Resoconto della seduta n.156 del 03/03/2020
SEDUTA N. 156 DEL 3 MARZO 2020
La seduta inizia alle ore 13,00
Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo
PRESIDENTE. Colleghi buona giornata, dichiaro aperta la seduta n. 156 del 3 marzo 2020. Do per letto il processo verbale della seduta 155 del 18 febbraio 2020, il quale, ove non vi siano opposizioni, si intende approvato ai sensi del comma 4, dell’articolo 53, del Regolamento Interno.
Richiamo, inoltre, ai sensi del comma 5 dello stesso articolo l’attenzione di tutti i Consiglieri sulle comunicazioni distribuite con cui porto a conoscenza dell’Assemblea quanto espressamente previsto dal Regolamento Interno.
Sull'ordine dei lavori
PRESIDENTE. La Conferenza dei Presidenti di gruppo ha un po' stravolto l'ordine del giorno dei lavori odierni, dovevamo partire con le comunicazioni del Presidente, ma adesso è in collegamento con Roma, siccome l’atto di cui chiederà l'iscrizione il Consigliere Giacinti non è ancora pronto, ci vorrà un po' per presentarlo ai Consiglieri e siccome siamo in attesa che rientri il Presidente, la mia proposta va oltre a quanto ci siamo detti nella Conferenza dei capigruppo ed è di trattare la proposta di legge n. 342, per la quale non è prevista una particolare discussione. Se siamo tutti d’accordo, non vedo nessuna pronuncia ostativa, direi di iniziare con questo atto, dopodiché il Consigliere Giacinti chiederà, immagino, l'iscrizione della proposta di legge n. 334, per cui gli lascerò la parola.
Dopo la proposta di legge n. 342, passeremo alle comunicazioni del Presidente, senza dibattito, sull'emergenza da Covid-19 e, come concordato nella Conferenza dei capigruppo, nella prossima seduta assembleare si tratteranno le interrogazioni su questo tema. Se sarà poi arrivata la proposta di legge che ora il Consigliere Giacinti ci presenterà, bene, altrimenti proseguiremo secondo l'ordine del giorno. A conclusione dell'esame della proposta di legge n. 334 chiuderemo la seduta.
Ha la parola il Consigliere Giacinti.
Francesco GIACINTI. Grazie Presidente. Nulla da aggiungere alla esauriente spiegazione che ha fornito, se non l’ottemperare alla formalità di chiedere l'iscrizione della proposta di legge n. 334 per i motivi che ben conosciamo e che sono stati anche affrontati nella Conferenza dei capigruppo, un'urgenza nel rispettare un impegno preso, anche e soprattutto, poi lo dirò nella relazione, per provvedimenti importanti per il bilancio di tutta la Regione.
PRESIDENTE. A questo punto direi di procedere nel modo seguente: proposta di legge n. 342, comunicazioni del Presidente sul “Corona virus”, all’arrivo in Aula della proposta di legge n. 334 scatteranno i 30 minuti di tempo per la presentazione degli emendamenti, dopodiché passeremo alla trattazione dell'atto, altrimenti procederemo con la proposta di legge n. 321 e proseguiremo i lavori.
Direi di cominciare con il punto 5 all’ordine del giorno.
Proposta di legge n. 342
ad iniziativa della Giunta regionale
“Incorporazione del Comune di Monteciccardo nel Comune di Pesaro”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 342 della Giunta regionale. La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Biancani.
Andrea BIANCANI. Grazie Presidente. Ringrazio l’Aula per aver accolto di discutere questa proposta di legge, visti i tempi da rispettare.
L'atto prevede l'incorporazione del Comune di Monteciccardo nel Comune di Pesaro, che in questi anni hanno già gestito in forma associata le funzioni e i servizi ed hanno promosso insieme questo procedimento di fusione per incorporazione.
Il 4 dicembre 2019 hanno indetto il referendum consultivo preventivo per l'incorporazione e la data è stata fissata al 19 gennaio 2020, l’esito del referendum è pubblico, comunque lo voglio ricordare, c'è stato un esito favorevole, a Pesaro ha votato si l’82,6% della popolazione e il 78,6% del Comune di Monteciccardo, quindi il voto è stato molto chiaro.
Il 22 gennaio 2020 i Comuni hanno chiesto alla Regione di avviare il procedimento di approvazione della legge, l'urgenza è legata al fatto che ancora non sappiamo quando si svolgeranno, ma l'obiettivo è quello di fare una elezione unica tra i due Comuni.
Ritengo che i percorsi di fusione vadano promossi e sostenuti, considerando che l'incorporazione è finalizzata alla semplificazione organizzativa ed al miglioramento dell'efficienza dei servizi a favore di tutti i cittadini, attraverso la riduzione della frammentazione organizzativa.
Ricordo inoltre che a seguito di questo passaggio arriveranno al Comune di Pesaro delle ingenti risorse, circa 20 milioni di euro in 10 anni, 2 milioni di euro all'anno di cui il Comune di Pesaro potrà beneficiare. Questo lo dico per stimolare altre realtà territoriali a portare avanti questo discorso. Oltre alla semplificazione ed all'efficientamento dei servizi c'è anche il tema delle risorse economiche che vengono giustamente riconosciute.
Con l’articolo 1 il Comune di Monteciccardo viene incorporato in quello di Pesaro ed il suo territorio è ricompreso in quello di Pesaro.
L’articolo 2 stabilisce che lo Stato assicuri al Comune di Pesaro adeguate forme di partecipazione e decentramento e prevede l'istituzione del Municipio di Monteciccardo.
Nell’articolo 3 viene evidenziato che i beni del Comune di Monteciccardo passano al Comune di Pesaro, così come il personale, chi oggi è alle dipendenze del Comune di Monteciccardo sarà poi dipendente del Comune di Pesaro.
I benefici sono importanti, come ho già detto, oltre a quelli dello Stato per dieci anni, com'è successo, lo ricordo, per tutte le altre fusioni che sono state votate da quest'Aula, il Comune avrà una priorità per quanto riguarda i provvedimenti ed i finanziamenti regionali e verrà equiparato alle Unioni dei comuni, quindi avrà l'accesso ai contributi che la Regione Marche andrà a stanziare annualmente per le Unioni dei comuni.
Con decorrenza dal 1° gennaio 2021 gli organi del Comune di Monteciccardo saranno considerati estinti e si farà riferimento a quelli del Comune di Pesaro.
Per quanto riguarda gli strumenti urbanistici in vigore, ovviamente, ognuno manterrà il proprio strumento urbanistico fino a quando non ci sarà l'approvazione di uno nuovo, così come per i vari regolamenti adottati sia dal Comune di Monteciccardo che da quello di Pesaro.
E’ una legge che è stata accelerata perché, ripeto, è importante che non si proceda alla votazione distinta nei due Comuni e siccome gli atti non sono completati occorre che quest’atto venga approvato oggi. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la relatrice di minoranza Consigliera Marcozzi.
Jessica MARCOZZI. Grazie Presidente. Forza Italia è favorevole a questa proposta di legge per l'incorporazione del Comune di Monteciccardo nel Comune di Pesaro.
L’espressa volontà dei cittadini tramite l'istituto del referendum, così come ha detto il relatore di maggioranza, qui trova piena risposta, una volontà chiarissima visto che a votare per incorporazione è stato ben l’82,64% e il 78,6 ed oggi la Regione non fa altro che compiere il proprio dovere con questa proposta di legge, segnando di fatto un passo di un iter virtuoso che contribuisce all'abbattimento della spesa pubblica e a fornire maggiore struttura e meno parcellizzazione in una dinamica amministrativa su scala regionale, che impone riflessioni sul peso specifico degli enti locali e sulla loro capacità di incidenza nello scacchiere politico amministrativo.
Potremmo parlare di scelte consapevoli, potremmo parlare di risparmio per le casse pubbliche, potremmo anche parlare di assunzione di maggior peso amministrativo e della conseguente facilitazione all'accesso di fondi pubblici o di semplificazione organizzativa e di maggiore efficienza dei servizi, quindi, siamo favorevoli a questa proposta di legge.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.
Piero CELANI. Sono favorevole, come ovviamente ha detto la capogruppo Marcozzi. Un dubbio soltanto, c'è una riflessione che voglio fare semplicissima sull'articolo 4. È vero che ci sono norme dello Stato che danno dei contributi per facilitare e per incentivare queste incorporazioni, fusioni e altro, però dieci anni di vantaggi sui programmi che farà la Regione per l'incorporazione di un Comune di 1.600 anime mi sembra un po’ eccessivo, gli altri Comuni cosa dicono?
Così come è scritto l'unico comma dell'articolo 4: "ha priorità dei programmi e dei provvedimenti regionali dei settori che prevedono contributi a favore degli enti locali", una priorità per dieci anni è tanto, va bene, però questo lo stabiliamo noi, non lo stabilisce lo Stato, che disciplina i contributi sugli effetti della finanza pubblica. Qui dieci anni di priorità nei programmi e nei finanziamenti sono per il Comune di Pesaro, non vanno a Monteciccardo, è priorità per il Comune di Pesaro. Questa è una riflessione che pongo al Consiglio, dopodiché questo potrebbe andare a discapito del Comune che sta vicino a Pesaro, che ha 10.000 abitanti e che arriva secondo nella progettualità, in quanto la priorità, ripeto, non riguarda il Comune di Monteciccardo, ma Pesaro. Faccio questa riflessione.
Lo stesso per quanto riguarda la lettera b), che prevede che il Comune incorporante è equiparato alle Unioni dei comuni ed ai Comuni associati al fine dell’accesso ai contributi previsti da programmi e provvedimenti regionali di settore riservati alle forme associative dei comuni.
Anche qui è come se nascesse una piccola nuova associazione di comuni, che va a beneficiare di risorse a dispetto di altre situazioni, magari di Comuni che potrebbero avere più necessità, perché sono montani.
E’ solo una riflessione, favorevolissimo, naturalmente, alla legge però dieci anni mi sembrano eccessivi.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carloni.
Mirco CARLONI. Grazie Presidente. Sono contrario a questa proposta, sono andato anche a Monteciccardo alle varie riunioni, ho seguito la vicenda referendaria e credo che siamo tornati indietro, al periodo in cui si annettevano i territori per aumentare il proprio potere, prima si è provato con Mombaroccio, oggi con Monteciccardo. Credo che sia un modo sbagliato aggregare Comuni semplicemente per rafforzarsi finanziariamente e con la promessa finanziaria si convincono i cittadini a lasciare le proprie tradizioni, la propria identità. Penso che sia giusto difendere un Comune, ancorché piccolo, nella sua identità, non convincerlo che se non fa la fusione aumenteranno i debiti, se non fa la fusione ci saranno seri problemi, come è stato detto in tutta la campagna referendaria. E' un modo sbagliato, l’ho detto anche per tutti gli altri referendum, di cancellare le origini, le tradizioni, in nome di promesse economiche che dureranno pochi anni, non è lungimirante che l'amministrazione comunale di Pesaro, in modo particolare, da tempo, abbia obiettivi, direi quasi, rinascimentali, cerca di aggregare più territorio possibile sotto la propria influenza e sotto il proprio potere.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.
Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Noi siamo nettamente contrari a questa proposta di legge anche perché, mi sembra di capire, la strategia che viene avanti dal Partito Democratico è quella di far sì che Pesaro diventi sempre più importante e probabilmente scavalchi anche la città di Ancona con i suoi 100.000 abitanti.
Questa mi sembra che sia la logica del progetto di Pesaro finalizzato a realizzare questo obiettivo. Questo già l'ho detto in altre circostanze in Aula, ed è questo il momento di ripeterlo, la Lega ha anche preso una posizione politica ed ha chiesto anche al Partito Democratico della città di Ancona in merito a questo progetto. Fino ad oggi non ci è stato risposto da nessuno, ma penso che il progetto sia evidente perché con un'altra aggregazione che, secondo me, è molto possibile, la città di Pesaro, per il bene dell'attuale Presidente, potrebbe addirittura arrivare a 115.000 abitanti. Questo è il progetto che l'attuale dirigente del Partito Democratico sta portando avanti.
Ci sono poi gli aspetti tecnici, non solo quelli che ha detto il Consigliere Carloni, che riguardano di fatto questo accorpamento. Basta leggere la stampa, il Segretario comunale del Comune di Monteciccardo si è permesso, tre giorni prima del referendum, in una pagina del giornale di dire che se non si vinceva il referendum Monteciccardo sarebbe stato distrutto, poi verifichiamo il giro di questo Segretario comunale e vediamo che è passato per la costa, è passato per una città della costa, si è trovato per caso a Monteciccardo.
Tutte queste particolari circostanze politiche puzzano distanti un miglio, per cui su questa cosa siamo nettamente contrari, anche perché la Lega non è, come tutti sanno e lo ripetiamo, per accorpare le identità, le diverse entità territoriali, ognuno deve rimanere con il proprio dialetto, con la propria particolarità. Il Comune di Monteciccardo oltre ad essere inglobato di forza svanirà come territorio.
Credo che il Partito Democratico di Ancona debba rispondere politicamente su quello che sta accadendo nel territorio regionale, in modo particolare per la città di Pesaro.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Biancani.
Andrea BIANCANI. Ritengo che gli ultimi due interventi non siamo condivisibili. Il percorso partecipativo verso le aggregazioni dei Comuni va promosso e stimolato, è un processo che va agevolato, com'è stato fatto in questo caso e come dovrebbe essere fatto in tantissimi altri.
La razionalizzazione e l'omogeneizzazione penso che dovrebbero essere patrimonio di tutti, ma vedo che non è così.
Ricordo che in questo caso c'è stato un voto unanime, circa l'80% dei cittadini si è espresso in maniera chiara e nel Comune di Monteciccardo il 63% ha votato “si”.
Vi ricordo anche che questo referendum è nato da una raccolta di firme che è stata attivata dai residenti di Monteciccardo, non di Pesaro, è il classico caso in cui la fusione nasce dal basso.
Per quanto riguarda, in maniera non meno polemica, le osservazioni che ha fatto il Consigliere Celani faccio presente che le agevolazioni stabilite in questa legge sono quelle previste per tutte le fusioni che sono state fatte nella regione Marche fino ad oggi, quindi non c’è favoritismo, né voler aiutare una fusione rispetto all'altra, anzi ritengo che sia corretto che ogni fusione abbia la propria dignità e i requisiti che vengono riconosciuti in un caso devono essere riconosciuti anche nell'altro. Se ci mettiamo a fare la distinzione di quanti abitanti o meno devono essere coinvolti apriremo un dibattito che potremmo non chiudere mai. Dobbiamo dare pari dignità a tutte le fusioni, a tutti i percorsi, in questo caso abbiamo previsto le stesse le cose che abbiamo fatto negli altri casi.
Ricordo, mi sembra importante dirlo, che in fase di approvazione in Commissione è stato posto questo tema ed il Presidente Giacinti ha chiesto alla Segreteria di tirare fuori tutti gli atti delle precedenti fusioni, per cui gli atti sono scritti nella stessa maniera, quindi pari dignità a tutti.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 2. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 3. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 4. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 5. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 6. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)923
Articolo 7 (Dichiarazione d’urgenza). Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva a maggioranza assoluta dei suoi componenti)
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazioni di voto, il Consigliere Celani
Piero CELANI. Per chiarire, voterò in modo favorevole, però, Consigliere Biancani, il discorso è diverso.
Questa è una incorporazione, noi fino adesso abbiamo trattato le fusioni ed in questi casi erano giuste una razionalizzazione e un'incentivazione, razionalizzazione di spese e incentivi all'accorpamento, qui invece abbiamo l’incorporazione di un Comune piccolino rispetto ad una città metropolitana e diamo dei vantaggi per anni, è giusto che ci siano, ma non per dieci anni e a chi? Alla città metropolitana che per i 1.600 abitanti che prende per dieci anni avrà delle priorità sui bandi che la Regione farà. Questo ho detto, sono cose diverse.
Noi abbiamo trattato le fusioni e nelle funzioni è giusto che si prolunghino per cinque, dieci anni, dei vantaggi in modo tale da incentivarle, ma le incorporazioni ... Se incorporiamo due entità che sono omogenee, ad esempio di 30 mila abitanti ciascuna, allora è giusto dare degli incentivi, ma se io vado ad incorporare una città 80.000 abitanti con una città di 1.600, ovviamente il vantaggio è per il Comune di 80.000 abitanti e non è corretto da questo punto di vista nei confronti delle altre città marchigiane. Solo questo ho detto e non è la stessa cosa.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Maggi.
Giovanni MAGGI. Grazie Presidente. Noi voteremo a favore perché, l'abbiamo detto più volte in quest'Aula, nel momento in cui c'è la determinazione dei cittadini, che sono favorevoli alla fusione, noi rispettiamo la loro volontà.
Quello che ci lascia perplessi, l'abbiamo già detto in quest'Aula e lo accenno brevemente, quando due/tre o più Comuni fanno il referendum, è la costrizione di quello che è contrario a fondersi anche quando il referendum ha dato esito negativo.
Proporremo pertanto una proposta di legge prima della fine della legislatura sulle fusioni.
Siamo favorevoli, l'abbiamo detto anche nel programma elettorale della precedente legislatura nazionale, alla fusione di Comuni con meno di 5.000 abitanti. Nel momento in cui tutti i cittadini sono favorevoli e si esprimono con il referendum è sicuramente una unione che noi auspichiamo.
Votiamo a favore di questa proposta di legge perché rispettiamo la volontà dei cittadini di Monteciccardo che attraverso il referendum, con l'ampia maggioranza, che ha espresso il Consigliere Biancani, hanno deciso di fondersi, di unirsi al Comune di Pesaro. Grazie.
