazione organica deliberata dall'Autorità;
- l'atto di determinazione del fabbisogno dell'Autorità veniva poi sottoposto alle tre Giunte regionali per l'inserimento, nel bilancio regionale di previsione per l'anno successivo, di uno specifico capitolo di spesa ovvero, nel capitolo istituito per lo stanziamento delle somme corrispondenti al fabbisogno deliberato dal Comitato Istituzionale dell'Autorità. Approvato il bilancio regionale, l'Autorità poteva assumere le obbligazioni pecuniarie ivi previste. Mi coglie l’obbligo di evidenziare a margine che questa se vogliamo è la dimostrazione di quanto in questo Paese ci si appassioni alla farraginosità delle norme, alla loro sovrapposizione, alla confusione più disparata;
- il Segretario generale dell'Autorità Interregionale del Tronto gestiva in maniera autonoma la destinazione delle risorse stanziate, dando le dovute disposizioni amministrative/contabili alla struttura regionale cui, ai soli fini di gestione contabile, il capitolo era formalmente assegnato;
- la P.F. difesa del suolo e autorità di bacino (assegnataria del capitolo), eseguiva quanto disposto dall'Autorità Interregionale del Tronto, senza entrare nel merito della determinazione del budget annuale e della natura delle relative spese programmate ed effettuate dalla stessa Autorità; questa infatti gestiva in piena autonomia il riparto delle somme destinate dal bilancio regionale a coprire il proprio fabbisogno nel rispetto delle vigenti normative statali e regionali.
Premesso quanto sopra si risponde all'interrogazione proposta.
L'interrogante dopo un ampio excursus sulle vicende costitutive e modificative del Consorzio di Bonifica dell'Aso - Tenna e Tronto, poi confluito nel Consorzio di Bonifica per le Marche di cui alla legge regionale 17 giugno 2013 n. 13, e dell'Autorità di Bacino interregionale del Fiume Tronto, pone l'attenzione sulle vicende lavorative di un dirigente tecnico che dal Consorzio di Bonifica dell'Aso - Tenna e Tronto viene comandato alla suddetta Autorità di Bacino con decorrenza dal 1 gennaio 2006.
Tale forma di prestazione lavorativa in comando presso un diverso ente, rispetto a quello presso cui tale unità dirigenziale era incardinata, è continuata fino al 31 dicembre 2015.
L'interrogante si chiede se siano legittimi gli atti posti in essere nella vicenda sopra descritta sia con riferimento al DPR n. 3/1957 e sia con riferimento alla delibera di Giunta regionale n. 690 del 6 giugno 2005, atto di indirizzo per il contenimento delle spese. Si chiede altresì se il comando sia possibile con riferimento ad un dipende di un ente pubblico economico e con quale atto sia stato attivato. Stiamo parlando di questioni quasi del tutto antecedenti al nostro impegno, questo per dire che c’è stata anche un po’ di difficoltà a ricostruire tutta questa vicenda.
Con riferimento a tali rilievi si fa notare che l'articolo 56 del DPR 3 del 1957 (T.U. Impiegati civili dello Stato) prevede che il comando tra pubbliche amministrazioni possa essere fatto per un tempo determinato, e in via eccezionale, per riconosciute esigenze di servizio. Le condizioni in cui si è trovata ad operare l'Autorità di Bacino Interregionale del Tronto all'epoca dei fatti hanno indotto a ritenere sussistenti tali condizioni e quindi a legittimare il comando. Tali circostanze hanno anche legittimato il superamento dei criteri di contenimento della spesa della delibera di Giunta regionale 690, che rimane comunque un atto interno alla Regione e come tale derogabile dagli stessi organi che l'hanno adottata.
Pur riconoscendo la disciplina privatistica applicabile ai dipendenti degli enti pubblici economici, la stessa non è di ostacolo ad interscambi temporanei da e verso le pubbliche amministrazioni, come chiaramente si deduce dal combinato disposto degli articoli 19 e 23 bis del D.Lgs 165/2001, in modo particolare per le figure dirigenziali.
Nel caso di specie il comando è stato attivato con specifico atto dell'Autorità di Bacino del Tronto, come dallo stesso interrogante evidenziato. In particolare è stato il Comitato Istituzionale dell'Autorità di Bacino del Tronto a disporre l'avvio del comando dalla predetta data del 1 gennaio 2006, con oneri a carico dei propri stanziamenti di bilancio, il cui finanziamento veniva assicurato da specifici stanziamenti del bilancio regionale, lo abbiamo ripercorso pocanzi il meccanismo. La gestione finanziaria del rapporto coinvolgeva il Servizio personale della Regione Marche, cui annualmente venivano assegnate, con apposita variazione di bilancio ed ai soli fini di gestione contabile ed amministrativa, le risorse necessarie al rimborso al Consorzio del trattamento economico percepito dal suddetto dipendente comandato. Nell'anno 2015 l'Autorità di Bacino del Tronto ha continuato ad usufruire dell'utilizzo del dirigente comandato dal Consorzio di Bonifica; tuttavia, venuto meno lo stanziamento nel bilancio regionale, e determinatasi quindi l'impossibilità di dare copertura a detta spesa, l'Autorità non ha provveduto a garantire le risorse necessarie al Servizio personale per rimborsare al Consorzio di bonifica lo stipendio per il periodo considerato, coincidente con l'ultimo anno di servizio dello stesso dirigente, poi collocato a riposo.
Questa mancanza di risorse ha impedito fino ad ora di rimborsare al Consorzio la spesa relativa al 2015, pur nell'esistenza di una nota dello stesso Servizio personale che autorizzava la ulteriore proroga del comando fino al 31 dicembre 2015. Nell'anno 2019 il Servizio risorse umane della Regione, a fronte delle pressanti e legittime richieste del Consorzio di Bonifica, ha richiesto apposita variazione di bilancio al competente Servizio al fine di saldare la pendenza relativa all'anno 2015, evitando un inutile contenzioso con il Consorzio. Tale somma non è stata tuttavia ancora liquidata, ma immagino che avverrà.
Alla specifica richiesta dell'interrogante circa la partecipazione delle Regioni Lazio e Abruzzo alla spesa di cui trattasi va data risposta in coerenza con quanto sopra premesso, in relazione al fatto che era l'Autorità di Bacino a rimborsare al Servizio risorse umane della Regione Marche le somme da restituire al Consorzio di Bonifica per il comando del dirigente in questione. Pertanto detta Autorità attingeva alle risorse che le tre Regioni che avevano proceduto alla sua costituzione annualmente gli assicuravano.
La verifica degli apporti al bilancio dell'Autorità di Bacino da parte dei tre enti andrebbe fatta con accesso documentale ai predetti documenti che non sono noti allo scrivente, al dirigente che ha predisposto la risposta.
Quanto alla legittimità delle proroghe per circa un decennio di tale comando si è risposto in precedenza. Le stesse proroghe, seppure straordinarie e al di fuori delle comuni regole di organizzazione, probabilmente rispondevano ad esigenze eccezionali dell'Autorità di Bacino Interregionale del Tronto a cui non poteva altrimenti sopperirsi.
Il costo totale sostenuto dalla Regione Marche per i 10 anni del suddetto comando ammonta a circa 760.000 euro.
Riguardo alla considerazione che dalla vicenda sia derivato un danno alla Regione si fa notare che ad un utilizzo di personale - richiesto con continuità dal Segretario Generale su mandato diretto dell'organo di indirizzo politico (il Comitato Istituzionale) dell'Autorità di Bacino Interregionale del Tronto - per le attività di istituto dello stesso ente, è corrisposta una perdita di una unità forza lavoro dirigenziale da parte del Consorzio di Bonifica, quindi appare del tutto legittimo il rimborso della spesa.
Per altro verso, se l'Autorità di Bacino Interregionale del Tronto ha così insistito su tale utilizzo è da presumere che ve ne fosse reale necessità e quindi non si ipotizza alcun danno erariale a fronte di uno scambio di prestazioni con carattere di corrispettività tra la stessa Autorità di Bacino e il Consorzio di Bonifica, così come analoga corrispettività si sarebbe avuta se si fosse utilizzato altro dirigente (pubblico o privato) individuato dall'organo politico di quell'Autorità.
Le consegno la risposta, Consigliera Leonardi, spero che voglia apprezzare lo sforzo che ho dovuto fare senza alcuna passione per rispondere a questa interrogazione.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Assessore, per carità, apprezzo lo sforzo di ricostruire una vicenda di alcuni anni fa, stessa ricostruzione che ho dovuto fare io nel predisporre l'interrogazione.
Non posso dirmi soddisfatta di una vicenda che direi quasi paradossale, noi abbiamo una normativa nazionale, una normativa pubblica, il D.P.R. del 1957, che disciplina l'istituto del comando solo per le pubbliche amministrazioni e per il pubblico impiego e non risulta applicabile agli enti pubblici economici, come i consorzi di bonifica.
Abbiamo poi la delibera, che anche lei ha citato, della Giunta regionale del 2005, prima di questo percorso di continue proroghe, prima che il comando venisse messo in essere, che vieta sia le assunzioni che l'attivazione di comandi al fine del contenimento della spesa. Poi abbiamo forse la cosa più assurda, poi leggerò bene la lunga risposta che ha letto, non abbiamo una delibera, non abbiamo un atto della Regione, ma abbiamo una richiesta che tutti gli anni faceva il Consorzio per il dipendente. La Regione cosa ha fatto? Non ha detto si, il comando per questo dipendente serve, ha meravigliose e straordinarie qualità che solo lui possiede per cui per 10 anni faccio una proroga per 700.000 euro. Quanto ha detto che ci è costato in soldi della Regione? Una proroga che, per quanto mi riguarda e non mi sembra dalla risposta che ha letto, era motivata o rientrava nei parametri di legge, tutt'altro. La Regione cosa ha fatto? Si è limitata a mettere un capitolo di bilancio per coprire la spesa, ma non giustifica, non motiva, non fa un atto che certifica la necessità di pagare una persona, un dirigente, quindi, profumatamente.
Anche lei ha detto che ci sono evidentemente da parte del Consorzio questi motivi per bypassare la normativa, ma se al Consorzio ha fatto comodo per 10 anni pagare questa persona profumatamente, fino all'accompagnamento alla pensione, alla Regione ed ai soldi pubblici faceva comodo? Perché nessuno si è assunto la responsabilità di dire questo comando serve alla Regione, che è quella che lo paga e lo paga superando, bypassando, facendo un'eccezione alla normativa vigente? Normativa nazionale e normativa regionale.
Devo dire che non sono assolutamente soddisfatta di questa risposta, erano molti quesiti, ma mi sembra che non ci sia nessun tipo di risposta esaustiva, perché evidentemente è stata fatta, per quanto mi riguarda, palesemente una forzatura, le risposte che mi ha fornito, Assessore, mi sembra che vadano purtroppo nella direzione della segnalazione che mi era stata fatta e della verifica documentale che manca, o che è comunque in contraddizione rispetto alle normative nazionali.
Sulla legittimità anche di questa operazione mi restano fortissimi dubbi e non mi sembra che siano stati fugati, dubbi sulla legittimità di quanto è stato fatto per 10 anni con i soldi della Regione Marche.
Interrogazione n. 887
ad iniziativa della Consigliera Marcozzi
“Terza corsia A14”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 887 della Consigliera Marcozzi.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Casini.
