Resoconto della seduta n.157 del 13/05/2014
SEDUTA N. 157 DEL 13 MAGGIO 2014

La seduta inizia alle ore 10,20

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Colleghi buona giornata, dichiaro aperta la seduta n. 157 del 13 aprile 2014. Do per letto il processo verbale della seduta n. 156 del 29 aprile 2014, il quale, ove non vi siano obiezioni, si intende approvato ai sensi dell’art. 29 del Regolamento interno.
Comunico che è stata presentata la seguente proposta di legge regionale:
n. 412 in data 18 aprile, ad iniziativa del Consigliere Sciapichetti, concernente: “Formazione civile contro le mafie e promozione della cittadinanza responsabile. Iniziative per il contrasto dei fenomeni di stampo mafioso riconducibili alla criminalità organizzata e al racket dell'usura e dell'estorsione”, assegnata alla I Commissione assembleare in sede referente, alla II Commissione assembleare per il parere di cui all'articolo 69 del Regolamento interno, al Consiglio delle autonomie locali per il parere di cui all'articolo 11, comma 4, della legge regionale n. 4/2007 e trasmessa alla VI Commissione assembleare ai sensi dell'articolo 68, comma 1 bis del Regolamento interno.
E' stata presentata la seguente proposta di atto amministrativo:
n. 77 in data 7 maggio, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Piano degli interventi per il diritto allo studio universitario nella Regione Marche per l'anno accademico 2014/2015 – legge regionale 2 settembre 1996, n. 38, art. 4”, assegnata alla I Commissione assembleare in sede referente, al Consiglio delle autonomie locali ai sensi dell'articolo 11, comma 2, della legge regionale n. 4/2007 e al Consiglio regionale dell'economia e del lavoro ai sensi dell'articolo 4, comma 1, lettera b) della legge regionale n. 15/2008.
Sono state presentate le seguenti mozioni:
n. 674 del Consigliere Solazzi “Appello al Dipartimento Amministrazione Penitenziaria contro la chiusura della Casa mandamentale di Macerata Feltria”;
n. 675 dei Consiglieri Sciapichetti, Perazzoli “Proliferazione dei centri commerciali. Crisi dei piccoli imprenditori commerciali e disagio dei lavoratori del settore. Aperture estive e domenicali”;
n. 676 del Consigliere Pieroni “Alluvione territorio marchigiano del 3 maggio 2014”;
n. 677 del Consigliere Eusebi “Trasferimento Ospedale Salesi”;
n. 678 del Consigliere Cardogna “Contro la chiusura della Casa mandamentale di Macerata Feltria (PU)”;
n. 679 del Consigliere Binci: “Istituzione di una Commissione speciale di indagine e studio sul dissesto idrogeologico ai sensi dell'art. 98 del Regolamento interno”.
Comunico, inoltre che, il Presidente della Giunta ha promulgato, in data 22 aprile, le seguenti leggi regionali:
n. 7 “Norme sulle misure di prevenzione e protezione dai rischi di caduta dall'alto da predisporre negli edifici per l'esecuzione dei lavori di manutenzione sulle coperture in condizioni di sicurezza”;
n. 8 “Modifiche alla legge regionale 3 dicembre 2012, n. 40 “Istituzione del Collegio dei revisori dei conti della Regione Marche”.
Hanno chiesto congedo i Consiglieri Marangoni e Camela.

PRESIDENTE. Prima di dare inizio ai lavori di questa seduta, a nome mio personale e dell'intera Assemblea porgo il saluto alla Scuola secondaria di primo grado "Benedetto Croce" di Santa Maria Nuova, classi II^ A e II^ B che sono in visita.
Come ho detto in altre occasioni, plaudo a quegli istituti ed agli insegnanti che, oltre l'ordinario programma, lavorano per far in modo che i ragazzi possano conoscere e avvicinare le istituzioni.
Questo è estremamente importante, le istituzioni non vanno considerate qualcosa di distante, perché sono i luoghi ove si assumono quotidianamente le decisioni che riguardano tutti, per cui l'impegno degli insegnanti e degli istituti che fanno un percorso di conoscenza delle istituzioni deve trovare il plauso di tutti noi.
Per questo rivolgo ai ragazzi il saluto dell'Assemblea legislativa delle Marche e, naturalmente, ripeto il plauso agli insegnanti che portano avanti queste iniziative.

Sull'ordine del giorno

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Chiedo l'iscrizione della mozione 679 che prima ha annunciato, visto che è inerente ai temi che verranno affrontati questa mattina.

PRESIDENTE. La mozione 679 qual è?

Massimo BINCI. E' quella sull'istituzione di una Commissione speciale di indagine e studio sul dissesto idrogeologico, ai sensi dell'articolo 98. L'ha annunciata nelle comunicazioni.

PRESIDENTE. Quindi, non è la richiesta di creare una Commissione di indagine, è una mozione.

Massimo BINCI. E' una mozione per l'istituzione di una ...

PRESIDENTE. Va bene. Se il Consiglio è d'accordo, dove la inseriamo?

Massimo BINCI. Insieme alle altre sui temi dell'alluvione.

PRESIDENTE. Non c'è discussione sui temi dell'alluvione, quindi, la possiamo mettere al punto 6 ter.

Massimo BINCI. Come?

PRESIDENTE. Abbiamo la prima mozione al punto 6, poi in sede di Conferenza dei Presidenti è stato chiesto di anticipare il punto 8 al 6 bis, quindi, c'è questa richiesta, che io metto ai voti, di iscrivere la mozione n. 679 al punto 6 ter. Va bene?

Massimo BINCI. Si.

PRESIDENTE. Ce n'è un'altra sullo stesso argomento. Questa è diversa, però possiamo discutere insieme la mozione del Consigliere Binci e quella del Consigliere Pieroni. Chiedo all'Aula, se è d'accordo, di iscrivere all'ordine del giorno le mozioni n. 676 e n. 679. Ci sono pareri contrari? Va bene, se non ci sono pareri contrari, iscriviamo al punto 6 ter, sia quella del Consigliere Binci che quella del Consigliere Pieroni.

Comunicazioni della Giunta regionale in merito ai gravi danni causati dagli eventi meteorologici che hanno colpito la regione Marche.

PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente Spacca.