Proposta di legge n. 342. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Comunicazioni del Presidente della Giunta regionale in merito "Emergenza epidemiologica da Covid-19
PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente Ceriscioli per le comunicazioni sul Covid-19, sulle quali non si aprirà il dibattito.
Luca CERISCIOLI. Grazie Presidente. Ritengo importante aggiornare l'Aula, dopo che in questi giorni abbiamo scelto l'indirizzo della massima trasparenza sull'informazione, per un obiettivo molto semplice, che non ci fossero ingigantimenti del problema, ma neanche semplificazione.
Siamo sicuramente dentro l'emergenza nazionale, lo ha riconosciuto anche l'ultimo decreto, che ha posto una parte della nostra regione nella cosiddetta zona gialla, quella che sta fra le rosse e le verdi, con un'evoluzione che non spinge verso il verde, ma verso il giallo anche l'altra parte del territorio, una direzione molto chiara.
Come ho fatto in questi giorni, ci siamo tenuti in costante contatto con il Governo nazionale attraverso la protezione civile, aggiornando di volta in volta i dati.
Dopo il raddoppio dei numeri positivi, questa mattina è stato impressionante vedere quasi 30 positivi in un giorno solo, 26 mi sembra che sia il numero giusto. So cosa succede ad un numero quando tutti i giorni si raddoppia, diventa grande molto presto, quindi stamattina ho chiamato il Ministro della sanità per comunicargli questo fatto importante. C'è stato un confronto, auspicato dal Ministro, fra le nostre strutture tecniche e l’Istituto superiore di sanità, da questo confronto sono nate alcune conclusioni. Prima, infatti, mi sono assentato perché attendevo la telefonata del Ministro per confrontarci a seguito di queste conclusioni, avverrà più tardi, potrebbe avvenire anche mentre sto relazionando, come ormai è tradizione, e se dovesse arrivare la chiamata del Ministro chiaramente mi assenterò un attimo, se non dovesse arrivare l’esito di quel confronto verrà reso pubblico secondo la modalità che abbiamo portato avanti fino ad oggi.
I dati indicano 61 casi positivi, circa il doppio di ieri, c’è il primo positivo a Macerata e, com'è capitato anche in altri territori, il primo caso positivo è un soggetto che è rientrato, quindi molto probabilmente non è stato contagiato a Montefano, come di rientro era il primo di Pesaro-Urbino ed il primo di Ancona, un meccanismo ormai consolidato nelle province.
Ad Ancona siamo passati dai 3 casi positivi di ieri ai 5 di oggi, quasi un raddoppio, ieri c'è stato un deceduto, oggi pure, in una dinamica che in tutti i suoi parametri segna questo passo.
Un altro dato che teniamo sotto occhio con grande attenzione è quello delle terapie intensive, perché sappiamo che la malattia produce nel 20% dei pazienti una polmonite importante e le terapie intensive sono fondamentali. Ad esempio, la signora di Fano che è stata una delle prime ad andare in terapia intensiva, sta resistendo collegata alla macchina, per ora il quadro clinico non è mutato in peggio, anzi, le facciamo tutti un grande in bocca al lupo perché possa superare la fase critica della malattia, però è essenziale avere le terapie intensive disponibili.
E’ stato un crescendo, c’è chi si è chiesto come mai abbiamo utilizzato la terapia intensiva di San Benedetto del Tronto, il motivo l'abbiamo spiegato ieri ed è molto semplice, ogni terapia intensiva normalmente ha un posto di isolamento a pressione negativa dove l’aria entra ma non esce, e quella che esce è filtrata e in sicurezza. Utilizzando per i primi 6 pazienti tutte camere a pressione negativa, le altre terapie intensive non solo singole, sono collettive. Chi c'è passato sa che non è una bella esperienza avere un contatto con la terapia intensiva, sono letti affiancati, fortemente monitorati, con una presenza di medici e infermieri doppia rispetto ad un reparto normale, un'altissima sorveglianza che permette un intervento tempestivo.
Da oggi utilizziamo una camera di terapia intensiva tutta dedicata ai malati di coronavirus, ieri raccontata oggi utilizzata. Un'altra per intero sarà dedicata e se sarà necessario verrà utilizzata. Una terapia intensiva è stata svuotata ed i pazienti sono stati ricollocati in altre, si separa un percorso dedicato rispetto ad un percorso di carattere generale, e già nella notte è stata riempita. Siamo passati da sei a dodici pazienti in terapia intensiva. Capite il ritmo.
Dobbiamo ringraziare, ne approfitto - lo faccio sempre, lo faccio anche in Aula - tutti quelli che stanno lavorando perché potete capire la difficoltà di dover affrontare dei numeri, che sono assolutamente al di fuori dell'ordinario, con un impegno importante, perché non è uguale avere sei letti in più in terapia intensiva rispetto ad averne sei in un altro reparto.
Il livello di attenzione è massimo e stiamo chiedendo tanto agli operatori e molti finiscono in quarantena perché per una ragione o per un’altra hanno un contatto. Faccio un esempio, i volontari del soccorso 118 che sono andati a prendere un anziano infortunato in seguito ad una caduta, probabilmente era caduto perché aveva delle difficoltà respiratorie dovute al coronavirus, sono tutti finiti in quarantena.
Non ho il dato aggiornato, ieri erano 65 gli operatori sanitari in quarantena, con una difficoltà ulteriore perché, sperando che il loro decorso sia positivo, che non abbiano contratto la malattia, si sottraggono risorse umane importanti al sistema e chi se ne fa carico sono gli altri che restano a lavorare.
Ecco perché esprimo grande riconoscimento nei confronti di tutti quelli che stanno lavorando in questi giorni e continueranno anche nei prossimi ad impegnarsi.
Sono 425, invece, le persone in isolamento volontario perché aumentando i casi aumentano i soggetti che sono stati a contatto con la persona riscontrata positiva. Questi vanno in quarantena volontaria, ieri avevamo anche il quadro, gli asintomatici erano 418, con i primi sintomi 7, sintomo non vuol dire malattia, può anche essere gestito in forma lieve, così come il sintomo può diventare in quel 20% una situazione di maggiore gravità.
Un fatto scientifico importante, la struttura di virologia della Clinica universitaria di Torrette ha isolato il virus, quindi il reparto di virologia che sta facendo i tamponi, come è successo in altre realtà, è riuscito ad isolare il virus, è un fatto importante e ricordiamoci che le nostre strutture non sono solo sanitarie, ma anche universitarie, è la dimostrazione della capacità della struttura ed essere riusciti ad isolare il virus segna anche la qualità di quello che stiamo facendo.
I tamponi riconfermati sono pochi perché l’Istituto sanitario, stracarico di attività, ha rallentato, ma c'è anche da dire che mai un tampone positivo nel primo passaggio è risultato negativo nella verifica, quindi diamo per buoni tutti e 61, come se avessero fatto la verifica in base a questo fatto statistico, se dovesse andare diversamente sarebbe meglio.
Sono raddoppiati nel frattempo anche i momenti di esame, prima era uno al giorno perché i campioni erano in numero limitato, adesso facciamo due passaggi al giorno e la tempestività nella risposta permette di sciogliere i casi negativi dal vincolo di una quarantena, piuttosto che metterli in una attività sanitaria idonea al proprio status. E' chiaro che il momento di maggiore difficoltà è finché non vengono classificati, quindi il raddoppio dell'attività permette una migliore gestione della risposta sanitaria in rapporto alle necessità che si hanno o che si vengono a verificare.
Altro dato importante i presìdi per la protezione di chi lavora, che vengono forniti dalla protezione civile nazionale, sono diventati irreperibili con i passaggi ordinari, arriveranno oggi pomeriggio, dovevano arrivare ieri sera, ma il rallentamento alla dogana ha posticipato la partenza dell'aereo che trasportava i materiali ed ha prodotto questo ritardo. Ne arriveranno una quantità importante, utile a dare la massima disponibilità a tutte le strutture del sistema. Avere adeguati presìdi per proteggere chi lavora anche nelle situazioni, chiamiamole, non oggi già classificate, come quelle in termini di messa in protezione, favorisce e migliora ancora di più la risposta in rapporto al minor contagio degli operatori, anche quello chiamiamolo puramente preventivo.
Voglio sottolineare che in quarantena o positivi abbiamo medici, infermieri, operatori sanitari, dai medici di medicina generale a tutte le figure, l'intero sistema sanitario, sia quello territoriale che quello ospedaliero, che operando è entrato in contatto con il virus.
Ogni volta, come ho detto prima, immaginiamo il passo successivo, le strutture sanitarie si attrezzano immaginando quale potrà essere la prossima tappa. Le tre strutture individuate ad oggi, Marche nord, Torrette e Fermo, hanno una capacità superiore al bisogno in termini di risposta, però non possiamo fermarci lì, dobbiamo immaginare che se domani ci sarà qualcosa di analogo a quello che è accaduto ieri, rapidamente queste risorse verranno saturate, quindi è già in allerta la parte restante del sistema sanitario con scelte preventive che in questa fase dobbiamo comprendere.
Dobbiamo comprendere lo spostamento dei pazienti da una struttura ad un’altra per creare delle aree dedicate, è un disagio che procuriamo ai cittadini, ma deve essere compreso. Liberare per intero un reparto di medicina dai malati ordinari per dedicarlo interamente ai contagiati comporta lo spostamento dei pazienti da una struttura all'altra, non è uno scaricabarile, è un sistema che lavora in un organismo in cui i temi vengono ricollocati in maniera appropriata, con dei disagi per gli spostamenti, per i parenti, per andare a trovare i pazienti e altro. Scelte che permettono di avere a disposizione anche in maniera preventiva tutto quello che serve.
Seconda cosa, riduzione delle attività programmate. E' evidente che tutta l'attività programmata viene ridotta in termini di funzionalità perchè, di nuovo, si liberano operatori e attività a disposizione della parte emergenziale.
Terza misura, accorpamento dei servizi. L'accorpamento in un unico punto permette e facilita l'acquisizione di infermieri, di personale medico, per il servizio dove c'è bisogno. Sono tutte misure di organizzazione sanitaria che frenano l'attività ordinaria programmata, accorpando gli spazi, separando i pazienti, per essere pronti per quella che sarà la domanda. Ad esempio, un altro dei temi di oggi sono i luoghi di dimissione protetta, immaginare strutture dedicate che accolgono in lungo degenza o in dimissione un paziente senza mescolarlo con gli altri che non hanno il contagio.
L'ordinanza del Governo, contiene tante misure di tipo igienico-sanitarie, che conosciamo tutti e che dobbiamo applicare perché al fondo di questo ragionamento resta sempre il tema importante che è quello del contenimento della diffusione del contagio. Quando chiediamo di rafforzare queste misure è perché possono alleggerire la parte sanitaria, più evitiamo il contagio, meno appesantimento, meno carico abbiamo sull'impegno dell'atto sanitario, ecco perché ci deve essere una proporzionalità fra queste misure e la tenuta del sistema rispetto alla diffusione del contagio del virus.
Lo metto per ultimo perché nella mia impostazione, come in quella di tante altre persone, ci sono valori importanti, che stanno per me su gradini diversi, per me la salute è qua e l’economia qui, non perché non sia importante l’economia di un territorio, ma non possiamo tenere l’economia sopra e la salute sotto. Sono importanti entrambi, ma uno sta su un gradino sopra all’altro, quindi prima la salute.
Ora vi voglio informare sugli strumenti economici. Ho qui la bozza di un prossimo decreto molto articolato, che non ho avuto modo di approfondire, che verrà discusso domani con le forze sociali nella Conferenza Stato-Regioni, per immaginare le prime misure economiche a favore delle tante situazioni che si creano in termini di difficoltà legate alla diffusione, al contagio, alla notizia.
Avete visto la riduzione dei voli, le cancellazioni delle prenotazioni nel settore turistico, ma anche sul manifatturiero e nel commercio ci sono tante attività che di contraccolpo rispetto alla situazione emergenziale manifestano delle difficoltà. Ieri abbiamo istituito un tavolo regionale con le forze sociali e datoriali per guardare insieme le risorse che su scala regionale possiamo dedicare al sostegno alle imprese di diversi settori e dei lavoratori.
Fondamentale è il tavolo nazionale perché le misure che vengono più frequentemente richiamate, mentre parlo spero di rispondere anche alle interrogazioni, chiedo scusa se dimentico qualche tema, sono di carattere nazionale e nell'immediatezza riguardano: la sospensione dei mutui, la sospensione del pagamento delle tasse, il contributo a chi non ha più il lavoro, situazioni di questa natura. Sono strumenti di carattere immediato, di welfare primario, di welfare dello Stato. Probabilmente, non le ho approfondite, ma immagino che molte di queste misure saranno contenute negli strumenti di legge e, stando alle cose che il Governo ha detto al tavolo di sabato, probabilmente anche commisurate alle diverse fasce. Immagino che i dieci Comuni della zona rossa avranno un certo livello di misure, quelli della zona gialla un altro, quelli della zona verde un altro ancora. Tutto il Paese ha necessità di avere risposte, perché il turista straniero, ad esempio, non distingue la zona verde dalla zona rossa o dalla zona gialla, dice no all'Italia, come ha detto Trump qualche giorno fa, non dice si ad Ancona, no a Pesaro e si a Macerata. Non sarà questo il messaggio, quindi è giusto che le misure economiche riguardino tutto il Paese.
È anche logico che ci sia un diverso livello di risposta in rapporto anche alle difficoltà che sono vissute, in un quadro che contemperi un po’ tutti i settori e tutte le attività perché le difficoltà non sono esclusivamente del turismo, ma riguardano un ventaglio molto ampio di attività economiche.
In questo offriremo il massimo di integrazione e di collaborazione fra gli strumenti nazionali che verranno preordinati e le risorse regionali che serviranno a integrare quelle nazionali, quindi la risposta sul lato economico ci deve essere, è importante, va studiata e va commisurata al bisogno, mentre quella sanitaria deve essere assolutamente determinante.
Abbiamo chiesto alla Protezione civile nazionale che sia nominato il Presidente come Commissario rispetto all'emergenza coronavirus su scala regionale, questo ci permette di aprire una contabilità speciale e strumenti tipici dell'emergenza, ovvero se abbiamo necessità di reperire più risorse o servizi per la parte sanitaria non lo possiamo fare con il canale ordinario, utilizziamo la via straordinaria nonché la contabilità speciale che ci semplifica. Abbiamo già messo 1 milione che oggi è a disposizione e può essere visto anche come cassa rispetto a questo percorso qualora venisse assentito. In ogni caso dedicheremo risorse a favore del rafforzamento del sistema sanitario, delle risposte, delle strutture, dei presìdi, dell'informazione, ricordando, infine, che quello che possiamo fare in termini di prevenzione è la cosa migliore, quindi comportamenti individuali: siamo stati in un’area a rischio, abbiamo un po' di febbre, stiamo casa e chiamiamo il numero verde, chiamiamo il medico, viene fatto il tampone, è negativo a posto, è positivo si continua a stare a casa, invece, purtroppo, sono due giorni che abbiamo il pronto soccorso dell'area vasta 1 Marche nord preso d’assalto, malgrado le mille indicazioni che dicono di fare il percorso contrario, che non viene fatto, e questo è un problema molto grave e si va direttamente al pronto soccorso. Oggi c’è un triage filtro, però è chiaro che se i casi, grazie ad una gestione oculata, fossero gestiti in maniera differenziata, tutto il sistema lavorerebbe indubbiamente meglio. Abbiamo insistito molto su questo fatto, il messaggio più rimarcato è quello di non andare al pronto soccorso, poi alla fine secondo l’inveterato uso si prende, si parte, si va al pronto soccorso e questo diventa uno dei carichi, anche sotto il profilo della gestione, più pesanti in questo momento per una parte del territorio, che poi rischia man mano di diventare gravoso per l'intera regione.
Credo di essere stato abbastanza ampio nella descrizione, continuerò, come ho detto prima, a dare in maniera tempestiva ogni informazione perché non è la peste bubbonica, ma non è una banale influenza, non possiamo trattarla in un modo e neanche nell’altro dato che l’eccessiva sottovalutazione genera comportamenti che rendono il fenomeno ancora più pesante, mentre un eccesso di sopravvalutazione non corrisponde al vero e anche quello non fa bene alle persone.
Sapere che il virus è due volte più infettante di un’influenza normale, che per il 20% può produrre effetti importanti come la polmonite virale, ci dà la misura di quello di cui stiamo parlando, significa operare con la giusta attenzione, con la giusta considerazione, nel rispetto delle indicazioni di carattere sanitario che vengono date.
Ho visto fra le mozioni presentate anche il discorso sulla scadenza elettorale del referendum. Avere su scala nazionale, in maniera diffusa, delle ordinanze che impediscono gli assembramenti delle persone, anzi invitano a non farli, è incompatibile con la logica dei comizi elettorali che richiedono esattamente il contrario, quindi, una valutazione fra la scadenza elettorale e le misure che chiediamo ai cittadini ci deve essere, altrimenti il rischio è anche quello di essere distonici nei messaggi. Raccolgo l’istanza e la trasmetterò, l'impegno lo prendo perché ha una logica che non è di chi è a favore o contro il referendum, ma di chi dice che bisogna arrivare al momento di confronto elettorale quando le persone possono incontrarsi, scambiarsi e avere l'opportunità di fare un giusto percorso politico. Ritengo, quindi, che sia un profilo istituzionale, non un profilo di parte, perché non credo che ci sia questa differenza se il referendum si fa il 29 marzo o il 30 aprile.