Anna CASINI. Grazie Presidente. Grazie Consigliera Marcozzi perché finalmente mi consente di fare la cronistoria di quello che la Regione Marche ed anch’io in prima persona abbiamo fatto per tentare in tutti i modi di dare meno difficoltà a chi percorre, percorreva e percorrerà la A14, anche ai cittadini residenti nei comuni costieri e a tutti quelli che percorrono la Statale 16 Adriatica perché anche lì il problema si è creato già da questa estate.
Premesso che questa Amministrazione è totalmente partecipe alle criticità che da mesi interessano il tratto autostradale oggetto di interrogazione e il perdurare di tale situazione non è più accettabile, come rappresentato anche al Segretario di Federagenti Marche.
Già nel giugno 2019 la Regione aveva sottoposto all'attenzione del Direttore di Autostrade per l'Italia Direzione 7° Tronco Pescara ad Autostrade S.p.A. (competente sul tratto in questione), con nota prot. n. 0701316 del 6 giugno 2019, la situazione critica del tratto autostradale marchigiano tra Porto Sant'Elpidio e San Benedetto del Tronto, in entrambi sensi di marcia, a causa del perdurare della presenza dei cantieri per la realizzazione di interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria. In tale occasione era stata sollecitata l'adozione di misure efficaci per risolvere i disagi e una compensazione agli utenti rispetto ai disagi subiti, magari applicando una riduzione del pedaggio.
Perdurando i notevoli disagi alla viabilità, a causa della riduzione delle corsie di marcia per le ben note vicende relative del sequestro preventivo da parte della Procura di Avellino, con successiva comunicazione prot. n. 1235166 del 15 ottobre 2019 indirizzata ad Autostrade S.p.A. è stato chiesto di conoscere, non avendo avuto informazioni ufficiali a riguardo, quali fossero le misure che la stessa Società intendesse adottare per garantire la sicurezza della viabilità oltre che la sicurezza ed efficacia dei trasporti in caso di situazioni emergenziali, considerato anche che il tratto coinvolto è prossimo al cratere sismico.
In tale circostanza veniva riaffermata la richiesta di sospensione della riscossione dei pedaggi.
Punto 1) Quali sono le intenzioni dell'Amministrazione regionale sul tema della realizzazione della terza corsia A14 da Porto Sant'Elpidio verso sud.
Fuori da questa relazione che mi è stata inviata dico che gli uffici hanno anche trovato il progetto della terza corsia che fu, come sapete, bocciato da alcuni Comuni della provincia di Fermo e quindi non fu realizzato per la parte prima di Pedaso.
Il Governo regionale si sta adoperando in una prospettiva di lungo periodo e ha aperto un dialogo con il Mit per cercare soluzioni al fine di velocizzare l'iter per la realizzazione della terza corsia nel tratto Porto Sant'Elpidio - Pedaso, in quanto risulta la parte dell’intervento più facilmente realizzabile. Il progetto infatti è allo stadio definitivo, come ho detto prima, e ha anche già superato la valutazione di impatto ambientale da parte del Ministero dell'Ambiente, per onestà mentale dico che le valutazioni di impatto ambientale hanno una durata quindi oggi sarebbe, nel caso volessimo riapprovare questo progetto, opportuno rivedere la valutazione di impatto ambientale e riacquisire il parere, però il fatto che abbia già acquisito un parere favorevole nel quale si dice che è assolutamente imprescindibile per la viabilità avere la terza corsia, credo che sia importante.
Anche per quanto riguarda il tratto Pedaso - San Benedetto del Tronto, è stato già chiesto al Ministero di valutare l'opportunità di un arretramento dell'A14 all'interno di una fascia di 5 km e l'utilizzo dell'attuale tracciato dell'autostrada come variante della Statale 16 Adriatica mediante l'introduzione di alcuni nuovi svincoli.
Punto 2) Qual è stato l'esito degli incontri con il Ministero.
Con nota del 18 novembre 2019 è stato chiesto al Ministro un ulteriore incontro al fine di approfondire l'argomento, quindi noi abbiamo avuto più di un incontro con il Ministro, ma avevamo già avuti con i precedenti Ministri, quindi noi da quando ci siamo insediati abbiamo evidenziato, parlo anche a nome del Presidente ma come Assessore alle infrastrutture, la necessità di risolvere lo snodo delle due corsie della A 14, quindi questo lo abbiamo sempre considerato una priorità.
Si è aperto in primis, un dialogo con il Ministero delle Infrastrutture e trasporti, nella persona del Ministro, per la valutazione della miglior "soluzione progettuale da realizzare.
Punto 4) In virtù dei rallentamenti che hanno ripercussioni se l'Amministrazione regionale intenda attivarsi per l'esenzione del pagamento
Io ho cominciato dal 6 giugno a chiedere l’esenzione del pedaggio autostradale quindi verba volant e per fortuna scripta manent , ho tutti i protocolli che se vuole le farò avere che testimoniano che io ho chiesto in più occasioni sia per iscritto che per le vie brevi la riduzione del pedaggio, non tanto per i disagi di chi passa sulla A14, ma secondo me per non incentivare il flusso, soprattutto dei conduttori dei mezzi pesanti, sulla Statale 16, perché i mezzi pesanti sono quelli che hanno problemi anche di tempi di percorrenza, sapete che sono legati a delle ore oltre le quali non possono essere sul mezzo perché si devono necessariamente riposare e rimanere fermi a volte un’ora a volte due ore sull’autostrada scompensa completamente tutto il programma che hanno a livello non solo giornaliero ma anche settimanale, quindi sono normalmente tentati dallo scendere sulla Statale 16.
E' stata chiesta la riduzione e l’eliminazione del pedaggio come deterrente allo spostamento del flusso veicolare soprattutto dei mezzi pesanti dalla A14 alla Statale 16.
Presidenza del presidente
Antonio Mastrovincenzo
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Marcozzi.
Jessica MARCOZZI. Grazie Presidente. Grazie Assessore. Lei ha risposto alla mia interrogazione dicendo che già questa problematica l'avevate presa in considerazione quando questa amministrazione regionale si è insediata, quindi già dal 2015.
Le criticità, come ha detto lei, le abbiamo già viste in estate, a giugno, Forza Italia ha fatto un cavallo di battaglia della A14 perché le infrastrutture sono importanti per lo sviluppo di una regione. Il fondo monetario internazionale ha fatto una statistica, dicendo che un aumento negli investimenti pari all'1%, determinerebbe un aumento del Pil dello 0,4%.
Ha risposto alla domanda dicendo che avete avviato un dialogo con il Mit per cercare soluzioni e che avete anche avuto un incontro con il Ministro per la valutazione della migliore soluzione.
Allora il problema è questo - andiamo avanti con il dialogo e le valutazioni - il settore pubblico è molto lento in questo rispetto al privato, il problema è questo, ma lo studio di fattibilità la Regione ce l’ha in merito alla terza corsia?
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Casini.
Anna CASINI. Per chiarezza, esiste il progetto totale, che fece all'epoca Autostrade, che arrivava fino a Pedaso, che prevedeva la terza corsia e che era stato sottoposto a valutazione di impatto ambientale, non era un progetto della Regione, un progetto sottoposto a valutazione della Regione che doveva essere approvato sia dalla Regione che dai Comuni e doveva essere sottoposto a valutazione.
Il progetto c’è, non è che si è cambiato molto nel frattempo. Forse non sono stata chiara, c’è la terza corsia fino a Pedaso, il progetto non è stato approvato perché alcuni Comuni del fermano all’epoca hanno dato parere contrario (Fermo e Porto San Giorgio). Il progetto che non fu approvato per questo motivo, esiste ed ha anche ottenuto il parere favorevole rispetto alla valutazione di impatto ambientale, poi non è stata approvata quella parte perché i territori non hanno voluto, ma il progetto esiste, quindi si potrebbe ... Abbiamo parlato col Ministro per questo, anche perché sono cambiati tre Ministri ed ogni volta siamo andati a riferire, ma non è semplice poi ragionare su temi così importanti, specie con quello che sta succedendo adesso con la convenzione con Autostrade, quindi è un momento un po' delicato.
Il progetto esiste, è chiaro che va rivisto, esiste un progetto definitivo, esiste la valutazione di impatto ambientale fino a Pedaso, per la parte sotto ci sono delle ipotesi che sono: continuare la terza corsia? Molto complesso, perché, come sapete, dal punto di vista morfologico, il territorio è quello che è, ci sono da fare gallerie e viadotti, poi bisogna anche pensare a quello che succederà in Abruzzo, dove c’è il Salinello, pensare di raddoppiarlo è una cosa abbastanza ardita, tutto si può fare, però la seconda parte che riguarda più propriamente la mia provincia è un po' più complicata e lì con il Ministro stiamo pensando a delle ipotesi, questo è.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Marcozzi.
Jessica MARCOZZI. Il progetto risale a vent'anni fa, ricordo quali erano i Sindaci contrari, c'era anche qualche Sindaco di centro destra, però il problema è che andiamo avanti con le ipotesi, noi dovremmo avere un progetto completo perché non possiamo andare avanti in questo modo, con questi disagi, disagi che portano anche a delle negatività a livello imprenditoriale.
Da Porto Sant'Elpidio a Porto San Giorgio ci ho impiegato 45 minuti, un'azienda non può permettersi questo, non possiamo andare avanti con le ipotesi, dobbiamo avere la certezza di quello che dobbiamo fare.
Ecco perché non sono del tutto soddisfatta della risposta. Il progetto c’è già da vent'anni …
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Casini.
Anna CASINI. Come lei sono convinta che si debba risolvere questo snodo e non mi fascio la testa quando c'è la necessità di fare un'opera pubblica, se serve va valutata, va esaminata, va verificata se è importante e poi va fatta a prescindere, cercando di mitigare l'impatto ambientale.
In questo caso vorrei ricordare che non è la Regione Marche che progetta, è Autostrade e lei saprà bene che Autostrade è competente all'interno di una fascia entro la quale la concessione rimane. Se Autostrade si allontana, se la progettazione si allontana da quella strada, se il Mit decide di allontanarsi da quella strada e se il Ministero delle infrastrutture decide di fare un progetto da un'altra parte, bisogna fare una nuova gara anche per la gestione della concessione, quindi la questione sotto Pedaso è molto complessa.
Interrogazione n. 890
ad iniziativa del Consigliere Bisonni
“Sostegno agli allevatori marchigiani”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 851 del Consigliere Bisonni.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Casini.
Anna CASINI. Grazie Presidente. Ringrazio il Consigliere Bisonni perché in merito all’attenuazione del conflitto allevatori/lupo abbiamo modificato il piano di sviluppo rurale, tante volte non lo diciamo, ma abbiamo modificato il piano di sviluppo rurale in pochissimi mesi e abbiamo già chiuso due bandi.
Allo scopo di finanziare le "Misure di attenuazione del conflitto allevatore/lupo" è stata attivata la Sottomisura 4.4.2 del Psr Marche 2014/2020 (fondi Feasr + fondi Stato). Con la delibera di Giunta regionale 1216/2018 è stato stanziato l'importo complessivo di 3.000.000 di euro; con il decreto n. 296 del 8 ottobre 2018 è stato emanato il primo bando della Sottomisura 4.4.2, riservato alle zone montane ed alle aree Natura 2000. Questo perché inizialmente avevamo pensato che il problema del lupo fosse legato alla parte delle aree montane e alle zone Natura 2000 in particolare i parchi, ma sbagliavamo. Alla scadenza di questo bando sono pervenute n. 153 domande di finanziamento - questo bando consentiva di coprire le spese del 100% per chi faceva richiesta per le reti di protezione per difendere in particolare gli ovini dai lupi, ma anche dai cani, anche perché, voi saprete, se il gregge vede il lupo si schiaccia contro una delle pareti della recinzione, si impaurisce, e le pecore ammassandosi l’una sull’altra muoiono per schiacciamento, quindi è necessario avere la rete ed avere un cane che le rassicuri e non le faccia schiacciare contro la rete - di queste n. 135 sono state ammesse per un importo complessivo di 1.033.000 euro mentre n. 18 sono state dichiarate non ammissibili.
