Resoconto della seduta n.162 del 12/05/2020

SEDUTA N. 162 DEL 12 MAGGIO 2020

La seduta inizia alle ore 10,55
(in modalità telematica con collegamento in videoconferenza)

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Colleghi buona giornata. Dichiaro aperta la seduta n. 162 del 12 maggio 2020. Do per letto il processo verbale della seduta n. 161 del 30 aprile, il quale, ove non vi siano opposizioni, si intende approvato ai sensi del comma 4 dell’articolo 53 del Regolamento Interno.
Richiamo, inoltre, ai sensi del comma 5 dello stesso articolo, l'attenzione di tutti i Consiglieri sulle comunicazioni distribuite, mediante invio con posta elettronica, con cui porto a conoscenza dell'Assemblea quanto espressamente previsto dal Regolamento interno.

Commemorazione

PRESIDENTE. Chiedo a l’Aula un minuto di silenzio e raccoglimento per le vittime del Coronavirus.

(L’Assemblea legislativa osserva un minuto di silenzio)

Sull’ordine del giorno

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Grazie Presidente. Chiedo l’iscrizione all’ordine del giorno della mozione n. 674.

PRESIDENTE. Se non ci sono contrari, do per approvata questa richiesta. La mozione la inseriamo nell’ordine del giorno così come avevamo deciso ieri in Conferenza dei capigruppo, sarà la terza ad essere trattata oggi.
Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Intervenivo nel caso in cui ci fossero interventi contro ed avrei espresso il mio parere a favore, solo una raccomandazione, che le ore 18,00, previsto come orario di chiusura, siano capaci di contenere la discussione di questa mozione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Micucci.

Francesco MICUCCI. Mi riferisco alla mozione n. 669 presentata dai Consiglieri Volpini, Giancarli sugli specializzandi di medicina, chiedo di poterla iscrivere, già ieri alla Conferenza dei Presidenti dei gruppi era stato espresso parere positivo.

PRESIDENTE. Anche in questo caso, se non ci sono contrari, la inseriamo nell’ordine del giorno.
Ci sono altre tre mozioni da inserire nell’ordine del giorno, la n. 661 a firma dei Consiglieri Biancani, Giacinti, Micucci, “Sostegno allo spettacolo dal vivo rilancio del settore della cultura in seguito all’emergenza sorta con l’epidemia da nuovo Coronavirus”, la n. 672 del Consigliere Celani ”Emergenza epidemiologica da Covid 19 contributo straordinario per i titolari dei centri privati per i servizi educativi e scolastici 0-6 anni indipendentemente che siano accreditati in convenzione e non”, la n. 673 della Consigliera Marcozzi “Bonus di 600 euro alla piccola pesca”, abbinate ai sensi e per gli effetti dell’articolo 144 del Regolamento Interno. Se non ci sono obiezioni, le diamo per inserite all’ordine del giorno ovviamente a scalare come ultima, penultima e terz’ultima mozione dell’ordine del giorno di oggi.
Visto che mancano ancora i Consiglieri della I Commissione, procediamo con il punto 2 all’ordine del giorno.

Proposta di legge n. 344
ad iniziativa della Giunta regionale
“Modifiche urgenti alla legge regionale 23 febbraio 2005, n. 15 “Istituzione del sistema regionale del servizio civile”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 344 della Giunta regionale. La discussione generale è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente. Questa proposta di legge è stata approvata all’unanimità dalla Commissione presieduta dal Consigliere Volpini il 27 febbraio 2020 ed è stata trasmessa al Cal, che non ha espresso parere, e al Crel, che ha espresso parere favorevole.
Nella seduta di Commissione del 10 aprile scorso abbiamo preso atto della mancata espressione del parere del Cal e del parere favorevole del Crel ed abbiamo di nuovo approvato all’unanimità questo provvedimento di modifica agli articoli 6, 7 e 8 della legge regionale 15 del 2005, ovvero “l’istituzione del sistema regionale del servizio civile”.
La legge del 2005 ha dato attuazione alla normativa statale in materia di servizio civile nazionale, di cui al decreto legislativo 77 del 2002, ora abrogato a seguito dell’entrata in vigore del decreto legislativo 40 del 2017.
Quindi, dopo 15 anni c’è stato un nuovo decreto legislativo che ha modificato la materia, ovvero l’istituzione e la disciplina del servizio civile universale a norma dell’articolo 8 della legge 6 giugno 2016 n. 106 che ha modificato il settore ridisegnando anche le competenze delle Regioni.
La legge regionale 15 ha il fine di sviluppare aspetti peculiari della realtà marchigiana, di promuovere una più larga partecipazione alle attività del servizio civile, forme innovative di tali attività, sempre nel rispetto delle competenze stabilite dall’articolo 117 della Costituzione, di disciplinare, quindi, il servizio civile regionale.
La legge regionale prevede inoltre che il servizio civile sia prestato nell’ambito di progetti presentati dagli enti pubblici e privati accreditati che svolgono attività in ambito regionale, iscritti all’albo regionale istituito dalla stessa legge, suddiviso in due sezioni, la prima relativa al servizio civile nazionale di rilevanza regionale, la seconda relativa al servizio civile regionale.
I progetti vengono esaminati ed approvati da una struttura organizzativa della Giunta regionale appositamente istituita la quale ne dà poi comunicazione ad un ufficio nazionale per il servizio civile.
La stessa struttura della Giunta regionale emana un bando nel quale sono indicati i progetti approvati ed il numero massimo di giovani che possono essere ammessi a svolgere il servizio civile.
Le disposizioni contenute in tale legge sono però superate a seguito dell’entrata in vigore del decreto legislativo 40 del 2017 di riordino del servizio civile nazionale.
Voglio fare brevemente una sintesi del servizio civile nazionale, che non è una professione, non è un lavoro, è un’importante occasione di crescita personale, culturale, professionale dei giovani che rappresentano una risorsa per il Paese. E’ anche un esperienza utile per avvicinarsi al mondo del lavoro, prima del 2001 c’era l’obiezione di coscienza, alternativa al servizio militare obbligatorio, che si esprimeva in un servizio di tipo civile, senza l’uso delle armi. In Italia dal 2001 non c’è nessun obbligo militare da assolvere, come sapete, così è stato istituito il servizio civile nazionale volontario rivolto a chi vuole farlo. Le domande erano di più dei posti disponibili perché molti giovani erano interessati a questo servizio e la novità bella del decreto legislativo 40 del 2017 è che istituisce il servizio civile universale e l’aggettivo universale spiega che l’obiettivo è quello di renderlo possibile a tutti coloro che lo desiderano, quindi, servizio civile universale, un fatto molto importante.
Il decreto legislativo del 2017 stabilisce che il servizio civile sia universale, l’obiettivo è quello di renderlo un’esperienza aperta a tutti i giovani e questo, come già detto, ha modificato il settore ridisegnando anche le competenze delle Regioni, prevedendo all’articolo 4, in modo più puntuale rispetto al decreto legislativo vecchio, la possibilità da parte delle stesse di istituire nella loro autonomia un servizio regionale con finalità proprie e non assimilabili al servizio civile universale.
La legge regionale 15 del 2005 deve pertanto essere modificata al fine di dare attuazioni alle nuove disposizioni contenute nel decreto legislativo 40 del 2017.
Nelle more della predisposizione della legge regionale di riordino è urgente modificare alcune disposizioni specifiche che risultano di difficile attuazione nel mutato contesto normativo, sia statale che europeo, al fine di poter dar seguito ai bandi relativi al servizio civile regionale secondo disposizioni e criteri coerenti con quelli nazionali.
E’ necessario ed urgente che si vada all’approvazione di questa legge, anche per il fatto che i bandi sono rivolti soprattutto ai giovani non occupati e in cerca di occupazione che vivono nei territori colpiti dagli eventi sismici del 2016, al riguardo gli uffici della Giunta regionale riferiscono che i bandi per il servizio civile, che dovranno essere completati una volta approvata questa legge, interessano 160 operatori volontari inoccupati, finanziati con fondi Por-Fesr, da impiegare nei Comuni del cratere sismico nel settore della Protezione civile; un altro bando riguarda 350 operatori volontari, finanziato con il fondo garanzia giovani, da impiegare negli enti che non hanno progetti di servizio civile universale attivi. I bandi possono essere pubblicati solo a legge modificata. Gli operatori volontari, stimati in più di 500, vedranno l’avvio effettivo presumibilmente dopo l’estate, salvo nuove disposizioni legate anche all’emergenza che stiamo vivendo.
La proposta di legge modifica tre articoli della legge regionale 15 del 2005. L’articolo 6, che riguarda i progetti di impiego, viene integrato prevedendo la presentazione di progetti di servizio civile regionale da parte di enti pubblici e privati iscritti all’Albo degli enti del servizio civile universale, rispettosi del decreto del 2017, che hanno almeno una sede operativa nel territorio regionale.
Con l’abrogazione del decreto del 2002 la prima sezione dell’Albo, istituita dall’articolo 5 della legge regionale 15 del 2005, è decaduta a maggio dello scorso anno, al riguardo la proposta di legge prevede all’articolo 5 una disposizione finale che precisa che in attesa della riforma organica del sistema regionale del servizio civile, l’albo regionale degli enti di servizio civile si compone di un’unica sezione nella quale sono iscritti i soggetti in possesso dei requisiti stabiliti dalla Giunta.
L’altra modifica riguarda l’articolo 7 e in merito alla selezione degli aspiranti viene così integrato: “Limitatamente ai soggetti impegnati nella realizzazione dei progetti di servizio civile regionale finanziati con fondi dell’Unione europea, il limite di età e gli ulteriori requisiti specifici sono fissati dal relativo programma di finanziamento”, in tal modo viene garantita una più forte coerenza tra il sistema regionale di servizio civile e i programmi d’intervento finanziati con fondi dell’Unione europea.
L’ultimo articolo da modificare è l’8 e vengono soppresse le parole “se l’impegno settimanale è quantificato in 30 ore” perché prima dell’entrata in vigore del decreto legislativo del 2017 la legge regionale era in linea con quanto stabilito dalla norma statale e faceva corrispondere all’impegno settimanale massimo di 30 ore il medesimo compenso. Oggi la norma nazionale prevede un impegno massimo settimanale di 25 ore, quindi è necessario procedere alla modifica della norma per equità del compenso.
Allo stato attuale l’applicazione delle 30 ore settimanali a fronte dello stesso compenso mensile spettante ai volontari del servizio civile universale determinerebbe una disparità di trattamento tra i giovani del servizio civile regionale e quelli che svolgono un servizio civile universale.
Queste sono le modifiche, sono in linea ed attuano pienamente il decreto del 2017, si compie un salto di qualità in favore dei giovani perché di fatto e di massima tutti coloro che lo desiderano possono accedere a questo servizio volontario. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Grazie per questo tentativo di fare un Consiglio regionale in Aula perché questa Regione si merita una seduta vera, partecipata da tutti i 31 Consiglieri, pertanto l’invito ancora una volta, cortesemente e pubblicamente, a trovare le condizioni logistiche per far si che questo accada nel più breve tempo possibile e la prova di questa mattina dimostra che c’è un ambiente diverso, un ambiente di partecipazione, dobbiamo trasmettere messaggi positivi alla nostra comunità per la ripresa conseguente a questo momento di difficoltà.
Detto questo, vengo all’argomento della proposta di legge 344, anche se dopo l’ampia relazione del Consigliere Giancarli credo che ci sia ben poco da aggiungere. Passatemi la battuta, mi è sembrata una relazione di alta filosofia e di alto contenuto, perché ha spiegato in modo più che dignitoso questo atto ed io brevemente faccio subito una considerazione con la quale penso di arrivare al cuore della norma regionale che conteneva una disparità di ore settimanali rispetto a quella nazionale.
Credo che questo atto vada a recuperare questa piccola discrasia e a tutta la comunità del mondo del volontariato, del mondo civile nazionale e regionale, del quale anch’io sottolineo il suo aspetto positivo ed importante, possiamo offrire una legge che serve per trasmettere alle nuove generazioni messaggi sulla cultura civica di questa società, che bisogna recuperare.
Penso che questo sia uno strumento che permette ai giovani di imparare a stare insieme tra culture e idee diverse, per rapportarsi con gli altri nel modo più sociale possibile. Questo è un aspetto estremamente importante che sento di valorizzare perché credo che alla società del terzo millennio serva un recupero di civiltà, di socializzazione, imparare una convivenza non solo tra culture diverse, ma anche tra idee diverse, ragionamenti diversi, anche politici, diversa cultura ed estrazione sociale. Stare insieme favorisce una crescita rigogliosa che l’isolamento sociale non porta mai.
Condivido pienamente la socializzazione ed il ragionamento tra posizioni diverse perché questo fa si che la comunità cresca. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Grazie Presidente. Condivido in pieno questa proposta di legge che va a modificare gli articoli 6, 7 e 8 della legge regionale 15 del 2005 che disciplina il servizio civile.
Questa è un’occasione di crescita per i giovani ed è un’esperienza per coloro che si accingono ad entrare nel mondo del lavoro, però, mi permetto di dire questo, trattandosi di un servizio mutato nel tempo, con attenzione all’occupazione ed alla formazione anche sociale dei nostri giovani, in particolar modo, come ha detto il Consigliere Giancarli, di quelli che vivono nei territori del sisma del 2016, sollecito l’adozione dei bandi che assumono una duplice valenza in questo caso.
Sono pienamente d’accordo nel votare la proposta di legge n. 344 sul servizio civile. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, sull’ordine dei lavori, il Consigliere Giacinti.

Francesco GIACINTI. Ho avuto difficoltà a dare la presenza, però ho ascoltato la relazione, vorrei chiedere gentilmente di posticipare il punto relativo alla proposta di legge 333 per dare modo al personale di sistemare gli emendamenti che la Commissione ha fatto propri nella riunione che si è conclusa poc’anzi, così da poter presentare in Aula oltre agli emendamenti anche il testo che tenga conto di essi. Grazie.

PRESIDENTE. Va bene, dopo la votazione tratteremo la proposta di atto amministrativo n. 70.
Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 6. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 7 (Dichiarazione d’urgenza). Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva a maggioranza assoluta dei suoi componenti)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Grazie Presidente. A nome mio personale e del gruppo Movimento 5 Stelle dichiaro che voteremo a favore di questa integrazione della legge, che rende più essenziale e particolare l’intervento del volontariato della protezione civile.
E’ un impegno culturale di solidarietà, un impegno intellettuale e fisico importante per i giovani che purtroppo in questo momento dagli adulti non hanno un esempio edificante. Penso alle polemiche che vengono fatte sulla situazione politica e di cronaca per cui convintamente votiamo questa legge che si rivolge soprattutto ai giovani, per un impegno fondamentale di solidarietà che purtroppo nella società di oggi a volte manca.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Solo per raccomandare all’Assessore Cesetti, che sta predisponendo un atto di variazione al bilancio fra i 100 e i 250 milioni, così abbiamo letto sulla stampa dopo una riunione dei segretari della maggioranza, alla quale io non ho partecipato, questo punto che potrebbe essere interessante.
Non si è accorto nessuno, ma mi sono astenuto sull’invarianza finanziaria per un motivo semplicissimo. Oggi, Assessore Cesetti, abbiamo migliaia di giovani che con più difficoltà rispetto al passato troveranno lavoro, quindi, ne abbiamo di più a disposizione, saranno chiamati a tante attività, forse anche in nero, per arrotondare e per far qualche cosa spinti dalle loro famiglie, credo che offrire il doppio dei posti - si tratta di qualche centinaia di migliaia di euro in più - che la Regione normalmente assegna a questo settore sia una delle cose da tenere presente, tra l’altro non abbiamo nessun aggravio di natura burocratica, questi sono soldi che possono essere spesi semplicemente attingendo dalla graduatoria esistente e allungando i posti previsti con un numero doppio rispetto a quelli che sono tradizionalmente indicati nella delibera di Giunta.
Credo che sia una cosa utile, anche perché non dimentichiamocelo, questo non è un volontariato generico, è una attività di volontariato che riceve un piccolo corrispettivo, ma è filtrato da enti e da associazioni accreditate dalla Regione, quindi, massima garanzia sul loro operato, massima garanzia su tutti i presìdi che dovranno essere utilizzati nel corso di quest’anno e speriamo non nel corso del prossimo per far fronte al Coronavirus.
Quindi, invito l’Assessore a inserire nella sua proposta anche questa, altrimenti la farò in sede di variazione di bilancio.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Intervengo non per dichiarazione di voto, semmai lo farà il capogruppo, ma perché condivido quanto detto ora dal Consigliere Marconi. Io ho insistito molto sul carattere universale, che significa che i giovani che vogliono accedere devono trovare una risposta. La legge è chiara: se c’è una necessità di carattere finanziario, concordo con il Consigliere Marconi, deve essere risolta, perché il quadro normativo e legislativo è chiaro.

Proposta di legge n. 344. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Proposta di atto amministrativo n. 70
ad iniziativa della Giunta regionale
“Piano sociale regionale 2020/2022. Indirizzi prioritari e strategie per lo sviluppo e l’innovazione del welfare marchigiano e per il rafforzamento degli interventi in materia di servizi sociali. Centralità del cittadino ed equità sociale nell’ambito del processo di integrazione tra sistemi di welfare”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 70 della Giunta regionale.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Volpini.

Fabrizio VOLPINI. Grazie Presidente. Portiamo in Aula un atto importante, il Piano sociale. Dopo aver lavorato per diversi mesi sul piano socio-sanitario portiamo in Aula questo provvedimento di grande importanza che riguarda la programmazione dei servizi sociali della nostra regione.
Anche questa proposta di atto amministrativo è stata molto partecipata, per quanto riguarda sia l’elaborazione da parte del Servizio che i lavori della Commissione. Nella fase istruttoria abbiamo ascoltato diversi soggetti, stakeholder, Presidenti dei comitati, Sindaci degli ambiti territoriali, coordinatori d’ambito, direttori dei distretti, associazioni sindacali, ordine degli assistenti sociali, associazione degli assistenti sociali, enti del servizio sanitario regionale, Rettori delle università marchigiane, associazioni dei consumatori, organizzazioni di rappresentanza e rappresentanza delle autonomie locali.
La genesi normativa della programmazione sociale regionale risale ad una legge importante che insieme alla n. 833 del 1978 ha segnato un po’ lo spartiacque delle politiche socio-sanitarie in questo Paese, che è la legge 328 del 2000.
Un primo atto nel 2000 è stato il “Piano regionale per un sistema integrato di interventi e servizi sociali 2000-2002” approvato con deliberazione amministrativa del Consiglio regionale. Un secondo atto, il “Piano sociale 2008/2010 - Partecipazione, tutela dei diritti, programmazione locale in un processo di continuità, stabilizzazione e integrazione delle politiche di welfare” fu fatto nel 2008. Successivamente la programmazione sociale regionale venne assorbita all’interno dell’atto di programmazione socio-sanitaria con il “Piano socio-sanitario regionale 2012/2014. Sostenibilità, appropriatezza, innovazione e sviluppo” approvato nel dicembre 2011.
Il contesto normativo regionale in materia di politiche sociali ha fatto un salto evolutivo nel 2014 con il recepimento della legge 328 da parte del legislatore regionale, la quale provvede a precisare l’identità del Piano sociale regionale, affidando ad esso il compito di determinare le linee di programmazione regionale in materia di servizi sociali e, per quanto di sua competenza, in materia di integrazione socio-sanitaria, con riferimento a:
- agli obiettivi generali da perseguire ed alle priorità di intervento, nonché alle aree socio-assistenziali oggetto di progetti-obiettivo e di azioni programmatiche;
- le modalità per il raccordo tra la pianificazione regionale e quella locale e gli indirizzi per l’adozione dei piani degli ambiti sociali;
- i criteri per migliorare l’economicità;
- gli indirizzi e i criteri per la destinazione e il riparto delle risorse finanziarie sulla base del fabbisogno di servizi;
- le esigenze di formazione, riqualificazione e aggiornamento degli operatori sanitari;
- i criteri e le modalità per l’assegnazione dei titoli validi per l’acquisizione di servizi sociali.
Riguardo le linee di indirizzo della programmazione socio-sanitaria, la legge regionale 32/2014, all’articolo 13, comma 3, rinvia al Piano socio-sanitario il quale, in merito, fa esplicito riferimento alle Unità Operative Sociali e Sanitarie (UOSS) ai fini della predisposizione, approvazione e implementazione delle modalità di programmazione integrata sociale e sanitaria.
In data 11 ottobre 2018, il Presidente alla Giunta regionale ha provveduto a definire gli indirizzi prioritari e le strategie per lo sviluppo e l’innovazione del welfare marchigiano e per il rafforzamento degli interventi e servizi sociali, dandone comunicazione in Giunta che, condividendo all'unanimità, ha incaricato il Dirigente del Servizio politiche sociali e sport di seguire le previste fasi per garantire la redazione del Piano sociale regionale.
Il Piano sociale, riferito al triennio 2020-2022, inizia il suo percorso di costruzione come Piano sociale 2019-2021, parallelo e integrato con quello del Piano socio-sanitario regionale 2019-2021. Si è trattato di un lungo percorso di partecipazione per l’ampio coinvolgimento, attraverso numerosi incontri tematici e territoriali, di associazioni, cooperative, parti sociali, gruppi di portatori d’interesse.
La metodologia di predisposizione del documento ha seguito un approccio scientifico, il cui punto di partenza è stata un’analisi valutativa dell’ultima programmazione sociale, contenuta nei risultati dell’attività di ricerca curata dalle Università marchigiane, quindi il coinvolgimento forte nella scientificità del Piano delle Università marchigiane, che hanno insegnamenti in materia di sociologia e scienze sociali, attraverso un focus group svolti con i Coordinatori degli ambiti sociali e con gli stakeholder partecipanti ai gruppi di valutazione.
Ulteriori elementi oggetto di valutazione sono stati il contesto dei servizi territoriali, sanitari e sociali, il tema del lavoro sociale e socio-sanitario centrato sulla figura professionale dell’assistente sociale e i mutamenti nel mondo del volontariato.
Questo importante contributo di valutazione delle Università è confluito in un’ampia analisi di contesto, focalizzata sui punti di forza e punti di debolezza della programmazione conclusa, sullo scenario demografico e socio-economico attuale e sul quadro delle risorse a disposizione della programmazione sociale.
Sulla base di tale analisi di contesto e sulla scorta di tutti gli elementi del mutato assetto normativo e di governance nazionale delle politiche sociali, seguito al decreto legislativo 147/2017, sono state, in prima battuta, redatte dagli uffici regionali le “Linee guida di costruzione del Piano sociale”, nelle quali sono stati delineati gli scenari di riferimento, l’impianto metodologico, le criticità in materia finanziaria, gli obiettivi strategici, le direttrici tematiche di sviluppo nonché la linea di attuazione del Piano. E’ stata avviata quindi, sulla base di tale primo documento, una campagna di presentazione dello stesso finalizzata all’ascolto e interlocuzione con i principali portatori di interesse, regionali e territoriali, prevedendo anche una raccolta strutturata di contributi e proposte, confluiti poi nella “Bozza di Piano sociale regione 2019-2021” redatta dagli uffici regionali. Il percorso di partecipazione è proseguito con ulteriori e successivi incontri, regionali e provinciali, con gli ambiti, con i portatori di interesse, con le organizzazioni sindacali.
Il Piano triennale nasce quindi come un lungo processo di partecipazione. C’è molta analogia con quanto è stato fatto per il Piano socio-sanitario, a partire dalla valutazione degli elementi di forza e delle criticità della precedente fase di programmazione, ha il compito di aggiornare il “sistema regionale degli interventi e dei servizi sociali” alla nuova cornice nazionale ed europea di riferimento, delineando le decisioni da assumere a livello politico, nel corso del triennio, sia sul versante della governance delle politiche sociali, al livello regionale e locale per quel che riguarda il sistema organizzativo dei servizi, sia sulle priorità di settore.
A livello strategico, si legge nel Piano l’obiettivo di investire in un welfare territoriale pubblico, centrato su un ruolo forte di Comuni e Regione, dopo un decennio in cui la deriva verso una privatizzazione del welfare si è andata affermando in tutta Italia, in maniera più o meno esplicita o più frequentemente implicita a seguito dei vincoli di bilancio. Un welfare territoriale pubblico inteso però in senso plurale e partecipato con la società civile secondo modalità di co-programmazione e co-progettazione, ma a regia prevalente pubblica.
A livello tecnico, i contenuti della programmazione fanno riferimento all’aggiornamento della governance del sistema e all’articolazione delle azioni di sviluppo secondo direttrici tematiche fortemente trasversali. Il Piano prevede inoltre che la Giunta, ai sensi del comma 4 dell’articolo 13 della legge regionale 32/2014, approvi le linee guida per l’attuazione della programmazione di ambito sociale.
Nel dettaglio, i contenuti della programmazione triennale regionale, dovendo agire sia sul versante del sistema organizzativo dei servizi che su quello delle priorità di settore, sono articolati in obiettivi strategici di sistema e direttrici di sviluppo settoriale.
Gli obiettivi strategici di sistema, sono finalizzati all’innovazione del sistema e al rafforzamento del livello territoriale. Ciascun obiettivo strategico è articolato in una o più azioni di sistema, che ne delineano le modalità attuative di realizzazione, con riferimento, in particolare, alle indicazioni riportate nelle norme. Da tutte le indicazioni emergono diversi aspetti che focalizzano anche le priorità che ogni obiettivo strategico deve porsi. Gli obiettivi strategici riguardano:
- il rafforzamento del sistema degli ambiti territoriali sociali, in termini di capacità gestionali e di programmazione di tutto il sistema dei servizi sociali e socio-sanitari, compreso il potenziamento delle competenze dei Coordinatori degli ambiti sociali;
- il rafforzamento del livello di integrazione degli interventi, prioritariamente tra la componente sociale del sistema regionale e la componente sanitaria e socio-sanitaria, attraverso il ruolo tecnico di governo delle Unità Operative Sociali e Sanitarie, istituite dalla delibera di Giunta regionale 110/15, ma anche con altri settori del welfare, a cominciare dalle politiche attive del lavoro, della formazione e dell’istruzione, fino alle politiche per la casa e all’agricoltura sociale, quindi un discorso di rete;
- il rafforzamento della gestione associata dei servizi sociali che è una condizione necessaria per superare la frammentazione istituzionale che resta una delle principali criticità del sistema marchigiano. Per declinarla la Regione si propone di esercitare con maggiore incisività una funzione di regia complessiva rispetto ad alcuni obiettivi riguardanti principalmente il riequilibrio dell’offerta territoriale dei servizi a fronte della presenza di situazioni fortemente sperequative tra i differenti contesti territoriali;
- il consolidamento dei processi di programmazione, progettazione, partecipazione monitoraggio/controllo;
- il riordino del sistema dei servizi;
- l’aggiornamento del sistema delle professioni sociali;
- l’istituzione e implementazione del sistema informativo dei servizi sociali, quindi la cultura del dato, importante in ambito sanitario, ma anche molto importante in ambito sociale;
- il supporto alla fase di riprogrammazione della rete dei servizi nelle aree colpite dal sisma;
- il recepimento della normativa nazionale che riforma il terzo settore, dando sostanza al processo di applicazione della normativa nazionale.
Le direttrici di sviluppo settoriale articolano la programmazione regionale per tema e adottano un approccio fortemente trasversale per favorire l’integrazione degli interventi, non solo sociali e sanitari, ma anche educativi, formativi, per il lavoro e per la casa. Esse individuano, a partire da un’analisi delle criticità e dei punti di forza sugli specifici temi, gli interventi da sviluppare per dare attuazione all’evoluzione di azioni e di politiche settoriali. Sono individuate le seguenti direttrici:
- lotta all’esclusione sociale, alla fragilità e alla povertà;
- prevenzione e contrasto alla violenza di genere;
- sostegno alle persone in situazione di non autosufficienza;
- sostegno all’invecchiamento attivo;
- sostegno alle persone con disabilità;
- sostegno alle capacità genitoriali;
- politiche per la casa e tematiche legate al disagio abitativo;
- politiche sociali legate alla promozione della pratica sportiva e motoria per tutte le attività e per tutti;
- sostegno ai giovani a applicazione della normativa nazionale che riforma il servizio civile universale.
La fase attuativa del presente Piano, che sarà avviata di seguito all’approvazione dello stesso da parte dell’Assemblea Legislativa, si articolerà in ulteriori azioni già disegnate all’interno del Piano stesso e che prevedono che la Giunta regionale delibererà un documento attuativo del Piano, contenente il dettaglio degli interventi, scanditi in uno specifico cronoprogramma, da attuare sulla base degli obiettivi strategici e delle direttrici di sviluppo, utilizzando un approccio fortemente trasversale per favorire l’integrazione degli interventi non solo sociali e sanitari, ma anche educativi, formativi, per il lavoro, per la casa. Gli interventi saranno descritti nel dettaglio in apposite schede, in analogia a quanto è stato fatto con il Piano sanitario.
Le Linee guida per la stesura dei Piani sociali di ambito, integrati con le UOSS, la programmazione territoriale avviene a livello di ambito in stretta correlazione con la programmazione sanitaria e socio-sanitaria, il coinvolgimento iniziale di portatori di interesse e formazioni sociali nella funzione di consultazione sarà riproposta al fine di condividere la calibratura delle schede delle direttrici tematiche di intervento.
Il monitoraggio del Piano e la valutazione di applicazione dei contenuti del Piano stesso saranno i processi principali per la verifica dello stato di avanzamento dell’attuazione e si avvarranno di indicatori oggettivi, anche individuati nelle schede attuative. Monitoraggio e valutazione saranno a cura di un apposito organismo deputato allo svolgimento di tali attività, individuato dalla Giunta Regionale e composto, oltre che da personale degli uffici regionali, dai rappresentanti dei diversi interlocutori coinvolti nella fase di definizione del Piano, nonché da rappresentanti delle Università marchigiane.
Il quadro delle risorse su cui poggia il Piano è articolato in circa quaranta diverse fonti di finanziamento: il Governo regionale intende ricomporre il quadro delle diverse disponibilità finanziarie e orientarne l’utilizzo, condividendo le priorità con il sistema delle autonomie locali raggruppate nel “Coordinamento regionale degli ambiti territoriali sociali”.
In base alla previsione finanziaria al momento disponibile, le risorse per il triennio 2020-2022 derivano per il 46% da trasferimenti statali, per il 42% da risorse proprie del bilancio regionale e per il 12% da risorse messe a disposizione da finanziamenti europei e l’ammontare annuale complessivo è stimabile in 85 milioni di euro per il 2020, 84 milioni di euro per il 2021 e 85 milioni di euro per il 2022. Tali previsioni fanno riferimento a tutte le risorse che transitano per il bilancio della Regione; alcuni fondi (europei o statali) sono erogati direttamente agli enti del territorio (Ambiti sociali, Comuni, soggetti erogatori di prestazioni) e il loro ammontare non è quindi compreso nella previsione. I Comuni, in forma singola o associata, utilizzano le risorse regionali, nazionali e comunitarie, di cui sopra, ad integrazione delle risorse proprie dedicate all’attivazione ed erogazione di servizi e interventi. Si stima che la spesa sociale, comprensiva di tutte le risorse, sostenuta dai Comuni sia di 211,5 milioni di euro (con riferimento al 2018 ultimo dato disponibile e stimato dalla Regione Marche), comprensiva delle quote di compartecipazione richieste agli utenti per alcuni servizi, che complessivamente coprono 32 milioni di tale spesa.
Come vedete sul Piano, che era stato licenziato dalla Commissione in epoca pre epidemia, non fa riferimento all’epidemia che chiaramente non coinvolge il Piano, allora abbiamo pensato di proporre una proposta di ordine del giorno che tenga conto di quanto l’epidemia incide sull’ordinamento dei servizi sociali, è stato distribuito nella chat della Commissione ed è stato firmato da me e dalla Consigliera Pergolesi, non so, Presidente, se devo darne lettura adesso oppure dopo la relazione della Consigliera di minoranza.