Concludo dicendo che quello che ci deve tenere tutti quanti in uno stato di allerta è il fatto che non conosciamo per nulla la dinamica di questo virus, non sappiamo se con i primi caldi cesserà, se la propagazione avrà un tempo più lungo, se le mutazioni e le caratteristiche di questo nuovo virus lo porteranno anche a nascondersi ai tamponi, per esempio. Non sappiamo tante cose, è un'evoluzione che dovremmo seguire con attenzione, è anche vero che non sappiamo se tra una settimana ci sarà un vaccino, lo dico in tutti e due i versi: non sappiamo come sarà l’evoluzione della malattia, non sappiamo neanche se avremo in tempi rapidi le soluzioni.
Nell'incertezza è corretto tenere un atteggiamento di grande vigilanza proprio per le incognite che abbiamo ognuno di noi nei lavori, in quello che dobbiamo fare.
L'atteggiamento di prudenza di fronte alla non conoscenza prevale a scelte fatte quando il campo è meglio conosciuto, sapendo le dinamiche, sapendo quello che porta e dove arriva, quindi è l'atteggiamento che ci dovrà caratterizzare ancora per un po' almeno, finché alcuni di questi elementi non troverà chiarezza o avremo un grande vaccino che ci curerà tutti, o magari dovremo subire un virus che attraversa l’estate.
Sono le due possibilità opposte di fronte alle quali oggi non sappiamo bene, dobbiamo operare in un clima, in un atteggiamento di forte prudenza. Tutti gli strumenti che ci aiutano in questo credo che siano estremamente utili in una fase così in evoluzione.
PRESIDENTE. Grazie Presidente per la relazione esaustiva, in attesa dell’arrivo in Aula della proposta di legge n. 334, proseguiamo con la proposta di legge n. 321.
Ripeto, appena arriva la proposta 334 scatta la mezz’ora per gli emendamenti, si tratta l'atto e si chiudono i lavori perché stiamo andando abbondantemente oltre quello che ci siamo prefissi.
Proposta di legge n. 321
ad iniziativa del Consigliere Bisonni
“Norme in materia di utilizzo dei prodotti fitosanitari”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 321 del Consigliere Bisonni.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Bisonni.
Sandro BISONNI. Grazie, Presidente. Questa proposta di legge riguarda l'utilizzo dei prodotti fitosanitari e il divieto di utilizzo per 203 sostanze, tra cui il glifosate, nelle aree di salvaguardia in prossimità dei punti di captazione delle acque ad uso umano.
Come nasce questa proposta di legge? E' noto che sull'utilizzo dei prodotti fitosanitari c’è una normativa che parte dal lontano 2006, nel 2009 è stata emanata una direttiva-quadro recepita nel 2012 dallo Stato e recentemente, a maggio 2019, è stata approvata dalla Commissione europea la direttiva 782, che modifica la 128 del 2000, relativa alla definizione di alcuni indicatori di rischio armonizzati, da questa deriva un aggiornamento dei prodotti che l'Unione europea reputa pericolosi e che quindi devono essere vietati.
La direttiva andava recepita, come prevede l'articolo 2, da tutti gli Stati membri entro il 5 settembre 2019, cosa che lo Stato italiano non ha fatto perché storicamente ritarda sempre nel recepire le direttive. Anche in un altro caso, vado a memoria, abbiamo anticipato il recepimento dell'ordinanza sull’uso delle plastiche monouso, anche ora proponiamo di anticipare lo Stato nel recepimento di questa direttiva, limitandoci a quello che è di competenza regionale.
Infatti, il decreto 152, che è il testo unico sull'ambiente, dà alle Regioni la possibilità, anzi l'obbligo, di definire le aree di salvaguardia in prossimità delle aree di captazione ad uso umano. Quindi, nell'ambito di questa competenza noi stabiliamo che queste sostanze non sono vietate ovunque, ma almeno in quella parte che è di competenza regionale, di più non si può fare, qualcuno magari avrebbe voluto fare di più, però non si può fare perché avremmo superato l'ambito di competenza regionale e la legge sarebbe stata soggetta ad impugnativa, per cui ci siamo limitati, ripeto, a quanto di competenza regionale.
Questa norma, oltre a questo, ha anche un altro merito, secondo me, che è quello indicato nell'articolo 2 che prevede che la Giunta regionale entro il 31 dicembre 2020, quindi quest'anno, definisca in maniera puntuale le aree di tutela assoluta e di rispetto, sempre collegate ai punti di captazione delle acque. Fino ad oggi questa cosa non era mai avvenuta, le aree di tutela erano state definite con dei cerchi, non in maniera puntuale, perché è chiaro ed anche facile comprendere che fissato un punto di captazione per la presenza di falde, che siano sotterranee o superficiali, l'area a monte deve essere più limitata ed a valle invece deve essere più estesa per ovvie conseguenze.
La norma, oltre a vietare in queste aree, ripeto, 203 pesticidi, tra cui il glifosate, chiede un impegno alla Giunta regionale per la definizione delle aree, quantomeno per le grandi derivazioni che, sentiti gli uffici, rappresentano circa il 90% di tutti i punti di captazione come quantità di acqua prelevata di tutta la Regione, quindi, con questa misura riusciamo a tutelare l'ambiente e di conseguenza la salute delle persone per circa il 90% di tutti gli approvvigionamenti idrici ad uso umano della regione Marche.
L'articolo 3 è una clausola di cedevolezza, se lo Stato recepisce la direttiva europea prevarranno le sue modifiche e la Regione adeguerà la propria legge, quindi, si adeguerà alle direttive statali.
L'ultimo articolo è sull'invarianza finanziaria.
Concludo dicendo che la legge è stata approvata in Commissione, ha superato l'esame sia del Cal che del Crel, entrambi hanno espresso pareri favorevoli, quindi, mi auguro che, visti l'esito della votazione in Commissione ed i pareri del Cal e del Crel, anche l'Aula oggi la possa tranquillamente approvare. Grazie.
Presidenza del Vicepresidente
Renato Claudio Minardi
PRESIDENTE. Manca il relatore di minoranza Consigliere Zura Puntaroni.
Ha la parola il Consigliere Celani.
Piero CELANI. Grazie Presidente. Questa legge inizia ad attuare quanto disposto dalla legge 152 che in materia di tutela ambientale è il nostro faro a livello nazionale.
Devo dire che il decreto del 2006 ha tracciato gli indirizzi fondamentali in merito alla presenza dei corpi inquinanti, in modo particolare per quanto riguarda l'impiego di prodotti fitosanitari. Certamente arriviamo con un po’ in ritardo rispetto alla definizione di queste problematiche, soprattutto per quanto riguarda la definizione delle aree di influenza dei corpi idrici, però, è pur vero che è sempre meglio tardi che mai.
L’importanza, secondo me, sta in questo fatto, si va a delimitare le competenze regionali riguardo la tutela delle zone di rispetto delle acque superficiali e sotterranee destinate al consumo umano, ma non solo, anche per quanto riguarda i corpi idrici in generale.
La legge 152/2006 impone certi limiti, che però possono essere modificati anche dalle leggi regionali in modo più restrittivo, mi auguro che in futuro si possa fare questo.
Per quanto riguarda il consumo umano dell'acqua, ovviamente, questo è fondamentale perché in un regime di grande difficoltà, in un momento di grande difficoltà che noi stiamo vivendo, sapete che c'è una spasmodica ricerca sul campo per quanto riguarda l'acqua potabile, sia attraverso nuove sorgente che la realizzazione di pozzi, magari in zone che non sono state mai censite, mi auguro che la Regione possa fare più velocemente possibile, nell'ambito del piano di tutela delle acque questa indagine per individuare le grandi derivazioni, come ha detto il Consigliere Bisonni, entro il 31 dicembre 2020.
L'altro aspetto da segnalare è l'adeguamento della normativa regionale alle direttive della Commissione europea per la definizione di indicatori di rischio che devono essere armonizzati tra la normativa europea ed italiana. Inserire, quindi, una normativa regionale che possa tener conto di tutte queste raccomandazioni, per cui credo che questa sia una buona norma e spero che possa essere approvata velocemente perché, è inutile ricordarlo, stiamo vivendo un momento di grande difficoltà per quanto riguarda la salute, in genere, per le eventuali disincrasie che si possono avere per effetto di un ambiente che è stato fino adesso poco tutelato, cominciamo tardi, però cominciamo con i prodotti fitosanitari, che sono quelli che più incidono fortemente sulla tutela dell'ambiente, sul terreno in generale, lo si fa adesso per le risorse acquifere, ma deve essere fatto anche e soprattutto per qui luoghi in cui si coltivano prodotti destinati all'alimentazione umana. Per cui anch'io sono favorevole a questa norma. Grazie.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 2. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 3. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 4. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Proposta di legge n. 321. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Proposta di legge n. 327
ad iniziativa del Consigliere Giancarli.
“Riconoscimento e valorizzazione di Serra San Quirico come Comune di riferimento regionale del ‘Teatro Educazione’”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 327 del Consigliere Giancarli.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Giancarli.
Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente. Proprio per rispettare il percorso che oggi il Consiglio si è dato, non partirò dalla tragedia greca o dal teatro sociale francese, ma mi limito a quella che è la nuova pedagogia, da cui prende forma questa scuola attiva e l'innovazione del teatro che risale agli ultimi decenni del secolo scorso.
Prima di entrare nel merito sento come persona, come Consigliere regionale ed anche come rappresentante in questo caso della comunità del Teatro di Serra San Quirico di ringraziare alcune persone: uno degli animatori di questo Teatro scuola che da tantissimi anni si svolge lì, l'attuale Sindaco di Serra San Quirico, che ha scritto affinché si desse seguito dopo le sollecitazioni e la costruzione di uno degli animatori, ma il Sindaco ha condiviso questa proposta. Ringrazio anche l’Assessore Bora che alcuni giorni fa ha chiesto di firmare questa proposta di legge, ma in base al nostro regolamento non è stato possibile perché il provvedimento era già iscritto all'ordine del giorno, comunque la ringrazio per questa manifestazione di volontà. Un grazie sentito va anche al Consigliere Giacinti, che è il Presidente della I Commissione, e a tutti i componenti, che non solo hanno approvato questa legge, ma mi hanno voluto nominare anche relatore di maggioranza, un grazie sentito anche loro, come pure alla relatrice di minoranza Consigliera Marcozzi.
Fatti questi ringraziamenti, non dovuti ma sentiti, dovuti in quanto meritati, non parto da lontano, come ho detto, parto da quell'incontro che c'è stato negli anni ‘70 e ‘80 del secolo scorso, il Teatro animazione che mette al centro la crescita umana, spirituale dell'essere umano e in questo ambito incontra la scuola.
A Serra San Quirico questo incontro è avvenuto quasi quarant'anni fa e da allora c'è stato un grande lavoro perché la rassegna marchigiana è stata quella di Serra San Quirico, è un progetto marchigiano a carattere nazionale, è rivolto alle giovani generazioni e ogni anno vengono non solo prodotti spettacoli dalle scuole di ogni Regione d'Italia e dall'Europa, ma si organizzano momenti di confronto e di scambio culturale sul teatro educazione. Coinvolge tantissimi gruppi scolastici, tantissimi operatori del Teatro educazione, uno staff nazionale, oltre 50 operatori, composto da professionisti, giovani stagisti, tra cui operatori teatrali, scenografi, addetti all'organizzazione, oltre 40 spettacoli rappresentati, sono previsti anche progetti formativi ed educativi sul teatro e sull'educazione e ogni anno c'è un personaggio guida per le attività della rassegna.
Nel corso degli anni sono stati tantissimi i personaggi guida, lo scorso anno, quello che si è concluso, il tema era l'educazione sentimentale e il Leopardi, quest'anno il personaggio guida della rassegna sarà Gianni Rodari.
Il Teatro educazione interessa tutti quei docenti, operatori della scuola, operatori del teatro, alunni e cittadini delle piccole e delle grandi comunità, dove il teatro semplice, ma semplice tra virgolette, non parla alla pancia degli spettatori, ma educa con sentimento al pensiero. Ad esempio, riferendoci a Rodari dobbiamo trasformarci in promotori di immaginazione, allenarci ad essere creatori e produttori di valori e di cultura, rendendoci sempre più sensibili ai processi cognitivi divergenti, alla critica, al dissenso e al coraggio dell'utopia.
Questa proposta di legge riconosce quello che nei decenni è stato fatto, partendo da una località della provincia di Ancona, piccola, modesta, ma significativa, ricca culturalmente e vivace, che ha trovato la collaborazione nella scuola, nella cultura, nella comunità di Serra San Quirico, altrimenti questo progetto non si sarebbe realizzato, partito da lì, ma con uno sguardo all'Italia, all'Europa, al mondo, e partendo da quello che è stato fatto, con lo sguardo sempre rivolto al futuro, il riconoscimento di riferimento regionale e di Teatro educazione è un'ulteriore spinta ad andare avanti nell'incontro tra scuola e teatro.
PRESIDENTE. Ha la parola la relatrice di minoranza Consigliera Marcozzi.
Jessica MARCOZZI. Grazie Presidente. Condivido questa proposta di legge, l’ho già votata favorevolmente in Commissione bilancio e concordo su quanto ha detto il Consigliere Giancarli e cioè che questa proposta di legge riconosce ciò che è stato fatto negli anni, l’arte a tutto tondo, immersa in una delle capitali del teatro, che viene valorizzato come strumento di crescita, di arricchimento culturale e di codifica delle nuove frontiere del linguaggio.
Non si può non favorire simili iniziative che vedono protagonista la nostra regione, con una sua eccellenza territoriale che spicca per un'esperienza culturale encomiabile, con al centro protagonisti i nostri giovani ed è doveroso che la nostra Regione riconosca al teatro le infinite valenze educative di crescita e di formazione. Un punto di riferimento forte e valido per lo sviluppo interiore, comunitario e sociale delle nuove generazioni è il teatro che pone i giovani su un palco, e li pone soprattutto a confronto con la loro proiezione, con una maschera che a differenza delle finzioni e delle trappole di cui sono costellati i nuovi strumenti di comunicazione, li spinge ad una interiorizzazione, alla riscoperta di loro stessi, delle loro paure, delle loro angosce, ma anche della loro forza, del loro essere parte di una società.
Uno strumento, l'arte teatrale, per decodificare le virtù, ma anche i vizi di tutto ciò che circonda, un'arte che proiettando l'attore al di fuori di sé lo spinge all'introspezione.
Ecco la valenza di questa proposta di legge, che ha l'enorme valore di favorire ed istituzionalizzare un'iniziativa che oggi giorno diventa ancor più virtuosa, di cui, dunque, si sente sempre più il bisogno.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.
Piero CELANI. Grazie Presidente. Velocissimo, credo che non si possa non essere d'accordo con questa proposta di legge del Consigliere Giancarli.
Per me il teatro rappresenta la coscienza di una comunità, così come il museo ne rappresenta la memoria. Sviluppare questo discorso, favorire lo sviluppo delle attività teatrali, soprattutto relative alla partecipazione dei giovani, dando loro la possibilità di esprimersi attraverso attività teatrali che possono essere educative oppure di altro genere, è fondamentale perché viene fuori la coscienza dell'essere comunità attraverso l'espressione teatrale.
La mia velata critica sta nel fatto che non siamo riusciti in questa consiliatura a fare una programmazione su tutto il territorio e capire quali sono le eccellenze che dovevamo censire e tutelare. Siamo andati in ordine sparso, abbiamo cominciato con alcune eccellenze meritevoli: la fisarmonica, il documentario cinematografico, il cortometraggio, abbiamo parlato di San Benedetto del Tronto e adesso di Serra San Quirico, la città del teatro, però rimaniamo appesi, nel senso che non abbiamo visto e non siamo coscienti di quante altre eccellenze abbiamo sui nostri territori. Forse l'Assessorato alla cultura, al turismo ed anche altri Assessorati avrebbero potuto fare uno screening delle nostre eccellenze e decidere quali elevare a rappresentanza non soltanto regionale, ma nazionale, alcune attività avrebbero meritato di essere sostenute, gestite e tutelate anche con delle risorse.
Mi auguro che prossimamente questo studio possa essere fatto per colmare questa lacuna. Ci sono ancora eccellenze? Non lo so, credo di sì, però cerchiamo di non fare soltanto interventi isolati, se non all’interno di un quadro, di un mosaico, che dovremmo comporsi nel modo migliore.
Guardiamo quello che è successo nel campo delle arti, sono tante, pittoriche, visive, letterarie, nel campo del design, dell'architettura, anche dell'economia, facciamo un censimento molto chiaro ed individuiamo quelle città, quei luoghi, quelle comunità, quei piccoli comuni che si sono distinti negli anni su queste tematiche.
Ripeto, sono favorevole a questa proposta di legge e l’ho già detto altre volte, anche quando abbiamo parlato di San Benedetto del Tronto città del cortometraggio, in cui da 25 anni si celebra il premio “Libero Bizzarri”, quando abbiamo parlato di Civitanova Marche quale città del Manifesto e di Senigallia città della fotografia, mi sembra sarebbe il caso di fare un discorso di questo tipo, certo, non c'è più tempo, ma chi vivrà vedrà, speriamo di poterlo riprendere. Grazie.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 2. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 3. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Maggi.
Giovanni MAGGI. Grazie Presidente. Una dichiarazione di voto, ovviamente, per annunciare il voto favorevole mio e del gruppo Movimento 5 Stelle perché crediamo che la tradizione del teatro e le arti in generale, le nostre eccellenze - il Consigliere Celani ha citato altre manifestazioni, cito anche quella della fotografia di Senigallia con Giacomelli, un fotografo riconosciuto a livello mondiale - debbano essere istituzionalizzate.