Alcuni allevatori hanno già rendicontato le spese ammesse; è stata avviata la procedura di controllo per fare i primi pagamenti.
E' pervenuta la richiesta di realizzare dette misure di attenuazione su tutto il territorio regionale, è stata evidenziata dalle associazioni di categoria ma non solo da loro, l’esigenza di avere la possibilità di difendere gli ovini anche in zone che non fossero montane, quindi a valle, quindi noi abbiamo modificato il Psr con la delibera di Giunta regionale 583/2019 è stato stanziato l'importo complessivo di 2.000.000 di euro e con il decreto 319 del 26 luglio 2019, integrato con il decreto n. 342 del 2019, è stato emanato il secondo bando della Sottomisura 4.4.2 , aperto all'intero territorio regionale. Detto bando è scaduto il 31 ottobre scorso e sono pervenute n. 65 richieste di finanziamento. I fondi disponibili superano i fondi richiesti per cui non sarà necessario approvare una graduatoria, nel senso che tutti i progetti che saranno ritenuti ammissibili verranno finanziati.
In conclusione: le risorse comunitarie per la mitigazione del conflitto tra allevatori e lupo sono state utilizzate per emanare due bandi di finanziamento nel 2018 e 2019 e i fondi stanziati sono risultati sufficienti per coprire tutti gli interventi richiesti (realizzazione di recinzioni fisse e mobili, è stata studiata da Assam appositamente una struttura mobile e facilmente impilabile e trasportabile proprio per consentire agli allevatori delle aree interne di spostare i recinti, acquisto di dissuasori acustici e visivi nonché cani da guardia) con finanziamento al 100% della spesa ammessa poiché trattasi di investimento non produttivo. A tal proposito la Regione Marche si è distinta nel panorama nazionale per aver attivato in modo sostanziale la Sottomisura 4.4.2 "Misure di attenuazione del conflitto allevatore/lupo" poiché molte Regioni non hanno attivato affatto questa misura.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Bisonni.
Sandro BISONNI. Grazie Presidente. Sono soddisfatto della risposta e apprendo con piacere di investimenti importanti in tal senso.
Approfitto solo per sottolineare che il lupo è una specie protetta, sia dall'Europa che dallo Stato, anche dalla Regione, quindi va tutelata, assolutamente.
È giusto però che chi subisce un danno sia risarcito.
Ricordiamoci che il lupo è un alleato dell'allevatore e degli agricoltori perché è il predatore naturale dei cinghiali, anzi, alcune nazioni europee utilizzano unicamente questo strumento per il contenimento dei cinghiali.
Premesso che è un nostro alleato e non nostro nemico, è giusto che gli attacchi al bestiame siano risarciti agli allevatori.
Ripeto, mi fa piacere che ci siano fondi a sufficienza per prevenire i danni ed anche per i risarcimenti, lei ha parlato di cifre importanti, ha detto anche che non ci sarà bisogno nemmeno di stilare la graduatoria, perché le somme superano le richieste, questo mi fa piacere, evidentemente, c'è un'attenzione in questo senso.
Lo dichiaro adesso: a nessuno venga in mente di dire di aprire la caccia al lupo perché non c'è nessun motivo scientifico, né razionale, né economico, per dire una cosa del genere. Quindi, ripeto, Assessore, sono soddisfatto della risposta che mi ha appena dato. Grazie.
Sull’ordine dei lavori
PRESIDENTE. Comunico che le mozioni 579, 580, 582 (abbinate) sono rinviate ad una prossima seduta d’accordo con i presentatori.
Interrogazione n. 891
ad iniziativa della Consigliera Pergolesi
“Furti di farmaci nelle aziende sanitarie della Regione Marche”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 891 della Consigliera Pergolesi.
Ha la parola, per la risposta, il Presidente Ceriscioli.
Luca CERISCIOLI. Il furto di farmaci è una questione importante. Quali sono stati i furti dei medicinali dal 2015 ad oggi? Sono stati rimborsati da eventuali assicurazioni? Qui ho la tabella, tra i furti assicurati c’è quello dell'Azienda ospedaliera di Ancona che ha avuto un furto per 446.000 euro, coperto da assicurazione, qui non dice se è scattata la copertura assicurativa però ce l’ha; Marche Nord non ha avuto furti dal 2015 ad oggi; l’Asur ne avuti diversi: area vasta 1 Ospedale di Urbino l'1 marzo 2014 (si è andati oltre il periodo richiesto all'interrogazione), area vasta 2 Senigallia ne ha avuti 3, 2 nel 2018 rispettivamente per 145.000 euro e 93.000 euro, 1 nel 2019 per 77.000 euro, l’area vasta 3 Ospedale di Camerino ne ha avuti 2, nel 2015 e nel 2016, rispettivamente per 137.000 euro e 80.000 euro, area vasta 3 Ospedale di Recanati ne ha avuto 1 per 69.000 euro; l’area vasta 4 Fermo ne ha avuto 1 nel 2018 per 111.000 euro.
L’Asur non è assicurata perché tutta l’attività dell’Asur è in autoassicurazione. Ho chiesto di fare una verifica della copertura assicurativa che, per esempio, su una giacenza di 4 milioni in un unico punto è di 60 mila euro all'anno.
L’Asur ha un valore medio all’interno di una struttura di 24 milioni, in un anno, quindi quello che si ritrova mediamente.
L’Asur ha 26 milioni di valore ed il premio assicurativo all’anno è sicuramente superiore a 360 mila, quindi la scelta di autoassicurarsi continua ad essere valida perché di fronte ad un danno di 714 mila euro, che potenzialmente l’assicurazione avrebbe risarcito, non si sono spesi oltre 1,5 milioni di euro, quindi tra il premio assicurativo e il furto è stato più conveniente non essere assicurati rispetto ad ottenere il risarcimento.
Punto 2) Se si sono accertate eventuali responsabilità e/o falle nel sistema di sorveglianza dei luoghi dove sono stati rubati i farmaci.
Torrette ha riferito che tutti i sistemi che possono garantire la sicurezza sono attivi, sia quelli diurni che notturni, l'Azienda dispone anche di un servizio di vigilanza notturno e nella nottata in cui si sono verificati gli eventi ha effettuato controlli ispettivi che però non hanno evidenziato alcuna irregolarità, a dimostrazione della scaltrezza dei malviventi.
L’Asur ha riferito che il magazzino farmaceutico di Senigallia, area vasta 2, era dotato di un sistema di allarme volumetrico che in tutte e tre le infrazioni è scattato correttamente, ma nel tempo di reazione dall'allarme all'arrivo della vigilanza i rapinatori sono fuggiti con il bottino.
L'area vasta 4 riferisce che la struttura è sempre stata dotata di un sistema di allarme anti-intrusione.
Le risposte evidenziano che i magazzini non custoditi vengono sorvegliati attraverso sistemi d'allarme e vigilanza.
Punto 3) Quali misure preventive sono state messe in atto per evitare nuovi furti.
L’Azienda ospedaliera di Ancona riferisce che sono state ulteriormente implementate le misure di sicurezza con un ampliamento del numero di telecamere per la videosorveglianza, un aumento dei cancelli a ulteriore chiusura degli accessi ai locali della farmacia e rinforzate le grate antintrusione ed inserito un sistema di allarme ad hoc.
L’Inrca, che non ha mai subito furti di medicinali, è dotata da tempo di un idoneo impianto antifurto e come ulteriori misure preventive sta provvedendo al cambio delle serrature con tipologia europea e l'implementazione della videosorveglianza.
L’Asur riferisce che sono state adottate procedure nonché installati sistemi antintrusione al fine di evitare e prevenire furti nei servizi farmaceutici ospedalieri e territoriali con telecamere, allarme, recinzione delle strutture.
Le darò in copia la dettagliata descrizione di quello che è stato fatto struttura per struttura.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Pergolesi.
Romina PERGOLESI. Grazie, Presidente. Posso ritenermi in parte soddisfatta perché rispetto alla risposta alla mia precedente interrogazione finalmente cominciamo a scoprire che in alcuni casi, ad esempio nel caso dell'Asur, non ci si assicura contro i furti perché il danno sarebbe minore rispetto al premio assicurativo.
Mi domando come riescano Torrette ed Inrca a pagare il premio assicurativo …, perché l’Asur non si assicura, mentre l’Inrca e Torrette e Marche Nord lo fanno, anche se non ci sono mai stati furti?
Ben venga il potenziamento dei sistemi di sorveglianza e le misure preventive.
Un piccolo appunto, è una questione importante perché io faccio interrogazioni su questioni importanti, altrimenti non la disturbo, la ringrazio.
Sull’ordine dei lavori
PRESIDENTE. L’interrogazione n. 896 verrà trattata al rientro del Consigliere Zaffiri.
Mozione n. 511
ad iniziativa del Consigliere Talè
“Iniziative per arginare l’incessante moria dei piccoli negozi e il dissolversi del tradizionale tessuto commerciale delle città e dei piccoli paesi della regione Marche”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 511 del Consigliere Talè, che ha la parola per illustrarla.
Federico TALE’. Grazie Presidente. Questa è una mozione che ho presentato nel giugno 2019 ed è volta a cercare di arginare l'incessante moria di piccoli negozi e il dissolversi del tradizionale tessuto commerciale delle città e dei paesi della regione.
La richiesta contenuta in questa mozione è riassumibile in due punti. Il primo è quello di promuovere, nelle modalità ritenute più opportune dalla Giunta, e quindi da tutto lo staff degli uffici, ulteriori misure utili ad arginare il fenomeno della chiusura degli esercizi commerciali, valutando anche la possibilità di una riduzione dell'Irap. Perché no, si potrebbe pensare di ridurre l’Irap a questi negozi che soffrono della presenza dei centri commerciali. Naturalmente non sono contro l'esistenza dei centri commerciali, che hanno una loro funzione, però vivendo in un piccolo comune, riesco a capire bene la problematica che porta alla moria dei piccoli negozi, soprattutto all'interno dei centri storici. Quindi, può essere una soluzione la riduzione di qualche tassa, come può essere l'Irap, imposta regionale sulle attività produttive.
L'altro punto è quello di attivare un tavolo di concertazione regionale che comprenda gli enti locali, i rappresentanti dei consumatori, le confederazioni dei commercianti, le organizzazioni sindacali, al fine di predisporre misure condivise per contrastare la criticità del settore commerciale e favorire quel ricambio generazionale, molte volte importante e fondamentale per la ripresa del piccolo commercio e per tutelare l'identità delle nostre realtà urbane.