Gian Mario SPACCA. Signor Presidente, signori Consiglieri, ancora una volta siamo purtroppo costretti a prendere atto del fatto che la nostra Regione è stata interessata da eventi meteorologici di gravissima intensità e gravità tali da aver causato lutti e devastazioni, mentre ancora sono in corso le attività connesse con il ripristino delle normali condizioni di vita dopo gli eventi calamitosi che ci avevano toccati nel novembre e dicembre 2013.
Sappiamo bene, sfortunatamente, che gli effetti provocati dal maltempo si prolungheranno: infatti nei terreni che sono carichi d'acqua il rischio frane permane a lungo e solo dopo che i corsi d'acqua si saranno normalizzati, sarà possibile verificare la reale situazione di arginature e ponti.
Anche in questa occasione, ai notevolissimi danni materiali va aggiunta la perdita di vite umane, quindi, mi associo anch'io alle parole del Presidente Solazzi per formulare alle famiglie delle vittime i sentimenti di dolore e di partecipazione della Regione Marche.
Vi è stato già distribuito il rapporto di dettaglio, il "rapporto preliminare di evento" in cui vengono descritte tutte le cose che sono accadute. Questo rapporto, predisposto dal Centro funzionale regionale della Protezione civile, riguarda tutti gli eventi che sono accaduti tra il 2 ed il 4 maggio 2014, quando il territorio della nostra regione è stato interessato da diffuse precipitazioni.
Le piogge hanno determinato un significativo innalzamento dei livelli idrometrici, soprattutto nei bacini minori della regione, con conseguenti fenomeni di esondazione.
Come sapete, i principali effetti si sono avuti a Senigallia, dove I'esondazione del fiume Misa ha allagato parte del territorio comunale, colpendo in particolar modo una zona del centro e le frazioni poste a monte, lungo il corso del fiume stesso.
A Chiaravalle, il torrente Triponzio è esondato, allagando parte del centro abitato. Esondazioni e allagamenti si sono avuti su tutto il territorio regionale.
Fenomeni di dissesto idrogeologico sono stati registrati in gran parte della regione, con numerose frane e smottamenti, che hanno assunto particolare gravità lungo la strada statale 4 Salaria, tra i Comuni di Acquasanta Terme e Arquata del Tronto.
La giornata di domenica 4 maggio ha visto inoltre un rinforzo della ventilazione dai quadranti nord-orientali che ha determinato un'intensificazione del moto ondoso, con mareggiate lungo tutta la fascia costiera marchigiana.
II maltempo ha colpito un territorio già interessato da eventi meteorici consistenti nei mesi precedenti, portando, tra l'altro, ad un ulteriore aggravamento dei dissesti.
La giornata più critica è stata quella del 3 maggio, soprattutto per Senigallia, dove, a causa dell'esondazione del fiume Misa, si sono registrate tre vittime, una diretta, frutto della stessa esondazione, e due indirette.
L'analisi dei dati pluviometrici ha evidenziato sull'intera regione valori di cumulate areali massimi di 60-70 millimetri in 3-6 ore, con valori massimi puntuali di 140-160 millimetri per l'intera durata dell'evento, questi ultimi sulla valle del fiume Foglia.
Se non avessimo fatto l'intervento che si è registrato sulla diga di Mercatale, con la laminazione della diga, probabilmente, oltre a Senigallia, avremmo avuto anche una causa alluvionale nella città di Pesaro.
Con tali precipitazioni concentrate, la risposta dei bacini, specie i piccoli e i medi, è stata molto rapida, con conseguente formazione di un'onda di piena improvvisa.
Si ritiene che l'eccezionalità dell'evento sia da attribuire non tanto ai quantitativi totali di precipitazione, quanto alla concentrazione degli stessi in poche ore ed alla estensione areale delle piogge.
In particolare, sul fiume Misa, in 6 ore, si sono riversati 13 milioni di metri cubi di acqua, causando un eccezionale innalzamento sino a 6,2 metri del suo livello che ha causato notevoli innalzamenti, diffusi sormonti e conseguente erosione degli argini.
Inoltre, lo stato di completa saturazione dei suoli per le precipitazioni pregresse, nonché la natura argillosa dei terreni hanno influito in maniera determinante sulla piena improvvisa - in linguaggio tecnico flash flood - a partire dalle prime ore del 3 maggio, con picco registrato alle ore 8,00.
Un capitolo importante e delicato è quello che riguarda l'attività di previsione e di allerta.
Il centro funzionale regionale, come previsto dalla direttiva del Presidente del Consiglio del 27 febbraio 2004, sul sistema di allertamento nazionale per il rischio idraulico ed idrogeologico, aveva emesso, per il periodo interessato, due avvisi meteo regionali, recepiti anche nei successivi avvisi emanati dal Dipartimento della Protezione civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri: il primo emanato fin dal 30 aprile con validità dalle ore 12.00 del giorno 2 maggio sino alle ore 12.00 del 3 maggio in cui si segnalava la possibilità di precipitazioni areali di 30 millimetri con picchi sino a 50 millimetri.
Il secondo, emanato il 2 maggio con validità fino alle ore 24.00 del 4 maggio.
Veniva emesso inoltre avviso di criticità idrogeologica con validità dalla mezzanotte del giorno 3 maggio sino alle 24.00 del giorno 4 maggio, con criticità moderata, codice di colore arancione, sia per rischio idrogeologico che per rischio idraulico.
Per opportunità di informazione, si sottolinea che la criticità moderata o arancione, è la terza sui quattro livelli di criticità previsti dal sistema di allertamento nazionale e che corrisponde a scenari prevedibili di significativi innalzamenti dei livelli idrometrici dei corsi d'acqua, con fenomeni di inondazioni e diffusi danni a edifici, reti infrastrutturali ed attività antropiche, nonché a franosità diffusa sul territorio, con possibile perdita di vite umane.
Gli organi di informazione hanno ampiamente riportato le notizie relative agli allertamenti nel momento in cui sono stati emessi, ed anche di questo ne avete una copia nella cartella che vi è stata distribuita.
Per quanto riguarda le attività nella fase emergenziale, occorre precisare che quando si parla di "Protezione civile" non si pensa ad un amministratore, anzi tutti pensiamo ad una "amministrazione", ma in realtà non siamo in presenza di una amministrazione, come ad esempio sono le forze di polizia, questa espressione di Protezione civile indica un sistema nel quale ogni soggetto istituzionale (Comuni, Province, Prefetture, Regioni e Stato) svolge in piena autonomia le attività di competenza, con collegamenti funzionali, ma non gerarchici.
Il soccorso sanitario è affidato al 118, mentre quello tecnico urgente ai Vigili del fuoco (115) che, nelle situazioni di emergenza, hanno la possibilità, attraverso il loro Centro operativo nazionale, di impiegare risorse provenienti da altri territori.
Il coordinamento operativo è affidato alle sale operative integrate provinciali, dirette da Prefettura e Provincia.
In particolare il Dipartimento per le politiche integrate di sicurezza e per la Protezione civile ha provveduto a raddoppiare il personale turnista che opera nella sala operativa unificata permanente ed a integrarlo con la presenza dei Vigili del fuoco.
Successivamente anche il Prefetto di Ancona, il responsabile del 118, il responsabile regionale della Croce Rossa Italiana e quello dell'Anpass hanno raggiunto la Soup regionale.
Sono state allertate le sale operative integrate delle Province maggiormente coinvolte dall'evento, è stato mobilitato il volontariato di Protezione civile ed assicurata la disponibilità di materiali e mezzi assistenziali, ove necessario.
Sono stati, come di consueto, mantenuti continui contatti con il Dipartimento della Protezione civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
La SOI, ovvero la sala operativa della Provincia di Ancona, ubicata presso il Comando provinciale dei Vigili del fuoco di Ancona, si è attivata già dalle prime ore del giorno 3 per seguire e coordinare operativamente gli interventi.
Con riferimento poi a quanto accaduto a Senigallia, si riporta il contenuto, anche questo vi è stato allegato, di una nota diramata dal Sindaco ed ampiamente diffusa nei giorni scorsi dagli organi di informazione.
"Alle 7 - dice il Sindaco di Senigallia - la Protezione civile di Senigallia ha ricevuto la prima telefonata dalla sala operativa regionale che annunciava un primo ingrossamento del fiume Nevola. Abbiamo subito attivato il Centro operativo comunale e alle 7,15 abbiamo dato il preallarme con sms nelle zone classificate R4 al massimo rischio di esondazione con la contestuale mobilitazione dei volontari. Alle 8,19 - continua il Sindaco di Senigallia - abbiamo diramato un nuovo preallarme con livello dì fiume alto nelle zone di Cannella e Bettolelle, procedendo all'evacuazione delle abitazioni e negozi. In questo momento il livello del fiume in città era ancora molto basso.
Alle ore 8,30 il livello del fiume Misa era nella norma come attestato dalle telecamere della polizia municipale.
Alle 8,30 la strada arceviese era ancora libera e percorribile; alle 8,35 abbiamo proceduto con megafono a comunicare alle popolazioni di Cannella e Bettolelle l'inizio dell'evacuazione e abbiamo aperto le scuole di Cannella e Vallone che, secondo il piano di emergenza, sono deputate ad accogliere gli sfollati.
Il fiume Misa si è ingrossato con una velocità impressionante e intorno alle 9,30 circa ha scavalcato l'argine all'altezza dell'area artigianale di Borgo Bicchia e si è indirizzato verso la città travolgendo Borgo Bicchia, Borgo Mulino, via Capanna, la zona dell'ex piano regolatore, la zona di Via Rovereto, il lungomare nelle zone adiacenti la Rotonda e Ponte Rosso, oltre a Via della Chiusa e zona Cannella e investendo anche il distaccamento dei Vigili del fuoco. La situazione è precipitata in poco tempo.
Nelle vie interne di Borgo Bicchia - prosegue il Sindaco - l'altezza dell'acqua ha toccato quota 2 metri e mezzo circa.
Nella zona dell'ex piano regolatore la violenza del fiume e la velocità con la quale ha invaso le vie ha di fatto lasciato pochissimo tempo alla Protezione civile comunale per dare comunicazione agli altri residenti.
Il fosso Sant'Angelo che non era esondato per la pioggia ricevuta è andato sotto pressione (nell'ultimo tratto tra Via Mercantini e Ponte Rosso) a causa dell'enorme quantità d'acqua arrivata dall'onda anomala del fiume Misa.
L'acqua con un percorso anomalo ha investito la zona del campus scolastico quando le lezioni erano già iniziate e solo la disposizione data tempestivamente dal Comune di Senigallia di non far uscire gli alunni rimasti negli edifici e di mettersi in sicurezza ai piani alti ha evitato guai peggiori.
Immediatamente dopo la fuoriuscita del fiume Misa - dice ancora il Sindaco - si sono interrotte tutte le possibilità di comunicazione, visto che è saltata l'energia elettrica, le linee di telefonia fissa e la maggior parte di quelle di telefonia mobile. Un blocco di circa 34 ore che se è stato bypassato relativamente si deve soltanto ai mezzi ed agli strumenti messi in campo dalla Protezione civile.
Un black out che ha reso inevitabilmente più gravoso il coordinamento delle informazioni necessarie per la gestione dell'emergenza.
Le prime operazioni di soccorso sono state rivolte a salvare le vite umane in pericolo e a mettere in salvo gli studenti rimasti negli istituti scolastici".
Nonostante la sede dei Vigili del fuoco e quella della Polizia di Stato fossero direttamente colpite dall'evento alluvionale, le attività di soccorso sono riuscite comunque a raccordarsi perché fortunatamente i sistemi radio del Comune, dei Vigili del fuoco, del 118, delle Forze di Polizia, della Croce Rossa e, soprattutto della Regione (che serve anche il volontariato di Protezione civile), come dicevo, hanno funzionato perfettamente.
Lo scenario in cui questa vicenda è avvenuto deve essere oggetto di particolare attenzione.
E' bene ricordare infatti che la situazione sul territorio regionale è stata oggettivamente complessa: si sono registrate in svariate località momenti di crisi che hanno fatto annoverare, ancora una volta, esondazioni, compromissione di ponti e passerelle, evacuazioni di nuclei familiari, frane e smottamenti.
Di particolare gravità quella verificatasi sulla strada statale Salaria nel territorio del Comune di Arquata del Tronto, come risulta dal primo rapporto inviato dall'Arma dei Carabinieri, prontamente intervenuta.
Non sono mancati problemi per la distribuzione idrica, causati anche dal danneggiamento di impianti di prelievo o di distribuzione di acqua potabile.
Fin dalla diramazione del primo avviso di condizioni meteo avverse sono state adottate le disposizioni organizzative necessarie per assicurare la risposta operativa da parte dell'intero sistema regionale della Protezione civile.
Particolare supporto è stato fornito al Comune di Senigallia: fin dal primo manifestarsi della gravità della situazione si è recato sul posto personale regionale e successivamente il Prefetto, il Direttore regionale del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco ed il Direttore del nostro Dipartimento regionale, con funzionari tecnici che hanno collaborato con l'amministrazione comunale in tutte le attività necessarie per la gestione della situazione emergenziale, coordinati dal Sindaco, in qualità di autorità comunale di Protezione civile.
Anche l'Assessore regionale Giorgi ed io abbiamo raggiunto Senigallia presso la sede delle Saline dove era stato realizzato il primo punto di coordinamento, successivamente spostatosi in forma permanente a causa delle difficoltà di comunicazione nella sede comunale di Viale Leopardi.
Il "modello marchigiano" che vede l'integrazione fra Prefetture e Province, soprattutto nelle SOI, si è rivelato fondamentale per assicurare il raccordo istituzionale/operativo indispensabile per la gestione delle diverse situazioni emergenziali.
Vigili del fuoco, Polizia di Stato, Carabinieri, Polizia stradale, Guardia di finanza, Corpo forestale dello Stato, hanno operato con turni continuativi e, per quanto riguarda il Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, potendo contare anche su squadre e mezzi fatti pervenire da altre regioni.
Sempre pronta è stata la risposta del volontariato di Protezione civile: i Sindaci hanno disposto l'impiego dei gruppi comunali di Protezione civile nei rispettivi Comuni di appartenenza e, man mano che si attenuavano le esigenze locali, anche in soccorso di altre comunità.
Nella sola città di Senigallia hanno operato, nei giorni di sabato e domenica, oltre 600 volontari della Croce Rossa Italiana, dell'Anpass, del Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico e delle organizzazioni di volontariato di Protezione civile della Regione Marche, supportati anche da gruppi venuti dall'Emilia Romagna, dall'Umbria, dal Veneto e dal Lazio.
La collaborazione della popolazione è stata eccezionale e soprattutto è stata efficacissima l'idea di raccordare le attività di soccorso svolte dai Vigili del fuoco e dal volontariato di Protezione civile con quelle di assistenza alle persone ottimamente organizzate e gestite della Caritas. Tutto ciò ha consentito di lavorare su due binari paralleli e complementari, con un clima di grande vicinanza nei confronti della popolazione.
Come sempre l'impegno e la generosità di professionisti e volontari, uniti alla capacità delle componenti del sistema di Protezione civile sono stati fondamentali per assicurare una buona risposta operativa in pochissimi giorni.
Come già detto, oltre alle problematiche riguardanti le abitazioni, le fabbriche e le campagne invase da acqua e fango e quelle derivanti dalla necessità di evacuare numerosissimi nuclei familiari le cui abitazioni sono o allagate o minacciate da frane e smottamenti, hanno riguardato il sistema viario e dei trasporti, le interruzioni nell'erogazione di energia elettrica ed acqua potabile, la necessità di garantire i servizi essenziali, l'assistenza alla popolazione e, in moltissime zone, l'impossibilità di operare da parte delle imprese.
Naturalmente è stata avviata in tutta la Regione la rilevazione dei danni: il termine per l'invio delle schede è fissato per il 15 maggio, quindi, solo dopo tale data si potrà disporre di dati puntuali, ma fin da ora si può essere certi che saranno ingenti.
Alcuni dei principali corsi d'acqua della Regione, i torrenti ed i fossi che compongono il reticolo idrografico, hanno subìto innalzamenti dei livelli e sono esondati in più punti.
I fatti più significativi, come si diceva, si sono verificati sul Misa, sul Triponzio, sul Foglia e sul Fiumicello, affluente del Musone.
L'eccezionale piena del fiume Misa ha determinato il sormonto degli argini, la loro erosione ed in alcuni punti anche lo sfondamento, con dinamiche che sono ancora in fase di accertamento e che verranno chiarite dagli approfondimenti idrologici e dopo i rilievi effettuati dall'Autorità di bacino regionale, dalla Provincia di Ancona e dallo stesso Comune di Senigallia.
Le interruzioni stradali causate da allagamenti e frane hanno indotto notevoli disagi anche per il normale svolgimento delle consuete attività da parte delle comunità locali.
Sono tuttora chiuse al traffico alcune arterie - si segnala fra tutte la Salaria nei pressi di Trisungo - mentre nella gran parte dei casi grazie al tempestivo intervento degli Enti proprietari delle stesse, in coordinamento con le altre componenti del sistema, è stato possibile assicurare in tempi ragionevolmente brevi la riapertura al traffico, anche se solo a senso unico alternato.
Le ripercussioni più gravi sono registrate a carico delle attività produttive, in quanto in molte situazioni le maggiori difficoltà riguardano il transito di veicoli pesanti.
L'erogazione dell'energia elettrica è stato uno dei problemi più gravi e seri.
Interi quartieri di Senigallia infatti sono rimasti a lungo privi di energia elettrica a causa dell'allagamento di alcune cabine principali, ed anche dopo che le stesse sono state rimesse in uso, grazie all'azione delle squadre dell'Enel, supportate dalle altre componenti del sistema che hanno collaborato allo svuotamento delle stesse dall'acqua, è stato necessario procedere ad interventi puntiformi per assicurare la riattivazione nelle singole unità immobiliari.
Il servizio idrico. Anche in questo settore si sono registrate notevoli difficoltà agli impianti di depurazione e sollevamento, a serbatoi e campi pozzi per uso idropotabile.
A Senigallia la mancanza di energia elettrica ha reso difficoltoso il rifornimento dei serbatoi ed è stato necessario individuare punti di presa di acqua da utilizzarsi per la pulizia dal fango di strade ed abitazioni in maniera da economizzare il più possibile I'utilizzo di quella per uso potabile.
Nella cittadina di Mondolfo l'approvvigionamento di acqua per uso potabile è stato possibile, nella prima fase, solo grazie all'impiego di autobotti.
Assistenza sanitaria. Per quanto attiene al servizio sanitario sostanzialmente non si sono registrate criticità particolari, grazie al coordinamento di tutto il sistema.
Si è rivelato molto utile il servizio di soccorso svolto dall'elicottero del 118 dotato di verricello, che si è affiancato ai due velivoli ad ala rotante dei Vigili del fuoco, per soccorrere le persone non raggiungibili in modo ordinario.
A Senigallia, nel locale ospedale si è verificato l'allagamento del deposito farmaci e fino al 7 pomeriggio l'isolamento delle linee dall'esterno. L'ospedale, che è stato oggetto di un monitoraggio sistematico e che ha seguito sin dall'inizio l'emergenza, sotto il profilo sanitario, è stato un presidio di sicurezza. Tutto il personale ha dimostrato un grande senso di responsabilità. Il Direttore dell'Area vasta 2 ha presidiato la situazione ininterrottamente nelle 48 ore di massima criticità.
Nel Comune di Senigallia è stato allestito un punto di accoglienza per i cittadini costretti ad abbandonare le proprie abitazioni presso il Seminario vescovile, mentre i volontari Caritas si occupavano della distribuzione di pasti a domicilio e dell'assistenza alle persone.
In alcune località delle Marche i Sindaci hanno dovuto adottare ordinanze di sgombero temporaneo per nuclei familiari con abitazioni potenzialmente a rischio.
Alla giornata di ieri erano a Senigallia ancora alloggiate in forma provvisoria, presso strutture alberghiere locali, n. 58 persone, mentre la Caritas ha distribuito 205 pasti a domicilio, da non confondere il numero delle persone in disagio con il numero delle case che sono state colpite e danneggiate profondamente dall'alluvione, perché stiamo parlando di 2.700 appartamenti circa.
Inoltre, la casa di cura Villa Silvia ha subìto danni all'apparato diagnostico ed all'area servizi.
Si è inoltre reso necessario chiudere alcune scuole sia per ridurre i rischi durante i tragitti per raggiungerle, sia per i danni subìti dagli edifici.
A Senigallia, salvo imprevisti dell'ultima ora, domani dovrebbe completarsi la riapertura di tutte le scuole medie superiori da parte della Provincia, mentre quelle comunali hanno ripreso da giovedì scorso la propria attività.
Un tema particolare nell'emergenza è stato quello della gestione dei rifiuti. A seguito dell'evento si sono prodotte ingenti quantità di rifiuti di ogni genere accumulatisi anche nei litorali ed hanno interessato in particolare i territori dei Comuni di Senigallia, Ostra, Ostra Vetere, Chiaravalle, Corinaldo e Tre Castelli.
Al riguardo sono state attivate le strutture territoriali competenti in primis Provincia, Comuni, Arpam, discariche di Corinaldo e Maiolati.
Le attività produttive hanno subìto danneggiamenti notevolissimi, sia per i danni causati dall'acqua e dal fango che hanno invaso i locali distruggendo, scorte, macchinari e prodotti finiti in attesa di consegna e che per quanto riguarda gli esercizi più propriamente commerciali, devastando i locali e gli arredi.
L'approssimarsi della stagione turistica rende necessario inoltre predisporre una specifica campagna informativa e promozionale finalizzata a porre in evidenza la piena funzionalità delle strutture turistico-ricettive.
Per quanto riguarda l'agricoltura occorrerà attendere che i terreni si asciughino per quantificare esattamente il danno subìto.
E' stata avviata la ricognizione delle spese sostenute da Comuni e Province e dalla Regione stessa per garantire la transitabilità delle strade e l'assistenza alle persone, nonché il censimento dei danni alle infrastrutture pubbliche, ai soggetti privati e di quelli derivanti dalle problematiche di tipo idrogeologico.
Come è noto per quanto attiene alle nostre responsabilità, la Regione può dichiarare lo stato di calamità naturale e, naturalmente, tale procedura sarà attivata non appena avremo la ricognizione dei danni.
Già lunedì 5 maggio, e dopo la ricognizione effettuata dal Presidente del Consiglio dei Ministri e dal Prefetto Gabrielli, ho inoltrato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri la richiesta della dichiarazione dello stato di emergenza di cui all'art. 5 della legge 225 del 1992 e la struttura regionale di Protezione civile sta procedendo alla predisposizione della documentazione necessaria per completare l'istruttoria ai fini della deliberazione del Consiglio dei Ministri che ci auguriamo arrivi il più presto possibile.
Le assicurazioni ottenute dal Presidente del Consiglio dei Ministri e dagli altri Ministri in occasione delle loro visite nei luoghi alluvionati ci fanno ben sperare nella sollecita dichiarazione dello stato di emergenza.
Fra i problemi che restano insoluti da anni permane quello relativo al fatto che le spese sostenute dagli enti locali nelle situazioni emergenziali ricadono sotto il vincolo del patto di stabilità, anche se si tratta di spese indispensabili per assicurare la tutela della pubblica e privata incolumità, delle infrastrutture e dei beni pubblici e privati.
Si ribadisce, come abbiamo fatto sia al Presidente del Consiglio, sia agli altri Ministri con cui abbiamo avuto uno scambio di opinioni, l'assoluta necessità che tali spese vengano finalmente classificate in maniera differente, affinché Sindaci, Presidenti o Commissari delle Province possano finalmente operare in maniera più efficace.
Purtroppo nel momento in cui accadono terremoti, alluvioni, uragani, trombe d'aria, mareggiate, frane, valanghe, non è possibile intervenire per interrompere tali fenomeni. Conta solo e soltanto quello che è stato fatto prima: ovvero la prevenzione. Per prevenzione si intende la corretta gestione del territorio sotto il profilo urbanistico, la costante e ripetuta manutenzione dei corsi d'acqua soprattutto, le buone pratiche agricole, le protezioni costiere, la realizzazione di edifici sicuri e ben posizionati, una rete di servizi essenziali (viabilità, trasporti, energia elettrica, acqua, gas, telefonia fissa e mobile) progettata e realizzata in modo da resistere ad eventi negativi, purtroppo sempre più ricorrenti e sempre più violenti a causa dei cambiamenti climatici.
Credo perciò che sia necessario approfondire oltre alla fase dell'emergenza, anche quella della prevenzione. Le Marche sono, come sappiamo tutti, la regione geomorfologicamente più vulnerabile d'Italia. A questo si aggiunge l'eccezionalità degli eventi meteorologici di questi ultimi tempi. Tanto che l'Unione europea, visto che il problema non si pone solo nel nostro Paese, ma in tutto il continente, ha messo il tema dei cambiamenti climatici come priorità della propria agenda. Oltre che intervenire nell'emergenza e ristorare i danni alle famiglie e alle attività economiche colpite, oltre che efficientare il regime idraulico, si pone dunque il problema altrettanto urgente che è quello di ripensare generalmente I'infrastrutturazione del territorio per far fronte a eventi meteorologici di tipo ciclonico o tropicale che non appartengono alla nostra memoria.
Quando cadono 160 millimetri di pioggia in pochi minuti non siamo di fronte a un fatto che appartiene alla nostra esperienza storica, ma a qualcosa di nuovo. I fenomeni meteorologici che hanno colpito negli ultimi anni il nostro territorio, ma anche come dicevo l'Italia e tutta l'Europa, sono talmente eccezionali da uscire dai confini delle nostre esperienze precedenti. Di fronte a tale eccezionalità non è più rinviabile affrontare con gli strumenti adeguati il tema dei cambiamenti climatici.
Credo che debba essere richiamato il noto detto popolare "chi più spende, meno spende", ossia chi prima spende in prevenzione, meno spenderà nelle emergenze, soprattutto rispetto alla tutela dell'incolumità delle persone.
Tra i provvedimenti adottati dalla Regione in questa direzione va ricordata la legge regionale sui fiumi per l'efficientamento dei regime idraulico. Un provvedimento approvato dal Consiglio regionale con una difficile maggioranza e non senza resistenza. Questa legge consente di intervenire sui letti dei fiumi ed estrarre materiale litoide anche attraverso la formula del project financing, quindi con la vendita del materiale di risulta. Snellisce e rende più agevoli le procedure di intervento, di pulizia degli alvei fluviali sia in condizioni ordinarie sia, ancor più, in caso di emergenza per la difesa dei suoli. Questa procedura è stata demandata alle Province che in alcuni casi, come a Fermo, sono intervenute con efficacia, ma non ha prodotto i risultati che speravamo. Ora è necessario estendere questa tipologia di interventi che risultano fondamentali per la sicurezza del territorio e, dunque, della comunità marchigiana. Si registrano infatti troppi ritardi nell'attuazione, che derivano non certo dalla procedura, ma da difficoltà finanziarie e, quindi, anche in questo campo, bisogna trovare il modo di aggirare il Patto di stabilità. Su questo bisognerebbe fare una riflessione e ci auguriamo che questa riflessione sia fatta anche dalle autorità di Governo e che presto arrivino interventi in tal senso.
E' inoltre sempre aperto il problema derivante dalla mancanza di un Piano pluriennale che consenta la messa in sicurezza del territorio, soprattutto per quanto riguarda il rischio idrogeologico e sismico, che eviti il ripetersi degli enormi danni subìti da privati, attività produttive ed infrastrutture pubbliche e soprattutto la perdita di vite umane.
Questi sono stati i temi affrontati con i Ministri Galletti, Ministro all'Ambiente, e Martina, Ministro all'Agricoltura, nella loro recente visita a Senigallia. Ai Ministri abbiamo chiesto di addivenire al più presto alla stipula dell'Atto integrativo del'Accordo di Programma stipulato il 25 novembre 2010, il cui schema è stato approvato dalla Giunta regionale il 6 aprile 2014 e trasmesso al Ministero per la condivisione. Si è chiesto, a questo riguardo, che il Ministero dell'Ambiente assegni quanto prima alle Marche la quota di propria competenza, con la quale lo Stato completerebbe l'erogazione dell'importo complessivo di 35 milioni di euro dell'accordo di programma firmato dal sottoscritto e dall'allora Ministro Prestigiacomo che consentirebbe di attivare quella parte, ancora non versata dallo Stato, che ammonta a circa 19 milioni di euro.
Sul fronte dell'agricoltura abbiamo indirizzato l'attenzione su interventi immediati ancor prima della dichiarazione dello stato di calamità da parte del Governo e, quindi, sulla proroga di un mese della scadenza per gli aiuti PAC seminativi in modo che anche gli imprenditori agricoli di questo territorio possano fare domanda; sulle economie che la Regione Marche ha realizzato sui fondi del Piano irriguo nazionale che, quindi, potrebbero essere rese disponibili per i bisogni dell'agricoltura; su altre misure sempre di economie realizzate dal rapporto tra Stato e Regione che potrebbero essere spese immediatamente per alleviare le difficoltà del settore
Ancora una volta è profondamente sentito il ringraziamento che, anche a nome e dell'Assemblea legislativa e del Governo della nostra Regione, rivolgo a tutte le componenti del sistema di Protezione civile, sistema che ha consentito in maniera rapida una risposta efficace ed ordinata ad un evento calamitoso di dimensioni catastrofiche.
Non tornerò quindi sull'argomento se non per segnalare ancora una volta la necessità che questo indispensabile sistema possa continuare ad operare con gli standards che ormai molti di noi danno per acquisiti definitivamente.
Rispetto alle attività dei Comuni, delle Province e delle Regioni si sta vivendo una situazione di affanno perché oramai da 6 anni lo Stato non finanzia e ripartisce il fondo di Protezione civile.
La mancanza assoluta di risorse potrebbe di fatto impedire la prosecuzione delle attività da parte della Regione, degli enti locali e, conseguentemente, del volontariato.
La Croce Rossa Italiana, I'Anpass, il Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico e le organizzazioni di volontariato di Protezione civile, in una regione come la nostra, sono elementi fondamentali ed imprescindibili, perché preparati ad affiancare i soggetti istituzionali del soccorso ed a garantire un presidio di pronto impiego soprattutto nelle località a minore dimensione demografica o a maggiore antropizzazione.
Tutti gli operatori professionali di Protezione civile in questo periodo vivono una situazione di profondo disagio per la scarsa chiarezza ed efficacia delle leggi che disciplinano la materia, con conseguente difficoltà di applicazione e, soprattutto, possibili errori e responsabilità.
Il Prefetto, Franco Gabrielli, Capo della Protezione civile nazionale, in piena sintonia con le Regioni, con l'Upi e con l'Anci, ha già da tempo sensibilizzato al riguardo i competenti organi istituzionali centrali.
Sarebbe auspicabile che anche la Protezione civile potesse disporre in tempo breve di un "Testo unico", così come avvenuto per la normativa ambientale.
Conclusioni. Dicevo prima che è stata avanzata la richiesta di dichiarazione dello stato di emergenza e che ci sono fondate speranze che possa essere ottenuta, ma dobbiamo anche dire che esperienze precedenti ci rendono consapevoli della necessità di tenere alto il livello di vigilanza e questo è un compito che spetta soprattutto ai nostri parlamentari, a tutti i parlamentari marchigiani.
Il cuore “dell'operazione rinascita" per i territori colpiti dall'alluvione sta nel decreto dello stato di emergenza: questo è, oggi, il nostro principale obiettivo. Nel frattempo ovviamente cercheremo di intervenire dove possibile con il nostro bilancio regionale. Per quel che riguarda la città più colpita, Senigallia, siamo consapevoli che l'economia della comunità è per lo più fondata sul turismo, ed è, quindi, su questo settore che ci stiamo concentrando particolarmente. Lo scopo, la finalità è quella di comunicare all'esterno che siamo in piena normalità, che l'avvio della stagione turistica in grande stile è avvenuto come ogni anno.
Questa comunicazione noi la faremo utilizzando gli spot della Regione Marche, già programmati con il nostro testimonial Neri Marcorè, dove comparirà Senigallia, con campagne promozionali in Italia e all'estero. Abbiamo fatto una ricognizione sulla provenienza dei turisti che ogni anno arrivano a Senigallia e cercheremo di puntare lì la nostra comunicazione per rinforzare il messaggio positivo, naturalmente un grande sforzo verrà fatto sul web. Porteremo inoltre a Senigallia il Forum internazionale, che era già stato previsto ad Ancona, tra Italia ed Emirati Arabi Uniti, il III Forum Italia - Emirati Arabi Uniti che si svolgerà in concomitanza con la manifestazione Marche Endurance Lifestyle. A questo forum, con ogni probabilità, come sempre, sarà presente il primo Ministro degli Emirati Arabi Uniti, quindi ci auguriamo che ci sia contestualmente anche la presenza del Presidente del Consiglio italiano in modo tale che quella sia anche un'occasione per verificare l'avanzamento del processo di ritorno alle condizioni ordinarie di vita.
Tra le azioni già in cantiere, la produzione di un video promozionale sulla città di Senigallia da utilizzare soprattutto su web e social media; una campagna promozionale su giornali e riviste a tiratura nazionale e internazionale, un press tour con giornalisti italiani e stranieri finalizzati ad articoli su riviste qualificate ed anche un tour di due giorni a Senigallia dei maggiori blogger italiani che raccontino la città e le sue bellezze. Neri Marcorè si è reso disponibile anche ad essere presente a Senigallia con iniziative che rafforzino il messaggio di una città pronta all'accoglienza.
Sul piano culturale è previsto il sostegno economico da parte nostra, della Regione Marche, alle due mostre su della Robbia e il Perugino che si terranno nella città prossimamente.
Sono consapevole di poter contare sull'impegno costante dei Consiglieri regionali delle Marche, della Giunta regionale e di tutti i Parlamentari marchigiani e, soprattutto, del Governo, che in questa situazione si è dimostrato vicino ed attento.
In conclusione, devo rivolgere una calorosa espressione di vicinanza alle persone, alle famiglie ed alle imprese che, in poche ore, hanno visto sfumare tutto quello che avevano.
A distanza di 10 giorni dall'evento calamitoso, apparentemente tutto sembra tornato normale a Senigallia, come in altre realtà della nostra regione, le strade sono pulite, le scuole riaperte, i principali servizi ripristinati, ma il dramma vero lo si può percepire solo entrando nelle case, completamente prive di ogni arredo, del vestiario e soprattutto degli oggetti di affezione, e nelle aziende completamente o parzialmente compromesse.
Il nostro obiettivo è far ricominciare la vita soprattutto nelle famiglie e nelle imprese della città di Senigallia, oltre a tutti gli altri obiettivi di medio e lungo termine che ho dichiarato.
Sono sicuro che se ci impegniamo tutti insieme ad ogni livello di responsabilità ci riusciremo.