Ricordo che c'è una grande tradizione, visto che abito ad Ancona e sono della provincia di Ancona. Se ci fosse stata un'attenzione, quella che il Consigliere Giancarli sta mettendo nel Teatro di Serra San Quirico anche per altre manifestazioni sicuramente nel tempo non si sarebbero perse. Penso a Polverigi che era sulle cronache europee del teatro d'avanguardia, i maggiori ed importanti personaggi del teatro comico d'avanguardia, ricordo i magazzini criminali e tutti coloro che hanno fatto carriera nel teatro, sono passati da Polverigi. Se ci fosse stata un'attenzione particolare delle istituzioni probabilmente questa tradizione così importante non si sarebbe persa, per cui sono contento che il Consigliere Giancarli, sensibile a questi tipi di manifestazioni culturali, ponga l'attenzione delle istituzioni, con una proposta di legge, su queste tradizioni e su queste eccellenze affinché non si perdano.
Voteremo convintamente e favorevolmente questa proposta di legge e ci auguriamo che - raccolgo anche l'invito del Consigliere Celani, di eccellenze nel campo dell'arte e ce ne sono tante nelle Marche, addirittura alcune, Nemo propheta in patria, non sono state riconosciute nella nostra regione, ma fuori - sia l'inizio di un riconoscimento istituzionale e che il suggerimento del Consigliere Celani venga preso affinché ci sia un coordinamento delle eccellenze nelle Marche, venga altresì riconosciuto un panorama particolare che fino adesso è stato lasciato alla volontà di pochi e all'improvvisazione.
Voteremo favorevolmente e convintamente questa proposta di legge del Consigliere Giancarli.
Proposta di legge n. 327. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Proposta di legge n. 329
ad iniziativa dei Consiglieri Biancani, Micucci, Traversini, Giancarli, Giacinti, Rapa, Giorgini, Bisonni
“Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 18 gennaio 2010, n. 2 'Istituzione della rete escursionistica della regione Marche'”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 329 dei Consiglieri Biancani, Micucci, Traversini, Giancarli, Giacinti, Rapa, Giorgini, Bisonni.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Biancani.
Andrea BIANCANI. Grazie Presidente. Con questa legge si va a modificare la legge 2/2010 con la quale è stata istituita la rete escursionistica della regione Marche. La norma nasce per valorizzare i percorsi di mountain bike ed è pensata per sostenere e promuovere questa forma di cicloturismo e cerca di tutelare, oltre la sicurezza delle persone, anche l'ambiente.
Le Marche sono sempre più bike frendly e accanto ai progetti delle ciclovie e del ciclo turismo normale con questa proposta di legge si possono riconoscere e valorizzare anche i sentieri dedicati alla mountain bike, che ora potranno essere inseriti all'interno della rete escursionistica.
Con questo atto, pensato per promuovere questa forma di cicloturismo, si trova un equilibrio tra l'attività sportiva molto diffusa, quella della mountain bike, e la valorizzazione del territorio, tutela dell'ambiente e sicurezza delle persone.
Il testo, in totale sono 6 articoli, propone alcune modifiche e integrazioni alla legge 2 del 2010, che istituiva la rete escursionistica, e prevede un'apposita parte che viene dedicata alla mountain bike.
Oggi la rete escursionistica prevede percorsi a piedi, a cavallo, ciclabili, da oggi, grazie a questa modifica, saranno previsti anche i percorsi in mountain bike.
Lo scopo è quello di ampliare e pubblicizzare l'offerta di vacanza rivolta agli appassionati del cicloturismo, un modo di viaggiare che unisce all’attività fisica la scoperta del territorio, il contatto con la natura, promuovendo il nostro territorio.
Sono il primo firmatario di questa proposta di legge e voglio ringraziare i componenti della Commissione che l’hanno voluta sottoscrivere, oltre gli altri Consiglieri, precisamente: Micucci, Traversini, Giancarli, Giacinti, Rapa, Bisonni e Giorgini.
Grazie a questo provvedimento i sentieri saranno individuati direttamente dagli enti locali (Comuni, Enti parco, Province) che dovranno, una volta fatta questa richiesta, assicurarne la gestione e la manutenzione. La novità è che potranno stipulare accordi anche con soggetti privati o con le varie associazioni che gestiscono questo tipo di attività. Un ruolo importante viene riconosciuto anche alle società sportive che potranno, oltre che segnalare agli enti competenti, anche poter valorizzare ed occuparsi della manutenzione. Ricordo che fino ad oggi la richiesta di inserimento alla Regione poteva farla solo la Provincia, con questa legge oltre alla Provincia potranno presentarla anche i Comuni, le Comunità montane e gli Enti parco, quindi mi auguro che ci sia una maggiore diffusione dei percorsi.
Un aspetto fondamentale è l'introduzione della segnaletica che consentirà a tutte le persone che amano andare in mountain bike di avere delle indicazioni per cui saranno in grado di individuare le varie caratteristiche del percorso, il grado di difficoltà, chi può e chi non può utilizzarlo.
Sulla base di questa proposta di legge gli enti potranno fare inserimenti all’interno della rete escursionistica, che quindi prevede una mappatura degli stessi. Devo dire che questo è molto importante soprattutto dal punto di vista turistico.
Oggi uno che arriva dall’Olanda in mountain bike e vuole girare il nostro territorio non può conoscerlo perché non c'è una vera e propria mappatura, invece grazie a questa legge sarà prevista, quindi anche persone che non vivono nel territorio avranno la possibilità di godere le bellezze ed i sentieri delle Marche.
E’ importante dire che non solo i sentieri che sono previsti nella rete escursionistica potranno essere percorsi dagli appassionati, ma quelli che sono inseriti nella rete saranno mappati.
La legge è molto breve e nell’articolo 2 vengono previsti i percorsi da mountain bike: percorsi su strade carreggiabili, percorsi su sentieri, percorsi su singola traccia, o i bike park. Questo è un aspetto importante perché alcuni percorsi saranno ad uso esclusivo, altri no, quindi sui percorsi di strade carreggiabili e sui sentieri sarà possibile un transito misto che verrà definito direttamente dagli enti locali che ne faranno richiesta, mentre i percorsi sulla singola traccia o su bike park saranno ad uso esclusivo delle persone che vanno in mountain bike. Gli enti locali potranno definire gli eventuali provvedimenti restrittivi rispetto all'utilizzo.
Un'altra cosa rilevante è che tutti coloro che vanno sui percorsi della rete escursionistica, individuati obbligatoriamente, dovranno indossare il casco, questo è importante dal punto di vista della sicurezza.
Abbiamo voluto sottolineare che non si può andare nei terreni coltivati per non creare danni agli agricoltori.
La norma prevede anche delle sanzioni che si sommano a quelle previste per coloro che non rispettano la normativa.
L'allegato A alla legge specifica i criteri per l'individuazione dei percorsi e la progettazione dovrà tenere in considerazione una serie di accorgimenti tecnici cioè la mitigazione dell'impatto visivo, la sicurezza e ovviamente il rispetto dell'ambiente. Viene definita la documentazione da produrre, la segnaletica che occorre mettere e le norme di comportamento che gli appassionati devono rispettare per utilizzare questi sentieri.
Sono molto orgoglioso di questa legge perché rientra all'interno di una serie di politiche regionali sulla mobilità ciclabile e sul cicloturismo. E' una norma importante perché sono poche le Regioni che ad oggi si sono dotate di disposizioni come questa, che sarà strategica per promuovere il cicloturismo, il cicloturismo legato in questo caso alla mountain bike. In questi anni, soprattutto nell'ultimo, le vendite delle mountain bike hanno superato quelle biciclette da corsa, numeri rilevanti che ci potranno dare delle bellissime soddisfazioni.
Grazie e mi auguro che questa legge venga votata all’unanimità.
PRESIDENTE. Non è presente in Aula il relatore di minoranza Zura Puntaroni. Ha la parola il Consigliere Giorgini.
Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Vorrei dire che non faccio il dodicesimo del Consigliere Zura Puntaroni, questo è chiaro, ho fatto per 20 anni il portiere di calcio, sono stato sempre il numero 1 e certamente non faccio da dodicesimo anche perché il Consigliere Zura Puntaroni si era preso la responsabilità. Mi dispiace che non mi sono preparato.
PRESIDENTE. Prendiamo atto che il relatore di minoranza non è in Aula, faccia l’intervento.
Peppino GIORGINI. Il Consigliere Celani viene in aiuto. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.
Piero CELANI. Grazie Presidente. Posso fare una breve relazione di carattere generale non entrando nel merito dei vari articoli, che ha illustrato in modo esaustivo, puntuale e preciso il Consigliere Biancani, per dire qual è l’importanza di questa legge, senza entrare nello specifico delle singole disposizioni.
Ormai dobbiamo lavorare soprattutto con il turismo ambientale, questo è molto importante, la nostra regione deve uscire dalle forme canoniche del turismo e della promozione, che sono quelle delle aree balneari e delle città storiche, elementi fondanti del nostro turismo, visto che abbiamo una costa meravigliosa, delle città d'arte straordinarie, che fino adesso hanno fatto un po' la nostra fortuna, anche se abbiamo sempre trovato una certa difficoltà nell'integrare queste due forme, quasi per gelosia in quanto c’era il rischio che qualcuno andasse a togliere qualcosa all'altro, non è così, integrare le due forme di turismo, culturale e balneare, era la cosa fondamentale che dovevamo fare.
A questo punto occorre andare oltre, spingersi verso un turismo dell'entroterra, un turismo ambientale, che io chiamo del paesaggio, perché il paesaggio è qualcosa di diverso dall'ambiente, l'ambiente è la natura, il paesaggio è la natura compreso quello che abbiamo all'interno della natura: i percorsi, le strutture, le strutture architettoniche di una certa qualità, dobbiamo, quindi, valorizzarlo dal momento che il nostro Appennino, il nostro entroterra, soffre, non soltanto a causa di una crisi economica che parte da lontano - l'urbanesimo che non siamo riusciti ad arrestare negli anni passati, la migrazione verso la valle che tanti problemi ha dato non soltanto all'entroterra, ma anche alle città ed alla costa - ma soprattutto in quanto non siamo stati in grado di dare i servizi adatti, a causa della grave crisi sismica che abbiamo avuto a partire dal 2016.
Il turismo ambientale, il turismo del paesaggio, ha bisogno di servizi, ha bisogno di creare qualcosa di esperienziale, qualcosa di nuovo. Ecco, quindi, questa rete escursionistica che questa legge propone e la modifica della legge 2 del 2010 va in questo senso.
Mi auguro che tutti gli operatori del settore sportivo, ricreativo, che sono presenti nel territorio regionale, si mettano in opera per valorizzare queste reti escursionistiche, perché qui abbiamo bisogno non soltanto delle istituzioni, ma del grande volontariato, abbiamo bisogno delle pro loco, delle associazioni che vivono in questi territori, che diano una mano per mantenere la rete escursionistica. In questo caso purtroppo ho un esempio non positivo perché nella mia città, in una splendida località come quella di Castel Trosino, un ex Assessore regionale, che abbiamo commemorato qualche anno fa in occasione della sua scomparsa, ebbe l'idea di creare un parco, una rete dei percorsi escursionisti all'interno di Castel Trosino, bellissimo centro medievale, ma poi non si è stati in grado una volta realizzato ed aver speso le risorse pubbliche di mantenerlo in quanto il pubblico non l'ha finanziato con continuità, non sono state coinvolte le associazioni locali per mantenere queste reti. Quindi il vero problema non è soltanto realizzare la rete escursionistica è mantenerne nel tempo la vivacità e la percorribilità.
Mi auguro che questa volta si possa fare perché credo che il futuro della nostra regione, perlomeno del nostro entroterra, si giochi attraverso i servizi che possiamo dare, attraverso l'appetibilità che possiamo offrire al turista, attraverso delle esperienze nuove, così com'è stato illustrato in un convegno che c’è stato la settimana scorsa qui ad Ancona ad iniziativa della Fondazione Merloni dal titolo “Se si salva l’Appennino si salva anche l'Italia”, ed è vero, dobbiamo investire soprattutto sulle tematiche ambientali, dando soprattutto servizi e creando delle appetibilità a chi viene da fuori. Mi limito qui, ho cercato in qualche modo, Consigliere Biancani, di fare la cornice, in quanto il quadro l’ha dipinto lei, io ho messo la cornice e naturalmente sono favorevole alla proposta di legge. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.
Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Una battuta, lo spirito di questa legge c'è, c'è per quanto riguarda la possibilità di incrementare la presenza nell'entroterra e sui Sibillini, come concetto c'è, però voglio dire agli estensori che questa norma soffre perché la costa è molto distante dall'entroterra.
Secondo me queste non possono essere delle piste ciclabili per i professionisti che fanno 80/90 chilometri. Faccio un esempio, da San Benedetto del Tronto ad Amandola non ci sono 20/30 chilometri che la persona che sta in ferie lungo la costa può fare, ci sono almeno 90 chilometri e li fa solo lo sponsor di questa regione per la pubblicità, di questo soffre la legge che doveva avere un’altra impalcatura, magari dalla costa portare i turisti alle 9 o alle 10 del mattino con degli autobus ad Amandola, poi le persone potrebbero andare attraverso la pista ciclabile da Amandola a Sarnano, dove potrebbero pranzare. Le due località distano 7/8 chilometri, quindi, ci posso andare anch’io che non sono un esperto o non sono un professionista della bicicletta.
Di questo soffre la legge, l'impostazione è giusta ed io l’ha condivido, ma non concordo sull'infrastruttura perché la pista ciclabile è lunga 70/80/90 chilometri e chi non è un professionista dopo una certa distanza vuole avere la possibilità di fermarsi, di trovare un ristorante o una trattoria storica per rifocillarsi. Di questo soffre la legge, secondo me.
L'idea è giusta, sono d'accordo, il turismo cambia, anzi in questo contesto suggerisco, per esempio, una campagna pubblicitaria per il turismo del settimo giorno nei Sibillini, da San Benedetto del Tronto si va ad Amandola a trascorrere il settimo giorno delle ferie, addirittura si potrebbe fare gratis, questo è un meccanismo incentivante. Ho visto, come penso tanti di voi, cosa significa la bicicletta nella zona delle Dolomiti, la mattina c'è l'autobus che porta le persone che vogliono andare con la bicicletta in alto per poi scendere, questo è un metodo di organizzazione.
Cosa sto dicendo? Sto dicendo che la grande distanza va bene, ma per il professionista, per il ciclista della domenica è chiaro che è un problema.
Temiamo che questo progetto necessiti di forti investimenti, che non arriveranno, vedo meglio un pulmino di 20, 30, 40 50 posti che parte la mattina alle ore 8,00 da San Benedetto del Tronto e va ad Amandola, offrendo un servizio alle persone che vogliono trascorrere una giornata nell'Appennino, anche con la bicicletta.
La legge soffre di questa cosa, l'impalcatura c'è, ma la sostanza concreta soffre di quanto ho detto. Ecco perché abbiamo forti dubbi su questo provvedimento e nonostante porti forti investimenti non dà quella risposta alle centinaia di migliaia di persone che sono in ferie lungo la costa per invogliarle a spingersi con la bicicletta sui monti Sibillini. Dalla costa, da Pesaro, da Ancona, per andare alle Grotte di Frasassi ci sono 80 chilometri, non tutti riescono a farli senza allenamento, noi dovremmo offrire questa possibilità anche alle persone comuni e allora i numeri dei visitatori aumentano e possono dare quella risposta che l’entroterra attende. Voi lo sapete meglio di me perché avete sottoscritto dei documenti che purtroppo in questa regione, da oltre 25 anni, non hanno mai trovato una realizzazione per dare una risposta all'entroterra ed ai Monti Sibillini in modo particolare. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giacinti.
Francesco GIACINTI. Grazie Presidente. Intervengo brevemente solo per salutare con favore questa legge, di cui sono anche proponente, per ringraziare il primo firmatario, il Consigliere Biancani, e per evidenziare un aspetto che secondo me è essenziale al di là del fatto che possiamo aggiungere ed allargare il discorso ad una più ampia fruizione e alla reclamizzazione del nostro territorio regionale.
Un elemento chiave che non posso non evidenziare è quello che con questa rete escursionistica possiamo esaltare la tipicità e la peculiarità del nostro territorio, che si presta ottimamente ad essere fruito e raccontato attraverso un'esperienza come quella, lo dico pur non essendo un fruitore diretto, e mi rendo conto che lo rende benissimo anche lo spot della Regione Marche che reclamizza il proprio territorio, la propria vocazione turistica attraverso il campione di ciclismo. Attraverso la bicicletta si vedono la peculiarità e l'eccezionalità del territorio marchigiano, con tutto quello che poi si può collegare dietro e attorno a questo mezzo, compresi i suggerimenti del Consigliere Zaffiri.
Intanto è un primo passo e l'esaltazione di una modalità di fruizione importante, per questo, oltre ad essere firmatario, saluto con favore questa proposta di legge.
Presidenza del Vicepresidente
Piero Celani
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Biancani.
Andrea BIANCANI. Grazie Presidente. Vorrei innanzitutto ringraziare il Consigliere Celani che nella sua illustrazione ha colto il centro della questione, illustrando le intenzioni e gli obiettivi della legge.