Mi sono guardato qualche dato, ho visto che nell'anno 2017/2018 nella regione Marche sono spariti servizi di ristorazione per 719 unità, sono tante, sono tantissime; nel settore del commercio al dettaglio, addirittura, il panorama è desolante, abbiamo 757 unità in meno, questi non sono soltanto posti di lavoro in meno, sono anche questo, e famiglie intere in difficoltà, ci sono famiglie che hanno la bottega all'interno del centro storico, badate bene, non parlo solo del piccolo Comune di Mondavio o di un Comune più piccolo, ma anche del centro storico di Fano, dove i negozi sono in difficoltà perché a fianco o a poche centinaia di metri c'è il centro commerciale che la fa da padrone.
Badate bene, questi negozi all'interno dei centri storici non hanno soltanto uno scopo commerciale, molte volte, soprattutto nei piccoli comuni, sono punti di riferimento e quando in un piccolo comune chiude il tabacchi e la cartolibreria non ci sono più i giornali. Ha detto bene prima il Consigliere Giancarli sulle zone terremotate viene a mancare non un punto commerciale, ma un punto di riferimento all'interno di quel comune. Molte volte sono luoghi di ritrovo, prendere il giornale la mattina e fare due parole con chi lo compra diverso dal tuo, anche politicamente, allieta e si comincia bene la giornata. Non sono solo punti di ritrovo, ma anche presidi di vigilanza per il territorio, perché quando chiudono i negozi all'interno dei piccoli comuni la gente non circola più e non c'è più una sorta di vigilanza attiva.
In sostanza, questi negozi tengono in vita i centri storici dei paesi, ma anche delle città ed hanno anche un'importanza turistica, magari un turista, che va a visitare un castello o una città, trova un negozio dove fermarsi, dove acquistare un souvenir per portarsi a casa il ricordo di quel posto, quindi è anche un vantaggio turistico avere queste attività, anche per il comune stesso.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.
Enzo GIANCARLI. Ringrazio il Consigliere Talè ed esprimo pochissime considerazioni, perché condivido la mozione. Non ho sentito il capogruppo, ma sicuramente non porto un voto individuale, ma collettivo.
Cerchiamo di cogliere l'aspetto anche qui generale e profondo della mozione: c'è un problema, l'ha spiegato bene il Consigliere Talè, legato alla presenza di questi luoghi importanti che non sono soltanto luoghi del commercio, ma spazi dell’aggregazione, della vita di una comunità.
Ringrazio il Consigliere Talè perché la problematica non è di facile soluzione, però è importante promuovere azioni anche di sensibilizzazione e qualche misura concreta, lui ha parlato di agevolazioni fiscali.
Dobbiamo capire che la complessità della situazione richiede un'attenzione particolare, ma in una regione come la nostra, ancora di 228 comuni, perché ci sono state alcune fusioni ed in parte sono diminuiti, i centri e le città non hanno dimensioni enormi, quindi una presenza diffusa nel territorio di tutte le componenti che contribuiscono ad arricchire la vita di questi luoghi, di queste aree, di questi quartieri, di questi paesi, deve essere messa in atto.
Il mio a questo punto è un intervento personale, ma avendo avuto la delega dal Consigliere Micucci, dichiaro il voto favorevole del Partito Democratico.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Fabbri.
Piergiorgio FABBRI. Grazie Presidente. Solo per ricordare che siamo favorevoli a questa mozione, naturalmente, avendo a cuore la vivacità culturale e sociale dei nostri piccoli borghi e dell'entroterra.
C'erano dei fondi per i centri commerciali naturali, con il meccanismo del cofinanziamento, mi sembra, per cui ci mettevano qualcosa in proporzione il commerciante, il Comune, la Regione, c'erano anche dei fondi statali. Questo potrebbe essere uno strumento da rilanciare in maniera molto virtuosa. Negli ultimi tempi abbiamo visto anche a livello elettorale che alcuni piccoli comuni spopolati hanno lanciato delle iniziative, per 4 soldi danno in affitto locali all'interno del centro storico, addirittura appartamenti- Ho visto anche sulla tv nazionale, che al nord d'Italia, mi sembra sulle Alpi, c’è un Comune in questo momento che sta offrendo dei soldi alle nuove famiglie con figli che vogliono prendere la residenza in quel luogo. Questo discorso rientra nella difficoltà generalizzata che le nostre aree dell'entroterra stanno vivendo e dobbiamo assolutamente investire su questo settore in maniera importante e decisa, altrimenti non si arresterà questa tendenza allo spopolamento e quindi alla depressione economica e sociale.
Questo può essere un piccolo contributo, però cerchiamo di ritrovare uno strumento articolato e decisivo. Chiaramente non si può andare incontro ad attività che sono in stretta concorrenza con l’offerta che può dare un grosso centro commerciale, i prodotti devono essere di qualità, devono caratterizzarsi perché se uno esce, va bene per la comunità trovare il negozio sotto casa se abita nel centro storico, però, come si diceva, siamo sempre meno, per cui deve avere anche un prodotto che abbia una nicchia, con qualità superiore che mi motivi ad andare in quel posto che per dimensioni non può dare la scelta che mi può dare in una grossa struttura, è una cosa articolata da studiare, però l'iniziativa che alcuni anni fa era stata intrapresa dalla Regione, a mio avviso, andrebbe rilanciata con decisione.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Malaigia.
Marzia MALAIGIA. Grazie Presidente. E’ chiaro che nelle intenzioni questa è una mozione che sarebbe da appoggiare dato che i negozi dei centri storici dei piccoli centri hanno, a mio avviso, un loro perché. Non sono senz'altro in concorrenza, se li intendiamo, come ha ricordato anche il Consigliere Talè, come unicità e tipicità del luogo, come negozi di identità, negozi in cui si trovano prodotti che la grande distribuzione non può assicurare quanto meno nella unicità, nella particolarità, prodotti che rappresentano anche l'artigianalità del territorio, che rappresentano la produzione agroalimentare più tipica, prodotti di qualità migliore di quelli che si possono trovare nella grande distribuzione.
Tuttavia il commercio è cambiato, me l'ha ricordato prima il Consigliere Zura Puntaroni, oggi siamo nell'era di internet, la gente acquista on line, fa spesa in maniera diversa, è abituata a non uscire di casa e a farsi arrivare quanto è necessario.
Cosa bisogna fare? Bisogna mediare questi due tipi di offerte commerciali, ma io vorrei ricordare che se i negozi, i piccoli negozi, stanno chiudendo è anche a causa delle politiche regionali. Il Consigliere Fabbri ha parlato dei centri commerciali naturali, ma vorrei ricordare anche il mancato sostegno che la Regione non ha rinnovato ai piccoli negozi di prodotti sfusi e alla spina. Allora di cosa vogliamo parlare? Da una parte si chiede sostegno e dall'altra, nella pratica, lo si nega, quindi questa mozione, come gruppo consiliare non la voteremo, non voteremo contro, ma, dal momento che non propone delle vere e proprie soluzioni nei fatti, ci asterremo dal votarla. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Pergolesi.
Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. Anche per noi non solo la mozione, il dispositivo e l'illustrazione dello stesso Consigliere Tale ci è parsa assolutamente blanda rispetto a quelle che potrebbero essere le iniziative, la riduzione dell'Irap già c’è, i centri commerciali naturali sono stati in qualche modo incentivati, dei piccoli negozi con la vendita di prodotti sfusi se ne è parlato in questo contesto regionale.
Vorrei sapere, allo stato attuale, se c'è la volontà da parte dell'Assessore competente, che non vedo …Sicuramente il Presidente Ceriscioli potrà rispondere sulle attività fatte in Regione sul tema specifico.
Mi auguro che da questa mozione possa nascere nei prossimi giorni, Consigliere Talè, un'iniziativa un po' più pregnante.
Naturalmente voteremo a favore, però si può fare di più, se c'è la volontà e non è la classica marchetta di fine legislatura. In maggioranza ci siete voi, da parte nostra massima disponibilità, però cerchiamo di implementare un po' questo tipo di iniziative in maniera concreta e non solo come spot elettorali. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zura Puntaroni.
Luigi ZURA PUNTARONI. Io mi relaziono con i negozi da 44 anni, la Regione, Consigliere Talè, non ha il potere di fare niente, solo acqua in polvere. Sono destinati a sparire per come va il mondo, quindi il suo encomiabile progetto di salvare loro la vita va lasciato perdere, si concentri su cose più fattibili.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Fabbri.
Piergiorgio FABBRI. Soltanto per puntualizzare velocissimamente, sa che sono stringato e puntuale nei miei interventi, sul finanziamento della legge dei prodotti sfusi ed alla spina. E' stato emanato il bando, hanno risposto sette concorrenti, uno non aveva i requisiti, gli altri sei sono stati finanziati e quindi ora stanno realizzando.
In merito al bando, il freno che hanno avuto i piccoli esercenti era la soglia minima di investimento di 5.000 euro, anche perché alcuni avendo già allestito il corner non avevano necessità di investire questa soglia minima. Ho chiesto agli uffici di emettere un secondo bando abbassando a 2.500 euro l'investimento in modo da diffondere ...
Quella che è mancata è stata la promozione da parte della Regione in questo settore perché un bando è passato tutto sommato tra le fila senza avere il giusto riscontro. Questo è uno strumento che va utilizzato.
In bilancio per i prossimi anni ci sono molti soldi, nel triennio, mi sembra, 300.000 euro circa se non di più, quindi spero che la volontà di aver messo sul bilancio questi soldi sia poi riconosciuta nello sforzo della promozione, perché andiamo verso l'economia circolare, andiamo verso la riduzione alla fonte della produzione di rifiuti e questa è una nicchia di qualità che all'interno dei centri storici si adatta perfettamente.
Consigliere Talè se volessimo trovare il modo di potenziare il dispositivo di questa mozione non sarebbe neanche male, richiamando eventualmente con qualche frasetta questi principi qua, mettiamo sul tavolo magari, anche questa opportunità.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 511. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Mozione n. 535
ad iniziativa della Consigliera Leonardi
“Aggressioni in Guardia medica e nei Pronto soccorso. Misure di prevenzione e di deterrenza a tutela degli operatori sanitari”
Interrogazione n. 912
ad iniziativa del Consigliere Giorgini
“Prevenzione atti di violenza a danno degli operatori sanitari”
(abbinate)
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 535 della Consigliera Leonardi e l’interrogazione n. 912 del Consigliere Giorgini.
Ha la parola, per l'illustrazione della mozione, la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Questa mozione nasce dal verificarsi di alcuni gravi episodi di cronaca, aggressioni ad alcune guardie mediche alle quali sono seguite, purtroppo, anche recentemente, aggressioni ad altro personale sanitario e anche a volontari che nel soccorrere a volte le persone si sono trovate in situazioni particolari o sono stati bersaglio dell'ira di familiari o pazienti, realtà in cui la sicurezza degli operatori sanitari non viene garantita.
Anche il Segretario generale della Federazione italiana dei medici di medicina generale in un incontro al Senato ha dichiarato che questa è una condizione di assoluto pericolo che ormai accompagna nel quotidiano l’impegno dei medici, simbolo che la situazione non è purtroppo un'eccezione, un'esclusività della nostra regione.
La guardia medica dell'ospedale di Camerino ha subìto nelle ore notturne un'aggressione, situazioni analoghe si sono verificate presso le sedi della guardia medica della continuità assistenziale nell’area vasta 3, anche nella mia città, a Porto Recanati, e ricordo che qualche mese fa in una nota trasmissione televisiva si riportavano fatti molto gravi di abusi e di violenze poste ai danni delle guardie mediche che spesso di notte sono in balia di situazioni abbastanza pesanti.