Commemorazione vittime dell'alluvione

PRESIDENTE. Grazie Presidente Spacca.
Prima di procedere, considerato che, come ha ricordato il Presidente nel suo intervento, questa devastante alluvione non ha prodotto soltanto danni ingenti alle strutture, ma ha causato in modo diretto ed indiretto la morte delle persone, ritengo doveroso osservare un minuto di silenzio in ricordo delle tre vittime a cui va il nostro cordoglio e la vicinanza alle loro famiglie.

(L'Assemblea legislativa osserva un minuto di silenzio)

Sull'ordine del giorno

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Natali.

Giulio NATALI. Vorrei sapere, Presidente, se si apre un dibattito o se ci sarà un prossimo Consiglio regionale in cui l'Assemblea potrà parlare e discutere della relazione del Presidente Spacca.

PRESIDENTE. La norma, nel caso di comunicazioni fatte dal Presidente o dalla Giunta, prevede che si apra un breve di battito, una breve discussione.
Nel caso in cui la breve discussione non esaurisca la richiesta di interventi, si sospende e ci deve essere la richiesta, mi pare, da parte di tre Consiglieri, di affrontare il tema in una seduta del Consiglio regionale successiva.
Questa è la norma.
Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Chiedo di fare un breve intervento su questi temi.

PRESIDENTE. Ripeto, la norma prevede che un breve dibattito si possa aprire, però se il dibattito non è breve, se si prolunga, a richiesta di tre Consiglieri regionali, il tema da trattare si iscrive all'ordine del giorno di una successiva seduta. Questa è la norma, poi ditemi voi.
Ha la parola il Consigliere Acacia Scarpetti.

Luca ACACIA SCARPETTI. Grazie Presidente. Innanzitutto ringrazio il Presidente Spacca per la dovizia di particolari in merito alle notizie che ci ha comunicato e voglio complimentarmi per il sistema di soccorso che la Regione Marche ha attivato, degno sicuramente di questo nome.
Ricordo al Presidente Spacca quel famoso discorso del mercoledì, quando annunciò il primo rimpasto ed invitò il Consiglio regionale, tutti i Consiglieri regionali, a pensare a qualche cosa di più fresco, di più lungimirante, di più aderente alle esigenze del territorio perché saremmo andati incontro a periodi sempre più duri da un punto di vista politico, da un punto di vista economico e quant'altro.
Rispetto a quell'appello del Presidente Spacca, quel famoso discorso del mercoledì, ho presentato due proposte di legge, una sulle centrali a biomasse ed una sulle norme di pulizia rurale.
Presidente non voglio assolutamente speculare sul momento ...

PRESIDENTE. No, però Consigliere Acacia Scarpetti ...

Luca ACACIA SCARPETTI. Sto finendo, sarò brevissimo. Lei ha detto che il Regolamento prevede un breve dibattito, non le sarà sfuggito Presidente Solazzi che io sono molto parco nella richiesta di interventi, ma il momento è catartico, il momento è importante, c'è qualcosa che ci sfugge, soprattutto sfugge a me.
La seconda proposta di legge che ho presentato riguarda: "Norme di pulizia rurale", giace da mesi, troppi mesi, in Commissione, io ne ho chiesto qualche ora fa l'iscrizione in Aula.
Nell'immediatezza dei tragici eventi, tutti i Dirigenti che sono intervenuti pubblicamente sui media hanno invocato uno strumento che rendesse concreta e fattiva la gestione dei territori, io non so perché ci siano tutte queste resistenze affinché questo documento venga in Aula - chiudo subito Presidente, rispettando quello che è il suo invito - ma chiedo un aiuto ai due Presidenti, ai colleghi, affinché la politica, cioè quest'Aula, dia una risposta concreta. Ce l'hanno chiesta tutti i Dirigenti, ce l'hanno confermata i Dirigenti che sono venuti in Commissione a parlare di quel testo di legge, l'hanno chiamata una legge di buon senso, l'hanno chiamata uno strumento assolutamente necessario, Upi, Anci e quant'altro, tutti la invocano, Presidente fra qualche ora, fra qualche seduta, noi discuteremo questo testo, vorrei la massima attenzione perché, se quel testo fosse stato in vigore e applicato, avrebbe diminuito sicuramente l'effetto devastante degli ultimi eventi meteorologici. Grazie.

PRESIDENTE. Ripeto, ci sono richieste per un breve dibattito? Benissimo. Il breve dibattito si chiude nel giro di mezz'ora. Questo è il breve dibattito, altrimenti ripeto, fissiamo fin da subito una data per un apposito Consiglio regionale. Siamo in grado nel giro di mezz'ora di esaurire il dibattito? Vorrei capire quante sono le richieste di intervento, perché altrimenti .... I Consiglieri Binci, Ricci, Zinni, Bucciarelli, D'Anna, Marconi, Cardogna, Giancarli, Natali.
E' chiusa la possibilità di iscriversi. Diamo massimo 5 minuti, sarò inflessibile, poi spengo il microfono. Non più di 5 minuti a testa.
Ha la parola il Consigliere Binci.

(Il Consigliere BINCI interviene fuori microfono)

PRESIDENTE. No. Se lo facciamo adesso, non iscriviamo il tema ad un Consiglio successivo.

Massimo BINCI. Bisogna che tre Consiglieri facciano la richiesta.

PRESIDENTE. No, è alternativo.

Massimo BINCI. Lo decideremo.

PRESIDENTE. Scusate, ma abbiate pazienza, è quello che ho cercato di dirvi fin dall'inizio! Invece di fare queste richieste, si concordava, senza che ci fosse la richiesta da parte di tre Consiglieri, una data per fare un Consiglio in cui al primo punto si iscriveva la discussione su questo tema, però la cosa è alternativa, o si esaurisce in un breve dibattito oppure su richiesta di tre Consiglieri si fissa un'apposita seduta. Va bene?
Ha la parola il Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Penso che sia opportuno prendere questa strada, cioè convocare un Consiglio monografico sulla base della relazione. Fra l'altro questa cosa, nel momento della crisi massima, l'ho anche posta al Presidente Solazzi che mi ha detto: "Guarda, il Presidente Spacca riferirà in maniera compiuta". Oggi abbiamo quei dati e siamo in condizione di approfondire e leggere la relazione per fare un Consiglio monotematico, altrimenti mi sono già iscritto per un breve intervento, ma non ha senso, rinuncio se facciamo un Consiglio monografico.

PRESIDENTE. Va bene ...

(Interrompe il Consigliere D'Anna)

PRESIDENTE. Va bene, Consigliere D'Anna, d'accordo. Consigliere D'Anna per favore si contenga.
Abbiate pazienza, il 20 maggio il Consiglio, così come concordato in sede di Conferenza dei Presidenti dei Gruppi, non c'è. Abbiamo concordato di saltarlo in prossimità delle elezioni. Possiamo ripristinare questa data o il primo Consiglio utile è quello del 27 in cui potremmo mettere al primo punto la discussione sulle comunicazioni della Giunta in relazione agli eventi accaduti.
La mia proposta è questa: convocare una seduta straordinaria il 20 maggio o mettere la discussione al primo punto dell'ordine del giorno del Consiglio previsto per il 27.
Ha la parola il Consigliere Cardogna.

Adriano CARDOGNA. Presidente, prendendo in considerazione la sua proposta, propongo all'Assemblea di fare Consiglio il 20 maggio iscrivendo all'ordine del giorno l'argomento odierno.

PRESIDENTE. Solo questo argomento? C'è qualcuno che deve fare delle valutazioni? Ci sono richieste di intervento su questa proposta?
Ha la parola il Consigliere Zinni.

Giovanni ZINNI. Presidente mi perdoni, non è che mi voglio mettere nelle condizioni di fare il bravo studente, però credo che a volte non ci si renda conto delle cose che accadono. A Senigallia ci sono stati tre morti.
L'Assemblea legislativa delle Marche è un organismo che teoricamente, questo è quello che pensano i cittadini, conosce a menadito l'argomento e si aspettano dalla politica, dalle istituzioni, che noi interveniamo subito!
Mi chiedo, le chiedo e chiedo ai Consiglieri ed agli Assessori, cosa ci preclude di fare il dibattito in seduta stante e semmai di proseguirlo il prossimo Consiglio.

PRESIDENTE. Non esiste, Consigliere Zinni.

Giovanni ZINNI. Presidente, noi rischiamo di perdere la faccia in queste cose. Il 20 ci dobbiamo riconvocare, è evidente, la proposta minima, accettabile, è quella del Consigliere Cardogna, ma è evidente, Presidente, che oggi non ne usciamo bene senza discuterne. Non ne esce bene l'Assemblea legislativa, non è neanche possibile questo meccanismo ...

PRESIDENTE. Consigliere Zinni, lei sa meglio di me che le comunicazioni del Presidente sono state precise e puntuali, il dibattito che si verificherà è assolutamente legittimo, però guardi, mi consenta, non facciamo della demagogia perché su queste cose io la rifiuto a priori ...

Giovanni ZINNI. Presidente, io parlo in maniera garbata, non ho fatto nessuna demagogia.

PRESIDENTE. Il dibattito che si svilupperà, Consigliere Zinni, non risolve il problema di nessuna persona. Mi segue? Per carità, questo non vuol dire che il dibattito debba essere precluso, ci mancherebbe altro ...

Giovanni ZINNI. Presidente, mi perdoni, però ...

PRESIDENTE. Non enfatizziamo che attraverso un suo intervento, piuttosto che il mio, risolviamo il problema di qualcuno.

Giovanni ZINNI. Presidente, non lo so, sono allibito! Un Consigliere eletto dal popolo ...

(interrompe il Consigliere Natali)

PRESIDENTE. No, le comunicazioni ...

Giovanni ZINNI. Un Consigliere eletto dal popolo che le dice, senza enfasi demagogica, parliamone subito ...

PRESIDENTE. Va bene, molto bene. Fatemi capire quali sono le proposte: c'è quella del Consigliere Zinni di parlare subito e quella del Consigliere Cardogna di discutere il 20 maggio. Ci sono altre proposte?

(Voci fuori microfono)

PRESIDENTE. Accettiamo la regola dei 5 minuti?

(Voci fuori microfono)

PRESIDENTE. Ho iscritti a parlare i Consiglieri Binci, Ricci, Zinni, Bucciarelli, D'Anna, Marconi, Cardogna, Giancarli, Natali, Massi.
Voglio semplicemente, senza nessun problema, chiudere l'elenco di chi chiede la parola. Ci sono altre richieste? Non ce ne sono.

Discussione ai sensi dell'art. 30, III comma del R.I.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cardogna.

Adriano CARDOGNA. Presidente, mi scuso per interferire troppo con l'andamento dei lavori. Voglio significare che la proposta che ho fatto per il 20 maggio non vuole assolutamente precludere o non dare significato a quello che è accaduto. Proprio per i fatti che sono accaduti ed anche per il merito delle comunicazioni del Presidente Spacca - comunque mi va bene anche così, se serve soltanto come testimonianza della nostra presenza politica sulla questione e sul dramma che è successo - credo che non sia possibile esaurire in questa circostanza una riflessione che, ancora una volta, le comunicazioni del Presidente ci offrono a 360°.
Qui c'è il comportamento di un Paese, il comportamento di una Regione e nelle pieghe della comunicazione del Presidente Spacca per quanto approfondita, circostanziata, eccetera, ci sono, a mio giudizio, degli aspetti che ancora una volta questo Consiglio deve tornare a valutare anche in previsione di alcune leggi importanti che dovrebbero andare a conclusione entro questa legislatura.
Voglio dire che il dibattito è importante, serio e viene reso sempre di nuovo importante, serio ed attuale dai disastri ricorrenti che ci si presentano davanti e dobbiamo essere consapevoli che per il punto nel quale siamo arrivati nella conduzione, nella gestione del nostro territorio, avranno una soluzione nel medio e lungo periodo perché per troppo tempo sono stati fatti danni ad un territorio, non dalle singole persone o dai cittadini, ma da visioni culturali che, purtroppo, nel passato hanno contraddistinto l'azione dei nostri amministratori.
Chiudo qui per non togliere tempo ai due, tre minuti con i quali potremo testimoniare la nostra attenzione alla questione, ma credo che non si possa rinviare o non fare quel dibattito perchè, ripeto, la comunicazione così articolata che il Presidente ha fatto rimanda anche ad implicazioni politiche. Grazie.

PRESIDENTE. Con questo Consigliere Cardogna ha esaurito la richiesta oppure la lascio iscritta all'ordine del giorno? (...) Grazie.
Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Voglio iniziare innanzitutto con un pensiero di vicinanza alle popolazioni che sono state colpite dall'alluvione, particolarmente alla città di Senigallia ed alle persone che hanno aiutato e sono intervenute in questi giorni: Protezione civile, amministratori del Comune e regionali e soprattutto i centinaia di volontari, giovani, che da tutte le città vicine sono arrivate a Senigallia per aiutare le persone che, ho fatto un sopralluogo quattro giorni fa, hanno le case in condizioni disastrate, praticamente interi quartieri, senza mobili, quindi, case vuote anche da ristrutturare.
Le due cose che voglio mettere in evidenza rispetto alla relazione, evidenziate anche dal Presidente, sono che si sono interrotte le comunicazioni telefoniche per 34 ore, mobili e fisse e questo è un problema all'interno dei piani di Protezione civile. Questa è una condizione essenziale, è scritto esplicitamente che questo non deve succedere, quindi, dobbiamo far frutto di questa brutta esperienza e far si che la prossima volta ci sia la possibilità di mantenere attivi i collegamenti perché la Protezione civile senza collegamenti è praticamente monca.
In merito alla situazione evidenzio alcuni aspetti riguardo alle risorse. E' necessario ed è stato richiesto lo stato di emergenza al Governo, ma a fianco dello stato di emergenza sono necessarie le risorse.
Le risorse servono perché le imprese colpite hanno perso macchinari, mobili e devono ristrutturare. Soprattutto 2.700 famiglie, abbiamo sentito, sono senza casa, hanno una casa su cui bisogna intervenire con 30, 40 mila euro, non hanno mobili, è saltato l'impianto elettrico, forse anche i pavimenti, c'è da verificare la questione delle fognature, dell'acqua e dell'impianto idraulico, quindi, il problema è attivare convenzioni con gli istituti bancari, affinché queste imprese e questi cittadini abbiano accesso ad un credito per l'emergenza.
L'altra questione, sempre legata alle imprese ed ai cittadini, è che siamo nella fase in cui bisogna pagare i tributi. Andrebbe rinviato il pagamento per i cittadini e le imprese delle zone colpite, come peraltro è necessario il finanziamento ai Comuni per ripristinare le infrastrutture e, quindi, la questione della deroga al patto di stabilità per gli eventi eccezionali.
Queste serie di emergenze vanno affrontate subito e vanno specificate. Credo che la prossima comunicazione del Presidente debba dire quali sono e come andare incontro alle esigenze economiche di quei territori, di quei cittadini, di quelle imprese. Oggi non c'è stata una relazione in questo senso, mi rendo conto che stiamo uscendo dalla fase di emergenza rispetto alla salute ed alla sicurezza delle persone.
L'altra questione che pongo è quella della prevenzione. Il Presidente ha detto dobbiamo fare prevenzione.
La prevenzione è la corretta gestione del territorio sotto il profilo urbanistico: la manutenzione dei corsi d'acqua; le buone pratiche agricole; la protezione costiera, va progettata e realizzata in modo da resistere; le case e gli impianti vanno progettati in modo da resistere agli eventi negativi. Quindi, uscire e spostare l'attenzione dalla fase di emergenza per concentrarsi su quella della prevenzione.
Adesso non chiedo questo, siamo nella fase dell'emergenza, gestiamo l'emergenza, gestiamo le difficoltà economiche delle persone, delle imprese, dei Comuni, ma tutto questo pianto del coccodrillo, del dire dopo: "Bisogna fare prevenzione", io l'ho messo in una mozione e, proprio per tutti questi eventi che sono succeduti, che continuano a succedere ogni anno, su tutto il territorio regionale, provinciale, ora su uno, ora su un altro, su un fiume - tutto il territorio marchigiano è in difficoltà, è in difficoltà dal punto di vista del dissesto, il 99% dei Comuni sono a rischio idrogeologico - dico che la programmazione regionale deve essere rivista, perché sono cambiate le condizioni, perché, è stato detto, ci sono i cambiamenti climatici ed è diversa la modalità delle precipitazioni e degli eventi .
Nella mozione chiedo, spero si possa discutere insieme agli altri documenti che presenteranno i Gruppi su questo tema, di impegnare la Giunta ad istituire una Commissione speciale di indagine e studio, ai sensi dell'articolo 98 del Regolamento interno, in merito al dissesto idrogeologico delle Marche. E' necessario adeguare gli strumenti di programmazione regionale del territorio, il Pai, il Ppar. Ricordo che l'esondazione a Senigallia era prevista in un'altra zona della città, non in quella. Vuol dire che dobbiamo, alla luce dei nuovi eventi accaduti dal 2004, anno di approvazione del Pai, riaggiornare questi strumenti di programmazione a seguito delle condizioni climatiche diverse, delle cadenze sempre più ravvicinate degli eventi, eventi considerati cinquantennali sono annuali, delle nuove zone interessate, ci sono zone che non erano previste come a rischio, e rivedere anche i livelli di sicurezza. Se noi andiamo a vedere, sempre più i Comuni chiedono la declassificazione rispetto alla situazione di rischio prevista dal Pai. Queste cose andrebbero ripensate pr cui chiedo l'istituzione di una Commissione di indagine e di studio al fine di rivedere e riaggiustare gli strumenti di programmazione del territorio, per predisporre ed integrare le norme di legge per la gestione del territorio, per gli interventi sui suoli agricoli, perché il problema dei nostri fiumi è dato anche dalla gestione dei versanti collinari e dalla gestione del reticolo idrografico minore.
Alla luce di quello che sta succedendo, dobbiamo studiare quali altri interventi possiamo mettere in atto rispetto ad una buona gestione del territorio, per esempio, le buone pratiche agricole e le edificazioni urbanistiche nelle aree a rischio, considerando ogni altro intervento volto a rafforzare le politiche di prevenzione e sicurezza.
La parte dell'intervento finale del Presidente parla di prevenzione, chiedo di istituire una Commissione speciale di indagine e studio, chiedo anche agli altri Gruppi di appoggiare, di sostenere o presentare richieste analoghe, per vedere cosa è successo, vedere quali interventi si possono fare, come si possono modificare gli strumenti di programmazione ed eventualmente le leggi che regolano la prevenzione del dissesto idrogeologico.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Spero di fare un breve intervento, quello del Consigliere Binci non lo è stato, tra l'altro, l'ho apprezzato, niente da dire.
Dirò poche cose, Presidente. La prima, prendo spunto dall'intervento del Consigliere Cardogna, parla di visione culturale, di uso del territorio. In parte ci siamo, perché nel dibattito che stiamo facendo sul tema dell'urbanistica o della pianificazione territoriale, alcuni concetti nuovi sono entrati, adeguati, giusti, perché il tema del consumo e dell'uso del suolo ha molto a che fare con ..., quindi, è naturale che oggi abbiamo di fronte e stiamo verificando, perché gran parte della gestione urbanistica e territoriale di questi anni qualche problema l'ha dato e qualche danno l'ha fatto. Non c'è dubbio. Basta pensare, per esempio, a tutte le vicende passate che abbiamo risolto in merito alla delocalizzazione di strutture dentro gli alvei dei fiumi; abbiamo liberato, abbiamo fatto qualcosa.
Mi pare che sia l'approccio adeguato, adesso non voglio andare dentro la fase speculativa. Credo che i due architravi del sistema di difesa del territorio e di tutela dagli eventi meteorologici queste ragioni le abbiano abbastanza chiare, abbastanza nette all'interno dei piani che, in questi anni, hanno prodotto il tema della previsione del rischio e della prevenzione.
Il tema delle previsioni ovviamente ... da aggiornare, non c'è dubbio che in tema di previsione del rischio bisogna rivedere un po' tutte le carte e le mappe perché sono cambiati i fenomeni meteorologici. Su questo non c'è dubbio.
Sul tema della prevenzione c'è un'altra grande questione che è il rapporto fra prevenzione, interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria da realizzare e risorse da mettere a disposizione.
La prevenzione senza risorse adeguate rischia di non essere fatta o di non mettere in campo ciò che si prevede nei piani di prevenzione. Ne cito una, lo dicevo prima in un orecchio al Presidente Spacca, la valle del Foglia ha retto per una serie di motivi e per la buona gestione della diga di Mercatale, ma se la valle del Foglia avesse avuto le famose due casse d'espansione già progettate e già finanziate, ma ancora non realizzate, sarebbe stata al sicuro in quel momento, ma anche per il futuro perché sono calcolate su periodi duecentennali. Sono previste una a metà della valle del Foglia e una verso la città e potrebbero contenere piene duecentennali. Ci sono due milioni e mezzo già individuati, basterebbe acquisire l'area, insomma in tema di prevenzione del rischio alcune opere già potremmo metterle in campo.
Ritengo che la relazione del Presidente Spacca abbia totalmente, almeno a me, convinto e soddisfatto, si potrebbe votare questa relazione piuttosto che andare a cercare mozioni, ma è chiaro che si possono fare tante altre cose.
Credo che su alcuni punti le Marche siano già attrezzate, occorre rivedere il sistema di prevenzione del dissesto idrogeologico dal punto di vista della modifica dei fenomeni meteorologici.
Credo che la Protezione civile, come ricordava anche il Presidente Spacca, abbia fatto, come sempre, ottimamente il suo lavoro, questa è ormai, fortunatamente, una prerogativa, una caratteristica della nostra macchina organizzativa in tema di emergenze. Lo ricordava il Presidente Spacca ed ha fatto bene a farlo, gli allertamenti sono scattati in maniera adeguata, tempestiva ed hanno messo al riparo la popolazione maggiormente colpita, Non è secondario, molto spesso questo sfugge, ma individuare i tempi dei fenomeni, comunicare tempestivamente con i mezzi adeguati, è già, di per sé, un elemento di tutela delle nostre popolazioni, dei nostri territori.
Approfondiremo eventualmente in un prossimo Consiglio monografico, ma mi pare che la relazione del Presidente Spacca abbia colto perfettamente le indicazioni di quello che è accaduto ed anche la proposta di prevenzione dei fenomeni in capo alle risorse.
Ultima questione, sono d'accordo con il Consigliere Binci, il tema sono le risorse, non solo quelle per il ripristino dei luoghi, ma anche quelle per agevolare chi ha perso l'azienda e chi oggi soffre ed è, in questo momento, collocato in alberghi o in altre strutture di emergenza. Agevolazioni di qualche tipo potrebbero essere messe in campo e proposte.
Mi pare che abbiamo colto perfettamente ciò che bisogna fare rispetto ai temi nuovi e calamitosi a cui siamo sottoposti come regione Marche.

