Resoconto della seduta n.152 del 18/06/2024
SEDUTA N. 152 DEL 18 GIUGNO 2024

La seduta inizia alle ore 10,30

Presidenza del Presidente
Dino Latini

PRESIDENTE. Buongiorno a tutti, dichiaro aperta la seduta n. 152 del 18 giugno 2024. Do per letto il processo verbale della seduta n. 151 del 21 maggio 2024 il quale, ove non vi siano opposizioni, si intende approvato ai sensi dell'articolo 53, comma 4, del Regolamento interno.
Richiamo, inoltre, ai sensi del comma 5 dello stesso articolo l’attenzione di tutti i Consiglieri sulle comunicazioni loro distribuite con cui porto a conoscenza dell’Assemblea quanto espressamente previsto dal Regolamento interno.

Al primo punto dell'ordine del giorno ci sono le interrogazioni a risposta immediata ed al punto due le interrogazioni. Per esigenze di servizio e altri impegni istituzionali che cadono contestualmente allo svolgimento dell'Assemblea del Consiglio regionale propongo di partire con le interrogazioni che riguardano l'Assessore Baldelli in modo tale da poterlo liberare..
L’Assessore Baldelli deve svolgere due interrogazioni in modo tale che poi possa essere presente ad un'altra iniziativa di carattere istituzionale.

Interrogazione n. 1184
ad iniziativa dei Consiglieri Biancani, Vitri, Mangialardi, Bora, Carancini, Casini, Mastrovincenzo
“Alternativa progettuale di una nuova linea ferroviaria al programma di potenziamento e velocizzazione della linea ferroviaria Adriatica”

Interrogazione n. 1207
ad iniziativa dei Consiglieri Bora, Mangialardi, Biancani, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri
“Realizzazione del quadruplicamento della linea ferroviaria Adriatica dell’Alta Velocità – detta arretramento. Aggiornamenti sull’attività di progettazione e presunti tempi di realizzazione”
(abbinate)
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 1184 dei Consiglieri Biancani, Vitri, Mangialardi, Bora, Carancini, Casini, Mastrovincenzo e l’interrogazione n. 1207 dei Consiglieri Bora, Mangialardi, Biancani, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Baldelli.

Francesco BALDELLI. Grazie, Presidente. Con le interrogazioni n. 1184 e n. 1207 i Consiglieri regionali interrogano, in sintesi, per sapere qual è lo stato dell'arte della realizzazione di una nuova linea ferroviaria ad alta velocità sulla linea Adriatica anche in seguito alle dichiarazioni del nostro Presidente della Giunta regionale Francesco Acquaroli. In relazione alle interrogazioni sopra indicate, Rete ferroviaria italiana, competente per l'intervento in oggetto, e gli uffici della Regione Marche, anche a seguito di incontri e interlocuzioni con Rete ferroviaria italiana, relazionano i contenuti che di seguito si elencano.
Non risulta essere venuta meno l'autorizzazione di spesa pari a 4.650.000 di euro prevista dal combinato disposto della legge n. 234 del 2021 e della legge n. 213 del 2023 per l'accelerazione degli interventi finalizzati alla promozione del trasporto con caratteristiche di alta velocità/alta capacità sulla linea ferroviaria Adriatica anche al fine dell'inserimento nella rete centrale core network della rete transeuropea di trasporto TNT.
L'intervento consiste nella realizzazione per fasi e tratte prioritarie di una nuova linea alta velocità/alta capacità tra Bologna e Lecce ad integrazione dell'attuale linea convenzionale Adriatica che risulta essere ai limiti della saturazione.
Il progetto, realizzando nuova capacità, si propone l'obiettivo di ottenere una separazione di flussi mediante realizzazione di una nuova linea ad alta velocità/alta capacità da utilizzare per i segmenti di traffico alta velocità Fast alta velocità standard e merci, utilizzo della linea convenzionale esistente per i segmenti di traffico di trasporto pubblico locale tale da consentire un nuovo servizio veloce, garantendo allo stesso tempo la capillarità della rete con i servizi sulla linea storica e una riqualificazione in termini di sostenibilità della stessa con minore impatto ambientale e inserimento nel contesto urbano.
Attualmente Rete ferroviaria italiana è impegnata nell’elaborazione del documento di fattibilità delle alternative progettuali dell'intera nuova linea Bologna – Lecce, comprendendo l'intero tratto marchigiano.
Nello specifico il documento di fattibilità delle alternative progettuali studierà diversi scenari sia di servizi che infrastrutturali, individuando altresì i primi lotti da realizzare nell'ambito delle risorse già stanziate, compreso il primo stralcio marchigiano tanto che nel contratto di programma in itinere il finanziamento passa da 4.650.000 di euro a 5.127.000 di euro al fine di ottemperare i tratti prioritari.
Dalle interlocuzioni con Rete ferroviaria italiana è emerso, ci dicono gli uffici, che ritiene prioritario il primo tratto a nord delle Marche.
Per quanto riguarda l'approfondimento tecnico relativo al progetto di fattibilità della nuova linea in arretramento e la condivisione con gli enti locali e cittadini verrà avviato il dibattito pubblico con tutti i portatori di interesse non appena il documento di fattibilità delle alternative progettuali sarà completato.
E’ già stato difatti avviato il dibattito pubblico per il tratto fino a Castel Bolognese, il completamento di tutti gli elaborati del docfap è previsto per dicembre 2024. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Grazie, Presidente. Grazie, Assessore, per la risposta. Se ho capito bene 1.850.000 euro sono previsti per il tratto nord delle Marche, non sono risorse che vanno perse, ma sono state integrate, addirittura da 4 miliardi a oltre 5 miliardi.
RFI sta portando avanti il progetto di fattibilità per la nuova linea, che in qualche modo sostituisca, non sia un bypass, ma una nuova linea ad alta velocità.
L'unica cosa che in qualche modo non condivido è legata al fatto che i Comuni avevano già espresso la volontà di trasformare l'attuale linea - che, se ho capito bene, la Regione vuole utilizzare per il trasporto ferroviario locale – in una sorta di green line, cioè uno spazio, un'infrastruttura in cui poter inserire dei mezzi sostenibili, come: mezzi elettrici, piste ciclabili, percorsi pedonali, alberature.
Dal mio punto di vista riuscire a spostare la linea ferroviaria più verso l'interno può essere sicuramente una soluzione ottimale, però io sono favorevole alla trasformazione dell'attuale linea ferroviaria in una green line, che riqualifichi completamente la costa marchigiana.
Lei, Assessore, ha fatto riferimento al tema del pesarese, però il progetto della green line potrebbe essere riproposto in tutta la costa marchigiana. Avere lungo la costa un infrastruttura larga almeno 10-15 metri minimo, forse anche 20, in cui possono andare i mezzi elettrici, sostenibili per lo spostamento tra un Comune e l'altro, realizzare un'infrastruttura con nuove alberature, piste ciclabili e altro, secondo me permetterebbe alla nostra regione di essere conosciuta anche a livello di promozione turistica internazionale. Di più se si pensa ad un'infrastruttura verde della sostenibilità lungo la costa rispetto a tenere due linee ferroviarie che incastrerebbero da una parte e dall'altra lo sviluppo della promozione turistica del nostro territorio, soprattutto un progetto che non andrebbe a sostituire l'attuale, ma si sommerebbe.
Non condivido la scelta della Regione di mantenere la linea attuale, come è oggi, cioè scaricata dei treni ad alta velocità, sia di trasporto che normali, perché ritengo che se si pensa alla nuova linea si deve pensare anche ad un nuovo sviluppo della costa. Grazie.

PRESIDENTE. Comunico che abbiamo un problema con il monitor, se qualcuno contesta il fatto di non essere in video per l'esterno è un problema tecnico, ci stiamo adoperando.
Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Bora.

Manuela BORA. Grazie, Presidente. Grazie, Assessore. Sono profondamente insoddisfatta della risposta perché quello delle infrastrutture è stato uno dei tanti cardini disattesi della vostra campagna elettorale.
Ci ricordiamo tutti come la Giunta Acquaroli sarebbe stata quella che avrebbe fatto uscire le Marche dal loro isolamento. Invece duole constatare che al pari del Governo Meloni la Giunta Acquaroli non sta facendo altro che raccontare bugie, In questo, devo riconoscerlo, siete bravissimi, siete davvero molto bravi a vendere il nulla, a venderlo anche molto bene, vi definirei gli Houdini della verità, ma il tempo è galantuomo e non potrà funzionare così per sempre.
Purtroppo per voi la verità, le vostre bugie e la vostra incapacità saranno chiare a tutti i marchigiani, anzi devo dire che ormai sta diventando molto chiaro di che razza di pasta siete fatti.
Sono i fatti a dirlo. Non era lei, Assessore Baldelli, che nel 2020 esprimeva seri dubbi dall'opposizione in merito alla fattibilità del progetto per problemi orografici e poi nel 2021 una volta diventato Assessore rispondeva: “Presente!” alla realizzazione di questo progetto strategico. Non era lei che dichiarava di aver aperto contatti con l’ex ingegnere RFI Marche per uno studio di prefattibilità sull'alta velocità adriatica? Invece ad una nostra richiesta di accesso agli atti è evidente che non c'è nessun tipo di progetto concreto al riguardo e tutto questo accade nelle Marche mentre+ per gli altri tratti, come in Emilia-Romagna, si sta procedendo speditamente con il coinvolgimento di Sindaci e cittadini. E come se non bastasse, mentre noi siamo qui a perdere tempo la Commissione europea ha nel frattempo approvato l'allargamento del corridoio Adriatico-Baltico.
Eccola la verità: la Giunta Acquaroli, in questi 4 anni, in tema di infrastrutture non ha fatto altro che portare avanti progetti già avviati dalla precedente Giunta Ceriscioli oppure dal Governo Draghi e se qualcosa ha fatto lo ha fatto male, come nel caso della Orte/Falconara per la quale erano stati promessi fondi aggiuntivi che non sono però mai arrivati.
Oggi noi chiediamo di conoscere i dettagli del progetto per capirne costi , benefici, la tempistica e i motivi per cui siamo fermi al via. Ve li dico io quali sono questi motivi. Voi questa infrastruttura non la realizzerete mai perché non avete il coraggio di dire ai balneari …

Interrogazione n. 1187
ad iniziativa dei Consiglieri Carancini, Mastrovincenzo, Mangialardi, Casini, Biancani, Bora, Cesetti, Vitri
“Richiesta aggiornamento stato dell’arte progetto recupero RSA di San Ginesio (MC)”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 1187 dei Consiglieri Carancini, Mastrovincenzo, Mangialardi, Casini, Biancani, Bora, Cesetti, Vitri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Baldelli.

Francesco BALDELLI. Grazie, Presidente. Per quanto riguarda il distretto sanitario, l'RSA di San Ginesio, in relazione all'interrogazione presentata, l'Ufficio speciale per la ricostruzione e il settore edilizia sanitaria ospedaliera della Regione Marche competenti per l'intervento in oggetto relazionano quanto segue.
Il progetto esecutivo per il completamento del distretto sanitario nel Comune di San Ginesio è stato approvato con decreto del Direttore del Dipartimento ufficio speciale per la ricostruzione del 10 maggio 2024. Sempre con il decreto del Direttore del Dipartimento ufficio speciale della ricostruzione, in attuazione dell'ordinanza del Commissario straordinario per la ricostruzione n. 186 del maggio 2024, è stato autorizzato e concesso al settore edilizia sanitaria ospedaliera e scolastica della Regione Marche quale soggetto attuatore dell'intervento il contributo di 7,4 milioni per il completamento del distretto sanitario nel Comune di San Ginesio con un aumento di risorse disponibili rispetto al precedente stanziamento di 5.952.000 euro.
La stazione unica appaltante della Regione Marche procederà nei tempi tecnici necessari all'avvio della procedura di gara per l'affidamento dei lavori di realizzazione la cui durata da cronoprogramma progettuale è prevista in 18 mesi dalla consegna. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Carancini.

Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. L'uomo delle parole ha parolato anche oggi, caro Assessore Baldelli.
Parliamo della RSA di San Ginesio, non si deve adirare se poi le affibbiano la definizione di parolaio, oggi addirittura scopriamo che neanche l'aritmetica conosce, mi chiedo quale sia la soglia della licenza istituzionale.
Presidente, le chiedo cortesemente siccome io sono stato in silenzio, se anche l'Assessore non ascolta, però...

PRESIDENTE. Chiedo a tutti di rimanere in silenzio, chi deve parlare, come sempre, come predico, esca dall'Aula. Prego.

Romano CARANCINI. Mi chiedo quale sia la soglia della decenza istituzionale di un Assessore rispetto agli atti amministrativi che sono quelli che valgono negli impegni della pubblica amministrazione. Lei li ha abbondantemente superati.
A luglio del 2021 dichiarava che entro il 2021 ci sarebbe stato l'appalto alla RSA. A febbraio 2023 dichiarava che era quasi pronto il progetto esecutivo da inserire in piattaforma per andare in appalto, successivamente a maggio 2023. A gennaio 2024, racconta sempre l'Assessore parolaio, che ci sono state delle interpretazioni diverse tra le strutture del Dipartimento guidato da lui e l'USR, ma che si era in procinto di avviare la procedura e che tutto si sarebbe risolto. Ma poi non ci racconta che il Commissario con il decreto n. 90 del 24 febbraio, Assessore Baldelli distratto, storna 4,7 milioni di euro già destinati alla RSA per darli a Tolentino e poi il 29 maggio, guarda caso il giorno successivo a quando noi chiediamo l'anticipazione, il Commissario esce con un comunicato stampa in cui dichiara che c'è lo stanziamento di 7,4 milioni euro. Poi oggi il buon Assessore Baldelli ci dice che loro hanno dato 5,9 milioni. Assessore, erano già stati previsti 5,9 milioni di euro per la RSA, i soldi in più non derivano da voi, ma dall'aggiornamento dei prezzi, quindi lei neanche l'aritmetica conosce.
E’ stato smentito quattro volte, ha superato anche quello che ha tradito per tre volte prima che cantasse il gallo. Lei ha tradito tutte le aree interne, era venuto a fare una lezioncina sul fatto che questo Governo si sarebbe occupato delle aree interne, di nessuno si è occupato salvo che di Pergola. Ha destinato decine di milioni di euro infischiandosene degli altri.
Stia tranquillo, Assessore, noi stiamo qua e finisca di fare il parolaio. Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo alle interrogazioni dell'Assessore Saltamartini per le quali comunico che mi è arrivata direttamente dal Direttore dottor XY del Dipartimento salute la comunicazione che per alcune interrogazioni non sono ancora pronte le risposte, che hanno necessità di ulteriori approfondimenti. Quindi si rinviano le interrogazioni n. 1223, n. 1224, n. 1132 n. 1156 n. 1177 e la n. 1185.

Interrogazione n. 1149
ad iniziativa dei Consiglieri Vitri, Biancani, Mangialardi, Bora, Carancini, Casini, Cesetti e Mastrovincenzo
“Aggiornamento attività Referente regionale Medicina di Genere”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 1149 dei Consiglieri Vitri, Biancani, Mangialardi, Bora, Carancini, Casini, Cesetti e Mastrovincenzo
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.

Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Il referente regionale della medicina di genere è il dottor XX, che è stato nominato con nota del 24 febbraio 2022 dall’allora direttore del dipartimento dottor YY. In tale periodo il dottor XX ha avviato il percorso volto al recepimento a livello nazionale del piano per l'applicazione e la diffusione della medicina di genere, di cui al decreto del Ministero della Salute 13 giugno 2019, svolgendo tra l'altro le seguenti attività: 21 aprile 2022 incontro in videoconferenza con i referenti regionali e con l’Istituto superiore di sanità; 1 ottobre 2022 partecipazione in presenza al convegno “Medicina di genere in oncologia prospettiva e sviluppo”, organizzato a Terni dalla Regione Umbria, con l'intervento alla tavola rotonda e con i riferenti delle Regioni Umbria, Lazio e Sardegna; 23 ottobre 2022 partecipazione alla tavola rotonda “La salute delle donne - pillole di prevenzione” organizzato dalla Commissione pari opportunità a San Benedetto del Tronto; 1 dicembre 2022 partecipazione al convegno “Medicina di genere: approccio completo al benessere della persona. La salute della donna”, organizzato dalla Commissione pari opportunità della Regione Marche; 27 aprile 2023 incontro in videoconferenza con i referenti regionali per la medicina di genere in preparazione della riunione plenaria del 13 giugno 2023 presso l'Istituto superiore di sanità.
Come diffusamente approfondito nel piano socio-sanitario regionale, che a pagina 54 dedica un intero paragrafo alla medicina di genere, la Regione Marche intende proseguire nel percorso già avviato in questi anni di riconoscimento delle differenze biologiche socio-culturali e di genere con la finalità di promuovere uguaglianze ed equità nella salute, prevedendo l'individuazione di un nuovo referente.
In particolare, considerato il ruolo strategico ricoperto dal territorio nella promozione e diffusione della medicina di genere, soprattutto in fase di attuazione e recepimento a livello regionale del Piano, di cui al richiamato decreto del Ministro della Salute 13 giugno 2019, si sta provvedendo alla nomina del nuovo referente regionale della medicina di genere successivamente alla conclusione dell'interpello che è già stato pubblicato e alla nomina del nuovo Dirigente del settore territorio e integrazione socio-sanitario nell'ambito dell'Agenzia regionale sanitaria, il cui procedimento si sta concludendo in questi giorni. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Vitri.

Micaela VITRI. Grazie, Presidente. Da quanto è emerso dalla risposta dell'Assessore Saltamartini la vera notizia è arrivata alla fine: sarà nominato un nuovo referente per la medicina di genere.
Devo dire di essere soddisfatta in parte di questa risposta perché secondo quanto emerso in questi 3 anni, purtroppo, e non vorrei offendere, non ho nulla contro il dottor XX - a parte la partecipazione a qualche convegno, tra l'altro uno in Umbria, quindi neanche qua, uno in videoconferenza e uno organizzato da noi, è un po' autoreferenziale, organizzato dalla Commissione Pari Opportunità - non ha potuto o non ha voluto adempiere invece ai suoi doveri perché noi dovevamo avere un report previsto dalla legge sull'attività della medicina di genere, che io ho già chiesto due volte in questi tre anni e noi non l'abbiamo mai ricevuto, non abbiamo mai visto il dottor XX e non ci abbiamo mai parlato.
Le associazioni, gli enti referenti per la medicina di genere ed anche gli stessi rappresentanti della sanità non hanno avuto nessuna linea guida su come operare nelle strutture ospedaliere, specie dopo la riorganizzazione sanitaria, tanto che le indicazioni del Piano socio-sanitario, che io stessa avevo chiesto e fatto inserire nel Piano socio-sanitario, nella legge 19, con un mio emendamento, poi non hanno avuto seguito.
Sottolineo che in parte questa notizia è anche una sfiducia nei confronti del dottor XX, lo dico tra virgolette, perché non so esattamente quale sia il rapporto o l'accordo politico, però attendiamo un nuovo referente per la medicina di genere che è previsto dalla legge n. 3 del 2013 e ci aspettiamo che inizi finalmente a fare ciò che dovrebbe e a dare al territorio delle risposte.
Assessore, tornerò a interrogare, a sollecitare su questo tema la Giunta perché questi tre anni purtroppo sulla medicina di genere non hanno dato le risposte che volevamo, non ci hanno dato nulla e ci attendiamo che si inizi a lavorare seriamente visto che è uno dei temi che ci sta più a cuore.
Grazie per la risposta e da adesso in poi speriamo in una svolta. Grazie.

Interrogazione n. 1164
ad iniziativa dei Consiglieri Mastrovincenzo, Carancini, Mangialardi, Biancani, Bora, Casini, Cesetti e Vitri
“Direzione Pneumologia dell’Ospedale di Torrette di Ancona”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 1164 dei Consiglieri Mastrovincenzo, Carancini, Mangialardi, Biancani, Bora, Casini, Cesetti e Vitri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.

Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. C'è da premettere che la scelta del Direttore della struttura organizzativa dipartimentale di pneumologia di andare a ricoprire la posizione di primario in altro ospedale, presso l'Ospedale Cardarelli di Napoli, è stata una scelta personale del professionista. Peraltro io non ne conosco le ragioni e avevo chiesto - delle persone mi avevano sollecitato a intervenire - un incontro con la primaria, ma questo non è avvenuto nonostante avessi chiesto di poterla incontrare.
Ciò premesso, l'Azienda universitaria di Torrette nelle Marche ha ritenuto, attraverso un protocollo di intesa con l'Università, all'interno del Dipartimento di medicina interna, di istituire una struttura organizzativa semplice dipartimentale denominata diagnosi e terapia delle patologie polmonari infiltrative diffuse pleuriche dell'adulto, per due ragioni fondamentali.
La prima è quella di valorizzare le esperienze professionali in ambito pneumologico di alto livello nazionale e internazionale operanti nella stessa Azienda di Torrette al fine di integrare e completare l'offerta di prestazioni di alta qualità della struttura di pneumologia della OU delle Marche. A tale riguardo la delibera della Giunta regionale n. 57 del 29 gennaio 2024, nell'allegato A, riconosce la suddetta struttura organizzativa semplice dipartimentale diagnosi e terapia delle patologie polmonari infiltrative diffuse pleuriche e della bronchiectasia dell'adulto come centro di eccellenza delle rete regionale delle malattie rare, tra quelle che partecipano allo sviluppo delle reti di riferimento europee.
La seconda motivazione che viene esplicitata dalla OU di Torrette, che ha la piena legittimazione a riorganizzare le proprie strutture interne secondo le procedure e i poteri che sono affidati alle Aziende sanitarie territoriali e in particolare ai centri clinici, come l'Azienda di Torrette, sulla base della legge n. 502 del 1992, è stata quella di garantire uno spazio assistenziale adeguato per l'esercizio della direzione della scuola di specializzazione in pneumologia.
Si precisa inoltre che gli spazi e le risorse assegnate alla struttura dipartimentale sono stati concordati con la direttrice della struttura, si allega la determina del direttore generale n. 618 dell'8 marzo 2023.
Il Direttore della pneumologia ha comunque mantenuto invariati i suoi due incarichi di Direttore di struttura complessa e di Direttore del dipartimento di medicina interna. Va rimarcato, prosegue la nota dell'Azienda di Torrette, che l’ unità di pneumologia di Ancona è una delle eccellenze cliniche non solo delle Marche, ma a livello nazionale, che si è affermata negli ultimi anni grazie alla qualità di tutti i professionisti che hanno operato in quella struttura.
L’intento della direzione della OU delle Marche è quello di continuare a promuovere tale eccellenza perché continui a garantire alti livelli di qualità tecnico professionale anche nei prossimi anni.
Infine a risposta di una domanda contenuta nell’interrogazione, riferisce sempre l'Azienda che non esiste nessun allarme e nessun esodo di primari dalla OU delle Marche, c'è il tema che alcuni medici ospedalieri e universitari recentemente hanno maturato l'età per il collocamento in quiescenza e non potendo essere rinnovati sono usciti dal servizio presso il nosocomio di Torrette. In ogni caso, prosegue l'Azienda, tutti saranno sostituiti nei tempi più brevi possibili mediante concorso pubblico e mediante assegnazione di incarico per gli universitari.
Tengo ad esplicitare che anche lunedì, ieri, nella riunione di Giunta sono stati banditi diversi concorsi proprio per sopperire, per dare copertura adeguata alle carenze che si sono rese necessarie a seguito del collocamento in quiescenza di alcuni primari. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Mastrovincenzo.

Antonio MASTROVINCENZO. Grazie, Presidente. Assessore, mi dichiaro non soddisfatto della sua risposta, in primo luogo perché lei ha letto una nota del Dirigente del servizio, ma le domande, come recitano tutte le interrogazioni, sono rivolte a lei e al Presidente Acquaroli. Se lei legge una nota del Dirigente poi non è in grado di rispondere nel merito ad alcune domande, tra cui quella, ad esempio, in cui chiedevo se lei condividesse le dichiarazioni del Direttore generale di Torrette che aveva detto sul giornale, alla stampa; “Morto un Papa se ne fa un altro”. Su questa dichiarazione, a mio parere inaccettabile, lei non ha espresso alcun tipo di opinione.
Ritengo poi che le motivazioni della partenza della dottoressa, della primaria del reparto di pneumologia le conosciamo bene tutti, lei pure. Ad esempio, sempre alla stampa aveva dichiarato che la scelta della riorganizzazione del reparto non era stata concordata con lei.
Che il reparto di pneumologia sia un'eccellenza in Italia lo dice la nota del servizio, lo riconosce lei e lo dico io nell'interrogazione perché può intervenire e interviene su pazienti che arrivano addirittura da cinque continenti, ha fatto 100 corsi di aggiornamento, numerosi eventi scientifici e nessun'altra Unità Operativa delle Marche assiste tanti pazienti di fuori Regione come pneumologia.
E’ evidente allora che sono bravissimi tutti gli operatori sanitari che operano in questa unità, in questa struttura, ma è altrettanto vero che poi è la Direzione che funziona e funzionava alla grande. Riorganizzare una struttura che funziona bene lascia sempre perplessi, se poi l'Assessore competente non è neanche a conoscenza è evidente che tutto è molto discutibile.
Questa fuga, che voi dite che non si può definire fuga, ma io la definisco fuga di primari, questa continua mancanza di personale (il pronto soccorso in continua pressione, costante pressione) ed i tagli dei posti letto rendono una fotografia dell'Ospedale di Torrette, prima eccellenza regionale italiana. Danno una fotografia di un ospedale in decadimento progressivo. Credo che lasciar partire le eccellenze dal punto di vista professionale, come è la dottoressa, sia molto grave e la Giunta deve riconoscerne le responsabilità. Grazie.

Interpellanza n. 31
ad iniziativa dei Consiglieri Bora, Mangialardi, Biancani, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo e Vitri
“Modalità di applicazione della legge 194/1978 con particolare riferimento alla presenza delle associazioni c.d. “pro-vita” nei consultori”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interpellanza n. 31 dei Consiglieri Bora, Mangialardi, Biancani, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo e Vitri.
Ha la parola, per illustrazione, la Consigliera Bora.

Manuela BORA. Grazie, Presidente. Il tema dell'interruzione volontaria di gravidanza è molto delicato e pertanto deve essere affrontato con particolare rispetto, competenza e professionalità, sempre considerando la complessità della scelta da parte della donna.
Per questi motivi è richiesto e necessario garantire nei consultori un supporto tale da offrire il migliore approccio psicologico medico e sociale.
Il 23 aprile scorso, con la conversione del decreto legge contenente le disposizioni urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), il Governo Meloni ha spalancato le porte dei consultori pubblici alle cosiddette “associazioni pro vita”, che io definisco “no choice”, mettendo in discussione questa premessa.
Una forzatura ideologica e legislativa che ha inserito nelle pieghe del decreto PNRR una norma che permette alle associazioni antiabortiste di entrare nei consultori, una forzatura che peraltro ci è valsa anche un richiamo da Bruxelles.
L'emendamento prevede che oggi le Regioni, nell'organizzare i servizi consultoriali, potranno “avvalersi senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica anche del coinvolgimento di soggetti del terzo settore che abbiano una qualificata esperienza nel sostegno alla maternità”. Appare evidente quindi che la finalità di questa modifica normativa sia quella di prevedere la presenza attiva dei soggetti in questione all'interno dei consultori nel momento in cui la donna deve scegliere se interrompere o meno la propria gravidanza.
Voglio ricordare che in Italia, oggi, non esiste un'emergenza IVG, i dati Infatti raccontano una storia ben diversa e cioè che negli ultimi 40 anni si è verificata una flessione di circa il 70% delle interruzioni volontarie di gravidanza, molto probabilmente come conseguenza di una maggiore e migliore conoscenza delle pratiche sanitarie anticoncezionali. Un risultato che colloca l'Italia fra i Paesi con le percentuali di IVG più basse al mondo.
Con questa interpellanza vogliamo conoscere se come la Giunta Acquaroli applicherà una norma che a nostro avviso servirà solo a limitare un diritto delle donne previsto e garantito dalla legge.
Vogliamo sapere e far sapere se, alla situazione gravissima che vive il sistema sanitario regionale, con liste di attese infinite, carenze di organico e una presenza eccessiva di medici obiettori, ora le donne che decidono di interrompere una gravidanza dovranno anche aggiungere le pressioni e i giudizi morali di queste associazioni all'interno dei consultori pubblici. Associazioni di cui peraltro non vengono specificate le professionalità e competenze necessarie richieste rispetto alla missione che si prefiggono di svolgere proprio nel momento in cui il portato psicologico per la donna è maggiore e più significativo.
Dovremmo tutti aver ben chiaro quanto il ruolo dei consultori sia strategico per la prevenzione, la promozione della salute e della procreazione consapevole e responsabile e per questo il gruppo del Partito Democratico è convinto che la vera urgenza sia quella di rafforzarne il ruolo, garantendo a queste strutture tutte le risorse e le professionalità necessarie e previste dalla legge.
Le donne che si rivolgono ai consultori o ai presidi ospedalieri devono sapere di essere accolte in ambienti sicuri, in cui ogni loro scelta sarà rispettata. non certo giudicata.
Le visite che noi Consiglieri del gruppo del Partito Democratico abbiamo svolto presso i consultori regionali lo scorso anno: hanno rivelato una situazione molto critica: carenza di operatori, strutture inadeguate, mancanza di attrezzature essenziali, impossibilità di effettuare programmi di prevenzione.
Ci saremmo aspettati di trovare nel Piano socio-sanitario risorse specifiche capaci di garantirne l'operatività, ma come sappiamo così non è stato, lasciando alla sanità e ai marchigiani solo un pugno di mosche e belle promesse.
Non ci stancheremo mai di affermare che il sostegno alla natalità, fondamentale nella situazione di criticità demografica che il nostro Paese sta vivendo, non si attua comprimendo la libertà della scelta della donna, ma piuttosto mettendo in campo in modo diffuso e strutturale risorse per sostenerne la genitorialità.
L'impatto economico ed organizzativo, certamente presente alla nascita, si evolve infatti in una condizione genitoriale e familiare che richiede da un lato servizi specifici, come asili nido, servizi sociali ed educativi, e dall'altro la concreta opportunità di inserimento dei genitori, ed in particolare delle madri, nel mondo del lavoro. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.

Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Come più volte abbiamo detto in quest'Aula la legge n. 194 costituisce uno dei pilastri fondamentali di quello sviluppo, di quelle riforme economico-sociali che sono state approvate nel nostro Paese a seguito della approvazione della Costituzione repubblicana.
Negli importanti anni 70 si sono sviluppate le nuove culture e sono stati riconosciuti importanti diritti civili.
Ho già detto in quest'Aula, per quanto riguarda l'Assessorato alla sanità e la Giunta regionale, che la legge n. 194 fu sottoposta a un referendum abrogativo, da un lato da chi voleva eliminarla, dall'altra parte da chi voleva allargarne l'ambito di applicazione. Il corpo elettorale nel nostro Paese, il popolo, decise di convalidare quella legge, quindi noi dobbiamo darle attuazione garantendo l'habeas corpus, il diritto delle donne di scegliere in materia.
Naturalmente i consultori familiari costituiscono una struttura molto importante ai fini dell'adozione del raggiungimento di quella decisione, che costituisce per ogni donna, penso, la decisione più drammatica che possa affrontare.
A questa legge, al quadro generale che ho cercato di descrivere, si aggiunge la nuova disposizione approvata al Parlamento nazionale che, come l'interrogante ha letto, stabilisce che le Regioni possano avvalersi, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, anche del coinvolgimento di soggetti terzi, del terzo settore, che abbiano una qualificata esperienza nel sostegno della maternità. Quindi, queste strutture potranno essere integrate con persone che abbiano una qualificata esperienza nel sostegno della maternità.
Devo dire che a seguito dell'approvazione di questa legge sono pervenute in Regione alcune richieste di accesso in queste strutture, gli uffici sono stati demandati di avviare una procedura al riguardo, una procedura istruttoria. Devo anche aggiungere che per valutare meglio e ponderare meglio queste richieste, l'Agenzia regionale sanitaria con decreto n. 45 del 28 novembre 2023 ha istituito un apposito comitato di percorso nascita regionale, composto da dirigenti e da qualificate professionalità del settore.
Devo dire, concludendo questo mio intervento, che c'è la massima sensibilità per garantire a tutte le donne la massima fruibilità della legge n. 194 perché la ritengo una legge, ripeto, sottoposta al vaglio non solo del Parlamento, ma anche al referendum del corpo elettorale, quindi dobbiamo prendere atto che la volontà del popolo è quella di dare piena applicazione alla legge n. 194 e penso che, se la selezione dei soggetti potranno andare a integrare le commissioni nei consultori con persone di qualificata esperienza nel settore, possiamo fare anche un passo in avanti senza pregiudizi ideologici, muri e steccati
Mi permetto anche di dire al gruppo del PD e anche all'interrogante che sarebbe un errore creare in questo momento una contrapposizione ideologica sulla materia perché credo che la volontà di ciascuno di noi, che abbiamo questa altissima responsabilità di far parte del Consiglio regionale, deve garantire con serenità e con ponderazione i migliori provvedimenti che tendano a garantire a tutte le donne l'esercizio di questo diritto.
Con ciò concludo il mio intervento per sottolineare sempre la presenza dell'Assessorato e soprattutto delle Commissioni permanenti, in particolare della Commissione sanità, in materia di nuovi provvedimenti che potranno essere adottati alla luce dell'esecuzione di questa norma approvata dal Parlamento nazionale.
Assumo l'impegno di non decidere nulla in autonomia, pur nell'esercizio dei poteri amministrativi che sono conferiti alla Giunta, ma di avviare un percorso, un dibattito con la Commissione salute e con chi vorrà partecipare del Consiglio regionale in modo tale che le decisioni che potremo assumere saranno le migliori nell'interesse di queste donne. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Bora.

Manuela BORA. Grazie, Presidente. E’ difficile replicare dopo quello che abbiamo sentito in quest'Aula, Assessore. Sono profondamente indignata, disgustata da quello che lei ha detto, ma di certo non posso dirmi meravigliata perché, d'altronde, non avete mai nascosto quelle che erano le vostre idee, l'avete fatto peraltro con una proposta di legge di riforma dei consultori che addirittura ha anticipato questa abominevole proposta che ha fatto il vostro Governo.
Quella proposta di legge spalancava di fatto le porte dei consultori a queste associazioni, dando loro la possibilità di poter utilizzare gratuitamente l’attrezzatura pubblica.
Sappiamo bene tutti che la vostra Giunta è sempre andata a braccetto e ha strizzato l'occhio ai movimenti antiabortisti. D'altronde è la prima volta che la Giunta, a partire dal Presidente della Regione passando per l'Assessore alla Sanità ed alle illustri Senatrici del Governo Meloni, passando anche per un candidato che nel frattempo è diventato eurodeputato di Fratelli d'Italia, presenzia ad iniziative come quelle organizzate dal dottor XY. Avete sempre realizzato una politica conservatrice a marcia indietro sui diritti acquisiti dalle donne in anni di contestazioni e battaglie delle associazioni femministe.
Oggi lei ci ha confermato che la vostra filiera pur di fare propaganda becera sul corpo delle donne è disposta a tutto, collocando così l'Italia e le Marche fuori dal perimetro di difesa dei diritti, sanciti anche recentemente dall'Unione europea. Mi riferisco al voto favorevole del Parlamento europeo espresso per inserire l'interruzione di gravidanza nella carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea.
Favorire entità private, che potrebbero influenzare stigmatizzare la libera scelta delle donne, rappresenta quindi ed evidentemente una limitazione del loro diritto all'autodeterminazione.
Mi lasci dirle, Assessore, che la maternità deve essere sempre una scelta consapevole da parte della donna e nessuno ha il diritto di poterla fare sentire in colpa su una scelta che probabilmente è la più difficile che dovrà affrontare nella propria vita, ma se decide di compiere fino in fondo quella strada le istituzioni hanno il dovere di starle a fianco e di renderle questo percorso meno sofferto possibile.
Abbiamo ricevuto già diverse segnalazioni da quelle pazienti ...

Interrogazione n.1225 – a risposta immediata
ad iniziativa dei Consiglieri Mastrovincenzo, Carancini, Cesetti, Vitri
“Situazione economica finanziaria di Ancona International Airport S.p.A.”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n.1225 – a risposta immediata - dei Consiglieri Mastrovincenzo, Carancini, Cesetti, Vitri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Brandoni.

Goffredo BRANDONI. Grazie, Presidente. In riferimento all'atto ispettivo, sentita la società di gestione aeroportuale in merito al punto richiesto, si rappresenta quanto dalla medesima riferito: “In data 25 marzo 2024 si è riunito il consiglio di amministrazione di AIA, Ancona International Airport, in seno al quale è stata licenziata la bozza di bilancio, altresì deliberando di avvalersi del maggior termine previsto dall'articolo n. 2364 del codice civile necessario per comprendere l'impatto a fini bilancisti del recesso operato da Aeroitalia. Di seguito riporto uno stralcio della delibera: Ai sensi di quanto disposto dall'articolo n. 2364, comma 2 del codice civile, ed in conformità dell'articolo 15 dello Statuto, ci si è avvalsi del maggior termine di 180 giorni per l'approvazione del bilancio. Tale dilazione si è resa necessaria per una valutazione in merito all'operatività dei voli di continuità e il loro riflesso sulla redazione del bilancio d'esercizio”. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Mastrovincenzo.

Antonio MASTROVINCENZO. Grazie, Presidente. Nel merito, Assessore, mi ha risposto perché è a conoscenza, rispetto alla relazione che le hanno fatto, del ritardo dell'approvazione del bilancio consuntivo.
Ad oggi l'Assemblea, che deve approvare il bilancio consuntivo, non è stata convocata, comunque non sarà questa settimana, non so se sarà la prossima, però le motivazioni che lei ha letto, il discorso della valutazione dell'impatto e del recesso di Aereoitalia è evidente che fanno pensare ancora una volta che quella scelta è stata pessima e che i voli di continuità così gestiti, organizzati, hanno impattato in modo negativo dal punto di vista delle immagine, sicuramente, ma anche dal punto di vista finanziario, tanto da dover indurre una dilazione nell'approvazione del bilancio, sfruttando al massimo i 180 giorni consentiti.
Credo che dovremmo riflettere su questa situazione.
Ora siamo curiosi di vedere che cosa emergerà dal bilancio e quanto avranno impattato i voli di continuità e la gestione di tutto questo percorso nel bilancio dell'aeroporto di Ancona-Falconara. Grazie.

Interrogazione n. 1151
ad iniziativa della Consigliera Ruggeri
“Inserimento del Cartamo tra le colture sovvenzionate in agricoltura”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 1151 della Consigliera Ruggeri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Antonini.