La mozione è datata settembre dello scorso anno, quindi parliamo di alcuni mesi, riportavo il fatto che circa due mesi prima, quindi parliamo della primavera/estate dello scorso anno, la Regione Marche/Asur aveva siglato un Protocollo sull'incolumità della guardia medica, sulla sicurezza sul lavoro e la possibilità di attuare dei dispositivi per chiamare i soccorsi in caso di aggressione.
Da tempo purtroppo questo Protocollo non è pienamente operativo ed attuato e gli esempi che ho richiamato prima, violenze che purtroppo sono occorse, ne sono la testimonianza. Recentemente per questioni personali mi è capitato di essere di notte al pronto soccorso di Civitanova Marche, dove c'è un'unica guardia giurata che presidia sia il pronto soccorso che tutti i reparti, mentre in altri nosocomi, come quello di Macerata, sono presenti due guardie giurate, simbolo che qualcosa in Regione si sta muovendo.
Premetto che il mio atto vuole essere di stimolo e propositivo, non vuole denigrare l'operato posto in essere fino ad oggi, però, è evidente che quanto fatto non è sufficiente, visto che le azioni che ho citato prima, alcuni degli episodi citati in premessa, sono successi, nonostante la stipula di questo Protocollo. Da qui viene la mia richiesta: rendere effettivo in tutte le sedi della continuità assistenziale dell’Asur Marche il Protocollo stipulato per la sicurezza degli operatori medici; garantire efficaci sistemi di videosorveglianza a tutela e come deterrenti in situazioni di isolamento soprattutto notturno - sappiamo che è di questo periodo la proposta governativa di mettere delle telecamere all'interno delle ambulanze in modo da controllare quanto avviene durante il soccorsi; valutare - questa è un po’ la parte centrale - ulteriori misure di tutela degli operatori della sanità marchigiana, intendo evidentemente tutti gli operatori, non solamente le guardie mediche, per proteggerli da situazioni di violenza e forte aggressività nei loro confronti; rivedere le dotazioni strutturali e tecnologiche attuali al fine della riduzione dei fattori di rischio connessi ad atti e comportamenti violenti, anche con presenza di arredi idonei a ridurre gli elementi potenzialmente pericolosi nelle aree di maggior rischio; organizzare in maniera più sicura il lavoro degli operatori con affiancamento di personale, ove possibile e considerato opportuno, di due figure professionali all'atto dell'erogazione della prestazione sanitaria; richiedere al Governo una rapida formulazione ed applicazione delle norme previste per i Pubblici Ufficiali in caso di aggressioni e minacce ad operatori medici di continuità assistenziale e 118; ulteriori presidi e maggiore attenzione per prevenire e contrastare eventuali situazioni di pericolo e di aggressioni che si possano verificare a danno di tutti gli operatori medici e non che stanno nella nostra sanità. Grazie.
Presidenza del Vicepresidente
Piero Celani
PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente Ceriscioli.
Luca CERISCIOLI. Grazie Presidente. L’interrogazione del Consigliere Giorgini è sullo stesso argomento della mozione e vado per punti.
Punto 1) Il problema della sicurezza nei luoghi di lavoro nelle strutture sanitarie è oggi uno dei problemi all'ordine del giorno in tutto il territorio nazionale, in particolare riguardante le Unità operative di pronto soccorso ed i Servizi di salute mentale e per le tossicodipendenze, tanto che il Parlamento sta procedendo con l'iter di approvazione del disegno di legge contro la violenza sugli operatori sanitari, citato in calce alla mozione.
Ciò premesso, si evidenzia che l'Asur nel piano occupazionale ha previsto la copertura dei posti per le strutture maggiormente esposte a rischio.
Punto 2) In relazione alle azioni previste dalla raccomandazione del Ministero della salute sulla prevenzione degli atti di violenza a danno degli operatori sanitari l'Asur ha dato avvio ad una serie di interventi di prevenzione.
Al fine di aumentare la sicurezza delle sedi del Servizio di continuità assistenziale, con nota Asur del 2017 ha invitato le Direzioni di Distretto ad una ricognizione dell'ubicazione delle sedi e di valutazione del rischio presente. Dalla ricognizione è emerso che alcune sedi erano situate presso edifici isolati e sprovvisti di mezzi di sicurezza, come videocitofoni o idonea illuminazione degli ingressi.
I risultati della ricognizione e le proposte migliorative sono stati discussi con i Direttori di Distretto presso la Direzione Asur, una quota di questi interventi sono già stati realizzati.
Al fine di garantire efficaci sistemi di videosorveglianza a tutela e come deterrenti in situazioni di isolamento soprattutto notturno, con nota a firma del Direttore Generale Asur, indirizzata alle Direzioni di Area Vasta, è stato disposto quindi di trasferire, ove possibile, le sedi maggiormente isolate presso strutture presidiate H24, e qualora non presenti, è stato chiesto di verificare la disponibilità di ambulatori presso altre tipologie di strutture sanitarie, come sedi di Croce Rossa o Case di Riposo e di provvedere all'installazione di sistemi di videosorveglianza e antieffrazione all'ingresso delle sedi che ne erano sprovviste.
Le misure (strutturali e organizzative) che consentano la riduzione del rischio di comportamenti aggressivi e di atti di violenza contro gli operatori sanitari si realizzano anche con la formazione degli operatori stessi, consentendo loro di valutare, prevenire e gestire tali eventi, quindi fra gli strumenti che mi sembra la mozione non cita c’è anche quello della formazione, cioè di dare giusti strumenti per sapere come comportarsi, come muoversi e come prevenire determinate situazioni.
E’ stato fatto un evento formativo dal titolo "La prevenzione della violenza a danno degli operatori della sanità" realizzato in area vasta 3, con l’obiettivo di definire il fenomeno della violenza da parte di terzi e le forme in cui può manifestarsi, sensibilizzare ed informare i professionisti potenzialmente esposti e individuare misure preventive, soprattutto sul tema della comunicazione, che consentano di gestire correttamente il rapporto con il paziente/familiari.
Il corso, articolato in due giornate, ha visto la presenza di diversi professionisti ed il patrocinio dell'Università degli Studi di Camerino.
Punto 3) Quali proposte intende, in ultima analisi, concretamente, formulare la Regione per proteggere i professionisti che vengono brutalmente aggrediti.
Al fine di garantire la sicurezza delle sedi è stato costituito un tavolo tecnico, coordinato dalla Direzione sanitaria, composto da medici di continuità assistenziale, Direttori centrali operative 118, Sistemi informativi Asur, con il mandato di elaborare una procedura operativa per l'utilizzo di dispositivi tracker GPS - questa è un’ulteriore misura - con pulsante SOS, da fornire a ciascun medico in turno presso le sedi del territorio regionale. A seguito di tali incontri è stato effettuato un periodo di sperimentazione della procedura presso le sedi di Fano, Jesi, Fiastra e Grottammare da fine anno per circa 30 giorni. Il periodo di sperimentazione ha consentito di ottimizzare la procedura e di definire ulteriormente le necessarie caratteristiche di funzionamento del dispositivo. Successivamente l’Asur Marche con determina ha indetto una procedura di gara per l'affidamento del lotto unico della fornitura relativa ad acquisto, programmazione, configurazione, assistenza e manutenzione di 115 dispositivi tracker GPS con pulsante SOS e dopo la sottoscrizione del contratto, la configurazione dei tracker secondo le esigenze emerse nelle riunioni con i Responsabili delle centrali operative 118 e i medici di continuità assistenziale e collaudo, si provvederà alla distribuzione.
Riassumendo l'interrogazione mi sembra che siano tre le portanti: 1) gli interventi presso le sedi dove si presta servizio, dai sistemi di videosorveglianza, alle scelte opportune di personale dedicato per la sicurezza; 2) la formazione degli operatori per metterli in condizione di gestire il problema della violenza; 3) un sistema informatico automatico in caso di necessità per la richiesta di soccorso. Quindi, strumenti di prevenzione, strumenti di formazione, strumenti per gestire l'emergenza.
Spendo una parola per la mozione, ritengo che, a parte qualche dettaglio, sposa anche la filosofia dell'attività della Regione per cui sono per sostenerla e approvarla.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Giorgini.
Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Mi sono occupato di questa tematica, che pensavo fosse meno grave, quando sono successi al pronto soccorso di San Benedetto del Tronto due/tre episodi, delle persone hanno aggredito 5/6 operatori. Anche a Civitanova Marche c'è da un paio di settimane un'escalation, ho visto delle cose incredibili e documentandomi anche a livello nazionale, ho scoperto cose che non credevo fossero possibili.
Questa situazione, questa escalation è riconducibile, credo, ai tagli del personale, dovuti anche alle economie nei pronto soccorso, ed anche alla mancanza di personale, sia interno che esterno, nei reparti psichiatrici Sert.
Oltre alla mancanza di organizzazione interna ed esterna, perché non tutto è dovuto alla mancanza di personale, ho riscontrato che c'è una mancanza di organizzazione, sia all'interno della struttura, sia all'esterno, per cui la mancanza di personale e di organizzazione ha avuto un effetto moltiplicatore.
Adesso vi darò dei dati anche per capire in che situazione siamo, non solo per i servizi meno accessibili, ma anche per gli enormi affollamenti che ci sono nei pronto soccorso, in questo è coinvolto il 118 ed anche i reparti Sert dove alla fine, dopo manifestazioni di insoddisfazione, si sfocia regolarmente in aggressioni.
Ho visto i dati importanti del sondaggio ANAAO Assomed, che è l’associazione dei medici dirigenti, quindi non è stato fatto da esterni, che sono un bollettino di guerra. Si pensi che il 65% dei medici ha risposto di essere stato vittima di aggressione, per i medici che lavorano al pronto soccorso e al 118 questa percentuale sale all'80,2%, il 70% dei medici riferisce di essere stato testimone di aggressioni e queste non avvengono, badate bene, in strutture maggiormente a rischio. Ho qui il sondaggio dell'Assomed, è vero che il 34,12% avvengono in psichiatria e nei Sert, è vero che il 20,26% accadono nei pronto soccorso e 118, ma è anche vero che in medicina interna le aggressioni sono 7,46% e addirittura in chirurgia generale sono 4,26%.
Credo che questi dati che derivano da sondaggi fatti dai medici, quelli interessati, abbiano un significato importante ed in parte se ne sta occupando il Governo nazionale, come ha detto il Presidente.
Non pensavo ci fossero questi dati allarmanti, soprattutto nel sud e nelle isole questo fenomeno è maggiore, quindi ho fatto l'interrogazione anche per chiedere di mettere in atto, come ben sapete, una raccomandazione del Ministero della salute, addirittura del 2007, quindi di 12 anni fa, che parlava di questi fenomeni in forte evoluzione, probabilmente sono stati non ritenuti importanti, mentre dai dati del sondaggio Assomed sulle aggressioni sanitarie si può evincere che è un bollettino di guerra. Penso che questa interrogazione che ho fatto ed anche la mozione della Consigliera Leonardi siano importanti che vanno prese in seria considerazione. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Talè.