PRESIDENTE. Grazie Consigliere Ricci. La scelta che abbiamo fatto oggi di proseguire, esaurisce il dibattito, non ci sarà un prossimo Consiglio. Lo devo chiarire! Peraltro a questo punto non c'è il conteggio dei minuti, non c'è nulla, quindi, si va avanti normalmente come una qualsiasi seduta.
Ha la parola il Consigliere Zinni.

Giovanni ZINNI. Signori Consiglieri, credo che quello che è accaduto, in rapporto anche a tutti gli eventi atmosferici, drammatici che sono susseguiti negli ultimi anni, ci dica chiaramente che questa Assemblea legislativa deve mettere in campo una parola d'ordine che spetta alle sue competenze.
Ho sentito parlare nella relazione del Presidente di emergenza, di fase dell'emergenza e fase della prevenzione, ma esiste anche un'altra fase, che piaccia o meno, con la quale si deve fare i conti, ed è la fase della responsabilità politica amministrativa. E' la fase del controllo amministrativo da parte del Consiglio, non solo nei confronti della Giunta, ma nei confronti di quelle leggi che sono state prodotte dalla Regione e che producono degli effetti. Noi abbiamo il dovere morale nei confronti di chi ha perso tutto, di chi ha perso la vita, non è demagogia questa, di controllare che le nostre leggi abbiano un'applicazione, abbiano un esito.
Da questo punto di vista, mi dispiace che il Presidente Solazzi dica: "La risolviamo qua, il dibattito è oggi e finisce qui", io, invece, mi sento di chiedere e di chiederlo a tutti i Gruppi consiliari, non è da Regolamento, di dedicare, dal punto di vista politico, questa Assemblea legislativa, in forma permanente, da qui a luglio, a questo tema! Seriamente, con una serie di approfondimenti di Commissione. Va bene la proposta del Consigliere Binci della Commissione d'inchiesta, va bene tutto, ma questa fase non è quella in cui dobbiamo votare mozioni o leggi, ma è quella in cui dobbiamo capire cosa è successo. Faccio qualche esempio flash, veloce, veloce.
Nel corso degli anni la materia è stata spalmata, come al solito, in questa filiera burocratica fra Regione, Provincia, Comuni. Vorrei ricordare che, ad esempio, a Senigallia le aree che venivano definite a rischio per le esondazioni dall'Autorità di bacino in rapporto alla Provincia sono state ridotte, qualcuno ha detto che quelle aree non erano più a rischio. La domanda è: ha fatto bene? E' come dice il Presidente Spacca: queste bombe d'acqua sono veramente incontrollabili? C'è stata una superficialità? Le famose vasche d'espansione, previste con una legge regionale delegate alla Provincia, dovevano aiutare i fiumi, come il Misa, a rimanere in sicurezza, ma non sono state fatte in vent'anni. Ci sono amministrazioni comunali e provinciali che hanno consentito che queste vasche non venissero fatte e la Regione ha dormito in piedi, ed è complice di questo meccanismo.
La faccio breve. Credo che questa Regione debba capire perché il nostro sistema d'allarme non funziona, ed è questo che riguarda l'emergenza, c'è qualcosa che non funziona nella filiera istituzionale, ma la colpa non è della Protezione civile.
C'è poi il problema politico, Governatore Spacca, lei ha fatto la visita con il Presidente Renzi, insieme avete fatto degli annunci, soprattutto Renzi ha fatto degli annunci, noi, come Assemblea legislativa delle Marche, come Gruppo consiliare Centro Destra Marche, vorremmo essere tenuti costantemente al corrente dell'atteggiamento del Presidente del Consiglio nei confronti di questo territorio, dobbiamo incontrarci spesso Giunta-Consiglio per monitorare e rivendicare le giuste risorse.
Infine, sul tema della prevenzione, della programmazione e quant'altro, dobbiamo far si che le nostre leggi vengano applicate. Non è più accettabile che ci si arrovelli sul dibattito politico del come arginare questi fenomeni, quando ci sono degli strumenti preposti che non vengono applicati. Su questo dobbiamo fare chiarezza politica, di responsabilità pregresse, di responsabilità presenti e future.
Questa non è demagogia, questo è quello che aspetta per competenza al Consiglio regionale, questo è, che piaccia o meno, il dovere morale di questa Assemblea nei confronti dei cittadini.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bucciarelli.

Raffaele BUCCIARELLI. Grazie Presidente. Credo che in un momento come questo, siamo ancora in emergenza, non serva polemizzare, non serva dare un'immagine, soprattutto alle popolazioni colpite, di una politica divisa che litiga. Credo che il nostro pensiero debba andare a chi ha perso familiari, chi ha perso i beni, chi ha perso la casa.
Voglio ringraziare la Protezione civile regionale, il dottor Oreficini che, come sempre, brilla per la capacità di intervento e per la capacità di diventare punto di riferimento di chi ha bisogno e di coordinamento per chi anche volontariamente opera.
Credo però che come politica una riflessione la dobbiamo fare. La faccio, Presidente, sulla base di quanto ha detto. La ringrazio per la sua relazione, però tra le tante cose interessanti ne ha dette alcune che credo siano indicative. Una è a pagina 25, quando dice: "Purtroppo nel momento in cui accadono certi fenomeni conta solo e soltanto quello che è stato fatto prima, la prevenzione". E' una grande verità. Poi vado a pagina 28, Presidente: "E' inoltre sempre aperto il problema derivante dalla mancanza di un Piano pluriennale che consenta la messa in sicurezza del territorio".
Chi lo deve fare questo Piano? Presidente, lo ripeto, non lo dico con spirito polemico, ma sono 20, 25 anni che lei siede in questo Consiglio regionale, ha mai proposto oltre a questo, un piano di prevenzione pluriennale? I suoi Assessori le hanno mai chiesto la realizzazione di un Piano pluriennale di prevenzione?
In tutte le proposte di bilancio preventivo e di assestamento, dove tutti quanti concordiamo e ce lo diciamo, ci sono dei ritagli da fare sulle spese, potrebbero questi ritagli concorrere alla formazione di un Piano pluriennale?
Proseguo, la messa in sicurezza, parlando del territorio, coincide anche con la gestione del governo, coincide, è un tutt'uno. Ricordo, ho avuto la fortuna ed anche l'onere di sedere in altri scranni di governo, di altri livelli, quando ero in provincia, per esempio, quanta lotta, quanta battaglia politica è stata fatta per tagliare le zone edificabili nel Piano regolatore di Senigallia o la battaglia che è stata fatta sul piano degli arenili di Senigallia quando si voleva cementificare fino alla battigia. Diciamocele queste cose. Diciamoci pure che il Misa, è vero, ha subìto la caduta di tantissimi milioni di metri cubi d'acqua, imprevedibili, ma è anche vero che ha ripreso il suo corso e questo ci insegna, insegna alla stupidità umana, che noi possiamo violentare la natura, ma poi la natura si vendica, riprende ciò che è suo.
La messa in sicurezza del territorio riguarda queste cose, riguarda responsabilità politiche precise. Riguarda, per esempio, la responsabilità dei Governi che negli ultimi 6 anni non hanno più finanziato le Protezioni civili, ma a Renzi che è venuto quasi in tour e che ha dato queste notizie o a tutti i Ministri che sono corsi, è stato chiesto questo? Venite qui a fare cosa? A fare i belli, a far un tour o decidete di finanziare la Protezione civile? Sono 6 anni che non date più una lira, un centesimo, rendete i Comuni servi, schiavi, gabellieri dello Stato, ma non li mettete nelle condizioni di operare e così le Regioni.
Non è ancora chiusa la discussione relativa a chi compete il governo del territorio su area vasta, inerente alla soppressione, allo svuotamento delle Province.
Credo che la politica debba fare questo. Ha ragione il Consigliere Binci quando dice: "Facciamo una Commissione", ma non una Commissione per cercare responsabilità che a questo punto non servono. Sappiamo, se giriamo questa nostra regione che è una delle più deboli, che si è costruito negli alvei dei fiumi, si è costruito su zone esondabili, si continua a costruire su zone esondabili, salvo poi richiedere la calamità naturale. Non è su questo che deve essere incentrata la nostra indagine ed il nostro lavoro, ma su che fare, questo benedetto Piano di messa in sicurezza del territorio, questi finanziamenti necessari, indispensabili per la Protezione civile. A questo noi dobbiamo rispondere.
Da un lato, per quanto riguarda la questione della Protezione civile, con il bilancio, dall'altro con strumenti politici assumendoci le nostre responsabilità. Ecco perché non condivido quello che ha detto il Consigliere Ricci: "Votiamo questa relazione", perché mai dovremmo votare una relazione che dice ... trasformiamola, rivendichiamo i finanziamenti per la Protezione civile, diciamo che questa Regione, questa maggioranza, non è stata in grado di fare un Piano di prevenzione e messa in sicurezza del territorio. Diciamo questo e la voto!
Però non serve questo, Consigliere Ricci, quello che serve, Capogruppo del PD, è che ogni partito esprima a livello governativo persone che siano responsabili ed abbiano il coraggio di fare meno tour in regione per chiedere voti e fare sempre propaganda elettorale, che si assumano la responsabilità di dire no quando c'è bisogno e di richiamare al dovere anche i Sindaci.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D'Anna.