PRESIDENTE. Possiamo farlo dopo, le ridarò la parola dopo l’intervento della Consigliera Pergolesi.
Ha la parola la relatrice di minoranza Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. Ringrazio il Presidente Volpini per aver accolto la mia proposta, che in realtà era una richiesta di rinvio dell’atto perché, in fase di autorizzazione dei manuali, abbiamo rinviato l’approvazione dei manuali che si occupano di sociale e socio-sanitario per integrarli, visto le criticità evidenziate nella fase emergenziale da Covid 19. Sembrava alquanto inopportuno discutere il Piano socio-sanitario approvato dalla Commissione prima dell’emergenza Coronavirus, anche se ora ne discutiamo in Aula nella fase post emergenza, in quanto un chiaro riferimento andava fatto.
Il Presidente ha optato per una proposta di ordine del giorno che - credo che lo vogliano sottoscrivere anche i Consiglieri Marconi e Giancarli e probabilmente anche gli altri membri della Commissione - dà un segnale di attenzione e di particolare sensibilità nei confronti delle anomalie riscontrate nell’erogazione dei servizi sociali durante questi ultimi due mesi.
Un altro ringraziamento forte va rivolto a tutti quei soggetti (stakeholder, interessati, anche attuatori delle disposizioni che poi verranno previste dalla Giunta) che sono venuti in audizione in IV Commissione in questi mesi per dare dei suggerimenti e delle integrazioni, molte delle quali affini tra più soggetti.
Come ha ben spiegato il Presidente Volpini, annullando parte del mio intervento che sarebbe simile al suo, il Piano è stato elaborato in sinergia con gli stakeholder anche se da alcune audizioni ho avuto la sensazione che da parte di alcuni soggetti ci fosse una sorta di rassegnazione rispetto a quando sono venuti in audizione per il Piano sanitario. Il Piano sociale regionale presenta quelle criticità e quelle carenze organizzative e gestionali di cui purtroppo se ne parla da diversi anni, forse qualcuno ha perso anche la passione e la motivazione per cercare di superarle.
Visto che nel Piano sociale sono previste ulteriori schede attuative, mi auguro che la Giunta in collaborazione con gli stakeholder in un tavolo tecnico possa efficientare le indicazioni date da chi usufruisce dei servizi e soprattutto li gestisce, Se non ricordo male, i coordinatori in audizione avevano evidenziato la necessità di un coordinamento anche tra le singole Ats, un coordinamento rafforzato. Auspico che in sede di lavoro del tavolo della Giunta si riesca a fare questa cosa.
Spero che si attivi quanto prima la Consulta regionale salute composta da tutti gli enti gestori coinvolti (chi amministra e chi dà gli indirizzi politici) e si efficientino non solo le tempistiche, ma anche le risposte alle necessità delle utenze e di chi gestisce le strutture, soprattutto di coloro che a livello amministrativo devono far quadrare le varie azioni con le norme di riferimento.
Nello specifico, tra le osservazioni che più di altre sono state evidenziate c’è quella della necessità di offrire dati essenziali. Prima il Presidente parlava della cultura del dato, sicuramente in questo Piano sarebbe stato opportuno, rispetto al Piano sanitario molto più elaborato, avere la distinzione dei fondi provenienti dal Governo nazionale, dalla Comunità europea, dalla Regione e dai Comuni, anche per inquadrare dove si può intervenire e implementare le risorse.
Importante è il potenziamento degli Ats, soprattutto per quanto riguarda il personale perché allo stato attuale ci viene segnalato che non ci sono le condizioni per la presa in carico dei pazienti proprio perché bisogna investire ancora di più sulla dotazione del personale, che non sia a tempo determinato o a contratti saltuari perché così si perde la risposta del servizio regionale.
Sulle direttrici di intervento per quanto riguarda la non autosufficienza e disabilità si invita sempre ad avere una serie di azioni di concerto con il Servizio sanità perché purtroppo anche in questo Piano si continua a lavorare per compartimenti stagni e la stessa criticità evidenziata nel Piano sanitario si ritrova nel Piano sociale proprio perché mancano le indicazioni chiare di come il settore sociale e il settore sanitario debbano integrare i servizi ed andare avanti in maniera armonizzata.
Per quanto riguarda le risorse messe a disposizione dalla Regione sicuramente c’è uno squilibrio con quelle impegnate dai Comuni, quindi, come ho detto prima, sarebbe opportuno delineare in maniera più puntuale i finanziamenti destinati da ciascun ente e intervenire laddove magari un ente è più carente rispetto ad un altro.
Ricordo che il fondo di solidarietà dello scorso anno è stato utilizzato in minima parte forse perché i Comuni non sono stati incentivati ad iniziare i bandi per ottenere i contributi da parte della Regione, magari non ci sono state le tempistiche, o la procedura era troppo elaborata, diciamo che ci sono quelle piccole correzioni da fare perché è inutile che la Regione stanzi dei soldi se poi i Comuni o chi ne potrebbe beneficiare non ne sono a conoscenza o non sono in grado di presentare la domanda.
Infine, in tanti ci hanno chiesto di superare la dicotomia tra gli Ats e i Distretti sanitari, che rappresenta uno dei principali ostacoli allo sviluppo dei percorsi di integrazione socio-sanitaria e all’operatività delle UOSS. Molti di voi avranno visto anche i servizi apparsi in Rai che hanno evidenziato che alcune questioni erano già state evidenziate dal Presidente di un’Associazione ancor prima dell’emergenza Coronavirus.
Io mi allaccio alle indicazioni suggerite dal ‘Gruppo Solidarietà’ ed anche dagli uffici del servizio sociale, di arrivare a delle schede attuative ad integrazione dei manuali di autorizzazione che dovranno essere approvati in Commissione, per imparare dagli errori commessi e per evitare che si possano ripetere in futuro.
Noi siamo favorevoli all’ordine del giorno perché è un segnale di sensibilità su alcune criticità emerse durante la fase emergenziale, che con questo Piano sociale va dato.
Il gruppo Movimento 5 Stelle si asterrà dal votare il Piano sociale perché rispetto ad alcune indicazioni il lavoro poteva essere fatto in maniera più dettagliata, invece si rimanda molto alla Giunta, ai tavoli tecnici che, seppure è vero si può sempre migliorare, erano già previsti in precedenza. La stessa predisposizione del Piano è stata fatta in collaborazione con gli stakeholder, quindi, diciamo che è un incentivo a migliorarsi sempre di più.
Un augurio alla Giunta che verrà perché ovviamente questa non farà in tempo a recepire le indicazioni degli addetti ai lavori e delle utenze che poi godranno dei servizi offerti per dare un segnale di buona gestione dell’ente pubblico e delle risorse dei cittadini. Grazie.

PRESIDENTE. In attesa che l’ordine del giorno sia elaborato, distribuito ai Consiglieri e presentato dal Consigliere Volpini, do la parola al Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Grazie Presidente. Intanto mi sento di ringraziare i relatori di maggioranza e di minoranza per questa illustrazione ricca e anche chi ha curato questo Piano, che ho avuto modo di vedere e mi sembra molto ben fatto e noto, per quello che mi riguarda, un’impostazione complessiva che sinceramente mi pare diversa dal Piano sanitario. Secondo me è un’impostazione solida e mi pare complessiva nella quale tutti i temi vengono affrontati con una analisi dell’esistente e, come ha detto il Presidente, con una cultura del dato, dell’analisi della situazione, l’individuazione delle criticità rispetto agli obiettivi che c’erano. L’organizzazione complessiva mi sembra condivisibile.
Provo a toccare molto sinteticamente i cinque punti che mi paiono di interesse.
Il primo, l’ha detto adesso anche la Consigliera Pergolesi, riguarda il tema degli Ats. Da moltissimi anni si parla della coincidenza tra distretti ed ambiti e tutti gli operatori ne sono favorevoli ma, essendomene occupato anche in passato, mi pare che ci sia una difficoltà politica tra le varie forze, c’è anche una difficoltà vera, se immagino un sondaggio tra i Sindaci e le varie istituzioni, per varie ragioni e comprensibili, quindi credo che forse sarebbe utile cercare nel futuro di approfondire ulteriormente questo tema.
Sempre su questo aspetto segnalo ai due relatori, in particolare al Presidente Volpini, non credo che faremo in tempo per la fine di questa legislatura, che la legge 32 del 2014, che è la norma di riferimento da questo punto di vista, la legge quadro dei servizi sociali, quella che regola la funzione degli ambiti sociali, in alcune parti è stata poco seguita nella sua filiera, dalla Giunta, dagli Ambiti. Credo che una legge dovrebbe trovare più attuazione, penso per esempio al tema della gestione integrata dei servizi, al tema dei consorzi, a tutta la parte della gestione integrata dei servizi e anche ad altri aspetti. E’ una legge che dovremmo riprendere per farla funzionare pienamente. Questo è primo punto.
Il secondo punto riguarda la povertà. Ho visto un dato fatto molto bene nel Piano sociale in cui si mostra con grande evidenza che negli ultimi anni la povertà nelle Marche è aumentata mentre è diminuita nel resto delle Regioni del centro Italia, in particolare la povertà estrema, adesso non ricordo a che pagina, ma c’è un grafico che la mostra molto bene. Dovremmo stare particolarmente attenti a questo punto. Anche il disagio abitativo è aumentato nelle Marche più che nel resto d’Italia.
Credo che i dati ci mostrino, per varie ragioni che ovviamente non dipendono dalla Giunta, ma dalle caratteristiche del nostro sistema produttivo, quella che viene definita una meridionalizzazione delle Marche, ci stiamo avvicinando per alcuni dati di disagio socio-economico più a regioni del mezzogiorno che ad altre del centro Italia.
Ripeto, questa non vuole essere una critica o una polemica, vuol essere una presa d’atto, purtroppo, per le caratteristiche del nostro sistema produttivo fatto particolarmente da piccole e medie imprese, rischiamo di subire le caratteristiche della crisi più di altre regioni del centro. Cosa dovremo fare come Regione Marche? Mettere in campo degli strumenti adeguati di contrasto al disagio sociale, per esempio, sul tema della povertà credo che far funzionare bene il reddito di cittadinanza, sia per la nostra regione più che per altre del centro Italia, sia un aspetto molto importante.
Per quanto riguarda la non autosufficienza faccio un breve richiamo, spero, lo dico anche al Presidente Zaffiri, che nelle prossime settimane potremmo discutere anche il rapporto del Comitato, che auspico possa dare una mano ai lavori della IV Commissione.
C’è un bel richiamo sull’autismo, Presidente Volpini, so che è un tema che le sta particolarmente a cuore, e su questo credo che dovremo fare in modo che tutti gli strumenti che abbiamo …, devo dire che sono state portate avanti diverse cose durante questa legislatura in attuazione delle leggi, ci sono vari centri che stanno nascendo, oltre a quello di San Benedetto del Tronto per gli adulti, anche alcuni centri sociali, però è un altro di quei temi su cui non bisogna mai smettere di pensare che si può sempre fare di più.
Concludo con un’ultima nota: politiche per i minori. Sappiamo che storicamente la nostra regione ha dei servizi per i minori di buona qualità, non è un’eccellenza nei servizi agli anziani, mentre lo è nei servizi ai minori.
Credo che oggi dovremmo essere una regione di riferimento per capire come i servizi per i minori in seguito all’emergenza Covid possano essere ripensati perché è evidente che i bambini e le bambine in questo periodo di segregazione a casa hanno sofferto più di altri i problemi della mancanza di socialità, mentre una persona adulta, magari per le caratteristiche, l’evoluzione psicologia e altro, riesce meglio a sopperire. Sarebbe bello se la nostra regione, che sui servizi per i minori è sempre stata all’avanguardia, riuscisse da questo punto di vista ad inventarsi qualcosa di nuovo.
Nel Piano sociale alcuni aspetti sulla programmazione della politica sui minori ci sono, ovviamente pre Covid perché, come hanno ricordato i Consiglieri Volpini e Pergolesi, il Piano nasce prima, ma sarebbe bello se riuscissimo in questi mesi a sperimentare qualche servizio innovativo per i bambini marchigiani. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Grazie Presidente. Questo Piano fa riferimento alla legge 32 del 2014 che mi ha visto protagonista come Assessore, quindi sui suoi contenuti di massima non posso che essere favorevole, anche perché, poi sentiremo il Presidente Ceriscioli, su questo piano non ci sono per forza di cose grandi novità.
Il primo fatto che debbo lamentare è che la previsione di allora, del 2014, era che a seguire si sarebbe data attuazione alla legge nazionale di riordino dei servizi sociali e si erano ipotizzato che una serie di leggi sui nidi, sulla povertà, sulle residenze protette, dovevano essere modificate, si dovevano cambiare le regole, e questo non è stato fatto.
Dall’altra parte il settore ha sofferto particolarmente per l’assenza di fondi propri della Regione e su questo credo che non posso fare appunti a nessuno, se non a tutti i Governi che si sono succeduti dal 2015 in poi, che hanno sempre e regolarmente tagliato i fondi alle Regioni, colpendo prima la sanità e poi i servizi sociali. Non c’è stato un periodo peggiore per i servizi sociali di questi anni, ricordo che fino al 2015/2016 avevamo a disposizione più di 30 milioni in bilancio per questo, dal 2016 in poi i fondi sono praticamente scomparsi. Non ho un appunto da fare nei confronti della Giunta la quale si è data molto da fare per recuperare quello che poteva dai fondi della sanità e portarli sul sociale, sul socio-sanitario, più o meno mascherati, per il resto siamo andati avanti con i fondi dello Stato che ha seguito una politica che in qualche maniera è la stessa che hanno fatto le Regioni, anche le Marche, nei confronti dei Comuni, quella di dare i soldi per settori finalizzati, quindi il Governo ha fatto per noi le scelte e ci ha dato i soldi per i nidi, per le residenze protette, per la disabilità grave e altro, ma non ci ha lasciato più il fondo unico del sociale da destinare secondo i nostri desiderati.
Questo è il quadro normativo, finanziario e di bilancio nel quale ci stiamo muovendo. Dentro questo quadro il Piano non può che essere, e lo dico a vanto dei dirigenti, non ho dubbi che il Presidente Ceriscioli lo abbia letto con attenzione come fa per ogni cosa, essendo stato tra l’altro anche Sindaco di una grande città delle Marche, chiaramente il settore del sociale ce l’ha nel sangue … E’ evidente, Presidente Ceriscioli, che questo testo non contiene nessuna sostanziale novità.
L’appuntamento più grande che è mancato in questo Piano da un punto di vista strutturale è la coincidenza fra ambiti territoriali e distretti sanitari, che era il primo passo insieme all’organizzazione di un PUA (punto unico di accesso) sanitario e sociale, il primo passo verso una reale integrazione socio-sanitaria, e non sto portando avanti l’istanza dei movimenti, delle associazioni familiste, come ama dire in maniera dispregiativa qualcuno della sinistra, ma sto semplicemente dicendo quello che è stato un punto fisso della Cgil da tanti anni, che chiedeva esattamente questa cosa, che confliggeva e continua a confliggere con delle impostazioni che localmente i Sindaci e gli amministratori, soprattutto delle aree montane, non vogliono, quindi non si è fatta, ma si dovrebbe fare perché tra le altre cose questa coincidenza in alcuni casi avviene di fatto, come per la città di Ancona e per il distretto Civitanova Marche/Recanati, mentre per altre realtà non avviene perché c’è una fatica a ridurre il numero degli ambiti territoriali sociali.
Detto ciò, ripeto, questa è un’ottima ricognizione e in assenza di fondi, in assenza di novità normative è chiaro che il piano non poteva altro che essere questo, include una serie di cose che sono state fatte nel corso di questi ultimi 6, 7 anni e che vengono certificate dal bilancio, poco di più, forse anche qualcosa di meno di quello che abbiamo fatto con il Piano socio-sanitario. Un buon merito indubbiamente al Dirigente che ha, insieme ai suoi collaboratori del Servizio sociale, lavorato con attenzione a questo strumento che non può che essere solo una base di partenza, qui abbiamo l’acquisito, non le cose da acquisire.
L’altra carenza che segnalo da un punto di vista politico, che mi dispiace dover rilevare, anche in sede di Giunta, la mancanza di osservazioni, nonostante le abbia molte volte manifestate a più di un Assessore e ovviamente all’Assessore delegato al ramo, alla famiglia o alle unioni civili relativamente al sistema di welfare, qui c’è una carenza macroscopica. In tutte le analisi sociologiche fatte da qualsiasi esponente di tendenze culturali si dice che in questo periodo, prima di crisi economica, oggi di crisi sanitaria, la famiglia e le unioni sono stati punti di riferimento, la famiglia per il 97%, le unioni per il 3%, essenziali nel sistema di welfare italiano che, non dimentichiamocelo, non poggia su quelle poche decine di milioni di euro, ma sull’attività delle famiglie, delle unioni e del volontariato, questo ci viene riconosciuto a livello europeo, che rimane meravigliato del fatto che abbiamo questo tipo di sistema. E’ chiaro che in questo non includo tutto quello che fa lo Stato, che fa welfare per 430 miliardi di euro, non dimentichiamoci che lo Stato, non questo Governo o quello precedente o quello che verrà, è sul punto estremamente avanzato, a beneficio e merito di tutti e nessuno Governo, spezzo una lancia opposta a quella precedente, a parte la diminuzione dei trasferimenti alla Regione, ha sostanzialmente diminuito questo tipo di intervento. Quando parliamo di questo parliamo di sanità, parliamo di pensioni e parliamo dei tanti rivoli, uno dei più piccoli è quello che va alla famiglia, in questo siamo la coda in Europa, siamo i più deboli in assoluto nel sostegno alla famiglia che, ripeto, si sostiene per conto suo, quindi, almeno una pagina avremmo dovuto dedicarle. Io sono riuscito al massimo ad inserire due parole perché l’unico riferimento che si faceva alla famiglia senza nominarla era alla genitorialità, che indubbiamente è una funzione fondamentale della famiglia, ma ovviamente non è l’unica, perché il nucleo familiare, tra l’altro, aiuta anche gli anziani.
L’altro aspetto di carattere generale, che può essere una proposta ormai per la prossima legislatura e per i prossimi Governi, è un’idea maturata nel passato da Governi, penso, di centro-sinistra, ma condivisa anche dalle Regioni di centro-destra, sarebbe un interessante terreno di confronto, che tutto il sistema di welfare sociale, quindi non sanitario, comprendendo alcune cose che sta facendo l’Inps, passi alle Regioni. Questa sarebbe una riforma in contro tendenza perché negli ultimi anni, ed adesso in tempo di Covid, anche nella competenza sanitaria abbiamo visto esattamente il contrario, un risucchiamento di competenze regionali da parte dello Stato. Sarebbe una cosa interessante perché verrebbe ribaltato in altro senso. Nel 2012 venne la Sottosegretaria al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, oggi Sottosegretaria al Ministero dell’economia e delle finanze, a proporci questa idea rivoluzionaria che trovò la Lombardia come Regione leader perchè era quella che riusciva prima di tutti ad applicare su larga scala le cose che il Governo proponeva, e rivelo l’arcano, non c’era cosa che i Governi di centro-sinistra non concordassero prima con la Regione Lombardia, questo per dire che nelle situazioni di fatto le cose camminano in maniera completamente diversa, perché se la Lombardia si oppone a qualcosa da sola è un sesto di tutta la popolazione italiana, quindi sarebbe poi difficilissimo farlo nelle altre Regioni.
All’interno di questo dialogo era maturata questa scelta, estremamente interessante, perché significava creare un database mostruosamente grande nel quale le Regioni entravano in questi specifici temi, questo perché è evidente che nella dislocazione, nell’attuazione dei circa 30 interventi, che anche il nostro Piano prevede, abbiamo situazioni completamente diverse. Quando parliamo di povertà, per dire una cosa che il Consigliere Busilacchi ha nominato prima, non è la stessa cosa, perché il povero di reddito nel sud d’Italia è un povero di reddito diverso da quello del nord o della cintura urbana di Milano, dove la povertà assume toni più drammatici anche perché manca quella solidarietà che magari al sud fra famiglie o fra vicinato si può avere. Il sud ha altre criticità che non ha il nord, quindi ognuno ha situazioni differenti ed il fatto che le Regioni si occupassero della cosa c’era sembrata una soluzione estremamente intelligente.
Ho segnalato quelli che ritengo alcuni punti di debolezza di questo Piano, aggiungo semplicemente che, non so, non mi sembra di averlo visto, avevamo segnalato l’inserimento all’interno del Piano del servizio civile anziani, lo dico a beneficio mio e del Consigliere Micucci perché siamo stati i presentatori e indirettamente i finanziatori della legge in quanto abbiamo destinato parte della tabella C a questo intervento. Ho notizia che la legge è stata attuata, i primi soldi sono stati distribuiti, però anche qui sarebbe interessante che l’Assessore Cesetti prendesse nota e ai pochi spiccioli, 250.000/200.000 euro, destinati a questo servizio se ne potessero aggiuntivi altri, perché se il meccanismo ha funzionato, ritengo che proprio in questo tempo di Coronavirus, sia estremamente interessante mettere in moto un numero elevato di anziani, che nel nostro caso non superano i 60 anni, non sono pensionati, intorno a questo tipo di iniziativa.
Avevamo fatto anche una modifica interessante da un punto di vista formale al concetto di famiglia, ma ci eravamo fermati lì perché i soldi sulla famiglia nei bilanci successivi sono praticamente scomparsi, ridotti a un milione e poi gestiti in vario modo.
La dicitura che ho suggerito anche per l’attuale ordine del giorno, che se l’era dimenticata, presentato a firma della Consigliera Pergolesi, ma so che anche altri si sono aggiunti, è che il capitolo 2.6 venga modificato a “sostegno alla famiglia e alle sue capacità genitoriali”.
Per quanto riguarda l’ordine del giorno ho suggerito una modifica nel lungo elenco di interventi che vengono fatti: “Sostegno alla famiglia e alle unioni civili nelle loro funzioni genitoriali”.
Approfitto per dire due cose velocissime sull’ordine del giorno, che mi è sembrato abbastanza curioso, nell’intenzione non voglio andare oltre, sembra la preoccupazione che tutto il Piano si adegui all’emergenza Covid 19, e fino a qui nulla questio, viene riproposto tutto l’elenco degli interventi previsti nel Piano socio sanitario, dalla lotta all’esclusione sociale, l’ultimo è l’applicazione della normativa nazionale, anche qui sembra una cosa quasi banale, ripeto, ho fatto aggiungere questa cosa ma ritengo che i proponenti dovrebbero anche chiarire l’ultima parte del dispositivo dove viene scritto: “a monitorare l’efficacia degli interventi previsti nel Piano attuativo utilizzando indicatori di valutazione capaci di verificare la presenza o meno di situazioni di miglioramento sociale, adeguando i servizi in modo da renderli adatti a possibili ulteriori situazioni di criticità dovessero verificarsi,” è uno scioglilingua credo di difficilissima applicazione, avrei fatto una cosa diversa, piuttosto che dare una indicazione affinché vengano messi in moto degli indicatori, avrei detto chi fa questo tipo di monitoraggio, questo è importante capire. Mi permetto a questo riguardo di ricordare per l’ennesima volta all’Assessore Cesetti e al Presidente Ceriscioli che noi abbiamo votato un ordine del giorno del Consiglio regionale con la quale istituivamo un tavolo di concertazione su tutta la materia economica.
Non vorrei che questo tavolo di concertazione sia stato immaginato perché nel frattempo il Movimento 5 Stelle a firma del Consigliere Fabbri aveva proposto una Commissione speciale, io non mi ero accapigliato sullo strumento, ho firmato tutti e due perché l’importante era la creazione di questo tavolo, lo dico e lo dico anche per quello che riguarda il monitoraggio che potrebbe essere benissimo fatto dalla IV Commissione, magari ogni due sedute o una seduta al mese mette all’ordine del giorno una chiacchierata con il dirigente del settore per fare il monitoraggio, mi sembra una cosa estremamente semplice e snella, ma il tavolo di concertazione è fondamentale perché un momento di confronto preventivo in questa fase, nella quale ognuno può dire la sua, va solo a vantaggio della Giunta, secondo me. Se fossi della minoranza non andrei a questo tavolo perché poi bisogna concertare, ma la logica della concertazione e del dialogo penso che sia tutta a vantaggio dell’esecutivo, un luogo nel quale confrontarsi con le minoranze. Vengo dall’antico, questo spirito solidaristico l’ho vissuto negli anni ’70 in un momento ugualmente drammatico di crisi economica e di ordine pubblico, credo che quella solidarietà nazionale, quella concertazione, che poi è diventata inciucio con mille altre cose che sono state dette intorno a questo argomento, sia stata un momento di grande partecipazione democratica e di grande serenità per il Paese. I cittadini italiani sono stati contenti tanto è vero che nelle elezioni successive al 1976 premiarono in maniera esagerata sia la democrazia Cristiana che il Partito Comunista che avevano fatto quel tipo di scelta, anzi, addirittura, il Partito Comunista nei primi anni ’80 raggiunse la DC con quella storica percentuale del 33,3%. Questo per dire che le cose possono funzionare, anzi debbono funzionare meglio quando sono largamente condivise, poi questo non significa che si sottoscrivano atti o che la Giunta sia costretta a decidere quello che il tavolo dice, ma il confronto può servire anche a dare conforto al Presidente Ceriscioli nella fase che si aprirà dopo il 18 maggio, sulla quale questa mattina ho sentito il Ministro per gli affari regionali quasi minacciare le Regioni, dicendo: “Però attente, perché dopo il 18 maggio vi assumete tutte le responsabilità riguardo a quello che accadrà”.
Credo che sia un atto di coscienza da parte nostra e di responsabilità politica non lasciare solo il Presidente Ceriscioli in queste decisioni e non lasciare sola la Giunta, se vuole, davanti a questo tipo di decisioni di natura economica.

PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. Mi sembrava importante nell’affrontare un Piano avere anche un quadro - qualcuno ha cercato di descriverlo sommariamente, il Consigliere Marconi l’ha fatto partendo da parametri economici confrontati con gli anni passati - un parametro che in qualche maniera rendicontasse quello che è avvenuto in questi 5 anni, riferendomi ovviamente a dicembre di quest’anno, quindi a chiusura bilancio, dicembre 2019, che rendicontasse quello che è avvenuto in campo sociale e socio-sanitario nella nostra regione perché è vero, come ha detto il Consigliere Marconi, che il taglio che hanno avuto le Regioni è stato talmente importante sotto il profilo finanziario da non permettere le cifre che storicamente si mettevano nel sociale. Lo Stato da parte sua ha di fatto ridistribuito risorse in campo sociale che ci hanno permesso di recuperare parte di questa mancanza e l’intuizione da subito, già dal primo anno, quando siamo partiti con il famoso bilancio con tutti gli zeri nel sociale. Questa consigliatura si è insediata con zero in tutti i capitoli del sociale e vi ricordo che a dicembre raggiungemmo i 60 milioni, impegnando per la prima volta e realizzando un buonissimo principio, che il fondo sociale europeo può essere applicato giustamente ad alcuni aspetti dell’attività sociale, quindi, con questa attenzione ai fondi europei, con il recupero del primo anno e con lo Stato che ha messo risorse, in Regione è stato fatto un lavoro che ha portato al sociale, in 5 anni, 345 milioni di euro. Nel primo anno sono stati distribuiti circa 60 milioni di euro, significa che mediamente abbiamo avuto a disposizione 70 milioni di euro l’anno, tutti gli anni. E’ una cifra importante, anche superiore a quella che normalmente veniva messa a disposizione del sistema. Quindi, in termini economici veniamo da 5 anni in cui il settore sociale ha avuto tante risorse.
Con quali limiti? Il primo limite è che le risorse avevano nome e cognome, lo Stato non ce li ha destinati sul fondo sociale indistinto, ma ce li ha dati sempre con indirizzo: non autosufficienti, disabilità grave e altro, però questo ha un po’ ingessato il modo di lavorare che è contrario al principio della 328, che fa nascere l’iniziativa sociale dal basso, mentre qui nasceva in qualche maniera dall’alto. Nel rapporto con i Comuni cosa abbiamo sempre detto? Di giocare le loro risorse, che sono le più flessibili, a complemento delle nostre che arrivavano più rigide. La Regione ha garantito più risorse di quelle che dava tradizionalmente perché poi sono i Comuni gli erogatori insieme agli ambiti territoriali sociali o, dove ci sono, le società di scopo, quindi la nostra erogazione sulla parte rigida e l’uso dei fondi comunali nella parte più flessibile è una delle ultime iniziative che abbiamo fatto insieme al dirigente, che ringrazio per il grande lavoro che ha fatto sul Piano, che è stato quello di avere una rendicontazione della spesa sociale non solo regionale, ma anche dei singoli ambiti territoriali sociali dei Comuni per avere un quadro ancora più ampio. La nostra ce l’abbiamo, sulla loro so che ci sta lavorando.
Il secondo limite, nei 345 milioni non sono molti i fondi sulla povertà perché ricordo che, prima con il reddito di inclusione, poi con il reddito di cittadinanza, sulle situazioni di maggiori attenzioni, quelle tipiche dell’assegno di sostegno a livello comunale, lo Stato ha preso l’iniziativa, ha scavalcato le Regioni, è andato direttamente verso l’utenza e sulla povertà nella nostra regione non sono mai arrivate tante risorse come in questi 5 anni, ben superiori a quello che si metteva tradizionalmente, quindi se da un lato la povertà è stata un problema crescente in rapporto alle esigenze della Regione, dall’altro ha avuto una soddisfazione. Quindi ai 70 milioni medi dell’anno dovremmo aggiungere lo sforzo dello Stato che ha dato direttamente alle situazioni di povertà, quindi possiamo dire che nel territorio regionale mai tante risorse sociali sono arrivate come in questi anni nelle direzioni e con i limiti, di cui ho detto prima.
Ricordo, per scansionarli: 34 milioni di fondi europei in cinque anni che sono andati all’implementazione e miglioramento dei servizi erogati dagli ambiti territoriali e i tirocini di inclusione sociale; 46 milioni a favore delle famiglie in condizioni di disagio economico, il sostegno alle famiglie ed alle competenze genitoriali, ai bambini ed ai bambini in condizioni di vulnerabilità, alle rette di frequenza degli asili 0-36, ai Comuni per le spese sostenute per l’affido temporaneo, al Comune dei minori, un sostegno molto importante perché per molte amministrazioni comunali è vitale questo tipo di risorse; 13 milioni a favore della lotta alla discriminazione, alle persone vittime della tratta, agli interventi sempre sulla povertà, risorse importanti, integrate fortemente dalle risorse dello Stato; 104 milioni sulla integrazione scolastica, integrazione lavorativa, assistenza domestica domiciliare, la vita indipendente che ha avuto un contributo come non mai, che ha visto sestuplicate le risorse e questo ha un valore straordinario in termini di dignità che permette al soggetto disabile, che è in grado, di sviluppare una propria vita fuori dall’istituzionalizzazione, fuori dagli istituti e anche fuori dalla famiglia di origine, è stato uno degli sforzi che ha caratterizzato l’impegno portato avanti con grande capacità. Lo spettro autistico, le persone con disabilità grave nel dopo di noi, la sclerosi laterale amiotrofica (Sla) e minori affetti da malattie rare, anche questa una novità importante perché molte malattie rare hanno la stessa sintomatologia della Sla, che ha una rigidità dei fondi, fondi ad hoc per i malati di Sla, sacrosanti, ma le malattie che hanno le stesse caratteristiche della Sla non rientrano in quei fondi, quindi, noi abbiamo integrato con una iniziativa regionale per dare una risposta anche a queste famiglie e alle strutture per i disabili; 55 milioni sulle dipendenze. La grande novità di questi anni sono state le ludopatie, con iniziativa superiore, credo, a quello che storicamente veniva messo in questa direzione, ovviamente le tossicodipendenze, le persone adulte sottoposte a vincoli giudiziari; 2,6 milioni per lo sport e per l’attività sportiva, anche questo ovviamente con valenza sociale; 85 milioni per persone non autosufficienti con disabilità gravissima, persone non autosufficienti over 65, qui parliamo dell’assistenza domiciliare non del socio-sanitario, che vi dirò dopo, qui siamo sempre sul sociale puro, quindi assistenza a casa, servizi di assistenza domiciliare sociale. Persone con problemi di salute nelle loro famiglie, persone con disabilità mentali, più altri servizi più piccoli, ma non meno importanti come i centri antiviolenza finanziati dalla Regione ed anche attività che hanno caratterizzato questi anni proprio per la forza e l’importanza di determinati fenomeni, così come li abbiamo visti nelle Marche e nel resto d’Italia, perché il socio-sanitario, l’altra fetta, ha visto in questi anni 776 milioni di euro di investimento, quindi 345 milioni di euro del sociale e 776 milioni di euro del socio-sanitario per un valore complessivo fra sociale e socio-sanitario di 1.123.000.000.
Voglio darvi anche qualche dato sul socio-sanitario in maniera molto sintetica, se volete tutto questo materiale, che sono slide, che va a rendicontare sulla disabilità, sulla non autosufficienza, lo giro ai Consiglieri, utile come testimonianza il lavoro che abbiamo fatto insieme in questi anni in un settore così strategico.
I dati sul socio-sanitario ve li do in termini di posti letto, persone anziane: da 8.900 a 10.000, un incremento di 1.127 posti letto a favore degli anziani; disabilità: da 2.800 a 3.100, 329 posti in più, parliamo di percentuali che oscillano tra dal 12 al 15% di incremento di servizi di posti letto diurni, residenziali e semiresidenziali a favore degli anziani e dei disabili; persone con disabilità psichica: da 1.157 a 1.354, 197 posti in più, 197 rispetto ai 1.100 parliamo di oltre il 15% di crescita sui posti; adulti da 837 a 867; minori da 385 a 496 con un incremento quasi del 25%, quindi un aumento importante. Complessivamente 1.794 posti letto in più di tipo socio- sanitario nella nostra regione in 5 anni, un incremento significativo di rapporti in termini di convenzionamento di servizi distribuiti in tutte le Aree vaste perché abbiamo questi numeri in tutte le aree vaste: Area vasta 1 491 posti letto in più, Area vasta 2 410, Area vasta 3 310, Area vasta 4 312, Area vasta 5 271. Nell’Area vasta 4 e 5 sembrano pochi, in realtà 312 e 271 sono tanti perché erano le Aree vaste che avevano maggior deficit di questi posti e l’incremento se mediamente è attorno al 12-13% qui andiamo ad aumenti ben superiori perché parliamo di oltre il 25%.
Siamo andati nella nuova programmazione socio-sanitaria e siamo partiti da una analisi, distretto per distretto, delle disponibilità e un incremento maggiore dove la risposta era percentualmente più bassa, quindi un lavoro razionale, anziché un’attività per corsie preferenziali.
Questo è frutto di uno straordinario impegno, di un valore che questo Governo ha avuto in termini di attenzione per un settore così delicato ed il Piano cosa fa? Fotografa in modo particolare quelle che sono le priorità, che possono rendere ancora più forti questi aumenti perché l’incremento di per sé ha un valore, ma l’incremento in un sistema integrato, che fa della presa in carico della persona un elemento qualitativamente superiore, rappresenta un passo in avanti fondamentale.
E’ vero, come ha detto il Consigliere Marconi, che spesso si batte su temi che ascoltiamo da tanto tempo, si batte sugli stessi temi perché, benché il tempo passi, non è detto che quelle dimensioni del vivere sociale siano migliorate o superate. Certo si legge anche negli incrementi che vi ho testimoniato, l’attenzione alle cose emergenti, la ludopatia, l’attenzione nei confronti della violenza di genere, il tema non banale della non autosufficienza, declinato in varie maniere, declinato rispetto alla disabilità, rispetto agli anziani, quindi è evidente che le linee portanti seguono quei cambiamenti di natura sociale che sono la fotografia del bisogno, ma la crescita qualitativa nell’operatività segue altre strade. Così come è stata sottolineata in qualche maniera la volontà di recuperare il più possibile lo spirito originale, che era della legge 328, che chiaramente viene messo a rischio quando dico i soldi hanno un nome e cognome, perché è chiaro che un fondo sociale indistinto apre lo spazio alla partecipazione, un fondo che ha già un destinatario e qualche volta ha pure delle regole, chiude lo spazio alla partecipazione e la volontà del Piano è evidente, mi sembra che sia stato detto nelle relazioni iniziali, è il desiderio di rimettere in moto quell’elemento di collegamento fra territorio e pratiche dell’attività istituzionale socio-sanitaria come elemento essenziale per la qualificazione del servizio, per il controllo sull’erogazione del servizio, sull’apertura delle sperimentazioni, certo avere le stesse risorse non targate permetterebbe con più facilità la strada dell’apertura della sperimentazione.
Ho in mente quello che farei domattina in tutta la regione, per esempio la struttura assistenziale di Montalto delle Marche che ha un rapporto quotidiano fra l’utente che sta dentro la struttura e la famiglia, al secondo, in tempo reale, come è fatto il mondo oggi che ci dà in tempo reale l’informazione di quello che succede, dove la famiglia sa costantemente ora dopo ora, minuto dopo minuto, tutti gli interventi che vengono fatti a favore dell’ospite della struttura, tutto tracciato, tutto rendicontato e se il parente entra nella stanza può verificare se sono stati fatti quegli interventi a favore del proprio caro, capite, oggi non applicare determinate possibilità che ci sono, di rafforzamento della relazione anche nell’aspetto più quotidiano, significa perdere opportunità rispetto a quanto è disponibile. E’ una sperimentazione, lo fa una singola struttura, è chiaro che avere fondi dedicati per sviluppare quella che si ritiene una buona pratica nel resto del sistema ha bisogno di aspetti che sono anche di natura finanziaria.
E’ ovvio che quando è stato elaborato il Piano non c’era il Covid, quindi non ci sono segnalazioni specifiche di quella natura, è evidente che anche i dati economici …, contesto un po’ la relazione fatta dal Consigliere Busilacchi perché in realtà, se andiamo a prendere i dati macroeconomici marchigiani di fine anno 2019, noi rischiavamo un bellissimo paradosso, arrivati col Pil - voi sapete che Regioni in convergenza sono quelle che hanno un rapporto con il Pil nazionale rispetto alla quota regionale inferiore al 100%, sono quelle che teoricamente ricevono più di quello che danno dal Pil nazionale - al 90% nel momento di crisi noi ci stavamo avvicinando, grazie anche alla crescita del 2018, al 100% e rischiavamo un piccolo paradosso positivo, di essere classificati sulla base dei dati 2016 come Regione in convergenza, avendo un rapporto sul Pil regionale al 100%, come le Regioni più avanzate, quindi potevamo avere l’economia di una Regione avanzata e i fondi europei dell’economia in convergenza.
Con il Covid è cambiato tutto, parlare oggi dei parametri economici che avevamo a gennaio è un esercizio accademico, facciamo accademia, possiamo tirar fuori i dati di gennaio, io posso tirar fuori i miei, altri i loro, che ci vedevano ben lontani dal sud, da una retorica che ci ha impegnato per un paio di anni, andate a vedere i dati - io ce li ho tutti - della disoccupazione delle Marche e quelli delle regioni del sud, non siamo neanche parenti, con la crescita della nostra occupazione e con il calo della disoccupazione, con il resto d’Italia che sta a sud, abbiamo avuto un calo della disoccupazione e una crescita dell’occupazione nel pari periodo - cioè il nostro mandato - pari a quello dell’Emilia-Romagna, ci è calata la disoccupazione tanto quanto in Emilia-Romagna, ci è cresciuta l’occupazione tanto quanto in Emilia Romagna. Cosa avevamo di diverso dall’Emilia-Romagna? Il punto di partenza, nel 2015 partivamo più bassi come occupazione, più alti come disoccupazione, quindi il numero è diverso, ma guardando la curva è la stessa, identica. Quindi la retorica delle Marche al sud con un po’ di numeri si smonta facilmente ma, ripeto, esercizio d’accademia.
Noi da qui in avanti abbiamo un mondo da scoprire, cosa ne sarà dell’economia regionale da qui a giugno, luglio, settembre, ottobre, fine anno con quello che è accaduto, con la pandemia e con il blocco delle attività e tutto il resto? Sarà da scoprire! Certo che per me resta un dogma che uno sviluppo che funziona tiene insieme lo sviluppo economico e i servizi di cui parliamo oggi. Un sistema per funzionare ha tanto bisogno di economia quanto di servizi e questa rete di servizi costruita negli anni con fatica è un valore prezioso per l’economia della nostra regione, non solo per tutto il mondo a cui si rivolge, il mondo delle persone che hanno bisogno da un punto di vista economico, di chi ha problemi di disabilità grave e gravissima, di chi vive le situazioni più diverse, da quelle delle dipendenze patologiche, alla violenza di genere, è chiaro che queste politiche per tutti questi soggetti sono preziosissime ma, a mio giudizio, ma sono valori importanti sotto il profilo politico e sono anche la base per costruire uno sviluppo che funziona e sostenibile.
Voglio concludere con la visione del Papa nella sua enciclica quando parlando cita l’ecosistema sociale. Una società funziona se ha un ambiente che è rispettato, se lavoriamo per ridurre le emissioni, per il clima, per il rispetto della natura, ma dentro questa natura l’ecosistema dell’azione che facciamo nei confronti dei più bisognosi e dei più poveri è una parte essenziale della qualità della vita e della costruzione del futuro di un territorio. Quindi oggi è molto importante l’approvazione di questo Piano perché racconta una visione della comunità e della società che tiene in pari importanza l’impegno sul sociale quanto lo sviluppo economico, creando uno sviluppo armonioso. Non possiamo perdere tutto questo in una fase in cui ci stiamo interrogando del futuro, la spinta che darà il Consiglio regionale approvando il Piano sociale sarà in grado di sostenere una visione che dovrà guardare con grande impegno e con grande sforzo al rilancio della parte economica come due parti inscindibili, dove una non può rinunciare all’altra, ma solo tenendole insieme in termini di presenza e risorse potremo vincere la sfida durissima che abbiamo di fronte.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Grazie Presidente. Sarò abbastanza veloce perché non entrerò nel merito delle azioni che il Piano prevede, ma voglio fare soltanto una breve considerazione relativamente a quella che dovrebbe essere e che potrebbe essere in futuro la governance di questo Piano, quindi le criticità che potranno essere riscontrate nel corso della applicazione nel prossimo triennio.
La prima parte dell’atto amministrativo illustra il Piano sociale regionale 2020/2022 e fa un’analisi delle strategie ed anche un report di quello che è stato nelle Marche in rapporto anche al modello gestionale in Italia.
La Marche si sono contraddistinte negli anni passati perché hanno adottato un modello cosiddetto social programmatorio, che ha una caratteristica molto significativa, allenta un po’ la presenza della Regione all’interno della governance per affidarla ai territori, un modello che si affida al basso, in cui la presenza della Regione è sempre stata più leggera e dà la possibilità ai Comuni di organizzarsi in modo diverso, autonomo, attraverso un processo consensuale da condividere con la Regione, che al tempo stesso lascia liberi i territori di scegliere il modello di coordinamento preferito da adottare o da cambiare strada facendo.
Secondo me questo è giusto, deve partire dal basso, soprattutto perché i territori hanno peculiarità completamente diverse tra loro, credo che sia una scelta significativa, chi respira i problemi dei territori sono i Comuni non la Regione, che dovrebbe fare la sintesi delle problematiche che non possono essere che segnalate, però il modello di governance che fino adesso c’è stato nei territori è quello degli Ambiti territoriali sociali.
Una delle criticità che lo stesso Piano rileva è che gli Ambiti sociali negli anni sono stati oberati dagli aspetti prettamente amministrativi ed hanno lasciato un po’ indietro l’attività programmatoria e questo processo si è acuito di più perché molto spesso gli Ambiti hanno dovuto fare progetti autonomi per ricercare fondi, per poterli poi gestire, risorse che molto spesso non arrivavano direttamente dallo Stato, ma dall’Europa attraverso fondi Por Fesr oppure Fse.
Il rapporto che c’era prima con chi sul territorio gestiva questi fondi era abbastanza forte, come quello che c’era con le Province, ma una volta cessate quest’ultime il discorso si è complicato notevolmente perché gli Ambiti sono diventati più delle strutture amministrative che dedite al sociale, questa è la criticità che è stata evidenziata.
Nel Piano non rilevo un cambiamento di governance, al di là dei temi che saranno attuati in futuro e di quali risorse saranno allocate secondo ogni singola azione, così come l’ordine del giorno prevede, anche perché in questi anni non è stata mai fatta una riforma molto cogente in merito agli Ambiti territoriali sociali, che molto spesso non coincidono con i distretti, per lo meno parlo dei miei territori. per quanto riguarda il Piceno, all’interno della stessa provincia abbiamo più ambiti e succede che c’è una sperequazione fra i vari territori e non si riesce a dare un’equa distribuzione dei servizi e delle risorse.
Faccio un esempio banale, se ho un ambito in cui ci sono 15 Comuni, dei quali uno è capoluogo di provincia con determinate esigenze prodotte dall’urbanesimo e magari gli altri sono Comuni di montagna, si fa fatica a studiare un piano che possa dare soddisfazione alle esigenze di tutti i territori che sono all’interno dell’ambito. Quindi, credevo che all’interno di questo piano ci fosse una grande riforma della governance territoriale, ridisegnando ambiti, i distretti, facendoli coincidere, soprattutto, se possibile, in talune province fare degli ambiti unici, non degli ambiti spezzettati, come quella di Ascoli Piceno che ha 33 Comuni, 2 ambiti e adesso sta nascendo la spinta di un nuovo distretto montano a cavallo fra la Provincia di Ascoli Piceno e quella di Fermo, con una diatriba micidiale fra i vari Sindaci per decidere dove allocare la sede del distretto.
Penso che sia molto significativo ed importante individuare il prima possibile la governance, quindi mi auguro che appena approvato questo Piano si possa mettere in mano sui territori per fare chiarezza, per ristrutturare gli ambiti territoriali, sociali, per dare una vera struttura amministrativa che non dipenda esclusivamente dalle risorse che i Comuni mettono in campo perché spesso, al di là del coordinatore d’ambito che viene scelto attraverso una selezione pubblica per le competenze, le specifiche qualità, la struttura operativa è costituita dal personale che i Comuni mettono a disposizione e il Comune capoluogo di provincia è quello che dà più risorse privandosi direttamente della gestione di alcuni servizi diretti.
Penso che una delle cose da fare velocemente sia questa riforma della governance sul territorio, dato che mi sembra aver capito che questo Piano parte dal basso, delega sempre di più ai Comuni, non soltanto la gestione ma anche la programmazione degli interventi e lascia liberi i territori, quindi i Comuni, di scegliere il modello di coordinamento preferito, il modello di programmazione preferita.
Urge secondo me procedere velocemente a questo riordino, cosa che, mi sembra, questo Piano non ha affrontato, al di là di quelle che sono le criticità o i punti di forza, a seconda dello scenario che si dovrà riformulare dopo l’epidemia del Coronavirus, per cui aspettiamo che velocemente si metta mano ad una rivisitazione di questo Piano anche alla luce di questo ordine del giorno che è stato presentato, che impegna la Regione a mettere in piedi un piano attuativo molto forte, che faccia riferimento al rafforzamento del sistema degli ambiti territoriali sociali, questo lo dice l’ordine del giorno, quindi significa che il Piano non lo contiene. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Volpini.

Fabrizio VOLPINI. Do lettura della proposta di ordine del giorno, poi magari il Consigliere Marconi mi suggerirà l’integrazione sul ruolo della famiglia e della genitorialità, sulla quale sono d’accordo.
“Preso atto che il Piano sociale regionale 2020/2022 è il frutto di un lungo lavoro che ha coinvolto le università marchigiane in un’attenta analisi valutativa della precedente programmazione sociale; è passato attraverso una campagna di presentazione finalizzata all’ascolto e all’interlocuzione con i principali portatori di interesse, regionali e territoriali, prevedendo anche una raccolta strutturata di contributi e proposte; ha posto come obiettivo triennale quello di aggiornare il “sistema regionale degli interventi e dei servizi sociali” alla nuova cornice nazionale ed europea di riferimento, delineando le decisioni da assumere a livello politico, nel corso del triennio; tale obiettivo è stato costruito principalmente per dare forza al sistema integrato di interventi e servizi sociali al fine di rendersi adeguato ai processi di cambiamento del welfare regionale conseguenti ai mutamenti del welfare a livello europeo.
Considerato che a livello tecnico i contenuti della programmazione fanno riferimento all’aggiornamento della governance attraverso obiettivi strategici di sistema finalizzati all’innovazione e al rafforzamento del livello territoriale che in un contesto sconvolto dalla pandemia da Covid-19 assumono un rilievo ancora più importante al fine di rendere il sistema di welfare capace di adeguarsi ai grandi sconvolgenti del tessuto sociale e relazionale della popolazione marchigiana.
Tenuto conto che tali obiettivi di sistema intervengono su: rafforzamento del sistema degli ambiti; rafforzamento del livello di integrazione degli interventi; consolidamento dei processi di programmazione, progettazione, partecipazione monitoraggio/controllo; riordino del sistema dei servizi; aggiornamento del sistema delle professioni sociali; istituzione e implementazione del sistema informativo dei servizi sociali; recepimento della normativa nazionale, che riforma il terzo settore il cui raggiungimento è funzionale a rendere il sistema regionale capace di recepire le grandi istanze di cambiamento tra cui anche quelle conseguenti alla pandemia da Covid-19.
Preso atto della necessità di dotarsi di uno strumento che metta l’istituzione regionale nelle condizioni di costruire percorsi di implementazione degli obiettivi di sistema capaci di intervenire nella drammaticità di una situazione sociale sempre più connotata da un incremento della povertà conseguente alla perdita di lavoro.
Rilevato che il Piano sociale prevede una successiva fase a carattere attuativo che si articolerà in azioni già disegnate all’interno del Piano stesso contenente il dettaglio degli interventi, scanditi in uno specifico cronoprogramma (schede), da attuare sulla base degli obiettivi strategici e delle direttrici di sviluppo settoriale utilizzando un approccio fortemente trasversale per favorire l’integrazione degli interventi non solo sociali e sanitari, ma anche educativi, formativi, per il lavoro, per la casa; in questa fase si dovranno privilegiare azioni che tengano conto della necessità di offrire servizi aggiuntivi alle famiglie marchigiane, che stanno soffrendo le conseguenze economiche e sociali di un dramma che nei mesi scorsi ha provocato anche morti tra la generazione degli anziani.
Impegna la Giunta regionale
1) a presentare un Piano attuativo dal quale risulti:
a) una articolazione dettagliata degli interventi di sviluppo, quali:
- lotta all’esclusione sociale, alla fragilità e alla povertà;
- prevenzione e contrasto alla violenza di genere;
- sostegno alle persone in situazione di non autosufficienza;
- sostegno all’invecchiamento attivo;
- sostegno alle persone con disabilità;
- sostegno alla famiglia e alle unioni, in particolare nella loro funzione genitoriale;
- politiche per la casa e tematiche legate al disagio abitativo;
- politiche sociali legate alla promozione della pratica sportiva e motoria per tutte le età e per tutti;
- sostegno ai giovani;
- applicazione della normativa nazionale che riforma il servizio civile universale;
b) una rivisitazione di tali politiche alla luce delle enormi problematiche sociali conseguenti alla pandemia da Covid-19 supportate da un’analisi sulla situazione di povertà, fragilità e disagio sociale;
2) a illustrare i contenuti del Piano attuativo, con indicazione delle relative dotazioni finanziarie necessarie a supportarlo in Consiglio regionale;
3) a monitorare l’efficacia degli interventi previsti nel Piano attuativo utilizzando indicatori di valutazione capaci di verificare la presenza o meno di situazioni di miglioramento sociale adeguando i servizi in modo da renderli adatti a possibili ulteriori situazioni di criticità dovessero verificarsi”.
L’integrazione, di cui ha parlato il Consigliere Marconi, a proposito della famiglia, dovrebbe intervenire nel passaggio che riguarda la genitorialità.

Presidenza del Vicepresidente
Piero Celani

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Dopo l’illustrazione dell’’ordine del giorno da parte del Presidente della IV Commissione ho una nebbia davanti agli occhi che non mi fa vedere e non mi fa capire. Si sta predisponendo la votazione e l’approvazione del Piano regionale per l’assistenza e contestualmente viene presentato un ordine del giorno che, secondo me, va a sostenere delle posizioni che non sono previste nel Piano, a prescindere dal problema del Coronavirus, perché mi sembra che nell’ordine del giorno non si parli solo di questo, ma anche di strategie e di altre impostazioni.
Ho ascoltato la relazione dell’Assessore competente dalla quale si capisce che sull’assistenza nella Regione Marche c’è un grossissimo investimento e le cose vanno bene, però a me non sembra e la Lega sul territorio non riscontra che le cose vanno bene, noi riscontriamo le difficoltà delle famiglie. Le cose vanno bene, probabilmente sono migliorate - io prima non c’ero - dato che l’Assessore ha detto che si è partiti da un saldo zero, potrebbe essere anche così, ma enfatizzare una situazione … nel territorio, nella realtà, nel quotidiano, nelle esigenze vere e concrete delle persone, a noi non sembra che ci sia questa risposta, non c’è una risposta positiva alle esigenze, probabilmente non si possono dare tutte insieme, ma credo che qui siamo molto distanti da dare una risposta vera ai territori.
Credo che questa sia la lacuna del Piano e, ripeto, leggo la proposta di ordine del giorno come un rafforzativo allo stesso, che va ben più in là dell’esigenza del Coronavirus. Qui occorre fare chiarezza, chiarezza politica.
Noi siamo in forte difficoltà a esprimere un giudizio positivo su quello che sta accadendo e su quello che è accaduto in questo settore perché mi sembra di vedere che i Sindaci, che sono venuti in audizione, i Comuni, i territori, quelli che vivono quotidianamente i problemi di frontiera, dove le famiglie vanno quotidianamente a bussare per cercare di avere un contributo per risolvere i propri problemi in modo diverso (economici, assistenza, eccetera), non trovano riscontro, non trovano una risposta positiva, questo mi sembra di capire e sottolineo che c’è questo sfilacciamento, c’è una realtà territoriale che ha bisogno di risposte, che non vengono, non ci sono, allora c’è qualcosa che non funziona nonostante qualcuno enfatizzi ed esponga il buon governo della situazione. Purtroppo sul territorio questo non lo trovo, ma non lo diciamo noi, non lo dice il Consigliere Zaffiri, lo dicono le persone, quelle che hanno bisogno delle risposte, quindi, credo che vada completamente rivista l’impostazione di questo atto. Bisogna creare le condizioni per stare più vicino alla gente, dobbiamo passare per i territori, dobbiamo avere il coraggio di riorganizzarli perché così non vanno bene, si devono rapportare più direttamente le amministrazioni comunali con i propri concittadini perché questa deve essere l’impostazione. Allora avremmo senz’altro un metodo migliore e più propositivo.
Le istanze vengono dai Sindaci e a loro dobbiamo dare delle risposte positive, per darle di rimando ai cittadini, per risolvere i problemi, perché dalle situazioni che conosco vedo e registro tantissime difficoltà, famiglie meno fortunate di noi e per loro ancora non c’è la risposta che noi auspicavamo venisse da questo Piano, ancora non vediamo la luce in fondo al tunnel. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Questo Piano sociale si inserisce in una rinnovata programmazione della Regione che si è trovata ad adeguarlo alle nuove normative nazionali ed internazionali, prevedendo un contesto ed una cornice di interventi che si dovevano raffrontare con le modifiche nazionali.
Questo atto non si deve confrontare solo con il sistema che viene dal Governo e dallo Stato, ma si interfaccia ed è in stretta connessione e collaborazione con il Piano socio-sanitario approvato qualche mese fa dalla Regione Marche.
In questi anni abbiamo assistito ad un progressivo depotenziamento delle forme di finanziamento ed anche della capacità di erogare alcuni servizi in ambito sociale, e la programmazione unitaria, la concertazione dovuta e auspicata nell’ambito sanitario e sociale, per cui va riconosciuta una capacità agli estensori del Piano stesso, ai quali va comunque un ringraziamento, presenta alcuni grossi limiti.
Nelle Marche abbiamo visto che il sistema si è caratterizzato per una concentrazione di servizi erogati dal basso, erogati dal livello più piccolo territorialmente, dal Comune, attraverso gli Ambiti territoriali sociali. Gli Ats però nel corso di questi anni, da quando è stato tolto il fondo unico indistinto per il sociale, hanno subìto delle modifiche che li ha in parte depotenziati nella capacità di azione, nel personale in particolar modo e nelle forme di finanziamento che sono diventate meno stabili. Si è creata, e in Commissione abbiamo sentito molte richieste e lamentele in questo senso, una fragilità nella gestione, nella capacità di organizzare, che in parte hanno costretto il personale a fare altro, a diventare degli amministrativi alla ricerca di fondi, alla creazione di progetti per attingere a fondi europei, quando prima con delle risorse garantite riuscivano a organizzare in maniera più agevole il proprio lavoro e a seguire l’ambito sociale nell’erogazione dei servizi. Abbiamo una precarizzazione del personale dei servizi sociali degli ambiti e dei Comuni, che poi sono chiamati ad erogare questi servizi, a fare la fotografia dei bisogni, a seguire le necessità personali, a fare anche le pratiche, le procedure che riguardano i fondi che arrivano dallo Stato in maniera diretta rispetto ad alcuni bisogni.
La questione degli ambiti è un vulnus rimasto aperto e qui devo dire che si apre anche una contraddizione tra questo Piano e il Piano socio sanitario approvato pochi mesi fa e devo sottolineare come nel Piano venga individuata come una forte criticità all’attuazione dello stesso la mancata coesione fra gli ambiti territoriali sociali, i distretti sanitari e addirittura i centri per l’impiego, una misura alla quale dovrebbe tendere questo Piano per garantire una miglior erogazione dei servizi sempre in quell’ottica di condivisione e diffusione fra la parte sociale e la parte sanitaria, che rimane in questo senso un po’ una chimera.
Noi il tema lo abbiamo affrontato per questo lo sottolineo in maniera abbastanza forte, l’abbiamo sottolineato come una criticità rimasta tale nel Piano socio sanitario ed ora lo ritroviamo nel Piano sociale, che tende a quello che quest’Aula non ha voluto fare nell’approvazione del Piano sanitario, sottolineando come i due Piano dovrebbero essere in sinergia, andare a braccetto per poter lavorare meglio, secondo le basi e le linee per cui questo Piano viene sviluppato, in realtà le parole del testo si trovano in contrasto con quella che dovrebbe essere una misura per migliorare l’erogazione dei servizi.
Abbiamo visto anche un’altra cosa, ora ho ricordato il fondo unico indistinto per il sociale perché è stata una delle prime battaglie che da questa Aula consiliare io e altri Consiglieri delle minoranze abbiamo fatto e dimenticarcene oggi a 5 anni di distanza credo che sia riduttivo di un lavoro svolto e di un principio che per me resta valido.
Di queste discrepanze ce ne sono altre all’interno del Piano, ma quello che voglio sottolineare è come spesso la diversità sia nella attuazione e nella capacità di venire incontro ai bisogni dei nostri concittadini più fragili, in particolar modo sulle disabilità, sulla non autosufficienza, nonostante alcuni interventi mirati che però hanno creato, anche questo lo dobbiamo dire, oltre ad alcune migliorie in alcuni settori specifici, delle nuove ed ulteriori disparità fra persone disabili che si vedono inserire nell’una o nell’altra categoria, magari potrebbero entrare in entrambe, e osservano in questa situazione disdicevole bisogni uguali trattati in maniera differente.
Questo non ci dovrebbe essere, questa dovrebbe essere la vera misura alla quale tendere nella pianificazione dell’attività sociale della nostra regione, altrimenti ci dimostriamo incapaci di venire incontro al principio di equità che dovrebbe essere alla base del sostegno e dell’aiuto a chi ha più bisogno, a chi è più fragile.
Ci sono molte criticità in questo Piano, che diventa una fotografia abbastanza esemplificativa ed abbastanza rigorosa della situazione esistente, ma non è capace anche per le difficoltà - io reputo - economiche, al di là di chi ha esaltato una abbondanza di risorse nel settore … In realtà continua a mantenere delle forti fragilità che in questi anni non si è stati capaci di superare e questo Piano nella pianificazione che viene inserita non dà uno spiraglio vero, di luce, rispetto a queste problematiche.
Un giudizio sicuramente non positivo rispetto alla capacità di superare queste criticità, ma anche e soprattutto per l’incapacità di far dialogare realmente i due Piani - il Piano socio-sanitario e quello sociale - che sono arrivati entrambi a fine legislatura, sono stati molto contestati ed essendo legati ad un filo diretto evidentemente non possono che avere una eguale considerazione da parte di chi li osserva. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente. Non molte considerazioni perché ho condiviso moltissimi ragionamenti fatti, a partire dalla relazione introduttiva del Presidente Volpini, che voglio ringraziare per il lavoro fatto e che ha portato avanti, per la partecipazione che è stata sviluppata dalla IV Commissione nel suo insieme, quindi voglio ringraziare anche tutti i colleghi e ovviamente il servizio, i Dirigenti e i tanti validi e valide collaboratori e collaboratrici che il servizio ha, i dirigenti ed i funzionari che esprime.
Un Piano importante che si colloca oggi in un contesto molto delicato, molto particolare, quindi credo che anche l’ordine del giorno sia necessario, infatti non appena il Presidente me l’ha proposto l’ho firmato, perché in questi mesi abbiamo parlato di uno shock sistemico, epocale, siamo convinti che in questa delicatissima e difficilissima situazione le politiche abbiano un ruolo decisivo nel determinare la durata e l’esito finale della crisi, quindi l’approccio non può che essere basato su politiche che proteggono, che prevengono, che promuovono. Ne ha fatto riferimento esplicito anche il Presidente Ceriscioli, le politiche sociali hanno un ruolo fondamentale e non ci può essere una ripresa senza una coesione sociale, senza una crescita ambientalmente e socialmente sostenibile.
A mio avviso il Piano va inserito in un ragionamento più ampio ed è quello di affrontarlo in un’ottica di sistema, di strategia, di visione, di politica, altrimenti non ce la faremo. E’ vero anche quello che ha detto il Consigliere Zaffiri rispetto alle difficoltà che si riscontrano nel Paese, che certo non possiamo negare, c’è il rischio che la preoccupazione per la salute, per il reddito, per il futuro si trasformino in odio, in rabbia sociale, in una polveriera sociale, ma questi strumenti, queste scelte, quelle che adotteremo fra un po’, che sono state adottate e dallo Stato, ma soprattutto dall’Europa - non è finita perché la partita è ancora aperta - sono provvedimenti che in un’ottica di sistema devono essere incisivi e devono sapere aggredire la crisi che viviamo.
Anche le nuove misure non le scopriamo oggi, il reddito minimo prende corpo alla fine del 1700, all’indomani della rivoluzione francese, non è un fatto di oggi, il reddito minimo, il reddito di emergenza, il reddito di cittadinanza, sono misure che seppure importanti non possono essere e non sono alternative al welfare sociale, al ruolo delle famiglie, delle comunità, del volontariato. Anche questo credo che sia un altro aspetto da tenere presente.
Il Piano è stato illustrato dai relatori di maggioranza e di minoranza, dal Consigliere Volpini e dalla Consigliera Pergolesi, c’è stato l’intervento del Presidente Ceriscioli che ha portato tantissimi dati, ha citato molti progetti portati avanti, ha fatto bene a sottolineare la novità del progetto regionale di vita indipendente, ha ragione quando lo definisce un atto di dignità importante, ma ci sono molti altri progetti che sono stati ricordati, anche dal Consigliere Marconi che è stato Assessore al sociale negli anni passati.
Non voglio farla lunga perché in qualche modo voglio rimanere sulla cornice dato che nel merito ci siamo entrati, ma la cornice è fondamentale, a mio avviso, proprio perché queste misure non possono essere frammentate o isolate o separate dal contesto socio-economico e culturale.
E’ ricca l’analisi contenuta in questo Piano - il Consigliere Volpini ha ricordato che c’è stato un lavoro propedeutico delle Università - ed è precisa la volontà di affrontare, di aggredire l’esclusione sociale, le fragilità, la povertà.
Sono d’accordo, anche perché credo che dobbiamo essere molto franchi e sensibili, a quel richiamo, a quella rabbia, a cui dobbiamo saper dare delle risposte, fare in modo che i cittadini trovino soddisfatti i loro bisogni.
Un altro elemento, ne hanno parlato la Consigliera Leonardi ed il Consigliere Celani, è l’assenza di una stretta relazione, anzi la mancata coincidenza tra ambiti territoriali sociali e distretti sanitari. Mi permetto, quante volte in questi giorni abbiamo parlato ad esempio di medicina territoriale, di Usca, di alberghi Covid, dell’importanza degli aspetti sociali con quelli sanitari, quante volte abbiamo parlato di integrazione socio-sanitaria è stato anche ricordato il decreto legislativo 147 e ci sono disposizioni legislative precise dello Stato per la ridefinizione degli ambiti di competenza, in qualche modo sovrapponendoli, che riguardano la sanità, che riguardano il sociale, che riguardano il lavoro, e questo non è un fatto meramente istituzionale, non è la condizione ma direi il fondamento per realizzare l’integrazione socio-sanitaria, per realizzare l’inclusione sociale, per realizzare politiche attive nel lavoro.
Mi fermo perché nel Piano ci sono tante cose, sono state ricordate dai colleghi che mi hanno preceduto, dai relatori, è stato definito in modo molto chiaro, gli approcci possono essere molti, la nostra è una regione che ha un approccio sociale programmatorio, è scritto così nel Piano, questo mi sembra un fatto importante. Fatemi dire che nel Piano, nello studio fatto, nel quadro di contesto, si dice che con la riforma delle Province del 2012 è venuto meno uno spazio deputato al confronto ed alla progettazione di innovazione organizzativa fortemente radicata ai bisogni del territorio, certo, chi ha voluto portare avanti quella riforma istituzionale prima o poi dovrà capire che non si è rafforzato il sistema istituzionale del Paese, non si sono rafforzate le condizioni di vita e di operatività delle imprese, dei territori, delle famiglie.
Mi fermo e chiudo con quello che ha detto il Consigliere Volpini, sono d’accordo su un altro aspetto che è scritto chiaramente nel Piano, è vero che deve essere fatto in modo plurale e partecipato, però il welfare deve essere territoriale, pubblico, con una regia pubblica. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Talè.