Andrea Maria ANTONINI. Grazie, Presidente. Relativamente al punto 1 dell'interrogazione premesso che:
- l'ecosistema 4, denominato “Pagamento per sistemi foraggeri estensivi con avvicendamento” è stato quello più attenzionato in quanto fin dalla sua formulazione nel Piano strategico della Pac (PSP) e nel decreto ministeriale l’ecoschema 4 ha evidenziato molte difficoltà interpretative e molta confusione nella sua attuazione:
- le maggiori organizzazioni agricole hanno segnalato all'Assessorato e alla Direzione agricoltura e sviluppo rurale la necessità di attivarsi presso il Masaf per la modifica dell'allegato in oggetto al fine di inserire nello stesso alcune colture (classificate come depauperanti) come colture da rinnovo ammesse per l'avvicendamento dell'ecoschema 4;
- l'impegno IM01 “assicurare l'avvicendamento colturale almeno biennale (inserito nel piano di coltivazione) sulla medesima superficie, inserendo nel ciclo di rotazione almeno una coltura miglioratrice proteica e oleaginosa, o almeno una coltura da rinnovo” si controlla dalla seconda annualità di adesione all'ecoschema;
- a prescindere dalla sua classificazione (depauperante - miglioratrice - da rinnovo) le superfici coltivate a Cartamo potevano beneficiare del premio dell'ecoschema fin dalla campagna 2023;
l’Assessorato tramite la Direzione agricoltura si è attivato fin dalle prime segnalazioni perché il Ministero inserisse il Cartamo e le altre colture nell'elenco delle colture da rinnovo chiedendo l'integrazione dell'allegato VIII (articolo 20, comma 1 lettera a) del decreto ministeriale in oggetto.
Allo stato attuale il provvedimento recante intesa, ai sensi dell'articolo 3 del decreto legislativo 28 agosto 1997 n. 281, sullo schema di decreto del Ministro dell’agricoltura, sovranità alimentare e delle foreste recante Attuazione del regolamento (UE), eccetera, eccetera, del Parlamento e del Consiglio recante semplificazione di determinate norme, eccetera, eccetera, per l'esame del quale era convocata una riunione tecnica ieri, proprio il 17 giugno 2024 alle ore 11, che prevede: “Articolo 3 (Integrazione dell'allegato VIII del decreto del Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste) 1. All'elenco delle colture da rinnovo di cui allegato VIII del decreto del Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste del 23 dicembre 2022 - l’agricoltura è una cosa molto tecnica, nonostante quello che si possa pensare - sono state aggiunte le seguenti specie: Bietola (compresa la Barbabietola rossa, Bietola da costa), Broccoletto di rapa, Cavolo rapa, Cavolo, Cavolo cinese, Cavolo broccolo, Cavolo abissino, Mizuna o Brassica rapa, Agretto, Lattuga, Lattughino, Cicoria, Spinacio, Indivia o Scarola, Rucola, Sedano, Finocchio, Ravanello, Cipolla, Basilico e Cartamo.
Il testo oggetto della riunione tecnica viene allegato.
Dopo il CTA del 17 giugno il documento sarà oggetto della prossima Commissione politiche agricole che c'è il 20 giugno per essere poi approvato nella seduta della conferenza Stato-Regioni del 27 giugno prossimo venturo.
E’ chiaro l’impegno della Direzione agricoltura e dell'Assessorato del sottoscritto con il Ministero all'inserimento del Cartamo e delle altre colture significative nella rotazione marchigiana erroneamente classificate come depauperanti, fermo restando che sul testo dovrà essere raggiunta l'intesa in Conferenza Stato–Regioni.
Noi abbiamo fatto tutto, abbiamo proposto, siamo d'accordo, però ovviamente ci deve essere un’intesa. Nel momento in cui la Commissione tecnica si riunisce, solitamente se non ci sono particolari contrarietà la cosa passa.
Relativamente al punto 2 dell'interrogazione, premesso che: il sostegno dell'ambito misura 11 (Agricoltura biologica) è calcolato in base ai maggiori costi e ai minori ricavi connessi agli impegni che vanno oltre la baseline e la comune pratica agricola; considerata la tecnica colturale del Cartamo, che è analoga a quella di altre colture da rinnovo primaverili-estive, quali il girasole, non è possibile riconoscere una perdita di reddito paragonabile a quella delle ortive. Pertanto nei bandi relativi alla misura 11 del PSR il Cartamo beneficia del premio previsto per il gruppo colturale dei seminativi pari a 300 euro ad ettaro.
Il Cartamo da olio si presta a tecniche di coltivazioni caratterizzate da ridotti input agronomici a condizioni di aridocoltura; a cui noi abbiamo aderito come Regione recentemente. Nella nostra Regione è pianta da rinnovo a ciclo primaverile-estivo con una tecnica di operazione simile a quella del girasole. Infatti nella coltura del Cartamo non si rilevano maggiori costi e minori ricavi da quelli di altre colture annuali a pieno campo, associate al raggruppamento colturale. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Ruggeri.

Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Ringrazio anche l'Assessore per la risposta che chiedo di poter avere in forma scritta visto che, come giustamente ha detto, è un argomento particolarmente tecnico.
Per quanto riguarda la linea politica mi dico soddisfatta della risposta alla prima domanda anche se l'approvazione, come ha detto l'Assessore, non ce l'abbiamo ancora in tasca, però è presumibile che il 27 giugno arrivi. Per la seconda vorrei approfondire perché questa è una richiesta che è arrivata sulla mia scrivania proprio dalla Federazione liberi agricoltori di Pesaro Urbino con cui valuterò la risposta scritta che mi fornirà l'Assessore. Grazie.

PRESIDENTE. Anticipazione della proposta di legge n. 243. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Passiamo alle nomine: Elezione di un Consigliere regionale quale componente del Comitato promotore delle Celebrazioni del centenario della nascita di Sergio Anselmi (voto limitato a uno) ed Elezione di un Consigliere regionale quale componente del comitato promotore delle Celebrazioni del centenario della nascita di Paolo Volponi. (1924 – 2024) (voto limitato a uno).
Ha la parola la Consigliera Ruggeri.

Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Volevo autocandidarmi al ruolo di componente del Comitato promotore delle Celebrazione del centenario della nascita di Paolo Volponi.
Voi sapete che in questi quasi 4 anni non mi sono candidata a nulla e non ricopro nessun ruolo, questo tra l'altro è un ruolo previsto dalla proposta di legge di cui sono stata proponente, che è diventata legge all'unanimità, e non è retribuito.
Ci terrei in questo caso a ricoprirlo, penso soprattutto per le mie competenze, anche se la forza dei numeri non ce l'ho.
Vorrei ricordare che su 30 Consiglieri sono l'unica che vanta una laurea in lettere moderne in indirizzo contemporaneo, presa ad Urbino, ho fatto un master alla Sorbona in letteratura contemporanea, che ho raggiunto a pieni voti, sono insegnante di letteratura, come sapete italiano e latino, penso in quanto Consigliera di questa Assise di poter ricoprire con competenza questo ruolo, che ripeto non è retribuito. Se volete sono a disposizione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Mastrovincenzo.

Antonio MASTROVINCENZO. Grazie, Presidente. Da parte nostra c'è la proposta del nominativo del capogruppo Consigliere Mangialardi anche perché è stato il proponente della proposta di legge sul centenario della nascita di Sergio Anselmi. Grazie.

Nomine:

Elezione di un Consigliere regionale quale componente del Comitato promotore delle Celebrazioni del centenario della nascita di Sergio Anselmi (voto limitato a uno)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la nomina di un componente del Comitato promotore delle celebrazioni del Centenario della nascita di Sergio Anselmi (voto limitato ad uno).
Prego distribuire le schede.

(Il Consigliere Segretario Borroni effettua la chiama)

Comunico i risultati della votazione

Votanti n. 25
Schede bianche n. 1
Schede nulle n. 0
Schede valide n. 24

Hanno ricevuto voti:

Marco Ausili n. 17
Maurizio Mangialardi n. 7

Proclamo eletto componente del Comitato promotore delle celebrazioni del Centenario della nascita di Sergio Anselmi (1924 – 2024) il Consigliere Marco Ausili.


Elezione di un Consigliere regionale quale componente del Comitato promotore delle Celebrazioni del centenario della nascita di Paolo Volponi. (1924 – 2024) (voto limitato a uno).

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la nomina di un componente del Comitato promotore delle celebrazioni del Centenario della nascita di Paolo Volponi (1924 - 2024) Voto limitato ad uno.
Prego distribuire le schede.

(Il Consigliere Segretario Vitri effettua la chiama)

PRESIDENTE. Un secondo di attenzione, in attesa dello scrutinio della nomina del componente del Comitato promotore delle Celebrazioni del centenario della nascita di Paolo Volponi, vorrei esprimere un grande applauso per la nomina del Consigliere Carlo Ciccioli al Parlamento europeo, per la nomina del Consigliere Andrea Biancani a Sindaco di Pesaro e per la nomina del Consigliere Luca Serfilippi a Sindaco di Fano, che sono nostri colleghi.
Complimenti a tutti davvero, buon lavoro nelle rispettive funzioni in cui siete stati eletti.

Comunico i risultati della votazione

Votanti n. 25
Schede bianche n. 1
Schede nulle n. 0
Schede valide n. 24

Hanno ricevuto voti
Cancellieri Giorgio n. 16
Ruggeri Marta n. 8

Proclamo eletto componente del Comitato promotore delle celebrazioni del Centenario della nascita di Paolo Volponi (1924 - 2024) il Consigliere Giorgio Cancellieri.

Deliberazione legislativa statutaria concernente: “Modifiche alla legge statutaria 8 marzo 2005, n. 1 ‘Statuto della Regione Marche’”
(seconda approvazione ai sensi dell’articolo 123, secondo comma, della Costituzione)
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la deliberazione legislativa statutaria Statuto della Regione Marche.
La discussione generale è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Assenti.

Andrea ASSENTI. Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti.
Come detto siamo in seconda lettura, quindi in seconda votazione. La prima è stata votata a maggioranza assoluta il 9 aprile 2024, la proposta di legge n. 149, oggi andiamo in seconda, penso che tutti sappiamo di che parliamo, leggo velocemente:
Articolo 1) i componenti dell'ufficio di Presidenza che cessano di far parte del gruppo consiliare al quale appartenevano al momento dell'elezione decadono dall'incarico. Tale disposizione non si applica quando la cessazione sia stata deliberata dal gruppo in provenienza, ovvero in caso di scioglimento o di fusione con altri gruppi;
Articolo 2) il Presidente e il Vicepresidente che cessano di far parte del gruppo consiliare al quale appartenevano al momento della nomina decadono dall'incarico. Tale disposizione non si applica quando la cessazione sia stata deliberata dal gruppo di provenienza ovvero in caso di scioglimento o fusione con altri gruppi consiliari.
Articolo 3) invarianza finanziaria. Faccio anche per la relatrice di minoranza, ma penso che lo possiamo dire anche insieme, da questa legge non derivano né possono derivare nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio della Regione.
Articolo 4, la decorrenza, tutto ciò si applica dalla prossima legislatura. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la relatrice di minoranza la Consigliera Ruggeri.

Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Non ritorno sul contenuto di questa proposta di legge che, come ha detto il Consigliere Assenti, ritorna in Aula per la seconda approvazione, però ci tengo ad esprimere soddisfazione per il fatto che questa proposta di modifica statutaria sia passata in prima approvazione all'unanimità ed oggi immagino che avrà la stessa sorte. Abbiamo fatto una bella discussione in Commissione e sono contenta che sia stata sottoscritta da tutti i capigruppo, non era un risultato scontato da raggiungere.
Purtroppo sappiamo che il cambio di casacca è un problema serio che ha colpito e continua ad essere all'ordine del giorno anche di quest’Assise. Non si possono vincolare, perché esiste il vincolo di mandato, le risorse e intervenire in maniera più rigida, ma gli elettori vi assicuro che questo chiederebbero, ma abbiamo trovato una forma deterrente che dovrebbe, quantomeno fino alla metà del mandato, disincentivare l'odioso passaggio da un gruppo all'altro tradendo così di fatto la volontà degli elettori.
Mi fermo qui perché già ne abbiamo discusso lungamente nelle scorse sedute. Grazie.

PRESIDENTE. Non ci sono interventi. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Mangialardi.

Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Voto favorevole del nostro gruppo. Ringraziamo i due relatori e ringrazio in modo particolare la Consigliera Ruggeri per aver presentato questa proposta di legge che oggi in seconda lettura ci consente di avere un una modifica più rispettosa del voto e più attenta alle garanzie istituzionali, forse con questa piccola modifica anche un esempio dell'atteggiamento che dobbiamo assumere all'interno dell'Aula.
Voto favorevole da parte del nostro gruppo. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Assenti.

Andrea ASSENTI. Grazie, Presidente. Ai fini dell'espressione del voto, che è favorevole da parte di tutto il gruppo di Fratelli d'Italia, come abbiamo già detto ampiamente anche in prima lettura. Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione e vi preciso che occorre la maggioranza assoluta dei votanti.

Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Proposta di legge Statutaria. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva a maggioranza assoluta dei suoi componenti)

Interrogazione n.1201 – a risposta immediata
ad iniziativa del Consigliere Rossi
“Stato di attuazione della mozione n. 273 del 28/09/2022”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 1201 – a risposta immediata – del Consigliere Rossi.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Antonini.

Andrea Maria ANTONINI. Grazie, Presidente. Con riferimento all'interrogazione del Consigliere regionale Rossi sullo stato di attuazione della mozione n. 273 del 28 settembre 2022, con cui si impegnava la Giunta regionale a mettere in atto azioni necessarie finché venisse annullato il pagamento del contributo di bonifica al Consorzio di Bonifica delle Marche ai contribuenti residenti nei Comuni colpiti dall’alluvione del 15 settembre 2022 nonché il condono dei bollettini e delle cartelle non pagate relative agli anni precedenti, si comunica quanto segue:
Questa è una comunicazione che è pervenuta direttamente dal Commissariato all’alluvione che si occupa proprio delle cose su cui avevamo passato la mozione.
L'ordinanza del Capo Dipartimento della Protezione Civile n. 922/2022 prevedeva esclusivamente la sospensione dei mutui bancari fino all'agibilità o all'abitabilità del predetto immobile e comunque non oltre la data di cessazione.
L'ordinanza del Capo Dipartimento della Protezione Civile prevedeva esclusivamente la sospensione dei mutui bancari e comunque non oltre la data di cessazione dello stato di emergenza, consentendo la sospensione delle rate dei medesimi mutui optando tra sospensioni di rate e quella della sola quota capitale.
Conseguentemente non erano disponibili provvedimenti normativi di riferimento che consentissero di intervenire sulla sospensione di altri pagamenti, a maggior ragione che non avessero quale beneficiario diretto la Regione.
All’epoca fu contattato per le vie brevi il Consorzio di bonifica nell'ottica di rendere possibile quantomeno una dilazione dei pagamenti del contributo, ma fu fatto presente che la destinazione del medesimo era finalizzata agli interventi di manutenzione del reticolo idrografico minore di tutto il territorio regionale per cui si sarebbero create disparità di trattamento tra i beneficiari del servizio. Fu anche precisato che accingendosi il Consorzio a svolgere il ruolo di soggetto attuatore per una serie di interventi finalizzati alla sistemazione di infrastrutture danneggiate, per le quali occorreva attendere l'approvazione dei piani di emergenza previsti per finanziare le opere, non sarebbe stato possibile privarlo dalle risorse necessarie ad anticipare le attività di progettazione e quanto necessario ad avviare le opere nelle more della disponibilità dei fondi.
All'epoca non risultava definito l'elenco dei Comuni colpiti dall'alluvione poiché continuavano a pervenire segnalazioni di danni e richieste di contributi anche da parte di territori colpiti sia pure parzialmente, ma distanti dalle aree dei bacini. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Rossi.

Giacomo ROSSI. Grazie, Presidente. Grazie, Assessore, per la risposta che ci ha dato, che chiaramente non è la sua, ma è quella che ha fatto pervenire il Consorzio di bonifica.
Credo che tutti possiate ben comprendere la gravità della risposta del Consorzio di bonifica.
Ripeto che con una mia mozione votata l’11 ottobre 2022 quest’Assise ha impegnato il Presidente e la Giunta regionale a chiedere al Consorzio di bonifica di annullare il pagamento del contributo di bonifica ai contribuenti residenti nei Comuni colpiti dall'alluvione del settembre 2022 nonché il condono dei bollettini delle cartelle non pagate relative agli anni precedenti.
La proposta partiva da tutti all'unanimità ed è vergognoso che il Consorzio di bonifica ignori questa richiesta forte di tutto il Consiglio regionale ed è assurdo che proceda con questa risposta.
Qui ci sono 44 secondi, è chiaro che non si può rispondere, però io lo dico anche ai rappresentanti delle associazione di categorie agricole che sono qua presenti, è assurdo che continuiate a difendere un baraccone simile, che si ostina addirittura a far pagare i bollettini in un territorio martoriato dove per larga parte il Consorzio di bonifica non è intervenuto. E’ uno scandalo.
Io andrò avanti a chiedere giustizia per i nostri cittadini alluvionati e andrò avanti con la proposta di riforma del Consorzio di bonifica perché bisogna smetterla. Grazie.

Presidenza del Vicepresidente
Gianluca Pasqui

Interrogazione n.1222 - a risposta immediata
ad iniziativa dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi, Biancani, Bora, Carancini, Casini, Mastrovincenzo e Vitri
“Crisi del settore moda Marche”

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 1222 – a risposta immediata - dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi, Biancani, Bora, Carancini, Casini, Mastrovincenzo e Vitri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Aguzzi.

Stefano AGUZZI. Grazie, Presidente. La risposta a questa interrogazione era già pronta anche perché da tempo stiamo seguendo con molta puntualità e attenzione questa situazione legata al settore moda, che rappresenta una fetta molto importante dell'economia di questa regione, particolarmente del fermano, ma non solo.
Dalle verifiche effettuate con le organizzazioni sindacali e le associazioni datoriali marchigiane, oltre che un costante lavoro di monitoraggio con le altre Regioni italiane in seno all'XI Commissione della Conferenza delle Regioni, risulta che molte aziende, in tutti i livelli, in tutta Italia vivono la stessa situazione, tant'è che abbiamo portato avanti un documento come XI Commissione che chiede al Governo …, vado veloce perché ho pochissimo tempo e tralascio un po' tutto il resto.
Abbiamo fatto una lettera al Ministro del lavoro e delle politiche sociali chiedendo: l'estensione straordinaria del periodo massimo di fruizione della cassa integrazione per le aziende industriali ricomprese nel settore del comparto moda; l’azzeramento dei contatori inerenti al Fondo di solidarietà bilaterale alternativo per l'artigianato e il suo finanziamento, in alternativa di valutare l'attivazione di una cassa integrazione in deroga con tutte le imprese del settore moda finanziata con fondi statali; inoltre, uno strumento di sostegno al reddito sotto forma di ammortizzatore sociale ad hoc, in particolare per i titolari di impresa del settore moda che hanno lavoratori in cassa integrazione; di riconoscere l'indennizzo economico per il periodo pandemico proporzionale a caduta del fatturato che dovrà essere documentato.
Ci siamo mossi a livello nazionale con tutti gli altri Assessori al lavoro di tutte le Regioni.
Per quel che riguarda la Regione Marche da tempo c'è in piedi un tavolo della moda che ha elaborato tutta una serie di strategie nei mesi scorsi e nello scorso anno per far sì che una serie di corsi di formazione, mirati al settore della moda, potesse in qualche modo andare incontro alle esigenze diffuse delle aziende nella loro ripresa post Covid, in quanto mancavano delle figure professionali fondamentali.
Questo tavolo della moda è ancora in vigore, sta seguendo passo tutte le attività e monitora anche la situazione che effettivamente è problematica.
A livello regionale lo seguiamo regolarmente per mettere anche a disposizione quegli strumenti che possono in qualche modo far sì che questo settore soffra il meno possibile sia per quel che riguarda il personale specializzato del settore che gli eventuali ammortizzatori sociali. Su questo ci siamo mossi soprattutto a livello nazionale perché è una crisi purtroppo complessiva che non tocca solamente la nostra regione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Bora.

Manuela BORA. Grazie, Presidente. Assessore, intervengo su richiesta del Consigliere Cesetti che oggi non è potuto essere presente, e questo perché la discussione di una questione così delicata e importante non poteva certo essere rimandata.
La calzatura è uno dei simboli più illustri della nostra regione e non possono non preoccuparci i sempre più frequenti allarmi di crisi del distretto della moda, pelle e calzature in particolare.
Dal 2019 stiamo assistendo ad un calo continuo del numero delle imprese che operano nel distretto della moda e si sta registrando un crescente ricorso alla cassa integrazione, uno strumento sicuramente utile e necessario, ma che non può essere utilizzato come soluzione ad un problema che richiede interventi strutturali e pensati sul lungo periodo.
Che cosa è stato fatto per questo settore? Il Consigliere Putzu, per sopperire all'inerzia della Giunta, ha voluto il tavolo moda presso la II Commissione. Ci siamo incontrati tre volte fino alla fine del 2022 e poi?
In occasione del Micam è stata annunciata un'altra riunione, che però non è mai stata convocata, evidentemente le priorità erano altre e come sempre elettorali.
In ogni caso è chiaro che la Giunta Acquaroli non può più permettersi di sedersi attorno a tavoli a discutere, bisogna fare, dopo 4 anni bisogna iniziare a vedere anche dei fatti, magari anche qualche passettino in avanti, qualche risultato positivo.
A luglio del 2020 la Giunta uscente sottoscriveva, dopo 2 anni di lavoro e di confronto con tutti i portatori di interesse, un accordo di programma per la riconversione e riqualificazione industriale in particolare del comparto calzaturiero, mettendo a disposizione dei territori ben 30 milioni di euro.
Un accordo avviato da noi, ma gestito completamente da voi in maniera poco efficace, come i numeri ci stanno dimostrando. Eppure la valorizzazione e la tutela del Made in Italy sono da sempre un vostro cavallo di battaglia. Grazie.

Proposta di legge n. 243
ad iniziativa della Giunta regionale
“Modifiche alla legge regionale 5 gennaio 1995, n. 7 (Norme per la protezione della fauna selvatica e per la tutela dell'equilibrio ambientale e disciplina dell'attività venatoria)”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 243 della Giunta regionale.
La discussione generale è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Ausili.