Giancarlo D'ANNA. Grazie Presidente. Ho chiesto di intervenire immediatamente perché penso che sia giusto così, rinviare oltre serve a poco anche perché, come ho accennato prima, già nel 2008, lo hanno fatto anche altri Consiglieri, presentai una interrogazione sul rischio idrogeologico basandomi su delle notizie e studi che erano stati fatti da Legambiente, Dipartimento della Protezione civile, sul rischio idrogeologico.
L'interrogazione del 2008 non ha mai avuto una risposta, poco interessa al sottoscritto se non ha avuto una risposta, il problema è che la risposta non è arrivata sul territorio.
Cosa diceva quell'indagine di Legambiente Dipartimento della Protezione civile sul rischio idrogeologico? L'82% dei Comuni marchigiani ha abitazioni in aree esposte a pericolo ed oltre il 70% presenta, in tale aree, addirittura fabbricati industriali con grave rischio per i dipendenti, anche con eventuali versamenti di prodotti inquinanti.
Questo è lo studio di Legambiente, Dipartimento Protezione civile. Non è aggiornatissimo, comunque dà un quadro abbastanza drammatico della situazione. Solo il 9% dei Comuni ha avuto interventi di delocalizzazione delle abitazioni in aree a rischio e solo il 4% dei fabbricati industriali. Dalla stessa indagine risulta che il 70% dei Comuni non svolge una positiva opera per la mitigazione del rischio, tra questi il 58% delle amministrazioni non fa praticamente nulla per ridurre il rischio idrogeologico.
Cosa dobbiamo fare? Veniamo qui a dare solidarietà doverosa a coloro che hanno subìto questa tragedia e la prossima volta, invece di Senigallia, metteremo un'altra località e saremo punto e a capo.
Ho sotto mano un atto di Giunta del 12 settembre 2007, oggetto: "Atto di indirizzo per la sottoscrizione di un accordo di programma tra la Provincia di Ancona, la Regione Marche, il Comune di Senigallia necessario alla messa in sicurezza del fiume Misa nel territorio del Comune di Senigallia mediante la realizzazione di una vasca di espansione e di una pista di servizio di emergenza".
Abbiamo tutto scritto, sappiamo quello che accadrà in futuro, allora queste commemorazioni, francamente, sono un insulto, sono un'offesa, e dobbiamo vedere il Primo ministro Renzi che arriva con l'aereo di Stato ad Ancona, si fa il giro in elicottero e ci viene a dire cosa? Vediamo questa volta, l'Assessore Donati in risposta ad una interrogazione mi disse che la colpa era del Governo, adesso vediamo se questo Governo riuscirà a risolvere questa situazione.
La verità vera è che non ci si mette le mani. La verità vera è che continuano ad accadere queste cose non perché c’è una bomba d’acqua, ma c’è l’incapacità di guardare i dati che emergono dagli studi, che non sono gli studi di un semplice Consigliere, ma sono studi di chi è deputato a fare queste cose.
Sappiamo quali sono le criticità, ci mettiamo le mani o non ce le mettiamo, ma evitiamo di fare sceneggiate che purtroppo non servono assolutamente a niente. Non si può sperare che non ci siano più situazioni come quella che è appena accaduta, perché ci sono degli studi che ci dicono dove queste cose la prossima volta accadranno. O ci si mette le mani o non ci si mette le mani, commemorazioni di eventi già previsti, francamente, sono un insulto a chi ha fatto lo studio, a chi ha subìto il danno ed a chi vorrebbe risolvere il problema.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Grazie Presidente. In maniera telegrafica, quattro punti.
Primo, come Gruppo UdC non abbiamo nessuna osservazione sulla comunicazione fatta dal Presidente che evidenzia, ancora di più, in maniera dettagliata in questo caso, che l’emergenza ed il pronto intervento nelle Marche è macchina rodata. Lo dico con una sottolineatura positiva perché questo significa che il sistema integrato Regione-Comuni della Protezione civile sta funzionando molto bene, purtroppo, viene da dire, per le molte volte che questo sistema viene messo alla prova a seguito di eventi atmosferici calamitosi legati all'acqua, ad un terremoto o alla neve.
Seconda cosa, abbiamo la legge e le linee guida per intervenire sui fiumi, come ricordava il Presidente Spacca, abbiamo da poche settimane una legge per la manutenzione del patrimonio boschivo regionale che in gran parte è di privati, quindi, necessita di un intervento, legge presentata dal Consigliere Cardogna. Stiamo approvando in IV Commissione la legge sul governo del territorio.
Abbiamo tre strumenti che fanno il Piano pluriennale, credo che non dobbiamo neanche scriverlo, basterebbe mettere in atto queste leggi con adeguati finanziamenti.
Terza cosa, c’è una cultura che ormai è matura, lo notiamo nelle audizioni, lo notiamo parlando con gli operatori, anche registrando l'umore delle nostre popolazioni, non siamo più in un clima di soggezione a gaia, come fosse un dio buono intoccabile, la natura è intoccabile, ma è anche superata l'idea che lo sfruttamento incondizionato e dissennato del territorio possa portare risultati economici significativi.
Siamo in un punto di equilibrio e a questo riguardo credo che non abbiamo bisogno, proprio per questo motivo di natura culturale, di Commissioni speciali di inchiesta. Abbiamo già nella III e nella IV Commissione due strumenti formidabili, dei Consiglieri regionali di quest'Assemblea che possono benissimo seguire, monitorare, l'attuazione di queste leggi.
Quarto, cosa manca? Mancano i soldi, colleghi Consiglieri, mancano gli stanziamenti. Visto che aleggiava, nel dibattito se fare o non fare questo punto all'ordine del giorno, l’utilità o l'inutilità di questa discussione, credo che questa discussione acquisti una sostanziale utilità se noi abbiamo il coraggio di dire che per risanare il nostro territorio, o almeno per cominciare a risanarlo, abbiamo bisogno di una cifra - non sono un estimatore tecnico, lo dico visto che non l’ho sentito dire da nessuno, è forse l'unica cosa di cui dobbiamo parlare, vogliamo uscire dal salotto che potremo fare in una qualsiasi sede televisiva, fuori di qui, con le denunce e le controdenunce, dobbiamo avere un altro coraggio e mi appello, non soltanto alla maggioranza ma anche alle minoranze, le chiamo così, non opposizione, non vorrei che su questo argomento ci fosse l'opposizione, c'è una minoranza numerica che può essere benissimo, non in opposizione, ma in concordia, perché l’hanno detto e lo dico nella stessa maniera in cui l’ho sentito dire dai Consiglieri, appunto, della minoranza - diciamo 100 milioni per cominciare in un biennio? Abbiamo i fondi europei, abbiamo la possibilità di rastrellare qualche cosa in giro, non so cosa possiamo far partire quest’anno, però non vorrei che non riuscissimo a ragionare mai su questo.
Possiamo dirlo anche al Governo, fatto salvo quello che possiamo rimediare sui danni, sarebbe interessante sapere, in questi ultimi 10 anni, quanto abbiamo speso per pagare i danni. Credo che non rischiamo tanto nel dire che i danni ci sono costati forse più di 200 milioni, 100 milioni, appena la metà, di quello che abbiamo speso per pagare i danni.
Cominciamo, questa è una cosa difficile, colleghi Consiglieri, perché non sarà facile già dal bilancio 2015 mettere a conto 50 milioni per il 2015 e 50 milioni per il 2016. E' bello come gesto, perchè non sappiamo neanche chi li gestirà visto che nel 2015 ci saranno le elezioni. Non lo facciamo in funzione di una maggioranza o di un’altra, ma lo facciamo in funzione della nostra regione, sapendo che questa è una priorità assoluta, non solo perché ci sono stati i morti, anche se mi sembra un argomento abbastanza sufficiente, ma perché il danno del dissesto idrogeologico ha delle conseguenze enormi anche da un punto di vista economico.
100 milioni per cominciare, è una cifra sulla quale possiamo ragionare. E' una cifra sulla quale, in maniera congiunta, la IV Commissione e la Commissione bilancio possono cominciare a fare qualche incontro. Presidente Giancarli, lo chiedo ufficialmente, cominciamo a vedere cosa possiamo fare in sede di bilancio. Domani avremo una seduta congiunta per i fondi europei con la III e la VI, vediamo cosa possiamo fare per dare priorità a questo e raccogliere tutti.
Sarebbe un gesto significativo che, per esempio, in sede d’approvazione di bilancio ad ottobre, novembre prossimo, l'intero Consiglio regionale rinunci a qualsiasi tipo di emendamento di spesa aggiuntiva e tutti gli emendamenti fossero a favore del risanamento del dissesto idrogeologico marchigiano.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente. Non voglio ritornare su alcuni aspetti che sono stati già affrontati dal nostro Capogruppo Consigliere Ricci che condivido, come credo di poter dire di condividere in larga misura l'intervento fatto ora dal Consigliere Marconi.
Voglio partire dalla relazione, dalla comunicazione del Presidente. Una comunicazione seria e puntuale che non può e non deve prestarsi a strumentalizzazioni, ma prima vogliamo e voglio associarmi a quanto diceva il Presidente nella comunicazione, esprimendo sentimenti di dolore ai familiari delle vittime, come pure solidarietà ai cittadini e alle imprese colpite dal maltempo e dalla alluvione. Un grazie a tutte quelle persone, come scritto nella relazione, che nella sola città di Senigallia hanno operato nei giorni di sabato e domenica. Oltre 600 volontari di molte associazioni. A tutti questi volontari, a tutte le organizzazioni di protezione civile, ai gruppi che sono venuti anche da fuori regione, il nostro grazie. Voglio sottolineare anche la collaborazione della popolazione che è stata eccezionale, soprattutto è stata efficacissima l’idea di raccordare, come è stato sottolineato, le attività di soccorso svolte dai Vigili del fuoco, dal volontariato di protezione civile, con quelle di assistenza alle persone e con le organizzazioni come la Caritas. Grazie a queste persone, grazie al Comune di Senigallia e al suo Sindaco Maurizio Mangialardi.
Per quello che riguarda gli aspetti più generali, siccome non ho molto tempo a disposizione, voglio sottolineare tre momenti.
Il primo è che il Governo riconosca lo stato di emergenza, come richiesto dalla Regione Marche già dal 5 maggio.
Il secondo aspetto che intendo sottolineare è quanto già fatto presente, intervenendo in Aula alla Camera dei Deputati, dall'onorevole Emanuele Lodolini, in merito ad alcune richieste sia nei confronti della situazione di emergenza che, più in generale, delle risorse da destinare alla popolazione e alle imprese, ripeto, sia per superare l’emergenza che per ripristinare condizioni di normalità.
Il terzo aspetto, ed anche questo è agli atti, è una mozione presentata dai Senatori del Partito Democratico delle Marche: Camilla Fabbri, Silvana Amati, Mario Morgoni e Francesco Verducci. Noi, Partito Democratico, su questi punti ci ritroviamo pienamente e intendiamo muoverci in sinergia, come del resto sottolineato dal Presidente Spacca nella conclusione della relazione, quando ha detto: “Sono consapevole di poter contare su un impegno costante dell'Assemblea legislativa, dei singoli Consiglieri, della Giunta e di tutti i Parlamentari marchigiani”.
Diciamo subito al Presidente che può contare non soltanto sui Consiglieri regionali, ma anche sui Parlamentari del Partito Democratico e, come diceva lui, soprattutto sul Governo che in questa situazione è stato particolarmente vicino ed attento.
Fatto questo ragionamento, per brevità mi sono soffermato su alcuni titoli, concordo anch'io con chi ha sostenuto che la più grande opera pubblica è la manutenzione del territorio, è la corretta gestione del territorio, è la manutenzione dei corsi d'acqua, ma questo lo ricordava sia il Presidente nella relazione, sia il Consigliere Marconi poc’anzi. In questa legislatura si sono fatte due leggi e si sono approvate le linee guida, poi è chiaro che siamo d'accordo nel dire rivediamo la normativa, anche perché ci sono cambiamenti forti in atto, c'è anche una maggiore sensibilità, per fortuna, attorno al governo del territorio, quindi dal Pai al Ppar. E' chiaro che sulla legge del governo del territorio metteremo duramente alla prova la nostra capacità, ma soprattutto la volontà di costruire una legge che sia coerente rispetto alle denunce che in momenti come questi facciamo. Non dimentico che alcuni mesi fa, in quest'Aula, e lo sa bene l’Assessore Viventi, allora Assessore all'urbanistica, sulla legge di riqualificazione e urbanistica, sulle leggi di riqualificazione, quando siamo andati di fatto al blocco dei Piani regolatori, le resistenze ci sono state. Dobbiamo essere coerenti quando diciamo consumo di suolo, non dobbiamo dirlo soltanto rispetto a quelle che saranno le previsioni, guardando al futuro, ma lo verificheremo nei fatti se saremo in grado di capire quello che facciamo con le immense previsioni edificatorie previste dai piani urbanistici comunali, se siamo nelle condizioni di entrare nel merito di quelle scelte o se ci limitiamo all'indicazione di pianificazione per il futuro.
Credo che su questi aspetti, sulla legge del governo territorio, su tanti altri aspetti, come le buone pratiche agricole, ha fatto bene il Consigliere Marconi a ricordare la legge sulla forestazione, perché nel territorio, dal bosco e dalla cura dei boschi al ripascimento delle coste, dobbiamo fare in modo che ci sia coerenza, lo abbiamo detto anche altre volte quando siamo andati alla discussione ed all’approvazione di queste leggi.
Concordo anche con il Consigliere Zinni quando dice: “Per alcuni mesi teniamo vivo il confronto su questi temi”. Ha perfettamente ragione, perché noi dobbiamo rispondere con degli atti che non siano soltanto di carattere legislativo, ma che contengano un elevato spessore culturale rispetto al valore dei beni comuni e rispetto all'inesauribilità di alcuni beni. Dobbiamo fare in modo che, da questo punto di vista, si risponda.
Rispetto all’emergenza è stato fatto molto, lo dicevo prima, questo grande sforzo del volontariato, queste iniziative, questa capacità anche valoriale è stata dimostrata dalle persone nei momenti di difficoltà, ma se vogliamo privilegiare la prevenzione, la previsione, la pianificazione, se vogliamo giungere a quello che è e che va sotto il nome di crescita sostenibile, compatibile, di attenzione ai beni comuni, credo che l'impegno che dobbiamo assumere sia la coerenza rispetto ad alcune enunciazioni, coerenza rispetto ad alcune necessità, soprattutto attenzione ad un modo di fare sobrio per quello che riguarda la cura del territorio, per quello che riguarda la tutela dell'ambiente, per quello che riguarda la difesa del nostro sistema e soprattutto dell’ecosistema.

Presidenza della Vicepresidente
Rosalba Ortenzi

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Natali.

Giulio NATALI. Sarò brevissimo. Dopo quello che ho sentito, mi ritrovo in pieno in quello che ha detto il Consigliere D’Anna. Il Presidente viene qui e ci legge una relazione che noi vediamo oggi, sembra la continuazione della passerella fatta dal Presidente del Consiglio Renzi, in cui ci viene detto tutto quello che ha funzionato. Siamo contenti che la Protezione civile funziona, sappiamo che funziona. Siamo contenti di tutto quello che è successo dopo, ma nessuno ancora ci viene a dire ed a spiegare perché succedono certe cose. Da questo derivava la richiesta di poter approfondire, non tra due mesi o tre mesi, perché il 20 c’è la competizione elettorale amministrativa, o altro, importantissima, ci mancherebbe altro, e vedere se c'è una responsabilità, guai a chi dice: “A noi non ci importa, andiamo avanti ancora”.
Che fare adesso? Innanzitutto accertiamo quello che non è stato fatto prima, e se per caso da quel non fatto è derivata la responsabilità, ci comporteremo in maniera diversa. So che le Province hanno delle competenze, vorrei sapere se la Provincia in cui ricade Senigallia, per esempio, si è mossa secondo i controlli che doveva porre in essere.
Vorrei sapere se il Comune di Senigallia, penso che ci sia da qualche tempo, non si sia formato negli ultimi mesi, in tutti gli iter amministrativi portati avanti abbia sempre rispettato quei vincoli non di legge, ma di buon senso, io dico, che dovrebbero impedire certe edificazioni, invece di questo non se ne parla. Noi finora abbiamo parlato di quello che è successo, di quanta pioggia c’è stata, queste cose le sapevamo, Presidente, l’immaginavamo, così come immaginavamo che la Protezione civile avesse svolto il proprio compito con la massima diligenza come ha sempre fatto.
Qui, come diceva prima il Consigliere Marconi, bisogna investire dei soldi, ci mancherebbe altro, ma prima di questo, vedere il perché è esondato il Misa, vedere dove è esondato e se per caso tra le cause di quella esondazione ci sia qualche autorizzazione che non doveva essere rilasciata, ci siano delle edificazioni o altro, allora da lì cominciamo ad intervenire.
La politica oggi è diventata un’altra cosa, noi siamo corresponsabili di questo e continuiamo anche a farlo qui. Viene il Presidente Renzi, fa una bella passerella, ma non si domanda perché è successo, forse tornerà quando si inaugurerà una scuola, magari sullo stesso Misa, quando 100 metri più su saranno state realizzate altre infrastrutture, ma al Presidente Renzi, nella sua superficialità, questo non interessa. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bugaro.

Giacomo BUGARO. Grazie Presidente. In apertura di questo mio discorso, di questo mio breve intervento, intendo ringraziare tutte le persone che si sono impegnate lo scorso fine settimana, le Forze dell’ordine, i volontari, tutti, non li elenco perché sicuramente ne dimenticherei qualcuno e penso che quello che è accaduto a Senigallia sia un evento assolutamente straordinario.
Viviamo un tempo in cui ogni giudizio diventa sommario e tutto deve essere spettacolarizzato, prendete i giornali degli ultimi 20 giorni, ormai i media segnano l'agenda delle notizie e decidono loro quelle che vanno di moda da quelle che non vanno di moda, quelle che devono essere nel palinsesto, per quanto tempo, sostituite poi da cosa.
Tutto questo chiaramente indirizza l'opinione pubblica, un'opinione pubblica che oggi ha l’animo esacerbato da esempi certamente non edificanti e da una crisi su tutto, una crisi economica che accentua questa condizione.
Perché ho fatto questa premessa? Perché ad oggi io non ho le competenze e le conoscenze per dare un giudizio compiuto su quanto è accaduto, e siccome rischiando di essere forse d'antan e, certamente, non in linea con la moda che contraddistingue questi nostri tempi, nella quale ognuno è allenatore, ognuno è giudice, ognuno ha la sua verità e la esprime con una violenza inusitata, io non esprimo nessun giudizio perché voglio conoscere, approfondire, farmi una ragione di quello che è accaduto. Nel frattempo c'è l'emergenza e l'emergenza deve essere superata con tutti quegli strumenti tecnici da una parte, giuridici dall'altra, che siamo in grado di mettere in campo e chi più ne ha più ne metta, da questo punto di vista.
Ho visitato le case delle persone colpite, le ho visitate perché mi sembrava un dovere, non ho fatto nulla, qualcuno dice fate campagna elettorale, se uno va a portare la solidarietà fa campagna elettorale, se non ci va commette una grande mancanza. Com’è sbaglia! Ho preferito andare ed accompagnare anche personalità, un Viceministro ed un Ministro, a visitare quelle zone, perché penso che così si interpreti bene il proprio mandato elettivo. Essere poi consequenziali e fare tutto quello che è nelle nostre possibilità, quota parte e responsabilità che si ricoprono per cercare di favorire ed alleviare le sofferenze di una popolazione che un bel giorno si è vista spogliata delle fatiche di un'intera vita perché se voi colleghi aveste visto, qualcuno di voi l'ha fatto, le case ed i capannoni di quelle zone, vi rendereste conto di cosa stiamo parlando.
Le responsabilità ed i giudizi li vedremo in un secondo momento, voglio sottolineare anche il fatto che, in questa nostra schizofrenica Italia, si dà più valore ad un cane che ad una persona, c'è il travisamento dei valori di riferimento, ora una pianta in un fiume deve essere protetta, se uno la taglia rischia l’esposto alla Procura della Repubblica, dove trova anche chi gli dà retta.
Diciamocele queste cose fuori dall'ipocrisia, colleghi. Fermiamoci a riflettere anche su questo aspetto. Non è la Brambilla, è tutto un mondo che va al contrario. Io ho sempre davanti ai miei occhi quella donna colpita da un pugno che muore nell'indifferenza totale alla stazione di Roma e la pena che i giornali e le persone rappresentano rispetto ad un cane ammalato. Per carità, un cane è una bestia, ma un essere umano è un essere umano!
Questa è la dimensione che noi abbiamo perso, quindi, dietro a questi disastri che accadono, bisogna che noi ci soffermiamo a fare una riflessione sull'ordine e le priorità. Una volta i vecchi contadini, gli agricoltori, svolgevano non solo un'attività propria, ma svolgevano anche un'attività di manutenzione del territorio, oggi se un contadino si permette di andare a pulire l'alveo di un fiume viene immediatamente denunciato, chi di noi è contro l’ambiente, ma questo iperambientalismo petulante, strisciante, consentitemi, che larga parte della sinistra ha coltivato, oggi ha raggiunto livelli tali da passare dall'altra parte ed essere addirittura dannoso agli interessi del territorio e nei fiume le responsabilità le vediamo, perché quando verranno accertate, se verranno accertate, non saranno solo degli enti locali.
Oggi, e concludo forse ripetendomi, risolviamo il contingente.
Mi auguro che il Consiglio dei Ministri deliberi lo stato di calamità naturale, mi auguro che ci sia la moratoria sul pagamento delle scadenze fiscali, una questione importante e molto sentita fra le persone e le imprese colpite. Mi auguro che si riesca a ristabilire, anche per salvaguardare le potenzialità della stagione balneare turistica di Senigallia, la perfetta manutenzione, la perfetta fruibilità di tutti gli ambienti, poi apriremo il capitolo delle responsabilità e vedremo con pacatezza, con equilibrio e con estrema decisione, perché le due cose non sono assolutamente in contrasto, se questo evento poteva essere gestito meglio, ovvero evitato.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Trenta.

Umberto TRENTA. Grazie Presidente e mi scuso per aver creato un attimo di riflessione sul mio intervento.
Di fronte a certi fatti, l'uomo deve immediatamente intervenire e su questo ritengo che la Regione Marche abbia organizzato un sistema di Protezione civile efficiente ed efficace, e quindi devo dire che, per carità, l'evento calamitoso è sotto controllo, viene studiato, viene governato e in tempi successivi viene risolto.
Qual è la ratio di questo intervento? E' su una cosa, caro Presidente Spacca, non è il fatto di dire è morto, facciamo le condoglianze, quanto era bravo il caro estinto, noi siamo carenti nella programmazione. La programmazione si parametra indiretta e nell'emergenza con il fattore climatico che agisce motu proprio, cioè noi non siamo in grado di prevedere quando ci sarà, dove colpirà e con quale intensità, ma il dissesto del paesaggio geografico, del paesaggio agricolo, è la gravità, quindi, delle montagne, incustodite e abbandonate. Qui mi consenta il Presidente della VI Commissione che ha fatto in un minuto il suo intervento, questo intervento meriterebbe giorni di Consiglio perché dovremmo tornare ad una programmazione che tenga conto dello scriteriato sistema autorizzativo che by-passa totalmente se non annulla la semplificazione amministrativa.
L’intervento si manifesta in maniera drammatica ed immediata, la semplificazione amministrativa non esiste, il sistema autorizzativo toppa perché diventa un sistema di controllo sulle attività umane, ma, signori miei, quando è stato realizzato il casello di Senigallia, che se non vado errato ancora oggi è interrotto, immediatamente bloccato, i mezzi pesanti non possono passare, qualcuno aveva previsto delle quote, come si sarebbe poi comportato in un caso di simulazione. Questo lo possiamo fare, ecco perché dico che la programmazione non esiste, abbiamo qui l'ingegnere, il titolare della Protezione civile che sta attentamente consultando i prossimi eventi climatici, penso, e con preoccupazione guarda.
A questo grande tecnico, a questa persona che in primis è andato lì con le squadre di cui dispone, militarmente operando, lo mettiamo sempre di fronte all'evento sul quale nulla possiamo e opera. Se qualcosa va male è anche colpa sua, carissimo responsabile della Protezione civile.
Era Assessore all'ambiente, credo con delega all’ambiente, il Consigliere Donati, che cambia, è umorale come il tempo, cambia a seconda della convenienza e si muove e si ripropone nelle vesti di Assessore o di Consigliere, ed io gli dissi perché non opera, in questo momento, su questi eventi drammatici che ormai, con sequenza purtroppo drammaticamente costante, flagellano le coste. Facciamo un piano. L'Italia è un Paese che se uno lo immagina come sezione trasversale, da nord a sud, da est ad ovest, è quasi una sella con le staffe. Abbiamo il mare, abbiamo la costa, la collina, i monti, l’Appennino e di là continua con collina, pianura e mare, quindi, è facilmente individuabile e prevedibile qualsiasi tipo di intervento con una cartografia che va da Venezia a Bari, da Genova a Reggio Calabria.
C'è l'inerzia dell'uomo, del politico non consapevole, non capace di capire come si agisce su un territorio, quindi, in difetto di programmazione.
Oggi con la simulazione virtuale non si fa solamente la finanza creativa, ma si può ottimizzare una cartografia che indica la frequenza statistica di certi eventi così come si manifestano per l'incuria a monte, quindi, atavica di quel comportamento scriteriato da parte degli amministratori, siano essi di montagna, di collina, di mare e di terra.
La Protezione civile, dandogli il personale qualificato, il tecnico qualificato, potrebbe fare questo lavoro ed individuare queste problematiche e risolverle nell'immediato con una programmazione costante di interventi nel tempo e, nel giro di un anno, due anni, tre anni, quattro anni, cinque anni di una legislatura, darebbe sinceramente un lavoro compiuto.
Poi non piangiamo i morti, perché se certe cose avvengono, avvengono perché scriteriatamente in quella stesura dei Piani regolatori generali, nove volte su dieci, non viene dato il giusto spazio a quello che è l’imponderabile e, quindi, chi non conosce geomorfologicamente il proprio territorio, rischia di pianificare, mettendo dei retini diversi con classificazioni diverse per quello che sarà lo sviluppo futuro.
L’Italia è una nazione che invecchia di per sè, quindi, ha bisogno di una speranza diversa, altrimenti risorse utili, non investite nella programmazione, saranno sempre più utilizzate in maniera massiccia per riparare i danni di quell’uomo che non ha considerato a monte quello che sarebbe stato l'evento calamitoso straordinario che la problematica crea puntualmente. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per l'ultimo intervento, il Consigliere Cardogna.