Federico TALE’. Grazie Presidente. Questo è il quarto Piano sociale dedicato in maniera specifica solo ed esclusivamente alla questione sociale, li abbiamo avuti nel 2000, nel 2008 e nel 2012.
Ritengo che sia stato fatto un ottimo lavoro e per questo devo ringraziare il Dirigente del Servizio sociale e con lui tutta la struttura, che è sempre molto rapida e veloce nel raggiungere gli obiettivi che le vengono dati.
Sono importanti gli otto obiettivi strategici che abbiamo già ampiamente illustrato però, ad esempio, il primo, il rafforzamento del sistema dei 23 ambiti territoriali sociali, è un tema di cui prima la Consigliera Leonardi ha detto, sin dall’inizio molti Consiglieri di minoranza hanno lottato per riavere il fondo unico e la Regione non l’ha ottenuto, invece no, l’anno scorso è stato istituito di nuovo. Dopo una serie di riunioni con il Presidente Ceriscioli, che è anche Assessore ai servizi sociali, gli ambiti sociali hanno il fondo unico, leggermente diverso a quello del passato però, da ex Presidente dell’Ambito sociale 6 di Fano, dico che è un fondo unico che in gran parte ha tolto tutti quei problemi che gli ambiti avevano, soprattutto a livello organizzativo, quanto avevano difficoltà a pagare gli amministrativi perché arrivavano dalla Regione fondi dedicati ai vari obiettivi.
Il fondo l’abbiamo istituito di nuovo, questo problema gli ambiti non ce l’hanno più, questa è una grossa novità che c’è all’interno del Piano sociale, invece, quello che non siamo riusciti a fare, e l’ha accennato il Consigliere Giancarli, è la razionalizzazione degli ambiti. Gli ambiti nella regione Marche sono troppi, li dovevamo razionalizzare, non ce l’abbiamo fatta, bisogna dirlo, non ci siamo arrivati. Le linee guida dicono che l’ottimale sarebbe avere un ambito per distretto, far coincidere gli ambiti sociali con i distretti sanitari, questa è una partita molto complicata e difficile. che non siamo riusciti in questi cinque anni a portare a termine. Questo non vuol dire che gli ambiti sociali non funzionino bene, anzi funzionano benissimo, tant’è che i Comuni se ne servono in maniera egregia e non solo i Comuni, di riflesso i cittadini.
Il tema del sociale mi interessa da sempre, da quando ho cominciato a fare politica, quindi so bene che il cittadino, addirittura questa è una cosa capitata quest’anno, non si rivolge più al Sindaco, ma contatta il Presidente o il Coordinatore dell’Ambito, questo vuol dire che stanno funzionando molto bene, complimenti a chi li sta gestendo, ai Coordinatori, ai Presidenti e alla struttura regionale che offre tutte le opportunità.
Il secondo obiettivo è il rafforzamento dei livelli di integrazione degli interventi: la componente sociale; il sistema regionale, la componente sanitaria, quindi i livelli di integrazione tra il sociale e il sanitario.
Il consolidamento dei processi di programmazione, progettazione, partecipazione e controllo, in sostanza si tratta di riprendere l’attività programmatoria a livello regionale e territoriale.
Il riordino del sistema dei servizi; la definizione di regole a tutt’oggi mancanti in materia di accesso equo ai servizi e qualità dell’offerta.
Il quinto obiettivo è l’aggiornamento del sistema delle professioni sociali di competenza regionale, anche questo importantissimo; l’istituzione del sistema informatico dei servizi sociali, abbiamo investito tanto in questo obiettivo e stiamo investendo; la riprogrammazione della rete dei servizi nelle aree colpite dal sisma; il recepimento della riforma nazionale del terzo settore.
In estrema sintesi ritengo che sia un buon Piano sociale e possa gettare le basi per coordinare nella maniera più opportuna, valutare, monitorare, valorizzare i temi di intervento.
In questi ultimi 18 mesi abbiamo messo in campo tanti progetti, alcuni dei quali mi hanno visto promotore, penso ad esempio all’incremento di 800.000 euro delle risorse per gli interventi a favore degli alunni con disabilità sensoriale (sordi, ciechi totali o parziali), siamo passati da 1.300.000 euro dell’anno scolastico 2017/2018 a 2.114.855 euro del 2018/2019 e anche quello successivo. Abbiamo aumentato la cifra che diamo alle famiglie da 360 euro a 450 euro al mese, non è poco, abbiamo aumentato di quasi 100 euro il compenso che diamo a queste famiglie mensilmente, non solo, abbiamo aumentato da 7.500 a 11.500 euro l’anno la quota per la frequenza di scuole o corsi in istituti specializzati, prima davamo 7.500 all’anno oggi ne diamo 11.500, naturalmente è l’associazione che ci ha fatto questo tipo di richiesta, gli uffici l’hanno valutata, era sensata, quindi le siamo andati incontro; l’aumento del contributo per l’adattamento dei testi scolastici, davamo 2.000 euro all’anno ne diamo 4.000, quindi l’abbiamo duplicato, per la scuola primaria e per la scuola secondaria di primo grado, inoltre l’estensione di tutte le misure, quelle di cui abbiamo detto finora, prima erano per i ragazzi dai 3 anni in su, oggi le abbiamo migliorate e riguardano dai zero anni in su, a tutti i bambini che ne hanno bisogno fin dalla nascita.
Penso anche all’istituzione a partire dal 2019 del contributo di 1.000 euro al mese per i familiari caregiver dei minori affetti da malattie rare, questa è una misura che non c’era, diamo 1.000 euro al mese a tutti i familiari di minori con malattie rare, che necessitano di alimentazione o respirazione artificiale.
Un contributo che nel 2019 è andato ai familiari di bambini con malattie rare fino a 14 anni, nel 2020 l’abbiamo esteso ai familiari dei ragazzi fino a 18 anni, quindi, ai familiari dei ragazzi, da 0 a 18 anni, affetti da malattie rare, in determinate situazioni, diamo 1.000 euro al mese. Anche per questo il Piano è molto ambizioso, io mi auguro che tutti i suoi obiettivi possano essere concretizzati per potenziare il già abbastanza potente sistema del welfare marchigiano.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Volpini.

Fabrizio VOLPINI. Non capisco lo stupore del Consigliere Zaffiri rispetto all’ordine del giorno, che non è altro che la riproposizione delle linee strategiche contenute nel Piano attualizzato, rivisitato, alla luce di queste enormi problematiche sociali conseguenti alla pandemia da Covid 19. Tutto qua!
Tra l’altro questa attualizzazione la dovremo riprendere anche rispetto ai manuali del sociale, che avremo in Commissione prossimamente.
Consigliere Zaffiri è la riproposizione alla luce di un evento di portata non storica, di più, che è stata ed in parte ancora è l’epidemia da Covid 19. Tutto qua.
Presidente Mastrovincenzo, ci sono due emendamenti al Piano, non so se questo è il momento di esporli oppure no, sono entrambi della Commissione. Uno inserisce nel dispositivo della deliberazione la clausola valutativa proposta dal Comitato per il controllo e la valutazione delle politiche, l’altro invece prevede nella parte riguardante la prevenzione ed il contrasto alla violenza di genere di individuare azioni ed interventi volti a privilegiare la rieducazione del maltrattante anche mediante l’allontanamento dello stesso e non della vittima e dei suoi figli, al riguardo è stata approvata dall’Assemblea la risoluzione n. 102 del 2020. Questi sono i due emendamenti a firma della Commissione.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Emendamento 1 a firma della IV Commissione. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Emendamento 2 a firma della IV Commissione. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Proposta di ordine del giorno a firma dei Consiglieri Volpini, Pergolesi, Giancarli, Talè, Busilacchi, Maggi.

Luca MARCONI. Solo per dire che non ho capito bene se l’integrazione annunciata dal Presidente Volpini si è realizzata, sul testo che ha letto non c’era, anche se ha fatto un intervento in cui diceva che l’avrebbe considerata, quindi non so se quella aggiunta c’è oppure no. Cosa stiamo votando? La può leggere, Presidente?

PRESIDENTE. “Presentare un Piano attuativo dal quale risulti una articolazione dettagliata degli interventi di sviluppo quali: lotta all’esclusione sociale, alla fragilità, alla povertà, prevenzione e contrasto alla violenza di genere, sostegno alle persone in situazione di non autosufficienza, sostegno all’invecchiamento attivo, alle persone con disabilità, sostegno alla famiglia, alle unioni civili e in particolare alla loro funzione genitoriale, politiche per la casa e tematiche legate al disagio abitativo …” questo è stato inserito.
Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Alla luce di queste integrazioni, che avevo richiesto e che sono state riproposte dai proponenti, esprimo un voto favorevole con un’ulteriore raccomandazione, questa volta diretta al Presidente Volpini, rimane inattuata e generica la parte relativa al monitoraggio, quindi chiedo formalmente al Presidente Volpini, che poi avrà modo di precisarlo in Commissione, che il monitoraggio possa avvenire in maniera estremamente semplice in sede di IV Commissione, non c’è bisogno di istituire tavoli particolari. Questa è una raccomandazione, non attendo una risposta, ma mi auguro che questo possa essere un fatto pratico perché il monitoraggio che sicuramente la Giunta farà, attraverso il Dirigente dei Servizi sociali o chi per lui, possa essere trasmesso e condiviso dalla IV Commissione.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Voteremo contro l’ordine del giorno anche se ho ascoltato con attenzione l’ultimo intervento del Presidente Volpini, che ha fatto cenno al mio intervento, ma non ci convince, questa è la dimostrazione. Ho ascoltato l’intervento del Consigliere Marconi che chiedeva se era stata recepita una sua osservazione …
Mantengo la posizione perché le nostre preoccupazioni sono ancora una volta evidenziate da questo ordine del giorno, che è un’integrazione al Piano sanitario, che non parla solo del problema del Coronavirus, che al momento della redazione dell’atto non poteva essere inserito, ma il problema dell’ordine del giorno, a meno che non sappiamo leggere come qualcuno dice, ma non è questo il caso, è che va ad integrare un Piano sanitario che, come ho detto prima nel mio intervento, non vede la luce in fondo al tunnel e questa ne è la dimostrazione.
Non va bene, non ci siamo, ci sono due velocità, una riguarda la comunicazione della Regione e l’altra la realtà territoriale, dare le risposte ai bisogni della gente che è un’altra cosa.
Prima abbiamo ascoltato degli interventi che evidenziavano degli aspetti economici, che vengono dati o che dovrebbero essere dati, secondo quello che abbiamo ascoltato, a tutte le famiglie, purtroppo nel territorio non succede così, c’è chi li prende e chi no. Rispecchia una situazione e significa che non siamo vicini alle esigenze della gente e di chi ha problemi, questo giustifica la nostra manifestazione critica rispetto alla situazione di cui stiamo discutendo questa mattina.
Ci sono le carte, le enunciazioni, le belle proposte, che poi non hanno riscontro nel territorio, ci vuole una filosofia diversa, partire dai territori per arrivare al centro, questa è la nostra osservazione, perciò voteremo contro sia all’ordine del giorno che al Piano sociale, la proposta di atto amministrativo n. 70. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Volpini.

Fabrizio VOLPINI. Telegrafico per rassicurare il Consigliere Marconi rispetto alle esigenze manifestate.
Credo anch’io che per snellire sia utile che il monitoraggio venga fatto in IV Commissione.
Mi associo a quanti hanno ringraziato per il lavoro fatto il Servizio sociale della Regione, i Dirigenti, quello di prima e l’attuale, e tutti i collaboratori, oltre che competenza c’è anche passione nel lavoro che viene fatto e anche un grado di supportazione nei nostri confronti che spesso arriviamo in Commissione con dei delta di conoscenza, sempre disponibili ad aiutare, a dare consapevolezza e conoscenza di tematiche così importanti, quali quelle dei servizi sociali in un’ottica tra l’altro molto trasversale perché penso che questo Piano, al di là dei singoli aspetti, al di là dei finanziamenti, abbia una filosofia che a me ha convinto molto, che è quella di vedere il sociale non più come una funzione, ma come una sorta di tessuto connettivo di tante altre funzioni: il lavoro, le politiche abitative. Una filosofia nuova, più moderna e anche più appropriata rispetto a quello che stiamo vivendo o per lo meno a quello che abbiamo vissuto fino a tre mesi fa, che adesso va necessariamente rivisto e attualizzato.
Grazie alla struttura tecnica del Servizio ed anche della Commissione, grazie al grosso lavoro fatto da tutti i Commissari e devo dire che quando si parla di sociale, al di là del delta di conoscenze, si appassionano e partecipano sempre molto attivamente.

PRESIDENTE. Proposta di ordine del giorno. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Proposta di atto amministrativo n. 70, emendata, la pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Proposta di legge n. 333
ad iniziativa della Giunta regionale
“Disposizioni per la valorizzazione dei luoghi della lotta partigiana e dell’antifascismo denominati Parchi della memoria storica della resistenza e individuazione del Parco della memoria storica della resistenza del Colle San Marco”
(Rinvio)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 333 della Giunta regionale. Ha la parola il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Visti gli emendamenti che non sono solo sul Colle San Marco, ma riguardano anche l’istituzione di altri parchi della memoria storica, e visto che ci sono degli emendamenti che potrebbero costituire uno scontro in Aula tra diversi territori, a me sembrerebbe opportuno rinviare questa proposta di legge, lo chiedo proprio per non alimentare una contrapposizione sulla resistenza che è l’elemento che ha costituito il fondamento della nostra Costituzione.
Gli emendamenti oltre al Colle San Marco chiedono l’istituzione di parchi della memoria in tutto il territorio regionale, credo che ci debba essere una sintesi, che non venga da un dibattito e forse da una contrapposizione in Aula, ma fatta in I Commissione. La proposta di legge, che è molto importante, sarà poi ripresentata in Aula con un consenso unanime e non con una contrapposizione che gli emendamenti che sono stati presentati prefigurano.
Credo che ci debba essere un accordo per portare poi unanimemente e concordemente l’argomento della resistenza e della lotta di liberazione in Aula, una proposta di legge che venga da tutte le componenti di questa assise. Quindi, chiedo il rinvio in Commissione per omogeneizzare tutte le richieste che sono state fatte, che riguardano anche altri parchi e non solo quello del Colle San Marco.
Chiedo di rinviare per una questione istituzionale e per non creare uno spettacolo che credo sia indegno di quest’Aula, la contrapposizione su un argomento così importante come la resistenza.

PRESIDENTE. Consigliere Maggi, il rinvio lo deve chiedere anche a nome di altri tre Consiglieri che sostengono la richiesta.

Giovanni MAGGI. A nome mio e dei Consiglieri Pergolesi, Fabbri, Giorgini.

PRESIDENTE. Sulla richiesta possono intervenire un oratore a favore e uno contro. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. A favore della richiesta del Consigliere Maggi, sostengo una semplicissima tesi, ieri ci siamo lasciati in Conferenza dei Presidenti di Gruppo con l’unanime idea della proposizione di un rinvio perché il testo venisse affrontato in maniera serena, con tutte le necessarie interlocuzioni e ricordo che fra le tante cose il Presidente Giacinti ha detto che forse una settimana non sarebbe bastata. Questa mattina a distanza di neanche 12 ore abbiamo aspettato per un’ora la Commissione che se ho ben capito ha continuato a lavorare e molti di noi non sono stati neanche messi nella condizione di partecipare ai lavori perché doveva iniziare il Consiglio.
A tutte le motivazioni dette dal Consigliere Maggi, che sottoscrivo senza alcuna difficoltà, aggiungo a questo nobile dibattito, a cuore mio, profondamente, non so se di tutti, che dobbiamo continuare a far memoria in maniera adeguata, storicamente certificata, poi ognuno ha le sue tesi, senza eccessiva retorica, ma dovremmo fare memoria ancora per molti anni perché l’attualità della democrazia non scade mai.
Penso che tutta la discussione, visti gli emendamenti, si ridurrà, sempre per citare il Consigliere Maggi, a quella mancata omogeneizzazione che detta in soldoni significa che qui abbiamo quattro luoghi della memoria, ma da proporre potrebbero essercene almeno altri dieci, cito fra tutti Montalto di Cessapalombo, dove c’è stato un eccidio di circa 20 persone fra cui anche un mio concittadino.
Io non ho fatto emendamenti perché non mi sono voluto unire alla preoccupazione di mettere casa mia, perché questo è ed è una cosa vergognosa, il dibattito ve lo dico fin da adesso, amici della Giunta che avete proposto l’atto, non avrà sconti, ce le diremo tutte e sarà una bruttissima discussione, quindi, il buonsenso impone a tutti, vista anche la contraddittorietà su questi emendamenti …, tra le altre cose faccio notare che sono tutti interni alla maggioranza.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Casini.

Anna CASINI. Innanzitutto condivido con il Consigliere Maggi lo spettacolo indecoroso che stiamo dando.
Penso che la resistenza sia un valore di tutti e che ci siano decine e centinaia di siti nelle Marche che sono degni anche se è morto solo un partigiano perché prima c’era un Consigliere che faceva il peso dei partigiani morti, lì ce ne sono stati 50, là 20.
Non credo che sia questo il peso e non credo che Colle San Marco sia l’unico esempio, però vorrei chiedere al Consigliere Marconi perché non ha pensato di fare la rete, visto che la legge è stata approvata quando lui era Consigliere? La legge n. 15 del 2013 in quest’Aula pochissimi conoscono e quei pochi che la conoscono l’hanno rispettata e non hanno presentato emendamenti.
Questo percorso non l’ho iniziato io, viene dal basso, viene da un gruppo di antifascisti ascolani, “Il gruppo della caciara”, e dall’ambito provinciale di Ascoli, è stato fatto un lavoro grande, caro Consigliere Marconi, perché per fare un parco in variante al Piano paesistico ambientale regionale, che si chiama Ppar e no Par, per far capire, ci vuole una documentazione seria e noi abbiamo avuto lo studio di un ingegnere ascolano che si è messo a disposizione per fare gli studi, abbiamo parlato con l’Anpi regionale, abbiamo fatto un lavoro che è durato un anno, per cui malignamente ai tanti antifascisti dell’ultima ora, ai tanti desiderosi di mettere il cappello sul terrazzo di casa loro, chiedo: dove eravate in questi anni? Perché non siete intervenuti quando la legge è andata in Commissione? Il Presidente Giacinti sa bene che la legge è andata in Commissione ed ha avuto l’unanimità, ora, guarda caso, a due/tre giorni dalla discussione in Aula della norma si sono svegliati, e lo voglio dire, cani e porci per mettere la bandierina a casa loro. Ma non è questo, potrei dire che Colle San Marco è l’unico sito in Italia che ha una medaglia d’oro al valore militare per attività partigiana provinciale e comunale, ma questo non mi interessa, infatti la legge contiene la possibilità per l’Anpi (e non ai singoli Consiglieri), con un emendamento che io stessa ho presentato in accordo con l’Anpi, di individuare - credo che all’Anpi vada lasciata questa autonomia - entro 30, 60 giorni dei siti che poi la Giunta in pochissimo tempo proporrà come parchi e inserirà nella rete perché l’ambizione di questa piccola legge non è quella di mettere il cartellino sul Colle San Marco, che pure è una cosa alla quale io tengo molto e non la nego, ma è quella di arrivare ad una rete di parchi. Chi ha seguito questo provvedimento, e non l’ha visto solo due giorni fa, sa che l’ambizione è quella di creare una rete dei siti all’interno della regione Marche non solo della memoria, che possa essere attrattiva dal punto di vista turistico. La mia ambizione era quella di sovrapporre questa rete con altre che stiamo facendo, per esempio con quella dei percorsi.
E’ un progetto molto più grande, è partito da Colle San Marco perché così mi era stato chiesto, io ho fatto tutto il percorso regolare, ho ascoltato tutti, ho sentito gli uffici, sono andata in Giunta, è stata assegnata in Commissione ed è stata approvata all’unanimità e combinazione ieri si decide il rinvio perché sennò facciamo schifo con un elenco di siti? Nel mio caso io non faccio schifo per niente perché io ho una motivazione, che è quella di aver concordato con il territorio e nessuno di voi ha il parere dell’Anpi provinciale di riferimento per le cose che proponete, ce l’avete? Dobbiamo aspettare una settimana perché si acquisisca? Allora approviamo la legge e diamo 30 giorni nei quali si concorderanno con l’Anpi i siti, che verranno verificati anche dal punto di vista cartografico perché bisogna verificare di chi sono le proprietà, non si possono imporre vincoli a caso o per lo meno non è serio perché purtroppo l’urbanistica è una scienza, in questa situazione si parla anche di questo, non soltanto della parte storico culturale.
Sono veramente inorridita perché non ho ricevuto una telefonata, a parte quella del Consigliere Bisonni che mi chiedeva di presentare un emendamento su un parco che non ha neanche il parere dell’Anpi di Macerata, è una cosa vergognosa!
Adesso fate quello che credete, io voto contro il rinvio e voglio, chiedo ed esigo il voto nominale perché ognuno di voi dovrà dimostrare qui quello che è.

PRESIDENTE. Mi sento, Assessore, di censurare la sua espressione molto forte e inappropriata rispetto ai Consiglieri.
Ha la parola, per fatto personale, il Consigliere Marconi

Luca MARCONI. Sono un po’ confuso, Presidente, perché stiamo proponendo un atto sull’antifascismo e sulla resistenza, sapevo che era una proposta di legge presentata dalla Giunta, invece abbiamo scoperto dall’intervento dell’interessata che è un fatto esclusivamente personale, perché è lei che ha fatto tutto, è lei che ha fatto qui …, l’ha detto ed hanno sentito tutti. Io ho sentito Colle San Marco che, per chi non lo sa, per i marchigiani che ci stanno ascoltando, è sopra la città di Ascoli Piceno dove l’Assessore Casini risiede.
Respingo al mittente tutte quelle affermazioni invitandola a chiedere scusa al Consiglio perché qui non ci sono cani e porci, non si permetta più Assessore Casini di dire quello che devo fare perché lei non è mia madre, anche se è di età avanzata, e non ha titolarità a dirmi quello che devo fare, io ho diritto a chiedere in quest’Aula qualsiasi cosa fino all’ultimo minuto, non mi deve chiedere dove ero o perché non ho parlato o non ho fatto, io faccio quello che voglio e sto nei limiti della democrazia e del Regolamento, lei non c’è stata perché dà lezione a tutti in maniera un po’ dittatoriale, contraddicendo quello che è perché non ci possiamo permettere di parlare, secondo lei, e chiede dove stavamo e dove stavo.
Io stavo qui, ho visto questo atto in cartella, avevo qualche dubbio, avrei presentato un subemendamento all’emendamento che aveva annunciato il Consigliere Bisonni perché non ero d’accordo all’inserimento di Matelica, di Cagli ed avrei semplicemente detto di cancellare tutto, Colle San Marco, Cagli, Matelica e avrei dato alla Giunta la decisione di individuare i siti stante criteri di carattere generale, quindi il mio invito, approfitto di questo Presidente Mastrovincenzo spero di non essere scorretto, al Presidente Ceriscioli, che è quello che ha presentato l’atto, sennò cominciamo a pensare che la Giunta è fatta a scacchi e c’è qualcuno che fa le cose in maniera autonoma, è quello di ritirare questo atto senza neanche procedere al voto.

PRESIDENTE. Ha la parola, per fatto personale, l’Assessore Casini.

Anna CASINI. Chiedo scusa per i cani e porci, avete ragione, ma questa cosa è molto sentita perché ha viaggiato, caro Consigliere Marconi, nell’indifferenza totale di tutti in questi anni.
Il fatto che il Colle San Marco sia vicino a casa mia è una combinazione, perché se fosse stata un’altra località l’avrei portata avanti comunque, come ho fatto in questi 5 anni. E’ un atto della Giunta ed in premessa ho detto che non sono quella che l’ha redatto ed ho citato anche atti di volontariato, di persone che hanno contribuito alla redazione di questa legge e alla redazione degli atti, ho detto esattamente il contrario, ho detto che non è una questione di cittadinanza, dico solo che in questo caso c’è un sito che ha due medaglie d’oro al valore militare e quindi cominciare da lì non è sbagliato.
Sicuramente non devo dirle quello che deve fare perché se ho un’età avanzata io tanto più ce l’ha lei, non posso essere sua madre, detto questo, lei si assumerà la responsabilità di non aver presentato nulla.
Non ci si può scandalizzare se ai sensi della legge 15, uno presenta un atto in cui è previsto un territorio ed un altro no, io dico che più ne presentiamo meglio è, però vanno presentati con delle regole e all’interno di un quadro che io avrei voluto scrivere e che mi sono trovata da sola a scrivere e guarda caso adesso, a poche ore dal voto, tutti vogliono scrivere, bene, sono contenta, troviamo una modalità che non blocchi il Colle San Marco e in tempi brevi si possano recuperare tramite l’Anpi, che secondo me è il soggetto preposto, tutti i siti possibili perché l’ambizione è quella di fare una rete dei parchi, ci si creda o no.

PRESIDENTE. Mi hanno chiesto in tanti la parola, ma io non la posso dare a nessuno, perché sulla richiesta di rinvio possono intervenire un oratore a favore e uno contro. Sulla votazione per appello nominale richiesta dall’Assessore Casini, faccio presente che il voto sarà palese e semplice perché è procedurale e non è previsto il voto nominale.
A questo punto abbiamo sentito le due campane, pongo in votazione la richiesta di rinvio in Commissione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Mozione n. 636
ad iniziativa dei Consiglieri Pergolesi, Maggi
“Emergenza COVID 19 -Istituzione protocollo “tamponi” alle Forze dell’Ordine e di Soccorso Pubblico”

Mozione n. 649
ad iniziativa della Consigliera Leonardi
“Tamponi - test sierologici per la verifica del Coronavirus alle Forze dell’Ordine”
(abbinate)
(Votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 636 dei Consiglieri Maggi, Pergolesi e la mozione n. 649 della Consigliera Leonardi, abbinate. Ricordo che su queste due mozioni c’era una risoluzione da votare (n.d.r. discussione generale avvenuta nella seduta n. 161 del 30 aprile 2020).
E’ stata presentata una proposta di risoluzione a firma dei Consiglieri Leonardi, Pergolesi, Maggi, Cesetti, Micucci, Zaffiri, Celani, Bisonni.
Ha la parola, per l’illustrazione, la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Intervengo brevemente per aggiornare rispetto alla discussione che si è svolta nella scorsa seduta consiliare in riferimento a due diverse mozioni presentate da me e dai Consiglieri Pergolesi e Maggi, in merito all’opportunità di fare dei test sierologici alle forze dell’ordine che operano in questo periodo di emergenza da Covid 19, che sono sicuramente le figure, insieme al comparto sanitario, ad essere più esposte per controllare l’osservanza delle normative relative al distanziamento sociale e al lockdown decise da fonti nazionali, regionali e comunali.
A fianco di questa necessità e alla creazione di un protocollo che stabilisca anche per le future emergenze le possibilità di intervento immediato, forti di questa esperienza, rispetto alle figure più esposte, la risoluzione individua tre diverse richieste: quella di adoperarsi anche nei confronti del Governo per istituire un protocollo unanime con gli enti interessati e prevedere test sierologici e tamponi agli agenti delle forze dell’ordine, del soccorso pubblico, dell’assistenza sanitaria, socio sanitaria e sociale; di avviare una adeguata campagna di prevenzione tramite l’attivazione del relativo protocollo sanitario, parliamo in questo caso specifico delle Marche e delle forze dell’ordine, forze di polizia e dei membri della protezione civile impegnati nell’emergenza, questa è una delle modifiche introdotte nella discussione della scorsa seduta da parte dell’Assessore Cesetti e del Consigliere Bisonni; la terza richiesta è quella di avviare una adeguata campagna di prevenzione per la popolazione interessata della Regione Marche, pensare in una prospettiva futura ad un campionamento attraverso i test sierologici ad ampio spettro sulla popolazione per avere quella necessaria conoscenza della diffusione del fenomeno e del contagio nel nostro territorio.
L’altra specifica che era venuta dall’Assessore Cesetti era quella di aggiungere nel protocollo e, quindi, di specificare in maniera chiara la polizia provinciale e la capitaneria di porto, le richieste sono state accolte e hanno integrato la proposta di risoluzione che oggi andiamo a votare.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. Vorrei ringraziare la Consigliera Leonardi per essersi adoperata per l’ennesimo testo della risoluzione, per aver ricompreso e trovato il compromesso tra gli emendamenti suggeriti dal Consigliere Maggi, dall’Assessore Cesetti e dal Consigliere Bisonni.
Noi siamo più che a favore di questa risoluzione, una richiesta venuta dal territorio, quindi dalla base, avrà un’approvazione unanime, mi auguro, in Consiglio.
Ringrazio soprattutto lo staff a supporto dei Consiglieri regionali e dei proponenti la risoluzione perché stanno girando continuamente testi on line per raccogliere le firme, operazione che a livello virtuale è un po’ più complessa rispetto a quello che avviene in Aula.
Ringrazio la Consigliera Leonardi e tutti gli altri sottoscrittori della risoluzione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Grazie Presidente. Ho detto alla Segreteria che volentieri avrei firmato la risoluzione, che mi è arrivata adesso, due minuti fa, la stavo inviando ora per la firma, anche perché, Presidente, se si ricorda era stato chiesto il rinvio sulle cose che avevo indicato con i miei emendamenti, quindi mi sembrerebbe assurdo, dopo che la risoluzione è stata integrata con le mie richieste, non poterla firmare.
Preciso che non è colpa di nessuno, siamo tutti in difficoltà per via di questa modalità telematica.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Proposta di risoluzione. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Mozione n. 620
ad iniziativa del Consigliere Giacinti
“Nuovo patto sociale”
(Rinvio)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 620 del Consigliere Giacinti, che ha la parola.