Marco AUSILI. Grazie, Presidente. Siamo davanti ad una modifica strutturale della legge regionale n. 7/95, come mai si era vista dal 1995. Una modifica che si è potuta basare su un lungo percorso di confronto perché intorno a questa modifica si è iniziato a lavorare da circa 2 anni. E’ stata depositata nel dicembre 2023 in Commissione e sono trascorsi 6 mesi di ampio dibattito. Un lungo percorso che ha cercato di approfondire il tema e di tenere in considerazione le diverse sensibilità che su questa attività emergono.
E’ per questo lungo percorso che voglio da subito ringraziare questa Giunta, questa maggioranza, ma anche tutte le minoranze per il contributo nella riflessione che hanno assicurato a tutti noi, come ringrazio le parti, cioè le associazioni, le associazioni di categoria, le associazioni agricole, del mondo venatorio, ambientaliste.
Un percorso che necessitava di un approfondimento condiviso perché è evidente che il tentativo di una maggioranza è quello di contemperare le diverse esigenze, sensibilità, aspettative che derivano dai diversi mondi che sono chiamati in causa davanti a questo tema.
Davanti a questa complessità facilmente si potrebbe cedere il passo e non scegliere, noi abbiamo preferito tenere una posizione di - crediamo - responsabilità politica, di chi in fin dei conti, dopo un percorso di confronto adeguato, deve pur arrivare a prendere delle scelte, che tuttavia si basano su delle premesse che sono essenziali e che non possiamo non menzionare in questa fase.
La premessa principale è che l'attività venatoria al giorno d'oggi può e deve risultare un'attività sostenibile grazie a un quadro normativo che è molto stratificato, grazie alla possibilità oggi di basarci su studi scientifici a supporto dell’attività stessa.
Ci muoviamo oltretutto in un contesto in cui gli operatori del mondo venatorio possono e devono essere sempre più coinvolti nell'attività di gestione della fauna e dell'ambiente.
Seconda premessa, è evidente che si cerca di contemperare diverse sensibilità. Penso ad esempio al mondo agricolo che ha visto negli anni appena passati e in questo tempo che è in corso un aumento eccessivo della presenza di alcune specie che provocano danni all’agricoltura. Ebbene era necessario intervenire su questo tema, garantendo alle nostre aziende agricole la certezza del pagamento dei danni subiti nonché nuove forme più stringenti e più efficaci di contenimento della specie.
A proposito delle parti venatoria e ambientalista era necessario, secondo noi, addivenire ad un'attività venatoria, nella nostra regione, sempre più sostenibile, tutelata, regolamentata perché l'obiettivo finale è quello di arrivare ad una migliore gestione della nostra fauna e del nostro ambiente, che sono dei patrimoni che ci sono stati dati e che noi dobbiamo poter conservare, trasferire ai nostri figli e magari valorizzare sempre più.
Era necessario, inoltre, per il legislatore rispettare il complesso quadro normativo che si è stratificato nel tempo, quindi questa modifica tiene, non ci sarebbe bisogno di dirlo, in totale considerazione il rispetto della norma nazionale, che nel frattempo è andata anche modificandosi. Modifiche che quindi aprono la strada al necessario recepimento da parte della nostra Regione di quanto è mutato nel corso del tempo.
Ci sono stati ad esempio il trasferimento di alcune competenze dalle Province alla Regione, na modificazione del contesto ambientale, sociale, economico e amministrativo nel quale ci muoviamo e, come ho detto prima, c'è stato un forte incremento dei danni da fauna selvatica che pesano sul mondo agricolo, rendendo necessari interventi importanti, non frammentari, ma omogenei e incisivi su tutto il territorio regionale.
Questa legge si propone come necessità quella di semplificare le procedure amministrative, efficientare le procedure, insistere sull'esigenza di basare l'attività venatoria su dati scientifici, nonché sull’esigenza di ammodernare, efficientare e semplificare l'attività degli ambiti territoriali di caccia, cosiddetti ATC.
Vado rapidamente a considerare alcuni passaggi salienti di questa proposta di legge.
Anzitutto la semplificazione e la maggiore funzionalità degli organi regionali, viene aggiornata la Commissione consultiva regionale, viene rivista la sua composizione e si aggiunge la presenza dell'Assessore, quindi della dimensione politica affinché questa Commissione possa essere destinata a rappresentare un tavolo permanente, continuativo dove far dialogare i diversi portatori di interesse, quindi: la Regione, le associazioni agricole venatorie ambientaliste, gli ATC e anche le Province.
Viene rilanciato finalmente l'Osservatorio faunistico regionale che era già previsto nella normativa regionale, ma che necessitava di un rilancio, viene snellito con l'abrogazione del comitato interno, aumentano le sue funzioni in termini di monitoraggio della fauna e di produzione di dati scientifici. E’ necessario basare l'attività venatoria sempre più su questi dati scientifici e fare questo significa assicurare che l'attività venatoria sia pienamente sostenibile e quindi al passo dei tempi. Ad esempio l’Osservatorio sovraintenderà alle attività di rilevazione faunistica venatoria svolte dagli ATC.
Le guardie venatorie volontarie sono dei soggetti che possono e devono dare un contributo importante al controllo alla gestione della fauna e dell'ambiente, quindi attraverso questa proposta di legge, in linea anche con i recenti interventi legislativi a livello nazionale, si propone una responsabilizzazione di tali guardie venatorie volontarie attraverso nuove funzioni che vengono conferite loro anche delegate dalle polizie provinciali, come ad esempio la cattura e l'immissione di fauna nelle zone di ripopolamento e cattura, nei centri di riproduzione della fauna, attraverso il loro coinvolgimento nell'attuazione dei piani di controllo.
Parliamo ora di un punto che ci sta particolarmente a cuore: le politiche a riguardo dei danni da fauna selvatica. Qui siamo davanti a un problema reale, crescente- Ringraziamo tutte le associazioni di categoria per averci più volte richiamato sull’essenzialità di questo argomento. Un problema reale che coinvolge l'agricoltura marchigiana e sul quale bisognava intervenire perché prima di tutto è necessario superare una procedura inadeguata sotto tanti profili, la procedura del pagamento dei danni in essere fino ad oggi. Noi torniamo a ribadire che l'intervento regionale deve essere sul pagamento dei danni di risarcimento, sulla pienezza del danno e non in quota parte tramite indennizzo. Andiamo a recepire la normativa nazionale affinché il contenimento della specie cinghiale possa essere sempre più efficace.
Si dà mandato con questa proposta alla Giunta regionale di deliberare un nuovo regolamento in materia per una trattazione finalmente puntuale ed esaustiva della materia che porti più omogeneità delle procedure anche a riguardo delle perizie, anche con un maggiore controllo da parte della Regione su tutti i passaggi procedurali relativi.
Era necessaria ribadire la certezza dei pagamenti alle aziende agricole per i danni causati dalla fauna selvatica.
Noi riteniamo che questo testo che oggi proponiamo, costruito anche attraverso quel confronto con le categorie interessate, durato a lungo, possa rappresentare un passo avanti per questa Regione.
Si stabilisce che il 55% delle somme derivanti dagli introiti dovuti per la tassa di concessione venatoria regionale verrà trasferito agli ATC allo scopo di affrontare tali pagamenti.
Si individua inoltre, passaggio fondamentale, un fondo regionale per la copertura delle eventuali ed ulteriori necessità che ad ora ammonta a 200.000 euro, ma che potrà essere rivisto in base alle necessità che si presenteranno nel percorso di applicazione di questa legge.
Si chiarisce inoltre che le aziende che hanno necessità di coprire danni da fauna selvatica, al di sopra della soglia cosiddetta del de minimis, potranno avere i pagamenti assicurati dalle risorse proprie degli ATC. Si sottolinea inoltre che di quel 55%, che ho menzionato poco fa, il 20% deve andare per attività di prevenzione in questo ambito, molto banalmente, attraverso la fornitura di quegli strumenti che possono garantire i nostri agricoltori in un percorso di prevenzione del danno.
E’ necessario contemperare anche le esigenze degli ATC che hanno bisogno di risorse per condurre le loro fondamentali attività di gestione faunistica e ambientale e a questo scopo concorreranno evidentemente le residuali risorse proprie degli ATC nonché ulteriori risorse che a questo scopo potranno essere trasferite dalla Regione.
Viene recepita la recente modifica della legge n. 157/92 (articolo 19 e 19 ter), operata dal Governo nazionale che riguarda un efficientamento delle attività di controllo della specie cinghiale perché è ora scossa che il contenimento possa essere funzionante attraverso un’estensione dei tempi per l'attività di contenimento, un’estensione delle tipologie dei soggetti preposti a tale attività e un'estensione degli strumenti che possono essere impiegati nelle operazioni di controllo della specie perché noi dobbiamo arrivare a evitare il danno, contenendo la specie.
Il riordino degli ATC è un altro passaggio saliente di questa proposta, gli ambiti territoriali di caccia (ATC) se esistono devono funzionare bene, devono essere efficientati in maniera omogenea su tutto il territorio regionale, garantendo loro risorse per la gestione faunistica ambientale, al contempo rafforzando quello che deve essere il controllo della Regione Marche sulle attività condotte dagli ATC, dei quali si conferma la natura di soggetti privati, utilizzando tuttavia risorse pubbliche. Pensiamo anche che alla luce di quanto recentemente emerso dai territori sia necessario implementare il controllo da parte della Regione sulle attività degli ATC.
Si apre la strada con questa proposta di legge ad uno statuto tipo regionale sulla base dei quali i vari ATC dovranno approvare il proprio nuovo statuto. Immaginiamo di arrivare in tempi brevi ai nuovi statuti dei vari ATC, statuti che considerano delle linee di indirizzo che questa Regione vuole dare in maniera ferma e precisa con lo statuto tipo.
Si conferma la natura di associazioni di diritto privato per gli ATC, ma al contempo si introducono inevitabilmente obblighi minimi di trasparenza, qui gli ATC devono essere assoggettati per la garanzia nei confronti di tutte le parti e per arrivare a quello che è lo scopo finale, cioè migliorare la gestione faunistica ambientale del nostro territorio. In aggiunta si prevede un maggiore controllo degli ATC da parte della Regione con l'individuazione di procedure di vigilanza, diffida e commissariamento e con una presenza adeguata di rappresentanti di nomina regionale nei comitati di gestione degli stessi ATC.
Si fornisce un quadro normativo di riferimento chiaro, aggiornato e omogeneo a riguardo della composizione, dell'elezione e delle competenze degli organi dell'ATC che sarà dettagliato nello statuto tipo. Si chiariscono anche i tempi e le modalità di iscrizione all'ATC stabilendo l'1 giugno di ogni anno come data a decorrere dalla quale ci si può iscrivere introducendo il termine ultimo del 31 dicembre di ogni anno, cosa che era mancata finora, riducendo le attuali maggiorazioni previste per le iscrizioni realizzate dopo il 30 giugno di ogni anno rispetto a quelle previste dalla norma vigente.
Abbiamo pensato anche di introdurre degli elementi che vadano incontro al benessere dei cani che sono impiegati nelle attività venatorie, favorendo anche quelle attività di interesse cinofilo veicolate magari anche dall’Enci. Viene ampliata la possibilità di realizzare zone di addestramento cani nella nostra regione, sia mediante la semplificazione per l'istituzione di queste zone sia estendendo le tipologie di aree che possono essere utilizzate a questo scopo.
Altre modifiche sono di interesse venatorio, penso velocemente, ad esempio, alla volontà di riordinare l'attività venatoria da appostamento. Per gli appostamenti fissi che si autorizzano dalla data di approvazione di questa legge in poi, è evidente che la retroattività non è da considerarsi, si estende la distanza minima obbligatoria tra i capanni principali a 500 metri. Questo per una maggiore sicurezza nella conduzione di queste attività, per evitare situazioni di congestione di appostamenti fissi nel nostro territorio e per tutelare chi conduce legalmente e nel rispetto delle regole altre forme di caccia, che sono quelle di caccia vagante. Si amplia la distanza minima obbligatoria per gli stessi motivi tra appostamenti fissi e appostamenti temporanei, si tutelano maggiormente gli appostamenti fissi storici all'avifauna migratoria, cioè quelli che sono stati creati più di 30 anni fa.
Chiarimento a riguardo della norma finanziaria: tassa di concessione venatoria. La tassa di concessione venatoria viene eliminata per i primi due anni di licenza, viene aggiornata la ripartizione percentuale destinata a diversi scopi e trasferita agli ATC, prediligendo la necessità di coprire, come dicevamo prima, i pagamenti dei danni da fauna selvatica. Viene introdotta la possibilità di integrare tali risorse con risorse regionali ulteriori, diverse, allo scopo di garantire il pagamento dei danni da fauna selvatica e il corretto funzionamento degli ATC.
La norma finanziaria garantisce inoltre la rivedibilità di anno in anno degli stanziamenti escludendo una spesa fissa minima anche in base all'andamento effettivo degli introiti derivanti dall'applicazione di questa legge.
Abbiamo tenuto in considerazione anche le istanze pervenute non solo dal mondo venatorio, ma anche da quello ambientalista per garantire che l'attività venatoria possa essere in questa Regione sempre più etica e, nel rispetto delle normative, sempre più sostenibile, quindi si aggravano delle sanzioni e si aggiunge anche la sospensione del tesserino venatorio per chi conduce attività di bracconaggio, come ad esempio la cosiddetta posta alla beccaccia. Inoltre si introduce il divieto di utilizzo, detenzione e trasporto per raggiungere il luogo di caccia del visore termico per attività di caccia fatte, salve le attività per cui questi dispositivi sono consentiti per legge ed autorizzati dalla Regione per il controllo e per il prelievo della specie cinghiale.
Ringrazio il Presidente Acquaroli, l’Assessore Antonini e tutta la Giunta, sottolineo ancora un ringraziamento nei confronti delle minoranze e di tutte le categorie.
La nostra scelta politica è stata quella di scegliere, nel momento in cui si sceglie si fa un lavoro che le maggioranze sono chiamate a fare, se queste maggioranze sono serie, cioè si deve stabilire un punto di incontro tra interessi che sono inevitabilmente diversi. Noi riteniamo che con questa proposta di legge il punto di incontro è stato trovato e immaginiamo un percorso di attuazione, che ovviamente valuteremo passo passo ed in caso aggiusteremo alcuni passaggi che necessiteranno di esserlo perché non ci muoviamo su basi ideologiche, quindi su una posizione presa, ma ci muoviamo ascoltando passo passo le esigenze anche mutevoli che pervengono dal territorio. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la relatrice di minoranza Consigliera Vitri.