Rispetto all'intervento del Consigliere Zaffiri, che da qualche mese è entrato in III Commissione, ovviamente mi fa piacere, voglio ribadire che questa norma pensa ai territori dell'interno, perché parla di itinerari legati alla mountain bike con tutta una serie di servizi che devono essere attivati. Cosa voglio dire? Chi abita a Pesaro, chi abita a San Benedetto Tronto o chi abita ad Ancona se ha la propria bicicletta può provarci, ma nella realtà il progetto Marche outdoor, che stiamo portando avanti a livello regionale, prevede una serie di punti dove è possibile affittare la bicicletta ed è un'opportunità perché uno arriva direttamente nell'entroterra, affitta la bicicletta e si fa un bel giro rispetto a quanto prospettato dal Consigliere Zaffiri di fare almeno 50 chilometri in mountain bike. Vi posso garantire che il Consigliere Zaffiri non avrebbe nessun problema e dico anche perché. Con le bike oggi la bicicletta è aperta a tutti, conoscete le physique du rôle che ha il Sindaco di Urbino, alto almeno 1,85 metri ed anche molto pesante, un giorno da Vallefoglia lo abbiamo portato fino ad Urbino passando solo per le colline, per le strade sterrate e devo dire che è arrivato serenamente, quindi una possibilità ce l'abbiamo anche noi, mi ci metto in mezzo anch’io e ci metto anche il Consigliere Zaffiri, non considero il Consigliere Volpini che non ha bisogno della pedalata assistita. Consigliere Zaffiri se le venisse la voglia di provare, Devo dire la verità, anche persone che non fanno abitualmente attività sportiva possono essere in grado di fare questi percorsi perché la legge è pensata per l’entroterra o comunque per le zone collinari dove i percorsi sono più belli.
Mi auguro che i Comuni, questo non l’ho detto prima, considerino questa un'opportunità da prendere, non devono aver paura, ma dovrebbero cominciare, in accordo con le associazioni, ad individuare itinerari perché nei prossimi anni potrebbero avere delle bellissime soddisfazioni per la quantità di persone che decide di andare in vacanza o di andare a visitare i loro territori perché questa è sicuramente una ulteriore opportunità. Grazie.
Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 2.
Emendamento 2/1 a firma del Consigliere Bisonni, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.
Sandro BISONNI. L’emendamento chiede di rendere esplicito il divieto di utilizzare questi sentieri con mezzi motorizzati, anche se da un approfondimento sembrerebbe che già sia così, però a volte quello che non è esplicitato è consentito, quindi, credo che se lo inseriamo nella legge male non fa.
L'emendamento chiede questo e di metterlo nero su bianco.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Biancani.
Andrea BIANCANI. Il tema l'abbiamo già trattato in Commissione, chiedo di non votare a favore, non perché l’emendamento sia sbagliato, ma perché è pleonastico, nell’articolo 2 della legge 2 del 2010 viene esplicitato “senza l’ausilio di mezzi a motore”, la cosa è già chiara, non ha senso inserirla anche in questo articolo.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Bisonni.
Sandro BISONNI. L’articolo 2 riguarda la definizione di escursione, non i sentieri, sono cose diverse.
PRESIDENTE. Emendamento 2/1. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale non approva)
Articolo 2. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 3. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 4. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 5. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 6. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Proposta di legge n. 329. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
PRESIDENTE. In attesa della distribuzione della proposta di legge 334, fra cinque minuti inizia il termine per la presentazione di eventuali emendamenti, che scade alle 15,30.
Interrogazione n. 962 - a risposta immediata
ad iniziativa del Consigliere Giancarli
“Iniziative urgenti a salvaguardia dei lavoratori della J.P. Industries SpA”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 962 - a risposta immediata - del Consigliere Giancarli.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Bravi.
Loretta BRAVI. Grazie Presidente. Riguardo alla problematica sollevata dall'interrogante si precisa che la ditta J.& P. Industries in data 18 novembre 2019 ha presentato istanza al Mise per la convocazione di un tavolo di confronto che avesse come oggetto la possibilità di proseguire le negoziazioni con potenziali partner/investitori, nonché per la definizione del piano concordatario strumentale alla soluzione delle problematiche aziendali.
Al riguardo questo Assessorato, pur non avendo in programma riunioni con la proprietà e le organizzazioni sindacali, solleciterà nelle sedi più opportune la costituzione di questo importante tavolo, dal cui lavoro direttamente o indirettamente dipende la sorte di decine e decine di lavoratori.
In data 20 dicembre 2019 la ditta J.& P. Industries SpA, con stabilimenti produttivi a Fabriano e Nocera Umbra, ha sottoscritto presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali un verbale di accordo ed esame congiunto per la proroga del trattamento di CIGS con causale riorganizzazione aziendale. Il trattamento riguarderà un numero massimo di n. 592 unità lavorative di cui n. 309 occupate presso le unità produttive di Fabriano e n. 283 presso le unità produttive di Nocera Umbra.
L'ammontare complessivo necessario per coprire il fabbisogno è stimato in 4,7 milioni di euro.
Per quanto concerne le problematiche relative ai lavoratori occupati nelle due sedi, la Regione Marche, in data 18 dicembre 2019, ha reso la dichiarazione prevista dall'articolo 22 bis del D.Lgs. n. 148/2015 e si è resa disponibile a concordare con l'azienda un piano di politiche attive volte alla salvaguardia occupazionale. Pertanto la Regione Marche, attraverso le strutture periferiche costituite dai Centri per l'impiego competenti per territorio, si impegna a predisporre ed erogare ai lavoratori marchigiani che si trovano in CIGS misure di politica attiva, che potranno riguardare:
- la presa in carico dei lavoratori da parte dei Cpl, prima informazione (incontri collettivi e individuali, analisi del profilo anagrafico e professionale);
- identificazione di settori di sviluppo e di figure professionali prossimi ai profili dei lavoratori;
- definizione di percorsi di nuova occupazione subordinata o autonoma;
- orientamento, recupero dell'autostima e della fiducia nelle proprie capacità (attraverso seminari);
- azioni di aiuto alla ricerca di una occupazione anche attraverso lo strumento dell'AdR;
- sviluppo delle competenze trasversali (quindi avviamento a percorsi di formazione);
- sviluppo delle competenze tecnico-professionali (attraverso la formazione);
- aiuti alle assunzioni e aiuti alla creazione d'impresa con eventuale consulenza informativa.
Per quanto concerne gli aspetti relativi al rilancio degli investimenti nell'area interessata che hanno anche un impatto sotto il profilo occupazionale, è attivo nel territorio l'Accordo di Programma per la disciplina degli interventi di reindustrializzazione delle aree coinvolte dalla crisi del Gruppo Antonio Merloni.
A seguito di sollecitazioni della nostra Regione, è calendarizzato per il 5 marzo p.v. alle ore 14,30, una seduta del Comitato di coordinamento del suddetto Accordo, sottoscritto per la prima volta nel 2010 e successivamente prorogato e rimodulato e in scadenza il 18 marzo 2020. Detto organismo, composto dai soggetti sottoscrittori (Regione Marche, Regione Umbria e Ministero sviluppo economico, con la partecipazione di Invitalia) è la sede deputata a monitorare l'avanzamento dell'Accordo e a proporre modifiche e integrazioni alle linee strategiche dell'Accordo e al programma di industrializzazione con esso approvato, anche per adeguarlo alle esigenze sopravvenute del contesto produttivo e del mercato del lavoro.
Nella prossima seduta sarà all'ordine del giorno la richiesta di proroga dell'Accordo di programma e la definizione delle linee strategiche necessarie a riprogrammare l'Accordo stesso, nonché l'impiego dei fondi ministeriali residui. In tale contesto si ricorda che sarà in discussione anche l'utilizzo delle risorse accantonate dalle Regioni Umbria e Marche in misura paritetica (9 milioni di euro), su determinazione del Comitato di coordinamento nel 2016, al possibile finanziamento di specifici progetti finalizzati anche al rilancio degli asset produttivi localizzati nei comuni di Nocera Umbra e Fabriano.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Giancarli.
Enzo GIANCARLI. Voglio ringraziare l’Assessore Bravi, poi leggerò con attenzione la risposta.
Sono consapevole che ogni volta, in ogni seduta, porto all'attenzione del suo Assessorato e di quest'Aula una situazione o situazioni di aziende del nostro territorio in difficoltà occupazionali o economiche.
Ci tengo a dire che non lo faccio per appesantire il lavoro suo o quello dell'Assessorato, anzi da questo punto di vista mi dispiace, ma è la mia storia, la mia formazione che mi porta ad avere contatti con il mondo del lavoro, con le famiglie e con gli occupati di questa o di quella realtà, con la conoscenza anche personale che ho. Questo ci tengo a dirlo e la ringrazio perché sembra che non ci sia Consiglio in cui non si debba discutere di un'azienda. Purtroppo dobbiamo farlo ed io voglio farlo perché voglio farmi carico da un lato delle difficoltà soprattutto degli occupati, delle aziende, delle famiglie, e dall'altro purtroppo sono costretto a farlo perché le aziende, quelle di cui trattiamo, sono in crisi, in difficoltà.
Ieri il Consigliere Urbinati mi ha fatto notare l'interrogazione di una parlamentare di Viva Italia, che ha fatto alla Camera, ho visto anche la risposta che è stata data dal Ministero, lei ha detto, Assessore, “su sollecitazione della Regione”. Ho letto la lettera che il Presidente Ceriscioli e la Presidente della Regione Umbria hanno avanzato al Ministero, purtroppo anche dopo l'incontro azienda/sindacati la preoccupazione non è diminuita, è aumentata, c'è questa partita aperta, ma i numeri sono spaventosi, sia per le persone che vogliono essere messe in esubero, sia per le altre che saranno collocate, tra l’altro con tempi lunghissimi. Comunque le persone sono tantissime, troppe, e la situazione è difficilissima, anche per altri momenti aperti nel fabrianese.
A suo tempo abbiamo parlato della Tecnowind, delle Cartiere Miliani, continuiamo a parlare della Whirlpool ed oggi di questa azienda, e non è la prima volta che ne parliamo in Aula, l'abbiamo fatto anche altre volte, l'abbiamo fatto per prorogare la cassa integrazione e per discutere i piani industriali.
Questa ed altre aziende, altre situazioni, alcune per fortuna si sono risolte, richiedono un impegno a mio avviso strategico nelle aree specifiche, mettendo al centro possibilità di sviluppo.
Penso che non possiamo più continuare a discutere sull’ex accordo dell'Antonio Merloni, questo l’ho detto già da tempo in Aula quando la delega era ancora dell’Assessore Bora e lo dico ora che la delega è all’Assessore Cesetti, l’ho detto anche in occasione del bilancio, noi dovremmo lavorare per l’istituzione di un'area di crisi complessa, da marchigiano, nell'interrogazione, mi sono limitato a scrivere provincia di Ancona, fabrianese, alto maceratese, ci sono altri comuni, ma credo che in collaborazione con la Regione Umbria dobbiamo, bene hanno fatto i Presidenti ad esempio con quella lettera di sollecito, cogliere questa specificità, questa situazione difficilissima e creare le condizioni di crescita e di ripresa di un'area interna e montana della nostra regione Grazie.
Interrogazione n. 923
ad iniziativa dei Consiglieri Giancarli, Volpini
“Attività della Struttura organizzativa semplice coordinamento interdipartimentale malattie rare in relazione con la Clinica Pediatrica”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 923 dei Consiglieri Giancarli, Volpini.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Sciapichetti.
Angelo SCIAPICHETTI. Grazie Presidente. Rispondo per conto del Presidente Ceriscioli, Assessore alla sanità.
Relativamente all’interrogazione a risposta orale, dei Consiglieri Giancarli e Volpini, si precisa quanto segue.
Nella determina n. 735 del 13 settembre, richiamata nell'interrogazione, è stabilito che "le attività di diagnosi, cura e follow-up dei bambini (età inferiore ai 14 anni) con patologia genetica/metabolica rimangono di competenza esclusiva della Clinica pediatrica che le espleta mediante le consuete modalità di ricovero, day hospital e visita ambulatoriale"; premesso che non risulta in alcun modo che altre strutture aziendali siano state autorizzate ad espletare analoga attività, va rilevato che nell'interrogazione viene sostanzialmente sostenuto che "il contenuto della determina è stato disatteso in quanto la Struttura malattie rare continua di fatto a visitare i bambini da 0 a 14 anni".
Appare d'obbligo osservare innanzitutto che competenza esclusiva per una specifica patologia da espletare con le diverse modalità operative assistenziali non significa avere l'esclusività di effettuare visite mediche, atteso che detta attività risulta invero imprescindibile per numerosi compiti assistenziali compresi quelli riguardanti le specifiche funzioni riconosciute al Centro di coordinamento delle malattie rare: riferimento clinico-amministrativo dei pazienti; monitoraggio del paziente dimesso, attraverso la stesura di un Piano assistenziale individuale condiviso anche con il medico curante e con gli istituti riabilitativi, o, laddove possibile, attraverso l'avviamento di percorsi di assistenza e terapia domiciliare. A detto Centro, peraltro, si rivolge ogni paziente, sia quelli che afferiscono alle diverse strutture di Ancona, sia i pazienti in cura presso altre aziende.
L'attività del Centro di coordinamento delle malattie rare non può essere in alcun modo considerato un "inutile doppione con la Clinica pediatrica con spreco di risorse pubbliche" perché ha funzioni e modalità operative specifiche e completamente diverse ed è rivolto anche ai pazienti che, per altre necessità assistenziali, non possono o non vogliono afferire ad altri servizi aziendali o regionali. Non risulta peraltro alla Direzione aziendale che l'attività del Centro crei "confusione nei pediatri di libera scelta ed infine nei medici specialisti chiamati in consulenza", se così fosse stato sarebbero state intraprese ulteriori iniziative informative in merito. L'affermazione che l'attività del Centro "mette in pericolo i piccoli pazienti" esula da ogni possibile riscontro ed oggettiva valutazione.
Con la determina n. 735/DG del 13 settembre 2017 veniva anche riconosciuta la necessità di due dirigenti medici pediatri e di un dirigente medico genetista, puntualmente rappresentati nel documento relativo alla Programmazione triennale del fabbisogno del personale.
Non è stato possibile disporre di detto personale aggiuntivo, tanto che l'attività del Centro di coordinamento è attualmente assicurata da un medico pediatra e da un medico genetista distaccati da strutture diverse dalla Clinica pediatrica e non sostituiti, così come, per lo stesso motivo, non è stato ancora possibile sostituire la defunta responsabile del Centro e distaccata dalla Clinica pediatrica (mancata sostituzione sia nella dotazione del Centro che in quella della Clinica pediatrica).
Questo è quanto l’Assessore competente mi ha lasciato e che io ho puntualmente letto.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Volpini.
Fabrizio VOLPINI. Grazie Assessore. La risposta è soddisfacente, riconosciamo l’importanza di questo Centro e anche di chi l’ha diretto per diversi anni, che come tutti sapete non è più tra noi.
Il Centro è partito a Torrette perché qualche anno fa la maggior parte delle malattie rare, che colpiscono generalmente i bambini, non permettevano, ad esempio, l’arrivo all’età adulta, oggi invece grazie alle terapie, grazie alle nuove conoscenze, la stragrande maggioranza dei piccoli pazienti possono arrivare all’età adulta, quindi il Centro è stato spostato a Torrette, ma come spesso avviene ci troviamo di fronte a problemi di personale, però il Centro funziona, sa dare risposte alle famiglie, ci vuole attenzione nel renderlo il più efficiente possibile.
Presidenza del Vicepresidente
Piero Celani
Interrogazione n. 910
ad iniziativa dei Consiglieri Volpini, Giancarli, Rapa
"Diabetologia ed in particolare sul Centro del piede diabetico”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 910 dei Consiglieri Volpini, Giancarli, Rapa.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Sciapichetti.
Angelo SCIAPICHETTI. Grazie Presidente. Sulla scorta della nota prot. n. 41769 del 5 dicembre 2019, a firma del Direttore generale Inrca, si forniscono precisazioni in merito all'atto in oggetto che interroga il Presidente regionale per conoscere "lo stato effettivo del Centro di riferimento regionale del piede diabetico, la dotazione organica del Centro e a quanto ammontano le risorse finanziarie dedicate".
L’unità operativa del piede diabetico, costituita ed attiva presso il presidio ospedaliero di Ancona, rappresenta indubbiamente una delle funzioni più rilevanti e strategiche dell'Istituto, nell'ambito della rete regionale di diabetologia; tanto più dopo l'avvenuto riconoscimento anche come centro di riferimento regionale per la patologia, a seguito della legge n. 9 del 24 marzo 2015. Dall'1 luglio 2011 l’unità operativa complessa ha potuto contare mediamente su un organico di tre unità mediche, compreso il Direttore stesso, oltre che personale infermieristico ed OSS di supporto adeguato; le funzioni e i regimi assistenziali erogati sono di tipo ambulatoriale, di sala operatoria e di degenza, per un reparto che conta di 9 posti letto, gestiti sino al 21 ottobre u.s. in regime di week surgery (ricoveri dal lunedì al venerdì).
Nel 2016 è stata accolta la richiesta di trasferimento di una unità medica del Centro presso l’unità operativa complessa e contestualmente avviato un concorso per il reclutamento di un dirigente medico.
Il 31 maggio u.s., a seguito delle dimissioni volontarie del Direttore del Centro, la Direzione ha prontamente dato avvio alle procedure per individuare un professionista di adeguata preparazione ed esperienza, entrato in servizio ad agosto u.s.. E' stato inoltre reclutato, a tempo determinato, un dirigente medico in sostituzione di una aspettativa per maternità.