Francesco GIACINTI. Grazie Presidente. Come le avevo scritto per email chiedo anche questa volta, vista la corposità dell’ordine del giorno e il dibattito conseguente, il rinvio della mia mozione ad altra seduta dove magari ci possa essere, scusate l’immodestia, un po’ più di tranquillità perché il dibattito che potrebbe sortirne potrebbe richiede del tempo considerevole.
Sembra immodesto dirlo da parte mia avendo presentato la mozione, però, al fine di non mettere troppa carne a cuocere, come in questo periodo avviene per la grande attività derivante da questo particolare periodo, è chiaro a tutti questo aspetto, chiedo il rinvio.
Se posso, voglio dire due parole sulla questione che ha visto rinviare la proposta di legge n. 333, solo per il rispetto del lavoro svolto dal personale e dalla Commissione, che non è tornata notte tempo a lavorare sulla proposta di legge, ma lo ha fatto a ragion veduta per il fatto che si è accelerato su alcune questioni che esulavano un po’ dal testo normativo anche perché nel precedente periodo era stata forzatamente accantonata non dalla Commissione ovviamente, ma dalla Giunta.
Devo dire questo per rispetto del lavoro svolto, però ben venga questo rinvio al fine di poter redimere le questioni che in queste ultime ore sono sorte d’incanto.
Devo dire che la proposta di legge è stata approvata molte settimane fa, prima della pandemia, poi, per motivi legati alle disponibilità finanziarie, si è arrivati all’approvazione definitiva, previa modifica, in queste ultime settimane, nella seduta di due settimane fa. Mi sembra giusto dirlo, non è che siamo tornati sulla legge così, per un motivo campato in aria, ma per porre fine ad una specie di accavallamento, passatemi l’espressione, fra una precedente legge regionale, la n. 15 del 2013, e la proposta di legge n. 333 che avevano delle zone comuni ed entrambe andavano a toccare con il loro disposto normativo.
La Commissione alla fine ha cercato di dividere i due terreni e la legge 15 è stata asciugata di quella parte che invece è stata trasfusa nella proposta di legge n. 333 e questo lavoro, va dato atto, la Commissione lo ha fatto tornandoci da ultimo nella seduta di questa mattina, per la quale mi scuso nei confronti di tutti i Consiglieri però, come sapete, la Commissione era necessaria per eliminare ogni punto di incertezza formale, non certo normativo o giuridico, ma formale ed era forse più congruo e consono far quello che è stato fatto.

Mozione n. 651
ad iniziativa della Consigliera Leonardi
“Misure urgenti per la riapertura delle attività commerciali ed imprenditoriali che garantiscono le misure di distanziamento e la sicurezza da Coronavirus”

Mozione n. 662
ad iniziativa del Consigliere Micucci
“Ripresa attività ambulante nelle Marche”

Mozione n. 667
ad iniziativa della Consigliera Leonardi
“Riapertura delle attività di ambulante nella Regione Marche”
(abbinate)
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 651 della Consigliera Leonardi, la mozione n. 662 del Consigliere Micucci e la mozione n. 667 della Consigliera Leonardi, abbinate.
Ha la parola, per illustrarla, la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Ho chiesto di trattare la mozione n. 651 nella scorsa seduta, riguarda la cosiddetta fase 2, che ormai è partita anche nella nostra regione non senza incertezze e difficoltà.
Viene da una situazione in cui c’era stato l’annuncio del Presidente del Consiglio di Ministri che aveva previsto le riaperture a partire dall’1 giugno, con conseguenti forti resistenze e preoccupazioni dal mondo produttivo, in particolar modo da quello del commercio, della ristorazione, dei bar e di attività, come ad esempio i centri estetici e i parrucchieri, che chiedevano di poter operare in situazioni di sicurezza, anticipando la riapertura rispetto alle previsioni.
Con questa mozione chiedevo al Governatore di predisporre un atto che anticipasse l’apertura rispetto a quanto già calendarizzato per tutte quelle imprese che avrebbero garantito i requisiti di distanziamento e di sicurezza.
Mi facevo carico di una serie di richieste che venivano dal mondo dei bar, della ristorazione, dei pub, che vedevano sulle proprie spalle un grande onere rispetto alla sicurezza e alle misure che avrebbero dovuto mettere in atto per la sanificazione, per poter operare, a fronte di una ripartenza che, sapevamo bene, avrebbe visto gli esercizi dimezzati, se andava bene, nella loro capacità di accoglienza. Quindi, chiedevo alla Giunta di attivarsi anche nei confronti del Governo per il mantenimento della cassa integrazione per i dipendenti e per il sussidio Inps di 600/800 euro, ogni giorno si ipotizza una cifra differente, per le imprese e partite Iva almeno fino al 31 dicembre, nonchè la possibilità di reintrodurre i vaucher per le prestazioni lavorative occasionali.
Questa richiesta non veniva solo dal mondo agricolo ma, ad esempio, anche dal mondo degli imprenditori della balneazione che vedevano costretta la loro possibilità di mettere ombrelloni e lettini o di fare ristorazione e che temevano di dover licenziare o comunque non assumere una serie di lavoratori stagionali, che prima di questa emergenza erano pronti a riprendere la normale attività stagionale.
Un’altra richiesta da portare al tavolo nazionale era quella di sospendere i mutui per la prima casa per i titolari di partita Iva, ditte individuali e lavoratori dipendenti in cassa integrazione con accesso al fondo di garanzia, nonché la sospensione dei mutui per tutti coloro che hanno attività commerciali coinvolte nella chiusura per Coronavirus. Anche questa misura veniva da questo mondo e riguardava l’impossibilità di avere una liquidità per assolvere alle spese per i mutui per la prima casa a fronte di ulteriori indebitamenti rispetto alla propria attività e l’impossibilità sino ad oggi, perché sono ancora chiusi, di vedere un reddito. A molte di queste persone non sono neanche arrivate le misure previste dal Governo.
Si chiedeva inoltre alla Regione di rendersi partecipe nello stanziamento di contributi a fondo perduto - su questo ormai sono diventata un disco rotto - per le spese per l’adeguamento dei macchinari, le mascherine, le operazioni di sanificazione, l’acquisto dei vari plexiglass e dei vari strumenti per il distanziamento sociale, tutti investimenti che comportano un esborso economico, per consentire di tirare su la saracinesca e ripartire.
Inoltre si chiedeva uno sforzo per il congelamento del pagamento di tutte le tasse e delle imposte fino al 31 dicembre 2020 con una eventuale dilazione perché oggi, lo ripeto, la difficoltà è quella di avere una liquidità.
A questa ho aggiunto la mozione n. 667 che riguarda la riapertura delle attività del commercio ambulante nella regione Marche, anche queste rimaste bloccate in quanto la loro attività non prevedeva la vendita di beni alimentari e che hanno in questa fase 2, dopo più di due mesi di lockdown, l’esigenza imminente di riaprire.
La ripartenza di queste imprese ha necessità da un lato di essere fatta in tempi brevi, dall’altro di consentirne lo svolgimento in sicurezza sia agli operatori che a chi fruisce dei mercati che per loro natura, essendo all’aria aperta, hanno delle caratteristiche diverse.
Le associazioni degli operatori del commercio ambulante hanno chiesto di essere partecipi al processo di riapertura, di non essere delocalizzati rispetto alla realtà in cui operavano quotidianamente, per questo ho proposto con questa mozione tre impegni: consentire al commercio ambulante di riaprire insieme a quelle attività, che riapriranno in anticipo rispetto alle previsioni del Governo, ieri ho sentito che il Governo pare sia propenso a tornare sui suoi passi rispetto alla decisione di consentire la riapertura l’1 giugno, e mi sembra che sia in linea con quanto sto proponendo.
La seconda cosa è quella di coinvolgere i rappresentati della categoria nella pianificazione delle misure per la ripartenza, che devono garantire un adeguato distanziamento anche tramite percorsi di flusso obbligatori e altre modalità per la tutela dei cittadini. La richiesta è quella di non avere imposizioni, ma essere coinvolti perché loro sono che stanno sul campo e conoscono meglio la realtà del commercio ambulante, le difficoltà e le potenzialità.
Il terzo punto è garantire - siccome si parlava di possibilità di delocalizzare le aree per prenderne di più lontane o più ampie, senza intervenire sulle realtà importanti, anche per i piccoli centri, che garantiscono un’affluenza di persone, che magari non hanno capacità di spostarsi - che le aree dei mercati siano mantenute nelle località pre Covid, adeguandole alle misure di sicurezza ed evitando quella delocalizzazione che potrebbe ulteriormente penalizzare la ripartenza del commercio ambulante. Grazie.

Presidenza del Vicepresidente
Piero Celani

PRESIDENTE. Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Micucci.

Francesco MICUCCI. Grazie Presidente. Ne faceva cenno la Consigliera Leonardi, le mozioni che sono state presentate, la 662 la mia e la 667 la sua, non voglio fare le solite polemiche sulle prime geniture, sembrano superate dall’atto che ieri la Giunta ha approvato, con una serie di protocolli che riguardano non solo le categorie degli ambulanti di cui stiamo discutendo, ma anche altre categorie del commercio, come le parrucchierie.
Gli impegni previsti dalla mozione 651, che ha presentato la Consigliera Leonardi, che pure è condivisibile per molti aspetti, mi pare che siano, per lo meno quelli chiesti direttamente alla Regione, di fatto già attuati.
Per quanto riguarda i mutui si sta lavorando per cercare di comprendere le modalità, se e come si riusciranno ad attivare, e il rinvio delle imposte non è diretta competenza nostra.
Ho suggerito, se era possibile, non per mancanza di volontà della Consigliera, ma per le difficoltà oggettive che viviamo con i Consigli regionali on line, di fare sintesi tra i vari atti presentati, una risoluzione che mi pare evidente al momento non è possibile, io sarei anche disponibile al ritiro, ripeto, non perché non sono da prendere in considerazione gli impegni che abbiamo chiesto con i due atti, ma perché di fatto mi sembra che la Giunta in qualche modo abbia già preso in considerazione le sollecitazioni che abbiamo fatto ed abbia dato le risposte.
E’ chiaro che se vogliamo andare al voto non ci sono problemi, sono mozioni votabili, però mi piacerebbe sottolineare, pur non avendolo potuto fare con una risoluzione che prendesse atto di quanto portato avanti dalla Giunta oggettivamente, che gli impegni sono già stati corrisposti perché ieri in particolare, ho seguito le vicende degli ambulanti, degli operatori delle aree mercatali, c’è stato un dibattito serrato tra gli operatori stessi, le associazioni di categoria, che sono state costantemente coinvolte sia in maniera diretta che attraverso modalità più informali, l’Assessorato alle attività produttive e gli uffici delle attività produttive ed il protocollo che è stato approvato dalla Giunta tiene conto anche di alcune delle osservazioni che sono emerse da quei tavoli, in particolare penso alle modalità di utilizzo dei dispositivi sanitari, alla possibilità di non operare singolarmente, ma con l’aiuto dei propri dipendenti, chiaramente rispettando in pieno le distanze sociali di sicurezza, la possibilità di avere più entrate e più ingressi, non un ingresso contingentato che avrebbe potuto creare forse più difficoltà anche in termini di distanziamento sociale, che il regolamento approvato invece risolve. Iniziative e suggerimenti che in questi giorni frenetici si sono susseguiti e che mi pare abbiano dato i frutti che auspicavamo nelle mozioni che abbiamo presentato.
Credo che sia stato fatto un buon lavoro, ovviamente il ruolo dei Consiglieri è quello di sollecitare, ma mi pare di poter dire, senza temere smentite, che in questo caso la Giunta anche grazie al nostro intervento, ma sicuramente grazie alle proprie capacità ed a quelle degli uffici, ha messo in campo in questi giorni una attività indispensabile ed importante che Regioni più grandi della nostra, mi pare di poter dire, non sono state in grado di portare avanti.
Non avendo avuto la possibilità attraverso una risoluzione di mettere nero su bianco, mi pare opportuno riconoscere questo ruolo che è stato svolto e che sta svolgendo la nostra amministrazione e il nostro Consiglio in generale.
Ripeto, sul voto delle mozioni non ho dubbi perché andremmo a votare una cosa che di fatto è già superata dall’azione della Giunta, non tanto per un problema di primo genitura, ma per una difficoltà che i nostri cittadini marchigiani stanno vivendo in queste settimane. Avere una Giunta e un Consiglio che si attivano in maniera così importante sta dando delle risposte concrete e credo che questo per tutti noi sia motivo di orgoglio e di soddisfazione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Bravi.

Loretta BRAVI. Grazie Presidente. Rispondo alla Consigliera Leonardi, alla mozione n. 651 punto 2), mettendo in evidenza che il lavoro che è stato fatto dall’Assessorato riguardo alla cassa integrazione in deroga è stato in primis l’intesa istituzionale territoriale con le parti sociali in data 20 marzo, che è stata appunto dialogata e che non tutte le Regioni hanno fatto, quindi questa cosa ci tengo a precisarla. Poi come Regione Marche abbiamo chiesto il prolungamento della cassa integrazione fino a dicembre.
Il terzo punto richiesto è quello di rendere utilizzabili i residui degli ammortizzatori sociali e dei fondi del sisma, che per noi sono 27 milioni, stiamo attendendo questa risposta.
Vorrei informare il Consiglio che, come ha detto il Consigliere Micucci, la cassa integrazione in deroga è un … che ha messo in evidenza la farraginosità, le procedure non veloci, i passaggi complicati, quindi nell’ultima IX Commissione abbiamo chiesto una semplificazione.
Debbo dire, come è già stato ricordato, che la collaborazione tra la Regione e l’Inps ha dato i suoi frutti perché siamo gli unici che hanno superato il 50% delle domande pagate, esattamente il 69,45%, questa cosa ci vede al primo posto e non è male rispetto alla richiesta dei lavoratori. Abbiamo chiesto dalle 6 alle 9 settimane, ma molte aziende hanno chiesto per ora 6 settimane, piccole e medie imprese, soprattutto nel settore della ristorazione, della vendita al dettaglio, anche secondo il dna dei territori, che va dalla meccatronica, al calzaturiero, al tessile e così via.
Vorrei anche informare che oggi (un’ora fa) siamo a 15.214 domande per 40.270 lavoratori per un ammontare di 75 milioni, noi abbiamo avuto prima 33 milioni e poi 37 milioni, quindi siamo a 70 milioni, si sfora di 5 milioni, quindi abbiamo chiesto di rimpinguare la cassa in breve tempo e dagli ultimi annunci del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, quindi del Governo, so che verranno messi altri 16 miliardi da spalmare.
Vorrei anche ricordare, e penso che per il Consiglio sia un’informativa che faccia piacere, che i 40.000 lavoratori sono così suddivisi: 9.000 su Pesaro, 12.000 su Ancona, 9.000 su Macerata, 4.300 su Fermo e 5.600 su Ascoli Piceno. Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n 651. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Mozione n. 662. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Mozione n. 667. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. Prima di passare al prossimo punto all’ordine del giorno vorrei annunciare che sulle mozioni n. 653 del Consigliere Celani, n. 655 del Consigliere Talè, n. 666 dei Consiglieri Maggi, Pergolesi, n. 668 del Consigliere Micucci, che riguardano tutte la stessa materia, cioè misure a tutela dei possessori dell’abbonamento annuale Tpl per studenti, è stata fatta una risoluzione, che è stata condivisa dai firmatari di tutte e quattro le mozioni, adesso prego di distribuirla a tutti i Consiglieri in modo tale che ne possano prendere visione, è a firma di tutti i presentatori.
Ha la parola il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Vorrei un chiarimento sull’ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Dopo la mozione n. 674, faremo la n. 652 del Consigliere Bisonni, una risoluzione sulla tutela dei possessori di abbonamento annuale Tpl per studenti, poi c’è una mozione della Consigliera Pergolesi relativa alle difficoltà di approvvigionamento del farmaco Plaquenil, poi ci sono altre mozioni inserite questa mattina, una a firma dei Consiglieri Volpini e Giancarli, e le altre (nn. 671, 672, 673) sono abbinate e credo che riguardino il personale scolastico, poi abbiamo le interrogazioni.
Noi c’eravamo dati un tempo, le ore 18,00, credo che ci stiamo dentro, non so se riusciremo a fare tutte le interrogazioni.

Mozione n. 674
ad iniziativa dei Consiglieri Marcozzi, Urbinati, Zaffiri, Bisonni, Marconi, Maggi, Leonardi, Busilacchi
“Indizione elezioni regionali 2020. Election day ottobre 2020”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 674 dei Consiglieri Marcozzi, Urbinati, Zaffiri, Bisonni, Marconi, Maggi, Leonardi, Busilacchi.
Ha la parola, per l’illustrazione, la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Grazie Presidente. Questa mozione è stata preceduta, una settimana fa, da una lettera al Presidente Ceriscioli in merito alle elezioni regionali, Election day ottobre 2020. Riepilogo cosa è accaduto.
A causa del Coronavirus il decreto legge 20 aprile 2020 n. 26 ha stabilito una proroga della legislatura fino al 31 agosto 2020, elezione da svolgersi non oltre la domenica dell’1 novembre 2020, con la possibilità di indire l’Election day nel mese di ottobre 2020. Questo in deroga a quanto previsto dall’articolo 5, comma 1, della legge 2 luglio del 2004 n. 165, che prevede che “gli organi elettivi delle Regioni a statuto ordinario il cui rinnovo è previsto entro il 2 agosto 2020, durano in carica 5 anni e 3 mesi, le relative elezioni si dovranno svolgere esclusivamente nei 60 giorni successivi al termine della nuova scadenza del mandato o nella domenica compresa nei sei giorni successivi”.
Cosa è accaduto dopo il decreto firmato dal Presidente della Repubblica? Che alcuni Presidenti di Regione, Veneto, Liguria, Puglia, Campania, hanno chiesto di riaprire una finestra elettorale a luglio per non posticipare le elezioni ad ottobre.
Il nostro Presidente Ceriscioli, nonostante noi avessimo già mandato una settimana fa una lettera in cui chiedevamo espressamente il voto ad ottobre, anzi un Election day, si è espresso favorevolmente all’approvazione, in sede di conversione da parte del Parlamento, di un emendamento al vigente dettato legislativo che prevede anche la possibilità di una finestra elettorale a luglio e non ha manifestato una volontà contraria all’eventuale indizione dei comizi elettorali nel mese di luglio. Consapevole che, ai sensi del disposto di cui al comma 1, dell’articolo 7 della legge regionale 16 dicembre 2004 n. 27 (Norme per l’elezione del Consiglio e del Presidente della Giunta regionale) la competenza ad indire le elezioni regionali è del Presidente della Giunta in carica.
Con questa mozione si chiede di ponderare accuratamente la scelta della data in cui si svolgeranno le elezioni regionali. Si chiede questo perché noi siamo ancora in una fase di emergenza, siamo entrati nella fase 2 ed occorre arrivare ad una situazione di sicurezza minima e di normalità prima far si che i cittadini possano muoversi liberamente per consentire un confronto pubblico con gli elettori.
Qualcuno qualche giorno fa ha detto che andare alle elezioni a luglio era possibile perché? Riaprono le fabbriche perché non fare le elezioni regionali?
Ripeto, poi mi piacerà ascoltare chi è contrario a questa mozione per capire perché bisogna svolgere le elezioni a luglio dato che non siamo in una situazione di normalità, siamo nella fase 2. E’ vero, iniziamo la riapertura delle attività commerciali (ristoranti, bar) in maniera lenta, non siamo in una fase di normalità, quindi voglio capire come possiamo fare la campagna elettorale. Inoltre, sempre ricordando quello che qualcuno ha detto la settimana scorsa, che le fabbriche riaprono e noi possiamo fare le elezioni, evidenzio che l’esame di maturità, che si svolgerà il 17 giugno, non verrà fatto in condizioni normali, gli scritti non ci saranno, ci sarà un esame orale e verranno interrogati, credo, 5 alunni alla volta, quindi sfido chiunque a dire che possiamo fare campagna elettorale. Oggi è il 12 maggio, porto l’esempio dell’esame di maturità che si svolgerà dopo il 17 giugno, allora noi come possiamo andare a parlare con i cittadini quando gli studenti non possono fare l’esame di maturità normale e il Ministro dell’istruzione non sa se a settembre le scuole potranno riaprire?
Non possiamo dire che siamo in condizioni di normalità, è per questo che è assurdo ed impensabile proprio per la sicurezza dei nostri cittadini andare al voto a luglio.
Ricordo a tutti che non siamo in condizione di normalità e porto l’esempio dell’esame di maturità e degli studenti che a settembre non sanno se potranno tornare in classe in condizioni normali, a settembre, due mesi in più rispetto alla data in cui dovremmo fare la campagna elettorale e quindi il voto. Per questo sono convinta che a luglio non è proprio possibile, non ci sono le condizioni minime di sicurezza per andare al voto. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Grazie Presidente. Sarò estremamente sintetico, come lo è stata la Consigliera Marcozzi perché penso che abbiamo poco da dire o da dirci su un argomento che dibattiamo ormai da settimane e credo che non ci siano più neanche tanto i margini per convincerci visto che ormai le posizioni sono abbastanza note.
Vorrei aggiungere qualcosa a questo dibattito altrimenti rischiamo di ripetere la stessa argomentazione e magari di accusarci di interessi di bottega.
Io ho questa opinione, c’è un interesse di bottega perché grandi democrazie, all’unanimità, Stati Uniti, Gran Bretagna, Polonia, credo anche l’Australia ed altre parti del mondo, hanno già deciso di rinviare tutti gli appuntamenti elettorali al 2021 e sono Paesi che hanno usato molto meno di noi il lockdown, penso agli Stati Uniti e alla Gran Bretagna, la chiusura totale, molto meno prudenti, noi siamo stati fra i più prudenti al mondo ed improvvisamente questo tasso di prudenza scompare completamente in vista delle elezioni.
Do qualche numero ai colleghi perché forse non sono stati segnalati, c’è un decreto legge che prevede il rinvio di questa legislatura, e questo non sarebbe modificato, al 31 agosto e che le elezioni si facciano tra il 15 settembre e il 15 dicembre magari, ma non necessariamente espresso, d’accordo con i Presidenti delle Regioni, magari insieme alle comunali e al referendum che stabilisce il Governo, ma è tutto da vedere.
Quale finestra si apre? Inizialmente l’abbiamo vista tutti perché ce l’ha mandata il Presidente del Consiglio, c’era una finestra che partiva 5 settimane prima della fine della legislatura e ci avrebbe portato al 12 luglio, quindi la finestra originaria che veniva proposta era 12 luglio-1 novembre, che sarebbe la prima domenica successiva, ma qualcuno proponeva anche l’8.
Il Governo sulla base dei potentissimi esperti che ha a disposizione ha cancellato ogni previsione, gira voce dagli ambienti romani che addirittura il Ministro della salute abbia proposto al Consiglio dei Ministri di andare direttamente ad una ipotesi di voto nel 2021 perché a ottobre/novembre è estremamente rischioso votare perché c’è l’azzeramento totale oppure potremmo essere nel periodo in cui una recrudescenza è più probabile e mettere in movimento 20 milioni di persone significa accendere una lampadina.
Le contraddizioni, le ha già dette la Consigliera Marcozzi, sono infinite, penso solo al Presidente della Campania che voleva usare il lanciafiamme per impedire un raduno di 5/6 giovani che facevano un barbecue o una festa e poi si becca 100.000 campani e più che vivendo al nord andrebbero a votare in Campania. Vi ricorderete quando voleva i carrarmati per chiudere le frontiere della Campania, la stessa cosa con toni un po’ meno accesi del condottiero Presidente della Puglia.
Segnalo anche che il Parlamento dovrebbe ratificare questo decreto legge entro il 30 maggio, anzi entro il 29, per dare il tempo ai Presidenti delle Regioni, il giorno successivo, cioè il 30 maggio, di convocare i comizi elettorali, 55 giorni vanno giusti giusti al 26 di luglio, perché la data delle elezioni sarebbe esclusa. Siamo proprio strettissimi e tutti sappiamo per esperienza che la data per le elezioni ci veniva annunciata almeno tre mesi prima, qui l’avremmo dentro i due mesi. Quindi avremmo un mese, anche meno, perché per la presentazione delle liste la cui scadenza sarà qualche giorno prima dell’inizio della campagna elettorale, prevedibilmente entro il 25/26 giugno inizierà la campagna elettorale ed entro il 17/18 giugno bisognerà presentare le liste. Per presentare le liste avremo dall’1 al 17 di giugno, quindi 18 giorni per raccogliere le firma per il Presidente, perché questo è rimasto, la legge elettorale delle Marche su mio emendamento prevede che i gruppi uscenti non debbano raccogliere firme, ma altri gruppi, altre liste potrebbero presentarle, ma le firme per il Presidente sono comunque da raccogliere.
Dico questo, mi sta bene tutto, registro con grande soddisfazione la posizione del Partito Democratico del Veneto e della Liguria che ha ufficialmente dichiarato che è una marchetta elettorale quella che i Presiedenti di Liguria e Veneto vorrebbero organizzare a propri fini, qui gli scenari sono incredibili perché anche il Segretario della Lega che in un primo momento era favorevole al voto ora non lo è più perché il Presidente del Veneto ne uscirebbe trionfatore.
Mi sembra estremamente squallido che intorno ad una vicenda delicatissima e suprema come quella del voto si facciano ragionamenti non di bassa lega, di bassissima lega, quasi da fognatura elettorale, interessi di bottega di questo tipo.
Dico che se il Governo, non le Regioni, prima del 20 maggio, almeno 70 giorni prima, dichiara che è finito il divieto di assembramento e riapre i teatri, i cinema e altro, allora abbiamo le condizioni democratiche, caro Presidente Mastrovincenzo, per fare le elezioni perché se permane il divieto di assembramento io mi faccio arrestare se organizzo incontri con 30, 40, 100 persone e vado in giro in tutta la regione senza motivo, perché non posso ammalarmi in tutti gli angoli delle Marche per giustificare il mio movimento, ad oggi per muovermi, ancora oggi, fuori dal mio Comune o ci sono gravi ragioni, oppure debbo dichiarare che sto male, quindi dovrei star male in tutti gli ospedali delle Marche per poter girare ed avere una scusa.
Aggiungo, finché mio figlio non è messo in condizioni di venire a votare nelle Marche essendo residente a Monaco di Baviera, uno tra le migliaia di ragazzi delle Marche che abbiamo mandato a lavorare all’estero, finché lui non avrà diritto di venire a votare - adesso c’è una disposizione governativa che prevede l’obbligo della quarantena, quindi dovrebbe prendersi 15 giorni prima e 15 giorno dopo il voto, perché in Germania non lo farebbero tornare, dovrebbe prendere un mese di ferie per votare un giorno, di fatto viene negato il diritto a tutti gli Aire, a tutti gli iscritti all’Associazione italiana residenti all’estero - tutto questo è anticostituzionale.
O consentano a tutti di uscire e facciamo accordi con tutti i Paesi europei per consentire a chi è uscito di ritornare senza fare il periodo di quarantena oppure queste elezioni saranno decisamente illegali, oltre che immorali.
C’è una stima che qualche Istituto ha fatto sulle possibili partecipazioni al voto alle amministrative comunali della Francia, è immediata, mi permetto solo di ricordare ai colleghi che nel 2015 alle regionali votò il 49,5% dei marchigiani e già allora dicemmo, anzi qualcuno della minoranza disse che il Governo regionale che aveva ottenuto il 41,5% dei voti, cioè poco più del 20% degli elettori marchigiani, ed era da un punto di vista popolare delegittimato, io a queste cose non ci credo perché dico che la legittimazione in una democrazia aperta e anche stanca come la nostra non può essere data dal numero dei votanti perché va chi è interessato ad andarci, però partire dall’idea che quel 50% come minimo diventa il 25% e chi vince con il 40% rappresenterà il 10% dei marchigiani a me fa terrore.
Ritengo, quindi, che il Presidente Ceriscioli, lo dico con calma, scandendo bene le parole, abbia tutti i diritti di fissare la data delle elezioni quando vuole, sulla finestra che il Parlamento deciderà di aprire e noi avremo tutti i diritti di fare le polemiche, ma peggio di queste perché voglio vedere chi si presenterà in Aula, proponendoci l’apertura dei parchi della resistenza antifascista, dopo aver fatto una cosa di questo genere. Venga in Aula a proporci questo tipo di cose, saremo liberi di dire quello che ci pare, è polemica politica e ci sta tutta, non c’è problema, io penso che sia assolutamente legittimo, ma spero e mi auguro come sempre che il buon senso prevalga, che il Parlamento non scelga in base ad interessi di bottega anche coincidenti. Un interesse di bottega che metta insieme lo strano Presidente della Liguria, il super Governatore del Veneto ed il curioso Governatore De Luca è una cosa che può accadere, ma che questo condizioni completamente il voto degli italiani e dei marchigiani no, anzi mi auguro che, perché ho sempre avuto grande stima, al di là dell’apertura di questa finestra, il nostro Presidente voglia accogliere quella indicazione già unanimemente espressa attraverso una lettera inviata a tutti gli organi politici nazionali e regionali, che questa mozione ribadisce.
Mi auguro che il nostro Presidente Ceriscioli, che ha sempre avuto grande rispetto di quest’Aula e delle decisioni politiche più importanti, prenda conseguentemente a questo una decisione in linea, mi permetto di ricordarlo, con l’estrema prudenza e l’estremo rigore con il quale ha trattato la vicenda dell’emergenza fino ad oggi. Non mi dimentico che è stato uno dei primi Presidenti del centro sud a proporre la chiusura delle scuole contro il parere del Governo e tutti l’abbiamo sostenuto, io l’ho fatto anche pubblicamente perché ho detto che questo diritto da parte della Regione era sacrosanto, siamo stati fra i più prudenti, fra i più attenti, solidalmente con la provincia di Pesaro Urbino, la sua provincia, abbiamo ritenuto che il provvedimento dovesse essere preso, anche se nelle altre province del sud delle Marche, Macerata, Fermo e Ascoli, il numero dei contagi era uguale a zero, tutti abbiamo ritenuto che quei provvedimenti di prudenza dovessero essere adottati.
Mandare un segnale la prossima settimana del tipo da domani facciamo gli assembramenti per ragioni elettorali, mi sembra decisamente contrario a tutto l’eccezionale lavoro che è stato fatto fino a questo momento. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Micucci.

Francesco MICUCCI. Grazie Presidente. Non pensavo di intervenire, poi ho capito che stavamo decidendo delle sorti del mondo e quindi mi sono iscritto perché vorrei contribuire anch’io con un messaggio.
A parte le battute, faccio fatica a comprendere di cosa stiamo parlando perché di fatto oggi vige il decreto del Governo che dice che non c’è alcuna finestra elettorale, qualcuno pensa per fortuna, qualcuno pensa purtroppo, ma ad oggi non ce n’è nessuna.
Ci sono stati molto interventi, ricordo che la legge regionale stabilisce che, quindi non noi o qualche ente astratto, i Presidenti di Regione decidono la data elettorale e il Governo e il Parlamento stabiliscono in questo caso le finestre in cui votare e ad oggi non c’è nessuna finestra, quindi mi pare una discussione quanto meno fuori tempo quella che stiamo facendo, in cui si prevedono scenari, si prevedono ipotesi, si prevede una serie di cose che ad oggi non esiste.
Quand’anche volessimo venire dietro a questi ragionamenti vorrei capire, perché ho letto una mozione e poi ho sentito interventi che mi pare svicolano da quell’atto ed io sto a quello che siamo chiamati a votare e riassumo: si chiede al Presidente di adottare prudenza e buon senso nel fissare la data elettorale, quindi non si parla nella mozione di date, di ipotesi o di quant’altro è stato detto.
Non ho difficoltà a votare questo atto che dice una cosa che ho presente, che il Presidente Ceriscioli attua quotidianamente, quella di utilizzare il buon senso e la testa nelle azioni che fa.
Consigliere Marconi, se dobbiamo fare esempi facciamoli tutti, non solo quelli che vengono a favore, ho la sensazione che questa mozione, un po’ come certi tipi di pelle, venga tirata un po’ di qua un po’ di là a seconda dell’utilizzo. E’ vero che il Presidente Ceriscioli, e lo ha giustamente ricordato perché credo che gliene vada dato atto, è stato, forse non solo del centro sud, il primo ad insistere e a prendere atti concreti per chiudere le scuole in un momento di prudenza, ma è anche il primo o uno dei primi che ha attivato una serie di protocolli per spingere alla riapertura. Oggi abbiamo una serie di elementi che dicono che la regione Marche, pur essendo partita con i contagi della Lombardia, quindi più alti in Italia, arriva alla fase 2 con i contagi del Veneto, meglio del Veneto, il prototipo che è stato preso da tutti come miglior riferimento sanitario, quindi significa che è stato fatto un percorso di prudenza e di attenzione che ha portato a dei risultati buoni.
Nelle ipotesi drammatiche che state prefigurando se il Governo decidesse che questa finestra è possibile aprirla, eventualmente dovremmo allora ragionare, non oggi, di utilizzare protocolli, modalità, senza fasciarci la testa e senza fare appello alla mancanza di democrazia perché adesso vanno bene tutti i discorsi, ma è giusto parlare seriamente di un tema importante e fondamentale per la democrazia come il voto, senza stravolgere i principi perché su questo, ripeto, parto dall’assunto che oggi non ci sono le condizioni, ma laddove il Governo decidesse di aprire la finestra, ergo, che lo stesso deciderà che in quel momento ci sono tutte le condizioni democratiche, sanitarie, di modalità per fare riunioni, per poter andare alle elezioni e a quel punto valuteremo, il Presidente valuterà se e come decidere la data delle elezioni.
Anche se siamo ancora in fase 2, noi lunedì riapriremo, per fortuna, i ristoranti, le parrucchierie, non significa che potremo fare tutto come prima, ma significa che quelle attività sono permesse e sono autorizzate ed immagino che se il Governo dovesse autorizzare una finestra prenderà eventualmente tutte le decisioni di prudenza e di democrazia e valuterà modalità e tempi in cui mandarci a votare.
Faccio una aggiunta rispetto alle riflessioni che avete fatto: siamo in una situazione che non abbiamo deciso noi, per cause di forza maggiore siamo in prorogatio, nel senso che il nostro mandato elettorale scadeva ad aprile con le votazioni a maggio. Il Governo per cause di forza maggiore ha deciso di prorogare questa legislatura, oggi ha detto che la legislatura è prorogata ed ha aperto la finestra da settembre in avanti, ma se il Governo o il Parlamento, non noi, dovesse decidere di aprire una nuova finestra elettorale a luglio, dopo aver detto che ci sono tutte le condizioni democratiche, io non credo che noi Consiglieri regionali potremmo e dovremmo decidere di autoprorogarci di ulteriori mesi perché siamo, passatemi il termine improprio, scaduti. Nel momento in cui il Governo dovesse aprire questa finestra quanto meno dovremmo ragionare insieme alle altre Regioni, tra l’altro per dare seguito al mandato abbiamo dato sull’Election day, di stabilire una data unica per andare al voto tutte insieme.
Ripeto, ho la sensazione che stiamo parlando di una ipotesi e quindi si fa un ragionamento che forse non è il caso di fare.
Per essere corretto, e chiudo, sto a quello che c’è scritto nella mozione, a chiedere al Presidente una cosa che mi pare superflua, ma se ne va dell’unità del Consiglio, per prendere una decisione unanime e non creare polemiche su una cosa sulla quale non vale la pena aprire polemiche va bene, è votabile, chiedere al Presidente di usare buonsenso, raziocinio nell’individuare, laddove fosse chiamato a stabilire in tempi brevi la data delle elezioni, le modalità e i tempi con i quali saremmo chiamati ad andare al voto, noi e i marchigiani, in modalità democratiche e sanitarie di tutto rispetto.
Su questo non ho il minimo dubbio, quindi non ho difficoltà a votare questa mozione, che non prevede tutto quello che è stato detto e quindi sta alle chiacchiere del Consiglio, io mi fermo all’atto e al suo ragionamento. Grazie.


PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Noi chiediamo al Presidente di avere l’accortezza del buon padre di famiglia, nel senso di ponderare sia le norme di sicurezza per la salute dei marchigiani, sia le norme che garantiscono la democrazia, l’espletamento della democrazia nella forma più ampia e partecipata.
Per quanto riguarda le norme di sicurezza il Consigliere Micucci ha detto che siamo nella fase 2, certo, però io ho sentito, per esempio, il Sindaco di Milano dire “Se tornate sui Navigli chiudo tutto”. Anche altri hanno detto che se l’allentamento delle misure di sicurezza provocasse nuovi contagi bisognerebbe tornare indietro, questo viene detto per le attività economiche e per la socializzazione delle persone, ma se lo trasponiamo nella campagna elettorale cosa diciamo? Facciamo i comizi, facciamo gli incontri e se comincia il contagio chiudiamo le elezioni? Chiudiamo i seggi elettorali? Una volta iniziate le procedure bisogna andare avanti e allora cosa facciamo una campagna elettorale da lontano? Ognuno nella propria casa oppure a distanza di due metri?
Non vogliamo tirare per la giacchetta il Presidente, ma vogliamo fare le nostre riflessioni e dare il nostro contributo alle decisioni che prenderà.
Noi non ci siamo inventati niente, abbiamo letto sui giornali che il Presidente della Liguria quando ha chiesto l’apertura della finestra a luglio per le elezioni parlava anche a nome del Presidente Ceriscioli, questo ci ha fatto riflettere e ci ha portato a redigere una mozione con la quale si chiede al Presidente di tener presente le norme di sicurezza e di democrazia nel momento in cui si va ad un appuntamento elettorale così importante. Vogliamo suggerire questo.
Quando abbiamo visto la notizia delle elezioni a luglio abbiamo pensato, forse siamo maliziosi, che si trattava di una marchetta elettorale perché la gente in questo momento è presa da altre cose, viene fuori da un momento di pandemia, è stata chiusa in casa, ha cambiato completamente la propria vita, la propria socialità, ha avuto amici e congiunti contagiati dal virus, addirittura alcuni sono deceduti, passata la fase 2 ci si concentrerà nel ricominciare una vita normale, nel riprendere le attività economiche per il sostentamento delle famiglie e nella ripartenza ci saranno delle grosse difficoltà.
Teniamo presente che siamo in estate e dopo esser stati chiusi in casa, aver acuito le differenze caratteriali e abitudinali, portate probabilmente al parossismo, un po’ d’aria di mare e una riflessione sulla battigia farebbe piacere a chiunque.
Non è mai successo da quando c’è la Repubblica che le elezioni siano state fatte in piena estate, ma questa è una considerazione che faccio a margine.
Vogliamo nell’Election day creare le condizioni per una maggiore partecipazione possibile della cittadinanza e non, come ha detto giustamente il Consigliere Marconi, se si fisserà la data delle elezioni nel momento in cui tutti sono in altre faccende affaccendati va a finire che solo il 30% degli elettori andrà a votare.
Questo cos’è un calcolo politico? Non trovo motivazioni diverse a questa ipotesi. Certo, Consigliere Micucci, questa è un’ipotesi ma noi nella mozione auspichiamo delle cose sulle quali facciamo una riflessione che vogliamo sommessamente sottoporre all’attenzione del Presidente Ceriscioli per le decisioni che dovrà prendere.
La gente è completamente frastornata da questa grave ed inaspettata epidemia, gli sforzi economici per il sostentamento proprio e della propria famiglia e le condizioni estive sono un dato certo, mentre ho sentito qualcuno, credo anche il Presidente, dire che probabilmente in autunno ci sarà una recrudescenza della pandemia, questa è un’ipotesi, quelle che diciamo noi sono certezze.
Le decisioni vanno prese sulle ipotesi o sulle certezze? Secondo me sono le certezze che devono essere prese in considerazione per cui se si va a votare a luglio, con tutti i pensieri che ha la gente, dimostriamo di tenere in poco conto le persone o che viviamo in un altro mondo, che è il mondo della politica e non quello della realtà di tutti i cittadini e delle loro famiglie.
Solo questo, è una questione di buon senso, non c’è un calcolo politico e davanti a questa situazione, certo sono ipotesi, ma se dovessero concretizzarsi, noi ci sentiamo in dovere di dare la nostra opinione e di sottoporla modestamente alla considerazione del Presidente del Consiglio, senza tirarlo per la giacchetta, senza dare imposizioni, senza fare nient’altro, abbiamo già fatto un documento che abbiamo presentato sia al Governo nazionale che al Presidente Ceriscioli, dopo c’è stata sui giornali una presa di posizione antitetica rispetto alla lettera che avevamo fatto tutti insieme, firmata da tutti ed adesso ci troviamo non allarmati o scandalizzati, ma ci troviamo insieme per cercare di fare il meglio per la salute e per la democrazia. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Grazie Presidente. Mi pare che su questo tema ci sia una larghissima convergenza, per non dire una quasi unanimità, tra l’altro segnalo che, non ricordo altre volte, tutti i capigruppo qualche settimana fa si sono trovati a discutere un tema così importante in modo unitario, mettendo da parte le appartenenze politiche, in un momento in cui i Presidenti di Regione anche di diverse appartenenze politiche si esprimevano in modo difforme. Mi sembra che questo sia un fatto importante.
Come partito abbiamo una posizione molto chiara, non ondivaga, nelle Marche e a livello nazionale siamo per le elezioni in autunno, per varie ragioni che ora dirò ed è la nostra posizione ufficiale a livello nazionale e regionale.
Proverò ad essere schematico il più possibile.
Ringrazio i colleghi che prima di me hanno chiesto che si discutesse oggi questo punto, sull’utilità di questa discussione bisognerebbe essere chiari, non so quanto in realtà sia utile perché la scelta di indire le elezioni spetta al Presidente, ma soprattutto sappiamo che il voto del Parlamento per riaprire la finestra elettorale è già calendarizzato e questa calendarizzazione di fatto esclude il voto a luglio. Sappiamo che il voto a luglio non ci sarà perché il Senato discuterà della possibile modifica della conversione del decreto il 12 giugno, non ci sono i tempi tecnici di discutere questo tema, perché dunque parlarne? Allora mi verrebbe da dire: perché i Presidenti di Regione stanno provando a fare un pressing? Perché c’è una discussione politica ed io credo che sia giusto che oggi ci pronunciamo. Cari colleghi, se non ci pronunciamo sul rapporto tra salute dei cittadini e funzionamento della democrazia su cosa diamine ci dobbiamo pronunciare? Di cosa diamine dobbiamo discutere?
Certo facciamo le leggi ed è una cosa molto importante e tutte le volte che discutiamo di una mozione di fatto diamo degli atti di indirizzo, abbiamo anche votato degli atti per la pace in Afghanistan, tutte le mozioni diventano di fatto relativamente poco utili perché non sono immediatamente cogenti, ma io credo che sia utile discuterle.
Secondo aspetto, noi abbiamo un decreto del Governo firmato dal Presidente della Repubblica che è stato emanato sulla base di alcune ragioni oggettive che il Governo ha valutato considerando i pareri dei propri tecnici e degli esperti sanitari che hanno individuato non una proroga, noi non siamo in prorogatio, non lo saremo nei prossimi mesi in quanto è stata spostata la data delle elezioni di tre mesi. A luglio nel momento in cui faremo delle leggi, le faremo non in regime di prorogatio, ma nel pieno delle nostre attività perché saremo chiamati a prendere delle decisioni importanti per i marchigiani, quindi avremo la piena potestà, quindi perché cambiare? Per quali ragioni modificare una scelta del Governo, controfirmata dal Presidente della Repubblica, sulla base di alcuni esperti.
Ci possiamo fare tante idee, c’è l’ipotesi - ha detto bene chi lo ricordava prima - di un ritorno in autunno? Si, tutto si può ipotizzare, mentre il decreto controfirmato da Mattarella è oggi una certezza.
Io non voglio prendere in considerazione le ragioni di bassa cucina, per così dire, che non riguardano evidentemente la nostra Regione, visto che il Presidente Ceriscioli a differenza degli altri Presidenti uscenti ha dichiarato ufficialmente di non ricandidarsi, mi riferisco quindi alle altre Regioni, a quei Presidenti, sia di centro destra che di centro sinistra, che vogliono utilizzare l’anticipo del voto, non è una polemica di parte, e non voglio pensare, però è presente nel dibattito pubblico, quindi va detto, che quei Presidenti vogliano anticipare il voto per una ragione di interesse e di calcolo politico elettorale mettendo a repentaglio il funzionamento del rapporto tra democrazia e politica sanitaria. Sarebbe molto grave.
Su una cosa invito i colleghi, mi è capitato di farlo diverse volte in questi anni, a mantenere la schiena dritta perché ho sentito alcuni Consiglieri chiedere: “Ma come facciamo ad autoprorogarci per tre mesi? Cosa diranno i cittadini”. A questo timore della classe dirigente di apparire come quella che vuole conservare se stessa, rispondo dicendo di tenere la schiena dritta e di guardare a cosa chiedono oggi i cittadini. Cari colleghi, i nostri cittadini ci chiedono per prima cosa delle garanzie sulla salute e sulle politiche per la salute, maggiori garanzie sui loro diritti economici, di poter avere un’attività, di poter riaprire, garanzie sul futuro dei loro diritti individuali, di poter andare a fare una passeggiata, fare jogging, andare nelle spiagge, queste sono le cose che ci stanno chiedendo in questi giorni, no se un Consiglio regionale durerà un mese di più o un mese di meno, ma che il Consiglio regionale in questi mesi li metta nelle condizioni di avere salute, sviluppo economico, reddito, lavoro e diritti individuali.
Le democrazie più avanzate non hanno avuto timori a spostare le elezioni di un anno, a Londra, la maggiore città del continente, il cuore dello sviluppo economico finanziario dell’Europa, le elezioni sono state spostate di un anno e nessuno, né maggioranza né opposizioni, ha avuto timori.
Non siamo nel nostro Paese nelle condizioni di affrontare questo dibattito, ma non poniamoci il problema per due o tre mesi, credo che sarebbe sbagliato.
Concludo dicendo che i cittadini dopo queste cose ci chiedono ovviamente che la democrazia funzioni, allora mi domando se è meglio andare ad elezioni tra un mese, di fatto sciogliendo oggi il Consiglio regionale, andando da domani mattina a bussare ai cittadini per prendere le firme per presentare le liste, per riunire i nostri partiti, per fare le liste elettorali, andare a votare in un momento in cui la democrazia non può essere svolta in modo compiuto, oppure andarci in autunno, tra qualche mese, quando avremo tempo di organizzare elezioni non dico normali perché non saranno normali, ma avremo forse il modo di organizzare la competizione elettorale più democratica possibile.
Credo che contemperare le esigenze di prima con uno svolgimento democratico della competizione elettorale sia nostro compito e sia giusto che il Consiglio regionale delle Marche, che rappresenta i cittadini marchigiani, possa e ne debba parlare.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Devo dire che trovo in realtà un po’ surreale la discussione su questo tema, perché è ovvio che oggi le priorità che sono nell’agenda non solo nostra, ma dei marchigiani sono altre, se riflettiamo sul fatto che ancora mancano i provvedimenti veri e concreti che mettano quella liquidità, quelle risorse nelle tasche dei cittadini. Discutere del tema elettorale appare, per quanto mi riguarda, un po’ stonato.
E’ vero che la democrazia non può restare sospesa per sempre, quindi non penso che un Consiglio regionale, così come altre assise, possa restare in vigenza ben oltre quelle che sono le date stabilite.
E’ pur vero che ci troviamo oggi in una situazione in cui abbiamo ancora una pandemia in casa, non possiamo certamente allentare le precauzioni e soprattutto il sentire che deve avere ognuno di noi perché abbiamo scoperto una cosa importante purtroppo in questa drammatica esperienza, che molta parte la possono fare anche i singoli cittadini, ognuno di noi può fare molto per evitare il contagio. Quindi, è evidente che nel momento in cui ci siamo trovati a leggere, in maniera forse anche un po’ contrastante, la richiesta di andare al voto a luglio …, comprensibile politicamente, non entro nel merito perché è evidente che dietro c’è una intenzione comprensibilissima da parte di chi le porta avanti, chi fa politica non si scandalizza, non inorridisce, ma ne comprende bene il senso e la volontà, quello che si voleva e che ha portato a produrre questa mozione e la lettera sottoscritta da tutti i Consiglieri, quindi trasversale, era trovare una linea comune di quest’Aula che, in un momento in cui le nostre forze devono essere concentrate, dovrebbero essere concentrate nel contrasto alla pandemia e nella risoluzione dei problemi che purtroppo ci porteremo avanti nei prossimi mesi per la crisi economica conseguente, non ci vedesse discutere e stracciarci le vesti rispetto ad un tema come quello della data elettorale, posto che nel momento in cui si è riaperta questa discussione, lo premetto, noi eravamo ancora - adesso aspettiamo anche gli atti del Governo - in un parziale lockdown fino all’1 giugno.
Fare una campagna elettorale, mettere in fila i cittadini per andare a votare nel mese di luglio, sotto il sole cocente, pensare al diritto anche dei nostri anziani, quelli che sono riusciti a scampare a questa gravissima pandemia, non credo che queste sarebbero le condizioni ottimali per garantire a loro ed a tutti di votare in sicurezza e di esprimere quello che un diritto/dovere.
Penso che siano comprensibili le posizioni di chi vuole accelerare il voto a luglio, rispetto anche alle previsioni del Governo. Non sappiamo con certezza quello che ci aspetterà nel prossimo autunno, mi auguro che la sperimentazione scientifica - si è parlato tanto della questione del plasma e delle altre situazioni che si stanno mettendo in campo da parte della componente medica - possa avere dei risvolti positivi da qui ai prossimi mesi per dare tranquillità, ma oggi non lo sappiamo, per luglio queste certezze non le possiamo avere, quindi, senza allungare troppo la sospensione del diritto di andare al voto, che non prevalga un calcolo, ma il buon senso, la conoscenza e la capacità di capire quale sarà la situazione da qui a pochissimi mesi e garantire un diritto dei cittadini in sicurezza.
Ho sottoscritto questa mozione e quindi la voterò favorevolmente, uso il mio intervento anche come dichiarazione di voto, ed auspico di vedere presto altri provvedimenti in quest’Aula.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Vorrei esprimere una considerazione, un ragionamento logico. Avendo ascoltato anche gli altri interventi non ho niente da aggiungere, ma ritengo che siano da sostenere. Noi stiamo attraversando un momento difficile, questo è il dato di fatto, se non eravamo in difficoltà oggi saremmo stati liberi e non ci sarebbero state preoccupazioni, dubbi, invece ci sono e c’è una protezione personale, individuale, che andrà avanti per tutta l’estate secondo i protocolli attuali. La riprova è anche nelle ultime bozze di protocollo che verranno emanati, anche dalla nostra Regione, per dimostrare che bisogna difendersi e tutelarsi, altrimenti non avremmo avuto problemi, non avremmo avuto attività ancora chiuse, avrebbero riaperto, non sarebbe stato necessario fare dei protocolli per aprirle perché avrebbero già fatto in tutta tranquillità, ma dal momento in cui esistono questi protocolli, dal momento che devono essere attuati e prevedono sanzioni amministrative se non rispettati, credo che sia illogico fare a fine luglio le elezioni.
Come faremo la campagna elettorale? Questo è il problema. Facciamo finta di non capire, molti hanno perso la testa, credo che occorra ragionare con sensatezza rispetto alle situazioni, capisco che qualche Presidente, anche del mio Partito, cerchi di forzare la mano, non so perché lo faccia, non l’ho capito politicamente, non sta a me fra l’altro dirlo, però penso che siano tutte pressioni individuali.
Vorrei invitare il nostro Presidente alla saggezza, al ragionamento, al buon senso, il popolo capisce meglio se uno ragiona con attenzione perché nel nostro caso ci sono 1,5 milioni di marchigiani che stanno facendo dei sacrifici in questo momento di restrizione dei movimenti, con mille difficoltà per i problemi economici.
Voglio invitare il Presidente al buon senso, alla ragionevolezza, ad un ragionamento positivo che non forzi su una cosa che ritengo personalmente e politicamente illogica. Siamo ancora fermi, non si sa bene cosa succederà nell’economia e fare le elezioni credo che non significhi, e qui non sono d’accordo con il Consigliere Maggi, fare buona politica. La buona politica, Presidente, è quella del buon senso, di ragionare, di non dare uno schiaffo alla comunità che fino a questo momento ha avuto difficoltà perché il popolo capisce, ragiona, è sovrano e quando in qualche circostanza viene preso per il naso, come sappiamo, reagisce in maniera evidente.
Credo che ragionando, riportando tutto nella calma, riportando tutto come dovrebbe essere, perché adesso c’è una situazione reale e ci troviamo in queste condizioni.
Si dice che in autunno/inverno verrà un’altra cosa, pesante come questa o anche di più, in questo momento non voglio dire come la penso, allora la affronteremo, ma qual è il problema se le elezioni dovessero scivolare a maggio? Anzi, ci sarà una maggioranza che avrà governato per 6 anni, cosa che potrebbe diventare irripetibile. Mi sembra di ricordare che la Spagna ha spostato le elezioni al 2021, la Francia non ha ancora fatto il secondo turno delle elezioni, ha fatto il primo perché Macron è stato coraggioso, ma adesso si è fermato, a quando scivoleranno? Non lo sappiamo.
Credo che prima venga il popolo, la gente, le cose serie, prima viene il buon senso. Presidente, la invito a ragionare con il buon senso perché poi ci possono essere delle risposte differenti, è chiaro che non glielo auguro, però credo che sia una forzatura, come ha detto il Consigliere Busilacchi, perchè i termini non ci sono, soprattutto non ci sono per affrontare la gente, per mettere insieme le persone, fare delle aggregazione, che è il contrario di quello che stiamo facendo. Penso che per le lezioni non possiamo fare una cosa contraria a quella che ci viene “ordinata” da chi in termini scientifici capisce più di me, ma soprattutto l’ipotesi è un’altra, è quella della protezione individuale per cui non possiamo mettere persone a contatto nelle stanze, nelle riunioni e in giro nelle nostre comunità. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Urbinati.

Fabio URBINATI. Grazie Presidente. Mi fa piacere iniziare con la conclusione del Consigliere Zaffiri che ha terminato l’intervento dicendo che prima vengono gli interessi dei cittadini, credo si riferisse alle istituzioni, i cittadini sono le istituzioni, prima vengono le istituzioni, poi vengono gli interessi dei partiti e alla fine gli interessi personali. Questo è un po’ il faro che nella mia attività politica mi ha sempre guidato ed è un concetto che mi piace da impazzire, vedere le istituzioni come qualcosa sopra a tutto, sopra a qualsiasi ideologia, sopra a qualsiasi sensibilità, le istituzioni che garantiscono tutti i cittadini.
Stiamo discutendo di questa cosa, anche se c’è un decreto legge firmato dal Presidente della Repubblica che indica una finestra chiara dal 15 settembre al 15 novembre, ad oggi non c’è nessuna possibilità per i Presidenti delle Regioni di aprire una finestra elettorale prima. Il decreto è stato controfirmato dal Presidente della Repubblica ed è stato calendarizzato alla Camera il 25 maggio, nemmeno la settimana prossima, ma il 25 maggio, quindi chiedo: vogliamo votare a luglio? Bene, l’importante è che ce lo dicano entro la prossima settimana, non c’è altra possibilità, altrimenti, e qui non sono d’accordo con chi mi ha preceduto, non con il Consigliere Zaffiri, ma con l’intervento del Consigliere Micucci, ci sarebbe una contrazione dei diritti costituzionali. Lo dico e lo dico anche con cognizione di causa, la volta scorsa, lo sanno tutti, perlomeno quelli che mi conoscono lo sanno, non era mia intenzione candidarmi a Consigliere regionale, fino al mese di febbraio/marzo 2015 non avevo la minima idea di una campagna elettorale regionale, c’è stata una discussione politica, sono stati dati i tempi per farsi conoscere, mi sono stati dati i tempi per andare in giro, mi sono stati dati dei tempi per fare una normale e banale campagna elettorale, banale, ma ha dentro di sé un grandissimo concetto di democrazia. Io ho avuto le stesse possibilità, le stesse chance da giocare di quelli che erano uscenti o che avevano avuto ruoli più importanti ed erano quindi molto più conosciuti di me. Mi piace fare questo esempio personale e vorrei che - siccome ad ogni elezione ci sono sempre delle nuove e giovani candidature che si apprestano ad entrare in Consiglio regionale perché le sorprese ci scappano ogni tanto e questo è un bene per la democrazia - chi si candiderà per la prima volta al rinnovo di questo Consiglio regionale possa avere le stesse possibilità che ho avuto io 5 anni fa, tutto qui e mi sembra che sia un diritto garantito dalla nostra Costituzione.
Altra cosa, noi vogliamo votare entro luglio, va bene, perché questi quattro governatori sono anche virologi, non so se il Consigliere Volpini è in linea - e ci dicono che non ci sarà una recrudescenza a luglio, ma in autunno, quindi hanno delle informazioni segrete e certe, spero che possano informare di questo anche i cittadini elettori.
Un’altra questione importante, l’Associazione nazionale dei comuni (ANCI) con il suo Vicepresidente, Sindaco di Catania, è stata audita in Commissione - alla Camera le audizioni sul decreto sono finite giovedì scorso e la legge è stata iscritta in Aula per il 25, per il primo passaggio in prima lettura - e nessuno ha fatto presente la volontà di votare nel mese di luglio. Me lo chiedo, qual è la differenza? Come mai questi quattro Governatori chiedono di votare a luglio? Ci sarà anche qualche Sindaco d’accordo con loro? No, l’Anci ha depositato un documento che dice che va benissimo la finestra elettorale, chiede solamente che sia istituito un protocollo perché … , e lì condivido il pensiero del Consigliere Marconi che ha un figlio che lavora a Monaco di Baviera, oltre a far votare questi ragazzi che sono all’estero, ci sarà qualcuno in quarantena che avrà il diritto di votare in quel periodo, o no? Oppure a luglio facciamo un protocollo che toglie a chi sta in quarantena il diritto di voto? Se saranno un migliaio alla nostra Asur chiederemo di mandare degli infermieri bardati con le schede elettorali per portarle a casa degli elettori. Più vado avanti più scendo nel ridicolo e mi vergogno io stesso a fare un discorso del genere.
Ne dico un’altra, l’altro ieri il Marocco ha rinviato le elezioni, prima si parlava di democrazie ed io do per scontato che una democrazia seria rinvii le elezioni di un anno e non mi ha meravigliato la scelta di Boris Johnson che qualche settimana prima voleva, se vi ricordate, che le persone si infettassero per creare un effetto gregge, ma questa è un’altra cosa. L’Upi, l’Unione italiana delle province, di cui l’Assessore Cesetti ha fatto parte, ha chiesto per i Consiglieri che si rinnoveranno tra novembre e gennaio dell’anno prossimo il rinvio, quindi come mai questi quattro Governatori invasati vogliono votare a luglio?
Credo che se si faccia un ragionamento semplice, a cui non voglio stare, che voglio contrastare, perché qui si tratta di ledere i diritti costituzionali, do per scontato che l’epidemia non ci sia più e do per scontato la lesione dei diritti costituzionali, però andremo a vedere, ecco perché mi dispiace che il Presidente negli ultimi giorni si sia messo un po’ in coda alla scelta di questi quattro sconsiderati. Prendiamone uno a uno, ovviamente la legge mi dà il diritto di parola in quest’Aula e lo dirò finché campo quando sento qualcosa che lede i diritti di chi si candida, di chi si appresta a fare il Consigliere regionale, il Presidente e dei cittadini.
Prendiamo il Presidente della Regione Liguria, si sa benissimo che ha paura di Berlusconi, i Consiglieri di Forza Italia lo possono confermare, ha grossi problemi dentro il proprio partito, di là potrebbe venir fuori una alleanza giallo rossa, della Liguria tutto possiamo dire tranne che è una regione di destra, noi siamo andati con due liste la volta scorsa, quindi il Presidente si trova lì per questo, non tanto perché è bravo, poi se è stato bravo lo diranno i cittadini liguri, ma lui perché vuole votare a luglio? I motivi sono questi: Berlusconi ce l’ha con lui, Forza Italia è spaccata e sa benissimo che se si consolida l’alleanza PD-Movimento 5 Stelle molto probabilmente perderà la Regione, come sarebbe accaduto a maggio senza il Coronavirus.
Andiamo dal Governatore del Veneto, bravissimo per carità, come amministratore ha quell’appeal che a me piace tantissimo, lui però ha un interesse dentro la Lega, un interesse non indifferente, e per me non è legittimo pensare: “se io vado ad ottobre prendo il 65%”, questi saranno i numeri, purtroppo dico io, per i veneti no perché pare che in quella regione le cose funzionino, però se pensa di ottenere il 65% ad ottobre tranquillamente potrebbe avere un 70-75% nel mese di luglio, quindi tutti conoscono le sue ambizioni a livello nazionale, tutti conoscono le sue ambizioni nel partito della Lega Nord, quindi il voto a luglio.
Scendiamo e andiamo dal Governatore del mio partito che governa la Puglia, li nomino uno per uno perché mi sembra paradossale stare qui a fare questa discussione, non doveva esistere, ma non per colpa nostra, per colpa dei quattro Governatori. Lui non ha quasi sicuramente l’appoggio di Italia Viva, di Azione e di tutta quella parte vicina, i Radicali, i Verdi, non avrà questo appoggio, quindi per lui sarà molto dura dato che il centro destra si è organizzato. Molto vicino al Governatore della Puglia è il Ministro degli affari regionali e delle autonomie, che ha riaperto la partita, abbiamo visto come è andata la questione, anche lui ha paura che il PD possa decidere prima del voto un cambio di Governatore.
Cosa che invece era quasi sicura in Campania, questo lo sapete tutti, lo sanno quelli del PD, lo sappiamo noi di centro sinistra, lo sanno benissimo anche quelli delle altre forze politiche che due/tre mesi fa, fino alla fine di febbraio, l’attuale Presidente della Regione Campania non era il candidato del centro sinistra, c’era la possibilità di un accordo sul Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, persona molto valida del Movimento 5 Stelle, anche lì con un accordo PD-Movimento 5 Stelle, un accordo a sinistra che avrebbe visto favorevole anche Italia Viva.
Sbaglio? Voi direte che cosa c’entra questo? C’entra, perché la questione è tutta qui, ecco perché a me dispiace che il Presidente si sia messo dietro a queste persone, perché è così, non c’è altro motivo. Trovatemi un Sindaco che vuole votare a luglio, poi che facciamo? Andiamo al voto a luglio, nelle Marche spostiamo un milione di persone, che mi auguro vadano a votare, e dopo 2/3 mesi ne spostiamo altre 300/400? E poi li spostiamo un’altra volta per il referendum consultivo?
Parliamo seriamente, a me non va di essere preso in giro su questa cosa, a me che sono uscente non cambia nulla, anzi mi dà qualche vantaggio votare a luglio per i motivi che ho detto prima perché chi deve farsi conoscere non può organizzarsi. Questo è chiaro, mi darebbe qualche vantaggio, ma non lo voglio, vi immaginate le sezioni il 29 luglio con le finestre aperte, con il distanziamento, con le mascherine dalle 11,00 alle 15,00 del pomeriggio? Un Paese serio fa questo per 40 giorni? La nostra legislatura ufficialmente finisce il 2 agosto, quindi fino a questa data non dobbiamo chiedere nulla a nessuno perché si può votare nei 60 giorni successivi alla data delle ultime elezioni, quindi la nostra legislatura finisce i primi di agosto. Votare dopo la finestra del 15 settembre significa votare 40 giorni dopo la scadenza naturale del mandato, come ha fatto il Presidente in Emilia-Romagna, che ha votato a novembre 2014 e ha rinnovato il Consiglio regionale a gennaio 2020, quindi 5 anni e 2 mesi dopo.
Noi dobbiamo stare dietro a questi politicamente cialtroni, perché lo fanno solo per interesse personale, nemmeno del proprio partito, è solo un interesse personale, non c’è altro e vi posso anche assicurare che in Parlamento un accordo per dare una corsia preferenziale o per modificare il decreto legge non c’è, quindi a luglio non si voterà, anche perché credo che il Presidente della Repubblica farà sentire prima o poi la sua voce se continua questa tiritera.
Se uno è forte elettoralmente a luglio o a settembre non gli cambia nulla, questo è poco, ma credo che sia altrettanto sicuro. Mi dispiace di essere arrivati a questa discussione, pensavo che fossimo un Paese un po’ più serio però queste cose danno un po’ il senso che il Paese è in declino, però, ripeto, se si voterà a luglio i numeri sono incontrovertibili, significa che oggi il Presidente della Camera in accordo con quello del Senato dovrà dare - non so come funziona in Senato, chi c’è stato lo sa dire meglio di me - una corsia preferenziale al decreto ed entro la settimana prossima, non oltre, ci diranno quando si voterà perché a questo punto lo rivendico anche come un mio diritto perché vuoi o non vuoi sono un potenziale candidato per il prossimo Consiglio regionale ed entro la prossima settimana voglio sapere se c’è la finestra di luglio. Grazie.