Micaela VITRI. Grazie, Presidente. Oggi ci troviamo di fronte ad una legge attesa per certi versi da tempo, ma vorrei già anticipare e ringraziare comunque tutta la Commissione per il confronto che abbiamo avuto in questi mesi su una legge che purtroppo scontenta tutti. Da una parte tutte le persone che si occupano di attività venatoria perché gli ATC sono in difficoltà, questo non è un segreto, anzi la maggior parte sono in default e chiedono una riforma che questa legge purtroppo non attua, io la definirei un cerotto ad un vero dissanguamento; dall'altra parte scontenta anche tutti gli agricoltori, tutte le persone che si occupano di agricoltura e le aziende agricole che avevano trovato un sistema di risarcimento ai danni da fauna selvatica che era forse uno dei pochi che funzionava o permetteva di avere indennizzi in tutta Italia. Oggi invece con questa norma si torna indietro di oltre 10 anni, quindi si rimetteranno in difficoltà tutte le aziende agricole che saranno costrette a sottostare al de minimis, ovvero a quel tetto di sussidi pubblici che non consentirà di superare un certo limite in 3 anni. Una legge che, ribadisco, non trova soluzioni né ai problemi degli ATC né ai problemi ai danni da cinghiali e lupi.
La proposta di legge n. 243 ad iniziativa della Giunta regionale dal titolo “Norme per la protezione della fauna selvatica e per la tutela dell'equilibrio ambientale e disciplina dell'attività venatoria” è per certi versi necessaria perché la riforma segue la legge Delrio del 2014 che aveva trasferito la competenza della caccia dalle Province alla Regione. E’ necessaria per altri versi: l'aumento di densità di cinghiali e lupi ed anche per il decremento di alcune specie di avifauna migratrice, con conseguente impennata di danni provocati alle agricolture, passando dal 2010 in cui nelle Marche si erano registrati circa 800.000 euro di danni ad oggi in cui abbiamo avuto 1.400.000 euro di danni registrati, con un'impennata dell' 80%.
Una problematica che va affrontata con nuovi strumenti gestionali, con il supporto finanziario della Regione, anche attraverso la creazione di un fondo, come hanno già fatto altre Regioni. Serve un fondo regionale per provvedere non al semplice indennizzo, ma al risarcimento completo dei danni, cosa che avviene già in altre Regioni.
Altro dato da tenere in considerazione è la significativa diminuzione del numero dei cacciatori, nella stagione venatoria 1995-1996, guardando dietro nel tempo, si avevano 42.109 cacciatori registrati, la stagione venatoria 2022-20223 ha registrato 17.740 unità, con una contrazione del 60% delle persone che praticano attività venatoria. Si deduce facilmente che il gettito che entra agli ATC dal tesseramento è diminuito in 10 anni di circa il 60% e non è più sufficiente a ripagare i danni da fauna selvatica che al contempo sono aumentati in modo esponenziale, lasciando negli ultimi anni le aziende agricole abbandonate a se stesse. In questi 3 anni molti devono ancora avere il risarcimento del 2021, del 2022, siamo già nel 2024. Faccio un esempio solo per rendere l'idea: l'ATC 1 nella provincia di Pesaro-Urbino ha un default di 120.000 euro circa e i danni sono stati 300.000 euro nel 2022, è impossibile chiedergli di pagare tutti i danni e lasciarlo solo in questa situazione. Situazioni simili hanno tutti gli ATC delle Marche.
In sintesi, prima di passare all'articolato, vorrei ribadire che si tratta di una legge necessaria, ma di un provvedimento che non dà la soluzione rispetto alla gravità della problematica che stanno affrontando gli ATC da una parte e le aziende agricole dall'altra. In altre Regioni, come Toscana e Umbria, gli ATC sono pubblici, sono totalmente pubblici, hanno avuto una riforma che li ha portati ad una forma come quella dell’Assam, ad esempio.
L'articolo 15 di questa legge in particolare, altra parte critica, prevede un sistema di risarcimento che farà scattare, come ho detto, il de minimis. Su questo ci siamo confrontati a lungo in questi mesi, abbiamo chiesto di trovare una soluzione adeguata per fare in modo che non ci fosse questo tetto e che la Regione potesse trasferire tutte le risorse agli ATC al fine di provvedere al totale risarcimento. Non siamo stati ascoltati, nonostante le numerose sollecitazioni, io ancora oggi, fino all'ultimo minuto, ho provato a presentare degli emendamenti chiedendo una riunione last minute della Commissione per tentare un confronto in extremis su diversi punti che riguardavano non solo i risarcimenti ma anche altre parti, che poi metterò in evidenza mano a mano che procederemo all'analisi degli articoli.
Non è stata ascoltata nemmeno la voce di molte persone che praticano l'attività venatoria, sono stati posti in essere anche alcuni favoritismi, ad esempio da una parte chi pratica la caccia vagante nelle Marche è considerato un cacciatore di serie A, chi pratica la caccia al colombaccio di serie B. Io non conoscevo questi dettagli, ma credo sia anche questo un favoritismo scelto da chi amministra la Regione perché se la caccia ad una specie, come il colombaccio, in tutte le regioni inizia in contemporanea con l'inizio della stagione venatoria, è così in Umbria, Toscana, Abruzzo, perché da noi dovrebbero iniziare 25 giorni dopo, due settimane dopo, 3 settimane dopo? Non è un tema che mi tocca da vicino, ma cerco di analizzare la situazione in modo laico. Avete fatto figli e figliastri anche tra chi pratica l'attività venatoria, ma nonostante questo ho provato a sollecitare più volte gli esponenti della maggioranza.
Andando poi ad analizzare nel dettaglio tutto l'articolato ci sono parti più o meno critiche.
L'articolo 1 prevede che nell'esercizio delle sue funzioni la Regione si doti di una banca dati redatta dall'Osservatorio faunistico regionale, aggiornata annualmente e finalizzata a rendere pubblica: l'attività gestionale degli ambiti e delle aziende faunistico venatorie, la presenza delle specie faunistiche e la produttività delle zone di ripopolamento e cattura. A questo proposito mi permetto anche di aggiungere che non viene data una risposta in alcun modo al depopolamento dei cinghiali, all'aumento proporzionato che questa specie sta avendo anche nella nostra regione. Anche su questo la legge non dà nessuna risposta.
Sorvolo su alcuni articoli, che sono meramente tecnici perché adeguano il trasferimento delle competenze dalla Provincia alla Regione.
Una modifica non dovuta è quella all'articolo 3. La Commissione tecnica provinciale, che era composta da 17 o da 16 componenti, viene completamente cancellata. Ne facevano parte sette rappresentanti delle associazioni venatorie, un rappresentante dell'ente nazionale per la cinofilia, tre rappresentanti delle organizzazioni professionali agricole, due rappresentanti delle associazioni di protezione ambientale, un rappresentante per ciascuna delle comunità montane del nostro territorio, i presidenti poi designati dalle organizzazioni di gestione degli ambiti territoriali di caccia (ad esempio due nella provincia di Pesaro-Urbino, due ad Ancona, 2 ad Macerata, 1 a Fermo ed 1 ad Ascoli Piceno). Questa commissione aveva 17 componenti in alcune provincie e 16 in un'altra. Oggi viene cancellata, sarà composta, unica nella Regione, da 25 membri, era stato addirittura cancellato il rappresentante delle Province, totalmente, è stato reinserito grazie anche alle sollecitazioni di Cal e Upi, nel testo iniziale non c'era.
All'articolo 4 c'è un aspetto importante di questa legge perché viene soppresso il comitato che supportava l'Osservatorio faunistico regionale nella predisposizione degli indirizzi generali. Anche questo viene soppresso, in questo caso gli ATC e l’U.R.C.A. hanno contestato duramente questa scelta perché l'Osservatorio faunistico regionale è un organo di indirizzo tecnico-scientifico, il suo parere è indispensabile poiché rilascia pareri sia in merito al calendario venatorio regionale che ai piani di prelievo degli ungulati. La programmazione non dovrebbe essere di natura politica in base al tipo di caccia che piace di più a chi fa parte della maggioranza, ma dovrebbe seguire il tipo di specie che sono più o meno presenti in quel momento nella nostra regione.
Sorvolando su altri articoli più tecnici, che poi comunque analizzeremo nel dettaglio durante la votazione, l'articolo 8 prevede delle modifiche all'articolo 11 della legge n. 7/1995. Questo articolo ora prevede la possibilità per la Regione di istituire, previo assenso dei proprietari o dei conduttori dei fondi interessati che rappresentino almeno il 50% della superficie degli stessi fondi, delle zone di ricerca e sperimentazione faunistica, prioritariamente all'interno delle zone di ripopolamento e cattura o di aree dove la caccia sia già vietata. Inoltre viene abrogato il comitato di gestione delle zone di ricerca e sperimentazione faunistica che anche in questo caso avrebbe avuto una voce importante in capitolo.
All'articolo 9, il comma 1 modifica le procedure di istituzione delle oasi di protezione faunistica, delle ZRC, dei centri pubblici di riproduzione della fauna selvatica allo stato naturale e delle zone di addestramento dei cani permanenti e delle aree di protezione speciale, attribuendo inoltre alla Regione le funzioni che prima erano attribuite alla Provincia.
Andando avanti e scorrendo su alcuni articoli, vorrei arrivare all'articolo 14 che prevede una nuova composizione del comitato di gestione dell'ATC. La legge regionale n. 7/1995 prima prevedeva 11 membri, e questa è un'altra modifica che è stata contestata in questi ultimi mesi. Gli 11 membri erano: un rappresentante della Provincia, esperto in materia faunistico-venatoria, un rappresentante del Comune con maggiore superficie agro-silvo-pastorale compreso nell'ambito stesso ed un rappresentante delle comunità montane, tre rappresentanti delle organizzazioni professionali agricole maggiormente rappresentative, tre rappresentanti delle organizzazioni venatorie riconosciute a livello nazionale, due rappresentanti delle organizzazioni protezionistiche. Ora da 11 si passa a 10 membri, che non mi pare un gran risparmio visto che i componenti comunque non sono pagati. Ma la vera novità è che qui la Regione punta, come ha già fatto anche con i parchi naturali, esclusivamente ad accentrare il proprio potere, a nominare e a decidere chi c'è negli ATC, togliendo anche autonomia a chi ci vive nei territori in cui si va a caccia. Togliendo addirittura la possibilità di nominare un componente alle unioni montane, praticamente la Giunta soffia alle unioni montane l'opportunità ed il potere di nominare un componente in quel suolo in cui si va a caccia ed in cui dovrebbero essere quantomeno i proprietari e gli autorizzati a decidere, coloro che ci vivono da tempo.
La proposta di legge attuale modifica la composizione del comitato di gestione dell’ATC. Ora i 10 membri saranno: tre rappresentanti delle organizzazioni professionali agricole riconosciute a livello nazionale, tre rappresentanti delle organizzazioni venatorie riconosciute a livello nazionale, due rappresentanti delle organizzazioni protezionistiche sempre riconosciute a livello nazionale e due rappresentanti della Regione residenti nei Comuni ricadenti nel territorio degli ATC, di cui almeno uno residente nei Comuni delle unioni montane. Ecco questo che io definirei un contentino è stato dato a chi vive nelle aree delle unioni montane. Questa Giunta si è insediata dicendo che avrebbe protetto, tutelato e valorizzato l'entroterra, invece tra le tante azioni, dopo aver espoliato in altri modi, soprattutto a livello sanitario il nostro entroterra, ora toglie anche il componente nominato dalle unioni montane negli ATC. Anche questo credo sia un'altra beffa per chi vive nell'entroterra. Io ho provato in ogni modo in Commissione a chiedere di lasciarlo, ma sembrava un tema secondario. Inoltre i rappresentanti delle associazioni venatorie agricole e ambientaliste saranno eletti in assemblea, in maniera unitaria e non per categoria come avrebbe voluto Federcaccia perché sarebbe stata una violazione, purtroppo, in questo caso, della legge nazionale n. 157, che invece fa riferimento ad un'assemblea come un unicum.
Mi è rimasto poco tempo, quindi cerco di arrivare ad un altro punto critico, decade, a proposito di membri, il vincolo di incompatibilità tra le cariche di Presidente e componente del comitato di gestione, tra quello di Presidente o Assessore e Consigliere provinciale, quindi con questa norma avremo un Assessore/Consigliere provinciale che potrà andare anche a decidere tutto in ATC, anche questo sinceramente mi pare piuttosto grave. Ci sarà il limite di due mandati, anche non consecutivi, per la carica di Presidente, anche questo mi pare sia da rivalutare, eventualmente.
Passo ad un altro punto importante, poi torneremo su questo in seguito. A proposito del risarcimento dei danni da fauna selvatica abbiamo parlato dell'importanza di istituire un fondo unico regionale come hanno altre Regioni, ma le disposizioni finanziarie di questa legge all'articolo 33 prevedono un fondo di 200.000 euro, quindi mi chiedo come potrà dare risposta questa legge a tutti i problemi che abbiamo a livello regionale con i danni da fauna selvatica se già ad oggi si contano di arretrato 1,8 milioni di indennizzi che saranno dovuti, poi sarà da valutare se saranno indennizzi o risarcimento perché molte volte non è chiaro in questa legge.
Lo stanziamento comunque è totalmente insufficiente dal momento che i danni arrecati all'agricoltura sono circa 1,8 milioni ad oggi, compresi gli arretrati. Il comma 3 dell’articolo 33 attesta la copertura delle spese autorizzate al comma 1 con i proventi derivanti dalle tasse regionali di concessione in materia di caccia già iscritte in entrata alla missione 16, titolo 1 e correlate in spesa alle risorse già iscritte sempre a carico della stessa missione, che quindi non saranno sufficienti in base al fondo che prevede questa legge.
Per concludere mi permetto anche di evidenziare altri aspetti procedurali. In questi mesi abbiamo provato a confrontarci su un tema molto difficile e complicato perché questa legge interviene modificando una norma che doveva essere sicuramente modificata, ma trattando tanti aspetti diversi. Come ho detto all'inizio, i due mondi principali sono quello dell'attività venatoria e quello delle aziende agricole, che purtroppo hanno bisogno del risarcimento completo dei danni e ancora lo attendono dal 2020, 2021, 2022, e con questa norma non vedranno le risposte che si attendono, anzi avranno solamente un appesantimento burocratico perché con la riforma degli ATC probabilmente sarà necessario per ogni risarcimento avere un apposito decreto per liquidarlo. Grazie.

Presidenza del Presidente
Dino Latini

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Borroni.

Pierpaolo BORRONI. Grazie, Presidente. Apro questo mio intervento dichiarandomi soddisfatto del lavoro fatto dalla II Commissione, da tutte quante le parti che su questa legge sono intervenute e hanno parlato.
La normativa, che risente del peso degli anni trascorsi, circa 30, andava giustamente rivisitata ed adeguata alle nuove esigenze dei nostri territori oltre che alle varie categorie interessate, che sono agricoltori, ambientalisti e cacciatori, in modo da poter rispondere in maniera efficace alle attuali sfide, una tra tutte la gestione della fauna selvatica che è una problematica estremamente importante.
Se si pensa ai diretti danni economici che la fauna selvatica può causare, è facile capire che il peso economico grava enormemente sul mondo agricolo, ma allo stesso tempo sul mondo venatorio. Mi piace portare l'esempio che degli ATC hanno dovuto aumentare i canoni di adesione proprio per riuscire ad avere le economie necessarie per questo tipo di eventualità.
Proprio per questo l'amministrazione Acquaroli ha deciso che era il momento di cambiare rotta, prevedendo una rimodulazione delle modalità di esborso per il risarcimento dei danni, allo scopo di far fronte alle ingenti problematiche che riguardano il mondo agricolo, ma allo stesso tempo cercare di evitare l'aggravio sulle schiene dei cacciatori.
Proprio in riferimento ai danni da fauna selvatica sono state rafforzate, con la modifica, le attività inerenti il contenimento della stessa, ponendo al centro gli operatori abilitati, quindi i cacciatori, i proprietari dei fondi agricoli e gli organi pubblici deputati al controllo e al coordinamento, in maniera tale da aumentare l'incisività. Basti pensare alla modifica che permette agli operatori di procedere al contenimento, anche in assenza degli organi di coordinamento sul terreno oggetto del controllo, che è una novità estremamente importante e qualificante delle modifiche alla legge n. 7/95.
L'aggiornamento della nostra legge regionale mira ad introdurre meccanismi più snelli e concreti al fine del raggiungimento degli obiettivi prefissati, toccando diversi punti strategici connessi alla gestione e all'organizzazione della caccia nelle Marche.
Riformare gli ATC, una delle più impellenti necessità secondo me, considerando che sono le strutture in cui il mondo venatorio, quello agricolo, ambientalista ed istituzionale convergono al fine di attuare la gestione delle attività inerenti la caccia, quelle strutture che la nostra amministrazione ritiene di dover porre in linea per renderle uniformi con uno statuto unico che sarà riferimento per tutti gli ATC della nostra Regione.
Ridurre la maggiorazione della quota di iscrizione dei cacciatori agli ATC, se effettuata oltre la scadenza, perché ritengo che i cacciatori già paghino abbastanza per svolgere le loro attività, non ritengo giusto far gravare tutto il peso sulle loro tasche.
Nessun aspetto è stato tralasciato, come ad esempio la cinofilia, per la quale sono previste misure burocratiche più leggere al fine di istituire zone di addestramento cani anche di grandi estensioni e cosa non del tutto scontata. Si rafforza per legge la possibilità di addestrare i cani nelle zone interdette alla caccia e nelle aree protette, ovviamente sempre in accordo con gli enti gestore degli stessi.
Altro argomento oggetto di modifica è la caccia da appostamento, che secondo me è molto qualificante, ed oltre a standardizzare alcune misure e ad aggiungere ulteriori possibilità, è riconosciuto il valore storico degli appostamenti che spesso sono delle vere e proprie opere di ingegneria che molti cacciatori pongono al fine di questo tipo di caccia. Anche quelli vanno preservati, tra l'altro il loro numero è molto calato, prima si contavano oltre 1.000 appostamenti oggi ne rimangono 300 circa.
Tanti i punti affrontati e discussi insieme alle parti interessate, ma io devo fare soprattutto un complimento al lavoro svolto dal relatore di maggioranza Consigliere Ausili, che è stato molto prezioso nell’attività di messa insieme delle norme e di correlazione fra i vari personaggi ed enti interessati alla realizzazione di queste modifiche per tutti i problemi che sono stati risolti.
Affrontare i temi della caccia e della gestione è parte integrante dell'obiettivo che stiamo portando avanti come Fratelli d'Italia, per cui devo dirmi estremamente soddisfatto e contento del buon obiettivo che siamo riusciti a ottenere con le modifiche della legge n. 7/95, dopo oltre 30 anni di immobilismo. Grazie.

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione, passiamo alle repliche, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Ausili.

Marco AUSILI. Grazie, Presidente. Grazie per gli interventi che ho ascoltato. Veniamo - anche personalmente - da un lungo percorso di vita che ci ha visto più volte all'opposizione, comprendiamo bene quindi l'esigenza di dover sviluppare anche un'interlocuzione che tenga conto di uno spirito critico e devo dire che apprezzo le parole della Consigliera, in particolare laddove si evidenziano degli spunti costruttivi, però c'è anche dell'altro nell'intervento che ho sentito della Consigliera Vitri relatrice di minoranza, sul quale nutro delle perplessità: parlo del pagamento dei danni da fauna selvatica. E’ giusto criticare, sviluppare un punto di vista diverso quando si è l'opposizione, però è ovvio che la lealtà nei confronti dei territori non deve soccombere alla necessità di fare opposizione perché su questo argomento sono state dette delle cose che non condivido.
Penso che l'atteggiamento che invece hanno tenuto le associazioni di categoria a questo riguardo sia più rispettoso perché se narriamo agli agricoltori marchigiani delle cose che sono inesatte, delle cose che non sono in questa proposta di legge, se ne accorgono e possono formulare un'idea di mancanza di serietà nei confronti di chi ha pronunciato una narrazione che è fuori luogo. Io mi manterrei su una lealtà e su di una serietà nei confronti del territorio perché sono state dette delle inesattezze. Il fondo regionale, che lei dice, Consigliera, c'è, è un fondo di risorse pienamente regionali che ora, sì, ammonta a 200.000 euro, ma che può e deve essere rivisto in base alle necessità che via via si presenteranno. Si chiarisce che il pagamento dei danni è nei termini del risarcimento, cosa che non accade in altre Regioni dove si va su una procedura di indennizzo e di pagamento di quota parte dei danni che sono prodotti.
In questa legge, caspita, si recepisce la riforma della 7/1995 voluta dal Governo nazionale per efficientare il contenimento della specie, sta nell'articolo 19 che è molto denso e che prevede tanti interventi su questo punto.
Noi riteniamo che fosse necessario arrivare ad una riformulazione di questa materia sul pagamento dei danni, è evidente che è una riformulazione complessa ed è forse perché è complessa che per anni e anni, per decenni, non si è mai arrivati a farla. Tuttavia questa maggioranza ci è riuscita insieme alle categorie e a tutti quelli che hanno voluto dare un contributo e noi stiamo a guardare il percorso di applicazione confidenti e senza prescindere da una valutazione dell'applicazione stessa.
Le date della caccia alla specie colombaccio da appostamento, Consigliera, sono state stabilite dalle Giunte precedenti targate centro-sinistra e devo dire che sono delle date che condividiamo perché si può anche condividere quello che hanno fatto prima di noi gli altri, quello che si può condividere si può lasciare invariato. Riteniamo che lasciare invariate quelle date significa tutelare chi fa le diverse forme di caccia, altro che cacciatori di serie A e serie B. Quello che a noi interessa è la migliore gestione della fauna e dell'ambiente, non fare favori ad una categoria o l'altra, e per fare questo è necessario contemperare le diverse esigenze di ciascuno.
Un'altra inesattezza, la Commissione consultiva non viene affatto soppressa, ma addirittura si aggiungono componenti in capo alle agricole, alla Provincia e così via. La composizione del comitato di gestione degli ATC è dettata oltretutto dalla legge, dalla 15/92, ci saranno quelli residenti nelle comunità montane nel rispetto della rappresentatività dei territori. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la relatrice di minoranza Consigliera Vitri.

Micaela VITRI. Grazie, Presidente. Ribadisco alcuni concetti che forse non sono stati colti con esattezza. Pur ringraziando moltissimo per l'attenzione e la disponibilità del Consigliere Ausili come relatore di maggioranza, in Commissione abbiamo avuto un ottimo rapporto, confronto, mi rendo conto oggi che purtroppo tutte le mie osservazioni non sono state accolte, non è stato recepito quasi nulla dei miei suggerimenti, non solo non sono stata ascoltata io, ma non sono stati ascoltati, ad esempio, nemmeno quegli agricoltori che con centinaia di trattori hanno bloccato i caselli autostradali per protesta. Sono venuti sotto la Regione e il Presidente Acquaroli e gli Assessori hanno detto loro che erano bravi e facevano bene perché l'Unione era cattiva e “noi siamo con voi”, nascondendo tra l'altro che l'Unione europea era gestita dai loro alleati perché il Presidente della Commissione agricoltura era un polacco, alleato della Lega, la Presidente era di area di destra come questa Giunta, ma soprattutto, lasciando perdere l'atteggiamento che avete avuto in quel momento mentre protestavano, oggi ribadite la vostra beffa a quegli agricoltori che erano sui trattori perché riportate il sistema di indennizzo al de minimis che loro chiedevano di abolire completamente. E’ questa la differenza, mi risponde anche l'Assessore all’agricoltura a microfono spento. Gli agricoltori vogliono un risarcimento, non un indennizzo, che è un rimborso parziale, vogliono un risarcimento totale dei danni, giustamente, nel momento in cui la fauna selvatica aumenta in maniera esponenziale perché la situazione in questi ultimi 3 anni è cambiata.
E’ ovvio che voi dovete intervenire, è ovvio che serve una riforma di legge, ma non è questa la risposta, tra l'altro. con solo 200.000 euro a fronte di 1.800.000 euro di danni arretrati. Che risposta volete dare agli agricoltori? Appesantite la burocrazia, lasciate gli ATC in difficoltà e mettete solo 200.000 euro. Io mi chiedo come facciano a ringraziarvi perché questa è, come prima l'ho definita, un cerotto, un dissanguamento ora lo definisco, un piccolo contentino solo per alcune parti di gestione dell'attività venatoria.
Mi preme anche replicare al Consigliere Ausili su una minima questione in fondo trattata in questa legge, che è quella del periodo dell'attività venatoria per la caccia al colombaccio. Mi ha risposto dicendo che non vi interessa il periodo di attività venatoria perché cercate di contemperare, tutelare l'ambiente e cercare di non fare favoritismi. Ecco, su questo, Consigliere Ausili, le devo rispondere che state facendo proprio il contrario e le dico perché. Negli ultimi anni i corvidi e i colombacci sono aumentati così tanto da diventare una vera calamità nelle Marche perché divorano semi appena seminati e quindi devastano colture importantissime, come quelle del girasole, senza dare il tempo agli agricoltori nemmeno di raccoglierle. Se fosse vero ciò che ha detto, che vi interessa la tutela ambientale, avreste ascoltato gli ambientalisti, anche gli agricoltori, avreste anche recepito il mio emendamento, la mia richiesta di portare l'apertura della caccia al colombaccio allo stesso giorno di tutte le altre perché sarebbe una tutela dell'ambiente, un rispetto delle colture, come quella del girasole, tanto che avviene già in altre Regioni: Toscana, Umbria e Abruzzo.
A me non interessa un tipo di caccia specifica, ma la risposta è questa, ho fatto un esempio ma ne potrei fare tanti altri. Purtroppo il mio tempo è finito, solo per farle capire che non avete tenuto in considerazione la tutela ambientale, altrimenti vi sarebbero interessati anche i girasoli perché i campi di girasole non solo sono bellissimi da vedere, ma hanno anche un tipo di cultura e dei semi che sono indispensabili per le aziende agricole che producono olio e tanti altri prodotti. Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.

Articolo 01. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 1. Ha la parola la Consigliera Vitri.

Micaela VITRI. Grazie, Presidente. Intervengo brevemente solo per motivare il voto su tutti quegli articoli che hanno una indispensabile valenza tecnica perché le competenze sono state trasferite dalla Provincia alla Regione, quindi questa modifica di legge adegua la norma. Non possiamo che essere a favore perché è indispensabile il riadeguamento del testo alla legge Delrio, che è già stata approvata da anni, in questo caso non possiamo che essere a favore. Quando invece si interviene su aspetti più critici che metteranno in difficoltà le aziende agricole o chi pratica attività venatorie siamo più critici.
Anche per ciò che riguarda l'articolo 2 il voto del Partito Democratico sarà favorevole. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Casini.

Anna CASINI. Grazie, Presidente. Ne approfitto visto che c'è l'Assessore Brandoni per sollevare un tema che riguarda le funzioni che sono state trasferite con la legge Delrio dalle Province alla Regione, tra cui la caccia, per ricordare che esiste un vecchio contenzioso ed esistono anche delle risorse che devono essere trasferite dalla Regione alle Province proprio per lo svolgimento di funzioni che riguardano la caccia, in particolare la vigilanza e il controllo.
Siccome so che c'è ancora un rimpallo, Assessore, di responsabilità - capisco che lei è arrivato adesso, questa non è una storia che inizia ora - vorrei che fosse chiaro in questa legge, ma io non lo vedo, chi fa che cosa perché non mi pare che oltre a togliere a Provincia e Regione, come già l'ha stabilito la legge Delrio, quindi sappiamo chi deve svolgere determinate funzioni, nelle more di trasferimento definitivo bisognerebbe chiarire chi fa che cosa e soprattutto chi paga le funzioni. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Brandoni.