Adriano CARDOGNA. Grazie Presidente. Torno a scusarmi ancora, sia con la Presidenza che con i miei colleghi, però, visto l’andamento dell’Assemblea odierna, che ha preso tutt’altra piega da quella preordinata, non volevo correre il rischio di perdere alcuni punti rispetto ai miei colleghi.
Non ho fatto in tempo a ringraziare la Protezione civile ed apprezzare l'intervento che ha fatto a Senigallia come purtroppo e per fortuna in tante altre occasioni di emergenza in questa nostra regione.
Non volevo perdere punti nel non segnalare che anche noi come Gruppo Verdi ci associamo al dolore provocato alle vittime, dai danni alle persone, alle cose, ad intere vite che si trovano all'improvviso a doversi ripensare, a doversi riorganizzare.
Sottolineo il fatto che la mia proposta di fare l'Assemblea il 20 maggio, dedicandola a questa questione, come altre volte abbiamo fatto, poteva essere un momento per approfondire quel documento non banale che il Presidente ci ha proposto questa mattina. Talmente non banale, da poter anche prevedere, in alcuni aspetti, delle letture diverse.
Come altre volte, ci siamo fatti, secondo me, lo dico sommessamente, prendere la mano e bruciato un'occasione. Quella proposta del 20 non è stata presa in considerazione ed è stata schivata da tutti anche perché siamo in un momento di elezioni e, visto che sono anche le elezioni europee, ci sono due questioni che sono al centro di questa cosa. Una riguarda i cambiamenti climatici che sono causa di tutto ciò che sta accadendo in questo momento in Europa.
Noi a delle conclusioni ci eravamo arrivati, non le ricordo perché voglio fare un breve intervento, eravamo arrivati a delle conclusioni dopo gli eventi del novembre 2011 che, Consigliere Bugaro, Vicepresidente Bugaro, anche quelle potevano essere tacciate, soltanto due anni fa, di iperambientalismo nella loro analisi e nella loro criticità, Mi dà modo di dire che se in questo Paese ci fosse stato un iperambientalismo, molti disastri, dal Vajont a Senigallia, non sarebbero accaduti. Non si sarebbero costretti i corsi d'acqua dentro dei percorsi obbligati, non si sarebbe perseguita un'urbanizzazione selvaggia delle nostre città, non ve la faccio lunga, perché molte di queste considerazioni che sto facendo sono contenute nelle conclusioni dell'Assemblea che facemmo all'indomani del novembre 2011 di cui già ci siamo dimenticati.
Siamo approdati anche all'approvazione di alcune leggi, visto che qui si invita alla non ipocrisia, mi dispiace dirlo, sicuramente le linee guida che abbiamo approvato per gli interventi sui fiumi, non sono quelle che possono essere confuse con progetti di finanza, di project finanza a cui il Presidente Spacca ha fatto riferimento, perché non sta lì la soluzione dei problemi dei nostri corsi d'acqua. Occorrerebbero dei momenti ulteriori e più scientifici per appalesare la verità di una cosa come questa.
Visto che ci sono stati riferimenti ad iniziative in Parlamento, ad iniziative di parlamentari che vengono qui, anch'io non posso fare a meno di ricordare che quando i Verdi sono stati nel Parlamento nazionale e nel Governo nazionale, sono stati anni in cui la difesa del suolo ha avuto più finanziamenti rispetto ai vent'anni prima ed agli anni dopo. E' stato il momento in cui, visto che qui si richiama l'agricoltura e gli agricoltori, il nostro Parlamento ha approvato la legge sulla multifunzionalità in agricoltura che favoriva l'apporto degli agricoltori alla gestione del territorio, anche con alcune riflessioni che noi non stiamo facendo nemmeno nei nostri atti di programmazione comunitaria in questo momento e continuiamo a fare riferimento ad una impresa agricola, ad una azienda agricola che, da tot metri in poi sul livello del mare non esiste più, nelle aree alto collinari e montane quel riferimento che noi cerchiamo per la manutenzione e gestione del territorio non c'è più, per semplice ammissione anche delle organizzazioni politico-sindacali, non è che queste cose non si sanno, ma noi continuiamo a costruire ipotesi su degli equivoci.
Su questo bisognerebbe riflettere per dare un contributo, anche se dovuto, anche se pensavo che il minuto di raccoglimento bastasse. Ripetere all'infinito l'associarsi a chi prontamente fa il proprio dovere, continuare ad associarsi e, visto che dobbiamo stare fuori dall'ipocrisia, anche oggi abbiamo fatto un momento di ulteriore, lo devo dire, passerella, come sta accadendo nel nostro Parlamento nazionale, dove nell'ultimo anno ci sono state ben quattro occasioni con nove sedute dedicate al dissesto idrogeologico, con l'approvazione all'unanimità di decine di mozioni, presentate da tutti i gruppi politici, le cui conclusioni sono le stesse a cui arrivammo anche noi nel novembre 2011.
Questo volevo dire e voglio rilanciare la possibilità di fare, in un prossimo ordine del giorno del nostro Consiglio regionale, un confronto preciso e puntuale sulla comunicazione che in modo così articolato il Presidente Spacca ha presentato questa mattina.
Rinnovo questo invito. Grazie.

Sull'ordine del giorno

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Grazie, sull'ordine dei lavori. Visto che il dibattito di questo punto ha assorbito un tempo più ampio di quello previsto e che c'è l'urgenza di discutere la proposta di legge 409, al punto 5 dell'ordine del giorno, di un solo articolo, molto tecnica, su cui credo non ci sarà dibattito, chiederei, se possibile, di anticipare subito questo punto.

PRESIDENTE. Va bene. Il Consigliere Busilacchi, avete ascoltato, chiede di anticipare il punto n. 5, la proposta di legge n. 409. Se non ci sono obiezioni, possiamo accogliere la richiesta.

Proposta di legge n. 409
ad iniziativa dei Consiglieri Busilacchi, Comi, Badiali, Camela, Eusebi, Pieroni, Perazzoli
"Modifiche alla legge regionale 11 novembre 2013, n. 36 'Disciplina del controllo sugli atti degli Enti del Servizio sanitario regionale. Modifiche alla legge regionale 17 luglio 1996, n. 26 'Riordino del servizio sanitario regionale'"
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 409 dei Consiglieri Busilacchi, Comi, Badiali, Camela, Eusebi, Pieroni, Perazzoli.
Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Grazie Presidente. La mia relazione sarà brevissima.
La legge si compone di un solo articolo, è una legge molto tecnica, è una proposta che proroga di fatto al 31 dicembre 2014 la verifica di compatibilità regionale per la realizzazione, l'ampliamento e la trasformazione di alcune strutture sanitarie, in particolare quelle che erogano prestazioni in regime residenziale, semi residenziale e per quelle che svolgono attività di medicina di laboratorio.
Questa verifica di compatibilità è prevista dalla legge 20 del 2000, articolo 7, comma 4, ed è praticamente necessaria perché questi termini stanno scadendo, scadranno il 22 maggio, per cui non essendo ancora del tutto definitiva la redazione del piano del fabbisogno, si tratta in realtà solamente di completare un piano già abbozzato, è necessaria questa proroga di sei mesi.
L'ultima cosa ed ho concluso, l'interpretazione di questa norma è stata, in questi anni, abbastanza restrittiva, perché ha impedito l'operatività di strutture già esistenti che chiedevano solamente il trasferimento della struttura senza ampliamenti strutturali e di posti letto. Questa nuova riformulazione della legge 36 del 2013 riesce a sanare questo aspetto. Questa è fondamentalmente la necessità che abbiamo.
C'è anche un emendamento che prevede l'urgenza, visto che i termini stanno scadendo, grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Natali.

Giulio NATALI. Noi, in sede di Commissione, ci siamo astenuti insieme al Consigliere D'Anna ed alla Consigliera Foschi, perché abbiamo riferito questa norma ad un'altra situazione che, bene o male, è connessa a questa, che è quella correlata a tutte le proroghe che vengono date a tante strutture, nel corso degli anni, per potersi adeguare alla nuova norma. Di anno in anno tutto questo si è portato avanti e non si capisce fino a quando ci sarà.
Ci siamo astenuti, ma preciso al Consigliere Busilacchi che noi non voteremo contro la dichiarazione d'urgenza della norma.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento 1bis/1, introduttivo dell'articolo 1 bis (Dichiarazione d'urgenza), a firma del consigliere Busilacchi. Per la dichiarazione d'urgenza occorrono 22 voti. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva a maggioranza assoluta dei suoi componenti)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 409, così come emendata, la pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. Ora ci sono le interrogazioni e le interpellanze. Nella riunione dei Capigruppo che cosa si è deciso? ... Andiamo avanti come previsto nell'ordine del giorno.

Mozione n. 673
ad iniziativa del Consigliere Solazzi
“Disegno di legge costituzionale proposto dal Governo sulla trasformazione del Senato e la riscrittura del Titolo V”

Mozione n. 667
ad iniziativa dei Consiglieri Acquaroli, Natali, Zinni, Romagnoli
“Titolo V della Costituzione”
(abbinate)
(Discussione - ritiro)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 673 del Consigliere Solazzi e la mozione n. 667 dei Consiglieri Acquaroli, Natali, Zinni, Romagnoli, abbinate. Chi chiede di intervenire, prego? C'è qualche intervento?

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

PRESIDENTE. Ci sono richieste di intervento? Come?

(Voci fuori microfono)

PRESIDENTE. Non ci penso nemmeno. Mi avete chiesto di portare in Aula un documento che desse la possibilità di aprire un dibattito su questo tema che qualcuno considerava assolutamente strategico per la nostra Assemblea, forse sopravvalutando il fatto che il Governo attenda, per varare la riforma, il documento con le indicazioni della Regione Marche.
Ho semplicemente trasferito sotto forma di mozione un documento che è stato approvato dalla Conferenza nazionale dei Presidenti dei Consigli regionali e che è stato oggetto, alcuni Consigli regionali fa, di passaggio in votazione in tutte le Regioni. Nella Regione Marche non è avvenuto perché si è richiesto un rinvio per approfondire il documento stesso è fare eventualmente delle proposte.
Il documento è nelle vostre mani, lo conoscete, avete avuto il tempo per leggerlo e per approfondirlo, se vogliamo apportare delle modificazioni bene, se lo approviamo così, mi fa ancora più piacere, comunque a chi chiede di intervenire gli do la parola.
Ha la parola il Consigliere Cardogna.

Adriano CARDOGNA. Grazie Presidente. Intervengo per togliermi dall'imbarazzo, visto che c'è stato del vuoto iniziale intorno a questa cosa.
Segnalo che io non ho chiesto che lei si facesse carico, questo lo voglio segnalare anche perché mi trovo assolutamente in disaccordo con il Governo nazionale e con i principali partiti che hanno dato vita a questa ipotesi di riforma del Titolo V della Costituzione che trovo in perfetta linea con tutti gli accadimenti precedenti che hanno visto la Corte costituzionale bocciare la nostra legge elettorale, non solo, ultimamente è stata anche rinviata alla Corte, dal Tar di Venezia, l'introduzione dello sbarramento del 4% per quanto riguarda le elezioni europee.
Segnalo che la Corte costituzionale tedesca ha tolto ogni soglia di sbarramento per quel tipo di elezioni, questo per dire che, secondo me, in questo momento, si sta perseverando in una strada fatta di numerosi sbagli che, se non fossero a danno della democrazia di questo Paese, potrebbero essere tranquillamente chiamati errori, invece c'è del dolo in tutto questo perché si sta tentando di fare un Paese governato da alcune principali forze politiche che possono monopolizzare il consenso politico che si esprime. Ricordo a tutti che c'è un 30-40% di elettori italiani che non si esprime, ma a queste forze politiche interessa monopolizzare fino all'ultimo quelle quattro persone che andranno a votare dopo questa strage di democrazia che c'è in questo Paese, e fuori dai denti, visto che si chiede in quest'Aula di non essere ipocriti, segnalo come le riforme, a cui si sta mettendo mano, continuano in quel segno e purtroppo sono fatte da una classe politica eletta con una legge incostituzionale. E' vero che è stato stabilito che questo non inficia il potere di decisione e la capacità di legiferare, ma questo non significa che può arrivare indenne fino alla conclusione di questa legislatura, nata così male, tentando di proporre leggi e atti incostituzionali.
Per questo non mi sento coinvolto nella presentazione e nella discussione di questa mozione. Ho soltanto colto l'occasione per dire che se ipocriti non bisogna essere e se questa è la strada, farò di tutto perché questo, almeno da parte mia, non continui. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bucciarelli, poi ho iscritti a parlare i Consiglieri Zinni, Massi, Eusebi, Natali, Perazzoli, Acquaroli, Busilacchi. Altri? Su un argomento del genere è importante che ci sia un'ampia partecipazione. Chiudo le iscrizioni.
Ha la parola il Consigliere Bucciarelli.

Raffaele BUCCIARELLI. Grazie Presidente. Dico subito che non mi entusiasma questa discussione e questa mozione, anzi non mi entusiasmano le mozioni, perché so, sulla base dell'esperienza, che quello che diremo non conta assolutamente niente e ne avremo la prova. Voglio, però, intervenire perché non voglio essere accomunato a coloro che sono entusiasti di questa operazione, non voglio essere complice di chi mette sotto i piedi, per interessi non ancora chiari, la nostra Costituzione.
Vedete, noi stiamo vivendo una congiuntura economico, finanziaria e politica a livello planetario ..., stiamo discutendo della riforma del Titolo V e i Consiglieri parlano d'altro, dando ragione a chi dice: "O fate come dico io o andate tutti a casa", il bullo, tanto per essere chiari.
Stiamo vivendo un momento in cui le sovranità degli Stati vengono calpestate, gli Stati non contano quasi più niente ed in questo caso c'è un aggravante, non solo non conta più niente lo Stato e le sue rappresentanze democratiche, ma vengono poste sotto ricatto. In nome di cosa? Di un patto fatto, caso unico in Europa, da due persone, uno condannato con sentenza passata in giudicato e l'altro che sarebbe stato incompatibile con il Parlamento, incompatibile perché Sindaco di una città capoluogo di regione e non poteva essere parlamentare, ebbene sono bastati due cittadini, lo ripeto, uno condannato che è ora ai servizi sociali, e uno incompatibile con il Parlamento, per depotenziare il nostro Parlamento e purtroppo il Paese.
A nulla sono valsi i richiami, gli appelli fatti, anche in modo responsabile, non dico delle decine, centinaia di migliaia di persone che sono andate a Roma a manifestare, non dico le parti più avvedute del mondo sindacale, ma emeriti costituzionalisti, i quali sono stati sprezzantemente chiamati, sempre dal bullo di Pontassieve, i professoroni.
Questo è il nuovo che avanza ed io non voglio essere complice di questo.
Sappiamo benissimo che il Parlamento sarà ricattato. Un Parlamento tra l'altro nominato, non eletto, come l'ultimo, e come sarà quello nuovo, noi abbiamo parlamentari che sono stati eletti sulla base di una consultazione telematica, si sono messi d'accordo avendo incarichi di partito e nulla facendo tutta la giornata, si sono messi d'accordo, hanno avuto qualche voto e oggi li ritroviamo in Parlamento e che possono fare se non chinare il capo di fronte al bullo. Cosa fanno i bulli nelle scuole? "Fai come dico io o ti picchio", lui cambia sostanza. "Fai come dico io o ti mando a casa" e alcuni parlamentari, anche di nostra conoscenza, cosa possono fare poverini, cosa farebbero se tornassero a casa, avrebbero un lavoro? Molto spesso no, neanche un lavoro, quindi, diventano complici del massacro della nostra Repubblica.
Noi Comunisti non siamo d'accordo, hanno detto, sempre coloro che si accodano e che vedono nel bullo la novità, che eravamo una zavorra, chi difende la democrazia (...) in Italia e chi difende la democrazia di fronte al "renzismo" dilagante, la Democrazia Cristiana era un fiore, almeno la parte più avveduta, almeno permetteva a tutti i cittadini italiani di pesare allo stesso modo in Parlamento ed ha permesso insieme al Partito Comunista di portare operai, non lazzaroni, in Parlamento. Non persone ricattabili, ma persone libere che hanno costituito e difeso la democrazia in Italia, Presidente, lei lo può dire, noi Comunisti diciamo questo e proprio perché diciamo questo non voteremo mai una mozione di questo tipo, non faremo parte di coloro che fanno della nostra Costituzione carta straccia.
Se vogliamo entrare nel merito abbiamo fatto proposte da mandare in Parlamento, sappiamo come muoverci, ma qui è un'altra cosa, o fai come dico io o vai via, c'era un altro che lo ha detto per 20 anni, poi abbiamo visto come siamo andati a finire.
Concludo, invitando di nuovo, non è la prima volta che lo faccio, i Consiglieri ad andare su internet ed a stampare il programma di rinascita democratica della Loggia P2 di Gelli, mi dispiace che lo dica Grillo, perché Grillo non merita tanta attenzione, però credo che il bullo stia realizzando quello che Gelli diceva.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zinni.