Federico TALE’. Grazie Presidente. Solo per dire che sono pienamente d'accordo con la mozione della Consigliera Leonardi e che il 5 novembre scorso ho presentato una proposta di legge in tal senso, che non sto ad illustrare ora perché ci saranno i tempi dovuti, che prevede l'assistenza legale a chi ha avuto questo tipo di problema, eventuali rimborsi per le spese mediche per gli operatori coinvolti e la costituzione presso l'Osservatorio regionale delle politiche sociali di un gruppo di lavoro per la prevenzione del rischio di aggressione, in ultimo ma non ultimo, convenzioni per promuovere accordi anche con le forze dell'ordine.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 535. La ponto in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Mozione n. 539
ad iniziativa dei Consiglieri Fabbri, Maggi, Giorgini
“Lotta agli sprechi alimentari: applicazione e finanziamento della legge regionale 32/17”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 539 dei Consiglieri Fabbri, Maggi, Giorgini.
Ha la parola, per l'illustrazione, il Consigliere Fabbri.
Piergiorgio FABBRI. Grazie Presidente. Una mozione relativamente semplice dal punto di vista politico, perché pone l'accento sulla necessità di applicare in maniera zelante la normativa che nel 2017 abbiamo approvato relativamente alla lotta degli sprechi alimentari, quindi al riutilizzo dei cibi, ma non solo.
Parliamo di un aspetto molto importante che si inserisce nell'economia circolare, si inserisce nel sostegno anche dal punto di vista sociale alle fasce più deboli.
Il Banco alimentare dice che il 15% della produzione alimentare viene sprecato e che a livello italiano, però, 7.500 strutture caritative riescono a dare sollievo a 1,5 milioni di persone ridistribuendo il cibo in eccedenza.
La normativa era stata finanziata negli anni scorsi, con 158.000 euro nel 2019, ma non è stata applicata a dovere. In bilancio questo anno abbiamo 100.000 euro rispettivamente per gli anni 2020, 2021 e 2022. Questa è una mozione che invita alla puntuale applicazione e al finanziamento di questa normativa, che richiama la legge nazionale.
Voglio leggere brevemente l'articolo 9, comma 4, della legge 166 del 2016, da cui poi discende la normativa regionale che abbiamo approvato: “Per ridurre gli sprechi alimentari nel settore della ristorazione, concorrendo altresì al raggiungimento degli obiettivi del programma nazionale di prevenzione dei rifiuti, le Regioni possono stipulare accordi o protocolli d'intesa per promuovere comportamenti responsabili e pratiche virtuose, volti a ridurre lo spreco di cibo e per dotare gli operatori della ristorazione di contenitori riutilizzabili realizzati in materiale riciclabile idonei a consentire ai clienti l'asporto dei propri avanzi di cibo. Tali iniziative possono essere promosse sul sito internet dei Comuni interessati”, quindi la Regione su questo aspetto, stipulare accordi e protocolli d'intesa con i ristoratori e i produttori di cibo, potrebbe farsi parte diligente e attiva. Sappiamo che diverse normative, sia nazionali che regionali, danno potere al Comune di poter applicare una riduzione della tariffa sui rifiuti per coloro che applicano questa norma e la Regione potrebbe concedere dei contributi.
E' stato stilato un programma annuale degli interventi che però deve essere chiaramente realizzato e l'articolo 9 della clausola valutativa della nostra legge regionale, la n. 32, recita: “La Giunta regionale a partire dal secondo anno dall'entrata in vigore di questa legge presenta annualmente all'Assemblea legislativa regionale una relazione sulla quale emergano lo stato di attuazione della legge e i risultati degli interventi per il contrasto allo spreco alimentare e non alimentare”, quindi, la Giunta deve illustrare le attività poste in essere dalla Regione: quali attività sono state fatte per il recupero e la distribuzione delle eccedenze alimentari e non alimentari, le iniziative di formazione, gli esiti che queste attività hanno prodotto, in quale misura le iniziative realizzate hanno soddisfatto il fabbisogno, quali iniziative previste dal programma annuale sono state realizzate, la loro diffusione sul territorio e il contributo dei soggetti attuatori, le criticità e difficoltà riscontrate nell'applicazione di questa normativa.
Sappiamo che la legge 3 del 2015 con le clausole valutative chiede di fare una valutazione ex ante ed ex post dell'efficacia delle leggi e la Regione, su mia iniziativa, ha approvato con larga firma dei Consiglieri, 13 nella prima risoluzione, 8 nella seconda, di legare, inserendola nel piano della performance relativo al personale dirigente, l'applicazione della normativa regionale.
Il quadro è completo per impegnare la Giunta a dire stipuliamo questi accordi e i protocolli d'intesa con gli operatori della distribuzione e della vendita dei prodotti alimentari, della ristorazione, come anche la normativa nazionale ci invita a fare in modo da dare corpo a queste attività che già alcune associazioni di volontariato eseguono in maniera pregevole.
Conosco personalmente il Moma 5 di Marotta-Mondolfo, che è molto attivo in questo settore.
La mozione chiede: di finanziare la legge, questo al punto 2, ed è stato fatto, abbiamo avuto un riscontro ufficiale nel bilancio. La mozione l’ho presentata a settembre e la discutiamo con abbondante ritardo; di adottare tutte le azioni idonee a sensibilizzare le Ata provinciali, quindi i gestori dei rifiuti, ed i Comuni per inserire delle agevolazioni tariffarie sull'importo della Tari ai soggetti attuatori di questa normativa; di inserire nel piano delle performance l’applicazione compiuta della legge 32/17, compresa la relazione sullo stato di attuazione, in modo da poter premiare i dirigenti solo se le normative che il Consiglio emana vengono effettivamente applicate.
Questa è una mozione che richiama l'attenzione di tutti i colleghi sull'applicazione effettiva della normativa e ad un riscontro a livello di Aula sull'impegno della Regione in questo settore che, come detto, si inserisce a pieno titolo nella prevenzione della produzione dei rifiuti, nel risparmio dei soldi dell'economia circolare, quindi minor impatto ambientale e sostegno sociale a tutti coloro che si rivolgono alle varie mense dei poveri, alle associazioni, che conosciamo, disposte e presenti in quasi tutti i comuni, insomma, di supporto alle persone in difficoltà.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.
Piero CELANI. Si tratta, come ha illustrato il proponente, di una sollecitazione all'applicazione della legge regionale 32/17, approvata appena qualche anno fa, in accordo con la legge nazionale che prevede la possibilità di stipulare protocolli d'intesa con la grande distribuzione, i ristoratori e altro per ridistribuire il cibo in eccedenza alle associazioni sul territorio che ne fanno richiesta, non ultimo anche il discorso di una previsione economica soddisfacente tale da poter attuare la legge 32/17 nel modo migliore.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 539. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Mozione n. 545
ad iniziativa della Consigliera Leonardi
“Stazione ferroviaria della linea Civitanova-Albacina in Zona ‘Palas’ ed area commerciale di Civitanova Marche”
Mozione n. 546
ad iniziativa del Consigliere Micucci
“Nuova stazione ferroviaria della linea Civitanova Marche-Albacina, nella zona commerciale/Palas a Civitanova Marche”
(abbinate)
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 545 della Consigliera Leonardi e la mozione n. 546 del Consigliere Micucci. E’ stata presentata una risoluzione.
Ha la parola, per l'illustrazione, la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Abbiamo presentato due mozioni, con lo stesso tipo di intervento e di richiesta, posto che il potenziamento dell'infrastruttura della linea ferroviaria Civitanova-Albacina prevede una serie di interventi per il miglioramento della capacità della linea ferroviaria stessa.
Questo potenziamento ha evidenti benefici anche in termini ambientali, perché chi conosce la realtà di Civitanova Marche sa che la zona commerciale, dove c'è l’uscita del casello autostradale, dove c'è il Palas, che con i grandi risultati della Lube Volley ha richiamato e richiama in determinate situazioni molto pubblico, è un'area piuttosto congestionata e che, anche in termini di beneficio ambientale, potrebbe avere una valenza positiva una fermata della linea ferroviaria in concomitanza di questa realtà.
Questo andrebbe non solo a beneficio dei cittadini, che potrebbero avere una mobilità più agevole per spostarsi sia dal centro che dall'entroterra, eviterebbero di prendere l'automobile e di congestionare la superstrada e la zona circostante il casello autostradale, ponendo in termini di sicurezza e di beneficio ambientale dell'aria una opportunità che credo debba essere colta.
Anche il Comune di Civitanova Marche ha avanzato con lettera alla Regione la richiesta di prevedere una nuova stazione nell'area commerciale ed il progetto di elettrificazione della linea Civitanova-Albacina, all'interno del quale si possono trovare risorse e opportunità per finanziare l'opera, risulterebbe già definito e finanziato senza la previsione della nuova stazione di Civitanova.
Rete Rfi e Trenitalia si sono mostrati favorevoli a valutare l'opportunità di investire in questa opera e per questo, con questa mozione, vogliamo impegnare la Giunta regionale ad intraprendere un dialogo con Rfi e ad integrare il piano di potenziamento infrastrutturale della linea Civitanova Marche-Albacina per la fermata nella zona commerciale Palas di Civitanova e a pensare ad una eventuale ricognizione di fondi regionali qualora non fossero disponibili o sufficienti le risorse individuate da Rfi.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Fabbri.
Piergiorgio FABBRI. Grazie Presidente. Intervengo per appoggiare questa mozione e per richiamare l'attenzione sul discorso delle infrastrutture ferroviarie. Purtroppo questa Regione nulla ha fatto per riattivare la Fano-Urbino, anzi, sembra che si stia adoperando per realizzarci sopra una ciclabile, sprecando completamente il valore dell'infrastruttura; nulla ha fatto per riattivare la Pergola-Fabriano che è stata diramata per alcune decine di metri da un torrente che ha rovinato la massicciata, mentre con un ridicolo importo si sarebbe potuta riattivare; ha chiuso il tratto che dalla stazione centrale di Ancona andava al porto, due chilometri e mezzo che potevano portare sia i turisti crocieristi all’imbarco che quelli che volevano visitare Ancona dalla stazione centrale direttamente all'imbocco del centro storico, per cui ben venga questa mozione.
Su questo aspetto la politica regionale è stata fortemente deficitaria, nonostante gli studi abbiano dimostrato che subiamo una esagerata preponderanza del trasporto su gomma rispetto al trasporto su ferro e non riusciamo a valorizzare le infrastrutture che abbiamo e che potenzialmente potremmo rilanciare.
L'accordo di programma che è stato fatto con Ferrovie a livello nazionale, non prevede la riattivazione della Pergola-Fabriano e della Fano-Urbino, anche ad utilizzo turistico, e nonostante quest'anno, il 2020, sia l'anno delle ferrovie storiche, nulla si muove in quest'ambito.
Vedo la firma del Consigliere Micucci, io sono qui per dire che questa Giunta in cinque anni sulle infrastrutture ferroviarie ha disinvestito, non è stata lanciata la gara anche per la gomma tergiversando sulla gara europea e sappiamo quali sono tutte le difficoltà per realizzarla, il mio è un richiamo per dire, da questo punto di vista, che l'azione della Giunta va decisamente bocciata anche se questa mozione ha un intento positivo e noi la sosterremo.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Micucci.
Francesco MICUCCI. Velocemente sull'ultimo intervento, poi parlerò più in dettaglio della mozione.
Credo che si possano fare delle critiche senza necessariamente, per giustificarle, buttare tutto a mare. Dire che la Regione Marche sul tema ferroviario e degli investimenti non ha fatto nulla ..., penso che i dati e le testimonianze di questi cinque anni dicano esattamente il contrario. Si può discutere sulla tratta ferroviaria che sta molto a cuore al Consigliere Fabbri, di cui conosco poco e quindi su questa glisso, però non si può dire, per giustificare questo mancato intervento, che non si è fatto nulla.