Goffredo BRANDONI. Grazie, Presidente. Esiste una delibera di Giunta regionale e una convenzione che all'inizio era annuale, l'ultima convenzione è scaduta il 31 dicembre 2023.
Qual è il problema? Nel 2016 con la legge Delrio tutto il personale amministrativo doveva essere trasferito in Regione, meno le persone che avevano una qualifica di Polizia giudiziaria o Polizia di pubblica sicurezza perché le guardie venatorie, lo ricordo, hanno quella qualifica ed in più hanno anche la pistola.
Ho messo mano su questo grazie ad una delega dell'Assessore Antonini perché ultimamente, e siamo andati in rotta di collisione con l’UPI, io intendo pagare quello che è successo fino al 2023, noi ci siamo dal 2020 al 2023, ma questo è consolidato negli anni. La proposta che farò giovedì 20, ho già mandato la documentazione all’UPI, che la trasmetterà a tutti i Presidenti delle Province, è la seguente: la Regione pagherà solo il personale che era stato riallocato, e questa è già una parola un po’ strana, riallocato, era il personale delle Provincie che doveva venire in Regione, ma in Regione non c’è mai venuto perché non aveva le qualifiche che ho detto prima, è rimasto in Provincia, però lo chiamiamo col termine “riallocato”. La Regione da quest’anno, quindi nella convenzione che, le ricordo, riguarderà 1 gennaio - 31 dicembre 2024 perché ad ottobre-novembre avremo modo con l’UPI di valutare una nuova convenzione per il triennio 2025/2026/2027 …, noi come bilancio intendiamo pagare tutte le persone che dal 2016 ad oggi, a distanza di 8 anni, hanno quelle qualifiche. Se alcune Province, solo una, Ancona ha sostituito e ha messo il Consigliere Mangialardi al posto della Consigliera Casini oppure la Consigliera Casini a posto della Consigliera Ruggeri non lo pago.
Questo è quello che abbiamo riscontrato. C'erano delle Province che avevano mantenuto nel loro organico del personale amministrativo che non aveva la qualifica di polizia giudiziaria e di pubblica sicurezza, quello l'ufficio non intende pagarlo, comunque il 20 ci sarà un incontro con l’UPI. L'ho aggiornata. Grazie.

PRESIDENTE. Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 2 bis. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 3
Emendamento 3/1 a firma del Consigliere Ausili: “La lettera g) del comma 2 dell’articolo 7 della legge regionale 7/1995, come sostituito dal comma 2 dell’articolo 3 della proposta di legge n. 243 è sostituita dalla seguente: ‘g) un rappresentante designato dagli ambiti territoriali di caccia”. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 3, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Un voto favorevole in più per il Consigliere Rossi

Articolo 4 . Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 5
Emendamento 5/1 a firma dei Consiglieri Bora, Mangialardi, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo. Se non passa decade l’emendamento 5/2.
Ha la parola la Consigliera Bora.

Manuela BORA. Grazie, Presidente. Gli emendamenti proposti si inseriscono nel quadro delle possibilità prettamente tecniche, sono dettati dall'obiettivo di correggere i danni e le storture che verranno prodotti dall’applicazione pratica della nuova legge come oggi proposta.
Il tentativo è quello di correggere alcune storture che caratterizzano la proposta, che peraltro ha registrato anche delle contrarietà, come giustamente ricordava la relatrice di minoranza Consigliera Vitri, sotto molteplici punti di vista provenienti da numerose associazioni di categoria.
Meglio sarebbe stato procedere ad una revisione organica dell'intera materia, non certo provare a mettere delle pezze su un vestito ormai superato dalla normativa nazionale e comunitaria, che necessita di un aggiornamento fin dalle fondamenta anche a seguito del mutato assetto faunistico ambientale regionale.
Questa modifica, entro nel merito dei due emendamenti, Presidente, si rende necessaria per ordine logico e funzionale in conseguenza della modifica della distribuzione delle risorse economiche previste dalla modifica dell'articolo 41 della legge regionale 7 del 95 che riduce drasticamente le risorse assegnabili agli ATC, che passano dal 50% del fondo, che deriva dalla tassa di concessione regionale versata dai cacciatori, al 10%. Oggi circa 20.000 euro in media per ogni ambito territoriale di caccia. La legge infatti prevedeva quella percentuale di risorse agli ambiti proprio per la gestione di oasi, zone di ripopolamento e cattura, centri pubblici di produzione fauna selvatica e altre funzioni proprie della Regione, ma delegate da leggi agli ambiti, come per esempio la predisposizione, consegna, ritiro e lettura dei tesserini venatori. Sostanzialmente togliere le risorse e mantenere come obblighi di legge le funzioni delegate non può garantire il funzionamento. Basti pensare che la legge nazionale la 157 del 1992 definisce il ruolo degli ATC esclusivamente come organi che vedono la gestione in senso faunistico venatoria solo del territorio in cui si esercita la caccia e non nei territori di protezione e tutela. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ausili.

Marco AUSILI. Grazie, Presidente. Colgo l'occasione per ringraziare l'impegno emendativo che è venuto anche dalle minoranze. Un impegno che noi abbiamo tenuto in considerazione tant'è che in sede di II Commissione abbiamo approvato alcuni contributi che arrivavano dalle minoranze.
Se abbiamo l'articolo 01, l'articolo 1, l'articolo 2 bis è perché quegli articoli sono stati modificati grazie a degli emendamenti delle minoranze.
Gli ultimi emendamenti presentati dalla Consigliera non riusciamo a condividerli perché in buona sostanza si prefiggono di portare la gestione delle oasi di protezione, delle zone di ripopolamento cattura e dei centri di riproduzione della fauna in capo alla Regione quando invece la competenza in questa materia è ormai in maniera consolidata in mano agli ambiti territoriali di caccia, anche nello spirito di un decentramento, sussidiarietà, responsabilizzazione degli ATC, che possono lavorare tanto e bene anche in queste direzioni.
Incamerare nella Regione la gestione di questi istituti potrebbe significare un sovraccarico non virtuoso per i nostri uffici, ne complicherebbe la gestione e probabilmente implicherebbe la necessità di maggiori risorse.
Non accogliamo questo emendamento, il 5/1 come, lo dico sin da ora, per gli stessi moviti, gli emendamenti 5/2, 6/1, 7/1, 7/2 e 7/3 che sono sulla stessa linea. Grazie.

PRESIDENTE. Emendamento 5/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Emendamento 5/2 a firma dei Consiglieri Bora, Mangialardi, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo. Decaduto.

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 6
Emendamento 6/1 a firma dei Consiglieri Bora, Mangialardi, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo.
Ha la parola la Consigliera Bora.

Manuela BORA. Grazie, Presidente. Questa modifica si rende necessaria per la stessa logica espressa dal precedente emendamento. Infatti l’istituzione e la gestione delle zone di ripopolamento e cattura sono per leggi nazionali delegate alla Regione.
Delegare una funzione per legge regionale ad un soggetto privato come l’ambito dovrebbe quanto meno prevedere delle adeguate risorse, che poi è questo il punto, Consigliere Ausili, come anche lei ha detto, che siano umane, economiche, però quella è una scelta politica e voi avete detto la vostra. Siete contrari, ne prendiamo atto e ne prendono atto anche gli ATC, però. Grazie.

PRESIDENTE. Emendamento 6/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Articolo 6. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 7
Emendamento 7/1 a firma dei Consiglieri Bora, Mangialardi, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo. Se non passa decadono anche il 7/2 ed il 7/3.
Ha la parola la Consigliera Bora.

Manuela BORA. Grazie, Presidente. Questi tre emendamenti si rendono basilari per le medesime necessità e criticità espresse relativamente ai precedenti articoli 8 e 9 della legge 7 del 1995, innfatti dal punto di vista della competenza normativa, ma anche da quello tecnico, sono per noi emendamenti assolutamente opportuni, e le stesse considerazioni fatte per le oasi di protezione, per la zona ripopolamento e cattura valgono anche per i centri pubblici di riproduzione della fauna selvatica. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Casini.

Anna CASINI. Grazie, Presidente. Mi dispiace che non ci sia qui l’Assessore Brandoni perché vedo che sono state delegate delle funzioni alla Polizia provinciale. Molto bene, peccato che l’Assessore Brandoni ha detto poco fa che ritiene di rimborsare alle Province soltanto il lavoro fatto dalle guardie faunistico-venatorie. E’ evidente che non è possibile perché esistono degli uffici amministrativi di supporto.
Assessore Brandoni, grazie di essere rientrato.
Capisco che lei sia stato convinto da chi non vuole riconoscere le funzioni alle Province, che dice che va riconosciuto e rimborsato soltanto il lavoro delle guardie venatorie, ma va da sé che le guardie venatorie lavorano con un gruppo anche di amministrativi che fa un lavoro di supporto, perché non esiste da nessuna parte che un ufficio lavori senza un supporto amministrativo: per la stesura dei verbali, per la predisposizione degli atti, esistono a volte anche dei contenziosi che vengono seguiti.
Il lavoro non è soltanto quello delle guardie faunistico venatorie, io da dipendente provinciale, trentennale dipendente provinciale, le dico che non è possibile, per cui la invito a riflettere, proprio perché avete con leggi delegato alcune funzioni, a tenere conto anche del lavoro che svolgono altri a supporto delle guardie venatorie.
Non so quello che sta discutendo con l’UPI perché sinceramente non ho seguito questa questione, però credo che, da quello che lei mi ha detto prima, ci possano essere comunque dei lavori che le Province svolgono nella precarietà, che tutti noi conosciamo, soprattutto economica, in particolare la mia Provincia. Ecco, la invito a riflettere sul riconoscimento anche delle funzioni che sono comunque di supporto. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Brandoni.

Goffredo BRANDONI. Grazie, Presidente. Consigliera Casini, le pongo solo una piccola riflessione: come hanno fatto quattro Province, senza personale amministrativo, ad andare avanti dal 2016 ad oggi, solo una Provincia ha gli amministrativi che paghiamo come guardie venatorie. Le chiedo: come hanno fatto? Quattro Province non hanno gli amministrativi, una ce li ha, c'è qualcosa che non va. Nelle altre quattro Province i guardiacaccia non funzionano?

(interventi fuori microfono)

Goffredo BRANDONI. Non è così perché c'è una ripartizione equa, ho i numeri di tutte le Province. Le anomalie sono due: una Provincia ha sostituito senza dire niente alla Regione, un'altra ha sostituito del personale che è andato in pensione. Bisogna che avvertano perché io pago ...

(interventi fuori microfono)

PRESIDENTE. Non c’è interlocuzione, lasciamo parlare l'Assessore.

Goffredo BRANDONI. Una Provincia su cinque ha gli amministrativi, le altre quattro o non hanno fatto niente ...
Lei si ponga una domanda; nel piccolo Comune il vigile che fa? La polizia locale fa il verbale fuori e quando rientra in comando cosa fa, non sottoscrive il verbale? In quattro Province le guardie venatorie rientrano e fanno anche il verbale, in una Provincia servono gli amministrativi. Questo problema me lo sono posto. Grazie.

PRESIDENTE.Emendamento 7/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Emendamento 7/2 a firma dei Consiglieri Bora, Mangialardi, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo. Decaduto.

Emendamento 7/3 a firma dei Consiglieri Bora, Mangialardi, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo. Decaduto.

Articolo 7. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 8. Ha la parola la Consigliera Vitri.

Micaela VITRI. Grazie, Presidente. A proposito di questo articolo vorrei evidenziare che prevede la possibilità per la Regione di istituire, previo assenso dei proprietari o dei conduttori dei fondi interessati che rappresentino almeno il 50% della superficie, delle zone di ricerca e sperimentazione faunistica, prioritariamente all'interno delle zone di ripopolamento e cattura o di aree dove la caccia sia già vietata.
A proposito di questa possibilità abbiamo ascoltato anche diverse proteste e criticità da parte sia degli agricoltori che degli stessi cacciatori perché chi è proprietario di un fondo, sia nel caso sia proprietario che cacciatore, non ha la possibilità di essere autonomamente responsabile di eventuali catture all'interno di quel territorio. Tant'è vero che secondo gli uffici tecnici, che hanno descritto questo articolo, la modifica è animata dall'obiettivo di adottare modalità più snelle riferite alle procedure istitutive e nel contempo consentire l'eventuale realizzazione di queste zone rispetto alle finalità di ricerca, con maggior plasticità sulla base di uno specifico progetto, ma al tempo stesso non sono state ascoltate nemmeno le osservazioni di alcune associazioni di categoria che chiedevano un maggior coinvolgimento degli imprenditori agricoli, inascoltate totalmente. Anche il Crel che nel proprio parere a questo proposito chiedeva di aumentare dal 50% al 60% la superficie dei fondi interessati dalle istituzioni di queste zone di ricerca e sperimentazione faunistica. Grazie.

PRESIDENTE. Articolo 8. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 9. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 10. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 11. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 12
Emendamento 12/1 a firma dei Consiglieri Bora, Mangialardi, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo.
Ha la parola la Consigliera Bora.

Manuela BORA. Grazie, Presidente. Con questa modifica si chiede di cancellare quanto già licenziato in Commissione, dal momento che con la procedura esistente non si sono mai rilevate delle criticità particolari.
Riteniamo che la procedura prevista nella proposta di legge porterebbe ad un disagio per i cacciatori e anche un'ulteriore riduzione di entrate per gli ATC.
Passo anche ad illustrare l'emendamento successivo, la modifica del comma 4 dell'articolo 12 della proposta di legge n. 243 2023 si rende necessaria perché la previsione contenuta nel comma 4 ter porterebbe esclusivamente difficoltà contabili per gli ATC, senza alcun tipo di vantaggio dal momento che il cacciatore per andare a caccia ogni anno deve pagare comunque la relativa quota. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ausili.

Marco AUSILI. Grazie, Presidente. In realtà il testo che è uscito dalla Commissione serve a chiarire finalmente i tempi per l'iscrizione all'ATC, stabilendo che la finestra per iscriversi va dall’1 giugno al 31 dicembre, termine ultimo che non era presente nella legge attualmente vigente. Inoltre andiamo a stabilire che le maggiorazioni attualmente previste per chi si iscrive successivamente al 30 giugno possono essere ridotte. Altro che problemi per chi conduce attività venatoria, riteniamo che sia un chiarimento necessario.
Il comma 4, intervengo anch'io come la Consigliera, riguarda solo i cacciatori che provengono da fuori regione, che sono un numero anche limitato. Ogni decisione presa in questa materia è nel rispetto del calendario venatorio. Grazie.

PRESIDENTE. Emendamento 12/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Emendamento 12/2 a firma dei Consiglieri Bora, Mangialardi, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Emendamento 12/3 a firma del Consigliere Ausili: “Al comma 6 dell’articolo 12 della proposta di legge n. 243 sono soppresse le parole non residenti”. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 12, così come emendato. Lo pongo in votazione.
Rifacciamo la votazione sull’articolo 12.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 13
Emendamento 13/1a firma dei Consiglieri Bora, Mangialardi, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo.
Ha la parola la Consigliera Bora.

Manuela BORA. Grazie, Presidente. Per quanto riguarda il primo, francamente non sembra per nulla chiaro se sia obbligatorio quanto previsto da questo articolo. Infatti il decreto legislativo n. 33 del 14 marzo 2013 all'articolo 2 bis comma 3 recita: “La medesima disciplina prevista per le pubbliche amministrazioni di cui al comma 1 si applica, in quanto compatibile, limitatamente ai dati e ai documenti inerenti all'attività di pubblico interesse disciplinata dal diritto nazionale o dell'Unione europea, alle società di partecipazione pubblica come definite dal decreto legislativo emanato in attuazione l'articolo 18 della legge 7 agosto 2015, n. 124, e alle associazioni, alle fondazioni e agli enti di diritto privato anche privi di personalità giuridica con bilancio superiore a 500.000 euro, che esercitano funzioni amministrative, attività di produzione di beni e servizi a favore delle amministrazioni pubbliche o di gestione servizi pubblici”.
Gli ATC sono associazioni di diritto privato con bilanci inferiori, come sappiamo, nettamente inferiori a 500.000 euro, non esercitano funzioni amministrative a favore di amministrazioni pubbliche, non esercitano attività di produzione e servizi a favore di amministrazioni pubbliche, non esercitano attività di gestione di servizi pubblici a meno che la caccia e la relativa gestione della fauna siano considerate un servizio.
L'altro emendamento si rende necessario per far sì che venga rispettato quanto dettato dalla legge n. 157 del 1992, che all'articolo 14,. comma 10, recita: “Negli organi direttivi degli ambiti territoriali di caccia deve essere assicurata la presenza paritaria, in misura pari complessivamente al 60% dei componenti dei rappresentanti di strutture locali delle organizzazioni professionali agricole maggiormente rappresentative a livello nazionali e delle associazioni venatorie nazionali riconosciute, ove presenti in forma organizzata sul territorio. Il 20% dei componenti è costituito da rappresentanti di associazioni di protezione ambientale presenti nel Consiglio nazionale per l'ambiente e il 20% da rappresentanti degli enti locali.
Ora, se l'Assemblea è uno degli organi direttivi dell'ATC è bene definire la corretta percentuale, quindi anche il numero dei rappresentanti delle quattro categorie: associazioni venatorie, agricole, associazioni protezionistiche, enti locali. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ausili.

Marco AUSILI. Grazie, Presidente. Per commentare rapidamente e scansare ogni equivoco su questa materia, che potrebbe essere rischioso.
L'articolo 17, comma 01, della legge n.795 non viene modificato, quindi si conferma che gli ambiti territoriali di caccia sono strutture associative di diritto privato che perseguono una finalità di interesse pubblico e operano nel rispetto dei principi di trasparenza e correttezza per il fatto che perseguono finalità di interesse pubblico e che gestiscono risorse pubbliche.
Noi riteniamo che sia importante rimarcare gli obblighi minimi di trasparenza, anche alla luce di quanto è accaduto recentemente in alcuni ambiti territoriali di caccia perché se la gestione interna ai singoli ambiti non è perfettamente efficiente si possono creare delle tensioni tra le parti che compongono l'ambito stesso.
Addivenire ad un maggiore controllo e rispetto di obblighi minimi di trasparenza significa anche probabilmente gestire meglio gli ATC e addivenire ad un clima di collaborazione più disteso e che fa il bene di tutte le parti. Grazie.

PRESIDENTE. Emendamento 13/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Emendamento 13/2 a firma dei Consiglieri Bora, Mangialardi, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Emendamento 13/3 a firma del Consigliere Ausili. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 13, così come emendato. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Vitri.

Micaela VITRI. Grazie, Presidente. Voglio mettere in evidenza che si tratta di un articolo impattante, quindi mi preme che non passi inosservato perché comporta diverse modifiche. Gli ATC, in particolare, non saranno degli enti pubblici, come invece qualcuno ritiene opportuno, ma saranno equiparati agli enti pubblici con questa modifica perché al comma 1 c’è scritto che “in considerazione delle finalità di interesse pubblico perseguite sono soggetti all'applicazione del decreto legislativo n. 33 del 2013 e all'applicazione dei principi espressi”, ma al tempo stesso rimangono privati con funzioni pubbliche.
Su questo comma si sono espressi contrari sia il Crel che le associazioni di categoria e le voglio ribadire: CIA, COPAGRI, ma anche gli stessi ATC.
Il Crel ha chiesto la soppressione del comma 1 dell'articolo 13, rimasto inascoltato, le due associazioni agricole nel documento trasmesso alla Regione hanno scritto quanto voglio citare in maniera precisa, virgolettato:” Riteniamo questa sia una modifica della legge su cui porre attenzione. Si ritiene che equiparare l’ATC ad un ente pubblico determinerà maggiore complessità amministrativa ingestibile dagli attuali dipendenti in seno agli ATC. Inoltre l'ATC in qualità di soggetto che applica le norme pubbliche potrebbe essere interpretato giuridicamente come ‘ente pubblico’ e di conseguenza non potrebbe più risarcire i danni da selvaggina agli agricoltori con fondi propri. Il determinarsi di siffatta condizione è inaccettabile - sto leggendo il documento dell'associazione di categoria - in quanto determina una forte penalizzazione del settore agricolo”. Gli ATC - ora aggiungo un'altra parte delle loro osservazioni - hanno anche evidenziato che la struttura degli ATC avrebbe difficoltà a gestire gli adempimenti previsti dalla norma. Ove obbligatorio, gli ATC avrebbero bisogno di ulteriori risorse in termini di fondi ed anche di personale. Perché abbiamo tralasciato questo aspetto importante? Avete previsto una riforma che, come ho detto io stessa in apertura, è necessaria per gli ATC, ma non state dando loro gli strumenti per attuarla. Hanno bisogno di personale, sono già in difficoltà ed in questo momento gli date ulteriori compiti senza dare il personale per poterli portare avanti. Grazie.