Per quanto riguarda il livello, tipologia e complessità delle prestazioni erogate, dopo una fase di inziale rallentamento conseguente alle dimissioni del Direttore, risultano in netta ripresa e consolidamento, con proiezioni per il 2019 sostanzialmente sovrapponibili ai volumi di attività degli anni precedenti.
Ad ogni buon conto, sono previste ulteriori azioni, anche a carattere trasversale e di supporto, finalizzate al consolidamento del Centro:
- valorizzazione della componente professionale medica dedicata, anche tramite l'espletamento di un ulteriore concorso a tempo indeterminato per dirigente medico (procedura già in fase di istruttoria);
- superamento del modello di week surgery e passaggio a regime ordinario di 7 giorni su 7 (avvenuto il 21 ottobre u.s.), con ulteriore personale infermieristico ed OSS dedicato;
- arruolamento di un terzo dirigente chirurgo esperto in vascolare, in servizio dall'1 agosto u.s., come da piano di assunzione autorizzato;
- attivazione di un accordo/convenzione con Asur per garantire accessi di un dirigente medico esperto in radiologia interventistica e con la chirurgia plastica degli Ospedali riuniti di Ancona, revisione di processi, percorsi e modelli organizzativi, sia intra che interdipartimentali.
Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Volpini.
Fabrizio VOLPINI. Grazie Assessore. Sono soddisfatto della risposta.
La problematica del piede diabetico è molto seria ed è una delle più temibili complicazioni di una malattia sociale, come l'ha giustamente definita il Consigliere Celani. Il diabete colpisce circa il 5% della popolazione e se non ben curato provoca gravi complicazioni ed il piede diabetico è una di quelle più temibili.
L’80% delle amputazioni di arto, sia quelle maggiori che quelle minori, sono legate al piede diabetico ed alle complicazioni del diabete ed avere un Centro per il piede diabetico come punto di riferimento della regione è assolutamente indispensabile.
Il Centro è stato istituito presso l’Inrca ed è stato individuato dalla legge 9, che il Consigliere Busilacchi conosce molto bene, una norma organica che la Regione si è data nella precedente amministrazione sulla patologia diabetica, che ha riconosciuto l’autonomia dei Centri antidiabetici ed ha individuato presso l’Inrca questa unità operativa.
L’interrogazione nasce dal fatto che in seguito anche al pensionamento del responsabile si sono create delle situazioni di disagio e si sta provvedendo, prima attraverso l’assunzione a tempo determinato e poi attraverso l’istituzione di concorsi, a rendere quell’unità operativa, quella struttura, funzionante ed efficace nel dare le risposte, altrimenti dovremmo ricorrere, magari questa cosa ci sta in una logica di funzionamento del sistema, a convenzionamenti con strutture private, che possono andare bene, ma dopo aver assolto a pieno titolo la funzione nel sistema pubblico.
Sull'ordine dei lavori
PRESIDENTE. Ci sarebbe ora l'interrogazione n. 927, ma non vedo l'Assessore Pieroni, quindi, la rinviamo.
Interrogazione n. 949
ad iniziativa del Consigliere Urbinati
“Situazione del dragaggio delle aree portuali della regione Marche”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 949 del Consigliere Urbinati.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Casini.
Anna CASINI. Grazie Presidente. Premesso che il decreto legislativo 112/98 ha conferito alle Regioni le funzioni relative esclusivamente "alla programmazione, pianificazione ed esecuzione degli interventi di costruzione, bonifica e manutenzione dei porti di rilievo regionale e interregionale delle opere edilizie a servizio dell'attività portuale". Premetto, quindi, che la Regione Marche non ha alcuna competenza sul porto di San Benedetto del Tronto se non solo ed esclusivamente per la parte relativa al porticciolo turistico che è una piccola parte e sulla quale la Regione ha posto dei finanziamenti e sono stati realizzati i lavori
La Regione Marche in attuazione dell'articolo 60 della legge regionale 10/1999 - quella del trasferimento delle funzioni, penso che tutti la conoscano - svolge esclusivamente le funzioni amministrative concernenti la programmazione e la pianificazione dei porti di rilievo regionale.
In virtù del suo potere pianificatorio sui porti di competenza, questa Amministrazione nell'anno 2008 - sicuramente non c’ero, non so chi ci fosse a San Benedetto del Tronto e chi fosse il Comandante dell’Autorità portuale - ha sottoscritto un Accordo di Programma con il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, i Comuni di Civitanova Marche, Fano, Numana, Senigallia, l'Autorità portuale di Ancona e I'Ispra per i dragaggi e lo sviluppo sostenibile delle aree portuali presenti nella regione Marche, finalizzato a dare attuazione agli interventi di messa in sicurezza e bonifica delle aree portuali marchigiane. I porti che vi ho elencato sono di competenza regionale.
In tale accordo è stata prevista la compartecipazione finanziaria della Regione, dei Comuni, dell'Autorità portuale e del Ministero dell'ambiente per la realizzazione di una struttura idonea (vasca di colmata) a contenere il materiale proveniente dai dragaggi che non potesse essere riutilizzato lungo la costa per altre finalità o che non potesse essere conferito in mare e/o a discarica. L'accordo è stato poi rimodulato nell'anno 2016. L’accordo, ripeto, non consentiva l’inserimento di porti che non fossero di competenza regionale perché sarebbe stato un abuso.
Risposta al punto 1. L'Accordo di Programma, citato in premessa, era destinato solo ed esclusivamente ai porti di competenza regionale sui quali la Regione Marche ha, in virtù della legge regionale 10/99, proprie funzioni pianificatorie. L'Autorità portuale di Ancona, oggi Autorità di sistema portuale (unico porto di competenza nazionale tra i partecipanti), è stato individuato quale soggetto sottoscrittore in virtù del fatto che ha messo a disposizione la propria area demaniale per la realizzazione della vasca di colmata per il conferimento dei sedimenti.
Prima della sottoscrizione della rimodulazione dell'accordo, con nota prot n. 1943 del 18 febbraio 2019, il Ministero dell'ambiente per la tutela del territorio e del mare ha comunicato di considerare non più opportuno il suo coinvolgimento nell'ambito della rimodulazione medesima, quindi il Ministero ha detto che non era più interessato a stare nell'Accordo”. Pertanto la rimodulazione ha riguardato gli enti sottoscrittori e in particolare solo ed esclusivamente i porti di competenza regionale che avevano sottoscritto l'accordo originario, ovviamente nel frattempo l’Autorità di sistema regionale è diventata Autorità di sistema interregionale del medio Adriatico, quindi ha assunto delle funzioni e delle competenze ben più ampie di quelle che aveva soltanto come Autorità portuale di Ancona, ha assunto anche delle capacità e delle potenzialità pianificatorie su altri tratti di costa.
Si precisa, inoltre, che il porto di San Benedetto del Tronto è un porto nazionale amministrato dall'Autorità di sistema nell'ambito e solo una esigua parte viene qualificata di interesse regionale (per effetto del protocollo di intesa sottoscritto tra Regione e Ministero dei trasporti in data 31 dicembre 2004). Tale parte residuale, poiché risulta affidata in concessione a soggetti privati, non può costituire oggetto di gestione da parte della Regione.
All'epoca, quando il porto di Senigallia conferì i propri sedimenti nella vasca di colmata del porto di San Benedetto del Tronto, quest'ultimo non presentava le problematiche che presenta oggi e l'allora Comandante della Capitaneria di Porto (poiché il porto all'epoca era ancona amministrato dall'Autorità Marittima) non fece alcuna richiesta in merito.
Alla luce di quanto sopra si evince che la Regione non ha potuto inserire il Porto di San Benedetto del Tronto tra i sottoscrittori dell'accordo per due ordini di motivi:
• il primo perché il porto è prevalentemente di competenza statale;
• il secondo perché all'epoca della rimodulazione dell'Accordo di programma l'allora comandate della locale Capitaneria di Porto non fece cenno ad eventuali necessità del porto di conferire materiale in una vasca di colmata.
Risposta al punto 2. Per quanto riguarda la messa in sicurezza del porto di San Benedetto del Tronto, per "le precarie condizioni batimetriche", come definite del Consigliere Urbinati, si informa che il problema è stato risolto con lo spostamento dei sedimenti in ambito portuale che ha avuto luogo nello scorso mese di settembre e che ha permesso di rendere l'accesso al porto di nuovo sicuro.
Nel frattempo sono state avviate da parte dell'Autorità di sistema, unico ente titolato – semmai l’interrogazione andava fatta all’Autorità portuale, che ogni Consigliere può fare. Lei si rivolge a me ed io ho il piacere di rispondere anche perché confermo tante cose - tutte quelle valutazioni che possono portare ad un definitivo dragaggio dell'imboccatura con conferimento a mare o in altro idoneo sito e che consistono in:
• studio di fattibilità della nuova cassa di colmata nel porto di San Benedetto del Tronto, questo è importante perché la vasca di colmata che verrà realizzata in diversi anni sarà importante anche per l’utilizzo della parte sopra la vasta di colmata;
• conclusione della gara per il rilievo batimetrico di tutti i porti amministrati dall'Autorità di sistema tra cui il porto di San Benedetto del Tronto;
• stipula di una convenzione con Ispra, Arpam, Università degli studi di Ancona e Autorità di Sistema per approfondimenti e valutazione del DM 173/2016 al fine di chiarirne le criticità e superare i problemi legati alla sua applicazione;
• predisposizione da parte dell'Autorità di sistema di una convenzione con il CNR per attivare l'utilizzo dell'area a mare, come individuate da Ispra, nel senso che è stata individuata un’area a mare dove portare gli eventuali sedimenti proprio davanti a San Benedetto del Tronto, che rende tutte le operazioni molto più semplici.
Risposta al punto 3. Per quanto riguarda il ruolo della Regione, la norma è chiara e inderogabile. Come già evidenziato in precedenza trattandosi di un porto di competenza nazionale la Regione non ha competenza in materia di manutenzione e dragaggio.
L'attività viene svolta dall'Autorità di sistema che è e resta l'unico ente titolato ad operare nei porti di competenza nazionale.
Ovviamente per tutto quello che riguarda il Ministero delle infrastrutture, esistono rapporti che riguardano i finanziamenti, esistono rapporti all’interno delle Commissioni, ma riguardano pianificazioni ed eventuali fondi, tutto il resto, l’attività di gestione, è di competenza esclusiva dell’Autorità portuale.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Urbinati.
Fabio URBINATI. Grazie Presidente. Mi dispiace che non sia in Aula l’Assessore Cesetti perché è uno di quelli che insegna che un buon avvocato non fa mai domande di cui non conosce le risposte, quindi un Consigliere non fa mai domande, perlomeno così faccio io, se non conosce la risposta. Mi complimento con gli uffici che hanno fatto un’operazione di equilibrismo sopra ogni regola, sono stati molto bravi.
Assessore Casini, a me basterebbero le prime righe della risposta che lei ha letto, che il porto di San Benedetto del Tronto è un piccolo porticciolo di questa regione, che la darsena turistica è un piccolo porticciolo di questa regione.
La darsena turistica di San Benedetto del Tronto, se lei lo sa, è di ben 68.000 metri quadrati, superiore a quella di Porto San Giorgio, che è un porto regionale, ed anche lì c’è una parte che addirittura è a gestione privata.
Rispondo con i fatti perché interrogo ma poi mi tocca rispondere.
Il porto di San Benedetto del Tronto negli ultimi anni ha ricevuto dalla Regione Marche ... Lei dice che non ha competenza allora perché la Regione Marche nel 2014 ha finanziato 100.000 euro per la darsena turistica? Le sto chiedendo come mai il porto di San Benedetto del Tronto nel 2014 ha ricevuto 100.000 euro, nel 2015 100.000 euro, nel 2016/2017 65.000 euro, nel 2019 212.000 euro e nel 2020, anno in corso, 74.000 euro, che sono quei fondi a pioggia. Assessore le ho detto che non faccio domande di cui non conosco la risposta, ma la risposta la voglio portare qui in Aula.
Lei ha detto che il porticciolo di San Benedetto del Tronto è di competenza regionale in quanto la Regione non potrebbe finanziare un porto statale, poi lei mi dice, giustamente, che una parte è di competenza dell’Autorità portuale, dal 2016, precedentemente era del Genio civile opere marittime, mentre la parte della darsena turistica è regionale.
Il porto di San Benedetto del Tronto non è come Ancona che ha il porto turistico, Marina Dorica, che è totalmente staccato dal porto commerciale e dal porto peschereccio. L’imboccatura del porto di San Benedetto del Tronto serve sia alla darsena turistica che alla parte statale, quindi c’è una netta contraddizione in tutto questo, se io finanzio la parte turistica del porto che si serve dell’imboccatura, il canale di uscita è unico, chi va per mare lo sa, se il canale è quello non posso uscire attraversando gli scogli, i moli, quindi sostanzialmente la competenza c’è.
Non è solo questa la contraddizione, secondo me, in quella che credo sia stata una svista magari sull’accordo, non penso che lei fosse in malafede, perché lei dice che la vasca di colmata possiamo utilizzarla solo per le sabbie dei porti regionali, è questo quello che lei ha detto nella risposta: "possiamo utilizzarla solo per i porti regionali". Ho capito benissimo qual è la questione.
(interrompe l'Assessore Casini)
Fabio URBINATI. Lei mi deve spiegare come mai questo accordo che poteva essere fatto solo per i porti regionali, l'ha detto lei, perlomeno ha letto male, c'è la registrazione poi sentiremo, comunque lei ha detto che la legge prevedeva che l’accordo potesse essere fatto per i porti regionali. Innanzitutto San Benedetto del Tronto è un porto regionale, altrimenti non potevamo finanziare a pioggia dei fondi che diamo anche agli altri porti regionali, quindi c’è la competenza regionale e l’imboccatura è a servizio del porto regionale, poteva essere messo quota parte, come vuole, ma è al servizio del porto regionale.
Il Circolo nautico sanbenedettese ha dovuto rinviare due regate d’altura negli ultimi anni per l’inaccessibilità di alcune barche da vela con deriva grande rispetto alle altre e sono migliaia di euro che non arrivano alla città.
La vasca di colmata di Ancona, per chi non lo sa, riceverà anche le sabbie del porto di Ancona, cioè riceverà le sabbie delle banchine 23 e 24 del porto di Ancona, allora perché non possono andarci per quota parte anche le sabbie del porto di San Benedetto del Tronto? Questo accordo lo ha firmato lei, c’è un porto in cui lo spostamento delle sabbie credo sia poco più di un palliativo, perché non si risolve un problema, lo dice la parola stessa ...
(interrompe l'Assessore Casini)
Fabio URBINATI. Assessore, io non l'ho interrotta, comunque ci sarà modo di tornare su questo argomento perché io chiederò la disponibilità nella vasca di colmata per il porto di San Benedetto del Tronto e vedremo chi si oppone anche perché quella vasca di colmata non è ancora riempita, ha ancora spazio.
C’è un caso particolare, lei ha fatto riferimento alla questione di Senigallia, la solidarietà la mia città l’ha data, il Comune di Senigallia, non me ne voglia, ha fatto quello che doveva fare, da questo accordo, ed è scritto qui e lei doveva accorgersene quando l’ha firmato, è uscita come per dire: “Intanto io le mie sabbie le ho depositate al porto di San Benedetto del Tronto ed ora l’accordo non mi interessa più”. E' uscita dall’accordo che prevedeva in quota parte anche un versamento dei Comuni.
Oggi ci troviamo con un porto bloccato, con un finanziamento di una Autorità portuale che non riusciamo a spendere in quanto non sappiamo dove mettere le sabbie. Dico che di quell'accordo lei si è dimenticata o non so quello che è successo, ma doveva essere inserita tranquillamente anche la città di San Benedetto del Tronto, poteva mettercela benissimo per quei 68.000 metri quadrati, nessuno lo vietava, perché la competenza che la Regione Marche ha sul porto di San Benedetto del Tronto è la stessa che ha sul porto di Numana, di Porto San Giorgio, di Civitanova Marche, di Fano e di Senigallia, altrimenti non potrebbe dare quello che ha dato ed io le porto le delibere del suo Assessorato, che lei ha portato in Giunta con le quali dà dei fondi a San Benedetto del Tronto per la parte regionale. Io chiederò che questo accordo venga riaperto, è lei la responsabile di questo, e in quota parte venga fatto immediatamente il dragaggio nella mia città, non lo spostamento delle sabbie che significa solo rimuovere il problema, senza risolverlo. C’è 1.700.000 euro? Rivediamo questo accordo e mettiamoci dentro i 68.000 metri quadrati della darsena turistica di San Benedetto del Tronto, questa è la richiesta che faccio, non faccio una semplice interrogazione.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Casini.
Anna CASINI. Credo che lei faccia bene a dire che ne sa più dell’Assessore Cesetti che è un semplice avvocato perché ha mostrato in questi anni di avere ampia conoscenza di più materie, certamente di più persone che hanno un titolo di studio diverso dal suo, nel mio caso ho anche un Master in gestione integrata delle fasce costiere, ma sono sicura che lei ne sa più di me perché è una persona che vive in un porto turistico, anch'io ci vivo per quattro mesi l’anno e può essere considerato quasi la mia seconda abitazione.
Detto questo, lei confonde la darsena turistica come parte portuale di competenza regionale e questa cosa lei la può raccontare a chi magari non sa quale sia la differenza tra la darsena e la parte di darsena che è di competenza della Regione.