Credo che non sia la verità, sta sotto gli occhi di tutti, pensiamo ai nuovi contratti con Ferrovie dello Stato, pensiamo ai nuovi treni, pensiamo agli investimenti che sono stati fatti sulla tratta San Benedetto del Tronto-Ascoli con l’elettrificazione e quelli che Ferrovie dello Stato sta garantendo sulla tratta Civitanova-Albacina di cui poi andremo a discutere. Questo per riportare un po’ l'ordine di verità su questi temi.
Stazione ferroviaria è un termine roboante, in realtà parliamo di una pensilina o poco più, cioè quelle strutture moderne e snelle che garantiscano la possibilità di una fermata. E' un tema vivo nella nostra realtà già da molti anni, tant'è che c'era stato un precedente bando Ferrovie/Regione, parliamo del 2013/2014, che in qualche modo aveva previsto un finanziamento per un intervento unificato di un nuovo sottopassaggio nella via a quattro corsie della zona e contemporaneamente la realizzazione di questa fermata ferroviaria.
Un'opera che all'epoca l'allora amministrazione, di cui tra l’altro facevo parte, non poté portare a termine perché all’interno del progetto che, ripeto, era unificato, quindi gli interventi dovevano essere fatti necessariamente insieme, non erano state previste una serie di opere complementari, indispensabili per la fruizione di queste opere, che avrebbero inciso con costi notevoli sulla amministrazione di allora e all’epoca non era possibile caricarli sul bilancio comunale.
Dovemmo rinunciare a malincuore anche alla stazione ferroviaria, mentre c'era la volontà di portarla avanti. All'epoca subimmo le critiche della allora opposizione, critiche feroci per non aver perseverato.
Ci saremmo aspettati che l'allora capo dell'opposizione, oggi attuale Sindaco, il giorno dopo l'insediamento avesse rinnovato la richiesta alla Regione Marche ed a Ferrovie dello Stato per rimettere in sesto quel progetto, per trovare la prima occasione utile per finanziare la nuova stazione ferroviaria, cosa che invece non è avvenuta.
La richiesta ufficiale del Comune di Civitanova c’è stata, dico in maniera improvvida, ci sono i documenti ufficiali che lo attestano, la settimana dopo che l'Assessore Sciapichetti, il sottoscritto, la Regione Marche insieme a Ferrovie dello Stato hanno presentato i lavori di ristrutturazione della tratta ferroviaria Civitanova-Albacina, con lavori propedeutici all'elettrificazione, che avverranno in un secondo step, con lavori di risistemazione, già avvenuti alla stazione di Civitanova e in corso d'opera nelle stazioni di Montecosaro, di Morrovalle, con le nuove fermate ferroviarie previste all'università di Macerata e al distaccamento dell'università di Tolentino.
Quando viene presentato il progetto definitivo e i lavori vengono attuati, si sveglia l'amministrazione di Civitanova e dice “anche noi vogliamo partecipare” al che facciamo presente che ormai è il caso di dire che quel treno è passato, ci saranno altri treni, probabilmente. Se l'amministrazione, come pensavamo tutti, si fosse svegliata in tempo, questa era l'occasione per vedere finanziata questa opera.
A mo' di battuta, qualcuno mi ha detto. "Voi siete i Consiglieri regionali se il Sindaco - la traduco in maniera visiva – su questo tema è incapace vi dovevate sostituire", al che, anche per tutelare l’istituzione, dico che i Consiglieri regionali non sono i tutori dei Sindaci, i Sindaci hanno la loro autonomia e determinate opere all'interno dei Comuni è competenza precipua di Sindaci, che eventualmente chiedono contributi alla Regione, al Ministero.
Sono stato sorpreso che questa battuta l'abbia presa con serietà la Consigliera Leonardi, che ha fatto questa mozione, ed è giusto quello che lei dice e cioè che io sono arrivato dopo, ma per questo motivo, perché sul fatto che c'è una necessità siamo tutti d'accordo, sul fatto che, se era possibile, andava fatto prima, siamo tutti d'accordo, forse ci distingue il fatto che io pensi che spettasse all'amministrazione comunale fare questa richiesta, ed è arrivata tardi.
Tolto questo breve passaggio polemico, è chiaro che lì c'è una zona in completa evoluzione, oggi diventata, credo, una centralità regionale, non solo comunale, vuoi perché c'è il più grande centro commerciale della regione, vuoi perché c'è l'ultimo palazzetto realizzato forse a livello nazionale, almeno questo, qualche anno fa, non so se ci sono state evoluzioni, che ospita la squadra campione del mondo di pallavolo, non una squadretta di periferia, quindi, per una serie di concause quella zona è diventata un centro nevralgico dell'intera regione, penso di poter dire.
E’ chiaro che a questo punto, nei tempi più brevi, se possibile, la richiesta che facciamo, almeno in questa nuova fase, è quella di tenere conto di questa necessità, anche rivedendo la possibilità di trovare delle economie interne a questo finanziamento che in qualche modo è in corso d'opera e se questo non sarà possibile nell'immediato prossimo bando perché Ferrovie dello Stato dovrà completare il finanziamento della tratta Civitanova-Albacina anche ai fini dell'elettrificazione, quindi nei prossimi anni si apriranno dei nuovi investimenti.
Dai bandi che abbiamo visto, sia di poche centinaia di migliaia di euro che di molti, nell'ambito dei finanziamenti di Ferrovie dello Stato parliamo di una goccia nel mare, credo che l'investimento che si chiede non sia enorme e potrà dare una soluzione e un impatto molto importanti perché, come ho detto, questa zona è nevralgica. C'è un flusso di persone che, soprattutto dopo gli eventi sismici, si spostano quotidianamente lungo la fascia della vallata del Chienti, dal mare ai monti e viceversa, per non parlare del periodo estivo in cui questo movimento si può anche accentuare con i nuovi mezzi e con nuove fermate.
Per una serie di motivazioni c'è piena condivisione, per questo siamo arrivati ad una risoluzione insieme, credo che la Regione Marche e Ferrovie dello Stato possano dare una risposta positiva a queste esigenze.
Ripeto, dispiace che l'amministrazione comunale si sia svegliata con un certo ritardo, poteva esserci già una risposta, però, al bando le polemiche, andiamo avanti e l'impegno che si chiede alla Regione è di poter dare una risposta concreta nei tempi più brevi possibili.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.
Sandro BISONNI. Grazie Presidente. Vorrei ringraziare i colleghi che hanno presentato le mozioni e dire i motivi per cui ho sottoscritto la risoluzione che ritengo molto importante e giusta.
A Civitanova Marche, ultimamente, anche a causa degli eventi sismici, è aumentata la popolazione, e in quella zona in particolare, per i motivi che ha ricordato il Consigliere Micucci, visto anche il palazzetto, il traffico spesso e volentieri si concentra in maniera importante.
È chiaro che va colta l'occasione di questo investimento rilevante he sta facendo Rfi sulla tratta Civitanova-Albacina. Parliamo, voglio ricordarlo, di circa 110 milioni per la completa elettrificazione e per l'eliminazione di tutti i passaggi a livello. E' stata annunciata anche la stazione a Macerata per l’università, che si aggiunge a questo importante investimento.
Credo che tutti gli investimenti che vanno nella direzione di spostare la mobilità da gomma a ferro debbano essere sostenuti da questo Consiglio per gli impatti ambientali, ma anche perché, oggettivamente, si possono risolvere delle situazioni di criticità rilevanti.
Ricordo anche che su questa linea più volte si è ragionato anche di un progetto di una metropolitana di superficie, è chiaro che a quell'obiettivo non si può arrivare dall'oggi al domani, però ci si può lavorare e aggiungere una fermata che sta all'interno di una città importante, come Civitanova Marche, va in questa direzione.
Ripeto, è la direzione di spostare il traffico dalla gomma al ferro, fare abituare le persone ad utilizzare il treno, sapendo che non è un mezzo che crea disagio, ma un mezzo con cui, al contrario, ci si può muovere con rapidità, velocità ed anche a basso costo.
Ritengo molto corretta la presentazione delle due mozioni e, ripeto, per i motivi che ho citato, sottoscrivo in pieno la risoluzione e mi auguro che l'Aula la voti all’unanimità.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.
Luca MARCONI. Giusto per far sentire la mia voce in questa Aula sorda e grigia. Una battuta perché questa richiesta dei colleghi, che chiaramente sottoscrivo, è propedeutica ad una cosa che ha accennato adesso il Consigliere Bisonni.
La parola metropolitana di superficie è una parola, di fatto si realizza quando fai qualche fermata in più, c’è un treno più sicuro e le gallerie da Tolentino a San Severino ad Albacina possono sopportare una velocità dei treni superiore a 60/70 chilometri orari, perché oggi se si va oltre quella velocità dalla volta cadono i mattoni, per cui bisogna andare piano.
Qualche volta l’ho fatta, ci vuole l’elettrificazione perché con il gasolio o la nafta prima di prendere velocità sei già arrivato alla stazione successiva, quindi non c'è questa capacità di accelerazione e 2 ore e 10 minuti circa da Fabriano a Civitanova Marche oggettivamente sono molti, un’ora e mezzo da Macerata, quando oggi, penso ai collegamenti più significativi, con la superstrada della Val di Chienti con la Quadrilatero ormai i maceratesi vanno a prendere il treno a Foligno, una volta lo prendevano a Jesi, qualcuno arrivava a Fabriano, oggi non ha senso perché si arriva a Foligno in meno di un'ora e da Foligno si arriva a Roma in un’ora e mezzo.
Paradossalmente abbiamo una situazione per la quale non diminuisce il traffico su gomma, come ha detto il Consigliere Bisonni, ma addirittura cresce dove si è più veloci. Come può crescere invece nell'ambito ferroviario? Bisogna guardare l’utenza non la struttura, l’utenza che normalmente utilizza il treno nella difficile orografia marchigiana, fatta tutta di colline, in cui non c'è la possibilità di collegamenti significativi intervallivi. Credo che questo sia l'unico perché è saltato quello di Fabriano-Pergola-Fossombrone, non si è mai fatto, sarebbe stato un altro collegamento intervallivo. Abbiamo solo il pezzo tra San Benedetto del Tronto ed Ascoli e abbiamo la Valle Esina, quindi l’unica intervalliva che attraversa le valli del Chienti, del Potenza e in qualche maniera anche del Musone, ma passa sopra, e dell’Esino è questa.
Chi utilizza normalmente il treno? Il pendolare giovane e il pendolare lavoratore, ma anche questo con qualche difficoltà. Ho fatto qualche piccolo studio sempre partendo dalla mia città, un pendolare per l’Università di medicina di Torrette, da Recanati impiegherebbe con i mezzi pubblici circa un’ora e tre quarti. Da Recanati per raggiungere l’ospedale di Civitanova, con gli autobus e con il treno, ci si impiega circa un’ora e venti minuti, con la macchina venticinque. Questi sono i dati, sul resto è tutta romanticheria, cioè: dovremo, faremo, ma non succede se non che.
Cos'è successo di positivo che andrebbe incentivato? Negli ultimi anni si è avuta, per esempio, la creazione di linee dirette da Ascoli ad Ancona, da Macerata ad Ancona, aver eliminato il passaggio su San Benedetto del Tronto, il cambio su Civitanova Marche, ha molto favorito questo tipo di collegamento. Questa dovrebbe essere la direzione e questo è il piano regionale dei trasporti e i 110 milioni con i quali paghiamo i nostri trasporti su gomma e su rotaia.