PRESIDENTE. Articolo 13, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Il Consigliere Rossi ha votato a favore.

Articolo 14
Emendamento 14/1 a firma dei Consiglieri Bora, Mangialardi, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo.
Ha la parola la Consigliera Bora.

Manuela BORA. Grazie, Presidente. Anche in questo caso li illustro entrambi.
Il primo si rende necessario per garantire una corretta e lineare funzionalità alla costituzione del comitato di gestione. Per fare questo è necessario definire con chiarezza che l'Assemblea elegge i rappresentanti delle varie associazioni insieme al comitato di gestione senza ulteriori frasi sibilline oppure equivoche.
Nello statuto dovrà essere definito con chiarezza come i membri dell'Assemblea devono esprimere il proprio voto, uno solo per ogni categoria da eleggere oppure un massimo di 2/3 voti. La frase “secondo il principio di rappresentatività sul territorio” oltre che non significare nulla, farebbe nascere degli ulteriori equivoci, disguidi interpretativi.
Va specificato, inoltre, che i membri del comitato di gestione devono essere residenti nei Comuni dell'ATC quale clausola del tutto ovvia, considerato che l'ambito territoriale di caccia esiste per una gestione tecnico-pratica del territorio agro-silvo pastorale con finalità venatorie e non altro.
Il secondo emendamento in relazione al comma 3 si propone perché non si ritiene opportuno assegnare per legge un limite temporale al ruolo di Presidente. E’ una figura disponibile a prestare la propria opera in maniera volontaria, peraltro in questa'epoca caratterizzata anche dalla diminuzione dei cacciatori e da un esiguo ricambio generazionale. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ausili.

Marco AUSILI. Grazie, Presidente. In base al principio di rappresentatività in realtà questa formula è già nella legge n. 7/95, quindi si è trattato solamente di conservarla riconoscendone la bontà.
Per quanto riguarda il vincolo dei due mandati, noi riteniamo che invece il vincolo di due mandati, anche alla luce dei fatti trascorsi nei vari ATC, possa essere utile a esprimere un'alternanza nel modo di intendere l'ATC stesso.
Un vincolo di due mandati che con il nostro emendamento 14/3 diventa per due mandati consecutivi. Grazie.

PRESIDENTE. Emendamento 14/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Emendamento 14/2 a firma dei Consiglieri Bora, Mangialardi, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Il Consigliere Rossi ha votato contro.

Emendamento 14/3 a firma del Consigliere Ausili. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Emendamento 14/4 a firma del Consigliere Ausili. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Più due voti favorevoli delle Consigliere Elezi e Menghi.

Articolo 14, così come emendato. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Vitri.

Micaela VITRI. Grazie, Presidente. In realtà vorrei anche aggiungere un punto importante perché prima mi è scaduto il tempo sull'articolo precedente, ma è collegato a questo.
Il motivo della contrarietà all'articolo 13 non era solo quello che ho espresso poco fa, ma dipende anche dallo statuto tipo degli ATC, che dovrà prevedere la Giunta senza nessun parere preventivo della Commissione consiliare. Mi stupisce che i Consiglieri di maggioranza abbiano votato a favore senza nemmeno sentirsi toccati.
Con questa legge tutti voi Consiglieri siete stati fatti fuori dalla Giunta, non potrete esprimere nemmeno un parere preventivo nella Commissione consiliare, sfugge anche al Consigliere Ausili, provi a rileggerlo magari riguardandolo ...
Il parere preventivo della Commissione consiliare competente non ci sarà più, sarà la Giunta ad esprimerlo, quindi la nostra II Commissione non dovrà esprimerlo.
Tornando all'articolo 14, ovviamente contrari, come ho già detto in apertura nella relazione, perché se si passa da 11 membri, che erano previsti dalla legge n. 7 del 95, ai 10 di questa proposta di legge non si tratta di un vero alleggerimento, anzi togliere una persona comporta solo l'esclusione di alcune rappresentatività che invece erano necessarie. Penso ad esempio, come ho evidenziato prima, che l'unione montana non potrà più esprimere il proprio componente modo autonomo, ma sarà anche in questo caso la Giunta a scegliere tra i residenti dell'unione montana. Se un residente a Fano volesse improvvisamente prendere una residenza provvisoria a Borgo Pace potrebbe essere nominato pur non conoscendo quel territorio perché è la Giunta che decide autonomamente tra i residenti e non l'unione montana che dovrebbe essere sovrana del territorio.
Ma non solo, altre criticità in questo articolo 14 dipendono anche dallo sbilanciamento tra le rappresentanze. Noi voteremo contro. Grazie.

PRESIDENTE. Articolo 14, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 15
Emendamento 15/1 a firma dei Consiglieri Bora, Mangialardi, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo. Se passa decade l’emendamento 15/2.
Ha la parola la Consigliera Bora.

Manuela BORA. Grazie, Presidente. Questo emendamento è necessario al fine di assegnare con correttezza le prescrizioni normative e rispettare le responsabilità e funzionalità dei soggetti coinvolti, cioè ATC e Regione. Grazie.

PRESIDENTE. Emendamento 15/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Subemendamento 15/2/1 a firma dei Consiglieri Ausili, Rossi, Elezi. Ha la parola il Consigliere Ausili.

Marco AUSILI. Grazie, Presidente. E’ una precisazione che giustamente è emersa dal dibattito dei Consiglieri con le categorie, quindi andiamo a chiarire che i vari ambiti territoriali di caccia, oltre a riservare una quota sostanziosa di fondi regionali trasferiti dalla Regione agli ATC per l'acquisto di strumenti di prevenzione, faranno anche opera di fornitura degli stessi, come d'altronde avviene attualmente, evitando però il tema dell'installazione per ovvi motivi pratici.
Questo subemendamento serve per conservare in buona sostanza in questa fattispecie la situazione attuale. Grazie.

PRESIDENTE. Subemendamento 15/2/1 Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Emendamento 15/2 a firma del Consigliere Ausili. Decaduto.

Emendamento 15/3 a firma del Consigliere Ausili. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Voto favorevole della Consigliera Elezi.

Articolo 15, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Compreso il voto favorevole del Consigliere Rossi.

Articolo 16. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 17. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 18. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 19
Emendamento 19/01 a firma del Consigliere Ausili. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Emendamento 19/1 a firma del Consigliere Putzu. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 19, così come emendato. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Vitri.

Micaela VITRI. Grazie, Presidente. Voglio evidenziare un aspetto. Questo è un articolo importante per numerosi punti, In particolare prima non abbiamo fatto riferimento alla richiesta di Cal e Upi che avevano presentato un emendamento per eliminare la parola “agenti” accanto a quella di “Polizia provinciale”, al comma 3, altrimenti sarebbero stati esclusi tutti coloro che non hanno la qualifica di agenti.
Questa è stata una richiesta che per fortuna è stata accolta e ci fa piacere, ma al tempo stesso rimangono le criticità relative a tutta l'altra parte dell'articolo 19. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Ausili.

Marco AUSILI. Grazie, Presidente. Mi verrebbe da dire: non scherziamo con il fuoco su certi temi perché gli ATC rimangono soggetti di natura privata. Ho sentito ancora qualcuno che mette in dubbio questa cosa.
Come non scherziamo col fuoco sulla natura di questo articolo e, andando a recepire la riforma della 157 fatta dal Governo nazionale, agli articoli 19 e 19 ter, come giustamente alcune categorie ci hanno fatto presente, andremo nella direzione di un più efficiente ed efficace contenimento della specie cinghiale. Votiamo a favore. Grazie.

Articolo 19, così come emendato.Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 20. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 21. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Voto favorevole del Consigliere Rossi.

Articolo 22
Emendamento 22/1 a firma dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi, Bora, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Articolo 22. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Si aggiungono ai voti favorevoli quelli dei Consiglieri Menghi e Rossi.

Articolo 22 bis (articolo aggiuntivo)
Emendamento 22 bis/1 a firma del Presidente della II Commissione. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 23
Emendamento 23/1 a firma dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi, Bora, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Articolo 23. Lo pongo in votazione. Ripetiamo la votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 24
Emendamento 24/1 a firma dei Consiglieri Bora, Mangialardi, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo.
Ha la parola la Consigliera Bora.

Manuela BORA. Grazie, Presidente. Questo emendamento è necessario dal momento che la legge nazionale n.157 del 92 affida le funzioni amministrative alle Regioni e non agli ATC. Nell'attuale legge regionale 7 del 95 l'articolo 29 delega la funzione della consegna delle tesserine di caccia ai Comuni, per i quali l'articolo 41 prevede anche un relativo fondo.
L'emendamento vuole perseguire tale impostazione logica per cui se la Regione ha scelto di affidare la funzione di gestione del rilascio di tesserini ai Comuni si ritiene opportuno, anche in considerazione che il tesserino è un documento personale, che la sua gestione avvenga sempre per opera di addetti pubblici e non del personale degli ambiti. Grazie.

PRESIDENTE. Emendamento 24/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Articolo 24. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 25
Emendamento 25/1 a firma del Consigliere Ausili. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Emendamento 25/2 a firma del Consigliere Ausili. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Emendamento 25/3 a firma del Consigliere Ausili. Se passa decade l’emendamento 25/3 bis. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Emendamento 25/3 bis a firma del Consigliere Latini. Decaduto

Emendamento 25/4 a firma del Consigliere Ausili. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 25, così come emendato. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Vitri.

Micaela VITRI. Grazie, Presidente. A proposito di questo articolo, che disciplina aspetti specifici dell'attività venatoria, mi sarebbe piaciuto votarlo. Con il Consigliere Ausili ci siamo confrontati a volte su aspetti tecnici ed io ho cercato anche di riportare alcune sollecitazioni, alcune richieste di chi pratica l'attività venatoria. Vedo che alcune sono state in parte recepite per cui questo articolo avrei voluto votarlo.
Oggi con gli emendamenti sono state addirittura cancellate le richieste e le proposte che avevo già riportato in Commissione, trovarle improvvisamente cancellate qua con degli emendamenti mi pare poco corretto, non solo nei miei confronti, ma nei confronti di chi rappresento.
A questo punto non possiamo votare questo articolo, ma ribadisco ancora una volta che anche qui, a proposito di un esempio che io ho considerato emblematico, che è quello della caccia al colombaccio che vede in contrapposizione due diverse tipologie di caccia, chi preferisce la vagante e chi preferisce la stanziale, avete fatto effettivamente figli e figliastri con delle preferenze perché all'articolo 25 comma 8 si specifica che gli appostamenti temporanei non possono essere situati a distanza inferiore a metri 100, salvo …, scusate ho sbagliato il comma, è il comma 8 ter, abbiamo invertito un po' l'ordine perché tra una serie di emendamenti li ho invertiti.
Al comma 8 ter si specifica che il funzionamento degli appostamenti fissi per colombacci è limitato al periodo 25 settembre-25 novembre, come previsto in tutte le Regioni limitrofe e le ricordo: Emilia Romagna, Umbria, Toscana, Abruzzo e chi dovrà praticare questa attività proprio al confine, dove esattamente a volte non si sa nemmeno dove finisce una regione e inizia l'altra, avrà serie difficoltà perché in tutte le regioni confinanti c'è un calendario che solo le Marche hanno previsto in maniera diversa, non tutelando, non tanto chi va a caccia al colombaccio, gli agricoltori che hanno culture di girasole di cui, come ho detto prima, queste specie sono particolarmente ghiotte e si nutrono.
Non è una richiesta che riguarda solo i cacciatori, ma riguarda anche gli imprenditori agricoli. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Ausili.

Marco AUSILI. Grazie, Presidente. Agli imprenditori agricoli possiamo dire la verità delle cose, cioè che sul contenimento delle specie, come piccioni e corvidi, questa Giunta regionale, a differenza delle precedenti, è riuscita a organizzare dei corsi che hanno permesso di formare dei soggetti che stanno già attuando dei piani di controllo di queste specie e stanno funzionando.
Per quanto riguarda invece la supposta preferenza verso una forma o l'altra, qui non si fanno favoritismi, nel testo oltretutto, sono andando a scandagliarlo bene, ci sono dei passaggi che sono a tutela di chi svolge l'attività venatoria da appostamento fisso, ma questa tutela non è intesa come una regalia, sono cose che si dovevano aggiornare, ammodernare, tenendo la barra dritta su quello che è l'unico obiettivo, cioè arrivare ad una gestione faunistica ambientale che siano all'altezza delle reali necessità. Penso ad esempio alla possibilità di svuotare i laghi da appostamenti fissi fatti per acquatici nel periodo estivo per le manutenzioni degli stessi; alla possibilità di realizzare dei capanni sussidiari in caso di nocetta e al recupero della selvaggina che deve essere sempre confermato nel rispetto della selvaggina battuta, recupero della selvaggina può essere fatto anche da cacciatore non titolare dell'appostamento fisso, che abbia scelto l'opzione di caccia B.
Penso poi al macrotema che introduciamo, quello delle maggiori distanze, fino a 500 metri. tra i capanni principali di due appostamenti fissi, una distanza che tutela ciascun appostamento fisso sotto il piano della sicurezza, ma tutela, come dicevamo prima, anche chi fa forme di caccia vaganti.
Si è cercato di tenere insieme le diverse esigenze con di fondo l'obiettivo che, ripeto, è quello di gestire meglio la nostra fauna e il nostro ambiente. Grazie.

PRESIDENTE. Articolo 25, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 26. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 27
Emendamento 27/1 a firma del Consigliere Ausili. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 27, così come emendato.Lo pongo in votazione.

Vogliamo ripetere la votazione? Riapriamo la votazione sull’articolo 27.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 28
Emendamento 28/1 a firma del Consigliere Ausili. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Emendamento 28/2 a firma dei Consiglieri Bora, Mangialardi, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo.
Ha la parola la Consigliera Bora.

Manuela BORA. Grazie, Presidente. Con questo emendamento si chiede di riportare il testo come previsto nella prima versione della proposta. Riteniamo necessaria infatti la previsione di un parere vincolante del soggetto gestore degli istituti di protezione e riteniamo che prevedere una zona di addestramento cani in un istituto di protezione, che nasce per proteggere e tutelare la fauna, sia quasi un controsenso tanto più se il gestore dell'istituto non ha voce in merito. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ausili.

Marco AUSILI. Grazie, Presidente. Per facilitare la realizzazione di zone addestramento cani, lo si vuol fare per garantire il benessere di questi animali, per favorire le attività di interesse cinofilo che sono sicuramente degne di poter essere condotte.
Ci siamo ispirati in realtà, qui devo ammetterlo, ad una delibera della Giunta regionale precedente, non c'è niente di male, quando una cosa viene fatta bene dall'altra parte politica può e deve essere in qualche maniera sottoscritta. Questa delibera di cui parlo stabiliva che le zone addestramento cani senza sparo potessero essere realizzate anche in questi istituti di protezione.
Con il mio successivo emendamento, il 28/3, andiamo tuttavia sulla scia di quanto correttamente detto dalla Consigliera Bora adesso, a tutelare maggiormente, con la procedura del previo assenso, quelle aree particolari che sono le aree protette ai sensi della legge 394/91. Grazie.

PRESIDENTE. Emendamento 28/2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Emendamento 28/3 a firma del Consigliere Ausili. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 28, così come emendato.Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Ai voti favorevoli si deve aggiungere il voto dei Consiglieri Menghi, Elezi e Rossi.

Ha la parola, sull’ordine dei lavori, la Consigliera Casini.

Anna CASINI. Presidente, quindi facciamo metà con … e metà per alzata di mano, come stiamo votando?

PRESIDENTE. Vedo quando premono, non schiacciano.

Anna CASINI. Lei vede quanto premono e noi ci fidiamo tutti di lei.

PRESIDENTE. Ditemi come dobbiamo fare perché lo chiedono loro, esprimono in maniera espressa di votare, compare nella votazione che non è stata …, lo vedo dal planning, Consigliera, che non scatta il verde, vedo il numero e lo aggiungo.

Anna CASINI. Grazie, Presidente. Perfetto era per capire.

PRESIDENTE La ringrazio per la precisazione, ecco perché dico che non avete votato, altrimenti non mi permetterei mai di entrare nel vostro pensiero, lo vedo per quello che posso, ormai so i Consiglieri che in questo momento hanno difficoltà, siete voi due e il Consigliere Rossi.

Articolo 29
Emendamento 29/1 a firma dei Consiglieri Bora, Mangialardi, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo.
Ha la parola La Consigliera Bora.

Manuela BORA. Grazie, Presidente. Questa modifica si rende necessaria in conseguenza della richiesta di modifica di quanto contenuto nell'articolo 15 della proposta di legge n. 243/2023, se quest'ultima modifica venisse accolta. Grazie.

PRESIDENTE. Emendamento 29/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Articolo 29. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 30
Emendamento 30/1 a firma del Consigliere Ausili. Ritirato.

Emendamento 30/2 a firma del Consigliere Ausili. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 30, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(intervento fuori microfono)

Rivotiamo l’articolo 30.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 31. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 32
Emendamento 32/1 a firma del Consigliere Ausili.
Ha la parola il Consigliere Ausili.

Marco AUSILI. Grazie, Presidente. Questo per dire che risorse ulteriori da parte della Regione possono andare agli ATC sia per il pagamento dei danni sia - questa è la Giunta - per le attività di funzionamento degli ATC e per la gestione della fauna e dell'ambiente. Grazie.

PRESIDENTE. Emendamento 32/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Emendamento 32/2 a firma dei Consiglieri Bora, Mangialardi, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo.
Ha la parola la Consigliera Bora.

Manuela BORA. Grazie, Presidente. Li illustro tutti. Le modifiche proposte si ritengono necessarie perché diversamente, a fronte della riduzione del fondo a loro destinato, gli ATC saranno messi nelle condizioni di poter provvedere solo a pochissimi interventi destinati alla prevenzione e al miglioramento ambientale. Inoltre in assenza di queste modifiche il risultato potrebbe essere rappresentato da lungaggini procedurali burocratiche, da maggior dispersione di risorse pubbliche e minori garanzie per gli agricoltori, per non parlare delle drastiche riduzioni delle risorse per la gestione faunistico-venatoria e dell'aumento delle responsabilità oggettive e dei contenziosi in capo agli ambiti. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ausili.

Marco AUSILI. Grazie, Presidente. Riteniamo che gli ATC potranno avere garanzie sulle risorse atte a fare le attività di gestione della fauna, dell'ambiente, perché quei fondi propri degli ATC, che derivano dalle quote di adesione, potranno essere in parte destinate a questo scopo, cosa che non accadeva per una gestione differente del tema del pagamento dei danni. Era necessario dare certezza alle associazioni agricole e agli agricoltori sul pagamento dei danni e questo riteniamo possa essere raggiunto nei metodi che ho citato prima e all'interno di questa diversa procedura ci sta la garanzia per gli ATC di poter contare su risorse proprie per fare le attività che ha detto la Consigliera. Grazie.

PRESIDENTE. Emendamento 32/2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Emendamento 32/3 a firma dei Consiglieri Bora, Mangialardi, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo. Decaduto

Emendamento 32/4 a firma dei Consiglieri Bora, Mangialardi, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo. Se passa decade il successivo. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Emendamento 32/5 a firma del Consigliere Ausili. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 32, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 33. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Vitri.

Micaela VITRI. Grazie, Presidente. Vorrei specificare che le disposizioni finanziarie di questa legge non sono la risposta che gli imprenditori agricoli si attendevano, nemmeno gli ATC per uscire dal default in cui si sono trovati in questi ultimi anni a causa dell'esponenziale aumento dei danni da fauna selvatica e dalla contemporanea diminuzione di tesserati per l’attività venatoria.
Le disposizioni finanziarie previste all'articolo 33 non saranno la risposta sufficiente, purtroppo, alle problematiche che abbiamo nella nostra Regione. In particolare lo stanziamento di 200.000 euro per il 2024 e di 200.000 per il 2025 dovrà essere per forza di cose aumentato, implementato, altrimenti risulterà non solo insufficiente, ma non consentirà di risarcire quasi nessuna delle aziende agricole attualmente in difficoltà, per cui voteremo contrariamente a questa norma visto che i danni all'agricoltura arrecati si aggirano intorno a 1,8 milioni di euro e ad oggi ci sono ancora banche dati da aggiornare. Un'altra problematica è che ancora non sono stati caricati tutti i dati per cui questa cifra sarà destinata ad aumentare nei prossimi mesi. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Ausili.