Per far conoscere la situazione anche ai Consiglieri che stanno ascoltando, la Regione Marche, non ultimo con l’Fsc, perché abbiamo messo delle risorse anche con l’Fsc, ha previsto dei fondi per i porti di competenza regionale, tra cui il porto di San Benedetto del Tronto.
La questione dell’escavo la divido in due parti, la prima è quella relativa ai lavori dell’escavo di San Benedetto del Tronto e se lei vuole, Consigliere, può chiedere agli uffici visto che ne ha competenza, può parlare con il Comandante della Capitaneria che sicuramente conoscerà con il quale io parlo, quindi lei non si preoccupi, le barche che non si sono incagliate fino ad oggi non si incaglieranno nel prosieguo perché noi stiamo lavorando per questa cosa, io ci sto lavorando, stiamo facendo delle cose che lei non sa perché sono ancora sotto segreto istruttorio, quando le saprà potrà commentare utilizzando tutte le sue competenze, ivi incluse quelle di verifica delle sabbie A o B, quindi saprà benissimo cosa decide il decreto, cosa decide l’Ispra e chi ha inserito alcune verifiche che non sono soltanto chimiche, ma anche biologiche.
Detto questo, non si preoccupi perché il porto in questo momento è tranquillo, c’è una procedura per l'approvazione del dragaggio, che verrà effettuato nei tempi che i tecnici e qui, faccio un passo indietro perché ci sono dei tecnici dell'Autorità portuale di sistema, competente anche per l’imbocco del porto a fare i dragaggi, ci sono le risorse che sono state trovate, se si dovranno fare dei lavori, come si sono fatti per lo spostamento delle sabbie, si faranno con altre risorse che non sono quelle che servono per il dragaggio.
Non confondiamo la darsena turistica con la perimetrazione regionale che è molto più stretta, non confondiamo i soldi del dragaggio, che sono per manutenzioni straordinarie, con i soldi che sono stati utilizzati o eventualmente si utilizzeranno se serviranno per la movimentazione delle sabbie all’interno del porto, sono due cose completamente diverse, due capitoli di spesa e competenze diverse.
Non è che non ho voluto sottoscrivere quella convenzione, io ho seguito i tecnici che avevano evidenziato le varie perimetrazioni e non solo le competenze, mi hanno sottoposto, mai farò un abuso di ufficio da questo punto di vista, lo ripeto in quest’Aula sempre, proprio perché ho contezza di quello che significa avendo lavorato per 25 anni in un ente pubblico e conoscendo benissimo il crinale che separa la differenza tra le competenze politiche di indirizzo e le competenze tecniche, mai dirò ad un dirigente quello che deve scrivere, ma dirò che voglio raggiungere un obiettivo ed indicherò le possibili norme per raggiungerlo. Le ingerenze non le faccio. Gli uffici sono stati bravi nel rispondere? Certo che sono bravi, non solo nel rispondere alle interrogazioni, ma mi permetto di dire, e parlo anche dell’Autorità portuale, che sono bravi anche a progettare le azioni che devono essere fatte nel rispetto e nella tutela delle norme.
In merito al porto di San Benedetto del Tronto l’autorità, quindi la Capitaneria, non mi ha detto che ci sono emergenze, non mi pare che ci siano, noto invece che c’è una pletora di personaggi, tra l’altro alcuni che non conosco, che esce sui giornali allarmando, secondo me, come per il Corona Virus e non mi pare istituzionale.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Urbinati.
Fabio URBINATI. Assessore, lei ha torto in questa storia, ma di brutto ed io glielo dimostrerò con i documenti in mano. Avete dato i soldi al porto di San Benedetto del Tronto, parlo solo della parte turistica, ma siccome nella vasca di colmata ci scaricate anche la sabbia del porto di Ancona, la stessa poteva essere utilizzata per San Benedetto del Tronto sia per la parte turistica che per la parte che riguarda l'Autorità portuale e su questo non ho il minimo dubbio.
(interrompe l'Assessore Casini)
Fabio URBINATI. Mi risponderà successivamente. Lei è un Assessore, io sono un Consigliere, mi dia almeno questa facoltà, l'ultima parola tocca a me qui, fuori vediamo.
Metto la questione in un altro modo e le voglio leggere, se le è sfuggito, il decreto del Dirigente del Servizio tutela, gestione e assetto del territorio, che mi sembra sia il suo Assessorato, questo atto ha praticamente finanziato i porti regionali, tra cui il porto di San Benedetto del Tronto. Io sono un umile fruitore del questo porto, ho una barchetta del valore di 4/5 mila euro e quando esco, esco dallo stesso canale, dalla stessa imboccatura dove escono i pescherecci, quelli che hanno l'ormeggio sulla parte dell'Autorità portuale, per cui l’imboccatura serve la darsena turistica, il porto turistico, chiamiamolo come vogliamo, e serve anche il porto peschereccio.
Al primo punto degli interventi che si possono realizzare con i finanziamenti regionali, ripeto, per il porto di San Benedetto del Tronto, c'è la bonifica e il dragaggio dei fondali interni e delle imboccature con il riutilizzo del materiale, ma di cosa parliamo?
(interrompe l'Assessore Casini)
Fabio URBINATI. Assessore, lei non sa di che parla! Gliela porto?
(interrompe l'Assessore Casini)
PRESIDENTE. Chiudiamo così?
Fabio URBINATI. No Presidente. Se lei dà la parola per replicare all'Assessore, a cui non spetta, la dà anche a me! Lei l'Assessore non l'ha interrotta e non interrompe neanche me.
PRESIDENTE. Sto interrompendo il dialogo, non sto interrompendo il Consigliere.
Fabio URBINATI. Allora dica all'Assessore di non intervenire e non si rivolga a me che sto esponendo e che faccio fatica a parlare.
Questa determina, gliela spiego meglio, destina i fondi ai porti regionali e nell’elenco c’è San Benedetto del Tronto e dice che si può fare il dragaggio dei fondali, ma a chi prende in giro Assessore?
Lei si è dimenticata, lei non è umile, lei deve chiedere quando fa una cosa, se lei avesse chiesto, non a me, sono l’ultima ruota del carro, ma a qualcuno che ci capisce perché nell'accordo c'era anche San Benedetto del Tronto che ha fatto la sua parte, ha dato le sabbie Senigallia e, ripeto, siccome il porto non si può dragare a queste condizioni almeno che non possiamo si possa utilizzare la vasca di colmata che, ripeto, non è piena.
Su questa vicenda non andrò in fondo, di più, perché la responsabilità del mancato dragaggio del porto di San Benedetto del Tronto è sua. Lei dice che nessuna barca si è incagliata, vedo che è molto informata, quindi le mando un filmato di un'imbarcazione, che conosco molto bene, che si è incagliata due domeniche fa. Non sa neanche quello che accade perché lei ha dichiarato che non si è incagliato più nessuno, le mando l’immagine di un peschereccio che si è incagliato due settimane fa.
Su questa cosa riproporrò una mozione e scriverò anche all’Autorità portuale perché credo, anche per compensare quello che la mia città ha dato, una parte dello spazio di quella vasca di colmata spetti al porto di San Benedetto del Tronto e su questo non ci sono dubbi.
Interrogazione n. 952
ad iniziativa del Consigliere Bisonni
“Raddoppio della strada di collegamento Tolentino-San Severino Marche”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 952 del Consigliere Bisonni.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Casini.
Anna CASINI. Grazie Presidente. L'opera in oggetto ad oggi è finanziata in parte con i fondi concessi all'interno dell'aggiornamento del Contratto di programma Mit Anas 2016-2020 per 88 milioni di euro e in parte con i fondi FSC 2014-2020 per 10 milioni di euro messi a disposizione della Regione Marche con Delibera Cipe n. 98/2017.
Per quanto riguarda la somma stanziata nel Contratto di programma Mit Anas 2016-2020, come comunicato da Quadrilatero Spa con nota del 2 marzo 2020, non si prevede alcun ulteriore aggiornamento dopo quello del 2019, approvato con la Delibera Cipe del 24 luglio 2019, n. 36, per il quale si è in attesa dell'emanazione del previsto DPCM che renderà utilizzabili le somme stanziate.
Le modifiche di tracciato, come nel caso di specie, non necessitano di particolari approvazioni nell'ambito del contratto di programma Mit-Anas, essendo trattate nelle procedure approvative proprie delle differenti fasi progettuali.
È invece fondamentale che il costo complessivo dell'intervento sia contenuto nell'importo finanziato con l'aggiornamento del contratto di programma 2016-2020 Mit-Anas di 88 milioni di euro più 10 milioni di euro, dei quali ho parlato prima.
Per quanto riguarda il finanziamento regionale con fondi Fsc 2014-2020, si evidenzia che la convenzione tra Ministero delle infrastrutture e trasporti - Direzione generale per le strade e le autostrade e per la vigilanza e la sicurezza nelle infrastrutture stradali e la Regione Marche è stata sottoscritta in data 3 giugno 2019 e approvata con decreto ministeriale n. 353 del 3 giugno 2019, registrato alla Corte dei Conti il 18 giugno 2019.
Premesso quanto sopra, considerato che la scheda intervento presentata al Mit individua il tracciato in dettaglio, una sua eventuale modifica comporterebbe la riprogrammazione con il Mit dell'intervento, prevedendo le seguenti attività:
- modifica della scheda ed invio: alla Direzione Generale per lo sviluppo del territorio, programmazione e progetti internazionali - Div 3 del Mit per la sua approvazione, o al Direttore Generale del Dipartimento per le infrastrutture, sistemi informativi e statistici, Direzione generale per strade e le autostrade e per la vigilanza e la sicurezza nelle infrastrutture stradali per una sua ulteriore approvazione;
- approvazione della modifica da parte del Comitato di sorveglianza del piano operativo;
- approvazione della modifica da parte della cabina di regia;
- approvazione e stipula della nuova convenzione;
- invio della nuova convenzione alla Corte dei Conti per il competente nulla osta.
Rimane comunque inderogabile il termine del 31 dicembre 2021 per l'assunzione dell'obbligazione giuridicamente vincolante, per l’aggiudicazione dei lavori in questo caso, pena la revoca del finanziamento.
Risposta al quesito 2. L'amministrazione regionale sta valutando insieme ai sottoscrittori del Protocollo di Intesa approvato con delibera di Giunta regionale n. 136 del 4 luglio 2017 e sottoscritto in data 7 luglio 2017 il tracciato alternativo proposto dal Senatore del Movimento 5 Stelle, trasmesso con nota prot. 24647 del 8 gennaio 2020 e successivamente con nota prot. 80837 del 21 gennaio 2020.
In data 24 febbraio 2020 si è tenuto un incontro tra l'amministrazione regionale, i tecnici regionali ed i rappresentati dei Comuni di Tolentino, San Severino Marche e Provincia di Macerata, al fine di valutare la proposta progettuale, che prevede un importo lavori di circa 60 milioni di euro.
L'incontro si è concluso rimandando ad approfondimenti da effettuare sia con la Soprintendenza archeologica perché c’era la possibilità di interferenza con delle zone archeologiche, delle Belle Arti e Paesaggio delle Marche che con la società Quadrilatero Spa, che dovrà effettuare una stima sommaria dei costi per la realizzazione del tracciato alternativo proposto.
Risposta al quesito 3. Per destinare le risorse regionali ad altre opere infrastrutturali sarà necessario riprogrammare i fondi con le competenti strutture del Mit, con le attività descritte al punto 1.
Con le Amministrazioni sottoscrittrici del suddetto protocollo di intesa sono avvenuti due incontri, il primo in data 9 gennaio 2020, il secondo in data 24 febbraio 2020, durante i quali è stata presa in considerazione l'alternativa progettuale alla quale lei si riferisce, rimandando agli approfondimenti di cui ho parlato al punto 2. Sicuramente il costo è inferiore da quello che risulta da una prima sommaria stima, vanno fatti gli approfondimenti per verificare se ci sono altre problematiche e se i lavori sono in realtà più alti e rientrano nel budget assegnato.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Bisonni.
Sandro BISONNI. Grazie Assessore. La ringrazio per la risposta esaustiva e molto chiara.
Sul raddoppio della Tolentino-San Severino Marche a luglio 2019 denunciai che il tracciato proposto, chiamiamolo così, dal Consigliere Zura Puntaroni, che si è interessato, e dal suo progettista presentava una serie di criticità perché prevedeva un tunnel sotto una collina interessata da una grande frana, anche piena d'acqua, è la collina delle Terme di Santa Lucia in cui non si dovrebbe passare, tanto più che sopra c'è il quartiere “Buozzi”. Addirittura questo tunnel dovrebbe passare sotto le abitazioni, a pochi metri dalle loro fondazioni.
Denunciai subito che sarebbe stato uno spreco di soldi, allora si parlava di 50 milioni di euro, e che non sarebbero stati sufficienti. Mai profezia fu più vera perché siamo già arrivati alla cifra di 98 milioni di euro e non basteranno perché, è notizia di questi giorni, ho fatto anche un comunicato stampa in merito, occorrono ulteriori 20 milioni.
Qual è il problema? E' che qui, mi dispiace che non sia presente in Aula, il Consigliere Zura Puntaroni mente sapendo di mentire, perché fa le assemblee pubbliche a San Severino Marche dicendo che quel tracciato è immodificabile pena la perdita del finanziamento e siccome già sapevo che questa era una bugia, una menzogna, ho fatto questa interrogazione e lei mi ha confermato che non solo il tracciato è modificabile e che non ci sono particolari problemi. E' chiaro, bisogna fare delle carte, dei documenti, c’è una procedura, ma la modifica del tracciato è fattibile non essendo stato finanziato il tracciato, come dice in maniera menzoniera il Consigliere Zura Puntaroni, è stata finanziata l'opera, quindi se ne può fare un altro.
Lei ha detto anche un’altra cosa gravissima, che mi dà ragione, ossia che non sono previsti ulteriori finanziamenti, quindi altri soldi non ci sono e se si insiste nel voler portare avanti questo benedetto tracciato impattante, poco funzionale, che crea tantissimi problemi da tutti i punti di vista, si rischierà, questo si, di bloccare l'opera, perché non ci sono altre risorse previste, lo ha appena letto lei.
Su quello che sostengo dal luglio 2019, ho subìto anche delle critiche, ma finalmente, il tempo è galantuomo - mi sono arrivate delle conferme positive anche da parte dei cittadini che si sono resi conto dell'assurdità di questo tracciato - mi viene data ragione sul fatto che è un'assurdità fare quel tracciato quando ne esiste un altro, anzi ne esistono quattro/cinque per la verità, ma va benissimo quello che ha individuato il Senatore del Movimento 5 Stelle, che costa circa 60 milioni di euro in meno, non presenta particolari impatti ambientali e ci consentirà non solo di realizzare l'opera che a me interessa, perché sono pienamente consapevole dell'importanza di quella struttura, ma la Regione con i 10 milioni di euro risparmiati potrà fare altrettante opere, parimenti importanti, che il territorio aspetta, ne cito alcune: il ponte dell'Addolorata di Tolentino, il ponte dell’Intagliata a San Severino Marche e altre.
Concludo ribadendo che sono soddisfatto perché finalmente è stata fatta chiarezza su un punto importante: si è stabilito che non ci sono altri soldi, che il tracciato si può cambiare e che ci sono alternative meno impattanti e più economiche, parimenti funzionali, quindi migliori. Sono soddisfatto perché è stata riportata un po’ di verità
Proposta di legge n. 334
ad iniziativa dei Consiglieri Giacinti, Maggi
“Modifiche alla legge regionale 28 luglio 2008, n. 23 (Garante regionale dei diritti della persona)”
Nuova titolazione: “Adeguamento della normativa regionale alla legislazione di principio ed ulteriori modificazioni delle disposizioni legislative regionali”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 334 dei Consiglieri Giacinti, Maggi.
Dovremo sospendere per consentire ai Consiglieri di presentare gli emendamenti, io invece direi di partire con la discussione generale e di dare da questo momento i fatidici 20 minuti per presentarli. Siete d'accordo? Il termine per la presentazione degli emendamenti scade alle 16,25.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Giacinti.
Francesco GIACINTI. Grazie Presidente. In premessa devo fare un ringraziamento alle strutture, sono stati più uffici a confezionare questo atto, in particolare della I Commissione, che è stata presa letteralmente d'assalto da atti che, spiegherò poi le motivazioni, si sono sovrapposti fino ad arrivare all'atto definitivo che ora vi è stato consegnato.
Un ringraziamento particolare al personale della I Commissione che ha lavorato al perfezionamento di questa proposta di legge che inizialmente riguardava la figura del Garante dei diritti, una proposta di legge della Giunta che recepiva gli indirizzi emersi nell'Assemblea plenaria dei Presidenti delle Assemblee legislative in ordine ai compiti, alle finalità e al ruolo del Garante dei diritti dei minori, dei carcerati.
Trattando l'atto in Commissione abbiamo chiamato due volte il Garante ed abbiamo ascoltato il suo parere. Nel contempo è stata presentata un'altra proposta di legge a firma del Consigliere Rapa riguardante l'istituzione dell'ufficio del Garante delle vittime di reato. In Commissione abbiamo ravvisato una contiguità tra le due proposte di legge e dopo aver sentito il parere del Consigliere Rapa siamo addivenuti alla conclusione di inserire nella proposta di legge sul Garante anche quegli articoli che connotavano la proposta di legge del Consigliere Rapa riguardante l'Ufficio del Garante delle vittime del reato. Abbiamo fatto una sintesi di questi due atti, non snaturando ovviamente la finalità di entrambe le proposte prese singolarmente.