Per quanto riguarda la dimensione del futuro, in questo caso, ahimè, è data dagli anziani, ma potrebbe essere un vantaggio perché l'anziano, tendenzialmente, ha più tempo, soprattutto se pensionato e non ha problemi di orario, non deve trasportare bambini, non ha bisogno dell’automobile perché si deve portare dietro i figli piccoli, si può muovere da solo e si muove più volentieri con il mezzo pubblico.
Cosa manca a questo? Credo che il punto sul Palas di Civitanova Marche possa essere interessante, ma mancano poi i collegamenti successivi. Spesso abbiamo queste stazioni ferroviarie in punti semidesertici o in frazioni di fondovalle, ma manca il collegamento con il resto del territorio. Qui andrebbe fatto un ragionamento serio, chiaramente Civitanova Marche non ne ha bisogno perché è già collegata ad una rete di trasporto urbano, ma in tutte le altre stazioni occorrerebbe avere immediatamente la coincidenza, magari mettendone qualcuna di più ed avendola corsa per corsa - mi sembra che adesso sono circa dieci le corse su questa tratta, non sono neanche tante - che metterebbe in condizione di raggiungere il centro abitato sulla collina o un'altra frazione lì vicino.
Ecco, questo è qualcosa di serio, non solo la botta grossa dei 100 milioni ed oltre di investimento che vengono realizzati su questa tratta, ma soldi potrebbero essere impiegati in futuro per questa integrazione gomma/rotaia, potrebbe servire, almeno in parte, creando delle zone rosse di evidenza, penso alla Valle Esina, penso alla Ascoli-Ancona, penso a Macerata-Ancona e anche alla Civitanova-Albacina.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.
Piero CELANI. Intervengo per una breve riflessione. Credo che il tema del trasporto su ferro sia uno dei più importanti che in futuro si dovrà affrontare non soltanto nella regione, ma a livello nazionale
A livello nazionale abbiamo sviluppato soltanto le direttissime lungo la dorsale, sia tirrenica che adriatica, mentre, ad esempio, per quanto riguarda le Marche abbiamo un grosso problema per collegare i due mari, i due versanti, l’Adriatico ed il Tirreno. Da tempo si parla della ferrovia dei due mari.
Vi porto il contributo di Ascoli, dove da anni stiamo lavorando ad uno studio di fattibilità per poter fare la ferrovia dei due mari, magari arrivando a Rieti e poi da Rieti utilizzare il tratto di ferrovia che già c’è per andare a Roma.
Questo significherebbe non soltanto migliorare drasticamente il trasporto su gomma e quindi l’ambiente, ma anche e soprattutto un flusso turistico non indifferente dal Tirreno verso l'Adriatico, poi ovviamente c'è tutto il discorso del raddoppio della Falconara-Orte Orvieto Roma, se ne parla da anni e qui siamo molto indietro.
L’altro aspetto è quello della riattivazione e dell'elettrificazione delle ferrovie dismesse, quelle verso l'entroterra, è molto importante, perché è vero che noi abbiamo un territorio collinare, però non abbiamo mai sviluppato l'intermodalità, i parcheggi scambiatori. Lungo il percorso basta attivare 3 o 4 parcheggi scambiatori, la gente si concentra lì, lascia l’auto prende il treno e una volta che abbiamo elettrificato tutto, eliminiamo quelle che in gergo tecnico si chiamano le rotture di carico, nel senso che abbiamo linee dirette che ad esempio da Macerata arrivano ad Ancona. Noi l'abbiamo sperimentato, perché la fatidica metropolitana di superficie, che abbiamo ideato nel 1998, ai tempi dei Prusst (piani di recupero urbano di sviluppo sostenibile), l’abbiamo portata a termine e nel 2011 l’abbiamo inaugurata. Devo dirvi che significativamente il trasporto è migliorato, notevolmente, è vero che nel momento in cui si è elettrificato c’è stata la possibilità di eliminare rotture di carico ed avere corse dirette, quindi, molto veloci, quindi, nell'ambito di un orario studiato per bene, si può trasformare in una vera e propria metropolitana di superficie con fermate ogni 6, 7, 8 chilometri per dare la possibilità a tutti i piccoli centri di essere collegati.
Il trasporto su ferro sarà il tema dei temi dei prossimi anni, ci saranno da fare dei grossi investimenti, perché, anche dal punto di vista dell'economia locale, ne avremmo di che giovarci, non soltanto dal punto di vista ambientale.
Ci tenevo a condividere queste cose per l’esperienza che ho vissuto personalmente prima da Sindaco poi da Presidente di Provincia, per quanto riguarda l’elettrificazione della Ascoli-Porto d’Ascoli, e vi devo dire che c'è stato un netto miglioramento sia del trasporto pubblico, sia dell’ambiente, sia dell’aspetto economico di questi piccoli centri dove sono state realizzate piccole aree intermodali, i cosiddetti parcheggi di scambio, che da questo collegamento, a pettine delle valli, incrociano la ferrovia.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Proposta di risoluzione a firma dei Consiglieri Leonardi, Micucci, Bisonni. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Mozione n. 555
ad iniziativa dei Consiglieri Marconi, Micucci
“Necessario istituire un centro di oncofertilità femminile”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 555 dei Consiglieri Marconi, Micucci.
Ha la parola, per l'illustrazione, il Consigliere Marconi.
Luca MARCONI. Grazie Presidente. La mozione la do per letta perché è molto tecnica, però ha una valenza politica, è una delle tante cose che potremo fare nel campo della sanità, potrebbe essere addirittura una di quelle sperimentazioni che da altre parti sono state avviate, o semplicemente un intervento di rafforzamento della sanità pubblica in un campo estremamente delicato, che però segnalo anche per una valenza sociale.
La questione dell'oncofertilità femminile tocca un quarto del totale dei tumori che vengono registrati e tocca la donna in un'età fertile. Chiaramente è un serio impedimento alle nascite, si tratta di donne che avrebbero ben volentieri dei figli e la mancata diagnosi tempestiva non consente loro di averne. Sono patologie benigne, normalmente non portano alla morte, ma possono produrre questa gravissima menomazione, negando la maternità.
Questa specialistica qualificata può essere introdotta con una certa facilità all'interno della nostra struttura sanitaria, già c'è qualche esperienza e qualche esperimento che è nato attorno all'ospedale di Civitanova Marche, per questo io ed il Consigliere Micucci abbiamo pensato di rappresentare questa esigenza, che viene manifestata alla Giunta, che già la conosce.
Credo che la mozione possa servire, e non lo dico per retorica, per un necessario rafforzamento, perché ci rendiamo ben conto che le priorità rispetto a cose nuove sono tante, ma penso che il Consiglio regionale abbia facoltà e potere di mettere questa fra le priorità alle quali dare una risposta definitiva.
Gli obiettivi sono quelli di preservare la fertilità, attivando un percorso di protezione e prevenzione nelle pazienti di età inferiore ai 44 anni e definire anche i percorsi assistenziali che diano risposte tempestive ed efficaci.
Naturalmente vanno identificate le figure professionali nelle strutture sanitarie, qui abbiamo la nostra proposta.
Con un emendamento togliamo dalla proposta che abbiamo fatto l'individualizzazione nell'area vasta 3 e nella struttura ospedaliera di Civitanova Marche e torniamo nell'ambito del dipartimento materno infantile, come in parte è stato fatto nel passato perché non è questo il dipartimento, dato che si ipotizza l’istituzione di un Centro completamente nuovo e diverso dagli altri dipartimenti. Perché Civitanova Marche? Civitanova Marche già ha trovato in parte del personale sanitario e medico per questo tipo di esperimento, ha spazi adeguati per poterlo fare con piccoli interventi di manutenzione edilizia, quindi senza grandissimi costi, ha già una bio-banca accreditata per la conservazione delle cellule germinali e del tessuto ovarico, indispensabile per questa attività, quindi c'è già questa necessaria premessa, in più la città di Civitanova Marche, e lo dico da recanatese che ha visto chiudere il proprio ospedale in favore di quello di Civitanova, ma riconosco l'oggettività delle cose, oltre ad essere un centro in continua espansione e di importanza industriale e commerciale, è anche uno degli snodi più importanti insieme a Falconara e Ancona, perché è sul punto terminale della Quadrilatero per il lato sud, che consente facilità di accesso da tutte le Marche ed anche da altre regioni. E’ noto quale flusso commerciale turistico raggiunge la città di Civitanova dall'Umbria e qui troverebbe anche un altro tipo di servizio, quindi potremmo anche avere un riscontro positivo in termini di mobilità attiva.
Per queste ragioni con l'emendamento fatto insieme al Consigliere Micucci, nel “ritenuto che il Centro regionale di oncofertilità femminile” chiedo di togliere “nell'ambito del dipartimento materno infantile”, e nel dispositivo al punto 1 di togliere le seguenti parole: “che, per le proprie caratteristiche, è compresa il Dipartimento materno infantile” e diventa “Unità complessa di alta specializzazione a valenza regionale”. Grazie.
PRESIDENTE. Ha illustrato anche l'emendamento che è stato presentato e che modifica in parte la mozione con due aspetti prettamente tecnici, perché, come ha detto, al quinto capoverso scompare “nell’ambito del dipartimento materno infantile”, mentre il primo punto della parte finale del dispositivo è sostituito con quanto ha detto il Consigliere Marconi.
Ha la parola il Consigliere Micucci.
Francesco MICUCCI. Molto rapidamente, perché la presentazione del Consigliere Marconi è stata esaustiva, semplicemente per ricordare che questo era un percorso già avviato negli anni. C'era stato un dibattito, un percorso che era stato attivato perché nell'ospedale di Civitanova Marche si era creato nel corso degli anni un know-how su questo aspetto specifico per portare una cosa completamente nuova.
Questo processo si è in qualche modo rallentato, purtroppo, a causa del pensionamento del primario di questo reparto, quindi il coinvolgimento di chi seguiva questo progetto come facente funzioni, la necessità di mettere “in sicurezza” il reparto, con i parti per rispondere ai criteri ministeriali, in qualche modo hanno rallentato questo processo, però c'è tutta la volontà di portarlo avanti e questa mozione è semplicemente un sollecito per chiedere alla Giunta di non dimenticarsi di questo aspetto.
Chiaramente i rallentamenti ci sono stati per le motivazioni che ho detto, ma credo che appena si potranno sciogliere questi nodi il percorso si potrà riprendere, quindi c’è solo la volontà di sostenere questo percorso
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Emendamento a firma dei Consiglieri Marconi, Micucci. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Mozione n. 555, così come emendata. La pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa regionale approva)
Sull'ordine del giorno
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Pieroni.
Moreno PIERONI. Chiedo il rinvio della mozione n. 585 perché c’è la possibilità di presentare una proposta di risoluzione vista l'importanza del tema che riguarda il Commissario Straordinario.
Ci potrebbe essere la possibilità di trovare una risoluzione che coinvolga il maggior numero di Consiglieri e di forze politiche, possiamo rinviarla con l'impegno, però, Presidente, di iscriverla come prima mozione nel prossimo Consiglio.
PRESIDENTE. Ne prendiamo atto per il prossimo Consiglio, abbiamo deciso nella Conferenza dei capigruppo che il 23 gennaio 2020 daremo spazio a mozioni e interrogazioni.
La seduta è tolta.
La seduta termina alle ore 14,00