Marco AUSILI. Grazie, Presidente. Mi viene da dire: non scherziamo con il fuoco. Tutti i danni provocati da fauna selvatica saranno pagati agli agricoltori e alle aziende agricole che li hanno avuto. Il 55% dei fondi regionali derivanti dagli introiti delle tasse di concessione venatoria, di cui il 20% per strumenti di prevenzione, verranno usati a questo scopo.
Si individua un altro fondo regionale, per ora di 200.000 euro che potrà essere rivisto in crescita, e in quota parte i fondi propri derivanti dalle quote di adesione degli ATC. Tutti questi avranno lo scopo di raggiungere quel pagamento che noi dobbiamo nella forma del risarcimento e non dell'indennizzo, come abbiamo continuato a dire in tutte le parti di questa legge, e così sarà, unitamente ad un maggiore contenimento della specie cinghiale grazie alla riforma voluta a livello nazionale dagli articoli 19 e 19 ter della 157/92. Grazie.

PRESIDENTE. Articolo 33. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 34.
Emendamento 34/01 a firma del Presidente della II Commissione. Se passa decadono gli emendamenti 34/1, 34/2, 34/2 bis, 34/3.
Ha la parola il Consigliere Ausili.

Marco AUSILI. Grazie, Presidente. A questo scopo ringrazio, come per tutta la legge, il denso lavoro dei nostri uffici coordinati dall'Assessore Antonini perché questa nuova formulazione dell'articolo 34 va incontro a diverse esigenze e ristabilisce che gli organi attualmente vigenti negli ATC, mi riferisco ai comitati di gestione dei diversi ATC, rimarranno attivi, non decadranno all'approvazione di questa legge. Questo ci consente di superare questi 120 giorni che abbiamo davanti garantendo una piena attività degli ATC stessi.
Gli organi ed il comitato di gestione attualmente in vigore non decadono all'approvazione di questa legge, decadranno nel momento in cui verranno nominati i nuovi comitati di gestione. Il Commissario sarà unico, questo riteniamo che possa essere utile anche sotto il piano della gestione, un Commissario che avrà unicamente il compito di supervisionare l'approvazione degli statuti dei singoli ATC nel rispetto dello statuto tipo approvato dalla Giunta e avrà il compito di convocare l'assemblea per la nomina dei nuovi organi degli ATC. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Casini.

Anna CASINI. Grazie, Presidente. Consigliere Ausili, non è indifferente questo emendamento e non è indifferente se la Giunta regionale commissaria tutti gli ATC entro 60 giorni oppure se gli ATC continuano ad operare e poi si adeguano al momento di applicare la nuova normativa.
Lei ha parlato di Commissario, io però vedo soltanto che con questo emendamento voi cassate il comma 4 dell'articolo 34 e non mi pare di aver letto …, comma 2 lettera a) -quindi sarà nel regolamento - entro 90 giorni approva lo statuto. Evidentemente la figura del Commissario è all'interno dello statuto perché nella legge io non l'ho letto. Per curiosità, che ci sia un tutore degli ATC non l'avevo letto da nessuna parte. Cerco di farmi capire, forse non sono stata chiara, il comma 4 con l'emendamento del Consigliere Putzu lo stiamo cassando. Ero perfettamente d'accordo quando ho visto che aveva presentato un emendamento che andava nella stessa direzione: nelle more dell'approvazione degli atti di formazione dei nuovi organi degli ATC continuano ad essere vigenti quelli approvati” Sento adesso parlare di un Commissario e siccome io il Commissario qui non lo vedo e si fa riferimento alla lettera a) del secondo comma dell'articolo 34 presumo che sarà inserito all'interno di uno regolamento/statuto.

(intervento fuori microfono)

Anna CASINI. Ho capito, però lei ha fatto riferimento all’articolo 34, comma secondo, lettera a) quando ha parlato del Commissario, che io qui non vedo.

(intervento fuori microfono)

Anna CASINI. Scusi, non l’avevo visto.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Vitri.

Micaela VITRI. Grazie, Presidente. A proposito di questo emendamento, probabilmente sono io a non capire, ma sarebbe importante specificarlo a tutte e tutti.
Nell'ultima parte, al comma 8, c'è un riferimento agli appostamenti fissi che risulta apparentemente pretestuale o inutile, probabilmente state cancellando quello che abbiamo approvato prima richiesto da voi. A cosa serve il comma 8, spiegatelo meglio. Siccome abbiamo aumentato le distanze per gli appostamenti storici, quelli che esistono da più di 30 anni, abbiamo consentito loro di essere in qualche modo tutelati e di tutelare chi va a caccia lì, nella zona, aumentando le distanze. Questo è un discorso che abbiamo fatto già in Commissione, c'è già stato un confronto su questo e fino adesso abbiamo approvato degli articoli in cui aumentavano, poi ci ritroviamo infilato così, tra le righe. un emendamento inutile o furbesco. Fateci capire cos'è l'8, perché riporte a 200 metri mentre prima avevamo detto 500 metri. E’ nelle norme transitorie. è in fondo, pensavano che forse non le leggessimo, pensavano non ci accorgessimo probabilmente. O sono io che ho capito male o qualcuno ha sbagliato o ci state prendendo in giro, i casi sono tre. Se ho capito male spiegatelo.
Nelle norme transitorie al punto 8 dite che vengono confermati i 200 metri di distanza per gli appostamenti fissi, quelli della legge 95, ma fino adesso abbiamo votato tutti 500 metri, anzi era una richiesta dello stesso Consigliere Ausili, che io condividevo. Non so, dateci una spiegazione, magari riusciamo a capire meglio e siamo anche d'accordo. Se è un errore toglietelo, se ci avete preso in giro ditelo. Grazie.

PRESIDENTE. Adesso noi dobbiamo rispettare anche la forma perché non possiamo fare un dibattito. Chiarisco, l'emendamento è stato esposto dal Consigliere Ausili, è intervenuta la Consigliera Casini e la Consigliera Vitri, facciamo la dichiarazione di voto sull'emendamento e ciascuno potrà intervenire per esprimere eventuali chiarimenti a chi li ha chiesti.
Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Ausili.

Marco AUSILI. Grazie, Presidente. Qui siamo concordi, il tema è la retroattività della norma. Noi non possiamo immaginare di fare una norma sugli appostamenti fissi che sono stabili su quel territorio in forma retroattiva.
Per quanto riguarda gli appostamenti fissi storici che alla data precedente all'approvazione di questa legge erano già appostamenti fissi storici inevitabilmente si conserva la disposizione della normativa previgente. Per quanto riguarda invece gli appostamenti fissi che vengono riconosciuti storici a partire dalla data di approvazione in avanti si può riconoscere la maggiore distanza.
E’ lo stesso tema che abbiamo usato a proposito degli altri appostamenti fissi non storici, aumentare a 500 metri la distanza è quello che abbiamo proposto tra capanni principali rispetto al passato, ma anche questo non può essere considerato retroattivo, ma dall'approvazione di questa legge in poi. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Casini.

Anna CASINI. Grazie, Presidente. Siccome nei miei elaborati e anche negli elaborati dei colleghi l’emendamento all'articolo 34 non ha il timbro di protocollo, quando è stato inserito?

(intervento fuori microfono)

Anna CASINI. Lo dico per chi non lo sapesse, è stato inserito dalla Commissione, forse magari andava specificato, Presidente.

PRESIDENTE. Io leggo sempre i testi, metto in votazione il testo modificato che viene fuori dalla Commissione.

Anna CASINI. In questo caso l’emendamento l’ha presentato la Commissione, infatti non c'è non c'è la data del protocollo, quindi di martedì 21. Grazie.

PRESIDENTE. Lo rileggo. Il testo dell'articolo 34 che è uscito dai lavori della Commissione recita: “Entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore di questa legge, la Giunta regionale adotta gli atti di cui all’articolo 41, comma 4, della legge regionale 7/1995, come modificato da questa legge. Entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore di questa legge, la Giunta regionale: a) approva lo statuto tipo per gli ambiti territoriali di caccia, ai sensi dell'articolo 17 della legge regionale 7/95, come modificato da questa legge; b) approva i regolamenti di cui agli articoli 7 bis, comma 4, e 19, comma 7 bis della legge regionale 7/95 come modificati da questa legge; c) determina i criteri e le modalità per l'istituzione della Zac senza sparo di cui all’articolo 33, comma 2 quinquies, della legge regionale 7/95, come modificato da questa legge; d) adegua il regolamento di cui all’articolo 34, comma1 della legge regionale 7/95, come modificato da questa legge. Nelle more dell'approvazione degli atti di cui ai commi 1 e 2 continuano ad applicarsi le disposizioni previgenti nonché gli atti di Giunta regionali adottati a sensi delle medesime.
.La Giunta regionale, entro 60 giorni dall’entrata in vigore di questa legge, provvede alla nomina di Commissari ad acta per la costituzione dei nuovi organi degli ambiti territoriali di caccia di cui all’articolo 17 della legge regionale 7/95. Il Presidente ed i componenti dei medesimi organi, in carica alla data di entrata in vigore di questa legge, decadono il giorno di nomina dei Commissari ad acta del rispettivo ATC. Gli ambiti territoriali di caccia adottano il proprio statuto entro 60 giorni dall'approvazione dello statuto tipo previsto all'articolo 17 della legge regionale 7/95, come modificato da questa legge. Agli appostamenti fissi storici disciplinati all'articolo 31 bis della legge regionale 7/95, esistenti da almeno 30 anni alla data di entrata in vigore di questa legge, continua ad applicarsi la distanza, non inferiore, ai 200 metri da altro appostamento fisso di cui al comma 2 dell'articolo 31 bis della legge regionale 7/95 nel testo previgente del medesimo articolo”.
L'emendamento 34/01 a firma del Presidente della II Commissione Consigliere Putzu va a modificare questo testo e la sua approvazione comporta la decadenza di tutti gli altri emendamenti: 34/1, 34/2, 34/2 bis e 34/3.
Ha ancora la parola la Consigliera Casini per dichiarazione di voto.

Anna CASINI. Grazie, Presidente. Sarò stata odiata da tutta l'Aula perché lei ha letto l’emendamento che è anche piuttosto lungo.
Devo dire che sono stata tratta in inganno, forse lei non ha specificato che il Consigliere Putzu l’ha presentato in qualità di Presidente della II^ Commissione e non come Consigliere, forse questo andava ...

PRESIDENTE. E’ vero, le chiedo venia.

Anna CASINI. Lei non li legga più, sennò mi rende odiosa nei confronti dei colleghi e tutto questo mi dispiace. Grazie.

PRESIDENTE. E’ giustissimo e comprendo benissimo, l'ha firmato come Presidente della II Commissione, la persona è sempre la stessa, il Consigliere è sempre lo stesso, ma in una funzione diversa.
Emendamento 34/01. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Emendamento 34/1 a firma dei Consiglieri Bora, Mangialardi, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo. Decaduto.

Emendamento 34/2 a firma dei Consiglieri Casini, Mangialardi, Bora, Carancini, Cesetti, Mastrovincenzo. Decaduto.

Emendamento 34/2 bis a firma del Consigliere Latini. Decaduto.

Emendamento 34/3 a firma dei Consiglieri Bora, Mangialardi, Carancini, Cesetti, Mastrovincenzo. Decaduto.

Articolo 35 (Dichiarazione d’urgenza). Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva a maggioranza assoluta dei suoi componenti)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Vitri.

Micaela VITRI. Grazie, Presidente. Torno all'apertura della presentazione di questa legge. Noi abbiamo messo in evidenza che si tratta di una legge necessaria, indispensabile, per due motivi. Innanzitutto perché molte competenze sono passate dalla Provincia alla Regione, quindi era necessario riorganizzare la materia; in secondo luogo perché gli ATC sono in fortissima difficoltà ed ho portato alcuni esempi con i numeri del default degli ATC. Abbiamo chiesto di sostenerli, di dare loro ossigeno e respiro perché non possono più sostenersi con le risorse derivanti dal tesseramento dell'attività venatoria. Per certi versi abbiamo anche ritenuto necessario normare questo settore, con delle riforme, alla luce di alcuni dati inequivocabili. Ad esempio il fatto che i danni da fauna selvatica siano passati da 800 mila euro del 2010 a 1,4 milioni in 15 anni. Questo già significa che è necessario intervenire e fare in modo che il sistema di risarcimento dei danni sia rivisto. Io ho anche confrontato la riforma nostra, attuale, la proposta di legge n. 243, con quelle già effettuate dalle Regioni vicine e ho usato una metafora dicendo che questa legge è un cerotto al dissanguamento che stanno subendo gli ATC, ed i numeri parlano chiaro.
Voler aiutare gli ATC non significa mettere in difficoltà gli imprenditori agricoli che da domani ritorneranno indietro di più di 10 anni e si ritroveranno soggetti al de minimis, ovvero ai tetti che vengono imposti dall'Unione europea al sistema contributivo attraverso le agevolazioni di Stato. Porto un esempio per far capire anche a chi non è di questo settore. Se un imprenditore agricolo subisce la devastazione totale della vigna a causa dai cinghiali, con un danno che a volte può superare anche i 25.000 euro, non potrà più nemmeno partecipare ad un bando di questa Regione perché avrà avuto l'indennizzo o, se fosse totale, il risarcimento dei danni subiti in quella circostanza. Siccome al tempo stesso questa Regione non prevede nemmeno un piano per ridurre l'aumento di fauna selvatica, che sia cinghiali lupi o altre specie, questa legge pone solo un cerotto.
Non ce la sentiamo però, al tempo stesso, di opporci drasticamente a questa riforma perché ribadisco che è comunque necessaria per due motivi: il primo quello del passaggio delle competenze dalle Province alla Regione, il secondo, il grave stato in cui si trovano gli ATC.
Mi permetto di chiedere all'Assessore Antonini, che è qui presente, un intervento sui principali problemi da risolvere visto che governate voi, da domani. Noi non faremo ostruzionismo di fronte a questa legge, ma rimangono in sospeso i problemi principali.
Per riuscire a prevenire i danni da fauna selvatica serve una serie di misure a cui ancora non avete dato nessuna risposta. Non c'è una risposta di nessun tipo ai danni, serve una serie di misure che vengono sollecitate dalle stesse imprese agricole per affrontare questo momento che definiscono straordinario. Hanno elencato alcune proposte: gabbie recenti di cattura e prelievo ovunque sia necessario, riserve e parchi compresi; squadre specializzate prettamente adottate per portare a termine il ripristino numerico dei cinghiali nel territorio, cacciatori abilitati compresi; apertura della caccia sulle aree protette laddove sia necessario, senza deturpare il paesaggio, con norme precise e specifiche solo per ridurre il numero di cinghiali. In questa fase che è stata definita straordinaria è necessario che la Regione attui tutte le misure per riportare e contenere anche i colombacci e i corvidi. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Livi.

Simone LIVI. Grazie, Presidente. Sulla questione tecnica che è stata sollevata adesso dalla Consigliera Vitri, ribadiamo che i contributi dei bandi PSR non concorrono al raggiungimento del de minimis, non c'è questo tipo di problematica che lei ha sollevato.
Sarò molto breve per esprimere il voto favorevole del gruppo di Fratelli d'Italia a questa proposta di legge.
Voglio ringraziare l'Assessore Antonini che ha portato avanti insieme con la II Commissione, presieduta dal Consigliere Putzu, questa proposta. Come ha detto il relatore di maggioranza Consigliere Ausili, che ringrazio per la sua precisione e per il grande impegno, da mesi si sta mettendo su questa proposta. Ci sono stati 6 mesi di dibattito e di confronto, non si è arrivati all'approvazione di questa proposta di legge così, a cuor leggero, ma dopo una serie di incontri avuti anche con le associazioni di categoria.
Non è semplice far coincidere tutte le esigenze dei vari soggetti in discussione perché ognuno di loro ha delle esigenze legittime. Chi amministra però deve fare una sintesi nel modo più giusto possibile, assumendosi anche le responsabilità perché chi governa si deve assumere la responsabilità degli atti che produce.
Alla fine, nonostante tutto, si è riusciti ad effettuare una intermediazione, che credo essere molto positiva perché cavalcare la polemica di qualcuno è semplice, però voi avete amministrato tanti anni, sapete benissimo che alla fine bisogna fare una sintesi e cercare di riequilibrare tutti gli aspetti che sono sul tavolo.
Sono convinto che questa norma, che va a modificare tra l'altro una legge che esisteva da 29 anni, sia il raggiungimento di un obiettivo importante.
Ringrazio ancora il nostro relatore di maggioranza Consigliere Ausili, ringrazio tutti i Consiglieri e ribadisco il voto favorevole del gruppo di Fratelli d'Italia. Grazie.

PRESIDENTE. Vi ricordo che siamo in votazione finale, può intervenire uno per gruppo salvo in dissenso dal voto espresso da chi ha fatto la dichiarazione per il gruppo.
Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Marinelli.

Renzo MARINELLI. Grazie, Presidente. Il nostro gruppo è favorevole a questa proposta di legge.
Ringrazio il Presidente, ma soprattutto l'Assessore Antonini che con la sua mediazione è riuscito a mettere d'accordo su delle situazioni difficili.
E’ una legge che va a incastrare diversi problemi ed è difficile venirne fuori. Siamo riusciti con un testo equilibrato, riuscendo ad accogliere un po' le esigenze di tutti. Ognuno ha delle visioni diverse, però penso che sia una buona legge che può dare tranquillità a questo settore che è sempre molto complicato.
Grazie all'Assessore, grazie ai relatori di maggioranza e di minoranza che hanno lavorato su questa legge.
Il voto del gruppo Lega è convintamente favorevole. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, l’Assessore Antonini.

Andrea Maria ANTONINI. Grazie, Presidente. Ringrazio innanzitutto i Consiglieri che hanno partecipato e dato il loro contributo in maniera evidente, in primis il relatore di maggioranza Consigliere Ausili, la II Commissione e tutti i componenti. Un ringraziamento anche agli uffici perché comunque, come potete immaginare, non è una legge che ha avuto una genesi semplice. La prima volta che abbiamo iniziato ad affrontare la proposta di variazione, di cambiamento, era maggio dello scorso anno. Ha avuto un parto di circa 13 mesi, il che sta a significare quanto lavoro e quanta difficoltà oggettiva abbiamo incontrato lungo il tragitto perché sono tanti i protagonisti interessati agli effetti di questa legge. I cacciatori in primis, gli agricoltori, gli ambientalisti, che guardano sempre con particolare interesse le evoluzioni normative rispetto a tutto ciò che riguarda la caccia e la fauna selvatica.
Vorrei dire che abbiamo trovato una situazione preoccupante e mi domando come mai chi ci ha preceduto, lo dico con molta serenità, non abbia avuto il coraggio di affrontare questo tema. Come ha ricordato il relatore di maggioranza Consigliere Ausili nella sua premessa fare politica significa fare scelte, amministrare, assumersi delle responsabilità, non esiste la norma perfetta, la soluzione a tutti i problemi, però esiste la capacità di prendersi delle responsabilità e dopo dei passaggi necessari, dove abbiamo condiviso tutto e abbiamo cercato di limare il più possibile, partendo da un paio di presupposti chiari …, che purtroppo dall’opposizione non ho visto sottolineati in maniera chiara, quanto invece certe abilità nello spostare il senso della verità.
Le aziende agricole saranno risarcite sempre nella totalità dei danni in cui purtroppo potrebbero incorrere. Sono previsti dei fondi sulla prevenzione, che è l'aspetto più importante anche perché quando un agricoltore vede persa una parte della propria produzione, se non la totalità, non c'è risarcimento che possa ripagare dell'investimento non solo economico, ma anche morale, della passione di quello che fa, per questo si lavora e si prevede anche una parte importante per la prevenzione.
L'altro aspetto è il contenimento dei cinghiali, sappiamo che è una problematica purtroppo nazionale, grazie a Dio la nostra Regione ne sta subendo le conseguenze, ma vi assicuro che non è tra le Regioni in assoluto più colpite, però abbiamo già messo in campo diverse attività. Tra queste ricordo l'attivazione della famosa filiera della carne selvatica di cinghiale che prevede un incentivo alla selezione del cinghiale, alla tracciabilità perché parliamo anche di problematiche che riguardano la sanità.
I fondi ci sono, la riforma degli ATC metterà ordine in una situazione che abbiamo ereditato e che era a dir poco complessa, ognuno si era sempre mosso in maniera caotica e disomogenea rispetto agli altri.
Attiveremo uno statuto tipo e daremo delle risposte, un'omogeneizzazione soprattutto normativa in tutta la Regione. ciò che ci chiedevano e ciò che faremo. Grazie.

P+RESIDENTE. Proposta di legge n. 243, così come emendata. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 14.55.