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Grazie Presidente. Sarò brevissimo perché ho ascoltato tutti, mi sembra di condividere tante cose che sono state dette in modo molto pacato, era proprio quello che si doveva fare per cercare di tirare fuori tutti i ragionamenti possibili. Senza far alcun ragionamento per non ripetere, vorrei sottoporre all’Aula delle domande su cui riflettere, non pretendo risposte e nemmeno le darò.
La prima: veramente pensiamo che la priorità per questa regione siano le elezioni in questo momento? Riflettiamo su questo. Noi abbiamo una serie di problematiche e le tocchiamo con mano concretamente, pensiamo che il problema che frulla in testa adesso ai marchigiani siano le elezioni? La notte vanno a letto e non dormono perché hanno l’incubo delle elezioni: “Come non mi fanno votare? Siamo già pronti!” Datevi una risposta.
Un’altra cosa, voi pensate che durante la campagna elettorale, se ci fosse adesso, si potrebbero prendere decisioni e formulare leggi con serenità, con il contributo di tutti, nell’interesse dei marchigiani? Datevi una risposta. Faccio fatica a dire, se dovessimo andare a votare da qui al mese di luglio, che tipo di norma potremmo studiare e quale atto potremmo decidere di fare con serenità nell’interesse dei marchigiani. Tutte le cose che si faranno saranno nell’interesse di parte per portare a casa qualche voto in più nell’interesse del proprio partito.
Terza cosa, pensate veramente che lo slittamento in autunno delle elezioni rappresenti un vulnus alla democrazia e alla partecipazione democratica? Sul diritto costituzionale mi pare che ci sia stato poco tempo fa un intervento magistrale di un ex Vicepresidente della Corte Costituzionale che ha arzigogolato su questo aspetto. Pensiamo che slittare di qualche mese sia un vulnus alla partecipazione democratica?
Viceversa, non pensiamo forse che elezioni in estate, fatte in condizioni di emergenza, magari con liste bloccate come qualcuno ha paventato, rappresentino un chiaro vantaggio per i Consiglieri uscenti a danno dei nuovi che si candideranno? Questo sarebbe un vulnus alla partecipazione attiva e democratica, penso che su questo voi la pensiate come me. Un’accelerazione in questo senso credo che possa essere vista anche come una fuga in avanti di chi in qualche modo vuole approfittare di una posizione di vantaggio, che è quella di una rappresentatività uscente, che comunque ha un’immagine che gli altri non hanno. Questo è il vero vulnus della democrazia, è difficile in questo modo garantire la partecipazione attiva di tutti coloro che si vorrebbero candidare.
Pensiamo che nel mese di luglio si possa fare una campagna elettorale serena andando a chiedere il voto a chi nel frattempo ha ripreso a lavorare? A chi nel frattempo ha rialzato la serrando, che sta lì preoccupatissimo e noi andiamo a chiedere il voto e la preferenza, a dire faremo, mentre loro stanno facendo, oppure a dire abbiamo fatto, quando ancora loro non hanno visto i risultati? Dico ancora di più, magari andremo ad incontrare persone che stanno ancora piangendo i loro morti, dato che c’è stata questa grande disgrazia a livello regionale, guardiamo i morti della Lombardia, del Veneto, del Piemonte, dell’Emilia-Romagna, ma guardiamo anche quelli di casa nostra che sono un migliaio.
Noi andremo a fare la campagna elettorale perché c’è un vulnus della democrazia per il fatto che si spostano le elezioni di qualche mese? Come ha detto giustamente il Consigliere Urbinati noi siamo in carica fino ai primi di agosto e dico a tutti coloro che discernono da un punto di vista istituzionale, da un punto di vista giuridico, che una cosa è la prorogatio e una cosa è la proroga, noi saremo in proroga in modo legittimo per cui dovremo dare dimostrazione e impegno maggiore in quei tre mesi, quattro mesi in cui slitteranno le elezioni per portare a casa risultati per i marchigiani nel miglior modo possibile.
E’ questa la sfida, è questa la preoccupazione, non è la preoccupazione di chi pensa che per spirito di autoconservazione stiamo ancora quattro, cinque mesi su questi banchi, questo è il vero aspetto.
Credo che la risposta a queste mie modeste domande, che ho fatto in questo frangente, possa essere che non dobbiamo preoccuparci, andare avanti, lavorare e far si che a ottobre o novembre, quello che sarà, ci sia una grossa partecipazione dei nostri cittadini, in sicurezza, magari avendo recuperato anche una certa serenità d’animo, una certa serenità all’interno delle proprie attività, delle proprie famiglie perché qualcosa sta cambiando, non dico che volge al bello, ma comunque si sta stabilizzando. Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 674. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Mozione n. 652
ad iniziativa del Consigliere Bisonni
“Gestione dei rifiuti da DPI Covid-19”
(Rinvio)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 652 del Consigliere Bisonni, che ha la parola.

Sandro BISONNI. Chiedo il rinvio di questa mozione, magari alla prossima seduta, per elaborare meglio alcuni dettagli. Grazie.

PRESIDENTE. Se non ci sono contrari, rinviamo alla prossima seduta la mozione n. 652.

Mozione n. 653
ad iniziativa del Consigliere Celani
“Misure a tutela dei possessori di abbonamento annuale TPL per studenti, Anno scolastico 2019/2020”

Mozione n. 655
ad iniziativa del Consigliere Talè
“Trasporto scolastico - Rimborso quote per i mesi di sospensione delle attività”

Mozione n. 666
ad iniziativa dei Consiglieri Maggi, Pergolesi
“Emergenza COVID 19 - Abbonamento annuale studenti trasporto pubblico locale”

Mozione n. 668
ad iniziativa del Consigliere Micucci
“Tutele per gli studenti possessori di abbonamenti nel periodo di emergenza da Covid19”
(abbinate)
(Discussione e votazione risoluzione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 653 del Consigliere Celani, n. 655 del Consigliere Talè, n. 666 dei Consiglieri Maggi, Pergolesi, n. 668 del Consigliere Micucci, abbinate.
Ricordo che è stata presentata una proposta di risoluzione a firma dei Consiglieri Talè, Micucci, Celani, Maggi, Pergolesi.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Come ha detto il Presidente Mastrovincenzo ci sono quattro mozioni che si sono susseguite nel tempo, due addirittura a distanza di qualche ora, mentre nel giro di qualche giorno sono state presentate le mozioni a firma del Consigliere Micucci e dei Consiglieri del Movimento 5 Stelle, Pergolesi e Maggi.
Tutte trattano lo stesso argomento, che è quello relativo all’abbonamento per il trasporto pubblico locale annuale degli studenti. Si cerca di venire in aiuto alle famiglie perché la chiusura delle scuole, prima con la sospensione nel mese di marzo, poi con una serie di dpcm, è stata prorogata fino ad arrivare alla fine dell’anno scolastico. Con una comunicazione di qualche settimana il Ministro della pubblica istruzione ha dichiarato terminato l’anno scolastico 2019/2020, fatti salvi gli esami di Stato. Anche il calendario scolastico della Regione Marche aveva previsto di terminare l’anno scolastico ai primi di giugno. Cosa si è creato? Di fatto tante famiglie, la quasi totalità delle famiglie, hanno pagato l’abbonamento per il trasporto pubblico dei loro figli per l’intero anno, in genere si fa in questo modo, all’inizio dell’anno si fanno dei budget familiari che comprendono il costo della mensa scolastica per i più piccoli, il costo del trasporto pubblico per quelli più grandi. Tratteremo in futuro, spero la prossima volta, il discorso del sostegno alle famiglie degli studenti universitari fuori sede, che continuano a pagare gli affitti anche se non vanno a lezione, non potendo stare nelle città in cui sono iscritti ai corsi universitari.
Cosa abbiamo pensato? Tutti abbiamo pensato la stessa cosa, quella di venire incontro alle famiglie che hanno anticipato il costo degli abbonamenti per l’anno scolastico 2019/2020, che stanno già soffrendo per ulteriori e differenti situazioni, magari ci sono nuclei familiari in cui i genitori sono in cassa integrazione, addirittura qualcuno sta perdendo il lavoro, altri non riescono a riprendere l’attività per tanti e svariati motivi, quindi, abbiamo ritenuto che la Regione debba attivarsi insieme alle società regionali di trasporto pubblico.
La risoluzione vuole impegnare il Presidente e la Giunta regionale ad attivarsi nei confronti delle aziende di trasporto per il rimborso alle famiglie delle quote degli abbonamenti scolastici pagate in anticipo per i mesi di sospensione delle attività educative in presenza o, in alternativa, per il riconoscimento di uno sconto sugli eventuali abbonamenti che le famiglie dovranno fare per il prossimo anno scolastico. Se lo studente ha terminato il proprio percorso di studi pensare ad un rimborso, oppure nel caso di rinnovo dell’abbonamento far scivolare il servizio non utilizzato all’anno scolastico 2020/2021.
Nella risoluzione chiediamo anche un altro impegno, che il Presidente e la Giunta regionale si attivino in sede di Conferenza Stato-Regioni, dato che il tema posto è di carattere nazionale, per la creazione in tempi rapidi di un fondo nazionale per il trasporto pubblico locale da destinare alle aziende che svolgono questo servizio.
Questo perché, sappiamo benissimo, le società concessionarie del trasporto pubblico locale in questo momento stanno soffrendo anche per la mancanza di introiti perché dal mese di marzo e credo fino a giugno hanno trasportato e trasporteranno pochi passeggeri, per cui sono in difficoltà, hanno ridotto tantissime corse anche per alleggerire i costi di gestione e credo che l’Assessore Sciapichetti questo lo sappia benissimo. Non vorremmo che il rimborso vada ad aggravare i bilanci delle società concessionarie del trasporto pubblico locale, ma che possano essere ristorate da un fondo nazionale da assegnare proporzionalmente ad ogni singola Regione per garantire il rimborso a tutte le famiglie.
Tutte le mozioni chiedevano questo, poi se altri Consiglieri vogliono intervenire per aggiungere particolari …
Noi abbiamo fatto questa risoluzione per sollecitare la Giunta, il Presidente e l’Assessore competente ad attivarsi per raggiungere questo obiettivo che, ripeto, è quello di rimborsare le famiglie degli studenti possessori di abbonamento annuale del trasporto pubblico locale, di cui non hanno usufruito per il problema del Coronavirus.
Molti si sono chiesti che si andavano ad aggravare i bilanci delle società concessionarie. Ci sono tanti modi per sopperire a questo, uno è quello di chiedere al Ministero di istituire un fondo straordinario da destinare a questa situazione, ovviamente chi dovrà farsi carico di tutta questa storia? La Regione, perché, come sappiamo, i trasporti sono una competenza regionale e se la Regione anticipasse anche questo rimborso in attesa che il fondo venga finanziato sarebbe una cosa buona e giusta. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Talè.

Federico TALE’. Grazie Presidente. Il Consigliere Celani ha spiegato benissimo la risoluzione in tutti i suoi particolari, vorrei sottolineare che si tratta di un atto molto importante. E’ vero, e lo ha evidenziato bene il Consigliere Celani, che dobbiamo stare attenti ai bilanci delle società di trasporto pubblico locale perché sono aziende da tutelare, ma è anche vero che in questo periodo sono in crisi anche i bilanci delle famiglie, non dimentichiamoci che noi stiamo prendendo lo stipendio ugualmente, mentre ci sono famiglie (titolari di bar, ristoranti, eccetera) che sono mesi che non hanno introiti, soprattutto dell’entroterra dove abito. Sappiamo benissimo che per far andare a scuola i ragazzi pagano abbonamenti salati, mio figlio da Mondavio a Pergola paga 400 euro l’anno e Mondavio è a metà tra la costa e l’entroterra, sicuramente da Pergola per Fano, per parlare della provincia di Pesaro, gli abbonamenti salgono fino a quasi 1.000 euro l’anno.
La scuola è funzionante per circa 9 mesi all’anno, i ragazzi sono a casa e non usufruiscono del servizio da quattro mesi, marzo, aprile, maggio e metà giugno, quattro mesi su nove, quindi, penso che sia importante sollecitare l’Assessore, che sicuramente si sarà già adoperato o si adopererà per questo perché le famiglie siano rimborsate. E’ un problema rimborsarle? Tirare fuori del denaro? Penso che lo sia. Qualora i ragazzi non abbiano frequentato il quinto anno, ma ne abbiano almeno un altro, fare uno sconto per quello a venire, per chi invece ha fatto l’ultimo anno bisogna trovare un altro modo per risarcirlo.
Penso che sia una cosa sacrosanta recuperare queste somme, i Comuni lo stanno già facendo. Per quanto riguarda la scuola dell’infanzia, la primaria e la secondaria di primo grado, i Comuni si sono già mossi in questa direzione per trovare un accordo con le ditte che gestiscono li trasporto scolastico, anche lì si sta ragionando di una scontistica per l’anno a venire, per quanto riguarda le scuole secondarie di secondo grado e gli universitari, che fra l’altro pagano cifre più cospicue, dovremmo senza meno riflettere e vedere come fare per rimborsare le somme.
Giustamente bisogna pensare anche alle società di trasporto pubblico locale e nella risoluzione abbiamo scritto bene, nero su bianco, che nella Conferenza Stato-Regioni, anche perché non siamo solo noi in questa situazione, le Regioni dovranno far presente che hanno bisogno di risorse da destinare a queste società perché è vero che hanno avuto minori costi, comunque le corse non sono state fatte, ma è anche vero che hanno avuto meno introiti. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Pieroni.

Moreno PIERONI. Grazie Presidente. Ringrazio i proponenti della risoluzione, che spero venga votata da tutti noi.
Su questo ho sentito l’Assessore Sciapichetti parlarne negli ultimi incontri in Giunta con il Presidente Ceriscioli, cercando di capire e di risolvere questo problema che è sentito da migliaia di famiglie. In questo momento sarebbe un segnale di giustizia perché i nostri figli non hanno per tre o quattro mesi utilizzato il bus pur avendo pagato l’abbonamento, quindi, per il Partito Uniti per le Marche è giusto che venga rimborsato. Poi dovremo attivarci e far si che lo stesso Governo nazionale faccia una misura diretta in quanto il problema è sentito in tutta Italia.
Sono sempre preoccupato quando il livello si sposta sul nazionale perché c’è una serie di procedure burocratiche non finisce più.
Spero che questi finanziamenti arrivino e qualora non arrivassero sono certo che la Regione Marche, vista l’attenzione che il Presidente Ceriscioli ha sul sociale e su tutto il sistema economico, riuscirà a fare una misura diretta per finanziare le famiglie, trovando delle modalità meno burocratizzate.
Da questo punto di vista è importante che oggi la risoluzione venga votata ed è altrettanto rilevante, ho sentito anche i Consiglieri che mi hanno preceduto, tenere conto delle criticità e delle problematiche delle nostre società di trasporto, però, principalmente, noi dobbiamo pensare alle famiglie e far loro recuperare qualche centinaia di euro che in questo momento significano un messaggio duplice: che la politica regionale ha attenzione anche a queste situazioni; che è importante mettere in tasca delle famiglie marchigiane alcuni euro.
Al di là delle società di trasporti, che sicuramente dobbiamo attenzionare, dobbiamo prima creare una misura, se possibile con finanziamenti nazionali, altrimenti dobbiamo trovare delle modalità per finanziare le famiglie che, ripeto, sono decine di migliaia. Per quello che ci riguarda, mi sono sentito anche con il Consigliere Rapa, noi voteremo la risoluzione presentata che va in questo senso.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Bravi.

Loretta BRAVI. Grazie Presidente. Solo alcuni accenni emersi dalla IX Commissione, più che altro un’informativa.
La problematica scolastica dei trasporti e degli alloggi nella IX Commissione è stata trattata come una questione, per questo momento, di direttiva nazionale, di direttiva ministeriale e per ora, anche se il discorso è aperto, sembra rientrare in quel pacchetto di sostegno alla famiglia che il Ministero fa, in cui ci sono spese di ogni tipo, questa è la prima questione.
E’ emerso anche il discorso che ha fatto il Consigliere Talè, che ringrazio perché nell’entroterra, e questo l’ha tirato fuori anche la Toscana oltre a noi, il trasporto è molto costoso e la soluzione per ora ipotizzata è quella dello sconto per il prossimo anno.
Un terzo elemento riguarda l’università e la competenza della Regione come Erdis, quindi come diritto allo studio, di fronte all’emergenza Covid, è quella della mensa, della sanità, della sicurezza, perché l’alloggio è coperto dal diritto allo studio. Io ho ricevuto molte lettere di studenti però lì è difficile, anche di studenti che frequentano le Università fuori dalle Marche e voi capite che lì è ancora più difficile, stiamo ragionando con il Direttore generale dell’Erdis Marche per vedere cosa fare per gli studenti iscritti nelle università marchigiane, però il criterio deve essere quello dell’Isee, per pochi, altrimenti non ci stiamo dentro.
Ribadisco che dal punto di vista scolastico, poi l’Assessore Sciapichetti risponderà per la parte di sua competente, alla Regione compete quello che è dentro il pacchetto dell’Erdis, dopodiché ci possiamo ragionare. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Micucci.

Francesco MICUCCI. Grazie Presidente. Gli interventi dei Consiglieri Celani e Talè hanno riassunto bene i termini della risoluzione. L’obiettivo della mozione che ho presentato era quello di aggiungere un aspetto che mi sembrava fosse stato trascurato e che a me sembra determinante, non svolgere appieno il nostro ruolo e fare semplicemente della demagogia, anche perché entrambi i Consiglieri hanno individuato una difficoltà oggettiva da parte delle aziende di trasporto, che stanno vivendo una grossa problematica per la mancanza di introiti.
Aziende di trasporto che solitamente non navigano nell’oro per la difficoltà del trasporto pubblico e del trasporto pubblico marchigiano in particolare. Voglio ricordare che nell’ultimo Consiglio è stata approvata una mozione, mia e del Consigliere Fabbri, che segnalava proprio questo aspetto e cioè che la Regione Marche per il trasporto pubblico locale è la penultima in termini di trasferimenti dello Stato e questo non da adesso, ma da diversi anni. O il Parlamento a maggior ragione in questa situazione drammatica mette mano a un riequilibrio delle risorse per le Regioni per il trasporto pubblico locale oppure il rischio è che tutte le nostre buone intenzioni vengano vanificate o rimangano un po’ appese.
E’ assolutamente concreto e tutto quello che è stato detto è condivisibile, per le famiglie non è una scelta autonoma fare l’abbonamento per il trasporto pubblico scolastico, è di fatto un obbligo derivante dalla necessità di permettere ai propri figli, che spesso sono obbligati a spostarsi, di frequentare le scuole, che non ci sono nei paesi di residenza.
Nel momento in cui il dpcm ha previsto il lockdown, e quindi la chiusura di tutte le scuole per diversi mesi, giustizia vorrebbe e vuole che parte di questi abbonamenti vengano rimborsati, però bisogna essere anche realisti tenendo conto che le aziende di trasporto pubblico locale in questi mesi hanno vissuto le stesse difficoltà delle famiglie in quanto i loro introiti si sono di fatto azzerati e sono aziende, per lo meno qui da noi, che molti di noi conoscono, sappiamo le difficoltà che affrontano e lo sforzo che fanno per dare un servizio dignitoso ai nostri concittadini. E’ chiaro che non si risolve un problema mandando in crisi le aziende perché se ne aprirebbe immediatamente uno ancora più grave e, come ho detto prima, conosciamo bene la situazione dei trasferimenti dallo Stato per il trasporto pubblico locale.
L’obiettivo della mia mozione, che mi fa piacere sia stato accolto nella risoluzione che abbiamo condiviso, è quello di mantenere un impegno che mi pare, ripeto, sacro santo nei confronti delle famiglie, non perdendo di vista l’obiettivo che ci dobbiamo porre, per il quale mi pare che la Giunta si sia attivata già da tempo, purtroppo non sempre ascoltata a livello nazionale, ed è quello di una ridistribuzione più equa. Non chiediamo maggiori introiti per la Regione Marche, ma una distribuzione equa, tenendo conto sia dei chilometri dei trasporti che della popolazione, cosa che fino ad oggi, mi pare, non è stata considerata in maniera giusta.
La risoluzione pone questi obiettivi che credo debbano essere perseguiti di pari passo. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Grazie Presidente. Il fatto che ci sia una risoluzione sulle quattro mozioni presentate dimostra la sensibilità che hanno avuto il Consiglio ed i singoli Consiglieri appartenenti ai vari schieramenti politici nei confronti di questo problema.
Ci si è focalizzati sul fatto che il trasporto degli studenti è un problema particolare per tutte le classi e per tutte le età, ma diventa un vulnus importante per le famiglie nel momento in cui devono affrontare i costi dell’Università.
Dopo questa pandemia studi del Ministero dell’istruzione e ricerca hanno paventato una diminuzione del 20% degli iscritti all’Università nel prossimo anno accademico, il 20% è una percentuale molto alta che mette in grave pericolo la crescita stessa del nostro Paese.
Già le Marche hanno una situazione molto particolare e negativa avendo avuto dal 2016 dei problemi legati al sisma, se aggiungiamo i problemi legati a questa pandemia, credo che occorra ricorrere, come in questo caso, a soluzioni rapide.
Le università fanno la loro parte, ho esperienza di alcune facoltà della città di Ancona in cui i corsi on line sono stati messi in cantiere e funzionano nella maggior parte dei casi molto bene. Il Governo in questa pandemia ha lasciato completamente fuori dall’assistenza la scuola e gli studenti, quindi dovrebbe fare la propria parte e nel secondo punto del dispositivo della risoluzione si sollecita un intervento del Governo a favore delle società affinché abbiano maggiori finanziamenti rispetto a quelli che hanno.
Il Consigliere Micucci ha ricordato che le Marche sono una Regione cenerentola sui trasferimenti da parte dello Stato.
L’Università sta facendo la propria parte istituendo dei corsi on line, alcuni molto efficaci, anche la Regione deve fare la propria parte.
Gli studenti negli atenei marchigiani sono un investimento culturale per l’intera nazione e per la nostra regione in particolare, le università sono anche un investimento per l’economia delle località e per il circondario in cui hanno sede, quindi la paventata riduzione degli iscritti alle sarebbe una iattura sotto tutti i punti di vista, quello culturale e quello economico, riassumendo in sintesi veloce.
Gli studenti hanno difficoltà, mi sembra che l’abbia detto anche il Consigliere Celani, nel momento in cui devono pagare gli affitti delle stanze o degli alloggi di cui non usufruiscono, i contratti di locazione hanno delle scadenze precise, non possono essere interrotti prima e molti degli studenti, anche in virtù delle lezioni on line, se ne sono tornati a casa, dalle loro famiglie, anziché rimanere dentro la loro stanza o dentro il loro appartamento insieme ai compagni.
Anche gli affitti sono un impegno gravoso per le famiglie e possono essere, per coloro che non usufruiscono di borse di studio, valutate delle misure che sanino situazioni davvero precarie e difficili determinate da questa pandemia.
Gli abbonamenti del trasporto pubblico locale per gli studenti, per i lavoratori che non ne hanno usufruito a causa lockdown, per gli studenti universitari che non li hanno utilizzati perché le lezioni non c’erano o perchè sono tornati nelle loro abitazioni, è un problema da prendere in considerazione.
Noi abbiamo firmato e voteremo convintamente la risoluzione perché riteniamo, come ho detto prima, che sia un aiuto che va dato, non tanto come spesa, ma come investimento, sia alla cultura che all’economia delle nostre città sedi di atenei. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Grazie, Presidente. Intervengo sulla risoluzione e dico già all’inizio del mio intervento che la voterò favorevolmente, in quanto va a intercettare una serie di problematiche ed una serie di bisogni. Da una parte quelli delle famiglie che hanno speso delle risorse economiche per l’acquisto degli abbonamenti per mandare i propri figli a scuola e che con il lockdown, con il blocco delle attività, hanno visto in questo momento già difficile la mancata opportunità di avere indietro il corrispettivo dei mesi in cui non è stato possibile usufruire del servizio. E’ importante, soprattutto nei confronti di chi ha già una difficoltà economica, venire incontro a questa esigenza con la restituzione, se si tratta di studenti all’ultimo anno che presumibilmente non torneranno ad usufruire del servizio, o con il recupero della cifra in futuro.
Questa problematica è molto sentita e va incontro a un’esigenza che purtroppo è reale in tante famiglie, pensiamo a chi ha diversi figli che vanno a scuola e paga delle cifre per avere questo servizio.
Dall’altra parte c’è la difficoltà del nostro trasporto pubblico locale e la necessaria attenzione che la Regione deve porre perché oltre a fornire un servizio importantissimo e imprescindibile per molti, sia per i collegamenti che per una serie di funzioni, spesso abbiamo parlato di sensibilità ambientale, ha la capacità di ridurre l’impatto della singola automobile nel contesto ambientale. Occorre anche considerare il fatto che queste realtà del trasporto pubblico sono delle imprese locali dietro le quali ci sono, evidentemente, lavoratori e famiglie che hanno subìto e stanno subendo delle difficoltà.
E’ già stato ricordato che le Marche sono purtroppo il fanalino di coda rispetto ai contributi del Governo per questo che è un settore molto importante, anche tenendo conto della nostra conformazione e del fatto che per spostarsi dall’entroterra ci sono delle oggettive difficoltà che rendono il trasporto pubblico, soprattutto per una serie di persone, imprescindibile, non solo per questioni lavorative o di studio, ma anche per i servizi essenziali, come possono essere quelli sanitari, portando le persone nelle realtà sede di ospedali per fare visite o quant’altro necessario.
L’attenzione va data anche a questa componente, ad un sistema che è indispensabile per garantire un servizio, ma che nasconde dietro famiglie e lavoratori che non possono essere lasciati, neanche questi, in una situazione di difficoltà.
Chiudo sulla questione, che ho sentito accennare, degli studenti, un mondo che usufruisce del trasporto pubblico locale, gli studenti degli istituti superiori ma anche delle università, e del presunto o paventato calo delle iscrizioni. E’ evidente che in questo momento tutte le lezioni sono in modalità telematica, come gran parte delle attività, come questa seduta del Consiglio, e portano un calo, anche nel momento in cui riapriranno questi servizi, in quella componente essenziale che è data dal pagamento del biglietto di trasporto.
Ho visto alcuni interventi che ha fatto la Regione Abruzzo a sostegno degli studenti universitari e reputo che anche la Regione Marche dovrebbe ragionare in questo senso, con degli interventi a sostegno degli studenti, anche a livello economico oltre che della mobilità, è questo il tema della risoluzione, ma dovrebbe farlo perché crede nell’importanza della cultura e nell’importanza di investire sulle nuove generazioni per il futuro.
Abbiamo visto come, faccio l’esempio di Camerino, l’Università sia stata un polo centrale che è riuscita a mantenere viva la città dopo il dramma del terremoto, con milioni di difficoltà. L’abbiamo visto tutti in questi anni, con una caparbietà ed un attivismo che hanno consentito di non spopolare una cittadina che in assenza del polo universitario sarebbe stata una città fantasma perché ancora oggi il centro storico e gran parte degli edifici sono purtroppo inagibili e fermi, come tutta la ricostruzione. Propulsiva è stata l’Università di Camerino, cito questo esempio, ma questa cosa si può dire anche di Macerata, anche se ha caratteristiche diverse. Il ruolo che ha avuto l’Università di Camerino nel mantenere viva quella comunità, nel dare una prospettiva per il futuro a quel territorio, è qualcosa che va preservato e sul quale va investito per cui mi auguro che anche il Consiglio regionale e la Giunta prevedano, non mi sembra di averne sentito parlare in nessuna situazione, e si attivino per fare delle misure di investimento e di supporto anche per gli studenti universitari. Sarebbe un investimento per il futuro.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. Grazie Presidente. Soltanto per dire poche cose perché molto è stato già detto.
Innanzitutto voglio ringraziare i presentatori delle mozioni perché hanno messo il dito su una piaga, che è molto delicata e molto difficile e va curata in qualche modo.
La disponibilità dei presentatori delle mozioni a riportare tutto in un’unica risoluzione mi pare che sia da salutare positivamente perché noi non possiamo su questi temi dividerci o dividere il Consiglio, non possiamo permettercelo.
Ora qui di fronte abbiamo due grandi problemi che vanno contemplati contemporaneamente perché non può essere risolto uno a scapito dell’altro.
C’è il problema delle famiglie che hanno anticipato dei soldi per gli abbonamenti scolastici per il trasporto, di cui poi non hanno usufruito, e c’è il problema di aziende, soprattutto locali e di piccola e media dimensione, che noi conosciamo, che costituiscono un patrimonio enorme, che tutte insieme contano migliaia di dipendenti e che noi dobbiamo assolutamente salvaguardare.
La Regione Marche è stata tra le prime ad aver preso due iniziative, una in sede di Conferenza delle Regioni, l’altra, ed è stata protagonista su questo piano, riguarda l’ordinanza n. 8 del 13 marzo con cui ha sospeso la validità degli abbonamenti scolastici a far data dal primo giorno di chiusura delle scuole, quindi oggi ci troviamo di fronte alla sospensione degli abbonamenti scolastici.
Dopodiché sul tavolo nazionale in sede di Conferenza delle Regioni abbiamo chiesto con forza, non solo perché non siamo i penultimi, ma siamo gli ultimi per i trasferimenti dal fondo nazionale per il Tpl ed i Governi che si sono succeduti almeno in questa legislatura, di quasi tutti i colori politici, di quasi di tutte le forze politiche, hanno fatto finta di non sentirci, così come non ci avevano sentito i Governi nelle precedenti legislature.
Il problema non lo scopriamo oggi, non solo perché siamo ultimi nel trasferimento del fondo nazionale trasporti, ma soprattutto perché questa crisi talmente grave, talmente drammatica per tutti, rischia di diventare mortale per il sistema del Tpl. O ci si mette mano a livello nazionale con dei fondi specifici, le Regioni hanno chiesto 800 milioni di euro, oppure fra qualche mese dovremmo cantare il de profundis a tutte le aziende di trasporto pubblico locale, perché hanno avuto l’azzeramento degli introiti da biglietti e il motivo è facilmente comprensibile.
Rischiamo la morte totale delle aziende se non interverrà il Governo, questo noi l’abbiamo chiesto con forza sin dai primi giorni, per la verità tutte le Regioni hanno stilato un documento unitario con cui hanno chiesto al Governo di intervenire. Con questi decreti “cura Italia”, tra un decreto e l’altro, mi pare che fino ad oggi non se ne era parlato, ma ieri ho sentito che nel decreto di maggio oppure in uno dei prossimi, il fondo nazionale per il trasporto pubblico locale dovrebbe essere contemplato. Se lì c’è un contributo noi possiamo dare un respiro concreto alle aziende.
Per quanto riguarda le famiglie, anche qui la cosa va fatta a livello nazionale, non è che le Marche rispetto agli abbonamenti possono prendere un provvedimento diverso da quello che assumeranno le altre Regioni, l’orientamento in questo momento è quello della proroga della validità perché è stato sospeso, che può essere riconosciuta a partire dal prossimo anno scolastico. Ovviamente c’è il problema di chi sta al quinto anno e il prossimo anno non farà l’abbonamento, in quel caso dovranno essere previsti dei rimborsi, però il tema è ancora tutto da decidere sul tavolo nazionale.
La risoluzione e le mozioni aiutano affinché si vada al rimborso, se possibile, degli abbonamenti di trasporto scolastici fin qui pagati, però, ripeto, noi dobbiamo tener presente che dobbiamo portare avanti il tema delle famiglie da una parte e delle aziende dall’altra.
Mi pare che con grande realismo e con un po’ di buona volontà il tema sia stato fino adesso posto dalla Regione con grande risolutezza ed anche con grande determinazione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Ho ascoltato ora l’Assessore Sciapichetti e prima i colleghi, ma dopo l’intervento dell’Assessore non aggiungo nulla sulla situazione del trasporto degli studenti.
Ho sollecitato invece al Consigliere Micucci di chiedere l’iscrizione per la prossima seduta del Consiglio di una mia mozione in cui - ho ascoltato tra l’altro con interesse, come sempre, l’intervento dell’Assessore Bravi - non parlo solo di politiche abitative, ma anche di alloggi per gli studenti, sia per coloro che stanno negli alloggi Erdis, che per coloro che stanno in alloggi di proprietà privata, che hanno contratti con dei privati.
Ho scritto questa mozione perché sono stato contattato da famiglie, da studenti, da studentesse, quindi credo che dovremmo porci con forza anche il problema degli alloggi.
Credo che dobbiamo porci e raggiungere questo obiettivo: non ci deve essere uno studente o una studentessa costretto a lasciare gli studi per le difficoltà economiche che sono sorte in questi mesi di epidemia.
Anche questa penso che sia non soltanto una battaglia di civiltà, di giustizia, di diritti, perché il diritto allo studio deve essere garantito, ma ritengo che sia anche una lotta, se volete, all’ingiustizia e alle diseguaglianze.
Ripeto, ho sentito l’intervento dell’Assessore Bravi e questo mi fa essere fiducioso, comunque ne parleremo nella prossima seduta.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Grazie Presidente. Sarò estremamente rapido semplicemente per dire che come gruppo Verdi voteremo questa risoluzione, che ci trova d’accordo.
In questo periodo le famiglie hanno bisogno di un sostegno e ricordiamoci che gli studenti sono i figli di persone che probabilmente hanno lavorato poco o stanno in cassa integrazione o non hanno lavorato affatto. Le famiglie sono in difficoltà.
Il primo punto della risoluzione mi sembra molto efficace perché chiede direttamente alle aziende di trasporto di risarcire le somme che sono state pagate e, vista l’emergenza, non sono state utili al fine a cui erano destinate, ossia il trasporto pubblico.
L’azione diretta delle compagnie di trasporto locale può essere molto efficace e molto veloce, dall’altra parte, come hanno ricordato altri Consiglieri, ed io mi associo a questo, non possiamo nemmeno permetterci di mettere in difficoltà le aziende, anzi vorrei evidenziare una cosa, un po’ per i ritardi anche sui bandi che dovevamo fare, un po’ per la fisionomia storica delle nostre imprese, noi abbiamo delle aziende di dimensioni abbastanza ridotte, automaticamente fragili dal punto di vista economico quando si presenta una crisi come questa dovuta al Coronavirus.
E’ chiaro che non possiamo dimenticarci di queste aziende che comunque hanno continuato a garantire il loro servizio, penso ad esempio al terremoto, quando non sono mancati i servizi, anche quando non era remunerativo fare determinate corse. Le aziende, proprio perché è un servizio pubblico, hanno comunque garantito determinate linee, determinati servizi, hanno continuato a garantire il trasporto pubblico locale nella nostra regione ed anche in questo periodo non sono mancati i servizi essenziali.
Ritengo doveroso che la Regione, nel secondo punto della risoluzione, chieda allo Stato un fondo ad hoc per tutte le aziende che attiveranno queste forme di rimborso.
Con questa seconda condizione, con l’aiuto dello Stato, le aziende potranno essere messe nelle condizioni adeguate per effettuare i rimborsi alle famiglie che giustamente li richiedono.
Confermo il voto favorevole a questa risoluzione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Credo che questa discussione sia una delle più importanti perché in questa risoluzione abbiamo affrontato il problema non solo del trasporto, ma anche del servizio da dare ai nostri studenti, dico ai nostri studenti perché quello che ha detto l’Assessore Bravi come al solito mi preoccupa dato che si usano dei criteri che non sono omogenei perché lei sa benissimo chi viene avvantaggiato dall’Isee, chi magari non è italiano e non può inserire nell’Isee la proprietà o le proprietà o i beni che ha nel proprio Paese d’origine. Basta andare all’Erdis, basta andare a vedere i servizi dell’Erdis ad Ancona, a Urbino, a Macerata, da tutte le parti, magari ci sono i doppi pasti per determinati studenti e per altri purtroppo no perché ne hanno soltanto uno.
Credo che questa sia una discrasia, che non va assolutamente bene, questa è l’occasione per denunciarla, lei sembra che sia molto attenta a queste cose, adesso vediamo se è sensibile a questa mia osservazione.
Abbiamo il problema del trasporto che è drammatico perché in questi 3, 4, 5 mesi non ci sono stati introiti attraverso la vendita dei biglietti, però c’è stata comunque un’uscita costituita dai costi di gestione dell’azienda, il costo dei lavoratori. O c’è un intervento pesante, Assessore Sciapichetti, dello Stato, altrimenti qui si pone un problema drammatico perché dovremmo aumentare i servizi per assicurare la protezione personale, ma dovremmo anche aumentare i trasporti.
Le aziende di trasporto sono in difficoltà perché non hanno le risorse economiche per assumere qualche altro lavoratore, che senz’altro potrebbe servire, a meno che non vogliamo lasciare nelle fermate decine e decine di persone.
La discussione sulla risoluzione è molto interessante e seria perché da una parte dobbiamo dare il servizio ai cittadini e nello stesso tempo chiediamo loro di proteggersi dal contagio. Le nozze con i fichi secchi non si fanno.
Questo è un problema essenziale occorre un finanziamento non indifferente, noi tra l’altro siamo gli ultimi e, come ho capito, spero di aver compreso male, aspettiamo risorse da un riequilibrio, da una ripartizione fra le Regioni, che ne hanno usufruito prima, probabilmente è vero, ma oggi sarà difficile che chi ha preso di più molli qualcosa a favore delle Marche.
Questo è un problema di chi governa, che va affrontato per questa piccola regione di 1,5 milioni di abitanti, un aumento di fondi che devono essere indirizzati direttamente alla Regione Marche, altrimenti se aspettiamo la ripartizione della quota assegnata per il trasporto regionale, a livello nazionale, campa cavallo che l’erba cresce. Credo che questo sia un vero problema.
Terzo argomento: il rimborso degli abbonamenti. Non può essere a carico delle aziende l’obbligo di restituire questi soldi, non credo che si possa fare così, altrimenti, anche secondo quanto detto prima, la situazione peggiorerebbe ulteriormente per le aziende e per il trasporto pubblico locale.
Questo è un tema che deve affrontare la Regione con risorse proprie o con altre, che non so dove si possano trovare, ma si possono trovare perché quando si vuole, l’abbiamo visto anche in quest’Aula, vengono approvati dei provvedimenti anche economici, anche pesanti economicamente, che incidono sul bilancio della Regione.
Penso che le famiglie che hanno pagato abbiano diritto al recupero nel prossimo abbonamento e ad un rimborso per gli studenti che hanno terminato la scuola. Credo che la Regione possa intervenire in questo aspetto.
Ho diviso questa risoluzione, che voterò, con questo ragionamento perché sono state dette in quest’Aula cose da autorevoli persone, dall’Assessore Bravi per le sue competenze e dall’Assessore Sciapichetti responsabile del servizio trasporti, pertanto credo che occorra fare l’impossibile per trovare una soluzione, cosa non facile, altrimenti la questione sarebbe già risolta, per un maggiore fondo al trasporto pubblico locale però, lo dico appassionatamente, bisogna abbandonare la logica della ripartizione del fondo nazionale perché quelli che hanno preso non danno indietro. Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Proposta di risoluzione. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Mozione n. 658
ad iniziativa della Consigliera Pergolesi
“Superare la difficoltà di approvvigionamento del farmaco Plaquenil 200 mg compresse (idrossiclorochina) per i malati affetti da patologie gravi e invalidanti della regione Marche, attualmente utilizzato anche dalle strutture sanitarie come cura per emergenza Covid-19”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 658 della Consigliera Pergolesi, che ha la parola per illustrarla.

Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. Innanzitutto ringrazio i colleghi del Consiglio regionale per aver accolto la mia richiesta di iscrivere oggi questa mozione, che vuole impegnare la Giunta a superare le difficoltà di approvvigionamento del farmaco Plaquenil, oggi che è anche la Giornata mondiale della Fibromialgia.
Faccio riferimento a questa cosa perché la segnalazione è arrivata proprio dalla Presidente dell’Associazione Fibromialgia Italia ex Fimar Onlus, che ci ha evidenziato, attraverso un’intervista ad un quotidiano on line, le difficoltà di approvvigionamento, confermate anche da farmacie e dai medici di medicina generale.
Non so se sapete, ma il Plaquenil 200 è di vitale importanza poiché è utilizzato da pazienti affetti da patologie gravi e invalidanti, come l’artrite reumatoide e LES, ed attualmente sembrerebbe essere utilizzato anche dalle strutture sanitarie per curare i pazienti contagiati dal Covid 19.
La stessa ditta produttrice interpellata sia dalle associazioni che dalle farmacie ha dichiarato con un comunicato di impegnarsi nella produzione malgrado il numero maggiore di richieste del farmaco, sottolineando che la continuità della terapia nel paziente resta la loro priorità, però nonostante queste rassicurazioni da parte della ditta e dallo stesso Ministro della salute, interpellato sulla questione dalla Presidente dell’Associazione Fibromialgia Italia ex Fimar Onlus, le farmacie continuano o per lo meno nei giorni scorsi continuavano ancora ad avere difficoltà.
Con questa mozione intendiamo impegnare il Presidente della Giunta nonché Assessore competente alla sanità a mettere in atto una tempestiva iniziativa necessaria a reperire le quantità del farmaco Plaquenil e soprattutto ad attivare gli uffici competenti al fine di informare sia i pazienti che i medici che le farmacie sulle possibili modalità di approvvigionamento o reperimento del farmaco su tutto il territorio regionale. Questo perché, sempre dalla consultazione con la Presidente dell’Associazione Fibromialgia Italia ex Fimar Onlus, è emerso che in alcune aree vaste questa difficoltà era minore, mentre in altre era maggiore, quindi per dare una continuità terapeutica a questi malati basterebbe informarli dove è possibile reperire il farmaco, in altre farmacie o in altre province della regione Marche.
Mi auguro che si dia un forte segnale a riguardo da parte del Consiglio regionale, che è sempre stato attento anche con la proposta di legge approvata qualche anno fa sul riconoscimento della fibromialgia e della sensibilità chimica multipla, quindi, auspico, che anche in questa occasione, specialmente in questa occasione, il Consiglio dia prova di sensibilità nei confronti di questi pazienti malati. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Volpini.

Fabrizio VOLPINI. Intervengo per dichiarare il voto favorevole e poi per fare alcune precisazioni.
L’idrossiclorochina per il Plaquenil, di cui la mozione si interessa, è un farmaco che noi usiamo da anni per alcune patologie, in primis come profilassi e come antimalarico poi, essendo un potente antinfiammatorio, lo usiamo anche nell’ambito delle malattie reumatiche, dentro la quale tra l’altro la fibromialgia in parte rientra.
Proprio per queste sue spiccate attività antinfiammatorie è stata inserita nella cosiddetta terapia virale precoce del Covid e in questo senso ha una indicazione off label tant’è che può essere utilizzata in ambito ospedaliero per questo tipo di terapia, oppure sul territorio, ma non dietro prescrizione di un medico di medicina generale, ma dietro la prescrizione dei medici dell’Usca, che tra l’altro si riforniscono di questo farmaco insieme ad altri due farmaci, che vengono usati nella terapia antivirale precoce, dalle farmacie ospedaliere. Siccome c’è un maggior utilizzo di questo prodotto per la terapia precoce per il Covid si fa difficoltà a trovare le scorte nelle farmacie convenzionate per la tradizionale terapia antinfiammatoria, per l’artrite reumatoide o altre.
Va bene una mozione in cui si chiede alla Giunta un impegno rispetto all’azienda produttrice del farmaco per continuare ad averlo nelle farmacie convenzionate per le terapie convenzionali e tradizionali per il quale viene utilizzato, quindi voto favorevole.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. Ho la risposta preparata per il Presidente, quindi mi limito a leggere, che risponde anche indirettamente alle osservazioni che sono state fatte.
Nel primo momento della crisi Covid a causa dell’approvvigionamento internazionale del farmaco idrossiclorochina Plaquenil 200 mg compresse si sono verificate delle carenze su tutto il territorio nazionale.
La ditta farmaceutica Sanofi che commercializza il farmaco Plaquenil con nota del 27 marzo 2020 ha dichiarato che non è allo stato attuale carente né sul canale ospedaliero né sul canale pubblico.
Com’è noto qualora un farmaco a carico del Servizio sanitario regionale, come nel caso specifico del Plaquenil o del farmaco equivalente, non sia reperibile presso la farmacia convenzionata, l’assistito con la ricetta del Servizio sanitario nazionale o dematerializzata può avere il farmaco presso la farmacia ospedaliera o i servizi farmaceutici territoriali dell’Asur.
La Regione si era già attivata per incrementare le scorte di Plaquenil presso le farmacie ospedaliere, quindi in quel breve periodo i pazienti che non riuscivano a trovare il farmaco nella farmacia convenzionata potevano recarsi presso le farmacie ospedaliere o il servizio farmaceutico territoriale in cui il farmaco era disponibile.
Nel giro di pochi giorni la situazione si è pertanto normalizzata e non risultano carenze del farmaco idrossiclorochina.
Infine si fa presente che la Regione Marche si è attivata per ricevere ed ha ottenuto diverse donazioni di idrossiclorochina tra cui quella offerta da una importante ditta farmaceutica, le confezioni ricevute in donazione sono state distribuite a tutte le farmacie ospedaliere del sistema sanitario regionale.
Credo che la mozione possa essere votata perché va nella direzione che è già stata imboccata. Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 658. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

PRESIDENTE. Comunico che sulla mozione n. 661 è stato chiesto il rinvio da parte dei proponenti, i Consiglieri Biancani, Giacinti, Micucci, quindi, se nessuno a qualcosa da obiettare, la rinviamo.

Mozione n. 672
ad iniziativa del Consigliere Celani
“Emergenza epidemiologica da Covid-19 - Contributo straordinario per i titolari dei centri privati per i servizi educativi e scolastici 0-6 anni; indipendentemente che siano accreditati, in convenzione e non”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 672 del Consigliere Celani, che ha la parola per illustrarla.

Piero CELANI. Grazie Presidente. Spero di essere breve e conciso. Questa mozione, come potete immaginare, prende spunto ed ha ragione di essere in virtù di questa crisi ormai acclarata, una crisi socio-economica, questa non è soltanto una emergenza sanitaria dovuta all’insorgere di questa epidemia/pandemia.
Uno degli effetti che questa emergenza sanitaria ha prodotto nella nostra società è quello di aver dovuto chiudere le nostre scuole. Tutti i servizi educativi e scolastici a partire da marzo sono stati prima sospesi e quindi definitivamente chiusi, come ho detto prima quando ho parlato dell’altra mozione, quella relativa al trasporto scolastico, in seguito ad un dpcm del Presidente del Consiglio che ad aprile ha chiuso l’anno scolastico non essendoci le condizioni per poter riprendere.
Questo ha prodotto che tanti bambini e tanti ragazzi in età scolare dell’obbligo o delle scuole superiori sono stati a casa, come tanti insegnanti con una grande differenza, gli insegnanti di scuole pubbliche o paritarie riconosciute hanno avuto lo stipendio in questi mesi perché dipendenti dello Stato, del Miur, oppure dipendenti di enti territoriali che gestiscono le scuole paritarie, penso ad esempio alle scuole cattoliche. C’è poi tutto un mondo che è quello dei centri privati per i servizi educativi e scolastici che vanno da 0 a 6 anni, in modo particolare quelli che vanno da 0 a 3 anni, cioè quelli che sono stati individuati dal decreto legislativo del 13 aprile 2017 n. 65 all’articolo 2, che possono agire sia in convenzione o non in convenzione, sia accreditati che non accreditati, che non hanno ricevuto nulla.
Per tutelare l’integrità fisica dei bambini i genitori li hanno ritirati da queste scuole, che i ragazzi non hanno potuto più frequentare, producendo da una parte un danno alle famiglie che, anche qui torniamo al discorso di prima, avendo pagato la retta scolastica per l’intero anno, hanno anticipato dei costi per un servizio che non hanno avuto; dall’altra i titolari di questi centri educativi non hanno più avuto introiti e non hanno potuto nemmeno pagare gli stipendi ai loro insegnanti e ai loro dipendenti, che sono generalmente delle maestre d’asilo.
Anche in precedenza abbiamo fatto delle mozioni per ristorare e dare dei modesti contributi a delle categorie per poter sopravvivere, l’abbiamo fatto in primis per i medici, cosa doverosa, quindi ho pensato ad un riconoscimento per queste scuole affinché possano ristorare le famiglie che hanno pagato anticipatamente le rette scolastiche e in seconda battuta riconoscere loro una tantum, un fondo per continuare a sopravvivere perché il rischio è che il prossimo anno scolastico questi centri educativi - ho visto in una ricerca che danno risposte al 50-70% del fabbisogno delle famiglie della nostra regione, sono in genere delle microimprese costituite al 90% da donne - faranno fatica a riaprire proprio per le difficoltà economiche che stanno passando.
Ho ritenuto di prevedere un riconoscimento economico straordinario a favore di questi centri per i mesi di chiusura forzata, sia per poter restituire alle famiglie quanto versato in anticipo per i mesi di sospensione del servizio che per dare un contributo per i costi fissi che queste attività continuano a sostenere, scongiurando la loro definitiva chiusura.
La mozione impegna il Presidente e la Giunta regionale a ricercare una soluzione, a stabilire un riconoscimento economico di carattere straordinario e temporaneo ai centri di cui all’articolo 2 del decreto legislativo 13 aprile 2017 n. 65 che sono i nidi, i micronidi, le sezioni primavera, i servizi educativi quali spazi gioco, i centri per bambini e famiglie, i servizi educativi in contesto domiciliare, i servizi educativi per l’infanzia, la scuola dell’infanzia privata, ovviamente convenzionati e non, accreditati e non, quale remunerazione per la chiusura forzata. Questo compenso dovrà decorrere dall’inizio dell’emergenza sanitaria fino al cessare della stessa.
Sappiamo che ci sono grandi difficoltà per trovare queste risorse, sappiamo che la Giunta sta lavorando per trovarle e per poi destinarle a tutte quelle attività che sono state e che saranno ancora in difficoltà. Fra queste attività ci sono anche i centri educativi che svolgono un’attività importantissima per lo sviluppo psicofisico dei nostri bambini.
Ripeto, considerato anche che le micro imprese sono costituite al 90% da donne, sarebbe un segnale molto importante per continuare a lavorare nel prossimo anno scolastico che comunque sarà durissimo perché faccio fatica a capire come in un micronido o in una scuola per l’infanzia si possa tenere i bambini a distanza, lo si potrà fare bene dalla scuola media inferiore in su in quanto si sistemeranno di banchi in un determinato modo e i ragazzi potranno avere un metro l’uno dall’altro, ma per quanto riguarda i bambini sarà molto difficile per cui queste scuole avranno una contrazione degli iscritti e una contrazione degli introiti con il rischio di chiusura, aggravando in modo irreparabile la situazione socio economica per le famiglie, per le donne che in genere gestiscono questi centri.
E’ un invito affinché nella prossima manovra che la Regione farà si possa stabilire anche un quid, un qualcosa, un segno, un riconoscimento importante per queste strutture. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Bravi.

Loretta BRAVI. Grazie Presidente. Ho visto questa mozione tardi perché è giunta in ritardo, provo a rispondere.
Intanto ringrazio il Consigliere Celani per come l’ha presentata, se posso dire, perché ha parlato di impresa, dell’impresa nido e dell’impresa scuola, questo mi piace molto perché credo che sia la prima impresa culturale che guarda alla persona e questo non lo dobbiamo dimenticare.
Secondo aspetto che vorrei evidenziare è che la Giunta questa cosa non solo l’ha pensata, ma in primis il Presidente l’ha profondamente desiderata rispondendo ad un fabbisogno del territorio, quindi siamo a buon punto, abbiamo cercato e trovato delle risorse che non sono una bazzecola da mettere su questa cosa.
Premetto che lo 0-6 è già stato fatto con 3,5 milioni di fondi ministeriali e 1,7 milioni di fondi regionali, quindi abbiamo già spalmato oltre 5 milioni nello 0-6.
Queste risorse sono andate ai Comuni e secondo delle direttive che abbiamo dato sono andate alla scuola pubblica, alla scuola paritaria e alla scuola privata.
L’inghippo è che non tutti Comuni hanno fatto le medesime ripartizioni, noi abbiamo vigilato molto anche se non è cosa nostra, la Regione è più un tramite dei fondi ministeriali, ma per quel che riguarda i nostri e non solo abbiamo vigilato molto e abbiamo messo delle clausole secche per cui è giusto che la scuola da 0-6, che non è ideologica, ma è un servizio, venga valutata.
Questa prima tranche è già avvenuta, tra l’altro mi permetto di informarvi che ho scritto una lettera ad personam a tutti i Sindaci marchigiani, ne ho scritta anche un’altra, sollecitando i progetti perché prima arrivavano prima si potevano dare le risorse, così è avvenuto. Abbiamo fatto il monitoraggio di tutti i nidi e di tutte le scuole dell’infanzia, la nostra parte è già stata erogata e il Ministero erogherà la propria.
Questa è la fase uno, nella fase due noi andremo, come dice lei, a sostenere il servizio pubblico a gestione privata e non andiamo a sostenere i convenzionati che sono già nell’altro pacchetto, ma gli autorizzati, gli accreditati, quel sottobosco che crea un’impresa al femminile, dove due ragazze si mettono insieme fanno una cooperativa ed hanno 15 bambini, tanto per capirci.
Abbiamo pensato di dare anche ai convenzionati qualcosa, una tantum per la sanificazione, la sicurezza, perché comunque non ci stanno dentro. Questo pacchetto ve lo illustrerò quando sarà l’ora, è nato di concerto con tutte le paritarie e con tutte le private che abbiamo intercettato, una per uno, sono 276 servizi nelle Marche, 1.205 bambini, esulano dai convenzionati, dai 3 ai 6 anni abbiamo 88 servizi con 209 sezioni, stiamo parlando di sezioni che vanno da 10/12 a 30 bambini.
Quali emergenze abbiamo messo? Abbiamo messo: costi di gestione, mancato reddito, servizi, sostegno all’handicap, sanificazione, sicurezza e riapertura graduale, mi fermo qui perché non voglio annoiarvi, però ho più notizie rispetto alla mozione di prima, quindi se mi permettete che mi sfogo un po’.
Punto 2, abbiamo previsto nello stesso avviso che va alle scuole, non passa per i Comuni, a fondo perduto in una modalità molto smart, … centri estivi.
Credo che sui centri estivi anche voi abbiate avuto delle richieste perché i genitori vanno a lavorare e soprattutto molti docenti e molti genitori che stanno sul pezzo tutti i giorni non hanno gradito questa chiusura totale fino a settembre e l’inizio a scaglioni. Accetteremo questi progetti, per ora sono dieci ma ne arriveranno sicuramente per ogni ambito poi decideremo insieme con il Dirigente dei Servizi sociali, con i miei tecnici se appoggiarli ai Comuni o agli ambiti.
Questa mozione mi trova abbastanza speranzosa perché siamo proprio in direttiva d’arrivo. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Volpini.

Fabrizio VOLPINI. Condivido la filosofia, lo spirito ed anche gli obiettivi della mozione presentata dal Consigliere Celani.
L’intervento dell’Assessore con alcune delucidazioni ha dato risposte ad alcuni interrogativi che avrei posto che riguardavano …
Noi abbiamo strutture convenzionate, tipo spazi bambini, nidi, altre invece soltanto accreditate e mi pare di aver capito dalla delucidazione dell’Assessore Bravi che verranno contemplati non soltanto gli accreditati.
L’altra questione riguarda un tema molto caro al Consigliere Marconi, tra queste strutture ci sono i famosi nidi domiciliari, che sono stati inseriti all’interno della nostra regione ai tempi dell’Assessore Marconi e mi pare di aver capito dall’intervento illustrativo del Consigliere Celani che sono anch’essi contemplati, quindi sono ricomprese tutte le tipologie dei servizi per l’infanzia.
Le varie tipologie che insistono nella nostra regione sono state contemplate all’interno di questa mozione. Penso che sia giusto riconoscere anche queste categorie, come altre. Tra l’altro c’erano già strutture in difficoltà, come tutti sapete negli ultimi tempi sia i nidi pubblici che gli spazi bambini hanno avuto una quartazione del numero degli iscritti - spesso si affidano ai nonni la cura dei piccoli - quindi non navigavano già in buone acque ed è chiaro che questa situazione che si è determinata in seguito alla pandemia ha creato delle grossissime difficoltà anche e soprattutto alle donne che sono quelle, come ci ha ricordato il Consigliere Celani, che per il 90% gestiscono queste strutture. Quindi voto favorevolmente.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Micucci.

Francesco MICUCCI. Grazie Presidente. Sul voto favorevole passo velocemente perché è già stato annunciato da chi mi ha preceduto, ma mi fa piacere fare un apprezzamento al lavoro che sta facendo la Giunta anche su questi temi che salgono meno alla ribalta del dibattito mediatico, ma che sono molto importanti soprattutto nella nostra regione che, come è stato detto, ha una importante capillarità di queste strutture che svolgono un servizio fondamentale.
Sui contributi, come gruppi consiliari, avevamo fatto un tentativo nel primo Consiglio per cercare di aggregare tutte le mozioni che riguardavano questi aspetti perché è chiaro che la volontà di ognuno di noi, assolutamente legittima, è quella di poter dare una mano a tutte le categorie economiche e sociali che stanno vivendo un momento di difficoltà. Questa che adesso è stata evidenziata dal Consigliere Celani riguarda uno di quei settori che non sappiamo neanche quando potrà tornare alla piena attività perché si occupa di bambini in età infantile ed è chiaro che c’è una difficoltà maggiore in termini di distanziamento sociale, di utilizzo delle distanze di sicurezza e altro, quindi è chiaro che dobbiamo esprimere un sostegno verso queste categorie.
E’ altrettanto chiaro che, per evitare di essere eccessivamente demagogici e di non dare un servizio alla nostra comunità, dobbiamo cercare …, credo che la Giunta abbia un quadro più completo e mi auguro che prima possibile si possa capire in Consiglio quali risorse definitive abbiamo e come destinarle onde evitare che si diano pochi spiccioli ad una miriade di settori merceologici ed attività perché è chiaro che i bilanci regionali, per quanto rivisitati e ridimensionati, non hanno la capacità di quelli delle regioni più grandi di noi o meglio ancora dei bilanci statali.
Su questo è giusto segnalare le categorie particolarmente svantaggiate, e questa è certamente una di quelle, avendo ben chiaro il fatto che purtroppo non si potrà raggiungere tutte nelle dimensioni che vorremmo. Credo che questo vada sempre tenuto nel giusto conto per evitare di dare delle false aspettative, però mi pare che la risposta dell’Assessore sia molto chiara, mi sembra che già delle risposte siano arrivate ed altre arriveranno nelle prossime settimane. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. Sarò telegrafica, giusto per dire che ringrazio il proponente della mozione che mi trova favorevole.
Ringrazio l’Assessore Bravi per quanto ci ha illustrato prima e il Presidente Ceriscioli per essersi attivato nei confronti delle segnalazioni pervenute.
Per possibili ipotetici conflitti di interesse dichiaro con questo intervento che non voterò la mozione in questione. Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 672. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Mozione n. 669
ad iniziativa dei Consiglieri Volpini, Giancarli
“Medici specializzandi”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 669 dei Consiglieri Volpini, Giancarli.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Volpini.

Fabrizio VOLPINI. Grazie Presidente. Sarò rapidissimo nell’illustrare questa mozione che ho firmato insieme al Consigliere Giancarli - ringrazio il Presidente che l’ha inserita nell’ordine del giorno di oggi - che prende spunto e raccoglie una sorta di delusione che è stata raccolta in una lettera inviata al Presidente della Regione, tra l’altro condivisa anche da molti medici strutturati delle nostre aziende sanitarie, dei giovani medici specializzandi, che sono quelli che svolgono la specializzazione sotto forma di borse lavoro ed in occasione di questa epidemia e dell’iper afflusso che c’è stato negli ospedali sono stati in prima linea, anche abbandonando i percorsi formativi.
Di questi medici giovani ci siamo dimenticati ed è qui che nasce la delusione di questi colleghi, nel momento in cui giustamente la Regione, come hanno fatto anche altre, ha riconosciuto il grande lavoro svolto da tutti i sanitari nelle nostre strutture ospedaliere e oserei dire anche extra ospedaliere, riconoscendo anche un quantum economico che dovrà essere definito.
Questa categoria di medici è già di per sé non molto fortunata, lavora all’interno delle strutture ospedaliere con delle mansioni spesso indistinguibili dai medici strutturati, garantisce turni di lavoro, turnazioni, fa le notti, contribuisce in maniera determinante allo svolgimento della normale attività ospedaliera e in occasione di questa epidemia è stata in prima linea insieme agli altri rischiando contagi e altro.
Credo che debba essere data anche a questi medici, che già subiscono una serie di difficoltà, una su tutte il famoso imbuto formativo, la possibilità di avere lo stesso trattamento di tutti gli altri sanitari.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. Grazie Presidente. Per conto del Presidente rispondo a questa mozione, che credo possa essere accolta.
Il protocollo recante ‘Politiche regionali di innovazione e qualificazione del sistema sanitario regionale collegato al periodo di emergenza pandemia da virus Covid 19’, sottoscritto dalla Regione e dall’organizzazione sindacati confederali, ha costituito un primo passo ai fini del riconoscimento di uno speciale contributo assicurato alla gestione dell’evento in parola, considerando in particolare gli istituti regolati dai contratti nazionali di lavoro. Al di fuori di tali risorse sono attualmente allo studio ulteriori strumenti di valorizzazione da qualificarsi in relazione alle diverse posizioni contrattuali dei medici in formazione specialistica coinvolti nell’emergenza per l’apporto dato con diversi gradi di coinvolgimento dal personale di cui trattasi, sulla base dell’evidenza dell’impegno individuale nelle diverse sedi, senza trascurare coloro che hanno messo il loro tempo a disposizione del numero verde regionale per rispondere ai cittadini.
Mi pare la mozione possa essere tranquillamente accolta e condivisa, ringraziando i proponenti Consiglieri Volpini e Giancarli.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente. Pochi secondi perché non ho nulla da aggiungere a quanto illustrato con competenza e autorevolezza dal Presidente Volpini, se non per ringraziarlo per il fatto che mi coinvolge su queste battaglie che tra l’altro mi appassionano perché sono battaglie per i diritti, per il lavoro stabile e sono contro le ingiustizie che molto spesso si creano, quindi ringrazio i colleghi che voteranno e il Presidente Volpini per avermi coinvolto.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 669. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Mozione n. 673
ad iniziativa della Consigliera Marcozzi
“Bonus 600 euro alla Piccola Pesca”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 673 della Consigliera Marcozzi, che ha la parola per illustrarla.

Jessica MARCOZZI. Grazie Presidente. Questa mozione riguarda il decreto “Cura Italia” in modo particolare i 600 euro erogati dall’Inps a favore degli imprenditori, quindi delle imprese e degli autonomi.
Con questo decreto è accaduto che il Governo si è dimenticato della piccola pesca, che non rientra nel bonus 600 euro.
Sappiamo tutti che la categoria piccola pesca oltre a rappresentare da sempre un cardine dell’economia nazionale e marchigiana sta soffrendo da tempo la crisi economica in una sempre più stringente burocrazia senza di riflesso usufruire di alcun sussidio.
Visto e considerato che è stata una mera dimenticanza, chiedo al Presidente della Giunta di attivarsi immediatamente con il Governo affinché la piccola pesca venga inserita nella categoria con possibilità di richiesta e accesso al bonus di 600 euro, in alternativa a stanziare un fondo regionale a sostegno della categoria della piccola pesca. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. Grazie Presidente. Solo per dire che la mozione può essere votata.
Il decreto attualmente in discussione, ex decreto aprile oggi decreto maggio, credo che preveda dei benefici per la pesca, staremo a vedere.
Nella Conferenza Stato-Regioni è stata espressa l’intesa per un fondo di 220 milioni per la misura destinata alle imprese del settore della pesca e dell’acquacoltura; a livello regionale abbiamo più volte riunito la Consulta perché nella manovra che andremo a fare dovremo inserire anche la pesca, ed è a conoscenza del sottoscritto, della Giunta e di noi tutti, i problemi che il settore ha attraversato.
C’è massima attenzione nei confronti di questo mondo, quindi credo che la mozione possa essere tranquillamente votata perché ci aiuta nei confronti del governo regionale a fare più pressione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Micucci.

Francesco MICUCCI. Grazie Presidente. Velocemente perché ha detto bene l’Assessore, si sta attivando da tempo la Consulta su questi temi.
Da poco ho visto questa mozione perché è stata inserita all’ultimo, lungi da me la volontà di dibattere, ma è un tema che la Giunta ha già preso, valutate poi se all’atto pratico è corretto parlare di piccola pesca o di autonomi, che in realtà sono i soggetti rimasti fuori da questi provvedimenti.
La mozione va benissimo così perché, come ho detto prima per quella del Consigliere Celani, accende un focus su una categoria, peraltro l’Assessore conferma che era già stato acceso anche senza la mozione, ma va bene ad adiuvandum, poi insieme alle associazioni di categoria valuterete le modalità sperando che il Governo corregga l’omissione che c’è stata nei precedenti decreti. Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 673. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

PRESIDENTE. Rinviamo le interrogazioni alla prossima seduta, la seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 18,20