Nel frattempo, per necessità, si sono aggiunti, con una portata importante per il bilancio, per i riflessi sull'intera comunità regionale, degli emendamenti a firma dell'Assessore Cesetti, dell'Assessorato al bilancio, riguardanti un aspetto fondamentale del bilancio stesso.
Quest'anno nella legge di bilancio è stato possibile, grazie ad emendamenti approvati in quella sede, iscrivere nei bilanci delle Regioni l'avanzo accantonato e vincolato, parliamo di somme che superano i 640 milioni di euro, a tanto ammonta l'avanzo vincolato accantonato al termine del 31 dicembre 2018, al netto di altri fondi che la legge prevede, in ossequio al disposto dell'articolo 42 del D.Lgs. 118/2011, che rendeva possibile iscrivere nella missione 20 appositi accantonamenti che nel bilancio gestionale sono destinati agli accantonamenti finanziari ed alle entrate di competenza dell'esercizio. Gli utilizzi degli accantonamenti finanziati dall'avanzo sono disposti con delibere della Giunta, allegato prospetto di cui al comma 468.
In questa maniera, con questo emendamento, iscriviamo nella missione 20 del bilancio regionale, come prevede la legge, la somma di 641 milioni, poi la vedremo meglio perché nel frattempo si è modificato anche questo importo e spiegherò anche il perché, e questa ingente risorsa consentirà all'attività gestoria di poter disporre nelle maniere previste dal decreto 118 dell'avanzo vincolato e accantonato.
Ho indicato la somma di 641.703.115 euro, ma nel frattempo si è ridotta di circa 25 milioni, perché il bilancio, come ben sapete, è un'entità in continuo divenire, passatemi l'espressione, è ‘universitas rerum’ per usare una locuzione latina, che giorno per giorno in virtù delle attività, ma soprattutto delle decisioni assunte dalla Giunta, può cambiare, ecco che tra le more della presentazione del primo emendamento relativo all'iscrizione dei 641 milioni ed oggi la somma si è ridotta di circa 25 milioni per un'attività che in questi giorni si è aggiunta, per cui la somma di 641 milioni di euro è diventata, semplifico e tralascio le centinaia di migliaia, 616 milioni di euro ed è per questo che ci sono stati due emendamenti, il primo di 641 milioni di euro, l'altro di rettifica di 25 milioni di euro.
Tutto questo, che sembra semplice così com'è stato illustrato, coinvolge e trascina un sacco di modificazioni, le varie tabelle che compongono il bilancio, a partire dalla tabella A, ed hanno subìto modificazioni in ordine a questi due interventi la tabella B, la tabella C ed anche la tabella E per cui tutte le tabelle che trovate nell'atto sono diretta emanazione dell'accoglimento di questi due emendamenti con tutte le questioni ad esse collegate.
Nel contempo abbiamo anche colto l'occasione per porre rimedio a qualche svista in fase di approvazione del bilancio 2020/2022, in particolar modo quella riguardante gli interventi allocati nella tabella C. In molti casi abbiamo sistemato alcune descrizioni, in altri i relativi capitoli che per errore non erano stati indicati correttamente, qualche svista e qualche dimenticanza dell'epoca hanno trovato accoglimento negli emendamenti che oggi discutiamo.
Un altro emendamento importante che compone questo atto riguarda un intervento spalmato su più esercizi, che ha a che fare con i flussi turistici legati all'aeroporto delle Marche. In breve, con questa disposizione si assegnano aiuti a compagnie aeree per l'avviamento di nuove rotte di collegamento con l'aeroporto di Ancona, infatti, nell'ambito degli interventi previsti concernenti il piano straordinario per lo sviluppo, la promozione e la valorizzazione delle Marche in questa legislatura, la Regione intende attivare misure per promuovere il territorio regionale nei mercati di riferimento. Più volte in quest'Aula l'attenzione si è appuntata su queste vicende, quelle ben note legate alle sorti di Aerdorica e conseguentemente dell'aeroporto, ecco, quindi, che questo emendamento alloca nel bilancio 13,5 milioni di risorse spalmate nel triennio, rispettivamente: 1,5 milioni nel 2020, 6 milioni nel 2021, 6 milioni nel 2022, finalizzati a una politica più forte nei confronti delle attività turistiche e non solo, con la finalità di riportare l'attenzione e sotto i riflettori il nostro aeroporto regionale, che per diverse vicende, non ultime quelle giudiziarie, ha avuto la ribalta delle cronache regionali.
In ultima analisi troviamo ulteriori emendamenti arrivati questa mattina che servono a porre rimedio ad alcune questioni legate alla grande mole di lavoro che ha rappresentato l'approvazione del bilancio 2020/2022, correzioni di inesattezze, ripeto, sia nella tabella C che in altre. Non ultima una disposizione normativa, a firma di tutti i capigruppo regionali, relativa al trattamento previdenziale.
Questo è il corpo della proposta di legge che parte dall'atto relativo al Garante. Abbiamo fatto tutto questo lavoro perché la legge sul Garante era in calendario e doveva essere approvata, ecco l'urgenza di mettervi mano, in particolare con l'iscrizione dell'avanzo e a cascata di tutte le conseguenze che interessano il bilancio.
Il Presidente Ceriscioli nelle comunicazioni ad inizio seduta, faccio una piccola digressione, parlando della situazione epidemiologica legata al Covid-19 ha fatto riferimento anche a stanziamenti di risorse per poter arginare con urgenza e tempestività la situazione che tutti conosciamo. L'iscrizione dell'avanzo nella missione 20 va anche in questa direzione, quindi, da domani avremo più possibilità anche di attingere, dico anche perché ci sono anche altre fonti di finanziamento, all'avanzo vincolato che verrà iscritto se l'atto verrà approvato.
Questo in estrema sintesi. L'atto si compone di molte parti perché va a toccare il bilancio e tutte le tabelle ad esso collegate, oltre alle varie norme che si intersecano.
A questo punto mi sembra che il provvedimento vada visto nella sua interezza che ha come connotazione particolare l'iscrizione dell'avanzo, che diventa l'aspetto più forte come impatto finanziario sull'intero bilancio, però non dimentichiamo anche gli altri aspetti e in primis la modifica e l'approvazione della proposta di legge sulla figura, i compiti, il regolamento, il funzionamento dell’istituto del Garante dei diritti. Siamo partiti da lì assemblando tutto insieme e cercando di fare un atto molto importante.
In chiusura ribadisco e ringrazio tutti coloro che hanno lavorato ad una proposta di questo tenore, molto importante, laboriosa e complicata, e ci fa anche onore in giornate come queste, nei confronti di tutta la comunità regionale, aver svolto senza dubbio il nostro dovere. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Maggi.
Giovanni MAGGI. In premessa consentitemi una piccola digressione, questo Consiglio doveva durare pochissimo, doveva essere approvata questa proposta di legge con una discussione molto scarna ma poi, visto che questo atto ha avuto un iter tribolato e lungo, abbiamo fatto una seduta assembleare più lunga del previsto.
Ho fatto questa premessa perché nella Conferenza dei Presidenti dei gruppi ho chiesto al Presidente Mastrovincenzo in merito al Corona Virus una misura precauzionale, non tanto per creare allarme, ma per il motivo che in Assemblea si parla e ci sono persone che vengono da province in cui il contagio è molto alto. Ringrazio la Conferenza dei capigruppo che ha preso in considerazione la mia richiesta ed ha deciso di ridurre al minimo la durata della seduta, ma poi così non è stato in quanto questa proposta di legge ha avuto un iter molto tribolato ed è arrivata sui nostri banchi appena una decina di minuti fa.
La richiesta l'ho fatta perché ci fosse un'attenzione particolare in questi momenti, sappiamo anche che ci sono persone, non solo tra noi Consiglieri, ma anche tra il personale, con deficienze immunitarie gravi, che sono a rischio. Mi riallaccio a questo per chiedere al Presidente della Giunta, che ha fatto la sua relazione - una richiesta che viene dal Movimento 5 Stelle - di prevedere, oltre alle misure che ha elencato, anche l'assunzione straordinaria di personale medico, infermieri e medici, in deroga al tetto massimo disposto dallo Stato. Mi auguro che questa richiesta possa essere accolta, non voglio creare allarmismi eccessivi, solo per un principio di precauzione, per salvaguardare la nostra salute e quella di coloro che lavorano e collaborano con noi, soprattutto di chi ha le difese immunitarie ridotte per terapie o altro.
Il Presidente Giacinti ha detto che questa proposta legge era nata per la figura del Garante dei diritti, era stata fatta su misura di quello che era risultato dall'Assemblea dei Presidenti delle Regioni.
Noi abbiamo ascoltato il nostro Garante, abbiamo appreso da lui che aveva dato un contributo determinante nell'Assemblea dei Presidenti delle Regioni, quindi, ci accingevamo a discutere e ad approvare questo atto sul Garante, ritenendo la sua funzione estremamente importante
Voglio ricordare, se ce ne fosse bisogno, che il Garante tutela i diritti dei minori, degli immigrati e dei detenuti, sono delle categorie molto fragili, alcune per esempio non votano per cui sono dimenticate dalla politica. Se dobbiamo creare la figura del Garante che sia efficiente per questa funzione, secondo me, importantissima, bisogna dare i mezzi, la possibilità, le norme per farlo lavorare al meglio.
Sulla proposta del Garante si è inserita la proposta di legge del Consigliere Rapa che prevedeva la figura del Garante per le vittime di reato. Abbiamo audito il Garante dei diritti perché abbiamo pensato, il nostro Presidente e tutti noi della Commissione, di conglobare la proposta del Consigliere Rapa nel provvedimento sul Garante, visto che prevedeva di istituire un'ulteriore figura di garanzia. Il Garante non si è mostrato contrario a questo inserimento, che è avvenuto con delle modifiche particolari. Abbiamo fatto una discussione approfondita e, per esempio, nella legge è stato inserito, è stata una mia richiesta, che il Garante non sia sottoposto a procedimento penale. Questa proposta è stata accolta, quindi, la discussione ha sortito un effetto migliorativo.
Nell'atto è inserito un articolo che riguarda tutti noi, il trattamento pensionistico dei Consiglieri, le trattenute che i Consiglieri hanno mensilmente versato dalla propria indennità, si è voluto regolamentare il ritorno di queste somme detratte.
Poi è arrivato anche l'aeroporto, quindi, nella legge nata dal Garante è stato inserito anche l'aeroporto, un finanziamento di 13 milioni in 3 anni per convincere le compagnie aeree a fare scalo nell'aeroporto di Ancona, è un incentivo alle compagnie aeree che hanno mostrato, sono una decina, così ci hanno detto gli uffici che abbiamo audito durante la Commissione, interesse per l'aeroporto di Ancona e che con gli incentivi potrebbero essere disponibili a creare nuove rotte per le Marche, visto che questo aeroporto ormai c'è, anche se in maggioranza è dei privati.
Sono stati previsti degli incentivi per le compagnie aree e ci hanno detto che tutti gli aeroporti italiani, soprattutto quelli più piccoli, come quello delle Marche, hanno questa prassi consolidata. Naturalmente un po’ di perplessità c'è perché parte dei 13 milioni di euro, una cifra superiore ai 3 milioni, viene tolta dal trasporto pubblico locale, che sappiamo in difficoltà, anche se vengono tolti in tre anni 3,5 milioni di euro un po’ di perplessità rimane.
Questa legge è diventata ancora più omnibus quando sono entrate una valanga di esigenze organiche dei territori, soprattutto nei confronti della Chiesa, probabilmente alcuni Consiglieri si sentono peccatori e vogliono ottenere l'indulgenza per poter raggiungere il paradiso.
Le esigenze organiche dei territori sono veramente, voglio essere eccessivo, un atto inqualificabile, sono state inserite in questa legge del Garante, per cui tutte le cose buone e sacrosante che ci sono vengono inficiate da una corsa alla diligenza di fine legislatura e per noi del Movimento 5 Stelle è intollerabile.
Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.
Luca MARCONI. Grazie Presidente. Non intervengo nel merito dell'oggetto, visto che i relatori maggioranza e di minoranza hanno parlato, ma semplicemente per ringraziare il Presidente Ceriscioli perché nel corso del suo intervento, non è stato possibile farlo prima, Presidente Mastrovincenzo, e io non ho insistito, ha fatto cenno alla mozione firmata da me e da altri Consiglieri, che si sono uniti. La notizia è di qualche minuto fa: giovedì il Consiglio dei Ministri deciderà in merito alla data del referendum, se conservare o meno quella prevista.
Nella mozione, che ho chiesto fosse discussa oggi, impegnava il Presidente Ceriscioli a presentare un'istanza al Governo, istanza è già arrivata in quanto il Governo l’ha recepita, sul fatto che non è possibile svolgere il referendum quando in tre regioni d'Italia e in alcune province anche al di fuori di quelle regioni non è possibile neanche riunirsi in più di 10 persone. Non è una condizione normale di vita democratica, credo che possiamo perdere la testa su tutto, ma su questo no, la democrazia dovrebbe essere ancora una cosa seria nel nostro Paese e che il referendum si celebri, da qui a due mesi, due mesi e mezzo, in altra data, con tutte le prerogative e le garanzie di vita democratica.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.
Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Questa proposta di legge contiene una modifica sostanziale che riguarda il Garante, sperando che sia sempre più Garante delle cose che dovrebbe svolgere e verificare con attenzione. Questo è un invito che faccio all'attuale Garante, sperando che il prossimo guardi con più attenzione ai compiti previsti, perché i bambini vanno protetti.
Nel nostro territorio abbiamo migliaia di bambini che purtroppo non sono protetti dagli eventi che quotidianamente la cronaca ci racconta, credo che abbiamo l'esigenza nelle Marche di trovare una figura professionale che difenda questi bambini, che il più delle volte, in molti casi, vengono sottratti ai propri genitori e questo è un aspetto estremamente importante.
Spero che con questa legge, visto che interessa anche le altre Regioni, si percorra una strada diversa, anche rispetto alla situazione attuale per la figura professionale del Garante.
Gli altri aspetti inseriti nella legge li avevamo già decisi in quest'Aula, nell'approvazione del bilancio precedente, quando abbiamo detto che doveva contenere altre cose, però in quel momento c'erano degli aspetti tecnici che non lo consentivano, ora sono previste e viene anche definitivamente superata una cosa illogica, nata per ovvi motivi di copertura finanziaria, e dal momento in cui c’è stata l'occasione di recuperare la situazione è stato fatto.
Anche questa partita può essere definitivamente chiusa con l'approvazione di questa legge, che noi voteremo a favore.
Ci potrebbero essere altre discussioni, che io non mi soffermo a valutare perché questa mattina qualcuno, che probabilmente dorme, si è svegliato un po' troppo presto, per arrivare prima, però fa parte del mestiere, fa parte della situazione, qua non ci sono i fessi e naturalmente qualcuno capisce anche queste situazioni. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Rapa.
Boris RAPA. Grazie Presidente. Sarò brevissimo, solo per esprimere soddisfazione.
Ringrazio il Presidente Giacinti e tutta la Commissione per aver inserito in questa legge anche il Garante delle vittime del reato, che penso sia una figura importante a tutela della nostra comunità.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Scusi, ma trovo un po' ridicolo il fatto che abbiamo dovuto fare una forzatura per presentare questa proposta urgentissima, si pensava di non fare nessun altro atto e invece siamo arrivati alle 16,30 con un provvedimento che ci è stato consegnato mezz'ora fa ed io sfido chi non fa parte della Commissione e non ha presentato emendamenti a sapere cosa c'è in questo pacchetto di misure.
Credo sia una forzatura, per quanto mi riguarda, non votabile anche se di alcuni elementi si è discusso a livello prioritario, l'atto è arrivato mezz'ora fa, il tempo di ascoltare l'intervento del Presidente della Commissione e contemporaneamente di leggerlo un po'. Se guardate non so quante righe ci sono in queste pagine, articoli e voci di bilancio modificate, penso che questa forma d'imperio, l’ho già detto ai capigruppo, sia sbagliata, soprattutto arriva oggi quando si poteva fare tranquillamente la prossima settimana, c'era il tempo di valutarla e di dare un voto, magari a coscienza, positivo, ma in questo caso, con questa modalità, personalmente non ritengo che l'atto sia votabile.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 01. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 02. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 1. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 2. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 3. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 4. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 4 bis. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 4 ter. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 4 quater. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 4 quinquies. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 4 sexies. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 4 septies.
Emendamento 4 septies/1 a firma dei Consiglieri Zaffiri, Cesetti, Giacinti. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 4 septies, così come emendato. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 4 octies. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 5. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 5 bis (dichiarazione d’urgenza), maggioranza assoluta. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva a maggioranza assoluta dei suoi componenti)
PRESIDENTE. Sospendiamo la seduta e la votazione in attesa di emendamenti tecnici.
La seduta è sospesa alle ore 16,45
La seduta riprende alle ore 17,00
Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo
PRESIDENTE. Riprendiamo la seduta e riprendiamo la votazione.
Emendamento di coordinamento tecnico 1 a firma del Consigliere Giacinti, che ha la parola.
Francesco GIACINTI. Per correttezza Presidente, sono errori dovuti alla fretta di mettere insieme l'atto, tutto è spiegabile con questa semplice espressione, nient'altro.
PRESIDENTE. Emendamento di coordinamento tecnico 1. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Emendamento di coordinamento tecnico 2 a firma del Consigliere Giacinti. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Emendamento di coordinamento tecnico 3 a firma del Consigliere Giacinti. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Emendamento di coordinamento tecnico 4 a firma del Consigliere Giacinti. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Proposta di legge n. 334, emendata. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
La seduta è tolta.
La seduta termina alle ore 17,10