Giovanni ZINNI. Signor Presidente, signori Consiglieri, il Gruppo Centro Destra Marche ha presentato una mozione in risposta a quella depositata dal Presidente, in quanto ritiene che l'operato del Governo Renzi su un tema così delicato, come la riforma del Titolo V della Costituzione, sia assolutamente insufficiente, sia anche eccessivamente spettacolarizzato in termini comunicativi e privo di fondamenta sostanziali per quello che riguarda un vero cambiamento dell'assetto istituzionale dell'Italia.
L'Italia è un Paese in cui la filiera della pubblica amministrazione è diventata chiaramente dannosa agli occhi dei cittadini. Governo, Province, Regioni, Comuni, Unioni dei Comuni, Unione dei Comuni montani, creano, e ne parlavamo qualche minuto fa anche in materia di dissesto idrogeologico, la ripartizione delle competente, la legislazione concorrente, e tutto appare come qualcosa che non tutela i territori e le realtà locali, ma sembra svilire, frazionare, deteriorare il ruolo del Governo centrale, ma soprattutto della Nazione.
In questa mozione leggo, messe sullo stesso piano, parole come "autonomismo", "nazione", "federalista". Mi sembra che ci sia una grande confusione, trasformare come è stato fatto per le Province, le Province dovevano essere abolite, secondo il linguaggio di Renzi, e non solo non le ha abolite, ma si è limitato ad abolirne la democrazia visto che questa riforma le lascia in piedi e le fa diventare un organismo di secondo grado.
Noi non vorremmo che il Senato addivenisse allo stesso modo un luogo di raccomandazioni della politica, fatta attraverso la filiera Comuni-Province-Regioni, che di fatto non è detto che rappresenti il modo migliore di coinvolgere le realtà locali.
Di fronte a questo colpo di mano, di spettacolarizzazione, mi viene da dire che questa proposta di riforma è un'autentica pagliacciata, come quando il Presidente del Consiglio ha sprecato tempo prezioso ed ha regalato la maglietta di Gomez, giocatore della Fiorentina, alla Cancelliera Merkel invece di regalargli, nel giorno dell'unità nazionale, un libro, magari una bella edizione della Divina Commedia, visto che viene da Firenze. Invece di fare questo il Presidente del Consiglio ha fatto l'inchino alla Merkel e in Italia continua a prendere in giro gli italiani dicendo: "Chiudo le Province", le faccio diventare un luogo del palazzo, chiuso a riccio, e lo stesso vuole farlo con il Senato.
Credo che in Italia si debba avere il buon gusto di mettere in Parlamento, una volta per tutte, il tema del presidenzialismo, un tema vissuto da tutte le democrazie occidentali, ma soprattutto presente in varie forme e sfaccettature dal semipresidenzialismo al cancellierato, ad altre forme, all'interno dell'Unione Europea. Questo tema Renzi non lo mette al centro della riforma dell'assetto istituzionale del Parlamento, ma si preoccupa, mascherandolo, di continuare a garantire tutele di poltrone per i suoi sostenitori politici.
Dice: scusa al cittadino, non ti disturbo più, non ti chiedo il voto per il Presidente della Provincia, me lo eleggo da solo con la maggioranza dei consiglieri comunali che, in Italia, è del Partito Democratico. Oltre ad essere un insulto alla democrazia, come diceva il Consigliere Bucciarelli, un atto di arroganza, c'è anche l'inconcludenza nei confronti di quelle risposte che vanno date ai cittadini sulla semplificazione della politica, ancorché sui dei costi della politica. Un imprenditore che deve affrontare un piano regolatore, molte volte lo affronta con tante letture fra Comune e Provincia, la Provincia rimanda al Comune, il Comune lo deve rivedere, le deduzioni, le contro deduzioni. In Italia è pressoché impossibile la semplificazione.
Noi mettiamo al centro della nostra mozione che prima si inizia dal capo e poi si arriva alla coda. Prima ci preoccupiamo del Presidente del Consiglio, del Presidente della Repubblica, di come vengono eletti, di come si forma un Governo, poi ci preoccupiamo di garantire le autonomie locali. Quindi, in risposta all'atteggiamento di Renzi, mettiamo al centro della nostra mozione, convintamente, il tema del presidenzialismo, dopo di che, sia chiaro, noi non siamo contrari alle autonomie locali, crediamo che l'ossatura dei Comuni sia la storia dell'Italia, sia l'essenza, la linfa, la tradizione, il territorio. Un cittadino va a votare più per le comunali che per le regionali, le provinciali, le europee, addirittura, le politiche. Questo non è casuale. C'è un rapporto diretto cittadino-territorio-comunità locale ma questo (...), no, sono le comunali, si informi meglio, alle ultime politiche abbiamo avuto il 50% di astensionismo, mentre alle comunali, in contemporanea, è andato a votare, in media, il 65% degli elettori, ultima tornata elettorale delle politiche. Questo 15, 20% in più che cos'è se non l'amore per la propria terra da parte di un cittadino e non è casuale che in questi Comuni, molte volte, queste percentuali si siano raggiunte laddove c'è stato un confronto di liste civiche e non un confronto di partiti.
Il Parlamento italiano non ha il coraggio di sedersi intorno a un tavolo e di dire facciamo un'Assemblea costituente, dobbiamo fare una riforma della Costituzione che sia organica, che abbia un senso da capo a coda, che mantenga l'elemento dell'unità nazionale, dell'identità nazionale e che, allo stesso tempo, garantisca la partecipazione e raggiunga l'obiettivo della semplificazione, allora si può anche discutere che il Senato si chiuda e diventi la Camera delle Autonomie locali, la rappresentanza dei territori, ma non può accadere con meccanismi di secondo grado, sono colpi di mano antidemocratici.
Da questo punto di vista, voteremo contro la mozione presentata dal Presidente Solazzi, perché sostiene un'azione governativa antidemocratica nell'elemento della partecipazione. Non è antidemocratica nel senso dell'autoritarismo, è antidemocratica nel senso che non coglie la necessità di far votare gli elettori e fa pendant con quella disgustosa legge elettorale che è stata approvata in Parlamento, che altro non è che il super porcellum, una legge elettorale ancora di cooptati, e concludo, in cui la cosa peggiore non è più la cooptazione delle liste bloccate, ma è chi non supera lo sbarramento regala i voti agli altri che vengono eletti con i voti di un altro partito, quindi, Presidente di fronte a questo ... è tecnica questa cosa, non me la sono inventata io, tutti i voti di chi non supera lo sbarramento vanno a finire nel computo dell'assegnazione di chi invece lo ha superato ...

PRESIDENTE. Alleato.

Giovanni ZINNI. Non importa, a casa mia non importa, alleato non vuol dire uguale, vuol dire due diversi che fanno un progetto di governo. (...) Noi speriamo di arrivare ad un grande superamento dello sbarramento così non avremmo alleati.
Arrivo al punto e dico, e concludo veramente, che noi chiediamo a lei Presidente di ritirare questa mozione perché lei è persona intelligente, perché questa mozione non aiuta il Parlamento a tutelare le Regioni, a noi servono altri strumenti, altre competenze definite, non ci serve eleggere quattro paggi da mandare a fare i servi al Senato.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Massi.

Francesco MASSI. Presidente, salto tutti i preamboli per dire due cose.
Nella mozione da lei presentata, che riporta quello detto all'Assemblea dei Presidenti dei Consigli regionali, si sottolinea una parità della rappresentanza fra i Consigli regionali e i Sindaci. Sbaglio? Dico la mia visione della questione così ci capiamo.

PRESIDENTE, No, la proposta era che la stragrande maggioranza fossero Sindaci, si è chiesto minimo il 50% ... è correttiva.

Francesco MASSI. Ricordo che ha corretto quella precedente che era assolutamente inaccettabile perché della Regione, mi pare, avrebbero partecipato solo i Presidenti, quindi, assolutamente no. Però chiariamoci su una cosa, i problemi ci sono stati in Italia, lo abbiamo visto, vicenda biogas, nel contrasto fra la legislazione, la potestas legislativa nazionale e quella regionale.
Non si vede in alcun modo la necessità, non me ne vogliano, di sopravvalutare la presenza dei Sindaci. Non è che ci sono stati problemi con i Comuni. Dico che, a mio avviso, la rappresentanza dovrebbe essere un quarto e tre quarti, Un quarto ai Comuni, un quinto possono essere i Sindaci dei capoluogo di regione o anche altri che possiamo eleggere nell'Assemblea dei Sindaci, ma sicuramente deve essere un numero assolutamente sbilanciato a favore dei Consigli regionali.
In merito alle elezioni, chi non vuole le preferenze e l'elezione diretta per la Camera non può invocarle per il Senato, questo è un piccolo pensiero che rivolgo agli amici di Forza Italia perché vedere il Presidente Berlusconi fare il paladino delle preferenze al Senato, quando l'unica cosa che ha chiesto a Renzi è di non introdurre le preferenze alla Camera, mi pare assolutamente assurdo. Ci saranno delle cose da chiarire.
E' chiaro che l'elezione può essere di secondo grado, è la cosa migliore a mio avviso, perché ripercorre un po' l'esperienza dei Land tedeschi, dove pare che sia la Camera dei Land a designare i rappresentanti della Regione, del Land in quel caso. A mio avviso deve essere il Consiglio regionale.
L'altra variabile del progetto Quagliariello era quella di inserire l'elezione, contestualmente, nello stesso meccanismo del Consiglio regionale. Era praticamente un listino a parte dove esprimere la preferenza collegata all'elezione dei Consiglieri regionali. Questo era la proposta del Governo, sono Consiglieri regionali che in quella legislatura, uno può introdurre anche metà legislatura, se non tutta, rappresentano il Consiglio regionale nel Senato delle Regioni.
Sicuramente non può essere un'elezione diretta quella della Camera se alla Camera non ci sono le preferenze, dico che dobbiamo assolutamente, non lo so, almeno intenderci qui, non dico una linea nazionale, Presidente, che la proporzione giusta da assegnare alle Regioni, come numero di seggi complessivi, non può essere di due Consiglieri regionali per tutte le Regioni, come avviene con due Senatori per ogni Stato negli Stati Uniti, è un'esperienza diversa, sicuramente la proporzione della rappresentanza non può essere paritaria tra Sindaci e Consiglieri regionali.
Per renderci conto, in quello che è avvenuto nel contrasto, nei conflitti, fra la legge nazionale e quella regionale, non c'è di mezzo il Comune, c'è di mezzo la Regione, quindi, per quanto mi riguarda, se si corregge quella linea, sono d'accordo con la mozione del Presidente Solazzi.

PRESIDENTE. Devo dirvi di non farvi scrupolo perché non è una mia mozione, l'ho firmata io, ma è una mozione concordata con tutti i Presidenti dei Consigli regionali d'Italia in sede di Conferenza dei Presidenti. Io ho trasformato questo documento in mozione, ma non ho cambiato nulla.
Ha la parola il Consigliere Eusebi.

Paolo EUSEBI. Grazie Presidente, mi incentiva far perdere qualche minuto a quest'Aula, la stessa motivazione espressa dal Presidente Bucciarelli, anche se uno parla di fronte a quest'Aula quasi deserta solo perché, questo per lo meno è la mia motivazione ...

PRESIDENTE. Sto pensando che forse le Regioni le dovrebbero chiudere!
Si sta parlando di Regione, di Titolo V, di Senato degli enti locali, c'è un'Aula quasi deserta, quindi, non si può chiedere ciò che non si merita. E' evidente!
Questa cosa non interessa nessuno, tant'è che posso preannunciare che gli interventi che farete sono inutili perché ritirerò il documento, non lo proporrò al voto, perché ritengo indecente questa assenza.
E' assolutamente indecente!

Paolo EUSEBI. Grazie Presidente, lei si conferma il mio Presidente.
La ringrazio per lo sforzo ed il sacrificio fatto per aderire alla richiesta, pervenuta da più voci, di dare uno strumento per il dibattito su questo importante argomento, ma evidentemente questa discussione interessa poco.
Neanche io voglio essere complice, faccio questo intervento cercando di essere il più veloce possibile.
Il centralismo statale è stata la prima arma del dispotismo.
La Regione fu concepita come liberazione dall'oppressione centrale e come strumento di rivendicazione di libertà, rinvigorimento delle energie locali, ringiovanimento della struttura dello Stato. Lo diceva Don Sturzo intorno al '49. Aveva ragione De Gasperi, sempre in quegli anni, quando diceva, da autonomista e regionalista convinto, che il futuro delle autonomie sarebbe stato legato alla dimostrazione che esse fossero migliori della burocrazia statale.
Oggi, dopo quasi settant'anni, siamo qui a discutere, ancorché in pochi, dello stesso tipo di problemi.
Le Regioni, purtroppo, spesso, non hanno risposto alle aspettative dei nostri padri costituenti e non hanno fatto altro che ricalcare in piccolo i difetti dello Stato centrale, quello Stato centralista che ora vuole ridiventare padrone incontrastato e incontrollato del sistema.
Riforma del Senato, riforma della legge elettorale, riforma del Titolo V della Costituzione, previa furibonda e ben orchestrata campagna di stampa nazionale contro le Regioni, pur colpevoli di gravi fatti, per mascherare l'iniquità ben peggiori e assai più rilevanti del potere centrale.
Questi sono il frutto dell'ambizione dei poteri forti, un connubio mortale per la democrazia, con quella visione semplicistica che vede nell'uomo forte, oggi va di moda chiamarlo di governabilità, la soluzione facile ai problemi ed alle fatiche di migliorare la democrazia per una gestione più sana della cosa pubblica.
Dove accentriamo sempre di più il potere? A Roma, dove i due massimi alfieri di questa impostazione culturale si sono subito accordati, come i famosi ladri di Pisa, ciò porterà frutti solo a loro ed ai loro sodali, ed il Messia laico provvederà a sistemarci per le feste, come un Ministro della Repubblica all'Inrca qualche giorno fa ha detto alle Regioni: "Arrendetevi, ci pensiamo noi a sistemare le cose al Governo".
Allora avanti con una legge elettorale che riempie il Parlamento di nominati e lacchè, peggio del porcellum, avanti con il massacro delle Regioni, sino a stabilire con legge costituzionale, articolo 122, che il Presidente della Regione vale, al massimo, come un Sindaco.
Tanto per esemplificare l’articolo 122 dirà, se Dio non ci mette le mani, che il Presidente Spacca lavora e produce per la collettività come il Sindaco Mancinelli, assai meno di un usciere del Parlamento, di un portaborse del Presidente del Consiglio dei Ministri.
Sempre nello stesso articolo, si vieta ogni agibilità politica ai Gruppi consiliari regionali, benissimo, immagino che il vostro Presidente del Consiglio abbia agito allo stesso modo per quei gruppi parlamentari che, nella storia della Repubblica, hanno gestito i mezzi a loro disposizione in maniera strutturalmente peggiore che nella peggiore Regione.
Mi scuso per lo sfogo, ma mi sembra incredibile che un'intera classe politica di legislatori regionali resti silente, quando non comodamente accondiscendente, di fronte a quello che a me sembra un pericolo grave per la democrazia della nostra Nazione.
Sono tante le colpe di cui dovremmo fare ammenda e tanti gli errori commessi, ma quelli bravi con la bacchetta magica, la storia ce lo insegna, sono bravi solo a distruggere ed a farsi gli affari propri.
La democrazia è fatica quotidiana, impegno e sforzo continuo per migliorare e per migliorarsi. Penso, per esempio, alla battaglia che sta facendo il nostro giovane e nuovo Presidente della Commissione sanità sulla stazione unica appaltante, vedo che spesso trova muri di gomma e mille problemi. Quella è la fatica della democrazia, se queste riforme costituzionali vedranno la luce, così come proposte da questo Governo, purtroppo i nostri figli avranno un gran lavoro di ricostruzione da fare.
Il Presidente ha annunciato il ritiro della mozione, io comunque mi asterrò, sulla mozione Solazzi, apprezzandone almeno il tentativo difensivo, voterò contro la mozione dei colleghi Acquaroli, Natali, Zinni e Romagnoli per le motivazioni che ho appena espresso.
Colleghi, l'esecutivo si sta rafforzando da solo a scapito della democrazia.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Natali.

Giulio NATALI. Parto dalla fine. Un conto è un esecutivo che si rafforza perché ha i poteri, perché gli vengono attribuiti e perché i cittadini votano, un conto è la Repubblica presidenziale che abbiamo sotto le mani in questo momento.
Nessuno lo dice, nessuno dice che la Repubblica presidenziale in Italia è in atto, lo sanno tutti, facciamo tutti finta, è un ennesimo uomo della provvidenza. Sbaglio? Dobbiamo dircele queste cose, un ennesimo uomo della provvidenza.
Mi alzo presto la mattina e stamattina sono rimasto sconcertato quando, sentendo i primi notiziari che riferiscono le dichiarazioni, ad un certo punto in quelle dichiarazioni inseriscono in viva voce l'intervistato e sento un toscano che sentiamo spesso in questi giorni, col suo slang - ricordate quando facevano "Pinocchio" di Zeffirelli, di Comencini forse, uno slang del genere - e diceva: "Perché questa Europa non ci dà i soldi per gli immigrati che arrivano, quando noi siamo la frontiera dove sbarcano tutti, ma dà i soldi alle banche" e protestava contro questo.
Chissà, ancora pensavo di sognare e dicevo: "Chi è questo?" E’ la stessa persona, sbarcato da Marte evidentemente stanotte, che quando ha presentato il suo programma di Governo il giorno prima, è andato a portarlo con la codina tra le gambe e le orecchie basse, tomo, tomo, chiatto, chiatto, come diceva Totò, da quelli contro cui strilla oggi!
Perché vi dico questo? Noi veniamo da una esperienza, la sapete tutti, che non rifaremo. Perché non la rifaremo? Perché da una politica post tangentopoli ha vinto la non politica. Oggi c'è Grillo, prima c'era la non politica. Lo dobbiamo dire!
Un partito strutturato non ha avuto la colonna vertebrale dritta, la schiena rigida, i principi fermi, anche in un sistema elettorale che era diverso, per tenere ferme certe situazioni e se l'alleanza era dovuta, doveva essere condizionata. E’ chiaro, purtroppo, in quello che è successo ha prevalso la non ragione, ha prevalso la non regola. Se c'erano 12 posti in un Consiglio di Amministrazione, 12 posti in un Consiglio d'Amministrazione possono anche essere politica se ci metti i 12 migliori, ma se ci metti 12 più servi, capite tutti perché è successo quello che è successo.
Finalmente qualcuno ha aperto gli occhi, finalmente qualcuno ha cominciato a dire alt. Oggi il dramma è che questo colpisce l'altra parte e noi che potremmo dire: "Meno male che la malattia ha preso anche gli altri", siamo molto preoccupati, perché visto quello che è successo da questa parte, con queste soluzioni, e visto il non andare avanti di nulla, il parlare delle cose, pensiamo con terrore che questo potrà avvenire, nel futuro, per l'altra parte.
La dimostrazione che questo sta avvenendo è nello strano accordo che è in atto. Dove l'uomo di Pontassieve ha bisogno di avere come interlocutore un depotenziato che è sulla via del tramonto ed ogni giorno respira più a fatica, perché è il vero interlocutore, del resto altri li ha già al Governo, per cui è chiaro che si vuole impedire al cittadino di intervenire in questa situazione.
Si vuole impedire di intervenire con una soglia alta, che potrebbe essere Presidente Solazzi una cosa giustissima nel momento in cui vota il 52% dei cittadini ed attribuiamo il 50% dei seggi, allora sarebbe giustissimo, io sto a casa, ma con il mio non voto non prendo gli stessi seggi di quelli che hanno preso molto meno in termini proporzionali, allora sarebbe una quasi democrazia.
Così facendo invece si tratta soltanto di cercare di unire l'unibile, tutto quello che si può unire. Del resto questa è una Nazione che dal novembre 2011 governa insieme, le nomine vengono fatte insieme. Vogliamo dire di no? Le Procure colpiscono tutti ormai, quindi, non c'è più neanche questa differenza e questo assedio, colpiscono tutti!
Chi sa l'attività delle Procure ha tutti i dubbi. Chi la conosce a tutti i dubbi su quel modo. Certo ci sono comportamenti che possono anche non essere illeciti o da Procura, in ogni caso dovrebbero essere ben lontani dalla politica e dovrebbero essere confutati dalla politica, invece la politica si limita a difenderli dalla Magistratura, non dai comportamenti politici.
Detto questo aggiungerei una cosa, un argomento di riflessione che non ho sentito: il potere della Regione. Ci mancherebbe altro, però non è più consentibile nello stato attuale. Io non posso parlare dei problemi dell'Area Vasta 5, in termini di sanità, parlando della razionalizzazione dell'Ospedale di Ascoli, San Benedetto del Tronto, senza considerare che a 20 chilometri, alla nostra destra più a sud, c'è Giulianova e Teramo. Perché non ne possiamo parlare? Perché c'è una Regione Marche ed una Regione Abruzzo. Noi dobbiamo anche cominciare a pensare ad altre cose, non è ipotizzabile che le stesse situazioni vengano programmate in condizioni del tutto diverse.
Per questo noi prendiamo spunto da una riflessione che andava fatta su questi argomenti che riteniamo molto importanti perché effettivamente portano alla valutazione di come si vorrebbe la Nazione nel futuro, una Nazione ancora con un sistema elettorale incostituzionale, perché è stato detto 10 giorni fa, tra 10 giorni sarà lo stesso, anzi forse peggiore, con la piccola riverniciatura di levare una cosa, di levarne un'altra, ma in sostanza soltanto con il togliere ai cittadini ancora dei poteri. Non ci si rende conto che in un momento in cui la politica è arrivata al basso livello attuale, il metodo per riportare i cittadini ad una valutazione diversa della politica è quella di impedire a loro di poter pensare e di poter incidere.
Io penso che sia il contrario, penso ed arrivo a pensare che questa sia una strategia ben diversa in cui chi la porta avanti in Italia, come sempre, non lo fa negli interessi della Nazione italiana, ma per gli interessi di altri e per le strategie di altri.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Perazzoli.

Paolo PERAZZOLI. Mi trovo un po' a sorridere che sia io ad intervenire, quasi a difendere, quasi unico in questa Aula, la proposta che si va configurando come nuova realtà istituzionale.
Chi mi conosce sa che io sono molto lontano dal renzismo, per storia personale, per cultura ed anche per ragioni politiche, ma se non prendiamo atto di alcune questioni che adesso dirò, noi faremo come quella canzone di Guccini “La locomotiva”, in cui il ferroviere va contro un muro, perché o questo Paese cambia o va allo sfascio.

PRESIDENTE. La locomotiva era una cosa viva lanciata a bomba contro l'ingiustizia.

Paolo PERAZZOLI. Noi invece non siamo una locomotiva, ma andiamo lo stesso contro il muro e sfracelliamo tutto.
Noi abbiamo fatto, nel corso di questi trent'anni, più tentativi per riformare l'istituzione, perché già allora ci eravamo resi conto, il mondo politico si era reso conto, che il bicameralismo perfetto, il sistema nato dalla guerra di liberazione e stabilito con l'approvazione della Costituzione, non reggeva più, non c'erano più le condizioni che avevano dato vita a questo assetto e si imponeva un'accelerazione ed un cambiamento. Molti non ricordano neanche la bicamerale presieduta dall'onorevole Bozzi, poi dall'onorevole Jotti, tutti tentativi abortiti. Ci fu il tentativo della bicamerale presieduta dal leader massimo, onorevole Massimo D'Alema, con il "Patto della crostata", qui lo vorrei ricordare, perché non basta dare vita a cose nuove per recuperare la verginità, nel programma del 1996 , è stato l'esperienza di Governo più riformista che abbiamo avuto - preferisco caro Consigliere Bucciarelli, guardare a quello che ci ha visto insieme, qualcuno ha anche lucrato per stare insieme a noi con quel programma - c'era scritto quello che si sta facendo adesso, il superamento del bicameralismo attraverso un Senato che fosse espressione delle Regioni. Già allora c'era un sistema maggioritario, come c'è in Francia, come c'è in Germania, con un Senato eletto dalle Regioni, in Francia dai Comuni.
La cosa che mi fa specie è che quella bicamerale non andò in porto perché, al solito, Berlusconi sbaragliò il tavolo e Fini che era ancora Alleanza Nazionale non ebbe il coraggio di andare avanti lo stesso. Chi ha memoria o ha studiato qualcosina lo dovrebbe sapere e non basta, ripeto, dare luogo a forze nuove che richiamano a quegli ideali per recuperare la verginità, perché una volta persa è difficile recuperarla.
Quel tentativo che è stato configurato come un accordo impresentabile, un patto scellerato, era un tentativo fatto nella bicamerale, nella sua sede, oggi, la cosa che mi fa specie, è che un accordo fatto tra due persone, ancorché dirigenti dei principali partiti italiani, abbia il crisma di una cosa intoccabile. Questa è la cosa che inficia il valore di questa proposta, anche se uno dei contraenti un giorno dice una cosa, un giorno un'altra, a seconda dell'ora, se è lontano dai pasti dice una cosa o il contrario.
Questo Paese non regge più lo scarto, può darsi pure che sia il calo di zuccheri ad una cera età, e la discussione sui costi della politica in parte c'è sempre stata, ma era appannaggio di una minoranza di destra, qualunquista, oggi se ne discute non perché i costi siano alti, sono anche alti, ma perché è enorme il divario tra i costi della politica e la produttività della politica.
Se non capiamo questo, noi inseguiamo il populismo, il qualunquismo e non raggiungeremo niente, il discredito aumenterà, allora dobbiamo cambiare.
A me ha fatto impressione, nonostante i tanti difetti, ritengo che Romano Prodi sia stato e sia un uomo tra i migliori uomini di Stato che l'Italia abbia prodotto, l'altro giorno, in un articolo sul "Messaggero", giornale sul quale quasi ogni domenica scrive, parlava della riforma della pubblica amministrazione come una delle riforme fondamentali per questo Paese e diceva che i due Paesi al mondo che più si avvantaggerebbero della riforma della pubblica amministrazione e delle istituzioni, sarebbero la Corea del Sud e l'Italia, perché abbiamo un sistema antiquato, tempi lunghissimi per decidere e siamo malati di benaltrismo, una volta era la malattia della sinistra, il problema era un altro, oggi è di tutti, si alza sempre molto il tiro per non colpire il bersaglio e per non cambiare mai niente.
Vediamo alcune questioni che vanno affrontate: la proposta del Governo va sicuramente migliorata, così com'è presenta lati preoccupanti perché, non dimentichiamoci che, ne discuteremo quando affronteremo la nostra legge elettorale, il Senato e la Camera dei Deputati possono cambiare la natura dello Stato, per questo la legge elettorale non può dare premi di maggioranza abnormi in quanto una minoranza potrebbe cambiare lo Stato. E’ costato lacrime e sangue e, quindi, vanno rivisti bene gli equilibri per l'elezione del Presidente della Repubblica, per la nomina della Corte costituzionale, per la politica estera, per alcuni aspetti delicati che riguardano gli equilibri dello Stato. Quello va rivisto e va garantito è la massima trasparenza e serietà per evitare che chiunque, con una minoranza, possa stravolgere lo Stato.
Detto questo, sul superamento del bicameralismo perfetto, penso che ci sia la quasi unanimità del popolo e della stragrande maggioranza delle forze politiche se sono coerenti con le cose che si dicono, poi bisogna vedere, la proposta di Governo si può modificare.
Il sistema che si va configurando, rispetto alla proposta del Governo, su cui sembra ci sia un certo accordo, è quello di aumentare il peso delle Regioni perché le Regioni, con tutti i difetti, comunque fanno le leggi, sono un soggetto legislativo, altra cosa sono i Comuni, che però hanno, siccome sono nella storia dell'Italia, diritto ad avere una loro presenza nel Senato che si va configurando.
Sono d'accordo con il Consigliere Massi, non è giusto che ci sia un rapporto paritario, ma ci deve essere. E’ difficile conciliare questo, tra l'altro, con una rappresentanza modulata a seconda della grandezza della regione, della popolazione della regione, quindi, ci sarà sicuramente una maggiore presenza di Consiglieri regionali rispetto alla rappresentanza degli enti locali.
Una cosa, a tutto c'è un limite, ma come si fa qua a dire questo, quando per vent'anni avete fatto carne di porco del Parlamento italiano votando porcate, perché oggi si dice che questa legge è uguale al porcellum, ma i vostri rappresentanti in Parlamento l'hanno approvata in quattro e quattro otto, per non far funzionare il Parlamento. Leggi ad personam, nipoti di Mubarak, abbiamo avuto un Parlamento che ha votato che quella era la nipote di Mubarak, noi ogni ci andiamo vicino, ma lì non ci siamo arrivati.

PRESIDENTE. Perchè non era la nipote?

Paolo PERAZZOLI. Sulla questione dei Sindaci, condivido le cose che ha detto il Consigliere Massi. Smusserei la parte sui Senatori nominati, credo che sia giusto mantenere una loro presenza, 21 mi sembrano esagerati, ma eliminarli sarebbe un errore, perché sono figure che danno onore all'Italia, che hanno qualità intellettuali e artistiche, ritengo sia giusto che abbiano un ruolo in un Senato che abbia quelle caratteristiche.
Condivido che si costituisca la Commissione bicamerale, perché come abbiamo visto nel rapporto tra le Regioni ...

PRESIDENTE. Consigliere Perazzoli il tempo è finito, sono 15 minuti ...

Paolo PERAZZOLI. ... e il Parlamento si è dato luogo ad un contenzioso esasperante, si faccia, quindi, una bicamerale in cui si vedano bene, con calma, tutti i rapporti fra le Regioni, le funzioni delle Regioni e le funzioni del Parlamento centrale.
Non mi pare una bellissima idea ritirare la mozione, però il Presidente fa quello che deve fare.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Acquaroli.

Francesco ACQUAROLI. Grazie Presidente. Non credo che sia questo il momento di fare polemiche anche perché la nostra mozione rappresenta un'idea per un confronto, una dialettica che credo sia legittima dopo tanti anni di fughe in avanti da una parte e dall'altra.
Credo che il principio di rimettere mano alla Costituzione e all'organizzazione del nostro Stato sia condiviso da tutte le parti, ma non può essere una forzatura, non può essere un'imposizione fatta da un Parlamento che, oggettivamente, non lo dico io, lo dice la Corte costituzionale, è stato eletto in maniera illegittima.
Non lo dico io, noi l'abbiamo sempre detto da tutte le parti, questo sistema elettorale, soprattutto per la nomina di parlamentari non scelti dai cittadini, mostra qualche lacuna ed evidenzia uno dei motivi più importanti per cui la gente si è allontanata dalla politica, perché oggettivamente non si sente né coinvolta né rappresentata e chi è nominato dai partiti non ha fatto tanto per avvicinarsi alle sensibilità popolari, per avvicinarsi a quelle che erano le questioni che più di altre si ponevano all'ordine del giorno del lavoro politico e della discussione politica.
Sicuramente non è che il Paese andrà in crisi o sarà in crisi, il Paese è già in una profonda crisi e credo che ripartire dalle regole sia un punto essenziale, ma le regole devono essere scritte secondo un senso e le riforme devono essere fatte in maniera largamente condivisa, senza stravolgere la funzione che la democrazia deve avere.
Cosa chiediamo noi? Chiediamo che questo Consiglio regionale si faccia portatore di alcuni principi importanti, siamo anche disposti, all'interno della nostra mozione, a discutere qualche modifica, però non ci piace l'idea che possa essere, come è successo tante altre volte, scartata a priori ed a prescindere ed, in qualche maniera, archiviata come un’iniziativa di parte contro Renzi, contro le riforme, per un vantaggio di partito.
Penso che ad esempio la questione del superamento del bicameralismo perfetto debba essere un punto all'ordine del giorno condiviso praticamente da tutti, ma non può essere oggetto di una riforma che crea un'altra Camera con una partecipazione di elezione secondaria, per cui non si elimina niente, il Senato resta, ma di fatto non lo eleggono i cittadini, ma è un’elezione secondaria per cui magari, non so, saranno sempre le segreterie di partito che indicheranno chi andrà a far parte di quel contesto, di quel consesso. Sll'elezione del Parlamento stesso, della Camera, anche se nella nostra mozione auspichiamo un passaggio ad una forma presidenziale - è una Repubblica parlamentare - ci sembra assolutamente in antitesi il modo di eleggere il Parlamento quando le liste vengono bloccate, adesso, addirittura, la grande novità è che sulla scheda troveremo i nomi di chi si nominerà. Credo che questo possa essere considerato incostituzionale esattamente come la legge che è stata dichiarata incostituzionale qualche mese fa.
Sono alcune questioni che noi riteniamo importante discutere, non tanto perché riteniamo la mozione un dogma da ricevere, ma perché pensiamo che debba essere migliorata la proposta fatta dal Presidente Renzi, che debba essere fortemente condivisa dai territori e fortemente condivisa anche da tutte le parti politiche, scusate se mi ripeto.
La crisi che stiamo attraversando è innanzitutto una crisi di valori, una crisi istituzionale, perché la crisi economica, la crisi sociale, il degrado che è stato toccato in questi anni, che tocchiamo ogni giorno, è frutto proprio della crisi istituzionale, della crisi politica e della crisi di una classe dirigente che non ha saputo ritrovare uno spirito di iniziativa comune, obiettivi comuni da dare al nostro territorio, da dare al nostro popolo.
Sotto questo punto di vista, invito questa Aula a riflettere rispetto al voto ed anche rispetto alle modifiche da proporre, magari considerando la possibilità di riprenderle e di salvare almeno una parte, quella della partecipazione e dell'elezione alla Camera dei Deputati fatta non con le liste bloccate. Al di là di quello che può essere l'accordo tra Renzi e Berlusconi, credo che il buon senso debba regnare, lo abbiamo sempre detto, lo abbiamo sottolineato nelle elezioni non si può prescindere da un voto diretto da parte dei cittadini.
Oltre tutto i Consigli regionali, i Consiglieri comunali, debbono comunque essere suffragati da un forte consenso non solo personale, ma anche territoriale per poter rivestire i ruoli che rivestiamo oggi noi qua e che rivestono nei Comuni a tutti i livelli del nostro territorio.
Credo che una riflessione, prima del voto rispetto a queste questioni che abbiamo posto, sia dovuta. Sia dovuta non solo rispetto alla mozione, ma rispetto a tutto quello che ci siamo detti in questi anni che non può essere cancellato da errori che ci sono stati, Consigliere Perazzoli, noi non neghiamo i nostri errori, tra l'altro errori che non possono essere imputati sicuramente a coloro che hanno sottoscritto questa mozione, ma vorremmo, sarebbe bello, più facile, se ognuno si accollasse gli errori commessi che sono tanti da tutte le parti politiche, però non è che se qualcuno ha militato in un partito che ha commesso errori, oggi è delegittimato a dire non commettiamoli più, perché questo sarebbe un po' come per far dispetto a qualcuno, farsi più male.

PRESIDENTE. Si esaurisce il dibattito.
Debbo dire questo che questo documento ha un senso metterlo in votazione se registra, pur emendato ed in qualche modo modificato, un voto unanime o largamente maggioritario.
E’ evidente che non è l'elaborazione fatta da un Gruppo politico, è stata fatta dai Presidenti, ce ne sono di tutti i colori e di tutte le estrazioni e a ben guardare il documento è una sintesi, la sintesi massima, ed in fondo difende al massimo il ruolo delle Regioni in questa partita.
Basta valutare non so, la prima, l'opportunità di conservare il nome di "Senato delle Regioni e delle Autonomie", l'opportunità che la ripartizione dei seggi sia parametrata alla popolazione delle regioni, perché inizialmente si era detto "uno solo per ogni Regione" ed era il Presidente della Giunta, la quota paritaria di eletti dei Consigli regionali e dei Collegi dei Sindaci, perché la proposta iniziale era che la rappresentanza fosse tutta dei Sindaci, cioè fossero presenti tutti i Sindaci dei capoluoghi di provincia, ... no inizialmente erano di provincia, poi si è modificato e, comunque, un rappresentante per ogni Consiglio regionale e la maggioranza dei Sindaci rispetto ai Consiglieri regionali. Per carità, può essere anche giusto, forse i Sindaci rappresentano i territori meglio di quanto ormai non siano in grado di fare i Consigli regionali, probabilmente, anche questo non è da escludere perché ..., però il documento prevede questo.
La non condivisione dell'integrazione del Senato con membri nominati, il numero elevato di Senatori, per carità è giusto, come avviene adesso, che ci siano dei Senatori a vita, ma 20 Senatori a vita sono un Gruppo parlamentare di quelli grossi, quindi, si può portare a 5, a 7, lo puoi stirare un po', però sono tutte cose …, addirittura si chiede al Governo che sia prevista la maggioranza assoluta della Camera per tutti i disegni di legge nel caso in cui il Senato delle Autonomie locali dia un parere negativo, perché, se mi consentite, se è solo il Senato che dà il parere, poi a prescindere da quel parere che dà, la Camera può fare quel che vuole, quanto meno prevede una maggioranza qualificata.
A mio avviso ci sono tutti gli elementi per una condivisione, se però così non è, non mi va di avere un documento che passa a maggioranza, quindi, preferisco ritirarlo in attesa che qualcuno possa proporre una risoluzione. Se questo avverrà o non avverrà, non lo so, perché non ha nessun senso che un documento di questo tipo passi a maggioranza.
Mi pare di capire che le opposizioni in questa Aula non lo condividono, quindi, mi limito semplicemente a ritirarlo, aggiungendo una cosa: credo che non molti di noi non si rendano conto di che stagione vive il Paese. Non so cosa altro ci serve per capire quale stagione viviamo, io non so quali segnali ci servono, non riesco a capire se non sono a sufficienza i segnali che ci pervengono, ma non anteponendo alle ragioni di interesse generale che appartengono, indipendentemente dalle appartenenze, a tutti come quella delle regole, non concependo che non si può essere integralisti nel conservatorismo, rischiamo non di delegittimare una classe politica, rischiamo di creare le condizioni perché in questo Paese ci sia un’involuzione democratica che non passerà, però, attraverso la politica rappresentata dalle forze politiche che siedono in questo consesso o che hanno una tradizione. Il rischio è molto più grande.
Quando le forze politiche non riescono nemmeno più a concepire che almeno su alcune regole di fondo si deve fare il massimo dello sforzo per condividere una architettura, se non riescono a comprendere che c’è necessità del cambiamento, dello snellimento, dell'adeguamento ad una domanda di semplificazione che sale dai cittadini in modo ormai perentorio, se di tutto questo non se ne fa una ragione per trovare una sintesi, il rischio non è di una forza politica, fa morire dal ridere, il rischio non è questo, il rischio è che si smantelli completamente un Paese, le strutture democratiche, l'autorevolezza di quelle strutture, l'autorevolezza dei luoghi decisori per affidare il Paese a derive assolutamente pericolose, non pericolose per una forza politica o per un'altra, per tutti.
Anche lì qualcuno troverà sempre il modo per dire che ciò che è accaduto è colpa di qualcun altro, il problema è per i ragazzi, per i giovani, per colpa di chi non interpreta in modo adeguato il proprio ruolo, a cui si cancella gran parte del futuro, quindi, ritiro questa mia mozione.
Consigliere Zinni mantiene la sua mozione?
Ha la parola il Consigliere Acquaroli.

Francesco ACQUAROLI. ... di potersi confrontare su un documento comune, penso che possiamo anche discuterne.

PRESIDENTE. La prossima volta se mi presentate una risoluzione, in qualsiasi momento, io la metto all'ordine del giorno, al primo punto o al punto che mi chiedete voi. Non ho problemi, siamo una delle poche Regioni che non ha inviato il documento. Ripeto, faccio parte della Conferenza dei Presidenti, lì c'è di tutto e di più, ma una sintesi si è trovata. Non passa all'unanimità o a larga maggioranza, io non me ne faccio un cruccio, non sono stato in grado, non è mica colpa vostra, è colpa mia, non sono stato in grado di portare in Assemblea un documento condiviso.
Non muore nessuno, non finisce nulla, se nel mentre, per la prossima volta, c'è la possibilità di trovare una sintesi, fate un atto e io lo iscrivo e lo votiamo.
Se il Consigliere Zinni vuol mantenere la sua proposta, la votiamo, ognuno vota come gli pare ...

Giovanni ZINNI. La proposta è a firma del Gruppo.

PRESIDENTE. E' vero, è a firma di tutti e quattro. Se la volete ritirare la ritiro, se no la metto in votazione.
Ha la parola il Consigliere Acquaroli.

Francesco ACQUAROLI. Presidente proviamo a trovare una risoluzione.

PRESIDENTE. Va bene, quindi per la prossima volta. La mozione viene al momento ritirata nel caso in cui poi, ... va bene mi sembra una cosa opportuna, saggia e vi ringrazio.
Bene, si chiudono i nostri lavori. Vi ricordo, ma lo sapete, comunque vi ricordo che martedì prossimo non ci sarà seduta, il prossimo Consiglio sarà martedì 27. Grazie.
La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 14,00.